I'll do anything to make you feel my love.

di LucryAvril
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** There's nothing that I couldn't do, to make you feel my love. ***
Capitolo 2: *** You are what dreams are made of. ***
Capitolo 3: *** You're always there, you're everywhere, but right now I wish you were here. ***
Capitolo 4: *** I don’t wanna fall to pieces, I just wanna seat and stare at you. ***
Capitolo 5: *** Moments in time. ***
Capitolo 6: *** Can you feel this magic in the air? ***
Capitolo 7: *** Come back to me like you would if this was a movie. ***



Capitolo 1
*** There's nothing that I couldn't do, to make you feel my love. ***


Canzone: Make You Feel My Love - Adele (http://www.youtube.com/watch?v=TGXW2n33QfI)

Ero sdraiata sul letto della mia camera, fantasticando sulla mia vita. La mia ipotetica - o meglio, improbabile - vita con lui. Fissavo il poster attaccato al muro, lo sguardo si spostava dai suoi occhi neri al suo sorriso. Era così maledettamente perfetto.
Fantasticavo, mentre la sua voce scorreva nei fili dell’ipod fino ad arrivare alle cuffiette, e a tuffarsi infine nelle mie orecchie.
Tante cose sono cambiate da allora, e non avrei mai pensato che tutto quel fantasticare mi avrebbe portato realmente a qualcosa.
A quel tempo erano solo fantasie.

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Capitolo 2
*** You are what dreams are made of. ***


Canzone: What Dreams Are Made Of - Hilary Duff (http://www.youtube.com/watch?v=Xx8TF4TCOiM)

Un anno prima.                

Sono due notti che lo sogno. Non mi era mai successa una cosa del genere.. Appena chiudo gli occhi la sua immagine si stampa sulle palpebre chiuse. Il peggio è che in ogni mio sogno che lo riguarda sono a un passo da lui, un piccolissimo passo dall’arrivare finalmente da lui, essere finalmente sua, anche solo per un po’, e a quel punto mi sveglio. Apro gli occhi e mi accorgo che era solo un sogno, un bellissimo sogno andato ancora una volta in frantumi. Allora rimango così, con la testa sprofondata nel cuscino a pensare a come sarebbe stato perfetto se solo fosse stato vero.
Ho cercato di sfogarmi con una mia amica conosciuta grazie a loro, lei mi capisce, è una Directioner e prova per Harry ciò che provo io per Zayn. Forse triplicato, perché lei li ha visti, ben due volte. Io no, sono stati in Italia poco tempo fa, ma non sono potuta andarci, e mi sono limitata a guardarli attraverso lo schermo della televisione. Ci sto facendo l’abitudine ormai, c’è sempre un fottuto schermo che ci divide. E’ stato tremendo sapere che loro erano nel mio stesso paese, più vicini del solito, e io non ero con loro.
Tutto è iniziato poco più di 3 mesi fa, precisamente il 17 dicembre. Quel giorno mi sono innamorata. Un amore platonico, c’è chi dice infantile. Ma l’amore, a mio parere, non può essere infantile. L’amore è amore e basta. Fatto sta che da quel 17 dicembre sembra essere passata una vita, come se fossi rinata iniziando una nuova vita con loro, perché la vita me l’hanno stravolta davvero. Me l’hanno cambiata, migliorata, perfezionata. Non fraintendetemi, la mia vita non è perfetta, tutt’altro, ma mi piace immaginarli come il pezzo del puzzle che mancava e che ora è completo. Come le figure maschili che mancavano all’appello fra i miei idoli (non che io ne abbia molti); insomma, loro fanno la differenza.
E lui fa la differenza. Lui è quello dei poster attaccati in camera, quello delle scritte sul diario, quello delle canzoni che amo. Non sa chi sono, forse non lo saprà mai, ma farò qualunque cosa per fargli sentire il mio amore.


So get out, get out, get out of my head, and fall into my arms instead.


