Fallen.

di Liz Briel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In Principio ***
Capitolo 2: *** Perfetti Sconosciuti (Parte 1) ***
Capitolo 3: *** Perfetti Sconosciuti (Parte 2) ***
Capitolo 4: *** Perfetto per essere legato (Parte 1) ***
Capitolo 5: *** Perfetto per essere legato (Parte 2) ***
Capitolo 6: *** Il buio si avvicina (Parte 1) ***
Capitolo 7: *** Il buio si avvicina (Parte 2) ***



Capitolo 1
*** In Principio ***


IN PRINCIPIO

 
 
 

Mi sistemo la manica del mio lungo vestito blu e mi avvio verso quel ragazzo dagli occhi verdi. Non lo conosco, ma sembra che lui conosca me.
Osservo meglio il mio abito: è blu come il mare, mi cade un po’ sotto il ginocchio e sul corpetto  ci sono disegnati dei motivi in azzurro. Stranamente i miei capelli sono castani, quando in realtà ieri li ho tinti di rosso.
All’improvviso sento due smeraldi che mi guardano, mi giro e il ragazzo mi sorride. E’ davvero bello. Molto, troppo bello. Ha i capelli neri arruffati e il suo ciuffo gli copre un occhio. Le labbra sono carnose, rosse e appena le apre sono accecata dai suoi bianchi denti. Sorrido. Il suo sorriso è davvero contagioso.
Mi bacia sul collo e il mio cuore comincia a perdere colpi. Lui se n’è accorto, mi sorride e mi prende in giro. Io lo spingo, comincio a correre e gli urlo- Vediamo se mi prendi-. Giochiamo come matti.
Il ragazzo moro mi prende dai fianchi, mi butta sull’erba e poco dopo si sdraia vicino a me.
Ci fissiamo. Non so se è più bello l’azzurro del cielo o il verde dei suoi occhi.
- Chi sei?- gli domando senza abbassare lo sguardo. Sta per rispondermi, ma veniamo interrotti da una ragazza che chiama il mio nome. Lei è mora e ha due occhi marroni che trasmettono ingenuità, ma non è sola. Un ragazzo biondo, molto muscoloso e dagli occhi grigi le tiene la mano.
Il ragazzo biondo mi abbraccia e dentro di me sento che lui per me è importante, quasi fosse un fratello per me.
Scopro come si chiamano: Luce e Daniel.
Si amano. Si capisce dai loro sguardi, gesti e sorrisi.
Alla fine mi lasciano sola con il ragazzo dagli occhi verdi. Lui mi bacia sul naso.
- Ancora, non hai risposto alla mia domanda. Chi sei?-
- Lo scoprirai presto Elisabeth-
- Io non mi chiamo Elisabeth-.
Lui sbuffa e sempre col sorriso sulle labbra si alza.
Perché mi ha chiamato Elisabeth? Forse mi ha confuso con un'altra ragazza. E come fanno a conoscermi Daniel e Luce? Io non li conosco.
Il moretto mi tende la mano, l’afferro e mi alzo ritrovandomi a 2 cm di distanza da lui.
Mi sta per baciare, ma scompare da me.
Mille lacrime rigano le mie guance. Piango senza motivo. All’improvviso tutto Buio.
 
Riapro gli occhi e mi ritrovo in camera mia. Era tutto un sogno, di nuovo.


Salve.
Premetto che questa è la mia prima fan fiction e le ho dato il titolo del libro poichè non sapevo che nome darle. Ho letto molte FF e alcune sono davvero belle.
I fatti di questo racconto saranno gli stessi dei libri, ma ci sarannp alcuni cambiamenti per l'aggiunta di un nuovo personaggio. Spero che lo leggiate e recensite.
P.S. Scusate la lunghezza. Rimedierò.

 

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Capitolo 2
*** Perfetti Sconosciuti (Parte 1) ***


CAPITOLO 1
PERFETTI SCONOSCIUTI

Una domanda mi frulla in testa: cosa mi metto? Mia mamma mi aveva detto la sera prima che in questa scuola bisogna vestirsi di nero. Un sorriso compare sulle mie labbra.


Come al solito sono in ritardo.
E’ giunto il momento dei saluti. Mia madre mi abbraccia raccomandandomi di fare la brava; il mio fratellone Adam mi dà una pacca sulla spalla dicendomi- Scarafaggio vedi di non fare strage di cuori- e mio padre, dopo aver dato uno schiaffo a mio fratello, mi abbraccia forte baciandomi in fronte. Guardo un’ultima la mia famiglia e corro dentro la “Sword & Cross School”.

