Unexpected di NorthStar (/viewuser.php?uid=127802)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** An unexpected turn of events ***
Capitolo 2: *** An unexpected roommate ***
Capitolo 3: *** An unexpected kindness ***
Capitolo 4: *** An unexpected skill(s) ***
Capitolo 5: *** An unexpected heartache ***
Capitolo 6: *** An unexpected smile ***
Capitolo 7: *** An unexpected news ***
Capitolo 8: *** An unexpected epiphany ***
Capitolo 9: *** An unexpected avenger ***
Capitolo 10: *** An unexpected journey ***
Capitolo 11: *** An unexpected departure ***
Capitolo 12: *** An unexpected... interlude ***
Capitolo 13: *** An unexpected clarity ***
Capitolo 14: *** An unexpected date ***
Capitolo 15: *** An unexpected nose ***
Capitolo 1 *** An unexpected turn of events ***
boh
Ok.
Siate buone/i.
Questo è il
mio primo tentativo di Pezberry e sono terrorizzata quanto divertita xD
Non so cosa mi abbia
detto la testa ma vabè...
ulteriori spiegazioni
troverete al termine del capitolo :)
Buona lettura!
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La vita era fantastica per Rachel Berry.
O perlomeno lo era stata finchè non si era ritrovata
improvvisamente senza un appartamento in cui vivere.
Con due mesi di preavviso era arrivata la lettera del proprietario che
pretendeva di avere di nuovo, per uso personale, quell'appartamento che
per gli ultimi anni era diventato la sua casa a tutti gli effetti.
E per lo più si ritrovava a dover cercare un appartamento da
sola
visto che la sua coinquilina (nonchè amica storica) Tina,
aveva
saggiamente deciso di andare a vivere con l'altrettanto storico
fidanzato Mike.
Perchè è così che vanno le cose: prima
o poi,
arrivati a quell'insperato punto della vita in cui tutto sembra
magicamente al suo posto, arriva un cambiamento improvviso, una vera e
propria sterzata, e tutto torna a cambiare.
Così, ora, dopo anni di lotte e piccoli-grandi sacrifici per
costruirsi la vita che aveva sempre desiderato, Rachel
era tornata a sentirsi come una matricola appena arrivata nella Grande
Mela alla ricerca di un appartamento adatto a lei.
Beh, alla ricerca di un qualunque appartamento a quel punto: ancora due
giorni e sarebbe stata costretta a lasciare la sua vecchia casa senza
aver idea di dove poter andare se non tornare a casa, in Ohio, cosa che
non poteva succedere.
Quello che sperava sarebbe stato l'appartamento finale era decisamente
molto diverso da quello che aveva immaginato stando alla zona in cui si
trovava e soprattutto stando al suo bizzarro annuncio.
"Affittasi camera singola.
Appartamento composto da soggiorno, cucina,
bagno, due camere singole e minuscolo balcone. Arredato. Più
o
meno. 400 $ al mese, bollette incluse. Niente animali domestici, niente
divisione delle spese alimentari, niente musicisti, niente rompipalle e
sopra ogni cosa
niente matricole."
Ma aldilà degli alquanto singolari avvisi la casa era
perfetta.
Piccola ma luminosissima e ben arredata, un po' disordinata e poco
curata, ma su quegli aspetti Rachel sapeva di poter lavorare.
A quanto pareva l'unico vero problema sarebbe stato convincere, o
meglio
affrontare, l'altra coinquilina che non sembrava essere la
più
accomodante delle persone.
C'erano state altre quattro ragazze prima di lei.
La prima ragazza era uscita letteralmente piangendo.
La seconda era fuggita dall'appartamento.
La terza aveva bofonchiato un "Buon
divertimento" prima di sbattere la porta alle sue spalle.
Mentre la quarta ragazza era dentro da un po' troppo tempo,
cosa
che cominciava a far preoccupare Rachel che continuava a guardare
nervosamente l'orologio.
Quando sentì per la quarta volta nel giro di trenta minuti
gridare "La prossima!", la brunetta non riuscì a capire se
dovesse sentirsi spaventata o felice.
Si alzò velocemente raccogliendo la sua borsa, per poi
sentire la numero quattro dire "Vuoi un consiglio? Non entrarci nemmeno
lì dentro. E' una pazza, sei senza speranze..." ed uscire
con la
stessa velocità delle altre ragazze prima di lei.
La brunetta rimase un momento confusa nel corridoio per poi sentire "Ho
una vita io! Avanti!".
"Coraggio, coraggio, coraggio... Ti serve questo appartamento,
Rachel..." si disse prima di prendere un respiro ed entrare.
All'interno della piccola camera, seduta su una vecchia scrivania,
c'era una ragazza ispanica sui venticinque anni.
Si sarebbe aspettata una donnona dall'aria scontrosa e annoiata... ed
invece la ragazza non solo era minuta quanto lei, ma soprattutto non
aveva un aspetto scontroso... beh, nemmeno gioviale
ad onor del vero, ma più di ogni altra cosa aveva un'aria
stanca, notò Rachel.
"Santana Lopez." esordì la mora indicando la sedia "Prego."
"Salve! Sono Rachel Berry e sarei interessata alla stanza singola
dell'annuncio e-"
"Ma non mi dire! Pensavo fossi qui per ordinare dei ravioli al
vapore e degli involtini primavera. Questa si che è una
sorpresa!"
"Io non-" balbettò nervosamente la brunetta.
"Era una battuta, Bernie..."
"Berry..."
"Quello che è... Cominciamo con il questionario, non
ho tempo da perdere..." sospirò Santana prendendo un respiro
per
poi
cominciare
"Prima e più importante delle domande: puoi permetterti
questo
appartamento? Perchè se non paghi la tua
mensilità le tue
cose saranno fuori da questo appartamento prima che tu possa
pronunciare le parole "Mi
dispiace". E credimi: non importa quanto velocemente tu
riesca a dirle. Quindi... puoi permetterti questo appartamento, oppure
no?"
"Si, posso permettermelo! Lavoro a-"
"Perfetto, passiamo oltre... Hai mobili che possano contribuire
all'arredamento comune? Se la risposta è sì
elenca cosa
puoi portare."
"Ho un vecchio divano ed una libreria..."
"Grandioso..." replicò ironica la mora indicando la stanza
che
in effetti era arredata di sole librerie di diversi colori e stili
"Questa stanza nel corso degli anni è stata
abitata da sole
studentesse. Prova ad indovinare quali sono stati gli unici mobili che
tutte hanno lasciato al termine degli studi?".
"Beh... ho anche una tv abbastanza grande..." rispose veloce la
brunetta cercando di recuperare.
"Matricola?"
"No... era scritto sull'annuncio... "Niente matricole"..."
osservò Rachel.
"Già, vallo a dire alla prima tipa..." sorrise divertita
Santana
per poi aggiungere "Quindi immagino che tu non sia una musicista e che
non hai con te animali domestici."
"Come era scritto sull'annuncio..." ripetè compiaciuta la
brunetta.
"Bene... Un'ultima cosa e poi puoi passare alle tue eventuali
domande..."
"Ok!" sorrise Rachel soddisfatta.
"Sei fidanzata?"
"Io non-" cominciò la ragazza confusa "Cosa centra con-"
"Rispondi e basta."
"Non- Non al momento."
"E non mi sembri tipa da portarti a casa il primo sbronzo del bar
quindi posso stare tranquilla..."
"Posso sapere cos-"
"Ci sto arrivando, Bernie..."
"E' Berry. Ma puoi chiamarmi Rachel se lo preferisci."
La latina, ignorando il commento della ragazza, continuò "Ho
una
regola importantissima. Non voglio assolutamente che tu porti il tuo
ragazzo, o chiunque altro per quel che mi interessa, a sfogare i vostri
bisogni sessuali in questa
casa. Se dovessi trovarti qualcuno però, magari quando
smetterai
di indossare quelle calze orrende, senza offesa, possiamo accordare un
giorno un cui ti sarà permesso."
"Posso- Posso sapere il perchè?"
"Perchè per me, dormire un'intera notte senza gemiti o
risate o
gridolini o rumori di qualunque genere, è più
importante
della pace nel mondo. E si, ho appena detto che è
più
importante della pace nel mondo. Se ti fa sentire meglio ti concedo due
secondi di espressione schifata."
"E' così importante dormire per te?"
"Sono un chirurgo. Se non dormo come si deve rischio di sventrare
chiunque capiti nella mia sala operatoria. Senza contare il fatto che
passo diverse ore al giorno in un luogo molto rumoroso e caotico. Il
riposo per me
è oro."
"Capisco perfettamente... Il riposo è importantissimo per
chiunque. E' risaputo che la mancanza eccessiva di riposo puo'-"
"Altra cosa. Credi di essere in grado di controllare questa tua
tendenza allo sproloquio?"
"Non credo che mi sarà di alcuna difficoltà. So
quando e quanto devo parlare."
"Lo vedo..." commentò scettica la mora "Hai delle domande?"
"Non dividi le spese alimentari posso-"
"Io non mangio."
"Non mangi? Cos- Come è possibile?" domandò
Rachel scioccata.
"Oh Dio... Certo che mangio, ma non mangio qui. Mangio in
ospedale o lungo il percorso ospedale-casa e viceversa, ma non
qui."
"Oh... Ok..."
"Altro?"
"No- Non mi sembra."
"Bene. Se credi di riuscire a rispettare le mie regole, fammi una
telefonata entro domenica... così eventualmente possiamo
completare il trasloco prima del prossimo mercoledì."
spiegò Santana passando un foglietto alla ragazza.
"Io non- Io-"
"Tu, cosa?"
"Sono sicura di poter rispettare le tue regole..."
"E lo credo... ma in molte sono state sicure di poter rispettare le mie
regole... quello che ti chiedo è di pensarci bene."
spiegò Santana.
"Ti prego-" cominciò Rachel afferrando istintivamente il
polso
della mora "Ti prego, Santana...
Ho veramente
bisogno di questo posto io
non- Non so dove andare..."
La latina ritirò lentamente il braccio verso di
sè per poi osservare per qualche secondo la brunetta.
"Spero davvero che tu riesca a rispettare le mie regole. Altrimenti sei
fuori in un batter d'occhio e credimi non mi interessa minimamente se
non avrai dove andare..." commentò decisa la latina per poi
aggiungere "Puoi trasferirti anche domani. Sono qui tutto il
giorno..."
"Grazie! Grazie! Grazie, Santana! Non te ne pentirai! Io- grazie!"
esclamò Rachel stringendosi le mani al petto drammaticamente.
"Un'ultima cosa..." riprese seriamente Santana.
"Qualunque cosa!"
"La prossima volta che hai intenzione anche solo di sfiorarmi,
preferirei che me lo facessi presente con un modesto anticipo... E non
sto scherzando..."
"Credo di poterlo fare!"
"Grandioso... ora levati dai piedi se non ti è di troppo
disturbo, vorrei riuscire a dormire dodici ore filate per una volta che
posso farlo..."
"Certo! E grazie ancora, non so come ringr-"
"Un altro "grazie"
e affitto seduta stante la camera alla matricola hippie."
"Va bene! Sto andando... A domani e g-... A domani!" sorrise
saltellante
la brunetta uscendo diretta dalla stanza girando immediatamente a
destra.
"Quello è il bagno..." la avvertì Santana.
"Già..." rispose imbarazzata Rachel guardandosi attorno.
"Hai bisogno di una bussola per uscire? O di un cane guida?"
"No, no, credo che- che si- Si, sono entrata da lì... Beh..
A presto, Santana!"
"Ci si vede... Berry..."
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Ta-daaaaaaan!
Partiamo con le
spiegazioni.
Questa storiella è dedicata a sery_90 che mi ha appena appena appena
avvicinato al pezberry xD
Senza contare che è una delle mie primissime lettrici e che
rientra senz'altro nella top 5 delle superfedelissime!
In teoria doveva essere una cinque capitoli... ma la realtà
è che, come per tutte le altre mie storie, non so dove
andrò a parare... quindi vedremo!
Magari alla fine sarano davvero cinque capitoli (ma quando mai!)...
Ultima cosa!
Non ho idea di quando riuscirò ad aggiornarla
perchè ho
tipo altre ventordici storie in corso (ma si, cose normali!) quindi vi
prego, abbiate pazienza, e fatemi sapere cosa ne pensate
così mi
incentivate anche a mettermi con le mani sulla tastiera xD
Un abbraccio grandissimo!
Northstar
ps: grazie grazie grazie a tutti coloro che mi hanno inserito fra gli
autori preferiti, siete davvero troppi e troppo gentili!
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Capitolo 2 *** An unexpected roommate ***
boh
"Dove vivevi prima? In un attico?" cominciò
Santana
guardando scioccata la quantita di scatoloni accumulata da Rachel nella
sua stanza.
"A dir la verità il mio vecchio appartamento era
più piccolo di questo..."
"Chiamami quando avrai sistemato tutta quella roba qui dentro,
perchè è una cosa che non voglio perdermi..."
"Il fatto è, Santana, che so organizzare e ordinare le mie
cose
in modo da dare ad ognuna di esse un posto preciso così da
occupare
il minor spazio possibile."
"Un po' come giocare a Tetris..."
"Mi spiace, non sono appassionata di giochi da tavola..."
"Lascia stare, Hobbit..."
"Hobbit?"
"Non conosci "Il signore
degli anelli"?"
cominciò Santana notando l'espressione confusa della
brunetta
"Tolkien! Non conosci Tolkien?! Cosa hai letto durante il college?!"
"Ho letto molti autori durante il college, ma questo Tolkien non era
fra quelli..."
"Dovrei sfrattarti solamente per questo, ne sei consapevole?"
"Cos'è questo "Hobbit" ad ogni modo?"
"Gli Hobbit sono degli uomini molto molto molto bassi che vivono nella
Terra di Mezzo-"
"Dei nani..."
"No, non sono "dei
nani"!"
"Allora qual è la differenza?"
"Gli Hobbit sono una vera e propria razza! Ed oltre ad essere bassi
hanno dei piedi enormi e pelosi e vestono in
maniera... poco curata... Cosa che può' succedere
vivendo
tra le radici di un albero."
"Oh... Quindi non era un complimento..." realizzò la
brunetta
"Lo hai capito adesso?"
"No... è che- non è una cosa carina da dire..."
"Sei bassa, è la verità. Il che è
più che sufficiente per poterti paragonare ad un Hobbit."
"Ma non è buona educazione dire certe cose... soprattutto
perchè ci conosciamo da due giorni..."
"Chi sei, mia madre?" sorrise divertita la latina "Meglio per te se ti
abitui a questa cosa, Berry... Altrimenti la nostra convivenza
sarà particolarmente difficile. Per te."
"Non sono preoccupata." rispose la brunetta accennando ad un sorriso.
"Buon per te..."
"Oh! Ecco i miei amici!" esclamò Rachel scattando in piedi
al suono del campanello.
"I tuoi amici!?" cominciò Santana spalancando gli occhi
"Nah, nah,
nah! Quando viene qualcuno, devo essere interpellata!"
"Interpell- Ci viviamo in due qui dentro..."
"Fino a prova contraria questo appartamento è affittato a
me, tu
sei in sub-affitto, Hobbit!
Ti conviene stare buona..." spiegò Santana
divertita.
Rachel chiudendo gli occhi prese un respiro, quasi cercando di
concentrarsi "Sono profondamente dispiaciuta Santana per non averti
interpellato. Prometto che in futuro ti renderò consapevole
di
ogni altra visita. Ma per questa volta, solo per questa volta, potresti
essere così gentile da fingere che sia tutto ok ed
accogliere
cordialmente i miei amici?"
"Ora ci siamo..." sorrise compiaciuta la latina "E posso provarci... ma
se non mi piacciono non garantisco nulla..."
"Ti ringrazio." replicò Rachel alzandosi ad aprire la porta
ai due amici esclamando "Eeeeeehi!"
"Ehi Rachel..." salutarono i ragazzi abbracciandola.
"Ragazzi, vi presento Santana! La mia nuova coinquilina!"
esclamò eccitata la brunetta indicando la latina poggiata al
bancone della cucina "Santana, loro sono Tina e Mike!"
"Ehilà..." replicò Santana accennando ad un
saluto.
"E' un piacere conoscerti, Santana!" sorrise Tina avvicinandosi "Rachel
ha reclutato anche te per la sistemazione dei bagagli?"
"Nah, non metterei mai le mani fra la roba di Barbra. Giudicando da
quei due completi che le ho visto indossare finora mi sono fatta
un'idea delle cose che potrebbero uscire da quelle scatole, e la mia
serata horror è il venerdì..."
commentò la latina
sorridendo, per poi aggiungere "Ma divertitevi pure senza di me..."
"O-ok!" sorrise a disagio l'asiatica.
"Bene!" esclamò Rachel rompendo il silenzio "Per di
quà! Quella è la mia stanza! Arrivo subito!"
"Che c'è?" chiese Santana sentendosi osservata.
"Ti avevo chiesto di essere cordiale..."
"E lo sono stata, se non hai notato..."
"Lo sei stata?" insistette la brunettta sollevando le sopracciglia a
mo' di sfida.
"Hai sentito bene. Sono stata fin troppo cordiale per i miei
standard... ma visto che la cosa non ti è piaciuta la
prossima
volta posso accogliere la Tigre e il Dragone con i miei modi..."
"Facciamo finta di niente, ok? Questa conversazione non è
mai avvenuta." spiegò decisa Rachel.
"Come ti pare, Salma..."
"Salma?"
"Sai, come Salma Hayek... Tette a parte perchè in quel
contesto
avete ben poco in comune..." spiegò la latina per poi
addentare
una mela e dirigersi verso la porta senza dire nulla.
"Dove stai andando?"
"Lavoro."
"E quando sarai di ritorno? Non mi piace molto rimanere sola a casa,
specialmente in una zona come ques-"
"Ci vediamo domani, Berry... ed attenta alla finestra del balcone
perchè rimane sempre leggermente aperta..." rispose
semplicemente la latina chiudendo la porta alle sue spalle.
Rachel rimase qualche secondo a fissare la porta, sentendosi
stranamente a corto di parole.
"Wow..." cominciò Mike confuso "E' un bel salto passare da
Tina a lei..."
"Puoi dirlo forte..." sospirò Rachel per poi sospirare e
dirigersi verso la sua camera.
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Come ogni sabato mattina Rachel si era dedicata alle pulizie della casa
chiedendosi che fine potesse aver fatto Santana, praticamente scomparsa
dodici ore prima.
Non riusciva a credere di condividere la sua casa, la sua vita
praticamente, con qualcuno di cui non sapeva nulla.
Certo, in effetti era solo al secondo giorno nel nuovo appartamento, ma
in due giorni aveva tentato una ventina di volte di parlare con
Santana, di intraprendere con lei la più normale delle
conversazioni, e per altrettante volte la latina si era abilmente
defilata e/o districata dalle sue domante.
Per questo si era decisa: volente o nolente, Santana avrebbe dovuto
parlare con lei.
Rachel aveva pulito il bagno, la cucina, le mensole, le librerie ed i
pavimenti cercando di passar tempo in attesa del ritorno della latina
ed era quasi sul punto di tornare in camera sua a pulire ancora una
volta la sua scrivania quando sentì la porta aprirsi.
"Buongiorno!" sorrise Rachel accogliendo la latina che, come se non
l'avesse vista, proseguì diretta verso la sua camera
chiudendo
la porta alle sue spalle.
Rachel rimase un momento scioccata dal comportamento della ragazza, per
poi seguirla ed aprire bruscamente la porta della sua camera.
"Ho detto buongiorno!"
"Ti ho sentito."
"E non hai risposto?"
"Sto andando a dormire, Berry. Buonanotte."
replicò la latina guardandola dritta negli occhi, per poi
rivolgerle un falsissimo sorriso, tanto per accontentarla.
Rachel spalancò la bocca quasi offesa di fronte al
comportamento della latina per poi esclamare "No!"
"No, cosa?" chiese la latina sfilandosi la divisa azzurra
dell'ospedale, facendo arrossire la brunetta che voltandosi
balbettò un veloce "Io non-Tu- Tu non parli mai con me! Non
ti conosco!".
Santana strizzò gli occhi confusa, cercando di capire se la
ragazza fosse veramente seria per poi chiedere "Stai scherzando, vero?"
"Io non so niente di te e tu non sai niente di me!"
"E la cosa ha importanza?" cominciò infastidita la mora
"Siamo
coinquiline non siamo due sorelle ritrovatesi dopo venticinque anni..."
Rachel stava per rispondere per essere invece di nuovo interrotta dalla
mora
"Ed ora, se non ti dispiace, vorrei dormire... quindi togliti dai
piedi e vedi di non fare casino se non vuoi essere presa a
calci
al secondo giorno di convivenza Hobbit. E non sto scherzando."
La brunetta restò un momento confusa a guardare Santana che
voltandosi ancora una volta ripetè decisa "Buonanotte..." cosa
che la spinse infine a lasciare effettivamente la stanza.
Rachel dovette ammetterlo per la prima volta: forse la convivenza con
Santana non sarebbe stata poi così facile.
__________________________________________________________________________________________
Santana aveva dormito l'intera mattinata e l'intero pomeriggio,
lasciando a Rachel la possibilità di pensare e riflettere a
lungo sulla sua nuova situazione. Situazione che non sembrava
migliorare affatto visto che per i due giorni seguenti Santana non
aveva fatto altro che entrare ed uscire di casa senza nemmeno salutarla.
Motivo per cui la brunetta era arrivata ad una conclusione: doveva
rispondere alla latina utilizzando i suoi stessi mezzi.
Per questo aveva deciso di ignorarla finchè non fosse stata
proprio lei a parlarle.
Stava preparando la sua cena quando sentì alle sue spalle
una voce insonnolita.
"Cos'è questa puzza, Berry? Stai cercando di cacciarmi di
casa?"
cominciò la latina gettandosi sul divano per poi accendere
distrattamente la tv.
Rachel, come aveva deciso, fece finta di nulla continuando a
controllare la pentola sui fornelli, per poi accorgersi che Santana la
stava osservando.
"Che c'è?" chiese spazientita la ragazza, dopo qualche
minuto di
silenziosa sopportazione, cercando comunque di non dare troppa
attenzione alla mora.
"Hai una bella bistecca tra gli occhi, eh?"
"Cosa?"
"Il tuo naso. Direi che ha una sua personalità..."
"Non c'è niente che non và col mio naso." rispose
secca Rachel.
"Non c'è niente che non và se il tuo canone
ideale di
bellezza si basa su Squiddi Tentacolo..."
"Chi?"
"Spongebob? Ad ogni modo... quello che voglio e che per i normodotati
il tuo è un nasone Berry..."
"Hai mai visto Barbra Streisand?"
"Dovresti riformulare la domanda in "Hai mai visto il nasone di
Barbra
Streisand?". Perchè effettivamente è
quella la prima cosa
che si nota in quella donna..."
"Barbra, nonostante tutto, ha tenuto il suo naso e guarda
dov'è ora! E' la
dimostrazione lampante che un naso come il mio è
più che
ok." sbuffò Rachel voltandosi "E perchè stai
guardando il
mio naso!?"
"Perchè esiste una branca della chirurgia, una branca
fantastica e oserei dire magica, chiamata chirurgia plastica...
Che guarda caso è proprio la branca in cui ho intenzione di
specializzarmi..."
"Il mio naso è perfetto così come è
Santana." replicò secca la brunetta voltandosi di nuovo.
Dopo diversi minuti di assoluto silenzio, Santana si
avvicinò
alla cucina cercando di capire cosa Rachel stesse combinando, per poi
aprire il frigo ed aprirsi una birra.
"Hai qualcosa di strano..." osservò l'ispanica "E' come se
avessi improvvisamente finito la carica... che c'è? Hai
bisogno
di essere ricaricata di tanto in tanto? E' sulla tua schiena la
manopola da ricaricare? O hai il quadrante delle batterie?"
Rachel continuò a far finta di niente, girando di tanto in
tanto il contenuto della pentola di fronte a sè.
"Sai una cosa Rachel Berry?" cominciò Santana evidentemente
annoiata dal troppo silenzio "Sei una persona veramente strana... Sei
per caso sotto psicofarmaci? Perchè se la risposta
è si,
devo cominciare a chiudermi a chiave quando sono in camera..."
"Dove vuoi arrivare Santana?" chiese finalmente Rachel.
"Voglio dire... due giorni fa mi sei piombata in camera lamentandoti di
come non
parli mai ed ora che ti sto parlando mi tratti come se ti avessi
investito
il gatto... Se non è disturbo bipolare questo..."
"Non sono bipolare!" esclamò decisa la brunetta per poi
aggiungere "Ed ho deciso
di non parlarti!"
"Beh, hai evidentemente fatto un ottimo lavoro fino ad ora..."
Rachel chiudendo gli occhi prese un respiro profondo, per poi voltarsi
lentamente e rivolgersi a Santana.
"E va bene. Non sono abituata a questo tipo di giochi di forza... Ma il
punto è, Santana, che mi infastidisce il fatto che
conviviamo,
ma non sappiamo assolutamente nulla l'una dell'altra! E' una situazione
assurda!"
"Ok..." rispose brevemente Santana.
"Ok? Cosa vuol dire?"
"Diciamo... diciamo che riesco a capire il tuo discorso..." concedette
l'ispanica "Ma cosa succede se io
non voglio condividere?"
"Non ti sto chiedendo di raccontarmi la storia della tua vita...
Ma so solamente che fai il chirurgo!" spiegò la
ragazza "E
non
sei curiosa di sapere qualcosa di più sul mio conto?"
Santana rimase qualche istante confusa ad analizzare la situazione per
poi accendere le tv e voltarsi a guardarla.
Rachel sbuffò annoiata, prendendo il comportamento della
latina
come un secco "No.",
quando sentì "Ok, ecco come funziona. Non mi piace stringere
amicizia, non mi piace avvicinarmi alla gente. Sono un lupo io: sto
bene in compagnia, non ho problemi e tutto il resto... ma da sola sto
anche meglio. Ora la domanda è questa: continuerai a tenere
quella faccia fino a che non dirò qualcosa?"
"Perchè ti interessa?"
"Potresti avere una paresi facciale se continui così e con
quel
naso... insomma... diventeresti un caso irrecuperabile..."
"Perchè devi sempre essere così... s-"
"Stronza?" suggerì Santana curiosa di vedere fino a dove si
sarebbe spinta la ragazza.
"Scostante!"
"Sai cosa? Se è così importante per te, comincia
tu. Di quello che vuoi, così magari posso
prendere spunto a proposito di quello che devo dire...".
Rachel rimase sorpresa alle parole della latina.
"Sei seria?"
"Si, Berry, sono seria. E la mia offerta scade fra tre, due, u-".
"Io- beh, vengo dall'Ohio. Vengo dall'Ohio e sono stata adottata dai
più fantastici genitori al mondo. Ho studiato alla Tisch
school
of the Art perchè volevo diventare una star di Broadway...
ed
invece mi sono trovata a fare la PR... Cioè ci provo ancora,
vado di tanto in tanto a qualche audizione, ma finora ho avuto poca
fortuna... Ho vissuto a New York per gli
ultimi otto anni e sono vegana.".
"Wow... mi ero preparata ad un monologo di almeno venti minuti, ed
invece!" sorrise Santana continuando a guardare la tv, per poi prendere
un respiro e dire "Anche io vengo dall'Ohio..."
"Davvero!? Da dove vieni?"
"Columbus..."
"O mio Dio! Non riesco a crederci che fra tanta gente ho incontrato
un'altra ragazza dell'Ohio!" sorrise divertita la brunetta "E poi?
Cos'altro?"
"Ho studiato a Yale e sono al mio primo anno da specializzanda... vivo
in questa casa da ben cinque anni e sono una onnivora convinta. Anzi
potrei elencarti almeno dieci motivi per cui l'alimentazione vegana fa
male all'organismo."
"Ed io potrei elencartene undici per cui invece fa più che
bene all'organismo..."
"Il corpo è il tuo... Puoi farne quello che ti pare..."
rispose
Santana alzando le spalle, per poi chiedere "Sei contenta ora?"
"Si..." sospirò Rachel.
"Bene, perchè per almeno una settimana non voglio sentire
altre stronzate simili... chiaro?"
"E' chiaro Santana Lopez, dall'Ohio, onnivora..." replicò la
brunetta con un sorriso soddisfatto.
"L'ho detto e lo ripeterò..." cominciò la latina
con un
aria scioccata "Tu, Berry, sei una persona veramente strana..."
_________________________________________________________________________________________________
Come avrete capito non saranno mai cinque capitoli xD
E poi questa cosa dei capitoletti brevi mi piace... mi invoglia a
scrivere il che significa che spero di aggiornare con un buon ritmo...
Come avrete
notato ci sarà da divertirsi a vederle "conoscersi meglio"
sperando che prima o poi imparino a convivere pacificamente...
Ad ogni modo non ho
ancora idea di
dove questa storia andrà a parare, prendete un po' ogni
capitolo
come uno spaccato delle loro vite e piano piano scoprirete quel poco
che ho chiaro in testa... Questa storia la scriveremo un po' insieme a
quanto pare xD
Grazie infinite, per
tutti i gentilissimi commenti... :)
Spero di rileggervi
presto!
Un abbraccio!
Northstar
ps: non temete
aggiornerò presto anche le altre storie :)
https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 3 *** An unexpected kindness ***
boh
"Stai studiando?" cominciò Rachel affacciandosi
nella camera della latina.
Era la prima volta che la ragazza riusciva ad entrare nella camera
della mora che di solito si assicurava di sbattere la porta alle sue
spalle.
"No. Io ed il mio amico libro stiamo facendo a gara a chi ride per
primo."
"Cosa?"
"Si, Berry, sto studiando." sospirò Santana arrendendosi.
"Oh..."
"Hai qualcosa da dirmi?"
"Hai lasciato il tuo telefono sul tavolo della cucina e poco fa l'ho
sentito squillare..." spiegò la brunetta mostrando il
telefono
nelle sue mani.
"Che ore sono?" chiese la latina stiracchiandosi.
"Le diciotto e trenta." rispose Rachel poggiando il telefono sulla
scrivania della mora, per poi guardarsi intorno osservando velocemente
la camera.
La scrivania era sommersa da libri e quaderni, il letto
era sfatto e totalmente sottosopra e la libreria era talmente
piena di volumi che Santana aveva evidentemente cominciato ad
ammucchiarli attorno ad essa. Ma la cosa più strana della
camera
era il fatto che le pareti erano intermente ricoperte di immagini
mediche, appunti, disegni, spiegazioni. L'unica foto presente nella
stanza era poggiata sul comodino, Rachel aveva riconosciuto
chiaramente Santana in mezzo ad altre due ragazze bionde.
"Vuoi scattare qualche foto visto che ci sei?"
"La tua camera è veramente disordinata..."
osservò Rachel.
"Punti di vista."
"No... una camera è oggettivamente disordinata quando per
raggiungere il letto è necessario fare lo slalom tra le cose
gettate a terra..."
"Altri commenti da fare?" chiese Santana ignorando le ultime parole
della brunetta "Devo fare una telefonata..."
"No- No, torno in cucina..." rispose Rachel lasciando la stanza.
Dopo qualche minuto Santana tornò in cucina, come al solito,
ad aprirsi una birra.
"Stasera viene una mia amica a cena." cominciò la mora
balzando a sedere sul bancone.
"Ok... bene..."
"Hai già mangiato?" chiese la latina osservando con aria
schifata il contenuto della padella poggiata sui fornelli.
"Non ancora."
"Bene, allora fammi un favore... mangia e vedi di chiuderti nella tua
camera, ok?" replicò Santana per poi aggiungere velocemente
"Ora
vado a farmi una doccia... per quando uscirò dal bagno spero
già di trovarti nella tua tana..."
Rachel, come al solito, rimase senza parole di fronte alla richiesta
della latina ma senza provare a dire nulla si limitò a
prepararsi ad una serata di silenzio nella sua camera.
Aveva sentito arrivare l'amica della latina intorno alle venti e per la
prima volta, qualche minuto dopo aveva sentito ridere Santana. Non era
la risata che si sarebbe aspettata, era rumorosa e scomposta e
irresistibile tanto che senza accorgersene stava sorridendo a quel
suono già così familiare.
Cercando di fare meno rumore possibile Rachel andò a sedersi
di
fianco alla porta cercando di cogliere al meglio le parole delle due
ragazze.
Sapeva che non era corretto impicciarsi degli affari di qualcun altro,
ma quella risata le aveva aperto un mondo, un mondo di cui non sapeva
nulla e che cominciava davvero ad incuriosirla.
Non era riuscita a percepire molto, se non un paio di discorsi
sull'ospedale e su un teatro e qualche nome gettato quà e
là e la cosa non le bastava... così dopo qualche
secondo
d'indecisione Rachel si decise a poggiare l'orecchio direttamente sulla
sua porta, appena in tempo per sentire i passi inconfondibili di
Santana avvicinarsi alla sua stanza.
La brunetta si staccò velocemente dalla porta cercando una
qualunque cosa da fare, che la facesse sembrare spontanea.
Santana aprì direttamente la porta, non preoccupandosi
nemmeno di bussare.
"Ciao Santana..." cominciò Rachel fingendo la più
totale normalità.
"Stai spolverando una mela, Berry?" cominciò Santana
osservandola con aria preoccupata "Sei anche più strana di
quel
che pensavo..."
"Io- C'era- Stavo togliendo una... macchia..."
"Ok..." replicò Santana ancora più pensierosa.
"Cosa c'è Santana?" domandò allora la diva
insofferente.
"Sai che non ero seria sul "restare
in camera tua tutta la sera", vero?"
Rachel rimase qualche secondo in silenzio, confusa, per poi rispondere
con un falso "Ovviamente."
"Certo..." sorrise la latina divertita
"Ad ogni modo la mia amica ha portato dei dolci..."
"Posso- Posso raggiungervi?"
"No, Berry. Devi imparare a mangiarli telepaticamente!"
sbottò Santana.
"Lo prenderò per un si..."
"Incredibile, cominci a capire la mia ironia?"
"Non sei così criptica quanto credi, Santana..."
"Ouch, Hobbit! Così mi offendi..." replicò
l'ispanica fingendosi addolorata, per poi tornare in salone.
"Berry, ti presento Quinn Fabray..." cominciò Santana
"Quinn, ti presento Berry..."
"E' Rachel
Berry..." precisò la brunetta stringendo la mano della
bionda di fronte a sè.
"Immaginavo che avessi anche un nome..." sorrise Quinn ricambiando la
stretta.
"Un nome che Santana tende a non utilizzare..." rispose Rachel
guardando Santana con aria offesa.
"Non preoccuparti, per anni ha chiamato anche me solo ed
esclusivamente per nomignoli..."
"Non mi piacciono i nomi. Ed i soprannomi sono più
divertenti..." spiegò la latina afferrando un pasticcino.
"Allora cosa fai nella vita, Rachel?" domandò Quinn cercando
di fare conversazione.
"PR. Lavoro per una piccola testata giornalistica. Di tanto in tanto
scrivo qualcosa, ma niente di più..."
"E quale sarebbe il nome di questa "piccola
testata giornalistica"?" chiese Santana curiosa.
"Non ho intenzione di rivelartelo. Hai già abbastanza spunti
per prendermi in giro, non credo te ne serva un altro..."
Santana sbuffò annoiata, allungandosi ad afferrare un altro
dolcetto.
"Tu, invece? Di cosa ti occupi, Quinn?"
"Sono una sceneggiatrice." rispose la bionda "Ho studiato arte
drammatica a Yale, e di tanto in tanto continuo ad esibirmi a teatro...
ma la mia vita oramai è dietro le quinte..."
"Teatro?!" esclamò Rachel scattando a sedere sul divano.
"Si..."
"Che tipo di teatro!?" insistette la brunetta.
"Cosa ti interessa in particolare?" domandò Quinn notando la
curiosità della ragazza.
"Oh no," cominciò allarmata Santana "non avrai mica
intenzione di ricominciare con Broadw-"
"Ho studiato alla Tisch school of the Art ed il mio sogno era- o chi
sto prendendo in giro... Il mio sogno è
tuttora Broadway..."
"Hai provato a sostenere qualche provino?"
"Io-" cominciò Rachel per poi abbassare lo sguardo.
"Tu, cosa?" chiese curiosa Santana sorseggiando lentamente la sua
birra, come fosse di fronte alla tv.
"Io ho provato ad andare a qualche audizione... ma non
è mai andata bene..."
"Forse non eri brava abbastanza..." commentò Santana alzando
le spalle.
"So che la modestia non è il migliore dei miei pregi... Ma
credimi se ti
dico che sono eccezionale..." rispose decisa Rachel incrociando e
sostenendo per la prima volta lo sguardo della latina.
"Allora perchè hai smesso di provare?" insistette la latina.
"Le audizioni non pagano l'affitto..."
"Potresti comunque provare, non trovi?" si intromise Quinn "Voglio
dire, ora che hai un lavoro... potresti provarci..."
"Non sono più allenata..." spiegò Rachel "Una
volta
cantavo ogni giorno, ora invece... Credo siano passati mesi dall'ultima
volta..."
"Hai cantato l'intero repertorio di Mariah Carey oggi pomeriggio sotto
la doccia... Ti sei salvata per poco... un altro acuto e sarei venuta a
soffocarti con la tendina della doccia..." replicò Santana.
"Quello non era cantare..." sorrise amaramente la brunetta.
"Beh, forse non dovresti puntare diretta a Broadway... voglio dire,
potresti cominciare con qualche piccola produzione di quartiere, almeno
ricominceresti a cantare con una certa regolarità..." disse
Quinn.
"Non avevo mai pensato a questa possibilità..."
commentò Rachel prendendo seriamente in considerazioe l'idea.
"Magari, se trovo qualcosa di simile, posso fartelo sapere..." propose
la bionda.
"Te ne sarei infinitamente grata, Quinn! Davvero non so com-"
"Ok! Quinn ti farà sapere se qualche annoiata casalinga di
quartiere metterà su la produzione del secolo, ma ora
potremmo
tagliare il discorso? Tutti questi sospiri speranzosi cominciano a far
male alle mie orecchie..." sbottò Santana.
Quinn scosse la testa sorridendo per poi aggiungere "E' sempre stata
così, non preoccuparti..."
"Vi conoscete da tanto?" chiese Rachel curiosa.
"Dal liceo. Eravamo insieme nella squadra delle cheerleader..."
"Una cheerleader!?" esclamò la ragazza con un sorriso
guardando improvvisamente Santana "Eri nelle cheerleader!?"
"E allora?"
"Non riesco ad immaginarti ad agitare dei pon-pon a tempo!"
"Ed era anche brava, eravamo la punta di diamante della squadra..."
sorrise Quinn nostalgica "Abbiamo vinto tre titoli nazionali..."
"Eravamo grandiose..." sorrise Santana fiera.
"Oh! Sei una delle ragazze dell'unica foto che Santana ha in camera!"
esclamò Rachel ricordando.
"Già..." sorrise la bionda.
"E chi è la terza?".
"Brittany..." rispose Quinn con un sorriso.
"Ed è anche lei qui a New York con voi? Voi due siete ancora
così legate!"
"No, non è con noi..." replicò brevemente la
bionda evitando lo sguardo di Santana.
"Avete litigato... E' sempre così, qualcuno rimane, qualcuno
no..." ocmmento Rachel "Eppure sembravate così unite... Dove
è ora questa Brittan-"
"Dio, Berry! Non sai mai quando devi tenere la bocca chiusa, non
è vero? Non ha importanza dove sia! Perchè
hai
sempre così tante domande?" tagliò corto Santana,
praticamente
sbattendo la bottiglia di birra sul tavolinetto del salone, facendo
sussultare le ragazze.
"Vado a dormire..." annunciò la mora alzandosi "Ci si sente
Q..."
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Rachel disse con un filo
di voce "Mi dispiace- forse- Non dovevo insistere..."
"No... Non è colpa tua..."
"Ho detto qualcosa di sbagliato?"
"No, davvero..." ripetè la bionda.
"Non voglio essere invadente, lo giuro, ma è la prima volta
che
vedo Santana così... coinvolta..." cominciò
Rachel "E'
successo qualcosa fra voi e questa Brittany?"
"Mi dispiace, Rachel, ma non è qualcosa di cui posso parlare
io... Più in là, magari, Santana
deciderà di
parlartene..."
"Ne dubito..." sorrise la brunetta "Ma grazie comunque per essere stata
gentile con me..."
"Figurati..." replicò Quinn per poi riprendere "Beh... direi
che forse è arrivata l'ora di andare..."
"Già..."
"E' stato un piacere conoscerti, Rachel... sperò che avremo
modo
di rivederci..." sorrise Quinn avviandosi familiarmente verso la porta.
"Vale lo stesso per me, Quinn. A presto..." salutò la
brunetta
per poi chiudere delicatamente la porta dell'appartamento,
assicurandosi di aver girato il chiavistello.
Rachel tornò silenziosamente in camera sua infilandosi
velocemente il pigiama, per poi fermarsi qualche secondo nel corridoio
a guardare la porta della latina. Aspettò in silenzio
qualche
secondo, cercando di capire se fosse ancora stata sveglia, per poi
decidersi ad andare in bagno.
Al termine della solita routine pre-notte, Rachel notò gli
occhiali da vista della latina ancora poggiati nella sua
metà di
lavandino, cosa che le fece capire che senza dubbio Santana era ancora
sveglia.
Così al ritorno versò la sua camera, la brunetta
si fermò qualche istante di fronte alla porta della mora.
"Santana?" cominciò delicatamente Rachel per poi bussare
appena
e ripetere di nuovo la scena qualche secondo più tardi con
un
più deciso "Santana, so che sei sveglia... I tuoi occhiali
sono ancora in bagno..."
"Maledizione..." mugugnò la latina per poi esclamare "Apri
la porta Berry.".
Rachel aprì appena la porta, giusto lo spazio sufficiente ad
affacciarsi.
Santana era sdraiata sul letto con la testa verso i piedi del letto, e
le gambe appoggiate al muro sopra la testiera.
"Santana volev-"
"Sta zitta ed impara: se bussando ripetutamente alla porta di qualcuno,
quel qualcuno non risponde le opzioni sono generalmente tre."
cominciò la latina "Opzione numero uno: quel qualcuno sta
dormendo. Opzione numero due: quel qualcuno non ha voglia di
rispondere. Opzione numero tre: quel qualcuno ha voglia di starsene
solo soletto. Vuoi provare ad indovinare le mie opzioni?"
"Direi la due e la tre, visto che evidentemente sei sveglia... anche se
per la precisione si tratterebbe dell'opzione numero due, dato che la
numero due e la tre sono correlate nella maggior parte
dei casi..." osservò Rachel incapace di trattenersi.
"Non sai davvero quando è il momento di stare zitta, vero?"
"Io- Mi dispiace Santana se prima ho detto qualcosa di sbagliato- Non
volevo farti arrabbiare."
"Non sono arrabbiata." rispose semplicemente la mora "Non con te, per
lo meno..."
"Ne vuoi parlare?" offrì timidamente Rachel.
"No. Voglio dormirci sopra, per questo ti sarei grata se decidessi di
lasciarmi sola..."
"Certo..." sospirò la brunetta dispiaciuta "Buonanotte,
Santana...".
"Notte, Berry..." rispose appena l'ispanica.
___________________________________________________________________________________________
La mattina dopo Rachel si era alzata trovando la camera della latina
già vuota.
E così era andata avanti per il giorno dopo e quello dopo
ancora.
Ogni mattina il letto era sfatto ed i vestiti sulla scrivania della
latina erano raddoppiati, prova che la latina tornava effettivamente a
casa per poi ripartire.
Rachel sorrise ironicamente al fatto che non aveva nemmeno il numero di
cellulare della persona che viveva con lei, dicendosi poi che era
stupido chiamare Quinn chiedendole di Santana, quando probabilmente
nemmeno lei aveva la più pallida idea di dove si poteva
essere
cacciata.
Al quarto giorno senza alcuna notizia di Santana, Rachel decise di
aspettare alzata il ritorno della latina.
Proprio quando stava per addormentarsi sul divano sentì la
porta aprirsi di colpo, seguita da una serie di risate.
"Santana?!" esclamò la brunetta riprendendosi di colpo.
"Berry?" domandò Santana accendendo la luce.
Alle spalle di Santana, praticamente aggrappata alla sua vita, c'era
una ragazza bionda, a dir poco ubriaca ed appena maggiorenne. Forse.
"Cosa ci fai in piedi a quest'ora?" chiese Santana "Sono le tre e venti
del mattino..."
"Uhm-" cominciò Rachel imbarazzata comprendendo il quadro
della
situazione "Potrei farti la stessa domanda... e domani è
sabato... quindi..."
"Non mi avevi detto che eri fidanzata, Samanta..." sbiascicò
la ragazza poggiandosi pericolosamente ad una libreria.
"E' Santana.
E non è la mia fidanzata..." replicò velocemente
la mora
per poi tornare a guardare Rachel con aria interrogativa "Allora?"
"Ero preoccupata, visto che non ti fai vedere da quattro giorni
ormai..."
"Non mi sembrava di doverti avvertire delle mie assenze, Miss Berry..."
"Aspetta avevi detto di abitare in un attico..." esclamò la
bionda guardandosi attorno.
"E' almeno maggiorenne, Santana?" chiese Rachel guardando scettica la
ragazza.
"Ehi, Sheila..." cominciò la mora "Quanti anni mi hai detto
di avere?"
"Ventiqualcosa? Non so! E' scritto sui documenti..." replicò
la tipa con aria confusa.
"Ok. Ti chiamo un taxi, che ne dici?"
"Ma avevi promesso di insegnarmi lo spagnolo-"
"Ed ora ti prometto che arriverai a casa sana e salva..."
"Non mi sento bene... Dov'è il bagno?"
"Avanti, muoviti!" disse Santana trascinando la ragazza verso il bagno
"Giuro che se vomiti sul parquet ti uccido e vendo i tuoi organi al
mercato nero!"
Al ritorno dal bagno, Santana stava letteralmente sostenendo la bionda.
"Il taxi è di sotto che aspetta..." disse semplicemente
Rachel, tornata a sedersi sul divano.
"Oh... grazie..." rispose la mora cercando di aprire la porta,
continuando a tenere sollevata la ragazza al suo fianco.
"Figurati..." sospirò la brunetta.
Qualche minuto dopo Rachel sentì la porta di casa chiudersi,
e
Santana sospirare annoiata "Mai una serata tranquilla... Incredibile!"
nel tentativo di sdrammatizzare la situazione.
Rachel fece finta di niente spengendo la tv, e dirigendosi verso la sua
camera da letto "Buonanotte Santana..."
"Che c'è? Sono in punizione ora? Non mi parlerai per una
settimana?" chiese la latina ironicamente seguendo la brunetta nella
sua camera.
"Ci vediamo domattina, sempre che tu non decida di uscire di
casa prima delle sette del mattino..." replicò brevemente
Rachel, chiudendo la porta della sua camera.
_____________________________________________________________________________________________
Al suono della sveglia Rachel aveva trovato la casa troppo
silenziosa per poter pensare che Santana fosse in casa. Ed infatti
ancora una volta la camera della latina era vuota e
disordinatissima.
Dopo una veloce doccia la brunetta si era avvolta i capelli in un
asciugamano, dirigendosi in cucina per la colazione.
"Buongiorno..."
Rachel si voltò di scatto notando Santana, seduta al suo
solito posto sul bancone della cucina.
"Buongiorno..." rispose Rachel.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, Santana
ricominciò
"Prima che cominci una delle tue filippiche, sappi che non ce l'ho con
te."
"Cosa?"
"Non sono scomparsa per evitarti... Sono stata impegnata in ospedale e
ho avuto bisogno di distrarmi un po'..."
"Come con la bionda di ieri sera?"
"Già..."
"Non sapevo nemmeno che fossi gay..." osservò la brunetta.
"Non mi piacciono i nomi, le etichette..." cominciò Santana
"Ma si, sono gay..."
"Ok..."
"Qualche problema in proposito?" chiese la latina sorridendo "
Non ti mangerò mica... letteralmente e figurativamente..."
"Ho due padri, Santana... immagina..."
"Forte..." sorrise la ragazza divertita "Anche se per provenire da una
coppia gay mi sarei aspettata un gusto migliore in fatto di moda..."
"Grazie Santana..."
"Quindi per te è totalmente, ok?"
"Perchè non dovrebbe esserlo?"
"Bene..." sospirò la latina.
"Dove sei stata fino ad ora?" chiese Rachel indicando la giacca sul
divano.
"Ieri sera sono stata una stronza." ammise Santana "E non abituarti a
questo genere di ammissioni perchè non succederà
mai
più... così volevo rimediare, ma siccome non so
cosa voi
stramboidi vegani mangiate a colazione ho comprato un po' di frutta..."
spiegò la mora, per poi aggiungere velocemente "Frutta, che
tra
l'altro è l'unica cosa che anche io mangio a casa..."
"Oh..." sospirò Rachel sollevando le sopracciglia stupita
"Grazie Santana... Non pensavo avessi oer davvero un cuore sotto quella
massa di "Berry",
"Hobbit" e "Nana"..."
"Hai dimenticato "Yentl"...
E
basta scene drammatiche, altrimenti ti fiondo dalla finestra insieme
alla tua cara frutta... E dopo questa promettimi che per una settimana
almeno mi risparmierai le hits delle tue cantanti lagnose sotto la
doccia..."
"Non posso non cantare sotto la doccia!" protestò Rachel
scattando in piedi.
"Non è un problema mio..."
"Almeno accordami una lista di cantanti permessi!"
"Questo posso farlo... Comincia ad eliminare Mariah, Celine e Barbra..."
