Nata per soffrire (...the war...)

di Luna Malfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Muovo le ali di nuovo ***
Capitolo 2: *** - Faccia a faccia ***
Capitolo 3: *** - Non c'è un attimo di pace ***
Capitolo 4: *** - Ciò che non ci saremmo mai aspettati ***
Capitolo 5: *** - Una situazione spinosa ***
Capitolo 6: *** - Chi non muore si rivede ***
Capitolo 7: *** - Decisioni ***
Capitolo 8: *** - Nome in codice: pantera ***
Capitolo 9: *** - Misteri ***
Capitolo 10: *** - Sentimenti contrastanti ***
Capitolo 11: *** - Operazione rose rosse ***
Capitolo 12: *** - Si chiuda il sipario! ***



Capitolo 1
*** - Muovo le ali di nuovo ***


1

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 1

MUOVO LE ALI DI NUOVO... 

 

I raggi di un pallido sole, appena sorto, picchiettarono fastidiosi sulle palpebre serrate di Luna. Lentamente, trattenendo a stento uno sbadiglio, allungò una mano sulla fredda superficie su cui era distesa,  riscoprendo sotto di sé un gelido, quanto duro, pavimento di pietra. Sollevò la testa, scostando con una mano un ciuffo di capelli neri da davanti agli occhi, ancora chiusi per il sonno, e sorreggendosi con l'altra. 

Aveva di nuovo dormito all'aperto. D'altronde come avrebbe potuto pensare di dormire nella zona riservata ai Serpeverde? Ogni volta che vi entrava, Draco Malfoy era là, disteso sul divano di fronte al camino spento, o seduto su una poltrona della vecchia Sala Comune, intento a leggere Dio solo sa cosa. 

Si strofinò gli occhi assonnati e aggiustò alla meno peggio il mantello nero sulle spalle, per poi gettare uno sguardo veloce allo spettacolo che si stagliava di fronte a lei, sull'alto della torre di astronomia e dirigersi all'interno del Castello per lavarsi e indossare l'uniforme dei battlemage. 

 

* * * 

 

Harry sgranò gli occhi all'improvviso, destato da uno dei soliti incubi, uno dei tanti che lo assillavano da un po' di giorni, impedendogli un sonno veramente tranquillo. Un dolce peso gli premeva sul petto e scostando il volto, notò quello pacifico e rilassato di Ginny, amorevolmente addormentata su di lui. Un dolce sorriso le curvava le labbra, accompagnata chissà da quali splendidi sogni. 

 

"Già sveglio?" Gli domandò con voce pacata, mantenendo ancora lo sguardo serrato, apparentemente ancora nel mondo dei sogni e in realtà più che sveglia. 

 

Il ragazzo sorrise, passandosi la mano libera tra i capelli, ancora più incasinati del solito. "Come... già? Lo sai che ore sono pigrona?!" 

 

Ginny sorrise, stringendogli un braccio all'altezza dell'addome e posando, comodamente, una gamba sulle sue. "Vuoi farmi... yaaawn... credere che tu invece lo sai?" 

 

"Effettivamente no!" Ammise senza problemi, provocandole una risatina. "...ma suppongo sia molto tardi lo stesso, sai com'è... noi battlemage siamo abituati a sveglie 'serie', mica come voi ricercatori! Quindi... se sua maestà la principessa, si degnasse di spostare il suo 'fin troppo grazioso' corpicino dal mio, riuscirei ad acquistare la calma necessaria ad alzarmi, senza creare spiacevoli conseguenze!" 

 

La rossa scoppiò a ridere, avvicinandosi maggiormente al caldo corpo disteso al suo fianco, coperto da un semplice completo boxer e maglietta neri. "Calma necessaria, dice? E cosa... se è lecito domandarlo... attenterebbe alla sua 'calma'...?" 

 

Harry inghiottì scherzosamente. "Questo, ad esempio." Affermò, indicando sotto le coperte la vicinanza dei due corpi. "Anche se... ora che ci penso... neanche io noto tutto questo gran problema!!" Una risatina della ragazza ruppe il momentaneo silenzio della camera, prima che il giovane la prendesse tra le braccia e la portasse sotto di lui per... torturarla con un po' di solletico mattutino. 

 

In momenti come quello, dove le loro vite erano quanto mai in pericolo, piccole cose come il sorriso della sua Virginia, erano le uniche a sollevargli il morale, prima che la giornata 'reale' cominciasse, facendolo tornare coi piedi per terra, di fronte ad una realtà, che non piaceva a nessuno. 

 

TOC TOC

I due si paralizzarono di colpo, zittendosi. 

 

"C-chi è?" Domandò Harry, posando istintivamente una mano sulla bocca della bella rossa sotto di lui e voltandosi ad osservare in direzione della porta di quella che, una volta, era una delle camere dei dormitori maschili di Grifondoro. 

 

La voce di Ron, ancora lievemente arrochita dal sonno, giunse alle loro orecchie come un campanello di allarme. "Sono io Harry, posso entrare?" 

 

A tale richiesta, entrambi i giovani auror si gettarono giù dal letto, raccogliendo quanti più indumenti di Ginny possibile -quelli che aveva portato con sé la sera prima, intrufolatasi nella camera del fidanzato- e nascondendoli sotto al letto, mentre la ragazza stessa si andava a nascondere nel bagnetto della stanza. "U-un attimo Ron!! Non sono vestito, ti apro immediatamente!!"

 

"Uh no no, fai con comodo Harryno caro!" Borbottò il rosso con voce sarcastica. "Non ci tengo proprio a vedere i tuoi... preziosi beni... di primo mattino, mi bloccherebbe l'appetito sul nascere!"

 

Harry alzò gli occhi al cielo, sbuffando, prima di controllare che ogni cosa appartenente alla sorella dello spiritosone fosse sparita e affrettarsi ad aprire la porta. "Ma come siamo allegri stamane, Lenticchia!" 

 

Ron inarcò un sopracciglio. "Amico, due sono le cose." Affermò alzando indice e medio della mano destra. "O la vicinanza con Malfoy ti sta mandando in pappa il cervello [piegò il medio] o hai urgente bisogno di una che te la dia [e poi l'indice]!!" 

 

Il battlemage dai capelli sconvolti scoppiò a ridere, piegandosi in due e posando le mani sulle ginocchia, in un tentativo di sorreggersi da caduta certa. "Certo che noi non abbiamo modo migliore di iniziare la giornata, che parlare di scopate e Draco Malfoy, vero?" Anche il compagno finì per cedere alle risate, facendosi largo tra l'amico e la porta ed entrando di prepotenza nella camera. 

 

"Ma... hai lasciato la doccia aperta?" Chiese curioso, avvicinandosi alla porticina del bagno. "...sei un vero disastro, amico mio!!" 

Intuendo la pericolosità dell'azione del rosso, Harry lo richiamò a gran voce, frapponendosi poi tra lui e la porta. "Non sono un disastro, io... sei tu che hai fatto irruzione in camera mia, prima che potessi chiudere l'acqua della doccia. Se non sbaglio te l'avevo detto che non ero presentabile!!"

 

Ron aggrottò la fronte. "Come siamo acidi di primo mattino! Ci credo che nessuna ti si porta a letto... hanno paura della reazione del giorno dopo!!" Harry si batté una mano sulla fronte, in segno di disperazione. 

 

"Ti lascio fare la doccia in santa pace!!" Si congedò poi, uscendo dalla camera e salutandolo con un'alzata di mano. "SBRIGATI!!" Gli urlò poi, dal corridoio dei dormitori. 

 

In quel momento un leggero TLACK, richiamò la sua attenzione verso la porta del bagno, rivelando la presenza di Ginny, avvolta in un accappatoio bianco, con l'aria di chi aveva appena visto un fantasma.

 

"E'... è andato via?" Mormorò spaventata, chiudendo con le mani la veste di spugna. Il ragazzo annuì piano, avvicinandosi e stringendola tra le braccia. "No... amore, son fradicia, ti bagnerai!!" 

 

Il monito di Ginny però servì a poco, Harry la strinse ancora più forte, infischiandosene persino delle fredde gocce d'acqua che colavano dalle ciocche rosso fuoco, andando a bagnare la maglietta nera del completo e appiccicandogliela sulla pelle. "Sono stufo, Gin... dobbiamo dirglielo... non riesco più a mentirgli... mi fa male..."

 

La rossa spalancò gli occhi, passandogli una mano nella chioma ribelle. "Hai ragione... fa male anche a me. Glielo diremo, d'accordo." Lo sentì annuire contro il suo collo.

 

* * *

 

Le note di una canzone, si diffondevano prepotenti, nel piccolo bagno di una delle vecchie stanze dei dormitori femminili di Serpeverde. Un piccolo stereo portatile, dotato di lettore CD, prettamente babbano, aveva trovato posto su un ripiano accanto allo specchio.

 

Il vapore acqueo, sprigionato dal getto caldo della doccia, si andava depositando ovunque, lasciando una leggera patina opaca a copertura di qualsiasi cosa incontrasse e il lento scrosciare dell'acqua, accompagnava fedele le note della canzone, coprendo qualsiasi altro suono. 

 

D'improvviso, le note si spezzarono e tutto tacque, ad eccezione del rumore della doccia. Luna allungò una mano alla manopola, chiudendo il getto e afferrando un accappatoio rosso, appena fuori la cabina. 

Si meravigliò non poco di scorgere, in mezzo alla leggera nebbiolina, una figura imponente, ferma accanto al lettore CD. 

 

"Che ci fai qui?" Domandò un po' seccata e decisamente molto perplessa, voltandogli le spalle. L'interlocutore parve non aver voglia di rispondere alla domanda e si limitò a scostare dagli occhi, un ciuffo biondo, con fare annoiato. "Ho detto... che ci fai qua?"

 

Draco sbadigliò, appoggiandosi alle mattonelle della parete e incrociando le braccia al petto. "Ho sentito -per l'ennesima volta- questa merda dalla mia camera, e siccome è un mese che sopporto te e la tua musica, ho deciso che era ora di porre un freno a questa cosa!" 

 

Luna si voltò indispettita. "Punto primo, non osare definire la musica che ascolto 'semplice merda', è rock... ti è tanto difficile imparare una parola?! Ah già, ma dimenticavo che tu ti sei fermato alle Sorelle Stravagarie... tsk, cosa pretendo?!" 

 

"Ehi, vacci piano!! Per tua norma e regola, il rock lo ascolto anche io!" Affermò Draco con voce tranquilla. "...ed effettivamente la canzone di oggi, non era male... paragonata a quella cosa che tu definisci industrial e ascolti tutti i giorni!"

 

La ragazza scosse la testa, spazientita. "Me ne frego di cosa pensi sui miei gusti. Fermo restando che la tua opinione mi pare mutata, dal momento che fino a neanche un anno fa, ascoltavi con me questa merda." Gli rammentò acida. "E comunque, punto secondo... vedi di non intrufolarti più nel bagno, mentre mi sto facendo la doccia, non mi piace che tu mi veda in queste condizioni!!" 

 

Draco scoppiò a ridere, tornando poi serio in un lampo e gelandola col suo sguardo, grigio come un cielo nuvoloso. "Devo ricordarti, mia cara, che ti ho vista in condizioni ben... peggiori?" La provocò, avvicinandosi con fare malizioso e accarezzandole una guancia col dorso della mano. "Anzi... dovrei dire migliori!" 

 

Luna gettò uno sguardo alla mano, puntando poi gli occhi verdi sui suoi. "Cos'è, Draco...? Siamo tornati ai bei vecchi tempi? Quando ti divertivi a stuzzicarmi ed umiliarmi?" Sbottò, scostando con un gesto secco la mano dal suo viso. "C'è solo un particolare che ti sfugge... però. Non sono più la stupida ragazzina che soffre per quello che le dici."

 

"Ma davvero?" 

 

"Già... e un'altra cosa... il tuo dolore, la tua rabbia... non provare a sfogarla su di me! Ho momenti neri come te, ma questo non mi dà il diritto di far soffrire le persone che ho intorno!!" Sibilò nervosa, afferrando lo stereo e uscendo dal bagnetto, diretta nella camera. 

 

Il biondo battlemage la osservò per un po', interdetto e indeciso sul da farsi. Qualche minuto dopo, la seguì, arrabbiato per quelle affermazioni sul suo stato d'animo. "Cosa ne sai tu, di come sto? Razza di stupida ragazzina presuntuosa!!"

 

Lei non lo guardò neppure. Sistemò il lettore sul comodino e lo accese, con volume ridotto, afferrando poi dall'armadio la divisa del corpo battlemage. "Stupida ragazzina presuntuosa eh?! Stai diventando monotono Malfoy... ora, se non ti dispiace, esci da quella porta... e non rompermi le scatole."

 

"Ro-romperti le scatole?" Tartagliò l'altro, stringendo i pugni lungo i fianchi. "Ma come osi??" 

 

Lo sguardo di Luna si indurì ancor di più. "Cosa non ti è chiaro in quello che ho detto?!" Un sorriso sadico spuntò sulle belle labbra rosse e il dito medio della mano destra si alzò, in direzione del biondino. "Fuori, Malfoy!!"

 

"NON VADO PROPRIO DA NESSUNA PARTE!!" Strillò Draco, in preda alla collera. Furibondo avanzò di qualche passo, afferrandola per le braccia e sbattendola contro la parete. La ragazza inghiottì a fatica, cercando di recuperare la razionalità e fermare quel gioco. L'ennesimo.

 

"Ora basta!! Sei davvero stancante con questi giochetti da due soldi!! Sempre i soliti, mi hai rotto!! Mollami Draco!!"

 

"NO!"

 

Luna digrignò i denti, facendo scattare la mandibola per il nervoso. "Ho detto mollami!! Mollami!! Moll-" La sua frase fu interrotta a metà, non appena le labbra calde e morbide del soldato premettero sulle sue. Cercò di dimenarsi, per liberarsi da quella morsa, inutilmente. 

 

In preda a un forte travaglio interiore gettò le braccia dietro la nuca del biondo, stringendo maggiormente i loro corpi. Avvertì un amaro sospiro contro la sua bocca e un istante dopo le mani del ragazzo che la accarezzavano. Le aveva aperto l'accappatoio con estrema facilità. Cercò di reprimere la voglia di piangere e gli mordicchiò il labbro inferiore, partecipando sempre più attivamente a quel gioco di tortura. Le note della musica che Draco tanto detestava, li accompagnarono anche quando caddero sul letto e per tutta la durata del gioco. 

 

Più tardi, Luna cercava di recuperare un aspetto decente allacciandosi l'accappatoio, mentre osservava, col volto chino e lo sguardo -solo in apparenza- puntato sul letto, il biondino che si alzava dal letto, indossava nuovamente la divisa un po' sgualcita e usciva dalla stanza, sbattendo la porta.

 

A quel punto poteva farlo. Sì, poteva sfogarsi. Le lacrime che aveva trattenuto sino a quel momento, per semplice orgoglio, ricaddero leste sulle sue guance, fermandosi solo a contatto col lenzuolo. 

 

* * *

 

Hermione irruppe nella ex Sala Grande, sotto lo sguardo di Silente, Remus Lupin e Sirius Black, accompagnata dalla professoressa McGranitt, Ryta Falck e Lynn Wolf, carica di libri e pergamene. Tutto il materiale necessario alla riunione di quella mattina, prima dei turni di sorveglianza, dislocati un po' ovunque ad Hogsmeade e nella Londra Babbana, alle porte del mondo magico. 

 

"Buongiorno a tutti!!" Salutò frettolosamente, lasciando cadere la pila di tomi e scartoffie su una delle tavolate della Sala, quella che un tempo apparteneva a Corvonero. I presenti ricambiarono il saluto, ma l'aria tesa e un po' preoccupata che c'era la lasciò perplessa qualche istante, prima di decidersi a domandare cosa accadesse.

 

Intervenne Lupin, mentre osservava Lynn e Ryta, prendere posto insieme all'ex insegnante di Trasfigurazione, accanto all'anziano preside. "E' che..."

 

"Buongiorno!!" Esclamò ad alta voce Ron, seguito da Harry, mentre faceva irruzione nell'immensa Sala, interrompendo il discorso del licantropo e prendendo posto accanto alla sua ragazza, con affianco l'amico. 

 

Hermione scosse la testa e aspettò qualche minuto, prima di chiedere all'uomo di continuare, giusto in tempo prima che entrassero prima Ginny e poi Luna. "Manca Malfoy...." Esclamò stupita la ragazza dai riccioli color miele, guardando in direzione del portone.

 

"Forse tarderà qualche minuto..." Commentò Luna, incapace di trattenersi. Con un gesto fluido sedette accanto a Ginny, ignorando le facce interrogative dei presenti. "L'ho incrociato nei corridoi, mi sembrava un po'... strano e quindi suppongo che voglia starsene un po' per i fatti suoi..." Mentì.

 

Né Harry, né Hermione parvero convinti della spiegazione resa dall'amica, ma preferirono non fare domande. Lupin si schiarì la voce e riprese il discorso. "Ecco... vedete, oggi... oggi è esattamente un mese che... la madre di Draco è stata assassinata, temiamo alcune sue reazioni."

 

Istintivamente Luna sussultò, portando la mano destra sulla sinistra e accarezzando la sottile fedina che aveva al dito. Ecco perché hai avuto quell'atteggiamento... cercavi conforto... peggior cosa non la potevi fare, Draco. Non puoi infilarti nel mio letto ogni volta che soffri, perché in questo modo dopo soffrirò io... e da chi mi andrò a rifugiare allora?

Sospirò, distogliendo lo sguardo dalla tavolata e prendendo un lungo respiro. 

 

"Comunque, non siamo qua per parlare esclusivamente di questo problema." Intervenne Sirius. "Dunque, oggi i turni dobbiamo raddoppiarli... una fonte certa ci ha detto che Voldemort ha un certo progettino, per la giornata di oggi. Purtroppo però non sappiamo dove e quando... quindi questo ci costringe ad impiegare il maggior numero di truppe."

 

In quel momento fece il suo ingresso in Sala, Draco. Sul suo volto non c'era la benché minima traccia di dolore, sconforto o angoscia. I suoi occhi grigi erano freddi e penetranti come al solito e il suo portamento fiero, tipico dei Malfoy. 

 

"Ah buongiorno Malfoy!" Lo salutò ironica Ryta. "Stavamo giusto assegnando i turni per oggi!" 

 

"Sì..." Continuò Sirius. "Come stavo dicendo... allora vediamo... tu Harry andrai in pattuglia con Ron, dovrete farvi un giretto verso King's Cross, non vogliamo certo che venga rasa al suolo, proprio adesso che sono terminati i lavori di ristrutturazione! Giusto?" I due annuirono. "Tu Hermione, andrai con Lynn e Ryta dalle parti del Ministero della Magia, lì dovreste trovare altre pattuglie... il dispiegamento in quelle zone è notevole, ma voi siete certamente più in gamba di quelle mezze cartucce!" Il volto della ragazza si fece serio. 

 

Silente prese la parola. "Dimenticate forse che va controllato anche il S. Mungo?!"

 

"Affatto Silente." Esclamò Remus. "Di quello se ne occuperanno Malfoy e McPhee, ricorda... Draco... che Luna è ancora inesperta, per quanto brava e che è affidata a te, quindi fai molta attenzione!! Per quanto riguarda noi due andremo in giro per la Londra Babbana, mentre diremo a Duval e Hayden di controllare le strade di Diagon Alley! Considerato che un numero consistente di auror pattuglia Hogsmeade, direi che siamo apposto, no?" Il gruppo di persone annuì. Draco e Luna, con espressione poco convinta. 

 

* * *

 

Ormai era qualche minuto che gironzolavano per i corridoi dell'ospedale magico, senza mai rivolgersi la parola e rompendo il silenzio di tanto in tanto quando, all'improvviso, si illuminavano i loro ciondoli e i componenti degli altri gruppi avevano qualcosa di urgente da riferire. Tra loro due, però, non c'era la più piccola traccia di dialogo. 

 

"Per..." Parlò Draco, con voce incerta. "Per ciò che è successo stamattina... io... ecco, come dire..."

 

"Non fa niente!" Lo interruppe Luna. Il ragazzo si voltò a guardarla, ma lei aveva lo sguardo rivolto dalla parte opposta, in direzione delle camere lungo il corridoio ospedaliero. "Questo non significa però, che ogni volta che avrai una giornata 'no', potrai risolvere i tuoi pensieri, infilandoti nel mio letto e colmando i tuoi vuoti con il sesso... o almeno... non con me. Non sono una puttana Draco, sono un battlemage... e per quanto ti risulti difficile capirlo... ho dei sentimenti anch'io!" Borbottò abbassando il volume sulle ultime parole. 

 

L'ex Serpeverde la guardò ancora un po', per poi voltare lo sguardo altrove. "Tranquilla, nessuno violerà più la tua intimità... ti stavo giusto dicendo che... è stato tutto un errore." Affermò deciso. "Un madornale errore!"

 

Lei respirò a fondo, cercando di reprimere il colpo ricevuto. Fu pochi secondi dopo, attraversando la zona pediatrica dell'istituto, che la tensione parve sciogliersi, quando si trovarono di fronte alla grande vetrata, dietro la quale spiccavano i corpicini addormentati dei neonati. 

Una forte sensazione di calore invase il cuore di Luna, che si ritrovò a sorridere con gioia, dinanzi a quello spettacolo della natura. Con passo fermo e lento si avvicinò al vetro, appoggiandovi le mani e guardando con più attenzione quel mucchio di cullette, dove giacevano -chi addormentato, chi in lacrime, chi intento a ciucciarsi il ditino- un folto numero di bambini. Uno spettacolo che scaldava il cuore. 

 

"Muoviti!" La richiamò la voce strascicata alle sue spalle. "Non abbiamo tempo da perdere." Ma lei non lo ascoltava più. La sua attenzione era stata catturata da un bambino, molto simile ad un angioletto, placidamente cullato tra le braccia di Morfeo, dolcissimo con i suoi sottili ciuffetti biondi sul visetto paffuto e le manine aperte a formare piccole stelline, in cerca di qualcosa nel sonno, probabilmente la pelle della sua mamma. 

 

"Vieni a vedere..." Fece Luna, voltandosi a fissarlo, con un sorriso commosso sulle labbra. "Vieni a vedere questo cucciolotto, guarda..." Gli indicò la figurina bionda, distesa in una culletta dalle morbide lenzuola azzurrine. "Si chiama... Tom... c'è scritto sul lettino. Non è un amore?!"

 

"Tsk..." Fu la sola risposta del cinico Draco, che riprese a camminare, dandole le spalle. "Te lo ripeto, muoviti... altrimenti ti lascio qui!"

 

Mentre avanzava lungo i corridoi, ascoltando con attenzione i passi della ragazza che lo seguiva, l'immagine di quel bambino gli tornò alla mente, facendo riemergere in lui ricordi dolorosi. Un sorriso isterico comparve sul suo volto, mentre con sforzo immane, cercava di trattenere il suo essere, per non piangere e non mostrare debolezza. Doveva riuscire a salvare la faccia... soprattutto di fronte a lei. 

Ricordando però quei momenti di pace, attimi della sua infanzia, in cui era presente anche la sua adorata madre, gli parve di sentirsi di nuovo vivo. Gli sembrò di rinascere, di vedere tutto sotto una luce diversa. 

 

Doveva lottare per sua madre. Doveva vendicare il suo assassinio. Doveva riprendersi ciò che gli era stato tolto. 

 

 

Continua…

 

 

Ed eccomi di nuovo qui, con il sequel di Nata per soffrire (...the beginning...)!! Sono stata abbastanza veloce?... Spero di sì ^^'' Questo è solo un piccolo capitolo di introduzione, ovviamente. Per chi non l'avesse capito, ci troviamo nel presente che descrivevo nei primi capitoli della storia precedente, ed esattamente, un mese dopo la notizia della morte di Narcissa e del ritorno di Luna, quando i ragazzi, sono già stati trasferiti ad Hogwarts, nuova sede del quartier generale del corpo battlemage Sunrise.

 

Il titolo, come potete vedere... è Muovo le ali di nuovo... Si tratta del titolo di una canzone -che io adoro- dei Tiromancino. Ora... è probabile che un po' di canzoni, fungeranno da titoli dei prossimi capitoli, vi avviso, nel caso lo notaste anche voi con l'andare del tempo :)

 

Ringrazio infinitamente chi ha commentato la fine della storia precedente e vi invito a recensire anche questa, per farmi sapere cosa ne pensate!!

 

Con questo, vi do appuntamento al prossimo capitolo!!

 

RECENSITE, MI RACCOMANDO!! :D

 

Luna Malfoy

 

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Capitolo 2
*** - Faccia a faccia ***


2

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 2

 

FACCIA A FACCIA

 

"Onestamente non capisco proprio perché le facciano questo..." Borbottò Harry, accanto a Ron, in tenuta babbana, mentre percorrevano uno dei binari della stazione londinese. 

 

Il brusio della folla di persone che andava avanti e indietro in cerca del proprio treno, unito al fastidioso cigolare dei carrelli portabagaglio, coprì appena la voce del battlemage. Ron si scosse da chissà quali pensieri.

 

"Ehm, scusa, dicevi?"

 

Harry inarcò un sopracciglio, grattandosi un momento la fronte per poi tornare a concentrarsi su ciò che gli avveniva intorno. "Che non capisco... perché le fanno questo!" Non gli sfuggì l'occhiata interrogativa del rosso. "Luna dico... che bisogno c'era di mandarla in missione con Malfoy? Voglio dire... sappiamo tutti che situazione c'è tra quei due, rischiano di mischiare le faccende personali con il lavoro." 

 

Il giovane Weasley mormorò un impercettibile "Qui è tutto apposto, passo." nel ciondolo rosso, che aveva al collo, tornando poi a prestare attenzione all'amico. "Harry... penso sia normale che l'abbiano mandata in missione con lui, in fondo... fino a quando non sarà integrata perfettamente... è affidata a lui, lo sai! Certo... da una parte sarei molto più tranquillo se il suo tutore fossi tu, ma... dall'altra so che non possiamo farci niente,  l'ordine viene direttamente dal Generale Falck!" 

 

Il moro spalancò bocca e occhi, fissandolo basito. "Da quando in qua tutte queste perle di saggezza, Ron? Ti hanno forse fatto il lavaggio del cervello?..." L'altro lo guardò offeso. "Cioè... il Ron che conosco io avrebbe digrignato i denti, maledetto Malfoy e il giorno in cui è venuto al mondo e... probabilmente cercato di studiare un modo per togliere Luna dalle grinfie di quello spocchioso!..."

 

"Sì certo, magari con tanto di mantello nero, mascherina e spada alla mano... Harry... sono un battlemage, non il vendicatore mascherato, pronto a correre in difesa di una fanciulla." Lo canzonò Ron, ridacchiando. "Tra l'altro, fanciulla che non credo voglia farsi salvare... tanto meno da Malfoy."

 

"Co-come scusa?" Tartagliò il soldato, rivolgendo una rapida occhiata a chi lo accompagnava e distogliendo l'attenzione dal gruppetto di babbani -probabilmente in procinto di partire- che occupava gran parte del binario 7. 

 

Il rosso si passò una mano tra i capelli, puntando lo sguardo in direzione opposta agli occhi dell'amico. "Ho visto... Malfoy uscire dalla camera di Luna, questa mattina... ero andato nella zona dei Serpeverde, per consegnare alcune carte importanti ad una recluta che alloggia là." 

 

Harry si arrestò di botto, fissando Ron che compiva ancora qualche passo, prima di bloccarsi e girarsi a guardarlo. "E... perché diavolo non me l'hai detto subito?!!" 

 

"Perché non credo siano fatti che ci riguardano, Harry..." Spiegò il ragazzo dai capelli color fuoco, interrompendo un attimo il discorso per afferrare nuovamente il ciondolo e ripetere l'operazione di qualche minuto prima, tranquillizzando il quartier generale. "Sei troppo protettivo con Luna, ammettilo!! Per carità, io ti capisco... il rapporto che hai con lei è molto simile al mio con Ginny, però ecco... insomma... non nego che anche io stamattina sia stato colto dall'impulso di prendere Malfoy e dirgliene ben più di quattro, ma poi c'ho pensato..."

 

"Pensato a cosa?!?!"

 

Ron sospirò, passandosi nuovamente una mano tra i lunghi ciuffi rossi ai lati del viso. "Andiamo Harry, Luna è adulta e vaccinata e per giunta è un auror, capacissima di difendersi in ogni situazione. Inoltre Malfoy è sì un bastardo, ma come ha detto Hermione... prova qualcosa per quella ragazza... non sarebbe mai capace di farle del male." Si interruppe un momento, studiando l'espressione poco convinta dell'amico. "Ohhh insomma!! Se anche... se anche quei due hanno... è successo qualcosa, credo che in fondo l'abbiano voluto entrambi, se la devono sbrigare da soli!! Se poi Malfoy commetterà qualche passo falso di troppo, allora niente e nessuno ci impedirà di punirlo ben bene, no?"

 

L'altro soldato gli voltò le spalle, in silenzio.

 

Un forte conflitto interiore si impossessò dei suoi pensieri. La parte emotiva gli suggeriva di raggiungere il biondino, ovunque si trovasse e ridurlo ad un ammasso di rottami, per fargli capire che non doveva assolutamente toccare e infastidire Luna, in un momento così particolare della sua ripresa. Quella razionale però, dava ragione al suo migliore amico, e gli imponeva calma e sangue freddo. D'altronde neanche per Malfoy era stato un periodo semplice e lui per primo, poteva capire cosa significasse perdere un genitore. Certo... questo non gli dava il diritto di sfogare la sua frustrazione invadendo gli spazi della sua amica. Scosse la testa. Calma. Aveva bisogno di mantenere la calma. 

 

Si girò nuovamente a guardare l'amico negli occhi. "Spero che tu abbia ragione Ron."

 

Il rosso accennò un sorriso e gli batté una mano sulla spalla. "Lo spero anche io, amico mio... lo spero anche io..."

 

"Ahem Ron..?" Intervenne il moro, passandosi la mano sulla nuca in un gesto imbarazzato e storcendo la bocca, con fare nervoso. 

 

L'altro lo fissò candidamente. "Mhm?"

 

Harry si fermò di colpo. "Senti, c'è qualcosa di cui dovremmo parlare..."

 

"Dimmi pure..." Lo esortò curioso, incrociando le braccia al petto e guardandolo dritto dritto negli occhi. "Ti ascolto."

 

"Beh, ecco... no, non qui! E' meglio!!" Precisò un po' balbettante. "E' una cosa un po' delicata e... ehm... preferirei che ci fosse Ginny! Ed Hermione!! Certo!! Anche Hermione!!" Sorrise teso. 

 

L'amico scrollò le spalle, un po' perplesso. "D'accordo, non c'è problema. Sono a tua disposizione, quando vuoi!"

 

* * *

 

-Toc Toc-

 

"Avanti..." Il generale Falck aveva fatto ruotare la sedia, dando le spalle alla finestra e osservando l'entrata nel suo ufficio del comandante Strekon. Questo batté i tacchi con un sonoro tlack e si portò la mano destra alla fronte in segno di saluto.

 

"Riposo... riposo."

 

"Generale Falck, ho appena terminato di discutere la faccenda con Silente e col Ministro della Magia in persona... signore." Esclamò pacatamente, sedendosi sulla sedia rivestita di pelle nera, posta di fronte alla scrivania. "...credo ci sia qualche problema, signore."

 

"Di che problema si tratta?" Domandò con una punta di noia nella voce, congiungendo le mani davanti al volto e posando i gomiti sul tavolo. "...sentiamo..."

 

Strekon si passò una mano nei capelli, sospirando appena. "Ritengono che la missione sia rischiosa. Troppo rischiosa. Non se la sentono di mettere a repentaglio una vita umana in questo modo."

 

"Si tratta di uno dei migliori elementi, il più affidabile.... "

 

"Lo so, signore. Conosco perfettamente la capacità fisica, mentale e logistica dell'elemento, ma... è sull'affidabilità che ho qualche riserva, mi duole ammetterlo." Borbottò il comandante, fissando il suo sguardo negli occhi neri e penetranti del generale, infischiandosene dell'aria alterata e sconcertata dell'uomo.

 

"Niente ma... è un piano assolutamente perfetto! Si proceda... Silente e il Ministro se ne faranno una ragione..." Fece l'altro, accennando appena un sorriso e dando le spalle al suo sottoposto, per tornare a fissare fuori dalla finestra. Strekon scosse la testa, ancora per niente convinto. 

 

* * *

 

Un uomo ammantato di nero bussò più volte alla pesante porta di legno massello, con fare impaziente. Dall'interno, non proveniva alcun rumore, tutto era calmo. Troppo calmo. 

E loro erano in ritardo, non potevano concedersi altri minuti preziosi.

 

"Mia cara... sei pronta?" Domandò con voce sottile, molto più simile ad un sibilo, esortando la donna all'interno della stanza a sbrigarsi e concludere in fretta i propri preparativi. 

 

Pochi istanti dopo la porta si aprì, rivelando la presenza di una giovane vestita da un lungo mantello nero. I lunghi capelli color dell'ebano scivolavano lisci sulle spalle, confondendosi col colore del manto. Gli occhi verdi, brillanti d'astuzia si posarono sul volto dell'uomo dinanzi a lei, e le belle labbra rosse, deturpate da un piccolo neo, si piegarono in un sorriso malizioso. 

 

"Oh, perdona l'attesa zio, ma questo mantello non ne voleva sapere di allacciarsi..." Mormorò con voce infantile, imbronciando appena le belle labbra. 

 

L'uomo sorrise benevolo, porgendole la mano libera dal bastone e afferrando quella piccola e graziosa della nipote. Lo sguardo grigio e tagliente puntato sul visetto dai tratti appena marcati della ragazza. "Non c'è problema, ma adesso affrettiamoci Beatrice. Siamo in clamoroso ritardo e tu sai quanto il Signore Oscuro detesti i ritardatari..."

 

Una risatina civettuola sfuggì alla gola della Mangiamorte. "Oh suvvia zio! Sai bene che il grande Signore Oscuro per me chiuderà un occhio, rilassati!" 

 

"Lo so, mia cara, lo so..." Affermò compiaciuto Lucius Malfoy, percorrendo il corridoio del Malfoy Manor, al fianco della nipote. "Difatti non è per te che mi preoccupavo..." La ragazza sorrise, coprendo con eleganza le labbra con una mano. 

 

Quella sera avrebbe debuttato nella schiera dei Mangiamorte più fedeli di Lord Voldemort. 

Non più semplice pedina. Ora era una delle fidate. Ruoli del genere, altre persone, potevano semplicemente sognarseli, sperare di arrivare ad ottenerli. Lei c'era riuscita.

Avevano organizzato il piano fin nei più piccoli dettagli. Ognuno dei fedelissimi doveva occuparsi di un auror in particolare. 

A Lucius era stata affidata la cattura del giovane Potter, o meglio, lui stesso aveva insistito affinché gli fosse assegnato quel compito, tanto agognato. 

Flitt senior avrebbe dovuto catturare il migliore amico del bambino sopravvissuto, Ron Weasley... un tipetto dall'aria insipida che si dava tante arie perché negli ultimi anni aveva messo su qualche muscolo. 

A sua madre, Bellatrix -che la stava raggiungendo al fianco dello zio in quel momento, salutandola con un tiepido sorriso- era toccato l'ordine di catturare una giovane giornalista, infiltrata negli auror speciali. Una tale... Ryta Falck, figlia del generale dei Sunrise e nota amica dei due ex Malandrini Remus Lupin e Sirius Black, la cui cattura era stata affidata a Peter Minus, affiancati da Tiger e Goyle Senior. 

 

Beatrice scosse la testa divertita. Dubitava che quei tre insieme avrebbero combinato qualcosa di buono, ma del resto gli ordini del Signore Oscuro non erano certo giudicabili, né in qualche modo modificabili. 

 

A lei era toccato il compito più divertente. Avrebbe dovuto catturare una piccola traditrice, Luna McPhee. Suo zio le aveva raccontato della straordinaria somiglianza che le accumunava. E lei non ci aveva voluto credere, almeno, fino a quando non si erano decisi a mostrarle una sua foto e sì, aveva dovuto constatare che effettivamente erano davvero molto simili. Perfetto, aveva pensato, sarebbe stato molto più divertente eliminare -o se proprio doveva, catturare- il suo alter ego.

 

Ancor più divertente e a tratti pure seccante -pensò reprimendo un verso di stizza- era il fatto che questo suo alter ego, possedeva qualcosa che lei pretendeva.

 

...e da che mondo è mondo, Beatrice Lestrange ottiene sempre tutto quello che desidera. 

 

* * *

 

Ryta, Hermione e Lynn camminavano spedite lungo i vicoli che circondavano l'edificio del Ministero. Le pattuglie di guardia all'ingresso erano relativamente affidabili, come aveva spiegato loro Remus, quindi una controllatina più approfondita della zona circostante non avrebbe danneggiato nessuno... anzi. 

 

"Ohhh ma insomma!! Che rottura di scatole!!" Sbottò Lynn, esausta, bacchetta alla mano. "Quei quattro imbecilli là davanti si sorseggiano il caffè e noi qui, a fare il nostro lavoro e il loro!!" 

 

Ryta sbuffò scocciata. "Smettila!! Sai bene che quelle sono semplici pattuglie di auror normali, noi siamo battlemage e oggi quei bastardi hanno programmato un attentato, giusto per tenerci impegnate, tocca a noi occuparcene. Gli altri verrebbero spazzati via con un solo incantesimo più potente!!" Hermione annuì, mentre svoltava dietro l'edificio, impugnando in una mano la spada; aveva appena udito un rumore. 

 

Scattò di lato, facendo spaventare le due colleghe. Inutilmente, si disse, non appena notò un ordinario gatto nero spuntare fuori da un bidone dell'immondizia. Quella tensione la stava uccidendo. Ogni più piccolo rumore, suono, gesto sbagliato la metteva in allerta. 

 

"Hermione, ci hai fatto prendere un infarto!! La vuoi smettere di aggirarti per questi vicoli a mo' di ninja? Mi metti ansia!!" Si lamentò Lynn, rinfoderando il pugnale estratto poco prima, ma mantenendo salda la presa sulla bacchetta. 

 

La ragazza si portò una mano alla coda di cavallo, spostandola dietro la schiena in un gesto nervoso e sbuffando sollevata. "Scusate, ma... lasciamo perdere..."

 

"Qualcosa non va?" Le chiese Ryta con fare materno, posandole una mano sulla spalla. Il soldato in gonnella scosse la testa, sorridendo appena. 

 

D'improvviso Lynn si fece dubbiosa e si voltò a guardare la collega più adulta, con fare indagatore. "Ma tu... non devi uscire con quel bellimbusto di Hayden questa sera?" Hermione trattenne a stento una risata nella mano, per poi voltarsi a guardare il muro che chiudeva il vicolo cieco e tralasciando di osservare la faccia basita e imbarazzata di Ryta.

 

"..ma che diamine di domande mi fai, Lynn? Ti pare il caso... il... il... momento? " Tartagliò la donna confusa, sgranando gli occhi, quasi avesse ascoltato la più grande sciocchezza del mondo. Si sistemò il mantello sulle spalle e fece per voltarsi. 

 

Il piccolo licantropo la bloccò. "E che ho mai detto? Ti ho solo chiesto se era stasera l'appuntamento con... quello!! Hermione, ti sembra che abbia detto o chiesto qualcosa di sconvolgente?"

 

Dal canto suo la ragazza alzò le mani e scosse la testa, mormorando "me ne tiro fuori.."

 

"Ok ok!! Sì... è stasera, ma ora se non ti dispiace, vorrei continuare il turno di guardia, dal momento che manca appena un'ora prima che termini!!" Fece la mora con tono acido, uscendo appena dal vicolo e inforcando la strada principale, dove erano parcheggiate un paio di macchine babbane -modificate con la magia- con a bordo degli auror di vedetta. 

 

"E cosa ti ha spinto ad uscire nuovamente col giovane, petulante, spocchioso, eccessivamente sicuro di sé e profondamente noioso Hayden?" Chiese Lynn maliziosa, girando appena in una mano la bacchetta e giocando con la punta, con le dita dell'altra. 

 

"Forse non è poi tanto noioso..." 

 

"Forse non è poi tanto noioso... a chi vuoi darla a bere Ryta?" Fece sarcastica l'amica, sotto lo sguardo ancor più divertito di Hermione che, pur seguendo con crescente interesse la discussione, fingeva di controllare la strada. "Diciamo che ogni volta che il caro Hayden ti domandava di uscire, nei paraggi c'era sempre... qualcuno...

 

Ryta si mostrò scandalizzata. "Qualcuno? A chi ti riferisci, piccola impertinente che non sei altro?" Lynn ridacchiò, adorava far incavolare la sua amica. Quando era in modalità 'zitella acida' era molto divertente stuzzicarla. 

 

D'improvviso il ciondolo rosa al collo di Hermione si illuminò, immediatamente seguito da quello giallo di Ryta e quello azzurro di Lynn. Un suono cupo e subito dopo la voce di Strekon rimbombò nella strada. 

 

"EMERGENZA! Correte immediatamente a Diagon Alley! E' in corso un violento attacco di Mangiamorte, sul posto troverete già tutti gli altri!! MUOVETEVI!!"

 

* * *

 

Quando Hermione, Ryta e Lynn si smaterializzarono nel centro di Diagon Alley, proprio vicino alla tanto rinomata gelateria -dove erano soliti fare merenda, durante gli acquisti per il ritorno a scuola-, assistettero ad una delle scene più confuse e violente che potessero ricordare. 
Auror e Mangiamorte combattevano senza sosta, non risparmiando incantesimi, maledizioni e semplici armi babbane. Proprio sotto ai loro piedi, si accorsero qualche istante dopo, giacevano i corpi di due incappucciati senza vita. Disgustate, si ritrassero in fretta, andando a confondersi con la mischia. 

 

"Da questa parte!!" Urlò Lynn, immediatamente seguita dalle due colleghe. Una figura ammantata di nero, il volto coperto dal largo cappuccio, si parò loro di fronte. 

 

"Non credo proprio..." Biascicò, puntando la bacchetta contro una di loro. "Tenente Falck, buonasera, è da tanto che non ci si vede, vero?" Detto ciò abbassò il manto, rivelando un volto scavato, appena segnato dal tempo, ma ugualmente molto affascinante. Gli occhi del Mangiamorte, rivelatosi una donna, saettavano di rabbia, mentre scostava la lunga chioma nera dietro la schiena e avanzava puntando l'arma contro la rivale.

 

"Bellatrix..." Mormorò la donna battlemage, deglutendo appena. "...sapevo che ci saremmo riviste... ma mi auguravo che non accadesse tanto presto." L'espressione di disappunto sul volto del soldato infastidì l'altra, che sorrise malevola. 

 

"Me lo auguravo anche io, prima che... mi ordinassero di ucciderti!!" Esclamò beffarda. Hermione e Lynn si fecero avanti, cercando di ostacolare la donna, ma due Mangiamorte -anch'essi incappucciati- furono loro addosso, impegnandole in una lotta che le distrasse, momentaneamente, dalla loro amica. "Bene bene bene... ora che le due rompiscatole sono fuori uso, siamo sole..."

 

Ryta fece una smorfia sarcastica. "Sole?... Siamo circondati da Auror, battlemage e figli di puttana... sole non direi. In compenso... Stupeficium!!" 

 

La Mangiamorte schivò velocemente lo schiantesimo, gettandosi di lato. "Expelliarmus!!!" E per fortuna Ryta non fu da meno. "Vedo che sei più in gamba di ciò che pensavo, Falck... mi ricordavo un tipetto tosto, sì, ma ti credevo una donnicciola di poco valore militare. Credevo che fossi nei battlemage solo per via di... tuo padre..." 

 

L'Auror si agitò, digrignando i denti e portandosi in posizione d'attacco. "Crucio!!!" 

 

Nonostante non si aspettasse una simile mossa dalla donna, Bellatrix riuscì a parare la maledizione con uno scudo protettivo magico, attivato dalla bacchetta. "Ricordati che sei un auror, Falck, non puoi permetterti anatemi di questo tipo..."

 

Ryta scoppiò in una risata gelida, prima di allungare nuovamente la bacchetta verso la nemica. "E qui ti sbagli, mia cara... sono un battlemage!! E non siamo autorizzati a tutto!!" Tornò seria. "Crucio!!"

 

La mora si accasciò al suolo, in preda a spasmi di dolore atroci, contorcendosi e urlando. La sua voce, coperta dal frastuono della battaglia, provocò una certa soddisfazione nel battlemage, che si limitò ad osservarla divertita. "Cosa c'è Lestrange? Non riesci più a muoverti? E' tutto qui quello che sai fare, dannata sgualdrina di Voldemort?" Il suo sorriso si allargò non appena vide l'altra cercare di sollevarsi da terra. "Bene... pensavo fosse diventato tutto troppo facile..."

