Almost Easy

di RedGretch92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Almost Easy ***
Capitolo 2: *** We all need the person who can be true to you ***
Capitolo 3: *** A little piece of heaven ***
Capitolo 4: *** Welcome to the family ***
Capitolo 5: *** Photograph ***
Capitolo 6: *** Moonlight Shadow ***
Capitolo 7: *** End of summer ***
Capitolo 8: *** Scream ***
Capitolo 9: *** Cheated on me ***
Capitolo 10: *** Dark side ***
Capitolo 11: *** Broken pieces ***
Capitolo 12: *** Seize the day ***
Capitolo 13: *** My Medicine ***
Capitolo 14: *** Afterlife ***
Capitolo 15: *** Morning after dark ***
Capitolo 16: *** Here I am, once again ***
Capitolo 17: *** Let's have a wedding, have a wedding! ***
Capitolo 18: *** Wind of change ***
Capitolo 19: *** For the first time ***
Capitolo 20: *** Come back again, it's almost easy ***



Capitolo 1
*** Almost Easy ***


Ormai ho perso il numero dei festival ai quali ho partecipato nel corso della mia carriera, ma ognuno aveva sempre qualcosa di diverso rispetto agli altri. La sensazione che ogni volta che si sale su un palco diverso, di vedere persone diverse ogni volta sia davanti che dietro il palco mi dava un non so che di carica che mi permetteva di dare il meglio di me sul palco. Mancano pochi minuti per suonare. Uscii dal bagno dopo aver sistemato per la millesima volta il mio classico crestolone alla mohicana quando nel camerino non c’era più nessuno, come al solito si erano dimenticati di me. Presi il basso e iniziai a correre per il backstage, poi mi fermai perché non avevo più un briciolo di ossigeno che mi scorreva nel corpo. Troppe birre prima di salire sul palco, lo dico sempre di non esagerare, ma che ci posso fare, essere circondato da un ubriacone come Gates è difficile non cedere alla tentazione. Mi fermai davanti ad una ragazza, una bellissima ragazza a mio parere. Capelli rossi, occhi di un nocciola splendente molto ben truccati, top rosso (o almeno così sembrava, per me era solo un pezzettino di stoffa rossa sul suo corpo suntuoso) e pantaloni di pelle nera che evidenziavano le sue gambe da atleta, ma erano pur sempre delle belle gambe. “Gli Avenged Sevenfold sono sul palco?!” chiesi ancora affannato. Mi sentii fottutamente in imbarazzo, presentarmi così davanti ad una ragazza non è proprio il massimo della cosa. “Si, li hanno appena chiamati” mi rispose un po’ ridacchiando. Ma porca puttana faccio così pena?? “Cazzo si scordano sempre di svegliarmi. Eppure sono il loro bassista, porca troia” bofonchiai incazzato mentre salivo la scaletta, dimenticando anche le buone maniere. Se la rivedo in giro, almeno una birra per le scuse gliela devo offrire. Incrociai lo sguardo prima di Zacky e poi quello di Gates, che quando sale sul palco sembra tutt’altro che ubriaco “Ben svegliata, piccola principessa” mi disse all’orecchio visto che la folla era già in delirio anche se non avevamo messo le dita sugli strumenti “Te la ficchi nel culo la principessa. Giuro che prima o poi ti ammazzo” risposi bruscamente, ma con lui le buone maniere non esistono nemmeno da sobrio. “Ehi, basta. Si comincia” Matt. Poche parole ma sempre efficienti. Iniziammo a fare quello che io e gli altri Avenged sappiamo far meglio: fare musica con i miei migliori amici e mandare in delirio tutte le persone che erano lì per vederci. A me basta questo per essere felice. Poco dopo (sarà passato tipo un’oretta, quando si fa musica si perde ogni cognizione del tempo) tornammo nel backstage, meno ubriachi ma molto più sudati di prima. Firmammo un paio di autografi e ci scattarono qualche foto quando pian piano si avvicinò la ragazza di prima. Cazzo se era bella. Si avvicinò con disinvoltura e disse “Wow, complimenti, siete stati fantastici!” “Grazie. Tu saresti …?!” disse Matt, con uno di quei sorrisoni che se fosse capace, metterebbe incinta qualsiasi ragazza sulla faccia della Terra. “Gretchen … Sono una cantante, mi esibisco tra un paio d’ore” e ricambiò il sorriso. Wow, che sorriso. Dopo essersi presentata agli altri, si avvicino a me e con lo stesso sorriso di prima disse “Ci siamo incontrati prima in fretta e furia, non abbiamo avuto occasione di presentarci … Io sono Gretchen, molto piacere” “Io sono Johnny”  riposi, abbozzando un sorriso per nascondere il grande imbarazzo. “Ti chiedo scusa per prima, sono stato un maleducato … Ti va una birra con noi in camerino, o devi salire sul palco?” “Ho ancora un paio d’ore prima di esibirmi, un paio di birre non si rifiutano mai” Bene, mi sono parato il culo per un pelo.
Neanche un’ora dopo aver fatto le doverose presentazioni, io e Gretchen eravamo da soli in camerino. Gates e Zacky erano andati in giro alla ricerca di altro da bere e Matt era alla scoperta di qualche bella groupie che potesse rimpiazzare quel poco che restava di sua moglie, che da un po’ di tempo a questa parte non faceva altro che rimanere in casa e si rifiutava di andare in giro con suo marito “e i suoi fottuti migliori amici mezzi ubriaconi”. Ormai Val era diventata un peso non solo per noi che la conoscevamo da sempre, ma soprattutto per Matt. Mi alzai dal divanetto in pelle per prendere le ultime due birre rimaste e ne porsi una a Gretchen. Italianissima ma dal sangue nordamericano (metà californiana, metà canadese), lì seduta con le gambe appoggiate allo schienale era una visione meravigliosa ai miei occhi. “Sai, ti ho visto durante la performance dal backstage … Certo che ci date davvero dentro!! Per essere la prima volta che vi ho sentiti è stato uno sballo!!” “La prima volta? Ah, e qui hai commesso un gravissimo errore, mia cara” dissi avvicinandomi a lei. La birra sta facendo il suo corso, era lei che agiva al posto mio “Beh, se è proprio così grave questo mio peccato, potresti sempre darmi qualche informazione sulla band … O meglio, su di te, per ora …” “Ok, se è proprio questo che vuoi, iniziamo da questo …” E la baciai. Dalle sue labbra scesi verso il collo, poi la spalla “Per me sei il più figo e il più bravo del gruppo” mi sussurrò all’orecchio ansimante. Io figo? Bel lavoro, birra. “Saresti la prima, o almeno una delle poche … Mi trovano tutti basso e inutile, buffo quello sì, ma non figo” sussurrai senza fermarmi, con la sensazione che sta arrivando un’erezione “A me invece piaci, e molto” “Allora meriti un premio per questo” Ritrovai le sue labbra e ripresi a baciarla con molta più foga e passione di prima. Con tutto quell’alcool che circolava nel nostro sangue, saltammo i preliminari senza alcun problema e arrivammo all’orgasmo in pochi minuti. Grande musica e del fantastico sesso con una persona meravigliosa. A me basta poco per essere felice.

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Capitolo 2
*** We all need the person who can be true to you ***


Se fosse per me, passerei il resto della mia vita in giro per il mondo a suonare nei festival, è sempre troppo poco partecipare soltanto una volta ogni tanto durante i tour. Ma una delle cose più belle del partecipare ai festival è quando conosci altri musicisti che fino a poco tempo prima erano sconosciuti per poi ritrovarli in un altro festival ed essere diventati amici. È così che noi musicisti diventiamo amici gli uni degli altri. E ovviamente quando ci si ritrova con gli amici ci ritroviamo a fare più casino nel backstage che sul palco, nonostante le migliaia di fan che vengono a vederci. In questo festival, però, ero sicura di poter trovare qualcuno che mi rendesse particolarmente felice. Lui. Johnny. Ci eravamo conosciuti un po’ per caso circa un paio di mesi fa proprio durante un festival, e siamo finiti per fare del sanissimo e fantastico sesso nemmeno un paio d’ore dopo esserci presentati anche grazie agli ettolitri di birra che abbiamo digerito insieme agli altri membri degli Avenged Sevenfold, loro dopo e io prima di salire sul palco. Da quel giorno non abbiamo fatto altro che tenerci sempre in contatto, nonostante l’enorme distanza che ci divideva: aneddoti dai backstage, cose curiose che capitavano sul palco, figure di merda di qualche fan, e qualche “non vedo l’ora di rivederti” da parte di entrambi. Finalmente l’attesa era finita, e fortuna volle che avrebbero dovuto esibirsi subito dopo di me, quindi in un modo o nell’altro ci saremmo rivisti. Ero in camerino pronta per il mio classico quarto d’ora di make-up (cioè dovevo truccare gli occhi, visto che il resto del viso era completato) quando qualcuno bussò alla porta. Se fosse stata la mia band, avrebbero aperto la porta senza troppe smancerie, indifferentemente se ero vestita o meno, quindi era qualcun’ altro di sicuro. Aprii la porta ed eccolo lì, esattamente come lo avevo lasciato due mesi prima, con l’eccezione di una rosa rossa tra le mani e i capelli viola al posto del crestolone mohicano. “Ehi Christ!” dissi chiudendo la porta alle sue spalle. “Ciao Gretch” rispose, posando la rosa sul quel poco di tavolino che era diventato una mini profumeria a causa della mia ossessione per il make-up. Rimanemmo per qualche secondo in silenzio, poi ci avvicinammo l’uno all’altra e ci abbracciammo, rimanendo fermi in quella posizione per non so quanto tempo. “Mi sei mancata” mi sussurrò all’orecchio baciandomi il collo. “Missed you too” risposi inspirando il suo profumo mischiato all’odore di fumo. Si sedette sul divanetto mentre prendevo due birre ghiacciate dal mini-frigo e gliene porsi una, sedendomi accanto a lui. “Come stai?” esordii, visto che non ci sentivamo da un paio di settimane “Molto meglio adesso … A te come va?” “Molto bene … Grazie per la rosa” dissi, stampandogli un bacio all’angolo della bocca, ma improvvisamente si girò e mi baciò. Cazzo, per poco non perdevo le forze!! Mi alzai per chiudere la porta a chiave per evitare disturbatori e poggiare la mia birra da qualche parte in modo da non creare disastri; per la sua non c’erano problemi, la bottiglia era vuota già da un pezzo. “Ho mollato Lacey” Lacey. Sapevo sin dall’inizio che c’era lei, e stando alle parole di Johnny, il rapporto con lei era bello e finito già da molto tempo prima, ma ufficialmente non si erano ancora lasciati. Non ne avevo mai fatto un problema serio perché conoscevo i rischi che correvo, ma adesso non sapevo se dispiacermi o esserne felice. “Ho saputo che lei e Val si divertivano ad ospitare persone di sesso maschile in casa, e credo lo facciano tutt’ora … Matt ha subito chiesto il divorzio, io l’ho semplicemente cacciata di casa” Porca puttana!! Ero davvero senza parole “Non so … Non so davvero cosa dirti …” biascicai. “Tranquilla, si vede che non era la persona giusta per me” mi disse, tentando di tranquillizzarmi, facendomi sedere a cavalcioni su di lui. Mi sentivo come una bimbetta … e MENO MALE CHE CHIAMANO LUI GNOMO!!!! “Ascolta, se fossi ritornato con lei, adesso non sarei qui a parlare con te … Noi tutti abbiamo bisogno della persona giusta per noi …” “Ti stai autocelebrando?” Mio difetto: ironizzare anche sulle cose più serie, o per meglio dire “rompere perennemente i coglioni anche nei momenti meno opportuni. “Guastafeste!! Ma se mi porti sul polso senza sapere nulla!” Il mio tatuaggio, “Seize the day” sul polso sinistro, che poi ho scoperto essere anche un titolo di una canzone degli Avenged. “Lo so, ma adesso quando lo guardo so a chi pensare …” “Oh, touché. Comunque … Se sono qui è perché ho capito che tu sei la persona per me, cioè … In poco tempo sei riuscita a vedere e capire chi è il vero Johnny, non il Christ che vedono tutti su quel fottuto palco. Sei speciale, e sono sicuro che sei davvero tu la persona giusta per me” Sono rimasta davvero senza parole. Non riuscivo nemmeno a formulare una frase di senso compiuto nella mia mente. WOW. Calma Gretch, un bel respiro e dì quello che ti senti di dire, andrà tutto bene. “Beh, non so se merito di essere quella persona per te, ma se davvero desideri questo, proverò ad esserlo” dissi, e finalmente vidi un sorriso sul suo viso “Quanto tempo abbiamo?” disse. Presi il suo braccio per controllare l’orologio cercando di capire quanto tempo era rimasto prima di dover salire sul palco “Tra mezz’ora devo vedermi con i ragazzi … Sicuri di farcela?” “Cazzo, se mi chiamano Cristo un motivo ci sarà, non credi?” disse. Tentai di ridere ma in pochi secondi la mia bocca era occupata dalla sua. Il mio corpo era come un basso tra le sue mani, riusciva a destreggiarlo a suo piacimento come se non avesse fatto altro in tutta la sua vita. Fanculo i preliminari, eravamo così desiderosi uno dell’altra che non ne avevamo alcun bisogno. Raggiungemmo l’apice del nostro piacere nello stesso istante, tutto intorno a noi era perfetto, e questo ci bastava.
 
