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Lista capitoli: Capitolo 1: *** - Muovo le ali di nuovo *** Capitolo 2: *** - Faccia a faccia *** Capitolo 3: *** - Non c'è un attimo di pace *** Capitolo 4: *** - Ciò che non ci saremmo mai aspettati *** Capitolo 5: *** - Una situazione spinosa *** Capitolo 6: *** - Chi non muore si rivede *** Capitolo 7: *** - Decisioni *** Capitolo 8: *** - Nome in codice: pantera *** Capitolo 9: *** - Misteri *** Capitolo 10: *** - Sentimenti contrastanti *** Capitolo 11: *** - Operazione rose rosse *** Capitolo 12: *** - Si chiuda il sipario! ***
I raggi di un pallido sole, appena
sorto, picchiettarono fastidiosi sulle palpebre serrate di Luna. Lentamente,
trattenendo a stento uno sbadiglio, allungò una mano sulla fredda superficie su
cui era distesa, riscoprendo sotto di sé un gelido, quanto duro,
pavimento di pietra. Sollevò la testa, scostando con una mano un ciuffo di
capelli neri da davanti agli occhi, ancora chiusi per il sonno, e sorreggendosi
con l'altra.
Aveva di nuovo dormito all'aperto.
D'altronde come avrebbe potuto pensare di dormire nella zona riservata ai
Serpeverde? Ogni volta che vi entrava, Draco Malfoy era là, disteso sul divano
di fronte al camino spento, o seduto su una poltrona della vecchia Sala Comune,
intento a leggere Dio solo sa cosa.
Si strofinò gli occhi assonnati e
aggiustò alla meno peggio il mantello nero sulle spalle, per poi gettare uno
sguardo veloce allo spettacolo che si stagliava di fronte a lei, sull'alto
della torre di astronomia e dirigersi all'interno del Castello per lavarsi e
indossare l'uniforme dei battlemage.
* * *
Harry sgranò gli occhi all'improvviso,
destato da uno dei soliti incubi, uno dei tanti che lo assillavano da un po' di
giorni, impedendogli un sonno veramente tranquillo. Un dolce peso gli
premeva sul petto e scostando il volto, notò quello pacifico e rilassato di
Ginny, amorevolmente addormentata su di lui. Un dolce sorriso le curvava le
labbra, accompagnata chissà da quali splendidi sogni.
"Già sveglio?" Gli domandò
con voce pacata, mantenendo ancora lo sguardo serrato, apparentemente ancora
nel mondo dei sogni e in realtà più che sveglia.
Il ragazzo sorrise, passandosi la mano
libera tra i capelli, ancora più incasinati del solito. "Come... già? Lo
sai che ore sono pigrona?!"
Ginny sorrise, stringendogli un braccio
all'altezza dell'addome e posando, comodamente, una gamba sulle sue. "Vuoi
farmi... yaaawn... credere che tu invece lo sai?"
"Effettivamente no!" Ammise
senza problemi, provocandole una risatina. "...ma suppongo sia molto tardi
lo stesso, sai com'è... noi battlemage siamo abituati a sveglie 'serie', mica
come voi ricercatori! Quindi... se sua maestà la principessa, si degnasse di
spostare il suo 'fin troppo grazioso' corpicino dal mio, riuscirei ad
acquistare la calma necessaria ad alzarmi, senza creare spiacevoli
conseguenze!"
La rossa scoppiò a ridere,
avvicinandosi maggiormente al caldo corpo disteso al suo fianco, coperto da un
semplice completo boxer e maglietta neri. "Calma necessaria, dice? E
cosa... se è lecito domandarlo... attenterebbe alla sua 'calma'...?"
Harry inghiottì scherzosamente.
"Questo, ad esempio." Affermò, indicando sotto le coperte la
vicinanza dei due corpi. "Anche se... ora che ci penso... neanche io noto
tutto questo gran problema!!" Una risatina della ragazza ruppe il
momentaneo silenzio della camera, prima che il giovane la prendesse tra le
braccia e la portasse sotto di lui per... torturarla con un po' di solletico mattutino.
In momenti come quello, dove le loro
vite erano quanto mai in pericolo, piccole cose come il sorriso della sua
Virginia, erano le uniche a sollevargli il morale, prima che la giornata
'reale' cominciasse, facendolo tornare coi piedi per terra, di fronte ad una
realtà, che non piaceva a nessuno.
TOC TOC
I due si paralizzarono di colpo,
zittendosi.
"C-chi è?" Domandò Harry,
posando istintivamente una mano sulla bocca della bella rossa sotto di lui e
voltandosi ad osservare in direzione della porta di quella che, una volta, era
una delle camere dei dormitori maschili di Grifondoro.
La voce di Ron, ancora lievemente
arrochita dal sonno, giunse alle loro orecchie come un campanello di allarme.
"Sono io Harry, posso entrare?"
A tale richiesta, entrambi i giovani
auror si gettarono giù dal letto, raccogliendo quanti più indumenti di Ginny
possibile -quelli che aveva portato con sé la sera prima, intrufolatasi nella
camera del fidanzato- e nascondendoli sotto al letto, mentre la ragazza stessa
si andava a nascondere nel bagnetto della stanza. "U-un attimo Ron!! Non
sono vestito, ti apro immediatamente!!"
"Uh no no, fai con comodo Harryno
caro!" Borbottò il rosso con voce sarcastica. "Non ci tengo proprio a
vedere i tuoi... preziosi beni... di primo mattino, mi bloccherebbe l'appetito
sul nascere!"
Harry alzò gli occhi al cielo,
sbuffando, prima di controllare che ogni cosa appartenente alla sorella dello
spiritosone fosse sparita e affrettarsi ad aprire la porta. "Ma come siamo
allegri stamane, Lenticchia!"
Ron inarcò un sopracciglio.
"Amico, due sono le cose." Affermò alzando indice e medio della mano
destra. "O la vicinanza con Malfoy ti sta mandando in pappa il cervello
[piegò il medio] o hai urgente bisogno di una che te la dia [e poi
l'indice]!!"
Il battlemage dai capelli sconvolti
scoppiò a ridere, piegandosi in due e posando le mani sulle ginocchia, in un
tentativo di sorreggersi da caduta certa. "Certo che noi non abbiamo modo
migliore di iniziare la giornata, che parlare di scopate e Draco Malfoy,
vero?" Anche il compagno finì per cedere alle risate, facendosi largo tra
l'amico e la porta ed entrando di prepotenza nella camera.
"Ma... hai lasciato la doccia
aperta?" Chiese curioso, avvicinandosi alla porticina del bagno.
"...sei un vero disastro, amico mio!!"
Intuendo la pericolosità dell'azione del rosso, Harry lo richiamò a gran voce,
frapponendosi poi tra lui e la porta. "Non sono un disastro, io... sei tu
che hai fatto irruzione in camera mia, prima che potessi chiudere l'acqua della
doccia. Se non sbaglio te l'avevo detto che non ero presentabile!!"
Ron aggrottò la fronte. "Come
siamo acidi di primo mattino! Ci credo che nessuna ti si porta a letto... hanno
paura della reazione del giorno dopo!!" Harry si batté una mano sulla
fronte, in segno di disperazione.
"Ti lascio fare la doccia in santa
pace!!" Si congedò poi, uscendo dalla camera e salutandolo con un'alzata
di mano. "SBRIGATI!!" Gli urlò poi, dal corridoio dei
dormitori.
In quel momento un leggero TLACK,
richiamò la sua attenzione verso la porta del bagno, rivelando la presenza di
Ginny, avvolta in un accappatoio bianco, con l'aria di chi aveva appena visto
un fantasma.
"E'... è andato via?" Mormorò
spaventata, chiudendo con le mani la veste di spugna. Il ragazzo annuì piano,
avvicinandosi e stringendola tra le braccia. "No... amore, son fradicia,
ti bagnerai!!"
Il monito di Ginny però servì a poco,
Harry la strinse ancora più forte, infischiandosene persino delle fredde gocce
d'acqua che colavano dalle ciocche rosso fuoco, andando a bagnare la maglietta
nera del completo e appiccicandogliela sulla pelle. "Sono stufo, Gin...
dobbiamo dirglielo... non riesco più a mentirgli... mi fa male..."
La rossa spalancò gli occhi,
passandogli una mano nella chioma ribelle. "Hai ragione... fa male anche a
me. Glielo diremo, d'accordo." Lo sentì annuire contro il suo collo.
* * *
Le note di una canzone, si diffondevano
prepotenti, nel piccolo bagno di una delle vecchie stanze dei dormitori
femminili di Serpeverde. Un piccolo stereo portatile, dotato di lettore CD,
prettamente babbano, aveva trovato posto su un ripiano accanto allo specchio.
Il vapore acqueo, sprigionato dal getto
caldo della doccia, si andava depositando ovunque, lasciando una leggera patina
opaca a copertura di qualsiasi cosa incontrasse e il lento scrosciare
dell'acqua, accompagnava fedele le note della canzone, coprendo qualsiasi altro
suono.
D'improvviso, le note si spezzarono e
tutto tacque, ad eccezione del rumore della doccia. Luna allungò una mano alla
manopola, chiudendo il getto e afferrando un accappatoio rosso, appena fuori la
cabina.
Si meravigliò non poco di scorgere, in
mezzo alla leggera nebbiolina, una figura imponente, ferma accanto al lettore
CD.
"Che ci fai qui?" Domandò un
po' seccata e decisamente molto perplessa, voltandogli le spalle.
L'interlocutore parve non aver voglia di rispondere alla domanda e si limitò a
scostare dagli occhi, un ciuffo biondo, con fare annoiato. "Ho detto...
che ci fai qua?"
Draco sbadigliò, appoggiandosi alle
mattonelle della parete e incrociando le braccia al petto. "Ho sentito
-per l'ennesima volta- questa merda dalla mia camera, e siccome è un mese che
sopporto te e la tua musica, ho deciso che era ora di porre un freno a questa
cosa!"
Luna si voltò indispettita. "Punto
primo, non osare definire la musica che ascolto 'semplice merda', è rock... ti
è tanto difficile imparare una parola?! Ah già, ma dimenticavo che tu ti sei
fermato alle Sorelle Stravagarie... tsk, cosa pretendo?!"
"Ehi, vacci piano!! Per tua norma
e regola, il rock lo ascolto anche io!" Affermò Draco con voce tranquilla.
"...ed effettivamente la canzone di oggi, non era male... paragonata a
quella cosa che tu definisci industrial e ascolti tutti i
giorni!"
La ragazza scosse la testa,
spazientita. "Me ne frego di cosa pensi sui miei gusti. Fermo restando che
la tua opinione mi pare mutata, dal momento che fino a neanche un anno fa,
ascoltavi con me questa merda." Gli rammentò acida. "E
comunque, punto secondo... vedi di non intrufolarti più nel bagno, mentre mi
sto facendo la doccia, non mi piace che tu mi veda in queste
condizioni!!"
Draco scoppiò a ridere, tornando poi
serio in un lampo e gelandola col suo sguardo, grigio come un cielo nuvoloso.
"Devo ricordarti, mia cara, che ti ho vista in condizioni ben...
peggiori?" La provocò, avvicinandosi con fare malizioso e accarezzandole una
guancia col dorso della mano. "Anzi... dovrei dire migliori!"
Luna gettò uno sguardo alla mano,
puntando poi gli occhi verdi sui suoi. "Cos'è, Draco...? Siamo tornati ai
bei vecchi tempi? Quando ti divertivi a stuzzicarmi ed umiliarmi?" Sbottò,
scostando con un gesto secco la mano dal suo viso. "C'è solo un
particolare che ti sfugge... però. Non sono più la stupida ragazzina che soffre
per quello che le dici."
"Ma davvero?"
"Già... e un'altra cosa... il tuo
dolore, la tua rabbia... non provare a sfogarla su di me! Ho momenti neri come
te, ma questo non mi dà il diritto di far soffrire le persone che ho
intorno!!" Sibilò nervosa, afferrando lo stereo e uscendo dal bagnetto,
diretta nella camera.
Il biondo battlemage la osservò per un
po', interdetto e indeciso sul da farsi. Qualche minuto dopo, la seguì,
arrabbiato per quelle affermazioni sul suo stato d'animo. "Cosa ne sai tu,
di come sto? Razza di stupida ragazzina presuntuosa!!"
Lei non lo guardò neppure. Sistemò il
lettore sul comodino e lo accese, con volume ridotto, afferrando poi
dall'armadio la divisa del corpo battlemage. "Stupida ragazzina
presuntuosa eh?! Stai diventando monotono Malfoy... ora, se non ti dispiace,
esci da quella porta... e non rompermi le scatole."
"Ro-romperti le scatole?"
Tartagliò l'altro, stringendo i pugni lungo i fianchi. "Ma come
osi??"
Lo sguardo di Luna si indurì ancor di
più. "Cosa non ti è chiaro in quello che ho detto?!" Un sorriso
sadico spuntò sulle belle labbra rosse e il dito medio della mano destra si
alzò, in direzione del biondino. "Fuori, Malfoy!!"
"NON VADO PROPRIO DA NESSUNA
PARTE!!" Strillò Draco, in preda alla collera. Furibondo avanzò di qualche
passo, afferrandola per le braccia e sbattendola contro la parete. La ragazza
inghiottì a fatica, cercando di recuperare la razionalità e fermare quel gioco.
L'ennesimo.
"Ora basta!! Sei davvero stancante
con questi giochetti da due soldi!! Sempre i soliti, mi hai rotto!! Mollami
Draco!!"
"NO!"
Luna digrignò i denti, facendo scattare
la mandibola per il nervoso. "Ho detto mollami!! Mollami!! Moll-" La
sua frase fu interrotta a metà, non appena le labbra calde e morbide del
soldato premettero sulle sue. Cercò di dimenarsi, per liberarsi da quella
morsa, inutilmente.
In preda a un forte travaglio interiore
gettò le braccia dietro la nuca del biondo, stringendo maggiormente i loro
corpi. Avvertì un amaro sospiro contro la sua bocca e un istante dopo le mani
del ragazzo che la accarezzavano. Le aveva aperto l'accappatoio con estrema
facilità. Cercò di reprimere la voglia di piangere e gli mordicchiò il labbro
inferiore, partecipando sempre più attivamente a quel gioco di tortura. Le note
della musica che Draco tanto detestava, li accompagnarono anche quando caddero
sul letto e per tutta la durata del gioco.
Più tardi, Luna cercava di recuperare
un aspetto decente allacciandosi l'accappatoio, mentre osservava, col volto
chino e lo sguardo -solo in apparenza- puntato sul letto, il biondino che si alzava
dal letto, indossava nuovamente la divisa un po' sgualcita e usciva dalla
stanza, sbattendo la porta.
A quel punto poteva farlo. Sì, poteva
sfogarsi. Le lacrime che aveva trattenuto sino a quel momento, per semplice
orgoglio, ricaddero leste sulle sue guance, fermandosi solo a contatto col
lenzuolo.
* * *
Hermione irruppe nella ex Sala Grande,
sotto lo sguardo di Silente, Remus Lupin e Sirius Black, accompagnata dalla
professoressa McGranitt, Ryta Falck e Lynn Wolf, carica di libri e pergamene.
Tutto il materiale necessario alla riunione di quella mattina, prima dei turni
di sorveglianza, dislocati un po' ovunque ad Hogsmeade e nella Londra Babbana,
alle porte del mondo magico.
"Buongiorno a tutti!!" Salutò
frettolosamente, lasciando cadere la pila di tomi e scartoffie su una delle
tavolate della Sala, quella che un tempo apparteneva a Corvonero. I presenti
ricambiarono il saluto, ma l'aria tesa e un po' preoccupata che c'era la lasciò
perplessa qualche istante, prima di decidersi a domandare cosa accadesse.
Intervenne Lupin, mentre osservava Lynn
e Ryta, prendere posto insieme all'ex insegnante di Trasfigurazione, accanto
all'anziano preside. "E' che..."
"Buongiorno!!" Esclamò ad
alta voce Ron, seguito da Harry, mentre faceva irruzione nell'immensa Sala,
interrompendo il discorso del licantropo e prendendo posto accanto alla sua
ragazza, con affianco l'amico.
Hermione scosse la testa e aspettò
qualche minuto, prima di chiedere all'uomo di continuare, giusto in tempo prima
che entrassero prima Ginny e poi Luna. "Manca Malfoy...." Esclamò
stupita la ragazza dai riccioli color miele, guardando in direzione del
portone.
"Forse tarderà qualche
minuto..." Commentò Luna, incapace di trattenersi. Con un gesto fluido
sedette accanto a Ginny, ignorando le facce interrogative dei presenti.
"L'ho incrociato nei corridoi, mi sembrava un po'... strano e quindi
suppongo che voglia starsene un po' per i fatti suoi..." Mentì.
Né Harry, né Hermione parvero convinti
della spiegazione resa dall'amica, ma preferirono non fare domande. Lupin si
schiarì la voce e riprese il discorso. "Ecco... vedete, oggi... oggi è
esattamente un mese che... la madre di Draco è stata assassinata, temiamo
alcune sue reazioni."
Istintivamente Luna sussultò, portando
la mano destra sulla sinistra e accarezzando la sottile fedina che aveva al
dito. Ecco perché hai avuto quell'atteggiamento... cercavi conforto...
peggior cosa non la potevi fare, Draco. Non puoi infilarti nel mio letto ogni
volta che soffri, perché in questo modo dopo soffrirò io... e da chi mi andrò a
rifugiare allora?
Sospirò, distogliendo lo sguardo dalla
tavolata e prendendo un lungo respiro.
"Comunque, non siamo qua per
parlare esclusivamente di questo problema." Intervenne Sirius.
"Dunque, oggi i turni dobbiamo raddoppiarli... una fonte certa ci ha detto
che Voldemort ha un certo progettino, per la giornata di oggi. Purtroppo però
non sappiamo dove e quando... quindi questo ci costringe ad impiegare il
maggior numero di truppe."
In quel momento fece il suo ingresso in
Sala, Draco. Sul suo volto non c'era la benché minima traccia di dolore,
sconforto o angoscia. I suoi occhi grigi erano freddi e penetranti come al
solito e il suo portamento fiero, tipico dei Malfoy.
"Ah buongiorno Malfoy!" Lo
salutò ironica Ryta. "Stavamo giusto assegnando i turni per
oggi!"
"Sì..." Continuò Sirius.
"Come stavo dicendo... allora vediamo... tu Harry andrai in pattuglia con
Ron, dovrete farvi un giretto verso King's Cross, non vogliamo certo che venga
rasa al suolo, proprio adesso che sono terminati i lavori di ristrutturazione!
Giusto?" I due annuirono. "Tu Hermione, andrai con Lynn e Ryta dalle
parti del Ministero della Magia, lì dovreste trovare altre pattuglie... il
dispiegamento in quelle zone è notevole, ma voi siete certamente più in gamba
di quelle mezze cartucce!" Il volto della ragazza si fece serio.
Silente prese la parola.
"Dimenticate forse che va controllato anche il S. Mungo?!"
"Affatto Silente." Esclamò
Remus. "Di quello se ne occuperanno Malfoy e McPhee, ricorda... Draco...
che Luna è ancora inesperta, per quanto brava e che è affidata a te, quindi fai
molta attenzione!! Per quanto riguarda noi due andremo in giro per la Londra
Babbana, mentre diremo a Duval e Hayden di controllare le strade di Diagon
Alley! Considerato che un numero consistente di auror pattuglia Hogsmeade,
direi che siamo apposto, no?" Il gruppo di persone annuì. Draco e Luna,
con espressione poco convinta.
* * *
Ormai era qualche minuto che
gironzolavano per i corridoi dell'ospedale magico, senza mai rivolgersi la
parola e rompendo il silenzio di tanto in tanto quando, all'improvviso, si
illuminavano i loro ciondoli e i componenti degli altri gruppi avevano qualcosa
di urgente da riferire. Tra loro due, però, non c'era la più piccola traccia di
dialogo.
"Per..." Parlò Draco, con
voce incerta. "Per ciò che è successo stamattina... io... ecco, come
dire..."
"Non fa niente!" Lo
interruppe Luna. Il ragazzo si voltò a guardarla, ma lei aveva lo sguardo
rivolto dalla parte opposta, in direzione delle camere lungo il corridoio
ospedaliero. "Questo non significa però, che ogni volta che avrai una
giornata 'no', potrai risolvere i tuoi pensieri, infilandoti nel mio letto e
colmando i tuoi vuoti con il sesso... o almeno... non con me. Non sono una
puttana Draco, sono un battlemage... e per quanto ti risulti difficile
capirlo... ho dei sentimenti anch'io!" Borbottò abbassando il
volume sulle ultime parole.
L'ex Serpeverde la guardò ancora un
po', per poi voltare lo sguardo altrove. "Tranquilla, nessuno violerà più
la tua intimità... ti stavo giusto dicendo che... è stato tutto un
errore." Affermò deciso. "Un madornale errore!"
Lei respirò a fondo, cercando di
reprimere il colpo ricevuto. Fu pochi secondi dopo, attraversando la zona
pediatrica dell'istituto, che la tensione parve sciogliersi, quando si
trovarono di fronte alla grande vetrata, dietro la quale spiccavano i corpicini
addormentati dei neonati.
Una forte sensazione di calore invase
il cuore di Luna, che si ritrovò a sorridere con gioia, dinanzi a quello
spettacolo della natura. Con passo fermo e lento si avvicinò al vetro,
appoggiandovi le mani e guardando con più attenzione quel mucchio di cullette,
dove giacevano -chi addormentato, chi in lacrime, chi intento a ciucciarsi il
ditino- un folto numero di bambini. Uno spettacolo che scaldava il cuore.
"Muoviti!" La richiamò la
voce strascicata alle sue spalle. "Non abbiamo tempo da perdere." Ma
lei non lo ascoltava più. La sua attenzione era stata catturata da un bambino,
molto simile ad un angioletto, placidamente cullato tra le braccia di Morfeo,
dolcissimo con i suoi sottili ciuffetti biondi sul visetto paffuto e le manine
aperte a formare piccole stelline, in cerca di qualcosa nel sonno,
probabilmente la pelle della sua mamma.
"Vieni a vedere..." Fece
Luna, voltandosi a fissarlo, con un sorriso commosso sulle labbra. "Vieni
a vedere questo cucciolotto, guarda..." Gli indicò la figurina bionda,
distesa in una culletta dalle morbide lenzuola azzurrine. "Si chiama...
Tom... c'è scritto sul lettino. Non è un amore?!"
"Tsk..." Fu la sola risposta
del cinico Draco, che riprese a camminare, dandole le spalle. "Te lo
ripeto, muoviti... altrimenti ti lascio qui!"
Mentre avanzava lungo i corridoi,
ascoltando con attenzione i passi della ragazza che lo seguiva, l'immagine di
quel bambino gli tornò alla mente, facendo riemergere in lui ricordi dolorosi.
Un sorriso isterico comparve sul suo volto, mentre con sforzo immane, cercava
di trattenere il suo essere, per non piangere e non mostrare debolezza. Doveva
riuscire a salvare la faccia... soprattutto di fronte a lei.
Ricordando però quei momenti di pace,
attimi della sua infanzia, in cui era presente anche la sua adorata madre, gli
parve di sentirsi di nuovo vivo. Gli sembrò di rinascere, di vedere tutto sotto
una luce diversa.
Doveva lottare per sua madre. Doveva
vendicare il suo assassinio. Doveva riprendersi ciò che gli era stato
tolto.
Continua…
Ed eccomi di nuovo qui, con il sequel di Nata per soffrire
(...the beginning...)!! Sono stata abbastanza veloce?... Spero di sì ^^''
Questo è solo un piccolo capitolo di introduzione, ovviamente. Per chi non
l'avesse capito, ci troviamo nel presente che descrivevo nei primi capitoli
della storia precedente, ed esattamente, un mese dopo la notizia della morte di
Narcissa e del ritorno di Luna, quando i ragazzi, sono già stati trasferiti ad
Hogwarts, nuova sede del quartier generale del corpo battlemage Sunrise.
Il titolo, come potete vedere... è Muovo le ali di
nuovo... Si tratta del titolo di una canzone -che io adoro- dei
Tiromancino. Ora... è probabile che un po' di canzoni, fungeranno da titoli dei
prossimi capitoli, vi avviso, nel caso lo notaste anche voi con l'andare del
tempo :)
Ringrazio infinitamente chi ha commentato la fine della
storia precedente e vi invito a recensire anche questa, per farmi sapere cosa
ne pensate!!
Con questo, vi do appuntamento al prossimo capitolo!!
"Onestamente non capisco proprio
perché le facciano questo..." Borbottò Harry, accanto a Ron, in tenuta
babbana, mentre percorrevano uno dei binari della stazione londinese.
Il brusio della folla di persone che
andava avanti e indietro in cerca del proprio treno, unito al fastidioso
cigolare dei carrelli portabagaglio, coprì appena la voce del battlemage. Ron
si scosse da chissà quali pensieri.
"Ehm, scusa, dicevi?"
Harry inarcò un sopracciglio,
grattandosi un momento la fronte per poi tornare a concentrarsi su ciò che gli
avveniva intorno. "Che non capisco... perché le fanno questo!" Non
gli sfuggì l'occhiata interrogativa del rosso. "Luna dico... che bisogno
c'era di mandarla in missione con Malfoy? Voglio dire... sappiamo tutti che situazione
c'è tra quei due, rischiano di mischiare le faccende personali con
il lavoro."
Il giovane Weasley mormorò un
impercettibile "Qui è tutto apposto, passo." nel ciondolo rosso, che
aveva al collo, tornando poi a prestare attenzione all'amico. "Harry...
penso sia normale che l'abbiano mandata in missione con lui, in fondo... fino a
quando non sarà integrata perfettamente... è affidata a lui, lo sai! Certo...
da una parte sarei molto più tranquillo se il suo tutore fossi tu, ma...
dall'altra so che non possiamo farci niente, l'ordine viene direttamente
dal Generale Falck!"
Il moro spalancò bocca e occhi,
fissandolo basito. "Da quando in qua tutte queste perle di saggezza, Ron?
Ti hanno forse fatto il lavaggio del cervello?..." L'altro lo guardò
offeso. "Cioè... il Ron che conosco io avrebbe digrignato i denti,
maledetto Malfoy e il giorno in cui è venuto al mondo e... probabilmente
cercato di studiare un modo per togliere Luna dalle grinfie di quello
spocchioso!..."
"Sì certo, magari con tanto di
mantello nero, mascherina e spada alla mano... Harry... sono un battlemage, non
il vendicatore mascherato, pronto a correre in difesa di una fanciulla."
Lo canzonò Ron, ridacchiando. "Tra l'altro, fanciulla che non credo voglia
farsi salvare... tanto meno da Malfoy."
"Co-come scusa?" Tartagliò
il soldato, rivolgendo una rapida occhiata a chi lo accompagnava e distogliendo
l'attenzione dal gruppetto di babbani -probabilmente in procinto di partire-
che occupava gran parte del binario 7.
Il rosso si passò una mano tra i
capelli, puntando lo sguardo in direzione opposta agli occhi dell'amico.
"Ho visto... Malfoy uscire dalla camera di Luna, questa mattina... ero
andato nella zona dei Serpeverde, per consegnare alcune carte importanti ad una
recluta che alloggia là."
Harry si arrestò di botto, fissando Ron
che compiva ancora qualche passo, prima di bloccarsi e girarsi a guardarlo.
"E... perché diavolo non me l'hai detto subito?!!"
"Perché non credo siano fatti che
ci riguardano, Harry..." Spiegò il ragazzo dai capelli color fuoco,
interrompendo un attimo il discorso per afferrare nuovamente il ciondolo e
ripetere l'operazione di qualche minuto prima, tranquillizzando il quartier
generale. "Sei troppo protettivo con Luna, ammettilo!! Per carità, io ti
capisco... il rapporto che hai con lei è molto simile al mio con Ginny, però
ecco... insomma... non nego che anche io stamattina sia stato colto
dall'impulso di prendere Malfoy e dirgliene ben più di quattro, ma poi c'ho
pensato..."
"Pensato a cosa?!?!"
Ron sospirò, passandosi nuovamente una
mano tra i lunghi ciuffi rossi ai lati del viso. "Andiamo Harry, Luna è
adulta e vaccinata e per giunta è un auror, capacissima di difendersi in ogni
situazione. Inoltre Malfoy è sì un bastardo, ma come ha detto Hermione... prova
qualcosa per quella ragazza... non sarebbe mai capace di farle del male."
Si interruppe un momento, studiando l'espressione poco convinta dell'amico.
"Ohhh insomma!! Se anche... se anche quei due hanno... è successo
qualcosa, credo che in fondo l'abbiano voluto entrambi, se la devono sbrigare
da soli!! Se poi Malfoy commetterà qualche passo falso di troppo, allora niente
e nessuno ci impedirà di punirlo ben bene, no?"
L'altro soldato gli voltò le spalle, in
silenzio.
Un forte conflitto interiore si
impossessò dei suoi pensieri. La parte emotiva gli suggeriva di raggiungere il
biondino, ovunque si trovasse e ridurlo ad un ammasso di rottami, per fargli
capire che non doveva assolutamente toccare e infastidire Luna, in un momento
così particolare della sua ripresa. Quella razionale però, dava ragione al suo
migliore amico, e gli imponeva calma e sangue freddo. D'altronde neanche per
Malfoy era stato un periodo semplice e lui per primo, poteva capire cosa
significasse perdere un genitore. Certo... questo non gli dava il diritto di
sfogare la sua frustrazione invadendo gli spazi della sua amica. Scosse la
testa. Calma. Aveva bisogno di mantenere la calma.
Si girò nuovamente a guardare l'amico
negli occhi. "Spero che tu abbia ragione Ron."
Il rosso accennò un sorriso e gli batté
una mano sulla spalla. "Lo spero anche io, amico mio... lo spero anche
io..."
"Ahem Ron..?" Intervenne il
moro, passandosi la mano sulla nuca in un gesto imbarazzato e storcendo la
bocca, con fare nervoso.
L'altro lo fissò candidamente.
"Mhm?"
Harry si fermò di colpo. "Senti,
c'è qualcosa di cui dovremmo parlare..."
"Dimmi pure..." Lo esortò
curioso, incrociando le braccia al petto e guardandolo dritto dritto negli
occhi. "Ti ascolto."
"Beh, ecco... no, non qui! E'
meglio!!" Precisò un po' balbettante. "E' una cosa un po' delicata
e... ehm... preferirei che ci fosse Ginny! Ed Hermione!! Certo!! Anche
Hermione!!" Sorrise teso.
L'amico scrollò le spalle, un po'
perplesso. "D'accordo, non c'è problema. Sono a tua disposizione, quando
vuoi!"
* * *
-Toc Toc-
"Avanti..." Il generale Falck
aveva fatto ruotare la sedia, dando le spalle alla finestra e osservando
l'entrata nel suo ufficio del comandante Strekon. Questo batté i tacchi con un
sonoro tlack e si portò la mano destra alla fronte in segno di saluto.
"Riposo... riposo."
"Generale Falck, ho appena
terminato di discutere la faccenda con Silente e col Ministro della Magia in
persona... signore." Esclamò pacatamente, sedendosi sulla sedia rivestita
di pelle nera, posta di fronte alla scrivania. "...credo ci sia qualche
problema, signore."
"Di che problema si tratta?"
Domandò con una punta di noia nella voce, congiungendo le mani davanti al volto
e posando i gomiti sul tavolo. "...sentiamo..."
Strekon si passò una mano nei capelli,
sospirando appena. "Ritengono che la missione sia rischiosa. Troppo
rischiosa. Non se la sentono di mettere a repentaglio una vita umana in questo
modo."
"Si tratta di uno dei migliori
elementi, il più affidabile.... "
"Lo so, signore. Conosco
perfettamente la capacità fisica, mentale e logistica dell'elemento, ma... è
sull'affidabilità che ho qualche riserva, mi duole ammetterlo." Borbottò
il comandante, fissando il suo sguardo negli occhi neri e penetranti del
generale, infischiandosene dell'aria alterata e sconcertata dell'uomo.
"Niente ma... è un piano
assolutamente perfetto! Si proceda... Silente e il Ministro se ne faranno una
ragione..." Fece l'altro, accennando appena un sorriso e dando le spalle
al suo sottoposto, per tornare a fissare fuori dalla finestra. Strekon scosse
la testa, ancora per niente convinto.
* * *
Un uomo ammantato di nero bussò più
volte alla pesante porta di legno massello, con fare impaziente. Dall'interno,
non proveniva alcun rumore, tutto era calmo. Troppo calmo.
E loro erano in ritardo, non potevano
concedersi altri minuti preziosi.
"Mia cara... sei pronta?"
Domandò con voce sottile, molto più simile ad un sibilo, esortando la donna
all'interno della stanza a sbrigarsi e concludere in fretta i propri
preparativi.
Pochi istanti dopo la porta si aprì,
rivelando la presenza di una giovane vestita da un lungo mantello nero. I
lunghi capelli color dell'ebano scivolavano lisci sulle spalle, confondendosi
col colore del manto. Gli occhi verdi, brillanti d'astuzia si posarono sul
volto dell'uomo dinanzi a lei, e le belle labbra rosse, deturpate da un piccolo
neo, si piegarono in un sorriso malizioso.
"Oh, perdona l'attesa zio, ma
questo mantello non ne voleva sapere di allacciarsi..." Mormorò con voce
infantile, imbronciando appena le belle labbra.
L'uomo sorrise benevolo, porgendole la
mano libera dal bastone e afferrando quella piccola e graziosa della nipote. Lo
sguardo grigio e tagliente puntato sul visetto dai tratti appena marcati della
ragazza. "Non c'è problema, ma adesso affrettiamoci Beatrice. Siamo in
clamoroso ritardo e tu sai quanto il Signore Oscuro detesti i
ritardatari..."
Una risatina civettuola sfuggì alla
gola della Mangiamorte. "Oh suvvia zio! Sai bene che il grande Signore
Oscuro per me chiuderà un occhio, rilassati!"
"Lo so, mia cara, lo so..."
Affermò compiaciuto Lucius Malfoy, percorrendo il corridoio del Malfoy Manor, al
fianco della nipote. "Difatti non è per te che mi preoccupavo..." La
ragazza sorrise, coprendo con eleganza le labbra con una mano.
Quella sera avrebbe debuttato nella
schiera dei Mangiamorte più fedeli di Lord Voldemort.
Non più semplice pedina. Ora era una
delle fidate. Ruoli del genere, altre persone, potevano semplicemente
sognarseli, sperare di arrivare ad ottenerli. Lei c'era riuscita.
Avevano organizzato il piano fin nei
più piccoli dettagli. Ognuno dei fedelissimi doveva occuparsi di un auror in
particolare.
A Lucius era stata affidata la cattura
del giovane Potter, o meglio, lui stesso aveva insistito affinché gli fosse
assegnato quel compito, tanto agognato.
Flitt senior avrebbe dovuto catturare
il migliore amico del bambino sopravvissuto, Ron Weasley... un tipetto
dall'aria insipida che si dava tante arie perché negli ultimi anni aveva messo
su qualche muscolo.
A sua madre, Bellatrix -che la stava
raggiungendo al fianco dello zio in quel momento, salutandola con un tiepido
sorriso- era toccato l'ordine di catturare una giovane giornalista, infiltrata
negli auror speciali. Una tale... Ryta Falck, figlia del generale dei Sunrise e
nota amica dei due ex Malandrini Remus Lupin e Sirius Black, la cui cattura era
stata affidata a Peter Minus, affiancati da Tiger e Goyle Senior.
Beatrice scosse la testa divertita.
Dubitava che quei tre insieme avrebbero combinato qualcosa di buono, ma del
resto gli ordini del Signore Oscuro non erano certo giudicabili, né in qualche
modo modificabili.
A lei era toccato il compito più
divertente. Avrebbe dovuto catturare una piccola traditrice, Luna McPhee. Suo
zio le aveva raccontato della straordinaria somiglianza che le accumunava. E
lei non ci aveva voluto credere, almeno, fino a quando non si erano decisi a
mostrarle una sua foto e sì, aveva dovuto constatare che effettivamente erano
davvero molto simili. Perfetto, aveva pensato, sarebbe stato molto più
divertente eliminare -o se proprio doveva, catturare- il suo alter ego.
Ancor più divertente e a tratti pure
seccante -pensò reprimendo un verso di stizza- era il fatto che questo suo
alter ego, possedeva qualcosa che lei pretendeva.
...e da che mondo è mondo, Beatrice
Lestrange ottiene sempre tutto quello che desidera.
* * *
Ryta, Hermione e Lynn camminavano
spedite lungo i vicoli che circondavano l'edificio del Ministero. Le pattuglie
di guardia all'ingresso erano relativamente affidabili, come aveva spiegato
loro Remus, quindi una controllatina più approfondita della zona circostante
non avrebbe danneggiato nessuno... anzi.
"Ohhh ma insomma!! Che rottura di
scatole!!" Sbottò Lynn, esausta, bacchetta alla mano. "Quei quattro
imbecilli là davanti si sorseggiano il caffè e noi qui, a fare il nostro lavoro
e il loro!!"
Ryta sbuffò scocciata. "Smettila!!
Sai bene che quelle sono semplici pattuglie di auror normali, noi siamo
battlemage e oggi quei bastardi hanno programmato un attentato, giusto per
tenerci impegnate, tocca a noi occuparcene. Gli altri verrebbero spazzati via
con un solo incantesimo più potente!!" Hermione annuì, mentre svoltava
dietro l'edificio, impugnando in una mano la spada; aveva appena udito un
rumore.
Scattò di lato, facendo spaventare le
due colleghe. Inutilmente, si disse, non appena notò un ordinario gatto nero
spuntare fuori da un bidone dell'immondizia. Quella tensione la stava
uccidendo. Ogni più piccolo rumore, suono, gesto sbagliato la metteva in allerta.
"Hermione, ci hai fatto prendere
un infarto!! La vuoi smettere di aggirarti per questi vicoli a mo' di ninja? Mi
metti ansia!!" Si lamentò Lynn, rinfoderando il pugnale estratto poco
prima, ma mantenendo salda la presa sulla bacchetta.
La ragazza si portò una mano alla coda
di cavallo, spostandola dietro la schiena in un gesto nervoso e sbuffando
sollevata. "Scusate, ma... lasciamo perdere..."
"Qualcosa non va?" Le chiese
Ryta con fare materno, posandole una mano sulla spalla. Il soldato in gonnella
scosse la testa, sorridendo appena.
D'improvviso Lynn si fece dubbiosa e si
voltò a guardare la collega più adulta, con fare indagatore. "Ma tu... non
devi uscire con quel bellimbusto di Hayden questa sera?" Hermione
trattenne a stento una risata nella mano, per poi voltarsi a guardare il muro
che chiudeva il vicolo cieco e tralasciando di osservare la faccia basita e
imbarazzata di Ryta.
"..ma che diamine di domande mi
fai, Lynn? Ti pare il caso... il... il... momento? " Tartagliò la donna confusa,
sgranando gli occhi, quasi avesse ascoltato la più grande sciocchezza del
mondo. Si sistemò il mantello sulle spalle e fece per voltarsi.
Il piccolo licantropo la bloccò.
"E che ho mai detto? Ti ho solo chiesto se era stasera l'appuntamento
con... quello!! Hermione, ti sembra che abbia detto o chiesto qualcosa
di sconvolgente?"
Dal canto suo la ragazza alzò le mani e
scosse la testa, mormorando "me ne tiro fuori.."
"Ok ok!! Sì... è stasera, ma ora
se non ti dispiace, vorrei continuare il turno di guardia, dal momento che
manca appena un'ora prima che termini!!" Fece la mora con tono acido,
uscendo appena dal vicolo e inforcando la strada principale, dove erano
parcheggiate un paio di macchine babbane -modificate con la magia- con a bordo
degli auror di vedetta.
"E cosa ti ha spinto ad uscire nuovamente
col giovane, petulante, spocchioso, eccessivamente sicuro di sé e
profondamente noioso Hayden?" Chiese Lynn maliziosa, girando appena in una
mano la bacchetta e giocando con la punta, con le dita dell'altra.