"No, non Barbra! Non puoi farlo!"
"La smetterai di venire a sindacare sul mio concetto di ordine?"
cominciò Santana alzando le sopracciglia.
"Ma quello non è ord-"
"Ah-ah-ah... occhio a quello che dici Berry... Senti? La voce di
Barbra si allontana sempre di più..."
"E va bene!" esclamò la brunetta arrendendosi "Non
commenterò più lo stato pietoso in cui versa la
tua
camera, ma lasciami Barbra!"
"Vedrò cosa posso fare..." rispose Santana fingendosi super
seria.
"Sei perfida..." commentò Rachel offesa.
"E tu sei insopportabile... direi che siamo pari..."
___________________________________________________________________________________________
Grazie a tutti quanti
voi...
fatevi leggere!
Un abbraccio :)
Northstar
|
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Capitolo 4 *** An unexpected skill(s) ***
boh
"La-la-la-la-la-la-la-la-laaaaà."
Santana si svegliò di soprassalto.
A svegliarla era stato un suono acuto.
Forse.
Non riusciva bene a
capire se era frutto della sua immaginazione o se lo aveva sentito
davvero... ma aveva avuto
una brutta nottataccia all'ospedale ed era tornata a casa alle cinque
passate quindi, decidendo che non era assolutamente
importante scoprire l'origine del suono, la latina tornò a
ficcarsi con la testa sotto il
cuscino.
"La-la-la-la-la-la-la-la-laaaaaaaaaà"
A distanza di un minuto Santana tornò a
spalancare gli occhi allo stesso identico suono.
Stavolta però, per quanto assonnata e confusa, si
sedette sul letto, determinata a capire cosa potesse essere
che
continuava a disturbare il suo prezioso riposo.
"La-la-la-la-la-la-la-la-laaaa-
Oh, buon Dio! Barbra perdonami!"
"Non è possible." sospirò Santana realizzando,
portandosi le mani fra i capelli.
"Eh-ehm! La-la-la-la-la-la-la-la-laaaaaaaaaaaaaaà!"
"Non. E'. Possibile!" esclamò la mora saltando dal letto,
per
dirigersi infuriata verso la porta della brunetta e spalancarla di
colpo.
"Oh! Buongiorno Santana! Ho preparato la colaz-"
"COSA STAI FACENDO?" esclamò la latina cercando comunque di
rimanere calma.
"Io- Io stavo scaldando un po' la voce, vedi una persona mi ha detto che ha
trovat-"
"NO."
"No?" chiese Rachel confusa "No, cosa?"
"No, non devi mai più azzardarti a cantare quando io sono
qui dentro."
"E dove dovrei cantare? Questa è anche casa mia..."
"Evidentemente ho sopravvalutato la tua capacità di
apprendimento Hobbit, perchè mi sembrava di averti spiegato
che
io ho bisogno
di riposare. Ed il tuo noioso e quanto mai fastidioso ed acuto trala-la-la mi
impedisce di farlo. Ci
arrivi fin qui?"
"Si ma-"
"Non farlo mai più se ci tieni alla pelle. Mai più."
"Perdonami Santana ma- voglio dire, sono le quindici... Hai dormito
più di
otto ore... e ti chiedo cortesemente di non trattarmi così,
mi
fai sentire una sconosciuta..."
"Mettiamo in chiaro un paio di punti, Berry." cominciò
Santana
guardando minacciosa la brunetta "Primo: non hai voce in capitolo per
quanto riguarda le ore che decido di spendere dormendo o facendo
qualunque altra cosa. Secondo: il
fatto che tu abbia conosciuto Quinn e che apparentemente ti abbia
trovato qualche topaia in cui cantare, non cambia nulla fra noi. Non
sei una
mia amica. Non fai parte del mio gruppo di amici. Sei la mia
coinquilina. Punto." insistette la latina "Quindi non aspettarti di
essere trattata diversamente.
E' tutto chiaro?"
"Si..." sospirò Rachel abbassando lo sguardo "Io- Io non
avevo intenzione di-"
"Capitolo chiuso. Non un altra parola. Ci
si vede, Berry."
__________________________________________________________________________________________
Santana si era risvegliata diverse ore più tardi, stavolta
al
suono decisamente più familiare della sua sveglia, trovando
un sms di Quinn di
un'oretta prima che la invitava al solito locale. La latina, pensando
che non aveva comunque niente di meglio da fare, si alzò per
andare in bagno a prepararsi, quando si accorse di qualcosa di strano.
La casa era troppo tranquilla.
Troppo silenziosa sopratutto.
Il che, conoscendo ormai le abitudini di Rachel, cominciava a
preoccuparla.
"Berry?" chiamò Santana facendo un giro in cucina.
"Sei qui?" provò ancora la ragazza parlando alla porta
della brunetta "Yentl? Non starai mica facendo l'offesa vero?"
Nessuna risposta.
"Oh, avanti, Barbra! Credevo ti fossi abituata a vivere con me! E poi
oggi mi hai dato veramente una buona ragione per gridare..." insistette
Santana cominciando seriamente a preoccuparsi "Rachel? Ok. Sto
entrando, spero per te che tu sia vestita altriment-".
Niente.
Non era nemmeno lì.
La camera come al solito era super ordinata e precisissima ma in
compenso l'armadio era totalmente sottosopra.
Sapeva che teoricamente non doveva interessarle dove poteva trovarsi,
ma
allo stesso tempo era curiosa e si, sotto sotto, preoccupata.
"Non ho nemmeno il nuo numero..." si disse Santana per poi alzare le
spalle e dirigersi verso il bagno, cercando di non pensarci.
D'altro canto, si ripetè, non c'era molto da fare.
____________________________________________________________________________________________
Arrivata al locale Santana si diresse velocemente verso il retro della
struttura, nella parte più tranquilla, dove sapeva avrebbe
trovato Quinn ad aspettarla.
"Ce l'hai fatta ad arrivare..." sorrise la bionda vedendola arrivare.
"Nottata pesante..."
"Ah si?"
"Incidente stradale. Due ragazzi morti, uno con la faccia totalmente
distrutta. Sembrava una pizza, ti giuro."
"Ugh, Santana... Non voglio i dettagli..." spospirò schifata
la bionda.
"Ma il risveglio è stato ancora peggiore..."
cominciò Santana guardando l'amica con la coda dell'occhio.
"Ah si?"
"A quanto pare qualcuno ha rimediato una qualche parte, in un qualche
stupido musical a Berry, sai, la mia inquilina... che si dà
il
caso mi abbia svegliato a suon di gorgheggi..."
"Oh..." sorrise Quinn divertita.
"Già..."
"E' brava almeno?"
"Che razza di domanda è?" sbottò la mora
voltandosi "Ti
ho appena detto che mi ha svegliato cantando per qualche stupido ruolo
che le hai rimediato chissà dove! Cos'è? Una
parte nel
recital delle mamme teenager?"
"In realtà non è poi così stupido..."
sospirò Quinn.
"No. No, Quinn. Dimmi che non-"
"Esattamente! Era il mio sogno, il mio sogno poter partecipare ad un
musical del genere, ma sai... la mia voce, il mio registro, la mia
fisicità... è un po' un guaio!" sentì
Santana alle
sue spalle.
"Hai coinvolto Kate Middleton!?" esclamò la latina prima
ancora di voltarsi.
"Non capisci, San! Mi ha raccontato del suo sogno e- ed era
così
triste... volevo fare qualcosa per lei e non sapevo a chi altro
chiedere..."
"Mi stai prendendo in giro..." sospirò ancora l'ispanica.
"Tu invece! Già riesco a sentirti cantare in "Salve Regina"!"
"Grazie infinite, Kurt! Posso chiamarti per nome, spero..."
Santana si voltò di scatto riconoscendo la voce della
coinquilina, per poi guardarla avvicinarsi al loro tavolino a braccetto
con Kurt.
"Certo che puoi, tesoro! Siamo come dei- dei gemelli separati alla
nascita, non vedi!? Beh a parte per il mio nasino alla francese e gli
occhi cerulei!"
"Santana!" esclamò praticamente Rachel trovandosi la mora di
fronte.
"Oh! Buonasera, Satana..." la salutò ironico Kurt.
"Lady Hummel..." replicò Santana per poi bypassare Rachel e
guardare direttamente Quinn "Cosa ci fa lei qui?".
"E' uscita con noi a prendere qualcosa da bere!" rispose semplicemente
Quinn sostenendo lo sguardo della migliore amica.
"Io non esco con le mie coinquiline. Conosci le regole, Q."
spiegò la mora "Lei non è diversa dalle altre."
"Avanti, Santana non credi che-" cominciò Kurt.
"Vuoi che ti suturi la bocca, Elton?" lo interruppe Santana.
"No..."
"Allora stanne fuori."
"E' mia amica, Santana..." provò Quinn continuando
guardare la latina.
"Posso- Posso intromettermi?" cominciò Rachel praticamente
piazzandosi tra le due ragazze "Beh in realtà non si
tratterebbe
di un'intromissione visto che sono il fulcro della conversazione..."
"Berry, apri bene le orecchie perchè sto per darti un
consiglio
spassionato e non è una cosa che succede spesso..."
replicò Santana voltandosi verso la brunetta "E' meglio per
te
se non comprometti ulteriormente la tua già difficile
posizione..."
"Ma io-"
"OH DIO!" gridò una donna dall'altra parte del locale
"AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI!".
Santana scattò istintivamente in piedi muovendosi veloce
verso la fonte del grido, subito seguita dagli altri ragazzi.
Al centro del locale si era raccolta una piccola folla attorno a quello
che a Santana sembrava un uomo di mezza età, sdraiato per
terra.
"Fate largo, sono un medico... Avanti! Non c'è proprio
niente da
vedere!" esclamò la mora facendosi velocemente strada tra la
gente "Avanti! Cosa aspettate!? Chiamate il pronto intervento,
è
chiaramente un infarto..."
"Oh buon Dio! La prego, aiuti il mio Howard!" esclamò quella
che
doveva essere la moglie dell'uomo a terra aggrappandosi al
braccio
di Santana.
"Farò il possibile..." rispose annoiata la mora per poi
cercare
di sollevare l'uomo per metterlo in una posizione semiseduta, se non
fosse che il tipo doveva pesare almeno centotrenta chili.
"Un aiutino, magari?" provò la latina guardandosi intorno.
"Ecco!" esclamò Rachel inginocchiandosi.
"Non che non apprezzi lo sforzo, Hobbit, ma come pretendi di tenere
seduto questo mastodonte?" rispose l'ispanica per poi guardare la
moglie dell'uomo e dire "Senza offesa, ma un paio di cheese burger in
meno al giorno e questo non sarebbe probabilmente successo..."
"Ho bisogno di una mano qui!" gridò Rachel attirando
l'attenzione di un ragazzo che prontamente si avvicinò a
sostenere l'uomo.
"Come andiamo signor..." cominciò Santana per poi realizzare
di non aver afferrato il nome del tipo.
"Howard..." sospirò Rachel lì vicino.
"Già... Howard?"
"Mi fa male il petto e non- non riesco a respirare- sto morendo, non
è vero?".
"Non dica stronzate..." sospirò Santana quasi lasciandosi
sfuggire un sorriso divertito.
"Non si preoccupi, signor Howard..." cominciò Rachel con un
sorriso "Andrà tutto benissimo, presto l'autoambulanza
sarà qui ad occuparsi di lei... Cerchi di restare quanto
più calmo possibile nel frattempo...".
"Posso fare qualcosa?" chiese poi la brunetta voltandosi verso Santana
che era rimasta (positivamente) scioccata dal suo comportamento.
"Si- ehm... Si, potresti chiedere in giro se qualcuno ha
un paio di aspirine..." rispose l'ispanica continuando a
stringere il polso
dell'uomo.
"Giusto!" esclamò Rachel cominciando velocemente a fare il
giro del locale.
"Aspirina?!?" esclamò confuso Kurt voltandosi appena,
continuando a coprirsi gli occhi con le mani.
"L'aspirina inibisce l'aggregazione piastrinica..." rispose velocemente
la mora rivolgendosi all'uomo e a sua moglie.
"Cosa vuol dire?" chiese la donna preoccupata.
"Impedisce al coagulo di sangue di continuare ad ingrandirsi..."
spiegò Rachel passando due pastiglie alla donna, ricevendo
un'occhiata sorpresa dagli altri ragazzi.
"Dove diavolo è finita questa autoambulanza?"
sbuffò Santana cominciando a preoccuparsi.
"Stanno arrivando, stanno arrivando!" replicò un ragazzo
dalla porta d'entrata del locale.
"Lavorate insieme?" chiese il ragazzo guardando che continuava a
sostenere, non con poca fatica, l'uomo guardando Santana e Rachel.
"No! Oh no... Grazie al cielo no..." sospirò Santana con un
sorriso.
"Siamo coinquiline..." spiegò la brunetta.
"Fico!" esclamò il ragazzo "Anche perchè era
troppo da telefilm avere due dottoresse come voi..."
"Di cosa stai parlando?"
"Beh... sarebbe stato troppo sexy..." rispose il ragazzo imbarazzato,
alzando le spalle.
Santana stava per rispondere a tono, quando alle sue spalle
sentì un certo trambusto.
"Ecco l'ambulanza!" gridò un uomo dall'ingresso.
"Ok, gente! Fate largo!" cominciò Santana "Il primo che
trovo ad intralciare i paramedici
si ritroverà un paio di denti in meno, lo giuro...".
"Lopez?" domandò uno dei paramedici riconoscendo Santana.
"Risparmiati le battute, Jorge... A quanto pare il lavoro mi segue
ovunque..."
"Cosa abbiamo?"
"Infarto del miocardio, tachicardico. Gli ho dato un paio di
aspirine..."
"Perfetto..." rispose il ragazzo aiutando i colleghi a caricare l'uomo
sulla barella.
"Mi raccomando, portatelo al St. Francis e fatemi sapere..."
ordinò praticamente Santana.
"Agli ordini, capo..." sorrise l'uomo dirigendosi velocemente fuori con
la barella.
"Signore e signori, un applauso alle eroine della serata!"
esclamò il barista di turno indicando Santana e Rachel.
"Voglio una birra, e la voglio ora..." rispose Santana per poi
tornarsene velocemente al suo tavolino, evitando il bagno di "folla".
Rachel invece rimase a sorridere, facendo un paio d'inchini,
finchè la gente non tornò lentamente ai propri
tavoli a
parlottare dell'accaduto
"Cosa è successo di là?" chiese Santana non
appena Rachel tornò a sedersi.
"Come?"
"Te la sei cavata bene col tipo... Da dove venivano quelle nozioni
mediche?"
"Oh, ho frequentato diversi corsi di primo soccorso. Come volevasi
dimostrare, non si sa mai quando possono farti comodo..."
spiegò
la brunetta con un sorriso soddisfatto.
"Wow... devo concedertelo Santana, dopotutto non devi aver comprato
quella laurea a suon di insegnanti sedotti..." sorrise Kurt arrivando
al tavolo con un vassoio.
"A differenza della tua laurea in fashon design..." replicò
la
mora, afferrando un boccale di birra dal vassoio fra le mani del
ragazzo che, divertito, spiegò "Stasera offre la casa."
"Allora sarà il caso di approfittarne..." sorrise l'ispanica
distribuendo i vari boccali.
"No- No io non bevo, grazie..." disse Rachel declinando la bevanda, per
essere subito fulminata da un'occhiata di Santana.
"Berry, fammi chiarire una cosa." cominciò serissima "Per
essere mia amica devi raggiungere
e superare i cento "punti-persona"
ed attualmente a causa del tuo
abbigliamento, della tua voce, della tua cucina e della sveglia di
oggi, ti trovi a meno cinquecento punti."
"Ma-" provò Rachel.
"La sveglia di stamattina vale meno duecento." replicò
velocemente Santana capendo dove voleva arrivare la brunetta, per poi
continuare "Ora, dopo il tuo sorprendente exploit medico con
l'infartuato, hai
guadagnato cento punti persona. Il che ti porta a meno quattrocento. E
visto che la scalata al livello cento è ben lontana, fossi
in te
berrei quella birra e guadagnerei altri cinquanta preziosi punti."
Rachel non pensò nemmeno un istante prima di
afferrare il boccale e bere la birra tutta d'un fiato.
"Non avevo detto di berla tutta insieme..." sospirò la
latina sollevando le sopracciglia sorpresa.
"Oh..." replicò Rachel.
"Beh, direi che posso concederti altri cinquanta punti..." sorrise
Santana
tornando a bere la sua birra scuotendo la testa ancora sorpresa dal
comportamento della brunetta.
"Tutto bene?" chiese Quinn notando come Rachel stesse boccheggiando
come un pesce fuor d'acqua.
"Ho la sensazione che il mio stomaco sia sul punto di scoppiare come un
palloncino."
"Oh, è tutto normale." sorrise Kurt per poi dare una
delicata pacca sulla spalla alla ragazza "Tu, mia cara, sei
un'interessante aggiunta al nostro gruppo... Sorprendente, quanto
meno..."
"Alla salute!" cominciò Quinn alzando il suo boccale.
"E all'amicizia!" aggiunse Rachel cercando di riprendersi.
"Non ti allargare ora, Berry. Faccio ancora in tempo a riprendere il
discorso pre-infartuato e rimangiarmi tutto il resto..."
"Giusto, giusto..." annuì Rachel ripetendo "Alla salute!"
__________________________________________________________________________________________
"Ne avete ancora per molto?" chiese Kurt cominciandosi ad annoiare.
"Sta zitto Freddie, devo capire come fa!" sbottò Santana
concentrandosi sul bicchierino di fronte a sè e sulla
monetina
stretta tra le dita di Rachel.
"Cinquanta dollari che non ce la fai stavolta." esclamò la
latina piazzando la banconota sotto il bicchiere.
"Vuoi davvero scommettere cinquanta dollari, Santana?" sorrise
divertita la brunetta.
"Assolutamente. Avanti, fammi vedere..."
Rachel, con incredibile nonchalance, lanciò la monetina che
con
un rimbalzo sul tavolo andò a ficcarsi precisamente
all'interno
del bicchiere.
"Oh, avanti! Non è possibile!" esclamò Santana
spalancando la bocca, per poi guardare Quinn "Hai visto!? Tre volte di
fila! Deve esserci un trucchetto o qualcosa!"
"Niente trucchi! Solo allenamento!" sorrise Rachel.
"Allenamento? Addirittura?" chiese Kurt.
"Ho lavorato un'estate intera come barista... E la noia è
una brutta bestia, sapete?"
"Ancora. Fammi vedere ancora." insistette Santana bevendo l'ennesimo
bicchiere di penitenza.
"Sicura?" domandò Quinn "Mi sembri abbastanza ubriaca per
stasera..."
"Sono brilla, Quinn. Credimi c'è differenza quando sono
ubriaca..."
"Oh, lo sappiamo bene..." si intromise Kurt.
"Avanti, ancora una volta..." insistette Santana puntando altri
cinquanta dollari.
"Posso mostrartelo anche senza i cinquanta dollari, sai? Tanto per ogni
centro bevi un bicchiere di non so cosa sia, quindi paghi comunque..."
"E' una questione di principio Yentl. Ora meno chiacchiere e
più lanci. Stavolta scommetto che mancherai, anzi lo so..."
"Ah si?" chiese Rachel divertita.
"Già, me lo sento..."
spiegò Santana con aria di sfida.
"Allora visto che sei così sicura.... che ne dici di
cambiare i termini?"
"Cosa offri?"
"Se faccio di nuovo centro non userai nomignoli per una settimana... E
mi lascerai ordinare la tua camera."
"No. Si ai nomignoli, ma non metterai piede nella mia camera..."
rispose secca la latina.
"In tua presenza, Santana."
"Mmm..."
"E non butterò nulla. Si tratterà solamente di
mettere in ordine la tua camera..." insistette Rachel.
"Un momento... E se non fai centro?"
"Scegli pure la mia penitenza."
"Niente Barbra, o Celine o Mariah in sottofondo durante il pranzo, la
colazione, la cena e la doccia..."
"Ok!"
"Non ho finito..." sorrise Santana per poi aggiungere con enfasi "E
niente Funny Girl
il giovedì sera, per un intero mese..."
"Wow... la cosa si fa seria..." sorrise Kurt a Quinn.
"Affare fatto..." replicò decisa Rachel porgendo la mano
alla latina.
"Affare fatto, allora..." rispose Santana stringendole la mano.
"Fammi vedere cosa sai fare, Hobbit..."
"Te la sei cercata stavolta, Santana..."
"Di solito si vince, prima di cantare vittoria..."
"Ok..." sorrise ancora Rachel per poi lanciare ancora una volta la
monetina.
Pluc.
"Maledizione!!!" esclamò Santana dando un pugno
al tavolo.
"Allora? Pronta a riordinare quella discarica che chiami camera,
Santana?"
"Va al diavolo, Yentl..."
"Ah-ah! Niente soprannomi!"
"Significa che mi limiterò a chiamarti, Berry..."
"Ma-"
"Hai detto soprannomi, Berry..." sorrise Santana infilandosi la giacca
"E fino a prova contraria Berry non è un
soprannome, ma
è il tuo nome....".
"Non è giusto!"
"Potevi pensarci prima!" replicò la latina avviandosi
all'uscita.
"Accontentati, Rachel..." sorrise Quinn dando una pacca sulla spalla
alla ragazza.
"E buona fortuna per l'esplorazione di quella giungla..." aggiunse Kurt
per poi aggiungere "Oh! E voglio un rapporto dettagliato di tutte le
cose imbarazzanti che troverai lì dentro, mi raccomando."
"Vedrò cosa posso fare..." sorrise Rachel guardando Santana
uscire dal locale con un sorriso sulle labbra, nonostante tutto.
__________________________________________________________________________________________
"Santana? Sei ancora sveglia?" sussurrò Rachel appoggiata
alla porta della camera della latina.
"Entra pure, Berry..."
Santana era sotto le coperte a guaradare un film.
"Cosa stai guardando?" domandò la ragazza curiosa.
Santana si limitò a sollevare la confezione del blu ray per
mostrare la copertina, che diceva "City
of angels".
"Mai sentito..." rispose Rachel scuotendo la testa.
"Meglio così..." sospirò Santana per poi guardare
Rachel e chiedere "Ti serve qualcosa?"
"Oh, no volevo- Volevo solo lasciarti i cinquanta dollari di stasera..."
"Tienili."
"No, davvero Santana-"
"Una scommessa è una scommessa, Berry..."
"Allora facciamo così..." cominciò Rachel
piazzando i cinquanta dollari sopra la scrivania della latina "Tienili
tu questi, e quando ricapiteremo al bar mi pagherai da bere...
così magari guadagnerò qualche altro
"punto-persona"... Che ne dici?"
"In questo caso, si può fare..." annuì Santana
quasi sorridendo.
"Ok, allora... buonanotte, Santana... E buona visione..." rispose
Rachel.
"Grazie..." rispose la mora per poi richiamare improvvisamente la
brunetta.
"Rachel?"
"Mh?" replicò la ragazza colta di sorpresa.
"Sei stata... ok,
stasera..."
"Io- Grazie...?"
"Già... Buonanotte, Berry..."
"Buonanotte, Santana..."
_________________________________________________________________________________________________
Ancora una volta,
perdonate l'attesa... non ho molto tempo purtroppo -.-
Ok, cosa ne pensate?
Continua ad essere una
cosa carina, piacevole, noiosa, insensata?
Ditemi tutto.
Oh, il prossimo capitolo
sapremo più di Brittany se tutto andrà come
previsto nella mia testa xD
Un abbraccio grandissimo!
Northstar
ps: per qualunque
curiosità, domanda, notizia, quellochevipare, mi trovate su
twitter: https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 5 *** An unexpected heartache ***
boh
"Cos'hai da guardare Berry?" cominciò Santana
continuando
a guardare la tv "Voglio dire, lo so che non passo inosservata, ma
cominci ad essere inquietante..."
"Quando hai intenzione di pagare pegno?"
"Mi sto limitando a chiamarti Berry da cinque giorni, credi sia facile?"
"Mi riferivo all'altra parte... sai, sistemare la tua camera..."
"Che c'è, hai fretta?"
"No, ma raramente hai una giornata libera dall'ospedale... tanto vale
approfittarne..."
Santana chiuse gli occhi qualche istante per poi sbuffare e voltarsi
verso la brunetta "Non butterai via nulla, sia chiaro..."
"No, te l'ho già detto."
"E se dico di non toccare qualcos-"
"Non devo nemmeno sfiorarlo, si."
"Ok..."
"Vogliamo andare?" chiese Rachel scattando in piedi, cercando di non
mostrare un sorriso.
"Cerca di trattenere l'entusiasmo Berry, cominci ad infastidirmi..."
Rachel aspettò che Santana entrasse nella sua
stanza e che
la invitasse effettivamente ad entrare prima di seguirla, ma una volta
dentro spalancò la bocca in puro orrore.
"Oh Divina Barbra!" sospirò la brunetta "L'ultima
volta che sono entrata qui dentro questa stanza non era così disordinata!"
"Beh... diciamo che potrei aver rincarato la dose di disordine negli
ultimi quattro giorni..."
"Santana!"
"Oh avanti! Non ti aspettavi davvero che te l'avrei fatta passare
liscia!"
"Hai appositamente creato il caos!?"
"Ho semplicemente fatto finta di vivere in una galleria, stile
barbone... vestiti in giro... cartacce... giornali... Ed è
stato
sorprendentemente piacevole!"
Rachel rabbrividì letteralmente alle parole della latina che
invece con un sorriso divertito riprese "Allora! Da dove vuoi
cominciare?"
"Io credo che-" cominciò la brunetta osservando la camera
"Credo
che forse sarebbe il caso di raccogliere i tuoi libri e dare loro una
decente sistemazione..."
"Prego..." sorrise Santana accomodandosi sul letto.
"Cosa stai facendo?"
"Guardo."
"Perdonami?"
"Guardo te,
che metti in ordine la mia
camera..."
"Ma tu- non- voglio dire non mi aiuterai?"
"Nei termini della scommessa non lo hai specificato, quindi..."
"Tu..." cominciò Rachel prendendo un respiro
"Si?"
"Tu sei una persona diabolica Santana..."
"Grazie, Berry! Non dovevi sprecarti in complimenti!"
esclamò Santana fingendosi colpita.
"Credo che farò finta che tu non sia qui e
comincerò a mettere in ordine..."
"Buon divertimento..." sorrise la latina portandosi comodamente
le braccia dietro la testa.
Un'ora più tardi Rachel aveva quasi finito di mettere a
posto i
libri di Santana, che invece continuava a girarsi e rigirarsi sul suo
letto.
"La settimana prossima cominceranno le prove del musical in cui mi ha
inserito Quinn..."
"Mh-mh..." rispose distratta Santana guardandosi le unghie.
"Non mi chiedi di cosa si tratta?"
"Devo proprio?" domandò retoricamente la latina.
"Sto cercando di fare conversazione, Santana. Le persone normali sono
solite conversare, per la cronaca..."
"Ugh..." sospirò Santana per poi mugugnare annoiata "Di cosa si tratta?"
Rachel sorrise soddisfatta per poi cominciare "E' una piccola
produzione in realtà, ci esibiremo al Teatro Halestorm nel
tardo
pomeriggio! Gli altri ragazzi sono tutti della mia età
tranne la
signora che interpreta Suor Maria Claretta che avrà sui
quarantacin-"
"Suor Maria Claretta?!" esclamò Santana voltandosi a
guardare Rachel.
"S-si... perchè?"
"Sister Act?! Metterete in scena Sister Act!?"
"Si..." cominciò Rachel sorridendo, stupita dalla reazione
della latina "Ti piace Sister Act? E' per questo il sorriso?"
"Ti vedrò vestita da suora!?" esclamò Santana.
"Da novizia per la precisione..."
"Porterai comunque il velo da suora?!"
"Suppongo di si..."
"Oh mio Dio! Questa si che è una cosa che devo vedere!"
"Tutte queste scene sono per il completo da suora quindi.... non per il
ruolo o lo spettacolo?"
"Certo!" annuì Santana continuando a sorridere divertita.
"Bene..." sospirò Rachel abbattuta.
"Anche se..." cominciò Santana sforzandosi "Anche se devo
ammettere che il film con Whoopi Goldberg non era niente male... Quindi
chissà... potrebbe interessarmi un eventuale musical..."
"Verrai a vedermi quindi?"
"Interpreti una novizia, Berry... verrei anche solamente per farti un
book fotografico da rivendere su qualche sito per perversi!"
"Santana! Non oseresti!"
"Se pagano bene, perchè no?" si giustificò "E la
metà sarebbe tua, ovviamente!"
"Non scherzarci nemmeno!" gridò praticamente Rachel.
"Ok! Non farti venire un colpo!" rispose Santana alzando le braccia in
segno di resa.
Dopo qualche istante di silenzio, dopo che Rachel era passata ad
occuparsi della sistemazione dei vestiti sparsi per tutta la camera,
Santana si decise a scendere dal letto per aiutarla.
"Grazie..." sorrise Rachel senza però ottenere
(prevedibilmente) alcuna risposta.
"Da quanto tempo vivi in questa casa?" chiese allora la brunetta non
volendo restare in silenzio.
"Sei anni."
"Sei a New York da sei anni?"
"Otto."
"Oh, e dove vivevi prima?"
"In un appartamento."
"Già," sorrise Rachel "lo immaginavo..."
"Avevamo un appartamento poco fuori dal campus."
"Tu e Quinn?"
"No."
"Oh... Tu e Lei..."
"Si." rispose Santana abbassando la testa, per poi prendere un respiro
e chiedere "Quinn ti ha detto qualcosa?"
"Come?"
"Di Lei,
ti ha detto qualcosa?" ripetè Santana massaggiandosi la
fronte.
"No. Non mi ha detto niente... niente di niente..." la
assicurò
la brunetta "Ma è chiaro come il sole che hai amato quella
ragazza..."
"Che amo.
Io la amo, tuttora."
"Oh..." sospirò Rachel "Perdonami, pensavo che le cose fra
voi fossero finite..."
"Si può continuare ad amare una persona anche quando non si
è più insieme." osservò Santana senza
alzare lo
sguardo.
"Si, immagino di si..." annuì Rachel per poi notare come
l'espressione della latina fosse del tutto cambiata nel giro di pochi
minuti.
"Mi sono stancata..." cominciò Rachel poggiando i pochi
vestiti
piegati sul letto dell'ispanica "Che ne dici di trovarci qualcos'altro
da fare?"
"Io- Io penso che andrò a farmi un giro."
disse Santana.
"Ok... Allora, se vuoi, posso continuare..."
"No. No... Continueremo un altro giorno." tagliò corto la
mora
alzandosi in piedi per poi mormorare un"Ci vediamo dopo." e
dirigersi verso la porta dell'appartamento.
______________________________________________________________________________________________
Santana non era tornata per cena.
Nè per le undici e Rachel sapeva che c'era qualcosa che non
andava perchè la latina non tornava mai dopo le undici
quando il
giorno dopo doveva lavorare.
Aveva provato a chiamarla una decina di volte almeno, ma il telefono
continuava a squillare a vuoto, così la brunetta a
mezzanotte e
quarantacinque aveva semplicemente deciso di andare a dormire, sperando
di ritrovarla la mattina dopo nel suo letto.
"Merda... Attento Kurt!"
sentì Rachel aprendo gli occhi.
"Non è facile
come credi sai!" replicò stizzito il ragazzo.
"Lasciami stare..."
sbottò Santana finendo a terra.
"Shh!"
sussurrò Quinn.
Rachel si alzò velocemente, infilandosi una felpa, per poi
uscire dalla camera.
"Che succede?" chiese la ragazza confusa cercando di assorbire la scena
di fronte ai suoi occhi.
Quinn e Kurt stavano cercando di far alzare da terra Santana, che
doveva essere finita per terra nel tentativo dei ragazzi di riportarla
in camera.
"Ehilà..." provò Kurt con un sorriso.
"E' ubriaca." disse semplicemente Quinn non sapendo cos'altro dire.
"Già..." annuì Rachel guardando la
mora sul pavimento "Forse è il caso di portarla a
letto..."
"Vuoi dire trascinarla a letto..." commentò Kurt indicando
Santana, letteramente sdraiata per terra.
"Non possiamo trascinarla a letto Kurt..." sbuffò Quinn.
"Io non me la carico..." replicò il ragazzo.
"Non peserà nemmeno cinquanta chili, Kurt..." sorrise Rachel
confusa.
"Oh non per quello, è che ogni volta che provo a sollevarla
finisce per contorcersi a tal punto da finire a terra e non voglio
essere ritenuto colpevole di eventuali lividi, o peggio, fratture..."
"Beh.. se tu la prendi per le spalle e noi per le gambe non dovrebbe
riuscire a "contorcersi" più di tanto..." osservò
Rachel.
"Possiamo tentare..." annuì Kurt inginocchiandosi alle
spalle della latina "Al mio tre... Uno... due... tre!"
Appena sollevata da terra Santana provò a dire qualcosa di
poco
sensato, cercando di muovere almeno le gambe, ma per fortuna il
tragitto dall'ingresso alla camera della latina era brevissimo.
"Ecco, poggiamola sul letto ed è fatta..." ordinò
Rachel.
"Attento alla testa, Kurt..." raccomandò Quinn.
"Et voilà..." sospirò Kurt "Un altro recupero
portato a termine con successo..."
"Prendo una coperta dalla mia camera..." disse Rachel "Intanto prendete
pure quello che volete dalla cucina, ragazzi..."
"Posso offrirvi qualcosa?" chiese la brunetta ricomparendo nel piccolo
salotto.
"Un tè?" provò Kurt strofinandosi le spalle sopra
la giacca "Fa piùttosto freddo fuori..."
"Certo..." sorrise Rachel trafficando nella piccola cucina.
"Quando è uscita di casa oggi, Rach?" domandò
Quinn.
"Tardo pomeriggio... saranno state le sei e mezza..."
"Mmm... capisco..."
"Giornata dura a lavoro?" chiese Kurt.
"Come?"
"Santana... Ha avuto una giornataccia a lavoro?"
"No." rispose Rachel "Oggi aveva la giornata libera. Domani in compenso
dovrebbe lavorare ma non credo ne sarà in grado... Sapete
chi
devo chiamare per avvertire che non andrà?"
"Ci penso io, Rachel... Non ti preoccupare..." sorrise Quinn.
"Grazie, Quinn."
"Figurati..."
"Grazie anche per averla recuperata... Sarei andata a recuperarla io se
solo mi avesse chiamata, in fondo sono la sua coinquilina..."
"Non ci ha chiamato..." sorrise Kurt.
"Il barista ci ha chiamato... Ci conosce..." spiegò Quinn.
"Oh..." sospirò Rachel portando il tè a tavola
"Quindi è una cosa che è già
successa..."
"Succede di tanto in tanto..." disse Kurt.
"In tre mesi che sono qui non era mai successo... credo..."
"Per questo chiedevamo se avesse avuto una giornataccia a lavoro...
c'è sempre una causa scatenante..."
Rachel si morse nervosamente le labbra per poi dire "Credo che sia
stata colpa mia."
"Rachel, non che voglia sottovalutare qualunque stranissimo rapporto si
sia instaurato fra voi... ma non credo che tu possa essere la causa di
una sbornia del genere..." sorrise Kurt.
"Io-" cominciò la brunetta insicura "Io ho involontariamente
tirato in ballo... Brittany? E' così che si chiama la sua
ex..."
"Oh..." sospirò Quinn.
"Ed ha completamente cambiato espressione, voglio dire un momento era
scherzosa e irritante, quello dopo- quello dopo totalmente un'altra
persona..."
Kurt e Quinn si scambiarono un'occhiata veloce.
"Doveva essere veramente molto importante per lei..."
osservò Rachel.
"Molto non rende nemmeno lontanamente l'idea..." commentò
Quinn con un sorriso amaro.
"Voi non avete più contatti con lei?"
"La faccenda è quanto mai complicata..." rispose brevemente
Kurt.
"Ascolta Rachel..." cominciò Quinn "E' giusto che sia
Santana a
parlartene... Quindi non ti dirò niente della loro storia o
di
come è finito tutto... ma non- insomma- vacci piano, ok?"
"Potrebbe volercene di tempo..." commentò Kurt.
"Ok..." annuì Rachel pur confusa.
"Beh... sarà il caso di levere le tende..."
sospirò il ragazzo alzandosi.
"Già..." annuì Quinn "Facci sapere, mi
raccomando."
"Senz'altro." annuì la brunetta accompagnando i ragazzi alla
porta "E grazie."
______________________________________________________________________________________________
Natale era passato in un batter d'occhio.
Sia Rachel che Santana erano tornate a casa, in Ohio, per la sera di
Natale e per qualche giorno di festa in famiglia.
Ma Rachel era dovuta tornare a New York prima della fine dell'anno per
le prove del musical.
Incredibilmente Santana aveva chiamato Rachel quasi tutti i giorni per
con la scusa del doversi assicurarsi che la ragazza chiudesse per bene
l'appartamento ogni sera, ma la brunetta sapeva che sotto sotto non era
così.
Santana le aveva poi chiesto cosa avrebbe fatto per la fine dell'anno e
per
un momento Rachel aveva davvero pensato che la mora la stesse per
invitare a qualche party dei suoi, magari con i suoi colleghi, visto
che sia Kurt che Quinn che "I
simpatici musi gialli", come Santana chiamava ormai
affettuosamente Tina e Mike, avevano altri piani.
La mora aveva chiamato invece per avvertirla che sarebbe rimasta a Lima
e Rachel per non voler ammettere di passare il capodanno nel loro
appartamento aveva inventato una fantomatica festa con i suoi amici
colleghi (inesistenti).
Rachel aveva comprato qualche dolciume ed una bottiglia di vino. Aveva
poi affittato qualche dvd ed aveva poggiato qualche candela
quà
e là tanto per abbellire un po' l'appartamento per la sua
serata.
Cercando un accendino era finita in camera di Santana.
Non era più entrata nella sua camera da quando aveva cercato
di
mettervi un po' di ordine, e doveva riconoscere che non era poi
disordinata come era di solito.
I libri erano miracolosamente rimasti (quasi tutti) al loro posto.
Rimanevano invece ancora sparsi per la camera i vestiti puliti che
Santana provava e poi scartava in favore di altri indumenti.
Rachel guardò l'orologio: 19.08.
Non aveva niente da fare per almeno due o tre ore... Piegare un paio di
magliette non le avrebbe certo fatto male.
Se non fosse stato che quaranta minuti dopo aveva già
piegato ogni singolo indumento nella stanza della latina.
La brunetta aveva poggiato tutti i vestiti sul letto della latina non
sapendo dove la ragazza potesse volerli poggiare.
Rachel si avvicinò all'armadio aprendo l'anta che trovava
regolarmente aperta.
Santana aveva ogni genere di vestito.
Dalla roba elegante a quella sportiva a quella da stracciona,
letteralmente.
Curiosa Rachel aprì ancora un'anta dell'armadio scoprendo,
non troppo stupita, una catasta di fumetti e giochi da tavola.
Non c'è due senza tre, si disse la ragazza, prima di aprire
l'ultima anta rimasta.
Aperto lo sportello Rachel sollevo le sopracciglia confusa.
Vestitini verdi e gialli, magliette con disegnini e ricami, pantaloni
coloratissimi.
"Non è possibile..." sospirò Rachel confusa.
Quella roba non poteva essere di Santana, nemmeno della sua vita
precedente...
La brunetta poi si decise a pescare una maglia a caso tanto per
curiosità.
Era una maglietta bianca con la statua della libertà
stampata
sul fronte, almeno una taglia più grande di quella di
Santana
visto che, a occhio e croce, a lei arrivava quasi a metà
coscia.
Poi la brunetta notò una scritta lungo la manica.
"B&S, finalmente
a NY ♥ ".
La brunetta sorrise per un istante.
Per poi realizzare che quella "B"
probabilmente stava per Brittany, e
che Santana aveva ancora gli abiti della sua ex ragazza nel
suo'armadio.
"Oh Barbra..." sospirò Rachel scioccata, rimettendo tutto al
suo posto,
decidendo di lasciare gli abiti della latina sul letto, per tornare in
cucina.
Dopo aver messo a scaldare la cena sul gas la brunetta si era
accomodata sul divano a leggere, quando sentì un rumore
indistinto provenire dalla porta d'ingresso.
"Chi è la!?" gridò praticamente la ragazza "Non
entrare! Sono- sono armata! Io- io sto chiamando la polizia!"
"Berry?!?" esclamò una voce dall'altra parte della porta
"Falla
finita, sono io... Questa maledetta chiave non vuole saperne di
entrare! Maledizione!"
Rachel si alzò immediatamente a girare la chiave
dall'interno, per poi aprire la porta trovandosi di fronte Santana.
Non sapendo cosa dire la brunetta si limito a spiegare "C'era la mia
chiave dietro. Non poteva entrare...".
"Devo fare pipì. Fammi entrare." rispose Santana passandole
oltre.
Rachel tornò confusa a sedersi sul divano aspettando
spiegazioni da parte di Santana.
"Tu non dovevi essere ad una festa?" chiese la latina ricomparendo nel
salotto.
"Potrei farti la stessa domanda, Santana..."
"Perchè hai mentito?" insistette la latina.
"Perchè tu
hai mentito?"
"Volevo assicurarmi che avessi trovato qualche stupida festa,
così da godermi l'appartamento per una serata tranquilla..."
spiegò Santana.
"Non volevo che pensassi che sono una sfigata che non ha alcun piano
per la serata di capodanno..." rispose Rachel.
"Fantastico..." sospirò annoiata la mora "Che facciamo
adesso?".
"Io ho preso il cinese pronto al super mercato."
"Wow... di classe, davvero..." commentò Santana.
"Non avevo voglia di cucinare..."
"Credi che ci sarà qualcuno disposto a portarci una pizza la
sera di capodanno?"
"Ne dubito fortemente."
"Fry di Futurama era finito nel futuro per consegnare una pizza la sera
di capodanno. Qualcuno dovrà pur lavorare..."
commentò la
latina prendendo il telefono dalla tasca.
"Fry chi?" chiese confusa la brunetta.
"Lascia perdere..."
Mezzora più tardi il problema non era più trovare
qualche
pizzeria che consegnasse la pizza la sera di capodanno, ma una pizzeria
che avesse nel menu la "pizza vegan" di Rachel.
"Avanti Santana, ordina la tua pizza... io mangerò il mio
cinese pronto, non è un problema."
"E' una questione di principio." commentò la latina provando
l'ennesima pizzeria per poi lanciare il telefono sul divano ed
annunciare "Ok, mi arrendo. Vada per il cinese pronto..."
"Prendi pure la tua pizza!"
"No..."
"Perchè no?"
"Perchè non voglio rovinarmi la cena a vederti sbavare sulla
mia pizza mentre mangi quella robaccia pronta."
"E sei disposta a mangiare quella robaccia pronta pur di non farmi
sbavare sulla tua pizza?" sorrise Rachel "Non sarà mica un
atto
di cavalleria?"
"Avanti, prepara quella roba..." sbuffò la latina cambiando
discorso.
Dopo cena Rachel aveva tentato a tutti i costi e senza successo di far
vedere a Santana "uno
dei tanti capolavori che Barbra aveva deciso di deliziare con la sua
presenza".
Le ragazze erano finite a giocare a Uno e Monopoli e
Santana aveva passato quasi un'ora a cercare di spiegare le regole del
Texas Hold'em alla brunetta, per poi rinunciare disperata.
"E' quasi mezzanotte..." osservò la latina.
"Già..."
"Abbiamo qualcosa con cui brindare?"
"Vino?"
"Aggiudicato." rispose Santana alzandosi a prendere la bottiglia dal
frigo.
"A cosa brindiamo?" domandò Rachel allungando il bicchiere.
"All'anno nuovo non basta?"
"Al successo, alla salute, alla fortuna? ... All'amore?"
In quell'istante doveva essere scoccata la mezzanotte,
perchè l'intero vicinato era praticamente esploso.
"Brindiamo all'anno nuovo." ribadì semplicemente Santana.
"Buon anno allora, Santana."
"Buon anno anche a te, Rachel..." rispose la latina allungando il
bicchiere per brindare con la ragazza.
"Allora..." cominciò Rachel "Quali saranno i tuoi propositi
per l'anno nuovo?"
"Propositi? Ancora si fanno queste cose? Credevo che dopo i diciotto
anni non contassero più..."
"Certo che contano!" esclamò Rachel.
"Sentiamo i tuoi propositi allora..."
"Il mio proposito per questo nuovo anno è di tornare a
cantare professionalmente... magari proprio a Broadway..." sorrise
Rachel "Avanti! Non è così difficile, vedi!"
"Ok... Ce l'ho..." sorrise Santana prendendo un sorso di vino "Il mio
proposito per questo nuovo anno è... imparare a sopportare
le
tue uscite, sopprimendo l'incontenibile voglia di imbavagliarti e
gettarti nella tua camera che regolarmente mi
sale addosso."
"Non è un proposito questo!"
"Oh, lo è... e sappi che sto già facendo un
ottimo lavoro!"
"Sai..." cominciò Rachel "Sai quale potrebbe essere un buon
proposito per te?"
"Se ha a che fare con la Streisand o Broadway, o Dio mi risparmi,
qualche tuo vestito, puoi anche scordartelo..."
"No, niente di questo, promesso..."
"Ok, allora. Sentiamo."
"Potresti iniziare a smettere di guardare al passato, per cominciare
guardare in avanti..."
"Credo di non capire..."
"Sei una persona troppo piena di vita per restare sola, Santana... Hai
così tanto da dar-"
"E cosa ti dice che non guardo in avanti?" la interruppe Santana
sentendosi all'angolo.
"Il fatto che non si può parlare del tuo passato senza che
tu
finisca per cambiare faccia." sospirò Rachel "Come ora."
"Il passato non è sempre così facile da lasciare
andare." si limitò a rispondere la latina.
"Specialmente se non lo si vuole lasciare andare..."
commentò Rachel.
"Di cosa stai parlando, Berry?"
"Hai i suoi vestiti nell'armadio, Santana..."
"Cos-" cominciò Santana scattando in piedi "Hai frugato nel
mio armadio!?"
"No- No, io ho piegato tutte le tue cose- volevo farti una specie di
sorpresa e non sapevo dove metterle, così ho aperto il tuo
armadio per- cercare dove-"
"Hai aperto il mio armadio..." ripetè la mora scioccata.
"Non l'ho fatto per curiosare! Ma era così evidente che quei
vestiti non fossero tuoi!"
"Io- Io credo che andrò a dormire." annunciò
Santana.
"Non- Non voglio annoiarti te lo giuro... Ma non è salutare
tenere i vestiti di Brittany nel tuo armadio, Santana!"
"E cosa dovrei farci?"
"Buttali? Regalali? Restituisciglieli!"
Santana abbassò lo sguardo con un sorriso quasi divertito,
per poi prendere un lungo respiro e rispondere brevemente "E' morta."
Rachel spalancò la bocca per poi provare a dire qualcosa,
senza successo però.
"Brittany è morta."
____________________________________________________________________________________________
Ok.
Plllllllllleaaaaase!
Don't kill me!
Non sarei mai riuscita a
scrivere una pezberry sapendo che Britt c'era!
Anche se era a lavorare
nei ghiacci dell'antartide e dispersa, non ce la potevo fare!
Questo era l'unico modo
:(
Non odiatemi, e fatevi
leggere!
Che adesso senza scuola
e senza esami non avete (abbiamo xD) più scuse!
Un abbraccio!
Northstar
|
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Capitolo 6 *** An unexpected smile ***
boh
Grazie per la
pazienza!
Per ulteriori questioni
ci vediamo a fine capitolo!
Buona lettura!
____________________________________________________________________________________________
"Credi che riusciremo a trovare qualcosa della mia misura per il vero
spettacolo?" chiese Rachel guardando Kurt con occhi supplicanti.
"E' una produzione a basso costo, Rachel, non siamo a Broadway..."
sorrise Kurt.
"E' che- Avanti, Kurt! Chi sto prendendo in giro... Sembra un sacco
della spazzatura questo costume! Sembro più una barbona che
una novizia..." riprese la brunetta.
"Cosa vuoi che faccia? Che vada a derubare qualche convento?"
"Sai benissimo cosa potresti fare..." si intromise Quinn con un sorriso.
"E tu sai benissimo che non posso assolutamente portare via nulla dai
nostri camerini..."
"E chi ha parlato di camerini... io parlavo dei vecchi sgabuzzini..."
insistette la bionda.
"Mmm... Non prometto nulla, ma posso provarci..."
"Allora... Come va con Santana?" chiese Quinn curiosa.
"Stavo giusto per chiedervi come sta, cosa combina insomma..."
spiegò la brunetta.
"Ancora non ti parla!?" domandò scioccato Kurt.
"Si limita al buon giorno e alla buona sera. Più
qualche frase di circostanza. Nient'altro."
"Ah... però..." sospirò Quinn .
"Cosa devo fare?"
"Prova a darle tempo..." provò Kurt.
"Tempo? Quanto tempo? E'
passato più di un mese, Kurt... Non è certo
facile convivere così... La
preferivo un milione di volte quando mi insultava ed infastidiva
costantemente. Mi manca, lo giuro."
"Capisco..." annuì Quinn "Beh, in questo caso io proverei la
terapia d'urto."
"La violenza non è mai la risposta, Quinn..."
sorrise la brunetta.
"No, non la violenza! Intendevo che forse dovresti prendere la
situazione in mano ed... agire!"
"Se sei abbastanza coraggiosa e non tieni troppo alla tua
integrità fisica..." commentò Kurt schiarendosi
la voce.
