Passato letale

di CFC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


1
Russia
-Signore, mi trovo nell’edificio. Come mai la repubblica russa ha deciso di essere così collaborativa contro questo criminale?- chiese la Vedova Nera mentre si introduceva dentro un magazzino che sembrava abbandonato da decenni.
Nel suo auricolare sentì Fury che le spiegava che il governo russo era molto preoccupato da questo tizio, perché aveva le conoscenze necessarie per rovesciarlo e istaurare una nuova dittatura.
-Hanno chiesto il tuo intervento perché sei russa e perché sanno che sei la migliore e probabilmente perché sai a cosa stai andando incontro, vero?- concluse Fury
-L’ho già informata sulla mia conoscenza dell’individuo… un ex scienziato di Stalin, costretto alla latitanza dopo la morte del dittatore. Alcuni lo considerarono il suo assassino, ma forse ci si voleva solo sbarazzare di un aspirante e pazzo erede del dittatore. Mentre ero una spia russa, non è mai entrato in azione. Anche spie però lo nominavano con rispetto e secondo qualcuno ancora lavorava in qualche suo laboratorio super segreto-
La Vedova Nera avanzò silenziosamente in mezzo alle macerie dell’edificio, quando si fermò davanti ad un disegno. Un uomo e vicino vi erano delle scritte.
-Già, perché è uscito allo scoperto solamente ora? Perché è tornato in un suo laboratorio? Che cosa doveva prendere? Un satellite russo lo ha visto entrare in questo edificio, ma mai uscire. Stai atten…- la comunicazione con Fury si era interrotta bruscamente. Adesso era sola, come al solito. Controllò una parete e vi trovò un pulsante. Dopo averlo schiacciato, si aprì un passaggio. Stava per varcare la soglia, quando sentì un urlo alle sue spalle. Si voltò e vide un uomo completamente nudo che aveva due tentacoli che gli uscivano dai polsi. Non poteva credere ai suoi occhi, l’esperimento fantascientifico Omega Red era davvero davanti ai suoi occhi. Un’altra favola tra spie russe si rivelava fondata. L’uomo le lanciò i suoi tentacoli. Usando la sua agilità, riuscì ad evitarli anche se uno per poco non la sfiorò. Si considerò fortunata, visto che i suoi tentacoli assorbono l’energia della vittima. Tirò fuori le pistole, ma prima che potesse sparare un tentacolo la colpì e la fece stramazzare a terra. Aveva perso le armi e si sentiva molto debole. Omega Red sorrise soddisfatto. I suoi tentacoli sul pavimento si avvicinarono lentamente alla sua vittima ormai priva di difesa. Prima che però potessero afferrarla, una freccia ruppe un vetro di una finestra e si conficcò nella spalla dell’essere che urlò dal dolore. Poco dopo entrò Occhi di Falco.
-Ti guardo il s… le spalle Vedova Nera-
-Stai attento ai suoi tentacoli!-
Stava per scoccare un’altra freccia, stavolta letale, ma un tentacolo colpì anche lui costringendolo inginocchio.
-Come cavalleria fai proprio pena, Occhio di Falco-
Omega Red furioso si avventò contro i due ma prima che potesse ucciderli, si sentì uno sparo e poco dopo la sua testa andò in mille pezzi. Aveva sparato Maria Hill.
-Quando si è interrotto la comunicazione, Fury mi ha mandato da voi. Chi era quel coso nudo? Che vi ha messo in difficoltà come se foste dei novellini?-
-Un esperimento di Lukin… credevo che fossero tutte favole, ma ora non ci credo più. Ho trovato una porta prima che venissi attaccata- rispose Vedova Nera
-Siete in grado di non essermi di intralcio o entro da sola?- chiese l’agente Hill.
Le entrò e gli altri due a fatica la seguirono.
-Ricordami che è meglio morire che essere salvato da lei- disse Occhio di Falco a Vedova Nera.
I tre iniziarono a scendere dei scalini che li condusse…
 
Germania
Capitan America vestito in borghese stava guidando la sua motocicletta. Una donna si teneva stretta alla sua vita.
-Non dirmi che hai paura Agente 13… tu utilizzi ogni strumento ad alta velocità.-
-Si, ma non vado ad una simile velocità con un catorcio della Seconda Guerra Mondiale che potrebbe non frenare-
-Ti riferisci a me o alla mia motocicletta-
L’agente 13 arrossì: -Ovviamente alla sua motocicletta. L’Ho vista in azione e sono più sicuro che lei non è affatto un catorcio-
-D’accordo… adesso puoi dirmi come mai siamo in Germania? E soprattutto perché tu sei partita con me?-
L’agente 13 deglutì e rispose: -Fury non era sicuro di come avrebbe reagito nello scoprirlo e quindi voleva qualcuno in grado di tenerla d’occhio. Che sia stato scelta io invece che la Vedova Nera o qualche altro super agente migliore di me non lo so-
Cap invece lo sapeva. L’agente 13 si chiamava Sharon Carter ed era la nipote del suo grande amore. Le somigliava moltissimo. Che cosa voleva ottenere Fury da lui usandola?
-La missione?-
-Alcuni uomini hanno rapinato una banca la scorsa settimana. Uno di loro è stato fermato. Quando lo hanno spogliato hanno visto due tatuaggi 88 e un’ idra con tante teste. Le spie tedesche allora l’hanno prelevato e ci sono andati giù pesante. Non ha parlato e quando credeva che potesse cedere ha rotto il dente in cui vi era una capsula di cianuro ed è morto urlando Heil Hydra!-
Steve sentì un brivido salirgli lungo la schiena. Che l’organizzazione che aveva sgominato nella Seconda guerra mondiale fosse tornata?
-In un castello appartenuto all’Hydra i nostri satelliti hanno segnalato un massiccio movimento di persone. Stiamo andando a vedere che diavolo stanno combinando. Non dovrebbe mancare molto…-
Uno sparo colpì la ruota della motocicletta sbalzandoli dalla sella. Prima che Sharon potesse cadere in un burrone, Cap l’afferrò.
-Sta bene?-
La ragazza che si era ripresa dalla sorpresa fece di si con la testa e determinata indicò una direzione a Steve. Da quella direzione, stavano arrivando una decina di uomini armati che chiedevano chi fossero.
-Ha il suo scudo?- chiese l’agente 13
-E’ nella motocicletta- che si trovava a dieci metri di distanza.
-Vada a prenderlo, io le copro le spalle-
Cap si lanciò verso la motocicletta. Gli uomini armati presero la mira e si prepararono a sparare, ma Sharon fu più veloce. Con le sue due pistole ne uccise due e così diede il tempo a Cap di prendere il suo scudo e lanciarlo. L’arma leggendaria colpì gli altri. Uno solo rimase in piedi e prima di sparare urlò Heil Hydra!
Cap parò i proiettili con lo scudo, mentre Sharon lo stecchì.
-Andiamo, sono stanca di questi revival della Seconda Guerra Mondiale-
-Grazie…-
-Non intendevo lei!-

