A me gli Occhi

di giulia87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Sabato qualsiasi di fine Settembre ***
Capitolo 2: *** Ripensando a Te ***
Capitolo 3: *** Devo rivedere i tuoi Occhi ***
Capitolo 4: *** L'Orologio ***
Capitolo 5: *** Aspettandoti ***
Capitolo 6: *** All'improvviso... TU ***
Capitolo 7: *** Il bacio che non mi aspettavo ***
Capitolo 8: *** Di ritorno verso casa ***
Capitolo 9: *** Pensieri notturni ***
Capitolo 10: *** Un pomeriggio con Te ***
Capitolo 11: *** Tutta colpa dei TRAM ***
Capitolo 12: *** E già mi manchi ***
Capitolo 13: *** Quando il sogno può trasformarsi in incubo ***
Capitolo 14: *** Non posso stare senza TE ***
Capitolo 15: *** Amori ed Ostilità ***
Capitolo 16: *** Null'altro che Amore ***
Capitolo 17: *** Voglio solo TE ***
Capitolo 18: *** Ti Aiuterò a cambiare ***
Capitolo 19: *** Quante cose non so di te ***
Capitolo 20: *** Una domenica qualunque ***
Capitolo 21: *** La resa dei conti ***
Capitolo 22: *** Un segreto fra Noi ***
Capitolo 23: *** Attraverso i Suoi Occhi ***
Capitolo 24: *** Semplicemente Insieme ***
Capitolo 25: *** Le bugie hanno le gambe corte ***
Capitolo 26: *** Amore e Pregiudizi ***
Capitolo 27: *** La paura dei Cambiamenti ***
Capitolo 28: *** Un giorno senza fine ***
Capitolo 29: *** Viaggio all'inferno: andata e ritorno ***
Capitolo 30: *** Quando i nodi vengono al pettine ***
Capitolo 31: *** Alla luce del Sole ***
Capitolo 32: *** Un rincontro inaspettato ***
Capitolo 33: *** Ritorno al Passato ***
Capitolo 34: *** Profumo di Natale ***
Capitolo 35: *** Giorni d'Attesa ***
Capitolo 36: *** Angosce e Timori ***



Capitolo 1
*** Un Sabato qualsiasi di fine Settembre ***


sSasghh

A Me gli Occhi

 

Non so se da un atto di violenza può nascere l’amore, credo di no.. forse perché l’amore è un sentimento così puro e genuino che non può mettere radici in tali situazioni, dove la paura e padrona assoluta e indiscussa del tuo cuore.

Anche io ero di questo pensiero.. fino a quel giorno almeno.

Mi chiamo Ginevra, ho quasi 18 anni e frequento l’ultimo anno di liceo.

Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da qualche anno a Lione, città natale di mio padre,  per seguirlo nelle sue ricerche universitarie.

Questa è la quinta città che cambiamo.. sono stata anche in Italia per qualche tempo, dove ho lasciato molti amici e anche qualcosa di più, Antonio.

Non credo ci rivedremo più, anche se è stato bello giurarci amore eterno all’aeroporto di Fiumicino, sigillando quella promessa con un dolce bacio.

Quando mi imbarcai sentii una fitta trapassarmi il petto.  Sapevo che la distanza ci avrebbe separato.  Poco più di mille kilometri..  sufficienti  però a porre fine alla nostra storia.

Ricordo ancora i primi tempi.. ci telefonavamo quasi tutti i giorni, poi con l’aiuto di skype e di msn la lontananza sembrava quasi non si sentisse. Eh, pura utopia!

La ripresa della scuola fu la nostra rovina.. qui in Francia i corsi sono totalmente differenti, iniziano al mattino e proseguono fino al tardo pomeriggio.. in compenso quasi nessun compito a casa.

Cominciammo a sentirci solo di sera, poi non più tutti i giorni.. ben presto i giorni diventarono settimane e le settimane.. mesi.

Ora restiamo buoni amici, di tanto in tanto ci becchiamo su msn e facciamo due chiacchiere. Ho saputo che si è fidanzato da poco. Sono contenta per lui.

Io invece mi godo la vita da teenager , esco con gli amici, faccio sport e da qualche mese sto anche prendendo lezioni di pianoforte.

Nessun ragazzo, per ora. Non ne sento il bisogno. Ho deciso che mi fidanzerò solo quando avrò trovato la persona che mi farà battere il cuore per davvero. Ho voglia di vivere un amore con la A maiuscola ma non ho intenzione di cercarlo. So che quando sarò pronta, sarà lui a cercare me.

Erano appena le 7 del mattino, il sole non aveva ancora fatto capolino dalle nuvole, quasi a dire: lasciatemi riposare un altro po’

Eh in quell’occasione mi trovava pienamente d’accordo con lui. Avevo poca voglia di uscire, le strade erano umide, segno che aveva smesso di piovere da poco.

Odio le giornate di fine estate. Mi mettono tristezza. Preferisco di gran lunga i mattini freddi e nevosi a quelli umidi.

C’è da dire che la Francia è un paese dal clima variato, a seconda delle regioni. Lione situata nella Rhône-Alpes ha la temperatura tipica delle zone montuose, con abbondanti precipitazioni.

E stanotte la pioggia non si era di certo risparmiata!

Il pulman, come al solito, tardava ad arrivare. Abitando in periferia sono infatti costretta a muovermi con i mezzi pubblici. La mia scuola è in pieno centro, ciò vuol dire che ogni giorno devo sorbirmi circa 20 kilometri di tragitto che spesso e volentieri, causa il caos mattutino, si traducono in 60 minuti di “sano” traffico urbano.

Di solito condivido il “calvario” con Marie e Stephan che fatalità del destino, più comunemente nota come “interrogazione a tappeto” si son beccati l’influenza.

Stranamente la fermata del pulman è deserta, di solito sembra un attracco  di bordo. Gente che sale, gente che scende.. gente che, perennemente in ritardo si fa la sua corsetta mattutina con le mani alzate verso il cielo nella speranza che l’autista li noti e non riprenda subito la sua corsa.

Oggi invece è tutto calmo, complice anche  il tempo non clemente di questo sabato di fine settembre.

Fisso i cartelloni pubblicitari, ce ne uno nuovo, proprio di fronte . E’ enorme.. “scarpe donna loka”, sarà, ma a mio avviso le scarpe restano sempre l’ultima cosa che si guarda del cartello. Sorrido divertita al pensiero dei commenti che avrebbe fatto Stephan.

Ad un tratto mi sento afferrare con forza un braccio. Mi giro d’istinto.

Dammi i soldi” mi intima  in un perfetto francese un ragazzo dal volto parzialmente coperto con una sciarpa ma apparentemente disarmato.

Aveva degli occhi magnetici, indecifrabili, illeggibili.. cosi come il colore delle iridi..un colore indefinibile tra il verde e il turchese.

Quello non era certo uno sguardo che si potesse dominare o sovrastare.  Il suo sguardo mi incantò, mi stregò,  mi rapì.  Esprimeva tutto e niente, i suoi occhi immobili eppure così vivi, sprigionavano dolcezza e passione insieme, tristezza e vitalità, malinconia e serenità, vigore e moderazione. Non riuscivo a decifrarlo né tanto meno abbandonarlo! Mi sentivo stordita, frastornata, disorientata.

 Mi colse un dolce turbamento di cui non volevo neppure liberarmi! Null’ altro esisteva intorno,tutto si era improvvisamente annebbiato,  eravamo io e lui soltanto..  e i nostri sguardi l’ uno dentro l’ altro, perfettamente uniti .

Non so per quanto restammo  a  guardarci, fu lui per primo a distogliere il suo sguardo e a tornare alla realtà di quel momento.. realtà che ci vedeva l’uno contro l’altra, lui il mio rapinatore  e io la sua vittima.

Obbedii alla richiesta. Oltre ai 50 Euro che avevo in borsa gli consegnai il mio orologio. Non so il perché di quel mio gesto.

Credo che nemmeno lui se l’aspettasse. Sul suo celato viso mi parve di scorgere un sorriso quasi divertito e anche i suoi occhi cambiarono espressione.

“Grazie”  mi sussurro.

Lo vidi voltarsi più volte mentre si allontanava e nonostante avessi preso un gran bel spavento, non smisi per un attimo di pensare a quegli occhi verdi, così  maledettamente belli che erano stati in grado di farmi perdere la testa, davanti a quella fermata, alle 7 del mattino, di un sabato qualsiasi  di fine settembre.

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Capitolo 2
*** Ripensando a Te ***


Eccomi qui...ho appena finito di scrivere il secondo capitolo di questa storia. Inanzitutto voglio ringraziare Amo90, B r o K e n, EratoMelpomene, nikkith e pirilla88 che hanno aggiunto la mia fanfiction tra i preferiti. Un grazie va anche a lucyette e a rosablu che hanno commentato il primo capitolo. Spero che il secondo non vi deluda...fatemi sapere!! Buona lettura fffffffffffffffffff

Sono salita sull’autobus e mi sono seduta al mio posto preferito, quello che si trova proprio sopra l’uscita laterale, con vista sulle scalette e … sul bagno dell’autobus. Mi piace quel posto perché non si hanno i sedili davanti e nessuno può distruggerti le ginocchia perché crede che con lo schienale inclinato il proprio viaggio risulti meno pesante a scapito di chi gli siede alle spalle. Dal finestrino la pioggia ha ripreso a battere forte, così forte da impedire una visione nitida delle cose.

Provai a chiudere gli occhi. Ero ancora turbata. Portai la mano su petto, il mio cuore, lentamente,  ricominciava ad avere il suo battito regolare.

Sorrisi al pensiero delle parole ripetute di consueto da mia madre: “Mi raccomando non prendere la Metropolitana di mattina presto..” Sono sicura che se le avessi raccontato ciò che mi era accaduto mi avrebbe proibito anche di andare in pulman.

Le lezioni si erano susseguite senza troppi intoppi.. il test di matematica, la versione di latino, la tanto temuta interrogazione di fisica che per fortuna mi aveva risparmiato.

Dopo la recente ristrutturazione, i servizi della mensa erano migliorati. Non più pasta scotta e bistecche un po’ troppo al sangue ma anche pizza, insalatone e veri primi piatti, “perche non approfittarne?pensai.

Le mie abitudini italiane ad ora di pranzo si facevano sentire ancora di più, ovviamente la  pizza napoletana restava il mio rimpianto più grande.

Dopo aver dato una rapida occhiata al menù, la mia scelta cadde sul Ratatouille, piatto tradizionale provenzale a base di verdura stufata,  accompagnata da un piatto di patate.

Ero ancora alla ricerca di un tavolo libero immersa in chissà quali pensieri quando qualcuno appoggio la mano sulla mia spalla. Non so cosa mi passò per la mente in quell’istante, forse lo spavento provato quella mattina non si era ancora del tutto assopito, so soltanto che sobbalzai d’improvviso e spalancai gli occhi. Mi guardai intorno, smarrita, ma tirai un sospiro di sollievo nel riconoscere il volto della persona che mi stava di fronte.

Terence!! “ esclamai sfoggiando un sorriso di circostanza.

Tutto ok, Ginevra??.. sei cosi pallida! Ti senti male?” mi domandò lui, sinceramente preoccupato.

Si tutto ok” risposi io.

Ti va di mangiare con me?” al mio tavolo c’è ancora qualche posto libero” continuò lui guidandomi verso l’ala ovest della sala.

Lo seguo in silenzio, poi mi accomodo su una delle sedie di pelle rossa. Terence aveva i capelli neri, carnagione scura e occhi profondi. Molto solare e pieno di vita; aveva nelle vene anche sangue spagnolo, poiché la madre si era sposata con un iberico.

Cominciò a discorrere del più e del meno. Ogni tanto annuivo, fingendo interesse, ma mentre parlava la mia mente era lontana, era tornata a quella mattina, da quel ragazzo dagli occhi grandi e turchesi, di un turchese che neanche il cielo riusciva a sfiorare.

Ricordai la sua carnagione bianca, i suoi capelli scuri un po’ lunghetti, il tono profondo della sua voce. Quella sciarpa di lana dalle righe fini non era riuscita a nascondere la bellezza di quel volto. In quel momento il mio cuore cominciò a battere più forte, mi sentii felice e triste allo stesso tempo, era stato un sogno? Era stato un miraggio? Macchè.. in verità quel giovane non era altro che un delinquente, un criminale qualunque che mi aveva derubata e spaventata a morte.

Il tono interrogativo della voce di Terence mi riportò di colpo alla realtà che mi circondava.

Scusami tanto ma non mi sento molto bene.. preferisco tornare a casa” esclamai raccogliendo in fretta le mie cose.

Ma più tardi c’è la lezione di chimica!” mi ricordò prontamente Terence.

Mi portai una mano allo stomaco con una smorfia. “Mi sa che ho esagerato con il condimento.. “ dissi.

Ok ti giustifico io con la prof! “ concluse lui, sinceramente preoccupato.

Mi incamminai verso l’uscita percorrendo il viale e raggiungendo il parcheggio principale. Discesi i gradini del sottopassaggio che portava alla stazione della Metropolitana, avrei risparmiato un bel po’ di tempo prendendo il treno,.. “scusa mamma” pensai con un sorriso.

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Capitolo 3
*** Devo rivedere i tuoi Occhi ***


Ecco il terzo capitolo..diciamo che mi son fatta prendere dall'entusiasmo e la mia fantasia oggi mi ha aiutato parecchio... mai avevo scritto un capitolo tutto di un fiato. Un grazie va soprattutto a voi che vedo apprezzate questo mio racconto. Devilgirl89 sono strafelice di sapere che l'incontro ti ha emozionato.. temevo di non riuscire ad esprimere al meglio le sensazioni che volevo trasmettere. Che dire buona lettura!! aSasA

Era da un po’ che me ne stavo sdraiata sul letto, fuori non faceva freddo ma sentivo ancora la pioggia battere contro i vetri della mia finestra. Mentre ascolto un vecchio CD  provo una strana sensazione, un misto tra noia e attesa..ATTESA, attendo qualche cosa? A pensarci bene no, non attendo nulla. Sono estremamente metereopatica, i cambiamenti climatici hanno da sempre influenzato il mio umore, ho letto  da qualche parte che il vento del sud, tipico delle nostre parti ha dato origine ad una vera e propria sindrome che si manifesta con agitazione, insonnia e aumento della temperatura corporea. In effetti mi sentivo un po’ accaldata. "Ma sarà davvero colpa del tempo?" Quegli occhi.. non potevo fare a meno di ripensare a quegli occhi. Grandi e chiari come il ghiaccio.. così dannatamente belli che difficilmente li avrei dimenticati. "L’avrei mai più rivisto?" Mi sentii invadere da un senso di angoscia. "Colpa del tempo" ripetei tra me e me.

Con uno sguardo era stato capace di trasmettermi più emozioni di mille parole.. c’è chi dice che gli occhi sono importanti per capire moltissimo la persona che abbiamo di fronte. Sarà.. ma se gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima, l’anima di quel ragazzo doveva essere la più pura che esista.

Mi venne da sorridere, stavo enfatizzando le cose come al solito.

Marie venne a casa nel tardo pomeriggio, era preoccupata per me. Le avevano riferito di un mio malore.. “come esagera la gente” pensai.

Aveva i capelli biondi e lunghi fin oltre le spalle, la pelle rosata e gli occhi verdi. Indossava una tuta nera che metteva ancor più in risalto la sua carnagione.

Dopo averla rassicurata sul mio stato di salute le parlai dell’accaduto. Ascoltò in silenzio il mio racconto, sgranando gli occhi alle mie parole. Si portò le mani sulle guancie e mi disse: “Ginevra sei andata alla polizia?

Polizia?!?” ripetei io, con aria sorpresa. Sembrai cadere dalle nuvole, avevo passato l’intera giornata a pensare a quel ragazzo e a cosa era successo ma nemmeno per un istante avevo preso in considerazione l’eventualità di denunciare l’accaduto.

Certo che no!” le risposi con un espressione che doveva essere seria, ma che probabilmente lasciava trapelare un velo di sorriso.

Perchè ridi divertita?” mi chiese lei sinceramente preoccupata.

Rido perché tu sei riuscita a cogliere un punto che a me continuava a sfuggire” le dissi.

Marie continuava a non capire.

E io che ti stavo raccontando dell’incontro più emozionante della mia vita” incalzai io insoddisfatta nel costatare che la mia amica non aveva colto il significato del mio racconto.

Sei forse impazzita?” esclamò, incredula.

Devi aiutarmi a ritrovare quel ragazzo.. ho bisogno di rivederlo, anche solo per una volta. Ho bisogno di rivedere i suoi occhi, di incrociare il suo sguardo” le dissi concitata, sistemandomi più comodamente sul letto.

Incrociai  le gambe e la fissai diritto negli occhi nella semioscurità della camera in attesa della sua risposta.

Hai presente quanto è grande questa città” mi disse Marie.

Il senso delle sue parole mi fecero uscire dal sogno e piombare tristemente nella realtà. Non sarebbe stato facile rincontrarlo, forse impossibile.. ma dovevo comunque provarci.

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Capitolo 4
*** L'Orologio ***


Un grazie va a clodiina85, lorelei_88, masychan e Miley90 che hanno aggiunto la fanfiction tra i preferiti e a Devilgirl89 che continua ad apprezzare la mia storia. Ovviamente un ringraziamento speciale va anche a chi legge! Buona lettura fgdfgggggggggggg

Fu più facile a dirlo che a farlo, ovviamente. Lione conta circa cinquecentomila abitanti ed io non avevo idea di dove iniziare a cercare. Quanti anni poteva avere? Dal suo aspetto non mi sembrava molto più grande di me. Che luoghi poteva mai frequentare? Molto probabilmente conduceva una vita non proprio da “bravo ragazzo”. Rabbrividii al pensiero di quali fossero le sue abitudini e di come trascorresse le sue giornate.

Ma perché volevo rivederlo? Cosa speravo di trovare in lui? Marie continuava a ripetermi di lasciar perdere..  di non farmi fantasie inseguendo storie che non portano a nulla.

Chissà ..forse ha ragione, dovrei darle più retta, ma il mio istinto continua a dirmi di no.

 Il tempo sarebbe riuscito dove Marie aveva fallito? Più i giorni passavano e più le mie resistenze venivano meno. Avevo preso il pulman quasi tutte le mattine, perfino quando mia madre si era offerta di accompagnarmi con l’automobile, ma di quel ragazzo dagli occhi azzurri nemmeno l’ombra.

Intanto l’autunno era arrivato in un tripudio di colori, profumi e sapori. L’aria era diventata più fresca e i venti decisamente più freddi. In città si respirava già l’atmosfera della routine lavorativa e la spensieratezza dell’estate era ormai un lontano ricordo.  Riesco a percepire l’animo malinconico della gente, che cammina con passo pesante per le vie del corso.

Sembrava un pomeriggio qualunque, ero in giro per compere con Marie e Stephan. Si avvicinava il compleanno di mio padre e non avevo idea di cosa regalargli. Un parere maschile mi sarebbe stato di sicuro d’aiuto, per questo avevo chiesto a Stephan di accompagnarmi.

Ma trascinare un ragazzo per negozi è praticamente una missione impossibile! A cominciare dalle vetrine.. ce ne fosse stata una che ammirassimo insieme!

”Stephan insomma! Avevi promesso che mi avresti aiutato a scegliere cosa comprare a mio padre!” esclamai adirata.

“Si lo so Ginevra.. ma lasciami dare un occhiata a questo maglione, sembra fatto su misura per me!” rispose lui, sfoggiando il suo sorriso migliore.

E’ decisamente un ragazzo molto carino, alto, viso pulito, due grandi occhi neri che gli donano tanto fascino.  Forse è un po’ introverso ma sempre allegro.

Stephan era il mio migliore amico. La prima persona con cui legai quando arrivai in questa grande città ricca d’arte, di cultura e di storia.

Anche se non lo ammetterà mai sono sicura che si è preso una bella cotta per Marie.. immaginarli insieme mi fa sorridere, sarei proprio felice se si scoprissero innamorati.

Mentre il sole tramontava infuocato si accendevano le prime luci della città. Con il calar della sera tutte le chiese e i monumenti assumevano forme affascinanti e bellissime.

Dopo ore trascorse  per le vie di Lione avevo finalmente trovato il giusto regalo per papà, un elegante cofanetto in legno che comprendeva un set per il sevizio del vino. Stavamo tornando a casa stanchi ma soddisfatti del buon esito della giornata quando ad un tratto il mio sguardo si posò su un orologio esposto in vetrina apparentemente identico al mio.

Lessi l’insegna del negozio: IL MERCATINO DELL’USATO.  Lo fissai attentamente, sembrava proprio il mio orologio.

In quell’istante il ricordo di quel ragazzo riaffiorò nella mia mente ma soprattutto nel mio cuore. Non lo avevo affatto dimenticato sebbene avessi perso la speranza di rivederlo. I miei occhi si illuminarono al pensiero di poter finalmente scoprire qualcosa di utile per la mia ricerca.

Marie quello è il mio orologio!” esclamai entusiasta.

Cosa?” disse lei, guardando distrattamente la vetrina.

In basso a destra, lì.. proprio di fianco al quel braccialetto rosa.. lo vedi? Quello è l’orologio che diedi a quel ragazzo” le spiegai concitata.

Ma che dici! Come fai ad esserne sicura!” continuò la mia amica, cercando di individuare l’oggetto del mio discorso.

C’è un solo modo per scoprirlo.. entriamo!” le dissi con un tono che non ammetteva repliche.

Entrammo in quel negozietto. Era pulito, accogliente e ordinato. C’era solo un altro cliente che stava dando un’occhiata in giro. Andai diretta al bancone chiedendo all’anziano signore se era possibile guardare quell’orologio più da vicino.

Certamente” mi disse lui, avvicinandosi alla vetrina.

Appena lo ebbi tra le mani, ogni dubbio scomparve.. si trattava proprio del mio orologio. Ovviamente lo acquistai. Ma non potevo andarmene senza fare a quell’uomo la mia fatidica domanda.

Mica conosce il vecchio proprietario?” gli chiesi stringendo forte il pacchetto e temendo una risposta negativa. Infondo poteva anche non sapere o semplicemente non volerlo rivelare.

Quando uscii dal negozio le parole di quel vecchio rimbombavano ancora nella mia mente “Julien.. si chiama Julien” Non riuscivo a pensare ad altro.

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Capitolo 5
*** Aspettandoti ***


Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo..spero vi piaccia. Un grazie va a ChasingTheSun; Devilgirl89; la_regina; lucyette e mimi14 che hanno inserito la mia storia tra i preferiti. ggggg

Me ne sto distesa nel mio letto mentre ascolto distrattamente la TV.  L’orologio segnava sette minuti a mezzanotte. Possibile che quell’incontro mi sia rimasto così nel cuore? Ripenso a Julien, a dove sarà ora, a quanto sia stato strano il nostro incontro.  Finalmente posso dare un nome a quel volto, a quegli occhi che mi hanno stregato, a quelle labbra che non ho mai baciato.

Sono sicura che stanotte non riuscirò a prendere sonno, sono troppo contenta.. ripensai alla giornata appena trascorsa, all’espressione dolce di quell’uomo che sembrava conoscere Julien da tempo. In verità non mi aveva detto un granché ma dal suo tono di voce avevo intuito che gli voleva bene, che era sinceramente affezionato a quel ragazzo e che probabilmente ignorava la provenienza illecita degli oggetti da lui venduti.

E con questi pensieri nella mente, finalmente, mi addormentai.

Quando i raggi del sole, che filtravano timidi attraverso le persiane  e che tratteggiavano la parete della stanza, mi illuminarono il viso, mi ridestai. Sembrava una bella giornata. Era domenica, una domenica di metà ottobre che il sole caldo aveva trasformato in una giornata primaverile.

Non avevo nessuna voglia di alzarmi, e nemmeno di vestirmi. Stropicciai gli occhi con le mani e mi affacciai controvoglia alla finestra. La giornata era fresca, il rumore del traffico arrivava lontano alla mia finestra che guardava sul parco, l’aria profumava di erba bagnata e si vedevano le montagne dietro la città. Sembravano così vicine da poterle quasi toccare.

Mi sciacquai il viso, i polsi, il collo e raccolsi i capelli in un ordinata coda. Indossai dei jeans e una camicetta bianca non troppo scollata, ai piedi delle scarpe col tacco.

Già dal corridoio si riusciva a sentire il profumo di croissant caldi e di biscotti appena sformati. La colazione era pronta in cucina, il tavolo era apparecchiato con cura: tazze, zucchero, biscotti, pane, marmellate casalinghe. Il latte era ancora sul fuoco.

Buongiorno!” esclamò a gran voce mia madre.

Ricambiai il saluto ancora assonnata. Avevo molte cose da fare in questa giornata, ma la più importante era andare nuovamente in quel negozietto dell’usato. Non so cosa mi aspettassi da quell’uomo, sapevo soltanto che quell’anziano signore era l’unico che poteva aiutarmi a rivedere Julien.

Uscii di casa in preda all’agitazione. Percorsi in fretta il viale che la costeggia. Presi il tram al volo e mi sedetti vicino ad un vecchio occhialuto. Aveva un paio di baffi da generale di guerra, una giacca scura sulle spalle e degli occhi buoni buoni.. lo stesso sguardo dolce che aveva quel negoziante nel parlare di Julien.

Il tram si fermò proprio a pochi metri dalla bottega, la cui insegna luminosa lampeggiava ad intermittenza. Feci un sospiro profondissimo ed entrai. L’uomo mi accolse con un sorriso, dandomi il benvenuto. Risposi alla cortesia e mi avvicinai, guardandomi intorno.

Non so se si ricorda di me.. l’altra sera acquistai un orologio da polso..”

“Certo che ricordo.. lei e’ quella ragazza tanto carina che entrò nel mio negozio e che mi domando di Julien, giusto?” esclamò l’anziano signore.

Si sono proprio io” dichiarai imbarazzata.

Sembrò guardarmi con aria interrogativa, come a chiedersi il perché della mia presenza. Non tardai a soddisfare la sua curiosità. Gli raccontai del mio incontro con Julien, omettendo chiaramente di specificare che si era trattato di una rapina, gli spiegai di come mi fossi persa in quegli occhi grandi, di un azzurro sfavillante e di come quel suo sguardo fosse rimasto indelebile nella mia memoria.

Lui mi ascoltò in silenzio, sinceramente interessato alle mie parole. Poi tra un cliente e l’altro mi parlò di come aveva conosciuto Julien, di come si era affezionato a quel ragazzo dal passato difficile e proveniente da uno dei quartieri più poveri della città.

Nei giorni seguenti andai spesso dal signor Bernard, gli facevo compagnia al negozio, qualche volta lo aiutavo a sistemare gli oggetti negli scaffali o a rifare la vetrina di esposizione.

Mi raccontò che Julien veniva spesso alla bottega, che anche a lui piaceva curiosare tra i manufatti di seconda mano. Era un appassionato d’antiquariato. Se avesse avuto la fortuna di continuare gli studi di sicuro sarebbe un esperto del settore.

Purtroppo le condizioni di salute di sua madre si erano aggravate e non poteva più fargli compagnia come prima.  La donna era affetta da una strana malattia debilitante  molto simile alla sclerosi che la costringeva a restare immobilizzata in un letto.

Attraverso le parole dell’anziano signore avevo imparato a conoscere quel ragazzo dagli occhi cerulei. Dentro di me sentivo crescere un sentimento forte, affine al colpo di fulmine . Ero stregata. Irrimediabilmente.

lucyette: eh gia' ora Ginevra sa il nome del ragazzo misterioso, spero che questo capitolo non ti deluda! Devilgirl89: sono felice che apprezzi la mia storia, prometto che mi impegnero' al massimo per non deludere le tue aspettative.. ci tengo molto all'incontro dei due protagonisti... nikkith: anche a me piace il nome del protagonista... e' uno dei miei nomi preferiti! PS spero che questo capitolo non vi annoi..fa da preludio a qualcosa di meglio! mi raccomando fatemi sapere se vi e' piaciuto!! buona lettura

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Capitolo 6
*** All'improvviso... TU ***


Eccomi con un nuovo capitolo! Inanzitutto spero che abbiate trascorso felicemente le vacanze di Pasqua. Ci ho messo un po' a scrivere questo capitolo.. ci tenevo affinche' venisse bene. Spero che le mie aspettative, ma sopratutto le vostre siano soddisfatte. Un grazie va a silvietta_in love 4ever che aggiunto la mia storia tra i preferiti. Ovviamente non dimentico quanti leggono senza recensire. Un grazie a tutti voi e Buona lettura!! xxxxxxxxxxxxx

Il pensiero di Julien riempie le mie giornate, non mi era mai capitata una cosa simile, per nessuno.  Anche mia madre si era accorta del mio strano modo di fare. Ormai passavo interi pomeriggi fuori casa, trascurando perfino le lezioni di pianoforte, a cui tenevo tantissimo.

Ho una voglia matta di rivederlo, sono felice e confusa al tempo stesso. Se immagino il nostro incontro una morsa di ghiaccio si stringe intorno al mio cuore.. l’identico ghiaccio di cui erano i suoi magnifici occhi.

Rabbrividii senza saperne la ragione. Avevo fantasticato così a lungo su di lui, su come potesse essere  stare tra le sue braccia, su cosa potrebbe accadere nell’istante in cui i nostri sguardi si fossero incrociati di nuovo, che ora mi sentivo preda di una strana ansia che dall’ intestino saliva fino stomaco e  ai polmoni.

Cercai di convincermi che non mi ero innamorata di lui. Ridicolo, lo so,  ciò che mi stava succedendo aveva dell’impossibile. Come potevo desiderare qualcuno che a malapena avevo visto in faccia? Del quale avevo sentito a stento il suono della voce? Era impossibile. Eppure da quando lo avevo incontrato, davanti a quella fermata, alle 7 del mattino, mi ero completamente persa nei suoi occhi.

Era quasi novembre. L’aria cominciava ad essere secca e fredda. Con l’inverno ormai alle porte vien quasi naturale pensare alle festività di fine anno. Sebbene manchino ancora due mesi,  i pandori e i panettoni sono già arrivati negli scaffali dei negozi e supermercati, per strada si notano i primi segni del Natale. Primi articoli regalo, prime decorazioni.

Anche la bottega del signor Bernard aveva bisogno di qualche abbellimento, dovevo darmi da fare nel trovare delle stelle color argento da allestire in vetrina o una ghirlanda di bacche rosse da appendere alla porta.

Sorrisi divertita, infondo non c’era fretta. Arrivai al negozio nel tardo pomeriggio, avevo avuto una giornata incasinata tra libri da ritirare e relazioni da finire. “Ah la vita da studentessa! Quasi quasi comincio ad odiarla.” pensai tra me e me.

L’anziano signore era lì ad aspettarmi. Ormai si era abituato alle mie visite pomeridiane. Mi piaceva sistemare gli oggetti sulle mensole, catalogarli e organizzandoli in modo che fossero facilmente reperibili per tutti. Spesso rimanevo affascinata da quei manufatti di incredibile bellezza, quel negozio di appena 30mq era una vera e propria finestra sul passato, ci avrei passato delle giornate intere in un posto così.

Ad un tratto la porta si apre. Un profumo intenso, deciso, invade l’ambiente circostante. Odo da lontano una voce sconosciuta, il cui suono, però, già mi appare familiare. E’ un ragazzo dall’aria selvaggia e romantica. Merito forse, dei suoi capelli scuri un po’ lunghetti e della camiciola elegantemente sbottonata.

Lo guardo avvicinarsi e sento le gambe tremare, il cuore saltare parecchi battiti. Mi manca il fiato, lo stomaco si stringe, si chiude. E’ l’effetto che mi fa sapere che mi e’ di fronte.

Mi tirai su per guardare i suoi occhi, quegli occhi che brillavano di luce ma che al tempo stesso erano così carichi di mistero. Quegli occhi che quasi mi mettevano in disagio e che continuavano a fissarmi senza che dalle sue labbra uscisse una parola.

Cosa si nascondeva dietro quello sguardo? Era impenetrabile. La sua faccia non lasciava trapelare alcuna emozione.

Guardai altrove, nascondendogli i miei occhi. Ero imbarazzata e cercai di distogliere lo sguardo. Il signor Bernard era andato nel retrobottega, alla ricerca di chissà quale cimelio da far ammirare ad un cliente piuttosto pretenzioso che si aggirava tra gli scaffali da quasi mezz’ora.

Avverto  i suoi occhi accesi e fissi su di me, sul mio corpo. Era tanto bello quanto glaciale e distaccato.

Mi sentii improvvisamente stupida, tanto che mi veniva da piangere. Cosa mi aspettavo da quest’incontro? Dopo giorni passati a fantasticarci su ora volevo solo sparire. I suoi occhi erano freddi come il ghiaccio, il suo volto perfetto, incorniciato dai suoi scompigliati capelli scuri, lo faceva apparire simile ad una bellissima statua. Era immobile, dinanzi a me, come in attesa di qualcosa.

Mi allontanai di scatto, dandogli le spalle. Il mio unico desiderio era scappare il più lontano possibile da quel ragazzo. Feci appena qualche passo quando all’improvviso mi sentii afferrare un braccio e tirare, era dietro di me, i suoi occhi di nuovo nei miei.

 Non cercavo domande, né risposte: mi bastava il silenzio di quel momento.. mi bastavano quegli occhi dove per un istante ho visto l’infinito.

nikkith: eh si l'incontro si e' proprio avvicinato eh?? Spero che questo capitolo ti piaccia!; Devilgirl89: Sono lusingata dai tuoi complimenti. Ci tengo ai vostri pareri.. spero che mi farai sapere che ne pensi di questo capitolo; lucyette: non devo darti nessuna lezione, sei brava di tuo! Spero che questa storia continui ad incuriosirti!; silvietta_in love 4ever: sono felice che la mia fanfiction ti piaccia, spero di non deluderti. Ovviamente ti ringrazio per i complimenti, troppo buona!

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Capitolo 7
*** Il bacio che non mi aspettavo ***


Ciao! ecco postato il settimo capitolo.. che faticaccia, sperio sia venuto bene! ringrazio Anfitrite e ChasingTheSun che hanno inserito la fanfiction tra quelle seguite. Ovviamente un grazie anche a chi recensisce e a chi legge. Buona lettura a tutti!!!!!!!! xsdsadasdas

Ecco, mi stava succedendo di nuovo. Non ero capace  a distaccare gli occhi dai suoi occhi e lui lo avvertiva. Ero li impalata, non riuscivo a muovermi. Sentivo il cuore che mi scoppiava, le guancie infuocate e rosse di vergogna.

Io ti conosco! “ esclamò Julien, scrutandomi dalla testa ai piedi.

Annuii, incapace di parlare. Ad un tratto un ombra scura scese sul suo volto. Rabbiosamente strinse i pugni e borbottò tra i denti “ che ci fai tu, qui!”

Intuii che mi aveva appena riconosciuta. Certamente non si aspettava di vedermi in quel posto a lui così familiare, e dall’espressione che prese il suo viso, la cosa non gli era piaciuta per niente. Aveva degli occhi così pungenti che avrebbero spento a chiunque ogni volontà di confronto.

Presi il coraggio a due mani e balbettai una quasi frase di risposta. Mi tremavano le mani, diedi mentalmente la colpa al freddo. Tornai a guardarlo negli occhi. I suoi lineamenti erano decisi ma al tempo stesso angelici, quasi irreali, il naso piccolo e ben delineato. Non avevo mai incontrato qualcuno capace di trasmettere assieme dolcezza e paura.

Ad un tratto la sua espressione si fece più rilassata. Era lì, di fronte a me. Mi stringeva ancora il braccio con una presa decisa. I suoi occhi chiari mi fissavano indagatori, anche se il suo sguardo sembrava stranamente vuoto.

Come ti chiami?” chiese.

Ginevra” risposi io, con un filo di voce.

Ripeté il mio nome.”Significa luminosa tra gli elfi, lo sapevi?”

Poi rimase in silenzio. Si sentiva solo il ticchettio di una pendola marrone scuro alla parete e il vociare quasi impercettibile del signor Bernard.

Rimasi spiazzata dalla sua risposta. Abbozzai un sorriso incerto, trovando ciò l’unica cosa da fare prima di parlare. Ero ancora imbarazzata.

Sentii allentare la morsa al braccio. Il suo respiro tornò ad essere regolare e profondo.  Era a pochi passi da me, sentivo l’odore della sua pelle bianca, dei suoi capelli.. un profumo così buono che lo riconoscerei tra mille.

E mi guarda.. mi guarda con quegli occhi che mi denudano e che corrono fino al mio cuore.

Non mi hai ancora risposto” esclamò con tono un po’ brusco.

Conosco il signor Bernard da un po’” tentai di giustificarmi “ spesso vengo ad aiutarlo al negozio

La sua faccia si fece improvvisamente più cupa. Intuendo la sua preoccupazione mi affrettai ad aggiungere: “Non sa nulla, te lo posso assicurare

Cosa vuoi da me.. perché mi cercavi” disse.

Io.. io non ti stavo cercando” risposi un po’ sulla difensiva.

Stai mentendo. Bernard mi ha parlato di una ragazza che veniva spesso in bottega e che mi conosceva.”

A quelle parole sbiancai. Indietreggiai appoggiandomi al muro. Lui si avvicinò lentamente, accennandomi un sorriso che mi fece letteralmente sciogliere.

Io credo di sapere il perché sei qui

Davvero?” dissi io, nascondendo ai suoi occhi le mani che mi tremavano visibilmente.

Fece un altro passo verso di me, ora eravamo faccia a faccia. Avrei potuto ritirarmi dinnanzi a quell’intimità inaspettata ma non riuscii a spostarmi. Ero come ipnotizzata, non riuscivamo a non guardarci.

Le sue labbra si posarono dolcemente sulle mie. Sentivo il suo calore. Affondò le mani tra i miei capelli, pretendendo il mio sguardo. Mi baciò ancora, ma questa volta il bacio fu più passionale. Portai istintivamente le braccia intorno al suo collo mentre lui mi circondò i fianchi, attirandomi a sé.

Era come se il mondo intorno a me fosse scomparso, in quell’istante esistevamo solo noi.

Improvvisamente tornai alla realtà. Un ragazzo, quasi sconosciuto, mi stava baciando. Lo allontanai bruscamente dandogli uno schiaffo.  Lui sorrise maliziosamente.

Non era un bacio ciò che volevi? Eppure mi era sembrato che non ti dispiacesse affatto!

Sgranai gli occhi incredula. Si era preso gioco di me ed io non avevo fatto nulla per impedirglielo. Rimasi in silenzio. Ero furiosa ma non riuscivo a distogliere il mio sguardo dal suo, sentivo ancora il sapore delle sue labbra mischiato con il sapore delle mie.

Si avvicina di nuovo, questa volta mi scanso. Il suo fascino era maledettamente irresistibile e lui lo sapeva.

Io e te dobbiamo parlare” esclamò con un tono che non ammetteva repliche.



nikkith: eh si si sono incontrati ;) ssono felice che la descizione ti sia piaciuta, spero che questo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative.

Devilgirl89: grazie per i complimenti, ne sono lusingata!

ChasingTheSun:  menomale che ti piace...sai fino all'utimo non ero convinta se inserirla o meno!

lucyette: eh si... l'ha riconosciuta, non subito ma come si dice meglio tardi che mai! :p

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Capitolo 8
*** Di ritorno verso casa ***


Ringrazio quanti leggono e commentano la mia storia, i vostri apprezzamenti mi spronano sempre più! Spero che questo capitolo sia piacevole da leggere... Che dire! A voi l'ardua sentenza!! Buona lettura!!!! assssssssssssssssss

Quando Bernard ci raggiunse si accorse subito dell’aria tesa che si respirava.

Julien, figliolo, finalmente sei venuto a trovarmi” disse a gran voce l’uomo, cercando di smorzare i toni.

Purtroppo ho avuto molte cose da fare” gli rispose lui, senza mai distogliere lo sguardo da me.

I suoi occhi turchesi continuarono a fissarmi anche quando dalla tasca dei pantaloni estrasse un ciondolo d’argento opaco che consegnò a Bernard. Non gli nascosi il mio disappunto, conoscevo bene la reale provenienza di quell’oggetto.

Parve quasi leggermi nel pensiero, perché in quel momento il suo sguardo si fece più velenoso e tagliente. Aveva davvero un bel viso, perfettamente armonioso, equilibrato. E  le sue mani, le labbra, il suo profumo.. tutto di lui mi attraeva.

Come sta tua madre” chiese amorevolmente Bernard.

Un po’ meglio“ rispose a denti stretti, lanciandogli un’occhiataccia che non recepì molto bene.

Probabilmente non voleva parlarne in mia presenza. Non conoscevo bene la sua storia, il signor Bernard mi aveva accennato poche cose. Sapevo che Julien viveva da solo con la madre da anni, che suo padre li aveva abbandonati una mattina d’estate, per andare a cercare fortuna altrove. Da allora nessuno più aveva avuto notizie di lui. La donna era affetta da tempo da una grave malattia che le impediva quasi di muoversi.

Julien amava molto sua madre.  Fin da piccolo aveva cominciato a lavorare, arrangiandosi nei più disparati settori, per non esserle di peso.

Chissà se quella povera donna sapeva come si guadagnava da vivere suo figlio.

Io..io dovrei andare” dichiarai a voce bassa.

Aspetta, non ho ancora finito con te” esclamò, fulminandomi con i suoi occhi di ghiaccio.

Capii in quel momento di non avere alternative. Cosa voleva da me? Perché mi guardava fisso con quello sguardo di sfida? Ne ero intimorita. I suoi occhi così profondi e fiammeggianti mi spaventavano.

Vieni con me”disse.

Salutai il signor Bernard frettolosamente, promettendogli che presto sarei tornata a trovarlo. Julien attendeva impazientemente. Una ciocca di capelli neri gli ricadeva sugli occhi, donandogli ancora più fascino. Uscii dalla bottega senza degnarlo di uno sguardo, non volevo dargli nessuna soddisfazione.

Mi avviai verso casa mentre il sole lentamente tramontava. Lui mi seguiva a pochi passi di distanza. Ero furiosa per quello che era successo. Camminavo con le mani affondate nelle tasche del piumino e lo sguardo ostinatamente abbassato per impedirgli di scorgere le lacrime che mi riempivano gli occhi.

Ma perché mi veniva da piangere?  Sentivo ancora il sapore caldo delle sue labbra. Mi aveva rubato quel bacio.. o forse no?  In verità anche io l’avevo voluto.. l’avevo desiderato più di ogni altra cosa.

La smetti di correre?” esclamò Julien “ mi stai facendo venire il fiatone a starti dietro

Davvero?? Credevo fossi abituato alle fughe” ribattei io, pungente. Mi fermai voltandomi verso di lui.

Notai la sua espressione turbata. Mi avvicinai a lui , lo osservai: aveva gli occhi socchiusi, ostentava indifferenza ma forse tanto indifferente non gli ero. Mi sorrise. Non potei far a meno di constatare che aveva il sorriso più dolce di questo mondo. Mi sentii avvampare. Per fortuna il rossore della mia faccia si confuse con la luce crepuscolare che ancora filtrava tra gli alberi.

Non volevo crearti problemi” affermai.

Sarà.. però lo stai facendo” disse lui fissandomi ancora più intensamente.

Se ti sei messo nei guai non e’ di certo colpa mia ma della vita che..

Troncai la frase a metà, intimorita forse dal suo sguardo gelido nonostante il sorriso non fosse scomparso dal suo volto. C’era in lui qualcosa di freddo e distante che incuteva paura e tenerezza al tempo stesso.

Tu non mi conosci” esclamò con un largo respiro.

Aveva ragione. Mi accorsi di esser piombata nella sua vita senza chiedergli il permesso. Per lui non rappresentavo ne avrei rappresentato nulla, ero soltanto una, delle tante ragazze, a cui aveva rubato qualche soldo. Avrei dovuto restarmene nel dimenticatoio, non avere né nome né volto. Avrei dovuto dimenticarmi di quel ragazzo dagli occhi turchesi che oltre al denaro mi aveva rubato il cuore e l’anima.

Si sta facendo tardi.. su andiamo, ti accompagno a casa” disse.

Senza rispondere ripresi a camminare. Mi si accostò di fianco. Proseguimmo per qualche minuto senza parlare.  L’autobus tardava ad arrivare, come al solito.

Sai..  sin dalla prima volta che ci siamo incrociati ho avuto la sensazione che presto ti avrei rivista” mi confidò sottovoce.

Sentii come una fitta al cuore e il leggero rossore che mi era montato in viso al principio, si cambiò in pallore.

Nel pullman ci posizionammo vicino alle porte d’uscita, a fianco di una coppia di anziani. Si era creato uno strano silenzio tra di noi, forse perché eravamo poco più di due sconosciuti.

Mi spiace averti rovinato la giornata, non volevo.. davvero” esclamai.

Potrei dirti lo stesso.. ma non mi dispiace averti baciata” asserì sorridendo quasi impercettibilmente.

Arrossii tirandomi leggermente indietro, il suo profumo era così dolce.

Comunque non ho ancora capito perché mi cercavi... se la tua intenzione non era quella di smascherarmi, dovrò pensare che era davvero un bacio ciò che volevi!

Ecco, aveva rovinato tutto! I suoi occhi erano tornati pungenti. Voleva mettermi a disagio, ma questa volta non ci sarebbe riuscito. Scendemmo alla stessa fermata in cui ci conoscemmo. Ritrovarci in quel posto fece uno strano effetto a tutti e due.

L’aria si era fatta decisamente più fredda, colpa dal sole che ormai era tramontato del tutto. Il vento ci pungeva il viso, scompigliandoci i capelli. Il cielo era pieno di nuvole gonfie che si accalcavano le une sulle altre. Stava incominciando a piovere. Julien alzò il viso per guardare il cielo e delle gocce di pioggia gli caddero sulle labbra.

Dobbiamo sbrigarci.. il tempo sta peggiorando” disse.

Puoi andare adesso, abito a pochi isolati da qui” esclamai, stringendomi nel caldo del giaccone.

Credi che ti lascerei proseguire da sola a quest’ora? Sarò anche un ladro ma pur sempre gentiluomo!

Ci mettemmo a ridere entrambi, in maniera contagiosa e contagiata. Finalmente il suo sguardo era sereno sebbene rivelasse a tratti una certa malinconia.

Non è mai stata mia intenzione denunciarti né raccontare tutto a Bernard” dissi io, tornando seria.

Lo so” asserì, scostandomi una lunga ciocca di capelli dal volto.

Ero bagnata fradicia e il freddo ai piedi cominciava a farsi insopportabile ma non riuscivo a muovermi, forse non volevo.

Si avvicinò lentamente guardandomi fisso negli occhi. Mi prese il viso tra le mani sfiorando le mie labbra con le sue. Sembrava che stesse per baciarmi, ma lui aspettò, rimase fermo sulle mie labbra, sembrava aspettare che fossi io a farlo.

Il bacio che ne seguì fu carico di emotività. Come se con quel bacio avesse voluto fermare il tempo. Sentivo il suo cuore battere forte, sentivo i nostri corpi vicini.. troppo vicini. Sentivo un formicolio nello stomaco e un desiderio mai provato prima.  La pioggia continuava a battere ritmicamente sull’asfalto.

In quell’istante, per me,  il tempo sembrò fermarsi per davvero.

Devilgirl89:  sono lusingata dai tuoi complimenti, ma soprattutto mi fa piacere sapere che il mio racconto ti suscita emozione, era proprio cio' che speravo di trasmettere!

lucyette:  ovviamente ti ringrazio, troppi complimenti davvero! Tu senti la storia e questo non puo' che farmi piacere! Anche tu sei molto brava!!!

nikkith: spero che questo capitolo soddisfi le tue aspettative. Non  mi convince al 100% ma ho deciso di postarlo ugualmente.

ChasingTheSun:  sono felice che apprezzi la mia storia, i vostri commenti mi spronano sempre più, mi raccomando fammi sapere che ne pensi di questo capitolo.

laguerriera: ciao! ovviamente grazie per il commento.. anche a me piace da morire Julien, Spero di riuscire a rendere bene il suo personaggio, sia fisicamente che caratterialmente.

