Get me with those green eyes, baby.

di shesfede
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 41: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


 



Prologo

Giugno 2009

“David e Rachel oltre ad essere due persone eccezionali, erano due genitori straordinari. La loro vita ruotava attorno ai loro due figli e, in tutta onestà, non credo di aver mai visto due genitori dediti al proprio compito come loro due. Hanno fatto un grande lavoro e ragazzi –disse il signor Payne, il migliore amico di mio padre, rivolgendosi a me e a mio fratello maggiore Louis- loro oggi sarebbero fieri di voi.”
Quando la cerimonia funebre terminò ognuno dei presenti si avviò verso l’uscita.
“Io vado a salutare gli ultimi presenti.” Louis mi diede un bacio sulla guancia per poi uscire dalla chiesa.
Ammiravo mio fratello. Nonostante la situazione era riuscito a mantenere la forza di sempre. Quanto avrei voluto reagire come lui. Invece l’unica cosa che riuscivo a fare era piangere.
“Ehi piccola.” Mi tirai su col naso e vidi Liam.
“Ehi” fu tutto quello che riuscii a dire.
“Come stai?” disse sedendosi accanto a me.
“Male” risposi fredda.
“Già, domanda stupida.”
“Liam” lo chiamai poi.
Lo vidi voltarsi verso di me e abbozzare un mezzo sorriso. “Dimmi.”
“Cosa accadrà ora?” gli chiesi.
“Non lo so Julie. Però stai sicura che qualsiasi cosa succederà io sarò qui… con te.”
Guardai quei suoi occhi nocciola per qualche minuto, fino a quando cedetti alle lacrime. Lui era lì, pronto come sempre ad accogliermi tra le sue braccia.
“Sarà meglio andare ora. Louis e gli altri ci stanno aspettando fuori.” Annuii, mentre lasciavo la chiesa ancora stretta a Liam.
Proprio come aveva detto, fuori, seduti su una panchina, c’erano mio fratello e gli altri due suoi migliori amici. Zayn si alzò immediatamente per farmi sedere accanto a Louis. Mi sedetti, affrettandomi a stringere la mano di mio fratello.
“Andrà tutto bene. Ci siamo noi” disse Harry mettendomi un braccio intorno al collo.
Mi voltai verso di lui. Gli occhi verdi che di solito brillavano quella mattina erano circondati da due occhiaie pesanti; il sorriso, accompagnato come sempre da due adorabili fossette, era spento. I segni della stanchezza si vedevano chiaramente sul suo volto. Nonostante ci fosse un forte legame tra tutti e quattro, quello tra Louis ed Harry era decisamente più forte.
“Grazie Styles” dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Mi accarezzò la spalla, per rassicurarmi.
“Louis, stavo pensando che magari tu e Julie potreste venire a dormire da me per questa sera.” Il tono della voce di Zayn era dolce come non mai.
“Zayn grazie, ma credo che andremmo a casa” disse Louis accarezzandomi la gamba.
Zayn non insistette, così io e Louis, dopo aver salutato gli altri, tornammo a casa nostra. Era vuota, fredda, gelida.
Andai in camera mia a spogliarmi. Misi una vecchia felpa di Louis, nonostante fossimo in pieno giugno. Indossare le sue cose mi faceva sentire protetta.
Ero seduta sul letto, con la testa nascosta tra le gambe, quando venne a bussare alla mia porta.
“È stata una giornata difficile quella di oggi” disse sedendosi accanto a me. Mi spostai leggermente per fargli posto.
“Sarà sempre così…” commentai.
“Non è detto.”
Ruotai leggermente il viso, il giusto per riuscire a guardarlo negli occhi. Lui in tutta risposta fece spallucce.
“Prima o poi riusciremo ad andare avanti… almeno credo.”
Si buttò all’indietro e così mi sdraiai anch’io. 
Ci addormentammo insieme, io con il volto bagnato dalle lacrime e lui lì, pronto ad asciugarle.



here i am:

Per prima cosa grazie a tutti voi che avete deciso di leggere la mia fan fiction. Non è la prima cosa che scrivo e neanche la prima che pubblico, ma sicuramente è quella che mi ha dato (e continua a darmi) più soddisfazioni. Questo è solo il prologo, tanto per entrare nella storia e conoscere i primi personaggi. Forse qualcuno avrà già letto questa fan fiction sul forum dei One Direction, quindi sa già che ho scritto e pubblicato ben 36 capitoli e che in questo periodo sto lavorando al finale. Ho deciso di pubblicarla anche su questo sito.. beh, non c'è un motivo vero e proprio a dire il vero LOL. Semplicemente mi andava di farlo :) 
Non mi interessa se già conoscete la storia e quindi avete già commentato in altri posti, una vostra opinione (anche se ripetuta) mi fa sempre piacere. Solo non anticipate niente lol
Per chi invece non avesse ancora letto niente è invitato a farlo :D
Spero che vi piaccia, perchè io ci ho messo davvero tutto il mio cuore nello scriverla xx
P.S. Visto che ho un bel po' di capitoli messi da parte è probabile che, se la storia dovesse riscuotere successo anche qui, ne pubblichi più di uno contemporanteame #js

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 



CAPITOLO 1



Ottobre 2011

“Grazie ed arrivederci.”
Ancora un ultimo sorriso ed è fatta. Un altro libro è stato venduto e un altro cliente ha lasciato la libreria Potter pienamente soddisfatto dell’acquisto appena fatto.
“Noi andiamo Juliette.” I signori Potter, i proprietari del negozio, stavano indossando i cappotti per poter così tornare a casa.
“Buona serata.” Sorrisi ai miei datori di lavoro.
Lavoravo presso quella libreria da quasi quattro mesi, più o meno dalla fine della scuola. Joseph e Isabelle Potter erano due persone eccezionali, che riponevano piena fiducia in me. Non avevano figli, ma ho sempre pensato che sarebbero stati dei genitori eccezionali.
“Sai, ieri Charlotte ha chiuso mezz’ora prima. Potresti farlo anche tu, tanto nessuno viene a comprare un libro alle otto di sera.”
Sorrisi. “Credo che mi fermerò un po’ qui a leggere.”
Una volta rimasta sola tornai a sedermi dietro al bancone, dove ad aspettarmi c’era Nicholas Sparks e l’ultimo capitolo di un suo travolgente libro.
“Fine” sospirai quando anche l’ultima pagina del romanzo fu voltata.
Dopo aver riposto il libro nello scaffale indirizzai lo sguardo verso il simpatico orologio a cucù appeso su una delle pareti.
“8.25. È ora di chiudere.”
Stavo indossando il giubbotto, quando l’inconfondibile suono della campanella, che si sentiva quando la porta d’ingresso veniva aperta, si udì nella stanza.
“Puntuale come sempre, Liam.” Sorrisi al mio amico.
“Che posso dire? Conosco a memoria le tue abitudini. A proposito: ecco la tua cioccolata calda!” Allungò verso di me un bicchiere bollente di cioccolata.
“Liam Payne io giuro che un giorno di questi ti sposo.” Afferrai il bicchiere e iniziai a sorseggiare la mia amata cioccolata.
Liam era il mio migliore amico, da sempre. Fin da piccoli eravamo inseparabili. Delle volte anche di più.
“Giornata impegnativa?” Scossi la testa, mentre la serranda del negozio scendeva.
“Sai, un giorno dovrai obbligarmi a leggere un libro” disse mentre portava il suo braccio destro intorno alla mia spalla e iniziava a camminare verso casa.
Vivevamo insieme da un anno. Era stata un’idea di mio fratello Louis quella di riunirci sotto lo stesso tetto.
“Liam, Liam, Liam” dissi ridendo “tu sei molto più intelligente di quello che vuoi far credere.”
Mi voltai verso di lui e lo vidi sorridere.
I suoi sorrisi erano una delle poche cosa che riuscivano ancora a mettermi di buon umore.
Dopo la morte dei miei genitori tutto era diventato più difficile e Liam era una delle poche presenze sicure nella mia vita.
All’improvviso mi scoccò un rumoroso bacio sulla guancia.
“E questo a cosa lo devo?” dissi riferendomi al bacio. “
Al fatto che stavi pensando di ringraziarmi per la mia costante presenza nella tua vita. Tranquilla piccola Tomlinson, non ti libererai facilmente di me.” Mi fece l’occhiolino.
“Stupido” dissi colpendolo con un leggero pugno.
Poco dopo arrivammo.
“Siamo tornati” urlò mentre appendeva il cappotto nell’appendiabiti.
“Dammi, faccio io” disse aiutandomi a sfilare il mio.
“Grazie biondo!” dissi scompigliando la chioma della quale andava tanto fiero.
Fin da piccola amavo mettergli in disordine i capelli. Lui me lo lasciava sempre fare, anche se sapevo benissimo che si infastidiva tantissimo quando qualcuno gli toccava i capelli.
Mentre Liam sistemava i giubbotti, io andai in salotto, dove ero sicura di trovare il resto del gruppo. E infatti eccoli lì, mio fratello Louis e Zayn spaparanzati sul divano a guardare uno schiocco programma alla tv.
“Buonasera coinquilini!” Mi buttai sul divano a peso morto, nonostante fosse occupato.
“Prego, fai con comodo Julie!” Sentire Zayn borbottare era sempre uno spasso.
“Di cattivo umore Malik?” Mi divertivo da matti a stuzzicarlo.
“Julie lascialo stare” mi richiamò Louis.
“Come vuoi fratellone!” dissi stampandogli un bacio sulla guancia.
“Che si mangia per cena gente?” fu l’esordio di Liam nella stanza.
“Harry è andato a comprare la pizza” disse Zayn alzandosi dal divano e andando verso la cucina.
“Visto che ci sei, apparecchia!” esclamò Louis.
Nonostante cercò di contenersi, i lamenti di Zayn si sentirono forti e chiari.
Liam scoppiò in una leggera risata mentre occupava il posto ormai libero sul divano. Non appena si sedette mi sollevai per potermi rannicchiare meglio accanto a lui. Louis impiegò un po’ prima di accorgersi della situazione, poiché troppo preso dalla tv.
“Ehi Payne! Giù le mani da mia sorella!”
Liam si voltò verso di lui e lo guardò strano per poi stringermi ancora di più a lui.
“Dai Liam smettila! Lo sai che è geloso della sua sorellina.”
Questa voce l’avrei riconosciuta tra un milione di altre.
“Harry!” esclamai alzandomi di colpo dal divano e correndo nella sua direzione. Gli buttai le braccia al collo non appena lo raggiunsi.
“Ok, ok. Vacci piano Julie. Anche se tutto questo affetto non mi dispiace” mi disse ridendo, ricambiando però l’abbraccio.
“Stupido, l’entusiasmo non è per te, ma per la pizza.”
Gli feci la linguaccia, mentre afferravo lo scatolone che teneva ancora, non so come, tra le mani.
Dalla zona divano partì una risata così forte che fece tremare le pareti.
“Vedete che si fredda!” urlai agli altri per farli venire in cucina. In cinque minuti eravamo tutti e cinque seduti intorno al tavolo a mangiare e raccontare le nostre giornate, proprio come una famiglia.
“Che turni fate domani?” chiese Zayn con la bocca piena di pizza.
“Chiudi la bocca Zayn, mi stai sputando tutta la pizza addosso” protestò Harry.
Quella scena fece ridere tutti quanti.
“Io e Liam abbiamo il turno di pomeriggio.” Louis e Liam lavoravano insieme nel negozio di elettronica del centro commerciale lì vicino.
“Io sono fuori tutta la giornata. Un collega mi ha chiesto di coprirlo per domani così ho il doppio turno.” Zayn faceva il commesso in un negozio dell’ Abercrombie nello stesso centro commerciale dove lavoravano Louis e Liam.
“Io ho il turno di mattina” disse Harry prima di addentare un pezzo di pizza. Harry lavorava in un negozio di musica che si trovava proprio di fronte alla libreria Potter.
“Anch’io” dissi mentre sorseggiavo la mia coca-cola.
“Allora a Liam non dispiacerà se domani passo a prenderti io a lavoro al posto suo.”
Il sorriso di Harry era sempre luminoso, ma quella volta nell’espressione sul suo volto sembrava esserci qualcosa di diverso. Sembrava fin troppo entusiasta dell’idea.
“Per me va bene” riuscii a stento a dire.
“A questo punto non sarò di certo io ad oppormi” concluse Liam, tirandomi un leggero colpetto da sotto il tavolo.
Una volta finito di cenare i ragazzi si alzarono per andare in salotto a guardare la tv, dato che quella sera i piatti spettavano a me. Iniziai così a lavare il tutto in solitudine.
“Che ne dici se tu lavi ed io asciugo?” Sobbalzai non appena sentii la stretta di Liam sul mio bacino.
“Santo cielo Payne! Vuoi farmi morire d’infarto per caso?”
Gli porsi un piatto in modo che lo asciugasse.
“Credevo che ti piacessero le sorprese” disse facendo spallucce.
Gli schizzai qualche goccia d’acqua sul viso, ma non reagì. Stranamente era diventato serio.
“Allora domani torni con Harry.” Aveva lo sguardo perso nel vuoto, quasi gelido.
“C’è qualche problema?” dissi porgendogli un altro piatto.
“Mi sto solo preoccupando per te, tutto qui.”
Improvvisamente mi sentii il suo sguardo puntato addosso.
“Non c’è n’è bisogno” tagliai corto.
“È solo che so benissimo quanto lui ti piace e non vorrei che, ecco” –fece una breve pausa- “non vorrei che tu ci rimanessi male o ti facessi qualche illusione.”
Appoggiai il piatto che avevo in mano nel lavello e mi voltai verso di lui.
“Ascoltami bene Liam. Sono diciotto anni che conosco Harry e fin’ora me la sono sempre cavata. Viviamo nella stessa casa da tanto tempo ormai è sto ancora bene. L’ho visto uscire con centinaia di ragazze, una diversa ogni due giorni. So benissimo che lui mi vede solo come un’amica. Anzi, so per certo che lui mi vede come una sorellina minore da proteggere. Quindi, se pensi che io possa farmi qualche illusione, stai tranquillo perché beh… -feci una breve pausa- non succederà.”
Tornai al piatto che avevo lasciato, aspettando la risposta di Liam.
“Scusami, io voglio solo il tuo bene.”
“Lo so Liam, lo so” sussurrai.
Gli porsi l’ultimo piatto, ma anziché asciugarlo lo prese e lo appoggiò sul ripiano della cucina.
“Vieni qui, piccolina mia.”
Mi afferrò per un abbraccio, attirandomi a sé. Appoggiai il volto sul suo petto, lasciandomi avvolgere dalle sue braccia.
“Mi piace quando mi abbracci” sussurrai.
“E a me piace abbracciarti” disse baciandomi la testa e continuando a cullarmi in quell’abbraccio.
Liam sapeva come farmi stare bene. Sempre.



here i am:
Ringrazio tutte voi che avete recensito. Sono contenta che la storia attiri nuove lettrici :) Ecco per voi il primo capitolo della ff xx

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 



CAPITOLO 2


Mi rigirai nel letto per la millesima volta. Ero sveglia da un’ora e non riuscivo a prendere più sonno. Nella testa mi rimbombavano ancora le parole di Liam.
Non vorrei che tu ci rimanessi male o ti facessi qualche illusione.
Ero innamorata segretamente di Harry da quando avevo dieci anni e lui mi aveva difeso da un bulletto a scuola.
Non ho mai avuto il coraggio di raccontarlo a mio fratello. Ho sempre pensato che si sarebbe opposto a questo mio sentimento. Come d’altronde ha sempre fatto Liam.
Harry è un tipo da ragazze facili. Non è fatto per te. Me lo ripeteva in continuazione. Specialmente negli ultimi anni.
Mi girai su di un fianco per guardare per l’ennesima volta la sveglia, che segnava le 6.22. Rassegnatami all’idea che tra mezz’ora mi sarei dovuta alzare comunque, mi trascinai fuori dal letto per andare a fare una doccia. Amavo la sensazione che provocava l’acqua quando bagnava la pelle. Mi faceva stare bene. Più che altro mi aiutava a distendere i nervi. Approfittai del tempo a disposizione per asciugare per bene i capelli. La mattina uscivo di casa sempre talmente in fretta che spesso improvvisavo una coda lungo il tragitto verso la libreria.
Quando lasciai il bagno la casa era ancora silenziosa, segno che le sveglie dei ragazzi non erano ancora suonate. La porta della camera di mio fratello e di Harry, che si trovava esattamente di fronte alla mia, era socchiusa. Mi avvicinai per spiare quei due mentre dormivano. In quella camera regnava il caos totale. Erano sempre stati dei tipi disordinati, fin da bambini. Mi feci largo per passare tra le varie cianfrusaglie che si trovavano sul pavimento. Mi sedetti ai piedi del letto di Harry per poterlo guardare. Era così bello mentre dormiva. Avrebbe battuto un cucciolo di cane in una gara di tenerezza in quel momento.
“Mmm.. dov’è la mia carota?” Mi alzai di scatto dal letto, presa da un attacco di paura.
“Santo cielo Louis! Quando la smetterai di fare sogni assurdi?” dissi ridacchiando, cercando comunque di mantenere un tono di voce basso. Se mi avessero sorpreso lì avrei dovuto dare parecchie spiegazioni.
Uscii silenziosamente dalla loro camera, per poi rinchiudermi nella mia per finire di prepararmi. Verso le 7.30 bussarono alla porta.
“Entra” gridai a chiunque fosse.
“Pensavo che stessi ancora dormendo.” Un Liam Payne tutto euforico si presentò nella mia stanza, buttandosi sul letto.
“Mi sono svegliata prima oggi” dissi avvicinandomi a lui.
“Come mai? Tu ami dormire?”
Feci spallucce mentre mi sedevo accanto a lui. “Tu invece? Non inizi a lavorare alle due oggi?” chiesi.
“Zayn è un tipo abbastanza rumoroso” disse annuendo.
Risi pensando a Zayn che si sveglia obbligando Liam a fare lo stesso. Poi mi ricordai di una cosa fondamentale.
“Payne fuori di qui! Hai una colazione da preparare!”
Lo sbattei fuori dalla camera, senza dargli possibilità di replica. Se Liam non preparava la colazione, saremmo morti tutti di fame.
Presi la borsa e scesi anche io di sotto. Seduti introno al tavolo c’erano già Zayn e Harry. Liam mi aveva ubbidito, mettendosi al lavoro ai fornelli.
“Buongiorno bellissimi!” esclamai entrando.
Mi avvicinai a Zayn per dargli un bacio sulla guancia. Feci lo stesso con Harry per poi sedermi accanto a lui.
“Allora, dove sono i miei pancake Payne?” dissi impugnando la forchetta.
“Eccoli qui, signorina ‘rompo di prima mattina’” disse mettendomi i pancake del piatto.
“E a noi?” esclamò offeso Zayn.
“Scusa amico, ma questa è la conseguenza per avermi buttato giù dal letto a quest’ora” rispose lui.
Io e Harry non ce la facemmo più e così scoppiammo a ridere.
“Siete uno spasso quando litigate” dissi.
“Non dovevi andare a lavoro tu?” mi chiese Liam come se volesse dire “Perché non ti levi?” 
Gli feci una linguaccia prima di dare un morso al mio delizioso pancake.
“Ragazzi è tardissimo! Io scappo, a ‘sta sera” disse Zayn finendo di bere il suo caffè di corsa. In pochi minuti Zayn Malik era andato.
“Sarà meglio andare anche per noi” mi disse poi Harry alzandosi da tavola. Annuii.
“Ti aspetto di là” mi disse poi.
Mi affrettai così a finire la mia colazione.
“So che il principe azzurro ti sta aspettando, ma rallenta o finirai per strozzarti” disse sarcastico Liam.
Ingoiai l’ultimo boccone rimasto, prima di rispondere. “Il tuo umorismo non è divertente” gli dissi guardandolo male.
Si mise dietro di me, avvicinando la sua bocca al mio orecchio.
“Una volta ti piaceva il mio umorismo” mi sussurrò malizioso.
Non mi lasciai intimorire da quel suo atteggiamento, sapevo benissimo come affrontarlo. Mi voltai lentamente, in modo che le nostre bocche fossero a pochi centimetri di distanza.
“Hai detto bene Liam, una volta” dissi sorridendo il più maliziosa possibile.
Mi alzai e andai a prendere la giacca, lasciandolo lì di sasso. Nell’entrata trovai Harry.
“Eccomi” esclamai.
Aprì la porta di casa e mi fece segno con la mano di uscire per prima.
“Come siamo gentili Styles” dissi ridendo.
Fece un sorriso che mi lasciò senza fiato. I sorrisi di Harry ti stendevano sempre.
“Buon lavoro allora!” esclamò poi Liam dalla porta della cucina.
Harry fece un cenno con la mano all’amico per salutarlo, il quale ricambiò. Io mi limitai a scuotere la testa, sorridendo. Liam non sarebbe mai cambiato, ormai lo sapevo bene. Lo vidi sorridere soddisfatto prima che Harry chiudesse alle sue spalle la porta di casa.
“Allora” disse mettendomi un braccio intorno al collo come era solito fare quando camminavamo insieme.
“Allora” dissi guardandolo.
Sorrise di nuovo. Quella mattina sorrideva più del solito.
“A cosa devo tutto questo entusiasmo?” gli chiesi poi.
“A niente. Solo era da tanto che non passavamo un po’ di tempo insieme, noi due da soli” disse guardandomi.
Mi voltai di scatto verso di lui. “Davvero sorridi per questo?” gli chiesi incredula.
“Certo! Mi era mancata la mia sorellina!” disse baciandomi la testa.
“Già” fu tutto quello che uscì dalla mia bocca.
Per fortuna arrivammo presto a destinazione.
Mi salutò con un abbraccio fortissimo, che non fece altro che peggiorare il mio stato d’animo.
Liam aveva ragione. Non ero immune ad Harry Edward Styles.



here i am:
Capitolo numero 2. Beh, non c'è tanto da dire in realtà. Siamo ancora all'inizio, ma spero che vi piaccia comunque questo capitolo xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


 



CAPITOLO 3 

“E così con Harry è andata uno schifo” commentò Liam dopo il racconto dettagliato che gli feci di quella mattina.
Erano quasi le due del pomeriggio ed eravamo seduti su di una panchina del parco. Avevamo pranzato fuori insieme. Avevo bisogno di parlare con qualcuno e, in tutta onestà, non mi andava di tornare a casa con Harry, così lo avevo scaricato con una scusa.
“Sai Liam, credevo di averla superata. Credevo di riuscire a tenere a freno i miei sentimenti ma-”
“Ma la situazione ti sta sfuggendo di mano” finì lui la frase al mio posto.
Buttai la testa all’indietro, portando le mani sul viso mentre emettevo un leggero grido tra la disperazione totale e l’esasperazione.
“Non per qualcosa ma ecco, io-” “Non dire ‘te lo avevo detto’” lo interruppi con tono minaccioso.
“Ok, non te lo dirò” disse lui accarezzandomi i capelli e accompagnando la mia testa verso la sua spalla.
“Perché proprio lui Liam?” chiesi guardandolo.
“Non si sceglie di chi innamorarsi, piccola mia.” Mi diede un bacio sulla fronte e continuò a cullarmi su quella banchina per un’altra mezz’ora, prima di andare al lavoro.
Rimasi su quella panchina ancora un po’, il tempo necessario per riacquistare le forze perse durante quella mattina.
“Sono tornata” gridai in modo da farmi sentire da Harry.
La scena che mi si presentò davanti fu però l’ultima cosa che mi sarei mai immaginata.
“Io…ecco…scusate…” fu tutto quello che riuscii a farfugliare.
Corsi in camera mia e mi chiusi dentro a chiave. Mi buttai sul letto, nascondendo la testa nel cuscino. Le lacrime scendevano da sole. Erano fiumi di lacrime. Poi bussarono alla porta. C’era da aspettarselo d'altronde.
“Julie sono io, apri per favore.” Quella di Harry sembrava più che altro una supplica.
Non doveva vedermi in quello stato. Non doveva vedere che stavo male per lui. Ma non potevo lasciarlo fuori, altrimenti avrebbe capito.
“Ehm…un attimo. Io…mi sto cambiando.” Fu la scusa che inventai per prendere tempo.
Mi guardai velocemente intorno e la prima cosa che vidi fu una vecchia felpa grigia buttata su una sedia. Mi spogliai velocemente e la indossai. Asciugai l’ultima lacrima rimasta ed andai ad aprire la porta.
“Ehi” dissi appoggiandomi alla porta semi-aperta, cercando di apparire il più disinvolta possibile.
“Mi dispiace, non credevo che saresti tornata a casa così presto. Io-”
“Harry, prendi un respiro” dissi interrompendolo.
Le sue scuse erano arrivate come un razzo che non aveva intenzione di atterrare.
“Quella ragazza non significa niente per me” disse poi serio.
“Non è successo niente. Non devi giustificarti con me” dissi abbassando lo sguardo.
“So che non devo. Io…credo di volerlo fare” disse prendendomi la mano.
Provai ad alzare il viso per guardarlo negli occhi, ma il suo sguardo era insostenibile, così lo riabbassai immediatamente. Quella situazione era assurda. Harry non poteva scusarsi con me perché lo avevo beccato a pomiciare con una ragazza sul divano di casa nostra.
“Facciamo…facciamo finta che non sia successo niente” dissi levando la mia mano dalla sua. “
Ok” disse andando via a testa bassa.
Sospirai, mentre richiudevo la porta.
“Sbaglio o quella è di Liam?” disse mentre tornava indietro.
“Come scusa?” Feci finta di non aver capito.
“La felpa. È di Liam.” Questa volta non lo chiese, ma lo affermò.
“Ma che dici. Non è di Liam.” Cercai di essere il più convincente possibile.
“Se lo dici tu.”
Parvi riuscirci, perché se ne andò senza ribattere. Mi appoggia alla porta, una volta chiusa. Lentamente mi lasciai cadere, fino a toccare il pavimento. Rimasi a fissare il vuoto per un paio di minuti. Mi alzai di scatto e mi buttai sul letto, dove c’era la borsa. Iniziai a frugarci dentro, alla ricerca disperata del mio cellulare.
Dobbiamo parlare. Harry ha capito qualcosa.” Inviato.
Dopo qualche secondo arrivò la risposta. “Vediamoci alle otto al solito posto.
Letto il messaggio, buttai il telefono nella borsa. Mi rannicchiai sotto le coperte, sperando di addormentarmi e riuscire a dimenticare quella giornata che fino ad allora era stata pessima. Puntai la sveglia alle sette, in modo da essere pronta in tempo per l’appuntamento. Una volta sveglia mi meravigliai di quanto fossi riuscita a dormire. Aprii la porta lentamente, in modo da non farmi sentire da Harry. I ragazzi sarebbero rientrati dopo delle otto e non mi andava di avere un’altra conversazione da sola con lui. Mi trascinai in bagno per fare una breve doccia che mi risanasse. Sapevo che quello non era un appuntamento vero e proprio, eppure mi preparai lo stesso con cura. Indossai quel vestito nero che gli piaceva tanto con le mie fedelissime converse. Erano pezza vecchia per quante volte le avevo messe, eppure a lui piacevano lo stesso. Un filo di trucco ed ero pronta. Presi una penna dalla scrivania per lasciare un post-it a Louis.
Sono uscita con Charlie. Non aspettarmi sveglio. Un bacio, Julie.
Charlie era la mia collega di lavoro. Era da tanto che non uscivamo insieme, ma sicuramente Louis non se ne sarebbe accorto. Uscii così di casa, diretta al London Eye. Al mio arrivo lui era già lì. Era seduto su quella che un tempo era stata la nostra panchina. Doveva avermi sentito arrivare, perché non appena fui lì si voltò, sorridendomi. Si alzò e mi venne incontro.
“Liam, credo di aver combinato un enorme casino.”
 
“Così Harry ti ha visto con indosso una delle mie felpe” disse toccandosi il mento.
Annuii, mentre mandavo giù un boccone di pasta.
“Ma tu gli hai detto che la felpa non era mia, vero?” disse dopo aver bevuto un sorso d’acqua.
“Certo che l’ho fatto e sembra anche che se la sia bevuta, ma…”
“Ma hai qualche dubbio” disse lui, finendo la mia frase. Di nuovo.
“Pensi che lo dirà a Louis?” chiesi preoccupata.
“E cosa dovrebbe dirgli? Ho visto tua sorella che indossava una delle felpe di Liam?” disse scettico.
“Potrebbe succedere” commentai io.
“Julie –mi prese la mano- il nostro segreto è al sicuro.”
Come sempre le parole di Liam riuscirono a rassicurarmi.
Finimmo di mangiare la nostra cena e rientrammo a casa sperando di non trovare nessuno sveglio. Ma ovviamente eccoli lì. Zayn, Louis e Harry seduti sul divano a guardare la tv. “Ciao ragazzi” disse Liam entrando in casa.
“Come mai siete insieme?” chiese Louise sospettoso.
“Ci siamo incontrati nel vialetto” risposti prontamente io. Liam annuì per confermare la mia versione.
“Allora come è andata con la brunetta?” chiese malizioso Zayn.
“Con chi?” fu la risposta perplessa di Liam. Io intanto lo colpii leggermente senza farmi notare dagli altri. Liam sembrò essersi reso conto di ciò che aveva appena fatto.
“Ah si, la brunetta. Non è andata.” Cercò così di rimediare.
Lo sguardo di Zayn passò dallo stranito al normale.
“Un’altra volta in bianco, Payne” commentò Louis.
Inevitabilmente scoppiammo tutti a ridere, tranne il povero Liam.
“Davvero divertente Zayn!” disse scocciato.
“Io vado in camera, buona notte a tutti” dissi per poi salire le scale.
“Da quando si saluta così piccola Tomlinson?” disse Zayn.
Ci era rimasto male, era ovvio. Scesi quei pochi gradini che avevo fatto e andai dal mio amico. Mi chinai su di lui e gli diedi un bacio sulla guancia così forte che si sentì fino in Irlanda.
“Così va meglio” disse dandomi una pacca sul sedere.
“Ehi, ehi, ehi” scattò Louis dal divano.“Se ci tieni alla tua vita, non lo fare mai più Malik.”
Mi venne accanto e mi strinse forte a sé.
“Buona notte fratellone” dissi dando un bacio anche a lui.
“Notte Liam” dissi baciando anche lui.
Mi accarezzò la schiena. Era chiaro che cercava di rassicurarmi riguardo alla questione di Harry. Quando mi allontanai da lui notai lo sguardo fisso di Harry su di me.
“Buona notte Styles.”
Dargli quel semplice bacio sulla guancia sembrava essere un’impresa impossibile. “
Notte piccola” mi sussurrò all’orecchio.
Un brivido mi percorse la schiena. No. Non doveva succedere. Salii su in camera ancora tremante. Non riuscii a chiudere occhio per tutta la notte.
Fu allora che presi la decisione: avrei dimenticato Harry, in un modo o nell’altro lo avrei fatto.


 

here i am:
Ed eccoci con il terzo capitolo! Siamo ancora all'inizio, ma da adesso penso che inizierete a capirci qualcosa ;)
Spero che questo capitolo vi piaccia e che commentiate, xx

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


 



CAPITOLO 4


Era passata una settimana da quel giorno e né io e né Harry avevamo più parlato dell’accaduto. Forse Liam aveva ragione nel dire di stare tranquilla.
Quel giorno avevo il doppio turno in libreria, ma la cosa non mi pesava più di tanto. Era una mattinata tranquilla e i clienti scarseggiavano. La signora Potter era seduta dietro il bancone, mentre il marito era uscito per fare una commissione. Io invece sistemavo come un automa i libri arrivati con l’ultimo ordine fatto. Tutto era così monotono da far venire la depressione. Poi la campanella dell’entrata suonò. Finalmente un cliente. Mollai i libri che avevo tra le mani e mi avvicinai per aiutare il lettore appena entrato.
“Posso esserti d’aiuto?” chiesi sorridente al ragazzo appena entrato.
“Si, grazie” rispose sorridendomi. Quel sorriso mi lasciò stupita. Era abbagliante. Mi soffermai un istante a osservare il tipo, che doveva avere una ventina d’anni. Era moro, con i capelli pettinati a cresta. Gli occhi erano di un colore strano. Un verde tendente all’azzurro direi. In poche parole si trattava di un bel ragazzo.
“Dimmi, cosa cercavi?” chiesi dopo aver finito la mia analisi.
“Ecco, devo fare un regalo a mia madre. Domani è il suo compleanno. Pensavo a un romanzo di Nicholas Sparks, dato che è il suo autore preferito.”
Io amavo Sparks, quindi presi il caso a cuore. “Allora se si tratta di una appassionata ti consiglio l’ultimo libro. Almeno siamo sicuri che non l’ha letto” dissi facendo una leggera risata.
Mi diressi dritta allo scaffale dei romani ed iniziai a cercare il libro.
“Vicino a te non ho paura, eccolo qui” dissi prendendolo e porgendolo al cliente.
Lo esaminò per qualche minuto, facendo finta di intendersi di libri. “Ma chi voglio prendere in giro! Non ne capisco una mazza di queste cose!” esclamò poi ridendo, come se mi avesse letto nel pensiero.
“Allora, va bene?” chiesi.
“Assolutamente” rispose porgendomi il libro.
“Vuoi una confezione regalo?” chiesi raggiungendo il bancone.
“Magari” disse mentre dava un’occhiata intorno a sé.
“Sembra un bravo ragazzo” mi disse sottovoce la signore Potter. Mi voltai stupita verso il mio capo.
“Che c’è? Lo dicevo per te” mi rispose lei. Risi, pensando a quanto fosse bello lavorare con lei.
Feci del mio meglio per creare una confezione carina. Ero negata per quelle cose.
“Vuoi scrivere un bigliettino?” chiese Isabelle al ragazzo. Ci pensò un attimo su, prima di accettare.
“Vado a prenderne uno carino in magazzino allora.” La signora Potter ci lasciò così da soli per andare di là.
“È carino questo posto” disse rompendo il silenzio imbarazzante che si stava creando.
“Già, molto” risposi non sapendo cosa dire.
“Sono Nick” disse poi all’improvviso, porgendomi la mano. Esitai un attimo prima di stringere quella mano e presentarmi a mia volta.
“Sei carina, Julie” disse mollando la presa sulla mia mano.
“Grazie” dissi arrossendo.
“Ecco il biglietto” esclamò la signora Potter rientrando.
Sussultai nel sentirla parlare. La sua entrata era inaspettata in quel momento.
“Ho interrotto qualcosa?” chiese la donna.
“Assolutamente no” disse Nick, guardandomi sorridendo maliziosamente.
Prese i biglietti che la signora Potter aveva scelto e ne scrisse due. “Sono indeciso.” Così la spiegò.
Lo feci pagare e lo salutai cordialmente, come facevo sempre con ogni cliente. Solo dopo che uscì mi accorsi che aveva lasciato uno dei due bigliettini sul bancone. Quando feci per prenderlo, rimasi sorpresa. Diceva “Per Julie”. Lo misi in tasca, senza farmi vedere da Isabelle. Tornai così ai miei adorati scaffali, che non aspettavano altro che essere riempiti di libri.
Anche quella sera ad aspettarmi a fine turno c’erano Liam e il mio amato bicchiere di cioccolata calda. Per tutto il tragitto l’unico a parlare fu lui. Io avevo la mente completamente assente. Non volevo ammetterlo, ma stavo pensando a quel ragazzo. A cena ero silenziosa e fra le nuvole, ma nessuno parve accorgersene. O comunque nessuno mi chiese niente al riguardo. Quando Harry si alzò dal divano per andare in bagno ne approfittai per salutare tutti e andare in camera mia. Quello era l’unico modo per evitare di salutare anche lui. La cosa era troppo imbarazzante ormai. Per mia grande sfortuna, lo incrociai per le scale.
“Stai andando a dormire?” mi chiese fermandosi su di un gradino. Annuii, sperando di non iniziare una conversazione.
“Buona notte allora” dissi riprendendo a salire.
“Aspetta” mi fermò per un braccio. Mi voltai di scatto, a guardare la sua mano che stringeva il mio polso.
“Possiamo parlare?” mi disse mollando la presa.
Non dovevo cedere, dovevo resistere alla tentazione di stare con lui. “Un’altra volta magari. Ora sono davvero troppo stanca.”
Gli diedi le spalle e ripresi a salire, senza nemmeno dargli il tempo di rispondere. Era l’unica soluzione. L’unico modo per sfuggire da lui.
Quando finalmente fui in camera, cacciai un respiro di sollievo. Finalmente ero sola. Non avrei resistito ancora a lungo sapendo della presenza di quel biglietto nella tasca dei miei jeans. Ci infilai così la mano e lo estrassi. Lo aprì lentamente, come se contenesse una bomba o qualcosa del genere. Presi un altro respiro, prima di iniziare a leggere.
“Grazie per il libro Julie. Mi piacerebbe ricambiare il favore. Questo è il mio numero. Chiamami qualche volta. Un bacio, Nick.”
Rilessi quel messaggio almeno un centinaio di volte. Non potevo crederci, era una cosa del tutto assurda. Eppure era successa. Il destino sembrava offrirmi l’occasione perfetta per cacciarmi dalla testa Harry. Ora spettava a me decidere se coglierla oppure lasciarmela sfuggire. Ripiegai il bigliettino e lo conservai nella mia borsa. Ci avrei pensato domani mattina.



here i am:
Anche se non ricevo molte recensioni continuo a postare. Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se si tratta di una cosa di passaggio xx
P.S. Mi scuso perchè questa mattina ho fatto un po' di confusione e per sbaglio ho invertito i capitoli :S

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 



CAPITOLO 5


Quando scesi in cucina, questa profumava ancora di pancake appena preparati e di latte e biscotti. Erano le nove e i ragazzi erano usciti da più o meno un’ora. Mi sedetti a fare colazione, mangiando quei pochi biscotti che erano rimasti. Era una sensazione strana starsene lì da sola. La casa era tremendamente vuota quando non c’erano. E si, anche se delle volte dicevo di essermi pentita di aver accettato di vivere insieme a quattro ragazzi, non sarei mai riuscita ad immaginare la mia vita senza di loro.
Passai la mattinata a fare le faccende domestiche e dopo pranzo andai a lavoro. Toccava a me aprire per il turno di pomeriggio, eppure la saracinesca del negozio era già alzata. Quando mi avvicinai alla porta vidi il cartello “chiuso” affisso. Sbirciai dentro e trovai Charlie impegnata a leggere dietro il bancone. Bussai sul vetro, in modo da farmi notare da lei. Alzò la testa e sorrise non appena mi riconobbe. Mi fece segno di entrare. Spinsi così la porta, che era aperta.
“Ehi” disse posando il libro e venendomi incontro per salutarmi.
“Che ci fai qui?” chiesi piuttosto sorpresa.
“Aspettavo te” disse indicandomi e tornando dietro il bancone.
“Me?” le risposi stranita mentre lei cercava un qualcosa tra le varie scartoffie che c’erano.
“Eccola finalmente!” esclamò poi. “Un certo Nick è passato questa mattina e cercava te. Mi ha chiesto di darti questa” disse porgendomi quella che doveva essere una lettera.
“Oh, grazie” dissi prendendola.
“Ora posso anche andare a casa. Il mio lavoro è finito!” disse mettendosi il cappotto e prendendo la borsa.“Ciao bella!” esclamò uscendo.
Le feci un cenno con la mano, ringraziandola di nuovo. Mi sistemai dietro al bancone e aprii la busta. Come previsto era una lettera. Mi schiarii la voce e iniziai a leggere.
“So che dovevi essere tu a cercarmi, ma non resistivo dalla voglia di dirti che mia madre ha amato il suo regalo di compleanno. Spero di sdebitarmi al più presto. Un bacio, Nick.”
Presi la borsa e cercai il biglietto che mi aveva lasciato la sera precedente. Respirai profondamente e composi il numero sulla schermo del mio iphone. Fece tre squilli, prima che dall’altra parte rispondessero.
“Pronto?” Mi bloccai un attimo, non sapendo di preciso cosa dire.
“Ehm, ciao. Sono Julie, la ragazza della libreria” dissi goffamente.
“Ehi ciao! Finalmente hai chiamato” disse ridendo.
“Ho appena ricevuto il tuo messaggio.”
“Oh si, mia madre era entusiasta quando ha aperto il pacco.” Risi, imbarazzata dall’enfasi da lui usata.
“Mi fa piacere.”
“Senti, stavo pensando. Non è che ti andrebbe un caffè, oggi pomeriggio?”
Mimai un “wow” con la bocca, sorpresa. “Mi piacerebbe, ma non posso. Devo lavorare” dissi dispiaciuta.
“Allora una cena, questa sera?” Il ragazzo era davvero un tipo insistente.
“Passi a prendermi alle nove?” risposi direttamente.
“Perfetto” commentò lui.
Gli diedi l’indirizzo di casa mia e chiudemmo la telefonata così. Avevo un appuntamento.
Il pomeriggio passò in fretta. Sistemai la libreria, vendetti qualche libro e giocai a carte con la signora Potter. Già, un lavoro molto faticoso il mio.
Alle otto in punto Liam era fuori dal negozio, ad aspettarmi.
“Ehi” lo salutai con un bacio sulla guancia, che ricambiò.
“In casa c’è in corso una lotta per decidere sulla cena. Il tuo voto è quello decisivo” disse serio. “Cinese o messicano?” aggiunse guardandomi, mantenendo lo stesso tono di voce.
“Ecco a dire il vero io esco questa sera” dissi guardando a terra.
Si fermò di colpo e mi preoccupai.
“Liam, tutto ok?” Gli mossi la mano davanti al viso per scuoterlo un po’.
Quando sembrò tornare nel mondo dei vivi, rispose. “Con chi esci?” chiese riprendendo a camminare.
“Un ragazzo.” Mi mantenni vaga. Non avevo voglia di un interrogatorio.
“Capitan ovvio colpisce ancora” disse ridendo. Era comunque molto teso.
Risi anch’io, sperando di riuscire a cambiare argomento.
“Ok, non vuoi parlarne” commentò infine lui.
Quando tornammo a casa, Liam si precipitò in salotto dagli altri.
“Louis” urlò “tua sorella si vede con uno questa sera!”
Portai le mano al viso, iniziando a contare. Ma non arrivai nemmeno a cinque. Zayn, Louis, Liam ed Harry erano schierati davanti a me. Le braccia conserte, gli occhi chiusi in due fessure.
“Cos’è questa novità?” il primo a parlare fu mio fratello.
“Santo cielo, Louis” esclamai alzando le braccia al cielo “è solo un ragazzo.”
“Sei troppo piccola per i ragazzi.” Questa volta fu Liam a parlare. Lo guardai torvo. Quella frase non aveva senso di suo, figuriamoci se a dirla era lui. Sembrò capire il suo errore, ma per coerenza non lo ammise.
“Liam ha ragione. Sei la nostra sorellina minore. Gli unici uomini della tua vita dovremmo essere noi” disse Zayn. Lui era il duro del gruppo, in pochi conoscevano questo suo lato nascosto.
“Quando siete venuti a vivere qua pensavo lo facesse per farci compagnia, non per essere le mie guardie del corpo” dissi secca.
Guardai Harry aspettandomi una sua risposta dato che era stato l’unico a non parlare. Stranamente però stesse zitto.
“Via tutti. Devo parlare con mia sorella” disse infine Louis, dando ordine agli altri di lasciare l’entrata.
“Andiamo in camera tua?” mi chiese dolcemente.
Non risposi, ma salii semplicemente le scale fino alla mia camera. Mi sedetti sul letto, aspettando Louis che arrivò qualche secondo dopo di me. Mi si piazzò davanti, come in un vero interrogatorio.
“Chi è lui?” iniziò a chiedere.
“Un cliente della libreria” risposi semplicemente.
“Come si chiama?” continuò.
“Nick” dissi.
“Che tipo è?” chiese avvicinandosi.
“Il tipo che regala alla propria madre libri di Sparks” risposi, non sapendo che altro dire.
Iniziò a camminare avanti e indietro per la camera, strofinandosi il mento con le dita, come fanno i veri detective. Almeno secondo lui era così. Poi si fermò a guardarmi.
“Ok, puoi uscire” disse quando riprese a parlare.
“Grazie fratellone” dissi buttandogli le braccia al collo.
“A una condizione però” disse allontanandomi per potermi guardare in faccia. Gli feci segno di continuare. “Divertiti” disse baciandomi la fronte.
Quando Louis se ne andò, iniziai a uscire alcuni vestiti dall’armadio. Avevo appena scelto un vestito a palloncino rosa, quando bussarono alla mia porta.
“Avanti” dissi semplicemente.
“E così esci veramente…”
Alzai lo sguardo per vedere chi fosse, anche se in realtà lo sapevo già. Harry era appoggiato con le spalle alla porta, le braccia incrociate al petto, lo sguardo basso.
“Che ti prende Styles?” Inclinai la testa, come se guardarlo da un’altra prospettiva potesse cambiare le cose.
Fece spallucce. “Quello è il vestito che avevi alla festa dei 18 anni di Zayn, vero?” disse indicando un abito nell’armadio.
Mi avvicinai per vedere a quale vestito si riferisse. Effettivamente stava tenendo tra le mani il tubino rosso che avevo al compleanno di Malik.
“Come –mi fermai per guardarlo- come fai a ricordati com’ero vestita quella sera? Sono passati anni.” Ero realmente sorpresa. Harry non era quel tipo di ragazzo. Non ricordava mai niente, nemmeno quello che aveva mangiato a colazione.
“Lo ricordo e basta” disse secco.
Si andò a sedere sul letto, accanto al vestito che avevo scelto per quella sera.
“Sai, se vuoi fare colpo dovresti mettere quel vestito. Ti stava bene. Ti rendeva particolarmente sex-” si bloccò prima di finire la frase. “Bella. Ti rendeva particolarmente bella” si corresse dopo.
Risi, un po’ per la sua gaffe, un po’ perché era diventato rosso paonazzo in viso tutto ad un tratto.
“Credo che per questa sera il vestito rosa vada più che bene” dissi sedendomi accanto a lui.
“Mi stai forse dicendo che non vuoi fare colpo su di lui?” disse girando la testa per guardarmi.
I nostri visi all’improvviso si ritrovarono a pochi millimetri di distanza. Il respiro iniziò a mancarmi e le mani erano sudatissime. Sentii qualcosa sfiorarmi la destra, che era appoggiata dietro la mia schiena. Spostai lentamente lo sguardo dagli occhi ipnotizzanti di Harry alla mia mano, e vidi che quella cosa non era altro che la sua di mano. Spostai nuovamente lo sguardo su di lui. Non si era mosso di un millimetro. I suoi grandi occhi mi stavano ancora fissando e il suo sguardo era ormai insostenibile per me.
Mi alzai di colpo, mettendo fine a quella situazione. Non doveva succedere per nessuna ragione.
“Ho soltanto detto che è ancora presto” dissi con un filo di voce, dandogli le spalle.
“Bene” disse.
Rivolsi lo sguardo verso lo specchio e lo vidi alzarsi.
“Ti lascio preparare” disse uscendo.
Tornai a fissare il vuoto davanti a me, aspettando che fosse fuori dalla camera per potermi buttare sul letto e riflettere su quanto facesse schifo quella situazione.


here i am:
Ed eccoci arrivati al quinto capitolo. Mi scuso ancora se nel postare il precedente ho fatto un po' di confusione coi capitoli >.<
Con questo chap inizia a succedere qualcosa. E' ancora minima, ma è pur sempre un passo avanti ;)
Spero che vi piaccia e che lo recensiate xx

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


 



CAPITOLO 6


Alle nove in punto il mio telefono vibrò. Era un messaggio di Nick, che diceva di essere arrivato. Presi le ultime cose e scesi di sotto, a salutare i ragazzi.
Quella sera erano stranamente tranquilli. Zayn stava sonnecchiando sulla poltrona. Louis era sul divano a fare zapping col telecomando. Liam era seduto accanto a mio fratello, con in mano un giornale. Harry era seduto sull’altra poltrona, lo sguardo assente fisso nel vuoto.
“Allora io vado” dissi una volta arrivata sotto.
“Stai attenta” fu l’ultima raccomandazione di Louis. Annuii con la testa per rassicurarlo.
Salutai velocemente ed andai a prendere il cappotto. Tutti avevano ricambiato il saluto. Tutti tranne Harry, che continuava a guardare il pavimento. Persino Zayn si era svegliato. Ma lui, lui no. Aveva preferito evitarmi. Cercai di svuotare la mente, prima di uscire.
Nello stesso istante in cui misi la mano sulla maniglia della porta, suonarono. Quando aprii mi ritrovai davanti il fattorino del negozio messicano in fondo alla strana.
“Ragazzi è per voi” urlai per farmi sentire.
“Arrivano subito” dissi uscendo.
Di fronte al vialetto di casa c’era parcheggiata una macchina sportiva grigio metallizzata. Appoggiato all’auto c’era Nick.
“Ehi” dissi salutandolo.
“Ehi” rispose lui. Si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia, che ricambia titubante.
“Quello è tuo fratello?” chiese indicando qualcuno alle mie spalle.
Mi voltai verso la casa e vidi Harry pagare la consegna a quel ragazzo. Alzò il viso e per sbaglio incrociò il mio sguardo. Fece un sorriso forzato e rientrò dentro. Harry non era mai stato così freddo con me.
“No, non è mio fratello” risposi tornando a guardare Nick.
“Oh” rispose semplicemente.
“Allora andiamo?” dissi cercando di sembrare il più entusiasta possibile.
“Certo.” Mi aprì la portiera come un vero gentiluomo e mi fece accomodare nell’auto.
Cenammo in un delizioso ristorantino italiano. Nick era davvero un ragazzo gentile e pieno di attenzioni. Mi ha raccontato che studiava economia nell’università e che dopo la laurea sarebbe andato a lavorare col padre nell’azienda di famiglia. Mi ha parlato dei suoi hobby, tra i quali il calcio e il nuoto. Mi ha raccontato tante cose, eppure la mia attenzione era minima. Ogni volta che incrociavo i suoi occhi, non potevo fare a meno di pensare ad Harry. Dopo la cena mi feci riaccompagnare subito a casa, in modo da non far preoccupare troppo Louis.
“Sono stato bene questa sera” disse dopo avermi accompagnato sotto il portico di casa.
“Si, anch’io” dissi poco convinta.
“Mantieni l’entusiasmo” disse capendo che mentivo.
“Scusa, ma ho la testa un po’ occupata ultimamente” cercai di giustificarmi.
“Ok, tranquilla. Facciamo così. Hai il mio numero. Quando ti va di rivedermi, fammi uno squillo.”
Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò, deluso. Probabilmente non lo avrei più rivisto. Non in quel senso almeno.
Entrai in casa, consapevole del fatto che uscire con un altro non era la soluzione ai miei problemi. Dal salotto si intravedeva una luce bluastra e si sentiva un leggero ronzio. Entrai e vidi la tv accesa, con nessuno a guardarla. Iniziai a cercare il telecomando per spegnarla, quando sentii qualcuno russare. Mi voltai e lo vidi.
Harry era accovacciato sulla poltrona, in posizione fetale. Mi sedetti sul braccio della poltrona per guardalo meglio. Affondai la mano nei suoi ricci, facendo attenzione a non svegliarlo. Scesi, fino ad accarezzargli la guancia. Era bagnata. Sembravano essere lacrime. No, erano chiaramente lacrime. Harry aveva pianto.
Sentii una stretta al cuore che mi fece sobbalzare. Probabilmente mi stavo sfasciando la testa per niente. Presi la coperta che era appoggiata sul divano e gliela stesi di sopra. Lo guardai ancora un attimo e poi andai in camera.
“Allora come è andata?” Saltai in aria, non appena entrai nella stanza.
“Santo cielo, Liam che ci fai qui?” lo rimproverai.
Era comodamente sdraiato sul mio letto ad ascoltare la musica dal mio i-pod.
“Volevo sapere della serata” disse facendo spallucce.
Mi avvicinai a lui e con fare deciso gli strappai l’i-pod dalle mani. “Potevi aspettare domani mattina” dissi buttando le scarpe in un angolo.
“Naaah” disse lui sedendosi ai piedi del letto.
Mi girai ed era ancora lì a fissarmi, come un bambino che aspetta ansioso il regalo di Natale.
“E va bene” dissi esasperata. “Ti racconto tutto, ma prima fammi mettere il pigiama che sto scoppiando in questo vestito” dissi allungando le mani verso le zip. Tentativo invano, perché non ci arrivai.
“Lascia, ti aiuto io” disse poi Liam. “Super Liam Payne sempre pronto ad aiutare le ragazze in difficoltà” disse ridendo.
Rise, mentre diceva “Ecco fatto!” e lasciava cadere il vestito lungo il mio corpo.
“Se mio fratello ti vedesse ora, ti ucciderebbe. Peggio, ti castrerebbe” dissi scoppiando a ridere.
“Ucciderebbe entrambi se sapesse cosa facevamo una volta di nascosto da lui” disse ridendo maliziosamente.
“Ci siamo divertiti parecchio alle sue spalle” dissi dandogli corda.
Quando mi girai lui non c’era più. Aveva la testa ficcata nel mio armadio e stava cercando qualcosa. “Trovata” esclamò sventolando una felpa blu.
“Davvero cercavi quella?” dissi indicando la felpa.
“Era per rimanere in tema. La felpa che ti ho regalato dopo la nostra prima volta” disse facendo finta di commuoversi. “Sfido chiunque a dire che non sono un ragazzo romantico” aggiunse tornando serio.
Misi la felpa per far contento Liam e mi buttai sul letto. Poco dopo mi raggiunse e si sdraiò accanto a me. Mi sistemai sotto il suo braccio, in modo da stare più comoda. Iniziammo così a parlare, della mia serata e di altro.
“Ci pensi mai?” disse poi.
“A cosa?” chiesi tirandomi su col naso.
“A noi due. A come sarebbe stato se non ci fossimo lasciati” spiegò.
Feci spallucce. “Qualche volta mi capita” ammisi. “Tu?”
“Ogni tanto” confessò. “Poi però ci penso sopra e capisco che lasciarci è stata la scelta migliore.”
Mi accarezzava i capelli, mentre mi raccontava di quanto godesse nel cercare di mettermi in imbarazzo sfruttando la nostra relazione passata.
“Sai Liam, penso che ti avrei ucciso prima di arrivare al sesto mese” dissi ridendo.
“Ma siamo stati insieme cinque mesi” puntualizzò lui.
“A conferma del fatto che lasciarci è stata la cosa migliore” dissi ridendo.
“Posso farti una domanda?” mi chiese tornando serio.
“Certo” dissi sedendomi all’indiana sul letto. “
Eri innamorata di me?”
La domanda mi sorprese, ma non esitai a rispondere. “Si” dissi decisa. “E tu?” aggiunsi.
“Certo che si” disse alzandosi per abbracciarmi. “Per fortuna mi è passata però” aggiunse ridendo poi.
“Ah, se la metti così” dissi prendendo un cuscino e tirandoglielo contro.
“Ok, ok. Pace” disse quando ormai era sommerso dai cuscini.
“Ti perdono solo perché sei il mio migliore amico” dissi tirandogli contro l’ultimo cuscino.
“E tu sei la mia migliore amica. Ora vado, notte” disse baciandomi la guancia.
“Notte, Liam” lo salutai ricambiando il bacio.
“Sai è strano” disse fermandosi sulla porta. “Non mi hai mai guardato nel modo in cui guardi Harry. Credo che dovresti parlagli.”
Mi fece un ultimo cenno con la mano e poi richiuse la porta. Quel ragazzo era strano. Prima mi diceva di dimenticare Harry e poi si contraddiceva, dicendomi di provarci.
Chiusi gli occhi, ma l’unica cosa che riuscivo a vedere era l’immagine fissa di Harry che piangeva.