"Forse non è poi tanto
noioso..."
"Forse non è poi tanto noioso... a
chi vuoi darla a bere Ryta?" Fece sarcastica l'amica, sotto lo sguardo
ancor più divertito di Hermione che, pur seguendo con crescente interesse la
discussione, fingeva di controllare la strada. "Diciamo che ogni volta che
il caro Hayden ti domandava di uscire, nei paraggi c'era sempre... qualcuno..."
Ryta si mostrò scandalizzata.
"Qualcuno? A chi ti riferisci, piccola impertinente che non sei
altro?" Lynn ridacchiò, adorava far incavolare la sua amica. Quando era in
modalità 'zitella acida' era molto divertente stuzzicarla.
D'improvviso il ciondolo rosa al collo
di Hermione si illuminò, immediatamente seguito da quello giallo di Ryta e
quello azzurro di Lynn. Un suono cupo e subito dopo la voce di Strekon rimbombò
nella strada.
"EMERGENZA! Correte immediatamente
a Diagon Alley! E' in corso un violento attacco di Mangiamorte, sul posto
troverete già tutti gli altri!! MUOVETEVI!!"
* * *
Quando Hermione, Ryta e Lynn si
smaterializzarono nel centro di Diagon Alley, proprio vicino alla tanto
rinomata gelateria -dove erano soliti fare merenda, durante gli acquisti per il
ritorno a scuola-, assistettero ad una delle scene più confuse e violente che
potessero ricordare.
Auror e Mangiamorte combattevano senza sosta, non risparmiando incantesimi,
maledizioni e semplici armi babbane. Proprio sotto ai loro piedi, si accorsero
qualche istante dopo, giacevano i corpi di due incappucciati senza vita. Disgustate,
si ritrassero in fretta, andando a confondersi con la mischia.
"Da questa parte!!" Urlò
Lynn, immediatamente seguita dalle due colleghe. Una figura ammantata di nero,
il volto coperto dal largo cappuccio, si parò loro di fronte.
"Non credo proprio..."
Biascicò, puntando la bacchetta contro una di loro. "Tenente Falck,
buonasera, è da tanto che non ci si vede, vero?" Detto ciò abbassò il
manto, rivelando un volto scavato, appena segnato dal tempo, ma ugualmente
molto affascinante. Gli occhi del Mangiamorte, rivelatosi una donna, saettavano
di rabbia, mentre scostava la lunga chioma nera dietro la schiena e avanzava
puntando l'arma contro la rivale.
"Bellatrix..." Mormorò la
donna battlemage, deglutendo appena. "...sapevo che ci saremmo riviste...
ma mi auguravo che non accadesse tanto presto." L'espressione di
disappunto sul volto del soldato infastidì l'altra, che sorrise malevola.
"Me lo auguravo anche io, prima
che... mi ordinassero di ucciderti!!" Esclamò beffarda. Hermione e Lynn si
fecero avanti, cercando di ostacolare la donna, ma due Mangiamorte -anch'essi
incappucciati- furono loro addosso, impegnandole in una lotta che le distrasse,
momentaneamente, dalla loro amica. "Bene bene bene... ora che le due
rompiscatole sono fuori uso, siamo sole..."
Ryta fece una smorfia sarcastica.
"Sole?... Siamo circondati da Auror, battlemage e figli di puttana... sole
non direi. In compenso... Stupeficium!!"
La Mangiamorte schivò velocemente lo
schiantesimo, gettandosi di lato. "Expelliarmus!!!" E per fortuna
Ryta non fu da meno. "Vedo che sei più in gamba di ciò che pensavo,
Falck... mi ricordavo un tipetto tosto, sì, ma ti credevo una donnicciola di
poco valore militare. Credevo che fossi nei battlemage solo per via di... tuo
padre..."
L'Auror si agitò, digrignando i denti e
portandosi in posizione d'attacco. "Crucio!!!"
Nonostante non si aspettasse una simile
mossa dalla donna, Bellatrix riuscì a parare la maledizione con uno scudo
protettivo magico, attivato dalla bacchetta. "Ricordati che sei un auror,
Falck, non puoi permetterti anatemi di questo tipo..."
Ryta scoppiò in una risata gelida,
prima di allungare nuovamente la bacchetta verso la nemica. "E qui ti
sbagli, mia cara... sono un battlemage!! E non siamo autorizzati a tutto!!"
Tornò seria. "Crucio!!"
La mora si accasciò al suolo, in preda
a spasmi di dolore atroci, contorcendosi e urlando. La sua voce, coperta dal
frastuono della battaglia, provocò una certa soddisfazione nel battlemage, che
si limitò ad osservarla divertita. "Cosa c'è Lestrange? Non riesci più a
muoverti? E' tutto qui quello che sai fare, dannata sgualdrina di
Voldemort?" Il suo sorriso si allargò non appena vide l'altra cercare di
sollevarsi da terra. "Bene... pensavo fosse diventato tutto troppo
facile..."
"Hermione spostati!!" Harry
aspettò che l'amica si abbassasse, infilzando la lunga spada da combattimento
nell'addome di un Mangiamorte alle sue spalle, pronto a colpirla alla schiena.
"Figlio di puttana... hai finito di vivere..."
"Grazie Harry!!" Strillò la
ragazza, prima di spostare la sua attenzione su un altro incappucciato, poco
distante e lasciarlo a lottare con un altro uomo ammantato di nero, che cedette
immediatamente sotto un colpo ben assestato della spada dell'Auror, che gli
squarciò il petto, uccidendolo.
"Giovane Potter..."
Harry roteò gli occhi e si voltò,
avendo perfettamente riconosciuto la voce serpentina alle sue spalle. Di fronte
a lui, un uomo incappucciato, apparentemente uguale agli altri. Solo due
particolari -voce a parte- confermarono le supposizioni del ragazzo. Alcune
ciocche bionde e lunghe, sfuggite al cappuccio, e un lungo bastone copri
bacchetta, tra le mani. Lucius Malfoy.
"Oh! Ma che dispiacere rivederla
Malfoy..." Lo salutò Harry, trattenendo in una mano la bacchetta e
sfoderando con l'altra la spada che aveva attaccata al fianco. Questa roteò un
po' tra le sue mani, prima di fermarsi di fronte all'uomo, diritta e pronta a
colpire. "Dimmi, mio carissimo pezzo di merda... di che morte vuoi
morire?"
Una risata gelida proruppe dalle labbra
del Mangiamorte. Risata che non scompose minimamente l'Auror. "Oh ma
andiamo Potter, ti credevo più fine, più raffinato, cosa sono queste parolacce?
Come si vede che sei cresciuto senza famiglia e senza educazione..."
Harry si innervosì, stringendo la presa
sulla spada. Sbuffò scocciato e girò su se stesso. Un attimo dopo, un urlo
ruppe il silenzio tra i due e sul braccio di Malfoy senior, spiccava un bel
taglio netto e sanguinante. "Come si vede che sei solo un lurido figlio di
un cane..."
Il grido di una donna li fece voltare.
Bellatrix era a terra in preda alle convulsioni e Ryta, con un sorriso sadico
dipinto sul volto, aveva la bacchetta puntata su di lei, illuminata dal fascio
rosso della Cruciatus. Il ragazzo sorrise. "Uh che peccato! Un'altra di
voi è fuori combattimento!"
"Non fare tanto il sarcastico,
signorino." Tirò fuori l'arma dal bastone, troppo tardi.
"Expelliarmus!" Lo disarmò il
moretto, soffiando poi sulla punta della bacchetta con fare ironico. "Oh! Ma
dov'è la tua bacchetta Lucius!?" Rise di gusto.
L'uomo sorrise malevolo. "Io... ti
direi di guardarti le spalle e di guardarle ai tuoi amici." Detto ciò fece
un cenno a Bellatrix, appena ripresasi dalla Crucio e si smaterializzarono.
Harry si guardò intorno confuso, mentre
ai suoi piedi veniva scaraventato Peter Minus e Tiger Senior. Il corpo svenuto
di Goyle Senior giaceva poco più in là. Sirius e Remus si stavano sorridendo,
stringendosi la mano compiaciuti.
Ottimo lavoro
La battaglia pareva conclusa e il
gruppo si era riunito. Hermione gettò un'occhiata in giro e fissò gli altri,
allarmata. "Ragazzi... dov'è Luna?"
Un gruppo di Auror si fece indietro,
quasi avessero visto un fantasma e in mezzo a loro spuntò la figura di Luna,
che indietreggiava, puntando la bacchetta dritta di fronte a sé. Draco guardò
chi aveva di fronte, sfoderando l'arma, contemporaneamente a Ron.
"Chi... cavolo sei?" Domandò
alla figura incappucciata che aveva davanti. Da sotto il cappuccio, l'unica
parte visibile erano i lunghi capelli neri e gli occhi verdi. Erano
spaventosamente uguali.
Una risatina divertita sgorgò dalle
belle labbra rosse, così simili alle sue. "Ohh ma andiamo Luna, io sono
te! Non mi riconosci?" La voce quasi civettuola sembrò colpire parecchio
Draco, che la fissò stupito.
"Che ti succede Malfoy?" Gli
domandò Harry, vedendolo in difficoltà. Il biondino non rispose. Continuava a
studiare le due ragazze, impugnando saldamente l'arma.
"Che vuoi da me?" Chiese
Luna, afferrando dalla cinta uno dei pugnali indiani, il tutto in movimenti
lenti e accorti, mai perdendo di vista la tizia di fronte a lei.
"Beh ecco..." Mormorò
maliziosa la Mangiamorte, avvicinandosi e giocherellando con la bacchetta.
"...tu hai qualcosa che mi appartiene! E... come dire... io la
rivoglio!"
I presenti ammutolirono. Ron
soprattutto, parve irrigidirsi. "Cos'è che avrebbe, che tu rivuoi?
Sentiamo!!" Sbottò il rosso. La mora si girò a guardarlo, con aria di
sufficienza.
"Tsk... e dovrei venire a dirlo a
te, insipido Weasley?" Lo sbeffeggiò. "Lei sa bene di cosa parlo,
vero? CRUCIO!"
Luna colta di sorpresa si accasciò al
suolo, in preda a spasmi di dolore. Sentiva la testa pulsare e il sangue bruciarle
nelle vene. Non riusciva a muovere un muscolo e le tornò in mente quando fu
colpita dallo stesso anatema qualche anno prima, ad Hogwarts.
I suoi amici fecero qualche passo
avanti, pronti a difenderla, ma con enorme fatica si risollevò, poggiando le
mani sulle ginocchia e facendo loro cenno di bloccarsi.
Passò qualche minuto, in cui studiò
l'espressione soddisfatta della giovane Mangiamorte, poi prese un forte respiro
e provò a parlare. "I-io non ho... niente di tuo. Cosa... diamine
vuoi?"
La maga oscura calò il cappuccio,
rivelando appieno la somiglianza con l'Auror e riprendendo a sorridere
divertita da tutta quella situazione. Aveva un che di folle nell'atteggiamento
e questo intimoriva un po' tutti i presenti.
Draco sgranò gli occhi. "B-Beatrice!"
Sentendo il nome della Mangiamorte, pronunciato dal biondino, Luna si voltò,
ricevendo immediatamente una seconda Crucio.
"Basta smettila!!
Stupeficium!!" Urlò Hermione, ma la giovane strega fu più veloce ed
evitando l'incantesimo, le rilanciò contro lo stesso, schiantandola. Ron corse
verso di lei, afferrandola tra le braccia.
Harry si precipitò verso Beatrice,
impugnando saldamente la spada e caricando, pronto a colpirla. Questa sorrise
maliziosa e allungò la bacchetta. "Congelo!" Gli Auror presenti si
trovarono di fronte al corpo gelato del ragazzo, che toccò il suolo con un
rumore sordo.
"Bene... ora che siete tutti
sistemati..." Si voltò verso Draco, con fare seducente. "Sai cosa
devi fare, vero? Altrimenti questa piccola sgualdrina -afferrò Luna per i
capelli- e i tuoi insulsi colleghi, moriranno." Terminato di dire ciò,
scaraventò il corpo della ragazza lontano e si smaterializzò.
Remus e Sirius furono subito accanto al
corpo di Harry, scongelandolo con il contro incantesimo, seguiti da un gruppo
di medimaghi richiamati col ciondolo e subito materializzati sul posto. Altri
due si avvicinarono immediatamente a Luna, a terra, priva di sensi...
Draco le fu accanto, ma una mano sulla
sua spalla lo costrinse a voltarsi. Di fronte a lui il volto severo di Strekon,
troneggiava in tutta la sua spaventosa autorità. "Che significa tutto
questo, Malfoy?
Continua…
^^ Ed eccomi di nuovo qua, col
secondo capitolo del tanto atteso (!?!) sequel di Nata per Soffrire... spero
che stavolta siate soddisfatti, i tempi di scrittura sono stati parecchio
inferiori, rispetto agli ultimi capitoli della prima parte della storia ^^' Ho
cercato di impegnarmi... ma non è stato affatto semplice.
Bene bene bene, che succede dunque?... La nostra cara Luna
se l'è vista bella, anzi direi brutta... con la nostra amatissima [ma per
favore non diciamo baggianate NdRyta] Beatrice Lestrange. Su su, ammettetelo,
vi piace quella ragazza... è profondamente stronza, cordialmente bastarda,
ossessionata da Draco, dal potere e dalla morte... adorabile *.* [sto per
vomitare sul PC, piantala!! NdRyta] Ok ok, la smetto. XD
Beh lungi da me, ovviamente, darvi
qualche anticipazione... [io so tutto! io so tutto NdRytaCheVieneBloccataDaUnaBacchettataSuiDentiDaLuna
Fa' silenzio tu!! NdLuna], con questo, intendo che dovrete patire per un po' =P
Ma passiamo ora ai fedelissimi, cioè coloro i quali non mi hanno abbandonato
[=° grazie, me si commuove], e che continuano a recensire... in fondo è anche
per voi che continuo a scrivere, se no avrei già abbandonato...
Blackmoony: beh che dire... non è tutto oro ciò che luccica e come
puoi ben vedere, c'è qualcun altro che sembra fatto a pennello per Draco ^^
Ovviamente parlo della tro...ehm volevo dire di Beatrice ^^'''
Jenny88: ehm ma per
caso hai letto la prima parte della storia? No sai... per capire se hai chiara
la situazione e chi è Luna ^^ Giusto per non rispiegare tutto ^^
Marcycas - The Lady of Darkness: uh *.* quale onore!! La perfidia fatta byte che recensisce la mia storia *me
profondamente contenta* Che dire? Il colpo non è avvenuto al S.Mungo, ma come
dire... hai preso in pieno uno dei posti cruciali del momento... *me non dice
altro* Continua a seguirmi, mi raccomando ^^
Ryta Holmes: ullallah!! Che piacere rivederla signora Holmes... o Falck
o chicchessia... =D Come vede ho proceduto a scrivere il capitolo prima della
partenza, prima del compleanno e prima di tutto ^^ Trascurando persino l'altra
storia che sto scrivendo... ops, questo non dovevo dirlo O.O... va beh ormai
-.- Bene, direi che per tua immensa gioia *me si scansa per evitare una
Cruciatus* la situazione è peggiorata!! ^^ E ancora peggiorerà... ops, manco
questo dovevo dire!! >.<
Lynn
Wolf: ok... premesso che, ti prego, non devi sbranarmi i personaggi,
altrimenti si spaventano e non vogliono più far parte dei capitoli... guarda
Ginny!! Ho dovuto farla entrare con la forza a fine capitolo, si rifiutava di
partecipare!! Draco va beh, sappiamo, se ne frega altamente... ma ti supplico,
calma... :\
Anche se penso che dopo questo capitolo, Draco non vedrà più
la luce del sole... ma pazienza, correremo il rischio [ehi!! Guarda che so
difendermi da solo!! NdDraco Ehm... è Lynn, Draco, hai presente? Katana, arti
marziali, lupo mannaro... Draco?... Draco?? NdLunaSconsolata]
Angele1987: che felicità vedere che continui a
seguirmi!! Son contenta che anche il sequel ti piaccia!! Spero che continuerai
a seguirmi e a dirmi cosa ne pensi dei futuri sviluppi della storia ^^
Vale: che bello!! Allora ti piace anche il sequel!!
Sono molto molto contenta :D Grazie del in bocca al lupo ^^ Spero che anche
questo capitolo sia stato di tuo gradimento, per quanto non mi è uscito
esattamente come volevo io :|
Vi ringrazio davvero!! =° Tanta fedeltà alla mia storia, mi
commuove profondamente!! Vi aspetto al prossimo capitolo!! =D
Prossimo capitolo: Non c'è un attimo di pace... se lo
cambio, non vi spaventate, d'accordo? ^^''
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V
RECENSITE SU SU!! COSA ASPETTATE? =D
Ah!! E leggete la nuova storia [oneshot] che ho appena
mandato online! Si chiama Strade ^_^
"Oh andiamo!! E' assolutamente
ridicolo!! Possibile che non possano fare niente?!" Sbraitò incazzato
Harry, camminando davanti ad Hermione e Ron, tutti e tre estremamente malconci,
lungo il corridoio del St. Mungo.
Hermione cercò di accelerare il passo,
nonostante un taglio piuttosto profondo alla gamba sinistra. "Harry, ti
prego calmati!! Siamo in un ospedale, cerchiamo di controllarci. Adesso
parleremo col Medimago che se ne occupa."
Il ragazzo con la cicatrice si voltò a
guardarla furibondo, ma quando i suoi occhi, incrociarono quelli color
cioccolato di lei, velati da una sottile e quasi ben celata
preoccupazione, si addolcì, sospirando e arrestando di colpo la sua
corsa.
"E' che... sono preoccupato."
Ammise, passandosi una mano sugli occhi. "Ormai sono parecchie ore che non
riprende i sensi! Non deve essere certo stata una passeggiata per lei... per
Merlino! Tutte quelle Crucio, vi rendete conto?! Se ci fossimo mossi ad
aiutarla... avrebbe potuto ucciderla!!"
Ron gli batté una pacca sulla spalla,
nel vano tentativo di infondergli un po' di tranquillità. "Coraggio, Luna
è forte, ne ha passate tante... passerà anche quest-... Ginny?!" Domandò
sconvolto, notando la sorella con indosso il camice da Guaritrice.
La ragazza si avvicinò al gruppo di
amici, poco sorridente e con una cartellina medica in mano. "Ron,
Hermione... Harry. Come vi sentite?" Si accertò, notando le divise da
Auror strappate in più punti e alcune fasciature più evidenti di altre.
"B-bene nel complesso, ma tu che
ci fai qui, con indosso il camice da... infermiera?" Chiese perplesso il
rosso, spostando l'amico e avvicinandosi a Ginny, che fissava un po' il
fratello un po' Harry, passandosi una mano nei capelli legati a treccia e
sollevandosi gli occhiali, scesi un po' sul naso.
Sorrise, un po' forzatamente.
"Durante la scorsa missione ho aiutato i Medimaghi. Sapete com'è, in
questi casi c'è bisogno di tutto il personale possibile nelle sale operatorie,
di conseguenza il settore burocratico e la sezione analisi rimangono scoperte,
quindi noi ricercatori ci diamo da fare affinché non si crei questo
disagio."
"E'... la cartellina di Luna,
quella...?" La interruppe Harry, apprensivo.
Ginny annuì. "Sì, è la sua. Al
momento all'interno della stanza ci sono alcuni Guaritori. Le stanno cambiando
le fasciature. Io... vi consiglierei di non entrare..." Il tono di voce
basso e lo sguardo teso preoccuparono Harry più di quanto già non lo
fosse.
"Per quale motivo?"
"Beh ecco, è collegata ad alcune
apparecchiature babbane eh... beh se non siete abituati a questo tipo di
'scene', è preferibile che non la vediate in queste condizioni, potrebbe
shockarvi." Spiegò breve, stringendo al petto la cartella medica
dell'amica.
Ron deglutì, afferrando la mano di
Hermione. "E' così grave?"
Ginny guardò tutto meno che gli occhi
del fratello, poi sospirò e si passo una mano sul volto, cercando di recuperare
il sangue freddo. "Se... supera la notte è fuori pericolo."
* * *
Una risata gelida riecheggiò nell'antro
del maniero di Lord Voldemort. Un gruppo di fedelissimi Mangiamorte erano
inchinati davanti al trono del Signore Oscuro, celando i volti sotto ai cappucci
scuri, attendendo nuove notizie e direttive.
"Carissimi! E' con immensa gioia
che vi annuncio la mia piena soddisfazione per la missione svoltasi qualche
giorno fa..." Sibilò, appoggiando la testa sul braccio, in una posizione
comoda e allungando una mano alla sua destra, dove -con aria tronfia e
soddisfatta-, sedeva Beatrice Lestrange, avvolta in un aderente vestito verde
smeraldo. "Ed è tutto merito della mia preziosa collaboratrice."
Beatrice sorrise civettuola, dapprima
al suo signore e poi al resto del gruppo di Mangiamorte. "Oh, sciocchezze,
potente Signore Oscuro! E' tutto merito dei vostri preziosi consigli..."
Voldemort ricambiò il sorriso,
raddrizzandosi sul sedile e prendendole una mano. "Mia cara, chiedimi una
cosa... qualsiasi cosa e l'avrai."
La ragazza finse di meravigliarsi e
commuoversi, coprendosi la bocca con una mano dalle unghie smaltate di
volgarissimo argento. "Oh! Quale onore! Dunque... fatemi pensare... ma sì,
ho trovato!"
Sapeva bene cosa chiedere, era sicura
che un giorno il suo signore si sarebbe reso conto di quanto valesse e le
avrebbe donato qualcosa. Aveva sentito mille e mille volte i racconti di suo
zio, su quanto fosse generoso il mago oscuro, con coloro i quali meritavano
tanto e si distinguevano nelle battaglie.
Un paio di invidiose Mangiamorte, in
prima fila, bisbigliarono qualcosa, ma si zittirono quando videro lo sguardo
gelido della collega, posarsi su di loro, fulminandole.
Il Signore Oscuro parve impaziente.
"Coraggio, dimmi pure..."
"Ecco..." Bisbigliò
fintamente intimidita, giocherellando con la veste di raso verde. "Io
voglio Draco Malfoy."
Dalle fila di fedelissimi, si levò un
brusio sommesso, che si espanse fino a raggiungere gli ultimi posti, in fondo
alla sala. Persino Lucius parve sorpreso di tale richiesta, ma non osò parlare.
Se Lord Voldemort, avesse accordato a Beatrice il suo desiderio, lui non
avrebbe potuto fiatare e francamente, pensò che non fosse poi niente di così
grave o dannoso per il figlio.
Ma il mago ci rifletté un bel po' su,
le labbra serrate e lo sguardo confuso, prima di sorridere cordiale al suo nuovo
braccio destro. "Benissimo. Se è questo ciò che vuoi... fatti avanti,
giovane Malfoy."
In mezzo alla calca di incappucciati,
si fece avanti uno di loro e quando fu abbastanza vicino ad entrambi, si tolse
il cappuccio, rivelando una chioma biondo platino lunga e appena spettinata e
un paio di occhi profondi e grigi come il cielo d'autunno. Le sue labbra,
pallide, si curvarono in una smorfia maliziosa e sprezzante, che soddisfò
pienamente la bella Mangiamorte, ansiosa di gustarsi il suo
regalo.
"Bentornato fra noi...
ragazzo..." Lo salutò Voldemort, con un ghigno di sfida. "Ero certo
che prima o poi ti saresti reso conto che non è possibile mettersi contro di
me!"
* * *
Harry saltellò un paio di volte sulle
gambe e digrignò i denti, colpendo ripetutamente il sacco con i pugni serrati,
coperti solo dai mezzi guanti. Dire che era nervoso, era poco. Era dannatamente
irritato, frustrato... incazzato nero forse era il termine che completava
l'opera.
Ron ed Hermione, intenti in una serie
di addominali a terra, di tanto in tanto interrompevano l'esercizio e lo
fissavano, scambiandosi poi un'occhiata eloquente.
Ormai erano più di due ore che
continuava ad allenarsi a vuoto contro il sacco. La maglietta nera che
indossava, era diventata una seconda pelle; la stessa identica cosa, dicasi per
i pantaloni di tessuto leggero, grigi, che ormai lo fasciavano completamente,
appiccicati al corpo dal sudore. Lui però sembrava non importarsene minimamente
e continuava a combattere contro quel nemico di stoffa e sabbia, fermandosi
solo qualche istante per riprendere fiato e cambiare canzone, del lettore CD
portatile che gli aveva regalato Hermione il Natale passato, e che più volte
aveva rischiato di precipitare giù dall'attaccatura dei pantaloni.
Con un altro colpo ben assestato, il
ragazzo parve aver sfogato completamente la sua rabbia, poiché i due amici lo
videro abbandonare il sacco da kick boxing e sedersi pesantemente sulla panca
di legno, gettandosi un asciugamano sul collo e spegnendo del tutto il lettore,
sbuffando.
Il resto della palestra si voltò a
guardare in direzione dell'Auror Potter, avendo notato uno strano silenzio,
assente fino a qualche minuto prima. L'ingresso in palestra di Sirius, però,
riportò tutti alla concentrazione iniziale, e ognuno riprese il proprio
esercizio, infischiandosene di ciò che avveniva dall'altra parte dello
stanzone.
"Harry..." Lo richiamò
l'istruttore di potenziamento fisico. "Fatti una doccia e materializzati
al St. Mungo, ci sono novità su Luna."
"Non mi interessa..." Lo gelò
il ragazzo, spostando l'asciugamano sulla spalla e voltandosi dalla parte
opposta.
Sirius lo guardò basito. "Come,
scusa? Credo di non aver capito!"
"Non mi meraviglia!! Qua dentro
nessuno capisce!!" Sbraitò Harry, voltandosi a fissarlo negli occhi con
un'aria gelida e un ghigno beffardo. "Sono due settimane che Luna è in
ospedale, si è salvata per puro miracolo e voi vi ostinate a volerla far
tornare..."
"...sai bene che è stata una sua
scelta..." Lo interruppe l'uomo, sedendosi sulla panca di fronte alla sua,
tutto sotto gli occhi di Ron ed Hermione, che avevano smesso da un pezzo di
eseguire gli addominali e ora osservavano la scena, l'uno asciugandosi il
sudore su fronte e collo, l'altra bevendo un po' d'acqua dalla bottiglia, a
piccoli sorsi.
"E voi non dovevate
permetterglielo!!" Insistette il moro, stringendo i pugni per la rabbia.
"E poi si può sapere dov'è finito Malfoy? E' stato convocato da Strekon e
Falck ben 15 giorni fa e non è più tornato da quell'ufficio!! Che cazzo
significa?? E' stato esonerato!!? Perché nessuno ci dice niente!?!"
L'addestratore sospirò, abbassando lo
sguardo e affondando la testa tra le mani. "Harry, mi dispiace, ma io ne
so quanto te-"
"Ma non diciamo cazzate!! Un
Auror, sparisce così all'improvviso e tu... col tuo grado di capitano, non ne
sai niente? Non farmi ridere..." Replicò schietto Harry, scotendo la
testa. Era certo che mentisse.
"Purtroppo è così..."
Continuò lui. "Ho provato io stesso a chiedere dove fosse l'Auror Malfoy,
ma non ho ricevuta alcuna risposta. E tu sai bene, che quando si tratta del
comandante Strekon e del generale Falck è meglio non fare troppe domande."
Ron si scambiò un'occhiata con la
ragazza, e presi in mano i bastoni, ingaggiarono una lotta d'allenamento,
tenendo sempre d'occhio i due amici.
"Per Merlino Sirius!! Loro
sanno... sappiamo... che Malfoy è l'unico..." Tacque e posò l'indice e il
pollice sugli occhi, respirando a fondo. "L'unico... in grado di aiutare
Luna!! Non io, non Hermione, non Ron! Solo lui!"
Gli occhi di Sirius, gli comunicarono
tutto il suo dispiacere. Poteva anche essere un istruttore, un soldato di grado
superiore e di conseguenza più duro di loro, ma era pur sempre un loro amico e
sapeva bene cosa volesse dire il suo figlioccio. "Lo so. Credimi, lo so
bene, ma... Harry... dobbiamo mettere in conto il fatto che Draco, potrebbe non
tornare..."
"E'... stato cacciato dal
Corpo?" Balbettò Harry, sgranando gli occhi verdi, incredulo. Anche i due
amici, intenti a combattere, si bloccarono, attendendo la risposta del loro
allenatore.
L'uomo scosse la testa. "No, credo
proprio di no. Ho come... la netta sensazione, che... se ne sia andato di sua
spontanea volontà..." Ammise, sotto lo sguardo sconvolto dei tre in
ascolto.
* * *
La luce della luna, filtrava attraverso
le spesse tende di velluto cremisi, rischiarando a malapena una delle camere da
letto di Villa Malfoy. A rendere l'atmosfera più magica, una serie di
candele, poste sul baldanzoso comò di legno della stanza.
Due figure, se ne stavano comodamente
sedute su un divanetto, assaporando flute di champagne e scherzando del più e
del meno. Nel mezzo della conversazione, la ragazza stese le lunghe gambe
bianche su quelle del giovane Mangiamorte, ridendo con gusto per il racconto
appena udito.
Improvvisamente il ragazzo si fece
serio. Posò il lungo calice sul tavolino di cristallo e la fissò negli occhi
verdi, passandosi una mano tra i ciuffi biondi, lunghi e ribelli. "Perché
hai voluto me, come regalo? Perché mi hai cercato con tanta insistenza?!"
La mora abbandonò il bicchiere a terra
e si piegò un po', gattonando sul divanetto e raggiungendolo. Gli afferrò il
colletto della camicia tra le mani e accostò un po' le labbra al viso pallido
del biondino. "Perché dalla prima volta che ti ho avuto, non ho
smesso un solo istante di pensare a te..."
"Come prego?" Gli sfuggì
dalle labbra, un verso molto simile ad una risata, ma tutt'altro che
divertita.
Quello che sprigionò dalla gola di lei poteva
forse assomigliare ad una risata argentina, ma era solo una vaga
imitazione. "Sì sì, hai capito bene... ricordi, vero? Eri così...
maledettamente bello ubriaco fradicio, peccato che quando ti sei ripreso, sei
diventato acido!" Imbronciò le labbra.
"Ti è mai passato per la testa che
in quel momento, non volessi te accanto e che mi fossi accorto di aver commesso
un errore?" Domandò ironico, col suo bel ghigno sprezzante sulle labbra e
lo sguardo di chi ha la verità universale tra le dita.
"No!" Replicò lei semplice,
con una punta di finta ingenuità. "Impossibile! Vero, che è
impossibile?"
Draco fu sul punto di risponderle a
tono, ma avvertì che la giovane strega si stava pericolosamente strofinando
addosso al suo corpo, e dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per...
trattenere un risolino. Purtroppo, rifletté qualche istante dopo, era pur
sempre un uomo e Beatrice non era affatto brutta, anzi. Appurato ciò non gli fu
difficile immaginare la mossa successiva della bella Mangiamorte che, con un
sorriso malizioso, si chinò sulle sue labbra, rubandogli un bacio che di casto,
aveva ben poco.
Dopo un primo, iniziale, smarrimento,
il ragazzo si trovò suo malgrado a ricambiare il bacio e Merlino se sapeva
baciare quella! La strinse all'altezza della schiena e si lasciò trasportare da
quelle sensazioni puramente fisiche, che negli ultimi periodi, aveva ben
sperimentato insieme ad una dozzina di ragazze decisamente facili, adescate nei
pub che frequentava.
"Visto che non è possibile?"
Chiese lei, ansante, quando si fu staccata dalle sue labbra. "Tu mi vuoi
esattamente come ti voglio io..." Lo ribaciò.
Il biondo ex Auror annuì solamente,
lasciando che la ragazza scendesse con le labbra lungo il suo corpo, fino a
slacciargli i pantaloni. Quello che avvenne di lì a pochi minuti... confermò
appieno le teorie della giovane Lestrange. Le bastò alzare un attimo lo
sguardo, mentre riprendeva fiato e osservare l'espressione del ragazzo; il capo
reclino all'indietro e le braccia saldamente arpionate al divano.
Sei mio, adesso...
* * *
Harry percorse uno dei corridoi del
quartier generale. Finalmente quel giorno Luna pareva aver ripreso colorito,
anche se la conosceva fin troppo bene, per poter anche solo pensare che, un po'
di rosa in più sulle guance, significasse che era tornata in forma.
Alzando lo sguardo dalle sue scarpe,
notò che la sua Ginny stava percorrendo il corridoio nel senso opposto, e
quando lei gli fu abbastanza vicina gli lanciò un bacio. Sorrise. Lesse il
labiale, quando si voltò a guardarla e la vide girarsi, bisbigliandogli "a
stasera". Meno male che in quel periodo angosciante, lui aveva quella
piccola luce di speranza, che non lo abbandonava e gli infondeva forza e
coraggio, ogni giorno.
Il rumore di due voci, a livelli
abbastanza altini, lo riportò bruscamente alla realtà. Non ebbe particolari
difficoltà a riconoscere i proprietari di tali "ultrasuoni". Sirius e
Ryta. Stavano litigando. Di nuovo...
"Sei un idiota Black!!" Urlò
la mora, portandosi le mani ai fianchi e fulminando il collega/amico con uno
sguardo tagliente.
"E tu sei una zitella acida, senza
speranze!!" Replicò duro.
Ryta parve prendersela più del solito,
costatò Harry. O almeno, questo faceva presagire l'occhiata che scoccò al moro,
le braccia stese lungo i fianchi, i pugni serrati e i denti digrignati.
"Devi smetterla di mettere il naso
in faccende che non ti riguardano!! La MIA vita PRIVATA deve restare tale!
Chiaro?"
Sirius rise sguaiatamente. "Vita
privata? Andiamo! Sii seria!! Lo sa mezzo Corpo battlemage che te la fai con
quello sfigato maniaco di Hayden!! In cosa sarebbe privata?"
Il tenente Falck inarcò un
sopracciglio. "Ah davvero? Beh allora dì pure a questo 'mezzo Corpo
battlemage' che la qui presente, ha chiuso da un bel po' i ponti con Hayden!!
Contento adesso? Hai avuto lo scoop... pettegolo fallito!!"
Il capitano Black rimase un attimino
interdetto e non si accorse neppure che l'amica, infuriata, aveva alzato i
tacchi e si era allontanata, lasciandolo solo davanti a chi aveva assistito
alla scena. Harry incluso.
Al ragazzo, venne seriamente da ridere,
ma si trattenne per non mancare di tatto nei confronti del padrino.
"Sono casi disperati. C'è poco da
fare." Udì sospirare alle sue spalle. Ron scuoteva la testa con aria
rassegnata. Hermione aveva una mano sulla bocca e aveva tutta l'aria di chi
cerca di reprimere una risata.
Harry annuì. "Me ne sono accorto.
Piuttosto... che abbiamo adesso? Logistica? Pozioni?"
Hermione incrociò le braccia al petto e
fissò l'amico con rimprovero. "Possibile che anche tu non ricordi mai
l'orario di addestramento, Harry? Non mi meraviglio di Ron, ma tu!!"
"Ehi! Ma si può sapere perché mi
tiri sempre in ballo?!" Domandò seccato il rosso, spalancando le
braccia.
La ragazza parve non dargli retta.
"Abbiamo Incantesimi con Bill, adesso, anzi vediamo di muoverci, non so
perché ma l'ho visto piuttosto irritato stamattina, non vorrei che ci
affibbiasse qualche punizione per un ritardo!!"
"Ce l'ho con te,
Miss-non-voglio-far-tardi!! Ti degni di rispondermi?" Insistette Ron,
bloccandole il passaggio.
Un gruppo di Auror di passaggio nel
corridoio si fermò ad osservare la scena. Harry sospirò affranto.
"No, non mettetevici anche voi, vi
prego!!" Li bloccò. "Ne ho abbastanza di litigi e affini,
grazie!!"
Hermione scostò la treccia dalla spalla
e guardò l'amico con aria rassicurante. "Tranquillo, non ho alcuna
intenzione di bisticciare, per me la questione è chiusa! Non ho detto
assolutamente niente di trascendentale!"
"Co-cosa? Niente di
trascendentale? Mi hai praticamente dato dell'irresponsabile disorganizzato!! E
questo me lo chiami niente??" Infierì ancora una volta il giovane
Weasley.
Lei sembrò non voler replicare.
"E' questo che pensi davvero di
me?... Bene, fantastico, andiamo Harry!" Concluse, afferrando l'amico per
un braccio e spingendolo in avanti, verso le aule di incantesimi e
logistica.
Il moro chiuse gli occhi, disperato. Ma
che ho fatto di male?
* * *
Alla fine del suo turno, Harry Potter,
o meglio ciò che rimaneva di lui, non volle sentir più parlare di niente.
Abbandonò i due amici nella ex Sala Comune dei Grifondoro e raggiunse il piano
superiore, cercando un po' di riposo in quella che, una volta, era stata la sua
camera.
Si buttò malamente sul letto, prendendo
a fissare il soffitto e riordinando le idee. Ma perché in quel periodo andava
tutto storto? E soprattutto, perché il suo cervello non riusciva a registrare
il fatto che, non poteva assolutamente farcela a risolvere tutto da solo?
Luna era in ospedale e l'unica persona
che avrebbe potuto aiutarla ad uscire da quello stato di shock, sembrava essersi
dileguata dal Corpo battlemage, per un motivo a loro sconosciuto e
incomprensibile. Ryta e Sirius avevano intensificato le liti e quando non
bisticciavano, impiegavano tutte le loro energie in una infantile guerra
fredda. Come se non bastasse Bill era nervoso, il che, a giudicare dai recenti
avvenimenti, poteva anche sembrare normale, se non fosse stato che -ne era
certo- di mezzo ci fosse una donna e ora, per completare l'opera, Ron ed
Hermione non si parlavano e l'unico modo di comunicare che riuscivano ad avere
era grugnire, borbottare o bisbigliare. Fantastico. Davvero fantastico.
In tutto questo le uniche cose che gli
risollevavano il morale erano Ginny e volare. No anzi, solo Ginny, dal momento
che Charlie -istruttore di volo- era in missione di ricognizione a Durmstrang e
quindi, le lezioni di volo erano state sospese.
Si sollevò sui gomiti e con uno scatto
di reni si alzò dal letto, slacciandosi il pesante mantello e subito dopo
quelle trappole che nell'esercito Auror avevano il coraggio di chiamare
"anfibi".
Non si accorse immediatamente di un
leggero bussare alla porta. Una volta libero dagli indumenti più scomodi della
divisa, si era perso ad osservare lo splendido paesaggio che si poteva ammirare
dalla Torre dei Grifondoro. Tante volte era rimasto incantato a fissare la
Foresta Proibita, che poi a dirla tutta, per lui non lo era mai stata. Fin
troppe volte ci era andato, insieme a Ron ed Hermione.
Scrollò la chioma ribelle. Basta
ricordi. "Avanti..."
Da dietro la porta di legno antico,
sbucò la figura di Virginia, ancora avvolta in quel camice dal colore assurdo,
da Guaritrice e con indosso gli occhiali, che doveva portare assolutamente per
leggere e che, tutto sommato, aveva ammesso non le dispiacessero poi
molto.
"Ti ho disturbato?" Gli aveva
domandato placida.
Il ragazzo sorrise e scosse la testa.
"Scherzi? Tesoro tu non mi disturbi mai, lo sai."
Sulle labbra della ricercatrice si
allargò un sorriso gioioso e appena ebbe chiuso la porta a chiave, per evitare
intrusioni pericolose, si avvicinò all'Auror, comodamente seduto sul letto.
"Sei a pezzi..."
"Puoi dirlo forte, oggi è stata
una giornata tremenda..." Ammise sconsolato, passandosi una mano sugli
occhi stanchi.
Ginny gli accarezzò i ciuffi neri.
"Allora che ne dici di una bella dormita?" Lo vide annuire.