Poco più di un’ora dopo ero sul palco, a dare il meglio di me con la mia musica. Mancava il pezzo finale, e sapevo che avevo quattro spettatori in più che mi osservavano dal backstage, tutto secondo i miei piani. “Prima di salutarvi volevo rendere omaggio a dei grandi amici che dopo saranno qui su questo palco” dissi, indossando il cappello e gli occhiali da sole per imitare alla meglio Matt, nonostante la mia chioma rosso fiammante uscisse ovunque. “Se qualcuno vuole uccidermi per aver rovinato questo pezzo, vi aspetto ai cancelli pronta per essere linciata”. Partì il pezzo, “Almost easy”, la mia canzone preferita degli Avenged. Ho scelto di cantare un loro pezzo non perché volevo dire al mondo di avere una relazione con uno di loro, ma per ringraziarli per aver dato inizio a un nuovo capitolo della mia vita. La folla si unì in un unico grido, non mi interessava se era positivo o meno, la cosa importante era divertirmi. A fine pezzo ero molto soddisfatta di me, era riuscito tutto come previsto, forse anche meglio di quanto mi aspettassi. Scesi la scaletta metallica e vidi tre energumeni e mezzo che mi attendevano sorridenti, forse anche leggermente ubriachi. “Ok, se volete linciarmi sono pronta” esordii … Meglio mettere le mani davanti, non si può mai sapere. “Stai scherzando? Hai fatto impazzire migliaia di persone dal primo fino all’ultimo secondo che siete stai su quel palco!!” “Per essere una donna, te la sei cavata molto bene col nostro pezzo, e senza sforzare troppo le corde vocali, molto bene” furono le reazioni di Zacky e Matt … Scampato linciaggio per un pelo. “Bella sorpresa … Ma dove avevi nascosto il capello e gli occhiali?” riprese Johnny. “Erano sul tavolino … O almeno quel poco che ne rimane adesso” risposi, un bel po’ imbarazzata pensando al mezzo disastro che c’è nel mio camerino “Voi due avete scopato come i ricci, e non negatelo perché si nota e non poco” urlò Gates appena si liberò la bocca dall’ennesima bottiglia di birra indicando me e Johnny “A te fa bene perché hai spaccato di brutto su quel fottuto palco, a lui … Poi vedremo nei prossimi concerti quando verrai a trovarci, tanto ne sono sicuro che ti vedremo spesso” Iniziai a sentire più caldo del solito, sensazione di essere fottutamente in imbarazzo. Mi tranquillizzai un po’ quando Johnny mi prese per mano, poi mi accarezzò il fianco “Dopo voglio il secondo round, tranquilla che d’ora in poi andrà tutto bene” “I’ll gladly take your soul” sussurrai al suo orecchio prima di lasciare andare Johnny e vedere salire su quel palco il Johnny Christ venuto dall’Afterlife per deliziare noi semplici comuni mortali con la sua musica.

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Capitolo 3
*** A little piece of heaven ***


È passato un anno da quando io e Gretchen ci siamo ufficialmente messi insieme. Nonostante fossimo entrambi nelle fasi finali dei nostri rispettivi tour, siamo sempre riusciti a trovare del tempo solo per noi e vivere in modo sereno la nostra storia. Sei mesi fa prese la decisione di tornare a vivere in California, e di trasferire tutto il suo lavoro qui (band in primis, che ha accettato entusiasta al trasferimento). La prima che ne ha tratto vantaggio da questo trasferimento è stata sicuramente la tour manager Kristen, nonché sorella di Gretchen e grandissima fan degli Avenged, che in poco tempo è riuscita a far tornare il sorriso a Matt. Destino che nella nostra band due fidanzate su cinque devono essere per forza sorelle, e in questo caso non sono gemelle. Nel frattempo ho venduto la mia vecchia casa, (che durante la mia assenza era diventata una specie di night club con solo due spogliarelliste, Lacey e Val) e ne ho preso una nuova, chiedendo a Gretchen di venire a vivere con me (anche se per noi musicisti il fatto di non vivere in albergo e avere una propria casa è alquanto buffo pur nella sua normalità). E come ogni nuova casa che si rispetti, decidemmo di dare una festa per buon auspicio, invitando semplicemente la famiglia Sevenfold. E ovviamente, essendo una cosa in famiglia, nel giro di un’oretta eravamo quasi tutti ubriachi fradici, il primo dei quali il solito Gates, iniziando a parlare delle figure di merda colossali che ci sono capitate e a ridere a crepapelle. “Cazzo brutta scena!! Ero in albergo e stavo entrando in camera mia e di Kris che …” iniziò a parlare Gretchen anche se non la smetteva di ridere “Dovevate fare la lotta con i cuscini, vero?? Vee, immagina la scena … Ma sai che schifo?” disse Gates a Zacky, che per poco non soffocava con la vodka che stava bevendo “Ahahahahahahahahahah ma dai, anche se secondo me poteva uscirci un bel video amatoriale … “ “MA SIETE COGLIONI!!! Ahahahahahahahah” urlò Gretchen di almeno un ottava sopra la sue solita voce “E comunque … Aprii la porta e davanti a me c’era questo tipo qui nudo, con le chiappe al vento,  in camera senza nemmeno sapere chi fosse. Mi fermai impalata come una cretina, con la porta aperta, non vedendo mia sorella pensai “Porca troia, sta facendo un porno” poi dissi “CRISTO!!!” e uscii di corsa dalla stanza … Ma mai all’idea che fossero di Matt quelle chiappe, ahahahahahahahahah!!!” “Shadz, qualche copia ai tuoi migliori amici no, eh?” commentò Gates, sperando di ottenere qualcosa “Guarda che con quella cassetta ci hai registrato uno dei tuoi soliti video strambi con Pinkly” replicò Kristen, che nonostante fosse coinvolta nella faccenda piangeva dalle risate perché sapeva che in queste condizioni Gates avrebbe creduto anche agli asini che volano “Stai scherzando? PORCA PUTTANA E CHE SCHIFO!!!! Ahahahahahahahah” gridò Gates, poi aggiunsi “Ma il bello deve ancora arrivare!! Gretch rientrò in camera traumatizzata, e le dissi “Tutto bene? È successo qualcosa con Kristen?” e lei mi rispose “Kris … Chiappe … PORNO!!!!” e urlava disperata continuando a dire “Sta facendo un porno!!! Chissà di chi erano quelle chiappe!!! Oddio porno!!!!!” poi si fermò e disse “Hai qualche videocamera nascosta? Non vorrei che dopo mio padre si ritrovasse in casa due pornodive” Ahahahahahahah!!!” “Ahahahahahahahah!!!!” scoppiammo tutti in una risata così fragorosa che probabilmente abbiamo svegliato anche qualche vicino. “Ma non è che voi due vi siete sposati in qualche cappella a Las Vegas? Siete come incollati con la colla …” disse Gates indicando Matt e Kristen che non hanno fatto altro che bere e sbaciucchiarsi come due ragazzini “No … VI SIETE SPOSATI SENZA DIRCI NULLA??” si alzò dalla poltroncina e si piazzò davanti Matt che lo guardava come meravigliato “TU DOVEVI SPOSARE ME, NON LEI PORCA PUTTANA!!!!” poi si lanciò a braccia aperte verso di lui che appena iniziò a ridere lo fece sobbalzare e correre verso la porta d’ingresso “UN MOSTRO!!!! Ahahahahahahahahahah!!!” Poi Kristen si alzò, diede uno sguardo a sua sorella che non faceva altro che ridere e disse “Ok, sloggiamo che è arrivato il momento di lasciare i piccioncini da soli” “Si, ma chiama prima gli acchiappa fantasmi che c’è un mostro” rispose Gates con un piede fuori di casa e la bocce incollata all’ultima bottiglia di vodka rimasta. Accompagnai i ragazzi alla porta mentre Gretchen iniziò a raccogliere le bottiglie vuote dal tavolino e dal pavimento, poi rientrai in casa appena le macchine svoltarono l’angolo e mi accesi una sigaretta, e mi sedetti sul tavolino di fronte Gretchen, che era seduta sul divano e fumava anche lei, a gambe distese e abbastanza divaricate e con le spalle e la testa appoggiata nella parte bassa dello schienale. Posizione tutt’altro che femminile ma fottutamente sexy.
“Stanca?” “Un pochino …” disse, porgendomi il posacenere e una bottiglia di birra che probabilmente aveva nascosto prima per evitare le mani di Gates “Stamattina ho sistemato tutte le mie cose su e ho tolto tutte le bottiglie vuote da qui … Ci credi che abbiamo scolato 60 bottiglie di alcool in 6? Ahahahahah” “Beh, considera Gates, poi per il resto … Si può dire che siamo un bel pò ubriachi” Mi sedetti accanto a lei sul divano, che si sdraiò appoggiando la testa sul mio petto e le gambe lungo lo schienale. “E così …” “E così eccoci qui, finalmente soli” dissi, dandole un bacio sulla fronte “Secondo me non si sono sposati quei due” “Kristen e Matt?” “Si … Sono io la squilibrata della famiglia, Kris è la parte calma e razionale di me, non avrebbe mai fatto una cosa del genere, per questo decise di lavorare con me. Sa benissimo che sono una testa bollente, quindi quando è opportuno sa pormi dei freni e farmi ritornare sui miei passi” “Gretch, posso dirti una cosa?” “Spara” rispose, voltandosi verso di me e sorridendomi … Porca puttana, il suo sorriso è una delle cose più belle che potessi mai meritare in vita mia “Grazie per aver incrociato il mio cammino” “Semmai dovrei essere io a ringraziarti per essere così fottutamente pazzo da accettarmi così come sono” “Io ti amo, è ben diverso” le risposi, portando il suo viso di fronte al mio e la baciai. Il profumo della sua pelle rimpiazzò l’ossigeno che mi circolava nel sangue, ormai non potevo più farne a meno. Intrecciò le sue gambe intorno ai miei fianchi, poi mi sfilò la T-Shirt mentre le sfilavo il top “Continuiamo la tradizione di testare divani?” mi disse ansimante “Ho un’idea” Mi alzai dal divano con lei in braccio, feci le scale a quattro a quattro, entrammo in camera da letto e raggiungemmo il letto. Le sfilai gli shorts mentre non si faceva problemi a far volare via i miei bermuda ad occhi chiusi, assaporando ogni istante di piacere che le donavo. Dal basso ventre risalii verso i suoi fianchi, l’addome, il suo grande seno (che Madre Natura sia venerata porco cazzo!!!), le spalle e il collo, per poi tornare ad assaporare le sue labbra. Arrivammo all’apice del nostro piacere urlando all’unisono, poi prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò delicatamente, poi sussurrandomi all’orecchio ancora col respiro corto disse “Sei tu il mio piccolo angolo di paradiso, adesso posso stare bene”.

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Capitolo 4
*** Welcome to the family ***


