No, lui non era il solito ragazzo.

di ilovewrite_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.

 

 

«No, non può essere» continuava a ripetersi il ragazzo, cercando di convincersi.

 

Camminava avanti e indietro, solo nel corridoio.

 

Le porte bianche davanti ad egli riportavano delle targhette dorate, un numero ed una lettera stampati.

 

Dopo qualche minuto una donna uscì dalla porta “7D” e si diresse verso il

ragazzo, che aveva ora la fronte aggrottata e l'espressione indecifrabile; si poteva cogliere solo un frammento di speranza sul suo volto.

 

«Mi dispiace..» disse la donna, dall'aria dispiaciuta.

 

La speranza si era trasformata in dolore, disperazione.

 

E mentre la donna se ne andava, il ragazzo si accasciò a terra, mise la testa fra le ginocchia e scoppiò a piangere, il pianto più doloroso della sua vita.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1

 

Era ancora notte fonda quando Jack si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore e il respiro affannoso.

Aveva di nuovo fatto un incubo, sempre lo stesso da ormai un anno.

Lui, che si ritrovava solo a piangere, le persone gli passavano accanto senza quasi vederlo, come fosse invisibile, nessuno si curava di quel ragazzo che soffriva.

Piangeva e piangeva, ma nulla. Sembrava che nessuno lo volesse aiutare.

Jack decise di cercare di riaddormentarsi, ma dopo vari tentativi, decise di alzarsi e di prepararsi per la scuola. Quella scuola che odiava tanto, dove non aveva amici, nessuno gli parlava e restava solo al tavolo a pranzo, cercando di evitare gli altri studenti, che ridevano e scherzavano, come fossero parte di una grande famiglia.

E durante le lezioni, cercava di non distrarsi dai compagni che lanciavano cose per l'aula, e lo prendevano in giro.

All'inizio non era abituato a una cosa del genere, ci rimaneva male ma poi si era abituato, anzi ormai non gli facevano né caldo né freddo.

Semplicemente non gli interessava.

Ma quel giorno, accade qualcosa di nuovo in quella scuola così noiosa e monotona.

Arrivò a scuola una nuova ragazza, venuta dal New Jersey e si sedette proprio accanto a lui.

Ma ad ogni domanda che la ragazza gli faceva, lui se ne stava zitto e non rispondeva.

E questo continuò per un bel po' di tempo, quasi un mese finché un giorno non si decise di cambiare qualcosa di quella schifosa vita.

«Ehi, ciao.» disse lui quando si sedette per la solita lezione di spagnolo.

«Oh, ma allora parli! Pensavo che il gatto ti avesse mangiato la lingua! Sai che sei stato molto maleducato? Fece lei, con tono sarcastico.

Sorrise. Jack sorrise. Non gli si vedeva l'ombra di un sorriso da molto tempo, ma quella ragazza era magica, e Jack riusciva a sorridere spontaneamente, e pure lui se ne stupì.

«Ehm.. mi dispiace.. scusa per questo noioso mese, in cui non ti ho nemmeno salutata. Cercò di scusarsi lui.

«Oh, fa niente. Sono Jennifer. Vivi da tanto qui, in Pennsylvania?»

«Piacere, Jack. Ci sono nato, in Pennsylvania! Ho sentito dire che vieni dal New Jersey, com'è lì?»

«Mmmh.. niente di particolare. E' un normale stato dell'America.»

«Come mai ti sei trasferita?»

«Mia madre è morta, così mio padre ha deciso di cambiare vita, completamente. Tutto della città in cui abitavamo gli ricordava mia madre. I bar, i ristoranti, i negozi.. persino le persone che ci lavoravano! Così ha cambiato lavoro e anche stato.»

«Oh, mi dispiace..»

«Ormai l'ho superata, anche se a volte ci ripenso e soffro molto.»

«Beh.. meglio cambiare argomento, che ne dici?»

«Già.. fatti i compiti?»

A pranzo, Jennifer invitò Jack al suo tavolo, ma lui non si sarebbe sentito a suo agio, e decise di aspettare un po'.

