a story about love

di _SKY96_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** once upon a time ... ***
Capitolo 2: *** i remember when... ***
Capitolo 3: *** she's coming back! ***
Capitolo 4: *** Who are you? ***
Capitolo 5: *** take it easy coccodè! ***
Capitolo 6: *** why you went away? ***
Capitolo 7: *** 19 fucking years! ***
Capitolo 8: *** A new life begins ***



Capitolo 1
*** once upon a time ... ***


Ero seduto sulla poltrona del salotto. Stavo leggendo la pagina sportiva quando Set venne di sotto a chiamarmi. Era un ragazzo alto, con gli occhi come i miei e i capelli della madre, un misto tra il biondo e l’arancio, era il più grande, aveva già compiuto 17 anni.
S: papà, Lottie non dorme vuole che le racconti un storia.
I: non puotresti farlo tu?
S: papà, ci ho già provato, si è messa ad urlare. Ti prego vai tu se no non dorme.
Sospirai e andai nella sua cameretta. La mia piccola Lottie. Una bambina davvero speciale. Aveva 10 anni. Sembrava un angelo. Aveva dei lunghi capelli biondi, la pelle candida e gli occhi leggermente più chiari dei miei. Appena mi vide sfoderò un fantastico sorriso. Mi sedetti vicino a lei.
I: allora tesoro mio, che storia vuoi?
L: quella della principessa venuta dal cielo!
I: tesoro che ne dici di cambiare?
Mi faceva male raccontarle quella fiaba. Mi riportava alla mente tanti, anzi troppi ricordi.
L: ti prego papà.
I: e va bene!
Iniziò a ridere felice. La risata era come la mia. Contagiosa, ecco come la definivano i ragazzi. Oh i ragazzi, eravamo legati come un tempo. Louis sposato con Eleanor anche loro avevano avuto figli, Liam e Danielle erano gli eterni innamorati loro avevano una bambina dell’età di Lottie, Harry, che dire di Harry, anche lui si era innamorato ma questa volta era lui ad essere stato scaricato, proprio il giorno del matrimonio e Zayn? Zayn aveva trovato l’amore, non si era sposato e non aveva figli ma abitava ormai da 5 anni con una ragazza fantastica e io invece? Io ero sposato e divorziato ( lei non mi amava) e i ragazzi erano rimasti con me, Set e Lottie, le mie ragioni di vita. Tornando alla storia…
I: pronta? adesso te la racconto poi dormi, intesi?
L: promesso papà!
I: allora … questa è la storia di un re che era un grande guerriero e un grande condottiero. Comendava l’esercito più forte del mondo, e di sua figlia, la principessa il cui regno era ovunque la portasse il vento. Insieme a suo padre aveva viaggiato in lungo e in largo, aveva attraversato oceani e terre sconfinate prima di trovare un posto. dopo molto tempo si stabilirono in un terra sempre illuminata dal sole, dove la gente viveva in pace e dove la natura cresceva rigogliosa. La principessa, prima conosciuta con il nome della ragazza venuta dal cielo veniva chiamata con il suo vero nome, Sky. La principessa governò con saggezza fino al giorno in cui suo padre non morì in battaglia. In poco tempo Sky fu costretta a scappare dalla terra del Sole e a vagare per il mondo in cerca di una meta. Alla fine riuscì a trovare il suo posto. Era un’isola dove il Sole splendeva raramente e dove l’aria era impregnata dall’odore d’eraba e di pioggia. Quell’isola si chiamava Irlanda. Con il passare del tempo Sky riuscì a trovare il suo vero amore, un ragazzo nato in quella terra la cui risata creava il vento che vagava tra i campi. Erano felici insieme ma come ogni volta che il vento del Nord arrivava la principessa era costretta ad andarsene. Sky continuò a vagare per il mondo lasciando come unici ricordi a quel ragazzo una notte che non si sarebbe mai scordato e il dubbio. Sperava veramente che lei si ricordasse per sempre di quello che c’era stato. Fine.
L: papà perché questa favola non ha un lieto fine?
I: vedi picola Lottie, nella vita reale non sempre finisce tutto bene, certe volte si e certe volte no. sta solo a te decidere come concludere le cose. adesso dormi tesoro.
L: buona notte papà.
Uscii dalla stanza con le lacrime agli occhi. Me ne tornai di sotto e di nuovo mi misi a sedere su quella poltrona con le braccia appoggiate alle ginocchi e le mani intrecciate tra i capelli. Tenevo la testa bassa. Piangevo come ogni volta che Lottie mi chiedeva di raccontarle quella storia. Credevo di essere solo in salotto ma a quanto pareva mi stavo sbagliando.
S: papà ti senti bene?
I: certo Set. Sto benissimo non preoccuparti.
S: posso chiederti una cosa?
I: certo, spara.
S: perché piangi ogni volta che racconti al fiaba di Sky a Lottie?
I: vedi Set, quella è la mia storia.
S: e la ragazza? era la mamma?
I: no Set. La ragazza era Sky. Un ragazza veramente venuta dal cielo.
S: non riesco a capire.
I: adesso è troppo lunga da spiegare.
S: papà io ho tempo.
Sospirai. Uno di quei sospiri che dicono tutto e niente. Alla fine mi arresi. Iniziai a raccontare …

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Capitolo 2
*** i remember when... ***


Avevo 15 anni. Quello era il primo giorno di scuola. Mi avviai verso la mia classe. Come sempre non guardavo dove andavo così finii per scontrarmi contro qualcuno. Quando alzai gli occhi vidi una ragazzina bellissima. Aveva i capelli lunghissimi e biondi, due occhi grigi come il cielo dell’irlanda e la pelle bianca come la neve. Rimasi con il sedere per terra guardarla mentre entrava in classe. La seguii poco dopo. Salutai l’insegnante che era già alla cattedra. Andai a sedermi al mio solito posto continuando a guardarla. Era diversa da quelle della mia età. Lei indossava una maglia da football con un paio di jeans e delle supra. Non davo importanza a quello che succedeva in classe io ero concentrato su di lei. Verso al fine della lezione si alzò in piedi su rischiesta dell’insegnate e si mise di fronte e tutti.
P: ragazzi lei è una nuova arrivata. Prego presentati.
S: ciao a tutti. Io mi chiamo Natalie però tutti quanti mi chiamano Sky. Ho viaggiato molto. Mi sono trasferita qui da poco dalla Russia. Mio padre è un militare ed è per questo che viaggio molto.
P: avete qualche domanda da fare?
Alzai immediatamente la mano, volevo sapere di più di lei.
P: si Niall! chiedi pure.
I: come mai ti chiamano Sky?
S: come ho già detto ho viaggiato molto e sono stata anche in Africa. Li è raro vedere persone come me così la gente del posto, soprattutto i bambini hanno iniziato a chiamarmi Sky, un po’ per il fatto che ero arrivata li in aereo o come dicevano loro dal cielo ma soprattutto per gli occhi.
La campanella suonò. L’insegnate uscì dall’aula per dare il cambio a qualcun altro. le lezioni si susseguivano e io rimanevo incantato a guardarla. Quando finalmente suonò la campanella per l’uscita corsi in cortile. Le volevo parlare, volevo presentarmi o anche soltanto dirle ciao. La cercai per un paio di minuti poi alla fine riuscii a trovarla. Era vicino a cancello. Era appoggiata alla perete e si stava infilando le cuffiette. Iniziai a camminare per andare da lei ma non la raggiunsi in tempo. Buttò a terra il suo skateboard e corse via. i giorni continuavano a passare. Non riuscivo mai a parlarle e quando avevo coraggio e mi decidevo a farlo lei si volatilizzava. Si può dire che lei sapeva della mia esistenza. Qualche volta eravamo usciti insieme a dei nostri amici. Passarono circa due anni, durante i quali partecipai ad X-factor e con mia grande sorpresa mi presero. Dovetti lasciare al scuola per un po’. In quel periodo incontrai dei ragazzi fantastici con i quali ero finito in gruppo. È vero avevo partecipato come solista ma ma non mi avrebbero mai preso perciò alla fine i giudici decisero di farci formare un band. Ci chiamavamo One Direction. Eravamo diventati inseparabili in pochissimo tempo. Il più grande era Louis, lui veniva da Doncaster , poi c’era Liam, lui era di Wolverhampton, Zayn che era di Bradford e poi c’era Harry, il piccolo del gruppo, lui era di Holmeschappel. Ci raccontammo tutto di noi e io raccontai anche di Sky. Non c’era giorno che non pensassi a lei. intanto le settimane passavano in fretta nella casa e senza neanche accorgercene era il giorno della finale. Arrivammo terzi, ma ottenemmo comunque un contratto. Tornammo a casa vittoriosi. Tutti i miei amici erano felici per me ma tra tutta quella gente io cercavo lei. il giorno stesso in cui tornai a Mullingar andai davanti a casa sua. Al posto della jeep del padre parcheggiata sul viottolo trovai tutte le finestre chiuse e un lucchetto sul cancello. Non passò un giorno che non mi chiedessi che fine avesse fatto e dove fosse finita. Pensavo a Sky e intanto facevo carriera insieme ai miei migliori amici. Speravo che se mai fosse rimasta nei paraggi avesse visto una sola puntata di X-factor e che mi avesse riconosciuto. Passarono anni senza che io avessi sue notizie.