Lo sapevo fin troppo bene quali rischi andavo a correre prendendo la decisione di tornare a vivere in California. Ricominciare tutto dall’inizio era una cosa alla quale io e Kristen siamo state abituate sin da piccole: nate in California, infanzia trascorsa in Canada e poi il passaggio definitivo in Italia, dove abbiamo fatto fissa dimora finché non è arrivato il successo con la mia musica e ho iniziato a girare il mondo, con lei al mio fianco in qualità di tour manager. Quando le proposi di tornare a vivere in California era titubante, pensava che fosse un’altra delle mie pazzie: “Gretch, ne sei davvero sicura? E se gli altri dicessero di no, cosa faresti?” La mia band era sicura che prima o poi saremmo sbarcati in America, e questo ci dava un motivo in più per fare sempre di meglio per raggiungere il nostro obiettivo, e la mia etichetta discografica ha sempre provveduto a produttori californiani per la realizzazione dei nostri album, e molto spesso è capitato di dover volare a Los Angeles per alcune sessioni di registrazione. “Ne ho parlato prima con loro e mi hanno detto di si senza farmelo ripetere due volte, e doppiamente si, ne sono più che sicura” “E’ per Johnny, vero?” Cazzo. Erano pochi mesi che io e Johnny ci eravamo messi insieme, e spesso capitava che durante le pause del tour andavo a trovarlo durante il suo tour, e viceversa. “Non lo so, forse …” “Gretch, pensaci bene … Metti caso che dovesse andare male tra di voi, tu che fai? Prendi tutto e torni in Italia?” Le sue parole sapevano di rimprovero, ma anche di preoccupazione … Dopo tutto era pur sempre la mia cara sorellina che nonostante fossi io la più grande mi è sempre stata accanto, quindi era ovvio che si preoccupasse per me. “Kris, avevo previsto questo trasferimento sin da quando ho firmato il mio primo contratto, indipendentemente se avessi incontrato Johnny o meno, e i ragazzi l’hanno sempre saputo … E poi voglio tornare lì perché credo sia arrivato il momento di dare una svolta alla mia carriera, e solo trasferendomi in California posso farcela” “… Ok, vada per la California!!!” rispose, un po’ entusiasta. Pensavo che il problema grosso fosse stato dirlo a lei, ma mi sbagliavo. Ne parlai con Johnny pochi giorni dopo averne parlato con Kristen, quando ci incontrammo in occasione di una serata di premiazione. “Devo parlarti, è una cosa importante per me e voglio che tu lo sappia” “Spara” “Mi trasferisco in California” Se avesse potuto, avrebbe sgranato gli occhi come i personaggi dei cartoni animati. Porca troia, forse se gli avessi detto che ero incinta avrebbe reagito meglio. “Cazzo dici?” “Che ho deciso di tornare a vivere in California” “Ma … Ne sei sicura della tua decisione?” “Certo che ne sono sicura, lo faccio per dare una svolta alla mia carriera, e solo lì posso farcela … Che ti succede?” “Niente … E’ solo che mi hai preso un po’ alla sprovvista …” Alla sprovvista sto cazzo, avevo la sensazione che ci fosse qualcosa sotto. “Johnny, dimmi la verità, non sei felice per la mia decisione, vero?” “Ma certo che sono felice per te, non dire stronzate, Gretch. Sono sorpreso perché di certo non mi aspettavo una cosa del genere, però se lo fai per il bene della tua carriera, hai tutto il mio appoggio. L’unica cosa che desidero è che tu sia felice, e se è questo ciò che vuoi, io sarò con te”
Finito il tour, io e Kris decidemmo di fare una tappa a Montreal per un paio di giorni prima di andare a Los Angeles. “Un paio di giorni di relax nella città della nostra infanzia ci faranno più che bene, prima di raggiungere L. A.”  “Kris, non dire cazzate … Ci siamo state tre settimane fa per rilassarci” borbottai “Vuol dire che lo faremo anche adesso” rispose secca, quasi come un ordine. In effetti non è che aveva tutti i torti, due giorni di assoluto riposo dopo più di un anno a girare il mondo sono stati miracolosi, mi sentivo più carica che mai per affrontare questa nuova esperienza. Una volta atterrate a Los Angeles, all’uscita del terminal, Kristen iniziò a guardarsi intorno poi si fermo e iniziò a sorridere “Kris, che c’è?” “Niente, niente … Guarda lì” Mi voltai verso il lato destro dell’enorme sala e lo vidi. Cappello dei Los Angeles Angels, Aviators con la bandiera americana, giacca di pelle nera, e un cartello tra le mani, con su scritto “La mia ragazza”, un cuore e un piccolo deathbat con la cresta “Kris, è un miraggio o è quello che credo che sia??” balbettai, col cuore a tremila per l’emozione “Io vedo solo un Johnny Christ che sta aspettando la sua ragazza, poi se vedi altro questo non te lo so dire” Lasciai le valigie a terra e iniziai a correre verso di lui, poi lo abbracciai “Ehi piccola, attenta che queste tette mi stavano per uccidere” “Cretino!! Ma tu non dovevi essere a San Antonio?” “Ma perché, non lo sapevi che sarei … Sorpresa!!” Ecco che si svela tutto, dannati!! “Ricordami che devo uccidere prima mia sorella e poi te”
Poche settimane dopo anche il loro tour finalmente finì, e festeggiammo tutti insieme in giro per locali a Los Angeles. Kristen ormai era entrata ufficialmente a far parte della nostra “combriccola” dopo l’ultima data del tour dei Sevenfold, quando trovai Matt con le chiappe al vento in camera mia e di Kris, e tra di noi (cioè quei 30 secondi che si scollava da Matt) si trovava molto a suo agio. “Adesso può riprendere il “Gates Tour” per i locali più fighi …” esordì Gates al suo decimo shot di Jack Daniel’s “Vuoi dire i locali che sono più disposti a pagarti le sbronze?” risposi sarcastica. Avevo un bellissimo rapporto con i ragazzi, ma quando Gates era ubriaco non potevo non prenderlo in giro “Guarda che chiamo la protezione gnomi e ti faccio arrestare per maltrattamenti e violenza … LO STAI SCIUPANDO POVERO GNOMO!!!!” “Gnomo chiamerai quella specie di micromachine che ti ritrovi in mezzo alle gambe” So essere la delicatezza in persona. C’era il karaoke in quel locale, mi venne in mente un’idea terribile. Diedi la mia fotocamera a Johnny, poi io, Zacky, Kristen e Matt ci dirigemmo verso il karaoke. Iniziammo a cantare “Rockstar” dei Nickelback, che diventò “I wanna be Syn Gates”, ma non facevamo altro che ridere. Gates si alzò in piedi sul tavolo e iniziò ad urlare “Lo so che mi amate tutti, non dovevate”, ma non lo feci nemmeno terminare di dire la frase che alzai una tovaglietta di carta con scritto “Gli gnomi lo fanno molto meglio!!!” “CAZZO SI!!! QUELLA E’ LA MIA DONNA!!!” urlò Johnny a squarciagola, in piedi sul tavolo che saltellava, sotto gli occhi sconcertati di Gates che forse a quella visione gli era anche passata la sbronza. Dopo essere usciti dal locale, durante il viaggio di ritorno io e Johnny ascoltavamo la radio in silenzio, quando all’improvviso disse “Vieni a vivere con me” “Cosa??” “Ti andrebbe di venire a vivere con me?” “Ehm … Non so cosa dire, a dir la verità … Devo pensarci” “Tutto il tempo che vuoi, capisco che sia una cosa piuttosto importante e che vuoi rifletterci su …” “Ok, va bene. Accetto.” Non ci pensai su due volte e accettai la sua proposta. Forse era complice anche tutto l’alcool che avevamo in corpo, ma pensandoci adesso, a distanza di sei mesi, questa è stata la pazzia più saggia che abbia mai fatto in tutta la mia vita. E vederlo dormire così dolcemente sul nostro letto, della nostra camera da letto,  mi dava la dimostrazione di aver ragione.
“Va tutto bene, piccola?” mi disse appena sveglio, alle prime luci dell’alba “Tutto bene … “ risposi, rimettendomi sotto le lenzuola tra le sue braccia “Ho dormito poco e ho preferito non darti fastidio” “Hai l’autorizzazione a rompermi i coglioni quando e come vuoi … A cosa stavi pensando? Avevi l’espressione da “piano diabolico o pensiero filosofico?” Ahahahahah” “Cretino! Stavo semplicemente pensando … “ “Perché, tu sai anche pensare?” “Perché, gli gnomi sanno anche parlare? Scusa, ma te la sei cercata amore mio” risposi, e iniziammo a ridere come due cretini.”Seriamente … Pensavo a questi primi mesi qui in California: sta andando tutto così fottutamente bene, adesso sento davvero di essere tornata a casa” dissi “ Tu sei a casa, con la tua famiglia … E vedrai che andrà ancora meglio, fidati” Rimanemmo abbracciati in quella posizione per molto tempo, finché non mi addormentai.

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Capitolo 5
*** Photograph ***


“0.00”. Questo diceva la radiosveglia sul comodino. Merda, ho dormito per tutto il giorno … Ma quanto cazzo ho dormito!!! Scesi in cucina e vidi tantissima luce che veniva dall’esterno … La sbronza di ieri sta facendo ancora effetto, convinta che fosse mezzanotte invece era mezzogiorno, che testa di cazzo. La fame iniziava a farsi sentire, quindi mi armai di pentole e padelle pronta per preparare un bel piatto di spaghetti al sugo. Il profumo di pomodori inebriò tutta la cucina e le mie papille degustative, che fecero aumentare la sensazione di fame, e non solo la mia. Dalle mie spalle spuntarono due mani che avvolsero i miei fianchi e due labbra percorrevano il profilo della mia spalla scoperta dalla maglietta. “Se continui così rischiamo di non mangiare” dissi voltandomi verso quel piccolo uomo che continuava a cingermi i fianchi. “Possiamo sempre mangiare fuori” rispose una volta abbandonate le mie labbra. “Eh si, e poi ho cucinato per nulla” replicai mettendo il broncio. Effettivamente cucinare non era il mio forte visto che per questo ci sono sempre stati migliaia di ristoranti, fast-food e Kristen quando eravamo a casa, ma in casi estremi qualcosa riuscivo a non far bruciare o a non causare brutte indigestioni. “Spaghetti al sugo? Ok, cercherò di tenere la manine a posto … Ah, ha chiamato Kris, stasera dobbiamo andare da lei che ha delle ottime notizie per tutti” Puttana Eva, è incinta. “La chiamo subito, sarà successo qualcosa di grosso per dire così” Chiamai Kristen, che rispose molto euforica mentre aspettavo che gli spaghetti completassero la cottura “Ho delle ottime notizie da dare!!” “Sei incinta, vero?” “ … Gretch, cazzo dici!!” “Allora ti sposi!” “… Neanche!! Sono belle notizie e basta!!” “Kris … Devo battezzare prima mio nipote o essere la tua damigella d’onore?? Tagliamo a corto sta storia!” “Ci vediamo stasera e ne parliamo … Porta qualcosa da bere!!!” disse prima di riattaccare il telefono. Dopo pranzo mi fiondai sotto la doccia per rinfrescare sia il corpo che la mente, Kris quando faceva così era solo perché aveva combinato qualcosa di grosso. Un’oretta dopo ero già pronta per uscire, e scesi in salotto per controllare di non aver lasciato nulla in disordine, Johnny era seduto sul divano che strimpellava il suo basso … La sua posizione, il suo sorriso, la luce del sole che penetrava dalle finestre che illuminavano l’intera figura era fottutamente perfetto, doveva essere immortalata. Presi la mia macchina fotografica e iniziai a scattare foto a più non posso, volevo afferrare questo momento e renderlo immortale come solo la fotografia riusciva a fare. “Mi ricordi cosa fai per vivere, per favore? Io non ricordo se è la musicista o la paparazza” mi disse mentre sorrideva per l’ennesima foto che avevo scattato “Cosa faccio per vivere? Quando non dimostro il mio amore per il mio fidanzato dovrei fare musica, e a tempo perso immortalo la perfezione del bassista più basso e figo che abbia mai conosciuto” “Se vuoi immortalare la perfezione, dovresti venire qui e darmi questa maledetta macchina fotografica” replicò, mentre metteva a posto il basso e facendomi sedere sulle sue gambe e togliendo la macchina fotografica tra le mie mani. Iniziò a scattarmi foto quasi come se fosse sul serio un paparazzo, poi passò a scattare foto di noi due insieme: ora abbracciati, ora con facce buffe, poi col broncio, facendo linguacce, sorridendo come due idioti, poi un bacio, e poi di nuovo tutto daccapo, finché non si fece sera e ora per andare a ricevere queste “belle notizie” che Kristen non vedeva l’ora di dare a tutti.
Henri Cartier- Bresson disse: “Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento”. Se davvero è così, vuol dire che abbiamo raggiunto l’eternità in un secondo.

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Capitolo 6
*** Moonlight Shadow ***


“Matt, tu sai cosa deve dire Kris … Almeno qualcosina devi pur dirmela, ti prego!!” “Mi dispiace, ma Kris mi ha severamente proibito di parlare … Specialmente con te” Cazzo, ora si stava preoccupando sul serio. È vero che Gretchen era una persona molto curiosa, ma la sua espressione sul viso mostrava più preoccupazione che altro. “Gretch, la smetti di spararti pippe mentali su cosa deve dire tua sorella? Stai scassando le palle tu e questo broncio” “Gates, fatti i cazzi tuoi per favore” interruppi, ma questo non fece altro che peggiorare la situazione. Prese una 40’s e iniziò a bere direttamente dalla bottiglia, buttandone giù quasi la metà in pochi minuti. “Va bene, tu adesso mi lasci questa bottiglia, e mangi questa … Dopo ci sbronziamo insieme” disse Zacky porgendole una porzione di bistecca appena tolta dal barbecue costruito sulla spiaggia privata della villa della famiglia delle ragazze. Si voltò verso di me e gli feci un cenno per ringraziarlo, poi arrivò Kristen con altre 40’s ghiacciate. Ci sedemmo tutti a tavola, poi all’improvviso Kristen si schiarì la voce e iniziò a parlare “Prima di annunciare le buone notizie, devo porgere le mie scuse a quella testa di cazzo di mia sorella che prima o poi morirà di curiosità nel vero senso della parola” Iniziò a ridere come una matta, buon segno. “Adesso le buone notizie … Per prima cosa, il caro Sanders, nonché mio fidanzato, ha ottenuto il divorzio, quindi è ufficialmente libero da quella …” “Ehi, è pur sempre mia cognata!!” disse Gates … Perché non era ancora ubriaco come suo solito?? “Difendila pure, tanto adesso dovrai sopportare due DiBenedetto al posto di una … Io sono finalmente libero” replicò Matt, dopo aver finito di spazzolare la sua terza costoletta “Poi, e qui chiedo ancora scusa a Gretch, abbiamo seguito il consiglio di Gates e … Ci siamo sposati a Las Vegas questa notte” urlò Kristen alzando la mano e mostrando la fede al dito. “ Vee, è arrivata l’ora della sbronza … TI ODIO!!! Matt, le mie congratulazioni … Ma Kris, sei una grandissima stronza!!” urlò Gretchen, che si lanciò a fionda su sua sorella “Perché non me l’hai detto?? Io me lo sentivo che avevate fatto una cosa del genere!! Sei una stronza!!!” “Ma scusate … Io cosa avrei consigliato?? Sapete, io sono spesso ubriaco e sparo cazzate colossali ogni 3 secondi, illuminatemi su ciò che ho detto, per favore” intervenne Gates. Ok, era andato “Cazzate del tipo che suoni la chitarra col tuo cazzo??” replicò Zacky, e tutti iniziammo a ridere. “Ok, ultima notizia …” riprese Kristen “Qualcuno prossimamente dovrà aprire i concerti del prossimo tour dei Sevenfold, e la cantante spacca i culi a detta dei discografici” WOW. “E chi è? Hayley?? Amy?? Kris, sai quante cantanti di band ci sono che spaccano i culi?? Migliaia!!” rispose Gretch, non avendo ancora capito che la cantante che spacca i culi di cui Kris stava parlando era proprio lei. Le bastò voltarsi e guardare la mia espressione felice per capire. “Stai scherzando? Dimmi che stai scherzando, ti prego …” “Come stava scherzando quella che facendo la cover “Almost Easy” non avrebbe mai raggiunto il milione di visualizzazioni su Youtube” Ricordavo benissimo quel suo concerto, quel giorno ci mettemmo insieme. Non riusciva ancora a crederci, e potevo comprenderla benissimo. “Christ, quando saremo in tour dacci dentro col sesso che a te non fa male, ma a lei fa benissimo … Quindi, ti dovrai impegnare, fratello” commentò Gates “… Ho bisogno di prendere un po’ d’aria, scusate …” disse Gretch, prendendo una bottiglia e scendendo verso la riva. Qualcosa è andato storto.

“ La vuoi finire tutta da sola o vuoi lasciare un goccetto anche a me?” Una voce si fece strada tra il rumore delle onde, e poteva essere solo la sua. “Tieni … Cretina come sono ho preso la bottiglia di Gates, nemmeno un sorso ed era già finita” Si sedette accanto a me sulla sabbia, avvolgendo entrambi con un plaid e scompigliandomi i capelli “Va tutto bene?” “Si, va tutto alla grande …” risposi un po’ acida. La notizia del tour con i Sevenfold mi ha letteralmente sconvolta. Non avendo più nulla da bere mi accesi una sigaretta, in qualche modo devo scaricare la tensione e trattenere le lacrime “Va tutto così fottutamente alla grande … Porco Dio, non avresti mai dovuto vedermi così, cazzo!!” Ecco, sono scese le lacrime, merdaccia!! “Ok, calmati adesso … Prendi un bel respiro e dimmi che succede” “Ho paura” dissi, dopo qualche secondo di silenzio “Spiegati meglio, non capisco” rispose con un velo di preoccupazione che fuoriusciva dalle sue parole “Ho paura, Johnny .. Ho una fottuta paura di rovinare tutto tra di noi!! Lo so che alla fin fine è una stronzata, però ho paura” “… Ahahahahah!!!” “E pensare che credevo di essere io la cogliona dei due … Io sono preoccupata e lui ride … Sei ubriaco?” “Non ancora, almeno credo … Però il fatto che tu sia preoccupata per il nostro rapporto è importante” È tornato serio “E poi non c’è nulla di cui preoccuparsi, vedrai che andrà tutto bene” rispose con tono rassicurante, scompigliandomi di nuovo i capelli … Una delle poche cose che non sopportavo era proprio quando le persone mi scompigliano i capelli che rimettermi su di morale “Fallo di nuovo e ti strangolo” “Così?” rispose, facendolo di nuovo “L’hai voluto tu!!” dissi, buttandomi completamente su di lui “Se devo morire soffocato dalle tue tette non è che sia tanto bello eh” “Cretino!! Quando ci vuoi giocare ti diverti anche parecchio … Però cazzo, se ti dovessi uccidere dopo perderei lo gnomo che amo, e non voglio che accada” dissi, poi iniziammo a baciarci, finché non ci ritrovammo a fare l’amore, illuminati dal chiarore della luna.