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Capitolo 2
*** 2 ***


2
Base volante dello Shield
-Cosa avete scoperto?-
Nick Fury stava scrutando i suoi tre sottoposti con l’unico suo occhio in maniera così penetrante, che se a posto loro ci fosse stato un uomo qualsiasi probabilmente avrebbe avuto un infarto.
-Un altro laboratorio, signore, ma di Lukin non c’era traccia- rispose Vedova Nera che era dispiaciuta di aver fallito nella sua missione di cattura e soprattutto di essere stata salvata dall’agente Hill.
-Però ho trovato una cosa interessante… adesso sappiamo perché è uscito allo scoperto dopo così tanti anni. Uno scienziato tedesco ha testato su un paziente in coma un sistema rigenerante. L’uomo si è risvegliato, ma i danni al cervello erano profondi e… possiamo dire che era una specie di zombi. Era interessato al sistema rigenerante che ha sintetizzato questo scienziato. E con ogni probabilità adesso ce lo ha lui. Non capisco perché le autorità tedesche non ci abbiano dato anche queste informazioni-
-Perché nemmeno noi daremmo ad un’altra nazione i nostri segreti tecnologici. La mia domanda invece è un’altra, che cosa ci vorrà fare Lukin con questo sistema rigenerante? Dove si trova adesso questo bastardo?
-C’era un tunnel sotterraneo che ha usato per scappare e che ha fatto crollare alle sue spalle- aveva spiegato Occhio di Falco.
-Il nostro avversario è in vantaggio, signori, ed è intelligente e molto pericoloso. Dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi alla sua individuazione e cattura.-
-Come è possibile che un tizio che aveva già quaranta anni alla morte di Stalin, sia ancora in circolazione?- chiese Hill
-Anche noi abbiamo un vecchietto che dovrebbe essere più o meno della sua età- fece notare Occhio di Falco
Castello dell’Hydra
Un uomo di quarant’anni con una folta barba e dei lunghi capelli castani e con indosso un camicie stava controllando alcuni dati. Un ragazzo intorno ai venticinque anni gli si avvicinò alle spalle. Al posto di un braccio naturale, ne aveva uno cibernetico.
-Signore, alcuni agenti Hydra non rispondono-
-Dalle telecamere risulta qualcosa?-
-No, mio signore-
-Mmm… c’è qualcosa che non va. Sono quasi pronto al mio esperimento, vai fuori e se ci sono degli intrusi, fermali… ad ogni costo, Soldato d’Inverno.-
-Si, dottor Lukin-
-Non chiamarmi più così… è giunto il momento di rivelare la nostra vera identità… Armin Zola! Scienziato del Terzo Reich, ma soprattutto dell’Hydra! Heil Hydra!
-Heil Hydra- rispose il poco convinto Soldato d’Inverno. Un tempo era un eroe sovietico, la miglior spia e il miglior assassino che aveva la Grande Russia, ma sapeva che lui non apparteneva a quella potenza… era stato salvato da Lukin e quindi gli apparteneva. Non ricordava chi fosse ne da dove veniva, sapeva solo che Lukin l’aveva raccolto ferito gravemente e che per salvarlo, lo aveva reso un mezzo cyborg. Le sue battaglie erano quelli di Lukin… Armin Zola, questo era il suo vero nome.
Uscì dalla stanza lasciando lo scienziato da solo. Sopra un tavolo, c’era un lenzuolo bianco che copriva ciò che c’era sopra.
-Finalmente potrò realizzare il mio più grande sogno… dopo aver fatto questo esperimento, avrò la forza necessaria per sconfiggere gli eroi americani che sono apparsi ultimamente e istaurare il dominio dell’Hydra sull’intero pianeta!-
Tolse il lenzuolo, che rivelò il corpo di un uomo che aveva attaccato al suo corpo tanti cavi. Le sue ferite erano state troppo gravi per farlo diventare un cyborg. A lui serviva soprattutto il suo cervello e ogni cosa che aveva fatto, era stato quello di salvaguardarlo. Aveva pensato di asportarlo e introdurlo in un cyborg come aveva fatto con il suo. L’aveva fatto però solo una volta e quando l’aveva fatto si era reso conto di essere stato molto fortunato. Non voleva rischiare di perdere l’intelletto di quell’uomo. Guardò il volto del suo paziente, orribilmente sfigurato. No, aveva pensato di guarire il suo corpo e adesso quel sistema rigenerante glielo avrebbe perso. Finalmente sarebbe riuscito a riportare in vita il Teschio Rosso.
Fuori dal Castello, Cap e l’Agente 13  stavano cercando di entrarci dentro stendendo un paio di guardie. Superate le mura, Cap spinse Sharon per terra salvandola da un proiettile che l’avrebbe colpita alla testa.
-Allarme: invasori alle mura. Tutti gli agenti Hydra devono presentarsi all’istante- l’ordine lo aveva impartito il Soldato d’Inverno, che guardava con stupore l’uomo che si trovava di fronte. Capitan America, l’uomo che aveva distrutto la prima Hydra. Se tagli però una testa, ne ricresceranno due. Confrontarsi con quell’uomo lo esaltava, quindi prese dal suo stivale il suo coltello e si lanciò contro di lui.
Steve riuscì ad evitare il colpo e tentò di stordirlo con il suo scudo. Anche il suo avversario evitò la sua arma. Era molto in gamba. Nonostante una maschera gli coprisse il volto, osservò i suoi occhi e gli sembrarono familiari. Gli agenti Hydra iniziarono ad uscire e ad avventarsi contro di loro. Cap oltre che vedersela con un letale avversario, doveva anche pensare ad aiutare l’Agente 13 dagli assalitori. Approfittando della sua distrazione, il Soldato d’Inverno lo colpì con il suo coltello alla gamba. Steve però riuscì a mandare a segno il suo scudo, prendendo l’avversario alla testa. Il soldato d’Inverno era intontito. Guardò Capitan America e fu come colpito da un fulmine alla testa. Si ricordava di lui! Capitan America era l’uomo che l’aveva ridotto in quello stato! Si lanciò con veemenza contro di lui… si sarebbe vendicato!
Armin Zola intanto aveva iniziato con il suo esperimento. Aveva introdotto il corpo ferito del Teschio Rosso dentro un cilindro in cui vi era stata inserita la formula super rigenerante. Dopo qualche minuto, il Teschio Rosso aprì gli occhi e con un pugno distrusse il cilindro. Il liquido si riverso contro i circuiti elettrici, provocando un cortocircuito e quindi un incendio. Zola corse a spegnerlo, ma il Teschio Rosso lo fermò.
-Lascia che tutto bruci… nessuno deve sapere di questo esperimento e del suo esito. Agiremo nell’ombra e quando colpiremo i nostri amici non se lo aspetteranno-
Era incredibile. Era appena tornato dal coma. Doveva essere confuso e invece già il suo cervello malvagio aveva iniziato a pensare ad un piano di conquista mondiale. Si, aveva fatto la scelta giusta a riportarlo in vita. Tutto doveva bruciare? Tutto sarebbe bruciato. Mentre continuava lo scontro fra l’Agente 13 e Capitan America con gli agenti dell’Hydra e Soldato d’Inverno. L’intero castello esplose coinvolgendoli. Capitan America e l’Agente 13 si salvarono per miracolo, ma dei loro avversai non c’era più traccia. Che cosa era successo? Che cosa stavano pianificando? Cap era molto preoccupato.