SKY POV.
Ero stata costretta a partire di nuovo. Avevo passato due anni stupendi a Mullingar, avevo anche trovato degli amici ma mio padre ricevette un’altra chiamata. Dovemmo partire immediatamente per l’America, per l’esattezza andammo a Dallas. Li era stupendo. Al contrario dell’Irlanda c’era sempre il sole e raramente pioveva. Era sempre caldo, cosa fantastica per me che potevo spostarmi tranquillamente con il mio skate. Come ogni volta io restavo la maggior parte del tempo da sola a casa, dopotutto mio padre era capitano dell’esercito. È vero, raramente era a casa ma quelle poche volte che c’era non mi faceva sentire mia sola. Li a Dallas ormai mi ero rifatta una vita, avevo amici, andavo a scuola come una ragazza normale e avevo anche un piccolo lavoro come barista in un pub. Andava tutto alla perfezione finchè non arrivò quel giorno. Il primo giorno di pioggia a Dallas dopo tanto tempo. Papà era orami partito da mesi per non so dove. Non era mia autorizzato a dirmelo. Insieme alla pioggia arrivarono altre pessime notizie. Quel gorno bussarono alla porta quando andai ad aprire mi ritrovai davanti un ragazzo giovanissimo in divisa con sotto braccio una bandiera e un cofanetto.
I: mi dica che non è vero.
X: signorina Green suo padre era un grande capitano, un grande soldato ma soprattutto un grande uomo. È morto con onore per difendere il nostro paese.

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Capitolo 3
*** she's coming back! ***


X: signorina Green suo padre era un grande capitano, un grande soldato ma soprattutto un grande uomo. È morto con onore per difendere il nostro paese.

Iniziai a piangere.il ragazzo mi porse la bandiera e il cofanetto, poi facendo il saluto se ne andò. aprii immediatamente il cofanetto. Dentro ci trovai il suo testamento diceva che mi avrebbe lasciato la casa a Mullingar e che sarei dovuta tornare li appena possibile. Non finii nemmeno di leggere che preparai immediatamente le valigie e prenotai il volo. Passarono si e no due giorni durante i quali salutai gli amici che mi ero trovata e la mia casa. Fu un lungo viaggio e quando arrivai all’aeroporto fui travolta dalla classica pioggia sottile e dal leggero venticello che ti entra nelle ossa. Andai subito a ritirare i miei bagagli e chiamai un taxi. Mentre aspettavo all’ingresso dell’aeroporto una massa di ragazzine urlanti mi travolse facendomi cadere a terra. Quando mi rimisi in piedi riuscii soltanto a vedere cinque teste fare capolino tra tutta quella gente. Senza dare molta importanza salii sul mio taxi e mi diressi verso casa. A causa del mal tempo ci volle più del previsto ad arrivare. Quando finalmente fui davanti a casa mia scaricai le valigie e rimasi li davanti al cancello a guardare come fosse diventata quella casa. Il posto dove fino a qualche anno prima vivevo con mio padre era ridotto uno schifo. cercai al chiave per aprire il lucchetto ormai arrugginito ed antrai attraversando il cortile. Arrivai davanti al portoncino e aprii lentamente. La casa all’interno era rimasta come me la ricordavo. Iniziai a togliere i teli binchi da sopra i mobili. Era tutto al suo posto. andai dritta in garage per vedere se la vecchia auto di papà era ancora li. Come sospettavo anche quella era ricoperta di polvere e il motore non andava più. Decisi di aprire il portellone che dava diretto verso il cancello. Fuori pioveva ancora quindi avrei escluso di andare a fare un giro. Tornai in casa e andai dritta in camera mia ad infilarmi i pantaloni di una tuta e una maglia che avrei tranquillamente potuto sporcare. Scesi di nuovo in garage e togliendo il freno feci scire di poco la jeep. Presi il mio vecchio skate, anch’esso rimasto li e lo usai come tavola per scorrere da sotto l’auto.

NIALL POV
Eravamo in aeroporto. come sempre le fan ci venivano in contro urlando. Adoravo quelle ragazze. Era grazie a loro che eravamo tutto questo, ma come sempre io tra i loro visi cercavo Sky. Rimanemmo ancora un po’ a firmare autografi poi ce ne andammo. Il nostro furgoncino ci aspettava fuori come ogni volta. Eravamo appena tornati da Dallas. I ragazzi si sarebbero fermati per un po’ da me. il traffico scorreva lento a causa del brutto tempo ci volle decisamente molto più del previsto per arrivare ma il tempo con loro passava in fretta. Come sempre facevamo gli idioti e cantavamo, era quello che ci riusciva meglio ma come ogni volta che pioveva guardavo il cielo. Il colore delle nuvole mi ricordava i suoi occhi.
L: ehy Nialler, che succede?
I: niente Liam.
L: invece si che succede qualche cosa. Pensi a Sky?
I: come sempre.
H: Niall rassegnati, non tornerà più e in più anche se tornasse non riusciresti nemmeno a riconoscerla.
I: invece si. la riconoscerei.
Z: e come? Forse potrebbe essere cresciuta? Forse potrebbe non essere più la stessa persona? Andiamo Niall sii realita.
Lou: mi dispiace dirlo ma Zayn ha ragione.
I: io so che tornerà.
Liam mi mise una mano sulla spalla prima di tornare al suo posto. passai il resto del viaggio in silenzio. Dopo circa un’ora arrivammo a Mullingar e come sempre passavamo davanti alla sua casa. Questa volta però c’era qualche cosa di strano. Era come se avessi visto un ragazza uscire fuori dal garage. Sicuramente era solo una mia impressione. Percorremmo un altro paio di solati e finalmente ci fermammo davanti a casa mia. Scaricammo le valigie ed entrammo dentro. Mia madre ci venne subto in contro. Ci salutò tutti quanti e iniziò a farci domande su domande. I ragazzi parlavano tranquillamente mentre io avevo la testa da un’altra parte. Non resistetti più. Mi infilai un giubbotto e uscii di casa. Dovevo capire se stavo immaginando tutto oppure no. camminavo svelto sotto quella pioggia sottile perso nei miei pensieri. Fui riportato con i piedi per terra solo quando mi accorsi che i ragazzi mi stavano seguendo.
L: Niall! fermati! Dove stai andando?
I: devo controllare una cosa.
Z: vai a casa sua non è vero?
I: già…
Continuai a camminare con loro che mi stavano dietro. in cinque minuti arrivai davanti a quell’enorme cancello di ferro dove fino a qualche settimana prima c’era un lucchetto arrugginito. Mi affaciai per vedere se veramente c’era quella ragazza. notai che il portellone del garage era aperto e che la jeep del signor Green aveva il cofano aperto. Il cuore iniziò a battermi a mille quando vidi due piedi fare capolino da sotto l’auto. Un sorriso si dipinse sul mio volto. Mi mancava l’aria e con un filo di voce riuscii a spiccicare solo poche parole.
I: è…è tornata.
H: cosa? Niall parla più forte.
I: è tornata! Ragazzi è tornata!
Lou: sei sicuro di quello che stai dicendo?
I: più che sicuro. Quella è l’auto del padre. Devono essere tornati tutti e due.
Dovevo aver urlato un po’ troppo forte dato che la persona che stava sistemando l’auto era uscita da li sotto scivolando su una vecchia tavola da skate. Rimanemmo senza parole quando ci accorgemmo che quello che stava sistemando l’auto non era un uomo ma una ragazza. aveva i capelli lunghi raccolti in una treccia disordinata, la canotta bianca sporca di grasso di motore e i pantaloni della tuta erano tutti bucati. Avrei riconosciuto ovunque quella camminata, quel modo di fare. Più si avvicinava a noi più ero certo che fosse lei.
I: è lei.
H: quella è Sky?!
I: si. la riconoscerei ovnque.
Era ormai a pochi metri da noi quando si fermò a guardarci. Con il lato del braccio si pulì la fronte dallo sporco poi ci rivolse finalmente la parola.
S: vi serve qualche cosa?
Z: stavamo solo facendo due passi e ci siamoo fermati a guardare chi ci fosse in casa.
S: e perché?
Lou: è stata abbandonata per tanto tempo. Pensavamo che fosse disabitata.
S: beh pensavate male. Questa è casa mia.
Stavo per dire qualche cosa quando Harry mi pestò un piede per non farmi aprire bocca. Lo guardai confuso poi lui mi fece soltanto segno di stare zitto.
H: ti sei trasferita da poco?
S: a dire il vero sono arrivata solo oggi.
L: da dove vieni?
I: America. Dallas.
Dallas?! Le ero stato così vicino senza neanche saperlo? Un sorriso si dipinse automaticamente sul mio volto. Dio mio quanto era bella. non era cambiata affatto.
S: senite volete entrare? vi state bagnando tutti qui fuori.
H: non preocuparti. Senti stasera daremo una festa ti va di venire?
S: si ok. dove abitate?
Z: nella casa bianca infondo all’isolato. Ci vediamo stasera verso le 8?
S: certo!