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Capitolo 3
*** You're always there, you're everywhere, but right now I wish you were here. ***


Canzone: Wish You Were Here - Avril Lavigne (http://www.youtube.com/watch?v=VT1-sitWRtY&ob=av2e)

6.20 a.m.
‘It’s time to get up in the morning…’
Suona la sveglia imperterrita come ogni mattina, e io la lascio andare soltanto perché sono le loro voci, anche se so che di lì a poco cominceranno a urlare.
‘So we gotta gooo! It’s time to get up!’
Mi alzo dal letto e comincio una nuova monotona giornata. Anche oggi, fra i mille impegni, mi dedicherò a loro, con cuore, corpo e mente.
 
2.00 p.m.
Eccomi finalmente a casa! Accendo lo stereo e faccio partire Up All Night. Sul forum ufficiale ci sono le notizie dei ragazzi costantemente aggiornate, in questo periodo sono in giro per il mondo a promuovere il loro album di debutto. Sono così fiera di loro, così orgogliosa di dove sono arrivati, e so che in minima parte il loro successo è anche per merito mio, questo mi fa sentire bene. Vederli felici per aver realizzato i loro sogni rende felice anche me: il loro sorrisi sono il mio sorriso. Tuttavia mi mancano, da morire. Sul forum girava una voce: ‘Torneranno in primavera’, ed è primavera inoltrata, i giorni passano ma non si sa nulla. Sono pieni di impegni, ma io continuo a sperare di poterli vedere un giorno.. Di poter vedere lui.
 
21.30 p.m.
Sto rileggendo i tweet in cui Zayn risponde alle fan. Uno mi ha colpito in particolare: una ragazza gli ha scritto triste perché pensa che non riuscirà a vederli, e la sua risposta è stata ‘don’t be sad, ok? I love you too and I’ll be in your country soon :) x’ Non essere triste, dice. Forse dovrei prendere quella risposta come fosse per me, come se avesse cercato di consolare me.. Gli scrivo un tweet, uno dei tanti che gli scrivo ogni giorno. Anche questo non riceverà risposta.
 
Due settimane dopo.
‘I One Direction saranno in Italia per una signing session e per la promozione del loro album di debutto Up All Night fra esattamente una settimana!’
Leggendo queste parole sullo schermo del computer il mio cuore si ferma un attimo e gli occhi diventano lucidi. E’ la mia occasione, è ciò che aspettavo, ciò in cui speravo. Una settimana, mancano 7 giorni. Devo fare qualcosa, qualunque cosa per fargli ricordare di me.. La prima signing è stata a Milano, questa sarà a Roma. Andrò con Livia e le altre, è tanto che ci promettiamo che l’avremmo vissuta insieme! Adesso devo pensare a preparare qualcosa da dare a Zayn, voglio cogliere al volo questa occasione.

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Capitolo 4
*** I don’t wanna fall to pieces, I just wanna seat and stare at you. ***


Canzone: Fall To Pieces – Avril Lavigne (http://www.youtube.com/watch?v=BGh0CcbVoPQ)

Una settimana dopo.

4.00 a.m.

