Una lacrima nera

di DarkBlue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una lacrima nera... ***
Capitolo 2: *** ricordarsi ***
Capitolo 3: *** L'Armadio ***
Capitolo 4: *** Peter ***



Capitolo 1
*** Una lacrima nera... ***


Mi ero innamorata di Peter. Quella passione travolgente si era spenta come la fiamma di una candela al vento, non c’era più Edward. Qual e il problema? Il problema è che sto abbandonando la mia famiglia. Renesmee. La mia bambina, sono morta per lei e non potevo abbandonarla solo perché avevo questa “cotta” per un altro uomo. Renesmee non sapeva neanche cosa era Narnia, Edward glielo voleva tenere nascosto per evitare guai o cose del genere. Un adolescente che deve mantenere un segreto così grande… impossibile. Ero sola… nella cucina, avevo appena finito di sparecchiare. Ogni notte preparavo la cena a Seth, che tornava stanco dalle sue lunghe gite con quella ragazza di cui si era innamorato, ero diventata la sua seconda mamma. E lì mentre ripensavo e ripensavo alle scelte della mia vita mi sono accorta che era venuto il momento di cambiare direzione, di prendere un alto treno, di lasciarmi trasportare il mio cuore in giro per il mondo. Non mi rendevo conto di quello che stavo pensando. Stavo lasciando Edward per Peter. Anche se sono scappata via da Narnia, dai suoi abitanti, una piccola parte del mio cuore rimarrà lì. Quel cuore che adesso non ho… io ora sono un vampiro, non invecchierò mai, mentre Peter ogni giorno che passa si avvicinava alla morte. In quel momento capii cosa provava Edward quando non voleva trasformarmi in un vampiro. La mia anima era dannata, ma mi ero abituata a conviverci, ma non potevo dannare l’anima di un essere così innocente come lo era Peter. E poi è immorale amare qualcuno che ha (o meglio aveva) il tuo stesso sangue… eravamo sempre stati ottimi amici, poi quando quella notte, l’amore scoppiò, iniziammo a vivere come due assassini: di nascosto, come due ombre al vento. Nessuno ci doveva scoprire. Se l’avessero scoperto, avremmo perso il nostro regno, il Gran Consiglio ci avrebbe espulso e mandati chissà dove a marcire in qualche posto sperduto nelle terre di Archen. Nessuno riusciva a capirlo in tre anni nessuno si è accorto dei nostri baci, delle nostre carezze, dei nostri “ti amo” sussurati all’orecchio per non farci sentire dagli altri. Poi Aslan lo scoprì e mi mandò a casa da Renèe, nel mondo reale. Mi mancava. Pensavo a lui. Ogni istante, nei miei pensieri c’era solo la sua voce, il suo profumo, il suo calore che mi faceva sentire quando mi abbracciava. Ma ora c’è Edward, mi dispiace, la passione era finita, ma lui ormai era diventato il mio Edward e non lo lascerò mai, almeno finchè Renesmee non è abbastanza grande. E non abbandonerei mai la famiglia Cullen per Narnia. Edward lo amo, ma Peter lo desidero. Mi alzai e accarezzai il tavolo della cucina. Mi misi fuori dalla finestra, assapori l’aria e mi gettai verso quell’odore invitante che proveniva da ovest. Affondai per la prima volta i denti in un umano. E quando ebbi finito, vidi una lacrima nera spuntargli dalla ferita sul collo. In quel momento mi resi conto che volevo rimanere per sempre Isabella Marie Swan Cullen, il vampiro. .

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Capitolo 2
*** ricordarsi ***


Feci addormentare Renesmee. Mentre la guardavo pensavo a Peter e a come sarebbe stato bello se avessi avuto un bambino con lui o meglio ancosa se mi fossi sposata, avrei creato una famiglia. Mentre facevo questi pensieri entrò Edward dalla porta e in un attimo me lo ritrovai accanto, mi guardava con occhi pieni di dolcezza. ‘cosa c’è che non va?’ mi chiese. Non risposi, presi la bambina e la portai sul mio petto, volevo sentire i battiti del suo cuore più vicini e volevo godere del buon profumo che sprigionava, Edward capì che non volevo rispondere e così facendo se ne andò in camera da letto, sentì il suo corpo cadere nel letto e il suo sospiro pesante. Portai la manina di Renesmee nella mia guancia, stava sognando un prato. Passarono circa 10 minuti e quando meno me l’aspettavo nella mia-sua mente comparve il volto di un leone, lo conoscevo bene. Mi guardava con quegli occhi verdissimi e limpidi che mi fecero ritornare indietro nel tempo “Susan, ricordati chi sei” mi disse la Sua voce, poi Renesmee si svegliò e iniziò a piangere, non cercai di calmarla, fissavo il vuoto, avevo ancora in mente la sua immagine e nella mi mente risuonava l’eco della Sua voce. Edward mi prese dalle mani la bambina. Appena libera da qualsiasi cosa dalle mani, iniziai a correre, seguendo l’istinto, come facevo sempre quando ero nervosa o infuriata, correre. Una delle cose che sapevo fare meglio. Correre. E andai nell’unico posto dove sapevo di poter entrare di nuovo nel Mio Mondo, intanto mi rivennero in mente quelle parole “Susan, ricordati chi sei”. Finalmente, l'avevo ricordato…