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Capitolo 4
*** Who are you? ***


Ci sorrise. Uno di quei sorrisi che facevano spuntare il sole. Ce ne andammo da li e ritornammo verso casa. Se prima ero contento adesso stavo andando fuori di testa. Solo in un secondo momento avevo realizzato che Harry l’aveva invitata ad una fsta inesistente.
I: ragazzi ma non daremo nessuna festa!
L: se tu avessi ascoltato quando parlavamo con tua madre avresti capito che ci ha dato il permesso.
Mi grattai la testa imbarazzato. Appena arrivammo iniziammo subito a preparare i tvaoli con il cibo e la roba da bere. I ragazzi pensarono ad andare a comprare altre schifezze mentre io e Zayn rimanemmo a casa a sistemare l’impianto stereo. Z
: allora??
I: allora cosa?
Z: sei contento? Voglio dire, è tornata certo che lo sei ma come ti senti adesso?
I: benissimo. Peccato però che non credo si ricordi di me.
Z: tranquillo Nialler si ricorderà di te.
Finimmo di sistemare tutto poi verso le sette andammo a prepararci. Io sarei dovuto essere perfetto. Indossai una maglietta bianca con una giacca nera, un paio di pantaloni grigi e le miei amate supra bianche. Già prima delle otto la casa aveva iniziato a riempirsi ma di lei ancora non c’era traccia. Erano ormia le nove passate e avevo rinunciato a vederla ma mi ricredetti subito quando la vidi entrare con Harry di fianco a lei. era irriconoscibile. Non era la ragazzina con la maglia verde da football o quella con la maglia sporca d’olio di motore. Aveva i capelli lunghi e biondi, indossava un fantastico abito verde ed era truccata come una bambola. Tutti si girarono a guardarla. Harry la portò verso al tavolo dei drink e la lasciò da sola. Pensavo fosse il momento giusto per andare a parlarle, ormai ero deciso. Iniziai ad andarle in contro ma mi fermai. Un ragazzo si era avvicinato a lei e adesso stavano parlando. Restarono insieme per tutto il tempo. Lui continuava a portarle drink e lei continuava a bere. verso la fine della serata Zayn optò per una playlist più d’atmosfera. Mise Here without you. Le coppiette iniziavano a formarsi. Io ero rimasto seduto sulla poltrona del salotto con una birra in mano a guardarla mentre ballava. Sembrava stesse andando tutto bene quando quel tizio non iniziò ad alzare le mani. La vidi staccarsi immediatamente da lui e andare via. purtroppo quel ragazzo fu più veloce di lei e la prese per il polso costringendola a rimanere. Iniziò ad urlarle.
X: dove credi di andare biondina? tu adesso vieni di sopra con me!
La tirò per il polso verso le scale. I ragazzi ed io gli corremmo dietro. Liam, Harry e Zayn fermarono il ragazzo mentre io e Louis prendemmo Sky. Iniziò a piangere. mi faceva male vederla così. Me la ricordavo come una tosta che non piangeva mai. Louis era li ad accarezzarle la testa per calmarla.
Z: Niall portala a casa. Noi restiamo qui a mettere in ordine.
I: a più tardi.
La presi in braccio e la caricai in auto. Si era addormentata. Mi stava riempiendo la macchina con il suo profumo che sapeva di menta. Prima di partire restai ad osservarla per un po’. Dopo circa dieci minuti misi in moto e la portai a casa sua. arrivamo immediatamente. Dovetti frugare nella sua borsa per trovare le chiavi . Quando finalmente ci riuscii la presi nuovamente in braccio e la portai dentro. Ormai conoscevo a memoria quella casa. Ci andavo spesso da quando lei se ne era andata, entravo sempre dalla porta sul retro e mi sdraiavo sul divano del salone. una volta dentro la portai dritta in camera sua e la posai delicatamente su letto. Le tolsi il vestito e le scarpe per metterle addosso una maglia più comoda. Proprio mentre le rimboccavo le coperte mi prese la mano.
S: ti prego non andartene. Resta con me.
Le accarezzai la fronte e tornai di sotto.
Mi sitemai sul divano e caddi immediatamente in un sonno profondo.
SKY POV.
Avevo appena varcato la soglia di quella casa. Non conoscevo praticamente nessuno, nemmeno i nomi dei ragazzi che mi avevano invitata. Appena entrata iniziai subito a carcare un viso familiare e per mia fortuna lo stesso ragazzo riccio di qualche ora prima arrivò in mio aiuto.
H: ehy! Ce l’hai fatta ad arrivare! Ti stavamo dando per dispersa.
I: si scusate. Di solito non sono mai in ritardo.
H: non importa. Forza vieni con me.
Mi mise un braccio attorno alla vita e mi portò verso il tavolo dei drink. Mi lasciò li dicendo che sarebbe tornato subito. Rimasi ad aspettare per un po’ quel ragazzo riccio di cui non sapevo il nome. Passarono un paio di minuti prima che sentissi una mano pggiarsi sulla spalla, pensavo fosse lui ma quandomi girai notai un ragazzo alto, moro con gli occhi scuri, il suo nome era Nick. Iniziammo a parlare del più e del meno. Sembrava simpatico.
N: ti va di ballare?
I: certo perché no?
Mi portò al centro della sala e il dj, uno dei ragazzi, quello moro per l’esattezza mise la mia canzone preferita. Iniziammo a ballare un lento insieme a tutte le altre coppiette. Andava tutto bene, almeno prima che spostasse le mani dalla mia schiena al sedere. Mi staccai immediatamente da lui e andai via. non feci in tempo neanche a fare due passi che mi tirò a se. Iniziò ad gridarmi contro. Non riuscivo nemmeno a dare una senso a quello che diceva. Avevo bevuto troppo, mi aveva fatto bere troppo. Non riuscivo ad opporre resistenza così mi portò verso le scale. Ricordo solo che un paio di ragazzi mi staccarono da lui, non so bene di preciso chi fossero ma riuscii a distinguere perfettamente due occhi color del cielo che mi guardavano e poi un forte profumo di mare. Quella era l’unica cosa che ricordavo. Mi svegliai la mattina dopo sentndo scorrere dell’acqua. Mi alzai molto lentamente e mi accorsi di non avere addosso i vestiti della sera prima. Quando sentii l’acqua della doccia chiudersi mi affacciai dalla porta di camera mia per vedere chi ci fosse in casa. La portà scattò rumorosamente. Dal bagno usci un ragazzo dalla pelle bianca e dai capelli biondi. Indossava un paio di pantaloni grigi. Camminava scalzo e intanto si tamponava i capelli bagnati con un asciugamano. Uscii anche io in corridoio solo quando fui certa che fosse sceso al pinao di sotto. Lo raggiunsi poco dopo. Si era fiondato in cucina. entrai nella stanza a testa bassa. mi vergognavo tremendamente a guardarlo in faccia.
 I: che ci fai tu in casa mia?
N: mi hai chiesto tu di rimanere, ricordi?
I: non mi ricordo assolutamente niente! Che cos’è successo ieri sera? Perché non ho i miei vestiti addosso?
N: tranquilla, non è successo proprio niente.
Salì al piano di sopra e scese pochi minuti dopo. Si era rivestito.
I: come posso credere che non sia successo niente? Chi me lo garantisce?
N: io non mi approfitterei mia di te Sky.
Alzai la testa quando lo sentii pronunciare il mio nome. Riconobbi subito quegli occhi. Erano gli stessi che avevo visto prima di addormentarmi. Mi mancava l’aria. Era un ragazzo davvero bellissimo.
I: co-come fai a …
N: a sapere il tuo nome? L’ho sempre saputo.
Detto questo sene andò lasciandomi da sola. Mi sembrava tutto così surreale. Volevo saperne di più uscii in strada così com’ero. Tanto per cambiare stava piovendo, ma non mi importava. Iniziai a corrergli dietro.
I: ehy! Aspetta!
Si girò verso di me. avrei giurato che stesse piangendo ma non ne ero certa.
I: tu sai il mio nome ma io non so il tuo.
N: nonti ricordi proprio di me, non è così?
I: Sento di averti già visto ma non ricordo dove e come. Ti prego dimmi come ti chiami.
N: Niall. Niall Horan.