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Capitolo 9
*** Pensieri notturni ***


Ecco il nono capitolo... mi scuso per l'attesa! ovviamente ringrazio quanti leggono e recensiscono. Buona lettura yyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy

Quando rincasai, raggiunsi il piano di sopra come se fossi stata una piuma trasportata dal vento. Tutto era leggero e ovattato. Pensai alla giornata che si era appena conclusa. Aveva dell’incredibile.  Il sapore di quel bacio non l’avrei mai più dimenticato, era da una vita che lo aspettavo! E quegli occhi.. quegli occhi erano così dannatamente belli da inchiodarmi per sempre, senza scampo.

Mi preparai per andare a letto, mi sentivo strana, ero preda di un turbamento inspiegabile. Non potevo fare a meno di pensare a lui: me ne ero follemente innamorata. Cosa c’era in quel ragazzo che mi attraeva così fortemente?  Forse il suo viso, i suoi occhi, le sue labbra, la sua voce, il suo profumo oppure fu quell’istante in cui le nostre mani si toccarono. Al ricordo di quel bacio un brivido piacevole attraversò la mia schiena arrivando alla mente e al cuore.

Ma cosa sarebbe successo ora?  L’avrei mai più rivisto? C’eravamo lasciati senza dire una parola. Dopo quel bacio tra noi era sceso il silenzio, un silenzio che valeva più di mille parole.

Mi sentii invadere dall’angoscia. Non volevo perderlo. Nemmeno io sapevo spiegare a me stessa il perché di tanta ostinazione a non voler lasciare andare una persona che conoscevo appena. Avevo bisogno di lui, di toccargli il viso, di guardarlo negli occhi, avevo voglia dei suoi occhi azzurri.

Sapevo che era una pazzia ma non potevo evitare, non potevo impedire a me stessa di pensarlo. Mi mancava, mi mancava come nessuno mai mi era mancato prima. Mi mancava il suo sguardo fisso su di me, il suo mettermi in imbarazzo, il suo odore, il suo sapore, mi mancava la sua voce, i suoi occhi, ogni sua singola parola.

Sarebbe stato meglio non vedersi più, Julien aveva ragione.. non dovevo creargli problemi. Era stato chiaro da subito, non voleva guai per colpa mia.

Continuavo a rigirarmi nel letto da circa un ora, ma il sonno non arrivava. La pioggia aveva ripreso a venir giù con forza, il suo scrosciare ininterrotto aveva attutito i rumori della strada creando un’atmosfera ovattata, quasi irreale.

Ripensai al suo viso, agli occhi chiari, ai suoi capelli, a quel sorriso dolce sulle sue labbra bagnate dalla pioggia. Sentii una stretta allo stomaco che quasi mi toglieva il fiato. Era nostalgia di lui. Non riuscii a trattenere le lacrime, di gioia, di rimpianto, di stupore per quello che incredibilmente mi era accaduto. Chissà se anche lui mi stava pensando, se anche lui nonostante ciò che mi aveva detto moriva dalla voglia di rivedermi.

Mi voltai e guardai l’orologio. Segnava le due e un quarto. La stanchezza prese finalmente il sopravvento facendomi scivolare nel sonno senza nemmeno rendermene conto.

Erano le sei e mezza passate quando la sveglia suonò riportandomi indietro dal mondo dei sogni. A fatica mi alzai dal letto e con fatica ancora maggiore aprii finestra e persiane per guardar fuori e permettere all’aria mattutina di svegliarmi un po’.

Finalmente aveva smesso di piovere ma faceva un freddo spaventoso.  Non c’era ancora il sole ma grandi sprazzi di azzurro promettevano una bella giornata. “Come mi vesto?” pensai spalancando le ante dell’armadio.

Diedi un occhiata veloce: Jeans, maglioni pesanti, camicette di varie forme e colori. Tolsi il pigiama e con fatica mi misi i vestiti. La mia scelta cadde su un abitino a collo alto con ai piedi un paio di stivaletti neri col tacco.

Pettinai i miei lunghi capelli ondulati. Mi guardai allo specchio. I miei occhi erano scuri, i capelli castani e la carnagione madreperlacea. Mi truccai leggermente, un po’ di rossetto sulle labbra, un delicato tocco di blu per intonare gli occhi al vestito e infine una spruzzata di profumo dolce , dolce come l’essenza dei fiori d’arancio.

Marie e Stephan erano già arrivati. Li sentii chiacchierare con mia madre. Scesi di corsa le scale, giusto il tempo di un caffè e già eravamo in strada. Ci attendeva una giornata pesante a scuola. Tre ore di matematica e compito di inglese, nonché il corso pomeridiano di statistica.  Contavo di non fare troppo tardi anche perché volevo andare alla bottega del signor Bernard, glielo avevo promesso.

Cercai di non pensare all’eventualità di incontrarlo ma ovviamente non ci riuscii. Julien tornava prepotentemente nella mia mente spazzando via tutti i miei propositi. Mi ero riproposta di non cercarlo più e di dimenticarlo, ma i suoi occhi grandi e turchesi non li avrei mai scordati.

La lezione di filosofia si rivelò più noiosa del solito: da Kant a Hegel, da Sartre a Heidegger e a Nietzsche, lasciando al marxismo il quarto d’ora finale. Il professore aveva deciso di tenere un intero corso in sole due ore!

Quando finalmente quella tortura finì tutti tirammo un sospiro di sollievo. Ci riversammo a flotte nel cortile adiacente, complice un sole pallido che aveva contribuito a far aumentare di qualche grado la temperatura.

Resti con noi?”mi chiese Marie, estraendo dallo zaino alcuni appunti da riscrivere.

Annuii sospirando rassegnata. Non potevo andare alla bottega, non oggi. Nonostante mi dispiacesse lasciar da solo il signor Bernard pensai fosse la cosa migliore da fare. Dovevo incominciare a riprendere le mie abitudini,  i miei impegni quotidiani, le mie amicizie.. solo così avrei potuto sperare di dimenticare Julien. Ma quel bacio, quel bacio così intenso ed avvolgente, così tenero e appassionato lo avrei mai cancellato dai miei ricordi?

Non avevo scelta. Julien non mi voleva tra i piedi e io non potevo farci nulla, dovevo accettare la sua decisione. Era stata chiara la sua reazione nel rivedermi, nonostante fossi sicura di non essergli indifferente non riuscivo a fare a meno di ripensare al suo sguardo glaciale e distaccato.

Ma non avevo voglia di stare in compagnia, cosi con una scusa mi avviai verso la fermata del tram. Marie mi sorrise, probabilmente per tirarmi su di morale, ma io ricambiai in maniera poco convincente.

Ero totalmente assorta nei miei pensieri e mentre camminavo a testa bassa e con passo spedito non mi accorsi che qualcuno veniva verso di me.. lo scontro fu inevitabile.

Mi scusi, non..” mi fermai a metà frase, stupita alla vista di lui.

Indossava un paio di jeans neri e una T-shirt, ai piedi delle scarpe da tennis chiare. Appena lo vidi sentii le gambe tremare, mi mancava il respiro dall’emozione. Julien era li, di fronte a me, bello da togliere il fiato, mi perdo nei suoi occhi di ghiaccio, così genuini, così trasparenti, così disarmanti.

Ma perché era li? Mi stava aspettando? Sorrisi inconsapevolmente. Si, aspettava proprio me.





Devilgirl:  i tuoi complimenti mi fanno enormemente piacere.. se risco a scrivere in modo "decente" e' anche merito vostro che mi spronate a fare sempre meglio!
ChasingTheSun:  menomale che la mia idea di LUI rende bene... era proprio quello che volevo trasmettere
Lucyette: eccoti accontentata con un nuovo capitolo, spero ti piaccia...fammi sapere! Lo sai che ci tengo.
Silvietta_inlove4ever: mi inchino ai tuoi complimenti.. ovviamente sono daccordo con te.. Julien e' proprio bello hihihihi

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Capitolo 10
*** Un pomeriggio con Te ***


Ringrazio quanti leggono la mia storia, a chi l'ha aggiunta tra i Preferiti e a chi la segue. I vostri commenti poi mi spronano a fare sempre meglio... spero di riuscirci... intanto vi lascio alla lettura del decimo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate ok? Buona lettura. cap

Aveva un’aria tranquilla, calma, gli occhi vivaci e parlanti. Con la mano mi fece segno di avvicinarmi ma io rimasi bloccata, non osai, credendo di trovarmi di fronte  a un’illusione.

Allora fu lui a fare un passo verso di me. Mi sorrise, guardandomi con quei suoi profondi occhi chiari che ormai avevo imparato a conoscere.

Ciao” esclamò con voce allegra.

Ebbi un attimo di esitazione, poi ricambiai il saluto.

Finalmente ce l’hai fatta! Cominciavo a credere che non saresti più uscita da scuola

Come faceva a conoscere il collegio che frequentavo? E da quanto tempo era qui ad aspettarmi? Ma soprattutto perché mi aveva voluto rivedere? Quante domande affollavano la mia mente. Il cuore pulsava a mille ma avevo paura di parlare.. non volevo rompere quell’incanto.

Che ci fai qui” chiesi titubante.

Dovevo restituirti questo” esclamò, estraendo qualcosa dalla tasca dei jeans.

Lo guardai sbalordita senza dire niente. Non capivo il senso del suo gesto, tra due dita sventolava una banconota da 50 Euro. Me la porse con un sorriso accomodante, i suoi occhi scintillavano di un colore indefinibile.

Cercai di sottrarmi al suo sguardo, ma non ci riuscii.

Questo denaro è tuo.. prendilo.” disse con voce decisa.

Turbata indietreggiai istintivamente di un passo. Lui continuava a guardarmi, non mi staccava gli occhi di dosso, sembrava stupito dalla mia reazione.

Non voglio avere debiti con te” concluse.

A quelle parole le mie illusioni crollarono rovinosamente. Non era venuto per rivedermi, non gli ero mancata,  non aveva cambiato idea su di noi.. voleva soltanto restituirmi i soldi che mi aveva rubato, sperando così di azzerare ogni suo legame con me.

Non li voglio!” esclamai io lasciando trapelare una profonda amarezza.

In quel momento odiai me stessa per non essere riuscita a rimanere con i piedi per terra. Mi ero lasciata prendere dall’entusiasmo, innamorandomi pazzamente di lui.

Non ti capisco, perché reagisci cosi” chiese con tono caldo e misterioso.

Non mi importa nulla di quel denaro.. io non ti ho cercato per questo” dissi.

Mi sentivo il viso in fiamme. Volevo scomparire ma non riuscivo a distogliere gli occhi da lui. Il sole gli illuminava il volto rendendo i suoi lineamenti ancor più belli.

E allora perché mi hai cercato.. cosa vuoi da me?” esclamò avvicinando pericolosamente le sue labbra alle mie.

Sentii il suo odore buono, il suo respiro pacato, sereno. Sentii il calore del suo corpo. Ero tremendamente imbarazzata ma non gli avrei permesso di giocare ancora con me.. si era accorto del forte fascino che esercitava e la cosa gli piaceva. Glielo leggevo chiaramente negli occhi.

Non voglio quei soldi” ripetei io guardandolo fisso in faccia.

Come se non avessi parlato distolse lo sguardo dal mio e cominciò a  guardarsi intorno con aria distratta.

Capisco.. frequenti una delle scuole più prestigiose di questa città, a cosa può servirti una misera banconota da 50 Euro..

Quelle parole furono pronunciate con ridondante sprezzo, come se detestasse la ricchezza con tutte le sue forze.

I suoi occhi erano ora di un azzurro pallido, del colore del mare quando la luna tramonta, così belli che era impossibile non guardarli.

Se non posso renderti i tuoi soldi lascia almeno che ti inviti a bere un caffè

In quel momento sentii il respiro fermarsi e le gambe iniziare a tremare. Il mio cuore batteva all’impazzata, non so cosa avrei dato per rallentarlo.. sperai fortemente che non se ne accorgesse. Cercai di parlare ma avevo la bocca serrata e la lingua paralizzata. Mi limitai quindi ad annuire con un sorrisetto accennato.

Mi porse il braccio con fare deciso ed io lo accettai. Mi strinsi forte a lui.

Il sole stava tramontando alla nostra sinistra e sullo sfondo si distinguevano chiaramente le montagne innevate.

Lo guardai meglio in volto, era bello, anche troppo. Il vento soffiava leggero tra i suoi capelli corvini, glieli accarezzava spettinandoli, sfiorando appena la pelle in una dolcissima carezza.

Quanti anni hai, Ginevra” esclamò posando i suoi occhi chiari e limpidi su di me.

Quasi diciotto” risposi io.

Ricordava come mi chiamassi. Era veramente bello sentire la sua voce pronunciare il mio nome. Suonava così dolce, forse perché proveniva dalle labbra di un angelo. Arrossii ancora una volta.

Io invece ho appena compiuto ventun’anni” dichiarò, fingendo di non accorgersi del mio imbarazzo.

A pochi metri dalla metropolitana c’era un locale con tanti tavolini all’aperto, quando il barista ci chiese se volessimo entrare dentro nel bar oppure rimanere fuori, scegliemmo quest’ultima opzione. Ordinammo due caffè macchiati al latte caldo.

Restammo seduti in silenzio per alcuni minuti. Mi sentivo osservare, con lo sguardo complice.

Che bel sorriso che hai

Era stupendo e allo stesso tempo imbarazzante sentirsi così, al centro dell’attenzione e studiata nei minimi particolari. Lo guardavo e mi sentivo morire, mi attraeva incredibilmente.

Scusa per come mi sono comportato, sai vederti da Bernard mi ha fatto uno strano effetto. Non volevo aggredirti.. davvero. Riconosco che sono stato piuttosto scortese e maleducato

Amavo il suono della sua voce, esercitava uno strano ascendente su di me. Mentre il barista mise sul tavolo le nostre ordinazioni Julien cominciò a raccontarmi qualcosa della sua vita permettendomi di entrare nei suoi ricordi più preziosi. I suoi occhi chiari mi sorrisero facendomi sciogliere come neve al sole.

Il signor Bernard mi aveva parlato della sua difficile situazione familiare ma sentire quelle parole mi fece venir voglia di stringerlo forte, lì davanti a tutti. Non so perché aveva scelto proprio me, forse perché era più facile confidarsi con una perfetta sconosciuta.. dicono si sia più spontanei e sinceri. Ma ero davvero un estranea per lui? A me sembrava conoscerlo da sempre. Aveva un modo di fare così speciale. La sua vicinanza mi turbava, emozionandomi.

Pagò i caffè e ci incamminammo verso la fermata dell’autobus. Improvvisamente mi ritrovai le dita tra le sue. Erano gelate. Trattenni il respiro per l’emozione. In quel momento ebbi la consapevolezza che non avrei più potuto fare a meno di lui.. ne lui di me.

Lucyette:  ecco il decimo capitolo, spero ti piaccia! ovviamente ti ringrazio per i complimenti.. cerchero' di non deludere le tue aspettative.

Nikkith:  eh si Julien aspettava proprio lei anche se il pretesto che ha usato non e' stato dei piu' felici per la nostra Ginevra. Spero che il capitolo ti piaccia, fammi sapere!!

Chasing TheSun:  scusamiiiiiiiiiii !!!!!!! ho postato con molto ritardo... chiedo venia! Ovviamente aspetto i tuoi commenti! Mi hai perdonata??

Silvietta_in love 4ever: lusingata davvero... sono felice che apprezzi il mio "vocabolario" diciamo che non mi piace ripetermi spesso e quindi sono alla continua riceca di sinonimi da usare! fammi sapere cosa ne pensi del capitolo.. ci tengo molto.

Devilgirl89:  eh gia Julien e' proprio complicato... più vado avanti e più mi rendo conto di quanto sia complessa la sua personalità, ma infondo era proprio ciò che volevo... renderlo irresistibile. Spero di esserci riuscita.

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Capitolo 11
*** Tutta colpa dei TRAM ***


Ecco postato l'undicesimo capitolo, contrariamente a tutte le mie aspettative e' stato piuttosto facile realizzarlo, l'ho scritto quasi di getto ieri sera. Spero che vi piaccia e che la personalita' di Julien riesca a venir fuori pian piano... Ovviamente attendo i vostri commenti. Ringrazio tutti coloro che leggono e che recensiscono nonche' chi ha inserito la mia storia tra i preferiti e tra le seguite, mi son dilungata fin troppo... ora non mi resta che augurarvi buona lettura e buona festa della MAMMMA a tutti. s

Proseguimmo in silenzio, guardandoci e sorridendoci. Era un silenzio pieno di parole, un silenzio pieno di emozioni, un silenzio carico di felicità di stare insieme.

Arrivammo alla stazione dei Tram in pochi minuti. Presto,decisamente troppo presto. Avrei voluto che quel tragitto fosse stato il più lungo della mia vita per non dover mai lasciare la sua mano. Gliela strinsi forte, lui ricambiò la stretta.

Lo guardai intensamente negli occhi, quegli occhi che mi facevano impazzire e che quasi mi mettevano a disagio. Dalle sue labbra non usciva una parola ma percepivo chiaramente la piena sintonia che si era creata tra noi.

Mi attirò dolcemente a se, scostando con la mano i capelli che mi nascondevano gli occhi.. voleva guardarmi. Le nostre labbra ora si sfioravano, sentivo il suo respiro sul mio viso e la sua mano accarezzarlo piano. Un brivido percorse il mio corpo lasciandomi senza fiato. Julien posò dolcemente le sue labbra sulle mie, il bacio che ne seguì fu uno di quelli contro cui il tempo non può che arrendersi. La passione si accese sempre di più, sentii il suo calore trasferirsi su di me. Portai la mano sulla testa fino ad accarezzare i suoi capelli corvini. La sua pelle profumava di buono, i suoi occhi ardevano di desiderio e di passione. Ci baciammo ancora, la sua lingua si muoveva languida intrecciandosi alla mia, i nostri corpi stretti quasi a formare un’unica persona.

Sentii il tram rallentare, poi arrestarsi alla fermata. Le portiere si aprirono ma io non riuscii a staccarmi da lui, volevo stargli vicino ancora un momento, avevo bisogno che quell’attimo durasse ancora un po’.

Non te ne andare” sussurrò lui, scostando appena le labbra dalle mie.

Il tram riprese la sua corsa lento ma io non me ne curai. Ora volevo solo stare con lui, baciarlo, stringermi forte al suo petto e sentire i battiti del suo cuore. I suoi occhi erano due spicchi di cielo azzurro che mi fissavano e che sembravano dirmi di volermi amare, di volermi conoscere davvero.

C’erano due panchine di legno marrone, vuote,  in prossimità della fermata del tram. Ci sedemmo lì ad aspettare il prossimo. Occhi negli occhi, mani nelle mani, il mio cuore nel suo. Gli raccontai un po’ della mia vita da liceale, dei miei interessi, delle mie passioni ma le parole erano spesso interrotte da baci innocenti e dolcissimi sulle labbra e sul collo. Julien mi spostò i capelli con delicatezza guardandomi intensamente mentre io mi perdevo nel suoi occhi.

All’improvviso mi resi conto che il sole era ormai tramontato del tutto e ricordai che il prossimo tram sarebbe passato solo tra due ore, colpa della Fiera Internazionale che aveva paralizzato l’intera città di Lione.

Guardai l’ora:  otto meno dieci. Non potevo aspettare tanto, ma non sapevo come tornare a casa. Lo guardai con aria spaurita. Julien intuendo  il mio stato d’animo mi prese per  mano guidandomi attraverso vicoli e viuzze. Non ebbe bisogno di parlare, aveva la mia incondizionata fiducia e lo avrei seguito ovunque, anche senza sapere dove.

Ti accompagno io” dichiarò.

Arrivammo ai piedi di  un vecchio palazzo situato in un quartiere povero e malfamato di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza. Aprì il portone e salimmo le scale.

L’ascensore non c’e ma siamo al primo piano” disse rivolgendomi un caldo sorriso che per un attimo mi fece fremere.

Infilò la chiave nella serratura che si aprì al primo giro. La porta cigolò. Un silenzio denso, remoto l’accolse.

Mamma sono io” esclamò a voce alta varcando l’uscio.

Mi tirò dentro velocemente e richiuse la porta alle nostre spalle. Sorrise ancora un volta facendomi segno di fermarmi e di aspettarlo lì. Lo guardai proseguire lungo il corridoio e scomparire in una stanza.

Rimasta sola diedi un occhiata in giro. Uno stretto vano rimpiazzava l’ ingresso, lo attraversai.  C’era una sala che fungeva probabilmente da soggiorno e che ospitava al suo interno un piccolo divano ed un tavolo tondo.  Continuando per il corridoio mi trovai in una stanza un po’ più grande arredata nell’essenziale: un letto, un piccolo armadio e una scrivania. Doveva essere la sua camera. Entrai. Sullo scrittoio giacevano aperti alcuni libri, notai le loro pagine ingiallite e alcuni appunti a margine. Non resistetti alla tentazione di leggerne uno. Si trattava di un vecchio manuale di antiquariato e restauro. Lo sfogliai in fretta. Vi erano illustrati i mobili più significativi della storia ed evidenziati i cambiamenti che avevano determinato il passaggio da uno stile all’altro, rendendo esaustivo un percorso storico, culturale e artistico.

Ricordai che il signor Bernard mi aveva parlato molto della sua passione per gli oggetti antichi. Avevo ancora il libro tra le mani quando la mia attenzione fu catturata da  una foto che sporgeva da una pagina. La estrassi. Vi era raffigurato un uomo sulla trentina che teneva in braccio un pargoletto dagli occhi di ghiaccio.. riconobbi in quel volto Julien. Sorrisi. Sul retro della fotografia vi era annotata una data e una dedica:

                                      14 Settembre 1998                                                                                                                   A Julien nel giorno del suo decimo compleanno,                                                                                                                         con affetto Papà.

Sentii una morsa attanagliarmi il cuore e una lacrima mi attraversò il viso. Chiusi il libro e lo appoggiai nuovamente sullo scrittoio. Feci appena in tempo ad uscire dalla camera che la sua voce mi giunse alle spalle facendomi sobbalzare.

Possiamo andare” esclamò tenendo in mano un mazzo di chiavi e facendolo penzolare nel vuoto.

Prese i caschi e scendemmo di corsa le scale. Una moto era parcheggiata sul ciglio del marciapiede. Era molto opaca, sia di vernice che di tutto il resto. Aveva i rubinetti della benzina uno diverso dall’altro, rimediati alla meno peggio. Julien dopo qualche tentativo la mise in moto. Dopo un paio di accelerate lasciò la moto al minimo e con un cenno di capo mi invitò a salirci a cavalcioni.

Aggrappati a me, mi raccomando!” disse, allacciandosi il casco.

Saltai in sella e mi strinsi forte a lui. Poi schizzammo in strada così spediti che il mio stomaco non riuscì a starci dietro. Nascosi il viso contro la sua schiena chiudendo gli occhi. Il profumo della sua pelle m’invase inondando il mio cuore e portandoselo con sé altrove.

Mi sembrava di vivere in un sogno, un sogno meraviglioso. Tutto era perfetto. Mi ero follemente innamorata di quel ragazzo dagli occhi turchesi e dal temperamento freddo e distaccato che però nascondeva un animo estremamente sensibile ed emotivo.

Le luci della città ci scorrevano al lato mentre percorrevamo il lungo viale che ci portava verso la periferia. Mi strinsi più forte a lui e per un istante la sua mano lasciò l’acceleratore per sfiorare la mia. Un brivido mi attraversò come una scarica elettrica colpendomi diritto al cuore e arrestandomi il respiro.

Nikkith: eh gia' infondo Julien non e' così freddo come sembra... spero che in questo capitolo si riesca a percepire qualcosa in piu' di lui e dell'ambiente in cui vive.

silvietta_in love 4ever:  era proprio quello che volevo trasmettere con la mia storia, far sì che il lettore si senta il protagonista. Mi fa piacere esserci riuscita con te :)

lucyette: che dire, anche io potro' sembrare ripetitiva ma grazie mille per i complimenti. Mi raccomanto continua a espormi i tuoi pareri

Nells:  benvenuta a te!! Spero che continuerai a leggere la mia storia, mi fa incredibilmente piacere sapere che l'hai apprezzata.  Ovviamente sono dell'idea che per ognuno di noi esista da qualche parte il nostro Julien hihihih

Devilgirl89:  ci siamo sentite tramite email e mi fa un piacere enorme mantenere i contatti con te... eh si come ti ho detto Julien e' il frutto di piu' personaggi spero che la storia continui ad affascinarti. Fammi sapere che ne pensi del capitolo ci tengo molto!

Chasing TheSun:  menomaleeeeeeeeeee cmq per farmi perdonare del tutto questo capitolo l'ho scritto tutto di un fiato e l'ho postato rispettando le tempistiche Come ti pare?

Miley90:  Ciaoooo sono felice che tu abbia recensito la mia fanfiction, spero che il capitolo sia all'altezza delle tue aspettative. Fammi sapere.

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Capitolo 12
*** E già mi manchi ***


Dodicesimo capitolo postato!! Spero che vi piaccia... potrebbe sembrare un po' noioso ma mi era indispensabile per mettere in risalto un po' la vita familiare di Ginevra, rimasta fin'ora nell'ombra.. spero di esser riuscita ad evidenziare il lati caratteriali e non che distinguono i nostri protagonisti. A conferma che l'Amore quando arriva non ci sono differenze che reggano! Aspetto con ansia i vostri commenti. Ovviamente ringrazio quanti recensiscono, leggono e aggiungono la mia fanfiction tra le seguite e i preferiti. Buona letturaaaaaaaaaaaa 12

Ero decisamente in ritardo.  Nessuno mi avrebbe risparmiato, al mio rientro a casa, una sonora ramanzina ma poco mi importava se in compenso Julien si era mostrato a me in tutta la sua sensibilità. Scendemmo dalla moto entrambi sorridenti e felici, mi aiutò a sfilare il casco senza mai distogliere lo sguardo da me.

Eccoci arrivati” esclamai sospirando profondamente.

Già” disse lui.

Ma non avevamo nessuna voglia di concludere questa giornata così emozionante, ce lo si leggeva chiaramente negli occhi. Avrei dato qualsiasi cosa per non separarmi da lui.

Julien.. io.. io..”

Le parole mi morivano in gola prima che trovassi la forza di spezzare quel sortilegio meraviglioso. Cercai disperatamente i suoi occhi e quando i nostri sguardi si unirono, un misto di paura ed eccitazione mi invase.  Lo baciai sulle labbra piano, più piano e più dolcemente che potei, volevo imprimere quel momento nella mia memoria, assaporarne ogni istante e ogni sensazione.

Mille brividi percorsero la mia schiena mentre le nostre lingue si intrecciavano l’una nella bocca dell’altro. Le sue mani mi accarezzavano i capelli e poi scivolarono lungo le spalle per stringersi sui miei fianchi.

Dio quanto sei bella” mi sussurrò in un orecchio.

Quel complimento mi fece arrossire d’imbarazzo. Tornai a guardarlo negli occhi azzurri e profondi. Ci stringemmo forte forte in un abbraccio senza respiro e le nostre bocche si ricongiunsero nuovamente.

Dovrei rincasare adesso” dissi con voce fievole, sebbene non avessi alcuna voglia di muovermi da lì.

All’improvviso mi prese una specie di ansia molesta che a stento mi lasciava respirare. Ebbi paura. Paura di staccarmi da lui. Mi aveva rapito l’anima con un potere a cui mi era stato impossibile resistere. Ero angosciata al pensiero di perderlo, non volevo rompere quell’incantesimo, non volevo far finire questa giornata  temendo forse che la magia che si era creata tra noi si dissolvesse come neve al sole.

Ci vediamo presto” esclamò lui sigillando con un dolce bacio quella promessa.

Quando entrai in casa trovai mia madre ad aspettarmi. Era un po’ più alta di me, vestita di una leggerissima vestaglia di seta grigio perla. Il camino era acceso e regalava un piacevole tepore, si sentiva un forte odore di ceppi bruciati.

Serve altra legna?” dissi.

Ti sembra questa l’ora di tornare!” gridò lei, incurante della mia domanda.

Scusa mamma ho perso il tram e a causa della Fiera le corse sono state fortemente ridotte” azzardai, spiegandole la “ragione” del mio ritardo.

Hai anche il cellulare spento! Sono ore che provo a chiamarti!

Si..ehm.. hai ragione.. deve essersi scaricata la batteria “ mi giustificai ancora.

Guardai l’orologio, segnava le ventidue passate da poco. Avevo fatto parecchio tardi,  il tempo in compagnia di Julien era praticamente volato!  Ci eravamo appena salutati e già mi mancava da morire. Mi mancava il suo sorriso, le sue coccole, la sua voce... mi mancava tutto di lui.

Scaldai la cena che mia madre mi aveva lasciato sul fornello e mi misi a tavola. I miei avevano appena finito di cenare, papà mi faceva compagnia a tavola sorseggiando il suo caffè,  l’indomani aveva un’importante riunione di lavoro. Da quando c’eravamo trasferiti in questa città i suoi incarichi si erano intensificati, oltre alla cattedra di Biologia Marina all’Università Cattolica di Lione spesso partecipava ai meeting organizzati dai Centri per le risorse Biologiche che svolgevano un ruolo essenziale per la ricerca e lo sviluppo delle scienze della vita.

Era un uomo intelligente e io lo ammiravo molto.  Aveva una carriera prestigiosa, una bella casa ed un rapporto meraviglioso sia con me che con la mamma. Si era realizzato in tutto e il mio sogno era di diventare un giorno come lui.

Mi sorrise. Eravamo sempre stati complici, lo eravamo anche in quel momento.. uniti contro le ostilità della mamma.        

Ma Silvie! Non essere cos’ dura con mia figlia!” esclamò con aria sorniona.

Tua figlia.. tua figlia! Se continui a prendere sempre le sue difese arriverà il giorno in cui tornerà a casa solo per dormire!”

La voce ferma di mia madre fu interrotta da una risata cristallina che in breve contagiò tutti, era impossibile tenere il broncio a papà!

Lasciai il mio posto davanti al fuoco e salii in camera. Mi misi a sedere sul letto e cominciai a pensare a cosa mi era successo oggi. Ricordai il calore dei suoi abbracci e  il sapore dei suoi baci. Ricordai i suoi occhi accendersi quando incontravano i miei. Ricordai la nostra passeggiata e le lunghe chiacchierate.

Non vedevo l’ora che facesse giorno per poterlo rivedere.. me l’aveva promesso. Sorrisi abbracciando stretto stretto il mio cuscino, mi sembrò quasi di sentire il suo profumo sulla mia pelle. Immersa in questi dolci pensieri mi addormentai.

Nells: si si.. ci sn ancora vari aspetti della vita di Julien che sono ignoti.. a breve il nostro protagonista dovra' fare i conti cn faccende legate al suo passato... ora però nn voglio svelare troppo anche perchè i capitoli li scrivo di volta in volta hihihi

Chasing TheSun:  menomale :) sono felice che la storia ti stia prendendo così.  Mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo

lucyette:  che dire.. non vorrei essere ripetitiva ma i tuoi complimenti mi lusingano sempre :) ovviamente aspetto i tuoi commenti ciaooo

Miley90: e' proprio cio' che voglio.. svelare la gia' complicata personalita' di Julien poco a poco... spero di riuscirci! Grazie ancora per i complimenti

cri_91: benvenutaaaa sono felicissima di sapere che apprezzi la mia storia, mi raccomando continua ad espormi il tuo pensiero.. anche negativo!!

silvietta_in love 4ever:  mi basta mi basta... l'importante e' che la storia ti piaccia! Ci tengo molto al tuo parere

Raffuz: mi inchino ai tuoi complimenti, spero di meritare i tuoi apprezzamenti. Ovviamente attendo le impressioni su questo capitolo. Ciaooo

Devilgirl89: che dire.. non posso che restare in silenzio dinnanzi al tuo commento. Ti ringrazio per l'opinione che hai di me. Anche io ti apprezzo molto. Il nome di Julien e' frutto di molto lavoro.. volevo trovare un nome che esprimesse insieme dolcezza e mistero e sapere che ti piace mi fa sentire bene, perche' sono riuscita nel mio intento. Ovviamente non sto a ripeterti quanto mi faccia piacere sentirti anche tramite email. ciaoooo

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Capitolo 13
*** Quando il sogno può trasformarsi in incubo ***


Ecco postato il treizième hapitre :) spero che vi piaccia!!!!!!!!!! Ringrazio tantissimo chi apprezza la mia storia, leggendola e inserendola tra i preferiti o le seguite. Questo capitolo l'ho scritto ieri pomeriggio, l'idea mi e' venuta di getto e mi son messa all'opera. Buona letturaaaaaaaaa e buona Domenica a tutti. 12

L’indomani mattina fui svegliata dal telefono. Ero ancora nel mio sogno, un sogno  che mi parve di aver fantasticato tutta la notte, un sogno lunghissimo e felice.

Dall’altra parte della cornetta la voce di Marie mi avvisava che oggi i corsi pomeridiani erano stati sospesi.  Ovviamente la notizia non poté che farmi piacere, un tenue sorriso si illuminò sul mio volto al pensiero di come avrei potuto organizzare il resto della giornata.

Le lezioni proseguirono come al solito. La signorina Cotillard lesse alcuni passi dell’opera di D’Annunzio mentre io ero già lontana anni luce dall’aula. Chiusi gli occhi e feci un gran respiro, stavo per fare la più grande follia della mia vita.

Pss.. Ginevra, hey! Vieni con noi al parco più tardi?” mi chiese Stephan dandomi un colpo al gomito che mi fece ridestare dai miei pensieri.

Co..cosa?

Ma non ci stavi proprio ascoltando!” esclamò stizzito.

No.. cioè non posso.. ho una lezione di pianoforte alle 17” dissi con aria mista tra il sognante e l’innocente.

Marie mi lanciò un’occhiata indagatrice poi sospirò sconsolata mentre io recitai alla perfezione la mia commedia. Non credetti che se la fosse bevuta ma non potevo coinvolgerla nelle mie pazzie anche perché di certo avrebbe fatto di tutto per farmi desistere dai miei propositi.

Andammo a mangiare alla mensa studentesca. Si unirono a noi anche Terence e Lucille, quest’ultima era bella ma io non la conoscevo per niente.. mi sembrava anche un po’  altezzosa con l’aria perennemente distratta di chi è immersa nel suo mondo da cheerleader.

“Menomale che oggi non ci sono i corsi.. così potrò andare in giro per negozi! Sapete sto cercando disperatamente dei pantaloncini amaranto a vita bassa da abbinare alla mia cintura blu e bianca!esclamò sorseggiando tranquillamente il suo succo ai mirtilli.

La guardai senza proferir parola. Continuava a conversare di abiti e mondanità. Il suo discorso verteva  sulla necessità di trovare il giusto vestito da indossare al ballo di Natale nonché il cavaliere più degno di stare al suo fianco.  Stava paragonando un ragazzo ad un indumento. Sorrisi, sarcastica.. avevamo la stessa estrazione sociale ma sembravamo appartenere a due mondi completamente diversi. Lei cosi elegante e raffinata, intenzionata a farsi conquistare solo da chi potesse assicurarle ricchezza e prestigio; io invece innamorata follemente di un ragazzo dalle umili origini che viveva di piccoli furti ed espedienti.

Pagai il conto e uscii in fretta dal Fast-food. Avevo il cuore in gola, presi la metropolitana e raggiunsi la periferia est della città. Cercai di fare mente locale sul luogo in cui mi trovavo e ricordai tutta la giornata precedente. Finalmente arrivai a Vénissieux, piccolo comune dell’aria urbana di Lione, caratterizzato dall’alto tasso di popolazione marginale, in gran parte di origine straniera e tristemente noto per l’ elevata percentuale di giovani senza arte né  parte spesso dediti all’alcol e alle droghe a cui venivano attribuiti in parte fondatamente e in parte per pregiudizio, spaccio, furti, stupri, scippi, atti vandalici e numerose altre violazioni.

Non c’era proprio nessuno in giro. Le porte delle case erano sprangate. Un senso di freddo mi attraversò improvvisamente: avevo paura.

Mi guardai in giro, spaesata. Avevo perso la strada e vagavo da sola in un quartiere sconosciuto e malfamato. Stavo per tornare indietro quando vidi due ragazzi sbucare dal fondo della carreggiata. Mi avvicinai a loro per farmi dare qualche indicazione.  Sembrarono ascoltare con interesse le mie parole e fui felicissima di scoprire che conoscevano molto bene Julien.

Eh già, qui siamo come una grande famiglia.. ci conosciamo tutti” proferì uno, con un ghigno lucifero sul viso.

Erano fisicamente molto simili: entrambi alti, muscolosi, capelli a coda di cavallo per uno e corti per l’altro, scuri.. probabilmente di origini arabe.

Comunque io mi chiamo Omar e lui è Liam… piacere!”

Mi tesero la mano ridacchiando ma quando gliela strinsi provai una strana sensazione, come un’inquietudine in fondo al cuore.

Seguici, ti portiamo subito da Julien

Camminammo per qualche minuto allontanandoci sempre più dal centro abitato. Sentii aumentare in me quel senso di smarrimento e di angoscia,: dove mi stavano portando? Non mi sembrava la strada giusta.

“Scusa Omar.. ma dove stiamo andando” azzardai.

Lui si voltò , aveva uno sguardo strano. Quel viso mi fece paura. Cominciai a tremare.. il mio cuore eccellerò ancora.

Perché non ci divertiamo un po’?” disse l’altro, accarezzandomi i capelli.

Ad un tratto me li prese con forza costringendomi a tenere la testa alzata, sembrò sollevarmi da terra mentre mi spingeva forte contro il muro.

Sentii una fitta lancinante alla nuca e istintivamente mi portai una mano dove avevo dolore. Non ebbi il tempo di capire che uno di loro mi afferrò per le braccia, bloccandomi. Mi costrinse a guardarlo in faccia, portando il suo viso vicino al mio.

Se urli ti ammazzo

Cercai invano di liberarmi da quella stretta, ma più mi dimenavo, più la presa si serrava. Qualcosa mi colava sul viso, ne avvertii il sapore ferroso in bocca: era sangue. Cominciai a gridare aiuto disperatamente, incurante delle sue minacce ma sembrava che nessuno sentisse le mie urla.

Ti ho detto di stare zitta” ripeté mettendomi fortemente una mano sulla bocca.

Mi passò l’altra sul viso facendola scivolare sui seni. Mi dibattei convulsamente senza riuscire ad allentare la stretta alle braccia, sentii nella gola l’amaro sapore del panico, mi si annebbiò la vista. Le gambe sembravano venir meno.

Mi tirò via la collanina d’oro dal collo mentre l’altro mi bloccava la testa stingendola da sotto il mento contro il suo addome. Parlavano velocemente in arabo e ridevano tra loro.

Piacerà anche a te” disse, cercando di strapparmi di dosso la camicetta.

Fu la sua ultima frase prima di essere scaraventato a terra con un pugno, sentii la presa mollare d’un colpo. Tirai un sospiro e mi accasciai lenta, scivolando lungo il muro.

Omar non azzardarti a toccarla

Riconobbi immediatamente quella voce. Julien. Era venuto a salvarmi dall’incubo.. chiusi gli occhi d’istinto rammentando il bruciore improvviso alla testa.  Non ebbi la forza di guardare, ma intuii che li aveva messi in fuga.

È  tutto finito.. ci sono io adesso.. nessuno ti farà più del male.. nessuno”

Le sue parole mi tranquillizzarono. Sentii le sue braccia forti sollevarmi da terra, sentii il suo cuore battere. E cominciai a piangere.. a piangere senza riuscire a fermarmi. Sentii finalmente la paura sciogliersi mentre mi stringeva a sé e mi accarezzava i capelli rassicurandomi.

Julien.. Julien” continuavo a ripetere con la voce ancora rotta da profondi singhiozzi.

“Ci sono qui io.. sta tranquilla, non ti accadrà più niente, fa vedere..” esclamò controllando l’entità della ferita “per fortuna è solo un graffio, calmati ti prego.. sono arrivato in tempo..”

Lo abbracciai più forte che potevo.. stretta al suo petto non tremavo più. Alzai gli occhi per guardarlo. Lui mi sorrise dolcemente, sollevò lentamente la mano e con le dita lunghe e sottili mi asciugò le lacrime accarezzandomi il viso.

silvietta_in love 4ever:  merçì!!! che bello sapere che la mia storia continua ad appassionarti.. cosa ne pensi di questo capitolo?

Nells: spero che ti piaccia questo capitolo, l'ho scritto ieri :) ovviamente ti ringrazio per i complimenti!!

nikkith: in effetti anche io avevo intenzione di rendere Julien un po' asociale... ma quando lo metto a contatto con Ginevra lui sfugge al mio controllo hihihi!

lucyette
:  mille grazie per i complimenti! Spero che questo capitolo soddisfi ancora le tue aspettative, fammi sapere!

Devilgirl89: grazie grazie grazie :) sono felicissima di leggere i tuoi commenti. Eh come gia' ho detto quando comincio a scrivere i miei personaggi spesso assumono vita propria :P l'idea  iniziale era proprio di rendere Julien insopportabile.. forse lo e' ancora ma con Ginny proprio nn ci riesce :) che ne pensi di questo capitolo?

ChasingTheSun: ciaooo grazie per il commento, spero che esprimerai il tuo parere su questo capitolo, ci tengo!

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Capitolo 14
*** Non posso stare senza TE ***


14

Ciao a tutti, scusate il ritardo! Questa settimana e' stata un po' carica di impegni e poi il capitolo non voleva saperne di uscire bene :) Spero che non vi deluda! Ho cercato di evidenziare le sfaccettature del carattere di Ginevra che con mio grande stupore si sta rivelando tutt'altro che timido e accondiscendente. Quando vuole qualcosa... se la prende!

Piano piano, tenendoci per mano, ci avviammo verso casa sua. Ero così scossa per ciò che era successo che ancora non riuscivo a parlare. Sentii stringere forte la mia mano come a volermi dire “ci sono io qui” Sorrisi e lo abbracciai ancora una volta.

Sono stata una stupida

Fu l’unica cosa che riuscii a dire e scoppiai nuovamente in lacrime. Julien mi accarezzò dolcemente i capelli e la fronte continuando a guardarmi negli occhi.

Non so cosa gli avrei fatto se solo ti avesse sfiorato” disse con voce profonda.

E’ stata tutta colpa mia, che ingenua a fidarmi di quei tipi” esclamai con le labbra ancora tremanti.

Dobbiamo medicare questo taglio.. per fortuna si tratta di un piccolo graffio

Me ne ero quasi dimenticata. La testa non mi faceva male come prima ma era meglio disinfettare la ferita. Passammo di vicolo in vicolo, fino ad arrivare all’edificio in cui abitava. La luce scialba di una semplice lampadina ci guidò per le scale mentre in silenzio mi condusse nella sua camera.

Torno subito” disse.

Portai una mano sul mio cuore, sentii come batteva più in fretta, come ad aspettare qualcosa. Lo spavento era passato ma l’agitazione non mi aveva ancora abbandonata. Mi guardai le mani, tremavano. Era il turbamento che mi provocava sapere di trovami lì da sola con lui.

Ti ho preparato un impacco al miele.. vedrai  avrà un effetto miracoloso

Sorrisi raggiante, con gli occhi lucidi dall’emozione. Era meraviglioso, il suo sguardo era così luminoso che non avrei potuto sostenerlo oltre, sembrava accecarmi. Notai in quel volto un’espressione stranamente seria ed ebbi paura di aprir bocca, quasi temessi le sue parole. Era seduto sul bordo del letto e mi guardava.. mi guardava con quegli occhi azzurri e penetranti. Lentamente mi mossi verso di lui mentre una leggera carezza sfiorava il mio viso. Fui assalita da un calore improvviso, sentii il cuore in gola e avvicinai le mie labbra alle sue. Un bacio. Prima dolce e delicato, poi sempre più passionale.. le nostre lingue si intrecciavano per poi strecciarsi e cercarsi di nuovo, le salive si mischiavano, sentivo il suo odore, sempre di più. Mi sentii cadere all’indietro, scivolare dolcemente sul letto.. le sue mani si muovevano su di me afferrando i bordi della mia veste per scoprirmi le spalle. Lo accarezzai sulla schiena spostando la maglietta che lo rivestiva e raggiungendo così la sua pelle, il contatto mi mozzò il respiro scatenando in me nuovi brividi. Le sue labbra bruciavano sul mio collo, invocai il suo nome in una richiesta disperata. Mi coprì completamente col suo corpo contemplando i miei occhi con un espressione talmente sfolgorante da scaldarmi l’anima, sentii un dolce tepore scombussolarmi lo stomaco mentre il cuore sembrava scoppiarmi in petto tanto batteva veloce. Era a pochi centimetri da me.. mi sembrava di impazzire. Strinsi gli occhi nel disperato tentativo di reprimere il desiderio che sentivo crescere in me. Lui restava lì, sopra di me senza accennare un solo movimento. “Perche?” Avvertii qualcosa di strano, la preoccupazione mi fece riaprire gli occhi.. scorsi un espressione strana, seria e decisa ma anche di attesa. Lo osservai fisso mentre un sottile velo di curiosità e di inquietudine calò sul mio viso ancora accaldato dal desiderio, cercai di capire cosa volesse dirmi perché sapevo che stava cercando di comunicarmi qualcosa.. qualcosa che non mi aveva detto prima.

Non dobbiamo commettere questa pazzia”disse.

In quell’istante il mio cuore andò in frantumi e le mie illusioni morirono, schiacciate dal peso di quelle parole. Lo guardai con occhi sorpresi e interrogativi mentre il sorriso dipinto sulle mie labbra si spegneva di colpo.

Co..cosa?” esclamai con voce tremate, quasi incredula.

Julien non disse più una parola, fece per liberarmi dal peso del suo corpo ma io lo trattenni su di me, non volevo privarmi dei suoi baci, mai come in quel momento avevo bisogno di stargli vicino.. i suoi occhi così chiari e così gelidi sembravano gemme di ghiaccio ustionante.

Perché dici così?

Aveva un’espressione triste disegnata sul volto mentre si mise a sedere sul letto, mi porse la mano e mi tirò su facendomi spazio accanto a lui. Sembrò aver bisogno di qualche minuto per riorganizzare le idee, quando si sentì pronto mi prese le mani con delicatezza e disse:

Non dobbiamo vivere questa storia Ginevra, questo amore ci porterà solo tanta sofferenza

Continuai a guardarlo negli occhi senza emettere alcun suono e a quel punto lui proseguì il discorso:

Apparteniamo a due mondi completamente diversi, non siamo fatti per stare insieme

Non volevo ascoltarlo, non volevo credere alle sue parole, mi rifiutavo assolutamente di accettare o di ammettere quella verità, non potevo immaginare la mia vita senza di lui.

Julien.. io, io non capisco.. ho fatto qualcosa? Perché non vuoi più vedermi?” dissi.

Cercavo ancora i suoi occhi, ma non li trovavo. Evitava di guardarmi, sembrava inquieto. Ero sicura che provasse i miei stessi sentimenti ma non capivo il perché stesse cercando disperatamente di allontanarmi da lui.

Non mi ha fatto niente! Come potresti.. sono io che potrei crearti dei guai. Siamo troppi diversi Ginevra, nessuno accetterebbe mai il nostro amore, ne i tuoi genitori, ne mia madre

Sua madre.. ecco cosa era successo. Sua madre non mi accettava, ma perché? Cosa le avevo fatto? Nemmeno l’avevo mai vista. Presi coraggio e azzardai un’altra domanda:

Tua madre rifiuta la nostra storia? Perché non..”

Non è come pensi mi interruppe “lei vuole solo la mia felicità, crede che innamorarmi di una ragazza così lontana dall’ambiente in cui vivo causerà solo tanto dolore.. per entrambi! E con ciò che ti stava per succedere oggi penso che abbia ragione.. siamo troppo diversi” proferì.

