Final Fantasy- Dark Empire

di Nimoe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fine del mondo ***
Capitolo 2: *** Perdizione ***
Capitolo 3: *** Jenova ***



Capitolo 1
*** La fine del mondo ***


Sora aprì gli occhi e guardò il soffitto insolitamente diverso da quello della stanza di Kairi, esaminò le pareti bianche e le

Sora aprì gli occhi e guardò il soffitto insolitamente diverso da quello della stanza di Kairi, esaminò le pareti bianche e le braccia meccaniche che lavoravano a ciclo continuo oltre la vetrata. D'istinto provò ad urlare ma non riuscì ad emettere alcun suono. Con enorme sforzo riuscì a voltare la testa, che sembrava molto più pesante del normale, e notò una figura in piedi che guardava malinconicamente fuori dalla finestra.

-Ti sei svegliato finalmente.- disse il ragazzo avvicinandosi al lettino di Sora. Puzzava di cloro.

-Dove sono? Dov'è Kairi?-

-Una domanda per volta. L'isola dove vivevi è stata annientata in un solo colpo, spazzata via. Il tuo mondo non esiste più.-

-Cosa?- esclamò Sora sbarrando gli occhi velati di lacrime. -Non...non è possibile...sto sognando.-

-Vorrei poterti dire che è così, credimi. Il mio nome è Kajiku, sono l'ammiraglio di questa nave spaziale nonché presidente della Shunitzu, associazione che ha il compito di mantenere e salvaguardare la pace nell'universo.-

-Come sono arrivato qui?-

-Le nostre guardie ci hanno avvisato di un'imminente attacco dell'Impero Galattico al tuo mondo, ma purtroppo...il messaggio è giunto troppo tardi a causa di un'interferenza nei nostri sistemi e i soccorsi hanno fatto in tempo a portare via soltanto un esiguo numero di sopravvissuti...- rispose Kajiku sospirando amaramente.

La conversazione venne interrotta dall'arrivo di un giovane soldato che lanciò subito a Sora uno sguardo compassionevole.

-Signore, il radar ci ha segnalato la presenza di due navi imperiali ad est della nebulosa di Duneith.- esordì rivolgendosi solennemente all'ammiraglio.

-Grazie Squall, occupati tu del ragazzo. Se ci sono problemi ho già avvertito la dottoressa Nimoe di tenersi pronta.- disse Kajiku uscendo teatralmente dalla stanza e lasciando soli i due giovani.

Sora tornò a fissare il muro bianco sopra di lui con sguardo vuoto e assente.

-Dov'è Kairi?- disse dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio.

-Non so chi sia Kairi, mi dispiace. E' una tua amica?-

-E' la mia ragazza.-

-Capisco...-

-Voglio alzarmi da qui, mi si stanno anchilosando le gambe. Mi sembra di dormire da secoli...-

-In effetti ti hanno tenuto in terapia intensiva per qualche mese, ormai avevano abbandonato ogni speranza. Aspetta, chiamo la dottoressa.- disse prendendo in mano una piccola ricetrasmittente. Era un ragazzo molto serio che sorrideva a stento, attraverso i suoi occhi si poteva leggere soltanto l'involucro dei pensieri che navigavano nella sua mente. Inoltre non puzzava di cloro come Kajiku, notò Sora con un triste velo di ironia. Quando, pochi istanti dopo, fece il suo ingresso Nimoe, gli si raggelò il sangue nelle vene. Non aveva mai visto un angelo, e non sapeva nemmeno cosa fosse, ma quella creatura era ciò che più lo rimandava al concetto di angelo. Squall le lanciò una celere occhiata indifferente, come se neppure la vedesse.

-Ci sono problemi con il paziente?- esordì la ragazza con voce suadente e gentile, allargando la bocca in un dolce sorriso.

-Ha dei problemi con le gambe, vorrebbe alzarsi.-

-Forse è un po' presto per parlare di riabilitazione. Squall, per favore, portami una carrozzella, così portiamo...-

-Sora.-

-....portiamo Sora a visitare la nave. Mi rendo conto che l'infermeria possa risultare un po' monotona a lungo andare.- concluse con una piccola risata.

