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Disclaimer:
Castiel e i personaggi di Supernatural non ci appartengono, ma Allison
decisamente SI' così come le trame che derivano dalla visione del telefilm.
Per cui siete pregati di non copiare, le fan fictions si scrivono per liberare
la propria fantasia...non quella degli altri. Buona lettura da
StillAnotherBrokenDream e Robigna88 (Broken_88)
CAPITOLO 2
L'Indiana non era
mai sembrata tanto distante. Il silenzio e la tensione in auto davano la
sensazione che l'abitacolo fosse piccolo piccolo.
Allison pensò che
se avessero continuato a stare zitti sarebbe morta di imbarazzo da lì a poco, ma
nonostante tutto non riusciva ad aprire bocca. Era troppo sorpresa, disorientata
e felice per anche solo pensare a qualcosa da dire. Il suo Cass se ne stava
seduto al sedile del passeggero, silenzioso e pensieroso, bello come ricordava,
anzi di più, ed era ricomparso nel momento stesso in cui lei aveva perso ogni
speranza, in cui aveva deciso di abbandonarsi al suo dolore incurante del fatto
che quello stesso dolore avrebbe finito per ucciderla.
Si era trovata, nel
corso della sua vita in centinaia di situazioni strane, ma mai nessuna era
riuscita a metterla in difficoltà come quella che stava vivendo in quel momento.
I primi mesi dopo la scomparsa di Castiel, era stata solita credere che prima o
poi l'avrebbe ritrovato. Si, Dio l'avrebbe riportato indietro, avrebbe rimesso
insieme i pezzi del suo fedele angelo e lui sarebbe andato stretto nel suo
trench alla sua porta, avrebbe bussato e avrebbero ricominciato da capo, solo
loro due, lontani dalla caccia, lontani dal soprannaturale, lontani da tutto
fuorché il loro amore. E nella sua mente, ogni volta che lui bussava alla sua
porta, lei lo salutava stringendolo forte, le loro lacrime si confondevano
dentro un bacio e tutto ricominciava sulla soglia della porta.
Col passare del
tempo però la speranza era svanita e le lacrime avevano continuato la loro corsa
sulle sue guance rosse di disperazione. E proprio quando l'idea di non rivederlo
mai più si era fatta largo nella sua mente e nel suo cuore, quando la
rassegnazione aveva sostituito le aspettative lui era ricomparso nella sua vita,
ma non nel modo che lei aveva immaginato tante volte.
Non si ricordava
nulla, né di ciò che era, né di chi lei fosse, né di cosa loro erano stati. Non
ricordava il dolore, gli ostacoli, l'amore... Non ricordava la passione, gli
abbracci. Non ricordava niente di niente. Era semplicemente l'uomo con delle
strambe capacità considerato una sorta di messaggero di Dio con la missione di
guarire quante più persone possibili, una moglie straordinariamente ordinaria,
una casa con la staccionata ed il portico ed una marea di illusioni davanti a
sé. Se solo si fosse ricordato quanto era speciale... Allison sospirò e poggiò
il capo sul finestrino senza staccargli gli occhi di dosso. Poteva sembrare
inquietante in qualche modo, ma non gliene importava nulla.
«Allora,» esordì
Dean schiarendosi la voce «Daphne quindi.. è tua moglie.»
Emanuel/Cass
sorrise ed annuì guardandolo per un attimo «Mi ha trovato e si è presa cura di
me.»
«Che vuoi dire?» si
intromise Allison rimettendosi dritta.
Lui girò poco la
testa per guardarla e poi tornò a guardare la strada, fece un grande respiro e
abbassò poco il finestrino «Oh è... una strana storia, potrebbe non piacervi.»
«Credimi, ci
piacerà.» replicò Allison sporgendosi poco per ascoltare meglio.
Cass sospirò e fece
spallucce «Qualche mese fa stava passeggiando sulla riva del fiume e... si è
imbattuta in me mentre vagabondavo bagnato, confuso e completamente... nudo.»
spiegò «Senza alcun ricordo. Ha detto che Dio voleva che lei mi trovasse.»
Allison e Dean si
guardarono per un attimo, poi Dean tornò a guardare la strada davanti a sé. «E
chi ti ha dato il nome Emanuel?»
«Nomi-briosi-per-bambini.com»
rispose prontamente Cass.
Allison non poté
fare a meno di sorridere, e si rese conto che non lo faceva da un sacco di tempo
«Beh, ti sta una meraviglia.» gli disse.
Dean roteò gli
occhi e sospirò «Dev'essere strano non sapere chi sei.»
Castiel sospirò e
piegò gli angoli della bocca in un'espressione riflessiva «È la mia vita. Ed è
una vita piacevole.»
«Si, ma se tu fossi
una specie di... non so... cattivo?»
«Dean!» lo richiamò
Allison.
«È solo una
domanda.» replicò lui guardandola per un attimo.
Emanuel/Cass
sospirò e richiuse il finestrino «Io non mi sento una persona cattiva.»
Non lo sei...
avrebbe voluto urlargli Allison. Ma non lo fece, si spostò indietro sul sedile e
poggiò le spalle allo schienale. Gli occhi le facevano male, la testa le faceva
male... era stanca e confusa. Continuava a ripetere a se stessa che avrebbe
trovato una soluzione per far si che Castiel ricordasse tutto, continuava a
ripetersi che ogni cosa sarebbe andata per il meglio e mentre pensava a come
aiutarlo la stanchezza prese il sopravvento e chiuse gli occhi respirando il
profumo dell'uomo che amava.
Stava per addormentarsi quando il suo cellulare
squillò, era un numero che non conosceva ma sapeva per certo che se non avesse
risposto avrebbero continuato a chiamare. «Pronto.» disse stancamente «Si, sono
io. No, mi dispiace ma non posso aiutarti, no. Sono fuori dai giochi oramai,
triste epilogo di una vita ancor più triste direi. Non mi importa, anzi...
spargi la voce, io sono fuori da quella vita, probabilmente per sempre.»
riattaccò e si massaggiò le tempie chiudendo gli occhi, quando li riaprì Castiel
la stava guardando col sorriso stampato sul viso e lei non poté fare a meno di
ricambiare. Si guardarono per lunghi secondi e poi lui parlò «Il tuo viso mi
sembra così familiare...» le disse «Ci siamo già incontrati?»
Il cuore di Allison prese a battere più forte.
Era possibile che in qualche modo si ricordasse di lei, anche in piccola parte?