"Resto? O preferisci dormire da solo, stasera?" Non ebbe bisogno di
risposte verbali. Harry le afferrò un braccio e la fece abbassare, posandole
dolcemente le labbra sulle sue.
"Ok, resto." Scherzò, una
volta staccatasi dal bacio. "Vado in bagno a cambiarmi, va bene?"
Il ragazzo annuì, guardandola sparire
dietro la porta del bagno in camera.
Eh! Quelli erano gli unici momenti in
cui riusciva completamente a rilassarsi. Gli bastava averla al suo fianco,
abbracciarla o darle un bacio, anche piccolissimo, per sentirsi finalmente in
pace con se stesso e col mondo. Un po' la stessa sensazione che aveva quando
saliva a bordo della sua Firebolt. No... beh, quando era in sella ad una scopa,
riusciva a toccare con mano ciò che gli esseri umani chiamano 'libertà'.
Non che non si sentisse libero anche in
quel momento, con addosso boxer e maglietta neri, nascosto da leggere lenzuola
fresche, in attesa di Virginia. Tutt'altro. Ma era una libertà molto
differente. Più... spirituale, che fisica.
Sorrise di se stesso. Che razza di
pensieri!
Studiò la figura minuta di Ginny uscire
dal bagno, con indosso una semplice, quanto dolcissima, camicetta da notte azzurra.
I capelli, ormai lunghi sino al fondoschiena, erano stati sciolti dalla treccia
-obbligatoria- e qualche ciuffo le sfiorava delicato le braccia. La osservò
camminare a piedi nudi fino al letto, posare gli occhiali sul comodino e
scostare le lenzuola, prima di distendersi al suo fianco.
Gli bastò quel contatto, per sentirsi
completo.
Si voltò di fianco, fissandola negli
occhi color ambra. Sorrideva. Dio... quanto era bella quando sorrideva.
Riusciva a fargli ancora sentire quel meraviglioso sfarfallio nello stomaco e
un leggero batticuore.
Allungò una mano verso i suoi capelli,
accarezzandoglieli piano.
Cosa avrebbe fatto senza di lei?
Ripensò ai primi anni di scuola, quando ancora era convinto di essere
innamorato della bella Cho Chang. Se non si fosse accorto di lei, dei
sentimenti che riusciva a suscitargli... Quanto tempo aveva perso inutilmente!
"A che pensi?"
Harry sembrò risvegliarsi. "A
te..."
A Ginny sfuggì una risatina. "Ah
davvero? E a cosa pensavi, di preciso?" Gli fece la linguaccia. "Anzi
no, non dirmelo! Maniaco come sei... posso solo immaginare... sentirlo sarebbe
troppo!"
"Ah!" Scherzò lui,
trascinandola al centro del letto. "...ha parlato la santarellina!"
La rossa tentò di replicare, ma Harry
la zittì con un bacio mozzafiato, che non le lasciò scelta. Con grande sforzo e
tanta buona volontà gli gettò le braccia al collo, tirandolo su di sé e
prolungando quel contatto.
Quando si staccò da lei, la sentì
mugolare. "Uhm chi è che aveva i pensieri da maniaco?" La vide
mettere il broncio e, incapace di resistere oltre, la baciò nuovamente.
Le sue mani raggiunsero, leste, il
bordo della camiciola leggera, sollevandogliela per poter toccare meglio la sua
pelle fresca e profumata.
Si staccò ancora e presa in mano la
bacchetta, la puntò sulla porta, pronunciando l'incantesimo insonorizzante.
"Bene bene bene... dove eravamo rimas-"
Fu il turno di Ginny di zittirlo,
prendendogli la testa tra le mani e baciandolo avidamente.
* * *
L'indomani mattina, un sole splendeva
riscaldava la giornata. Virginia Weasley, puntuale come sempre, entrò nella
saletta riservata ai Medimaghi e ai Guaritori, nel reparto sud del St.
Mungo.
Recuperò in fretta il camice e la
targhetta di identificazione e si versò del caffè bollente, pronta a cominciare
un nuovo giorno di lavoro.
Il tutto con un raggiante sorriso
dipinto sulle labbra.
Controllò sulla cartellina il giro di
analisi che le toccava fare e quelle da ritirare. Sbuffò constatando che, le
ultime, erano molto più numerose, rispetto a quelle da effettuare. Le scocciava
perdere tempo al laboratorio, ci mettevano sempre ore a preparare tutto.
Lanciò un'occhiata all'orologio babbano
da polso e, resasi conto che era in anticipo di quasi un'ora sull'inizio del
turno effettivo, pensò bene di passare a salutare e controllare Luna.
Ultimamente l'amica le sembrava essere notevolmente migliorata, ma sapeva bene
che tale constatazione era puramente per tranquillizzare la sua persona. In
realtà, come ricercatrice, avendo qualche spolverata di conoscenza medica,
capiva che sebbene la ragazza stesse migliorando fisicamente, il suo problema
più preoccupante era a livello mentale e non solo...
Quando entrò nella camera d'ospedale,
fu sorpresa di trovarvi Hermione. La giovane Auror stava in piedi, accanto al
letto di Luna, con la cartellina delle analisi cliniche tra le mani e uno
sguardo indecifrabile.
"Hermione..." La richiamò.
L'altra si accorse della presenza di
Ginny. I suoi occhi, incrociarono quelli di lei, in uno sguardo tutt'altro che
allegro.
"Che ci fai con le analisi di Luna
in mano?" Le domandò pacatamente, avvicinandosi e togliendole dalle mani
la cartella, sperando che non l'avesse ancora letta. La rimise al suo posto, ai
piedi del letto. "Sai bene che non è consentito ai non addetti, di leggere
le analisi."
"Perché non ce l'hai detto,
Ginny?" Le domandò cupa in volto.
La rossa deglutì, portando un ciuffo
sfuggito alla treccia dietro le orecchie e facendo sparire dal volto, qualsiasi
traccia di felicità. "Le hai lette... allora." Hermione annuì
solamente. "Non potevo. Mi dispiace, ma proprio non potevo. Dovevo
aspettare di informare Luna stessa, prima di dirlo a voi."
"Quindi... vuoi dire che neanche
lei sa...?"
La ricercatrice scosse la testa.
"No, ancora non sa niente..."
La ragazza dai capelli ricci, afferrò
una mano dell'amica. "Mi domando come reagirà..."
Continua…
Tadan!! ^^ Ecco a voi il terzo capitolo!! Sì, sì ok, lo
ammetto. Come aggiornamento non è stato affatto velocissimo. Però le cose son
2:
1- ho finalmente riacquistato completa ispirazione per
questa storia, quindi prometto di sbrigarmi per i prossimi capitoli, in modo
tale da averli già pronti e da poterne mandare uno alla settimana.
2- ho talmente tante idee in mente, che spesso interrompo
questa storia, per dedicarmi ad una oneshot. E sì, lo so che non dovrei, ma è
più forte di me =°
Dunque... *Luna riflette su cosa doveva dire, quando
un'immagine le passa davanti agli occhi*
"P-P-P...Potter... ah Di-Dissennatori!!
Uhhhhhh"
Ahhhh =O°°°°°°°°°°°°°°° <- bava di Luna, con faccia
orgasmosa, mentre ripensa alla scena in cui Draco sfotte Harry (e scusatemi, ma
quel citrullo, da bravo genio si volta pure -.- cioè ma di solito la sente la
presenza dei Dissennatori, che cacchio ti giri a buffo? -.-'')
E come dimenticare la scena, in cui Draco chiede come
aprire il libro Mostro dei Mostri e Hagrid gli dice di accarezzarlo sul dorso *.*
e lui con quella bella manina (con tanto di anello), e faccina da sbavo/stupro
immediato, accarezza il libro (schifo -.-). Ma accarezza me!!! Ti faccio da
libro, ti faccio!!! *.* Ok, calma, riacquistiamo un contegno. Sì, per chi non
lo avesse capito ho visto Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, ma siccome
sono ancora "fresca fresca" di visione, preferisco non commentare
adesso e vi rimando al prossimo capitolo!! (Draco!! Draco!! Molla quella
squinzia di Pansy-vaccatotalechehafattolacuradimagrantenelfilm-Parkinson!!
NdLunaCheCorreACercarlo)
Ma passiamo ora ai fedelissimi lettori della mia storia,
che lasciano sempre un commentino e tanta gioia nel mio cuoricino di perfida
assassina smaciullaossa =° Grazie, vi adoro, sono così commossa che sarei tentata
di risparmiare la vita di qualcuno (escludiamo a priori la famiglia Lestrange,
altrimenti muoio io -.-), ma... ho detto "sarei"... quindi andiamo
avanti!! ^^
Marcycas - The Lady of Darkness: ottima domanda!! Per quale motivo, Draco dovrebbe ubbidire
a Beatrice? Eh... beh teoricamente perché la nostra squinzietta Lestrange, sa
una cosa -come anche lui, ovvio- che se venisse fuori e giungesse all'orecchio
di qualcuno... beh va beh, ti lascio immaginare il seguito. Ora... quel
qualcosa è abbastanza ovvio, se riesci a ricordare in quale punto della storia
-precedente- hai incontrato Beatrice la prima volta ^^ (Ovviamente tutto questo
discorso -mega aiutone- era per Marcycas) Passiamo a te, Lady, ciccina di zia
Luna... [Luna afferra bacchetta] No, tesoro, stavolta non mi scappi. La
ramanzina te l'ho fatta, la tiratina di orecchie pure, ci decidiamo a partorire
questa scena Rose/Draco o devo farti preparare un altro McNair da gustare?
Ricorda, che dopo il primo, c'è il LadyBurger... [Luna lancia sguardo complice
a Draco che continua a macinare carne] Alla prossima =***
Angele1987: sono
davvero contenta che ti piaccia la mia storia, proprio felice sì ^^ Però non me
la associare a BAWM, perché mi sento eretica ^^'' Il momento in cui la mia
piccola FF sarà al pari con quella di Sunny... (il cielo si aprirà, le acque si
divideranno... bla bla bla NdDraco Grazie per la fiducia NdLuna)... dunque...
insomma... oh!! Basta scervellarsi, non accadrà mai!! Sunny è Sunny!! =D Grazie
dei complimenti e continua a seguirmi!! ^^
BlackMoony: scene di
battagliaaa :O°°°° eh beh io adoro le scene di battaglia, specie se i miei cari
auror possono mandare all'altro mondo qualche MangiaMorte, o torturarlo ben
bene. Per quanto riguarda Beatrice, ho come la vaga impressione (vaghissima!!!
NdRyta) che stia un po' sul cazzo a tutti!! Chissà perchè poi!! ¬_¬
Selphie: lo spero
vivamente anche io, a dirla tutta. Anche se ammetto che in un primo momento,
visto che il mio stile di scrittura è un po' cambiato, ho rischiato di rovinare
il sequel per mancanza di tempo/voglia/ispirazione, adesso sono pronta a
rimboccarmi le maniche, sperando di esaudire fino in fondo le tue aspettative
^^
Ryta Holmes: "Immobilus!!"
Luna guarda soddisfatta Ryta, inerme sul letto. "La prossima volta sarà una
Pastoia Total Body, se non la smetti... chiaro?!?" Il perché Draco, non
sia corso ad aiutare Luna... beh, lo hai capito da sola, leggendo questo
capitolo che ho appena mandato, sorpresa sorpresa!! -.- Per quanto riguarda
Beatrice, ride bene chi ride ultima (Beatrice per Merlino non ridere, sembri la
Marini!! NdHarry O.O'' e te ora che ci fai qui dentro!! Fila via!!
NdLunaDisperata) e carissima, non intendo certo farle il solletico o
raccontarle una barzelletta, no no!! ^^ Vuoi darmi una mano?... ah già tu hai
qualcun altra a cui pensare!! ^^
Vale: addirittura? O.o
Beh ma no dai!! Son contenta comunque che ti piaccia e spero, visto che ho
ritrovato ispirazione/interesse per questa storia e ho intenzione di dedicarle
molto più tempo e attenzione, che continuerai a dirmi come ti sembra, se ci
sono miglioramenti o peggioramenti ^^
Sunny: *.* oddio *.*
ma allora mi segui anche il sequel!! Sono davvero felice!! Ok, ammetto che
potevo fare di meglio nei primi capitoli, lo dico io per prima, però ho
intenzione di rimediare assolutamente, perché -strano ma vero- sono parecchio
soddisfatta del mio nuovo stile di scrittura, e quindi ci tengo ^^ Fammi sapere
come procederà =D
Lynn Wolf: uha!!! Sì
suonagliele Lynn!! Coraggio!!! FIGHT!! [Luna riporta l'attenzione ai lettori,
che la guardano come se fosse impazzita] Ahem... scherzavo!! Cioè... per
Beatrice no, ovvio, ma Draco :\ Un po' mi dispiace... UN PO'!! -.- Comunque, ti
consiglio di seguire bene il seguito del sequel, perché come ti ho già
anticipato, tornerai a farla da padrona, tra un po'... ghegheghe XD
Prossimo capitolo: "Ciò che non ci saremmo mai
aspettati" <- paura eh? =P
Luna Malfoy!!
E ora su da bravi, fatemi un regalo di compleanno in
ritardo (era il 3 -.-) e recensite!! =D
Ah!! E date un'occhiata a "Strade", la mia prima
OneShot su HP, e non l'ultima ^^
Capitolo 4 *** - Ciò che non ci saremmo mai aspettati ***
4
Nata per
soffrire
(...the
war...)
Capitolo 4
CIO' CHE NON
CI SAREMMO MAI ASPETTATI
Ginny sedette stancamente su una
sediolina in metallo, posando i gomiti sul tavolino della sala ristoro del St.
Mungo. Il suo turno era terminato e lei aveva finalmente potuto liberare i
capelli dalla treccia fastidiosa, lasciandoli respirare sciolti sulle
spalle.
Sospirò affranta.
Avevano sottoposto Luna a nuove
analisi, per verificare se ciò che era emerso dalle precedenti, fosse tutto
esatto. Non c'erano dubbi. Il Medimago che si occupava della sua amica, le
aveva assicurato che lo shock da Cruciatus, sarebbe svanito in breve tempo,
qualche settimana al massimo. Per il resto... per il resto bisognava attendere
che la paziente si riprendesse del tutto, toccava a lei decidere come
operare.
Il dottor Wolf le aveva domandato se ci
fosse nessuno, tra il gruppo battlemage, in grado di aiutare la giovane McPhee
nella ripresa. Il suo primo pensiero era stato Harry, ma sapeva in cuor suo di
aver pensato a lui, solo per non dover ammettere che l'unico aiuto veramente
utile a Luna, era Malfoy. Peccato che il biondino... fosse finito chissà
dove.
Se già prima, non lo sopportava, adesso
iniziava a detestarlo seriamente. Non solo permetteva a quella squinzietta
della Lestrange di lanciare Crucio a ripetizione sulla sua amica, ma la
abbandonava là, in un letto d'ospedale, infischiandosene delle sue condizioni
di salute. Ah! Ma sarebbe tornato prima o poi, e così come era sicura che Harry
e Ron -su tutti- gliel'avrebbero fatta pagare, era altrettanto certa che lui
stesso si sarebbe pentito della sua azione!
Il ciondolo arancione, simile a quello
in dotazione agli Auror, brillò. "Signorina Weasley, c'è un'emergenza al
pronto soccorso."
Ginny afferrò in mano il ciondolo
trasmettitore magico e lo portò alle labbra. "Che succede? Di che si
tratta?"
La voce dell'infermiera di turno alla
reception dell'ospedale, stavolta, arrivò disturbata. "bzzz sua
amica... bzzzz malore!"
"Come? Anne ripeti!! Non si sente
niente!!..." Chiese concitata.
"bzzzz sua amica... bzzzz
Wolf! bzzzzzzz avuto un malore!"
Lynn...
* * *
L'antro più ampio e tetro di Villa
Malfoy, brillava illuminato da poche torce, appese alle pareti di pietra nuda e
da alcune candele, sospese in aria grazie ad un incantesimo. L'aria era
irrespirabile, un odore acre di chiuso e sporco stordiva i sensi dei presenti.
Lord Voldemort sedeva, come sempre, al
centro del salone, attorniato dai fedelissimi seguaci incappucciati. Alla sua
destra, seduta su uno scanno più passo, Beatrice; il suo volto freddo e
austero, tradiva qualche emozione solo quando i suoi occhi, incrociavano quelli
argentei della sua preda, poco distante da lei, in prima fila, in attesa -come
gli altri- di udire il perché di quella convocazione urgente per tutti.
"Ho appena messo a punto il nuovo
piano, miei fedeli Mangiamorte." Incominciò il grande Signore Oscuro, con
voce bassa e sibilante. "Purtroppo, solo alcuni di voi, potranno godersi
il divertimento principale questa volta, ne sono spiacente."
Un lento mormorio si levò dalle file di
incappucciati, con molta probabilità scontenti della decisione del loro
padrone, ma non abbastanza stolti da rivelare i loro pensieri.
"Tranquilli, tranquilli."
Intervenne di nuovo il potente mago oscuro, sedando gli animi. "Come
sapete, è mia precisa intenzione far sì che tutti abbiate modo di fare la
vostra parte. Ragion per cui, ho deciso, che mentre alcuni prescelti si
occuperanno di nostre vecchie conoscenze, voi altri, vi diletterete
nell'uccidere un po' di babbani... giusto per depistare l'attenzione di quegli
sciocchi battlemage!"
Il mormorio sembrò mutare tono.
Draco si fece avanti, chiedendo il
permesso di parlare. "Mio signore." Si inginocchiò. "Posso
domandarvi chi sono questi... 'prescelti'?"
Il Signore Oscuro sorrise malevolo.
"Tutto a suo tempo, giovane Malfoy. Sappi che tu sei tra di loro e che il
tuo obiettivo sarà quell'insulsa sgualdrinella, di cui tempo fa ti sei
rifiutato di occuparti."
Sul pallido volto del giovane, si fece
largo un sorriso compiaciuto. "Molto bene, mio Signore, vedrò di non
deluderla."
"Inoltre..." Continuò il
viscido mago, puntando gli occhi rosso sangue sul ragazzo. "Devi far sì
che la nuova arrivata tra noi, si ambienti al meglio. Sono certa che Beatrice
non avrà niente in contrario, non è vero, mia cara?"
Il viso della giovane Lestrange si
contrasse. Nonostante ciò, però, tacque e assentì, più per orgoglio, che per
paura. Il suo sguardo gelido, percorse più volte le file dei Mangiamorte,
tentando di individuare tra di essi, un volto nuovo, mai visto prima.
Inutilmente.
"Non angosciarti mia cara."
La anticipò Lord Voldemort. "Non è tra di loro che troverai il nostro
nuovo arrivo. Codaliscia la sta conducendo da noi, proprio adesso, sono certo
che arriveranno a momenti e sono certo, che per il giovane Malfoy sarà una
gradita sorpresa."
Le ultime parole, parvero turbare
parecchio la mora, che raddrizzò ulteriormente la sua posizione sulla sedia, in
un gesto impettito e sostenuto. Il mago oscuro, parve leggerle nella mente -e
lei fu certa che l'avesse fatto sul serio-, poiché ghignò soddisfatto.
"Posso... domandarvi di chi si
tratta?" Chiese Malfoy, incuriosito, ignorando lo sguardo inceneritore di
chi aveva comprato la sua libertà e la sua vita.
"M-mio S-Signore... h-ho portato
la ragazza..."
La voce di Peter Minus, interruppe
Voldemort, il quale -con una certa urgenza- fece segno ad un gruppo di
incappucciati di scostarsi, per far passare la figura, avvolta dal mantello
nero convenzionale. Questa si arrestò accanto a lui, facendo scivolare il
cappuccio sulle spalle e sorridendo ai presenti nell'antro, proprio di fronte a
lei. Draco spalancò gli occhi.
"Accogliete tra di vuoi, uno dei
miei fiori all'occhiello... la signorina Parkinson."
* * *
"Sto bene, davvero..."
Insistette Lynn, mettendosi a sedere sul lettino della sala del pronto soccorso
magico. "Ti prego, Remus, non guardarmi così... ti dico che ora è tutto
apposto."
Il licantropo era a pochi centimetri da
lei, in piedi, e le teneva una mano tra le sue, guardandola con rimprovero.
"Lynn, sei un'incosciente. Ti pare possibile ridurti in queste condizioni
per il lavoro?"
Lei abbassò il capo. Effettivamente,
ammise a se stessa, doveva aver esagerato un pochino. No, forse un po' più di
pochino. Da quando Remus era stato inviato in missione, lontano da Londra, lei
si era buttata a capofitto nel lavoro. Si allenava costantemente e aveva
intensificato l'addestramento delle reclute, mangiava molto poco e male, spesso
accontentandosi di qualche tramezzino al bar, e dormiva ancora meno.
"Hai ragione, scusa... non volevo
farti preoccupare." Mugolò dispiaciuta, mordendosi il labbro
inferiore.
Remus scosse la testa. "Ahh Lynn!
Ma cosa devo fare con te?! Hai quasi quarant'anni e ti comporti come una
bambina, devi imparare ad avere più cura di te stessa." Sorrise.
La donna ricambiò, mostrandogli la punta
della lingua. "E' inutile che mi fai la paternale, signor Lupin, quando
sono stata mandata in Scozia a richiamare i miei genitori e mi sono assentata
per una settimana, tu hai fatto la stessa identica cosa! Anzi, no, tu hai
proprio smesso di mangiare!!"
L'uomo dai capelli castani, tendenti al
biondiccio, rise di gusto. "Oh beh, da te non mi sarei certo aspettato
tanto. Non credo che saresti capace di smettere di mangiare, neanche se fossi
colpita da una profonda depressione!"
A Lynn, sfuggì un borbottio
imbarazzato.
"Concordo con Remus!" Affermò
una voce alle spalle dell'Auror.
Lynn si coprì la bocca con entrambe le
mani e spalancò gli occhi, quel giorno di un bel verde scuro. "Oh per
tutti i maghi!! Jonnhy!!" Balzò giù dal lettino e in pochi passi lo
raggiunse.
L'uomo, fissò sua sorella dall'alto del
suo metro e novanta, abbondante, mentre tentava di saltare per raggiungere il
suo collo per abbracciarlo e lo supplicava di abbassarsi. Piegò il busto in
avanti a la strinse a sé. "Sorellina..."
"Oh Jonnhy, neanche immagini
quanto mi sei mancato..." Mormorò staccandosi dall'abbraccio fraterno e
guardandolo con gli occhietti lucidi per l'emozione.
Jonathan Wolf le scompigliò i capelli
castani. "Smettila di chiamarmi con quel nomignolo, tappetta. Ho quasi
cinquant'anni, non posso più farmi chiamare come un ragazzino!" Alzò lo
sguardo verso l'altro uomo nella stanza, sorridendogli cordiale.
"Remus, è un piacere rivederti...
come stai?" Gli domandò, avvicinandosi e stringendogli una mano, in segno
di saluto.
"Uhm... direi bene, se escludiamo
il fatto che questo tornado in miniatura mi ha fatto scapicollare fino a qua,
da Durmstrang, per colpa di una delle sue bravate." Affermò,
sorridente.
L'uomo guardò la sorella, con aria di
rimprovero. "E' un santo Remus! Io ti avrei riempito la faccia di
ceffoni!" Addolcì lo sguardo. "Scherzo... anche perché rischierei di
prenderle, sul serio! Comunque sì, so tutto. Sono arrivato qualcosa come tre
ore fa, e mi hanno detto che mia sorella era ricoverata al St. Mungo."
Nel mentre, una Guaritrice, piuttosto
avanti con l'età, entrò nella camera della donna e la esortò a stendersi di
nuovo, per agevolarla nel compito di misurarle per l'ennesima volta la
pressione.
"E tu come stai?" Domandò
Remus.
"Non c'è male, diciamo." Fece
l'uomo con tono piatto. "Il mio giornale mi ha spedito qua, vuole che
collabori con la Gazzetta del Profeta, sai com'è... l'Inghilterra è il nucleo
centrale della guerra contro Colui-che-non-deve-essere-nominato... e poi a
quanto ne so, devo sostituire una collega, che è entrata a far parte del vostro
Corpo!"
Il licantropo sorrise, ma una vocina
alle sue spalle lo distrasse dai pensieri.
"Reeemus..." Lynn era seduta
sul lettino d'ospedale, col broncio bambinesco e gli occhioni lucidi
lucidi.
"Che ti succede, tesoro?" Le
domandò, facendosi più vicino e prendendole una mano tra le sue. "Ti senti
poco bene? Sei stanca? Hai ancora dolori?"
La donna ridacchiò. "Ho fame! E'
quasi un'ora che non mi danno cibo... ho atroci fitte allo stomaco!!
Pietà..." Fece, assumendo una posa teatrale, con mano spiaccicata sulla
fronte e sguardo sofferente.
Jonathan scoppiò a ridere, battendosi
una mano sulla fronte. "Ok, ok, vado io a prenderle qualcosa da mangiare..."
"...ma no dai! Non vi vedete da
tanto, avrete mille cose da dirvi!!"
"Remus, tranquillo, resterò per
parecchio qua a Londra, avrò molto tempo da passare con la mia sorellina... o
almeno... si spera..."
* * *
Non appena la riunione fu terminata, le
fila di Mangiamorte si ruppero, e numerosi incappucciati si riversarono nel
salone principale di Villa Malfoy, discutendo degli ordini appena
ricevuti.
Draco raggiunse una raggiante Pansy, ferma sulla soglia del portone in quercia,
da cui si accedeva all'antro del Signore Oscuro, mentre quest'ultimo, lanciava
occhiate compiaciute a Beatrice, seduta con postura rigida sul suo scanno da
"braccio destro".
"Parkinson..." La salutò con
poco vigore, fermandosi a pochi passi da lei. Non che le piacesse
particolarmente vedere la sua ex, nonché compagna di Casa, ma almeno tutto
questo giocava a suo favore, dal momento che l'adorabile viziata Lestrange, si
stava rodendo dalla gelosia in religioso silenzio, a non troppa distanza da
loro.
Gli occhi scuri di Pansy brillarono.
"Malfoy..."
"Via via, cosa sono tutti questi
formalismi?" Domandò, quasi ripensandoci il biondino, avvertendo
distintamente un paio di fari verdi incandescenti alle sue spalle. "E'
vero, non ci siamo lasciati troppo bene, ma non vedo il motivo per cui portare
ancora rancore... se non erro, adesso perseguiamo lo stesso obiettivo,
giusto?"
La ragazza ghignò, scostandosi una
ciocca lunga e castana dietro le orecchie. "Draco, Draco... non sono più
la svenevole ragazzina che ti veniva dietro, implorante un tuo sguardo. Non c'è
bisogno che fingi di fare l'amicone con me, solo per far ingelosire quella
-indicò Beatrice, con un cenno della testa- so bene, anzi benissimo che 'state
insieme'." Marcò bene le due ultime parole.
"Non ti si può nascondere proprio
niente, mia piccola Pansy, vero?" Chiese malizioso, incrociando le braccia
al petto. "Sei la regina del pettegolezzo anche qui, in queste
circostanze."
Pansy scosse la testa, divertita.
"Oh no! Stavolta nessuna voce, Draco. Spiacente di deluderti. E' stato il
mio attuale compagno, nonché Mangiamorte come te, ad informarmi della cosa...
pensava che io, avessi ancora dell'interesse per te."
Il biondino parve incuriosito e
continuò a discutere, ignorando di nuovo lo sguardo tagliente di Beatrice.
"E... chi sarebbe il tuo attuale compagno, Pansy? Tiger? O forse
Goyle? Ricordo che aveva una cotta per te, ai tempi di Hogwarts."
La ragazza scosse la testa boccolosa,
sorridendo. "Oh no! Cosa vai a pensare! La mia famiglia, dopo il tuo tradimento,
ha pensato bene di promettermi in sposa a Theodore Nott e... devo ammettere che
il nostro rapporto funziona perfettamente, sempre meglio di come andava quando
stavamo insieme noi."
Draco tacque per qualche istante, rivolgendole
poi un ghigno. "D'accordo, mi sembra inutile quindi, chiederti se vuoi
fare un giro della Villa con me e magari fermarci a prendere una burrobirra, in
ricordo dei vecchi tempi..."
Pansy parve pensarci un po' su.
"Mhm... se è solo per una burrobirra si può fare, Draco... non credo che
Theodore abbia niente in contrario."
Il ragazzo incappucciato sorrise
compiaciuto.
La voce di Beatrice, si levò nel
salone. "Zietto!!!"
Draco si voltò, credendo di incrociare
gli occhi grigi di suo padre. Quando guardò alle sue spalle, però, si ritrovò
davanti un paio di occhi azzurri -quasi blu- tremendamente gelidi, immersi
nell'oscurità.
"Oh! Horatius... che piacere
rivederti, era un po' che non ti facevi vivo." Fece Voldemort, con sottile
contentezza, mista a noia.
La moretta scese dal sedile, andando
incontro all'uomo, che l'abbracciò, sorridendo appena. "Piccola, è un bel
po' di tempo che non ci si vede, come stai? Passata la crisi
post-Azkaban?"
Beatrice arricciò il nasino, ancora tra
le braccia dello 'zietto'. "Oh mai avuta una simile crisi, zio. I
dissennatori non possono nulla contro la tenacia dei Lestrange."
Pansy posò le mani sui fianchi,
guardandola torva. "Ma se tua madre è impazzita..."
Draco pensò bene di salvare la pelle della
sua vecchia conoscenza, spingendola nel salone antistante quello in cui si
trovavano e sussurrandole "Ci vediamo dopo, aspettami alla Testa di
Porco." La ragazza si allontanò, scoccandogli un'occhiata stupita.
"Draco, tu non conosci zietto,
vero?" Chiese la mora, col suo solito tono che voleva sembrare suadente.
L'uomo scostò lo sguardo sul biondino. Uno sguardo gelido.
Il ragazzo rabbrividì, cercando di
mantenere il suo innato contegno. "No, non ho avuto il piacere. Ho un
altro zio, dunque?"
"Oh no no no!" Fece lei, con
una risata argentina. "Lui non è nostro zio naturale, Draco. Lui è
Horatius McPhee, è amico di zio Lucius e di papà dai tempi di Hogwarts. Per
questo lo chiamo 'zietto'!"
A Draco si gelò il sangue nelle vene.
McPhee. Ciò significava che il padre di Luna era vivo e per di più, era di
fronte a lui.
Una domanda, più di altre mille, pulsò
nella sua mente. Se il padre di Luna McPhee era vivo, e a quanto sembrava,
frequentava anche la cerchia di Mangiamorte di Lord Voldemort, come aveva
potuto acconsentire ai numerosi tentativi dei suoi colleghi, di far fuori la
figlia?
"Avrai tempo, giovane Malfoy...
" Incominciò l'uomo, gelandolo nuovamente con gli occhi cerulei, quasi gli
avesse letto nella mente. "...di fugare ogni tuo dubbio."
* * *
SBAM
La porta della stanza d'ospedale si
spalancò di colpo e un attimo dopo, un ciclone in gonnella, si precipitò
all'interno, con aria trafelata e sguardo stravolto.
"Lynn!!" Urlò la mora,
gettandosi sull'amica, seduta sul lettino e afferrandola per le spalle.
"Come stai? Tutto bene? Che ti è successo? Che hanno detto i medici? Che
hai?"
La licantropa la guardò storta,
stringendole i polsi e allontanandola da sé. "Ehi ehi, calma, altrimenti
tutto quello che non ho, me lo farai venire tu con la tua delicatezza!!"
"Ah... ehm... scusa."
Ryta si sistemò la gonna del tailleur,
sedendosi su una sedia di fronte al lettino e sorridendo a Remus, che aveva
preso posto accanto alla 'malata'.
"Non ho niente, tranquilla."
La rassicurò Lynn, agitandole una mano davanti al volto. "E' stato solo un
malore dovuto al poco riposo..."
"...e al poco mangiare, e al
nervoso... sì, sì lo sospettavo, è stata la mia prima paura, quando ho saputo
che Remus era stato mandato in ricognizione a Durmstrang, ma speravo di
sbagliarmi."
"Non ti sbagliavi, a quanto
pare... la nostra Lynn è ancora una diciottenne irresponsabile." Esclamò
la voce di Sirius alle sue spalle. Ryta non si voltò nemmeno. Lynn sorrise
forzatamente, non perché ce l'avesse con l'amico, ma solo per la battuta che
aveva appena lanciato.
Lupin sorrise all'amico, guardandolo
mentre si appoggiava con la spalla allo stipite della porta, in una posa
rilassata. "Ehilà, vecchio mio! Finito il turno d'ispezione al
Ministero?"
Sirius sbadigliò. "Oh sì, due
palle che non ti immagini! Ma cosa credono? Che Voldemort si nasconda tra le
scartoffie dell'archivio? O nei sotterranei della zona X? Andiamo... è una cosa
ridicola!"
Ryta scoppiò in una risata cristallina,
per poi voltarsi e guardarlo in cagnesco. "Imbecille!! Sai bene che il
pericolo non sta nel fatto che Voldemort possa nascondersi nel Ministero, ma
che ci sia qualche incantesimo spia, o peggio qualche congegno babbano che gli
permetta di sapere troppe cose! Inoltre... sai bene che possono esserci
infiltrati!"
"Oh oh, vedo che il caratterino
della piccola Falck, non ha abbandonato neanche la splendida donna che è
diventata..." Disse una voce profonda e calda.
L'Auror Falck sgranò gli occhi,
trovandosi di fronte il primo ragazzo, di cui si era presa una cotta, ai tempi
di Hogwarts. Jonathan Wolf. "Jo-Jonathan..."
"In persona, mia cara..."
Fece lui, allargando le braccia. Si avvicinò con passo leggero, posando sul
comodino della sorella quattro tramezzini e una bottiglietta di succo di
zucca.
"Che... che ci fai qui?"
Tartagliò lei, posandosi una mano sulle labbra; negli occhi, ancora, tutta la
sorpresa che non riusciva a mascherare. Sentì chiaramente il cuore farle un
triplo salto mortale e fu terrorizzata dall'idea di arrossire più di quanto già
non lo fosse.
Jonathan le rivolse un sorriso
malizioso. "Oh, il piacere è tutto mio, a quanto pare..."
Ryta scosse la testa. "Ma... cosa
dici? Sono contentissima di rivederti!" Si alzò di colpo, gettandogli le
braccia al collo.
Lynn e Remus ridacchiarono, notando
l'espressione beota sul viso dell'amica e quella furente, chiaramente evidente
su quello di Sirius. Non si era mosso di un millimetro dall'entrata della
stanza ed era diventato paonazzo, mentre stringeva le mani a pugno e digrignava
i denti. Non ne erano sicuri, ma era probabile che tremasse, anche.
"Jonnhy, hai un effetto devastante
sulla mia amica." Incominciò l'Auror Wolf. "Quindi, dal momento che
tra meno di mezz'ora deve riprendere il suo turno, ti spiacerebbe lasciarla
andare, cosicché possa riprendere la forza nelle gambe, che sembrano di burro
fuso?"
* * *
Dall'altra parte del St. Mungo, invece,
la calma sembrava regnare sovrana. Tutti i ricoverati più o meno gravi,
riposavano tranquilli.
"CHE COSA?!"
Un urlo, aveva invaso quel silenzio
rilassante che si era creato nel corridoio B del reparto "Shock
Magici". Nella camera 101, al secondo piano, una ragazza dai capelli neri,
stringeva convulsamente le lenzuola tra le mani, scuotendo la testa in segno di
diniego e continuando a fissare l'amica, col camice da guaritrice, con aria di
supplica. Un'altra ragazza, dai capelli ricci e ribelli -l'autrice dell'urlo-,
stava in piedi diritta davanti all'infermiera.
"N-non è possibile... " Aveva
semplicemente replicato, invece, la mora. "I-io non posso... no, non
posso..."
La ragazza dai capelli rossi, aveva
scosso la testa, con un'aria mista tra l'allegria e la mortificazione. "Mi
spiace, l'esito delle analisi e degli incantesimi fatti su di te, conferma che
è proprio così. Luna, davvero... non so che dire..."
Hermione si passò una mano tra i
capelli, scoppiando in una risata isterica. "Ok, ragioniamo. " Si
bloccò, colta da un'altra risatina. "Ginny, hai controllato bene gli esami
del sangue? Delle urine? I raggi? L'incantesimo rivelatore?"
L'amica annuì. "Non c'è alcun
dubbio, purtroppo." Aveva abbassato il capo.
C'era stato qualche minuto di silenzio,
nervoso, teso, durante il quale solo il lieve rumore dei loro respiri e quello
un po' più forte di persone che andavano e venivano all'esterno della camera,
aveva riempito l'aria gelida del momento.
"Ehi Luna!" Aveva esclamato
la voce di Harry, entrato in quel momento con Ron al suo fianco. Entrambi
avevano l'aria sorridente e gioviale, ma erano anche visibilmente stanchi,
segno che cercavano di portare un po' di allegria all'amica. "Come ti
senti og-... ma che succede?"
Le tre ragazze erano rimaste nel loro
mutismo. Hermione aveva fatto qualche passo e si era avvicinata alla finestra
che dava sul cortile, posando le mani strette a pugno sul davanzale. Ginny si
era tolta gli occhi, appendendoli al camice, e si era massaggiata gli occhi,
mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento. Luna non parlava, stringeva ancora
il lenzuolo tra le dita ed aveva l'aria sconvolta di chi ha appena ricevuto un
pugno a sorpresa, in pieno stomaco.
"Ginny... Luna... Hermione? Che vi
prende?" Aveva chiesto Ron, compiendo qualche passo in avanti e precedendo
Harry, fermo sulla soglia della porta. "Ci state spaventando."
La rossa parve l'unica in grado di
formulare una frase di senso compiuto. "Sono... arrivate i referti medici
di Luna, quelli... finali, dico."
L'Auror moro parve irrigidirsi.
Oltrepassò la porta e si avvicinò all'amica, prendendole una mano -ancora
stretta alle coperte- e guardandola preoccupatissimo. "Ehi piccola, che
cos'è quel faccino? Andiamo, non sarà niente di grave, al giorno d'oggi tutto è
curabile e tu sei sempre stata in grado di superare tutto..."
Luna alzò lo sguardo, incrociando
quegli occhi -verdi e splendenti come i suoi-. Scosse la testa e chiuse le
palpebre, respirando forte forte, per poi riaprirle. "Sono incinta,
Harry."
Il ragazzo parve sconvolto dalla
notizia. La guardò qualche istante, incredulo. "Non... cioè... Ginny -fece
rivolgendosi alla ragazza- è... ha..."
Ginny annuì. "Sì, Harry e sì...
abbiamo controllato tutti gli esami almeno una ventina di volte, ma è proprio così.
Luna è incinta, è nel primo mese, ancora."
"Quindi... il padre..."
Balbettò, cercando conferma negli occhi dell'amica bruna. "E'...
Malfoy."
Dagli occhi di Luna scese qualche
lacrima. "I-io... sì, Harry. Non... non ho dubbi al riguardo. E... e onestamente
non so cosa pensare. Dovrei essere felice, al settimo cielo ed effettivamente
lo sono, davvero, sì... lo sono, ma è tutto così improvviso, io e Draco non
stiamo più insieme. Come... come credete che prenderebbe una notizia di questo
tipo?" Si coprì gli occhi con entrambe le mani.
I presenti nella stanza si guardarono,
totalmente ammutoliti e preoccupati.
Ron le prese l'altra mano, dopo aver
fatto il giro del lettino. "Ascolta, ascoltami Luna." La ragazza alzò
lo sguardo, gonfio di lacrime. "So che è uno shock tremendo e posso
immaginare che tu non sappia che pesci pigliare, ma davvero... qualsiasi
decisione tu prenda, ricordati che indipendentemente da tutto hai noi.
Capito?"
Luna annuì e accolse con gioia le
coccole sui capelli, da parte di Hermione, che le sorrideva con apparente
serenità, scambiandosi uno sguardo eloquente con Ginny.