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Capitolo 5
*** take it easy coccodè! ***


Si voltò e ricominciò a camminare. Questa volta non gli andai dietro. rimasi li in piedi in mezzo al marciapiede deserto. Infondo erano ancora le sei di mattina, chi poteva esserci in giro? Solo io. tornai in casa e accesi immediatamente il computer. Feci ricerche su ricerche. Scoprii che era fomoso e che faceva parte di una band insieme ai suoi amici. Lui era di Mullingar. Cercai diverse foto di lui da piccolo poi ricordai. Era in classe con me il primo anno che mi trasferii qui. Dicevano tutti che aveva una cotta per me ma io non ci credevo. Io non ero mai piaciuta a nessuno, figuriamoci ad uno come lui. ricordo che un giorno partii per un provino non so dove. Continuai a fare delle ricerche e scoprii che fino a qualche giorno prima era stato a Dallas per un concerto. Lessi tutto quanto su di lui, più leggevo più diventavo curiosa. Verso le 10.30 andai a vestirmi e uscii di corsa. Ricordavo benissimo dov’era la casa della sera prima. Arrivai li e suonai timidamente al campanello. Mi aprì un ragazzo con gli occhi color nocciola e i capelli leggermente arruffati.
L: ehy, ciao. Come ti senti?
I: b-bene grazie. Senti stavo cercando Niall, è in casa?
L: si è tornato poco fa. forza entra.
Si spostò e mi fece entrare. I ricordi iniziavano a riaffiorare. Dove la sera prima era pieno di luci e bottiglie vuote adesso c’era un bel tappeto e un pavimento di legno.
L: aspetta, non mi sono presentato io sono …
I: tu sei Liam Payne, componente della band One Direction. Mi sono informata. Io invece sono …
L: tu sei Sky. Lo so bene il tuo nome. So più di quanto pensi.
Ci sorridemmo a vicenda. Mi fece accomodare in salotto mentre lui salì al piano di sopra per chiamare Niall. al suo posto scesero gli altri ragazzi. Prima il ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli castani, credo che si chiamasse Louis, poco dopo quello con i capelli ricci, ero sicura che si chiamasse Harry poi il dj, lui era Zayn. Scesero tutti tranne lui.
L: scusami Sky ma non riesco a svegliarlo.
I: non importa. Potete dirgli che sono passata?
H: lo faremo. Stanne certa.
I: sentite questo è il mio numero, ditegli che se vuole può chiamarmi.
Gli porsi un pezzetto di carta con sopra scrivacciato il mio numero di telefono. Prima di uscire passai davanti ad una rampa di scale. Li ricordai tutto. Nick che mi voleva trascinare di sopra, i ragazzi che lo fermavano e Niall che mi riportava a casa. Prima di uscire mi voltai a guardarli.
I: grazie ragazzi.
Z: per cosa?
I: per ieri sera.
Mi richiusi la porta alle spalle. Mentre attraversavo il vialetto mi sentivo come se qualcuno mi stesse fissando. Mi fermai un attimo e mi voltai. I miei occhi si soffermarono su una finestra del piano di sopra alla quale c’era affacciato Niall. rimanemmo a fissarci per qualche secondo poi lui si voltò dall’altra parte. Ripresi a camminare. Avevo mille pensieri per la testa. Perché non mi aveva detto chi era? Perché non l’avevo riconosciuto subito? La testa stava per scoppiarmi. Decisi di andare a rifugiarmi nel mio posto segreto. L’avevo scoperto quando mi ero trasferita a Mullingar. Era una parte di lago ben nascosta dagli alberi e dall’erba alta. Ci andavo quando avevo 15 anni e mi tuffavo li per divertirmi, adesso invece avevo bisogno di qualche cosa che mi facesse smettere di pensare. Mi tolsi le scarpe, i pantaloni e la felpa. Rimasi con una cannottiera lunga e con gli slip. Mi immersi nell’acqua gelata. Sciolsi i lunghi capelli biondi che iniziarono ad ondeggiare tra le increspature della piccola pozza. Mi sembrava di fare un bagno di ghiaccio, era come essere trafitti da un miliardo di spilli contemporaneamente ma era una sensazione piacevole. Riuscivi a sentire ogni minima contrazione dei muscoli, sentivo il respiro che rallentava e divenatava costatante. Era come cadere in coma. Mi appoggiai alla sponda chiusi gli occhi. Mi sforzai di ricordare. Avevo in mente qualche immagine sfocata, poi ad un tratto l’illuminazione. Mi ricordai subito dei suoi occhi. Mi ricordai del primo giorno di scuola e di quel ragazzino imbranato che mi era venuto addosso facendomi cadere. Poi da li si susseguirono tutti i ricordi. Ricordai di quando mi aveva chiesto il perché mi chiamassero Sky e di come ogni giorno lo vedevo in lontananza e di come io scappavo sul mio skate per non parlargli. Avevo legato con tutti i ragazzi, con le ragazze ero pari a zero. Non ci andavo d’accordo. Loro parlavano solo di trucchi e vestiti e se provavo anche solo ad accennare allo sport mi guardavano come fossi un marziano. Dopotutto ero figlia di un militare e non avevo una mamma. papà mi raccontava poco niente di lei, so solo che era un scrittrice.
Stavo ancora pensando a tutte queste cose quando la testa iniziò a farmisi pesante. Mi alzai lentamente lasciando gocciare tutta l’acqua giù dai capelli e dalla maglia bianca ormai trasparente. Un leggero venticello si era alzato e un brivido mi percose la schiena. Stavo raccogliendo tutta la mia roba quando sentii un rumore. Era come se qualcuno stesse tirando dei sassi in acqua. Lentamente mi girai verso l’altra sponda del lago. Niall era li con il cappuccio tirato su seduto sulla riva. Stava lanciando pigramente quei pochi ciottoli che trovava per terra. Lasciai perdere i vestiti e mi ributtai in acqua e iniziai a nuotare lentamente verso lui. qualche metro prima della riva mi immersi. Ricomincia a salire lentamente in superficie solo quando fui certa che si fosse accorto di me. riaffiorai leggermente lasciando visibili solo gli occhi circondati da ciocche bionde che vagavano libere intorno al viso. Niall si sporse verso di me e io mi avvicinai. Riemersi quanto bastava per posare delicatamente le mie labbra sulle sue. Un contatto di pochi secondi. La pelle anche solamente sfiorata bruciava a contatto con la sua. Mi staccai rapidamente e sparii di nuovo nell’acqua verde del lago. Nuotai velocemente e andai a nascondermi tra l’erba alta che circondava la pozza. Rimasi ad osservarlo per un po’. Era scattato in piedi e girava la testa a destra e a sinistra. Prima che se ne andasse cacciò fuori un urlo e calciò violentemente un pietra facendola arrivare fino al centro del lago. Se ne andò via a testa bassa. Uscii di nuovo dall’acqua e iniziai a strizzarmi i capelli. Infilai i pantaloni della tuta, la felpa, le scarpe da ginnastica e mi tirai su il cappuccio. me ne tornai a casa. Riuscii a malapena a salire i gradini del porticato, mi sentivo priva di forze. Andai dritta in camera mia e i infilai ancora bagnata sotto le coperte. Mi addormentai un attimo ripensando a quel bacio.
NIALLPOV.