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Capitolo 3
*** 3 ***


3
Base dello Shield, sala riunioni
-Non sappiamo che cosa facesse in quel castello la nuova Hydra, purtroppo. Secondo i nostri scienziati è andato tutto distrutto.- aveva spiegato Fury
-Il soldato che mi ha attaccato e che aveva un braccio cibernetico è stato ritrovato?- chiese Cap a Fury
Il colonnello scosse la testa, mentre alla Vedova Nera venne un’illuminazione.
-Sul braccio cibernetico aveva disegnata una stella rossa? Portava una maschera nera che gli copriva parzialmente il volto?- chiese euforica a Steve
Il capitano sgranò gli occhi per la sorpresa. Si era proprio così.
-Si tratta del Soldato d’Inverno- continuò Natasha- era al servizio dell’Unione Sovietica proprio come me. Abbiamo avuto una relazione prima che scomparisse nel nulla, dopo la caduta del regime sovietico. C’era però una storia in giro… che fosse in giro dalla Seconda Guerra Mondiale… oh mio Dio!-
-Che cosa c’è?- chiese Clint preoccupato e anche sorpreso dalla reazione così emotiva da parte della sua collega.
-Clint… il Soldato d’Inverno per alcuni era stato creato proprio di Lukin… ecco il collegamento! C’è Lukin dietro a tutto questo!-
-Cosa centra uno scienziato sovietico con l’Hydra però?- chiese il colonnello Fury che era molto frustato. Sapeva che il sapere era potere. Sapere più dei suoi nemici era il suo più grande obiettivo. In quel caso però si sentiva un ignorante e quindi impotente.
-Proviamo a coinvolgere Tony Stark? Nello scavare informazioni è il numero uno- propose Steve
Coinvolgere Tony Stark in quel momento di confusione, poteva aggravare ancora più la situazione. Era proprio necessario?
Nel sottosuolo Siberiano.
Il Teschio Rosso osservava da più di quattro schermi tutto quello che era successo nel mondo in suo assenza. Il suo cervello riusciva a registrare tutto quello che vedeva ed ad ogni fotogramma iniziava a pensare ad un piano… un piano per conquistare il mondo. Dopo aver guardato per dieci ore le immagini, decise che per il momento poteva bastare.
-Dove si trova il Teserak?- chiese ad un Armin Zola che lo aveva osservato per tutto il tempo alle sue spalle.
-Secondo i miei informatori, è stato consegnato in mano al dio Thor che l’ha riportato ad Asgard-
-Ho visto! Dunque i superuomini esistono e sono germani! Hitler aveva ragione-
-Non credo che siano germani quei dei, sembrerebbero una razza aliena proveniente dallo spazio. E comunque mi sembra ovvio con chi sta quel dio. E’ un nemico quanto qualsiasi altri vendicatore-
-Non dubitare delle miei capacità osservative… lo so che Thor è un nostro ostacolo… ma suo fratello Loki? Potrebbe stabilire un’alleanza con noi?-
-E’ il dio dell’inganno, potremmo fidarci di lui?-
-Certo che no, ma il tradimento lo mettiamo in conto, non è vero? Entrambi siamo troppo intelligenti per fidarci del prossimo. Come noi due non ci fidiamo l’uno dell’altro, così potremmo fare con Loki. Un’alleanza basata sull’infiducia reciproca… ahahaha… sarebbe la più grande alleanza…
-Mi ricorda quella di Hitler con Stalin e sappiamo come andò a finire, non è vero?-
-Si, in ogni caso abbiamo bisogno del Teserak… la tecnologia che avevo usato non era paragonabile a questa-
Armin Zola iniziava a dubitare della capacità intellettive del suo alleato.
-In che modo possiamo raggiungere Asgard? Sia esso il regno degli dei che un pianeta ad anni luce di distanza? Dovremmo invece sbarazzarci degli eroi che si trovano su questa Terra e poi…
-Sciocco! In che modo credi di poter sconfiggere quel bruto verde? Lui è il nostra minaccia più grande! Dobbiamo trovare un modo per sbarazzarcene! Non sarà così facile, però. Hai visto il modo in cui ha combattuto contro quei dei? Solo con il Teserak possiamo trovare il modo per ucciderlo!-
Era vero. Era impossibile sconfiggere Hulk, ma quell’essere era incontrollabile. Poteva anche voltarsi contro i suoi compagni e diventare un loro alleato. Secondo il Teschio Rosso era fondamentale eliminarlo dalla  scacchiera, il prima possibile. Era il pedone che poteva diventare il più pericoloso fra i pezzi degli scacchi? Il teserak? Non c’era altro modo per ucciderlo? Il Teschio ne era proprio sicuro? O era semplicemente ossessionato da quell’oggetto? Doveva affidarsi completamente a lui? No, come aveva detto lui, la loro alleanza non era basata sulla fiducia. Lui avrebbe percorso la sua strada e lui ne avrebbe fatta una parallela e forse più efficace.
-Come credi di poter riavere il Teserak- chiese non riuscendo a trovare una soluzione al problema.
-Semplice! Sarà Thor a consegnarmelo!
Ad Asgard
Alcuni asgardiani tra cui i tre guerrieri stavano collaborando alla ricostruzione del Bifrost. Quanto ci sarebbe voluto? Quando sarebbe potuto tornare da Jane? Questo si chiedeva Thor mentre aiutava i suoi compagni d’armi. Poi però vide una strana espressione in Heimdall.
-Che succede amico?-
-Sulla Terra… percepisco la malvagità diffondersi e minacciare l’intero pianeta. Non riesco a vedere di chi si tratti.-
-Un altro piano di Loki?-
-Non credo, stavolta la minaccia viene da un uomo anche se non lo è proprio…-
-Un tizio verde che fa salti giganteschi?-
-No, la minaccia non è una cavalletta… ha la faccia rossa…color del sangue e della guerra…-