here i am:
Eccomi qua, col capitolo numero sei. Vi ringrazio ancora per le recensioni: anche se sono poche, le apprezzo tanto **
Abbiamo finalmente capito che Liam e Julie sono stati insieme in passato (Y)
E boh.. se volete sapere altro continuate a leggere (?) xx

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


 



CAPITOLO 7


Approfittai del mio giorno libero per farmi una bella dormita. Una volta sveglia andai a farmi una doccia risanante, ma che purtroppo servì ben poco a migliorare il mio umore. Non facevo altro che pensare ad Harry e alle parole di Liam. Forse aveva ragione lui. Se avessi parlato con Harry mi sarei tolta ogni singolo dubbio una volta per tutta. Ma cosa stavo dicendo? Non potevo dire ad Harry che mi piaceva, avrei rovinato tutto. Asciugai alla meglio i capelli e tornai in camera per vestirmi. Misi una vecchia tuta grigia e una maglietta bianca extralarge, che usavo esclusivamente per quando stavo a casa. Quando finalmente mi sentii pronta, scesi di sotto per mangiare qualcosa. Se la mia memoria non mi ingannava, i ragazzi dovevano essere tutti a lavoro. E data la tranquillità che c’era, doveva essere così. Mangiai qualche biscotto, come ero solita fare quando Liam non preparava la colazione.
“Ne lasci qualcuno anche per me?”
Saltai improvvisamente, lasciando cadere a terra l’intera scatola di biscotti. Quei ragazzi avevano il brutto vizio di comparire all’improvviso alle spalle.
“Harry che ci fai qui?” chiesi col fiatone preso per lo spavento.
“Ci vivo” rispose sarcasticamente.
“Intendevo: non dovresti essere a lavoro?”
Mi voltai per prendere dei tovaglioli per rimediare al pasticcio combinato, ma quando mi girai nuovamente vidi Harry già piegato a terra che raccoglieva i biscotti caduti.
“Questi sarà meglio buttarli” disse gettandoli nella spazzatura.
“Non hai risposto alla mia domanda” ritentai.
“Ho preso qualche giorno di ferie, non mi sento tanto bene” rispose mentre si lavava le mani.
“Che hai?” chiesi aprendo un’altra scatola di biscotti.
“Niente, sono solo un po’ stanco” disse prendendo un biscotto dalla scatola che tenevo tra le mani.
Non fece in tempo a portare il biscotto alla bocca, che gli cadde a terra. Iniziò a traballare e dovette reggersi al tavolo per non cadere a terra.
“Santo cielo Harry, che hai?” dissi allarmata, mentre lo facevo sedere.
“Niente ti ho detto” rispose lui scocciato.
Gli misi una mano sulla fronte per vedere se aveva la febbre. Quel ragazzo era bollente e, per la prima volta, non era dovuto al suo aspetto fisico.
“Harry tu scotti, devi andare subito a letto.”
Dopo un paio di rifiuti si convinse a farsi accompagnare in camera.
“39.6” dissi scuotendo il termometro.
“È alta? Rischio di morire?” mi chiese lui preoccupato.
“Oh si, rischi la morte per febbre” dissi posando il termometro. Quando lo guardai era tutto sudato e tremante, con gli occhi di fuori.
“Harry, scherzavo. Un po’ di riposo, qualche aspirina e passa tutto” dissi spostando i ricci che gli cadevano davanti agli occhi.
“Grazie” mi disse faticosamente.
“Lo faccio con piacere” dissi facendo un mezzo sorriso.
“Sei bella quando ridi” disse poi. Mi spiazzò con quella sua frase, così bella ma così inaspettata.
“Scusa, non volevo metterti in imbarazzo” disse girandosi su un fianco.
“Tranquillo, anche tu sei un bel tipo” dissi distogliendo lo sguardo.
Neanche mi resi conto di averlo detto. Guardai Harry di sfuggita sorridermi.
“Vado, vado a preparati qualcosa di caldo da bere.”
Scesi di sotto in cucina per preparare una camomilla ad Harry. “Spero che sia venuta bene, è la prima che faccio” dissi entrando in camera.
Lui era a letto, dove lo avevo lasciato. “Fa schifo” disse facendo una faccia strana dopo aver bevuto il primo sorso.
“Scusa” dissi porgendogli la medicina che doveva prendere.
“Sai, sto già meglio” disse dopo averla presa.
“È impossibile che tu stia già meglio” dissi prendendo la tazza dalle sue mani.
Bisbigliò qualcosa molto simile ad un Sei tu a farmi stare bene.
“Hai detto qualcosa?” chiesi per sicurezza.
“Nulla” rispose scuotendo la testa.
“Ah, ho chiamato la libreria e ho chiesto un giorno di ferie, in modo da poterti accudire.”
“Quindi sarai la mia infermiera?” disse.
“Per le prossime ventiquattro ore, si” risposi.
“Bene” disse lui.
“Bene” ripetei io.
Lo lasciai da solo, in modo che potesse riposare. I ragazzi intanto tornarono a casa e io gli spiegai la situazione. Harry era troppo debole per scendere per la cena, così gliela portai in camera.
“Non è che per caso giocate al paziente e all’infermiera sexy quando noi non ci siamo?” chiese provocatorio Zayn.
Stavo per rispondere, ma ci pensò Louis al mio posto. Gli diede un pugno talmente forte che Zayn parve farsi male per davvero. E Zayn Malik non si faceva mai male.
Salii di sopra, benedicendo il cielo per avermi dato un fratello come Louis. Bussai alla porta un paio di volte, ma non ricevetti risposta. Così entrai e vidi Harry ancora dormire.
“Styles svegliati. È ora di cena” gli dissi dolcemente. Emise qualche verso strano, accompagnato a dei lamenti. Poi finalmente decise di aprire gli occhi.
“Non guardarmi, ho un aspetto orribile” disse coprendosi la faccia.
“Devo guardarti, altrimenti come mi prendo cura di te” dissi porgendogli il piatto.
Lo feci sedere, in modo da sistemare una tovaglietta sulle sue gambe. “E questa a che serve?” disse indicandola.
“A non macchiare le lenzuola.” Gli porsi anche le posate, in modo che potesse iniziare a mangiare. Divorò il tutto in pochi minuti.
“Per essere uno che sta male, ne hai di energie” dissi ridendo, mentre ripulivo tutto.
“Visto Zayn, niente giochi erotici” disse Liam entrando nella stanza.
Harry lo guardò preoccupato, ma gli feci segno di lasciar perdere.
“Peccato, mi ero già immaginato la scena” disse Zayn, una volta entrato anche lui.
“Stop a questo tipo di pensieri su mia sorella e il mio migliore amico… soprattutto su mia sorella” disse deciso Louis entrando a sua volta.
“Ma di che diamine state parlando?” urlò Harry, non ascoltando il mio consiglio di lasciar perdere.
“Zayn pensava che stessimo facendo qualcosa di… losco” spiegai, cercando di non essere troppo diretta.
“Oh, e tu hai negato tutto vero?” mi disse Harry, facendomi l’occhiolino.
“Ovvio” risposi ricambiando il gesto con l’occhio.
“Negato? Ovvio? Che significa?” chiese Louis, precipitandosi accanto a me.
Io e Harry ci scambiammo degli sguardi complici, sotto quelli preoccupati degli altri tre. Poi scoppiammo a ridere.
“Voi due siete strani. Io vado a dormire” disse Zayn uscendo dalla camera.
“Noi siamo quelli strani Malik?” urlò Harry.
“Già, se non sbaglio sei tu quello che fa strani pensieri” continuai.
“Ok, ok. Fuori dalla mia stanza ora” disse Louis indicando me e Liam.
“Agli ordini” dissi dando la buonanotte a tutti.
“Julie” mi chiamò Harry. “Ci vediamo domani, infermiera” disse facendomi l’occhiolino.
Risi, un po’ per la battuta, un po’ per l’espressione assunta da Louis.
Andai a dormire, col sorriso stampato sul viso e, stranamente, anche nel cuore.



here i am:
Grazie a tutte voi che seguite/recensite la fan fiction. Mi fanno molto piacere i vostri commenti :)
Ecco il capitolo 7, dove gli equilbri iniziano a muoversi xx

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


 



CAPITOLO 8


“Giù dal letto dormigliona! Fuori è una bella giornata e io ho voglia di fare qualcosa, sono stanco del letto!”
Da un momento all’altro mi aspettavo che i raggi di sole invadessero la mia camera, ma niente. Buio era e buoi rimase.
“Sta piovendo” dissi tirandomi su e appoggiando le spalle alla tavarca del letto. Strofinai un paio di volte gli occhi, per vederci meglio.
“Lo so” disse compiaciuto Harry, sedendosi accanto a me.
“Mi spieghi il perché di questa farsa?” lo guardai torvo. Non smetteva di sorridere, la febbre sembrava essere davvero sparita.
“Basta guardarmi male. Non avevo più sonno, i ragazzi sono a lavoro e non volevo stare da solo” dissi mettendo il broncio. Quanto era tenero.
“Come và la febbre?” gli chiesi avvicinandomi. Appoggiai la mano sulla sua fronte, che a differenza di ieri era congelata.
“Passata” disse sorridendo a 32 denti.
“Sarà meglio misurarla” dissi comunque. Mi alzai così per andare a prendere il termometro.
“Dove vai?” mi chiese vedendomi uscire.
“A prendere il termometro” gridai una volta entrata in bagno.
Aprii lo sportello delle medicine e lo presi. Tornai in camera e lo trovai sdraiato sul letto, con le braccia incrociate al petto.
“Mi hai abbandonato” disse facendo la faccia da cucciolo.
“Ma smettila! Sono stata via solo cinque secondi” dissi colpendolo.
Era come se gli ultimi avvenimenti non fossero mai esistiti e noi due stessimo ricominciando da zero.
Gli misurai la febbre, che misteriosamente era sparita. “Sei sano come un pesce” esclamai.
“Te lo avevo detto” disse compiaciuto. Sul viso aveva ancora quel sorriso stampato, che sembrava non volersene andare.
“Siamo di buon umore oggi Styles” dissi sedendomi a cavalcioni sul letto.
“Sono felice, tutto qui” disse lui tirandosi su con la schiena.
“E questa felicità è dovuta a qualcosa o… qualcuno?” La buttai lì, senza neanche rendermene conto.
Stesse per un po’ in silenzio, come a cercare le parole giuste. Poi parlò. “Ti è mai capitato di essere innamorato di una persona, ma di aver paura di esternare i tuoi sentimenti perché farlo significherebbe sconvolgere completamente la tua vita e quella delle persone che ti vogliono bene?”
La sua voce aveva perso qualsiasi tono scherzoso. Era serio, tremendamente serio. Si torturava le mani, per l’agitazione forse.
-Ogni giorno- avrei voluto rispondere, ma non lo feci. “Capita a te?” risposi così alla sua domanda.
“Da quando mi hai beccato con quella ragazza io… io mi sento diverso” disse continuando a tremare. Quell’episodio mi si ripresentò nella mente, come un flashback.
“C- che intendi dire con diverso?” Sottolineai l’ultima parola con il tono di voce. Non capivo, o meglio, non volevo capire. Avevo troppa paura per capire.
“Non mi riferisco solo a quello. L’altra sera, quando ti ho vista con quel tipo, mi sono sentito male. Non so cosa mi fosse preso, ma l’unica cosa che volevo era scendere in strada e tirargli un pugno in faccia. Poi ho riflettuto su tutto questo e ho capito. Io…” fece una pausa “Io credo di essermi innamorato di te Julie.”
Avete presente quando sognate da una vita un momento, ma quando questo arriva nella vita reale voi non siete pronti? Ecco, quello era uno di quei momenti. Harry aveva detto di amarmi, ma io non riuscivo a spicciare una parola. Tutto era così assurdo, che sembrava irreale. Poi alzai gli occhi e li indirizzai nei suoi. Non gli avevo mai visti così. Trasmettevano ansia, ma allo stesso tempo liberazione. Si, liberazione. Come se si fosse tolto un peso troppo grande da portare dentro. Lo invidiai, perché volevo provare anch’io quella sensazione. Abbassai di nuovo lo sguardo, alla ricerca di qualcosa. Forse il mio coraggio.
“Cosa faresti se ti dicessi che io ti amo da otto anni?”
Alzai nuovamente lo sguardo, nella speranza di vedere un suo sorriso. Ed eccolo lì. Il sorriso più bello che avessi mai visto. Non rispose, non disse nulla.
Avvicinò il suo viso al mio, ma lo fece lentamente, come se avesse paura di qualcosa. Allungò una mano e mi accarezzò una guancia. Feci un sorriso, che però fu nascosto dal contatto delle nostre labbra. Inizialmente si trattò di un semplice bacio a stampo, ma andando avanti aumentò d’intensità. Continuammo a baciarci per non so quanto tempo, ma comunque si trattò di un lungo periodo.
“Wow” sussurrai a corto di ossigeno, dopo esserci staccati.
“Meglio di quanto mi sarei mai immaginato” disse lui.
“Perché scusa, ti eri immaginato il nostro primo bacio?” gli chiesi ridendo.
Si allontanò immediatamente, cercando di nascondere il viso ormai rosso pomodoro. “Si, cioè no, può essere. Ho avuto parecchio tempo libero ultimamente” farfugliò.
Mi avvicinai di nuovo a lui e gli presi il viso tra le mani. Lo baciai, cercando di assaporare al meglio le sue labbra. Mi appoggiò una mano dietro la schiena e mi fece sdraiare sul letto.
“Pesi leggermente” dissi ridendo, una volta che ero sotto di lui.
“Dovrai abituarti alla mia pancia” disse scendendo con le labbra e baciandomi il collo.
“La sai una cosa” dissi riportando il suo viso davanti al mio.
“No, cosa?”
Mi allungai verso di lui, per rispondergli. “Trovo la tua pancia molto sexy” gli sussurrai all’orecchio.
Mi sorrise maliziosamente, per poi baciarmi di nuovo. Mi sistemai meglio, in modo da far combaciare perfettamente i nostri corpi. Era come se fossimo un’unica persona, un tutt’uno.
“Ragazzi, ho dimenticato il cellulare a casa” urlò qualcuno.
Harry scattò in piedi nel sentire la voce di Louis provenire dal piano di sotto. Mi tirai su, cercando di sistemarmi in modo da non far capire niente a mio fratello.
“Ehi siete qua.” La sua testa sbucò all’improvviso da dietro la porta.
“Ok, scappo. Ero tornato solo per prendere questo” disse agitando davanti ai nostri occhi il suo telefono.
Harry sembrava un invertebrato. Non spiccicava parola e non si muoveva. Io sembravo una pazza appena scappata dal manicomio, con i capelli arruffati e un sorriso da ebete sulla faccia.
Quando sentimmo la porta di casa chiudersi, cacciammo un sospiro di sollievo.
“Ci è mancato poco” disse Harry buttandosi sul letto accanto a me.
Incrociai le gambe e buttai la testa all’indietro. Quella visita improvvisa mi aveva fatto aumentare il battito cardiaco in un modo assurdo e ancora non mi ero del tutto ripresa. Fissavo il soffitto, a perdita di tempo. Poi sentii qualcosa di soffice toccarmi le gambe. Abbassai lo sguardo ed erano i capelli di Harry. Si era sdraiato, poggiando la testa sulle mie gambe. Iniziai a toccargli i ricci, cosa che fece rilassare entrambi.
“Ora che il momento shock è passato, dovremmo parlare di ciò che è successo” disse lui alzandosi e sedendosi di fronte a me.
“Lo penso anch’io” dissi annuendo.
“Credi che dovremmo tenere la nostra storia segreta, almeno per ora?” chiese.
“Non lo so, tu che dici?” rigirai la domanda.
“Penso che quello che è successo sia la risposta” si limitò a dire.
Annuii, mentre mi coricavo di nuovo, ma questa volta circondata dalle sue braccia. Dire a tutti di noi sarebbe stato come sganciare una bomba nel centro di Londra. L’esplosione avrebbe causato troppi danni. Nel nostro caso, avrebbe ferito troppe persone.
“Aspetta un attimo” dissi all’improvviso tirandomi leggermente su.
“Che c’è?” mi chiese lui, mettendosi un braccio dietro alla testa.
“Tu, le tue parole… Hai detto che abbiamo una storia” dissi sorridendo.
“L’ho detto davvero?” disse cercando di fare finta di niente. Annuii, non smettendo di sorridere.
“Vorrà dire che da oggi ho una fidanzata” disse tirandomi giù per un braccio.
“Tutto questo è assurdo” dissi ridendo, anche se in realtà ero seria.
“Sarà, ma io sono felice. E tu?” Restai qualche secondo in silenzio, non per pensare ad una risposta, ma per godere della sua bellezza.
“Si” dissi convinta, prima di lasciarmi di nuovo baciare da lui.




here i am:
Ecco il capitolo 8, dove finalmente Styles capisce come far funzionare le cose uù
Grazie ancora a tutte voi, spero che vi piaccia xx

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


 



CAPITOLO 9


“Ragazzi scendete, il pranzo è pronto” urlai per farmi sentire da tutti.
Dopo pochi secondi sentii i passi di qualcuno e un braccio avvolgermi la vita.
“Perché non improvvisi un malore e andiamo in camera tua? È da tanto che non stiamo un po’ da soli” mi sussurrò Harry, mentre iniziava a darmi dei piccoli baci sul collo.
Stavamo insieme da una settimana esatta e sfruttavamo al meglio ogni momento di privacy che avevamo. Mi obbligò a voltarmi e iniziò a baciarmi come solo lui sapeva fare. Appoggiai le mani sul suo petto e iniziai a sentire il battito del suo cuore. Era forte, davvero forte.
“Sei bellissima” sussurrò prima di darmi un altro bacio.
“Allora che si mangia” urlò Zayn dalle scale.
Spinsi via Harry, che però cadde a terra. “Poco equilibrio” disse Liam entrando, seguito da Malik.
“Harry che ci fai a terra? Alzati e vieni a mangiare” disse Louis all’amico.
“No sai, volevo testare la resistenza delle mattonelle” rispose acido mentre si rialzava.
“E sentiamo, come è andato il test?” chiesi al mio ragazzo.
“Poteva andare meglio” rispose lui, facendo un sorrisetto abbastanza finto. Gli scompigliai i capelli, prima di andare a sedermi accanto a mio fratello, proprio davanti a lui.
Per tutto il pranzo non fece altro che tirarmi dei colpi con il piede e io non feci altro che lanciargli degli sguardi cattivi, che però non ebbero l’effetto desiderato. Anziché spaventarlo, lo incoraggiavano a continuare.
“Non credo di riuscire a lavorare, ho lo stomaco pieno” borbottò Louis, portandosi una mano sulla pancia gonfia.
“Sembri incinta, fratello” aggiunsi io.
“Dai, confessa. È stato Harry vero?” provocò Liam. Seguirono degli sguardi abbastanza perplessi e una risata fragorosa che si sentì per tutta la città.
“Bene, se ora voi ometti mi fate il piacere di lasciare la stanza, io sparecchio.” Mi alzai da tavola e li cacciai uno ad uno dalla cucina.
“Aspetta, magari posso aiutarti” mi disse Harry.
“Harry Styles che vuole lavare i piatti. Questo si che è strano” mormorò Zayn.
“Preferisci farlo tu Malik?” proposi alzando un sopraciglio.
“Harry, buon divertimento” disse infine, dandogli una pacca sulla spalla. “
Finalmente soli” disse Harry, facendo attenzione nel chiudere la porta della cucina per bene.
“Io lavo, tu asciughi. È la prassi” dissi lanciandogli uno strofinaccio. Lui lo afferrò prontamente al volo e se lo mise su di una spalla.
“Davvero vuoi lavare i piatti?” mi chiese cingendomi per la vita.
“Se me lo chiedi guardandomi così mi fai passare la voglia” risposi baciandolo. “Ma” dissi staccandomi “tra un’ora devo essere a lavoro. Quindi rimboccati le maniche e asciuga quei piatti” gli ordinai puntando il dito contro il suo petto.
“Come vuoi tu piccola” disse baciandomi la testa.
Era strano sentirlo chiamarmi in quel modo. Prima di allora l’unico ad averlo mai fatto era Liam.
Ripulimmo in fretta tutto, giusto in tempo per andare a lavoro. “Perché quei tre idioti devono avere il nostro stesso orario” brontolò.
Quando fummo abbastanza lontani da casa, mi mise un braccio intorno alle spalle per potermi stare più vicino. Io avvolsi la sua vita con il mio, in modo da stringerlo a me.
“Se avessero fatto la mattina, noi avremmo potuto stare insieme” continuò.
“Ma ora siamo insieme” gli feci notare.
“Sai cosa intendo” puntualizzò lui, diventando serio.
“Ok Harry” dissi fermandomi. Gli presi una mano e iniziai a parlare guardandolo dritta negli occhi.
“Neanche a me piace questa situazione, ma lo sai anche tu che per adesso la cosa migliore è mantenere il segreto. Più avanti lo diremo a tutti. E credo proprio che questo avverrà molto presto e sai perché?” Sorrise, prima di farmi cenno di continuare. “Perché voglio che il mondo intero sappia che io amo Harry Edward Styles.”
Mi alzai sulle punte, in modo da raggiungerlo e poterlo baciare. Mi strinse forte a sé, per non farmi cadere. Sapeva benissimo che sarebbe successo dato il mio livello di imbranataggine.
“Sai, oggi mi tocca sistemare della merce in vetrina” disse sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“E quindi?” dissi riprendendo a camminare mano nella mano con lui.
“Quindi niente” disse facendo spallucce. “Mi hanno detto che nella libreria di fronte lavora una ragazza molto carina e pensavo che così sarei riuscita a vederla” terminò.
“In poche parole vuoi spiarmi dalla vetrina del negozio?” chiesi ridendo.
“L’idea sarebbe quella” rise anche lui.
Mi lasciò davanti alla libreria con grande fatica. Sembrava uno di quei bambini il primo giorno di scuola, quando non vogliono lasciare la mano della propria mamma perché hanno paura di non rivederla più.
Il pomeriggio fu abbastanza tranquillo e, verso l’orario di chiusura, arrivò una cliente speciale. Charlie.
“Ciao rossa” esclamai notando il suo nuovo colore di capelli.
“Ti piace?” esclamò lei entusiasta, passandosi una mano tra i capelli. Non erano un rosso vero e proprio. Più che altro un castano ramato, che d’altronde le stava molto bene. Decisamente meglio rispetto al nero carbone al quale eravamo abituati. E in più metteva in risalto i suoi occhi nocciola. L’unica cosa che non era cambiata era la frangetta che portava da quando la conoscevo.
“Parecchio” risposi semplicemente.“Che ci fai qui?”
Iniziò a guardarsi un po’ intorno, per poi prendere un libro da uno degli scaffali.
“Cercavo questo” disse agitandolo vittoriosamente. “Mio fratello si sta appassionando alla lettura dei gialli” disse mettendo dei soldi nella cassa.
“Non c’è bisogno, lo scontrino lo faccio da sola” disse ridendo.
Restammo a parlare per un po’ di tempo. Mi ero dimenticata di quanto fosse piacevole la sua compagnia.
“E dimmi, vivi ancora con tuo fratello e quei tre fighi dei suoi amici?” rise maliziosamente.
“Si” risposi ridendo. “Per caso ti interessa qualcuno di loro?” chiesi scherzando.
“Beeeeh” disse lei alzandosi e andando verso l’uscita.
“Beeeeh cosa?” Mi alzai, presi il cappotto e la seguii fuori. “Io stavo scherzando” dissi mentre chiudevo il negozio.
“Ti ho mai detto che al liceo avevo una cotta per Liam?”
Mi girai di scatto e la guardai male. “Tu hai una cotta per Liam dai tempi del liceo?” Ero sbalordita, non per il fatto che a Charlie piacesse Liam, ma per il fatto che non me lo avesse mai detto.
Anche se in realtà la cosa non doveva stupirmi più di tanto. Io e Charlie avevamo frequentato le stesse scuole, ma a farci presentare era stato quel lavoro.
Alzò le mani in segno di resa e rise. Quella ragazza era matta.
“Ehi, finalmente hai chiuso.” Harry mi prese in braccio e mi fece fare mezzo giro, per poi accorgersi della presenza di Charlie.
“Pensavo che fossi sola” bisbigliò.
“Mettimi giù, Styles” ringhiai.
“Harry ti ricordi di Charlie, la mia collega?” dissi indicandola.
“Oh si certo, piacere di rivederti” farfugliò lui in imbarazzo, porgendole la mano.
“Vedo che non sei cambiato molto” disse lei, ricambiando la stretta.
“Neanche tu” rispose.
“Harry” lo chiamai.
“Si?” disse lui voltandosi verso di me.
“Ha i capelli rossi. Fino a ieri erano neri i suoi capelli.”
La sua bocca assunse la forma di una grande O. Ed ecco Harry che si preparava a rimediare ad una della sue solite figure di merda. Charlie rise di tutta quella situazione, per fortuna.
“Piccola scusa per il ritardo. Ecco la tua cioccol- Ciao Harry.” Mi ero completamente dimenticata di Liam e dei suoi passaggi a casa.
“Liam, grazie” dissi prendendo la cioccolata e facendo finta di berne un sorso.
“Che ci fai tu qui?” disse Liam rivolgendosi ad Harry.
“Io, ecco” iniziò a farfugliare lui.
“Liam, guarda chi c’è” esclamai per salvarlo da quella situazione, indicando la mia amica. Liam si voltò abbastanza scettico e spalancò la bocca alla vista della ragazza.
“Charlie?” chiese titubante.
“Ciao Liam” rispose l’ormai rossa.
“Liam, chiudi la bocca, ti sta scendendo la bava” disse serio Harry. Gli tirai una gomitata, per farlo stare zitto.
Le guancie di Charlie erano diventate del colore dei suoi capelli e Liam aveva iniziato a innervosirsi. Lo capivo perché strofinava frettolosamente il piede contro il terreno e si passava ripetutamente una mano tra i capelli.
“Mi è venuta un’idea” dissi rompendo quel silenzio imbarazzante. “Charlie, perché non vieni a cena da noi questa sera?” proposi.
“Io, non so, non vorrei disturbare” iniziò a dire lei.
“Nessun disturbo” disse con voce sexy Liam. Stava chiaramente cercando di riconquistare dei punti.
“Allora ok” disse timidamente lei. Liam le porse il braccio e i due iniziarono a camminare verso casa.
“Che fate voi due, non venite?” urlò poi, voltandosi verso di noi.
“Arriviamo” rispose con lo stesso tono Harry, ma un po’ più scocciato.
Iniziò a camminare, lasciando me dietro. “Ehi Styles che ti prende?” gli chiesi una volta che lo raggiunsi.
Colpì qualche sasso e poi mi rispose. “Perché ti ha chiamato piccola?”
Spalancai la bocca, non sapendo che dire. Non volevo avere segreti con Harry, ma quella non era una cosa da rivelare lì, in quel momento.
“Tutti mi chiamate piccola: tu, Louis, Zayn…e anche Liam” risposi cercando di essere naturale.
Fece spallucce e poi venne ad abbracciarmi. “Hai ragione, scusa. Il fatto è che sono solo geloso. Insomma, Liam è il tuo migliore amico e probabilmente sa cose di te che io non saprò mai” disse riprendendo a camminare, stringendomi la mano.
Liam e Charlie erano ad una distanza sicura, così eravamo certi che non ci avrebbero visti.
“Harry” dissi “Liam sarà anche il mio migliore amico, ma è te che amo. Non lo dimenticare.” Lo guardai dritta negli occhi e lo baciai così intensamente che lui stesso si meravigliò.
“Ehi vacci piano” si staccò ridendo. “Va bene che sono un figo da far paura, ma così mi consumi.”
Mi accarezzò una guancia e mi baciò di nuovo, in un modo molto più spinto di prima.
“E io non corro il rischio di essere consumata?” gli chiesi cercando di essere seria.
“Ti amo” mi sussurrò, baciandomi poi la punta del naso.
Mi strinsi a lui e ci incamminammo di nuovo verso casa.




here i am:
Ed ecco il primo capitolo dove Harry e Julie si comportano effettivamente da coppia (?) LOL Allora che ne pensate ora che li avete visti in azione?
Ah, in questo capitolo c’è anche un nuovo, ma vecchio (?) arrivo. Che ve ne pare di Charlie?
Spero che vi piaccia anche questo capitolo xx

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


 



CAPITOLO 10


“E alla fine si trattava di una carota!” Louis terminò così il racconto eccitante del suo ultimo sogno.
“Amico, non ti sembra strano sognare carote invece che ragazze in bikini?” Fu Zayn a parlare.
Louis morse la sua pizza, facendo segno di no con la testa. Ecco, questo era mio fratello. Un fissato con le carote e zero vita sentimentale.
“Che ci dici di te Zayn? È da tanto che non sento rumori di quel tipo provenire dalla tua camera” chiese Harry ridendo.
Zayn messe su un broncio, mentre noi ridevamo di gusto. “Sto cercando di diventare un ragazzo serio” rispose poi.
Improvvisamente calò un silenzio di tomba. Ad interromperlo fu Louis, che si lanciò in una risata potentissima. Il secondo fu Harry, che si unì all’amico. E cosi facemmo anche io, Charlie e Liam.
“Senza offesa Zayn, ma è un’impresa impossibile” disse Liam con le lacrime agli occhi, appoggiando una mano sulla spalla dell’amico.
“Grazie per il sostegno” disse l’interessato, mangiando seccato la sua porzione di pizza.
“Aspettate” disse di colpo Charlie.
“Che succede?” fu la risposa preoccupata di Liam.
“Non sentite un rumore strano?” chiese lei.
Ci zittimmo tutti all’istante, per cercare di capire di cosa stesse parlando. Solo dopo qualche minuto ci rendemmo conto che quel rumore strano non era altro che il campanello di casa.
“Vado io, almeno la smettete di prendermi in giro” disse Zayn alzandosi da tavola.
Aprì la porta con quello stesso entusiasmo, non immaginando cosa sarebbe successo da lì a pochi minuti.
“Hola amigo!” esclamò la ragazza fuori dalla porta.
“Arianna?” chiese il ragazzo.
“Sorpresa! Dov’è la mia migliore amica?” chiese la ragazza entrando in casa.
“Zayn che succede?” chiesi io.
“Oh santo cielo, Ari sei tornata!” Buttai le braccia al collo della mia amica, ancora incredula.
“Non dovevi tornare dopo Natale?” chiesi dopo aver sciolto l’abbraccio.
“Il Natale è brutto in Spagna. Niente neve, niente pioggia, niente nebbia” disse ridendo.
“Non importa, sono contenta che sei tornata” dissi abbracciandola di nuovo.
“Il mio aereo è atterrato un’ora fa. Non è che avete qualcosa da mangiare?” disse toccandosi lo stomaco brontolante.
“Certo, di là abbiamo pizza per tutti i gusti” dissi indicandole la cucina.
“Io amo il vostro stile di vita” disse entrando nella stanza.
Feci per seguirla, ma poi mi accorsi di Zayn. Era fermo, immobile, con la mano sulla maniglia della porta, ancora aperta.
“Zayn” lo chiamai. Nulla.
“Zayn” provai una seconda volta.
“Tutto ok?” chiesi agitandogli una mano davanti al visto.
“Malik” gli urlai come ultimo tentativo nell’orecchio.
“Si, che c’è? Un terremoto? Perché la stanza gira?” esclamò saltando.
“Ma sei fuori di testa?” chiesi preoccupata, allontanandomi da lui.
“Io non lo so” disse guardando la porta.
“Hai intenzione di chiuderla?” dissi sarcastica.
Mi fece una linguaccia e la chiuse. Tornai in cucina, abbandonando Zayn nell’atrio. Ari si era già accomodata e stava cordialmente conversando con i ragazzi.
Arianna Gomez era la mia migliore amica dai tempi del liceo. In realtà era l’unica amica femmina che avevo.
Mi sedetti tra lei e Louis e continuai a mangiare. Poco dopo Zayn ci degnò della sua presenza. Si sedette nell’unico posto libero rimasto, ovvero quello davanti ad Ari.
“Allora Arianna. Ti vedo…diversa. Radiosa direi” disse ammiccando.
Ari per poco non si strozzò con un pezzo di pizza. Da quando Zayn Malik ci provava con lei? “Grazie Zayn” disse lei dopo aver bevuto un goccio d’acqua.
“Com’era la Spagna?” La domanda più ovvia la fece Harry.
Ari iniziò così a raccontarci delle meraviglie di quella terra, del clima sempre splendido e ovviamente dei ragazzi bellissimi che abitavano lì.
“Perfetto uomini!” esclamai alzandomi da tavola. “Questa sera provvedete voi a questo disastro” dissi indicando la tavola. “Noi femminucce dobbiamo chiacchierare.”
Afferrai Ari da un braccio e feci lo stesso con Charlie, trascinandole in camera mia.
“Credi davvero che puliranno?” mi chiese Charlie buttandosi sul mio letto.
“No” risposi tranquillamente seguendola.
“Mi era mancato il tuo armadio” disse Ari iniziando a frugarci dentro.
“Si, si, certo. Ora parliamo di cose serie.” Mi voltai verso Charlie e le sorrisi troppo entusiasta.“Tu e Liam” dissi solo.
Ari parve interessata all’argomento, infatti ci raggiunse subito. “Me ne sono persa di cose” disse ridendo.
“Non c’è un me e Liam” disse nervosamente la rossa.
“Non ancora vorrai dire” la corressi io.
Mi guardò preoccupata, mentre io mi scambiavo sguardi complici con Ari. I suoi occhi azzurri sprizzavano desiderio di pianificare qualcosa. Si passo una mano tra i lunghi capelli neri mossi e proseguì lei il discorso al posto mio.
“Ti mangiava con gli occhi, baby. Non fare finta di non aver capito” disse spingendola leggermente.
“Io non faccio la finta tonta” si difese Charlie. “E poi, senti chi parla. Quella che è riuscita a stendere Zayn ‘sono più bello di un Dio greco’ Malik” disse facendo uno strano verso.
Ari mi guardò, prima di scoppiare a ridere, seguita a ruota da me.
“Che c’è da ridere?” chiese l’altra offesa.
“Zayn ‘sono più bello di un Dio greco’ Malik?” le chiesi abbastanza perplessa.
“A scuola lo chiamavano così” disse facendo spallucce.
“Dove te ne stavi nascosta ai tempi del liceo?” chiese Ari.
“Mi occupavo del giornalino della scuola, mentre voi due facevate stragi di cuori” disse convinta.
“Stragi di cuori?” ripetei io ridendo.
“Si, stragi di cuori” ripeté lei.
“Bellezza, la mora qui presente ha avuto un solo ragazzo in tutta la sua vita, mentre io sono ancora vergine” disse fiera Ari.
Charlie spalancò la bocca, incredula.
“Ci descrivi come se fossimo le protagoniste di Pretty Little Liars” dissi io.
“Uh, uh. Posso essere Hannah?” chiese Ari. Le tirai un cuscino e la invitai a smettere. Lei mise il broncio, proprio come mi aspettavo.
“A me piace Aria” disse tranquillamente Charlie.
“Si, e tra un po’ i nostri cellulari suoneranno e ci ritroveremmo un messaggio di minaccia da parte di A” dissi sarcastica.
“Sei tale e quale a Spencer” disse facendo la finta sconvolta Ari.
“Ora ci manca Emily” disse Charlie.
“Mettiamoci alla ricerca di una Emily” proseguì convinta Ari. “
Ma ti sei venduta il cervello in qualche mercatino a Barcellona?” le chiesi.
“No, sono solo stanca” rispose buttandosi indietro.
“Comunque la rossa ha ragione. Hai fatto colpo su Malik.”
Il cuscino che prima avevo lanciato, mi ritornò indietro, prendendomi dritta in faccia.
Restammo un altro po’ di tempo a ridere e scherzare. Poi fatta una certa ora, scendemmo di sotto.
“Le ragazze vanno a casa” dissi ai ragazzi, che erano impegnati in una partita di tennis alla wii.
“Buonanotte” disse Ari, salutando tutti.
“Grazie per la cena” proseguì Charlie.
“Zayn, Liam” chiamai i ragazzi.
“Si?” risposero loro all’unisono.
“Perché non accompagnate le ragazze a casa. È tardi, non voglio che vadano in giro da sole” dissi facendo l’occhiolino alle mie amiche.
I due si mostrarono un po’ troppo entusiasti per i miei gusti, ma l’importante era che avessero accettato. I quattro uscirono di casa, lasciando soli me, Louis ed Harry.
“Bene” disse mio fratello alzandosi dal divano “io vado a dormire, sono distrutto.” Diede una pacca sulla spalla ad Harry e un bacio sulla guancia a me, prima di rinchiudersi nella propria stanza.
“Finalmente soli” disse baciandomi il collo.
“Tu non pensi ad altro” dissi pizzicandolo.
“Non è vero” ribatté lui.
“Dimostramelo” lo sfidai.
“Ok. Questa sera dormiamo insieme” disse prendendomi per mano e trascinandomi di sopra.
“Harry non ha senso. Io ti chiedo di dimostrarmi che non pensi solo al sesso o al contatto fisico in generale e tu mi porti in camera mia” dissi una volta che aveva chiuso la porta a chiave.
“Ho detto che avremmo dormito insieme, no che avremmo fatto altro. Ascoltami quando parlo.”
Si spogliò e rimase in boxer. Io lo guardavo incredula. Quel ragazzo era del tutto suonato.
“Che c’è?” disse mentre si infilava sotto il piumone. Mi spogliai anch’io e indossai una vecchia felpa di Louis.
“Ehi me la ricordo questa!” disse indicando la felpa.
“È di Louis” dissi ripensando all’episodio della felpa di Liam.
“Lo so, di chi altro dovrebbe essere?” Sorrisi, senza rispondere.
Sollevai il piumone e mi ci infilai sotto pure io. Era caldo ed accogliente lì sotto.
Harry mi avvolse con un braccio e mi fece avvicinare a lui. Nascosi la testa tra l’incavo del suo collo e la spalla.
Mi diede un lungo e romantico bacio, prima di chiudere gli occhi.
“Ti amo Styles.”
Quelle furono le ultime parole che gli sussurrai, prima di addormentarmi felice accanto a lui.



here i am:
Eccoci qua con il capitolo numero dieci.
I nostri ragazzi durante la cena ricevono una visita che diciamo manda in tilt il nostro Zayn LOL Personalmente adoro il personaggio di Arianna. Probabilmente è il più vitale e il più spensierato.
E ovviamente non poteva mancare una parte dedicata alla nostra coppia preferita (?) *-*
Lascio a voi il resto dei commenti <3 A proposito! Grazie infinite a tutte voi che recensite, seguite o avete messo tra le preferite la storia xx

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


 



CAPITOLO 11


Passò un mese da quella sera e tutto procedeva regolarmente. Io e Harry vivevamo felici e contenti la nostra storia d’amore segreta, anche se questa nostra ‘riservatezza’ non sempre aiutava. Litigavamo a volte a causa di questo. C’erano momenti in cui io volevo rivelare tutto, altri in cui era lui a volerlo. Ma poi bastavano un bacio e qualche coccola per porre rimedio a tutto. Per il nostro mesiversario ci eravamo regalati due collanine: la mia, che come ciondolo aveva la H di Harry e la sua, che invece aveva la J di Julie. Le portavamo sempre al collo, sfruttando sciarpe e maglioni per coprirle e non farle notare ai ragazzi.
Era una sera come le altre quella. Beh, non per tutti almeno. Era inizio dicembre e tutti erano eccitati a causa delle imminenti vacanze di Natale. Da piccola lo ero anch’io. Amavo le luci, i colori e l’atmosfera di quella festa. Da quando i miei genitori erano morti però il Natale aveva perso ogni suo fascino per me. Lo stesso era per Louis, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Mentre le persone correvano alla ricerca dell’albero di Natale perfetto (mio fratello compreso), io ero seduta sul divano, a leggere un libro che a consigliarmi fu Charlie.
“Siamo tornati!” Alzai la testa dal libro e vidi i ragazzi trascinare dentro il salotto un enorme abete.
“Santo cielo Louis, hai perso la ragione per caso? Quest’albero è enorme!” esclamai iniziando girandoci intorno.
Non mi diede ascolto perché era troppo impegnato a gestire i lavori per la sistemazione dell’albero. Sistemarono un paio di cose, per poi riporre l’albero dentro ad un gigantesco vaso.
“Tadàààà” esclamarono infine indicando il frutto del loro duro lavoro.
“Vado a prendere le decorazioni” disse Louis prima di iniziare la ricerca degli addobbi di Natale.
“Sapete che l’albero si fa l’8, vero?” dissi.
“Conosci tuo fratello” disse Zayn facendo spallucce, per poi dileguarsi al piano di sopra.
“Ecco le decorazioni” esclamò contento Louis. Appoggiò l’enorme scatolone proprio accanto all’albero.
“Harry, mi aiuti a portare gli altri?” chiese poi.
“Mi dispiace, ma l’unica cosa che farò ora è una bella doccia” rispose lui. Mi fece segno di seguirlo di sopra, così dopo qualche minuto salii anch’io.
“Bene, Payne! A quanto pare siamo rimasti solo noi due!” disse Louis mettendo un braccio intorno alla spalla dell’amico e portandolo dagli altri scatoloni.
Bussai alla porta della camera di Harry ed entrai. “Mmm… Potrei abituarmi a vederti in boxer” dissi leccandomi le labbra e buttandomi sul suo letto comodo.
“Mi piace viziarti” disse venendo accanto a me e iniziando a baciarmi.
“Comunque non ti ho fatto salire per questo” disse indicandosi.
Si alzò da me e iniziò a camminare avanti indietro nella stanza. Presi un cuscino e me lo misi addosso, mentre osservavo Harry vagare come un’anima in pena per la camera.
“Che ne diresti” disse fermandosi davanti a me e piegandosi sulle gambe “se ti chiedessi di accompagnarmi dai miei nonni a Holmes Chapel questo fine settimana?”
Sorrisi immediatamente, dinanzi a quella proposta. “Ti direi di sì” dissi baciandolo a stampo.
Lui buttò un sospiro di sollievo, come se si aspettasse una risposta diversa.
“Perché eri così teso?” dissi colpendo il letto nel punto accanto a me. Si sollevò da terra e si venne a sedere lì.
“Ecco, pensavo che con la storia del segreto non volessi venire. Si insomma, pensavo che non volessi dire altre bugie.” Fece spallucce e mise su un’espressione da cucciolo irresistibile.
Gli presi il viso tra le mani e lo obbligai a guardarmi. “Harry Styles io sarei disposta a fare la qualunque pur di stare con te” dissi.
Mi sorrise e mi diede un bacio.
“Ok, ora vai a lavarti, altrimenti gli altri si insospettiranno” dissi incitandolo ad alzarsi.
“Perché non vieni con me?” chiese porgendomi la mano.
“Fuori di qui, ora” dissi alzandomi e spingendolo fuori dalla sua stessa camera.
Lo accompagnai personalmente fino alla porta del bagno, in modo da assicurarmi che si sarebbe fatto la doccia. Mi diede un bacio prima di chiudersi in bagno e mi sussurrò un dolce “Ti amo” prima di entrare nella doccia.
Decisi di scendere sotto a dare una mano a quei due con l’albero, quando passando davanti alla camera di Liam e Zayn, vidi quest’ultimo sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Pensai che forse era arrivata l’ora delle ‘chiacchiere con Julie’ anche per lui.
Bussai un paio di volte. “È permesso?” chiesi infilando la testa nella camera.
Si alzò, sorpreso di vedermi. “Vieni” mi fece segno con la mano di entrare.
Ci sedemmo sul suo letto, uno di fronte all’altro. “Allora Malik, che succede?” chiesi interrompendo quel silenzio.
“Nulla. Sono solo stanco, l’albero di Louis era piuttosto pesante e-” “Non parlo dell’albero idiota” dissi interrompendolo.
“Centra Arianna, vero?” Colpito e affondato, come direbbe un giocatore di battaglia navale. Il colorito di Zayn passò dal normale rosa tenue ad un acceso rosso pomodoro.
“Vero” mi risposi compiaciuta da sola.
“Il fatto è che lei è così bella, solare, divertente, dinamica…Io credo di essermi innamorato.” Lo disse con un tono strano, che fece sembrare quella frase più una domanda che una affermazione.
“Oooooh, che cosa romantica” dissi facendo la solita espressione che mi veniva fuori quando succedeva qualcosa di romantico.
“Sarebbe romantico se lei mi ricambiasse” disse buttandosi indietro.
“E chi ti dice che lei non ricambia?” dissi alzandomi dal letto e dirigendomi verso l’uscita.
“Aspetta” mi chiamò “tu sai qualcosa che io non so?”
Feci spallucce, per lasciarlo in sospeso.
“Certo che sai qualcosa, sei la sua migliore amica” si rispose da solo.
“Senti Zayn, non posso dirti niente, se non di provarci. Ma non usando i soliti giochetti” chiarii.
“E come? Io non sono pratico in cose romantiche” disse gesticolando con le mani in modo nervoso.
“Non lo so Zayn, organizza qualcosa di speciale. Niente serate da sballo però. Che ne dici di invitarla alla fiera di Natale che si terrà settimana prossima? So che Ari non vede l’ora di andarci” proposi.
“Si, potrebbe funzionare” disse fra sé e sé. “Grazie Julie” disse infine.
“Di niente Zayn” sorrisi. Si alzò e mi venne ad abbracciare.
“Perché non vieni con me ad aiutare Liam e Louis con le decorazioni dell’albero?” gli chiesi.
Accettò, così scendemmo insieme in salotto. Giusto in tempo per vedere Liam combattere con le luci dell’albero.
“Aspetta, ti do una mano” disse Zayn ridendo. Ma anziché aiutare Liam e liberarsi da quei fili, pensò di peggiorare la situazione, avvolgendolo anche con i nastri decorativi.
Poco dopo la liberazione di Liam, scese anche Harry. Passammo il resto della giornata ad addobbare l’albero e a decorare la casa. Liam iniziò ad intonare qualche canzone tipica di quella festa, così senza neanche rendercene conto demmo inizio ad un piacevole concerto natalizio. Un po’ come quelli che fanno i cori per strada.
Mi sembrò di tornare indietro negli anni, a quando Louis e papà si scatenavano con le decorazioni, mentre io e mamma andavamo in giro a comprare i regali per i parenti e gli amici. Una lacrima mi cadde, ma cercai di asciugarla subito, in modo da non far preoccupare i ragazzi.
“Va tutto bene?” mi chiese Louis.
“Si, tutto bene. Stavo solo pensando ai Natali passati.” Non provai nemmeno a fingere con lui, avrebbe capito tutto comunque.
Non mi disse niente, sapeva che non era necessario. Mi abbracciò forte, perché quella era l’unica cosa di cui avevo bisogno.
“Dai, appendila tu questa. Io ne prendo un’ altra” disse porgendomi una pallina rossa. La presi e la appesi in un ramo ben visibile.
“Qui va bene fratello?” gli chiesi sorridendo. Annuì, ricambiando il sorriso poiché contento di avermi fatto tornare il buon umore.
Il sorriso delle persone che amavo era tutto quello di cui avevo bisogno.



here i am:
Come ho già detto a una di voi, ho messo il turbo e quindi ecco un nuovo capitolo LOL
E' una sorta di capitolo di passaggio, dove per la prima volta si parla dei genitori di Julie e Louis (oltre che nel prologo).
Troviamo un Zayn Malik in piena crisi amorosa ahahah e un Harry Styles in modalità proposte romantiche ;)
Fatemi sapere che ne pensate, grazie ancora a tutte voi xx


 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


 