La odiai senza conoscerla, odiai la ricchezza, odiai me stessa.. ma non volevo rinunciare a lui. Non potevo farlo. Così mi avvicinai, chiusi gli occhi e lo baciai. Baciai quelle labbra dolci come il miele e amare delle mie lacrime, ero disperata, colma di un’immensa tristezza.  Lui rimase attonito, mi guardò con quei suoi occhi azzurri e piano aprì le labbra, rispose alla mia passione, intrecciò le lingue e assaporò il mio desiderio.. ad un tratto le sue mani si portarono attorno alla mia schiena, me le sentivo addosso, mi teneva stretta.  E poi vidi ancora il suo sguardo, questa volta sereno e tenero. Lo cercai e lui mi accarezzò, mi tranquillizzò, si assicurò della mia felicità, guardandomi a lungo e abbracciandomi ancora. Ammirai il tramonto svanire e riempirmi di lui, guardai l’ultimo spicchio di sole, arancione.. possedeva i suoi occhi.

lucyette: sono felice di sapere che ti piace! Ti ringrazio per i complimenti e fammi sapere che ne pensi di quest'altro capitolo

Ferula_91: ciaooo! benvenuta! Ovviamente non ti sto a dire che piacere mi fa sapere che apprezzi la mia fanfiction, aspetto i tuoi prossimi commenti.

Devilgirl89: Ciao Domizia!! HIHI non me l'avresti perdonata eh? E che volevo far tremare il mito di Julien hihiihhi :) che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere!

silvietta_in love 4ever: ciaoooo :) per fortuna non e' successo niente, tutto si e' risolto in un graffio e in gran bel spavento.. cmq Ginevra non e' docile e timida come sembra, in questo capitolo si comincia a capire la sua vera personalita'!

ChasingTheSun: che ne pensi di quest'altro capitolo? Fammi sapere eh! Mi raccomando ci tengo ai tuoi commenti.

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Capitolo 15
*** Amori ed Ostilità ***


Ciao a tuttiiiiiiiii. Ecco il nuovo capitolo, diciamo che questa volta la stesura e' stata piu' semplice :) Ringrazio tutti coloro che recensiscono, leggono e aggiungono la storia tra i preferiti e le seguite. Sapere che la mia fanfiction piace mi rende contentissima. Spero di non deludervi!! Buona lettura e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!!!!!!!! gggg

Rimanemmo abbracciati, senza dire nulla, per un tempo infinito, assaporando i profumi troppo a lungo negati ai nostri sensi. Julien fu il primo a sciogliersi dall’abbraccio. I suoi occhi turchesi erano fissi su di me ad indagare, a leggere chissà cosa dentro di me. I suoi occhi. I suoi occhi così carichi di passione, di paura, di gioia mi avevano ipnotizzata.. di nuovo.

Ginevra, Ginevra... tu sei matta e finirai col fare impazzire anche me!” esclamò ridendo.

Sorrisi anche io, felice di scorgere sul suo volto quell’espressione divertita. Non volevo pensare a ciò che mi aveva detto mezz’ora prima, desiderai con tutta me stessa cancellare dalla sua mente ogni brutto pensiero.

Dai andiamo.. ti accompagno a casa” disse alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta “ per fortuna il graffio è quasi invisibile

Mi tirai su a malavoglia e presi la borsa. Cercai di non guardarlo diritto in viso, non volevo si accorgesse che mi veniva da piangere ma sentivo i suoi occhi su di me, irrimediabilmente. E così quei passi che avevo sentito allontanarsi, tornarono indietro, procurandomi un brivido incontrollabile. Mi prese per le spalle, restammo immobili per qualche secondo, nel centro della stanza, assorti in chissà quali pensieri finché non mi costrinse a guardarlo.

Che c’è” mi chiese confuso, asciugandomi le lacrime con le dita.

No so.. niente.. non ho niente” dissi, distogliendo gli occhi dai suoi e abbassandoli.

Mi alzò il mento con la mano e mi baciò dolcemente sulle labbra. Riformulò la sua domanda.

Ho paura Julien.. ho paura che uscendo da questa camera ti perderò per sempre” risposi sincera.

Non succederà” sentenziò pacatamente “anche se dovrei, non riesco a rinunciare a te

Quelle parole risuonarono per me come una liberazione. All’improvviso il regno delle tenebre era scomparso e il mio cuore si era riempito di gioia. Gli gettai le braccia al collo stringendolo forte a me, perdendoci in un lungo abbraccio chiarificatore quando ad un tratto  la nostra intimità fu interrotta da una voce roca spezzata da molti colpi di tosse.

Julien, sei qui, volevo..

Ferma a metà frase, sul ciglio della porta, una donna dall’aspetto gracile, dagli occhi pensosi e dai lineamenti stanchi ci guardava con aria a dir poco perplessa.

Mamma sai che non devi alzarti dal letto.. ti accompagno in camera tua” disse muovendosi verso di lei.

E’ lei?” esclamò indicandomi e squadrandomi con reale avversione dall’alto al basso.

Julien sembrò non darle retta mentre la sorreggeva amorevolmente per un braccio. Ma la signora non smetteva di fissarmi ed io mi sentivo indifesa sotto il suo sguardo scrutatore.

Sei tu la famosa Ginevra, vero?” disse ancora, liberandosi dalla stretta.

Udire il mio nome, pronunciato da quella donna,  mi fece rabbrividire. Ero immobile, incapace di agire.. il coraggio sembrava avermi abbandonato mentre le parole mi morivano sulle labbra.

Annuii cercando di fare un sorriso che venne, però, subito smorzato dal suo sguardo truce.

Che c’è.. hai perso la lingua? Eppure non mi hai dato l’impressione di essere tanto timida

Non capivo il perché di tanta ostilità, cosa le avevo mai fatto? Continuava a guardarmi con occhi pieni di odio, come se le avessi procurato del male. Mi faceva pena ma non sapevo come comportarmi.

Andiamo mamma.. non devi affaticarti” esclamò Julien con voce apprensiva ma con un’espressione dura che non ammetteva repliche.

Uscirono dalla camera lentamente.. li guardai allontanarsi lungo il corridoio, li sentii ancora discutere in una stanza. Le sensazioni che avevo avuto erano quindi vere, ebbi la conferma di quanto mi aveva lasciato intravedere, quella donna mi odiava. Le stavo rubando il figlio? Essere ricca era forse una colpa? Ad un tratto udii chiaramente la voce di Julien scandire queste parole:

Lo sai il bene che ti voglio mamma ma devi capire che mi sono innamorato di Ginevra.. non ho mai amato nessuno così tanto nella mia vita come amo lei

Il mio cuore si riempì di gioia e cominciò a battere forte. Trattenni il fiato: anche lui mi amava. Non mi serviva sapere altro, sebbene sua madre rifiutasse ogni contatto con me. Davvero non capivo le ragioni di tanto astio nei miei confronti ma ripensare a quelle parole, proferite così risolutamente da Julien mi dava forza, mi scaldava l’anima.

Non capisco il tuo disprezzo, ma se vuoi mettermi in condizione di scegliere e ovvio che..”

All’improvviso la porta si chiuse, le voci si fecero più lontane.. non riuscii a sentire altro. Il mio respiro rimase appeso alle sue labbra come ad un malessere celeste.

 Scusa per quanto è successo” esclamò rientrando in camera ed ignorando di quanto e cosa avessi ascoltato.

Feci cenno di sì con la testa. Sì, che non doveva preoccuparsi, non ebbi il coraggio di chiedergli nulla. Quella frase rimasta sospesa martellava insistente nella mia testa. Durante il tragitto in moto nessuno dei due parlò ma prima di scendere mi sorprese con un bacio a fior di labbra.

Ho voglia di stare un po' con te.. ti va di uscire stasera?

Mi aveva invitata a passare la serata insieme! Non riuscivo a credere alle mie orecchie: ero felice, anche se le lacrime mi scendevano copiose e non riuscivo a fermarle. Ero felice perché lo amavo così tanto.

Ma che fai.. piangi di nuovo!” esclamò, stupito “ahi ahi.. mi sa che ti faccio proprio un brutto effetto!”

Mi misi a ridere e a piangere insieme. Rise anche lui. Lo guardai in volto: era semplicemente bellissimo.

La mia mente non riusciva più a pensare, ero già proiettata a questa sera.. mancavano solo tre ore al nostro incontro, ero nervosissima, in fondo si trattava del nostro primo, vero appuntamento. Spalancai l’armadio, mi guardai attorno indecisa. Dopo qualche minuto di esitazione decisi di indossare una gonna plissé in maglina nera, una delicata sciarpa di seta color avorio e una camicetta della stessa tonalità scolata al punto giusto.  Lasciai i capelli sciolti, così il graffio avrebbe dato meno nell’occhio. Un trucco leggero e poche gocce di profumo: finalmente ero pronta. Avevo il cuore che andava a mille ma ormai ci stavo prendendo l’abitudine.

Quando lo vidi arrivare il mio respiro sembrò arrestarsi per un istante.. i suoi occhi brillavano nel buio come fuochi azzurri! Indossava jeans a vita bassa e una felpa in tinta unita con sotto una T- shirt  bianca. Andammo in centro a vedere le vetrine, c'erano degl'uomini che stavano montando degl'addobbi per Natale, le lucine, erano dolcissime. Cenammo in una deliziosa pizzeria tenendoci dolcemente per mano: mi sentivo in paradiso. Avevo completamente dimenticato lo spavento di quest’oggi, accanto a lui mi sentivo sicura e protetta.

Facemmo un’altra passeggiata per il corso e quasi senza rendermene conto ci ritrovammo davanti al negozio del signor Bernard. La vetrina era illuminata anche di notte. Pensai all’ultima volta che ci ero entrata, era passata una settimana ormai.

Ricordi quando ci siamo conosciuti?” esclamò, appoggiando una mano sulla mia spalla.

Eh, chi se lo dimentica! Eri arrabbiatissimo di vedermi” affermai, divertita.

Diciamo che mi hai colto alla sprovvista.. non avrei mai immaginato di incontrarti proprio lì sebbene in quella calda mattina di fine settembre ebbi come la certezza che non mi sarei liberato facilmente di te”

Lo abbracciai forte e lo baciai sulla guancia. Ricordai il nostro primo incontro ma preferii sorvolare sui dettagli. Ora non potevo che benedire quel fatidico giorno in cui il destino volle che venissi rapinata dal ragazzo più dolce e carino di questo mondo.

Ti va di ripetere l’esperienza? Prometto che questa volta sarò gentile” disse estraendo dalla tasca un mazzo di chiavi.

Ne aveva un duplicato per le emergenze, segno che il signor Bernard si fidava ciecamente di lui. Sollevò la saracinesca di un metro circa, facendo un rumore infernale, ci piegammo per entrare e la richiuse dietro di me. Dentro era buio pesto, Julien allungò la mano per cercare l’interruttore della lampadina e quando lo trovò pigiò il tasto, la luce si accese. Ogni cosa era al suo posto: libri rari, pitture e preziosissimi oggetti d’antiquariato.

Scusi signorina, posso conoscerla?” esclamò, fingendo di non avermi mai vista prima.

Certamente” risposi io.

Ci mettemmo a ridere entrambi, eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altra. Mi sfiorò la guancia con la mano mentre appoggiava delicatamente le sue labbra sulle mie, erano calde e morbide, mi abbandonai sospirando all’umido contatto delle lingue. In quell’istante ebbi la consapevolezza che questa notte non l’avremmo mai più dimenticata.

lucyette: ecco il nuovo capitolo,  finalmente sono riuscita a terminarlo :) spero ti piaccia. Sono lusingata dai tuoi complimenti. A presto!

Devilgirl89: hihiih Ok Ok mi arrendo.. :) spero che questo capitolo soddisfi le tue aspettative..  per la descizione della scena clou ho preferito aspettare il prossimo :P hai ragione anche io tifo per questa coppia sebbene ci siano ancora alcuni aspetti in OMBRA del carattere di Julien. Spero che nel corso della storia riesca ad evidenziarli come desidero. Ovviamente aspetto i tuoi commenti. A presto, ci sentiamo via email.

ChasingTheSun: eh si Ginevra sta cacciando il CARATTERE, sai inizialmente volevo impostare in maniera decisa le caratteristiche di ciascun protagonista, deciso e fermo lui... dolce e accondiscendente lei. Ma il bello di una storia e' anche vedere come di capitolo in capitolo i personaggi sfuggano al mio controllo e i caratteri quasi si capovolgono! Ti ringrazio per i complimenti. A presto!

Ferula_91: diciamo che il periocolo e scampato... quasi! Ovvimente i tuoi complimenti mi lusingano, spero che questo capitolo ti sia piaciuto.. fammi sapere mi raccomando!

silvietta_in love 4ever: ciaooo grazie per il commento, sono felice di sapere che continui ad apprezzare la mia storia. Per scoprire come va a finire dovrai continuare a leggere la fanfictioni, riuscirai a reggere il supplizio?? hihiihi aspetto le tue recensioni. 

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Capitolo 16
*** Null'altro che Amore ***


Eccomi qui col nuovo capitolo. Scusate il ritardo :) chiedo scusa in anticipo per la "lunghezza" del capitolo. Ma dopo averci pensato un po su' ho capito che questa parte della storia meritava un angolino tutto suo. Cosa ne pensate? Fatemi sapere! ovviamente ringrazio quanti mi seguono e recensiscono la mia storia. Buona lettura a tutti. sssssssssssssssss

Non so per quanto tempo continuammo a baciarci ma l’ardore era tale che sembrava volessimo scambiarci l’anima. Sentivo la mano di Julien accarezzarmi il fianco e seguire la linea della mia vita. Mi abbandonai tra le sue braccia facendomi trasportare dall’intensità di quel momento. In questa notte magica esistevamo solo noi due e le nostre emozioni.

Chiusi gli occhi.. sentii i nostri respiri farsi più forti, poi le sue labbra sfiorarono il mio collo. Che brividi mi dava! Avevo la testa leggera, forse il profumo d’incenso che c’era nell’aria mi aveva intontito o forse era l’emozione che stavo provando.

L’azzurro del suo sguardo mi guidò nel silenzio della notte. Ero completamente persa di lui. Le sue mani mi stringevano dolcemente come a reclamare un possesso che non gli era mai stato messo in dubbio. Io ero completamente sua. Mi guardò come se fossi la cosa più bella dell’universo, come se fossi una principessa e io adoravo poter annegare in quei due laghi di acqua limpida che aveva al posto degli occhi. Mi faceva sentire protetta, unica. Avrei voluto dimostrargli da subito quanto gli appartenessi, ma le regole del pudore me lo impedivano. Appoggiai la testa sul suo petto e sentii il suo cuore battere forte. Eravamo una cosa sola, legati stretti a doppio filo. Ed era così dolce, così unico, così perfetto.  Mentre i  nostri corpi si spostavano l’uno contro l’altro raggiunsi l’orlo della sua felpa, gliela sfilai lentamente dalla testa, assaporando pollice per pollice la pelle che si rivelava. Il suo petto era perfettamente scolpito, muscoloso ma non troppo. Quando Julien incominciò a slacciarmi piano la camicetta, guardandomi negli occhi con intensità, mi sentii come se stessi perdendo i sensi.

Sentii la sua pelle nuda aderire perfettamente alla mia; sentii il suo respiro affondare nelle mie orecchie e tra i miei capelli. Portò con veemenza il mio volto verso il suo facendo scivolare la sua lingua avida nella mia bocca. Intrecciai inconsapevolmente le gambe attorno al suo corpo mentre le mie labbra si nutrivano ancora del suo sapore.

Ci chiudemmo nel retro e ci sdraiammo uno di fianco all’altra, occhi negli occhi, col cuore che mi esplodeva in petto. I nostri sguardi si cercavano incessantemente mentre i nostri corpi fremevano per la vicinanza. Ad un tratto mi sovrastò col suo peso ed io, guidata da una forza superiore, aprii le gambe consentendogli di accomodarsi nel mezzo. Julien non smetteva di baciarmi, le nostre bocche non si erano mai staccate finché non iniziò a tracciare una scia con le labbra sul mio collo. Le sue mani mi stringevano mentre sentivo il suo bacio scendere sul seno. Un brivido mi percorse tutta la schiena, un brivido di eccitazione. All’improvviso si fermò e mi guardò come a cercare conferma di non forzarmi.

Sei sicura?

Io annuii con la testa e lo attirai di nuovo verso di me. Le sue mani, a quel punto più sicure, scivolarono sulle mie cosce alzandomi la gonna leggera. Me le sentivo addosso, mi toccavano, sfioravano i miei capelli dai riflessi ambrati, il mio viso, esploravano ogni centimetro della mia pelle, con fare lento e delicato. Mi faceva morire piano, mi avvolgeva in un torpore che a poco a poco mi annullava in lui. Anche i nostri baci erano diventati più audaci, ormai ero seminuda sotto il suo sguardo incantato. Ogni suo sfioramento accendeva dentro di me un enorme incendio che sembrava  bruciare tutte le mie barriere, facendomi diventare perfino più ardita. Con le dita ferme gli slacciai i calzoni e inarcai la schiena affinché potessimo divenire una sola anima, un solo corpo. La potenza del nostro amore era la prova di essere nati l’uno per l’altra. Facemmo l’amore e fu bellissimo: dolcissimo e romantico, per me era la prima volta. Sentivo il suo corpo in completa sintonia col mio, il piacere sembrava travolgermi e non riuscii a trattenermi dall’ansimare profondamente. Lui era sopra di me, dentro di me e si muoveva piano, ad ogni sua inarcata, ad ogni sferzata decisa, ero consapevole che ormai eravamo indissolubilmente uniti.

Esausti ma ancora frementi dal piacere, appoggiai la testa sul suo petto mentre lui mi accarezzava dolcemente la fronte e i capelli. Avrei voluto fermare il tempo e restare così per sempre.

Ti amo

All’udire quelle parole il mio cuore ebbe come un sussulto di gioia. Sollevai la testa per guardarlo, il ghiaccio dei suoi occhi sembrava sciogliersi in nome di quell’amore che sentivamo crescere dentro di noi.

Lo baciai ancora e ancora.. sebbene il tempo fosse tiranno io non avevo nessuna voglia di rompere la magia di quest’idillio.

Ti amo anche io” esclamai con voce ferma.

Le sue braccia mi strinsero più forte mentre le sue labbra finirono la loro corsa nuovamente sulle mie.

Ci scambiammo un’occhiata complice. Eravamo entrambi consapevoli di quanto si fosse fatto tardi.  Senza dire una parola ma con un’espressione di appagamento sul volto ci alzammo a raccattare i vestiti sparsi tutt’intorno, lentamente cominciammo a vestirci rallentando ogni gesto, quasi a voler prolungare ancora un poco il piacere di stare insieme.

Era l’una passata quando rincasai. Per fortuna i miei genitori stavano già dormendo e senza fare il minimo rumore sgattaiolai su per le scale, precipitandomi in camera. Senza spogliarmi sprofondai sul letto, ero in una specie di sogno, completamente in balia delle mie emozioni. Non riuscivo a  fare a meno di pensare a lui, ai suoi abbracci, ai suoi baci paradisiaci, al profumo della sua pelle. Chiusi gli occhi con la voglia di ripercorrere all’indietro queste ore, nell’attesa e nella speranza di accorciare il tempo e la distanza che ci separavano.  E così, immersa nel rewind dei ricordi mi abbandonai tra le braccia di Morfeo mentre il suono di quelle dolci parole continuava ad echeggiare nella mia mente.

Nells,:  sono felice di leggere le tue recensioni, scusa se per questo capitolo ti ho fatto aspettare, ma ci tenevo a farlo venire bene. Mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi!
Stella Del Sud: ciaoooo sono lusingata del tuo complimento. Davvero ti ha appassionato cosi' tanto la mia storia?? Se e' cosi' non posso che ringraziarti altre mille volte, mi fa piacere sapere che apprezzi la fanfiction, i vostri commenti mi spronano a fare sempre meglio. Spero di non deluderti ora!!

Ferula_91: eh già la madre di Julien e' un po' antipatica... :) spero di aver reso bene le sue paure e i suoi stati d'animo e soprattutto fisici che condizionano il suo modo di essere e che soprattutto sono la causa principale del suo amore quasi  morboso per il figlio. Fammi sapere che ne pensi di questo capitlo. Ci tengo tantissimo.

lucyetteeccoti ed eccomi accontentata. Ci ho lavorato molto su questo capitolo e sebbene non sia lunghissimo spero di aver descritto bene le emozioni dei protagonisti. Ho voluto dedicare questo capitolo esclusivamente a loro. Ti piace? Fammi sapere.

Devilgirl89: wowo Julien un angelo! Leggere i tuoi commenti mi fa incredibilmente piacere. Sono felicissima di esser riuscita a cacciare fuori le caratteristiche di Julien e Ginevra,  spero di non deluderti proprio ora! Che ne dici di questo capitolo? 

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Capitolo 17
*** Voglio solo TE ***


Ecco il nuovo capitolo, scusate il ritardo!!! Spero vi piaccia! Ringrazio chi legge e chi recensisce la mia storia. Mi fa piacere che l'apprezziate. Ovviamente aspetto i vostri commentiiiiii!! Buona lettura fsdfsdfsdfsdfa

Quando riaprii gli occhi mi trovavo sul letto, le luci ancora accese. Fuori il sole stava sorgendo, rischiarando il cielo sereno. Era una strana luce bianca quella che filtrava nella stanza, c’era anche un silenzio particolare, come se tutto intorno, fosse avvolto da bende. Mi alzai e a piedi nudi mi diressi alla finestra. Scostai le tende e.. migliaia di piume bianche stavano danzando davanti ai miei occhi, si posavano sugli alberi, sul vialetto del giardino, sulle aiuole. Tutto era nascosto sotto una candida coperta che brillava come se fosse intessuta di piccole gemme di cristallo.

Dentro di me sentii crescere una sensazione di disordine e di speranza mentre un brivido di leggera eccitazione mi percorse tutto il corpo. Mi sentivo viva e palpitante, le sensazioni provate ieri mi avvolgevano ancora.

Il mio cuore sembrava impazzire al solo pensiero di poterlo stringere, di poterlo amare. Ai miei occhi già mancava il suo sguardo, le mie labbra già reclamavano i suoi baci e le mie mani già volevano la sua pelle. Sorrisi al pensiero di lui, che probabilmente stava ancora dormendo e mi rammaricai di non potergli essere accanto, svegliarmi tra le sue braccia, in un abbraccio protettivo e pieno d’amore.

Mi accorsi di essere ancora vestita così mi spogliai e feci una doccia veloce in uno dei due bagni della casa, quello proprio accanto alla mia stanza. Non avevo tanta voglia di andare a scuola ma avevo paura di tornare in quel quartiere, decisi quindi di andare dal signor Bernard, era da giorni che non passavo a fargli visita.

Indossai qualcosa di pesante, che mi proteggesse dal freddo.  Mi strinsi nel giubbotto scamosciato e scesi in strada, la neve aveva steso un candido tappeto su tutte le vie e i tetti della città.

Presi il tram per un breve tratto e scesi in prossimità della bottega. Il signor Bernard era alle prese con gli addobbi natalizi e con una montagna di scatoloni da sistemare.

Sono arrivata al momento giusto” pensai entrando.

L’anziano signore mi accolse col suo sorriso affabile, quell’espressione serena che aleggiava sul suo volto scuro, dietro quella barba nera come la notte. Ricambiai il saluto offrendomi di aiutarlo, lui accolse con entusiasmo la proposta.

Mi diedi subito da fare incominciando con  la disamina e la catalogazione di ognuno di quei cimeli. All’improvviso la campanella attaccata alla spirale di metallo dietro la porta, suonò pontificando il suo ingresso. In un attimo i miei occhi si illuminarono, si velarono di un piacere che non era solo il mio.

Buongiorno a tutti” esclamò Julien a gran voce, riservandomi un sorriso tutto per me.

Ciao” risposi io timidamente.

Mi fissò negli occhi e mi sentii avvampare le guance. Mi succedeva sempre quando incontravo quello sguardo. Maledii la mia stupida tendenza ad imbarazzarmi per ogni cosa, e pensare che solo qualche ora prima ero stata sua, proprio qui, in questo negozio.

Julien, che piacere rivederti” disse Bernard andandogli incontro.

Era bello da mozzare il fiato. Il suo viso, dai lineamenti regolari, emanava un tale fascino da non poter resistere ad osservarlo troppo a lungo, i suoi capelli neri, il suo corpo asciutto che sembrava scolpito nel marmo bianco, i suoi occhi di ghiaccio che mi avevano rapito l’anima, tutto di lui mi affascinava.

Bernard quanto pensi possa valere questa” esclamò estraendo dal taschino interno della giacca una spilla dorata rappresentante una nota musicale.

E’ molto pregiata.. vedi?  E’ finemente intarsiata di pietre preziose” sentenziò Bernard dandole una sapiente occhiata.

Ero allibita e non riuscivo a staccare gli occhi da lui. Il freddo non era mai stato così pungente. Rabbrividii quando compresi il significato di quelle parole, Julien restava un ladro, un malvivente comune che si guadagnava da vivere con piccoli furti e scippi.

Cosa avevo creduto fino a quel momento? Davvero speravo bastasse la mia presenza per cambiare le sue abitudini? Ma poi chi ero io? Cosa potevo pretendere? Ero solo una ragazza che era entrata prepotentemente nella sua vita e che aveva preteso di sconvolgergliela completamente.

Si sottrasse al mio sguardo, sembrava quasi volesse fuggire, volare lontano. Lo sentivo distante mille miglia da me.

Bene, conosci qualcuno interessato all’acquisto?”disse poi, dandomi le spalle.

Beh si.. ho più di un cliente a cui potrei chiedere” esclamò Bernard, squadrando la spilla ancora una volta.

Perché non mi guardava? All’improvviso pareva avesse issato un muro nei miei confronti. Avevamo fatto l’amore, scoprendoci innamorati l’uno dell’altra , ma non ero mai stata partecipe della sua vita. La sua diffidenza mi turbava profondamente.

Ginevra ti va di accompagnarmi nelle consegne?” esclamò posando i suoi occhi azzurri nei miei.

Feci cenno di sì con il capo, salutai il signor Bernard e uscii dal negozio. In quell’istante ebbi la consapevolezza di quanto fossero evidenti i sentimenti che provavo per lui, sentii infatti l’anziano signore esclamare a voce bassa: “Mi raccomando, comportati bene con quella ragazza” ma non udii risposta.

Salimmo sul furgone, dovevamo consegnare sei sedie antiche dall’aspetto elegante e dai colori vivaci e caldi dovuti all’epoca e alla sapiente lucidatura a tampone eseguita da Bernard, che ne aveva messo in risalto le venature.

Quel silenzio mi stava uccidendo. Feci un lungo sospiro e iniziai a parlare:

Visto quanta neve è caduta stanotte?

Che cosa stupida avevo detto, ma era stata la prima che mi era venuta in mente in quel momento.

Lo so che non condividi il mio modo di vivere, dovevi vedere l’espressione del tuo viso ma..

Non gli lasciai il tempo di continuare, stringendogli forte la mano che armeggiava ora sul cambio ora sul volante, lo baciai sulla guancia. Non mi importava chi fosse o cosa facesse, lo amavo.. lo amavo con il corpo che si portava dietro la testa facendomi sentire donna per la prima volta nella vita.

Percorremmo circa una trentina di kilometri fino ad arrivare nel comune di Villefranche-sur-Saône, una vera e propria capitale storica nota per le sue pietre dorate e i numerosi, memorabili, castelli. L’hotel a cui dovevamo consegnare la merce era immerso in un’atmosfera calda e accogliente. Il paesaggio circostante era da togliere il fiato ma fu la voce suadente di Julien ad incantarmi. Sapeva descrivere quei manufatti in legno con tanta passione e competenza che era riuscito a rapire l’attenzione di tutti.

Eravamo in procinto di imboccare l'autostrada che ci avrebbe portato in città quando Julien fermò il furgone sul ciglio della carreggiata. Scese dall’abitacolo facendomi segno di seguirlo, eravamo di fronte ad un immenso vigneto.

Vieni.. voglio farti vedere una cosa

Ci addentrammo nel vitigno tenendoci per mano. Distante una ventina di metri troneggiava, in tutta la sua maestà, un albero d’ulivo di circa centocinquanta anni, forse il più antico della zona. Il tronco era come una spirale che partiva dal terreno verso il cielo; ricco di venature, nodosità e di particolari.

Sai quand’ero piccolo venivo spesso qui, mio padre era un appassionato di viticultura ed amava questo vigneto

Il tono della sua voce si fece un sussurro. Gli strinsi la mano accennando un sorriso, sapevo il perché quegli occhi così blu avessero un’espressione tanto triste.

Sai dopo la vendemmia è il momento più bello per le viti, hanno finito di lavorare, iniziano a riposare, le piante si addormentano, si potrebbe anche dire che vanno in letargo

Gli diedi un bacio casto, puro, sfiorai solo le sue labbra ma questo mi bastò per sentirmi in paradiso. Poi nascosi il volto contro la sua spalla, non sapevo se guardarlo negli occhi oppure no. All’improvviso sentii le sue mani accarezzarmi dolcemente la schiena e ritrovai i suoi occhi di ghiaccio nei miei, avevano una forza magnetica irresistibile, quasi ipnotica.

Le nostre bocche si unirono di nuovo, questa volta in un bacio più profondo. Le nostre lingue intrapresero un sapiente duello mentre i gemiti reciproci si alternavano a carezze e sibili di piacere. Mi accorsi subito che non avrei resistito oltre.. volevo di più.

Sembrò quasi leggermi nel pensiero e la cosa mi fece irrimediabilmente arrossire. Risalimmo il sentiero e tornammo al furgone, Julien aprì lo sportello per farmi salire e mentre ci apprestavamo ad entrare i le sue mani si posarono sui miei fianchi. Mi spostò leggermente i capelli scoprendomi il collo. Lo baciò dolcemente. Feci un grande sospiro portando la testa all’indietro e appoggiandola alla sua spalla.

Un brivido di piacere percorse tutta la mia schiena. Mi voltai verso di lui ardente di desiderio mentre le sue mani scorrevano sotto la maglietta, la sollevavano, per poi sfilarla completamente.  Il suo tocco era calmo, sicuro, in contrasto con l’urgenza della bocca e del respiro che sembrava mi volesse prendere subito.

Dopo che mi ebbe sdraiata, si tolse la t-shirt e le mie dita scivolarono sul suo petto, sulla sua schiena, a toccare la sua pelle calda per poi scendere ancora lungo i suoi addominali scolpiti, fermandomi all’altezza dell’elastico dei suoi boxer.

Ascoltai il suo respiro farsi più forte e veloce mentre mi baciava dolcemente il ventre, poi il collo, le spalle e di nuovo la bocca spostandosi con la lingua sul mio seno. Le sue mani mi sfilarono i jeans, indugiavano sul merletto degli slip, sui bordi, senza toglierli, senza muoverli, facendomi morire di desiderio.

Non riuscivo a pensare. Prigioniera dell’urgenza di quelle sensazioni che lui mi provocava, ero diventata tutt’uno con la mia pelle e con le sensazioni che mi dava. Il tempo stesso si era come fermato, così come il mondo fuori da quel furgone, dove il silenzio si riempiva dei nostri ansiti, dei nostri gemiti.

In un attimo fu sopra di me, sentivo il suo corpo caldo, forte, sicuro, scolpito, sopra il mio. Il suo ingresso fu lento e trattenni il fiato mentre avanzava, spingeva piano, si muoveva ritmicamente dentro di me. Intrecciai le gambe intorno ai suoi fianchi assecondando i suoi movimenti, intanto gli accarezzavo le spalle e gli baciavo il collo. C’era tanta dolcezza nel modo in cui lui percorreva con le labbra la mia pelle, gustandola con la punta della lingua quasi a volerne cogliere il sapore.

Lo sentivo mormorare in silenzio il mio nome mentre io sussurravo il suo, come un'eco perfetto. Ma quando giungemmo all’apice del piacere, l’uno dopo l’altra, i nostri respiri accelerati erano l'unica musica che scandiva il momento più felice della mia vita.

All’ultimo momento ribaltai le posizioni e mi ritrovai col viso incastrato tra la sua clavicola e il suo collo. Il suo cuore pulsava, batteva, in risposta a quel piacere che aveva portato entrambi in paradiso.

Alzai il viso per guardarlo negli occhi.

Sei felice” mi chiese, ansante.

Di più” risposi, senza fiato.

Gli sfiorai un’ultima volta le labbra, prima di ricadere sul suo petto stremata. Sentii le sue forti braccia avvolgermi, cullarmi stretta mentre mi sussurrava all’orecchio il suo infinito amore. 

lucyette:  eh  anche io voglio che le cose vadano meglio, anche se molte sono le situazioni in sospeso! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere!

Nells: i tuoi complimenti mi lusingano come sempre. Sei gentilissima!! Ovviamente aspetto le tue impressioni per questo nuovo capitolo. Sono bene accette anche le critiche!! 

ChasingTheSun: sono io che ringrazio te per i tuoi commenti. Spero di non deludere le tue aspettative. Ci tengo al tuo parere.

Stella Del Sud: eh gia.. alle volte e' proprio difficile descrivere al meglio le sensazioni che si vogliono espremere. Sono contenta che apprezzi la mia storia. I tuoi complimenti mi spronano a fare sempre meglio.  Spero di riuscirci, almeno in parte. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo.

Devilgirl89: Davveroooooo!!!!!!!!! Sono felicissimaaaaaaaaaa. Spero di non deluderti..e di farti sognare come desideri. Ovviamente se hai qualche critica o suggerimento non hai da farmelo notare!!!!!Ciao Domizia, tvb

silvietta_in love 4ever: hihihihi :) Julien mi ha detto di riferirti che e' lusingato dai tuoi complimenti. Ti e' piaciuto questo capitolo? Aspetto i tuoi commenti.

Ferula_91,: grazie grazie grazie finalmente questo capitolo e' postato... mi ha fatto penare un po ma spero ti piaccia. 

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Capitolo 18
*** Ti Aiuterò a cambiare ***


Sera a tutti, sono tornata! Scusate il ritardo con cui ho postato questo capitolo ma ho avuto da studiare. Spero di non avervi fatto aspettare troppo! Mi raccomando aspetto i vostri commenti. Ringrazio chi ha letto e chi ha recensito. Buona lettura a tutti. xADSADSADSA

Stavo vivendo un sogno bellissimo e sperai ardentemente di non svegliarmi mai. Non credevo di esser capace di amare con una tale intensità, Julien era divenuto signore e padrone incontrastato del mio cuore. Avrei potuto stare per delle ore a guardarlo: era perfetto. I lineamenti, la postura, gli occhi.. avrei voluto specchiarmi in quegli occhi, non ne avevo mai visti di così belli.

Che ore saranno.. “ esclamò Julien, scostando una ciocca di capelli dal mio volto per guardarmi meglio.

Quasi le due” risposi io, dando un’occhiata all’orologio.

Non ti è venuta fame? Io mangerei volentieri qualcosa” disse sorridendo.

Annuii, incapace di negare qualcosa ai suoi occhi dolci, sebbene mi dispiacesse interrompere quell’intimità così lungamente agognata.

Mi sciolsi dal suo abbraccio e posai l’indice sulle sue labbra. Nel momento in cui le sfiorai sentii una fiamma divampare in me, partendo come una scossa bollente dalla mano, fino ad invadere ogni parte del mio corpo. Anche i miei occhi dovevano aver mostrato il riflesso di quel fuoco.

Julien rimase un momento fermo, lo sguardo perso nei miei occhi, e poi  le sue labbra si schiusero. Le fissai desiderosa di sentirle di nuovo sulle mie e in un istante le sue labbra mi appartennero. Avvertii in lui un bisogno incontrollabile ed io non gli sbarrai la strada, era come se fossi completamente ubriaca, la mia mente era spenta ed era solo il corpo, accompagnato dal frenetico battito del mio cuore, ad agire.

Risposi al bacio con la medesima passione e mi allontanai, fingendomi seccata.

Se è il cibo a voler mettere sotto i denti.. andiamo pure” dissi non celando un sorriso mentre cercavo i miei vestiti, sparsi tutt’intorno.

Quando Julien si rimise alla guida aveva ancora un’espressione di felicità dipinta sul volto, la stessa che poteva scorgersi sul mio.

MMM.. ora che ci penso, non dovevi essere a scuola ragazzina?” esclamò lanciandomi uno sguardo di falso rimprovero.

Alla sua domanda sarcastica sbuffai divertita, sistemandomi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. Lo fissai negli occhi con aria innocente, da bambina. Adoravo tutto di lui.. ogni minimo particolare, la sua voce, i suoi sorrisi, i suoi occhi.

Emise un sospiro appagato e mentre guidava in silenzio verso la città mi invitò ad appoggiare la testa sulla sua spalla. Mi strinsi a lui passando una mano sotto la sua T-shirt. Il suo profumo avrei saputo riconoscerlo anche fra migliaia di persone, la sua pelle emanava un’essenza propria, impossibile da spiegare o riprodurre. Lo sentivo mio e nel contempo tutto di me gli apparteneva sebbene conoscessimo ancora così poco l’uno dell’altra.

Eh Ginevra.. tu nemmeno immagini in che guaio ti sei cacciata” esclamò di colpo.

Sollevai appena la testa, quel tanto che mi consentisse di guardarlo negli occhi, con aria interrogativa. Non avevo capito bene il senso di quelle parole.

 Io e te apparteniamo a due mondi completamente diversi, a un mondo a cui io non apparterrò mai”

A me non importa!” mi affrettai a dire.

Davvero?” chiese con veemenza “Davvero non ti interessa sapere di avere a che fare con un delinquente qualunque?

No!

Scandii quella sillaba con fervore, come se volessi scacciare dalla sua testa tutti i pensieri più pesanti. Sembrava quasi che non si rendesse conto di quanto lo amassi, di come fossi irrimediabilmente persa di lui.

Avevo le guancie in fiamme, gli occhi lucidi, la voce tremante. Mi faceva rabbia leggere nei suoi occhi la diffidenza sulla autenticità dei miei sentimenti. Come poteva dubitare ancora di me.

Vuoi quindi dire che mi presenteresti senza problemi alla tua famiglia?

Feci un respiro, abbassai lo sguardo e dissi a bassa voce:

Loro non hanno mai giudicato nessuno sulla base delle condizioni economiche, non lo farebbero nemmeno con te

Ma io non sono soltanto povero Ginevra, sono anche un ladro.. un ladro capisci?!” aggiunse inchiodando il furgone con una brusca frenata.

E tu pensi che questo conti qualcosa per me?” dissi con le lacrime agli occhi “Fin dal primo secondo, fin dal primo giorno che ti ho visto, dal nostro primo bacio,  dai primi sguardi scambiati.. io mi sono innamorata di te

Gli confessai ciò che lui già doveva sapere con un tale ardore che tutti i suoi dubbi furono spazzati via. A quella dichiarazione rise di gusto, ma senza rumore, cercando di tenersela dentro per non perdersi nemmeno un solletico di quella risata, e io lo guardai un po' stranita.

Scusa, scusa, scusa amore mio, scusa. Perdonami ti prego” disse trattenendo a stento l’ilarità.

Mi baciò dolcemente le labbra facendo sparire come d’incanto,  la mia irritazione. Era come se esercitasse uno strano potere su di me, mi aveva affascinata sin da subito, da quando i suoi occhi avevano incrociato i miei.. imprigionandoli irrimediabilmente.

Non voglio farti del male” disse baciandomi la fronte e accarezzandomi i capelli.

Perché dovresti farmene” esclamai, coprendo la sua mano con la mia.

Un sorriso tirato comparve sul suo volto, tornato improvvisamente serio. I suoi occhi mi sovrastavano, azzurri, meravigliosi. Mi resi improvvisamente conto di quanto ancora di incerto ci fosse nella sua persona.

Tu mi ami, e per ora mi basta sapere questo” affermai profetica.

Mi sorrise con il sorriso più dolce di questo mondo, un sorriso che mi fece sciogliere come un ghiacciolo, nonostante fossimo quasi a dicembre con tanto di neve che aveva coperto ogni cosa col suo soffice manto bianco.

Allora che ci facciamo ancora qua! Non so tu ma io sto morendo di fame!” disse riaccendendo il motore.

In effetti ora avvertivo anche io un certo languorino allo stomaco. Guardai l’orologio, segnava le quindici passate. Ci fermammo in un piccolo ristorante, abbastanza carino, chiamato “le Toit Bleu” perché il tetto era per l’appunto di un blu intenso, e il proprietario sembrava conoscere bene Julien. Ci accomodammo in un tavolo laterale e ordinammo due piatti di carne con patate arrosto e da bere acqua, coca cola e un po' di vino rosato.

C’era un bel caldo, il locale era pieno di gente e  i molti sapori, sapidi e dolci, si mescolavano allegramente svegliando l’appetito.

Hey Julien.. era da un po' che non passavi da queste parti, avete ordinato?”si affrettò a chiedere l’anziano signore.

Si si, già fatto” rispose cortese.

Ma che maleducato, non mi hai ancora presentato questa graziosa signorina” asserì l'uomo “deve sapere che prima non era affatto cosi” continuò poi, lanciandomi uno sguardo complice.

Risi, divertita dalla sua espressione, e mi scostai una ciocca di capelli dal viso osservandolo meglio. Era un distinto signore sulla cinquantina, capelli folti e brizzolati, in un elegante doppio petto grigio, dall’aria molto socievole.

Pierre lei è Ginevra” disse Julien indicandomi.

Piacere Ginevra” esclamò l’uomo accennando un inchino.

Piacere” ripetei io.

Bene Julien allora ti lascio in buona compagnia.. mi raccomando prima di andartene passa da me, ho un paio di clienti interessati ai tuoi articoli” conlcuse Pierre passandogli una mano sulla spalla.

Articoli.. a quali articoli si riferiva? Rabbrividii al pensiero di conoscere già la risposta. Distolsi lo sguardo, sfogliando distrattamente un depliant di degustazione dei prodotti locali quando ad un tratto Julien mi prese la mano e portandola all’altezza del suo cuore mi disse.

Aiutami a cambiare me stessosembrava una preghiera, quella voce che uscì roca dalla bocca di lui.

Guardai i suoi occhi cosi belli, cosi profondi e per la prima volta cosi fragili. Lo abbracciai senza dire niente, sapevo perfettamente che i miei occhi gli stavano dicendo tutto, cosi come i suoi mi avevano rivelato il suo bisogno d’amore.

Dopo quella tacita promessa il pranzo fu allegro e piacevole. Il suo volto era tornato sereno, quasi radioso e i suoi occhi sempre lucidi e penetranti.

Ginny, Ginny.. dai confessa, ti ho stregato fin da subito” disse ridendo.

“COSA? Te l’han mai detto che sei un grande presuntuoso?” ribattei io.

Sarà.. ma anche un cieco si sarebbe accorto che quella mattina, alla bottega del signor Bernard, morivi dalla voglia di baciarmi.. e se non sbaglio il tuo desiderio fu esaudito!” incalzò, audace.

Feci un timido sorriso e arrossii. Scossi la testa badando bene di non guardarlo negli occhi. Sapevo che se avessi incrociato il suo sguardo sarei diventata ancora più rossa.

Sei bellissima

Ecco. Ora si che ero imbarazzata davvero.  I suoi complimenti riuscivano sempre a procurarmi quel brivido strano lungo la schiena.

Dopo che Julien ebbe pagato il conto ci avviammo verso l’uscita ma mentre eravamo in procinto di varcare la soglia una voce dall’interno del locale calamitò la nostra attenzione.

Hey Julien! Ragazzo!” esclamò l’uomo in doppio petto grigio.

Pierre ora devo proprio andare.. sarà per un’altra volta” rispose lui, uscendo sul marciapiede della strada e lasciando il proprietario del ristorante senza parole.

Allungai le braccia fino al suo collo e lo tirai verso di me. Lo baciai con passione, avevo capito il significato di quel gesto. Julien voleva cambiare.. cambiare veramente e io l’avrei aiutato.

Proseguimmo per qualche altro centinaio di metri tenendoci teneramente per mano. Il sole stava tramontando e il cielo aveva assunto varie sfumature di arancione, giallo, viola, rosso, e altri colori per i quali non esistevano le parole. Con una bugia ero riuscita a ritagliami un altro paio d’ore per stare insieme, fortunatamente mia madre aveva creduto alla storia del gruppo di studio sebbene le avessi promesso di tornare a casa prima di cena. Ora non restava che chiedere a Marie di coprirmi.

Presi istintivamente il cellulare e composi il numero della mia amica. Rispose una voce molto agitata:

Ginevra! Ma dove diavolo sei? Come mai non sei venuta a scuola oggi?’

Scusa Marie ma sono di fretta.. ti spiegherò tutto più tardi.. volevo solo chiederti un favore” mi affrettai a dire.

Cosa è successo?” esclamò preoccupata la mia amica.

Niente.. niente.. solo che ho raccontato a mia madre che dopo la scuola mi sarei riunita con voi per studiare” continuai concitata “ devi reggermi il gioco

In che pasticcio ti stai mettendo questa volta” disse con tono di rimprovero.

Nessun pasticcio.. è tutto apposto, ho passato tutta la giornata con Julien” le confessai, non riuscendo a trattenere l’entusiasmo.

 Dall’altro capo dell’apparecchio non sentii proferir parola e io ne approfittai per chiudere la conversazione.

Allora Marie siamo d’accordo.. ti voglio bene!” esclamai prima di interrompere la telefonata.

Riposi il cellulare nella borsa e mi voltai verso di lui raggiante ma la scena che si presentò davanti agli occhi mi lascio sconcertata. Il sorriso mi si spense sulle labbra: una ragazza, incredibilmente bella, si era avvicinata a Julien prendendolo sottobraccio e stampandogli un bacio a fior di labbra.

KokoroChan: sono felicissima di sapere che la mia storia ti piace, e di questo capitolo che ne pensi? Le cose si complicano un po... fammi sapere!!

nikkith: eh si Julien sta mostrando il suo lato "buono" ma purtroppo non sempre bastera' ad evitare i guai che si presenteranno. Che dici di questo capitolo? Ti piace? Ovviamente aspetto i tuoi commenti.

Devilgirl89: ciaooo Domy, scusa il ritardo ma ho avuto un esame all'università.. spero che questo capitolo ti piaccia. Attendo la tua recensione con ansia.

lucyette: finalmente ho aggiornato, spero che l'attesa sia valsa a qualcosa... fammi sapere che ne pensi, appena libera dallo studio mi sono precipitata a scivere questo capitolo.

silvietta_in love 4ever,: grazie.. grazie "me lusingata" che dire, i tuoi complimenti mi fanno un piacere enorme e mi spronano a fare sempre meglio, spero di riuscirici almeno in parte.

nimi_chan,: sono strafelice di sapere che ti piace. Spero che questo capitolo non deluda le tue aspettative... detto tra noi anche a me piace Julien...:)

Ferula_91:
grazie mille, i tuoi commenti sono troppo buoni. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. Scusa se ho postato un po' in ritardo.

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Capitolo 19
*** Quante cose non so di te ***


CIAO a tuttiiiiiiiii, eccomi con un nuovo capitolo! Sono felicissima di sapere che la mia storia vi piaccia. Ringrazio quanti leggono, recensiscono e inseriscono la mia fanfiction tra le seguite e i preferiti. Mi raccomando continuate a lasciare i vostri commenti, ci tengo tantissimo alle vostre recensioni. Buona letturaaaaaaaaaa fdgdfgdfgdfgdf

Rimasi sgomenta.. non riuscivo a credere a ciò che avevo appena visto, quella ragazza continuava a sorridergli e a fissarlo con quegli occhioni ambrati che riflettevano il suo carattere: altrettanto intrigante, malizioso e vizioso. Mi meravigliai di me stessa, non avevo mai giudicato nessuno soltanto dalle apparenze ma questa volta no.. questa volta era diverso.

Misi un piede davanti all’altro, e feci un altro passo. Sapevo di non avere scampo, dovevo affrontare la situazione sebbene avessi preferito di gran lunga fuggire via, il più lontano possibile da li. Julien mi guardò con un’espressione glaciale, non sembrava affatto in imbarazzo ma l’occhiata che gli lanciai se avesse avuto il potere di incenerire, l’avrebbe fatto.