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Capitolo 4
*** 4 ***


4
Laboratorio dello Shield
-Quindi hai visto di nuovo Thor e hai partecipato ad un piano di quel pazzo di suo fratello?- chiese Jane mentre stava controllando alcuni dati al computer
-Esatto…Jane- rispose il dottor Eric Selvig
-Ha detto qualcosa?- chiese Jane fermandosi all’improvviso dal suo lavoro
-Si, che ti ama e che quando potrà tornare sulla Terra, lo farà e ti incontrerà… fino ad allora cosa pensi di fare?-
-Precederlo- sorrise e tornò a lavorare ai suoi dati. Uno stargate. Era a quello che stava lavorando da quando aveva perso Thor. Il fatto che lavorava circondata da agenti Shield anziché renderla più tranquilla, la innervosiva parecchio. Meno male che a capo dell’operazione c’era l’agente Morse. Una ragazza simpatica e gentile. Però anche lei era in grado di uccidere un suo simile. Ne era più che sicura. L’agente Morse stava controllando le telecamere fuori dall’edificio. Sembrava tutto tranquillo. Poi vide un’ombra. Poteva essere qualsiasi cosa. Dal suo auricolare comunicò con l’agente vicino al posto. Questo rispose usando il codice alfanumerico che voleva dire che andava tutto bene. Tutto bene. Che fosse un cane? Probabilmente si, ma allora perché aveva un cattivo presentimento?
Fuori il Soldato d’Inverno lasciò che l’agente finisse di parlare con il suo superiore e poi lo uccise senza alcuna esitazione.
-Signore, tutto bene. Tra poco sarò dentro.-
Entrò senza alcun problema dentro l’edificio. Poi però qualcosa andò storto. Qualcuno gli aveva sferrato un calcio e lo aveva colpito alla gamba facendolo finire a terra. Lo stesso qualcuno gli aveva anche sparato. Meno male che i suoi riflessi gli avevano permesso di reagire in maniera fulminea e di evitare quindi il proiettile. Non era però qualcuno… ma qualcuna. Una ragazza bionda. L’agente Morse.
-Sono stato scoperto-
Il Soldato d’Inverno le fu addosso e iniziò a tempestarla di colpi. Lei rispondeva alla grande. Era molto brava. Lo era abbastanza?
Mentre i due si stavano affrontando, un robot alto tre metri sfondò il tetto del laboratorio e atterrato al centro iniziò ad attaccare gli altri agenti Shield.
-Sono dentro- disse l’uomo all’interno del gigantesco robot
L’uomo che si chiamava Boris Petrov individuò il suo obiettivo e cercò di raggiungerlo.
Il dottor Selvig cercò di mettersi in mezzo ma il robot lo scaraventò lontano con una potente bracciata. Non si era rotto il collo per miracolo.
-Fai in fretta, Dinamo Cremisi, tra poco Capitan America e gli altri super agenti dello Shield potrebbero essere qui.
Dinamo Cremisi afferrò Jane e poi fece un balzo, uscendo dal tetto del laboratorio e atterrando vicino ad un furgone. Lo sportello si aprì. Il Teschio Rosso afferrò Jane.
-Salve signorina Foster, lei mi aiuterà… le sue urla di dolore verranno sentite dal suo dio, non è vero?-
Nel laboratorio il Soldato d’Inverno era riuscito a liberarsi dell’agente Morse e stava scappando quando arrivò Cap che iniziò a seguirlo. I due correvano e saltavano sui tetti della città. Steve presto lo raggiunse e riuscì a placcarlo. Il soldato d’Inverno da terra reagì subito e gli sferrò un calcio allo stomaco. L’eroe americano dovette indietreggiare, ma poi si lanciò di nuovo contro di lui. Gli sferrò un pugno colpendolo al volto, ne evitò uno e ne mandò a segno un altro. Con l’ultimo pugno la maschera del Soldato d’Inverno gli volò dalla faccia e Steve rimase impalata. Non poteva essere vero. Il suo amico Bucky. Dopo così tanti anni era ancora vivo. Ma lo aveva pianto. Era caduto dal treno. Era sicuro che fosse morto… il corpo però non era mai stato trovato. Il Soldato d’Inverno approfittò del momento di distrazione del suo avversario e gli sferrò un calcio al volto. Cap cadde a terra e l’avversario ne approfittò per scappare. Steve da terra sconvolto urlò il suo nome: Bucky! Fu come se un trapano gli avesse fatto un buco alla testa. Vide un’immagine. Lui che cadeva da un treno e Capitan America che lo osservava. Lo aveva buttato dal treno? Era stato lui a farlo diventare un mezzo cyborg? Prese il fucile che aveva a tracolla e sparò contro il suo acerrimo nemico. Steve si coprì dietro il suo scudo, ma non riusciva a fare altro. Quello era il suo amico, era ancora vivo ma era anche diventato un assassino. Come era possibile? Quando Bucky capì che non serviva a niente. Era indeciso se andarsene o tornare indietro e porre fine a questa faccenda. Nel suo auricolare sentì la voce di Armin Zola.
-Torna immediatamente alla base.- Come sempre, fu il suo creatore a decidere per lui.
Ad Asgard vicino al luogo in cui sorgeva Bifrost.
Heimdall indietreggiò spaventato. Thor gli chiese che cosa fosse successo.
-L’uomo malvagio ha preso Jane, credo che la torturerà perché vuole te-
Non lasciò nemmeno che il dio cieco finisse la frase che si lanciò in volo verso il palazzo di Odino.
Il padre degli dei lo stava aspettando.
-Non vuole te, vuole il teserak-
-Rimandami sulla Terra, devo salvarla. Porterò con me il Teserak, ma non glielo darò-
-Figliolo non ragioni-
-Non vuoi darmi il Teserak? Mandami allora lo stesso sulla Terra-
-Non posso. E’ un incantesimo potente quello che ho fatto per mandarti a fermare tuo fratello… non posso farlo troppo spesso… sono troppo debole adesso…ho bisogno di anni per riprendermi… mi dispiace, Thor, ma non c’è niente che possiamo fare-
-Lei urlerà il mio nome. Chiederà il mio aiuto. Pregherà affinché l’aiuti e io… dovrei fare come tutti gli altri dei? No, padre. C’è un modo e io userò-
-Sei pazzo! Non te lo permetterò!-
-Mi dispiace padre…-
Gli dispiaceva davvero, ma non poteva fare altro. Il suo cuore si spezzò quando lanciò il suo martello contro il padre. Il martello lo colpì in pieno e lo scaraventò per terra. Era svenuto. Presto si sarebbe ripreso. Doveva fare in fretta. Volò nella sala dei trofei e prese il Teserak, quindi dopo aver abbattuto tutte le guardie giunse davanti alla prigione di Loki. Era congelato nel ghiaccio. Il suo martello lo liberò. Afferrò il fratello e si allontanò volando prima che Sif e i tre guerrieri increduli lo vedessero. Giunti in un posto lontano dal palazzo reale. Buttò per terra il fratello che si stava riprendendo.
-Mimi vvvuoi cccosi beneeee…-
-Non credevo che un gigante di ghiaccio potesse soffrire il freddo-
-Giusto, perché mi hai liberato fratello?-
-Un altro inganno, non è vero? Per una volta, puoi promettermi che non mi pugnalerai alle spalle?-
-Potrei prometterti tutto quello che vuoi e tu ti fideresti anche… ma che valore vuoi che abbiamo le mie promesse? Io sono l’Ingannatore…-
-Per una volta però sei stato sincero…-
-Cosa è che ti turba così tanto? Cosa ti ha spinto a ribellarti contro tuo padre?-
-Jane è in pericolo e so che tu sai come arrivare sulla Terra senza bisogno di Bifrost o della magia di Odino… portami sulla Terra-
-Stai facendo tutto questo per una donna mortale?- Lo aveva afferrato per le spalle e gli aveva urlato contro furioso –Tu, Thor, sei uno sciocco! Comunque- si era ricomposto- se vuoi buttare la tua esistenza per una umana fa pure, vuoi il mio aiuto? Te lo darò, ma voglio qualcosa in cambio.
-Non ti darò il dominio sulla Terra, il Teserak o il dominio su Asgard-
-La tua vita? Sei disposto a darmi la tua vita per quella di Jane?-
-Te l’ho già offerta una volta e te la offro di nuovo-
-Giusto, non la voglio… voglio qualcosa a cui tu non rinunceresti mai, che ti farebbe soffrire… io voglio vederti soffrire fratello!-
-Mentre tu ci pensi, possiamo muoverci da qui? Presto nostro padre ci troverà e allora, fratello, non mi potrai chiedere nulla-
-La vita di Jane per quella di Odino! Sei disposto ad uccidere tuo padre?-
Thor sgranò gli occhi: -Ti ho detto che non ti avrei dato il trono di Asgard!-
-Non lo voglio, sarai tu a governare su Asgard… allora sei disposto a uccidere tuo padre per la tua amata. Una promessa è una promessa, Thor… -
-Sono stato uno sciocco a pensare che tu mi avresti aiuto. Troverò un altro modo. Ti riporterò in prigione e forse ci finirò anche io…-
-D’accordo. Dammi in cambio la mia libertà e io ti porterà sulla Terra…-
Le labbra di Thor si allargarono in un sorriso e abbracciò con forza il fratello.
-Finalmente inizi a ragionare, fratello-
-No, è stato troppo bello vederti soffrire di fronte ad una decisione così difficile… e vederti soffrire è ciò che mi rende felice, verrò sulla Terra con te per vederti soffrire, perché cercherai di salvare la tua amata Jane, ma sarò io a passarla da parte a parte con la mia lancia- pensò il dio dell’inganno mentre si lasciava abbracciare dal fratello.