‘It’s time to get up in the morning…’
Eccoli, puntuali come ogni mattina, ma non alle 6.20 come al solito, piuttosto alle 4: era il gran giorno. Che poi, la sveglia non serve a un granché se non hai dormito per niente. Non ce l’avevo fatta, troppi pensieri si affollavano nella mia mente, come sarebbe stato? Cosa avrei provato? Ormai c’era ben poco da chiedersi, dopo qualche ora avrei scoperto ogni sensazione nei minimi particolari.
Quando fui pronta, mi accertai di aver preso tutto, e in particolare mi accertai che nella mia borsa ci fosse quella busta bianca che avrebbe fatto da tramite fra me e lui. Una lettera, già, una banalissima lettera. Ma ci misi l’anima per scriverla, ci misi giorni per convincermi davvero, scrivevo, poi cancellavo, e finivo per riscrivere la stessa cosa di prima. Provai in tutti i modi, con delle parole, a trasmettere attraverso l’inchiostro ciò che ho dentro, facendo scorrere i sentimenti dal cuore al braccio, dal braccio alla mano, dalla mano alla penna e dalla penna al foglio. Quel foglio che dopo poche ore sarebbe stato nelle sue mani.
Uscii di casa, arrivai a Roma, incontrai Livia e le altre e ci dirigemmo al luogo della signing session. Era mattina presto, praticamente ancora notte, ed eravamo fra le prime 10. Non immaginavo quanto sarebbe stata stressante e stancante, ma allo stesso tempo terribilmente perfetta, quella giornata. Con il passare delle ore il posto si riempì, c’erano migliaia di ragazze che urlavano, cantavano o, semplicemente, se ne stavano zitte ad aspettare che il loro sogno si avverasse, sperando di non svegliarsi ed accorgersi che era solo un altro dei loro sogni. Ma quello non era un sogno, quella era la realtà. Fu in quel momento che capii che ero solo una delle tante ai loro occhi e ai suoi, solo una delle tante fan che farebbero di tutto per un loro abbraccio. Come se io fossi la completa monotonia, e lui la grandiosa eccezione. E in effetti era proprio così.
Le ore passarono, fino a quando arrivò il momento. In fila entrò il primo gruppo, di cui facevamo parte. Il locale era buio e molto grande, si vedevano solo delle lievi luci in lontananza. Ci guidarono fino a una transenna, poi le luci si accesero e loro entrarono. Non ricordo molto di quel momento, ho una grande confusione, dei flash offuscati, poiché gli occhi si appannarono e il cuore cominciò sempre di più ad assomigliare ad un tamburo. Per la precisione, un rullo di tamburi. Il primo a entrare fu Liam, poi c’era Niall, poi Harry, poi Louis ed infine lui. In quel momento credetti di svenire, collassare o morire direttamente. Era bellissimo, ancor più del solito, ancor più di come lo avevo immaginato. Molto di più che dietro a uno schermo. Era lì, davanti a me, in carne ed ossa, e non riuscivo a crederci. Non riuscivo a piangere, né tantomeno a respirare. Ero immobilizzata. Nel locale eravamo ancora poche, quindi mentre entravano i ragazzi volgevano sguardi incuriositi e felici ad ognuna di noi. Zayn accennava un sorriso e muoveva rapidamente gli occhi, fino a che il suo sguardo si fermò, per un attimo su di me. I suoi occhi erano completamente incatenati ai suoi, o almeno così mi sembrò. Sentii come un grande pugno allo stomaco, un colpo al cuore. Mi colpì come un fulmine a ciel sereno: immaginavo sarebbe stato emozionante, terribilmente meraviglioso, ma non così tanto. Insomma, quel pugno provocato dal magnetismo dei suoi occhi proprio non me lo aspettavo.. Ma durò ben poco. Quei due velocissimi secondi, anche se non sembrò così, finirono in fretta, e lui tornò a volgere il suo sguardo su qualcos’altro di altrettanto banale e comune. 

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Capitolo 5
*** Moments in time. ***


Moments in time.

Canzone: Moments - One Direction (http://www.youtube.com/watch?v=_bEHipb2SNw)