 

 

"Hermione spostati!!" Harry aspettò che l'amica si abbassasse, infilzando la lunga spada da combattimento nell'addome di un Mangiamorte alle sue spalle, pronto a colpirla alla schiena. "Figlio di puttana... hai finito di vivere..."

 

"Grazie Harry!!" Strillò la ragazza, prima di spostare la sua attenzione su un altro incappucciato, poco distante e lasciarlo a lottare con un altro uomo ammantato di nero, che cedette immediatamente sotto un colpo ben assestato della spada dell'Auror, che gli squarciò il petto, uccidendolo. 

 

"Giovane Potter..." 

 

Harry roteò gli occhi e si voltò, avendo perfettamente riconosciuto la voce serpentina alle sue spalle. Di fronte a lui, un uomo incappucciato, apparentemente uguale agli altri. Solo due particolari -voce a parte- confermarono le supposizioni del ragazzo. Alcune ciocche bionde e lunghe, sfuggite al cappuccio, e un lungo bastone copri bacchetta, tra le mani. Lucius Malfoy. 

 

"Oh! Ma che dispiacere rivederla Malfoy..." Lo salutò Harry, trattenendo in una mano la bacchetta e sfoderando con l'altra la spada che aveva attaccata al fianco. Questa roteò un po' tra le sue mani, prima di fermarsi di fronte all'uomo, diritta e pronta a colpire. "Dimmi, mio carissimo pezzo di merda... di che morte vuoi morire?"

 

Una risata gelida proruppe dalle labbra del Mangiamorte. Risata che non scompose minimamente l'Auror. "Oh ma andiamo Potter, ti credevo più fine, più raffinato, cosa sono queste parolacce? Come si vede che sei cresciuto senza famiglia e senza educazione..."

 

Harry si innervosì, stringendo la presa sulla spada. Sbuffò scocciato e girò su se stesso. Un attimo dopo, un urlo ruppe il silenzio tra i due e sul braccio di Malfoy senior, spiccava un bel taglio netto e sanguinante. "Come si vede che sei solo un lurido figlio di un cane..."

 

Il grido di una donna li fece voltare. Bellatrix era a terra in preda alle convulsioni e Ryta, con un sorriso sadico dipinto sul volto, aveva la bacchetta puntata su di lei, illuminata dal fascio rosso della Cruciatus. Il ragazzo sorrise. "Uh che peccato! Un'altra di voi è fuori combattimento!" 

 

"Non fare tanto il sarcastico, signorino." Tirò fuori l'arma dal bastone, troppo tardi.

 

"Expelliarmus!" Lo disarmò il moretto, soffiando poi sulla punta della bacchetta con fare ironico. "Oh! Ma dov'è la tua bacchetta Lucius!?" Rise di gusto. 

 

L'uomo sorrise malevolo. "Io... ti direi di guardarti le spalle e di guardarle ai tuoi amici." Detto ciò fece un cenno a Bellatrix, appena ripresasi dalla Crucio e si smaterializzarono.

 

Harry si guardò intorno confuso, mentre ai suoi piedi veniva scaraventato Peter Minus e Tiger Senior. Il corpo svenuto di Goyle Senior giaceva poco più in là. Sirius e Remus si stavano sorridendo, stringendosi la mano compiaciuti. 

 

Ottimo lavoro

 

 

La battaglia pareva conclusa e il gruppo si era riunito. Hermione gettò un'occhiata in giro e fissò gli altri, allarmata. "Ragazzi... dov'è Luna?"

 

Un gruppo di Auror si fece indietro, quasi avessero visto un fantasma e in mezzo a loro spuntò la figura di Luna, che indietreggiava, puntando la bacchetta dritta di fronte a sé. Draco guardò chi aveva di fronte, sfoderando l'arma, contemporaneamente a Ron. 

 

"Chi... cavolo sei?" Domandò alla figura incappucciata che aveva davanti. Da sotto il cappuccio, l'unica parte visibile erano i lunghi capelli neri e gli occhi verdi. Erano spaventosamente uguali. 

 

Una risatina divertita sgorgò dalle belle labbra rosse, così simili alle sue. "Ohh ma andiamo Luna, io sono te! Non mi riconosci?" La voce quasi civettuola sembrò colpire parecchio Draco, che la fissò stupito. 

 

"Che ti succede Malfoy?" Gli domandò Harry, vedendolo in difficoltà. Il biondino non rispose. Continuava a studiare le due ragazze, impugnando saldamente l'arma. 

 

"Che vuoi da me?" Chiese Luna, afferrando dalla cinta uno dei pugnali indiani, il tutto in movimenti lenti e accorti, mai perdendo di vista la tizia di fronte a lei. 

 

"Beh ecco..." Mormorò maliziosa la Mangiamorte, avvicinandosi e giocherellando con la bacchetta. "...tu hai qualcosa che mi appartiene! E... come dire... io la rivoglio!" 

 

I presenti ammutolirono. Ron soprattutto, parve irrigidirsi. "Cos'è che avrebbe, che tu rivuoi? Sentiamo!!" Sbottò il rosso. La mora si girò a guardarlo, con aria di sufficienza. 

 

"Tsk... e dovrei venire a dirlo a te, insipido Weasley?" Lo sbeffeggiò. "Lei sa bene di cosa parlo, vero? CRUCIO!" 

 

Luna colta di sorpresa si accasciò al suolo, in preda a spasmi di dolore. Sentiva la testa pulsare e il sangue bruciarle nelle vene. Non riusciva a muovere un muscolo e le tornò in mente quando fu colpita dallo stesso anatema qualche anno prima, ad Hogwarts. 

I suoi amici fecero qualche passo avanti, pronti a difenderla, ma con enorme fatica si risollevò, poggiando le mani sulle ginocchia e facendo loro cenno di bloccarsi.

 

Passò qualche minuto, in cui studiò l'espressione soddisfatta della giovane Mangiamorte, poi prese un forte respiro e provò a parlare. "I-io non ho... niente di tuo. Cosa... diamine vuoi?"

 

La maga oscura calò il cappuccio, rivelando appieno la somiglianza con l'Auror e riprendendo a sorridere divertita da tutta quella situazione. Aveva un che di folle nell'atteggiamento e questo intimoriva un po' tutti i presenti. 

 

Draco sgranò gli occhi. "B-Beatrice!" Sentendo il nome della Mangiamorte, pronunciato dal biondino, Luna si voltò, ricevendo immediatamente una seconda Crucio. 

 

"Basta smettila!! Stupeficium!!" Urlò Hermione, ma la giovane strega fu più veloce ed evitando l'incantesimo, le rilanciò contro lo stesso, schiantandola. Ron corse verso di lei, afferrandola tra le braccia. 

 

Harry si precipitò verso Beatrice, impugnando saldamente la spada e caricando, pronto a colpirla. Questa sorrise maliziosa e allungò la bacchetta. "Congelo!" Gli Auror presenti si trovarono di fronte al corpo gelato del ragazzo, che toccò il suolo con un rumore sordo. 

 

"Bene... ora che siete tutti sistemati..." Si voltò verso Draco, con fare seducente. "Sai cosa devi fare, vero? Altrimenti questa piccola sgualdrina -afferrò Luna per i capelli- e i tuoi insulsi colleghi, moriranno." Terminato di dire ciò, scaraventò il corpo della ragazza lontano e si smaterializzò.

 

Remus e Sirius furono subito accanto al corpo di Harry, scongelandolo con il contro incantesimo, seguiti da un gruppo di medimaghi richiamati col ciondolo e subito materializzati sul posto. Altri due si avvicinarono immediatamente a Luna, a terra, priva di sensi... 

 

Draco le fu accanto, ma una mano sulla sua spalla lo costrinse a voltarsi. Di fronte a lui il volto severo di Strekon, troneggiava in tutta la sua spaventosa autorità. "Che significa tutto questo, Malfoy?

 

 

Continua…

 

 

^^ Ed eccomi di nuovo qua, col secondo capitolo del tanto atteso (!?!) sequel di Nata per Soffrire... spero che stavolta siate soddisfatti, i tempi di scrittura sono stati parecchio inferiori, rispetto agli ultimi capitoli della prima parte della storia ^^' Ho cercato di impegnarmi... ma non è stato affatto semplice.

 

Bene bene bene, che succede dunque?... La nostra cara Luna se l'è vista bella, anzi direi brutta... con la nostra amatissima [ma per favore non diciamo baggianate NdRyta] Beatrice Lestrange. Su su, ammettetelo, vi piace quella ragazza... è profondamente stronza, cordialmente bastarda, ossessionata da Draco, dal potere e dalla morte... adorabile *.* [sto per vomitare sul PC, piantala!! NdRyta] Ok ok, la smetto. XD

 

Beh lungi da me, ovviamente, darvi qualche anticipazione... [io so tutto! io so tutto NdRytaCheVieneBloccataDaUnaBacchettataSuiDentiDaLuna Fa' silenzio tu!! NdLuna], con questo, intendo che dovrete patire per un po' =P


Ma passiamo ora ai fedelissimi, cioè coloro i quali non mi hanno abbandonato [=° grazie, me si commuove], e che continuano a recensire... in fondo è anche per voi che continuo a scrivere, se no avrei già abbandonato...

 

Blackmoony: beh che dire... non è tutto oro ciò che luccica e come puoi ben vedere, c'è qualcun altro che sembra fatto a pennello per Draco ^^ Ovviamente parlo della tro...ehm volevo dire di Beatrice ^^''' 

 

Jenny88: ehm ma per caso hai letto la prima parte della storia? No sai... per capire se hai chiara la situazione e chi è Luna ^^ Giusto per non rispiegare tutto ^^ 

 

Marcycas - The Lady of Darkness: uh *.* quale onore!! La perfidia fatta byte che recensisce la mia storia *me profondamente contenta* Che dire? Il colpo non è avvenuto al S.Mungo, ma come dire... hai preso in pieno uno dei posti cruciali del momento... *me non dice altro* Continua a seguirmi, mi raccomando ^^

 

Ryta Holmes: ullallah!! Che piacere rivederla signora Holmes... o Falck o chicchessia... =D Come vede ho proceduto a scrivere il capitolo prima della partenza, prima del compleanno e prima di tutto ^^ Trascurando persino l'altra storia che sto scrivendo... ops, questo non dovevo dirlo O.O... va beh ormai -.- Bene, direi che per tua immensa gioia *me si scansa per evitare una Cruciatus* la situazione è peggiorata!! ^^ E ancora peggiorerà... ops, manco questo dovevo dire!! >.<

 

Lynn Wolf: ok... premesso che, ti prego, non devi sbranarmi i personaggi, altrimenti si spaventano e non vogliono più far parte dei capitoli... guarda Ginny!! Ho dovuto farla entrare con la forza a fine capitolo, si rifiutava di partecipare!! Draco va beh, sappiamo, se ne frega altamente... ma ti supplico, calma... :\ 

Anche se penso che dopo questo capitolo, Draco non vedrà più la luce del sole... ma pazienza, correremo il rischio [ehi!! Guarda che so difendermi da solo!! NdDraco Ehm... è Lynn, Draco, hai presente? Katana, arti marziali, lupo mannaro... Draco?... Draco?? NdLunaSconsolata]

 

Angele1987: che felicità vedere che continui a seguirmi!! Son contenta che anche il sequel ti piaccia!! Spero che continuerai a seguirmi e a dirmi cosa ne pensi dei futuri sviluppi della storia ^^

 

Vale: che bello!! Allora ti piace anche il sequel!! Sono molto molto contenta :D Grazie del in bocca al lupo ^^ Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, per quanto non mi è uscito esattamente come volevo io :|

 

Vi ringrazio davvero!! =° Tanta fedeltà alla mia storia, mi commuove profondamente!! Vi aspetto al prossimo capitolo!! =D

 

Prossimo capitolo: Non c'è un attimo di pace... se lo cambio, non vi spaventate, d'accordo? ^^''

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RECENSITE SU SU!! COSA ASPETTATE? =D 

Ah!! E leggete la nuova storia [oneshot] che ho appena mandato online! Si chiama Strade ^_^

 

Luna Malfoy

 

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Capitolo 3
*** - Non c'è un attimo di pace ***


3

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 3

 

NON C'E' UN ATTIMO DI PACE

 

"Oh andiamo!! E' assolutamente ridicolo!! Possibile che non possano fare niente?!" Sbraitò incazzato Harry, camminando davanti ad Hermione e Ron, tutti e tre estremamente malconci, lungo il corridoio del St. Mungo. 

 

Hermione cercò di accelerare il passo, nonostante un taglio piuttosto profondo alla gamba sinistra. "Harry, ti prego calmati!! Siamo in un ospedale, cerchiamo di controllarci. Adesso parleremo col Medimago che se ne occupa." 

 

Il ragazzo con la cicatrice si voltò a guardarla furibondo, ma quando i suoi occhi, incrociarono quelli color cioccolato di lei, velati da una sottile e quasi ben celata preoccupazione, si addolcì, sospirando e arrestando di colpo la sua corsa. 

 

"E' che... sono preoccupato." Ammise, passandosi una mano sugli occhi. "Ormai sono parecchie ore che non riprende i sensi! Non deve essere certo stata una passeggiata per lei... per Merlino! Tutte quelle Crucio, vi rendete conto?! Se ci fossimo mossi ad aiutarla... avrebbe potuto ucciderla!!" 

 

Ron gli batté una pacca sulla spalla, nel vano tentativo di infondergli un po' di tranquillità. "Coraggio, Luna è forte, ne ha passate tante... passerà anche quest-... Ginny?!" Domandò sconvolto, notando la sorella con indosso il camice da Guaritrice. 

 

La ragazza si avvicinò al gruppo di amici, poco sorridente e con una cartellina medica in mano. "Ron, Hermione... Harry. Come vi sentite?" Si accertò, notando le divise da Auror strappate in più punti e alcune fasciature più evidenti di altre. 

 

"B-bene nel complesso, ma tu che ci fai qui, con indosso il camice da... infermiera?" Chiese perplesso il rosso, spostando l'amico e avvicinandosi a Ginny, che fissava un po' il fratello un po' Harry, passandosi una mano nei capelli legati a treccia e sollevandosi gli occhiali, scesi un po' sul naso. 

 

Sorrise, un po' forzatamente. "Durante la scorsa missione ho aiutato i Medimaghi. Sapete com'è, in questi casi c'è bisogno di tutto il personale possibile nelle sale operatorie, di conseguenza il settore burocratico e la sezione analisi rimangono scoperte, quindi noi ricercatori ci diamo da fare affinché non si crei questo disagio." 

 

"E'... la cartellina di Luna, quella...?" La interruppe Harry, apprensivo. 

 

Ginny annuì. "Sì, è la sua. Al momento all'interno della stanza ci sono alcuni Guaritori. Le stanno cambiando le fasciature. Io... vi consiglierei di non entrare..." Il tono di voce basso e lo sguardo teso preoccuparono Harry più di quanto già non lo fosse. 

 

"Per quale motivo?" 

 

"Beh ecco, è collegata ad alcune apparecchiature babbane eh... beh se non siete abituati a questo tipo di 'scene', è preferibile che non la vediate in queste condizioni, potrebbe shockarvi." Spiegò breve, stringendo al petto la cartella medica dell'amica. 

 

Ron deglutì, afferrando la mano di Hermione. "E' così grave?" 

 

Ginny guardò tutto meno che gli occhi del fratello, poi sospirò e si passo una mano sul volto, cercando di recuperare il sangue freddo. "Se... supera la notte è fuori pericolo."

 

* * *

 

Una risata gelida riecheggiò nell'antro del maniero di Lord Voldemort. Un gruppo di fedelissimi Mangiamorte erano inchinati davanti al trono del Signore Oscuro, celando i volti sotto ai cappucci scuri, attendendo nuove notizie e direttive. 

 

"Carissimi! E' con immensa gioia che vi annuncio la mia piena soddisfazione per la missione svoltasi qualche giorno fa..." Sibilò, appoggiando la testa sul braccio, in una posizione comoda e allungando una mano alla sua destra, dove -con aria tronfia e soddisfatta-, sedeva Beatrice Lestrange, avvolta in un aderente vestito verde smeraldo. "Ed è tutto merito della mia preziosa collaboratrice."

 

Beatrice sorrise civettuola, dapprima al suo signore e poi al resto del gruppo di Mangiamorte. "Oh, sciocchezze, potente Signore Oscuro! E' tutto merito dei vostri preziosi consigli..."

 

Voldemort ricambiò il sorriso, raddrizzandosi sul sedile e prendendole una mano. "Mia cara, chiedimi una cosa... qualsiasi cosa e l'avrai." 

 

La ragazza finse di meravigliarsi e commuoversi, coprendosi la bocca con una mano dalle unghie smaltate di volgarissimo argento. "Oh! Quale onore! Dunque... fatemi pensare... ma sì, ho trovato!"

Sapeva bene cosa chiedere, era sicura che un giorno il suo signore si sarebbe reso conto di quanto valesse e le avrebbe donato qualcosa. Aveva sentito mille e mille volte i racconti di suo zio, su quanto fosse generoso il mago oscuro, con coloro i quali meritavano tanto e si distinguevano nelle battaglie.

 

Un paio di invidiose Mangiamorte, in prima fila, bisbigliarono qualcosa, ma si zittirono quando videro lo sguardo gelido della collega, posarsi su di loro, fulminandole. 

 

Il Signore Oscuro parve impaziente. "Coraggio, dimmi pure..."

 

"Ecco..." Bisbigliò fintamente intimidita, giocherellando con la veste di raso verde. "Io voglio Draco Malfoy." 

 

Dalle fila di fedelissimi, si levò un brusio sommesso, che si espanse fino a raggiungere gli ultimi posti, in fondo alla sala. Persino Lucius parve sorpreso di tale richiesta, ma non osò parlare. Se Lord Voldemort, avesse accordato a Beatrice il suo desiderio, lui non avrebbe potuto fiatare e francamente, pensò che non fosse poi niente di così grave o dannoso per il figlio. 

 

Ma il mago ci rifletté un bel po' su, le labbra serrate e lo sguardo confuso, prima di sorridere cordiale al suo nuovo braccio destro. "Benissimo. Se è questo ciò che vuoi... fatti avanti, giovane Malfoy."

 

In mezzo alla calca di incappucciati, si fece avanti uno di loro e quando fu abbastanza vicino ad entrambi, si tolse il cappuccio, rivelando una chioma biondo platino lunga e appena spettinata e un paio di occhi profondi e grigi come il cielo d'autunno. Le sue labbra, pallide, si curvarono in una smorfia maliziosa e sprezzante, che soddisfò pienamente la bella Mangiamorte, ansiosa di gustarsi il suo regalo. 

 

"Bentornato fra noi... ragazzo..." Lo salutò Voldemort, con un ghigno di sfida. "Ero certo che prima o poi ti saresti reso conto che non è possibile mettersi contro di me!"

 

* * *

 

Harry saltellò un paio di volte sulle gambe e digrignò i denti, colpendo ripetutamente il sacco con i pugni serrati, coperti solo dai mezzi guanti. Dire che era nervoso, era poco. Era dannatamente irritato, frustrato... incazzato nero forse era il termine che completava l'opera. 

 

Ron ed Hermione, intenti in una serie di addominali a terra, di tanto in tanto interrompevano l'esercizio e lo fissavano, scambiandosi poi un'occhiata eloquente. 

 

Ormai erano più di due ore che continuava ad allenarsi a vuoto contro il sacco. La maglietta nera che indossava, era diventata una seconda pelle; la stessa identica cosa, dicasi per i pantaloni di tessuto leggero, grigi, che ormai lo fasciavano completamente, appiccicati al corpo dal sudore. Lui però sembrava non importarsene minimamente e continuava a combattere contro quel nemico di stoffa e sabbia, fermandosi solo qualche istante per riprendere fiato e cambiare canzone, del lettore CD portatile che gli aveva regalato Hermione il Natale passato, e che più volte aveva rischiato di precipitare giù dall'attaccatura dei pantaloni.

 

Con un altro colpo ben assestato, il ragazzo parve aver sfogato completamente la sua rabbia, poiché i due amici lo videro abbandonare il sacco da kick boxing e sedersi pesantemente sulla panca di legno, gettandosi un asciugamano sul collo e spegnendo del tutto il lettore, sbuffando. 

 

Il resto della palestra si voltò a guardare in direzione dell'Auror Potter, avendo notato uno strano silenzio, assente fino a qualche minuto prima. L'ingresso in palestra di Sirius, però, riportò tutti alla concentrazione iniziale, e ognuno riprese il proprio esercizio, infischiandosene di ciò che avveniva dall'altra parte dello stanzone. 

 

"Harry..." Lo richiamò l'istruttore di potenziamento fisico. "Fatti una doccia e materializzati al St. Mungo, ci sono novità su Luna."

 

"Non mi interessa..." Lo gelò il ragazzo, spostando l'asciugamano sulla spalla e voltandosi dalla parte opposta. 

 

Sirius lo guardò basito. "Come, scusa? Credo di non aver capito!" 

 

"Non mi meraviglia!! Qua dentro nessuno capisce!!" Sbraitò Harry, voltandosi a fissarlo negli occhi con un'aria gelida e un ghigno beffardo. "Sono due settimane che Luna è in ospedale, si è salvata per puro miracolo e voi vi ostinate a volerla far tornare..."

 

"...sai bene che è stata una sua scelta..." Lo interruppe l'uomo, sedendosi sulla panca di fronte alla sua, tutto sotto gli occhi di Ron ed Hermione, che avevano smesso da un pezzo di eseguire gli addominali e ora osservavano la scena, l'uno asciugandosi il sudore su fronte e collo, l'altra bevendo un po' d'acqua dalla bottiglia, a piccoli sorsi.

 

"E voi non dovevate permetterglielo!!" Insistette il moro, stringendo i pugni per la rabbia. "E poi si può sapere dov'è finito Malfoy? E' stato convocato da Strekon e Falck ben 15 giorni fa e non è più tornato da quell'ufficio!! Che cazzo significa?? E' stato esonerato!!? Perché nessuno ci dice niente!?!"

 

L'addestratore sospirò, abbassando lo sguardo e affondando la testa tra le mani. "Harry, mi dispiace, ma io ne so quanto te-"

 

"Ma non diciamo cazzate!! Un Auror, sparisce così all'improvviso e tu... col tuo grado di capitano, non ne sai niente? Non farmi ridere..." Replicò schietto Harry, scotendo la testa. Era certo che mentisse. 

 

"Purtroppo è così..." Continuò lui. "Ho provato io stesso a chiedere dove fosse l'Auror Malfoy, ma non ho ricevuta alcuna risposta. E tu sai bene, che quando si tratta del comandante Strekon e del generale Falck è meglio non fare troppe domande."

 

Ron si scambiò un'occhiata con la ragazza, e presi in mano i bastoni, ingaggiarono una lotta d'allenamento, tenendo sempre d'occhio i due amici.

 

"Per Merlino Sirius!! Loro sanno... sappiamo... che Malfoy è l'unico..." Tacque e posò l'indice e il pollice sugli occhi, respirando a fondo. "L'unico... in grado di aiutare Luna!! Non io, non Hermione, non Ron! Solo lui!" 

 

Gli occhi di Sirius, gli comunicarono tutto il suo dispiacere. Poteva anche essere un istruttore, un soldato di grado superiore e di conseguenza più duro di loro, ma era pur sempre un loro amico e sapeva bene cosa volesse dire il suo figlioccio. "Lo so. Credimi, lo so bene, ma... Harry... dobbiamo mettere in conto il fatto che Draco, potrebbe non tornare..."

 

"E'... stato cacciato dal Corpo?" Balbettò Harry, sgranando gli occhi verdi, incredulo. Anche i due amici, intenti a combattere, si bloccarono, attendendo la risposta del loro allenatore. 

 

L'uomo scosse la testa. "No, credo proprio di no. Ho come... la netta sensazione, che... se ne sia andato di sua spontanea volontà..." Ammise, sotto lo sguardo sconvolto dei tre in ascolto. 

 

* * *

 

La luce della luna, filtrava attraverso le spesse tende di velluto cremisi, rischiarando a malapena una delle camere da letto di Villa Malfoy. A rendere l'atmosfera più magica, una serie di candele, poste sul baldanzoso comò di legno della stanza. 

 

Due figure, se ne stavano comodamente sedute su un divanetto, assaporando flute di champagne e scherzando del più e del meno. Nel mezzo della conversazione, la ragazza stese le lunghe gambe bianche su quelle del giovane Mangiamorte, ridendo con gusto per il racconto appena udito. 

 

Improvvisamente il ragazzo si fece serio. Posò il lungo calice sul tavolino di cristallo e la fissò negli occhi verdi, passandosi una mano tra i ciuffi biondi, lunghi e ribelli. "Perché hai voluto me, come regalo? Perché mi hai cercato con tanta insistenza?!"

 

La mora abbandonò il bicchiere a terra e si piegò un po', gattonando sul divanetto e raggiungendolo. Gli afferrò il colletto della camicia tra le mani e accostò un po' le labbra al viso pallido del biondino. "Perché dalla prima volta che ti ho avuto, non ho smesso un solo istante di pensare a te..."

 

"Come prego?" Gli sfuggì dalle labbra, un verso molto simile ad una risata, ma tutt'altro che divertita. 

 

Quello che sprigionò dalla gola di lei poteva forse assomigliare ad una risata argentina, ma era solo una vaga imitazione. "Sì sì, hai capito bene... ricordi, vero? Eri così... maledettamente bello ubriaco fradicio, peccato che quando ti sei ripreso, sei diventato acido!" Imbronciò le labbra. 

 

"Ti è mai passato per la testa che in quel momento, non volessi te accanto e che mi fossi accorto di aver commesso un errore?" Domandò ironico, col suo bel ghigno sprezzante sulle labbra e lo sguardo di chi ha la verità universale tra le dita. 

 

"No!" Replicò lei semplice, con una punta di finta ingenuità. "Impossibile! Vero, che è impossibile?" 

 

Draco fu sul punto di risponderle a tono, ma avvertì che la giovane strega si stava pericolosamente strofinando addosso al suo corpo, e dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per... trattenere un risolino. Purtroppo, rifletté qualche istante dopo, era pur sempre un uomo e Beatrice non era affatto brutta, anzi. Appurato ciò non gli fu difficile immaginare la mossa successiva della bella Mangiamorte che, con un sorriso malizioso, si chinò sulle sue labbra, rubandogli un bacio che di casto, aveva ben poco. 

 

Dopo un primo, iniziale, smarrimento, il ragazzo si trovò suo malgrado a ricambiare il bacio e Merlino se sapeva baciare quella! La strinse all'altezza della schiena e si lasciò trasportare da quelle sensazioni puramente fisiche, che negli ultimi periodi, aveva ben sperimentato insieme ad una dozzina di ragazze decisamente facili, adescate nei pub che frequentava.

 

"Visto che non è possibile?" Chiese lei, ansante, quando si fu staccata dalle sue labbra. "Tu mi vuoi esattamente come ti voglio io..." Lo ribaciò. 

 

Il biondo ex Auror annuì solamente, lasciando che la ragazza scendesse con le labbra lungo il suo corpo, fino a slacciargli i pantaloni. Quello che avvenne di lì a pochi minuti... confermò appieno le teorie della giovane Lestrange. Le bastò alzare un attimo lo sguardo, mentre riprendeva fiato e osservare l'espressione del ragazzo; il capo reclino all'indietro e le braccia saldamente arpionate al divano.

 

Sei mio, adesso...

 

* * *

 

Harry percorse uno dei corridoi del quartier generale. Finalmente quel giorno Luna pareva aver ripreso colorito, anche se la conosceva fin troppo bene, per poter anche solo pensare che, un po' di rosa in più sulle guance, significasse che era tornata in forma. 

 

Alzando lo sguardo dalle sue scarpe, notò che la sua Ginny stava percorrendo il corridoio nel senso opposto, e quando lei gli fu abbastanza vicina gli lanciò un bacio. Sorrise. Lesse il labiale, quando si voltò a guardarla e la vide girarsi, bisbigliandogli "a stasera". Meno male che in quel periodo angosciante, lui aveva quella piccola luce di speranza, che non lo abbandonava e gli infondeva forza e coraggio, ogni giorno. 

 

Il rumore di due voci, a livelli abbastanza altini, lo riportò bruscamente alla realtà. Non ebbe particolari difficoltà a riconoscere i proprietari di tali "ultrasuoni". Sirius e Ryta. Stavano litigando. Di nuovo...

 

"Sei un idiota Black!!" Urlò la mora, portandosi le mani ai fianchi e fulminando il collega/amico con uno sguardo tagliente.

 

"E tu sei una zitella acida, senza speranze!!" Replicò duro.

 

Ryta parve prendersela più del solito, costatò Harry. O almeno, questo faceva presagire l'occhiata che scoccò al moro, le braccia stese lungo i fianchi, i pugni serrati e i denti digrignati. 

 

"Devi smetterla di mettere il naso in faccende che non ti riguardano!! La MIA vita PRIVATA deve restare tale! Chiaro?" 

 

Sirius rise sguaiatamente. "Vita privata? Andiamo! Sii seria!! Lo sa mezzo Corpo battlemage che te la fai con quello sfigato maniaco di Hayden!! In cosa sarebbe privata?" 

 

Il tenente Falck inarcò un sopracciglio. "Ah davvero? Beh allora dì pure a questo 'mezzo Corpo battlemage' che la qui presente, ha chiuso da un bel po' i ponti con Hayden!! Contento adesso? Hai avuto lo scoop... pettegolo fallito!!"

 

Il capitano Black rimase un attimino interdetto e non si accorse neppure che l'amica, infuriata, aveva alzato i tacchi e si era allontanata, lasciandolo solo davanti a chi aveva assistito alla scena. Harry incluso. 

 

Al ragazzo, venne seriamente da ridere, ma si trattenne per non mancare di tatto nei confronti del padrino. 

 

"Sono casi disperati. C'è poco da fare." Udì sospirare alle sue spalle. Ron scuoteva la testa con aria rassegnata. Hermione aveva una mano sulla bocca e aveva tutta l'aria di chi cerca di reprimere una risata. 

 

Harry annuì. "Me ne sono accorto. Piuttosto... che abbiamo adesso? Logistica? Pozioni?"

 

Hermione incrociò le braccia al petto e fissò l'amico con rimprovero. "Possibile che anche tu non ricordi mai l'orario di addestramento, Harry? Non mi meraviglio di Ron, ma tu!!" 

 

"Ehi! Ma si può sapere perché mi tiri sempre in ballo?!" Domandò seccato il rosso, spalancando le braccia. 

 

La ragazza parve non dargli retta. "Abbiamo Incantesimi con Bill, adesso, anzi vediamo di muoverci, non so perché ma l'ho visto piuttosto irritato stamattina, non vorrei che ci affibbiasse qualche punizione per un ritardo!!" 

 

"Ce l'ho con te, Miss-non-voglio-far-tardi!! Ti degni di rispondermi?" Insistette Ron, bloccandole il passaggio. 

 

Un gruppo di Auror di passaggio nel corridoio si fermò ad osservare la scena. Harry sospirò affranto. 

 

"No, non mettetevici anche voi, vi prego!!" Li bloccò. "Ne ho abbastanza di litigi e affini, grazie!!" 

 

Hermione scostò la treccia dalla spalla e guardò l'amico con aria rassicurante. "Tranquillo, non ho alcuna intenzione di bisticciare, per me la questione è chiusa! Non ho detto assolutamente niente di trascendentale!"

 

"Co-cosa? Niente di trascendentale? Mi hai praticamente dato dell'irresponsabile disorganizzato!! E questo me lo chiami niente??" Infierì ancora una volta il giovane Weasley. 

 

Lei sembrò non voler replicare. 

 

"E' questo che pensi davvero di me?... Bene, fantastico, andiamo Harry!" Concluse, afferrando l'amico per un braccio e spingendolo in avanti, verso le aule di incantesimi e logistica. 

 

Il moro chiuse gli occhi, disperato. Ma che ho fatto di male? 

 

* * *

 

Alla fine del suo turno, Harry Potter, o meglio ciò che rimaneva di lui, non volle sentir più parlare di niente. Abbandonò i due amici nella ex Sala Comune dei Grifondoro e raggiunse il piano superiore, cercando un po' di riposo in quella che, una volta, era stata la sua camera.  

 

Si buttò malamente sul letto, prendendo a fissare il soffitto e riordinando le idee. Ma perché in quel periodo andava tutto storto? E soprattutto, perché il suo cervello non riusciva a registrare il fatto che, non poteva assolutamente farcela a risolvere tutto da solo?

Luna era in ospedale e l'unica persona che avrebbe potuto aiutarla ad uscire da quello stato di shock, sembrava essersi dileguata dal Corpo battlemage, per un motivo a loro sconosciuto e incomprensibile. Ryta e Sirius avevano intensificato le liti e quando non bisticciavano, impiegavano tutte le loro energie in una infantile guerra fredda. Come se non bastasse Bill era nervoso, il che, a giudicare dai recenti avvenimenti, poteva anche sembrare normale, se non fosse stato che -ne era certo- di mezzo ci fosse una donna e ora, per completare l'opera, Ron ed Hermione non si parlavano e l'unico modo di comunicare che riuscivano ad avere era grugnire, borbottare o bisbigliare. Fantastico. Davvero fantastico. 

 

In tutto questo le uniche cose che gli risollevavano il morale erano Ginny e volare. No anzi, solo Ginny, dal momento che Charlie -istruttore di volo- era in missione di ricognizione a Durmstrang e quindi, le lezioni di volo erano state sospese. 

 

Si sollevò sui gomiti e con uno scatto di reni si alzò dal letto, slacciandosi il pesante mantello e subito dopo quelle trappole che nell'esercito Auror avevano il coraggio di chiamare "anfibi". 

 

Non si accorse immediatamente di un leggero bussare alla porta. Una volta libero dagli indumenti più scomodi della divisa, si era perso ad osservare lo splendido paesaggio che si poteva ammirare dalla Torre dei Grifondoro. Tante volte era rimasto incantato a fissare la Foresta Proibita, che poi a dirla tutta, per lui non lo era mai stata. Fin troppe volte ci era andato, insieme a Ron ed Hermione. 

 

Scrollò la chioma ribelle. Basta ricordi. "Avanti..."

 

Da dietro la porta di legno antico, sbucò la figura di Virginia, ancora avvolta in quel camice dal colore assurdo, da Guaritrice e con indosso gli occhiali, che doveva portare assolutamente per leggere e che, tutto sommato, aveva ammesso non le dispiacessero poi molto. 

 

"Ti ho disturbato?" Gli aveva domandato placida. 

 

Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Scherzi? Tesoro tu non mi disturbi mai, lo sai." 

 

Sulle labbra della ricercatrice si allargò un sorriso gioioso e appena ebbe chiuso la porta a chiave, per evitare intrusioni pericolose, si avvicinò all'Auror, comodamente seduto sul letto. "Sei a pezzi..."

 

"Puoi dirlo forte, oggi è stata una giornata tremenda..." Ammise sconsolato, passandosi una mano sugli occhi stanchi. 

 

Ginny gli accarezzò i ciuffi neri. "Allora che ne dici di una bella dormita?" Lo vide annuire. "Resto? O preferisci dormire da solo, stasera?" Non ebbe bisogno di risposte verbali. Harry le afferrò un braccio e la fece abbassare, posandole dolcemente le labbra sulle sue. 

 

"Ok, resto." Scherzò, una volta staccatasi dal bacio. "Vado in bagno a cambiarmi, va bene?"

 

Il ragazzo annuì, guardandola sparire dietro la porta del bagno in camera. 

 

Eh! Quelli erano gli unici momenti in cui riusciva completamente a rilassarsi. Gli bastava averla al suo fianco, abbracciarla o darle un bacio, anche piccolissimo, per sentirsi finalmente in pace con se stesso e col mondo. Un po' la stessa sensazione che aveva quando saliva a bordo della sua Firebolt. No... beh, quando era in sella ad una scopa, riusciva a toccare con mano ciò che gli esseri umani chiamano 'libertà'. 

 

Non che non si sentisse libero anche in quel momento, con addosso boxer e maglietta neri, nascosto da leggere lenzuola fresche, in attesa di Virginia. Tutt'altro. Ma era una libertà molto differente. Più... spirituale, che fisica.

 

Sorrise di se stesso. Che razza di pensieri! 

 

Studiò la figura minuta di Ginny uscire dal bagno, con indosso una semplice, quanto dolcissima, camicetta da notte azzurra. I capelli, ormai lunghi sino al fondoschiena, erano stati sciolti dalla treccia -obbligatoria- e qualche ciuffo le sfiorava delicato le braccia. La osservò camminare a piedi nudi fino al letto, posare gli occhiali sul comodino e scostare le lenzuola, prima di distendersi al suo fianco.

 

Gli bastò quel contatto, per sentirsi completo. 

 

Si voltò di fianco, fissandola negli occhi color ambra. Sorrideva. Dio... quanto era bella quando sorrideva. Riusciva a fargli ancora sentire quel meraviglioso sfarfallio nello stomaco e un leggero batticuore. 

Allungò una mano verso i suoi capelli, accarezzandoglieli piano. 

Cosa avrebbe fatto senza di lei? Ripensò ai primi anni di scuola, quando ancora era convinto di essere innamorato della bella Cho Chang. Se non si fosse accorto di lei, dei sentimenti che riusciva a suscitargli... Quanto tempo aveva perso inutilmente!

 

"A che pensi?" 

 

Harry sembrò risvegliarsi. "A te..." 

 

A Ginny sfuggì una risatina. "Ah davvero? E a cosa pensavi, di preciso?" Gli fece la linguaccia. "Anzi no, non dirmelo! Maniaco come sei... posso solo immaginare... sentirlo sarebbe troppo!"

 

"Ah!" Scherzò lui, trascinandola al centro del letto. "...ha parlato la santarellina!"

 

La rossa tentò di replicare, ma Harry la zittì con un bacio mozzafiato, che non le lasciò scelta. Con grande sforzo e tanta buona volontà gli gettò le braccia al collo, tirandolo su di sé e prolungando quel contatto. 

 

Quando si staccò da lei, la sentì mugolare. "Uhm chi è che aveva i pensieri da maniaco?" La vide mettere il broncio e, incapace di resistere oltre, la baciò nuovamente. 

Le sue mani raggiunsero, leste, il bordo della camiciola leggera, sollevandogliela per poter toccare meglio la sua pelle fresca e profumata. 

 

Si staccò ancora e presa in mano la bacchetta, la puntò sulla porta, pronunciando l'incantesimo insonorizzante. "Bene bene bene... dove eravamo rimas-"

 

Fu il turno di Ginny di zittirlo, prendendogli la testa tra le mani e baciandolo avidamente. 

 

* * *

 

L'indomani mattina, un sole splendeva riscaldava la giornata. Virginia Weasley, puntuale come sempre, entrò nella saletta riservata ai Medimaghi e ai Guaritori, nel reparto sud del St. Mungo. 

Recuperò in fretta il camice e la targhetta di identificazione e si versò del caffè bollente, pronta a cominciare un nuovo giorno di lavoro. 

 

Il tutto con un raggiante sorriso dipinto sulle labbra. 

 

Controllò sulla cartellina il giro di analisi che le toccava fare e quelle da ritirare. Sbuffò constatando che, le ultime, erano molto più numerose, rispetto a quelle da effettuare. Le scocciava perdere tempo al laboratorio, ci mettevano sempre ore a preparare tutto. 

 

Lanciò un'occhiata all'orologio babbano da polso e, resasi conto che era in anticipo di quasi un'ora sull'inizio del turno effettivo, pensò bene di passare a salutare e controllare Luna. Ultimamente l'amica le sembrava essere notevolmente migliorata, ma sapeva bene che tale constatazione era puramente per tranquillizzare la sua persona. In realtà, come ricercatrice, avendo qualche spolverata di conoscenza medica, capiva che sebbene la ragazza stesse migliorando fisicamente, il suo problema più preoccupante era a livello mentale e non solo...

 

Quando entrò nella camera d'ospedale, fu sorpresa di trovarvi Hermione. La giovane Auror stava in piedi, accanto al letto di Luna, con la cartellina delle analisi cliniche tra le mani e uno sguardo indecifrabile. 

 

"Hermione..." La richiamò.

 

L'altra si accorse della presenza di Ginny. I suoi occhi, incrociarono quelli di lei, in uno sguardo tutt'altro che allegro. 

 

"Che ci fai con le analisi di Luna in mano?" Le domandò pacatamente, avvicinandosi e togliendole dalle mani la cartella, sperando che non l'avesse ancora letta. La rimise al suo posto, ai piedi del letto. "Sai bene che non è consentito ai non addetti, di leggere le analisi." 

 

"Perché non ce l'hai detto, Ginny?" Le domandò cupa in volto. 

 

La rossa deglutì, portando un ciuffo sfuggito alla treccia dietro le orecchie e facendo sparire dal volto, qualsiasi traccia di felicità. "Le hai lette... allora." Hermione annuì solamente. "Non potevo. Mi dispiace, ma proprio non potevo. Dovevo aspettare di informare Luna stessa, prima di dirlo a voi."

 

"Quindi... vuoi dire che neanche lei sa...?"

 

La ricercatrice scosse la testa. "No, ancora non sa niente..."

 

La ragazza dai capelli ricci, afferrò una mano dell'amica. "Mi domando come reagirà..."

 

 

Continua…

 

 

Tadan!! ^^ Ecco a voi il terzo capitolo!! Sì, sì ok, lo ammetto. Come aggiornamento non è stato affatto velocissimo. Però le cose son 2:

1- ho finalmente riacquistato completa ispirazione per questa storia, quindi prometto di sbrigarmi per i prossimi capitoli, in modo tale da averli già pronti e da poterne mandare uno alla settimana.