Arrivata nell’atrio della mia nuova scuola un custode dall’ampio torace, guance rosse e un blocco per appunti stretto sotto un bicipite stava dando ordini, quindi, per fortuna, mi sono persa tutta la predica.
- Allora ricordate: pillole, letti e spie- urla il custode ad altri tre studenti. All’improvviso vedo una ragazza mettersi accanto. La guardo bene. Oh cazzo. E’ quella ragazza nel sogno, quella con quegli occhi marroni ingenui.
- Ricordatevi le regole di base, e nessuno si farà male- dice il custode.
Io e l’ultima arrivata c’infiliamo rapide nel gruppo.
- Potrebbe, ehm, potrebbe ripetere?- domanda la moretta al custode – Cos’era, pillole…?-.
- Guarda un po’ cosa ci porta il vento- ribatte ad alta voce la guida guardando noi due. Poi prosegue- Pillole. Se siete studenti in terapia, qui è dove venire a prendere quello che vi serve per drogarvi, restare sani di mente, respirare o quant’altro-.
Comincio a guardarmi intorno e solo ora mi accorgo che vicino a me ci sono due ragazzi e una ragazza. Accanto a Luce c’è una ragazza bionda, carina come le ragazze delle pubblicità e ha le unghie smaltate rosa pastello in tinta.
- Mi chiamo Gabbe- mi dice strascicando le parole. Non sapevo che le barbie le potevo trovare pure in una prigione come la Sword & Cross.
Alla mia destra c’è un ragazzo bruno con i capelli ricci, occhi castani e una spruzzata di lentiggini. Dal modo in cui evita di guardarmi capisco quanto è imbarazzato.
Il ragazzo alla sinistra di Luce è alto, magro, con una borsa da DJ appesa alla spalla, capelli neri arruffati e occhi verdi. Oh merda! Quello è il ragazzo del sogno. Ha pure il tatuaggio di un sole sul collo. La sua pelle è più bianca della mia.
Stranamente si volta verso di me e comincia a fissarmi. Io non abbasso lo sguardo e noto uno strano luccichio nei suoi occhi. Ci stiamo fissando da un bel po’. Le sue labbra, piene e rosee, si aprono in un sorriso.
Il mio cuore sta perdendo colpi.
Sono convinta che quel paio di smeraldi io li abbia già visti non solo nel sogno, ma in un’altra occasione. Sono anche sicura che se avessi visto un ragazzo così bello me lo sarei ricordato.
Quello sguardo è così intenso, disarmante e magnetico. Alla fine distolgo lo sguardo.
Il custode prende uno scatolone con scritto in grandi lettere nere OGGETTI PROIBITI. Punta il dito verso di me e Luce dicendoci- Voi, via la roba vietata e rimanete con me.-
I quattro si avvicinano alla scatola e vedo che i ragazzi cominciare a svuotarsi le tasche. La ragazza bionda ha in mano un coltellino svizzero rosa. Il ragazzo misterioso dagli occhi verdi ha una bomboletta spray e un taglierino. Il ricciolino ha parecchie confezioni di fiammiferi e una piccola bomboletta di gas per accendini. Lucinda dopo aver guardato con tristezza il cellulare lo mette dentro lo scatolone. Mi avvicino e butto due bombolette spray e il mio cellulare.
Todd e la barbie si avviano verso la porta, ma il terzo ragazzo si volta verso la custode.
- Posso informarla io- dice, indicando me.
- Non fa parte degli accordi- risponde la signora (credo). – Sei uno nuovo, adesso: vuol dire che hai le stesse restrizioni dei nuovi. Sei tornato alla via. Se non ti piace, avresti dovuto pensarci prima d’infrangere la promessa.- Lui non smette di guardarmi, mi sorride e uno strano luccichio compare nei suoi occhi.
Il dormitorio degli studenti è un edificio grigio, con porte massicce.
La facciata è ricoperta da muffa nera. Tutte le finestre sono chiuse da file di sbarre. Ma quello in cima al recinto che circonda l’edificio è filo spinato?
- Lucinda Prince è nella stanza 63 e Elisa Smith nella 30. Mettete le borse nel mio uscito insieme a quelle degli altri, per ora. Potrete disfarla nel pomeriggio-.
Mettiamo i nostri bagagli verso tre bauli rossi.
- E cosa diceva di quelle… come le ha chiamate? Spie?- Luce chiede alla custode, già pronta a concludere il giro.
- Spie- ripete indicando una piccola telecamera.
- Cioè praticamente vedete tutto quello che facciamo attraverso delle telecamere? Wow. Siamo come al Grande Fratello.- dico girandomi verso la donna. Luce ride.
Sta per ribattere, ma viene interrotta dall’arrivo di una ragazza bruna, magra che ci agitò le lunghe dita davanti al viso. Dopo un piccolo battibecco, la custode se ne va.
Arianne ci guarda dicendo- Perfetto-, ci prende sotto braccio- Avevo bisogno di schiave nuove. Rossa se mi disubbidisci ti metto in nomination- mi fa l’occhiolino.
All’improvviso il mio sguardo incrocia quello del ragazzo moro. I miei occhi castani e i suoi occhi verdi s’incontrano per la seconda volta e la sensazione di averlo già visto cresce di più.
- Arianne- replica il moretto.
- Cam- replica lei.
Adesso il ragazzo con due smeraldi al posto degli occhi si chiama Cam. Bel nome.
- Lo conosci?- sussurro ad Arianne.
- Non ricordarmelo- mi risponde trascinando me e Luce fuori. – Io voglio stare un po’ da sola. Vi raggiungo dopo- e detto questo ritorno dentro.
Cam è ancora lì con un sorriso sulle labbra. Io faccio finta di non averlo notato, ma sento una mano stringermi il polso.
- Che vuoi?- dico girandomi verso di lui.
- Lo sai che è da maleducati non presentarsi?- mi risponde sorridendo.
Ora lo prendo a schiaffi.
- Non per forza devi sapere chi sono- dico togliendola sua mano dal mio polso.
- La risposta non ti manca- mi guarda intensamente.
- Mai-.
- Liz non cambi mai- afferma sorridendomi e con uno strano luccichio negli occhi. Se ne va lasciandomi sola.
“Non cambi mai” lo ha detto come se avessimo già parlato prima d’ora. Chi è questo ragazzo?
Perché mi ha chiamato Liz? L’unico che mi chiama così è Adam. Io devo scoprire chi è Cam, come fa a conoscermi e perché l’ho sognato. Detto questo mi avvio alla ricerca di Arianne e Luce.