CAPITOLO 12


E mi raccomando, fai buon viaggio e non parlare con gli sconosciuti” disse Louis mentre caricava la mia valigia in auto.
“Fratello, vado a parlare di libri, non parto mica per un safari” dissi sarcastica.
Il tanto atteso week-end con Harry era finalmente arrivato. Lui aveva detto la verità, mentre io avevo inventato che avrei dovuto partecipare ad una specie di convegno per lettori fuori città per fare le veci della libreria.
“Louis grazie ancora per avermi prestato la macchina per il viaggio” disse Harry appoggiando una mano sulla spalla di mio fratello.
“Figurati. A proposito, grazie per accompagnare Julie alla stazione” disse.
“Di nulla” rispose passandosi una mano tra i capelli in modo nervoso.
“Sarà meglio andare ora, si è fatto piuttosto tardi” dissi interrompendo quel momento.
Salutammo tutti e partimmo.
“Finalmente soli” disse Harry appoggiandomi una mano sulla gamba.
“Finalmente” ripetei, intrecciando le dita della mia mano con le sue.
Si voltò per sorridermi, ma subito dopo riprese a guardare la strada dinanzi a noi.
“Sarà un viaggio abbastanza lungo, che ne dici se mettiamo un po’ di musica?” mi chiese.
“Certo” risposi io, accendendo la radio.
“Ho preparato un CD per il viaggio, ti va di ascoltarlo?”
Senza pensarci troppo, feci partire il disco. Traccia numero uno: Just The Way You Are, Bruno Mars.
“Scelta interessante Styles” dissi assumendo un’aria pensierosa. “Per caso vuoi dichiararti a qualcuna?” dissi fingendo.
“Si, vorrei dire alla ragazza seduta accanto a me che è la prima che amo e che vorrei gridarlo a tutto il mondo” disse guardandomi dolcemente.
“Awwww, come sei dolce. Ti riempirei di baci se non stessi guidando” dissi mandandogliene uno volante.
Quando arrivò il momento del ritornello, iniziò a cantare sopra la base. Avevo sempre amato la sua voce, ma in quel contesto tutto era così amplificato che mi sembrava il canto di un angelo.
Non so bene quando, ma finii per addormentarmi.
“Amore svegliati, siamo arrivati.” Sentii qualcosa toccarmi le labbra e mi svegliai così.
“Buongiorno amore” sussurrai con la voce ancora impastata di sonno.
“Buongiorno? Sono le otto di sera” disse scendendo dall’auto.
Mi strofinai gli occhi e mi sporsi dal finestrino. Era sera, anche se sembrava mezzogiorno, date le numerosi decorazioni natalizie e le luci dei negozi.
“Sembra già Natale” dissi scendendo dall’auto. Harry intanto aveva scaricato le nostre valigie.
“Benvenuta a Holmes Chapel” esclamò aprendo le braccia.
“Sembra carina” dissi avvicinandomi a lui, per baciarlo. “Grazie” sussurrai.
“E di cosa?” sorrise.
“Per avermi portata qui” risposi semplicemente.
Mi sistemò delle ciocche di capelli dietro le orecchie e mi baciò la fronte.
“Dai andiamo. Nonna non vede l’ora di conoscere la mia fidanzata” disse prendendomi per mano e trascinandomi verso la piccola villetta che si trovava proprio di fronte a noi.
“Quindi loro sanno di noi?” chiesi guardandolo.
“Ok, non arrabbiarti, ma non sapevo che scusa inventarmi, così gli ho detto la semplice verità: nonna, nonno, vengo con la ragazza che amo” rispose.
Lo bloccai e lo tirai a me con tutta la forza che avevo. Gli diedi un bacio che ci portò a rimanere senza fiato.
“Spero di piacergli” dissi dopo aver ripreso a respirare regolarmente. “Sicuramente” rispose lui sorridendomi.
Andammo a suonare il campanello e dopo pochi minuti un anziano signore ci venne ad aprire.
“Nonno” esclamò Harry buttando giù tutte le valigie per poterlo abbracciare. Il vecchio non disse niente, si limitò a godersi quel momento.
“Chi era alla porta, Robert?” chiese un’anziana donna in grembiule. “Harry sei proprio tu?” chiese incredula.
“Nonna, come mi sei mancata” rispose abbracciando anche lei.
Era davvero un bel quadretto famigliare, ma iniziavo a sentirmi esclusa, così buttai qualche colpo di finta tosse.
“Oh si, certo. Scusa amore” disse Harry tornando accanto a me. “Nonno, nonna, lei è Juliette” si fermò a guardarmi “la mia fidanzata” finì.
“Molto piacere, potete chiamarmi Julie” dissi porgendo la mano.
Fatte le presentazioni, passammo alla sistemazione nella camera. A me avevano riservato la camera che un tempo fu della madre di Harry, mentre a lui quella degli ospiti.
“Mi dispiace, ma i nonni sono un po’ all’antica” disse riferendosi al fatto delle camere separate.
“Harry, il ninfomane qui sei tu, mica io” risposi ridendo.
Lui mi guardò male, forse lo avevo ferito. In fondo mi aveva dimostrato che era cambiato. “Che significa ninfomane?” mi chiese piegando la testa.
Scoppiai a ridere, più forte di prima. Gli saltai addosso, iniziando a baciarlo senza sosta.
“Ok, qualsiasi offesa tu abbia usato nei miei confronti è passata” disse ridendo.
“Chi ti dice che ti ho offeso?” Fece spallucce. “Il mio intuito” rispose.
Si avvicinò alla finestra ed iniziò a guardare fuori. “Che ne dici se dopo cena andiamo a fare un giro?” mi chiese.
“Non so, sei qui per vedere i tuoi nonni, non mi sembra giusto lasciarli da soli la prima sera che siamo qui” risposi sedendomi sul letto.
“Tranquilla, loro tra un’ora saranno già a letto a dormire” rispose ridendo.
Feci una smorfia, non sapendo che dire.
“Potremmo scambiarci effusioni sotto il bagliore della luna, pensa che romantico” tentò di persuadermi.
“Non so” dissi facendo finta di pensarci sopra.
“Vediamo se così riesco a convincerti” disse malizioso. Si avvicinò a me e lentamente mi fece stendere sul letto, per poi iniziare a baciarmi.
“Mmm, vuoi sapere la verità Styles?” gli chiesi dopo quei baci.
“Dimmi” rispose lui.
“Mi avevi già convinto prima” dissi baciandolo di nuovo.
“Ehm ehm.” Spinsi Harry lontano da me, facendogli fare un volo di qualche metro. Mi alzai velocemente dal letto, morta dall’imbarazzo.
“Nonno, qualche problema?” disse Harry, che era in imbarazzo almeno quanto me.
“La cena è pronta” rispose suo nonno, ridendo evidentemente sotto i baffi.
“Oddio che figuraccia” dissi buttandomi sul letto e affondando la testa nel cuscino una volta che se ne fu andato.
“Dai, andiamo a mangiare” mi disse Harry.
“Mangiare?” esclamai alzando la testa. “Io non esco da questa camera per tutto il fine settimana. Con che faccia mi presento di sotto?” urlai disperata, nascondendomi di nuovo sotto il cuscino.
“Ma se stava ridendo” disse riferendosi al nonno.
“È imbarazzante comunque” dissi senza muovermi da quella posizione.
“Allora mi costringi a portarti giù di forza” disse in un ghigno. Cercai di oppormi, ma non ci riuscii. Harry mi prese in braccio, come se stesse portando un sacco di patate, e mi trasportò fino al piano di sotto, mettendomi giù solo una volta arrivati dietro la porta della cucina.
“Non è giusto, io sono nettamente più debole di te” dissi cercando di fuggire e salire di nuovo. Mi afferrò per un braccio e mi trascinò di forza dentro.
La cena non fu tremenda come mi aspettavo e il nonno di Harry sembrava non fare caso a quello che aveva visto. Finito di mangiare ci andammo a preparare per la nostra uscita. Nonostante l’ora c’era parecchia gente in giro.
“Non credevo che ci fosse tanto movimento qui” dissi incredula.
“Sono tutti i ragazzi del paese” rispose.
Era davvero strano camminare abbracciati per la strada, senza paura di incontrare qualcuno di nostra conoscenza.
“Non ci credo! Harry? Harry Styles?” Ci voltammo nella direzione di quella voce. Una bionda, molto più simile ad un’oca, ci veniva incontro correndo. “Cristo, sei proprio tu” urlò mentre buttava le braccia al collo al mio ragazzo (gesto che mi obbligò ad allontanarmi da lui).
“Barbie” disse lui incredulo. Perfetto, Barbie di nome e di fatto. “Che ci fai qui? Quando sei tornato?” continuava a ripetere quella. Quella farsa era durata anche troppo tempo.
“A dire il vero io-” “Ciao, io sono Julie. La fidanzata di Harry.” Lo dissi con il tono più acido che potessi usare, sottolineando in un modo esagerato la parola fidanzata e attaccandomi come una cozza ad Harry.
“Oh, ciao” rispose lei allontanandosi.
“Scusa, ma siamo di fretta.” Detto questo girai i tacchi, trascinando Harry il più lontano possibile da quella che a prima vista sembrava essere una tro… una ragazza non tanto brava.
“Ehi rallenta” disse lui obbligandomi a fermarmi.
“Che vuoi?” risposi scocciata.
“Mi spieghi che ti è preso?” mi chiese. Dal tono di voce non sembrava arrabbiato.
“Julie, vuoi rispondermi?” mi riprese. “Julie?” mi chiamò di nuovo.
“Sono gelosa, ok?” gli urlai contro.
Gli diedi le spalle e iniziai a camminare verso la prima panchina che vidi libera. Mi ci sedetti con l’intenzione di non alzarmi più. Poco dopo fui raggiunta da Harry. Si piegò sulla ginocchia e si piazzò proprio davanti a me.
“Stupida” disse solamente.
“Così non migliori la situazione” dissi secca.
“Volevo dire. Stupida, perché per me l’unica che conta sei solo tu.” Mi accarezzò una guancia, tentando di farmi addolcire.
“Quindi quella è una tua ex?” chiesi anche se non ne avevo bisogno. Era ovvio che Harry aveva avuto una storia con quella tipa.
“No, ci sono andato a letto solo un paio di volte” rispose alzandosi e sedendosi accanto a me.
“Quindi è una tua ex” dissi guardandolo male.
“No. Tu sei la mia prima fidanzata. Non ho ex” disse serio.
“Quindi le altre con cui sei stato come le chiami?” dissi diminuendo il tono di acidità.
“Ragazze con cui ho scopato” rispose tranquillamente. “Ti amo” disse infine.
Mi voltai a guardarlo e lui mi sorrise. “Fottiti Styles” gli dissi prima di baciarlo.
Dei tuoni iniziarono a farsi sentire e subito dopo si videro i rispettivi lampi.
“Sarà meglio tornare” disse lui. Tornammo così a casa.
“Beh, buonanotte” dissi quando ero sulla soglia della mia camera.
“Notte piccola.” Mi diede un bacio, per poi andare anche lui a coricarsi.
Se c’era una cosa che mi spaventava più di tutte, quella erano proprio i temporali. Mi giravo e rigiravo nel letto, pregando Dio di riuscire a dormire. Ma poi i tuoni si fecero sempre più forti e i lampi sempre più abbaglianti. Così mi alzai dal letto e andai da Harry.
“Stai dormendo?” sussurrai entrando in camera senza bussare.
“Ancora no” disse girandosi verso la porta. “Che ti prende? Tremi tutta” disse alzandosi leggermente con la schiena.
“Ecco, io mi chiedevo se potessi dormire con te questa notte. Il fatto è che ho paura dei temporali” confessai.
Lui rise, come se non ci credesse. “Non hai bisogno di una scusa per dormire con me” disse alzando le coperte.
“Ma è vero. Io-” Ed ecco un altro tuono. Mi buttai subito a terra, coprendomi la testa con le mani per la paura. “Ora ci credi?” gli chiesi precipitandomi tra le sue braccia.
“Scusa. Prometto che in futuro non dubiterò più di te” disse stringendomi.
“Lo sai, rendi impossibile odiarti” dissi facendo finta di essermi offesa.
“Sei adorabile quando fai l’offesa” disse baciandomi la punta del naso, per poi scendere fino alla bocca. C
ontinuammo a baciarci. Poi lentamente sfilò la maglietta che avevo messo come pigiama e io feci lo stesso con lui. Si sdraiò sopra di me, senza far allontare le nostre bocche. Mi teneva stretta a sé, mentre io affondavo le mani nei suoi ricci. Continuammo a baciarci per molto tempo, fino a quando non ci ritrovammo senza biancheria. Non lo avevamo né programmato, né avevamo accennato all’argomento. Fatto sta che fare l’amore con lui fu ancora più bello della mia prima volta con Liam.
Ad ogni bacio sentivo di amarlo sempre di più e qualcosa dentro di me mi diceva che per lui era la stessa cosa.

“Buongiorno piccola mia” mi sussurrò dolcemente Harry. Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il suo sorriso smagliante.
“Buongiorno amore” dissi stropicciandomi gli occhi.
“Mi piace quando mi chiami amore” disse.
Dopo essermi stropicciata per bene, lo guardai di nuovo. Era davvero bello, quasi irreale.
Ti amo” aggiunse prima di baciarmi dolcemente.
“Ti amo anch’io Styles” dissi stringendomi a lui.
“Lo sai, sei davvero bella mentre dormi” disse senza smettere di sorridere.
“Da quanto mi stai fissando, tanto per sapere?” gli chiesi ridendo.
“Un quarto d’ora più o meno” rispose fiero. Appoggiai il viso sul suo petto e con la mano iniziai a disegnare dei cerchi invisibili.
“Ci dovremmo alzare” disse prima di baciarmi.
“Così fai aumentare solo la mia voglia di rimanere a letto” dissi ridendo.
Lui scosse la testa e sorrise. Io feci in automatico lo stesso, come se ogni mio sorriso dipendesse da lui.
“Sai Styles, ci ho riflettuto parecchio e credo che sia arrivato il momento di dire la verità” dissi mentre giocavo con i suoi capelli. Non rispose, ma mi baciò.
“Per me va bene” disse dopo essersi staccato. Sorrisi e lo baciai di nuovo.
“Pensi che Louis mi ucciderà?” mi chiese dopo un po’ ridendo.
Feci spallucce e risposi tranquillamente. “Probabilmente per i primi 5 minuti quello sarà il suo unico pensiero” risi e lui fece lo stesso.
“Correrò questo rischio per te.”



here i am:
Ed ecco il tanto atteso (?) capitolo del viaggio a Holmes Chapel.
E' uno dei miei capitoli preferiti perchè racconta di una parte importante della storia di Julie e Harry.
Spero che vi piaccia almeno la metà di quanto piaccia a me lol <3


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


 



CAPITOLO 13


“Sei sicura di volerlo fare?”
Eravamo parcheggiati davanti casa da ormai venti minuti, ma nessuno dei due si decideva a scendere. Gli strinsi la mano e risposi con un “Sì” deciso.
“Bene, e come glielo diciamo. Insomma, non possiamo entrare mano nella mano in casa e baciarci come se niente fosse” disse.
“Perché no?” feci spallucce. “Scherzi vero?” Mi guardò serio e io abbassai la testa.
“Scusa, ma è più difficile del previsto” risposi dispiaciuta.
Mi mise un dito sotto al mento e mi fece alzare la testa. Mi baciò dolcemente e poi mi sussurrò una di quelle frasi romantiche che a molti farebbe venire il diabete, ma a me no.
“Andiamo” dissi poi, decisa.
Scese dalla macchina e venne ad aprirmi la portiera. Scaricammo le poche valigie che avevamo portato con noi e entrammo nel cortile. Harry prese le sue chiavi e aprì la porta. Non lo avevo mai visto così teso. Facemmo attenzione a non farci sentire dagli altri, in modo da avere ancora qualche minuto a nostra disposizione.
“Pronta?” disse porgendomi la sua mano. Gliela afferrai e la strinsi fortissimo. Entrammo così in salotto, dove c’erano tutti, persino le ragazze.
“Ehi, non vi abbiamo sentiti rientrare” disse Zayn senza distogliere l’attenzione dalla televisione. Cosa che fecero anche gli altri due.
Nessuno in quella stanza sembrava essersi accorto di me ed Harry. Guardai Ari, sperando che almeno lei desse qualche segno. Aveva le lacrime agli occhi e tremava come una foglia.
“Oh santo cielo, Julie sono così contenta” disse buttandosi letteralmente sopra di me.
“Grazie Ari, almeno ora so che qui dentro c’è qualcuno di intelligente” risi.
Quando Ari si staccò da me, andò ad abbracciare Harry.
“Falle del male e ti ritroverai senza i gioielli di famiglia, Styles” le disse poi minacciosa. Lui parve spaventarsi a morte, dato che non rispose.
La seconda a venire da noi fu Charlie, che abbracciò entrambi contemporaneamente. “Siete così carini insieme” disse dolcemente. “Sapevo di aver fatto bene a coprirti quando gli altri mi hanno chiesto di questo convegno di libri” aggiunse ridendo.
“Qualcuno vuole spiegarci cosa diamine sta succedendo?” esclamò Louis dal divano.
“Si, infatti. Un aiuto sarebbe gradito” continuò Liam.
Zayn fu il terzo ad alzarsi. “Io credo di aver capito” disse sorridendoci. Più che un abbraccio il suo fu uno stritolamento. “Amico era ora che mettessi la testa a posto” disse abbracciando anche lui.
Gli diede due pacche sulla spalla, a dimostrazione che era fiero di lui. “È merito suo, non mio” rispose indicandomi.
“Pronto? Qualcuno mi dice che sta succedendo?” disse Louis innervosito.
“Santo cielo Tomlinson! Stanno insieme” esclamò Ari presa dall’entusiasmo del momento.
La mascella di Louis calò di botta, seguita da quella di Liam. Sapevo che erano scemi, ma non pensavo che ci avrebbero messo tanto a capire.
“Wow” furono le uniche parole di Liam. Si alzò titubante e venne anche lui a congratularsi.
“Louis” chiamai mio fratello, che non dava segni di vita.
“Fratello so che è una doccia fredda, però noi ci amiamo” dissi sedendomi accanto a lui e afferrandogli la mano. Era gelida e lui sembrava essere paralizzato.
“Louis io la amo e non intendo farla soffrire” disse Harry, sedendosi accanto a me.
“Quindi se ho capito bene, il mio migliore amico –indicò Harry- e la mia sorellina –indicò me questa volta- stanno insieme.”
Annuimmo, spaventati dal suo comportamento. Stesse un altro po’ in silenzio. Un silenzio abbastanza snervante. Poi parlò.
“Falla soffrire e l’unica a volerti castrare non sarà Arianna” disse serio.
Ci furono attimi di panico totale, interrotti dalla risata di Louis. Harry buttò un sospiro, sollevato.
“Vieni qui cognato” disse aprendo le braccia ad Harry. Ringraziai il cielo, perché Louis aveva preso davvero bene quella notizia.
“Ehi, a me niente abbraccio?” dissi facendo l’offesa.
“Levati Styles” disse buttandolo a terra. Mi prese in braccio e mi strinse forte a sé.
“Voglio solo che tu sia felice, ricordatelo” mi sussurrò.
“Sei il fratello migliore del mondo” gli dissi.
“A quanto pare da oggi Harry dovrà girare con dei parastinchi” disse Zayn ridendo.
Inizialmente lo guardammo tutti male, ma poi ridemmo anche noi.
“Scusa fratello, ma non ho motivo per abbracciare te” dissi staccandomi da Louis. “Ho un fidanzato ora” aggiunsi mentre mi precipitavo tra le braccia di Harry.
Lui mi prese e iniziò a baciarmi. “Ok, ok. Basta così. Andateci piano” disse Louis staccandoci.
“Liam cos’è quella faccia da pesce gatto?” chiese Ari. La guardammo storto. Insomma, faccia da pesce gatto? Da dove le era uscita?
“Niente” rispose lui. Per la prima volta in vita mia non mi preoccupai di quello che stesse succedendo a Liam. Di solito capivo sempre quando mentiva, ma quella volta no. Quella volta ero totalmente concentrata su di me.
Invitammo le ragazze a cena e fu uno spasso totale. Ridevamo, scherzavamo. Si erano integrate bene nel gruppo. Purtroppo non potettero trattenersi molto, così rimanemmo soli presto.
Io e Harry ci rintanammo nella mia camera, per stare un po’ da soli.
“È davvero bello poterti baciare in pubblico” disse baciandomi.
“Ti ricordo che la porta è aperta” gli dissi sorridendo.
Si sistemò meglio sul letto e mi fece segno di appoggiarmi a lui. Nascosi il viso tra l’incavo del collo e la sua spalla.
“Harry ti voglio fuori dal letto di mia sorella entro 5 secondi” urlarono dalla camera di fronte.
“Mi sa che devi andare” dissi tirandomi su col naso.
“Tuo fratello mi fa rimpiangere i vecchi tempi” disse scocciato.
Lo accompagnai fino alla porta, dove ci scambiammo un lungo ed intenso bacio, prima della buonanotte.
“Notte Louis” urlai, sapendo che ci stava spiando
. “Notte” disse aprendo la porta della camera e intimando a Harry di entrarci immediatamente.
Aprii la valigia e iniziai a sistemare le cose che avevo portato con me per quel weekend. La prima cosa che trovai in valigia fu la felpa preferita di Harry, quella viola della Jack Wills. Aveva insistito perché la prendessi e la usassi come mio nuovo pigiama. Mi spogliai e la indossai. Aveva ancora il suo profumo e la cosa mi faceva impazzire. Tirai fuori tutte le felpe che avevo nell’armadio e le divisi: da un lato quelle di mio fratello, che erano davvero tante, e dall’altro quelle di Liam, che erano tre. Le piegai tutte accuratamente e le osservai per un po’. Presi quelle di mio fratello e le posai nuovamente nell’armadio. Poi passai a quelle di Liam. Era arrivata l’ora di dare un taglio netto, così le presi e le infilai in uno scatolone, che buttai sotto al letto.
“È così che tratti i miei regali?” La voce di Liam era triste e malinconica.
“Ehi” dissi facendogli segno di entrare e sedersi sul letto.
“Siete una bella coppia” disse riferendosi a me e Harry.
“Grazie” dissi, non sapendo come altro rispondere.
“Voglio essere sincero con te. Quando vi ho visti baciare ho provato una strana sensazione. Mi sono detto ‘è assurdo Liam, lei è la tua migliore amica’” raccontò.
“E poi?” Fece spallucce.
“Poi durante la cena non ho potuto fare a meno di notare quanto fossi felice insieme a lui e come ti facesse sorridere ogni suo minimo insignificante gesto. E ho capito: quella strana sensazione non era altro che felicità. Si esatto, felicità. Ero felice di vederti felice.”
“Liam” lo chiamai “ti rendi conto che quello che hai appena detto è privo di senso” dissi ridendo.
“Può anche essere. Ma spero che tu abbia capito il concetto chiave.”
“Si Liam, sei felice per me” lo interruppi.
Mi strinse a sé e mi abbracciò forte. Era un abbraccio privo di qualsiasi coinvolgimento, se non l’amicizia.
“Che mi dici di Charlie?” gli chiesi per cambiare argomento.
“È una brava ragazza. Credo che mi piaccia” disse sorridendo. Era un sorriso sincero, che lasciava chiaramente intendere che Charlie gli piaceva e non poco.
“Penso che dovresti farti avanti” lo incoraggiai.
“Magari un giorno potremmo essere felici come te e Harry” disse facendo spallucce.
“Lo spero tanto Liam. Sei un ragazzo eccezionale e ti meriti davvero di trovare l’anima gemella” dissi abbracciandolo di nuovo.
“Grazie” mi sussurrò.
“Di cosa?”
“Per sopportare le mie crisi sentimentali. Ti voglio bene, Julie” disse dandomi un bacio sulla guancia.
“Te ne voglio anch’io Liam” risposi.
“Ti sta bene quella felpa” disse. Mi fece l’occhiolino e se ne andò in camera sua.
Sistemai le ultime cose e mi infilai sotto le coperte pure io. Finalmente, dopo tanto tempo, le cose sembravano girare nel verso giusto. Ora non mi rimaneva che sistemare sentimentalmente Zayn e Liam. Era un’impresa dura, ma ci sarei riuscita. E poi sarebbe stato il turno di Louis. Non potevo certo permettere che il mio adorato fratello morisse di solitudine.



here i am:
In questo nuovo capitolo la nostra coppia viene allo scoperto :) Si vedono le reazioni dei ragazzi e avviene una sorta di chiarimento tra Julie e Liam.
Grazie ancora per le recensioni, spero che anche questo vi piaccia xx


 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


 



CAPITOLO 14

 
“È permesso?”
Alzai lo sguardo dal libro che stavo leggendo e vidi la testa di Zayn sbucare dalla porta. “Entra.”
Segnai la pagina e posai il libro sul comodino. Si sedette sul letto e quando mi guardò era raggiante.
“Ha detto sì” disse. Piegai la testa e arricciai la fronte. “Ari, ha detto sì. Verrà alla fiera con me” chiarì.
Distesi i muscoli facciali, quando finalmente collegai le cose. “Zayn ma è fantastico” dissi abbracciandolo. “Il mio fratellone adottivo innamorato” dissi facendo finta di essere commossa.
“Smettila” disse diventando rosso.
“Sai è strano che Ari non mi abbia detto niente” dissi sospirando. Fece spallucce.
Subito dopo il mio telefono squillo. “Scusa un attimo” dissi aprendo il messaggio.
Risi nel vedere il contenuto. “S.O.S. Zayn Malik mi ha chiesto di uscire e…ho accettato” lessi ad alta voce solo l’inizio.
“Fai vedere” disse buttandosi sul mio telefonino. Per fortuna riuscii ad evitarlo.
“Mi dispiace, ma questi sono segreti tra amiche.” Lui sbuffò un paio di volte e poi andò a prepararsi.
A turno ci facemmo tutti quanti la doccia e nel giro di due ore eravamo pronti. Ci piazzammo in salotto a guardare la tv, mentre aspettavamo Ari e Charlie, con le quali avevamo appuntamento alle nove. Più che guardare la tv, io e Harry pensavamo a sbaciucchiarci sul divano. Cosa che smettemmo di fare quando Louis arrivò nella stanza.
Andammo in due macchine: io, Harry, Liam e Charlie con l’auto di quest’ultima , mentre Zayn, Ari e Louis con la sua. Quando arrivammo ci dividemmo, ognuno diretto alla propria giostra preferita. Harry e Louis si precipitarono all’auto scontro, mentre Liam portò Charlie sulla ruota panoramica. Restammo io e Ari, insieme a Zayn.
“Ho sete” disse lei.
“Ci penso io.” Zayn le sorrise, mentre le appoggiava una mano sul braccio.
“Grazie” disse, mentre il suo uomo andava a prendere da bere.
“Allora” dissi dandole una leggere gomitata.
“Cazzo se è bello” disse diretta lei.
“Ed ecco Arianna e la sua solita finezza” dissi iniziando a ridere.
“Sono seria. Non ho mai pensato a Zayn in quel modo. Non ho mai pensato a Zayn e basta. Ma negli ultimi giorni è stato così carino con me e quando mi ha chiesto di uscire non ho resistito dal dirgli di si” confessò.
“Ora non vi rimane che imboscarvi nella casa degli orrori” dissi indicando la costruzione davanti ai nostri occhi. “Al buio tutto è più facile” risi.
“Stare con Styles ti ha reso più scema di lui” disse seria. Misi su un finto broncio, per farla sentire in colpa.
“Ecco la bibita” disse Zayn porgendo un bicchiere ad Ari.
“E a me niente?” esclamai offesa.
“Scusa” fece spallucce “ma tu hai già un ragazzo.” Indicò Harry, che finalmente si era deciso a scendere da quella odiosa macchinina.
“Ehi, avete visto i piccioncini lassù?” disse Louis indicando la ruota. Alzammo tutti gli occhi al cielo e vedemmo Charlie e Liam che si baciavano.
“Awwww” disse Ari.
Io restai un poco sbalordita. Quella scena mi ricordava tanto i tempi in cui io e Liam ci nascondevano in una delle cabine del London Eye per evitare Louis. Scossi la testa, per cacciare quei pensieri dalla mia testa. Era assurdo, io ero felice per Liam.
“Che ne dici se andiamo anche noi a fare un giretto?” mi cinse la vita e iniziò a dondolarmi.
“Stavo iniziando a pensare che mi stessi tradendo con mio fratello” dissi baciandolo.
“E chi ti dice che non è vero?” provocò Louis. Scoppiammo tutti a ridere, mentre Louis disse di andare a giocare un po’ al tiro al bersaglio.
“Voi che fate? Venite con noi sulla ruota?” chiese Harry a Zayn.
“Veramente io vorrei andare a fare un giro nella casa degli orrori” rispose Ari.
“Oh certo” alzai le braccia al cielo.
“D’accordo” rispose Zayn. Le mise un braccio intorno al collo e la guidò verso l’attrazione.
Subito dopo Harry afferrò la mia mano e mi condusse verso la ruota. Incrociammo la nuova coppietta, che sorrideva beata mano nella mano.
“Vedo che l’altezza ti ha fatto smuovere l’ormone, Liam” disse sorridendo beffardo Harry. Gli tirai una gomitata, per farlo stare zitto e lui si piegò in due dal dolore. Era la prima volta che riuscivo ad avere la meglio su di lui.
“Scusatelo, è uscito dal guscio da poco” dissi ridendo, in modo da far passare l’imbarazzo.
“Andiamo amore” dissi poi facendolo sedere dentro una delle cabine della ruota panoramica.
“Mi hai fatto male” si lamentò, massaggiandosi la pancia.
“Scusa, ma non è carino che prendiate sempre in giro Liam” dissi.
“Non è colpa nostra se non esce con una ragazza da secoli ormai” ribatté. Mi voltai verso di lui e lo guardai male.
“Stiamo litigando per caso?” mi chiese.
“Non stiamo litigando…stiamo avendo una divergenza di opinioni” lo dissi per auto convincermi.
“Mi dispiace” disse dolcemente. Mi prese la mano e me la baciò.
“Scusami tu” dissi. Appoggiai la testa sulla sua spalla e iniziai a guardare il panorama.
“Ho sempre amato le ruote panoramiche” ammisi.
“Davvero?” Annuii.
“Da qui sopra tutto appare più bello” commentai.
“Anche io?” mi chiese. Mi girai verso di lui con l’intento di guardarlo malissimo, ma non appena vidi il suo sorriso mi sciolsi.
“Tu sei sempre bello” dissi prima di baciarlo.
“Sei tu che mi rendi bello” disse interrompendo il bacio.
Il giro terminò e fummo costretti a scendere, così raggiungemmo gli altri. Io e le ragazze abbandonammo presto i maschietti, per poter parlare un poco tra di noi.
“Liam è dolcissimo” disse di punto in bianco la rossa.
“Sono davvero felice per voi, Charlie” dissi abbracciandola, sinceramente.
“Siete troppo smielate per i miei gusti” disse Ari. “Ma sono contenta anch’io” disse aggiungendosi all’abbraccio.
“Ma dicci di te. Ho visto te e Zayn entrare nella casa degli orrori” disse maliziosa Charlie.
“Non eri impegnata fare altro te?” esclamò Ari.
“Stop Hannah, parla” dissi puntandole il dito contro.
“Hannah?” disse lei.
“Non avevi detto che volevi essere Hannah di Pretty Little Liars?” le dissi ripensando alla chiacchierata in camera mia. Scoppiò a ridere, insieme a me e Charlie.
“Vedi Spencer” disse assecondandomi “mi conosci troppo bene per non sapere come è andata lì dentro.”
“Avete camminato e basta” dissi delusa.
“Non ho mai pomiciato così tanto con un ragazzo in vita mia.”
Mi bloccai di botta, e come me fece Charlie. Ari continuò a camminare un altro po’, senza accorgersi di essere rimasta da sola. Quando lo fece, tornò indietro infuriata.
“La gente avrà pensato che io sia una pazza che parla da sola” disse incrociando le braccia al petto.
“Ma ti senti quando parli?” esclamò Charlie.
L’altra fece spallucce, dicendo un timido “Mi piace.” Le corsi incontro e l’abbracciai.
“Non avere fretta” le sussurrai all’orecchio.
“Tranquilla, ci tengo alla mia verginità” rispose lei.
“Ho vinto questo per te” disse Zayn a Ari, non appena tornammo. Da dietro la schiena uscì un piccolo pupazzo a forma di orso.
“Ti sei sprecato Zayn, neanche si vede quel coso” dissi ridendo. Mi fulminò con lo sguardo e con le labbra mimai un “Scusami.” Ari parve entusiasta del regalo e lo accettò molto contenta.
La serata procedette tranquilla. Louis e Zayn riaccompagnarono a casa Ari, mentre noi tornammo con Charlie. Io e Harry scendemmo subito, mentre Liam rimase ancora un po’ con lei.
“Quanto tempo abbiamo prima che tornino?” mi chiese. Gli buttai le mani al collo e lo guardai negli occhi.
“È tardi Harry” dissi baciandolo dolcemente.
“Posso almeno accompagnarti in camera? Non ho ancora visto come ti sta la mia felpa” disse mettendomi una mano sotto il maglione.
“Vuoi mettermela tu?” lo provocai.
“Sai già la risposta” disse sorridendo maliziosamente.
Appoggiò delicatamente le sue labbra alle mie, per poi travolgermi letteralmente con uno dei suoi baci mozza fiato.
“Buonanotte Styles” sussurrai prima di abbandonarlo da solo nell’entrata.  




here i am:
Eccomi ancora qui! Scusate per l'attesa :S
Le due nuove coppie sono nate ufficialmente, quindi fatemi sapere cosa ne pensate :)
C'è anche un piccolo diverbio tra Julie e Harry, ma come potete vedere è una cosa da niente #js
Vedo che la storia è seguita da tante, anche se le recensioni scarseggiano D: Fa niente, grazie comunque <3


 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


 



CAPITOLO 15

 
"Louis ti prego, stiamo camminando da ore. Possiamo fare una pausa?”
Mio fratello camminava qualche metro davanti a me, alla ricerca degli ultimi regali di Natale. Mi ignorò completamente, entrando in un negozio di musica. Fui obbligata a seguirlo, trascinando me e le buste che mi portavo di dietro all’interno.
“Che ne dici di questo per Zayn?” disse mostrandomi un CD.
“È un CD di musica house” commentai.
“Nessuno è più truzzo di Zayn Malik” rise. Scossi la testa in segno di dissenso, ma alla fine risi insieme a lui.
Lo convinsi che sarebbe stato meglio regalare una maglia a Zayn, che quel coso.
Camminammo per Londra per tutto il pomeriggio e solo dopo quattro ore di sfrenato shopping riuscii a convincere mio fratello ad andare da Starbucks a bere qualcosa.
“Finalmente! I miei piedi gridano pietà” dissi sedendo a peso morto ad uno dei tavolini.
“Mi fai vedere il mio regalo?” Allungò la mano verso una delle buste e iniziò a cercare. Gli schiaffeggiai la mano e lo feci tornare al suo posto.
“Avrei il tuo regalo la sera di Natale, proprio come tutti gli altri” dissi puntandogli il dito contro.
“Non è giusto, io dovrei averlo prima dato che Vigilia è anche il mio compleanno” disse. Mise su il suo solito broncio e incrociò le mani al petto.
“Taci fratello e prendi le ordinazioni” dissi vedendo arrivare il cameriere.
“Allora” disse tamburellando le dita sul tavolo “se non posso vedere il mio regalo almeno posso sapere cosa hai preso ad Harry?”
“Ti ha mandato lui, vero?” dissi guardandolo male. Alzò le braccia al cielo, in segno di resa.
“Lui cosa ha preso a me?” chiesi sbattendo i miei occhioni marroni.
“Non funziona così” disse ridendo lui. Sbuffai e finii di bere la mia cioccolata.
Tornammo a casa e nascosi accuratamente i miei regali. Ogni anno i ragazzi si mettevano d’accordo e mettevano sotto sopra la casa pur di trovarli. Un milione di tentativi, zero vittorie.
Per quella sera Charlie e Ari avevano organizzato una specie di karaoke party. In poche parole avevano preso possesso di casa nostra per fare i comodi loro.
“Ok, il karaoke è pronto” disse orgoglioso Louis.
“Chi vuole essere il primo?” chiese agitando il microfono. Abbassammo tutti lo sguardo, abbastanza dubbiosi.
“Oh andiamo! Vado io” disse Ari. Si scatenò sulle note di una canzone di Rihanna, la sua artista preferita. Quello bastò a scaldare la serata e dopo un duetto di Charlie e Liam e l’esibizione di Zayn fu il mio turno. Passai un paio di minuti alla ricerca della canzone da fare e quando la scelsi decisi di dedicarla ad Harry.
I run my fingers through your hair and watch the lights go out keep your beautiful eyes on me gonna strike this match tonight” cantavo Sparks Fly di Taylor Swift nonostante non fossi una sua fan. Ma quella canzone aveva qualcosa di speciale, qualcosa che mi ricordava lui.
Get me with those green eyes, baby as the lights go down give me something that'll haunt me when you're not around cause I see sparks fly whenever you smile.”
Colpiscimi con quegli occhi verdi, continuavo a ripetere mentre lo guardavo.
Lui esaudì la mia richiesta, senza mai staccare lo sguardo da me.
Terminata la canzone lasciai il microfono a mio fratello, che andò a scegliere a sua volta la canzone da fare.
“Sei stata straordinaria” disse prima di attirarmi a sé e baciarmi.
“Ti è piaciuta davvero?” gli chiesi speranzosa.
“L’ho amata.” Mi accarezzò una guancia e mi diede un altro bacio.
“Voglio vedere ora cosa combini.” Dopo di Louis fu Harry a cantare. Si esibì con Just The Way You Are.
“In ricordo del nostro viaggio” disse accarezzandomi i capelli.
“Sei stato straordinario.” Gli sorrisi e gli buttai le braccia al collo.
“Ehi, a me non hai fatto complimenti” disse offeso Louis. Risi, senza dargli troppa attenzione.
La serata procedette regolare e, una volta a corto di voce, decidemmo di dare un taglio col canto.
“Sarà meglio che vada, ho promesso a mamma di non fare tardi” disse dispiaciuta Ari.
“Ti accompagno a casa” si propose Zayn. Esitò un po’, ma poi accettò di essere scortata da Malik.
“Oh” disse tornando indietro. “Tutto confermato per il compleanno di Louis?” chiese.
“Assolutamente si” risposi entusiasta. “Venite qui pomeriggio, vediamo un film e poi ci prepariamo insieme per la festa” risposi.
Dopo aver chiarito questo piccolo particolare, Ari e Zayn se ne andarono. Charlie e Liam si rintanarono nella camera di quest’ultimo, lasciando me con Harry e Louis.
“Ok, è imbarazzante” sbottò mio fratello di punto in bianco.
“Cosa?” chiese ridendo Harry.
“Tu, lei, voi” rispose gesticolando nervosamente. “Dovete baciarvi ogni secondo?”
Guardai prima lui e poi Harry. Scoppiammo a ridere non appena i nostri sguardi si incrociarono.
“Bah, buonanotte” disse Louis, lasciandoci soli.
“Credi che si sia offeso?” chiesi ad Harry. Fece spallucce per poi darmi un altro bacio.
“Andiamo in camera da te?” mi chiese poi. Mi sorrise maliziosamente e io lo afferrai, trascinandolo al piano di sopra.
“Amo il tuo letto” disse buttandosi sopra.
Mi allungò un braccio e io gli afferrai la mano. Mi tirò giù, insieme a lui. I nostri corpi aderivano perfettamente uno all’altro. Era come se Harry fosse la calamita e io il magnete più piccolo che veniva attratto. Mi fece scivolare di sotto e iniziò a baciarmi sempre con più passione.
“Louis è nella stanza di fronte” gli feci notare.
“Louis sta dormendo” replicò.
“Harry.”
“Julie.”
Risi, per quanto fosse idiota. “
Te l’ho detto che ti amo?” Mi guardò sorridendo.
Mi persi per qualche secondo in quegli occhi verde smeraldo che tanto amavo. Aveva un sorriso splendido, che da solo sarebbe bastato per illuminare una stanza buia. Erano comparse anche quelle adorabili fossette che contribuivano a dargli un’aria da bambino.
“Almeno un milione di volte” gli risposi ridendo. “Non smettere mai di dirmelo, ti prego” tornai seria.
“Non lo farò mai” disse lui.
“Ti amo anch’io Styles” dissi prima di baciarlo e fargli posto accanto a me.
Appoggiai il viso sul suo petto ed iniziai a disegnarli figure astratte sulla pancia. “Mi fai il solletico” disse ridendo, senza però cacciarmi.
Era bello stare così con lui. Da quando stavamo insieme avevo scoperto tanti lati del suo carattere che non conoscevo. Quando voleva era la persona più dolce di questo pianeta, era pieno di attenzioni e premuroso nei miei confronti. Sapeva sempre come farmi stare bene e mi metteva al centro delle sue priorità.
“Mi canti qualcosa?” gli chiesi.
“Cosa?”
“Non so, qualcosa che mi piaccia” dissi ridendo.
“Ok, ma a una condizione.”
“Quale?” chiesi. Alzai leggermente la testa per poterlo guardare negli occhi.
“Niente Jonas Brothers” disse serio.
“Ok” risposi scoppiano a ridere e riappoggiandomi a lui.
La riconobbi subito quando iniziò a cantare. Era
She’s the one, una delle canzoni che Harry aveva incluso nel CD che mi aveva preparato. Mi addormentai subito dopo il ritornello, con la sua voce che faceva da ninna nanna. Una dolce e perfetta ninna nanna.

 


here i am:
Questo è solo un capitolo di passaggio, ma a me piace comunque :)
Grazie a tutte per le recensioni. Buona lettura xx
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


 



CAPITOLO 16

 
"Buongiorno” dissi sbadigliando, entrando in cucina.
“Louis è già sveglio?” chiesi ai Liam e Zayn, che stranamente erano già in piedi.
“Non lo so, tu lo vedi per caso?” disse sarcastico Liam.
“Odio il tuo umorismo, Payne” dissi acida.
“E io odio la tua acidità, soprattutto di prima mattina” rispose.
“Chi è che odia la mia ragazza?” Harry sbucò all’improvviso, cingendomi la vita da dietro e baciandomi una guancia
“Liam ha detto che sono acida” dissi facendo finta di piangere, mentre mi lasciavo coccolare da lui.
“Liam Payne” lo chiamò “considerati un uomo morto” disse serio.
“Non voglio omicidi in questa casa… Almeno non oggi.” Ci voltammo tutti verso la porta e vedemmo Louis.
“Auguri” dissi saltandogli addosso e riempendolo di baci.
Passato il momento ‘auguri e abbracci per Louis’, iniziammo a preparare il pranzo. Almeno così le ragazze non ci avrebbero ancora trovati a litigare con pentole e fornelli. Una volta finito, ci andammo a preparare per quella prima parte della serata. Le ragazze avevano affittato una commedia romantica, così preparammo abbastanza pop-corn per sfamare un esercito e ci sistemammo davanti alla tv. Charlie, Liam, Zayn e Ari occuparono il divano, io mi sedetti in braccio ad Harry su di una delle poltrone, mentre Louis era bello comodo sull’altra. In realtà lui fu l’unico a seguire il film, dato che noi altri passammo 2 ore e 32 minuti a scambiarci effusioni.
“Questa storia è assurda! Insomma lei non può perdonarlo dopo un tradimento del genere!” Guardammo tutti perplessi Louis, non capendo ovviamente di cosa stesse parlando.
“Già, lo penso anch’io” dissi capendo che stava parlando del film.
“Tu stai zitta che non hai fatto altro che pomiciare con quello lì” disse indicando Harry. Diventai tutta rossa per l’imbarazzo e nascosi il viso tra il collo e la spalla di Harry.
“Quello lì ha un nome” rispose lui, accarezzandomi i capelli.
“Uno a zero per Louis” disse ridendo Zayn.
“Non parlare Zayn, che voi due non siete stati da meno” disse contro lui e Ari. Lei a differenza mia non arrossì, ma rise. La gente pensava che lei fosse matta, ma in realtà era normalissima, solo in modo diversa.
“Cazzo ridi, Liam?” disse acidamente Zayn, mentre prendeva un cuscino da dietro la sua schiena e lo tirava all’amico, che stava ancora ridendo per quella scenetta.
Non so bene come, ma fummo coinvolti tutti in quella lotta coi cuscini.
“Sono esausto” disse Louis buttandosi a terra.
“Fratello ti conviene ritrovare le forze, dobbiamo prepararci. Tra meno di due ore gli invitati saranno qui.”
Salimmo di corsa al piano di sopra e iniziammo a preparaci, ognuno nella propria camera. Le ragazze erano davvero uno schianto. Charlie aveva indossato un vestito a palloncino color bronzo, abbinandolo a delle scarpe nere col tacco. Ari aveva un vestito adorabile, che variava dal blu al celeste. E gli stivaletti che aveva abbinato erano la fine del mondo. Io impiegai più tempo di tutte, dato che non avevo ancora pensato a cosa mettere. Poi vidi il tubino rosso che piaceva tanto ad Harry e decisi di mettere quello con delle scarpe nere non troppo alte. Ero una frana sui tacchi.
Quando scendemmo, i ragazzi erano già lì. Mi avvicinai al tavolo delle patatine, dove c’era Harry.
“Mi piace questo vestito” mi sussurrò malizioso all’orecchio.
“Lo so. Aspetta come avevi detto” feci finta di pensarci. “Ah si. Mi rende sex- bella” dissi facendo riferimento a una sua frase.
“Ora lo posso dire. Ti rende sexy” disse schioccando la lingua contro i denti. Mi appoggiò una mano sul fondoschiena e mi tirò a sé.
“Sei un pervertito” gli dissi ridendo.
“Ma mi ami anche per questo” disse per poi baciarmi.
Fummo interrotti dal campanello e dalla marea di invitati che invase la casa all’improvviso. Zayn fece partire la musica e la festa iniziò ufficialmente. Louis era su di giri, non smetteva di parlare. Noi altri eravamo leggermente più contenuti e chiacchieravamo tra di noi in un angolo della camera.
“Ragazzi è finito il cibo, chi viene con me a riempire queste?” Liam ci raggiunse, agitando dei vassoi nuovi. Tutti gli altri si voltarono verso di me, non lasciandomi altra scelta.
“D’accordo” sbuffai prendendo uno dei vassoi dalle mani di Liam.
“Fermi lì voi due” urlò poi Zayn.
“Che c’è?” gli chiesi. Lui indicò un punto preciso sopra le nostre teste, così guardammo lì.
“È vischio” dissi.
“E cosa si fa sotto il vischio?” continuò Zayn. Mi allontani immediatamente da Liam, intuendo cosa volesse dire Zayn.
“Non puoi tirarti indietro. Porta sfortuna” insistette lui.
Improvvisamente l’attenzione passò dalla festa a me e Liam. Gli invitati si scatenarono in un coro di “Bacio, bacio, bacio.” Liam si avvicinò a me, facendo spallucce. Io mi allontanai. Non potevo farlo, non era giusto.
“Andiamo, non sarà mica il primo che dai” urlò qualcuno dalla folla.
Cercai Harry con lo sguardo, sperando di trovarmelo di dietro pronto a prendermi in braccio e trascinarmi via da quella situazione spiacevole. Invece era appoggiato al muro, come se niente fosse. Mi annuì, come se volesse darmi il permesso. Non feci neanche in tempo a rendermi conto di quello che era appena successo, che mi ritrovai schiacciata contro il corpo di Liam. Le sue labbra avevano lo stesso sapore di una volta, solo che ora i suoi baci non mi facevano nessun effetto. Cercai di staccarmi, ma lui mi teneva stretta a sé. Non voleva lasciarmi a dare. Mi ribellai e lo spinsi via con tutta la forza che avevo in corpo, facendolo finire a terra.
“Ma che ti prende?” gli urlai contro.
Tornai a guardare il punto in cui prima era Harry, ma non c’era più. Se ne era andato.

 


here i am:
Nuovo capitolo, ho fatto il prima possibile :)
Beh diciamo che questo non è proprio un capitolo tranquillo. Liam ci è andato giù pesante e.. Harry non ha gradito (?)
Scusate, ma prima o poi i casini sarebbero dovuti arrivare LOL
Spero che vi piaccia comunque xx

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


 



CAPITOLO 17

 
Lo cercai disperatamente per tutta la casa, ma non lo trovai, così uscii fuori in giardino. Ringraziai il cielo per avermelo fatto trovare. Era in piedi nel mezzo del prato. Le mani in tasca, la testa bassa. Avevo anche paura ad andare da lui, ma dovevo farlo.
“Harry” lo chiamai e si voltò verso di me. Aveva gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime. Stava piangendo. Fu lui il primo a parlare, il che mi sorprese parecchio.
“Avrei dovuto capirlo sai. La felpa, il tono di voce che aveva quando ti chiamava piccola, il fatto che passava sempre a prenderti a lavoro” fece una pausa, dove rise nervosamente.
“Harry, io posso spiegarti” dissi avvicinandomi a lui. Mi fece segno di fermarmi, mentre lui faceva qualche passo indietro. Perfetto, non voleva nemmeno starmi vicino.
“La verità Julie, ne ho bisogno” disse quasi disperato.
Mi andai a sedere nei gradini davanti la porta di casa e lui fece lo stesso, mantenendo però la distanza da me. Presi un lungo respiro e iniziai a raccontare tutto dall’inizio.
“Io e Liam siamo stati insieme due anni fa. Non è durata molto, solo cinque mesi” iniziai. Ad ogni mia frase, lui versava una lacrima che però cercava di cacciare via subito. Tentativo inutile, dato che vedevo ogni singola goccia ricadere sulle sue soffici guance. Soffrivo nel vederlo così e stavo ancora più male nel sapere che la causa di tutto quella sofferenza ero io. Con qualche difficoltà riuscii a terminare il racconto.
“Vi vedete ancora?” mi chiese.
“No” urlai. “Assolutamente no” dissi ridimensionando il tono della voce.
“Perché non me lo hai detto?” Aveva lo sguardo fisso davanti a sé e non osava voltarsi verso la sottoscritta. P
iù volte cercai il contatto fisico, ma si ritraeva ogni volta che provavo a prendergli la mano.
“Avevo paura di farti soffrire.” Per quanto fosse banale come risposta, era la verità.
“Beh, mi dispiace, ma ci sei riuscita comunque.” Si alzò e rientrò in casa, senza dire altro.
Il cuore sembrò fermarsi e per un attimo pensai di essere morta. Rimasi lì, finché tutti gli invitati se ne andarono. Quando rientrai la casa era vuota, ma si capiva benissimo che c’era appena stata una festa.
“Ehi” disse Louis mollando il sacco della spazzatura che aveva in mano e venendomi incontro. Lo abbracciai forte e piansi sulla sua spalla.
“Ehi, ehi. Non piangere” cercò di tranquillizzarmi.
“Cosa è successo?” Mi tirai su col naso e lo guardai negli occhi. Era preoccupato, glielo si leggeva in faccia. Decisi di mettere fine a tutte quelle bugie.
“Credo che sia arrivata l’ora di raccontarti una cosa. Dov’è Liam?” dissi.
“Con Charlie, di sopra. Ha detto che dovevano parlare” disse Zayn.
“Se è quello che penso io, allora vi lasciamo soli.” Ari prese la mano di Zayn e trascinò il ragazzo di sopra. Lei come ogni migliore amica che si rispetti sapeva già tutto e presto anche Zayn sarebbe stato a conoscenza della storia.
Mi sedetti sul divano e chiesi a Louis di venire accanto a me.
“Che succede Julie?” mi chiese preoccupato.
“C’è una cosa che devi sapere” gli dissi, prima di raccontargli tutto quanto.
Alla fine scoppiai a piangere, esausta e disperata. Non mi disse niente, ma come prima mi accolse tra le sue braccia. Appoggiai la testa sulle sue gambe, continuando a singhiozzare per il pianto.
“Andrà tutto bene” continuava a ripetermi mentre mi accarezzava i capelli.
“Ehi” disse qualcuno dalla porta. Mi sollevai e vidi Liam, mano nella mano con Charlie.
“Possiamo parlare?” mi chiese lei.
“Vi lascio sole.” Louis si alzò e insieme a Liam lasciò la stanza.
“Cosa ti ha detto Liam di preciso?”
“Tutto” fu la risposta. “Non sono arrabbiata con te se è questo che pensi” continuò prendendomi la mano.
“Almeno tu non mi odi” dissi.
“Ehi, nessuno ti odia” mi riprese lei.
“Dillo ad Harry.” Un’altra lacrima scese.
“Dagli tempo, capirà” disse asciugandomi la guancia.
“Io non volevo mentirgli, giuro che non volevo farlo.” Portai le mani al viso per nasconderlo e ripresi a piangere.
“Piangi pure se ti aiuta a sfogarti” disse abbracciandomi.
“Sei straordinaria Charlie” dissi tra un singhiozzo e l’altro.
“È arrivato il momento di parlare con Liam” disse alzandosi e lasciando il posto al ragazzo.
“Mi dispiace” fu la prima cosa che disse.
“Lo so” dissi non troppo convinta.
“Se vuoi posso provare a parlare con Harry.”
“No” gli urlai contro. “Hai già combinato abbastanza casini per questa sera.”
“Julie io l’ho fatto solo perché volevo capire una volta per tutte cosa provavo per te” confessò.
“E per fare questo era necessario infilarmi la lingua in bocca?” risposi acida.
“Mi dispiace” sussurrò abbassando la testa.
“Lo hai già detto.”
“Sei la mia migliore amica, non voglio perderti Julie” disse.
“Ero la tua migliore amica” lo corressi fredda.
“Julie.” Avvicinò la sua mano alla mia spalla, ma non gli permisi di toccarmi. Mi faceva solamente schifo in quel momento.
“D’accordo. Forse è meglio che io vada” disse alzandosi.
“Resta” gli ordinai. “Me ne vado io” dissi alzandomi.
Mi fermai un attimo sulla soglia della stanza e voltai per guardarlo un ultima volta.
“Per la cronaca Liam: io amo Harry.” Girai i tacchi e me ne andai.
Mi rinchiusi in camera e non uscii di lì fino al mattino seguente. La prima cosa che feci appena sveglia fu cercare Harry. Bussai un paio di volte alla porta di camera sua, ma non ricevetti alcuna risposta. Entrai lo stesso, ma subito dopo mi pentii di averlo fatto. Il letto di Louis era ancora sfatto, con il pigiama buttato tra le lenzuola. Quello di Harry invece era intatto, come se nessuno ci avesse dormito. Un senso di angoscia mi invase e così mi precipitai davanti l’armadio. Senza pensarci troppo spalancai le ante. Vuoto. Era vuoto, così come il resto dei cassetti. Era come se Harry non fosse mai stato in quella camera.
“Louis” urlai scendendo di sotto. “Louis.”
“Ehi buon Natale” disse porgendomi una tazza fumante di cioccolata.
“Dov’è Harry?” chiesi diretta.
“Perché non ti siedi a fare colazione” continuò Zayn.
“Non voglio fare colazione. Voglio sapere dov’è Harry” gli urlai contro.
“Julie stai calma” disse Liam.
“Tu non provare mai più a rivolgermi la parola” gli ringhiai contro.
“Perché non mi rispondete? Perché?” Mi voltai verso Charlie, che però abbassò immediatamente lo sguardo.
“Ari” chiamai la mia migliore amica. Lei mi avrebbe risposto, ne ero certa.
“Mi dispiace” disse triste.
“Ragazzi, che sta succedendo?” dissi preoccupata. “Louis dov’è Harry?” supplicai mio fratello.
“Se ne è andato questa mattina. Ha lasciato questa per te” disse porgendomi una lettera.
Il mondo mi crollò addosso, letteralmente. Restai qualche minuto in silenzio, a fissare quella lettera. Non poteva essere vero, non poteva averlo fatto sul serio. Quando mi ripresi afferrai la lettera e corsi di sopra, in camera mia. Gli altri provarono a chiamarmi, a chiedermi di tornare giù. Ma io non gli diedi retta. Una voce nella mia testa continuava a ripetermi che quello era soltanto un brutto sogno. Esatto, quello doveva essere per forza un incubo. Strappai la busta e aprii la lettera.
Amore mio” iniziai a leggere.
Sai benissimo quanto sia difficile per me esprimermi attraverso le parole. Sono sempre stato più bravo con i fatti. Mi dispiace per essermene andato così, ma non avevo altra scelta. Sono troppo incerto e confuso per poter continuare a stare al tuo fianco come se nulla fosse. Ho bisogno di stare da solo, di chiarirmi le idee. Ti prego di non cercarmi, sarebbe tutto inutile. Non tornerò a casa. Non per adesso almeno. Spero tanto che tu riesca a non odiarmi, anche se so che è una richiesta un po’ troppo azzardata per la mia posizione. Sappi che io ti amo ancora, come il primo giorno. Anzi, ti amo di più. Ogni giorno il mio amore per te cresce, quindi non credere che per me sia facile andarmene. Juliette Amanda Tomlinson sei la prima ed unica ragazza che io abbia mai amato in vita mia e so con certezza che questo mio sentimento non cambierà mai. Chissà, forse il futuro ha in serbo un po’ di felicità per noi, ma per adesso dobbiamo stare lontani. Spero che un giorno le cose torneranno ad essere come prima. Sempre tuo, Harry.
Rilessi quella lettera per altre dieci volte, prima di riuscire a crederci. Se ne era andato davvero e con lui aveva portato via anche una parte di me.