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Capitolo 7
*** End of summer ***


“La prossima settimana si ricomincia a lavorare” Speravo che questa settimana non finisse mai perché odiavo il fatto di rimanere chiusa nello studio per settimane e vedere raramente la luce del sole, ma allo stesso non vedevo l’ora di entrarci perché avevo scritto molti testi in questo periodo e ci tenevo moltissimo a mostrarli alla mia band e trasformarli nei nuovi pezzi che faranno parte del nostro nuovo album. Però l’ultimo giorno di “libertà” dovevo godermelo fino all’ultimo. L’odore del cioccolato mi risvegliò eliminando le ultime tracce della sbronza della sera prima e portandomi alla mente solo i ricordi di una notte di sesso bollente con il mio Johnny. Se il buongiorno si vede dal mattino, si direbbe che sarà una figata!! “Non sapendo fare il caffè come piace a te, ho preferito puntare sul sicuro” “Mmmh … Amore, ricordami che devo mostrarti come si usa la moka … Intanto grazie” farfugliai, facendo segno di sedersi accanto a me e dandogli un bacio a fior di labbra “Vorrei vedere come farò a stare senza di te quando partirò per l’Italia” “Io devo ancora cercare di capire perché appena finisci le registrazioni devi partire in tour per sei mesi in Italia” borbottò incazzato, e non aveva tutti i torti. “Te l’ho detto … La sede americana e quella italiana si sono messe d’accordo e hanno deciso che si deve fare sto cazzo di tour tra Italia e Nord America per sei mesi da soli, due mesi di pausa e poi partiamo tutti insieme appassionatamente … Si sono fatti forti sul fatto che inizierete nei primi mesi dell’anno prossimo, voi avete più tempo per lavorare e noi partiamo” “Che coglioni!!” “Lo so che sono dei grandissimi coglioni … Vieni qui …” dissi, posando il vassoio sul comodino “Per quel poco tempo che ci rimane, perché deprimerci? Godiamocelo e basta” Affondai la mia testa sul suo petto e iniziai a baciarlo “Si ma … Kris ti aspetta, lo sai che poi si incazza con me che passate sempre troppo poco tempo insieme” “Ha parlato colei che da quando si è sposata in segreto a Las Vegas e si è chiusa dentro casa!! Può aspettare … Dicevamo?” dissi senza fermarmi, e riprendemmo esattamente dove avevamo interrotto la notte precedente.
Un paio d’ore dopo ero fuori casa di Kristen ad aspettarla a bordo della mia Hummer. “Devo ancora aspettare? Sei in ritardo” urlò appena salita in macchina “E che cazzo, nemmeno buongiorno!! E poi senti chi parla …  Da quanto tempo non esci di casa? Due, tre settimane??” “Ok, hai vinto … E comunque ero da sola adesso, Matt è uscito … E’ andato a riprendersi le ultime cose da Val, poi passava a prendere i ragazzi per un paio di birre” “Ah ok … Adesso basta parlare di uomini e godiamoci questa giornata tra sorelle in santa pace!!” Dopo non so quanto tempo io e Kristen trascorremmo una deliziosa giornata immerse nello shopping, cosa che non facevamo da tantissimo tempo. Prima di tornare a casa ci fermammo in uno dei tanti Starbuck’s sparsi per la città a prenderci un frappuccino rinfrescante. “Allora … Che ti ha detto Johnny del tour?” “Si è incazzato, e non ha tutti i torti!! Ovviamente è contento per me, però ci è rimasto parecchio male di questa decisione dei boss” dissi, alternando un sorso di frappuccino e un tiro alla sigaretta “Matt?” “Non nascondo che anche lui ci è rimasto male, però sa bene che il nostro lavoro a volte fa cagare” “Guarda che la mia proposta è sempre valida: rimani qui quando sarò in Italia e poi mi raggiungerai quando vuoi quando torno in America” “Devo pensarci Gretch” rispose. Comprendevo benissimo la sua decisione: scegliere tra l’amore e la famiglia non è cosa semplice. Dovevamo distrarci, e sapevo come risolvere, almeno momentaneamente, la cosa “Ah, lo sai che abbiamo dei nuovi soprannomi?” “E cioè?” “Tu sei Miss Shadows perché sei la mia ombra e perché non so come ma i fan hanno scoperto il matrimonio a Las Vegas, mentre io sono diventata per alcuni Maria Maddalena e per altri Red Troy perché sto sulle palle a molti fan dei Sevenfold” Scoppiò in una risata tra lo stridulo e il fragoroso che contagiò subito anche me. “Ma dai!! Che coglioni però … Solo perché non preferiscono la tua musica … Ma che coglioni!! Tanto dopo il tour cambieranno idea” “E vabbè dai, un soprannome in più, uno in meno … Alla fine sarò sempre e solo Red Gretch … Però cazzo, hanno una fantasia sti tipi Ahahahahahah!!!” Dopo aver accompagnato Kris, tornai a casa, pronta per iniziare una serata tranquilla in compagnia del mio piccolo, ma grande fidanzato. Programma: pizza, “Shining” e dopodessert. Mangiammo la pizza durante il film, che entrambi conoscevamo a memoria, lui perché era tra i suoi film preferiti, e io per averlo studiato durante l’università, quindi c’era un’atmosfera di assoluto silenzio interrotto solo dalle urla di Wendy Torrance a causa della pazzia di suo marito. A fine film e non so quante birre, Johnny mi consegnò una piccola scatola scura. “Guarda che a Natale manca ancora molto” dissi un po’ sbalordita “E quindi vuol dire che non posso farti regali? È un piccolo regalo per farti iniziare al meglio le registrazioni … Su, apri” rispose sorridendomi. Aprii la scatolina e rimasi senza parole. Una collana molto semplice, e come ciondolo una G e una J incastrate tra loro “Porca … E’ bellissima, grazie!!” urlai, fiondandomi tra le sue braccia. Il buongiorno si è visto dal mattino … Una bellissima giornata di fine estate che mi ha dato la carica giusta per iniziare la registrazione del nuovo album.

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Capitolo 8
*** Scream ***


Erano passati due mesi e mezzo circa da quando Gretch ha iniziato a lavorare al suo nuovo album. Ed era trascorso all’incirca lo stesso tempo dall’ultima volta che abbiamo trascorso un po’ di tempo da soli. Al mattino si alzava troppo presto e scappava in studio e alla sera tornava a casa così stanca che andava dritto a letto. Anche oggi, il giorno del mio compleanno, sarebbe stato così … Almeno credevo. Mi svegliai con il dolce suono della sua voce che mi cantava la classica canzoncina di buon compleanno. “Non potevo sgattaiolare via senza averti augurato buon compleanno” mi disse con un filo di voce “Adesso dormi ancora un po’, poi quando ti alzi c’è una piccola sorpresa che ti aspetta giù in cucina … Ti amo” Mi diede un bacio e poi scappò via, come ogni mattina.  Mi alzai verso ora di pranzo, poi con molta calma mi buttai sotto la doccia e dopo scesi in cucina per mettere qualcosa nello stomaco. Sul tavolo c’era una piccola scatolina scura, con un bigliettino poggiato al di sopra “Al mio piccolo grande uomo della mia vita, Ti amo. G.  P.S. Avrai la serata più bella della tua vita, te lo prometto!!” Sorrisi tra me e me pensando a cosa stesse tramando quella pazza della mia fidanzata, conoscendola sarebbe capace di tutto. Aprii la scatolina e trovai un bracciale, non molto diverso dalla collana che le regalai qualche tempo fa, con una piccola J e una piccola G incastrate tra loro. Quella testolina rossa sapeva sorprendermi in tutto e per tutto, non per niente era la mia donna. Buttai giù qualche boccone del cinese avanzato di ieri sera, poi iniziai a strimpellare il basso, per avere qualche idea per il prossimo album. Dopo un po’ arrivarono i ragazzi, e andammo in giro per locali per festeggiare … Cioè, loro festeggiavano, io non dovevo bere, o perlomeno non mi hanno fatto toccare nemmeno un goccio di alcool. “Indicazioni di Gretch … Dobbiamo riportarti a casa quanto più sobrio è possibile, quindi meglio che non bevi se non vuoi scatenare la sua ira” non fecero che ripetermi questo fin quando non mi riportarono a casa … Che cosa avrà in mente?
Entrai in casa e vidi la scala con alcuni bicchieri di vino e illuminata da piccole candele, e sul corrimano c’era un vestito nero elegante con un bigliettino e un fiocco rosso “Che la serata abbia inizio! Indossa questo vestito, poi sali la scala spegnendo le candele e bevendo il vino … Se riesci ad arrivare in cima vuol dire che non dovrò uccidere i tuoi amici” Ecco perché sono ancora sobrio. Indossai il vestito e iniziai a salire la scala seguendo le istruzioni; una volta arrivato in cima trovai una benda nera, con un altro bigliettino e un lungo nastro rosso che portava dritto in camera da letto “Sei quasi arrivato! Devi solo indossare la benda e seguire il nastro” Che cazzo avrà combinato? Cominciai a preoccuparmi, ma allo stesso tempo ero parecchio eccitato. Indossai la benda, e anche se non vedevo nulla seguii il nastro rosso fino in camera da letto, quando le mie mani incrociarono le sue. “Bentornato a casa” disse. “Quanto ancora dovrò aspettare per la mia sorpresa?” “Ancora per poco, poi potremo festeggiare per tutto il tempo che vorrai … Oggi abbiamo finito le registrazioni, quindi domani giornata libera” Finalmente. Anche se questo significava che la sua partenza era vicina, finalmente potevo avere un briciolo di tempo per stare ancora con lei. “Adesso fai il bravo e non muoverti, altrimenti potresti farti molto male” Cosa vorrà dire? Mi tolse la giacca con delicatezza e misi la mano sinistra sul suo fianco. Afferrò la mia mano con forza e la portò dietro la schiena “Ti avevo detto di non muoverti, ora devo usare le maniere forti” disse in tono minaccioso, facendo scorrere molto lentamente un oggetto freddo lungo il mio viso … Porco Dio è un coltello!! Cazzo, è vero che amo gli horror, ma non volevo far parte di un film ed essere accoltellato il giorno del mio compleanno!! Con lo stesso oggetto che fino a qualche secondo percorreva il mio viso, fece saltare via tutti i bottoni della camicia, mi tolse i pantaloni poi iniziò a baciarmi il collo, il mento, a scendere fino alle dita, poi a risalire verso le mie labbra. L’eccitazione prese il sopravvento sulla paura che ho avuto fino a qualche istante fa “Ti chiedo scusa se ti ho spaventato … Abbiamo finito, tieni gli occhi chiusi ancora per un istante” mi sussurrò all’orecchio. Mi tolse la benda, poi aprii gli occhi e … Porco puttana!! Davanti ai miei occhi c’era la splendida e perfetta figura di Gretchen “vestita” con dei grandi fiocchi rossi sul seno e il basso ventre …  O porco Dio che visione meravigliosa!! “Si può scartare questo regalo? No, è che sto aspettando da un po’ di ricevere un regalo del genere, e non vedo l’ora di scoprire cosa ci sia dentro …” dissi con la voce tremante, ormai ero in preda all’eccitazione e se non avessi toccato quel corpo entro i prossimi 30 secondi avrei iniziato ad urlare come un pazzo “E sei ancora lì impalato come un pesce lesso? Che aspetti!!” rispose con molta calma. Il compleanno perfetto? Questo. Il regalo perfetto? Lei. La serata perfetta? Il compleanno perfetto con il regalo perfetto.