Forse il loro amore era più forte di tempo e distanze, più forte di amnesie e
strane situazioni, forse loro erano più forte di tutto. «È
possibile...» gli sussurrò, e poté vedere lo sguardo severo di Dean riflesso
nello specchietto retrovisore. Aveva ragione in fondo, Cass non ricordava nulla
e aggiungere confusione a quella che già albergava nella sua mente non era di
certo la scelta più saggia. «Ma non credo.» si affrettò ad aggiungere, e la sua
voce tremò di incertezza e tristezza.
Lui la guardò
ancora per qualche secondo, poi si rimise dritto e si stiracchiò stendendo in
alto le braccia «Quindi, tuo fratello...»
«Sam.» precisò
Dean.
«Sam,» fece eco
Cass «Qual è la diagnosi?»
Dean strinse più
forte il volante e si schiarì la voce «Beh, non è esattamente...»
«Medica.» concluse
Allison per lui.
Castiel annuì
passandosi la lingua sulle labbra «Non sarà un problema. Posso curare malattie
di origine spirituale.» li informò.
«Spirituale? Okay.»
Dean sospirò e gli rivolse uno sguardo rapido «Vedi, qualcuno gli ha fatto
questo. Un tizio ha incasinato la mente di mio fratello.»
«Sei arrabbiato.»
constatò Castiel «Questo tizio ti ha tradito, era tuo amico?»
«Si.» rispose Dean
dopo averlo guardato a lungo in silenzio, «Ma comunque ora non c'è più.»
«L'hai ucciso?»
chiese l'uomo lì accanto «Ho la sensazione che tu uccida un sacco di persone.»
«Non so se sia
morto.» replicò il maggiore dei Winchester «So solo che la situazione non
potrebbe essere più incasinata. Una volta riuscivo a passare sopra queste cose
sai.. magari mi serviva del tempo, ma ci riuscivo. Quello che Cass ha fatto...
non ci riesco, non so perchè.»
«Dean piantala!»
gli disse Allison dura «Questo non è il momento di parlare di queste cose,
dobbiamo rimanere concentrati.»
«Non importa il perchè.» rispose Emanuel/Cass
ignorando il rimprovero di Allison.
«Importa eccome
invece.» urlò Dean.
«No!» esclamò
l'altro «Non sei una macchina Dean. Sei umano.» rimase in silenzio per qualche
minuto, poi sorrise nella penombra dell'auto «Il nome del tuo amico era Cass? È
uno strano nome.»
Allison e Dean si
guardarono attraverso lo specchietto. La donna scosse il capo e si passò una
mano sul viso. Su una cosa Dean aveva ragione: la situazione non poteva essere
più incasinata.
Il viaggio continuò
in silenzio, Allison riuscì a dormire per una ventina di minuti, sul fare del
mattino. Quando riaprì gli occhi, stanca e spossata, a dosso aveva una vecchia
coperta, la macchina era ferma davanti ad un piccolo negozietto e Dean non
c'era.
Emanuel/Cass invece
era lì, in silenzio si guardava intorno attraverso il finestrino aperto.
Sembrava tranquillo, calmo e aveva tutti i motivi per esserlo. Per quel che
sapeva era semplicemente un tizio straordinario che avrebbe aiutato qualcuno per
poi tornare alla sua vita normale. Ad Allison piaceva vederlo sereno, anche se
inconsapevole. Si schiarì la voce per attirare la sua attenzione e si mise
dritta togliendosi di dosso la coperta «Mi sono addormentata.» sussurrò dicendo
la prima cosa che le veniva in mente.
«Si.» rispose lui
voltandosi per guardarla «Ne avevi bisogno suppongo.»
Allison sorrise e
si legò i capelli «Si. Credo di si. Dov'è Dean?»
«È andato a
comprare del cibo e qualcosa da bere.»
«Il solito Dean.»
commentò lei scendendo dall'auto «Vieni fuori, il viaggio è ancora lungo, devi
sgranchirti le gambe o ti si addormenteranno.»
Lui le sorrise
gentile e scese dall'auto. Allison fece il giro fino al retro dell'auto. Voleva
aprire il portabagagli e prendersi un'aspirina, la testa le faceva ancora male,
nonostante fosse riuscita a riposarsi un po'. Poggiò la mano sull'apertura del
cofano e la ritirò gemendo di dolore. Quell'auto era un vero catorcio e si era
appena tagliata con il ferro vecchio ed appuntito di quello stupido cofano.
Emanuel le fu
subito accanto «Ti sei fatta male? Fammi vedere.» le disse.
«È solo un
graffio.» rispose lei sorridendo.
«Allora perchè i
tuoi occhi sono lucidi?»
Allison scosse il capo. Non avrebbe di certo
pianto per un taglietto, ma Cass aveva ragione, i suoi occhi erano lucidi per
tutta quella storia e perchè anche se era solo un graffio faceva parecchio male
«Perchè fa male anche se è solo un graffio.»
L'uomo annuì
sorridendo appena e le prese la mano stringendola tra le sue. Quante volte
Allison aveva sentito quella sensazione di calore sfiorarla. Aveva sentito
quelle mani su di sé, così come quella bocca, quei capelli tra le sue dita...
Chiuse gli occhi cercando di riprendere il controllo e sentì un lieve calore
invaderla totalmente. La mano smise di farle male e quando riaprì gli occhi il
taglio era guarito, ma la mano di Cass stringeva ancora la sua «Grazie.» gli
sussurrò.
Lui sorrise e piegò
poco la testa di lato «I tuoi occhi...»
«Cosa?»
«Sono bellissimi.»
rispose lui lasciandole la mano.
Lei ricacciò
indietro le lacrime, si schiarì la voce riprendendo il controllo e poi guardò in
direzione di Dean che stava tornando, e non era da solo.
«Merda!»
esclamò.
*****
Emanuel non si era
mai trovato in una situazione strana come quella. Si, di certo si era ritrovato
in una marea di situazioni strambe ma mai quanto quella. Cominciava a credere
che avrebbe fatto meglio a rimanere a casa con sua moglie Daphne. Se aveva
accettato, indipendentemente dal fatto che amava la sensazione che aiutare gli
altri gli dava, l'aveva fatto anche perchè gli occhi di quella... Allison, gli
mettevano una strana forma di positiva inquietudine. Se l'inquietudine poteva
essere positiva. Anche Dean gli dava strane sensazioni, ma diverse da quelle che
gli procurava Allison.
Era come se li
conoscesse ma allo stesso tempo li vedesse per la prima volta. Era bizzarro, non
sapeva spiegarlo e forse nemmeno voleva farlo. Gli era venuto, durante il
viaggio, lo strano presentimento che quei due sapessero molto di più del suo
passato di quanto lui stesso sapesse. C'era qualcosa che non gli stavano
dicendo, l'aveva capito dal modo in cui gli parlavano e dal modo in cui si
parlavano tra di loro e quando aveva stretto la mano di quella bella donna dagli
occhi luminosi aveva... come rivissuto qualcosa.