"Non sei d'aiuto Kurt!" esclamò Rachel dando una pacca sul
petto del ragazzo.
"Sono semplicemente realista!"
"Non è che abbia poi grande scelta... voglio dire, quali
altre
possibilità ho? Non parlarle fino a che una delle due non
lascerà l'appartamento?"
"In effetti..." annuì il ragazzo.
"Devo tentare. Devo tentare, assolutamente..."
"Beh... Che la divina Barbra sia con te, Rachel... Non vorrei trovarmi
nei tuoi panni."
"Ancora una volta, grazie per l'incoraggiamento Kurt."
"Allora, quando pensi di agire" domandò curiosa
Quinn
"Tanto per capire quando dovrò aspettarmi la sfuriata
telefonica
di Santana..."
"Uhm... Credo che sia meglio procedere alla stessa maniera dei
cerotti." affermò la brunetta.
"Non credo di seguirti..." replicò confuso Kurt.
"Devo essere decisa e veloce. Motivo per cui, le parlerò
proprio stasera."
"In bocca al lupo... E coraggio..." sorrise Quinn stringendo le spalle
della ragazza.
____________________________________________________________________________________________
"Ok." cominciò Rachel camminando su e giù per il
piccolo
corridoio fra le due camere da letto "Al massimo griderà!
Cosa
puo' farmi!? Di certo non si azzarderà ad alzare le mani...
spero. Niente panico. La parola d'ordine è niente panico.
Calma
e coraggio. E risolutezza. Devo essere decisa e risolut-."
Non appena sentì le chiavi di Santana girare nella
serratura,
Rachel corse veloce verso la cucina, fingendo di apparecchiare.
"Ehi, Santana!" esclamò la brunetta.
"Berry..." la salutò Santana alzando a malapena la testa,
per
poi appendere la giacca e lasciar cadere la sua borsa a terra e
dirigersi diretta verso la camera da letto.
"No, aspetta Santana!"
"Cosa c'è?"
"Ho notato che... ultimamente... Ti stai comportando in maniera
diversa... con me!"
"Ma non mi dire!"
"Perchè fai finta che non esista?"
"Uhm... Lasciami pensare..." cominciò Santana portandosi una
mano sul mento "Forse ha a che vedere col fatto che hai frugato nel mio
armadio, o meglio, nella mia vita... Ma non ne sono troppo sicura..."
"Santana non volevo ficcare il naso nei tuoi affari..."
"Strano perchè è esattamente quello che hai
fatto!"
"Io non- Non volevo! Io te lo giuro! Volevo solo trovare un posto alle
tue cose, poi ho visto tutti quei vestiti colorati e-"
"Lascia stare, Berry." rispose la latina tornando a camminare verso la
stanza.
"Perchè sei arrabbiata con me!?" esclamò Rachel.
"Sei seria?! Sei seria Hobbit!?" cominciò Santana voltandosi
lentamente.
"Io-"
"Sta zitta." la interruppe la latina prendendo un respiro "Ti stavo
lasciando avvicinare. Te ne rendi conto? Ti stavo lasciando avvicinare
a me. Ora dimmi: hai la più pallida idea di quanto sia
difficile
per me aprirsi con le persone!? Ne hai idea? Sto aspettando una
risposta..."
"Si, ma-"
"E invece no, non ne hai idea! E sai perchè!?
Perchè
altrimenti una volta aperto quel maledetto armadio, non mi avresti
interrogato su- su di Lei,
e non staresti ora qui ad insistere! Quindi no. Non ne hai idea."
"Non volevo farti soffrire."
"Ma lo hai fatto. Ora abbi almeno la decenza di lasciarmi stare."
replicò secca la latina "Ed ora, buonanotte Berry."
"Santana-"
"Un momento! Un momento, ti prego!"
"Cosa c'è ora!?"
"Io- Io ho ordinato la cena da Breadstix! Dovrebbe essere qui a
momenti..." spiegò velocemente Rachel.
Santana sembrò fermarsi un momento a valutare la cosa, per
poi domandare "E cosa avresti ordinato precisamente?"
"Tagliolini al tartufo e lasagna vegan...."
"E?"
"E una montagna di grissin...?"
"Mmm..." sospirò la latina "Credo si possa fare..."
"Grazie Santana! Grazie!"
"Hobbit... Questo non significa assolutamente che ti abbia perdonato.
Intesi?"
"Ma certo! E' solo per passare un po' di tempo insieme e parlare del
più e-"
"Berry. Smettila di parlare."
"Ok."
"Vado a farmi una doccia."
_________________________________________________________________________________________
"Oh Dio..." sospirò Santana con un sorriso soddisfatto "Non
mangiavo così da- da-"
"Una vita?" provò Rachel con un sorriso indicando il fisico
della latina.
"Ehi, quello che vedi è il risultato di ore ed ore di
palestra..."
"E quando vai in palestra? Hai tempo a malapena di dormire..."
osservò la brunetta.
"Abbiamo una palestra in ospedale. Palestra che sfrutto appena ho un
buco nel mio programma giornaliero..." spiegò Santana per
poi
aggiungere "E sono naturalmente dotata... Il mio metabolismo
è
un fulmine..."
"Sai, dopotutto non è poi così male questo
Breadstix... Pensavo sarebbe stato molto peggiore..."
"Un momento... stai forse denigrando Breadstix?"
"Ho solo detto che non è poi così male...
è un complimento..."
"No. Correggimi se sbaglio: stai affermando che Breadstix non
è la cosa più buona che tu abbia mai mangiato?"
"E' esattamente quello che intendo. Senza offesa." annuì
Rachel "E'... come dire... dozzinale!"
"Dozzinale? Lascia che ti porti a mangiare al thailandese sulla quinta,
poi saprai definire il termine dozzinale... e lurido."
sbuffò
Santana.
"Oh avanti, ammettilo Santana! Breadstix è buono, anzi posso
concederti che nonostante tutto è molto buono... ma non
è
la fine del mondo..."
"Sei seria?"
"Sono serissima."
"E' solo perchè evidentemente hai qualche problema alle
papille gustative..."
"Vuoi sapere cosa penso, Santana?"
"Non credo di volerlo sapere, in effetti..."
"Penso che tu ti renda conto che Breadstix non sia così poi
celestiale come sostieni... Ma per qualche motivo sei così
legata a Breadstix che senti il bisogno di difenderlo..."
"Stai parlando a vanvera, te ne rendi conto?"
"Credo che Breadstix abbia un posto speciale dentro di te... per
qualche ricordo... o avvenimento... E' per questo che ci tieni tanto...
Non è vero?"
"Credi di essere inteligente? Anzi no, cosa ci guadagni, Rachel?"
"Chiedo scusa?"
"Cosa ci guadagni nel farmi queste domande? Vuoi forse un premio per il
tuo intuito?"
"Non capisco..."
"Sai cos'è divertente? Il fatto che ti credi così
furba
da pensare di riuscire a portarmi esattamente dove vuoi tu... ma la
fregatura è che io so dove vuoi portarmi. E non ci
riuscirai,
Berry."
"Santana, era solo un'osservazione... Non volevo-"
"Visto che siamo in tema di osservazioni ti dico anche io cosa penso di
te. Penso che tu, Rachel Berry, abbia un serio problema sociale. Anzi
no, precisamente credo che tu abbia un serio problema di intelligenza
relazionale. Perchè ora dimmi, ti prego, quale mio gesto o
comportamento ti ha
portato a credere che io avessi la benchè minima intenzione
di
parlare con te,
di Lei?"
"Santana, davvero non-"
"Non ne parlo con Quinn e Kurt! Come puoi solamente osare di- come puoi
solo pensarlo! Quello che odio di te è che non capisci
quando
è il momento di fermarsi. Tu insisti e insisti e insisti
finchè non riesci a
cavare il ragno dal buco. Ma con me non ti riuscirà. Per
quanto
non sopporti i tuoi continui sproloqui, non sono sufficienti a farmi
arrendere e raccontarti tutta la mia vita."
"Mi dispiace che tu non voglia affrontare il discorso... Vorrei solo
rendere le cose migliori..."
"E a me dispiace che tu continui a far finta di non capire. E non
c'è modo di rendere le cose migliori. Vuoi
rendere decente e vivibile la situazione dentro questa casa? Bene,
cominciamo con lo stilare una lista di cose di cui non si deve mai
parlare. Primo nome della lista: Brittany. E chiaro?"
"Non è salutare non parlarne, non te ne rendi conto!? Voglio
solo... aiutarti!"
"Io non ho bisogno del tuo aiuto. Nè ora, nè mai.
Fine della storia." sbòttò Santana andandosi a
chiudere nella sua stanza.
_____________________________________________________________________________________________
"Ottima ultima prova, ragazzi! Ottima davvero! Non ci rimane che
attendere con ansia il debutto!" sorrise Quinn parlando dal palco
"Ricordatevi: appuntamento alle diciannove e trenta di
venerdì
per andare in scena alle ventuno spaccate! Lo so, abbiamo scelto una
giornata pessima: chi vorrà vedere Sister Act la sera di San
Valentino?! Per questo vi invitiamo a pubblicizzare la serata e a
ricordare che offriremo un piccolo buffet! Bene! In bocca al lupo, e
ancora complimenti a tutti voi! A venerdì!"
Rachel sorrise applaudendo con tutti gli altri, come al solito seduta
vicino a Kurt.
"Allora, cosa fai stasera?"
"Kurt, conosci la mia vita sociale..." sorrise la brunetta.
"Io e Quinn volevamo andare al solito posto... che ne dici?"
"Ci sarà anche Santana?"
"Oh, no.. credimi..."
"Sei sicuro?"
"Sono sicuro."
"E' che vorrei evitare ulteriori momenti di imbarazzo...
"Capisco..."
"Ehi!" sorrise Quinn allungando dei tagliandi alla brunetta "Questi
sono per te!"
"Cosa sono?"
"Cinque biglietti per lo spettacolo! Puoi regalarli a chi vuoi!"
"Beh... voi siete parte del cast non credo che ne abbiate bisogno...
Quindi puoi anche tenere i miei biglietti omaggio..."
"I tuoi genitori? Qualche amico?"
"Mmm non credo che i miei genitori verrebbero a New York fin dall'Ohio
solo
per vedermi recitare in uno spettacolo amatoriale..." sorrise la
brunetta "Ma posso chiedere a Mike e Tina... E forse potrei invitare
anche Santana..."
"Puoi provare..." specificò Kurt.
"Lo so... Già non gliene fregava niente... Ora non
vorrà
nemmeno vedermi... Ma potrebbe essere il modo per riprovare ad
avvicinarmi... per l'ennesima volta."
"Non è per questo Rachel..." rispose brevemente Quinn per
poi
esclamare "Allora? Andiamo a festeggiare questa ultimissima prova?"
"Assolutamente!" sospirò Kurt trascinando Rachel verso
l'uscita.
_____________________________________________________________________________________________
"Io odio gli ospedali." sbuffò Rachel stringendosi la giacca
addosso.
"Già ma se vuoi riuscire a parlare con Santana devi
sorprenderla, devi attaccarla dove si sente più al
sicuro..."
spiegò Kurt.
"A proposito... stavo pensando che tutto questo non ha molto senso..."
"Cosa intendi dire?"
"Dovessi mai affrontare una pantera non mi andrei mai ad addentrarmi
nella foresta pluviale... la attirerei in uno spiazzo di cemento con un
numero incalcolabile di trappole... No?"
"Ok... Forse hai ragione..."
"Kurt! Mi stai mandando al martirio!?!"
"No! Perchè... vedi- nel periodo del Ringraziamento, quando
i
cacciatori vanno a caccia di tacchini seguono le prede nel bosco
perchè è lì che si sentono
più sicuri e
quindi sono più vulnerabili..."
"Ma Santana è una pantera, non un tacchino!"
"Ok. Basta metafore. Le metafore servono solo nella letteratura, a
teatro e a letto. Quindi ora tira fuori le metaforiche palle da
cacciatore e vai a cacciare Santana."
"Avevi detto basta metafore..."
"E' più forte di me! Ora smettila di cercare scuse, avanti!
Sciò!"
"Che il cielo me la mandi buona..." sospirò la brunetta
prendendo un respiro.
"Mandami un messaggio appena sei fuori pericolo!"
"Sparisci, Kurt! Ho bisogno di concentrarmi!" sussurrò
Rachel
prendendo un respiro, per poi varcare la porta dell'ospedale.
"Buongiorno" sorrise un infermiere "Posso aiutarla?"
"Uhm... stavo cercando una persona..."
"Qualcuno ricoverato? O qualcuno arrivato al pronto soccorso?"
"No... stavo cercando la dottoressa Lopez... Santana Lopez..."
"Oh, certo! Mi segua, prego." sorrise l'uomo facendo strada a Rachel
"La dottoressa al momento si trova al pronto soccorso, proprio dietro
quella porta."
"Grazie..." sorrise Rachel.
Arrivati nel lungo corridoio l'infermiere si voltò di nuovo
verso la Brunetta per dirle "Un momento solo."
"Santana?" domandò l'uomo affacciandosi nella piccola stanza.
"Che c'è?" sentì Rachel.
"C'è una ragazza che chiede di te."
"Bionda, capelli di media lunghezza, alta?"
"No..."
"Brunetta, piccola e nasuta?"
"Si..."
"Non farla entrare. Sono impegnata."
"Santana, ti prego! Ci metterò solo qualche minut-"
esclamò Rachel prima di posare gli occhi sul paziente della
latina "Wow..."
"Ehi... non dirmi che-" sospirò il ragazzo squadrando Rachel.
"Sta zitto, Evans. Berry, sono impegnata come hai ben sentito e come
puoi ben vedere. Cos'hai
di tanto urgente da dirmi? Non potevi aspettare che tornassi a casa?"
"Io-" cominciò la ragazza tentando di distogliere lo sguardo
dalle ferite del ragazzo sul lettino.
"Sto aspettando..."
"Io ho visto il tuo programma e non ci saremmo incontrate prima di
sabato mattina." spiegò velocemente Rachel.
"E quale sarebbe il problema?"
"Volevo- Beh, volevo invitarti a-" riprese la ragazza per poi
interrompersi e chiedere al ragazzo "Perdonami ma non riesco proprio a
capire... come hai fatto a causarti quelle ustioni!?"
"Oh, è una lunga storia..." provò Sam.
"Il qui presente genio ieri è stato ad uno stupido meeting
da
nerd vestito da Capitan America. Questa mattina, con la tuta ancora
indosso, ha pensato bene di farsi un bel piatto di pasta. Non ho ben
capito come, ma si è rovesciato addosso la pentola con
l'acqua
bollente e nella foga si è strappato di dosso il vestito e
con
quello la sua pelle."
"Sai a cosa pensavo infatti?" si intromise il ragazzo.
"A cosa pensavi?"
"Se la bruciatura rimarrà evidente per un paio di
settimane, al prossimo meeting posso andare vestito da Warren lo
scuoiato vivo di Buffy, risparmiando fior di dollari sul trucco! E tu!
Tu potresti vestirti da Cordelia o meglio da Faith-"
"Non ci vengo più ai tuoi meeting... Io lavoro, a differenza
tua."
"Ad ogni modo, mi chiamo Sam Evans!" sorrise il ragazzo allungando la
mano sinistra, apparentemente sana.
"Rachel Berry. Piacere."
"Allora, vuoi dirmi perchè sei qui?" ripetè
Santana.
"Uhm... Quinn mi ha dato dei biglietti per lo spettacolo di
venerdì..."
"Buon per te."
"Biglietti omaggio... da regalare agli amici... Voglio dire due ne ho
già dati a Tina e Mike... Con i restanti tre non so cosa
fare...
Quindi li lascerò a te... Semmai decidessi di venire davvero
a
farmi quelle foto con l'abito da novizia..."
"Un momento... hai detto Quinn... e abito da novizia... Quasi nella
stessa frase!?"
Rachel annuì confusa.
"Quinn si vestirà da suora!?"
"Cerca di non emozionarti troppo, Sam..."
"Non si vestirà da suora, spiacente..." sorrise Rachel.
"Ma sarà lì?"
"Si..."
"Allora posso avere uno di quegli omaggi... per favore!?"
"Certo..." sorrise Rachel passando il tagliando al ragazzo.
"Grazie mille!"
"Allora Santana... Ti lascio qui i biglietti. Nel caso decidessi di
venire..."
"Domani hai detto?" chiese la latina continuando a lavorare sul ragazzo.
"Domani." confermò Rachel ricevendo un cenno della testa da
parte della mora.
"Ok... Ci vediamo domani allora... forse... E auguri, Sam..."
"Grazie Rachel! E grazie per l'omaggio!"
Appena uscita Rachel prese un respiro profondo cercando di fermare le
gambe che continuavano a tremarle.
"Quella è la tua coinquilina!? Perchè non me
l'hai presentata! E' moooolto carina!"
Rachel sorrise arrossendo alle parole del ragazzo.
"Perchè sei ancora innamorato di Quinn, sfigato."
"Credi sarebbe brutto provarci con la tua nuova amica... mentre provo a
riconquistare Quinn?" provò il ragazzo.
"Suoni ancora la chitarra?" domandò dal nulla Santana
facendo confondere Rachel.
"Certo..."
"Quindi... sarebbe proprio un peccato se per errore ti tagliassi via un
dito..."
"Ok! Ok, mi concentrerò sull'obbiettivo originario! Niente
scherzi però!" esclamò il ragazzo terrorizzato,
cosa che
fece sentire Rachel meno sola.
"Non ci andrai vero?" riprese Sam.
"Secondo te?"
"Capisco..."
Rachel sospirò, dicendosi quanto fosse stata stupida anche
solo
a pensare che Santana sarebbe andata davvero a vedere la loro stupida
recita. Così raccolta la borsa e stretto il giacchetto al
collo
ripercorse i suoi passi fino all'uscita.
"Cosa farai venerdì?" domandò Sam "... Il solito?"
"Già..." sospirò la latina.
___________________________________________________________________________________________
"No, no, no, no! Dov'è Quinn!? Non possiamo cominciare lo
spettacolo senza di lei! Non possiamo!"
"Calmati Rachel, sono solo le otto e dieci! Mancano cinquanta minuti
allo spettacolo..." provò Kurt poggiando le mani sulle
spalle
della brunetta.
"Ma Quinn deve dirigerci e deve farci il discorso d'incoraggiamento e
deve- deve essere qui!"
"Non agitarti vedrai che arriverà..."
"Non risponde nemmeno al telefono!" sbottò Rachel
agitatissima.
"Credimi, Rachel... ti assicuro che fra poco sarà qui..."
insistette Kurt.
Quinn sapeva perfettamente dove avrebbe trovato Santana.
Ed era proprio lì. Al suo solito posto, tra i tavoli di
Breadstix a guardare distrattamente fuori dalla grande vetrata al suo
fianco.
"Ehi..." cominciò la bionda sedendosi di fronte alla latina.
"Ehi..." replicò la mora senza però spostare lo
sguardo "Quando ti ho vista dall'altra parte della
strada ho realizzato che non dovresti essere qui stasera. Quindi...
Cosa ci fai qui?"
"Volevo vederti. Volevo... volevo venire qui."
"Già..."
"Da quanto sei seduta qui?"
"Non saprei... Un paio d'ore?"
"San..."
"Non cominciare nemmeno, Quinn."
"Vieni con me." provò la bionda "Vieni con me allo
spettacolo."
"Sto bene qui."
"No, non stai bene affatto qui. E' una tortura qui, specialmente oggi,
specialmente ora. E lo sai meglio di me. Non meriti il dolore
che
vuoi provocarti. Non è colpa tua, non è mai stata
colpa
tua..."
"Non è per questo."
"Ah no?"
"No... è che-" cominciò la latina per poi
interrompersi.
"Non puoi continuare così San... Sono passati sei anni...
Non la
vedrai rientrare da quella porta.
Mai. Per quanto tu resterai qui ad
aspettarla lei non tornerà."
"Non sto aspettando che torni! Ho a che fare con la morte ogni santo
giorno, Quinn Fabray, non venirmi a fare la paternale sulla morte! Non
osare farlo!" sbottò la latina.
"Mi spiace, San... Hai ragione..." riprese la bionda "Ma
perchè
vuoi restare qui? Fa troppo male... Poi con tutta questa gente felice
e...
innamorata...".
"E' morta a quattordici passi dalla porta del locale. Quattordici passi
precisi. Proprio lì." cominciò Santana indicando
un punto
con la mano " Ti rendi conto? Due passi in
più o due passi in meno e sarebbe ancora qui... Ma
non voglio ricordarla per sempre in quel momento. Non
voglio odiare l'ultimo ricordo, l'ultimo istante, che ho di lei."
Quinn abbassò lo sguardo mordendosi le labbra.
"Vengo qui- Sono qui, perchè non voglio ricordarla distesa
sull'asfalto." spiegò Santana "Voglio ricordare quei momenti
di
qualche minuto prima, quando era ancora seduta davanti a me, proprio
vicino a dove ti trovi tu ora, con quello stupido, stupidissimo,
cerchietto in testa. Col cuoricino che si illuminava ogni volta che
scuoteva la testa."
"San-"
"Vuoi sapere perchè sono qui? Perchè sto
cominciando a
dimenticarla. Sto cominciando a dimenticarla!" esclamò la
latina
quasi sorridendo "Non è divertente?! O quanto meno ironico!?
Sto
cominciando a dimenticare l'amore della mia vita. La persona
più
importante della mia vita. Ti sembra possibile?"
"Sono tanti sei anni..." provò Quinn.
"Sei anni non sono niente, Quinn. Ma comincio a dimenticare la sua voce
e di tanto in tanto ho bisogno di mettere nel dvd qualche stupido video
per sentirla di nuovo e ricominciare a respirare. Comincio a
dimenticare quelle cose che una volta erano ovvie. All'improvviso
mi ricompaiono nella testa dei particolari così
minuziosi, come quelle tre lentiggini più grandi sulla sua
guancia destra, e mi rendo conto di come stia dimenticando tutto il
resto. Brittany sta lentamente svanendo dalla mia memoria. Ed io vengo
qui per vedermela ancora di fronte, per memorizzare tutto quello che
posso, per stamparmi in testa tutto quello che riesco a vedere di
nuovo. Quando riesco a rivederla.
La sto dimenticando, quando ho ancora bisogno di Lei più di
ogni altra cosa."
Quinn prese un respiro per poi dire "Non ricordo più il suo
profumo. Ricordo che adoravo abbracciarla perchè venivo
pervasa
dal suo profumo e mi piaceva davvero quel profumo. Era familiare, mi
faceva
sentire al sicuro... Dimenticare è normale. Dimenticare
questi
particolari è normale. Ma non era il suo profumo a fare di
Brittany quella che era. Come non erano le sue lentiggini e non era
nemmeno la sua voce. Dimenticare le piccole cose è normale.
Ma
stai pur tranquilla che mai e poi mai finirai per dimenticare Brittany.
Mai. E lo sai meglio di me."
"Lo spero tanto, Q..."
"E' ora che vada." disse la bionda alzandosi "Ho uno spettacolo da
dirigere..."
"Come si dice in questi casi? Un in bocca al lupo va bene lo stesso?"
"Certo che va bene... e crepi il lupo..."
"Fa gli auguri anche a Barbra... Spero per voi che lo spettacolo non
piaccia troppo altrimenti vi convincerà a replicare per i
prossimi mesi..."
"Sarebbe una bella idea invece..."
"Contente voi..."
"San io- Non te lo dirò di nuovo... Ma spero davvero che
deciderai di venire allo spettacolo. Tu ed io sappiamo che Lei non vorrebbe mai
vederti qui da sola e in questo stato..."
"Vedrò come si evolve la serata..." rispose semlicemente la
latina tornando a guardare fuori dalla vetrata.
"Ti voglio bene, Santana. Questo cerca di non dimenticartelo mai...
Ok?" sussurrò la bionda avvicinandosi ad abbracciare l'amica
per
qualche istante, per poi lasciarle un bacio sui capelli.
"Grazie, Quinn..." si limitò a rispondere Santana, annuendo.
"A più tardi... allora..." provò Quinn per poi
avviarsi
verso l'uscita, lasciando Santana nuovamente sola con i suoi pensieri.
____________________________________________________________________________________________
"E' stato epico! Epico!" sorrise Kurt guardando Quinn "Il pubblico
è impazzito!"
"Oh mio Dio! Oh mio Dio! Non mi riprenderò mai!"
esclamò
Rachel saltando ad abbracciare i due ragazzi "Dio come mi è
mancato il pubblico! Come mi è mancata la gente che
applaudiva e
gridava! Devo ricominciare ad andare in giro per audizioni! Al diavolo
il lavoro in redazione!"
"Calmati Rach!" sorrise Quinn "Dobbiamo almeno aspettare domani per
tirare le somme del nostro lavoro?"
"State scherzando!? Sei stata fantastica! O meglio, siete stati
fantastici! Tutti voi!"
"Sam!?" esclamò la bionda stupita "Cosa ci fai qui!?"
"Rachel, tra l'altro ciao Rachel," cominciò Sam salutando la
brunetta che rispose con un cenno della mano "Mi ha dato uno dei suoi
biglietti omaggio..."
"Rachel!?"
"Hai detto che potevo darli a chiunque e lui era con Santana e ti
conosceva e-"
"Cosa hai fatto alla mano!? E alla gamba!?" esclamò la
bionda notando le evidenti fasciature.
"Non vuoi saperlo..."
"E invece voglio proprio saperlo!" replicò la bionda.
"No, credimi non vuoi saperlo proprio..."
"Sam, conto fino a tre. Uno, due-"
"Mi sono ustionato con un costume addosso, ho tirato via il costume ed
è venuta via anche la mia pelle! Ora non picchiarmi ti
prego!"
esclamò velocemente il ragazzo.
"Tu non crescerai mai, vero?"
"Lo spero!" sorrise Sam, facendo sorridere anche Kurt e Rachel.
"Allora..." cominciò Kurt schiarendosi la voce "Vogliamo
cominciare a pulire e chiudere così possiamo andare a- Beh,
a
celebrare?"
"Si, si, è il caso di cominciare." annuì Quinn.
"Dove andiamo a festeggiare?! Andiamo da Breadstix? A quest'ora non
dovrebbe esserci più nessuna coppietta a tubare..."
"No." esclamò Sam con un po' troppa enfasi "Non Breadstix vi
prego no- non oggi..."
"Perchè cos'ha Breadstix oggi?"
"Uhm..." cominciò Sam guardando gli altri due ragazzi per
poi abbassare lo sguardo.
"C'è qualcosa che devo sapere? O che forse non devo sapere?"
Kurt guardò Quinn cercando di farle capire che non aveva
intenzione di spiegare alla brunetta tutto quanto.
"Oggi- Oggi è l'anniversario della morte di Brittany."
"Oh..." sussurrò Rachel cambiando espressione "Io- Mi
dispiace non volev-
"Non potevi saperlo..." provò Sam con una specie di sorriso.
"E' morta il giorno di San Valentino!?" esclamò Rachel quasi
arrabbiata.
"Già..." sospirò Kurt "E Breadstix è
off limits oggi, perchè- beh perchè-"
"Aveva dimenticato il regalo di Santana in macchina. E' corsa a
recuperarlo e mentre tornava col regalo in mano un pazzo ubriaco l'ha
investita sulle strisce pedonali. Brittany è morta proprio
davanti a Breadstix. Proprio sotto gli occhi di Santana."
spiegò
Quinn.
"Oh Dio..." mormorò Rachel con le lacrime agli occhi "E'-
è terribile..."
"Già..." annuì Sam cercando di rimanere composto
"Ed io che ho provato a convincerla! Ho chiesto a Santana a venire- che
le ho detto di- Oh! Sono una persona orribile!"
"No, non lo sei... tutti abbiamo provato a convincerla..." la
rincuorò Kurt.
Dopo qualche istante di silenzio Sam prese in mano la situazione.
"Posso dirvi una cosa divertente? Oggi mi ha telefonato Puck. Credevo
mi chiamasse per farci le nostre solite due chiacchiere,
e sapete
bene quanto oggi tutti abbiamo bisogno di farci due chiacchiere in
più..." cominciò il
ragazzo "Ad ogni modo la
prima cosa che mi ha voluto dire è stato di come oggi, in
una
delle sue piscine, abbia trovato incastrata nel filtro... una paperella
di gomma!"
Kurt e Quinn sorrisero alle parole del biondo per poi spiegare a Rachel
"Brittany adorava le papere..."
"E non finisce qui... Ha detto che questo è senza dubbio un
segno da parte di Brittany! Motivo per cui tornerà in
sinagoga e
si dedicherà presto a qualche servizio di
beneficenza... non prendetemi per pazzo, ma non mi stupisce il fatto
che Britt riesca a fare del bene e a farci sorridere
anche da lassù, apparentemente..." sorrise Sam.
"Già..." sorrise Quinn.
"Allora!" riprese Kurt asciugandosi gli occhi "Andiamo a rendere il
nostro personale omaggio a Brittany?"
"Assolutamente." sorrise Quinn "Avanti, puliremo domani. Tutti fuori
devo chiudere il teatro."
"Quanto pensavate di
restare lì dentro ancora a lungo? Cominciavo ad
annoiarmi qui fuori... E per poco non congelavo..."
"Ehi San!" sorrise Sam avvicinandosi velocemente
ad abbracciare forte l'amica per qualche istante.
"Santana!? Cosa ci fai qui?" esclamò Rachel sorpresa.
"Cosa pensi che ci faccia?"
"Hai visto lo spettacolo?!" domandò la brunetta spalancando
gli occhi.
"No, Berry, sono rimasta tutta la sera a guardare questa splendida
insegna luminosa..."
"Lo hai visto quindi!?"
"Ho perso la prima mezzora... Sapete già se replicherete?"
"Al novanta per cento faremo almeno un altro spettacolo! Vuoi vederlo
per intero!? E' per questo che chiedi?"
"No è che non ho avuto modo di farti le famose foto in abito
da novizia... Quindi devo recuperare..." rispose Santana.
"Oh, a proposito! Complimenti Rachel, hai una
voce... BOOM! Fantastica!" sorrise Sam.
"Non ti allargare ora..." si intromise la latina "Ha una voce decente,
ok... ma non le avrei mai dato la parte della novizia in "Salve
Regina"..."
"Forse al prossimo musical dovresti partecipare anche tu e contribuire
con la tua voce soul..." sorrise Kurt arrivando alle spalle dei ragazzi
per poggiare una mano sulla spalla di Santana e stringere forte.
"Potrei." replicò la mora con un sorriso "Ma sono una donna
impegnata, io. Non lavoro alla redazione di un giornale, io."
"Mi dispiace, Santana, ma siccome è tutto quello che vuoi,
ho
deciso che la smetterò di abboccare alle tue provocazioni."
"Oh, povera me! Cosa è rimasto ora nella mia misera vita!"
rispose Santana con enfasi.
"Tanto per cominciare, una serata in compagnia degli amici migliori che
troverai mai..." sorrise Quinn "E poi tutto quello che la vita
avrà da offrirti...".
Santana sorrise sincera per poi rimettere la sua maschera ed annunciare
"Meno chiacchiere e più alcool, prego... Domani ho la
giornata
libera e non starò certo a perdere tempo questa sera..."
"Senza esagerare possibilmente..." disse Rachel.
"Berry sto fingendo che tu sia una persona quasi simpatica. Non perdere
questa occasione e tappati la bocca."
"Perchè quasi
e non simpatica?" chiese la brunetta facendo sospirare
Kurt e Quinn.
"Tu non sai proprio cosa significa cogliere la palla al balzo, vero?"
sorrise Kurt.
"Non ho mai fatto sport, come dovrei saperl-"
"Oh! Qualcuno le ficchi qualcosa in bocca, vi supplico!"
esclamò
Santana accellerando il passo per allontanarsi dalla brunetta,
sfoggiando però sorriso sulle labbra.
______________________________________________________________________________________________
Spero che il capitolo vi
sia piaciuto innanzi tutto! xD
Ora credo
che in molti cominciate a domandarvi "Oh ma queste due quando
si innamorano!?".
Ecco a me piace fare le
cose per bene e non vedrete un innamoramento lampo, semplicemente
perchè Santana è Santana e Rachel... Beh,
è Rachel!
Quindi abbiate ancora un
po' di pazienza...
e ricordatevi di
lasciarmi un commentino se vi scappa!
Un abbraccio grande e
come sempre grazie infinite per continuare a seguire me e le mie storie
:D
Northstar
|
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Capitolo 7 *** An unexpected news ***
boh
Un capitolo tuuuuuutto di
Rachel e Santana.
E finalmente le cose cominciano a cambiare...
Buona lettura, ci si becca alla fine... :)
______________________________________________________________________________________________________
Santana non fece in tempo ad aprire la porta della camera da
letto
per ritrovarsi subito Rachel di fronte, saltellante e sorridente.
"Non so per quale motivo tu sia così eccitata, e
sinceramente
non mi interessa, ma vedi di non fartela addosso..." osservò
la
latina cercando di passare oltre la coinquilina.
"Oggi è una giornata importante, Santana!"
"E' il tuo compleanno? Pensavo fossi nata a giugno e siamo ancora a
maggio..." domandò la mora prendendo una barretta ai cereali
dalla cucina.
"Ti ricordi il mio compleanno!?" esclamò scioccata la
brunetta.
"Puo' darsi." replicò velocemente la mora "Allora? Cos'hai
per essere così... scodinzolante?"
"Oggi pomeriggio si terrà la ventesima ed ultima replica
dello spettacolo!" sorrise la ragazza.
"Congratulazioni?"
"E ci sarà un talent scout direttamente da Broadway!"
"Oh... Sono felice per te Rachel..."
"Davvero?"
"Perchè ogni volta che cerco di essere gentile devi sempre
chiedere conferma!?"
"Perchè... Perchè sei tu..."
"Ugh..."
"Ad ogni modo, verrai? Ti prego! E Quinn ne sarebbe così
felice!"
"In effetti ho già un impegno..."
"Un'operazione?"
"No..."
"Santana ne avevamo già parlato! L'andare a sbronzarsi al
pub non puo' essere considerato un impegno!"
"Devo andare al pub... Ma non è per una sbronza..."
continuò Santana cercando di divincolarsi dall'angolo in cui
la
coinquilina l'aveva ficcata.
"E allora?"
"Allora cosa?"
"Cosa devi fare!?" chiese ancora Rachel.
"Ho un appuntamento, ok!?" sbottò la mora fuggendo verso la
camera da letto.
"Un appuntamen- No! Aspetta!" esclamò Rachel
inseguendola.
"Cosa!?"
"E'-"
"E' cosa!?" sbottò Santana "E' strano?! E' assurdo!? Non eri
te quella che insisteva nel dover guardare avanti!?"
"Stavo per dire che è una piacevole sorpresa..." sorrise
Rachel sedendosi sul letto della latina.
"Allora... Non mi dici niente?"
"Berry, ammetto che il nostro rapporto è migliorato
esponenzialmente nell'ultimo paio di mesi ma non ti aspettare pigiama
party e confessioni da ragazzine di quindici anni."
"Oh! Avanti ti ho solo chiesto di parlarmi di questa persona!"
"No."
"Sai bene che non ti lascerò in pace fino a quando non ti
deciderai a parlare... tanto vale che parli subito, non trovi?"
"Oh mio Dio! Quanto vorrei strangolarti quando fai così!
Maledetto giuramento d'Ippocrate!"
"Sto aspettando..." sorrise divertita Rachel sedendosi comodamente sul
letto.
"E va bene! E' un'infermiera! Lavora nel mio ospedale e di tanto in
tanto mi aiuta in sala operatoria!"
"Come si chiama? Interessi?"
"Ellen. E non so i suoi interessi parliamo solo di bisturi e anestesie
e- e devo ancora conoscerla..."
"E fisicamente?"
"E' ok..."
"Ok?" chiese scettica Rachel "Solo ok?"
"Non lo so... Non-" cominciò la latina "Diciamo che potrebbe
piacermi."
"Potrebbe piacerti..."
"Non lo so Barbra! Sembra una ragazza a posto ed è carina
ma... per ora è solo
ok... Non ho motivo di premere l'acceleratore non trovi?"
La verità era un'altra.
Ellen era l'ennesima ragazza che si era praticamente offerta a Santana.
Non era assolutamente nulla di che e non era nemmeno lontanamente la
ragazza che poteva interessare alla latina.
Era superficiale e insulsa, e Santana lo sapeva.
Ma da qualche parte doveva pur cominciare.
"Bene. Scoprirai di più... Tra l'altro potresti pensare di
portarla allo spettacol-"
"Stai tirando troppo la corda Berry... Non esagerare."
"Hai ragione. Chiedo perdono."
"Perdono concesso. Ora esci dalla mia camera. Devo cercare qualcosa del
mio repertorio da appuntamento che non sia troppo fuori moda..."
"Oh... se vuoi poi posso darti un parere..."
"Seriamente? Ti stai offrendo come... consigliera in fatto di moda? Tu?
Col tuo stile professoressa triste?"
"Farò finta di non aver sentito metà delle tue
parole...
Ma solo perchè amo vestire in una certa maniera non
significa
che non sappia dare giudizi sul tuo modo di vestire..." sorrise Rachel
avvicinandosi alla porta, per poi sorridere "Chiamami quando hai deciso
cosa potresti mettere..."
"Vattene prima che ti leghi ad una sedia e ti faccia mancare il tuo
prezioso spettacolo..." replicò seria Santana mettendo con
successo in fuga la coinquilina.
_____________________________________________________________________________________________
Per quanto non si fidasse veramente dell'opinione di Rachel, Santana si
disse che non aveva altra scelta che farsi aiutare dalla brunetta.
Entrata in cucina trovò Rachel seduta al tavolo con una mela
in mano ed una rivista nell'altra.
"Ehm..." provò la latina schiarendosi la voce, cercando di
attirare l'attenzione della ragazza che però si
limitò a
rispondere con un distratto "Mmm..." mordendo la mela.
"Rachel!" esclamò allora Santana imbarazzata facendo
sollevare gli occhi alla brunetta "Allora? Cosa ne pensi?"
Rachel spalancò gli occhi sorpresa, per poi spostare
velocemente
lo sguardo sull'intera figura della latina e prendere un
grande
respiro.
"Allora?"
La ragazza provò ad aprire la bocca solamente per cominciare
a tossire violentemente.
"Berry?"
"UNGH-" provò la ragazza portandosi le mani alla gola
lasciando cadere la mela che aveva fra le mani.
Santana impiegò qualche secondo per realizzare, ma quando
vide
Rachel praticamente diventare cianotica esclamò "Oh merda!".
Sfilandosi velocemente i tacchi Santana corse incontro
all'amica
ordinandole "Girati! Girati!" per poi passarle le braccia intorno alla
vita e stringere ritmicamente fino a quando, tossendo, Rachel
riuscì a liberarsi dello spicchio di mela che la stava
soffocando.
Quando finalmente Rachel riuscì a riprendere fiato, Santana
la aiutò a trascinarsi fino al divano.
"Cristo... credevo di non doverti spiegare che la respirazione e la
deglutizione sono due cose distinte, Biancaneve..."
"Oh merda..."
"Wow! Una parolaccia! Avevo sentito dire che le esperienze di quasi
morte cambiavano la vita... ma non fino a questo punto!"
esclamò
la latina divertita.
"Stavo per soffocare!"
"Complimenti per la perspicacia!" replicò Santana portando
un bicchiere d'acqua alla ragazza.
"Grazie..." rispose Rachel sorseggiando lentamente l'acqua "Quella era
la manovra di Heimlich vero!? Ne ho sempre sentito parlare ma non ne
avevo mai vista una-"
"Dovresti smettere di parlare e riprendere il tuo normale ritmo
respiratorio."
"Giusto." annuì la brunetta cercando di respirare
profondamente
per poi riprendere dopo solo qualche secondo "Me la sono vista
brutta eh?!"
"Per un momento sei stata color puffo."
"Non è vero!"
"Ti giuro, eri cianotica."
"Wow!"
"Non proprio wow..."
commentò Santana per poi rialzarsi e chiedere "Comunque
prima
che decidessi di tentare il suicidio ti avevo chiesto che ne pensavi..."
"Oh... giusto..." sospirò Rachel guardando la mora di fronte
a se.
"No- Un momento. Mancano i tacchi..." riprese velocemente la latina
andandosi a rificcare le scarpe "Allora? Rachel?"
Rachel scosse velocemente la testa concentrandosi per poi
rispondere semplicemente "Sei davvero da togliere il fiato..."
"Uhm... Ok?" rispose la latina confusa "Un "stai benissimo"
sarebbe bastato... non dovevi esagerare..."
"Oh non- Sai che sono sempre sincera nei miei giudizi e- Santana, sei
incredibilmente..."
"Sexy?"
"Bella. Anche più bella del solito, se possibile. Si,
è
possibile perchè lo sei davvero. Mentre io sto parlando
anche più
del solito e dovrei farla finita." rispose velocemente la brunetta.
"Grazie?"
"Di niente." rispose velocemente Rachel alzando lo sguardo per poi
mormorare un "Santo Dio!" e portarsi
velocemente mano sul viso per stropicciarsi gli occhi.
"Sei... sei per caso... arrossita?"
"No uhm è che-" provò Rachel indicando Santana
"La scollatura... è uscita dai suoi confini..."
"Oh... Non ti facevo così... pudica..." sorrise
Santana alla reazione della brunetta.
"No è che..."
"Cosa?"
"Non ha importanza..." disse la brunetta alzando la testa senza
però ancora aprire gli occhi "Quello che volevo dire
è
un'altra cosa..."
"Puoi guardare ora... e sentiamo."
"Ti ringrazio. Uhm." riprese Rachel "Non so in che altro modo formulare
la domanda quindì la farò e basta: hai intenzione
di
portartela a letto?"
"Uh... no... perchè?"
"Perchè quello è uno di quei vestiti che mi
direbbe "fatti portare a
letto" o "portala
a letto"."
"Umpf! Senza offesa Barbra, ma credo che tu abbia la stessa esperienza
sessuale di un tredicenne timido... di conseguenza davvero non riesco a
dar peso a queste tue opinioni..."
"Mi spiace contraddirti Santana, ma rimarresti sorpresa dalla mia vita
sessuale... o perlomeno dalla mia trascorsa vita sessuale..."
"Ah si?"
"Diciamo solo che al college ho decisamente avuto molto con cui
divertirmi."
"Davvero?"
"Beh, non nel senso che sono andata in giro a fare la-"
"Troietta?"
"Ecco, precisamente, non a quei livelli. Assolutamente no. Ma si, ho
avuto modo di... sperimentare."
"Definisci sperimentare..." indagò curiosa Santana.
"Se quello che ti stai chiedendo è se abbia provato entrambe
le
metà della mela, mettiamola così, la risposta
è:
si l'ho fatto."
"Woah, Berry!" sbottò divertita la latina "Tralasciando il
fatto
che non avrei usato la parola mela in quella metafora, non dopo quello
che è successo almeno... mi stai forse
dicendo che devo avere paura di trovarti nel mio letto una di queste
notti?"
"Santana! Io- Non-"
"Non soffocare di nuovo, Rachel... Stavo scherzando..."
"Ovviamente..."
"Allora è troppo seducente?"
"Decisamente." annuì la ragazza abbassando lo sguardo.
"Capito... vado a cambiarmi..."
Dopo un altro paio di vestiti provocanti (stavolta appositamente scelti
dalla latina) ed altrettante battute sconce, Santana si
presentò
finalmente con un completo tanto semplice quanto piacevole che fece
tirare un sospiro di sollievo a Rachel.
"Aggiudicato?"
"Io indosserei quello."
"Non lo potresti mai indossare perchè ti manca la materia
prima, Berry..." sorrise Santana indicandosi il seno.
"So compensare con altro io," cominciò Rachel per poi
anticipare Santana e continuare "e non è il naso..."
"Maledizione, cominci a fregarmi..." replicò delusa la mora.
"Beh, devo andare a teatro. E' stato un piacere aiutarti Santana."
disse Rachel alzandosi dal divano.
"Lo credo bene!" sorrise divertita Santana.
"Non in quel senso!" rispose Rachel per poi sospirare "Non me ne
lascerai passare nemmeno una dopo questa scoperta, vero?"
"Assolutamente no..."
"Ci vediamo stasera... Buon appuntamento..."
"E buona fortuna per lo spettacolo..."
__________________________________________________________________________________________
"Allora, Ellen... cos'è che ti piace oltre all'alta moda?"
chiese Santana dopo qualche imbarazzante secondo di silenzio.
"Beh, ho una passione per gli animali!"
"La mia coinquilina è fissata con gli animali. Addirittura
è vegana. All'inizio pensavo fosse fuori di testa, ma poi ho
visto che la cosa le interessa davvero e l'ho rivalutata. Va anche a
tutti questi incontri di animalisti e cose varie, sai, tipo per la
PETA?"
"Mmmh?"
"La PETA... People for the Ethical Treatment of Animals? Sai
contro lo sfruttamento degli animali, tutto quel discorso delle
pellicce..."
"Oh! Io adoro le pellicce!"
"Bene!" sorrise confusa la latina sperando in qualche avvenimento
catastrofico pur di riuscire ad allontanarsi dalla ragazza.
"Posso chiederti perchè hai voluto fare il medico, Santana?"
"Certo." replicò la mora vedendo uno spiraglio di luce
"Inizialmente l'ho fatto per far contento mio padre... Sai, i medici
sperano sempre che i loro figli continuino per la loro strada... Poi in
realtà la cosa mi è piaciuta da subito. Non solo
l'adrenalina dell'aver a che fare con brandelli di carne o gente
sanguinante... Ma il poter davvero cambiare la vita delle persone...
quello mi è piaciuto..."
"Aaw!"
"E tu? Come mai hai scelto di fare l'infermiera?"
"Oh, in realtà non ho scelto io. Ha scelto mio padre."
"Capisco..." annuì Santana con un sorriso simpatetico.
"A me nemmeno piace in tutta sincerità... Tutti quegli
anziani,
e quei malati e- Insomma lo ha voluto mio padre così da
potermi
ficcare in qualche studio privato e possibilmente trovare un buon
partito..."
"Ah si?"
"Già..."
"Posso chiederti per pura curiosità, quanto si guadagna da
specializzandi?"
"Ehm-" cominciò Santana per essere interrotta dal suono di
un sms in arrivo "Perdonami Ellen."
"Wooo! Grande successo!
E grandi novità! Ti dico tutto più tardi! -Rach"
lesse la latina, per poi farsi balenare un'idea in testa ed assumere
l'espressione più preoccupata che riuscisse a pensare.
"C'è qualcosa che non va?"
"Mi dispiace tanto Ellen." cominciò la latina alzandosi e
prendendo la borsa "Devo scappare. Un'intervento d'urgenza. Un
incidente terribile."
"Oh..."
"E' stato un piacere conoscerti meglio."
"Ma-"
"Ci vediamo in ospedale. Alla prossima." riprese Santana praticamente
fuggendo dal locale per rifugiarsi nel primo angolo di strada e
fermarsi, riflettendo sul da farsi.
Non aveva niente da fare.
Lo spettacolo era già finito.
Ma in compenso aveva una serata da non sprecare.
Stranamente Santana si ritrovò a pensare proprio alla sua
rumorosa e logorroica coinquilina.
Così alzando le spalle si decise a prendere il telefono e
comporre il suo numero.
"Santana?"
"No, la regina Maria Antonietta di Francia..." sorrise Santana.
"Pensavo fossi
all'appuntamento..."
"No, l'appuntamento è terminato."
"Terminato? Cosa
significa term-"
"Ascolta Berry, ho una prenotazione in un locale a Manhattan fra
mezzora e non ho alcuna intenzione di sprecarla. Ci vediamo
là?"
"O-ok... Dove devo
andare?"
"Ti mando un sms con l'indirizzo. A più tardi." rispose
Santana attaccando per poi chiamare un taxi.
______________________________________________________________________________________________
"Ce l'hai fatta, Berry... Stavo per invitare a cena il barbone
dell'angolo..." sbuffò Santana poggiata al muro fuori la
porta
del locale.
"Perdonami, ma non potevo venire a cena con un paio di vecchi jeans!"
"Come ti pare... Andiamo dentro che sto morendo di fame..."
"Allora questo appuntamento?"
"Prima mangiamo, poi ti racconto tutto..."
Più tardi...
"Una totale disdetta, insomma..."
"Più una disgrazia!" sbottò la latina "Avanti
Rachel,
prima si è detta amante degli animali, poi ha ammesso di non
conoscere la PETA, e poi ha detto che adora le pellicce!"
"Oh buon Dio..."
"Appunto." sospirò Santana "Ok, ammetto che sapevo
dall'inizio
che non sarebbe stata niente di chè ma non a questi livelli!"
"Allora perchè sei voluta uscire con lei?"
"Per... riprendere la mano... credo..."
"Cosa vuol dire riprendere la mano!?"
"Significa che erano tanti anni che non avevo un appuntamento con
nessuna..."
"E quella tipa che hai trascinato ubriaca a casa a novembre?!"
"L'avevo conosciuta quella sera al bar... credevo lo avessi capito!"
"Ugh! No!"
"Oh, beh, l'avevo conosciuta quella sera al bar..." ripetè
Santana tanto per chiarire.
"Quindi sono... "anni" che vai avanti di storie da una notte e via?"
"Non proprio..."
"Due notti? Tre? E poi finisce?"
"No..."
"No cosa? Devi articolare!"
"Non c'è ma stata nessuna notte e via..." rispose
velocemente Santana giocherellando col dessert.
"Cos-"
"Non ne ho portata a letto nemmeno una!" spiegò annoiata la
mora alzando lo sguardo.
"Oh..." sospiro Rachel per poi essere colta dalla realtà dei
fatti "OH!"
