Uniti da un unico destino

di RavenLuna89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** Mancanze ***
Capitolo 3: *** Umiliazione ***
Capitolo 4: *** Speranze ***
Capitolo 5: *** Una visione che si avvera ***
Capitolo 6: *** Famiglia e un nuovo inizio ***
Capitolo 7: *** Scuse ***
Capitolo 8: *** Il primo litigio ***
Capitolo 9: *** Proposte (parte 1) ***
Capitolo 10: *** Proposte (parte 2) ***
Capitolo 11: *** E' così ingiusto.. ***
Capitolo 12: *** Arrendersi ***
Capitolo 13: *** Bambola di pezza ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine ***


INTRODUZIONE

 

Correre! Devo continuare a correre!

Nella mia mente continuavano a susseguirsi sempre i stessi flash..

Il mio patrigno che si avventa su di me.

Solo che stavolta non ero riuscita ad evitare che accadesse.

La visione mi aveva avvertito ma io non gli avevo dato importanza.

Si era avventato su di me e io con una spinta gli avevo fatto perdere l'equilibrio facendogli sbattere la testa allo spigolo del comodino.

Correvo con gli abiti tutti stracciati e sentivo il sangue colarmi sulle gambe.

Ero caduta talmente tante volte che mi ero sbucciata tutte e due le ginocchia.

"Ehi signorina tutto bene?"

Un ragazzo venne verso di me e poi svenni.

Quando mi svegliai ero in un letto di ospedale.

"Finalmente si è svegliata."

"Lei chi è?"

"Io sono il dottor Brown. Si ricorda cosa le è successo?"

Per qualche minuto feci mente locale.

"Il mio patrigno ha tentato di... mi è saltato addosso. Io l'ho spinto via e ha sbattuto la testa allo spigolo del comodino.

Io per la paura sono scappata e poi mi ricordo di essere svenuta per strada.."

"Si ricorda il suo nome?"

"Mary Alice Brandon."

Dopo tre giorni di ospedale mi fecero fare una seduta psichiatrica.

Li con l'inganno mi estorsero il mio segreto più grande: le mie visioni.

Così con il consenso di mia madre e di quel porco del mio patrigno mi mandarono in un ospedale psichiatrico.

Ovvio che non credettero alla storia della tentata violenza.

In fondo... chi crederebbe mai ad una pazza...

QUALCHE GIORNO DOPO...

I giorni passano incessantemente.

Ormai sono sono una delle tante qua dentro.

Una delle tante da torurare e da umiliare ripetutamente.

All'inizio mi ribellavo a quelle angherie ma ora accetto tutto passivamente. Tanto nessuno riesce a vedere quello che vedo io. Nessuno..

E nessuno mi crede neanche di fronte all'evidenza.

Visioni senza senso si affollano nella mia mente. Mi vedo io fuori da questa prigione con altre persone strane.. Non tanto per il loro aspetto (sembrano tutti dei modelli) ma per gli occhi. Hanno tutti gli occhi ambrati. Ma sopratutto continuo a vedere lui.

L'angelo dai capelli biondo miele. Quei riccioli delicati che gli incorniciano il volto tanto delicato che se lo avessi davanti avrei paura di toccarlo.

Ogni volta che avevo delle visioni sulle mie braccia apparivano dei numeri, delle date.

In futuro capì che in tale data si sarebbero avverate.

Nessuno oltre me riusciva a vedere quelle date.

Cosa che mi rendeva ancora più pazza agli occhi attenti dei dottori.

Stanotte un altro sogno.

L'angelo biondo.

Non era la prima volta che lo sognavo ma stavolta il sogno era ancora più definito proprio come se si dovesse avverare da li a poco.

Nel sogno io ero caduta a terra e lui mi aiutava ad alzarmi.

Quando nel sogno gli presi la mano mi svegliai bruscamente.

Avrei tanto voluto che fosse vero.

Neanche mi resi conto che delle lacrime stavano scendendo silenziosamente sul mio viso.

Un inserviente bussò rumorosamente sulla porta della mia camera, anzi una cella, per svegliarmi.

Sobbalzai per la paura quando sentì che stava aprendo la porta con le chiavi.

Dopo il grosso inserviente entrarono due dottori e un'infermiera per farmi prendere le pasticche.. Non male come colazione.

Le  mandai giù tutte senza discutere. Non sarebbe servito a nulla.

Poi notai sul polso una nuova data.

Era una nuova data. 15/10/2010...

Che questa data fosse legata al sogno che ho fatto stanotte?

Beh lo avrei scoperto tra poco visto che oggi era il 15 ottobre...

Mi ero fissata a guardare quella data anche mentre camminavo nel corridoio così sbadatamente inciampai e caddi a terra.

"Ehi tutto bene?"

Udii una voce mai sentita prima.

Era calda e roca. Alzai lo sguardo e incontrai due occhi dorati..

Incastonati nel viso del mio angelo dai capelli biondi.

Guardai diversi secondi quella mano pallida tesa verso di me e quando l'afferrai constatai che era gelata.

"G-grazie.."

"Non devi parlare con gli inservienti piccola pazza!"

L'inserviente più grande mi diede un ceffone sbattedomi al muro.

Non era la prima volta e sicuramente non sarebbe stata l'ultima.

"Ma che diavolo fai sei matto?"

Quella domanda rasentava il ridicolo!

"Potevi farle male."

"Non me ne frega niente. Sai Jasper sei nuovo di qui e tante cose non le sai.. Ma imparerai a sfogare su di loro le tue pulsioni e i tuoi istinti. Tanto se anche lo dicessero a qualcuno chi credi che gli crederebbe?!"

"Sparisci!"

Ero scossa da violenti tremiti e avevo cominciato a piangere.

"Stai bene?"

Annuì senza parlare.

"Non è la prima volta eh?"

"No e non sarà l'ultima.."

"Non puoi ribbellarti?"

"Potrei ma non servirebbe a nulla. Solo ad alimentare ancora di più la loro rabbia."

"Ma non potete parlarne con i medici?"

Non capivo il senso di quelle domande ma, inspiegabilmente, mi sentivo spinta a rispondergli senza una ragione apparente.

"Jasper giusto? Io sono qua dentro perchè mi è stata diagnosticata un elevato grado di schizzofrenia e manie di persecuzioni. Nessuno mi crederebbe."

"Io ti crederei."

"Grazie ma almeno che tu non abbia una laurea segreta in psicologia non mi servirà a molto."

"Sei fin troppo sarcastica per essere una affetta da schizzofrenia. Come mai ti hanno sbattuta qua?"

"Affari miei!"

Mi allontanai da lui lasciandolo impalato nel corridoio.

Avevo molta voglia di parlare con lui ma di sicuro non gli avrei mai detto nulla riguardo alle mie visioni.

 

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Capitolo 2
*** Mancanze ***


Dopo quel giorno non avevo più rivisto Jasper.

Fui sorpresa di sentire la sua mancanza.

L'unico che si fosse dimistrato gentile con me.

Ovviamente la fecero pagare a me la sua gentilezza..

Camicia di forza e sbattuta per non so quanti giorni nella camera imbottita.

Senza un motivo apparente..

Loro si erano inventati che io avevo dato di matto..

La scusa più antica del mondo.

Erano tre giorni che mi trovavo la. Non mi facevano mangiare.. Giusto una volta al giorno mi facevano bere un pò d'acqua ma niente di più.

Stavo sognando...

Ero in questa prigione per i matti quando notai del fumo intorno a me. Poi le fiamme.

Mi svegliai urlando.

Quando mi svegliai qualcuno mi stava tenendo ferma.

"Ehi calmati, calmati!"

"Lasciami lasciami!"

Quella voce era così tremendamente familiare.

Mi calmai e cominciai a piangere addosso a Jasper..

"Non sei più venuto."

"Si che sono venuto ma faccio il turno di notte. Ecco perchè non mi hai più visto. Girati che ti tolgo questa cosa!"

Quando tolsi le braccia dalla camicia di forza tutte le ossa della parte superiore scrocchiarono rumorosamente facendomi un gran male e facendomi scappare un gemito di dolore.

"Tutto bene?"

"Si, ormai ci sono abituata."

Mi aiutò ad alzarmi ma a malapena stavo in piedi da sola così mi portò in baccio fino alla mensa.

"Aspettami qui torno subito."

La sua pelle alla luce della luna risplendeva di una strana luce. Forse ero diventata veramente pazza.

Tornò con in mano un piatto con hamburger e patatine.

Mi ci avventai senza pensare che davanti a me avessi un affascinante ragazzo e che, molto probabilmente, mi stava fissando.

"Scusami è da molto che non metto qualcosa nello stomaco."

"Da quanto?"

"Saranno più o meno tre giorni."

Dopo la mia risposta si ammutulì.

Quando finì di mangiare andai a sedermi vicino all'enorme finestra a guardare la luna.

Il mio sguardo andò istintivamente sul mio braccio.

Una nuova data.

L'undici novembre.

Allora l'incedio era una visione!

Mi uscì un sussulto e Jasper venne subito accanto a me.

"Alice cosa..."

Ma si bloccò. Aveva lo sguardo fisso sulle mie braccia e con la bocca aveva mimato la data.

"Riesci a vederle anche tu?"

Avevo gli occhi gonfi di lacrime.

"Si.."

La disperazione fu sostituita dalla gioia. Finalmente qualcuno mi credeva.

Cominciai a piangere e a singhiozzare.

"Allora non sono pazza..."

"Shh..."

Mi prese tra le sue braccia e mi cullò dolcemente ma prima che mi addormentassi mi fece una domanda.

"Non so il tuo nome.. Come ti chiami?"

"Mi chiamo Mary Alice.."

"Solo Alice è ancora più bello.."

E mi addormentai cullata dalle sue fredde braccia.

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Capitolo 3
*** Umiliazione ***


Jasper dopo avermi fatto sfogare mi portò in camera.

Non mi accorsi di nulla perchè mi ero già addormentata profondamente.

Mi svegliò bruscamente il rumore della chiave della mia stanza che girava nella toppa.

Entrarono tre inservienti. Due uomini e una donna che stringeva in mano delle forbici.

"Ecco la pazza che se la fa con l'inserviente biondo... Ora ci divertiamo un pò."