Françoise vieni volevo presentarti Ginevra” disse dopo essersi schiarito la voce.

Ginevra..e chi è Ginevra” esclamò lei sistemandosi i capelli e posando  lo sguardo su di me.

Era maledettamente bella, aveva capelli biondi, lisci e lunghi fino al sedere, i suoi occhi dorati erano incantevoli e indossava un paio di jeans azzurro chiaro, un po' usurati, portati con una camicia bianca, un gilet nero e un foulard intorno al collo.

Mi feci coraggio e la guardai diritto negli occhi. Lo confesso, ero gelosa ma avrei fatto qualunque cosa per non darlo a vedere.

Lei mi fissò per un istante con un ironico sorrisetto stampato sulle labbra mentre continuava a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli.

Quindi saresti tu la famosa Ginevra” sentenziò, avvicinandosi a me di qualche passo e squadrandomi da testa a piedi “il nostro Julien mi ha molto parlato di te

Ebbi un sussulto che mi riempì il cuore. Le aveva parlato di me... l’esultanza però durò solo un momento “il nostro Julien” ripetei tra me. Cosa aveva voluto lasciare intendere con quella frase? Accennai un mezzo sorriso.. sinceramente non sapevo che dirle. Ero come pietrificata,  non riuscivo a parlare, mi veniva da piangere ma volevo rimanere più calma possibile per non darle nessuna soddisfazione.  Voleva mettermi a disagio, ma non ci sarebbe riuscita.

“Dimmi Ginevra.. come hai conosciuto il mio ragazzo” esclamò, volgendo i suoi occhi ambrati su Julien e sfiorandogli dolcemente un braccio.

Smettila di dire sciocchezze, Françoise!” ribatté lui fulminandola con lo sguardo.

A quella risposta lei si indispettì tantissimo e lanciandomi un’occhiata di sfida cominciò a blaterare furiosa:

perché.. vuoi forse negare che io sia la tua donna??’’

Julien la prese per un braccio cercando di portarla via, non lo avevo mai visto così alterato. I suoi occhi turchesi erano freddi e sembravano esser attraversati da lampi.

Lasciami!” esclamò lei “perché ti infuri tanto... infondo sto dicendo semplicemente la verità

La sua voce era lentamente cresciuta di tono. Françoise dava l’impressione di essere estremamente sicura di sé e le sue parole mi colpirono come pugnali nello stomaco.

Sai bene come stanno le cose. Non c’è bisogno di rivangare il passato.. la nostra storia è finita da tempo” attestò Julien.

Mi spiace ma non ti permetterò di mettermi da parte per questa sciacquetta benestante” rintronò la ragazza “non vi libererete facilmente di me”

Avrei voluto rispondere, avrei voluto ribattere ma ero come bloccata. Possibile che non riuscissi a spiccicare parola? Sembravo una stupida e la situazione che si era creata lo era ancor di più. Guardai Julien negli occhi per capire cosa pensasse realmente ma il suo volto non lasciava trapelare la minima emozione anzi, in quel momento, era come se io non esistessi.

 Non farmi essere maleducato Françoise, sappiamo bene entrambi di che natura fosse la nostra storia” asserì lui.

Françoise aveva un’espressione di odio gelido negli occhi, la cui luce ambrata sembrava quasi scintillare contro il sole al tramonto. Riacquistò immediatamente la sua freddezza e guardandomi le uscirono di bocca le succitate parole:

Né tu né i tuoi soldi riusciranno mai a portarmelo via!

Si allontanò prima che avessimo il tempo di reagire, lasciando calare un silenzio angosciante tra noi. Cominciai a sentire freddo, al cuore soprattutto: mi si era gelato. Il vento aveva cominciato a tirare forte bruciandomi la faccia e le mani.

Non riuscivo a guardarlo negli occhi, non volevo incontrare il suo sguardo... ero disperatamente confusa sebbene quella ragazza fosse stata fin troppo chiara in proposito: amava Julien e nulla l’avrebbe separata da lui.

Scossi la testa scoraggiata quando all’improvviso mi prese per le spalle costringendomi a voltarmi verso di lui. Alzai lentamente lo sguardo incrociando inevitabilmente quello di Julien, cercai di sottrarmi ai suoi occhi ma lui me lo impedì, mi trattenne, accennò una carezza. Cercai di  sciogliermi dall’abbraccio ma senza successo.

Lasciami” gli gridai “Voglio tornare a casa

Julien obbedì allentando la presa sebbene le sue mani fossero ancora sulle mie braccia, feci allora un passo indietro liberandomene definitivamente.

Andiamo al furgone, ti riaccompagno” disse.

Non aprimmo bocca per tutto il tragitto e sebbene mi fossi ripromessa di non piangere a stento riuscii a trattenere le lacrime. Guardai fuori dal finestrino e il mio nodo in gola stava cominciando ad appannarmi la vista. Sospirai, un sospiro lungo e doloroso che sembrava dovesse spaccarmi il cuore.

La sua indifferenza era la cosa che mi faceva stare più male. Possibile che non avesse nulla da dirmi? Nonostante avesse ricordato a Françoise che la loro storia era finita perché non aveva pensato a me? A come mi ero sentita in quel momento? A cosa avrei potuto provare?

Nulla.. non mi aveva detto nulla.

Puoi lasciarmi qui” esclamai senza voltarmi.

Spense il motore del camioncino, fermandosi a circa cento metri da casa mia.

Allora... ciao” dissi.

Feci per uscire ma Julien mi trattenne per un braccio, lo sportello si richiuse con un tonfo morbido.

Non sono mai stato molto bravo con le parole” affermò “però voglio che tu sappia che ti amo e che quella ragazza non ha mai contato nulla per me

Non mi basta” esclamai fievole “se davvero mi ami come dici devi permettermi di entrare nella tua vita, lasciati conoscere... Julien

Rimase in silenzio per un attimo. Poi si sporse a guardare il cielo dal vetro del finestrino e disse:

“c’è poco da sapere

Scossi la testa abbassando lo sguardo. Lo amavo ma non potevo andare avanti così. Il suo carattere aveva ancora molti lati oscuri, era misterioso e complicato, a volte un po' chiuso sebbene capace di trasmettere emozioni forti, anche con un sola occhiata.

Mi sfiorò la mano con le dita per poi prenderla e portarla sul suo petto.

Ti chiedo solo di avere un po' di pazienza, presto conoscerai tutto di me

Lo guardai negli occhi, erano lucidi e bisognosi d’amore. Mi sorrise dolcemente, ricambiai il sorriso e un po' indecisa lo abbracciai ma prima di aprire nuovamente la portiera gli posai un dito sulle labbra ricordandogli la sua promessa.

Il resto della serata prosegui senza intoppi. La mamma aveva preparato i tortelli di zucca ma nonostante fossero squisiti li assaggiai appena. Avevo lo stomaco chiuso, tutte le mie forze erano concentrate su altre cose.

Gin ma non hai toccato nulla... ti senti male?”esclamò mio padre, con tono preoccupato.

No, no. Solo che ho mangiato qualcosa prima di tornare a casa e mi si è spezzato l’appetito”mi giustificai.

E che mi dici di questa bella torta al cioccolato?” disse con enfasi la mamma.

Era così entusiasta che non ebbi il coraggio di rifiutarle una fettina. Aveva ragione, era proprio buona! Dopo cena salii in camera mia, un senso di freddo e di angoscia mi invase: Julien aveva promesso di essere sincero con me.. avrebbe mantenuto i suoi propositi?

Nonostante lo amassi perdutamente ero consapevole di quanto ancora non lo conoscessi. I suoi occhi lasciavano trapelare tanta sofferenza, tanti sensi di colpa. Era cresciuto in fretta, immerso nelle enormi difficoltà che la vita gli aveva riservato. Aveva dovuto provvedere da solo alle sue necessità e ciò lo aveva portato a fare delle scelte sbagliate. Ma chi ero io per giudicarlo?  Ero nata in una famiglia agiata che non aveva mai conosciuto la povertà se non con gli occhi degli altri. Come potevo pretendere che cambiasse?

Scoppiai in lacrime e in singhiozzi convulsi. Mi buttai sul letto e strinsi forte il cuscino, il ricordo di Françoise tornò prepotentemente nella mia testa. Anche quella ragazza era innamorata di lui, me lo aveva detto chiaramente. Ma che tipo di rapporto li aveva legati? Julien non me ne aveva mai parlato. Mi resi conto che questo non era che un altro dei suoi aspetti che non conoscevo.

lucyette: hihihi eccoti accontentata, almento in parte.. Françoise si fara' conoscere meglio prossimamente. Per ora la sua entrata in scena ha turbato l'equilibrio gia' molto instabile dei nostri protagonisti... cosa accadra? :) grazie per i complimenti. Mi lusingano tantissimo.

Stella Del Sud:
eh lei e' Françoise e la sua presenza m'e' venuta di getto mentre scrivevo il capitolo. Spero che questo nuovo chappy ti piaccia. Mi raccomando fammi sapere, ci tengo ai tuoi commenti.

nimi_chan: Ginny l'ha presa un po' cosi.. diciamo che avrebbe voluto reagire ma alle volte gli eventi si susseguono lasciandoci inermi. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Ovviamente aspetto le tue recensioni con ansia. A prestoooo

Fata Desi,: eh gia... Julien e' dolce ma ancora troppo complicato per la nostra Ginvera, ovviamente la presenza di qusta ragazza non ha migliorato le cose... vabbe' staremo a vedere come si evolveranno le cose. Commentta presto, ci tengo.

silvietta_in love 4ever
: grazie per i complimenti. eh si sono tornata e visto che non ho nessun esame a breve ne ho approfittato per scrivere un nuovo capitolo. Ti piace?

nikkith: Ginevra avrebbe voluto fare tante di quelle cosa ma poi... spesso succede di non riuscire a mettere in atto i propri propositi. Che ne pensi del capitolo? Fammi sapere.

Devilgirl89: ciaooo Domy ecco la prossima puntata. spero che il capitolo sia all'altezza delle tue aspettative, ci tengo tantissimo al tuo parere. A prestissimooo

Ferula_91: eccoti accontentata. Che ne pensi di questo nuovo capitolo? Mi e' sembrato di capire che Françoise non e' proprio di tuo gradimento eh? Al dire il vero non piace neanche a me. Staremo a vedere cosa succedera'. Aspetto con ansia le tue recensioni.

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Capitolo 20
*** Una domenica qualunque ***


Eccomi col 20esimo capitolo! Cosa ne pensate? Attendo i vostri commentiiiii. Ovviamente un grazie va a che legge e recensisce. Buona lettura 20

Chiusi gli occhi per addormentarmi, ma non ci riuscii subito. I miei occhi erano gonfi di pianto e facevo quasi fatica a chiuderli ma alla fine dopo parecchi tentativi il sonno mi vinse. Erano le sei e mezza del mattino quando mi svegliai, era ancora buio, ma si intravedevano le prime luci del giorno.

Mi alzai dal letto e andai allo specchio, Guardai la mia immagine riflessa, avevo ancora gli occhi arrossati e lacrimosi. Mi passai una mano sul viso cercando di scacciare i pensieri più cupi. Mi sentivo priva di qualsiasi sensazione o emozione, come svuotata di tutti i ricordi e di tutto ciò che avevo provato fin’ora. Non sapevo se desiderare che quella fiamma si spegnesse per sempre o se gettare altra legna al fuoco.

Che fine aveva fatto la Ginevra di una volta?  Sempre allegra e spensierata, capace di vedere il lato buono prima di tutto il resto? Mi osservai meglio.. ero cambiata completamente. Sorrisi beffardamente mentre due lacrime già mi rigavano silenziosamente il viso.

Che stupida sei, volevi aiutarlo a cambiare, a diventare un ragazzo perbene ma ti rendi conto che la prima a diventare un’altra sei stata proprio tu?” dissi alla mia immagine riflessa “E ora hai una grande paura dentro, pensando che forse dovrai ammettere di esserti sbagliata”

In quel momento lo specchio non rifletteva più le mie azioni, era come se la mia immagine fosse indipendente da me. “IO RIFLESSA” aveva iniziato a ridere e a guardarmi per poi ricominciare a ridere sempre di più. A quella vista mi stropicciai gli occhi e recuperai il senso della realtà.

Avevo bisogno di aria fresca. Aprii la finestra e respirai qualche boccata di fredda brezza proveniente dall’esterno. Mancavano solo venticinque giorni a natale, oramai il conto alla rovescia era iniziato. Sospirai e chiusi gli occhi, il natale era la festività che preferivo in assoluto. Adoravo gli addobbi, vedere le strade in festa, le luminarie, l'albero, il presepe... questa volta poi avevo così tante aspettative per il prossimo anno, abbassai lo sguardo, mi resi conto che quei desideri forse non si sarebbero mai avverati.

Mi tolsi il pigiama e mi concessi un bagno caldo e rilassante che durò quasi un ora, quando uscii dall’acqua mi avvolsi nell’asciugamano. Preferii non utilizzare il phon così strofinai i capelli un po' prima di lasciarli liberi sulle spalle. Tornai nella mia stanza e mi rigettai sul letto.  Era domenica, una fredda domenica d’ inizio dicembre che preludeva ad uno fra gli inverni più rigidi degli ultimi anni.

Chiusi gli occhi. Non so per quanto tempo rimasi così ma quando mi ridestai sentii dalla cucina provenire il solito odore di caffè. Intuii che la mamma fosse già ai fornelli a preparare chissà quali manicaretti.

Indossai una gonna abbinata ad un maglione nei toni del grigio e scesi al piano di sotto. Papà stava ancora facendo colazione, mangiando una fetta biscottata con della marmellata insieme a del tè. Presi il latte , riempii un pentolino e lo misi a riscaldare mentre già addentavo un croissant cosparso di zucchero e farcito con nutella e cioccolato bianco.

Ginevra ti va un po' di crostata?” esclamò la mamma tagliandone una fetta.

No, no grazie! Sto bene così” dissi versando il latte in una tazza.

Nel pomeriggio io e tuo madre andiamo al Part-Dieu, ti va di accompagnarci?”

Ci sono stata ieri” dichiarai.

Ma come? Non avevi il gruppo di studio con i tuoi compagni di scuola?” intervenne la mamma.

Sbiancai al ricordo della bugia detta il giorno prima, mi affrettai a giustificare la mia presenza al centro commerciale con la scusa di accompagnare un’amica a fare degli acquisti. Sperai ardentemente che se la fossero bevuta.

Dopo che i miei partirono alla volta di Part- Dieu mi ritirai in camera, non avevo voglia di uscire, ne tantomeno di vedere gente. La mia mente corse inevitabilmente da Julien, lì dove il mio cuore non si era mai allontanato. Non so cosa mi aspettassi da lui, era ombroso ed appassionato, forte ma vittima di tutto ciò che più amava, il suo carattere aveva molteplici sfaccettature, negative e positive al tempo stesso... e forse anche sbagliate.

All’improvviso il telefono squillò, facendomi sobbalzare. “Pronto?” dissi cono tono sconsolato.

Ciao Ginny sei pronta? Tra dieci minuti siam da te” esclamò Marie concitata.

Non ebbi il tempo di dire una parola che sentii riagganciare la cornetta. Avevo proprio dimenticato il nostro appuntamento, dovevamo andare fuori per festeggiare Stephan che finalmente aveva preso la patente. Presi la borsa, la mantella color crema e corsi giù al portone, i miei amici non tardarono ad arrivare.

Wow la tua auto è proprio uno schianto” dissi euforica.

Ti piace? Papà è riuscito a metterla a nuovo” dichiarò Stephan facendo rombare il motore.

Dai Sali” mi ordinò Marie.

Appena fui dentro Stephan ingranò la marcia ed entrò nel traffico cittadino. In effetti il signor Moulier aveva fatto proprio un buon lavoro: la macchina era stata ristuccata e riverniciata a dovere, qualche pezzo era stato cambiato e i freni sostituiti di recente.

Allora Ginevra.. perché non ci racconti dove sei stata ieri?” incalzò la mia amica.

Da nessuna parte, ho solo accompagnato Julien a consegnare della merce” affermai.

 Julien, ancora quel ragazzo! Quando la finirai con questa storia!”disse.

Alt! Fermi tutti. Julien.. storia.. ragazzo.. ma di che diavolo state parlando?” intervenne Stephan, lanciandomi una lunga occhiata dallo specchietto retrovisore.

Marie sorrise divertita e con un cenno mi invitò a svuotare il sacco una volta per tutte., era impaziente di sapere cosa era successo.

Allora Gin, non tenerci sulle spine” incitò ancora “lo sai che sono curiosa..

Beh non c’è nulla da raccontare.. siamo andati a mangiare qualcosa e poi abbiamo fatto una passeggiata”dissi.

Tutto qui?” esclamò delusa Marie.

Insomma non ci so capendo niente.. chi è questo  Julien!?!” chiese nuovamente Stephan.

Come chi è! E’ quel ragazzo che le rubò l’orologio.. ricordi?” affermò la mia amica.

Non me l’ha rubato” mi affrettai a dire “fui io a darglielo

Ok..ok come vuoi” enfatizzò lei “fatto sta che vi siete rivisti, vero?

Marie era come un ciclone fatto di carne: inarrestabile. Completamente voltata verso i sedili posteriori mi fissava con aria interrogativa. Capii di non potermi sottrarre oltre al suo sguardo di curiosità e d’interesse.

Diciamo che è una storia lunga.. Julien è come dire, un ragazzo molto complicato” proferii io, giocherellando con le dita sul finestrino quasi ad imitare il rumore della pioggia che sbatte.

E’ davvero così bello come ricordavi?” domandò ancora.

Marie! Insomma.. le stai facendo il terzo grado!” esclamò Stephan  parcheggiando l’auto presso un capolinea della metropolitana.

Di più” affermai compiaciuta.

Nonostante avessi il cuore colmo di inquietudine e d’una pena indicibile, pensare a Julien mi riempiva l’animo di gioia e di desiderio.

Entrammo in un bar e ordinammo: un cioccolato bollente ci riscaldò in fretta.  Marie cominciò a fantasticare sul ballo di natale, ormai alle porte. Aveva già scelto il vestito da indossare ma nessun ragazzo che le facesse da cavaliere, sebbene più di un pretendente si fosse fatto avanti.

Potremmo andare insieme” azzardò Stephan.

D-Dici davvero?” esclamò lei, imbarazzata.

Certo! Se ti fa piacere potrei accompagnarti io

Non potei fare a meno di sorridere nel notare il rossore lieve che aveva colorito le guance di Marie e nel sentire la sua frase successiva: “Ok.. va bene” In quel momento ebbi la consapevolezza che un nuovo amore stava per sbocciare.

Ora dobbiamo sistemare solo te” declamò Stephan, cercando di sottolineare l’esclamativo.

Ehm” mugugnò Marie “ la nostra Gin il suo principe azzurro già l’ha trovato

Verrai con quel tipo?” chiese il mio amico.

No.. cioè non so.. dipende” balbettai.

Non sapevo neppure quando l’avrei rivisto. Ieri sera c’eravamo lasciati in una maniera così strana che al solo pensarci una stretta morsa mi straziava il cuore. Aveva promesso di chiarire le cose, di essere sincero una volta per tutte, ma ciò nonostante non riuscivo a liberarmi da questa cupa sensazione che mi accompagnava sin da quando avevo saputo dell’esistenza di Françoise. Ecco, ero gelosa! Gelosa che l’avesse incontrato, che l’avesse baciato prima di me... che ci avesse fatto l’amore quando io nemmeno lo conoscevo.

Cosa sarebbe successo ora? Questo stato di attesa era insopportabile e sebbene cercassi di distrarmi non riuscivo proprio a non pensarlo...

Stella Del Sud:  grazie grazie grazie.. solo questo posso dire in risposta alle tue recensioni. Mi fa incredibilmente piacere sapere che continui ad apprezzare la mia storia. Spero che questo capito, sebbene di transizione e privo di momenti CLOU non ti abbia deluso. Mi raccomando fammi sapere. Ci tengo tantissimo.

Devilgirl89: hihihi Julien ormai e' fuori dal controllo della mia PENNA... e' un personaggio che prende vita da solo, spero che continui ad appassionarti, con tutte le sue ombre e i suoi misteri. Ovviamente attendo i commenti per questo capitolo che spero sia all'altezza delle tue aspettative. Ciaooo e a presto.

nimi_chan: già, credo che anche io avrei fatto lo stesso.. diciamo che quando ci si trova in situazioni come queste non si sa mai come reagire. Cmq ormai e' andata... ovviamente il bello deve ancora venire! ora pero' non voglio anticiparti nulla.. ci sentiamo al prossimo capitolo. Ciaooo

lucyette:  ciaoooo allora eccomi col nuovo episodio, che ne pensi? Ti piace? Fammi sapere!

silvietta_in love 4ever: diciamo che i chiarimenti sono posticipati a data da definirsi... mi raccomando, aspetto con ansia le tue recensioni.

Ferula_91: uuu la bambolina poi me la presti??? hihi Françoise non sta' simpatica nemmeno a me ma diciamo che la sua presenza mi era indispensabile hihihi a prestooo PS se Julien non cambia lo sventriamo insiemeeeeeeeeeeee

Fata Desi: sono daccordissimo con te. Julien e' troppo complicato. ma lui piace proprio perche e' cosi! fammi sapere che ne pensi del capitolo.

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Capitolo 21
*** La resa dei conti ***


Ciaoo a tutti! Buona sera, eccomi con un nuovo capitolo. Che ne pensate? La storia continua a piacevi? Mi raccomando recensite in molti, desidero conoscere i vostri pareri, anche negativi. Ringrazio le 40 persone che mi hanno aggiunto tra i preferiti, chi legge e ovviamente chi commenta. Vi aspetto numerosi. Buona lettura!!! 21

Erano passati diversi giorni dall’ultima volta che l’avevo visto. Io continuavo ad andare alla bottega nel desiderio di incontrarlo ma più il tempo passava e più mi persuadevo che il mio amore per lui fosse destinato a naufragare.

Il signor Bernard cercava di tirarmi su di morale ma ero consapevole che probabilmente uno zombie sarebbe stato più allegro di me.

Dai Ginevra, cos’è quel faccino triste?!? Non è mica crollato il mondo?” mi spronò l’anziano signore mentre lustrava l’ottone di uno specchio.

Gli regalai un mezzo sorriso, forse perché aveva ragione ma non aver notizie di Julien mi stava uccidendo pian piano. Avevo passato l’intero pomeriggio a guardare fuori dalla vetrina la gente che passeggiava, come tante formichine indaffarate, nella speranza di riconoscere il suo volto tra i passanti. Sospirai forte e tornai al bancone, il signor Bernard aveva appena finito di tirare a lucido un’intera argenteria.

Eppure mi ero tanto raccomandato che si  comportasse bene” esclamò ad un tratto.

Chi?” domandai io.

Come chi.. Julien!” continuò lui, guardandomi attraverso le spesse lenti dei suoi occhiali dalla montatura di corno.

Rimasi in silenzio, imbarazzata. Il signor Bernard  si era accorto della mia pena, anzi ebbi quasi la consapevolezza che l’avesse addirittura presagita.

E’ stato qui ieri sera” disse ancora.

Sentii il mio cuore sobbalzare mentre le mani cominciarono a tremare visibilmente.

Ne sei innamorata, vero?

Annuii, incapace di parlare e abbassando lo sguardo per la paura di leggere nei suoi occhi ciò che più di ogni altra cosa mi avrebbe fatto del male.

Se vuole lasciarmi deve avere il coraggio di dirmelo in faccia.. credo di meritarmi almeno una spiegazione!” esclamai tutto di un fiato.

Julien è sempre stato un ragazzo complicato” asserì Bernard “non riesce mai ad aprirsi completamente, nemmeno con me sai? Nonostante lo conosca da una vita non è mai riuscito a confessarmi  l’origine degli oggetti che mi chiede di vendere

Rimasi stupita dalle sue parole. Era a conoscenza di come Julien si guadagnasse da vivere ma ciò nonostante l’affetto sincero che provava per lui era rimasto immutato.

Anche tu sapevi tutto vero?” continuò “me ne sono accorto sin da quando riacquistasti il tuo orologio

Già”mi limitai a dire.

Possibile che non riuscissi a spiccicare parola? Ero come impietrita, tutto dentro di  me ribolliva come una bomba in procinto di esplodere.

Nonostante siano state in molte a fargli il filo è la prima volta che lo vedo così tanto preso da una ragazza, e quella ragazza sei tu, Ginevra

Gli occhi mi si illuminarono di colpo, ma solo per un istante, per poi tornare freddi come prima. Se era vero che mi amava perché si comportava in quel modo? Julien continuava ad essere un grande enigma per me.

Lei conosce Françoise?” azzardai, titubante.

Ehm.. Françoise.. si mi ricordo di lei” esclamò Bernard “l’ultima volta che l’ho vista era una ragazzina vispa dalle lunghe trecce bionde

Alzai gli occhi al cielo, quasi in segno di rassegnazione.

Come mai questa domanda?” mi chiese l’anziano bottegaio.

No niente.. cioè l’ho vista qualche giorno fa con Julien” dichiarai “mi sembravano molto in confidenza

Beh e’ naturale che lo siano” affermò Bernard “si conoscono da quando erano bambini, sono praticamente cresciuti insieme

Invidiai anche la loro infanzia, quella ragazza conosceva Julien molto meglio di me e di sicuro ne era innamorata da più tempo. Probabilmente ai suoi occhi ero io l’intrusa, ero io quella che si era intromessa nella loro storia.

Quasi certamente l’espressione del mio volto era così scura che Bernard intuì senza sforzo il dubbio che continuava a martellarmi la testa.

Julien le vuole bene ma come si può voler bene ad una sorella” si affrettò a dire.

Sarà ma non mi è sembrato Amore Fraterno quello che lei tanto ostentava” dissi quasi in un sussurro.

Ignoro cosa ci sia stato tra loro.. posso solo assicurarti che Julien è sinceramente innamorato di te e lo so perché è stato lui stesso a confidarmelo

Sentir decantare l’amore che provava nei miei confronti invece che farmi piacere mi diede fastidio, avrei voluto averlo qui, davanti a me, per guardarlo negli occhi e dirgli una sola parola: Stronzo.

Mi scusi Bernard ma non ho più voglia di parlare di lui” fremei, cercando di apparire tranquilla.

Volevo fare la coraggiosa ma le lacrime che già solcarono le mie guance mi tradirono. Non riuscivo più a parlare e quella consapevolezza mi provocò un nodo in gola che mi impedì addirittura di deglutire.

Ascoltami Ginevra, questo povero vecchio vuole darti un consiglio” esclamò prendendomi le mani “Va da lui, costringilo a chiarire questa situazione, digli che quando l’amore arriva non c’è tempo per i ripensamenti, insegnagli ad amare.. ma ad amare davvero, perché cara Ginevra il suo cuore ha smesso di pensare all’amore da troppo tempo ormai

Julien era appena un ragazzo ma Bernard già ne parlava come se fosse un uomo vissuto. Ma su una cosa aveva ragione, non gli avrei permesso di inaridire anche i miei sentimenti.

Presi il coraggio a due mani e gli chiesi il numero di cellulare di Julien. Avevano ancora le mani che mi tremavano mentre lo componevo.

Dall’altra parte del telefono rispose una giovane voce femminile che mi lasciò disorientata.

Pronto? Pronto? Chi parla?”

Ci misi un po' per trovare la forza di reagire. La voce d Françoise non mi era ancora così familiare da riuscire a riconoscerla con facilità, ma il solo sospetto che potesse essere lei dall’altro capo della cornetta mi fece morire di gelosia.

Ehm.. sono.. sono un’amica di Julien” dissi con voce fievole.

Si te lo passo subito!” esclamò.

Dal suo tono gentile mi fu semplice dedurre che non si trattasse di Françoise, ma allora chi era?  Non ero mai stata eccessivamente gelosa ma questo sentimento cominciava lentamente a scavare nel mio cuore, un tarlo che non riuscivo più a scacciare. Sembrava quasi si nutrisse di tutta la forza che usassi per mandarlo via.

Pronto?

La voce calda e profonda di Julien si fece strada nel mio cuore, facendomi sussultare. Era evidente il grande trasporto che nutrivo nei suoi confronti e che mi tormentava l’anima.

J-Julien?” balbettai “sono io, Ginevra

Un breve silenzio seguì dall’altra parte, poi udii un sospiro e subito dopo ancora la sua voce:

Ciao Gin, come va?”

Bene.. cioè no.. Julien, avrei bisogno di parlarti” esclamai.

Ok

Un si freddo e distaccato che mi gelò il cuore. Deglutii a fatica, cercando di respirare normalmente, senza mostrare alcun segno evidente di cedimento.

Stasera non posso” disse con voce ferma “va bene se passo a prenderti a scuola?

No Julien, voglio vederti subito

Non so nemmeno dove avessi trovato la forza di controbattere le sue disposizioni ma la mia risolutezza produsse i risultati sperati facendomi ottenere un appuntamento per quella sera stessa. Guardai l’orologio a pendolo appeso al muro: sarebbe arrivato tra mezz’ora.

Allora io vado, chiudete voi la bottega” dichiarò Bernard, varcando l’uscita senza lasciarmi nemmeno il tempo di replicare.

Ero rimasta sola al negozio e tra pochi minuti Julien sarebbe arrivato. Cosa gli avrei chiesto? Cosa mi avrebbe risposto? Sospirai profondamente e l’aria quasi mi venne a mancare quando udii la campanella attaccata dietro la porta suonare.

Ciao Ginevra” esclamò fermandosi sull’uscio.

Ricambiai il saluto con un cenno. Avrei voluto corrergli incontro e porre fine a tutto quello strazio, adagiandomi tra le sue braccia  per farmi tenere sempre. Forse era quello che voleva anche lui ma allora perché non mi aveva cercato prima? Perché aveva lasciato che i giorni trascorressero inesorabili nella totale sua assenza? Tutto mi portava a credere a nulla più che un’avventura sebbene fossi stata pronta a giurare sulla veridicità dei nostri sentimenti.

Scusa se non mi sono fatto sentire..” disse “avrei voluto chiamarti ma mi sono accorto di non avere il tuo numero

Beh l’ho fatto io” asserii.

Sei sempre stata più determinata di me

No più determinata” mi affrettai a correggerlo “semplicemente più innamorata

Ti sbagli” affermò risoluto.

I suoi occhi ardevano come braci dall’inferno. Ora era a pochi centimetri da me e mi guardava.. mi guardava come se volesse chiedermi lui stesso del perchè avesse agito in quella maniera.

Si avvicinò di scatto e mi baciò con passione. Avrei voluto respingerlo, ma invano, le forze mi sembravano mancare. Lo ricambiai con lo stesso ardore, come se fossimo entrambi vittime di chissà quale sortilegio che ci aveva obbligati a stare l’una lontana dall’altro. Sentii le sue mani premere sui miei fianchi, bramose di desiderio.

Non volevo venire, ma è più forte di me.. non riesco a starti lontano

E tu non farlo!” esclamai io, baciandolo ancora e ancora.

Ad un tratto ricordai l’inquietudine che mi aveva accompagnato nei giorni scorsi e senza sciogliermi dal suo abbraccio dichiarai:

Io non ti capisco.. prima dici di amarmi, poi non vuoi più vedermi ed ora mi baci con un tale trasporto che perfino un cieco si accorgerebbe dell’amore che ci unisce

Hai ragione.. meriti delle spiegazioni e io ti ho promesso che te le avrei date” affermò “chiedimi tutto ciò che vuoi, sarò completamente sincero con te

Passai una mano tra i suoi capelli corvini e mi strinsi forte al suo petto, inebriandomi del suo profumo intenso, inconfondibile.

lucyette: sono felice di sapere che apprezzi la mia storia, non smetterò mai di ripeterlo. Grazie Grazie Grazie.

nimi_chan: spara spara.. sono tutta orecchie. Che domande hai? Ovviamente cerchero' di risponderti senza rovinare la suspance.. scherzo! Diciamo che sul ballo ho molte aspettative, anche se ancora confuse. Sai i capitoli li scrivo di volta in volta, quindi tutto e' lasciato al caso e alla mia immaginazione. Fammi sapere. Ciaooo

Fata Desi. eh gia, gli amici sono dei veri tocca sanaaaaa. Poi mi è piaciuta l'idea di dare spazio anche agli altri. Di questo capitolo invece che ne pensi? Aspetto con ansia i tuoi commenti.

Ferula_91: hihi sei grande! I tuoi commenti continuano a spronarmi sempre più, spero non di dispiaccia aver preso in prestito la tua frase "Uno zombie è più allegro di te" mi sembrava così appropriata che ho pensato di suggerirla a Ginvera hhihihi. Fammi sapere che ne pensi. Ci tengo molto.

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Capitolo 22
*** Un segreto fra Noi ***


Eccomi di nuovo qui, con un nuovo capitolo!! Spero vi piaccia. Questa volta non vi ho fatto anttendere troppo.. o sbaglio? Mi raccomando recensite.. Grazie a tutti. Buona lettura 22

Ora che finalmente ero ad un passo dal scoprire la sua vera natura una strana sensazione d’inquietudine mi colse, temevo che dopo quelle rivelazioni, nulla sarebbe stato più come prima. Il suo comportamento cupo ma affascinante, i suoi occhi azzurri così chiari da apparire quasi bianchi, portavano il segno di una vita vissuta troppo in fretta.

Accettò il mio bacio a fior di labbra e ci sedemmo entrambi a un’estremità del bancone, su un paio di sgabelli. Era bello da mozzare il fiato, da fermare il tempo. Avrei passato delle ore a guardarlo.

Ad un tratto mi sorrise e sfiorò la mia mano, con un meraviglioso accenno di esitazione.

Hai perso la lingua? Non eri tu quella a voler sapere tutto della mia vita?” esclamò “avanti.. domanda ciò che vuoi

Avevo il cuore in gola, le mani che mi tremavano. Avevo così tante cose da chiedere, tanti punti oscuri su cui fare luce, ma ora mi mancavano le parole. Mi sentii una stupida, distolsi quindi lo sguardo per non apparire troppo ridicola.

Allora??” esclamò lui in tono interrogativo.

Portai una mano davanti al viso, come per coprire l’imbarazzo ma nulla potei nascondere ai suoi occhi. Me la tolse subito, stringendola tra le sue, mentre con la punta dell’indice prese ad accarezzarmi il palmo come per disegnare la linea del cuore e della vita.

Cos’ è per te Françoise? esclamai tutto d’un fiato.

“Un’ amica” 

Lo guardai scettica, quando poi riflettendo aggiunse: “Siamo stati insieme per un po'

Non che la cosa mi meravigliasse, in fondo un po' lo sospettavo,  ma sentirglielo dire mi fece comunque uno strano effetto. Julien mi costrinse con delicatezza a guardarlo negli occhi. Per qualche istante rimanemmo fermi a guardarci e poi disse “ non abbiamo mai avuto un rapporto stabile

Come mai” chiesi con voce fievole.

Colpa mia.. non sono mai stato un tipo semplice” dichiarò accennando un sorriso.

Questo è poco ma sicuro” pensai tra me e me.

I suoi occhi erano di ghiaccio, un ghiaccio accecante. Incredibilmente belli e profondi sebbene velati da quel senso di mistero che era forse tristezza, solitudine, non so.

L’orologio a pendolo scandì le diciannove facendoci trasalire leggermente. Il tempo che a me sembrava essersi fermato, scorreva invece inesorabile.

Io e Françoise ci conosciamo da una vita, siamo praticamente cresciuti insieme  mi raccontò “era poco più di una bambina quando i suoi genitori si trasferirono nel mio quartiere

Ripensare a quel sobborgo mi fece rabbrividire, i ricordi della brutta esperienza vissuta erano ancora vividi nella mia memoria. Non dissi nulla, lasciai semplicemente che continuasse a parlare.

Mi è stata vicina in un momento molto particolare della mia vita, se non fosse stato per lei e Valentine sarei stato schiacciato da quei rimorsi che ancora oggi mi perseguitano

Non compresi da subito il senso di quelle parole. Rimorsi, quali rimorsi? Tornai con la mente alla sera in cui vidi quella foto in camera sua. Si stava forse riferendo a suo padre? Si sentiva in colpa della sua fuga? Volevo dare una spiegazione ai suoi comportamenti ma ero completamente fuori strada.

Immagino che ora dovrò spiegarti chi è Valentine, giusto??” chiese sarcasticamente.

Odiai ammetterlo ma aveva colto nel segno. Si era accorto di quanto fossi gelosa e la cosa stranamente lo divertiva.  Io invece ero furiosa con me stessa, per la prima volta mi sentivo del tutto in balia dei miei sentimenti, incapace di nascondergli la passione che nutrivo nei suoi confronti. Sembrava che Julien riuscisse a leggermi dentro, come se fossi completamente trasparente ai suoi occhi.

Valentine è la ragazza che ti ha risposto al telefono.. lei è perfezione fatta a persona” asserì “ha sempre una soluzione per ogni cosa, ammiro la sua forza d’animo. E’ una che non si arrende mai, vorrebbe cambiare il mondo.. lei!

Lo guardai e aggrottai le ciglia, sembrava invidiare l’altruismo di quella ragazza. Era come se a lui non fosse concesso di sognare e che in virtù di ciò si negasse di vivere la nostra storia d’amore.

Però sta tranquilla, con lei non ho avuto mai nessuna avventura.. lo giuro!” dichiarò, cercando di sdrammatizzare.

Gli lanciai un’occhiata che avrebbe incenerito una quercia ma che su di lui non sorbì alcun effetto. Amava mettermi a disagio, sembrava quasi sentisse il bisogno costante di porre alla prova le persone, doveva verificare la veridicità dei miei sentimenti.

Pare quasi che tu non abbia il diritto di amare” esclamai “perché pensi di non meritare una relazione normale?

L’aria si fece improvvisamente pesante, il silenzio ci avvolse come un velo. Sentii il suo sguardo su di me mentre le nostre mani rimanevano strettamente unite.

Ho ucciso mio fratello

Il mio cuore per un attimo cessò di battere, quella frase continuava a passare nel mio cervello. Rimasi sgomenta, non riuscivo a credere a ciò che avevo appena udito.  Julien mi guardava come se aspettasse  non so quale domanda ma io restai in silenzio, incapace di spiccicar parola.

Ricordo che c’ eravamo trasferiti da poco in questa città” proseguì a voce bassa “ fin all’età di dieci anni ho infatti vissuto ad Avignone. Danie era un po' più piccolo di me, incredibilmente vispo e pieno di vita”

Il suo sguardo sembrò illuminarsi e sorridere al pensiero di lui. Ma quei begli occhi blu intenso, velati dalle lacrime, erano tristi, come triste era il suo cuore.

Non dimenticherò mai quel terribile giorno.. era agosto e faceva molto caldo, come ogni mattina d’estate scendevo in strada a giocare con gli altri bambini del quartiere. Mia madre si raccomandava sempre di dare un’occhiata a Danie che amava seguirmi come un’ombra”

Julien, a quel punto, si fermò per qualche secondo, fece un sospiro profondo ed infine, con una voce più grave, proseguì:

Finché vivrò non potrò mai perdonarmi di averlo perso di vista.. aveva solo otto anni.. una vita intera davanti a se.. una vita stroncata in un attimo, per recuperare uno stupido pallone

Ripercorse i giorni grevi della sua tragedia, un fardello troppo pesante da portare e che forse solo l’amore avrebbe potuto eliminare dal suo cuore.

Eri poco più di un bambino,  n-non è stata colpa tua” dissi.

Certo che lo è stata! Io ero suo fratello, avrei dovuto proteggerlo, aiutarlo a crescere e invece.. non sono stato capace nemmeno di salvarlo! Se non avesse attraversato la strada quell’auto non l’avrebbe mai travolto e lui ora sarebbe ancora vivo

Mi guardò con occhi di fuoco, che quasi mi fecero tremare. Julien era cresciuto con la convinzione di esser stato l’unico colpevole della morte di Danie e col passare degli anni il rimorso gli aveva logorato l’anima. Mi raccontò che dopo quel tragico incidente nulla fu mai più come prima, la madre si ammalò e davanti ai suoi occhi da bambino la sua famiglia si sgretolò rapidamente. Era tuttora convinto che i suoi genitori lo ritenessero responsabile di quella disgrazia e che suo padre fosse partito non per cercare fortuna altrove ma per dimenticarsi di lui..

Lo guardai ma non riuscii a parlare, a fargli coraggio. Mi limitai a prendergli la mano, a stringerla forte e le mie lacrime si unirono alle sue. Rimanemmo per un po' così, quando  improvvisamente sentii il bisogno di abbracciarlo, lasciando che il suo pianto si appoggiasse sul mio seno, che il singhiozzo risuonasse nel mio torace, che le sue orecchie sentissero i battiti del mio cuore.

Per la prima volta Julien aveva gettato la maschera e mostrato la sua fragilità, i sentimenti e il suo dolore. Mai come in quel momento l’avevo sentito così vicino, così vero.

Sentii di amarlo più di me stessa, come mai avevo fatto.

Bellas: sono felice di sapere che la mia storia ti appassiona, spero che questo capitolo non ti  abbia deluso. Che dire.. Benvenuta mia nuova lettrice!

kiril: :) grazie per i complimenti. Ora che il mistero e' svelato, molti aspetti di Julien vengono compresi.. spero ti sia piaciuto il capitolo. Fammi sapere.

Ferula_91: Mister-Do-Spiegazioni-Quando-Voglio ha svuotato il sacco finalmente!!!!! Ci ho messo un pò per metter giu' l'evento.. che ne pensi? E' degno delle tue aspettative? aspetto trepitante il tuo commento.

Fata Desi: pian piano Julien si aprira'... almeno ora ha fatto un passo avanti, fammi sapere che ne pensi, Ciaooo

Devilgirl89: sono felicissima di sapere che Julien e Ginevra ti stiano appassionando così tanto. la cosa non puo' che farmi piacere. Mi raccomando, ora attendo commenti su questo capitolo. Fammi sapere.

lucyette. diciamo che Maometto e la montagna si son incontrati a meta' strada hihiih. Era giunto il momento no? Che ne pensi??

Stella Del Sud. i tuoi complimenti mi lusingano come al solito. Ti ringrazio tantissimo, ovviamente ci tengo ai tuoi pareri, anche negativi! Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. ;) ciaooo

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Capitolo 23
*** Attraverso i Suoi Occhi ***


Eccomi di nuovo qui.. questa volta pero' voglio porre in essere un'esperimento... la mia storia e' costantemente narrata da Ginevra ma ieri ho sentito la necessita' di rappresentare due episodi importanti anche dal punto di vista di Julien. Ho ripreso sia il momento in cui si incontrano per la prima volta, sia il loro primo bacio... mi raccomando fatemi sapere che ne pensate e se avete altri momenti che vorreste rivivere attraverso gli occhi di Julien non c'e da chiedere.. ovviamente non dimenticate che Julien resta un personaggio ambiguo, quindi meglio non farlo parlare troppo HIHIHHI Buona lettura. 88

Questo e' cosa successe quella famosa mattina di fine settembre attraverso gli occhi di Julien

La incontrai, una mattina tra tante. I suoi capelli neri e lunghi, i suoi occhi color nocciola, la sua pelle candida e luminosa.

Ecco, è lei la mia prossima vittima” dissi tra me, andandole alle spalle.

Con uno scatto le afferrai con forza un braccio facendola voltare all’istante.

 Dammi i soldi” le intimai.

Quando i nostri sguardi si incrociarono sembrarono quasi agganciarsi l’uno all’altro, come se fosse impossibile distoglierli. La vista di quella ragazza che mi fissava con quei due bellissimi occhi inquieti e le guance arrossate mi fecero girare la testa.

Scossi il capo per allontanare quello stupido pensiero e in silenzio la osservai porgermi una banconota da 50 Euro. Aveva le mani che le tremavano e quasi provai tenerezza nell’attimo in cui la vidi privarsi addirittura del suo orologio. Non capii il perché di quel gesto che mi fece comunque sorridere.

Grazie” le sussurrai.

Prima di voltare l’angolo mi girai più volte verso di lei.  Vidi la sua immagine farsi meno nitida per poi scomparire del tutto.  Rallentai il passo, fino a fermarmi a ridosso di una panchina, ripensai a quella ragazza sconosciuta, al suo strano atteggiamento.. sembrava spaventata ma al tempo stesso morbosamente affascinata, ero conscio del potere che esercitavo sulle persone e la cosa mi piaceva. Quasi non ricordavo più il suo volto ma le sensazioni che mi aveva trasmesso erano ancora vivide dentro di me. Strinsi l’orologio tra le mani, la giornata era cominciata nel migliore dei modi.

Questo e' cosa successe alla bottega quando Julien e Ginevra si scambiarono il loro primo bacio.

Entrai nella bottega e mi colpì l’odore che aleggiava nell’aria, sembrava quello delle rose appena raccolte. Mi avvicinai al bancone, c’era una ragazza dai capelli nerissimi, lunghi e mossi e gli occhi scuri. Sembrava imbarazzata, la vidi distogliere lo sguardo da me per guardarsi intorno mentre lasciava cadere qualche ciocca dei suoi capelli sul viso.

Era incredibilmente bella, un volto che non aveva bisogno di aggettivi o di descrizioni troppo particolareggiate per essere raffigurato. Rimasi immobile, senza permettere al mio sguardo di abbandonare il suo viso dai lineamenti gentili. Osservai i suoi movimenti compiacendomi del forte ascendente che avevo su di lei sebbene non la conoscessi neanche.

Sapevo che non avrebbe avuto la forza di sostenere oltre il mio sguardo, sembrava spaventata dai miei occhi e la cosa mi divertiva.

Fece come per allontanarsi, ma la presi per un braccio e la tirai contro di me. Mi bastò incrociare lo sguardo di due grandi occhi scurissimi per capire subito tutto. Era lei la ragazza di cui mi parlava spesso Bernard.

Io ti conosco!” dissi, lanciandole un’occhiata di fuoco.

La vidi annuire con la testa. Cercai di riflettere razionalmente, mai prima di quel giorno avevo pensato di rincontrarla.

Che ci fai tu, qui!” esclamai a denti stretti.

Sto aiutando il signor Bernard a sistemare gli scaffali” farfugliò.

Naturalmente non la credetti ma la sua espressione era così spaventata che non osai infierire oltre. Senza allentare la presa cominciai a far scorrere lo sguardo lungo il suo corpo, lentamente.. ero consapevole di quanto potessi essere affilato, gelido, penetrante. Avrei voluto spogliarla con gli occhi, privarla dei suoi abiti e contemplare quella bellezza quasi disarmante.

Come ti chiami?” le chiesi.

Ginevra” rispose, fievolmente.

Ginevra” ripetei io .”Significa luminosa tra gli elfi, lo sapevi?”

Rimanemmo in silenzio per un po'. Pensai a cosa potesse significare per me quell'incontro. Era così imbarazzata che mi venne spontaneamente da sorridere, le lasciai il braccio e pian piano iniziai a divertirmi veramente. Il mio sguardo era sicuro: l’avrei avuta.

Non mi hai ancora risposto” esclamai.

 Conosco il signor Bernard da un po', spesso vengo ad aiutarlo al negozio” rispose.

Bernard.. mi ero completamente dimenticato di lui. Si conoscevano e magari gli aveva anche raccontato in che circostanze c' eravamo incontrati. La guardai con aria tesa, poteva smascherami in qualunque momento o forse l’aveva già fatto

Non sa nulla, te lo posso assicurare” si affrettò a dire.

Sembrava avesse intuito la mia preoccupazione, né Bernard né chiunque altro doveva scoprire come mi guadagnassi da vivere.

Continuai a fissarla in una muta sfida, quasi spingendola a guardarmi negli occhi. Sentiva il mio sguardo sulla sua pelle, lo sentiva bruciare, audace, violento, deciso.

 Cosa vuoi da me.. perché mi cercavi” chiesi.

Con un improvviso sussulto d'orgoglio sollevò il capo con fierezza, il busto eretto, i suoi occhi nuovamente nei miei che continuavano ad essere freddi e glaciali.

Io.. io non ti stavo cercando” esclamò.