"Ehm... però... ora io dovrei
dirlo a lui, vero?" Fece un po' titubante, abbassando gli occhi e
posandoli successivamente su Harry. Questo, in risposta, prese un forte
respiro, sentendo che di lì a pochi secondi, sarebbe arrivata l'unica domanda
che non avrebbe mai voluto udire dall'amica. "ma... sapete dov'è?"
Continua…
Ed ecco a voi il quarto capitolo!! Puntuale eh? Eddai su...
un applauso me lo merito, sono stata fedele alla promessa. Capitolo 3
pubblicato venerdì 11, capitolo 4 pubblicato venerdì 18, per fortuna che non è
capitato di 17 -.-'''
Che casino eh?! E ora? Come faranno Harry, Ron, Hermione,
Ginny e soprattutto quella povera, piccola Luna a riprendersi dallo shock? E
come le potranno mai dire che Draco, il padre della creatura che aspetta, è tra
i Mangiamorte? (Lo vado a riprendere con la forza e lo faccio ragionare a suon
di sberle NdHarry Giusto, amico!! Vengo con te!! Ti pare possibile che si
sbatta quella troia di sua cugina?! NdRon Ok, ok basta, altrimenti mi
intervengono anche Lady, Lynn e Ryta e si scatena la 3° guerra mondiale...
NdLunaRassegnata)
Vi aspetto al prossimo aggiornamento ^^
Ma passiamo ora ai fedelissimi lettori della mia storia,
che lasciano sempre un commentino e tanta gioia nel mio cuoricino di perfida
assassina smaciullaossa =° Grazie, vi adoro, sono così commossa che sarei
tentata di risparmiare la vita di qualcuno (escludiamo a priori la famiglia
Lestrange, altrimenti muoio io -.-), ma... ho detto "sarei"... quindi
andiamo avanti!! ^^
Marcycas - The Lady of Darkness: polvere eravamo e polvere ritorneremo!
[NdLunaCheTentaDiConfortareDracoDopoLeMinacceDiLady] Eheheh ok, trip mentali a
parte tuoi, che sai benissimo non posso nè smentire, nè confermare, diciamo che
qualcosina c'è di mezzo. Cosa ha avuto Luna... ehm... credo che l'hai capito e
mi spiace dire che, no... l'entrata di Draco nei Mangiamorte non ha niente a
che vedere con la salute della sua ex fidanzata, tutt'altro, credo che ora
incominceranno i casini (perché? Quelli che hai creato fino ad ora, come me li
chiami? NdLady Zitta tu, che in quanto a casini stai messa peggio di me e non
dimenticare ciò che devi fare NdLunaIncazzata Sembri tanto Beatrice quando dici
ste cose NdLady Ma vuoi morire giovane?! NdLunaImbufalitaBacchettaAllaMano) Ti
aspetto per il prossimo capitolo!! ^^
Angele1987: azie,
azie!! ^^ Troppo gentile...!! Sono contenta che sia il mio stile, che la
caratterizzazione dei personaggi ti piaccia. Di capitolo in capitolo cerco di
dare il meglio, per far sì che la storia diventi sempre più interessante e meno
noiosa =P per quanto riguarda le OneShot, diciamo che... presto avrai altro da
leggere ^^
Eirinya: Effettivamente
ancora non ho spiegato tutto, per non rovinare la scena, ma un piccolo
riassunto lo posso fare. Silente convoca gli Auror migliori ad Hogwarts perché,
rispetto al quartier generale, è un punto sicuramente più sicuro. Più difficile
da attaccare. Per quanto riguarda le materie, devono farle, per un motivo che
spiegherò più avanti ^^'' non ti rovino tutta la sorpresa dai! ^^ Sono contenta
che ti piaccia, torna a leggermi presto =)
Ryta Holmes: Uhauhauhauhauha
la scena della bava è entusiasmante, peccato che anche in questo caso ce ne sia
una simile!! E cioè quando spunta il bel Jonathan-a-rischio-stupro-Wolf!! XDD
Cerca di fare la brava bambina, Rytuccia adorata e aggiorna presto,
altrimenti... potrei sempre decidere di farti tornare con Hayden ¬_¬ No, dai
non sono così sadica, c'hai pure gli esami di mezzo... a proposito... IN BOCCA
AL LUPO!! =***
Sunny: Se si
risolverà dici? (me schiva una Crucio di Ryta) Ehm... non lo so (me schiva una
Crucio di Lynn) ci devo pensare!! (me schiva una Avada Kedavra combinata di
Harry e Ron). Intanto la situazione non è delle migliori, effettivamente sì.
Hai visto chi è tornato in scena? Il nostro caro Horatius! (che tu già conosci,
visto che segui Preludio! ^^) Quant'è fiQo quell'uomo!! =D Va beh, dal momento
che sto ancora sotto ispirazione, vado a continuare la storiella!! Fammi sapere
se questo aggiornamento ti è piaciuto =***
Lynn Wolf: Ahh Lynn,
Lynn [Luna scuote il capo, rassegnata] Non solo mi distruggi un intero capitolo
[Luna ride, stile scarafaggio con l'asma...], ma mi ti senti pure male!! Per
fortuna che adesso ci sono Remus e Jonnhyno a prendersi cura di
te!! Sperando che... [Luna guarda i due abbracciati] Sirius non commetta
una strage (ehhh l'invidia NdRyta Ma che invidia e invidia zitta te!! NdSirius
Piantatela!! Non si litiga pure nei commenti!!
NdLunaConLaBacchettaIlluminataPericolosamenteDiVerde) e che quei due non
facciano troppo gli smelensi.
Prossimo capitolo: "Una situazione spinosa"
<- e quando mai XD
Luna Malfoy!!
E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi
aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^
Ah!! E date un'occhiata a "Strade", la mia prima
OneShot su HP, e non l'ultima ^^
P.S. Avviso i gentili lettori che 'finalmente' è stata
aggiornata "Preludio" =D Buona lettura!! ^^
Gli ultimi raggi di un pallido sole
primaverile, sparivano dietro nuvole rosa. Una luce arancione, rischiava lo
spogliatoio maschile, immerso nel più totale silenzio. Le ombre degli
armadietti, disposti in fila al centro dello stanzone, alternati da serie di
panche, si stagliavano sul pavimento di squallida plastica.
Harry sedeva davanti al suo, le braccia
abbandonate sulle ginocchia, le mani congiunte e il volto basso. Meditava. E sì
che ormai tutti sapevano che quando doveva pensare a qualcosa, qualcosa di
importante s'intende, doveva essere lasciato in pace. Da solo.
Non fu di questo avviso Sirius, che
irruppe qualche minuto dopo nello spogliatoio, con aria scocciata e palesemente
pronto a fargli ciò che in quel momento, lui proprio non voleva ascoltare:
l'ennesima paternale.
"HARRY JAMES POTTER! PER LA
MISERIA, COSA CAZZO ASPETTI A INCOMINCIARE AD ALLENARTI COME TUTTI GLI
ALTRI?!" Gridò furibondo l'uomo.
Ecco, è finita la pace...
"Arrivo, arrivo..." Cercò di
rassicurarlo, frettolosamente, alzandosi dalla panca e aprendo l'armadietto.
Tirò fuori una fascia e un paio di scarpe da ginnastica. Avrebbe dovuto
aspettare la sera, ad Hogwarts, per riuscire finalmente a pensare come
conven...
"ARRIVI? E' mezz'ora che i tuoi
compagni si stanno allenando, Harry!! Sei un capitano, hai il mio stesso grado,
è vero, ma ricordati che in quanto ad anzianità sono un tuo superiore e quindi
vedi di obbedire e rispettare l'orario delle mie lezioni." Sbraitò,
distraendolo di nuovo dalle sue riflessioni.
Harry lo guardò storto. "Ho detto
che sto arrivando, Sirius! O non ci senti? E d'accordo, farò più attenzione ad
arrivare puntuale, scusa tanto se in questa situazione di merda, voglio
fermarmi qualche minuto a riflettere, minuto che... visti gli orari di
addestramento e i turni di guardia, non riesco a trovare mai!!"
Sirius sbuffò. "D'accordo ascolta,
so benissimo cosa stai passando, ok? Posso sembrare insensibile, privo di
pensieri... ma so cosa ti frulla in quella testa! Ora... cerca di metterti nei
miei panni! Non puoi assentarti dalle mie lezioni di potenziamento fisico,
capisci? Ci sono un sacco di persone e tu sai a chi mi riferisco, senza che
faccia i nomi, che non perdono occasione di affermare che faccio favoritismi
nei confronti del mio figlioccio."
Il ragazzo si coprì il volto con una
mano. "Dimmi una cosa..."
"Cosa..." Lo esortò l'uomo,
avendo notato un'incrinatura di voce non del tutto normale.
"Per quale cazzo di motivo,
dobbiamo sopportare tutto questo? Perché? Cosa abbiamo fatto di male? Eh?"
Ringhiò il moro, dando un sonoro pugno all'anta del suo armadietto, facendola
chiudere con uno scatto netto e deciso.
"Non lo so." Rispose
semplicemente l'allenatore, sedendosi sulla panca su cui si trovava poco prima
il ragazzo, avendo capito dove volesse andare a parare con quel discorso.
"Non credo a chi dice che è perché nel mondo vivranno sempre bene e male e
che la luce deve sconfiggere l'oscurità. Credo che sia per quella cosa che
tutti chiamano 'destino' e che questo sia il nostro."
"Un bel destino di merda, che
abbiamo!" Rincarò Harry, sorridendo istericamente. "Noi, comuni
mortali con la fortuna o sfortuna che dir si voglia di essere maghi, chiamati
Auror, lottiamo contro il nemico cattivo e vediamo i nostri cari decimarsi,
rischiare la vita ogni giorno, soffrire per cosa? Per un fottutissimo figlio di
puttana che pretende di 'purificare' il mondo magico da maghi non degni e da...
me."
Tacquero entrambi, aspettando che un
paio di battlemage, entrati in quel momento per posare le sacche, uscissero,
sbattendo la porta. L'aria era gelida, sebbene fosse una limpida sera di
primavera. Tutto in quello stanzone sembrava più freddo e niente, pareva
trovare una giustificazione ai mille perché di Harry.
Il giovane Potter sospirò, sfregandosi
gli occhi verdi con il polso, nel tentativo di cancellare quella traccia di
lucidità che avevano assunto. "Come... avrebbe agito, mio padre? Cosa
avrebbe fatto o detto? Come mi avrebbe consigliato?"
Sirius piegò le labbra in un sorriso
amaro, scosse la testa e guardò il suolo per qualche istante, prima di alzarsi
e posare una mano sulla spalla di quello che, ormai, considerava suo figlio.
"Ti avrebbe detto di non lasciarti scoraggiare mai, perché i Potter sono i
migliori e non si devono arrendere davanti a nessuno (il ragazzo si lasciò
sfuggire una risatina). Ti avrebbe consigliato di proteggere le persone che
ami, quelle che stanno accanto a te sempre, nei momenti migliori e in quelli
peggiori. E probabilmente avrebbe aperto il culo a me, in privato, per averti
trascinato in questa situazione..."
Due lacrime scesero sulle guance di
Harry e un sorriso illuminò il volto incupito. "Non voglio che... i miei
amici rischino la vita. Sono stufo di vederli subire per causa mia. Hai visto
in che condizioni si è ridotta Luna? E Hermione... è sempre più stressata! Per
non parlare di Ron, che ormai cova talmente tanta rabbia, da poter uccidere a
mani nude il primo Mangiamorte che gli passa davanti..."
"Oddio, non credo che questo sia
così tremendo!" Ridacchiò l'altro, tornando di colpo serio. "No,
scherzi a parte, so perfettamente cosa vuoi dirmi. Noto che in tutto questo
dimentichi la piccola Ginny, anche lei fa parte del gruppo, giusto? Rischia di
meno, ma credo che sia quella di cui ti importa maggiormente, sbaglio?"
L'Auror lasciò cadere le scarpe per
terra, dirigendosi verso uno dei finestroni che davano sul cortile esterno.
Sospirò, passandosi una mano sulla cicatrice a forma di saetta. "Lei è
quella di cui mi preoccupo di più. Neanche immagini quante volte sono stato
tentato di lasciarla libera, Sirius. Eppure egoisticamente ho voluto averla
ancora al mio fianco, di nascosto a molti, facendole rischiare la vita. Che
stronzo, eh?"
Il patrigno lo guardò addolorato,
scotendo la lunga chioma nera e prendendo a fissare i pantaloni di rayon neri,
dotati di tasconi laterali, che si stavano bagnando delle gocce di sudore che
scendevano lungo il collo abbronzato, andando ad impregnare anche la canotta di
cotone verde militare.
"Non sei uno stronzo Harry."
Mormorò una voce alle loro spalle.
Il ragazzo, interpellato, alzò lo
sguardo e si voltò, incrociando gli occhi verdi e tristi di Luna. Indossava la
divisa da Auror. Come sospettava... non aveva perso tempo e si era subito
rimessa al lavoro, in servizio, nonostante le sue condizioni non glielo
permettessero.
"Che ci fai tu, qui?" Domandò
secco, Sirius. "Sei ancora convalescente, non dovresti essere ad Hogwarts,
a riposare?"
Luna parve infischiarsene altamente,
continuò a guardare il suo amico dritto negli occhi. "Non darti pena,
Harry. Sei innamorato e la vuoi al tuo fianco. Non è un errore, anche se io
sono la persona meno indicata a farti questo tipo di discorso..."
"Non dire così..." La
tranquillizzò lui, sorridendole cordiale e avvicinandosi per sfiorarle poi una
guancia bianca.
La ragazza lo guardò con amarezza.
"Ho imparato una cosa nell'ultimo anno e mezzo. Quando nasci destinata a
soffrire, hai due sole possibilità: farlo da sola o farti aiutare da
qualcuno... perché in ogni caso soffrirai lo stesso. Sai... credo di aver
sbagliato scelta."
"Co-cosa vorresti
dire?"
"E' colpa mia se sono finita
all'ospedale in quelle condizioni, non tua." Fece con tono risoluto e
deciso. "E' mia la colpa di come stanno andando le cose, anche, non puoi
accollarti tutte le responsabilità. Voldemort non cerca solo te, o meglio, c'è
qualcun altro che cerca me. Strekon e Falck già lo sanno, come lo stesso
Silente. E... ed è... tutta mia la..." Harry sgranò gli occhi.
"...no, non hai altre colpe,
Luna... nessun altra colpa, capito?" Le gridò contro, scuotendola per le
spalle, sotto lo sguardo apprensivo di Sirius.
"Invece sì..." Bisbigliò,
quasi non avesse fiato in corpo. "Non fare il mio stesso sbaglio, Harry,
non farlo. Non allontanare Ginny, o quando ti renderai conto dell'errore che
hai fatto, anche involontariamente, sarà troppo tardi e magari sarà lei a non
volerti... e a commettere... qualche sciocchezza." Singhiozzò, coprendosi
il volto con le mani.
Il soldato annaspò, cercando più volte
di prendere aria. "Tu... tu sai!"
* * *
I corridoi ampi e oscuri di Villa
Malfoy, si illuminarono del tiepido calore delle torce magiche -appese ai muri
di pietra nuda-, al passaggio del giovane padrone di casa.
Draco Malfoy, camminava con fare
spedito e sicuro, facendo ondeggiare il nero mantello da Mangiamorte sulle sue
spalle, dal quale si intravedevano appena i jeans larghi e scuri e la maglietta
in tessuto sintetico, dello stesso colore del mantello. A terra, risuonavano
gravi e pesanti, i suoi passi, marcati dagli anfibi militari che indossava.
All'improvviso, si bloccò. I suoi
sensi, sviluppati alla perfezione durante l'addestramento come Auror, lo
avvertivano di una presenza alle sue spalle. Impugnò la bacchetta e si voltò,
pronto. Percepì di nuovo quella sgradevole sensazione del sangue che gela nelle
vene e ancora una volta, a provocargliela furono gli occhi azzurri e privi di
emozione di Horatius McPhee, fermo a pochi passi da lui.
"Buonasera, giovane
Malfoy."
Draco sentì chiaramente un brivido scorrergli lungo la schiena, a causa del
tono freddo e piatto utilizzato dall'uomo che aveva di fronte. La barba
lievemente incolta, la pelle abbronzata, i capelli appena più lunghi del
necessario e di un castano molto scuro e soprattutto le sopracciglia, disegnate
in maniera spaventosa, gli conferivano un'aria da psicopatico.
Riacquistò il sangue freddo tipico
della sua famiglia e lo fissò. "Buonasera, McPhee."
Il tocco delle scarpe nere di Horatius
sul pavimento si fece più vicino, fino a quando l'uomo non gli fu praticamente
accanto. "Dove ti dirigevi con passo così... impaziente? Se non erro,
queste camere, appartengono alle deliziose Mangiamorte..." Draco non batté
ciglio. "...ma io sono certo che tu, ti stessi dirigendo nella stanza
della mia graziosa Beatrice. Non è vero?"
"Se anche così fosse, non vedo
cosa ci sarebbe di sbagliato. E' la mia compagna, lo sanno tutti." Ribatté
atono, forse anche annoiato il biondino, osservando il punto in cui stava prima
il Mangiamorte, che adesso gli girava intorno.
L'uomo si passò una mano sul mento,
puntando gli occhi al soffitto, con aria pensosa. "La tua compagna, dici?
Mhmhm ma a me risulta che la tua compagna, fosse mia figlia, Malfoy."
Draco si irrigidì. "Le risulta
male. Dovrebbe aggiornarsi."
"Che caratterino, degno figlio di tuo
padre." Sghignazzò con tono folle, l'altro. "Draco... Draco... qui le
cose sono due, mio caro figliolo." Gli posò una mano sulla spalla,
premendo sulla stoffa del mantello. "O hai davvero le idee confuse, oppure
qui qualcosa non quadra... ricorda, puoi prendere in giro il Grande e Potente
Signore Oscuro quanto vuoi, ma non me."
Il biondino sorrise malevolo. "Oh,
quale coraggio! Osa ritenersi superiore al mio Signore, dunque? E sentiamo...
cosa può lei, che Lord Voldemort, invece, non può?"
La mano lunga e pallida di Horatius gli
sfiorò la fronte. "La tua mente, Draco, per me è come un libro aperto.
Qualsiasi tuo pensiero, idea, emozione, mi viene trasmesso istantaneamente e io
avverto che adesso in te, c'è un timore che tu cerchi di-" Si interruppe e
lo guardò, con una cupa soddisfazione nello sguardo.
"Diceva?"
McPhee sorrise sardonico. "Bene
bene, vedo che riusciamo a controllare le nostre emozioni, giovane Malfoy. Sarà
molto più impegnativo del previsto, estorcerti i pensieri... e ovviamente,
molto più divertente." Fece schioccare la lingua.
"Ammesso e non concesso che lei ci
riesca." Commentò divertito Draco, passandosi una mano tra i capelli
biondi.
L'uomo ricominciò ad orbitargli
intorno, rendendolo nervoso. "Coraggio, Draco, dì la verità. Cosa ti ha
spinto a tradire i tuoi compagni Auror e ad unirti a noi? Cos'é? La mia
dolce figlioletta non ti soddisfava quanto la nostra adorata Beatrice? O c'è
dell'altro? Magari... uno smanioso senso di vendetta..."
"Sua figlia non c'entra. O per meglio
dire, di lei non m'importa assolutamente nulla. Non la amo o forse, sì non l'ho
mai amata. D'altronde anche lei pare essersi sbagliata una volta. Sarà stato un
capriccio passeggero, sono soggetto a questi repentini sbalzi di umore, deve
sapere." Esclamò beffardo, non mancando di notare il sorriso soddisfatto
sul volto dell'uomo. "Ho solo ritenuto opportuno aprire gli occhi e
rendermi conto che ero dalla parte sbagliata. Io sono un Malfoy. Pretendo
soldi, potenza, lusso. E tutto questo, un semplice lavoro da Auror, non me lo
può certo offrire. Non ci vuole poi molto, per capirlo. No?"
"Quindi tu, ti saresti reso conto
di aver commesso uno sbaglio..."
Draco annuì. "Precisamente."
L'uomo fece per andarsene, continuando
a percorrere il corridoio del maniero, poi si voltò. "Ah, ma allora
toglimi una curiosità..."
Il biondino lo fissò interdetto.
La voce di McPhee risuonò un po' più
lontana, accompagnata da un'eco. "...per quale motivo, non ti sei ancora
precipitato a farti marchiare dal tuo Signore?"
* * *
Luna era ferma in un angolo della
palestra. Ron ed Harry, stavano combattendo, spade alla mano. Seduta su una
panca c'era Hermione, a cui era stato assegnato Hayden come compagno, in piedi
poco distante dal "ring".
Ogni tanto abbassava lo sguardo,
scuoteva la testa e si dirigeva verso una sedia, accanto alla quale aveva
abbandonato la sacca con la bottiglia di acqua.
L'ennesima volta decise di sedersi e
rinfrescarsi, bevendo a piccoli sorsi. Alcune gocce d'acqua caddero sul completo
di cotone, pantaloni fin sotto al ginocchio e canotta grigi.
Sospirò.
Quella mattina si era sentita una
stupida.
Si era alzata dal letto felice,
mangiando la colazione che le era stata portata in camera dagli elfi domestici
di Hogwarts, per preciso ordine di Madama Chips, che le aveva severamente
proibito di far tutte quelle scale per andare in Sala Grande.
Si era rilassata un po' nella vasca da
bagno, giocando con le bolle come una bambina; si era avvolta nell'accappatoio
e si era messa di fronte allo specchio. Un grande specchio, che le mostrava la
sua figura per intero.
Aveva posato le mani in grembo, aprendo
appena la spugna che indossava. Non si notava ancora niente. Nessuno, se
l'avesse guardata, avrebbe detto che era incinta.
E aveva pensato che era normale; la sua
mente era tornata alle parole che le aveva detto il padre di Lynn, il Medimago
che la stava seguendo. Non si sarebbe notato che un leggero gonfiore, ma solo
tra il secondo e il terzo mese. Non di certo prima.
Si era ritrovata a fantasticare su come
sarebbe stato vedersi col pancione, poter ascoltare il battito cardiaco del suo
bambino, sentirlo crescere e prendere forma dentro di lei. Aveva sorriso come
una scema per tutto il tempo, continuando a fissarsi.
Un bambino, il suo bambino.
Poi c'aveva riflettuto. Quell'esserino,
ancora così piccolo, che presto avrebbe scalciato, preteso più cibo, fatto
sentire la sua presenza... non era solo suo.
Aveva aperto uno dei cassetti del
comodino in legno antico e aveva estratto una foto. Si era seduta sulle
lenzuola verdi e aveva preso ad accarezzare la superficie liscia del ritratto
magico che aveva tra le mani.
Due ragazzi, l'una mora, l'altro
biondo; guardavano dritti nell'obiettivo della macchina fotografica,
perfettamente seri e abbracciati, accarezzando l'uno i capelli
dell'altra.
Qualche lacrima le era corsa sulle
guance e lei non aveva fatto niente per impedirlo.
Quel bambino era tanto suo, quanto di
Draco. Ma Draco in quel momento non c'era, non era lì con lei. Aveva commesso
il suo stesso sbaglio e si era allontanato, chiudendola fuori dal suo mondo e
schierandosi dalla parte del nemico. Abbandonandola...
Come avrebbe reagito, se avesse saputo
che se ne era andato, proprio quando stava per diventare padre? Malfoy...
padre. Suonava strano, non male questo no, ma... sì strano. Già era difficile
immaginare Draco Malfoy innamorato o troppo preso da una donna, figuriamoci
padre e magari... marito!
"Luna?!"
Scosse la testa, ritornando al
presente. Era ancora seduta sulla sedia in plastica bianca, nella palestra. Ora
c'era Hermione ad allenarsi, e a quanto poteva vedere Hayden non se la stava
cavando proprio benissimo. La sua amica era fin troppo agile.
Davanti a lei, André Duval. La guardava
con quei suoi grandi occhi grigi, così simili a quelli... no, basta pensare in
negativo. Doveva smetterla di rimuginarci su e comunque, di simile non avevano
proprio niente. Gli occhi del ragazzetto di fronte a lei erano così...
trasparenti, troppo ricchi di emozioni rispetto a... perfetto! C'era ricascata!
"Dimmi, André..."
Il ragazzo si passò una mano tra le
ciocche nere e roteò gli occhi. "No, niente, volevo solo... come
stai?"
"Direi bene, grazie." Replicò
secca lei, pur sorridendogli cordiale; le mani intrecciate sul grembo.
"Ah-a bene, sono contento."
Fece, ciondolando un po' sui piedi, in modo impacciato. "Ahem dunque, io
volevo... ecco... chiederti se ti va di, ecco sì,
uscireconmeunaseradiqueste..."
A Luna venne spontaneo ridere, per
quella maniera insolita di chiedere un appuntamento. Ci rifletté un po' su. In
fondo lei ora era single e aveva anche bisogno di divertirsi, dato che non era
un periodo propriamente felice.
"...ma sì, perché no!"
Esclamò con una nota, forse anche eccessiva di entusiasta. Fu felice di
constatare che il volto del giovane André, si era illuminato alla sua risposta
positiva.
"Ah beh, dunque, questo venerdì
sono di turno... ma, che ne dici del prossimo?!"
La mora non dovette rifletterci molto.
Da quando aveva subito lo shock da Maledizione senza Perdono, le avevano
impedito di fare sforzi inutili. Ciò significava, niente allenamenti extra e
pesanti, niente turni di controllo in giro e utilizzo delle sue forze, solo in
casi di vera emergenza e già sapeva, che se ci fosse stato qualche attacco,
avrebbe dovuto puntare i piedi, per riuscire a convincerli a farla collaborare.
"D'accordo. Alle nove? Così... almeno ho il tempo di prepararmi, dopo
l'ufficio."
Duval sorrise. "Perfetto." La
salutò con la mano e si avviò verso gli spogliatoi, con passo
dinoccolato.
"Che voleva André?!"
Riconobbe immediatamente la voce di Harry. Spostò lo sguardo dal ragazzo che
aveva appena lasciato la palestra al suo amico, fermo di fronte a lei, con le
mani nelle tasche dei pantaloni larghi, verde militare.
"Oh nulla! Solo invitarmi ad
uscire, venerdì prossimo." Rispose serafica, rivolgendogli un caldo
sorriso.
Il ragazzo la squadrò e prese a
ridacchiare. "Poverino, avrei voluto vedere la sua faccia, quando si è
beccato un bel NO!"
Luna inarcò un sopracciglio.
"Scusa, cosa ti fa pensare che abbia detto di no?!" Non si accorse
neppure che Ron ed Hermione si erano avvicinati, stanchi morti.
Harry la guardò stranito. "Cioè...
tu vuoi dirmi che... hai detto di sì? Esci con lui?!"
Il tono di voce tra l'ironico e il
nervoso, non le piacque affatto. Storse la bocca in una smorfia di disappunto.
"Perché? Conosci forse un qualche motivo per cui non dovrei uscire con
Duval? Ha qualche malattia contagiosa? Oppure pensi dovrei forse rinchiudermi
in clausura, Harry?!"
Hermione giocò d'anticipo, sulla
risposta dell'amico. "Ma no! Hai fatto benissimo, Luna. In fondo un po' di
divertimento ti farà bene, bada a non sforzarti troppo però, d'accordo?!"
La moretta si alzò di scatto dalla
sedia, gettandole le braccia al collo, sorridendo felice. "Grazie
Hermione, tu sì che sei una vera amica!" Detto ciò, riservò una linguaccia
ai maschi del gruppetto e uscì dalla palestra a testa alta, con finto fare
offeso.
"...ma Herm, sei forse
impazzita?!" Le chiese Harry, passandosi una mano tra i capelli e
spettinandoli più del solito. "Hai appena detto a colei che considero una
sorella, di gettarsi tra le grinfie del lupo cattivo!"
La riccia scosse la testa, ignorando
Ron che annuiva, appoggiando la teoria dell'amico. "Oh andiamo è
ridicolo!! Hayden è il lupo cattivo. Duval è innocuo... e poi, che dovrebbe
fare, Luna? Rinchiudersi in casa, a tessere e disfare la tela, in attesa
dell'amor perduto, come faceva Penelope?!"
"Chi?!" Domandò Ron confuso,
grattandosi la nuca.
"Lascia perdere..." Ribatté
sconfortata, tornando a concentrarsi su Harry. "Allora?! Andiamo, Duval sa
perfettamente quanto teniamo a lei e sa che è appena uscita dall'ospedale, non
credo sia tanto ingenuo da farle qualcosa, sapendo che noi gli salteremmo
addosso al primo capello che le torce. Siamo realisti..."
Harry ciondolò un po' sulle scarpe.
"E' solo che..."
Ron lo seguì. "...noi..."
"...vi stavate abituando alla
presenza di Draco nella sua vita. E nella vostra..." Concluse lei, per
loro, guardandoli con sarcasmo. Dato il loro silenzio, intuì di aver centrato
il 'problema'.
Un forte bagliore, provenne dai
ciondoli degli Auror presenti in sala. "EMERGENZA! ATTACCO DI MANGIAMORTE
NELLA VICINA SCUOLA ELEMENTARE BABBANA!!"
* * *
Un gruppo abbastanza folto di
incappucciati, bacchette alla mano, aveva costretto la classe IV A della scuola
elementare St. Dave, periferia di Londra, contro il muro. I bambini,
raggruppati contro la parete, presi per mano, guardavano i loro assalitori con
gli occhioni sgranati e tremavano, incerti su cosa sarebbe accaduto di lì a
poco.
Il rumore provocato dalle urla degli
insegnanti e degli studenti che erano riusciti a fuggire, e ora si trovavano
tutti intorno all'edificio, completava perfettamente quel paesaggio confuso e
spaventoso, accrescendo la paura dei piccoli.
Improvvisamente un forte boato,
distrasse i Mangiamorte. La porta della classe, che affacciava sul corridoio
ovest dell'istituto, era stata buttata a terra e in mezzo alla polvere, avevano
fatto il loro ingresso alcuni degli Auror più in gamba.
"Ma che noia..." Mugolò
lamentosa una delle streghe oscure, calandosi il cappuccio e mostrando la
chioma nera come la notte. Hermione, Ron, Harry e Luna, presenti sul posto
insieme a Sirius e Remus, accorsi per l'emergenza, non tardarono a riconoscerla
come la giovane Lestrange. "Non ci si può più divertire... con voi!"
Luna ghignò, impugnando la katana.
"No, carina, quelli annoiati siamo noi. Personalmente mi sono stufata di
ritrovarti sempre tra i coglioni!!"
Beatrice finse di scandalizzarsi,
spalancando occhi e bocca. "Oh per la barba di Merlino!! Che termini
scurrili! Non mi meraviglia che il mio tesoro ti abbia abbandonata..."
Harry e Ron si scambiarono un'occhiata
apprensiva, notando l'attimo di défaillance che aveva colto la loro amica,
rimasta ferma a squadrare l'avversaria.
"Smettila di parlare e pensa a
combattere, stupida oca senza cervello!" Ribatté Hermione, facendo tornare
l'amica alla realtà. "...oppure sei tanto brava solo a parlare?!"
La Mangiamorte bloccò i suoi colleghi
con un cenno della mano. Il sorrisetto falso che aveva dipinto sul volto,
contribuiva a renderla ancora più odiosa agli occhi della ragazza dai capelli
ricci e castani. "Ma io... non voglio combattere contro di lei
-indicò Luna- per quello, ci pensa il mio tesoro, non voglio fargli perdere il
divertim-"
"Stupeficium!!" Urlò la
giovane McPhee, colpendola in pieno petto e spedendola contro un muro.
"Ora vediamo se hai ancora voglia di scherz-"
"Spiacente, questo non lo dovevi
fare..." Sibilò una voce bassa e pungente, da sotto lo spesso cappuccio
nero di uno dei Mangiamorte in prima fila, davanti ai bambini. Le si avvicinò e
quando fu a pochi passi da lei e dal gruppo, calò la stoffa scura, rivelando la
sua identità... già intuita da alcuni battlemage.
Harry sentì una rabbia accecante,
scorrergli nelle vene, alla vista di quegli occhi grigi come l'acciaio.
"Sirius, Remus... prendete i bambini e smaterializzatevi fuori, c'è Ginny
con altri Guaritori e ricercatori, se ne occuperanno loro!!" Suggerì,
interrompendo momentaneamente la lotta dei due adulti con alcuni maghi oscuri.
Tutto intorno a loro, il caos.
Battlemage e Mangiamorte combattevano fino all'ultimo incantesimo, usando se
necessario anche armi babbane. Solo Luna pareva non notare niente, era rimasta
immobile, con lo sguardo fisso di fronte a lei, puntato in quegli occhi che
conosceva fin troppo bene.
"A-allora era tutto vero..."
Mormorò appena, cercando di ricacciare indietro le prime lacrime, già pronte a
fare capolino dalle iridi verdi.
Draco Malfoy, avvolto nel suo mantello
da Mangiamorte, le rivolse un ghigno perfido. "Non so a cosa ti riferisci,
ma se pensavi che la mia entrata nelle file del Signore Oscuro, fosse una
notizia falsa, ti sei illusa!! Come vedi... sono qui, ragazzina!"
A Luna cadde la katana di mano.
Nonostante si fosse ripetuta per tutta la settimana e lo avesse sentito dire da
Strekon, Sirius e persino il generale Falck, in quegli attimi si era resa conto
che una piccola parte di lei, ancora ci sperava. Sperava fortemente che Draco
non si fosse alleato con il nemico, che tornasse da lei...
"E proprio perché sono qui, ho
intenzione di fare ciò che avrei dovuto già tanto tempo fa!!" Esclamò
deciso, puntandogli la bacchetta contro.
Harry si fece poco più avanti.
"Aspetta Draco, ragiona!!"
"Ragionare dici, Sfregiato?!"
Lo canzonò, ridendo divertito. "No, non è nei miei programmi... piuttosto,
uccidervi tutti, lo è!"
Ron serrò la mascella, portandosi poco
distante da Luna. "Brutto pezzo di merda!! Non osare toccarla... o ti
pentirai di essere nato!! CHIARO?!"
Il biondo si finse spaventato. "Oh
e se no, cosa mi fai Lenticchia!? Mi lanci qualche incantesimo
'MangiaLumache'?!" Il volto del giovane Weasley, assunse la stessa
tonalità dei capelli.
L'Auror Potter, però, non si diede per
vinto. Avanzò ulteriormente. "Malfoy!! C'è una cosa che devi saper-"
"Zitto!!" Lo interruppe Luna,
fulminandolo con uno sguardo tagliente. "Vuoi uccidermi? Torturarmi?!
D'accordo... fallo..." I tre amici la guardarono stupefatti, pronti ad
intervenire.
Gli occhi metallici del Mangiamorte
brillarono. La bacchetta ancora salda nella sua mano, puntata dritta al petto
della strega che aveva di fronte. "Certo... così mi togli un po' il gusto
ma... CRUCIO!!"
Continua…
Firulì, firulà... [Luna fischietta, tentando di guadagnare
terreno, per evitare di essere colta da Anatemi mortali] Ahem dunque,
soddisfatti? Venerdì 25 giugno, a distanza di una settimana, eccomi qui con il
nuovo aggiornamento. Sebbene questa volta le recensioni siano state molto poche
._. Ma va beh, fa niente!!
Che ne dite del nostro Draco? Sarà cattivo, come dimostra palesemente a Luna e
i suoi amici, o nasconde qualcosa come dice il mio adorato Horatius
McPhee?!? Ehhh chissà, chissà... anche se, a giudicare da come ho
lasciato il capitolo, direi che tanto buono non è e che interesse nei confronti
di Luna, non ne prova affatto. Piuttosto sembrerebbe che si preoccupi di più di
Beatrice!! Ahhh se sapesse che insieme alla sua ex, sta uccidendo anche suo
figlio o figlia!! Ma... non lo sa!! Eehhehe!! ^^
Detto ciò, io mi congedo, ci tengo a vivere... inoltre,
volevo avvisarvi che, dal momento che venerdì prossimo qui con me ci sarà il
mio tesoro dolce [no, non Draco -.-], non potrò aggiornare e quindi, se tutto
va bene... [ebbene sì] il nuovo capitolo lo vedrete con un giorno di anticipo!!
[Non gioite, potrei decidere anche di spostare a lunedì l'aggiornamento :\
dipenderà tutto dal tempo a mia disposizione!!]
Passiamo ai ringraziamenti:
Marcycas - The Lady of Darkness: Ti ringrazio per gli auguri, ma se continuiamo così,
mi sa che invece che ad un battesimo, tu e Marcycas sarete ospiti di un
funerale. ç.ç Visto come si comporta male Draco? E' impazzito, tutta colpa di
quella sciacquetta!! Mica come il tuo, che ha finalmente aperto gli occhi e ora
è di nuovo con Rose *-* [Luna ancora sta rileggendo il capitolo e finirà per
consumarlo!!] E Horatius? Dillo... non è un padre di merda, perfettamente
sadico e adorabile?! Eh! Lady solo tu mi capisci!! =°°° Bacio =*
Angele1987: Draco tra
i buoni, mi sa che al momento non è una cosa fattibile, visto e considerato che
mi sta uccidendo Luna ._.'' Anche questo chap, direi che è abbastanza
rivelatore... tu che ne dici? Soddisfatta?!? ^^
Ryta Holmes: Uhauhauhauhauhauha
oddio basta co sta cosa della bava o non arrivo viva al prossimo capitolo!! Il
che... non è che sia grave, dal momento che sto per perdere uno dei personaggi
fondamentali ^^ qualcosa mi dice che stavolta Draco se ne uscirà senza qualche
arto [per mano tua e di Lady!!] Ehm... io intanto scappo, che fino a prova
contraria la responsabilità di tutto è mia!! XD bye!!
Lynn Wolf: ma forse
era meglio se non ti dicevo di recensire XDD Mi hai di nuovo distrutto la
storia! ^^ Scherzi a parte, sono contenta che ce l'hai fatta. Anche perché ora
che parti, ti perdi tutti gli aggiornamenti XD A meno che non usi il PC
portatile! ^^ Ok ok... intanto vado a scrivere, ti lascio mangiare in pace -.-
[Luna guarda una Lynn tutt'altro che attenta, tutta presa da una pila di
focaccine col miele]
Prossimo capitolo: "Chi non muore, si rivede"
<- uhauhuhuah pessimo modo di dire, nelle mani di una come me XDD
Altra nota: ho pubblicato la storia "Il Morso del
Serpente" ^^ Dategli un'occhiata su!!
Luna Malfoy!!
E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi
aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^
Il corridoio C del St. Mungo, reparto
Shock Magici, brulicava di persone, Medimaghi e Auror, in fermento.
Ron continuava a percorrere il
corridoio avanti e indietro, in un moto perpetuo, sotto lo sguardo spazientito
di Hermione, che accarezzava la testa di Luna. La giovane soldatessa, aveva il
volto nascosto tra le mani e solo qualche raro singhiozzo, tradiva il suo stato
d'animo.
"E' colpa mia..." Bisbigliò,
asciugandosi gli occhi con il polso. "...è tutta colpa mia..."
"Shhh, calmati." Le sussurrò
la strega, cercando di farle sollevare il volto, con una mano premuta sotto al
mento. "Non è colpa tua, ok?! Nessuno l'ha costretto a farlo. Voleva
proteggerti... anzi, proteggervi."
La mora alzò la testa, incrociando lo
sguardo triste, color cioccolato, dell'amica. Le gettò le braccia al collo,
nascondendo il volto nella massa di capelli crespi e castani, lasciando libero
sfogo a tutta la sua rabbia e frustrazione. Sapeva che non ce l'avevano con
lei, lo sentiva. Glielo stavano dimostrando da... oddio, non sapeva nemmeno lei
quanto tempo era passato. Seduta, in quel corridoio, in attesa di una notizia
sulle condizioni di Harry. Ma non riusciva a liberarsi di quel peso all'altezza
del cuore. Aveva sfidato Draco Malfoy, o meglio, ciò che restava di colui il
quale conosceva come Draco Malfoy e lui non solo aveva accettato la sfida, ma
le aveva lanciato addosso la Maledizione senza Perdono, senza battere ciglio,
ignaro del fatto che in quel modo avrebbe torturato lei e probabilmente ucciso
suo figlio.