 


here i am:
Scusate l'attesa, ecco qui il capitolo diciassette.
Vi prego di non odiarmi/detestarmi/prendermi a male parole per quello che è appena successo.
Tutto si sistemerà prima o poi. Probabilmente più poi, ma questi sono sono dettagli.
Che dovevo dirvi? Ah si! 
Con questo capitolo si può dire che si conclude una prima parte della ff, ma questo lo capirete da sole leggendo.
Per addolcirvi dalla fuga del nostro Harry, vi anticipo che dal prossimo capitolo (finalmente direi LOL) entra in scena un certo biondo dagli occhi azzurri che ti incantanto <3
Si gente, sto parlando di Niall *-*
Grazie a tutte per seguire/recensire la ff <3
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


 



CAPITOLO 18

 
I giorni passavo lenti e opprimenti. Erano trascorsi circa due mesi da quando Harry se ne era andato, ma il ricordo di quel Natale era fisso nella mia mente come un tatuaggio sulla pelle. Ogni volta che chiudevo gli occhi rivivevo quei momenti e non potevo fare a meno di piangere. Non uscivo più di casa, se non per andare a lavoro. Passavo le mie giornate chiusa in camera ad ascoltare musica triste, che non faceva altro che peggiorare il mio umore. Mangiavo solo perché era Louis a mettermi il cibo in bocca e non perché sentissi realmente fame. I ragazzi avevano anche loro perso ogni tipo di contatto con Harry e ne erano usciti distrutti, specialmente mio fratello. Adesso eravamo a fine febbraio, anche se in realtà non prestavo più tanta attenzione allo scorrere del tempo. Il primo del mese era stato il suo compleanno. Un giorno da dimenticare per tutta la tristezza che regnò in casa per quelle ventiquattro ore.
Ero in camera mia, con la testa appoggiata al cuscino e le cuffie nelle orecchie quando Louis entrò. Vidi le sue labbra muoversi e mi tolsi le cuffiette per poterlo ascoltare, anche se non ne avevo voglia. Lentamente la melodia e le parole di Ghost Of You di Selena Gomez si fecero lontane, fino a essere inudibili.
“Il pranzo è quasi pronto, scendi?” domandò. Mi rivolse un sorriso, con la speranza di convincermi al primo tentativo.
“Non ho fame.” Lui sbuffò, come da copione. Era stanco e ne aveva tutte le ragioni.
“Julie, devi mangiare” mi disse premurosamente.
“Non ho fame” risposi senza neanche guardarlo in faccia.
Non si fece scoraggiare da quel mio atteggiamento e venne a sedersi sul letto, accanto me.
“Questa sera arriva l’amico di Zayn, quello che verrà ad abitare con noi.”
Ecco come mio fratello metteva il dito nella piaga senza neanche rendersene conto. Un amico di Zayn, un tale di cui non ricordo il nome, si era appena trasferito dall’Irlanda e i ragazzi avevano pensato bene di dargli la camera di Harry.
“Non mi interessa” dissi acida.
“Basta cazzo, basta!” mi urlò contro. Mi voltai di scatto a guardarlo. Quella era la prima volta che Louis si arrabbiava con me in quel modo.
“Ti rendi conto che stai buttando via la tua vita così?” disse afferrandomi per le spalle e scuotendomi forte.
“Cosa vuoi che faccia? Che finga che tutto vada bene quando non è vero?” Lo spinsi via ed uscii dalla camera senza dargli tempo di rispondere.
“Dove stai andando ora?” lo sentii urlare. Mi seguì fino al piano di sotto, dove mi sorprese a mettermi il giubbotto.
“Non farmi arrabbiare Julie, rispondimi” continuava a darmi contro.
“Cazzo Louis non sei papà, mettitelo bene in testa. Non devo dare conto a te di come vivo la mia vita!” urlai.
Sbattei la porta e lasciai quella casa correndo. Quando mi avvicinai al centro, rallentai iniziando a camminare a vuoto per le vie di Londra. C’era un sacco di gente in giro nonostante fosse l’ora di pranzo. Era questo il bello di quella città. Ovunque andassi e a qualunque ora, c’era sempre qualcuno in giro. Anche se tutti erano sempre pronti ad ignorarti. Adocchiai un parco e pensai di fare un giro all’interno. Era abbastanza piccolo, con qualche giostra e una fontana che zampillava acqua proprio di fronte all’entrata. Dava un forte senso di rifugio. Per chiunque volesse scappare quello era decisamente il posto ideale per nascondersi. Era strano, ma non lo avevo mai visto prima d’ora. Era buffo come le persone ignorassero ciò che avevano sempre avuto sotto il naso, me compresa. Iniziai a camminare, cercando invano una panchina vuota su cui sedermi. Poi ne vidi una infondo al viale. C’era già qualcuno seduto, ma poco importava. Misi le mani in tasca e mi incamminai con passo deciso verso di essa. Mi ci sedetti, senza dire niente.
“Di solito si chiede se il posto è libero” disse il tizio che era già lì. Non risposi e pensai che forse aveva ragione lui. Mi alzai, ma lui mi trattenne per un braccio.
“Non ho detto che devi andartene” disse abbozzando un sorriso. Si levò giù il cappuccio della felpa che stava indossando, in modo da scoprirsi il viso. Era un ragazzo della mia età più o meno, almeno credevo. Aveva gli occhi azzurri come il cielo in una bella e calda giornata d’estate e i capelli biondi come i raggi del sole. Forse un po’ troppo biondi.
“Carino il pigiama” disse indicandomi. Abbassai lo sguardo su di me e solo allora mi accorsi di essere uscita senza prima vestirmi. Mi maledissi mentalmente per la mia poca attenzione. Dovevo divertirlo molto, dato che scoppiò in una risata. Era spontanea e aveva davvero un bel suono. Era tanto tempo che non sentivo qualcuno ridere di gusto. Non so come, ma iniziai a ridere anch’io, contagiata da lui.
“Ah bene, pensavo che fossi una di quelle tipe depresse che vivono rinchiuse in camera” disse sorridendomi. Quel sorriso mi fece arrossire. Ero sicura di essere rossa in viso, dato che sentivo le guance bruciare sempre di più. Era davvero un bel sorriso il suo.
“Sto solo passando un brutto momento.” Non dovevo dargli nessuna spiegazione, eppure mi andava di parlare con qualcuno. Volevo parlare con lui.
“Sai, quando io sono giù di morale canto. Aiuta a distrarmi” disse facendo spallucce. Mi venne un’improvvisa voglia di sentirlo cantare, ma mi trattenni dal chiederglielo.
“Sai, in realtà io canto sempre. Quando sono triste, quando sono felice, quando ho fame –fece una pausa- canto pure sotto la doccia” disse ridendo.
“Sei strano forte” dissi scoppiandogli a ridere in faccia.
“Disse la ragazza in pigiama” replicò facendo il finto offeso. Continuai a ridere senza motivo.
“Sai, tutti hanno il loro lato strano” disse tornando serio.“Vedi quel tizio” disse indicandomi un uomo seduto a qualche metro da noi. Annuii una volta individuato il tipo. “Ecco, lui sta dando da mangiare a dei piccioni.” Osservai attentamente l’uomo ed effettivamente stava lanciando briciole di pane agli uccelli. “Ora starai pensando che quell’uomo sia un pazzo, eppure se lo guardi meglio puoi capire che è un avvocato famoso” disse sicuro di sé.
Mi voltai e lo guardai scettica. “Come fai a dire che è un avvocato?”
"Beh, da tante cose. Il vestito gessato per iniziare, oppure l’orologio che gli brilla al polso. Oppure quella ventiquattro ore che è accanto a lui. Magari non sarà un avvocato, ma comunque è un tizio pieno di soldi” mi fece notare. Solo allora notai anch’io tutti quei particolari che fino a poco fa per me erano praticamente inesistenti.
“Niall” disse poi.
“Il tizio si chiama Niall?” chiesi sbalordita tornando a guardare lui e lasciando perdere l’uomo.
“No” disse ridendo. “Io mi chiamo Niall” precisò.
Mi sistemai delle ciocche di capelli dietro le orecchie dal nervosismo per la pessima figura appena fatta. “Oh, si certo, era ovvio, lo avevo capito” cercai di rimediare. “Io sono”
“Hilary?” mi interruppe lui. Feci una faccia strana e scossi la testa.
“Hannah allora?” ci riprovò.
“No, io mi chiamo”
“Hayley” mi precedette di nuovo.
“Julie” mi precipitai a dire, prima che sparasse un altro nome.
“Julie?” ripeté. “Ne sei sicura?” Risi a quella domanda.
“Più che sicura” dissi annuendo.
“Oh, scusa. Siccome ho visto il ciondolo con l’H pensavo che quella fosse la tua iniziale.”
Il mio umore tornò triste non appena strinsi tra le mia mani quella collana.
“Tutto ok?” mi chiese.
“Si, scusa” risposi mollando il ciondolo e iniziando a giocare con dei sassolini ai miei piedi.
“Scusa tu, non volevo far tornare a galla brutti ricordi” disse appoggiandomi una mano sulla spalla. Lo guardai negli occhi e vidi che era davvero dispiaciuto.
“Tranquillo” dissi prendendogli la mano e stringendogliela. Mi regalò un altro dei suoi sorrisi e improvvisamente mi sentii di nuovo bene.
Restammo a parlare su quella panchina per un paio di ore, anche se sembrò molto di meno.
“Beh Julie, mi piacerebbe tanto stare ancora con te, ma ho una valigia che mi aspetta a casa” disse alzandosi.
“Vai da qualche parte?” Non erano fatti miei, ma non volevo che se ne andasse.
“Mi trasferisco a casa di un amico” disse facendo spallucce.
“Bene, allora ci vediamo in giro” proseguì.
Alzai la mano e lo salutai mentre andava via. Lo seguii con lo sguardo fino all’entrata del parco. Quel ragazzo con la sua sola risata era riuscito a farmi stare bene. E a farmi dimenticare di tutto quanto per un po’ di tempo. Ripensai a Louis e a come lo avevo trattato. Ero stata ingiusta con lui, in fondo tutto quello che faceva, lo faceva per il mio unico bene. Mi alzai da quella panchina e a fatica mi trascinai verso casa.
“Sono tornata” gridai appendendo il cappotto.
Improvvisamente tutti quanti si precipitarono all’entrata. Erano spaventati, la paura si vedeva sul loro volto in un modo tremendo.
“Non farlo mai più. Non scappare più di casa” disse Louis in preda alla disperazione mentre mi si buttava addosso per abbracciarmi.
“O almeno se devi farlo porta con te il tuo telefono” disse Zayn lanciandomelo. Lo afferrai al volo, stupendo me stessa per la presa salda che avevo avuto.
Mi venne ad abbracciare anche lui, seguito a ruota da Charlie e Arianna. Liam non provò nemmeno ad avvicinarsi. I nostri rapporti erano peggiorati parecchio negli ultimi tempi.
“Scusatemi” fu l’unica cosa che riuscii a dire.
“Solo per questa volta” disse Louis prima di stringermi ancora.
“Soprattutto tu Louis.” Mi allontanai leggermente per poterlo guardare negli occhi. “Non volevo dire quelle cattiverie. Io non le penso sul serio. Scusami, scusami tanto” dissi tornando tra le sue braccia.
“Non è successo niente.” Mi diede un tenero bacio sui capelli e poi iniziò ad accarezzarli.
“Lo sai Julie, sei strana” mi disse perplesso. Mi allontanai di nuovo da lui, che questa volta sciolse l’abbraccio. Tornò vicino agli altri e insieme iniziarono a studiarmi dalla testa ai piedi.
“Mi state facendo una radiografia per caso?” chiesi ridendo. Improvvisamente si immobilizzarono, come se fossero imbalsamati.
“Che vi prende? Era solo una battuta” dissi facendo spallucce.
“Secondo me si è fatta qualcosa. È troppo di buon umore” disse Zayn agitando le mani, ma Ari prontamente gli tirò una sberla in testa.
“Sono andata al parco e ho conosciuto un ragazzo che mi ha fatto ricordare quanto sia bello sorridere” dissi senza neanche rendermene conto.
I ragazzi mi fissarono un altro po’ perplessi, ma poi si arresero alla mia spiegazione. “
Per la cronaca” disse Louis “sono contento di vederti di nuovo sorridere.”
Mi diede un bacio sulla fronte e poi mi trascinò insieme agli altri in salotto. 



here i am:
Ecco il capitolo diciotto, spero di non avervi fatto aspettare troppo.
Beh, come promesso ecco arrivato in scena il nostro bel biondo <3
Fatemi sapere cosa ve ne pare e cosa ne pensate di questa assenza di Harry colmata (o almeno è stato un tentativo lol) con l'arrivo di Niall :)

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


 



CAPITOLO 19

 
Passammo il pomeriggio a guardare la tv tutti insieme, cosa che non succedeva da mesi ormai. Convinsi i ragazzi a rivedere la prima serie di O.C., il mio telefilm preferito in assoluto. Fu strano, ma bello allo stesso tempo. Sentivo che mi erano mancati da morire i miei amici, anche se li avevo avuti sempre accanto a me in quei mesi bui. Verso le nove di sera, suonarono alla porta.
“Deve essere il nostro nuovo coinquilino” esclamò Zayn, che si alzò per andare ad aprire. Già lo odio, pensai.
“Che ne dici, andiamo a dare il benvenuto al nuovo arrivato?” Louis mi porse la mano e io l’afferrai leggermente titubante.
Gli altri erano già corsi nell’entrata, per vedere che volto avesse questo ragazzo irlandese.
“Spero che questo tizio non assomigli ad un elfo” disse ridendo.
“Louis a proposito, io non sono tanto convinta di questa cosa” dissi fermandolo a pochi metri dalla porta.
“Non sta prendendo il suo posto” disse guardandomi teneramente, capendo cosa volessi dire. Cercai di convincermene, anche se fu un’impresa abbastanza difficile.
“Pensa che viene qui solo per contribuire alle spese della casa” rise.
“Non è così semplice” dissi con un pizzico di sarcasmo. L’idea di vedere qualcun altro dormire nel sul letto, sedere al suo posto a tavola oppure occupare il suo armadietto nel bagno mi faceva salire i nervi. Sapevo di dover dimenticare Harry, ma non volevo che qualcuno girasse in quella casa come se fosse lui. Non volevo che qualcuno prendesse il suo posto. E anche se Louis diceva che non sarebbe stato così, sapevo che stava mentendo. Presto o tardi i ragazzi si sarebbero legati a lui e lo avrebbero fatto entrare all’interno del gruppo. Probabilmente mi ci sarei affezionata pure io, anche se non volevo farlo. Sarebbero cambiate tante cose, di nuovo. E dopo quell’esperienza avevo iniziato ad avere paura dei cambiamenti.
Intanto dall’entrata iniziò a provenire un leggero chiacchiericcio.
“Vedrai che non sarà male come sembra” Louis interruppe i miei pensieri. “Promettiti che almeno proverai a fartelo piacere e ad andarci d’accordo.” Era quello che temevo.
“Non ti prometto niente, ma posso comunque tentare” dissi rassegnata davanti alla sua faccia da cucciolo.
“Dai, andiamo” disse portandomi dagli altri che intanto avevano iniziato a conoscere quel ragazzo, tempestandolo di domande.
“Eccovi finalmente.” Zayn ci fece segno di avvicinarci.
Il cerchio che si era creato attorno al nuovo si aprì lentamente e scoprì il ragazzo appena arrivato. Doveva essere per forza uno scherzo, perché tutto quello era davvero assurdo.
“E tu cosa ci fai qui?” Il ragazzo sembrava essere ancora più stupito di me dato il suo tono di voce.
“Io ci vivo” risposi ancora sotto shock, ma con un pizzico di acidità.
“Wow” fu tutto quello che uscì dalla sua bocca.
Gli occhi degli altri passavano da me e lui. Ci scrutavano come se fossimo due alieni.
“Ok, questo che significa?” disse Zayn sorpreso.
“Già, voi due vi conoscete?” Louis mi guardò perplesso.
Fui io a rispondere, dato che lui non dava segni di vita. “È il ragazzo del parco” dissi semplicemente.
“Quindi lui è la ragione per cui sei tornata a casa raggiante?” disse Liam. Mi voltai verso di lui e lo guardai malissimo. Lui non doveva mettere bocca nella mia vita, tanto meno in quel momento.
“Scusa” disse abbassando la testa.
“Vedo che non hai tolto il pigiama” disse indicandomi.
“È vero, sei uscita in pigiama” disse incredula Ari.
“Almeno siamo stati fortunati. Di solito usa solo una felpa per dormire” disse ridendo Louis.
“Beh, non mi sarebbe dispiaciuto incontrarla neanche in quel caso” disse Niall. Abbassai lo sguardo, decisamente in imbarazzo e anche irritata da quel suo atteggiamento.
D’un tratto tutta l’attrazione che avevo provato per quel ragazzo ore prima scomparve, lasciando posto ad una forte irritazione. Si, ero irritata.
“Di solito minaccio quelli che ci provano con mia sorella, ma per te farò un’eccezione” disse mettendogli un braccio intorno alla spalla. “Sei il tizio che ha fatto tornare il buon umore alla mia piccolina dopo mesi di depressione totale. È il minimo che io possa fare” disse stringendolo.
“Non esagerare Louis” dissi guardando male Niall.
“Ehi, che ti prende ora? Eri così contenta fino a poco fa” mi sussurrò Ari una volta vicina a me.
“Nulla” risposi secca. “Non ho fame. Mangiate senza di me.”
Louis fece per replicare, ma lo precedetti.
“Per favore” dissi in quella che sembrava essere una supplica. Annuì senza aggiungere altro per mia fortuna.
“Bene, buonanotte allora” dissi salendo le scale.
“Buonanotte” disse qualcuno da sotto. Mi voltai di scatto e vidi Niall salutarmi con la mano, sorridente. Non feci niente, se non riprendere a salire.
Mi rinchiusi in camera. Letteralmente. Presi la prima cosa che mi capitò tra le mani e la lanciai contro l’armadio. Il portafoto si ruppe e mille pezzi di vetro invasero il pavimento. Mi lasciai cadere a terra, presa dallo sconforto. Presi tra le mani ciò che rimaneva dell’oggetto. Stranamente la cornice era rimasta intatta, aveva solo qualche graffio. Facendo attenzione a non tagliarmi, cercai di togliere la foto che incorniciava. Solo dopo averla sfilata, mi ricordai di tutto. Quel portafoto mi era stato regalato dai ragazzi il giorno in cui erano venuti a vivere con noi. Una sorta di modo per festeggiare il loro arrivo, lo avevano definito. Ci avevo messo una nostra foto. Una foto di tutti e cinque insieme. Era davvero bella, anche se piuttosto buffa. L’avevo quasi dimenticata. C’era Louis con indosso una maglietta nera con sopra stampata una carota animata; Zayn, con la camicia sbottonata e uno sguardo da seduttore; Liam che mi teneva sulle sue spalle mente io gli scompigliavo i capelli; e infine c’era Harry, bello come sempre mentre sorrideva verso l’obbiettivo. Misi via quella foto, tornandola a coprire con quella mia e di Ari il giorno del diploma. Era più scontata, ma restava comunque una bella foto. Aprii uno dei cassetti della scrivania e le gettai entrambe dentro. Andai a prendere scopa e paletta senza farmi sentire dagli altri, che altrimenti avrebbero fatto domande sul disastro in camera mia. Anche se probabilmente quella riservatezza era del tutto inutile dato che sicuramente avevano sentito il rumore della cornice che si frantumava. Spazzai via tutti i pezzi di vetro e li gettai in una busta di plastica che avevo trovato nel ripostiglio. Non sapendo che fare con quel sacchetto, lo nascosi sotto il letto. Lo avrei gettato il mattino seguente, quando sarei uscita per andare a lavoro.
Mi lascia cadere dolcemente sul letto, tirando via la coperta e infilandomi dentro. Era caldo, confortante, rassicurante. Presi l’i-pod che si trovava sul comodino e portai le cuffie alle orecchie. Lo accesi e feci partire la musica senza prestare attenzione a cosa ci fosse in riproduzione. La riconobbi dopo le prime note. Ovviamente era la canzone che avevo interrotto quella mattina, quando Louis era venuto da me.
And I’ll never be quite the same as I was before, this part of you still remains oh it’s out of focus” iniziai a cantare a bassa voce.
Più che un canto in realtà era un sussurro, ma poco me ne importava. Non sapevo nemmeno io cosa volessi in quel momento, ma qualsiasi cosa fosse quella canzone mi stava aiutando nel mio intento. Anche se come cosa era piuttosto masochista.
Uno di questi giorni mi sveglierò da questo brutto sogno che sto facendo. Uno di questi giorni, pregherò che sia finita con te. Uno di questi giorni mi renderò conto di essere stanca di sentirmi confusa. Ma per ora, c’è una ragione per cui sei ancora qui nel mio cuore. Continuavo a ripetere quelle parole a me stessa anche una volta che la canzone fu terminata. E con ancora quella melodia nella testa, chiusi gli occhi e mi addormentai. 



here i am:
Nuovo capitolo belle lettrici xx
Dopo l'apparizione nel chap precendete, ecco che il nostro Niall entra a far parte 'ufficialmente' nella vita dei ragazzi e soprattutto di Julie.
Voglio sapere cosa ne pensate di tutta questa situazione, quindi aspetto con ansia le vostre recensioni **

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


 



CAPITOLO 20

 
Un raggio di sole tenue mi illuminò il viso, dandomi comunque fastidio. Mossi la mano davanti al mio viso, come se stessi cacciando via una mosca. Ero davvero un’idiota nel credere che in quel modo lo avrei mandato via, ma erano solo le sette del mattino d’altronde. Mi tirai su con la schiena, appoggiandomi alla tavarca del letto. Stropicciai un po’ dagli occhi in modo da iniziare a vederci chiaro. Lentamente si abituarono alla luce e potei alzarmi. Mi accorsi che in quella stanza c’era una puzza tremenda, peggio di Louis quando tornava dagli allenamenti di calcio. Così mi alzai ed andai ad aprire la finestra per fare arieggiare la stanza. L’aria fredda tipica del primo mattino mi pizzicò il viso non appena misi la testa fuori. Presi un paio di respiri profondi, come se mi trovassi in montagna e stessi respirando dell’aria salubre. Alzai gli occhi al cielo e vidi un sole opaco farsi spazio tra le nuvole. Abbassai lo sguardo verso la strada e vidi pozzanghere ovunque, segno che durante la notte aveva piovuto. Un brivido di freddo mi percorse la schiena, così mi rintanai dentro chiudendo la finestra. Andai in bagno a fare una doccia calda per riscaldarmi. Rimasi sotto l’acqua per una buona mezz’ora. Quando uscii dal bagno vidi Zayn fare la fila per entrarci.
“Hai finito finalmente” esclamò alzando le braccia.
“Buongiorno anche a te Malik” risposi stampandogli un rumoroso bacio sulla guancia.
Lasciai Zayn alla sua doccia e andai in camera mia a vestirmi. Quando fui pronta afferrai il sacchetto che avevo preparato la sera prima e scesi in cucina per fare colazione e gettare quel coso nella spazzatura.
“Buongiorno sorellina.” Louis era appoggiato alla cucina, che beveva il suo caffè.
“Giorno” dissi baciando anche lui.
“Già pronta?” mi chiese. Annuii, mentre aprivo il bidoncino per gettare il sacco.
“Cos’era quello?” chiese indicandolo.
“Spazzatura” risposi pulendomi le mani.
“Tu che ci fai sveglio a quest’ora? Non lavori di pomeriggio oggi?” chiesi mentre preparavo la macchinetta per fare la cioccolata.
“Si, ma il nostro nuovo amico russa come non so chi” disse alzando gli occhi al cielo. Mi scappò una leggera risata, che però ritrassi subito.
“Posso sapere che ti prende? Dovresti essere contenta.” Mi passò accanto per appoggiare la tazza nel lavello per poi andare a sedersi.
“Te l’avevo detto che non ero d’accordo con la storia del nuovo inquilino” dissi mentre aspettavo che la cioccolata finisse di scendere nella tazza.
“Si, ma dato quello che è successo al parco-” “Non è successo niente al parco” lo interruppi bruscamente.
“D’accordo, come vuoi tu” disse strofinandosi la testa.
“Scusa, non volevo essere brusca.” Afferrai la mia tazza e andai a sedermi accanto a lui. Mi accarezzò la guancia e iniziò a raccontarmi un paio di fesserie alla Louis, tanto per farmi ridere.
“Sei il fratello migliore del mondo” dissi per ringraziarlo del sostegno morale che mi dava ogni volta.
“Faccio del mio meglio” rispose facendo spallucce. “Oh, ecco Malik.” Indicò il ragazzo, che tutto profumato fece il suo ingresso in cucina.
“Diamine Zayn, che è questa puzza?” dissi nauseata, mentre cercavo di non respirare quello che doveva essere il suo nuovo profumo.
“È un regalo di Ari. A me piace” rispose mentre riempiva una tazza con il caffè preparato da Louis.
“Ha ragione, non è così brutto” lo appoggiò Louis.
Feci spallucce e lasciai perdere. Ero sempre stata complicata in fatto di profumi. Erano pochi quelli che mi piacevano e non facevano venire la nausea. Chiusi gli occhi per qualche secondo e ripensai ai profumi che più amavo. Tornai con gli occhi aperti non appena mi venne in mente il suo profumo.
“Tutto ok?” mi chiese Zayn guardandomi con fare interrogatorio. Annuii distrattamente, continuando a bere la mia cioccolata.
“Se per voi è ok posso accompagnarvi io a lavoro” propose mio fratello.
“Per me è ok” accettò subito Zayn. “Anche per me” risposi sorridendogli.
“Bene, allora vado a farmi la doccia. Tanto ancora è presto” disse guardando il suo orologio.
“Vado anch’io. Ne approfitto per dare una sistemata alla camera.” Buttai la tazza nel lavello accanto a quella di Louis e salii di sopra.
Iniziai a mettere un po’ di cose a posto, rifacendo il letto e raccogliendo i vestiti sporchi sparsi per la camera. Uscii dalla stanza per andare in bagno a gettare quei capi nel cesto per la biancheria sporca. Avrei fatto la lavatrice una volta tornata a casa. Sentii l’acqua scorrere da fuori la porta. Provai a spingere la maniglia e la vidi abbassarsi.
“Louis, sono io” dissi entrando.
Mi piegai verso il cestino e iniziai a mettere dentro i miei vestiti.
“Puoi passarmi quell’asciugamano?”
“Ah” urlai come una pazza da manicomio facendo cadere a terra il cesto e tutto il suo contenuto.
“Tu non sei Louis” urlai ancora, mentre mi coprivo gli occhi imbarazzatissima.
Ovviamente una persona normale sarebbe uscita di corsa dal bagno, ma invece come una cretina io rimasi lì, immobile con uno sconosciuto completamente nudo dentro alla doccia.
“No, non lo sono” disse come se fosse la cosa più normale del mondo. “Comunque l’asciugamano l’ho presa da solo, puoi riaprire gli occhi ora.”
Aprii lentamente prima uno e poi l’altro occhio.
“Scusami, sono davvero mortificata” dissi piegandomi per raccogliere i vestiti caduti a terra.
“Non è successo niente” rispose tranquillamente mentre si sistemava i capelli.
“Ti dispiace mettere anche i miei?” chiese passandomi un paio di jeans e una felpa blu. Feci di no con la testa, mentre prendevo i suoi vestiti e li buttavo nella cesta insieme agli altri.
“Come funziona qui? Si, insomma: ci sono dei turni per chi deve fare la lavatrice o le pulizie?”
Provai a rispondere, ma ogni volta che aprivo la bocca non usciva niente. “Sai, mi è un po’ difficile parlare con te se indossi solo quello” dissi indicando l’asciugamano, una volta ritrovate le parole.
“Oh, hai ragione” disse facendo spallucce e avviandosi verso la porta.
“Dove vai ora?” chiesi stupidamente.
“In camera mia a vestirmi. Oppure preferisci che rimanga così?” Scossi la testa, facendo ondeggiare i miei capelli.
“Bene” disse uscendo.
“Niall” lo chiamai quando stava aprendo la porta.
“Si?” rispose lui.
“Se mi prometti di non dire niente agli altri di questo nostro incontro posso fare io il tuo bucato” proposi.
Rifletté sulla mia proposta il tempo di un minuto. “D’accordo” accettò sorridendomi.
Istintivamente sorrisi anch’io. Quando fui di nuovo sola mi specchiai. Avevo le guance più rosa del solito, il che mi dava fastidio. Non volevo che succedesse. Non doveva succedere. Ma dentro di me sentii crescere uno strano sentimento e un brutto presentimento inizio a farsi spazio nella mia testa. Quel ragazzo stava forse iniziando a piacermi? Impossibile, pensai. Io amavo ancora Harry, ne ero più che sicura.
Diedi una sistemata veloce anche al bagno e poi scesi di sotto. Louis era già davanti alla porta, con le chiavi dell’auto in mano, che mi guardava con sguardo da rimprovero.
“Dov’è Zayn?” chiesi afferrando la giacca e uscendo seguita da lui.
“In macchina, insieme a Niall” indicò l’auto.
Il posto accanto al guidatore era già occupato, così fui costretta a sedermi dietro accanto a Niall, che non appena salii mi rivolse un sorriso diverso da quelli a cui mi ero abituata. Era un sorriso abbastanza malizioso e provocatore. A quanto pare era bastato poco perché imparasse le usanze della nostra famiglia.
“Dove hai detto di avere questo colloquio di lavoro?” gli chiese Louis.
“Oh, è un negozio di musica qua vicino. Non ricordo il nome però.”
Louis frenò di botta e io finii dritta contro il sedile.
“Cazzo, Louis. Fai attenzione!” urlò Zayn, senza però nascondere la sorpresa nei suoi occhi. Si voltarono entrambi verso di me, che tra tutti i presenti ero ovviamente la più sconvolta.
“C’è qualcosa che non va?” chiese ingenuamente Niall.
“Va tutto a gonfie vele” mentii spudoratamente.
“Un nostro vecchio amico lavorava in quel negozio, tutto qui” disse con calma Louis.
Ripartimmo, ma per non partecipare più a quella conversazione misi le cuffie dell’i-pod nelle orecchie, anche se questo era spento. Semplicemente stavo fingendo di essere occupata. Ripensai alle parole che Louis mi aveva detto la sera precedente.
“No fratello, non sta prendendo il suo posto” dissi a bassa voce, ma con un pizzico di sarcasmo, per non farmi sentire dagli altri.
Chiusi gli occhi e li tenni così fino a quando non arrivammo a destinazione. Non salutai nessuno. Non feci alcun cenno con la mano o qualche mezzo sorriso. Scesi semplicemente dall’auto e mi diressi dritta verso la libreria.
Quella mattina avevo appreso una lezione fondamentale su Niall: era semplice amarlo, ma lo era ancora di più detestarlo.




here i am:
Per prima cosa: BUON ANNO GENTE <3 Spero che per tutte voi sia iniziato bene (:
Oltre per farvi gli auguri colgo l'occasione per ringraziare tutte voi che seguite la storia. Noto con piacere che tante di voi la seguono e che c'è anche chi l'ha messa tra i preferiti. Per questo mi farebbe piacere leggere più recensioni, tanto per capire se la storia vi piace per davvero **
Comunque sia, grazie a tutte e buona lettura xx 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


 



CAPITOLO 21

 
Quella mattina sembrava proprio non voler passare. Avevo sistemato libri, servito clienti e mi ero occupata della contabilità, ma neanche tutti quei numeri erano riusciti a far scorrere più velocemente il tempo. Avevo visto Niall uscire dal negozio di fronte dopo circa un’ora. Era tornato al suo sorriso dolce, mentre mi salutava attraverso la vetrina della libreria con un semplice gesto della mano. Mi sforzai a ricambiare il sorriso, anche se si vedeva benissimo che era forzato. I signori Potter quella mattina non c’erano. O meglio, erano venuti ma se ne sono andati subito a causa di un malore di Isabelle. Nulla di grave aveva detto il signor Potter. Lo speravo davvero. Quando tornai a casa, questa profumava di sugo e basilico.
“Chi è il pazzo che si è messo a cucinare?” chiesi ridendo. Mi bloccai sulla porta della cucina, non appena riconobbi la testa bionda di Niall.
“Ciao” dissi con meno entusiasmo.
“Ehi” rispose lui, senza però guardarmi. Era preso da pentole  e fornelli per potermi prestare attenzione.
Presi un respiro profondo e provai a comportarmi in modo gentile con lui, nonostante non ne avessi tanta voglia.
“Come è andata a lavoro?” Mi sedetti nel mio posto a tavola e aspettai tranquilla la risposta, che non tardò ad arrivare.
“Bene” disse solo.
“Ti hanno preso?” continuai titubante.
“Perché ti interessi tanto a me adesso?” Si girò di scatto e si appoggiò alla cucina, incrociando le braccia al petto. Il suo tono di voce era freddo, distaccato. Diverso da quello che aveva usato con me fino a quella mattina.
“Cercavo solo di essere gentile, scusa tanto” risposi acida. Mi alzai infuriata e mi incamminai spedita verso il salone.
“Julie, aspetta.” All’improvviso sentii una presa al braccio. Mi voltai ed era lui che mi aveva afferrato per fermarmi.
“Che vuoi?” dissi cacciando violentemente la sua mano.
“Solo chiederti scusa” rispose abbassando la testa.
Provai un senso di colpa terribile nel vederlo in quello stato. Mi sentivo dannatamente in colpa.
“No, scusa tu” dissi mettendo da parte il tono acido di priva e ritrovando quello dolce. Lentamente alzò la testa e riprese a guardarmi.
“Sono stata una stupida. Tu non centri niente con quello che è successo e non ho motivo per prendermela con te” continuai.
Abbozzò un mezzo sorriso e fece spallucce.
“Che ne dici di dimenticare quest’ultimo giorno e ricominciare da dove ci eravamo lasciati al parco?” disse porgendomi la mano.
La guardai dubbiosa, ma poi gliela strinsi. “D’accordo.”
Mi sorrise di nuovo, ma questa volta era un sorriso pieno.
“Allora” dissi mollandogli la mano “dove sono gli altri?” Mi guardai intorno, ma non vidi nessuno. Forse Louis e Liam erano già usciti, ma Zayn doveva esserci per forza.
“Tuo fratello e Liam sono già usciti, mentre Malik ha detto che sarebbe andato a pranzo da Arianna” rispose mentre tornavamo in cucina. Annuii, mentre sbirciavo curiosa tra i fornelli.
“Spero che ti piaccia la pasta al sugo, perché è l’unica cosa che so cucinare” disse ridendo.
“Andrà benissimo” risposi, ancora incantata dal suono della sua risata. Ed ecco che Niall Horan mostrava di nuovo il suo talento, quel talento capace di fartelo amare ed odiare a distanza di pochi attimi.
“Ti va di darmi una mano ad apparecchiare?” disse mostrandomi la tovaglia. Annuii, mentre la prendevo dalle sue mani per sistemare la tavola.
Il pranzo fu abbastanza tranquillo, a differenza di come me lo aspettavo. Parlammo del più e del meno, un po’ come quel pomeriggio al parco. Ovviamente non mancarono le battute sul mio pigiama, ma lasciai perdere.
“Cosa fate di solito dopo pranzo?” mi chiese buttandosi sul divano.
“Questo” dissi indicandolo. Scoppiai a ridere, mentre mi sedevo sulla poltrona. Si tirò su e si sedette per bene vicino ad uno dei braccioli.
“Vedi che non mordo” disse battendo la mano sul posto accanto a lui.
Mi feci coraggio e andai a sedermi accanto a lui. Seguirono attimi infiniti di silenzio che fecero passare quella situazione da piacevole ad imbarazzante.
“Guardiamo un po’ di tv?” dicemmo all’unisono. Scoppiammo a ridere come due idioti, mentre non distoglievamo lo sguardo l’uno dall’altra. Mi schiarii la voce e cercai di tornare al mio colorito naturale mentre iniziavo a cercare il telecomando.
“Dove può essere finito?” dissi scavando in tutti gli angoli del divano.
“Non per essere volgare” disse ridendo Niall, “ma ce l’hai proprio sotto il culo.”
Mi alzai di scatto e effettivamente il telecomando era proprio lì. “Come ho fatto a non accorgermene?” chiesi incredula a me stessa.
Mi buttai di nuovo sul divano e accesi la tv. Niall intanto non la smetteva di ridere, il che mi dava piuttosto fastidio.
“Non costringermi a tornare antipatica” dissi guardandolo torvo.
“Ok, sto zitto” disse tra una risata e l’altra.
Passammo un paio di canali, fino ad arrivare ad MTV. “Uh, lascia!” urlò lui prendendomi il telecomando dalle mani ed alzando il volume.
“Non lo trovi anche tu straordinario?” mi chiese indicando la TV.
Guardai prima incredula lo schermo della televisione e poi mi soffermai a osservare lui.
“Stai scherzando, vero?” chiesi preoccupata.
“No, perché?” mi rispose tranquillamente.
“Justin Bieber? Sul serio? Justin Bieber?” chiesi rimanendo a bocca aperta.
“È bravo” rispose facendo spallucce, senza però distogliere lo sguardo dal programma, dove stavano trasmettendo Somebody To Love.
Gli afferrai la mascella e lo costrinsi a guardarmi. “Justin Bieber?” ripetei in preda ad un attacco di isterismo.
“Non è mica illegale” disse mentre scrutava la mia espressione del viso.
“Questo lo dici tu” risposi tornando normale e portandomi la mani alle orecchie per non sentire niente.
“Sei fortunata, sta per finire” aggiunse. In effetti dopo un minuto lo schermo divenne nero e cambiò scenario.
“Finalmente” dissi stappandomi le orecchie. Avrei preferito non farlo però, perché la canzone che venne dopo mi distrusse.
Le note di Just The Way You Are iniziarono ad invadere la stanza e un senso di vuoto si impossessò all’improvviso di me. Mi detti uno scossone e mi ripresi da quello stato di semi trans in cui ero finita. Mi allungai su Niall per prendergli il telecomando dalle mani e mettere fine a quello strazio.
“Ehi” esclamò.
“Scusa” bisbigliai, mentre sentivo le lacrime pronte a scendere. Mi alzai dal divano e mi allontanai da lui, dandogli le spalle. Non volevo farmi vedere in quello stato.
“Posso accettare il fatto che non ti piaccia Justin, ma Bruno Mars è un mito” continuò a parlare.
“Ti ho detto scusa” urlai questa volta. Non ce la feci più a trattenermi e le lacrime iniziarono a scendere a fiumi.
“Ehi, che ti prende?” Aveva ridimensionato il tono della voce e una sorta di preoccupazione si percepì da quelle parole.
“Niente, davvero” risposi cercando di trattenere i singhiozzi.
“Non me la bevo.” Non ebbi il tempo di replicare che me lo ritrovai davanti. “Perché piangi?” mi chiese mentre cercava di asciugarmi il viso.
“Ti prego, abbracciami” fu tutto quello che riuscii a dire.
Senza farselo ripetere un’altra volta mi strinse tra le sue braccia. Iniziò ad accarezzarmi i capelli e, ad intermittenza, anche a darmi dei piccoli e leggeri baci sulla testa. Quando i singhiozzi iniziarono a diminuire, parlò.
“Va meglio adesso?” mi chiese dolcemente.
Alzai leggermente il viso, giusto per guardarlo negli occhi e rassicurarlo.
“Si, grazie” dissi, anche se la voce era ancora smorzata.
“Ti va di raccontarmi un po’ cosa è successo?”
Mi guardò per un istante con quei suoi occhioni azzurri e non riuscii a resistergli. Mi prese per mano e mi portò fino al divano, dove si sedette. Mi fece segno di sedermi sulle sue gambe e così feci. Accompagnò la mia testa fino al suo petto, dove trovò rifugio. Mi accoccolai a lui e, dopo aver preso un respiro profondo, iniziai a raccontare.
“Ora capisco perché sei corsa via di casa in pigiama” disse serio, una volta che smisi di parlare.
Non so perché, ma risi. Lui mi guardò storto, non capendo ovviamente quella mia reazione. Non la capivo nemmeno io a essere sinceri.
“Grazie Niall” dissi tornando seria.
“E di cosa?” chiese a sua volta.
“Non lo so. Per esserti trasferito dall’Irlanda e esserti seduto su quella panchina quel pomeriggio al parco. O ancora grazie per non essere scappato quando ti sei accorto che ero in pigiama. Grazie per avermi fatto sfogare. Non lo so. Solo, grazie.”
Mi voltai per guardarlo e la prima cosa che i miei occhi incontrarono fu il suo splendido sorriso, che non mi trattenni nel ricambiare. Tornai ad appoggiarmi al suo petto, che era caldo ed accogliente. A poco a poco le palpebre degli occhi iniziarono a chiudersi e lentamente caddi in un sonno profondo tra le braccia di Niall. 




here i am:
Ed ecco qui per voi il nuovo capitolo.
So che tutte voi volete il ritorno di Harry, ma bisogna aspettare anche qualche capitolo perchè questo avvenga.
Intanto godetevi i nostri Niall e Julie che si avvicinano (?) Si ok so che voi non lo vorreste, ma è una cosa necessaria LOL
Se seguite la storia allora vorrete leggere una one shot collegata ad essa. I'll stand by you racconta di fatti antecedenti, ma che comunque vi aiuteranno a comprendere meglio parte della storia :3
Grazie a tutte e buona lettura xx
P.S. Nel caso qualcuna di voi seguisse la ff ma non è iscritta qui per recensire, sappiate che su twitter sono @xshewalksaway :)

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


 



CAPITOLO 22

 
Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi fu il mio cuscino e non la maglietta di Niall, come invece mi aspettavo.
Allungai la mano verso il comodino e iniziai a tastare alla ricerca del mio i-phone. Quando riuscii a trovarlo lo presi per vedere che ora fosse. Le sei in punto. Sentivo un leggero mal di testa, a conseguenza di tutte le lacrime versate. Sapevo che sarebbe passato presto, così mi alzai comunque.
La casa era piuttosto silenziosa. Probabilmente Zayn era ancora con Ari, mentre Niall… Dov’era finito Niall? Dalla sua camera proveniva una dolce melodia, difficile da identificare però.
Senza fare rumore mi accovacciai dietro alla porta socchiusa, per origliare meglio. Lentamente le note divennero più chiare e le parole comprensibili. Era il nuovo singolo di Demi Lovato, Skyscraper. Ma la voce non era quella potente e dolce allo stesso tempo della Devonne. Era la voce di un ragazzo. Quella di Niall, pensai.
Mi sporsi leggermente verso l’interno della camera per cercare delle conferme, ma a causa del mio praticamente inesistente senso dell’equilibrio caddi, spalancando la porta. Finii col sbattere la testa contro qualcosa e allora il mal di testa leggero di prima si fece più forte.
“Accidenti” mugugnai mentre mi massaggiavo il punto in cui avevo colpito.
Niall come al suo solito rideva, divertito dalle mie disavventure.
“Invece di ridere, protesti anche darmi una mano ad alzarmi da terra!” lo rimproverai.
“Scusa” disse tra una risata e l’altra. “Ma sei davvero buffa” continuò mentre si alzava.
Così ero buffa, perfetto. Mi porse una mano per aiutarmi ad alzare, ma invece di fare questo lo trascinai giù accanto a me.
“Ora siamo in due ad essere buffi” dissi ironica.
Passò qualche secondo a guardarmi torvo, per poi riprendere a ridere. Ero arrivata al punto di credere che tutta la sua vita fosse una risata continua. E doveva essere davvero una bella vita, dato il suono dolce della sua risata. Mi ripresi dal fare pensieri di quel tipo su Niall e mi tirai su, come se nulla fosse.
“Mi lasci a terra?” mi chiese mettendo su l’espressione da cucciolo abbandonato.
“Assolutamente si” dissi buttandomi d’istinto sul suo letto. Solo dopo aver appoggiato la testa sul cuscino realizzai che quello una volta era stato il letto di Harry.
“A che pensi?” mi chiese mentre si alzava da terra.
“A quanto le cose siano cambiate negli ultimi mesi” sospirai. Mi girai su di un fianco per fargli spazio.
“Sei sicura che posso?” chiese sedendosi.
“Fino a prova contraria questo è il tuo letto” risposi ridendo. Fece spallucce e si sdraiò accanto a me.
“Sono così diverse le cose? Intendo, da quando Harry se ne è andato?” Feci spallucce.
“Abbastanza” risposi. “Ma” ripresi a parlare “devo essere onesta. Negli ultimi giorni le cose sembrano essere…” Lasciai la frase in sospeso, non sapendo bene come descrivere tutta quella situazione dovuta a Niall. “Migliorate” presi un respiro profondo.
“Mi fa piacere essere il motivo di questo…miglioramento.”
Allungò una mano verso di me e iniziò ad accarezzarmi lentamente la guancia. Restai per un po’ imbambolata a fissare quei suoi occhioni azzurri. Iniziavo a provare una sensazione piacevole quando stavo insieme a lui. Mi piaceva la sua compagnia. Forse anche troppo.
“Sai mentre dormivi ho dato un’occhiata al calendario in cucina ed ho notato che il 27 è cerchiato di rosso. Cosa fate di solito per il tuo compleanno?” chiese entusiasta.
“Chi ti dice che è il mio compleanno?” provai a deviarlo.
“Non lo so, forse la scritta gigante Happy BDay Julie?” disse sarcastico.
“Ok, hai ragione. Questo sabato è il mio compleanno” dissi con poco entusiasmo.
“Non sembri contenta…”
“Capitan ovvio colpisce ancora” dissi cercando di essere spiritosa.
“Andiamo, a tutti piacciono i compleanni” insistette.
“Anche a me piacevano una volta. Forse Louis non te l’ha detto, ma i nostri genitori sono morti qualche anno fa.”
Chiusi gli occhi per il timore che altre lacrime uscissero. Un brivido mi percorse poco dopo la schiena e pensai che fosse dovuto al freddo.
Sentii qualcosa avvolgermi, ma non ebbi bisogno di aprire gli occhi per capire che Niall mi stava abbracciando.
“Le nostre giornate saranno sempre così? Insomma, io che piango e tu che mi consoli?” chiesi dopo essermi ripresa.
Mi fece allontanare e mi asciugò il viso con le maniche della sua felpa.
“Grazie” dissi timidamente.
“Basta ringraziarmi, sto iniziando leggermente a rompermi le palle di tutta questa gentilezza” disse ridendo.
Lo seguii anche in questa risata, l’ennesima da quando lo avevo conosciuto. “Preferisci essere trattato male, come il primo giorno?”
Ci pensò su e poi scosse la testa come un cane subito dopo il bagno. “Ti preferisco nella versione bella, dolce e gentile che in quella bella, stronza e cattiva” rispose.
“Oh, così sono bella in entrambe le versioni?” lo provocai. Le sue guance presero subito un colore rosso fuoco e iniziò a passarsi una mano tra i capelli, in imbarazzo.
“Beh, si, ecco, io, quello che intendevo dire è che… si, ti trovo una bella ragazza” ammise dopo tanti giri di parole. Sorrisi compiaciuta.
“Beh, anche tu sei niente male se ti interessa saperlo” dissi ridendo leggermente.
“Fammi capire” disse tornando al suo colorito normale e tirandosi su con la schiena. “Tu sei bella e io sarei niente male?” indicò se stesso.
Mi girai pancia su e iniziai a fare smorfie con la faccia, facendo finta di riflettere su quanto detto. “Esattamente” risposi interrompendo il momento di meditazione.
“Beh, allora se la metti così non mi lasci altra scelta.”
Lo guardai stranita per qualche momento, ma ebbi neanche il tempo di realizzare le sue intenzioni. Me lo ritrovai di sopra, impegnato a farmi il solletico.
“No, ti prego, basta” lo implorai di smettere con le lacrime agli occhi.
“Prima devi dire che sono figo da far invidia ad un modello dell’Abercrombie.” Anche se a fatica, scoppiai a ridere.
“Questo è assurdo” dissi cercando di coprirmi la pancia per evitare il suo attacco.
“Dillo, oppure il solletico continua.”
Continuai a ridere, cercando di limitare i danni. Ma con Niall di sopra era praticamente impossibile riuscirci. Arrivata all’estremo delle forze, fui obbligata a cedere.
“Ok, ok. Lo dirò, ma adesso smetti.”
A comando tirò su le braccia e le incrociò davanti al petto, senza però spostarsi da sopra di me. “Sto aspettando” disse impaziente.
“Sei più bello di un modello dell’Abercrombie” mugugnai.
“Non ho capito, puoi ripetere a voce più alta?” Roteai gli occhi e sbuffai un paio di volte prima di ripetere di nuovo quell’eresia.
“Sei più bello di un modello dell’Abercrombie” urlai questa volta per essere sicura che mi sentisse.
“Oh, brava bimba” disse accarezzandomi i capelli.
“Ora, se sei così gentile da levarti da dosso, me ne vado.” Mi guardò inclinando la testa verso destra e grattandosi il mento.
“Ancora un altro poco.” Tornò a sdraiarsi sopra di me e riprese col solletico.
“Sei un bastardo” dissi spontaneamente.
“Sto solo cercando di tirarti su di morale” disse ridendo.
“Pessimo modo per farlo.”
Lo guardai male e poi mi venne il colpo di genio. Con le ultime forze che avevo tirai indietro la gamba ed allungai il ginocchio. Tirai una ginocchiata spedita verso le sue parti intime, che presi in pieno. Soddisfatta, mi tirai su con la schiena e cedetti il mio posto a Niall, che dolorante si contorceva tutto lungo il materasso.
“Ora si che il mondo è di nuovo un bel posto” dissi sospirando.
“Mi hai fatto male” lo sentii dire.
“Stai tranquillo, presto potrai tornare a scopare normalmente” dissi ridendo. Passarono altri minuti di agonia per il povero ragazzo, che però alla fine parve riprendersi.
“Questa me la paghi” disse fingendosi minaccioso.
“No, adesso siamo pari” lo corressi.
Mi afferrò per un polso e mi trascinò di nuovo giù. Mi ritrovai schiacciata contro il suo petto. I nostri corpi non combaciavano perfettamente, ma quasi.
“Stai attento Horan, potrei abituarmi a questa vicinanza” dissi senza neanche pensare a ciò che avevo detto.
Un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto e lentamente iniziò ad avvicinare le sue labbra alle mie.
“Siamo a casa, è pronta la cena?” si sentì dal piano di sotto.
“Sarà meglio scendere” dissi a un centimetro dal suo viso. Mi aiutai con una spinta delle braccia ad alzarmi ed a scendere.
“Che fai, non vieni?” gli chiesi notando che era rimasto impalato sul letto.
“Vai avanti, io arrivo subito” rispose sorridendomi.
“Ok” dissi avviandomi verso la porta.
“Julie” mi chiamò. Mi voltai per vedere cosa volesse.
Si tirò su con la schiena e poi parlò. “Questo lo posso raccontare oppure deve rimanere un segreto come il nostro incontro in bagno?” disse malizioso.
Scossi la testa e iniziai a ridere.
“Fallo e poi sarà Louis a castrarti.”