Venne verso di me agitando il manganello e me lo diede dritto nello stomaco facendomi piegare in due dal dolore e facendomi sputare sangue.

L'altro uomo gli fu vicino e mi diede un pugno in faccia.

La donna restava in disparte ad osservare con aria divertita.

"Dai ragazzi ora tocca a me divertirmi!"

Venne verso di me mentre gli altri mi tenevano ferma.

Ma io scalciavo e mi dimenavo. Non mi sarei arresa per niente al mondo.

La sua intenzione era di tagliarmi i capelli.

"Dimmi non sarai gelosa che Jasper preferisce una pazza come me che una come te?!"

I suoi occhi erano carichi di odio e con le forbici cominciò a sfregiarmi il viso e le braccia.

Il dolore era fortissimo ma non volevo dargli la soddisfazione di vedermi piangere.

"Ragazzi buttatela a terra!"

Cominciai di nuovo a dimenarmi ma era tutto inutile.

Io ero minuscola in confronto a loro.

Quando tagliò la prima ciocca di capelli me la sbattè davanti.

Tagliava, tagliava, tagliava e avvolte mi feriva anche la testa tanto era violenta.

Mi faceva male apposta. Un giorno mi sarei vendicata...

Prima o poi.

Non mi accorsi nemmeno che se ne erano andati via. Per il forte dolore che sentivo ero svenuta.

Mi avevano picchiata, imprigionata, umiliata e ora anche questo..

Per me non poteva andarmi peggio..

Una visione mi svegliò dal mio stato di incoscienza.

Vidi Jasper in una foresta, immobile.

Poi non lo vidi più..

No c'era qualcosa che non andava.

La visione tornò indietro e mi mostrò ancora Jasper nella foresta. 

Poi un susseguirsi di immagini insensate,

Jasper che saltava in avanti per decine di metri..

La velocità con la quale correva... Non era normale.

Poi l'ultima visione mi fece raggelare.

Un cervo a terra copero di sangue e la bocca di Jasper aperta sul suo collo.

Mi svegliai urlando ma due braccia fredde mi impedirono di muovermi.

"Mary Alice sono io!"

Al suono della sua voce mi tranquillizzai per alcuni minuti..

"Alice cosa ti hanno fatto..."

"N-non è niente..."

Mi aiutò ad alzarmi e mi portò al bagno.

"Siediti qui.. Ci penso io.."

Prese una spugna bagnata e cominciò a togliermi il sangue dalle ferite.

Quando sfiorò il braccio notammo entrambi una nuova data. La data era odierna..

Allora quella visione..

"Alice perchè ti compaiono queste date?"

"Ho delle visioni.. Sul futuro."

"Da quanto tempo ti succede?"

"Ho avuto la prima visione a undici anni. Avevo visto la morte di mio padre in sogno. Mia madre all'epoca credeva che fosse un semplice incubo ma quando si avverò..."

"Li c'è la data di oggi.. Cosa dovrebbe succedere?"

"Beh dovresti dirmelo tu visto che riguarda te."

"Me?"

"Già."

"E cosa hai visto?"

"Non credo che tu voglia saperlo..."

Mi fissò con i suoi occhi intensi e si avvicinò imperccettibilmente a me mettendomi le mani sul viso.

"Dimmelo."

"Tu sei un vampiro vero? Ecco perchè puoi venire qua solo di notte.."

Non mi rispose si limitò semplicemente ad abbracciarmi.

"Credo di averti visto andare a caccia.. Com'era quel cervo?"

"Delizioso..."

"Allora è tutto vero?"

Non mi rispose.

"Jasper ti puoi fidare di me. Insomma sono ricoverata qui. Credi che se dicesi a qualcuno che tu sei un vampiro quel qualcuno mi crederebbe?"

"Non è questo, è che è strano..."

"Cosa?"

"Non sento in te la minima paura. Io sono un mostro sai?"

"Guarda come sono conciata Jasper.. Chi mi ha ridotto così è un mostro. Non tu."

"Tu non sai niente di me."

"So quello che ho visto fino ad ora. Nessuno prima d'ora si era preso cura di me. A malapena lo aveva fatto mia madre.. Se tu eri un mostro già mi avresti uccisa."

"Ciò non vuol dire che non possa farlo ora."

"Lo ripeto.. Se avessi voluto non ne staremo parlando ora. Prima ero una maschera di sangue e tu invece che....bere il mio sangue mi hai curata. Non ho paura di te. Io mi fido!"

"Non devi fidarti.."

"Ormai è troppo tardi.. Dalla prima volta che ti ho sognato ho sempre saputo che tu in un modo o nell'altro mi avresti salvato.."

"Giuro che ti salverò Alice. Fosse l'ultima cosa che faccio.."

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Capitolo 4
*** Speranze ***


Quella mattina la neve scendeva copiosa su Forks imbiancandola lentamente..

Ero nello studio del dottor Evans per la seduta settimanale. Se volevo uscire da li dovevo fare il loro sporco gioco.

"Allora Mary Alice, com'è andata la settimana?"

"Molto bene dottor Evans."

"Hai più avuto una delle tue solite allucinazioni?"

"No dottore è da un pò che non le ho più.." L'ultima l'avevo avuta quella stessa mattina!

"Mmm. Molto bene e quindi non vedi più le date scritte sul tuo braccio."

"No non le vedo più."

Restò per un pò in silenzio mentre scriveva sul suo quaderno.

"Allora Mary Alice ritorniamo un pò al passato.. Perchè hai accusato il tuo patrigno di averti quasi violentata?"

Mentire, mentire, mentire...

"Non lo so dottore. Lui è un uomo talmente buono.. Forse ero gelosa di non avere più le attenzioni di una volta da parte di mia madre."

"Sai che potevi fargli passare  dei bei guai Mary?"

IO SONO ALICE!

"All'epoca no ma ora ne sono consapevole. E se tornassi indietro non rifarei più quello sbaglio."

"Ne sono convinto. E con gli inservienti?"

"Nessun problema dottore."

Dopo alcuni minuti alzò lo sguardo dal suo quaderno.

"Bene Mary ti trovo molto migliorata. Il che è una buona notizia ma... chi mi assicura che non è tutta una tattica per poter uscire prima da qua?"

Non sapevo cosa rispondergli. Ci aveva preso in pieno.

"Ma ti vedo molto sincera. Ti metterò nel reparto con meno sorveglianza e mano a mano diminueremo il dosaggio delle tue medicine."

Un sorriso si allargò sul mio viso.

Mi portarono in camera a prendere le mie cose ma quando uscì uno dei soliti inservienti si mise davanti alla porta impedendomi di uscire.

"Così ti trasferiscono eh?"

Non gli risposi e lui per tutta risposta alzò il braccio per darmi uno schiaffo.

Chiusi gli occhi in attesa del dolore ma non arrivò. Cautamente aprii gli occhi e vidi che il braccio era stato bloccato dalla mano di Jasper.

L'inserviente scappò a gambe levate mentre Jasper entrò nella camera e mi abbracciò tenendomi stretta a lui.

"Mi hai fatta preoccupare.. Dov'eri?"

"Dal dottor Evans per la seduta settimanale. Ha deciso di trasferirmi in un altro reparto dove mi terranno un pò più libera... per così dire."

"E' lo stesso reparto in cui sto io stabilmente."

Mi stava aiutando a portare la valigia nella mia nuova camera quando mi venne in mente una cosa..

"Jasper perchè io?"

"Scusami?"

"Mi chiedevo... perchè mi stai aiutando.."

"Dalla prima volta che ti ho incontrato, grazie al mio potere, ho capito che non eri pazza. Poi ho scoperto cosa ti facevano qua dentro e... E ho deciso che voglio proteggerti. Tu non meriti tutto questo."

"Nessuno lo merita Jasper."

"Tu.. mi... Tu mi piaci Alice. In un modo strano mai provato prima.. E' come se proteggerti ora sia la mia priorità."

Il mio cuore cominciò a battere furiosamente.

Abbassai la testa e continuai a camminare..

Quello che sentivo crescermi dentro era... sbagliato ma allo stesso tempo non vedevo niente di più giusto.

La sua mano sulla mia spalla mi bloccò.

"Ho detto qualcosa che non va Alice?"

Sentire la sua voce che pronunciava il mio nome... Anche questo amavo di lui..

A-amavo?

"No non hai detto niente di così brutto anzi..."

"Allora perchè ti sento confusa."

Risi istericamente.

"E' da due mesi che ci conosciamo. All'inizio non nego che ero spaventata da te. Ma ora so che sarei più sicura tra le tue braccia che in qualsiasi altra parte del mondo. So in un certo senso che tra noi non potrebbe funzionare perchè io sono solo un'umana... ma io non faccio altro che immaginare a come sarebbe la vita insieme a te al di fuori di queste mura."

Restammo muti finchè non arrivammo nella mia nuova camera.

"Ora sono io che chiedo a te se ho detto o fatto qualcosa di male.."

Mi prese e mi strinse tra le sue braccia d'acciaio.

"Speravo con tutto il cuore che tu mi dicessi delle parole così.."

Le mie braccia, che prima erano inermi sui miei fianchi, in quel mio momento si alzarono per stringerlo in un abbraccio..

"No funzionerà mai Jazz."

"Io invece credo di si."

"Come fai ad esserne così sicuro?"

"Perchè quando vedo i tuoi bellissimi occhi blu non c'è niente che desideri di più al mondo che stare insieme a te. Anche mio fratello stava con un'umana e ora sono sposati.. Se ce l'hanno fatta loro ce la faremo anche noi."

Sentì la speranza nascermi dentro. Non mi ero mai sentita così ottimista prima d'ora.

Con le mani tirò su il mio viso e si avvicinò a me finchè le nostre labbra non si sfiorarono in un timido e casto bacio.

Non esisteva niente di più bello che stare tra le braccia del vampiro che amavo...

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Capitolo 5
*** Una visione che si avvera ***


Un incubo.

L'ennesimo.

Mi trovo intrappolata nella mia stanza mentre le fiamme di propagano in tutto il corridoio.

Il fumo comincia ad avanzare lento e inesorabile.

Non riesco a respirare.

Il respiro è mozzato.

Guardo fuori dalla finestra cercando qualcuno a cui chiede aiuto. Tutto lo staff della clinica è fuori.