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Capitolo 9
*** Cheated on me ***


Ultimo giorno di libertà prima della partenza per l’Italia e il nuovo tour. Il disco era pronto già a fine novembre, ma fortunatamente le date erano state fissate poco dopo la fine delle vacanze natalizie, quindi almeno per questo potevo rimanere a casa per trascorrere le vacanze in modo sereno con la mia famiglia. Kris aveva deciso di rimanere in California per i preparativi del suo matrimonio, e mi avrebbe raggiunto appena le era possibile per le ultime date americane, in modo da non essere troppo pentita della sua scelta. Dopo una giornata trascorsa tra lo studio e gli uffici della casa discografica, l’unica cosa che volevo fare era richiudermi tra le braccia di Johnny fino a domani. Entrai in casa ed era stranamente silenziosa. Troppo silenziosa. La macchina era parcheggiata nel vialetto e l’amplificatore del basso era acceso, quindi doveva essere per forza qui “Johnny!! Ho preso messicano …” “Tu dovresti essere la famosa Gretchen …” disse una voce che proveniva dalle scale. Merda, non può essere. “ … O meglio conosciuta come Red Troy” “Da che pulpito viene la predica! Chissà perché non mi meravigli da chi siano partiti quei nomi” Mi voltai e la vidi, mentre si abbottonava la camicetta. Non è possibile. Non adesso. “Che ci fai qui?” dissi abbastanza incazzata e stringendo i pugni, prima che mi assalisse l’istinto omicida e farla a pezzi a mani nude. “Semplice, riprendere ciò che è mio” Sto sognando. È un incubo. Non voglio nemmeno pensare a quello che è successo. “Non c’è niente che ti appartiene in questa casa” “Oh si invece, anzi … Grazie per aver tenuto caldo il posto, sei stata un ottimo rimpiazzo” No. No. NO!!! Non poteva essere successo per davvero “Gretch non ascoltarla!!!” sentii urlare Johnny mentre scendeva di corsa le scale. A torso nudo. Se avesse potuto mi sarebbe crollata la terra sotto i piedi. Percepii un piccolo tonfo dentro di me, probabilmente era il mio cuore che andava a brandelli. “Beh, è stato un piacere immenso aver conosciuto la mia sostituta … A presto!” disse, mentre chiudeva la porta dietro di sé. Mi precipitai di corsa in camera da letto mentre Johnny mi seguiva a ruota, e mi fermai impietrita al centro della stanza. Il letto era disfatto, e la stanza sapeva di tradimento, di vendetta. “Gretch, lascia che ti …” tentò di dire, ma lo schiaffeggiai. Avevo perso il controllo. Presi il cellulare dalla tasca e chiamai Kris mentre mettevo le ultime cose in valigia, non potevo restare in questa casa un secondo di più. “Gretch, che succede?” rispose Matt dall’altra parte del telefono “Matt, dì a Kris che resterò a dormire da voi stasera” “Cosa è successo?” “Quando arrivo spiegherò tutto” “Porco Dio!! Ti vengo a prendere, non puoi guidare in queste condizioni” “Lascia stare, sto arrivando” e chiusi la telefonata. “Gretch, calmati e lasciami spiegare” disse Johnny, mentre scendevo le scale e prendevo le ultime cose “La casa ha parlato abbastanza non ho bisogno di sentire altro” “E’ arrivata qui e mi è saltata addosso, non ho potuto fare nulla!!” “Esiste una cosa che si chiama “allontanare” ricordi? Non dire altre cazzate” “Ma porco Dio ti fermi un secondo e mi lasci parlare?” urlò, bloccandomi per un braccio. Ormai ero in preda alla rabbia, un secondo di più e gli avrei staccato la testa a morsi. “Per me Lacey non è più nulla, e quello che è successo prima conta meno di niente, ho fatto una fottutissima cazzata e mi dispiace” “Potevi pensarci prima” risposi secca, e soprattutto stanca di sentire altre parole. “Solo una cosa voglio sapere … Ci sono state altre volte?” “No …” Chiusi la porta dietro di me e mi infilai in macchina. Arrivata da Kris iniziò a piovere a dirotto, di bene in meglio. Bussai alla porta ed ero inzuppata di pioggia e lacrime; Matt aprì la porta, e subito mi abbracciò. Aveva ragione Kris, quando abbraccia diventava un involucro indistruttibile di muscoli. Entrai dentro casa e vidi Kristen seduta sul divano che si sfregava le mani … Quando faceva così significa tanta rabbia. “Cosa ti ha fatto?” disse con un tono così rabbioso da poter uccidere anche con lo sguardo “Cheating” è stata l’unica parola che riuscì ad uscire dalla mia bocca.

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Capitolo 10
*** Dark side ***


Ognuno dentro di sé ha un’altra personalità che è l’esatto opposto di ciò che si è nella vita di tutti i giorni, come un lato oscuro che emerge nelle occasioni giuste. Noi musicisti facciamo vivere le nostre personalità in perfetta armonia, senza che una prevalga completamente sull’altra. Esattamente quello che stavo facendo da cinque mesi e mezzo a questa parte: da una parte c’era Red Gretch, che con il nuovo album della sua band e il tour tra l’Italia e il Nord America aveva sbancato non solo le classifiche di mezzo mondo, ma che aveva fatto registrare il tutto esaurito in quasi tutte le date; giù dal palco e lontano dai riflettori c’era semplicemente Gretchen, una ragazza che da quando ha lasciato l’America non faceva altro che soffrire per quello che le era successo. Avevo appena finito il concerto di Sacramento, e mancavano solo tre giorni alla data finale di Los Angeles, poi il forse meritato riposo. Ero in camerino per riposarmi quando si aprì la porta “Si vede proprio che hai sentito la mia mancanza in questi mesi, eh?” Kris. Eccola che a tour quasi finito ritornava (almeno in teoria) al suo solito lavoro, rompermi le balle. “Ma senti chi parla!! Hai preferito fare la mogliettina a casa invece della vita on the road, poi sono io la cattiva” risposi un po’ sarcastica. “Cretina!!” Mi abbracciò e capii che puzzavo più di alcool che di sudore … Dovevo darci un taglio. “Cazzo quanto sei dimagrita!! Sembri più …” “Tettona? Si, ma lo sai che se scende la panza le tette non si spostano di un millimetro … Come stai?” dissi, sedendomi sul divano, bevendo l’ultimo sorso di vodka “Bene! Anche se tutto questo mi è mancato molto, i preparativi vanno alla grande. Data fissata due giorni prima della partenza, si fa in spiaggia nel primo pomeriggio, abito non troppo elegante, viaggio di nozze in tour, i testimoni ci sono … Manca solo la damigella e siamo a posto” “Il mio vestito?” “Iperscollato, blu notte e figo da paura” “Ok, mi sta bene” Quando parlava del suo imminente matrimonio sprizzava gioia da tutti i pori … Beata lei. “Tornando a noi … Ho sentito i nuovi pezzi che hai registrato a Milano. Tralasciando che i boss hanno detto che finiranno nel dvd live che registrerete a Los Angeles … Noi due dobbiamo fare un bel discorso” Cazzo. Ecco che parte con la ramanzina “Dai, spara” dissi, sdraiandomi sul divanetto “Tre domande: chi era quel tipo che è uscito due minuti fa da qui dentro, che cazzo ci faceva la vodka sul palco e che cazzo stai combinando” Sedatemi!! “Allora … Il tipo che stava qui dovrebbe essere uno della sicurezza, la vodka sul palco … E’ successo perché quando sono salita sul palco non mi sono resa conto che avevo la bottiglia in mano, e … Niente, faccio il mio lavoro, come sempre” risposi, mentre mi accendevo una sigaretta “Come stai?” “Sto bene, va tutto bene” “Ok, adesso voglio parlare con Gretch, mia sorella … Non la Gretch che fino a poco fa ha messo l’intero stadio sottosopra per il delirio” Non si poteva nascondere davvero nulla a lei. “Kris come dovrei stare secondo te? Cerco di andare avanti, non posso di certo piangermi addosso, ormai ne è passato di tempo, e di cose da allora ne sono successe … La vita va avanti” “Ok … Quindi non ti da fastidio se ti accompagna lui all’altare?” Merda. Menti Gretch, menti. È per la sposa, tanto è questione solo di pochi minuti, poi sei libera di sbronzarti alla grande. “Si, fai quello che vuoi” “Sei sicura?” “Si, non ti preoccupare” risposi … Potrei intraprendere la carriera ad Hollywood, potrei essere un’ottima attrice. “Va bene, farò finta di averti creduto, non sperare di cavartela così … Comunque, pensiamo a Los Angeles che c’è un live da preparare e dovrà essere perfetto” “Sono qui per questo” risposi cercando di essere convincente. Si, sono qui per questo … Prepararmi alla fine.

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Capitolo 11
*** Broken pieces ***


Dopo aver concluso il tour con un concerto a dir poco perfetto e spettacolare, iniziai le tanto meritate vacanze, in vista del prossimo tour con i Sevenfold. Passai le prime tre settimane in studio per ultimare il mixaggio dei nuovi pezzi che abbiamo registrato in Italia, poi finalmente potevo dedicarmi completamente al relax e a scacciare brutti pensieri dalla testa, che risiedevano lì da fin troppo tempo. L’unico pensiero che non riuscivo a togliermi dal cervello era di tornare in quella casa, per riprendere le ultime cose. Solo a pensarci, mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, fino a quel fottuto giorno da cui tutto è cambiato, ma dovevo superare questo ostacolo, quindi meglio affrontarlo subito che rimandare e peggiorare le cose. Parcheggiai la mia Hummer nel vialetto e aprii la porta con le mie chiavi, che volarono subito nel posacenere all’ingresso. Il silenzio rovinava l’atmosfera accogliente che mi donava la casa. Forza e coraggio Gretch, ce la puoi fare. Presi un bel respiro profondo e iniziai a trafficare per tutto il piano inferiore per recuperare un po’ di tutto, in modo da non soffermarmi sui bei ricordi. Non potevo, non volevo, e soprattutto non dovevo. Dopo aver portato i primi due scatoloni in macchina, salii al piano di sopra, per riprendere i vestiti. Se al piano di sotto è stata un’impresa, qui ci vorrebbe davvero un miracolo. Feci un altro respiro profondo ed entrai in camera da letto. Era rimasta esattamente come l’avevo lasciata … Meglio non pensarci. Raccolsi tutto quello che dovevo prendere e lo portai in macchina. Un altro piccolo sforzo e poi sei libera Gretch, ce l’abbiamo quasi fatta. Mi fermai per un’ultima volta all’ingresso prima di andare via e mi soffermai sulle foto che erano sul camino. Erano tutte foto di noi due, da soli e insieme. L’ultima mi colpì in modo particolare: ero io durante il concerto di Los Angeles qualche settimana fa. Sapevo che c’era anche lui, ma non era insieme ai ragazzi nel backstage. Mi tolsi la collana che mi regalò tempo fa e l’appesi sulla cornice, poi chiusi la porta dietro di me e andai via. Finalmente ero libera. A pezzi, ma libera.
 
Ogni volta che tornavo a casa, questo fottuto silenzio mi dava sempre un fastidio incredibile. Non doveva esserci. E la colpa era soltanto la mia. Buttai le chiavi nel posacenere all’ingresso, ma questa volta avvertii un suono diverso dal solito, un suono che era molto familiare. C’erano altre chiavi, ed erano sicuramente le sue, il portachiavi con microfono e basso è stato una delle prime cose che le ho regalato quando si trasferì qui. Allora era la sua l’Hummer che ho incrociato quando ho svoltato l’angolo prima di arrivare qui. Merda. Salii in camera da letto e vidi le ante dell’armadio socchiuse. Era venuta a prendere le sue cose. Sei uno stronzo Johnny. Un fottuto coglione. Scesi al piano di sotto, presi una bottiglia di 40’s dal frigo e iniziai a bere con voracità, non volevo pensare che fosse successo davvero. Iniziai a vagare per la casa alternando un sorso di birra ad un tiro di sigaretta, poi mi fermai davanti al camino. Guardai una ad una le foto che erano posizionate sopra, riassaporando i ricordi legati a quelle foto. A partire dalla prima, di quando ci siamo conosciuti, passando per altre foto insieme o da soli. Mi soffermai sull’ultima, che le ho scattato durante il suo ultimo concerto a Los Angeles qualche settimana fa. Mi resi conto che quella sera mi comportai come un vero coglione, cercando di starle lontano il più possibile. Cazzo che coglione. Sulla cornice era appesa la sua collana, quella che le regalai prima che iniziasse a registrare il suo album. Presi la collana e me la misi in tasca, e un solo pensiero mi passava per la testa in quel momento: è finita, è finita per davvero.

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Capitolo 12
*** Seize the day ***


L’album era finalmente finito, e mancavano poche settimane all’inizio del tour. Il mio unico pensiero era cercare con tutte le mie forze di recuperare il rapporto con Gretchen, era la cosa che più mi importava. Dopo una giornata abbastanza stancante in studio a provare, tornai a casa quasi senza forze, non dormivo da almeno un paio di giorni. Bussarono alla porta, era Kris. “Ehi Kris!” dissi, facendola accomodare in salotto. “Come va?” “Tutto bene, non vedo l’ora di partire con tutta la mia famiglia” “Tutti insieme appassionatamente” risposi sarcastico. Si, aggiungi un bel po’ di tensione e stiamo a posto. “Già … Tu come stai?” “La verità? Una merda totale” “Ah …” Qualcosa non andava, l’ho capito dalla sua espressione del viso. Tipico di entrambe le sorelle. “Che succede, Kris? Quando siete preoccupate entrambe fate la stessa espressione” “Si tratta di Gretch” Il mio cuore smise di battere. Porca puttana. “Cosa è successo?” “Non lo so, ma la situazione sta peggiorando” rispose ancora più preoccupata di prima. “Spiegati meglio … Come sta peggiorando?” O merda. “Si sta rovinando con le sue mani: beve come una spugna al punto da portarsi almeno un paio di bottiglie sul palco qualche volta, prende non so quanti tipi diversi di medicinali perché dice che non sta bene con la voce e quindi ha bisogno di curarsi, al mattino prova fino allo strenuo delle forze e di sera va in giro per locali da sola, e non so nemmeno da quanto tempo non dorme in camera sua visto che dorme quasi sempre in macchina … Ho paura che possa combinare qualcosa di grosso Johnny, devi aiutarmi” Porca troia. Il mio pensiero volò direttamente a Jimmy, non volevo perdere un’altra persona importante per una stronzata del genere, non doveva succedere di nuovo. Cazzo, bel caos che ho scatenato. I miei complimenti Johnny, hai vinto il premio per il peggior coglione del secolo. “Giuro che avrei voluto staccarti il pisello con le mie mani per il casino che hai combinato, ma adesso mia sorella sta male e non so cosa devo fare, l’unica soluzione è cercare di parlarle … Io ci ho provato ma lo sai che lei è una fottutissima testona, ha fatto finta di ascoltarmi, ma si vedeva che aveva altro per la testa mentre parlavo” continuò con un velo di rabbia che trapelava dalle sue parole. E come non poterle dare torto, tutto ha avuto inizio per colpa mia. “Ascolta Kris, non passa un momento in cui non mi penta di quella fottutissima cazzata … Io amo ancora Gretch, e se vuoi che cerchi di parlarle ci proverò, farò tutto il possibile per risolvere questa dannata situazione … Passerò più tardi da te e vedrò cosa posso fare” risposi. Meglio agire in fretta prima che degeneri. “Ok, grazie Johnny” disse con un tono leggermente più rassicurante e andando via. Era giunto il momento di chiarire le cose, e dovevo approfittarne subito. Presi un bel respiro, salii in macchina e partii con un solo obiettivo: riavere indietro la mia Gretch.