here i am:
Salve cari lettori, spero di non avervi fatto aspettare troppo questo nuovo capitolo xx
Non c'è molto da dire, se non che Niall e Julie sono sempre più vicini. 
Fatemi sapere cosa ve ne pensa e se avete voglia passate a leggere la one shot su Julie e Liam (:
Buona lettura, xx

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


 



CAPITOLO 23

 
When you love someone and they break your heart, don’t give up on love, have faith restart. Just hold on, hold on.”
Quella mattina mi ero alzata decisamente di buon umore. Le ultime ore trascorre in compagnia di Niall mi avevano come ricaricata e ora sentivo che niente avrebbe più potuto distruggermi. Cantavo a squarciagola, mente le note finali di Hold on dei Jonas Brothers si disperdevano nell’aria.
“Siamo di buon umore questa mattina!” Mi voltai di scatto e un Louis radioso mi si presentò davanti.
“Buongiorno fratellone” corsi ad abbracciarlo. Gli stampai un sonoro bacio sulla guancia e tornai ai pancakes che stavo cucinando. O meglio, stavo provando a cucinare. Non ero mai stata un asso nel campo culinario, quindi il risultato sarebbe stato una sorpresa.
“Che prepari di buono?” chiese passandosi la lingua sulle labbra, come se già stesse assaporando il sapore della colazione.
“Pancakes” dissi entusiasta.
“Credevo che l’uomo dei pancakes fosse Liam” ironizzò.
“Hai ragione, ma è da quando non ci parliamo che non ne mangio e oggi ne avevo proprio voglia.” Presi un piatto e buttai giù quella che sarebbe dovuta essere la colazione.
“Non ha un aspetto molto invitante” dissi guadando la composizione molliccia che si trovava nel piatto davanti ai miei occhi.
“Per la cronaca: sei tu a non voler parlare con lui” specificò.
“Lo so” ribattei con tono acido. Poco dopo quella spiacevole conversazione fu interrotta.
“Io quella roba non la mangio.” Mi voltai verso la porta e vidi Zayn indicare nauseato il piatto che ancora tenevo tra le mani.
Guardai Louis in cerca di supporto, ma tutto quello che ricevetti fu un “Scusa, ma questa volta Zayn non ha tutti i torti.”
Sbuffai e gettai i miei adorati pancakes nella spazzatura. “Bene, e ora che si mangia?” dissi sconfortata mentre mi sedevo a tavola accanto a Louis, di fronte a Zayn.
I due ragazzi mi fecero spallucce, ma poi a uno dei due parve venire una geniale idea in mente.
“Che ne dite di buttare Liam giù dal letto e farci preparare da lui dei veri pancakes?” disse Louis tutto eccitato.
“Sbrigatevela voi, io sono ancora troppo assonnato per fare le scale un’altra volta” rispose Zayn stropicciandosi gli occhi e sbadigliando esageratamente.
“Beh, a me è venuta l’idea, quindi la mia parte l’ho già fatta.” Improvvisamente mi sentii osservata e non appena alzai lo sguardo vidi quei due squadrarmi attentamente con fare diabolico.
“Oh no. No. No. No. Non se ne parla. Assolutamente no. Cosa avete in mente? Io non andrò da Liam per degli stupidi pancakes. No. Potete anche morire di fame, ma io con lui non ci parlo.”
“Tu hai fatto il danno, tu rimedi” disse Zayn venendo da me e costringendomi con la forza ad alzarmi.
“Toglimi le mani di dosso” gli urlai contro, mentre con molta tranquillità mi prendeva su a modo di sacco di patate e mi portava in giro.
“Ne hai di forza per essere uno ancora morto di sonno” disse ridendo Louis, che si gustava la scena da seduto.
“Andiamo a trovare Liam, Julie” disse ridendo.
“No, Zayn ti prego. Louis fa qualcosa!” Ma ogni tentativo di liberarmi fu invano. Mio fratello non mosse un dito, così che Zayn riuscisse nella sua impresa.
“Buon divertimento” disse spingendomi dentro la camera dove Liam stava ancora dormendo.
Provai ad uscire, ma nel tentativo di evadere feci un po’ troppo rumore, causando così il risveglio del bell’addormentato.
“Ma che diavolo succede qui? Zayn sei tu?” disse tirandosi su col busto.
Presi un respiro profondo e mi decisi a parlare una volta per tutte con lui. “No, sono Julie.”
Fece un improvviso scatto, che per sua sfortuna lo portò dritto faccia a faccia col pavimento. Quella scena provocò in me una risata spontanea, una risata che da tempo non era provocata da Liam.
“Che ci fai qui?” disse sorpreso, mentre si rialzava e si sedeva sul letto. Lentamente mi incamminai verso il letto di Zayn e mi sedetti proprio di fronte di lui.
“Strano a credersi, ma quel ritardato di mio fratello e quell’idiota del tuo compagno di stanza mi hanno obbligato a venire qui a chiederti di scendere e cucinare i tuoi deliziosi pancakes” dissi con naturalezza.
Vidi sul suo viso comparire un’espressione di delusione e mi venne spontaneo chiedergli cosa avesse.
“Cos’ho? Tu mi stai chiedendo cos’ho? Questo è davvero il colmo” rispose ridendo nervosamente.
“Sai una cosa? Hai ragione. Questa situazione è del tutto assurda. Non sarei mai dovuta venire da te, neanche per un motivo così stupido come i pancakes.”
Feci per alzarmi, ma lui mi trattenne. “Aspetta” disse solo.
“Che vuoi Liam?” mi voltai scontrosa.
“Non volevo usare quel tono, ok? Ma non mi parli da mesi e quando ti decidi a farlo è per chiedermi di preparare dei fottutissimi pancakes. Concedimi almeno di sentirmi preso per il culo.”
Disse questo e poi si sdraiò nuovamente sul letto. La testa sul cuscino, lo sguardo perso per aria, probabilmente a fissare il tetto.
Sentii una stretta allo stomaco ed un inaspettato senso di colpa farsi spazio nel mio cuore. Tornai a sedermi sul letto di Zayn, senza un’idea precisa sul da farsi. Aprii la bocca, lasciando che le parole uscissero da sole.
“Mi dispiace” furono quelle parole.
Liam ebbe un’altra reazione improvvisa, che questa volta però fortunatamente per lui non lo condusse a terra. “Ho capito bene oppure hai detto davvero che ti dispiace?” chiese con gli occhi quasi di fuori.
“Si, Liam James Payne. Hai capito bene. E ora smettila di fare il depresso e porta il tuo culo in cucina! Qui c’è uno stomaco che brontola!” Detto questo presi il cuscino di Zayn e glielo lanciai dritto in faccia, tanto per chiarire meglio il concetto. Mi parai il viso con le braccia, aspettandomi una sua contromossa, che però non arrivò.
Lentamente aprii uno dei due occhi che avevo chiuso, giusto per dare una sbirciata. Stava ancora seduto sul letto, con un sorriso da ebete stampato sulla faccia e il cuscino che gli avevo poco fa lanciato stretto tra le mani.
“Cosa del concetto ‘porta il tuo culo in cucina’ non ti è chiaro?” lo richiamai.
“Davvero credi che sia così facile? Insomma, credi davvero di poter sistemare tutto con due semplici parole?” chiese guardandomi triste.
“Beh, speravo di si onestamente.” Feci una pausa. “Ma se preferisci, possiamo parlarne.”
Lo guardai e lui mi fece segno di continuare.
“Ho sbagliato a darti addosso. Mi sono comportata come se tutta la colpa fosse tua, quando invece siamo coinvolti alla pari in tutta questa faccenda. E soprattutto non è colpa tua se Harry è così immaturo da scappare senza neanche affrontare la questione con la sottoscritta. Onestamente non saprei dirti quando avrei trovato il coraggio di ammettere a me stessa queste cose se oggi quei due non mi avessero spinta da te. Però ora che l’ho fatto posso dirti di esserne contenta. Spero davvero che tu un giorno possa perdonarmi e dimenticare tutta questa faccenda. E spero anche che un giorno torniamo a essere migliori amici. Semplicemente Julie e Liam, come lo siamo sempre stati.”
Vidi Liam stare in silenzio con la testa calata, a fissare i suoi piedi nudi. Così rassegnata, mi alzai e mi diressi spedita verso la porta.
“Dove stai andando ora?” mi chiese dopo tutto quel silenzio.
“A recuperare quel poco che è rimasto del mio orgoglio che tu hai gentilmente mandato a farsi fottere” risposi sarcastica, dandogli ancora le spalle.
Improvvisamente sentii qualcosa di caldo scontrarsi con la mia schiena e due braccia avvolgermi la vita. “Scuse accettate” disse ridendo.
Mi voltai per poterlo abbracciare a mia volta. Mi staccai poco dopo, per poterlo guardare dritto negli occhi.
“Una promessa Liam.”
“Tutto quello che vuoi!”
“Solo migliori amici. Questo vuol dire niente battute sul nostro passato, niente ammiccamenti, niente malizia tra di noi. Ci stai?”
Gli porsi la mano, che subito dopo strinse saldamente. “Ci sto. Anche perché adesso non c’è solo tuo fratello pronto ad uccidermi” disse ridendo.
Mi passò un braccio intorno alla spalla e mi condusse insieme a lui verso le scale.
“A chi ti riferisci?” dissi guardandolo con un grosso punto interrogativo sulla faccia.
“Oh, andiamo! Come se non avessi notato il modo in cui ti guarda Niall. Sta con noi da poco, ma si vede lontano un miglio che è cotto di te!” rispose convinto.
Feci spallucce, come per non dare peso alle sue parole.
Quando fummo di sotto, mi divertii a vedere l’espressione sorpresa, ma al col tempo felice di quei due stupidi che mi avevano costretto a modo loro a riappacificarmi con Liam.
“Sapevo che il mio piano avrebbe funzionato” disse fingendo di piangere, Louis.
“Si si, niente chiacchiere. Zayn Malik ha fame, quindi caro amico ti conviene cucinare qualcosa!” Spinse Liam verso i fornelli, dove il cuoco di casa si mise al lavoro.
Tornai a sedermi accanto a mio fratello e gli sussurrai un leggero “Grazie” vicino all’orecchio. Quello che ricevetti come risposta fu un sorriso e un buffetto sulla guancia destra.
“Che mi sono perso?” disse, o meglio urlò, Niall entrando in cucina.
“Io e Liam abbiamo fatto pace” esclamai sorridendo esageratamente.
“Oh, mi fa piacere” disse venendomi a dare un bacio sulla guancia, come per congratularsi.
Non so spiegarlo, ma improvvisamente mi venne una leggera pelle d’oca. Liam si voltò verso di me e mi fece segno verso Niall. Con la faccia cercai di fargli capire che si stava di gran lunga sbagliando, ma conoscendolo non mi avrebbe dato più di tanto ascolto.
“Comunque parlando della tua festa di compleanno” se ne uscì Zayn.
“Te lo devo dire in aramaico che non voglio alcuna festa di compleanno?” dissi sbuffando e appoggiando i gomiti sul tavolo.
“Dici così ogni anno, ma alla fine ti diverti sempre” protestò lui.
“Lasciala stare, tanto alla fine facciamo quello che vogliamo” continuò Louis.
“Oh, grazie tante per la considerazione” esclamai alzando le braccia al cielo.
“Che fate di solito?” chiese Niall.
“Niente, una festicciola tra amici” rispose Zayn.
“Si, i tuoi amici” lo corressi io.
“Dettagli, dettagli” disse.
“Volete stare zitti, state coprendo la musica dello stereo” ci richiamò Liam.
“Oh, certo. Stiamo tutti zitti in modo che Liam possa ascoltare la sua amata Leona Lewis” disse gesticolando Louis, che come risposta ricevette un’occhiataccia.
Ma poco dopo ci zittimmo tutti quanti lo stesso, lasciando che la voce della cantante preferita di Liam accompagnasse la nostra colazione.
La prima colazione serena dopo mesi di silenzi, tensioni e soprattutto lacrime.




here i am:
Ciao a tutti. Non ho molto da dire su questo capitolo, tranne che come potete vedere le cose tra Liam e Julie si sono sistemate e ora sono tornati ad essere amici e basta.
A propoisto di loro due, se ne avete voglia passate a leggere la one shot a loro dedicata (:
Buona lettura, xx

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


 



CAPITOLO 24

 
Quella colazione fu la più rumorosa che avessimo mai fatto. Scherzavamo come ormai non facevamo da tempo e parlavamo come se non ci vedessimo da anni. Personalmente, c’era un’altra cosa che aveva caratterizzato quel mio risveglio. Non avevo pensato ad Harry neanche un attimo.
“Dove vai?” Mi appoggiai al muro dell’entrata, mentre vedevo Niall indossare il giubbotto.
“A lavoro, oggi è il primo giorno” disse titubante. Si piazzò davanti all’enorme specchio che si trovava lì e si diede una sistemata veloce.
“Aspetta” lo fermai quando stava per uscire. Mi avvicinai a lui e mi alzai sulle punte per essere alla sua altezza.
“Hai il colletto della polo rivoltato” dissi mentre sistemavo la sua maglia.
“Ecco fatto. Ora sei perfetto” dissi mentre gli passavo una mano tra i capelli, come per dare il tocco finale.
Scesi dalle punte, ma rimasi lì, accanto a lui. Alzai leggermente la testa e lo guardai dal basso della mia statura. “Buon lavoro, Niall.” Mi allungai un’ultima volta verso di lui e gli diedi un leggero bacio sulla guancia.
Si portò una mano nel punto preciso in cui le mie labbra avevano toccato la sua pelle e con un sorriso disse un semplice “Grazie, Julie.”
“Ehm, ehm.” Un colpo di tosse aveva interrotto quel momento così magico. Mi voltai, allontanandomi di conseguenza da Niall.
“Ho forse interrotto qualcosa?” chiese retorico Louis, che stava sulla soglia della porta della cucina con le braccia incrociate al petto.
“Assolutamente no” risposi prontamente. “Niall stava andando a lavoro” dissi indicando il ragazzo.
“Oh, allora sarà meglio che tu vada Niall o farai tardi.”
Niall guardò prima Louis e poi me. “Hai ragione.” Sorrise divertito dalla perenne gelosia di mio fratello. Gridò un “A dopo ragazzi” ed uscì di casa.
“La vuoi smettere?” sbuffai, rivolgendomi a Louis.
“Ho ancora fame. Saranno rimasti pancakes secondo te?” disse evitando la mia domanda.
“Louis Tomlinson, non cambierai mai.”
Risi e poi lo seguii nuovamente in cucina, dove Liam e Zayn avevano già ripulito il tutto.
“Bravi i miei uomini di casa” dissi fingendo di essere commossa.
“Non dovresti essere a lavoro, Juliette?” Ogni volta che uno di loro mi chiamava col mio intero nome era col semplice scopo di farmi innervosire. Mi piaceva Juliette, ma non mi rispecchiava pienamente. Io ero Julie, fine della storia.
“Malik non sparare idiozie. Oggi ho il turno di pomeriggio, perché oggi è-” mi fermai a pensare. “Qualcuno sa dirmi che giorno è oggi?” chiesi agitata.
“Oggi è giovedì mia cara, e tu hai il turno di mattina. Inizi tra un quarto d’ora” rispose Liam.
“Oh santo cielo!” Corsi su e giù per la casa alla ricerca del necessario per uscire. Afferrai giacca e borsa, diedi un veloce bacio a tutti ed uscii correndo di casa.
Feci i primi metri mantenendo quel passo veloce, ma non appena riconobbi la testa bionda davanti a me, rallentai. “Niall, aspettami” urlai.
Si voltò ed inizialmente aveva un’espressione sorpresa sul viso. Poi quando riconobbe me nella pazza che si trovava di fronte, sorrise.
“Che ci fai qui?” mi chiese non appena lo raggiunsi.
“Mi ero dimenticata che oggi lavoro di mattina” dissi battendomi un colpo sulla fronte. “Ti va di fare la strada insieme?” Sorrise ed annuì semplicemente.
Riprendemmo a camminare, questa volta ad andatura normale.
“Allora, so che non dovrei chiedertelo, ma… desideri qualche regalo in particolare per il tuo compleanno?”
Lo guardai, divertita dal suo imbarazzo nel chiedermi una cosa così stupida. Infilai le mani nelle tasca della giacca e feci spallucce.
“Oh, andiamo. Ti prego, è da ieri che ci penso. Dammi un indizio almeno” disse con tono supplichevole.
“Niall, non serve che tu mi faccia un regalo. Basta solo che controlli Zayn nei preparativi per la festa. Conoscendolo avrà già organizzato un mega party invitando l’intera Londra” risposi ridendo.
“Ok, prometto di tenere d’occhio Zayn. Ma voglio farti comunque un regalo.” Mi si piazzò davanti, intralciandomi il cammino.
“Facciamo tardi a lavoro. Ed è già un miracolo che io ci stia andando oggi” continuai a ridere.
“Aiutami, o ti regalo un biglietto per il concerto di Justin Bieber fissato per il prossimo mese” mi minacciò.
Sbarrai gli occhi e lo supplicai di non farmi un regalo tanto orribile.
“Dai, allora aiutami. Che ti costa?”
Ci pensai un attimo su e poi feci scontrare i suoi occhi azzurri con i miei, color cioccolato. Mi avvicinai un altro poco a lui e, a filo sulle sue labbra, gli sussurrai un “Stupiscimi, Niall.”
Sorrisi maliziosa e lo superai, tornando a camminare verso la libreria. Non sentendo i suoi passi, mi voltai per vedere che fine avesse fatto.
“Ehi Horan!” lo chiamai. “Non vorrai mica fare tardi il tuo primo giorno, vero?”
Lui sembrò riprendersi dallo stato di trans in cui era improvvisamente entrato e, una volta infilate la mani nelle tasche dei suoi jeans, si incamminò.
“Sono arrivato” disse quando ci trovammo di fronte al negozio.
“Non per smontarti, ma lo sapevo già.” Indicai la libreria di fronte a noi e lui si mise a ridere.
“Hai ragione. È che delle volte non bado a ciò che dico.” Le sue guance presero un leggero color rosa. Era davvero tenero quando arrossiva.
“Beh, non è mica un difetto.” Posò lo sguardo su di me e mi sorrise.
“Beh, io allora vado. Ho una libreria da aprire” dissi ridendo.
Senza aggiungere altro attraversai la strada e in meno di un minuto mi ritrovai dall’altro lato. Iniziai a rovistare nella borsa alla ricerca della chiavi. Una volta trovate, le usai per alzare prima la saracinesca e poi aprire la porta.
“Julie” urlò dal marciapiede opposto. Senza togliere la mano dalla maniglia della porta, mi voltai verso di lui. Non dissi niente, aspettai solo. “Buon lavoro anche a te.”
Abbozzai un sorriso e mi fiondai dentro. Sistemai le mie cose dietro l’enorme bancone e mi sedetti, aspettando l’arrivo di Isabelle e Joseph. Attesi un quarto d’ora lì seduta. Iniziavo ad essere agitata, perché solitamente i signori Potter arrivavano poco dopo di me. Quando la mia pazienza era ormai al limite, il telefono squillò.
“Libreria Potter, posso esserle d’aiuto?” dissi nel tono più calmo e cordiale che potessi mai avere.
“Juliette, sono io, Joseph” rispose la voce all’altro capo del telefono.
“Oh, è lei signor Potter. Stavo iniziando a preoccuparmi. Come mai questo ritardo?”
Il respiro del signor Joseph si fece più pesante e lo percepii nonostante stessimo al telefono.
“Qualcosa non va?” presi l’iniziativa.
“Isabelle ha avuto un malore. Siamo in ospedale per degli accertamenti. Ho contattato Charlotte. Verrà lei a darti una mano. Spero che non ti dispiaccia fare il doppio turno oggi.”
Il telefono stava per scivolarmi dalla mani, ma fortunatamente lo trattenni prima che cadesse a terra.
“Non si preoccupi, posso tranquillamente restare. Ma mi dica, come sta Isabelle ora?” Cercai di non far trasparire la preoccupazione che stavo provando in quel momento, ma mi risultò davvero troppo difficile, dato lo stato in cui ero.
“Dei medici la stanno visitando. Probabilmente la dovranno ricoverare un giorno o due” rispose straziato.
Gli dissi di salutarmi la moglie non appena ne avrebbe avuto l’occasione e mi preoccupai di fargli sapere che per qualsiasi cosa avrebbero potuto contare su di me.
Proprio come mi era stato detto, Charlie arrivò in libreria. Già da lontano, percepito la sua agitazione.
“Hai saputo della signora Potter?” disse catapultandosi dentro. Annuii, ancora scossa da quella notizia.
“Pensi che sia grave?” Osservai i suoi movimenti mentre riponeva la sua borsa accanto alla mia e appoggiava il suo cappotto dietro ad una sedia. Le mani le tremavano non appena provava a prendere qualcosa.
“Non lo so” fu tutto quello che riuscii a dire.
“Perché non arriva mai una buona notizia! Non so, come la vincita al lotto o che so io” sbottò portandosi le mani ai capelli. Nonostante la situazione, le sue parole mi fecero ricordare di una cosa.
“Ho io una bella notizia da darti” esclamai cercando di ritrovare l’entusiasmo perso.
“Tu parla, che io intanto sistemo questi libri. Che ci fa Dan Brown tra i romanzi?” disse sconvolta da quel disordine.
“Io e Liam abbiamo fatto pace.”
I pochi libri che teneva in mano improvvisamente le caddero a terra, provocando un leggero tonfo.
“Ehi, tutto ok?” chiesi precipitandomi da lei, aiutandola a raccogliere i due volumi a terra.
“Si, sto bene” disse in un tono poco convincente. “Così, tu e Liam siete tornati…amici?”
Non mi piacque il tono con cui pronunciò quell’ultima parola, ma cercai di non darglielo a vedere.
“Si, esatto. Amici.”
Il suo sguardo improvvisamente divenne di ghiaccio e ogni volta che mi guardava mi sembrava di rabbrividire. Che all’improvviso Charlie fosse diventata gelosa di me e di Liam?




here i am:
Scusate il ritardo, ma ultimamente la scuola mi prende parecchio ed è sempre più difficile trovare il tempo per la ff :S
Spero che questo capitolo vi piaccia e spero di non dovervi far aspettare troppo per il prossimo :)
Vi ricordo la one shot su Julie e Liam e scappo via LOL
Buona lettura xx

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


 



CAPITOLO 25

 
“Sei sicura che ti abbia fulminato con lo sguardo?”
Non so perché, ma dopo cena, una volta che tutti si erano addormentati, chiesi a Niall di raggiungermi in camera per parlare. Mi serviva una persona con cui poter parlare liberamente e lui mi sembrava essere l’unico con cui poterlo fare. Di certo non avrei potuto raccontare quello che era successo con Charlie a Liam. Avrebbe dato di matto se avesse saputo della reazione così apparentemente negativa della sua ragazza alla nostra riappacificazione. Se lo avessi raccontato ad Ari, sicuramente le sarebbe sfuggito con Zayn. Non lo faceva di proposito, ma ormai per lei era diventato impossibile nascondergli qualcosa. E una volta che Zayn lo avesse saputo, la notizia sarebbe arrivata anche all’orecchio di Liam. Avrei sempre potuto parlarne con Louis, ma non mi andava di fare altro peso sulle sue spalle.
“Non avevo mai ricevuto un’occhiataccia così cattiva, te lo giuro Niall.”
Presi un respiro profondo e mi lasciai cadere all’indietro. Affondai la testa nel cuscino morbido, mentre cercavo una spiegazione valida per l’atteggiamento freddo e distaccato di Charlie.
“Magari era semplicemente scossa. Insomma, Liam è il suo ragazzo e tu sei una sua amica. Non deve essere stato facile per lei scoprire che siete stati insieme in passato.”
Impossibile, pensai. “Charlie sa di me e Liam da mesi ormai, non ha senso quello che dici.”
Lo sentii sospirare. “Riflettici un attimo. Tu e Liam in un modo o nell’altro avete avuto un rapporto importante. Finchè tu lo odiavi era ok, perché lei sapeva che non sarebbe potuto succedere niente tra di voi in quella circostanza. Ma adesso, tu non lo odi più…” Lasciò la frase in sospeso, lasciandomi però intendere quale era il suo pensiero.
“Io e Liam siamo migliori amici adesso più che mai. È assurdo solo pensare che potrebbe succedere qualcosa tra di noi che non riguardi l’amicizia.”
“Beh, questo lo sapete tu e lui. Magari Charlie ha bisogno solo di qualche conferma.” Mi girai da un lato e lasciai penzolare i piedi da fuori il letto. Quella posizione, strano a dirsi, mi rilassava.
“Non credevo che fossi un tipo così saggio, Niall.” Alzai leggermente la testa e lo vidi sorridere.
“Solo perché delle volte mi fingo stupido, non significa che io lo sia veramente.”
Sorrisi debolmente, mentre sentivo le palpebre degli occhi chiudersi da sole. Era stata una giornata piena quella. “Sei completamente a pezzi. Forse è meglio che ti lasci dormire.”
“No, resta” urlai mentre si stava alzando dal letto. Quando si trovava ancora col sedere a mezz’aria, mi guardò e mi sorrise.
“Non mi va di stare sola” cercai di giustificarmi.
“D’accordo” fu tutto quello che disse.
Quelle sue parole mi rincuorarono. Lentamente chiusi gli occhi e aspettai che mi raggiungesse. Poco dopo sentii qualcosa di caldo avvolgermi. Aprii un occhio per d’are un’occhiata e vidi la calda coperta di lana che tenevo ai piedi del letto coprirmi. Ruotai leggermente la testa per vedere che fine avesse fatto Niall. Era di spalle, sdraiato a bordo letto. Sorrisi, per poi chiudere gli occhi e cadere in un dolce sonno.

“Dormigliona svegliati. Domani c’è la super festa organizzata dal mio splendido ragazzo e io ho assoluto bisogno di fare shopping.”
Quella voce acuta rimbombava nella mia testa come un martello pneumatico. Nonostante stessi ancora dormendo, riconobbi che quella era Arianna. Provai a muovermi, ma ogni gesto risultò inutile. Qualcosa mi bloccava, o meglio mi stava stringendo. Quando aprii gli occhi davanti a me niente era cambiato. Mi trovavo esattamente nella stessa posizione in cui mi ero addormentata, con l’unica differenza che adesso c’era un braccio avvolto attorno la mia vita. La coperta mi arrivava fino alla testa e quindi qualsiasi cosa nascondesse era impossibile da vedere dall’esterno. Per questo probabilmente Ari non si era ancora accorta di Niall che dormiva al mio fianco.
“Andiamo Julie, svegliati.” Una folata improvvisa di vento gelido arrivò fin sotto la coperta e fece rabbrividire anche Niall.
“Cazzo Arianna, chiudi quella merda di finestra” sbottò, senza però aprire gli occhi o cambiare posizione. La reazione di Niall mi provocò una risata spontanea.
“Te la sei cercata” dissi ancora ridendo, mentre mi levavo la coperta di dosso.
Facendo molta attenzione tolsi il braccio di Niall per potermi alzare. Lo ricoprii con la coperta, in modo che non sentisse freddo. Sembrava un bambino mentre dormire. Del resto Niall aveva un faccino che sprizzava tenerezza da tutti i pori. Gli accarezzai dolcemente la guancia e poi gli lasciai un bacio dove poco prima era passata la mia mano. Ari era seduta a terra, proprio sotto la finestra, con lo sguardo perso verso il letto.
“Oh, andiamo. Levati quell’espressione sconvolta dal viso! Non è successo niente di quello che pensi.” La raggiunsi e le porsi una mano per aiutarla ad alzarsi.
“Tu mi devi parecchie spiegazioni” disse puntandomi il dito contro.
“Ok, magari dopo.” Afferrai velocemente un paio di jeans, una maglia e della biancheria pulita.
“Fammi un favore, prendi tu le superga bianche e la borsa?” le chiesi. Controvoglia si avvicinò alla scrivania e afferrò la borsa, per poi piegarsi e raccogliere le scarpe.
“Che hai intenzione di fare?” chiese seguendomi fuori dalla camera.
“Andare in bagno e vestirmi. Sbaglio o volevi fare shopping?” Raccolsi il resto delle cose ed andai in bagno a prepararmi.
“Come sei entrata?” chiesi una volta di sotto.
“Zayn mi ha fatto una copia delle chiavi” confessò.
Mi girai e la guardai sbalordita. “Zayn Malik sta facendo le cose seriamente a quanto pare.”
“Veramente, le cose si sono fatte serie già da un po’ di tempo. Solo che tu sei troppo ritardata per accorgertene.” Chiusi gli occhi in due fessure e la guardai cercando di sembrare cattiva.
“L’odio non ti dona” mi disse ridendo.
Lasciai perdere e iniziai a frugare tra i cassetti del mobile dell’entrata alla ricerca di un pezzo di carta e di una penna.
“Che fai adesso?”
Non le risposi e iniziai a scrivere una volta trovato l’occorrente. Andai in cucina e attaccai il post-it giallo sullo sportello del frigo.
“Sono fuori con Arianna. Un bacio, Julie” lesse ad alta voce. “Awwww, come siamo dolci” mi prese in giro.
“Smettila.” La presi per un braccio e la trascinai fuori di casa.
Riuscii a distrarla dall’argomento ‘Niall’ non appena ci ritrovammo di fronte alla vetrina di uno dei suoi negozi preferiti.
“Sei cotta di quel ragazzo” disse da dentro il camerino.
“Siamo di buon umore oggi. Cos’è? ‘Sta notte ti sei data alla pazza gioia con Zayn?” le risposi a tono.
“Davvero divertente, Julie.”
“Andiamo, come se non fosse vero!” Non potevo vederla, ma dato il silenzio in cui si era calata era evidente che l’avevo messa in imbarazzo.
“Arianna Gomez, mi sei passata da suora di clausura a campionessa regionale nello sport preferito di Malik” dissi ridendo.
“Come sto?” disse scostando la tenda. Il vestito azzurro caraibico che aveva scelto sembrava essere stato cucito apposta per lei.
“A casa ho un copri spalle che sembra starci perfettamente.” Si diede un’ultima sistemata davanti allo specchio e poi uscì. Fece un giro su se stessa e poi mi guardò per chiedere il mio parere.
“Tu vuoi far impazzire Zayn, cara mia” dissi ridendo.
“Lo prendo per un ‘Compralo Ari’.” Rise e andò a cambiarsi.
In quel momento mi venne in mente che non avevo niente da mettere per domani sera, così nell’attesa iniziai anch’io a frugare tra tutti quei vestiti. Poi il mio telefonò squillo. Sul display apparve il nome di Niall. Sono stato bene questa notte, Niall. P.S. Non comprare vestiti, ho io una sorpresa per te. Rimisi a posto il vestito che poco prima stavo guardando, iniziando a farmi film mentali su quale sarebbe stata questa sorpresa. Probabilmente si trattava di un abito. Quando Ari tornò da me aveva già pagato.
“Sei stata veloce” ammisi.
“Non volevo portarti via dal mondo dei sogni. Che stavi facendo? Avevi una faccia tanto Alice nel Paese delle Meraviglie” mi prese in giro. Le diedi una leggera spinta e le chiesi di smetterla.
Tornai a casa per l’ora di pranzo, in modo da prepararmi per il lavoro.
“Neanche una busta. A quanto pare mi hai preso in parola.” Mi voltai di scatto e vidi Niall appoggiato alla porta del salone.
“Spero solo che ne valga la pena” dissi facendo spallucce e andando verso le scale.
Iniziai a salire, ma mi fermai dopo pochi gradini. Mi voltai verso di lui, che era ancora con le spalle appoggiato alla porta, ma con lo sguardo rivolto verso di me.
“Comunque, per quanto possa contare, anch’io sono stata bene questa notte.”




here i am:
Qualcuna forse dopo questo capitolo mi odierà, qualcun'altra invece mi amerà (?) Boh non lo so ahah
Suu recensite in tante che vorrei vedervi più partecipi e soprattutto vorrei sapere cosa ne pensate della storia çç
Se fate le brave vi dico anche il capitolo in cui torna Harry, buahahah (?) LOL Dai, un anticipo ve lo do già da adesso. Avete presente la one shot su Julie e Liam? Presto ne arriverà una simile però su Harry.......
Buona lettura ;)


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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


 



Capitolo 26

“Buon Compleanno Julie!”
Improvvisamente la mia camera fu invasa da dei prepotenti raggi di sole, davvero insoliti data la stagione invernale. Il materasso del mio letto iniziò a fare su e giù, un po’ come sulle montagne russe.
“Santo cielo ragazzi! Così mi distruggete una camera!” Mi tirai su col busto e mi appoggiai alla tavarca. Quattro facce sorridenti e raggianti mi si presentarono davanti non appena la vista smise di essere appannata (vale a dire dopo una lunga e impegnativa strofinata agli occhi).
“La solita vecchia e acida Julie” disse Zayn, fingendosi commosso. Afferrai uno dei cuscini che avevo dietro la schiena e glielo lanciai contro, rischiando di farlo cadere a terra.
“Ho solo 19 anni. Voi siete molto più vecchi di me” dissi ridendo.
“Due anni non sono niente” protestò Liam.
“Già, noi siamo i ventenni più fighi di tutto il paese” continuò Niall.
“Lo stesso non si può dire di tuo fratello…” Questa volta Zayn non ebbe neanche il tempo di terminare la frase, perché Louis lo spinse giù dal letto.
“Bene, dove eravamo rimasti?” Louis si guardò intorno, come se non fosse successo niente. Ma una risata scoppiò comunque. Era impossibile stare seri in quelle circostanze.
“Mi hai fatto male, idiota!” Zayn sbucò da sotto il letto dolorante, che si massaggiava un punto indeterminato sulla testa.
“Che ne dite di fare colazione?” cambiò discorso Niall.
“L’ultimo che arriva lava i piatti per una settimana” urlai.
Saltai fuori dal letto e iniziai a correre spedita verso la cucina. Liam mi fu subito dietro, pronto a mettermi i bastoni fra le ruote con l’aiuto dell’immancabile Zayn. Ma con loro grande dispiacere riuscii ad arrivare comunque prima e l’amara sorte di lavare i piatti per i prossimi sette giorni toccò a mio fratello.
“Si, si. Ridete pure voi. Tanto prima o poi me la pagherete” protestò sedendosi a tavola.
Dovevo ammettere che quella volta avevano davvero superato loro stessi. La tavola era apparecchiata a dovere e sopra c’era la qualunque. Dal latte al succo d’arancia, dai biscotti ai pancakes. E ovviamente non poteva mancare la mia amata cioccolata calda. E questa volta con tanto di marshmallows.
“Ragazzi, siete unici” dissi mentre mandavo giù uno di quei dolci.
“Lo sappiamo” risposero in coro. I soliti montati, pensai. Poco dopo suonarono alla porta.
“Non io” mi affrettai a dire. A seguire lo dissero prima Niall, poi Liam e infine Zayn.
“Io non ci provo neanche.” Louis sbuffò ed andò, controvoglia, ad aprire la porta a chiunque fosse a quell’ora.
“Saranno Charlie o Ari” dissi.
“Non credo. Con Ari siamo rimasti che ci vediamo direttamente questa sera” mi corresse Zayn.
“Già, anche con Charlie” disse Liam. Ci guardammo tutti con fare interrogativo.
“Non sarà mica H-” Zayn si bloccò, senza finire la frase. Potrà sembrare assurdo, ma per un attimo quel pensiero passò per la mente anche a me. Ma era praticamente impossibile che fosse lui. Tanto valeva togliersi il dubbio una volta per tutte.
“Louis” urlai. “Chi è?”
Non ricevetti nessuna risposta, ma poco dopo mio fratello entrò in cucina con una torta fra le mani e una ragazza al seguito. Molto timidamente lei alzò la mano, in segno si saluto.
“Ragazzi, lei è Emily” la presentò Louis. “La nostra nuova vicina di casa” aggiunse sorridendo, voltandosi a guardarla.
Emily doveva avere più o meno la mia età. Era una ragazza alta e senza un grammo di ciccia in più del dovuto. Aveva lunghi capelli biondi che le cadevano delicatamente sulle spalle e due espressivi occhi azzurri.
“Beh, piacere Emily. Io sono Julie!” Ruppi la tensione ed andai a presentarmi, per poi essere seguita dagli altri.
“Che è quella?” disse Liam indicando la torta che Louis ancora non si era deciso a posare.
“Giù le mani, Payne! È mia” gli ringhiò. Liam lo guardò male, così come facemmo noi tutti. O mio fratello era diventato matto tutto d’un tratto o lo era sempre stato senza che però ce ne rendessimo conto.
“È una torta alle carote che ho preparato io” spiegò Emily.
“Oh, ora capisco tutto. Sai Em –posso chiamarti Em?- mio fratello Louis ha una passione innata per le carote!” dissi ridendo.
Invitammo Emily a restare per la colazione e alla fine Louis le propose anche di venire alla mia festa. Inizialmente lei rifiutò, ma alla fine dovette cedere al fascino insistente del mio fratellone.
“Facciamo una statua! Signore e signori:” Zayn fece una pausa “Louis Tomlinson ha trovato una ragazza!”
Io e Liam fummo i primi a scoppiare a ridere. Zayn allora porse il pugno a tutti quanti, in modo che potessimo mostrare il nostro sostegno alla sua causa. Quando arrivò il turno di Louis, lui prima lo guardò male, ma alla fine colpì il pugno anche lui.
“Il mio fratellone innamorato” corsi ad abbracciarlo.
“Ok, adesso basta” supplicò. Alla fine lo accontentammo e non toccammo più l’argomento Emily per almeno… dieci minuti.
Era più di un’ora che Louis mi aveva detto di prepararmi per la festa, eppure ero ancora in tuta. Niall mi aveva detto di aspettarlo in camera mia, che presto sarebbe tornato con la sua sorpresa. Camminavo avanti e indietro, perlustrando ogni singolo centimetro della stanza per occupare il tempo. Poi qualcuno bussò alla porta e mi ripresi da quello stato.
“È permesso?” La testa bionda di Niall sbucò all’improvviso.
“Era ora Horan!” urlai.
Corsi verso la porta e la aprii del tutto. Davanti mi si presentò lui con in mano un enorme scatolone bianco. Gli feci segno di entrare e di posare il pacco sul letto. Richiusi la porta e lo raggiunsi.
“Cos’è?” chiesi incuriosita.
“Aprilo” fu la sua risposta. Senza farmelo ripetere due volte tolsi il coperchio.
“Wow” fu la mia esatta reazione. Un delizioso vestitino color panna era contenuto nello scatolo.
“Niall, è bellissimo. Grazie!” Entusiasta di quel regalo, gli gettai le braccia al collo e gli stampai più di un bacio sulle guancie che nel frattempo erano diventate rosse, come era solito accadere quando era imbarazzato.
“Sono contento che ti piaccia” disse una volta che mi scrollai da lui.
“Ancora in tuta sei! Gli invitati sono tutti arrivati! Manchiamo solo noi!” Non mi diede tempo di ribattere. Afferrò Niall per le spalle e lo trascinò fuori.
Dimenticai subito quella scena e iniziai a prepararmi, facendo il più veloce possibile. Indossai l’abito regalatomi da Niall, che mi stava alla perfezione. Iniziai a cercare nell’armadio qualcosa da poter indossare sopra, ma dopo un insuccesso dietro l’altro lasciai perdere. Mi sarei accontentata del cappotto per non morire congelata. Abbinai un paio di decolté dello stesso colore e misi degli orecchini lunghi di brillantini. Andai in bagno per dare il tocco finale. Un leggero trucco e una piastrata veloce ai capelli mi bastarono per essere pronta.
Mi soffermai qualche attimo in più davanti allo specchio, cercando di eliminare anche la più piccola imperfezione. Tutto sembrava essere a posto, quando mi cadde lo sguardo sulla catenina attorno al mio collo. Era stata lì con me per mesi, senza che io neanche me ne accorgessi. Con il polpastrello dell’indice percorsi attentamente l’intero bordo del ciondolo a forma di H. Mi guardai di nuovo allo specchio e capii che quella era una delle piccole imperfezioni a cui pensavo prima. Con un gesto rapido portai le mani dietro al collo e slacciai il laccio della collana. Guardai un altro poco quella lettera, così stupida, ma allo stesso tempo piena di significato. La strinsi in un pugno per non farla cadere e tornai in camera mia. Aprii il primo cassetto del comodino (lo stesso dove tenevo la lettera d’addio scrittami da Harry) e la gettai lì.
“Sei pronta? Louis sta dando di matto perché siamo in ritardo” disse Niall dolcemente, mentre entrava in camera mia.
“Si, eccomi” dissi cercando di nascondere il fatto che fossi leggermente turbata.
“Sei sicura di stare bene?” Annuii, mentre indossavo il lungo cappotto bianco che avevo scelto per l’occasione. Presi la pochette e lo guardai sorridendo.
“Ora possiamo andare.” Lo presi per mano e lo trascinai fuori dalla camera.
“Aspetta, hai tolto la collana?” mi fece notare.
“Mai pensato di entrare in polizia, Niall Horan?” dissi ridendo, riferendomi alla sua innata capacità di notare ogni singolo ed anche insignificante particolare.
Come aveva detto Louis era davanti alla porta, che ci aspettava davvero impaziente. Salimmo in macchina e partimmo alla volta del locale. Che la festa abbia inizio!


here i am:

Eccomi qua, spero di non avervi fatto aspettare troppo per questo capitolo.
Vorrei ringraziare i 52 lettori che hanno messo la storia tra le preferite e i 64 che invece la seguono, grazie con tutto il cuore davvero ♥
Forse il capitolo potrà sembrare di passaggio, ma in realtà c'è un piccolo particolare molto importante. Julie ha tolto la collana, che era il simbolo materiale della sua storia con Harry, perciò vuol dire che in un certo senso sta superando questa sua assenza...
Ma non disperate! (?) Nel precedente capitolo vi avevo promesso notizie su Harry e non ho intenzione di deludervi uù Il nostro riccio torna nel capitolo 31!
Quindi state tranquille che presto le cose cambieranno....
Mi prendo due righe per farmi un po' di pubblicità (?) ahah Mi farebbe piacere se passaste a leggere due mie one shot, una su Harry e l'altra su Louis :)
Grazie ancora a tutte, buona lettura xx

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


 



Capitolo 27

Non appena arrivammo a destinazione, la mia bocca si spalancò e prese la forma di una gigante O. Al posto del locale di fattoni che mi aspettavo di trovarmi davanti, un lussuoso albergo si alzava nel cielo. Entrammo dentro l’immensa hall e ci dirigemmo dritti verso l’ascensore. Louis premette l’ultimo pulsante e l’ascensore iniziò la sua salita. Quando le porte si aprirono davanti a me si presentò una massa di ragazzi, urlanti il mio nome. Salutai tutta quella gente frettolosamente, ringraziandoli per essere venuti e augurando loro di divertirsi. Quando finalmente fu libera, raggiunsi gli altri, che erano tutti seduti allo stesso tavolo.
“Ci siamo dati al lusso, Zayn?” scherzai mentre salutavo i miei amici.
“Prenditela con Niall, mi è stato col fiato sul collo in questi ultimi giorni” si lamentò mandando giù il suo drink arancione. Mi voltai verso di Niall sorridendo.
“Te lo avevo promesso” mi sussurrò lui, in modo che io fossi l’unica a sentirlo.
“Qualcuno di voi conosce tutta questa gente?” chiese Louis.
“Certo che sì, Louis! Non riconosci i tuoi compagni del liceo?!” Fece spallucce, iniziando a guardarsi intorno.
“Onestamente nemmeno io mi ricordo di loro” dissi sorridendo falsamente ad una ragazza che era appena passata salutandomi.
“Però fingi bene” scherzò Liam.
“Questo vestito è uno schianto! Dove l’hai preso?” mi chiese Ari. Sorrisi dolcemente, voltandomi istintivamente verso Niall, che era seduto al mio fianco.
“È un regalo” risposi semplicemente.
“Beh, fatti dire che sei una favola ragazza!” Le sorrisi, per poi ricambiare il complimento.
“Liam, dov’è la tua ragazza?” chiese Louis.
“Ha detto che stava arrivando” rispose facendo spallucce. “Intanto lì c’è la tua” continuò ridendo. Col dito indicò l’entrata della sala, dove Emily aveva appena fatto la sua entrata.
“Così è lei” disse Arianna. “Non vedo l’ora di conoscerla.”
“Magari più tardi amore, ora lasciala a Louis” disse Zayn ridacchiando malizioso.
“Come sto?” chiese Louis alzandosi e sistemandosi la giacca nera.
“Sei perfetto. Ora vai e colpisci fratello” lo incitai. Lentamente Louis si allontanò dal tavolo, per raggiungere la sua dama.
“Sembrano carini insieme” disse Niall. Zayn fece un verso simile a quelli che si emettono quando si vomita.
“Sei sempre stato un tipo sentimentale” disse.
“Andiamo Zayn, non ti ricordi delle nostre chiacchierate prima che la bella Ari cedesse al tuo fascino?” Zayn mi lanciò un’occhiataccia, per poi dare un bacio alla sua fidanzata.
“Che ne dite di cambiare argomento?” propose Liam.
“Oh, ecco Charlie” disse subito Arianna. Ci voltammo tutti verso l’entrata, ma quella che vidi arrivare non mi parve affatto Charlie.
“Buona sera” salutò tutti. Diede un bacio appassionato al suo ragazzo, che per primo rimase basito. Non era da Charlie essere così… esplicita.
“Auguri Julie” disse sorridendomi, senza però mostrare troppo entusiasmo.
“Mantieni la calma” mi sussurrò Niall all’orecchio, intuendo che qualcosa non andava. Guardavo Charlie e capivo che c’era qualcosa di strano.
“Charlotte, quello è il mio vestito?” dissi indicando il tubino rosso che indossava.
“Già, non è quello che avevi all’ultimo compleanno di Louis?” chiese Zayn.
“Tecnicamente non è il tuo. È solo un modello uguale a quello che indossavi quella sera” rispose tranquillamente.
“Scusate, ma ho bisogno di andare in bagno” dissi per far cadere il discorso. Non avevo voglia di rovinare quella serata a nessuno dei presenti.
“Vengo con te” disse Ari.
Ci indirizzammo verso il bagno della sala, mentre il dj ingaggiato per la serata faceva partire la prima canzone. Attraversando l’enorme stanza notati che Louis stava conducendo Emily verso il centro della pista.
“A quanto pare abbiamo trovato la nostra Pretty Little Liar mancante” scherzò Ari.
“Speriamo” dissi buttando un’ultima occhiata su quei due.
“Che ne pensi di Charlie?” mi chiese dopo essersi data una sciacquata.
“Non so che impressione abbia dato a te, ma a me è sembrato che stia facendo di tutto per assomigliarti.” Feci spallucce. Non mi andava di affrontare quel problema in quel momento. D’altra parte me ne ero andata proprio per questo.
Passarono due ore tra balli scatenati e drink colorati. La festa onestamente stava diventando abbastanza monotona e la musica stava iniziando a stancarmi. Feci un ultimo ballo con Louis e poi con la scusa dei piedi doloranti tornai a sedermi. Vidi Niall ringraziare Emily per il ballo appena fatto e spingerla di nuovo tra le braccia di mio fratello.
“Non hai l’aria di una che si sta divertendo” disse raggiungendomi al tavolo.
“Dopo un po’ le feste mi stancano” confessai. Presi un bicchiere mezzo pieno che era rimasto sul tavolo e lo svuotai del suo contenuto.
“Sei davvero bella questa sera” disse guardandomi. Sentii le guance prendere colore.
“Grazie” dissi incerta.
“Che ne dici di andare a fare un giro da un’altra parte?” mi propose.
“Va bene.” Mi porse la mano e la afferrai senza un minimo di titubanza. Senza dare nell’occhio lasciammo la sala e subito dopo uscimmo fuori dall’albergo.
Niall chiamò un taxi, ma non volle dirmi dove stessimo andando. Solo una volta scesa realizzai che quello dove mi trovavo era il parco del nostro primo incontro.
“Questo fa parte dei miei regali?” dissi mentre lo guardavo arrampicarsi su un albero che si trovava quasi di fronte al cancello, che a quell’ora era chiuso.
“Te la senti di rischiare?” disse indicando il parco e il ramo su cui si trovava. Mi tolsi le scarpe e molto goffamente lo raggiunsi sul ramo. In un batter d’occhio mi ritrovai dentro al parco insieme a lui.
“Non ti facevo così trasgressivo” dissi ridendo, mentre lo guardavo darsi una ripulita ai jeans leggermente sporchi di terra.
“Se preferisci possiamo tornare indietro” si indicò alle spalle.
“Sto benissimo dove sono” gli risposi sorridendo.
“Sai, ho ancora un regalo da darti” disse iniziando a camminare per il viale alberato.
“Davvero? Credevo che il vestito e il controllare Zayn bastassero” gli risposi raggiungendolo e iniziando a camminare al suo fianco.
“In realtà è una sciocchezza, non so neanche se dartelo” disse facendo spallucce.
“Eh no, caro mio. Tu adesso mi dici cos’è!” protestai. Odiavo quando la gente faceva così.
“Vedremo. Se magari la smetti di essere così assillante…”
“Io non sono per niente assillante.” Lui mi guardò e rise.
“Ah si? Beh, se io sono assillante tu hai i capelli tinti.” Incrociai le braccia al petto e mi fermai, in attesa di una sua risposta.
“Come hai detto scusa?” disse facendo finta di non capire.
“Hai capito benissimo. Hai i capelli tinti, Horan. E sai meglio di me che ciò che ho detto è vero.” Gli feci la linguaccia in segno di gioco.
“Ti do cinque secondi di vantaggio. Ti conviene iniziare a correre.” Lo disse con una serietà che mi mise paura.
“Oh andiamo, stai scherzando vero?” Non ebbi risposta.
“Uno, due…” Oh merda, non stava scherzando. Iniziai a correre al meglio, ma con quelle dannatissime scarpe mi era impossibile.
“Cinque!” lo sentii urlare dopo che mi ero allontanata di pochi metri. Mi girai per guardarlo, sperando che avesse cambiato idea. Invece no, mi stava rincorrendo. E cosa peggiore, mi aveva quasi raggiunto.
“Tanto ti prendo!” mi urlò. E così fu.
Poco dopo mi afferrò per un braccio, attirandomi a sé. Eravamo vicini, troppo vicini. Quel tipo di distanza era sempre pericolosa, sempre.
“Ti ho presa.” Lo disse talmente piano che parve sussurrato.
Iniziò a giocare con i miei capelli, sistemando alcune ciocche dietro l’orecchio. Ed io ero lì, immobile, ad osservare ogni suo minimo movimento. I suoi occhi blu erano fissi sui miei. Aveva degli occhi bellissimi.
“Hai degli occhi bellissimi.” Cazzo avevo fatto? Lo avevo detto davvero? Da come brillavano, direi proprio di si.
“Se li guardi più da vicino sono ancora più belli, lo sai?” Mi si avvicinò ancora di più. Mi appoggiai al suo petto, per sentire meglio il suo profumo. Cavolo, aveva un profumo che avrebbe fatto andare in tilt qualsiasi ragazza.
La mano che prima era sul mio braccio adesso mi cingeva la vita. L’altra invece si stava allungando verso il mio viso per accarezzarmi. Sorrisi, non appena lo fece. Mi fece alzare la testa, mettendomi due dita sotto il mento. Stava sorridendo anche lui. Un sorriso di quelli che bastano per migliorare un pessima giornata; uno di quei sorrisi sufficiente per illuminare da soli un’intera stanza.
“Se non vuoi, devi fermarmi adesso” disse avvicinando il suo volto ancora di più al mio.
Non ero sicura dei miei sentimenti, ma in quel momento ero certa di volerlo baciare. Non dissi niente, così da lasciarlo fare. Si trattò di un attimo. Le nostre labbra, che all’inizio si erano poggiate l’une alle altre delicatamente, quasi come se ci vergognassimo, adesso si cercavano disperatamente, vogliose e cariche di passione. Sembrava che le nostre lingue già si conoscessero da tempo, mentre si intrecciavano in quel bacio. Sentivo la stretta salda del suo braccio lungo la mia schiena, mentre l’altra mano era appoggiata sul mio viso, come se non volesse lasciarmi scappare. Io continuavo a tenere le braccia intorno al suo collo, mentre mi divertivo a passargli le mani tra i capelli. Non volevo staccarmi, interrompere quel momento così bello era l’ultima cosa che volessi fare. Dopo un poco però fummo costretti a farlo, essendo a corto di ossigeno.
“Per la cronaca: questo era l’ultimo regalo” disse prima di riunire le sua labbra.
E in meno di un secondo me lo ritrovai attaccato, coinvolto almeno quanto me in quel bacio che sembrava non avere mai fine.