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Capitolo 5
*** 5 ***


5
Base segreta del Teschio Rosso.
L’uomo dal volto sfigurato osservava il suo ostaggio, che non sembrava affatto spaventata. Anzi aveva uno sguardo che non gli piaceva. Lo stava sfidando. Queste donne americane! Non portavano rispetto come quelle tedesche! Le diede uno schiaffo per farle capire chi era che comandava.
-Che cosa vuoi da me?-
Non sembrava voler abbandonare il suo atteggiamento. Era una ragazza coraggiosa, ma anche molto stupida.
-Voglio qualcosa che possiede il tuo fidanzatino-
-Parli di Thor?-
-Sei fidanzata con qualche altro dio?-
-Non può venire a suo piacimento sulla Terra… non verrà a portarti nulla.-
-In quel caso tu non mi saresti più utile? Mi dispiace per te-
-Anche se dovesse soccorrerla, chi ti dice che porterà con se il teserak? E soprattutto chi ti dice che te lo darà? E’ potentissimo. Potrebbe ucciderci tutti quanti. Dovevamo lasciarlo fuori dalla scacchiera! E’ un nemico potente quanto Hulk, solo che adesso ha una buona ragione per avercela con noi! Sei un folle!-
Il Teschio Rosso tirò fuori la sua pistola e sparò in testa ad Armin Zola. Quasi senza testa il corpo dello scienziato si afflosciò e cadde per terra-
Il Soldato d’Inverno e Boris Petrov si prepararono a combattere contro il Teschio Rosso. Jane ne fu felice. Quei bastardi stavano per ammazzarsi tra di loro. Sperò che a morire fosse soprattutto quel mostro dalla faccia rossa. Era il più pericoloso e il più instabile. Il corpo di Armin Zola si rialzò come per magia.
-Devo considerare la nostra alleanza giunta alla fine- fu una voce computerizzata a parlare da qualche parte del corpo di Armin Zola – il mio cervello non si trova nella mia testa, caro Teschio Rosso. Un androide portò una testa e la porse al corpo di Armin Zola che la sostituì con quella danneggiata.
-Sapevo quello che eri, dottore, per questo ti ho sparato. La mia prima regola è conoscere avversari e alleati. Credi che non abbiamo un piano per sconfiggere Thor? Per prendermi il Teserak? Tra poco lo vedremo-
Il muro della base segreta del Teschio Rosso fu sfondato ed entrò Thor che sembrava infuriato. Aveva con se il Teserak. Il Teschio Rosso afferrò Jane da dietro le spalle, le puntò il coltello alla gola e iniziò a minacciare il dio.
-Un solo passo e la ucciderò-
Thor si bloccò. Era pazzo dalla rabbia, ma sapeva che quell’uomo era un pazzo criminale. L’avrebbe uccisa a qualunque costo. Non poteva correre rischi. Gli avrebbe dato il Teserak in cambio di Jane e poi se lo sarebbe ripreso. Ovviamente anche questo sapeva il Teschio Rosso. Non c’era cosa che non sapeva. Dopo che era entrato a contatto con il Teserak aveva appreso anche il linguaggio degli asgardiani. Il linguaggio con cui si rivolgono preghiere private a quei dei. Ne aveva rivolto una preghiera a Loki. Voleva il suo aiuto. Anche se in prigione, il dio dell’inganno era riuscito a comunicare con lui. Lo aveva informato di ogni cosa. I due malvagi era in combutta da molto tempo. Questo ovviamente Armin Zola non lo sapeva. Nessuno doveva saperlo. Il dio dell’inganno alle spalle del fratello si preparò a colpirlo con il suo bastone. Jane vedendo la scena cercò di avvertirlo, ma il Teschio Rosso le tappò la bocca. Il bastone colpì alle spalle il dio nordico del tuono e lo fece crollare a terra. Il Teserak gli cadde dalle mani e finì ai piedi del Teschio Rosso, che lo afferrò.
-Vieni Loki, abbiamo il mondo da spartirci-
-La ragazza! Voglio che muoia! Non mi basta aver sconfitto mio fratello, voglio che soffra-
-Perché invece non uccidi lui? Vuoi davvero affrontarlo da arrabbiato?- si intromise Armin Zola
-Chi è quello che osa rivolgersi a me in quel tono?-
-Un altro mio alleato-
-Uccidilo!-
-Credo che non sia possibile. Lui non capisce come ragiona una vera mente criminale-
-Certo che no! Io non voglio essere un cattivo alla James Bond!-
-Noi non siamo dei cattivi alla James Bond!- dissero Loki e il Teschio Rosso
-Allora uccideteli tutti e sbarazziamoci una volta per tutte di loro-
-Che soddisfazione ha quella di dominare il mondo se i tuoi nemici non possono strisciare al tuo cospetto?- chiese Loki che evidentemente non capiva il ragionamento di Armin Zola.
Thor stava per rialzarsi e anche se stordito riuscì a evitare il colpo di Loki.
-Avete visto? Avete perso tempo a parlare e ora Thor ci farà a pezzi-
Thor però non era al meglio e così venne colpito da Dinamo Cremisi e scaraventato contro una parete.
-Uccidi la sua ragazza- urlò Loki impaziente
Il Teschio stava per sgozzarla, ma Thor urlò di no e lanciò il suo martello che colpì alla schiena il Teschio Rosso e lo lanciò distante da Jane. La ragazza corse verso Thor e lo aiutò a sorreggersi. Era molto debole.
-Come stai?-
-Jane, dammi qualche minuto e sarò nel pieno della mia forza-
Nel frattempo però che avrebbero fatto, se tutti quei pazzi criminali lo avessero attaccato? Il suo martello tornò nella sua mano. Il soldato d’Inverno sparò un colpo che Thor riuscì a deviare con la sua arma. Armin Zola ordinò a Dinamo Cremisi di attaccarlo. Questo si lanciò all’attacco. Thor realizzò che anche se l’avesse sconfitto, poi ci sarebbero stati gli altri. Non poteva correre il rischio di perdere e di far uccidere Jane. L’afferrò stretta a se e poi volò via prima che Dinamo Cremisi potessero raggiungerlo.
Loki ovviamente non ne fu contento, nemmeno Armin Zola che li aveva avvertiti. Lui ad essere contento sembrava il Teschio Rosso. Non voleva che Thor lo considerasse un suo nemico, per questo aveva esitato ad uccidere Jane e non voleva che Thor morisse. Fin quando il dio del tuono fosse stato vivo, Loki avrebbe avuto paura e quindi non lo avrebbe tradito. Inoltre aveva avuto ciò che voleva: il Teserak. Fece un piccolo sorriso che Armin Zola notò e ne fu stupito. Che diavolo poteva renderlo così felice? Perché non riusciva a capire quali potessero essere i suoi piani? Perché ragionava in maniera così complicata? Eppure fino adesso sembrava aver avuto ragione.
-Distruggete questa base, presto lo Shield sarà qui. Adesso dobbiamo nasconderci e prepararci alla prossima mossa.- infine disse il Teschio Rosso.