Scosse il capo
scacciando quei pensieri e si voltò in direzione di Dean. Vicino a lui c'era
un'altra di quelle strane creature che prima aveva visto sul portico di casa sua
rotolare giù per le scale. Dio... aveva il viso orrendo, una specie di buco nero
come l'inferno.
Indietreggiò
impaurito indicandola con un dito «Lei è...»
«Calmati Emanuel,»
gli disse Allison accarezzandogli una spalla «è una di loro ma... è innocua.
Anche se non capisco perchè è qui. Dean...» chiese.
«Non l'ho chiamata
io, l'ho trovata dentro il negozio.» si giustificò lui.
«Allison...» le
disse il demone avvicinandosi a lei «che piacere vederti.» poi si rivolse a
Castiel e gli sorrise «Molto piacere, io sono Meg.»
«Emanuel.» rispose
lui deglutendo a vuoto.
«Sono qui solo per
supporto morale, dopotutto ci conosciamo da una vita.» rispose Meg con tono
sensuale.
Allison rise
nervosamente e si mise tra di loro «Meg, posso parlarti, in privato? Solo due
minuti.»
Meg annuì
continuando a fissare Cass e si spostò seguendo Allison poco distante «Cosa
vuoi?»
«Stai lontana da
lui, non pensarci nemmeno. Non so perchè tu sia qui e non mi piace. Non mi fido
si te, ti detesto e onestamente tutto quello a cui riesco a pensare è di
ficcarti il pugnale su per la gola brutta puttana che non sei altro. Quindi fai
attenzione Meg, o lo farò davvero.» le disse Allison.
Meg annuì appena
trattenendo a stento una risata, poi seguì i movimenti di Allison mentre lei si
allontanava «Non voglio problemi Allison. Fa freddo fuori ed io ho solo bisogno
di amici, per raggiungere i miei scopi. Uccidere Crowley è in cima alla lista.»
«No!» esclamò
Allison tornando indietro «Crowley non è un nostro problema e se tu lo metti
sulle nostre tracce ti giuro che...»
«Si si.. lo so, mi
ucciderai.» rispose lei facendo roteare in aria la mano «Calma tigre, non sono
ancora pronta a scontrarmi con Crowley, terrò un profilo basso.»
«Sarà meglio per
te.» le rispose Allison. Poi raggiunse Emanuel e Dean e salì in auto sorridendo
al suo povero angelo confuso e privo di memoria.
*****
«Questo silenzio mi
mette a... disagio.» esordì Emanuel sospirando. E aveva ragione. Da quando Meg
si era unita a loro il silenzio già terribilmente imbarazzante era aumentato
ancora di più. Pesava come un fardello sulla testa di ognuno di loro, per
ciascuno in modo diverso «C'è qualcosa che dovrei sapere?» chiese ancora.
Meg rise appena
facendo una smorfia col viso «Non saprei..» rispose «Dean?»
Allison roteò gli
occhi massaggiandosi le tempie con le mani e fece un grosso respiro. Quella
stronza di Meg avrebbe rovinato tutto, ne era certa. Perchè Dean non l'aveva
uccisa? Certo... i Winchester ed i demoni donna, erano da sempre pappa e ciccia.
Per quanto lui sostenesse il contrario, si fidava di quella puttana demoniaca ed
Allison proprio non riusciva a capire perchè, dopo tutto quello che avevano
passato con Ruby.
«No!» esclamò Dean
«Niente di niente. È Meg che fa questo effetto, mette a disagio.»
Emanuel si schiarì
la voce guardando per un attimo fuori dal finestrino, poi si voltò poco indietro
«Dev'essere dura per te.» le disse.
Meg gli fece
l'occhiolino e scosse poco il capo «Quella di Dean era una battuta, Emanuel.»
«Oh...» esclamò lui
guardando di nuovo davanti a sé con un lieve sorriso sulle labbra. Sembrava
divertito, se fosse stato in sé non avrebbe riso, avrebbe scosso il capo
sconsolato di fronte all'idiozia di quella squallida battuta intrisa di doppi
sensi. Ma lui non era Cass, non del tutto. «Allison,» le disse girandosi verso
di lei «Stai bene? Sei... molto silenziosa.»
«Si Allison...
sembri molto silenziosa, parla pure, dì quello che pensi.» la provocò Meg.
Allison rise
nervosamente, non poteva ucciderla lì sull'auto, avrebbe turbato Emanuel/Cass e
non voleva farlo. «Dean, ferma la macchina.» gli disse.
«Cosa?» chiese lui
guardando a tratti lei e a tratti la strada «Allison, ti prego.»
«Ferma questa
dannata auto!» urlò lei.
Dean guardò
indietro attraverso lo specchietto retrovisore e fermò l'auto a destra della
strada su quella che sembrava una specie di piazzola di sosta. Fece un grosso
respiro quando Allison scese dall'auto richiudendo lo sportello nervosamente e
guardò Meg e Cass «Rimanete qui e Meg, chiudi quella dannata bocca, o ti giuro
che se deciderà di ucciderti non la fermerò.»
Raggiunse Allison
poco distante dall'auto e si mise le mani in tasca fermandosi a pochi passi da
lei «Allison,» le disse «so che è difficile ma..»
«No!» esclamò lei
scuotendo il capo «Tu non lo sai okay? Non sai niente. E quella stronza...»
«Mi ha salvato la
vita dentro quel negozio Allison, non l'ho chiamata io, me la sono ritrovata lì
e...»
«Avevi il tuo
coltello perchè non l'hai uccisa?» urlò Allison gesticolando.
«Lei non ci
fregherà Allison...» replicò Dean «Non glielo permetterò. Ha bisogno di amici
perchè le danno la caccia e noi abbiamo bisogno di aiuto.»
«Si certo...» disse
Allison ridendo «Perchè l'ultima volta che un demone ha detto di volerci aiutare
è andata alla grande vero? Sei un idiota... voi Winchester e i demoni donna...
avete una sorta di strano legame. È inutile
negarlo, tu ti fidi di lei.»
«Non è vero. Io la
detesto e tu lo sai...» si difese lui «Senti Allison facciamo quello che
dobbiamo per aiutare Sam e poi...» abbassò la voce e le si avvicinò ancora un
po' «poi potrai anche ucciderla se vuoi.»
