Fino alla fine.

di Sasore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 0. Introduzione
 

Secondo i Maya, il 21 Dicembre 2012, il mondo avrà fine.
Beh, questo lo dicono i Maya! Secondo gli innamorati di questa storia,
il mondo potrà anche esplodere, ma il loro mondo, quello fatto d'amore,
quello fatto di mille colori e mille dolcezze, non avrà mai fine. 
Si fideranno ciecamente l'uno dell'altro, si ameranno,
e i Maya, non potranno fare altro che stare a guardare.
 


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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


 

 1. Capitolo uno
 


Corro per le scale, entro in camera e chiudo violentemente la porta alle mie spalle.
Non c’è nulla da fare, i miei genitori hanno sempre qualcosa su cui discutere. Ma non mi importa, gli passerà presto. Nel frattempo, lascio che il mio corpo si appoggi sul letto, prendo il mio iPod, e ascolto il primo brano che capita. E’ l’unico modo per distrarmi da questo mondo, è l’unico modo per abbandonare i problemi. In questo periodo ne ho realmente bisogno. Tra scuola, palestra e ragazza. Si, ragazza. Ultimamente Giulia mi fa imbestialire. Con i suoi modi di fare scontrosi e il suo caratteraccio, non so proprio come mi sia passato per la mente di “innamorarmi” di lei. Forse è stato il suo essere conosciuta da tutti e la sua faccia-da-barbie ad attirarmi. Si, è vero, è davvero una bella ragazza, una gran bella ragazza, ma il carattere che si ritrova non le rende certo giustizia. Forse avrei dovuto conoscerla meglio, parlarle di più, prima di fidanzarmi con lei. Ma vabé, siamo tutti umani, tutti commettiamo errori. Il problema però è rimediare agli errori! Non posso continuare a stare con lei, devo mollarla, devo mettere un punto definitivo. Penso ‘ora la chiamo’ ma poi non sarebbe un comportamento da uomo, così decido di parlarle domani a scuola, faccia a faccia, e le invio un messaggio con scritto “Ho bisogno di parlarti. Incontriamoci domani, all’uscita da scuola”. Non risponde. Cosa starà pensando? Non è una tipa che si fa tanti problemi, perché la sua popolarità l’ha portata ad essere più sicura di sé stessa. Beh, meglio farsi una bella doccia calda e poi dritto a letto, almeno libero la mia testa da tutti questi pensieri che neanche la musica è riuscita a scacciare.


 
Un raggio di luce penetra tra le grandi finestre della mia camera, e mi sveglia. È una giornata molto soleggiata, proprio come piacciono a me. Si potrebbe giocare a calcio, si potrebbe andare al parco, o a qualsiasi altra parte, invece no. Devo andare a rinchiudermi in una merda di scuola, con professori odiosi, per cinque ore. Su, Mattia, puoi farcela, devi solo scendere dal letto, vestirti ed andare a scuola. Così raccolgo tutto il coraggio che la sera prima ho lasciato ai bordi del letto, ed affronto una nuova giornata. Di giù il latte è già nella tazza, i biscotti pronti ad essere inzuppati e le chiavi del motorino aspettano soltanto me. Ma devo muovermi, sono in ritardo. Così mi vesto di fretta, do un unico grande sorso al latte, prendo un biscotto e indosso il casco. Si parte, in meno di dieci minuti sarò a scuola, ma nel frattempo mi godo l’aria fresca che sveglia la mia pelle. Di mattina sono un mostro! Capelli arruffati, viso totalmente assonnato e l’andatura è quella di un vecchio barbone ubriaco. Spero di aver reso l’idea. Ma una volta che riesco a sistemarmi per bene, devo ammettere che non sono tanto male. Sono un ragazzo abbastanza alto, capelli biondi e ricci, occhi azzurri e fisico leggermente scolpito.. ok, forse solo accennato. Sto andando in palestra tre volte a settimana. Per l’estate devo avere un bel fisico, alle ragazze piace. Accellero perché mi rendo conto di essere troppo in ritardo. Così arrivo parcheggio e salgo di corsa in classe. Arrivo in tempo, e la prof stavolta non ha potuto dirmi niente. Di solito, prima di entrare, mi trattengo qualche minuto fuori scuola con i miei amici. A proposito! All’uscita devo parlare con Giulia, me ne ero totalmente dimenticato. Dove ho la testa ultimamente? Non lo so. So soltanto che mentre penso a cosa dirle, sono passate cinque ore, e devo parlarle. Così abbandono i problemi, e la raggiungo. Non dovrebbe essere difficile, basta dire ciò che penso. È con le amiche, non ci voleva. Quando è con loro cerca sempre una scusa per non parlarmi o ancora peggio, assume un carattere scontroso. Ma stavolta non mi importa.