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Capitolo 6
*** 6 ***


6
In un bar di New York.
-Non dovresti bere così tanto, nonno.-
-Cosa ci fai qui, Tony? Come mi hai trovato?-
-Hai presente quel coso sul tavolo che continua a vibrare? Quello, Polifemo te lo ha dato per poter rintracciare. Visto che non rispondevi e che sapeva che era un bar ha deciso di mandare me… accidenti quante birre hai bevuto… ecco perché ci sono tutti quei tizi con il cellulare in mano…
-E’ un tuo amico? Come fa a bere così tanto e a non morire?- chiese il barista a Tony
-E’ un vendicatore…-
Il barista scoppiò a ridere pensando che fosse una battuta.
-Dammene un’altra- sbiascicò Steve che iniziava ad essere ubriaco
-Meglio di no… che diavolo è successo Steve?-
-Il mio passato è tornato a tormentarmi!-
Si era alzata e aveva dato un pugno sul bancone. Il barista aveva preso una pistola da sotto il banco.
-E’ meglio che prendi un po’ di aria fresca e mi racconti meglio…-
-Aria fresca in questa New York? D’accordo…-
Quando si alzò, il barista vide il bancone e vide che era stata ammaccato. Come aveva fatto?
Steve si appoggiò a Tony che per poco non crollava.
-Amico, sei pesantissimo…-
-Indossa l’armatura… se non ce la fai…- Steve scoppiò a ridere – indossa l’armatura, ti ricordi, indossa l’armatura! Ahahaha che ridere se ci ripenso… questo però non è divertente, il mio passato…-
-Il Teschio Rosso?-
-No, non il Teschio Rosso…Bucky…-
-Chi è Bucky?-
-La mia spalla durante la Seconda Guerra Mondiale, il mio più grande amico… Stavano combattendo contro dei soldati tedeschi su un treno… quando lui è caduto… l’ho pianto…ma, non era morto… è vivo e per colpa mia è diventato un assassino spietato che vuole mettere a ferro e fuoco la Terra…-
-Colpa tua, Cap?-
-Non l’ho salvato-
-Nemmeno io ho salvato l’agente Coulson… la verità è che per quanto ci proviamo, non possiamo salvare tutti… ora andiamo Fury ci aspetta… vuoi volare con me o ci facciamo venire a prendere?-
-Voliamo…-
-Sicuro? Non voglio pulire l’armatura dal tuo vomito…-
-Tony, tu non pulisci l’armatura…-
-Giusto… Jarvis, forse dovrai prepararti a pulire l’armatura dal vomito di Capitan America, credo che sia un onore.-
In un’altra base segreta, il Teschio Rosso stava illustrando il suo piano ai suoi alleati. Gli agenti Hydra avrebbe utilizzato la tecnologia alimentata dal Teserak… ma c’era di più… una cosa che aveva deciso di non dire…Armin Zola lo sapeva perché non aveva parlato di come uccidere Hulk. Il Soldato d’Inverno guardava lo scienziato ed era perplesso. Quel ricordo lo tormentava. Era il primo ricordo che aveva della sua vita passata. Lui che volava giù da un treno in corsa e Capitan America che lo osservava. Sembrava dispiaciuto, ma lo era davvero? Secondo il suo creatore, era un agente dell’Hydra trovato in fin di vita. Uno dei migliori ed era stato per quello che aveva deciso di renderlo migliore. L’agente perfetto. Non gli aveva parlato di Capitan America, ma se era un agente Hydra il collegamento era logico. Era stato il super soldato americano a buttarlo giù dal treno. Erano entrambi soldati, lui avrebbe fatto lo stesso se fossero stati a parte invertite. Perché allora provava un così grande astio nei suoi confronti? Non voleva fare altro che trovarlo e ucciderlo.
-Presto attaccheremo la Casa Bianca e la faremo diventare rossa. Ahahaha-
La risata malata del teschio Rosso mise fine ai suoi pensieri. Presto tra lui e Capitan America ci sarebbe stata la resa dei conti.
Nella sala riunioni degli Avengers, Thor era seduto da solo. Stava pensando all’ennesimo tradimento del fratello. Sapeva che non doveva fidarsi di lui, ma gli aveva voltato le spalle. Aveva creduto che potesse cambiare. Basta! Non avrebbe avuto altre possibilità. Se fosse stato costretto, lo avrebbe ucciso. Si sarebbe vendicato una volta per tutte. Quel bastardo psicopatico voleva uccidere Jane per farlo soffrire! Un pugno finì contro il tavolo e questo si spezzò in due parti. Il colonnello Fury tossì e poi aggiunse: -Non ti preoccupare, sapendo che poteva succedere ne ho fatti mandare uno stock di mille pezzi…-
Poco dopo arrivarono tutti gli altri che senza dire nulla, si sedettero nelle loro sedie facendo finta di ignorare il tavolo rotto.
-Dove appoggio il mio arco?- chiese Occhio di Falco
-Mi dispiace, l’ira contro il mio fratellastro per un momento mi ha accecato…-
-Potrei insegnarti un po’ di autocontrollo, sei vuoi- disse Bruce Banner appena arrivato.
-Thor ha consegnato il Teserak al Teschio Rosso- informò Fury
-Perché l’hai fatto? Perché sei un dio germanico? Sei un traditore!- urlò Steve
-E tu sei ubriaco…siediti e chiudi la bocca- gli intimò Natasha che sentiva l’odore dell’alcol fino al suo posto.
-Ho dovuto farlo… dovevo salvare Jane… era stata rapita…-
-Dottor Banner, lei deve cercare di individuarlo, è una fonte di energia.-
-Ovviamente, io ti aiuterò e ti punzecchierò- aggiunse Tony
-Deve per forza lavorare con Tony?- chiese allarmato Bruce
-Signori, basta con l’umorismo… la situazione qui è seria… il Teserak è nelle mani di un pazzo…-
-Lo è stato anche nella Seconda Guerra Mondiale e per poco non faceva vincere la guerra ai nazisti…-
-Bene, allora io e Bruce ci mettiamo al lavoro… voi fate i bravi mentre i vostri genitori non ci sono… soprattutto tu Nathasha, altrimenti dovrò sculacciarti…- sciolse la riunione Tony.
Mentre i due scienziati iniziavano a lavorare nel laboratorio, entrò Capitan America che si stava pian piano riprendendo dalla sbronza. Stava guardando il notiziario, quando una giornalista informò che la Casa Bianca era stata attaccata da dei terroristici.
-Credo che il vostro geni non servirà stavolta…Tony l’armatura e Bruce diventa verde…-
-Come lo era prima Cap… ma almeno tu cerca di non vomitarmi addosso…-
-Non perdiamo tempo! Vedincatori…Uniti!- urlò Steve Rogers
-Grande! Adesso abbiamo pure un antiquato grido di battaglia oltre al nostro leader…- disse Tony mentre indossava l’armatura di Iron Man.