Oi salve ragazze.
Vorrei prima di tutto ringraziarvi per le recensioni. Mi scuso per aver impiegato molto tempo per scrivere questo capitolo, ma non ho avuto molto tempo.
Spero che vi piaccia e che recensite. Mi aspetto almeno 4 ricensioni.

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Capitolo 3
*** Perfetti Sconosciuti (Parte 2) ***


“Non cambi mai” quelle tre dannate parole mi mandavano in confusione. Perché mi aveva detto così? Io e lui non avevamo mai parlato prima d’ora, quindi perché mi aveva detto che non cambio mai? Mah. Quel ragazzo è strano forte.
Dove si sono cacciate Arianne e Luce? Ad un certo punto scorgo due figure su una panchina. Mi avvicino. – Ehi Arianne vi ho cer…. Ma con cosa ti sei tagliata i capelli?-, detto questo Lucinda mi mostra il coltellino svizzero di Gabbe.
- Come mai sei già di ritorno?- mi chiede, con una strana curiosità, la brunetta.
- Perché questa domanda?- la guardo perplessa. Che voleva dire con quella domanda? Qui sono tutti strani.
Una folata di vento mi scombina tutti i capelli e con svogliatezza mi sistemo una ciocca dietro l’orecchio.
- Così. Sono curiosa- risponde guardandomi sorridendo.
- Ma fra quanto incominciano le lezioni?- chiedo per cambiare discorso.
- Tra due ore- risponde Luce guardandomi per la prima volta negli occhi.
- Lezioni. Le odierete in maniera tale da desiderare una via di fuga. Non sareste umane, se no!- ci dice ridendo e sempre continuando- Ti strappano l’anima dal cuore ma lo scoprirete presto. Quante anime seguono ancora le lezioni: tre? Sicuramente si contano sulle punte delle dita-. Ad un certo punto mi accorgo che Arianne ha un braccialetto metallico. Lei capisce cosa sto guardando. – Ah mi sono dimenticata di dirvi una cosa: non frequentate i ragazzi con il braccialetto elettronico. E’ difficile non trovarne però l’attenzione non è mai troppa-.
Alla fine la ragazza col braccialetto, Luce ed io ci dirigiamo in un cortile.
Stavamo ancora parlando, ma all’improvviso lo sguardo di Lucinda si sposta da un’altra parte. Un ragazzo biondo, dagli occhi grigi, vestito di nero con giubbotto di pelle e una sciarpa rossa parla con un ragazzo. Quel ragazzo biondo c’era nel mio sogno. Faccio mente locale. Daniel, si chiama così il biondino. Noto che Luce sta praticamente mangiando Daniel con lo sguardo.
- Daniel Grigori- dice Arianne, forse rivolta a noi.
- Chi?-
- Il ragazzo biondo a cui Luce sta facendo una radiografia si chiama Daniel Grigori. Il ragazzo con cui sta parlando si chiama Roland. Qualunque cosa di cui avete bisogno lui ve la darà-. Osservo meglio Roland. E’ bello, ma non quanto Cameron. Ma perché sto pensando a Cam? Mah.
A un certo punto Daniel si volta verso Luce, le sorride e le alza il dito medio.
- Ma lo sai dove puoi ficcarti quel dito? Maleducato- urlo a Daniel. La moretta mi ringraziò con lo sguardo.
Il biondo mi guarda spiazzato e Roland, invece, mi guarda e sorride. Il suo sorriso bianco contrasta la sua pelle scura. Alla fine mi volto verso Luce e Arianne – Adesso chi avete a lezione? Io Mr. Cole- e loro due con un sorriso rispondono insieme- Anche noi.- Dopo essermi sistemata una mia ciocca ribelle mi unisco a loro per andare a lezione.

Ehi ragazze vi ringrazio per le recensioni. Mi scuso per il mio enorme ritardo, ma la scuola mi occupa molto tempo.. Bhe in questo capitolo Elisa ha notato anche il nostro Roland chissà cosa accadrà. Mah.
Buona lettura.
P.S. Se il capitolo vi è piaciuto recensite ;)

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Capitolo 4
*** Perfetto per essere legato (Parte 1) ***


CAPITOLO 2
PERFETTO PER ESSERE LEGATO

 
 
Sto accora leggendo per la quinta volta il foglietto con l’orario mentre, con nervosismo, giocherellavo con una ciocca di capelli. Da circa 10 minuti Cam non stacca gli occhi da me.
Alla fine mi giro verso di lui- La smetti di fissarmi? Fammi una foto e falla finita.-
- Peccato. Mi sono dimenticato la digitale in camera- mi dice con un sorriso beffardo.
- Lasciami stare.-
- Perché? Mi sto divertendo.-
- Io invece no-
- Io si e anche molto.-
- Allontana il tuo banco dal mio.-
- No.-
- Fanculo- e detto questo mi giro da un’altra parte. Gabbe sta stringendo la mano a una ragazza col piercing alla lingua. Todd sta incidendo sul banco qualcosa di complicato con la penna.
All’improvviso qualcuno mi accarezza il braccio. Mi giro. Cameron è a quattro cm di distanza da me. – Non sai che è da maleducati mandare a quel paese le persone?- mi chiede ironico. – E lo sai che è da maleducati rompere le scatole alle persone?- gli domando con un sorriso bastardo. Sto per aggiustarmi una ciocca, ma Cam prontamente la sistema dietro l’orecchio. Il contatto con la sua pelle mi fa rabbrividire. Lui se ne accorge e mi sorride.
La sua espressione cambia di colpo. I suoi occhi si fanno seri. – Liz ti dovrei lasciar stare , ma non riesco a resisterti- mi confessa rassegnato e subito dopo si volta avanti.  Oddio, si è imbarazzato. Noto che le sue guance si sono colorate di rosso.
“Dovrei lasciarti stare, ma non ci riesco” cosa intende con questo? Perché mi dovrebbe lasciare stare? Questo ragazzo è strano.
Mi accorgo che vicino alla mia sedia c’è un bigliettino e leggendo bene capisco che è per me.
 
   Sei la prima ragazza che fa arrossire Cam.
   Sto già progettando la statua in tuo onore!
 