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Capitolo 13
*** My Medicine ***


Antibiotico. Antiinfiammatorio. Vodka. Nicotina. Antidolorifico. Un paio di volte cannabis. E da oggi new entry: una pasticca di ecstasy, che non so come mi sono ritrovata nella borsa … Che cazzo ho combinato ieri per ritrovarmi una pasticca di ecstasy in borsa? Forse ho scopato qualche pusher. Chissà. Avevo troppo alcool nel sangue per ricordare cosa ho fatto ieri. Le medicine erano diventate una necessità quotidiana, per respingere il dolore che avevo dentro di me e per non pensare a ciò che mi sarebbe capitato nelle prossime settimane: il tour mondiale con i Sevenfold. O per meglio dire: girare il mondo e avere sempre sotto gli occhi colui che mi ha frantumato il cuore. Di giorno provavo per il tour, mentre di sera avevo bisogno di svagare, e andavo in giro per locali per sbronzarmi e fare sesso con qualche sconosciuto che non avrei ricordato nemmeno un paio d’ore dopo. Presi l’antibiotico e l’antiinfiammatorio con un bel sorso di vodka, poi bussarono alla porta della dependance nello stesso istante in cui mi accesi una sigaretta. “Che c’è Kris? Entra!!” urlai, mentre buttai giù l’antidolorifico con un altro sorso di vodka. “Sono io, Johnny” sentii dire mentre ero di spalle alla porta per sistemare le medicine nel cassetto. L’ultima persona che avrei voluto entrasse in questa cazzo di stanza era qui. Porca puttana. “… Ciao” “Ehi …” Mi voltai per un secondo e mi bloccai vedendolo sedersi sul letto. Sentii il mio cuore che riprese a battere dopo non so quanto tempo, ma non potevo permettermi una cosa del genere … Non adesso. Non con lui. “Ti ha mandato Kris, vero?” dissi appoggiando le spalle al muro e incrociando le braccia. “No, non mi ha mandato nessuno, sono venuto da solo” “E allora che ci fai qui?” “Niente … Volevo solo sapere come stai e come è andato il tour” “Il tour ha spaccato di brutto e io sto benissimo … Contento?” “… Si” Non sapevo quanto potesse essere utile comportarmi così, ma forse era l’unica soluzione. “E la tua amichetta come se la passa?” “Intendi Lacey? Dopo un paio di giorni non si è fatta più vedere … Forse aveva capito che non ha fatto altro che farsi odiare ancora di più …” Ben ti sta. La prossima volta ci pensavi su tremila volte in più prima di infilargli il pene nella vagina. “ … O aveva capito che in questo modo mi ha fatto perdere l’unica persona che ho veramente amato in vita mia e che non meritava tutto questo” continuò, con la testa tra le mani. Cazzo. Perché … Perché?? Mi voltai verso la porta che portava alla spiaggia e dai vetri intravidi che si stava avvicinando “Io … Voglio solo capire perché … Perché lo hai fatto?” dissi, cercando di non piangere. Sii forte Gretch, sii forte. “Non lo so … L’unica cosa che devi sapere è che mi manchi, niente più” disse, mentre mi mise la collana che gli lasciai a casa e baciandomi il collo. “… Anche tu mi manchi” risposi ad occhi chiusi, mentre lui si stava avvicinando alla porta da dove era entrato “… Ma mi hai spezzato il cuore, e ho bisogno di tempo prima di tornare a fidarmi di te” “Tutto il tempo che vuoi, io ti aspetterò” disse, prima di chiudere le spalle dietro di sé. Porca puttana. Perché mi sono esposta così tanto? Non dovevo!! Presi la bottiglia di vodka e ne bevvi più della metà, poi presi un antidolorifico mentre mi rigiravo tra le mani quella piccola bustina trasparente con la pasticca di ecstasy. Dovevo essere davvero una cogliona a fare una cosa del genere, ma a mali estremi, estremi rimedi. Ingoiai la pasticca bevendo un ultimo sorso di vodka, poi mi sdraiai sul letto, che aveva ancora tracce del suo profumo. Chiusi gli occhi, poi mi ritrovai in una stanza buia. E non era la mia.

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Capitolo 14
*** Afterlife ***


“Johnny, vieni subito in ospedale … Si tratta di Gretchen” La telefonata di Zacky nel pieno della notte è stata un fulmine a ciel sereno. Non volevo pensare al peggio, non poteva andarsene così. Non doveva. Vidi la Main Street e la Pacific Coast Highway come delle strisce continue di luci nel pieno dell’oscurità della notte, non me ne fotteva un cazzo di quanto corressi, dovevo essere in ospedale il più presto possibile. Una volta arrivato in ospedale, iniziai a correre nelle corsie fino ad arrivare nel reparto di terapia intensiva, dove c’erano i ragazzi seduti su una fila di sedie di plastica. Kristen si alzò e mi corse incontro tra le lacrime “Non può essere … Non può essere!!!” “Cosa è successo? I dottori hanno detto qualcosa?” “È in coma … I dottori hanno detto che ha esagerato con l’alcool e i medicinali, e che con molta probabilità avrà preso qualche pasticca di ecstasy …” commentò Matt con una così fievole da essere quasi impercettibile, seduto su quella sediolina che era troppo piccola per il suo corpo da energumeno. Alcool, droga … COMA … Mi sentii come sprofondare in un buco nero, affondare sotto tonnellate di sabbia. È solo colpa mia. “Resto io con lei, tornate pure a casa” riuscii a dire con un filo di voce, tentando con tutte le mie forze di trattenere le lacrime. Kristen si fece avanti mostrandomi la camera … Stanza numero 237, come la camera maledetta di “Shining” … Cazzo Gretch, anche qui devi fare le cose a modo tuo!!! “Guarda che non devi sentirti obbligato, posso anche restare io qui …” “Kris, tranquilla … E’ il minimo che possa fare per lei … Torna a casa e riposati” dissi, salutando i ragazzi con un cenno. Entrai nella stanza e si sentiva solo il bip degli apparecchi. Mi sedetti accanto a lei stringendole la mano e accarezzandole i capelli castani (suo colore naturale, che aveva deciso di riprendere durante il tour) che scivolavano morbidi sulle sue spalle fin troppo coperte anche per lei; il suo viso era pallido, spento e soprattutto non sorrideva come faceva sempre mentre dormiva. Giaceva in quel cazzo di letto solo per colpa mia, non avrebbe dovuto essere lì. “Perdonami … Perdonami Gretch … Ma adesso torna da me …”
 
Tutto era nero intorno a me. O almeno, ero completamente al buio. La cosa certa è che non avevo la minima idea di dove fossi, l’ultima immagine vivida delle mia mente era il soffitto della mia stanza ( o per meglio dire la dependance della casa di Kris) una bottiglia vuota di vodka e una pillola … Quella pillola era ecstasy. Merda. Gretch sei una testa di cazzo!!! Sono morta. Porca puttana mi sono uccisa. Sono morta. Porco Dio!!! Ma … Se sono morta perché sto soffrendo per la mia morte?? Non è possibile, non può essere. Sono morta e soffro perché sono morta. Bene, anche da morta devo farmi le paranoie. Avvertii una mano che si poggiò sulla mia spalla destra, più o meno sulla parte dove avevo il tatuaggio. Poteva essere solo lui, il mio angelo custode, la persona per la quale avevo deciso di farmi quel tatuaggio, incidendo la sua iniziale su quel microfono che per me indicava la mia vita. “Ehi Dà, sei venuto a prendermi? Te l’avevo detto che prima o poi ti avrei raggiunto” dissi sorridendo, senza voltarmi. Iniziai a camminare senza una direzione precisa, ma non ero io a camminare … O almeno, erano le mie gambe che si muovevano ma non ero esattamente io che camminavo. Forse era lui che mi stava guidando da qualche parte. Non so per quanto a lungo abbia camminato, ma dopo molto tempo iniziai a sentire dei piccoli rumori. Man mano che mi avvicinavo, riuscivo a comprendere meglio. Non era un rumore insolito e fastidioso, era musica. Cazzo sono entrata nell’Olimpo dei musicisti!! Sin da quando ero adolescente (cioè fino a non molto tempo fa) avevo sempre immaginato che i grandi della musica vivessero tutti insieme in questo Olimpo come gli antichi dei greci. Mi fermai all’improvviso, e avvertii che la mano si era distaccata da me, era andato via, ma la musica si faceva sempre più vivida. Poi capii che tipo di suono ho ascoltato fino a questo momento. Era il suono di una batteria, che ripeteva sempre lo stesso pezzo. E quel pezzo lo conoscevo bene, fin troppo bene. Mi voltai e lo vidi. Beh, se sono morta e sono nell’Olimpo della musica, prima o poi l’avrei incontrato. “Jimmy?” dissi meravigliata dai suoi movimenti fluidi e decisi dietro quella batteria. Avevo visto e ascoltato tanti pezzi dei Sevenfold con lui alla batteria che mi facevano venire i brividi ma sentirlo da così vicino era tutt’altra cosa. Cazzo, è davvero incredibile. Si fermò e si avvicinò porgendomi la mano “Tu … Sei Gretch, giusto? Non pensavo che ti avrei incontrata così presto ma … E’ un piacere conoscerti” mi disse sorridente “Il piacere è tutto mio … Ho sentito così tanto parlare di te che ho sempre avuto la sensazione di averti conosciuto da sempre … Mi spieghi dove cazzo siamo?” “Semplice, siamo nell’Afterlife”

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Capitolo 15
*** Morning after dark ***


“Cioè, fammi capire … Se sono nell’Afterlife vuol dire che io sono morta sul serio?” “No … Sei qui perché non lo sei ancora, motivo per cui riesci ancora a sentire le tue emozioni” “Cosa vorresti dire con questo?” Avvertivo un forte senso di confusione, non riuscivo a capire il senso di tutta questa cosa. “Vedi Gretch, la questione è molto semplice … Tu sei qui perché non è ancora arrivato il tuo momento, per questo non hai potuto vedere il tuo accompagnatore … A proposito, persona molto simpatica … Ed io sono qui solo per aiutarti a tornare indietro” Di bene in meglio. Ora non ci capivo davvero nulla, e che cazzo!! “Quindi vorresti dirmi che quella specie di contatore che ho sulla testa non indica ancora zero, e che tu mi aiuterai a tornare nel mondo dei vivi?” dissi con non molta insicurezza nelle mie parole. “Esattamente questo. Devi attraversare quella porta bianca lì in fondo per poter tornare indietro, ma prima devi avere delle ottime ragioni per farlo” “Ottime ragioni?? Beh, un’ottima ragione è la mia musica, la mia band, i fan … Poi c’è Kris, la mia famiglia, i miei amici che poi sono i tuoi migliori amici … Porco Dio ho fatto davvero un bel casino, eh?? Puttana Eva!!!” “Ok, direi che manca solo una cosa … O per meglio dire qualcuno …” Cazzo. Cazzo. Cazzo!!! “Rev …” “Gretch, ti faccio solo una domanda … Secondo te chi ha interrotto le registrazioni per seguirti durante il tour in Nord America? Chi ha frantumato i coglioni a mezzo mondo per avere tue notizie? Chi è che, nonostante tutto, ti ama ancora come quel giorno in cui metteste a soqquadro quel camerino?” Porca puttana!! “E scommetto che dietro quella porta sarà lì che mi aspetta … Per questo hai suonato la canzone prima, avrei dovuto capirlo subito” dissi, col cuore che ricominciava a battere di nuovo. “Lo senti?? Ecco perché non è arrivato il momento, perciò oltrepassa quella cazzo di porta e và a riprenderti quello che ti spetta” rispose, con un sorriso stampato in faccia. “Non so come ringraziarti Jimmy …” “Devi solo prenderti cura del mio back pack ed essere felici, tutto qui” disse accompagnandomi alla porta. Feci un grosso respiro ed aprii quella porta e vidi una grossa luce bianca. Dopo la tempesta torna sempre un po’ di luce.
 
È passata una settimana da quella famosa telefonata. A volte avevo la sensazione di rivivere la stessa giornata più di una volta: al mattino in studio a provare, e di sera in ospedale per dare il cambio a Kristen che nel frattempo ultimava gli ultimi preparativi del suo matrimonio mentre assisteva sua sorella. Questa volta decisi di fare qualcosa di diverso, mi ero già rotto i coglioni della monotonia. Una volta uscito dallo studio, mi fermai al primo vivaio aperto e comprai una rosa rossa, poi tornai in ospedale. “Novità?” dissi a Kris una volta entrato in stanza dando un bacio sulla fronte di Gretch “Tutto uguale … Ah, le hai portato una rosa! Quando gliela portasti per la prima volta era così felice che me ne parlò per settimane, per poco non la ammazzavo sul serio … Vado a cercare un vaso” rispose sorridendo, per poi uscire dalla stanza. “Ciao tesoro” le dissi, baciandole delicatamente sua mano tra le mie. Poi sentii un leggero tocco sulla mia mano. I bip delle macchine iniziarono ad aumentare il ritmo, e fece una piccola smorfia. Poteva essere una sola cosa:  si stava svegliando. Stava tornando. “Oh cazzo … Chiamo i dottori!!!” urlò Kris non appena aprì la porta. Iniziò a muovere leggermente le dita delle mani, poi aprì gli occhi. È tornata. Porca puttana è tornata!! “Ehi backpack  … ” disse con una voce abbastanza rauca accennando un sorriso. Backpack? Ovunque tu sia grazie, Rev. “Ciao …” “Stai piangendo come una fontana … ” Piangere?? Mi toccai le guance ed effettivamente stavo piangendo, che scemo. “TU SEI UNA FOTTUTA COGLIONA … Ma ti voglio troppo bene!!” gridò Kris, non curante del medico che era alle sue spalle, e abbracciò sua sorella in preda alle lacrime. “Ciao anche a te sorellina … E che cazzo, dammi il tempo che ti veda in abito da sposa e poi sei anche libera di ammazzarmi” replicò scherzando, segno che ormai stava bene “Sei una stronza, ma l’importante è che adesso sei tornata tra noi … Giusto in tempo, visto che fra esattamente 4 giorni c’è il mio matrimonio al quale non poteva assolutamente mancare la damigella d’onore”. Il dottore iniziò a visitarla e fare dei prelievi per i controlli di routine, nel frattempo io e Kris chiamammo gli altri per la buona notizia mentre Gretch venne portata in un altro reparto per la TAC, per controllare se ci fossero eventuali anomalie cerebrali causate dal coma. L’incubo era ufficialmente finito, e la tempesta stava lasciando spazio alla luce.