2- ho talmente tante idee in mente, che spesso interrompo questa storia, per dedicarmi ad una oneshot. E sì, lo so che non dovrei, ma è più forte di me =°

 

Dunque... *Luna riflette su cosa doveva dire, quando un'immagine le passa davanti agli occhi* 

"P-P-P...Potter... ah Di-Dissennatori!! Uhhhhhh" 

Ahhhh =O°°°°°°°°°°°°°°° <- bava di Luna, con faccia orgasmosa, mentre ripensa alla scena in cui Draco sfotte Harry (e scusatemi, ma quel citrullo, da bravo genio si volta pure -.- cioè ma di solito la sente la presenza dei Dissennatori, che cacchio ti giri a buffo? -.-'')

E come dimenticare la scena, in cui Draco chiede come aprire il libro Mostro dei Mostri e Hagrid gli dice di accarezzarlo sul dorso *.* e lui con quella bella manina (con tanto di anello), e faccina da sbavo/stupro immediato, accarezza il libro (schifo -.-). Ma accarezza me!!! Ti faccio da libro, ti faccio!!! *.* Ok, calma, riacquistiamo un contegno. Sì, per chi non lo avesse capito ho visto Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, ma siccome sono ancora "fresca fresca" di visione, preferisco non commentare adesso e vi rimando al prossimo capitolo!! (Draco!! Draco!! Molla quella squinzia di Pansy-vaccatotalechehafattolacuradimagrantenelfilm-Parkinson!! NdLunaCheCorreACercarlo)

 

Ma passiamo ora ai fedelissimi lettori della mia storia, che lasciano sempre un commentino e tanta gioia nel mio cuoricino di perfida assassina smaciullaossa =° Grazie, vi adoro, sono così commossa che sarei tentata di risparmiare la vita di qualcuno (escludiamo a priori la famiglia Lestrange, altrimenti muoio io -.-), ma... ho detto "sarei"... quindi andiamo avanti!! ^^

 

Marcycas - The Lady of Darkness: ottima domanda!! Per quale motivo, Draco dovrebbe ubbidire a Beatrice? Eh... beh teoricamente perché la nostra squinzietta Lestrange, sa una cosa -come anche lui, ovvio- che se venisse fuori e giungesse all'orecchio di qualcuno... beh va beh, ti lascio immaginare il seguito. Ora... quel qualcosa è abbastanza ovvio, se riesci a ricordare in quale punto della storia -precedente- hai incontrato Beatrice la prima volta ^^ (Ovviamente tutto questo discorso -mega aiutone- era per Marcycas) Passiamo a te, Lady, ciccina di zia Luna... [Luna afferra bacchetta] No, tesoro, stavolta non mi scappi. La ramanzina te l'ho fatta, la tiratina di orecchie pure, ci decidiamo a partorire questa scena Rose/Draco o devo farti preparare un altro McNair da gustare? Ricorda, che dopo il primo, c'è il LadyBurger... [Luna lancia sguardo complice a Draco che continua a macinare carne] Alla prossima =***

 

Angele1987: sono davvero contenta che ti piaccia la mia storia, proprio felice sì ^^ Però non me la associare a BAWM, perché mi sento eretica ^^'' Il momento in cui la mia piccola FF sarà al pari con quella di Sunny... (il cielo si aprirà, le acque si divideranno... bla bla bla NdDraco Grazie per la fiducia NdLuna)... dunque... insomma... oh!! Basta scervellarsi, non accadrà mai!! Sunny è Sunny!! =D Grazie dei complimenti e continua a seguirmi!! ^^

 

BlackMoony: scene di battagliaaa :O°°°° eh beh io adoro le scene di battaglia, specie se i miei cari auror possono mandare all'altro mondo qualche MangiaMorte, o torturarlo ben bene. Per quanto riguarda Beatrice, ho come la vaga impressione (vaghissima!!! NdRyta) che stia un po' sul cazzo a tutti!! Chissà perchè poi!! ¬_¬

 

Selphie: lo spero vivamente anche io, a dirla tutta. Anche se ammetto che in un primo momento, visto che il mio stile di scrittura è un po' cambiato, ho rischiato di rovinare il sequel per mancanza di tempo/voglia/ispirazione, adesso sono pronta a rimboccarmi le maniche, sperando di esaudire fino in fondo le tue aspettative ^^

 

Ryta Holmes: "Immobilus!!" Luna guarda soddisfatta Ryta, inerme sul letto. "La prossima volta sarà una Pastoia Total Body, se non la smetti... chiaro?!?" Il perché Draco, non sia corso ad aiutare Luna... beh, lo hai capito da sola, leggendo questo capitolo che ho appena mandato, sorpresa sorpresa!! -.- Per quanto riguarda Beatrice, ride bene chi ride ultima (Beatrice per Merlino non ridere, sembri la Marini!! NdHarry O.O'' e te ora che ci fai qui dentro!! Fila via!! NdLunaDisperata) e carissima, non intendo certo farle il solletico o raccontarle una barzelletta, no no!! ^^ Vuoi darmi una mano?... ah già tu hai qualcun altra a cui pensare!! ^^

 

Vale: addirittura? O.o Beh ma no dai!! Son contenta comunque che ti piaccia e spero, visto che ho ritrovato ispirazione/interesse per questa storia e ho intenzione di dedicarle molto più tempo e attenzione, che continuerai a dirmi come ti sembra, se ci sono miglioramenti o peggioramenti ^^

 

Sunny: *.* oddio *.* ma allora mi segui anche il sequel!! Sono davvero felice!! Ok, ammetto che potevo fare di meglio nei primi capitoli, lo dico io per prima, però ho intenzione di rimediare assolutamente, perché -strano ma vero- sono parecchio soddisfatta del mio nuovo stile di scrittura, e quindi ci tengo ^^ Fammi sapere come procederà =D

 

Lynn Wolf: uha!!! Sì suonagliele Lynn!! Coraggio!!! FIGHT!! [Luna riporta l'attenzione ai lettori, che la guardano come se fosse impazzita] Ahem... scherzavo!! Cioè... per Beatrice no, ovvio, ma Draco :\ Un po' mi dispiace... UN PO'!! -.- Comunque, ti consiglio di seguire bene il seguito del sequel, perché come ti ho già anticipato, tornerai a farla da padrona, tra un po'... ghegheghe XD

 

Prossimo capitolo: "Ciò che non ci saremmo mai aspettati" <- paura eh? =P

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, fatemi un regalo di compleanno in ritardo (era il 3 -.-) e recensite!! =D

Ah!! E date un'occhiata a "Strade", la mia prima OneShot su HP, e non l'ultima ^^

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Capitolo 4
*** - Ciò che non ci saremmo mai aspettati ***


4

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 4

 

CIO' CHE NON CI SAREMMO MAI ASPETTATI

 

Ginny sedette stancamente su una sediolina in metallo, posando i gomiti sul tavolino della sala ristoro del St. Mungo. Il suo turno era terminato e lei aveva finalmente potuto liberare i capelli dalla treccia fastidiosa, lasciandoli respirare sciolti sulle spalle. 

 

Sospirò affranta. 

 

Avevano sottoposto Luna a nuove analisi, per verificare se ciò che era emerso dalle precedenti, fosse tutto esatto. Non c'erano dubbi. Il Medimago che si occupava della sua amica, le aveva assicurato che lo shock da Cruciatus, sarebbe svanito in breve tempo, qualche settimana al massimo. Per il resto... per il resto bisognava attendere che la paziente si riprendesse del tutto, toccava a lei decidere come operare. 

 

Il dottor Wolf le aveva domandato se ci fosse nessuno, tra il gruppo battlemage, in grado di aiutare la giovane McPhee nella ripresa. Il suo primo pensiero era stato Harry, ma sapeva in cuor suo di aver pensato a lui, solo per non dover ammettere che l'unico aiuto veramente utile a Luna, era Malfoy. Peccato che il biondino... fosse finito chissà dove. 

 

Se già prima, non lo sopportava, adesso iniziava a detestarlo seriamente. Non solo permetteva a quella squinzietta della Lestrange di lanciare Crucio a ripetizione sulla sua amica, ma la abbandonava là, in un letto d'ospedale, infischiandosene delle sue condizioni di salute. Ah! Ma sarebbe tornato prima o poi, e così come era sicura che Harry e Ron -su tutti- gliel'avrebbero fatta pagare, era altrettanto certa che lui stesso si sarebbe pentito della sua azione!

 

Il ciondolo arancione, simile a quello in dotazione agli Auror, brillò. "Signorina Weasley, c'è un'emergenza al pronto soccorso."

 

Ginny afferrò in mano il ciondolo trasmettitore magico e lo portò alle labbra. "Che succede? Di che si tratta?"

 

La voce dell'infermiera di turno alla reception dell'ospedale, stavolta, arrivò disturbata. "bzzz  sua amica... bzzzz malore!" 

 

"Come? Anne ripeti!! Non si sente niente!!..." Chiese concitata. 

 

"bzzzz sua amica... bzzzz Wolf! bzzzzzzz avuto un malore!" 

 

Lynn... 

 

* * *

 

L'antro più ampio e tetro di Villa Malfoy, brillava illuminato da poche torce, appese alle pareti di pietra nuda e da alcune candele, sospese in aria grazie ad un incantesimo. L'aria era irrespirabile, un odore acre di chiuso e sporco stordiva i sensi dei presenti.

 

Lord Voldemort sedeva, come sempre, al centro del salone, attorniato dai fedelissimi seguaci incappucciati. Alla sua destra, seduta su uno scanno più passo, Beatrice; il suo volto freddo e austero, tradiva qualche emozione solo quando i suoi occhi, incrociavano quelli argentei della sua preda, poco distante da lei, in prima fila, in attesa -come gli altri- di udire il perché di quella convocazione urgente per tutti.

 

"Ho appena messo a punto il nuovo piano, miei fedeli Mangiamorte." Incominciò il grande Signore Oscuro, con voce bassa e sibilante. "Purtroppo, solo alcuni di voi, potranno godersi il divertimento principale questa volta, ne sono spiacente."

 

Un lento mormorio si levò dalle file di incappucciati, con molta probabilità scontenti della decisione del loro padrone, ma non abbastanza stolti da rivelare i loro pensieri. 

 

"Tranquilli, tranquilli." Intervenne di nuovo il potente mago oscuro, sedando gli animi. "Come sapete, è mia precisa intenzione far sì che tutti abbiate modo di fare la vostra parte. Ragion per cui, ho deciso, che mentre alcuni prescelti si occuperanno di nostre vecchie conoscenze, voi altri, vi diletterete nell'uccidere un po' di babbani... giusto per depistare l'attenzione di quegli sciocchi battlemage!" 

 

Il mormorio sembrò mutare tono. 

 

Draco si fece avanti, chiedendo il permesso di parlare. "Mio signore." Si inginocchiò. "Posso domandarvi chi sono questi... 'prescelti'?" 

 

Il Signore Oscuro sorrise malevolo. "Tutto a suo tempo, giovane Malfoy. Sappi che tu sei tra di loro e che il tuo obiettivo sarà quell'insulsa sgualdrinella, di cui tempo fa ti sei rifiutato di occuparti." 

 

Sul pallido volto del giovane, si fece largo un sorriso compiaciuto. "Molto bene, mio Signore, vedrò di non deluderla."

 

"Inoltre..." Continuò il viscido mago, puntando gli occhi rosso sangue sul ragazzo. "Devi far sì che la nuova arrivata tra noi, si ambienti al meglio. Sono certa che Beatrice non avrà niente in contrario, non è vero, mia cara?" 

 

Il viso della giovane Lestrange si contrasse. Nonostante ciò, però, tacque e assentì, più per orgoglio, che per paura. Il suo sguardo gelido, percorse più volte le file dei Mangiamorte, tentando di individuare tra di essi, un volto nuovo, mai visto prima. Inutilmente. 

 

"Non angosciarti mia cara." La anticipò Lord Voldemort. "Non è tra di loro che troverai il nostro nuovo arrivo. Codaliscia la sta conducendo da noi, proprio adesso, sono certo che arriveranno a momenti e sono certo, che per il giovane Malfoy sarà una gradita sorpresa."

 

Le ultime parole, parvero turbare parecchio la mora, che raddrizzò ulteriormente la sua posizione sulla sedia, in un gesto impettito e sostenuto. Il mago oscuro, parve leggerle nella mente -e lei fu certa che l'avesse fatto sul serio-, poiché ghignò soddisfatto.

 

"Posso... domandarvi di chi si tratta?" Chiese Malfoy, incuriosito, ignorando lo sguardo inceneritore di chi aveva comprato la sua libertà e la sua vita. 

 

"M-mio S-Signore... h-ho portato la ragazza..."

 

La voce di Peter Minus, interruppe Voldemort, il quale -con una certa urgenza- fece segno ad un gruppo di incappucciati di scostarsi, per far passare la figura, avvolta dal mantello nero convenzionale. Questa si arrestò accanto a lui, facendo scivolare il cappuccio sulle spalle e sorridendo ai presenti nell'antro, proprio di fronte a lei. Draco spalancò gli occhi.

 

"Accogliete tra di vuoi, uno dei miei fiori all'occhiello... la signorina Parkinson." 

 

* * *

 

"Sto bene, davvero..." Insistette Lynn, mettendosi a sedere sul lettino della sala del pronto soccorso magico. "Ti prego, Remus, non guardarmi così... ti dico che ora è tutto apposto."

 

Il licantropo era a pochi centimetri da lei, in piedi, e le teneva una mano tra le sue, guardandola con rimprovero. "Lynn, sei un'incosciente. Ti pare possibile ridurti in queste condizioni per il lavoro?"

 

Lei abbassò il capo. Effettivamente, ammise a se stessa, doveva aver esagerato un pochino. No, forse un po' più di pochino. Da quando Remus era stato inviato in missione, lontano da Londra, lei si era buttata a capofitto nel lavoro. Si allenava costantemente e aveva intensificato l'addestramento delle reclute, mangiava molto poco e male, spesso accontentandosi di qualche tramezzino al bar, e dormiva ancora meno. 

 

"Hai ragione, scusa... non volevo farti preoccupare." Mugolò dispiaciuta, mordendosi il labbro inferiore. 

 

Remus scosse la testa. "Ahh Lynn! Ma cosa devo fare con te?! Hai quasi quarant'anni e ti comporti come una bambina, devi imparare ad avere più cura di te stessa." Sorrise.

 

La donna ricambiò, mostrandogli la punta della lingua. "E' inutile che mi fai la paternale, signor Lupin, quando sono stata mandata in Scozia a richiamare i miei genitori e mi sono assentata per una settimana, tu hai fatto la stessa identica cosa! Anzi, no, tu hai proprio smesso di mangiare!!"

 

L'uomo dai capelli castani, tendenti al biondiccio, rise di gusto. "Oh beh, da te non mi sarei certo aspettato tanto. Non credo che saresti capace di smettere di mangiare, neanche se fossi colpita da una profonda depressione!" 

 

A Lynn, sfuggì un borbottio imbarazzato.

 

"Concordo con Remus!" Affermò una voce alle spalle dell'Auror. 

 

Lynn si coprì la bocca con entrambe le mani e spalancò gli occhi, quel giorno di un bel verde scuro. "Oh per tutti i maghi!! Jonnhy!!" Balzò giù dal lettino e in pochi passi lo raggiunse.

 

L'uomo, fissò sua sorella dall'alto del suo metro e novanta, abbondante, mentre tentava di saltare per raggiungere il suo collo per abbracciarlo e lo supplicava di abbassarsi. Piegò il busto in avanti a la strinse a sé. "Sorellina..."

 

"Oh Jonnhy, neanche immagini quanto mi sei mancato..." Mormorò staccandosi dall'abbraccio fraterno e guardandolo con gli occhietti lucidi per l'emozione. 

 

Jonathan Wolf le scompigliò i capelli castani. "Smettila di chiamarmi con quel nomignolo, tappetta. Ho quasi cinquant'anni, non posso più farmi chiamare come un ragazzino!" Alzò lo sguardo verso l'altro uomo nella stanza, sorridendogli cordiale. 

 

"Remus, è un piacere rivederti... come stai?" Gli domandò, avvicinandosi e stringendogli una mano, in segno di saluto. 

 

"Uhm... direi bene, se escludiamo il fatto che questo tornado in miniatura mi ha fatto scapicollare fino a qua, da Durmstrang, per colpa di una delle sue bravate." Affermò, sorridente. 

 

L'uomo guardò la sorella, con aria di rimprovero. "E' un santo Remus! Io ti avrei riempito la faccia di ceffoni!" Addolcì lo sguardo. "Scherzo... anche perché rischierei di prenderle, sul serio! Comunque sì, so tutto. Sono arrivato qualcosa come tre ore fa, e mi hanno detto che mia sorella era ricoverata al St. Mungo."

 

Nel mentre, una Guaritrice, piuttosto avanti con l'età, entrò nella camera della donna e la esortò a stendersi di nuovo, per agevolarla nel compito di misurarle per l'ennesima volta la pressione.

 

"E tu come stai?" Domandò Remus. 

 

"Non c'è male, diciamo." Fece l'uomo con tono piatto. "Il mio giornale mi ha spedito qua, vuole che collabori con la Gazzetta del Profeta, sai com'è... l'Inghilterra è il nucleo centrale della guerra contro Colui-che-non-deve-essere-nominato... e poi a quanto ne so, devo sostituire una collega, che è entrata a far parte del vostro Corpo!"

 

Il licantropo sorrise, ma una vocina alle sue spalle lo distrasse dai pensieri.

 

"Reeemus..." Lynn era seduta sul lettino d'ospedale, col broncio bambinesco e gli occhioni lucidi lucidi. 

 

"Che ti succede, tesoro?" Le domandò, facendosi più vicino e prendendole una mano tra le sue. "Ti senti poco bene? Sei stanca? Hai ancora dolori?"

 

La donna ridacchiò. "Ho fame! E' quasi un'ora che non mi danno cibo...  ho atroci fitte allo stomaco!! Pietà..." Fece, assumendo una posa teatrale, con mano spiaccicata sulla fronte e sguardo sofferente.

 

Jonathan scoppiò a ridere, battendosi una mano sulla fronte. "Ok, ok, vado io a prenderle qualcosa da mangiare..."

 

"...ma no dai! Non vi vedete da tanto, avrete mille cose da dirvi!!" 

 

"Remus, tranquillo, resterò per parecchio qua a Londra, avrò molto tempo da passare con la mia sorellina... o almeno... si spera..."

 

* * *

 

Non appena la riunione fu terminata, le fila di Mangiamorte si ruppero, e numerosi incappucciati si riversarono nel salone principale di Villa Malfoy, discutendo degli ordini appena ricevuti. 
Draco raggiunse una raggiante Pansy, ferma sulla soglia del portone in quercia, da cui si accedeva all'antro del Signore Oscuro, mentre quest'ultimo, lanciava occhiate compiaciute a Beatrice, seduta con postura rigida sul suo scanno da "braccio destro". 

 

"Parkinson..." La salutò con poco vigore, fermandosi a pochi passi da lei. Non che le piacesse particolarmente vedere la sua ex, nonché compagna di Casa, ma almeno tutto questo giocava a suo favore, dal momento che l'adorabile viziata Lestrange, si stava rodendo dalla gelosia in religioso silenzio, a non troppa distanza da loro. 

 

Gli occhi scuri di Pansy brillarono. "Malfoy..."

 

"Via via, cosa sono tutti questi formalismi?" Domandò, quasi ripensandoci il biondino, avvertendo distintamente un paio di fari verdi incandescenti alle sue spalle. "E' vero, non ci siamo lasciati troppo bene, ma non vedo il motivo per cui portare ancora rancore... se non erro, adesso perseguiamo lo stesso obiettivo, giusto?"

 

La ragazza ghignò, scostandosi una ciocca lunga e castana dietro le orecchie. "Draco, Draco... non sono più la svenevole ragazzina che ti veniva dietro, implorante un tuo sguardo. Non c'è bisogno che fingi di fare l'amicone con me, solo per far ingelosire quella -indicò Beatrice, con un cenno della testa- so bene, anzi benissimo che 'state insieme'." Marcò bene le due ultime parole. 

 

"Non ti si può nascondere proprio niente, mia piccola Pansy, vero?" Chiese malizioso, incrociando le braccia al petto. "Sei la regina del pettegolezzo anche qui, in queste circostanze."

 

Pansy scosse la testa, divertita. "Oh no! Stavolta nessuna voce, Draco. Spiacente di deluderti. E' stato il mio attuale compagno, nonché Mangiamorte come te, ad informarmi della cosa... pensava che io, avessi ancora dell'interesse per te."

 

Il biondino parve incuriosito e continuò a discutere, ignorando di nuovo lo sguardo tagliente di Beatrice. "E... chi sarebbe il tuo attuale compagno, Pansy? Tiger? O forse Goyle? Ricordo che aveva una cotta per te, ai tempi di Hogwarts."

 

La ragazza scosse la testa boccolosa, sorridendo. "Oh no! Cosa vai a pensare! La mia famiglia, dopo il tuo tradimento, ha pensato bene di promettermi in sposa a Theodore Nott e... devo ammettere che il nostro rapporto funziona perfettamente, sempre meglio di come andava quando stavamo insieme noi."

 

Draco tacque per qualche istante, rivolgendole poi un ghigno. "D'accordo, mi sembra inutile quindi, chiederti se vuoi fare un giro della Villa con me e magari fermarci a prendere una burrobirra, in ricordo dei vecchi tempi..."

 

Pansy parve pensarci un po' su. "Mhm... se è solo per una burrobirra si può fare, Draco... non credo che Theodore abbia niente in contrario."

 

Il ragazzo incappucciato sorrise compiaciuto.

 

La voce di Beatrice, si levò nel salone. "Zietto!!!"

 

Draco si voltò, credendo di incrociare gli occhi grigi di suo padre. Quando guardò alle sue spalle, però, si ritrovò davanti un paio di occhi azzurri -quasi blu- tremendamente gelidi, immersi nell'oscurità. 

 

"Oh! Horatius... che piacere rivederti, era un po' che non ti facevi vivo." Fece Voldemort, con sottile contentezza, mista a noia. 

 

La moretta scese dal sedile, andando incontro all'uomo, che l'abbracciò, sorridendo appena. "Piccola, è un bel po' di tempo che non ci si vede, come stai? Passata la crisi post-Azkaban?"

 

Beatrice arricciò il nasino, ancora tra le braccia dello 'zietto'. "Oh mai avuta una simile crisi, zio. I dissennatori non possono nulla contro la tenacia dei Lestrange."

 

Pansy posò le mani sui fianchi, guardandola torva. "Ma se tua madre è impazzita..."

 

Draco pensò bene di salvare la pelle della sua vecchia conoscenza, spingendola nel salone antistante quello in cui si trovavano e sussurrandole "Ci vediamo dopo, aspettami alla Testa di Porco." La ragazza si allontanò, scoccandogli un'occhiata stupita. 

 

"Draco, tu non conosci zietto, vero?" Chiese la mora, col suo solito tono che voleva sembrare suadente. L'uomo scostò lo sguardo sul biondino. Uno sguardo gelido. 

 

Il ragazzo rabbrividì, cercando di mantenere il suo innato contegno. "No, non ho avuto il piacere. Ho un altro zio, dunque?" 

 

"Oh no no no!" Fece lei, con una risata argentina. "Lui non è nostro zio naturale, Draco. Lui è Horatius McPhee, è amico di zio Lucius e di papà dai tempi di Hogwarts. Per questo lo chiamo 'zietto'!" 

 

A Draco si gelò il sangue nelle vene. McPhee. Ciò significava che il padre di Luna era vivo e per di più, era di fronte a lui. 

Una domanda, più di altre mille, pulsò nella sua mente. Se il padre di Luna McPhee era vivo, e a quanto sembrava, frequentava anche la cerchia di Mangiamorte di Lord Voldemort, come aveva potuto acconsentire ai numerosi tentativi dei suoi colleghi, di far fuori la figlia?

 

"Avrai tempo, giovane Malfoy... " Incominciò l'uomo, gelandolo nuovamente con gli occhi cerulei, quasi gli avesse letto nella mente. "...di fugare ogni tuo dubbio."

 

* * *

 

SBAM

 

La porta della stanza d'ospedale si spalancò di colpo e un attimo dopo, un ciclone in gonnella, si precipitò all'interno, con aria trafelata e sguardo stravolto.

 

"Lynn!!" Urlò la mora, gettandosi sull'amica, seduta sul lettino e afferrandola per le spalle. "Come stai? Tutto bene? Che ti è successo? Che hanno detto i medici? Che hai?"

 

La licantropa la guardò storta, stringendole i polsi e allontanandola da sé. "Ehi ehi, calma, altrimenti tutto quello che non ho, me lo farai venire tu con la tua delicatezza!!"

 

"Ah... ehm... scusa." 

 

Ryta si sistemò la gonna del tailleur, sedendosi su una sedia di fronte al lettino e sorridendo a Remus, che aveva preso posto accanto alla 'malata'. 

 

"Non ho niente, tranquilla." La rassicurò Lynn, agitandole una mano davanti al volto. "E' stato solo un malore dovuto al poco riposo..."

 

"...e al poco mangiare, e al nervoso... sì, sì lo sospettavo, è stata la mia prima paura, quando ho saputo che Remus era stato mandato in ricognizione a Durmstrang, ma speravo di sbagliarmi."

 

"Non ti sbagliavi, a quanto pare... la nostra Lynn è ancora una diciottenne irresponsabile." Esclamò la voce di Sirius alle sue spalle. Ryta non si voltò nemmeno. Lynn sorrise forzatamente, non perché ce l'avesse con l'amico, ma solo per la battuta che aveva appena lanciato. 

 

Lupin sorrise all'amico, guardandolo mentre si appoggiava con la spalla allo stipite della porta, in una posa rilassata. "Ehilà, vecchio mio! Finito il turno d'ispezione al Ministero?" 

 

Sirius sbadigliò. "Oh sì, due palle che non ti immagini! Ma cosa credono? Che Voldemort si nasconda tra le scartoffie dell'archivio? O nei sotterranei della zona X? Andiamo... è una cosa ridicola!"

 

Ryta scoppiò in una risata cristallina, per poi voltarsi e guardarlo in cagnesco. "Imbecille!! Sai bene che il pericolo non sta nel fatto che Voldemort possa nascondersi nel Ministero, ma che ci sia qualche incantesimo spia, o peggio qualche congegno babbano che gli permetta di sapere troppe cose! Inoltre... sai bene che possono esserci infiltrati!"

 

"Oh oh, vedo che il caratterino della piccola Falck, non ha abbandonato neanche la splendida donna che è diventata..." Disse una voce profonda e calda. 

 

L'Auror Falck sgranò gli occhi, trovandosi di fronte il primo ragazzo, di cui si era presa una cotta, ai tempi di Hogwarts. Jonathan Wolf. "Jo-Jonathan..."

 

"In persona, mia cara..." Fece lui, allargando le braccia. Si avvicinò con passo leggero, posando sul comodino della sorella quattro tramezzini e una bottiglietta di succo di zucca. 

 

"Che... che ci fai qui?" Tartagliò lei, posandosi una mano sulle labbra; negli occhi, ancora, tutta la sorpresa che non riusciva a mascherare. Sentì chiaramente il cuore farle un triplo salto mortale e fu terrorizzata dall'idea di arrossire più di quanto già non lo fosse. 

 

Jonathan le rivolse un sorriso malizioso. "Oh, il piacere è tutto mio, a quanto pare..."

 

Ryta scosse la testa. "Ma... cosa dici? Sono contentissima di rivederti!" Si alzò di colpo, gettandogli le braccia al collo. 

 

Lynn e Remus ridacchiarono, notando l'espressione beota sul viso dell'amica e quella furente, chiaramente evidente su quello di Sirius. Non si era mosso di un millimetro dall'entrata della stanza ed era diventato paonazzo, mentre stringeva le mani a pugno e digrignava i denti. Non ne erano sicuri, ma era probabile che tremasse, anche. 

 

"Jonnhy, hai un effetto devastante sulla mia amica." Incominciò l'Auror Wolf. "Quindi, dal momento che tra meno di mezz'ora deve riprendere il suo turno, ti spiacerebbe lasciarla andare, cosicché possa riprendere la forza nelle gambe, che sembrano di burro fuso?"

 

* * *

 

Dall'altra parte del St. Mungo, invece, la calma sembrava regnare sovrana. Tutti i ricoverati più o meno gravi, riposavano tranquilli. 

 

"CHE COSA?!" 

 

Un urlo, aveva invaso quel silenzio rilassante che si era creato nel corridoio B del reparto "Shock Magici". Nella camera 101, al secondo piano, una ragazza dai capelli neri, stringeva convulsamente le lenzuola tra le mani, scuotendo la testa in segno di diniego e continuando a fissare l'amica, col camice da guaritrice, con aria di supplica. Un'altra ragazza, dai capelli ricci e ribelli -l'autrice dell'urlo-, stava in piedi diritta davanti all'infermiera. 

 

"N-non è possibile... " Aveva semplicemente replicato, invece, la mora. "I-io non posso... no, non posso..."

 

La ragazza dai capelli rossi, aveva scosso la testa, con un'aria mista tra l'allegria e la mortificazione. "Mi spiace, l'esito delle analisi e degli incantesimi fatti su di te, conferma che è proprio così. Luna, davvero... non so che dire..."

 

Hermione si passò una mano tra i capelli, scoppiando in una risata isterica. "Ok, ragioniamo. " Si bloccò, colta da un'altra risatina. "Ginny, hai controllato bene gli esami del sangue? Delle urine? I raggi? L'incantesimo rivelatore?"

 

L'amica annuì. "Non c'è alcun dubbio, purtroppo." Aveva abbassato il capo.

 

C'era stato qualche minuto di silenzio, nervoso, teso, durante il quale solo il lieve rumore dei loro respiri e quello un po' più forte di persone che andavano e venivano all'esterno della camera, aveva riempito l'aria gelida del momento. 

 

"Ehi Luna!" Aveva esclamato la voce di Harry, entrato in quel momento con Ron al suo fianco. Entrambi avevano l'aria sorridente e gioviale, ma erano anche visibilmente stanchi, segno che cercavano di portare un po' di allegria all'amica. "Come ti senti og-... ma che succede?"

 

Le tre ragazze erano rimaste nel loro mutismo. Hermione aveva fatto qualche passo e si era avvicinata alla finestra che dava sul cortile, posando le mani strette a pugno sul davanzale. Ginny si era tolta gli occhi, appendendoli al camice, e si era massaggiata gli occhi, mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento. Luna non parlava, stringeva ancora il lenzuolo tra le dita ed aveva l'aria sconvolta di chi ha appena ricevuto un pugno a sorpresa, in pieno stomaco. 

 

"Ginny... Luna... Hermione? Che vi prende?" Aveva chiesto Ron, compiendo qualche passo in avanti e precedendo Harry, fermo sulla soglia della porta. "Ci state spaventando."

 

La rossa parve l'unica in grado di formulare una frase di senso compiuto. "Sono... arrivate i referti medici di Luna, quelli... finali, dico."

 

L'Auror moro parve irrigidirsi. Oltrepassò la porta e si avvicinò all'amica, prendendole una mano -ancora stretta alle coperte- e guardandola preoccupatissimo. "Ehi piccola, che cos'è quel faccino? Andiamo, non sarà niente di grave, al giorno d'oggi tutto è curabile e tu sei sempre stata in grado di superare tutto..."

 

Luna alzò lo sguardo, incrociando quegli occhi -verdi e splendenti come i suoi-. Scosse la testa e chiuse le palpebre, respirando forte forte, per poi riaprirle. "Sono incinta, Harry."

 

Il ragazzo parve sconvolto dalla notizia. La guardò qualche istante, incredulo. "Non... cioè... Ginny -fece rivolgendosi alla ragazza- è... ha..."

 

Ginny annuì. "Sì, Harry e sì... abbiamo controllato tutti gli esami almeno una ventina di volte, ma è proprio così. Luna è incinta, è nel primo mese, ancora."

 

"Quindi... il padre..." Balbettò, cercando conferma negli occhi dell'amica bruna. "E'... Malfoy."

 

Dagli occhi di Luna scese qualche lacrima. "I-io... sì, Harry. Non... non ho dubbi al riguardo. E... e onestamente non so cosa pensare. Dovrei essere felice, al settimo cielo ed effettivamente lo sono, davvero, sì... lo sono, ma è tutto così improvviso, io e Draco non stiamo più insieme. Come... come credete che prenderebbe una notizia di questo tipo?" Si coprì gli occhi con entrambe le mani.

 

I presenti nella stanza si guardarono, totalmente ammutoliti e preoccupati. 

 

Ron le prese l'altra mano, dopo aver fatto il giro del lettino. "Ascolta, ascoltami Luna." La ragazza alzò lo sguardo, gonfio di lacrime. "So che è uno shock tremendo e posso immaginare che tu non sappia che pesci pigliare, ma davvero... qualsiasi decisione tu prenda, ricordati che indipendentemente da tutto hai noi. Capito?"

 

Luna annuì e accolse con gioia le coccole sui capelli, da parte di Hermione, che le sorrideva con apparente serenità, scambiandosi uno sguardo eloquente con Ginny. 

 

"Ehm... però... ora io dovrei dirlo a lui, vero?" Fece un po' titubante, abbassando gli occhi e posandoli successivamente su Harry. Questo, in risposta, prese un forte respiro, sentendo che di lì a pochi secondi, sarebbe arrivata l'unica domanda che non avrebbe mai voluto udire dall'amica. "ma... sapete dov'è?"

 

 

Continua…

 

 

Ed ecco a voi il quarto capitolo!! Puntuale eh? Eddai su... un applauso me lo merito, sono stata fedele alla promessa. Capitolo 3 pubblicato venerdì 11, capitolo 4 pubblicato venerdì 18, per fortuna che non è capitato di 17 -.-'''

 

Che casino eh?! E ora? Come faranno Harry, Ron, Hermione, Ginny e soprattutto quella povera, piccola Luna a riprendersi dallo shock? E come le potranno mai dire che Draco, il padre della creatura che aspetta, è tra i Mangiamorte? (Lo vado a riprendere con la forza e lo faccio ragionare a suon di sberle NdHarry  Giusto, amico!! Vengo con te!! Ti pare possibile che si sbatta quella troia di sua cugina?! NdRon  Ok, ok basta, altrimenti mi intervengono anche Lady, Lynn e Ryta e si scatena la 3° guerra mondiale... NdLunaRassegnata) 

Vi aspetto al prossimo aggiornamento ^^

 

Ma passiamo ora ai fedelissimi lettori della mia storia, che lasciano sempre un commentino e tanta gioia nel mio cuoricino di perfida assassina smaciullaossa =° Grazie, vi adoro, sono così commossa che sarei tentata di risparmiare la vita di qualcuno (escludiamo a priori la famiglia Lestrange, altrimenti muoio io -.-), ma... ho detto "sarei"... quindi andiamo avanti!! ^^

 

Marcycas - The Lady of Darkness: polvere eravamo e polvere ritorneremo! [NdLunaCheTentaDiConfortareDracoDopoLeMinacceDiLady] Eheheh ok, trip mentali a parte tuoi, che sai benissimo non posso nè smentire, nè confermare, diciamo che qualcosina c'è di mezzo. Cosa ha avuto Luna... ehm... credo che l'hai capito e mi spiace dire che, no... l'entrata di Draco nei Mangiamorte non ha niente a che vedere con la salute della sua ex fidanzata, tutt'altro, credo che ora incominceranno i casini (perché? Quelli che hai creato fino ad ora, come me li chiami? NdLady Zitta tu, che in quanto a casini stai messa peggio di me e non dimenticare ciò che devi fare NdLunaIncazzata Sembri tanto Beatrice quando dici ste cose NdLady Ma vuoi morire giovane?! NdLunaImbufalitaBacchettaAllaMano) Ti aspetto per il prossimo capitolo!! ^^ 

 

Angele1987: azie, azie!! ^^ Troppo gentile...!! Sono contenta che sia il mio stile, che la caratterizzazione dei personaggi ti piaccia. Di capitolo in capitolo cerco di dare il meglio, per far sì che la storia diventi sempre più interessante e meno noiosa =P per quanto riguarda le OneShot, diciamo che... presto avrai altro da leggere ^^

 

Eirinya: Effettivamente ancora non ho spiegato tutto, per non rovinare la scena, ma un piccolo riassunto lo posso fare. Silente convoca gli Auror migliori ad Hogwarts perché, rispetto al quartier generale, è un punto sicuramente più sicuro. Più difficile da attaccare. Per quanto riguarda le materie, devono farle, per un motivo che spiegherò più avanti ^^'' non ti rovino tutta la sorpresa dai! ^^ Sono contenta che ti piaccia, torna a leggermi presto =)

 

Ryta Holmes: Uhauhauhauhauha la scena della bava è entusiasmante, peccato che anche in questo caso ce ne sia una simile!! E cioè quando spunta il bel Jonathan-a-rischio-stupro-Wolf!! XDD Cerca di fare la brava bambina, Rytuccia adorata e aggiorna presto, altrimenti... potrei sempre decidere di farti tornare con Hayden ¬_¬ No, dai non sono così sadica, c'hai pure gli esami di mezzo... a proposito... IN BOCCA AL LUPO!! =*** 

 

Sunny:  Se si risolverà dici? (me schiva una Crucio di Ryta) Ehm... non lo so (me schiva una Crucio di Lynn) ci devo pensare!! (me schiva una Avada Kedavra combinata di Harry e Ron). Intanto la situazione non è delle migliori, effettivamente sì. Hai visto chi è tornato in scena? Il nostro caro Horatius! (che tu già conosci, visto che segui Preludio! ^^) Quant'è fiQo quell'uomo!! =D Va beh, dal momento che sto ancora sotto ispirazione, vado a continuare la storiella!! Fammi sapere se questo aggiornamento ti è piaciuto =***

 

Lynn Wolf: Ahh Lynn, Lynn [Luna scuote il capo, rassegnata] Non solo mi distruggi un intero capitolo [Luna ride, stile scarafaggio con l'asma...], ma mi ti senti pure male!! Per fortuna che adesso ci sono Remus e Jonnhyno a prendersi cura di te!! Sperando che... [Luna guarda i due abbracciati] Sirius non commetta una strage (ehhh l'invidia NdRyta Ma che invidia e invidia zitta te!! NdSirius Piantatela!! Non si litiga pure nei commenti!! NdLunaConLaBacchettaIlluminataPericolosamenteDiVerde) e che quei due non facciano troppo gli smelensi. 

 

Prossimo capitolo: "Una situazione spinosa" <- e quando mai XD

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

Ah!! E date un'occhiata a "Strade", la mia prima OneShot su HP, e non l'ultima ^^

P.S. Avviso i gentili lettori che 'finalmente' è stata aggiornata "Preludio" =D Buona lettura!! ^^

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Capitolo 5
*** - Una situazione spinosa ***


5

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 5

 

UNA SITUAZIONE SPINOSA

 

Gli ultimi raggi di un pallido sole primaverile, sparivano dietro nuvole rosa. Una luce arancione, rischiava lo spogliatoio maschile, immerso nel più totale silenzio. Le ombre degli armadietti, disposti in fila al centro dello stanzone, alternati da serie di panche, si stagliavano sul pavimento di squallida plastica.

 

Harry sedeva davanti al suo, le braccia abbandonate sulle ginocchia, le mani congiunte e il volto basso. Meditava. E sì che ormai tutti sapevano che quando doveva pensare a qualcosa, qualcosa di importante s'intende, doveva essere lasciato in pace. Da solo. 

 

Non fu di questo avviso Sirius, che irruppe qualche minuto dopo nello spogliatoio, con aria scocciata e palesemente pronto a fargli ciò che in quel momento, lui proprio non voleva ascoltare: l'ennesima paternale. 

 

"HARRY JAMES POTTER! PER LA MISERIA, COSA CAZZO ASPETTI A INCOMINCIARE AD ALLENARTI COME TUTTI GLI ALTRI?!" Gridò furibondo l'uomo.

 

Ecco, è finita la pace...

 

"Arrivo, arrivo..." Cercò di rassicurarlo, frettolosamente, alzandosi dalla panca e aprendo l'armadietto. Tirò fuori una fascia e un paio di scarpe da ginnastica. Avrebbe dovuto aspettare la sera, ad Hogwarts, per riuscire finalmente a pensare come conven...

 

"ARRIVI? E' mezz'ora che i tuoi compagni si stanno allenando, Harry!! Sei un capitano, hai il mio stesso grado, è vero, ma ricordati che in quanto ad anzianità sono un tuo superiore e quindi vedi di obbedire e rispettare l'orario delle mie lezioni." Sbraitò, distraendolo di nuovo dalle sue riflessioni.

 

Harry lo guardò storto. "Ho detto che sto arrivando, Sirius! O non ci senti? E d'accordo, farò più attenzione ad arrivare puntuale, scusa tanto se in questa situazione di merda, voglio fermarmi qualche minuto a riflettere, minuto che... visti gli orari di addestramento e i turni di guardia, non riesco a trovare mai!!"

 

Sirius sbuffò. "D'accordo ascolta, so benissimo cosa stai passando, ok? Posso sembrare insensibile, privo di pensieri... ma so cosa ti frulla in quella testa! Ora... cerca di metterti nei miei panni! Non puoi assentarti dalle mie lezioni di potenziamento fisico, capisci? Ci sono un sacco di persone e tu sai a chi mi riferisco, senza che faccia i nomi, che non perdono occasione di affermare che faccio favoritismi nei confronti del mio figlioccio." 

 

Il ragazzo si coprì il volto con una mano. "Dimmi una cosa..." 

 

"Cosa..." Lo esortò l'uomo, avendo notato un'incrinatura di voce non del tutto normale. 

 

"Per quale cazzo di motivo, dobbiamo sopportare tutto questo? Perché? Cosa abbiamo fatto di male? Eh?" Ringhiò il moro, dando un sonoro pugno all'anta del suo armadietto, facendola chiudere con uno scatto netto e deciso. 

 

"Non lo so." Rispose semplicemente l'allenatore, sedendosi sulla panca su cui si trovava poco prima il ragazzo, avendo capito dove volesse andare a parare con quel discorso. "Non credo a chi dice che è perché nel mondo vivranno sempre bene e male e che la luce deve sconfiggere l'oscurità. Credo che sia per quella cosa che tutti chiamano 'destino' e che questo sia il nostro."

 

"Un bel destino di merda, che abbiamo!" Rincarò Harry, sorridendo istericamente. "Noi, comuni mortali con la fortuna o sfortuna che dir si voglia di essere maghi, chiamati Auror, lottiamo contro il nemico cattivo e vediamo i nostri cari decimarsi, rischiare la vita ogni giorno, soffrire per cosa? Per un fottutissimo figlio di puttana che pretende di 'purificare' il mondo magico da maghi non degni e da... me."

 

Tacquero entrambi, aspettando che un paio di battlemage, entrati in quel momento per posare le sacche, uscissero, sbattendo la porta. L'aria era gelida, sebbene fosse una limpida sera di primavera. Tutto in quello stanzone sembrava più freddo e niente, pareva trovare una giustificazione ai mille perché di Harry. 

 

Il giovane Potter sospirò, sfregandosi gli occhi verdi con il polso, nel tentativo di cancellare quella traccia di lucidità che avevano assunto. "Come... avrebbe agito, mio padre? Cosa avrebbe fatto o detto? Come mi avrebbe consigliato?"

 

Sirius piegò le labbra in un sorriso amaro, scosse la testa e guardò il suolo per qualche istante, prima di alzarsi e posare una mano sulla spalla di quello che, ormai, considerava suo figlio. "Ti avrebbe detto di non lasciarti scoraggiare mai, perché i Potter sono i migliori e non si devono arrendere davanti a nessuno (il ragazzo si lasciò sfuggire una risatina). Ti avrebbe consigliato di proteggere le persone che ami, quelle che stanno accanto a te sempre, nei momenti migliori e in quelli peggiori. E probabilmente avrebbe aperto il culo a me, in privato, per averti trascinato in questa situazione..."

 

Due lacrime scesero sulle guance di Harry e un sorriso illuminò il volto incupito. "Non voglio che... i miei amici rischino la vita. Sono stufo di vederli subire per causa mia. Hai visto in che condizioni si è ridotta Luna? E Hermione... è sempre più stressata! Per non parlare di Ron, che ormai cova talmente tanta rabbia, da poter uccidere a mani nude il primo Mangiamorte che gli passa davanti..."

 

"Oddio, non credo che questo sia così tremendo!" Ridacchiò l'altro, tornando di colpo serio. "No, scherzi a parte, so perfettamente cosa vuoi dirmi. Noto che in tutto questo dimentichi la piccola Ginny, anche lei fa parte del gruppo, giusto? Rischia di meno, ma credo che sia quella di cui ti importa maggiormente, sbaglio?"

 

L'Auror lasciò cadere le scarpe per terra, dirigendosi verso uno dei finestroni che davano sul cortile esterno. Sospirò, passandosi una mano sulla cicatrice a forma di saetta. "Lei è quella di cui mi preoccupo di più. Neanche immagini quante volte sono stato tentato di lasciarla libera, Sirius. Eppure egoisticamente ho voluto averla ancora al mio fianco, di nascosto a molti, facendole rischiare la vita. Che stronzo, eh?"

 

Il patrigno lo guardò addolorato, scotendo la lunga chioma nera e prendendo a fissare i pantaloni di rayon neri, dotati di tasconi laterali, che si stavano bagnando delle gocce di sudore che scendevano lungo il collo abbronzato, andando ad impregnare anche la canotta di cotone verde militare. 

 

"Non sei uno stronzo Harry." Mormorò una voce alle loro spalle. 

 

Il ragazzo, interpellato, alzò lo sguardo e si voltò, incrociando gli occhi verdi e tristi di Luna. Indossava la divisa da Auror. Come sospettava... non aveva perso tempo e si era subito rimessa al lavoro, in servizio, nonostante le sue condizioni non glielo permettessero. 

 

"Che ci fai tu, qui?" Domandò secco, Sirius. "Sei ancora convalescente, non dovresti essere ad Hogwarts, a riposare?" 

 

Luna parve infischiarsene altamente, continuò a guardare il suo amico dritto negli occhi. "Non darti pena, Harry. Sei innamorato e la vuoi al tuo fianco. Non è un errore, anche se io sono la persona meno indicata a farti questo tipo di discorso..."

 

"Non dire così..." La tranquillizzò lui, sorridendole cordiale e avvicinandosi per sfiorarle poi una guancia bianca. 

 

La ragazza lo guardò con amarezza. "Ho imparato una cosa nell'ultimo anno e mezzo. Quando nasci destinata a soffrire, hai due sole possibilità: farlo da sola o farti aiutare da qualcuno... perché in ogni caso soffrirai lo stesso. Sai... credo di aver sbagliato scelta."

 

"Co-cosa vorresti dire?" 

 

"E' colpa mia se sono finita all'ospedale in quelle condizioni, non tua." Fece con tono risoluto e deciso. "E' mia la colpa di come stanno andando le cose, anche, non puoi accollarti tutte le responsabilità. Voldemort non cerca solo te, o meglio, c'è qualcun altro che cerca me. Strekon e Falck già lo sanno, come lo stesso Silente. E... ed è... tutta mia la..." Harry sgranò gli occhi.

 

"...no, non hai altre colpe, Luna... nessun altra colpa, capito?" Le gridò contro, scuotendola per le spalle, sotto lo sguardo apprensivo di Sirius. 

 

"Invece sì..." Bisbigliò, quasi non avesse fiato in corpo. "Non fare il mio stesso sbaglio, Harry, non farlo. Non allontanare Ginny, o quando ti renderai conto dell'errore che hai fatto, anche involontariamente, sarà troppo tardi e magari sarà lei a non volerti... e a commettere... qualche sciocchezza." Singhiozzò, coprendosi il volto con le mani. 