"Shh!"
"Vuol dire che-"
"No, Rachel. Da sei anni."
"Ho bisogno di un bicchiere d'acqua." sospirò la brunetta
scolandosi il contenuto del suo bicchiere.
"Quello era vino..." osservò Santana.
"Ancora meglio..."
"Sei così scioccata... ?" chiese quasi timidamente la latina.
"Sono esterrefatta!"
"Per il..." cominciò Santana abbassando la voce "non-sesso?"
"No, il sesso è importante..." cominciò Rachel
"Il sesso è importantissimo in effetti..."
"Grazie, Berry..."
"No, quello che volevo dire è che- Dio, è una
marea di
tempo senza... intimità... E non intendo
l'intimità
fisica, ma la semplice vicinanza con... qualcuno che sia più
di
un amico... capisci?"
"Già..." annuì Santana "E' che... Ci ho provato,
sai? Ci
ho provato davvero a guardarmi intorno e... cercare qualcuna anche solo
lontanamente bella e spontanea e... pura come- insomma..."
spiegò Santana "Ma ogni volta è una delusione e
ogni
volta mi trovo a pensare sempre di più a Lei..."
"Mi dispiace, Santana..."
"E la cosa peggiore è che come trovarsi in un labirinto che
diventa più complesso di volta in volta..."
Rachel si limitò ad annuire, non sapendo davvero come
consolare la ragazza.
"Vuoi ancora sapere perchè continuo a tenere i suoi vestiti
nell'armadio?"
"Assolutamente." rispose la brunetta.
"Perchè tutto ancora profuma di Lei." sorrise sincera
Santana
"Non del suo profumo, ma del suo odore... E' come se una parte di Lei
fosse ancora lì ed ironicamente è davvero l'unica
parte
che mi rimane di Lei. E ogni qual volta ho bisogno di un po' di...
leggerezza, io apro l'armadio e respiro quel profumo a pieni polmoni.
E' come respirare i nostri ricordi felici. Ed è tutto quello
che
mi basta per riavere un po' di fiducia nella vita. Nonostante tutto."
"Oh..." sospirò Rachel prendendo un respiro.
"Ti prego dimmi che non stai piangendo..."
"No è che devo avere qualcosa nell'occhio..."
"E tu vorresti lavorare a Broadway?" sorrise Santana allungandole un
fazzoletto "Devi lavorare sulla recitazione, Berry..."
"Devo farlo davvero... a partire dal prossimo mese..."
sorrise la
ragazza tamponandosi delicatamente le palpebre per non rovinarsi il
trucco.
"Cosa?"
"Ho conosciuto il talent scout di Broadway, Santana! O meglio, il
talent scout di Broadway ha voluto conoscere me... il signor Jesse St.
James, ha voluto conoscere me!"
"E?"
"E mi ha proposto un accordo fantastico, Santana! Grazie al mio diploma
della Tisch school of the arts, dovrò solamente riprendere
un
po' le lezioni di canto e recitazione e poi potrò cominciare
a
lavorare nei piccoli ruoli del grande teatro!"
"Sicura che non sia uno scherzo?"
"Si, Santana!"
"E' che non pensavo sarebbe stato così facile..."
"E lui-" ricominiò la brunetta praticamente ignorandola "Lui
è stato fantastico! Un vero signore! Mi ha persino portato
dei
fiori! Ha detto che ho un talento fuori dal comune!"
"Tieni gli occhi aperti Berry... La cosa non mi convince..."
"E poi lui è così...
così... Aaaw..."
"Aaaw non è un aggettivo... E mi stai
ascoltando almeno?" domandò Santana infastidita.
"Santana, non capisci... non
è un successo solo per il mio avvicinarmi Broadway..."
"Di cosa stai parlando?"
"Venerdì mi ha invitata a cena... Venerdì
avrò un vero appuntamento con Jesse St. James!"
Santana non capiva per quale motivo, ma improvvisamente si sentiva
quasi preoccupata.
Se non gelosa.
_______________________________________________________________________________________________
Eh sisi, le cose
cominciano a movimentarsi!
Qualche nuova notizia e
qualche nuova consapevolezza!
Dal prossimo ne vedrete
delle belle...
Al solito vi prego di
farmi sapere
cosa ne pensate perchè è veramente importante
sentire che
ci siete e che apprezzate...
E niente, spero di
tornare presto...
Come al solito grazie!
Northstar
ps: credo che per
Silence avrete
ancora un po' da pazientare, mentre per Music for the heart dovreste
avere un nuovo capitolo prestino (? diciamo xD) e conto di rispondere
anche alle recensioni per chiarire un po' di cosette.
pps: per
quanto riguarda il
tratto dell'armadio di Santana e del profumo di Brittany... quello che
ho scritto è esattamente quello che provo quando apro
l'armadio
di mia madre, quindi vorrei dedicarle quel pezzettino... non so
perchè, ma volevo scriverlo :)
|
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Capitolo 8 *** An unexpected epiphany ***
boh
Ricordate quando al
primo capitolo tutti dicevate "Oh finalmente una ff allegra! Dopo Swib
ci voleva proprio!".
Ok.
Non uccidetemi, c'è ancora un pezzettino un po'
strappalacrimucce... Ma è ino, ino!
E... e poi vi
consolerete! Perché, finalmente, le cose cominciano a
smuoversi!
Buona lettura!
____________________________________________________________________________________________________
"Santana! Devo dirti una cosa!" esclamò Rachel
spalancando la porta della camera di Santana.
"Non ti sembra di dimenticare qualcosa?" rispose la mora portandosi gli
occhiali da vista sulla fronte.
"Cosa?"
"Da quando in quà sei autorizzata a piombarmi in camera
senza nemmeno bussare?"
"Oh... Hai ragione, mi dispiace Rantana..." riprese la brunetta "Ad
ogni modo stavo dicend-"
"Bla bla bla... Non ti sto ascoltando."
"Cos-"
"C'è una sola cosa da fare..." spiegò la latina
indicando la porta.
"Seriamente?"
"Serissimamente." rispose Santana fingendo di studiare.
"Sei veramente ostinata!" protestò Rachel per dirigersi
fuori dalla camera e richiudere la porta alle sue spalle.
Toc toc toc.
....
"Santana?"
Toc toc toc-toc.
"Avanti..." rispose Santana divertita.
"Santana, devo dirti una cosa!" ripetè Rachel
fingendo lo stesso entusiasmo della prima volta.
"Sentiamo."
"Ti ricordi quando sono venuta a vivere qui e mi hai elencato le
regole?"
"Si che lo ricordo, sono passati nove mesi.... non ho mica
l'Alzheimer..."
"Ad ogni modo, ricordi la regola sull'importanza del silenzio durante
la notte?"
"Si che la ricord- Oh!
Oh no..." sospirò Santana portandosi una mano sulla fronte.
"Oh si, invece!"
"Davvero?!" replicò incredula la mora.
"Cosa?"
"Vuoi concludere col tipo?"
"Jesse. Il
tipo si chiama Jesse."
"Non ha importanza come si chiama il tipo... rimane un tipo!"
"Non capisco..."
"Da quanto tempo frequenti il tipo?"
"Tre settimane e tre giorni."
"Stai contando!?"
"Si, perchè?"
"Lasciamo stare... Vuoi davvero farti portare a letto? Di
già?"
"Non che sia affare tuo, ma sono stata a letto con ragazzi che
frequentavo da molto meno tempo..."
"Quindi... Vuoi che sia un tipo qualunque!?" chiese alterata la mora
lasciando Rachel confusa.
"N-no... Mi piace Jesse... mi piace, davvero..."
"Allora penso che dovresti aspettare."
"E' troppo tardi." spiegò la
brunetta abbassando lo sguardo "Stasera siamo
a... ehm... cena
qui..." .
"Grazie per avermelo detto con largo anticipo... E per la cronaca, vedi
di limitarti a copulare nella tua camera..." replicò Santana
alzandosi stizzita, per poi virare verso la cucina.
Rachel seguì velocemente la mora.
"Perchè mi stai dicendo queste cose?!"
"Quali cose?"
"Perchè sei così... cattiva..."
"Cattiva? Volevo darti un consiglio per una volta. Fine della storia."
"Non volevi darmi un consiglio visto che te la sei presa..."
"Credimi, Barbra, te ne accorgeresti se me la fossi presa..." rispose
Santana aprendo una lattina di birra.
"Ecco, ci risiamo."
"Ci risiamo?" domandò la mora.
"Quando ti innervosisci riprendi con i nomignoli."
"Perchè ho mai smesso Hobbit?"
"Qual è il tuo problema, Santana!? Hai intenzione di dirmelo
o continuerai con la tecnica passiva-aggressiva?"
"Non ti interessa nemmeno quello che penso, perchè dovrei
dirtelo?"
"Mi interessa quello che pensi, mi interessa davvero, ma vorrei capire
perchè ti stai... irritando in questo modo..."
"Non mi piace il tipo. E' tutto."
"Si chiama Jess-"
"Che importa?! Non mi piace e basta!"
"Perchè?"
"Perchè li conosco quelli come lui, Rachel! E dovresti
conoscerli anche tu, non sei una ragazzina..."
"Non capisco cosa vuoi dire..."
"Avanti Rachel! Ricco, affascinante, di discreto
successo che abborda una ragazza affamata di sogni e le promette il
mondo! Sei come un... sei come una bicicletta
senza catena!"
"Stai dicendo che lo fa solo perchè sono una preda facile?"
"Si!"
"Perchè altrimenti non io avrei mai attirato un uomo come
Jesse,
non è vero?" replicò la brunetta abbassando lo
sguardo.
"No, non intendevo questo Rachel. Non ho detto questo e lo sa-"
"Sai cosa penso? Penso che tu sia invidiosa, Santana."
"Invidiosa?!" esclamò la latina sollevando sorpresa le
sopracciglia.
"Si,
Santana, credo che- credo che non riesca a credere che stia con un uomo
come Jesse e-"
"Sai cosa? Puoi tornare a tapparti la bocca. Ho sentito abbastanza."
rispose la mora afferrando lo zaino che usava per andare a lavoro.
"Cos- Dove stai andando?" cheise Rachel preoccupata.
"Non sono affari tuoi. Divertiti, Berry." replicò Santana
sbattendo la porta.
______________________________________________________________________________________________
Din don.
"Santana? Cosa ci fai qui?"
"Fammi entrare, Fabray." replicò Santana praticamente
facendo irruzione nella casa.
"Oh, ma prego..." rispose ironica Quinn.
"Ho fame. Ti prego, ti prego, dimmi che hai del bacon
perchè l'ebrea-vegana lo ha bandito da casa mia."
"Stai scherzando Santana?" sorrise la bionda indicando il frigo
"Serviti pure..."
La latina non se lo fece ripetere due volte.
"Allora... cosa è successo per farti fuggire di casa?
Credevo che fossi tu a portare i pantaloni..."
"Non quando Berry vuole portarsi a letto Mr. Manager di Broadway..."
"Oh..."
"Già..."
"Beh, è stato gentile da parte tua lasciarle casa vuota..."
"Non è stata esattamente una mia scelta..."
"Ah no?"
Din don.
"Aspetti qualcuno?" chiese Santana curiosa.
Quinn alzò le spalle confusa andando ad aprire la porta.
"Ciao." sorrise Sam sorridendo alla bionda.
"Trouty?" rispose Santana dal salone.
"Cosa ci fa Lei qui?" domandò il ragazzo confuso.
"Cosa ci fai tu,
qui..."
replicò Santana per poi esclamare "Non ditemi che siete di
nuovo
impicciati perchè non ho intenzione di andare a chiedere
ospitalità a Kurt..."
"Cos-" provò Sam.
"Come ti vengono in mente certe cose?" insistette Quinn arrossendo.
"Chissenefrega. Io non me ne vado di qui, stasera." replicò
la latina.
"Beh... posso entrare?" provò il ragazzo.
"Entra, avanti."
"Allora, cosa ci fai qui? Credevo non lasciassi mai la tana..."
"Beh, la tana è occupata..."
"Hai una festa in casa?"
"Peggio..." replicò la mora tornando ad occuparsi del bacon
sul fuoco.
"Cosa succede?" chiese Sam confuso.
"Rachel ha un appuntamento focoso... Sai quanto sono vicine le
camere... così è fuggita qui..."
spiegò Quinn.
"Non è così facile..." disse Santana.
"Ah no?"
"No. Io e l'Hobbit abbiamo litigato."
"L'Hobbit?" domandò il ragazzo guardando Quinn "Mi avevi
detto che aveva passato la fase due..."
"La fase due?"
"Si, abbiamo raccolto il tuo comportamento con le nuove persone in
fasi..." spiegò Sam divertito.
"Ah si? E sarebbe?"
"Beh, la prima fase è di pura sopravvivenza. Se la persona
in
questione sopravvive si passa alla fase due: acclimatamento. E' la fase
in cui ti abitui ad avere attorno quella persona ma continui a
trattarla con distacco e perfidia."
"Perfidia addirittura?" commentò la latina "E la fase tre?"
"La terza fase è l'accettazione. Accetti la persona in
tutto, o quasi, e smetti di riempirla di nomignoli."
"Allora io e te dobbiamo ancora superare la seconda fase, Trouty?"
"Io sono l'eccezione che conferma la regola, San..." sorrise Sam.
"Da quanto mi avete preso per un soggetto di studio?"
"Da una vita?" provò Sam.
"Allora vuoi dirci cosa è successo?" chiese Quinn curiosa.
"Le ho solo detto che non mi piace il tipo e che al suo posto avrei
aspettato ancora..."
"Mmpfff! Tu le hai detto questo?" esplose Sam per poi ricomporsi
ricevendo un'occhiata mortale dalla latina.
"E?" insistette Quinn.
"E non mi ha dato ascolto e ha finito per dirmi che sono invidiosa!
Invidiosa, io!?"
"Ouch..." commentò la bionda.
"Cosa?"
"Rachel Barbra Berry ti ha ferito!" commentò Quinn.
"Le piacerebbe..." replicò la mora sedendosi a tavola con
una
fetta di bacon già in bocca "E' incredibile! Per una volta
che
le stavo dando un consiglio! E un consiglio sincero!"
"Cos'ha il tipo che non ti piace?" domandò Sam.
"Avanti Quinn, cosa sai di Jesse St. James?"
"Non molto a dir la verità. Ha avuto a che fare per anni col
concorso nazionale di competizione corale... sai, i glee club..."
"E poi? Broadway? Cos'altro?"
"A dir la verità la sua carriera di cantante, escludendo
quella
da liceale, è stata brevissima. Un paio di ruoli terziari a
Broadway e poi si è buttato sulla via manageriale..."
"Ad ogni modo, come ho già detto a Rachel, un tipo
come
quello non vede l'ora di trovarsi di fronte la sognatrice per offrirle
l'illusione del successo!"
"Allora? Non capisco perchè ti stai scaldando tanto..."
osservò Sam.
"Sei stupido o cosa?" domandò retoricamente la latina.
"Quello che Sam intende, credo, è che è una cosa
che
succede ogni giorno e sarà una lezione anche per Rachel..."
"Ma-" cominciò la latina per poi fermarsi.
"Ma cosa?" chiese Quinn.
"E' così ingenua!" protestò Santana "Vive in un
mondo fatto di sipari e scenografie e pubblici estasiati!"
"Oh..." sospirò Sam.
"Cosa?"
"Non è che..." cominciò il ragazzo divertito "Non
è che per caso, "l'Hobbit"... comincia a piaciucchiarti?"
"Umpf! Sei pazzo?"
"Perchè? E' una bellissima ragazza! Ha delle gambe
fantastiche, uno sguardo penetrante ed un sorriso adorabile!"
"Non è questo il discorso..."
"Oh... avanti... dì la verità, Santana!"
"Sta zitto!" sbottò la latina con più enfasi di
quel
che pensava lasciando Sam basito "E' che non riesco a pensare che- che
possa essere così- così stupida!"
"Non hai pensato che forse è solamente... sola?" chiese
Quinn.
"Ha noi!" rispose Santana.
"Appunto! Ha noi, e nessun altro! Senza contare che odia il suo lavoro
e New York non le ha certo portato quello che voleva!"
spiegò la
bionda "Magari è una specie di... consolazione..."
"Io non- E' comunque un errore..."
"Non puoi saperlo..." commentò Sam "Magari fra un anno lei e
il tizio saranno sposati..."
"Ma per favore..."
"Beh, non c'è nulla che puoi fare ora..."
"Infatti voglio distrarmi. Voglio passare le prossime due ore non
pensando a quello che dovrà sopportare il mio appartamento,
per
poi andare a letto, risvegliarmi e dedicarmi interamente all'ospedale."
"Mmm... Risiko?" propose Sam.
"Ok..." annuì Quinn.
"Preparatevi a sottomettervi alla nuova potenza mondiale..." sorrise
Santana alzandosi a prendere la scatola del gioco.
____________________________________________________________________________________________
Santana si era risvegliata come nuova. O quasi.
Ma il solo esser riuscita a tenere Rachel fuori dai suoi pensieri,
suonava come una vittoria.
Almeno fino a che la brunetta non aveva cominciato a tempestarla di
messaggi e chiamate.
Per un intero pomeriggio la latina aveva ricevuto puntualmente due
chiamate e due messaggi all'ora.
"Santana va tutto bene?
Dove hai dormito?"
"Sei in ospedale?"
"Non volevo risponderti
male ieri sera, ho esagerato..."
"Santana mi sta bene che
non tu voglia rispondere alle mie telefonate, ma hai intenzione di
rispondere ad almeno un messaggio?"
"Ci vediamo stasera a
cena?"
"Se torni per cena, per
farmi perdonare, ti lascerò cucinare qualunque cosa vorrai."
"Ok, Santana. Alzo la
posta. Sono disposta a comprarti del bacon."
"Se rispondi te lo
cucino, Santana!"
"Santana? Per favore,
fammi sapere se almeno sei viva."
"Santana?"
Per pura disperazione la latina aveva risposto velocemente che sarebbe
tornata a casa per la cena, ma che non voleva nulla da lei.
E come la mora aveva immaginato, una volta aperta la porta
dell'appartamento, Rachel era seduta sul divano
ad aspettarla.
"Berry..." salutò la latina senza alzare lo sguardo per poi
muoversi diretta verso camera.
"Santana, avanti, non fare così- non- non ricominciamo da
capo,
ti prego..." supplicò la brunetta alzandosi per seguire
Santana.
"Devi dirmi qualcosa Berry?"
"Mi dispiace per ieri sera."
"Finito?"
"No. Non- Mi dispiace, ma quando mi hai messa all'angolo non ho saputo
fare nient'altro che-" balbettò Rachel "Quello
che voglio dire è che sono davvero dispiaciuta per come ti
ho
trattato... Sopra ogni cosa non volevo darti dell'invidiosa..."
Santana prese un respiro per poi alzare lo sguardo da terra e chiedere
disinteressata "Come è andata la serata?"
"Bene... E' andata bene..." sospirò la brunetta accennando a
un sorriso.
"Perfetto..."
"Domani pomeriggio c'è la mia audizione a Broadway..."
cominciò la ragazza cercando di fare conversazione.
"Si, lo ricordavo."
"Non sono andata a letto con lui per ottenere la parte, lo sai vero?"
"Non l'ho mai dubitato, questo..." rispose sinceramente la mora.
"Ma mentirei se dicessi che non spero che mi dia una mano... Come mi ha
promesso tra l'altro..."
"Non pensarci e cerca di fare il tuo meglio."
"Ok..."
"Ok..." ripetè Santana poggiata alla
cornice della porta "Ora siamo a
posto?"
"S-si." annuì Rachel quasi soddisfatta.
"Buonanotte, allora." rispose la latina rifugiandosi in camera sua.
"Buonanotte..."
Dopo qualche secondo Santana sentì la voce di Rachel
attraverso la porta.
"Non mi ha ancora chiamato... Ha detto che lo avrebbe fatto..."
Forse per la prima volta nella sua vita Santana non fu felice di poter
dire "Te l'avevo detto".
Preso un respiro Santana si sforzò di dire
"Chiamerà domani, Rachel. Ora va a dormire."
"Santana?"
"Cosa c'è?"
"Non mi hai fatto gli auguri..."
"Buona fortuna" cominciò la mora, per poi decidersi ad
aggiungere "Rachel..."
"Grazie, Santana. Buona notte."
__________________________________________________________________________________________
Non le piaceva lavorare al pronto soccorso nemmeno se per una volta era
la responsabile assoluta del posto.
Un quasi-chirurgo plastico non deve lavorare in pronto soccorso.
Perlomeno la fortuna era stata dalla sua parte per tutta la mattinata:
aveva ottenuto tre fratture scomposte niente male, una ferita da taglio
e le avevano appena annunciato l'arrivo di un ferito niente male che le
avrebbe risollevato la giornata.
Non poteva sbagliare di più.
"Cosa abbiamo?" domandò Santana avvicinandosi alla barella
che i paramedici stavano spostando dall'ambulanza.
"Donna, 22 anni, investita da una macchina. Incosciente. Fratture
multiple, trauma cranico, emorragie interne."
"Cristo, era un carro armato non una macchina..." sospirò la
latina dando una prima occhiata alla ragazza.
Bionda.
Altezza sopra la media.
Slanciata.
"La macchina era di molto sopra i limiti di velocità."
spiegò l'uomo passando la cartella clinica a Santana che
però era troppo presa dalla ragazza.
"Lopez? La cartella clinica..." ripetè l'uomo praticamente
sbattendo la cartella nelle mani della latina.
"Si, si... Avanti! Portiamola dentro! Muoversi! Muoversi!"
ordinò la latina.
In un batter d'occhio Santana aveva contattato tutti i migliori medici
dell'ospedale per far dare loro un'occhiata alla ragazza.
"Dobbiamo fermare l'emorragia interna..." provò una
dottoressa.
"Io devo lavorare su quella gamba se volete che torni a camminare..."
replicò un altro.
"Beh, se volete che si risvegli io devo lavorare sul trauma cranico e
le sue possibili conseguenze..." si intromise l'ennesimo medico.
"Lopez, sei tu in carica... cosa facciamo?"
"Io non- non lo so... non-"
Non ne aveva idea.
Per la prima volta nella sua carriera di medico Santana Lopez non aveva
idea del da farsi.
"Lopez devi decidere e devi farlo in fretta..." insistette uno dei
medici.
Dopo aver guardato per qualche istante la ragazza, Santana decise.
"La prima cosa è provare a salvarle la vita. Poi penseremo
alla gamba o ai danni
strettamente legati al cervello. E' tua Philips, ma voglio gli altri in
sala operatoria per qualunque emergenza."
"Perfetto." annuì l'uomo dando indicazioni alle infermiere e
agli altri chirurghi.
"Chi è in carica qui?" chiese un poliziotto affacciandosi
alla sala trauma del pronto soccorso.
"Sono io..." rispose Santana sfilandosi i guanti insanguinati "Cosa
succede?"
"Abbiamo un problema di quà." spiegò l'uomo
facendole cenno di seguirlo.
Santana sbuffando seguì l'uomo fin nella sala d'attesa dove
un
ragazzo era trattenuto a stento da altre due guardie dell'ospedale.
"Cosa sta succedendo?" chiese la latina guardando le guardie.
"Dov'è lei!? Dove l'avete portata?!" esclamò il
ragazzo cercando di divincolarsi dalla presa di due uomini.
"Lei- vuoi dire-"
Non aveva nemmeno letto il suo nome.
"Emma! Dov'è!?" gridò ancora il ragazzo.
"E'-"
"Sta bene?! Ti prego, ti prego dimmi che sta bene..."
"Come ti chiami?" cominciò Santana.
"Holden."
"Ok, Holden, ho bisogno che tu la smetta di dimenarti e comportarti
come un pazzo. Credi di poterlo fare?"
"Si- Io- Qualunque cosa, ma ho bisogno di sapere come sta e-"
"Ok. Con calma." ripetè Santana facendo cenno ai due uomini
di lasciarlo andare "Vieni con me Holden, sediamoci."
"Non è morta, vero!? Non-" chiese il ragazzo sedendosi.
"No. No. Non è morta." lo rassicurò l'ispanica
"Ma al momento è in sala operatoria...".
"Cosa le stanno facendo? Cos-"
"I medici al momento stanno fermando un'emorragia interna."
"Quando potrò vederla?"
"Non posso dirtelo con precisione, mi spiace. Devo chiederti se hai
chiamato i suoi genitori Holden..."
"Si- stanno arrivando, lei- la sua famiglia è del Kentucky-
stanno andando in aeroporto per prendere l'aereo-"
"Ok. Bene." annuì Santana "Vieni con me, raggiungiamo il
piano di chirurgia toracica ok?"
"Ok..." rispose tremante il ragazzo.
La latina inviò subito un sms spiegando a Rachel che
sicuramente non sarebbe tornata a casa per cena.
O per colazione.
____________________________________________________________________________________________
Santana aveva atteso con il ragazzo la fine dell'operazione per diverse
ore.
Odiava quando non c'era spazio per lei in sala operatoria.
In qualche modo essere a contatto col paziente, e con il suo corpo
dilaniato, la faceva sentire mille volte più tranquilla.
Senza contare che si sentiva assolutamente inutile.
Quando aveva visto uscire Philips dalla sala operatoria aveva fatto
cenno al ragazzo di aspettare, mentre lei era andata diretta a parlare
col collega.
"Allora? Qual è la situazione?"
"Ha perso davvero troppo sangue. Ci abbiamo impiegato troppo per
trovare la fonte dell'emorragia..." spiegò l'uomo per poi
continuare "La gamba è salva, ma non sappiamo esattamente
quanto
sia danneggiato il cervello..."
"Quindi?"
"Quindi siamo nelle mani del destino... Abbiamo fatto il possibile. Ora
sta a lei combattere o fuggire."
Se non fosse stato un suo collega stimato, Santana lo avrebbe preso a
pugni.
Combattere o fuggire, come se spettasse a lei la decisione.
Perchè mai una ragazza di ventidue anni dovrebbe scegliere
di
fuggire con tutta la vita davanti e con un ragazzo così
innamorato di lei?
"Ci pensi te a riferire il tutto al ragazzo?"
"Si." rispose Santana non sapendo esattamente come, però.
"Allora?" chiese il ragazzo saltando in piedi.
"L'operazione è andata bene." cominciò Santana
per poi abbassare lo sguardo.
"Ma?"
"Ma ha perso molto sangue e non sappiamo i danni che possa aver subito
il cervello... Quindi... bisogna solo aspettare...""
"Aspettare cosa?"
"Aspettare di vedere come il suo corpo reagirà..."
"Vuol dire che- vuol dire che potrebbe non-"
"Mi dispiace, ma è una possibilità e- mi
piacerebbe poterti mentire, ma non lo farò."
Holden sembrò essere sul punto di scoppiare in lacrime per
qualche istante, per poi sollevare lo sguardo e domandare "Posso
vederla?".
Holden aveva passato tutta la notte nella camera della ragazza, con la
mano stretta nella sua.
E con lui Santana, che aveva pensato a portargli qualcosa da
mangiare e qualcosa con cui coprirsi per la notte.
La mattina dopo il ragazzo le aveva chiesto se era possibile ricucire
le ferite che la ragazza aveva sul volto.
Santana aveva risposto di si e si era immediatamente procurata
l'occorrente per poterci pensare lei stessa, e per fare del suo meglio.
"Quando sapremo se-"
"Non ne ho idea Holden, mi dispiace..."
"Non so nemmeno come ti chiami..."
"Santana Lopez." sorrise la latina alzando lo sguardo per un istante.
"Grazie Santana Lopez."
"E' il mio lavoro..." sorrise ancora Santana.
Non era il suo lavoro rimanere in ospedale per trentadue ore filate a
prendersi cura di una ragazza e del suo fidanzato, ma non lo avrebbe
mai ammesso.
Santana aveva smesso di ricucire il volto della ragazza all'arrivo dei
genitori.
Per una questione di rispetto aveva preferito lasciare
loro la stanza, e vegliare attentamente da fuori.
Per qualche ora le cose erano rimaste immutate.
Poi Santana aveva cominciato a notare un lento peggioramento dei
parametri vitali della ragazza.
Sapeva già come sarebbe finita e la cosa la consumava dentro.
Qualche ora più tardi, la ragazza si era spenta sotto le
espressioni distrutte dei genitori, con la mano ancora stretta in
quella del fidanzato.
E Santana non ce l'aveva fatta.
Era scomparsa a nascondersi nell'obitorio, in attesa di poter finire il
lavoro che aveva cominciato qualche ora prima.
Non credeva nella vita dopo la morte, ma sicuramente non avrebbe
lasciato la ragazza sfigurata.
Una volta finito il lavoro, la latina si decise a tornare a casa
cercando in tutti i modi di evitare i familiari della ragazza. Aveva
visto quelle scene mille volte.
Ma stavolta, in qualche modo, le sembrava più di rivivere
una particolare scena.
Arrivata all'uscita degli spogliatoi Santana per poco non ebbe un
infarto sentendo alle sue spalle una voce.
"Mi avevano detto saresti uscita da qui.".
"Mi dispiace tantissimo, Holden." sussurrò Santana senza
voltarsi.
Il ragazzo non rispose nulla per poi lasciar passare qualche secondo e
riprendere "Eri con lei non è vero?".
"Ero con lei. Si."
"Hai finito di ricucirla?"
"Si." rispose Santana sedendosi sulla panchina di fianco al ragazzo.
"Hai visto quanto era bella?" sorrise il ragazzo, fiero.
"Era bellissima." annuì Santana.
Era vero. Pur coperta di tagli e ferite la ragazza era bellissima.
"Lei non era solo la mia ragazza. La gente non capisce."
"Cosa?"
"Lei era anche la mia migliore amica. Era soprattutto la mia migliore
amica."
Santana non credeva che quella situazione potesse avvicinarsi ancora di
più alla sua.
"Credimi- credimi se ti dico che lo so... per quanto possa sembrarti
assurdo, io so cosa vuol dire..."
"Allora dimmi? Cosa devo fare ora?"
Santana non pensò a lungo prima di rispondere "Credo che tu
debba chiederti cosa avrebbe voluto per te Emma. Devi guardare avanti,
quindi. Devi vivere. Devi fare tutto quello che avresti voluto fare con
lei, per lei. Per voi. Senza mai dimenticarti di te stesso,
però."
Solo qualche istante dopo Santana realizzò pienamente di
trovarsi, per la prima volta, dall'altra parte del vetro.
Lei stessa era stata Holden.
Forse lo era ancora.
Ma non aveva fatto nessuna delle cose che lei stessa aveva consigliato
al ragazzo.
"Credi che ce la potrò fare?"
"Non possiamo far altro che scoprirlo." rispose Santana alzando le
spalle "Ma qualcosa mi dice che ce la farai.".
Era rimasta ancora un'ora col ragazzo, per poi abbracciarlo forte ed
augurargli tutto il bene del mondo.
Per quando era finalmente arrivata a casa New York era già
tinta di notte.
L'appartamento, notò Santana, era stranamente silenzioso per
gli standard di Rachel.
Entrata nel salone la mora trovò tutte le luci spente ed un
silenzio di tomba.
Fatta eccezione per un fievole singulto proveniente dalla camera della
brunetta.
Santana si avvicinò furtiva alla porta della camera, per poi
poggiare appena un'orecchio e sentire chiaramente Rachel piangere.
Toc-toc.
"Rachel?" provò Santana.
...
"Avanti, Rachel! Ti sento!"
...
"Conto fino a tre, se non rispondi- Beh, se rispondi o meno
apro
comunque la porta, tanto vale non contare affatto..." disse la latina
aprendo appena la porta.
"Non voglio che tu mi veda così!" protestò la
diva "Vai via!"
Fosse stata un'altra sera Santana avrebbe volentieri aggreditto
verbalmente Rachel, ma stasera.... Stasera le era in qualche modo
grata, per permetterle di non concentrarsi su di sè e sulle
sue
ultime quaranta ore di vita.
"Avanti, cosa è successo?" chiese Santana poggiandosi alla
cornice della porta.
"Prima tu." replicò la brunetta continuando a dare le spalle
alla latina.
"Prima tu, cosa?"
"Sei stata due giorni in ospedale..."
"Oh... beh..." sospirò Santana sedendosi sul letto della
ragazza
"Diciamo che ho avuto un caso a cui tenevo particolarmente..."
"Immagino non sia finita bene..."
"Esattamente..." annuì Santana.
"Mi dispiace..." rispose sinceramente Rachel.
"Già... Tu invece? Cosa ti è successo?"
"Avevi ragione Santana... Jesse non voleva far altro che portarmi a
letto..."
"Oh!" provò la latina fingendosi sorpresa.
"Avanti, puoi dirlo..."
"Cosa?"
"Te lo avevo detto...." suggerì la brunetta.
"No. Non te lo dirò invece... Ma ti prego, ti prego, dimmi
che non stai piangendo per quel cazzone..."
"No!" esclamò Rachel facendo sobbalzare la latina "Non sono
stata presa all'audizione!"
"Oh, merda! Rachel me ne sono de tutto dimenticata!" si
scusò Santana.
"Non fa niente San..."
"Beh, raccontami..."
"Ovviamente Jesse non aveva nulla a che fare con i selezionatori!"
"Ma guarda un po'..." commentò la latina.
"E poi mi hanno detto che non ho il volto per un ruolo principale! La
gente
ricorderebbe il mio naso più della mia voce!"
protestò
Rachel scoppiando di nuovo a piangere.
"Rachel-" cominciò Santana "Rachel sto per dirti qualcosa di
veramente gentile e sincero, potresti voltarti per l'occasione?"
"Gentile e sincero?"
"Si."
"Non mi stai prendendo in giro, vero Santana?"
"No, Rachel. Lo prometto." sospirò la latina.
"Ok..." replicò la brunetta cambiando lato.
"Wow..." sorrise Santana.
"Cosa c'è!?" domandò Rachel "Ho qualcosa sul
viso?"
"Diciamo che con una tutina nera e grigia verresti facilmente scambiata
per un procione..."
"Cosa?" chiese la ragazza confusa.
"Il trucco Rachel..." spiegò Santana pescando un fazzoletto
dalla sua borsa "Il trucco colato ti fa sembrare un procione."
"Oh..."
"Non preoccuparti saresti un procione carino..."
"Era questa la cosa gentile e sincera che dovevi dirmi?"
"No..." sorrise Santana "Quello che volevo dirti è che ho
sempre
mentito sul tuo naso... Voglio dire si, è un naso di
grandezza
superiore alla media e di certo non passa inosservato..."
"Grazie Santana, sei veramente di consolazione..."
"Ma..." riprese la latina "Non è brutto. E sicuramente non
ti
rende brutta. Anzi, un naso diverso sul tuo viso scombinerebbe tutto e
non saresti più così... gradevole alla vista."
"Santana Lopez stai forse dicendo che mi trovi... bella?"
"Ho evitato determinati termini per un motivo, Berry... non montarti la
testa..."
"Oh non lo farei mai, Santana..." sorrise la ragazza.
"E per quanto riguarda l'audizione... Ricordi i volti degli
incompetenti che ti hanno scartato?" chiese Santana.
"Si... perchè?"
"Perchè quando otterrai il tuo primo ruolo da protagonista
andremo a scoprire chi sono, li cercheremo e andremo a sbattere loro in
faccia il tuo contratto..."
"Davvero?"
"Se vorrai farlo... sì."
"Grazie, Santana..." sorrise Rachel mettendosi finalmente a sedere sul
letto.
"Vuoi parlarmi del tuo caso?" provò la brunetta in cambio.
"No..." rispose Santana ripensando alle parole che aveva detto al
ragazzo, per poi farsi balenare un'idea in testa.
"Vestiti Rachel, e ripulisciti il viso."
"Perchè?"
"Abbiamo avuto una giornataccia, andiamo a passare una serata diversa.
Andiamo a mangiare fuori. Andiamo a strafogarci di schifezze! E poi al
cinema!
Voglio trovare la commedia più stupida del secolo e ridere
come
una iena fino a quando gli altri spettatori decideranno di cacciarmi
dalla sala!"
"Ti senti bene, Santana?" chiese sinceramente preoccupata Rachel.
"Negli ultimi sei anni non sono mai stata meglio." sorrise soddisfatta
Santana.
____________________________________________________________________________________________
Che ne dite?
Vi è piaciuto
il capitoletto?
Al solito fatemi sapere
che ne pensate!
Un abbraccio!
Northstar
ps: presto avrete notizie di
Silence
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Capitolo 9 *** An unexpected avenger ***
boh
Ta dan!
Per la felicità di Chiara e tanti altri (spero) ce l'ho
fatta!
Capitolo
interamente scritto
fra stanotte e un'oretta di stamattina, perchè purtroppo
è così che funziona con l'ispirazione, quella
grande
stronza, concedetemelo!
Ultimamente mi sta
facendo impazzire... -.-'''
Vabè, non vi
scoccio oltre e
vi ricordo che per qualunque domanda o per seguire gli aggiornamenti
delle varie storie potete trovarmi
qui http://northstar-efp.tumblr.com/
qui https://twitter.com/NorthStar_Efp
e qui https://www.facebook.com/pages/NorthStar/129073120562595?ref=tn_tnmn
Un abbraccio e buona
lettura!
______________________________________________________________________________________________________
"Lo sapevo..." commentò Quinn scuotendo la testa.
"Lo sapevamo tutti, Quinn..." annuì Kurt.
"Se è per questo io ve lo avevo detto da subito..."
replicò Santana sorseggiando la sua birra.
"Non l'ha presa bene per niente, vero?" domandò Sam.
"Nah... Voglio dire sono riuscita a tirarla un po' su di morale...
Siamo state al cinema e poi da Breadstix... poi mi ha rivelato di
sentirsi ancora la diciottenne ingenua appena arrivata dall'Ohio..."
"E' per questo che è tornata a casa?" chiese ancora il
biondo.
"Non è tornata a casa, così sembra che sia
partita per
restare quando invece torna domani sera... Aveva solo bisogno
dei
suoi genitori..." spiegò la latina.
"Comprensibile..." annuì Kurt.
"Era così triste..." osservò ancora Santana "Non
l'avevo
vista così triste nemmeno il giorno in cui le si
è rigato
il cd con autografo originale di Babra..."
"So che sembra una cosa stupida da pensare, ma non riesco a crederci
che un tipo come Jesse St. James si riduca a ingannare così
le
giovani donne che incontra..." osservò Quinn.
"Meriterebbe una bella lezione..." annuì Kurt.
"Te lo dico io cosa meriterebbe!" cominciò Sam "Una scarica
di calci e pugni e-"
"Mpf! Certo, mi sembra ottimo!" riprese sardonica Santana "Propongo di
comprare quattro passamontagna, un paio di mazze da baseball e di
aspettare lo stronzo fuori dal suo appartamento nel centro di New York!"
"E' esattamente quello che intendevo..." commentò il ragazzo.
"Oh Dio, Sam! A volte mi domando come riesci a mandare avanti quella
tua stupida fumetteria!" replicò la mora.
"Che c'è!?"
"Sam," cominciò Quinn "tralasciando il fatto che massacrare
di
botte un uomo non è praticamente mai la cosa giusta da fare,
mi
spieghi come passeresti inosservato al numero 230 della 72 esima
strada?"
"Vive nell'upper east side!?" domandò Kurt sgranando gli
occhi.
"Già..." annuì la bionda.
"Fortunato figlio di puttana!" esclamò Sam stizzito.
"Un momento, come fai a sapere dove vive?" chiese Santana confusa.
"Facebook..." rispose veloce Quinn mostrandole il telefono.
"Facebook eh?"
"Si, Facebook, perchè?".
"Ha per caso un numero di telefono?"
"Mhh... No..."
"Maledizione..." sbuffò la mora.
"Cosa devi fare?" chiese curioso Kurt.
"Volevo contattarlo. Tutto qui."
"Puoi sempre inviargli un messaggio di posta..." suggerì il
ragazzo.
"E per cosa lo dovresti contattare, scusa?" chiese Quinn sospettosa.
"Ho in mente la vendetta perfetta..." sorrise divertita Santana.
"E in cosa consisterebbe?" domandò Sam curioso.
"E' una sorpresa..."
"Non vuoi ucciderlo vero?" provò Kurt sinceramente
preoccupato.
"Nah... ho qualcosa di migliore in mente... ma sia chiaro: Rachel non
dovrà mai e poi mai saperne niente..." specificò
Santana.
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"Ok, signor St. James... " sospirò tra sè e
sè
Santana, cambiando l'immagine del suo profilo con la foto
più
provocante che avesse trovato, per poi guardare la tastiera e dire
"Divertiamoci un po'...".
"Dunque... "Caro signor
St. James- No, no... Così sembro mia madre... Caro
Jesse, credo sia di dovere presentarmi... Sono Santana Lopez e non mi
conosci, non ancora almeno... ma in compenso io conosco te o quanto
meno conosco le tue doti sotto le coperte... Ti starai chiedendo il
perchè... Beh, sono la coinquilina di quell'essere
indefinito
meglio conosciuto come Rachel Berry... e vedi, Berry non è
proprio riuscita a tenere la sua boccaccia chiusa sulla vostra
nottata... Se solo fossi stata in casa quella
notte... chissà... magari avrei potuto aggiungermi
al
divertimento...
Quello che sto
cercando, poco implicitamente, di dire Jesse è che
per me sarebbe un enorme piacere poterci incontrare... e non ho
dubbi sul fatto che sarebbe un altrettanto enorme piacere anche per
te...
Fammi sapere presto tesoro, l'offerta non durerà a lungo...
P.S.
: non preoccuparti per Berry, è in Ohio per i prossimi
giorni...
Firmato,
Santana Lopez,"
Santana rilesse divertita il messaggio per un paio di
volte, prima di premere soddisfatta il tasto invio.
"Bene! Ora bisogna solamente aspettare e sperare che abocchi
all'amo..." sorrise la latina gettandosi sul divano a fare zapping.
Venti minuti dopo, come previsto, Santana notò la notifica
del
messaggio in arrivo e dopo aver aspettato altri venti minuti (per non
sembrare disperata) si decise ad aprire il messaggio.
"Carissima Santana
Lopez,
credimi è
stato un immenso piacere il solo aver avuto a che fare con la tua
immagine del profilo...
E non mi piace vantarmi, ma se Rachel ha parlato in tal modo delle mie
prestazioni, credimi lo ha fatto a buon ragione... Dimmi dove e quando
vuoi incontrarmi,
Santana. Sarò lì.
Jesse St. James."
"Bingo!" sorrise Santana.
"Perchè
aspettare? Facciamo stasera. Visto che conosci
l'indirizzo ti aspetto qui. Alle 8 in punto. Non un minuto di
più, non uno di meno. Altrimenti ne pagherai le
conseguenze..." scrisse velocemente la Latina aspettando
una veloce risposta che, come previsto, non tardò ad
arrivare.
"Mmh... Autoritaria e
prepotente... So già che ci divertiremo... Non vedo l'ora..."
"Dio, per essere uno che di solito è il predatore
è
piuttosto stupido come preda!" osservò Santana per poi
prendere
il telefono e chiamare Quinn.
"Allora?" rispose immediatamente la bionda.
"Allora cosa? Avevi qualche dubbio sulle mia abilità di
seduttrice?"
"Mpf! Dimmi tutto!"
"Stasera, a casa mia... A quanto pare tu e Kurt dovrete accompagnarmi a
fare un po' di sano shopping..."
"Due ore e siamo da te."
"Vi aspetto con ansia..."
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Santana scese le scale del suo palazzo saltellante, pregustando
già il dolce sapore della vendetta.
"Siamo di buon umore eh?" chiese Sam.
"Cosa ci fai lui qui?" domandò la latina presa alla
sprovvista.
"Santana, io sono gay all'ennesima potenza e Quinn è una
ragazza... Avevamo bisogno della prova del nove per aiutarti a trovare
l'abbigliamento perfetto per l'occasione..."
"E avete portato Sam!?"
"Cos'hai da dire contro di me?"
"Che sei un boccalone! Sbaveresti su metà delle ragazze di
New
York se solo indossassero un paio di jeans e una maglietta di Batman!"
"Questo non è propriamente vero..."
"Ah no?" intervenne curiosa Quinn.
"Dipende cos'hanno sotto e sopra la maglietta di Batman..."
spiegò Sam indicando gambe e testa.
"Si, e dentro la maglietta..." aggiunse Santana "Ma fammi il piacere!"
"La vogliamo smettere di baccagliare! Io avrei altre cose da fare che
occuparmi della tua stupida vendetta...." cominciò Kurt
incamminandosi.
"Non è una stupida vendetta!" esclamarono sincronizzati Sam
e Quinn.
"Esatto!" insistette Santana guardando sbalordita i due ragazzi.
"Preferivo quasi il picchiarlo sotto il suo appartamento... Meno
perdita di tempo, meno fatica, meno tutto!"
"Non capisci Kurt! La vendetta è-" riprese la latina per
essere interrotta da Sam "Un piatto che va servito freddo!"
"No! La vendetta è un'arte!"
"Ops..." sorrise Sam.
"Un'arte?" chiese scettico Kurt.
"Si! E poi St. James deve imparare la lezione! E' come se un bambino
ruba delle caramelle, non lo punisci con una
sgridata! Gli proibisci di mangiare caramelle per due mesi!" insistette
la latina.
"O al contrario lo fai ingozzare di caramelle fino a che non sta male!"
propose Sam ricevendo le occhiate scioccate degli amici "Che
c'è?"
"Spero per i tuoi figli che almeno la madre sarà
una
persona normale..." commentò Santana per poi riprendere
"Quello
che volevo dire è che in questo modo la vendetta
è
collegata al misfatto... Come Kevin Spacey in Seven!"
"Oh Dio! Non vedo quel film da una vita!" sospirò Sam
dispiaciuto.
"Ti stai paragonando ad un killer psicopatico?!" sbottò
Quinn.
"E soprattutto non vedo come questa serata sarà collegata
visto
che a Jesse St. James non interessa nient'altro che una notte focosa..."
"E' questo il punto!" sorrise la latina "Non solo non avrà
la sua notte focosa ma..."
"Ma?" chiese Quinn curiosa.
"Non lo so in effetti... non ho ancora un'idea precisa di quello che
farò..."
"Andiamo bene..." commentò la bionda.
"Ci siamo, questo è il negozio. Vogliamo entrare?"
"Non vedo l'ora!" sorrise Sam, per poi ricevere due pugni dalle due
amiche al suo fianco.
Alla fine, consigliata dagli amici, Santana aveva optato per un look
total black, con pantaloni, stivali e giacca nera, fatta
eccezione per la camicietta bianca che, a dire di
Sam, le conferiva quel "tocco di angelico, in un look da diavolessa".
Era tornata a casa accompagnata dagli amici e su consiglio di Quinn
aveva fatto sparire tutti gli effetti personali di Rachel, mentre Sam
le aveva fatto cambiare le lenzuola del suo letto con delle altre rosse
fuoco.
"Credo sia tutto pronto..." osservò Kurt guardandosi intorno.
"Oh no... ti sbagli..." sorrise Santana poggiando una mano sulla
schiena dell'amico, accompagnandolo in cucina, per poi aprirgli il
frigorifero di fronte "Manca la cena, Kurt..."
"Questo non era nei patti!" protestò il ragazzo.
"Ma se ti piace cucinare!" sorrise Sam.
"Non significa che abbia sempre voglia di farlo..." sbuffò
Kurt
sfilandosi la sua preziosa giacca, pronto a mettersi ai fornelli.
"Avanti, pensa che 'stavolta è veramente per una buona
causa..." sorrise Quinn.
"Difatti non riesco ancora a credere che Santana stia perdendo una
preziosa giornata di dolce far niente per vendicare l'orgoglio ferito
della coinquilina che odia..." sorrise Kurt.
"Ehi! Prima di tutto non ho mai detto di odiarla!"
"Oh si che lo hai detto, con una media di cinque volte l'ora-"
"Per il primo mese!" protestò la latina "Diciamo che non ho
mai detto di odiarla negli ultimi sei mesi, allora!"
"Ok, ora va meglio..." sorrise Kurt.
"E poi mi è dispiaciuto vederla piangere... Era
così
vulnerabile senza la sua facciata "Sono
Rachel Berry e la divina
Barbra, il mio naso e il mio smisurato ego mi difenderenno da qualunque
cosa"..." spiegò Santana facendo sorridere gli
amici.
"Era così... genuina..."
"Oh-ooh! Attenzione, attenzione!" sorrise Sam "Santana Lopez ha aperto
uno spiraglio nel suo cuore di pietra per nientepopodimeno che per
Rachel-"giuro che la
soffocherò"- Berry!"
"Smettila, Sam."
"Anzi per Rachel-"perchè
non riesce a star zitta"-Berry!"
"Sam, ti ho mai detto che tengo un bisturi numero 22 nel cassetto?"
"Perchè dovresti tenere un bisturi nel cassetto!?"
"Per momenti come questo." rispose seria la latina.
"Ok. Afferrato. La finisco."
"Bravo ragazzo..." sorrise soddisfatta Santana "Ora aiutatemi a
preparare la tavola."
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Alle 8 meno qualche minuto Santana si era già preparata e
stava
aspettando non senza un po' d'ansia l'arrivo di Jesse St. James.
Non molto sorpresa Santana sentì squillare il citofono alle
otto in punto.
Con un sorriso si avvicinò al citofono aprendo direttamente
il portone.
Un minuto più tardi, puntuale, l'uomo aveva bussato alla
porta e
Santana prontamente gli aveva aperto facendosi trovare dietro di essa
con lo sguardo più felino che potesse offrirgli.
"Buonasera, Santana. Spero di poterti chiamare per nome..."
cominciò l'uomo avvicinandosi a stringerle la mano, per poi
porle un fiore con l'altra mano..