Allison aprì la
bocca per rispondere qualcosa, ma la richiuse senza proferire parola guardando
Emanuel/Cass raggiungerli piano «Meg ti sta infastidendo?» gli chiese avanzando
verso di lui.
«No. Voglio solo...
solo sapere che succede. Tu sei turbata e siete tutti nervosi. Ditemi che
succede, per favore.»
«Emanuel...»
sussurrò Dean.
«Hai ragione.» si
intromise Allison «Vuoi sapere la verità? Te la dirò. Io ho perso qualcuno
nell'ultimo anno. Una persona che mi era... molto cara. E mi manca da morire.»
lasciò cadere qualche lacrima e si morse il labbro per trattenere i singhiozzi
«E ogni sera quando mi metto a letto io penso «Oh Dio, ti prego non farmi
aprire gli occhi domattina» ma puntualmente mi risveglio e quel dolore mi
strazia il cuore.»
«Questa persona era
un uomo? Tu... tu lo amavi?» chiese Emanuel/Cass.
«Come tu non
immagini nemmeno. E fa male e mi sento in colpa perchè ho passato anni ad
aiutare gente che non conosco neppure e l'unica che avrei voluto salvare non c'è
più ed io non ho saputa aiutarlo.»
Cass si avvicinò a
lei e prese le mani tra le sue «Quest'uomo ti amava?»
«Io non...»
«Si la amava!»
esclamò Dean «Avrebbe dato la vita per lei.» ed in quel momento realizzò che il
dolore di Allison era più grande di quello che lui aveva immaginato. Si sentì in
colpa e si sentì triste.
Castiel annuì e si
inumidì le labbra «Allora devi svegliarti ogni mattina Allison, perchè lui ti
amava e non vorrebbe vederti così. Devi vivere per entrambi ed essere certa che
lui ti guarda, dovunque sia.»
Allison sorrise,
lasciò le sue mani e si asciugò il viso. Si avvicinò e gli baciò piano la
guancia «Grazie.» gli sussurrò «Ma è più difficile di così. Sarà meglio andare
adesso, l'Indiana è ancora lontana.» Tornò in
auto allontanandosi da quelle mani che le facevano bene ma le facevano anche
male. Si passò la mano sul viso asciugando le lacrime ed ignorò Meg chiudendo
gli occhi quando ripartirono in silenzio.
*****
Finalmente
arrivarono a destinazione. Quel viaggio surreale e doloroso sembrava dovesse
durare per sempre, con Cass che ignorava chi era e Meg che sogghignava e
lanciava occhiatacce ad una Allison stanca e triste.
Il suo Castiel non
ricordava nulla del suo passato, anzi del loro passato, che era la cosa
peggiore. Se solo si fosse ricordato di lei. Anzi, magari si fosse ricordato
«solo» di lei! Sarebbe stato perfetto, se ne sarebbero andati via insieme più
lontano che potevano, lasciandosi alle spalle tutto e tutti, per vivere
finalmente la loro vita.
«Che bello
sarebbe se si ricordasse solo di me» pensò Allison guardandolo, mentre Dean
fermava la macchina e scendeva per primo dall'auto.
Lo seguì Cass e
contemporaneamente uscirono anche le due donne.
Si erano fermati su
una specie di collinetta che sovrastava la clinica psichiatrica, un modo meno
cruento di definire un manicomio.
Tutti guardarono in
direzione dell'edificio, ma il primo a parlare fu Emanuel/Cass. «Oh Cielo!»
esclamò quasi fosse un'imprecazione, corrugando la fronte. Gli fece eco l'odiata
Meg. «Dannazione, demoni!»
Dean guardò
attraverso il binocolo e fece una domanda un po' stupida.
«Tutti quanti?»
Allison sollevò un
sopracciglio. Non era forse ovvio che lo fossero tutti? Dalla costernazione sia
di Cass che di Meg, decisamente sì. Dubitava che avrebbero lasciato degli umani
liberi senza impossessarsi di loro. O senza ucciderli. Ma probabilmente il
povero Dean sperava di non dover avere a che fare con decine di puzzolenti
demoni.
«Non ti sfugge
nulle, eh?» commentò Meg acidamente.
«Chiudi il becco,
stronza.» non potè fare a meno di dirle Allison.
Meg invece di
offendersi la guardò con un sorriso. «Come siamo permalose. Non dicevo certo a
te, Allison cara. Oh dimenticavo che tu e Dean ve la siete spassata per qualche
anno. Lo sapevi Emanuel? Dean e Allison se la intendevano. Poi è arrivato un
tizio e la coppia è scoppiata!»
Allison strinse i
pugni, imponendosi di stare calma. Quella troia faceva di tutto per farla
innervosire, per scatenare una sua reazione. Perchè? Voleva morire o voleva
ucciderla? «Meg, chiudi il becco.» intervenne Dean, più interessato a guardare
la frotta di demoni davanti all'entrata piuttosto che alle chiacchiere di Meg
sulla sua storia con Allison.
Emanuel/Cass sembrò
far finta non aver sentito niente e parlò di tutt'altro.
«Quanti di quei
coltelli hai?» domandò rivolgendosi a Dean.
«Solo quello.»
rispose per lui Allison con un sospiro.
Cass la guardò
allarmato. «Scusate, ma allora come facciamo?»
«Già Dean, come
facciamo a friggerli tutti quanti?» domandò cantilenando Meg, sempre pronta a
mettere zizzania, lasciando intendere che c'era dell'altro sotto.
«Non lo so, magari
ti diamo in pasto ai tuoi fratellini demoniaci e noi entriamo, che dici?»
rispose prontamente Allison.
Meg come al solito,
sogghignò. Adorava scatenare la sua rabbia, era furiosa non tanto per la sua
presenza quanto per il fatto che il buon Castiel non si ricordava di lei. Povera
piccola Allison. La compativa e la capiva in fondo, lei quel bell'angioletto se
l'era scopato per anni e ora la guardava come un'estranea.
«Oh povera Ally, è
molto dura per te vero? Vedere e non toccare, sapere e non dire...» cantilenò il
demone.
A quel punto
Allison scattò verso di lei e l'afferrò per un braccio. «Ascolta stronza, ti
conviene tapparti quella bocca solforosa o te ne apro un'altra sotto il mento!»
la minacciò mortalmente seria.
Emanuel/Cass
assistette alla scena scioccato. «Credevo foste amici.» commentò. «Invece mi
sembra di percepire molto rancore tra di voi.»
Allison lasciò il
braccio di Meg e tornò accanto a lui. «Non tutto è come appare, Emanuel.»
sussurrò guardandolo negli occhi.