here i am:
non odiatevi, ricordatevi che io vi voglio bene ♥ LOL
si lo so che a molte di voi non piacerà questa relazione tra niall e julie, ma è indispensabile per far tornare a casa il nostro lassie- pardon harry :'D 
per quanto riguarda charlie non attaccatela, presto arriveranno anche le spiegazioni per quanto riguarda il suo atteggiamento. vi fidate di me, vero? (?)
spero di si LOL grazie a tutte xx

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


 



Capitolo 28

“Julie: fianco, pancia, schiena. Scegli una posizione e stai ferma!” Nonostante Niall fosse particolarmente isterico quella mattina, niente sarebbe riuscito a rovinare il mio umore.
“Come fai a dormire in questo buco di letto?” mi lamentai. Mi girai a pancia su, in modo da fissare il tetto sopra di me.
“Sai, è progettato perché ci dorma una persona sola.” Percepii un pizzico di malizia nel suo tono di voce. Mi voltai con la testa per guardarlo. Era girato su di un fianco, rivolto verso di me.
“Buongiorno” dissi ridendo. Avvicinai lentamente il mio viso al suo e gli lasciai un tenero bacio a stampo sulle labbra.
“Dormito bene?” mi chiese ridacchiando.
“Abbastanza” mentii. Non passavo una notte così bella da mesi. Dopo il bacio che ci eravamo scambiati iniziammo a passeggiare mano nella mano, percorrendo l’intero perimetro del parco. Poi, arrivata una certa ora, tornammo a casa. Le luci erano ancora spente e non si udiva una voce. Gli altri non erano ancora rientrati, così decidemmo di approfittarne.
“Spero che voi siate vestiti, perché ho bisogno di entrare in camera mia.” Niall scoppiò in una fragorosa risata. Io invece sprofondai sotto le coperte, tremendamente imbarazzata.
“Entra pure, Louis” riuscì a dire Niall.
“Almeno potevi farti trovare fuori dal letto” mi rimproverò, mentre frugava tra i suoi cassetti.
“Potevi non entrare” mugugnai da sotto le coperte.
“Spero per voi che non abbiate toccato il mio letto. Ho ancora in mente quella volta in cui Harry-”
“Ok, basta così” lo interruppi sbucando da sotto il lenzuolo. Niall guardò interrogativo prima lui e poi me.
“Storia vecchia” tagliai corto.
“Sarà meglio per te che non si ripeta però” mi puntò il dito contro mio fratello.
“Mi spiegate di cosa state parlando?” sbottò Niall.
“Niente, vero Louis?” lo guardai male.
“Oh, ecco la maglietta che cercavo. Ci vediamo di sotto” uscì dalla stanza ridacchiando.
Mi voltai verso di Niall, sperando che avesse già dimenticato l’accaduto. Ma purtroppo la sua faccia diceva chiaramente che non era così.
“Ok, sapevi di me e Harry. Non puoi farmene una colpa” dissi schietta.
“Non te ne faccio una colpa” si schiarì la voce. “Mi da semplicemente fastidio il fatto che una volta ci fosse lui a stringerti e a baciarti su questo letto.”
Lo guardai con la coda dell’occhio e non potei non notare i suoi occhi lucidi. Mi sistemai meglio, sedendomi sul letto a gambe incrociate e obbligando lui a fare lo stesso.
“Niall Horan, ascoltami bene.” Presi le sue mani e le strinsi forte. “In questo momento io sto insieme a te. Niente più Liam, né Harry. Solo tu. Anzi, noi. È chiaro?”
Lo vidi abbozzare un mezzo sorriso, probabilmente forzato. Ma era già un passo avanti.
“Chiarissimo” disse prima di baciarmi.
“Bene, così va decisamente meglio” dissi sorridendogli.
“Sarà meglio scendere” disse alzandosi.
“Dai, ancora cinque minuti.” Mi ributtai sul letto, sperando che non mi obbligasse veramente ad alzarmi.
“Julie, andiamo. Non fare la bambina.”
“D’accordo.” Così mi alzai e scesi di sotto, mano nella mano con Niall.
“Buongiorno gente!” esclamai entrando in cucina. Ari era seduta sulle gambe di Zayn, che ci guardò maliziosamente non appena facemmo il nostro ingresso.
“Zitto Malik” gli intimai prima che parlasse. Lasciai Niall e mi andai a sedere vicino ai due fidanzatini.
“Ma se non ho aperto bocca” protestò.
“Lo stavi per fare però.” Mi allungai sul tavolo e afferrai uno dei biscotti che si trovavano proprio al centro.
“Bella maglia” rise Liam indicandomi.
“Dove l’hai presa Niall? All’ultimo concerto di Justin Bieber?” Non capendo a cosa si riferisse, rivolsi lo sguardo versa la maglietta extralarge che Niall mi aveva fatto indossare prima che ci addormentassimo.
“Non me ne ero accorta” risi insieme a lui.
“Queste battute Liam ti vengono spontanee oppure le studi la notte?” ribatté acido, mentre si versava del latte in un bicchiere.
“Dai, infondo non c’è niente di male nella frase Never Say Never” lo prese ancora in giro Zayn.
“Siete tremendi” disse Ari. “Prenderlo in giro solo per i suoi gusti musicali. E poi parli proprio tu Liam, che fino a qualche mese fa portavi il Biebercut” continuò facendo una faccia schifata.
“Touchè” si arrese Liam.
“Sbaglio o sei tu quella che l’altro giorno ha detto che una delle cose migliori di Niall era il fatto di poterlo prendere in giro per Bieber? Oltre che per il suo colore di capelli…” chiesi tranquillamente alla mia migliore amica. Niall si voltò di scatto verso di lei e la fulminò con lo sguardo.
“Ok, forse l’ho detto” ammise alla fine ridendo.
“Oh, vedo che siete già tutti svegli.” Charlie si fiondò subito tra le braccia di Liam, iniziandolo a baciare.
“Ok, basta così” l’allontanò Liam. Lei fece per ribattere, ma lui con un semplice sguardo la zittì. Conoscendo Liam, quel comportamento stava iniziando a innervosire anche lui.
“Dove hai preso questa felpa?” chiese dopo che la ragazza si era seduta sulla sedia accanto alla sua.
“Nel tuo cassetto. Non ti dispiace che io indossi una delle tue felpe, vero amore?” Liam guardò prima lei e poi poggiò lo sguardo su di me. Feci spallucce e presi un altro biscotto. Liam scosse la testa, per poi copiare il mio gesto e mangiare anche lui un biscotto.
“Dov’è tuo fratello, Julie?” chiese Zayn, mettendo fine a quella spiacevole conversazione. Mi guardai intorno e solo allora notai che di Louis non c’era neanche l’ombra.
“Vado a cercarlo. Magari è rimasto di sopra.” Diedi un ultimo morso al biscotto e tornai al piano superiore.
“Louis, Louis Tomlinson dove ti sei cacciato?” iniziai a chiamarlo per tutto il piano. Iniziai a perlustrare ogni singola stanza, senza però riuscire a trovarlo.
“Dove diavolo si è cacciato” pensai ad alta voce. Quando mi trovai di fronte al bagno, la porta si aprì e davanti ai miei occhi vidi l’ultima persona che mi immaginavo di trovare.
“Emily” esclamai stupita. Aveva i capelli arruffati e indossava la maglietta che poco fa Louis era venuto a cercare in camera.
“Ehm…io…ecco…posso spiegare…Louis…ieri sera era tardi…avevo bevuto…oddio, che figura.” Con le mani si coprì il viso. Riconoscevo l’atteggiamento confuso e imbarazzato.
“Ehi, tranquilla. Non è successo niente” cercai di tranquillizzarla.
“Ok, si hai ragione. Non è successo niente. In fondo sono semplicemente andata a letto con un ragazzo che conosco da 24 ore.” Si lasciò cadere a terra con la schiena appoggiata alla porta. Quella ragazza mi faceva davvero tanta tenerezza.
“Se ti è d’aiuto posso dirti che non siamo una famiglia di maniaci o di assassini” dissi sedendomi accanto a lei. La sentii fare una leggera risatina. Forse stavo riuscendo a metterla a suo agio.
“Hai ragione. Mi faccio tante paranoie per niente. E poi Louis è così carino e dolce. E anche gli altri ragazzi ieri sera sono stati gentilissimi con me” mi guardò sorridendo.
“Visto? Non hai niente di cui preoccuparti.” Mi alzai e le tesi una mano.
“Sai, se magari ancora non te la senti di scendere sotto così vestita, puoi entrare in camera mia e mettere qualcosa di mio” le sorrisi.
“Grazie tante” disse afferrando la mia mano ed alzando.
“Ah, vedo che avete fatto amicizia” disse Louis sbucando alle mie spalle.
“Bene, vi lascio soli.” Feci l’occhiolino a mio fratello e tornai in cucina.
“Cos’erano tutte quelle voci?” mi chiese Niall non appena arrivai di sotto.
“Io non vi ho detto niente, ma…” feci una pausa. “Louis ed Emily” aggiunsi solamente. I ragazzi si lasciarono andare in una serie di “Oh” e “Ah” come era solito fare.
“Idioti” dissi guardandoli ridendo.
Poco dopo scese anche Louis, con Emily al seguito. Aveva seguito il mio suggerimento e aveva indossato una mia tuta. Invitammo tutti a rimanere per pranzo, così da trascorrere la mattina insieme. In quelle ore scoprimmo tante cose su Emily, come per esempio che si era appena trasferita dal Texas per il lavoro di suo padre e che aveva la passione per il nuoto fin da piccola.
“Benvenute tra noi Emily Fields!” aveva esclamato ad un tratto Ari.
“Veramente io vado di cognome Perkins” la guardò stranita.
“La devi scusare, ma guarda troppi episodi di Pretty Litlle Liars” le spiegai.
“Oh, ma anch’io adoro quel telefilm” disse con occhi sognanti, come se stesse parlando di una commedia d’amore.
Parlammo del più e del meno. Emily stessa si era offerta per cucinare ed è inutile dire che quello fu il pranzo migliore da anni a questa parte. Tutto sembrava procedere perfettamente, fino a quando non arrivò una chiamata che spezzò il filo della felicità che eravamo appena riusciti a ricucire.
“Julie, è per te” disse Liam passandomi il telefono.
“Pronto?” risposi.
“Julie sono Joseph Potter. È successa una cosa terribile.”


here i am:

Spero di non avervi fatto aspettare troppo per questo capitolo.
Non ho molto da dirvi onestamente. Vi annuncio che prima del capitolo dove torna Harry ce ne saranno un paio che andranno fuori dalla storia Harry-Julie-Niall. Avranno sempre come protagonista Julie, solo che non riguarderanno l'amore.
Spero che vi piaccia :) E grazie a tutte per il sostegno xx

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


 



CAPITOLO 29

Pioveva ininterrottamente da due giorni ormai. Il battere delle gocce d’acqua sull’ombrello a stento si sentiva. Era una pioggia lieve quella del giorno del funerale di Isabelle Potter.
Era trascorsa esattamente una settimana da quando era passata a miglior vita, per così dire. Il marito provò a mantenere un certo contegno durante la cerimonia funebre, piangendo in modo discreto. Io invece mi ero lasciata andare, svuotando ogni riserva idrica presente nel mio corpo. Ora lì, di fronte a quella bara, tutto della vita sembrava così ingiusto. Il signore richiama a sé sempre le persone sbagliate, pensai più volte.
Dopo la sepoltura, andai a trovare i miei genitori. Era davvero tanto che non portavo loro dei fiori.
“Ciao mamma, ciao papà” sussurrai una volta davanti alla loro lapide.
Richiusi l’ombrello e mi piegai verso la bara per dare un bacio alla foto che li ritraeva felici e innamorati. La pioggia non mi dava fastidio, ma avrei preferito un clima diverso. Quello era troppo triste e ne avevo abbastanza della tristezza. Sistemai i girasoli che avevo portato nel vaso di fiori poggiato lì vicino. I girasoli erano i preferiti di mia madre. Diceva di essere affascinata dal loro seguire costantemente il sole. Mi sedetti a terra, non preoccupandomi del vestito.
“Sono cambiate tante cose nell’ultimo periodo, sapete?” iniziai a parlare con loro. “Sono stata insieme a Harry tanto per iniziare. Poi lui ha scoperto di me e Liam ed è scappato. Ho passato mesi infernali.” Una lacrima mi rigò il viso, ma non la asciugai. D’altronde, sotto la pioggia nessuno l’avrebbe notata.
“Poi un bel giorno sono uscita dalla mia caverna e sono andata al parco. Lì ho conosciuto un ragazzo.” Sorrisi, ripensando al mio primo incontro con Niall. “Adesso stiamo insieme. Non sono innamorata di lui, questo è ovvio. Però gli voglio un gran bene e-”
“Julie eccoti finalmente.” Alzai lo sguardo e vidi Niall correre nella mia direzione. Sorrisi verso la foto dei miei genitori un’altra volta e poi mi alzai da terra.
“Ma sei impazzita. Che ci fai sotto la pioggia?” mi disse preoccupato. Si avvicinò e mi strinse sotto il suo ombrello, per ripararmi dall’acqua.
“È solo acqua Niall” lo presi in giro. “Non morirò per essermi bagnata un po’.”
“Mi preoccupo per te, tutto qui” rispose abbassando la testa. Con una mano sotto al mento gliela feci alzare nuovamente, in modo da potergli stampare un bacio sulle labbra.
“Come farei senza di te?” gli sorrisi.
“Cosa farei io senza di te, vorrai dire” mi corresse. Si chinò verso di me e le nostre labbra furono di nuovo unite in un bacio.
“Lo avevo detto io a Louis che mandare Niall a cercarti non era una buona idea.” Ci staccammo e guardammo nella direzione di quella voce.
“Zayn abbassa la voce. Siamo in un cimitero” lo richiamò Niall.
“Oh certo. Allora voi due continuate pure a limonare, mentre io abbasso il mio tono di voce” disse sarcastico.
“Andiamo, dai” mi intromisi.
Lasciai che Niall intrecciasse le dita della sua mano con le mie e seguimmo Zayn che già si era avviato. I ragazzi erano tutti radunati davanti all’enorme cancello che regnava all’entrata. Vidi Louis indicarci in lontananza e sussurrare qualcosa nell’orecchio a Liam. Probabilmente si trattava di una delle sue solite battute senza senso. Zayn si fiondò subito su Arianna, dandole un bacio leggero a fior di labbra.
“Sono davvero dolci, non trovi?” sussurrai a Niall.
“Noi lo siamo di più” rispose facendo spallucce. Gli diedi una pacca sul petto e sorrisi dolcemente verso di lui.
“Ci siamo tutti, quindi direi che possiamo andare” disse Charlie mentre giocherellava con le chiavi della sua auto. Dopo gli ultimi avvenimenti si poteva dire che fosse tornata la Charlotte di sempre, anche se ogni tanto aveva degli attacchi di gelosia improvvisa nei confronti di Liam.
Annuimmo tutti quanti e ci dirigemmo verso le auto con cui eravamo andati.
“Juliette.” Mi voltai di scatto e vidi il signor Potter venire verso di me.
“Qualcosa non va Joseph?” chiesi avvicinandomi a lui.
“Io speravo di poter parlare con te. È una questione piuttosto delicata e…” “Non si preoccupi” lo interruppi. “Che ne dice di continuare davanti a una tazza di the?” L’uomo annuì lentamente e accettò la mia proposta.
“Magari il tuo ragazzo può unirsi a noi” disse rivolgendo lo sguardo a Niall, che si trovava qualche metro dietro di me. Mi voltai nella sua direzione e gli sorrisi dolcemente.
“Mi dia un secondo.” Raggiunsi Niall e gli altri per spiegare loro la situazione. Niall fu ben felice di accompagnarmi, così in pochi minuti raggiungemmo insieme al signor Potter un bar nelle vicinanze.
Ci sedemmo in un tavolino vicino ad una vetrata e ordinammo da bere. Quando anche la mia ordinazione arrivò, iniziai a parlare.
“Non per farle pressione, ma… di cosa voleva parlarmi?” Sorseggiò un po’ del suo the e poi risistemò la tazzina sul piattino di porcella bianco che era sul tavolo.
Niall stava in silenzio accanto a me, bevendo il suo caffè.
“Si tratta della libreria” iniziò. Evitai di dirlo, ma lo avevo immaginato. “Già da tempo io e Isabelle avevano preso in considerazione l’eventualità di venderla.”
Mi trattenni dal sputare la cioccolata che avevo in bocca e per poco non mi strozzai. Niall mi aiutò a stare meglio, battendomi dei leggeri colpi sulla schiena.
“Stai bene?” mi chiese dopo che smisi di tossire.
“Si, grazie.” Gli sorrisi e tornai a guardare Joseph.
“Sta scherzando vero? Quella libreria è il frutto di tanti sacrifici. Non può volerla vendere.” Cercai di mantenere un tono calmo, evitando di attirare l’attenzione della gente intorno a noi.
“Ormai io sono un uomo vecchio e come avrai sicuramente notato non ho più le forze necessarie per mandare avanti il lavoro.” Prese un respiro profondo e poi estrasse una busta biacca dall’interno della sua giacca e l’appoggiò sul tavolo.
“Per questo con Isabelle abbiamo deciso di regalarla a te” disse spingendo il pezzo di carta verso di me. Rimasi per un tempo interminabile in silenzio a fissare quel corpo bianco che stava proprio sotto i miei occhi.
“Regalarla a me?” chiesi sorpresa.
“Come hai detto tu la libreria significa molto e onestamente non conosco nessuno che potrebbe prendersi cura di lei meglio di te.”
Istintivamente portai una mano alla bocca, prendendo con l’altra la busta tra le mani.
“Bastano un paio di firme e la libreria è tua, Julie.”
Sotto lo sguardo vigile di Niall aprii la busta. Dentro c’era quello che all’occhio sembrava essere un contratto di passaggio di proprietà.
“Ovviamente non devi darmi una risposta adesso. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi.”
Alzai lo sguardo dal foglio di carta e vidi che mi stava sorridendo dolcemente. Guardai Niall, per cercare sostegno. Un suo cenno col capo bastò per rassicurarmi.
“Ci penserò su.”
Una volta rientrata a casa fui felice di trovarli tutti lì. Louis stava tenendo una conversazione con Emily, che probabilmente doveva divertirla molto dato il modo in cui rideva. Non stavano insieme, non ufficialmente almeno. Ma erano davvero carini insieme e vedere mio fratello felice faceva stare bene anche me. Ari era accovacciata al petto di Zayn, che molto dolcemente le accarezzava la testa. Se qualcuno in passato mi avesse detto che Zayn Malik si sarebbe innamorato probabilmente non ci avrei mai creduto. Liam e Charlie erano seduti uno accanto all’altro, ma si notava che c’era tensione tra i due. Presi un respiro profondo e tossii in modo da far accorgere gli altri della mia presenza.
“Ehi, siete tornati” disse Louis spostando gli occhi su di me e Niall, che poco dopo comparve alle mie spalle.
“Già, siamo a casa” rispose. Gli feci segno di raggiungere gli altri e così andò a sedersi sul divano, accanto a Zayn.
“Devo dirvi una cosa e sono davvero contenta che siate tutti qui.” Abbozzai un sorriso, mentre mi dirigevo verso il centro della stanza. Liam spense subito la tv, in modo che fossi l’unica a parlare.
“Tu e il biondino non avete deciso di andare a vivere insieme, vero?” disse Zayn. Sia io che Niall lo guardammo male, scuotendo la testa all’unisono.
“Non vorrete mica sposarvi?” Mi voltai verso di Liam e lo guardai sconvolta.
“No, Liam. Non è nei nostri piani” lo tranquillizzò Niall.
“Oh santo cielo. Non sarai mica rimasta incinta?” Louis si alzò di scatto dalla poltrona e mi additò.
“Ma vi siete fatti di qualcosa in quest’ora che siamo stati fuori casa?!” sbottai.
“Quindi non sei incinta?” richiese.
“No Louis. Non sono incinta” risposi scandendo bene quelle ultime parole.
“Allora cosa succede?” Guardai Arianna con un’espressione da ‘se mi lasciate parlare ve lo dico’.
Presi un respiro profondo e guardai Niall, cercando nei suoi occhi azzurri le parole giuste da dire.


here i am:

Scusate l'attesa, ma ultimamente sono stata molto impegnata e.. vabè, non sto qui a raccontarvi la storia della mia vita LOL
Sono di fretta, perciò vi lascio un commento veloce.
Spero che il capitolo vi piaccia e.. e niente. Grazie a tutti davvero xx

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


 



CAPITOLO 30

Le mani avevano iniziato a sudarmi, come ogni volta che ero nervosa. Era una decisione importante da prendere e volevo farlo insieme a quella che mi piaceva definire la mia famiglia.
“Julie ti decidi a parlare? Mi stai facendo venire l’ansia.” Alzai lo sguardo verso Louis, che adesso sembrava essere davvero preoccupato. Aveva ragione, dovevo dare loro la notizia.
Mi schiarii la voce e iniziai quello che sembrava essere il discorso più difficile di tutta la mia vita.
“Il signor Potter voleva parlarmi di una faccenda riguardante la libreria. Ecco, non voglio girarci intorno troppo a lungo, così lo dirò e basta.” Mi bloccai e presi un ulteriore respiro. L’ennesimo da quando ero tornata a casa. “In poche parole vuole che io diventi la nuova proprietaria. Si insomma, vuole regalarmi la libreria.”
Iniziai a scrutare attentamente i volti di ognuno di loro, in modo da capirne le reazioni. Sembravano piuttosto rilassati.
“Ma è una splendida notizia” disse Ari alzandosi dalle gambe di Zayn e venendomi ad abbracciare.
“Frena l’entusiasmo. Non ho ancora deciso se accettare o meno.”
“Ma sei scema? Quando ti ricapita un’occasione del genere?” disse Zayn. Lo guardai e pensandoci sopra non aveva tutti i torti.
“Non pensavo che lo avrei mai detto, ma Zayn ha ragione” continuò Liam. Ridemmo tutti molto spontaneamente alla frase di Liam, mentre Zayn era occupato a lanciare occhiatacce a tutti quanti.
“So di essere l’ultima arrivata qui, ma io sono d’accordo con i ragazzi.” Guardai Emily e le sorrisi. In pochissimo tempo era riuscita a farsi volere bene da tutti e la sua opinione per me aveva la stessa importanza di quella degli altri.
“Louis?” lo chiamai. Si alzò dalla poltrona e mi venne accanto.
“Io sto con te sorellina. Qualsiasi cosa tu decida di fare” disse prendendomi le mani. Il suo sorriso rassicurante mi fece sentire subito bene.
“Niall?” chiamai questa volta. Fin’ora si era espresso solo a sguardi e avevo davvero bisogno di sentire il suo parere.
“Io sono con Louis. Fa quello che ti senti.” Si alzò e mi venne ad abbracciare.
“Se accetto quest’offerta non sarò più una semplice commessa. I turni raddoppieranno, così come le responsabilità. Ho solo diciannove anni, non sono sicura di essere pronta per una cosa del genere” ammisi.
“Tu sei una Tomlinson. Non devi neanche porti questo genere di problemi.” La mano di Louis continuava a stringere la mia, mentre Niall non toglieva il suo braccio da intorno la mia vita. Quel loro starmi così vicina mi faceva sentire protetta.
Le parole di Louis mi avevano dato una carica positiva e per la prima volta in vita mia mi sentii così forte da superare qualsiasi avversità. Ma c’era ancora qualcosa che non mi spaventava.
“Sai, dicono che a stomaco pieno si rifletti meglio.” Louis parve leggermi nel pensiero. In fondo non dovevo mica decidere in quel momento cosa fare.
“Pizza party?” propose saltando sul posto. I ragazzi diedero la loro approvazione, lasciandosi andare in uno sfrenato trenino tipico delle feste.
Ari si buttò sul telefono, per chiamare la nostra pizzeria di fiducia. Mi gustai per qualche minuto quel quadretto di idioti all’in piedi, per poi gettarmi sul divano, proprio accanto a Charlie. Era particolarmente silenziosa ed era stata anche l’unica a non dire niente riguardo alla questione sulla libreria.
“Ehi Char, tutto bene?” Senza guardarmi o rispondermi si alzò e si diresse verso la cucina. Mi voltai verso gli altri che a quanto pareva non si erano accorti di niente. Mi sentii in dovere di seguirla, così la raggiunsi nell’altra stanza.
“Posso sapere che ti succede? Sono settimane che sei strana” dissi richiudendo la porta alle mie spalle. Lei continuò a bere il suo bicchiere d’acqua, stando appoggiando al top della cucina come se io non esistessi.
“Sto parlando con te” dissi prendendole il bicchiere dalle mani e buttandolo nel lavello. Lei sbuffò, incrociando le braccia al petto.
“Vuoi davvero sapere cosa mi prende?” disse.
“Si” le urlai contro.
“Bene, ma lo hai voluto tu” disse sciogliendo le braccia e allontanandosi leggermente.
“Sono gelosa del tuo rapporto con Liam. Mi da fastidio anche il più ingenuo sguardo che vi scambiate. Mi da fastidio vedervi scherzare, parlare, cantare insieme. Mi da fastidio anche saperti nella stessa stanza insieme a lui. Quando tu lo odiavi tutto era più semplice. Stavate lontani e grazie a questo sono riuscita a superare la vostra storia. Ma adesso è diventata una cosa insostenibile. In più ora esce fuori questa cosa della libreria. Come credi che debba sentirmi?” Fece una pausa e poi riprese col suo monologo.
“Ho dato l’anima per quel posto. Ho fatto il doppio turno ogni volta che tu eri troppo depressa a causa di Harry per venire a lavoro. Ho parlato più io con i fornitori che Joseph o Isabelle. Ho impiegato un giorno intero per fare l’intero inventario. E loro decidono di regalare tutto a te. Io…” Si zittì improvvisamente, abbassando la testa e guardando in direzione dei suoi piedi.
“Inizio a pensare di essere inutile, Julie.” Il tono accusatorio e arrabbiato che aveva all’inizio era sparito e quella frase era stata detta quasi in un sussurro.
Rimasi per qualche minuto in silenzio, paralizzata dalle sue parole. Era così che mi vedeva Charlie? Come una nemica? Una rivale? Il gelido silenzio che era calato venne interrotto da un pianto smorzato. Tornai a guardare Charlie e la vidi seduta a terra, mentre si nascondeva il viso con le mani. Sentii di dover fare qualcosa, ma non sapevo bene come comportarmi. Mi avvicinai e titubante scivolai lungo la parete fino a sedermi accanto a lei. Volevo abbracciarla, ma avevo paura della sua reazione.
“Mi dispiace che tu stia soffrendo a causa mia” dissi quando iniziai a parlare. “Forse sono l’ultima persona da cui vorresti sentirlo dire, ma Liam ti ama. Ti ama davvero.”
Sentii i singhiozzi diminuire e ne fui sollevata.
“Tra di noi non potrà mai esserci qualcosa che vada oltre la semplice amicizia.” Parlavo fissando un punto indefinito davanti a me, sperando che mi aiutasse a riflettere.
“Se me lo chiedi rinuncerò alla libreria” dissi dopo averci pensato bene.
“No” urlò alzandosi di scatto. “No, non devi farlo” continuò scuotendo la testa.
La guardai dal basso con un enorme punto interrogativo stampato sulla faccia.
“Non devi rinunciare solo perché io sono un’insicura che si fa le paranoie.” Sul suo volto comparve un sorriso forzato.
“Mi dispiace Char, mi dispiace davvero.” Quel sorriso si aprì lentamente in uno più vero e spontaneo.
“Scusami, non avrei mai dovuto dirti certe cose.” A quelle parole sorrisi, perché finalmente avevo ritrovato la Charlie che era mia amica e a cui volevo bene.
Mi porse la mano e senza pensarci troppo la afferrai. Mi alzai da terra e la prima cosa che feci una volta in piedi fu abbracciarla. Sentii le sue braccia stringersi intorno a me e fui felice di sapere che stava ricambiando il mio gesto. Quando ci staccammo passammo circa una decina di minuti a scusarci a vicenda, anche se non ne avevamo un vero e proprio motivo arrivate a quel punto.
“Scusate l’interruzione, ma Liam sta impazzendo. Crede che Charlie stia male.” Mi voltai in direzione della voce e vidi la testa bionda di Niall sbucare da dietro la porta.
“Sarà meglio che tu vada a rassicurarlo” dissi rivolta a Char. Lei annuì, ma prima di andarsene si avvicinò e mi bisbigliò qualcosa all’orecchio.
“Harry è stato un idiota ad andarsene così” furono le sue esatte parole. Mi bloccai nel sentirglielo dire. Era… era strano. Era strano parlare di Harry, ora che c’era Niall.
“Stai bene?” Sobbalzai quando Niall mi cinse a sorpresa da dietro.
“Una favola” mentii. In realtà non stavo bene. Le parole di Charlie in un certo senso mi avevano… sconvolta. Si, esatto. All’improvviso non sapevo più che fare. Ero come entrata nel pallone.
I teneri baci che Niall mi lasciava sul collo servirono per riportarmi alla realtà e cacciare momentaneamente quel pensiero dalla mia testa. Mi voltai e gli lasciai un dolce bacio sulle labbra.
“Sai, avevi ragione su Charlie” dissi per distrarmi, anche se la sola presenza di Niall era più che sufficiente.
“Era gelosa?” Annuii con il capo, mentre strofinavo il mio naso contro il suo.
“Vedrai che le cose si sistemeranno presto” disse prima di darmi un altro bacio, questa volta più spinto. Dopo arrivò il colpo di genio. “
Credo di sapere come sistemare le cose una volta per tutte” dissi quando la migliore idea di sempre mi venne in mente.
Non solo avrei eliminato ogni singolo mio dubbio riguardo all’accettare o meno la proposta del signor Potter, ma avrei ripreso in mano le redini della mia amicizia con Charlie. Era un’idea perfetta e niente sarebbe potuto andare storto.


here i am:

eccomi qua col capitolo che precede quello da voi tanto atteso lalalala harry torna nel prossimo, come ve lo immaginate il suo rientro? ;)
vabè, questo capitolo mette fine alla storia riguardo charlie. finalmente le due si sono chiarite e non sentiremo più parlare di questo problema tra di loro c:
boh in realtà non ho molto da dire, solo ringrazio tutte voi che seguite/recensite/preferite la storia ♥ siete fantastiche tutte quante, davvero *-*
vi lascio una piccola nota:
una mia amica sta scrivendo una fan fiction e mi farebbe piacere se passaste anche da lei :) xx

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


 



CAPITOLO 31

21 Marzo, primo giorno di primavera. Anche se di primavera c’era ben poco nell’aria. D’altronde eravamo a Londra, potevamo aspettarci mai un sole che spaccasse le pietre?
Finii di sistemarmi e scesi al piano di sotto, dove Niall mi stava aspettando per andare al cinema. Mano nella mano, ci incamminammo per raggiungere il cinema, che distava davvero poco da casa nostra. Passeggiammo in silenzio, godendoci quel momento tutto nostro.
Le cose stavano andando meglio per tutti noi in quest’ultimo periodo. Louis ed Emily stavano insieme, Liam e Charlie avevano ritrovato la complicità di un tempo e Zayn era arrivato al punto di conoscere i genitori di Arianna. Infine c’eravamo io e Niall, che felici e spensierati cercavamo di vivere al meglio la nostra storia. Per quanto riguarda la libreria avevo accettato di gestirla, alla condizione che Charlie fosse mia socia. In poche parole ognuno di noi si stava godendo il proprio finale da favola.
“Due biglietti per Kung Fu Panda 2” disse cordialmente Niall al tizio della biglietteria. Il ragazzo ci guardò male e senza dire nulla ci diede i due biglietti.
“Io l’avevo detto che era meglio scegliere un film più… maturo” disse una volta pagato.
“I cartoni animati sono molto istruttivi” risposi convinta. Lui mi guardò e scosse leggermente la testa, sorridendo.
Ci sistemammo in una delle ultime file, perché fin da piccola io ero convinta che dal fondo della sala si vedesse meglio.
“Vai a prendere i pop-corn prima che il film inizia?” Niall sbuffò, dato che si era appena seduto.
“Ti prego” dissi facendo gli occhi dolci. Mi stampò un veloce bacio e andò fuori a comprare da mangiare. Mi sistemai meglio sulla poltrona e poco dopo le luci si spensero e partirono i primi trailer pubblicizzati.
“Ecco i tuoi pop-corn.” Distolsi lo sguardo dallo schermo davanti a me e mi voltai verso Niall, che mi stava porgendo una confezione maxi. “Io ti adoro.” Afferrai il cartone e iniziai a mangiare. Una manciata dopo l’altra, i pop-corn finirono prima di metà film.
“Ti stai divertendo?” chiesi dopo che Niall si era lasciato andare nell’ennesima risata.
“Da matti” rispose senza smettere di ridere.
“La prossima volta andiamo a vedere i Puffi” commentai.
“Si, si” rispose. Probabilmente non mi era neanche stato a sentire.
Poggiai la scatola di pop-corn ai miei piedi, in modo da avere le mani libere. Appoggiai la testa sulla spalla di Niall, che in quel momento parve ricordarsi di me. Fece scivolare il suo braccio dietro la mia schiena e iniziò a darmi teneri baci a fior di labbra.
“Non mi ricordavo che baciassi così male” commentai quei baci smorti.
“Ti ricordo che siamo circondati da bambini” mi riprese.
“Ti ricordo che siamo al buio” dissi maliziosa.
“Julie, guarda il film” disse indicando il panda che in quel momento stava combattendo davanti ai nostri occhi.
“Come sei noioso” dissi sedendomi normalmente, incrociando le braccia al petto. Lo sentii ridere leggermente e mi innervosii.
Niall era il ragazzo perfetto. Dolce, premuroso, affettuoso, che ti prestava sempre mille attenzioni. Ma un rapporto non poteva funzionare se non c’erano di mezzo provocazioni e malizia. Almeno io la pensavo così.
Il film durò per altri buoni trenta minuti, al termine dei quali la sala si illuminò nuovamente mostrando il mare di pop-corn e patatine che probabilmente i bambini avevano gettato per terra invece che mangiare. Guardai la scatola vuota tra i miei piedi e con un calcio la spinsi sotto al sedile.
“Esistono i cestini.” Alzai la testa verso Niall e lo guardai stanca.
“Una scatola in più non fa la differenza” dissi mettendo la giacca. Mi fece spostare per poi piegarsi sotto la poltrona e prendere quello che io avevo buttato poco prima.
“Guarda e impara” mi disse mentre si avvicinava al cestino. Tornò da me con un sorriso fiero sul viso, che comunque mi fece tenerezza.
“Se non stessimo insieme a quest’ora ti starei prendendo a male parole.” Allungai la mano verso di lui, in modo che l’afferrasse.
“La stessa cosa vale per me” disse ridendo.
“Lo sai che non ti prendono a male parole le ragazze” dissi mentre ci incamminammo verso l’uscita. Fece spallucce e una volta fuori mi diede un bacio intenso, di quelli che piacevano a me.
“Credo di averti appena perdonato” dissi staccandomi leggermente da lui. Mi baciò di nuovo, questa volta più dolcemente. Ci sorridemmo a vicenda, mentre iniziavamo a camminare al chiaro di luna.
Guardai l’ora ed erano quasi le nove.
“Credi che i ragazzi abbiano già mangiato?” chiese Niall.
“Probabilmente no, ma dopo tutti quei pop-corn non voglio vedere neanche un pezzo di pane” dissi portandomi la mano libera sulla pancia e facendo una faccia leggermente nauseata.
“Mangi davvero tanto per essere così piccola.” Lo guardai male e per farmi calmare mi baciò di nuovo.
“Non funziona sempre così sai?” Mi baciò di nuovo, senza dire niente. “Però sei perdonato anche questa volta” dissi baciandolo io questa volta.
“La prossima volta però andiamo con la macchina di Lou al cinema” dissi pensando ai miei piedi doloranti.
“Hai ragione.” Lo guardai stranita, convinta che anche questa volta avrebbe avuto qualcosa da ridire.
“Comunque siamo arrivati.” Guardai di fronte a me e riconobbi la mia adorata casetta.
“Home sweet home” dissi facendolo ridere.
Attraversammo la strada e poco dopo ci trovammo davanti alla porta. Iniziai a frugare nella borsa alla ricerca delle chiavi che ero convinta si trovassero lì dentro da qualche parte.
“Lascia, faccio io” disse Niall con il suo mazzo già in mano. Inserì la chiave nella toppa e dopo il solito giro la serratura scattò.
“Siamo tornati” urlai una volta dentro. Tolsi la giacca e la gettai su di Niall, in modo che l’appendesse insieme alla sua.
“Non trovi che ci sia troppo silenzio?” Guardai Niall e annuii.
“Probabilmente staranno complottando qualcosa in soggiorno” dissi.
Mi schiarii la voce per poter urlare “Ragazzi qualsiasi cosa abbiate in mente sappiate che il vostro piano fallirà miseramente” mentre entravo in salotto.
Fui molto sorpresa di trovare Liam, Zayn e Louis seduti sul divano in silenzio .
“Ehi che è successo? Sembra che abbiate appena visto un fantasma” dissi ridendo delle loro facce sconvolte.
Loro non parlarono e così iniziai a preoccuparmi. Guardai mio fratello per cercare di capire qualcosa e l’unica cosa che fece fu indicare la poltrona girata di schiena che si trovava dinanzi a me. Guardai l’oggetto inanimato, senza capire ancora niente. Poco dopo avvenne l’impossibile.
Una testa riccia sbucò da dietro la poltrona e il mio mondò crollò in quel preciso istante.
“Ciao Julie” disse semplicemente. Fece un passo verso di me e istintivamente indietreggiai. La mia schiena si scontrò con qualcosa e quando mi voltai incrociai lo sguardo di Niall. Lasciai cadere la mia borsa a terra, incapace di sorreggere qualsiasi cosa.
“Che succede qui?” chiese. Deglutii rumorosamente e tornai a guardare dinanzi a me. Lui fece lo stesso, fino a incrociare il suo sguardo. Desideravo dire qualcosa, anche la più stupida, ma non riuscivo ad emettere nessun suono. Ma c’era anche un’altra cosa che volevo fare e pregai con tutto il cuore che il mio corpo mi sostenesse in quell’impresa.
Lasciai Niall e lentamente mi avvicinai a lui, fino a ritrovarmi a un palmo dal suo viso. Subito fui pervasa dal suo irresistibile profumo. Lo stomaco iniziò a farmi male, così come succedeva ogni volta che gli stavo vicino. Rimasi ferma immobile per qualche minuto, per poterlo guardare. I ricci che gli incorniciavano il viso adesso erano leggermente più lunghi. Quelli occhi verdi che tanto amano avevano perso la luce di un tempo, così come il sorriso, che non era smagliante come lo ricordavo. Rimanevano quelle due fossette, che si mostravano debolmente in quel mezzo sorriso che aveva messo su.
Chiusi gli occhi e mi concentrai solo su me stessa, dimenticandomi di tutti i presenti in quella stanza. Lui compreso. Quando li riaprii il gesto fu automatico. Guidai la mia mano destra diretta verso la sua guancia, che in pieno fu colpita da uno schiaffo. Un rumore forte e secco echeggiò nella stanza, conseguenza di quel mio gesto. Lui non fece niente, se non toccare il punto in cui le mie cinque dita avevano colpito la sua pelle. Era rosso e il segno si vedeva evidentemente. Guardava il pavimento, senza distogliere mai gli occhi dal parquet marrone.
Mi allontanai da lui e raccolsi la borsa da terra. Senza dire niente, corsi in camera mia. Le lacrime erano iniziate a scendere ed erano incontrollabili. Abbandonai la borsa sul pavimento e mi affrettai a chiudere la stanza a chiave.
Affondai il viso bagnato nel cuscino, lacerata e sconvolta dal ritorno di Harry. 



here i am:

ecco il capitolo da voi tanto atteso: harry is back!
spero di non aver deluso le vostre aspettative perchè a me, fatta eccezione per la parte iniziale, il capitolo piace davvero tanto *u*
presto pubblicherò anche una one shot legata a questo momento, quindi spero che quandò sarà la leggiate c:
mi piacerebbe anche che leggeste la mia ultima one shot c:
grazie a tutte voi, siete splendide davvero ♥

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


 



CAPITOLO 33


Con la vitalità di un bradipo appena sveglio scesi in cucina per fare colazione una volta che fui pronta. Trovai Louis appoggiato al ripiano della cucina che come sempre beveva il suo caffè. Quando mi vide entrare sorrise allegramente.
“Buongiorno.” Risposi al saluto senza troppo entusiasmo. Mi avvicinai alla macchinetta per preparare la cioccolata in silenzio.
“Sai ieri sera si è sentita parecchio la tua mancanza. Harry era davvero dispiaciuto quando ha saputo che non saresti venuta. Ha pensato che avessi cambiato idea riguardo all’incontrarlo.” Louis mi parlava dolcemente, mentre cercava di capire cosa mi passasse nella testa. Ma la verità era che non lo sapevo nemmeno io.
Avevo confessato a mio fratello di voler parlare con Harry e lui si era impegnato per organizzare una cena a casa Styles. Ci saremmo dovuti essere tutti. Beh, tutti tranne Niall, che aveva espressamente detto di non voler avere niente a che fare con Harry. Come biasimarlo d’altronde. Fatto sta che un’ora prima della cena ho finto un mal di testa improvviso, troppo spaventata dall’idea di parlare di nuovo con lui.
“Mi dispiace non essere venuta” dissi prendendo lo zucchero dallo stipetto. “Sarà per un’altra volta” abbozzai un sorriso.
“Ti sei persa Arianna che per poco non mordeva Harry dalla rabbia. Non è stata una bella scena” disse ridendo.
“Esilarante” commentai.
“Senti, se hai paura della reazione di Niall io-” “Non ho paura di come la possa prendere Niall” lo fermai.
Versai due cucchiaini di zucchero nella tazza. Poi ci ripensai e ne gettai un altro. Mentre mescolavo la cioccolata, spiegai a Louis una serie di cose. “Io e Niall abbiamo parlato. Gli ho detto che ho bisogno di parlare con Harry, ma che non deve avere paura. Io sto insieme a lui adesso.”
Louis sorrise scettico. “Non ne sembri tanto sicura però.”
Portai la tazza alla bocca e feci qualche piccolo sorso. “Lo sono invece” replicai.
“Beh, allora la prossima volta dovresti dirlo con un po’ più di convinzione.”
“Dire cosa con più convinzione?” Fortunatamente stavo appoggiando la tazza sul tavolo, altrimenti mi sarebbe caduta a terra per lo spavento. “Buongiorno tesoro.”
Corsi a baciarlo, facendo finta che la conversazione con Lou non fosse mai avvenuta. Si staccò leggermente e sussurrò un leggero “Buongiorno anche te.”
Louis fece qualche colpo di tosse finta, per far notare che c’era anche lui. “Ciao Lou” disse sorridente Niall. L’altro si limitò a fare un cenno col capo.
“Di cosa stavate parlando?”
“Niente di importante” mi affrettai a rispondere. Tornai al tavolo per prendere la mia tazza con la cioccolata ancora fumante.
“Louis, devo fidarmi?” Guardai mio fratello e con gli occhi gli supplicai di non dire niente.
“Assolutamente” si limitò a dire. Dopo che ebbi bevuto l’ultimo goccio di cioccolata, buttai un sospiro di sollievo. Poi il campanello suonò e con questa scusa lasciai la cucina.
“Sono pronta per il mio primo giorno di lavoro.” Una volta aperta la porta mi ritrovai Emily tutta pimpante per il suo posto in libreria. Ora che eravamo da sole a me e Charlie serviva un aiuto e dato che Emily cercava lavoro le avevamo proposto di fare la commessa insieme a noi.
“Oggi pranziamo fuori insieme, te lo ricordo vero?” mi urlò Louis mentre infilavo la giacca.
“Certo, ci vediamo alle due davanti al ristorante italiano vicino al Tamigi.” Salutammo tutti e raggiungemmo a piedi la libreria. Verso metà mattinata, Arianna venne a trovarci.
“Allora, come ti senti oggi?” mi chiese. La guardai un attimo dubbiosa, per poi capire che si stava riferendo al finto mal di testa.
“Bene, grazie.”
“Ti sei persa una scena fantastica. Arianna-” “Stava per mordere Harry. Si, lo so” completai io la frase al posto di Charlie. La ragazza mi guardò come a dire E tu come lo sai?
“Louis mi ha accennato qualcosa prima che uscissi” spiegai.
“Se Zayn non mi avesse fermato gli avrei staccato i ricci uno a uno” disse Ari con aria minacciosa. Vedendo l’espressione che aveva assunto il suo viso, mi venne spontaneo ridere.
“È acqua passata, dimentica tutto Ari” dissi scrollando la testa.
“Già Ari, sei l’unica che ancora ce l’ha con lui” continuo Charlie. Nel frattempo feci segno a Emily di prendere una pila di libri. Uno ad uno iniziò a passarmeli, in modo che potessi sistemare gli scaffali.
“Io lo perdonerò solo quando lo farà anche Julie.” A quelle parole il libro che tenevo in mano mi cadde, provocando un tonfo nel momento in cui si scontrò col pavimento. Emily si chinò e mi porse il libro. Senza dire niente, continuai a fare il mio lavoro.
“A me è sembrato un tipo simpatico.” Abbassai lo sguardo e vidi Emily sorridermi. Ricambiai, per poi tornare ai miei libri.
Dopo quella chiacchierata piuttosto strana il tempo passò volando e fu subito ora di pranzo. Charlie e Emily sarebbero tornate dopo, mentre io avevo il pomeriggio libero.
Presi un taxi per raggiungere il luogo dell’appuntamento con Louis. I minuti passavano e lui ancora non arrivava. Provai a chiamarlo, ma ogni volta scattava la suoneria. Sentii il mio stomaco brontolare un paio di volte, così per distrarmi pensai di affacciarmi dal ponticello che c’era lì vicino.
Appoggiai le braccia sul davanzale e iniziai a osservare la distesa d’acqua che tagliava in due la città. Alzai gli occhi al cielo e incrociai il sole giallo che quel giorno splendeva alto nel cielo. Era davvero insolito avere un così bel tempo a metà marzo. Sentii delle risate e mi voltai. Due ragazzini passeggiavano mano nella mano, scambiandosi qualche bacio di tanto in tanto. Erano così carini insieme che mi venne da sorridere.
Presa dai miei pensieri, non lo sentii arrivare alle mie spalle.
“Un tempo anche noi eravamo così.” Raggelai, non tanto per il fatto che lui fosse lì, ma quanto per la sorpresa. Rimanemmo qualche minuto in silenzio, fino a quando la coppietta non sparì più avanti.
Mi voltai lentamente verso di lui, ritrovandomi a pochi centimetri distante. Mantenni lo sguardo dritto che, data la mia scarsa altezza, mi portò a fissare il suo petto. “Ciao Harry” sussurrai alzando lo sguardo verso i suoi meravigliosi occhi verdi.
“Ciao Julie” rispose sorridente. Senza rendermene conto iniziai a camminare al suo fianco. Teneva le mani nelle tasche dei jeans, che come sempre portava leggermente abbassati. Sopra una delle sue solite felpe della Jack Wills, senza giubbotto. Mi soffermai a guardarlo più del dovuto, perché era davvero bello. Pensai a Louis, scommettendo che la mente contorta che aveva organizzato tutto quello fosse la sua.
“Credo che sia arrivato il momento di parlare” disse risvegliandomi dallo stato di trans in cui ero entrata. Annuii, non sapendo bene cosa dire.
“Non so da dove iniziare però” ammise. Allora presi la borsa tra le mani e iniziai a cercare.
“Perché non inizi da questa?” dissi porgendogli la busta bianca contenente la lettera che mi aveva scritto tre mesi fa, prima di lasciarmi.
“Amore mio. Sai benissimo quanto sia difficile per me esprimermi attraverso le parole. Sono sempre stato più bravo con i fatti.” Spalancai la bocca, completamente stupita. Senza dire una parola, riposi la lettera nella borsa. Lui si voltò a guardarmi e rise leggermente, probabilmente a causa dell’espressione sconvolta che regnava sul mio volto.
“Ti sembra così strano che io la sappia a memoria?” Scossi la testa, per dire di no.
“Mi dispiace per essermene andato così, ma non avevo altra scelta. Sono troppo incerto e confuso per poter continuare a stare al tuo fianco come se nulla fosse. Ho bisogno di stare da solo, di chiarirmi le idee” citai a mia volta. Questa volta fu lui a rimanere a bocca aperta.
“Ti sembra così strano che io la sappia a memoria?” gli feci il verso.
“Scusa” disse. Ripresi a guardare davanti a me, cercando di trattenere le lacrime che sentivo vicine.
“Ti ho già perdonato” confessai con un gruppo in gola.
Allungai il passo, diretta verso una panchina libera. Mi ci andai a sedere, aspettando che lui mi raggiungesse. Harry non tardò ad arrivare e si sedette accanto a me. La distanza tra di noi non esisteva e sentirlo così vicino mi faceva stare tremendamente bene.
“Parlami di questi mesi” chiesi.
“Cosa vuoi sapere di preciso?” Si sporse in avanti, appoggiandosi sulle gambe e incrociando le braccia.
“Tutto” risposi semplicemente.
“Quando ho visto Liam baciarti mi è parso di avere una spada conficcata nel cuore. Quando ti ho annuito mi aspettavo un bacio a stampo, come quelli che ci diamo io e Louis. Ma poi l’ho visto afferrarti e baciarti con passione e allora non ci ho più visto. Così sono uscito fuori, non sapendo bene che fare. Poi sei venuta da me e mi hai raccontato tutta quella storia. Non ho chiuso occhio per tutta la notte. Ogni volta che provavo ad addormentarmi quella scena mi si ripresentava davanti. E ancora, e ancora, e ancora.” Si strinse la testa tra le mani, come se stesse rivivendo tutt’ora quel momento.
“Così senza pensarci su due volte ho afferrato la valigia e ho buttato dentro tutto quello che avevo. Ho impiegato circa due ore prima di finire di scrivere la lettera. Non riuscivo a fare niente, ogni parola che scrivevo mi faceva sentire un verme. Tutt’ora mi sento un verme.” Iniziai a strofinare i piedi per terra, cercando di trasmettere al suolo la mia agitazione.
“Ho aspettato che Louis fosse sveglio per dargli la lettera e andarmene alla stazione per prendere il primo treno per Holmes Chapel.” Improvvisamente smise di parlare e un suono diverso da quello della sua voce si sentì. Sembravano essere dei singhiozzi. Singhiozzi causati dal pianto.
Mi sporsi leggermente per vedere il suo viso, ma i ricci che ricadevano lo coprivano completamente. “Harry è tutto ok?” azzardai.
“Si, si. Sto bene” disse mentre si passava la manica della felpa sul viso. Iniziai a sentirmi tremendamente male e provai a farlo riprendere.
“Così sei stato con i tuoi nonni” ripresi il discorso. Alzò la testa, annuendo. Prima che potessi fargli un’altra domanda, riprese a parlare.
“Sono stati i tre mesi più brutti della mia vita. Sembravo un automa. Ogni giorno ripetevo le stesse azioni per abitudine e non perché sapessi esattamente cosa stessi facendo. Mia nonna un giorno mi ha persino chiesto di andare dal dottore, perché credeva fossi malato.” Fece un mezzo sorriso, cercando di allentare la tensione.
Una domanda iniziò a farsi spazio nella mia testa e non riuscii a trattenermi dal chiederglielo. “Sei stato con qualcuna in questo periodo?” Ammetto che quella non rientrava tra le mie idee migliori.
“Nessuna” rispose guardandomi negli occhi. Sentii qualcosa di caldo avvolgermi la mano e, quando abbassai gli occhi per guardare, vidi Harry stringerla.
“Julie non ho fatto altro che pensare a te. Non ho mai smesso un secondo di farlo.” Quelle parole mi colpirono dritta nel cuore.
“E allora perché sei tornato solo adesso?” tolsi la mia mano dalla sua, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
Non lo sentii parlare per qualche minuto. Poi, ad un tratto, mi ritrovai il suo iphone davanti. Con un tocco fece illuminare lo schermo, che mostrò una foto mia e di Niall. Eravamo a casa, riconoscevo il divano. Stavo seduta sulle sue gambe e ridevo. Anche lui rideva, mentre mi teneva stretta a sé. Non ero a conoscenza di quella foto e non sapevo come Harry potesse averla. Guardai attentamente e mi accorsi solo in un secondo momento che si trattava di un messaggio.
“SI STA LASCIANDO IL PASSATO ALLE SPALLE. E TU FAI PARTE DI QUEL PASSATO –CHARLIE” lessi ad alta voce. Mi prese il cellulare dalle mani e lo rimise in tasca.
“Julie non mi interessa che tu sia stata insieme a quello. Non mi importa se avete fatto l’amore in quello che un tempo era il mio letto. Non voglio neanche sapere se tu hai mai pensato di essere veramente innamorata di lui. Julie io ti amo e voglio stare insieme a te” disse stringendo di nuovo le mie mani.
“Se Charlie non ti avesse mandato quella foto saresti mai tornato?” Questa volta fu lui a distogliere lo sguardo dal mio e quel gesto mi bastò.
“Come immaginavo” sussurrai tra il dolore e il dispiacere. Sistemai meglio la borsa sulla spalla e mi alzai.
Feci qualche passo, ma un suo “Julie aspetta” mi fece fermare. Mi voltai e lui era ancora seduto.
“Non voglio perderti” disse alzandosi e venendomi incontro.
“Io sto con Niall adesso” dissi con la voce smorzata.
“Ma-” “Niente ma Harry.” Presi la decisione che in quel momento mi sembrava essere la migliore.
“Se vuoi continuare a starmi vicino, puoi farlo solo come amico.”
“Non voglio essere tuo amico. Non posso essere tuo amico” fu pronto a rispondere.
“Allora finisce qui.”
Il più veloce possibile mi allontanai da lui. Lo sentivo gridare il mio nome, mentre scappavo da lui in lacrime.
 