Mi volto verso Arianne che sorridendo mi strizza l’occhio. E’ strana, ma simpatica.
Guardo Luce che è intenta a pensare, sicuramente, a Daniel. Lei si accorge di me e timidamente mi sorride. Rispondo.
Ad un certo punto sento qualcosa che mi colpisce il piede, un borsellino. Mi abbasso a prenderlo, ma improvvisamente una mano tocca la mia. Alzo lo sguardo e i miei occhi incontrano quelli di Roland. Lui mi sorride. Dopo essersi preso il suo astuccio mi allunga la mano.
- Piacere, Roland Sparks.-
- Elisa Smith.-
- Ma tu sei la ragazza che ha risposto prima a Daniel.-
- Si- accenno un sorriso.
Mi da un bigliettino con scritto il numero 45 dicendomi- Tieni, se hai bisogno di qualcosa chiedi a me.-
- Grazie- e detto ciò la mia attenzione si sposta su Mr Cole che sta distribuendo dei fogli sui banchi. Il prof mi getta un fascio di fogli sul mio banco. Li prendo fra le mani e comincio a leggere. Era tutto il programma scolastico. Io odio storia.
- Ti potrei aiutare in storia, se vuoi- mi dice Cam sorridendomi. – E tu cosa vorresti in cambio?- lo guardo alzando un sopracciglio. –Niente- mi risponde con un sorriso angelico. Ci penso un po’. Forse un aiuto non sarebbe male. – Ok- gli dico sorridendo, - Allora ci vediamo alle 5 all’entrata del cimitero- e detto questo mi giro in avanti per “seguire la lezione”.

Salve.
Vi rigrazio per le recensioni. Mi scuso per il ritardo, ma in questo periodo sono piena d'interrogazioni e compiti. Cercherò di essere più veloce.
Buona lettura^^

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Capitolo 5
*** Perfetto per essere legato (Parte 2) ***