Si sedette al suo solito tavolo.

Mentre tornava a casa pensò a Jennifer, e qualcosa cambiò nell'incubo di Jack.

Ora, una ragazza tra le persone che se ne andavano senza guardare Jack, si era fermata e illuminata da chissà quale luce, si dirigeva verso di lui.

Ma la sveglia suonò nel momento in cui aprì bocca, e le sue parole furono soffocate.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Jack maledì la sveglia per averlo svegliato da quel.. si poteva chiamare sogno? Oppure incubo era ancora l'appellativo giusto? Non lo sapeva, ma sapeva solo che si stava trasformando in un sogno.

Si alzò dal letto, e camminò trascinando i piedi fino al bagno. Lentamente si spogliò, ed entrò nella doccia fredda.

Per qualche minuto restò assorto nei suoi pensieri, l'acqua che gli scendeva sul viso.

Pensava a Jennifer, e la paura entrò nella sua mente. E se il giorno prima, Jennifer lo avesse preso in giro? Se oggi si sarebbe dimostrata fredda, e antipatica?

Se Jennifer avesse fatto la carina con lui solo per … una scommessa con gli amici?

Erano questi i dubbi che Jack aveva, forse si stava innamorando di quella semplice ragazza, che gli avrebbe cambiato la vita.

Finita la doccia, si vestì e fece colazione: quella mattina non aveva tanta fame, mangiò solo una piccola tazza di cereali, e s'incamminò per andare a scuola.

Era a pochi metri da casa sua, ed era un edificio che non si sarebbe mai chiamato scuola.

Per essere al passo con le case intorno, era stata rinnovata durante l'estate scorsa e più che altro sembrava, da fuori, una grande sala per feste da sballo.

A Jack non piaceva quella scuola, a differenza degli altri. S'intende l'edificio, ovviamente. Quasi a nessuno degli alunni piaceva la scuola!

Era troppo bella per essere una scuola, e Jack le aveva sempre immaginate grigie, brutte e solitarie.

Erano più.. normali.

Comunque, arrivò a scuola, e si sentì subito sollevato quando Jennifer venne verso di lui, e lo salutò.

Almeno aveva la certezza di starle simpatico, e un giorno forse sarebbero diventati più che amici.

Ma per adesso Jack pensava solo a lei come una sua amica, la sua prima amica da quel tragico giorno.. tutti l'avevano lasciato, che razza di amici!

Era ancora un ragazzo sensibile, e una lacrima iniziava a scendergli sulle guance.

Ma non poteva dimostrarsi di nuovo un ragazzo debole, e allontanare tutti di nuovo.

Quello doveva essere l'inizio di una nuova vita.

-

Nei giorni seguenti Jen, ormai lui la chiamava così, e Jack erano diventati amici inseparabili, come fossero migliori amici.

La gente vociferava su una loro presunta relazione, e quando Jen lo venne a sapere, andrò su tutte le furie.

Anche se a Jack non dispiacevano quelle voci. Non gli davano fastidio, forse ci era abituato alle voci su di lui.

Quando Jen venne a casa sua, si arrabbiò: gliele aveva raccontate lui quelle voci che giravano.

«Non ci posso credere! C'è gente che non sa farsi gli affari suoi! Davvero, sono allibita.» sbottò lei.

«Pff.. sono solo dei gran pettegoli invidiosi, ecco cosa sono.» disse Jack.

«Oh, questo è sicuro! Ma non capisco perché non devono farsi mai gli affari loro.. e anche se avessimo una relazione, che problema ci sarebbe?!»

«Oh, non lo so.. forse c'è qualche ragazza che mi desidera.. » Jack cercò di scherzarci sopra.

« Ah! Spiritoso.. ok, lasciamo perdere, lasciamo alla loro invidia. Cosa stavamo facendo? Oh giusto, tira fuori il quaderno, abbiamo tanti compiti da fare.»

Nella sua testa Jack pensava a quanto bella fosse quando si arrabbiava, e solo quel pomeriggio si accorse quanto bene ci stava assieme.. non era male l'idea di una coppia.

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