"Ovviamente puoi..." sorrise Santana quasi divertita "E non dovevi
disturbarti"
"Mi sembrava il minimo che potessi fare vista la tua gentilezza..."
"Possiamo finirla con i convenevoli?" sorrise la latina.
"Magari..." rispose l'uomo, più rilassato, riflettendo il
sorriso.
"Prego Jesse, accomodati pure. La cena è pronta."
Dopo la cena, Santana aveva portato la bottiglia di vino sul
tavolinetto del divano e aveva invitato Jesse a sedersi con lei, per le
solite chiacchiere di circostanza.
"Parlami di te, Santana... cosa fai nella vita?"
"Sono un chirurgo. Presto sarò un chirurgo plastico."
"Oh... capisco..." sorrise divertito l'uomo fissando un po' troppo il
petto della latina.
"Non temere... quello che vedi è tutto vero..." sorrise
Santana.
"Avrei sempre voluto chiedere ad un chirurgo plastico cosa pensasse del
mio viso... Se posso permettermi Santana, cosa ne pensi?"
"Sfortunatamente"
pensò
Santana per poi dire "Il tuo viso è pressochè
perfetto.
La struttura ossea è simmetrica e delicata, ma al punto
giusto."
"Tu dici?"
Santana annuì decidendo di rincarare la dose "Sono pronta a
scommettere che molti uomini pagherebbero per avere il taglio della tua
mandibola, o il tuo naso..."
"Grazie..." sorrise l'uomo.
"Dico solo quello che vedo..." rispose Santana per poi chiedere "Tu?
Cosa fai di preciso nel mondo di Broadway..."
"Produttore, talent scout, sceneggiatore, paroliere, attore... Tutto
quello che mi viene richiesto..."
"Deve essere un bel mondo..."
"Non è bello come molti credono, ma non ho di cui
lamentarmi..."
"Sai, al liceo presi parte alla rappresentazione di West side story..."
"Non è vero!"
"Oh, si..."
"E in che ruolo?"
"Anita."
"Allora devi essere un'ottima mezzo-soprano..."
"Non per vantarmi... ma si, lo sono." annuì Santana
sostenendo lo sguardo dell'uomo.
"Chissà, dovresti provare a presentarti a qualche
audizione... potrei darti una mano..."
"Come hai fatto con Rachel?" provò scherzosamente la mora.
"Beh, il discorso è un po' diverso..." cominciò
nervosamente Jesse.
"Io non ho l'Everest tra gli occhi tanto per cominciare..." sorrise
falsamente Santana.
"Esattamente..." annuì l'uomo di nuovo a suo agio "Ad ogni
modo, Santana, non vedo l'ora di sentire la tua voce...".
"Io avrei un'idea di come poter fare..." sorrise Santana offrendo una
mano all'uomo che prontamente l'afferrò, per farsi
accompagnare
verso la camera da letto.
"Belle lenzuola..." sorrise l'uomo entrando nella camera della ragazza
per poi voltarsi e baciarla all'improvviso.
"Maledizione Rachel,
guarda cosa sto facendo per te!" pensò Santana
cercando di concentrarsi nel bacio.
"Sei fantastica, Santana..." sospirò l'uomo dopo qualche
lungo
minuto, ancora pendendo dalle labbra della latina che nel frattempo
continuava a spingerlo verso il letto.
"Vuoi giocare con me?" cominciò Santana spingendo Jesse a
sedersi sul letto.
"Qualunque cosa per te, farei qual-" provò l'uomo mentre la
mora gli sfilava la giacca.
"Non parlare..." continuò la latina calata nella sua parte,
sbottonandogli la camicia.
"Oh Dio, non ho mai incontrato nessuna come te..." sospirò
ancora l'uomo cercando a sua volta di svestire Santana che prontamente
lo fermò dandogli un nuovo ordine "In piedi e via i
pantaloni...".
Jesse non se lo fece ripetere due volte seguendo alla lettera le parole
della ragazza.
"Ora i boxer..."
"E adesso?" chiese fremente l'uomo.
"Stenditi sul letto e non muoverti..."
"Subito-"
"Silenzio." ordinò Santana posizionandosi a cavallo del
busto
dell'uomo per poi sorridere e cominciare con voce sensuale
accarezzandogli delicatamente il petto "Ho un'idea Jesse... Ho un'idea
e posso farti passare la più bella notte della tua vita..."
"Ah si?" domandò l'uomo balzando a sedere, per rubare ancora
un
bacio alla latina che dopo averlo accontentato lo spinse di nuovo sul
materasso, per poi riprendere "Si, ma ci sono due condizioni a cui devi
sottostare."
"Qualunque cosa!"
"Per prima cosa devi obbedirmi ciecamente."
"Lo farò!"
"Sei sicuro?"
"Assolutamente!" rispose l'uomo impaziente "Cos'altro devo fare? Qual
è la seconda condizione?".
"Non sono sicura che ti piacerà... ma prometto che questa
notte
sarà indimenticabile se lo farai... Ti fiderai di me?"
sorrise
la latina avvicinandosi al volto dell'uomo, per poi sfilare due manette
da sotto il cuscino.
Jesse cambiò immediatamente espressione.
"Oh..." sospirò Santana fingendosi dispiaciuta "Speravo di
potermi veramente divertire con te..."
"No! No! No! Puoi farlo, puoi farlo!" insistette l'uomo ammanettando il
suo stesso polso al letto.
"Sei sicuro?" continuò la latina nella sua farsa.
"Si! Sicurissimo!"
"Ti fidi di me?" domandò ancora una volta la mora
avvicinandosi ad ammanettare l'altro polso.
"Si! Si! Mille volte si!"
Clack.
"Bravo ragazzo..." sorrise Santana allontanandosi dal
letto per
aprire il primo cassetto della sua scrivania e tirare fuori una
macchina fotografica.
"Ehi! Ehi! Cosa-"
Flash.
"Cosa stai facendo Santana!?".
Flash. Flash.
"Non ti è chiaro?"
Flash. Flash. Flash.
"Finiscila immediatamente o-"
"O cosa?"
Flash.
"AIUTO! AIUTATEMI!" provò a gridare l'uomo.
"Puoi gridare quanto vuoi. Ho detto ai miei vicini di non preoccuparsi
perchè la mia coinquilina ed i suoi amici
avrebbero provato
la rendizione teatrale del Titanic... Lo so, geniale, vero?"
Flash.
"Mi hai ingannato! Mi hai mentito!"
"Ti sbagli. Ad esempio non ho mentito quando ti
ho detto che molti
uomini vorrebbero il tuo naso... E nemmeno quando ti ho promesso una
notte indimenticabile..."
"Perchè lo stai facendo!?"
Flash.
"Pensaci bene Jesse... non è poi così
difficile..."
"Credevo che la odiassi! Mi ha detto che le cose tra voi erano
difficili e-"
Flash.
"Non devi mai fidarti di quello che ti dicono le donne, Jesse.
Specialmente se parlano delle loro amiche e se ti chiedono di fidarsi
di loro, come mi auguro avrai imparato stasera..." sorrise divertita la
latina.
Flash. Flash.
"Credo che possa bastare..."
"Cosa stai facendo!?" chiese l'uomo guardando la latina accomodarsi
alla sua scrivania davanti al pc.
"Sto inviando le tue fantastiche foto ai miei tre migliori amici, che
le custodiranno nel
caso volessi fare una scenata e prendertela con la mia macchinetta
fotografica
o peggio con il computer... Cosa che non farai perchè
altrimenti mi
costringerai a sfigurarti con la mia lama numero 22."
"Appena mi libererai giuro che ti rovinerò! Andrò
a denunciarti e-"
"O forse potrei denunciarti io..." cominciò Santana
"Tutti
i miei colleghi sarebbero disposti a mentire per me, a denunciare
percosse al torace o cose simili. Lo so è poco
professionale, ma
tra medici si stabilisce un legame particolare..."
"Maledizione!" esclamò stizzito l'uomo per poi supplicare
"Cosa vuoi che faccia!? Cosa devo fare per passarla liscia!"
"Voglio che ti faccia un esamino di coscienza e che la smetta di
sedurre ogni ragazzina sognante che ti si presenta sotto mano... Ma non
sono così sprovveduta quindi mi limiterò a dirti
questo:
voglio che tu compri tre dozzine di qualunque fiore significhi
"perdono" e che le spedisca domani
sera a Rachel con un biglietto di scuse-"
"Lo farò!"
"No, ascolta bene, Casanova. Voglio un biglietto di scuse serio, in cui
le
chiedi scusa per essere un lurido verme strisciante mangia-letame che
ha sbagliato ad approfittarsi di lei e in cui le auguri tutta la
fortuna del
mondo sperando sinceramente in un suo meritato futuro ingresso a
Broadway. E' chiaro?"
"Si!"
"Se non sono tre dozzine di rose e se non trovo sul biglietto queste
esatte parole stai sicuro che le tue foto saranno inviate a tutti i
tuoi contatti Facebook, e non solo. E' chiaro?"
"Si! Ora lasciami andare lurida putt-"
"Ah-ah-ah! Non stavo scherzando sul bisturi nel cassetto sai?
Perchè non ci crede mai nessuno? sai non ci
metterei nulla a cominciare l'opera che madre natura ha cominciato..."
rispose Santana indicando il cavallo dell'uomo.
"Ti prego! Lasciami andare!".
"E va bene..." sospirò Santana avvicinandosi a liberargli un
polso.
"Ti aspetto in cucina." sospirò Santana lasciando la chiave
delle altre manette sul petto dell'uomo.
Qualche secondo dopo Jesse spalancò la porta della camera,
mezzo
svestito, dirigendosi l'ingresso, dove Santana lo stava aspettando ma
prima che il ragazzo potesse avvicinarsi troppo alla ragazza, Sam si
sollevò dal divano salutando l'uomo con la mano.
"Cos'è? Un'imboscata? Dopo tutto questo vuoi anche farmi
picchiare?" domandò Jesse confuso e sotto sotto impaurito.
"Non ho intenzione di picchiarti." cominciò Sam serio "Ma
è meglio per te se esci da quella porta e non ti fai vedere
mai
più da nessuno di noi."
"Non servono le minacce, Sam... Mi dispiace ammetterlo, ma
nonostante tutto è un uomo fin troppo intelligente... Non
metterebbe mai a repentaglio la sua carriera per così
poco...
Non è vero?".
Jesse si limitò ad annuire per poi poggiarsi alla
porta e
ficcarsi le scarpe e dire "E tu sei fin troppo talentuosa per aver
messo tutta questa scena insieme solo per darmi una lezione... Non ci
credo che non hai avuto il ruolo di Maria in West side story..."
"E' la vita... C'è sempre qualcuno più talentuoso
o intelligente di noi..."
"Già..." annuì l'uomo accettando
la bruciante ed umiliante sconfitta e ripetere "Tre dozzine di rose
rosse. Chiedo scusa per essere un- come era?"
"Un lurido verme strisciante mangia-letame."
ripetè Santana.
"Afferrato..." sospirò l'uomo per poi aprire la porta e dire
"A non rivederci mai più, spero, Santana Lopez..."
"A non rivederci, Jesse St. James..." sorrise la latina guardando la
porta chiudersi.
"Woohoo! Sono stato grande eh! Sembravo cattivo, vero?"
"Sei stato fenomenale, Sammy... Ma la
mia performance è stata da Oscar..."
"Racconta! Racconta!" sorrise il biondino.
"Prendi il telefono, chiamiamo Quinn e Kurt, almeno non devo ripetere
tutto altre venti volte...".
____________________________________________________________________________________________
"Santanaaa?! Santana sei in casa? Ho bisogno di una mano!"
gridò Rachel dalle scale.
"Arrivo, Barbra... Bentornata... Cominciavo a sentire la mancanza della
tua noiosa voce..." sorrise Santana sentendo arrivare la sua
coinquilina.
"Aiutami ti prego, ho troppe cose in mano!" insistette la brunetta.
"Cosa mai dovrai portar-" Santana si fermò aprendo la porta.
Rachel stava cercando di trascinare il trolley per le scale mentre
cercava di tenere in equilibrio fra le braccia un paio di scatole,
mentre alle sue spalle Anthony, il portiere, stava trasportando
un'enorme composizione floreale.
"Ecco, prendi questo per favore!" cominciò rachel allungando
il trolley alla latina.
"Cos'è che hai li dietro Tony?" sorrise divertita Santana.
"E' arrivato poco fa per la signorina Rachel."
"A davvero?" cominciò la latina "Da parte di chi saranno?".
"Non lo so, ma non vedo l'ora di scoprirlo!" sorrise Rachel poggiando i
pacchi velocemente sul divano "Grazie Tony, puoi anche lasciarli qui!
Grazie infinite!".
"Non c'è di chè ragazze. Buona serata." sorrise
l'uomo tornando verso la porta.
Rachel si lanciò immediatamente alla ricerca del biglietto
attaccato alla composizione floreale.
"Eccolo!" sorrise la brunetta scartando velocemente il biglietto.
"Uhm... è da parte di Jesse St. James..."
"Cosa vorrà mai ora quel tipo?"
"E' un biglietto di scuse..."
Dopo qualche secondo di contemplazione, Santana
chiese "Allora? Vuoi leggere?"
"Cara Rachel,
mi dispiace per averti
ingannato, mi
dispiace per averti fatto credere in me e nel mio aiuto quando volevo
solo portarti a letto. Sono un lurido verme strisciante
mangia-letame che
ha sbagliato ad approfittarsi di te.
Non ti chiedo di
perdonarmi, ma ci tengo ad augurarti tutta la fortuna del
mondo sperando sinceramente in un tuo futuro ingresso a
Broadway, ingresso che sono sicuro sarà super meritato.
Jesse St. James"
"Wow!" sospirò divertita Santana "Cosa c'è
scritto sotto?"
"Trentasei fra peonie,
gigli e giacinti, i fiori del perdono.
Dodici garofani, i fiori
dell'amicizia fedele.".
"Addirittura!" sorrise stupita Santana.
"Cosa?"
"No, volevo dire che si è impegnato... deve essere davvero
dispiaciuto..."
"Lo spero..."
"Allora, come è andata a casa?" chiese Santana.
"Bene! Stasera vi racconterò tutto, ho già
sentito gli altri andremo a bere qualcosa al pub."
"Mi spiace ma stasera sono di turno in ospedale. O meglio, stanotte
sono di turno..."
"Oh... Beh avrò modo di raccontarti tutto quello che ho
fatto in fondo viviamo insieme..."
"Si, e soprattutto mi domando quante cose potrai aver fatto in Ohio in
tre giorni..."
"Non immagini quante..."
"Vado a cambiarmi, non vorrei che cominciassi da subito con i tuoi
infiniti racconti..." sorrise la latina allontanandosi.
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"Allora questi giorni sono stati stracolmi!" sorrise Kurt.
"Si sono stati tre giorni molto intensi! Ma il meglio è
arrivato
questa sera quando sono arrivata a casa..." raccontò Rachel.
"Santana ti ha salutato chiamandoti per nome?" sorrise Quinn.
"Ancora meglio! Ho ricevuto un intero mazzo di fiori..." sorrise Rachel
fermandosi "Da parte di Jesse St. James, con un biglietto in cui si
scusava!"
"Non è possibile!" esclamò Kurt fingendosi
sorpreso.
"Si!" esclamò "Un enorme mazzo di fiori con un biglietto in
cui
si è addirittura definito un lurido verme
striscante...
Come continuava... Un lurido verme strisciante..."
"Mangia-letame." rispose Sam istintivamente attirandosi gli sguardi
scioccati di Quinn e Kurt.
"Si! mangia-letam- Un momento..." si interruppe Rachel guardando Sam.
"No! Non è come pensi! Non sono stato io! Quel biglietto
è veramente di Jesse St. James!"
"Lo era per forza c'era la sua firma perfetta, ma come-"
"Sei un maledetto idiota! Un maledetto idiota!" sbuffò Quinn
"Quei maledetti fumetti ti stanno bruciando il cervello!"
"Uhm... posso sapere cosa succede?" chiese Rachel sospettosa.
"E' stata Santana..." cominciò Quinn.
"A mandare i fiori e rubare la firma di Jesse?" domandò la
brunetta confusa.
"E' stata Santana a convincere St. James a
chiederti scusa! Ecco l'ho detto!" sospirò Kurt.
"Convincere non è proprio la parola che
userei..." osservò Sam.
"Oh mio Dio! Non lo ha picchiato vero!?" chiese preoccupata Rachel.
"No, no! Niente violenza..."
"Perlomeno fisica..." aggiunse ancora una volta Sam.
"La vuoi far finita!?" sbuffò Kurt dando una pacca sulla
testa all'amico.
"Un momento, un momento! Ditemi tutto, voglio sapere tutto-"
"Non possiamo! Santana non voleva nemmeno che lo venissi a sapere..."
spiegò Kurt.
"Per favore! E' l'unica occasione che avrò in cui
avrò il
coltello dalla parte del manico con Santana! Chissà quando
farà qualcos'altro per me..."
"Ah su questo non devi preoccuparti..." sorrise Sam.
"Cosa vuol dire?"
"Che è così che è fatta Santana...
Sembra
distaccata, stronza, a volte anche perfida... Ma stai pur sicura che
quando ne avrai più bisogno, lei ci sarà..."
"Tutto questo è veramente molto dolce Sam... Ma ora dovete a
tutti i costi raccontarmi tutto... Vi prego!".
"E va bene! Ma solo perchè canti come un angelo..." sorrise
Kurt "Dunque, da dove cominciamo?".
__________________________________________________________________________________________
Santana era felice quando il pronto soccorso non era troppo affollato.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma per quanto amava il suo lavoro e con
quello riuscire a mettere le mani su un bel ferito
succulento, un
pronto soccorso vuoto o quasi era segno che molta gente era sana e
salva, e probabilmente felice con i suoi cari.
Quando la latina sentì il segnale acustico che avvertiva
dell'entrata di un nuovo paziente dalla porta principale,
automaticamete, senza nemmeno alzare gli occhi dalla tv,
disse "Qual è la sua emergenza?".
"Un cuore spezzato. Ma qualcuno ha già rimesso a posto i
suoi pezzi, quindi non la chiamerei "emergenza"..."
"Cosa ci fai qui?" domandò Santana trovandosi di fronte la
sua coinquilina.
"Io... beh..."
"Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"
"Oh! Erano anni che non sentivo dire questa cosa! Mai mi sarei
aspettata di sentirla dire proprio da te, Santana Lopez!"
"Mpf... non mi è ancora chiaro il perchè tu sia
qui..."
"Uhm... potresti alzarti un momento?"
"Se vuoi vedere chi è più alta non c'è
bisogno che mi alzi. Sei alta un metro e una vigorsol..."
"Santana vuoi alzarti per favore?!" ripetè spazientita la
brunetta.
"Va bene! Ecco ora cos-" Santana non riuscì a finire la
frase.
"Ora ti abbraccerò, Santana." disse semplicemente Rachel
prima di avvicinarsi a stringere l'amica.
"Cos- Cosa stai facendo?!" chiese la latina rimanendo pietrificata.
"E' un abbraccio, ti sto abbracciando." sorrise Rachel.
"Uhm... perchè?"
"Perchè so cosa hai fatto per me. E posso riuscire ad
immaginare quanto sia stato umiliante e mortificante per te..."
"A dire la verità è stato piuttosto
divertente..."
"Non mentire..."
"Lo è stato davvero e- Sarei anche disposta a raccontartelo
se solo la smettessi di fare il koala..."
"Non smetterò di abbracciarti fino a che non ricambierai,
Santana."
"Questo è un ricatto bello e buono."
"No, non lo è..."
"Allora è un'estorsione-"
"Per una volta falla finita e-" Rachel sorrise quando sentì
finalmente la latina stringere le braccia attorno al suo corpo.
"Se felice ora?"
"Grazie, per aver difeso il mio onore..."
"Va bene..." sospirò imbarazzata Santana.
"Non lo dimenticherò." continuò Rachel stringendo
l'abbraccio.
"Ok! Ora finiamola con le smancerie!" replicò la latina
staccandosi, tornando ad accomodarsi sulla suo divanetto "Con tutto
questo sentimentalismo sono a posto per un decennio..."
"Ad ogni modo Jesse ha fatto qualcosa di buono nonostante tutto..."
"Cosa?"
"I dodici garofani a rappresentare l'amicizia fedele non
rappresentavano certo lui..." sorrise divertita Rachel.
"Hai finito? Starei cercando di guardare la tv..."
Rachel si avvicinò alla mora sedendosi vicino a lei sul
divano.
"Cosa stai facendo?"
"Rimango a farti compagnia... queste giornate ho sempre dormito fino a
tardi e domani è sabato... Non ho voglia di stare a casa da
sola..." spiegò la brunetta "Cosa guardiamo?"
"Grey's Anatomy..." sbuffò Santana.
"No! Metti qualche video di qualche operazione chirurgica!"
"No grazie, li conosco tutti a memoria i video dell'ospedale..."
"Allora qualcosa come "Malattie imbarazzanti" o "Non sapevo di essere
incinta"!"
"Se sei fortunata non avrai bisogno di vedere queste cose in tv... La
notte è ancora molto lunga, credimi..."
"Ti è mai successo?" chiese Rachel.
"Cosa?"
"Un caso alla "Non sapevo di essere incinta"?"
"Più spesso di quanto credi... Una volta c'era una tizia,
beh, una mongolfiera umana che-"
"Santana!"
"Cosa?"
"E' offensivo!"
"Allora c'era una cicc-"
"Smettila!"
"E va bene! C'era questa tizia evidentemente in sovrappeso che..."
"Fattura scomposta del'omero con dislocazione dell'articolazione del
gomito!" gridò un paramedico entrando velocemente nel pronto
soccorso.
"Ok, tu resta qui io vado a fare il mio lavoro..." sospirò
Santana.
"Vengo con te! Posso venire con te!?"
"E va bene, ma non intralciarmi!"
"Posso toccare l'osso?! Ti prego fammi toccare l'osso se spunta dal
braccio!"
"No! Assolutamente non puoi toccare niente! E se ti dico "vattene" non
sei autorizzata ad offenderti o a tenermi il muso!"
"Ok! Affare fatto!" sorrise Rachel seguendo la latina come un cagnolino
scodinzolante "Ma se lo anestetizzi allora posso toccare l'osso?"
"Se non stai zitta anestetizzo te e poi ti faccio toccare da tutto il
personale dell'ospedale!"
"Non lo faresti mai, non dopo quello che hai fatto per me..."
"Continuerai a rinfacciarmelo a vita, non è vero?"
"Probabilmente..." sorrise soddisfatta la
brunetta.
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Capitolo 10 *** An unexpected journey ***
boh
"Si. Si... No. Falla finita. Va bene. Si! Ci sentiamo
domani!
Fammi
dormire, ti ricordo che io sono tre ore avanti. Si, ti chiamo domani.
Ciao." sospirò Santana attaccando e lanciando il telefono
sul letto.
"Ehi!" sorrise Rachel affacciandosi alla camera da letto della latina
"Allora, stavo pensando che potremmo andare al cinema
venerdì
sera... Come sei messa con i turni in ospedale?"
"Niente turni, ma-"
"Niente ma!
E' deciso, andiamo al cinema!"
"Credo sarà molto difficile trovarci al cinema visto che io
sarò a tremila kilometri da te."
"Cosa?" esclamò Rachel confusa.
"Venerdì parto."
"Dove vai!?" esclamò la brunetta confusa.
"Los Angeles."
"Perchè!?"
"Perchè ho una conferenza..."
"Una conferenza?"
"Nuovi metodi di rinoplastica." spiegò la Santana.
"A Los Angeles?"
"Si, a Los Ageles... l'anno scorso sono stata anche a Las Vegas e
Seattle..."
"Santana... Ti prego..."
"Cosa?"
"Ti prego Santana portami con te!"
"Cosa!?"
"Ti prego! Ti supplico! Pagherò tutte le mie spese, ma fammi
venire con te!"
"Perchè?"
"Perchè non sono mai stata a Los Angeles e sono tre anni che
vivo unicamente tra New York e Ohio!"
"Intendevo "perchè
dovrei portarti"?".
"Perchè- Beh... Uhm..."
"Come immaginavo."
"Ti scongiuro, Santana! Portami con te! Fammi passare un week end
diverso!"
"Non saprei... ho come l'impressione che potrei ottenere qualcosa da
questa situazione..."
"Farò le pulizie di casa per due settimane!"
"Facciamo sei?"
"Quattro!"
"Cinque, e l'affare è fatto."
"E va bene!"
"Perfetto, comincia a cercare il volo. Io intanto scrivo il contratto
da farti firmare."
"Contratto? Seriamente?"
"Certo, non voglio rischiare di rimanerci fregata... ora cerca il volo
e vedi di prendere i posti nel mezzo, ma non
troppo in mezzo... diciamo a tre quarti dell'aereo partendo dalla
punta..."
"Perchè?"
"Perchè le probabilità di sopravvivere ad un
disastro
aereo salgono esponenzialmente per i posti situati nella zona che ti ho
indicato. E perchè quelli sono i posti che risentono meno di
decollo ed atterraggio."
"Ed io ero la maniaca del controllo..."
"Non sono una maniaca del controllo."
"Allora hai paura di volare..."
"Non ho paura di volare! E' che quando è
possibile mi piace avere i miei posti preferiti... tutto qui..."
"Il discorso che hai appena fatto sulla sicurezza, sul decollo e
l'atterraggio quindi non ha niente a che vedere con il fatto che non
hai paura di volare... vero?"
"Rachel...""
"Mmh?"
"Vuoi venire o no a Los Angeles?"
"Certo che ci voglio venire!"
"Allora cerca quel maledetto aereo e smettila di sindacare su ogni mia
frase."
_____________________________________________________________________________________________
"Non avevo mai visto questo aeroporto così vuoto... Eh? Non
trovi sia particolarmente tranquillo oggi?" cominciò Rachel
"Tu
hai fatto colazione? Perchè io al momento avrei un po' fame,
ma
non ho voglia di mangiare crackers o cose simili... vorrei fare la
colazione in aereo, è così divertente mangiare in
aereo,
mi piace immaginare di essere un'importante donna d'affari che
è
in giro per il mondo a concludere chissà quali accordi."
...
"Santana?" provò ancora la brunetta.
"Mmh.".
"Hai intenzione di rivolgermi la parola prima o poi?"
"No."
"Perchè?"
"Vediamo, non ne sono sicura, ma potrebbe essere per il fatto che hai
prenotato
un fottuto volo alle sette della mattina, e che mi hai trascinato qui
alle cinque spaccate con la scusa della fila al check in quando il
check in non aprirà prima di un'ora!"
"Potevi restare a prenotare l'aereo con me!"
"Dovevo lavorare! Tu avresti dovuto chiamarmi per chiedermi quale
orario avrei preferito!"
"Ma mi hai vietato di chiamarti quando sei al lavoro..."
"No! Ti ho dato delle valide motivazioni per cui hai il permesso di
telefonare!"
"Vediamo... se ben ricordo non c'era alcuno speciale delle Spice Girls
in tv, non ha chiamato tua madre, non ci hanno invaso gli alieni, non
c'era una particolare offerta da Breatstix, ed infine no: come puoi ben
vedere non stavo
morendo.".
"Aggiungi alla lista "Decisioni
importanti che mi riguardano".".
"Tra le decisioni importanti è incluso anche cosa mangiare
per cena?"
"No." rispose secca la latina per poi correggersi "Forse. Se
c'è qualcosa di non troppo vegano."
"Ok... Ora posso farti una domanda?"
"No."
"Per favore?"
"Cosa c'è?!"
"Come hai fatto a convincere Jesse?"
"Cosa ti hanno detto i tuoi nuovi amichetti?"
"Loro- Non hanno specificato... hanno solo detto che lo hai...
persuaso..."
"Esattamente."
"Persuaso?"
"Si."
"Posso chiedere... in che modo?"
"Non è importante! Hai avuto le tue scuse, i tuoi fiori...
che t'importa di come sono arrivati!"
"Eh che- Non capisco come un uomo come lui possa essere persuaso se
non- voglio dire... Uhm..."
"L'ho sedotto Rachel, sei felice ora?"
"S-Sedotto!? Sedotto come?"
"L'ho sedotto e basta! Gli ho fatto credere che mi sarei fatta portare
a letto e poi l'ho fregato! Fine della storia."
"Lo hai baciato?"
"Tu cosa pensi?!"
"Oh..."
"Già."
"Lo hai fatto per me..."
"Cosa?"
"Hai fatto tutto questo per me, per vendicarmi..."
"Rachel, facciamo finta che non abbia mai fatto nulla, va bene?"
"Perchè?"
"Perchè lo dico io."
"No, perchè devi sempre sminuirti? Qualuque cosa tu faccia
non
è mai importante, fatta eccezione ovviamente per le tue
piccole
stupidaggini che invece devi sempre rinfacciare a chiunque!"
"Di cosa stai parlando!?"
"Del fatto che ogni qualvolta che fai qualcosa di veramente buono devi
sempre far
finta di niente! Come quando torni dall'ospedale e mi racconti di aver
riattaccato un arto a qualcuno, o di avergli semplicemente ricucito il
viso! E' qualcosa di cui vantarsi, qualcosa di cui andare fieri! E
invece tu!? Tu fai finta di niente, come se non fosse niente di che! E'
insopportabile!"
"Sai cosa? Non è importante, facciamo finta che non ti ho
chiesto niente..."
"Ma-"
"I signori passeggeri
del volo AK518 per Los Angeles possono procedere al check in.".
"Oh! Finalmente! Ancora due minuti e ti avrei soffocata
con la
tua stessa valigia..." sospirò Santana scattando verso il
check-in.
"Prego." sorrise il poliziotto di guardia,
"C'ero prima io, Santana..." sbuffò Rachel passando avanti
alla
latina, lasciando orologio, stivali e cinta nel cestino, per poi
passare sotto il metal detector.
"Bip! Bip! Bip!".
"Signorina ha ancora qualcosa da togliere..." cominciò il
poliziotto lì vicino avvicinandosi.
"No, non è possibile non indosso nient'altro di metallico..."
"E' sicura?"
"Si, ne sono sicura... potrei per caso riprovare?"
"Vada pure.".
"Bip!
Bip! Bip!".
"Cosa!?" esclamò Rachel confusa.
"Posso passare io nel frattempo?" domandò Santana
già pronta.
"Prego."
"Guarda come si passa un controllo di sicurezza, Yentl..." sorrise la
latina
passando sotto al metal detector con una piroetta "Et voilà!"
"Cavolo..." sospirò la brunetta "Non capisco davvero cosa
possa essere!".
"Venga." provò la guardia afferrando il metal detector da
mano "Ora lo scopriremo.".
"Non suona vede! Non suona! Non ho niente addosso!" sorrise Rachel
vedendo come l'uomo continuasse a passare il metal detector lungo il
suo corpo.
"Non suona di proposito, signorina."
"Perchè?"
"Perchè chiunque ha qualcosa di metallico da nascondere ai
controlli non reagisce bene quando scopre d'essere stato
scoperto..."
"Oh... mi sembra ovvio..." sospirò Rachel "Ma io non sono un
terrorista..."
"E le credo, ma io sto facendo il mio lavoro... Oh, ecco, ci siamo-"
"Cos'è!?"
"Uhm... Signorina lei...
lei- vede..."
"Avanti! Non ho intenzione di aspettarla per più di due
minuti
ancora!" sbottò Santana avvicinandosi "Qual è il
problema!? Glielo dica e la facciamo finita!"
"Uhm... Lei ha... Lei ha per caso... come dire un... chiamiamolo
orecchino... attaccato... ehm... laggiù?"
"Oh mio Dio! Davvero, Berry!?"
"Cosa?!"
"Uhm..." cominciò imbarazzata la guardia "Ha per caso un..."
"Cosa!?"
"Rachel hai si o no, un maledetto piercing dove non batte il sole?"
"Cos- No! Ovviamente no! Ti sembro il tipo di persona!?"
eclamò
la brunetta per poi guardare la guardia e ripetere "Mi guardi! Le
sembro il tipo
di persona!?"
"Ma uhm... il metal detector segnala qualcosa proprio...
lì..."
"Cos'hai da nascondere?" domandò Santana curiosa.
"Niente!!!"
"Non c'è "niente"
evidentemente!" sbottò Santana, per poi
rivolgersi alla guardia "Mi permette di trascinarla un momento in quel
gabbiotto di sicurezza?"
"O-ok..."
"Cosa stai aspettando Barbra!? Vieni qui!" sbuffò la latina
spostandosi dentro la stanza.
"Che c'è?"
"Slacciati i pantaloni"
"C-Cosa?!"
"Avanti! Slaccia quei dannati pantaloni!"
"Cosa vuoi fare?!"
"Non guardarmi così, Berry... ti piacerebbe... ma non
è il tuo giorno fortunato! Ora fammi il piacere."
"Non capisco.."
"Berry, ora ti volterai, ti slaccerai i
pantaloni ed andrai
in esplorazione a cercare di scoprire se nella notte ti
è
cresciuta qualche escrescenza metallica!"
"Oh... Ok, questo posso farlo..."
"Grazie al cielo!"
Ziip.
"Oooh!"
"Abbiamo trovato l'intruso?"
"Sono le mie mutandine..."
"Porca miseria Rachel, ti facevo un po' strana ma non fino a questo
punto!"
"Non- Non è come pensi! Le mie mutandine hanno un
àncora di metallo cucita sul davanti!"
"Beh, allora è presto fatto! Hai delle forbicine?"
"Cosa vuoi fare?"
"Devi tagliare via l'àncora..."
"Ma è solo un àncora! Che male puo' fare!?"
"Non ho intenzione di passare altri minuti al check in quindi o tagli
via l'àncora o-"
"Non posso tagliare queste mutandine, sono di Victoria's Secret!"
"Ascolta Rachel perchè te lo dirò una volta sola,
dopodichè andrò al bar a farmi fare qualcosa di
alcolico
perchè Dio sà che non amo volare e volare con te
al
fianco sarà una vera impresa... Mi segui?"
"Si..."
"Hai due scelte. Scelta numero uno. Puoi tagliare quella stupida
àncora
e proseguire questo maledetto viaggio. Scelta numero due. Puoi
toglierti
quelle dannate mutandine e viaggiare fino a Los Angeles senza, anche se
quei jeans non sembrano così confortevoli... Scelta tua. Ti
aspetto al bar."
"Aspetta!"
"Cosa c'è ora!?"
"Aiutami!"
"Cosa devo fare?"
"Aiutami a levare l'àncora..." provò la brunetta
con un sorriso.
"Ok. Ok, devo ammetterlo, questa era decente. Ma non metterò
mai
le mani laggiù... E prima che te ne esca col tuo solito,
noioso e
puntualissimo "perchè",
la risposta è che so benissimo
chi ci ha messo le mani ultimamente e non vorrei prendermi qualcosa di
brutto..."
"Santana! Per favore, non è il momento di giocare!"
"Non puoi farlo da sola!?"
"Non vorrei bucherellarmi proprio laggiù... e beh...
soprattutto vorrei
cercare di tagliare le cuciture per salvare le mutandine e non posso
farlo da sola... Mi aiuterai?"
"Ci vediamo al gate Rachel..."
"Santana! Se non mi aiuti giuro che non ti lascerò in pace
nemmeno durante la conferenza! Rimarrò seduta con te tutto
il
tempo a farti stupide domande su ogni termine tecnico che
verrà
usato!"
"Non puoi entrare alla conferenza... devi avere un biglietto che non
possiedi..."
"Allora-"
"Allora cosa?" sorrise vittoriosa la latina allontanandosi.
"Santana!"
"Ciao, Rachel..."
"Se non mi aiuti giuro che faccio una copia delle chiavi
dell'appartamento a Sam! E sai cosa vuol dire! Sarà
lì
tutte le sere a parlare di Quinn e sbavarci sopra!"
"Non oseresti!"
"Oh, si che oserei!"
"Maledizione!"
"Avanti Santana... per favore!"
"Questo è un colpo basso..."
"Lo so..."
"Possiamo avere delle fobici!?" sbottò Santana rivolgendosi
alla guardia fuori dalla porta.
"Un momento..."
"Graz-".
"Non parlare Berry."
"Ecco qui... buon lavoro..." sorrise la guardia lasciando le forbici
sulla scrivania all'ingresso del gabbiotto.
"Grazie!" replicò Rachel con un sorriso.
"Sta ferma ora." sbuffò Santana inginocchiandosi "E non
parlare."
"Ok..."
"Fare la copia delle chiavi a Sam! Io non- come ti è venuta
in mente questa?"
"A quanto pare l'apprendista per una volta ha superato il maestro...
sai, in
un immagine ipotetica in cui io sono l'apprendista e tu il maestro se
non era chiaro."
"Rachel. Sto per mettere le mani in un punto molto delicato ed
ho delle
forbici in mano, sei sicura che questo sia il momento giusto per
provocarmi?"
"Hai ragione. Mi rimangio tutto."
"Bene."
"Bene..."
"Hai intenzione di ripetere tutto quello che dirò?"
"No, non lo farò, mi dispiace."
"Stai ferma. E zitta."
"Santana?"
"Giuro Berry, è l'ultima volta che mi lascio interrompere
senza alzare le man-"
"Grazie."
"In segno di gratitudine mi prometterai che rimarrai in religioso
silenzio fino a Los Angeles?"
"Va bene... Ci posso provare..."
"Allora vedi di impegnarti..."
____________________________________________________________________________________________
"Oooh! Finalmente un po' d'aria fresca!" sospirò Santana
finalmente fuori dall'aeroporto di Los Angeles.
"Wow! Fa caldo qui!"
"Benvenuta a LA, Berry..."
"Già mi piace! Cosa faremo ora?"
"Ora-" cominciò Santana per essere interrotta dal telefono
"Puck? Si, siamo arrivate. Cosa!? E cosa dovrei fare ora? No, devi
sbrigarti. Ti aspetto ma se tardi di un minuto te la farò
pagare
Puckerman!".
"Va tutto bene?" domandò Rachel notando la stizza con cui la
latina aveva riattaccato il telefono.
"Puckerman è in ritardo. Abbiamo ancora una decina di minuti
da aspettare..."
"Chi è Puckerman?"
"Puck!"
"Uhm... Chi è Puck?"
"Non ti ho mai detto niente di lui?"
"No... Ho sentito una volta Quinn, Sam e Kurt
parlarne ma..."
"Forse avrei dovuto parlartene, magari non saresti venuta qui..."
"Perchè? Chi è questo Puck Puckerman?"
"Noah
Puckerman, o meglio Puck, come lo abbiamo sempre chiamato
è... un simpatico puttaniere col cuore d'oro... Ma prima di
tutto è uno dei miei più cari amici... compagno
di mille
avventure, belle e brutte..."
"Da quando è qui a Los Angeles?"
"Da quando ha finito il liceo. Ha cominciato pulendo piscine, ora
possiede un'agenzia di pulizie. Non chiedermi come ha fatto
perchè non ne ho idea, so solo che è un fortunato
quanto
ostinato bastardo..."
"Capisco..."
"Oh e quando dicevo puttaniere col cuore d'oro, non intendevo che le
cose sono connesse. E' un puttaniere, ma per quello che vuole ha un
cuore d'oro..."
"Perchè me lo stai dicendo?"
"E' un implicito consiglio..."
"Non capisco..."
"Era un
implicito consiglio sul non farti portare a letto
possibilmente, primo perchè è un puttaniere e non
si
impegnerà mai seriamente, due perchè mi manca
solo avere
te e Puck fra i piedi..."
"Oh... Ed è carino?"
"Non è importante. Ho detto di no."
"Non puoi decidere per la mia vita!"
"No, ma sta pur certa che posso influire nelle decisioni di Puck,
quindi ripeto che non è importante se è carino o
meno."
"Questo Puck ha per caso la cresta?"
"Si. Come fai a-"
"Salve ragazze! Benvenute nella città degli angeli!" sorrise
Puck affacciandosi dal finestrino di una jeep nera.
"E' molto carino..."
"Non farci troppo la bocca... non succederà, Berry..."
"Vuoi scommettere?"
"Vuoi scommettere che al ritorno ti lascio qui?"
"E a chi terrai la mano sul volo di ritorno?"
"Io-"
"Touchè..." sorrise Rachel raccogliendo la sua valigia per
poi
avvicinarsi alla macchina del ragazzo e sorridere "Tu devi essere
Puck...".
"E tu devi essere la noiosa coinquilina di Santana... strano, non
sembri così noiosa... Per la cronaca, Noah Puckerman,
piacere di
conoscerti..."
"Piacere mio, Noah..."
"Tu vai dietro, Hobbit..." cominciò la latina
intromettendosi
per salire sul sedile anteriore "E tu tienilo nei pantaloni."
"Si, signora..." sorrise Puck avvicinandosi ad abbracciare l'amica "Mi
sei mancata, Santana..."
"Incredibile a dirsi, mi sei mancato anche tu Puckerman... Ora portaci
a casa, ho veramente bisogno di una dormita prima della conferenza..."
"Come desidera..." sorrise ancora il ragazzo ripartendo.
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Santana non era mai stata prima d'allora ad una conferenza
così noiosa.
Tanto per cominciare le "nuove" tecniche di rinoplastica non erano
affatto nuove, anzi erano dei vecchi metodi riciclati ed ammodernati.
Per non parlare poi dei vari oratori che continuavano a succedersi sul
palco... avrebbe quasi preferito passare il pomeriggio con Rachel in
giro per Los Angeles pur di sentire tutte quelle chiacchiere inutili.
Ma mancava solamente un'ora e la latina era decisa a finire la
conferenza come tutte le altre conferenze a cui era stata... magari lo
avrebbe fatto distraendosi un po', ma sarebbe arrivata fino alla
conclusione.
Una volta pescato il telefono dalla borsa Santana andò
diretta a leggere i tre messaggi in arrivo.
Rachel "Sono in
spiaggia! Los Angeles è così... spensierata! :D
Cosa facciamo stasera?"
Puck "Ehi Doc, te e la
tua amica non prendete impegni questa sera... Festa a casa mia..."
Pucl "E con festa
intendo festone animalesco da collegiali, spero che siate attrezzate
con il giusto vestiario...
A proposito della tua
amica... Sai cosa voglio dire?".
Sbuffando, Santana per prima cosa rispose velocemente a Rachel "Festa
da Puck", per poi dedicarsi a rispondere all'amico "Non so cosa tu
voglia dire e anche supponendo che lo sapessi, ti ho già
detto
di tenertelo nei pantaloni e visto che ci sei tieni anche le mani in
tasca... Per stasera è confermato, ci saremo."
Puck "Ti piace?".
La latina rimase un momento disorientata dalla domanda super diretta
dell'amico per poi rispondere velocemente "Non sono affari tuoi.".
Puck "Quindi ti piace. E
lei lo sa? E soprattutto è più per Adamo, per
Eva, o per Adeva?"
"Era troppo difficile chiedere del suo orientamento sessuale? E poi "Adeva"!? Hai
ricominciato a fumare?"
Puck "Non ho
ricominciato. E comunque l'importante era che capissi la domanda... E
allora?"
"Bi... ;)"
Puck: "Bi-bi o etero
curiosa?"
"Bi-bi, da quello che ha detto."
"Le piaci?"
"Non saprei..."
"Cosa aspetti per
scoprirlo!?"
"Non è che sia così interessata..."
Puck "Si, continua a
dirtelo."
"Sta zitto Puck."
Puck "Tu ed io dobbiamo
farci una bella chiacchierata... e per la cronaca la tua amica
è appena rientrata, quasi quasi vado a farle il quarto
grado..."
"Non provarci, Puck!"
"Ciao Santana ;)"
"Maledizione!" sospirò Santana attirando l'attenzione di un
collega poco vicino.
Guardando velocemente l'ora sul display del telefono, la latina decise
che una mezzora non era poi così tanto da perdere dopo due
ore e
mezzo di finto ascolto, così afferrando tutte le sue cose
Santana si diresse il più silenziosamente possibile verso
l'uscita, per poi chiamare un taxi e farsi portare fino alla piccolo
villino di Puck.
Salendo i gradini del patio la latina sentì e riconobbe
immediatamente la risata della sua coinquilina.
"Non è possibile!"
"Oh si! Lauren era cinque volte Santana, l'ha afferrata e lanciata
contro gli armadietti per poi farla letteralmente scivolare lungo il
corridoio proprio come fosse una palla da bowling!" rispose Puck
ridendo a sua volta.
Santana si decise ad entrare in quel momento lasciando che il silenzio
cadesse nella casa, per poi dire "Forse dovresti raccontarle dei tuoi
quindici giorni al carcere minorile per aver tentato di rubare un
bancomat... e di come hai spadroneggiato tra gli altri detenuti,
soprattutto."
"Ehi, San!" sorrise Puck "Era solo un saltino nel passato!"
"Già! Vederti nei panni di quella che le ha prese anche per
una
sola volta mi ha permesso di vederti sotto una nuova luce... Una buona
nuova luce..." sorrise Rachel.
"Eheh..." sospirò Puck sollevando le sopracciglia
suggestivamente.
"Allora? Non dovresti preparare per la festa?" domandò
Santana
cercando una volta per tutte di terminare la conversazione.
"Non devo preparare niente, ognuno porta qualcosa, io metto la casa e
due donne splendide..." sorrise il ragazzo.
"Ed a che ora comincerebbe questa festa?" domandò Rachel.
"Fra una mezzora..."
"Cosa!?" esclamarono in coro le due ragazze.
"Quando avevi intenzione di dircelo!" sbottò Santana.
"Devo prepararmi!" sbuffò Rachel alzandosi per dirigersi
immediatamente nella camera che avrebbe condiviso per la notte con
Santana.
"Maledizione Puck! Per essere stato con un infinità di
donne,
sicuramente non hai ancora capito niente di niente come
funzioniamo!"
"Mi spiace!"
"Sparisci. Anzi no, controlla che nessun idiota dei tuoi amici possa
arrivare al bagno o alla nostra camera..." ordinò la latina,
sparendo nella camera da letto.
"Ok, Berry, funzionerà così." cominciò
Santana "Io
dormo nel lato sinistro, tu in quello destro e non provare ad occupare
la mia metà di letto se ci tieni ai tuoi arti."
"Perchè vuoi il lato sinistro?"
"Perchè in quel modo, tendendo a dormire rivolta in quella
direzione, non avrò di fronte la tua faccia..."
"Oh... Cosa indosserai stasera?"
"E' così importante chiederlo? Fra poco probabilmente mi
vedrai indossarlo..."
"Era più una domanda di cortesia..."
"Bene allora, indosserò un vestito nero."
"Nero? E' una festa così seriosa?"
"Infatti sai cosa? Mi limiterò ad un paio di jeans ed una
maglietta, così da limitare anche le orde di idioti attratti
dal
tandem gambe-tette pazzesche..." sorrise soddisfatta la latina.
"Non è una cattiva idea..."
"Cosa?"
"Non hai tutti i torti..."
"Non vuoi rimorchiare nessuno?"
"Nah... e poi al massimo sarebbe qualcosa da una sola notte, visto che
dopo domani si torna a New York..."
"Beh, una sola notte è sempre meglio di niente..."
commentò Santana.
"Guarda un po' da chi viene la predica... non è
vero San?"
sorrise Rachel, stavolta giocando.
"Già..." sospirò Santana "Beh, sarà il
caso di
vestirci prima che qualche cazzone amico di Puck ci piombi in camera e
ricordami di chiudere a chiave una volta che ci siamo vestite..."
"Va bene..."
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La serata era stata pazzesca ed alle quattro e trenta del mattino
Santana poteva tirare le somme.
Erano anni che non passava una serata così
divertente e spensierata, senza tra l'altro essere devastata
dall'alcool.
Cosa che invece non poteva dirsi di Rachel che aveva fatto la scoperta
della tequila e del margarita, che continuava a ridere a crepapelle e
tentava di
ballare con un gruppo di amici ed amiche di Puck.
Era strano vedere Rachel per una volta così disinvolta e
libera.
Era un lato di lei che aveva visto sempre per così poco
tempo e
così raramente che non riusciva letteralmente a toglierle
gli
occhi di dosso.
"Ehi!" sorrise Puck.
"Wow..." rispose Santana.
"Cosa?!".
"Non sei ubriaco perso, nè strafatto..."
"Già..." sorrise il ragazzo "In fondo casa è mia
e devo essere io a controllarla..."
"Qualcuno ha fatto il passo finale tra adolescenza ed età
adulta?"
"Nah.. quello l'ho compiuto un paio d'anni fa!" sorrise Puck "Diciamo
che sono semplicemente cambiato... e tu?"
"Cosa?"
"Sei cambiata?"
"Ti sembro cambiata?"
"In effetti? Si."
"Davvero?"
"Beh... tanto per cominciare sei ad una festa praticamente sobria, e
stai guardando quella ragazza con uno sguardo che non vedevo da anni..."
"Puck non paragonar-"
"Non l'ho paragonata a Lei. Tu ed io sappiamo bene che non
esisterà mai su questo mondo qualcuno come Brittany..."
sospirò Puck "Ma questo non significa che qualunque altra
persona sia necessariamente peggiore
di Britt, sarà semplicemente diversa...
Santana annuì non volendo continuare la conversazione, ma
proprio quando Puck stava per tornare a rompere il ghiaccio, sorridendo
Santana disse "Non chiedermi perchè, ma sei l'unica persona
che
non mi infastidisce quando nomina Brittany..."
"Che onore..." sorrise il ragazzo.
"Lo è." replicò Santana.
"Uhm... forse è il caso di andare ad occuparti della tua
amica prima che scivoli e si rompa qualcosa..."