Le parole le si troncarono in gola incontrando i miei occhi, la mia espressione era dura, decisa, severa. Le pupille le si dilatarono in un'esplosione di emozioni che le scoppiò nel cervello e nel corpo. La mia voce decisa, poco più di un sussurro, ma inconfondibilmente determinata, sicura:

Stai mentendo. Bernard mi ha parlato di una ragazza che veniva spesso in bottega e che mi conosceva.”

Non resistette oltre, abbassò i suoi occhi, mordendosi nervosamente le labbra e torcendosi le mani. La vidi arrossire violentemente; avvicinai quindi il viso al suo e le sussurrai:

 Io credo di sapere il perché sei qui

Un velo sottilissimo di sudore le imperlava la fronte, il respiro a lungo trattenuto si liberava in una serie di rapidi respiri a bocca dischiusa, per poi troncarsi di nuovo, le spalle irrigidite, i capezzoli tesi, quasi volessero forare la stoffa, quasi urlassero la loro necessità di carezze.

Davvero?” disse.

Il mondo pareva essersi fermato attorno a noi mentre lei cercava di celare ciò che sentiva, ciò che provava, ciò che desiderava.

Mi fermai con le labbra a mezzo centimetro dalle sue. Sentii il suo fiato farsi ansimante, veloce e tremulo. Il profumo della sua pelle mi mandava in estasi, con le dita le sfiorai i capelli mentre affondavo la bocca nelle rosse tumide labbra che lei mi offriva. Approfondii quel bacio lasciando che le nostre lingue si accarezzassero lentamente mentre lei metteva le sue braccia intorno al mio collo. La sentii fremere dolcemente e la cosa mi eccitava. La strinsi più forte a me attento a non farle male quando all’improvviso mi allontanò mollandomi un ceffone.

Mi toccai la guancia senza staccarle gli occhi di dosso: era troppo bella. Sorrisi beffardamente, quello schiaffo me lo ero proprio meritato.

 Non era un bacio ciò che volevi? Eppure mi era sembrato che non ti dispiacesse affatto!” esclamai.

Quel velo di timidezza che si era colorato sul suo volto mi face letteralmente impazzire. Desiderai le sue labbra con più ardore di prima ma non appena provai ad avvicinarmi nuovamente, lei si sottrasse al contatto.

 Io e te dobbiamo parlare” dissi risoluto.

lucyette: eh gia' finalmente Julien si e' deciso a parlare... ora le cose "potrebbero" prendere la piega giusta... ma chissà staremo a vedere!

Stella Del Sud,: i tuoi complimenti mi fanno un piacere enorme. Sono felicissima di  sapere che apprezzi la mia storia, capitolo per capitolo. Che ne dici di questo esperimento? Fin'ora abbiamo imparato a conoscere Julien solo attraverso le parole e le emozioni di Ginevra, questi due episodi invece li ho voluti raccontare anche dal suo punto di vista... 

Devilgirl89: merçi :) tvb anche io. Sono felice che la mia storia ti piaccia. Ovviemente se questa diversa prospettiva ti piace non mancare di chiedermi qualche altro punto di vista di Julien senza dimenticare che il suo fascino verte anche sul suo misterioso modo di fare. Aspetto il tuo commento.

Ferula_91: eh già una persona non la si finisce mai di conoscere davvero. Povera Ginevra non se l'aspettava una cosa del genere! Mi raccomando  continua a seguirmi, sono affezionata alle tue recensioni.

Bellas: staremo a vedere!! ti ringrazio per i complimenti... li merito davvero?? :) ovviamente aspetto un tuo commento anche per questo capitolo di transizione.. A prestooo

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Capitolo 24
*** Semplicemente Insieme ***


sgsgsgsggggggggggggggggggggggg

Aveva il volto disfatto dal dolore, gli occhi arrossati dalle lacrime, un’espressione così tenera da togliere il respiro. Separati da pochi centimetri, ci guardammo intensamente in un silenzio surreale. Mi accarezzò il viso mentre io con la guancia lo reclinai delicatamente. Non avevamo bisogno di parole, non erano necessarie. Per la prima volta Julien mi aveva permesso di entrare nel suo mondo oscuro, trascinandomi in una realtà fatta di  rinunce, sensi di colpa e  disperazione.

Lascia che io ti stia vicino” gli dissi.

Lo stai già facendo” mi rispose lui.

Forse non era mai stato bello come ora. Più lo guardavo e  più mi rendevo conto di quanto lui fosse importante per me. Qualcosa di terribile, di indelebile aveva segnato la sua infanzia ma con il mio amore io lo avrei aiutato a superare tutte le barriere, tutte le sue paure.

Gli sorrisi dolcemente, accarezzandogli i capelli e fissandolo nei profondi occhi chiari. Sapevo bene che  non sarebbe stato facile scalfire quel muro di solitudine che lui stesso aveva innalzato per proteggersi dagli altri ma avrei fatto l’impossibile per salvarlo.

J-Julien” balbettai.

Le parole sembravano morire, come suoni senza forza. Avevo tante cose da dirgli ma non riuscivo a parlare. Ero come paralizzata dalla paura di sbagliare, di dire qualcosa che potesse peggiorare le cose, allontanandolo nuovamente da me.

A quel punto fu lui a parlare, rompendo quel silenzio di cristallo:

Amami.. ti prego.. amami

Non mi servì udire altro. Lo abbracciai forte, più forte che potevo. Sentivo sotto la T-shirt la sua pelle calda, il suo cuore battere e ancora battere mentre le sue mani, sempre più frementi, percorsero la mia schiena provocando un unico brivido che mi elettrizzò.

Mi sciolsi dall’abbraccio quel tanto che mi consentisse di guardarlo negli occhi, le cui iridi erano di un azzurro pallido, ancora lucide di pianto.

Gli sfiorai il viso con le labbra, dal mento all’orecchio, per poi sussurrargli:

Stammi a sentire..io ti amo e nessuno potrà mai separarmi da te.. chiaro?

Era vero, nessuno mi avrebbe fatto rinunciare all’amore che sentivo per Julien. Mi sentivo pronta ad affrontare qualsiasi cosa, a sfidare il destino, a gettare i dadi contro qualunque vento.

La passione ci travolse come una vampata improvvisa. Lo guardai intensamente negli occhi e lui mi restituì quell’occhiata con il suo sguardo di fuoco. Ero preda e allo stesso tempo cacciatrice, ero fiamma e allo stesso tempo brace. Cercai le sue labbra e il suo calore, adoravo sentire il suo respiro e  poterlo respirare, mi sembrava così di respirare la sua anima.

Lo baciai con ardore, portando le mani a prendere il suo bel viso. Mi regalò il sorriso più tenero e il mio cuore si riempì di gioia. Le nostre lingue si unirono, si cercavano, si volevano. L’eccitazione salì sempre più, sentii le sue mani percorrere delicatamente la stoffa del vestito per poi sfilarmelo dalla testa. Ormai ero seminuda sotto il suo sguardo incantato, abbassai gli occhi.. il suo modo di fare riusciva ancora ad imbarazzarmi.

Mi passò le dita tra i capelli, lentamente scivolarono sul mio collo in una carezza lieve che mi mandò in estasi. Avevo bisogno di lui, del suo calore, delle sue tenerezze.  Feci scivolare le mani sotto la sua t-shirt e senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi pian piano gliela sfilai.

A quel punto mi abbandonai completamente a lui, ai suoi baci e capii che quello che stavamo provando non era solo desiderio, non era solo la passione di un momento.. quello che stavamo provando era Amore.

Chiusi gli occhi e mi lasciai cadere sul piccolo divano di pelle, color avorio, situato nel retrobottega. In un attimo fu sopra di me, i miei sensi esplosero al contatto con la sua pelle nuda. Al suo tocco un brivido percorse tutto il mio corpo mentre la sua mano seguiva la linea morbida del mio fianco. I suoi occhi chiari come il ghiaccio mi parlavano in silenzio. I nostri respiri si fecero più profondi, assecondai i suoi movimenti portando le gambe all’altezza del suo bacino e quando lo sentii dentro di me il cuore sembrò scoppiarmi in petto. I nostri corpi  incominciarono a muoversi sinuosi in una magica danza, sempre più ritmica, sempre più travolgente.

Julien.. Julien” mormorai, ansimando pesantemente.

Dimmi che mi ami, dimmi che non mi lascerai mai.. promettimelo Ginevra

La sua sembrò quasi una richiesta di aiuto, una supplica che non aveva ragione di essere.. io ero già sua, irrimediabilmente.  

Eravamo in completa sintonia, i nostri corpi uniti dalla passione in un desiderato amplesso. Sentii la sua voce spezzata dal piacere che si arrese al godimento e io insieme a lui gridai la mia gioia.

Scivolò di fianco a me e appoggiai la testa sul suo petto, mi strinsi forte a lui sprofondando nel suo calore, nel suo odore, in tutto ciò che desideravo. Julien mi accarezzava i capelli mentre la luce lunare rifletteva nell’azzurro dei suoi occhi: era davvero uno spettacolo.

Ora che mi hai raccontato un po' della tua vita mi sembra di conoscerti meglio” gli dissi, baciandogli l’incavo del collo.

Accennò un sorriso malinconico, ero consapevole dell’enorme sforzo che aveva compiuto permettendomi di entrare nella sua vita. Non lo avevo di certo fatto in punta di piedi, ma non mi pentivo della mia decisione, spingerlo ad essere sincero con me era stata la cosa più sensata che avessi mai fatto.

E’ cosi sei riuscita  a farmi capitolare sul serio!” esclamò sollevandomi delicatamente il mento con un dito.

Chiusi gli occhi soddisfatta stampandogli un bacio a fior di labbra. Sapevo quanto fosse difficile per lui concedersi un po' di felicità, aveva passato l’intera adolescenza a darsi colpe che non aveva, trascurando i suoi interessi e i suoi desideri.

Dico sul serio Ginevra, è la prima volta che sento di provare un sentimento così forte per qualcuna.. e non ti nego che la cosa un po' mi spaventa

Spaventa anche me” lo interruppi io “ma non dobbiamo lasciare che la paura rovini questo momento così prezioso”

 “Hai ragione” affermò sospirando Julien.

Sono sicura che anche Danie sarebbe stato d’accordo con me” conclusi abbracciandolo forte.

Le sue forti braccia mi sollevarono e mi sistemarono sopra i suoi fianchi. I miei capelli ricadevano morbidi sul suo petto, in una cascata nera come la notte. Mi persi nuovamente nei suoi occhi cristallini, il suo fiato contro la mia pelle e mi sentii ardere un'altra volta dal desiderio.

Sei mia” mi mormorò appena.

Mi sentii morire, il mio cuore batteva a mille. Cominciai a baciarlo sul collo, risalendo, fino ad arrivare alle sue labbra. All’inizio fu un morbido gioco di lingue, accompagnato da carezze leggere in punta di dita, poi la passione ebbe il sopravvento e il bacio divenne profondo e selvaggio, mentre le nostre mani vagavano convulsamente sui corpi sudati.

Sbirciai l’orologio, si erano fatte quasi le nove, le stelle avevano già anticipato la notte da un pezzo, e d'altronde, sotto le feste di Natale, il buio arrivava presto.

Feci scivolare le dita lungo il suo addome ben scolpito. Pensai che, per quella sera, avevamo ancora tempo per noi.

Fata Desi: sono felice che la mia idea ti sia piaciuta, non mancherò di riprodurre nuovi flash back :) Ma torniamo al presente, che ne pensi di questo capitolo? Aspetto tue notizie!!

Miki 91eh gia' anche io avevo pensato a quell'episodio... prossimamente lo posterò con qualche altro avvenimento. Intanto attendo con impazienza un tuo commento su questo nuovo capitolo. A presto.

Ferula_91: mi spiace di non esser riuscita  a postare prima di venerdi... cmq spero che appena potrai mi lascerai un tuo commentino. Ciao e buone vacanzeeeeeee

Bellas: sono pienamente daccordo con te. Tra i due Julien e' sicuramente quello che ha piu' bisogno d'amore, quindi e' naturale che provi una forte attrazione per lei... se poi l'attrazione diviene amore, tanto meglio no? Mi raccomando fammi sapere che ne pensi di questo nuovo capitolo, ci tengo tantissimo. Ciaooo

Stella Del Sud:: eccomi qui, scusa per il ritardo.. spero che la tua attesa non sia stata delusa. Aspetto con ansia le tue recensioni.

lucyette: grazie grazie grazie, i tuoi commenti mi lusingano. Anche la tua storia e' molto bella. Continua cosi. Eccoti accontentata col nuovo aggiornamento. Che ne pensi? Fammi sapere.

Devilgirl89: Domyyyy ciao!! Scusami per il ritardo ma con le belle giornate vien sempre meno voglia di stare al pc... purtroppo devo anche incominciare a studiare uff. Hai ragione, Julien aveva diritto a dire la sua. Spero che questo capitolo non deluda le tue aspettative. Ci conto ai tuoi commenti, spara pure a zero mi raccomandooo. Ciaooo

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Capitolo 25
*** Le bugie hanno le gambe corte ***


Ciao a tuttiiiiiiii. Finalmente sono riuscita a postare il nuovo capitolo, sapete non e' stato facile metabolizzare il ritorno dalle vacanze. Spero che possiate perdonare il ritardo, ma la fantasia nello scrivere si era un pò attenuata, colpa del caldo e del mare... hihihi. Pian piano si ritorna alla normalità, sigh! Che ne pensate di questo capitolo? Siate clementi.. hhiihih scherzi, sparate pure a zero! Attendo con impazienza i vostri commenti. Un grazie a chi legge e recensisce. Buona Lettura! dsfsdfds

Mi sembrava di vivere in un sogno, un sogno meraviglioso. Avrei passato il resto della mia vita tra le sue braccia, con il suo respiro che mi sussurrava nelle orecchie e i suoi occhi così luminosi e belli da lasciarmi senza fiato, ma  lo squillo insistente del mio cellulare mi riportò alla realtà.

Lo cercai a tastoni e appena lo trovai  mi resi conto che dovevo inventare una buona scusa da raccontare a mia madre. Era sera inoltrata e avrei dovuto essere a casa già da un pezzo.

P-pronto?” farfugliai.

Ginevra dove diavolo sei finita! Ti rendi conto di che ore sono?” mi aggredì.

Scusa mamma, e che io e Marie..”

Non mi interessa!” mi interruppe lei “Potevi avvisare! Dove sei? Il tuo cellulare dava sempre irraggiungibile

Mi accorsi che aveva ragione.. nel retrobottega difficilmente si prendeva linea. Guardai Julien negli occhi, per farmi coraggio, presi ancora fiato e dissi:

e che avevamo ancora alcune cose da comprare per il ballo” tentai di giustificarmi “ lo so avrei dovuto avvisarti, ma ci siamo fermate a mangiare qualcosina qui in città

E ora come torni? Lo sai che non mi piace che prendiate i tram a ora tarda” disse.

Sorrisi compiaciuta, senza farlo intendere. Alla fine la mamma si era addolcita sebbene fossi sicura che al mio ritorno non sarei scampata a una ramanzina terribile.

Ci riaccompagna Stephan” esclamai.

Dopo aver ascoltato le solite raccomandazioni, riagganciai. Mi voltai verso Julien e il suo bacio mi colse di sorpresa, era tenero e appassionato ma allo stesso tempo imperioso e deciso. La sua lingua sembrava voler esplorare ogni centimetro della mia bocca nel tentativo di trasmettermi tutto il calore dei suoi sentimenti.

A quanto pare non sono il solo a non essere del tutto sincero col prossimo” sentenziò.

Mi sentii punta nel vivo da quelle parole. In effetti aveva ragione, neanche io brillavo per la mia onestà: stavo mentendo ai miei genitori e non era nemmeno la prima volta. Julien mi guardò con fare interrogativo, come per chiedermi se avessi mai avuto intenzione di dir loro che stavamo insieme.

Ma stavamo insieme davvero? Questa  che  era una domanda da un milione di euro. Ci conoscevamo da mesi, ma non avevamo mai affrontato quest’argomento sebbene mi rendessi ormai conto di non riuscire a concepire la mia vita senza di lui.

Presi il coraggio a due mani e con il cuore in gola, dissi:

“ Cosa c’è tra noi?

La mia domanda sembrò coglierlo di sorpresa., forse nemmeno lui ci aveva mai pensato. Si scostò da me quel tanto che mi consentisse di stendermi interamente sul divano.

Mmm lasciami pensare.. cosa c’è tra noi? Beh pensavo che la situazione ti fosse chiara, siamo due ragazzi giovani, carini e che amano divertirsi.. insieme

Bang! Un colpo al cuore.

Ma perché voleva sempre apparire una persona acida e molesta? Sembrava quasi si sforzasse di suscitare odio e disprezzo in tutti quelli che avevano la “fortuna” di incontrarlo. Peccato che con me il suo atteggiamento menefreghista non sortiva più alcun effetto, soprattutto ora che pian piano cominciavo a farmi strada nel suo mondo e nel suo cuore.

Non credo ad una sola tua parola” dissi pacata.

Lui non si scompose a queste mie parole, si limitò ad inarcare un sopracciglio e un leggero ghigno si aprì sul suo viso, quasi impercettibile.

Lo fissai negli occhi e sostenni il suo sguardo, senza temerlo. Sapevo cosa voleva, cercava un segno di debolezza, voleva testare la mia forza di volontà, mettermi di nuovo alla prova, scoprire se i miei sentimenti erano autentici. Sembrava quasi avesse dimenticato le confidenze appena fattami.

Qualsiasi cosa tu possa dirmi, non ti permetterà di liberarti di me” affermai.

Julien si avvicinò al mio viso, baciandomi delicatamente la fronte. Il suo profumo, il suo respiro, i suoi occhi: non ebbi la forza di dire altro.

Tu mi sopravvaluti, Ginevra. Mi ritieni incapace di fare del male e invece ti sbagli, posso essere crudele, insensibile, spietato, sono sicuro che rimarresti sbalordita nel costatare quanto il mio modo di essere sia lontano anni luce dalle tue aspettative” esclamò.

No Julien, questo non sei tu” lo interruppi “ se davvero fossi come ti sei appena descritto io non avrei mai potuto innamorarmi di te

Abbozzò un sorriso fievole ma sincero. Vorrei bastasse un respiro profondo ad allontanare i fantasmi che popolano la sua vita ma sapevo quanto sarebbe stato difficile sanare le ferite del passato, ci sarei riuscita?

Spero solo che tu non debba mai pentirti di avermi conosciuto” proferì afono.

Lo abbracciai forte forte e restammo così per un tempo indeterminato. I suoi occhi chiari erano lucidi e infiniti come il cielo, quanto amore, quanto odio, quanta felicita e quanta tristezza vi si poteva leggere dentro.

“Non sai quello che dici,  io ho bisogno di te capisci? e tu hai bisogno di me, lo so!” esclamai.

“Hai ragione.. ho bisogno di te ora più che mai”

Cercai di dire qualcosa, ma le parole mi rimasero in gola. Poi Julien sorrise mentre le sue dita mi sfioravano le guance, il mento, le labbra. La sua bocca scese sulla mia, gentile ma decisa, regalandomi uno dei  più bei baci che avessi mai ricevuto.

Avrei voluto passare con lui l’intera nottata ma le lancette dell’orologio giravano senza tregua: segnavano già le undici passate.

Finimmo di vestirci in silenzio, i nostri sguardi parlavano da soli. I nostri sorrisi lo stesso. E dicevano sempre la stessa cosa “finalmente tu

Montai in sella tenendomi ben stretta a Julien, la moto accellerò. Prima. Seconda. Terza. Via a tutto gas. Ci allontanammo nella buia e fredda notte lionese, ricca di monumenti, palazzi, ponti illuminati. Il vento mi pungeva le guance, scompigliandomi i capelli. Lo abbracciai più forte e affondai il viso nella sua schiena, quasi mi mancava il respiro ma il profumo della sua pelle inebriava i miei sensi.

Appena giunti sotto casa una sorda nostalgia mi invase, ormai era diventato sempre più difficile riuscire a stargli lontano, lo amavo troppo. Julien mi sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorrise, compiacendosi del forte fascino che esercitava.. Avvicinò le sue labbra che sapevano ancora di me e mi baciò con passione. Le nostre lingue si intrecciarono dolcemente, mentre il mondo intorno a noi spariva nel nulla.

Buona  notte “ mi sussurrò con la sua voce calda e vellutata.

A domani” esclamai io, agitando il cellulare come a ricordargli che ormai avevo il suo numero.

Sorrise ancora senza dire niente e con un gesto elegante si congedò da me. Con il cuore a mille rientrai in casa, chiusi la porta e mi riappoggiai contro. Sospirai forte, sentivo il suo odore su di me, sulla mia pelle.

Allora Ginevra, cos’e questa storia.. chi è quel ragazzo?

A quelle parole sussultai, guardai mia madre che impaziente attendeva spiegazioni. Non sapevo come giustificarmi, mi venivano in mente le classiche scuse da bambina in ritardo, ma mi sentivo ridicola. Le avevo mentito e ora era giunto il momento della verità.

Ferula_91:  ben tornata! sono strafelice di sapere che la mia storia continua ad appassionarti. Spero che continui cosi. Non vorrei deluderti. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo... il ritorno dalle vacanze ha rallentato un po' la mia immaginazione. :)

Bellas:  eh gia.. era proprio quello che volevo trasmettere. Un forte bisogno reciproco. Ginevra e Julien si desiderano come non mai. Questo capitolo come ti sembra?

Miki 91: merçì i tuoi complimenti mi lusingano. Scusa per il tempo impiegato ad aggiornare. Spero che l'attesa sia valsa. Fammi sapere.

lucyette: :) grazie per la bellissima recensione. Spero di meritare davvero i tuoi compliemti. A presto.

Fata Desi: e di questo capitolo che ne pensi? Sono felice di riuscire a trasmetterti le loro emozioni, era cio' che desideravo. A presto!

Stella Del Sud: Grazier mille, spero che la mia storia continui ad appassionarti. Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere, ci tengo tantissimo.

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Capitolo 26
*** Amore e Pregiudizi ***


Eccomi con un nuovo capitolo, chiedo venia per il ritardo e per la lunghezza del capitolo. Prometto che il prossimo sara' piu' lungo. Ringrazio chi legge e chi commenta. Non mi aspettavo un simile gradimento. Sono felice che la mia storia vi piaccia. Vi attendo in numerosi. Buona lettura. xzczxcxzcxzczxc

Mia madre mi guardava con aria interrogativa. Quasi mi si fermò il cuore quando la vidi avvicinarsi a me. Riformulò la domanda:

Chi è quel ragazzo!”

Abbassai gli occhi e mi sentii terribilmente stupida. Mi accorsi che mi stavo inconsapevolmente torturando le mani con le unghie, facevo sempre così quando ero agitata.

Insomma Ginevra! Vuoi degnarmi di una spiegazione?” seguitò, alquanto alterata.

E’un m-mio amico” farfugliai.

Mi guardò scettica con le braccia incrociate sul petto., continuava  a fissarmi immobile, senza battere ciglio. Intuii che non mi aveva affatto creduta.

E’ dimmi un po'.. da quando sei solita baciare sulle labbra i tuoi compagni di scuola

Non è un mio compagno di scuola” borbottai.

Le reazioni umane hanno dell’incredibile, l’ho sempre pensato. Mia madre era lì, dinnanzi a me, in attesa di chissà quale spiegazione ed io l’unica cosa che ero riuscita a dire era che Julien non frequentava il mio istituto?? A pensarci su mi veniva quasi da ridere.

Possiamo parlarne domani?” le chiesi.

Scosse la testa, tra il perplesso e il deluso. Stringendosi nella vestaglia di seta a righe blu e bianche annuì impercettibilmente.

Ok Ginevra, come vuoi” disse “nemmeno a me va di discutere stasera.. ho avuto una giornata pesante. Mi ero semplicemente illusa che tra noi  esistesse molto di più del  classico rapporto madre-figlia, ma se sei arrivata addirittura a mentire di sicuro avrò sbagliato qualcosa.”

A quelle parole mi sentii morire, avrei preferito di gran lunga uno schiaffo  invece di una resa del genere. La seguii in cucina e subito fui invasa da quel buon aroma di caffè.

Non avevi detto di essere stanca?” continuò senza nemmeno posare lo sguardo su di me “ è tardi, senza contare che domani hai anche scuola

Si chiama Julien” esclamai tutto d’un fiato.

Mi porse una tazza di espresso bollente e si sedette al tavolo.

Julien” ripeté a voce bassa “mi piace come nome.. è molto dolce

Già” esclamai sorridendo “ lo penso anche io

Per fortuna la tensione iniziale si era allentata ed ora io e mia madre sembravamo due amiche d’infanzia intente a raccontarsi le loro confidenze. Ma fino a che punto avrei potuto essere sincera con lei?  Mi resi immediatamente conto che l’Era della menzogna era appena iniziata.

So che non avrei dovuto attaccarti in quel modo” dichiarò “ anche se sono tua madre devo abituarmi all’idea che ormai non sei più una bambina e che hai tutto il diritto ad avere i tuoi segreti

Non e’ questo mamma” mi affrettai a dire “non avrei voluto mentirti ma.. insomma.. è tutto ancora così nuovo per me, è la prima volta che sento di provare qualcosa di importante.. importante davvero

E dimmi.. dove l’hai conosciuto?

Ehm.. do-ve..” farfugliai “a-alla fermata del pulman

Ovviamente non le sfuggì la mia esitazione ma per fortuna la scambiò per imbarazzo.

Ho capito.. non ti va di parlarne” disse, sorridendo “mi raccomando però stai attenta, lo sai che..

Ecco qui che la tua natura di mamma apprensiva vien fuori..” la interruppi cercando di sdrammatizzare “possibile che appena mi gira intorno un ragazzo non puoi fare a meno di pensare a male?”

Sorrise di nuovo, sorseggiando il suo caffè.  Guardò il pendolo, segnava l’una.

Caspita, s’è fatto davvero tardi” esclamò “andiamo a dormire ora, avremo tempo per parlarne.. se lo vorrai

L’abbracciai forte. Mia madre era una donna straordinaria.

Su fila a letto!” mi ordinò con finta autorevolezza.

Ebbi appena il tempo di entrare in camera che due grossi lacrimoni mi inondarono il viso. Odiavo sentirmi in quel modo, non avrei voluto mentire.. ma era stato necessario. Sapevo che i miei genitori non erano certo i tipi da fermarsi alle apparenze ma come avrebbero reagito nello scoprire le “cattive”abitudini di Julien?

Nonostante lo amassi più di ogni altra cosa al mondo quella sera mi ero comportata da vigliacca.  Guardai il mio riflesso allo specchio e mi vergognai di me stessa. Come potevo pretendere da Julien un radicale cambiamento di vita quando poi io ero la prima a non credere ad una sua redenzione? 

La mia mancanza di coraggio equivaleva ad una mezza verità che diventava una bugia.

  A quanto pare non sono il solo a non essere del tutto sincero col prossimo”

La frase di Julien continuava a girarmi in testa come un disco rotto. Mi faceva male ammetterlo, ma aveva ragione.

Mi  misi il pigiama e mi infilai sotto le coperte. Ripensai alla giornata che si era appena conclusa. Era la prima volta che Julien si mostrava a me in tutta la sua fragilità, mi aveva aperto il suo cuore, messo a nudo la sua anima, condiviso un po' del suo dolore.

Ma ora cosa sarebbe successo? Reclamavo fiducia e stabilità dal nostro rapporto ma avrei avuto la forza di difenderlo?  

Sospirai sconsolata, stringendo forte il cuscino mentre un profondo senso di colpa mi attanagliava li sotto alle coperte.

Mi resi conto di quanto fossero repentini i miei sbalzi d’umore. Dalla felicità passavo alla tristezza, fino ad arrivare all’angoscia per poi ricominciare da capo. Da quando avevo conosciuto Julien ero preda di un turbine di pensieri, di un’altalena di emozioni e stati d’animo mai provata prima in vita mia. Stasera mi piaceva tutto questo. Staserai stavo bene. Stasera  mi sentivo in pace con il mondo. Ma ora già mi sentivo meno forte, meno agguerrita.

Il modo di essere di Julien, le mille sfumature del suo carattere contribuivano ad incrementare le mie ansie ed inquietudini. Nonostante fossi ormai sicura dell’amore che ci univa non potevo fare a meno di pensare a come sarebbe stata la nostra storia se lui non fosse così complicato ed introverso.

Avevo bisogno di un po' di stabilità, di sentire il suo calore, la sua presenza.  E invece nulla, nessuna chiamata, nessun messaggio, nessuno squillo ad appagare la voglia di stringerlo forte.

Lasciai che il sonno si impossessasse di me, che mi liberasse di questi strani pensieri. Non dovevo farmi vincere dalla paura, per me e Julien era  l’inizio di una nuova vita, di una nuova esistenza.

Diedi un’ultima occhiata al cellulare ancora acceso sul comodino. Niente.

Peccato che proprio nell’istante in cui chiusi gli occhi il display cominciò a lampeggiare..

Devilgirl89: Domiiiiiiii che bello risentirti, non sai che piacere mi fa leggere i tuoi commenti. Spero tu abbia trascorso una bella vacanza. Ovviamente ti ringrazio per i complimenti, sapere che la storia d'amore traJulien e Ginevra continua ad appassionarti mi riempe  di gioia. E di questo capitolo che ne pensi? Diciamo che sembra un po' noioso ma spero che il mio intento si capisca... volevo mettere in evidenzia anche gli stati d'animo di Ginevra, che nonostante si dimostri forte e disposta a tutto per difendere il suo amore e' pur sempre una ragazzina di 17 anni  a cui il parere dei genitori conta ancora molto... Fammi sapere. A presto.

Miki 91: finalmente ho aggiornato, spero perdonerai l'enorme ritardo. Eh Eh diciamo che Ginevra non e' cosi' forte come sembra... e al momento di svuotare il sacco, si e' tirata indietro... almeno per ora. beh un po' e' da capire... allora che ne pensi di questo capitolo? Aspetto con ansia i tuoi commenti

Stella Del Sud: : i tuoi complimenti mi lusingano come sempre e mi spronano a fare sempre meglio. Spero che questo aggiornamento non ti deluda. Sai non mi convince tantissimo ma ho deciso comunque di postarlo. Spero di esser riuscita almeno in parte a trascrivere le sensazioni di Ginevra, che in questo momento si trova come divisa tra due fuochi. Attendo un tuo parere al riguardo. Baci

Fata Desi:  diciamo che Silvie e' abbastanza moderna, anche se il suo essere amica spesso si scontra con le preoccupazioni tipiche di una donna, madre di un'adolescente in erba. Che ne pensi? Ti piace il capitolo? Spero di non aver deluso le tue aspettative. Fammi sapere.

Ferula_91: Hi Hi Hi il momento critico Ginevra l'ha schivato, almeno per il momento.. sebbene la storia sia arrivata ad un punto di svolta. Per quanto ancora riuscira' a tenere segreta la cosa? Ma soprattutto la nostra Ginny dovra' fare i conti con le sue paure piu' profonde, come si sara' capito dal capitolo lei nonostante ami alla follia Julien non e' ancora convinta di una sua vera "redenzione". Beh staremo a vedere. te invece? Che mi dici? Attendo con trepidazione i tuoi commenti.

Bellas: ciaoooo eccoti accontentata con un nuovo capitolo. Scusa il ritardo.. spero che ti piaccia. Temo che possa risultare un po' noisoso, se cosi' fosse non mancare di farmelo notare. Anche le critiche, se costruttive, fanno bene e aiutano a migliorare. Ho voluto imprimere al capitolo le sensazioni contrastanti di cui e'  preda Ginevra, spero di esserci riuscita. Mi raccomando fammi sapere! Baci

lucyette: eccomi qui con un nuovo aggiornamento. Finalmente ho trovato il tempo e il coraggio di postare. Sai il capitolo non mi convinceva del tutto e fino a mezz'ora fa era ancora incompleto. Pero' poi ho deciso di darmi da fare e di finirlo per stasera. Spero che sia all'altezza delle tue aspettative. Aspetto una tua recenzione! Ciaoooo

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Capitolo 27
*** La paura dei Cambiamenti ***


Eccomi qui di ritorno con un nuovo capitolo. Ringrazio come sempre chi legge e chi recensisce la mia storia, il vostro apprezzamento mi entusiasma a fare sempre meglio. Spero di non deludervi mai. Ma veniamo al capitolo.. spero vi piaccia. Attendo i vostri commenti. Buona lettura. eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

Un pallido sole invernale filtrava tra le tende della mia camera. Ero ancora addormentata quando la sveglia suonò facendomi balzare di soprassalto, con la vaga sensazione di non aver riposato per niente. Mi alzai e mi diressi verso il bagno, fermandomi davanti allo specchio: vidi la mia immagine riflessa e mi persi tra i miei pensieri rallentati dal sonno.

Una nuova giornata stava per iniziare ma io mi sentivo più stanca di quando ero andata a dormire.

Diedi una rinfrescata al viso, una ravvivata ai capelli e un sussurro di profumo. Indossai l’uniforme scolastica e scesi al piano di sotto.

Mio padre era uscito presto di casa, stamane aveva un’importante riunione di lavoro sul tema dell'agricoltura biologica mentre mamma trafficava già ai fornelli per preparare il pranzo di oggi.

Buon giorno Ginevra, ti va una cioccolata calda?” mi disse accogliendomi con un sorriso.

Molto meglio un caffè, chissà che non risca a svegliarmi del tutto ” dissi stropicciando gli occhi.

Dormito male?” chiese amorevole "sai anche tuo padre ha passato la notte in bianco, a ripetere quel benedetto discorso

Già.. ho come l’impressione di non aver riposato per nulla!” esclamai addentando una brioche con doppia farcitura di crema chantilly.

Programmi per la giornata?” mi chiese.

Avvertii una certa curiosità nel tono della sua voce, come se volesse sapere qualcosa che non osava chiedere.

No, nessuno” dissi risoluta “ tu invece? Come mai prepari il pranzo già a quest’ora?

Un tentativo per cambiare discorso, era ovvio. Avevo intuito le sue intenzioni ma non mi andava di parlare di Julien, almeno non adesso.

Juliette mi ha chiesto di sostituirla a lavoro.. quindi stamattina io e il mio collega Richard andremo alla casa di accoglienza di Vénissieux a fornire un aiuto anche psicologico ai ragazzi di strada

“V-Vénissieux” ripetei tra me e me.

Sentii il mio cuore fermarsi per un istante per poi ricominciare a battere velocissimo. Conoscevo quel sobborgo, lo conoscevo eccome! Ero lo stesso quartiere dove abitava Julien, lo stesso in cui ero stata derubata e quasi aggredita da quei due malviventi. Rimasi senza parole, una simile coincidenza aveva dell’incredibile.

Ginevra.. bambina mia, ti senti male?” esclamò preoccupata mia madre “ sei diventata pallida..

No.. sto bene” mi affrettai a dire “ora scappo.. non vorrei fare tardi a scuola

Salii di corsa le scale, attraversai il lungo corridoio che portava alla mia camera e mi precipitai a prendere il cellulare che avevo dimenticato sul comodino.  Sul display trovai una chiamata persa, lo scoppio di emozioni che mi provocò fu inevitabile, impossibile, assurdo.

Maledissi la vibrazione inserita nell’apparecchio, Julien aveva provato a chiamarmi ma non avevo sentito il telefonino nemmeno una volta.

Con le mani che mi tremavano selezionai la ricomposizione automatica del numero.. attesa.. poi finalmente suonò.. una, due, tre volte “eddai rispondi” quarta volta.. poi una voce meccanica mi informò che era la segreteria telefonica e attaccai alla prima parola del messaggio. Un senso di vuoto invase il mio animo, avevo una gran voglia di sentire la sua voce, quel tono caldo e rassicurante capace di trasmettermi sensazioni uniche.

Raccattai i miei libri e li riposi nella tracolla.  Sentii il clacson suonare, Marie e Stephan erano già arrivati ed io ero in ritardo come al solito. Scesi al piano di sotto e dopo aver salutato al volo mia madre mi precipitai in strada.

Speriamo che la professoressa di fisica non interroghi oggi!” esclamò Marie.

Eh già, io ho un mare di capitoli da recuperare!” confessò Stephan.

Io non vedo l’ora che arrivino le feste di Natale” continuò concitata la mia amica “ho proprio voglia di riposarmi un po'

Furono le ultime parole che sentii prima di assentarmi completamente nei miei pensieri. Julien aveva provato a chiamare ieri notte, di sicuro avrà avuto qualcosa di importante da dirmi.. ma ora perché non rispondeva al telefono?

E poi, come se non bastasse, mia madre sarebbe andata a Vénissieux, cosa sarebbe successo? Poteva incontrare Julien in ogni momento.. poteva parlargli, a quel punto non escludevo nemmeno l’eventualità che già si conoscessero.

Che ansia avevo addosso, come un cavallo che scalpitava per andare a galoppo. Avevo sempre avuto il brutto vizio di fasciarmi la testa prima di rompermela, ma ora stavo davvero esagerando! Affrontare i problemi man mano che mi si fossero presentati, questo sarebbe stato il mio motto da oggi in poi.

Ma sai riuscita a mantenere il mio proposito? Francamente nutrivo dei forti dubbi al riguardo.

Ginevra.. hey!

Il tono interrogativo della voce di Marie mi fece sussultare sul sedile. Mi ero del tutto estraniata dai loro discorsi e ora quei due colpetti sul braccio mi avevano riportato alla realtà.

Che..che c’è” balbettai.

Tralasciando il fatto che non ci hai dato confidenza per tutta la strada, niente!” esclamò Stephan.

Colpita ed affondata.  Mi ero completamente persa, assorta nei miei pensieri assurdi, come se non esistesse nessun’altra verità al di fuori della mia stessa vita. E così avevo finito col trascurare i miei migliori amici, le persone che mi conoscevano più di ogni altra e che mi volevano bene per quella che ero.

Ok.. ok! So che in questo periodo non sono stata certo di compagnia” ammisi “ma ho intenzione di rimediare.. che ne dite di andare a bere qualcosa dopo la scuola?

Ginevra.. ma che hai? Sei cosi agitata!” disse Marie, stringendomi la mano.

Niente.. non ho niente” dichiarai, ritraendola velocemente “va tutto bene.. davvero!

Mi lanciò un’occhiata tra lo scettico e il perplesso. Intuiva che c’era qualcosa di strano in me ma sapeva che non avrebbe cavato un ragno dal buco.

Su su.. è ora di scendere, mademoiselle!” esclamò a gran voce Stephan “siamo attivati a scuola!

Già.. il tragitto non è mai stato così lungo” sentenziò Marie scendendo dall’autovettura.

Il mio comportamento stava ferendo la mia migliore amica, non volevo che delle stupide incomprensioni potessero minare il nostro rapporto ma come farmi perdonare? Non restava che essere pienamente sincera e mettere a nudo una volta per tutte la mia anima.

Marie, aspettami!” gridai “Ti prego ascolta.. so che ultimamente il mio modo d’agire ha lasciato molto a desiderare ma.. ma non voglio rovinare la nostra amicizia

Lo so.. lo so” asserì lei, sorridendo “avrai tutto il tempo di raccontarmi cosa ti sta succedendo e soprattutto cosa ti rende così nervosa ma credo che in questo momento ci sia un’altra persona, molto più importante di me ,a reclamare la tua presenza

C-cosa?” affermai esterrefatta “di chi stai parlando?

Di un ragazzo molto carino, dagli occhi di ghiaccio che ti sta aspettando ai cancelli” disse voltando il mio viso verso quella direzione.

“J-Julien!” esclamai entusiasta.

Ginny.. ma insomma, ti sei imbambolata?” attestò Marie “che ci fai ancora qui.. muoviti, va da lui!

Ma abbiamo lezione.. come faccio, io.. io” farfugliai.

Niente ma!”mi interruppe lei “ si vede lontano un miglio che sei innamorata persa di quel ragazzo, va da lui ora, ti copro io con i professori

Grazie” bisbigliai prima di allontanarmi.

Mi misi a correre inconsapevolmente verso Julien, con le gambe che mi tremavano, il respiro che si faceva sempre più affannoso.

Amore, che ci fai qui!” esclamai ansante “ho provato a chiamarti tutta la mattina ma rispondeva sempre la segreteria, cosa è successo.. dimmi.. come mai mi ha telefonato ieri notte

Mi accorsi che i suoi occhi erano lucidi, lui che non aveva mai avuto un attimo di dubbio, che dimostrava così raramente il suo affetto, sembrava che stesse per piangere davanti a me. D’istinto lo abbracciai e lui mi strinse ancora di più.

Julien ma cosa ti è successo! Mi stai facendo preoccupare!

Niente.. avevo bisogno di vederti, di sentire il tuo calore, di ascoltare il tuo cuore come se il mondo non esistesse più al di fuori del tuo abbraccio

Lo guardai fisso e anche se non avevo ben capito il significato delle sue parole, sentii percorrere un brivido lungo la schiena.

La sua fragilità mi eccitava e spaventava al tempo stesso. Volevo essere per lui un porto sicuro in cui rifugiarsi in periodi di tempesta e marosi, volevo che sentisse il mio amore e che questo gli desse ancora più forza.

Gli presi allora il volto con le mani e gli baciai le labbra con passione, cercando di trasmettergli tutto l’affetto che provavo per lui.

Amore andiamo via da qui” esclamai prendendolo per una mano “conosco un posto più tranquillo per parlare

No Ginevra..” mi interruppe “entra in classe ora, io ho alcune faccende da sbrigare. Volevo solo ricordare a me stesso che tipo di persona voglio diventare

Inarcai le sopracciglia e il mio cuore eccellerò i battiti.  Julien voleva cambiare, cambiare davvero.

Che intenzioni hai” gli chiesi.

Questa mattina devo incontrarmi con alcuni trafficanti di gioielli” rivelò “ andrò all’appuntamento come previsto ma non avrò alcun cimelio da consegnare.. mi tiro indietro dai loro loschi affari, una volta per tutte

Davvero??” esclamai concitata “Davvero faresti questo per me? Oh Julien.. io, io ti Amo!

Sorrise mal celando una certa apprensione, poi lentamente mi accarezzò una guancia.

Ora vado.. a dopo

Si allontanò da me, camminando lento e , senza mai voltarsi, scomparve tra la folla lasciandomi dentro un’arcana paura. Improvvisamente sentii un’intensa e strana sensazione.. come se il male non fosse ancora finito.

Devilgirl89: non sai quanto mi fa piacere leggere le tue recensioni, e' ancora piu' scoprire che la mia storia ti fa ricordiare alcuni episodi importanti della tua vita. Spero di non deluderti mai!! Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere.. ci tengo tantissimo.

Bellas: troppo buonaaaaaaaa, ti ringrazio per i complimenti, come al solito mi lusingano e al tempo stesso mi spronano a fare meglio. Ho puntato molto sul carattere di Julien estremamente complicato e per certi versi contraddittorio ma poi.. scrivendo.. mi son resa conto che infondo anche Ginevra ha le sue paure e le sue incoerenze. Ti piace questo nuovo capitolo? Mi raccomando attendo le tue recensioni!

Fata Desi: eh già Silvie e' proprio una madre con i fiocchi. Speriamo che non si arrabbi troppo quando scoprira' le origini poco "perbene" del nostro Julien.

Miki 91:  eh si... peccato ke Gin non si sia accorta di nulla.. quante volte mi e' capitato di maledire la vibrazione del cell! Beh parlarsi di persona e' molto meglio pero'! Aspetto con ansia il tuo commento. A presto.

lucyette: spero che la mia storia non deluda mai le tue aspettative. Apprezzo tantissimo i tuoi complimenti. Ecco a te il nuovo capitolo. Che te ne pare?

Stella Del Sud: grazie grazie grazie.. leggere di esser riuscita a trasmetterti cio' che volevo non ha prezzo per me!Spero che continuerai ad apprezzare la mia storia. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 28
*** Un giorno senza fine ***


Eccomi di nuovo qui, ad aggiornare questa FanFiction. Anzitutto vorrei chiedere scusa per il ritardo con cui posto questo capitolo! Ovviamente ringrazio chi legge e recensisce la mia storia. Grazie, Grazie e ancora Grazie! Buona lettura a tutti. zxczxcxzcxz

Guardai l’orologio da polso: le dodici e trentacinque, mancavano pochi minuti alla campanella. Avevo l’ansia che mi divorava, che dilatava a dismisura la sensazione pesante che l’attesa fosse infinita. I pensieri si rincorrevano confusi, convulsi e con essi i contrastanti sentimenti di sollievo e timore. Non sapevo il perché ma avevo paura, paura di non essere all’altezza di pretendere questo cambiamento nella sua vita. 

Pianeta terra chiama Ginevra.. rispondi Ginevra!” esclamò Stephan a gran voce.

Lo guardai stralunata. Ero stata assente per l’intera lezione e non avevo preso nemmeno un’appunto. Gli sorrisi e sospirai profondamente, pervasa da un’angoscia sottile ma persistente che non mi faceva quasi respirare.

Mangi con noi?” mi chiese.

Annuii con la testa e senza dire una parola lo seguii in sala mensa. Marie, che mi aveva conservato un posto al loro tavolo, fece un cenno con la mano, come per dire “ora non ci scappi” ed io capii di non avere più scampo.

Allora Ginevra, ora devi raccontarci tutto.. quel ragazzo che ti aspettava davanti scuola era Julien vero?” disse concitata.

Si, era proprio lui” confermai io.

Ci avrei giurato! Anche se non l’avevo mai visto mi è bastata una sola occhiata per capire che era Julien.. è stato come se l’avessi conosciuto da sempre grazie ai tuoi racconti!

Sorrisi al fervore della mia amica, era come se le incomprensioni di questa mattina non fossero mai esistite. Peccato che il suo entusiasmo non riuscisse proprio a contagiarmi. Quella strana agitazione continuava a salire impedendomi di godere appieno della magia del nostro amore.

Ma le cose vanno bene tra voi..vero?” aggiunse Marie, preoccupata dalla mia espressione cupa.

Si, si.. solo che.. è difficile spiegarlo..” farfugliai “Julien è così diverso dai ragazzi che ho conosciuto.. con lui tutto è più complicato

Spiegati meglio” esclamarono all’unisono i miei due amici.

Prima di conoscere Julien, pensavo di sapere tutto della povertà, mi illudevo che facendo un po' di carità cristiana avrei aiutato quella gente a riscattarsi ” asserii “ma solo ora mi accorgo di quanto sia tremendamente complicato ed oscuro il loro mondo

Non è di certo colpa nostra se abbiamo avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia benestante” affermò Marie.

Sospirai rassegnata. La mia amica aveva ragione ma questa strana sensazione di impotenza non mi dava tregua. Julien stava stravolgendo la sua vita mentre io non avevo mosso un dito per andargli incontro. Volevo proteggerlo, aiutarlo.. ma cosa avrei mai potuto fare?

Per quanto mi sforzassi di tirarmi su, proprio non ci riuscivo. La mia mente continuava a macinare pensieri distorti e agghiaccianti.

Sorseggiai la mia bibita, puntando gli occhi su alcuni ragazzi che conoscevo. Mi soffermai su una coppia felice che si baciavano passionali, come se non gli importasse nulla di tutta quella gente. Come se ci fossero solo loro due e il resto non contasse.

Un velo di tristezza mi avvolse. Sapevo di non essere felice. E desiderai di essere allegra e spensierata come quella bella ragazza. Senza accorgermene mi misi a piangere.

Ginevra!” esclamò Marie stringendomi la mano“ non puoi andare avanti così.. dai calmati, calmati adesso

La guardai senza proferir parola ricambiando la sua stretta in una disperata richiesta d’aiuto. Mi sentivo in colpa per l’enorme sacrificio che Julien si apprestava a compiere, stravolgendo le sue abitudini, modificando radicalmente il suo modo di vivere. Seppellire i fantasmi del passato avrebbe significato non solo chiudere i ponti con la delinquenza locale ma anche scontrarsi con sua madre, una donna che provava rancore nei miei confronti, sebbene mi conoscesse appena.