Sento altre urla oltre alle mia. Ci stanno facendo morire bruciate. A nessuno era passato per la mente di venirci ad aiutare.

Poi la vista si annebbia e mi sveglio tremante tra le braccia di Jasper.

"Ehi ehi è tutto ok Alice."

Non riuscivo a parlare, era tutto così reale.

Mi guardai subito le braccia.

I numeri riportavano la data di oggi.

"Alice cos'hai visto?"

"Di nuovo quella visione con le fiamme. Sembrava così reale. Sento ancora la sensazione del fumo che mi entra in gola."

Dai miei occhi uscirono delle lacrime silenziose.

Rafforzò la stretta su di me e cominciò a cullarmi.

"Non ti succederà niente Alice stai tranquilla. Ci sarò io con te."

"Beh non so se è peggio morire asfissiata o dissanguata dal vampiro che amo.."

Era riuscito a tirarmi su di morale e se ne accorse.

"Ah si eh! Ora ti faccio vedere io!"

Si mise sopra di me e cominciò a farmi il solletico.

Non resistevo più e una risata potente mi uscì dalla bocca. Lui per evitare che ci sentissero mi tappò delicatamente la bocca con la sua mano.

Eravamo vicinissimi. Così vicini che potevo sentire il suo respiro sul viso.

Dopo il nostro primo bacio non ce n'erano stati altri.

Non so bene il perchè.

Poi tolse la mano dalle mie labbra e si avvicinò facendo toccare la sua fronte con la mia.

Mi ero persa in quell'oceano dorato che erano i suoi occhi.

Più si avvicinava a me e più l'oro dei suoi occhi si scioglieva.

I suoi riccioli mi solleticavano le guancie facendole arrossare.

Quella situazione era talmente nuova per me..

"A cosa pensi Jasper?"

Non rispose subito ma con una mano mi accarezzò la guancia facendomi arrossire.

"Penso che vorrei tanto... baciare le tue labbra."

"E allora perchè non lo fai?"

"E' da un pò che non mi nutro e non vorrei...farti del male."

"Oh fidati tu non potresti farlo neanche volendolo!"

"Tu non sai di cosa sono capace."

Quelle parole fecero accapponare la mia pelle e il cuore cominciò a battere più velocemente e impetuoso che mai.

"Non mi importa."

"E invece dovrebbe. Tu non sai nulla di me. Ed è meglio che sia così."

Si allontanò da me e si mise seduto sul bordo del letto.

Feci lo stesso e appoggiai la testa sulla sua spalla.

"Puoi dirmi tutto."

"Non so se..."

Presi il viso tra le mani e lo girai verso di me.

"Ho passato cose orribili nella mia vita e credo che niente possa sconvolgermi. Anzi ne sono sicura niente può sconvolgermi."

"La mia storia Alice non è bella. Non ho fatto cose per la quale andare fiero. Anzi tutto il contrario."

Strinsi la sua mano e annuendo lo incitai ad andare avanti.

"Sono nato in Texas nel 1843 e a diciasette anni mi arruolai nell'esercito dei confederati per combattere la guerra civile. In poco tempo mi nominarono maggiore. Feci velocemente carriera grazie al mio carisma. Poi si scoprì che era una mia dote. Infatti ora sono in grado di manipolare le emozioni di chi mi sta intorno. Comunque, torniamo a noi.

Nel 1863 incontrai tre vampire: Lucy, Nettie e...Maria."

Nel pronunciare quel nome vidi il suo viso piegarsi in una smorfia di disprezzo e odio.

"Lei, Maria, mi trasformò. Vissi per un lunghissimo periodo per lei cibandomi solo di sangue umano e lottando in un esercito di vampiri neonati per la supremazia del territorio.

Ma dopo poco tempo entrai in una specie di depressione.

Sentire quello che le mie vittime provavano mi faceva star male. Uccidevo anche i miei simili su ordine di Maria. Una volta uccisi anche un ragazzo che avrà avito più o meno quattordici anni. Da li ha avuto inizio la mia svolta. 

Scappai con altri due vampiri. Ma, nonostante non fossi più nelle mani di Maria, la tristezza dentro di me regnava ancora sovrana. Finchè un giorno, in Alaska, incrociammo la scia della mia attuale famiglia i Cullen. Loro ci mostrarono un nuovo modo di vivere così decisi di rimanere con loro. Ci nutriamo solo di sangue animale ma non ci sentiamo mai veramente sazi. Ecco perchè per me è difficile starti accanto. E' da tanto che mi nutro di animali ma il mio autocontrollo non è così ben sviluppato.. Non sopporterei di farti del male."

Non riuscivo a rispondere. Avevo solo una cosa che mi passava per la testa

"Alice ti prego di qualcosa!"

"Mi stai dicendo che hai 147 anni!"

Rimase pietrificato.

"Cosa? Cioè io ti ho raccontato tutto questo e tu sei strabigliata solo per il fattore anagrafico?"

"E' l'unica cosa alla quale abbia dato importanza. Del resto non mi importa. Tutti abbiamo i nostri fantasmi del passato. Tu sei diverso dal Jasper del passato."

"E come lo sai?"

"Perchè il Jasper del passato mi avrebbe uccisa senza battere ciglio."

All'improvviso sentimmo un frastuono.

"Alice vado a vedere che succede tu rimani qua!"

Annuii e lui mi lasciò sola nella stanza.

Cominciai a sentire molto caldo e quando mi affacciai vidi le fiamme propagarsi in tutto il mio piano.

Richiusi la porta e con le lenzuola tappai lo spazio che c'era tra la porta e il pavimento.

Con poco successo.

Il fumo invase la mia camera.

Entrò violento nella mia gola.

I miei occhi lacrimavano e la gola e i polmoni mi andavano a fuoco.

Caddi a terra quando la porta si spalancò facendo entrare ancora più fumo di prima.

Le fredde braccia di Jasper mi afferrarono e poi tutto intorno a me si fece sfocato, dai contorni indefiniti.

Il vento premeva sul mio viso.

Stavamo correndo. Anzi Jasper stava correndo.

Mi addormentai tra le sue braccia e quando mi svegliai ero in un enorme letto.

Mi alzai di scatto esaminando la stanza.

Era molto grande e lussuosa.

Il letto era a baldacchino con delle lenzuola viola.

Il pavimento sembava di marmo pregiato. Avrei avuto paura a camminarci sopra.

Le pareti erano dipinte di lilla. Un colore che mi piaceva molto.

La porta si aprì.

"Ti sei svegliata eh?"

"Jasper dove mi trovo?"

Dietro di lui spuntarono un uomo e una donna.

Gli stessi delle mie visioni di qualche mese fa.

"Sei a casa nostra Alice."

La donna minuta dai capelli castani mi venne vicino abbracciandomi.

Sembrava una mamma. Non so perchè ma mi sentivo al sicuro. Mi strinsi a lei e cominciai a piangere.

Quanto avrei voluto che la mia vera madre mi avesse abbracciato così almeno una volta in tutta la mia vita.

Mi accarezzava lenta e delicata la testa mentre mi cullava proprio come faceva Jasper quando avevo i miei soliti sogni premonitori.

"Tranquilla piccola andrà tutto bene."

Poi le sue mani scomparvero lasciando spazio a quelle di Jasper.

Anche senza vederlo sentivo che era lui.

Riuscivo a percepire la sua presenza ovunque mi trovassi.

Prese il viso tra le mani e mi stampò un tenero e dolce bacio sulle labbra.

"Ora sei salva Alice."

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Capitolo 6
*** Famiglia e un nuovo inizio ***


"Allora Alice ti va di andare giù a conoscere il resto della famiglia?"

"Con piacere Esme anche se, bene o male, conosco già tutti!"

Mi fissarono sbalorditi.

"Jasper non vi ha detto del mio..."

"Oh si ce l'ha detto ma sai è comunque una situazione strana."

"Figurati a me. Ieri chiusa in una sottospecie di manicomio e oggi in una casa piena di vampiri.."

Si misero a ridere e Jasper avvolse la mia vita con le sue braccia.

"Dai scendiamo."

Esme mi offrì la mano che accettai molto volentieri.

Al piano di sotto ci aspettava il resto della famiglia che, appena mi vide scendere, mi salutarono con un sorriso.

"Allora Alice loro sono..."

"Oh lo so Esme. Edward e Bella con loro figlia Renesmee, Emmett e Rosalie."

Li indicai uno per uno. Un nuovo sguardo sbalordito.

"Beh.. vi ho visto molto spesso nelle mie...visioni,"

Il primo che mi si avvicinò fu Emmett.

"Tranquilla non sei il primo fenomeno da baraccone in questa casa..."

Mi guardò con aria maliziosa,

Io ero uno gnomo in confronto a lui. Lo squadrai da capo a piedi.

"Sarei io il fenomeno da baraccone? No dico... ma ti sei visto?! Sei una sottospecie di gigante!"

Tutti si misero a ridere e io con loro.

Poi mi si avvicinò Rosalie che mi abbracciò.

"Finalmente qualcuno che sa come rimettere al suo posto Emmett. Già so che diventeremo ottime amiche."

"Lo spero anche io Rosalie."

Poi toccò a Edward e Bella con la loro figlia.

"Sono felice che ora tu stia meglio."

"Grazie Bella!" era davvero una ragazza graziosa.

"Già mia moglie è stupenda!"

"Ah è vero tu leggi nel pensiero!"

"Esattamente.."

"Ma non in quella di Bella. Per via del suo scudo."

"Si è vero ma.. scusa da quanto tempo hai visioni su di noi?"

"Da quando Bella è venuta a Forks nel 2004."

"Mio Dio eri davvero piccola... A undici anni già avevi queste visioni.."

"Già.. Ho visto tutta la vostra storia. Da quando vi siete incontrati quel giorno in mensa fino a pochi giorni fa... Devo dirtelo Edward hai fatto una cavolata colossale a lasciarla!"

Bella per tutta risposta si mise a ridere.

"Lo so Alice... Ma cercavo solo di..."

"FARE IL SUO BENE!" dissero tutti gli altri in coro!

Un pensiero attraversò la mia mente!

"Carlisle ma ora come facciamo con l'ospedale? Cioè qual'è la versione ufficiale?"

