Ricalibratura Cognitiva

di kannuki
(/viewuser.php?uid=1781)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Dimmi qualcosa. Qualcosa per cui vivere.”

Cibo e sesso.”

Ride. Spilluzzica una scheggia di tabacco dalla lingua e ride, la sigaretta stretta fra le dita, ancora da accendere. Gioca con un pezzetto di carta, un origami mal riuscito, un cigno che non sta in piedi. La lingua saetta fra le labbra strette, i capelli castani sono lisci e tagliati molto corti, le basette si esauriscono in un filo di barba che non ha rasato. Ha i tratti di un irlandese la rigidità di un tedesco, il corpo nervoso. Gli occhi verdi si spostano su di me, tornano al cigno e un sorriso inarca un angolo del labbro. “Esiste qualcos'altro per cui vivere?”

La famiglia. La libertà. L'amore.”

Tutte cazzate...” sghignazza e affronta di nuovo il cigno.

Ha tutte la carte in regola, eppure la genetica si è proprio divertita con lui. Nei tratti d'ombra è bellissimo, ma in piena luce fai fatica a capire dov'è l'errore su quel viso. La tua attenzione scivola sul sarcasmo. Ne abusa, lo rimodella. Sotto il sarcasmo c'è crudeltà. Il cigno martoriato ha perso la testa.

Nasciamo soli e moriamo soli ed in mezzo non succede granché.”

Discorsi da sconfitto, Clint...”

Realismo. Sei realista, Nat? Hai capito di cosa si tratta?”

Prende in giro? “E tu non fumi, a cosa ti serve quella sigaretta?”

Tiene le mani e la mente occupata. Se mi distraggo, rischio di ucciderti. Perderesti la testa per me, Nat?” sussurra in un melodia cantilenante che urta il sistema nervoso.

Perderei ben volentieri dieci minuti a riempirti di calci sui denti, stupido decerebrato. Anni e anni di addestramento e appena il dio giallognolo di un altro mondo si presenta sulla terra, ti fai fregare come una spina al primo giorno di militare.

Guardala come soffia, la gattina... E' irritata e le sue belle labbrucce sono contornate di rughe di espressione. Mi sta prendendo in giro. Io lo so, lei lo sa. E' il resto del mondo a non saperlo. Il cigno si accartoccia e vola via. Poggio i gomiti sul tavolo, la osservo. Io lo so, lei lo sa. Uno solo resterà vivo. Sono in netto vantaggio. Non sono io quello con le mani legate. Sorrido, lei sorride. Fredda come ghiaccio. Il fuoco nei capelli. Ha lo stesso colore sulle labbra. Dovrebbero vietare a certe donne di portare in giro sguardi del genere. Lei lo sa, lo fa apposta. Ti guarda come fossi un taglio di filetto pregiato e succoso. Ti scalda l'uccello. Ed ho usato un eufemismo.

Sai cosa ti ci vuole, Clint?”

Cibo e sesso?”

Un allineamento ricognitivo.”

Lo dice e la sedia schizza all'indietro, la flessione è micidiale e manda il legno in frantumi. Le sue cosce sono acciaio, possono strangolarti con una torsione del bacino. Incrinarmi le costole in allenamento le riusciva così bene che non sapevo mai se lo facesse per affetto o distrazione. Schivo una serie di oggetti contundenti, l'afferro per il polso, lei gira attorno a me, finisce sul tavolo e rotola a terra, schizzando subito sotto il legno con i piedi a martello.

Mi fa incazzare. Spazzare novanta chili di muscoli richiede una certa fatica ma lui salta a gambe unite, atterra attorno alla mia vita, si accovaccia e il suo pugno si ferma ad un centimetro dalla carotide. Che fa, sfotte? Deglutisco e la punta dello stivale lo colpisce alla nuca. Ha dimenticato quando sono snodata? Clint barcolla in avanti, il peso mi schiaccia lo stomaco, parte del torace e non volendo inalo il suo odore... dopo una giornata passata a cercare di uccidere i propri colleghi, non è certo il meglio che una ragazza possa desiderare! Lo spingo da un lato e stavolta va tutto come deve andare. Mi piace stare sopra. Accettalo. E. Vedrai. Che. Mi. Ringrazierai., pensò sbattendogli più forte la nuca contro il pavimento, tanto che la pelle si rompe e comincia a sanguinare. Basta, non voglio causargli un trauma cranico che lo invalidi. Ne ho bisogno. Mi serve, pensò con lo stesso tono che usa Tony quando vede un giocattolo elettronico nuovo. Trascinare questo pagliaccio richiederà parecchio sforzo, non ne ho voglia e sono stanca. Chiamo lo SHIELD o mi faccio da un passaggio di Thor? Mi siedo sul suo stomaco, spiandone il respiro. Tossisce, mi sposto. Mi piace il gioco dei suoi muscoli sotto le natiche. Dovremo stabilire un asse russo-americano appena sveglio. Una ragazza ha bisogno di sicurezze, nella vita.