 Tre ore consecutive di storia dovrebbero essere proibite dalla legge. Sto camminando con Luce e Arianne. –Allora?- ci domanda la brunetta.- Mi è venuta la depressione- rispondo intontita. – Perché insegnare una materia così deprimente?- chiede Luce.
- Ragazze io non ho fame e non mi sento molto bene, esco un po’ fuori. Vi raggiungo dopo- dico allontanandomi da loro. Sto camminando, ma vado a sbattere con qualcuno. Alzo lo sguardo: Cam.
- Scusami non ti avevo vista.-
- Questo è il tuo modo per darmi della nana?-
- Bhe….-
- Non sono bassa. Sono 1,70-
- Elisa sei una puffa.-
- Sparati- gli dico andandomene. Mi afferra il polso, mi fa girare verso di lui e mi guarda negli occhi. Sono ipnotizzata dal suo sguardo. Osservo le sue labbra; sono belle: carnose e rosse.  Lui se n’accorge e mi sorride.
- Cam che vuoi?- gli chiedo spazientita.
- Mmmh … Dove stai andando?-
- Fatti miei- e mentre gli dico questo, provo un senso di nausea. Lo guardo negli occhi, lui ha capito che mi sto sentendo male. Mi sfiora la guancia, ma non fa in tempo a dire qualcosa perchè scappo in bagno.
All’improvviso sento un rumore provenire da una grande porta, la apro. Davanti a me la scena che mi si presenta davanti agli occhi, mi fa infuriare: Luce ha il capo chino ed è spora di polpettone e davanti a lei c’è una ragazza, anch’essa infuriata, sporca di cibo.
Mi avvicino a Lucinda, ma la ragazza davanti a lei mi spinge via. Nella mia scuola nessuno mi toccava, mi conoscevano e sapevano i miei scatti d’aggressività.
Non so come e ne quando, ma mi ritrovo con in mano i capelli ossigenati di quella stronza. Ci stiamo ancora picchiando, però una voce alle mie spalle grida- Elisa e Molly finitela!-. Un attimo dopo, qualcuno mi afferra il braccio allontanandomi da quella punk.
- Ragazzi, voi quattro siete in punizione- e detto questo, Randy, si portò via Arianne. Dopo che la custode se ne va, a testa bassa, prendo Luce e mi dirigo in bagno.
Entrate dentro la toilette la moretta si siede vicino a un lavandino, le sorrido e le bagno i capelli. Veniamo interrotta dalla porta che sbatte, mi giro e davanti a me c’è una ragazza vestita di nero, porta gli occhiali e in mano ha uno shampoo.  In silenzio cominciamo a lavare i capelli alla mia amica.
- Come ti chiami?- chiede Luce guardando i pezzi di polpettone che cadevano silenziosamente nel lavandino.
- Pennyweather Van Syckle Lookwood. Potete chiamarmi Penn. Voi?- risponde sorridendo.
- Lucinda Prince.-
- Elisa Smith.-
- Lo so- io e Lu la guardiamo interrogative.
- Amo intrufolarmi negli archivi e leggere i fascicoli degli internati. Me lo permettono essendo l’unica sana di mente, secondo loro- ci dice con uno sguardo angelico.
- Ora che facciamo?- domando sistemandomi una ciocca dietro l’orecchio.
- Andiamo alla prossima lezione.-
- Ho promesso ad Arriane che sarei andata a trovarla. Elisa potremmo andare insieme, vuoi?-