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Capitolo 16
*** Here I am, once again ***


“Tutti gli esami sono risultati negativi, quindi nel pomeriggio possiamo anche dimetterla” Ero sveglia da meno di 24 ore e già odiavo stare in questa stanza tutta bianca e avere indosso questo cazzo di camice verdino che mi faceva sembrare una busta dell’immondizia. Non vedevo l’ora di uscire fuori da questo posto e poter riguardare il mondo dopo questo tutto tempo di apparente sonno. “Porca troia, io non sono affatto il tipo da stare in stanze così piccole e orribili!!” borbottai, alzandomi dal letto. “Sempre a lamentarti!! Più tardi passiamo …” disse Kris, ma subito fu interrotta da Matt “Kris, non possiamo. Dobbiamo andare a Malibu per controllare se è tutto pronto … Ma ci sarà Johnny, non preoccuparti” continuò, dando una pacca sulla spalla al suo amico “Ehm … Ok, basta che sarò fuori da sto cazzo ospedale mi va bene chiunque” dissi. Meglio, così ci sarà anche l’occasione di chiarire finalmente le cose. Una volta andati via tutti, mi fiondai sotto la doccia, per togliere via tutta questa essenza di ospedale che mi opprimeva sulla pelle. Mi fermai davanti allo specchio a guardare i miei capelli sciolti, come sempre, sulle spalle … Non ero più abituata a guardarmi allo specchio con i capelli castani,visto che avevo abbandonato il rosso che mi contraddistingueva nelle fasi iniziali dal tour, e vedendomi così mi sentivo stranamente a disagio. Qui ci vuole solo un restyling come si deve per tornare alla grande. Indossai un paio di shorts neri, una canotta bianca, una felpa nera aperta e le mie immancabili Converse borchiate, e aspettai con ansia il via libera dei medici per dimettermi. Porca troia, nemmeno prima di salire sul palco ero così ansiosa. Appena arrivarono i documenti, firmai tutto il necessario di fretta e uscii da quella fottuta stanza quasi di corsa, scontrandomi con Johnny. “Usciamo via da qui, prima che faccia una strage” dissi, e ci dirigemmo verso l’uscita, che per me era segno di libertà. Appena usciti feci un grosso respiro, inalando l’aria unita allo smog che non circolava da troppo tempo nel mio corpo. Quanto amo il profumo della libertà!! Durante il tragitto in auto verso casa di Kris nonostante la radio accesa proliferava un silenzio molto imbarazzante. Eravamo consapevoli di dover intraprendere un discorso difficile e soprattutto doloroso da affrontare per entrambi, ma qualcuno doveva pur rompere il ghiaccio, altrimenti non saremmo mai venuti a capo. “Mi sa che noi due dobbiamo parlare” esordii, scacciando via quell’alone di silenzio che circolava intorno a noi “Già …” “Ascolta … Entrambi abbiamo commesso degli errori, e con i sensi di colpa ci siamo andati giù abbastanza pesante, specialmente io … Quindi che ne dici se ci mettiamo una bella pietra sopra e ricominciamo tutto da zero?” Era l’unica soluzione per poter ricominciare, altrimenti il tour che ci aspettava tra meno di una settimana sarebbe stata una tortura per tutti “ … Ok, per me va bene” rispose, parcheggiando l’auto nel vialetto accanto alla mia Hummer. Altra cosa importante: dare una ripulita alla macchina, l’ho ridotta davvero male in questo periodo, povera piccola!! Sembrava più una discarica che un auto. Entrammo dentro casa lasciando borsone e felpa all’ingresso, ed entrai in cucina per cercare qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti con scarsissimi risultati, e mi accontentai di bere un sorso d’acqua “Vuoi una birra?” “No, grazie … Sto bene così” disse, sedendosi sul divano del soggiorno. Ha rifiutato la birra? Oh merda. “JONATHAN LEWIS SEWARD CHE RIFIUTA LA BIRRA?? O porco Dio, questa me la devo segnare” dissi iniziando a ridere “Cazzo, non è mica la fine del mondo rifiutare una birra una volta ogni tanto” commentò ridacchiando “Si, ma tu che rifiuti la birra è come se io uscissi di casa senza un briciolo di pelle scoperta!!!” replicai facendo ridere entrambi, e mi sedetti accanto a lui sul divano, con le gambe sul poggia braccia. La mia testa scivolò pian piano sulla sua spalla, poi lui cinse il braccio attorno le mie spalle, stuzzicando il mio fianco con le dita “Grazie …” dissi, dopo un po’ di silenzio che era tutt’altro che imbarazzante “… Nonostante tutto, sei sempre stato lì ad aspettarmi e mi sei stato vicino anche quando probabilmente non meritavo di avere nessuno, e mi fa capire che ci tieni ancora a me …” “Le parole che ti dissi quella sera sono ancora valide …” disse, baciandomi la fronte. E chi se le scorda quelle parole, porco cazzo!! “Lo so … Lo so …” risposi, intrecciando la sua mano libera alla mia. Con l’altra lasciò il mio fianco, percorse il profilo del mio braccio per risalire al mento, che sollevò quel poco che serviva alle nostre labbra per ricongiungersi ancora una volta, dopo 8 lunghi mesi di attesa. “Greeeetch!! Se siete nudi, avete 30 secondi per rivestirvi, stiamo entrando!!!” Porca puttana, Kris!!! Scattai subito in piedi e le andai incontro, incrociando lo sguardo imbarazzato e pieno di scuse di Matt. “Scusate … Credo che abbiamo interrotto qualcosa” “Non ti preoccupare, stavo giusto andando via …” intervenne Johnny “… Ci vediamo al matrimonio” continuò facendomi l’occhiolino e andando via. “Ehm … Scusa Gretch, non sapevo che voi due …” disse Kris con un’espressione totalmente imbarazzata “Oh no, no … Non ancora … Credo … Non è successo niente comunque, tranquilla” balbettai, evidentemente arrossita dalla testa ai piedi. Il giorno dopo io e Kris partimmo per Malibu, per fissare gli ultimi dettagli previsti e tentare di organizzare un addio al nubilato diverso dal solito. Il giorno del matrimonio sarà un giorno speciale per tutti. Ed eccomi qui, ancora una volta, pronta per un nuovo inizio.

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Capitolo 17
*** Let's have a wedding, have a wedding! ***


“SOS Mandate Vengeance in mio soccorso con due birre (anche qualcuna in più, lo so che avete portato la scorta) al più presto, prima che lo sposo\marito diventi vedovo!!!” Avrei potuto fare un semplice passo fuori la porta per bussare alla loro visto che le camere erano una di fronte all’altra, ma con Kris in preda a panico ed isteria non si poteva perdere di vista nemmeno per un secondo. Mancava meno di mezz’ora al matrimonio, io ero ancora in shorts e canotta e non avevo ancora visto il mio vestito. Andai ad aprire la porta con Kris che si guardava allo specchio e diceva cose senza senso. Cazzo se era bella mia sorella. Tubino bianco di seta che arrivava poco sopra le ginocchia con scollatura da urlo sulla schiena, capelli biondi raccolti da uno chignon che lasciavano cadere poche ciocche sul suo viso candido perfettamente truccato dalla sottoscritta. Sfilai una birra dalle braccia di Vee e ne bevvi un grande sorso con voracità. “Sono tutti di sotto, mancate solo voi due” disse una volta entrato “Sto per sposarmi … GREEEEEEEEEEEEEEEETCH STO PER SPOSARMI!!!” “MA PORCO DIO KRIS TI CALMI?? Ti ha già detto “si” una volta e non può dirti di no altrimenti lo ammazzo, sei una figa da paura quindi motivo in più per lui per non rifiutarti, e lasciami preparare che devo ancora vestirmi che siamo fottutamente in ritardo, cazzo!! Zac, falle bere sta cazzo di birra così tiene la bocca occupata, ho bisogno di dieci minuti per mettermi a posto … Dio, sono un mostro!!” urlai in preda alla disperazione più totale. “Ci penso io, sbrigati” Filai in bagno, indossai il vestito, mi truccai e poi mi diressi allo specchio per guardarmi una volta uscita dal bagno. “Oh porca puttana Gretch … WOW!” balbettò Vengeance. Mi guardai allo specchio e non riuscivo a credere a quello che vedevo. Stesso vestito di Kris ma verde petrolio, con uno scollo morbido sul davanti e ancora più scollato del suo sul dietro, capelli rosso fiammante (eh si, finalmente di nuovo rossa!!) portati all’insù da un semplice bastoncino per capelli dorato. Cazzo se ero figa. Non pensavo di essere così figa da meravigliarmi da sola. “Voi due istigate alla violenza … Siete fighe!!” “Si, ma tu neanche scherzi con questo vestito eh … Se tu non fossi uno dei miei migliori amici e non fossi già impegnato ci avrei provato con te molto volentieri” dissi scherzando. Presi i bouquet e scendemmo fino al piano terra, poi raggiungemmo l’uscita verso la spiaggia, dove c’erano Gates e Johnny che ci aspettavano “Ehi Vee, dove hai trovato queste guardie del corpo così sexy? Ragazze, siete favolose!” esordì Gates venendoci incontro “Gretch ... Wow!! Nel caso che vai in bianco con lo gnomo … Sai dove trovarmi, tanto sono tornato disponibile” Non si dava per vinto grazie al suo ego grande quanto un continente. La sua ormai ex moglie non ha voluto smentire la regola che i gemelli devono fare le stesse cose, quindi cercava qualche compagnia disponibile per una notte per tentare di riprendersi. “Beh, se proprio devo …” tentai di rispondere, ma l’effetto dell’alcool nel sangue di Kris era svanito, stava ricominciando con l’isteria “SCUSATE!!! Io dovrei sposarmi, perciò rimandate tutte le vostre proposte di sesso al dessert, quando sarete abbastanza ubriachi da dirvi di tutto!! Grazie, molto gentili … Adesso, posso andare da mio marito prima di avere un’altra crisi isterica? Ancora grazie!!” sbraitò. “Aaaaaah, la mia sorellina si sposa ufficialmente!!” la zittii abbracciandola, poi mi diressi verso il mio accompagnatore che stava ancora aspettando all’uscita. Wow. Se io ero figa lui con quel vestito nero era … Wow. “Come sto?” dissi sorridente, facendo una piccola giravolta su me stessa. Volevo, anzi, dovevo attirare la sua totale attenzione, e per la sua reazione si direbbe di aver colpito in pieno il bersaglio. “Io sfiguro accanto a te … Porco Dio sei fottutamente … WOW!!” rispose, togliendosi gli occhiali da sole. “Semmai sono io che sfiguro accanto a te … Cazzo, anche tu sei WOW!!” “Andiamo?” mi disse sorridendo e offrendomi il braccio. Accettai l’invito con un sorriso e attraversammo la piccola navata che portava al piccolo altare. Sentivo gli occhi di buona parte degli invitati puntati su di me … E che palle!! Durante la cerimonia riuscii a staccargli gli occhi di dosso solo in occasione dell’arrivo della sposa (Porca troia, quanto era figa Kris illuminata dal sole che tramontava!!!) e al “Vi dichiaro marito e moglie” , per il resto avevo solo un’immagine davanti ai miei occhi: lui.
 
“Johnny … Oh!! E riprenditi!!!” Porco Dio. Wow. “Johnny prima che ti venga un erezione, riprenditi, porca troia!!” “Cazzo vuoi, Gates?” “Ti sei imbambolato come un coglione … E’ vero che vestita così Gretch è una figa da paura più del solito, ma datti una calmata!! Evitiamo di fare figure di merda” Non aveva tutti i torti. Avevo il cuore che mi batteva a tremila e le mani sudatissime. Calma Johnny, calma. “Che intenzioni hai?” “Non ne ho la più pallida idea, non so come comportarmi” Nonostante ci siamo tenuti in contatto fino a pochi minuti fa, non la vedevo da qualche giorno, quando è uscita dall’ospedale. Poco più di una settimana fa era in un letto d’ospedale che lottava tra la vita e la morte, adesso era a pochi metri da me con Kristen e Zacky che uscivano dall’ascensore ed io, emerito coglione, non ero ancora sicuro sul futuro del nostro rapporto, se cercare di essere semplici amici o tornare insieme ... Anche se quello che stava per succedere l’altro giorno … Aaaah, troppo confuso!! Che coglione. “Amico, puoi riconquistarla quando vuoi e come vuoi, ma attento a non farti precedere da qualcun altro” commentò, prima di andargli incontro. Aveva ragione. Aveva fottutamente ragione porco cazzo, dovevo darmi una mossa. “Come sto?” mi disse Gretch, facendo una piccola giravolta su se stessa. Porco cazzo, che donna!! Vestito abbastanza corto e molto scollato che le lasciava la schiena completamente nuda, capelli rossi raccolti e un sorriso che non vedevo sul suo volto da molto tempo. Porca puttana se era bellissima. “Io sfiguro accanto a te … Porco Dio sei fottutamente … WOW!!” balbettai, togliendo gli occhiali da sole. “Semmai sono io che sfiguro accanto a te … Cazzo anche tu sei … WOW!!” rispose con un altro sorriso. Magari. Mi sentivo un pinguino che stava facendo la sauna con questo vestito addosso, odio queste cose troppo eleganti. Per gli amici si fa di tutto. “Andiamo?” le dissi offrendole il braccio. Cazzo, almeno la galanteria. Attraversammo la piccola navata che portava all’altare con gli occhi di quasi tutti gli invitati puntati su di lei … Soliti pregiudizi di sto cazzo. Stronzi. Cercai di mostrare almeno un minimo di attenzione allo svolgersi della cerimonia, guardando Matt e Kris che non smettevano di scambiarsi sorrisi. Tentativo miseramente fallito visto che avevo gli occhi puntati sulla damigella che era a pochi metri da me e non faceva altro che fissarmi. Dovevo prendere una decisione, e in fretta, prima che sia davvero troppo tardi. 