Mi fece segno di sedermi sulla potrona di fronte alla sua. Prima che mi sedessi Jasper mi prese in baccio e mi fece sedere sulle sue gambe.

"Beh la versione ufficiale è che tu e Jasper siete rimasti uccisi nell'incendio. Domani mattina partiremo per Denali e li ricominceremo tutto da capo. Tu ovviamente andrai a scuola con il cognome della nostra famiglia. Se vuoi puoi seglierti un nuovo nome."

Poi mi ricordai di quanto a Jasper piacesse i mio nome e scossi la testa.

"No Alice va benissimo."

"Bene. Purtroppo non sarai in classe con Jasper. Non li dimostra neanche da lontano 17 anni.. Sarà un anno avanti a te. Ma sarai nella stessa classe di Bella e Renesmee."

"Ok quando sarò li se, ipoteticamente, dovessi farmi delle amiche -ricordai all'istante la mia scarsa vita sociale- quale versione dovrò dare? Nel senso, se mi chiedono da dove vengo o cose del genere..."

"Quello che diranno gli altri, ossia che siete stati adottati. Per quanto riguarda la provenienza eviterei di pronunciare il nome Forks."

Uno sbadiglio sfuggì al mio controllo.

"Scusami Carlisle è che sono molto stanca."

Si alzò dalla poltrona e mi accarezzò affettuosamente la testa.

"Tranquilla è comprensibile. Jasper accompagnala in camera. Ha bisogno di riposare. Buona notte Alice."

"Grazie Carlisle."

Ci stavamo avviando verso la scalinata quando Jasper mi prese a cavalcioni e in un battere di ciglia eccoci davanti alla porta della camera.

"Buona notte nana!"

Il solito Emmett.

"Buona notte gigante!"

Si sentì la sua risata rimbombare per tutta la casa.

Mi sdraiai sul letto mentre Jasper si sedette sul bordo.

"Jasper puoi anche venire più vicino."

"Non sapevo se.."

"Ti blocco subito dalla stupidaggine che stai per dire! E ora avvicinati.. sempre se vuoi ovviamente!"

Mi ritrovai avvolta nel suo freddo e protettivo abbraccio.

"Scusami forse avrai freddo."

"No a dir la verità non ho mai sofferto il freddo."

Si riavvicino a me facendo aderire il suo petto alla mia schiena.

Restammo un bel pò in silenzio mentre mi accarezzava il braccio e ogni tanto mi baciava la testa inebriandosi del mio odore.

"Alice sei sveglia?"

Dormire con lui così vicino era impossibile!

"Si dimmi."

"Ti mancherà la tua famiglia."

"Ti rispondo con un secco NO! Mia madre se ne è sempre fregata di me e quando si è risposata.. è andata ancora peggio. Poi mettiamoci pure che mi hanno rinchiusa in un manicomio..."

"Potrai mai perdonarli?"

Chissà cosa ci trovava ti interessante nelle mie risposte.

"Non lo so.. Mia madre forse ma il mio patrigno mai.." Mi vennero i brividi al pensiero di quello che poteva farmi se...

I pensieri negativi e la paura passarono all'istante grazie al potere di Jasper.

"Non pensare più a queste brutte cose Alice. Ora sei con me e non ti succederà più niente di male.."

Una lacrima sfuggì al mio controllo. Lui se ne accorse e la tolse con un bacio.

"Ora riposati okay?"

"Ci proverò."

Mi sentii improvvisamente stanca e rimanere con gli occhi chiusi sembrava impossibile. Ma prima di cadere nel sonno dovevo dirgli una cosa importantissima.

"Grazie Jazz."

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Capitolo 7
*** Scuse ***


"Esme ti serve una mano?"

"Oh no Alice tranquilla questo è l'ultimo scatolone."

"Va bene..."

Mi sentivo talmente inutile.. Tutti si davano da fare per impacchettare le loro cose mentre io restavo a guardare.

Poi ebbi una visione di un ragazzo dalla carnagione scura. Jacob.. Stava venendo qui ed era infuriato!

Barcollai fino a reggermi con le braccia ad un tavolino.

"Tesoro che hai?"

Le braccia di Jasper si sotituirono all'istante a quelle di Esme.

"Sta arrivando Jacob ed è innfuriato come una bestia."

"EDWARD!"

Parli del diavolo...

La porta a vetri d'ingresso si aprì violentemente mandando in mille pezzi il vetro.

"Edward dove sei?"

La voce del ragazzo risuonava nelle mie orecchie violentemente nonostante fossi in cucina.

Andai di corsa  in camera da pranzo dove si stava svolgendo il litigio.

"Quindi ve ne andate così... senza dire niente!"

"Jake non sono affari tuoi. Comunque te e mia figlia non state insieme perchè lei ha scelto così."

"Non puoi portarmela via..."

"Non è per Nessi che ce ne stiamo andando. Sono successe delle cose che non ti riguardano."

Il suo sguardo balenò su di me.

"Non mi dire che ve ne state andando a causa di quell'umana laggiù."

"Ehi io ho un nome sai?"

In un baleno fu a pochi centimentri da me.

"Non me ne frega niente del tuo nome! E' solo colpa tua se io e Nessi non possiamo stare insieme."

"No non credo.. Io al posto tuo lavorerei un bel pò sull'autocontrollo e sul carattere."

"Ma come ti permetti!"

"No tu come ti permetti! Entri in casa d'altri facendo un casino allucinante e pretendi che gli altri ti rispondano con educazione? Tu stai fuori."

Mi diede uno spintone facendomi sbattere il fianco allo spigolo del tavolo e di conseguenza cadere a terra.

Poi accadde tutto in un baleno.

Sentii un ringio disumano e Emmett e Carlisle gridare.

"Jasper no!"

Alzai lo sguardo e vidi Jasper dimenarsi come non mai!

Ringhiava a denti scoperti in direzione di Jacob.

Vederlo così mi mise paura.. Ma non per me.. Avevo già visto che Jacob fosse un lupo e avevo paura che si trasformasse e che facesse male a Jasper.

"JAZZ NO!"

Mi avvicinai a lui e gli misi le mani sul viso obbligandolo a guardarmi.

"Jasper guardami.. Sto bene!"

Mi ringhiò contro facendomi sobbalzare per lo spavento.

Per tutta risposta gli diedi un ceffone.

I suoi occhi da neri come il carbone che erano tornarono ad essere dorati.

Il suo respiro si fece più regolare e i suoi muscoli si rilassarono.

Mi girai verso Jacob.

"Ti conviene andare via. Stavolta l'hanno fermato ma se ci riprova... E' meglio che cominci a dire qualche preghierina...."

Lasciò la casa, ormai spoglia di mobili, senza dire una parola e il resto della famiglia mi lasciò da sola con Jasper.

Mi fu subito accanto abbracciandomi forte a lui.

Sussurrava "scusami, scusami, scusami..." come un mantra.

"Jazz tranquillo è tutto okay.. Sto bene.."

"Ti ho ringhiato contro.. A te Alice."

"Per me non è successo niente.. Se fosse stato il contrario forse anche io ti avrei ringhiato contro."

"Perdonami non succederà più."

Mi sedetti a terra.

"Vieni qui.."

Lo feci stendere sulle mie gambe e cominciai ad accarezzargli la testa..

"Sei troppo buona con me.. Non so se ti meri..."

"Smettila di dire quello che hai in quella testa da vampiro paranoico! Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata!"

"Posso dire lo stesso di te Alice.."

Quell'affermazione mi fece arrossire.

"E ti amo ancora di più quando arrossisci.."

No aspetta!! Forse avevo capito male!!

"Hai detto che..che mi.."

Mi chiuse la bocca con un bacio.

"Si.. Ti amo Alice Cullen..."

Mi strinsi nel suo abbraccio mentre il mio cuore ormai andava per fatti suoi.. Era incontrollabile.

"E io amo te Jasper Hale.."

Amore... 

L'emozione più bella che avessi mai provato in tutta la mia vita.

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Capitolo 8
*** Il primo litigio ***


VOGLIO RINGRAZIARE DI CUORE CHI SEGUE QUESTA STORIA:

 

1 - Adria_Volturi [Contatta]

2 - Bonnie98 [Contatta]

3 - chachot [Contatta]

4 - Edward96 [Contatta]

5 - Frego [Contatta]

6 - mucci [Contatta]

7 - ornella [Contatta]

8 - Phe [Contatta]

9 - sweet nymph [Contatta]

10 - _Pandina_76 [Contatta]

 

CHI L'HA MESSA NELLE RICORDATE:

 

1 - Glitter Girl [Contatta]

2 - sweet nymph [Contatta]

3 - _Bliss [Contatta]

 

E CHI L'HA MESSA NELLE PREFERITE:

 

1 - Lizzie96 [Contatta]

2 - sweet nymph [Contatta]

3 - sweetwitch [Contatta]
 

"Che bello siete arrivati! E tu devi essere Alice giusto?"

"Già.. E tu sei Carmen vero?"

"Si ma come.."

Un uomo fece capolino dietro Carmen abbracciandola.

"Lei vede il futuro Carmen.. Vero Alice?"

"Esattamente. E tu Eleazar puoi capire se i vampiri o gli umani davanti a te posseggono determinate doti giusto?"

"E' inutile sorprendermi.. Ci avrai già visto più di una volta credo."

"Si.. Durante lo scontro, per così dire, con i Volturi."

Un brivido di freddo misto a paura mi scosse.

"Venite dentro o vi gelerete.. Beh non voi ma Alice ovviamente."

Ci fece accomodare in salotto ma prima che potessi sedermi Jasper mi prese in baccio e mi fece appoggiare sulle sue gambe. Cominciò a sfregarmi le braccia.

"Hai tanto freddo Aly?"

"A dir la verità no si sta benissimo qui!"

"Beh abbiamo alzato al massimo i riscaldamente anche se noi non ne abbiamo bisogno."

Una ragazza dai capelli biondo-rossiccio entro nella stanza.

"Tanya giusto?"

"Esatto. E tu sei Alice la veggente!"

"Mmmh. Carino come sopranome. Alice la veggente!"

Ripetei il nome con più enfasi del necessario.

"Come mai ci siete solo tu e Jasper? Gli altri stanno bene?"