Una volta tornato Squall, entrambi sistemarono con cura Sora sulla carrozzella.

-Vieni con noi?- chiese Nimoe.

-Veramente avrei da fare..però..d'accordo.- assentì il ragazzo con un sospiro.

Così il gruppo uscì dalla stanza e imboccò il lungo corridoio che costeggiava la sala macchine, la stessa che Sora aveva osservato con stupore poco dopo essersi svegliato.

-Questa nave è gigantesca.- disse passando lo sguardo incredulo da una parte all'altra.

-E' la più piccola di questa flotta.- lo apostrofò Squall riavviandosi i capelli castani nel tentativo di spostare dalla fronte i ciuffi ribelli.

-Per lui è tutto una novità, ricordati che proviene da una piccola isola.- intervenne Nimoe in difesa di Sora, che era leggermente arrossito.

Continuarono a passeggiare lentamente fino ad un grande salone che doveva essere la sala comandi. Decine di soldati addetti al monitoraggio se ne stavano davanti ai computer con aria seria ed attenta, mentre al centro si ergeva un imponente mainframe che si manteneva in funzione autonomamente.

-Squall, Squall!!Amore!- urlò una ragazza avvicinandosi a grandi passi.

-Ciao Yuyu.- la salutò Nimoe con tono piatto una volta che ella li ebbe raggiunti.

-Ciao..- la imitò Squall senza troppo entusiasmo. Sembrava imbarazzato.

-Che state facendo? Tesoro ma tu non dovresti essere con l'ammiraglio Kajiku?- disse Yuyu dandogli un piccolo bacio sulle labbra.

-No, mi ha affidato l'incarico di vigilare su questo paziente. Adesso io e la dottoressa lo stiamo portando a fare un giro turistico.

-Ah! Ci fossero tutte queste grandi cose da vedere qui...come ti chiami?- chiese rivolgendosi a Sora, che fino a quel momento si era soltanto limitato ad osservare la scena.

-Sora.-

-Sora?? E da dove vieni?-

-Forse è meglio che ti riporti nel dormitorio Yuyu, andiamo.- la interruppe Squall prendendola per un braccio e allontanandosi.

Nimoe alzò le spalle e riprese a camminare spingendo la carrozzella di Sora.

-Ho come l'impressione che non ti stia molto simpatica...-

-No, non più di tanto.- rispose la ragazza con un sorriso a mezza bocca.

Dopo aver riportato Sora in infermeria ed avergli somministrato le cure necessarie, Nimoe si diresse a testa china verso la sua cabina. Infilò le mani nella profonda tasca del camice ed afferrò le chiavi, quindi aprì la porta. Un insolito disordine le diede il benvenuto e le ricordò di aver fatto tardi quella mattina. Ormai stanca mise pigramente in ordine i vestiti, si tolse la divisa da lavoro ed indossò qualcosa di più comodo per una passeggiata notturna. Dal suo cestino, il piccolo gatto nero Ramses la scrutava con aria assonnata ed al sorriso di lei rispose con un adorabile sbadiglio. Salutandolo con una grattata dietro le orecchie, Nimoe abbandonò la sua stanza per dirigersi all'osservatorio, dal quale si potevano ammirare le migliaia di stelle che brillavano in cielo.

Adorava quei puntini luminosi, così infiniti e così lontani. Passò diversi minuti a fissarli rapita ed estasiata, lasciandosi inondare da quella magica luce, e quando abbassò la testa incrociò con stupore lo sguardo di Squall.

-Che ci fai qui?-

-Ho appena finito il turno di guardia. Mi piace venire qui prima di tornare nei dormitori, mi rilassa.- rispose lui cautamente.

-Non ti ho sentito entrare..-

-Ero qui da prima di te.-

-Giochi a nascondino?-

-No, mi mimetizzo.- concluse con aria soddisfatta. -Come sta quel ragazzo...Sora?-

-Il suo organismo è straordinariamente forte, il gas non è riuscito a penetrare nei tessuti degli organi interni. Non ci metterà molto tempo a riprendersi, soprattutto grazie agli ultimi metodi di riabilitazione appena introdotti..-

-E della sua amica ne sai qualcosa? Una certa Kairi mi sembra.-

Nimoe si mise a riflettere per qualche secondo, inclinando la testa su un lato come faceva quando si concentrava.