here i am:

pensavate che fossi sparita? beh, smentisco tutto lol eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto :)
diciamo che questo capitolo ha chiarito tante cose (o almeno il mio obiettivo era quello, se ci sono riuscita sta a voi dirlo lol)
se volete chiarirvi ancora qualche dubbio, ho pubblicato una one shot che racconta di harry nel periodo in cui è stato lontano da casa. l'ho scritta dopo aver concluso la fan fiction, per questo è a parte.
se avete ancora voglia di leggere potete passare da un'altra mia one shot oppure dalle ff di due mie amiche, vanessa e chiara, alla quale io sono particolarmente legata :)
poi c'è un'altra storia alla quale mi sono appassionata ultimamente e vorrei che tutte voi la legeste ;)
grazie di cuore per seguire/preferire o semplicemente leggere la storia ♥

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 32 ***


 



CAPITOLO 32

Harry
Era corsa via, senza dire una parola.
Sapevo di meritarmi tutto quello, perché ero stato un’emerita testa di cazzo ad andare via in quel modo. Ma in cuor mio avevo sempre sperato che lei mi accogliesse con un dolce bacio, buttandosi a capo fitto tra le mie braccia.
Ero uno stupido e mi sarei pentito di quel mio errore per il resto della vita.
Il viso nel punto in cui mi aveva colpito era completamente rosso e bruciava parecchio, ma il male maggiore lo provavo dentro di me. Proprio nel mio cuore, che non aveva mai smesso di appartenere a lei.
“Julie aspetta” gridò il ragazzo biondo che poco prima era accanto a lei. Mi sforzai e mi parve di ricordare che il suo nome fosse Niall. Si esatto. Il nuovo ragazzo di Julie, la mia Julie, si chiamava Niall.
“Lasciala andare Niall, ha bisogno di stare da sola.” Louis lo bloccò, prima che potesse correrle dietro.
“Ma Louis” provò a ribattere.
“Sono suo fratello, Niall. So cosa è meglio per lei e in questo momento deve stare da sola.” La voce di Louis era ferma e decisa, così da non lasciare alternative.
Il biondo si appoggiò sulla soglia della porta, con lo sguardo rivolto verso le scale, speranzoso di vederla apparire da un momento all’altro. Dal punto in cui mi trovavo, facevo lo stesso, pregando che scendesse. Sapevo che non sarebbe mai successo, almeno fino a quando io mi sarei trovato ancora in quella casa.
Sentii qualcosa farmi peso sulla spalla e non appena mi voltai vidi la mano di Liam. “Mi dispiace” sussurrò. Feci un cenno col capo, per ringraziarlo dell’appoggio.
Quando avevo suonato al campanello, un’ora prima era venuto lui ad aprirmi e la prima cosa che fece fu abbracciarmi. Un gesto inaspettato, ma che apprezzai davvero tanto. Ero stato accolto abbastanza bene anche da Zayn. L’unico che ancora teneva la difensiva era Louis. D’altronde come potevo biasimarlo. Era il mio migliore amico e non aveva mie notizie da mesi. Se mi odiava faceva bene. Con le mani in tasca, si alzò e venne verso di me.
“Vi dispiace lasciarmi qualche minuto solo con Harry?” I ragazzi annuirono e se ne andarono, trascinandosi via anche quel Niall.
“Lou, mi dispiace tanto io-” “Stai zitto” mi fermò. “Stai zitto” ripeté deciso.
Con un cenno del capo mi indicò la poltrona sulla quale tornai a sedermi. Lui riprese la sua posizione sul divano, creando di nuovo della distanza tra di noi. Stessi in silenzio, aspettando il suo discorso che non tardò ad arrivare.
“Sono stati tre mesi infernali. Julie non mangiava, passava le sue giornate rinchiusa in camera, fatta eccezione per quando andava a lavoro. Aveva preso le sembianze di uno zombie. Per non parlare dell’odio che riversava su di Liam. Non è stato facile farli chiarire, per niente.” Fece una pausa, in cui iniziò a guardarsi intorno. Si torturava le mani, cosa che faceva ogni volta che stava affrontando qualcosa di importante ed era nervoso. “Ho sempre pensato che se qualcuno avesse fatto del male alla mia sorellina lo avrei ucciso con le mie stesse mani” disse quando riprese a parlare. Deglutii rumorosamente, cercando di allargare il collo della felpa che mi stava troppo stretto in quel momento. “Ma con te non posso. Per quanto io lo desideri, non riesco ad odiarti.” Vidi le sue labbra aprirsi in un sorriso e mi sentii immediatamente meglio. “Sei il mio migliore amico Harry. Anzi sei molto di più di questo, per me sei come un fratello. E i fratelli si perdonano sempre giusto?”
A ogni sua parola mi sentivo meglio.
“Mi sei mancato Louis” dissi con la voce smorzata. Ci alzammo contemporaneamente, allargando le braccia in quello che sembrava essere l’anticipazione di un abbraccio.
“Sei una testa di cazzo, lo sai vero?” mi disse dandomi delle pacche sulla spalla.
“Io la amo. Non volevo farla soffrire credimi.” Le parole mi uscirono a stento. Mi si formò un groppo in gola e sentii gli occhi gonfiarsi. Stavo per avere una crisi di pianto. L’ennesima causata dalla sua mancanza.
“Lo so Harry, lo so. Vedrai che le cose si sistemeranno presto.” Louis mi diede qualche altra pacca, cercando di confortarmi. Non mi meritavo tutto quello. Non meritavo il perdono del mio migliore amico, eppure lo avevo avuto.
“Sarà meglio che io vada. Finché Julie mi sa in questa casa non uscirà dalla sua camera.” Salutai tutti, promettendo loro che non sarei sparito.
Sentivo lo sguardo di quel ragazzo su di me. Non mi staccò gli occhi di dosso fino a quando non fui fuori di casa. Non mi sarei stupido se lo avessi sorpreso a spiarmi dalla finestra. Non ci eravamo scambiati parola, ma le occhiatacce che mi aveva riservato erano molto esplicite. Non gli piacevo e sicuramente lui non piaceva a me.
Una volta fuori un vento freddo mi si scagliò contro. La notte regnava sulla città e le uniche luci erano quelle dei lampioni sistemati lungo la strada. Quando un’altra folata di vento mi colpì, mi pentii di non aver messo il giubbotto prima di uscire. Infilai le mani in tasca, incamminandomi verso casa dei miei, ovvero la mia abitazione attuale. Ero ancora vicino alla casa, quando notai una luce al piano superiore.
Una sagoma all’apparenza nera, stava affacciata. Mi voltai nella sua direzione, scostandomi i capelli davanti gli occhi. Strizzai gli occhi per focalizzare e la riconobbi. Era in piedi e teneva una mano appoggiata sul vetro, come se stesse salutando qualcuno. I suoi occhi incrociarono i miei, ma questa volta fu diversa. Il suo sguardo non era più duro come la pietra, bensì esprimeva dolcezza. Nonostante la distanza e il buio ero sicuro di averla vista sorridere.
Sentii nascere dentro di me un calore insolito e improvvisamente mi sentii di nuovo vivo.
Poi la luce si spense e con essa anche il mio entusiasmo.
Ero sicura però che lei si trovasse ancora lì e mi stesse guardando. Le rivolsi uno dei miei sorrisi migliori, uno di quei sorrisi smaglianti che solo lei era capace di provocare.
“Mi farò perdonare, te lo prometto amore mio.” Quelle parole sussurrate si persero nell’ennesima folata di vento e fu come se questo le portasse da lei.
“Ti amo Julie.” Mandai un bacio in direzione della sua finestra, convinto che lei potesse percepire quel mio gesto.
Con una nuova speranza nel cuore, ripresi a camminare verso casa dei miei.

Julie
Mi aveva visto e io come una cretina non potetti fare a meno di sorridere. Un minuto prima lo avevo preso a schiaffi e adesso gli stavo sorridendo.
Credevo di averla superata, credevo di averlo dimenticato, credevo di non amarlo più. Invece era tutta un’enorme bugia. Non avevo mai dimenticato Harry e, anche se non ero ancora pronta per ammetterlo, in cuor mio sapevo di amarlo ancora.
Allungai il braccio verso l’interruttore più vicino e spensi la luce.
Rimasi ancora lì, a spiarlo dal vetro opaco. La debole luce emanata da un lampione lo illuminava abbastanza da permettermi di vederlo sorridere. A differenza di quello che avevo visto in casa, quello era un sorriso vero, di quelli che a Harry venivano spontanei.
“Mi sei mancato amore mio.” Strinsi in un pugno la mano sinistra, dove tenevo tra le dita il ciondolo con la H che avevo ripreso dal cassetto del mio comodino.
Era assurdo. Io non potevo fare così. Non potevo pensare ad Harry e a quanto mi mancassero i suoi baci, le sue carezza, i suoi abbracci. Non potevo chiudere gli occhi e rivivere ogni singolo momento passato insieme a lui col sorriso sulle labbra. Non poteva il suo solo sorriso o un suo semplice sguardo farmi dimenticare tutte le sofferenze patite negli ultimi mesi. Non poteva, eppure era proprio così.
I pugni che da pochi minuti colpivano la mia porta si facevano sempre più insistenti. “Julie, ti prego apri” continuava ad urlare Niall dall’altra parte del muro.
Continuai a fare finta di niente, mentre mi sdraiavo sul letto. Avevo bisogno di stare da sola e Niall era l’ultima persona che volevo vedere in quel momento. Mi avrebbe riempito di domande alle quali non avrei saputo come rispondere. Mi avrebbe chiesto delle conferme che non avrei potuto dargli.
Non volevo ferirlo, ma come potevo parlargli se prima non facevo chiarezza col mio cuore?  
 


here i am:

scusate l'attesa, ma ultimamente non ci sono stata al pc. per questo il capitolo arrivata in ritardo D:
vi avevo promesso la one shot su harry, però mi trovo costretta a postarla dopo il prossimo capitolo altrimenti vi anticipo delle cose che dovete sapere leggendo la ff u.ù
questo capitolo ha una particolarità che avrete sicuramente notato: la prima parte è narrata da harry e solo il finale da julie.
spero che vi sia piaciuta questa cosa, perchè più avanti accadrà anche in un altro capitolo :)
vi lascio chiedendovi se vi va di passare da questa mia ultima one shot e dalle ff di due mie amiche: vanessa e chiara
grazie a tutte voi ♥

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


 



CAPITOLO 34


Impiegai più di mezz’ora prima di arrivare alla libreria. Ero troppo nervosa per chiamare un taxi o attendere alla fermata della metro o dell’autobus. Avevo bisogno di distendere i nervi e camminare era l’unica soluzione in quel momento, dato che non avevo possibilità di farmi una lunga e calda doccia.
Dalla vetrina notai un paio di clienti alla cassa. Quel minimo di lucidità che mi era rimasta mi fece attendere la loro uscita prima di entrare e fare una qualsiasi scenata a Charlie. Mi appoggiai al muro di mattoni proprio di lato alla porta. I clienti non tardarono ad uscire e, senza dargli tempo di richiudere la porta, entrai.
“Si può sapere cosa ti è saltato in mente?” Charlie fece segno a Emily di lasciarci sole e la bionda poco dopo sparì in magazzino.
“Da quanto tempo va avanti la storia dei messaggi?” Incrociai le braccia al petto, piantando i piedi saldamente a terra. Non mi sarei mossa di lì senza delle risposte.
“Come lo hai saputo?” Alzai le spalle.
“Harry” risposi semplicemente.
“Quindi avete parlato. Dio, sono così contenta io-”
“Charlie ti ho chiesto da quanto tempo senti Harry!” la interruppi bruscamente.
“È successo solo una volta” rispose a voce bassa.
“Perché? Insomma, che bisogno c’era di mandargli quella foto?” Questa volta il mio tono era più tranquillo e oserei dire rilassato. Avevo smaltito tutta la rabbia per far posto al desiderio di chiarezza.
“Io, ecco… Io mi sentivo in debito con te Julie.”
“In debito?” ripetei incredula.
“Si, in debito. Dopo il modo in cui ti ho trattato non meritavo una simile offerta.” Allargò le braccia, indicando lo spazio attorno a sé. “La libreria sarebbe dovuta essere tua, non nostra” aggiunse tristemente.
“Charlie credevo che l’avessimo superata.”
“Infatti è così” mi riprese. “Solo che io volevo sdebitarmi con te, così ho iniziato a pensare a un qualcosa che ti rendesse felice, proprio come tu hai reso me offrendomi questo lavoro. Più pensavo e più arrivavo a dei punti morti. Non riuscivo a immaginare niente che ti potesse rendere più felice di quanto già non lo fossi. Poi ad un tratto mi è venuta in mente un’immagine. Come un flash back ho rivissuto il momento in cui tu e Harry siete entrati in salotto mano nella mano per la prima volta e avete detto a tutti noi che eravate innamorati. Non potrò mai scordare il sorriso che avevi quel giorno. Irradiavi più luce tu del sole! E allora finalmente ho capito… non ti serviva una cosa per essere felice, ma qualcuno. Ti serviva Harry! Perché credimi Julie, io adoro Niall, ma con lui non ti ho mai vista sorridere nello stesso modo in cui lo facevi quando stavi con quella testa di cazzo di Harry.” La voce di Charlie alternava toni di gioia a toni più tristi.
“Non credevo che sarebbe tornato veramente. Incasinarti la vita era l’ultimo dei miei scopi Julie, te lo giuro.” Abbassò la testa, distogliendo lo sguardo dal mio.
Sorrisi spontaneamente, anche se lei in quel momento non poteva vedermi. Mi avvicinai a lei lentamente e l’abbracciai senza dire niente. “Non è successo niente, tranquilla.”
Ricambiò subito l’abbraccio, continuando a blaterale una serie di scuse che in quel momento erano davvero inutili. Continuammo così per almeno dieci minuti, fino a quando Emily non tornò preoccupata.
“Non vi ho più sentite parlare, credevo che una di voi due fosse morta” si giustificò.
Io e la rossa ci guardammo negli occhi qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.
Lasciai le due ragazze al proprio lavoro per andare da Starbucks a mangiare qualcosa. Tutta quello che era successo mi aveva fatto dimenticare del cibo, ma il brontolio del mio stomaco mi aveva ricordato che non avevo ancora mangiato niente. Addentando il mio muffin di cioccolato ad ogni passo, iniziai a girovagare per i negozi londinesi, non sapendo bene cosa fare o dove andare. Sicuramente non a casa. Non avevo voglia di affrontare subito tutti i miei problemi.
Mentre frugavo tra la valanga di vestiti appoggiati su un tavolo, ripensai a quello che mi aveva detto Charlie. Si era comportata a fin di bene infondo. Non avevo motivo per avercela con lei. Con Harry invece ne avevo un’infinità. Era tornato per gelosia. Non perché spinto dall’amore nei miei confronti o dalla mancanza, ma perché aveva scoperto della mia storia con Niall. Rinunciai anche allo shopping, quando capii che la mia mente era troppo occupata per poter pensare a magliette e jeans.
Sentii qualcosa vibrare nella tasca dei miei pantaloni, ma non appena presi il cellulare tra le mani, questo si spense. “Batteria scarica, merda” farfugliai tra me e me. Non ne ero certa, ma mi parse di leggere la scritta “Louis Calling” sul display. Non avendo altre alternative, buttai il telefono nella borsa.
Passai il pomeriggio a guardare il mio riflesso nelle vetrine dei negozi. Il mio sorriso stranamente era spento, tranne nei brevi momenti in cui ripensavo ad Harry. Poi però il mio pensiero tornava a quel pomeriggio e allora si frantumava nuovamente.
Il sole iniziò a calare e, senza che io me ne rendessi conto, eravamo già al tramonto. Essendo il mio cellulare fuori gioco non avevo potuto tenere sotto controllo l’ora. Mi incamminai a passo svelto verso casa, sapendo che da lì a pochi minuti avrebbe fatto buio. Con le mani nella giacca percorsi la strada del ritorno. Come avevo previsto la notte calò sulla città e quando arrivai davanti casa le uniche luci erano quelle artificiali.
Mi soffermai fuori dalla porta, alla ricerca delle chiavi che, come al mio solito, non riuscivo a trovare. Dalla finestra accanto si intravedeva una luce giallastra. I ragazzi probabilmente erano rientrati e stavano guardando la tv in salotto. Quello che inizialmente doveva essere un brusio si fece più forte e improvvisamente sentii delle urla. Per lo spavento il mazzo di chiavi mi cadde a terra. Mi chinai a terra per raccoglierlo e in quel momento intravidi cosa stesse succedendo all’interno.
Una delle tende era leggermente scostata, così mi avvicinai per poter guardare dentro. Il primo che notai fu Louis, che come un dannato camminava avanti e indietro per la stanza. Portava in continuazione il cellulare all’orecchio, tenendolo non più di due secondi. Disse qualcosa, ma la mia scarsa abilità di leggere il labiale non mi permise di capire cosa.
“È tutto il pomeriggio che è staccato, che cazzo le hai fatto?!” Se la voce di Louis era inudibile, quella di Niall si poteva sentire in tutto il quartiere. Adesso riuscivo a vedere perfettamente anche lui mentre… mentre teneva Harry per il collo della felpa? Liam e Zayn si misero subito in mezzo, facendoli allontanare. Vidi Niall puntare il dito contro Harry, ma questa volta non riuscii a sentire cosa stesse dicendo. Probabilmente i ragazzi gli avevano pregato di abbassare il tono della voce.
Non ci vidi più, così mi catapultai in casa. Spinsi la porta, in modo che si chiudesse da sola, anche se questo avrebbe provocato un rumore forte.
“Che sta succedendo qui?” urlai imputando i piedi sulla soglia del salotto. Lasciai la borsa a terra e buttai sopra di essa la giacca.
“Julie siamo stati in pensiero per te, dove eri finita?” Louis mi venne incontro con aria preoccupata.
“In giro per negozi. La batteria del telefono è scarica. Ma voi non avete risposto ancora alla mia domanda” puntualizzai. Guardai Niall per capire per quale motivo stesse per mettere le mani addosso a Harry. E soprattutto volevo capire perché lui si trovasse di nuovo in quella casa.
“Noi? Niente. Ti stavamo semplicemente aspettando” farneticò Zayn. Lo fulminai con lo sguardo, facendo chiaramente capire a tutti che non me la sarei bevuta.
Lasciai perdere comunque, perché non avevo voglia di sentirli darsi a dosso a vicenda.
“Per questa volta lascio perdere” dissi.
“Niall?” lo chiamai poi. Il ragazzo alzò la testa il giusto per incontrare i miei occhi. “Harry non mi ha fatto un bel niente.”
Ripresi borsa e giacca e mi incamminai verso il piano di sopra.
“Aspetta.” Mi voltai a metà scale, anche se non era necessario. Sapevo benissimo a chi apparteneva quella voce. Quando mi girai vidi Harry salire i gradini a due alla volta per raggiungermi.
“Credevo che noi due non avessi altro da dirci.” Cercavo di sembrare fredda, ma la voce mi tremava come non mai.
“Oggi ho detto di non voler essere tuo amico e continuo a essere di quest’idea.”
“E allora perché sei ancora qui?” Per quanto desiderassi non provare quelle sensazioni, sentivo di non poter stare lontana da lui ancora per molto.
“Sono ancora qui perché ti ho già perso una volta e non voglio commettere di nuovo lo stesso errore. Ti amo Julie e non posso stare senza di te. Ma io voglio soprattutto la tua felicità e se questa comporta esserti amico e vederti felice accanto a quello là, beh… allora sarò tuo amico.” A fine discorso abbozzò un sorriso, probabilmente per cercare di essere più convincente.
Io stavo impalata su quel gradino, senza parole. Quel suo passo indietro nei miei confronti, quel suo accettare le mie condizioni, quel suo anteporre la mia felicità alla nostra felicità mi aveva spiazzato. Senza pensarci troppo lasciai cadere tutto quello che tenevo in mano per buttargli le braccia al collo. Lo sentii rigido inizialmente, ma dopo qualche minuto le sue braccia mi strinsero in un caldo abbraccio.
“Mi sei mancato Styles” gli sussurrai all’orecchio per la prima volta. Non potevo vederlo, ma ero certa che in questo momento stesse sorridendo.
Con la coda dell’occhio notai i ragazzi che, dall’entrata, ci guardavano attoniti. Il primo Niall. Sciolsi così l’abbraccio e tornai sotto da loro, seguita da Harry.
“So che potrà sembrarvi strano, soprattutto a te –mi rivolsi a Niall- ma io ho bisogno di avere Harry nella mia vita.” Feci una pausa, durante la quale rivolsi un sorriso rassicurante a Niall. “Come amico” aggiunsi alla fine.
“Io voglio solo che tu sia felice sorellina.” Louis fece un passo avanti e andò accanto a Harry. “E poi come farei io senza il mio migliore amico?” Iniziò a picchiarsi amichevolmente con Harry, come se ci fossero solo loro due. Mi erano mancati insieme. La loro amicizia era un modello per me.
“Noi abbiamo già chiarito con Harry, quindi sono contento che anche tu l’abbia fatto.” Zayn mi venne ad abbracciare, per poi aggiungersi alla lotta degli altri due.
“Pure io” urlò subito dopo Liam buttandosi nella mischia.
“Payne!” lo richiamai aspettandomi ovviamente una sua considerazione.
“Oh si certo scusa” parve leggermi nel pensiero. “Sono felice che il gruppo si sia riunito.” I ragazzi si strinsero in un abbraccio di gruppo e ne uscirono poco dopo.
Posai nuovamente lo sguardo su di Niall, che era teso come una corda di violino. Teneva i pugni serrati e la testa rivolta verso il basso. Poi lo vidi sospirare e i pugni si aprirono.
“Se è davvero questo quello che vuoi, posso fare uno sforzo e accettare la sua presenza nella tua vita.” Si avvicinò e mi diede un bacio. Lo feci durare davvero poco, perché forse mi sentivo a disagio davanti a Harry. Sperai che Niall non lo notasse. Si staccò da me e si avvicinò ai ragazzi.
“Tu non mi piaci, ma penso che dovremmo fare una tregua.” Tese la mano verso di Harry che poco convinto la strinse.
“Che ne dite di un pizza party?” esclamò entusiasta Louis.
“Io ci sto, chiamo Charlie” rispose Liam allontanandosi.
“Aspetta, fammi parlare con Emily” Louis lo seguì.
“Vado a vedere che ne pensa Arianna” disse Zayn prima di sparire.
Rimasti solo noi tre, la situazione si fece imbarazzante.
“Bene, sarà il caso che io vada a casa” disse Harry andando verso la porta.
“Aspetta, perché non rimani a cena?” lo fermai. Si voltò verso di me e mi guardò sorridente annuendo.
“Harry vieni con me a prendere la pizza” disse sbucando dal nulla Louis.
“Ecco, neanche sono tornato e già tuo fratello mi sfrutta” disse ridendo, prima di seguire Louis fuori di casa.
 


here i am:

eccomi qua gente, allora che ve ne è parso del capitolo? :3
come avete visto, nulla è come sembra e se avevate creduto che julie avesse messo una pietra sopra l'argomento harry beh.. vi sbagliavate di grosso ;)
non ho molto da dire, spero solo che vi sia piaciuto :)
mi sarebbe piacere se leggeste questa one shot. è di una mia amica e io ci tengo davvero molto :')
vorrei ringraziare i 103 che hanno messo la storia tre le preferite e i 133 che la seguono! non avrei mai pensato di avere tanto successo, sul serio *-*

 

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


 



CAPITOLO 35


“Styles saresti così gentile da togliere il tuo culo da davanti la mia faccia?!” Quel che ottenni come risposta fu una risata da parte degli altri.
“Sai Julie anche avere il tuo ginocchio conficcato nella schiena non è piacevole” rispose.
“Volete stare zitti voi due?! Mi fate perdere la concentrazione” borbottò Zayn.
Non pensate a male, si trattava di una innocente partita a Twister. Ora che la situazione con Harry era stata chiarita avevamo ripreso le vecchie abitudini. Era un sabato sera come tanti quello. Eravamo tutti insieme a casa nostra a ridere e scherzare come dei bambini.
“Harry: mano destra, blu” dichiarò Louis dopo aver girato il disco. Sentii Harry mandare a fanculo qualcuno e ridacchiai. Il cerchio blu non doveva essere così facile da raggiungere.
“Ok, coraggio Harry. Puoi farcela.”
Zayn sbuffò per l’ennesima volta. “Ti decidi a muovere quella caspita di mano?!” Zayn non era un amante di quel tipo di giochi. Praticamente lo avevamo trascinato sul tappeto bianco con la forza.
Sentii Harry muoversi lentamente, ma non girai la testa per vederlo fare la sua mossa. Sarebbe stato troppo complicato dato l’incastro dei nostri corpi in quel momento.
“Fuck yeah, sono un grande!” esclamò poi. “
Julie tocca a te” disse Ari.
“Ehy, sono io quello che gira” si lamentò Louis mentre Arianna gli prendeva il disco dalle mani. La ragazza fece una linguaccia, iniziando a esporre la sua teoria sul fatto che il disco dovesse essere girato a turni e non sempre dalla stessa persona.
“Mentre voi due litigate, giro io.” Liam prese a sua volta il disco dalle mani di Arianna e fece girare la freccia che decise la mia mossa.
“Piede destro, giallo.” Esaminai attentamente la situazione, cercando di trovare una soluzione a quel dilemma.
“Come faccio? Neanche lo vedo il cerchio giallo!” mi lamentai. Liam fece spallucce, chiamandosi fuori dalla situazione.
“Scommetto dieci sterline che adesso crollano” disse convinto Louis.
“Nah, secondo me reggono” si oppose Charlie.
“Per caso mi stai sfidando rossa?” Louis alzò un sopracciglio, mentre Charlie fece finta di pensare sul da farsi.
“Dieci sterline, ci sto Tomlinson” disse infine, allungando una mano verso mio fratello, che la strinse convinto che avrebbe vinto. Voltandomi leggermente iniziai a sollevare da terra la gamba destra.
“Ahio, mi hai fatto male” si lamentò Harry quando lo colpì in testa.
“Stai zitto femminuccia” risposi ridendo. Dopo aver rischiato più volte di cadere riuscii a raggiungere quel fottutissimo cerchietto giallo.
“Alla faccia tua fratello” esclamai facendo la linguaccia. Charlie con molta nonchalance allungò la mano verso di lui che, controvoglia, mise mano al suo portafoglio per pagare pegno.
“Giro io” urlò Ari buttandosi su di Liam per riprendere il disco.
“Amore non deludermi, piede sinistro verde.” Zayn rise soddisfatto, mentre con molta facilità spostò il suo piede dal rosso al colore verde.
“Ma non vale, era troppo facile” mi lamentai. Nessuno fece caso alla mia protesta e così Charlie fece girare a sua volta la freccia.
“Sei fottuto Styles” disse divertita. “Piede destro verde.”
Nonostante l’impresa fosse impossibile, Harry provò a spostarsi. Un piccolo movimento bastò a far perdere a tutti l’equilibrio. Si trattò di una catena: Harry finì faccia a faccia col pavimento, mentre io mi ritrovai distesa sopra di lui con Zayn accanto, anche lui disteso a terra.
“Ottimo lavoro Styles” borbottò alzandosi e andando a buttarsi sul divano, accanto ad Ari.
“Sei uno sfigato” dissi ridacchiando, tirandomi su e gattonando fino al divano. Mi sedetti a terra, tra le gambe di Louis. Mi allungai verso il bracciolo per prendere il telecomando della tv.
“Questo è mio” disse Harry buttandosi sopra di me e prendendomi l’oggetto dalle mani.
“Sei sempre il solito!” mi lamentai, cercando inutilmente di riprendere il telecomando. Mi lanciai su di lui, che nel frattempo si era alzato per sfuggirmi.
“Tanto non mi prendi” urlò sventolando il telecomando in aria.
“Vedremo Styles.” Mi lanciai al suo inseguimento e iniziammo a girare intorno al divano. Gli altri si gustavano la scena stando comodamente seduti, come se fossero al cinema. Quando fui a un passo da Harry, gli saltai sulla schiena.
“Non ti ricordavo così pesante” disse tra il serio e il divertito.
“Ridammi il telecomando” continuavo a ripetere mentre cercavo di arrivare alla sua mano.
“Ragazzi la cena è pronta” urlò Emily dalla cucina.
“Arriviamo” rispose a tono Louis. I cinque si alzarono dal divano per andare a mangiare, mentre noi due continuammo a giocare come due bambini.
“Quando ti deciderai a scendere?”
“Quando tu mi darai il telecomando. È una questione di principio adesso” risposi prontamente. Provai un’ulteriore volta ad afferrarlo, ma uno slancio sbagliato mi fece perdere la stabilità.
Caddi così a terra, trascinando Harry giù con me. Scoppiammo entrambi subito a ridere, senza preoccuparci di essere uno sopra all’altro.
Bastò un attimo per scombussolare tutto.
I miei occhi incrociarono il verde smeraldo dei suoi e per me fu come entrare in trans. Il pavimento era freddo, ma il contatto col corpo caldo di Harry rendeva tutto stranamente piacevole. Le mie narici furono pervase dal suo profumo dolce e allo stesso tempo attraente. Un profumo che non sentivo così vicino da tanto tempo. Respirava lentamente e sentivo il suo fiato posarsi lentamente sul mio viso. Eravamo entrambi immobili, vittime di una forza di gravità potente al punto tale da paralizzarci.
Lui poi si sbloccò, allungando una mano verso il mio viso e spostandomi una ciocca di capelli scappata dalla coda di cavallo che avevo fatto dietro l’orecchio. Il tocco della sua mano si posò dopo sul mio viso, accarezzando la mia guancia con piccoli e leggeri movimenti. Avrei tanto voluto dire qualcosa, ma come sempre Harry mi lasciava incapace di parlare. Come previsto quando schiusi la bocca non uscì alcun suono. Lui fece uno dei suoi soliti ma pur sempre meravigliosi sorrisi sghembi. Amavo quei sorrisi, gli illuminavano il viso.
Un riccio gli cadde sulla fronte e divertita iniziai a giocarci. Avvicinai ancora di qualche millimetro il mio viso al suo, finchè il mio naso si scontrò col suo. Quel momento mi fece ripensare alla nostra storia e istintivamente sorrisi.
“Sei bellissima” sussurrò come se temesse che qualcuno potesse sentirlo, quando in realtà nella stanza eravamo soli.
Provai a rispondere, ma il rumore della porta che si chiude e la voce del mio ragazzo mi fecero rinsanire.
“Ragazzi sono a casa” urlò Niall dall’entrata, appena tornato dal lavoro.
“Siamo in cucina” lo chiamò uno dei ragazzi, Zayn mi parve di capire.
Appoggiai le mani sul petto di Harry e lo spinsi via. Non fu necessario mettere tanta forza, dato che lui non porse alcuna resistenza. Mi tirai su e ripulì in fretta la tuta e la maglia che indossavo dalla polvere. Sistemai la coda e mi affrettai a raggiungere gli altri in cucina.
Pregai fino all’ultimo istante che Harry non mi chiamasse e qualcuno lassù in cielo parve ascoltarmi, dato che la mia supplica fu accolta. Entrai in cucina cercando di sembrare il più naturale possibile.
“Eccoti, iniziavo a chiedermi dove fossi finita.” Niall aprì le braccia e, anche se a disagio, mi avvicinai a lui.
“Mi sei mancata oggi” disse baciandomi i capelli. Allontanai il viso dal suo petto e sorridendo dissi un poco convincente “Anche tu.”
“Allora, che c’è di buono per cena?” disse staccandosi da me e andando a sedersi al suo posto.
“Spezzatino” rispose orgogliosa del proprio lavoro Emily.
“Una volta tanto niente pizza” commentò Liam.
Se fossi rimasta ancora in piedi avrebbero capito che c’era qualcosa di strano, perciò andai a sedermi al mio posto, accanto a Louis.
“Dov’è Harry?” chiese al mio orecchio. Feci spallucce, cosciente del fatto di essere una pessima attrice. Magari ero riuscita a fingere con Niall e gli altri, ma Louis era riuscito a capire che qualcosa era successo.
Harry arrivò in cucina subito dopo. Le mani in tasca, il passo strisciato, la testa abbassata.
“Ehi ciao” lo salutò Niall. La sua opinione nei confronti di Harry non era cambiata molto, ma adesso stava provando ad avere un rapporto civile con lui. Diceva che lo faceva per me, perché voleva vedermi felice.
Harry solo in quel momento alzò il viso, abbozzando un sorriso di saluto al biondo. Stando in silenzio prese il suo posto a tavola e, nonostante fosse seduto di fronte a me, i nostri sguardi per quella sera non si incrociarono più.
 


here i am:

140 seguono la storia, 116 l'hanno tra i preferiti, 29 la ricordano e il totale delle recensioni è di 230.
io sono davvero senza parole, siete tutte così meravigliose! davvero, grazie tante *-*
tornando al capitolo, spero che vi sia piaciuto :3 a me piace particolarmente la parte di harry e julie stile 'tutti giù per terra' (non ha caso è la scena descritta nell'anteprima anche ;D)
a malincuore vi dico che mancano pochi capitoli alla fine, infatti il 40 sarà l'epilogo D:
ma non pensiamoci ora, dai! cwc
un bacio, fede ♥

 

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***


 



CAPITOLO 36


Harry
“Oddio non posso crederci! Guardate quanto eravamo piccoli!” La guardo mentre sorride, divertita da alcune nostre foto da bambini.
Quel pomeriggio per qualche strano motivo ci aveva voluti tutti lì, seduti in salotto a sfogliare vecchi e polverosi album fotografici. Lei e Louis erano sicuramente i più presi. Sarà un fatto di genetica, pensai. Riuscivano a ricordare perfettamente la circostanza precisa di ogni singolo scatto, il che lasciava abbastanza perplessi tutti quanti, data la loro fama di smemorati. La sua risata riempì l’aria attorno a noi, quando Louis fece un commento buffo riguardo una foto di Zayn all’età di soli 8 anni. Mi persi nel suono armonioso della sua voce e solo una gomitata furtiva di Liam mi fece rinsanire.
“Non guardarla con quello sguardo. Ti ricordo che il suo ragazzo è seduto di fronte a te” bisbigliò al mio orecchio. Con la coda dell’occhio guardai nella direzione indicatami da Liam e vidi Niall scrutarmi da capo a piedi mentre stava seduto su di una delle due poltrone. Quella situazione probabilmente lo stava facendo sentire un escluso. Eravamo tutti attorno a Julie e al suo album, mentre lui se ne stava in disparte, a osservare tutti noi dall’esterno.
“Styles guarda quanto siamo carini qua!” Lei mi strattona per un braccio, per avere la mia attenzione.
“Guarda, guarda!” ripete picchiettando con l’indice destro sul foglio di carta. Le prendo l’album dalle mani e sorrido immediatamente quando i miei occhi vedono quella foto che con tanta insistenza aveva voluto mostrarmi.
“Ti ricordi?” La sua voce è bassa e dolce, angelica direi.
“Ovvio. Era il compleanno di Louis, il decimo mi pare. Tua madre aveva appena portato la torta ed era arrivato il momento per tuo fratello di esprimere il suo tanto atteso desiderio…”
“Ma siccome stava impiegando troppo tempo io e te ci fiondammo su di lui, spegnendo le candeline al suo posto. Così mentre Louis scappava in lacrime noi ci fiondammo sulla torta, ricoprendoci a vicenda di crema” terminò il racconto al posto mio. Liam scoppiò a ridere, seguito da Zayn, mentre ricordava a sua volta quel pomeriggio.
“Per colpa vostra quel mio desiderio non verrà mai esaudito” disse Louis, puntandoci il dito contro.
“Non saresti diventato il clown di un circo comunque” rispose scettica lei.
“Questo non puoi saperlo” mise il broncio Louis.
“Amico” Zayn gli mise una mano sulla spalla “sei irrecuperabile.” Continuammo a ridere, dando poco peso alla crisi emotiva che Louis stava attraversando in quel momento a causa del suo mancato desiderio.
Sfogliammo un altro paio di pagine, soffermandoci a commentare ogni singolo scatto. Costretti da Julie guardammo più di dieci album, ma per quanto ci lamentassimo a ognuno di noi faceva piacere rivivere la nostra infanzia attraverso quei ricordi. Avrei passato la mia intera vita stando seduto accanto a lei, lasciandomi trasportare dal suo dolce profumo alla vaniglia e specchiandomi in quei suoi occhi color cioccolato; guardarla sorridere alla più insensata battuta e tornare seria un attimo dopo; osservare ogni minimo tocco quando si sposta i capelli da una spalla all’altra mentre sta parlando; assaporare di nuovo il sapore delle sua labbra morbide e rosa che tanto desideravo.
“Harry mi senti quando parlo?” Scossi la testa per far uscire quei pensieri dalla mia mente.
“Scusa Liam, dicevi?” Il mio amico si coprì il volto con una mano, prima di ripetere la domanda.“Ti fermi a cena oppure no?”
Boccheggiai per qualche minuto. Avrei dovuto dire di no, tornarmene a casa e lasciarla vivere la sua vita in pace. Alla fine annuii, consapevole di non potermi mai separare realmente da lei.
“Che ne dite se cucino io? Ho imparato qualche ricetta mentre ero dai miei nonni…” proposi. I ragazzi accettarono entusiasti di non dover mangiare l’ennesima pizza, così senza perdere troppo tempo mi avviai in cucina.
“Styles” una voce mi chiamò. Mi voltai di nuovo verso il divano e vidi Julie sorridermi.
“Vedi di non avvelenarci” disse facendomi l’occhiolino. Tornai da lei e mi chinai leggermente sul suo viso, non preoccupandomi degli altri presenti nella stanza.
“Ti fidi di me?” le chiesi sorridendo. Lei ricambiò, annuendo convinta.
“Bene, allora non hai di che temere.” Mi rimisi eretto con la schiena e lasciai la stanza.
“Diamoci da fare” dissi tra me e me, strofinando le mani. Misi due pentole sul fuoco dei fornelli e poi andai verso il frigo per prendere gli ingredienti necessari per realizzare la ricetta di mia nonna.
Iniziai a canticchiare in modo allegro, ripensando a ciò che era appena successo con Julie. Ancora sovrappensiero chiusi lo sportello del frigo per sobbalzare un attimo dopo. Niall, che fino ad allora era stato zitto e fermo su quella poltrona, adesso era apparso come dal nulla in cucina. Mi si avvicinò con fare minaccioso e, puntandomi un dito contro, disse: “Stai alla larga da Julie.”
Lo guardai e non potei fare a meno di pensare a quanto fosse buffo. Niall era un ragazzo dal volto bambino e di certo quegli occhioni azzurri e quei capelli biondo platino non lo aiutavano a fare il cattivo ragazzo. Specialmente se doveva farlo nei miei confronti. Trattenni una risata, mentre posavo quelle poche cose che tenevo in mano sul ripiano vicino a me. Mi avvicinai ancora di più a lui, fino a far scontrare i nostri petti. Chinai leggermente il capo, dato che ero più altro di lui, anche se non di molto.
“Tu non sei nessuno per dirmi di stare lontano da Julie” dissi scandendo lentamente ogni parola, giusto per far arrivare chiaro il concetto.
“Nel caso in cui non te lo ricordassi, noi stiamo insieme.” Scoppiai in una fragorosa risata, allontanandomi da lui e appoggiandomi al tavolo.
“Io non ci trovo niente da ridere” disse piazzandosi nuovamente davanti a me, questa volta a braccia incrociate.
“Il nostro è un legame speciale” aggiunse. Questa volta trattenni la risata, altrimenti i ragazzi mi avrebbero sentiti e sarebbero corsi immediatamente in cucina.
“Speciale hai detto? Ti prego Niall, non metterti in ridicolo da solo.” Non volevo trattarlo male, davvero. Era un bravo ragazzo e probabilmente se lo avessi conosciuto in un altro contesto saremmo anche potuti diventare buoni amici.
“Che ti piaccia o no, lei non ti ama più e non lo farà mai più” rispose convinto. A quel punto i miei buoni propositi andarono a farsi fottere e persi del tutto la pazienza.
“Ti sbagli, lei non ha mai smesso di amarmi.” Senza rendermene conto alzai il mio tono di voce, arrivando quasi ad urlare.
“Da quanto tempo state insieme? Un paio di mesi? Beh, in questi mesi ha mai detto di amarti? Ha mai condiviso qualcosa di importante con te? Ti ha mai confessato le sue paura più grandi?” Lui abbassò la testa, in silenzio. Probabilmente lo stavo ferendo, ma era ora che aprisse gli occhi.
“Se davvero il vostro legame è così speciale come dici, perché poco fa eri in disparte? Perché mentre guardavamo le foto del nostro passato lei non ti ha chiamato? Il sentimento che c’è tra me e Julie va oltre qualsiasi cosa. Abbiamo condiviso sempre tutto, a partire dalla nascita. Quando ha preso il morbillo io c’ero; quando ha rischiato di annegare durante la sua prima volta al mare io c’ero; quando ha preso la patente io c’ero; quando ha passato le notte insonne per studiare per il diploma io c’ero; quando i suoi genitori sono mancati io c’ero. Io c’ero in ogni singolo attimo della sua vita e, che tu lo voglia o no, ci sarò sempre.” Lo guardai sbiancare, mentre del tutto inerme subiva le mie parole.
“Sai Niall ti devo un favore” dissi superandolo e tornando ai fornelli. “Finalmente ho capito che è arrivato il momento per me di riconquistare Julie.” Ok, ero un vero stronzo a comportarmi in quel modo, ma ormai ero scoppiato e fermarmi era impossibile.
Non lo sentii muovere per alcuni minuti. Poi fui preso per il braccio e costretto a girarmi. Non ebbi il tempo di realizzare, che finii a terra, steso da un suo pugno. Ancora incredulo del fatto che uno come Niall mi avesse colpito, portai la mano sul viso e la sporcai di sangue. L’angolo della bocca sanguinava e faceva anche parecchio male.
“Che ti è saltato in mente Niall?” Alzai solo allora il viso e vidi Julie spingerlo contro il muro. Lui continuava a stare zitto, fissandosi la mano ancora serrata in un pugno. Abbandonò Niall a sé stesso, per precipitarsi da me.
“Stai bene? Ti fa male? Ti ha rotto qualcosa?” Mi prese il viso tra le mani per controllare in che condizioni ero.
“Sto bene, tranquilla” la rassicurai.
“Riesci ad alzarti?” Annuii solo.
“Andiamo di sopra allora.” Nonostante riuscissi a farlo da solo, mi aiutò ad alzarmi e uscimmo dalla cucina in silenzio.
Quando gli altri ragazzi ci chiesero cosa fosse successo, lei rispose con un secco “Ne parliamo dopo.”
Salimmo in camera sua, ma lei uscì subito per andare a prendere il necessario per disinfettare la ferita.
“Julie non è necessario, è solo un pugno” provai di nuovo a farla stare tranquilla, dato che la vedevo agitata.
“Stai zitto e fatti medicare” mi rimproverò. “E smettila di sorridere, che intralci il mio lavoro.” Senza volerlo stavo sorridendo ancora di più.
“Non cambierai mai Styles” disse scuotendo la testa e alzandosi.
“Julie aspetta, dobbiamo parlare” la trattenni per un braccio. Lei mi sorrise dolcemente.
“Domani. Adesso è meglio che ti riposi. E poi, devo parlare prima con qualcun altro.” 
Le lasciai il braccio e, controvoglia, la lasciai andare da Niall. Perché era chiaro che volesse parlare con lui.
Mi sdraiai sul suo letto, proprio come mi aveva detto di fare. Improvvisamente fui travolto da una marea di ricordi, tutti legati a lei.
Eravamo come i poli opposti di due calamite: destinati per stare insieme e impossibili da separare. 
 


here i am:

sono in anticipo rispetto al solito, ma non vedevo l'ora di postare questo capitolo!
come avrete capito è harry a narrare e beh, per quanto assurda come situazione, la lite tra lui e niall è uno dei miei momenti preferiti della storia.
forse perchè styles ritorna ad essere quello combattivo di sempre, forse perchè riemergono tutti i suoi sentimenti verso di julie..
spero che vi sia piaciuto :) vi avviso: il prossimo vi piacerà di meno lol
che ne dite del banner che ho inserito all'inizio di ogni capitolo? l'ho fatto oggi, in un momento di noia lol


 

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***


 



CAPITOLO 37


Richiusi la porta alle mie spalle e mi ci appoggiai per qualche istante. Chiusi gli occhi e buttai un respiro. Cosa diamine era successo? Niall aveva realmente dato un pugno a Harry oppure era stato tutto frutto della mia immaginazione? Per quanto mi sforzassi per trovare una giustificazione al comportamento di Niall non riuscivo a credere a quanto era successo. Eravamo in salotto a ridere e scherzare e un attimo dopo l’aria si era riempita di urla. In cucina avevo trovato Harry a terra col labbro sanguinante e Niall immobile davanti a lui, col pugno ancora serrato. Ero arrabbiata nera con Niall, ma dovevo parlare con lui. Volevo una spiegazione e l’avrei ottenuta.
Scesi le scale a due a due, tanta era la fretta che avevo. Evitati nuovamente gli altri e mi diressi spedita in cucina, dove ero certa di trovare Niall. Infatti non mi sbagliavo. Eccolo lì, seduto su di una sedia con del ghiaccio poggiato sulla mano.
“Harry è un osso duro” disse abbozzando un sorriso verso di me. Lo guardai fredda e, senza rispondere, mi andai a sedere nel posto davanti a lui. Mi passai una mano tra i capelli, spostando il ciuffo che ricadeva davanti agli occhi.
“Si può sapere cosa ti è saltato in mente?” chiesi quasi urlando.
“Non lo so” rispose alzandosi. “Un attimo prima stavamo parlando e l’attimo dopo non ci ho visto più dalla gelosia e l’ho colpito” continuò gettando il ghiaccio nel lavandino.
“Gelosia? GELOSIA?!” gridai alzandomi e coprendomi il viso con le mani. “Spero che tu stia scherzando” puntai gli occhi su di lui, furiosa per ciò che aveva fatto. Per quanto fossi attratta da Harry gli ero sempre stata fedele e davanti a lui avevo sempre cercato di respingere questa forza che mi tirava verso di Styles.
“Secondo te ho la faccia di uno che sta scherzando? Come dovrei comportarmi sapendo che sto perdendo la ragazza che amo?” disse indicandosi con l’indice.
“Non lo so. Però so che Harry ha il labbro completamente gonfio per causa tua e-”
“Santo cielo Julie ma ti senti quando parli? Harry, Harry e ancora Harry. Sempre e solo lui. Come credi che debba sentirmi io? Da quando è tornato non fa che girarti intorno. Non perde occasione per abbracciarti o per avvicinarsi a te. Hai notato che da quando è tornato noi due non abbiamo più un momento solo per noi? Ovunque andiamo, qualunque cosa facciamo lui c’è. E credimi, il modo in cui ti mangia con gli occhi non passa di certo inosservato.” Il suo tono di voce mano a mano che parlava si faceva sempre più alto. A quanto pare i miei sforzi non erano bastati per nascondere agli occhi di Niall il sentimento che ancora provavo nei confronti di Harry.
“Sono solo cazzate. Smettila” risposi nel tentativo di evitare la verità.
“Sai meglio di me che ho ragione. Julie guardiamo in faccia la realtà: tu non aspetti altro che tornare insieme a lui.”
“Non è assolutamente vero” replicai, anche se non ne ero pienamente convinta.
“Smettila di prendermi in giro, cazzo. Sono stufo di passare per il cretino di turno. Solo perché delle volte faccio finta di niente, non vuol dire che io non mi accorga di quello che succede attorno a me” urlò ancora. Si voltò, dandomi le spalle e appoggiando le mani al ripiano davanti a sé.
“Harry ha ragione, il vostro legame è troppo forte per essere spezzato da uno qualunque come me” disse piano, affinché io non lo sentissi. Andando contro le sue volontà io riuscii a sentire forte e chiaro cosa avesse detto.
Niall a differenza di Harry era sempre stato un tipo insicuro. Credeva poco in se stesso e pensava di non essere mai abbastanza. Sentirlo dire determinate cose mi faceva stare male. Mi faceva sentire in colpa. In quel momento sentii la rabbia abbandonare il mio corpo, facendomi tornare a vedere Niall sotto la luce di sempre. La luce che me lo faceva vedere come un bambino indifeso, che andava sempre rassicurato.
“Niall smettila con queste sciocchezze, tu non sei uno qualunque. Tu sei importante per me, più di quanto tu possa immaginare.” Mi avvicinai lentamente a lui e, una volta accanto, gli strinsi una mano. Lo feci girare e lo incitai a guardarmi negli occhi.
“Tu sei il ragazzo che non è scappato quando mi ha incontrato al parco in pigiama. Tu mi hai consolato durante le mie crisi di pianto nonostante ti avessi sempre trattato di merda. Tu mi hai aiutato a uscire da un periodo buio e se oggi sono tornata a sorridere lo devo principalmente a te.” Gli rivolsi un sorriso e subito dopo mi strinse tra le sue braccia. Sapevo che era giusto che io dicessi quelle cose a Niall. Lui c’era sempre stato durante il mio periodo di crisi ed era giusto che io lo ringraziassi per questo.
“Non lasciarmi Julie, ti prego non farlo” mi sussurrò all’orecchio. D’un tratto mi resi conto di aver sbagliato direzione. Niall aveva decisamente frainteso le mie parole e forse avrei dovuto immaginarlo. Pensavo davvero quello che avevo detto, ma… Ma non potevo continuare a stare insieme a lui. Lo sentii singhiozzare e il mio cuore si strinse.
“Non succederà mai, te lo prometto” mentii. Si staccò da me e mi sorrise, prima di baciarmi. All’inizio ero abbastanza fredda, poi però mi lasciai andare ricambiando il bacio.
“Ti amo tesoro mio” disse accarezzandomi una guancia. Appoggiai la fronte contro la sua e lo guardai negli occhi. Dovevo dire qualcosa, ma non me la sentivo di mentire ancora.
“Devo parlare con Harry, ti dispiace?” Vidi l’azzurro dei suoi occhi spegnersi improvvisamente, ma dopo annuì.
“Vai pure” disse prima di baciarmi di nuovo.
Lentamente uscii dalla cucina e mi trascinai nuovamente al piano di sopra. Ad ogni gradino che salivo sentivo le lacrime farsi sempre più vicine. Le bloccai, prima che scoppiassero in un pianto vero e proprio. Mi fermai davanti alla porta di camera mia, oltre la quale Harry mi stava aspettando. Un improvviso brivido di freddo mi percorse le schiena e mi piacque dare la colpa alla maglietta a maniche corte che indossavo in quel momento. Ormai ero diventata un’esperta nel raccontare bugie.
Appoggiai la mano sulla maniglia, anche se ancora non ero pronta per spingerla. La porta poi si aprì da sola (o almeno questo fu quello che mi parse inizialmente). Mi ritrovai Harry davanti, con un sorriso smagliante nonostante il pugno ricevuto.
“Ehi” disse raggiante.
“Ehi” risposi meno entusiasta. Entrai in camera e senza che gli dicessi niente richiuse la porta. Mi sedetti sul letto e aspettai che mi raggiungesse. Una volta sedutosi accanto a me, iniziò a giocare con una ciocca dei miei capelli. Adoravo quando lo faceva, mi rilassava come poche cose riuscivano a farlo.
“Mi sei mancata, lo sai?” disse avvicinando il suo viso al mio.
“Anche tu, Harry. Anche tu” ammisi. Non era la prima volta che mi diceva che gli ero mancata, eppure sentirglielo dire mi faceva stare sempre bene. Come se ogni volta fosse la prima. Quella volta però sapevo che era diverso. Sul suo viso comparve nuovamente un sorriso che in un’altra situazione mi avrebbe rassicurato, ma che allora rendeva il tutto solamente più difficile.
Lo vidi avvicinare sempre di più il suo viso al mio, ma solo quando i nostri nasi si sfiorarono riuscii a trovare la forza per abbassare la testa e dire “Non posso.” Mi alzai e mi allontanai da lui.
“Che vuol dire non posso?” disse seguendomi in giro per la stanza, dato che avevo iniziato a camminare in lungo e in largo.
“Non posso vuol dire esattamente non posso” risposi, senza capire neanche io cosa stessi dicendo.
“Ma io credevo che tu, che noi… Si insomma, credevo che ci fosse ancora una possibilità per noi due” disse fermandomi per un braccio e obbligandomi a guardarlo negli occhi.
“Mi dispiace Harry, ma credo che noi due dovremmo rimanere amici.” Fu come pugnalarmi al cuore da sola. Non volevo dirlo, ma dovevo farlo.
“Non posso crederci. Non ancora, non di nuovo.” Mi allontanai da lui e, guardando altrove dissi: “È la cosa migliore per tutti.”
“No Julie, questa è la cosa migliore per Niall” mi urlò contro. Si sedette ai piedi del letto, tenendosi la testa tra le mani.
“Harry” lo chiamai. Appoggiai la mano sulla sua spalla, ma lui la ritrasse subito. Mi guardò e iniziò a scuotere la testa.
“Non puoi chiedermi di esserti amico un’altra volta.” Mi morsi il labbro, sapendo che aveva ragione. Stavo sbagliando al 100%, ma ormai non potevo più tornare indietro.
Si alzò e si diresse verso la porta. “Ti prego Harry, non lasciarmi” lo supplicai stringendolo da dietro. Lentamente si voltò e mi strinse a sé.
“Mi dispiace piccola mia, ma è meglio per noi se non ci vediamo per un po’ di tempo.” Mi aggrappai alla sua camicia per non lasciarlo andare. Mi baciò i capelli e delicatamente si staccò da me. Uscì dalla camera e richiuse la porta alle sue spalle senza guardarsi indietro.
Solo allora mi resi conto di aver commesso l’errore più grande di tutta la mia vita. Mi lasciai cadere a terra, scoppiando finalmente a piangere. Con le mie stesse mani avevo appena distrutto la cosa migliore che avessi mai avuto, ma ormai era troppo tardi anche solo per provare a ricomporre i pezzi.
 


here i am:

ecco il nuovo capitolo, spero che in questo momento non mi stiate maledicendo o cose simili lol
forse non è quello che vi aspettavate, ma non perdete la fiducia, la storia non è ancora finita ;)
scusate, ma oggi sono di poche parole perciò non ho molto da dirvi. 
grazie a tutte di cuore, semplicemente x
p.s. vorrei specificare una cosa riguardo il banner: è vero che la foto è di selena gomez, ma non siete obbligate ad immaginare julie come lei.
ho scelto quella foto perchè il modo in cui sorride la fa sembrare come la julie che descrivo, solo per questo.