«Ha ragione,
l'apparenza spesso inganna, Emanuel.» le fece eco Meg, con quella sua solita
espressione strafottente.
Dean sbuffò
spazientito e guardò entrambe le donne. «Okay signore, ora basta.» le ammonì,
poi guardò Emanuel/Cass. «Scusaci un attimo, dobbiamo parlare. Allison, Meg.»
Si allontanarono
insieme, lasciando il guaritore da solo, ad osservare i visi orribili dei
demoni giù a valle.
«Dovete
piantarla...» disse loro Dean in un sussurro «In questo momento Cass è una
specie di bomba ad orologeria. Potrebbe sparire, volare via o chissà cos'altro.
Quindi piantatela di metterlo a disagio.»
Allison scosse il
capo dando un'occhiata ad Emanuel/Cass poco distante «Non sono stata io ad
iniziare, sembra che Meg voglia farsi uccidere oggi.» disse abbassando la voce e
guardando il demone.
Quest'ultimo rise e
annuì gesticolando in aria «Certo, come se uccidermi fosse così facile, ti
sopravvaluti troppo Allison...» le disse sprezzante. Poi guardò Dean facendo un
passo verso di lui «Lui può sconfiggerli schioccando le dita, dovremmo dirgli la
verità.»
«No!» esclamò Dean
«Lui non è in sé... Il suo nome l'hanno trovato un sito di nomi per bambini...
andiamo Meg, non sei così stupida, lui non può aiutarci.»
«Non lo so...»
rispose Meg sospirando e guardando in direzione di Cass «Io ho fiducia nel
piccolo angioletto.»
«Quante munizioni
ed acqua Santa hai Dean?» si intromise Allison «Perchè forse potremmo provare a
combattere e tenerlo fuori.»
«È un suicidio!»
ribattè Meg «Abbiamo una potentissima arma a forma di angelo e dobbiamo usarla,
Emanuel deve sapere.»
«Sapere cosa?»
chiese lui guardandoli.
Allison e Dean si
voltarono in sua direzione e scossero il capo lanciando occhiate fulminee a Meg.
Quella stronza... avrebbero fatto bene ad ucciderla subito.
«Mi sembra di
capire che voi mi conosciate... Ditemi la verità,» disse loro Emanuel/Cass
«posso gestirla.»
«No non puoi!»
esclamò Dean facendo un segno con la mano.
«Noi...» Emanuel/Cass
sospirò e guardò Allison «eravamo amici?»
«Emanuel...»
biascicò la donna.
«Più che amici.»
rispose Meg e per un attimo ad Allison venne voglia di conficcarle il pugnale
dritto nel cuore, senza esitare «Quasi una famiglia.»
Emanuel/Cass guardò
in direzione dei demoni e poi tornò a guardare i suoi strani compagni di viaggio
«Sono... Io sono Cass?» e davanti al silenzio eloquente di tutti sospirò
annuendo «Mi dispiace Dean, non lo sapevo. Io non... non mi ricordo di voi.»
«Non è importante.»
disse Dean «Ma tu puoi sconfiggere quei demoni laggiù solo toccandoli.»
«Dean, non è una
buona idea.» gli disse Allison passandosi la mano sui capelli.
«È l'unica scelta
che abbiamo.» le disse lui guardandola dritto negli occhi.
«Io non... non
ricordo come si fa.» fece sapere loro Emanuel/Cass.
«Oh...» piagnucolò
Meg raggiungendolo «È lì dentro da qualche parte, come andare in bicicletta.»
«Non so fare
nemmeno quello.» rispose lui abbassando gli occhi «Ma... ci proverò.»
«No!» esclamò
Allison raggiungendolo «Non devi se non vuoi.»
«Tu sei un angelo
del Signore!» esclamò Meg dandogli una pacca sulla spalla «Sei come una
potentissima arma nucleare, puoi farlo.» continuò, tenendo ancora la mano sulla
spalla dell'uomo.
Allison era sul
punto di saltarle alla gola, per Meg ogni scusa era buona per stargli accanto,
guardarlo, toccarlo. La odiava, voleva vederla morta, e oltretutto spingeva Cass
ad affrontare quei demoni, quando si vedeva bene che lui non voleva, che ne era
spaventato. Per la miseria, era convinto di essere solo un uomo con un dono
particolare! Invece quella stronza e anche Dean volevano per forza mandarlo in
battaglia.
«Non ascoltarla.»
intervenne Allison mettendosi tra lui e Meg. «Per te è già difficile prendere in
considerazione quello che ti è appena stato detto, non puoi affrontare anche
questo.»
L'uomo la guardò
intensamente negli occhi e lei si sentì sciogliere e allo stesso tempo
avvampare. Castiel era di fronte a lei, era lì! Un moto di felicità e insieme di
paura la fecero tremare. «Dico davvero, non andare.»
«Allison, è la
nostra unica speranza di salvare Sam.» le ricordò Dean.
E la risposta di
Allison fu uno sguardo pieno di risentimento. «Ma sì, mandiamolo in mezzo ai
lupi senza che sappia come difendersi! Tanto è sempre così, no Dean?
Chissenefrega se Castiel muore!»
Il cacciatore alzò
gli occhi al cielo. «Allison per favore possiamo evitare queste discussioni?
Cass è l'unico che può aiutarci e non gli succederà nulla, sono solo quattro
demoni di bassa lega!»
«Allora vai ad
ucciderli da solo, visto che sono solo quattro demoni di bassa lega.» lo sfidò
lei.
Dean la guardò a
bocca aperta, stava difendendo Cass con tutta se stessa, non voleva che andasse
contro quei demoni. Aveva scordato quanto era forte Cass? Per lui quelli erano
davvero mosche insignificanti!
«Molto commovente»
commentò Meg sarcastica «ma ti ricordo che il tempo stringe e prima o poi si
accorgeranno di noi, quindi sarebbe il caso che la smettessi di fare la mamma
apprensiva e lo lasciassi fare il suo lavoro.»
Allison si girò
completamente verso di lei e le puntò il dito contro. «Tu chiudi quella fottuta
bocca infernale, stronza!» inveì con acredine. «Puoi prendere per il culo Dean,
ma non me! Ti odio e vorrei vederti morta quindi non osare intrometterti in cose
che non ti riguardano, hai capito?»
Meg scoppiò a
ridere. «Oh-oh, che leonessa! Allora spiegami come faremo ad entrare lì dentro
con tutti quei demoni di guardia.»
«Non lo so e non mi
interessa.» rispose sincera.