 

Il soldato annaspò, cercando più volte di prendere aria. "Tu... tu sai!"

 

* * *

 

I corridoi ampi e oscuri di Villa Malfoy, si illuminarono del tiepido calore delle torce magiche -appese ai muri di pietra nuda-, al passaggio del giovane padrone di casa. 

 

Draco Malfoy, camminava con fare spedito e sicuro, facendo ondeggiare il nero mantello da Mangiamorte sulle sue spalle, dal quale si intravedevano appena i jeans larghi e scuri e la maglietta in tessuto sintetico, dello stesso colore del mantello. A terra, risuonavano gravi e pesanti, i suoi passi, marcati dagli anfibi militari che indossava.

 

All'improvviso, si bloccò. I suoi sensi, sviluppati alla perfezione durante l'addestramento come Auror, lo avvertivano di una presenza alle sue spalle. Impugnò la bacchetta e si voltò, pronto. Percepì di nuovo quella sgradevole sensazione del sangue che gela nelle vene e ancora una volta, a provocargliela furono gli occhi azzurri e privi di emozione di Horatius McPhee, fermo a pochi passi da lui.

 

"Buonasera, giovane Malfoy." 


Draco sentì chiaramente un brivido scorrergli lungo la schiena, a causa del tono freddo e piatto utilizzato dall'uomo che aveva di fronte. La barba lievemente incolta, la pelle abbronzata, i capelli appena più lunghi del necessario e di un castano molto scuro e soprattutto le sopracciglia, disegnate in maniera spaventosa, gli conferivano un'aria da psicopatico. 

 

Riacquistò il sangue freddo tipico della sua famiglia e lo fissò. "Buonasera, McPhee."

 

Il tocco delle scarpe nere di Horatius sul pavimento si fece più vicino, fino a quando l'uomo non gli fu praticamente accanto. "Dove ti dirigevi con passo così... impaziente? Se non erro, queste camere, appartengono alle deliziose Mangiamorte..." Draco non batté ciglio. "...ma io sono certo che tu, ti stessi dirigendo nella stanza della mia graziosa Beatrice. Non è vero?"

 

"Se anche così fosse, non vedo cosa ci sarebbe di sbagliato. E' la mia compagna, lo sanno tutti." Ribatté atono, forse anche annoiato il biondino, osservando il punto in cui stava prima il Mangiamorte, che adesso gli girava intorno.

 

L'uomo si passò una mano sul mento, puntando gli occhi al soffitto, con aria pensosa. "La tua compagna, dici? Mhmhm ma a me risulta che la tua compagna, fosse mia figlia, Malfoy."

 

Draco si irrigidì. "Le risulta male. Dovrebbe aggiornarsi."

 

"Che caratterino, degno figlio di tuo padre." Sghignazzò con tono folle, l'altro. "Draco... Draco... qui le cose sono due, mio caro figliolo." Gli posò una mano sulla spalla, premendo sulla stoffa del mantello. "O hai davvero le idee confuse, oppure qui qualcosa non quadra... ricorda, puoi prendere in giro il Grande e Potente Signore Oscuro quanto vuoi, ma non me."

 

Il biondino sorrise malevolo. "Oh, quale coraggio! Osa ritenersi superiore al mio Signore, dunque? E sentiamo... cosa può lei, che Lord Voldemort, invece, non può?"

 

La mano lunga e pallida di Horatius gli sfiorò la fronte. "La tua mente, Draco, per me è come un libro aperto. Qualsiasi tuo pensiero, idea, emozione, mi viene trasmesso istantaneamente e io avverto che adesso in te, c'è un timore che tu cerchi di-" Si interruppe e lo guardò, con una cupa soddisfazione nello sguardo. 

 

"Diceva?" 

 

McPhee sorrise sardonico. "Bene bene, vedo che riusciamo a controllare le nostre emozioni, giovane Malfoy. Sarà molto più impegnativo del previsto, estorcerti i pensieri... e ovviamente, molto più divertente." Fece schioccare la lingua.

 

"Ammesso e non concesso che lei ci riesca." Commentò divertito Draco, passandosi una mano tra i capelli biondi. 

 

L'uomo ricominciò ad orbitargli intorno, rendendolo nervoso. "Coraggio, Draco, dì la verità. Cosa ti ha spinto a tradire i tuoi compagni Auror e ad unirti a noi? Cos'é? La mia dolce figlioletta non ti soddisfava quanto la nostra adorata Beatrice? O c'è dell'altro? Magari... uno smanioso senso di vendetta..."

 

"Sua figlia non c'entra. O per meglio dire, di lei non m'importa assolutamente nulla. Non la amo o forse, sì non l'ho mai amata. D'altronde anche lei pare essersi sbagliata una volta. Sarà stato un capriccio passeggero, sono soggetto a questi repentini sbalzi di umore, deve sapere." Esclamò beffardo, non mancando di notare il sorriso soddisfatto sul volto dell'uomo. "Ho solo ritenuto opportuno aprire gli occhi e rendermi conto che ero dalla parte sbagliata. Io sono un Malfoy. Pretendo soldi, potenza, lusso. E tutto questo, un semplice lavoro da Auror, non me lo può certo offrire. Non ci vuole poi molto, per capirlo. No?"

 

"Quindi tu, ti saresti reso conto di aver commesso uno sbaglio..."

 

Draco annuì. "Precisamente."

 

L'uomo fece per andarsene, continuando a percorrere il corridoio del maniero, poi si voltò. "Ah, ma allora toglimi una curiosità..."

 

Il biondino lo fissò interdetto. 

 

La voce di McPhee risuonò un po' più lontana, accompagnata da un'eco. "...per quale motivo, non ti sei ancora precipitato a farti marchiare dal tuo Signore?" 

 

* * *

 

Luna era ferma in un angolo della palestra. Ron ed Harry, stavano combattendo, spade alla mano. Seduta su una panca c'era Hermione, a cui era stato assegnato Hayden come compagno, in piedi poco distante dal "ring". 

Ogni tanto abbassava lo sguardo, scuoteva la testa e si dirigeva verso una sedia, accanto alla quale aveva abbandonato la sacca con la bottiglia di acqua. 

 

L'ennesima volta decise di sedersi e rinfrescarsi, bevendo a piccoli sorsi. Alcune gocce d'acqua caddero sul completo di cotone, pantaloni fin sotto al ginocchio e canotta grigi. 

 

Sospirò. 

 

 

 

Quella mattina si era sentita una stupida. 

 

Si era alzata dal letto felice, mangiando la colazione che le era stata portata in camera dagli elfi domestici di Hogwarts, per preciso ordine di Madama Chips, che le aveva severamente proibito di far tutte quelle scale per andare in Sala Grande. 

 

Si era rilassata un po' nella vasca da bagno, giocando con le bolle come una bambina; si era avvolta nell'accappatoio e si era messa di fronte allo specchio. Un grande specchio, che le mostrava la sua figura per intero. 

 

Aveva posato le mani in grembo, aprendo appena la spugna che indossava. Non si notava ancora niente. Nessuno, se l'avesse guardata, avrebbe detto che era incinta. 

E aveva pensato che era normale; la sua mente era tornata alle parole che le aveva detto il padre di Lynn, il Medimago che la stava seguendo. Non si sarebbe notato che un leggero gonfiore, ma solo tra il secondo e il terzo mese. Non di certo prima. 

Si era ritrovata a fantasticare su come sarebbe stato vedersi col pancione, poter ascoltare il battito cardiaco del suo bambino, sentirlo crescere e prendere forma dentro di lei. Aveva sorriso come una scema per tutto il tempo, continuando a fissarsi. 

 

Un bambino, il suo bambino. 

 

Poi c'aveva riflettuto. Quell'esserino, ancora così piccolo, che presto avrebbe scalciato, preteso più cibo, fatto sentire la sua presenza... non era solo suo. 

 

Aveva aperto uno dei cassetti del comodino in legno antico e aveva estratto una foto. Si era seduta sulle lenzuola verdi e aveva preso ad accarezzare la superficie liscia del ritratto magico che aveva tra le mani. 

Due ragazzi, l'una mora, l'altro biondo; guardavano dritti nell'obiettivo della macchina fotografica, perfettamente seri e abbracciati, accarezzando l'uno i capelli dell'altra. 

 

Qualche lacrima le era corsa sulle guance e lei non aveva fatto niente per impedirlo. 

 

Quel bambino era tanto suo, quanto di Draco. Ma Draco in quel momento non c'era, non era lì con lei. Aveva commesso il suo stesso sbaglio e si era allontanato, chiudendola fuori dal suo mondo e schierandosi dalla parte del nemico. Abbandonandola... 

 

Come avrebbe reagito, se avesse saputo che se ne era andato, proprio quando stava per diventare padre? Malfoy... padre. Suonava strano, non male questo no, ma... sì strano. Già era difficile immaginare Draco Malfoy innamorato o troppo preso da una donna, figuriamoci padre e magari... marito!

 

 

 

"Luna?!" 

 

Scosse la testa, ritornando al presente. Era ancora seduta sulla sedia in plastica bianca, nella palestra. Ora c'era Hermione ad allenarsi, e a quanto poteva vedere Hayden non se la stava cavando proprio benissimo. La sua amica era fin troppo agile. 

 

Davanti a lei, André Duval. La guardava con quei suoi grandi occhi grigi, così simili a quelli... no, basta pensare in negativo. Doveva smetterla di rimuginarci su e comunque, di simile non avevano proprio niente. Gli occhi del ragazzetto di fronte a lei erano così... trasparenti, troppo ricchi di emozioni rispetto a... perfetto! C'era ricascata!

 

"Dimmi, André..." 

 

Il ragazzo si passò una mano tra le ciocche nere e roteò gli occhi. "No, niente, volevo solo... come stai?" 

 

"Direi bene, grazie." Replicò secca lei, pur sorridendogli cordiale; le mani intrecciate sul grembo. 

 

"Ah-a bene, sono contento." Fece, ciondolando un po' sui piedi, in modo impacciato. "Ahem dunque, io volevo... ecco... chiederti se ti va di, ecco sì, uscireconmeunaseradiqueste..." 

 

A Luna venne spontaneo ridere, per quella maniera insolita di chiedere un appuntamento. Ci rifletté un po' su. In fondo lei ora era single e aveva anche bisogno di divertirsi, dato che non era un periodo propriamente felice. 

 

"...ma sì, perché no!" Esclamò con una nota, forse anche eccessiva di entusiasta. Fu felice di constatare che il volto del giovane André, si era illuminato alla sua risposta positiva.

 

"Ah beh, dunque, questo venerdì sono di turno... ma, che ne dici del prossimo?!" 

 

La mora non dovette rifletterci molto. Da quando aveva subito lo shock da Maledizione senza Perdono, le avevano impedito di fare sforzi inutili. Ciò significava, niente allenamenti extra e pesanti, niente turni di controllo in giro e utilizzo delle sue forze, solo in casi di vera emergenza e già sapeva, che se ci fosse stato qualche attacco, avrebbe dovuto puntare i piedi, per riuscire a convincerli a farla collaborare. "D'accordo. Alle nove? Così... almeno ho il tempo di prepararmi, dopo l'ufficio."

 

Duval sorrise. "Perfetto." La salutò con la mano e si avviò verso gli spogliatoi, con passo dinoccolato. 

 

"Che voleva André?!" Riconobbe immediatamente la voce di Harry. Spostò lo sguardo dal ragazzo che aveva appena lasciato la palestra al suo amico, fermo di fronte a lei, con le mani nelle tasche dei pantaloni larghi, verde militare. 

 

"Oh nulla! Solo invitarmi ad uscire, venerdì prossimo." Rispose serafica, rivolgendogli un caldo sorriso. 

 

Il ragazzo la squadrò e prese a ridacchiare. "Poverino, avrei voluto vedere la sua faccia, quando si è beccato un bel NO!"

 

Luna inarcò un sopracciglio. "Scusa, cosa ti fa pensare che abbia detto di no?!" Non si accorse neppure che Ron ed Hermione si erano avvicinati, stanchi morti. 

 

Harry la guardò stranito. "Cioè... tu vuoi dirmi che... hai detto di sì? Esci con lui?!" 

 

Il tono di voce tra l'ironico e il nervoso, non le piacque affatto. Storse la bocca in una smorfia di disappunto. "Perché? Conosci forse un qualche motivo per cui non dovrei uscire con Duval? Ha qualche malattia contagiosa? Oppure pensi dovrei forse rinchiudermi in clausura, Harry?!"

 

Hermione giocò d'anticipo, sulla risposta dell'amico. "Ma no! Hai fatto benissimo, Luna. In fondo un po' di divertimento ti farà bene, bada a non sforzarti troppo però, d'accordo?!"

 

La moretta si alzò di scatto dalla sedia, gettandole le braccia al collo, sorridendo felice. "Grazie Hermione, tu sì che sei una vera amica!" Detto ciò, riservò una linguaccia ai maschi del gruppetto e uscì dalla palestra a testa alta, con finto fare offeso. 

 

"...ma Herm, sei forse impazzita?!" Le chiese Harry, passandosi una mano tra i capelli e spettinandoli più del solito. "Hai appena detto a colei che considero una sorella, di gettarsi tra le grinfie del lupo cattivo!"

 

La riccia scosse la testa, ignorando Ron che annuiva, appoggiando la teoria dell'amico. "Oh andiamo è ridicolo!! Hayden è il lupo cattivo. Duval è innocuo... e poi, che dovrebbe fare, Luna? Rinchiudersi in casa, a tessere e disfare la tela, in attesa dell'amor perduto, come faceva Penelope?!" 

 

"Chi?!" Domandò Ron confuso, grattandosi la nuca. 

 

"Lascia perdere..." Ribatté sconfortata, tornando a concentrarsi su Harry. "Allora?! Andiamo, Duval sa perfettamente quanto teniamo a lei e sa che è appena uscita dall'ospedale, non credo sia tanto ingenuo da farle qualcosa, sapendo che noi gli salteremmo addosso al primo capello che le torce. Siamo realisti..."

 

Harry ciondolò un po' sulle scarpe. "E' solo che..."

 

Ron lo seguì. "...noi..."

 

"...vi stavate abituando alla presenza di Draco nella sua vita. E nella vostra..." Concluse lei, per loro, guardandoli con sarcasmo. Dato il loro silenzio, intuì di aver centrato il 'problema'. 

 

Un forte bagliore, provenne dai ciondoli degli Auror presenti in sala. "EMERGENZA! ATTACCO DI MANGIAMORTE NELLA VICINA SCUOLA ELEMENTARE BABBANA!!"

 

* * *

 

Un gruppo abbastanza folto di incappucciati, bacchette alla mano, aveva costretto la classe IV A della scuola elementare St. Dave, periferia di Londra, contro il muro. I bambini, raggruppati contro la parete, presi per mano, guardavano i loro assalitori con gli occhioni sgranati e tremavano, incerti su cosa sarebbe accaduto di lì a poco. 

 

Il rumore provocato dalle urla degli insegnanti e degli studenti che erano riusciti a fuggire, e ora si trovavano tutti intorno all'edificio, completava perfettamente quel paesaggio confuso e spaventoso, accrescendo la paura dei piccoli. 

 

Improvvisamente un forte boato, distrasse i Mangiamorte. La porta della classe, che affacciava sul corridoio ovest dell'istituto, era stata buttata a terra e in mezzo alla polvere, avevano fatto il loro ingresso alcuni degli Auror più in gamba.

 

"Ma che noia..." Mugolò lamentosa una delle streghe oscure, calandosi il cappuccio e mostrando la chioma nera come la notte. Hermione, Ron, Harry e Luna, presenti sul posto insieme a Sirius e Remus, accorsi per l'emergenza, non tardarono a riconoscerla come la giovane Lestrange. "Non ci si può più divertire... con voi!"

 

Luna ghignò, impugnando la katana. "No, carina, quelli annoiati siamo noi. Personalmente mi sono stufata di ritrovarti sempre tra i coglioni!!"

 

Beatrice finse di scandalizzarsi, spalancando occhi e bocca. "Oh per la barba di Merlino!! Che termini scurrili! Non mi meraviglia che il mio tesoro ti abbia abbandonata..."

 

Harry e Ron si scambiarono un'occhiata apprensiva, notando l'attimo di défaillance che aveva colto la loro amica, rimasta ferma a squadrare l'avversaria. 

 

"Smettila di parlare e pensa a combattere, stupida oca senza cervello!" Ribatté Hermione, facendo tornare l'amica alla realtà. "...oppure sei tanto brava solo a parlare?!"

 

La Mangiamorte bloccò i suoi colleghi con un cenno della mano. Il sorrisetto falso che aveva dipinto sul volto, contribuiva a renderla ancora più odiosa agli occhi della ragazza dai capelli ricci e castani.  "Ma io... non voglio combattere contro di lei -indicò Luna- per quello, ci pensa il mio tesoro, non voglio fargli perdere il divertim-"

 

"Stupeficium!!" Urlò la giovane McPhee, colpendola in pieno petto e spedendola contro un muro. "Ora vediamo se hai ancora voglia di scherz-"

 

"Spiacente, questo non lo dovevi fare..." Sibilò una voce bassa e pungente, da sotto lo spesso cappuccio nero di uno dei Mangiamorte in prima fila, davanti ai bambini. Le si avvicinò e quando fu a pochi passi da lei e dal gruppo, calò la stoffa scura, rivelando la sua identità... già intuita da alcuni battlemage.

 

Harry sentì una rabbia accecante, scorrergli nelle vene, alla vista di quegli occhi grigi come l'acciaio. "Sirius, Remus... prendete i bambini e smaterializzatevi fuori, c'è Ginny con altri Guaritori e ricercatori, se ne occuperanno loro!!" Suggerì, interrompendo momentaneamente la lotta dei due adulti con alcuni maghi oscuri. 

 

Tutto intorno a loro, il caos. Battlemage e Mangiamorte combattevano fino all'ultimo incantesimo, usando se necessario anche armi babbane. Solo Luna pareva non notare niente, era rimasta immobile, con lo sguardo fisso di fronte a lei, puntato in quegli occhi che conosceva fin troppo bene. 

 

"A-allora era tutto vero..." Mormorò appena, cercando di ricacciare indietro le prime lacrime, già pronte a fare capolino dalle iridi verdi. 

 

Draco Malfoy, avvolto nel suo mantello da Mangiamorte, le rivolse un ghigno perfido. "Non so a cosa ti riferisci, ma se pensavi che la mia entrata nelle file del Signore Oscuro, fosse una notizia falsa, ti sei illusa!! Come vedi... sono qui, ragazzina!"

 

A Luna cadde la katana di mano. Nonostante si fosse ripetuta per tutta la settimana e lo avesse sentito dire da Strekon, Sirius e persino il generale Falck, in quegli attimi si era resa conto che una piccola parte di lei, ancora ci sperava. Sperava fortemente che Draco non si fosse alleato con il nemico, che tornasse da lei... 

 

"E proprio perché sono qui, ho intenzione di fare ciò che avrei dovuto già tanto tempo fa!!" Esclamò deciso, puntandogli la bacchetta contro.

 

Harry si fece poco più avanti. "Aspetta Draco, ragiona!!"

 

"Ragionare dici, Sfregiato?!" Lo canzonò, ridendo divertito. "No, non è nei miei programmi... piuttosto, uccidervi tutti, lo è!" 

 

Ron serrò la mascella, portandosi poco distante da Luna. "Brutto pezzo di merda!! Non osare toccarla... o ti pentirai di essere nato!! CHIARO?!"

 

Il biondo si finse spaventato. "Oh e se no, cosa mi fai Lenticchia!? Mi lanci qualche incantesimo 'MangiaLumache'?!" Il volto del giovane Weasley, assunse la stessa tonalità dei capelli. 

 

L'Auror Potter, però, non si diede per vinto. Avanzò ulteriormente. "Malfoy!! C'è una cosa che devi saper-"

 

"Zitto!!" Lo interruppe Luna, fulminandolo con uno sguardo tagliente. "Vuoi uccidermi? Torturarmi?! D'accordo... fallo..." I tre amici la guardarono stupefatti, pronti ad intervenire. 

 

Gli occhi metallici del Mangiamorte brillarono. La bacchetta ancora salda nella sua mano, puntata dritta al petto della strega che aveva di fronte. "Certo... così mi togli un po' il gusto ma... CRUCIO!!"

 

 

Continua…

 

 

Firulì, firulà... [Luna fischietta, tentando di guadagnare terreno, per evitare di essere colta da Anatemi mortali] Ahem dunque, soddisfatti? Venerdì 25 giugno, a distanza di una settimana, eccomi qui con il nuovo aggiornamento. Sebbene questa volta le recensioni siano state molto poche ._. Ma va beh, fa niente!! 
Che ne dite del nostro Draco? Sarà cattivo, come dimostra palesemente a Luna e i suoi amici, o nasconde qualcosa come dice il mio adorato Horatius McPhee?!?  Ehhh chissà, chissà... anche se, a giudicare da come ho lasciato il capitolo, direi che tanto buono non è e che interesse nei confronti di Luna, non ne prova affatto. Piuttosto sembrerebbe che si preoccupi di più di Beatrice!! Ahhh se sapesse che insieme alla sua ex, sta uccidendo anche suo figlio o figlia!! Ma... non lo sa!! Eehhehe!! ^^

Detto ciò, io mi congedo, ci tengo a vivere... inoltre, volevo avvisarvi che, dal momento che venerdì prossimo qui con me ci sarà il mio tesoro dolce [no, non Draco -.-], non potrò aggiornare e quindi, se tutto va bene... [ebbene sì] il nuovo capitolo lo vedrete con un giorno di anticipo!! [Non gioite, potrei decidere anche di spostare a lunedì l'aggiornamento :\ dipenderà tutto dal tempo a mia disposizione!!] 

 

Passiamo ai ringraziamenti: 

 

Marcycas - The Lady of Darkness:  Ti ringrazio per gli auguri, ma se continuiamo così, mi sa che invece che ad un battesimo, tu e Marcycas sarete ospiti di un funerale. ç.ç Visto come si comporta male Draco? E' impazzito, tutta colpa di quella sciacquetta!! Mica come il tuo, che ha finalmente aperto gli occhi e ora è di nuovo con Rose *-* [Luna ancora sta rileggendo il capitolo e finirà per consumarlo!!] E Horatius? Dillo... non è un padre di merda, perfettamente sadico e adorabile?! Eh! Lady solo tu mi capisci!! =°°° Bacio =*

 

Angele1987: Draco tra i buoni, mi sa che al momento non è una cosa fattibile, visto e considerato che mi sta uccidendo Luna ._.'' Anche questo chap, direi che è abbastanza rivelatore... tu che ne dici? Soddisfatta?!? ^^

 

Ryta Holmes: Uhauhauhauhauhauha oddio basta co sta cosa della bava o non arrivo viva al prossimo capitolo!! Il che... non è che sia grave, dal momento che sto per perdere uno dei personaggi fondamentali ^^ qualcosa mi dice che stavolta Draco se ne uscirà senza qualche arto [per mano tua e di Lady!!] Ehm... io intanto scappo, che fino a prova contraria la responsabilità di tutto è mia!! XD bye!! 

 

Lynn Wolf: ma forse era meglio se non ti dicevo di recensire XDD Mi hai di nuovo distrutto la storia! ^^ Scherzi a parte, sono contenta che ce l'hai fatta. Anche perché ora che parti, ti perdi tutti gli aggiornamenti XD A meno che non usi il PC portatile! ^^ Ok ok... intanto vado a scrivere, ti lascio mangiare in pace -.- [Luna guarda una Lynn tutt'altro che attenta, tutta presa da una pila di focaccine col miele]

 

Prossimo capitolo: "Chi non muore, si rivede" <- uhauhuhuah pessimo modo di dire, nelle mani di una come me XDD

 

Altra nota: ho pubblicato la storia "Il Morso del Serpente" ^^ Dategli un'occhiata su!! 

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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Capitolo 6
*** - Chi non muore si rivede ***


6

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 6

 

CHI NON MUORE SI RIVEDE

 

Il corridoio C del St. Mungo, reparto Shock Magici, brulicava di persone, Medimaghi e Auror, in fermento.

 

Ron continuava a percorrere il corridoio avanti e indietro, in un moto perpetuo, sotto lo sguardo spazientito di Hermione, che accarezzava la testa di Luna. La giovane soldatessa, aveva il volto nascosto tra le mani e solo qualche raro singhiozzo, tradiva il suo stato d'animo.

 

"E' colpa mia..." Bisbigliò, asciugandosi gli occhi con il polso. "...è tutta colpa mia..."

 

"Shhh, calmati." Le sussurrò la strega, cercando di farle sollevare il volto, con una mano premuta sotto al mento. "Non è colpa tua, ok?! Nessuno l'ha costretto a farlo. Voleva proteggerti... anzi, proteggervi."

 

La mora alzò la testa, incrociando lo sguardo triste, color cioccolato, dell'amica. Le gettò le braccia al collo, nascondendo il volto nella massa di capelli crespi e castani, lasciando libero sfogo a tutta la sua rabbia e frustrazione. Sapeva che non ce l'avevano con lei, lo sentiva. Glielo stavano dimostrando da... oddio, non sapeva nemmeno lei quanto tempo era passato. Seduta, in quel corridoio, in attesa di una notizia sulle condizioni di Harry. Ma non riusciva a liberarsi di quel peso all'altezza del cuore. Aveva sfidato Draco Malfoy, o meglio, ciò che restava di colui il quale conosceva come Draco Malfoy e lui non solo aveva accettato la sfida, ma le aveva lanciato addosso la Maledizione senza Perdono, senza battere ciglio, ignaro del fatto che in quel modo avrebbe torturato lei e probabilmente ucciso suo figlio. 

 

Quello era stato il suo primo pensiero, quando aveva visto arrivare il fascio di luce rossa. Non lei, non la sofferenza che già troppe volte aveva patito per via di quelle Cruciatus maledette. No, il suo primo timore era stato che potesse succedere qualcosa a quella nuova vita dentro di lei. Così piccola, così indifesa. Quella stessa vita che stava per avere fine, proprio per mano della persona che l'aveva creata. 

 

A quel pensiero, le lacrime sulle sue guance aumentarono a dismisura, bagnandole completamente il viso. "Ti... rendi conto Hermione?! Se non ci fosse stato Harry, se non si fosse messo in mezzo tra me e... e Draco io... io..." Un singhiozzo strozzato, bloccò la sua frase a metà.

 

Hermione lanciò un'occhiata al suo ragazzo, finalmente fermo, attento allo sfogo dell'amica. "Coraggio, so che è dura da accettare, Luna. Ma questo non è il momento di lasciarsi andare."

 

Gli occhi verdi della strega, abbandonarono la divisa da Auror del Tenente Granger. Fu sul punto di rispondere qualcosa, ma la sua attenzione fu catturata dall'uscita di Ginny, dalla camera in cui avevano portato il loro amico. Si alzò di scatto dalla sedia, travolgendo l'amica, seduta al suo fianco. 

 

"Ginny!! Dimmi... come sta... Harry?!" 

 

Virginia le sorrise confortante. "Tranquilla. Ha la corazza dura."

 

Luna tirò su col naso. Una lacrima fece capolino dai suoi occhi, solitaria. "Non lo dici solo per rassicurarmi, vero?!"

 

La rossa scoppiò in una risatina. "Rifletti. Tu sei stata colpita da un sacco di Cruciatus e sei ancora viva, pensi che Harry, molto più forte di te, possa essere stato piegato da una sola Maledizione senza Perdono?! Davvero. E' tutto apposto."

 

Una mano di Ron si appoggiò sulla spalla della mora, che sorrise grata all'amica. "Posso vederlo?!"

 

Ginny però storse la bocca, un tantino combattuta. "Uhm, ok! Però non lo affaticate troppo. In fondo, anche se è stato colpito da una sola Crucio, dopo ha continuato a combattere e questo lo ha indebolito parecchio, non mi stupisce che abbia perso i sensi!"

 

Il soldato dai capelli rossi annuì e le si avvicinò, accarezzandole una guancia. "Sei la ricercatrice e la sorella, migliore del mondo! Harry è fortunato..." 

 

La ragazza arrossì furiosamente e sgranò gli occhi, subito imitata da Luna, che la fissò interdetta. Hermione, invece, se la rideva sotto i baffi, mentre lo seguiva fin dentro la stanza del loro migliore amico. 

 

* * *

 

Le cortine del letto a baldacchino, rivelavano la presenza di due corpi distesi affianco. Un ragazzo e una ragazza, seminudi. L'uno vestito di un semplice paio di pantaloni neri, a petto nudo, i biondi capelli lunghini, sparsi sul cuscino. L'altra avvolta in una sottoveste di raso argentato, le lunghe gambe scoperte quasi del tutto e la chioma nera aperta a raggiera sul guanciale. 

 

Il ragazzo stiracchiò le braccia in alto, rilassando immediatamente dopo la schiena, sul materasso. "Quant'è banale e noiosa questa camera da letto, Beatrice. Dovresti fare qualcosa per migliorarla. Ovunque mi giro non vedo altro che verde, verde e verde."

 

Per tutta risposta lei gli regalò un broncio infantile, prendendo a tracciare figure immaginarie sul petto del giovane, con le lunghe unghie smaltate di nero. "Non dire così... è il mio colore preferito, lo sai! Però... effettivamente, stavo pensando di arredare di nuovo tutto, magari con un bel rosso acceso, che ne dici?!"

 

Il biondo le riservò una smorfia disgustata e scosse la testa. Provò ad alzarsi da letto, allontanando bruscamente la mano della ragazza dalla sua pelle, ma il braccio della mora sul suo torace lo bloccò. "Che c'è?!"

 

Beatrice mugolò maliziosa. "Sei stato bravissimo, oggi, Draco." 

 

Il Mangiamorte la guardò infastidito. "Bravissimo?! Ma cosa vai blaterando?! Non ti sei accorta che non sono riuscito a beccare la mia vittima?!"

 

Lei parve ignorare del tutto il tono acido che le aveva rivolto e continuò a sorridere, facendolo distendere nuovamente sul letto e sedendosi con fare sensuale sulle sue gambe. "...ma non è mica stata colpa tua, tesorino." Lo rassicurò, piegandosi per baciargli il petto. 

 

Un respiro più forte sfuggì alle labbra di Draco. "Che hai intenzione di fare?!"

 

"Voglio fare l'amore con te..." Replicò schietta, con una nota di ingenuità nella voce, riprendendo immediatamente a tracciare una scia di baci sul suo collo. 

 

Con un gesto veloce, il biondo afferrò la bacchetta sul comodino e senza farsi vedere dalla ragazza, intenta a provocarlo, la portò alle sue spalle, mormorando un incantesimo. 

Il corpo addormentato di Beatrice, gli cadde addosso. 

 

Fortuna che è leggera... 

 

La spinse senza troppi riguardi sull'altro lato del letto e si alzò, posando nuovamente la bacchetta al suo posto. 

 

Si avvicinò, scalzo, all'enorme finestra che dava sul parco di Villa Malfoy. Il sole era ormai tramontato e il cielo limpido e terso, lasciava intravedere le prime stelle della sera.

 

Uno spettacolo che ben pochi, in villa, avrebbero ammirato volentieri. Troppo presi dai loro compiti e dai loro omicidi.

 

Maledetto Potter!

 

Si ritrovò a pensare alla sua mancata missione. Se non fosse stato per San Potter, a quest'ora la sua ex fidanzata si sarebbe ritrovata nuovamente al St. Mungo, e probabilmente questa volta ci sarebbe rimasta molto più a lungo, togliendosi definitivamente di torno. Invece no... l'eroe doveva mettersi in mezzo e impedirgli di portare a termine il suo piano. 

 

Che tu...

 

Ma no! Non valeva neanche la pena maledirlo. In fin dei conti lo aveva già fatto e non a parola. A fatti. Il che rendeva tutto più divertente. Doveva ammettere, che da un certo punto di vista, quell'imprevisto si era rivelato... utile. Da quanto era che desiderava scagliare una Crucio su quel dannatissimo Sfregiato? Oh! Dalla prima volta che lo aveva visto ad Hogwarts, in attesa che la McGranitt li conducesse in Sala Grande, quando si era rifiutato di farsi dare una mano da lui, per scegliere gli amici giusti. 

 

Patetico...

 

Com'era patetico che il suo Signore Oscuro non gli avesse torto un capello. Eppure aveva sbagliato! Doveva essere punito. E invece quel rompipalle di Horatius si era messo in mezzo. Giustificandolo. Possibile che Voldemort fosse così... rincretinito da non accorgersi che il suo caro amico McPhee, gli stesse rubando palco? Non si rendeva conto, il suo Lord, che ormai era una marionetta nelle mani di quell'uomo?! Impossibile. E ridicolo. 

 

Sì, assolutamente ridicolo. 

 

Ma lui avrebbe fatto qualcosa. Avrebbe capito cosa tramava Horatius McPhee. Lo avrebbe smascherato, messo in ridicolo, umiliato. Così come sua figlia aveva fatto con lui, così come meritava che fosse. Nessuno avrebbe mai potuto sottomettere il potente Signore Oscuro e la sua cerchia di seguaci.

 

Mai!

 

Strinse le mani a pugno, fino a quando le nocche non gli si tinsero di rosso. 

 

Un leggero fruscio delle coperte lo risvegliò. Possibile che fosse già passata mezz'ora?!

 

Si voltò a guardare Beatrice, di nuovo sveglia. La osservò stiracchiarsi le ossa intorpidite e strofinare le gambe snelle una contro l'altra, riservandogli un'occhiata maliziosa e accattivante. 

 

"E' stato bellissimo, Draco."

 

Lui le rivolse un sorriso sornione. 

 

* * *

 

Ormai erano dieci minuti buoni, che Luna stringeva Harry per le spalle e soffocava singhiozzi nel suo collo. Ron ed Hermione si erano allontanati per primi, lasciando l'ex Serpeverde da sola con il loro amico, per andare a prendere qualcosa da bere. 

 

"Luna..." Provò a richiamarla, posandole le mani sulle spalle. "Ehi, piccolina, va tutto bene. Guarda che se non ti calmi, mi ucciderai affogandomi con le tue lacrime... altro che Anatemi!"

 

La mora ridacchiò divertita. Il volto ancora nascosto nell'incavo del collo dell'amico. "Mi dispiace." Sussurrò.

 

Quando si fu allontanata un pochino, Harry la guardò negli occhi e le sorrise dolcemente. "Non devi dispiacerti. Ci vuole ben altro per fermarmi lo sai. E no... non è colpa tua. Quindi smettila di dirlo, non voglio più sentire queste scemenze, signorina. Chiaro?!"

 

Luna gli scoccò uno sguardo non troppo convinto. "...ma se non ti fossi messo in mezzo-"

 

"Se non mi fossi messo in mezzo, ti avrebbe colpita. Avresti potuto non reggere un'altra Maledizione senza Perdono, lo sai questo?!" Lei annuì. "Ricordati che ora non sei più sola, hai un'altra vita da proteggere. E ti assicuro, che se fosse stato fatto del male a te e al mio futuro nipotino, io avrei ucciso Malfoy con le mie mani. E' questo, quello che vuoi?!"

 

"Se non lo uccidi tu, ci penserà qualcun altro." Replicò secca e improvvisamente meno triste. "E' un Mangiamorte ormai, qualsiasi Auror potrebbe farlo fuori. Qualsiasi."

 

Harry scosse la testa. "Ricordati che prima di diventare uno di loro, era uno di noi. Non è così facile sconfiggere Draco Malfoy, Luna. E' in gamba, privo di scrupoli... e soprattutto non ha niente da perdere."

 

"..."

 

"Oh meglio..." Si corresse, grattandosi la guancia con fare nervoso. "...ce l'avrebbe. Solo che lui non lo sa."

 

La ragazza distolse lo sguardo dagli occhi verdi del soldato, seduto in quel letto d'ospedale. "Già."

 

"Perché mi hai fermato, oggi? Stavo per dirglielo."

 

Le sfuggì un verso sarcastico. "Perché è giusto così."

 

Harry aggrottò la fronte. "...ma magari-"

 

"No, magari niente!" Lo anticipò innervosita. "Non sarà l'idea di aspettare un figlio da me, a farlo tornare indietro. E se anche così fosse... sarebbe una cosa, innaturale. Ecco sì, innaturale è il termine esatto!!"

 

Il moro le sorrise, divertito. "Quanto sei cocciuta!!"

 

"Senti chi parla!" Ribatté, facendogli la linguaccia. 

 

"Ascolta..." Ricominciò, facendosi nuovamente serio e cercando di incrociare i suoi occhi, parecchio sfuggenti e colpevoli, in quel momento. "Quando è successo?!"

 

Luna inarcò un sopracciglio, decidendosi a guardarlo in faccia. 

 

"Voglio dire... so che stai entrando nel primo mese." Si spiegò, un po' incerto. "Questo vuol dire che, cioè è ovvio insomma... tu e Draco avete avuto un incon-"

 

"Più di uno, a dir la verità." Mormorò con tono rammaricato, abbassando il capo per nascondere le guance infuocate. 

 

Harry spalancò occhi e bocca. "P-più di u-uno?!"

 

La mora scosse la chioma freneticamente, cercando di trarre un po' d'aria, per non morire soffocata. "I-io... ecco, in realtà la prima volta è stata un mese dopo il nostro arrivo ad Hogwarts. Non... volevo, davvero. Mi ha presa alla sprovvista, ma poi... ho ceduto."

 

"Ma Luna..."

 

"Biasimami Harry. Fallo. Davvero, me lo merito." Riprese dura, mostrando gli occhi luccicanti di lacrime represse. "...ma cerca di capirmi, prima. Io lo amo, l'ho sempre amato. Ho dovuto lasciarlo una volta, non per mia volontà e quando sono tornata... beh, sapevo che non l'avrei riavuto. Ne ero certa. Quindi..."

 

"Quindi?!" La esortò. Ormai era decisamente curioso di sapere che piega stesse prendendo tutto quel macello. 

 

"Quindi, quando mi ha baciata di nuovo... io non ce l'ho fatta. Era violento, rabbioso, non c'era dolcezza, ma non m'importava. Volevo, speravo, che in questo modo prima o poi avremmo riavuto il rapporto di prima. Non mi interessava che mi usasse come sfogo. Non mi ponevo il problema che si infilasse nel mio letto solo per riprendersi da tutto il male che accumulava. Gli ero utile. Mi bastava questo." Gli spiegò, con la voce rotta da un nuovo pianto, che premeva per uscire allo scoperto. 

 

Harry le accarezzò una guancia, guardandola comprensivo. "Va tutto bene, non piangere ancora, ti prego. E' stata una tua scelta. Non l'accetto, ma non ti biasimo. Ok?!"

 

Luna annuì; una lacrima le scivolò veloce sulla guancia arrossata. 

 

"Mi togli una curiosità?!" Le domandò, di nuovo serio. 

 

"Se posso..."

 

Il giovane si stese sul letto. Osservò per qualche istante il soffitto, in silenzio. Le mani a mo' di cuscino dietro la testa. "Dici che sei stata costretta a lasciarlo una volta, ma non per causa tua. Ecco, noi... non sappiamo quasi niente di quello che ti è successo mentre sei stata via. Quel poco ce l'hai spiegato tu, quando sei arrivata tra noi. Per il resto?! Perché non ci racconti cosa ti è capitato?!"

 

La ragazza spostò una ciocca nera dietro l'orecchio. "Perché non so neanche io cosa mi sia capitato. Non ho ricordi, precedenti al mio arrivo da Silente. Lui stesso mi ha spiegato che ero sotto una Imperio, un nuovo tipo di Maledizione, che scatta solo quando chi te la scaglia decide che deve avere azione. E poi... beh Draco mi ha detto che l'ho lasciato, che ero fredda, cattiva e distante e siccome Silente mi ha spiegato, che mentre ero sotto l'influsso dell'Anatema, il mio comportamento era esattamente quello... ho fatto due più due."

 

"Hai mai provato a ricordare?!" Chiese Harry, alzando appena la testa per guardarla. 

 

Luna trovò molto interessante il panorama che si ammirava dalla finestra, sebbene di interessante non ci fosse nulla. Evitò di spiccicare parola per un po', poi sospirò rassegnata. "In tutta onestà? No. Cioè... sì, ci ho provato, ma so che avrei potuto fare di meglio."

 

Harry alzò velocemente la schiena dal letto, prendendole una mano tra le sue. "C'è tempo. Ok? Non sforzarti. Pian piano ricorderai tutto, stanne certa."

 

Toc toc

 

"Posso?!" Ginny era ferma sulla soglia della camera d'ospedale. 

 

Il soldato le rivolse un largo sorriso. "...che domande!! Certo, vieni qui, prima mi hanno detto che sei stata tu, insieme ai Medimaghi a soccorrermi, meriti una ricompensa!"

 

La rossa non se lo fece ripetere due volte. Con passo deciso raggiunse il letto e lo abbracciò, sotto lo sguardo intenerito di Luna. Lo stupì con un bacio mozzafiato, al quale il moro si trovò costretto a rispondere, con foga, prima di rendersi conto che, pensandoci bene, Ron era nei paraggi e sarebbe potuto entrare da un momento all'altro. 

 

"...ma guardate quanto sono spudorati!" Esclamò una voce... allegra?!

 

Appunto...

 

Harry mollò immediatamente la presa sulla vita della ragazza e alzò le mani, sotto lo sguardo ilare di Hermione, Luna e Ginny. Ron era entrato in stanza e, nonostante il suo viso non fosse per niente arrabbiato (particolare sfuggito a Harry-occhiodifalco-Potter), aveva assunto una posa teatrale, con le mani sui fianchi e la bocca distorta in un ghigno a metà tra il giocoso e il nervoso. 

 

"R-Ron!! Posso spiegarti tutto!! Non è come credi!!" Si giustificò, con voce preoccupata, passandosi una mano nella chioma nera, arruffandola ancora di più.

 

Il rosso si scambiò un'occhiata con Hermione, sempre più incapace di trattenere un attacco di riso. "Inizia a spiegarmi come mai non me l'avete detto!!"

 

"B-beh ecco, noi volevamo aspettare il momento giusto." Incominciò a farfugliare, gesticolando con le mani. "N-non ci sembrava il caso di dirtelo così, cioè... sappiamo quanto tu tieni a Ginny e quindi... no, vero, Ginny?! Dai, avanti, diglielo!!"

 

"Sì, Ginny... diglielo!" Rincarò Hermione, incrociando le braccia e facendo uno sforzo disumano, per trattenersi. 

 

Harry guardò la sua ragazza, con apprensione. 

 

"No anzi, Virginia... non dirmi niente!" Continuò Ron, con finta aria burbera. 

 

Il moro sbiancò, ignorando Luna, ancora seduta sul suo letto, che gli dava le spalle per non farsi scoprire mentre reprimeva una risata, ormai prossima a fuoriuscire. "Ma... ma..."

 

"...sì, sì non dirmi niente, tanto sapevo già tutto..."

 

"Sì, ma fatti spiegare, in fondo noi.... COSA?!" Domandò incredulo il soldato Potter. Le tre ragazze, alla vista di un Ron attore perfetto e un Harry bianco come un cencio, con la bocca spalancata e uno sguardo sconvolto, non resistettero più e scoppiarono a ridere. 

 

"So già tutto." Replicò secco il rosso, a braccia conserte. "Mi avete preso per un idiota?! Andiamo... è mia sorella e tu sei il mio migliore amico. A lei ho cambiato i pannolini, a te... a te no, grazie a Dio, ma ti conosco abbastanza bene da sapere quando sei innamorato e mi nascondi qualcosa!"

 

Harry scosse la testa, ancora stupito. "Incredibile... "

 

"Eh! Come vedi i miracoli esistono!" Ironizzò Ron. "Piuttosto... ora che è ufficiale, a tutti, la vostra storia... posso dirti quello che bramavo snocciolarti già da un po'."

 

L'amico fece una smorfia di dolore. "Ahia..." Le ragazze scoppiarono di nuovo a ridere.

 

"Ahia un cavolo! E' comunque la mia sorellina, quindi vedi di non esagerare. Non ci tengo affatto a diventare zio così presto." Lo apostrofò deciso. "E tu, amico mio, sei tutto meno che pronto a fare il padre."

 

Lo sguardo di Luna, ora rivolto ad Harry, si spense. Lo scintillio provocato dalle risate, svanì e gli occhi, prima di un verde acceso, si scurirono. Il ragazzo se ne accorse e dopo un attimo di smarrimento, le afferrò le spalle, scuotendola leggermente. 

 

"I-io..."

 

"Luna!! Che ti piglia!?!" Chiese, mentre gli altri tre si facevano più vicini all'amica.

 

Fu questione di qualche istante e gli occhi di Luna, tornarono di nuovo brillanti. "Io... ricordo, Harry! Ho appena... rivisto qualcosa! Adesso ricordo!!"