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Capitolo 18
*** Wind of change ***


“Vi dichiaro marito e moglie” e finalmente il secondo e ufficiale matrimonio dei neo coniugi Sanders finì. Anche se ero impegnato ad osservare la damigella anziché gli sposi, ma fa niente. Durante il rinfresco un fotografo gironzolava tra gli invitati per scattare foto qua e là, anche se credo che scattava foto solo a quelle povere persone che erano in procinto di mangiare qualche tartina e quindi venivano sempre a bocca aperta. Kris si avvicinò a me e gli altri per fare la foto di gruppo, quando da dietro spuntò Gretch che si aggregò al gruppo “Ehi!! Senza di me non andate da nessuna parte, ci sono anch’io” disse, poi il fotografo scattò un paio di foto. Il gruppo si disperse, ma mi sentii fermare per un braccio “Aspetta … Scusami, potresti farci una foto, per favore?” disse al fotografo, che obbedì alla richiesta. “Devi aggiornare le foto sul camino, sono troppo vecchie e non va bene” continuò strizzando l’occhio, poi raggiunse la sua band. Osservavo da lontano i suoi movimenti, mentre si spostava da un gruppo di persone all’altro per chiacchierare. Più che altro non smetteva di ridere, ma dopo quello che ha passato tutto questo non le faceva altro che bene. Ci sedemmo tutti a tavola, e come al solito eravamo seduti tutti allo stesso tavolo e io e Gretch seduti vicini. Kris è un genio. Una volta seduti tutti, Gretch si alzò in piedi, estraendo un piccolo foglio stropicciato dalla borsetta. “Un attimo di attenzione, per favore. Di solito queste cose si fanno dopo cena, ma conoscendo me e molti di voi, se lo faccio dopo va a finire che saremo tutti talmente ubriachi che forse dopo a malapena ricorderò il mio nome e quindi alla fine risulterebbe solo inutile aver scritto questo discorso … Per prima cosa volevo ringraziarvi tutti a nome della mia famiglia per essere qui, significa molto per noi. Poi volevo spendere due parole su Kris e Matt, che oggi si sono ufficialmente sposati … Che dire, sono due persone splendide, che si sono trovate per caso e si sono completati l’un l’altro come se il loro destino fosse sempre stato soltanto quello. Chi mi conosce sa che ho sempre ritenuto Kristen come “la parte calma e razionale di me” perché ogni volta che avevo un problema lei era sempre lì, pronta a darmi una mano. Adesso è arrivato il momento di lasciare lei tra le mani di Matt, che dovrà munirsi di tanta pazienza per sopportare le sue isterie anche quando dorme. Però sappiate entrambi che adesso siete la mia famiglia … Quindi Matt, se lei è pazza, io sono molto peggio. Per concludere, giusto alcune citazioni da una delle mie poesie preferite e poi la smetto, promesso …  Anche perché ho fame, quindi dopo è sicuro che mi sto zitta …“Non è lecito sapere che destino abbiano dato a me e a te. Quanto è meglio subire ciò che sarà, sia che ti abbiano dato molti inverni sia che questo sia l’ultimo. Cogli l’attimo senza fidarti del domani” … Perciò, godetevi ogni istante che avrete, senza guardare né al passato né al futuro, e con questo vi auguro tutta la felicità possibile … A Kristen e Matt, salute!” Wow. Si sedette tra gli applausi degli invitati, con Kris che a stento tratteneva le lacrime. “Stronza!! Sei la sorella più stronza che abbia mai desiderato, però nessuno è come te … Adesso mi si è rovinato il trucco, stronza due volte!!” disse stritolando sua sorella maggiore. “Cazzo Kris, è vero che ti avevo detto che dopo averti vista in abito da sposa potevi uccidermi, ma almeno fammi andar via a stomaco pieno, porca troia!! E comunque è intatto il tuo trucco tranquilla, perciò smettila di strozzarmi e lasciami mangiare, demente” rispose. Tipico scambio di complimenti tra sorelle, se ne sono dette anche di peggiori. Passai tutta la durata della cena pensando al discorso di Gretch … Forse aveva ragione, vivere ogni singolo istante del presente senza alcun rimpianto verso il passato e alcun timore verso il futuro. Porca puttana se ha ragione! Fanculo rimpianti e sensi di colpa, nel mio presente adesso c’era solo lei.

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Capitolo 19
*** For the first time ***


Era quasi l’alba e buona parte degli invitati, e sposi compresi, era ancora a cazzeggiare. Se si considera che siamo tutti musicisti e staff, alla fine risulterebbe anche abbastanza normale questa cosa. Anche se eravamo divisi in piccoli gruppi, eravamo stanziati lungo il bancone del bar a bere qualsiasi cosa che poteva essere alcolico. Non avevo bevuto molto, quindi riuscivo ancora ad avere un minimo di controllo sulle mie azioni, anche se non smettevo di raccontare aneddoti per prendere in giro Kris, che era impegnata a scattare fotografie a cazzo a chiunque. “Questa la devo raccontare!! È successo un paio d’anni fa. Ero in camerino e avevo da poco ricevuto un ospite …” iniziai a raccontare “Dovevo salire da lì a momenti sul palco, al che entra Kris, si guarda intorno e fa “Che cazzo hai combinato?” e io “Niente, ho avuto un ospite” poi si guarda di nuovo intorno e fa “E tu e questo tuo ospite che cazzo avete combinato che avete letteralmente spaccato un tavolino??” al che la guardo e faccio “Devo dirlo per forza? Usa la fantasia, cazzo” Poi inizia a indietreggiare e puff!! Non aveva visto la bottiglia di birra a terra, e inciampando l’ha rotta col culo!!! AHAHAHAHAHAHAHAH!!!” “GREEEEEEEEEEETCH!!! Mi stai sputtanando troppo ahahahahahah!! Qualcuno la faccia ubriacare per favore!!!” intervenne Kris. Però pensandoci … La faccenda del tavolino è successo con Johnny … Wow!! Lo osservavo da non molto lontano mentre rideva con Zacky e consorte … Devo parlarci, e al più presto.“Ehi Gretch, mi sai dire chi è la ragazza in rosso che parla con gli altri?” interruppe Gates, indicando verso il fondo del bancone “Lei? È Gwen, un’amica di Kris che lavora con noi come addetto stampa” “Interessante …” “Vacci piano, deve partire con noi, quindi se succede qualcosa non voglio sapere niente” commentai. Meglio mettere le mani avanti che non si può mai sapere “Va bene, va bene … Ma non è che l’hai detto per gelosia perché lo gnomo ti ha mandata in bianco?” replicò. “Non ancora, non c’è stata ancora occasione per poter parlare, quindi per ora ancora niente … E comunque io e te? Naaah … Cioè, sei un bel ragazzo ma non sei il mio tipo” risposi. Io e Gates? Ahahahahah NO. Scoppiò a ridere e mi abbracciò “Bentornata Gretch!” disse, poi si avvicinò verso la sua preda. “Scusate, qualcuno ha da accendere?” disse Johnny. Gli offrii il mio accendino, e una volta accesa la sigaretta prese la giacca e uscì fuori. Ok, è il momento di parlare. “Scusate, vado a fumare anch’io” dissi, e sgattaiolai fuori. Wow. Vedere l’alba era sempre un qualcosa che ti lasciava letteralmente senza fiato. Anche se con quel poco di stoffa che mi ritrovavo addosso sentivo leggermente freddo, ma potevo sopportare. Puttana Eva, come sono agitata. O la va o la spacca, siamo alla resa dei conti. “Ehi …” esordii accendendo una sigaretta e appoggiandomi a quel pezzettino di muro che divideva la sala del bar da quella del ristorante. Si voltò e mi porse la giacca, facendomela mettere sulle spalle “Metti questa, non sia mai che ti venga il raffreddore o il mal di gola … Diventi tragica quando non stai bene” Scoppiammo a ridere, poi mi avvicinai a lui poggiando la testa sulla sua spalla. Lasciai cadere la sigaretta a terra che non era arrivata nemmeno a metà … Forse è la volta buona che smetto sul serio. “A cosa stai pensando?” “Non posso nasconderti proprio nulla, eh?” rispose facendo un ultimo tiro alla sua sigaretta “Beh, escludendo che hai appena finito di fumare, non stai bevendo, non stai suonando, né dormendo, e non … Insomma, hai capito!!” replicai imbarazzata. Mi ritrovai non so come appoggiata di nuovo al muro, con le mie braccia che cingevano i suoi fianchi e le nostre mani intrecciate tra loro. “Beh si, in effetti stavo pensando al tuo discorso, e a quello che mi dicesti l’altro giorno …” Ho fatto centro. Il discorso è stato creato a posta per essere recepito in modo diverso da parte sua rispetto al resto degli invitati. E ci sono riuscita alla grande. “Ah … Sai, ci ho pensato molto in questi giorni, e per la prima volta ho capito il vero significato del mio tatuaggio …” dissi, fissando il mio tatuaggio sul polso. “Non voglio pensare al passato, e non è il momento per pensare già al futuro … Per me adesso c’è solo il presente, e nel mio presente non vedo altro che te …” continuai tutto d’un fiato. “Gretch …” disse accarezzandomi il viso, ma lo zittii con un dito, poi lo baciai. Riassaporare quelle labbra fu la cosa più gratificante che abbia mai fatto dal mio risveglio dal coma. “Dovevi dirmi qualcosa?” dissi col fiato corto, ero in riserva di ossigeno. “… Andiamo via da qui prima che qualcuno ci veda” rispose sussurrando. Ci dirigemmo verso gli ascensori attraversando la sala ormai vuota del ristorante, poi entrammo in uno dei due ascensori. Nemmeno il tempo di lasciar chiudere le porte che già eravamo rifilati in un angolo per poter recuperare quegli otto fottutamente lunghi mesi di amore mancato.

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Capitolo 20
*** Come back again, it's almost easy ***


Il tour con i Sevenfold è stata la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia. Un anno e mezzo a girare il mondo con una delle migliori band che ci siano in circolazione è stata una tempesta continua di emozioni uniche che non riuscirei nemmeno a descrivere in questo momento. Nonostante le malelingue storcessero il naso riguardo alla scelta della mia band ad aprire i loro concerti, siamo stati sempre accolti con grandi ovazioni da parte dei fan, e questo non faceva che riempirmi il cuore di gioia e caricarmi per dare sempre il meglio di me. Questo viaggio condiviso insieme non ha fatto altro che consolidare la nostra unione, ormai eravamo una famiglia a tutti gli effetti. Una volta finito il tour, mi presi un breve periodo di pausa per poter riprendere fiato, poi ricominciai a lavorare su un nuovo album, per poi tornare a girare il mondo e scatenare le migliaia di persone che venivano a vedere il concerto. E ovviamente nella lunghissima serie di date non potevano mancare i festival, la cosa più bella che Dio (o qualsiasi altra onnipotenza sia stata) abbia mai creato. E quest’anno festeggerò il mio compleanno proprio durante un festival. Fortunatamente il caso (il caso? Ormai era abitudine, era strano per me non vederli) volle che anche questa volta avrei condiviso il palco con i Sevenfold, quindi avevo tutta la mia famiglia con me, compresa Piccola Gretch, un peperino di bambina bionda dagli occhi verdi, figlia di Kris e Matt, che faceva da mascotte ad entrambe le band. Di carattere è tutta sua zia, non per niente ha anche il mio stesso nome. Guardai l’orologio ed ero fottutamente in ritardo, dovevo salire sul palco subito. Iniziai a correre per il corridoio del backstage e mi fermai davanti alla scaletta di metallo che mi portava sul palco per riprendere fiato e darmi una sistemata visto che Madre Natura è stata così tanto generosa con me da donarmi 20 kili di tette in più del normale per farmi venire ancora di più il fiatone. “Sei troppo vanitosa, testolina rossa” sentii dire da una voce che proveniva dalle mie spalle “Non sfottere, gnomo” commentai, ancora col fiato corto. Alzai la testa e mi ritrovai davanti un Johnny Christ che non la smetteva di ridere vedendomi a testa bassa che riprendevo fiato “Gretch, perdi troppo tempo a prepararti, te l’ho sempre detto” “Kris mi ha lasciato Piccola Gretch in camerino che mi stavo preparando per lasciare senza fiato il TUO di cantante e subito si è addormentata … Cazzo dovevo fare, mica potevo lasciarla da sola?? Che poi parli tu, che dormi come un ghiro o che passi le ore a sistemarti il mohawk … Ma senti chi parla, sempre a lamentarti!!” brontolai, tentando di specchiarmi attraverso i suoi occhiali da sole “Potevi anche fare tutto questo prima, così avresti evitato tutto questo casino” Ahahahah simpatico. “Ok, allora dovrò dire a mio marito che d’ora in poi dovremo rinunciare al sesso pre-concerto in camerino, altrimenti arrivo sempre in ritardo e non posso permettermi di fare tardi …” dissi con un certo tono di sfida. “No aspetta, parliamone. Non prendere questo tipo di decisioni così avventate su due piedi!! Cioè … NO!!!” “Ahahahahahahah!! Certo che siamo proprio strani, eh?” dissi ridacchiando ancora “Che vuoi dire?” “ Ci siamo conosciuti più o meno in questo modo … E’ buffo come le cose ritornano” “ “It’s just like a circle” lo dici tu stessa ... Ovviamente ho tralasciato il fatto che voi cantanti vi dimenticate sempre le parole delle vostre canzoni” replicò ridendo. Effettivamente aveva ragione. “Ma quanto sei cretino ahahah … Tieni queste prima che le perda e fammi andare … E poi io non mi dimentico le parole, è solo che ho troppe cose a cui pensare!!” risposi, lasciandogli l’anello e la fede che avevo dimenticato di lasciare in camerino in modo da non perderle sul palco. “Spacca tutto, Rossa” disse, infilando fede e anello nella tasca dei pantaloni. “Ci puoi scommettere, tesoro … Ti amo Signor Christ” risposi strizzando l’occhio e baciandolo. Salii la scaletta metallica che mi portava sul palco, pronta a donare tutte le mie energie ad ogni singola persona che puntava occhi, orecchie e cuore sul palco. Una musica spettacolare, una famiglia incredibile e un marito a dir poco fantastico. 
 
A me basta poco per essere felice.

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