Ecco, l'aveva
detto. Non le interessava andare a salvare Sam, proprio per nulla. Le interessa
già poco prima di ritrovare il suo amore, ora era fuori discussione mettere di
nuovo la sua vita a repentaglio per salvare Sam Winchester.
Poteva arrivare Crowley in qualunque momento, o chissà chi altro. Magari quei
fottuti leviatani. No, Cass lì non ci andava.
«Allison, devo
andare.»
Le mani di Emanuel/Cass
si poggiarono sulle spalle di Allison e lei si voltò verso di lui con gli occhi
pieni di lacrime.
«No, per favore no.
Non sappiamo chi o cosa c'è lì dentro. Magari Sam non è più lì. Ti prego...»
Era terrorizzata
all'idea di perderlo di nuovo. Non le importava che stesse con quella donna o
che non ricordasse nulla, l'importante era che fosse vivo e stesse bene. A Dean
e Meg non importava nulla di lui, ma per lei era tutta la vita. Vederlo morire
di nuovo l'avrebbe uccisa sul serio questa volta.
«Io non so chi sono
o cosa sono, ma se posso aiutare quel ragazzo lì dentro, devo farlo. Dicono che
io posso ucciderli e mi sembrano molto seri, forse posso davvero darvi una
mano.»
Ma Allison scosse
il capo mentre alcune lacrime scendevano rapide dai suoi occhi. «A loro non
importa se vivi o muori» disse con amarezza. «A me sì e anche tanto e...non puoi
andare lì, non sai cosa fare e loro se ne accorgeranno e ti prenderanno. Non
aspettano altro!» poi allungò una mano e gli accarezzò la fronte con la punta
delle dita spostandogli un piccolo ciuffo di capelli. «Ti prego, non andare.»
Emanuel/Castiel
sentiva l'anima di quella donna vibrare di paura e amore, perchè le importava
così tanto di lui? Cosa significava per lei? Era lui l'uomo che lei amava e che
aveva detto essere morto?
L'angelo senza
memoria le sorrise e accarezzandole una guancia ne asciugò una lacrima. «Io
aiuto le persone» le ricordò. «Non so se diciate il vero o se mi state solo
prendendo in giro, ma se fossi davvero...un angelo, a maggior ragione dovrei
farlo. Non sono le creature più buone per antonomasia?»
Allison stava per
rispondere, quando Meg si intromise nuovamente. «Oh non sempre, ci sono stati
dei veri stronzi nella tua specie, e presumo ce ne siano ancora. Anche tu sei
stato molto stronzo, in certe occasioni... ma quando ti torneranno i ricordi lo
vedrai tu stesso.» commentò ridacchiando.
Questo era davvero
troppo per Allison che con uno scatto le tirò un pugno in pieno viso. Il demone
indietreggiò sorpresa mentre perdeva sangue dal naso.
«Ti avevo avvertita
stronza, ora hai davvero superato ogni limite.» le disse Allison a denti
stretti, restando coi pugni a mezz'aria. Meg guardò Dean che scrollò le spalle,
disinteressato a quel litigio tra donne. Aveva altro a cui pensare e se prendere
a pugni Meg fosse servito a calmarla, beh poteva usarla come punch ball tutta la
notte.
«Basta violenza
Allison!» l'ammonì Emanuel/Cass. «Sento molta rabbia dentro di te e immagino che
uccidere questa creatura non sarebbe un problema per te, ma la rabbia ti consuma
dentro, non lasciarglielo fare.»
I due si guardarono
per un lungo istante, poi Allison abbassò le braccia e l'uomo riprese a parlare.
«Se nel passato mi sono comportato in modo scorretto o se ho fatto del male a
qualcuno, voglio saperlo. E se per saperlo devo affrontare quelle creature
orribili...lo farò. Voi lo fate quotidianamente, vero? Eppure siete essere
umani. Se sono un angelo, non mi succederà nulla.»
Allison capì che
non avrebbe cambiato idea. Era tipico di Cass in fondo, quando decideva una cosa
era quella, punto. Ma non lo avrebbe lasciato andare da solo.
«Allora verrò con
te.» gli disse risoluta.
«Allison...» si
fece subito avanti Dean, ma lei lo bloccò alzando una mano.
«Dean, non sono
affari tuoi. Ho deciso di andarci e lo farò, non intrometterti.» lo mise in
guardia lanciandogli un'unica occhiata severa.
«Ti farai ammazzare
Ally, perchè sei così testarda?» la rimbrottò lui innervosito.
La donna fece un
mezzo sorriso. «Tu non puoi capire Dean, non hai mai capito e forse non capirai
mai. Io vado con lui.»
Dean non poteva
capire perchè non aveva mai amato davvero, nemmeno lei. Allison non aveva mai
smesso di amare Castiel, anche quando lo credeva morto e ora che lo aveva
ritrovato non era nemmeno da prendere in considerazione l'idea di mandarlo da
solo in battaglia. Se doveva morire, l'avrebbe fatto accanto a lui.
«Forse non sarò in
grado di proteggerti,» disse l'angelo, incerto. «fino a questa mattina pensavo
di essere solo un uomo.»
L'espressione sul
suo viso ricordò ad Allison il vecchio Castiel; quel misto di apprensione e
dolcezza che le faceva battere il cuore. Sorrise prendendogli una mano. «Mi
difenderò da sola» poi guardò Dean «e col tuo pugnale.» disse al cacciatore
tendendo una mano verso di lui.
L'interessato
sbuffò ma dopo alcuni secondi infilò la mano nella giacca e ne estrasse il
pugnale di Ruby. «Tieni, e non perderlo.»
Allison annuì
facendo un grosso respiro e insieme a Castiel si avviò verso l'ospedale
psichiatrico scendendo dalla collinetta sulla quale si erano fermati.
L'angelo si sentiva
disorientato, confuso, probabilmente stava andando incontro a morte certa, ma
sapere che quella donna bella e forte gli era accanto, gli dava forza e
conforto. Si sentiva in colpa verso Daphne, era stata lei a prendersi cura di
lui in quei mesi, a non farlo sentire solo un povero pazzo senza passato né
futuro, ma in fondo all'anima sentiva di avere un legame con Allison, e non solo
per le reazioni della giovane, ma per qualcosa che sentiva ogni volta che la
guardava o che sentiva la sua voce. «Allison» la fermò prendendola dolcemente
per un polso e quando lei lo guardò il suo sguardo fiero e dolce gli fece
battere il cuore più forte. «Prima di affrontare quei mostri, devo farti
domanda.»
Lei annuì. «Certo,
dimmi.»