 

* * *

 

Ryta e Jonathan percorrevano il lungo viale alberato, che conduceva a casa della bella giornalista. Avevano passato una splendida serata, fuori a cena. Era quello che ci voleva, per scaricarsi dalla tensione accumulata il giorno prima, durante l'attacco. Una bella cena tra amici. 

 

"Mi sono divertita molto." Ruppe il silenzio imbarazzante che si era creato, lei. Il rumore, provocato dai tacchi delle scarpe nere, risuonava nell'aria serale, accompagnato dal verso di un gufo. 

 

L'uomo le sorrise gentile. In tutta la serata, non era riuscito a staccarle gli occhi di dosso. Assurdo! Eppure aveva la bellezza di quasi cinquant'anni, mica poco! Non era più un ragazzino al primo appuntamento. D'altro canto, si era ritrovato a pensare più volte, durante la sera, Ryta gli aveva sempre fatto quest'effetto, ma solo adesso, i tempi sembravano maturi.

 

Quando lui aveva deciso di partire per la Francia, di nuovo, dopo aver terminato il periodo di specializzazione a Londra, immediatamente successivo al diploma presso Beauxbatons, lei era troppo giovane e lui troppo preso dalla realizzazione del suo sogno. Giornalismo. 

 

Una passione che spesso li aveva trovati complici di lunghe chiacchierate. Un sogno comune, che però li avrebbe divisi. Non c'era tempo per una storia, per un "loro". 

 

Almeno fin a quel momento. 

 

"Anche io." Affondò le mani nelle tasche del leggero completo, giacca pantaloni, grigio. 

 

I loro sguardi si incrociarono e Ryta cercò subito di fissare un qualcosa, che non fosse il viso di Jonnhy, arrossendo vistosamente. 

 

"Ehi, non ti facevo così timida." Le sussurrò, accarezzandole una guancia, con voce bassa. 

 

La donna si inumidì le labbra, un po' tesa, prima di guardarlo negli occhi. "E' che tu... mi fai questo effetto. Mi... imbarazzi. N-non tu eh! Voglio dire... il tuo sguardo."

 

Jonathan scoppiò a ridere. Si coprì la bocca con una mano. "Oh scusa! E' che... è da tanto che una persona non mi dice una cosa così... carina."

 

Ryta arrossì, se possibile, ancora di più. "Che sciocca. Mi comporto come una ragazzina..."

 

"Ma tu sei una ragazzina..." Le mormorò dolce, scendendo con la mano lungo la guancia, fin sulla linea del collo, in una morbida carezza. 

 

"Ma... ma cosa dici! Ho qua-... insomma, non è così!" Balbettò intimidita da quello che, aveva tutta l'aria di essere un complimento. Ormai abituata com'era a frequentare certi soggetti, non si aspettava certo che qualcuno le dicesse cose così... così... belle. 

 

L'uomo la guardò con espressione dolce. "E' così." Respirò il profumo, a pochi centimetri dal suo volto. "Sei bella, come lo eri da ragazzina. E sei tu... la donna che mi ha fatto innamorare tanti anni fa."

 

Il cuore di Ryta perse un battito, prima di accelerare violentemente. "C-cosa stai dicendo?!"

 

"Che mi hai rubato il cuore, di nuovo, Ryta Falck." Le sussurrò all'orecchio, schioccandole poi un bacio sul collo. 

 

Le mani della donna, corsero ai lati del viso di Jonathan e pochi secondi dopo, le loro labbra si unirono in un bacio passionale. Era da tanto che non si sentiva bene come tra le sue braccia. Si sentiva protetta, felice. Il suo sogno di bambina, il ragazzo che amava segretamente da bambina, le aveva rivelato i suoi sentimenti e ora la stava baciando. 

 

Il rumore di una gola che si schiarisce li distrasse, facendoli separare da quel contatto così a lungo cercato. 

 

Quando Ryta si voltò, si trovò di fronte a un Sirius dall'aria indecifrabile. Davanti a lui, un ragazzo, di poco più di vent'anni. La smorfia sul volto del più giovane, constatò la donna, era un misto tra lo schifato e il divertito. Non le ci volle neanche un secondo per riconoscerlo. 

 

"Marcus... che ci fai qui?!"

 

Il ragazzo, dai corti capelli castani e dagli occhi vispi dello stesso colore, sorrise sardonico. "Che bella accoglienza, sorellina!"

 

 

Continua…

 

 

[Luna fischietta, timorosa che le fan dell'ex bambino sopravvissuto, possano lanciarle qualche anatema mortale] Come avete potuto constatare, non è stata colpita Luna dalla Cruciatus (peccato -.- ndlettori) (grazie, vi amo anche io =.= ndLuna), bensì Harry, che per proteggerla si è messo in mezzo. D'altronde considerate questo: è un uomo, ne ha ricevuta solo una. Lei che dovrebbe dire che è una ragazzina e ne ha ricevute in quantità industriali, in passato? -.-''

Chiedo scusa per il ritardo, ma purtroppo non ho avuto modo di aggiornare questa storia, proprio no. D'altra parte mi rendo conto che devo sbrigarmi a terminare tutti i miei racconti per un motivo preciso. A tal proposito:

AVVISO [alla cortese attenzione di Lady e Marcycas in special modo.] 

La qui presente Luna Malfoy, da settembre (primi) si trasferirà a Roma in via definitiva, ciò comporterà un piccolo problema: niente PC. Ok, non sarà per sempre questa privazione, ma mi sa che per un annetto buono, sarà così. Per questo motivo, ho deciso di sbrigarmi il più possibile con la scrittura, tuttavia, mi rendo conto che c'è la possibilità che io non riesca (tra lavoro e studio) a completare i miei lavori entro settembre, ragion per cui ho deciso che continuerò (appena mi sarà possibile) a Roma e saranno Ryta Holmes e Lynn Wolf a pubblicare i capitoli per me, con il mio nome ^^

 

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^

Passiamo ai ringraziamenti: 

 

Marcycas - The Lady of Darkness:  mi vien da piangere se penso che questa è probabilmente l'ultima recensione a cui rispondo di persona ç.ç Voi tornerete a settembre, quando io sarò ormai a Roma. Devo dire che non pensavo di affezionarmi tanto ad una feroce assassina e ad una Grifondoro spudorata. (ehi!! E io che sono?! ndRytaPerplessa  ehm, tu sei un po' un mix alleggerito di tutte e due -.- ndLunaSconfortata) Però è così e vi assicuro che sono parecchio abbattuta dall'idea di lasciarvi :\ Questo però non mi impedirà di leggere TLSR e di continuare a rispondere e commentare ^^ Buone vacanze... a tutte e due (sperando che Lady torni buona e temprata dal viaggio -.-'''' ndLunaIllusa)

 

Angele1987: credo che la preoccupazione principale di Luna, non sia "se gli dico del bambino torna", ma "se gli dico del bambino se ne frega" e siccome è anche figlio suo, una reazione di questo tipo la butterebbe parecchio a terra. :\ Come puoi ben vedere... ho svelato molto di più in questo capitolo. Che ne dici?! Abbastanza soddisfatta?! ^^

 

Ryta Holmes: ...e ora, osa dire che non sono una brava bambina!! ^^ In un giorno ho completato il capitolo e l'ho mandato. Sono un genio!! XD Almeno così mi evito la morte, visto che so che in serata ci dobbiamo vedere -.-'' Ora non mi resta far altro che dedicarmi all'altra storia e andare avanti con questa ^^ E la mia vita sarà salva... vero?! [Luna arretra vedendo Ryta ancora incazzata, con la bacchetta in mano.] "No che non è vero!" [Luna deglutisce] "Ma... ho svelato parecchie cose... alcune tu già le sai, cosa vuoi di più?!" [Ryta digrigna i denti, ridacchiando sadica] "Cosa?! Io non so niente di questi ricordi, io non capisco il nuovo titolo e soprattutto mi devo vendicare perché per colpa tua, Lady non ha fatto la scena Draco/Ginny" [Luna spalanca gli occhi] "Ahem... dunque -classico tentativo di arrampicarsi sugli specchi- oh! Guarda!! C'è Jonnhy nudo dietro di te!!" [Ryta si volta con gli occhi a cuoricione, mentre Luna ne approfitta per scappare] "Bye bye!!"

 

Lynn Wolf: ehh e anche tu sei partita. Chissà quando leggerai questa risposta e chissà quando recensirai di nuovo. Sola e abbandonata da tutti. Tristezza -.- Ti stai perdendo proprio gli ultimi capit- ops! Ho parlato troppo. Va beh, pazienza! Spero che ti divertirai in vacanza, io mi diletterò nell'uccidere/ferire/torturare/ridicolizzare qualcuno *-* C'è chi può e chi non può... io può! (e non rubarmi le battute NdSirius) =***

 

 

Prossimo capitolo: "Decisioni

 

Altra nota: ho pubblicato la storia "Il Morso del Serpente" ^^ Dategli un'occhiata su!! 

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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Capitolo 7
*** - Decisioni ***


7

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 7

 

DECISIONI

 

"Miei fedeli, è quasi giunto il momento tanto atteso da tutti noi." Pronunciò greve il Signore Oscuro. 

 

Dall'alto del suo scanno, nella Sala allestita per le riunioni in Villa Malfoy, scrutava il folto gruppo di maghi incappucciati ai suoi piedi. Alla sua destra, come sempre, sedeva Beatrice; le braccia conserte e le lunghe gambe magre, accavallate e lasciate scoperte dalla veste rossa da strega. Alla sua sinistra, invece, Horatius; fiero e altero, come al solito. 

Poco più in basso, in prima fila, i due uomini della famiglia Malfoy, con accanto i coniugi Lestrange e Pansy Parkinson, accompagnata dal futuro marito, Theodore.

 

"Il piano per la riconquista totale del potere è ormai ultimato e questo periodo di terrore che siamo andati a creare, ha fatto sì che le nostre mosse si facilitassero, anticipando così l'ora X." Continuò, intrecciando le lunghe mani scheletriche di fronte alla bocca. Gli occhi color sangue, saettarono in direzione del giovane Malfoy. "Non mi importa cosa accadrà durante la battaglia. Non mi interessa chi o quante persone dovrete sacrificare. Uccideteli tutti, se necessario. Ciò che mi preme è uccidere Potter, personalmente." 

 

Il rumore di una gola che si schiariva, parve far tornare in mente a Lord Voldemort, un particolare sfuggitogli. "Ah giusto. E' mia premura precisare che Horatius ha espresso il desiderio di occuparsi lui stesso, della dipartita della sua giovane figlia. Ragion per cui, mi atterrò alla sua richiesta, permettendomi però di affiancargli alcuni alleati, tra i quali suggerirei Beatrice e Draco, che a quanto so, hanno un conto in sospeso con la piccola McPhee."

 

"Con vero piacere!" Cinguettò giuliva la bruna Mangiamorte, scoccando poi un'occhiata d'intesa con il biondino, che però non le prestava attenzione, troppo preso dal discorso del suo Signore. 

 

A fine riunione, quando la folla di Mangiamorte si sparpagliò per la Villa, prima di smaterializzarsi, Draco uscì in tutta fretta dalla Sala principale, sotto lo sguardo inferocito di Beatrice, che si era sentita ignorata per tutto il tempo. 

Non si fermò a guardare suo padre, prendere per un braccio Rodolphus e trascinarlo chissà dove, non fece caso a Horatius, che si metteva a dialogare col Signore Oscuro, probabilmente dei dettagli del piano. Si fermò solo quando una mano leggera, si posò sulla sua spalla, facendolo voltare di scatto. 

 

"Pansy..." Esclamò piatto, trovandosi di fronte il volto della sua ex compagna di Casa. "Che vuoi?! Non vedi che ho fretta!?"

 

La ragazza lo guardò offesa. "Fretta?! Non mi sembra che il Signore Oscuro ti abbia dato qualche compito urgente, dunque... perché tanta furia?!"

 

Draco incrociò le braccia al petto, con fare stizzito. "Cosa vuoi?!"

 

"Parlare con te, Draco." Rispose concisa. "Ti rubo pochi minuti, tranquillo."

 

"Non qui." Fu la sua reazione, afferrandola per un braccio e spingendola avanti. 

 

Attraversarono una serie di corridoi stretti e bui ed entrarono in una stanza spoglia e sudicia. Non un solo quadro alle pareti. In compenso una bella serie di ragnatele consistenti, pendevano dal soffitto, con annesso inquilino a penzoloni dai fili biancastri. 

 

Pansy si guardò intorno disgustata, ma a Malfoy sembrò non interessare. 

 

"Sentiamo." 

 

La giovane Mangiamorte pulì un po' di polvere, caduta sul mantello nero. "Voglio sapere se hai intenzione di accettare l'incarico che ti è stato affidato."

 

"Di che parli..." Ribatté atono, a braccia conserte. 

 

Lei fece una smorfia esasperata, alzando gli occhi al cielo. "Mi pare ovvio che sto parlando dell'assistere McPhee, durante l'uccisione di Luna. Di cosa pensavi che stessi parlando?!"

 

"Avevo capito perfettamente... solo non mi andava e non mi va, di parlarne." Spiegò lapidario, inarcando un sopracciglio. "Comunque non vedo una ragione valida, per cui non dovrei assistere il braccio destro di Lord Voldemort, in un'azione che ha tanto a cuore."

 

Pansy aggrottò la fronte. "...Draco, devo forse ricordarti che Luna è la tua ex ragazza?! Hai presente quella tipa che mi ha pietrificato in piena Sala Comune dei Serpeverde?! Quella per cui mi hai lasciata, ridicolizzata e umiliata?! Per quale motivo dovresti aiutare suo padre ad ucciderla?!"

 

Il viso del biondino si contrasse, rivelando un'espressione furiosa. "Forse perché non mi importa più niente di quella insulsa ragazzetta?! Per me può morire o vivere, la cosa non mi cambia la vita. Anche se devo ammettere, che da morta non mi capiterebbe più tra i piedi... e comunque, Pansy, questi non sono fatti tuoi!!"

 

La mora batté un piede a terra, spostando dietro l'orecchio, un ricciolo sfuggito all'acconciatura. "E invece sono fatti miei, razza di stupido!! Puoi ingannare chi vuoi, ma io ho rinunciato a te per lei!! Non per un'oca da quattro soldi come Beatrice Lestrange!!!"

 

"Non chiamarla oca... o te ne pentirai amaramente!!" La minacciò, stringendole con violenza un braccio. 

 

La ragazza non si scoraggiò per così poco. Si morse il labbro inferiore, trattenendo un gemito di dolore e lo guardò inferocita. "E sentiamo... me la faresti pagare tu, Draco?! Andiamo... sii onesto con te stesso, non t'importa niente di quella sciacquetta, e ancora non mi spiego perché ci st-" Uno schiaffo in pieno volto la zittì.

 

"Non parlare di cose che non sai, Pansy." Sibilò rabbioso, aumentando la presa sull'arto. "E soprattutto, tirati fuori dai cazzi miei!! Sono. Stato. Abbastanza. Chiaro?!"

 

Si voltò, inforcando la porta, quando la voce della Mangiamorte lo bloccò. 

 

"Quell'incantesimo che usi su di lei... alla lunga le distruggerà il cervello!!" 

 

Draco la guardò dapprima sconvolto, poi sarcastico. "Ma come, tu stessa dici che Beatrice non ha un cervello!"

 

Sbatté la porta alle sue spalle. 

 

* * *

 

"Ti decidi ad alzare di più quella gamba, Harry, o devo ingessartela?!" Brontolò nervosa Lynn, a braccia conserte. 

 

In tutta la palestra del quartier generale, sede di allenamento fisico quotidiano dei ragazzi, non volava una mosca. A parte il rumore prodotto dalle scarpe da ginnastica sul pavimento, qualche spada incrociata e calci sul punchball, ognuno si allenava in rigoroso silenzio. 

 

Ormai erano più di due ore che Harry provava quell'attacco, ma proprio non ne voleva sapere di riuscire a calciare più in alto. Lynn, stava perdendo la pazienza, già da qualche giorno al limite. 

 

"Perdio!! Non devi fare una carezza al tuo avversario, staccagli la testa di netto, se necessario!! Cosa non hai capito della mia spiegazione?!?!" Urlò rabbiosa.

 

Il moro la guardò basito, imitato da Ron, che fermò il suo attacco a metà, per fissare l'istruttrice di arti marziali, in piena crisi di nervi. Anche Hermione parve colpita da quell'atteggiamento, perché con un ultimo colpo, mise al tappeto Hayden e si concentrò sull'amica, senza neanche prestare aiuto al suo collega, ancora disteso per terra. 

 

"Ok, scusate, non volevo alzare la voce." Mormorò dopo pochi attimi, abbassando lo sguardo. "E' che dovete impegnarvi ragazzi. So che fa caldo, so che avete mille preoccupazioni, ma dovete essere al meglio. Non voglio che vi troviate impreparati ad un prossimo attacco. Non me lo perdonerei mai."

 

Hermione le sorrise incoraggiante, posandole una mano sulla spalla. "Tranquilla. Non è successo niente. Lo sappiamo che ti preoccupi per noi eh! E' solo che anche noi siamo in pensiero, ultimamente sei così... agitata!"

 

Gli occhi della donna si velarono di ansia. "E' la luna. Tra qualche giorno sarà luna piena. Mi mette sempre un po' di angoscia in questo periodo. Ho sempre paura che ci sia un attacco, mentre io e Remus siamo lontani per la trasformazione."

 

"Capisco." Fece Harry, avvicinandosi all'amica con un sorriso rassicurante. "Ma tu ci sei lo stesso con noi, durante l'attacco. E' merito tuo se siamo così preparati e se possiamo aprire il culo a quei figli di puttana!!" 

 

Lynn scoppiò a ridere, la ragazza dai capelli ricci inarcò un sopracciglio. "Quanto sei fine e delicato, Harry Potter! Ron ti influenza negativamente." Disse, ignorando l'aria offesa del rosso. 

 

"Però ha ragione!" Affermò una voce alle loro spalle. 

 

Lo sguardo della licantropa, cadde sul compagno. In piedi, poco dietro le sue spalle. Gli sorrise. "Non ti ci mettere anche tu, eh! Ne ho abbastanza di lusinghe per oggi. Piuttosto, è tutto pronto per quei giorni?!"

 

Remus annuì. "Oh sì, abbiamo appena finito. Sirius m'ha dato una mano." L'uomo entrò giusto qualche istante dopo, ancora parecchio accaldato e sudaticcio. 

 

"Fatto tutto." Annunciò. "Certo che l'ultima volta vi siete proprio messi d'impegno eh! Quella povera cella non ha retto tutta la vostra potenza, volevate proprio uscire!”

 

“Stavolta prenderemo più pozione.” Spiegò la donna. “Ne abbiamo richiesta di più apposta. Non vogliamo correre rischi inutili. Se ci facessimo del male, saremmo tagliati fuori da eventuali battaglie e personalmente non ci tengo proprio!”

 

A distrarre il gruppo di amici, ci pensarono due voci, impegnate in una discussione piuttosto divertente, a giudicare dalle risatine che potevano udire, appena fuori dalla palestra. Lo sguardo di Sirius, notò Lynn, si incupì parecchio. Non mancarono di notarlo anche gli allievi e il suo migliore amico.

 

Dall’immensa porta d’acciaio, comparvero Ryta, in tenuta borghese piuttosto elegante e Jonathan Wolf, in giacca e cravatta. Entrambi sorridenti, avevano alle costole un Marcus Falck  per niente divertito. Quando il ragazzo adocchiò Sirius, i suoi occhi parvero brillare appena, prima di tornare scuri e freddi.

 

“Fratellone!!” Esclamò Lynn correndogli incontro e smanettando per farlo abbassare di poco, giusto il necessario per poterlo abbracciare. “Come siamo eleganti, dove vai di bello?!”

 

L’uomo sorrise, accentuando di poco, le rughe ai lati degli occhi. “Porto Ryta fuori a pranzo.”

 

“Vai anche tu, Marcus?!” Domandò curiosa la donna, non mancando di storcere la bocca per far notare il suo disappunto per tutta quella faccenda.

 

Il ragazzo scosse la testa, freneticamente. “Non ci penso neppure!!” Negò, avvicinandosi con passo dinoccolato al Capitano Black. “Vado a pranzo con lui!”

 

“Incredibile!” Fece Ryta sbalordita. “E dire che quando eri piccolo non lo potevi sopportare!!” Hermione, Ron e Harry, si lasciarono sfuggire una risatina, pensando ad un baby-Marcus, pronto a combinarne di tutti i colori al povero malcapitato.

 

“La gente cresce.” Sibilò tagliente il fratello. “Ah beh… mica tutti!”

 

L’attenzione dei presenti si spostò da Marcus a Ryta, cercando di capire cosa volessero dire quelle parole e dove volesse andare a parare. Inutilmente. Entrambi i fratelli avevano un’espressione indecifrabile e dopo qualche minuto di silenzio teso, Ryta afferrò per una manica Jonnhy, trascinandolo via da quel posto.

 

* * *

 

“Sottotenente McPhee.” La salutò il comandante Strekon, fermo in piedi accanto alla sedia che occupava il generale Falck.

 

La ragazza portò la mano di taglio, sulla fronte e sbatté i tacchi degli anfibi militari. “Generale, comandante.”

 

“Riposo, riposo.” Fece l’uomo seduto. “Possiamo sapere, come mai ha chiesto di vederci?!”

 

Luna attese un cenno del comandante, prima di sedersi su una poltroncina di fronte alla scrivania. “Ecco, ho saputo della missione che state organizzando, quella che prevede un infiltramento in quel party organizzato da un probabile Mangiamorte.”

 

“Ha saputo, sottotenente?!” Domandò curioso Strekon, inarcando un sopracciglio, con fare irritato. “E se è lecito… in che modo sarebbe venuta a conoscenza di questi fatti, assolutamente top secret, almeno per il momento?!”

 

“Comandante, per quanto top secret possa essere questa missione, le ricordo che siamo in una caserma.”

 

“E con ciò?!” La esortò a continuare il generale, intrecciando le mani davanti alla bocca e fissandola torva. “Mi risulta che alcuni di voi, lei inclusa, non risiedete più qui, ma nel vecchio castello di Hogwarts.”

 

Luna sorrise sorniona, accavallando una gamba e appoggiandosi allo schienale. “Le risulta bene, ma a me risulta che passiamo più tempo qui, in mezzo ai nostri colleghi, che al castello. Con questo, voglio solo farvi capire che in quest’ambiente, niente è realmente top secret. La voce si sparge, la gente parla.”

 

“Vada avanti.”

 

“Voglio chiedervi di partecipare alla missione, come infiltrata.” Tagliò corto lei, facendosi immediatamente seria.

 

Strekon si lasciò scappare un verso ironico. “Questo è assolutamente impossibile! Anzi, direi, impensabile!”

 

“E per quale motivo?!” Chiese la ragazza, visibilmente contrariata.

 

Falck prese un forte respiro, scuotendo appena il capo. “Prima di tutto, è ancora inespert-“

 

“Non mi sembra, ho appena terminato l’addestramento speciale.”

 

Il generale non si perse d’animo. “Le devo ricordare le sue condizioni di salute?!”

 

“No, direi proprio di no.” Disse con tono greve. “So perfettamente le mie condizioni di salute, ma so bene che non sarà una missione pericolosa, devo semplicemente dare un’occhiata in giro. Non credo che, al primo mese di gravidanza, partecipare ad una festa sia così rischioso.”

 

Il comandante aggrottò la fronte, perplesso. “E se ci fosse qualche problema? Se la scoprissero? Come farebbe a combattere?!”

 

“Come ho sempre fatto.”

 

“E’ proprio decisa, signorina McPhee?!” Le domandò l’uomo, ancora seduto e palesemente poco convinto.

 

“Sì, non ho dubbi.” Replicò convinta, accennando un movimento con la testa.

 

Strekon sospirò, lanciando uno sguardo di sfuggita al generale. Questi annuì piano e forse non del tutto sicuro. “D’accordo, ma verrà qualcuno con lei. Potremmo… mah sì! Verrà Duval con lei, so che ultimamente andate d’accordo e nel campo dei Mangiamorte non è ancora conosciuto.”

 

“D’accordo.” Mormorò, mordendosi il labbro inferiore, prima di congedarsi.

 

“Mi raccomando.” La bloccò il comandante subito dopo il saluto militare, prima di aprire la porta. “Si tenga sempre in contatto e per qualsiasi cosa, chiami i rinforzi.”

 

Luna annuì di nuovo. “Certamente.”

 

“Ah! Un’ultima cosa!” La interruppero di nuovo. Stavolta a parlare fu il generale Falck. “Ancora nessuna nuova, sul fronte ricordi?!”

 

La ragazza scosse il capo. “No, spiacente.”

 

“D’accordo, può andare.”

 

Quando la porta si chiuse, con un tonfo sordo, Strekon fece il giro della scrivania, sedendosi di fronte al suo superiore. Il silenzio che si era creato nell’ufficio, si ruppe non appena il generale parve smettere di riflettere su non si sa cosa.

 

L’uomo si portò una mano alla fronte e poi sugli occhi. “Speriamo vada tutto come previsto.”

 

“Non si fida del sottotenente, generale?!” Chiese un po’ dubbioso l’altro, incrociando le braccia al petto.

 

Falck scosse la testa, facendo voltare la poltroncina e prendendo ad osservare il cielo, fuori dalla finestra. “No, non è questo. Mi preoccupa di più cosa possa trovare là. Non dimentichiamoci che non ha ricordi del passato, ma qualcuno potrebbe ricordare lei.”

 

“Su questo non mi preoccuperei.” Lo tranquillizzò Strekon, sorridendo furbescamente. “Il nostro infiltrato ci ha assicurato che lui non ci sarà.”

 

* * *

 

“Ho. Detto. Di. No!!” Urlò rabbioso Draco, sbattendo con forza una mano sulla scrivania di legno lavorato, che c’era in camera sua. “Cosa non ti è chiaro del mio no, Beatrice?!”

 

La mora sobbalzò, alzandosi a sedere sul letto. Imbronciò le belle labbra carnose e lo guardò triste. “Ti prego. So che quel fanfarone di Lavery ti sta sulle scatole, ma… è un evento tutto per noi, capisci?!”

 

Al biondino, tornarono in mente le parole di Pansy. Fu spontaneo, quindi, domandarsi se la ragazza di fronte a lui sapesse realmente il significato della parola fanfarone. Scacciò quel pensiero. “No, non capisco.” Ribatté acido, curvando le labbra in uno dei suoi ghigni. “Cosa ti fa pensare che fili tutto liscio?! Quell’incapace non è ancora stato beccato, è vero, ma molti di noi si sono già mostrati agli Auror, se ci fosse un agguato, sarebbero guai seri!!”

 

“Andiamo, Draco, è ridicolo!!” Guaì infastidita, ancora col broncio dipinto sulle labbra. “Chi vuoi che faccia un agguato?! Se anche come dici tu, sospettassero qualcosa, sono abbastanza intelligenti da non attaccare un posto pieno zeppo di Mangiamorte!! Sono Auror, e mi dispiace ammetterlo, ma sono anche furbi!”

 

“E se mandassero un infiltrato?!” Ipotizzò serio, inarcando un sopracciglio.

 

Beatrice sospirò esasperata. “E a noi cosa ce ne importa?! Ci conoscono, ormai. Sanno che facciamo parte della cerchia del Signore Oscuro!!”

 

Draco soffiò irritato. “Non capisco perché sono costretto a subire queste torture! Sai che detesto gli eventi mondani.”

 

“Ma almeno per una volta, fallo uno sforzo e accompagnami. Che ti costa?!” Borbottò con voce da bambina capricciosa, passandosi un ciuffo di lunghi capelli neri, dietro l’orecchio.

 

“D’accordo. D’accordo, ma che sia la prima e ultima volta.” Ringhiò innervosito, voltandosi verso la finestra e dandole le spalle.

 

La mora esultò festosa, scendendo dal letto con fare sensuale e avvicinandosi a lui. Lo afferrò per le spalle e lo fece girare, tappandogli la bocca, pronta a dire qualcosa di non esattamente signorile, con un bacio. Tirandolo per i lembi della camicia lo trascinò fino al letto.

 

Dopo qualche minuto, quando le mani bianche e affusolate di Beatrice, raggiunsero i suoi pantaloni, Draco afferrò la bacchetta e sussurrò qualcosa. La giovane incappucciata, crollò tra le sue braccia, addormentata.

 

* * *

 

Hermione e Ginny, sedute ad uno dei tavoli della mensa del quartier generale, erano scoppiate a ridere, improvvisamente. Luna faceva loro compagnia, giocherellando con la forchetta nel piatto, col suo stufato.

 

“Ehi! Come mai tutta questa allegria?! Che succede?!” Domandò Harry alle amiche, sedendosi accanto alla rossa e baciandola frettolosamente sulle labbra.

 

Virginia lanciò un’occhiata alla riccia, seduta di fronte a lei, ed entrambe finirono di nuovo per esplodere in una risata contagiosa. “No niente….ahahaha, ricordavamo la tua faccia, quando… quando mio fratello ci ha beccati!”

 

“Ah grazie, come siete carine e gentili!!” Si mostrò offeso il moro, scoccando poi uno sguardo preoccupato all’amica silenziosa. “Luna che succede?!”

 

La ragazza scosse la testa, sorridendo appena. “Niente, niente! Sapete… un po’ di nausea.”

 

“Vuoi smetterla di starle sempre addosso?!” Lo rimproverò Ron, appena arrivato insieme a Marcus Falck, nuova recluta del corpo battlemage. “Non è mica di porcellana, Harry!!”

 

“Ah ha parlato il fratello maggiore iper protettivo!!” Lo canzonò Ginny, facendogli la linguaccia.

 

“Marcus, che ti prende?!” Fece Hermione preoccupata, piegando la testa da un lato e osservando il nuovo amico, prendere posto a capotavola, di fronte a Luna. “Hai una faccia…”

 

“Eh?!” Esclamò qualche istante dopo, come se la voce della ragazza lo avesse risvegliato. “No, nulla nulla… un po’ di stanchezza. Sirius quando ci si mette è un vero tormento!!” Balbettò, grattandosi la nuca imbarazzato.

 

Ron scosse i ciuffi rossi, lievemente sudati. “Non dirlo a noi…”

 

Un rumore di tacchi, fece voltare il gruppetto. Di fronte a loro, Ryta Falck, in tailleur, li scrutava con aria severa, agitando davanti agli occhi del fratello un mazzetto di chiavi.

 

“E tu che ci fai, qui?!” Le chiese Marcus, incrociando le braccia. “E soprattutto… perché sei vestita così?!”

 

Ryta inarcò un sopracciglio seccata. “Non sarebbero fatti tuoi, ragazzino… comunque sto andando in ufficio, alla Gazzetta del Profeta. Devo scrivere un articolo importante e vogliono me, non posso rifiutare o la mia copertura salta!”

 

“Wow… complimenti!” Fece Hermione, mentre un bagliore di stima le illuminava gli occhi color cioccolato; la donna le sorrise.

 

“Toh tieni queste!”

 

Il ragazzo, afferrò al volo le chiavi. Le guardò interrogativo per un po’. “Mhm?! Cos’è?! Da oggi non devo più dormire in caserma?!”

 

“Esattamente!”

 

Marcus la studiò, un po’ perplesso. “Da dove ti viene tutta questa bontà d’animo, sorella?!”

 

Ryta sghignazzò con dignità, posando le mani sui fianchi. “Oh beh, qualcuno dovrà pur occuparsi della casa, no?!”

 

Harry sgranò gli occhi, immediatamente imitato dal resto dei presenti. “Perché? Per caso… devi partire in missione?!?”

 

“Oh no no!” Li bloccò, con aria felice. “Semplicemente vado a vivere con Jonnhy!”

 

 

Continua…

 

 

[Luna esulta contenta, perché la fine di questa storia sta per arrivare] No, non temete, non sono impazzita di colpo. E’ solo che non vedevo l’ora di terminare questa ff, per dedicarmi a quello che ne seguirà [Luna ridacchia sadica] e alle altre storie, nonché qualche oneshot!

Dunque dunque… quante novità! Luna diventa infiltrata ad una festa, Ryta decide di andare a vivere con Jonnhy e lascia la casa a suo fratello e… Draco si diverte a sperimentare incantesimi su Beatrice (lo so, quest’ultima cosa vi rende assai contenti, lo immagino! XD)

Purtroppo non è tutto qua, anzi! E’ vero, siamo ormai giunti agli ultimi capitoli… ma la storia potrebbe complicarsi. Non dimentichiamoci che ora c’è di mezzo questa festa e poi Draco è un Mangiamorte, se poi ci aggiungiamo che Luna esce con Duval, Sirius vuole trucidare Jonathan (non si sa bene perché ^^’’), Lynn e Remus sono gli unici tranquilli, insieme ad Hermione, Ron, Ginny ed Harry… per quanto possano essere tranquilli con una guerra in corso. E come dimenticare il padre psicotico di Luna?! E soprattutto… perché Luna ha detto ad Harry e agli altri che ha ricordato tutto e davanti a Falck e Strekon ha negato?!! Ehhh quanti misteri (stronza perfida bastarda!! NdRyta   più tempo passi con questi soldati e più mi diventi mazzara -.- NdLuna)

 

NOTINA IMPORTANTE: giusto ieri, ho inviato una nuova oneshot Draco/Ginny, so che alcuni di voi già l’hanno letta e commentata. Mi raccomando… fatemi sapere che ne pensate!! -> The Perfect Drug    si chiama così ^^

 

Che altro?! Ah sì, appena avrò un po’ di tempo libero, mi dedicherò di nuovo alle locandine ^^ In fondo mi divertivo a farle, ma prima di tutto devo proseguire “Il Morso Del Serpente” e soprattutto “Preludio”….senza contare la nuova long fic che sto scrivendo… ops! Non dovevo dirlo XDD

 

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^

Passiamo ai ringraziamenti: 

  

Enika: sono contenta che la mia storia ti piaccia. Come vedi, non hai dovuto attendere poi molto. Sono stata abbastanza veloce… spero O.O mi sa che anche il prossimo capitolo non tarderà poi tanto… ^^ Mi raccomando, però, fammi sapere se ti è piaciuto anche questo nuovo capitolo =)

 

Ryta Holmes: …[Luna fissa perplessa il monitor, finendo di leggere ciò che ha fatto Ryta] Ma dico ti sei fumata quell’ultimo refolo di intelligenza che ti è rimasto?!?! [Ryta miagola spaventata] Lascia che te lo dica, tesoro… le vacanze con Harry ti hanno profondamente turbato mentalmente, a meno che non sono le troppe notti passate con Jonnhyno ciccino!!! è.é [Ryta la guarda con aria sognante, ripensando ai due uomini della sua vita….ops! Tre uomini della sua vita! Luna la guarda disgustata] Mi trasfiguri il volto di Beatrice in quello di un mostro!!! Come fanno adesso a confondere le idee quelle due, visto che DOVREBBERO essere uguali, eh!?! Come?!?! Ah… ma stavolta non la passi liscia, aspetto con ansia che pubblichi i nuovi capitoli e poi vedrai cosa succede a chi osa toccare i miei personaggi (ma… è Beatrice NdRytaSconvolta   ehm NdLunaTitubante   eh… eh… cioè, potrei anche ucciderla, tu ne saresti contenta, no?!? NdRytaPerplessa   c’è sempre tempo per quello!! Ma mi serve viva per la storia!! NdLunaIncazzataNera) [Ryta ri-miagola spaventata] Non lo fare mai più!! >_<

 

Lynn Wolf: noto che anche a distanza riesci a massacrare la mia storia -.- fantastico! Va beh che, hai visto cosa ha combinato tuo fratello?! Potresti picchiarlo!!!!!............. no eh?! -.- Mhmhmhm allora forse fargli aprire gli occhi!!!.......... impossibile -.- sì sì, comprendo. -.- E come la mettiamo allora?! Quel povero cagnolino mi sta soffrendo, non è mica giusto!! =\  (sta soffrendo per colpa tua, sei tu l’autrice -.- NdLynn   oh già, ehm giusto!! Dettagli ^^’’ NdLuna) D’accordo, fa niente, in fondo tra te e Remus va tutto bene, no?! E poi Ryta prima o poi si deciderà a mangiare il S. Daniele che gli ricopre gli occhi XD

 

 

Prossimo capitolo: "Nome in codice: pantera

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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Capitolo 8
*** - Nome in codice: pantera ***


8

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 8

 

NOME IN CODICE: PANTERA

 

Giugno era ormai alle porte e con lui, un caldo torrido e secco. Già moltissimi maghi, in giro a far compere per Diagon Alley, avevano abbandonato i tipici vestiti lunghi e pesanti, con annesso mantello, per abiti più comodi e freschi. L’afa incominciava a farsi sentire.

La gelateria di Floran Fortebraccio pullulava di gente, per lo più bambini, che trascinavano letteralmente i loro genitori, costringendoli a comprar loro un gelato.

 

Ad un tavolino, all’esterno, Luna sedeva composta. Lo sguardo fisso sulla coppa cioccolato e panna di cotta di fronte a lei. Non ne aveva toccato molto a dir la verità, ogni tanto doveva allontanare il gelato per via della nausea e quando lo avvicinava, piuttosto che mangiarlo, torturava le creme con il cucchiaino colorato.

 

Alzò gli occhi, osservando un bambino mano nella mano con la sua mamma, intento a tirarla verso l’entrata del locale, con un’aria festosa dipinta sul visetto pallido e lentigginoso. Le venne spontaneo sorridere.

 

“Oh un miracolo! Luna McPhee sorride di nuovo!” Scherzò una voce alle sue spalle.

 

Incrociò perplessa lo sguardo verde di Harry, accompagnato da Ginny, Ron ed Hermione. “Che spirito! Se lo sapevo non ti invitavo… uhm, ora che ci penso… quasi quasi potresti restare senza gelato! Vedrai come sorriderò dopo!”

 

Il moro si finse spaventato. “Ehi no no! Niente scherzi! Io il gelato lo voglio!!”

 

Virginia, presa per mano al ragazzo, si scostò bruscamente guardandolo schifata. “Oddio! Non sto con un uomo io, sto con un bambino!!”

 

Hermione e Ron scoppiarono a ridere, prendendo posto accanto all’amica.

 

“Come mai questa convocazione, Luna?!” Domandò tornando serio e sedendosi tra lei e Ginny. “E’ successo qualcosa?!”

 

La mora fu un po’ titubante e incerta su come incominciare a parlare. “No… cioè sì.”

 

“No... sì, ohi piccola che ti prende?!” Le chiese Ron, allungando un braccio sul tavolino e coprendole una mano con la sua.

 

“Ecco… l’altro giorno ho saputo che stanno organizzando una missione.” Fece cupa. “Voi ne avete sentito parlare?!”

 

Hermione annuì. “Parli del party organizzato da Kayl Lavery. Per quanto ne so, vogliono infiltrare qualcuno, per controllare se fa parte dei Mangiamorte. Se, come afferma lui, troveranno solo suoi amici non presenti nelle liste nere, si arrenderanno.” Spiegò. “…ma dubito che sarà così.”

 

“Anche io credo che Lavery sia coinvolto e soprattutto, sono certa che a quella festa troveremo un sacco di gente interessante, per le nostre indagini.” Concluse Luna, abbassando un poco lo sguardo e fissandolo sul gelato.

 

Harry, fino a quel momento impegnato a comunicare alla cameriera –avvicinatasi per le ordinazioni- cosa prendessero, drizzò le orecchie, con un improvviso brutto presentimento. “Aspetta aspetta… cos’è questo tono?! E poi, perché hai detto troveremo?!”

 

Il resto dei presenti parve farsi interessato. Nessuno si era accorto di quel dettaglio nella frase dell’amica, ma volevano certamente saperne di più. Un silenzio di tomba, cadde al tavolino numero quindici, rotto solo dalle risate argentine di ragazzini che passavano lì vicino.

 

“Mi sono offerta come infiltrata e…” Prese un forte respiro. “Strekon e Falck hanno accettato.”

 

Harry aprì e chiuse più volte la bocca, il viso leggermente tendente al rosso. “Co-come sarebbe a dire!?! Stai scherzando, vero?!”

 

Luna scosse freneticamente la testa. “No, affatto.”

 

“No affatto?!? No affatto?!?! Ma dico sei impazzita!?!?” Urlò indignato, facendo voltare parte della folla. Lui parve non accorgersene, o meglio, infischiarsene del tutto e continuò a fissare l’amica, come se fosse uscita di senno, all’improvviso.

 

Ginny arrossì appena, sentendosi osservata da troppa gente. Posò una mano sul braccio di Harry, nel tentativo di placare la sua ira. “Tesoro, calmo.”

 

“No, Ginny non mi calmo proprio per niente!!” Sbraitò, scostando il braccio in maniera brusca. “La qui presente signorina McPhee si è fumata il cervello!! Non so se ve ne siete resi conto.”

 

Hermione sospirò afflitta. “Harry, ascolta… capisco che Luna sia un po’ imprudente, avventata e tutto quello che vuoi, ma-“

 

“Ma?! Si sta infilando nella tana del lupo….. di proposito!!”

 

“Sì, sì lo capisco.” Annuì l’amica, scotendo i riccioli castani. “Però… non è più una ragazzina, questo tu lo capisci, Harry?! E’ libera di prendersi le sue responsabilità. Di fare le sue scelte.”

 

“Oh! Qualcuno che se ne accorge!” Esclamò scocciata Luna, incrociando le braccia al petto e abbandonando del tutto il gelato.

 

Hermione le smorzò l’entusiasmo. “Ciò non toglie che io sia perfettamente d’accordo con Harry.” Luna si batté una mano sulla fronte.

 

La cameriera giunse dopo poco, sciogliendo quell’aria di tensione e distribuendo le ordinazioni. Ginny si tuffò immediatamente nella sua coppa fragola e limone con panna, evitando accuratamente di infilarsi in quella conversazione. Spiegare che fosse d’accordo con Luna, avrebbe significato far alterare Harry più di quanto già non lo fosse.

 

Ron sbocconcellò un po’ del suo cioccolato, poi fissò la mora. “Chi verrebbe con te?!”

 

“Duval.” Rispose prontamente lei. “E’ l’unico non ancora conosciuto dai Mang- da loro.” Si corresse, per paura di scatenare il panico tra la gente impegnata a passeggiare per Diagon Alley.

 

Harry alzò le braccia al cielo, con fare scettico. “Oh ma bene! Adesso sì che sono tranquillo!!! L’accompagnerà quel damerino da strapazzo!! E sentiamo… se qualcuno dovesse riconoscerti, cosa farebbe lui per proteggerti? Li stenderebbe a suon di sorrisini?!”

 

Hermione e Ron scossero la testa, rassegnati. Ginny sbuffò scrollando le spalle. Nessuno sembrava avere abbastanza voglia da contrastare Harry e sufficienti prove a sostegno di Duval. In fondo tutti sapevano quanto realmente valesse quel ragazzo. Cioè… poco.

 

Luna, ancora a braccia conserte, imbronciò le labbra. “Sono stufa. E’ questa la fiducia che hai in me, Harry?! Pensi che non riesca a cavarmela da sola?!”

 

Il diretto interessato non la prese bene; le strinse con forza un polso e la guardò rabbioso. “Io sono il primo ad avere fiducia nelle tue capacità, ma mi rendo conto che questa è una missione suicida. Se chi ti vuole far fuori, si accorge che sei tra loro, si scatenerà una vera e propria battaglia. Devo ricordarti chi fa parte dei nostri nemici?! Che sei incinta?! Che Duval è un perfetto coglione e che non è in grado di proteggerti?! Rifletti prima di agire. Non sei più sola adesso, le tue responsabilità aumentano!!”

 

I tre amici tacquero e abbassarono lo sguardo, facendole capire che condividevano in pieno le idee di Harry. Effettivamente ci aveva pensato anche lei. Sapeva che era rischioso, ma quando aveva discusso della questione con Falck e Strekon, qualche giorno dopo, le avevano riferito che il loro informatore aveva una lista di chi era presente alla festa. Oltre a numerosi “possibili” Mangiamorte, funzionari del Ministero e maghi apparentemente comuni, non figurava la presenza di Draco e neppure di Beatrice. Il che l’aveva resa subito molto più tranquilla e desiderosa di agire. Anche se per qualche istante, l’idea di non poterlo vedere in quell’occasione, l’aveva resa un po’ triste.

 

“Ascoltate.” Incominciò respirando a pieni polmoni. “Vi sentireste più tranquilli se, chi di voi non ha il turno quella sera, venisse all’esterno del locale?! In questo modo se ci saranno problemi, vi potrò chiamare e accorrerete. Ma vi prego… lasciatemi compiere questa missione. Ci tengo troppo.”

 

Hermione guardò in tralice Harry. Ron restò col capo chino, per un po’. “Io non sono di turno quella sera. Verrò io.”