-C’era una ragazza molto grave, ed è stata trasferita sulla nave ammiraglia dove l'ospedale è molto più fornito. Non credo che sia lei, o almeno spero…-

Nel frattempo Squall si era avvicinato e lei poteva chiaramente specchiarsi nei suoi occhi lucenti che le ricordavano i mari di Naboo.

-E' la collana di Yuyu quella, vero?-

-Me l'ha regalata oggi.-

-Ti offendi se ti dico che la trovo pacchiana?-

-No, perchè lo penso anche io.-

-E allora perchè la indossi?-

-E' un regalo...-

-Capisco...-

-Io non ho mai criticato i regali che ti faceva Kadaj..-

-Non tirare fuori vecchie storie Squall, la mia era una semplice constatazione. Oltretutto mi hai dato ragione. Ora scusami devo andare, ci vediamo.- disse girando le spalle e allontanandosi.

-Ciao.- salutò lui con un cenno della mano quando lei era già troppo lontana per sentirlo.

Ramses balzò sulla pancia di Nimoe, destandola dal suo splendido sogno. Diede una rapida e pigra occhiata all'orologio, e capì che stava facendo di nuovo tardi. Si vestì in tempo record e si fiondò di corsa in infermeria, dove Sora l'attendeva già sveglio da un pezzo.

-Buongiorno, come andiamo oggi?-esordì tentando di tenere a bada il fiatone.

-Come ieri, forse un po' meno stordito.-

-Tra qualche giorno atterreremo sul pianeta Midgar. Fino ad allora sarò io ad occuparmi della tua convalescenza, spero che questo non ti dispiaccia..-

-No, affatto...-

In quel momento entrò silenziosamente Kajiku, appena uscito dalla sala macchine all'interno della quale aveva effettuato un rapido controllo. Nimoe si accorse della sua presenza solo quando egli chiuse la porta dietro di sé. Il biondo ragazzo inforcò subito i suoi raffinati occhiali da vista, come per poterla guardare più scrupolosamente.

-Vedo che ti stai riprendendo velocemente, sei molto migliorato rispetto a ieri.- disse rivolgendosi a Sora, sinceramente lusingato.

-E' tutto merito della dottoressa.- rispose facendo l'occhiolino a Nimoe in segno di complicità.

-Oh, si. Posso immaginare. Nimoe è la migliore del nostro dipartimento, anche se io oserei dire la migliore in assoluto! Così giovane e già così diligente, fai onore alla tua categoria!-

-La ringrazio per i complimenti, ma non credo di meritarli.-

-Ormai non mi stupisco nemmeno della tua modestia. Comunque ora ti lascio al tuo lavoro, io devo tornare al mio. Pare che i nostri radar abbiano avvistato qualcosa.-

-Si, ho sentito Squall parlarne ieri.-

-Arrivederci. Buona guarigione ragazzo.-

Sora sentì l’odore di cloro affievolirsi piano piano fino a scomparire del tutto, quando Kajiku se ne fu andato.

-Perchè ha quest’odore?-

-Ha una malattia genetica molto rara che colpisce le cellule della pelle, facendo comparire macchie sull’epidermide simili a funghi. Ogni mattina deve farsi il bagno nel cloro, altrimenti rischia di infettarsi completamente.- rispose scrutando la faccia ancora perplessa di Sora.

-E’ probabile che l’abbia ereditata da sua madre, è morta poco dopo averlo dato alla luce.- aggiunse, quasi sovrappensiero.

Era ormai passata l’ora di pranzo quando si diresse alla mensa per mettere qualcosa sotto ai denti, anche se in realtà non aveva appetito. Quando vide Squall imboccato da Yuyu, le si chiuse direttamente lo stomaco. Nauseata si sedette dall’altra parte della sala, voltandosi per evitare di dover guardare quella scena ridicola e deplorevole.