"Si Tanya stanno solo finendo il trasloco e aspettando gli acquirenti. Tra pochi giorni vi faranno visita."

Tanya si avvicinò a Jasper scrutandolo da capo a piedi.

"Jasper... Hai qualcosa di diverso.... Sembri..."

"E' innamorato Tanya, non te ne sei accorta in che modo guarda Alice? Gli mancano solo gli occhi a cuoricino."

Una vampira bionda si avvicinò a me.

"Io sono Kate anche se sicuramente mi avrai già visto."

"Oh si certo! Come sta Garrett? State ancora insieme?"

"Oh certo! Vive con noi anche lui."

Subito Jasper mi prese tra le braccia.

"Kate ma sei pazza!"

"Jasper ma..."

"Devo portare via Alice."

La porta si spalancò e Garrett corse per andare ad abbracciare Kate. Nella stesso istante Jasper mi portò dietro di lui.

"Jazz ma che ti prende?"

"Alice possibile che non ci arrivi? Garrett è da pochissimo che si nutre di sangue animale non è sicuro per te stare qui!"

"Jasper io sono molto più controllato di te su questo fronte e te lo può confermare chiunque."

"Ha ragione è davvero molto controllato. Riesce perfino a lavorare a contatto con gli esseri umani."

"Kate tu sei troppo coinvolta!"

Sbottai. "Senti chi parla! Jasper stai davvero esagerando. Sei peggio di una mamma chioccia!"

"Alice sto cercando solo di proteggerti!"

"Jasper ti ringrazio ma non ne ho bisogno. Primo perchè lui è davvero controllato e secondo perchè lo vedrei se mi volesse fare qualcosa."

"Alice ragioni come una pazza e...."

Si ammutulii all'improvviso.

Dai miei occhi cominciarono a scendere decine di lacrime..

"Non osare mai più darmi della pazza Jasper. L'hanno fatto per anni! Vado a farmi un giro e per favore non seguirmi."

Uscii da casa sbattendo rumorosamente la porta alle mie spalle.

Vicino alla casa c'era un sentiero che portava in un bosco. Era molto visibile e definito perciò decisi di seguirlo per vedere dove portava.

Il bosco non era per niente silenzioso. Gli uccelli cinguettavano allegramente e ogni tanto faceva capolino qualche scoiattolo incuriosito dalla mia presenza.

Il sentiero finii bruscamente ma dietro i rami di un salice riuscivo ad intravedere qualcosa.

Sposai i rami morbidi dell'albero e vidi uno spettacolo bellissimo..

Un ruscello che veniva giù dalla montagna divideva in due il bosco.

Mi sedetti sulle pietre coperte dal muschio e mi rilassai stando con gli occhi chiusi ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e i vari rumori della natura.

Poi improvvisamente ebbi una visione.

Jasper mi stava venendo a cercare. Infatti dopo a malapena un minuto mi sentii abbracciare.

"Ti prego perdonami Alice."

Il suo respiro freddo sulla mia pelle mi fece venire i brividi.

"Alice.. Sono stato uno...non trovo le parole."

"Le trovo io se vuoi! Uno stronzo!"

"Già.. Uno stronzo."

Mi girai con l'intenzione di urlargli in faccia tutto il mio dolore che la sua frase aveva provocato, ma appena vidi i suoi occhi addolorati e colmi d'amore il mio cuore si sciolse.

Il mio istinto prevalse e lo abbracciai.

Dopo alcuni minuti che me ne stavo stretta tra le sue braccia cominciai a parlare.

"Sai Jasper la frase in se non mi ha ferito.. Me lo sono sentita ripetere talmente tante volte.. Ma sentirla dalla tua bocca mi ha spaccato il cuore in due."

"Non volevo io.."

Lo interruppi.

"Ti prego fammi finire. Ne ho passate tante prima e durante il ricovero che ora se volessi me la potrei cavare da sola. Ma tu non me ne dai la possibilità. Io so difendermi da sola grazie al mio dono Jasper. So che può sembrare brutto dirlo ma non ho bisogno della tua protezione 24 ore su 24. Devi imparare a fidarti di me e delle mie visioni."

Lo sentii sospirare e allentare la presa su di me. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò delicatamente.

"E' che sei così fragile. Ho bisogno di sapere che stai bene e che ti senti al sicuro."

"Finchè ci sarai tu io starò sempre bene..."

"Alice ti amo così tanto.. Non credevo di poter mai provare simili emozioni nella mia vita da vampiro."

"Non dirmi che non l'hai provato neanche con Maria?"

"Non ti mentirò. Credevo di essere innamorato ma col passare degli anni ho capito che con lei era solo sesso.. Non è neanche paragonabile all'amore che provo per te ora mentre ti tengo stretta tra le mie braccia."

"Amore?"

"Si amore..

L'amore è spietato.

L'amore è immediato.

L'amore è vincolante.

L'amore è inflessibile.

L'amore è essere pronti anche a morire.

L'amore è avere qualcosa per cui valga la pena lottare.

Questo è l'amore...

E' questo che provo per te. Vorrei darti tutto quello di cui hai bisogno piccolo folletto."

Risi quando mi chiamò folletto..

"Credimi a me basta stare così per sempre. E' questo di cui ho bisogno."

"Allora l'avrai per sempre."

Ricominciammo a baciarci.

Il sapore delle sue labbra era simile al sapore del miele più dolce che esista.

Nonostante fossero dure e fredde si adattarono istantaneamente alle mie, morbide e calde.

Le sue mani cominciarono a vagare frenetiche e dolci sul mio corpo finchè non mi portò sotto di lui.

Il bacio, da casto che era inizialmente, ora era molto più passionale.

Si staccò lentamente da me e entrambi avevamo il fiato corto.

"Ma cosa mi hai fatto piccola Alice? Mi hai stregato con i tuoi occhi blu. Non posso fare a meno di averti accanto. Ti amo!"

"Potrei dire lo stesso di te Jasper. Mi hai subito conquistato."

Si portò in piedi in un lampo e, sempre alla stessa velocità, mi prese in braccio.

"Ti va di tornare a casa?"

"Con te anche in capo al mondo."

Cominciò a correre. Non lo vidi perchè dalla paura avevo gli occhi chiusi ma lo percepivo a causa del vento freddo sul mio viso.

"Siamo arrivati amore."

Aprì gli occhi e vidi il tramonto più bello di tutti. Aveva colorato il cielo di rosa.

"Jasper.. Guarda che bel tramonto."

"Sei molto più bella tu Aly..."

E ci baciammo mentre il sole svaniva lento dietro alle montagne innevate.

 

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Capitolo 9
*** Proposte (parte 1) ***


Io e i Cullen ci trasferimmo a qualche isolato di distanza dal clan Denali.

L'estate era finita e oggi sarebbe cominciata la scuola.

La porta della mia camera si aprii e sentii Jasper sbuffare.

"Alice è da mezzora che sei in pigiama ancora non ti sei vestita?"

Sul letto c'era un cumolo di vestiti tutti sparpagliati.

"Non so cosa mettermi. Non mi sta bene nulla. Sono agitatissima."

Neanche si era capito cosa mi fosse uscito dalla bocca per quanto parlassi veloce.

Jasper a rapidi passi fu accanto a me. Mi poggiò le mani sulle mie spalle e mi guardò concentrandosi.

Improvvisamente il mio cuore cominciò a calmarsi e a pulsare normalmente.

"Alice calmati.. E' solo il primo giorno di scuola."

"Facile dirlo per te che l'avrai vissuto tipo un centinaio di volte.." dissi sarcastica.

Con le sue dita affusulate imprigionò il mio mento facendo incontrare le nostre labbra..

"Ci sarò io accanto a te. Andrà tutto bene."

E in quel preciso istante il mio cervello si scollegò dal corpo.

Le mie gambe sembravano esser fatte di gelatina.

"Ora preparati dai o mi costringerai a portarti a scuola in spalla."

"Mai più tu mi porterai in giro in quel modo!"

Uscì dalla stanza ridendo. C'era ben poco da ridere l'ultima volta che mi ha portato in braccio da un posto all'altro per poco non mi sentii male.

Decisi di indossare un vestitino grigio con sotto dei fuseaux e un coprispalle di lana nero.

Aprì distrattamente la porta e mi scontrai contro Edward.

"Ehi stai attenta mostriciattolo."

"Se devo chiedere scusa a qualcuno è alla porta perchè l'ho fatta sbattere contro la tua testaccia!" E gli feci una linguaccia prima di scendere le scale.

Jasper mi accolse all'ingresso a braccia aperte.. Non me lo feci ripetere due volte.

Affondai il viso nel suo maglione color crema.

Vicino a lui era impossibile non sentirsi protetti, felici, amati... E non era merito del suo potere. E' come se proprio lui emanasse un'aura carica di positività.

"Sei pronta per andare?"

All'istante diventai nervosa.

Lui se ne accorse e aumentò la stretta su di me.

"Te l'ho detto amore. Devi stare tranquilla. Andrà tutto bene."

Feci un respiro profondo nel tentativo di calmarmi.

Mi prese gentilmente per mano e mi fece accomodare in macchina.

All'esterno l'aria era gelida. Non so quanti gradi sotto zero eravamo.

Jasper ovviamente non venne scalfito dal cambio repentino di temperatura.

Ammiravo il suo fisico slanciato ma per niente smilzo anzi.. Era anche molto muscoloso. Ma non nel modo eccessivo di Emmett. I suoi muscoli erano sempre tesi come se fossero pronti a scattare in qualsiasi istante.

"Jazz?"

Si voltò verso di me regalandomi il sorriso dolce che tanto amavo.

"Dimmi."

"Mi chiedevo... Ma come mai sei sempre così teso?"

Fece un'espressione incredula molto buffa.

"Teso?"

"Si.. Ti vedo sempre così teso quando sei insieme a me."

Il suo sguardo si fece terribilmente serio.

"Ho detto qualcosa che non va?"

Fermò la macchina e si girò verso di me prendendo le mie mani e intrecciandole con le sue.

"Sei molto più osservatrice di quando credessi.."

Sapevo che c'era qualcosa sotto..

"Devo essere sempre attento in tua presenza sai?"

Prese ad accarezzarmi lentamente la guancia dal mento fino all'altezza degli occhi lasciando scie infuocate ad ogni suo passaggio.