 

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 ***


 


 

CAPITOLO 38


“Per la millesima volta Niall, ti ho detto che questa sera non voglio uscire.” Lo sentii sbuffare e quella era la tredicesima volta in dieci minuti. No, non stavo esagerando: le avevo contate.
Era passata soltanto una settimana dalla lite tra Niall e Harry, ma a me sembrava già troppo tempo. Non vedevo né sentivo Harry da quella sera e la cosa mi stava logorando dentro. Louis e i ragazzi cercavano di evitare di parlare di lui in mia presenza, ma ogni volta leggevo nei loro occhi la difficoltà che provavano nel tenermi nascosta un’uscita o un pranzo insieme.
Il rapporto con Niall invece di migliorare peggiorava ogni giorno. Ormai litigavamo sempre, eravamo in disaccordo su ogni cosa e il sentimento che ci univa un tempo andava affievolirsi.
Per quella sera Zayn aveva rimediato biglietti gratis per una festa a tutti quanti, ma io avevo voglia zero di uscire, a differenza di Niall che insisteva sul fatto che dovessimo passare del tempo fuori casa.
“Julie è aprile, è una bella giornata e tu sei in tuta buttata sul divano a guardare vecchie puntate di Hell’s Kitchen” mi fece notare. Tornai a guardare lo schermo del televisore giusto in tempo per vedere Gordon Ramsay sbattere fuori dalla cucina uno dei cuochi in gara.
“Quell’uomo è un idolo” dissi ridendo.
“Julie hai ascoltato almeno una parola di quanto ho appena detto?” Stavo per rispondere, quando Liam rientrò a casa.
“Ehi ciao” ci salutò.
“Ciao Liam” lo salutai, mentre Niall si limitò ad un cenno del capo.
“Interrompo qualcosa per caso?” disse sistemandosi sul divano accanto a me.
Niall fece per rispondere, ma Liam lo precedette dicendo: “Uh, c’è Hell’s Kitchen! Alza il volume, adoro quando lo chef urla contro i concorrenti.”
Iniziai a cercare il telecomando, che doveva trovarsi da qualche parte sul divano. Quando lo trovai, lo passai a Liam che alzò di poco il volume della televisione.
“È sempre bello parlare con voi” commentò Niall, dopo aver visto che nessuno dei due gli dava retta.
“Qualcosa non va amico?” chiese confuso Liam.
“Nulla, Niall è semplicemente arrabbiato con me perché questa sera non voglio uscire” risposi al suo posto.
“Io non sono arrabbiato con te” si intromise.
“Si certo, come no” controbattei senza distogliere l’attenzione dalla televisione.
“Se magari mi guardassi mentre ti parlo forse non sarei arrabbiato con te” disse.
“Allora vedi che ho ragione: sei arrabbiato con me” incalzai.
“Ok, forse sono di troppo” disse Liam alzandosi.
“Siediti Payne” gli intimai. Senza farselo ripetere Liam riportò il suo sedere sul cuscino del divano.
“Non per mettermi in mezzo, ma secondo me dovresti venire questa sera” disse. Passai lo sguardo dalla tv a Liam e lo fulminai. Ci mancava lui a farmi la ramanzina.
“Dai tesoro, ci divertiremo.” Ecco, adesso Niall era tornato nella fase amore e coccole. Ultimamente era sempre così. Un attimo litigavamo e l’attimo dopo facevamo finta che non fosse successo niente. Lentamente si avvicinò a me e si inginocchiò, in modo da essere alla mia altezza.
“Fallo per me” aggiunse spostandomi una ciocca di capelli. Guardai prima Niall e poi, con la coda dell’occhio, Liam. Sentivo i loro sguardi fissi di me e, per farli smettere, mi arresi.
“Ok” mi limitai a dire.
“Grazie tesoro” disse Niall prima di stamparmi un bacio.
“Bene, ora posso andare a farmi una doccia.” Contento di aver ottenuto ciò che voleva, Niall andò al piano di sopra, lasciando me e Liam soli.
“Mio fratello che fine ha fatto?” chiesi spegnendo la tv, dato che ormai il programma era finito.
“Si è fermato da Emily” rispose. Annuii con la testa, sdraiandomi sul divano e fissando il soffitto.
“Ti va di parlare?” mi chiese.
Feci spallucce. “Non c’è niente di cui parlare.”
“Julie ti conosco troppo bene, è inutile che fingi con me. È una settimana che tu e Niall andate avanti litigando, si può sapere cosa è successo con Harry?”
Piccolo particolare. I ragazzi non sapevano niente del perché io e Harry avessimo deciso di non vederci più. Semplicemente avevamo chiesto loro di non fare domande e così era stato. Almeno fino a quel momento.
Non risposi, mi limitai a guardarlo.
“Ok, non è necessario che tu mi racconta tutto nei minimi particolari. Mi accontento anche di una sintesi” insistette. Mi presi qualche minuto per riflettere e alla fine mollai.
“Sono ancora innamorata di Harry.” Era la prima volta che lo dicevo ad alta voce e faceva un effetto abbastanza strano. Ma all’improvviso mi sentii come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno e nessuno era più perfetto del mio migliore amico.
“Una cosa meno ovvia?” fu la sua risposta. Mi alzai col busto e lo guardai male.
“Scusa?” dissi. Lui si mise a ridere, cercando di contenersi.
“Andiamo Julie, ce ne siamo accorti tutti ormai” rispose dandomi una pacca sulla gamba.
“Buono a sapersi allora” mugugnai ributtandomi giù.
“Ascolta, so benissimo che tu a Niall vuoi bene, ma non potete andare avanti così. Ti conviene trovare una soluzione al più presto.” Lo guardai male, per poi alzarmi dal divano.
“Sai Liam,” dissi fermandomi sulla porta “dovresti cambiare il tuo nome in Capitan Ovvio.”

Passarono un paio di ore. Louis rientrò in casa, così come Zayn. A turni occupammo il bagno per preparaci per la festa. Mi posizionai davanti all’armadio e iniziai ad esaminare i vestiti singolarmente.
“Troppo corto, troppo scuro, troppo pesante, troppo…” Mi bloccai quando la mia mano incontrò un vestito a me tanto familiare.
Senza toglierlo dalla gruccia su cui era sistemato, lo presi. Mi misi davanti allo specchio e poggiai l’abito sul mio corpo, senza indossarlo veramente. Mi dondolai lentamente sul posto, osservando il vestito oscillare insieme a me.
“Non avrai intenzione di indossare quello spero.” Mi ripresi dallo stato di ipnosi in cui ero magicamente entrata e mi voltai verso di Niall, che stava appoggiato allo stipite della porta.
“Perché, cosa c’è che non va in questo vestito?” Lui storse il muso.
“Semplicemente non ti ci vedo con indosso un tubino rosso” disse prima di andarsene e lasciarmi di nuovo da sola con i miei mille e uno pensieri.
Tornai davanti allo specchio e mi guardai nuovamente con l’abito appoggiato addosso. E pensare che a Harry quell’abito piaceva particolarmente. Ancora ricordo le sue reazioni ogni volta che me lo vedeva indossare.
Un sorriso malinconico mi apparve sul volto al ricordo di quei giorni.
Il mio lato realistico prese il sopravvento su quello da sognatrice, dicendomi di posare il vestito e affrettarmi a sceglierne un altro. Avrei potuto mettere quello regalatomi da Niall, giusto per farlo contento, ma poi mi sarei sentita fuori luogo. Così scelsi un look più adatto alla situazione. Misi un paio di leggins fuxia con una maglia lunga a pipistrello di colore nero. Calzai un paio di stivaletti neri e abbinai qualche accessorio. Misi il minimo indispensabile in una graziosa tracolla nera e fui pronta.
In mezz’ora arrivammo davanti all’ingresso del locale, ma dovemmo aspettare un altro quarto d’ora prima di entrare, data la confusione che c’era. Zayn tramite i suoi agganci riuscì a rimediarci un tavolo piuttosto appartato, in modo che avessimo un po’ di privacy. Le luci mi fecero da subito bruciare gli occhi, mentre la musica era completamente assordante.
Sapevo che sarei dovuta rimanere a casa quella sera.
Zayn e Ari furono i primi a buttarsi nella mischia, seguiti poco dopo dalle altre due coppie. Gli unici a rimanere seduti fummo io e Niall, che poco dopo mi lasciò sola per andare a prendere da bere.
Il tempo passava e di lui neanche l’ombra. Per quanto litigassimo sempre ultimamente, mi preoccupai per lui. Così mi alzai e andai a cercarlo. Fui costretta a dare qualche spintone per potermi muovere in mezzo alla folla. Quando un tizio provò a strusciarsi addosso a me, capii che quella di andare a cercare Niall lì in mezzo era una pessima idea.
Improvvisamente però mi parve di intravedere una chioma bionda identica alla sua.
“Niall, Niall” lo chiamai mentre mi muovevo in direzione del ciuffo biondo. “Niall” urlai un’ultima volta, prima di ritrovarmelo davanti.
Sbattei le palpebre ripetutamente, prima di poter credere a ciò che avevo davanti agli occhi. Il ragazzo che stava baciando appassionatamente quella brunetta non poteva assolutamente essere il mio Niall.
I due si staccarono un momento e allora potetti vedere entrambi perfettamente in viso. Buttai un’occhiata veloce alla tizia, mentre mi soffermai a guardare il ragazzo. Si, era decisamente il mio Niall. In una versione piuttosto brilla, ma pur sempre il mio Niall.
Improvvisamente mi sentii usata, ferita, tradita, presa in giro… ma non triste. Dentro di me si fece spazio uno strano desiderio, che stranamente non riguardava il picchiare a sangue Niall. Girai i tacchi e spedita feci ritorno al tavolo, che al mio arrivo era esattamente come lo avevo lasciato: vuoto.
Iniziai a cercare tra le giacche quella di Louis. Controllai ognuna delle tasche, fino a trovare le chiavi dell’auto. Quando mi voltai, vidi Liam fermo a guardarmi.
“Cosa stai facendo?” disse non appena notò il mazzo tra le mie mani.
“Ti prego Liam, lasciami andare” dissi senza neanche provare a mentire.
“Cosa è successo? Sembri sconvolta.” Istintivamente mi portai una mano al viso. A quanto pare quella scena non mi aveva lasciato del tutto indifferente se a Liam sembrano sconvolta.
“Julie” mi chiamò nuovamente. Mi voltai verso la folla e con lo sguardo tornai al punto in cui avevo visto Niall. Col dito indicai quella direzione a Liam. Ci mise un po’ a focalizzare il punto, ma alla fine ci riuscì. Lo so perché era impossibile non accorgersi del mutamento improvviso della sua espressione.
“Ti prego, lasciami andare” lo supplicai.
“Ma dove? E Louis? Non avrai mica intenzione di rubargli la macchina?” iniziò a farneticare.
“Liam, per favore.” Lo guardai supplichevole e alla fine riuscii a farlo cedere.
“Non cacciarti in nessun guaio” disse prima di spostarsi e lasciandomi libero il passaggio.
Raggiunsi con facilità il parcheggio e, dopo qualche vano tentativo, trovai l’auto. Una volta dentro inserii la chiave, feci partire il motore e sgommai fuori di lì. Nonostante avessi la patente da anni, guidavo rarissime volte: un po’ perché preferivo muovermi con altri mezzi, un po’ perché Louis era molto geloso del suo gioiellino.
Presi una scorciatoia per evitare il traffico e arrivare prima a destinazione. Arrivata all’incrocio anziché svoltare a sinistra per immettermi nella strada di casa, presi la direzione opposta. Percorsi qualche altro chilometro, fino a raggiungere il quartiere residenziale. Una serie di villette a schiera molto più antiche di quelle della zona in cui abitavamo noi mi si presentarono davanti. Passai la prima, la seconda e anche la terza. Quando fui arrivata accostai davanti casa sua.
Sapevo che l’avrei trovato solo. Ricordo infatti che Louis qualche giorno prima si era lasciato sfuggire che i suoi genitori sarebbero partiti per un viaggio o qualcosa di simile. Non ero convinta di ciò che stavo per fare. Temevo in un suo rifiuto. Avevo paura che mi avrebbe lasciato a marcire fuori. Tra l’altro era ciò che mi meritavo. Ma il bisogno di essere stretta tra le sue braccia, il desiderio di respirare il suo profumo, la voglia di sentirlo sussurrare il mio nome erano sensazioni troppo forti per essere respinte da dei stupidi dubbio o da dalle sciocche paranoie.
Scesi dall’auto e percorsi spedita il vialetto di casa sua. Suonai una prima volta al campanello, senza ricevere risposta. Suonai ancora e ancora e ancora. Guardai l’ora e solo in quel momento mi accorsi di quanto fosse tardi.
“Cosa mi era saltato in mente” dissi scuotendo la testa e tornando sui miei passi. Ero ancora sul portico, quando sentii il rumore della maniglia che scatta e il cigolio della porta che si apre.
“Julie?” Una voce perplessa echeggiò nel silenzio della notte alle mie spalle. Mi voltai titubante e, illuminato dalla pallida luce della luna, vidi Harry in boxer sulla soglia della porta.
Improvvisamente sentii gli occhi farsi lucidi. Senza capirne il motivo iniziai a tremare. Un tornado di emozioni prese il possesso del mio corpo. “Harry” mi uscii in un sussurro.
“Julie” ripeté lui, questa volta convinto. Fece un passo verso di me e istintivamente corsi nella sua direzione. Gli gettai le braccia al collo, affondando il viso nella sua spalla. Lo sentii stringermi forte e, per quanto stretta fosse la sua presa, sentii mancarmi il respiro. O forse l’incapacità di respirare era dovuta ad altro.
Mi allontanò leggermente da lui, il minimo indispensabile per poter incrociare i nostri sguardi. Dopo tanto tempo tornai a specchiarmi in quel mare verde che mi aveva fatto innamorare. Mi sorrise come solo lui sapeva fare, prima di annullare la distanza tra i nostri visi. Le sue labbra conservavano ancora lo stesso sapore dell’ultima volta in cui le avevo baciate.
Si mosse indietro, verso l’entrata di casa, tenendomi stretta a lui, in modo che il bacio non venisse interrotto. Tenevo gli occhi chiusi e non sentivo la necessità di aprirli per vedere dove Harry mi stesse portando. Mi fidavo ciecamente di lui e in quel momento più che mai volevo solo stare con lui.
Arrivammo in camera sua senza inciampare in mobili o in altro. Mi fece stendere delicatamente sul suo letto e solo quando lui si staccò da me aprii gli occhi. Col il dorso della mano mi accarezzò delicatamente prima tutto il viso, per poi scendere verso il basso.
“Ti amo” sussurrai mentre mi baciava il collo, cosa che mi faceva impazzire quando era lui a farlo. Lui si fermò, per tornare a guardarmi.
“Ti amo anch’io” rispose sorridendomi, per poi baciarmi con passione.
Senza smettere insinuò una mano sotto il mio vestito, che poco dopo finì gettato sul pavimento freddo. Iniziò a lasciarmi dei baci umidi lungo tutto il corpo, soffermandosi sul bacino il tempo necessario per togliermi i leggins. Iniziai a giocare con l’elastico dei suoi boxer, fino a quando non passammo oltre, spogliandoci anche della biancheria intima.
I nostri corpi combaciavano perfettamente e i nostri cuori sembravano battere all’unisono mentre le nostre lingue si intrecciavano in un ulteriore bacio in quella notte che improvvisamente era diventata la migliore della mia vita.
 


here i am:

scusate se vi ho fatto attendere, ma ora che siamo arrivati quasi alla fine mi rattrista dover postare cwc
beh, che ne pensate del capitolo? voglio sapere se vi è piaciuto oppure no :3
vi prego di non prendervela col povero niall, nel prossimo si spiegherà tutto, promesso!
e boh, non so che altro dire. i'm spechless cwc
much love, fede xx


 

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 ***


 


 

CAPITOLO 38


Harry
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Ancora e ancora squilli. Quel fottutissimo telefono non la smetteva di suonare. Julie continuava a dormire abbracciata a me. Almeno lei sembrava non aver sentito il bip continuo del mio iphone. Facendo attenzione a non svegliarla, mi spostai, preoccupandomi di coprirla con la coperta non appena fui alzato. Afferrai il cellulare che insistentemente continuava a suonare e uscii di corsa dalla mia stanza
“Louis si può sapere che cazzo vuoi? Sono solo le sette!” bisbigliai per non farmi sentire da Julie.
“Scusami tanto se mia sorella è sparita con la mia auto e io devo andare a lavoro” borbottò dall’altro capo.
“E cosa vuo-” mi bloccai non appena realizzai le parole esatte dette da lui. “Aspetta, come fai a sapere che Julie è con me?” chiesi bloccandomi quando ero arrivato sulla soglia della cucina.
Lo sentii ridere talmente forte che ebbi paura che anche sua sorella, in tutt’altro lato della casa, potesse sentirlo. “La smetti di ridere, non è divertente” borbottai aprendo il frigo e prendendo del succo.
“Cosa credi Styles? Che io sia uno stupido? Dove altro poteva andare all’una di notte?” chiese retorico. Feci spallucce, anche se era inutile dato che non poteva vedermi.
“Ok, arriviamo al sodo. Cosa vuoi che faccia?” Mi sedetti su di una delle sedie, tamburellando con le dita sul tavolo in aspetta di istruzioni.
“Nulla. Passo tra un’ora a prendermi l’auto. A meno che non debba accompagnare Julie a casa. Allora pass-”
“No” urlai. “Non è necessario” ripetei con tono più basso. “La riporto io a casa” dissi e automaticamente un enorme sorriso mi apparve sulla faccia.
“D’accordo, allora  a dopo.”
“A dopo, amico” lo salutai prima di riagganciare.
Rigirai il telefono tra le mani per altri dieci minuti, per poi decidere che sarebbe stato meglio svegliare Julie prima dell’arrivo di suo fratello. Socchiusi la porta lentamente, temendo che cigolasse o che comunque facesse qualche rumore strano che in quel silenzio solenne sarebbe rimbombato. La richiusi alle mie spalle, facendo la stessa attenzione.
Mi avvicinai al letto, dove Julie dormiva nella stessa posizione in cui l’avevo lasciata poco fa. Strano, solitamente si dimenava come una matta quando dormiva da sola. Probabilmente non si era accorta della mia assenza. Mi sedetti accanto a lei, non potendo fare a meno di notare quanto fosse bella. Seguii i lineamenti del suo volto col pollice, accarezzando dolcemente la sua pelle soffice. Teneva la bocca socchiusa, il che le dava un’aria da bambina innocente.
Iniziai a pensare a quale fosse un modo carino per svegliarla e in mente me ne venne solamente uno. Mi avvicinai col viso e dolcemente posai le mie labbra sulle sue, lasciandole un delicato bacio.
“Buongiorno piccola mia” le sussurrai. Emise qualche verso strano, per poi rassegnarsi e aprire gli occhi. Un mega sorriso le illuminò il viso.
“Ehi” disse alla mia vista.
“Dormito bene?” le chiesi spostandole una ciocca di capelli dal viso.
“Da favola” rispose stiracchiandosi per benino. Dopo questa operazione di routine, si tirò su, sedendosi sul letto.
“E tu?” chiese allungandosi verso di me.
“Mai dormito meglio in vita mia” risposi prendendole il viso tra le mani per poi baciarla con trasporto. Ci baciammo per un’infinità di tempo. D’altronde fin’ora ne avevamo perso davvero troppo.
“Mi sono mancati i tuoi baci” disse prima di darmene uno lei.
“A me è mancato averti al mio fianco” le confessai, mentre le accarezzavo dolcemente il viso. Vidi i suoi occhi illuminarsi a quelle parole.
Non avevamo ancora parlato di quanto fosse successo quella notte, fin’ora ci eravamo solamente lasciati guidare dai nostri sentimenti, ma quella sua reazione per me significava davvero tanto.
“Perché siamo svegli così presto?” mugugnò quando lasciò cadere lo sguardo sulla sveglia che si trovava sul mio comodino. A pensarci, neanche ricordavo di averne una.
“Ha chiamato Louis, ha detto che tra un po’ passa a riprendersi la macchina.” Sbiancò improvvisamente, come se avesse appena visto un fantasma.
“Julie, stai bene?” le chiesi preoccupato.
“Si” disse sospirando. “È che non ho ancora pensato alla spiegazione che dovrò dare a tutti quanti una volta tornata a casa” disse abbassando il viso.
“Ehi” glielo feci alzare. “Ci penseremo dopo. Insieme. Ok?” la rassicurai.
“Insieme?” ripeté lei, come se non mi credesse. Annuii e sul suo volto si aprì un sorriso raggiante.
“Insieme” ripeté, questa volta decisamente più convinta e incrociando le dita della sua mano con le mie. Seguirono attimi di silenzio, riempiti solamente da alcuni scambi di sguardi e dai nostri respiri.
“Ho fame, che c’è per colazione?” chiese di punto in bianco. Scoppiai a ridere, e lei insieme a me.
“Amore, mi sono svegliato ora. Quando la preparavo la colazione, nel sonno?” chiesi retorico, senza smettere di ridere. Lei mise su un finto broncio, facendo l’offesa. Era di una tenerezza unica quando lo faceva. Con la mano ancora intrecciata alla sua, mi alzai dal letto.
“Dai salta su” dissi porgendole le spalle. “
Dove mi porta, mio cavaliere?” chiese togliendosi quell’espressione imbronciata dal viso.
“In cucina a cercare del cibo, mia dama” le risposi, sistemandomi meglio per prenderla in spalla. Un attimo dopo si buttò sopra di me. Afferrai le sue gambe, in modo da non farla scivolare, mentre lei si teneva stretta al mio collo.
“Tieniti stretta” le raccomandai lo stesso.
“Non ho paura di cadere, se è questo che intendi. Con te non ho mai paura.” Sorrisi e voltai la testa verso di lei, che stava facendo esattamente la stessa cosa. I nostri volti si ritrovarono vicinissimi e percepii il suo respiro mentre si fondeva col mio.
“Ti amo Julie” le dissi guardandola negli occhi.
“Ti amo anch’io, Styles” rispose ricambiando lo sguardo, prima che la rapissi con un altro dei miei baci.
 
Niall
C’è un momento nella vita in cui ti accorgi che quello che hai non è quello che vuoi in realtà. Ecco, forse questa cosa sarà successa soltanto a me, però è capitato.
Un attimo prima stavo camminando diretto verso il bancone per prendere da bere per me e Julie e l’attimo dopo la mia mente era completamente assente, catturate dalle movenze di una brunetta apparentemente normale, ma che mi aveva stregato nello stesso istante in cui i miei occhi l’avevano notata nella folla. Senza staccarle gli occhi di dosso, neanche per un secondo, mi avvicinai al bancone e presi da bere. Mi persi nei suoi movimenti sensuali e dolci allo stesso tempo. Persi completamente la cognizione del tempo, buttando giù un drink dopo l’altro. Capii di aver esagerato… No, in realtà mi ci volle un bel po’ prima di capire cosa stessi facendo.
Mi staccai dal bancone e mi diressi spedito verso quella ragazza. Mentre era di spalle, con molta nonchalance le cinsi la vita con le braccia, facendo attaccare i nostri corpi e iniziando a seguirla in quel ballo. Ondeggiammo così fino a quanto lei non si voltò, incrociando le braccia attorno al mio collo. Inspirai il suo profumo, che sapeva di fragola. Poi in un istante quel sapore di fragole passò dalle mie narici alle mie labbra. Dopo quel momento tutto mi apparve sotto forma di nebbia.
Le lenzuola bianche erano candide, come la pelle della ragazza che dormiva tranquilla al mio fianco. I lunghi capelli castani le ricadevano sulla schiena, formando tanti e indefiniti boccoli. Era di spalle, eppure riuscivo a vedere chiaramente davanti a me il suo volto. Gli occhi da cerbiatta, la bocca a cuoricino, il naso a punta… non so come, ma lo ricordavo alla perfezione. Mi tirai su con la schiena, cercando di essere il più silenzioso possibile. Tirai indietro la testa, passandomi una mano sulla faccia.
“Niall Horan sei una grande testa di cazzo” sussurrai a me stesso. Quella ragazza poteva anche avermi stregato, ma io stavo ancora con Julie.
Julie. L’avevo abbandonata da sola a quel tavolo. Ero salito sulla macchina di quella sconosciuta e mi ero dimenticato di lei. Quale fidanzato si dimenticava della ragazza che amava? Probabilmente mi sarà venuta a cercare, si sarà chiesta dove fossi finito. Oppure… oppure no. Magari neanche si era accorta della mia assenza e aveva proseguito la sua serata da sola. Impossibile, pensai.
Allora ebbi un flash. Io che uscivo dal locale mano nella mano con quella ragazza e il tavolo dove si sarebbe dovuta trovare Julie vuoto. Ma allora dove diamine era finita? I miei pensieri furono interrotti da un brontolio.
“Mmm…” mugugnò la ragazza al mio fianco. Si allungò nel letto, stiracchiandosi e voltandosi verso di me.
“Buongiorno bellissimo” disse con la voce ancora impastata dal sonno, ma con un sorriso a 32 denti pronto ad illuminare il mondo intero.
“Ehi” mi limitai a dire, imbarazzato. In che razza di casino mi ero infilato? Si alzò col busto, appoggiandosi anche lei alla tavarca del letto, facendo attenzione a non lasciare nessuna parte del suo corpo scoperta.
“Dormito bene?” chiese scrutandomi coi suoi intensi occhi marroni. Mi passai una mano nervosamente tra i capelli, non sapendo bene cosa dire.
“Ho capito. Non ti va di parlarne.” Si sporse verso il pavimento, iniziando a raccogliere la sua roba da terra. Quando si chinò, la sua schiena automaticamente si scoprì. Mi persi nel seguire i lineamenti del suo corpo. Cosa diamine mi stava succedendo?
Senza preoccuparsi della mia presenza si alzò, andando verso l’armadio da dove tirò fuori una serie di vestiti. “Comunque non ricordo il tuo nome. Saresti così gentile da dirmelo?” mi chiese mentre era intenta ad abbottonarsi un paio di jeans.
“Io, ecco… Si, sono Niall” risposi. Infilò le braccia nella maglia, dopodiché si girò sorridente verso di me.
“Piacere Niall, io sono Brooke.” Aprii la bocca, ma quello che uscì fu solo aria. Lei parve non accorgersene, mentre raccoglieva da terra anche i miei vestiti. Appoggiò il tutto ai miei piedi e tornò a guardarmi.
“Quando ti va di alzarti io sono di là a fare colazione” mi fece l’occhiolino, prima di uscire dalla camera e lasciarmi da solo come un povero idiota.
 
Julie
“Ti si è bloccata la mascella per caso?” chiesi guardandobHarry.
“No, perché?” disse voltandosi verso di me. Feci spallucce.
“Così. Hai quel sorriso da ebete da quando siamo usciti di casa praticamente” risposi ridendo. Molto gentilmente, lui mi arruffò i capelli che già da soli erano un disastro.
“Dai, così sembro più barboncino di te” mi lamentai, cercando di rimetterli a posto.
“Io sembrerei cosa?” chiese sbalordito.
“Un barboncino. Un tenero e soffice barboncino.” Lo feci fermare e mi piazzai dinanzi a lui. “Il mio barboncino” precisai alzandomi sulle punte e dandogli un dolce bacio sulle labbra.
“Mmm, mi piace essere il tuo barboncino” rispose ridacchiando. Tornammo entrambi sul pianeta terra, riprendendo a camminare mano nella mano verso casa.
“Credi che ci sia qualcuno?” mi chiese.
“Non lo so, lo hai sentito pure tu Louis. Zayn doveva vedersi con Ari, Liam doveva andare pure lui a lavoro e…” mi bloccai, pensando a Niall.
“E Niall non si fa vivo da ieri sera” concluse al posto mio.
Mi strinsi nella felpa di Harry che mi aveva fatto indossare quella mattina. Non avevo ancora pensato a un discorso da poter fare a Niall. Che avrei potuto dirgli? Ti ho visto tradirmi e ho capito di non poter vivere senza Harry?
“Stai pensando a lui?” mi chiese freddo Harry.
“Si” ammisi dopo aver buttato un sospiro. “Il fatto è che sono successe troppe cose e in troppo poco tempo. Non ho preparato alcun discorso e sai che sono una frana nelle improvvisazioni. So che è stato lui il primo a sbagliare, ma mi sento comunque in colpa perché so che per essere felice io dovrò far soffrire lui e-”
“Julie rallenta” mi fermò Harry, avvolgendomi con un braccio e stringendomi a sé.
“Cosa ti ho detto questa mattina?” mi chiese con fare di rimprovero.
“Che ci avremmo pensato insieme” risposi ripensando alle parole dettemi da lui appena sveglia.
“Ecco, quindi smettila di farti tutti questi problemi. Niall è grande e intelligente, vedrai che capirà” disse baciandomi la testa.
“Per fortuna che ho te” dissi aggrappandomi a lui. Tra le sue braccia mi sentivo protetta come non mai. Era una sensazione strana, ma magica. Quando stavo con Harry tutto appariva automaticamente più bello.
Dopo un po’ arrivammo a destinazione. Purtroppo però non eravamo da soli. Già in lontananza avevo notato quelle due figure, ma solo ora che eravamo vicini li avevo riconosciuti. Niall a braccetto con la brunetta della sera prima.
“Però, ci ha messo poco a riprendersi” commentò sarcastico Harry.
“È normale che non mi dia fastidio vederli insieme?” gli chiesi. Lui si voltò verso di me, sorridendo soddisfatto per poi annuire.
Intanto Niall si era accorto di noi. Lo avevo intuito non perché lo avessi sorpreso a guardarci, ma perché aveva fatto improvvisamente sparire quella ragazza.
“Forse è meglio che ci parli da sola” dissi mentre guardavo Niall avvicinarsi a noi. Harry fece per ribattere, ma lo sguardo che gli rivolsi lo fece ripensare.
“Hai ragione, è una questione che dovete risolvere da soli.”
“Grazie” gli sussurrai.
“Se hai bisogno sai dove trovarmi.” Lo guardai, specchiandomi nei suoi occhi.
“Non scapperai anche questa volta, vero?” non so neanche perché glielo chiesi.
“Non vado da nessuna parte, piccola.” Mi attirò a sé e mi baciò.
Un tornado di emozioni mi travolse e pensai di essere una stupida per aver pensato anche solo per un minuto che lui potesse andare via di nuovo.
Mi lasciò così da sola. Presi un respiro profondo e ripresi a camminare. Contemporaneamente a Niall, arrivai all’entrata del vialetto.
“Prima tu” mi disse facendo un cenno con la mano verso la porta. Entrammo in casa in perfetto silenzio, raggiungendo il salotto. Lui si sedette sul divano, mentre io preferii rimanere in piedi.
“Prima tu” disse guardando verso il basso. Bene, pensai.
“Ti ho visto con quella tipa ieri sera, se è questo che vuoi sapere” dissi utilizzando un tono abbastanza accusatorio.
“Julie, io…pos-so…io sposso spiegar-ti” tentennò.
“Davvero? Sentiamo, sono molto curiosa” dissi incrociando le braccia al petto.
“Io… mi dispiace” si limitò a dire infine. Si prese la testa con le mani e iniziò a scuoterla.
Provai un senso di colpa assurdo in quel momento. Chi ero io per giudicarlo in quel modo? Niall aveva sbagliato, ma io non ero stata migliore di lui. Misi da parte l’astio e mi andai a sedere vicino a lui.
Lo abbracciai forte. Così, senza dire niente. “Scusami, non avrei dovuto attaccarti in quel modo.”
Lui sciolse l’abbraccio, sorridendomi debolmente. “Dove abbiamo sbagliato secondo te?” mi chiese.
“Non lo so, Niall. Non lo so” dissi guardando davanti a me. “Forse ci siamo persi di vista durante il percorso” la buttai lì.
“O forse semplicemente non siamo destinati a stare insieme” mi riprese lui. Lo tornai a guardare e questa volta stava sorridendo veramente.
“Tu e Harry siete anime gemelle. E inutile che io continui a negarlo.” Era sincero, lo si capiva dalla dolcezza nel suo tono di voce e da quel sorriso vivo che gli dipingeva il volto.
“Sei un ragazzo splendido Niall, sono sicura che lì fuori c’è qualche ragazza altrettanto stupenda che ti sta aspettando” dissi ricambiando il sorriso.
“Sai una cosa?” mi chiese. Feci di no con la testa.
“Forse l’ho già trovata” rispose. Lo guardai stranita per un attimo, ma poi realizzai.
“La brunetta?” azzardai. Lui non rispose, ma dal modo in cui i suoi occhi brillavano capii tutto da sola.
“Mi sembra una brava ragazza in fondo.” Non so neanche come mi uscii quella frase, però ero sincera.
Stessimo qualche minuto in silenzio, prima che lui parlasse di nuovo. “Credi che noi due potremmo essere amici nonostante tutto?” Lo guardai e sorrisi.
“Io pretendo che noi due rimaniamo amici” risposi sottolineando la parola pretendo. Lui ricambiò il sorriso e spalancò le braccia, pronto ad abbracciarmi.
“Ti voglio bene Julie” mi disse dolcemente.
“Te ne voglio tanto anch’io, Niall” sussurrai. 
 


here i am:

non  mi sembra vero doverlo dire, ma questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.
non voglio dilungarmi troppo, perciò vi auguro solo buona lettura e spero che vi piaccia c:
p.s. se vi va, potete passare dall'altra mia fan fiction in corso: si chiama hello beatufiul xx

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Capitolo 41
*** Epilogo ***


 


 

Epilogo


“Ragazzi per l’amore del cielo mi dite dove stiamo andando?” Erano le nove di sera, la temperatura si era improvvisamente abbassata, ero stata fuori casa tutto il giorno e Harry non si faceva vivo da 24 ore. Praticamente ero un fascio di nervi e i ragazzi, per peggiorare la situazione, mi avevano trascinato in macchina mettendomi una benda davanti agli occhi. Se non li avessi conosciuti avrei giurato che si trattava di un rapimento.
Da quando il viaggio era iniziato avevo supplicato infinte volte di dirmi cosa stesse succedendo, ma tutti si rifiutavano di parlare. Louis stava al volante come se nulla fosse, Liam era accanto a lui, mentre Zayn e Niall si occupavano di me, assicurandosi che non togliessi la benda o che non provassi a scappare. Cosa che risulta alquanto impossibile dato che mi trovavo nel mezzo bloccata da quei due babbuini.
“Siamo arrivati.”
“Alleluia” esclamai non appena Louis disse quelle due sante parole. Niall mi aiutò a scendere e finalmente i miei piedi toccarono il suolo. Era piuttosto molliccio, dovevamo essere in un prato o qualcosa del genere.
“Posso togliere la benda ora?” chiesi sbuffando.
“Pazienta ancora un po’, vedrai che ne vale la pena” mi disse Liam, accarezzandomi una guancia.
“Non fare il premuroso con me, Payne. In questo momento Lord Voldemort risulterebbe più tenero di me” dissi minacciosa. Immediatamente ritirò la sua mano e anche se non potevo vederlo, sapevo che aveva assunto un’espressione terrorizzata. Quando volevo sapevo fare paura, dovevo ammetterlo.
“Ok ragazzi, andate a sistemarvi, qua ci penso io” disse Louis. Sentii gli altri acconsentire, per poi andarsene in silenzio.
“Louis si può sapere cosa avete in mente?” Sentii qualcuno armeggiare alle mie spalle e come per magia una collinetta apparve davanti a me. No okay, non era nessun incantesimo. Mio fratello mi aveva semplicemente levato la benda.
Il sentiero che portava alla cima era illuminato da tante candele, come per indicare la via in quella notte buia. “Dove diamine siamo?” chiesi indicando il paesaggio davanti a me.
Louis non mi diede retta, tornando in macchina. Qualche secondo dopo, una dolce melodia si liberò nell’aria. Ascoltai le parole di quella canzone in silenzio, tra lo sbalordita e il confusa. Era Liam. Quello che stava cantando era lui, ne ero certa.
Feci per parlare, ma Louis mi fece segno con la mano di aspettare. Dopo qualche secondo la voce di Liam ci lasciò, lasciandoci in dolce compagnia di… Harry.
“Io non capisco” sussurrai.
“Forse in cima alla collina c’è la risposta” disse sorridendomi. Rimasi impalata a guardarlo stralunata.
“Andiamo cosa aspetti? Devi salire” mi ordinò, spingendomi verso la direzione del sentiero. Sorrisi, non perché stessi capendo qualcosa, ma perché adesso i ragazzi stavano cantando tutti insieme.
Feci qualche metro, illuminata della tenue luce delle candele e accompagnata dal loro dolce profumo alla vaniglia. Incontrai poco dopo Liam, seduto sul tronco spezzato di un albero.
“Payne” esclamai correndogli incontro.
“Ce l’hai fatta finalmente” rispose ridendo. Aprii la bocca per rispondere, ma lui mi bloccò.
“Qualcuno ha pensato che fosse arrivata l’ora di dare una ripulita al tuo armadio comprandoti un nuovo pigiama.” Mi passò una busta, che aprii frettolosamente tanta era la curiosità. Tra le mani mi ritrovai una felpa bianca con una scritta abbastanza curiosa.
“I fall in love with an idiot” lessi ad alta voce. Lui rise.
“La frase è stata un mio suggerimento” disse fiero. La osservai incantata, mentre lui mi ripeteva di indossarla. Mi levai il maglioncino che tenevo addosso lanciandolo a Liam, rimanendo a maniche corte. Misi la felpa, dopodiché ripresi a camminare.
Stavo iniziando a capirci qualcosa. Ed ecco apparire davanti a me Zayn, proprio nel momento in cui la canzone che si sentiva ancora dal fondo dava spazio a lui. In mano teneva una rosa rossa.
“Per te” disse porgendomela. La presi e ne respirai il profumo.
“Avevo detto a Harry che una rosa era piuttosto banale, ma lui ha insistito dicendo che ti sarebbe piaciuta comunque” continuò facendo spallucce. Incapace di parlare, gli stampai un rumoroso bacio sulla guancia.
“Ti consiglio di correre, qualcuno sta aspettando impaziente in cima” mi fece l’occhiolino. Sorpassai anche lui, fino ad arrivare a Niall.
“Avete fatto le cose in grande a quanto vedo” commentai ridendo, avvicinandomi a lui.
“Ha fatto” mi corresse. “Noi ci siamo solo prestati all’iniziativa.” Sorrisi ancora, immaginando cosa, o meglio chi, mi stesse aspettando in cima.
“Questa avrebbe dovuto dartela lui, ma ha in serbo qualcosa di meglio, perciò spero che non ti dispiaccia il fatto che abbia chiesto a me di farlo al posto suo.” Mi fece segno di girarmi e così feci.
Mi scostò i capelli, lasciandoli ricadere tutti da un lato. Allacciò una catenina e non appena gli occhi mi caddero sul ciondolo si illuminarono. Era la nostra collana, era la mia H.
“Grazie Niall” sussurrai abbracciandolo forte. “Per tutto” aggiunsi prima di staccarmi.
Lui rispose con un sorriso, scompigliandomi i capelli.
Presi un respiro profondo e mi incamminai nuovamente verso la meta.
La musica, che durante la salita era andata affievolendosi, d’un tratto era tornata a essere forte e chiara. Una voce, la sua voce, riempiva l’atmosfera.
Can we fall one more time? Stop the tape and rewind. And if you walk away I know I’ll fade ‘cause there is nobody else it’s gotta be you, only you.” Rimasi a bocca aperta, non appena vidi quello che aveva preparato. Una coperta era stesa a terra, pronta ad ospitare chiunque volesse stendersi ad ammirare il cielo stellato. Tanti petali di rosa erano sparsi attorno, interrotti da altre candele sparse qua e là per non far perdere l’atmosfera creatasi lungo la salita. Harry era alzato davanti a me, con lo sguardo rivolto verso la città, che da lassù appariva ancora più bella e magica di quanto non lo fosse già di suo.
“La lontananza ha portato il tuo romanticismo alle stelle. Finirai per viziarmi, Styles” lo chiamai. Lui si voltò di scatto, sorridendomi meravigliosamente.
“Ti stavo aspettando” disse venendo verso di me. Si fermò a pochi centimetri da me, guardandomi attentamente.
“Ti sta bene” disse sistemandomi la felpa.
“Mi mancava vedertela addosso” disse sfiorando l’H.
“Dovrei ucciderti. Non ti sei fatto vivo tutto il giorno, per un attimo ho temuto che…”
“…che fossi andato via?” terminò la frase al posto mio. Annuii, anche se me ne vergognavo a morte. Me lo aveva promesso, aveva giurato che questa volta sarebbe rimasto.
Senza dire niente, mi strinse tra le sue braccia. “Mi dispiace” sussurrai. Lui mi accarezzò la schiena, baciandomi dolcemente i capelli.
“Ti va di sederti?” mi chiese allontanandosi da me il giusto per poter vedere il mio viso. Annuii nuovamente, lasciando che prendesse la mia mano e che mi conducesse verso la coperta che avevo visto non appena arrivata.
“La canzone” iniziai a dire non appena a terra. Lui mi passò un braccio dietro le spalle, facendomi avvicinare a lui e appoggiare la testa sul suo petto. Potevo sentire il battito del suo cuore da quella posizione. Potrà sembrare assurdo, ma sentivo che il mio andava all’unisono col suo. “È stupenda” aggiunsi soltanto.
“Possiamo innamorarci di nuovo?” disse. Mi girai per guardarlo.
“Me lo stai chiedendo? No, perché io non ho mai smesso di amarti” chiarii specchiandomi in quell’oceano verde che erano i suoi occhi. Lui mi sorrise come era solito fare, ovvero facendo uno di quei sorrisi capaci di illuminare da soli il mondo intero.
“Chiudi gli occhi” disse senza smettere di sorridere. Senza ribattere, obbedii. Lo sentii mollare la presa su di me, ma non riuscii a capire cosa stesse facendo. Poi le mie mani furono avvolte dalle sue e sentii qualcosa di vellutato sfiorarmi la pelle.
“Puoi aprirli ora.” Sentii il suo respiro sul mio viso, segno che era vicinissimo. Quando aprii gli occhi infatti si stava allontanando di poco da me. Abbassai lo sguardo sulle mie mani, che adesso non erano più avvolte dalle sue, e vidi una scatolina blu. Lo guardai e lui mi incitò ad aprila.
Portai una mano alla bocca, in modo da coprire la gigantesca O in cui si era aperta non appena feci scattare il meccanismo di apertura. “Oh santo cielo, Harry!” esclamai quasi in lacrime.
Presi la fedina contenuta nella scatola e la poggiai sul palmo della mano destra, guardandola esterrefatta. Ero senza parole, immobilizzata dall’importanza di quel regalo. Feci scorrere il mio sguardo dalla fedina a Harry a una velocità supersonica. Non potevo ancora crederci. Lo smeraldo incastonato al centro splendeva nella mia mano in maniera stupefacente.
“Ti piace?” mi chiese con un sorriso a 32 denti.
“Se mi piace? Harry la amo” esclamai buttandogli le braccia addosso. Lo strinsi forte, facendo attenzione a non far scivolare l’anello dal pugno della mia mano.
“A te l’onore” scherzai sedendomi a gambe incrociate davanti a lui e porgendoglielo. Lui senza farselo ripetere due volte prese l’anellino e lo fece scivolare lungo il mio anulare sinistro.
“Ti sta benissimo” disse tenendo la mia mano, contemplandolo.
“Sai perché proprio uno smeraldo?” chiese e improvvisamente alzo la testa verso di me. Feci di no con la testa.
“Ho scelto una pietra verde in modo che ogni volta che la guardi tu possa pensare ai miei occhi” spiegò, mentre goffamente si grattava la testa con la mano libera, come se fosse in imbarazzo.
“L’anello, la canzone, l’intera situazione…” presi fiato. “È tutto semplicemente perfetto” terminai, sorridendogli dolcemente.
“Sai cosa lo renderebbe ancora perfetto?” chiese sorridendo piuttosto maliziosamente.
“No, cosa?” risposi. Lui si avvicinò a me e rapidamente annullò la differenza che c’era tra di noi.
Mi lasciai trasportare dal vortice di emozioni che stavo provando in quel momento, dimenticandomi di tutto, tranne di quel bacio. Si staccò leggermente dalle mie labbra, riuscivo a sentire il suo respiro confondersi col mio.
“Ti amo” disse facendo sfregare i nostri nasi uno contro l’altro.
“Ti amo anch’io, Styles” risposi. Lui tornò a baciarmi e io sorrisi non appena sentii nuovamente il sapore delle sue labbra.
Con Harry di nuovo al mio fianco mi sentivo tornata viva. Con lui tutte le insicurezze e le paure scomparivano. Solo lui mi rendeva completamente felice. Solo lui riusciva a completarmi perfettamente.
 


here i am:

purtroppo (o per fortuna) siamo arrivati all'epilogo. 
che dire? io sono particolarmente legata a questa storia e per me postare il finale qui è come concluderla una seconda volta, visto che la prima era avvenuta in un forum.
spero che vi sia piaciuta e che vi siate sentiti parte di essa e delle storie dei suoi personaggi c:
ringrazio tutti quanti: i 153 che hanno messo la ff tra i preferiti, i 43 che hanno deciso di ricordarla e i 182 che invece la seguono :') sono numeri grandissimi per me, davvero! 
ringrazio anche tutti quelli (se ci sono) che invece hanno deciso di leggere in silenzio. se vi va, mi piacerebbe leggere anche solo una vostra recensione finale c:
se ne avete voglia, sto scrivendo un'altra fan fiction, dal nome hello beatufiul. purtroppo lì non aggiorno tanto spesso, perchè la scuola mi impedisce di scrivere frequentemente, ma comunque va avanti :)
grazie ancora di cuore ♥
fede 

p.s. per chi avesse letto la os su harry legata alla ff: avete visto? gotta be you è tornata alla fine, come vi avevo detto ;)

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