I corsi pomeridiani furono una vera tortura, le ore sembravano non passare mai perché la mia mente era in un altro mondo, un mondo pieno di pensieri.

Al termine delle lezioni mi avviai verso la fermata del tram, fortunatamente trovai la vettura pronta alla corsa. Salii in fretta e mi accomodai, come mia abitudine, in fondo. Il tram si mosse e iniziò il suo viaggio tra gli splendidi palazzi del centro mentre l’ansia si faceva strada nella mia testa e l’inquietudine penetrava in ogni spazio del mio animo.

Guardai il cellulare in attesa di un suo messaggio, di un suo squillo, ma niente. Avevo le dita tremanti, il cuore che batteva talmente forte che quasi mi faceva male, quando finalmente presi coraggio e composi il suo numero: Nessuna risposta.

Rincasai e con un gesto quasi violento gettai la tracolla sul tavolo.  Mia madre era al telefono, il tono della sua voce era molto agitato. Non capivo con chi stesse parlando ma di sicuro era successo qualcosa di grave.

Mi sedetti sul divano e chiusi gli occhi. Mi sentivo una grande stanchezza addosso ma non avevo nessuna voglia di andare a riposare. Julien non si era fatto sentire per tutta la giornata e non rispondeva alle mie chiamate.

Maledissi l’inverno, il cielo stava già imbrunendo sebbene non fossero ancora le 17. Un’oretta al massimo e saremmo stati risucchiati tutti dalle tenebre prima che sia di nuovo domani.

Ginevra, da quanto sei qui?” esclamò la mamma varcando l’uscio “ non ti ho sentita rientrare

Eri al telefono e ho preferito non disturbarti

Il suo volto si incupì improvvisamente. Era tesa, la sua espressione contratta e negli occhi le leggevo rabbia mista a qualcosa che non sapevo identificare.

La guardai con aria interrogativa e inspiegabilmente sentii la paura salire dentro di me e impadronirsi del mio corpo. Un presagio? Una premonizione? Quel triste presentimento che mi accompagnava dallo spuntar del sole.

Sono preoccupata per le condizioni di un ragazzo che hanno portato al pronto soccorso” disse.

Chi?” domandai col cuore in gola.

Un giovane del quartiere” continuò lei “lo hanno picchiato brutalmente, è stato terribile.. povero ragazzo

Quartiere? Quale quartiere?? Vénissieux??” gridai.

Mia madre mi guardò stranita,  visibilmente preoccupata dalla mia reazione.

Ginevra, calmati adesso.. stai tremando!” esclamò.

Oh mio Dio.. oh Dio, non lui.. non Julien!

Avevo perso completamente il controllo di me stessa.  Le mani mi tremavano e l’ansia mi aveva letteralmente paralizzato. Sentii le braccia di mia madre stringermi le spalle e la sua voce chiedermi cosa mi stesse succedendo ma io sembravo persa e assente.

Ad un tratto tornai lucida e liberandomi dalla sua presa mi precipitai in strada.

Ginevra! Ma dove stai andando? Ginevra!

Furono le ultime parole che udii prima che la porta di casa si richiudesse dietro di me.

Cominciai a correre come una forsennata, senza pensare ad altro, fino non sentire più i muscoli delle gambe, consapevole solo in parte degli edifici che mi sfrecciavano accanto, degli incroci, delle auto, del leggero crepitare di candida neve  che aveva appena iniziato a cadere.

Poi cominciai a perdere coscienza anche della strada. Julien era il mio unico pensiero mentre l’inquietudine cresceva di minuto in minuto con la consapevolezza che qualcosa di terribile era accaduto.

Avevo il cuore che batteva all’impazzata, il fuoco che mi incendiava la mente, tremavo, piangevo e avevo una angoscia enorme.

Mi fermai a riprendere fiato, ero tutta sudata.  Avevo bisogno di organizzare le idee, mi resi conto che non sapevo da dove iniziare: a chi potevo chiedere aiuto? A quale ospedale dovevo rivolgermi? Ero uscita di casa così d’ urgenza che non avevo lasciato il tempo a mia madre di spiegarsi.. al dire il vero non mi era stato detto nemmeno il nome di quel ragazzo, sebbene il mio cuore non avesse avuto dubbi nel pensare che si trattasse di Julien.

Arrivai al primo ospedale e tremante dal freddo e dalla paura mi diressi alla reception, collocata proprio all’ingresso. C’era un’infermiera che sonnecchiava. Aveva i capelli neri e corti,gli occhi marroni, il naso normale e la bocca sottile.

Signora.. signora mi scusi” dissi ansante “avrei bisogno di un’informazione.. stamattina è stato ricoverato un ragazzo?

La donna mi guardò con una faccia, come se avessi chiesto la cosa più stupida del mondo.

Beh siamo in un ospedale.. solitamente vengono ricoverate molte persone” esclamo con aria di sufficienza “sa come si chiama, almeno?

Si, certo..il suo nome è Julien.. Julien Cassel” dissi tutto d’un fiato.

Diede un’occhiata veloce al registro dei pazienti attualmente degenti nei vari reparti, il suo nominativo non compariva sulla lista.

Mi guardai attorno sconsolata, portai una mano sulla fronte e scrollai la testa disperata. Dovevo riprendere la mia ricerca.

Aspetta” esclamò l’anziana signora “mi è venuta un’idea

Sgranai gli occhi all’udire di quelle parole. Non ero molto fiduciosa ma avevo bisogno di aggrapparmi a qualsiasi speranza.

Proviamo ad inserire il suo nome nel database generale” continuò concitata “ esiste un collegamento interno tra tutti gli ospedali di Lione, quindi se siamo fortunati riusciremo a risalire a quale pronto soccorso e’ stato portato”

Strinsi le mani in preghiera, sebbene non avessi ancora ben chiaro cosa dovessi implorare: di trovarlo? Di non trovarlo? In fin dei conti sarebbe stato molto meglio che il nome di Julien non figurasse in nessun elenco.

Eccolo” esclamò a gran voce la donna.

Il mio cuore cessò per un’instante di battere. La guardai piena di paura e di attesa.

Un ragazzo dal nome e cognome identico è stato ricoverato a La Croix-Rousse

Grazie signora, grazie mille  dissi.

Per fortuna l’ospedale non era molto distante. In metropolitana ci avrei impiegato poco più di dieci minuti.  Rovistai nelle tasche del mio giaccone e contai. Mi erano rimasti giusto i soldi per comprare il biglietto.

A passo veloce mi diressi verso le prime scale mobili che portavano alla stazione della metrò: volti ridenti, voci che si confondevano in un grande brusio, pacchetti ingombranti, affollavano le banchine.

Sebbene si respirasse ovunque un’aria di festa, il mio cuore era immune all’allegria che  pareva avesse contagiato tutti. Mi diedi mentalmente della stupida, era solo mia la colpa di quanto era successo. Se non fosse stato per me, Julien ora starebbe bene. Aveva rischiato la vita solo per compiacermi. Ma chi ero io per pretendere questo?

Se gli fosse accaduto qualcosa di grave non me lo sarei mai perdonato.

Stella Del Sud: sono strafelice che il capitolo ti sia piaciuto. Scusa per il ritardo con cui posto, ma tra lavoro, studio e quant'altro ho avuto poco tempo per aggiornare. Mi raccomando attendo con ansia le tue recenzioni. Un bacio.

Miki 91: eh sotto molti aspetti Ginevra e' ancora una  ragazzina ma in qusto capito si rendera' finalmente conto di quanto sia complicato e difficile abbandonare quel modo di vivere che si e' scelti. Cosa ne pensi del capitolo? Fammi sapere.

Devilgirl89. Ciaoo Domyyyyyyyyy finalmente sono riuscita ad aggiornare la storia! Che ne pensi? Spero di non aver deluso le tue aspettative. Un bacio.

lucyette: hihihi hai proprio ragione, i guai non vengono mai da soli... :) spero che questo capitolo ti piaccia. Fammi sapere!

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Capitolo 29
*** Viaggio all'inferno: andata e ritorno ***


Eccomi di ritornooooo Chiedo scusa per il ritardo nel postare questo capitolo. Spero che la mia storia continui a piacervi. Attendo con ansia le vostre recensioni. Ringrazio chi legge e commenta le mie storie. Mi aiutate a fare sempre meglio. Saluti a tutti e Buona lettura! sdfdsfsf

Il battito del mio cuore aveva assunto un ritmo inusuale: era accelerato e sembrava volermi uscire fuori  dal petto. Il respiro mi moriva in gola mentre salivo la gradinata d’accesso de La Croix-Rousse. Mi guardai attorno stranita:

Mi scusi infermiere.. dov’è, mi dica per favore.. lui dov’è

La mia voce era tutta tremante, avevo quasi paura di sapere la verità.

Quell’uomo mi guardo con due occhi grandi e neri, benigni, caritatevoli. Era una figura imponente, aveva la carnagione scura e i capelli castani, ricci e scompigliati. Sembrò quasi leggermi dentro la paura più profonda,  quella di essere impotente.

Il paramedico scosse il capo sconsolato, senza proferire parola. Sembrava tristemente abituato a dare brutte notizie, specialmente di questo tipo, silenziose, impalpabili.

Mi dispiace signorina

Fu tutto quello che riuscii ad udire prima che il mio cuore si frantumasse in mille piccoli pezzi. Ad un tratto mi sentii mancare, avevo le gambe intorpidite e  persino i pensieri erano diventati lenti e soffocati.

Infinite sensazioni invasero il mio corpo e la mia mente: odio, amore, rabbia, dolore, disperazione.

L’uomo cercò di abbracciarmi per farmi calmare ma io, divincolandomi dalla sua presa, cominciai a gridare fra i singhiozzi:

Noooo, non può essere.. la scongiuro mi dica che non è vero..

In quell’attimo un senso di panico e terrore si impadronì di me. Il mio futuro non esisteva più. Niente aveva più senso. La mia vita era finita lì. Era terminata.

Alcune persone in camice bianco mi si avvicinarono, cercavano di tranquillizzarmi ma io non volevo sentire ragioni, senza Julien la mia stessa esistenza non aveva più significato.

Le forze mi abbandonarono, non riuscivo a reggermi in piedi. La testa cominciò a girare e le immagini sotto i miei occhi si fecero confuse, come se tutto intorno a me avesse preso ad allontanarsi, strappato dal vento di emozioni che aveva invaso la sala.

All’improvviso il nulla, il buio totale. Mi sentii trasportare via verso l’ignoto, il mio corpo sembrava avesse perduto ogni sensazione, senza vita, sconosciuto. A poco a poco iniziai a gioire dei giochi di colore e di forme senza precedenti, che instancabili si rivelavano ai miei occhi chiusi. Fantastiche immagini si agitavano dentro di me, si alternavano, variopinte, si aprivano e si richiudevano in cerchi e spirali, esplodendo in zampilli colorati.

Ginevra.. Ginevra svegliati!

Qualcuno mi scosse facendomi riprendere coscienza lentamente. Avevo un mal di testa da scoppiare. All’improvviso ricordai tutto e sgranai gli occhi, la mia sorpresa fu tanta quando vidi i suoi fissi sul mio viso.

“Julien.. Julien!” esclamai tra le lacrime.

Il cuore sembrava volermi uscire fuori dal petto, tanto che batteva forte. D’istinto gli gettai le braccia al collo. La sua risposta fu altrettanto impulsiva e calorosa. Cominciai a piangere: un pianto liberatorio e profondo. Ancora non mi sembrava vero di stringerlo forte, di sentire nuovamente il suo profumo, il suo respiro, la sua dolce voce.

Julien lasciò che mi calmassi e quando  finalmente i singhiozzi si fecero più leggeri mi scostò quel tanto che gli permettesse di guardarmi negli occhi.

Hey.. piccola, è tutto finito adesso” sussurrò sulle mie labbra.

Con un lento gesto della mano mi asciugò le guancie umide. Deglutii sentendo un calore appropriarsi  delle mie gote. Annuii piano mormorando un flebile “

Si è trattato di un errore imperdonabile” esclamò il Primario.

Lo guardai sconcertata per qualche istante. Non tanto per ciò che  aveva affermato ma per il fatto di non essermi resa conto di tutta quella gente che ci stava intorno.

Lo staff Medico e Paramedico in servizio, nel reparto di Chirurgia, era in attesa dei familiari di un giovane, ricoverato subito dopo un incidente, del quale non si era potuto far altro che constatarne la morte” continuò avvicinandosi a me.

Ho creduto che lei fosse una parente della vittima” intervenne l’ infermiere “colpevole” del malinteso.

La testa mi faceva ancora male, la paura e l’angoscia di queste ultime ore erano ancora vivide nella mia memoria ma dagli occhi di quell’uomo si leggeva chiaramente che era mortificato sul serio.

Abbozzai un mezzo sorriso e sospirai forte: l’unica cosa importante era che Julien fosse li con me, ora. Null’altro avrebbe potuto rendermi più felice.

Mi strinsi a lui nascondendo il volto  nell’incavo della sua spalla. Fu allora che non potei fare a meno di notare  la smorfia di dolore che fece nel raddrizzare la schiena. Si premette istintivamente il fianco destro con una mano.

Julien!Stai bene?” chiesi preoccupata.

Si, stai tranquilla. Non è nulla, sto bene” esclamò con un sorriso che mal celava la sua sofferenza fisica.

Gli alzai il viso, aveva un livido e un taglio rosso sul zigomo. Erano i chiari segni di una colluttazione. Avvicinai una mano e sfiorai delicatamente la ferita con la punta delle dita. Ancora una volta Julien sembrò leggere nei miei pensieri: mi prese la mano e ne baciò il palmo tenendomi stretta a lui come se fossi la sua ancora di salvezza.

Dalle finestre arriva obliquamente il leggero chiarore della luna ad illuminare i nostri volti.  Rimasti soli Julien mi rivolse uno sguardo preoccupato:

Sei rimasta svenuta per un bel po'” esclamò sistemandomi un cuscino dietro la schiena.

Ho sete

Julien mi porse un bicchiere d’acqua che bevvi d’un fiato.

Mi sento così strana.. come se un’aria fresca mi portasse via la nebbia dalla testa” mormorai, mentre mi distendevo di nuovo sul letto.

Mi sorrise dolcemente accarezzandomi i lunghi capelli corvini. Ora che lui era qui, di fronte a me, con quei occhi blu così profondi, l’incubo sembrava davvero finito.

Ho avuto tanta paura” dissi fievole “credevo di averti perduto per sempre

Mi portai le mani alla testa, inorridendo al pensiero di quello che poteva succedere.  Senza dire una parola Julien si sedette accanto a me e guardandomi intensamente negli occhi fece risalire la mano lungo il braccio e poi verso le spalle. Un brivido percorse la mia schiena mentre le nostre labbra si univano in un tenero bacio.

Mi sentii avvampare per il desiderio, una sensazione di eccitata felicità. Sentii un bisogno, quasi fisiologico di toccare la sua pelle, il suo corpo caldo, per accertarmi che lui fosse davvero lui e che stesse bene sul serio.

Aveva ricominciato a nevicare, i fiocchi cadevano lenti dietro la finestra adagiandosi dolcemente sui rami degli alberi di platano ormai senza più foglie. Julien continuava a stringermi, tenendomi  stretta al suo petto in un abbraccio protettivo. Tra le sue braccia, il tempo sembrava essersi fermato davvero.

Ma l'orologio, incurante di tutto e di tutti, procedeva  uni ritmico, inesorabile.

Ti senti meglio ora?” mi chiese sfiorandomi la fronte con la sua mano calda.

Annuii con la testa e lo attirai di nuovo verso di me. Sentivo il suo sangue, le sue vene pulsare e quel calore mi piaceva, riusciva a trasmettermi un senso di appartenenza che mai avrei pensato di conoscere.

Che cosa è successo” domandai.

Non devi preoccuparti di nulla” esclamò “ogni cosa andrà bene

Lo ascoltai guardandolo intensamente negli occhi, con quelle parole sembrava che più che convincere me volesse convincere se stesso.

Non mentirmi” lo interruppi io “non voglio che ci siano segreti tra di noi, non lo sopporterei

Julien sospirò profondamente, alzandosi in piedi.

Ho fatto ciò che dovevo” disse risoluto.

I suoi occhi si spensero, s’offuscarono, persi chissà in quali pensieri. Avrei voluto liberarlo da quei tormenti ma sapevo di non poterlo fare, sapevo di essere inerme di fronte a tutto questo.

Mi alzai dal letto e in silenzio mi avvicinai a lui. Lo abbracciai da dietro appoggiando la testa sulle sue spalle. Ora ero io ad infondergli coraggio, forza, a fargli sentire tutto il mio amore. Era incredibile come i nostri ruoli si invertissero in maniera così naturale. Ci completavamo a vicenda, sostenendoci.

Le parole erano ormai superflue. Comprendevo la sofferenza che lo devastava. Le nostre mani si cercavano per unirsi e le nostre labbra facevano lo stesso, come per suggellare una nuova unione. I baci che seguirono cercarono di spazzare via tutte le inquietudini.

Non sono riuscito a mantenere la mia promessa” disse.

Sbattei più volte le palpebre e lo guardai interrogativo. Scossi la testa come per dire: No.. No.. No Una cosa del genere non doveva nemmeno pensarla. Era andato contro al suo passato, sfidato a viso aperto la malavita di Vénissieux, che spegne le illusioni, che soffoca la gente, che uccide le speranze.

Cosa sarebbe successo ora? Per quanto volessimo allontanare quel pensiero dalla mente, questo non avrebbe cambiato le cose. Avremmo mai sconfitto la paura? Ebbi come l’impressione che la battaglia fosse appena cominciata.



 lucyette: ciaooo, finalmente sono risucita ad aggiornare. Questi mesi sono stati un po' frenetici, ma alla fine ce l'ho fatta! Ci ho messo un po' per la stesura di questo capitolo ma spero che non ti deluda. Ci tengo tanto al tuo parere! A prestooo

 Miki 91: eh mi sa che questa volta ho battuto ogni record! Sono mesi che non aggiorno. SCUSAAA mi perdoni? Spero che continuerai a seguire la mia storia. Che ne pensi di questo capitolo? Ti piace? Ho avuto un po' di difficolta' a scriverlo, le idee mi si affollavano nella mente ma non risuscivano a prender forma. Spero sia all'altezza delle tue aspettative. Attendo una tua recensione. Baci.

Devilgirl89: Domyyyyyyyyyyy sono tornata!! Contenta? Finalmente ho postato. Mi spiace per l'estremo ritardo. Che mi dici? Ovviamente cerchero' di non farti aspettare cosi' tanto. I tuoi commenti sono preziosi per me! Mi spronano a fare sempre meglio, Che ne pensi del capitolo? Fammi sapere. Lo sai che ci tengo. baci baci.

Stella Del Sud: eccomi di ritorno, spero che un po' la mancaza della mia storia si sia sentita.. Scherzo. Chiedo venia per il ritardo. Spero di non aver perso una lettrice come te. Aspetto con ansia una tua recensione.

silvietta_in love 4ever: ciaoooooo eccomi qui! Ho aggiornato! Spero che ora che ti ho ritrovato continuerai a seguire la mia storia. Non vedo l'ora di leggere il seguito della tua. Un Bacio. A presto.

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Capitolo 30
*** Quando i nodi vengono al pettine ***


Eccomi giunta al 30esimo capitolo, come passa il tempo! E' gia trascorso un anno dalla pubblicazione del primo chappy, sono felice di notare che nonostante i mesi e i miei ritardi nell'aggiornare, la mia fanfiction continua ad essere seguita. Un grazie a tutti voi che leggete e recensite la storia di Ginevra e Julien. A presto, e come al solito, buona lettura!! capitolo

Era ormai calata la sera e stava nevicando da parecchie ore. Quando lasciammo l’ospedale ancora non avevo preso coscienza del tempo che era passato, mi guardai attorno stranita: tutti i negozi erano chiusi.

Il mio orologio da polso segnava quasi le dieci, sospirai rassegnata, avrei dato chissà cosa per poter tirare indietro le lancette. Questa volta niente e nessuno mi avrebbe risparmiato una bella strigliata d’orecchie.

Mia madre sarà preoccupatissima” esclamai “sono uscita di casa come una furia

Non dovevi metterti nei guai per causa mia

Ecco che lo stava facendo di nuovo. Sminuiva l’affetto che provavamo l’uno per l’altra. Ma perché si ostinava a non capire che per difendere il nostro amore avrei sfidato anche il mondo intero?

Mi fermai sul ciglio della strada, Julien proseguì ancora per qualche metro prima di voltarsi verso di me. Con sguardo interrogativo disse:

Cosa fai li impalata? Su muoviti, non vorrai mica perdere l’ultima corsa del tram!?!

Puntai i piedi sull’asfalto, decisa a non schiodarmi da quel marciapiedi fino a quando non gli fosse entrato in testa che il nostro legame era il più forte, il più sincero, il sentimento più puro che potesse mai esistere.

J-Julien

Lui mi guardò di nuovo e lentamente tornò sui suoi passi. Alzò le braccia al cielo come simbolo di impotenza: “E adesso cosa c’è

Il tono della sua voce crebbe repentinamente.

Ginevra andiamo a casa, non è questo il momento di discutere

Lo fissai diritto negli occhi, con aria di sfida solenne e decisa. Doveva smetterla di comportarsi come una macchina priva di emozioni, incapace di provare ed esprimere tenerezza, calore, amore.. come se dentro ci fosse solo un grande freddo.

D’improvviso una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto. La ferita al fianco gli bruciava ancora e l’averci camminato sopra non aveva di certo aiutato.

Julien.. Julien, stai bene?” esclamai concitata.

Lui strinse gli occhi cercando di contenere il dolore, il suo viso impallidì quasi stesse trasformandosi in marmo bianco. Cercai di sorreggerlo ma Julien si scostò dolcemente e mi sorrise.

Non devi preoccuparti per me, sono un tipo che se la sa cavare!” disse.

Voleva sdrammatizzare la situazione, ma io sapevo bene che i medici avrebbero preferito trattenerlo almeno per una notte e che lui, per poter lasciare l’ospedale aveva dovuto addirittura firmare l’apposito modulo.

Sù, appoggiati a me” mormorai “ancora pochi passi e potrai riposare un po' su quella panchina

Obbedì senza protestare e allungando un braccio attorno alle mie spalle si lasciò sostenere e guidare. I suoi occhi avevano assunto uno strano riflesso, un turchese così acceso che quasi non sembrava vero. Rimanemmo in silenzio per un po' mentre  un viavai di persone si alternava sotto il nostro sguardo.  Mancava poco più di una settimana a Natale e ovunque si respirava aria di festa:  le luci colorate, gli alberi addobbati, gli striscioni illuminati.

Ad un tratto ricordai che il ballo di fine anno  si sarebbe tenuto questo venerdì. E pensare che c’avevo fantasticato su’ tanto di quel tempo! Gli eventi che si erano succeduti come il vortice di un fiume avevano  contribuito a far passare tutto il resto quasi inosservato.

Varcare l’ingresso della sala al braccio di Julien avrebbe rappresentato una svolta cruciale. Un modo per rendere ufficiale la nostra relazione? Certo che in tre mesi ne avevamo già passate tante.

In quel momento mi sentii stringere la mano e sorridendomi la portò sul suo cuore. Un gran calore mi invase, chiusi gli occhi per assaporare ogni più piccolo gesto di quel ragazzo che aveva saputo trasformarmi in una donna capace d’amare in modo maturo e come per incanto tutte le frivolezze da teenager non ebbero più  ragione d’esistere.

Credi davvero che io meriti tutto questo?

La sua voce era un vellutato sussurro, pieno d'infinito amore.

Annuii decisa, non solo lo credevo ma ero convinta che lui fosse l’unico ragazzo per cui valesse la pena lasciare tutto. Se me l’avesse chiesto, l’avrei seguito anche all’inferno.

Io voglio che tu ti fida di me” esclamai “sono stanca di essere trattata con i guanti bianchi, desidero che tu mi renda partecipe di tutto ciò che ti circonda, perché solo così potrò far parte realmente della tua vita

Il freddo imperversava e dalle nostre bocche nuvole di fumo venivano emesse ad ogni respiro. I suoi lineamenti erano belli e fieri, era così affascinante che avrei potuto stare delle ore a guardarlo.

Non ho mai conosciuto una ragazza testarda come te” esclamò a gran voce.

Lo presi come un complimento. Nessuno mi avrebbe distolto dai miei propositi, avrei fatto di tutto per restituire a Julien la voglia di amare e di sentirsi amato.

Quindi ci rimettemmo in cammino, l’uno accanto all’altra, tenendoci teneramente per mano. Per recuperare un po’ di tempo decidemmo di prendere la metropolitana “ Métro C” direzione : Hôtel de Ville.

Tempo qualche minuto e la coincidenza per Perrache non tardò ad arrivare.  Sebbene non fosse la prima volta che mi riaccompagnava a casa, mai come ora provavo un certo disagio. Lo sfarzo, l’ostentazione del lusso , la ricercatezza dei particolari facevano di Ainay il cosiddetto quartiere dei nobili. Ci viveva tutta l’aristocrazia di Lione, che evitava così,  le zone più popolari della città.

La sua mano strinse più forte la mia, mentre avanzavamo lenti sul viale che portava alla mia casa come ad infondermi coraggio.

Me ne sarebbe servito un bel po’ per affrontare l’ira di mia madre.  Erano ore che non aveva mie notizie, praticamente da quanto ero fuggita via come se fossi stata inseguita dal diavolo in persona,  e per di più senza portare il cellulare con me.

Giunti davanti all’ingresso principale rovistai nelle tasche per cercare le chiavi, ma avevo dimenticato anche quelle. Non mi rimaneva che bussare.

Sentii qualcuno precipitarsi giù dalle scale e nell’arco di dieci secondi ci fu aperto.

Ginevra, Santo Cielo! “ gridò abbracciandomi “per fortuna sei qui…

Il suo respiro era affannato,  a momenti la sentivo anche trattenere il fiato. Lo stringermi tra le braccia non aveva cancellato la sua preoccupazione. Poi la sua espressione cambiò repentinamente, il suo corpo s’irrigidì. Mi allontanò da lei quel tanto che bastasse per assestarmi uno schiaffo che mi lasciò stordita per qualche secondo.

Non ebbi nemmeno il tempo di replicare che mi sentii stringere per un braccio ed inveirmi contro.

Mamma ascoltami, ti prego” tentai di divincolarmi dalla sua presa “non avevo intenzione di farti preoccupare

Non avevi.. non volevi farmi preoccupare?” ripeté stizzita “dovevi pensarci prima di fuggire via come una forsennata

La guancia ancora mi pulsava per il colpo ricevuto,  portai istintivamente la mano dove avevo dolore. I suoi occhi erano pungenti e lampeggianti e riflettevano tutta l’apprensione di queste ore.

Abbassai lo sguardo, che figura stavo facendo con Julien??  Cosa avrebbe pensato di me? Gli sarei sembrata una bambina che per uscire doveva ancora chiedere il permesso ai propri genitori.

Ad un tratto mia madre distolse l’attenzione da me per puntarla dritto sul ragazzo alle mie spalle. La sorpresa fu tanta quando mi resi conto della confidenza che li legava. Sembrava proprio che si conoscessero da tempo.

E’ incredibile!! Come ho fatto a non capirlo prima?!?” esclamò “dovevo immaginarlo che si trattava di te.. le coincidenze erano più che lampanti!

Rimasi in silenzio, esterrefatta.  Non riuscivo a credere ai miei occhi. Come era possibile, mi chiedevo: cosa mi ero persa?  

Divenni una presenza invisibile, a nessuna delle mie domande ricevei risposta, era come se in quel momento esistessero solo loro e le proprie ragioni.

Silvie, non avevo idea che Ginevra fosse tua figlia, davvero!

Mia madre sembrava sconvolta e stordita, si passò una mano tra i capelli e prese un respiro, cercando di calmarsi.

Non voglio sentire una parola di più” esclamò “ inventare giustificazioni non servirà a niente

Mamma, ti prego ascoltami..” intervenni  amo Julien, lo amo più della mia vita,  farei di tutto per..

Santo Cielo Ginevra!!” mi interruppe lei “cosa ne vuoi sapere tu dell’amore.. hai solo diciassette anni e credimi, figliola, credimi la vita per questo ragazzo non è stata per niente facile

Lo guardai con espressione furente, mi aspettavo una sua reazione ma niente,  Julien non disse una parola.

Perché resti in silenzio?!?” gli gridai contro “avanti, diglielo.. dille che mi ami!”

Una rabbia sorda si impadronì di me. Incominciai a battere con tutta la forza che avevo i pugni sul suo petto. Volevo fargli male, fargli provare una sofferenza fisica, perché temevo che  il mio disprezzo, da solo, non sarebbe bastato a scalfire il suo cuore.

Julien mi fermò con facilità, afferrandomi per i polsi. I suoi occhi erano freddi e pungenti come il ghiaccio ma il suo sguardo tradiva un dolore profondo: sembrava distrutto.

Sorrisi nervosamente: “cos’è questo? Un altro dei tuoi stupidi tentativi per allontanarmi da te?

Ginevra cosa altro ti serve per capire che questo ragazzo non fa per te?!”esclamò mia madre.

Perché ero accecata da questo amore che credevo vero solo io?  Possibile che la nostra storia ad ogni passo in avanti ne compiva subito due indietro? Non ce la facevo più. Avevo esaurito tutte le mie energie, ero così stanca, così esausta che non riuscivo più nemmeno a piangere.

Anche Julien sembrava  visibilmente turbato, per la prima volta lo vedevo nella condizione di dover spiegare i suoi comportamenti rischiando così di perdere l’ultima opportunità di essere felice.

All’improvviso mi sentii invadere da un senso d’angoscia, le loro parole mi parvero senza significato, velocissime e incomprensibili. Divennero soffuse e lontane, continue e appena percettibili. Portai le mani alla testa, per evitare che scoppiasse: mi sembrava di vivere dentro un incubo.

Ma ai loro occhi ero tornata ad essere trasparente, ero sicura che se in quel momento la terra  mi avesse inghiottito nessuno se ne sarebbe accorto. Continuavano a parlare di me come se io non fossi presente: mia madre con i suoi discorsi assurdi  e totalmente senza senso; Julien che sembrava addirittura comprendere le ragioni che rendevano impossibile la nostra storia.

Lanciai un grido di dolore mentre lo stomaco scoppiava, gli occhi si annebbiavano e il cuore agonizzava. Volevo non sentire oltre, volevo non vedere oltre.

Mi rifugiai nella mia camera e inginocchiandomi ai piedi del letto cominciai a piangere senza riuscire a fermarmi. Avevo perso il controllo di me stessa, il mio corpo non rispondeva più alla mia mente, sebbene mi ordinassi di non versare una sola lacrima, la disperazione si era impossessata di me. Completamente.

Non so per quanto tempo rimasi seduta a singhiozzare, gli occhi mi bruciavano d’angustia e di rabbia. Avrei voluto essere assorbita dall’oscurità che mi circondava, riuscire a non provare niente, ad annullarmi totalmente per non pensare, per non soffrire.

Il bussare alla mia porta mi fece trasalire. Non volevo ascoltare nessuno e soprattutto non volevo parlare con nessuno.

Ginevra.. Ginevra apri!

Mi gettai sul letto , nascondendo il viso nel cuscino, trattenni il respiro e chiusi la bocca, serrando con forza le labbra  nel vano tentativo di soffocare i gemiti che uscivano dal mio petto.

Ginevra!!

Il tono di mia madre si fece più insistente. La maniglia si abbassò ma la porta era chiusa a chiave.  Scossi la testa e dissi: “Basta!Ti prego lasciami in pace

La mia sembrava più una supplica, non avevo nemmeno la forza di litigare.  Due incerti passi per obbedirle e lo scatto della serratura le fece capire che la porta si sarebbe aperta dall’esterno.

Senza proferir parola, tornai a sedere su una seggiola,  nella penombra della mia stanza.

Ginevra, figliola.. ascoltami

Senza distogliere lo sguardo da un punto immaginario della parete la pregai di non rimproverarmi, la giornata si era conclusa nel peggiore dei modi e mi aveva riservato solo delusione e tanta amarezza.

Capisco il tuo sconforto ma non dimenticare che ti voglio bene, e che ho detto quelle cose solo per evitarti sofferenze future

Parlava di Julien come se fosse la persona peggiore di questo mondo eppure sembrava nutrisse un affetto sincero nei suoi confronti.

Ma non avevo capito niente..

Mi volsi verso di lei stupita da quella frase, erano ancora molte le cose che non comprendevo.

Conosco Julien da qualche anno.. la nostra associazione gli è stata vicino durante la degenza di sua madre, assicurandogli una presenza amichevole e fornendogli sostegno economico e sanitario

Mi asciugai le lacrime dagli occhi arrossati. A quel punto iniziai a calmarmi, lo sgomento che mi faceva pulsare la testa cambiò in uno strano stordimento: “Io lo amo” fu tutto quello che riuscii a dire.

Mia madre accolse la mia dichiarazione con un sorriso che non mi aspettavo, aveva osteggiato la nostra storia con tutte le sue forze e ora mi offriva quest’ amnistia insperata.

Si vede” esclamò.

Peccato che lui non provi lo stesso per me ” mormorai “per quanto sia sicura del nostro amore, sono altrettanto consapevole che i suoi sentimenti non saranno mai forti quanto i miei

Ti sbagli” intervenne lei “se avessi ascoltato con quanto ardore descriveva il legame che vi unisce non parleresti cosi

Caddi letteralmente dalle nuvole, sembrava essersi dimenticata della paternale elargita solo qualche minuto fa. Cosa era successo in quel frangente?

Ammetto di aver reagito in maniera sproporzionata, di essermi fatta condizionare dalla situazione, ma le parole di Julien mi hanno fatto riflettere, non avrebbe esitato a sacrificare il proprio amore per un senso di dovere o di protezione nei tuoi confronti

Sorrisi sarcastica, ormai non faceva più notizia il suo spirito di rinuncia.  In questi mesi avevo avuto più di una dimostrazione della sua scala dei valori e per quanto desiderassi il contrario non potevo che  prendere atto di essere sul gradino più basso delle sue priorità.

Io torno in soggiorno, tuo padre dovrebbe rincasare a momenti”esclamò mia madre volgendosi verso la porta “se ti venisse voglia di ascoltare le sue ragioni, sappi che in corridoio c’è un ragazzo che non aspetta altro

Mi guardai allo specchio. Sentii un magone in gola. Qualche lacrima cominciò a scendermi sulle guancie, mentre il cuore mi batteva forte. Pian piano mi feci coraggio e a piccoli passi  avanzai oltre la soglia pronta ad incrociare i suoi occhi ancora una volta.

Ciao” disse quando gli fui di fronte.

C-ciao” balbettai io.

Avrei voluto gridargli contro tutto il mio disprezzo, rinfacciargli tutte le menzogne a cui avevo creduto e invece bastò un suo sguardo per farmi desistere, un solo attimo affinché i nostri cuori sconfiggessero il dolore che portavano dentro. I suoi occhi impenetrabili ma allo stesso tempo così espressivi e profondi mi fissavano silenziosi.

Sono riuscito a deluderti di nuovo” esclamò .

Purtroppo era vero, la sua arrendevolezza aveva lasciato in me un grande sconforto, era come se rinunciando a combattere per il nostro amore mi avesse condannato ad una vita priva di sogni, vuota di qualsiasi emozione.

Come resistere alla tentazione di saltargli al collo e di baciarlo con tutta la passione che avevo dentro? Mi morsi il labbro per impedirmi di cedere a quel’impulso irrefrenabile, ma questa volta fu lui a venirmi incontro, a mozzarmi il fiato al contatto con il suo corpo caldo, statuario, perfetto.

Feci un profondo respiro e l’aria mi sembrò avere il suo odore, così inebriante, così dolce per i miei sensi. Portò le sue labbra ad un soffio dalle mie ed io non potei resistere oltre, lo baciai con passione, incurante di tutto, dimenticai il luogo, il tempo, la ragione. Ricordai solo che mi amava, che mi voleva, che ero sua.



 ilovedward_90: voila, ecco il nuovo capitolo... chiedo scusa per l'enorme ritardo, ultimamente ho poco tempo per aggiornare ma spero che continuerai a seguire la mia storia. Ci tengo tanto.

Devilgirl89: ciao domyyyyyy che bello risentirti :) Ti ringrazio per la stima che dimostri nei miei confronti. I tuoi complimenti mi lusingano. Che ne pensi di questo nuovo capitolo? Ti piace? Se hai qualche accorgimento o qualche critica da fare non esitare a pormela, sai quanto ci tenga al tuo parere. Mi raccomando fammi sapere. Un bacio Giulia.

 Miki 91: uuu con il ritardo con cui posto mi sa che sono in debito di tutta la storia, altro che 10 capitoli! Come va? Scusa per non aver postato prima ma spero che continuerai a leggere la mia fanfiction, sai che ci tengo tanto alle tue recenzioni.

 lucyette: ecco che finalmente ho aggiornato! Che te ne pare? Per farmi perdonare questo chappy e' leggermente più lungo del solito. Sai scrivendolo di volta in volta, accade che ci siano dei momenti di stand-by ma spero che da ora in poi riesca a postare con più celerita'! Mi raccomando continua a seguirmi e a spronarmi con le tue recensioni.

 vanessaacullen_: sono felice di averti tra le mie lettrici, mi fa piacere scoprire che anche a storia gia' inoltrata c'è qualcuno che non esita a leggere i capitoli e a postare le sue recensioni. Ora spero di non deludere le tue aspettative, Aspetto con ansia il tuo parere su questo nuovo capitolo. A presto.

 memols: finalmente sono riuscita ad accontertarti, seppur con notevole ritardo ecco aggiornata la mia storia. Ti piace? Che ne pensi? Fammi sapere. Ciaoooo

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Capitolo 31
*** Alla luce del Sole ***


Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. Ringrazio quanti mi seguono, leggono e recensiscono. Vi anticipo che nel prossimo capitolo ci sara' un bel colpo di scena :) ho gia' in mente tutto.. devo solo metterlo nero su bianco. Speriamo bene. Ma ora aspetto con ansia i vostri commenti. A presto e buona Lettura. 31

E nessuno dei due seppe se era passato un minuto o un’ora perché il tempo si era fermato e fu come se tutto il creato avesse trattenuto il respiro.

Mi strinsi dolcemente a lui senza staccarmi dalle sue labbra, le nostre lingue danzavano in un sensuale gioco dei sensi, le nostre mani si toccavano, si sfioravano lievi, più sicure e dolci.

Io ti amo” gli sussurrai.

Non mi sarei mai stancata di ripeterglielo.

Lo guardai intensamente negli occhi cercando di infondergli serenità e amore. Doveva convincersi della solidità dei nostri sentimenti ed io sarei stata a suo fianco per ricordargli quanto fosse importante per la mia vita.

Non volevo farti soffrire” esclamò sfiorandomi il viso “ma sembra che io non riesca a fare altro

Feci cenno di no con la testa, sebbene i miei pensieri esprimessero più o meno lo stesso concetto.

Mamma mi ha raccontato di come vi siete conosciuti” dissi.

Silvie è una donna straordinaria” esclamò con gli occhi che gli brillavano “la sua equipe ha fatto tanto per me, è solo grazie a loro se mia madre si è operata, sono stati fantastici.. io non avrei potuto fare di più”

Parlava con la voce rotta dall’emozione, lo sguardo fermo, pieno di dolore. Allungai una mano verso le sue labbra schiuse, le toccai, carezzai lenta il suo viso che tanto amavo e che ora era lì, di fronte a me. Sembrava così indifeso,così fragile, così triste.

Deglutii ricacciando indietro le lacrime causate dall’impotenza che mi attanagliava il cuore. Avrei voluto poter prendere su di me tutte le pene, le paure, le angosce di questi anni ma  l'unica cosa che mi restava da fare era quella di fargli capire che gli stavo vicino.

La sua infanzia era stata difficile, la sua adolescenza era stata tormentata ma avrei dato l’anima per rendergli un futuro pieno d’amore.

Lo abbracciai in silenzio, con tutta la forza che avevo, come se con quella stretta volessi cancellare ogni sofferenza del suo passato.

Hum..  sarà meglio tornare di sotto” mormorò a fior di labbra.

Abbassai lo sguardo imbarazzata, avevo il cuore che batteva a mille, le gambe che tremavano dall’emozione.. quegl’occhi, quegl’occhi turchini così ipnotici, magnetici e intensi riuscivano sempre a farmi dimenticare chi ero e dove mi trovavo.

Non so ancora se riuscirò a resisterti..

E a me vennero i brividi nell’ascoltare quelle parole. Sentii crescere il desiderio della sua pelle, del suo sapore, del suo profumo. Ora il mio corpo era premuto contro il suo, quelle braccia mi stringevano forte portandomi in un mondo tutto nostro fatto di magia e di sogni, in un mondo in cui esistevamo nient’altro che noi.

Il suo cuore batteva con una potenza inaudita, il suo respiro rotto dall’eccitazione provocava in me spasmi di piacere.

Un rumore improvviso ci riportò sulla terra, facendoci sussultare. Ridemmo spaventati da questo niente mentre le nostre mani restavano unite, saldamente intrecciate come radici di un albero.

Scendemmo le scale lentamente, io ero completamente assorta dal caos dei miei pensieri. Quante cose erano capitate, quanto ero cambiata in questi ultimi mesi!

Cercai ancora una volta i suoi occhi e quando li trovai, l’azzurro delle iridi sembrò accecarmi. La sua pelle bianca, la sua muscolatura ben definita, quel profumo così unico, così intenso e lieve riusciva sempre a stordirmi sensi e mente.

Udii la voce di mio padre provenire dalla cucina. Deglutii cercando di mantenere la calma, non era il momento giusto per farsi prendere dal panico, dovevo affrontare i miei genitori e dovevo farlo nella maniera più naturale possibile.

Quando spinsi la porta socchiusa, deliziosi aromi che stuzzicavano l'appetito invasero lo spazio sovrastante facendomi realizzare di essere a digiuno da stamattina. Con tutto quello che era successo in queste ore!

Ad un tratto mio padre si mosse per venirci incontro ed io istintivamente allungai una mano verso quella di Julien, sentii il contatto.. l’aveva presa e me la teneva stretta quasi volesse rassicurami che non sarebbe scappato via.

Tu sei Julien.. giusto?” esclamò.

Si mi chiamo Julien, Julien Cassel” rispose fiero.

Avrei voluto intervenire, per dire, per fare, per bloccare mio padre dal metterlo a disagio con uno dei suoi soliti discorsi, ma volgendo il mio sguardo verso Julien, con mia grande sorpresa mi accorsi che dai suoi occhi di ghiaccio traspariva una tranquillità assoluta, quasi irreale.

Silvie mi stava spiegando quanto è accaduto” continuò mio padre “e francamente avrei voluto conoscerti in una circostanza diversa ma a quanto pare la nostra Ginevra non ha perso l’abitudine si sorprenderci

Un sorriso che non mi aspettavo si dipinse sul suo volto, quell’espressione di serenità ebbe l’effetto di trasmettermi un senso di pace.

So che può sembrarle assurdo” asserì Julien “io stesso non l’avrei mai immaginato, né previsto e forse nemmeno mai desiderato ma il destino ha voluto mettere sulla mia strada la ragazza più determinata, più coraggiosa, e soprattutto più intelligente e affascinante di questa terra”

Le sue parole mi penetrarono in fondo al cuore. Per la prima volta lo ascoltai esprimere i suoi sentimenti e  la gioia che provai in quel momento fu troppo immensa per poterla descrivere. Guardai Julien raggiante, avrei voluto abbracciarlo e baciarlo lì, davanti a tutti,  ma mi limitai a fissarlo negli occhi, avendo cura di trasmettergli quanto fosse importante per me.

Non nego che la situazione mi preoccupa” aggiunse mio padre, tornando serio “francamente avrei desiderato un ragazzo diverso per mia figlia

Sgranai gli occhi, cominciando a blaterare frasi prive di senso, nel vano tentativo di soffocare quella voce. Non volevo che Julien ascoltasse quelle aspettative, decisamente esagerate, nei miei confronti.

Ginevra, tuo padre ha ragione” asserì, ammutolendomi “probabilmente al suo posto la penserei esattamente alla stessa maniera” continuò poi volgendo la sua attenzione nuovamente verso l’uomo che ci stava di fronte.

Non voglio che tu mi fraintenda” esclamò mio padre “non sto affatto intralciando la vostra frequentazione,  solo che non posso fare a meno di temere che Ginevra possa soffrire di questa storia”

No papà.. no!” lo interruppi io, anteponendomi tra loro “Tu non capisci! Ciò che provo per questo ragazzo va oltre ogni cosa, supera le barriere dell’immaginazione.. per lui sacrificherei anche la mia stessa vita!

Santo cielo Ginevra! Non dirlo nemmeno per scherzo!” intervenne mia madre “nessuno vuole costringerti a separarti da lui, cerca però di comprendere il nostro stato d’animo.. siamo i tuoi genitori, le nostre preoccupazioni sono più che legittime

Tornai a guardare Julien in volto, con la paura di  leggere nei suoi occhi una nuova arrendevolezza, quella rinuncia a lottare per i suoi sentimenti che lo aveva accompagnato in tutti questi mesi. E invece no, con enorme stupore ed altrettanto piacere, mi resi conto che questa volta non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi tra noi. C’era qualcosa in lui, in quello sguardo fiammeggiante, in quell’iride azzurro chiaro, qualcosa di maledettamente vivo e attraente. 

Ascoltai in silenzio quella voce che per la prima volta si batteva per le sue convinzioni, difendendo un amore che era sbocciato e che stava crescendo a discapito di quanti l’osteggiassero. Poche parole che ebbero il potere di consolidare quell’amore già così immensamente forte.

L’espressione di mio padre si fece più rilassata, sembrò comprendere e accettare le nostre ragioni. Non ero soltanto la sua bambina, quella figlia da proteggere dalle delusioni della vita, ma venivo trattata come una giovane donna, capace d’amare e di essere amata ma soprattutto in grado di difendere i propri spazi, le proprie scoperte, i propri sentimenti.

Le lancette segnavano le undici e venticinque minuti. La giornata, ormai giunta al termine, lasciava il posto ad una notte fredda e scura mentre le nuvole passavano lente sulla luna che brillava alta nel cielo.

Io e Julien c’appartammo in soggiorno per salutarci. Gli sorrisi, felice per l’atteggiamento assunto dai miei genitori, ma lui rimase serio. Poi, a sorpresa, mi sfiorò il viso accarezzando lentamente, con dolcezza, la tempia e la guancia.

Grazie” il suo sguardo ardeva, e la sua voce era profonda.

Rimasi immobile con il cuore che batteva a tremila, non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

Ti amo

Fu tutto quello che riuscii a dire.

Gli diedi un ultimo bacio a fior di labbra, ormai potevo leggere i suoi pensieri senza che me li comunicasse esplicitamente, ed ora erano sicuramente corsi dalla madre, rimasta sola nella modesta casa, magari ancora sveglia in attesa di sentirlo rientrare. 

“Sicuro di non voler restare a cena?” gli chiesi, pur conoscendo la risposta.

Meglio di no” disse sorridendomi “ringrazia i tuoi genitori per quello che sono, non ho mai conosciuto delle persone fantastiche come loro

Il suo tono era sincero e visibilmente compiaciuto. Ai suoi occhi la mia famiglia appariva come un porto sicuro. Quel desiderio di normalità che gli era stato sempre negato riaffiorava ora come un’esigenza fisiologica, una necessità. Ed io avrei fatto l’impossibile per salvarlo, gli avrei dato tutta me stessa, avrei fatto si che avvertisse fisicamente l’immensità del mio amore, ponendolo al centro del mio universo.

Mi regalò l’ultimo sorriso prima di scomparire nel buio della notte. Il silenzio tornò ad avvolgermi, nuovamente sola, ma con quella consapevolezza che confortava e alimentava la mia anima e il mio corpo.

Richiusi la porta delicatamente, trattenendo quasi il respiro: quante risate, quanti pianti, quante emozioni si erano succedute. Posai una mano sul cuore e ve la tenni per qualche minuto, i suoi battiti impazziti stavano tornando regolari.