"Se non mi dovessi concentrare abbastanza potrei romperti le ossa senza accorgermene."

Al suono di quelle parole il mio cuore ebbe un sussulto.

"Non avere paura di me. Non ti farò del male te lo giuro." mi disse con voce preoccupata e addolorata.

Accarezzai la sua mano che era ancora poggiata sulla mia guancia.

"Non ne ho. Nonostante l'istinto mi stia dicendo di scappare, nonostante tu sia un vampiro e io una semplice umana... Non ho paura di te Jazz.."

Si avvicinò sempre di più a me fino ad abbracciarmi. Sentivo il suo respiro freddo sui miei capelli. Non potevo neanche immaginare lo sforzo che stesse facendo in quell'istante.

"Cosa ho fatto per meritare una ragazza come te Alice Brandon."

Mi staccai da lui e lo fissai negli occhi.. Quegli occhi dorati che mi avevano fatto innamorare follemente di lui.

"Non sono più Alice Brandon.. Orami sono Alice Cullen."

Fece un sorriso a trentadue denti e mi abbracciò tenendomi stretta.

"Chissà che un giorno il tuo nome non diventi Alice Hale..."

Il mio cuore prese il volo e mi allontanai per guardarlo meglio.

"C-credo di aver capito male.."

Si avvicinò a me e mi lasciò un dolce bacio sulle labbra.

"Invece credo che tu abbia capito benissimo. E' presto, ne sono consapevole, però sento con te un legame mai provato prima. Non dico che deve essere ora. Ma un giorno chissà..."

E lasciò la frase in sospeso. Il mio cuore sembrava che volesse uscirmi fuori dal petto.

Dentro di me si mescolavano diverse emozioni nello stesso istante: gioia, felicità, amore...

"Non devi darmi una risposta ora lo capirei se..."

"SI!" Lo interruppi.

"Come?"

"Ho detto si. Quando sarà il momento ti dirò di si. Non c'è nulla che desideri di più che stare con te per sempre."

"Oh Aly.."

Ci baciammo con dolcezza per un tempo infinito. Probabilmente stavamo facendo molto ritardo per il primo giorno di scuola ma per me ora non c'era niente di più bello e importante che stare tra le braccia di Jasper.

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Capitolo 10
*** Proposte (parte 2) ***


Con mia grande sorpresa arrivammo a scuola in perfetto orario. Per tutto il resto del traggitto Jasper teneva la mia mano intrecciata alla sua e non smetteva di sorridermi.

Avevo detto si! Ad una sua ipotetica proposta di matrimonio! Chi l'avrebbe mai detto!!

Il la persona meno incline ai matrimoni che esista avevo detto di si.

"Vorrei tanto avere il potere di Edward ora per capire cosa stai macchinando nella tua testa!"

La voce di Jasper mi riportò sulla terra.

"Stavo pensando a cosa è successo pochi minuti fa."

Mentre camminavamo nel parcheggio lui si mise di fronte a me mettendomi le mani sulle spalle.

Il suo sguardo era triste ma allo stesso tempo curioso.

"Se ci hai ripensato lo capisco."

Gli scoppiai a ridere in faccia!

"Alice non sei divertente. Io sono qui sulle spine e tu mi ridi in faccia..* disse con un'aria quasi seria.

"Vuoi sapere cosa stavo pensando?"

Jasper annui.

"Stavo pensando che devo amarti veramente tanto per averti detto di si. perchè, fidati, non c'è persona al mondo meno incline ai matrimoni di me. Te lo posso assicurare."

Appoggiò le sue mani sulle guance e il respirò mi morì in gola.

"Mi ami davvero così tanto?"

"Anche troppo!" dissi sarcastica.

Poi la campanella suonò facendomi saltare!

Lui si mise a ridere prendendomi in giro.

Per tutta risposta feci la finta offesa e tirai dritto verso l'entrata della scuola.

All'improvviso mi sentii afferrare per la vita e la mia schiena si scontrò con il petto di Jasper.

"Dai scherzavo non fare l'offesa!*

Mi girai verso di lui.. E ogni volta che lo guardavo negli occhi il mio cuore perdeva qualche colpo.

"Usa il tuo potere.. Mi senti offesa per caso?"

Si concentrò un pò e poi ricominciò a fissarmi..

"In effetti no.. E' che quando succedono queste cose vado nel panico e il mio potere è come se si annullasse. Avvolte non riesco a capire che emozioni provi."

Ero sorpresa.

"Davvero?"

Fece segno di si con la testa.

"Forse è perchè io mi lascio prendere troppo dall'amore che provo per te. E di sicuro questo è una cosa positiva."

"Assolutamente si! Senza dubbio.*

Poi lentamente unii le sue labbra alle mie.

La campana suonò nuovamente..

"Ora è meglio che andiamo* disse con aria triste.

Per tutta risposta sospirai.

All'entrata della scuola ci stavano aspettando Bella, Edward e Nessie.

"Ce ne avete messo di tempo!" Disse Edward in tono scherzoso.

Gli feci vedere che cosa era succeso e il motivo del nostro ritardo.

Lui si mise a ridere.

"Sai non ti ci vedo col vestito bianco e tutto il resto." Era piegato in due dalle risate..

Nessi mi abbracciò. "Diventerai mia zia!" disse quasi urlando.

"Shhh..." la zittii "Non è una cosa immediata. Ma se in futuro me lo dovesse chiedere seriamente direi di si!"

Poi un uomo in giacca e cravatta venne verso di noi. Probabilmente era il preside.

"Ragazzi è la seconda volta che suona la campanella. Dovreste già essere in classe.

Ci scusammo con il preside e ci dirigemmo verso le aule.

Prima che entrassi in classe Jasper mi abbracciò..

"Mi mancherai da matti folletto.."

"Anche tu.." Mi diede un bacio veloce e si avviò nella sua classe.

Io, Bella e Nessi entrammo in classe e tutti si voltarono verso di noi.

"Bene.. Che accoglienza." sussurrai.

C'erano rimasti tre posti liberi.

Bella e Nessie si misero vicine e a me toccò sedermi vicino ad un ragazzo che per ora mi dava le spalle. Quando mossi la sedia si girò verso di me ma io non lo degnai di uno sguardo.

"Ciao." disse " Io mi chiamo Brad Norton."

Mi voltai verso di lui.. Era davvero carino. Aveva i capelli castani un pò lunghi e tutti scompigliati e dei bellissimi occhi azzurri come i miei..

"Io mi chiamo Alice Cullen."

"Ah la figlia del dottore! Sai è parecchio famoso da queste parti."

"Davvero? Strano siamo appena arrivati.."

"Beh questa è una piccola città e le novità girano molto velocemente. Ma... non avevano detto che una delle sue figlie era così carina.."

Ci stava provando spudoratamente.

"Beh a quanto vedo non sapevano neanche che fossi già fidanzata." Lo guardai con una sguardo eloquente.

Brad alzò le mani come in un segno di resa.

"Ok ricevuto sei off-limits per i ragazzi."

Gli sorrido.

"Sono off-limits solo con i ragazzi che ci provano con me..."

"E per potenziali nuovi amici?"

"Per loro no!"

"Ok allora ricominciamo: mi chiamo Brad Norton posso avere l'onore di essere un tuo potenziale amico?" mi sorrise facendomi l'occhiolino e io cominciai a ridere.

"Ok direi che così può andare."

Prese la mia mano nella sua e la unii come per suggellare un patto.

"Bene ora non potrai più tirarti indietro sappilo!"

"Oh lo terrò a mente!"

Subito dopo entrò la professoressa di storia che mise la classe a tacere. Sembrava che gli alunni avessero paura di lei. In effetti a guardarla meglio aveva un aspetto che avrebbe messo in soggezzione anche Adolf Hitler.

La lezione trascorse tranquilla e Brad non riuscii a trattenersi dal fare qualche battutina sulla professoressa. Mi faceva davvero ridere.

Quando terminò la lezione ci alzammo tutti dai banchi per uscire dall'aula.

"Signorina Cullen posso parlarle un momento?"

La professoressa ce l'aveva con me.

"Certo." Aspettammo che gli altri uscissero e mi fece segno di sedersi accanto a lei.

Mi fece un sorriso gentile prima di cominciare a parlare.

"Allora Alice il suo padre adottivo è venuto a parlare con noi professori qualche giorno fa. Per informarci sulla vostra situazione particolare. Sopratutto sulla tua Alice. Sei l'ultima che è stata adottata e posso solo immaginare come ti senti. Un' ambiente nuovo, persone nuove.. Voglio dirti che se avessi bisogno di qualcuno puoi contare su di me."

Le sue parole mi avevano emozionato.

"La ringrazio molto.  Fortunatamente sta andando molto meglio del previsto qui. Non potevano capitarmi genitori migliori dei Cullen."

Mi sorrise nuovamente.

"Sono felice per te Alice. Ora è meglio che tu vada o farai tardi."

Mi alzai e mi diressi verso la porta.

"La ringrazio professoressa Stone."

Mi richiusi la porta alle spalle e quando mi girai vidi Jasper che mi abbracciò all'istante.

"Sono meravigliose le parole che hai detto sulla mia famiglia."

Alzai la testa e gli sorrisi.

"Le penso sul serio."

"Lo so.."

Si avvicinò a me e mi baciò.

"Ecco il misterioso ragazzo.."

La voce di Brad mi fece saltare.

Gurdai Jasper che a sua volta fissava Brad.

"Ehm.. Jasper lui è Brad e Brad lui è Jasper il mio.."

"Sono il suo fidanzato." disse senza neanche farmi finire di parlare.

"Il famoso fidanzato.. Piacere mio. Ero tornato indietro perchè mi sono scordato un libro.. Ci si vede Alice." e mi diede una leggera pacca sulla spalla..

Tornai a guardare Jasper. Era irriconoscibile. Non lo avevo mai visto così.

"Ehi Jazz che hai?

Sul suo viso riconobbi una leggera traccia di disprezzo.

"Niente."

Lo fermai mentre stavamo camminando.

"Sei geloso!" esclamai.

Non mi rispose.

"Jasper non dirmi che sei geloso ti prego."

La sua aria indurita si addolcii leggermente e mi abbracciò.