- Mi spiace. Devo ripassare storia con Cam- dico dispiaciuta.
- Tu. Cam. Insieme?- mi chiede Lucinda sgranando gli occhi. Detto in questi termini la cosa è molto incredibile anche per me, d’altro canto prima miglioro e prima me ne vado da questa prigione.
- Dobbiamo solo studiare- dico per giustificarmi. La ragazza dallo sguardo ingenuo continua a guardarmi, ma dopo due minuti sposta lo sguardo verso il vuoto. Abbiamo, finalmente, finito. Luce si mette un maglione di Penn e usciamo dal bagno.
- Ragazze dobbiamo andare a lezione- ci avvisa la ragazza riccia.
- Io vado in camera. Mi fa male la testa- dico allontanandomi. Ho proprio bisogno di un’aspirina, però qui è vietato l’uso di medicinali. Io potrei anche dire che mi serve perché sto male, ma chi mi crederebbe? Nessuno.
Oddio non mi ricordo più il numero della mia stanza. Faccio mente locale e dopo un po’ trovo la soluzione: 30. E con passo svelto mi avvio in camera mia.
Sto svoltando l’angolo, ma mi scontro con qualcuno. Alzo lo sguardo e davanti a me c’è Roland, ha lo sguardo perso. Mi allontano un paio di centimetri da lui.
- Scusami, non ti avevo visto- dico mortificata.
- Neanche io, per cui siamo pari. Che ne pensi?- mi dice sorridendo.
- Penso che tu abbia ragione. Io vado. Ciao- detto questo mi volto dall’altra parta e me ne vado. Una mano mi stringe il polso e vengo sbattuta dolcemente sul muro.
- Vuoi essere la mia protetta al cimitero, domani?- mi sussurra Roland sorridendo. Questo suo sorriso non è come gli altri, è più malizioso.
- Mmmh… Non saprei- rispondo vaga mordendomi il labbro inferiore.
- Pensaci e stasera mi darai la tua risposta.-
- Ro sparisci. Lei sarà la MIA protetta- dice la figura eterea di Cam. I suoi occhi sono di un verde acceso. Si avvicina a me, mi allontana da Sparks e mi avvicina a lui.
- Cameron non ti sembra che sia abbastanza grande da  decidere da sola?- domanda Roland con un sorriso provocatorio.
- Non serve che decida. Non ha niente da decidere. Lei domani starà con me- risponde il ragazzo moro con sguardo arrabbiato.
- Ragazzi basta. Io domani deciderò con chi stare ok? Ho un mal di testa atroce, e voi che fate? Litigate. Io me ne vado. Cam ci vediamo alle 4- e detto questo mi volto e corro in direzione della mia stanza.
Arrivata mi butto sul letto e cado in un sonno profondo.

Ehi Ragazze mi scuso per il gran ritardo, ma la scuola e i vari impegni mi hanno rubato tutto il tempo. Ma ora, grazie alle vacanze, sono riuscita a postare.
Lo sò che questo capitolo fa schifo, ma non sono riuscita a fare di meglio. Prometto che il prossimo sarà decente u.u
Vi ringrazio per le recensioni e spero che anche questo capitolo ne riceva.
Se c'è qualche fan della saga di Harry Potter consiglio di leggere questa FF: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=988852&i=1
Buona lettura.