L'uomo inspirò a
fondo prima di parlare di nuovo. «Sono io l'uomo a cui eri legata? L'uomo che
amavi e che è...morto? Anzi, a questo punto che credevi morto?» le chiese quasi
in un sussurro, fissandola negli occhi.
Allison trattenne a
stento un singhiozzo e annuì, col mento che le tremava.
«Sì.» ammise con
voce tremante. «Sì sei tu l'uomo che amavo e che credevo di aver perduto per
sempre. Invece sei vivo e...ho paura che possa accaderti di nuovo qualcosa.»
Lui chiuse un
attimo gli occhi e sospirò. «Mi dispiace, io non mi ricordo di te» le disse
tristemente, guardandola negli occhi. «Ma sento il tuo amore e vorrei tanto,
tanto ricordare.»
Allison iniziò a
piangere lentamente, si avvicinò di più a Cass e gli prese la mano
stringendogliela. «Non importa, non è colpa tua. Io vorrei solo andare via da
qui insieme a te e ricominciare a vivere. Io ti amo e non mi importa se non
ricordi di me, mi farei conoscere di nuovo da te e... magari mi ameresti di
nuovo e finalmente potremmo riprendere da dove ci hanno interrotti e...»
Ma non riuscì a
finire quello che voleva dire, perchè lui si liberò dalla sua stretta, e
prendendola per le braccia la attirò a sé e poggiò la bocca sulla sua.
Il corpo di Allison
si irrigidì di stupore. Quelle labbra... quel sapore dolce e quella morbidezza
la riportarono indietro nel tempo a quando quei baci non erano mai abbastanza, a
quando a baciarla era il Cass pieno dei ricordi di loro. Un brivido la percorse
da capo a piedi e si strinse a lui accarezzandogli le labbra con la punta della
lingua.
Non le importava
davvero di niente che non fosse lui e l'avrebbe amato disperatamente per tutta
la vita, anche senza memoria e con quell'aspetto ingenuo di chi sa poche cose di
se stesso. Perchè era il suo Cass, ed era tutto quello che voleva.
Castiel la strinse
ancora di più, chiuso in emozioni che non ricordava, ma che lo rendevano felice.
Serrò ancora di più gli occhi e qualcosa passò nella sua mente come un flash,
costringendolo a staccarsi da lei.
«Cosa c'è?» gli
chiese lei accarezzandogli una guancia, con le labbra ancora arrossate, gli
occhi umidi di lacrime e il cuore che batteva all'impazzata.
«Niente...» rispose
lui «Sarà meglio andare.»
Allison annuì
allontanandosi poco da lui, diede una rapida occhiata alla cima della collina e
potè vedere il lieve sorriso di Dean contrapporsi all'espressione scocciata di
Meg. Prima o poi l'avrebbe uccisa quella stronza demoniaca, ne era certa. Solo
non in quel momento.
Seguì Castiel lungo
il tratto di strada che li separava dai demoni e afferrò il pugnale sistemandosi
in posizione d'attacco.
«Tu...» borbottò
uno di loro guardando Castiel «Tu sei morto.»
«Si!» esclamò lui
guardandolo disorientato «L'ho sentito.» gli poggiò una mano sulla fronte e
mentre una luce abbagliante si sprigionava dal corpo del demone, i ricordi si
fecero vivi nella sua mente. Il suo arrivo sulla terra, l'incontro con in
Winchester, l'incontro con Allison. La rivide vestita di rosso, come la prima
volta che l'aveva vista. Bella e proibita.
Ad ogni demone che
uccideva i ricordi aumentavano e mentre Allison si batteva dietro di lui potè
vedere anche i suoi sbagli, i loro errori. Sentì il dolore dei loro addii, la
gioia del loro ritrovarsi, il calore della sua pelle sotto le mani, le loro
lingue unite mai sazie l'una dell'altra. E poi il momento in cui se ne era
andato. Il momento in cui aveva chiesto fiducia e tutti, persino lei gli avevano
voltato le spalle.
La porta aperta sul
purgatorio dopo aver fatto crollare il muro nella mente di Sam, Balthazar ucciso
dal suo pugnale, le lacrime di Allison e la sua rabbia quando i leviatani
avevano preso il sopravvento. L'aveva inseguito fino a quel lago, sentiva la sua
voce chiamarlo.... e poi più niente.
Uccise l'ultimo
demone e si fermò. Si voltò verso di lei. Era viva e non aveva un graffio, ma
era affaticata e in attesa. Piegò poco il capo e poi guardò Dean e Meg
raggiungerli.
«Cass...» sussurrò
Allison.
«Io mi ricordo di
voi.» rispose lui «Mi ricordo tutto quanto.» si voltò e si allontanò da loro.
*****
«Cass! Fermati.»
Allison e Dean gli andarono dietro. Risalirono la collina e si fermarono davanti
all'auto in cima.
«Io e te...» disse
lui guardandola «Io e voi non ci siamo lasciati nel migliore dei modi.»
«Cass ti prego...»
sussurrò Allison avvicinandosi.
«No!» esclamò lui
«Tutto questo è colpa mia. Lo capisci o no? Ho fatto delle pazzie e nessuno di
voi è stato in grado di fermarmi. E quando vi avevo chiesto aiuto, mi avete
voltato le spalle.»
«Noi abbiamo
provato a fermarti.» si intromise Dean «Ma come diavolo avremmo dovuto fare eh?
Sei un angelo ed eri posseduto da creature talmente potenti che neppure tu
stesso riuscivi a controllare. Cosa cazzo avremmo dovuto fare?»
Castiel si portò le
mani ai capelli «Tutto questo è colpa mia... Perchè anche tu mi hai voltato le
spalle Allison? Se almeno tu mi avessi dato fiducia fin dall'inizio, io non
avrei... fatto tutto quello che ho fatto. L'ho fatto perchè mi sono sentito solo
e abbandonato.» le disse «Tu, fra tutti... mi hai voltato le spalle.»
«Piantala!» gli
urlò Dean «Lei non ha fatto niente. Non riversare le tue colpe su di lei.»
«Voglio che tu te
ne vada...» disse lui ad Allison ignorando Dean «Io non voglio vederti, tu mi
fai provare rabbia. Aiuterò Sam e dopo non voglio avere più niente a che fare
con voi, sopratutto con te.» le disse ancora.
«Cosa?» chiese
Allison in un sussurro «Cass ti prego.» lasciò scorrere le lacrime copiose sul
suo viso e sospirò scuotendo il capo. Si avvicinò poco e provò ad accarezzargli
la guancia, ma lui si scansò guardando altrove «Cass... io ti amo.»
«Vattene!» esclamò
lui con la voce spezzata dal pianto.