"Credo sia proprio il caso di internvenire..." annuì Santana
guardando Rachel cercare di versarsi dell'acqua in un bicchiere
inesistente.
"Aspetta, prima dobbiamo onorare una tradizione..." cominciò
il ragazzo.
"L'ultimo bicchiere?"
"L'ultimo bicchiere!" sorrise Puck afferrando una bottiglia di tequila.
Una volta riempiti i bicchieri Santana sorrise sollevando il braccio
"Alla nostra, Puck...".
"No... questa è tutta per te... Alla tua, San..." rispose
Puck
brindando con l'amica "Comincio a cacciare i superstiti. Divertiti,
tu..." sorrise il ragazzo dando una pacca sulla spalla della latina.
"Rachel..." cominciò Santana togliendo la bottiglia d'acqua
ormai quasi finita dalle mani della ragazza.
"Saaaan! Vieni a ballareeee!".
"Andiamo Rachel... Per stasera hai ballato abbastanza..." sorrise
Santana divertita.
"Io! Io ho ballato! Tu non hai ballato!"
"Si che ho ballato, Barbra... Ed ora andiamo, avanti..." insistette la
latina prendendo la brunetta per il polso cominciando a camminare verso
la camera.
Ma Santana in risposta sentì la mano di Rachel stringere la
sua e ritirarla nel mezzo del salone.
"Ancora una canzone! Una canzone sola! Balla con me Santana!"
"Rachel-"
"Ti preeego! Ti prego Santana! Ancora una canzone!"
"E va bene..." sospirò la mora "Ma una canzone e poi andiamo
a dormire sia chiaro.".
"Lo prometto sulla mia collezione di Barbra!"
"Allora posso fidarmi..." sorrise Santana lasciandosi andare, facendo
felice la brunetta.
Era una sensazione così nuova ed eppur così
familiare per Santana.
La confidenza, l'affiatamento, la naturalezza che c'era tra lei e
Rachel, per quanto volesse far finta di nulla, era qualcosa che la
faceva stare bene, che riusciva a farla sorridere con estrema
facilità e che soprattutto la aiutava a distogliere tanti
pensieri.
Al termine della canzone, come promesso, Rachel si lasciò
letteralmente trascinare verso la camera da letto, per poi gettarsi a
peso morto sul letto con tutti i vestiti.
"Rachel, prima di tutto quello è il mio lato. Inoltre
sarebbe il
caso che ti togliessi almeno le scarpe se non anche i jeans."
"Mmm... stanca..."
"Ok. Le scarpe posso togliertele. Posso toglierti anche la cinta... ma
al resto ci pensi tu..." sbuffò Santana mettendosi al lavoro
sugli stivali della moretta.
"Aspettaaaa!"
"Cosa?" sospirò la mora.
"Mi dispiace per la puzza..."
"Quale puzza?" provò Santana annusando tentativamente l'aria.
"Quando li porto tante... poi... puzzano..."
"Allora metteremo gli stivali fuori dalla finestra..."
"Noooo i miei piedi!"
"Oh Dio... che schifo..."
"Scommetto che i tuoi piedi invece profumano di lavanda, veeeero?"
"No, ovviamente no."
"Allora!"
"Facciamola finita Rachel, puzza o non puzz-"
"Si dice cattivo odore!"
"Ma finora hai detto- Lasciamo stare..." cominciò Santana
per poi arrendersi e limitarsi a sfilare gli stivali dell'amica.
"Ok, Rachel, ora sfiliamo la cinta e dovrai darmi una mano..."
cominciò Santana slacciando la fibbia e sfilandola dal lato
"Ora
mettiti sul fianco. No. L'altro fianco- Ecco, ferma..."
sospirò
la latina finalmente riuscendo ad ottenere la cinta.
"Mmm voglio dormire..."
"Bene. Dormi!"
"I miei jeans pungono..." piagnucolò la brunetta cercando di
sfilarsi disordinatamente i pantaloni.
"Aspetta- Aspetta! Smettila di scalciare e lasciami fare!"
"Ooook..."
"Uhm... Rachel devi aiutarmi... Solleva il bacino..."
"Perchè?"
"Perchè così posso toglierti i jeans
più facilmente..."
"Così?"
"Si, così... Ecco fatto... Ora puoi tornare giù."
"Abbiamo finito?"
"Uhm... Aspetta, togliamo quell'orrenda collana col pesce..." decise la
latina temendo che la ragazza potesse strozzarcisi, letteralmente, date
le circostanze.
"Maledizione, Rachel..." cominciò Santana avvicinandosi a
cercare il gancetto della collana "Chi indossa delle collane
così orrend-cosa-".
Santana non riuscì a concludere la frase.
In un decimo di secondo aveva sentito la mano di Rachel stringere la
maglietta al suo collo e tirarla verso di lei.
Un istante dopo Rachel la stava baciando, e non era nulla di
somigliante ad un bacio innocente.
Era tutt'altro che innocente.
Santana non riusciva a pensare.
Dentro di sè sapeva che doveva fermarsi ma, d'altro canto,
la
mano di Rachel sulla sua nuca, stretta ai suoi capelli, senza contare
quella ancora stretta sulla sua maglietta, non le dava poi
così grande libertà di scelta.
Santana si ritrovò a baciare Rachel in risposta, per
diverso,
lungo, tempo.
Non sapeva cos'altro fare, non sapeva come altro comportarsi, anche
perchè (e dovette ammetterlo) la sensazione era veramente
bella.
Continuò a rispondere a quel bacio fino a quando la
brunetta, con un sospiro, non decise di
staccarsi.
"Rach-"
"Sai del sapore del fuoco..." mormorò la brunetta con un
sorriso beato.
"Uhm... probabilmente è la tequila..."
replicò Santana senza nemmeno capire perchè si
fosse
degnata di risponderle.
"Tequila significa fuoco?"
"No..."
"Cosa significa tequila?"
"Significa... tequila... ?"
"E come si dice fuoco?"
"Fuego..."
"Dillo di nuovo!" sorrise curiosa Rachel senza mollare la presa sui
capelli della latina, tenendola vicina al suo volto.
"Fuego." ripetè Santana quasi divertita.
"La tequila, dovrebbe chiamarsi... Fueg... -uila..."
"Certo..."
"Perchè tu sai di fuoco..." sorrise Rachel strappando un
altro piccolo bacio alla latina sopra di lei.
"Oook..." provò Santana cercando di allontanarsi.
"Santana?"
"Mh?"
"Santana significa fuoco?"
"No..." sorrise la mora.
"Cavolo... Lo spagnolo non ha alcun senso!" replicò
frustrata Rachel.
"Rachel, per favore, ora lascia i miei capelli e dormi... ok?"
"Come dici buona notte in spagnolo?"
"Buenas noches... y dulce sueños." replicò
automaticamente Santana.
"E' una frase veramente luuunga per dire solo buonanotte..."
"Rachel, ti preg-" tentò nuovamente la latina, per essere
zittita dall'ennesimo bacio.
"Buenas noches, Santana..."
"Buona notte, Rachel..." rispose Santana finalmente prendendo la sua
posizione, o meglio quella che doveva essere dell'amica, per poi
chiudere gli occhi.
Con un sorriso, grande almeno quanto confuso, sulle labbra.
______________________________________________________________________________________________
Alleluja!
Ce l'abbiamo fatta!!!
Fatemi sapere cosa ne
pensate e se pensate che la storia stia prendendo il verso giusto!
Vi ricordo che mi
trovate qui
http://northstar-efp.tumblr.com/
https://twitter.com/NorthStar_Efp
https://www.facebook.com/pages/NorthStar/129073120562595?ref=tn_tnmn
Ma vi prego! Non
recensitemi al di fuori di qui xD
Un abbraccio
Northstar
|
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Capitolo 11 *** An unexpected departure ***
boh
"Mmm..." sospirò Rachel stiracchiandosi nel letto.
"Buongiorno." sentì la brunetta alle sue spalle.
"Oh mio Dio!!!" esclamò la ragazza voltandosi di colpo,
portandosi per istinto le coperte fino al mento.
"Ehi, ehi, ehi! Ti sembra questo il modo di darmi il buongiorno?"
sbuffò Puck accarezzandosi la cresta.
"Cosa ci fai qui!?"
"E' casa mia!" sorrise il ragazzo.
"Nel MIO letto!" esclamò la brunetta per poi spalancare la
bocca terrorizzata "Noi abbiamo- Noi- voglio dire-"
"Nah... Magari..." sospirò Puck.
"Allora!? Cosa ci fai qui!?"
"Beh, nel mio letto c'è una rossa decisamente focosa, ora lo
so
per esperienza, che non ho alcuna intenzione di rivedere... e beh... Mi
sto nascondendo qui..."
"Molto maturo..." commentò Rachel sbirciando sotto le
coperte.
"Sei vestita. Già controllato."
"Ma-"
"Non c'è di che..."
Rachel corrugò le sopracciglia confusa per poi osservare
"Questa
coperta ha lo stesso profumo di Santana.
A proposito,
dov'è?"
"In spiaggia. Credo"
"Credi?"
"Mhmh. E' uscita senza dire niente, conoscendola ho tirato ad
indovinare e ho detto in spiaggia."
"Ungh...." sbuffò la brunetta alzandosi "Dimmi che hai del
caffè in cucina."
"Probabilmente." rispose Puck per poi riprendersi "Ehi Rachel?"
"Cosa c'è?"
"Mi raccomando, se incontri la rossa... acqua in bocca..." sorrise il
ragazzo con un occhiolino.
Rachel uscì veloce dalla stanza, recandosi immediatamente in
cucina a scaldare quello che sembrava essere caffè.
"Scusa-"
La brunetta alzò lo sguardo trovandosi di fronte proprio la
ragazza dai capelli rosso fuoco.
"Ciao, stavo cercando Puck... Sai per caso dov-"
"Nella mia stanza." rispose semplicemente Rachel indicando il corridoio.
"TRADITRICE!" esclamò Puck dietro la porta chiusa.
"Grazie." sorrise grata la rossa raggiungendo il ragazzo.
"Non c'è di che." sorrise Rachel sorseggiando lentamente il
caffè che aveva trovato.
Dopo qualche tentativo di ricostruzione della serata e della nottata
appena passate, la brunetta afferrò annoiata il telefono
dalla
sua tasca digitando velocemente un sms per Santana.
"Dove sei?"
Qualche secondo dopo arrivò la risposta della latina.
"Spiaggia."
"A fare cosa?"
"A sciare." lesse la brunetta rimanendo sorpresa.
"Pensavo avessimo superato la fase delle risposte maleducate..."
La ragazza
posò qualche secondo il telefono sul tavolo, cercando
di ricordare un motivo qualunque per cui Santana potesse avercela con
lei.
"Hai ragione. Avanti, Rachel. Dimmi."
"Ho per caso fatto qualcosa di sbagliato?"
"Non saprei. Dovresti
dirmelo tu."
"Capisco..." scrisse ironicamente Rachel "Ne parliamo quando torni."
"Non aspettatemi per
pranzo." rispose ancora una volta la latina.
"Ci risiamo..." sbuffò Rachel alzandosi a sciacquare la sua
tazza per poi sentire un indistinto "OUCH!" provenire dalla
"sua"
camera.
Dopo qualche secondo, prevedibilmente, la rossa uscì dalla
camera con un sorriso soddisfatto rivolgendosi di nuovo a lei con
un "Grazie!", per poi uscire dall'appartamento.
Altrettanto prevedibilmente, Puck seguì la ragazza entrando
in cucina con le sopracciglia sollevate quasi a mo' di sfida.
"Cosa?"
"Quale parte di "Acqua
in bocca" non avevi ben compreso?"
"Solidarietà femminile."
"Cosa?"
"Solidarietà femminile." ripetè Rachel.
"Cosa centr- Cosa vuol dire?".
"Vuol dire che, tra un ragazzo che conosco da due giorni ed una ragazza
che quel ragazzo ha deciso di portarsi a letto con l'intenzione di
scaricarla la mattina dopo, scelgo di stare dalla parte della ragazza."
"Ma io ti sto ospitando qui!" osservò Puck.
"Spiacente. Il genere vince sull'ospitalità."
"Scortese!" protestò il ragazzo.
"Puttaniere." replicò veloce Rachel.
"Sparagiudizi!" insistette Puck.
"Senti chi parla!"
A quel punto il ragazzo si lasciò andare ad una risata.
"Che c'è?"
"Ora capisco perchè non sei fuggita dopo una settimana di
convivenza con San... Voglio dire lei è una tosta, ma anche
tu
non scherzi..."
"A proposito... Santana mi sta trattando con... come dire... una certa
freddezza."
"Che novità..."
"Una freddezza che credevo avessimo superato..."
"Mmm, quindi? Cosa centro io?"
"Questa notte, ho combinato qualcosa che potrebbe averla...
contrariata?"
"Non saprei cosa potrebbe o no contrariare Santana..."
"Facciamo così. Descrivi la mia serata per quello che hai
visto."
"Dunque... Hai bevuto, bevuto e... bevuto. Ti ho visto ballare. Ti sei
strusciata su un paio di miei amici ma Santana ti ha recuperato per
tempo... Poi, vediamo... Hai bevuto e bevuto ancora.... Hai ballato con
Santana, che poi ti ha accompagnato a dormire... Poi mi sono portato
via Andy la rossa e fine."
"Santana mi ha recuperato dalle grinfie dei tuoi amici."
"Si."
"E mi ha accompagnato a dormire?"
"Si."
"Il che significa che è stata lei ad aiutarmi a mettermi a
letto..."
"Immagino di si..." rispose ancora una volta Puck.
"Sicuro?"
"Si."
"In pratica mi ha fatto da baby sitter." osservò Rachel.
"Non la metterei esattamente così... Ma in un certo senso..."
"Ovviamente ora mi odia... Le ho rovinato la serata..."
"Nah... a me è sembrata piuttosto divertita ieri sera..."
rispose Puck versandosi il caffè "Ma è Santana,
non sai
mai cosa aspettarti davvero..."
"Posso farti una domanda Puck?" domandò Rachel dopo qualche
secondo di silenzio.
"Sentiamo."
"Anche tu eri amico di Brittany vero?".
Puck per poco non si era strozzato col suo stesso caffè alla
menzione di quel nome.
"Oh- Mi spiace! Non volev-"
"No. No... Tutto a posto, tranquilla." cominciò Puck
"Davvero,
è solo che... non sono abituato a sentir effettivamente
nominare
il suo nome. E' un po' un tabu di fronte a Santana..."
"Già..." sospirò Rachel abbassando lo sguardo.
"Comunque... siamo tutti cresciuti insieme... quindi si,
eravamo amici."
"Come era Lei?"
"Lei- Brittany, era bellissima e spontanea e- incredibilmente
straordinaria in ogni singolo aspetto ..." sorrise il ragazzo con
nostalgia "Mi è sempre piaciuto pensare che quella sua
ingenuità, quel suo essere diversa da chiunque altro,
derivasse
dal fatto che Lei ha sempre vissuto in un mondo tutto suo, un mondo
invisibile agli altri. E credo che solo Santana sia riuscita veramente
ad accedere a quella parte di Brittany, quella stessa parte che
è riuscita a farla sciogliere come ghiaccio al sole..."
"Non era così... distaccata, con lei... vero?"
"Durante il liceo Santana ha dovuto vedersela con
le insicurezze e
le paure che derivano dalla sua diversità. Per questo
è
sempre stata così fredda, per difesa..." spiegò
il ragazzo "Ma con
Britt? Mpf! Tutta un'altra storia. Era come un cucciolo al
guinzaglio!"
Rachel sorrise all'idea di una Santana così diversa da
quella che aveva imparato a conoscere.
"Mi sarebbe piaciuto poterla vedere così..."
"Cotta?" suggerì Puck.
"Già..."
"Santana non è così come sembra, credimi. E'
tutt'altro
che fredda o distaccata. Per le sue persone, darebbe l'anima."
"Lo so. Mi ha già mostrato questo suo aspetto
fortunatamente."
Dopo qualche lungo minuti di silenzio, Puck se ne uscì fuori
dal nulla con "E' come un limone.".
"Come?" domandò Rachel confusa.
"Santana, intendo."
"Sei stato fino ad ora a pensare a questo... paragone?"
"Mhmh." annuì Puck per poi ripetere "E' proprio come un
limone."
"Puck, adoro metafore e similitudini ma così è un
po' troppo criptica..."
"Un po' tropo cosa?"
"Incomprensibile."
"Voglio dire, prova a dare un morso ad un limone... è aspro
e
immangiabile... Ma se a quel limone aggiungi un po' di zucchero ne esce
fuori una delle cose più buone di sempre!"
"Oh..." annuì Rachel "Quindi stai implicando che Brittany
per lei fosse lo zucchero in questione..."
"Si. Cioè, non proprio... Brittany era uno zucchero, uno
dei
migliori compatibili con il limone, questo è certo... Ma
ciò non toglie che altri zuccheri possano attenuare il
sapore
aspro di Santana."
"Devono essere zuccheri molto, molto rari calcolando il tempo che
Santana sta passando come "solo
limone"..." osservò Rachel.
"E' che quando sei abituato alla perfezione e sei convinto che quella
perfezione sarà tua per sempre, è tutt'altro che
facile
tornare a credere che quella perfezione possa tornare e che soprattutto
possa durare..."
"Dovevano essere una grande coppia..."
"Hai presente le coppie dei film romantici? Quelle così
assurde,
in cui l'uno è perfetto per l'altra a tal punto da farti
quasi
schifo, ma che allo stesso tempo ti fanno sospirare come una
liceale innamorata in preda agli ormoni?"
"Si."
"Ecco. Hai ottenuto Britt e San."
In quell'istante entrambe i ragazzi si voltarono verso la porta
sentendo chiaramente il rumore delle chiavi nella serratura.
Aperta la porta si trovarono davanti ovviamente Santana. Ma fradicia
dalla testa ai piedi.
"Pensavo non saresti tornata per pranzo..." osservò Rachel.
"Se non lo hai notato, sta diluviando." rispose brevemente la latina
muovendosi diretta verso la camera da letto.
Rachel guardò Puck confusa.
"Dev'essere solo una giornataccia... vedrai..." rispose il ragazzo.
"Cos'hai da mangiare Puck?" chiese Santana rientrando in cucina mentre
si strofinava i capelli con un asciugamano.
"Esplora pure. Io vado a farmi una doccia." disse Puck dileguandosi.
Mentre Santana frugava tra i vari scaffali del frigorifero, Rachel ne
approfittò avvicinandosi leggermente.
"Allora, come si stava in spiaggia?".
"Magnificamente, fino a venti minuti fa." replicò veloce
Santana.
"Capisco." annuì la brunetta "Potevi chiamarmi, sarei venuta
volentieri in spiaggia a farti compagnia."
"Avevo voglia di stare sola."
"In questo caso ti avrei lasciato in spiaggia mentre mi facevo una
passeggiata lungo il bagnasciuga..."
"Tralasciando il fatto che sei incapace di tenere la bocca chiusa per
più di dieci minuti e che, di conseguenza, debba
necessariamente essere in compagnia di
qualcuno e quel qualcuno sarei inevitabilmente stata io, e per questo
ho preferito evitare di chiamarti, credevo
che dopo quello che hai combinato ieri sera preferivi riposare."
"Santana..." sbuffò Rachel infastidita.
"Cosa?"
"Mi dispiace per ieri sera, ok? Ho esagerato, ma sono un essere umano
anche io! A volte posso perdere il controllo e comportarmi in maniera
dissoluta! Ma non capisco perchè ne devi fare una tragedia!"
"Oh..." sospirò Santana interrompendo la sua ricerca di
cibarie
nel frigorifero "Ed io credevo che ne avresti fatta tu una tragedia..."
"Sono cose che succedono..." insistette la brunetta.
"Ok." tagliò corto la latina.
"Ora siamo a posto?"
"Sei seria Rachel?" sbuffò Santana voltandosi per la prima
volta dall'inizio della conversazione.
"Va bene, va bene. Cercherò di tacere almeno fino a New
York, sei felice ora?"
"Si. Decisamente." replicò la mora chiudendo il frigo per
poi
afferrare un ombrello vicino alla porta ed annunciare "Vado a cercare
qualcosa di veramente commestibile."
"Ricorda che abbiamo un'aereo da predere fra-"
"Tre ore." terminò Santana "Non ho bisogno di un agenda
vivente. Me la cavo benissimo da sola."
"Ma-" provò Rachel senza successo, trovandosi la porta
chiusa in faccia.
Era chiaro che doveva lasciar cadere la cosa, sperando che almeno
Santana tornasse ad avere il suo solito comportamento nei suoi
confronti.
_______________________________________________________________________________________________________
Il viaggio di ritorno era stato meno movimentato del primo e Rachel
aveva notato con dispiacere come Santana, ad ogni turbolenza,
continuava ad aggrapparsi al
bracciolo del sedile invece che alla sua mano, come era successo per il
volo d'andata.
Allo stesso modo, arrivate a casa, Santana aveva continuato
pressoché ad ignorare la brunetta.
E così per i giorni successivi.
Quando Kurt l'aveva invitata una sera a bere qualcosa insieme, Rachel
aveva risposto si, immediatamente, pur di poter parlare a qualcuno
della separazione in casa che viveva con la latina, non sapendo nemmeno
il perchè.
Il ragazzo la stava aspettando al suo solito posto, nel pub che ormai
anche la brunetta conosceva a menadito.
"Ehi!" sorrise Kurt salutandola con la mano.
"Ehi, Kurt!" rispose la brunetta avvicinandosi ad abbracciare l'amico.
"Ti ho preso un appletini."
"Mmm! Grazie!" sorrise la brunetta prendendo il suo posto di fronte al
ragazzo "Mi aspettavo di trovare anche Quinn!"
"Quinn è con Santana." disse semplicemente Kurt.
"A casa nostra?"
"Si."
"Perchè?"
"Perchè cosa?"
"Non potevano uscire con noi? Voglio dire, non potevamo uscire tutti
insieme?"
"Oh... Vedo che hai preso piuttosto bene questa storia... E io
che pensavo saresti stata tu a farne una tragedia..."
"Uhm... Una tragedia su cosa, esattamente?"
"Su quello che è successo a LA..."
"Oh mio Dio..." sospirò Rachel con un sorriso "Ho bevuto e,
ok, forse sono stata un po' troppo
disinibita e Santana ha finito per pagarne le spese! Ma non vedo per
quale motivo dovrei farne una tragedia!"
"Forse ti ho giudicata un po' troppo... ansiosa sai?"
"Davvero?" chiese retoricamente Rachel sorseggiando il suo drink.
"Si, voglio dire... Va bene, quel che succede a LA resta ad LA... Ma un
bacio, anzi per quanto ne so più di uno e piuttosto focosi,
credevo avrebbero fatto
più effetto su te che su Santana nelle vostre strane
dinamiche. Che strano..."
"Come?" chiese Rachel confusa.
"Si, voglio dire. Santana è-"
"Di cosa stai parlando?! Quale bacio-"
"Baci."
"Cos- Non capisco..." riprese Rachel.
"Oh..." esclamò Kurt sollevando le sopracciglia.
"Oh, cosa?!"
"Uh-oh..."
"Kurt? Ti dispiacerebbe passare dai monosillabi a frasi di senso
compiuto!?"
"Uhm... Cosa ricordi della notte a Los Angeles?".
"Poco e niente. Puck mi ha riassunto la serata dicendomi che ho bevuto
veramente tanto, non che ci fosse bisogno di ricordarmelo... Poi mi ha
detto che mi sono strusciata ad un paio di suoi amici e che poi Santana
si è occupata di me."
"Capisco..." rispose Kurt giocherellando nervosamente col suo foulard.
"Cosa?"
"Vedi- Puck non ha potuto dirti proprio tutto, tutto..."
"Tipo?"
"Beh, tipo quello che è successo in camera da letto..."
sospirò Kurt.
"Oh Dio-"
"Già."
"Non abbiamo-"
"Oh no, no, no! Ma in compenso c'è stato uno
scambio di...
baci, come dicevo prima... Cominciato e portato avanti esclusivamente
da... te."
"Cavolo, cavolo, cavolo!" sospirò Rachel affondandosi le
mani tra i capelli "Ora capisco... Dio sono un disastro!"
"Vedi? Ti avevo valutato alla perfezione!"
"Cosa ti ha detto Santana?" chiese immediatamente la brunetta cercando
di concentrarsi e calmarsi.
"Strano a dirsi, è rimasta molto delusa dal tuo...
sottovalutare la cosa. Insomma stando a lei era come se avessi
minimizzato il tutto come fosse successo nulla..."
"Ovvio che fosse offesa e arrabbiata! L'ho trattata come- come fosse
successo niente!"
"Già..."
"Cosa faccio ora!? Glielo dico? Le spiego tutto? Le chiedo perdono e mi
prostro umilmente ai suoi piedi?"
"Forse è la cosa migliore da fare se ti auguri di far
tornare le cose come erano prima...".
Rachel si alzò di colpo, afferrando la sua borsa.
"Dove stai andando?" chiese Kurt confuso.
"A fare tutte queste cose!"
"Oh non penso proprio." replicò il ragazzo afferrando la
brunetta per la giacca tirandola di nuovo verso la sedia "Prima
dobbiamo parlare di un paio di cosine se non vuoi che la situazione
finisca per degenerare del tutto...".
"Ossia?"
"Mettiti comoda, tesoro.".
_____________________________________________________________________________________________
"Ed ora?"
"Ora cosa?" chiese Santana sorseggiando la sua birra sul divano.
"Come siete rimaste?" chiese Quinn confusa.
"Ah non saprei. Non parliamo da giorni."
"E ti sembra il comportamento giusto."
"Se lei fa finta di niente, farò finta di niente anche io.
Mi sto adeguando al suo comportamento. Tutto qui.".
"Maturo."
"Cosa devo fare? E' stata lei a baciarmi e far come se niente fosse
successo..."
"Sai una cosa?" cominciò Quinn "Non avrei mai pensato che
avresti dato tanto peso ad un bacio."
"Ok. Prima di tutto non era un bacio, ma erano diversi baci, e non
erano esattamente il tipo di baci che si scambiano due amiche. E poi- E
poi, niente." concluse Santana sospettosamente.
"Cosa?"
"Niente."
"E poi cosa?" insistette Quinn.
"Niente, te l'ho detto!" replicò Santana infastidita.
"Vorrei farti una domanda ma non so se voglio rischiare la vita...
Voglio dire sono piuttosto giovane..."
"Cosa devi chiedermi?"
"Prometti di non azzannarmi alla gola, o di
arrecarmi danni permanenti o- di non mettermi le mani addosso?"
"Promesso-"
"No. Ripeti tutto."
"Prometto di non azzannarti, di arrecarti danni
permanenti e
di non mettermi le mani addosso." ripetè meccanicamente
Santana
"Ora, sentiamo. Cosa devi chiedermi?"
"Non credi che magari... potresti provare qualcosa per Rachel?"
"Mpfff!" sbuffò Santana "Come ti viene in mente!?"
"Non è un reato innamorarsi, sai?"
"Quinn-"
"No, lasciami finire." la interruppe la bionda "Non è un
reato e non è irrispettoso nei confronti di tu-sai-chi."
"Voldemort?"
"Santana. No. Non funziona."
"Cosa?"
"L'ironia." replicò secca Quinn "Non puoi sempre nasconderti
dietro una battuta. Come non puoi nasconderti dietro una cattiveria o
un'alzata di voce."
"Cambiamo argomento..."
"No. No, perchè devi capire che- che per quanto sia doloroso
e
ingiusto, tu non sei morta con Brittany. Tu sei qui, Santana. Respiri e
mangi e cammini e- continui con la tua vita. Tu sei viva."
"Credi che non lo sappia?" rispose fredda la mora.
"No invece, credo che tu non te ne renda conto." riprese Quinn "Sei
viva? E allora vivila questa vita, tu che hai la fortuna di essere
ancora qui! E sai cosa? Provare dei sentimenti è parte del
vivere e non c'è niente di male!"
"Ma Britt-"
"Cosa? Credi che vorrebbe vederti ridotta in questo stato? Dopo tutti
questi anni, ti sei lentamente svuotata, sei rimasta un guscio Santana.
Solo un guscio. E ora che hai l'occasione di ricominciare a riempirti
di sensazioni, sensazioni positive, cosa vuoi fare? Continuerai a
nasconderti
dietro la scusa di Brittany?".
Dopo alcuni secondi di silenzio, Santana disse "Fammi di nuovo la
domanda."
"Provi qualcosa per lei?"
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"Kurt!" esclamò Rachel
"Che c'è, a questo punto è una domanda lecita!"
"Io non- Non lo so, non ricordavo nemmeno di averla baciata..."
"Ti dice niente il detto "In vino veritas"?"
"Ti prego..."
"E' vero. Una volta ubriachi perdiamo tutte le inibizioni, tutti i
freni... Magari era quello che volevi fare da un po'... E l'amico
alcool ti ha semplicemente dato una spinta..."
"Kurt!"
"Avanti, Rachel. Scherzi a parte. Sai che con me puoi parlare di tutto
quello che vuoi. La domanda è semplice. Provi qualcosa per
lei?"
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"Ero- Ero felice quella notte. Dopo che mi ha baciato..."
spiegò
Santana "Ma non so se questo significa che provi qualcosa per lei..."
"Visto?" sorrise Quinn "Hai già fatto dieci passi avanti..."
"E adesso?"
"Adesso cerca di fare ordine nella tua testa. E magari cerca di
scoprire cos'è che provi per lei."
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"Io-"
"Tu?"
"Puo' darsi- Non-" balbettò la brunetta.
"Ok, Rachel" cominciò Kurt "Prendi un respiro e dimmi quello
che ti passa per la testa."
"Devo parlarle." rispose Rachel raccogliendo la giacca "Devo parlarle e
devo sistemare le cose perché- devo capire cos'è
che l'ha
sconvolta."
"Ora?"
"Immediatamente. Devo andare Kurt. Grazie mille!" sorrise Rachel
correndo verso l'uscita del locale.
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Era arrivata a casa di corsa, premendo ripetutamente il tasto di
chiamata dell'ascensore che tardava ad arrivare, per poi decidere di
prendere le scale e farle di corsa.
"Ehi!" aveva sentito la brunetta di fronte a sé.
"Ehi, Quinn!" sorrise Rachel.
"Dimenticato qualcosa?"
"Uhm, no. Devo parlare con Santana!"
"Allora faresti meglio a sbrigarti..."
"Perchè?"
"Devo andare..." sospirò Quinn "Ci sentiamo domani?"
"Va- va bene..." sorrise Rachel salutando la bionda.
"Buonanotte." replicò la ragazza.
Rachel frugò velocemente nella borsa alla ricerca delle
chiavi,
per poi aprire velocemente la porta e chiamare immediatamente
"Santana?".
La latina era in piedi vicino al bancone della cucina col telefono in
mano. Le aveva subito fatto cenno di aspettare.
Rachel aveva annuito togliendosi intanto la giacca e cercando di
prendere qualche lungo respiro.
"Cosa succede?" chiese la latina una volta terminata la chiamata.
"Dobbiamo parlare."
"Ora?"
"Si, assolutamente." cominciò Rachel.
"E di cosa dovremmo parlare?"
"Santana, io non ricordavo niente!"
"Di cosa?"
"Della notte a Los Angeles, non ricordavo niente! Me lo ha detto
Kurt poco fa! Non ricordo niente! Non ricordo dei baci io- Non ricordo
niente!"
"Oh..." sospirò la mora.
"Mi dispiace Santana, se ti ho fatto sentire... ignorata, io-"
"Va bene." la interruppe la latina poggiandosi al bancone della cucina.
"Va bene?" domandò Rachel confusa.
"Se non li ricordi nemmeno, dubito che quei baci fossero
intenzionali..."
"Cosa vuol dire?"
"Niente- niente."
Dopo qualche imbarazzante secondo di silenzio, Rachel prese coraggio
per chiedere "Santana... Perchè eri così
arrabbiata per
la mia... indifferenza?"
"Lascia stare, Rachel. Facciamo finta che non sia successo niente, ok?"
"No, voglio sapere perchè eri così... delusa,
così amareggiata dal mio comportamento..."
"Beh, mi hai baciato e hai fatto finta di niente, come mi sarei dovuta
sentire?"
"Ma tu non- voglio dire non c'è niente tra noi... no?"
"Non è questo il punto Rachel..."
"Allora qual è il punto? Perchè eri
così arrabbiata e fredda e distaccata!?"
"Perchè quello era il primo vero bacio che scambiavo con
qualcuno a cui tengo dopo- dopo Britt..."
"Oh..." sospirò la brunetta abbassando lo sguardo "Mi
dispiace
di averti- rubato questa cosa... voglio dire, deve essere chiaramente
qualcosa di speciale per te..."
"Cosa?" domandò Santana genuinamente confusa.
"Io- Ti ho praticamente rubato quei baci... Capisco che magari avresti
preferito aspettare qualcuno di più... importante."
"No, non capisci... Quella notte, dopo avermi baciato, sono andata a
dormire con un sorriso. Un sorriso sincero, gioioso, a trentadue denti!
Per qualchè strana ragione ero felice che fossi... che fossi
stata proprio tu a rubarmi quei baci!" spiegò Santana "Ma
poi- L'hai
presa così... superficialmente, come se- come se non
significasse niente per te... che pensavo di- di aver
sprecato
qualcosa di... prezioso..."
"Oh..." sospirò ancora Rachel mortificata guardando la mora.
"Forse l'ho fatto, comunque..."
"Mi dispiace..." ripetè la brunetta alzando lo sguardo.
"Te l'ho già detto lascia stare..." replicò
Santana.
"No, non per quello." rispose Rachel puntando diretta verso la mora.
"Rachel-"
Un po' come era successo qualche notte prima, Santana si era ritrovata
le labbra di Rachel sulle sue ma con qualche sostanziale differenza.
Senza il buio a camuffare le cose.
Senza l'alcool ad annebbiare la mente di Rachel.
Senza parole non dette o tensioni non chiarite, beh, più o
meno.
Senza paura di fare torto a qualcuno, per la prima volta da
anni.
Non aveva motivo di frenarsi o di tenere le cose sotto controllo,
così Santana si ritrovò a rispondere a quel
bacio, e a
farlo con un entusiasmo che lei stessa non si aspettava.
Per un attimo non era sicura che la ragazza che stava baciando fosse la
stessa Berry, Barbra, Hobbit, Yentl che aveva conosciuto qualche mese
prima.
Per la prima volta, ai suoi occhi, era semplicemente Rachel, ed
altrettanto semplicemente Santana si era accorta che la cosa non le
dispiaceva affatto. Che Rachel, con le mani sul suo collo, e quel naso
tanto tanto rinomato contro la sua guancia, la stesse baciando con
ancora più coinvolgimento di quella notte.
Ma non c'erano scuse, non stavolta.
Solo dopo diverso tempo, Santana non aveva idea di quanto ne fosse
veramente passato, Rachel decise per entrambe di staccarsi.
"Mi dispiace..." sospirò la brunetta senza respiro, con un
accenno di sorriso.
BZZ-BZZ-BZZZZ
"Chi è a quest'ora?" chiese Rachel guardando il
citofono.
"E' il mio taxi."
"Il tuo taxi?""
"Devo andare, Rachel." rispose semplicemente
Santana
infilandosi la giacca e prendendo il trolley che aveva poggiato dietro
il divano per poi dirigersi verso la porta e voltarsi un ultima volta
per dire con un sorriso "Per la cronaca... Non dispiacerti troppo..."
_______________________________________________________________________________________________
Allegria!
Eeeeeh!
Ce l'ho fatta!
Le cose si muovono e si
muovono davvero ora...
Che ne pensate? Fatemi
sapere! ;)
Come al solito, un
abbraccio immenso e un grazie infinito per tutto...
A prestissimo, speriamo!
Northstar
:)
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Capitolo 12 *** An unexpected... interlude ***
boh
Non vogliatemi male.
Ho deciso di postare
questa cosa come un capitolo a parte,
perché non volevo che il capitolo fosse troppo emotivamente
altalenante.
Mi spiego, non volevo
passare dal "trallallero, trallallà!
*fischietta allegramente*" a "Ommiodioooooo! *singhiozzi disperati*".
E poi così
faccio sentire anche a voi la mancanza di Santana.
MUAHAHAHAH!
Scherzi a parte,
non odiatemi se vi
riesce e munitevi di fazzoletti.
Il prossimo capitolo vi
ricompenserà...
Un abbraccio!
Northstar!
ps: ci si rilegge a fine
"capitolo".
_____________________________________________________________________________________________
Era rimasta a fissare la porta con le braccia conserte.
In silenzio.
Quel
"devo andare"
continuava a risuonarle nelle orecchie, di continuo, così
come ripeteva mentalmente tutti gli avvenimenti di una mezzora prima,
come fosse stata la scena di un film.
Continuava a domandarsi dove potesse essere andata a quell'ora della
notte e con un trolley con sé.
Poi aveva ripensato al suo breve incontro con Quinn e a quel "faresti meglio a sbrigarti".
Sapeva che doveva lasciarle il suo spazio, lo sapeva.
Ma non riusciva a resistere a quella vocina che le diceva "Chiamala!
Solo per sapere dove sta andando!".
Ma anche quello, sotto sotto, lo sapeva.
Dove poteva essere andata?
Aveva cercato il numero in rubrica in un lampo ed allo stesso modo
aveva avviato la chiamata.
"Ehi Rach... Stavo aspettando questa
telefonata..."
Rachel non si aspettava una risposta così rapida,
nè tantomeno quella risposta.
"Immagino che tu sappia cosa voglio sapere..." replicò
Rachel.
"E' tornata a casa." rispose semplicemente Quinn.
"E- voglio dire... torner-"
"Certo che tornerà!" sorrise la bionda
"Intendevo, tornerà presto? Direi che, a
occhio e croce, ha portato via vestiti sufficienti per un paio di
cambi-"
"Non preoccuparti, Rachel. Davvero." cominciò con
calma
Quinn "Aveva solo bisogno di un po' di tempo per sé."
"Capisco."
"Non preoccuparti... Questo viaggio può solo che farle
bene..."
"Lo so." sospirò Rachel "Grazie, Quinn. Buonanotte."
Terminata
la telefonata, Rachel afferrò la sua coperta preferita per
poi gettarsi
sul divano e prepararsi ad una lunga notte, probabilmente senza sonno.
____________________________________________________________________________________________
Dopo una notte insonne nella sua vecchia casa (fortunatamente deserta)
ed una mattina passata a guardare il soffitto, Santana era pronta.
No, non lo era in realtà.
Ma si era detta che era quello il momento giusto, "ora o mai
più", e che sicuramente non sarebbe mai stata più
pronta
di quanto era già.
Era una sensazione strana quella che la avvolgeva ogni volta che
guidava la sua vecchia macchina per quelle vie così
familiari.
Una cosa a metà fra un masso sul petto e la
felicità più pura che riuscisse a ricordare.
Quel luogo, forziere di infinite memorie felici, aveva al contempo la
freddezza di un coltello piantato nello stomaco.
Più si avvicinava ai luoghi che le erano maggiormente
familiari,
più la strana sensazione diventava forte e altrettanto forte
doveva convincersi a respirare.
Più si avvicinava alla sua prima meta e più
stringeva il volante.
E i denti.
Arrivata al parcheggio Santana chiuse gli occhi cercando di prendere
qualche respiro lungo e profondo, per poi convincersi a scendere.
Un respiro alla volta, un passo alla volta, Santana si era inoltrata in
quel bosco di lapidi, cercando di seguire mentalmente le indicazioni
che le aveva dato Quinn.
Quando Santana voltò l'angolo si lasciò sfuggire
un sorriso.
Non poteva che essere quello il posto.
Un girasole in un campo di grano.
Ora capiva perchè Kurt aveva sempre descritto quel
posto come "miracolosamente piacevole".
Una lapide semplicissima, a terra, decorata con semplici bassorilievi
delle cose che Britt più amava.
Piena di fiori e foglietti, messaggi, probabilmente.
Doveva ammettere che avevano fatto un ottimo lavoro.
Una volta poggiati i suoi fiori, Santana tornò ad
allontanarsi, sedendosi di fronte alla lapide ad una buona distanza.
"Uhm..." cominciò la latina "Non ho idea di come cominciare
questa... conversazione... Quindi immagino che un semplice "ciao" vada
bene...".
Rimase qualche secondo in silenzio.
Inconsapevolmente aspettando una risposta.
"Ciao, Britt..." riprese la mora con un sorriso forzato sulle labbra
"Spero non ti dispiacerà se ho portato un sandwich... Ti
piaceva
tanto quando ci incontravamo tra una lezione e l'altra
per mangiare insieme e raccontarci le nostre mattinate. Ed è
divertente perchè ora ho il mio sandwich tra le mani... e
non
solo non ho fame... ma non ho qualcosa da
dirti... Beh, in
realtà qualcosa da dirti ce l'ho." sospirò
Santana "So
che probabilmente ti arrabbierai per questo. Ma sento di doverti delle
scuse.".
La mora abbassò lo sguardo prendendo l'ennesimo respiro
profondo.
"Mi dispiace di non essere venuta a trovarti
prima... Ma- ma
sai come sono fatta... Per queste cose ho sempre avuto bisogno
della tua spinta e stavolta... Stavolta quella spinta non poteva
arrivare... comunque," riprese la latina
indicando i fiori
che aveva lasciato poco più in là "Ti ho portato
dei
fiordalisi. Lo so che non sono i tuoi fiori preferiti, ma
quando
ero dal fioraio non sono riuscita a non prenderli. Mi
ricordano
così tanto i tuoi occhi. Vedi? Tutte quelle sfumature sempre
più chiare verso l'interno? Sono proprio i tuoi occhi..."
sospirò Santana per poi dire "Non ne hai idea, B... Non
c'è niente di più bello che ritrovarti in queste
piccole
cose.
Quando meno me lo aspetto ti ritrovo in un profumo, in un suono, in un
fiore... E' come se cercassi di dirmi che ci sei. E te ne sono
così grata, Brittbritt...
Ma allo stesso tempo, a volte, la tua mancanza è
così insopportabile che preferirei dimenticarti per sempre.
Ed è questo quello che ho cercato di fare negli ultimi anni.
Non
facendoti mai nominare, non venendo qui, continuando ad andare a quello
stesso tavolo in quello stupido ristorante ogni singola settimana,
cercando di convincermi che non aveva più effetto su di me.
Che
a due passi da quella vetrina, non era successo proprio niente per poi,
magari, tornare a casa e dare di matto per aver dimenticato qualche
stupido particolare di una di quelle nostre conversazioni che ho
continuato a ripetere nella mia testa durante tutte quelle notti in cui
la tua mancanza era troppo forte per chiudere occhio..."
sospirò
Santana in lacrime
"Mi manchi così tanto Brittbritt! Tu si che avresti saputo
come
comportarti al mio posto. Per questo dicevo che quella
intelligente eri proprio tu. Lo dicevo seriamente.
Io posso essere forte su libri e calcoli ma tu... Tu, tu eri forte
nella vita, Britt. E quello è un vero dono.
Perchè la vita non te la insegna nessuno. Al
massimo, se
sei veramente fortunata, incontri una persona speciale che fa di tutto
per condividere quel dono. Come tu hai fatto con me.
Pensandoti, in questi anni, mi sono chiesta tante volte
"Chissà cosa vorrebbe che facessi ora?".
Non ho mai avuto la risposta... Ma credo di averla finalmente.
Credo che vorresti vedermi sorridere.
Credo che vorresti vedermi vivere. Credo
che vorresti vedermi come solo tu mi hai visto veramente.
Ed io ci proverò, Brittbritt. Basta chiudere porte in faccia
alla vita. Basta vivere nel ricordo. Basta fingere di vivere. Sono
viva, rappresento quello che tu hai perso, non merito di insultarti non
vivendo.
Sei stata la persona più importante della mia vita.
Probabilmente continuerai ad esserlo.
Ma-... Ma devo accettare il fatto che non tornerai, Britt. Non
tornerai. è questa la verità."
Santana si fermò un momento cercando di ricomporsi, per poi
prendere un respiro profondo e ricominciare
"E' anche per questo devo andare oltre... ma per farlo ho bisogno di
te... paradossalmente!" sorrise la latina finalmente dando un morso al
sandwich "Ho bisogno di te, che
sei sempre stata la mia migliore amica e che sempre lo sarai.
Preparati Britt, stai per venire a conoscenza di tutto quello
che ti sei persa di Santana Lopez nei suoi "anni bui"... E poi,
in qualche misteriosa maniera, sono sicura che mi aiuterai a venirne
fuori..."
______________________________________________________________________________________________
Eccomi qui.
Volevo solo dirvi che
non sono sicura seguiranno altre fics su Glee in aggiunta a quelle
già cominciate.
Ormai quando si parla di
Glee a me viene solamente un gran gran gran gran gran rodimento di culo.
Ringraziate quella merda
di Ryan Murphy per questo, lui è il suo assolutamente
"inesistente" double standard.
Mi fa alquanto schifo toccare
quello che sta facendo diventare solo che schifo.
Buona giornata
Per qualunque
domanda/dubbio/mi trovate su ask/twitter/facebook.
http://ask.fm/Northstarefp
https://twitter.com/NorthStar_Efp
https://www.facebook.com/pages/NorthStar/129073120562595
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Capitolo 13 *** An unexpected clarity ***
boh
Aveva passato le ultime due giornate come fossero state un sogno lucido.
Aveva continuato svolgere la solita routine, dalla colazione fino alla
cena, in automatico, senza vivere veramente nulla.
Non era preoccupata per Santana, sapeva benissimo dove si trovava.
Così come sapeva benissimo che Quinn aveva ragione.
Quel viaggio poteva solo che farle bene.
Quello che la tormentava, quello che continuava a tenerla sulle spine
era quello che sarebbe successo al ritorno di Santana
Non riusciva ad immaginare alcuna plausibile conversazione con Santana.
E non che le mancasse la fantasia, ma davvero non sapeva se e come le
cose sarebbero potute cambiare.
Era sul punto di gettarsi sul divano con una vaschetta di gelato,
quando sentì il telefono vibrare sul tavolino di fronte a
lei.
Allungandosi leggermente per controllare il cellulare, Rachel lesse
velocemente il nome "Santana" sul display, afferrando il telefono al
volo e tirandoselo praticamente addosso per la fretta.
Un messaggio.
Da parte di Santana.
"Ciao..."
Se non fosse stata così tesa, si sarebbe fatta sicuramente
sfuggire una risata divertita.
Santana Lopez non cominicia un sms con "ciao",
pensò Rachel per poi tornare a concentrarsi.
"Ciao... Quinn mi ha
detto che l'hai chiamata. Volevo dirti
che tornerò domani o dopodomani, non sono ancora
sicura. E
volevo dirti che è tutto ok."
La brunetta rimase confusa sull'ultimo periodo.
"Volevo dirti che è tutto ok." ripetè ad alta
voce Rachel, confusa.
Stava per scriverle velocemente cosa intendesse con quel "è
tutto ok", quando il telefono tornò ad annunciare l'arrivo
di un
altro sms.
"Ps: Q. mi ha anche
detto che le sembravi giù di morale... Quindi la cavalleria
è in arrivo. Buona serata :)".
Rachel non ebbe il tempo di chiedersi cosa intendesse stavolta la
latina con "cavalleria", quando sentì provenire dalla
pianerottolo le distinte voci di Quinn e Kurt.
Alzandosi, Rachel andò ad accoglierli alla porta con un
sorriso, veramente grata per la pensata della mora.
"Ehi..." sorrise la brunetta.
"Ciao!" replicò Kurt mostrando una scatola fra le sue mani
"Spero per te che abbia voglia di giocare...".
"Certo che ne ho voglia..." replicò Rachel con un sorriso.
"Bene, perchè ci aspetta una lunga serata di definizioni."
rispose il ragazzo mostrando la confezione di Taboo.
______________________________________________________________________________________________________
Aveva compiuto il primo passo.
Quello più difficile, ne era sicura.
Sapeva con certezza che aveva superato l'ostacolo più grande.
Eppure non riusciva a togliersi di dosso quella strana sensazione.
Davanti a quella casa così familiare eppure ora
così
sconosciuta, continuava a sentirsi come la diciassettenne che qualche
anno
prima, proprio a quella porta, aveva dovuto scusarsi ripetutamente e
chiedere umilmente perdono a due genitori molto arrabbiati per aver
riportato la
loro figlia a casa con ben quarantacinque minuti di ritardo.
Santana sentì un sorriso salirle sul volto a quel ricordo,
per
poi decidersi e ripetere la stessa routine del giorno prima.
Testa alta, un bel respiro e... DRIIIIIN
"Arrivooo!!!" aveva risposto la padrona di casa, pochi
metri più in là.
Santana cercò di mantenere l'espressione più
neutra e
spontanea del mondo, ma non riuscì a trattenere un sorriso
quando quella donna
bionda, che tanto somigliava alla ragazza che aveva amato, le
aprì la porta con quel suo aspetto svampito e distratto.
Gli anni non l'avevano cambiata, dopo tutto.
La donna cambiò improvvisamente espressione alla vista della
latina, che si trovò a riflettere la stessa espressione
confusa, prima di mormorare "Salve, signora Pierce.".
"Santana..." sospirò la donna spostandosi i capelli dal viso.
"Uhm... Mi spiace presentarmi così a quest'ora della sera
ma-"
"Hai cenato, tesoro?" la interruppe la donna.
"Uhm..."
"Ovviamente non hai cenato. Dubito che tu abbia imparato a cucinare..."
sorrise la donna "O lo hai fatto?".
Santana si limitò a sorridere ed fare cenno di no con la
testa.