Si era svegliata e aveva iniziato a fare domande. Sembrava quasi arrabbiata. Mi aveva chiesto chi ero, cosa ci facevo in casa sua e se fosse successo qualche cosa. Quando le risposi che non le avrei mai fatto niente mi guardò negli occhi per la prima volta quella mattina. Sembrava quasi che la ragazza di ghiaccio si fosse sciolta. Mi persi nei suoi occhi color piombo. Sentivo un nodo alla gola. Sapevo che non sarebbe mai stata mia, sapevo che non ricordava niente. Non ricordava di avermi chiesto di restare. Sentii gli occhi che iniziavano a riempirsi di lacrime. Uscii di fretta prima di scoppiare. Un leggera pioggia spezzava il silenzio che c’era per e vie e quel rumore leggero si aggiunse anche quello di qualcuno che stava correndo a piedi nudi poi una voce. La sua voce. Mi chiedeva di fermarmi. Mi voltai verso di lei. indossava quella maglia lunga che le avevo messo la sera prima e aveva le lunghe gambe scoperte e i piedi nudi immersi in una pozzanghera. Avevo gli occhi gonfi e leggermente arrossati ma le lacrime non si vedevano, si erano ormai mischiate con la pioggia. Mi chiese chi ero e io le risposi poi ripresi a camminare verso casa. Questa volta non mi seguì. Arrivai che ormai ero fradicio da testa a piedi. Chiusi delicatamente la porta per non svegliare i ragazzi. Mi diressi verso al cucina per bere qualche cosa. Con mia grande sorpresa trovai Liam seduto ad uno sgabello del bancone.
L: buongiorno.
I: ciao.
L: come mai rientri a quest’ora? Successo niente?
I: no.
L: siamo di poche parole eh?
I: sono solo molto stanco. Credo che andrò a riposarmi un po’.
Salii lentamente le scale e mi fiondai in camera mia. Mi tolsi i vestiti della sera prima e indossai un paio di pantaloni larhi della tuta e una felpa verde. Tirai su il cappuccio e mi buttai a peso morto sul letto. Stavo finalmente riuscendo ad addormentarmi quando sentii la sua voce venire dall’ingresso. Stava parlando con Liam. Non riuscivo a capire bene cosa stessero dicendo, so solo che dopo un po’ entrò in camera mia.
L: Sky è di sotto.
I: dille che sto dormendo.
L: ma…
I: niente ma Liam.
Se ne andò sospirando. Mi alzai dal letto e mi diressi alla finestra. Mi misi a sedere sul piccolo davanzale. Dopo una manciata di secondi la vidi attraversare il vialetto. Ancora una volta non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Non so per quale motivo si girò e si fermò a guardare verso la mia finestra. Riuscii a sostenere il suo sgurado per poco poi fui costretto a girarmi dall’altra parte. Sentii nuovamente la lacrime salirmi agli occhi ma questa volta le ricacciai dentro. Scesi velocemnte di sotto. Mi fiondai in cucina e afferrai un muffin.
I: che cosa voleva?
L : voleva te Niall, voleva vederti.
I: voleva vedere… me?
Z: certo zuccone! Chi se no? quella carota di Tommo?
Lou: ehy! Vacci piano cocco-dè!
H: cocco-dè ? Ma cosa c’entra Louis!?
Lou: ha i capelli come un gallo!
L: peccato che siano le galline a fare cocco-dè. Adesso smettetela voi due. Harry dagli il biglietto.
I: qu-quale biglietto?
Lou: ti ha lasciato il numero. Ha detto di chiamarla se vuoi.
Non risposi nemmeno. Uscii di corsa di casa e andai a cercarla. Provai a casa sua , al campo da calcio, in ogni posto che potesse essere legato a lei ma niente. Andai a lago per pernsare. Mi misi a sedere sulla riva e iniziai a lanciare quei pochi sassi che c'erano a riva. Mi sentivo uno stupido e avevo una gran voglia di rimanere solo, credevo di poterci riuscire stando li ma a quanto pareva mi stavo sbagliando. Sentii l'acqua muoversi in lontananza poi vidi qualche cosa, o meglio qualcuno salire in superficie. Due occhi grigi erano riaffiorati dallo specchio d'acqua. Mi sporsi di più verso di lei. in una attimo sentii le sue labbra che si posavano delicatamente sulle mie. Chiusi gli occhi per fermare il tempo ma fu tutto inutile. Quando li riaprii lei era sparita nel nulla. Mi alzai di scatto e iniziai a guardarmi intorno sperando di vederla. Alla fine mi arresi. Mi prese uno scatto d'ira e urlai con tutto il fiato che avevo in corpo per poi lanciare una pietra proprio al centro del lago. Me ne andai di corsa verso casa e i ragazzi erano li ad aspettarmi. Chiusi la porta con violenza. Ero arrabbiato. Era colpa mia. Era scappata di nuovo. Mi buttai pensantemente sul divano e iniziai a picchiettare con il piede sul pavimento.
 H: che succede? L’hai trovata?
I: si ma me la sono fatta scappare di nuovo!
L: e dov’era? Come hai fatto a farla sparire?
I: ero andato al lago per pensare un po’ poi l’ho vista uscire dall’acqua, mi sono sporto per guardarl anegli occhi poi lei si è avvicinata e mi ha baciato. Quando ho riaperto gli occhi era sparita. Sono un idiota!
Z: sicuro che non hai sognato? Andiamo un ragazza che emerge dalle acque del lago, ti ruba un bacio e poi scappa? Secondo me era tutto un sogno.
I: vi giuro che era così! Ero sulla riva del lago e lei era li mi ha baciato e poi è sparita e se non mi credete sono affari vostri. io so quello che è successo.
Me ne andai in cucina. Nemmeno i mie migliori amici mi credevano. Addentai il muffin che avevo lasciato a metà prima di uscire.
Lou: ehy biondo.
I: che c’è Louis? Vuoi dirmi che mi sono immaginato tutto?
Lou: no. io ti credo e non sono l’unico, anche Liam e Harry ti credono e anche se non sembra lo fa anche Zayn.
I: si come no.
Lou: senti, non hai la minima idea di dove possa essere? Un parco un posto speciale per lei?
I: forse è tornata a casa ma non ne sono sicuro.
Lou: forza allora mettiti la giacca e andiamo a verificare.
Mi prese per un braccio e mi caricò in auto. Mi portò dritto davanti a casa sua. Mi fece scendere e poi ripartì. Rimasi immobile davanti al cancello poi feci un lungo resiro ed entrai. Arrivai fin sotto al porticato poi suonai. Non mi aspettavo di ricevere nessuna risposta e proprio quando stavo per andarmene sentii dei passi avvicinarsi alla porta. Era lei, era in casa e non me la serei fatta scappare di nuovo.
S: N-Niall tu che ci …
Non la feci finire di parlare che la baciai immediatamente. Non aveva niente a che vedere con il bacio di prima, questo era uno vero. Le mie mani che le tenevano il viso, le sue braccia strette ai miei fianchi, le nostre labbra che bruciavano e le lingue che si cercavano sempre più ansiose. Era tutto fantastico. Un baci atteso e prezioso. Rimanemmo fermi li per non so qunato tempo. Quando ci staccamo la strinsi forte a me.
S: che stai facendo?
I: ti tengo stretta a me almeno questa volta non potrai scappare.
Si staccò leggermente da me e mi guardò negli occhi. Un piccola ciocca di capelli le scivolò sul viso e io la portai dolcemente dietro l’orecchio poi le accarezzai una guancia.
I: sei bellissima.
S: e tu sei un bugiardo.
I: mi sei mancata moltissimo.
S: ora sono sicura che lo sei.
I: perché te ne sei andata?