 

Luna gli sorrise grata e annuì; persino Ginny sembrava più tranquilla e smise di sezionare le palline di crema colorata nella coppa. “Ora va meglio?!”

 

Il moro la scrutò incerto. “Mi farò spostare il turno, voglio esserci anche io… mi fido ciecamente di Ron, ma voglio comunque venire.” Entrambi mossero il capo, in cenno di assenso. “E ora spiegaci come si deve svolgere il tutto.”

 

* * *

 

“Io mi smaterializzo al Ministero.” Annunciò Remus, abbandonando la sala relax e la tazza di caffè che stava consumando, insieme al gruppo di amici. “Devo ritirare alcuni incartamenti… odio la burocrazia!”

 

Lynn ingurgitò l’ultima ciambella, glassata alla vaniglia e lo seguì. “Vengo anche io!”

 

Ryta, seduta su una poltroncina accanto all’amica, sobbalzò. Si era nuovamente smarrita nei suoi pensieri, ormai le capitava spessissimo e questo la rendeva molto distratta. Non era una bella cosa per un Auror, rendeva vulnerabili, facili prede di attacchi a sorpresa. No, beh, forse stava esagerando, pretendeva troppo da se stessa.

 

“Marcus!” Richiamò suo fratello, comodamente sbracato su una sedia poco distante e intento a chiacchierare con Sirius.

 

“Mhm?!” Fu la sua unica risposta. Le lanciò appena uno sguardo di sfuggita e tornò a dedicarsi al suo thé freddo, continuando a ridere di una battuta scema dell’uomo che aveva seduto di fronte.

 

Ryta insistette, severa. “Non dovevi ritirare il distintivo, tu?!”

 

Marcus sbuffò scocciato. “Non ci pensano direttamente quelli del quartier generale?!” La donna fece segno di no, con la testa. “Oh! Uhm… va beh, mi smaterializzerò al Min-”

 

“Scordatelo!” Esclamò tagliente, con un sorrisino sarcastico dipinto sulle labbra appena truccate. “Non hai ancora fatto l’esame per la materializzazione!!”

 

Il ragazzo arrossì, sotto lo sguardo basito di Sirius. “Che vuoi che sia! Ci proverò non deve essere difficile!!”

 

La sorella scrollò le spalle e accavallò le gambe, quel giorno coperte dalla divisa. “Fa’ come vuoi. Ti avviso che io non recupererò parti del tuo corpo di qua e di là per l’atmosfera. Quindi attento!” Riaprì la cartelletta di documenti che stava analizzando poco prima.

 

“Sei una scocciatrice!!” Sibilò furioso, stringendo i pugni per la rabbia.

 

Sirius gli posò una mano sulla spalla, placandogli il momento d’ira. “Usiamo la metropolvere autorizzata del quartier generale. Ti ci accompagno io. Non vorrei che Miss-sono-troppo-impegnata-col-mio-bambolotto-da-non-accorgermi-del-resto-del-mondo, si scomodasse.”

 

Ryta alzò lo sguardo, sperando che una delle sue occhiate raggelanti lo zittisse. Rimase di sasso nel constatare che nessuno dei due, aveva prestato attenzione alla sua reazione e, anzi, si erano alzati contemporaneamente dalle sedie ed erano usciti in tutta fretta.

 

* * *

 

“Che bello!!!” Esclamò Beatrice, attirando l’attenzione del biondino che l’accompagnava afferrandolo per il bordo della maglietta nera.

 

Draco le lanciò uno sguardo strano. La mora aveva deciso di “passare inosservata” quella sera; lo aveva stordito di chiacchiere tutto il pomeriggio, mostrandogli qualcosa come cinquanta abiti differenti e scegliendo poi una minigonna (molto mini) nera e un top verde, tendente al trasparente. Ai piedi, i soliti trampoli scomodissimi. Durante tutto il tragitto dalle camere all’esterno di Villa Malfoy, da dove si erano smaterializzati, aveva dovuto stare attento a non farsi graffiare dalle lunghe unghie smaltate d’argento della ragazza. Senza contare, il doversi sorbire le sue lamentele sull’abbigliamento troppo “sciatto”, che aveva scelto per uscire. Inutile dire che, da perfetto Malfoy, non gli erano scivolati addosso i commenti poco gentili sul suo completo pantaloni di pelle nera e maglietta aderente dello stesso colore. Il tutto corredato da un paio di stivali babbani con punta rotonda rinforzata. Nessuno poteva osare ritenere sciatti i suoi underground. Nessuno.

 

“Hai visto come hanno attrezzato il locale?! Sembra una discoteca babbana!!” Continuò entusiasta, battendo le mani come una bambina piccola.

 

Il biondo scosse la testa. “Certo, certo. Proprio un bel lavoro! Ora però rimettiti la mascherina d’argento, sai bene che è d’obbligo per stasera.”

 

Beatrice sbuffò scocciata. “Ma è così… impersonale!”

 

“Impersonale o meno, non ho int-” Si bloccò, osservando un piccolo gruppo di persone che entrava nel pub magico, preso in affitto appositamente per quella serata. I suoi occhi saettarono per un istante. La presa salda delle mani di Beatrice sul tessuto della maglietta, lo riportò alla realtà.

 

“Che hai visto?!” Domandò curiosa, alzando la testa e puntando gli occhi verdi sull’entrata.

 

“Niente niente.”

___

 

“Ora mi devi spiegare come hai fatto ad ottenere queste mascherine da… ehm… queste mascherine, Pantera.” Chiese Ron, premunendosi di eliminare dalla sua frase le parole pericolose, quali Mangiamorte o il nome della ragazza.

 

Luna sorrise. “Vedi, non è poi tanto difficile quando si conoscono certe persone.”

 

“Se poi ci metti che Pantera è una bella ragazza, basta un suo sorriso e qualsiasi fabbro infiltrato farebbe carte false per accontentarla.” Spiegò Harry, con fare annoiato, trattenendo a stento uno sbadiglio e gettando un’occhiata indagatrice in sala, attraverso i fori della maschera.

 

L’amica lo fissò torva. “Così sembra che tu stia parlando di quell’oca giuliva. Non sono solita ricorrere a certi mezzucci, per ottenere le cose.”

 

“Ok ok, scusa!!” Liquidò in fretta la faccenda, Harry.

 

Luna sospirò. “Ragazzi, davvero io sono molto contenta che siate qua. La vostra presenza è rassicurante, ma non c’è bisogno che mi stiate attaccati tutto il tempo. Nessun… uomo, sano di mente si avvicinerebbe ad una ragazza, con due guardie del corpo incollate. Siete intimidatori.”

 

Ron storse la bocca, precedendo l’amico sulla risposta. “Ok, andiamo a prenderci da bere, ma non ci allontaniamo più di due metri. Se succede qualcosa, inventati un segnale e se ti si avvicina qualcuno, cerca di capire chi è prima di fare domande strane.”

 

“Ovvio!!”

 

I due si scambiarono uno sguardo perplesso e si allontanarono di poco, raggiungendo gli sgabelli del bancone del pub e ordinando due bibite rinfrescanti e rigorosamente analcoliche. Il barista, Auror in pensione, non fece troppe domande e parve capire chi avesse di fronte. In fondo, rifletterono Harry e Ron, non è da tutti andare ad un party e non ordinare burrobirra o whisky incendiario. Potevano dare nell’occhio.

 

Harry guardò con la coda dell’occhio l’amica, spostando appena la mascherina argentata e constatando che, qualcuno, stava attraversando la folla di maghi, andandole incontro. Peccato solo che così conciati, non si riuscisse a capire chi fosse.

 

___

 

“Buonasera.”

 

Luna, intenta a cercare qualcosa nella borsetta che aveva appresso, alzò lo sguardo colta di sorpresa. Di fronte a lei stava un uomo. Era alto più o meno quanto Harry, vestito di nero e per colpa di quella fastidiosa mascherina non riusciva a carpire niente di più. L’abbigliamento di certo non l’aiutava, i Mangiamorte avevano una fantasia sfrenata nel vestirsi, pensò ironicamente.

 

Si sentì fuori luogo, avvolta in un abitino azzurro, senza maniche e corto fin sopra il ginocchio. Troppo colorato, pensò.

 

“Buonasera.”

 

“Non vorrei sbagliarmi ma… mi sembra nuova del giro.” Affermò l’uomo, compiendole un giro intorno fermandosi alle sue spalle.

 

Luna fremette appena. Quell’uomo stava volutamente rendendo bassa la sua voce, come se già non fosse difficile sentire qualcosa, in mezzo a quella musica assordante.

 

La stava irritando. “Potrei dire la stessa cosa, non è facile riconoscersi così mascherati. Comunque sono un’amica di un amico di Lavery. Soddisfatto?!”

 

L’uomo indugiò appena. “Un’amica di un amico eh?! Succede sempre così. Questo telefona a quello, che telefona a quell’altro.” Le labbra gli si curvarono in un sorrisetto sarcastico.

 

“Le dà tanto fastidio che io sia qua, signor…?!”

 

“No, affatto!! Nessun fastidio!” Si affrettò a rispondere, eludendo però l’invito a presentarsi.

 

Luna non insistette. Questo le avrebbe evitato l’inconveniente di dover dare il suo nome, in risposta. Nonostante la penombra, riuscì a ritrovare con lo sguardo Harry e Ron, ancora fermi al bancone e illuminati dalle luci colorate che rischiaravano quella zona del locale.

 

“Ho sete.” Esclamò improvvisamente, cercando un modo per raggiungere i suoi amici. “Se vuole scusarmi…”

 

Il suo interlocutore sorrise. “L’accompagno.”

 

___

 

“Cervo a Lontra. Mi senti?!” Pronunciò Harry nel ciondolo. Avevano scelto di chiamarsi col nome del loro Patronus. Un ottimo modo di nascondere la loro vera identità. Certo, avrebbero comunque dovuto agire con cautela. Non era una cosa poi così normale, che tre ragazzi si divertissero a chiamarsi con nomi di animali.

 

“Sì, cervo. Dimmi tutto.” Rispose Hermione a bassa voce.

 

Ron continuò a tenere d’occhio Luna, ferma vicino all’ingresso in compagnia dello sconosciuto che l’aveva avvicinata. Seguiva ogni singola mossa, gli occhi ridotti a fessura. Stava ben attento a non perderli di vista o Harry avrebbe voluto la sua testa su un piatto d’argento.

 

“Oh merda!” Esclamò all’improvviso, rovesciando parte della sua bibita sul bancone e lanciando uno sguardo apprensivo a Harry.

 

Il moro si voltò e gli sfuggì una bestemmia.

 

___

 

“Ciao…”

 

Luna rabbrividì impercettibilmente. Conosceva fin troppo bene quella voce e sapeva altrettanto bene che in quel momento e in quel posto, non avrebbe dovuto sentirla. Strekon e Falck erano stati molto chiari.

Due soli accompagnatori, non date nell’occhio.

Ragion per cui, automaticamente, Duval veniva tagliato fuori dalla missione. Certo non l’aveva presa bene, ma gli sguardi omicidi di Ron ed Harry erano stati abbastanza convincenti. La domanda quindi sorgeva spontanea: che diamine ci faceva lì?

 

Con molta fatica si girò, incrociando lo sguardo limpido di André. Sapeva di aver sfoderato un sorriso dei più tirati. Non le riusciva far di meglio, in quell’istante.

 

“C-ciao.” Tartagliò, cercando di non dare un’impressione sbagliata all’uomo con cui dialogava fino a poco prima e che, quasi certamente, era un Mangiamorte e quindi: nemico.

 

“Scusa se ti ho fatto aspettare.”

 

Luna inarcò un sopracciglio. “N-no, non fa nulla. Figurati.” Si trattenne dall’aggiungere qualcosa del tipo avrei aspettato volentieri, ancora molto.

 

“Lui chi è?!” Domandò indicando, con un movimento della testa, la persona mascherata ferma a pochi passi da lei. Questi non mosse un muscolo e si limitò a spostare lo sguardo sul nuovo arrivato.

 

“Ah eh… senti, Pavone, che ne dici di andare a bere qualcosa?!”

 

“Pavone?!” Commentò ironico lo sconosciuto, trattenendo malissimo una risatina di scherno.

 

Luna lo fulminò con un’occhiata. O perlomeno ci provò, peccato che la mascherina glielo impedisse. “E’ il nome con cui lo chiamo, quando scherziamo.” Sorrise forzatamente.

 

“Capisco, capisco.” Borbottò, ridacchiando.

 

Duval la tirò per un braccio. “Preferirei ballare, se non ti dispiace.”

 

“D-d’accordo.” Sibilò a denti stretti. Non poteva ballare. Non voleva, anzi.

 

Prima di tutto, sarebbe stato mettersi al centro dell’attenzione e lei doveva evitare questo tipo di situazione. In secondo luogo, non avrebbe potuto fare conoscenza con altri “sospetti”, né di conseguenza fare domande. D’altro canto, questo almeno per il momento l’avrebbe tolta dall’impiccio di parlare con lo sconosciuto, che negli ultimi minuti si stava facendo troppo pressante.

 

Seguì con lo sguardo l’uomo con cui stava parlando fino a poco prima. Notò che rimase fermo ancora per poco, prima di battere in ritirata ed essere avvicinato da una ragazza. Lunghi capelli neri, non troppo alta. Decisamente appariscente, si ritrovò a pensare, mentre seguiva il ritmo della musica, stando ben attenta a non ritrovarsi troppo vicina ad André.

 

Non solo era appariscente, dovette ammettere poco dopo, stupendosi dell’atteggiamento di quella ragazza. Aveva un vero e proprio comportamento da gattamorta! Immediatamente, un campanellino d’allarme suonò nella sua testa, ma troppo presa da tutto il resto, non gli diede peso.

Li osservò con attenzione per tutto il tempo. Sin da quando la ragazza lo avvicinò, schioccandogli un bacio sulle labbra, fino a che non incominciò a ballare in maniera scandalosa, strofinandoglisi addosso.

 

Sentì un braccio di Duval, stringerle la vita e attirarla a sé. Le venne spontaneo sussultare e rabbrividire. Non riusciva più a sopportare certi tipi di contatti. E poi non le piacquero per niente, gli sguardi assassini di Ron ed Harry, preoccupati per la piega che stava prendendo tutta la faccenda.

 

“Non fare sempre la ritrosa, Pantera.” Marcò bene l’ultima parola, mostrandole che aveva capito di dover usare i nomi in codice.

 

Lei gli posò le mani sul petto, a contatto con il tessuto grigio della maglietta. “E tu non fare il polipo.”

 

André non riuscì a replicare. Sentì solo un forte irrigidimento da parte della sua compagna e la vide bloccarsi di colpo. Lo sguardo, ancora puntato alle sue spalle.

 

Luna sentì il cuore perderle un battito. Non aveva mancato di notare che, muovendosi a tempo di musica con la schiena appiccicata al torace dello sconosciuto, la ragazza appariscente aveva fatto cadere la mascherina, rivelando la sua identità.

 

Beatrice.

 

Non le fu molto difficile, capire chi fosse la persona con cui aveva intavolato una discussione poco prima. Tuttavia le fu troppo sgradevole continuare ad assistere a quello spettacolo. Nonostante non indossasse più la protezione argentata, Beatrice non si era fatta scrupoli di alcun tipo e aveva continuato a ballare, strusciandosi contro il ragazzo e passandogli le braccia dietro al collo.

 

Un moto di nausea l’assalì. Sgusciò via dalla presa salda di André e corse fuori.

 

___

 

L’aria fresca della sera le diede un po’ di sollievo. Camminò a tentoni fin sul retro del pub e si appoggiò alle mattonelle della parete, di schiena. Aveva il respiro affannoso e il viso imperlato di sudore. Senza contare alcuni fastidiosi, seppur leggeri, crampi alla pancia. Istintivamente, come faceva ormai da un po’ di tempo, si portò una mano al ventre e inspirò forte.

 

Strinse la mano libera intorno alla catenella che indossava. Racchiuse nel palmo i tre ciondoli che era solita portare. Un serpentello, simbolo della sua Casa ad Hogwarts, regalatole da un’amica ai tempi della scuola e un anello. Quell’anello. Aveva rifiutato di portarlo ancora al dito, ma non aveva avuto il coraggio di abbandonarlo in qualche cassetto o peggio… buttarlo. Involontariamente, raccolse nella mano anche il ciondolo d’emergenza dei Sunrise.

 

Alzò gli occhi al cielo.

 

Dovette far appello a tutto il suo autocontrollo, per ricacciare le prime lacrime, pronte ad uscire allo scoperto. Non era il momento di piangere, doveva recuperare il sangue freddo e rientrare. La serata non era ancora finita e aveva ancora una missione da portare a termine. I suoi superiori si fidavano di lei. Harry e Ron si fidavano di lei.

 

Respirò a fondo e si allontanò dal muro. Uno scintillio nell’ombra, però, la spiazzò. Fece qualche passo indietro.

 

Sentì qualcosa di freddo toccarle la pelle e abbassando gli occhi, si rese conto che si trattava di una mano. Pochi istanti dopo, una presa salda le arpionò la spalla, spingendola in una zona più illuminata del vicolo scuro. Di fronte a lei, la persona con cui aveva parlato a inizio serata: Draco Malfoy.

 

“So perfettamente che mi hai riconosciuto.” Incominciò, con voce strascicata. Il sorriso che aveva dipinto sulle labbra, la fece tremare. “Come io ho riconosciuto te, del resto.”

 

“Ho capito che eri tu, solo quando ho visto lei.” Pronunciò l’ultima parola con disgusto, storcendo le labbra.

 

Draco tolse la mascherina. Gli occhi grigi e freddi, si mostrarono in tutta la loro spaventosa bellezza. “Ma brava, noto con piacere che sei più perspicace di quei cretini che ti porti dietro.”

 

“Harry e Ron sono molto più in gamba di qualsiasi tuo… collega!” Fece astiosa, digrignando i denti e stringendogli con quanta forza aveva il polso che la bloccava al muro.

 

Benché le unghie nella carne gli facessero male, Draco non si scompose. Continuò a sfoggiare il suo ghigno. “Non parlavo di Potter e Lenticchia, stupida ragazzina! Parlavo del pavone.”

 

“Chi mi accompagna, non ti riguarda.”

 

“Modera il tono con me, ragazzina!” Le intimò, indurendo lo sguardo color ghiaccio. “Non mi ci vuole più di un minuto, per chiamare a raccolta i miei colleghi. A quel punto nessun damerino da strapazzo ti salverebbe.”

 

Luna frugò nella borsa, in cerca della bacchetta magica, ma una mano di Draco, intorno al suo collo, le bloccò ogni movimento. Fu nuovamente sbattuta contro il muro, con violenza.

 

“Io non lo farei, se fossi in te.”

 

Inghiottì il vuoto, fermandosi di colpo e guardandolo con apprensione. “Mi fai male.”

 

Per Draco fu naturale sorridere sardonico. “Perché, cosa ti aspettavi? Credevi forse che ti trattassi coi guanti bianchi?!”

 

“Lasciami.” Sibilò irritata, piantandogli le unghie nella pelle del polso. Di nuovo.

 

“Non ci penso neppure.” Ribatté sicuro. “Ho io il coltello dalla parte del manico.”

 

“Lasciami.”

 

“Dammi un buon motivo per non ucciderti.”

 

Luna chiuse gli occhi, cercando di deglutire nonostante la morsa quasi soffocante. “Tu non hai buoni motivi per non uccidermi. Io sì. Quindi non farlo.”

 

Draco scoccò uno sguardo in aria, verso il tetto dell’edificio di fronte. Uno strano luccichio lo aveva colpito agli occhi. “Supplicami di risparmiarti.” L’altra mano, quella libera, afferrò la bacchetta dalla tasca dei pantaloni di pelle e la puntò al ventre della ragazza.

 

Per istinto, questa lasciò la presa sull’arto che aveva al collo e portò entrambe le mani a protezione della pancia. “Non farlo.”

 

“Supplicami.” Ringhiò sempre più arrabbiato.

 

Luna cercò di mantenere i nervi saldi. Era sul punto di piangere, ma non glielo avrebbe mai dato a vedere. “Ti… su-supplico.”

 

“Non ho capito bene…” Fece con malizia, mordendosi il labbro inferiore con impazienza, mostrando i denti bianchissimi.

 

“Ti supplico.” Soffiò ancora lei. Questa volta non fu abbastanza brava a reggere la voglia di piangere e qualche lacrima, cadde sulle guance pallide.

 

Draco se ne deliziò, sorridendo compiaciuto. “Quanto è brutto supplicare, vero… stupida ragazzina?!” La punta della bacchetta, premette sulla stoffa del vestitino azzurro.

 

“La-lasciami andare, ti prego.”

 

“LUNA!!”

 

La voce di Harry, ruppe quegli attimi di spavento. Draco lasciò la presa sulla sua gola e le rivolse un ultimo sguardo raggelante.

 

“Non finisce qui, stupida ragazzina!”

 

Luna lo guardò sparire nell’oscurità del vicolo. Aveva ancora le mani strette al grembo, quando sentì la presenza rassicurante di Harry e Ron, accanto a lei. Poi, il nulla.

 

* * *

 

“Si può sapere perché mi hai trascinato fino a qui?!”

 

Rodolphus Lestrange era appoggiato al muro. Quella stanzetta, una delle tante poco conosciute di Villa Malfoy, puzzava di chiuso e di muffa. Le pareti erano viscide e sporche in alcuni punti e il pavimento era coperto da uno strato di polvere non indifferente.

 

Lucius Malfoy, gli lanciava occhiate inquietanti, continuando a camminare avanti e indietro, di fronte a lui.

 

“Vedo che sei abbastanza calmo.” Disse a denti stretti, bloccandosi per un istante. “Beh, naturale. Solo uno col sangue freddo, sarebbe stato capace di fare, ciò che hai fatto tu.”

 

Il cognato lo guardò perplesso. Sbatté le palpebre, incrociando le braccia. “E cosa avrei fatto, di preciso?!”

 

Lucius emise un suono gutturale, sarcastico. “Ora vuoi anche farmi credere, che non sai di cosa parlo, vero?! Tipico.”

 

“Ma tipico di chi?! Cosa?! Che ho fatto, si può sapere?!” Domandò innervosito, allargando le braccia e fissandolo confuso.

 

“Smettila di recitare, Rodolphus.”

 

L’uomo scosse la testa, aprendo e chiudendo la bocca più volte, con fare basito. “Ma non sto recitando! Di che diamine parli?!”

 

Il biondo inarcò un sopracciglio e digrignò i denti. “Di come hai ucciso… tua cognata, razza di bastardo!” 

 

 

Continua…

 

 

E andiamo!! Finito anche l’ottavo capitolo!!

Chiedo umilmente perdono. So che non avrei scusanti, per tutte le volte che l’ho fatto, ma stavolta c’è proprio un motivo serio alla base di questo ritardo. Ci sono momenti in cui non hai proprio voglia di scrivere, sebbene spesso sia una valvola di sfogo. Purtroppo alcune situazioni non te lo consentono. Non mi va di stare a spiegare bene il tutto. Sappiate solo che adesso sto meglio, abbastanza perlomeno ^^’ e che quindi riprenderò a scrivere, il più in fretta possibile.

 

NOTINA IMPORTANTE: qualche giorno fa, ho inviato una nuova oneshot|songfic Draco/Ginny, so che alcuni di voi già l’hanno letta e commentata. Mi raccomando… fatemi sapere che ne pensate!! -> Minuetto    si chiama così ^^

 

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^

Passiamo ai ringraziamenti: 

  

Enika: stavolta ti ho fatto proprio aspettare! Chiedo scusa. Spero che non ti sarai stancata di attendere il mio capitolo, abbandonandomi ç_ç

Per quanto riguarda Pansy, effettivamente fa sempre la parte della cretina senza cervello, ma non nella mia storia. O meglio, non nel sequel. In “The Beginning” in effetti, era così. Ora come ora, essendo cresciuta è molto cambiata, come tutti… e poi una cretina senza cervello, nella mia storia c’è già………

 

Angele87: non preoccuparti per lo scorso capitolo! E anzi, mi scuso per aver tardato con il nuovo. Spero che anche questo ti sia piaciuto! La situazione Sirius/Ryta/Jonnhy si farà sempre più incasinata, ma d’altronde… che ci si poteva aspettare? -.- Per quanto riguarda Draco/Luna, beh, come hai potuto notare… il biondino fa il bastardo! E non solo con Luna XD

 

Ryta Holmes: te devi finirla di minacciarmi i personaggi!!! Pansy si è rifiutata di partecipare alla festa con Nott, per evitare di incontrarti… ti rendi conto?! E’ ancora terrorizzata, poverina…!!! (tu che dici poverina a Pansy? Oddio il mondo va al contrario! NdRyta   ehm… -.- NdLuna) Draco va beh, se ne frega altamente, ma questo lo sappiamo é.è Va beh, non perdo ulteriore tempo, altrimenti sto capitolo non arriva entro stasera e tu mi linci… vorrei vivere, altrimenti la storia chi la finisce?! XD (muovi il culo!! NdRytaIncazzataNera  sempre fine e delicata NdSirius  taci, idiota NdRyta  ma idiota ci sei te e il bambolo che ti porti dietro!! NdSirius   ok ok stop!! NdLynnConKatanaInMano)

 

Lynn Wolf: bene, almeno me li hai rimessi al loro posto. Qua stanno combinando un casino. Sirius se la piglia con Jonnhy e Ryta (e direi che fa bene -.-), Draco minaccia Luna, Harry e Ron fanno da fratelli maggiori urlando e strepitando (veramente Harry ha fatto tutto solo è.é NdRon  in effetti ^^’’’’ NdLuna). Nel prossimo capitolo, ci saranno un po’ di casini… visto come l’ho finito caruccio?!?! (ma pigli per il culo? NdLynn  ehm…ma dai, era una battutina innocente NdLunaCheSenteUnaLamaDietroLaSchiena) Fammi sapere!! =*

 

 

Prossimo capitolo: "Misteri

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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Capitolo 9
*** - Misteri ***


9

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 9

 

MISTERI

 

A-aspetta, ma che cazzo dici?!” Domandò tra l’irritato e lo sconvolto Rodolphus, a pochi passi dal muro e con un pugno rivolto a suo cognato.

 

Lucius inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia, fissandolo con aria minacciosa. “Cosa non ti è chiaro, Rodolphus?! Hai ucciso Narcissa e adesso ne pagherai le conseguenze!”

 

“Ma…” Continuò imperterrito. “Come puoi anche solo pensarlo!?!? Sei ammattito?!?!”

 

L’uomo lo guardò gelido. Non aveva motivo di dubitare delle informazioni ricevute, chi lo aveva messo al corrente della faccenda, aveva una credibilità nettamente superiore a quella di suo cognato. Cognato che, tra l’altro, nell’ultimo periodo si stava comportando in maniera alquanto strana.


”Smettila di arrampicarti sugli specchi!”

 

Il moro aprì e chiuse la bocca un paio di volte, incredulo. “Ok, mi arrendo. Stai dando di matto.”

 

“Mai quanto te.” Replicò secco Lucius, infilando una mano nel mantello ed estraendo la sua bacchetta. “Expelliarmus!!”

 

L’arma di Rodolphus gli sgusciò via dalle mani, facendolo automaticamente arretrare contro il muro in cerca di protezione. Non aveva mai visto una luce così sinistra negli occhi del cognato. Non erano stati pochi i combattimenti in cui erano capitati assieme, ma nonostante la furia che Malfoy metteva nelle lotte contro gli auror, i suoi occhi metallici, così uguali a quelli del figlio non erano mai stati accesi di rabbia.

 

E-ehi senti, calmati un attimo e rifletti. Io ADORAVO Narcissa!! Come puoi credere a chi sostiene che l’ho uccisa? Andiamo, è assurdo, impensabile!!” Fece, appoggiando la schiena al muro e parandosi con le mani.

 

Lucius si avvicinò al cognato, con passo elegante, rigirandosi la bacchetta tra le dita. “Dovrei dubitare del Signore Oscuro, Rodolphus?!”

 

L’uomo boccheggiò di nuovo, senza parole. Non era possibile che Lord Voldemort in persona, avesse osato tanto. Mentire ad un uomo e metterlo contro il cognato stesso. Come poteva, d’altronde, lui convincere Lucius del contrario? Non aveva prove a suo favore e neppure sperava in un sostegno da parte di Bellatrix. Sua moglie lo amava, questo sì, ma non sufficientemente da andare contro al suo Signore. Lo sapeva bene. Lo aveva accettato quando l’aveva sposata.

 

Era spacciato…

 

* * *

 

Un raggio di sole piuttosto insidioso, picchiettò insistente sulle palpebre chiuse di Luna. Non era riuscita a chiudere occhio decentemente quella notte e maledisse la sua sbadataggine, per non aver chiuso le tende del letto a baldacchino. Avrebbe potuto dormire un po’ di più, almeno.

Gettò un’occhiata veloce alla sveglia.

 

Uffi

 

Erano appena le 8 del mattino e quel giorno non aveva neppure l’allenamento speciale, l’unico che le fosse stato permesso di continuare a seguire. Il suo insegnante “privato”, aveva una riunione importante con alcuni generali Auror, di diverse nazionalità, ragion per cui quella mattina aveva tutto il tempo per riposare.

 

Chiuse nuovamente gli occhi, alzandosi appena un istante per tirare le cortine verdi. Un lieve picchiettio alla finestra, però, la svegliò di nuovo. Imprecò a bassa voce e si sollevò a sedere, ancora una volta.

 

“Ma che diavolo…?!”

 

Un gufo grigio, becchettava incalzante sul vetro, cercando di richiamare la sua attenzione. Pensò di essere ancora in dormiveglia. Chiunque avesse bisogno di lei, poteva tranquillamente andare a svegliarla di persona. Che bisogno c’era di un messaggero piumato?!

Arrossì ricordando la minaccia che aveva lanciato la sera prima. Non voleva essere disturbata. Ecco perché non l’avevano infastidita personalmente, ma avevano pensato di mandare un “tramite”.

 

Sbuffò, mettendo i piedi a terra e guardandosi un attimo intorno, prima di strofinarsi gli occhi ancora pesanti dal sonno e sbadigliare sonoramente. “Vieni qui.” Sussurrò, non appena ebbe aperto la finestra ed ebbe fatto accomodare l’ospite.

 

Il messaggero zampettò all’interno del davanzale e allungò una zampina, a cui era legato un bigliettino. Luna sgranò gli occhi verdi, notando che al collo dell’animale, c’era una sottospecie di collare sottile, al quale era applicata una lunga rosa nera.

 

Buon compleanno Luna.” Lesse, restando un po’ confusa da principio. Portò una mano alla testa, scompigliandosi i capelli con un gesto nervoso e tornò a prestare attenzione a quel dono, inaspettato.

 

Un lampo di genio la folgorò. Ma certo! Sicuramente era stato Duval! Proprio qualche giorno prima, lui le aveva chiesto quando compiva gli anni e quali fossero i suoi fiori preferiti. Inoltre, se non ricordava male, quel giorno lui era di pattuglia fuori Londra, quindi era più che normale che le spedisse gli auguri via gufo.

 

“Che dolce.”

 

Il suo sguardo si incupì e una sua mano corse alla pancia, ancora per nulla evidente. Era nel primo mese, eppure le pareva impossibile. Un anno prima, aveva lasciato Hogwarts, credendo di farvi ritorno due mesi dopo e invece era stata costretta ad interrompere gli studi. E ora… a distanza di dodici mesi, era un’Auror, viveva con i suoi amici in quella che era stata la sua scuola e… aspettava un figlio dall’uomo che amava e che, improvvisamente, aveva deciso di odiarla.

 

Non c’è che dire… non potevo aspettarmi di meglio per i miei diciotto anni!

 

* * *

 

Il Marchio Nero di Draco bruciò improvvisamente. Si svegliò di soprassalto, scattando a sedere sul letto e lanciando un’occhiata al corpo addormentato di Beatrice, distesa al suo fianco. Una smorfia, vagamente somigliante ad un sorriso, gli curvò le labbra.

 

Il Signore Oscuro lo chiamava, doveva andare.

 

Mhm… dove vai, tesorino?!” Mugolò la ragazza, con la voce impastata di sonno, rigirandosi nelle lenzuola di seta.

 

Il giovane Malfoy le puntò contro la bacchetta. “Torno subito… adesso dormi.”

 

* * *

 

Luna sbadigliò l’ennesima volta, prima di infilare le mani nelle tasche della salopette di jeans e scendere nella Sala Comune dei Serpeverde. Come al solito, era vuota. I suoi compagni, quei pochi che non si erano uniti alle fila dei Mangiamorte, erano quasi sicuramente a lezione.

 

Percorse velocemente tutti i corridoi che separavano i sotterranei, dalla Sala Grande. Quel piccolo esserino, le procurava già qualche problemino, tipo la fame. La mattina non riusciva proprio a resistere con un semplice caffè, com’era abituata a fare da sempre. No no, lui pretendeva cibo. Oddio, sarebbe diventata una balena continuando a quel modo!

 

“Luna!!!”

 

Una voce squillante, se non di più, riempì improvvisamente l’ingresso imponente dell’ex scuola di Magia e Stregoneria, facendola spaventare.

 

Si voltò giusto in tempo, per veder sfrecciare verso di lei, una furia dai capelli rossi, seguita da una un po’ più tranquilla, dai riccioli castani. Ginny ed Hermione. Se l’aspettava un simile “buongiorno”. Sorrise all’indirizzo delle due amiche, prima che Virginia la travolgesse in un abbraccio stritolatore.

 

“Auguri Luna!!” Esclamò festosa, aggrappandosi alle spalle della mora. “Diciotto anni, wow!”

 

Hermione le posò un bacio sulla guancia, superando l’ostacolo dai capelli rossi. “Auguri piccola.”

 

“Grazie...” Mormorò imbarazzata Luna, arrossendo appena. “I due scavezzacollo, dove sono?!”

 

“Cerchi Fred e George?!” Ironizzò una voce alle loro spalle. Girandosi, si trovò di fronte Ron, in divisa da Auror e apparentemente in forma smagliante.

 

La ragazza gli riservò una linguaccia. “No, parlavo di te e di Harry... Fred e George, quando vogliono, sono dei santi in confronto a voi.”

 

Il rosso sgranò gli occhi blu, battendosi una mano sul petto. “Oddio! Sai che hai appena detto un’eresia? Se ti sentono i gemelli non te la perdonano a vita!”

 

Scoppiarono tutti a ridere.

 

“Ehi cos’è tutta questa allegria?! Non mi aspettate neppure per rendermi partecipe?!” Si finse offeso Harry, scendendo le scale che conducevano alla Sala Comune dei Grifondoro. Con un sorriso malizioso si avvicinò a Virginia, stampandole un bacio sulle labbra.

 

Luna fece una smorfia capricciosa. “Non se ne parla. Perché dovremmo aspettarti, quando né tu, né Ron vi siete ricordati ‘quella’ cosa così importante?!”

 

Il moro alzò gli occhi al cielo, portando una mano sotto al mento. “Quella cosa così importante, Ron… ti dice niente?!”

 

L’amico scosse la testa e fece spallucce. “Direi di no. Che giorno è oggi?!”

 

“E’ il tre giugno.” Suggerì Hermione, trattenendo a stento una risatina. Virginia si appoggiò ad una spalla di Luna, con fare disperato.

 

“Tre giugno… uhm… tre giugno.” Continuò a riflettere Harry, battendo un piede a terra e guardando in tralice Ron. “No, niente, non ricordo.”

 

La piccola McPhee ridusse gli occhi a due strette fessure. “Come sarebbe?! Razza di-”

 

“Scherzavamo!” La anticipò l’amico, abbracciandola di scatto, per paura di una reazione esagerata. “Felice compleanno, piccola.” Ron si unì all’abbraccio.

 

Pochi minuti dopo, sulla soglia della Sala Grande, sbucarono Sirius, Remus, Lynn, Ryta e Marcus. Tutti e cinque avevano un radioso sorriso dipinto sulle labbra e si precipitarono ad augurare un buon compleanno a Luna. Di certo, per una volta, la giornata era incominciata bene e sperava, come non mai, che continuasse per il meglio. Per una volta, voleva solamente dedicarsi a sé stessa e ai suoi amici. Nient’altro.

 

“Beh?!” Fece ad un tratto, distogliendo persino Sirius e Ryta dal loro quotidiano battibecco. “E il regalo?! Meno male che oggi ne ho già ricevuto uno… se aspettavo voi…”

 

Hermione inarcò un sopracciglio. “Che hai ricevuto… e poi da chi, scusa?!”

 

“Non t’allarmare, mammina.” Ironizzò la ragazza, ridacchiando. “Una bella rosa nera, da chi mi sembra ovvio… Andrè non ha perso tempo!”

 

Il gruppo ammutolì, fatta eccezione per Ron che intervenne, perplesso. “Ma Andrè-” Una mano di Harry sulla bocca, lo costrinse a tacere.

 

Andrè è un vero gentiluomo.”

 

Sirius, cercò di dissipare l’aria di tensione. “Il nostro regalo arriverà più tardi…”

 

“…per quanto riguarda il nostro… dovrai aspettare questo pomeriggio.” Le annunciò gioiosa Virginia, stringendole un braccio e riservandole un sorriso radioso.

 

* * *

 

La Sala in cui riceveva il Signore Oscuro, quel mattino appariva più tetra che mai. Persino le torce, appese ai muri, sembravano inutili e il buio, regnava per gran parte sovrano. Nonostante fosse giugno, un freddo inusuale albergava in quell’antro spettrale.

 

Lord Voldemort, comodamente seduto sul suo scanno, scrutava con massima attenzione Draco, inginocchiato qualche gradino più in basso. Alla sua sinistra, sedeva Horatius McPhee, in assoluto silenzio e con un ghigno, che aveva del sadico, dipinto sul volto.

 

“Draco…”

 

Il biondino alzò gli occhi grigi, sul Mago Oscuro. “Mio signore…”

 

“Ho saputo del tuo ‘intento’, durante il party organizzato da Lavery.” Incominciò, con fare annoiato, schioccando la lingua e puntandogli addosso lo sguardo color sangue.

 

Draco aggrottò le sopracciglia. “Quale intento, mio signore?!”

 

“…ma uccidere mia figlia, naturalmente.” Intervenne Horatius, con una nota di ovvietà nella voce, che infastidì non poco il giovane Mangiamorte.

 

Il biondino riservò all’uomo un ghigno perfido. “Non era una cosa premeditata. L’ho colta in flagrante con altri infiltrati e ho pensato di poterne approfittare…”

 

“Inaudito!” Sbottò improvvisamente l’uomo dai capelli neri, dando un colpo violento al proprio ginocchio e alzandosi in piedi. “Sai perfettamente che tocca a me, uccidere Luna. Come hai osato?!”

 

“Ho agito d’impulso.” Ribatté piatto il giovane, scrollando le spalle. “L’odio non si può controllare.”

 

“Ho notato…ho visto con che sguardo compiaciuto, la spingevi contro al muro, con una mano premuta sotto alla gola.” Puntualizzò, mimando il gesto che aveva visto, su se stesso. Aveva uno sguardo più folle del solito, pensò il biondino.

 

Ora ho capito cos’era quel luccichio…

 

Il giovane Malfoy annuì. “Ammetto di essermi lasciato prendere dalla situazione. Sì.”

 

“Ci pensi lei, Lord Voldemort… signore.” Fece con tono esasperato, McPhee, risedendosi. “Io ci rinuncio…”

 

“…Draco, mi duole ammetterlo, ma Horatius ha ragione.” Affermò sibilante, ghignando con cattiveria e allungando una mano pallida e scheletrica sulla bacchetta magica.

 

Draco abbassò il capo. “Sono dolente, mio signore… ma la tentazione di uccidere quella… traditrice, è stata troppo grande.”

 

“Posso capirti… ma non approvare il tuo comportamento.”

 

Il Signore Oscuro sfoderò l’arma, puntandola addosso al Mangiamorte. Gli occhi azzurri di McPhee brillarono di gioia. Chiunque lo guardasse in quel momento, lo avrebbe potuto paragonare ad un bambino che attende il giocattolo tanto aspettato o un biscotto come premio per chissà quale merito. Era disgustoso e terrificante, allo stesso tempo.

 

Expelliarmus!” Pronunciò Voldemort. La bacchetta di Draco volò via dal fodero, finendo a terra, lontana dal suo proprietario. Il ragazzo prese un forte respiro e chiuse gli occhi, attendendo la sua sorte. “Crucio!!”

 

* * *

 

Luna si portò una mano davanti alle labbra, non appena ebbe gli occhi liberi dalla benda che le avevano fatto indossare i suoi amici. Quella che riconobbe come la Sala Comune dei Grifondoro (inconfondibile coi suoi colori rosso/oro), era addobbata a festa e là, vicino alle scale dei dormitori, c’erano Nicholas ed Emily Feel. I suoi genitori.

 

“Mamma!! Papà!!” Gridò correndogli incontro, con le lacrime agli occhi.

 

La donna, dai lunghi capelli neri, strinse la sua bambina, lasciandosi sfuggire qualche lacrima. “Piccola mia… mi sei mancata così tanto…”

 

“…anche tu, mamma, anche tu…” Luna alzò gli occhi verso il padre. Non pensava le potesse essere mancato tanto quello sguardo affettuoso, quel sorriso paterno, l’affetto di quello che a dispetto di tutto, era suo padre. L’uomo che l’aveva adottata e amata come una figlia vera.

 

“E così… la mia signorina oggi compie diciotto anni!” Mormorò commosso, accarezzandole i capelli color ebano, per tutta la lunghezza. “…sei grande, ormai.”

 

“No, sono sempre la tua bambina.” Biascicò tra le lacrime, trattenendo a stento qualche singhiozzo. “Vero?!”

 

Nicholas Feel annuì, con gli occhi lucidi. “Certo che sì.”

 

L’intero gruppo di amici, che aveva organizzato la sorpresa, si fermò a guardare la scena con commozione e tenerezza. Sapevano quanto in quella situazione, Luna si sentisse sola, nonostante la loro presenza. Non erano abbastanza, aveva bisogno della sua famiglia. Visto e considerato che, l’unica persona in grado di aiutarla veramente, l’aveva tradita.

 

“Luna! Non volevi vedere il tuo regalo?!” La richiamò allegro Lupin, stringendo per le spalle la piccola Lynn, che continuava a mordicchiare un fazzolettino, versando lacrime.

 

La giovane McPhee si asciugò le guance alla bene meglio. “Certo che sì!”

 

“…bene, allora, direi che devi salire al piano superiore. Dormitorio femminile, terza porta a destra.” La informò Ryta, incrociando le braccia al petto e accogliendo con gioia la stretta di Jonathan che la fece appoggiare al suo petto. Il tutto sotto lo sguardo inviperito di Sirius e quello scocciato di Marcus.

 

La strega sbatté un paio di volte le palpebre, prima di sorridere in direzione dei genitori e precipitarsi su per le scale. Percorse velocemente il corridoio, pregando di non perdersi in quel labirinto mai visto prima e raggiunse la porta numero tre, a destra.

 

Una porta di legno scuro, le sbarrava la strada. Vi posò le mani sopra, spingendo piano.

 

Rimase scioccata, dallo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi. Si portò entrambe le mani al viso, credendo di esplodere in lacrime da un momento all’altro.

 

“Oh dio, non ci credo…”

 

Una delle stanze che un tempo ospitavano le ragazze di Grifondoro, era stata modificata con la magia. Alle pareti non più semplice tinta neutra, ma toni pastello, neutri. Al centro della camera, una culletta bianca, dotata di sonaglini. E non mancava proprio niente! C’erano persino fasciatoio, armadietto multi-funzione, una piccola cassettiera…

 

“Abbiamo pensato, che fosse meglio che venissi a stare nei nostri dormitori…ti saremo più di aiuto. Visto che bella?!” Le domandò Hermione, posandole una mano sulla spalla.

 

Luna annuì, entrando piano nella stanza. “…ma non sappiamo ancora se sarà maschietto o femminuccia.”

 

“Oh quello non è un problema! A che serve la magia, se no?!” Rimediò velocemente Ron, allargando le braccia e sorridendo sornione. “Comunque io dico che è femmina.”

 

Harry si fece spazio, tenendo per mano Virginia. “Io dico che è maschio, invece.”

 

“Grazie… a tutti, davvero. Siete incredibili e vi voglio un mondo di bene.”