"Vieni dentro, avanti..." ordinò praticamente la donna
spostandosi dall'ingresso per far passare la ragazza.
Una volta entrata, la latina si guardò attorno
istintivamente,
notando come quella casa non sembrava cambiata affatto
nell'aspetto.
Ma l'aria, l'atmosfera, quella era cambiata.
E non solo perchè il signor Pierce non era ancora a casa e
Jamie era ormai al college.
"Allora?" cominciò la signora Pierce guardando Santana che
rispose con uno sguardo confuso.
"Non hai intenzione di darmi un bell'abbraccio?".
Santana strinse forte i denti prima di fiondarsi a stringere, o meglio,
a farsi stringere dalla donna.
Non vedeva quella donna da sei anni.
Non vedeva quella donna dalla morte di sua figlia.
Non la vedeva da quella lunga, infinita, notte in ospedale.
Eppure sembrava che il tempo non fosse passato e che nulla fosse
successo nel frattempo.
Santana continuò a stringere i denti e a tenere gli occhi
chiusi, forte.
"Va tutto bene, tesoro. Va tutto bene." sussurrò appena la
signora Pierce accarezzandole lentamente la schiena, per poi aggiungere
con un sorriso nostalgico "Oh, Santana... Mi sei mancata."
"Anche lei-" replicò velocemente la latina, non fidandosi
della sua voce.
"Ora vieni." si riprese la donna, staccandosi dall'abbraccio per
poi lasciare una carezza sul volto della latina "Ho pronto
del polpettone non puoi dirmi di no...".
Con un sorriso la latina seguì la donna.
________________________________________________________________________________________________________
"A chi tocca?" chiese Quinn sfogliando distrattamente una rivista.
"A me! A me!" esclamò Kurt afferrando la nuova schedina dal
mazzo, per poi schiarirsi la voce, attirando l'attenzione della bionda.
"Che c'è?".
"Il timer, Quinn..." sorrise Rachel, indicando l'aggeggio fra le mani
della bionda.
"Si... come se voi aveste bisogno del timer... Per segnare un record,
semmai..." sbuffò Quinn attivando comunque il contatore.
"Rachel, concentrati!" esclamò Kurt.
"Ok!"
"Una parola: Yentl."
"Oh! Cimitero? Papà?" provò la ragazza.
"No! Uhm... Papa can you hear me? Ok?"
"Si."
"Cosa tiene Barbra in ma-"
"CANDELA!" esclamò la brunetta saltando praticamente in
piedi sul divano.
"ESATTO!" replicò Kurt altrettanto esagitato "Quinn!?"
"Mmh?" rispose disinteressata la ragazza.
"Il tempo!".
"Oh... giusto..." sbuffò la bionda fermando il tempo.
"Che c'è?" chiese Kurt confuso.
"Che c'è?" rispose ironica Quinn "Non c'è gusto a
giocare con voi! Riuscite a far rientrare ogni
parola, e dico ogni-singola-parola, in qualche musical, o film, o
canzone di cui, la metà delle volte, solo
voi siete a conoscenza... non è divertente
così..."
"Non è ver-"
"E' vero..." sorrise Rachel guardando Kurt "C'è un motivo se
nel fare le squadre ci dividono sempre..."
"Ugh..." sbuffò il ragazzo.
"Mi spiace, ma devi ammetterlo..." sorrise Quinn "Abbiamo
bisogno di Santana per giocare a Taboo..."
"E per farci imporre il film di turno quando non riusciamo ad essere
tutti d'accordo sullo stesso..." aggiunse Rachel con un sorriso.
"A proposito..." cominciò Kurt delicatamente "Come vanno le
cose tra voi? Insomma... è tutto a posto?".
"Lo so che è stata lei a mandarvi un sms..." sorrise la
brunetta.
"Oh... quindi le cose sono tornate normali fra voi..."
osservò Quinn.
"Mi ha solo mandato un messaggio. Non saprei... Credo che sapremo come
stanno veramente le cose solo una volta che sarà qui..."
"Perché? Come dovrebbero stare?" chiese Kurt "Mi sono perso
qualcosa?".
"Uhm... Beh..." cominciò Rachel arrossendo.
"Cosa è successo?" domandò sospettosa Quinn,
lasciandosi cadere la rivista sulle ginocchia.
"Ecco... insomma..."
"Rachel..." sospirò Kurt sbarrando gli occhi e portandosi le
mani sul petto "Stai forse
dicendo che- che- voglio dire... Santana è- è
tornata... Insomma..."
"Kurt, prima di domattina..." intervenne Quinn.
"Come dire... Ehm... Sessualmente attiva?"
"Cos- Oh! No! No, no, no!" esclamò la brunetta avvampando
"Ci siamo solo baciate!"
"Baciate-baciate o un bacetto di "ci
vediamo presto"?" chiese Quinn "Avanti, Rachel, sono anni
che aspettiamo questo momento!"
"Beh... oserei dire "baciate baciate"..." sorrise Rachel imbarazzata,
abbassando lo sguardo "E stavolta ho preso l'iniziativa
coscientemente...".
"E..." insistette ancora la bionda.
"Ed è stato fantastico e Santana- Santana- Dio, era presa
almeno quanto me!"
"Dio, grazie!" esclamò Kurt alzando lo sguardo al cielo
"Grazie! Per una volta non ho rivolto preghiere al nulla!".
"Wow... non pensavo mi sarei mai interessata tanto alla vita amorosa di
Santana... Ma sembra che mi abbiano tolto un quintale dalle spalle!"
sorrise Quinn.
"Ed ora?" domandò Kurt.
"Ora?" gli fece eco Rachel "Non ne ho la più pallida idea..."
"Cosa significa non ne hai la più pallida idea!?"
sbottò Quinn scioccando Kurt e Rachel.
"Io- Beh-"
"Rachel, è molto semplice." la interruppe Kurt "Per
l'ennesima volta... Ti piace Santana?"
"Sarebbe difficile non farsela piacere..." mormorò Rachel
"Voglio dire è bellissima e- ed è stranamente
attraente
nonostante le sue risposte da vipera e l'umore da adolescente
ormonale..."
"Quindi, ti trovi bene con lei nonostante sia una psicopatica con manie
omicide in più di qualche giorno particolare al mese?"
insistette il ragazzo.
"Io- Beh, dopo tutto... si..."
"Allora di cosa ti preoccupi?"
"Che lei non voglia- Non voglia portare avanti qualunque cosa ci sia
ora fra noi..." spiegò la brunetta.
"Non ti riguarda cosa lei voglia o non voglia!" si intromise Quinn.
"Mi stai consigliando di- forzarla in una relazione?"
"No, ti sto consigliando di insistere e di non dare ascolto a qualunque
stronzata proverà a rifilarti."
"Avrei una domanda..." provò Rachel.
"Ossia?"
"Come faccio a capire se sta cercando di rifilarmi una str- una
stupidaggine?".
"Oh Rachel," sospirò Kurt portandosi una mano sulla fronte
"Credevo che avessi capito una cosa o due da quando vivi con lei..."
"Tipo?"
"Beh, tanto per cominciare segui il suo sguardo. Se continua a posarsi
in giro è quasi sicuro che sta inventando qualcosa..."
cominciò Quinn.
"E la parlata." annuì Kurt "Quando è troppo
spedita e sicura vuol dire che
sta ripetendo qualcosa che ha già meticolosamente provato
nella sua testa."
"Occhi e parlata. Certo. E' facile!".
"E non farti abbindolare, mi raccomando!" insistette Kurt.
"Io... beh, farò del mio meglio..." annuì Rachel.
"Lo voglio sperare..." sorrise Quinn.
"Quando ha detto che tornerà?" chiese Kurt.
"Domani, o dopodomani non ne era sicura."
"Speriamo per domani..." sussurrò il ragazzo.
"Perchè?"domandò Rachel.
"Perchè un altro giorno di attesa mi sarebbe fatale a questo
punto..." sorrise Kurt.
"Oh, quanto sei melodrammatico!" sbuffò Quinn "Avanti...
continuiamo con taboo prima che decida di soffocarvi entrambi..."
_________________________________________________________________________________________________________
Al termine della cena, la signora Pierce aveva invitato Santana a bere
con lei un bicchiere di vino sul divano e dopo qualche imbarazzante
minuti di silenzio la latina si era decisa a rompere il ghiaccio con la
più classica delle domande.
"Allora... Come stanno tutti?"
"Bene!" sorrise la donna "Mio marito è sempre immerso nel
lavoro, e Jamie è più che mai presa dalla vita
universitaria!"
"Si trova bene?"
"Oh, si!"
"Il college è fantastico..." sospirò nostalgica
Santana.
"Brittany glielo diceva sempre, credo che sia anche per questo se
è partita così felice."
Santana sentì un brivido percorrerle la schiena alla sentire
il nome di Brittany.
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Santana disse "Sono
andata a trovarla.".
"Lo so..." sorrise la donna ricevendo un'occhiata confusa dalla latina
"Beh, non sei stata l'unica ad avere la pensata
di andarla a trovare nell'orario che credevi fosse il meno
trafficato..."
Santana abbassò lo sguardo, sforzandosi di mantenere un
sorriso.
"Sono felice che l'abbia fatto. Che sia stata da lei, voglio dire."
"Si?"
"Certo. Era l'ultimo passo."
"L'ultimo passo?"
"Sai? Le cinque fasi dell'elaborazione del lutto... Normalmente si
impiega meno tempo... Ma te hai passato molto, molto, molto tempo fra
le
auto recriminazioni e la depressione... Ed è normale,
tesoro,
calcolando quanto significasse per te Brittany..."
"Crede che abbia... accettato la sua- insomma-"
"Mi stai chiedendo se credo che tu abbia finalmente accettato sua
morte?"
Santana annuì, deglutendo nervosamente sentendo rimbombare
nella sua testa la parola "morte".
"Tesoro... Non saresti qui altrimenti..." sorrise la donna.
"Lo so che potrà sembrare una domanda stupida..."
cominciò Santana.
"Sono sicura che non lo sarà."
"Non le manca? Voglio dire- Non le manca come... come l'aria? Io- Non
passa giorno senza che senta la sua mancanza soffocarmi..."
"Certo che mi manca. Manca a tutti noi, e continuerà a
mancarci.
Ma, per quanto doloroso sia, è necessario
accettare le cose come stanno e
guardare avanti, tesoro. Sai meglio di chiunque altro cosa avrebbe
voluto Brittany per tutti
noi."
"Lei crede?"
"Cosa?"
"Che- lo sappia meglio di... chiunque altro?"
"Oh si. Credo che nessuno conoscesse Britt meglio di te." sorrise la
donna "Beh, magari ce la battiamo io e te, ma non vale
perchè io l'ho conosciuta con qualche mese d'anticipo..."
Santana sorrise, grata per il tentativo della donna di alleggerire
l'atmosfera.
Ma doveva togliersi quel peso dal petto.
"Signora Pierce, la prego, mi perdoni per non- Per non essere venuta
prima, ma-"
"Oh, non essere sciocca, tesoro... Non ho nulla da perdonarti..."
"Ma io-"
"Cosa?"
"Non dovevo comportarmi così da codarda."
"La tua non è stata codardia, Santana."
"Mi sembra difficile crederlo."
"La tua non è stata codardia." insistette la donna cercando
lo sguardo della latina "Non prenderti colpe che non hai. E' stato
dolore, Santana. Non codardia. Nessuno ha sofferto come te per
quello che
è successo. Per come è successo. E non ho nulla
da
perdonarti. Semmai devo ringraziarti".
"Per cosa?"
"C'è una cosa che ogni genitore, oltre alla salute, desidera
per
i propri figli." cominciò la donna "Sai cos'è?".
Santana fece cenno di no con la testa, seguendo con lo sguardo la
signora Pierce, che si era alzata dal divano, per dirigersi verso un
mobile poco più in là.
"Ecco. Guarda questa foto." sorrise la donna porgendo alla latina una
cornice.
"Oh..." sospirò Santana con un sorriso "Ricordo
quel giorno
come fosse ieri. Era il giorno del ringraziamento. Il secondo a New
York... Voleva a tutti i costi scattare quella foto per poi mandarvela
con i nostri auguri..."
"Guardala, Santana..."
"Era così felice..."
"Ecco." annuì la signora Pierce "E' questo che ogni genitore
vuole per un figlio. La felicità. E tu, Santana, tu
hai
reso mia figlia la persona
più felice dell'universo. Credimi, non posso far altro che
ringraziarti, tesoro..." spiegò la donna, per poi riprendere
"Il
che mi porta necessariamente a chiederti una cosa..."
"Cosa?"
"Sei felice Santana?"
Santana stava per risponderle con la sua solita frase fatta.
Poi la latina realizzò che la signora Pierce non meritava
una bugia.
Senza contare che, se avesse mentito, se ne sarebbe accorta sicuramente.
Così Santana si ritrovò a dire la prima cosa che
le
passò per la mente ripetendosi quella domanda nella testa.
"Ho conosciuto una ragazza."
Dopo qualche secondo di silenzio, la signora Pierce sorrise.
Sorrise come se avesse appena sentito la più bella notizia
del mondo.
Poi, ricomponendosi, la signora Pierce disse "Avanti, dimmi! Cosa
aspetti?".
"E' la mia coinquilina. Vive con me da un po' ormai. Si chiama Rachel."
"Bel nome." sorrise la donna.
"Già... è un bel nome..." annuì
Santana per poi
riprendere.
"E com'è questa Rachel, parlami di lei."
Santana sorrise per poi dire "Lei è- Beh, è una
ficcanaso logorroica e
asfissiante."
"Wow..." replicò la donna con una risata.
"Lo so..." sorrise la mora "La cosa è complicata..."
"Meglio così. Le cose troppo facili non sono mai troppo
belle."
sorrise la signora Pierce "E cos'è che ti piace di lei?".
"Beh.... Lei... è determinata, tanto per cominciare. E'
ambiziosa, intelligente e maledettamente sicura di sè. Ma
allo stesso tempo riesce ad essere il contrario di tutto..."
spiegò la latina.
"E ti rende felice?"
"Tralasciando i momenti in cui la soffocherei volentieri... Si.
Nonostante tutto mi fa sorridere..." spiegò la mora
"Però..."
"Cosa?".
"E' così diversa da Brittany..."
"E allora?"
"E' che ho sempre pensato che Brittany sarebbe stata la donna di tutta
la mia vita. E' così strano pensare ad un'altra donna... e
per
di più così diversa da lei..."
"Santana..." cominciò la signora Pierce con un sorriso "Se
questa ragazza è riuscita, e non so come, a far breccia in
quella fortezza che ti sei costruita attorno negli
ultimi anni...
potrebbe essere l'esatto opposto della nostra Britt... Ma tu ed io
sappiamo che merita per certo almeno un tentativo sincero da parte
tua... Ma questo lo sai già... Non è
vero?"
Santana si limitò ad annuire per poi dire "Ho paura di non
essere pronta... ho paura di ferirla, di ritirarmi nel guscio... E- E
non se lo merita..."
"Questo non possiamo saperlo. Ma vale sicuramente la pena provarci,
tesoro..."
Santana rimase in silenzio, incerta, per poi
guardare l'orologio e alzarsi.
"Credo che sia arrivata l'ora di andare... Non voglio trattenerla
ancora signora Pierce...".
"Aspetta un momento, Santana, ancora una cosa."
La latina tornò a sedersi guardando confusa la donna di
fronte a sé.
"Santana..." cominciò la signora Pierce afferrando le mani
della
mora "Non sarai mia figlia... Ma c'è una
sola cosa che
voglio per te..."
La latina la guardò confusa afferrare di nuovo la foto con
lei e Brittany.
"Voglio vederti ancora così. Leggera, spensierata,
sorridente...
Voglio vederti di nuovo felice, tesoro..." sussurrò la donna
con
gli occhi lucidi "E sai che è la stessa cosa che la nostra
Brittbritt vorrebbe..."
Santana abbassò lo sguardo, ma la signora Pierce con una
carezza le fece risollevare il viso.
"Promettimi che una volta tornata a New York comincerai la tua
personale ricerca della felicità. Fallo per me. Fallo per
Lei.
Promettimelo, tesoro..."
La latina sentì la gola chiudersi per qualche istante, per
poi
prendere un respiro e dire con un sorriso emozionato "Lo prometto".
______________________________________________________________________________________________
Santana aprì la porta velocemente, senza far caso al troppo
rumore.
Dato l'orario tardo della mattina non doveva preoccuparsi di vicini o
di Rachel che era al lavoro.
Aperta la porta, la mora lasciò cadere a terra il suo
trolley,
per poi gettarsi senza pensare troppo sul divano per riposare un
momento.
Stava proprio per chiudere gli occhi e abbandonarsi al torpore quando
sentì una voce inconfondibile gridare "OMMIODDIIIIIO!!!".
La mora si sollevò lentamente, con l'espressione confusa di
chi non ha idea di cosa sta succedendo.
"Santana!" sospirò Rachel stringendosi le mani al petto.
"Tutto ok?" chiese la latina se non per educazione quanto meno per
ricominciare pacificamente la loro, ora, ancora più strana
convivenza.
"Ho visto dei piedi sbucare dal divano e-"
"Non hai sentito la porta?" chiese Santana sollevando le sopracciglia.
"Io- Io stavo... Io-" provò a spiegarsi Rachel indicando
l'ipod fra le sue mani.
"Capisco..." sospirò la latina mettendosi seduta per poi
passarsi nervosamente una mano fra i capelli.
Rachel andò a poggiarsi sul bancone della cucina, alle
spalle della mora.
"Allora-" cominciarono insieme le due ragazze.
"Scusa-" ripeterono ancora all'unisono, con un sorriso.
A quel punto Santana alzò la mano, come a chiedere il
permesso di parlare, cui Rachel rispose con un educato "Prego".
"Allora..." riprovò la mora "Cosa mi sono persa in questi
tre giorni?".
"Non molto... Le solite cose..."
Santana annuì convinta, per poi chiedere "Come mai non sei a
lavoro...".
"Oh beh... Non avevo voglia di andare... Mi sono finta malata..."
"Capisco..." replicò la latina.
"E tu?" chiese Rachel "Come sono andati questi giorni, per te? Sono
stati giorni... chiarificatori?"
"Beh... E' complicato...".
"Capisco... Non devi dirmelo se non ne hai voglia... insomma, voglio
dire- non avevo intenzione di metterti subito alle cord-"
"Rachel... Dobbiamo parlare." la interruppe Santana, seria, alzandosi
in piedi.
"Oh, non- Non c'è niente da dire Santana- Lo- Voglio dire
capisco-"
"No, non credo-"
"Oh si, credimi, non- non ti preoccupare- faremo finta di nient-"
"Rachel, per una volta, chiudi quella bocca." sbottò Santana.
"Ok..." sussurrò la brunetta abbassando lo sguardo.
"Quando- Quando ti sei scusata per avermi baciato... prima che
partissi... e ti ho detto di non dispiacerti troppo... Lo
intendevo davvero." cominciò Santana
arrossendo "Non mi è dispiaciuto baciarti...".
"Sant-"
"Aspetta." la interruppe nuovamente la latina "Rachel... Il punto
è- è che... beh, mi hai fatto provare qualcosa.
Quel
qualcosa, qualunque cosa fosse, mi ha fatto aprire gli occhi... Su
tante cose... La prima di queste è che- potresti- Beh...
Maledizione! Perchè è così difficile
da dire!"
sbottò Santana portandosi le mani fra i capelli.
"Santana, se posso, credo che-"
"Al diavolo!" esclamò innervosita la latina dirigendosi
spedita
verso la brunetta che spalancò gli occhi confusa, per poi
chiuderli velocemente una volta comprese le intenzioni della latina.
Rachel impiegò qualche secondo prima di registrare le mani
della
latina sul suo viso e le sue labbra sulle sue, troppo persa nello
stupido pensiero che quello era il primo loro bacio iniziato da Santana.
Da Santana,
si ripetè
in testa la ragazza, per poi collegare finalmente il cervello al resto
del corpo e rispondere pienamente al bacio, portando le sue mani su
quelle della mora.
Sorridendo tra sè e sè Rachel si disse che
finalmente,
dato lo stretto contatto, notava quei cinque centimetri in
più
che la latina si vantava di avere su di lei, e quando Santana si
accorse di quel sorriso nel bacio si allontanò
all'improvviso
guardandola con aria interrogativa.
"Niente..." sorrise arrossendo la brunetta.
"Rachel..." riprovò la latina rimanendo a due dita dal volto
della ragazza, guardandola dritta negli occhi "Quello che sto cercando
di dire è che... voglio dire- mi piaci e- potrei...
credo che potrei provare qualcosa per te...
Ma la cosa è complicata e... E non so se vale la pena
provarci
perchè... Beh, ammettiamolo, c'è una buona
probabilità che finirò per mandare tutto a
puttane- e non
voglio- non voglio ferirti... Ma allo stesso tempo... Io-"
sbuffò Santana alzando lo sguardo al cielo, per poi prendere
un
respiro e scandire lentamente "Rachel, tanto per cominciare... ti
piacerebbe uscire con me qualche volta?".
"Beh..." sorrise Rachel "Mi spiace ma devo
dirtelo... è
stato il peggior l'invito ad uscire della mia vita... Ed una volta sono
uscita con un ragazzo balbuziente con la voce di un tenore..."
Santana si lasciò sfuggire una sorriso.
"Specialmente per provenire dalla "Leggendaria Santana Lopez"... Devo
dire che è stato un po' deludente..." continuò
divertita
Rachel.
"Beh... se è così che la pensi posso sempre
ritirare il mio invito, Hobbit..."
"Ti prego, non farlo... Mi piacerebbe veramente molto uscire con te,
Santana..."
"Allora è un si..."
"Si."
"Nonostante la proposta in pieno stile dodicenne impacciato?"
"Si."
"Nonostante tutto quello che ti ho detto-"
"Si."
"Sei sicura?"
"Si."
"Continuerai a rispondere si ad ogni mia domanda?" chiese Santana
sollevando le sopracciglia.
"Può darsi..."
"Posso baciarti di nuovo?" provò la latina.
"Potrei dirti di si, ma credo che finirebbe per rovinare il nostro
primo appuntamento..." replicò la brunetta.
"Giusto, giusto." annuì Santana per poi notare il sorriso
della ragazza di fronte a sè "Che c'è?"
"Hobbit." rispose Rachel "Incredibile a dirsi, mi era mancato
sentirtelo dire."
"Oh, bene. Perché, anche se le cose dovessero
andare nel
migliore dei modi, non pensare che rinuncerò ai
miei
nomignoli..."
"Non oserei nemmeno immaginarlo..." rispose Rachel.
"Ed ora?"
"Ora?"
"Cosa facciamo? E' mezzogiorno e nessuna delle due deve lavorare
e-" Santana sorrise cogliendo le intenzioni della ragazza, e
alzare la voce, proprio quando Rachel stava per parlare "E... Niente
maratona-Barbra o simili..."
Rachel provò a mettere il broncio, ma ancora una volta
Santana
sorrise soddisfatta "E' inutile... Non siamo ancora a quel punto di una
relazione..."
"Beh vuol dire che almeno ad un certo punto funzionerà..."
"Oh no, non con Barbra..."
"Vedremo..." sorrise Rachel.
"Vedremo..." replicò sicura Santana.
_________________________________________________________________________________________________________
Et voilà!
Vi è
piaciuto? Spero tanto di sì!
E adesso?
Cosa vorreste vedere nel
"primo appuntamento"?
E dopo?
Scrivete scrivete
scrivete (che se non aveste capito, è un po' "suggerite",
"suggerite", "suggerite" xD )
Un abbraccio grandissimo
a tutti voi!
E tanti cuori, per il
supporto costante!
Northstar
https://twitter.com/NorthStar_Efp
http://ask.fm/Northstarefp
https://www.facebook.com/pages/NorthStar/129073120562595
ps: TANTI AUGURI SEREEEEEEE!!!!
<3<3<3<3<3
|
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Capitolo 14 *** An unexpected date ***
unexpected
Ce l'ho fatta!
Woooh! Grande capitolo
per voi!
Un abbraccio grande a
tutti voi che ancora seguite questa storia (spero siate ancora un po'!)
e fatevi leggere, anche con poche parole, ma fatevi leggere.
Ancora una cosa, poi vi
lascio leggere in pace:
Buon viaggio Ele!!!
Buona lettura!
Northstar
ps: non ce l'ho fatta a
rileggere! Spero non ci siano grossissimi errori! Altrimenti, segnalate!
_________________________________________________________________________________________
Santana doveva ammetterlo.
Le cose si erano fatte quanto mai imbarazzanti con Rachel dal suo
altrettanto imbarazzante invito ad uscire insieme.
Coglieva sempre più spesso la brunetta ad osservarla, a tenere
gli occhi su di lei, per poi spostarli velocemente una volta colta sul
fatto.
E certo, non lo avrebbe mai ammesso, ma a sua volta si era ritrovata
guardare (con la coda dell'occhio) la ragazza.
E sotto una nuova luce.
"E allora qual è il problema?" chiese Sam sollevando le sopracciglia
confuso.
"Non è un problema... è solo che.. Non lo so... E' come
se fossimo diventate improvvisamente... impacciate.
Si, credo sia la
parola giusta..."
"Mmm..." annuì il ragazzo.
"Capisci cosa voglio dire?"
"No, non proprio..." rispose Sam scuotendo la testa.
"Come faccio a sedurla se si comporta da sedicenne imbarazzata che spia
da lontano la sua cotta?"
"Mpf! Credi di comportarti diversamente?" sorrise Quinn sorseggiando un
bicchiere di vino.
"Scusa?"
"Ti
comporti esattamente come lei, forse più discretamente, ma è cosi..."
spiegò la bionda per poi aggiungere"Ad ogni modo, se lei non agisce sai
bene cosa devi fare..."
"Credi che dovrei prendere in mano la situazione?"
"Beh, sei stata tu a proporle di uscire..." rispose Sam.
"Esattamente." annuì Quinn.
"Giusto... Giusto..."
"A proposito... hai per caso pensato a cosa fare?" chiese ancora la
ragazza.
"Non proprio... Non voglio portarla nei soliti posti... ma allo stesso
tempo non voglio fare niente di esagerato..."
"Beh, fossi in voi eliminerei il cinema. Avete decisamente bisogno di
parlare." rispose Sam guadagnandosi un'occhiata stupita da parte delle
amiche, per poi aggiungere arrossendo "Che c'è? E' vero..."
"E' vero..." ripetè Santana sospirando.
"Beh, è già qualcosa, sai che devi portarla in un posto
in cui è a suo agio e in cui potrete parlare liberamente."
sorrise Quinn.
"Certo..." sbuffò la latina per poi guardare l'orologio e tirare un
sospiro "Sarà qui fra poco...".
"Santana Lopez..." cominciò Quinn divertita "Non sarai
mica nervosa perchè la tua coinquilina sta per tornare a
casa... vero?".
"E' imbarazzante!" protestò Santana "Ed io non sono una che si
imbarazza facilmente! Ma lei è sempre così- così-
timida! E io lo so che non è timida! Anzi... quando vuole
sa essere tutto meno che timida..."
"Dimmi di più... per favore..." provò Sam con un sorriso.
"Sta zitto, Sam..." sorrise Quinn dando una gomitata al ragazzo.
"Ogni tanto penso che sta succedendo tutto troppo velocemente..."
"NO!" esclamarono in coro i due ragazzi spalancando gli occhi, per poi
guardarsi a vicenda.
"Quello che vogliamo dire-" cominciò Sam.
"Lo so quello che volete dire..."
"San, non farlo. Non farlo e basta. Non- No. No." disse Quinn
sfidando lo sguardo della latina.
"E' permesso?" sorrise Rachel aprendo la porta dell'appartamento
"Cavolo..." sospirò Santana.
"Ehi Rachel." rispose Quinn per poi guardare divertita Santana "Stavamo
giusto preparandoci ad andare.".
"Di già!?"
"Già... Domani si lavora..." annuì Sam con una falsa espressione
afflitta..
"Beh, almeno è venerdì!" sorrise ancora la brunetta "Grazie a Dio è
venerdì! TIGF!"
"Non dirmi che stai per cantare Katy Perry, ti prego..." sospirò
Santana suonando forse un po' più pungente di quello che aveva
pensato, guardando Rachel cambiare improvvisamente espressione.
"Beh!" disse velocemente Sam rompendo l'atmosfera tesa "Buona notte
ragazze, ci sentiamo per il week end!".
"'Notte Sam." rispose la brunetta accennando ad un sorriso.
"Ti chiamo domani." sillabò muta Quinn alla latina, per poi dire
ad alta voce "'Notte Rachel, a domani!" e seguire Sam fuori dalla porta.
Dopo un veloce scambio di sguardi con Rachel, Santana si alzò
veloce a raccogliere i bicchieri usati, per poi lasciarli nel lavandino
cercando di evitare la brunetta.
Mentre raccoglieva i tovaglioli dal tavolino del salotto, Santana sentì
l'acqua scorrere nel rubinetto della cucina.
Voltandosi trovò Rachel a sciacquare i bicchieri che aveva appena
posato.
"Ber-Uhm, Rachel, non devi farlo."
"E' la mia settimana di pulizie... e poi se non si sciacquano subito il
vino lascia l'alone..." spiegò Rachel cercando di sorridere.
Santana prese un lungo respiro prima di avvicinarsi e sedersi su uno
degli sgabelli del bancone alle spalle della ragazza.
"Così non va." sospirò Santana toccandosi nervosamente le mani,
"Oh, grazie avevo bisogno del tuo illuminante quadro della situazione!
Grazie per essere scesa a salvarmi dalla mia ignoranza, Santana,
credimi non lo avevo capito..." sbottò Rachel voltandosi
a guardare la latina, per poi tornare a lavare i bicchieri.
"Rachel-"
"No, ascolta Santana. Lo avevo preventivato. Avevo immaginato che- che
potessi avere un ripensamento. Quindi è ok. Non fa niente.
Davvero. Facciamo veramente finta che non sia successo niente. D'altro
canto non avrei mai pensato che una ragazza come te potesse anche
solamente guardarmi..."
"Sei seria!? Veramente?".
"Serissima." replicò la brunetta dando di nuovo le spalle alla latina.
"Non ti capisco, Rachel..." sbuffò Santana.
"Tu!? Tu non capisci me?!" esclamò Rachel "Tu!? Che a momenti mi
tratti a pesci in faccia e a momenti mi guardi con l'aria di una che ha
intenzione di rimettere in scena Basic Instinct!?! Veramente, Santana?".
La mora rimase qualche secondo con la bocca socchiusa, confusa.
"Non hai intenzione di dire nulla?" provò Rachel tornando a dare le
spalle alla latina.
"Io... uhm... Non so se sono più stupita dal fatto che tu abbia
effettivamente usato un immagine cinematografica piuttosto spinta per i
tuoi standard- o dal fatto stesso che, suppongo, tu abbia visto Basic
Instinct...".
Santana continuò a guardare la brunetta di fronte a lei, finchè non
sentì un suono ben distinto.
Una risata.
E non una risata di cortesia.
No.
Una risata piena e ricca e divertita.
Dopo qualche secondo Santana si rese conto di due cose: non solo che
anche lei stava ridendo, ma che non ricordava quanto fosse piacevole e
liberatorio essere tornata alla solita routine. Di quanto
fosse semplicemente bello.
Qualche minuto dopo, una volta ripreso il fiato ed asciugate le
lacrime, le due ragazze tornarono a guardarsi.
Stavolta con occhi diversi.
"Rae..." cominciò Santana "Voglio che sia chiaro che non ci ho
ripensato. Niente affatto, credimi. E' solo che... tutta questa storia
comincia a diventare troppo imbarazzante... Insomma le occhiatine, i
sorrisi, è intrigante ed eccitante ma- ma è tutto
diverso dal solito.
E per quanto non lo voglia ammettere, mi mancano le nostre
normali conversazioni mattutine- beh, per quanto normali possano
definirsi... Insomma... voglio uscire con te, lo voglio, per
quanto non abbia la benché minima idea di dove portarti... ma
devo essere sincera e vorrei che le cose tornassero... non lo so...
semplicemente, normali..."
"Normali." ripetè Rachel.
"Normali." annuì Santana.
"Questo posso farlo. Beh, possiamo farlo..."
"Grazie al cielo..." sospirò Santana tornando a sedere sul divano.
"Da domattina. Da domattina si riprende la nostra solita routine.
Quella consolidata.".
"Ma ti prego niente te con quelle erbacce dentro domattina... E'
nauseante..."
"Va bene, domani semplice tè verde..."
"Grazie."
"Comunque..." cominciò Rachel sedendosi sulla poltrona di fronte a
Santana "Per la cronaca... Ho visto Basic Instinct..."
"E ti è piaciuto?"
"Non
particolarmente..." replicò la brunetta alzando le spalle "Ma devo
ammettere di aver provato e riprovato il famoso accavallamento di gambe
di Sharon Stone..."
Gli occhi di Santana volarono incontrollati alle gambe della diva.
"Il che non significa che lo farò ora, Santana... Ma magari un
giorno..." commentò divertita Rachel.
"Buonanotte, Rachel." sbuffò Santana arrossendo, alzandosi astiosa dal
divano.
"Te lo avevo detto che avevi voglia di rimettere in scena Basic
Instinct!".
"Buonanotte!" ripetè la latina dirigendosi veloce in camera sua.
________________________________________________________________________________________________________
Santana era già pronta ad uscire di casa quando sentì la
voce di Rachel.
"Buongiorno."
"Buongiorno." replicò la mora preparando velocemente la sua borsa.
"Stai già uscendo?" chiese la brunetta sorseggiando il suo tè.
"Devo andare a lavoro..."
"Sei in anticipo oggi."
"Ah si?" domandò curiosa Santana
"Di solito esci di casa alle otto e mezza, mentre ora sono
appena le otto..."
"Wow... Sapevo che eri ossessiva ma non fino a questo punto..." sorrise
la latina "Comunque, devo fare dei giri..."
"Non starai mica cercando di evitarmi... vero?" sorrise la brunetta
cercando evidentemente di provocare la mora.
"Per tua informazione sto cercando un bel posto dove portarti per il
nostro appuntamento..."
"Oh allora hai ancora intenzione di uscire con me..." continuò
divertita Rachel.
"Non
sei divertente..." sbuffò Santana "Questa storia mi sta mettendo in
difficoltà... ci sono così tante cose che potremmo fare, eppure nessuna
sembra quella giusta..."
"Non stare ad impazzire sul dove portarmi o meno. Qualunque cosa
sceglierai, sono sicura che andrà più che bene, Santana."
"Lo dici solo per consolarmi."
"Lo
dico solo perchè, in quanto nostro appuntamento, non importa dove
andremo o cosa faremo. L'importante sarà passare del tempo insieme.
Possibilmente tempo di una certa qualità, speciale e in maniera
diversa, ma ripeto... l'importante è
stare insieme."
"Ugh, mi stai facendo venire il diabete..." commentò Santana mimando
un'espressione disgustata.
"Per fortuna sei un medico..."
"Posso farti una domanda?"
"Certo che puoi."
"Noi ci siamo già baciate... Due volte..."
"Si... Ma non è una domanda." osservò la brunetta.
"Si, lo so che non è una domanda, Rachel... Quello che volevo
domandarti è questo: supponendo
che, magari,
volessi baciarti... Potrei farlo o dovrei aspettare il famoso "primo
appuntamento"?".
"Mmm...
Il fatto che ci siamo già baciate non ti dà automaticamente il permesso
di baciarmi di nuovo. Specialmente calcolando che la prima volta io non
ero proprio in me e la seconda volta lo hai fatto a tradimento."
"A tradim-" cominciò Santana per poi fermarsi "Quindi devo aspettare la
sera dell'appuntamento?"
"Si, mi piacerebbe. Mi piacerebbe proprio essere baciata fuori casa."
"Casa in cui poi entrerò anche io..." osservò Santana.
"Esatto!"
"Sei seria?"
"Certamente."
"Non- Non lo stai facendo per prendermi in giro?"
"No... perchè?"
"Per la miseria, Rachel, mi farai impazzire..."
"Non capisco- non vedo qual è il probl-"
"Smettila di parlare." ordinò Santana prima di avvicinarsi e lasciare
un singolo,
delicato, bacio sulle labbra della brunetta, per poi sospirare "Stasera
fatti trovare pronta per le otto. Ti porterò da qualche parte. Da
qualunque parte."
"O-ok..."
"Ti
auguro una buona giornata, Rachel..." continuò santana per poi
raccogliere la sua borsa ed uscire
dall'appartamento.
"Beh..." sorrise Rachel sfiorandosi la bocca "Se il buongiorno si vede
dal mattino..."
_____________________________________________________________________________________________
Santana non ne poteva più.
Raramente aveva giornate lente come quella che stava passando.
Niente operazioni programmate, niente emergenze, niente scartoffie da
sistemare.
Nella noia aveva preso il telefono ed aveva cominciato a scrivere a
Quinn e Sam.
Santana: "Idee per l'appuntamento ?"
Dopo qualche secondo aveva sentito il telefono vibrare.
Sam: "Vino, vino, vino, sesso."
Santana: "Perchè continuo ad includerti nelle nostre conversazioni?"
Sam: "Perchè non potete vivere senza di me."
Quinn: "Farò finta di non aver letto Sam. San, vuoi andare tranquilla?
Portala a cena fuori!"
Sam: "E falla bere (:"
Santana: "Non siete d'aiuto... cercavo qualcosa di più particolare..."
Sam: "Chiedi all'amico google."
Quinn: "Squallido, Sam."
Sam: "Non mi sembra che tu ti sia mai lamentata dei nostri
appuntamenti... eppure..."
Quinn: "Sei triste."
Santana: "Ok, ora tolgo le notifiche. Uccidetevi pure."
La latina tornò ad accomodarsi sulla sua sedia, poggiando i piedi sulla
scrivania.
Doveva trovare qualcosa che potesse lasciarle parlare... ma che le
facesse anche far colpo su Rachel.
Avvicinandosi
al pc Santana cominciò a cercare tutti i migliori locali con karaoke,
tralasciando quelli di puro country e rap, fino a quello che le
sembrava fosse il migliore.
La latina riprese velocemente il
telefono, e dopo aver evitato la sfilza di insulti volati fra i sue due
amici scrisse: "Cena in un ristorante con karaoke... Che ne pensate?"
Sam: "Ottimo (;"
Quinn: "Le piacerà da morire"
Santana: "Non è un po' scontato?"
Sam: "Puoi portarla a cena sotto il Taj Mahal?"
Santana: "No... Non stasera perlomeno (;"
Sam: "Allora non è scontato"
Quinn:
"Già, scontato è riportare due sabati di fila una ragazza nello stesso
locale solo per rubare ancora un sottobicchiere..."
Sam: "Erano in pelle!"
Santana: "Ecco. Grazie. Continuate pure.".
Ok,
forse portarla in un ristorante non era la cosa più originale del
mondo... Ma era sicura che col karaoke avrebbe totalizzato almeno un
centinaio di punti...
Così Santana si decise a prenotare.
___________________________________________________________________________________________
Santana stava finendo il quarto cruciverba della giornata, quando sentì
il suo telefono vibrare nella tasca.
"Berry", lesse la latina, segnandosi come promemoria mentale di
cambiare il nome sulla rubrica entro la serata.
"Pronto?"
"Spero che la regola
"Chiamare solo in caso di emergenza" sia sospesa..."
cominciò Rachel.
"Perché dovrei sospenderla? Anzi, c'è un'emergenza in corso?"
"No, ma- beh- voglio dire, visto che-"
"Sto scherzando, Rachel... Cosa succede?"
"Per stasera..."
"Si?"
"Cosa devo indossare?"
"Quello che vuoi, Rachel, non è importante..."
"Si, ma- Ecco, mi chiedevo... è un pub? Un ristorante chic? Una
discoteca? Un-"
"Non ti rivelerò dove andremo. Vestiti casual."
"Mmm...
Casual come "Heidi Klum esce a fare la spesa" o casual in
stile
"non voglio sembrare troppo sciatta ma non ho voglia di scegliere gli
abiti, quindi prendo le prime cose che trovo sperando che siano
abbinate"?"
"Sei consapevole del fatto che ci vestiremo nello stesso
appartamento e che, probabilmente, verrai comunque da me a chiedere
"Cosa ne pensi?" come ogni santa mattina?"
"Si, ne sono consapevole. Ma preferirei che rispondessi
semplicemente alla mia domanda."
"Rachel,
per quanto sia difficile ammetterlo, sai vestirti. Ti vesti sempre
molto bene. Quindi qualunque cosa deciderai di indossare andrà bene."
"Una gonna?"
"Rachel ti ho appena detto che va bene tutto..." osservò Santana.
"Si, ma ho notato stamattina che hai un evidente debole per le mie
gambe."
"Uhm... Io-"
"Sei arrossita?" rise divertita Rachel al telefono "Dimmi che sei
arrossita!"
"Io non arrossisco."
"Certo... come non sei arrossita ieri sera..." replicò ironica Rachel.
"Mi raccomando, pronta per le otto." tagliò corto la latina.
"Dovrei
sentirmi offesa da questa frase. Lo sai che faccio delle puntualità uno
dei miei punti più forti... Io sono sempre puntualissima."
"Ricordartelo non fa male, però..."
"Allora ci vediamo più tardi..."
"A più tardi, Rach..."
"Santana?"
"Mmh?"
"Non vedo l'ora che arrivi stasera..."
"Anche io..."
"Stavolta sei arrossita, vero? Non provare a negarlo!"
"Ci
vediamo più tardi Rachel..." sorrise Santana terminando la telefonata,
per poi guardare l'orologio e sospirare "Ancora qualche ora..."
____________________________________________________________________________________________
Era così tanto tempo che non si sentiva così.
Sulla metro, tornando a casa, continuava a pensare e ripensare
all'appuntamento con Rachel.
Continuava
a ripetere mentalmente il programma che aveva meticolosamente preparato
durante le 8 noiosissime ore in ospedale, dai mezzi che avrebbero
preso, a cosa le avrebbe raccontato per fare colpo (come se servisse, a
questo punto), fino alle domande da fare alla brunetta sulle (poche)
cose che ancora non sapeva di lei.
Quando la latina sentì il
telefono vibrarle nella tasca si lasciò subito sfuggire un sorriso,
convinta al cento per cento che non poteva essere altri che Rachel,
pronta a chiederle dove fosse o qualcun altra delle sue mille domande
giornaliere.
Invece, sfilato il telefono dalla tasca, Santana rimase di pietra nel
leggere sul display il prefisso dell'ospedale.
"No... ti prego, no." sospirò la mora prima di prendere un respiro e
rispondere "Santana Lopez."
"Abbiamo un problema..."
Santana riconobbe subito la voce di Sugar Motta, una delle sue
studentesse.
"Avete un problema, hai detto bene..."
"Uhm... In effetti il problema è anche suo..."
"Cosa c'è ora?!"
"La dottoressa Pillsbury ha avuto un'emergenza familiare e-"
"No. Non sono disponibile, non pensateci nemmeno. Ho un appuntamento
stasera."
"Ma dottoressa Lopez io-"
"Io cosa?!"
"Io sto solo... Beh, eseguendo gli ordini..."
"Chi ti ha detto di chiamarmi? E' stato il tipo filippino?"
"No, è stato il primario..."
"Il prim- Stai scherzando!?"
"No, dottoressa. Mi dispiace."
"Cazzo!" sbottò la latina "Ho un appuntamento stasera, Sugar!"
"Mi dispiace dott-"
"Smettila di dire "mi dispiace"! Non mi stai aiutando! Fa qualcosa di
concreto"
"Ho
già controllato se c'erano altri medici nella fascia di
disponibilità... ma a quanto pare lei è l'unica disponibile questa
sera..."
"Merda..." sospirò Santana abbattuta.
"Cosa riferisco al primario?"
Santana
non aveva nemmeno ascoltato le parole della ragazza, continuando invece
a pensare a come avrebbe detto a Rachel che il loro appuntamento,
atteso e sudato, era saltato.
"Dottoressa?"
Santana prese un lungo respiro, cercando di calmarsi, per poi
rispondere "Arrivo." ed attaccare.
Alla prima fermata la latina scese velocemente andandosi a sedere sulla
prima panchina libera.
Lasciata
cadere astiosamente la borsa, riprese il telefono per digitare quel
numero che ormai conosceva più che a memoria, quasi per istinto.
Dopo
qualche secondo di indecisione Santana avviò la chiamata, cercando
disperatamente qualcosa da dire che non sembrasse una stupidaggine o,
peggio, una scusa.
"Salve! Avete chiamato Rachel Barbra Berry!"
"Maledizione!" mormorò Santana nel sentire la segreteria telefonica.
"Lasciate un messaggio dopo il mi bemolle!"
Dopo
quello che doveva trattarsi di un assordante mi bemolle Santana provò
"Rachel? Avanti Rachel, rispondi, sono io... Rachel? Maledizione sei
già in bagno!? Sono le sei!" protestò la latina "Ascolta Rachel, non so
esattamente come dirtelo quindi tanto vale che lo dica e basta.
Dobbiamo rimandare il nostro appuntamento, io- Stavo tornando
a
casa e mi hanno chiamato per un altro turno d'emergenza... Devo andare,
sono l'unica disponibile stasera fra i medici di ruolo... Mi dispiace
tanto, Rachel... Ma non voglio rovinare la serata, magari chiama Quinn
o Kurt e andate voi nel ristorante che avevo prenotato, è un
ristorante-karaoke, ti piacerà... Si chiama The sound of music, è tra
la- BIIP."
Santana ricompose velocemente il numero aspettando di
nuovo il mi bemolle per continuare "E' tra la 14 e la 36 a Brooklyn...
Mi dispiace Rachel, mi spiace così tanto... Chiamami appena puoi... Se
vuoi... Buona serata." terminò la latina attaccando, per poi riprendere
le sue cose e ritornare sulla metro, direzione ospedale.
______________________________________________________________________________________________
Da quando era arrivata in ospedale due ore prima, nessuno aveva osato
rivolgere la parola a Santana.
Nessuno.
Se
già normalmente era raro che qualcuno andasse a disturbare Santana
senza alcun motivo, in quel momento era quanto mai
facile afferrare quanto la mora fosse fumante di rabbia.
"Sugar?"
"Si, dottoressa?"
"Che ore sono?"
"Le 8 e 15 minuti."
"A quest'ora sarei dovuta essere su taxi per il ristorante che avevo
appositamente scelto e prenotato. Lo sai?"
"Mi disp-"
"Non dirlo. Abbiamo qualche emergenza?"
"No."
"La Pillsbury aveva qualche operazione decente programmata?"
"Uhm... No..."
"Perfetto, quindi sono qui a farvi da babysitter?"
"Beh... si, direi di si."
"Grandioso. Semplicemente grandioso..."
"Uhm... Dottoressa Stavo per andare a prendere qualcosa giù alla mensa,
vuole che prenda qualcosa anche per lei?"
"No."
"Ma-"
"Non ho fame, Sugar. Ora alza i tacchi e va pure a strafogarti della
robaccia che servono quà dentro."
"Si, dottoressa. Per qualunque cosa-"
"Lo so come funzionano i cercapersone, grazie Motta."
"E' sempre sic-"
"Non ho fame." ripetè la latina lanciando un'occhiata fulminante alla
ragazza che praticamente fuggì via terrorizzata.
Come
vide Sugar scendere le scale, Santana tornò a poggiare i piedi sulla
sua scrivania, sporgendosi indietro sulla sedia nel tentativo di
chiudere gli occhi e magari distrarsi.
"Credevo che avessimo già avuto la discussione sul "mangiare è
importante almeno quanto dormire"..."
Santana per poco non cadde dalla sedia riconoscendo la voce.
"Rachel?! Cos- Cosa ci fai qui!?"
"Ho
ricevuto il tuo messaggio nella segreteria e ho pensato di venirti a
trovare." spiegò semplicemente la brunetta "Tra l'altro, Santana,
permettimi di dirti che un messaggio in segreteria dovrebbe
essere quanto mai conciso ed incisivo... il tuo sembrava un flusso di
coscienza della miglior imitazione dell'Ulisse di Joyce..."
"Rachel mi dispiace per-"
"A me non dispiace..."
"No?"
"Te
l'avevo detto... non mi interessava dove mi avresti portato o cosa
avremmo fatto... L'importante era stare insieme in un modo speciale e
diverso dal solito..."
"Ma il ristorante-"
"Oh lascia stare il ristorante... ti sei involontariamente salvata da
una figuraccia, lo sai?"
"Ah si?"
"Sono già stata in quel locale col mio storico ex... ed è lì
che ha pensato bene di lasciarmi..."
"Oh... Che fortuna..."
"Già...
Hai visto? Non tutti i mali vengono per nuocere... Tra l'altro ho
pensato di lasciare la nostra prenotazione a Quinn e Sam. Così nulla è
andato sprecato."
"Ottimo..." sorrise Santana "Beh... ora... Ora che facciamo?".
"Ho portato la cena!" sorrise Rachel sollevando un cestino da pic nic
"Dove possiamo accomodarci?"
Santana rimase un istante impietrita, per poi alzarsi veloce e scusarsi
"Aspetta un momento solo, Rachel. Torno subito.".
Afferrato il telefono, la latina compose velocemente il numero della
sua fedelissima studentessa.
"Motta?"
"Arrivo dottor-"
"No,
ascolta bene: io ho da fare. Ho da fare e non voglio essere disturbata,
quindi fa in modo che nessuno, ripeto nessuno, provi a cercarmi a meno
che non si tratti di vere emergenze. Ti ricordi cosa intendo per "vere
emergenze"?"
"La lista delle "vere emergenze" è appesa fuori ogni stanza del pronto
soccorso e dei ricoveri."