Quello era stato il suo primo pensiero,
quando aveva visto arrivare il fascio di luce rossa. Non lei, non la sofferenza
che già troppe volte aveva patito per via di quelle Cruciatus maledette. No, il
suo primo timore era stato che potesse succedere qualcosa a quella nuova vita
dentro di lei. Così piccola, così indifesa. Quella stessa vita che stava per
avere fine, proprio per mano della persona che l'aveva creata.
A quel pensiero, le lacrime sulle sue
guance aumentarono a dismisura, bagnandole completamente il viso. "Ti...
rendi conto Hermione?! Se non ci fosse stato Harry, se non si fosse messo in
mezzo tra me e... e Draco io... io..." Un singhiozzo strozzato, bloccò la
sua frase a metà.
Hermione lanciò un'occhiata al suo
ragazzo, finalmente fermo, attento allo sfogo dell'amica. "Coraggio, so
che è dura da accettare, Luna. Ma questo non è il momento di lasciarsi
andare."
Gli occhi verdi della strega,
abbandonarono la divisa da Auror del Tenente Granger. Fu sul punto di
rispondere qualcosa, ma la sua attenzione fu catturata dall'uscita di Ginny,
dalla camera in cui avevano portato il loro amico. Si alzò di scatto dalla
sedia, travolgendo l'amica, seduta al suo fianco.
"Ginny!! Dimmi... come sta...
Harry?!"
Virginia le sorrise confortante.
"Tranquilla. Ha la corazza dura."
Luna tirò su col naso. Una lacrima fece
capolino dai suoi occhi, solitaria. "Non lo dici solo per rassicurarmi,
vero?!"
La rossa scoppiò in una risatina.
"Rifletti. Tu sei stata colpita da un sacco di Cruciatus e sei ancora
viva, pensi che Harry, molto più forte di te, possa essere stato piegato da una
sola Maledizione senza Perdono?! Davvero. E' tutto apposto."
Una mano di Ron si appoggiò sulla
spalla della mora, che sorrise grata all'amica. "Posso vederlo?!"
Ginny però storse la bocca, un tantino
combattuta. "Uhm, ok! Però non lo affaticate troppo. In fondo, anche se è
stato colpito da una sola Crucio, dopo ha continuato a combattere e questo lo
ha indebolito parecchio, non mi stupisce che abbia perso i sensi!"
Il soldato dai capelli rossi annuì e le
si avvicinò, accarezzandole una guancia. "Sei la ricercatrice e la
sorella, migliore del mondo! Harry è fortunato..."
La ragazza arrossì furiosamente e
sgranò gli occhi, subito imitata da Luna, che la fissò interdetta. Hermione,
invece, se la rideva sotto i baffi, mentre lo seguiva fin dentro la stanza del
loro migliore amico.
* * *
Le cortine del letto a baldacchino,
rivelavano la presenza di due corpi distesi affianco. Un ragazzo e una ragazza,
seminudi. L'uno vestito di un semplice paio di pantaloni neri, a petto nudo, i
biondi capelli lunghini, sparsi sul cuscino. L'altra avvolta in una sottoveste
di raso argentato, le lunghe gambe scoperte quasi del tutto e la chioma nera
aperta a raggiera sul guanciale.
Il ragazzo stiracchiò le braccia in
alto, rilassando immediatamente dopo la schiena, sul materasso. "Quant'è
banale e noiosa questa camera da letto, Beatrice. Dovresti fare qualcosa per
migliorarla. Ovunque mi giro non vedo altro che verde, verde e verde."
Per tutta risposta lei gli regalò un
broncio infantile, prendendo a tracciare figure immaginarie sul petto del
giovane, con le lunghe unghie smaltate di nero. "Non dire così... è il mio
colore preferito, lo sai! Però... effettivamente, stavo pensando di arredare di
nuovo tutto, magari con un bel rosso acceso, che ne dici?!"
Il biondo le riservò una smorfia
disgustata e scosse la testa. Provò ad alzarsi da letto, allontanando
bruscamente la mano della ragazza dalla sua pelle, ma il braccio della mora sul
suo torace lo bloccò. "Che c'è?!"
Beatrice mugolò maliziosa. "Sei
stato bravissimo, oggi, Draco."
Il Mangiamorte la guardò infastidito.
"Bravissimo?! Ma cosa vai blaterando?! Non ti sei accorta che non sono
riuscito a beccare la mia vittima?!"
Lei parve ignorare del tutto il tono
acido che le aveva rivolto e continuò a sorridere, facendolo distendere
nuovamente sul letto e sedendosi con fare sensuale sulle sue gambe. "...ma
non è mica stata colpa tua, tesorino." Lo rassicurò, piegandosi per
baciargli il petto.
Un respiro più forte sfuggì alle labbra
di Draco. "Che hai intenzione di fare?!"
"Voglio fare l'amore con
te..." Replicò schietta, con una nota di ingenuità nella voce, riprendendo
immediatamente a tracciare una scia di baci sul suo collo.
Con un gesto veloce, il biondo afferrò
la bacchetta sul comodino e senza farsi vedere dalla ragazza, intenta a
provocarlo, la portò alle sue spalle, mormorando un incantesimo.
Il corpo addormentato di Beatrice, gli
cadde addosso.
Fortuna che è leggera...
La spinse senza troppi riguardi
sull'altro lato del letto e si alzò, posando nuovamente la bacchetta al suo
posto.
Si avvicinò, scalzo, all'enorme
finestra che dava sul parco di Villa Malfoy. Il sole era ormai tramontato e il
cielo limpido e terso, lasciava intravedere le prime stelle della sera.
Uno spettacolo che ben pochi, in villa,
avrebbero ammirato volentieri. Troppo presi dai loro compiti e dai loro
omicidi.
Maledetto Potter!
Si ritrovò a pensare alla sua mancata
missione. Se non fosse stato per San Potter, a quest'ora la sua ex fidanzata si
sarebbe ritrovata nuovamente al St. Mungo, e probabilmente questa volta ci
sarebbe rimasta molto più a lungo, togliendosi definitivamente di torno. Invece
no... l'eroe doveva mettersi in mezzo e impedirgli di portare a termine il suo
piano.
Che tu...
Ma no! Non valeva neanche la pena
maledirlo. In fin dei conti lo aveva già fatto e non a parola. A fatti. Il che
rendeva tutto più divertente. Doveva ammettere, che da un certo punto di vista,
quell'imprevisto si era rivelato... utile. Da quanto era che desiderava
scagliare una Crucio su quel dannatissimo Sfregiato? Oh! Dalla prima volta che
lo aveva visto ad Hogwarts, in attesa che la McGranitt li conducesse in Sala
Grande, quando si era rifiutato di farsi dare una mano da lui, per scegliere
gli amici giusti.
Patetico...
Com'era patetico che il suo Signore
Oscuro non gli avesse torto un capello. Eppure aveva sbagliato! Doveva essere
punito. E invece quel rompipalle di Horatius si era messo in mezzo.
Giustificandolo. Possibile che Voldemort fosse così... rincretinito da non
accorgersi che il suo caro amico McPhee, gli stesse rubando palco? Non
si rendeva conto, il suo Lord, che ormai era una marionetta nelle mani di
quell'uomo?! Impossibile. E ridicolo.
Sì, assolutamente ridicolo.
Ma lui avrebbe fatto qualcosa. Avrebbe
capito cosa tramava Horatius McPhee. Lo avrebbe smascherato, messo in ridicolo,
umiliato. Così come sua figlia aveva fatto con lui, così come meritava che
fosse. Nessuno avrebbe mai potuto sottomettere il potente Signore Oscuro e la
sua cerchia di seguaci.
Mai!
Strinse le mani a pugno, fino a quando
le nocche non gli si tinsero di rosso.
Un leggero fruscio delle coperte lo
risvegliò. Possibile che fosse già passata mezz'ora?!
Si voltò a guardare Beatrice, di nuovo
sveglia. La osservò stiracchiarsi le ossa intorpidite e strofinare le gambe
snelle una contro l'altra, riservandogli un'occhiata maliziosa e
accattivante.
"E' stato bellissimo, Draco."
Lui le rivolse un sorriso
sornione.
* * *
Ormai erano dieci minuti buoni, che
Luna stringeva Harry per le spalle e soffocava singhiozzi nel suo collo. Ron ed
Hermione si erano allontanati per primi, lasciando l'ex Serpeverde da sola con
il loro amico, per andare a prendere qualcosa da bere.
"Luna..." Provò a
richiamarla, posandole le mani sulle spalle. "Ehi, piccolina, va tutto
bene. Guarda che se non ti calmi, mi ucciderai affogandomi con le tue
lacrime... altro che Anatemi!"
La mora ridacchiò divertita. Il volto
ancora nascosto nell'incavo del collo dell'amico. "Mi dispiace."
Sussurrò.
Quando si fu allontanata un pochino,
Harry la guardò negli occhi e le sorrise dolcemente. "Non devi
dispiacerti. Ci vuole ben altro per fermarmi lo sai. E no... non è colpa tua.
Quindi smettila di dirlo, non voglio più sentire queste scemenze, signorina.
Chiaro?!"
Luna gli scoccò uno sguardo non troppo
convinto. "...ma se non ti fossi messo in mezzo-"
"Se non mi fossi messo in mezzo,
ti avrebbe colpita. Avresti potuto non reggere un'altra Maledizione senza
Perdono, lo sai questo?!" Lei annuì. "Ricordati che ora non sei più
sola, hai un'altra vita da proteggere. E ti assicuro, che se fosse stato fatto
del male a te e al mio futuro nipotino, io avrei ucciso Malfoy con le
mie mani. E' questo, quello che vuoi?!"
"Se non lo uccidi tu, ci penserà
qualcun altro." Replicò secca e improvvisamente meno triste. "E' un
Mangiamorte ormai, qualsiasi Auror potrebbe farlo fuori. Qualsiasi."
Harry scosse la testa. "Ricordati
che prima di diventare uno di loro, era uno di noi. Non è così facile
sconfiggere Draco Malfoy, Luna. E' in gamba, privo di scrupoli... e soprattutto
non ha niente da perdere."
"..."
"Oh meglio..." Si corresse,
grattandosi la guancia con fare nervoso. "...ce l'avrebbe. Solo che lui
non lo sa."
La ragazza distolse lo sguardo dagli
occhi verdi del soldato, seduto in quel letto d'ospedale. "Già."
"Perché mi hai fermato, oggi?
Stavo per dirglielo."
Le sfuggì un verso sarcastico.
"Perché è giusto così."
Harry aggrottò la fronte. "...ma
magari-"
"No, magari niente!" Lo
anticipò innervosita. "Non sarà l'idea di aspettare un figlio da me, a
farlo tornare indietro. E se anche così fosse... sarebbe una cosa, innaturale.
Ecco sì, innaturale è il termine esatto!!"
Il moro le sorrise, divertito.
"Quanto sei cocciuta!!"
"Senti chi parla!" Ribatté,
facendogli la linguaccia.
"Ascolta..." Ricominciò,
facendosi nuovamente serio e cercando di incrociare i suoi occhi, parecchio
sfuggenti e colpevoli, in quel momento. "Quando è successo?!"
Luna inarcò un sopracciglio,
decidendosi a guardarlo in faccia.
"Voglio dire... so che stai
entrando nel primo mese." Si spiegò, un po' incerto. "Questo vuol
dire che, cioè è ovvio insomma... tu e Draco avete avuto un incon-"
"Più di uno, a dir la
verità." Mormorò con tono rammaricato, abbassando il capo per nascondere
le guance infuocate.
Harry spalancò occhi e bocca.
"P-più di u-uno?!"
La mora scosse la chioma
freneticamente, cercando di trarre un po' d'aria, per non morire soffocata.
"I-io... ecco, in realtà la prima volta è stata un mese dopo il nostro
arrivo ad Hogwarts. Non... volevo, davvero. Mi ha presa alla sprovvista, ma
poi... ho ceduto."
"Ma Luna..."
"Biasimami Harry. Fallo. Davvero,
me lo merito." Riprese dura, mostrando gli occhi luccicanti di lacrime
represse. "...ma cerca di capirmi, prima. Io lo amo, l'ho sempre amato. Ho
dovuto lasciarlo una volta, non per mia volontà e quando sono tornata... beh,
sapevo che non l'avrei riavuto. Ne ero certa. Quindi..."
"Quindi?!" La esortò. Ormai
era decisamente curioso di sapere che piega stesse prendendo tutto quel
macello.
"Quindi, quando mi ha baciata di
nuovo... io non ce l'ho fatta. Era violento, rabbioso, non c'era dolcezza, ma
non m'importava. Volevo, speravo, che in questo modo prima o poi avremmo
riavuto il rapporto di prima. Non mi interessava che mi usasse come sfogo. Non
mi ponevo il problema che si infilasse nel mio letto solo per riprendersi da
tutto il male che accumulava. Gli ero utile. Mi bastava questo." Gli
spiegò, con la voce rotta da un nuovo pianto, che premeva per uscire allo
scoperto.
Harry le accarezzò una guancia,
guardandola comprensivo. "Va tutto bene, non piangere ancora, ti prego. E'
stata una tua scelta. Non l'accetto, ma non ti biasimo. Ok?!"
Luna annuì; una lacrima le scivolò
veloce sulla guancia arrossata.
"Mi togli una curiosità?!" Le
domandò, di nuovo serio.
"Se posso..."
Il giovane si stese sul letto. Osservò
per qualche istante il soffitto, in silenzio. Le mani a mo' di cuscino dietro
la testa. "Dici che sei stata costretta a lasciarlo una volta, ma non per
causa tua. Ecco, noi... non sappiamo quasi niente di quello che ti è successo
mentre sei stata via. Quel poco ce l'hai spiegato tu, quando sei arrivata tra
noi. Per il resto?! Perché non ci racconti cosa ti è capitato?!"
La ragazza spostò una ciocca nera
dietro l'orecchio. "Perché non so neanche io cosa mi sia capitato. Non ho
ricordi, precedenti al mio arrivo da Silente. Lui stesso mi ha spiegato che ero
sotto una Imperio, un nuovo tipo di Maledizione, che scatta solo quando chi te
la scaglia decide che deve avere azione. E poi... beh Draco mi ha detto che
l'ho lasciato, che ero fredda, cattiva e distante e siccome Silente mi ha
spiegato, che mentre ero sotto l'influsso dell'Anatema, il mio comportamento
era esattamente quello... ho fatto due più due."
"Hai mai provato a
ricordare?!" Chiese Harry, alzando appena la testa per guardarla.
Luna trovò molto interessante il
panorama che si ammirava dalla finestra, sebbene di interessante non ci fosse
nulla. Evitò di spiccicare parola per un po', poi sospirò rassegnata. "In
tutta onestà? No. Cioè... sì, ci ho provato, ma so che avrei potuto fare di
meglio."
Harry alzò velocemente la schiena dal
letto, prendendole una mano tra le sue. "C'è tempo. Ok? Non sforzarti.
Pian piano ricorderai tutto, stanne certa."
Toc toc
"Posso?!" Ginny era ferma
sulla soglia della camera d'ospedale.
Il soldato le rivolse un largo sorriso.
"...che domande!! Certo, vieni qui, prima mi hanno detto che sei stata tu,
insieme ai Medimaghi a soccorrermi, meriti una ricompensa!"
La rossa non se lo fece ripetere due
volte. Con passo deciso raggiunse il letto e lo abbracciò, sotto lo sguardo
intenerito di Luna. Lo stupì con un bacio mozzafiato, al quale il moro si trovò
costretto a rispondere, con foga, prima di rendersi conto che, pensandoci bene,
Ron era nei paraggi e sarebbe potuto entrare da un momento all'altro.
"...ma guardate quanto sono
spudorati!" Esclamò una voce... allegra?!
Appunto...
Harry mollò immediatamente la presa
sulla vita della ragazza e alzò le mani, sotto lo sguardo ilare di Hermione,
Luna e Ginny. Ron era entrato in stanza e, nonostante il suo viso non fosse per
niente arrabbiato (particolare sfuggito a Harry-occhiodifalco-Potter), aveva
assunto una posa teatrale, con le mani sui fianchi e la bocca distorta in un
ghigno a metà tra il giocoso e il nervoso.
"R-Ron!! Posso spiegarti tutto!!
Non è come credi!!" Si giustificò, con voce preoccupata, passandosi una
mano nella chioma nera, arruffandola ancora di più.
Il rosso si scambiò un'occhiata con
Hermione, sempre più incapace di trattenere un attacco di riso. "Inizia a
spiegarmi come mai non me l'avete detto!!"
"B-beh ecco, noi volevamo
aspettare il momento giusto." Incominciò a farfugliare, gesticolando con
le mani. "N-non ci sembrava il caso di dirtelo così, cioè... sappiamo
quanto tu tieni a Ginny e quindi... no, vero, Ginny?! Dai, avanti, diglielo!!"
"Sì, Ginny... diglielo!"
Rincarò Hermione, incrociando le braccia e facendo uno sforzo disumano, per
trattenersi.
Harry guardò la sua ragazza, con
apprensione.
"No anzi, Virginia... non dirmi
niente!" Continuò Ron, con finta aria burbera.
Il moro sbiancò, ignorando Luna, ancora
seduta sul suo letto, che gli dava le spalle per non farsi scoprire mentre
reprimeva una risata, ormai prossima a fuoriuscire. "Ma... ma..."
"...sì, sì non dirmi niente, tanto
sapevo già tutto..."
"Sì, ma fatti spiegare, in fondo
noi.... COSA?!" Domandò incredulo il soldato Potter. Le tre ragazze, alla
vista di un Ron attore perfetto e un Harry bianco come un cencio, con la bocca
spalancata e uno sguardo sconvolto, non resistettero più e scoppiarono a
ridere.
"So già tutto." Replicò secco
il rosso, a braccia conserte. "Mi avete preso per un idiota?! Andiamo... è
mia sorella e tu sei il mio migliore amico. A lei ho cambiato i pannolini, a
te... a te no, grazie a Dio, ma ti conosco abbastanza bene da sapere quando sei
innamorato e mi nascondi qualcosa!"
Harry scosse la testa, ancora stupito.
"Incredibile... "
"Eh! Come vedi i miracoli
esistono!" Ironizzò Ron. "Piuttosto... ora che è ufficiale, a tutti,
la vostra storia... posso dirti quello che bramavo snocciolarti già da un
po'."
L'amico fece una smorfia di dolore.
"Ahia..." Le ragazze scoppiarono di nuovo a ridere.
"Ahia un cavolo! E' comunque la
mia sorellina, quindi vedi di non esagerare. Non ci tengo affatto a diventare
zio così presto." Lo apostrofò deciso. "E tu, amico mio, sei tutto
meno che pronto a fare il padre."
Lo sguardo di Luna, ora rivolto ad
Harry, si spense. Lo scintillio provocato dalle risate, svanì e gli occhi,
prima di un verde acceso, si scurirono. Il ragazzo se ne accorse e dopo un
attimo di smarrimento, le afferrò le spalle, scuotendola leggermente.
"I-io..."
"Luna!! Che ti piglia!?!"
Chiese, mentre gli altri tre si facevano più vicini all'amica.
Fu questione di qualche istante e gli
occhi di Luna, tornarono di nuovo brillanti. "Io... ricordo, Harry! Ho
appena... rivisto qualcosa! Adesso ricordo!!"
* * *
Ryta e Jonathan percorrevano il lungo
viale alberato, che conduceva a casa della bella giornalista. Avevano passato
una splendida serata, fuori a cena. Era quello che ci voleva, per scaricarsi
dalla tensione accumulata il giorno prima, durante l'attacco. Una bella cena
tra amici.
"Mi sono divertita molto."
Ruppe il silenzio imbarazzante che si era creato, lei. Il rumore, provocato dai
tacchi delle scarpe nere, risuonava nell'aria serale, accompagnato dal verso di
un gufo.
L'uomo le sorrise gentile. In tutta la
serata, non era riuscito a staccarle gli occhi di dosso. Assurdo! Eppure aveva
la bellezza di quasi cinquant'anni, mica poco! Non era più un ragazzino al
primo appuntamento. D'altro canto, si era ritrovato a pensare più volte,
durante la sera, Ryta gli aveva sempre fatto quest'effetto, ma solo adesso, i
tempi sembravano maturi.
Quando lui aveva deciso di partire per
la Francia, di nuovo, dopo aver terminato il periodo di specializzazione a
Londra, immediatamente successivo al diploma presso Beauxbatons, lei era troppo
giovane e lui troppo preso dalla realizzazione del suo sogno.
Giornalismo.
Una passione che spesso li aveva
trovati complici di lunghe chiacchierate. Un sogno comune, che però li avrebbe
divisi. Non c'era tempo per una storia, per un "loro".
Almeno fin a quel momento.
"Anche io." Affondò le mani
nelle tasche del leggero completo, giacca pantaloni, grigio.
I loro sguardi si incrociarono e Ryta
cercò subito di fissare un qualcosa, che non fosse il viso di Jonnhy,
arrossendo vistosamente.
"Ehi, non ti facevo così
timida." Le sussurrò, accarezzandole una guancia, con voce bassa.
La donna si inumidì le labbra, un po'
tesa, prima di guardarlo negli occhi. "E' che tu... mi fai questo effetto.
Mi... imbarazzi. N-non tu eh! Voglio dire... il tuo sguardo."
Jonathan scoppiò a ridere. Si coprì la
bocca con una mano. "Oh scusa! E' che... è da tanto che una persona non mi
dice una cosa così... carina."
Ryta arrossì, se possibile, ancora di
più. "Che sciocca. Mi comporto come una ragazzina..."
"Ma tu sei una ragazzina..."
Le mormorò dolce, scendendo con la mano lungo la guancia, fin sulla linea del
collo, in una morbida carezza.
"Ma... ma cosa dici! Ho qua-...
insomma, non è così!" Balbettò intimidita da quello che, aveva tutta
l'aria di essere un complimento. Ormai abituata com'era a frequentare certi
soggetti, non si aspettava certo che qualcuno le dicesse cose così...
così... belle.
L'uomo la guardò con espressione dolce.
"E' così." Respirò il profumo, a pochi centimetri dal suo volto.
"Sei bella, come lo eri da ragazzina. E sei tu... la donna che mi ha fatto
innamorare tanti anni fa."
Il cuore di Ryta perse un battito,
prima di accelerare violentemente. "C-cosa stai dicendo?!"
"Che mi hai rubato il cuore, di
nuovo, Ryta Falck." Le sussurrò all'orecchio, schioccandole poi un bacio
sul collo.
Le mani della donna, corsero ai lati
del viso di Jonathan e pochi secondi dopo, le loro labbra si unirono in un
bacio passionale. Era da tanto che non si sentiva bene come tra le sue braccia.
Si sentiva protetta, felice. Il suo sogno di bambina, il ragazzo che amava
segretamente da bambina, le aveva rivelato i suoi sentimenti e ora la stava
baciando.
Il rumore di una gola che si schiarisce
li distrasse, facendoli separare da quel contatto così a lungo cercato.
Quando Ryta si voltò, si trovò di
fronte a un Sirius dall'aria indecifrabile. Davanti a lui, un ragazzo, di poco
più di vent'anni. La smorfia sul volto del più giovane, constatò la donna, era
un misto tra lo schifato e il divertito. Non le ci volle neanche un secondo per
riconoscerlo.
"Marcus... che ci fai qui?!"
Il ragazzo, dai corti capelli castani e
dagli occhi vispi dello stesso colore, sorrise sardonico. "Che bella
accoglienza, sorellina!"
Continua…
[Luna fischietta, timorosa che le fan dell'ex bambino
sopravvissuto, possano lanciarle qualche anatema mortale] Come avete potuto
constatare, non è stata colpita Luna dalla Cruciatus (peccato -.- ndlettori)
(grazie, vi amo anche io =.= ndLuna), bensì Harry, che per proteggerla si è
messo in mezzo. D'altronde considerate questo: è un uomo, ne ha ricevuta solo
una. Lei che dovrebbe dire che è una ragazzina e ne ha ricevute in quantità
industriali, in passato? -.-''
Chiedo scusa per il ritardo, ma purtroppo non ho avuto modo
di aggiornare questa storia, proprio no. D'altra parte mi rendo conto che devo
sbrigarmi a terminare tutti i miei racconti per un motivo preciso. A tal
proposito:
AVVISO [alla cortese
attenzione di Lady e Marcycas in special modo.]
La qui presente Luna Malfoy, da settembre (primi) si
trasferirà a Roma in via definitiva, ciò comporterà un piccolo problema: niente
PC. Ok, non sarà per sempre questa privazione, ma mi sa che per un annetto
buono, sarà così. Per questo motivo, ho deciso di sbrigarmi il più possibile
con la scrittura, tuttavia, mi rendo conto che c'è la possibilità che io non
riesca (tra lavoro e studio) a completare i miei lavori entro settembre, ragion
per cui ho deciso che continuerò (appena mi sarà possibile) a Roma e saranno
Ryta Holmes e Lynn Wolf a pubblicare i capitoli per me, con il mio nome ^^
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^
Passiamo ai ringraziamenti:
Marcycas - The Lady of Darkness: mi vien da piangere se penso che questa è
probabilmente l'ultima recensione a cui rispondo di persona ç.ç Voi tornerete a
settembre, quando io sarò ormai a Roma. Devo dire che non pensavo di
affezionarmi tanto ad una feroce assassina e ad una Grifondoro spudorata.
(ehi!! E io che sono?! ndRytaPerplessa ehm, tu sei un po' un mix
alleggerito di tutte e due -.- ndLunaSconfortata) Però è così e vi assicuro che
sono parecchio abbattuta dall'idea di lasciarvi :\ Questo però non mi impedirà
di leggere TLSR e di continuare a rispondere e commentare ^^ Buone vacanze... a
tutte e due (sperando che Lady torni buona e temprata dal viaggio -.-'''' ndLunaIllusa)
Angele1987: credo che
la preoccupazione principale di Luna, non sia "se gli dico del bambino
torna", ma "se gli dico del bambino se ne frega" e siccome è
anche figlio suo, una reazione di questo tipo la butterebbe parecchio a terra.
:\ Come puoi ben vedere... ho svelato molto di più in questo capitolo. Che ne
dici?! Abbastanza soddisfatta?! ^^
Ryta Holmes: ...e
ora, osa dire che non sono una brava bambina!! ^^ In un giorno ho completato il
capitolo e l'ho mandato. Sono un genio!! XD Almeno così mi evito la morte,
visto che so che in serata ci dobbiamo vedere -.-'' Ora non mi resta far altro
che dedicarmi all'altra storia e andare avanti con questa ^^ E la mia vita sarà
salva... vero?! [Luna arretra vedendo Ryta ancora incazzata, con la bacchetta
in mano.] "No che non è vero!" [Luna deglutisce] "Ma... ho
svelato parecchie cose... alcune tu già le sai, cosa vuoi di più?!" [Ryta
digrigna i denti, ridacchiando sadica] "Cosa?! Io non so niente di questi
ricordi, io non capisco il nuovo titolo e soprattutto mi devo vendicare perché
per colpa tua, Lady non ha fatto la scena Draco/Ginny" [Luna spalanca gli
occhi] "Ahem... dunque -classico tentativo di arrampicarsi sugli specchi-
oh! Guarda!! C'è Jonnhy nudo dietro di te!!" [Ryta si volta con gli occhi
a cuoricione, mentre Luna ne approfitta per scappare] "Bye bye!!"
Lynn Wolf: ehh e anche
tu sei partita. Chissà quando leggerai questa risposta e chissà quando
recensirai di nuovo. Sola e abbandonata da tutti. Tristezza -.- Ti stai
perdendo proprio gli ultimi capit- ops! Ho parlato troppo. Va beh, pazienza!
Spero che ti divertirai in vacanza, io mi diletterò
nell'uccidere/ferire/torturare/ridicolizzare qualcuno *-* C'è chi può e chi non
può... io può! (e non rubarmi le battute NdSirius) =***
Prossimo capitolo: "Decisioni"
Altra nota: ho pubblicato la storia "Il Morso del Serpente" ^^ Dategli
un'occhiata su!!
Luna Malfoy!!
E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi
aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^
"Miei fedeli, è quasi giunto il
momento tanto atteso da tutti noi." Pronunciò greve il Signore
Oscuro.
Dall'alto del suo scanno, nella Sala
allestita per le riunioni in Villa Malfoy, scrutava il folto gruppo di maghi
incappucciati ai suoi piedi. Alla sua destra, come sempre, sedeva Beatrice; le
braccia conserte e le lunghe gambe magre, accavallate e lasciate scoperte dalla
veste rossa da strega. Alla sua sinistra, invece, Horatius; fiero e altero,
come al solito.
Poco più in basso, in prima fila, i due
uomini della famiglia Malfoy, con accanto i coniugi Lestrange e Pansy
Parkinson, accompagnata dal futuro marito, Theodore.
"Il piano per la riconquista
totale del potere è ormai ultimato e questo periodo di terrore che siamo andati
a creare, ha fatto sì che le nostre mosse si facilitassero, anticipando così
l'ora X." Continuò, intrecciando le lunghe mani scheletriche di fronte
alla bocca. Gli occhi color sangue, saettarono in direzione del giovane Malfoy.
"Non mi importa cosa accadrà durante la battaglia. Non mi interessa chi o
quante persone dovrete sacrificare. Uccideteli tutti, se necessario. Ciò che mi
preme è uccidere Potter, personalmente."
Il rumore di una gola che si schiariva,
parve far tornare in mente a Lord Voldemort, un particolare sfuggitogli.
"Ah giusto. E' mia premura precisare che Horatius ha espresso il desiderio
di occuparsi lui stesso, della dipartita della sua giovane figlia. Ragion per
cui, mi atterrò alla sua richiesta, permettendomi però di affiancargli alcuni
alleati, tra i quali suggerirei Beatrice e Draco, che a quanto so, hanno un
conto in sospeso con la piccola McPhee."
"Con vero piacere!" Cinguettò
giuliva la bruna Mangiamorte, scoccando poi un'occhiata d'intesa con il
biondino, che però non le prestava attenzione, troppo preso dal discorso del
suo Signore.
A fine riunione, quando la folla di
Mangiamorte si sparpagliò per la Villa, prima di smaterializzarsi, Draco uscì
in tutta fretta dalla Sala principale, sotto lo sguardo inferocito di Beatrice,
che si era sentita ignorata per tutto il tempo.
Non si fermò a guardare suo padre,
prendere per un braccio Rodolphus e trascinarlo chissà dove, non fece caso a
Horatius, che si metteva a dialogare col Signore Oscuro, probabilmente dei
dettagli del piano. Si fermò solo quando una mano leggera, si posò sulla sua
spalla, facendolo voltare di scatto.
"Pansy..." Esclamò piatto,
trovandosi di fronte il volto della sua ex compagna di Casa. "Che vuoi?!
Non vedi che ho fretta!?"
La ragazza lo guardò offesa.
"Fretta?! Non mi sembra che il Signore Oscuro ti abbia dato qualche
compito urgente, dunque... perché tanta furia?!"
Draco incrociò le braccia al petto, con
fare stizzito. "Cosa vuoi?!"
"Parlare con te, Draco."
Rispose concisa. "Ti rubo pochi minuti, tranquillo."
"Non qui." Fu la sua
reazione, afferrandola per un braccio e spingendola avanti.
Attraversarono una serie di corridoi
stretti e bui ed entrarono in una stanza spoglia e sudicia. Non un solo quadro
alle pareti. In compenso una bella serie di ragnatele consistenti, pendevano
dal soffitto, con annesso inquilino a penzoloni dai fili biancastri.
Pansy si guardò intorno disgustata, ma
a Malfoy sembrò non interessare.
"Sentiamo."
La giovane Mangiamorte pulì un po' di
polvere, caduta sul mantello nero. "Voglio sapere se hai intenzione di
accettare l'incarico che ti è stato affidato."
"Di che parli..." Ribatté
atono, a braccia conserte.
Lei fece una smorfia esasperata,
alzando gli occhi al cielo. "Mi pare ovvio che sto parlando dell'assistere
McPhee, durante l'uccisione di Luna. Di cosa pensavi che stessi
parlando?!"
"Avevo capito perfettamente...
solo non mi andava e non mi va, di parlarne." Spiegò lapidario, inarcando
un sopracciglio. "Comunque non vedo una ragione valida, per cui non dovrei
assistere il braccio destro di Lord Voldemort, in un'azione che ha tanto a
cuore."
Pansy aggrottò la fronte.
"...Draco, devo forse ricordarti che Luna è la tua ex ragazza?! Hai
presente quella tipa che mi ha pietrificato in piena Sala Comune dei
Serpeverde?! Quella per cui mi hai lasciata, ridicolizzata e umiliata?! Per
quale motivo dovresti aiutare suo padre ad ucciderla?!"
Il viso del biondino si contrasse,
rivelando un'espressione furiosa. "Forse perché non mi importa più niente
di quella insulsa ragazzetta?! Per me può morire o vivere, la cosa non mi
cambia la vita. Anche se devo ammettere, che da morta non mi capiterebbe più
tra i piedi... e comunque, Pansy, questi non sono fatti tuoi!!"
La mora batté un piede a terra,
spostando dietro l'orecchio, un ricciolo sfuggito all'acconciatura. "E
invece sono fatti miei, razza di stupido!! Puoi ingannare chi vuoi, ma io ho
rinunciato a te per lei!! Non per un'oca da quattro soldi come Beatrice
Lestrange!!!"
"Non chiamarla oca... o te ne
pentirai amaramente!!" La minacciò, stringendole con violenza un
braccio.
La ragazza non si scoraggiò per così
poco. Si morse il labbro inferiore, trattenendo un gemito di dolore e lo guardò
inferocita. "E sentiamo... me la faresti pagare tu, Draco?! Andiamo... sii
onesto con te stesso, non t'importa niente di quella sciacquetta, e ancora non
mi spiego perché ci st-" Uno schiaffo in pieno volto la zittì.
"Non parlare di cose che non sai,
Pansy." Sibilò rabbioso, aumentando la presa sull'arto. "E
soprattutto, tirati fuori dai cazzi miei!! Sono. Stato. Abbastanza.
Chiaro?!"
Si voltò, inforcando la porta, quando
la voce della Mangiamorte lo bloccò.
"Quell'incantesimo che usi su di
lei... alla lunga le distruggerà il cervello!!"
Draco la guardò dapprima sconvolto, poi
sarcastico. "Ma come, tu stessa dici che Beatrice non ha un
cervello!"
Sbatté la porta alle sue spalle.
* * *
"Ti decidi ad alzare di più quella
gamba, Harry, o devo ingessartela?!" Brontolò nervosa Lynn, a braccia
conserte.
In tutta la palestra del quartier
generale, sede di allenamento fisico quotidiano dei ragazzi, non volava una
mosca. A parte il rumore prodotto dalle scarpe da ginnastica sul pavimento,
qualche spada incrociata e calci sul punchball, ognuno si allenava in rigoroso
silenzio.
Ormai erano più di due ore che Harry
provava quell'attacco, ma proprio non ne voleva sapere di riuscire a calciare
più in alto. Lynn, stava perdendo la pazienza, già da qualche giorno al
limite.
"Perdio!! Non devi fare una
carezza al tuo avversario, staccagli la testa di netto, se necessario!! Cosa
non hai capito della mia spiegazione?!?!" Urlò rabbiosa.
Il moro la guardò basito, imitato da
Ron, che fermò il suo attacco a metà, per fissare l'istruttrice di arti
marziali, in piena crisi di nervi. Anche Hermione parve colpita da
quell'atteggiamento, perché con un ultimo colpo, mise al tappeto Hayden e si
concentrò sull'amica, senza neanche prestare aiuto al suo collega, ancora
disteso per terra.
"Ok, scusate, non volevo alzare la
voce." Mormorò dopo pochi attimi, abbassando lo sguardo. "E' che
dovete impegnarvi ragazzi. So che fa caldo, so che avete mille preoccupazioni,
ma dovete essere al meglio. Non voglio che vi troviate impreparati ad un
prossimo attacco. Non me lo perdonerei mai."
Hermione le sorrise incoraggiante,
posandole una mano sulla spalla. "Tranquilla. Non è successo niente. Lo
sappiamo che ti preoccupi per noi eh! E' solo che anche noi siamo in pensiero,
ultimamente sei così... agitata!"
Gli occhi della donna si velarono di
ansia. "E' la luna. Tra qualche giorno sarà luna piena. Mi mette sempre un
po' di angoscia in questo periodo. Ho sempre paura che ci sia un attacco,
mentre io e Remus siamo lontani per la trasformazione."
"Capisco." Fece Harry,
avvicinandosi all'amica con un sorriso rassicurante. "Ma tu ci sei lo
stesso con noi, durante l'attacco. E' merito tuo se siamo così preparati e se
possiamo aprire il culo a quei figli di puttana!!"
Lynn scoppiò a ridere, la ragazza dai
capelli ricci inarcò un sopracciglio. "Quanto sei fine e delicato, Harry
Potter! Ron ti influenza negativamente." Disse, ignorando l'aria offesa
del rosso.
"Però ha ragione!" Affermò
una voce alle loro spalle.
Lo sguardo della licantropa, cadde sul
compagno. In piedi, poco dietro le sue spalle. Gli sorrise. "Non ti ci
mettere anche tu, eh! Ne ho abbastanza di lusinghe per oggi. Piuttosto, è tutto
pronto per quei giorni?!"
Remus annuì. "Oh sì, abbiamo
appena finito. Sirius m'ha dato una mano." L'uomo entrò giusto qualche
istante dopo, ancora parecchio accaldato e sudaticcio.
"Fatto tutto." Annunciò.
"Certo che l'ultima volta vi siete proprio messi d'impegno eh! Quella
povera cella non ha retto tutta la vostra potenza, volevate proprio uscire!”
“Stavolta prenderemo più pozione.”
Spiegò la donna. “Ne abbiamo richiesta di più apposta. Non vogliamo correre
rischi inutili. Se ci facessimo del male, saremmo tagliati fuori da eventuali
battaglie e personalmente non ci tengo proprio!”
A distrarre il gruppo di amici, ci
pensarono due voci, impegnate in una discussione piuttosto divertente, a
giudicare dalle risatine che potevano udire, appena fuori dalla palestra. Lo
sguardo di Sirius, notò Lynn, si incupì parecchio. Non mancarono di notarlo
anche gli allievi e il suo migliore amico.
Dall’immensa porta d’acciaio,
comparvero Ryta, in tenuta borghese piuttosto elegante e Jonathan Wolf, in
giacca e cravatta. Entrambi sorridenti, avevano alle costole un Marcus
Falckper niente divertito. Quando il
ragazzo adocchiò Sirius, i suoi occhi parvero brillare appena, prima di tornare
scuri e freddi.
“Fratellone!!” Esclamò Lynn correndogli
incontro e smanettando per farlo abbassare di poco, giusto il necessario per
poterlo abbracciare. “Come siamo eleganti, dove vai di bello?!”
L’uomo sorrise, accentuando di poco, le
rughe ai lati degli occhi. “Porto Ryta fuori a pranzo.”
“Vai anche tu, Marcus?!” Domandò
curiosa la donna, non mancando di storcere la bocca per far notare il suo
disappunto per tutta quella faccenda.
Il ragazzo scosse la testa,
freneticamente. “Non ci penso neppure!!” Negò, avvicinandosi con passo
dinoccolato al Capitano Black. “Vado a pranzo con lui!”
“Incredibile!” Fece Ryta sbalordita. “E
dire che quando eri piccolo non lo potevi sopportare!!” Hermione, Ron e Harry,
si lasciarono sfuggire una risatina, pensando ad un baby-Marcus, pronto a combinarne
di tutti i colori al povero malcapitato.
“La gente cresce.” Sibilò tagliente il
fratello. “Ah beh… mica tutti!”