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Capitolo 7
*** 7 ***


7
Fury stava osservando gli uomini che aveva davanti i sei eroi che aveva davanti.
-Non c’è bisogno che vi faccia un discorso incoraggiante, vero?-
-Non sei mica Al pacino, senza offesa- aveva risposto Tony
Hulk rise di gusto. Quella sagoma di Tony Stark lo faceva morire dal ridere, anche se molto volte lo faceva anche arrabbiare. Era proprio un pazzo…irresponsabile… un giorno Fury gli avrebbe sparato di sicuro.
-Bene, tra quindici minuti saremo arrivati a Washington-
-Andate troppo piano, vi precedo e poi fino adesso siete stati solo voi a divertirvi- ancora Tony
Si fece aprire il portellone e si tuffò di fuori. I razzi dell’armatura si azionarono e lo fecero volare ad una velocità incredibile. Thor guardò il portellone e si diresse verso di lui. Jane lo chiamò e gli disse che l’amava. Anche lui l’amava, ma in quel momento nel suo cuore non c’era spazio per quel sentimento. Doveva affrontare suo fratello e probabilmente lo avrebbe ucciso.
-Possiamo venire anche noi?- era stata l’agente 13 a parlare. Cap ripresosi dalla sbornia avrebbe preferito di no. Vicino a lei c’era Barbara Morse, pronta a combattere. Aveva una tuta bianca e due pastoni per mano.
Fury sorrise. Era anche quello uno dei suoi piani. Rendere più agenti Shield icone, come già aveva fatto con la Vedova Nera e Occhio di Falco. Sapeva che gli altri quattro erano instabili e quindi voleva più gente che gli era fedele e controllabile.
-Certo, accomodatevi. Io e l’agente Hill vi coordineremo da qui.-
Alla Casa Bianca. Iron Man vide degli uomini con delle arme che sparavano energia che combattevano contro le guardie del presidente. Dunque ancora non era tardi. Si fermò davanti agli agenti dell’Hydra e iniziò a colpire con i suoi propulsori. Dopo dieci minuti ne aveva stesi un ventina, ma non smettevano di arrivare.
-Jarvis, riesci a sapere quanti sono? E da dove sbucano fuori? Da un maggiolino di clown?-
Un agente Hydra riuscì a colpirlo sparando da un fucile futuristico. Tony volò per dieci metri finendo contro l’entrata della Casa Bianca e sfondandola.
-Quanto costerà a Tony Stark la ricostruzione?-
-E’ un patrimonio dell’umanità, non dovrebbe avere prezzo-
-Quando arriva la cavalleria?-
Thor atterrò proprio in quel momento e con il suo martello iniziò a mandare a tappetto gli agenti dell’Hydra che gli capitavano a tiro.
-Come non detto… ci pensi tu? Vado a prendermi un thé con il presidente…-
Iron Man si lanciò dentro la Casa Bianca e iniziò a cercare la traccia biologica del presidente. Lo stavano portando via e sicuramente era quello che volevano i loro nemici.
Nel cielo Fury disse che erano arrivati e tutti si lanciano dal portellone. Gli agenti dello Shield avevano il paracadute mentre Steve e Bruce Banner no.
-Sicuro che ti trasformerai, dottore?- chiese Occhio di Falco mentre apriva il paracadute.
Bruce non ne era così sicuro e man mano che vedeva avvicinarsi il suolo non ne fu affatto. Iniziò a urlare dalla paura. Stava per finire su un albero. Non poteva morire, era impossibile. Sicuro? Si chiese prima di sfracellarsi contro l’albero. Un secondo prima però si era trasformato e lo aveva distrutto. Il mostro verde iniziò a urlare.
Barbara Morse, nome in codice Mino, nel vederlo ebbe paura. Era più mostruoso che dei video. Perché Fury si ostinava a usarlo? Era sicuro che ne valesse la pene. Hulk fece un balzo e finì contro la Casa Bianca.
-Credo che Fury perderà il posto, Vedova, sei pronta a lavorare per Maria Hill?- le chiese Occhio di Falco
-Piuttosto mi faccio arrestare dai russi e spedire in Siberia-
-Anziché perderci in chiacchiere, perché non agiamo come soldati e iniziamo a uccidere un po’ di cattivi?- aveva chiesto l’Agente 13 prima di lanciarsi contro gli agenti Hydra
Capitan America era atterrato vicino a Thor. Non capiva però che stava succedendo. Dove era il teschio Rosso? Soldato d’Inverno? Armin Zola? Dinamo Cremisi? Tutti questi agenti dell’Hydra non potevano che essere un diversivo. Loro lo sapevano? Sperò di no. Altrimenti sapevano che stavano per morire per nulla e ne sembravano estasiati. Potevano vincere con persone così fanatiche?
-Fratello, perché perdi tempo con gli umani? Io ti sto aspettando!- Thor aveva sentito la voce del fratello. Si alzò in volo e abbandonò Capitan America e gli altri. Iron Man raggiunse il presidente che però era stato rapito dal Soldato d’Inverno e dal Teschio Rosso.
-Fury! Hanno preso il presidente!-
-Fermali!-
Prima che i due criminali portassero sull’elicottero il presidente, Tony Stark tentò di fermarli ma non si accorse dell’attacco di Dinamo Cremisi. Finì contro un albero e lo spezzò. Prima di potersi rialzare, Dinamo Cremisi gli fu vicino e iniziò a tempestarlo di colpi.
Capitan America era stato avvertito da Fury e si era lanciato all’inseguimento. Non aveva visto che dietro di lui c’era anche Sharon. Gli altri tre intanto stavano affrontando gli agenti dell’Hydra. Mimo, dopo aver ucciso io, chiese a Fury di mandare degli agenti, così da permettere a loro di affrontare il Teschio Rosso e i suoi alleati.
L’elicottero con il presidente stava per andarsene. Capitan America capì che non poteva più arrivarlo, quando Hulk fece un balzo dei suoi e atterrò sull’elicottero che iniziò a precipitare. Il gigante verde afferrò il presidente: -Piccolo uomo non preoccupare, pensa Hulk a te.-
Prima che l’elicottero precipitasse, Hulk lo lasciò portando con se il presidente. L’elicottero esplose al suolo. Capitan America ne fu ancora più dispiaciuto perché pensò di aver perso un’altra volta il suo amico. Il Soldato d’Inverno però non si trovava sull’elicottero. Lui era già sceso e lo stava tenendo sotto mira. Sparò con il suo fucile e colpì ad una spalla Steve. Sharon le corse in aiuto, cercò di portarlo lontano dal micidiale cecchino. La leggende vivente protesse entrambi con lo scudo, ma era debole. Stava perdendo troppo sangue. All’improvviso chiuse il pugno e si lanciò contro il cecchino. I proiettili lo sfioravano ma lui continuava a correre. Fece un salto e si ritrovò di fronte al suo nemico, che lasciò l’arma da fuoco e prese il coltello. Capitan America sapeva che non poteva farcela. Non con quella ferita alla spalla. Non voleva però combattere con lui.
-Bucky…perché lo fai?-
Quel nome gli provocò un altro atroce malditesta. Quel nome gli ricordava qualcosa.
-Mi hai buttato giù dal treno… io ero un agente dell’Hydra…-
-No! Tu eri un soldato americano, io ho cercato di salvarti ma sei caduto lo stesso dal treno… ricordati, Bucky, chi sei veramente!-
Il ragazzo cadde in ginocchio. Le lacrime gli solcavano il volto. Urlò e poi fece una sola domanda: “Che cosa ho fatto?” Tutto il sangue che aveva versato come Soldato d’Inverno ora gli gravava sulla sua coscienza. Era tornato veramente lui? Steve gli si avvicinò, lo abbracciò. Poi comparve anche il Teschio Rosso che sorrideva e che gli puntava contro una pistola.
-Ti ho visto esplodere con l’elicottero…-
-Non ero io-
Dalle fiamme dell’elicottero uscì un androide che aveva un cervello nel tronco. Armin Zola aveva interpretato il Teschio Rosso.
-Cap… il tuo amico è sotto il nostro controllo e lui farà tutto quello che noi gli diremo… uccidilo Soldato d’Inverno!-
Bucky smise di piangere e tornò alla sua espressione truce. Il controllo mentale di Zola era troppo forte.