Squall la notò da lontano e le lanciò uno sguardo malinconico, tra la vergogna e l’amarezza, mentre Yuyu gli puliva amorevolmente la bocca con il tovagliolo.

-Cosa guardi amore?-

-Niente.- rispose lui voltandosi definitivamente dalla sua parte con un sorriso forzato.

In tutta la mensa risuonarono gli squilli del cercapersone di Nimoe. Squall alzò istintivamente la testa, ma tornò subito a stuzzicare con la forchetta i broccoli freddi che giacevano sul piatto.

La ragazza staccò l’apparecchio dalla cintura e, dopo aver letto sul display il nome di Kadaj, se lo portò all’orecchio.

-Kadaj..?-

-Come va il lavoro?- rispose lui con il solito tono cupo e distaccato.

-Bene..le tue ricerche?-

-Le farfalle nere sono scomparse da decenni, ma pare che un tale ne abbia un esemplare nella sua collezione privata.- disse senza apparente entusiasmo.

-Questo è interessante! Per il resto?-

-Mh.-

-I sopravvissuti?-

-Non ne so niente.-

-Potresti chiedere al dottor Baggins di chiamarmi per favore? Ho perso il suo numero…-

-Consideralo fatto.- disse, lasciando il posto a qualche istante di silenzio.

-Kadaj..mi dispiace per quello che è successo.-

-Tu sei una farfalla nera che non ho il potere di catturare.-

-…-

-Ci vediamo a Midgar.-

-Certamente.-

-Ciao.-

Nimoe ripose il cercapersone al suo posto e abbandonò la sala ormai vuota. Anche il resto della nave era sgombro, come sempre a quell’ora tutti andavano a riposare nelle proprie stanze. Tutti tranne lei. In realtà sperava di vedere Squall spuntare da qualche angolo, ma allo stesso tempo contava le ore che mancavano allo sbarco per poter riuscire ad evitarlo meglio. Quel tangibile silenzio intorno a lei non faceva che confonderle i pensieri. La verità era che doveva pensare al lavoro e alla sua carriera, tanto lodata dallo stesso Kajiku, che sicuramente non avrebbe esitato a promuoverla e farla trasferire nel dipartimento medici professionisti, la cosiddetta divisione Alfa.

Kajiku, come Nimoe aveva spiegato a Sora, soffriva di una grave patologia della pelle che gli imponeva quotidiane lavande di cloro. Era stata proprio lei che aveva preso a cuore la sua causa ed era riuscita a scoprire il modo di tenere a freno la malattia. Kajiku, dal canto suo, una volta prese le redini dell’associazione, si preoccupò di agevolare le ricerche di Nimoe fornendole sovvenzioni e materiale, nonché notevoli opportunità. Ma come poteva un ragazzo di soli 27 anni trovarsi ai vertici di una società così vasta ed importante come la Shunitzu? La sua storia era avvolta dal mistero, a metà tra la realtà e il mito. Nessuno metteva in dubbio le sue indiscutibili capacità, ma tutti si chiedevano chi veramente fosse. Nemmeno Nimoe lo sapeva, ma non si era mai interessata della sua vita privata. L’importante per lei era che ci fosse un capo così carismatico e brillante in grado di gestire la Shunitzu e garantire la pace.

In lui riponeva una fiducia incondizionata ed una sincera ammirazione, qualcosa che andava oltre il mero rapporto professionale e che si traduceva con un profondo rispetto.

I giorni che precedettero l’atterraggio su Midgar passarono in modo del tutto anonimo, senza alcuna novità o avvenimento degno di nota. Nimoe si occupava di Sora con diligenza e delicatezza, ed occasionalmente incrociava Squall e Yuyu, sempre insieme.

Kajiku passava di tanto in tanto a vedere come procedeva la guarigione di Sora e si fermava a chiacchierare con Nimoe nei momenti di pausa, mostrandosi interessato ai suoi lavori e alle sue ricerche sulle malattie genetiche che ultimamente la impegnavano.