Salirono sul piccolo palco del locale e si posizionarono davanti ai microfoni: nessuna di noi lo sapeva, ma per il primo gruppo ci sarebbe stata una piccola performance, poi la signing session vera e propria. Fu Liam, come al solito, a parlare per primo. “Hi, we’re One Direction!” alcune ragazze urlarono a queste parole; attaccate a quelle transenne c’erano 25, forse 30 ragazze, le fortunate che li avrebbero anche sentiti cantare, e tra loro c’ero io. “Today we’re going to perform for you Moments! We know that is the favourite song of a massive part of you, so we wanna make you this little gift.” Con l’inglese me la cavo bene, capii tutto all’istante e un altro pugno di una mano invisibile mi colpì lo stomaco quando lo sentii pronunciare il titolo di quella canzone. Era la mia preferita, e loro la stavano per cantare per me. Non riuscivo a crederci, tutto ciò che aspettavo era il bridge della canzone, cioè l’assolo di Zayn, la parte più emozionante. Il chitarrista cominciò a suonare le prime note, e improvvisamente tutte noi facemmo silenzio. Era un’atmosfera magica, di sintonia e simbiosi fra noi e loro, fra me e lui. “Shut the door, turn the light off, I wanna be with you, I wanna feel love, I wanna lay beside you, I cannot hide this, even though I try.” Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, ma Zayn teneva lo sguardo basso, era serio. Le mie labbra si muovevano sulle parole della canzone, ma nella mia mente continuavo a ripetere ‘Guardami, ti prego, alza gli occhi, guardami..’ Ma lui non lo fece. Alzò gli  occhi, ma guardò dal lato opposto al mio. “If we could only have this life for one more day, if we could only turn back time..” all’unisono iniziarono a cantare, “You know I’ll be your life, your voice, your reason to be my love, my heart is breathing for this moment in time, I’ll find the words to say.. Before you leave me today.” I brividi mi percorrevano la schiena, poi gli arti, scuotendo cuore ed anima. Nessuna canzone mi ha mai emozionato quanto Moments. I secondi passavano, ma continuava a non notarmi, e io continuavo a cantare, guardarlo e pregare che si girasse. Era arrivato il bridge, il suo assolo, e i miei occhi si riempirono d’acqua salata. Non fuoriusciva, quindi vedevo appannato. “Flashes left in my mind, going back to the time, playing games in the street, kicking balls with my feet. “Dancing on with my toes, standing close to the edge,” Finalmente le lacrime uscirono e scivolarono calde sul mio viso, stava per cantare la mia frase preferita. Girò finalmente lo sguardo e mi vide piangere. “There’s a part of my clothes at the end of your bed.” Eccola, la mia frase preferita, quelle poche parole che formano poesia e che il destino a scelto di far risuonare proprio con la sua voce. Non staccava lo sguardo da me, mi sorrise, uno di quei sorrisi che non si dimenticano. “As I feel myself fall, make a joke of it all.” Concluse il suo assolo con quell’acuto perfetto senza staccarmi gli occhi di dosso. Discostò le labbra dal microfono e guardandomi sussurrò: “Don’t cry!” e poi un altro sorriso, ma questo non migliorò le cose. Leggendo il labiale e capendo le parole che stava dicendo piansi più di prima, ma le lacrime scendevano bagnando un sorriso. Mi sentivo felice.

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Capitolo 6
*** Can you feel this magic in the air? ***


Canzone: Today Was a Fairytale – Taylor Swift (http://www.youtube.com/watch?v=NyMBghaGR2A&feature=related)

Finita la canzone gli uomini della security ci fecero mettere in fila, era arrivato il momento di avvicinarci. Avevo Up All Night e la mia lettera ben stretta in una mano, la mia videocamera in funzione nell’altra. Mi sentivo una stupida, immaginavo che avrebbe pensato che ero solo una ragazzina fra milioni di ragazzine e che quella era l’ennesima stupida lettera, ma alla fin fine non potevo davvero saperlo, quindi ci provai lo stesso. E poi in quella lettera ci avevo messo veramente tutta me stessa. La fila sembrò infinita, io tremavo, cercavo di sistemarmi i capelli, avevo paura di sembrare un disastro, e probabilmente era così, ma di certo non c’era tempo di sistemarsi. Ero lì e dovevo vivere al meglio quel momento, che chissà se sarebbe mai ritornato. Come si dice, il treno passa una volta sola, e io non ero intenzionata a perderlo. Arrivò il mio momento, quindi mi feci avanti, mentre quello della security praticamente mi spingeva. Arrivai davanti a Niall che mi fece un sorrisone, e gli porsi l’album. Lo autografò e lo passò a Liam, che vedendomi mi disse il suo famoso “Sciao bela!” che mi fece ridere, mentre in realtà piangevo. Ero un misto di emozioni e sentimenti in subbuglio, avevo un uragano dentro che mi faceva tremare. Liam passò il mio album a Zayn, era il mio momento. Lui lo autografò e poi alzò gli occhi, e riconoscendomi mi sorrise dicendo “Sciao Prinscipesa!” Credevo di svenire, ma gli porsi la mia lettera dicendo “This is for you!” Lui la prese e la ripose in una scatola piena di regali che teneva accanto a sé, ringraziandomi. Avevo poco tempo.. “Zayn, can I hug you?” mi stupii di me stessa, ero riuscita a chiederglielo. Lui rispose “Sure!” e alzandosi dalla sedia si sporse verso di me. Non riuscii a controllarmi, troppe volte avevo sognato quel momento, quindi mi gettai letteralmente tra le sue braccia singhiozzando. Il suo profumo mi pervase le narici e mi entrò in testa, non lo dimenticai mai. Lui ripetè, consolandomi “Don’t cry! Sei bella.” Tempo scaduto, ci allontanammo e lui passò alla prossima. Vidi Louis sorridermi con quegli occhi lucenti, poi Harry salutarmi con quella sua voce così meravigliosa. Non ebbi il tempo di realizzare che l’uomo della security mi spinse letteralmente fuori da quel locale buio, rumoroso, il luogo del sogno. Vidi la luce del sole: era finito tutto.