Ginevra.. Ginevra!

La voce di mia madre mi fece sussultare. Mi avviai verso la cucina con il volto illuminato da un’espressione di felicità e sorpresa. Non avrei mai immaginato tanta solidarietà da parte dei miei genitori.

Corsi verso mio padre e lo abbracciai forte.  Il nostro rapporto era sempre stato dei migliori, ma questa sera mi aveva dimostrato di aver fiducia in me e nelle mie decisioni.

Su mangia prima che si freddi” esclamò lui, scompigliandomi i capelli.

Julien è molto importante per me” dissi, quasi a voler rimarcare quel senso di appartenenza che mi scorreva nel sangue e nel cuore.

Nonostante cercasse di fingere che non fosse successo nulla, sulla sua faccia comparì un velo di preoccupazione. Mia madre gli aveva raccontato tutto di Julien e nonostante avessero deciso di darmi fiducia e di credere nei nostri sentimenti non riuscivano a fare a meno di temere per la mia felicità.

Credo che entrambi siate consapevoli di quanto siano diversi i vostri modi di vivere” affermò mio padre “ma ho anche imparato che ogni caso e' diverso dagli altri, quindi sarà il vostro atteggiamento a determinare le vostre esperienze, né io né tua madre ci opporremo.

Avevano deciso di credere nelle mie idee, rispettando le mie scelte nonostante tutto. Li ammirai e apprezzai per questo. Ero consapevole di quanto fosse stato difficile per loro lasciarmi libera di vivere questo amore, anche a costo di sbagliare.

Salii in camera e dopo aver indossato il pigiama nei toni del celeste e del beige scuro mi sedetti sul letto gettando un occhiata fuori dalla finestra. La neve aveva ripreso a scendere, silenziosa, nella notte. Mai come quest’anno ovunque si sentiva l’aria del natale ed io, per la prima volta, avevo tante aspettative per il nuovo anno. In un solo nome veniva rappresentato il mio mondo, il mio universo. Un solo nome, che al solo pronunciarlo ne avevo piena la bocca ed il cuore.. un solo nome, quello del ragazzo che amavo.. un solo nome: Julien.

ilovedward_90: che dire del tuo commento, mi hai lasciata senza parole, sono felicissima di constatare che la mia storia riesce a emozionarti così. Hai colto tutti i punti cruciali del capitolo e questo per una che si diletta a scrivere e la cosa più bella che può sentirsi dire. Ti ringrazio per i complimenti, sei riuscita a farmi arrossire. Ora pero' aspetto con ansia il tuo parere su questo nuovo chappy, spero non ti deluda, ho ancora molte soprese in serbo!HIHI per ora un po' di calma per i nostri due protagonisti... a presto baci.

memolsciaoooo grazia mille per la recenzione, sapere che le tue aspettative vengono soddifatte non puo' che rendermi felice. A presto!

vanessaacullen_: io "rossa come un peperone" ringrazia per le tue parole. Sentire che la mia fanfiction continua ad appassionarti mi carica come non mai. Mi sprona a fare sempre meglio e a far volare la mia fantasia. Spero che questo capitolo ti piaccia. Mi raccomando attendo il tuo prezioso parere. A presto.

 jessikina_swan: ciaooo come va? Che dire, inanzitutto ti ringrazio per i tuoi complimenti. Mi lusingano tantissimo e poi  chiedo scusa per il ritardo con cui posto i capitoli, sai scrivendoli di volta in volta puo' succedere che l'ispirazione e soprattutto il tempo vengano a mancare.. Che ne pensi di questo aggiornamento? Sai ho in serbo un bel colpo di scena che se mi vien bene riusciro' a postare gia' nel prossimo chappy. Aspetto una tua recenzione. Baci.

luce70: ecco postato un nuovo capitolo. Finalmente ho trovato il tempo per farlo, hihiih i nostri protagonisti hanno un po di tregua per ora... che ne pensi? Ti piace? Fammi sapere. Ciaooo.

 rossa_na: che bello scoprire che anche a distanza di tempo c'e che riesce a scovare la mia fanfiction tra le pagine del sito non aggiornate :) davvero ti e' piaciuta cosi tanto?? La cosa non puo' farmi che piacere. Spero di non deludere le tue aspettative. Cerchero' di aggiornare piu' brevemente possibile. A presto. 

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Capitolo 32
*** Un rincontro inaspettato ***


Eccomi gia' di ritorno. Vi ho stupiti eh? Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, l'ho scritto in tempi record ihiih. Mi raccomando fatemi sapere. Buona lettura a tutti. sssssssssssssssssss

Le prime luci dell'alba filtravano fra le tende. Mi svegliai come al solito alle sette, il suono della sveglia quella mattina mi sembrò quasi piacevole, ripensai a quello che era successo, no non era un sogno Julien mi amava, mi amava sul serio.

Un sorriso malizioso si dipinse sul mio volto mentre pensavo a lui, ai suoi capelli neri, ai suoi occhi color del ghiaccio, così limpidi e profondi, da affogarci dentro. Pensai al suo corpo. Il suo magnifico, splendido, aitante corpo. Quel corpo che mi faceva andare in estasi quando facevamo l'amore, quel corpo che mi teneva ore con gli occhi fissi su di lui, così attraente e maledettamente sexy.

Affondai il viso nel cuscino quasi a voler trattenere le emozioni che come un uragano, si infrangevano violente, lambendo il mio cuore.

Inspirai forte come quando ci si sta per tuffare da uno scoglio molto alto. Andai alla finestra  e ammirai il paesaggio: i parchi, i tetti, le strade, i viali erano coperti da un candido manto bianco.

Passando una mano tra i capelli spettinati mi stiracchiai, allungando il corpo, proprio come un gatto, e portando le braccia al cielo. Mi sentivo piena di energia e di voglia di fare. Mi precipitai all’armadio e spalancai lo sportello, volevo mettere qualcosa di carino. La mia attenzione fu catturata da un abitino azzurro che decisi di indossare abbinandoci un bel paio di stivaletti col tacco.

Scesi al piano di sotto pronta ad affrontare una nuova giornata. L’aroma del caffè erompeva in ogni angolo della casa, era uno degli odori più rassicuranti che conoscevo: odorava di radici, di nucleo familiare, di cose vicine.

Buongiorno mamma” esclamai entrando in cucina.

Ben alzata” rispose lei, porgendomi una tazza fumante.

La bevvi tutto d’un fiato e sorrisi, la giornata per me iniziava decisamente all’insegna dell’allegria. A scuola fervevano gli ultimi preparativi per il ballo di fine anno e di certo il mio contributo sarebbe stato di grand’aiuto. Avvisai quindi mia madre che sarei rientrata nel tardo pomeriggio, scandendo piano le parole, quasi a temere che riuscisse a leggere tra le righe il mio desiderio di stare con lui.

Feci appena in tempo ad uscire di casa che il mio cellulare cominciò a lampeggiare, con le mani che mi tremavano dall’emozione lessi il messaggio: “Ti aspetto davanti all’ingresso principale, fa presto.. mi manchi

A stento riuscii a trattenere un grido di gioia, avrei voluto avere le ali ai piedi per annullare la distanza e precipitarmi all’appuntamento e invece ero costretta a prendere i mezzi pubblici che a causa della neve circolavano per le strade ancora più a rilento.

Salita sul primo tram di passaggio mi avviai alla ricerca di un sedile non occupato. Dopo averlo trovato mi ci accomodai e accesi l’iPod. Le canzoni passavano veloci contrariamente al tempo che sembrava non trascorrere mai. Chiusi gli occhi per riposarmi un momento, ripercorsi il cammino di questi mesi, erano stati giorni intensi di tristezza, felicità, sorpresa, rabbia, paura.

Guardai fuori dal finestrino, la città era già da qualche ora pienamente animata nel suo caotico traffico, il paesaggio scorreva inesorabile sovrapposto dai miei pensieri e dalla mia immaginazione.

Arsa dal desiderio di rivederlo mi precipitai sul luogo dell’appuntamento. Julien era lì, bello come il sole d’inverno, perfetto come solo lui sapeva essere. Portava un semplice paio di jeans e una maglia di cotone nera indossata sotto alla giacca. I capelli scompigliati dal vento gli donavano un fascino aggiunto a quel volto già particolarmente splendido.

Mi buttai tra le sue braccia, già preparate ad accogliermi. I miei occhi scuri si persero nei suoi, così azzurri e intensi che il cielo stesso, a guardarli, sarebbe impallidito.

Avvicinò il suo viso al mio e mi baciò sulle labbra, con dolcezza. Le nostre lingue si intrecciarono, si assaporarono mentre le persone intorno a noi sparivano nel nulla. Il suo profumo, il suo tepore, il suo tono di voce, tutto amavo di quel ragazzo così bello e  oscuro che sembrava un angelo del paradiso.

Ginevra.. Ginevra!

Quel tono familiare mi costrinse a staccarmi da quella bocca sapientemente disegnata, unica e sensuale.

M-Marie” proferii con la voce ancora rotta dal desiderio.

Era rossa in volto e aveva il fiatone, doveva aver corso.

Ti ho cercato dappertutto” esclamo concitata “ non stavo più nella pelle!

Cosa è successo” le chiesi “ su parla, non farmi preoccupare

Fu allora che la mia amica si accorse della presenza di Julien, interrompendo così il suo animato racconto.

Ops.. scusate, non volevo disturbarvi” cominciò a blaterare “dio che vergogna!

Marie era arrossita ancora di più, ma questa volta non era colpa del fiatone.

Ehm.. lui è Julien.. un mio..

Il suo ragazzo” concluse lui.

STUPIDA STUPIDA STUPIDA.  Mi sentivo una perfetta imbecille. Avevo lottato tanto per lui, per questo amore e ora non ero riuscita nemmeno a definirlo il mio fidanzato.

Lo guardai mortificata ma lui, volgendomi un sorriso, sembrò capire al volo cosa stessi provando.

Ti aspetto in strada” esclamò dandomi un bacio leggero sulle labbra “ piacere di averti conosciuto Marie

Rimaste sole, Marie colse l’occasione per farmi i complimenti, Julien era davvero un gran bel ragazzo. Sorrisi compiaciuta, dovevo abituarmi.. avrei sentito spesso apprezzamenti su di lui.

Ma torniamo a noi” affermò prendendomi entrambe le mani “non indovinerai mai cosa è successo! Stento ancora a crederci.. io e Stephan ci siamo messi insieme!

WO-HOOOOOO!!! Emisi un’irrefrenabile grido di gioia. Le cose avevano cominciato a girare per il verso giusto. L’abbracciai forte, ero felice per la mia amica, per Stephan, per me, il mio cuore quasi non riusciva a contenere dentro di sé la gioia di quel momento.

Dopo averle rinnovato ancora una volta i miei auguri le chiesi di trovare una scusa con gli organizzatori del ballo, non sapevo quando sarei tornata e al dire il vero poco mi importava!L’unica cosa importante era stare con lui, assaporare ogni istante e lasciarsi trasportare dalle emozioni.

Salimmo sulla jeep e dopo un’ora di strada arrivammo in una piccola radura innevata. Il sentiero era costeggiato da alberi secolari, possenti e pacifici, che donavano al paesaggio riflessi naturalmente magici.

Lo guardai armeggiare con il cambio per poi imboccare una strada sterrata in salita che portava ad un cottage situato in riva ad un lago ghiacciato.

Lo fissai con un enorme punto interrogativo in faccia. Lui rise e disse semplicemente:

Che te ne pare?

Continuavo a non capire, estasiata, ubriaca, stordita da tanta bellezza. Parcheggiammo il fuoristrada a dieci metri dalla baita e scendemmo. Avanzai qualche passo, a fatica, con gli stivali che affondavano e la neve che ci si infilava dentro. Anziché offrirmi la mano, Julien mi sollevò prendendomi in braccio, con forza e sicurezza, ridendo insieme.

L’ingresso mi colpì per la sua semplicità, per passare attraverso la vecchia porta bisognava chinarsi, tanto era piccola. I segni del tempo decoravano come tatuaggi indelebili il legno antico di colore scuro.

Varcammo la soglie e il tempo sembrò fermarsi. Le piccole finestre illuminavano in modo discreto l’ambiente che era stato sapientemente suddiviso in una camera matrimoniale, un bagno e un soggiorno/cucina con un grande camino. Il tutto , sebbene arredato nell’essenziale, donava un’atmosfera confortevole e calda. Si notava che era tenuta molto bene nonostante non fosse abitata.

E’ bellissima” esclamai incantata.

Era il rifugio di mio padre, il luogo dove amava pensare, scrivere, sognare un mondo migliore per i suoi figli, un sogno che, purtroppo non si è mai realizzato.

Quel sogno può ancora avverarsi” lo interruppi io “amore, quel sogno lo metteremo in pratica insieme

Lo strinsi forte e lo baciai tra i capelli morbidi e sottili. Julien mi prese il viso tra le mani, guardandomi intensamente negli occhi. Il suo sguardo illuminò il mio cuore, bruciando i miei pensieri.

Vado a prendere un po' di legna per il camino” mi disse a fior di labbra.

Rimasta sola, notai sotto a una panca un paio di coperte grigioverdi arrotolate. Ne srotolai una e dopo averla battuta con un ramo, sulla porta del rifugio, la sistemai davanti al focolare. Fu un impresa accendere il camino, nonostante fuori ci fossero molti ceppi di legno accatastati con cura contro il muro, i legni più piccoli erano inzuppati di neve che, negli ultimi giorni, era caduta abbondantemente. Armato di pazienza Julien riuscì ad appiccare il fuoco, aiutandosi con un po' di paglia accantonata in un angolo della stanza. Finalmente si levarono delle belle fiamme che riscaldarono l’ambiente.

Ci accomodammo su quel giaciglio mentre le lingue di fuoco danzavano e si contorcevano in un abbraccio frenetico.

Anche i battiti del mio cuore aumentarono al pensiero di quello che stava per accadere tra noi. Sentii il desiderio impadronirsi dei miei sensi e arrossii nel constatare che i nostri sguardi parlavano la stessa lingua.

Gli sollevai la maglietta nera fino alle spalle sfiorandogli la pelle liscia con  la punta delle dita. Le feci scorrere, andai avanti e indietro posando ogni tanto un lieve bacio a labbra chiuse sui muscoli che fremevano al passaggio dei miei polpastrelli.

La sua pelle era calda, bianca e marmorea quasi quanto la mia. Gli sfiorai il lobo dell’orecchio con la lingua per poi baciarlo a lungo fra i capelli e sulla guancia. Le mie mani lo accarezzavano ovunque il contatto fosse possibile e mi sfilai il vestito, nel bisogno irrefrenabile di sentire il calore della sua pelle sulla mia.

I suoi occhi turchesi ardevano a pochi centimetri da me. La passione esplose in un turbine di emozioni. Le nostre bocche continuavano a cercarsi, le lingue si incrociavano, avide.

Si sdraiò su di me, sentivo il suo battito, il suo respiro, mentre le sue mani mi bloccavano la schiena e mi tenevano incollata a lui. Cominciò a baciarmi il collo, controllato, seducente, come un amante attento e a me sfuggirono una serie di gemiti mentre lui si faceva strada verso la mia schiena, sganciandomi il reggiseno. Provai un piacere indescrivibile ed una voglia matta di essere sua completamente.

La sua lingua proseguì sul mio busto, tra i seni, scendendo sulla pelle del mio ventre. Lunghi brividi di piacere percorsero il mio corpo. Ero giunta al limite, volevo sentirlo muoversi dentro di me, volevo che la nostra unione fosse totale. Julien sembrò leggermi nel pensiero, ci liberammo rapidamente degli ultimi indumenti mentre continuavamo a baciarci con passione. E’ così i nostri corpi si fusero in una stretta dolcissima: era un solo corpo che si muoveva e danzava a ritmo di una musica magica, la musica dell’amore.

Le mie mani su di lui, i palmi premuti contro la sua schiena, le dita allargate sui suoi fianchi mi permisero di accostare il bacino al suo per sentirlo più vicino. La sua bocca invece continuava a torturare la pelle tenera della mia nuca e del collo. Sentivo crescere la spirare di piacere, sempre più, fino a rompere gli argini.

Julien aumentò ancora il ritmo e con spinte decise raggiungemmo l’apice insieme. Rimanemmo un attimo fermi, tutti e due, allacciati e sudati, i muscoli ancora tesi, godendoci le ultime contrazioni e sentendo gli spasmi a mano a mano diminuire.

Poi crollò al mio fianco poggiando la testa sul mio seno nudo ed entrambi cercammo di ritrovare il controllo dei nostri respiri.

Avrei voluto fermare il tempo tra le sue braccia, bloccare le lancette del nostro orologio e tenere tutte le emozioni di un momento per sempre. Gli accarezzai i capelli scendendo poi a sfiorargli la spalla con le dita. Ad un tratto Julien si voltò verso di me, sentivo i suoi occhi che mi fissavano ancora carichi di desiderio.

Sei l’amore che credevo non potesse più esistere

Quelle parole mi riscaldarono il cuore. Invertii quindi le posizioni e lo premetti con la schiena contro il pavimento abbandonandomi su di lui. I miei seni schiacciati sul suo petto, le mie gambe che lo avvolgono, le mie labbra che lo baciano.

Mi ami davvero?” ansimai.

Quello che so dell’amore me l’hai insegnato tu

Non mi servì sentire altro per  amarci profondamente di nuovo.

Non ricordo per quanto tempo rimasi addormentata ma ci pensò un buon odore di cucinato a ridestarmi. Julien mi aveva coperto con una trapuntina e messo altra legna sul fuoco per evitare che prendessi freddo.

Mi alzai dando sollievo alle braccia che si erano indolenzite e mi arrotolai la coperta addosso. Avevo ancora le labbra invase dal suo sapore e il profumo della sua pelle mi inebriava al punto da offuscarmi i sensi.

Mentre sentivo scorrere l’acqua della doccia mi avvicinai alla cucina. L’odore del sugo sui fornelli mi ricordò che era quasi l’ora di pranzo. La tavola era già apparecchiata con piatti, bicchieri e posate ben disposti su di un’allegra tovaglia pulita ed ancora con le pieghe della stiratura.

Un tuffo al cuore quando le sue braccia mi cinsero la vita, sentivo il suo fiato sul collo. Chiusi gli occhi e sospirai mentre un brivido mi percorse la schiena, facendomi tremare.

Ti sei spaventata?” mi chiese.

No.. no, ho avuto solo una strana sensazione” dissi “come se qualcosa all’improvviso dovesse succedere

Shh..” mi sussurrò facendomi voltare verso di luinon devi aver paura di nulla

Annuii cercando di rispondere al suo sorriso.

Dopo essermi docciata e rivestita ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare. Per essere un ragazzo dovevo ammettere che sapeva cucinare molto bene. Julien mi raccontò che veniva qui per pensare, per isolarsi dal resto del mondo e che era la prima volta che condivideva questo luogo con qualcuno.

Mi fece piacere constatare che cominciava a rendermi partecipe della sua vita e delle sue abitudini.

Tornati in città ci fermammo a prendere un gelato, volevamo prolungare lo stare insieme quanto più era possibile.

Ti va di accompagnarmi al ballo di fine anno?” gli chiesi flebile.

Julien incrociò le braccia e fece finta di pensare.

Ok” esclamò poi.

Gli buttai le braccia al collo e prima che potesse dire qualcosa incollai le mie labbra alle sue. Julien ricambiò il bacio e stringendomi forte a sé sussurrò:

Ti amo

Rincasai col cuore colmo di progetti e nuove speranze. Avrei voluto gridare al mondo quanto ero felice. Scoppiai a ridere e cominciai a saltellare per la casa quando ad un tratto sentii il campanello suonare. Feci un sussulto, forse Julien si era dimenticato di dirmi qualcosa. Mi precipitai alla porta d’ingresso con le gambe che mi tremavano e il respiro che mi mancava dall’emozione.

Ma il mio sorriso si spense alla vista del ragazzo che mi stava di fronte.  Era alto e snello, con gli occhi grigi e i capelli castani. Indossava un paio di jeans blu, una camicia nera sbottonata e scarpe da ginnastica dello stesso colore.

A-Antonio!” esclamai con un misto di sorpresa e scortesia.

Ginevra, sei proprio tu?” enfatizzò lui “non riesco a credere ai miei occhi.. sei-sei semplicemente bellissima!

Sgranai gli occhi guardandolo incredula quando all’improvviso lui mi abbracciò, così, senza un perché. Istintivamente mi divincolai da quella presa, indietreggiando. Che ci faceva qui? Cosa voleva da me? Perche mi aveva cercato? Mille domande si succedevano nella mia mente, ritenendo quell’incontro portatore di sventure.

 Devilgirl89: Ciaooo Domy! Che bello leggere nuovamente una tua recenzione. Davvero la tua amica si è fidanzata con un bel francese? Sono contentissima per lei. E' sono felice di constatare che la mia storia continua ad appassionarti come il primo giorno. Visto che rapida? Questo capitolo mi si è materializzato in tempo record! Che ne pensi? Fammi sapere. Ciaooo

Miki 91: visto che le tue minaccie sono servite a qualcosa, ho postato presto eh? Non credo riuscirò mai a ripetermi hihihi. Spero che almeno il capitolo non sfiguri.. Che te ne pare?

lucyette: ecco il nuovo chappy, spero che la novita' non sia andata troppo di traverso, ma sai all'improvviso ho pensato che un po' di bel MADE IN ITALY poteva contribuire a mettere tutto in subuglio. Hihihi Aspetto con ansia il tuo parere al riguardo. 

 rossa_na ciaoooo, eccomi gia' di ritorno, ovviamente ti ringrazio per la bellissima recensione, come farei senza i tuoi commenti? Riesci sempre a cogliere i punti salienti del capitolo. E di qusto che dici? Puo' andare?? 

 jessikina_swan: ecco un nuovo aggiornamento, non pensavo di riuscir a postare cosi' rapidamente ma per fortuna la fantasia mi ha aiutato (stavolta) a far bella figura. Ora son io che aspetto la tua opinione in proposito. Fammi sapere. 

vanessaacullen_ grazie tante per i complimenti. Le tue parole mi lusignano sempre.  Per quasto capitolo ho evitato ascia e bastone hihiiihh. Ho postato in fretta. Che ne pensi? Ti piace?? Mi raccomando fammi sapere.

 ilovedward_90: eccomi qui in attesa di uno dei tuoi temi, non sai quanto mi fa piacere leggere cio' che pensi della mia storia, mi aiuta a scrivere meglio e forse anche piu' rapidamente. Ovviamente ti ringrazio per i complimenti. Sei troppo buona. A presto.

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Capitolo 33
*** Ritorno al Passato ***


Ciao a tutti!! Eccomi di ritorno con un nuovo chappy, spero vi piaccia. eheh come avevato pensato Antonio e' proprio il fidanzatino italiano della sua adolescenza. felici di rincontrarlo?? Beh non sara' l'unico personaggio a riapparire, tra poco rivedremo un'altro a cui sebbene abbia dedicato solo un capitolo si fece subito notare e odiare... ma basta sploiler, ringrazio chi legge e chi recensisce. A prestooo e buona lettura. 33

Restai ferma, quasi immobile, sul ciglio della porta, mentre continuavo a fissarlo con gli occhi pietrificati e freddi. Lo sguardo che lui mi restituiva era invece pieno di dolce allegria, c'era in esso una trepida attesa che lo faceva brillare come brillano le lampadine colorate ad una festa d'estate.

“Sorpresa di vedermi?!”

Annuii con la testa inespressiva. Forse il termine sorpresa non era il più adatto.

Ad un tratto mi accorsi che non lo avevo ancora invitato ad entrare, la concitazione di quel momento mi aveva fatto dimenticare le buone maniere. Cercai di porvi rimedio alla meno peggio, sfoggiando uno dei miei sorrisi di circostanza e facendogli cenno di seguirmi. Richiusi quindi la porta e gli feci strada nel salotto.

“P-prego, accomodati pure” esclamai indicando il divanetto bianco nel mezzo della stanza.

Grazie” disse lui ancora sorridente.

Non volevo avvertisse quanto fossi nervosa ma i rivoli di sudore tradivano la mia tensione. Abbassai lo sguardo e cominciai a torturarmi le mani: era imbarazzante ritrovarsi li, soli, dopo tutto quel tempo.

Posso offrirti qualcosa da bere” dissi, senza attendere risposta.

Aspetta!” esclamò lui, trattenendomi con un braccio.

Mi voltai di scatto, guardandolo male per puro istinto e staccai il contatto con la sua pelle indietreggiando con un scattante balzo.

I suoi occhi, pungenti e scrutatori, mi fissavano in modo strano. Mi stava esaminando e io mi sentii tremendamente vulnerabile. Il suo sguardo incollato sulla mia pelle mi infastidiva, mi metteva a disagio.

“C’è qualcosa che non va?” chiese “non sembri contenta di vedermi.. anzi ho come l’impressione che la mia presenza ti innervosisca”

“No, certo che no” mi affrettai a dire, a mentire.

 “Non dovevo venire qui” mi interruppe “ma da quando sono arrivato in questo paese non ho fatto altro che pensare a te

Rimasi sbigottita e mi feci più pallida dell’oro stesso. Le parole mi morivano in gola senza neppure averle dette e il corpo era irrigidito dalla tensione.

Ho passato gli ultimi mesi a fantasticare sul nostro incontro” esclamò concitato.

Non sapevo cosa dire, il suo entusiasmo mi imbarazzava. Non avrei voluto trasmettergli questo senso di insofferenza, ma purtroppo era l’unico sentimento che provavo nei suoi confronti.

E’ da molto che sei in questa città?” gli chiesi cercando di sembrare calma.

Da luglio” disse “appena ho avuto l’assegnazione della borsa di studio per il progetto Erasmus ho deciso di partire

E’ qui per studiare” ripetei tra me e me. Sentii il mio cuore tirare un sospiro di sollievo. Mi ero fatta prendere dall’ansia e avevo esagerato come al solito.  Abbozzai un sorriso, nel tentativo di alleggerire il dialogo. Infondo faceva piacere anche a me rivederlo e se non mi fossi lasciata prendere dalle mie stupide paranoie l’avrei di certo accolto  a braccia aperte.

Ma raccontami di te” esclamò trattenendomi una mano “hai finito gli studi? Stai frequentando l’università?”

“Faccio l’ultimo anno di liceo classico” dissi.

Ti sei ambientata facilmente in questa città?” mi domandò sinceramente interessato.

Essendo nata qui, non ho incontrato nessun problema, tra l’altro conoscevano già la lingua, non dimenticare che i miei genitori sono francesi!” esclamai con una punta d’orgoglio.

Vero!” accentuò lui “a proposito sono qui in casa?? Mi farebbe piacere salutarli!

No, ma dovrebbero rientrare a momenti

Ad essere sincera non sapevo nemmeno dove fossero andati. Mancavo da casa da questa mattina e non li avevo ancora sentiti. Guardai l’ora, erano quasi le cinque. Il sole era pallido e stava calando rapidamente mentre il cielo si faceva sempre più scuro. Un brivido percosse tutto il mio corpo, diedi mentalmente la colpa al freddo sebbene nel caminetto il fuoco scoppiettasse dolcemente illuminando l’albero di natale che era stato sistemato in un angolo della stanza.

Certo che sei diventata davvero bella” esclamò Antonio tutto d’un fiato “no che prima non lo fossi, solo che ora hai acquistato quella femminilità che ti dona un fascino speciale

Rimasi senza parole per qualche secondo cercando di realizzare e di mettere a fuoco la situazione: dopo quasi tre anni Antonio ripiombava nella mia vita come un fulmine a ciel sereno.

Con la mente ripercorsi la mia prima fanciullezza, ero piccola, ingenua, ma soprattutto priva ancora di qualsiasi tipo di esperienza, il mio cuore non aveva mai battuto per amore. Poi, all’improvviso, arrivò lui.. carino, dolce, tenero, che al primo appuntamento mi chiese di fidanzarci. Un amore fresco il nostro, che aveva il sapore frizzante dell’innocenza e della spensieratezza dei liceali.

Eravamo cresciuti entrambi da quell’ultimo bacio all’aeroporto di Roma.

Quel sentimento nulla aveva a che vedere con l’amore che provavo ora per Julien. Un amore forte, passionale, capace di farmi perdere la testa e di togliermi il respiro. Un amore travolgente come un fiume in piena; un amore impetuoso, impossibile da nascondere.. un amore che  può far star male.

Sussultai quando Antonio mi sfiorò una spalla con la mano.

Hey, allora..come mi trovi” esclamò “sono cambiato molto dall’ultima volta che ci siamo visti?”

La sua voce mi riportò alla realtà. Lo osservai meglio di quanto lo avessi fatto precedentemente.  Era alto almeno 1,85  m. ed aveva un fisico particolarmente palestrato, gli occhi neri trasmettevano quel senso di sicurezza e protezione. Aveva sempre avuto un bel volto ma i suoi lineamenti col tempo si erano fatti ancora più attraenti e signorili.

Un po'” risposi io indicando i muscoli del petto e delle braccia che si intravedevano chiaramente dalla camicia.

Antonio sorrise compiaciuto mandandomi un bacio con la mano che io  finsi sapientemente di non notare.

Ora che ci siamo ritrovati dobbiamo rimanere in contatto” sentenziò guardandomi dritto negli occhi.

Dovetti fare una faccia assurda perché Antonio scoppiò a ridere “ Ti ho forse imbarazzato? Non volevo” disse.

Feci cenno di no con la testa, non volevo dare l’impressione di essere a disagio.

Ops.. che stupido, così bella sarai certamente corteggiatissima” esclamò “sei fidanzata??”

Una domanda secca la sua, da si o no.

Si” dissi.

Antonio cambiò espressione e abbassò per un attimo lo sguardo.

Tu? “ mi affrettai a chiedere.

Mi sono lasciato quest’estate. Tra noi le cose non andavano bene da un po' spiegò “ho preferito chiudere la storia e rimanere buoni amici”

“Capisco”

“Peccato che sei impegnata” aggiunse poi.

Feci il solito sorriso di circostanza ma dentro stavo morendo. Ero tremendamente a disagio e non sapevo come porre fine a questa imbarazzante situazione.

Ad un tratto sentii la chiave girare nella toppa della porta. Mia madre. Non ero mai stata così felice di vederla rincasare.

Ginevra aiutami con questi” esclamò a gran voce indicando i sacchetti della spesa.

Corsi a prestarle soccorso, evitando così che le scatole di legumi si schiantassero al suolo.

Per il cenone della vigilia di Natale ho comprato due bottiglie di Barolo” esclamò adagiandole sul tavolo.

Buongiorno signora Silvie

Il tono maschile la fece voltare di scatto. Mia madre rimase a fissare quel ragazzo per un po' prima di esclamare a gran voce: “Antonio, sei proprio tu!!! Dio come sei cresciuto

Eh già” rispose lui.

Che ci fai qui a Lione” gli domandò.

Sto frequentando la facoltà di filosofia all’università Jean Moulin” dichiarò.

Ma come parli bene francese” continuò lei “mi congratulo con te

Antonio la ringraziò arrossendo timidamente. In effetti era vero, sembrava conoscesse la nostra lingua da sempre. Se non fossi stata al corrente delle sue origini italiche non avrei avuto difficoltà a scambiarlo per un transalpino doc.

Ho ancora molto da imparare” disse poi “spero che Ginevra possa darmi lezione di tanto in tanto

Trasalii nell’udire il mio nome e per poco non facevo cadere per terra una di quelle bottiglie di barolo, tanto ero nervosa. Ma che cosa si era messo in testa? In cuor mio, non so per quale strana ragione, non mi sentivo tranquilla, avevo uno strano presentimento.

Fissai l’orologio a pendolo fisso al muro. Segnava le diciotto in punto.

Ti va di restare a cena con noi?” continuò mia madre ignorando il mio sguardo fulmineo.

“No, rispondi di no.. rifiuta l’invito” pensai con le mani in preghiera.

Mi avrebbe fatto molto piacere” esordì Antonio “purtroppo ho appuntamento con alcuni studenti che come me partecipano al progetto Erasmus”

Tirai un sospiro di sollievo. Non avevo voglia di passare la serata con lui. Sentivo che la sua presenza qui mi avrebbe procurato solo dei problemi.

Ora che vivo in questa città, non mancherà occasione per rivederci

Quella frase suonò alle mie orecchie come una minaccia. Ero sempre più certa della mia sensazione. Quando finalmente se ne fu andato aggredii mia madre con una rabbia inaudita. Ero in collera con lei per come si era comportata. Aveva ostentato disponibilità e ammirazione per Antonio e la cosa mi dava fastidio.

Non dovevi invitarlo a cena” gridai.

Lei sembrava cadere dalle nuvole. O ero io che stavo esagerando?  Mah.. ero così arrabbiata che mi ribolliva il sangue.

Non capisco perché ce l’hai tanto con quel ragazzo“ disse lei “che ti ha fatto di male?

Eh già, che mi aveva fatto? Perche ero così infuriata? Che confusione avevo in testa! Infondo mia madre non era in torto. Che ragione avevo io di prendermela in quel modo? Lo avevo trattato ingiustamente. E tutto perché avevo pronosticato la sua ricomparsa come un cattivo presagio.

Senza proferir parola, salii in camera e mi buttai sul letto. Gli eventi si succedevano troppo rapidamente. Chiusi gli occhi cercando di riorganizzare le idee. Non so quanto rimasi in quella posizione, ma ad un certo punto la stanchezza prese il sopravvento sui pensieri  trasportandomi nell'incoscienza.

Fu il mio cellulare, che suonava per l'arrivo di un sms, a farmi sussultare. Lo afferrai  e lessi il messaggio tutto d’un fiato.

Grazie... grazie ogni giorno, ogni ora, ogni istante... Grazie di avermi fatto conoscere la cosa più importante della vita... L'Amore

Feci un sospiro felice e strinsi il cellulare al petto. Le parole di Julien echeggiavano ancora tra le pareti del mio cuore quando avvertii una stretta allo stomaco, come se le famose farfalle si fossero trasformate in una morsa.

Respirai profondamente pensando che tutto questo non aveva senso. Perché mi lasciavo trasportare dalla paura se finalmente ero riuscita a conquistare la sua fiducia? Niente e nessuno avrebbe potuto mai rovinare il nostro amore.

Ma per quanto mi sforzassi, non riuscivo a liberarmi dalla sensazione di inquietudine che mi aveva assalita dal momento in cui Antonio aveva varcato la porta della mia casa.

vanessaacullen_: ciaoooo, eccomi di nuovo qui, spero che questa volta il ritardo non sia eccessivo,  un mese esatto! Per scrivere questo capitolo ci ho messo un po' di fatica, e' la prima volta che concentro un intero chappy ad un personaggio non principale della mia storia, spero che Antonio si sia fatto conoscere attraverso gli occhi di Ginevra, eheh e' proprio lui, il primo amore italico della nostra protagonista. Non so' come ma mi e' venuto in mente di farlo partecipare alla storia.. e ci sara' anche un altro rientro.. indovini chi e'?? hihih un solo indizio: e' comparsa solo in un capitolo. A presto e fammi sapere che ne pensi. Ciaooo.

jessikina_swan: mi fa piacere leggere i tuoi apprezzamenti. Spero che la mia storia continui ad appassionarti.. ma soprattuto sono felice che il personaggio di Julien sia uscito fuori proprio come io volevo venisse avvertito dai lettori, in maniera graduale ma costante. Come ho anticipato, ci saranno un po' di colpi di scena... tutto in vista del famigerato ballo di fine anno. Mi raccomando attendo i tuoi commenti. Ciaooo

rossa_na: ecco postato un nuovo chappy, spero ti piaccia. Sono felice di leggere che hai apprezzato il precedente capitolo. Non vedo l'ora di leggere il tuo prossimo commento. EHEHEH far entrare in scena Antonio e' stata una
novita' anche per me.. ero li' che scrivevo la storia quando all'improvviso mi si e' materializzato davanti questo ragazzo dai tratti mediterannei, diverso in tutto e per tutto dal nostro Julien. Con questo capitolo ho cercato di far emergere le caratteristiche di questo personaggio, che nell'introduzione viene solo accennato da Ginevra. Che ne pensi? Fammi sapere. A presto.

ilovedward_90ciaoooo come va? Che caldo!! Sai mi fa strano, nella mia fanfiction stiamo in inverno inoltrato mentre in realta' ci sono quasi trenta gradi! HIHIH ma veniamo a noi.. sono entusiata di leggere i tuoi commenti. Mi fa piacere che continui ad apprezzare la mia storia. Chiedevi chi fosse Antonio... eccoti accontentata, quasi un intero capitolo dedicato a lui. Per farmi perdonare cerchero' di postare in fretta il prossimo. Cisentiamo presto. Baci.

lucyette: ciaoo, tutto bene? Come vedi sono riuscita ad aggiornare la storia, sperando
che le tue aspettative non siano state deluse. Come da te presagito Antonio e' il primo amore di Ginevra, un amore adolescenziale, che nulla ha a che fare con la passione e il desiderio che nutre la nostra protagonista per Julien. E' lei stessa che se ne rende conto durante questo chappy, sebbene la visita di Antonio l'abbia turbata non poco. Spero che sia riuscita a mettere per iscritto le sensazioni di Ginevra, che fin da subito avverte un cattivo presentimento che la fa essere addirittura maleducata e scostante. Che ne pensi del capitolo? Allaprossima.

Miki 91: Ecco svelato il mistero del ragazzo venuto da lontano. Al momento non si e' sbilanciato molto sebbene abbia fatto intendere che gli farebbe piacereri prendere un certo discorso con Ginevra, soprattutto che ora, a distanza di 3 anni, entrambi sono cresciuti e maturati sotto tutti i punti di vista. Ti piace?? Fammi sapere.

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Capitolo 34
*** Profumo di Natale ***


Ecco a voi un nuovo capitolo, visto come sono stata veloce?? Spero vi piaccia. Un grazie a chi legge, mi fa piacere constatare che la mia fanfiction vi appassiona ancora. E' un mega inchino va a chi recensisce. Come fare senza di voi! Mi raccomando fatemi sapere cosa pensate di questo chappy. A presto e buona Lettura 34

Meno due giorni al ballo, ancora quarantotto ore e finalmente la serata di gala si sarebbe celebrata. Balzai a sedere sul letto, il vestito.. non avevo nessun vestito!! Mi precipitai al telefono e chiamai Marie; anche lei, come me, aveva da fare un bel po’ d’acquisti dell’ultimo minuto.

Ci accordammo per vederci l’indomani. Sarebbe stata una buona occasione per chiacchierare e confidarci i nostri segreti più intimi. Marie era la mia migliore amica ma ultimamente l’avevo un po’ trascurata, dovevo assolutamente farmi perdonare!

Riagganciai soddisfatta, si presagiva una mattinata all’insegna dello shopping più sfrenato. Volsi lo sguardo verso la finestra, la luna era già sorta e schiariva tutto il cielo. La neve aveva smesso di cadere e gli spalatori erano già al lavoro per rimuovere la coltre bianca.

Mi passai una mano tra i capelli aggiustandoli. Erano diventati molto belli, così lunghi. Avrei dovuto farmeli crescere prima.

Avanzai verso il centro della stanza, soffermandomi un po' dinnanzi allo specchio. Osservai con attenzione la mia immagine riflessa, esaminai il mio volto, la mia pelle, le curve del mio corpo. Ero davvero bella come dicevano? Io non mi sentivo affatto così. Sospirai scuotendo il capo.

Poi la mia mente si offuscò, i miei occhi si persero per un’istante, oltre la specchiera. Immaginai il mio futuro e lo vidi al fianco di Julien. Non c’era altro ragazzo con cui avrei voluto dividere la mia vita. Da quando l’avevo conosciuto il mio cuore non mi apparteneva più del tutto.. non era soltanto mio, adesso apparteneva anche a Julien.

Sorrisi compiaciuta. L’immagine davanti a me mi imitò.

Il mio sogno ad occhi aperti fu però turbato dalla figura di Antonio che comparve alle mie spalle, facendomi sussultare. Mi voltai di scatto ma dietro di me non c’era nessuno. Mi portai una mano alla bocca, sorpresa e spaventata da quella fantasia.

Era tutto frutto della mia immaginazione.

Tirando un sospiro di sollievo mi sfilai l’abito facendolo scivolare dal mio corpo e ricadere dolcemente sul pavimento rimanendo con solo la biancheria intima indosso.

Non c’era niente di meglio di un bagno rilassante per far tornare il buonumore. Acqua calda e tanta, tanta schiuma. Mi ci voleva assolutamente questo.

Lasciai la mia camera per dirigermi verso la toilette.  Riempii la vasca e, dopo aver appoggiato i vestiti ed un asciugamano su un lato, mi gettai dentro,  immergendomi del tutto.  Sprofondai così  in uno stato di piacevole torpore mentre l’acqua calda mi accarezzava la pelle come una lingua rovente.

Rimasi al mollo per un bel po’ lasciando che nella stanza da bagno si espandesse la dolce fragranza dei fiori d’arancio. Quando uscii dalla vasca mi avvolsi nell’asciugamano e iniziai a pettinarmi i capelli di fronte allo specchio completamente appannato.

Tornata in camera, mi sedetti sul letto. Non avevo che fare .Guardai l'ora, era quasi ora di cena. Decisi quindi di  scendere in cucina per dare una mano. Avevo indossato una tuta dell'Adidas rosa con le bande bianche e legato i capelli con un elastico molto morbido, dello stesso colore.

Mia madre stava preparando le pizza e io le offrii il mio aiuto. Colsi l’occasione per farmi perdonare, l’avevo aggredita senza una ragione, riversando su di lei tutte le mie paure.

Non dovevo reagire in quel modo” dissi. 

Annuì senza distogliere lo sguardo dal forno.

E che.. insomma.. la visita di Antonio mi ha colto alla sprovvista” tentai di giustificarmi “proprio non me l’aspettavo

Eh si.. me ne sono accorta” esclamò fissandomi dritta negli occhi.

Mi sentii punta sul vivo, forse perché, nelle sue parole vi lessi un’allusione nemmeno tanto implicita. Il mio sguardo fiammeggiò di rabbia e il coltello mi scivolò dalle mani.

Sei troppo nervosa” sentenziò mia madre.

Aveva colto nel segno, ancora una volta. Raccolsi da terra la posata e mi allontanai da lei, come se ciò bastasse a porre fine alle mia inquietudine.

Negarlo non serve a niente” infierì.

Non è vero” esclamai tutto d’un fiato.

Scossi il capo in disappunto, tentando in primis di mettere chiarezza nella mia testa. Stava fraintendendo le ragioni del mio comportamento e mettendo in dubbio la mia parola.

Non è come pensi” farfugliai “non provo assolutamente nulla per Antonio

Ecco, avevo preso il toro per le corna. Deglutii a fondo nella speranza che quel nodo alla gola si sciogliesse definitivamente.

Non pensavo a questo” disse lei, spiazzandomi.

Sgranai gli occhi allibita, contraendo il volto in una smorfia. Tutto questo non aveva senso. Perché perdere tempo a parlare di una persona che per me non significava nulla? Antonio adesso faceva parte del mio passato, nel mio cuore c’era un altro ragazzo, un ragazzo che in soli tre mesi era diventato il centro del mio mondo.

Non capisco a cosa ti riferisci” esclamai, finendo di apparecchiare la tavola.

Ti ho osservata attentamente” incalzò mia madre “sembravi a disagio, in un’altra dimensione. Come se non aspettassi altro che metterlo alla porta

Era esattamente così. La ricomparsa di Antonio non mi avrebbe portato nulla di buono, ne ero convinta. Sbuffai pesantemente mentre mi scostavo una ciocca di capelli dal viso, sebbene non avessi ragione di fasciarmi la testa prima di rompermela.

Vuoi eliminare ogni intralcio alla tua storia con Julien” sentenziò lei “ma stroncare sul nascere ogni possibile ostacolo non servirà a rafforzare la vostra unione, chiudervi sotto una campana di vetro aiuterà solo ad isolarvi

Ma che dici!” la interruppi io “io voglio solo tener lontano Antonio dalla mia vita privata

Dovetti assumere un tono così risoluto che annientai qualsiasi tentativo  di replica Il resto della serata proseguì tranquilla, le pizze erano ottime, roba da far impallidire il miglior pizzaiolo partenopeo. Mia madre era sempre stata una cuoca provetta.

Risi di gusto nel vedere mio padre leccarsi i baffi reclamando una doppia porzione!

Espirai profondamente, anche io volevo un amore così.

Dopo aver dato una mano nelle faccende domestiche, salii in camera, indossai il pigiama e mi buttai sul letto col viso verso la porta socchiusa. Meditai sulle parole di mia madre: ci aveva azzeccato in pieno. Niente e a nessuno avrebbe rovinato il rapporto che si era creato tra me e Julien. Mi era costata troppa fatica abbattere quel muro di diffidenza e di sfiducia per permettere a qualsivoglia persona di intromettersi nella nostra storia.

Avvolta da quei pensieri lasciai che il sonno si impadronisse di me. Fu il primo cinguettio d’uccelli al mattino presto a svegliarmi. Tordi, merli, pettirossi e capinere sembravano apprezzare particolarmente i semi arancioni delle Fusaggini che anche d’inverno facevano bella mostra di se.

Come da accordi Marie passò a prendermi per andare in centro a fare acquisti. Ma quando le confessai che non sapevo ancora cosa indossare per la festa di fine anno rimase letteralmente senza parole.

Ahi ahi, mia cara Ginevra.. quel ragazzo ti ha fatto proprio perdere la testa eh?” disse ridendo.

Sorrisi divertita. Aveva proprio ragione.

Smettila di prendermi in giro” mugugnai “infondo dovresti capire il mio stato d’animo.. o sbaglio?”

Lei per me era un libro aperto e vederla arrossire così violentemente non mi permise di trattenere l’ilarità.

“Ginevra!!!!” esclamò cercando di darsi un tono.

Niente ma!” ribattei io “ora voglio che mi racconti per filo e per segno ciò che mi sono persa

La mia richiesta non ammetteva repliche.

Solo dopo che mi ebbe spiegato tutto, fin nei minimi dettagli,  potei ritenermi veramente soddisfatta. Avevo sempre desiderato vedere Marie e Stephan insieme, per me erano una coppia ancor prima che se ne rendessero conto.

Eravamo in giro già da un po’ quando ad un tratto la mia attenzione fu catturata da un abito, esposto in vetrina, color lavanda, semplice, senza troppi fronzoli. 

Decisi di provarlo. Lo adorai: vestiva benissimo, spalle scoperte e stretto in vita, cadeva morbido sulle ginocchia. Ci abbinai stola, pochette e decolletè a tacco alto, addolcito da un impercettibile plateau, color grigio/argento. L'effetto globale era molto carino.

Ero a poche centinaia di metri dalla bottega del signor Bernard, mi morsi il labbro inferiore mortificata per essere sparita così a lungo. Convinsi quindi Marie a seguirmi ed entrambe entrammo nel negozietto.

La solita campanella, attaccata alla spirale di metallo dietro la porta, suonò pontificando il nostro ingresso mentre quel familiare odore di pulito invadeva le nostre narici.

L’anziano signore fu molto felice di rivedermi, e anche io lo ero. Gli raccontai gli ultimi eventi: io e Julien stavamo finalmente insieme.

Un sorriso sornione gli illuminò il viso dietro la barba. 

“Aspettami qui, torno subito” disse ad un tratto.

Io e Marie, alquanto sbalordite, ci guardammo divertite. Il signor Bernard era proprio buffo: aveva il viso paffuto e allegro e dei minuscoli occhiali appoggiati sul naso. Era tutto indaffarato a cercare chissà che cosa tra gli scaffali di legno.

Tornò poco dopo con due spille antiche dalla manifattura artigianale.

questo è il mio regalo di natale” esclamò.

Rimanemmo senza parole, era un regalo stupendo. Le accettammo con piacere, quei doni erano fatti col cuore. Lo salutammo con la promessa che presto sarei tornata a fargli visita.

Mancavano pochi metri alla macchina. Il parcheggio era completamento vuoto. Con l’avvicinarsi dell’ora di pranzo era iniziato il fuggi fuggi generale e in effetti anche io avvertivo un bel languorino.