 

 

Continua…

 

 

E dopo un periodo di crisi d’ispirazione (inerente a NpS, ovviamente), eccomi qui con il nono capitolo. Ci sono un po’ di cose chiarite. Altre no, infatti si chiama “Misteri”. Chissà che voleva dire Ron con quella frase su André. E chissà che fine farà Rodolphus!! Lucius lo lincerà?! O no?! Ci voleva comunque un capitoletto di tregua, con il compleanno di Luna e un attimo di respiro. Altrimenti mi muoiono di crepacuore, altro che!! ^^

Che ne pensate? Sarà maschio o femmina?! Eheheh si accettano scommesse!! ^^

 

NOTINA IMPORTANTE: qualche giorno fa ho inviato una nuova storia: una Draco/Ginny -> Un’ancora nel buio <- fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!! ^^

 

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^

Passiamo ai ringraziamenti: 

  

AngelWings: mi scuso per il ritardo, ma purtroppo quando ti piglia la crisi… ti piglia! Fortunatamente ero abbastanza in forma e mi sono data da fare con un sacco di altre storie, come hai potuto costatare sul mio account. Meglio di nulla, no?! ^^

 

Angele87: ecco, Draco è stato punito! Così impara a fare il bastardo!! (oggi Crispy McDraco!! ndLunaContenta  ma…dai, io… ndDracoSpaventato  no no, niente ma! ndLunaIrremovibile) Il Signore Oscuro l’ha punito a dovere, grazie anche ad Horatius… l’altro normale della storia XD Mi scuso anche con te, per il ritardo… però come ho detto anche prima, in fondo non vi ho proprio lasciato a bocca asciutta. Ho creato altre mille storie ^^’’ (lo so, non attacca!!)

 

Ryta Holmes: uhauhauhauhauhauhauhauh grazie =°) con quei due piatti guadagno proprio bene! Inoltre credo che dopo questo capitolo, il Crispy McDraco venderà anche molto di più! =P Già vendeva bene, adesso andrà a ruba. Cosa ne dici del capitolo misterioso e dolce? Ci voleva una pausa, no?! E di André? No sai, perché non ti ho detto niente al riguardo… quindi… dubbio!!! XDDD

 

Lynn Wolf: egghehhehghe la tua katana per oggi può riposare *-* il capitolo è stato tranquillissimo, no?!? Non è meglio?!?! Preferivi del sangue?! E sangue avrai!!! Come dici? Non vuoi che sia né tuo, né di Remus!?! Ma certo che no!! Ovvio che preferirei quello di Beatrice ^^ Forse… chissà… =P chi vivrà vedrà!! ^^

 

Sunny: bentornata! Non preoccuparti… anzi mi dispiace averti fatto aspettare proprio ora che sei tornata a leggermi, ma… come hai letto su… crisi!! ^^ Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento!! ^^ Grazie dei complimenti!! =)

 

Vale: bentornata anche a te! Gentilissima come sempre!! Ehhh Draco ne sta combinando un bel po’, come vedi ^^ A risentirci… =*

 

 

Prossimo capitolo: "Sentimenti contrastanti

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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Capitolo 10
*** - Sentimenti contrastanti ***


10

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 10

 

SENTIMENTI CONTRASTANTI

 

Un rumore ovattato, giunse alle orecchie di Luna. Era vicino alla palestra numero due, quella utilizzata solamente per gli allenamenti “speciali” ed era più che certa che il suo addestramento, non concernesse una lezione di kick boxing. Ma allora per quale motivo, dall’interno dello stanzone, si sentiva distintamente il tonfo sordo di un pugno scagliato su un sacco di sabbia?!

 

Aprì cautamente la porta di acciaio, trovandosi di fronte al suo “mister”. Sembrava parecchio irritato e nervoso.

 

Perfetto, si ritrovò a pensare, notando con quanta forza imprimesse i colpi sulla vittima di stoffa imbottita. Ci mancava solamente un po’ di pratica, con un insegnante arrabbiato per chissà quale motivo. Proprio quella mattina in cui il suo “adorato” frugoletto, aveva deciso che era arrivato il momento di far provare a mammina, cosa significasse fare avanti e indietro dalla camera al bagno. Le semplici nausee mica bastavano più!

 

Si gettò l’asciugamano sulla spalla e sbuffò, entrando con passo deciso nella palestra. “La prossima avversaria sono io?!”

 

Il ragazzo, dai capelli neri alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi a metà tra l’azzurro e il viola, con quelli verdi e divertiti dell’allieva. “Oh, non provocarmi… ragazzina. Sono profondamente incazzato, stamani, di conseguenza ti risparmio solo se taci e obbedisci a qualsiasi mio ordine.

 

Luna inarcò un sopracciglio, confusa. “Allora non hai bisogno di un soldato, ti serve una lampada di Aladino o una fata turchina.”

 

Che cosa?!” Domandò perplesso e forse un po’ sconvolto, da tutte quelle parole che definire incomprensibili, era poco.

 

La ragazza si batté una mano sulla fronte. “Ah già, è vero. Dimentico sempre che tu sei un mago d.o.c. e purosangue, Zabini. Non puoi certo conoscere le favole babbane!!”

 

“Ah erano favole?!” Chiese curioso, aggrottando la fronte. “Beh comunque non perdiamo tempo. Prendi una sedia e consegnami la bacchetta.

 

La mora gli riservò una linguaccia. “Sempre molto gentile, Blaise.”

 

* * *

 

Uno scampanellio insistente, destò Ryta dal suo sonno ristoratore. Si voltò un po’ tra le coperte, tastando sul tessuto morbido e rendendosi conto che Jonnhy non era più accanto a lei. Un’occhiata veloce alla sveglia, le chiarì il motivo. Erano le nove e mezzo del mattino e, sebbene lei avesse la mattinata libera, il suo compagno doveva trovarsi ad una importante riunione. Era più che ovvio, che fosse già uscito di casa.

 

Sbadigliò, stiracchiando le braccia intorpidite e indossò una leggera vestaglia da camera, sopra alla lunga camicia da notte di satin bianco panna. I capelli neri, scompigliati, ricadevano morbidi sulle spalle e sulla schiena, solleticandole appena il collo. Coprì gli occhi con una mano, in cerca di riparo dal sole, e aprì la porta cercando di mettere a fuoco chi aveva davanti.

 

“Buongiorno.”

 

Passò una mano sulle palpebre, cercando di risvegliarsi dall’intontimento mattutino e sospirò. “Che ci fai qui a quest’ora, Marcus?!”

 

Il ragazzo le scoccò un’occhiata obliqua, sorpassandola con un accennato “posso?” e dirigendosi verso il salotto di casa Wolf. Scosse la testa, con una smorfia disgustata, notando l’arredamento essenziale, se non addirittura asettico e ordinato fino all’eccesso, dell’appartamento.

 

“Sono passato a trovarti, sorellina.” Rispose piatto, incrociando le braccia al petto e sfoderando un ghignetto. “Che c’è?! Da quando stai con Ken non ti si può più passare a trovare?!”

 

Ryta sbuffò scocciata, allacciando meglio la vestaglia in vita. “Non chiamarlo Ken e no… non è questo. E’ solo che non sapevo, che avessi la mattinata libera e pensavo dovessi essere a lavoro, a quest’ora.

 

L’altro le sorrise, sarcastico. “…spiacente, non è così. Sto aspettando Sirius, mi accompagna a fare l’esame di Materializzazione.

 

“…era oggi?!” Chiese stupefatta, portandosi una mano sulla fronte.

 

“Già…”

 

“Oddio, scusa, non… non lo ricordavo affatto. Cercò di giustificarsi, avvicinandosi al fratello con aria dispiaciuta. “Mi vesto e ti accompagno io, d’accordo?!”

 

Marcus scosse la testa. “Non mi aspettavo certo che ricordassi il mio esame, Ryta. No, non voglio che mi accompagni tu… ci pensa Sirius, grazie.

 

“…ma…”

 

“Ho detto di no.” Continuò imperterrito, scuotendo la testa. “E’ troppo semplice in questo modo. Da quando frequenti Jonathan tutto il resto è passato in secondo piano, Ryta e la cosa sta scocciando un po’ tutti.”

 

Ryta aggrottò le sopracciglia, stringendo i pugni per il nervoso. “Sei uno stupido, Marcus! Sai bene che non è vero, ma non perdi occasione per rinfacciarmi questa storia…”

 

“Ah non è vero?!” Domandò con espressione ironica. “Beh, se già l’esempio dell’esame ti pare poco, c’è sempre quell’altra questione…”

 

Ma di che parli?!”

 

Il giovane Falck, estrasse dal mantello da Auror una cartella marroncina. “Di questa! La riconosci?!” La donna scosse la testa, confusa. “…contiene le indagini di cui dovevate occuparvi tu, Lynn, Remus e Sirius… e che, invece, hanno condotto solo loro, perché tu non ti sei presentata alla riunione.

 

Ryta boccheggiò, fissando i documenti. “Oddio… cioè, non è possibile! Oggi è…”

 

“…martedì, sorella.” La anticipò con tono pungente, Marcus. “La riunione era ieri, ma a quanto mi risulta, alle nove eri fuori a cena con Ken, invece che presiedere in Sala.

 

Il suono del campanello, bloccò qualsiasi ulteriore tentativo di Ryta, di giustificarsi. Con uno scatto felino, il fratello balzò in piedi e raggiunse l’ingresso in poche falcate, aprendo la porta a Sirius. L’uomo, non degnò di uno sguardo l’amica, ma sorrise al ragazzo.

 

“Sei pronto?!”

 

L’altro annuì. “Sì, ho appena terminato di discutere con mia sorella, di una… questione importante.

 

Sirius corrugò la fronte, perplesso. “Ah-a. Ok, adesso muoviamoci, non aspettano certo noi per cominciare.”

 

Il ragazzo annuì, rivolgendogli un largo sorriso. “Certo… buona giornata, sorella.”

 

Il “Marcus!” di richiamo, che urlò Ryta, si sovrappose al brusco rumore provocato dalla porta sbattuta. Suo fratello se n’era andato, mollandola a metà discussione. Anzi, a discussione iniziata, visto e considerato che non le aveva dato neppure il tempo di giustificarsi. No, non andava bene quel comportamento. Il suo, ovvio, non quello di suo fratello. Non era da lei saltare una riunione per andare a cena con Jonnhy. Era pur vero, però, che il mattino precedente, Sirius aveva fatto di tutto per farla imbestialire e quindi lei aveva colto al volo, l’occasione di allontanarsi da quel posto, accettando l’invito a cena del suo compagno.

 

Sì, ma questo non giustificava di certo il suo comportamento. Che diamine le stava prendendo?!

 

 * * *

 

Una figura ammantata di nero percorreva a grandi falcate i corridoi del Malfoy Manor. Solo i lunghi capelli biondo platino, lo distinguevano dal resto dell’ambiente, avvolto nelle tenebre più fitte. Si bloccò a un passo da una porta in legno scuro e rimase incerto, qualche istante, prima di bussare pesantemente, attendendo di essere ricevuto.

 

“Avanti…”

 

Aprì la porta con uno scricchiolio acuto e tentò di abituare lo sguardo all’oscurità, rischiarata appena da una misera candela sul comodino. Gli occhi grigi dell’uomo saettarono in giro per la camera, prima di posarsi sulla persona seduta alla scrivania, apparentemente intenta a scarabocchiare qualcosa su una pergamena ingiallita.

 

“Come mai ancora in piedi, padre?!” Domandò il ragazzo seduto, rivolgendo uno sguardo all’uomo appena entrato in stanza e riportando subito l’attenzione su ciò che stava facendo.

 

Lucius Malfoy calò il cappuccio del mantello. “Avevo alcune faccende da sbrigare.”

 

“Capisco.” Replicò evidentemente poco interessato, facendo scorrere la penna d’oca sul foglio con un leggero fruscio. Si spostò alcune ciocche bionde dal viso e sentì distintamente gli occhi del padre, fissi su di lui. “Che succede, padre? Vi vedo turbato.” Tornò a guardarlo.

 

L’uomo si limitò ad un’alzata di spalle. “Le solite… faccende.” Fece per sedersi sul letto, quando si accorse che sotto le coperte, placidamente addormentata, vi era la figura di sua nipote Beatrice. Sospirò scotendo il capo.

 

“E’ crollata…”

 

“Il Signore Oscuro non fa una piega a riguardo, ma credo che Horatius non sia così contento, di questa cosa…” Commentò Lucius, inarcando un sopracciglio e guardando di sfuggita la ragazza, stando attento a non svegliarla.

 

Draco scrollò le spalle, ancora preso dalla sua pergamena. “Ciò che pensa McPhee non mi riguarda. Ho già dovuto subire abbastanza per i suoi capricci. Chi mi porto a letto, non è affar suo.”

 

Suo padre lo fissò torvo per un po’. “Se si tratta di Beatrice, li considera affari suoi. Sai che è come una nipote vera, per lui.”

 

“Non si preoccupa della salute di sua figlia, anzi… pensa ad ucciderla, eppure si dà tanta pena per lei! Pazzesco!” Esclamò con tono quasi scandalizzato, producendo un verso sarcastico e scuotendo la testa.

 

“Horatius è sempre stato un tipo… particolare. Spiegò Lucius, curvando un lato della bocca all’insù. “Ricordo ancora l’ossessione morbosa per Gabrielle. Rodolphus era diventato pazzo. Se lo ritrovava ovunque, era diventata una persecuzione.

 

“Bel tipo.” Ribatté scosso Draco, alzando le sopracciglia. “Piuttosto… so che hai provveduto a… insomma, zio Rodolphus…”

 

“Sì.” Chiuse il discorso l’uomo, distogliendo gli occhi dalla faccia del figlio e puntandoli di nuovo verso la ragazza, ancora nel mondo dei sogni e per nulla intenzionata a svegliarsi, a quanto pareva.

 

Il ragazzo scrollò le spalle. “D’accordo. Devi dirmi altro?!”

 

“No, credo che andrò nelle mie stanze.” Rispose pensoso Lucius, alzandosi dal letto come se scottasse e dirigendosi verso la porta. Non appena ebbe poggiato la mano sulla maniglia, si bloccò. “Ah Draco, capisco l’atmosfera ma… cerca di dar luce a questa camera, è ancora giorno e sembra notte.

 

“Forse…”

 

Non staccò gli occhi da ciò che aveva ripreso a scrivere e si accorse che suo padre aveva abbandonato la stanza, solo quando udì il rumore della porta che si chiudeva.

 

* * *

 

 

“Ragazzi… sbaglio o la situazione sta diventando insostenibile?!”

 

La voce di Lynn, distrasse il resto del gruppo (Marcus escluso, che era a lezione di incantesimi paralizzanti con Bill)  dal terminare la loro colazione. La reazione dei presenti, variò a seconda della sensibilità e di ciò che erano impegnati a fare, nell’attimo esatto in cui la donna era entrata nella mensa della base, ritrovo di quel mattino, a differenza della solita Sala Grande di Hogwarts, poiché tutti quel giorno avevano impegni al quartier generale.

 

Ron scosse la testa e si diede da fare per finire il porridge che aveva nella ciotola. Hermione, tutta presa dalla sua copia del Profeta, alzò la testa e la guardò dubbiosa, incerta sull’argomento di discussione. Harry si limitò ad alzare un sopracciglio, distogliendo lo sguardo da un verbale che stava studiando e scambiandosi poi un’occhiata perplessa con Luna, in mancanza di Ginny che aveva cominciato il suo turno al St. Mungo alle sei del mattino. Remus fu l’unico a capire di cosa volesse parlare la compagna.

 

“Tesoro… ce ne siamo accorti tutti, ma sono adulti e vaccinati e non possiamo fare assolutamente niente.

 

Solo in quel momento, perlomeno Harry, parve scendere dalle nuvole e individuare il problema. “Ho provato a parlare con Sirius.”

 

Un lampo di speranza, saettò negli occhi verde scuro-ambrati di Lynn. “E…?!”

 

“Si ostina a sostenere la tesi, secondo la quale a lui non importa assolutamente nulla di questa storia. Concluse serio, facendo una smorfia tra l’incredulo e l’amaro.

 

“Lo sapevo.” Sospirò Lynn abbattuta. “Ryta fa lo stesso. Dovreste vedere come si allena a fare la brava donna di casa. In realtà lo è già e lo sa anche Jonathan, viste le numerose giornate che ha trascorso da noi in Scozia, all’epoca, ma a quanto pare… deve dimostrarglielo una seconda volta.” Esibì una faccia semi sconvolta.

 

Hermione scrollò appena i ciuffi, sfuggiti alla treccia d’ordinanza. “E’ innamorata.”

 

“…crede di esserlo.” Si mise in mezzo Luna, accantonando la spremuta di pompelmo che le aveva suggerito di prendere al mattino il medico, per vincere la nausea, ma che in realtà gliene provocava il triplo, dato il suo ormai noto odio per tale agrume.

 

L’amica allargò gli occhi color cioccolato, ignorando un cenno positivo che fece Lynn con la testa. “Come fai a dirlo?!”

 

“Andiamo! Si vede lontano un chilometro che Ryta non è innamorata di Jonathan, ma di qualcun altro. Certo, vorrà un bene dell’anima a quell’uomo e probabilmente un tempo lo avrà anche amato, ma di quell’amore infantile… le classiche cotte….

 

La donna dai capelli corti sospirò di nuovo, appoggiando stancamente le braccia sul tavolo. “Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, ha ragione Luna. Non immaginate neppure che piacere mi farebbe avere Ryta come cognata, ma è sbagliato…”

 

“…non è mica detto. Sono una bella coppia e Jonathan la ama tanto…” Provò ancora Hermione, evidente sostenitrice di quella coppia che, a detta sua, era perfetta così com’era.

 

Luna spostò la treccia dietro le spalle e arricciò le labbra. “No, ha ragione Lynn è sbagliato. Io non so che rapporti ci siano stati in passato tra Ryta e Sirius, ma sono sicura che quei due si amano e non lo vogliono ammettere.

 

“Veramente… un tempo… si sono anche fidanzati. Ammise Remus, passandosi una mano nei capelli castani, fermati alla base da un codino. “…ma è successo tanto tempo fa.”

 

La mora fu sul punto di domandare qualcosa, precedendo tutti, persino Ron che pareva essersi svegliato dallo stato di trance, provocato forse dall’ormai consueto risveglio eccessivamente mattutino. Un gufo dall’aria regale, però, interruppe il discorso, picchiettando nervosamente contro la vetrata della mensa.

 

Lynn, curiosa da sempre, si precipitò ad aprire alla bestiola, permettendole di entrare nella base. Il volatile, aveva un bigliettino attaccato alla zampetta e sotto di questo, legato con un cordino, vi era un sacchettino di plastica trasparente. “Luna… è per te.” Fece, notando il pezzetto di pergamena strappato, che fungeva da messaggio.

 

La destinataria si alzò dal tavolo, precipitandosi a controllare ed ignorando palesemente la scenetta che avveniva al tavolo. (Il “Non correre, diamine!!” di Harry, zittito completamente da un “e basta! Non è mica malata!” di una Hermione furibonda e scocciata. Il tutto sotto lo sguardo divertito di Ron, rimasto in silenzio.) Rovesciò il pacchettino e afferrò ciò che cadeva… una chiave.

 

Hermione, un po’ stupita da quella consegna, si alzò raggiungendo l’amica. “Cos’è?!”

 

“…non ne ho la più pallida idea!”

 

“Apri il bigliettino.” Suggerì l’altra con un sorriso stranito, malcelando un po’ di curiosità femminile.

 

Luna obbedì annuendo e spiegando il fogliettino. “Da oggi, questo è tuo. Fanne l’uso che preferisci. Recati alla via…”

 

“Fammi un po’ vedere…” Esclamò Harry, non appena le fu dietro le spalle, subito seguito da Ron. Gli occhi verdi del ragazzo brillarono, quando incontrarono la sagoma della chiave, posta sul palmo aperto dell’amica. “Questa… è la chiave dell’appartamento di Malfoy, quello che ha comprato prima di diventare Auror!”

 

* * *

 

Un brusio sommesso, proveniva dalle fila di Mangiamorte, radunate nell’ampio salone, riservato alle riunioni, del Malfoy Manor. Il Signore Oscuro, seduto sullo scanno a lui riservato, con gli immancabili McPhee e Beatrice, seduti al suo fianco, batté un paio di volte le mani, richiamando ordine e silenzio. I suoi occhi color rubino, si posarono sulla folla riunita nello stanzone, finché tutti non tacquero, intimoriti dal suo sguardo.

 

“Benissimo… ho un annuncio importante da fare. Incominciò con verve, zittendo persino gli ultimi intrepidi, ancora intenti a chiacchierare. “E’ stata stabilita la data in cui daremo inizio… alla fine…”

 

Quando, mio signore?!” Domandò eccitata Bellatrix, facendosi avanti nella folla e guardando il Lord Oscuro, con occhi colmi di trepidazione. Vista così, pensò Draco, sembrava una bambina in attesa di sapere quando le sarebbe stato regalato il prossimo giocattolo.

 

Voldemort ghignò. “Dà tempo al tempo, mia cara.”

 

La donna continuò a seguire il suo signore con lo stesso sguardo ansioso, gli occhi da folle che si spostavano dalla figlia, a McPhee, imperturbabile nella sua posizione altera e al di sopra di ogni cosa.

 

“…abbiamo appena concluso alcune ricerche e stretto nuove alleanze con maghi esterni. Tutto questo grazie alla collaborazione del fidato Horatius. Detto ciò, posso confermare che la data è stata decisa, ma devo chiedervi… miei fedeli… di non smettere di attaccare Hogsmeade, Diagon Alley e parte della Londra Babbana. Occorre il caos, per mettere in atto questo piano!”

 

Un mormorio di assenso si levò dalla cerchia di Mangiamorte, prima che il Signore Oscuro riprendesse la parola. “Possiamo allora dire che, da oggi a due mesi, ci sarà l’attacco definitivo, che porterà alla distruzione il caro corpo battlemage… e segnerà il nostro dominio sul mondo magico.

 

Draco si scambiò un veloce sguardo con suo padre, prima di riportare l’attenzione dei suoi occhi grigi e metallici sulle figure in alto, ignorando le urla festose dei suoi compagni.

 

Due mesi…

 

* * *

 

Un forte odore di chiuso invase i sensi dei nuovi arrivati, in quell’appartamento. Luna aveva tanto insistito per andare a vedere quella “famigerata” casa, immediatamente, ma per via degli impegni di Harry e Ron, la visita era stata rimandata a quella sera. Hermione aveva provveduto a spalancare le finestre, lasciando però chiuse le imposte per non dar motivo ai vicini, di far capire che era tornato qualcuno e che aveva intenzione di restarci, anche se per pochi minuti.

 

“…che posticino allegro.” Esclamò Ron, notando l’arredamento forse eccessivamente scuro per un tipo come lui. Si passò una mano nei lunghi ciuffi fulvi, prima di dirigersi a passo spedito verso il bagno adiacente alla stanza e commentare con un fischio prolungato. “Però! Si tratta sempre bene, Malfoy eh!”

 

“Ron!” Lo richiamò Hermione, non scollandosi un minuto dal fianco di Luna e lanciando occhiate furtive in giro.

 

Harry riemerse da una delle camere, ancora un po’ scombussolato. “E’ tutto apposto. Nessuna trappola, nessun infiltrato, nessun incantesimo.

 

“Così… viveva qui, prima.” Sussurrò Luna, camminando con cautela fino alla camera da letto e cercando a tentoni l’interruttore della luce. “Non funziona…”

 

L’amico dalla chioma corvina sorrise. “Deve averla fatta staccare. Le lampade sui comodini però funzionano, se sono magiche come quelle dell’altra camera da letto.

 

Difatti, con un colpo di bacchetta, le abatjour sui comodini presero ad emanare una luce vivida. “Grazie…”

 

“Il gas non è stato staccato!!” Annunciò Hermione, facendo capolino dalla porta con un’aria festosa. “Volete un caffè?!”

 

I due ragazzi la seguirono a ruota, esclamando frasi d’assenso. Luna invece, rimase ferma dov’era e si avvicinò piano al letto a due piazze, che c’era in mezzo alla stanza. Si notava subito, che quella era la camera di Draco. Tutto, a partire dalle lenzuola di seta nera, fino ad arrivare a come era disposto l’ordine dei quadri -di nuova fattura, rispetto ad altri- aveva del suo.

 

Sentiva le voci dei suoi amici provenienti dal salotto e non mancò di accorgersi dell’aroma del caffè, ma aveva bisogno di stare là. Si distese sul letto, abbracciando un cuscino dalla federa scura e si raggomitolò su se stessa. Sapeva di sembrare una vera stupida, a cercare un simile contatto con lui, ma ne aveva un disperato bisogno e senza neppure accorgersene, sprofondò in un sonno sereno, cullata dal profumo di Draco che persisteva sulla seta.

 

Si svegliò di soprassalto, portando la mano alla bacchetta, quando si accorse che due braccia l’avevano stretta da dietro. Sussultò, accostando la mano all’arma, nel fodero dei pantaloni e per un attimo, sperò che fossero le braccia amiche di Hermione o Harry.

 

“Non voltarti.”

 

Il suo cuore perse un battito e senza volerlo, una lacrima le scivolò veloce sulle guance bianche, cadendo sulla stoffa morbida del guanciale. Aveva riconosciuto quella voce, l’avrebbe distinta tra altre mille. La sua voce distaccata, fiera, sensuale, con quella nota di dolcezza che da sempre riusciva a scaldarle il cuore. Non poteva sbagliarsi.

 

N-non puoi essere tu… sto ancora sognando, vero?!” Chiese un po’ incerta, mangiandosi qualche parola e tremando impercettibilmente. “Tu non puoi essere qui, che diamine ci fai… qui… adesso?!”

 

Il ragazzo alle sue spalle, fece un verso ironico, stringendo la presa. “Che accoglienza…”

 

“Vuoi uccidermi?!”

 

“Se avessi voluto, l’avrei già fatto… sono minuti ormai che ti guardo dormire.

 

Luna strinse gli occhi. “Dove… come hai fatto ad entrare?! Dove sono Ron, Harry… Hermione?!”

 

Sono andati via un’ora fa, più o meno. Ti hanno lasciato una scorta qui fuori, ma questo posto non è protetto, chiunque si può materializzare e smaterializzare, senza che gli Auror se ne accorgano.” Soffiò divertito, spaventandola appena.

 

“Draco…” Mormorò, trattenendo a stento un gemito e mordicchiandosi il labbro inferiore. Non doveva piangere. “Cosa ci fai qui?!”

 

Il biondino scese a stringerla all’altezza della vita, facendola sobbalzare e dimenare un po’. “Volevo vederti. Non mi è più concesso?!”

 

“Direi di no, da quando hai...” Tacque dubbiosa su ciò che doveva dire o meno.

 

Una mano pallida e ruvida di Draco, scese ad accarezzarle i capelli sciolti, per tutta la lunghezza, fin sulla schiena. “Da quando ho abbandonato i Sunrise. Però volevo vederti ugualmente prima…”

 

“Prima?!” Domandò confusa, sbattendo un paio di volte gli occhi, ormai abituati all’oscurità. “Prima di cosa?!”

 

“Non fare domande a cui non posso rispondere, Luna.

 

Si mordicchiò nuovamente il labbro inferiore e strinse un po’ la stoffa delle lenzuola. “Posso girarmi?!”

 

Il ragazzo indugiò un po’, prima di sospirare. “D’accordo… ma allontana quella mano dalla bacchetta, non voglio farti male, piccola.

 

Si voltò su se stessa e senza pensarci un istante di più, gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte. Sentì la presa salda delle sue mani sulla schiena e rabbrividì appena. Aveva le mani fredde e lei lo sentiva attraverso la maglia che indossava. Percepì una intensa sensazione di benessere e calore, all’altezza dello sterno, avvertendo il contrasto tra il corpo caldo di Draco e le sue mani fredde. Aveva una gran voglia di piangere e fece uno sforzo incredibile per trattenersi, nascondendo il volto nel suo petto.

 

“…n-non mi sembra vero.” Soffiò sull’orlo delle lacrime, stringendo nei pugni i lembi della maglia indossata dal ragazzo. “…non mi sembra vero, che tu sia qui!”

 

Le labbra morbide e tiepide del biondo, le sfiorarono la fronte e per un attimo, che le parve durare ore, sperò ardentemente che il tempo si fermasse in quegli istanti. Voleva rimanere così, tra le sue braccia, al sicuro. Ma sapeva bene che era tutta una mera illusione.

 

Dormi, piccola… è tardi.”

 

Si lasciò sfuggire un piccolo singhiozzo. Avrebbe voluto dirgli che no, non poteva dormire o sentiva che al suo risveglio non l’avrebbe trovato, ma si trattenne. Mantenne la presa sul tessuto della maglia di cotone e respirò a pieni polmoni la sua fragranza fresca e pungente. Di pulito.

 

Quando riaprì gli occhi, svegliata dai piccoli raggi di sole che penetravano dalle imposte di legno, Draco non era più al suo fianco…

 

 

Continua…

 

 

Decimo capitolo, concluso. Eheheheh quanti misteriiii… e quanti ancora ne dovrete vedere!! [le bacchette di Ryta, Lynn e Lady, la costringono a non ridacchiare più…] Eddai!! Antipatiche… avete visto che scenetta dolce vi ho tirato su?! Un barlume di speranza ve lo do ancora, su su >.< [Le tre borbottano qualcosa tra il soddisfatto e l’incazzato e allontanano le armi…] ^^’’’ beneee, brave bimbette. Altrimenti come faccio a dirvi che entro brevissimo avrete tuuuutti i capitoli di NpS (che ho deciso di terminare per prima) e che a breve avrete anche il seguito? (oltre ai capitoli successi delle altre long fic, promesso ^^) Ma voi dovete sostenermi… quindi mi aspetto taaante belle recensioni. D’accordo?! (me ricattatrice contenta)

 

Passiamo ai ringraziamenti: 

  

AngelWings: Beh no, Beatrice non se ne accorge e non se ne deve accorgere. Altrimenti come farebbe Draco?! =) Per quanto riguarda il perché gli fanno male, mi pare ovvio. Lui si comporta male e viene punito ^^ Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente, spero che anche questo ti piaccia =)

 

Marcycas – The Lady of Darkness: Io ancora non ci credo che siete tornate [Luna singhiozza felice, mordicchiando un fazzolettino e rileggendo la recensione] Niente capitoli sanguinosi, neanche stavolta, perché… beh c’è sempre un perché e lo sapete. Però… direi che vi ho risollevato il morale con la scenetta finale, o no?! [Luna speranzosa] Nel prossimo capitolo però, ci sarà qualche scena violenta. Onestamente sì, avevo pensato ad un lemon, ma ditemi voi… non avrebbe rovinato l’atmosfera che si era creata in quella camera?! ^^ Aspetto di sapere che ne pensate =)

 

Angele87: Grazie *-* Me si commuove facilmente!! ^^ Sono contenta che questa storia ti piaccia tanto =P Spero di poter contare sul tuo parere anche per i capitoli finali e per il seguito, ci sto già lavorando… e mi sto impegnando parecchio =D

 

Ryta Holmes: Grazie. Ok, potrei terminare qui, dal momento che ho un sonno della madonna e che oggi è stata una serata assurda. Basti pensare che sembra che ho pippato e/o bevuto chissà che e invece non ho toccato niente. Ok, sì lo so, sono cretina di mio -.- ma non c'è bisogno di ricordarmelo sempre. Il braccio era buono... o almeno, questo hanno detto gli altri, a cui l'ho fatto assaggiare senza specificare chi o cosa era. ^^''' anche Lady lo ha mangiato con gusto XD Povera =P Aggiornerò presto, giuro!

 

Lynn Wolf: E sono convinta che questo capitolo ti è piaciuto. Perlomeno la fine. =D E dillo su… dillo…dai ^^ Ammettilo che aspettavi una scena così da 10 capitoli buoni XD Ed eccoti accontentata… ora vedremo come continuerà! Tu pensa a Ryta e Sirius (salvaci tu ndTuttiIPersonaggi)

 

Prossimo capitolo: "Operazione Rose Rosse

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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Capitolo 11
*** - Operazione rose rosse ***


11

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 11

 

OPERAZIONE ROSE ROSSE

 

“Luna, che hai?! Ti vedo… distratta.”

 

Hermione, col suo solito tono dolce e comprensivo, la riportò alla realtà. Osservò distrattamente la tazza di orzo che aveva sotto agli occhi e storse il naso disgustata. Il solo odore le dava il voltastomaco. Maledette nausee.

 

“Niente, Hermione, niente.” La rassicurò, con un radioso sorriso. L’amica non parve tranquillizzarsi. “Davvero.”

 

Le voci di Harry e Ron richiamarono la sua attenzione. A quanto pareva, entrambi, quella mattina si stavano dedicando al loro sport preferito. Torturare la vita di quella povera innocente di Ginny. Per fortuna, negli ultimi anni, Virginia aveva sviluppato un caratterino niente male, che la portava a rispondere loro a tono, dopo un po’ che la stuzzicavano.

 

“Adesso basta. Non sono bassa… piantatela!” Esclamò furiosa, posando le mani sui fianchi, con quella postura che ricordava tanto sua madre Molly. “Siete voi quelli sproporzionati!”

 

“…effettivamente un po’ bassina lo sei!” La punzecchiò Luna, facendole la linguaccia e spremendo un limone in un bicchiere di acqua fresca.

 

Virginia si finse scandalizzata. “Ha parlato la gigantessa!! Sei alta quanto me, tu!!”

 

Harry ridacchiò, stampando un bacio sulle labbra color ciliegia della sua ragazza e si avvicinò a Luna, scompigliandole i capelli. “Ho incontrato Blaise, dice che ha finito con te… stavolta per davvero. Dopo mi mostri qualcosa?!”

 

La mora ghignò beffarda e sollevò una mano, in direzione del dosa zucchero. Questo si sollevò dal tavolino di metallo, sotto lo sguardo allibito dei presenti e prese a girare velocemente su se stesso, prima di rallentare le sue giravolte e posarsi in modo delicato al suo posto. “Soddisfatto?!”

 

Hermione sgranò gli occhi e scambiandosi occhiate incredule con Ron e Ginny, capì di non essere l’unica ad aver avuto quella reazione. “Che significa?!”

 

“…certo che era un giochino, quello, Luna.” Continuò Harry, ignorando la richiesta della sua migliore amica e sorridendo sornione all’altra.

 

“Vuoi che ti lanci una Glacialibus?! Posso farlo…” Lo sfidò, riservandogli un ghigno che, agli altri, ricordò molto qualcuno. “Non giocare con me, Potter, non te lo puoi permettere.

 

I due scoppiarono a ridere con gusto, sotto lo sguardo ancor più sconvolto del resto del gruppo, che li fissava. “Si può sapere che vuol dire, tutto ciò?!” Intervenne Virginia, passandosi nervosamente una mano nella chioma rosso fuoco.

 

“E’ magia senza bacchetta.” Spiegò Harry, girandosi a sorriderle dolce. “Silente l’ha insegnata a me, per proteggermi da Voldemort e io l’ho insegnata per un breve periodo a Luna, poi ho passato il testimone a Zabini… le servirà nel caso dovesse trovarsi in serio pericolo.

 

C-c’è questo rischio?!” Domandò preoccupato Ron, deglutendo il vuoto. “Cioè, so che insomma… vuole… vogliono ucciderla, ma ci saremo noi e poi-”

 

Il moro scosse la testa, con stampato sul volto un sorriso amaro. “No, non può contare su di noi. Io avrò il mio da fare contro quel gran figlio di puttana e tu, Hermione e gli altri avrete da combattere contro schiere e schiere di Mangiamorte, pronti a tutto per fermarvi. Lei dovrà affrontare la giovane Lestrange… e Draco.

 

* * *

 

“Adesso mi avete seriamente stancata!!!” Ululò Lynn, sbattendo una mano sul tavolo. Remus sussultò sulla sedia, benché fosse completamente d’accordo con lei. Marcus rimase in silenzio, a braccia conserte, con lo sguardo fisso sulla coppia di litiganti. “Neppure i bambini fanno tutte queste storie… vergognatevi!”

 

“…Lynn, sai perfettamente che non è colpa mia…”

 

La donna fulminò l’amica con lo sguardo, zittendola da qualsiasi ulteriore tentativo inutile di pararsi il fondoschiena. “No che non lo so, è colpa tua esattamente quanto lo è sua.

 

Ryta iniziò ad alterarsi. Si alzò in piedi, fronteggiandola in tutta la sua imponente altezza, non riuscendo comunque ad intimorirla. “E che avrei fatto?!”

 

Nooo, nulla!! Lei è da santificare, povero angelo!!” Ironizzò Sirius con un verso sarcastico, guardando al cielo con aria esasperata. “…sono io il diavolaccio cattivo, vero?!”

 

“Detesto quando navighi nel vittimismo mal celato, Sirius, lo sai?!” Ringhiò furiosa la donna, appoggiando entrambe le mani sulla tovaglia ricamata e piegando il busto in avanti.

 

L’uomo distolse lo sguardo da lei, posandolo sul fratello dell’altra imputata. Non aveva voglia di litigare. Dovevano solamente festeggiare la riuscita dell’esame di Marcus, ma lei no! No, doveva rovinare tutto parlando di ciò che aveva… osato… fare Jonnhy. Persino la giovane recluta era rimasta sconvolta dalla notizia, che gli aveva comunicato sua sorella. Gli era passata tutta la voglia di far festa e, francamente, lo capiva, ma non era comunque necessario tutto quel casino. Gli era venuto spontaneo attaccarla. Per una volta era il piccolo di casa Falck, ad essere sotto l’attenzione dei riflettori e lei che faceva? Gli rubava palco… per un quella stronzata poi!

 

“Io non navigo nel vittimismo.” Sibilò, mostrando appieno la sua incazzatura. Gli occhi blu come il mare agitato, brillarono di rabbia. “Semplicemente d-e-t-e-s-t-o quando sua signoria si fa prendere da manie di protagonismo.

 

Ryta boccheggiò sconvolta. “Ma come ti permetti?! Quali manie di protagonismo… Sirius! Vi ho solo dato una notizia-”

 

“…che sai perfettamente farà felici solo Lynn e Remus e credimi, non ci metterei neppure la mano sul fuoco.” La interruppe furibondo, distendendo poi le labbra in un sorriso sarcastico e sforzato e passandosi una mano nei lunghi capelli color della notte. “Sei una stronza, Falck, lasciatelo dire. Non hai capito proprio niente!”

 

Il soldato uscì velocemente dalla casa dei due amici, sbattendo con violenza la porta alle sue spalle. Non ci volle molto, prima che anche Marcus si alzasse dalla sedia che occupava e rivolgesse uno sguardo carico di rancore, alla sorella.

 

“Mi deludi Ryta…” Mormorò appena, abbassando gli occhi sul pavimento. “Mi deludi profondamente.”

 

La donna lo guardò uscire, quasi di corsa, avvertendo che qualcosa in lei si spezzava. Non aveva mai visto quello sguardo ferito, in suo fratello. Poche volte, il ragazzo, aveva chinato gli occhi di fronte a lei e quando lo faceva, lei doveva averne combinata qualcuna di veramente grossa, o viceversa, ma sapeva che in quel caso, Marcus non aveva fatto proprio niente. Ragion per cui, si ritrovò a riflettere, la colpevole era lei. Ma in cosa aveva sbagliato?!

 

“…nda?!”

 

La voce della sua migliore amica, la riportò bruscamente coi piedi per terra. “Come scusa?!”

 

Lynn sospirò, sedendosi su una sedia accanto a Remus e prendendogli la mano, che le porgeva. “Posso farti una domanda?!” Ryta annuì, prendendo posto di fronte a loro, con aria stanca. “Cosa provi per mio fratello?!”

 

“Io…”

 

“…ti prego, prima di rispondere… pensaci bene. Non dirmi immediatamente qualcosa stile ‘lo amo’, perché… non sono convinta che sia quello che provi realmente. Non prenderla a male, Ryta. Credimi, nessuno più di me ti vorrebbe come cognata, ma… non così. La interruppe l’amica, stringendo la presa sulla mano del compagno. Gli occhi verde-castano, le luccicavano di lacrime represse.

 

Ryta parve rifletterci un po’, prima di distogliere lo sguardo dai due amici e alzarsi velocemente, come se la sedia scottasse. “…io devo andare. Ci… ci vediamo stasera al quartier generale… per la riunione. Si congedò, uscendo in fretta dalla camera da pranzo e successivamente dall’appartamento.

 

Lynn rilasciò un forte respiro, chiudendo gli occhi. “Forse stavolta è andata…”

 

Remus le accarezzò dolcemente la testa, sorridendole gentile e annuendo. “Sì… forse, sì.”

 

* * *

 

Draco Malfoy, avvolto nei suoi immancabili pantaloni di pelle di drago, nera, fasciato da una maglietta giromanica dello stesso colore e totalmente assorto nei suoi pensieri, camminava a passo spedito lungo il corridoio che divideva la zona degli appartamenti, dalla Sala delle Riunioni, al Malfoy Manor.

 

“…sempre di corsa, eh?!” Lo fermò la voce di qualcuno, nascosto dall’oscurità del luogo.

 

Il biondo si passò una mano nei capelli, spostandone alcune ciocche indietro, per poter individuare con più facilità il suo interlocutore. Si rilassò, quando dall’ombra uscì la figura tranquilla di Theodore Nott, vestito di tutto punto, nel suo completo da Mangiamorte, con tanto di mascherina argentata in mano. “Theo, che ci fai qui?!”

 

“Di ritorno da una missione.” Si limitò a rispondere, con un’alzata di spalle. “…vado a trovare la mia bella.”

 

Draco ghignò, facendo schioccare la lingua e battendo un paio di volte la punta dei suoi underground a terra. “Ah-a capisco… beh, Pansy sarà contenta, erano giorni che si lamentava della tua assenza esagerata…”

 

“Sì… lo posso immaginare.” Commentò divertito il biondino, arruffandosi appena la chioma corta e scomposta. Gli occhi azzurri, si fecero improvvisamente cupi. “Ti devo parlare, però…”

 

“…e di cosa, se è lecito?!” La faccia del giovane Malfoy, mostrava appieno il suo stupore per quella richiesta.

 

“Non qui.” Puntualizzò Theodore, gettandosi occhiate furtive intorno. “E’ una cosa che… credo possa interessarti, e molto direi.”

 

* * *

 

Con lo sguardo color caffè perso nel vuoto, Ryta Falck sedeva composta al tavolino di un bar di Hogsmeade. Sospirò guardandosi intorno e ricordando tutte le volte che, quella via in particolare, l’aveva vista ragazzina, insieme ai suoi amici. Tutti i momenti, i giorni, passati a ridere e scherzare con Lynn e Remus, con Peter, con Lily e James e con Sirius.

 

Quante volte, l’anziano gestore del locale, aveva offerto loro una cioccolata calda, durante le giornate più fredde? Quante altre, si erano attardati loro due, da soli, restando abbracciati per quella strada, con la scusa di osservare le vetrine?

 

In quel bar, tanti anni prima, un Sirius già parecchio intraprendente per la sua età, le aveva confessato i suoi sentimenti e le aveva chiesto di provare a costruire un rapporto con lui.

 

 

“…mi piaci, sai?”

“Vogliamo provarci, almeno!?

 

“Falck…”

 

Alzò gli occhi sulla materializzazione dei suoi pensieri. Solo in quell’istante, si ricordò che l’aveva contattata, chiedendole di raggiungerlo in quel posto. Non sapeva perché, ma sentiva di doverglielo.

 

“…Sirius…”

 

“Scusa il ritardo.” Continuò, sedendosi di fronte a lei e spolverandosi in un attimo i jeans, sui cui spiccava una polverina verdastra. Stessa sorte, sembrava aver subito la maglietta grigio perla a maniche corte, che indossava.

 

Ryta inarcò un sopracciglio, spostandosi gli occhiali sul naso, affinché non scivolassero. “Che hai combinato?!”

 

Uno sbuffo sfuggì alle labbra rosee dell’uomo. “Un vecchio rimbambito. Mi ha rovesciato addosso quella robaccia… che serve per curare i bambini dall’influenza.” Seguitò a pulirsi i vestiti.

 

La donna scoppiò in una risata cristallina, coprendosi la bocca con una mano. “Ahahah! Beh almeno è sicuro che non prenderai il raffreddore! Ora non avrai più scuse per il lavoro!! Ahahaha…”

 

“Noto con piacere, che ti stai divertendo…” Glissò, con voce immediatamente più dura, smettendo di dedicarsi ai suoi abiti e guardandola serio, negli occhi.

 

Il tenente Falck si schiarì la gola, riprendendo il controllo e rivolgendogli un’occhiata di sfida. “Sì, sei sempre stato un grande comico.”

 

“Mi stai dando del clown?!” La punzecchiò acido, con un odioso sorrisetto dipinto sul volto.

 

“Forse…”

 

“Sei sicura di ciò che stai facendo, Ryta?!” Cambiò discorso, tornando di nuovo serio e fissandola intensamente.

 

Ryta sussultò in maniera impercettibile sulla sedia. L’aveva chiamata per nome. Non lo faceva quasi mai, da così tanto tempo che nemmeno lei ricordava quanto. “…non capisco, cosa te ne importa?!”