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Capitolo 2
*** Perdizione ***


Kairi era nel tutto e nello stesso tempo nel nulla. Viaggiava nell’etereo eppure percepiva ancora la presenza di Sora accanto a lei. Intorno c’era l’indefinito, un vuoto che le faceva pulsare le tempie e le vene dei polsi.

-Sora?- disse affannosamente, mentre la sua voce rimbombava sorda.

Non ci fu alcuna risposta. Il respiro del ragazzo le solleticava il collo, cosa ancora più paradossale. Stava ancora sognando o camminava da sola?

Appena misero i piedi per terra, Nimoe e Sora si lasciarono inebriare da quella fresca brezza notturna inspirando intensamente l’odore dell’erba appena bagnata dalla pioggia primaverile.

-Non dovrò dormire in infermeria, vero?- domandò il ragazzo a Nimoe, che passò subito in rassegna un foglio stropicciato che teneva in mano.

-No, sei in stanza con Legolas e Vincent. Area F sezione TH.- rispose dopo averlo esaminato con cura.

-Cosa sarà di me?-

-Questo non lo so, mi dispiace. Ma potrai sempre contare su di me..-

-Ti ringrazio. Penso che mi metterò alla ricerca di Kairi, ho bisogno di sapere se è viva…ma qualcosa mi dice che è così.-

-Puoi cominciare ad arruolarti nelle truppe semplici, avresti la possibilità di viaggiare.-

Sora parve pensarci su, poi alzò le spalle, salutò Nimoe con un cenno della mano e si allontanò con un andamento ancora barcollante ed instabile. Era rimasta sola, con il vento che le scompigliava i capelli e le persone che le passavano accanto sembravano soltanto ombre, ombre in un mondo di nuvole. Una volta incamminatasi sulla strada che portava al piccolo complesso di modesti appartamenti dove alloggiava con il gatto Ramses, notò un ragazzo sotto un sicomoro ai bordi della via: era Kadaj. Infondo era contenta di vederlo, era un ragazzo chiuso nel suo mondo ma le piaceva ascoltarne i discorsi.

-Ho visto passare tanta gente prima di te.-

-Non pensavo che mi volessi aspettare..allora...-

-Non scusarti con me.- disse aprendo la mano e mostrando qualcosa di scintillante che Nimoe non riuscì subito ad identificare.

-Che cos’è?-

-Un regalo per te. E’ una pietra rara che brilla sempre.- rispose passandola nelle sue mani con un leggero sorriso.

-Kadaj….- cercò di controbattere lei, stupita, ma quando cercò il suo sguardo il ragazzo non c’era più. Tipico di lui, pensò.

Il suo appartamento era esattamente nelle condizioni in cui lo aveva lasciato, le bastò un’occhiata veloce senza nemmeno accendere la luce per notarlo. Come al solito l’impresa di pulizie non era passata durante i suoi mesi di assenza da casa. Ancora nel buio lasciò le valige all’ingresso e si diresse verso la cucina, quando sentì un rumore proveniente dalla sua camera da letto.

-Kadaj…sei tu?- domandò mentre sentiva il cuore batterle forte nel petto e la paura si impadroniva di lei togliendole il respiro.

-Sono solo un amico- rispose la voce, che Nimoe riconobbe subito essere quella di Kajiku.

-Kajiku?!? Che ci fai qui? Come sei entrato?-

-Forse dovresti chiedermi…perché sono qui.-

-Chi sei veramente?-

Il ragazzo fece un profondo respiro, seguito dal rumore dei suoi passi pesanti. Fu in quel momento che Nimoe poté vedere i suoi grandi occhi blu scintillare nella penombra come due lune.

-Io mi chiamo Cloud. Cloud Strife.-

-Come..?-

-Ti prego, lasciami finire. Quando mio padre fu torturato e ucciso dall’Imperatore e da Sephiroth io presi il nome di mio fratello, Kajiku appunto.-

-Anche tuo fratello è morto?-chiese Nimoe, sempre più stupita e confusa.

-Non è mai nato.-

-Cosa cercava l’Impero da tuo padre?-

-E’ quello che sto cercando di capire, e ti chiedo di aiutarmi.-

-Ma…-

-Ho bisogno di te, ora più che mai.-

-D’accordo.- assentì incerta a seguito di un lungo e sordo silenzio.