Ehi! Ginevra… Ginevra!

Sentii più volte pronunciare il mio nome prima di voltarmi. Il mio sguardo si posò su un ragazzo con gli occhi cenerini, i capelli ricci e bruni e dalle labbra carnose. Riconobbi i suoi tratti somatici: era Antonio.

Che ci fai qui in città” disse spavaldo.

Ci incontravamo per la seconda volta e non erano ancora trascorse ventiquattro ore, se fossi stata paranoica di certo avrei escluso che si trattasse di una coincidenza. Mi stava forse spiando?

Calma Ginevra, non era il caso di giungere a conclusioni affrettate” pensai con un sorriso smorzato.

E’ sempre un piacere vederti” esclamò, simulando un inchino.

Alzai gli occhi al cielo senza nascondere il mio disappunto. Questa storia doveva finire.

Non ebbi il tempo di obiettare alcunché dato che Antonio si era già presentato a Marie con cui aveva preso a conversare amabilmente. Le raccontò di come mi avesse conosciuta e del piacere provato per aver riallacciato i rapporti.

RAPPORTI?? DI QUALI RAPPORTI STAVA PARLANDO! Possibile che ancora non aveva capito come stavano le cose? Io non volevo riallacciare alcun rapporto! Come farglielo capire??

Vi va di pranzare con me?” chiese.

Abbiamo già mangiato” dissi, mentendo.

Marie mi lanciò uno sguardo interrogativo, sicuramente si stava chiedendo il perché di questo mio comportamento.

Ora dobbiamo andare, stiamo in giro da questa mattina” esclamai facendo cenno alla mia amica di sbloccare la serratura dell’automobile.

Ok non insisto allora

Cominciavo a non sopportare più i suoi sorrisi. Sembrava si divertisse a darmi sui nervi.

Ah Ginevra quasi dimenticavo” prosegui poi “ho una cassetta di vini Rossi Siciliani, i miei mi avevano pregato di portarvela ma non avevo mai trovato il tempo di farlo.. spero non sia un problema se passo da te nel tardo pomeriggio, magari sarà l’occasione per accettare quel famoso invito a cena

Ok era assodato, non sopportavo più la sua presenza. Non me lo ricordavo affatto così sfacciato ed insolente. Chi si credeva di essere? In pratica si era autoinvitato da solo.

Mi morsi il labbro per il nervoso. Purtroppo dovevo far buon viso a cattivo gioco… non potevo rifiutare la sua visita. Sperai almeno che il tutto si concludesse nella maniera più rapida possibile.

A dopo allora” dissi entrando in macchina.

Puoi contarci” concluse lui allontanandosi dal parcheggio.

Marie si accomodò al volante e inserì la chiave nel cruscotto ma prima di girarla e permettere al motore di accendersi mi fissò con aria indagatrice.

Che c’è?” chiesi io, lucifera.

Cosa mi sono persa?” esclamò, senza distogliere lo sguardo dalla mia figura “ non mi dire che si tratta di quell’Antonio, quel ragazzo che …

Si è proprio lui” la interruppi.

“Oh mio Dioenfatizzò, dando gas all’auto.

Dopo aver preso un lungo respiro le raccontai cosa era successo il pomeriggio precedente. Tra una manovra e l’altra, Marie mi ascoltava con sincero interesse e coinvolgimento.

Si vede lontano un miglio che gli piaci” sentenziò.

Sbuffai sconsolata. Averne la consapevolezza non mi aiutava affatto.

Su su, stai allegra!” cercò di sdrammatizzare “ non è cosa da tutti avere ai propri piedi due ragazzi come quelli… sono uno più bello dell’altro

Altro che allegra, stavo per mettermi a piangere per il nervoso. Deglutii a fatica cercando di trattenere le lacrime. Ma fu tutto inutile, due goccioloni già solcavano il mio viso e bagnavano le mie labbra.

No eh! Non ti permettere!” ordinò categorica “non è certo questo il modo di reagire, non devi lasciarti vincere da quel bulletto

Annuii poco convinta. Desiderai ardentemente stringermi tra le braccia di Julien, solo al suo fianco mi sentivo sicura e protetta. Volevo sfiorare le sue labbra, sentire il sapore della sua pelle, il battito del suo cuore.

Rientrai a casa scossa come non mai. Prima di raggiungere mia madre in cucina, cercai di darmi un contegno, non volevo si accorgesse che avevo pianto.

Attraversai appena la soglia per dirle che molto probabilmente Antonio veniva a farci visita nel pomeriggio non escludendo la possibilità che si sarebbe trattenuto per la cena. La mia voce era lenta, cantinellante.

Mangiai svogliatamente, più per dovere che per fame vera e propria: mi era passato l’appetito. Appena ebbi finito mi rifugiai in camera e sistemai i nuovi acquisti nell’armadio. Sorrisi al pensiero che avrei varcato il portone d’ingresso al braccio di Julien: sarei stata la ragazza più invidiata dell’intera sala.

Che voglia matta avevo di sentire la sua voce! Presi il cellulare e composi il suo numero:

“Pronto, Julien?”

Accolse con entusiasmo la mia chiamata, anche lui era contento di sentimi. Quanti passi in avanti avevamo fatto, quasi stentavo a credere che fosse vero.

Che fai?” gli chiesi flebile.

Stavo leggendo un manuale di antiquariato, sai mi hanno chiesto di eseguire alcuni lavori di restauro” disse.

Ero così orgogliosa di lui, di cosa faceva, di com’era.

E tu?”

La sua voce, così profonda e calda, mi fece sussultare.

I-io” vacillai “ho passato la mattinata in giro per negozi con Marie

Emisi un sospiro, non sapevo bene se di sollievo o di timore: infondo non stavo mentendo.

Mi hai pensato almeno un po’??” domandai.

“Molto più di un po’” sussurrò lui “non faccio altro”

La sua confessione mi fece tremare di felicità. In quel momento sognai di stare su un isola deserta, solo noi due. Desiderai farmi prosciugare dai suoi baci, perdermi tra le sue braccia.

“Ti va di vederci più tardi?”

E me lo chiedeva pure? Avrei fatto carte false per stare con lui. Non avrei rinunciato al nostro appuntamento nemmeno per tutto l’oro del mondo.

 Mi diedi una rinfrescata e tornai di sotto, raggiante di gioia.

“Mamma io esco!” le gridai.

“Dove vai?” chiese, raggiungendomi all’ingresso “non avevi detto che veniva Antonio?”

“Si, ho detto così” dissi radiosa “ma io devo uscire con Julien”

“Ginevra!”

“Sarò qui per cena, non ti preoccupare” l’anticipai prima che ribattesse.

Uscii di casa come se fossi trasportata dal vento, leggera e soave come la brezza della sera. Julien era già li ad aspettarmi, i suoi occhi cerulei puntati su di me, il suo sorriso seducente.

Finalmente aveva lo sguardo sereno, forse perché i ricordi su cui andava a posarsi erano bellissimi. Lo amavo, dio quanto lo amavo. Mi persi subito in quel sguardo bramando quelle labbra sulle mie.

Le nostre lingue danzavano, le nostre mani ci sfioravano a vicenda, i nostri corpi fremevano per la vicinanza. Mi inebriai del suo profumo, forte come una droga. Gli accarezzai il viso dolcemente scostandogli i capelli di lato, dietro l’orecchio.

Il cuore mi batteva forte, come un tamburo. L’emozione sembrava mozzarmi il fiato, stare vicino a lui mi faceva solo desiderare di esserlo ancora di più.

Ci incamminammo tenendoci teneramente per mano mentre la languida luce crepuscolare gli illuminava il volto. 

Gli raccontai di come avevo trascorso la giornata, omettendo però di menzionare Antonio. Non so perché decisi di non parlargliene, forse non volevo turbare la sua serenità o il mio fu unicamente un atto di puro egoismo, non volevo rovinare quel momento magico.

Lo baciai ancora, non volevo smettere. La sua bocca era una calamita per le mie labbra. Cercammo un luogo appartato dove stare tranquilli. Una panchina in pietra posta a ridosso del viale alberato che costeggiava la strada faceva proprio al caso nostro.

Guardai i suoi occhi e avrei voluto fissarli in eterno. Mi prese le mani, le incrociò con le sue tramettendomi quello che aveva nel cuore. Mi attrasse a se e appoggiata al suo petto, tra le sue braccia, mi sentivo compresa, capita, amata.

Grazie per essere così come sei” disse a fior di labbra.

Sorrisi, sfiorandogli una guancia. Ero io a dover ringraziare lui per avermi dato l’opportunità di conoscerlo e di amarlo.

Sei tu a darmi la forza di superare ogni ostacolo” continuò “mi fai venir voglia di essere un uomo migliore

Mi stavo sciogliendo come zucchero caramellato mentre sentivo il cuore esplodere dentro di me. Lo abbracciai forte e quel calore che cresceva dalle mie viscere esplose in un sorriso immenso.

Julien portò la sua mano sotto il mio mento costringendomi a guardarlo negli occhi. L’azzurro delle sue iridi mi incatenò di nuovo.

Non cambiare mai” sussurrò “io mi fido di te

Sentii una morsa gelida al cuore, come se tacendogli la visita di Antonio lo stessi ingannando.

Che c’è” mi chiese, scorgendo la mia inquietudine.

Niente” mi affrettai a rispondere.

Scacciai quel pensiero dalla mente con forza, concentrandomi esclusivamente su di noi. Lo colmai di infiniti baci, inebriandomi del suo odore e del suo sapore.

Ad un tratto sentii una macchina rallentare bruscamente. Ci voltammo entrambi verso la bmw ma solo io potei riconoscere la persona che era al volante. Si trattava di Antonio che, come anticipatomi stamane, stava recandosi a casa mia per consegnare la famosa cassetta di vini italiani. Sentii i suoi occhi su di me: mi aveva riconosciuta e voleva chiaramente farmelo capire.

Per tutta risposta mi strinsi a Julien, sprofondando nel suo calore, nel suo profumo, in tutto ciò che desideravo. Lo baciai con impeto, facendo scorrere le mani sulla sua schiena, infiltrandomi sotto il suo giubbotto. Lui ricambiò con passione, le nostre lingue si incontravano, esplorando la bocca dell’altro avidamente.

L’automobile riprese la sua corsa sostenuta. Tirai un sospiro di sollievo, finalmente per il momento tutto era finito.

Ti va di mangiare qualcosa insieme stasera?” mi chiese.

Mi illuminai di un sorriso felice ma l’allegria di quel momento si spense al ricordo della promessa fatta a mia madre di tornare a casa.

Purtroppo abbiamo ospiti a cena e ho promesso ai miei di non rientrare tardi” dissi.

Julien mi lanciò uno sguardo di falso rimprovero per poi posare un casto bacio sulle mie labbra. Strinsi gli occhi innervosita, maledicendo la mia fortuna. Non avrei voluto staccarmi da lui ma non avevo scelta, si stava facendo buio e mia madre presto avrebbe iniziato a chiamare.

Lentamente ci avviammo verso casa mentre il sole stava tramontando e le nuvole sembravano tinte di rosso sangue. Piano piano il velo della notte avrebbe ricoperto il cielo scuro pieno di stelle.

Allora domani è il gran giorno” esclamò.

Lo guardai interrogativa, alzando un sopracciglio. Si riferiva al ballo di Natale. Sorrisi, consapevole di quanto la sua vicinanza fosse in grado di farmi dimenticare il resto del mondo.

Annuii decisa, mi si prospettava una serata stupenda al fianco del ragazzo che amavo. Lo guardai nuovamente negli occhi e mi sembrò quasi di essere nuda, non perché non fossi vestita, ma perché quegli occhi azzurri erano capaci di penetrarmi nell’animo.

Miki 91:  hihi ti ho costretta ad un ritorno al passato nel vero senso della parola, beh i richiami ai capitoli precedenti sono stati inevitabili per il proseguo della storia, spero che la miai fanfiction continui ad appassionarti, ci tengo tanto al tuo parere. Che ne pensi di questo capitolo? Visto che brava, questa volto ho postato in fretta ed e' anche di una lunghezza accettabile. Mi raccomando fammi sapere. Un bacio e buone vacanze :)

rossa_na: eh si Antonio ha un carattere completamente diverso da Julien, diciamo che e' quasi l'opposto. Purtoppo li accomuna il loro sentimento per Ginevra, un sentimento che viene manifestato in maniera diversa dai due personaggi. Anche a me non sta molto simpatico Antonio, anche se, ad essere sincera, quando ho cominciato a scrivere di lui non volevo farlo sembrare una persona altezzosa e superficiale. Pero' sai come succedono ste cose, alle volte i personaggi prendono vita da soli e autonomamente si delimitano la propria personalità. E in quanto a Françoise. avrai anche qui modo di conoscere meglio la sua personalita' sebbene abbia avuto modo di notarsi gia' nel capitolo in cui fece ingresso nella storia. Sulla reazione di Julien ho gia' ben in chiaro cosa succederà, mi manca solo di metterlo nero su bianco e visto il suo carattere e il suo passato non sara' di certo una passeggiata per Ginevra.. Ho gia detto troppo, spero che queste anticipazioni non rovinino la suspense. Ovviamente attendo un  tuo parere sul capitolo. A presto. Baci.

lucyette: ciao carissima... che bello ricevere una tua recensione, spero che questo nuovo capitolo ti piaccia. Volevo chiederti, quando aggiornerai la tua storia? La seguo dall'inizio e mi piacerebbe leggere presto il proseguo. Ciaooo

jessikina_swan: ciaooooo come va? Le vacanze sono gia iniziate? :) qui fa un caldo! Ovviamente ti ringrazio per la recensione. Lo sai che apprezzo tantissimo il tuo parere. HIHHI Antonio non sta' tanto simpatico nemmeno a me,  ma sai, essendo a Lione per studiare ha deciso di fare una capatina dalla nostra protagonista. SPero di leggere presto un tuo commento. A presto. 

vanessaacullen_: hihihi il titolo del precedente capitolo poteva far fraintendere ma volevo esprimere al massiomo lo stato d'animo di Ginevra, che nel momento in cui apre la porta si ritrova di fronte al primo amore, quello adolescenziale. Un ritorno al passato che però non le fa mai mettere in dubbio il suo presente. Sebbene le sia capitato di pensare al suo vecchio amore. E per quanto riguarda Julien, beh il suo passato lo ha sempre portato ad allontanarsi dalle persone, per evitare di essere ferito o per evitare di ferire a sua volta. Staremo a vedere cosa succedera' al famoso ballo di Natale, evento tanto atteso che cambiera' le sorti dei nostri protagonisti. Allora attendo tuoi commenti. BACI

ilovedward_90: ecco postato il nuovo capitolo, spero ti piaccia. Mi fa piacere constatare che attraverso la mia scrittura sono riuscita a rendere bene il cambio comportamentale di Julien. In questo capitolo ho fatto trasparire il suo lato più dolce e forse anche il più vulnerabile. Ora che finalmente ha aperto il suo cuore a Ginevra ha anche timore di soffrire come e più di prima. Beh e' risaputo che chi non ha niente non ha niente da perdere, e prima di conoscere Ginevra Julien non aveva paura di nulla, proprio perche' nessuno poteva fargli del male. Ora invece con quel"non cambiare mai,  mi fido di te" ha messo in evidenzia uno dei suoi timori più grandi sebbene non abbia mai messo in in discussione che cio' possa succedere. Una specie di esorcizzazione che detta ad alta voce ha il merito di spazzare via le sue paure. Mi raccomando, recensisci presto, ci tengo al tuo parere. Ciaoo 

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Capitolo 35
*** Giorni d'Attesa ***


Eccomi di ritorno dopo una lunga pausa di riflessione, ho appena ultimato il 35esimo capitolo e son subito venuta sul sito per postarlo. So che sono stata assente per molto e spero di non avervi deluso nell'attesa. Ovviamente vi ringrazio per i commenti e per la lettura dei chappy. Mi raccomando fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo. A presto (promettoooo) e buona Lettura dsfsfs

Un'improvvisa ondata di calore mi travolse mentre il respiro mi si mozzava in gola. Eravamo uno di fronte all’altro, schiacciati tra il desiderio di stringerci fino ad assorbirci e quello di stare a guardarci: sarei rimasta a fissarlo per ore.

Ad un tratto Julien mi soffiò sulle labbra, un soffio leggero che mi fece fremere. Arrossii per quello che stavo per dire:

Ti voglio…”

Mi stupii dei miei stessi pensieri. Non ero mai stata così sfacciata.

Io sono già tuo mi sussurrò all’orecchio.

Mi sentii avvampare le gote nonostante il freddo. Abbassai gli occhi per la vergogna. Julien mi sollevò il mento:

Guardami

La sua richiesta risuonò come una dolce melodia. Obbedii incatenando i miei occhi ai suoi. Le sue mani scivolarono sui miei fianchi, strinsero maggiormente la mia vita facendomi tremare di trepidazione e di piacere.

Sentii il suo respiro farsi più profondo, lento,  pieno. Ero come ipnotizzata dai suoi occhi cerulei, stregata dal fascino che emanava la sua figura. Null’altro esisteva intorno.

Mi strinsi a lui, chiudendo gli occhi e appoggiando il viso sulla sua spalla: avrei voluto fondermi in uno con il suo corpo. Mandai al diavolo le regole del pudore e lo baciai con una passione che avrebbe potuto incendiare una foresta. Sentii la mia pelle bruciare da fantasie e desideri nascosti. Avrei voluto privarmi dei vestiti per permettere al mio corpo di aderire perfettamente al suo.

Resta con me

Non mi servì udire altro. Cercai nuovamente le sue labbra e lo ricoprii di baci. Quegli occhi azzurri, così profondi che al solo guardarli mettevano soggezione, brillavano, oscurati dal desiderio e dalla passione.

Nel cielo appena imbrunito era intanto comparsa la luna. Il freddo cominciava a farsi pungente ma per fortuna non pioveva.  Nonostante soffiassimo una nuvola di fumo ad ogni respiro la voglia di stare insieme era più forte di qualsiasi gelo. I nostri sguardi parlavano per noi.

So che devi essere a casa per cena, ma ci tenevo a farti vedere una cosa  esclamò.

Lo fissai con aria interrogativa.

C-cosa?"balbettai.

Vieni con mesentenziò prendendomi per mano.

La sua moto era parcheggiata a qualche isolato di distanza. Appena montammo in sella Julien sgasò per poi schiacciare la frizione.  Uno scatto in alto della leva cambio e ingranò la prima, rilasciò dolcemente la frizione e altrettanto dolcemente cominciammo a muoverci.  Il contachilometri si alzò e  la lancetta instabile andava da 10 a 20,  per poi aumentare ad ogni cambio di marcia. Mi strinsi forte a lui nascondendo il viso contro la sua schiena e chiusi gli occhi lasciando che il vento mi accarezzasse i capelli.

In pochi minuti raggiungemmo il suo appartamento. Le luci erano spente, le persiane abbassate e un silenzio che inquietava.

La porta della cucina si spalancò di colpo e la casa venne invasa da una voce allegra e pimpante: “signora venga, sono arrivati 

La madre di Julien si teneva al braccio di una ragazza dai capelli castano chiaro, lunghi e ricci. Fissai la sua figura snella e sinuosa, i nobili lineamenti del volto, i suoi occhi color nocciola. Sentii la gelosia farsi spazio dentro di me. Da quando avevo conosciuto le “gioie” dell’amore mi ero riscoperta diffidente e possessiva, caratteristiche che ignoravo di avere.

Lanciai un’occhiata obliqua al viso tranquillo di Julien.

lei è Valentinedichiarò.

Finalmente ti conosco! esclamò lei entusiastasei proprio come ti immaginavo

Mi guardò sorridente mentre io la guardavo stranita:Emh...ciao, Valentine, io sono Ginevra” farfugliai.

La tua fama ti ha preceduta” continuò la ragazza “ Julien non ha fatto altro che decantare le tue lodi

Arrossii violentemente ma respirai di sollievo: gli occhi di Valentine erano veri e dal suo sorriso capii che quella ragazza voleva essermi sinceramente amica.

Due colpi di tosse destarono la mia attenzione. La madre di Julien mi fissava con insistenza. Abbassai lo sguardo per evitare di incrociare il suo, quasi fossi colpevole di chissà quale crimine.

Julien intrecciò la sua mano alla mia e la strinse forte, infondendomi calore, amore.

Non pensavo di trovarti ancora a casa

Il tono di Julien era sprezzante, freddo e distaccato. Nei suoi occhi riconobbi quell’espressione glaciale che col tempo avevo imparato ad amare.

Rabbrividii mio malgrado. Lui se ne accorse e mi baciò teneramente.

Non potevo andare via esclamò sua madre.

Non sono stato io a prendere questa decisione  disse.

Ti prego Julien, parliamone

La voce della donna sembrava una preghiera. Lunghi capelli corvini, raccolti dietro alla nuca, facevano da cornice al suo volto segnato, piegato dal dolore come dopo una pesante fatica fisica.

Scuotendo la testa si strinse nello scialle di lana spessa, sapeva bene che nulla avrebbe scalfito il suo amore per me,  pertanto si appoggiò al braccio di Valentine, avvinta.

Ad un tratto mi sentii invadere da un senso di angoscia, non volevo essere  la causa delle loro incomprensioni, per quanto provassi antipatia per quella donna vederla così abbattuta mi addolorava.

Non puoi lasciare che vadaesclamai.

Julien sembrò non prestare ascolto alle mie parole sebbene i suoi occhi tradissero una certa inquietudine.

Amore, ascoltami ..insistetti ioguardami Julien!

Incatenai i miei occhi ai suoi cercando di trasmettergli solo pensieri positivi, il ghiaccio si sciolse e il sorriso  tornò ad illuminare il suo volto.

Sappiamo entrambi che non è questo che non è questo che vuoiproferiidovete trovare un punto d'incontro 

Julien tornò improvvisamente serio e volgendosi verso Valentine le raccomandò sua madre. Il mio cuore si strinse in una morsa e lo stomaco vibrò: non potevo permettergli di commettere quest’errore nonostante provassi piacere nel constatare che aveva scelto me, al di sopra di ogni cosa.

Non proverò a farti cambiare ideaesclamò la donnasei mio figlio e io ti amo incondizionatamente, come solo una madre è capace di fare. Desidero solo vederti felice e se per te essere felice significa stare con questa ragazza io non mi opporrò. Non lo farò più.

Notai in lui una certa irritazione, come se quelle parole gli fossero scivolate addosso, lasciandolo assolutamente indifferente. Le lanciò un’occhiata scettica che poi cancellò con un sorriso, come per esprimere che non gli importasse davvero.

Con noi starà benedisse Valentinesono sicura che dopo aver schiarito le idee vedrai tutto sotto una luce diversa

Non sarò più un ostacolo per il vostro amore, ed è proprio in nome di questo amore, tesoro mio adorato, che auguro di essermi sbagliata

Non capii il senso di quella frase ma se era il suo modo per benedire la nostra unione non poteva che rendermi felice. Le cose pian piano si stavano mettendo a posto.

Appena la porta si chiuse alle nostre spalle lo abbracciai da dietro, baciandogli la spalla, respirando il suo profumo. I nostri corpi si unirono come due poli opposti di una calamita. Ci baciammo disperatamente come mai era successo prima di quel momento: le nostre lingue danzavano all’unisono, le nostre mani si sfioravano a vicenda.

Vieni con me” disse ansimando.

Julien mi prese per mano e mi condusse nella sua stanza illuminata dalla vivida luce di alcune candele. Petali di rosa erano sparsi sul letto mentre sullo scrittoio spadroneggiava una bottiglia di spumante accompagnata da succulenti grappoli di uva. Ne staccò un bell’acino e lo portò alla mia bocca. Le mie labbra succhiarono quel nettare delizioso ed imprigionarono le sue dita in una dolce morsa. Lo sentii fremere leggermente, sapevo perfettamente che effetti aveva il mio tocco su di lui.

Questa volta fui io a staccare lentamente un acino dal grappolo d’uva, glielo porsi affinché anche lui ne sentisse il sapore zuccherino, la consistenza liscia della buccia, la polpa succosa.

Sentii il desiderio crescere dentro di me. Bramai le sue carezze e pretesi le sue labbra. Il bacio che ne seguì fu l’inondazione che travolse tutti gli argini del nostro controllo. Cademmo sul letto schiacciando i petali di rosa, accentuando con il calore dei nostri corpi il loro dolce profumo.

Senza attendere oltre gli sfilai la maglietta sfiorandogli i pettorali perfetti: finalmente potevo nuovamente esplorare quel corpo divino.

Le sue mani tenevano fermi i miei polsi mentre catturò in un bacio le mie labbra. Ero completamente persa nei suoi occhi, quell’azzurro screziato di grigio ebbero l’effetto di paralizzarmi in un’ instante. I nostri respiri irregolari ansimavano travolti dal desiderio ed io necessitavo dei suoi baci, delle sue carezze, del suo corpo, come dell’aria che respiravo.

Quando il bisogno di lui si fece impellente mi liberai dei vestiti pretendendo di essere sua: i nostri corpi presero a danzare, fluttuando senza sosta come le fiamme.

Ricademmo ansimanti sul letto, ancora abbracciati. Eravamo appagati ed esausti del nostro amore. Appoggiai la testa sul suo petto e da lì potei sentire ogni singolo battito del suo cuore.  Chiusi gli occhi: non ero più la ragazza timida di una volta, il sentimento che sentivo crescere in me aveva contribuito a farmi maturare. Mi inebriai del suo profumo, unico ed inconfondibile, dimenticandomi del tempo.

Le sue braccia mi avvolsero, cullandomi sul suo petto.

A cosa stai pensando” chiesi fiebole.

Julien sospirò pesantemente  chiudendo per un attimo gli occhi, come se stesse raccogliendo le forze necessarie per rispondere.

“Sei preoccupato per tua madre?”

“No.. so che a casa di Valentine starà bene” disse “stavo pensando ad altro..”

Il tono della sua voce sembrava serio, a cosa alludeva? Non volevo angustiarmi con le mie solite paranoie e rovinare questo momento magico ma ormai avevo imparato a conoscere le mille sfaccettature del  suo carattere e ad interpretare ogni suo gesto.

Tu mi ami, vero?”

Sorrisi sornione, fingendo di prendere tempo per rispondere ma lui mii fissò negli occhi, dove l’espressione dell'animo traspare più che in ogni altra parte, quasi a pretendere chissà quale verità.

Ma che domanda è?” esclamai incredula “possibile che tu abbia ancora dei dubbi??”

Non ho dei dubbi.. ho solo bisogno che tu me lo dica, guardandomi diritto nei occhi

Sebbene non avessi capito il senso della sua domanda, esaudii la sua richiesta. Non avrei potuto fare altrimenti, i suoi occhi inquieti erano concentrati sui miei, interrogavano, supplicavano, sfidavano, imploravano.

Più della mia stessa vita

Giurami che tra noi non ci saranno mai segreti e che sarai sempre sincera con me” incalzò lui.

Mi scostai quel tanto da mormorare: non ti fidi ancora di me?

Certo che mi fido di te” disse “ non ci pensare, mi sono lasciato coinvolgere dagli avvenimenti di oggi

Lo abbracciai forte, la discussione con sua madre lo aveva scosso più di quanto volesse farmi credere. Con quella stretta avrei voluto cacciare via tutti i brutti pensieri. Ripensai alle sue parole e colsi diversi significati, come un improvviso colpo di fulmine capii che era una confessione ciò che mi stava chiedendo.

Ma perché continuavo a tacergli la presenza di Antonio? Non riuscivo a dare una spiegazione a questo mio comportamento.  Di cosa avevo paura? Mi morsi il labbro inferiore costretta, mio malgrado, ad ammettere la mia codardia.

Scossi la testa nel tentativo di scacciare quei pensieri e profondai tra le sue braccia, come se il resto improvvisamente non esistesse più.

rossa_na: scusa il ritardoooo sono imperdonabile, ho avuto poco tempo per scrivere e non mi andava di buttare via un capitolo, soprattuto ora che si sta avvicinando l'ora clou! Spero che continuerai a leggere la mia storia. Prometto che per il prossimo chappy non ti farò attendere tutto questo tempo. Aspetto con ansia il tuo commento.

jessikina_swan : che dire... mi inchino e chiedo umilmente scusa, ho postato tardissimoooo! Spero di non averti persa come lettrice. Un bacio

vanessaacullen_: ciaoooo eccomi finalmente di ritorno, spero che la mia storia ti sia mancata, almeno un po'. Un commentino?? Mi farebbe immensiamente piacere constatare che non mi hai abbandonata. A prestoooo

Miki 91 :  ecco postato il nuovo chappy, che ne pensi? Spero che l'attesa non vi abbia deluso o scoraggiato nella lettura.. mi spiace un casino non esser riuscita a scrivere prima. Aspetto una tua recenzione. Baci.


ilovedward_90 : scusa scusa scusa, non ho altre parole. Spero continuerai a commentare la mia storia. Un abbraccio fortissimo :)

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Capitolo 36
*** Angosce e Timori ***


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Eccomi di nuovo qui, chiedo umilmente scusa per il ritardo con cui posto questo capitolo.. purtroppo avevo perduto un pò l'ispirazione . Così ho preferito interrompere la storia, almeno fino a quando non avessi avuto le idee un po' più chiare su come far continuare il racconto. Spero di non aver perso la vostra lettura. Un bacio a prestoooo

Fu il suo tocco dolce a farmi sussultare. Mi guardai intorno stranita, cercando di prendere contatto con i miei sensi.

Ti ho spaventata?” chiese Julien con voce calda e profonda “non avrei voluto svegliarti ma credo che tu debba tornare a casa.

Mi strofinai gli occhi, sembrava di aver dormito un’eternità. L’espressione sul mio viso dovette essere abbastanza eloquente perché lui  mi appoggiò la mano sulle labbra e disse: “ti sei addormentata appena per qualche minuto.

Sulle prime tirai un sospiro di sollievo poi mi domandai che ore potevano essere. Quando lo chiesi a Julien strinsi gli occhi, temendo la risposta.

“Quasi le dieci”

Bang! Un colpo al cuore. Ero ufficialmente nei guai. Mi aspettavano per cena e il ritardo era tanto. Saltai giù dal letto, mi vestii alla meglio, sistemando i capelli con le mani. Julien seguiva ogni mio movimento, scrutandomi.

La serietà del suo sguardo mi fece rabbrividire. Sembrava perso in chissà quali pensieri, in chissà quali ricordi. Mi avvicinai al suo volto e lo baciai,  quasi a chiedergli scusa per la fretta con cui mi stavo ponendo.

Montammo di nuovo in sella e lentamente ci avviammo lungo  l’asfalto. Mi strinsi forte a lui appoggiando la testa sulla sua spalla. Il vento dispettoso mi scompigliava i capelli ma non ci badavo, tutto il mio corpo era teso come una corda di violino e qualcosa nel profondo continuava a tormentarmi. Alzai gli occhi, il freddo era pungente ma nonostante la città fosse piena di luci, centinaia di stelle brillavano sullo sfondo nero inchiostro del cielo.

Ci fermammo a qualche isolato da casa. Il viale era poco illuminato a causa degli alti alberi che lo circondavano  e l’umidità cominciava a farsi sentire. Percorremmo lo stretto viottolo di ghiaia tenendoci teneramente per mano con lo sguardo che cercava di catturare l'essenza dell'infinito.

Ad un tratto guardai i suoi occhi con un bruttissimo presentimento. Non feci in tempo a dar forma ai miei concetti che Julien si fermò bruscamente: di certo un pensiero buio gli aveva attraversato il cervello; i suoi occhi erano diventati cupi.

Che c’è” esclamai flebile.

Vuoi che ci salutiamo qui o preferisci che ti accompagni in casa

Ehm.. si, o meglio no!” farfugliai evitando di incrociare il suo sguardo “i miei saranno infuriati per il ritardo, non voglio che se la prendano anche con te

Sicura?” domandò lui.

La sua voce triste trasmetteva una sorta di quieta rassegnazione. Ad un tratto mi parve di scorgere non so quale profonda tristezza nei suoi occhi, azzurri come l’acqua del lago. Sembravano supplicassero di non andare via.

Annuii cercando di apparire il più possibile tranquilla. Non era il momento giusto per parlargli di Antonio: avevo paura che fraintendesse la ragione per cui gli avevo taciuto la sua presenza in città.

Deglutii e subito mi mancò il respiro. Rimasi in silenzio finché lui non mi prese il volto tra le mani, guardandomi dritto negli occhi: sembrava volesse studiarmi, leggermi dentro, e per un’istante temetti potesse riuscirci per davvero.

Scossi impercettibilmente la testa per scacciare via quei pensieri che mi avevano rabbuiato.  Gli misi le braccia intorno al collo e lo baciai sulle labbra: il suo sapore mi inebriò i sensi.

Mi strinsi forte a lui quasi a voler fermare il tempo e le sue ore. Le sue braccia mi avvolsero, strette e rassicuranti ma il suo sguardo tradiva una certa inquietudine, avevo come l’impressione che qualcuno dei due da quel giorno non sarebbe stato più lo stesso.

Inspirai profondamente prima di girare la chiave nella toppa. La serratura scattò e la porta d’ingresso s’aprì. Un buon odore di arrosto invase  le mie narici. Guardai verso la cucina: voci convulse si alternavano a risate accompagnate dal rumore delle posate, chiaro sinonimo che non mi avevano aspettato per cena.

E come biasimarli? Mancava un quarto d’ora alle undici e mancavo da questo pomeriggio. Inoltre avevo lasciato a casa il cellulare e per tutte queste ore ero stata totalmente irreperibile.

Ginevra??... Ginevra sei tu?”

La voce di mia madre mi fece sussultare. Portai una mano al petto per calmare il cuore che si era messo a correre all’impazzata.

“Si mamma, sono io” esclamai facendo capolino dalla porta.

Sentii tutti gli occhi addosso, a partire da quelli di mio padre che mi fissavano con aria di rimprovero. Abbassai per un attimo lo sguardo, come facevo sempre davanti ad un ostacolo.

Ti sembra questa l’ora di rientrare!?!

Odiavo esser trattata da bambina ma lo meritavo. Però mi faceva rabbia che Antonio stesse assistendo alla scena da “spettatore non pagante”. Mi parve quasi di udire un risolino di compiacenza che mi fece salire il sangue al cervello.

Mentre mia madre stilava l’elenco delle mie mancanze io, a pugni chiusi e con le guance in fiamme, cercavo di convogliare la collera in modo costruttivo nelle mie parole. Sapevo di essere nel torto ma non ero scema.

Ho capito! Non c’è bisogno di ripetermi le cose all’infinito” esclamai.

Lei mi lanciò un’occhiata scettica, sollevando un sopracciglio. Poi mi porse un piatto con le patate pronte e una fettina d’arrosto fumante.

Dopo aver trangugiato qualche boccone in silenzio posai le posate nel piatto perpendicolarmente a me, con i manici sul bordo, segnalando così di aver terminato la mia cena.

Signora Silvie, la vostra cucina è davvero eccellente!” sentenziò Antonio portandosi il tovagliolo alla bocca.

E aspetta di assaggiare il dolce!” esclamò giuliva mia madre, alzandosi e dirigendosi a passi svelti verso la cucina.

Feci una smorfia di rabbia e di disgusto: avevo sempre odiato le persone che vogliono risultare simpatiche e compiacerti a tutti i costi. Antonio era uno di queste.

Aveva preso a parlare di sé, dei suoi studi universitari in questo paese e delle sue aspirazioni. I miei genitori lo ascoltavano con interesse mentre io non vedevo l’ora di alzarmi e andarmene. Al dire il vero la mia mente era già lontana, molto lontana da lì: aveva attraversato tutta la città, giungendo fino a Vénissieux, per rifugiarsi tra le braccia di Julien. Fui assalita da un’improvvisa voglia di parlargli. Mi alzai di scatto, quasi rovesciando la sedia.

Ginevra!” esclamò mia madre, guardandomi con aria stranita.

Io.. io.. ehm” balbettai senza dire nulla di sensato.

Ti senti bene?” mi chiese Antonio prendendomi per il braccio “Non hai quasi toccato cibo

Si.. si.. ero solo soprappensiero” dissi.

Dopo la torta ci spostammo nel salotto per il caffè. Il camino era acceso ed emanava un piacevole calore mentre fuori la neve aveva ripreso a scendere copiosa. Antonio continuava a parlare con i miei genitori e intanto non mi distoglieva lo sguardo di dosso, i suoi occhi neri mi studiavano, scrutando ogni dettaglio del mio corpo.

Deglutii, preda di quell’ansia che mi stava divorando. Mi strinsi lievemente nelle spalle “Non è colpa mia” continuavo a ripetermi, quasi a voler convincere me stessa di non aver tradito la fiducia di Julien tacendogli la visita di Antonio.

 Allora mi accompagni?

Come!?” esclamai stralunata.

La voce di Antonio mi riportò alla realtà, come una sveglia.

Sicura di stare bene? incalzò lui.

Ho solo un po’ di mal di testa” mentii toccandomi la tempia e facendo una finta smorfia di dolore.

Stavo per andare via, mi accompagni alla porta?” disse.

Guardai mia madre in cerca di aiuto ma l’unica cosa che fece fu salutarlo con un cenno rinnovandogli l’invito a tornare.

Sbuffai vistosamente, tanto da spostare quel ciuffo di capelli che continuava a ricadermi sugli occhi. Senza proferir parola mi avviai verso l’ingresso e spalancai la porta.

Non vedevi l’ora di liberarti di me, eh?” esclamò Antonio varcando l’uscio.

Ad un tratto capii di esser stata eccessivamente scortese con lui. Abbassai lo sguardo imbarazzata, non ero fiera del mio comportamento. Indossai in tutta fretta il giubbotto e uscii sul portico.

Appoggiai la mano sul pomello freddo della porta e la tirai a me, socchiudendola. La veranda era attraversata da una brezza gelida che mi fece venire la pelle d’oca. Antonio mi dava le spalle lontano quasi un metro e mezzo da me, poi si voltò e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono.

Mi piaci tanto” esclamò spezzando il silenzio che si era venuto a creare.

Sobbalzai e cercai d’istinto di indietreggiare ma la porta si chiuse di botto dietro di me.

Ehm.. che sbadata” farfugliai “non ho nemmeno le chiavi!

Feci per suonare il campanello ma mi tremava il dito. Antonio mi mise una mano sulla spalla che mi face rabbrividire: mi voltai di scatto e l’espressione turbata che trapelò dal mio viso gliela fece togliere.

Non voglio spaventarti” sussurrò serio.

N-Non sono spaventata” esclamai, cercando di mantenere un tono incolore, piatto “voglio solo rientrare in casa”

“Il tuo ragazzo non ti permette nemmeno di parlare con un amico?”

“Lascia fuori Julien da tutto questo” dissi categorica.

Un leggero sorriso soddisfatto si dipinse sul suo volto. Cosa aveva in mente? Sentivo il cuore in gola e il lento battito rimbombarmi nelle orecchie. Deglutii a fatica. Antonio si fermò a meno di mezzo metro da me ed esclamò: “sarà il nostro piccolo segreto

Non ebbi il tempo di capire il significato di quelle parole che mi ritrovai le sue labbra sulle mie. La sua lingua penetrò con forza nella mia bocca tanto da togliermi il respiro. Mi sentii invasa da un senso di disgusto e mordendogli il labbro inferiore lo allontanai con veemenza.

Lasciami” gridai.

Potevi fare di meglio” esclamò asciugandosi il rivolo di sangue che fuoriusciva dal lato sinistro della bocca.

Gli assestai uno schiaffo sulla guancia. I suoi occhi fiammeggiavano, neri come la pece. Si massaggiò la gota indolenzita con fare minaccioso.

Senza aspettare la sua reazione mi precipitai a suonare il campanello e non appena la porta si aprì scappai per le scale trovandomi al piano di sopra.

Ma Ginevra… che modi sono!?

L’esclamazione di mia madre fu l’ultima cosa che riuscii a sentire.  Mi chiusi in camera e cominciai a piangere. Era colpa mia. Mi portai una mano alla bocca per trattenere i singhiozzi. Mi aveva baciata.  Il solo pensiero mi inorridiva.

Corsi allo specchio. Guardai la mia immagine riflessa. Cominciai a sfregarmi le labbra con le mani, prima lentamente, poi sempre più forte e più velocemente, in preda a chissà quale raptus. Sentivo ancora il sapore di quel bacio mescolato all’amaro delle lacrime.

Stupida, stupida, stupida” urlai a me stessa. Avrei voluto prendermi a schiaffi per tutto ciò che non ero riuscita ad evitare.

Deglutii a fatica, feci un respiro profondo e mi lasciai cadere a peso morto sul letto, senza neanche mettermi il pigiama. Chiusi gli occhi sui miei pensieri funesti e mi imposi di dormire. Avevo permesso a quell’idiota di rovinare il momento magico che stavo vivendo con Julien.

Nonostante i propositi la notte che seguì la passai in bianco.

Appena i primi pallidi raggi del sole filtrarono dalla finestra arcuata aprii gli occhi. Un dolore lancinante mi attraversò la tempia. Mi guardai intorno confusa: avevo ancora addosso i vestiti della sera prima.

Mi stiracchiai e sbadigliando raggiunsi la finestra per osservare il panorama. La testa mi doleva come se fosse stata trafitta da mille aghi. Stringendomi nelle spalle, sospirai.

Gli alberi, mossi dal vento, sembravano dei giganti che ondeggiavano nel tentativo di liberarsi dalle catene mentre un sole pallido faceva capolino da dietro una nuvola.

Rimasi per qualche minuto ferma a guardare il viale. I giardini erano curati e piacevolissimi da vivere anche d’inverno. Ulivi, alberi da frutto, piante aromatiche e selvatiche tipiche del sud della Francia facevano parte dei vivai che circondavano le abitazioni.

Aprii la finestra e inspirai, la corrente piacevolmente fredda. Il vento mi pungeva sul viso e mi scompigliava i capelli. Il grande giorno finalmente era arrivato e mi faceva rabbia l’idea che gli accadimenti della sera precedente lo stessero offuscando.

Il suono della sveglia mi fece sussultare. Guardai l’orologio: erano le 7 e 30 del mattino.  Sbuffai sconsolata, non solo avevo passato una notte praticamente insonne ma mi ero alzata anche mezz’ora prima della sveglia!

Dopo averne disattivato l’allarme mi diressi svogliatamente verso la porta del bagno. Avevo proprio bisogno di rilassarmi un po’. Riempii la vasca fino a metà e dopo aver controllato la temperatura dell’acqua vi versai una cospicua quantità di bagno schiuma. Mi ci immersi e chiusi gli occhi ma per quanto mi sforzarsi, non riuscivo a scacciare l’immagine di Antonio dalla mia mente.

Rimasi a mollo per quasi un’ora, fino a quando non mi accorsi che la pelle dei polpastrelli era diventata rugosa. Mi avvolsi nell’asciugamano strizzando i capelli ancora gocciolanti e tornai in camera per prendere la biancheria.

Solitamente amavo il silenzio del primo mattino, questa volta però era diverso, non mi trasmetteva nessuna positività ma solo inquietudine. La calma prima della tempesta? Si ma quale tempesta stava per abbattersi su di me?

Infilai svogliatamente il vestito che avevo scelto e raccolsi i capelli ancora umidi in uno chignon incurante di qualche ciocca che, sfuggita alle forcine, ricadeva libera sulle spalle.

Lanciai uno sguardo all’abito color lavanda che avrei indossato stasera. Provai ad immaginare il momento in cui, al fianco di Julien, avrei varcato l’uscio della sala. Era il coronamento di un sogno, ma anche un punto di partenza: non vedevo l’ora di amare alla luce del sole il mio Julien.

Il mio Julien

Nel pronunciare quelle parole il mio cuore sussultò di gioia mista a sconforto. Non era stata un’allucinazione.. Antonio mi aveva baciato davvero.

Telefonai a Marie e la supplicai di aiutarmi. Ero in preda al panico e la mia amica cercò di tranquillizzarmi, come meglio poteva fare al telefono, ma l’ansia e i sensi di colpa non mi abbandonavano.

Resta lì, vengo subito da te” esclamò Marie.

Non so dire per quanto tempo rimanemmo a parlare, nella penombra della mia stanza. La notte artificiale che avevo creato rispecchiava pienamente lo stato d’animo di quel momento.

Ora basta piangersi addosso!” proferì la mia amica.

La guardai stranita, corrugando appena la fronte. Come poteva non capire? Avevo permesso ad Antonio di mandare all’aria tutto ciò per cui avevo lottato.

Ginevra non essere paranoica!” continuò poi “a sentirti parlare sembri una donna vissuta due secoli fa! Capisco che la cosa ti abbia turbata ma un bacio non è certo la fine del mondo!

Quelle parole suonavano come una musica stonata, lo sconforto era troppo forte per crederci per davvero. Inspirai profondamente e cercai di ricordarmi che io ero una brava ragazza e che Julien avrebbe capito le mie ragioni ma ciò non impedì a due goccioloni di lacrime di solcarmi il viso.

Marie mi abbracciò in silenzio. La mia amica di sempre mi teneva stretta mentre un leggero chiarore filtrava dalle persiane, disegnando luci e ombre sulle cose.

Solo poche ore mi separavano dalla serata natalizia di ballo, come d’accordo Julien sarebbe venuto a prendermi verso le diciannove. Avevamo deciso di ritagliarci un po’ di tempo tutto per noi.. in quelle due ore avrei dovuto trovare la forza per raccontargli tutto.

**********************          ANGOLO DELL' AUTRICE          **********************

Flaren:  ciao cara sono felicissima che la mia storia ti sia piaciuta :) scusa se posto questo capitolo in ritardo, ma come ho scritto ho avuto un pò di dubbi su come far continuare la fanfiction. Spero che leggerai questo nuovo chappy. Attendo con ansia la tua recenzione. Eh si, Julien ha un carattere molto particolare, ma stranamente in questa fase della storia e Ginevra che mi ha dato + difficoltà nel mettere nero su bianco i suoi pensieri. hihiih 

Devilgirl89: ciao Domiyyyyy come va? E' da una vita che non entravo sul sito. Spero di risentirti presto, anche in privato, lo sai che ci tengo tanto al tuo commento. Che ne pensi di questo chappy?? Scusami se ho postato solo ora, prometto che cercherò di essere piu' costante. Un bacio

piemme:  :) me chiede scusa per il ritardo. Come posso farmi perdonare? Spero di riuscire a postare in tempi brevi il prossimo capitolo. Sono felice che la mia storia ti piaccia. Spero di non deludere la tua attesa.

rossa_na:  ciaooooo!! perdonami per aver postato solo ora. Spero di non aver perso la tua lettura. Ho avuto un pò di problemi a impostare la storia ma ora cercherò di non farti aspettare troppo. Come va? Ti e' piaciuto il capitolo? Mi raccomando fammi sapere :) baci

vanessaacullen_: heila, chi non muore si rivede ti starai dicento eh? mi spiace per il ritardo. Lo so, sono imperdonabile. Spero che tu non mi abbia dimenticato. Eh si, questa volta è Ginevra a combinare casini, sara' l' inesperienza, sara' la paura di rovinare il suo rapporto con Julien ma anche io credo che stia sbagliando tutto. Vedremo come andra' a finire. Dammi un giudizio :) a presto

ilovedward_90:  ciaooo me in ginocchio a chiedere scusa. Ho postato in ritardissimoooooo, potrai mai perdonarmi? Spero di che continuerai a leggere la mia storia.  Questo capitolo e' l' ultimo prima del ballo. Il tanto famoso ballo che nei chappy precedenti ferverava le menti dei nostri giovani protagonisti. Cosa succedera' ora? Mi metto subito al lavoro, approfittando dell'ispirazione. Attendo la tua recenzione. 

lucyette: eccomi di nuovo qui cara. Non ho scusanti ma spero che tu non mi abbia dimenticata. Finalmente ho trovato il tempo e il modo giusto per finire il chappy che per mesi e' rimasto sul foglio word in attesa di essere completato. Cosa ne pensi? Fammi sapere. Un bacio

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