L’attenzione dei presenti si spostò da
Marcus a Ryta, cercando di capire cosa volessero dire quelle parole e dove
volesse andare a parare. Inutilmente. Entrambi i fratelli avevano
un’espressione indecifrabile e dopo qualche minuto di silenzio teso, Ryta
afferrò per una manica Jonnhy, trascinandolo via da quel posto.
* * *
“Sottotenente McPhee.” La salutò il
comandante Strekon, fermo in piedi accanto alla sedia che occupava il generale
Falck.
La ragazza portò la mano di taglio,
sulla fronte e sbatté i tacchi degli anfibi militari. “Generale, comandante.”
“Riposo, riposo.” Fece l’uomo seduto.
“Possiamo sapere, come mai ha chiesto di vederci?!”
Luna attese un cenno del comandante,
prima di sedersi su una poltroncina di fronte alla scrivania. “Ecco, ho saputo
della missione che state organizzando, quella che prevede un infiltramento in
quel party organizzato da un probabile
Mangiamorte.”
“Ha saputo, sottotenente?!” Domandò
curioso Strekon, inarcando un sopracciglio, con fare irritato. “E se è lecito…
in che modo sarebbe venuta a conoscenza di questi fatti, assolutamente top
secret, almeno per il momento?!”
“Comandante, per quanto top secret
possa essere questa missione, le ricordo che siamo in una caserma.”
“E con ciò?!” La esortò a continuare il
generale, intrecciando le mani davanti alla bocca e fissandola torva. “Mi risulta
che alcuni di voi, lei inclusa, non risiedete più qui, ma nel vecchio castello
di Hogwarts.”
Luna sorrise sorniona, accavallando una
gamba e appoggiandosi allo schienale. “Le risulta bene, ma a me risulta che
passiamo più tempo qui, in mezzo ai nostri colleghi, che al castello. Con
questo, voglio solo farvi capire che in quest’ambiente, niente è realmente top
secret. La voce si sparge, la gente parla.”
“Vada avanti.”
“Voglio chiedervi di partecipare alla
missione, come infiltrata.” Tagliò corto lei, facendosi immediatamente seria.
Strekon si lasciò scappare un verso
ironico. “Questo è assolutamente impossibile! Anzi, direi, impensabile!”
“E per quale motivo?!” Chiese la
ragazza, visibilmente contrariata.
Falck prese un forte respiro, scuotendo
appena il capo. “Prima di tutto, è ancora inespert-“
“Non mi sembra, ho appena terminato
l’addestramento speciale.”
Il generale non si perse d’animo. “Le
devo ricordare le sue condizioni di
salute?!”
“No, direi proprio di no.” Disse con
tono greve. “So perfettamente le mie condizioni di salute, ma so bene che non
sarà una missione pericolosa, devo semplicemente dare un’occhiata in giro. Non
credo che, al primo mese di gravidanza, partecipare ad una festa sia così
rischioso.”
Il comandante aggrottò la fronte,
perplesso. “E se ci fosse qualche problema? Se la scoprissero? Come farebbe a
combattere?!”
“Come ho sempre fatto.”
“E’ proprio decisa, signorina McPhee?!”
Le domandò l’uomo, ancora seduto e palesemente poco convinto.
“Sì, non ho dubbi.” Replicò convinta,
accennando un movimento con la testa.
Strekon sospirò, lanciando uno sguardo
di sfuggita al generale. Questi annuì piano e forse non del tutto sicuro.
“D’accordo, ma verrà qualcuno con lei. Potremmo… mah sì! Verrà Duval con lei,
so che ultimamente andate d’accordo e nel campo dei Mangiamorte non è ancora
conosciuto.”
“D’accordo.” Mormorò, mordendosi il
labbro inferiore, prima di congedarsi.
“Mi raccomando.” La bloccò il
comandante subito dopo il saluto militare, prima di aprire la porta. “Si tenga
sempre in contatto e per qualsiasi cosa, chiami i rinforzi.”
Luna annuì di nuovo. “Certamente.”
“Ah! Un’ultima cosa!” La interruppero
di nuovo. Stavolta a parlare fu il generale Falck. “Ancora nessuna nuova, sul
fronte ricordi?!”
La ragazza scosse il capo. “No,
spiacente.”
“D’accordo, può andare.”
Quando la porta si chiuse, con un tonfo
sordo, Strekon fece il giro della scrivania, sedendosi di fronte al suo
superiore. Il silenzio che si era creato nell’ufficio, si ruppe non appena il
generale parve smettere di riflettere su non si sa cosa.
L’uomo si portò una mano alla fronte e
poi sugli occhi. “Speriamo vada tutto come previsto.”
“Non si fida del sottotenente,
generale?!” Chiese un po’ dubbioso l’altro, incrociando le braccia al petto.
Falck scosse la testa, facendo voltare
la poltroncina e prendendo ad osservare il cielo, fuori dalla finestra. “No,
non è questo. Mi preoccupa di più cosa possa trovare là. Non dimentichiamoci
che non ha ricordi del passato, ma qualcuno potrebbe ricordare lei.”
“Su questo non mi preoccuperei.” Lo
tranquillizzò Strekon, sorridendo furbescamente. “Il nostro infiltrato ci ha
assicurato che lui non ci sarà.”
* * *
“Ho. Detto. Di. No!!” Urlò rabbioso
Draco, sbattendo con forza una mano sulla scrivania di legno lavorato, che
c’era in camera sua. “Cosa non ti è chiaro del mio no, Beatrice?!”
La mora sobbalzò, alzandosi a sedere
sul letto. Imbronciò le belle labbra carnose e lo guardò triste. “Ti prego. So
che quel fanfarone di Lavery ti sta sulle scatole, ma… è un evento tutto per
noi, capisci?!”
Al biondino, tornarono in mente le
parole di Pansy. Fu spontaneo, quindi, domandarsi se la ragazza di fronte a lui
sapesse realmente il significato della parola fanfarone. Scacciò quel pensiero. “No, non capisco.” Ribatté acido,
curvando le labbra in uno dei suoi ghigni. “Cosa ti fa pensare che fili tutto
liscio?! Quell’incapace non è ancora stato beccato, è vero, ma molti di noi si
sono già mostrati agli Auror, se ci fosse un agguato, sarebbero guai seri!!”
“Andiamo, Draco, è ridicolo!!” Guaì
infastidita, ancora col broncio dipinto sulle labbra. “Chi vuoi che faccia un
agguato?! Se anche come dici tu, sospettassero qualcosa, sono abbastanza
intelligenti da non attaccare un posto pieno zeppo di Mangiamorte!! Sono Auror,
e mi dispiace ammetterlo, ma sono anche furbi!”
“E se mandassero un infiltrato?!”
Ipotizzò serio, inarcando un sopracciglio.
Beatrice sospirò esasperata. “E a noi
cosa ce ne importa?! Ci conoscono, ormai. Sanno che facciamo parte della
cerchia del Signore Oscuro!!”
Draco soffiò irritato. “Non capisco
perché sono costretto a subire queste torture! Sai che detesto gli eventi
mondani.”
“Ma almeno per una volta, fallo uno
sforzo e accompagnami. Che ti costa?!” Borbottò con voce da bambina
capricciosa, passandosi un ciuffo di lunghi capelli neri, dietro l’orecchio.
“D’accordo. D’accordo, ma che sia la
prima e ultima volta.” Ringhiò innervosito, voltandosi verso la finestra e
dandole le spalle.
La mora esultò festosa, scendendo dal
letto con fare sensuale e avvicinandosi a lui. Lo afferrò per le spalle e lo
fece girare, tappandogli la bocca, pronta a dire qualcosa di non esattamente
signorile, con un bacio. Tirandolo per i lembi della camicia lo trascinò fino
al letto.
Dopo qualche minuto, quando le mani
bianche e affusolate di Beatrice, raggiunsero i suoi pantaloni, Draco afferrò
la bacchetta e sussurrò qualcosa. La giovane incappucciata, crollò tra le sue
braccia, addormentata.
* * *
Hermione e Ginny, sedute ad uno dei
tavoli della mensa del quartier generale, erano scoppiate a ridere,
improvvisamente. Luna faceva loro compagnia, giocherellando con la forchetta
nel piatto, col suo stufato.
“Ehi! Come mai tutta questa allegria?!
Che succede?!” Domandò Harry alle amiche, sedendosi accanto alla rossa e
baciandola frettolosamente sulle labbra.
Virginia lanciò un’occhiata alla
riccia, seduta di fronte a lei, ed entrambe finirono di nuovo per esplodere in
una risata contagiosa. “No niente….ahahaha, ricordavamo la tua faccia, quando…
quando mio fratello ci ha beccati!”
“Ah grazie, come siete carine e
gentili!!” Si mostrò offeso il moro, scoccando poi uno sguardo preoccupato
all’amica silenziosa. “Luna che succede?!”
La ragazza scosse la testa, sorridendo
appena. “Niente, niente! Sapete… un po’ di nausea.”
“Vuoi smetterla di starle sempre
addosso?!” Lo rimproverò Ron, appena arrivato insieme a Marcus Falck, nuova
recluta del corpo battlemage. “Non è mica di porcellana, Harry!!”
“Ah ha parlato il fratello maggiore
iper protettivo!!” Lo canzonò Ginny, facendogli la linguaccia.
“Marcus, che ti prende?!” Fece Hermione
preoccupata, piegando la testa da un lato e osservando il nuovo amico, prendere
posto a capotavola, di fronte a Luna. “Hai una faccia…”
“Eh?!” Esclamò qualche istante dopo,
come se la voce della ragazza lo avesse risvegliato. “No, nulla nulla… un po’
di stanchezza. Sirius quando ci si mette è un vero tormento!!” Balbettò,
grattandosi la nuca imbarazzato.
Ron scosse i ciuffi rossi, lievemente
sudati. “Non dirlo a noi…”
Un rumore di tacchi, fece voltare il
gruppetto. Di fronte a loro, Ryta Falck, in tailleur, li scrutava con aria
severa, agitando davanti agli occhi del fratello un mazzetto di chiavi.
“E tu che ci fai, qui?!” Le chiese
Marcus, incrociando le braccia. “E soprattutto… perché sei vestita così?!”
Ryta inarcò un sopracciglio seccata.
“Non sarebbero fatti tuoi, ragazzino… comunque sto andando in ufficio, alla
Gazzetta del Profeta. Devo scrivere un articolo importante e vogliono me, non
posso rifiutare o la mia copertura salta!”
“Wow… complimenti!” Fece Hermione,
mentre un bagliore di stima le illuminava gli occhi color cioccolato; la donna
le sorrise.
“Toh tieni queste!”
Il ragazzo, afferrò al volo le chiavi.
Le guardò interrogativo per un po’. “Mhm?! Cos’è?! Da oggi non devo più dormire
in caserma?!”
“Esattamente!”
Marcus la studiò, un po’ perplesso. “Da
dove ti viene tutta questa bontà d’animo, sorella?!”
Ryta sghignazzò con dignità, posando le
mani sui fianchi. “Oh beh, qualcuno dovrà pur occuparsi della casa, no?!”
Harry sgranò gli occhi, immediatamente
imitato dal resto dei presenti. “Perché? Per caso… devi partire in missione?!?”
“Oh no no!” Li bloccò, con aria felice.
“Semplicemente vado a vivere con Jonnhy!”
Continua…
[Luna esulta contenta, perché la fine di questa storia sta
per arrivare] No, non temete, non sono impazzita di colpo. E’ solo che non
vedevo l’ora di terminare questa ff, per dedicarmi a quello che ne seguirà
[Luna ridacchia sadica] e alle altre storie, nonché qualche oneshot!
Dunque dunque… quante novità! Luna diventa infiltrata ad una
festa, Ryta decide di andare a vivere con Jonnhy e lascia la casa a suo
fratello e… Draco si diverte a sperimentare incantesimi su Beatrice (lo so,
quest’ultima cosa vi rende assai contenti, lo immagino! XD)
Purtroppo non è tutto qua, anzi! E’ vero, siamo ormai
giunti agli ultimi capitoli… ma la storia potrebbe complicarsi. Non
dimentichiamoci che ora c’è di mezzo questa festa e poi Draco è un Mangiamorte,
se poi ci aggiungiamo che Luna esce con Duval, Sirius vuole trucidare Jonathan
(non si sa bene perché ^^’’), Lynn e Remus sono gli unici tranquilli, insieme
ad Hermione, Ron, Ginny ed Harry… per quanto possano essere tranquilli con una
guerra in corso. E come dimenticare il padre psicotico di Luna?! E soprattutto…
perché Luna ha detto ad Harry e agli altri che ha ricordato tutto e davanti a
Falck e Strekon ha negato?!! Ehhh quanti misteri (stronza perfida bastarda!!
NdRytapiù tempo passi con questi
soldati e più mi diventi mazzara -.- NdLuna)
NOTINA
IMPORTANTE: giusto ieri, ho inviato una
nuova oneshot Draco/Ginny, so che alcuni di voi già l’hanno letta e commentata.
Mi raccomando… fatemi sapere che ne pensate!! -> The Perfect Drugsi chiama
così ^^
Che altro?! Ah sì, appena avrò un po’ di tempo libero, mi
dedicherò di nuovo alle locandine ^^ In fondo mi divertivo a farle, ma prima di
tutto devo proseguire “Il Morso Del Serpente” e soprattutto “Preludio”….senza
contare la nuova long fic che sto scrivendo… ops! Non dovevo dirlo XDD
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^
Passiamo ai ringraziamenti:
Enika: sono contenta
che la mia storia ti piaccia. Come vedi, non hai dovuto attendere poi molto.
Sono stata abbastanza veloce… spero O.O mi sa che anche il prossimo capitolo
non tarderà poi tanto… ^^ Mi raccomando, però, fammi sapere se ti è piaciuto
anche questo nuovo capitolo =)
Ryta Holmes: …[Luna
fissa perplessa il monitor, finendo di leggere ciò che ha fatto Ryta] Ma dico
ti sei fumata quell’ultimo refolo di intelligenza che ti è rimasto?!?! [Ryta
miagola spaventata] Lascia che te lo dica, tesoro… le vacanze con Harry ti
hanno profondamente turbato mentalmente, a meno che non sono le troppe notti
passate con Jonnhyno ciccino!!! è.é [Ryta la guarda con aria sognante,
ripensando ai due uomini della sua vita….ops! Tre uomini della sua vita! Luna
la guarda disgustata] Mi trasfiguri il volto di Beatrice in quello di un
mostro!!! Come fanno adesso a confondere le idee quelle due, visto che
DOVREBBERO essere uguali, eh!?! Come?!?! Ah… ma stavolta non la passi liscia,
aspetto con ansia che pubblichi i nuovi capitoli e poi vedrai cosa succede a
chi osa toccare i miei personaggi (ma… è Beatrice NdRytaSconvoltaehm NdLunaTitubanteeh… eh… cioè, potrei anche ucciderla, tu ne
saresti contenta, no?!? NdRytaPerplessac’è sempre tempo per quello!! Ma mi serve viva per la storia!!
NdLunaIncazzataNera) [Ryta ri-miagola spaventata] Non lo fare mai più!!
>_<
Lynn Wolf: noto che
anche a distanza riesci a massacrare la mia storia -.- fantastico! Va beh che,
hai visto cosa ha combinato tuo fratello?! Potresti
picchiarlo!!!!!............. no eh?! -.- Mhmhmhm allora forse fargli aprire gli
occhi!!!.......... impossibile -.- sì sì, comprendo. -.- E come la mettiamo
allora?! Quel povero cagnolino mi sta soffrendo, non è mica giusto!! =\(sta soffrendo per colpa tua, sei tu
l’autrice -.- NdLynnoh già, ehm
giusto!! Dettagli ^^’’ NdLuna) D’accordo, fa niente, in fondo tra te e Remus va
tutto bene, no?! E poi Ryta prima o poi si deciderà a mangiare il S. Daniele
che gli ricopre gli occhi XD
Prossimo capitolo: "Nome in codice: pantera"
Luna Malfoy!!
E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi
aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^
Giugno era ormai alle porte e con lui,
un caldo torrido e secco. Già moltissimi maghi, in giro a far compere per
Diagon Alley, avevano abbandonato i tipici vestiti lunghi e pesanti, con
annesso mantello, per abiti più comodi e freschi. L’afa incominciava a farsi
sentire.
La gelateria di Floran Fortebraccio
pullulava di gente, per lo più bambini, che trascinavano letteralmente i loro
genitori, costringendoli a comprar loro un gelato.
Ad un tavolino, all’esterno, Luna
sedeva composta. Lo sguardo fisso sulla coppa cioccolato e panna di cotta di
fronte a lei. Non ne aveva toccato molto a dir la verità, ogni tanto doveva
allontanare il gelato per via della nausea e quando lo avvicinava, piuttosto
che mangiarlo, torturava le creme con il cucchiaino colorato.
Alzò gli occhi, osservando un bambino
mano nella mano con la sua mamma, intento a tirarla verso l’entrata del locale,
con un’aria festosa dipinta sul visetto pallido e lentigginoso. Le venne
spontaneo sorridere.
“Oh un miracolo! Luna McPhee sorride di
nuovo!” Scherzò una voce alle sue spalle.
Incrociò perplessa lo sguardo verde di
Harry, accompagnato da Ginny, Ron ed Hermione. “Che spirito! Se lo sapevo non
ti invitavo… uhm, ora che ci penso… quasi quasi potresti restare senza gelato!
Vedrai come sorriderò dopo!”
Il moro si finse spaventato. “Ehi no
no! Niente scherzi! Io il gelato lo voglio!!”
Virginia, presa per mano al ragazzo, si
scostò bruscamente guardandolo schifata. “Oddio! Non sto con un uomo io, sto
con un bambino!!”
Hermione e Ron scoppiarono a ridere,
prendendo posto accanto all’amica.
“Come mai questa convocazione, Luna?!”
Domandò tornando serio e sedendosi tra lei e Ginny. “E’ successo qualcosa?!”
La mora fu un po’ titubante e incerta
su come incominciare a parlare. “No… cioè sì.”
“No... sì, ohi piccola che ti prende?!”
Le chiese Ron, allungando un braccio sul tavolino e coprendole una mano con la
sua.
“Ecco… l’altro giorno ho saputo che
stanno organizzando una missione.” Fece cupa. “Voi ne avete sentito parlare?!”
Hermione annuì. “Parli del party
organizzato da Kayl Lavery. Per quanto ne so, vogliono infiltrare qualcuno, per
controllare se fa parte dei Mangiamorte. Se, come afferma lui, troveranno solo suoi amici non presenti nelle liste
nere, si arrenderanno.” Spiegò. “…ma dubito che sarà così.”
“Anche io credo che Lavery sia
coinvolto e soprattutto, sono certa che a quella festa troveremo un sacco di
gente interessante, per le nostre
indagini.” Concluse Luna, abbassando un poco lo sguardo e fissandolo sul
gelato.
Harry, fino a quel momento impegnato a
comunicare alla cameriera –avvicinatasi per le ordinazioni- cosa prendessero,
drizzò le orecchie, con un improvviso brutto presentimento. “Aspetta aspetta…
cos’è questo tono?! E poi, perché hai detto troveremo?!”
Il resto dei presenti parve farsi
interessato. Nessuno si era accorto di quel dettaglio nella frase dell’amica,
ma volevano certamente saperne di più. Un silenzio di tomba, cadde al tavolino
numero quindici, rotto solo dalle risate argentine di ragazzini che passavano
lì vicino.
“Mi sono offerta come infiltrata e…”
Prese un forte respiro. “Strekon e Falck hanno accettato.”
Harry aprì e chiuse più volte la bocca,
il viso leggermente tendente al rosso. “Co-come sarebbe a dire!?! Stai
scherzando, vero?!”
Luna scosse freneticamente la testa.
“No, affatto.”
“No affatto?!? No affatto?!?! Ma dico
sei impazzita!?!?” Urlò indignato, facendo voltare parte della folla. Lui parve
non accorgersene, o meglio, infischiarsene del tutto e continuò a fissare
l’amica, come se fosse uscita di senno, all’improvviso.
Ginny arrossì appena, sentendosi
osservata da troppa gente. Posò una mano sul braccio di Harry, nel tentativo di
placare la sua ira. “Tesoro, calmo.”
“No, Ginny non mi calmo proprio per
niente!!” Sbraitò, scostando il braccio in maniera brusca. “La qui presente
signorina McPhee si è fumata il cervello!! Non so se ve ne siete resi conto.”
Hermione sospirò afflitta. “Harry,
ascolta… capisco che Luna sia un po’ imprudente, avventata e tutto quello che
vuoi, ma-“
“Ma?! Si sta infilando nella tana del
lupo….. di proposito!!”
“Sì, sì lo capisco.” Annuì l’amica,
scotendo i riccioli castani. “Però… non è più una ragazzina, questo tu lo
capisci, Harry?! E’ libera di prendersi le sue responsabilità. Di fare le sue
scelte.”
“Oh! Qualcuno che se ne accorge!”
Esclamò scocciata Luna, incrociando le braccia al petto e abbandonando del
tutto il gelato.
Hermione le smorzò l’entusiasmo. “Ciò
non toglie che io sia perfettamente d’accordo con Harry.” Luna si batté una
mano sulla fronte.
La cameriera giunse dopo poco,
sciogliendo quell’aria di tensione e distribuendo le ordinazioni. Ginny si
tuffò immediatamente nella sua coppa fragola e limone con panna, evitando
accuratamente di infilarsi in quella conversazione. Spiegare che fosse
d’accordo con Luna, avrebbe significato far alterare Harry più di quanto già
non lo fosse.
Ron sbocconcellò un po’ del suo cioccolato,
poi fissò la mora. “Chi verrebbe con te?!”
“Duval.” Rispose prontamente lei. “E’
l’unico non ancora conosciuto dai Mang- da loro.” Si corresse, per paura di
scatenare il panico tra la gente impegnata a passeggiare per Diagon Alley.
Harry alzò le braccia al cielo, con
fare scettico. “Oh ma bene! Adesso sì che sono tranquillo!!! L’accompagnerà
quel damerino da strapazzo!! E sentiamo… se qualcuno dovesse riconoscerti, cosa
farebbe lui per proteggerti? Li stenderebbe a suon di sorrisini?!”
Hermione e Ron scossero la testa,
rassegnati. Ginny sbuffò scrollando le spalle. Nessuno sembrava avere
abbastanza voglia da contrastare Harry e sufficienti prove a sostegno di Duval.
In fondo tutti sapevano quanto realmente valesse quel ragazzo. Cioè… poco.
Luna, ancora a braccia conserte,
imbronciò le labbra. “Sono stufa. E’ questa la fiducia che hai in me, Harry?!
Pensi che non riesca a cavarmela da sola?!”
Il diretto interessato non la prese
bene; le strinse con forza un polso e la guardò rabbioso. “Io sono il primo ad
avere fiducia nelle tue capacità, ma mi rendo conto che questa è una missione
suicida. Se chi ti vuole far fuori, si accorge che sei tra loro, si scatenerà
una vera e propria battaglia. Devo ricordarti chi fa parte dei nostri nemici?! Che sei incinta?! Che Duval è un
perfetto coglione e che non è in grado di proteggerti?! Rifletti prima di
agire. Non sei più sola adesso, le tue responsabilità aumentano!!”
I tre amici tacquero e abbassarono lo
sguardo, facendole capire che condividevano in pieno le idee di Harry.
Effettivamente ci aveva pensato anche lei. Sapeva che era rischioso, ma quando
aveva discusso della questione con Falck e Strekon, qualche giorno dopo, le
avevano riferito che il loro informatore aveva una lista di chi era presente alla
festa. Oltre a numerosi “possibili” Mangiamorte, funzionari del Ministero e
maghi apparentemente comuni, non figurava la presenza di Draco e neppure di
Beatrice. Il che l’aveva resa subito molto più tranquilla e desiderosa di
agire. Anche se per qualche istante, l’idea di non poterlo vedere in
quell’occasione, l’aveva resa un po’ triste.
“Ascoltate.” Incominciò respirando a
pieni polmoni. “Vi sentireste più tranquilli se, chi di voi non ha il turno
quella sera, venisse all’esterno del locale?! In questo modo se ci saranno
problemi, vi potrò chiamare e accorrerete. Ma vi prego… lasciatemi compiere
questa missione. Ci tengo troppo.”
Hermione guardò in tralice Harry. Ron
restò col capo chino, per un po’. “Io non sono di turno quella sera. Verrò io.”
Luna gli sorrise grata e annuì; persino
Ginny sembrava più tranquilla e smise di sezionare le palline di crema colorata
nella coppa. “Ora va meglio?!”
Il moro la scrutò incerto. “Mi farò
spostare il turno, voglio esserci anche io… mi fido ciecamente di Ron, ma
voglio comunque venire.” Entrambi mossero il capo, in cenno di assenso. “E ora
spiegaci come si deve svolgere il tutto.”
* * *
“Io mi smaterializzo al Ministero.”
Annunciò Remus, abbandonando la sala relax e la tazza di caffè che stava
consumando, insieme al gruppo di amici. “Devo ritirare alcuni incartamenti…
odio la burocrazia!”
Lynn ingurgitò l’ultima ciambella,
glassata alla vaniglia e lo seguì. “Vengo anche io!”
Ryta, seduta su una poltroncina accanto
all’amica, sobbalzò. Si era nuovamente smarrita nei suoi pensieri, ormai le
capitava spessissimo e questo la rendeva molto distratta. Non era una bella
cosa per un Auror, rendeva vulnerabili, facili prede di attacchi a sorpresa.
No, beh, forse stava esagerando, pretendeva troppo da se stessa.
“Marcus!” Richiamò suo fratello,
comodamente sbracato su una sedia poco distante e intento a chiacchierare con
Sirius.
“Mhm?!” Fu la sua unica risposta. Le
lanciò appena uno sguardo di sfuggita e tornò a dedicarsi al suo thé freddo,
continuando a ridere di una battuta scema dell’uomo che aveva seduto di fronte.
Ryta insistette, severa. “Non dovevi
ritirare il distintivo, tu?!”
Marcus sbuffò scocciato. “Non ci
pensano direttamente quelli del quartier generale?!” La donna fece segno di no,
con la testa. “Oh! Uhm… va beh, mi smaterializzerò al Min-”
“Scordatelo!” Esclamò tagliente, con un
sorrisino sarcastico dipinto sulle labbra appena truccate. “Non hai ancora
fatto l’esame per la materializzazione!!”
Il ragazzo arrossì, sotto lo sguardo
basito di Sirius. “Che vuoi che sia! Ci proverò non deve essere difficile!!”
La sorella scrollò le spalle e
accavallò le gambe, quel giorno coperte dalla divisa. “Fa’ come vuoi. Ti avviso
che io non recupererò parti del tuo corpo di qua e di là per l’atmosfera.
Quindi attento!” Riaprì la cartelletta di documenti che stava analizzando poco
prima.
“Sei una scocciatrice!!” Sibilò
furioso, stringendo i pugni per la rabbia.
Sirius gli posò una mano sulla spalla,
placandogli il momento d’ira. “Usiamo la metropolvere autorizzata del quartier
generale. Ti ci accompagno io. Non vorrei che
Miss-sono-troppo-impegnata-col-mio-bambolotto-da-non-accorgermi-del-resto-del-mondo,
si scomodasse.”
Ryta alzò lo sguardo, sperando che una
delle sue occhiate raggelanti lo zittisse. Rimase di sasso nel constatare che
nessuno dei due, aveva prestato attenzione alla sua reazione e, anzi, si erano
alzati contemporaneamente dalle sedie ed erano usciti in tutta fretta.
* * *
“Che bello!!!” Esclamò Beatrice,
attirando l’attenzione del biondino che l’accompagnava afferrandolo per il
bordo della maglietta nera.
Draco le lanciò uno sguardo strano. La
mora aveva deciso di “passare inosservata” quella sera; lo aveva stordito di chiacchiere
tutto il pomeriggio, mostrandogli qualcosa come cinquanta abiti differenti e
scegliendo poi una minigonna (molto mini) nera e un top verde, tendente al
trasparente. Ai piedi, i soliti trampoli scomodissimi. Durante tutto il
tragitto dalle camere all’esterno di Villa Malfoy, da dove si erano
smaterializzati, aveva dovuto stare attento a non farsi graffiare dalle lunghe
unghie smaltate d’argento della ragazza. Senza contare, il doversi sorbire le
sue lamentele sull’abbigliamento troppo “sciatto”, che aveva scelto per uscire.
Inutile dire che, da perfetto Malfoy, non gli erano scivolati addosso i
commenti poco gentili sul suo completo pantaloni di pelle nera e maglietta
aderente dello stesso colore. Il tutto corredato da un paio di stivali babbani
con punta rotonda rinforzata. Nessuno poteva osare ritenere sciatti i suoi underground. Nessuno.
“Hai visto come hanno attrezzato il
locale?! Sembra una discoteca babbana!!” Continuò entusiasta, battendo le mani
come una bambina piccola.
Il biondo scosse la testa. “Certo,
certo. Proprio un bel lavoro! Ora però rimettiti la mascherina d’argento, sai
bene che è d’obbligo per stasera.”
Beatrice sbuffò scocciata. “Ma è così…
impersonale!”
“Impersonale o meno, non ho int-” Si
bloccò, osservando un piccolo gruppo di persone che entrava nel pub magico,
preso in affitto appositamente per quella serata. I suoi occhi saettarono per
un istante. La presa salda delle mani di Beatrice sul tessuto della maglietta,
lo riportò alla realtà.
“Che hai visto?!” Domandò curiosa,
alzando la testa e puntando gli occhi verdi sull’entrata.
“Niente niente.”
___
“Ora mi devi spiegare come hai fatto ad
ottenere queste mascherine da… ehm… queste mascherine, Pantera.” Chiese Ron,
premunendosi di eliminare dalla sua frase le parole pericolose, quali Mangiamorte o il nome della ragazza.
Luna sorrise. “Vedi, non è poi tanto
difficile quando si conoscono certe
persone.”
“Se poi ci metti che Pantera è una
bella ragazza, basta un suo sorriso e qualsiasi fabbro infiltrato farebbe carte
false per accontentarla.” Spiegò Harry, con fare annoiato, trattenendo a stento
uno sbadiglio e gettando un’occhiata indagatrice in sala, attraverso i fori
della maschera.
L’amica lo fissò torva. “Così sembra
che tu stia parlando di quell’oca giuliva. Non sono solita ricorrere a certi
mezzucci, per ottenere le cose.”
“Ok ok, scusa!!” Liquidò in fretta la
faccenda, Harry.
Luna sospirò. “Ragazzi, davvero io sono
molto contenta che siate qua. La vostra presenza è rassicurante, ma non c’è
bisogno che mi stiate attaccati tutto il tempo. Nessun… uomo, sano di mente si
avvicinerebbe ad una ragazza, con due guardie del corpo incollate. Siete
intimidatori.”
Ron storse la bocca, precedendo l’amico
sulla risposta. “Ok, andiamo a prenderci da bere, ma non ci allontaniamo più di
due metri. Se succede qualcosa, inventati un segnale e se ti si avvicina
qualcuno, cerca di capire chi è prima di fare domande strane.”
“Ovvio!!”
I due si scambiarono uno sguardo
perplesso e si allontanarono di poco, raggiungendo gli sgabelli del bancone del
pub e ordinando due bibite rinfrescanti e rigorosamente analcoliche. Il
barista, Auror in pensione, non fece troppe domande e parve capire chi avesse
di fronte. In fondo, rifletterono Harry e Ron, non è da tutti andare ad un
party e non ordinare burrobirra o whisky incendiario. Potevano dare
nell’occhio.
Harry guardò con la coda dell’occhio
l’amica, spostando appena la mascherina argentata e constatando che, qualcuno,
stava attraversando la folla di maghi, andandole incontro. Peccato solo che
così conciati, non si riuscisse a capire chi fosse.
___
“Buonasera.”
Luna, intenta a cercare qualcosa nella
borsetta che aveva appresso, alzò lo sguardo colta di sorpresa. Di fronte a lei
stava un uomo. Era alto più o meno quanto Harry, vestito di nero e per colpa di
quella fastidiosa mascherina non riusciva a carpire niente di più.
L’abbigliamento di certo non l’aiutava, i Mangiamorte avevano una fantasia
sfrenata nel vestirsi, pensò ironicamente.
Si sentì fuori luogo, avvolta in un
abitino azzurro, senza maniche e corto fin sopra il ginocchio. Troppo colorato,
pensò.
“Buonasera.”
“Non vorrei sbagliarmi ma… mi sembra
nuova del giro.” Affermò l’uomo, compiendole un giro intorno fermandosi alle
sue spalle.
Luna fremette appena. Quell’uomo stava
volutamente rendendo bassa la sua voce, come se già non fosse difficile sentire
qualcosa, in mezzo a quella musica assordante.
La stava irritando. “Potrei dire la
stessa cosa, non è facile riconoscersi così mascherati. Comunque sono un’amica
di un amico di Lavery. Soddisfatto?!”
L’uomo indugiò appena. “Un’amica di un
amico eh?! Succede sempre così. Questo
telefona a quello, che telefona a quell’altro.” Le labbra gli si curvarono
in un sorrisetto sarcastico.
“Le dà tanto fastidio che io sia qua,
signor…?!”
“No, affatto!! Nessun fastidio!” Si
affrettò a rispondere, eludendo però l’invito a presentarsi.
Luna non insistette. Questo le avrebbe
evitato l’inconveniente di dover dare il suo nome, in risposta. Nonostante la
penombra, riuscì a ritrovare con lo sguardo Harry e Ron, ancora fermi al
bancone e illuminati dalle luci colorate che rischiaravano quella zona del
locale.
“Ho sete.” Esclamò improvvisamente,
cercando un modo per raggiungere i suoi amici. “Se vuole scusarmi…”
Il suo interlocutore sorrise.
“L’accompagno.”
___
“Cervo a Lontra. Mi senti?!” Pronunciò
Harry nel ciondolo. Avevano scelto di chiamarsi col nome del loro Patronus. Un
ottimo modo di nascondere la loro vera identità. Certo, avrebbero comunque
dovuto agire con cautela. Non era una cosa poi così normale, che tre ragazzi si
divertissero a chiamarsi con nomi di animali.
“Sì, cervo. Dimmi tutto.” Rispose
Hermione a bassa voce.
Ron continuò a tenere d’occhio Luna,
ferma vicino all’ingresso in compagnia dello sconosciuto che l’aveva
avvicinata. Seguiva ogni singola mossa, gli occhi ridotti a fessura. Stava ben
attento a non perderli di vista o Harry avrebbe voluto la sua testa su un
piatto d’argento.
“Oh merda!” Esclamò all’improvviso,
rovesciando parte della sua bibita sul bancone e lanciando uno sguardo
apprensivo a Harry.
Il moro si voltò e gli sfuggì una
bestemmia.
___
“Ciao…”
Luna rabbrividì impercettibilmente.
Conosceva fin troppo bene quella voce e sapeva altrettanto bene che in quel
momento e in quel posto, non avrebbe dovuto sentirla. Strekon e Falck erano
stati molto chiari.
Due
soli accompagnatori, non date nell’occhio.
Ragion per cui, automaticamente, Duval
veniva tagliato fuori dalla missione. Certo non l’aveva presa bene, ma gli
sguardi omicidi di Ron ed Harry erano stati abbastanza convincenti. La domanda
quindi sorgeva spontanea: che diamine ci faceva lì?
Con molta fatica si girò, incrociando
lo sguardo limpido di André. Sapeva di aver sfoderato un sorriso dei più
tirati. Non le riusciva far di meglio, in quell’istante.
“C-ciao.” Tartagliò, cercando di non
dare un’impressione sbagliata all’uomo con cui dialogava fino a poco prima e
che, quasi certamente, era un Mangiamorte e quindi: nemico.
“Scusa se ti ho fatto aspettare.”
Luna inarcò un sopracciglio. “N-no, non
fa nulla. Figurati.” Si trattenne dall’aggiungere qualcosa del tipo avrei aspettato volentieri, ancora molto.
“Lui chi è?!” Domandò indicando, con un
movimento della testa, la persona mascherata ferma a pochi passi da lei. Questi
non mosse un muscolo e si limitò a spostare lo sguardo sul nuovo arrivato.
“Ah eh… senti, Pavone, che ne dici di
andare a bere qualcosa?!”
“Pavone?!” Commentò ironico lo
sconosciuto, trattenendo malissimo una risatina di scherno.
Luna lo fulminò con un’occhiata. O
perlomeno ci provò, peccato che la mascherina glielo impedisse. “E’ il nome con
cui lo chiamo, quando scherziamo.” Sorrise forzatamente.
“Capisco, capisco.” Borbottò,
ridacchiando.
Duval la tirò per un braccio.
“Preferirei ballare, se non ti dispiace.”
“D-d’accordo.” Sibilò a denti stretti.
Non poteva ballare. Non voleva, anzi.
Prima di tutto, sarebbe stato mettersi
al centro dell’attenzione e lei doveva evitare questo tipo di situazione. In
secondo luogo, non avrebbe potuto fare conoscenza con altri “sospetti”, né di
conseguenza fare domande. D’altro canto, questo almeno per il momento l’avrebbe
tolta dall’impiccio di parlare con lo sconosciuto, che negli ultimi minuti si
stava facendo troppo pressante.
Seguì con lo sguardo l’uomo con cui
stava parlando fino a poco prima. Notò che rimase fermo ancora per poco, prima
di battere in ritirata ed essere avvicinato da una ragazza. Lunghi capelli
neri, non troppo alta. Decisamente appariscente, si ritrovò a pensare, mentre
seguiva il ritmo della musica, stando ben attenta a non ritrovarsi troppo
vicina ad André.
Non solo era appariscente, dovette
ammettere poco dopo, stupendosi dell’atteggiamento di quella ragazza. Aveva un
vero e proprio comportamento da gattamorta! Immediatamente, un campanellino
d’allarme suonò nella sua testa, ma troppo presa da tutto il resto, non gli
diede peso.
Li osservò con attenzione per tutto il
tempo. Sin da quando la ragazza lo avvicinò, schioccandogli un bacio sulle
labbra, fino a che non incominciò a ballare in maniera scandalosa,
strofinandoglisi addosso.
Sentì un braccio di Duval, stringerle
la vita e attirarla a sé. Le venne spontaneo sussultare e rabbrividire. Non
riusciva più a sopportare certi tipi di contatti. E poi non le piacquero per
niente, gli sguardi assassini di Ron ed Harry, preoccupati per la piega che
stava prendendo tutta la faccenda.
“Non fare sempre la ritrosa, Pantera.” Marcò bene l’ultima parola,
mostrandole che aveva capito di dover usare i nomi in codice.
Lei gli posò le mani sul petto, a
contatto con il tessuto grigio della maglietta. “E tu non fare il polipo.”
André non riuscì a replicare. Sentì
solo un forte irrigidimento da parte della sua compagna e la vide bloccarsi di
colpo. Lo sguardo, ancora puntato alle sue spalle.
Luna sentì il cuore perderle un
battito. Non aveva mancato di notare che, muovendosi a tempo di musica con la
schiena appiccicata al torace dello sconosciuto, la ragazza appariscente aveva
fatto cadere la mascherina, rivelando la sua identità.
Beatrice.
Non le fu molto difficile, capire chi
fosse la persona con cui aveva intavolato una discussione poco prima. Tuttavia
le fu troppo sgradevole continuare ad assistere a quello spettacolo. Nonostante
non indossasse più la protezione argentata, Beatrice non si era fatta scrupoli
di alcun tipo e aveva continuato a ballare, strusciandosi contro il ragazzo e passandogli
le braccia dietro al collo.
Un moto di nausea l’assalì. Sgusciò via
dalla presa salda di André e corse fuori.
___
L’aria fresca della sera le diede un
po’ di sollievo. Camminò a tentoni fin sul retro del pub e si appoggiò alle
mattonelle della parete, di schiena. Aveva il respiro affannoso e il viso
imperlato di sudore. Senza contare alcuni fastidiosi, seppur leggeri, crampi
alla pancia. Istintivamente, come faceva ormai da un po’ di tempo, si portò una
mano al ventre e inspirò forte.