 

La mano grande e callosa di Sirius, cercò quella piccola e affusolata della sua amica, della sua ex compagna. Gliela strinse piano, addolcendo lo sguardo, senza neppure volerlo, probabilmente. “…me ne importa, più di quanto credi.”

 

E per quale motivo?!” Replicò tagliente, cercando di sfuggire a quella presa, seppur gentile. “Non ti è mai interessato nulla di me… non hai mai… mi hai sempre tagliata fuori dalla tua vita. Ero un giocattolo che ti divertivi a stuzzicare, da piccolo!”

 

Le prime lacrime, che le facevano luccicare gli occhi, gli strinsero il cuore. Sospirò, abbassando lo sguardo sul tavolino del locale. “Mi spiace, se pensi realmente questo, Ryta. E’ vero, inizialmente per me eri semplicemente un diversivo. James aveva scelto Lily come bersaglio e io te… però, sai che poi tutto è cambiato…”

 

“…finché non ti sei fatto arrestare e sei sparito dalla mia vita per anni!” Esclamò furiosa, digrignando i denti. “E tutto per desiderio di vendetta!! Se non avessi voluto farti giustizia da solo… non… avresti rischiato di perdere la ragione in quella cella!!”

 

Sirius rilasciò il respiro, affranto. Scosse la chioma lunga e nera, accarezzandole con delicatezza il dorso della mano, su cui spiccava un bell’anello dorato. “Mi dispiace, Ryta… non credevo che avessi sofferto così tanto.

 

Quelle parole, probabilmente inaspettate, ebbero sulla donna l’effetto di un martello su un muro di compensato. Sentì un peso enorme, spostarsi dal cuore e darle sollievo. Dagli occhi, incominciarono a scorrere calde lacrime, mentre il volto si contraeva in una smorfia quasi infantile, imbronciata. “Perché mi dici queste cose, adesso?! Perché non prima?! Mi hai… lasciata da sola… per tutto questo tempo. Perché proprio adesso, che sto per sposarmi?!”

 

La mano libera del Capitano Black, corse alla bacchetta. La puntò sulla superficie metallica del tavolo e fece comparire un mazzo di rose rosse. “Le avevo comprate per te, ma erano troppo scomode da portare e quindi…” Respirò a fondo, allungandosi e sfiorandole la guancia bagnata. “Com’è che si dice? Ti accorgi di ciò che hai, solo quando lo stai perdendo… anche io sono incappato in questo errore.”

 

La donna sgranò gli occhi, stupita. “Co-cosa vuoi… dirmi?!”

 

“Ryta io non… non ho mai… smesso di amarti. Soffiò a bassa voce, chiudendo gli occhi e concentrandosi sul modo migliore di dire una cosa così importante. “…ti prego, posso… almeno sperare in un… ripensamento?!”

 

Lei ritrasse la mano bruscamente, portandosela al petto e stringendola con l’altra. “I-io…”

 

“Ti prego…”

 

Non ce la fece più, a reggere il suo sguardo blu speranzoso. Si alzò in piedi di scatto e corse via, ignorando l’ennesimo urlo di Sirius.

 

“Pensaci Ryta!!”

 

* * *

 

Un chiacchierio concitato, riempiva la Sala Riunioni del quartier generale dei Sunrise. Silente, seduto alla sinistra del Generale Falck, alla cui destra, vi era il Comandante Strekon, osservava il gruppo ristretto di Auror, convocati per quella riunione speciale.

Il loro informatore si era fatto vivo.

 

“Se ci siamo tutti… direi che possiamo cominciare. Incominciò Falck, incrociando le braccia e appoggiandosi allo schienale.

 

L’anziano mago, si alzò dal suo posto e si schiarì la voce, lisciandosi la barba. “Bene, innanzitutto, voglio fare le mie congratulazioni al Tenente Falck. In secondo luogo è doveroso, farvi partecipi del fatto che, il nostro informatore… ci ha fornito alcuni elementi importanti, secondo i quali, sono spiacente di informarvi, avremo molto poco tempo per prepararci bene.”

 

“…prepararci a cosa?!” Intervenne Ron, dubbioso, scambiandosi un’occhiata con Harry, seduto esattamente di fronte a lui, all’immenso tavolo del salone.

 

“All’attacco finale… Weasley.” Rispose il Generale, come se stesse annunciando l’ennesimo turno di pattuglia e sorveglianza.

 

Hermione inarcò un sopracciglio. “E… esattamente… quanto poco tempo?!”

 

“Due mesi.” Fu la risposta di Strekon, che aveva dipinto sul volto un odioso sorrisetto spavaldo.

 

Luna fremette in maniera impercettibile.

 

“…però volevo vederti ugualmente prima…”

“Prima?!”... “Prima di cosa?!”

“Non fare domande a cui non posso rispondere, Luna.

 

“Sottotenente McPhee… c’è qualche problema?!”

 

La ragazza sollevò gli occhi, incrociando lo sguardo cristallino del suo vecchio Preside. Sorrise appena, scuotendo la chioma color ebano e stringendo con forza il bicchiere di vetro, ormai vuoto. “Tutto apposto, riflettevo… ma grazie per l’interessamento!”

 

Urla improvvise, distrassero tutti i presenti dalla riunione in corso. Dopo un attimo di sbandamento, il gruppo di persone si riversò fuori dal salone e lungo il corridoio, diretti verso il luogo da cui provenivano gli schiamazzi.

Giunti alla porta d’ingresso, videro solamente una figura vestita di nero, priva di mantello e dotata di casco integrale, che rendeva impossibile riconoscerla. Gli Auror di guardia, erano stati immobilizzati.

 

Che diamine…?!”

 

Il Comandante si portò avanti, affrontando la figura.

 

“Fermi! Sono qui per consegnarvi questo… credo sia vostro…” Disse solo con voce divertita, tirando un calcio ad un sacco scuro, adagiato ai piedi degli Auror immobili. “…stava raccontando un po’ troppe cose al Signore Oscuro.”

 

Sirius avanzò di qualche passo, aprendo la sacca da cui aleggiò un puzzo insopportabile. “Mio dio…”

 

Avvolto nella plastica, con un pallore mortale, le labbra viola e la gola recisa, vi era il cadavere di André Duval. I presenti ammutolirono. Hermione nascose la testa dietro la spalla di Ron, sconvolta dalla vista. Harry ringraziò mentalmente l’assenza di Ginny, non convocata e lanciò un’occhiata d’ammirazione a Lynn e Ryta, apparentemente non turbate da quello scempio.

Luna ebbe un singulto e si portò una mano alla bocca, prima di scappare in un angolo e vomitare.

 

C’era troppo sangue… vedeva ancora tutto rosso.

 

Percepì a malapena la mano di Harry sulla sua schiena e si accorse che l’uomo di poco prima se n’era andato, solo quando udì il rombo del motore della Ducati con cui era arrivato.

 

Era un Mangiamorte, Harry… capisci? Mi sono fidata di un Mangiamorte!”

 

 

Continua…

 

 

Penultimo capitolo andato!! In realtà non è veramente il penultimo… diciamo che lo è, se non si considera l’epilogo come un capitolo vero e proprio XD Per essere bastarda fino in fondo, vi assicuro che molte cose, nell’epilogo non verranno affatto spiegate, ma lasciate in sospeso. Questo perché voglio, fortissimamente voglio, che leggiate il seguito.

 

Passiamo ai ringraziamenti: 

  

Ninfea_82: beh, ormai ho svelato quasi tutto… mi pare *-* se non è chiaro qualcosa, però, domanda pure ^^

 

Scarlet Blood: uttiu! Stavolta mi ha recensita anche la “lettrice nel buio” XD quale onore ^_^ Va beh che tu sai già tutto, quindi… è anche inutile che ti spoilero per sbaglio o cose simili =P sarebbe inutile ^^ (susu… gioisci, lo so che sei contenta di come finisce XD)

 

Angele87: ebbene sì, dopo il prossimo capitolo, ci sarà l’epilogo e la storia “vera e propria” sarà conclusa ^^ Ci sarà il seguito, però, che ti consiglio di seguire… anche perché il mio Malfoy avrà un ruolo importantino, diciamo che diventa la vitt- ehm… ok, sto zitta -.-‘’’ [Luna avverte la minacciosa presenza della bacchetta di Draco, dietro la schiena.]

 

Enika: ah bene! Finalmente sono riuscita a creare suspance XD non ce n’era moltissima in questa storia… vero? ^^’’’

 

Lynn Wolf: ed eccoti qui il penultimo capitolo *-* visto che mi diventi fondamentale nella storia?! E ancora non hai visto niente XD Per Preludio, sappi solo che mi è tornata l’ispirazione ^_^ [Luna vede Ryta che zompetta… e Lynn, immediatamente, la imita]

 

Angelwings: direi che stavolta ho dato un qualcosa di superiore a semplice “speranza”. In pratica ho detto tutto… ma forse no… o forse sì… chissà =P Tutto si svela nel prossimo capitolo ^^

 

Marcycas – The Lady of Darkness: e per la gioia di Lady… Duval non c’è più!! E in maniera truculenta anche -.- Ryta per ora sta festeggiando, ma io so, perché confido in voi, che smetterà di farlo non appena avrete realizzato che ha dato un due di picche tosto tosto a Sirius. Bene, che dire… io mi dileguo prima che mi strozzi, voi datevi da fare con minacce, torture… e quello che volete!! ^_^ [Luna speranzosa, si allontana in silenzio…]

 

Ryta Holmes: ……non commento. Fai schifo -.- Quel pover uomo, nonché playboy incallito ti si getta nuovamente ai piedi e te che fai? Lo pisci per Ken?! (e non chiamarlo Ken ndRytaFuriosa  tskndSirius) Va beh, almeno ti ho tolto dalle scatole Duval, tanto lo so che ti stava sulle palle… =P

 

 

Prossimo capitolo: "Si chiuda il sipario!

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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V

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Capitolo 12
*** - Si chiuda il sipario! ***


12

Nata per soffrire 

(...the war...)

 

Capitolo 12

 

SI CHIUDA IL SIPARIO!

 

2 mesi dopo… (-agosto-)

 

Un clima caldo umido, soffocava Londra e i paesi vicini. La città si era svuotata solo per metà, di quel gruppo di persone che, come d’abitudine, passavano le vacanze estive –e in particolare il periodo di Ferragosto- al mare o in montagna. Non erano rari, dunque, i giorni festivi, in cui passeggiando per le vie della zona babbana, si riusciva a camminare senza la solita folla.

 

Il quartier generale dei Sunrise, era in allerta. I due mesi sarebbero scaduti a giorni e i loro informatori, purtroppo, non erano riusciti a saper nulla di più, riguardo l’esatto momento dell’attacco organizzato da Lord Voldemort.

 

Da qualche tempo, Luna era oggetto di una serie di attenzioni, premure e accortezze, da parte di Harry, a detta di tutti un po’ eccessive. Non le permetteva di fare più dell’indispensabile e si preoccupava di portarle da bere, rinfrescare la Sala Comune dei Grifondoro –ormai dimora fissa della ragazza- con incantesimi refrigeranti e renderle la vita il più comoda possibile.

 

Tieni… bevi questo…”

 

Sorrise all’amico, afferrando il bicchiere di thé freddo al limone e allungando le gambe sul bracciolo della poltrona, porpora, che occupava. “Grazie, Harry, ma… non dovresti essere in sede, oggi?!”

 

“No, hanno spostato i turni.” La rassicurò, con un sorriso gentile, aggiungendole un cuscino dietro le spalle. “Comunque tra una mezz’oretta vado a prendere Ginny al St. Mungo. Oggi esce prima…”

 

Gli occhi verdi di Luna, incrociarono quelli di Harry. “Visto che sei libero, perché non andate a cena fuori?! E’ un sacco di tempo che non state un po’ da soli…”

 

Ma…”

 

“No ti prego, se stai per dire qualcosa tipo ‘non ti lasciamo sola’, taci! Potrei diventare aggressiva!” Lo interruppe lei, scherzosamente, appoggiando il bicchiere sul tavolino in ciliegio, di fronte a lei. “…non sono malata, sono solo incinta… e perfettamente in salute, a detta del dottor Wolf, quindi… prenditi una pausa, ok?”

 

Lo sguardo di Harry si incupì. “E se avessi bisogno di qualcosa?!”

 

“Primo: so camminare, non sono ancora diventata una balena. Secondo: ci saranno Ron ed Hermione… appena tornano dal giro di ispezione. E dai! Fidati!” Lo pregò, sfoderando l’espressione da cucciolo bastonato, con tanto di occhietti lacrimosi e mani giunte.

 

Il moro parve rifletterci un po’ su, spostando lo sguardo da lei, alla finestra che dava all’esterno e poi ancora sulla figurina, seduta a mani unite e implorante un po’ di libertà. Sospirò rassegnato. “D’accordo, d’accordo, ma se succede qualcosa… mi chiami immediatamente col ciondolo, intesi?!” Luna annuì, con espressione trionfante. “Ora spostati un po’… fammi spazio.”

 

La ragazza scese i piedi, spostandosi sul bordo della poltrona e facendolo accomodare accanto a lei. Si accoccolò sotto il suo braccio e respirò a pieni polmoni, il profumo di pulito che emanava il corpo di Harry. La faceva sentire… protetta. Un sorriso le si allargò, spontaneamente sul volto, quando sentì una mano dell’amico, scenderle all’altezza della pancia, appena prominente, in una carezza affettuosa.

 

Ma quand’è che la peste si farà sentire?!” Domandò scocciato, con un broncio infantile, passandole il braccio dietro le spalle.

 

Luna ridacchiò, coprendosi le labbra con una mano. “Genio! Tre mesi sono troppo pochi, ancora il bambino non è formato. E poi, sei proprio sicuro che si tratti di una peste? Magari è una bimba dolcissima e buona.”

 

Harry scosse la testa, deciso. “Ti dico che è un maschio. E in quanto al dolce… beh se prende da te ok, ma se dovesse avere il carattere del padre, escluderei questo termine dal vocabolario.”

 

Ma… quanto sei scemo!” Commentò lei, con aria scandalizzata. “Piuttosto! Quand’è che tu ti darai da fare?! Voglio un nipotino…”

 

Il ragazzo sogghignò. “Naa, per il momento no. Non abbiamo così tanto tempo per noi, l’hai detto tu stessa. Virginia è sempre impegnata col lavoro di ricercatrice, io passo metà del tempo al quartier generale e metà fuori, in pattugliamento. E poi… non sono ancora pronto per essere padre.

 

“Io dico che saresti un ottimo papà…” Lo rassicurò Luna, passandogli una mano sulla guancia, coperta da un sottile e pungente strato di barba non fatta.

 

“Come posso essere un buon padre, se non ho mai-”

 

Le dita della mano pallida della ragazza, si posarono sulle sue labbra, facendolo tacere. “Non c’entra assolutamente niente. Deve venirti da dentro, questo tipo di cose. Non le impari guardando qualcun altro in azione, credimi. Continuò, appoggiandogli il palmo aperto sulla maglietta bordeaux, ad altezza del cuore.

 

Harry le sorrise grato, scompigliandole la chioma nera con una mano. “Ora come ora, mi basta fare lo zio. Devo occuparmi di questa peste in miniatura, prima che faccia venire i capelli bianchi a sua madre, a soli vent’anni.

 

Luna gli riservò una linguaccia, pizzicandogli una gamba da sopra i jeans blu scuro. “Questo era da parte della peste.”

 

“Ahia! Andiamo bene, inizia a vendicarsi da fin dentro la pancia…”

 

“Ovvio!! Ha preso tutto dalla mamma…” Esclamò con tono d’ovvietà lei, scoppiando subito dopo a ridere.

 

Il moro si batté una mano sulla fronte. “Oh fantastico!! Ci mancava un’altra Luna McPhee… possiamo dire addio alla –già poca- tranquillità!”

 

“…mi ricordate tanto Ron e Ginny!”

 

La voce di Hermione, ferma all’entrata della Sala Comune, con le mani sui fianchi e una smorfia stupefatta dipinta sul volto, li interruppe dal loro giocoso battibecco quotidiano.

 

“Ehi! Io e mia sorella non face-” Un’occhiata scettica di Harry, zittì Ron dal suo tentativo di negare.

 

La ragazza dai capelli castani si avvicinò all’amica e le stampò un bacio sulla fronte. “Come ti senti?!”

 

Luna sorrise, annuendo. “Benissimo, grazie… ho un ottimo infermiere.

 

“Guarda cosa ti abbiamo portato…” Esclamò festosa, allungandole un sacchettino colorato e bitorzoluto.

 

L’altra lo afferrò curiosa, rigirandoselo poi tra le mani e aprendolo. “Ma sono…”

 

Piperille!” La anticipò Ron, con un sorriso gioviale stampato sulle labbra. “Siamo passati da Mielandia e abbiamo fatto scorta di dolcetti. Ci sono anche le Cioccorane e le Gelatine.

 

Le iridi verdi di Luna brillarono, facendola assomigliare per qualche istante, ad una bambina che ha appena ricevuto un regalo tanto atteso.

 

“Adesso non commuoverti!” La canzonò Ron, dandole un leggero colpetto sulla spalla e distraendola dal pacchetto di dolci.

 

Hermione batté le mani, entusiasta, inginocchiandosi vicino alla poltrona. “Giusto! Trattieni le lacrime per dopo… dunque, che ne dici di… mhm… cinese?!”

 

“Cinese?!”

 

L’amica annuì, muovendo i riccioli dai riflessi color miele. “Sì, ti andrebbe di cenare fuori con noi, stasera?!”

 

Luna tentennò, mordendosi il labbro inferiore e fissando per un po’ i suoi occhi color cioccolato. “E su, non farti pregare!” Intervenne Ron, a braccia conserte, seduto sul bracciolo di un’altra poltroncina.

 

“Verranno anche Sirius e Marcus… non puoi tirarti indietro!” Insistette Hermione, prendendole le mani e guardandola speranzosa.

 

“D’accordo…” Cedette, con un sospiro, rivolgendo uno sguardo rassegnato ad un Harry sorridente.

 

* * *

 

Lynn appoggiò la tazza sul piattino blu. Il tintinnio della porcellana riempì il silenzio del soggiorno di casa Lupin, accompagnato dal sospiro della donna, ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Accanto a lei, assorto in chissà quali pensieri, il suo compagno: Remus. Dall’altra parte della tavola, avvolti nel più completo mutismo e con una faccia indescrivibile, Marcus e Sirius.

 

Quindi… sei proprio sicuro…” Tornò a chiedere Remus, incrociando le braccia al petto.

 

L’amico annuì, prendendo un forte respiro. “Mi ha dato un due di picche, ti dico.”

 

Marcus fece un verso scocciato. “C’era d’aspettarselo. Quella stupida preferisce K-” Lanciò un’occhiata in tralice a Lynn. “Jonathan. Mi dispiace dirlo, ma non lo sopporto.”

 

“Sapessi io…” Soffiò Sirius, con lo sguardo fisso sulla tavola. “Senza offesa… Lynn.”

 

La donna scrollò le spalle. “Non c’è problema, non piace neanche a me questa situazione. Quei due stanno sbagliando e non se ne rendono conto. Mio fratello è troppo innamorato e Ryta… troppo ostinata. Mi dispiace, Sirius.”

 

“Non fa niente… mi sono già rassegnato.” Mentì, storpiando la bocca in una smorfia amara. Si passò una mano tra i lunghi capelli color pece e sospirò appena, pensando di non essere udito.

 

Remus si fece in avanti, posandogli una mano sulla spalla. “Però… forse…”

 

“No, nessun forse, amico mio… mi sono deciso troppo tardi.” Concluse con un sorriso forzato e gli occhi, pericolosamente, lucidi. “E’ solo colpa mia, della mia testaccia dura.

 

Dopo aver mormorato uno “scusatemi” affrettato, lasciò la casa, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi amici e si appoggiò alla porta d’ingresso, scivolando a sedere sui gradini all’esterno. Portò le mani al volto, nascondendolo nei palmi e respirò a fondo, lasciando uscire allo scoperto, tutta l’amarezza che nascondeva per troppo orgoglio.

 

L’ho persa…

 

* * *

 

Il quartier generale dei Sunrise, era in pieno fermento. Nel giro di una settimana, gli attacchi dei Mangiamorte erano triplicati. Hogsmeade, Diagon Alley e qualche sobborgo della Londra Babbana erano caduti preda di combattimenti sanguinosi e spesso lunghi. Si potevano contare numerosissime vittime da entrambi i lati e, purtroppo, anche qualche civile caduto sotto incantesimi o maledizioni senza perdono, lanciate da incappucciati senza scrupoli.

Il St. Mungo, tenuto sotto protezione da Silente, era invaso ogni giorno da feriti più o meno gravi e vittime di quegli assalti tremendi. Persino l’infermeria della base era ricolma di pazienti in attesa di cure mediche. Chi già in grado di muoversi, chi del tutto impossibilitato.

Gli auror erano inferociti e pronti a lottare fino all’ultimo, soprattutto dopo il recente attacco dei seguaci di Voldemort, che aveva rischiato di radere al suolo una scuola elementare magica. Molti dei figli dei soldati, infatti, erano iscritti presso l’istituto e l’idea di poter perdere i loro bambini, aveva scatenato nei battlemage una rabbia inimmaginabile.

 

Quel giorno, sembrava essere iniziato nel migliore dei modi. Il gruppo si era riunito al quartier generale per un allenamento supplementare. Persino Luna era stata convocata da Zabini, per un approfondimento in merito alla magia senza bacchetta, che le sarebbe potuto servire da un momento all’altro.

 

All’ora di pranzo, quando ormai tutti si stavano concedendo una pausa, nella Sala Mensa, seduti alle tavolate… qualcosa era cambiato.

 

La terra aveva iniziato a vibrare e improvvisamente il cielo si era scurito. Nessun tuono o fulmine, che presagisse un temporale. Solo una immensa distesa di nero, aveva coperto la volta celeste, rendendo l’atmosfera cupa e a tratti irreale.

 

“Ma che cazzo…” Aveva sbottato Sirius, alzandosi in fretta e furia dal tavolo, seguito da Strekon, con cui stava tranquillamente dialogando fino a pochi minuti prima.

 

Nel mentre, aveva fatto irruzione nella Sala anche il Generale, armato di bacchetta e spadone magico. “E’ scattata l’ora gente… sono qui.”

 

Non fecero in tempo ad uscire dall’edificio.

 

Furono grati a se stessi, di non essere andati a pranzo disarmati, pur non riuscendo a prevedere un simile tentativo di attacco dei Mangiamorte, l’istinto li aveva salvati. Impugnarono armi e bacchette magiche e furono abbastanza veloci, da buttarsi a terra quando un’esplosione devastò il lato ovest del palazzo, aprendo un varco gigantesco nel muro di cinta e una spaventosa voragine nel suolo. Il tutto, di cemento armato, spazzato via come fosse di carta velina.

 

Remus, strinse saldamente la mano di Lynn, per qualche istante, sentendola fremere sotto la sua presa. Aveva paura, tutti avevano paura. Lanciò uno sguardo a Ron ed Hermione, fermi poco distanti da lui, anche loro presi per mano. Harry e Luna, accanto ai loro amici e a Zabini, erano immobili, aspettando che la coltre di polvere si diradasse, permettendo loro una vista migliore dei nemici.

 

I primi ad apparire dalla foschia polverosa, furono i membri della cerchia dei fedeli. Beatrice, Draco, Bellatrix e Lucius, si fecero avanti con passo fermo e deciso, avvolti nei loro mantelli da Mangiamorte e con indosso la mascherina argentata, ma perfettamente riconoscibili. Non dovettero attendere molto e da dietro il gruppo ristretto, comparvero anche Horatius e il Lord Oscuro, seguiti da una schiera di incappucciati che pareva infinita.

 

La battaglia finale, stava dunque incominciando.

 

“…ma bene, ci rincontriamo…” Sibilò gelido Lord Voldemort, in direzione di Silente, apparso all’improvviso, spaventando persino gli Auror che non si erano accorti di quella presenza. “Dovreste ringraziarci… vi permettiamo persino di giocare in casa.

 

“Pensi che un mazzo di fiori sia abbastanza, Remus?!” Domandò ironico Sirius, con un’aria che all’apparenza era del tutto concentrata. “Oppure sarebbe meglio una medaglia all’altruismo?!”

 

Il Lord Oscuro sogghignò maligno. “Black… noto con piacere che non perdi mai il sarcasmo. Mi riesce sempre difficile, riuscire a credere che sei cugino di Bella…”

 

Sirius sgranò gli occhi, fingendo stupore. “Oh non lo sanno in molti, vero?! Ne va della mia reputazione!!”

 

“Smettila cugino!!” Strillò innervosita Bellatrix, portandosi avanti e puntandogli contro la bacchetta. “Non ti permetto di prendere in giro il Signore Oscuro. Morirai per questo… piccolo rinnegato.”

 

Le labbra di Sirius, dapprima semi aperte per la smorfia di sorpresa, si distesero in un sorriso beffardo. “Devi rinnovare il tuo vocabolario, puttanella, non sono più piccolo.

 

“ATTACCATE!”

 

Il via di Voldemort, scatenò l’inferno. I Mangiamorte si riversarono nella Sala, attaccando gli Auror a destra e a manca.

 

Harry si avventò su Luna, spingendola verso un angolo della Sala. La sentì urlare un “Attento!” e riuscì a girarsi appena in tempo, sfoderando la spada e incrociandola con quella dell’assalitore.

 

“…maledetto…”

 

Lucius Malfoy, sorrise divertito. Gli occhi grigi scintillanti di collera. “Potter… suvvia un po’ di modi…”

 

“Crepa, brutto figlio di puttana!” Ringhiò astioso, premendo contro il ferro dell’arma del suo nemico, con tutta la forza che aveva e riuscendo a farlo arretrare un po’. “Non muoverti…” Bisbigliò all’amica, stretta contro al muro. Ci mancava solo che si mettesse in mezzo, aumentandogli le preoccupazioni.

 

Malfoy Senior tirò fuori la bacchetta dal bastone nero, con un gesto fluido e gliela puntò contro. “Due a uno, Potter…”

 

Un ghignetto sprezzante si allargò sulle labbra di Harry. “Dici?!” Impugnò la bacchetta, allungandola contro l’uomo e spingendogliela sotto alla gola, con forza. “Due a due… pezzo di merda. Crucio!”

 

Luna si strinse contro la parete, guardando Lucius crollare al suolo, in preda a scosse di dolore fortissime. Lo osservò contorcersi e urlare, senza muovere un muscolo, fremendo della stessa rabbia che sicuramente attanagliava anche Harry. Provava solo disprezzo per quella persona, per quello che le aveva fatto. Che aveva fatto loro.

 

Dopo minuti che parvero infiniti, Harry alzò la bacchetta, ponendo fine a quella tortura. “Allora Malfoy?! Tutto qui quello che sai fare?! Vogliamo ritirarci sotto l’ala di Voldemort?!”

 

Lucius digrignò i denti, emettendo un suono cupo e gutturale. Annaspava ancora, per gli effetti della Cruciatus, ma riuscì comunque a rimettersi in piedi. “Me la pagherai… Potter.”

 

Per un istante, il ragazzo si stupì di non vedere Draco accanto a suo padre, ma scacciò quel pensiero, ricordandosi che i Mangiamorte non erano uniti come gli Auror. Ognuno doveva pensare a se stesso. Non c’era altruismo. Rinfoderò la bacchetta e la spada, godendosi l’espressione stupita dell’uomo.

 

Che cosa…?!”

 

Non gli diede il tempo di formulare la domanda. Impose le mani di fronte a sé e improvvisamente tutto intorno a loro si fece calmo, silenzioso. Una forza di dimensioni spropositate si avviluppò intorno ad Harry, i cui occhi un tempo verdi, avevano assunto una tonalità arancia, quasi fluorescente. “E’ finita, Malfoy… CongelaSangue!”

 

Un’onda azzurra fuoriuscì dai palmi aperti delle sue mani e avvolse Lucius, stringendolo in una morsa soffocante. Un urlo ruppe il silenzio che si era creato e un attimo dopo, il corpo senza vita e di un innaturale bianco, tendente all’azzurro, di Malfoy senior, cadde al suolo con un tonfo sordo. Quasi fosse di ghiaccio.

 

L’iride degli occhi di Harry, ritornò verde, prima che il ragazzo finisse carponi a terra. Luna gli fu subito accanto. “Bevi la pozione… presto.” Trillò, staccandogli una boccetta dal cinturone della divisa e passandoglielo.

 

Il ragazzo gettò indietro il capo, facendo scivolare il liquido verde nella gola. “Ora… va meglio.”

 

 

 

Ryta fece un cenno del capo a Lynn, che si lanciò nella direzione opposta, impegnata a scollare un Mangiamorte che si era avventato su una recluta, ancora troppo impacciata per cavarsela nella maniera giusta. La guardò afferrarlo per le braccia e tirarlo giù con una mossa di judo, prima di tirar fuori lo spadone e conficcarglielo nell’addome.

 

Una voce a lei familiare, forse fin troppo, le giunse alle orecchie, con uno strillo. Si voltò, incrociando la figura di Sirius a terra, vittima di quella che, a prima vista, sembrava una Crucio. La bacchetta dell’aggressore ancora puntata su di lui. Alzò gli occhi, incrociando lo sguardo folle di Bellatrix Lestrange.

 

Sorride la puttana… pensò, prima di togliere da fodero la spada e avvicinarsi in fretta.

 

“Ti conviene abbassare la bacchetta.” La minacciò furente. Gli occhi color notte, scintillavano di ira, come illuminati da un fuoco violento e devastante. L’avrebbe uccisa, distrutta, annientata con le sue mani quella sgualdrina!

 

Bellatrix alzò l’arma, sorridendo ironica. “Se no, cosa mi fai?!”

 

“Ti apro il culo come un’ostrica.” Rispose decisa, ricambiando il sorriso con lo stesso sarcasmo. “Ti va bene?!”

 

Cosa diavolo te ne importa di questo… rifiuto della società?!” Domandò acida, la Mangiamorte, puntando di nuovo la bacchetta contro il cugino, ancora preda di spasmi piuttosto violenti. “Non è nulla per te!”

 

Ryta si irrigidì, stringendo la presa sulla spada. Chiuse gli occhi per un istante e fece per voltarsi. Udì appena un commento della Lestrange e mentre un sorriso le spuntava sul volto, con tutta la rapidità che possedeva, afferrò uno dei pugnali attaccati al cinturone e lo lanciò contro la donna, conficcandoglielo nel braccio.

 

Merda… brutta troia, adesso la paghi!” Soffiò Bellatrix incazzata nera, staccando la lama dall’arto e gettando il coltello a terra. Dallo squarcio, prese a fuoriuscire una quantità non normale di sangue, che scivolò velocemente sulla manica nera della divisa e poi sulla pelle bianca.

 

L’Auror Falck si guardò un attimo intorno, riportando poi l’attenzione sulla nemica. La seguì mentre correva verso di lei, con la bacchetta in mano e ghignò abbassandosi di colpo e saltando poi all’improvviso, prendendola con la punta degli anfibi militari nei denti. La donna cadde al suolo con le mani pressate sulla bocca, da cui usciva parecchio sangue. Alcune macchie, colarono a terra, sporcando il pavimento.

 

Ryta non perse tempo, si avvicinò alla Lestrange e quando le fu a pochi centimetri le tirò un potente calcio all’addome. Quella emise un verso strozzato e crollò di nuovo a terra. Si abbassò al suo livello e le tirò con forza i capelli. “Allora zoccola? Come ti senti?!”

 

Bellatrix mugugnò qualcosa di incomprensibile, alimentando il nervoso dell’auror che, afferrata la bacchetta, gliela puntò in mezzo agli occhi. “Bye bye, puttana… Avada Kedavra.”

 

Sorrise soddisfatta, mollando la presa sul cadavere della donna e correndo in soccorso di Sirius. “Siri… Sirius rispondimi…” Gli urlò, prendendolo per le spalle e facendogli appoggiare la testa sulle gambe.

 

Sirius tossì un paio di volte e riaprì a fatica gli occhi, puntandoli sulla figura che lo teneva tra le braccia. “R-Ryta… che diamine è successo?!”

 

Gli occhi color caffè del tenente Falck, si velarono di lacrime. Gli strinse una mano tra le sue, sorridendo appena. “Nulla, tranquillo… adesso, sta’ fermo. Io torno subito, ok?!” Gli raccomandò, posandolo a terra e spostandolo un po’, in maniera tale da ripararlo da eventuali incantesimi fuori controllo.

 

G-grazie…” Sussurrò il Capitano Black, bloccandola prima che tornasse a combattere e costringendola a voltarsi.

 

Ryta scosse la testa, impugnando la bacchetta e guardandolo, mentre si tirava a sedere, posando la schiena contro il muro. “Non devi ringraziarmi e… ah, Sirius!?!”

 

L’uomo distolse lo sguardo dal pavimento, incrociando quello serio della donna. “Sì?!”

 

“Ti amo.” Disse solamente, avvicinandosi a rubargli un bacio e sgusciando subito via, lasciandolo confuso e molto probabilmente euforico.

 

 

 

Harry era a terra, privo di forze. Continuava a studiare, con preoccupazione crescente, le due ragazze perfettamente simili, ferme l’una di fronte a l’altra. La sua amica era esausta. Respirava a fatica e sosteneva a malapena la katana, stretta tra le mani. La Mangiamorte invece, pareva fresca come una rosa. Sembrava quasi che non avesse combattuto affatto.

 

“Mi hai… stancata.”

 

A Beatrice sfuggì una risatina malefica. “Ma davvero?! Beh, lo stesso vale per me… di conseguenza… direi che è il momento di toglierti dalle scatole, mia cara…”

 

“Non ci penso neppure.” Ribatté a tono Luna, con un sorrisino mordace sulle labbra. “Sei tu, quella che deve sparire dalla circolazione, troietta da due soldi.

 

L’incappucciata strinse i pugni lungo i fianchi, in preda ad un attacco di nervi.

 

“Cos’è?! La verità fa male?!” Domandò incalzante la ragazza, sorridendo sorniona. “E’ vero… non sei altro che una squallida puttana.”

 

Harry cercò di alzarsi da terra, ma si bloccò quando vide chi si stava avvicinando alle due. Un secondo Mangiamorte, con tanto di cappuccio calato sul volto e mascherina argentata sugli occhi. Quello era davvero impossibile da riconoscere. Chi lo accompagnava no, però. I capelli biondi e gli occhi grigi erano inconfondibili.

 

“Draco…” Sussurrò appena udibile, Luna, arretrando di qualche passo. Sollevò la katana a mezz’aria, per difendersi da un eventuale attacco di uno dei tre, fermi di fronte a lei.

 

Il biondo ghignò, nel modo classico che lo contraddistingueva. “Proprio io, McPhee. Che brava… ti ricordi ancora come mi chiamo!”

 

Il tono non piacque affatto alla ragazza e se possibile, le piacque ancor meno la risatina stridula di Beatrice. “Basta smettila!!!” Urlò.

 

Ad un tratto, una strana folata di vento si sollevò intorno a lei, coprendola per intero. Il cerchio d’aria si allargò, spingendo indietro i tre Mangiamorte, che si riparavano il volto con le braccia. “Mi avete scocciato!!” La potenza aumentò e la katana si tinse di un singolare color viola.

 

Luna chiuse gli occhi, sentendo una forza strana montarle in corpo. Li riaprì, rivelando le iridi completamente nere. Curvò le labbra in una smorfia crudele e caricò con la spada, correndo in direzione dei nemici e affondando la lama, in apparenza, nel vuoto.

 

Fu un attimo e tutto tornò come prima.

 

Beatrice aveva le mani tese sopra la lama d’acciaio. Un rivolo di sangue le colava fuori dalla bocca e gli occhi erano ridotti a fessura. Si tagliò i palmi, cercando di estrarre la spada dallo stomaco, inutilmente. “S-stronza… la pagherai… le pagherai tutte…”

 

La giovane McPhee ridacchiò sadica. “Per ora… quella che paga, sei tu!” Esclamò, girando la spada. Si udì distintamente un crock, prima che la piccola Lestrange si accasciasse a terra, priva di vita, in una pozza di sangue.

 

Clap clap clap

 

Un battito di mani, che sapeva di presa in giro, la risvegliò dallo stato adrenalinico in cui era piombata. Puntò lo sguardo sull’incappucciato, vincendo l’attimo di nausea che l’aveva colta, per via di quello scempio.

 

“…ma che brava la mia bambina…”

 

Il rumore del metallo sul pavimento, fece voltare i presenti alla scena. La katana di Luna giaceva accanto al corpo di Beatrice, andando a macchiarsi di sangue. La ragazza aveva le mani sulla bocca e gli occhi lucidi, prossimi al pianto. “Pa-papà…”

 

L’uomo fece scivolare via il cappuccio, passandosi una mano nei capelli spettinati. “…e così hai recuperato parte dei ricordi eh?! Sei proprio una McPhee, non ti arrendi di fronte a niente.

 

Le mani di Luna presero a tremare convulsamente. Le portò alla testa, colta da un’ improvvisa sensazione di vuoto. “C-che vuoi d-da me?! S-sei stato t-tu ad ordinare t-tutti quei… quegli attacchi nei miei confronti?!”

 

Gli occhi blu cielo di Horatius si addolcirono. “Certo piccola mia! Era mio intento… anzi, è mio intento, ucciderti.”

 

“…ma è sua figlia!!” Intervenne Harry, sconvolto. Era inconcepibile pensare che un padre, se quello poi lo era per davvero, potesse volere la morte di sua figlia. “E sua madre?!”

 

Lo sguardo fisso sul moro, si indurì pericolosamente. “Nessuno ha chiesto la tua opinione, Potter. E in quanto a Gabrielle… non devi neppure osare nominarla… ho fatto ciò che dovevo con lei, così sarà mia per sempre.”

 

Harry si alzò da terra, con uno scatto felino. “Ma lei è pazzo!! E’ pazzo da legare…!! Ha ucciso sua moglie e adesso vuole uccidere sua figlia… è assurdo!!”

 

Horatius sfoderò un ghigno malvagio. Con un gesto fluido sfoderò la bacchetta e formulò un incantesimo, spedendo il ragazzo nel mezzo della battaglia. “Pivello… e ora… veniamo a noi, bambina mia…”

 

La ragazza arretrò ulteriormente, schiacciandosi contro la parete che aveva alle spalle e lanciando uno sguardo a Draco, impassibile poco distante da suo padre. Le venne istintivo, portarsi una mano sulla pancia e deglutire spaventata. Harry non era più vicino a lei, Ron ed Hermione erano impegnati con dio solo sapeva quanti Mangiamorte. Era sola… e l’unica persona in grado di aiutarla, sembrava fregarsene altamente di ciò che le sarebbe potuto accadere.

 

“E’ stato davvero… interessante… lavorare fianco a fianco col tuo ex, sai bambina mia?!” Domandò sornione, avvicinandosi con eleganza alla figura tremante di sua figlia, giocherellando con la bacchetta. “Si è rivelato… utile.”

 

U-utile?!”

 

“Sì, utile… non credevo che serbasse un tale rancore nei tuoi confronti. Ho letto nella sua mente, per quanto mi è stato concesso –è un bravo Occlumens, devo ammetterlo- e sai… la cosa divertente?!” Ridacchiò in modo spaventoso, chinandosi all’altezza di Luna, che era scivolata a terra, lungo la parete. “…ti crede la responsabile della morte di sua madre.

 

I-io?! Io non c’entro nulla, Draco!! Come…” Singhiozzò, interrompendo la frase e stringendosi ulteriormente contro il muro. “…come puoi pensarlo?!”

 

“Per la precisione… ti ritiene responsabile di tutte le cose negative, che gli sono accadute, da quando sta con te, bambina mia…”

 

Luna scosse la testa, freneticamente. “N-no, non è vero.”

 

“Oh sì, che lo è.”

 

Alzò la testa verso Draco, sperando di cogliere un segno negativo nel suo sguardo. Nulla. La sua espressione era imperturbabile…

…suo padre l’avrebbe uccisa, avrebbe distrutto la sua vita e quella di suo figlio e lui, non avrebbe mosso un dito, in loro soccorso.

 

Era un incubo.

 

“E’ dunque arrivato il momento.” Continuò imperterrito, studiandola con cattiveria. “Ma prima…” Si allontanò da lei, alzandosi in piedi e dirigendosi nella massa di persone che continuavano a combattere.

 

Si alzò a tentoni, appoggiandosi contro il muro e cercando di individuare la figura di suo padre, nella folla. Niente da fare. Guardò in tralice Draco, fermo a pochi metri da lei, lo sguardo fisso nella battaglia. Non un accenno a ciò che stava succedendo. Nessuna parola. Portò le mani al petto, stringendosi le braccia contro al seno e rabbrividendo.

 

Il rumore degli scontri aumentò, fino a quando un forte boato riempì quel luogo e tutto sembrò acquietarsi. Luna riuscì a intravedere qualcosa dalla sua posizione. Silente ed Harry, fermi l’uno accanto all’altro, avevano le bacchette puntate contro Horatius e… il corpo di Voldemort, riverso al suolo. Il silenzio che si era creato sparì, dopo che l’uomo si allontanò dai due, dirigendosi nuovamente, verso di lei.

 

C-che cosa… hai… fatto?!” Chiese spaventata, non appena le fu di fronte. Aveva ancora quel sorriso malefico dipinto sulle labbra. Sembrava persino soddisfatto.

 

“Ho preso il comando.” Spiegò conciso, avvicinandosi ulteriormente. “Mi dispiace solo di aver favorito Potter e Silente.

 

“…sei un… bastardo.” Tartagliò terrorizzata, schiacciandosi contro il muro e guardandosi intorno, in cerca di una via di fuga.

 

L’uomo non fece una piega. Si limitò ad impugnare saldamente la bacchetta e a puntargliela contro la tempia. “Quanti complimenti, bambina mia. Quasi mi commuovi, ma sono sicuro… che sarà molto più piacevole… l’espressione del tuo amato biondino, quando scoprirà che oltre alla tua vita, ha venduto anche quella di suo figlio…”

 

Gli occhi verdi di Luna, si riempirono di lacrime. Scie bagnate presero a scorrerle sulle guance, inarrestabili.

 

L’aveva detto. Draco, quasi certamente, l’aveva sentito, ma era altrettanto sicura che non gliene importasse nulla. Stava perdendo lei e il suo erede, senza far nulla per evitare che ciò accadesse. Si sentì impotente e sola.

 

Chiuse gli occhi e si toccò la pancia, col palmo aperto.

 

Avada Kedavra.”

 

Riaprì gli occhi scatto.

 

Non era morta… non era la voce di suo padre, quella che aveva sentito.

 

Di fronte a lei c’era Draco e ai suoi piedi, il cadavere immobile di suo padre. Era lì, la guardava e le sorrideva in quel modo così speciale e unico, che da sempre le aveva sciolto il cuore. Lo guardò allargare le braccia e pronunciare il suo nome, a fior di labbra.

 

“D-Draco…” Corse a ripararsi nel suo abbraccio, continuando a piangere incredula. “I-io… non… non è stata colpa mia.”

 

“Lo so…” Le mormorò, accarezzandole la chioma, in modo rassicurante. “I pensieri… si possono modificare, ricorda…” Le spiegò dolcemente.

 

Luna gemette piano, nascondendo il volto nella divisa nera da Mangiamorte. “Mi… dispiace. Ho avuto… così paura.”

 

Il biondino la strinse forte, baciandole i capelli neri. “E’ tutto finito… amore mio, è tutto finito…”

 

 

TBC

 

 

FINE!! No, ok… calmi, mettete a posto le armi. C’è ancora l’epilogo da mandare… e credo che se vedrò un bel po’ di recensioni, lo manderò moooolto presto, in modo da potermi dedicare subito alle altre storie e al seguito. Anche perché, intendiamoci, nell’epilogo non spiegherò molto e molto altro, invece, lo lascerò in sospeso XD

 

*me colta da bastardaggine*

 

Passiamo ai ringraziamenti: 

  

Siccome è tremendamente tardi, per stavolta le risposte alle recensioni saranno uniche. A dir la verità, non solo per l’orario. Ringrazio infinitamente Marcycas-The Lady of Darkness, Angele87, Angelwings, Enika, ScarletBlood, Sissichi, Ninfea_82 ed ovviamente… Ryta Holmes e Lynn Wolf. Perché senza di voi, questa storia non avrebbe raggiunto la “fine” e non avrebbe un seguito. Perché è grazie a voi, al vostro sostegno che continuo a scrivere, senza dar retta a persone come Chelsea Malfoy, che mi spronano a fare tutto il contrario.

Vi voglio bene…

 

 

 

Luna Malfoy!!

 

E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^

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