"Non sono geloso. E' che sento quello che prova quando ti guarda... Il sangue pompa nelle sue vene più velocemente, la pressione sanguinea aumenta.. E' evidente che gli piaci."

"E cosa senti invece quando io guardo lui?"

"Niente in particolare."

"Ecco! E' proprio questo che ti deve importare. Non di quello che sente lui qundo mi guarda. Io amo solo te Jasper.. Il mio Jasper geloso.." e mi misi a ridere.

"Mi prenderai in giro ancora per tanto?"

"Non te lo immagini neppure!"

 

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Capitolo 11
*** E' così ingiusto.. ***


Da all'incirca un mese avevo cominciato a frequentare il liceo. Con mia grande sorpresa non fu difficile farmi delle amicizie.

Inizialmente credevo che il merito fosse di Jasper e dei suoi poteri ma mi sono dovuta ricredere subito.

Io che nei miei anni precedenti di scuola era la classica emarginata ora avevo una vasta cerchia di amici e conoscenze.

Le cose con Jasper andavano a gonfie vele ma dentro di me sapevo che il pericolo era dietro l'angolo. In fin dei conti è sempre così. Quando ti succedono diverse cose belle ne arriva sempre una brutta che azzera tutto.

E avevo la terribile sensazione che sarebbe successo presto...

"Ehi Alice mi stai ascoltando?" la voce di Emmett mi svegliò dal torpore dei miei pensieri.

Jasper, preoccupato si avvicinò a me.

"Ehi tutto bene? Sei così pallida.."

Gli feci un sorriso.

"Detto da te non ha l'effetto desiderato."

Si fece serio..

"Sul serio. E' da giorni che ti vedo così.. Sei pallida e hai sempre mal di testa.."

"Per non contare la nausea e il vomito." aggiungo...

"Potrebbe essere un'influenza che gira." disse Bella.

"Si dai non è niente di grave! Comunque.. che mi stavi dicendo Emm?"

"Dicevo che hanno aperto un nuovo centro commerciale appena fuori Denali e Rosalie ci voleva andare. Ti andrebbe di venire con noi?"

Guardai subito Jasper.

"Ti va di venire con noi Jazz?"

Mi sorrise e mi baciò la fronte.

"Dove vuoi tu.."

E mi baciò sulle labbra..

Emmett si mise a ridere come un matto.

"E' meglio che vada a lezione o mi verrà il diabete.." e se andò ridendo mentre suonava la campanella.

Mi alzai troppo veloce dalla sedie ed ebbi un forte capogiro. Jasper mi prese al volo.

"Io ti riporto subito a casa."

Mi divincolai da lui.

"No Jazz è che mi sono alzata troppo velocemente. Non è niente."

Mi tirai su più lentamente di prima e non ebbi giramenti di testa.

"Visto? Te l'avevo detto!"

Mi prese per mano e mi accompagnò fino alla porta dell'aula.

"Te l'avevo detto che stavo bene!"

"Lo so ma volevo accompagnarti. Sono pur sempre un gentiluomo del sud." disse sorridendo.

"Il mio gentiluomo del sud che amo alla follia aggiungerei. Ora devo entrare. Ci vediamo all'uscita."

E gli stampai un bacio sulle labbra.

Appena entrai in classe un'ondata di caldo investì il mio corpo e subito dopo cominciai a sudare freddo.

Tutti i rumori divennero ovattati e intorno a me tutto si fece buio.

Prima di svenire sentii le fredde braccia di Jasper che mi sorregevano.

Non so dopo quanto tempo riaprii gli occhi ma di sicuro non era a scuola.

Il soffitto era bianco e formato da diversi pannelli e da lampade al neon bianche.

Ero in ospedale..

Mi girai e vidi Jasper.

Ma solo dopo molto lo riconobbi.

Il suo viso era una maschera di orrore e tristezza. Teneva la ma mano nelle sue e l'accarezzava lentamente.

Notai che avevo la flebo nel braccio.

"Jazz che succede?"

Tentai di alzarmi ma lui mi fermò.

"No amore non alzarti.. Andrà tutto bene credimi."

La sua voce era strana, come se stesse piangendo.

"Jasper che sta succedendo?"

In quello stesso istante entrò Carlisle con la mia scheda medica in mano.

"Alice ti sei svegliata.. Come ti senti?"

"Bene ma cosa ci faccio qui? Mi ricordo di essere svenuta e poi... mi sono svegliata qui.."

Si avvicinò a me e si mise a sedere sul bordo del letto.

"Sei svenuta per parecchie ore. Hai sbattuto la testa nonostante l'intervento di Jasper. E ti abbiamo fatto una risonanza magnetica per vedere se era tutto apposto."

Poi abbassò lo sguardo.

"Per favore Carlisle dimmi che sta succedendo."

"La risonanza ha trovato un tumore al cervello Alice. Probabilmente è stato scatenato dalle tue visioni."

Ero senza parole non riuscivo a capire le sue parole..

"No.. Non è vero!"

E scoppiai a piangere.

Jasper fu subito accanto a me e mi abbracciò tenendomi stretta a lui.

Le lacrime scesero per interminabili minuti o forse ore finchè Jasper non alzò il mio viso.

"Troveremo una soluzione tu non morirai. In un modo o nell'altro! Te lo prometto."

"Ho tanta paura.. Ora che ho trovato delle persone meravigliose ho paura di perdete tutto."

"Tu non mi perderai. Anche a costo di trasformarti."

Il mio cuore prese il volo.

"Tu vorresti trasformarmi?"

"Si ma solo come ultima possibilità. Prima proveremo con la radioterapia e la chemioterapia e se non dovesse funzionare.. Ci penserà il nostro veleno. Ma solo come ultima possibilità.."

"Ti amo Jasper.."

"Anche io ti amo folletto.."

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Capitolo 12
*** Arrendersi ***


I mesi passavano lenti... Troppo lenti... 

La mia salute peggiorava giorno dopo giorno. La radioterapia non aveva dato i risultati sperati e ora mi stavano bombardando con le varie sedute di chemio.. Cominciai, già dopo la terza seduta, a perdere i capelli. Poi cominciai a calare di peso. Se non mi stava uccidendo il tumore lo stavano facendo le cure.

Ma nonostante tutto facevo in modo di non farmi vedere triste o giù di morale in presenza di Jasper. Non volevo che ne soffrisse anche lui di tutta questa situazione...

Andando contro il parere di Carlisle continuai ad andare a scuola. Volevo essere normale e vivermi tutte le esperienze che meritavo di vivere finchè...

Ancora non mi ero abituata all'idea di una possibile trasformazione. Io che sognavo ad occhi aperti una famiglia tutta mia, io che volevo invecchiare circondata da nipoti...

Probabilmente tutto questo non sarebbe mai successo.

Da quando mi era stato diagniosticato il tumore tutte le notti facevo sempre lo stesso sogno.

Mi trovavo nel bel mezzo di una radura a me sconosciuta e all'improvviso tutto intorno a me comincia a farsi confuso. Stavo correndo. Ma non a velocità umana.

Poi l'immagine cambiò all'improvviso e mi ritrovo nel salotto di casa Cullen abbracciata a Jasper su un divanetto. Davanti mi venne messo uno specchio. Mi alzai e osservai attentamente l'immagine riflessa dallo specchio.. Ero io. O meglio: ero io solo che molto più bella. I capelli corti e corvini mi circondavano il viso,la mia pelle era diafana proprio come quella di Jasper e i miei occhi erano paurosamente rossi.

Un raggio di sole entrò nel salotto e colpì la mia pelle che si illuminò cominciando a risplendere come migliaia di cristalli... Sento le braccia di Jasper cingermi la vita. Mi voltai a sorridergli e lui mi sorrise di rimando. Quando vidi il suo viso restai senza fiato. Era come se solo adesso lo stessi vedendo per la prima volta. Poi si avvicina al mio orecchio.

"Benvenuta in famiglia Alice Cullen Hale" sussurra al mio orecchio...

Il sogno si fermava sempre al solito punto. E' come se per me non ci fosse alternativa alla trasformazione. Mi sentivo in trappola solo all'idea. Io che volevo con tutte le mie forze che il mio futuro restasse un'incognita adesso ero schiava delle mie visioni.

Non raccontai a nessuno di quel sogno anche se, ovviamente, a causa dei propri poteri, Edward lo sapeva. Ma, dopo mie diverse suppliche, mi aveva promesso di non raccontare a nessuno dell'accaduto.

Era il giorno dei controlli periodici.

Mi trovavo nella sala di attesa con Jasper che mi abbracciava teneramente. L'infermiera venne verso di noi e ci fece accomodare nello studio del dottor Brown.

Ero agitatissima e Jasper lo percepiva. Mi strinse la mano nella sua delicatamente e mi guardo.

Mi guardò con degli occhi dolci che facevano male al cuore...

Il dottore entrò e si richuse la porta alle spalle.

Tra le mani teneva stretto il fascicolo con tutte le mie analisi e gli esami che avevo fatto da sei mesi a questa parte. Prima che cominciasse a parlare vidi chiaramente cosa mi stesse per dire...

Si mise seduto e mi guardò con il solito sguardo accigliato di chi ti sta per dare una brutta notizia.

"Signorina Cullen putroppo dagli esami vedo che la situazione è cambiata di poco. Il tumore si è ridotto di poco con questa terapia che sta facendo e andando avanti così il suo organismo ne risentirà.. Però ho trovato una nuova terapia che potrebbe fare al caso suo e..."

"No.." sussurrai e nello stesso istante sentii le dita gelide di Jasper sfiorarmi la mano. Ero stanca di tutto. Delle terapie, di stare male, di sentirmi sempre debole..

"Come scusi?"

"Ho detto di no. Sono stanca di tutto questo.." Mi alzai di scatto e uscii dallo studio del dottore e con le lacrime agli occhi mi avviai verso il parcheggio. Una volta arrivata alla macchina mi appoggiai con la schiena sulla fiancata e cominciai a piangere portandomi le mani sul volto. Dopo pochi secondi fui circondata dalle braccia di Jasper.

"Amore non fare così... Troveremo una cura.."

Mi scostai da lui.

"No Jazz basta. Io non posso più vivere così."

Mi guardò e si avvicinò a me.

"Perchè Alice. Hai sentito il dottore si sta riducendo piano piano."