Strinse la mano libera intorno alla
catenella che indossava. Racchiuse nel palmo i tre ciondoli che era solita
portare. Un serpentello, simbolo della sua Casa ad Hogwarts, regalatole da
un’amica ai tempi della scuola e un anello. Quell’anello. Aveva rifiutato di
portarlo ancora al dito, ma non aveva avuto il coraggio di abbandonarlo in
qualche cassetto o peggio… buttarlo. Involontariamente, raccolse nella mano
anche il ciondolo d’emergenza dei Sunrise.
Alzò gli occhi al cielo.
Dovette far appello a tutto il suo
autocontrollo, per ricacciare le prime lacrime, pronte ad uscire allo scoperto.
Non era il momento di piangere, doveva recuperare il sangue freddo e rientrare.
La serata non era ancora finita e aveva ancora una missione da portare a
termine. I suoi superiori si fidavano di lei. Harry e Ron si fidavano di lei.
Respirò a fondo e si allontanò dal
muro. Uno scintillio nell’ombra, però, la spiazzò. Fece qualche passo indietro.
Sentì qualcosa di freddo toccarle la
pelle e abbassando gli occhi, si rese conto che si trattava di una mano. Pochi
istanti dopo, una presa salda le arpionò la spalla, spingendola in una zona più
illuminata del vicolo scuro. Di fronte a lei, la persona con cui aveva parlato
a inizio serata: Draco Malfoy.
“So perfettamente che mi hai
riconosciuto.” Incominciò, con voce strascicata. Il sorriso che aveva dipinto
sulle labbra, la fece tremare. “Come io ho riconosciuto te, del resto.”
“Ho capito che eri tu, solo quando ho
visto lei.” Pronunciò l’ultima parola
con disgusto, storcendo le labbra.
Draco tolse la mascherina. Gli occhi
grigi e freddi, si mostrarono in tutta la loro spaventosa bellezza. “Ma brava,
noto con piacere che sei più perspicace di quei cretini che ti porti dietro.”
“Harry e Ron sono molto più in gamba di
qualsiasi tuo… collega!” Fece
astiosa, digrignando i denti e stringendogli con quanta forza aveva il polso
che la bloccava al muro.
Benché le unghie nella carne gli
facessero male, Draco non si scompose. Continuò a sfoggiare il suo ghigno. “Non
parlavo di Potter e Lenticchia, stupida ragazzina! Parlavo del pavone.”
“Chi mi accompagna, non ti riguarda.”
“Modera il tono con me, ragazzina!” Le
intimò, indurendo lo sguardo color ghiaccio. “Non mi ci vuole più di un minuto,
per chiamare a raccolta i miei colleghi.
A quel punto nessun damerino da strapazzo ti salverebbe.”
Luna frugò nella borsa, in cerca della
bacchetta magica, ma una mano di Draco, intorno al suo collo, le bloccò ogni
movimento. Fu nuovamente sbattuta contro il muro, con violenza.
“Io non lo farei, se fossi in te.”
Inghiottì il vuoto, fermandosi di colpo
e guardandolo con apprensione. “Mi fai male.”
Per Draco fu naturale sorridere
sardonico. “Perché, cosa ti aspettavi? Credevi forse che ti trattassi coi
guanti bianchi?!”
“Lasciami.” Sibilò irritata,
piantandogli le unghie nella pelle del polso. Di nuovo.
“Non ci penso neppure.” Ribatté sicuro.
“Ho io il coltello dalla parte del manico.”
“Lasciami.”
“Dammi un buon motivo per non
ucciderti.”
Luna chiuse gli occhi, cercando di
deglutire nonostante la morsa quasi soffocante. “Tu non hai buoni motivi per
non uccidermi. Io sì. Quindi non farlo.”
Draco scoccò uno sguardo in aria, verso
il tetto dell’edificio di fronte. Uno strano luccichio lo aveva colpito agli
occhi. “Supplicami di risparmiarti.” L’altra mano, quella libera, afferrò la
bacchetta dalla tasca dei pantaloni di pelle e la puntò al ventre della
ragazza.
Per istinto, questa lasciò la presa
sull’arto che aveva al collo e portò entrambe le mani a protezione della
pancia. “Non farlo.”
“Supplicami.” Ringhiò sempre più
arrabbiato.
Luna cercò di mantenere i nervi saldi.
Era sul punto di piangere, ma non glielo avrebbe mai dato a vedere. “Ti…
su-supplico.”
“Non ho capito bene…” Fece con malizia,
mordendosi il labbro inferiore con impazienza, mostrando i denti bianchissimi.
“Ti supplico.” Soffiò ancora lei.
Questa volta non fu abbastanza brava a reggere la voglia di piangere e qualche
lacrima, cadde sulle guance pallide.
Draco se ne deliziò, sorridendo
compiaciuto. “Quanto è brutto supplicare, vero… stupida ragazzina?!” La punta
della bacchetta, premette sulla stoffa del vestitino azzurro.
“La-lasciami andare, ti prego.”
“LUNA!!”
La voce di Harry, ruppe quegli attimi
di spavento. Draco lasciò la presa sulla sua gola e le rivolse un ultimo
sguardo raggelante.
“Non finisce qui, stupida ragazzina!”
Luna lo guardò sparire nell’oscurità
del vicolo. Aveva ancora le mani strette al grembo, quando sentì la presenza
rassicurante di Harry e Ron, accanto a lei. Poi, il nulla.
* * *
“Si può sapere perché mi hai trascinato
fino a qui?!”
Rodolphus Lestrange era appoggiato al
muro. Quella stanzetta, una delle tante poco conosciute di Villa Malfoy,
puzzava di chiuso e di muffa. Le pareti erano viscide e sporche in alcuni punti
e il pavimento era coperto da uno strato di polvere non indifferente.
Lucius Malfoy, gli lanciava occhiate
inquietanti, continuando a camminare avanti e indietro, di fronte a lui.
“Vedo che sei abbastanza calmo.” Disse
a denti stretti, bloccandosi per un istante. “Beh, naturale. Solo uno col
sangue freddo, sarebbe stato capace di fare, ciò che hai fatto tu.”
Il cognato lo guardò perplesso. Sbatté
le palpebre, incrociando le braccia. “E cosa avrei fatto, di preciso?!”
Lucius emise un suono gutturale,
sarcastico. “Ora vuoi anche farmi credere, che non sai di cosa parlo, vero?!
Tipico.”
“Ma tipico di chi?! Cosa?! Che ho
fatto, si può sapere?!” Domandò innervosito, allargando le braccia e fissandolo
confuso.
“Smettila di recitare, Rodolphus.”
L’uomo scosse la testa, aprendo e
chiudendo la bocca più volte, con fare basito. “Ma non sto recitando! Di che
diamine parli?!”
Il biondo inarcò un sopracciglio e
digrignò i denti. “Di come hai ucciso… tua cognata, razza di bastardo!”
Continua…
E andiamo!! Finito anche l’ottavo capitolo!!
Chiedo umilmente perdono. So che non avrei scusanti, per tutte
le volte che l’ho fatto, ma stavolta c’è proprio un motivo serio alla base di
questo ritardo. Ci sono momenti in cui non hai proprio voglia di scrivere,
sebbene spesso sia una valvola di sfogo. Purtroppo alcune situazioni non te lo
consentono. Non mi va di stare a spiegare bene il tutto. Sappiate solo che
adesso sto meglio, abbastanza perlomeno ^^’ e che quindi riprenderò a scrivere,
il più in fretta possibile.
NOTINA
IMPORTANTE: qualche giorno fa, ho inviato
una nuova oneshot|songfic Draco/Ginny, so che alcuni di voi già l’hanno letta e
commentata. Mi raccomando… fatemi sapere che ne pensate!! -> Minuettosi chiama così ^^
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^
Passiamo ai ringraziamenti:
Enika: stavolta ti ho fatto
proprio aspettare! Chiedo scusa. Spero che non ti sarai stancata di attendere
il mio capitolo, abbandonandomi ç_ç
Per quanto riguarda Pansy, effettivamente fa sempre la
parte della cretina senza cervello, ma non nella mia storia. O meglio, non nel
sequel. In “The Beginning” in effetti, era così. Ora come ora, essendo
cresciuta è molto cambiata, come tutti… e poi una cretina senza cervello, nella
mia storia c’è già………
Angele87: non preoccuparti per lo scorso capitolo! E anzi, mi scuso
per aver tardato con il nuovo. Spero che anche questo ti sia piaciuto! La
situazione Sirius/Ryta/Jonnhy si farà sempre più incasinata, ma d’altronde… che
ci si poteva aspettare? -.- Per quanto riguarda Draco/Luna, beh, come hai
potuto notare… il biondino fa il bastardo! E non solo con Luna XD
Ryta Holmes: te
devi finirla di minacciarmi i personaggi!!! Pansy si è rifiutata di partecipare
alla festa con Nott, per evitare di incontrarti… ti rendi conto?! E’ ancora
terrorizzata, poverina…!!! (tu che dici poverina a Pansy? Oddio il mondo va al
contrario! NdRytaehm… -.- NdLuna)
Draco va beh, se ne frega altamente, ma questo lo sappiamo é.è Va beh, non
perdo ulteriore tempo, altrimenti sto capitolo non arriva entro stasera e tu mi
linci… vorrei vivere, altrimenti la storia chi la finisce?! XD (muovi il culo!!
NdRytaIncazzataNerasempre fine e
delicata NdSiriustaci, idiota
NdRytama idiota ci sei te e il bambolo
che ti porti dietro!! NdSiriusok ok
stop!! NdLynnConKatanaInMano)
Lynn Wolf: bene,
almeno me li hai rimessi al loro posto. Qua stanno combinando un casino. Sirius
se la piglia con Jonnhy e Ryta (e direi che fa bene -.-), Draco minaccia Luna,
Harry e Ron fanno da fratelli maggiori urlando e strepitando (veramente Harry
ha fatto tutto solo è.é NdRonin effetti
^^’’’’ NdLuna). Nel prossimo capitolo, ci saranno un po’ di casini… visto come
l’ho finito caruccio?!?! (ma pigli per il culo? NdLynnehm…ma dai, era una battutina innocente
NdLunaCheSenteUnaLamaDietroLaSchiena) Fammi sapere!! =*
Prossimo capitolo: "Misteri"
Luna Malfoy!!
E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi
aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^
“A-aspetta,
ma che cazzo dici?!” Domandò tra l’irritato e lo
sconvolto Rodolphus, a pochi passi dal muro e con un pugno rivolto a suo
cognato.
Lucius inarcò un
sopracciglio e incrociò le braccia, fissandolo con aria minacciosa. “Cosa non
ti è chiaro, Rodolphus?! Hai ucciso Narcissa e adesso
ne pagherai le conseguenze!”
“Ma…” Continuò imperterrito. “Come puoi
anche solo pensarlo!?!? Sei ammattito?!?!”
L’uomo lo guardò gelido. Non aveva
motivo di dubitare delle informazioni ricevute, chi lo aveva messo al corrente
della faccenda, aveva una credibilità nettamente superiore a quella di suo
cognato. Cognato che, tra l’altro, nell’ultimo periodo si stava comportando in
maniera alquanto strana.
”Smettila di arrampicarti sugli specchi!”
Il moro aprì e chiuse la bocca un paio
di volte, incredulo. “Ok, mi arrendo. Stai dando di
matto.”
“Mai quanto te.” Replicò secco Lucius, infilando una mano nel mantello ed estraendo la sua
bacchetta. “Expelliarmus!!”
L’arma di Rodolphus gli sgusciò via
dalle mani, facendolo automaticamente arretrare contro il muro in cerca di
protezione. Non aveva mai visto una luce così sinistra negli occhi del cognato.
Non erano stati pochi i combattimenti in cui erano capitati assieme, ma
nonostante la furia che Malfoy metteva nelle lotte contro gli auror, i suoi
occhi metallici, così uguali a quelli del figlio non erano mai stati accesi di
rabbia.
“E-ehi senti,
calmati un attimo e rifletti. Io ADORAVO Narcissa!!
Come puoi credere a chi sostiene che l’ho uccisa? Andiamo, è assurdo,
impensabile!!” Fece, appoggiando la schiena al muro e parandosi con le mani.
Lucius si avvicinò al
cognato, con passo elegante, rigirandosi la bacchetta tra le dita. “Dovrei
dubitare del Signore Oscuro, Rodolphus?!”
L’uomo boccheggiò di nuovo, senza
parole. Non era possibile che Lord Voldemort in persona, avesse osato tanto.
Mentire ad un uomo e metterlo contro il cognato stesso. Come poteva, d’altronde,
lui convincere Lucius del contrario? Non aveva prove
a suo favore e neppure sperava in un sostegno da parte di Bellatrix.
Sua moglie lo amava, questo sì, ma non sufficientemente da andare contro al suo
Signore. Lo sapeva bene. Lo aveva accettato quando l’aveva sposata.
Era spacciato…
* * *
Un raggio di sole piuttosto insidioso,
picchiettò insistente sulle palpebre chiuse di Luna. Non era riuscita a
chiudere occhio decentemente quella notte e maledisse la sua sbadataggine, per
non aver chiuso le tende del letto a baldacchino. Avrebbe potuto dormire un po’
di più, almeno.
Gettò un’occhiata veloce alla sveglia.
Uffi…
Erano appena le 8 del mattino e quel
giorno non aveva neppure l’allenamento speciale, l’unico che le fosse stato
permesso di continuare a seguire. Il suo insegnante “privato”, aveva una
riunione importante con alcuni generali Auror, di diverse nazionalità, ragion
per cui quella mattina aveva tutto il tempo per riposare.
Chiuse nuovamente gli occhi, alzandosi
appena un istante per tirare le cortine verdi. Un lieve picchiettio alla
finestra, però, la svegliò di nuovo. Imprecò a bassa voce e si sollevò a
sedere, ancora una volta.
“Ma che diavolo…?!”
Un gufo grigio, becchettava incalzante
sul vetro, cercando di richiamare la sua attenzione. Pensò di essere ancora in
dormiveglia. Chiunque avesse bisogno di lei, poteva tranquillamente andare a
svegliarla di persona. Che bisogno c’era di un messaggero piumato?!
Arrossì ricordando la minaccia che
aveva lanciato la sera prima. Non voleva essere disturbata. Ecco perché non
l’avevano infastidita personalmente, ma avevano pensato di mandare un
“tramite”.
Sbuffò, mettendo i piedi a terra e
guardandosi un attimo intorno, prima di strofinarsi gli occhi ancora pesanti
dal sonno e sbadigliare sonoramente. “Vieni qui.” Sussurrò, non appena ebbe
aperto la finestra ed ebbe fatto accomodare l’ospite.
Il messaggero zampettò all’interno del
davanzale e allungò una zampina, a cui era legato un bigliettino. Luna sgranò
gli occhi verdi, notando che al collo dell’animale, c’era una sottospecie di
collare sottile, al quale era applicata una lunga rosa nera.
“Buon
compleanno Luna.” Lesse, restando un po’ confusa da principio. Portò una
mano alla testa, scompigliandosi i capelli con un gesto nervoso e tornò a
prestare attenzione a quel dono, inaspettato.
Un lampo di genio la folgorò. Ma certo!
Sicuramente era stato Duval! Proprio qualche giorno
prima, lui le aveva chiesto quando compiva gli anni e quali fossero i suoi
fiori preferiti. Inoltre, se non ricordava male, quel giorno lui era di
pattuglia fuori Londra, quindi era più che normale che le spedisse gli auguri
via gufo.
“Che dolce.”
Il suo sguardo si incupì e una sua mano
corse alla pancia, ancora per nulla evidente. Era nel primo mese, eppure le
pareva impossibile. Un anno prima, aveva lasciato Hogwarts, credendo di farvi
ritorno due mesi dopo e invece era stata costretta ad interrompere gli studi. E
ora… a distanza di dodici mesi, era un’Auror, viveva con i suoi amici in quella
che era stata la sua scuola e… aspettava un figlio dall’uomo che amava e che,
improvvisamente, aveva deciso di odiarla.
Non
c’è che dire… non potevo aspettarmi di meglio per i miei diciotto anni!
* * *
Il Marchio Nero di Draco bruciò
improvvisamente. Si svegliò di soprassalto, scattando a sedere sul letto e
lanciando un’occhiata al corpo addormentato di Beatrice, distesa al suo fianco.
Una smorfia, vagamente somigliante ad un sorriso, gli curvò le labbra.
Il Signore Oscuro lo chiamava, doveva
andare.
“Mhm… dove
vai, tesorino?!” Mugolò la ragazza, con la voce impastata di sonno, rigirandosi
nelle lenzuola di seta.
Il giovane Malfoy le puntò contro la
bacchetta. “Torno subito… adesso dormi.”
* * *
Luna sbadigliò l’ennesima volta, prima
di infilare le mani nelle tasche della salopette di jeans e scendere nella Sala
Comune dei Serpeverde. Come al solito, era vuota. I suoi compagni, quei pochi
che non si erano uniti alle fila dei Mangiamorte, erano quasi sicuramente a
lezione.
Percorse velocemente tutti i corridoi
che separavano i sotterranei, dalla Sala Grande. Quel piccolo esserino, le procurava già qualche problemino,
tipo la fame. La mattina non riusciva proprio a resistere con un semplice caffè,
com’era abituata a fare da sempre. No no, lui
pretendeva cibo. Oddio, sarebbe diventata una balena continuando a quel modo!
“Luna!!!”
Una voce squillante, se non di più,
riempì improvvisamente l’ingresso imponente dell’ex scuola di Magia e Stregoneria,
facendola spaventare.
Si voltò giusto in tempo, per veder
sfrecciare verso di lei, una furia dai capelli rossi, seguita da una un po’ più
tranquilla, dai riccioli castani. Ginny ed Hermione. Se l’aspettava un simile
“buongiorno”. Sorrise all’indirizzo delle due amiche, prima che Virginia la
travolgesse in un abbraccio stritolatore.
“Auguri Luna!!” Esclamò festosa,
aggrappandosi alle spalle della mora. “Diciotto anni, wow!”
Hermione le posò un bacio sulla
guancia, superando l’ostacolo dai capelli rossi. “Auguri piccola.”
“Grazie...” Mormorò imbarazzata Luna,
arrossendo appena. “I due scavezzacollo, dove sono?!”
“Cerchi Fred e George?!” Ironizzò una
voce alle loro spalle. Girandosi, si trovò di fronte Ron, in divisa da Auror e
apparentemente in forma smagliante.
La ragazza gli riservò una linguaccia.
“No, parlavo di te e di Harry... Fred e George, quando vogliono, sono dei santi
in confronto a voi.”
Il rosso sgranò gli occhi blu,
battendosi una mano sul petto. “Oddio! Sai che hai appena detto un’eresia? Se
ti sentono i gemelli non te la perdonano a vita!”
Scoppiarono tutti a ridere.
“Ehi cos’è tutta questa allegria?! Non
mi aspettate neppure per rendermi partecipe?!” Si finse offeso Harry, scendendo
le scale che conducevano alla Sala Comune dei Grifondoro. Con un sorriso
malizioso si avvicinò a Virginia, stampandole un bacio sulle labbra.
Luna fece una smorfia capricciosa. “Non
se ne parla. Perché dovremmo aspettarti, quando né tu, né Ron vi siete
ricordati ‘quella’ cosa così importante?!”
Il moro alzò gli occhi al cielo,
portando una mano sotto al mento. “Quella cosa così importante, Ron… ti dice
niente?!”
L’amico scosse la testa e fece
spallucce. “Direi di no. Che giorno è oggi?!”
“E’ il tre giugno.” Suggerì Hermione,
trattenendo a stento una risatina. Virginia si appoggiò ad una spalla di Luna,
con fare disperato.
“Tre giugno… uhm… tre giugno.” Continuò
a riflettere Harry, battendo un piede a terra e guardando in tralice Ron. “No,
niente, non ricordo.”
La piccola McPhee ridusse gli occhi a
due strette fessure. “Come sarebbe?! Razza di-”
“Scherzavamo!” La anticipò l’amico,
abbracciandola di scatto, per paura di una reazione esagerata. “Felice
compleanno, piccola.” Ron si unì all’abbraccio.
Pochi minuti dopo, sulla soglia della
Sala Grande, sbucarono Sirius, Remus, Lynn, Ryta e Marcus. Tutti e cinque
avevano un radioso sorriso dipinto sulle labbra e si precipitarono ad augurare
un buon compleanno a Luna. Di certo, per una volta, la giornata era
incominciata bene e sperava, come non mai, che continuasse per il meglio. Per
una volta, voleva solamente dedicarsi a sé stessa e ai suoi amici. Nient’altro.
“Beh?!” Fece ad un tratto, distogliendo
persino Sirius e Ryta dal loro quotidiano battibecco. “E il regalo?! Meno male
che oggi ne ho già ricevuto uno… se aspettavo voi…”
Hermione inarcò un sopracciglio. “Che
hai ricevuto… e poi da chi, scusa?!”
“Non t’allarmare, mammina.”
Ironizzò la ragazza, ridacchiando. “Una bella rosa nera, da chi mi sembra
ovvio… Andrè non ha perso tempo!”
Il gruppo ammutolì, fatta eccezione per
Ron che intervenne, perplesso. “Ma Andrè-” Una mano
di Harry sulla bocca, lo costrinse a tacere.
“Andrè è un
vero gentiluomo.”
Sirius, cercò di dissipare l’aria di
tensione. “Il nostro regalo arriverà più tardi…”
“…per quanto riguarda il nostro… dovrai
aspettare questo pomeriggio.” Le annunciò gioiosa Virginia, stringendole un
braccio e riservandole un sorriso radioso.
* * *
La Sala in cui riceveva il Signore
Oscuro, quel mattino appariva più tetra che mai. Persino le torce, appese ai
muri, sembravano inutili e il buio, regnava per gran parte sovrano. Nonostante
fosse giugno, un freddo inusuale albergava in quell’antro
spettrale.
Lord Voldemort, comodamente seduto sul
suo scanno, scrutava con massima attenzione Draco, inginocchiato qualche
gradino più in basso. Alla sua sinistra, sedeva Horatius McPhee, in assoluto
silenzio e con un ghigno, che aveva del sadico, dipinto sul volto.
“Draco…”
Il biondino alzò gli occhi grigi, sul
Mago Oscuro. “Mio signore…”
“Ho saputo del tuo ‘intento’,
durante il party organizzato da Lavery.” Incominciò,
con fare annoiato, schioccando la lingua e puntandogli addosso lo sguardo color
sangue.
Draco aggrottò le sopracciglia. “Quale
intento, mio signore?!”
“…ma uccidere mia figlia,
naturalmente.” Intervenne Horatius, con una nota di ovvietà nella voce, che
infastidì non poco il giovane Mangiamorte.
Il biondino riservò all’uomo un ghigno
perfido. “Non era una cosa premeditata. L’ho colta in flagrante con altri
infiltrati e ho pensato di poterne approfittare…”
“Inaudito!” Sbottò improvvisamente
l’uomo dai capelli neri, dando un colpo violento al proprio ginocchio e
alzandosi in piedi. “Sai perfettamente che tocca a me, uccidere Luna. Come hai
osato?!”
“Ho agito d’impulso.” Ribatté piatto il
giovane, scrollando le spalle. “L’odio non si può controllare.”
“Ho notato…ho visto con che sguardo
compiaciuto, la spingevi contro al muro, con una mano premuta sotto alla gola.”
Puntualizzò, mimando il gesto che aveva visto, su se stesso. Aveva uno sguardo
più folle del solito, pensò il biondino.
Ora
ho capito cos’era quel luccichio…
Il giovane Malfoy annuì. “Ammetto di
essermi lasciato prendere dalla situazione. Sì.”
“Ci pensi lei, Lord Voldemort…
signore.” Fece con tono esasperato, McPhee, risedendosi. “Io ci rinuncio…”
“…Draco, mi duole ammetterlo, ma
Horatius ha ragione.” Affermò sibilante, ghignando con cattiveria e allungando
una mano pallida e scheletrica sulla bacchetta magica.
Draco abbassò il capo. “Sono dolente,
mio signore… ma la tentazione di uccidere quella… traditrice, è stata troppo
grande.”
“Posso capirti… ma non approvare il tuo
comportamento.”
Il Signore Oscuro sfoderò l’arma,
puntandola addosso al Mangiamorte. Gli occhi azzurri di McPhee brillarono di
gioia. Chiunque lo guardasse in quel momento, lo avrebbe potuto paragonare ad
un bambino che attende il giocattolo tanto aspettato o un biscotto come premio
per chissà quale merito. Era disgustoso e terrificante, allo stesso tempo.
“Expelliarmus!”
Pronunciò Voldemort. La bacchetta di Draco volò via dal fodero, finendo a
terra, lontana dal suo proprietario. Il ragazzo prese un forte respiro e chiuse
gli occhi, attendendo la sua sorte. “Crucio!!”
* * *
Luna si portò una mano davanti alle
labbra, non appena ebbe gli occhi liberi dalla benda che le avevano fatto
indossare i suoi amici. Quella che riconobbe come la Sala Comune dei Grifondoro
(inconfondibile coi suoi colori rosso/oro), era addobbata a festa e là, vicino
alle scale dei dormitori, c’erano Nicholas ed Emily
Feel. I suoi genitori.
“Mamma!! Papà!!” Gridò correndogli
incontro, con le lacrime agli occhi.
La donna, dai lunghi capelli neri,
strinse la sua bambina, lasciandosi sfuggire qualche lacrima. “Piccola mia… mi
sei mancata così tanto…”
“…anche tu, mamma, anche tu…” Luna alzò
gli occhi verso il padre. Non pensava le potesse essere mancato tanto quello
sguardo affettuoso, quel sorriso paterno, l’affetto di quello che a dispetto di
tutto, era suo padre. L’uomo che l’aveva adottata e amata come una figlia vera.
“E così… la mia signorina oggi compie
diciotto anni!” Mormorò commosso, accarezzandole i capelli color ebano, per
tutta la lunghezza. “…sei grande, ormai.”
“No, sono sempre la tua bambina.”
Biascicò tra le lacrime, trattenendo a stento qualche singhiozzo. “Vero?!”
Nicholas Feel annuì, con gli occhi
lucidi. “Certo che sì.”
L’intero gruppo di amici, che aveva
organizzato la sorpresa, si fermò a guardare la scena con commozione e
tenerezza. Sapevano quanto in quella situazione, Luna si sentisse sola,
nonostante la loro presenza. Non erano abbastanza, aveva bisogno della sua famiglia.
Visto e considerato che, l’unica persona in grado di aiutarla veramente,
l’aveva tradita.
“Luna! Non volevi vedere il tuo
regalo?!” La richiamò allegro Lupin, stringendo per le spalle la piccola Lynn,
che continuava a mordicchiare un fazzolettino, versando lacrime.
La giovane McPhee si asciugò le guance
alla bene meglio. “Certo che sì!”
“…bene, allora, direi che devi salire
al piano superiore. Dormitorio femminile, terza porta a destra.” La informò
Ryta, incrociando le braccia al petto e accogliendo con gioia la stretta di
Jonathan che la fece appoggiare al suo petto. Il tutto sotto lo sguardo
inviperito di Sirius e quello scocciato di Marcus.
La strega sbatté un paio di volte le
palpebre, prima di sorridere in direzione dei genitori e precipitarsi su per le
scale. Percorse velocemente il corridoio, pregando di non perdersi in quel
labirinto mai visto prima e raggiunse la porta numero tre, a destra.
Una porta di legno scuro, le sbarrava
la strada. Vi posò le mani sopra, spingendo piano.
Rimase scioccata, dallo spettacolo che
le si presentò davanti agli occhi. Si portò entrambe le mani al viso, credendo
di esplodere in lacrime da un momento all’altro.
“Oh dio, non ci credo…”
Una delle stanze che un tempo
ospitavano le ragazze di Grifondoro, era stata modificata con la magia. Alle
pareti non più semplice tinta neutra, ma toni pastello, neutri. Al centro della
camera, una culletta bianca, dotata di sonaglini. E
non mancava proprio niente! C’erano persino fasciatoio,
armadietto multi-funzione, una piccola cassettiera…
“Abbiamo pensato, che fosse meglio che
venissi a stare nei nostri dormitori…ti saremo più di aiuto. Visto che bella?!”
Le domandò Hermione, posandole una mano sulla spalla.
Luna annuì, entrando piano nella
stanza. “…ma non sappiamo ancora se sarà maschietto o femminuccia.”
“Oh quello non è un problema! A che
serve la magia, se no?!” Rimediò velocemente Ron, allargando le braccia e
sorridendo sornione. “Comunque io dico che è femmina.”
Harry si fece spazio, tenendo per mano
Virginia. “Io dico che è maschio, invece.”
“Grazie… a tutti, davvero. Siete
incredibili e vi voglio un mondo di bene.”
Continua…
E dopo un periodo di crisi d’ispirazione (inerente a NpS, ovviamente), eccomi qui con il nono capitolo. Ci sono
un po’ di cose chiarite. Altre no, infatti si chiama “Misteri”. Chissà che
voleva dire Ron con quella frase su André. E chissà
che fine farà Rodolphus!! Lucius lo lincerà?! O no?!
Ci voleva comunque un capitoletto di tregua, con il compleanno di Luna e un
attimo di respiro. Altrimenti mi muoiono di crepacuore, altro che!! ^^
Che ne pensate? Sarà maschio o femmina?! Eheheh si accettano scommesse!! ^^
NOTINA
IMPORTANTE: qualche giorno fa ho inviato una
nuova storia: una Draco/Ginny -> Un’ancora
nel buio <- fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!! ^^
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^
Passiamo ai ringraziamenti:
AngelWings: mi scuso per il
ritardo, ma purtroppo quando ti piglia la crisi… ti piglia! Fortunatamente ero
abbastanza in forma e mi sono data da fare con un sacco di altre storie, come
hai potuto costatare sul mio account. Meglio di nulla, no?! ^^
Angele87: ecco, Draco è stato punito! Così impara a fare il
bastardo!! (oggi CrispyMcDraco!!
ndLunaContentama…dai, io… ndDracoSpaventatono no, niente ma! ndLunaIrremovibile) Il Signore Oscuro l’ha punito a dovere,
grazie anche ad Horatius… l’altro normale della storia XD Mi scuso anche con
te, per il ritardo… però come ho detto anche prima, in fondo non vi ho proprio
lasciato a bocca asciutta. Ho creato altre mille storie ^^’’ (lo so, non
attacca!!)
Ryta Holmes: uhauhauhauhauhauhauhauh grazie =°) con quei due piatti guadagno proprio bene!
Inoltre credo che dopo questo capitolo, il CrispyMcDraco venderà anche molto di più! =P Già vendeva bene,
adesso andrà a ruba. Cosa ne dici del capitolo misterioso e dolce? Ci voleva
una pausa, no?! E di André? No sai, perché non ti ho
detto niente al riguardo… quindi… dubbio!!! XDDD
Lynn Wolf:egghehhehghe la tua katana per
oggi può riposare *-* il capitolo è stato tranquillissimo, no?!? Non è
meglio?!?! Preferivi del sangue?! E sangue avrai!!! Come dici? Non vuoi che sia
né tuo, né di Remus!?! Ma certo che no!! Ovvio che preferirei quello di
Beatrice ^^ Forse… chissà… =P chi vivrà vedrà!! ^^
Sunny: bentornata! Non preoccuparti… anzi mi dispiace averti
fatto aspettare proprio ora che sei tornata a leggermi, ma… come hai letto su…
crisi!! ^^ Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento!! ^^ Grazie
dei complimenti!! =)
Vale: bentornata anche a te! Gentilissima come sempre!! Ehhh Draco ne sta combinando un bel po’, come vedi ^^ A
risentirci… =*
Prossimo capitolo: "Sentimenti contrastanti"
Luna Malfoy!!
E ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi
aiutate a scrivere meglio e in fretta, quindi.... ^^
Un rumore ovattato, giunse alle
orecchie di Luna. Era vicino alla palestra numero due, quella
utilizzata solamente per gli allenamenti “speciali” ed era più che certa
che il suo addestramento, non concernesse una lezione di kickboxing. Ma allora per quale
motivo, dall’interno dello stanzone, si sentiva distintamente il tonfo sordo di
un pugno scagliato su un sacco di sabbia?!
Aprì cautamente la porta di acciaio, trovandosi di fronte al suo “mister”. Sembrava
parecchio irritato e nervoso.
Perfetto, si ritrovò a pensare, notando con
quanta forza imprimesse i colpi sulla vittima di stoffa imbottita. Ci mancava
solamente un po’ di pratica, con un insegnante arrabbiato per chissà quale motivo. Proprio quella mattina in
cui il suo “adorato” frugoletto, aveva deciso che era arrivato il momento di
far provare a mammina, cosa significasse fare avanti
e indietro dalla camera al bagno. Le semplici nausee mica
bastavano più!
Si gettò l’asciugamano sulla spalla e
sbuffò, entrando con passo deciso nella palestra. “La prossima avversaria sono
io?!”
Il ragazzo, dai capelli neri alzò lo
sguardo, incrociando i suoi occhi a metà tra l’azzurro e il viola, con quelli
verdi e divertiti dell’allieva. “Oh, non provocarmi… ragazzina. Sono
profondamente incazzato, stamani, di conseguenza ti risparmio solo se taci e
obbedisci a qualsiasi mio ordine.”
Luna inarcò un sopracciglio, confusa.
“Allora non hai bisogno di un soldato, ti serve una lampada di
Aladino o una fata turchina.”
“Che cosa?!”
Domandò perplesso e forse un po’ sconvolto, da tutte quelle parole che definire
incomprensibili, era poco.
La ragazza si batté una mano sulla
fronte. “Ah già, è vero. Dimentico sempre che tu sei un mago d.o.c. e purosangue, Zabini. Non
puoi certo conoscere le favole babbane!!”
“Ah erano favole?!” Chiese curioso,
aggrottando la fronte. “Beh comunque non perdiamo
tempo. Prendi una sedia e consegnami la bacchetta.”
La mora gli riservò una linguaccia.
“Sempre molto gentile, Blaise.”
* * *
Uno scampanellio insistente, destò Ryta
dal suo sonno ristoratore. Si voltò un po’ tra le coperte, tastando sul tessuto
morbido e rendendosi conto che Jonnhy non era più accanto a lei. Un’occhiata
veloce alla sveglia, le chiarì il motivo. Erano le nove e mezzo del mattino e,
sebbene lei avesse la mattinata libera, il suo compagno doveva trovarsi ad una importante riunione. Era più che ovvio, che fosse già
uscito di casa.
Sbadigliò, stiracchiando le braccia
intorpidite e indossò una leggera vestaglia da camera, sopra alla lunga camicia
da notte di satin bianco panna. I capelli neri, scompigliati, ricadevano
morbidi sulle spalle e sulla schiena, solleticandole appena il collo. Coprì gli
occhi con una mano, in cerca di riparo dal sole, e aprì la porta cercando di
mettere a fuoco chi aveva davanti.
“Buongiorno.”
Passò una mano sulle palpebre, cercando
di risvegliarsi dall’intontimento mattutino e sospirò. “Che
ci fai qui a quest’ora, Marcus?!”
Il ragazzo le scoccò un’occhiata
obliqua, sorpassandola con un accennato “posso?” e dirigendosi verso il salotto
di casa Wolf. Scosse la testa, con una smorfia disgustata, notando
l’arredamento essenziale, se non addirittura asettico e ordinato fino
all’eccesso, dell’appartamento.
“Sono passato a trovarti, sorellina.”
Rispose piatto, incrociando le braccia al petto e sfoderando un ghignetto. “Che c’è?! Da quando stai con Kennon ti si può più passare a trovare?!”
Ryta sbuffò scocciata, allacciando
meglio la vestaglia in vita. “Non chiamarlo Ken e no…
non è questo. E’ solo che non sapevo, che avessi la mattinata libera e pensavo
dovessi essere a lavoro, a quest’ora.”
L’altro le sorrise, sarcastico.
“…spiacente, non è così. Sto aspettando Sirius, mi accompagna a fare l’esame di
Materializzazione.”
“…era oggi?!” Chiese
stupefatta, portandosi una mano sulla fronte.
“Già…”
“Oddio, scusa, non… non lo ricordavo
affatto.” Cercò di giustificarsi, avvicinandosi al
fratello con aria dispiaciuta. “Mi vesto e ti accompagno io, d’accordo?!”
Marcus scosse la testa. “Non mi
aspettavo certo che ricordassi il mio esame, Ryta. No, non voglio che mi
accompagni tu… ci pensa Sirius, grazie.”
“…ma…”
“Ho detto di no.”
Continuò imperterrito, scuotendo la testa. “E’ troppo semplice in questo modo.
Da quando frequenti Jonathan tutto il resto è passato
in secondo piano, Ryta e la cosa sta scocciando un po’ tutti.”
Ryta aggrottò le sopracciglia,
stringendo i pugni per il nervoso. “Sei uno stupido, Marcus! Sai bene che non è
vero, ma non perdi occasione per rinfacciarmi questa storia…”
“Ah non è vero?!” Domandò con
espressione ironica. “Beh, se già l’esempio dell’esame ti pare poco, c’è sempre
quell’altra questione…”
“Ma di che parli?!”
Il giovane Falck, estrasse dal mantello
da Auror una cartella marroncina. “Di questa! La riconosci?!” La donna scosse la testa, confusa. “…contiene
le indagini di cui dovevate occuparvi tu, Lynn, Remus e Sirius… e che, invece,
hanno condotto solo loro, perché tu non ti sei presentata alla riunione.”
Ryta boccheggiò, fissando i documenti.
“Oddio… cioè, non è possibile! Oggi è…”
“…martedì, sorella.” La anticipò con
tono pungente, Marcus. “La riunione era ieri, ma a quanto mi risulta, alle nove
eri fuori a cena con Ken, invece che presiedere in
Sala.”
Il suono del campanello, bloccò
qualsiasi ulteriore tentativo di Ryta, di
giustificarsi. Con uno scatto felino, il fratello balzò in piedi e raggiunse
l’ingresso in poche falcate, aprendo la porta a Sirius. L’uomo, non degnò di
uno sguardo l’amica, ma sorrise al ragazzo.
“Sei pronto?!”
L’altro annuì. “Sì, ho appena terminato
di discutere con mia sorella, di una… questione importante.”
Sirius corrugò la fronte, perplesso. “Ah-a.Ok,
adesso muoviamoci, non aspettano certo noi per cominciare.”
Il ragazzo annuì, rivolgendogli un
largo sorriso. “Certo… buona giornata, sorella.”
Il “Marcus!” di richiamo, che urlò
Ryta, si sovrappose al brusco rumore provocato dalla porta sbattuta. Suo fratello se n’era andato, mollandola a metà discussione.
Anzi, a discussione iniziata, visto e considerato che
non le aveva dato neppure il tempo di giustificarsi. No, non andava bene quel
comportamento. Il suo, ovvio, non quello di suo fratello. Non era da lei
saltare una riunione per andare a cena con Jonnhy. Era pur vero, però, che il
mattino precedente, Sirius aveva fatto di tutto per farla imbestialire e quindi
lei aveva colto al volo, l’occasione di allontanarsi da quel posto, accettando
l’invito a cena del suo compagno.
Sì, ma questo non giustificava di certo
il suo comportamento. Che diamine le stava prendendo?!
* * *
Una figura ammantata di nero percorreva
a grandi falcate i corridoi del Malfoy Manor. Solo i lunghi capelli biondo
platino, lo distinguevano dal resto dell’ambiente, avvolto nelle tenebre più
fitte. Si bloccò a un passo da una porta in legno
scuro e rimase incerto, qualche istante, prima di bussare pesantemente,
attendendo di essere ricevuto.
“Avanti…”
Aprì la porta con uno scricchiolio
acuto e tentò di abituare lo sguardo all’oscurità, rischiarata appena da una
misera candela sul comodino. Gli occhi grigi dell’uomo saettarono in giro per
la camera, prima di posarsi sulla persona seduta alla scrivania, apparentemente
intenta a scarabocchiare qualcosa su una pergamena ingiallita.