Quella notte passò lenta dopo che Cloud se ne fu andato. Il ragazzo le chiese di mantenere segreto il suo vero nome per non compromettere le ricerche e lei aveva promesso che nessuno all’infuori di loro due lo avrebbe saputo. Nemmeno lei sapeva quello che stava facendo. In quel momento i suoi pensieri su Squall, Yuyu, Kadaj e le sue amiche le sembrarono niente in confronto alla grande avventura nella quale si era appena imbattuta. Qualcosa molto più grande di lei l’aveva avvolta e non c’era più modo di uscirne. I segreti sono una delle tante chiavi per auto distruggersi, pensava.

La mattina seguente ebbe la netta impressione di essersi svegliata da un incubo terribile. Ma quando vide la casacca che Cloud aveva dimenticato si rese conto che non era come avrebbe voluto che fosse, ovvero solo un sogno.

Scese in strada quando ancora il sole non era del tutto sorto e la pungente aria del mattino le perforava le guance come tante piccole spine. La città era deserta. Quando fu l’ora di colazione si recò in sella alla sua Kawasaki alla mensa del quartier generale della Shunitzu, pochi kilometri a nord da casa sua. Individuò subito il tavolo dove erano sedute Lya e Padmé e si affrettò a raggiungerle sforzandosi di mostrarsi come al solito. Le tre amiche si abbracciarono calorosamente e con affetto.

-Ehi Nimoe, è da una vita che non ci si vede!- disse Lya con una risata.

-Già, sembrano secoli da quando ci siamo lasciate solo due mesi fa!- fece eco Padmè.

-Sono cambiate tante cose.- disse Nimoe con tono nostalgico.

-Che ti succede? Sembra che tu abbia dormito male stanotte..- domandò Lya.

-Si, in effetti è così.-

-Squall?-

-Squall cosa?-

-Ci siamo lasciate che stava ancora con Yuyu.-

-E la situazione è rimasta invariata, e devo dire che ormai ho cose più importanti a cui pensare.- disse, e in quel momento vide passare Squall alle spalle delle sue amiche con un vassoio in mano e stranamente da solo.

-Come sei catastrofica! Hai gettato la spugna?-

-Diciamo di si.- sentenziò seguendolo con lo sguardo.

Lya e Padmè scoppiarono in una risata scambiandosi un’occhiata complice.

-Noi dobbiamo andare, dottoressa. Abbiamo lezione di volo tra soli 15 minuti, ed è meglio non fare tardi. Ci vediamo, e non sparire.- concluse infine Padmé.

-Non sparirò. Buona giornata!- disse Nimoe salutandole, e subito corse nel punto dove aveva visto sedersi Squall poco prima. Era ancora lì, tutto intento a leggere un libro con un adorabile broncio stampato in volto. Alla radio passavano la sua canzone preferita.

-Ti sta cercando i presidente Kajiku- disse lui inaspettatamente, tenendo gli occhi ben incollati sulle pagine.

-Grazie.- concluse freddamente Nimoe facendo per andarsene, ma all’ultimo momento tornò sui suoi passi e prese coraggio. –Che ti è successo?-

Squall scosse la testa con aria noncurante, lasciando che la ragazza se ne andasse correndo mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Non sopportava più di essere trattata in quel modo e non riusciva a capire il motivo del suo atteggiamento. Il giorno in cui si erano conosciuti, 5 anni prima, Squall si era ferito durante un allenamento e Nimoe, passando di lì per andare a scuola, gli aveva prestato soccorso rischiando persino di perdere le lezioni.

Quando sfiorò le sue mani sentì un brivido percorrerle la schiena e capì che quell’impacciato e timido quindicenne era il ragazzo della sua vita. All’inizio le cose tra i due andavano bene, sembrava che Squall ricambiasse i suoi sentimenti e le volesse affidare la chiave del suo cuore. Poi, quando Nimoe si diplomò e lui entrò nell’esercito, le loro strade si separarono radicalmente. Ma questo non dipese da lei, perché quello che provava si rafforzava ogni giorno, bensì da Squall che troncò inspiegabilmente quasi ogni contatto.