Per giorni e giorni continuai a piangere ascoltando una canzone che sembrava descrivere perfettamente quel magico giorno.

“Oggi è stata una favola
Tu eri il principe
Io ero una damigella in pericolo
Oggi è stata una favola
Ho indossato un abito
Tu indossavi una t-shirt di colore grigio scuro
Mi dicevi che ero bella anche quando sembravo un disastro
Oggi è stata una favola
Il tempo rallenta ogni volta che sei con me
Ma riesci a sentire questa magia nell’aria?
Deve essere stato il modo in cui mi hai abbracciata
Mi sono innamorata quando ti ho visto lì
Sarà stato per quello
Oggi è stata una favola
Tu hai un sorriso che mi porta su un altro pianeta
Ogni tua mossa tutto quello che dici è giusto
Oggi è stata una favola
Tutto quello che posso dire è che la cosa si sta facendo molto più chiara
Nulla aveva senso fino a quando non ho visto il tuo volto
Oggi è stata una favola
Il tempo rallenta ogni volta che sei con me
Ma riesci a sentire questa magia nell’aria?
Deve essere stato il modo in cui mi hai abbracciata
Mi sono innamorata quando ti ho visto lì
Sarà stato per quello
Oggi è stata una favola
Il tempo rallenta ogni volta che sei con me
Riesco a sentire il mio cuore
Sta battendo nel mio petto
Riesci a sentirlo?
Non riesco a spiegarti come mi sento
Ma riesci a sentire questa magia nell’aria?
Deve essere stato il modo in cui mi hai abbracciata
Mi sono innamorata quando ti ho visto lì
Sarà stato per quello
Oggi è stata una favola.”

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Capitolo 7
*** Come back to me like you would if this was a movie. ***