"Jazz tu non sai come mi sento io ogni dannatissimo giorno. Ogni volta che faccio le sedute di chemio sto male per almeno una settimana. Sto dimagrendo e sfiorendo a vista d'occhio. E nonostante tutto questo non è sufficiente. Non ce la faccio più..." appoggiai la testa sul suo petto e lo sentii sospirare.

"Quindi... hai deciso di farti trasformare?"

"No Jazz.."

Si ascostò da me e per la prima volta mi guardò con occhi impauriti.

"Cosa intendi dire?"

Presi la sua mano e la strinsi nella mia.

"Jasper io con te e la tua famiglia ho passato l'anno più bello della mia vita. Davvero. E non potrei immaginare di essere più felice. La vita ha un suo ciclo e come tale deve essere rispettato. Io non voglio vivere gli ultimi giorni, mesi o anni stando male. Li voglio vivere in salute, per quanto mi sia possibile. Voglio andare al liceo senza essere osservata a causa della bandana che porto per non far vedere che non ho più capelli, voglio partecipare al ballo scolastico invece che stare chiusa in casa perchè non posso prendere infezioni. Voglio amare con il corpo e con la mente. Voglio fare tutte le cose che fanno le adolescenti della mia età."

Vidi il suo corpo tremare ma continuai a parlare.

"Voglio diventare tua moglie Jazz. Voglio fare tutte le esperienze umani possibili prima di...morire... Per me non c'è nessuna vita da vampira."

Abbassò lo sguardo.

"E..e io come farò senza di e Alice..."

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.

"Andrai avanti nella tua esistenza amore mio com'è giusto che sia."

"Io non voglio che tu muoia Alice. Non lo sopporterei. Ti scongiuro.. Almeno pensaci ti prego.."

Lo sentii singhiozzare mentre mi teneva stretta a lui e di conseguenza piansi anche io."

"Io... posso pensarci ma non ti prometto niente."

Con le mani gli sollevai il viso.

"Ora basta piangere. Voglio cominciare a vivere la mia vita, con te..."

Mi prese la mano e la baciò poi alzò lo sguardo verso di me e sorrise.

"Tanto farò di tutto per farti cambiare idea folletto.."

Mi misi a ridere con lui.

"Lo vedremo..."

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Capitolo 13
*** Bambola di pezza ***


Trenta giorni erano passati dall'ultima volta che avevo messo piede in un ospedale. I miei capelli corvini stavano ricrescendo e non avevo più bisogno di indossare una parrucca. Il mio dolce Jasper mi diceva che ora assomigliavo ancor di più ad un folletto. Sapevo che questa situazione lo intristiva e più volte lo avevo visto nelle mie visioni piangere disperatamente senza poter versare neacnhe una lacrima. E più volte mi ero dovuta scontrare con lui per quanto riguardava la mia trasformazione. Ero spalleggiata da Edward e questo lo faceva imbestialire ancora di più, si sentiva tradito da chi reputava un fratello e più volte erano arrivati alle mani a causa mia. Mi sentivo così colpevole, ma cosa potevo farci se non ero pronta ad abbandonare la mia umanità? Non poteva di certo costringermi a diventare una vampira, sapeva perfettamente che se lo avesse fatto lo avrei probabilmente odiato! 

Rosalie, dal canto suo, era perfettamente d'accordo con me visto i suoi trascorsi. Fosse stato per lei ora non sarebbe nemmeno una vampira.

Esme, che ormai chiamavo mamma, mi era sempre vicina ed appoggiava ogni mia scelta anche se le leggevo negli occhi il dispiacere e il dolore della mia ipotetica morte ma cercava di non farmi pesare questo tormento che si portava dentro.

Ma nonostante tutto continuavo a vivere una vita come quella degli altri anche se il mio rapporto con Jasper si era raffreddato molto. Si limitava ad accompagnarmi a scuola e a portarmi da una classe all'altra. Il tutto senza neanche scambiare una parola.

Era l'ultima ora di scuola ed avevo biologia, una materia orribile per finire una giornata altrettanto terribile. Mi misi seduta al mio posto e sbuffai come una bambina piccola quando fa i capricci e sentii una risata provenire al mio fianco. Mi voltai con aria arrabbiata e vidi Brad trattenere a stento le risate -Che vuoi?- chiesi quasi con rabbia. -Ehi ehi non incenerirmi con lo sguardo!- disse mentre continuava a ridere- è che con una ragazza con il viso come il tuo è bizzarro vedere un espressione così arrabbiata!-

Per tutta risposta dalle mie labbra uscii una specie di grugnito che lo fece ridere ancora di più. -Senti Brad non è proprio giornata! Tra Jasper che mi ignora, i voti bassi e altre cose che non ti sto ad elencare, se ora morsicassi una vipera l'avvelenerei!- sentii qualcosa di umido scendermi dagli occhi e mi asciugai quella lacrima all'istante. Brad per tutta risposta mi abbracciò -Piccola scusami, non credevo che...- lasciò morire lì la frase e mi prese per mano portandomi fuori dall'aula -Per oggi niente lezione! Quello che ti serve è un'ora da passare con me!- mi fece l'occhiolino e sapeva che quel gesto mi avrebbe fatto sorridere automaticamente. Continuammo a camminare in silenzio tra i corridoi della scuola fino ad arrivare al campo di football. A fatica riuscii a fare gli scalini visto che ogni tanto dovevo fermarmi a riprendere fiato. Ma Brad non mi metteva fretta e non mi compativa con gli sguardi tristi, a differenza di Jasper...

Ci sedemmi ed io appoggiai i gomiti sulle mie ginocchia, sentivo lo sguardo di Brad su d me che aspettava pazientemente che io parlassi.

-Da un pò di tempo le cose tra me e Jasper non vanno bene- dissi a testa bassa -cioè lui è sempre attento e premuroso verso di me ma... ecco non mi tratta come la sua ragazza ma più come una malata da accudire! Litighiamo spesso per la mia decisione, ossia quella di smettere di curarmi vista l'assenza di risultati positivi. A cosa serve stare male se poi non miglioro? Comunque sia, ti dicevo, litighiamo spesso sia per il motivo di prima che per il fatto che a casa non mi fa fare nulla. Devo fare la rampa di scale per arrivare in camera? Mi prende in braccio e mi ci porta lui. Devo prendere dei libri sulla libreria? Visto che sono troppo bassa si arrampica lui! Tra un pò comincerà anche ad imboccarmi ne sono sicura! Io non no più che fare Brad, credimi. Cioè è vero che sono malata e che sto per morire- vidi Brad trattenere il fiato per un istante al suono di quelle parole- ma finchè non sono io a chiedere aiuto voglio essere indipendente cazzo!- sbottai ormai stanca di quella situazione. Vidi Brad sospirare e poi cominciare a parlare -Alice non ti nego che probabilmente io reagirei come lui. Non sopporterei il pensiero di perdere la ragazza che amo. Ma è altrettanto vero che se l'amassi davvero cercherei di rendere i suoi ultimi giorni i più belli, indimenticabili e unici. Per quanto possa essere triste, arrabbiato con Dio perchè si sta per portare via una creatura unica e speciale, io cercherei di far sentire quella persona unica al mondo e amata come nessuno ha mai fatto prima.- vidi una lacrima solcare la sua guancia mentre mi guardava e nello stesso istante ebbi una visione. Le sue mani che si posavano sulle mie guance e le sue labbra che si avvicinavano inesorabilmente alle mie. Mi presi la testa tra le mani per il dolore e un piccolo grido uscii dalla mia gola. Subito le braccia di Brad mi sostennero. -Aly? Aly che succede?- dalla sua voce sentii che era nel panico più totale. Ma all'improvviso le braccia calde di Brad vennero sostituite da quelle gelide di Jasper.

-Amore cos'hai?- la sua voce straziata dal dolore mi lacerava il cuore. -La... la testa!- riuscii a biascicare a fatica. Non perse tempo e mi prese in braccio portandomi verso la sua macchina. Nelle sue mani mi sentivo come una bambolina di pezza: fragile e inanimata...

Mi poggiò con delicatezza sul sedile del passeggiero mentre mi cullava dolcemente.

-Hai avuto una visione?- ecco la domanda che temevo di più. E ora cosagli avrei detto? Che nella mia visione Brad tentava di baciarmi? Annuii solamente. Le sue mani mi scostarono i capelli dalla fronte dove lasciò un tenero bacio. -Io... ho sentito tutto Alice.- Il mio cuore si fermò per un'istante per poi ricominciare a battere ancorapiù velocemente così Jasper poggiò una mano sul mio petto ed usò il suo potere per calmarmi. -Calmati folletto, non ce l'ho con te. Ma con me. Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare in questo ultimo mese. Mi dispiace di non averti trasmesso l'amore di cui avevi bisogno.- mi sollevò con dolcezza il viso fino a farmi incrociare lo suardo con i suoi brillanti occhi color topazio. Lentamente avvicinò il mio viso al suo fino a far toccare le nostre labbra. Un brivido di puro piacere mi attraversò il corpo quando mi fece dischiudere le mie labbra. Non mi aveva mai baciato in quel modo e mi stupii quando la sua mano gelida si insinuò sotto la mia camicetta, per accarezzare la mia schiena nuda. La mia reazione mi sorprese come un fulmine a ciel sereno. Mi sporsi ancor di più verso il suo corpo per sentirlo più vicino a me, mentre le mie mani accarezzavano i suoi riccioli biondi. Il bacio passionale e carico d'amore durò per molto tempo e quando Jasper si scostò da me i suoi occhi erano color carbone, ma non avevo paura. Sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male. -Jazz... ti amo!- sussurrai con un filo di voce. Le sue mani fredde e affusolate mi accarezzavano con dolcezza i capelli fino a posarsi sulla guancia che invece di raffreddarsi diventò ancora più calda. -Ti amo anche io folletto pazzo!- sussurrò sulla mia bocca -e prometto che non ti tratterò mai più in quel modo. Anzi a tal proposito vorrei farti una proposta.- mi fece un sorriso sghembo talmente bello da togliermi il fiato -signorina Cullen verrebbe al ballo con me!- per tutta risposta un grido di gioia risuonò nell'abitacolo della macchina e strinsi Jasper ancora di più a me. -Lo prendo per un si!-

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