«Castiel!» lo
rimproverò Dean «Ma che diavolo ti prende? Non puoi parlare sul serio.»
«Non importa...»
sussurrò Allison indietreggiando «Se lui non mi vuole qui io me ne andrò.»
singhiozzò aprendo lo sportello dell'auto e afferrò qualcosa dentro il suo
borsone. Lo raggiunse e tese le mani verso di lui «Mi basta sapere che stai
bene. Fai attenzione ti prego... e perdonami se puoi.»
Castiel guardò il
trench logoro stretto tra le piccole mani della donna. La amava... Dio quanto la
amava e vederla tremare scossa dai singhiozzi gli faceva male come nient'altro.
Prese il trench senza guardarla negli occhi e la sentì piangere più forte mentre
si allontanava afferrando il suo borsone dentro l'auto.
Solo quando fu
sicuro che lei non potesse più sentirlo alzò gli occhi e guardò la sua sagoma in
lontananza. Non la incolpava così tanto come aveva detto, ma farle credere che
la odiasse era l'unico modo per mandarla via, per saperla al sicuro.
«Cass... perchè
l'hai fatto? Te ne pentirai.» gli sussurrò Dean guardandolo.
«Io e lei non siamo
fatti per stare insieme, è meglio così Dean.» si rimise il suo trench e senza
guardarlo raggiunse l'ospedale.
Davanti alla porta
concordarono un piano tanto veloce quanto semplice. Cass, ora di nuovo in
possesso della sua memoria e del controllo di tutti i suoi poteri sarebbe
entrato dentro, avrebbe preso Sam e avrebbe ricostruito il muro dentro la sua
testa... Dean e Meg lo avrebbero aspettato in una camera così da rimanere
nascosti.
Castiel percorse un
lungo corridoio guardandosi intorno. Il trench era sporco dentro quel tessuto si
sentiva a suo agio. Ripensò ad Allison, a quelle mani piccole che lo tenevano
stretto scosse dai singhiozzi, a quanto avrebbe voluto dirle che la amava e
invece l'aveva mandata via. Chissà... magari dopo aver aiutato Sam avrebbe
potuto raggiungerla e stare con lei, per sempre. Non aveva mai voluto altro da
quando la conosceva. Lei era tutta la sua vita e sarebbe stato felice se lo
fosse stato per sempre. La sua bella e proibita tentazione, dalla quale non
aveva mai saputo stare lontano.
Trovò Sam in una
stanza in fondo, aveva un bavaglio a coprirgli la bocca ed un demone lo
torturava con l'elettroshock... Cosa gli aveva fatto? Prese il demone per i
capelli e lo uccise poggiandogli la mano sulla bocca così da impedire che
volasse via in una nube di fumo nero come la pece. Poi lasciò cadere il corpo in
terra e spense quel maledetto attrezzo che ancora torturava Sam.
Gli tolse il
bavaglio dalla bocca e ogni elettrodo dal corpo, dal viso «Sam... Mi dispiace
per quello che ti ho fatto.» gli sussurrò «Adesso rimetterò le cose a posto.»
gli poggiò due dita sulla fronte per rimettere insieme i pezzi e solo allora si
accorse che non c'era nulla da rimettere insieme. Il muro si era sgretolato, il
caos regnava sovrano e non c'era niente che lui potesse fare.
Il giovane
Winchester lo guardò spaventato mugugnando qualcosa di incomprensibile, poi si
lasciò andare sul cuscino esausto.
Castiel volò con
lui fino alla stanza dove trovò solo Dean ad aspettarli. Poggiò il corpo di Sam
sul letto e il maggiore dei Winchester raggiunse il fratello con occhi carichi
di speranza. «Allora?» chiese.
Castiel sospirò e
raggiunse la parete vicino alla porta. Vi si poggiò contro e scosse il capo «Non
c'è niente che io possa fare per lui. Il muro si è sgretolato.»
«Che vuol dire?»
chiese Dean raggiungendolo.
«Il cervello di Sam
è andato, in milioni di piccoli pezzetto. Non è un problema che posso
aggiustare, mi dispiace.» rispose lui guardando Sam. Poi i suoi occhi si
spalancarono come in seguito ad un'illuminazione «Ma forse posso deviarlo.»
«Deviarlo?» chiese
Dean guardandolo mentre si avvicinava a Sam.
Cass si mise a
sedere sul letto e si alzò la manica destra del trench «Si, deviarlo.
È meglio così, starò bene. Devi prenderti
cura di Allison, lei non deve essere sola.»
«Cosa?» chiese Dean
«Cass, cosa vuoi fare?»
«Me la caverò.» e
così dicendo poggiò la mano sulla fronte di Sam. Venature rosse si irradiarono
dal capo di Sam e percorsero il braccio di Cass per intero, poi il viso ed i
suoi occhi diventarono rosso sangue. Sam aprì gli occhi con un urlò soffocato e
si mise a sedere sul letto.
«Sam!» urlò Dean
raggiungendolo.
«Dean...» rispose
lui confuso, poi guardò Castiel che si alzava ed indietreggiava «Castiel... Sei
proprio tu?»
Ma Castiel non
rispose, si appiattì al muro e tutto quello che riuscì a vedere fu il viso di
Lucifero, suo fratello, trasformato da una risata malvagia. Ed il pianto di
Allison gli riecheggiò nelle orecchie.
*****
«Mi dica signorina
Masters, perchè vuole lavorare qui?» chiese il dottore.
«Voglio aiutare la
gente dottore, voglio fare sentire queste persone normali.» rispose lei «Credo
che il mio curriculum sia ottimo.»
«Lo è...» rispose
il dottore sorridendo. Poi tese la mano fino a stringere quella della donna e
annuì «Benvenuta tra di noi.»
Meg rise e poi
lasciò l'ufficio del dottore e raggiunse la stanza di Castiel. Lui se ne stava
seduto sul letto, fissava un punto vuoto della stanza, disorientato e piccolo
come non era mai apparso.
«Non preoccuparti
angioletto, veglierò su di te.» gli disse prendendo una sedia e sedendosi di
fronte a lui.
Lui scosse
impercettibilmente il capo e chiuse gli occhi. Lucifero non faceva che prenderlo
in giro, ricordargli i suoi errori, promettergli che quello era solo l'inizio.
Non avrebbe resistito a lungo, sarebbe impazzito davvero o si sarebbe ucciso. Si
era amaramente pentito di averla mandata via.
«Allison, dove sei?
Aiutami ti prego.» sussurrò triste.
Meg corrugò la
fronte e sospirò scuotendo il capo «Mi
dispiace Clarence... dovrai accontentarti di me.»
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