Canzone: If This Was a Movie – Taylor Swift (http://www.youtube.com/watch?v=i9W-4PMngAU)
***
Dopo la signing session saremmo tornati un’oretta in hotel e poi all’aeroporto per imbarcarci per l’America. Ero totalmente entusiasta di ciò, ma una parte di me non ne aveva voglia. Semplicemente volevo tornare a casa e stare con la mia famiglia, i miei amici. E magari trovarmi una ragazza normale, una semplice ragazza come avrei fatto se non fossi diventato famoso. Saremmo tornati in Inghilterra solo a Giugno per passare parte dell’estate, ed era solo febbraio. Sembrava un tempo infinitamente lungo quello che mi separava da casa.
Subito dopo la signing uscimmo dal retro del locale ed entrammo in un furgoncino, mentre dei fattorini portavano gli scatoloni con i regali che le fan ci avevano fatto: su ogni scatolone c’era il nome di uno di noi. Ero stanco, sprofondai nel sedile del furgoncino accanto ai miei compagni di vita e mi addormentai.
Il sonno durò poco, perché presto arrivammo all’hotel. Ancora una volta entrammo dalla porta sul retro e ci recammo nelle nostre camere, mentre altri fattorini portavano gli scatoloni dietro di noi. Appena in camera mi sdraiai sul letto e il fattorino adagiò accanto a me quell’enorme scatolone di cartone con il mio nome sopra. Era colmo di regali, e come dopo ogni signing li avrei visti tutti. Mi misi a sedere e lo aprii: davanti a me avevo svariati peluche, braccialetti, magliette, scatole di cioccolatini. Ne aprii una che aveva sopra un bigliettino e addentai un cioccolatino: era davvero buono. C’erano peluche di tutti i tipi: orsacchiotti, giraffe, cagnolini e soprattutto tanti morbidi cuori. Passai in rassegna molti regali, e pian piano arrivai al fondo della scatola: c’era una busta bianca, e rivedendola ricordai il momento in cui la ragazza me la porse; effettivamente era tra le prime, per questo era finita lì giù. Stavo per aprirla quando bussarono alla porta ‘Zayn, sei pronto? Stiamo per andare, forza datti una mossa!’ Era Liam. ‘Sì, arrivo!’ risposi. Non ero per niente pronto, immerso fra i regali il tempo era volato ed era ora di andare. Rimisi frettolosamente tutti i regali alla rinfusa nello scatolone, presi le ultime cose rimaste sparse per la stanza, presi la valigia ed uscii veloce. A metà corridoio però mi accorsi di non avere con me la lettera. Non l’avevo rimessa nello scatolone nè tantomeno nella valigia. Lasciai tutto lì e corsi di nuovo in camera, e cominciai a cercare in giro la lettera. Era il regalo di una fan e non intendevo perderlo, li conservo tutti e lo farò sempre. ‘Zayn, manchi solo tu, veloce!!’ Stavolta era Paul, meglio sbrigarsi. Guardai sotto il letto, ed eccola lì; nella foga di rimettere tutto a posto mi era scivolata. Corsi fuori, presi tutte le mie cose e mi aggregai agli altri, e insieme ci dirigemmo all’aeroporto.
Quando finalmente mi sedetti sul sedile dell’aereo mi sentii sollevato, ero davvero stanco. Allacciai la cintura e presi il mio bagaglio a mano, lo aprii e presi la lettera e un altro cioccolatino. Sulla busta c’era semplicemente scritto ‘To Zayn, with Love.’ La aprii, mentre l’aereo si preparava alla partenza. Mi colpì la calligrafia, era dolce e armoniosa. Ho sempre amato leggere le lettere e le dediche delle fan, quando lo faccio le leggo piano e mi sento amato. Quella lettera però era davvero particolare, diversa dalle altre in qualche modo, anche se oggettivamente uguale. Mi colpì davvero, tanto che sentii le farfalle allo stomaco leggendo quelle parole, o forse era solo l’effetto del decollo dell’aereo.
                                                                                           ***
Ero a casa. Non riuscivo a ragionare, non riuscivo a calmarmi. Entrai in camera mia e mi sedetti sul letto, fissando il poster sulla parete. I loro sorrisi, i loro occhi, li avevo visti davvero. Davanti a me, a davvero pochi centimetri. Accesi il computer e scaricai i video che avevo fatto durante la performance e la signing. Appena scaricati, aprii quello della performance, sentii di nuovo la voce di Liam, poi partì Moments. Guardavo quel video e non ci credevo, l’avevo vissuto davvero. Arrivò la parte in cui Zayn mi guardava, cantava, mi sorrideva, poi mi diceva “Don’t cry!”, ma ancora una volta non servì a nulla. Le lacrime sgorgarono giù rigandomi le guance in fiamme.
***
Guardai fuori dal finestrino, eravamo tra le nuvole. Gli altri dormivano, io in quel momento proprio non ci riuscivo. Continuavo a guardare la luna e a pensare a come sarebbe stato se avessi trovato prima quella lettera, se l’avessi letta in hotel. Avrei fatto una pazzia, avrei voluto trovare quella ragazza che aveva scritto quelle cose tanto diverse da tutte le altre. Su quei due fogli c’era scritto l’amore, quello che va oltre l’amore di una fan.. Non avrei saputo spiegarlo. L’avrei cercata, chissà, magari l’avrei trovata. Le avrei chiesto le tante cose nascoste fra quelle parole, l’avrei abbracciata. Ma che dico? La ricordavo appena. E non sarei certo potuto scappare dall’hotel per cercarla. Non sono un ragazzo comune, sono Zayn Malik dei One Direction, e i ragazzi hanno fiducia in me. Non avrei potuto mai abbandonarli poco prima di un volo per l’America.
***
Ancora sul letto, stavolta sdraiata, ascoltavo una canzone. Ancora una volta sembrava parlare di noi. Sussurrai quelle parole al suo volto sulla parete, come un soffio sperai che lo raggiungessero, ovunque lui fosse.
“Torna da me,
come faresti se questo fosse un film.
Staresti sotto la pioggia fino a quando non verrei fuori.
Torna indietro, torna da me,
so che in qualche modo potremmo farcela,
ma se questo fosse un film tu saresti qui proprio ora.”

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