Qualcuno prese Nimoe per un braccio, riportandola alla realtà del presente. Prima che potesse rendersi conto di qualcosa, si ritrovò nello studio di Cloud.

-Perdona la mia brutalità.- si scusò quest’ultimo invitandola a sedersi di fronte a lui. –A cosa pensavi?-

-A niente.- mentì la ragazza agitando leggermente la mano. Ci fu poi una lunga pausa, alla fine della quale Cloud spiegò il motivo per il quale l’aveva trascinata lì.

-Quando ero piccolo mi ricordo che mio padre teneva un diario. Evidentemente su quei suoi preziosi quaderni doveva esserci scritto qualcosa di veramente importante e appetibile perché l’Impero potesse interessarsi ad essi. Cosa avrebbero potuto volere altrimenti da un semplice insegnante di letteratura con la passione per l’esoterismo?-

-La risposta è nella tua domanda.-

-Ovvero?-

-L’esoterismo stesso.-

-Che vuoi dire?-

-E’ semplice. Tuo padre scoprì qualcosa di scomodo, molto scomodo, per Impero che aveva a che fare con l’esoterismo. Dove credi che si possa trovare adesso il suo diario?-

-A questo punto è probabile che sia stato distrutto, ma possiamo comunque fare un tentativo alla Segretissima Biblioteca Imperiale di Sabor.-

-Sei pazzo? Come conti di entrare?- sbottò lei agitandosi sulla sedia e sgranando gli occhi, incredula.

-Fidati di me, mi sono già procurato quattro divise da soldato imperiale.-

-Quattro?-

-Per Sora e Squall è una missione segreta. Almeno questa è la versione ufficiale.-

Nimoe si passò una mano sulla fronte assumendo un’aria sconfitta e sconsolata.

-Perché proprio loro due?- chiese infine.

-Ci sono problemi?-

La ragazza fece un profondo respiro.

-No, nessuno.-

-Squall Leonhart è un ottimo soldato , e Sora potrebbe approfittare dell’occasione per fare esperienza, visto che si è appena arruolato.-

-A quando la partenza?-

-Nei prossimi giorni, devo ancora accordarmi con la guardia del corpo che mi sostituirà durante l’assenza. Ho già detto agli altri di tenersi pronti. E’ tutto, buona giornata.-

Nimoe abbandonò lo studio senza aggiungere una parola e si incamminò verso il parco per una passeggiata. Affondò la mano nella tasca e trovò la straordinaria pietra che Kadaj le aveva donato la sera prima. Anche al sole brillava di luce propria emanando un leggerissimo calore.

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Capitolo 3
*** Jenova ***


Sephiroth sogghignò osservando le foto del pianeta Lifath ormai completamente deserto, poi le lanciò sul tavolo con un gesto disdegnoso.

-Questo non è ancora abbastanza.- affermò in tono veemente rivolgendosi ai soldati che aveva convocato.

-Il gas è troppo potente perché ci possa essere ancora qualche sopravvissuto signore!- azzardò uno di quelli, facendo un timoroso passo avanti. Sephiroth accarezzò la lama della sua spada con la punta delle dita, mentre i lunghi capelli argentei gli scivolavano davanti al volto. Il silenzio venne bruscamente interrotto dalla sua terribile risata. Con un movimento repentino e preciso falciò la testa dell’ufficiale che aveva preso la parola.

-Cercate quell’umano. Voglio le sue ceneri. Voglio la sua morte.- aggiunse con tono impassibile, e subito il gruppo sgomento si dileguò uscendo dalla stanza. Più tardi Sephiroth raggiunse l’imperatore nella sala del trono. Si trattava di un immenso salone semivuoto dalle pareti nere tirate a lucido e le lunghe vetrate grigio fumo; alle spalle dell’imponente seggio un’enorme finestra si affacciava sul cielo stellato. L’imperatore indossava il consueto cappuccio per nascondere il suo volto sfigurato,che lasciava scoperta soltanto la parte inferiore del viso. Le sue labbra si tesero in un sorriso maligno alla vista di Sephiroth che avanzava a passi lenti e pesanti.