 

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Capitolo 6
*** why you went away? ***


 Era a casa mia. Mi aveva appena baciata em i aveva detto che gli mancavo era tutto perfetto prima che mi cheidesse perchè me ne ero andata. Che cosa avrei dovuto dirgli?
I: mio padre aveva ricevuto una chiamata e io l’ho seguito come sempre.
N: e adesso? È via? quando torna?
Abbassai lo sguardo e iniziai a piangere.
I: lui… lui non tornerà più. È morto qualche giorno fa. ecco perché sono di nuovo qui. Sapeva che amavo questo posto così nel suo testamento ha scritto che mi avrebbe lasciato la casa.
N: mi dispiace io non lo sapevo.
I: non preoccuparti.
Mi diede un’altra leggera carezza poi mi baciò dolcemente. Salimmo al piano di sopra e ci accucciammo vicini sotto le coperte.
I: come ci si sente? Ad essere famosi intendo.
N: è una bella sensazione vedere tutte quelle persone che cantano le tue canzoni e che si mettono a piangere vedendoti. Ti senti come se stessi facendo qualche cosa di speciale per chi è la fuori.
I: vedo che non ti sei montato al testa.
N: è grazie a te che sono rimasto così. Ogni singola volta che c’era un concerto o che le fan ci venivano addosso io tra di loro cercavo te e mi dicevo “ forse se rimango come sono lei mi riconoscerà”, peccato che non ti ho mai trovata.
I: ma adesso sono qui. Non scapperò più. Te lo prometto.
Mi strinse forte a lui. il suo profumo stava diventando come una droga, lui stava diventando una droga. Mi voltai verso di lui e lo baciai di ancora e ancora poi mi appoggiai con la testa al suo petto.
I: Niall ma noi due cosa siamo?
N: in che senso? Noi due siamo solo noi, niente di più e niente di meno. Io sono tu e tu sei mia, sempre se lo vuoi.
Lo bacia di nuovo, ormai non facevo altro.
N: posso prenderlo per un si?
I: è una risposta positiva.
Passarono molti giorni così e i giorni divennero settimane. Io mi era trovata un lavoro e intanto studiavo all’università. Niall continuava con la band. Ormai lui e i ragazzi erano diventati parte della mia vita. Eravamo inseparabili. Quel giorno come ogni sabato sera i fantastici cinque erano a casa mia, ma nessuno si aspettava che cambiasse tutto.
NIALL POV.
Quella sera saremmo andati a casa della mia ragazza. ancora mi faceva strano dirlo. La mia ragazza, la mia Sky. Mia, mia, mia, solo mia. verso le otto ci presentammo a casa sua con le pizze e con una grande notizia. Appena arrivammo lei abbracciò tutti lasciandomi in un angolino.
I: non si usa più salutare?
S: scusa piccolo.
Ci baciammo con i ragazzi in sottofondo che facevano tutti versi strani.
Z: prendetevi una camera voi due!
Lou: mi farete venire il diabete!
Iniziammo a ridere tutti e due come dei matti. Andammo a sistemare tutto. i ragzzi apparecchiarono e io e Sky tagliammo la pizza. Quando la portammo di la erano tutti con gli occhi a forma di stella.
Lou: finalmente si mangia!
Ci fiondammo tutti sulla pizza ma Liam ci fermò.
L: FEEERMI TUTTI!
S:  che succede Liam?!
L: non mi dire che non sai che giorno è oggi!
S: che giorno è?
Z: è il tuo compleanno babbea!
S: mi era passato di testa! Grazie per avermelo ricordato.
Mi allontani per un secondo poi tornai immediatamente da lei con i suoi regali, ognuno di noi le aveva preso qualche cosa.
S: ragazzi non dovevate! Grazie, grazie mille.
Lou: carotina questo è da parte mia.
Louis le aveva preso una maglia con scritto “ Keep Calm and eat carrots with Tommo”. Scoppiammo tutti a ridere. Corse ad abbraccarlo.
S: grazie Tommo! Sei un grande.
Z: aspetta di vedere il mio regalo.
Zayn le aveva regalato un sua caricatura fatta da lui. era buffissima, le assomigliava parecchio.
S: Malik, è stupenda! Grazie!
Gli lasciò un bacio sulla guancia per poi tornare a sorridere.
H: non ho avuto tempo di incartarlo, non ci sarà l’effetto sorpresa.
S: sei sempre il solito Hazza! Ahahahaha.
Harry le aveva preso un vinile dei Guns n Roses in edizione limitata. Aveva un sorriso stupendo.
L: questo qui invece è il mio. È visto che lo guardavi l’altro giorno così ho pensato di prendertelo.
Lo scartò con timore come se avesse paura di strappare la carta.
I: Liam ma questo è …
L: il libro che volevi. Non ringraziarmi.
Alla fine arrivò il mio turno. Le porsi il piccolo pacchetto celeste e le si illuminarono gli occhi.
I: auguri piccola.
Lo aprii velocemente. Le avevo preso una collana con un ciondolo a forma di cristallo di neve.
S: Niall ma è stupendo. È meraviglioso. Grazie.
Mi abbracciò come non aveva mai fatto.
I: adesso girati così te lo allaccio.
S: è davvero bellissimo.
I: almeno ti ricorderai di me quando non ci sarò.
S: che vorresti dire?
I: i ragazzi e io dobbiamo partire domani per il nuovo tuor. Mi dispiace di non avertelo detto prima.
S: da quanto lo sapevate?
Z: una settimana.
S: e non mi avete detto niente?
L: volevamo aspettare il momento giusto. Non sei arrabbiata vero?
S: no è solo che questa è l’ultima sera che passeremo tutti insieme.
Ci fu un abbraccio di gruppo. La serata continuò tranquillamente poi verso le 2 i ragazzi se ne tornarono a casa.
I: mi dispiace di non averti detto niente.
S: non importa. Adesso vai a dormire che oggi è un grande giorno.
I: ma io voglio passare l’ultima notte insieme a te. Non ti lascerò sola.
La baciai dolcemente e in poco tempo quel bacio si trasformò in qualche cosa di più. In poco tempo i nostri vestiti erano ai piedi del letto. Passamo tutta la notte a fare l’amore, non sesso. Amore, con Sky era sempre amore, ogni volta era come la prima. Tra un sospiro e l’altro le ripetevo che l’amavo e che non l’avrei mai lasciata. Ci addormentammo insieme tra quelle sue lenzuola che profumavano di menta. Verso le 10 mi alzai. Mi vestii cercando di non svegliarla ma fu impossibile. Iniziò a parlare con la voce ancora impastata dal sonno e con gli occhi già pieni di lacrime.
S: è già ora?
I: si.
Mi sedetti di nuovo vicino a lei e le asciugai le guancie. Quegli occhi grigi erano pieni di tristezza. Le bacia la fronte poi me ne andai. La salutai dal giardino. lei era affaciata alla finestra con in dosso solo la mia collana e un lenzuolo attorcigliato intorno al corpo, ma era comunque bellissima.
 


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Capitolo 7
*** 19 fucking years! ***