"Appunto.
Se qualcuno prova a disturbarmi perchè non trova una vena, giuro sulla
mia carriera che troverò il modo di uccidervi tutti senza che la colpa
ricada su di me."
"Ma-"
"Non ho finito. Non deludermi Motta,
e ti prometto che sarai la mia ombra in tutte le operazioni cui vorrai
assistere. E' chiaro?"
"Cristallino, limpido, dottoressa- Grazie per l'opport-"
Santana attaccò velocemente per tornare da Rachel e dire con un sorriso
"Vieni con me.", per poi offrirle una mano.
"Santana Lopez, mi stai veramente suggerendo di prenderti per mano?"
"Lo so cosa stai facendo..." replicò Santana evitando di guardare la
brunetta.
"Ah si? E cos'è che starei facendo?"
"Stai provando a farmi arrossire."
"Oh no, non ci sto provando... Ci sto riuscendo... è differente..."
sorrise Rachel sollevando le sopracciglia divertita.
"Avanti,
Rachel! Mi vedrai arrossire altre mille volte questa sera e non dovrai
nemmeno impegnarti, ora prendi la mia maledetta mano e seguimi..."
"Ok..." replicò sorridente Rachel stringendo la mano della latina.
"Dove stiamo andando, esattamente?"
"Non preoccuparti."
"Non mi preoccupo, infatti. Volevo solo sapere dove stavamo andando."
"In un'aula."
"E quanto manca ancora?"
"Una
rampa di scale o due... Non dirmi che sei stanca Rachel, altrimenti
comincerò a chiedermi cosa fai tutte quelle mattine in cui ti alzi alle
sei per fare esercizio..."
"Santana!"
"Chi è che arrossice ora?" replicò vittoriosa la mora.
"Sei come i bambini, devi sempre avere la tua rivincita..."
"Non pensavi davvero che ti avrei fatto vincere così facilmente, vero?"
"Non si tratta di vincere o perdere è che-"
"Rilassati, Rachel. E' qui il posto."
"Il posto?"
"Diventerà un'aula il prossimo anno, per ora è una stanza come tante...
di cui ho rubato la chiave..."
"Santana! Stiamo violando la legge?!"
"No."
"Santana!"
"E
va bene! Tecnicamente si... ma nessuno lo verrà a sapere
calcolando che sono l'essere più temuto in questo ospedale.
Beh,
dopo il primario ovviamente... E la cuoca polacca, ma solo perchè lei
ha un uncino ed è alta un metro e novanta..."
"Sei una criminale..."
"Anche se lo fossi con tutte le vite che salvo credo che il karma
ri-sistemerebbe le cose per me..."
"Forza, mangiamo prima che la lasagna diventi un mattone..."
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"Sai cosa manca?" cominciò Rachel.
"Cosa?"
"Ho dimenticato di pensare ad un dolce..."
"Oh, per questo non c'è problema..."
"Cosa intendi?"
"Guarda quà." sorrise
Santana prendendo il telefono "Sugar? No, è tutto ok, ma avrei bisogno
di un favore..."
"Santana!" protestò Rachel comprendendo le intenzioni della latina.
"Che dolce hanno giù in mensa? ... Poi? ... Ok, ne voglio due. Sono
nell'aula R. Ovviamente ora. Ti aspetto." terminò la mora.
"Sei terribile..."
"Per così poco?" sorrise la latina.
"Non puoi sfruttare così i tuoi sottoposti! E' atroce e ingiusto!"
"Atroce
e ingiusto è fare i compiti di chimica della figlia del tuo capo.
Atroce e ingiusto è fare il cagnolino per poi non vedere nemmeno
l'ombra di un bisturi. Scherzi a parte, tutto quello che fanno per me è
ripagato... Sono terribile ma non fino a questo punto..." spiegò
Santana per poi aggiungere "E poi sta per portarci il gelato ti stai
veramente lamentando del mio potere qui dentro?"
"Lo fai solo per impressionarmi o sei sempre così?" provò Rachel.
"Ho davvero bisogno di impressionarti?"
"No... Non ne hai mai avuto bisogno a dir la verità..."
"Davvero?"
"Beh, a parte il primo mese in cui ti avrei volentieri strangolato nel
sonno con del filo da pesca..."
"Cosa!?" esclamò Santana quasi strozzandosi col vino.
"Ammetterai anche tu che non sei stata la migliore delle coinquiline...
inizialmente..."
"Mi sembra abbastanza giusto comunque. Ho pensato diverse volte di
riempirti di sonniferi..."
"SANTANA!"
"Non preoccuparti non l'ho mai fatto..." replicò la mora "Non ancora ad
ogni modo...".
"Non oseresti..."
"Lo dici tu..."
"Oh! Non sono così insopportabile come lo fai sembrare!"
"Rachel quando cominci con i tuoi monologhi ci sono tre modi per farti
smettere."
"Oltre al sonnifero?"
"No, il sonnifero è uno di quelli."
"Allora quali sono gli altri due?"
"Una possibile soluzione è una padellata sulla nuca."
"Non sei simpatica."
"Non dovevo risultare simpatica, infatti."
"Lo
sai? A volte credo che tu sia schizofrenica. O almeno bipolare. E'
l'unico modo in cui riesco a spiegarmi questi tuoi repentini quanto
inaspettati cambiamenti di comportamento!"
"Certo..." sospirò Santana.
"E'
come se un momento fossi Bruce Banner e quello dopo ti trasformassi in
Hulk, o da Jekyll a Mr. Hyde! O ancora meglio, sei una specie di
Smeagol che di tanto in tanto si fa sopraffare da Gollum-"
"Cosa?!" esclamò la latina sorpresa.
"Si, Smeagol e Gollum!"
"No, volevo dire, da quando in quà conosci Smeagol e Gollum?"
"Beh... A forza di chiamarmi Hobbit mi hai incuriosito."
"Non dirmi che stai leggendo Il signore degli anelli..."
"Non proprio... Ma ho visto i primi due film..."
"Sorprendente..." sorrise Santana "Veramente sorprendente..."
"A questo punto potresti cominciare a tua volta a farti una cultura in
proposito della sola e unica."
"Oh, no..."
"No? Io sto cercando di... partecipare ai tuoi interessi. Perchè tu non
dovresti?"
"Perché
ho già praticamente imparato a memoria ogni battuta di ogni film della
Streisand solo vivendo con te. Non voglio che cominci a comparire nei
miei sogni... Anzi, incubi..."
"Non osare insultare Barbra! Non- Non provarci!"
"Non la sto insultando è che semplicemente non riesco a vedere in lei
tutto quel che vedi tu... eccetto il naso.
Il naso è difficile da mancare."
Rachel spalancò gli occhi portandosi le mani sul petto, in
un'espressione offesissima.
"Cosa?"
"Forse
dovresti sapere che Barbra prima di sfondare ha lavorato come
centralinista, ma non si è mai persa d'animo continuando ad andare di
provino in provino fino a che non ce l'ha fatta! E' stata la prima
donna a scrivere, dirigere, produrre, recitare e cantare in un film, ti
dice qualcosa Yentl?"
"Oh adoro chiamarti Yentl!"
"Ha vinto
Oscar, Emmy, Grammy, Tony e Golden Globes! Ha il terrore della folla e
riesce comunque ad esibirsi davanti ad oltre centomila spettatori! Si è
esibita per la prima volta in un gay bar del Greenwhich Village e a chi
diceva di rifarsi il naso rispondeva "No"-"
"No, grazie." la interruppe Santana.
"Come- Te l'ho già detto?"
"No."
"Allora come-"
"Wikipedia."
"Sei andata a leggere la pagina di Barbra!?"
"Secondo te?"
"Oh!
Sono io la prima curatrice! La rileggo una volta a settimana e mi sono
ripromessa di aggiungere qualcosa almeno una volta al mese! Stavo
pensando di aggiungere i compensi ricevuti per ogni film e-"
Santana non le permise di terminare la frase prima di avvicinarsi e
rubarle un bacio.
Ed un altro.
E ancora un altro.
"Per la cronaca..." sospirò Santana "Questo è il terzo metodo che ho
scoperto, finora, per farti smettere di parlare..."
"Beh... devo ammettere che funziona..." sorrise Rachel "Significa che
devo continuare a parlare per essere baciata di nuovo?"
"Oh mio Dio..." rise la latina avvicinandosi di nuovo alle labbra della
brunetta.
"Dottoressa Lopez- OH! Mi dispiace io- Non volevo!"
"Motta..."
sospirò Santana ricomponendosi "Per essere la figlia di uno dei pezzi
grossi dell'Upper East Side è strano che tu non sappia che prima di
entrare in una stanza è buona usanza bussare..."
"Io non-"
"Tra
l'altro spiegami, ti prego, con quale stregoneria hai impiegato solo 3
minuti a salire gli ultimi dodici piani senza ascensore??"
"Io- Io ho corso..." sospirò la ragazza.
"Beh... Grazie per il gelato. Ora puoi tornare in reparto." replicò
Santana afferrate le coppette di gelato.
"Eh-Ehm..." provò Rachel attirando l'attenzione, per poi indicare con
lo sguardo la povera ragazza.
"E Sugar?"
"Si, dottoressa?"
"Per le prossime due settimane sei esentata da ogni esame rettale. E se
qualcuno obietta mandalo pure da me."
"Grazie!" esclamò Sugar "Grazie mille! Grazie!"
"Prego. Ora sparisci però. Sciò. Via."
Annuendo la ragazza si volatilizzò dalla stanza in un decimo di secondo.
"Allora?" chiese Rachel.
"Cosa?"
"Non è bello essere gentili con le persone?"
"Io sono gentile con le persone. Sono gentile con te, mi sembra."
"Sei gentile solo con chi vuoi tu e quando vuoi tu. Il che mi riporta
dritta dritta al discorso di prima-"
"Discorso
che, ti assicuro, ho afferrato. E posso dirti che non sono bipolare ne
schizofrenica, ma ho una specie di alter ego che amo chiamare Snix. La
parte più... feroce, di me."
"Quella che prevale sempre su Santana? Credo di averla conosciuta..."
"Tu non conosci Snix, al massimo puoi averla incrociata..."
"Certo..."
"Mangia il gelato, avanti... comincia a farsi tardi."
"E allora?"
"Beh, il mio turno finisce alle due... sono quasi le undici e credo che
tu debba andare a casa se domani vuoi riuscire ad alzarti per la tua
routine mattutina e per il lavoro..."
"Oh, la routine può aspettare... Quanto al lavoro..." sospirò Rachel
"Non credo che ci saranno problemi."
"Hai preso un giorno di ferie?"
"Meglio. Mi sono licenziata."
"Cosa?!" esclamò Santana "Cos- Perchè!?"
"Perchè voglio fare quello per cui sono nata. Voglio lavorare a
Broadway. Posso farcela, Santana. Sono giovane e so che questa è la mia
strada."
"E' un bel salto..."
"E' un salto nel buio..." osservò Rachel.
"Ma ne varrà la pena." aggiunse la latina con un sorriso.
"Lo pensi davvero?"
"Lo hai detto tu stessa: sei nata per questo. E col tuo talento non
vedo chi potrebbe impedirti di seguire la tua strada... di inseguire i
tuoi sogni..."
"Grazie, Santana..."
"Dico le cose come stanno..." rispose la latina sollevando le spalle.
"Non devi sempre sminuire quello che dici o che fai, lo sai? Anche se è
una cosa che trovo estremamente dolce..."
"Dolce?"
"Mhmh..."
"Non c'è niente di dolce in me..."
"Ti prego, non ricominciamo..." sorrise Rachel per poi riprendere
"Allora, qual è il programma per il resto della serata?"
"Beh, potremmo andare a vedere se c'è qualche operazione
interessante..."
"No."
"Ok! Allora potremmo fare un salto in maternità a cercare i prossimi
brangelina tra la nursery..."
"Per quanto questa proposta sia quantomai allettante..." cominciò
Rachel "C'è un posto dove potremmo magari... metterci più comode e...
avere un po' più di privacy?"
"Rachel, io- io non sono-" provò Santana.
"Lo so. Lo so e credimi la privacy non è per saltarti addosso, per
quanto la cosa non mi dispiacerebbe... Voglio solo... non lo so,
sdraiarmi con te e parlare di qualcosa... stupidaggini probabilmente...
Che ne dici?"
"Nel mio ufficio c'è un bel divanetto..." spiegò Santana.
"Va più che bene..."
"Andiamo allora..."
"Dobbiamo pulire qui, aspetta."
"Nah... Ci passo io domani... Questa stanza è ancora inutilizzata,
ricordi? Avanti, andiamo."
____________________________________________________________________________________________
"Dottoressa?"
Santana sentì una voce familiare chiamarla.
"Dottoressa Lopez?"
"Mmm..." mugugnò la latina aprendo lentamente gli occhi.
"Uhm..."
"Motta? Cosa ci fai qui?"
"Shh!"
"Non azzardarti a zittirmi!" replicò la latina infastidita.
"Cosa succede?" domandò assonnata Rachel alle spalle della latina.
"Vi siete addormentate... Sono le due e trenta... Pensavo voleste
andare a casa..." spiegò la ragazza.
"Maledizione..." sospirò la mora "Grazie, Motta. Puoi andare..."
"Buonanotte..." salutò la ragazza.
"Buonanotte, Sugar! Grazie di tutto!" rispose Rachel alzandosi dal
divano.
"Addormentarsi..." cominciò Santana "Ottimo modo per terminare un primo
appuntamento..."
"Hai dimenticato di aggiungere insieme."
"Cosa?"
"Addormentarsi insieme. Lo trovo un ottimo modo per terminare un
appuntamento. E poi, non per essere pignola, ma questo appuntamento
termina una volta che mi avrai riaccompagnato a casa..."
"Allora andiamo prima di ricadere in catalessi su questo divano..."
sospirò la latina alzandosi a forza dal suo divanetto.
Arrivate a casa Santana lasciò educatamente Rachel salire prima di lei
con qualche gradino di vantaggio, ed una volta arrivate alla porta
dell'appartamento le due ragazze si ritrovarono imbarazzate a guardarsi.
"Allora..." cominciò Santana "Spero che la serata ti sia piaciuta
nonostante tutto..."
"E' stata una fantastica serata, Santana, davvero. Alternativa. E poi
con la tua divisa sembrava quasi di essere ad un pigiama party!"
"Ugh, odio già la mia divisa, perché devi infierire?" scherzò la latina.
"No! Non odiarla! Fa così tanto Grey's Anatomy! E' eccitante!"
"E' eccitante solo perchè la indosso io..." sorrise Santana alzando le
spalle con nonchalanche.
"Ah, viva la modestia!" osservò Rachel.
"Viva la verità..." replicò veloce la mora.
"Ad ogni modo è stata veramente una piacevolissima serata... E mi
piacerebbe veramente tanto replicare, e presto magari..."
"Anche io sono stata bene... E si, sono d'accordo sul replicare..."
"Allora... buonanotte, Santana..." provò Rachel.
"'Notte Rachel..." sorrise la latina per poi cominciare a frugare nella
borsa.
"Cosa stai facendo?" domandò la brunetta confusa.
"Cerco le chiavi di casa."
"Ma- Un momento-"
"Cosa c'è?"
"Il bacio della buonanotte!"
"Oh.. beh, è che non pensavo fosse obbligatorio..." sorrise divertita
Santana continuando a frugare nella borsa.
"Cosa?!"
"Che c'è! Non ti è mai successo?"
"Santana!"
"E poi è il nostro primo appuntamento... Non so se dovrei farlo o
meno... Potresti prendermi per una maniac-"
"Sta zitta!" esclamò Rachel prima di mettersi sulle punte e tirare
verso di sè il volto della latina e baciarla.
Santana sorrise vittoriosa nel bacio, prima di prendere in mano la
situazione e voltare Rachel fino a premerla sulla porta del loro stesso
appartamento.
Dopo qualche minuto, in cui carezze e baci si erano fatti più audaci,
Rachel cominciò a staccarsi dalla latina tra un bacio e l'altro.
"Santana-"
"Mmm?"
"Forse- Forse è il caso di-"
"Si-"
"Dovremmo entrare... in casa..." terminò Rachel riprendendo fiato.
"Ok. Si. Le chiavi, ok. Ce le ho." balbettò Santana
imbarazzata aprendo la porta di casa.
"Eccoci qui..." sospirò Rachel seguendo la mora nell'appartamento "Casa
dolce casa..."
"Uhm..." cominciò Santana "Quindi a questo punto... buonanotte, per
davvero?"
"Si, immagino di si..."
"A meno che tu non voglia-"
"NO- Non dirlo!"
"Stavo per dire "non voglia fare direttamente mattina"..."
"Oh..."
"Beh- No..."
"Immaginavo..."
"Allora, buonanotte Rachel..." sorrise Santana avvicinandosi impacciata
alla sua porta.
"Buonanotte Santana. E grazie ancora per la bella serata."
"Grazie a te, Rachel." replicò la latina prima di chiudersi la porta
alle spalle.
E sorridere.
|
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Capitolo 15 *** An unexpected nose ***
unexpected
Spero con
tutto il cuore che non ci siano erroracci... Pubblico ma non rileggo
perché sto crollando!
Buona lettura e un
abbraccio a tutti voi, sperando che il capitolo vi piaccia!
Northstar
___________________________________________________________________________________________
Come prima di ogni conferenza su qualche nuova tecnica
chirurgica, Santana era immersa, letteralmente, nei libri.
Due sul pavimento, uno nelle sue mani e l'altro poggiato sulle sue
gambe incrociate sul divano.
"Ti
ricordi quando trasmettevano quella maratona di Fred Astaire?" chiese
improvvisamente Rachel, seduta poco distante dalla mora, continuando
nervosamente a fare zapping.
"Domani pomeriggio."
"Grazie." sorrise Rachel "E quando comincia quella nuova serie che
volevi vedere?"
"La settimana prossima."
"Oh... Ok..."
La latina continuava a sfogliare pagina e leggere su tutti e quattro i
libri, sbuffando di tanto in tanto.
"Hai fame?" domandò improvvisamente Rachel "Posso preparare
qualcosa...".
"No, ma grazie per averlo cheisto."
"Sete?"
"Ho l'acqua proprio qui..." replicò Santana indicando la bottiglietta
d'acqua fra le sue gambe.
"Hai voglia di... Non saprei, tè?"
"No, Rachel."
"Ok. Come non detto. Torna pure sui tuoi libri." sbuffò la diva
tornando a cambiare ritmicamente canale.
Santana chiuse gli occhi e prese un lungo respiro prima di tornare a
chinare il collo sui libri.
"Hai qualcosa da riordinare, per caso?"
"Hai già riordinato tutto?"
"Mhmh."
"Tutto, tutto?"
"Ho
pulito e riordinato l'intero appartamento. Ho alfabetizzato i libri
della libreria e posto in ordine cronologico tutte le mie riviste.
Manca solo la tua camera."
"Oh, no."
"Cosa?"
"Non entrerai in camera mia."
"Perché no? Mi farei gli affari miei, sai?"
"Non
è questo il punto. La mia camera è rimasta l'unica della casa a
sembrare ancora una... beh, una camera. Sembra di essere in una sala
operatoria. Senza
macchinari, bisturi e paziente aperto sul lettino. Ma pur sempre una
sala operatoria... Rachel questo posto è antisettico. "
"E allora?"
"La mia camera mi piace... viva... vissuta..."
"Non lo sarebbe ancora di più dopo una bella pulita e sistemata?"
"No, non penso proprio." replicò Santana tornando ai suoi libri.
Dopo
qualche piacevole, lungo, minuto di quiete, la latina tornò a distrarsi
quando sentì improvvisamente il definito clic di una penna a scatto.
Poi un altro.
Ed ancora un altro.
Alzando leggermente lo sguardo, la mora individuò immediatamente la
penna stretta nelle mani di Rachel.
"Rachel?"
"Mh?"
"Potresti... Finirla?"
"Finire cosa?"
"La penna. Smettila di farla scattare."
"Ti da fastidio?"
"Non riesco a leggere."
"Quindi...
Non ti da fastidio la televisione, ma il clic di questa penna?" chiese
la brunetta facendo scattare ancora una volta la penna nella sua mano.
"Si." sospirò la latina innervosita, cercando di mantenere la calma.
"Non lo trovi un po' strano?".
"No,
non lo è! Ho studiato per anni in biblioteca dove, anche se dovrebbe
regnare il silenzio, c'è sempre quel vocio di fondo che è ormai entrato
nelle mie orecchie, esattamente come succede per il vocio della
televisione! Quel clic, isolato o ripetuto che sia, mi entra fin dentro
al cervello e mi distoglie da qualunque altra cosa stia facendo!".
"Perdonami, non lo farò più." rispose Rachel, offesa, lasciando la
penna sul tavolino del salone.
"Rachel..." cominciò Santana poggiando i libri sul bracciolo del divano.
"No, hai ragione Santana. Mi dispiace davvero. Non so cosa mi sta
prendendo..."
"Ti
sta prendendo che non sei abituata a girarti i pollici dalla mattina
alla sera. Anzi la persona più iperattiva che abbia mai conosciuto, è
normale che ti senta così a disagio non avendo niente da fare..."
"Già..."
"Mi
piacerebbe davvero trovare dei passatempi insieme, qualunque cosa pur
di farti uscire da questo stato semi-catatonico che comincia a
spaventarmi, il che mi fa pensare che firse è meglio chiudermi in
camera
stanotte... Ma devo terminare questo maledetto capitolo sui seni
paranasali. Lasciami finire, ti prego. Poi troveremo insieme qualcosa
da farti fare, ok?"
"Ok..."
Santana riprese in mano il libro
sfogliando annoiata qualche pagina, prima di posare gli occhi sulla
brunetta vicino a lei e notare come era diversa dal solito.
Spenta e cupa.
"Cosa hai intenzione di fare, ora?"
"Ora, ora?"
"No, intendevo ora che sei ufficialmente disoccupata."
"Cercherò audizioni."
"E?"
"E... ?" ripetè Rachel confusa.
"Rachel...
Non voglio essere l'uccello del malaugurio ma potrebbe volerci del
tempo prima che un'audizione vada a buon fine..." spiegò Santana "Non
che stia sottovalutando il tuo talento, sia chiaro, ma... Insomma devi
riuscire a trovare l'occasione giusta..."
"Lo so... Ho già messo gli occhi su due o tre audizioni questo mese. Le
proverò tutte, sperando che vadano bene..."
"E nel frattempo?"
"Hai paura che possa starti troppo attorno?" chiese Rachel nascondendo
dietro a un sorriso un timore.
"No,
ho paura che questa cosa possa farti del male. Non penso ti farà bene
passare dall'essere super indaffarata e impegnata a non avere nulla da
fare col tuo tempo. Non voglio vederti così giù."
"Lo so... Ma non è esattamente facile trovarsi qualcosa da fare..."
"E va bene." sospirò Santana chiudendo i libri una volta per
tutte "Ho un'idea."
"Che tipo di idea?"
"Visto
che fra un'ora comincia il mio turno pomeridiano in ospedale, possiamo
andare a fare una bella passeggiata al parco e poi andare in ospedale,
dove, se vorrai, potrai rimanere a farmi compagnia, ma ti assicuro che
la conferenza sarà molto, molto, noiosa... Che dici? Si può fare?"
Rachel sorrise annuendo, con un'espressione di pura adorazione sul
volto "Mi porterò qualcosa da leggere...".
"Ok,
allora. Preparati, fra dieci minuti si parte." annunciò la latina
alzandosi dal divano, per essere improvvisamente trascinata indietro
per la manica della felpa.
"Che c'è? Non va bene?" chiese Santana guardando confusa la brunetta.
"No..."
"No?"
"Si, cioè, si! Assolutamente, va benissimo!"
"Allora qual è il problema?"
"Io... Io volevo solo ringraziarti..."
"Lo sai che le bugie non si dicono?"
"Bugie?"
"Già...
Sai cosa succede a chi dice le bugie?" sorrise Santana indicandosi il
naso "Fossi in te eviterei di peggiorare la situazione..."
Rachel
sorrise con superiorità, ricevendo il colpo con classe, per poi
domandare "Non ho ancora capito la storia della bugia, comunque...".
Santana sorrise prima di avvicinarsi alla brunetta e strapparle un
bacio veloce.
"Se
vuoi baciarmi, puoi farlo senza trovare scuse..." spiegò divertita la
mora, per poi imitare Rachel "Volevo solo ringraziarti." e sorridere.
"Io- io-"
"Io, dovrei andarmi a preparare. Ed anche tu." replicò Santana
alzandosi e dirigendosi verso la sua camera.
Dopo
qualche istante, tornata in sè, anche Rachel si alzò per andare a
cambiarsi, ma prima di entrare nella sua stanza, chiese "A volte non
capisco come riesci a passare da tredicenne impacciata a bomba sexy.
Hai per caso un segreto?"
"Si." rispose Santana ridendo, dalla sua stanza.
"E sarebbe?"
"Sono schizofrenica, Rachel."
"Sono seria!"
"Vedila così: è una partita a scacchi. A volte tu attacchi più
direttamente e io difendo, a volte è l'opposto.".
"Io non so giocare a scacchi..."
"Allora dovrò insegnarti... O forse no..."
"Grazie!"
"Io esco fra cinque minuti... Fossi in te andrei veramente a
prepararmi, Rachel."
"Si, ma dobbiamo parlare degli scacchi!"
"E va bene. Un giorno ne parleremo."
"No, non un giorno, ora!"
"E va bene! Ora vai prima che decida di narcotizzarti e fuggire."
"Sei sempre così gentile, Santana..."
"E' un dono..."
"Oh si, un dono..."
"Rachel, lo so che vuoi sempre avere l'ultima parola... Ma è veramente
ora di andarti a cambiare."
"Sto andando."
"Bene."
"Bene!"
"Vai, avanti!"
"Smettila di parlare e lasciami avere l'ultima parola!"
"Non penso proprio..."
"Perché no?"
"Perché mi piace farti andare fuori dai gangheri."
"Beh, si da il caso che a me non piaccia."
"Ok, ti concedo l'ultima parola purché ti vada a vestire
immediatamente. Prego."
"Ci vediamo fra qualche minuto." sorrise fiera la brunetta per poi
entrare in camera e sentire la latina gridare "Ok!"
"Ti odio, Santana!"
"Bugiarda!" replicò Santana ridendo soddisfatta.
_______________________________________________________________________________________________
"Mi piace questa cosa." sorrise Rachel.
"Questa cosa, cosa?"
"Stare insieme al di fuori di casa. Uscire insieme."
"Già, è un bel cambiamento..."
"Posso tenerti per mano, Santana?"
"Io uhm... Beh..."
"Se ti imbarazza non fa niente..."
"No è che-"
"Davvero,
non preoccuparti." sorrise Rachel sincera, per poi riprendere "Dovremmo
trovare altri posti in cui andare insieme, tipo, potremmo andare in
palestra!"
"Nah..."
"Perchè?"
"L'ho
già provato con Brittany e beh... Diciamo che le sessioni di ginnastica
non avevano troppo a che fare con gli attrezzi della palestra quanto
più con i bagni della palestra..."
Rachel scoppiò a ridere fingendo uno sguardo scioccato.
"Dev'essere qualcosa di legato al movimento e al
sudore... immagino..."
"Possibile..." rispose Rachel con un sorrisone.
"Ok,
Rachel, non devi per forza sorridere a tutto quello che dico. Lo so che
la storia del sudore faceva schifo... Non devi per forza tenere quel
sorriso sulle labbra..."
"No- Cioè si, la storia del sudore fa un po' schifo in effetti... Ma
non sto sorridendo per questo..."
"Per cosa, allora?"
"E' la prima volta che nomini... Lei... Così tranquillamente. Così
disinvolta e naturale." spiegò la diva.
Santana sembrò ripensarci sopra per qualche istante, per poi sorridere
a sua volta.
"E' una cosa buona, sai?"
"Già..." annuì la latina "E' una cosa buona, davvero..."
"Non devi sentirti obbligata a parlarne ora, sai?"
"Lo so. Ma grazie per avermelo fatto notare... Mi sento molto più
leggera, ora..."
"Stai facendo passi da gigante..."
"Nah,
è solo che tu hai le gambe più corte delle mie, quindi ho più
gittata..." rispose Santana lasciando Rachel perplessa per qualche
istante, per poi spiegare "Era una battuta Rachel..."
"OH!" esclamò la diva "Ho capito ora!"
"E' incredibile..."
"Cosa?"
"Non capisco come tu riesca a creare all'istante metafore
complicatissime, per poi non afferrare una battuta come questa..."
"Ero distratta!"
"Certo, convinciti ora."
"E poi veramente, Santana? Battute sull'altezza? Da che pulpito!"
"Beh, sono più alta di te!"
"Di quanto, cinque centimetri scarsi?"
"E allora? Sono comunque più alta!"
"Si ma ti atteggi come fossi Michael Jordan!"
"E va bene, e va bene. Mi rimangio la battuta sulla tua altezza visto
che sei così sensibile all'argomento..."
"Non ho detto questo!"
"Ehi!
Scacchi! Yay!" esclamò Santana notando un tavolino libero nel parco
"Cambiamo argomento e usciamo da questa palude di frecciatine, che ne
dici?"
"Ci sto. Ok, allora. Insegnami gli scacchi."
"Dunque, gli scacchi sono un gioco di logica e strategia che, come puoi
vedere, si gioca su questo tabellone."
"Cosa vuol dire scacco?"
"Dovrebbe significare "Re" in qualche lingua."
"Qualche lingua? Ne sai molto, vedo."
"Vuoi che la finisca qui? Va bene." provò Santana fingendo di alzarsi.
"Ok! Basta, ora siamo alla pari!"
"Posso continuare?"
"Prego."
"Grazie."
"Dunque. Lo scopo è raggiungere il Re avversario e metterlo in scacco,
ossia incastrarlo."
"Bene. Come si incastra un Re?"
"Muovendo
le varie figure. Come i pedoni, che possono muoversi solo in avanti di
una casella, eccezion fatta per la prima mossa, quando può avanzare di
due caselle, se libere. E può catturare solamente una casella in
diagonale."
"Complicato."
"Lo so, ma è più facile una volta giocato."
"Va bene, poi?"
"Poi
c'è l'alfiere, può muovere in diagonale per quanto vuole purchè non
abbia nella sua strada altre figure. Poi la torre, come l'alfiere, ma
si muove in orizzontale e verticale. Ci sei?"
"Più o meno."
"Il cavallo, può muoversi a L."
"Oh! Questo è facile!"
"Il
Re, può muoversi di una caselle, diagonale, orizzontale o verticale. Ed
infine, il pezzo più duttile e potente di tutti: la regina, o donna,
può muoversi come l'alfiere e la torre."
"Si! Lo sapevo che la regina era la più forte! Guarda quello
scettro! Si vede chiaramente!"
"Rachel l'aspetto degli scacchi non conta niente.. Ne sei consapevole?"
"Certo..." replicò la brunetta fissando i pezzi.
"Che c'è? Qualche dubbio?"
"No... Sai cosa pensavo, Santana?"
"Sentiamo."
"Credi che qualcuno abbia mai scritto un musical sugli scacchi?"
Santana rimase qualche secondo a guardare con aria sconvolta la
brunetta, per poi sospirare, "No. Non credo proprio."
"E' una grande idea!"
"No, non lo è..."
"Perchè?"
"Gli scacchi, per quanto siano soddisfacenti, sono la cosa più noiosa
del mondo. Ci sono partite che durano mesi, Rachel. Mesi."
"E allora? Io racconterei in maniera romantica, avventurosa e simpatica
la storia di due re che si danno battaglia!".
"Sai cosa ti dico? Fallo. Fallo. E quando l'unico in sala a guardare
l'opera sarà Gary Kasparov, ne riparleremo."
"Chi è? Un produttore?"
"Il più grande scacchista di sempre..." sospirò Santana.
"Ad ogni modo, pensavo... E questo che intendi quando dici che tra di
noi è una partita a scacchi?"
"Dipende cosa intendi con "questo"..."
"Che a volte io sono un pedone e te la regina e viceversa?"
"Più o meno."
"Pensi che ci vorranno mesi prima che questa partita... finisca?"
"Rachel Berry, non starai mica cercando di comportarti da regina
colpendomi con un chiaro riferimento sessuale..."
"Cavolo! Sei una regina molto astuta, Santana!"
"Come
se non lo sapessi..." replicò la latina per poi alzarsi "Avanti,
andiamo. Prima della conferenza devo trovare qualcosa da metterti."
"Da mettermi?"
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"Chi stiamo aspettando?" chiese Rachel tamburellando annoiata sulla
scrivania della latina.
"Motta, che al momento è in sala operatoria."
"Perchè? A cosa ti serve quella povera ragazza?"
"Deve prestarti una sua divisa."
"Perchè non una delle tue?"
"Perchè
il colore della mia tuta è diverso e saresti presa per un pezzo
grosso... E siccome tutti conoscono i pezzi grossi qui dentro, sarebbe
difficile spiegare da dove salta fuori la dottoressa Berry,
specializzata in Musical."
"Giusto. E perché non apri semplicemente il suo armadietto?
Sono sicura che puoi farlo..."
"Ehi! E' offensivo pensare che sia in grado di scassinare un
armadietto!"
"Beh,
io pensavo più che potevi chiedere a qualcuno di aprirlo per te... Ma
hai appena rivelato di saperlo aprire senza bisogno di aiuto quindi..."
"Mi spiace ma non posso farlo..."
"Perchè?"
"Telecamere di sorveglianza. Già una volta ho dovuto spiegare al
primario perchè frugavo nell'armadietto di un infermiere..."
"E perché stavi frugando nell'armadietto di un infermiere!?"
"Perché aveva qualcosa che mi interessava, chiaramente..."
"E, se posso, cos'è che ti interessava?"
"Aveva una confezione intera di Breadstix, ed io dovevo averla!"
"Oh mio Dio! Sei una drogata di Breadstix!"
"E tu una drogata di Streisand. Chi pensi sia messa peggio?"
"Eccomi, dottoressa!" esclamò Sugar quasi sfondando la porta.
"Benarrivata, Motta."
"Ciao Sugar..." sorrise Rachel.
"Salve! Cosa posso fare per lei?"
"Uhm... avrei bisogno di una tua divisa."
"Non posso chiedere perché, vero?"
"Ho bisogno di imbucare Rachel alla conferenza, possibilmente senza
dare nell'occhio..."
"Oh!
Certo!" sorrise la dottoressa aprendo velocemente il suo armadietto,
per poi passare la divisa pulita e piegata a Rachel "Spero che le
piaccia il muschio bianco..."
"Lo adoro!" sorrise la brunetta.
"Può cambiarsi lì dentro." sorrise la ragazza a Rachel.
"Allora..." cominciò Santana "Se non erro le tue due settimane prive di
esami rettali stanno per finire..."
"Purtroppo..."
"Beh, magari possiamo prolungare per altre due settimane..."
"Davvero!?"
"Se non cominci a scodinzolare... si."
"Oh! Grazie, dottoressa Lopez! Grazie, grazie! Odio dover ficcare le
dita-"
"Nonono! Non continuare quella frase! Ho orribili ricordi dei miei
giorni da studentessa, in proposito..."
"La capisco!"
"Ad ogni modo, credo tu sappia che ogni medico può scegliere uno
studente che può partecipare alla conferenza... vero?"
"Si, certo. Quest'anno sono tutti in fermento!"
"E credimi se ti dico che è più per il dottor Milton che per le sue
tecniche di rinoplastica..."
"Non saprei, non l'ho mai visto..."
"Comunque.. Sei mai stata ad una conferenza medica prima d'oggi?"
"No. Ma la immagino come una lunga lezione universitaria..."
"Non proprio. Sai cosa devi fare?"
"Mi dica."
"Prendi qualcosa da mangiare, qualcosa da bere, un blocco per gli
appunti, un registratore, un quaderno di enigmistica da
nascondere dentro al blocco per gli appunti, per
passare le tre ore più interminabili di sempre, .".
"Va bene! Le porterò tutto fra... dieci minuti al massimo."
"No, no, Motta. Devi prenderli per te."
"Per me?"
"Tieni." sorrise la latina porgendo un biglietto alla ragazza "Ho
scelto te. Puoi partecipare alla conferenza"
"Davvero?!" sospirò la ragazza sull'orlo delle lacrime.
"E' solo una conferenza, non c'è bisogno di piangere!"
"Ma io-"
"Motta,
hai trenta secondi per sviluppare un dotto lacrimale che funzioni a
rovescio e ti risucchi quelle lacrime dagli occhi, sono stata chiara?"
"Si! Si! Io-" provò la ragazza portando lo sguardo al cielo nel
tentativo estremo di far sparire, in qualche modo, le lacrime.
"Stavo scherzando, Motta..." sorrise Santana passandole un tovagliolo.
"Oh!"
"Sul risucchiare le lacrime..." specificò la latina "Ma smettila, ok?
E' solo una conferenza."
"Non è per la conferenza..." sorrise la ragazza.
"E per cosa sarebbe, allora?"
"Perché sei stata gentile con lei." spiegò Rachel uscendo dal bagno.
"Si!"
"Non sono mica un mostro!" protestò Santana guardando Sugar "Pensavi
davvero che lo fossi?"
"No ma- E' sempre così... Dura con me... E' che- per me significa
veramente tanto!"
"Ok, Sugar, sto per dirti una cosa e voglio che questa cosa rimanga
esclusivamente fra di noi."
"Va bene..."
"Quando
sono dura con qualcuno è solo perché so che quel qualcuno può fare di
meglio se spronato. Per questo merita le mie sgridate. Non ti
sgriderei se non ti ritenessi un buon medico. Quindi considera le mie
sgridate come un atto di gentilezza d'ora in poi, va bene?"
"Va bene..." sorrise ancora Sugar asciugandosi le lacrime.
"Ed ora vai a prepararti per la conferenza. Avanti, scattare!"
"Si! E grazie ancora!"
"Non un'altra parola!" intimò Santana guardando la ragazza scappare
dagli spogliatoi.
"Ma guardati..."
"No."
"Cosa?"
"No. So già dove vuoi andare a parare..."
"Ma dai! Sei stata così carina! Le hai fatto credere che quelle cose
erano per noi, poi le hai dato il biglietto!"
"Non volevo farglielo credere..."
"Bugiarda! E la storia su come sgridi solamente chi vale?" sorrise
Rachel sedendosi vicino alla latina.
"Beh, è una ragazza sveglia, lavoratrice instancabile. Se lo è
meritato..."
"Sei veramente una brava insegnante. E una donna straordinaria..."
"Rachel, te l'ho già detto: se vuoi baciarmi devi solo-"
"Farlo." sorrise Rachel prendendo il volto della mora fra le sue mani,
per poi baciarla.
Dopo qualche lungo secondo, Santana provò a fermare la brunetta
"Rachel-siam- Siamo ancora nello spogliatoio..."
"E allora?" replicò Rachel fra un bacio e l'altro.
"Chiunqu- chiunque potrebbe entrare e-"
"Se e quando entrerà qualcuno la smetterò, ok?"
"Ok!" rispose con un sorriso la latina, tornando a baciare la diva.
Proprio
quando Santana aveva raccolto abbastanza fegato per infilare le mani
sotto la maglietta della ragazza, sentì la porta dello spogliatoio
aprirsi, staccandosi velocemente.
"Cavolo!" sospirò la mora.
"Guarda chi si vede... la dottoressa Lopez!"
"Smythe..." replicò la latina sbuffando.
"OH!
E' in compagnia!" osservò il dottore, per poi scuotere la testa e dire
"Non lo sai? Per le sveltine c'è lo stanzino apposito... Sesto piano."
"Grazie, Sebastian..."
"Allora? Non hai intenzione di presentarci?"
"Rachel Berry, ti presento Sebastian Smythe."
"Il
dottor Sebastian Smythe, chirurgo plastico." la corresse il ragazzo
prendendo la mano di Rachel, fingendo di lasciarvi un bacio, per poi
sorridere sornione "Piacere di conoscerti, Rachel Berry."
"Oh, ma fammi il piacere..." sbuffò Santana strappando la mano della
ragazza da quella del dottore
"Smettila di
fare il Casanova..." lo rimproverò la latina, per poi rivolgersi alla
brunetta "Non preoccuparti, Rachel. E' innocuo come uno zombie
vegetariano."
"Innocuo? Va a chiederlo al tuo amichetto quanto innocuo sono..."
"Sono un po' confusa qui..." replicò Rachel.
"Sono gay." spiegò il ragazzo con un sorriso.
"Super gay. Il figlio di Elton John e George Michael."
"Da che pulpito..."
"Non riesco a capire che strano rapporto ci sia fra di voi..." osservò
Rachel confusa.
"Oh
non preoccuparti, tesoro. Non lo abbiamo ancora capito nemmeno noi."
sorrise il ragazzo per poi fermarsi ad osservare la diva attentamente.
"Che c'è? Ho qualcosa sul viso?"
"A
parte lucida labbra ovunque tranne che sulle tue labbra, no." rispose
il dottore "Stavo solo osservando il tuo... magnifico esemplare di
naso."
"Oh, fantastico..."
"Ebrea?" domandò l'uomo.
"Si..."
"Posso consigliarti un'operazione che ha cambiato la vita di molti miei
pazienti?"
"No!" rispose Santana.
"Ottimo!"
insistette il dottore facendo finta di non aver sentito "Senza andar a
toccare minimamente l'osso nasale, se non per una lievissima,
inesistente, limatina, io opererei direttamente in una ricostruzione
della cartilagine triangolare e per una riduzione, anche questa
lievissima, della cartilagine alare. Le spieg-"
"Finiscila Smythe!" esclamò Santana.
"Che c'è? Lo vedi anche tu che qui c'è da fare un lavoro semplice
semplice! Perché non la operi tu?"
"Perché non c'è assolutamente nulla che non vada col suo naso!" sbottò
Santana "E' perfettamente proporzionato al suo viso!"
"Se lo dici tu..."
"Si, lo dico io. E ora chiudi quella bocca prima che quei denti da
cavallo tentino di scappare per la disperazione!"
"Oh, wow..." sospirò il dottore con un sorriso.
"Ti piace davvero... Divertente..."
"Smythe! Vai! Ora!" ordinò la latina.
"In verità sono qui per cambiarmi, chi dovrebbe andare altrove a
commettere atti poco puri siete voi..."
Santana
annuì, per poi prendere per mano Rachel e raccogliere le borse e dire
"Andiamo, Rachel. Ci vediamo alla conferenza, Sebastian."
"Solo un'ultima cosa..."
"Cosa?"
"Kurt si vede con qualcuno?"
"Non sono affari tuoi."
"Per favore."
"Per favore!?" sorrise Santana "Questa è una prima volta!"
"Allora?" insistette il dottore.
"No, non si vede con nessuno..."
"A buon rendere, Santana..." sorrise l'uomo salutandola.
"A buon rendere..." ripetè la latina.
_____________________________________________________________________________________________
Dopo la (interminabile) conferenza, Santana aveva proposto a Rachel di
tornare nuovamente a casa a piedi.
E anche se la brunetta non era sembrata inizialmente molto convinta,
alla fine aveva ceduto.
"Che c'è?" cominciò Santana notando come la brunetta fosse tornata in
qualche modo cupa.
"Niente."
"Ahah. Divertente. Ora dimmi cos'hai..."
"Il dottor Smythe oggi mi ha distrutto in dieci secondi."
"Oh!
Lo sapevo!" sbuffò Santana "Ok, prima di tutto: è uno stronzo naturale.
E' più forte di lui. E poi è un chirurgo plastico! E' normale che si
accorga immediatamente di un difetto fisico."
"Un difetto fisico?"
"Lo sai che per me non è un difetto..."
"Ah
si? Perché mi risulta che per un mese, un mese intero, tu non hai fatto
altro che criticare il mio naso e pesantemente. Ammettilo."
"Si, ma non lo vedo come un difetto! Per me è... un'imperfezione!"
"Grandioso..." sbuffò la ragazza.
"Rachel
è come quando cammini al parco di giorno, ed è pieno di cantanti e
musicisti di strada! Scommetto che se qualcuno sbaglia una nota te sai
perfettamente di quanto ha sbagliato! Non puoi non notarlo, è più forte
di te! Per noi è lo stesso! Siamo così abituati ad avere di fronte la
perfezione, che qualunque cosa ne vada al di fuori è impossibile da
mancare! Non si tratta di difetti!"
"Si, invece.".
"Ma, ti ho difeso con Smythe, non è vero?"
"Poteva benissimo essere una bugia quello che hai detto!"
"Pensi davvero che ti mentirei? Su qualcosa che so è così importante
per te?"
"Non lo so."
"Wow... Avrei preferito un "Si" ad un non lo so. A quanto pare non mi
conosci poi così bene."
"No-"
"Sai cosa? Chiamo un taxi così puoi andare a casa mentre io resto qui a
schiarirmi le idee."
"No, tu va col taxi!"
"Pensi che ti lascerei qui, di notte, da sola?"
"Ed io lo farei!?" sbottò Rachel.
"Va bene. Due taxi. Chiamo due taxi e possiamo entrambe andarcene a
casa per la nostra strada."
"Va bene."
"Va bene!" rispose Santana prendendo il telefono per poi allontanarsi a
chiamare.
"I taxi saranno qui fra qualche minuto" annunciò la mora.
"Ok."
Dopo qualche secondo di silenzio, Santana riprese "Lo pensavo- lo penso
davvero."
"Cosa?"
"Che non ci sia nulla che non va col tuo naso."
"Mi spiace ma mi sembra piuttosto difficile da credere."
"E
va bene, signorina so tutto io-mi piace sbugiardare gli altri! Vieni
qui." cominciò la latina frugando nella sua borsa per tirare fuori un
paio di gessetti.
"Dove li hai presi quelli?"
"Ne ho rubati un paio dalle aule dell'ospedale."
"Perchè?"
"Perchè mi piace grattugiarli e fingere che sia cocaina." replicò
Santana sarcastica.
"Cosa?!"
"Li uso per disegnare sul muro gli schemi di anatomia, Rachel!" spiegò
velocemente la ragazza per poi cominciare a disegnare per terra.
"E' un naso." osservò Rachel.
"Grazie. Ora sappiamo che puoi andare a Chi vuol esser milionario."
"Avanti, cosa devi farmi vedere?"
"Ok, vedi questi punti?"
"Gli zigomi."
"Ossi zigomatici. Si chiamano ossi zigomatici."
"Si, li vedo."
"Bene, ora questa è l'arcata sopracciliare e questo punto qui, tra le
due sopracciglia, si chiama glabella."
"Perché mi stai dicendo tutto questo?"
"Mi fai finire per favore!?"
"Ok! Scusa!"
"Ora,
se disegno un rettangolo qui, qui e qui... ti renderai conto che il tuo
naso, per il tuo viso è perfettamente proporzionato. Di conseguenza,
non c'è assolutamente nulla che non vada col tuo naso.
C.V.D.: come volevasi dimostrare."
"Il mio naso è grande."
"Si! Ma non è poi così grande!"
"Ed è brutto..."
"E'
brutto solamente perché giornalmente ci propinano un'immagine di
bellezza canonica! Bellezza è il vento che fa muovere le foglie a
spirale, è un buon caffè appena svegli! Non è quello che una rivista ha
definito perfetto!".
"Lo pensi davvero?"
"Se non lo pensassi
lavorerei come chirurgo plastico privato. Come Smythe." spiegò Santana
"Io lavoro per chi ne ha bisogno. Non per chi vuole avere le tette più
grandi per rimorchiare il capo..."
Rachel sorrise.
"E per quanto riguarda quello che ti ho detto- Beh, tutto quello che ho
detto quel primo mese puoi anche dimenticarlo..."
"Anche il divieto di cantare di mattina?"
"No, quello assolutamente rimane!"
"Grazie, Santana."
"Per cosa?"
"Lo sai per cosa..."
"No, non credo di saperlo..."
"Tu sarai anche una regina piuttosto astuta, ma anche io non
scherzo..." sorrise la brunetta.
"Cosa ha a che fare con-" Santana non riuscì a terminare la frase a
causa delle labbra di Rachel sulle sue.
Se solo Rachel avesse saputo che proprio quella era l'intenzione della
latina, sarebbe andata su tutte le furie.
"EHI! EEEHI!"
"Cosa diavolo-" sbuffò Santana cercando la fonte della voce.
Un taxi.
"Ehi! Siete voi che avete chiamato due taxi?"
"Sono stati dei ragazzini ubriachi! Se ne sono andati poco fa!" rispose
Rachel.
"Maledizione!" sbottò l'uomo riallontanandosi.
"Ed ora?" chiese confusa Santana.
"Ed
ora andiamo a casa a piedi. E magari per strada ci fermiamo a mangiare
qualcosa. Possiamo andare a prendere il gelato in quel locale
dietro il quartiere." propose Santana "E' una lunga camminata, però."
"Oh, tanto credo che dovrai rispiegarmi da capo il discorso degli
scacchi..."
"Da capo, Rachel?"
"Si. E mi piacerebbe anche riascoltare come il mio naso è perfettamente
proporzionato al mio viso..."
"E va bene..." sospirò divertita la latina "Da cosa vuoi cominciare?"
"Dal mio naso, che domande!" replicò Rachel.
"Ma
prima posso prenderti per mano?" provò Santana con un sorriso,
afferrando prontamente la mano che la brunetta le aveva immediatamente
offerto.
"Allora, dicevamo..." cominciò Santana, riprendendo a camminare.
"Il mio naso."
"Si, il tuo proporzionatissimo eppur imperfetto naso..."
"Santana non ricominciamo..."
"E va bene... Il tuo proporzionatissimo naso..." riprese la latina con
un sorriso.
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