—Ciao Giulia, possiamo parlare da soli?— le dico.
—Mmh, ok. Ragazze torno tra poco.— E ci allontaniamo.
In questa scuola è davvero difficile trovare un posto più appartato. C’è gente ovunque, neanche un minimo di privacy. Così la porto vicino un albero, dove di solito mi riposo dopo un’ora di educazione fisica. —Ultimamente non mi piace come ti stai comportando. Sarà che non ti ho conosciuto a fondo, sarà il tuo carattere, ma ciò non mi fa stare bene. — le dico con molta calma.
—Praticamente mi stai dicendo che non vuoi più stare con me? — urla. Cazzo, odio quando urla.
—Possiamo parlare da persone civili? Magari senza urlare. — e fa si con la testa, poi la abbassa leggermente.
—Guarda che il problema non è tuo, ma mio.— Si, la solita scusa. Credo sia la più efficace, non ho voglia di raccontare tutto. Reagirebbe male. —Questo è un periodo un po’ difficile della mia vita, e preferisco passarlo da solo, in modo da mettere in chiaro tutti i miei problemi. — le dico.
—Un’altra scusa. Mattia, non ci casco, mi spiace. Ma tanto ok, non mi servi più. C’è già un altro che mi piace da una settimana, e neanche te ne accorgi. Ciao Mattì. — e si allontana.

Beh, magari non è stata la conversazione più bella di questo mondo, ma una cosa è sicura. Certo il fatto che è da una settimana che le piace un altro, non la rende una santa. Mi avrà anche preso in giro, ma non mi interessa, non ci tenevo realmente a lei. So solo che sono single. Sì, sono felice. Così almeno posso divertirmi quanto mi pare, senza sentirmi lei che dice “No, non puoi farlo. Non guardare le altre. Se guardi di nuovo il culo di quella, ti ammazzo.”. Una parola, libero.



Ok ragazzi, è il mio primo capitolo e.e La storia potrà sembrarvi noiosa, ma preferisco fare prima un'introduzione dei vari personaggi, per poi passare al dunque. Spero vi piaccia, e se vi va, recensite. Così almeno posso capire cosa sbaglio e cosa devo migliorare. Grazie mille *-*
—Salvatore.

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


 