-La tua fallibilità ti sconvolge?- cantilenò in tono di scherno.

Sephiroth rispose con una smorfia di disappunto.

-Il tuo silenzio non mi sorprende affatto.- proseguì.

-Se l’umano non è morto non può essere andato molto lontano. Mia madre non mi ha creato per fallire.- ribatté il demone.

Il dottor Baggins si avvicinò a Nimoe intanto che lei spostava alcune sacche di plasma negli appositi contenitori e le mise una mano sulla spalla.

-Quando hai finito passa in laboratorio, ho una cosa interessante da mostrarti.-

La ragazza annuì, e poco dopo rimise libri e materiale nella sacca e lo raggiunse. L’uomo teneva in mano quello che sembrava un manoscritto, con le pagine ingiallite macchiate dall’umidità. Appena la vide avvicinarsi lo richiuse e lo poggiò provvisoriamente sul tavolo da lavoro su cui erano sparpagliati svariati fogli.

-Quello che i nostri servizi segreti sono riusciti a portarmi è qualcosa di veramente notevole.- disse scuotendo la testa e congiungendo le mani dietro la schiena. –Questi che hai davanti sono gli appunti ufficiali di Xandel Carivus, lo scienziato che ha creato le cellule Jenova.-

-Cioè il “padre” di Sephiroth?-

-Precisamente.- rispose il dottor Baggins porgendole il quaderno.

-E’ straordinario!- esclamò incredula Nimoe mentre lo sfogliava con avidità.

-Come ben saprai l’Impero ordinò a Carivus di creare Jenova per impiantarla nell’organismo di un feto sviluppato in provetta e dare origine così ad un essere invincibile. Esso non avrebbe avuto le debolezze della razza umana e sarebbe perciò stato perfetto. In effetti, almeno apparentemente, Jenova non presenta difetti. Ma come avevamo già intuito, e questi appunti ce lo confermano, la sua pecca è la piuttosto facile scindibilità delle sue cellule.-

-Ciò vuol dire che possiamo avviare gli esperimenti ricreando Jenova?-

-Esatto, e successivamente scopriremo quali atomi sono in grado di avviare il processo di frazionamento.-

-Quanto tempo crede che sarà necessario?-

-Qualche mese suppongo, ma per ora è difficile fare previsioni sulla durata delle ricerche. Quello che ci interessa è agire nel miglior modo possibile. Questo quaderno consunto e malconcio è l’unica possibilità che abbiamo per liberare l’universo.- affermò l’uomo raccattando i fogli sparsi sul tavolo. –Lo affido a te così potrai cominciare a studiare, io ne terrò una copia. Inizieremo gli esperimenti al tuo ritorno.-

Nimoe aprì la vecchia buca della posta e ne estrasse una lettera ufficiale della Shunitzu.

-“Gentile sign.ina Nimoe Heartilly, la invitiamo al consueto ballo primaverile della nostra associazione che si terrà alle ore 21.00 il giorno 17/04/3845 nella hall della sede principale. Cordiali saluti, Shunitzu Corp.”- lesse la ragazza dopo essersi buttata sul morbido divano di shintz. Fece un rapido calcolo e realizzò che mancavano solo due giorni all’evento, poi lanciò la busta sgualcita dall’altra parte della stanza. Già si immaginava la scena di Yuyu e Squall che ballavano come due statue di cera, lei sempre più stupida e lui sempre più burattino. No, avrebbe preferito passare la serata da sola. Fu Cloud a farle cambiare idea, quando circa un’ora più tardi passò a riprendersi la giacca e a lasciarle un pacco piuttosto voluminoso.

-Che cos’è?- chiese Nimoe incuriosita cercando di sbirciare attraverso la fessura della busta.

-Un regalo, ma aprilo dopodomani pomeriggio.-

-D’accordo. Ma perché?-

-Non voglio rovinarti la sorpresa.-

La ragazza lo accompagnò alla porta, e una volta che se ne fu andato troncò l’irrefrenabile impulso di aprire il pacco infilandolo nell’armadio.

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