Niall se ne era andato da un pezzo. Quasi un mese ormai. Non passava un giorno che non lo sentissi per telefono o per e-mail e non passava un giorno senza che la pancia crescesse. Dentro di me si stava lentamente creando una vita. Il tour sarebbe durato altri due mesi e io ancora non avevo detto niente  a nessuno. Iniziai a pensare sul da farsi quando la pancia iniziò a diventare più visibile. Pochi giorni prima del ritorno dei ragazzi decisi di partire. Presi la mia roba e me ne andai lasciando solo una lettera infilata sotto alla porta di casa sua. chiusi di nuovo le imposte, coprii nuovamente i mobili con i teli bianchi e bloccai il cancello con un lucchetto. Scappai a Londra, li mi comprai un appartamento e continuai a studiare. Frequentavo due scuole, una di musica e l’altra di lettere. Volevo fare la compositrice. In quel momento scrivevo la canzoni soprattuto per mio figlio. Parlavano tutte di Niall. i mesi passavano. Spesso mi cercava al telefono ma io non gli rispondevo. Non avrei mai retto ad una sua telefonata. I mesi passavano e il pancione era ormai enorme mancavano pochi giorni così decisi di ricoverarmi subito non avendo nessuno che posse portarmi in ospedale. come avevo previsto dopo circa un giorno dal ricovero mi si ruppero le acque. Mio figlio era nato il 19 Febbraio. Appena lo vidi capii subito come chiamarlo. Optai per Max, il nome di mio papà.
NIALL POV.
Il tempo passava velocemente ma ninete era bello come qando c’era lei. la chiamavo sempre, la chiamai anche qualche gorno prima del mio ritorno ma stranamente non mi rispose, ne quel giorno ne nei giorni seguenti. Forse era impegnata con lo studio, chi poteva saperlo. Quando finalemente tornai a casa trovai una busta sul pavimento. la aprii subito e iniziai a leggere.
“ Niall, amore mio. Me ne sono dovuta andare. Non posso dirti il perché e non posso dirti nemmeno dove. L’ho fatto solo per il tuo bene. Ti prego di non odiarmi per qello che ho fatto. Scusami se sono scappata quando ti avevo primesso che non l’avrei più fatto. Di addio ai ragazzi da parte mia. per sempre tua, Sky.”
Ormai le lacrime scendevano libere sulle mie guancie. Mi aveva lasciato senza un motivo. Provai a chiamarla nei mesi seguenti ma non ottenni risposta. I ragazzi mi dicevano di continuare la mia vita e così feci. Trovai un’altra ragazza, si chiamava Maya. Inizialmente eravamo solo amici poi col passare del tempo l’amicizia si trasformò in qualche cosa di più. Finimmo con lo sposarci. Certo ero felice con lei ma non come lo ero insieme a Sky, la mia Sky. La pensavo sempre, ogni singolo momento e chissà se lei mi pensava mai. Dal matrimonio con Maya vennero fuori due figli. Il primo era Set, occhi come i miei e i capelli di un misto tra l’arancio e il biondo. Era tranquillo come la madre. Poi venne Lottie, il nostro angelo. Una bambina bellissima con dei lunghi capelli biondi e grandi occhi celesti più chiari dei miei. I ragazzi avevano 7 anni di differenza. Quando Lottie aveva appena 4 anni io e Maya ci separammo. Lei non mi amava, io non l’amavo, era stata una decisione comune. Lei partì per Boston e mi affidò i bambini. Passò molto tempo. Contavo i giorni che passavano lenti. Spessissimo mi vdevo con Liam, Harry e gli altri. Avevamo messo in piedi uno studio discografico solo con le nostre forze. Avevamo fatto strada. Quella sera sarebbero venuti tutti a casa mia. verso le otto si presentarono tutti. Quella era una serata dedicata a noi, Set e Lottie erano rimasti a dormire da mia madre e la casa era libera. Cenammo davanti alla Tv come ai vecchi tempi. Guardammo diversi film poi verso le 3 di notte iniziai a mettere in ordine con Liam dato che gli altri si erano addormentati.
L: allora? Come va Nialler?
I: perfettamente.
L: non mentirmi. Ti conosco troppo bene.
I: Lottie l’altra sera mia ha chiesto di nuovo la storia di Sky.
L: ancora ci pensi, non è così?
I: ogni singolo giorno Liam, ogni momento, ogni ora, ogni minuto. Non riesco a smettere.
L: Che ne dici di venire a Londra con noi per un paio di giorni? almeno ti svaghi un po'.
I: non so. dovrei trovare un posto dove lasciare i ragazzi.
L: portali con te! Non sarà un problema.
Finimmo di mettere tutto in ordine poi ci addormentammo anche noi due. Il giorno dopo partii con loro per Londra, Liam aveva insistito tanto. Impiegammo circa un’ora ad arrivare. Prima di passare in studio andammo a casa a posare le valigie poi ripartimmo. La casa discografica distava circa 20 minuti da casa di Liam. Arrivammo in un attimo.
L: ben tornato Niall! è da un pezzo che non venivi qui!
I: già, hai ragione, più o meno da una vita.
L: andiamo in ufficio. I ragazzi ci aspettano li.
L’ufficio era sensazionale. Era enorme, bianco con un impianto stereo che occupava un’inetra parete.
Z: ehy Niall volevo chiederti una cosa. Esattamente Sky quanto tempo fa se ne è andata?
I: perché vuoi saperlo?
H: pura curiosità.
I: 19 anni. 19 fottutissimi anni.
Lou: Liam direi che adesso è il momento.
I: il momento di cosa? Non capisco.
Liam alzò il telefono e chiamò non so chi. Dopo un paio di minuti bussarono alla porta. Harry si precipitò ad aprire. Nella stanza entrò una donna con dei lunghi capelli biondi, un paio di jeans stretti, una camicia bianca e larga e con un paio di tacchi vertiginosi. Non la riconobbi subito, soltanto quando si girò verso di me. quegli occhi, li avrei riconosciuti ovunque.
L: signorina Green lei conosce il nostro socio? Il sognor Horan?
La vidi esitare per un attimo poi con molta freddezza mi tese la mano.
S: piacere di conoscerla signor Horan. adesso scusatemi ma devo andare.
Uscì velocemente dalla stanza richiudendo al porta. Rimasi in silenzio guardando i ragazzi e iloro sorrisi compiciuti.
I: era …
L: si era Sky. E si Horan, lavora qui.
I: da qunato?
H: da quando abbiamo aperto. Scrive i testi delle canzoni e suo figlio la melodia.
I: ha un figlio? E quanti anni ha?
Lou: perché non lo vai a chiedere a lei?
Z: stacca esattamente tra 5 minuti.
Mi feci coraggio e aspettai che finisseil turno. Liam mi diede l’indirizzo di casa sua così andai da lei. esitai un paio di volte poi finalmente mi decisi a suonare. Sentii un rumore di passi avvicinarsi alla porta. quando SKy si affacciò alla porta e mi vide richiuse subito.
I: andiamo Sky, lo so che ti ricordi di me. ti prego aprimi.
S: no Niall.
I: andiamo! Voglio solo parlare con te. Ti prego aprimi.
Sentii la serratura scattare lentamente e vidi la prta aprirsi leggermente.
S: cosa vuoi?
I: voglio te. Ti prego esci fuori, parliamo.
Sentii che gridava al figlio che sarebbe tornata tra poco. Uscimmo entrambi in silenzio. Era come se fossimo due estranei. Decisi di rompere il silenzio.
I: perché te ne sei andata?
S: l’ho fatto per il tuo bene. Ti saresti rovinato stando con me.
I: cosa? Ma come ti salta in mente di dire cose del genere?
S: andimao Niall una figlio a 19 anni ti avrebbe rovinato non credi? E poi come avresti fatto cone le fan?!
I: Vuoi dire che …
S: già.
Continuammo a camminare per le vie di Londra . era dicembre inoltrato  e gli alberi lungo le strade erano ormai quasi completamente sicoperti dalla neve. Le strade erano stranamente deserte e l’unico rumore che c’era era quello dei nostri passi e del vento. La guardavo con la coda dell’occhio. Mi era mancata e come se mi era mancata. Notai che dopo un po’ alzò la testa e iniziò a guardare davanti a se. Ogni tanto le scendeva una lacrima.
S: ha la tua stessa risata. Credo sia per questo ceh voglio sempre vederlo felice. Ti assomiglia in tutto.
I: in 19 anni avresti anche potto dirmelo non credi?
S: non sapevo come avresti reagito.
I: posso vedere una sua foto?
Si girò verso di me con gli occhi ancora gonfi. Iniziò a frugare dentro al borsa e tirò fuori una foto dal suo portafogli. Era un ragazzo uguale a me. occhi blu, capelli biondi, guancie sempre arrossate e un sorrisetto da eterno bambino disegnato sul viso. Iniziai a sorridere.
S: sai, Max sa tutto di te. Gli ho raccontato parecchio.
I: perché?
S: non volevo che rimanesse con l’idea che suo padre ci aveva abbandonato. Mi ha chiesto pù di una volta di vederti, ma lo sai come sono fatta io. quando le cose si fanno difficili scappo via.
I: voglio vederlo. Devo conoscerlo assolutamente.
S: solo ad una condizione. Raccontami quello che hai fatto in tutti questi anni.
Iniziai a parlare di Maya, di Set e di Lottie. Di quanto l’avessi pensata e di come mi fosse mancata. Le parlai della mia nuova vita da produttore. Il tempo passò in fretta, più o meno come ogni volta che stavo insieme a lei. l’amavo ancora e speravo che lei mi amasse ancora. Verso el 7 di sera la riaccompagnai a casa. La fermai sulla soglia della porta. Non volevo lasciarla andare, almeno non ora che l’avevo finalmente ritrovata.
I: quando posso rivederti?
S: forse domani. festeggiamo la vigilia a casa mia, puoi venire anche tu se vuoi ovviamente anche i tuoi figli. Festeggiamo anche il compleanno di Louis.
I: allora festeggeremo anche quello di Lottie.
Le lasciai la mano e mi incamminai verso il cancelletto poi però mi fermai. Tornai subito indietro da lei.
S: Niall che succede?
La baciai senza preavviso. Mi erano mancate el sue labbra, il suo sapore ma soprattutto quel calore che avvertivo ad ogni minimo contatto con lei.  mi staccai deleicatamente poi senza dire niente scappai via. passai la notte in bianco, ero troppo felice per dormire. La mattina seguente mi alzai di fretta e uscii subito per le via della città per cercare un regalo per Sky e Max, a Louis e Lottie avevo già pensato ma mi mancavano loro due. vagai per ogni negozio ma non riuscivo a trovare il regalo giusto per Sky. A Max avevo preso un bellissima Stratocaster, sapevo che suonava e così mi era sembrato il regalo più adatto, ma per Sky era tutta un’altra cosa. Camminavo come un disperato finchè non mi ritrovai proprio davani al museo delle scienze. Decisi di entrare. Andai dritto alla sala d’astronomia e li ebbi l’illuminazione, avevo trovato il regalo perfetto. 


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Capitolo 8
*** A new life begins ***


Uscii di corsa e sbrigai qualche affare, fu una questione di un paio d’ore poi andai a casa a prepararmi. Indossai uno smoking nero, questa volta però senza supra e senza cravatta o papillon. Set, Lottie e io prendemmo un taxi per andare da lei.