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Capitolo 6
*** Il buio si avvicina (Parte 1) ***


CAPITOLO 3
Il buio si avvicina

 
 
 

Apro gli occhi pensando di dormire ancora, ma lo spettacolo che ho davanti agli occhi mi fa ricredere.
Dinanzi a me una radura coperta d’erba secca e costellata di salici e sotto ad uno di loro c’è una figura. Avvicinandomi noto che è un ragazzo, moro ed è senza maglietta; si volta e vengo rapita da quegli occhi smeraldi.
Cam mi fissa con un’espressione di paura e, cominciando a tremare, mi urla- NON DOVRESTI ESSERE QUI, VATTENE VIA.- I suoi occhi diventano di un verde scuro. Ho paura, ma quei suoi occhi mi tengono incatenata a lui.
Si allontana da me cominciando a camminare, nervosamente, su e giù.
La mia attenzione è puntata tutta sulle sue ali nere, voglio toccarle ma ho paura che lui si arrabbi più di quanto lo è adesso. Ma non resistendo gli sfioro con la mano la piuma. Cameron si ferma,  chiude gli occhi e sul suo viso si forma un sorriso.
All’improvviso un lampo squarcia il cielo e dietro le spalle di Cam vedo una figura avanzare verso di noi.  Quando il moro, la nota s’irrigidisce e i suoi occhi si spalancano. Ho paura.
Cameron mi prende dalla vita e spalancando le ali spicca il volo. Stranamente anche soffrendo le vertigini mi sento al sicuro con lui, protetta… Però in un attimo mi sento afferrare la caviglia da qualcosa  di viscido e lentamente cado nelle tenebre, con le urla di Cam in sottofondo.
 
Mi risveglio tutta sudata.
Osservo il mio orologio da polso. Oh cazzo, sono le 4 meno 5: ma perché devo sempre fare ritardo?
Esco dalla stanza senza neanche guardarmi allo specchio.
Sto camminando e quando arrivo di fronte a Cameron, noto una cosa: mi sono dimenticata il libro di storia. Sono irrecuperabile…
Appena i suoi occhi si posano su me, un ghigno gli si forma sulle labbra. – Ehi bella addormentata sei in ritardo. Sono le 4 e venti. Mmmh… Hai dimenticato pure il libro- guarda le mie mani vuote, sospira- menomale che IO ci ho pensato.- Sento un rumore allucinante provenire dalla mia testa e con nervosismo mi massaggio le tempie. –Non rompere Cam.- Lui sorride. Ama farmi arrabbiare. – Andiamo in biblioteca.-
La biblioteca si trova in fondo a un lungo corridoio. I muri sono rivestiti di mogano e i soffitti sono alti. Su una parete c'è un camino di mattoni; lampade verdi di foggia antica illuminano lunghi tavoli di legno e le corsie dei libri si stendono a perdita d'occhio. Ho sempre amato la lettura. Secondo me è il libro che sceglie il lettore e non viceversa.
Ci sediamo.
- Tu l’hai portato il libro?- Chiedo giocando con una ciocca di capelli.
- No.-
- E ora come facciamo?-
- Se non abbiamo sbagliato strada, questa è una biblioteca.-
- Da cosa l’hai capito? Dai libri?-
- Ah ah ah. Spiritosa.-
- Tornando seri dobbiamo cercare un libro che parli di “Evitare la rovina dell'umanità”.-
- Ok. Dividiamoci- detto questo ci alziamo e ci dirigiamo in direzioni diverse. Cam va verso la bibliotecaria, mentre io mi dirigo verso una fila di alte finestre.
Sto camminando osservo gli alti scaffali quando vedo un qualcosa davanti a me.


Hola Ragazze.
Mi scuso per l'enorme ritardo, ma è ricominciato il tempo delle interrogazioni e quindi il tempo per scrivere equivale a 0.
Vi ringrazio per le 4 recensioni. Spero che questo capitolo vi piaccia, ma non è granchè poichè non avevo ispirazione, ma non potevo farvi aspettare oltre.
Auguro buona lettura e aspetto molte recensioni.
Eli.