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


Clint! Clint!”

Il pugno si abbatte sulla mascella quadrata del mio compagno, non abbiamo tempo per i soccorsi dello SHIELD. Questo stupido cazzone farà meglio a svegliarsi in fretta, abbiamo un Hulk incazzato a pochi metri di distanza. Me ne sbatto se un dio Asgardiano minaccia la mia Terra, Hulk infuriato mi stranisce e me la fa fare nella tuta. Scrollo l'imbecille finché non rinviene con un singulto. E' confuso e dolorante per i colpi che ha preso ma non vomita, quindi niente trauma cranico. “Mi riconosci?”

Cazzo... Nat...”

E' sufficiente. Impiego tutta la mia forza per rimetterlo in piedi. Novanta chili di muscoli senza contare il peso della tuta e delle armi. “Riesci a correre?” Non intendo finire mangiata da Hulk. E' già successo, si è arrabbiato e ha mangiato il personale paramedico che l'aveva in cura. Chiedetelo a Fury. E a Betty Ross. Sta ancora dondolando sotto la doccia, la piccina. Carico uno schiaffone, ma Clint lo intercetta e lo blocca a pochi centimetri dal viso. “Ho capito, finiscila...” farfuglia lasciandomi andare con uno strattone. Sarà confuso e indebolito, ma mi ha ficcato le dita nella carne. Se domattina avrò i lividi, glieli farò scontare a suon di pugni. “Lo senti?”

Sento... cos'è?”

E' Banner, è alterato e tu devi correre prima che la parete di cemento armato venga giù e ci usi per stuzzicarsi i denti!” Gli sbatto contro il pettorale sinistro il suo arco e la faretra di frecce. Mi guarda con la stessa aria di un bambino che non ha capito perché lo stai sgridando. “Hulk! Cattivo!” sillabo schioccandogli le dita davanti agli occhi che non sono più azzurro-Fremen-mangiatore-di-spezie. Il rumore si fa sempre più vicino, sta correndo... sta caricando... cadiamo a terra quando la parete viene giù con un frastuono assordante. Arranco sulle ginocchia sbucciandomi le mani sulla grata, il corrimano crolla appena faccio leva su di esso e mi accorgo che Clint è rimasto indietro e che è a portata di braccio del mostro.

Non si abbandona un compagno, ma tecnicamente io sono una spia e penso unicamente ai miei interessi. O a quelli della nazione che paga di più. Sparo un po' di colpi al gigante, ma come temevo, gli rimbalzano addosso o non procurano chissà che danno. Falco viene spazzato via da un ceffone che, se non gli ha staccato la testa, minimo gli ha rotto il collo. Il bastardo punta verso di me, il ponte di ferro traballa e il vuoto si spalanca sotto i miei piedi. Ci sono tre metri fra un piano e l'altro ed io sono addestrata per cadere senza farmi granché male, ma il ponte mi crolla addosso, i tubi frustano l'aria ed io capisco che il Fato mi ha punita per quella nota rossa sul registro. L'ultima immagine che vedo è Hulk che lancia un grido, un richiamo, chiamatelo come vi pare, mi rizza i pochi peli del corpo sopravvissuti alla ceretta, e va tutto in dissolvenza con un contorno di nausea a chiudere il quadretto.

***

Mi ha mangiato.

Sono nello stomaco di Hulk.

Apro gli occhi nel pronto soccorso dello SHIELD, le mie ferite sono state medicate e a quanto pare devo essermi persa un bel po' di cose. Cos'è quella roba fuori della finestra?

Sei sveglia?”

Fury. Annuisco.

Grado di operatività?”

In ripresa.”

Fury mi lancia un paio di pistole ma le manco entrambe. Mi atterrano fra le gambe, sul letto. Ho ancora addosso la tuta. “Falco?”

Fuori con gli altri.”

Hulk non l'ha ucciso?” tiro via la coperta dallo stomaco, le mani scorticate fanno un male cane sotto le bende. Avrò problemi ad infilare i guanti.

Dice che non ha bisogno di ringraziamenti...”

Non ne avevo l'intenzione.”

... ma che se proprio ci tieni, puoi offrigli da bere, stasera.”

Se stasera non saremo morti, offrirò un giro a tutti...” borbotto tornando precariamente in piedi. “Asgardiani o alieni?” domando indicando col mento gli esseri aggrappati allo scafo della fortezza volante.

Alieni di un'altra dimensione. Pensavi di essere sola nell'universo, Tasha?”

Mi interessa il compenso, non le tasche da cui escono” dichiaro caricando le pistole. “Pronta.”


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1058935