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Capitolo 3
*** L'Armadio ***


Mi ritrovai davanti a me quella casa così familiare, mi felmai di colpo, mi tolsi le scarpe e piano piano, mi arrampicai dalla finestra della casa, fino ad arrivare lì. Me lo ritrovai davanti, sempre bello come lo ricordavo, aveva inciso lo stesso disegno che c’era nella mia Corona. Sorrisi, mentre fissavo l’armadio guardaroba, immenso e maledettamente magico. Entrai da lì, quel giorno di dicembre quando scoprì il Mio Mondo incantato, un posto magico, dove a quei tempi regnava la neve sopra ogni fiore. Entrai dalla finestra e mi posizionai davanti all’armadio, per ammirarlo meglio e per vedere cosa aveva creato l’usura del tempo: niente, era perfettamente uguale a 18 anni fa, quando varcai la Soglia. Con la mano tremante aprii l’anta destra e mi ci infilai senza troppe cerimonie, sapevo cosa dovevo fare: chiusi gli occhi e pensai alle cose che mi rendevano più felici. Mentre lo facevo sussurai “portami con te”, era una frase che era destinata al Grande Leone. Iniziai a camminare dentro l’armadio, facendomi strada e combattendo contro le piume dei cappotti. Ad un certo punto, sotto i miei piedi, non sentii più il legno dell’armadio, aveva lasciato posto all’erba soffice. Aprii gli occhi, e vidi la mia vita, respirai a pieni polmoni e anche da vampira, trassi sollievo da quel respiro. Davanti a me si presentò ciò che desideravo: Narnia, la mia Narnia….

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Capitolo 4
*** Peter ***


Mi sentii pungere gli occhi. Quelle lacrime che non potevo versare mi bruciavano dentro più di qualsiasi altra cosa. Stando ferma nel punto in cui ero entrata iniziai a girare la testa da destra a sinistra, godendomi ogni singolo filo d’erba, ogni singolo fiore, ogni singolo particolare di Narnia. Il mio sguardo si fermò su un ragazzo, non molto lontano da me, che mi fissava e sorrideva. Lo riconobbi subito, era lui e mi sorrideva. Si spostò i capelli biondi da un lato e mi sorrise, aveva l’armatura e impugnava la spada in mano e con i miei occhi da vampiro, riuscivo a vedere un taglio vicino l’occhio che ancora sanguinava, ma non venni richiamata dall’odore così dolce del suo sangue, ero richiamata dai suoi occhi azzurri, come il cielo del Nord, che mi fissavano innocenti come un bambino. Ci fissammo per un’ eternità forse, ma stavo bene così com’ero, non volevo né avvicinarmi, né allontanarmi. Mi ero appena rifugiata negli occhi di Peter e lì stavo davvero bene. Arrivò un altro ragazzo accanto a lui, che non riconobbi e mi fece distogliere l’attenzione da Peter, perché mi sembrava molto conoscente. Assottigliai lo sguardo e lo riconobbi. Era Edmund. Molto più grande di come lo ricordavo, era alto, muscoloso e aveva l’aria di un uno maturo, un vero re, completamente diverso. Edmund notò che Peter stava fissando un punto lontano dell’orizzonte e portò il suo sguardo verso di me, si accorse chi ero e si mise a ridere e iniziò a urlare “Lunga vita alla regina Susan, che le stelle dell’Ovest siano sempre con te”. A quelle parole, il mio cuore si sciolse e ricominciò a battere, feci un enorme sorriso e un inchino, e con tutta la mia velocità corsi da loro, mi fermai di colpo quando fui a pochi metri di distanza. Peter buttò la spada a terra e si avvicinò da me, mi sfiorò la guancia. Non sentivo il vero calore da tempo ormai, il freddo di Edward non era niente in confronto al calore di Peter, che mi lasciò una scia calda, non mi accorsi nemmeno che aveva ritirato la mano subito, in quel momento così perfetto non mi ricordavo di essere un vampiro. “Sei diversa da come ti ricordo”, si accorse che io non rispondevo e così aggiunse “Ma sempre bellissima” Presa da un attacco umano, gli presi la mano, lo spinsi a me e lo abbracciai, cercando di non fargli del male, speravo che in qualche modo il calore che sentivo dentro di me, poteva uscire oltre quella barriera ghiacciata. Lui sciolse l’abbraccio e mi prese la testa fra le mani. Feci quello che mi sentivo di fare, e fu il bacio più bello del mondo, meglio di quelli di Edward, meglio di quello di Jacob, meglio di qualsiasi altro. Lui. Sentivo solo lui. Il suo calore mi travolgeva. “Ti amo” dissi. Lui mi fece appoggiare la testa sul suo petto e sentii il suo cuore battere velocemente. Sorrisi, ma ero consapevole che una piccola parte di me, quella rimasta vampiro, aveva sete del suo sangue, perché? Perché avevo appena trovato il mio cantante…

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