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Capitolo 7
*** Il buio si avvicina (Parte 2) ***


Una strana ombra avanza verso di me; guardo da tutte le parti, ma non c’è nessuno nei paraggi. A mano a mano che quella cosa deforme si avvicina a me rabbrividisco dal freddo. Voglio toccarla, ho una curiosità morbosa, ma al tempo stesso ho paura che sfiorandola mi succeda qualcosa.
All’improvviso mi accorgo che qualcuno mi sta guardando. Odio quando le persone mi fissano, se vogliono gli do una mia foto così mi lasciano in pace. Mi volto e mi scontro con due occhi viola.
- Vuoi per caso una mia foto?- chiedo guardandolo curiosa. Tra tutti quelli che ho conosciuto Daniel  Grigori è il più misterioso. Dal suo sguardo, stranamente essendo una buona osservatrice, non capisco niente. E’ sempre così freddo, ma nel mio sogno era diverso: era tranquillo e felice.
- Hei calma ragazzina.-
- Punto uno: non sono una ragazzina ho 16 anni e mezzo. Punto due: come posso calmarmi se un tipo mi fissa e non mi dice neanche il perché?- Gli dico incrociando le braccia sotto al seno.
Lui mi guarda, ma ad un certo punto scoppia a ridere. Ma per caso ho scritto sulla fronte “GIOCONDA” (?). Che nervoso che è sto tipo. Ha la faccia da prendere a schiaffi, altro che Cameron.
-Elisa eccoti finalmente, ti stavo cercando.- Parli del diavolo e spuntano le corna.  Con passo elegante e felino Cam ci raggiunge.
- Ehy Grigori non sapevo che ci provassi con le nuove arrivate- dice il moro con tono strafottente. Allora si conoscono.
- Cam non sono tutti come te- risponde il biondino con tono duro. C’è aria di rissa, è meglio che intervenga. Afferro il braccio di Cameron e lo trascino via.
- Sei un cretino-  dico con tono arrabbiato appena usciti dalla biblioteca. Ma perché non mi lascia stare? Prima Roland e adesso Daniel.
- Non dirmi che volevi stare ancora lì, a parlare, con Daniel.- Non sarà per caso geloso? Neanche stessimo insieme, ma chi si crede di essere? Grigori è un bel ragazzo, ma a me non piacciono i biondi, non li sopporto.
- E anche se fosse- affermo con un sorrisino.
- Ah si? Bene io me ne vado. Tanto  ti aiuterà Grigori con la storia.- Mi guarda dritto negli occhi, il suo solito color smeraldo è sostituito da una tonalità di verde più scuro. Ho la sensazione che lui è molto arrabbiato.
- Sai una cosa? Non ho bisogno d’aiuto né da Grigori e tanto meno da te- affermo convinta. Mi volto dall’altra parte e me ne vado via.
 
Entro nella mia stanza sbattendo la porta e mi butto sul mio letto.
Quel ragazzo si è montato un po’ troppo la festa con me. Ma come si permette di trattarmi così? Non devo dar conto a lui se parlo con Daniel, o con qualcun altro.
Mi rigiro nel letto, ma sono troppo nervosa. Mi alzo e comincio a disfare i miei bagagli. Sopra alla scrivania, messa vicino alla finestra, ci metto una foto dove ci siamo io e Adam, una dove siamo io e le mie due migliori amiche, Lauren e Taylor, e infine al centro appoggio Lollo, il mio orsacchiotto.
Mi siedo sul freddo pavimento, appoggio la schiena sul muro e chiudo gli occhi. Alla fine questo posto non è poi così brutto, ne ho visti di peggio. Certo, mi manca casa mia. Mi manca il fatto che dopo aver litigato con Adam lui venga, con qualcosa da mangiare, e cominci a farmi il solletico. Mi mancano Lauren e Taylor, il loro modo ti tenermi tranquilla e di far uscire in me la mia parte migliore, quella che a pochi è stata concessa di vedere.
Una lacrima prova a scendere sulle mie guance, ma rapidamente me l’asciugo.
Qualcuno bussa alla porta.
Busso, ma non c’è nessuno. Abbasso lo sguardo e scopro che davanti a me c’è una scatolina; la apro e dentro ci sono cinque fragole, la mia frutta preferita, e un bigliettino. Mentre mangio quei gustosi frutti leggo il foglietto dove ce solamente scritto “Mi spiace”. Pensandoci bene Cam non si abbasserebbe mai a chiedere scusa, ma allora chi sarà stato?
 

Salve gente.
Sono ancora viva... Mi spiace per il mio ENORME ritardo, ma la scuola sta finendo e quindi ci sono le ultime interrogazioni.
Beh questo capitolo non mi piace molto, ma non sapevo cosa scrivere. Diciamo che in questo periodo l'ispirazione è andata. Vi prometto che il prossimo sarà più bello.
Aspetto le vostre recensioni.
Buona lettura.
Baci.
Ely.

P.S. Perdonatemi per gli errori grammaticali, ma ho scritto tutto molto velocemente.

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