 1. Capitolo due
 


Male atroce. I miei polmoni per un secondo, si arrestano, tanto che mi è sembrato di sentire il battito cardiaco. Un colpo forte al cuore mi butta violentemente a terra. Sento urla ovunque, ma non credo di essere cosciente di ciò che sta succedendo. Poi il nulla.
Nell’aria c’è profumo di viole e cioccolata, strano abbinamento, ma mi piace. Apro gli occhi, e vedo il comodino completamente bianco, con sopra un vaso pieno di viole e primule, e una tazza di cioccolata calda con giusto un paio di biscotti. Mi sento a casa. Ma non sono a casa. Le luci sono bianche, danno fastidio agli occhi. Sembra tutto così pulito e puro. È un ospedale. Si, è un ospedale, ora me ne rendo conto. Vedo i miei genitori che aspettano all’esterno della stanza. Cosa deve essere successo? Mi porto la mano al viso e appena sfiora la pelle emetto un urlo di dolore. Sono pieno di lividi, sul viso, sulle gambe. Faccio per prendere la tazza con i quando una voce mi distrae.
No, fermati. Devi riposarti il più possibile. Al massimo puoi mangiare i biscotti che ti ho comprato.—
Aurora. Non l’avevo proprio notata. È seduta su una sedia, vicino una grande finestra, e mi guarda dolcemente. Sarà lì da tempo, perché ha ancora la tracolla rosa che porta ogni giorno a scuola, e vedo che sono le diciotto. Il sole le illumina il viso e la fa sembrare ancora più bella. Sembra molto delicata, ma è una delle persone più forti che io conosca. Forte non fisicamente, ma caratterialmente. È la mia migliore amica e ci conosciamo dalla nascita. Siamo cresciuti insieme, giorno per giorno, sporcandoci le mani e la faccia di terra. Il nostro rapporto si è rafforzato con l’avanzare del tempo, fino a fidarci ciecamente di noi stessi. È l’unica che mi capisce al volo, basta uno sguardo, un gesto, un movimento, per sapere tutto ciò che mi frulla nella mente.
Cosa mi è successo? Non ricordo niente.— dico preoccupato.
Il nuovo fidanzato di Giulia ti ha picchiato.. sicuro che non ricordi niente? — mi dice.
Beh effettivamente, qualcosa ricordo. Stavo uscendo da scuola, quando uno strattone mi gira e qualcosa mi colpisce al petto, se non al cuore.
Sei svenuto, e per un po’ hai perso conoscenza — dice con voce tremante.
Beh ora è contento? Gliela farò pagare, giuro — dico con tanta rabbia.
Mattia vuoi dargli questa soddisfazione? Ignoralo, fai finta di niente — Beh, in fondo ha ragione. In questo modo gli darei soltanto soddisfazione. Sembra proprio che debba ignorare ciò che è successo. Ma cazzo, mi ha mandato in ospedale! Non posso ignorare una cosa simile. Non riesco a farlo. Sono troppo confuso. Fortuna che il dottore ha detto che mi dimettono tra qualche ora. Penso di andare a dormire da Aurora. Non è la prima volta che lo faccio, anzi, la cosa è molto frequente. Il fatto di poter stare quasi sempre con la persona di cui mi fido di più, mi rende sicuro. Se potessi andare a vivere con lei, lo farei. Mi accetta per quello che sono. Mi dice quando sbaglio. Mi dice quando faccio le cose giuste. Dice tutto ciò che pensa, senza peli sulla lingua. È questa la cosa principale che mi piace di lei. La sincerità in una persona è difficile se non rara da trovare. Anche se, non è sempre un bene.
Stanotte vengo a dormire da te. Non riuscirei a dormire da solo — dico mentre mangio un biscotto.
Ok, per me va benissimo — e nasconde timidamente un sorriso.
Dopo un po’ usciamo dall’ospedale. Io e i miei genitori torniamo a casa. Corro in camera, preparo lo zaino, prendo il pigiama e scendo giù, dove Aurora mi sta aspettando. Ci avviamo con calma, quasi come se fossimo trattenuti dall’assaporare l’aria fresca che si fa spazio tra gli alberi. Respiro profondamente, e lentamente mi rilasso.
—Questo mi piace. Adoro questo venticello —sorrido.
Non provi vergogna a dormire con me?— dice con aria spenta.
Perché questa domanda? Ho dormito tantissime volte da lei, anche quando eravamo piccoli. Come mai questa curiosità? Non l’avevo mai vista più seria di come è ora.
Perché dovrei avere vergogna? — le chiedo.
Non so.. alcune mie amiche pensano che stiamo insieme — mi confessa timidamente.
Non avevo mai pensato me e Aurora come possibile coppia. L’ho sempre vista come la migliore amica. Solo amica, non altro. Ora che ci penso però, non è tanto male. Adoro i suoi modi di fare, il modo in cui mi tocca i capelli. Cavolo, sono confuso. Non voglio, non devo rovinare l’amicizia tra me e lei. So queste cose come vanno a finire. Non so cosa dirle non so cosa fare. Poi le parole mi escono spontanee..
Ma tu non mi piaci — dico ridendo.
Ah bene, grazie eh. Stanotte puoi anche startene a casa — dice con rabbia, e corre via.
Come cavolo ho fatto a dire una cosa simile? Cosa ho al posto del cuore, una pietra? Non so come mi siano uscite quelle parole. Ma so di averla ferita. Torno a casa, anche se so che questa notte non sarà facile.



Spero vi piaccia e di non avervi deluso. Mi raccomando recensite, così posso sapere cosa ne pensate (:
—Salvatore.

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