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Capitolo 8
*** 8 ***


8
-Torna in te! Liberati dal suo controllo!- Parole vane. Bucky non c’era più, c’era solo il Soldato d’Inverno che stava per sventrargli la pancia con il suo coltello. Prima però Hulk fece uno dei suoi balzi, colpì il Soldato d’Inverno e si diresse verso il Teschio Rosso.
-Hulk Spacca!-
Quando fu abbastanza vicino, il Teschio Rosso lo colpì con il cubo cosmico. Il gigante di giada cadde per terra e ritornò ad essere Bruce Banner. Il Teschio Rosso senza alcuna pietà scaricò la sua pistola contro lo scienziato. Steve urlò, ma non poteva fare altro.
-Vi ho studiato tutti quanti… so i vostri punti deboli e so come sconfiggervi. Dopo che anche tu sarai morto, nessuno potrà più fermarmi!-
-Non hai più colpi nella tua pistola, mentre io ho sempre il mio scudo-
-Ma stai per morire-
-Un motivo in più per farlo in compagnia… Sharon, occupati di Zola e del presidente.-
Mentre Iron Man affrontava Dinamo Cremisi, l’Agente 13 Armin Zola, Capitan America il Teschio Rosso e gli altri agenti Shield quelli dell’Hydra. Che stavano facendo Loki e Thor? Il dio del tuono si trovava in Alaska circondato dai ghiacciai.
-E’ qui che ti trovi a casa, gigante di ghiaccio?- urlò Thor furioso –Esci fuori e affrontami!-
-Sappiamo entrambi che in uno scontro corpo a corpo avrei la peggio. Come ci si sente a essere egoisti? Mentre i tuoi amici muoiono per una causa nobile, tu perdi tempo in una vendetta privata.-
-Loki! Non mi provocare!-
-Non ti sto provocando, fratello, sto solo cercando di farti capire che io e te siamo uguali-
-No, non lo siamo! Io non mi nascondo come una femminuccia-
-Chi sa cosa penserebbe la tua amata Jane di questo tuo tratto così misogino-
-Ok! Smettila di fare il codardo!-
-Sai, questo è il mio compito secondo il Teschio Rosso. Farti perdere tempo, intrattenerti mentre lui uccide gli altri. Sa che io non ti posso battere. Ha qualche piano per te, mio caro fratello, ma non può attuarlo se ci sono ancora in giro i tuoi cari amici.-
Thor sgranò gli occhi. Era caduto nella trappola del Teschio Rosso. Doveva tornare in dietro. Stava per farlo, ma proprio allora Loki lo colpì.
Thor cadde a terra e Loki lo sovrastò.
-Questo invece era il mio inganno… l’ultimo che farò a te.-
Loki stava per colpirlo con il suo bastone, ma non lo fece. Si sedette su un blocco di ghiaccio e aspettò che il fratello si riprendesse. Purtroppo ucciderlo in quello maniera non era per nulla divertente e poi cosa sarebbe successo? Di sicuro sarebbe stato il Teschio Rosso a conquistare il mondo e lui non poteva permetterlo. La Terra avrebbe avuto un solo dominatore, ovviamente lui.
A Washington
-Signore, la sua energia sta diminuendo sempre di più. Deve fare qualcosa.-
Iron Man colpì Dinamo Cremisi con un dei suoi più potenti pugni. L’armatura del russo fu distrutta ma anche quella di Iron Man era inutilizzabile. Boris uscì dalla sua e si preparò ad affrontare Iron Man.
-Dici che è meglio che rimanga dentro e che muoia soffocato o che esca e mi faccia uccidere da lui?-
-Se rimane dentro l’armatura, morirà di sicuro. Provi ad affrontarlo.-
-Sono Tony Stark, non Batman. Senza armatura sono pure gracile-
-La palestra che fa potrebbe servirle-
Tony uscì dall’armatura e alzò la guardia per affrontare Boris. Prima che però il russo lo colpisse la sua testa esplose. La vedova Nera lo aveva ucciso.
-Fury mi ha chiesto di aiutarti-
-Grazie per l’aiuto… adesso ho i miei vestiti firmati sporchi con il suo cervello-
-Vado ad aiutare l’Agente 13, mi sembra più in difficoltà di te.-
Infatti nell’affrontare l’androide Zola non se la passava affatto bene. Le due ragazze insieme iniziarono a coordinarsi e riuscirono a distruggere il cervello che l’androide aveva nella pancia.
Capitan America combatteva contro il Teschio Rosso che sembrava sicuro della vittoria.
-Hai perso tutti i tuoi alleati e presto perderai-
-Tra poco morirai, Capitano, questa è la mia previsione e io mi potrò occupare di tutti gli altri-
Sharon e la Vedova Nera corsero in suo aiuto, ma furono fermate dal Soldato d’Inverno di nuovo in piedi. Cap infine cadde ai piedi del Teschio Rosso che esplose in una risata e prima di chiudere gli occhi disse una sola parola: -Bucky…-
Il ragazzo vide Steve a terra, si ricordò della loro amicizia e della sua vita passata. Un tempo era stato un eroe. Doveva tornarlo ad esserlo. Prese la sua pistola e la puntò contro il Teschio Rosso. Questo baldanzoso e sempre sicuro di se gli disse:-Soldato d’Inverno- Era quello la parola che lo controllava. Bucky però combatté. Non voleva più essere il Soldato d’Inverno. Tirò il grilletto e sparò. Prima che il proiettile lo colpisse il Teschio Rosso fu sorpreso. Che Bucky si ribellasse a lui non l’aveva previsto.
Una settimana dopo.
Una bara venne calata nella terra. Il prete benedì la bara con l’acqua davanti a pochi e intimi amici del defunto. Fury, la Vedova Nera, Occhio di Falco, Mimo, l’Agente 13, Iron Man, Thor e Capitan America.
-Che fine ha fatto tuo fratello?- chiese Tony a Thor
-E’ scappato, dovrò rimanere sulla Terra fin quando non lo catturerò-
-L’hai fatto a posto per stare con Jane?-
-Non osare dire…-
-E’ un funerale questo- disse irritato il prete
-Ci scusi, il mio amico, è un dio nordico che non rispetta il suo dio, ma in compenso io non rispetto né il suo né lui… continui pure-
Dopo che il prete finì, gli eroi buttarono la terra nella fossa ricoprendola.
-Sulla lapide mettiamo… Bruce Banner bravo amico e scienziato… oppure Hulk Spacca!-
La terra appena buttata si sollevò e spuntò Hulk che diede un pugno a Thor e urlò: -Chi ricoperto di terra Hulk?-
Il prete nel frattempo era scappato terrorizzato, mentre Tony guardò gli altri eroi preoccupati ma Cap gli urlò: -Hulk… calmati!-
Hulk si calmò e tornò ad essere Bruce che disse: -Vi avevo detto che non potevo morire…-

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