L: dove andiamo?
Set: in un posto speciale per il tuo compleanno.
L: ci sarà anceh lo zio Liam?
I: certo anche zio Lou, zio Zayn e zio Harry con Eleanor, Danielle e Ronny.
L: che bello!
Amavo vederla così felice. Arrivammo verso le 7. Set suonò il campanello al posto mio dato che ero andato in crisi. Ci venne ad aprire Max. mi assomigliava veramente molto. Ci fece accomodare in sala insieme a tutti gli altri. Trovai i ragazzi a giocare insieme ai loro figli. Jake e Mark erano i gemelli di Louis avevano 15 anni. Assomogliavano sia a lui che a El, poi c’era Lucy, la figlia di Liam e Danielle, era una bellissima bambina, certamente tutto il contrario della mia Lotti. Era iperattiva, mora con i capelli ricci e due grandissimi occhi castani. Set e Lottie andarono subito dagli altri. Notai solo in un secondo momento che in salotto eravamo solo noi “ uomini” con i figli, le mogli e le fidanzate erano sparite.
 SKY POV.
Danielle, El e Ronny avevano insistito per scegliermi il vestito e farmi capelli e trucco. Mi ero arresa alla loro volontà. Loro tre erano tutte bellissime nei loro abiti lunghi e scintillanti mentre io indossavo dei noiosissimi pantaloni neri e una camicia grigia con una giacca. Mi ristrotturarono tutta da capo. I pantaloni e la giacca erano spariti e al loro posto c’era un abito con il corpino stretto e la gonna ampia che arrivava fino a terra ricoperta da piccoli stras, non era colorato era di una sfumatura che partiva dal grigio e passava la nero. Mi avevano sciolto i capelli facendoli cadere lungo laschiena con delle onde morbide. Avevano lasciato da soli i ragazzi di sotto per stare dietro a me. Passai un’ora a sistemarmi poi finalmente riuscii ascendere di sotto. Ormai erano arrivati tutti, la tavola era pronta e i ragazzi giocavano insieme ai bambini.
D: LIAM PAYNE! Ma ti sembra il modo!? Tirati su dal pavimento e restituisci il joystick a Mark!
E: la stessa cosa vale per te sognor Tomlinson!
R: Zayn, bebe smetti di divorare i salatini!
Eccole li le mogli all’assalto.  I ragazzi non erano per niente cambiati. Si sistemarono tutti, indossarono di nuovo le giacche e vennero a salutarmi perché le ragazze mi avevano praticamente rapita.
H: direi che così stai meglio. Eri barbosa con quei vestiti.
I: grazie Harry, anche io ti voglio bene.
Lottie: Sembri una principessa! Da che favola sei uscita!?
Quando mi girai vidi una bambina stupenda al fianco di Niall. gli somigliava moltissimo, come Set e Max del resto. Mi avvicinai e mi abbassai alla sua altezza.
I: tu devi essere la piccola Lottie. Piacere io sono Natalie ma tutti mi chiamano Sky.
L: papà! Ma lei è la principessa della favola!
Mi saltò addosso abbracciandomi. Non riuscivo a capire bene che cosa significasse quello che aveva appena detto. La presi subito in braccio e le sorrisi.
I: di che favola parli piccola?
L: di quella che mi racconta sempre papà! Ti prego adesso non scappare di nuovo.
Mi venne un groppo in gola a vedere quel faccino che mi diceva di non andarmene. Niall le aveva raccontato di me come una principessa di una favola. Chissà che altro le aveva detto. Quando mi riscossi le sorrisi e le diedi un bacio sulla guancia rosa.
I: tranquilla, non me ne andrò. Adesso andiamo a mangiare.
Ci accomodammo tutti a tavola. Set e Max si erano seduti vicini e si erano subito trovati bene insieme, Liam vicino a Danielle, Lou vicino a Elle, Harry sistemato di fronte a Lou con a fianco Zayn e Ronny, le piccole vicine e Jake e Mark in fondo alla tavola e Niall seduto davanti a me. noi eravamo gli unici a non proferire parola, almeno non direttamente. La cena passò in fretta tra un piatto e una risata. Verso la 10 andammo a sederci tutti quanti intorno all’albero. io e El rimanemmo in cucina per prendere la torta di Lou e di Lottie che avevamo preparato. Feci cenno a Danelle di spegnere le luci poi andammo tutte e due in sala con le candeline accese. Tutti quanti cantavano tanti auguri. Il primo a spegnere fu Lou che era il più ansioso di mangiare la torta poi la piccola Lottie.
L: ma è per me?
R: certo tesoro, adesso spegni le candeline.
L: posso papà?
N: assolutamente si. tanti auguri Lottie.
Accese le luci passamo ai regali. Ognuno aveva ricevuto qualche cosa di speciale, chi una maglia a righe, chi un gattino per sentirsi meno solo, qualcuno aveva ricevuto addirittura uno specchio e qualcun altro tutti i pupazzi di toy story. Arrivò il momento di dare i regali a Lottie, Set e Niall. per Lottie avevo preso un diadema. Parlando con Danielle avevo capito che tipo era, a Set decisi di comprare un paio di supra, conoscendo lo stile avevo fatto la scelta giusta. A Niall avevo regalato una cosa importante.
I: questo è per te. Aprilo.
Scartò velocemente il pacchetto sottile e tirò fuori un vinile di Frank Sinatra.
N: è stupendo. Perché proprio questo?
I: se leggi i titoli delle canzoni lo capirai da solo.
Girò immediatamente il disco e iniziò a leggere. Quando arivò al titolo dell’ultima canzone gli si illuminarono gli occhi.era fly me to the moon, la nostra canzone. Mia bbracciò immediatamente.
N: adesso ho anche io dei regali. Questo qui è per Max.
M: pe-per me? grazie.
Era un pacco enorme. Quando Max lo aprì ci trovò dentro una stupenda chitarra. Non l’avevo mia viso così felice, tranne quando gli parlavo di suo padre.
M: mio dio è supenda! Grazie! Mamma hai visto!? Una Stratocaster!
I: è bellissima Max.
N: invece questo è per te.
Mi prse un cofanetto di velluto blu. Lo guardai perplessa poi mi decisi ad aprirlo. Dentro c’era una targa in argento con scritte delle coordinate e sotto il mio nome a caratteri cubitali. Era una attestato che affermava che una stella si chiamasse come me. iniziai a piangere.
N: almeno quando scapperai da me un’altra vole mi basterà guardare il cielo per sapere che ci sei.
M: cosa vuol dire mamma? perché dovresti scappare?
I: è una lunga storia Max.
Lou: andiamo piccola Sky, abbiamo tempo. Molto tempo.
Mi misi a sedere rasseganta con Max al mio fianco. Gli tenevo stretta la mano.
I: vedi Max, ti ho raccontato molte volte della mia vita prima che arrivassi tu. Ti ho detto che eri stato un errore, certo ma l’errore più bello della mia vita.
M: ma cosa c’entra mamma?
I: non ti ho raccontato tutto. certo sai che sono partita per Londra quando ti aspettavo da qualche mese perché non volevo rovinare la vita a tuo padre. Purtroppo non me ne sono proprio andata, sarebbe più corretto dire scappata. Ecco perché Niall ha scritto quello sulla targa.
M: vuoi dire che …
Max si girò verso Niall. si alzò lentamente in piedi per poi avvicinarglisi. Vedevo la sua schiena alzarsi ed abbassarsi velocemente. Non avevo mai visto mio figlio piangere.
 
Niall POV.
Max si avvicinò a me con le lacrime agli occhi. Mi assomigliava più di qunato pensassi. Non riuscii a resistere un attimo di più. Lo abbracciai e con mia grande sorpresa mi ricambiò.
I: non piangere Max.
M: pensavo che non ti avrei mai incontrato. Pensavo che non esistessi nemmeno e invece sei qui e non potrei essere più felice. È il più bel regalo che potessi ricevere.
Scoppiarono tutti qunati in un pianti di gruppo. Anche Zayn che era il più duro piangeva appoggiato alla spalla di Ronny.
D: ragazzi basta piangere! è la vigilia dobbiamo essere felici! Malik alzati dal divano e metti un po’ di musica e tu signor Payne vieni immediatamente qui e balla con me.
Tutti formarono una coppia. Jack e Lucy, Lottie e Mark, Dan e Liam, Lou e El, Harry e Lulo ( il suo nuovo gatto), Zayn e Ronny e Set con Sky. Io me ne andai in terrazza a prendere un po’ d’aria. Poco dopo mi raggiunse Max.
M: posso?
I: certo, vieni qui.
M: amavi mia madre?
I: no.
Mi guardò scioccato e arrabbiato.  Abbassai la testa imbarazzato e sorrisi leggermente.
I: la amo ancora, non ho mai smesso Max.
M: sai, anche lei ti ama ancora. Credo che nemmeno lei abbia mai smesso di farlo.
I: sono felice di sentirtelo dire.
Mi diede una pacca sulla spalla e poi si allontanò per tornare dentro. Lo vedevo camminare quando si fermò di botto.
M: ehm… papà.
Sentii una strana sensazione quando mi chiamò in quel modo.
I: si Max?
M: vai da lei.
Lo guardai un attimo prima che sparisse dentro. Lo raggiunsi in un attimo. Quando rientrai vidi che Sky stava ancora ballando con Set.
I: Set posso rubarti Sky?
S: tutta tua papà.
La portai verso di me posandole una mano sul fianco. Mi era mancata tanto. La strinsi forte a me e lei appoggiò al testa al mio petto. Iniziammo ad ondeggiare a tempo.
I: Sky devo chiederti scusa.
S: e per cosa?
I: credo di amarti.
S: allora perdonami anche tu Niall. io ne sono certa.
Le alzai il viso e lo portai vicino al mio. Feci sfiorare i nostri nasi poi la baciai. Un bacio delicato e dolce, proprio come il primo che ci eravamo dati quel giorno al lago, solo che questa volta quando riaprii gli occhi lei era ancora tra le mie braccia. La guardai per una manciata di secondi ei suoi bellissimi occhi grigi.
I: buon Natale Sky.
S: buon Natale Niall.
 








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