“Come mai ancora in piedi, padre?!”
Domandò il ragazzo seduto, rivolgendo uno sguardo all’uomo appena
entrato in stanza e riportando subito l’attenzione su ciò che stava facendo.
Lucius Malfoy calò il
cappuccio del mantello. “Avevo alcune faccende da sbrigare.”
“Capisco.” Replicò evidentemente poco
interessato, facendo scorrere la penna d’oca sul foglio con un leggero fruscio.
Si spostò alcune ciocche bionde dal viso e sentì distintamente gli occhi del
padre, fissi su di lui. “Che succede, padre? Vi vedo
turbato.” Tornò a guardarlo.
L’uomo si limitò ad un’alzata di
spalle. “Le solite… faccende.” Fece per sedersi sul letto, quando si accorse
che sotto le coperte, placidamente addormentata, vi era la figura di sua nipote
Beatrice. Sospirò scotendo il capo.
“E’ crollata…”
“Il Signore
Oscuro non fa una piega a riguardo, ma credo che Horatius non sia così
contento, di questa cosa…” Commentò Lucius, inarcando
un sopracciglio e guardando di sfuggita la ragazza, stando attento a non
svegliarla.
Draco scrollò le spalle, ancora preso
dalla sua pergamena. “Ciò che pensa McPhee non mi riguarda. Ho già dovuto
subire abbastanza per i suoi capricci.
Chi mi porto a letto, non è affar
suo.”
Suo padre lo fissò torvo per un po’. “Se si tratta di Beatrice, li considera affari suoi. Sai che
è come una nipote vera, per lui.”
“Non si preoccupa della salute di sua
figlia, anzi… pensa ad ucciderla, eppure si dà tanta pena per lei! Pazzesco!” Esclamò con tono quasi
scandalizzato, producendo un verso sarcastico e scuotendo la testa.
“Horatius è sempre stato un tipo…
particolare.” Spiegò Lucius,
curvando un lato della bocca all’insù. “Ricordo ancora l’ossessione morbosa per
Gabrielle. Rodolphus era diventato pazzo. Se lo ritrovava ovunque, era
diventata una persecuzione.”
“Bel tipo.” Ribatté scosso Draco,
alzando le sopracciglia. “Piuttosto… so che hai provveduto a…
insomma, zio Rodolphus…”
“Sì.” Chiuse il discorso l’uomo,
distogliendo gli occhi dalla faccia del figlio e puntandoli di nuovo verso la
ragazza, ancora nel mondo dei sogni e per nulla intenzionata
a svegliarsi, a quanto pareva.
Il ragazzo scrollò le spalle. “D’accordo.
Devi dirmi altro?!”
“No, credo che andrò
nelle mie stanze.” Rispose pensoso Lucius, alzandosi
dal letto come se scottasse e dirigendosi verso la porta. Non appena ebbe
poggiato la mano sulla maniglia, si bloccò. “Ah Draco, capisco l’atmosfera ma…
cerca di dar luce a questa camera, è ancora giorno e sembra notte.”
“Forse…”
Non staccò gli occhi da ciò che aveva
ripreso a scrivere e si accorse che suo padre aveva abbandonato la stanza, solo
quando udì il rumore della porta che si chiudeva.
* * *
“Ragazzi… sbaglio o la situazione sta
diventando insostenibile?!”
La voce di Lynn, distrasse il resto del
gruppo (Marcus escluso, che era a lezione di incantesimi
paralizzanti con Bill)dal terminare la
loro colazione. La reazione dei presenti, variò a seconda
della sensibilità e di ciò che erano impegnati a fare, nell’attimo
esatto in cui la donna era entrata nella mensa della base, ritrovo di quel
mattino, a differenza della solita Sala Grande di Hogwarts, poiché tutti quel
giorno avevano impegni al quartier generale.
Ron scosse la testa e si diede da fare
per finire il porridge che aveva nella ciotola. Hermione, tutta presa dalla sua
copia del Profeta, alzò la testa e la guardò dubbiosa, incerta sull’argomento
di discussione. Harry si limitò ad alzare un sopracciglio, distogliendo lo
sguardo da un verbale che stava studiando e scambiandosi poi un’occhiata
perplessa con Luna, in mancanza di Ginny che aveva cominciato il suo turno al St. Mungo alle sei del mattino. Remus fu l’unico a capire
di cosa volesse parlare la compagna.
“Tesoro… ce ne siamo accorti tutti, ma
sono adulti e vaccinati e non possiamo fare assolutamente niente.”
Solo in quel momento, perlomeno Harry,
parve scendere dalle nuvole e individuare il problema. “Ho provato a parlare
con Sirius.”
Un lampo di speranza, saettò negli
occhi verde scuro-ambrati di Lynn. “E…?!”
“Si ostina a sostenere la tesi, secondo
la quale a lui non importa assolutamente nulla di questa storia.”Concluse serio, facendo una
smorfia tra l’incredulo e l’amaro.
“Lo sapevo.” Sospirò Lynn abbattuta. “Ryta
fa lo stesso. Dovreste vedere come si allena a fare la brava donna di casa. In realtà
lo è già e lo sa anche Jonathan, viste le numerose giornate che ha trascorso da
noi in Scozia, all’epoca, ma a quanto pare… deve
dimostrarglielo una seconda volta.” Esibì una faccia semi sconvolta.
Hermione scrollò appena i ciuffi,
sfuggiti alla treccia d’ordinanza. “E’ innamorata.”
“…crede di esserlo.” Si mise in mezzo
Luna, accantonando la spremuta di pompelmo che le aveva suggerito di prendere al mattino il medico, per vincere la nausea, ma che in
realtà gliene provocava il triplo, dato il suo ormai noto odio per tale agrume.
L’amica allargò gli occhi color
cioccolato, ignorando un cenno positivo che fece Lynn
con la testa. “Come fai a dirlo?!”
“Andiamo! Si vede lontano un chilometro
che Ryta non è innamorata di Jonathan, ma di qualcun
altro. Certo, vorrà un bene dell’anima a quell’uomo e
probabilmente un tempo lo avrà anche amato, ma di quell’amore
infantile… le classiche cotte….”
La donna dai capelli corti sospirò di
nuovo, appoggiando stancamente le braccia sul tavolo. “Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, ha ragione Luna. Non immaginate
neppure che piacere mi farebbe avere Ryta come cognata, ma è sbagliato…”
“…non è mica detto. Sono una bella
coppia e Jonathan la ama tanto…” Provò ancora
Hermione, evidente sostenitrice di quella coppia che, a detta sua, era perfetta
così com’era.
Luna spostò la treccia dietro le spalle
e arricciò le labbra. “No, ha ragione Lynn è
sbagliato. Io non so che rapporti ci siano stati in passato tra Ryta e Sirius,
ma sono sicura che quei due si amano e non lo vogliono ammettere.”
“Veramente… un tempo… si sono anche
fidanzati.” Ammise Remus, passandosi una mano nei
capelli castani, fermati alla base da un codino. “…ma
è successo tanto tempo fa.”
La mora fu sul punto di domandare
qualcosa, precedendo tutti, persino Ron che pareva essersi svegliato dallo
stato di trance, provocato forse dall’ormai consueto
risveglio eccessivamente mattutino. Un gufo dall’aria regale, però, interruppe
il discorso, picchiettando nervosamente contro la vetrata della mensa.
Lynn, curiosa da sempre, si precipitò
ad aprire alla bestiola, permettendole di entrare nella base. Il volatile,
aveva un bigliettino attaccato alla zampetta e sotto di questo, legato con un
cordino, vi era un sacchettino di plastica
trasparente. “Luna… è per te.” Fece, notando il pezzetto di pergamena
strappato, che fungeva da messaggio.
La destinataria si alzò dal tavolo,
precipitandosi a controllare ed ignorando palesemente la scenetta che avveniva
al tavolo. (Il “Non correre, diamine!!” di Harry, zittito completamente da un “e
basta! Non è mica malata!” di una Hermione furibonda e
scocciata. Il tutto sotto lo sguardo divertito di Ron, rimasto in silenzio.)
Rovesciò il pacchettino e afferrò ciò che cadeva… una chiave.
Hermione, un po’ stupita da quella
consegna, si alzò raggiungendo l’amica. “Cos’è?!”
“…non ne ho la più pallida idea!”
“Apri il bigliettino.” Suggerì l’altra con
un sorriso stranito, malcelando un po’ di curiosità
femminile.
Luna obbedì annuendo e spiegando il fogliettino. “Da oggi, questo è tuo. Fanne l’uso che preferisci.
Recati alla via…”
“Fammi un po’ vedere…” Esclamò Harry,
non appena le fu dietro le spalle, subito seguito da
Ron. Gli occhi verdi del ragazzo brillarono, quando incontrarono la sagoma
della chiave, posta sul palmo aperto dell’amica. “Questa… è la chiave dell’appartamento
di Malfoy, quello che ha comprato prima di diventare Auror!”
* * *
Un brusio sommesso, proveniva dalle
fila di Mangiamorte, radunate nell’ampio salone, riservato alle riunioni, del
Malfoy Manor. Il Signore Oscuro, seduto sullo scanno a
lui riservato, con gli immancabili McPhee e Beatrice, seduti al suo fianco,
batté un paio di volte le mani, richiamando ordine e silenzio. I suoi occhi
color rubino, si posarono sulla folla riunita nello stanzone, finché tutti non tacquero, intimoriti dal suo sguardo.
“Benissimo… ho un annuncio importante
da fare.” Incominciò con verve, zittendo persino gli
ultimi intrepidi, ancora intenti a chiacchierare. “E’ stata stabilita la data
in cui daremo inizio… alla fine…”
“Quando, mio
signore?!” Domandò eccitata Bellatrix, facendosi
avanti nella folla e guardando il Lord Oscuro, con occhi colmi di trepidazione.
Vista così, pensò Draco, sembrava una bambina in
attesa di sapere quando le sarebbe stato regalato il prossimo giocattolo.
Voldemort ghignò. “Dà tempo al tempo,
mia cara.”
La donna continuò a seguire il suo
signore con lo stesso sguardo ansioso, gli occhi da folle che si spostavano
dalla figlia, a McPhee, imperturbabile nella sua posizione altera e al di sopra di ogni cosa.
“…abbiamo appena concluso
alcune ricerche e stretto nuove alleanze con maghi esterni. Tutto questo grazie
alla collaborazione del fidato Horatius. Detto ciò, posso confermare che la
data è stata decisa, ma devo chiedervi… miei fedeli…
di non smettere di attaccare Hogsmeade, Diagon Alley e parte della Londra
Babbana. Occorre il caos, per mettere in atto questo piano!”
Un mormorio di assenso
si levò dalla cerchia di Mangiamorte, prima che il Signore Oscuro riprendesse
la parola. “Possiamo allora dire che, da oggi a due mesi, ci sarà l’attacco
definitivo, che porterà alla distruzione il caro corpo battlemage… e segnerà il
nostro dominio sul mondo magico.”
Draco si scambiò un veloce sguardo con
suo padre, prima di riportare l’attenzione dei suoi occhi grigi e metallici
sulle figure in alto, ignorando le urla festose dei suoi compagni.
Due
mesi…
* * *
Un forte odore di chiuso invase i sensi
dei nuovi arrivati, in quell’appartamento. Luna aveva
tanto insistito per andare a vedere quella “famigerata” casa, immediatamente,
ma per via degli impegni di Harry e Ron, la visita era stata rimandata a quella
sera. Hermione aveva provveduto a spalancare le
finestre, lasciando però chiuse le imposte per non dar motivo ai vicini, di far
capire che era tornato qualcuno e che aveva intenzione di restarci, anche se
per pochi minuti.
“…che
posticino allegro.” Esclamò Ron, notando l’arredamento forse eccessivamente
scuro per un tipo come lui. Si passò una mano nei lunghi ciuffi fulvi, prima di
dirigersi a passo spedito verso il bagno adiacente alla stanza e commentare con
un fischio prolungato. “Però! Si tratta sempre bene,
Malfoy eh!”
“Ron!” Lo richiamò Hermione, non
scollandosi un minuto dal fianco di Luna e lanciando occhiate furtive in giro.
Harry riemerse da una delle camere,
ancora un po’ scombussolato. “E’ tutto apposto. Nessuna trappola, nessun
infiltrato, nessun incantesimo.”
“Così… viveva qui, prima.” Sussurrò
Luna, camminando con cautela fino alla camera da letto e cercando a tentoni l’interruttore della luce. “Non funziona…”
L’amico dalla chioma corvina sorrise. “Deve
averla fatta staccare. Le lampade sui comodini però funzionano, se sono magiche
come quelle dell’altra camera da letto.”
Difatti, con un colpo di bacchetta, le abatjour
sui comodini presero ad emanare una luce vivida. “Grazie…”
“Il gas non è stato staccato!!”
Annunciò Hermione, facendo capolino dalla porta con un’aria festosa. “Volete un
caffè?!”
I due ragazzi la seguirono a ruota,
esclamando frasi d’assenso. Luna invece, rimase ferma dov’era e si avvicinò
piano al letto a due piazze, che c’era in mezzo alla stanza. Si notava subito,
che quella era la camera di Draco. Tutto, a partire dalle lenzuola di seta
nera, fino ad arrivare a come era disposto l’ordine
dei quadri -di nuova fattura, rispetto ad altri- aveva del suo.
Sentiva le voci dei suoi amici
provenienti dal salotto e non mancò di accorgersi dell’aroma del
caffè, ma aveva bisogno di stare là. Si distese sul letto, abbracciando un cuscino
dalla federa scura e si raggomitolò su se stessa. Sapeva di sembrare una vera
stupida, a cercare un simile contatto con lui, ma ne aveva
un disperato bisogno e senza neppure accorgersene, sprofondò in un sonno
sereno, cullata dal profumo di Draco che persisteva sulla seta.
Si svegliò di soprassalto, portando la
mano alla bacchetta, quando si accorse che due braccia l’avevano stretta da
dietro. Sussultò, accostando la mano all’arma, nel fodero dei pantaloni e per
un attimo, sperò che fossero le braccia amiche di Hermione o Harry.
“Non voltarti.”
Il suo cuore perse un battito e senza
volerlo, una lacrima le scivolò veloce sulle guance bianche, cadendo sulla
stoffa morbida del guanciale. Aveva riconosciuto quella voce,
l’avrebbe distinta tra altre mille. La sua voce
distaccata, fiera, sensuale, con quella nota di dolcezza che da sempre riusciva
a scaldarle il cuore. Non poteva sbagliarsi.
“N-non puoi
essere tu… sto ancora sognando, vero?!” Chiese un po’ incerta, mangiandosi
qualche parola e tremando impercettibilmente. “Tu non puoi essere qui, che
diamine ci fai… qui… adesso?!”
Il ragazzo alle sue spalle, fece un
verso ironico, stringendo la presa. “Che
accoglienza…”
“Vuoi uccidermi?!”
“Se avessi voluto, l’avrei già fatto…
sono minuti ormai che ti guardo dormire.”
Luna strinse gli occhi. “Dove… come hai
fatto ad entrare?! Dove sono Ron, Harry… Hermione?!”
“Sono andati via un’ora
fa, più o meno. Ti hanno lasciato una scorta qui fuori, ma questo posto
non è protetto, chiunque si può materializzare e smaterializzare, senza che gli
Auror se ne accorgano.” Soffiò divertito,
spaventandola appena.
“Draco…” Mormorò, trattenendo a stento
un gemito e mordicchiandosi il labbro inferiore. Non doveva piangere. “Cosa ci fai qui?!”
Il biondino scese a stringerla all’altezza
della vita, facendola sobbalzare e dimenare un po’. “Volevo vederti. Non mi è
più concesso?!”
“Direi di no, da quando hai...” Tacque
dubbiosa su ciò che doveva dire o meno.
Una mano
pallida e ruvida di Draco, scese ad accarezzarle i capelli sciolti, per tutta
la lunghezza, fin sulla schiena. “Da quando ho abbandonato i Sunrise. Però volevo vederti ugualmente prima…”
“Prima?!” Domandò confusa, sbattendo un
paio di volte gli occhi, ormai abituati all’oscurità. “Prima di cosa?!”
“Non fare domande a cui non posso
rispondere, Luna.”
Si mordicchiò nuovamente il labbro
inferiore e strinse un po’ la stoffa delle lenzuola. “Posso girarmi?!”
Il ragazzo indugiò un po’, prima di
sospirare. “D’accordo… ma allontana quella mano dalla bacchetta, non voglio
farti male, piccola.”
Si voltò su se stessa e senza pensarci
un istante di più, gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte. Sentì la
presa salda delle sue mani sulla schiena e rabbrividì appena. Aveva le mani
fredde e lei lo sentiva attraverso la maglia che indossava. Percepì una intensa sensazione di benessere e calore, all’altezza
dello sterno, avvertendo il contrasto tra il corpo caldo di Draco e le sue mani
fredde. Aveva una gran voglia di piangere e fece uno sforzo incredibile per
trattenersi, nascondendo il volto nel suo petto.
“…n-non mi sembra vero.” Soffiò sull’orlo
delle lacrime, stringendo nei pugni i lembi della maglia indossata dal ragazzo.
“…non mi sembra vero, che tu sia qui!”
Le labbra morbide e tiepide del biondo,
le sfiorarono la fronte e per un attimo, che le parve
durare ore, sperò ardentemente che il tempo si fermasse in quegli istanti.
Voleva rimanere così, tra le sue braccia, al sicuro. Ma
sapeva bene che era tutta una mera illusione.
“Dormi, piccola… è
tardi.”
Si lasciò sfuggire un
piccolo singhiozzo. Avrebbe voluto dirgli che no, non poteva dormire o sentiva
che al suo risveglio non l’avrebbe trovato, ma si trattenne.
Mantenne la presa sul tessuto della maglia di cotone e
respirò a pieni polmoni la sua fragranza fresca e pungente. Di pulito.
Quando riaprì gli
occhi, svegliata dai piccoli raggi di sole che penetravano dalle imposte di
legno, Draco non era più al suo fianco…
Continua…
Decimo capitolo, concluso. Eheheheh
quanti misteriiii… e quanti ancora ne dovrete vedere!! [le bacchette di Ryta, Lynn e Lady, la
costringono a non ridacchiare più…] Eddai!!
Antipatiche… avete visto che scenetta dolce vi ho
tirato su?! Un barlume di speranza ve lo do ancora, su
su >.< [Le tre borbottano qualcosa tra il
soddisfatto e l’incazzato e allontanano le armi…] ^^’’’ beneee,
brave bimbette. Altrimenti come faccio a dirvi che entro brevissimo avrete tuuuutti i capitoli di NpS (che
ho deciso di terminare per prima) e che a breve avrete anche il seguito? (oltre
ai capitoli successi delle altre long fic, promesso
^^) Ma voi dovete sostenermi… quindi mi aspetto taaante
belle recensioni. D’accordo?! (me ricattatrice contenta)
Passiamo ai ringraziamenti:
AngelWings: Beh no, Beatrice non se ne accorge e non se ne
deve accorgere. Altrimenti come farebbe Draco?! =) Per quanto riguarda il
perché gli fanno male, mi pare ovvio. Lui si comporta male e viene
punito ^^ Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente, spero che
anche questo ti piaccia =)
Marcycas – The Lady of Darkness: Io
ancora non ci credo che siete tornate [Luna singhiozza
felice, mordicchiando un fazzolettino e rileggendo la recensione] Niente
capitoli sanguinosi, neanche stavolta, perché… beh c’è sempre un perché e lo
sapete. Però… direi che vi ho risollevato il morale
con la scenetta finale, o no?! [Luna speranzosa] Nel prossimo capitolo però, ci
sarà qualche scena violenta. Onestamente sì, avevo pensato ad un lemon, ma ditemi voi… non avrebbe
rovinato l’atmosfera che si era creata in quella camera?! ^^ Aspetto di
sapere che ne pensate =)
Angele87: Grazie *-* Me si commuove facilmente!! ^^ Sono contenta che
questa storia ti piaccia tanto =P Spero di poter contare sul tuo parere anche
per i capitoli finali e per il seguito, ci sto già lavorando… e mi sto impegnando
parecchio =D
Ryta Holmes: Grazie. Ok, potrei terminare qui,
dal momento che ho un sonno della madonna e che oggi è stata una serata
assurda. Basti pensare che sembra che ho pippato e/o bevuto chissà che e invece
non ho toccato niente. Ok, sì lo so, sono cretina di mio -.- ma non c'è
bisogno di ricordarmelo sempre. Il braccio era buono... o almeno, questo hanno
detto gli altri, a cui l'ho fatto assaggiare senza specificare chi o cosa era.
^^''' anche Lady lo ha mangiato con gusto XD Povera =P Aggiornerò presto,
giuro!
Lynn Wolf: E sono
convinta che questo capitolo ti è piaciuto. Perlomeno
la fine. =D E dillo su… dillo…dai ^^ Ammettilo che aspettavi
una scena così da 10 capitoli buoni XD Ed eccoti accontentata… ora vedremo come
continuerà! Tu pensa a Ryta e Sirius (salvaci tu ndTuttiIPersonaggi)
Prossimo capitolo: "Operazione Rose Rosse"
Luna Malfoy!!
E
ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere
meglio e in fretta, quindi.... ^^
Hermione, col suo solito tono dolce e
comprensivo, la riportò alla realtà. Osservò distrattamente la tazza di orzo che aveva sotto agli occhi e storse il naso
disgustata. Il solo odore le dava il voltastomaco. Maledette nausee.
“Niente, Hermione, niente.” La
rassicurò, con un radioso sorriso. L’amica non parve tranquillizzarsi.
“Davvero.”
Le voci di Harry e Ron richiamarono la
sua attenzione. A quanto pareva, entrambi, quella mattina si stavano dedicando
al loro sport preferito. Torturare la vita di quella povera innocente di Ginny.
Per fortuna, negli ultimi anni, Virginia aveva sviluppato un caratterino niente
male, che la portava a rispondere loro a tono, dopo un po’ che la stuzzicavano.
“Adesso basta. Non sono bassa…
piantatela!” Esclamò furiosa, posando le mani sui
fianchi, con quella postura che ricordava tanto sua madre Molly. “Siete voi
quelli sproporzionati!”
“…effettivamente un po’ bassina lo sei!” La punzecchiò Luna, facendole la
linguaccia e spremendo un limone in un bicchiere di acqua
fresca.
Virginia si finse scandalizzata. “Ha
parlato la gigantessa!! Sei alta quanto me, tu!!”
Harry ridacchiò, stampando un bacio
sulle labbra color ciliegia della sua ragazza e si avvicinò a Luna,
scompigliandole i capelli. “Ho incontrato Blaise,
dice che ha finito con te… stavolta per davvero. Dopo mi mostri qualcosa?!”
La mora ghignò beffarda e sollevò una
mano, in direzione del dosa zucchero. Questo si
sollevò dal tavolino di metallo, sotto lo sguardo allibito dei presenti e prese
a girare velocemente su se stesso, prima di rallentare le sue giravolte e
posarsi in modo delicato al suo posto. “Soddisfatto?!”
Hermione sgranò gli occhi e
scambiandosi occhiate incredule con Ron e Ginny, capì di non essere l’unica ad
aver avuto quella reazione. “Che significa?!”
“…certo che era
un giochino, quello, Luna.” Continuò Harry, ignorando la richiesta della sua
migliore amica e sorridendo sornione all’altra.
“Vuoi che ti lanci una Glacialibus?! Posso farlo…” Lo sfidò,
riservandogli un ghigno che, agli altri, ricordò molto qualcuno. “Non giocare con me, Potter, non te lo puoi permettere.”
I due scoppiarono a ridere con gusto,
sotto lo sguardo ancor più sconvolto del resto del gruppo, che li fissava. “Si
può sapere che vuol dire, tutto ciò?!” Intervenne Virginia, passandosi
nervosamente una mano nella chioma rosso fuoco.
“E’ magia senza bacchetta.” Spiegò
Harry, girandosi a sorriderle dolce. “Silente l’ha insegnata a me, per
proteggermi da Voldemort e io l’ho insegnata per un breve periodo a Luna, poi
ho passato il testimone a Zabini… le servirà nel caso
dovesse trovarsi in serio pericolo.”
“C-c’è questo
rischio?!” Domandò preoccupato Ron, deglutendo il vuoto. “Cioè,
so che insomma… vuole… vogliono ucciderla, ma ci saremo noi e poi-”
Il moro scosse la testa, con stampato
sul volto un sorriso amaro. “No, non può contare su di noi. Io avrò il mio da
fare contro quel gran figlio di puttana e tu, Hermione e gli altri avrete da combattere contro schiere e schiere di
Mangiamorte, pronti a tutto per fermarvi. Lei dovrà affrontare la giovane
Lestrange… e Draco.”
* * *
“Adesso mi avete seriamente stancata!!!” Ululò Lynn, sbattendo una mano sul tavolo.
Remus sussultò sulla sedia, benché fosse completamente d’accordo con lei.
Marcus rimase in silenzio, a braccia conserte, con lo sguardo fisso sulla
coppia di litiganti. “Neppure i bambini fanno tutte queste
storie… vergognatevi!”
“…Lynn, sai perfettamente che non è
colpa mia…”
La donna fulminò l’amica con lo
sguardo, zittendola da qualsiasi ulteriore tentativo
inutile di pararsi il fondoschiena. “No che non lo so, è colpa tua esattamente
quanto lo è sua.”
Ryta iniziò ad alterarsi. Si alzò in
piedi, fronteggiandola in tutta la sua imponente altezza, non riuscendo comunque ad intimorirla. “E che
avrei fatto?!”
“Nooo,
nulla!! Lei è da santificare, povero angelo!!” Ironizzò
Sirius con un verso sarcastico, guardando al cielo con aria esasperata. “…sono
io il diavolaccio cattivo, vero?!”
“Detesto quando navighi nel vittimismo
mal celato, Sirius, lo sai?!” Ringhiò furiosa la donna, appoggiando entrambe le
mani sulla tovaglia ricamata e piegando il busto in avanti.
L’uomo distolse lo sguardo da lei,
posandolo sul fratello dell’altra imputata.
Non aveva voglia di litigare. Dovevano solamente festeggiare la riuscita
dell’esame di Marcus, ma lei no! No, doveva rovinare tutto parlando di ciò che
aveva… osato… fare Jonnhy. Persino la giovane recluta era rimasta sconvolta
dalla notizia, che gli aveva comunicato sua sorella. Gli era passata tutta la
voglia di far festa e, francamente, lo capiva, ma non era comunque
necessario tutto quel casino. Gli era venuto spontaneo attaccarla. Per una
volta era il piccolo di casa Falck, ad essere sotto l’attenzione dei riflettori
e lei che faceva? Gli rubava palco… per un quella stronzata poi!
“Io non navigo nel vittimismo.” Sibilò,
mostrando appieno la sua incazzatura. Gli occhi blu
come il mare agitato, brillarono di rabbia. “Semplicemente d-e-t-e-s-t-o
quando sua signoria si fa prendere da manie di protagonismo.”
Ryta boccheggiò sconvolta. “Ma come ti permetti?! Quali manie di protagonismo… Sirius!
Vi ho solo dato una notizia-”
“…che sai perfettamente farà felici solo Lynn e Remus e credimi, non ci metterei
neppure la mano sul fuoco.” La interruppe furibondo, distendendo poi le labbra
in un sorriso sarcastico e sforzato e passandosi una mano nei lunghi capelli
color della notte. “Sei una stronza,
Falck, lasciatelo dire. Non hai capito proprio niente!”
Il soldato uscì velocemente dalla casa
dei due amici, sbattendo con violenza la porta alle sue spalle. Non ci volle
molto, prima che anche Marcus si alzasse dalla sedia che occupava e rivolgesse
uno sguardo carico di rancore, alla sorella.
“Mi deludi Ryta…” Mormorò appena,
abbassando gli occhi sul pavimento. “Mi deludi profondamente.”
La donna lo guardò uscire, quasi di
corsa, avvertendo che qualcosa in lei si spezzava. Non aveva mai visto quello
sguardo ferito, in suo fratello. Poche volte, il ragazzo, aveva chinato gli
occhi di fronte a lei e quando lo faceva, lei doveva averne combinata qualcuna
di veramente grossa, o viceversa, ma sapeva che in quel caso, Marcus non aveva
fatto proprio niente. Ragion per cui, si ritrovò a riflettere, la colpevole era
lei. Ma in cosa aveva sbagliato?!
“…nda?!”
La voce della sua migliore amica, la
riportò bruscamente coi piedi per terra. “Come
scusa?!”
Lynn sospirò, sedendosi su una sedia
accanto a Remus e prendendogli la mano, che le porgeva. “Posso farti una
domanda?!” Ryta annuì, prendendo posto di fronte a loro, con aria stanca. “Cosa provi per mio fratello?!”
“Io…”
“…ti prego, prima di
rispondere… pensaci bene. Non dirmi immediatamente qualcosa stile ‘lo amo’, perché… non sono convinta
che sia quello che provi realmente. Non prenderla a male, Ryta. Credimi,
nessuno più di me ti vorrebbe come cognata, ma… non così.”
La interruppe l’amica, stringendo la presa sulla mano del compagno. Gli occhi verde-castano, le luccicavano di lacrime represse.
Ryta parve rifletterci un po’, prima di
distogliere lo sguardo dai due amici e alzarsi velocemente, come se la sedia
scottasse. “…io devo andare. Ci… ci vediamo stasera al quartier generale… per
la riunione.” Si congedò, uscendo in fretta dalla
camera da pranzo e successivamente dall’appartamento.
Lynn rilasciò un forte respiro,
chiudendo gli occhi. “Forse stavolta è andata…”
Remus le accarezzò dolcemente la testa,
sorridendole gentile e annuendo. “Sì… forse, sì.”
* * *
Draco Malfoy, avvolto nei suoi
immancabili pantaloni di pelle di drago, nera, fasciato da una maglietta giromanica dello stesso colore e totalmente assorto nei suoi
pensieri, camminava a passo spedito lungo il corridoio che divideva la zona
degli appartamenti, dalla Sala delle Riunioni, al Malfoy Manor.
“…sempre di corsa, eh?!” Lo fermò la
voce di qualcuno, nascosto dall’oscurità del luogo.
Il biondo si passò una mano nei
capelli, spostandone alcune ciocche indietro, per poter individuare con più
facilità il suo interlocutore. Si rilassò, quando dall’ombra uscì la figura
tranquilla di Theodore Nott, vestito di tutto punto,
nel suo completo da Mangiamorte, con tanto di mascherina argentata in mano.
“Theo, che ci fai qui?!”
“Di ritorno da una missione.” Si limitò
a rispondere, con un’alzata di spalle. “…vado a trovare la mia bella.”
Draco ghignò, facendo schioccare la
lingua e battendo un paio di volte la punta dei suoi underground a terra. “Ah-a capisco… beh, Pansy sarà contenta, erano
giorni che si lamentava della tua assenza esagerata…”
“Sì… lo posso immaginare.” Commentò
divertito il biondino, arruffandosi appena la chioma corta e scomposta. Gli
occhi azzurri, si fecero improvvisamente cupi. “Ti devo parlare, però…”
“…e di cosa,
se è lecito?!” La faccia del giovane Malfoy, mostrava appieno il suo stupore
per quella richiesta.
“Non qui.” Puntualizzò Theodore,
gettandosi occhiate furtive intorno. “E’ una cosa che… credo possa
interessarti, e molto direi.”
* * *
Con lo sguardo color caffè perso nel
vuoto, Ryta Falck sedeva composta al tavolino di un bar di Hogsmeade. Sospirò
guardandosi intorno e ricordando tutte le volte che, quella via in particolare,
l’aveva vista ragazzina, insieme ai suoi amici. Tutti i
momenti, i giorni, passati a ridere e scherzare con Lynn e Remus, con Peter, con Lily e James e con Sirius.
Quante volte, l’anziano gestore del
locale, aveva offerto loro una cioccolata calda, durante le giornate più
fredde? Quante altre, si erano attardati loro due, da soli, restando
abbracciati per quella strada, con la scusa di osservare le vetrine?
In quel bar, tanti anni prima, un
Sirius già parecchio intraprendente per la sua età, le aveva confessato
i suoi sentimenti e le aveva chiesto di provare a costruire un rapporto con
lui.
“…mi
piaci, sai?”
…
“Vogliamo
provarci, almeno!?”
…
“Falck…”
Alzò gli occhi sulla materializzazione
dei suoi pensieri. Solo in quell’istante, si ricordò che
l’aveva contattata, chiedendole di raggiungerlo in
quel posto. Non sapeva perché, ma sentiva di doverglielo.
“…Sirius…”
“Scusa il ritardo.” Continuò, sedendosi
di fronte a lei e spolverandosi in un attimo i jeans,
sui cui spiccava una polverina verdastra. Stessa sorte,
sembrava aver subito la maglietta grigio perla a maniche corte, che indossava.
Ryta inarcò un sopracciglio,
spostandosi gli occhiali sul naso, affinché non scivolassero. “Che hai combinato?!”
Uno sbuffo sfuggì alle labbra rosee
dell’uomo. “Un vecchio rimbambito. Mi ha rovesciato addosso
quella robaccia… che serve per curare i bambini dall’influenza.” Seguitò
a pulirsi i vestiti.
La donna scoppiò in una risata
cristallina, coprendosi la bocca con una mano. “Ahahah!
Beh almeno è sicuro che non prenderai il raffreddore! Ora non avrai più scuse
per il lavoro!! Ahahaha…”
“Noto con piacere, che ti stai
divertendo…” Glissò, con voce immediatamente più dura, smettendo di dedicarsi
ai suoi abiti e guardandola serio, negli occhi.
Il tenente Falck si schiarì la gola,
riprendendo il controllo e rivolgendogli un’occhiata di sfida. “Sì, sei sempre
stato un grande comico.”
“Mi stai dando del clown?!” La
punzecchiò acido, con un odioso sorrisetto dipinto
sul volto.
“Forse…”
“Sei sicura di ciò che stai facendo,
Ryta?!” Cambiò discorso, tornando di nuovo serio e fissandola intensamente.
Ryta sussultò in maniera impercettibile
sulla sedia. L’aveva chiamata per nome. Non lo faceva quasi mai, da così tanto
tempo che nemmeno lei ricordava quanto. “…non capisco, cosa
te ne importa?!”
La mano grande e callosa di Sirius,
cercò quella piccola e affusolata della sua amica, della sua ex compagna.
Gliela strinse piano, addolcendo lo sguardo, senza neppure volerlo,
probabilmente. “…me ne importa, più di quanto credi.”
“E per quale
motivo?!” Replicò tagliente, cercando di sfuggire a quella presa, seppur
gentile. “Non ti è mai interessato nulla di me… non hai mai… mi hai sempre
tagliata fuori dalla tua vita. Ero un giocattolo che
ti divertivi a stuzzicare, da piccolo!”
Le prime lacrime, che le facevano
luccicare gli occhi, gli strinsero il cuore. Sospirò, abbassando lo sguardo sul
tavolino del locale. “Mi spiace, se pensi realmente questo, Ryta. E’ vero, inizialmente per me eri semplicemente un diversivo.
James aveva scelto Lily come bersaglio e io te… però, sai che poi tutto è cambiato…”
“…finché non
ti sei fatto arrestare e sei sparito dalla mia vita per anni!” Esclamò furiosa,
digrignando i denti. “E tutto per desiderio di vendetta!!
Se non avessi voluto farti giustizia da solo… non…
avresti rischiato di perdere la ragione in quella cella!!”
Sirius rilasciò il respiro, affranto.
Scosse la chioma lunga e nera, accarezzandole con delicatezza il dorso della
mano, su cui spiccava un bell’anello dorato. “Mi
dispiace, Ryta… non credevo che avessi sofferto così tanto.”
Quelle parole, probabilmente
inaspettate, ebbero sulla donna l’effetto di un martello su un muro di
compensato. Sentì un peso enorme, spostarsi dal cuore e darle sollievo. Dagli occhi, incominciarono a scorrere calde lacrime, mentre il
volto si contraeva in una smorfia quasi infantile, imbronciata. “Perché mi dici queste cose, adesso?! Perché
non prima?! Mi hai… lasciata da sola… per tutto questo tempo. Perché proprio adesso,
che sto per sposarmi?!”
La mano libera del Capitano Black,
corse alla bacchetta. La puntò sulla superficie metallica del tavolo e fece
comparire un mazzo di rose rosse. “Le avevo comprate per
te, ma erano troppo scomode da portare e quindi…” Respirò a fondo, allungandosi
e sfiorandole la guancia bagnata. “Com’è che si dice? Ti accorgi di ciò che
hai, solo quando lo stai perdendo… anche io sono incappato in questo errore.”
La donna sgranò gli occhi, stupita. “Co-cosa vuoi… dirmi?!”
“Ryta io non… non ho mai… smesso di
amarti.” Soffiò a bassa voce, chiudendo gli occhi e
concentrandosi sul modo migliore di dire una cosa così importante. “…ti prego, posso… almeno sperare in un… ripensamento?!”
Lei ritrasse la mano bruscamente,
portandosela al petto e stringendola con l’altra. “I-io…”
“Ti prego…”
Non ce la fece più, a reggere il suo
sguardo blu speranzoso. Si alzò in piedi di scatto e corse via, ignorando
l’ennesimo urlo di Sirius.
“Pensaci Ryta!!”
* * *
Un chiacchierio concitato, riempiva la Sala
Riunioni del quartier generale dei Sunrise. Silente, seduto alla sinistra del
Generale Falck, alla cui destra, vi era il Comandante Strekon, osservava il
gruppo ristretto di Auror, convocati per quella
riunione speciale.
Il loro informatore si era fatto vivo.
“Se ci siamo tutti… direi che possiamo cominciare.” Incominciò Falck, incrociando le braccia e appoggiandosi
allo schienale.
L’anziano mago, si alzò dal suo posto e
si schiarì la voce, lisciandosi la barba. “Bene, innanzitutto, voglio fare le
mie congratulazioni al Tenente Falck. In secondo luogo è doveroso, farvi
partecipi del fatto che, il nostro informatore… ci ha fornito alcuni elementi
importanti, secondo i quali, sono spiacente di informarvi, avremo molto poco tempo per prepararci bene.”
“…prepararci a cosa?!” Intervenne Ron,
dubbioso, scambiandosi un’occhiata con Harry, seduto esattamente di fronte a
lui, all’immenso tavolo del salone.
“All’attacco finale… Weasley.” Rispose
il Generale, come se stesse annunciando l’ennesimo turno di pattuglia e
sorveglianza.
Hermione inarcò un sopracciglio. “E… esattamente… quanto poco tempo?!”
“Due mesi.” Fu la risposta di Strekon,
che aveva dipinto sul volto un odioso sorrisetto
spavaldo.
Luna fremette in maniera
impercettibile.
“…però volevo vederti ugualmente prima…”
“Prima?!”...
“Prima di cosa?!”
“Non
fare domande a cui non posso rispondere, Luna.”
“Sottotenente McPhee… c’è qualche
problema?!”
La ragazza sollevò gli occhi,
incrociando lo sguardo cristallino del suo vecchio Preside. Sorrise
appena, scuotendo la chioma color ebano e stringendo con forza il bicchiere di
vetro, ormai vuoto. “Tutto apposto, riflettevo… ma grazie per l’interessamento!”
Urla improvvise, distrassero tutti i
presenti dalla riunione in corso. Dopo un attimo di sbandamento, il gruppo di
persone si riversò fuori dal salone e lungo il
corridoio, diretti verso il luogo da cui provenivano gli schiamazzi.
Giunti alla porta d’ingresso, videro
solamente una figura vestita di nero, priva di
mantello e dotata di casco integrale, che rendeva impossibile riconoscerla. Gli
Auror di guardia, erano stati immobilizzati.
“Che diamine…?!”
Il Comandante si portò avanti,
affrontando la figura.
“Fermi! Sono qui per
consegnarvi questo… credo sia vostro…” Disse solo con voce divertita,
tirando un calcio ad un sacco scuro, adagiato ai piedi degli Auror immobili. “…stava
raccontando un po’ troppe cose al Signore Oscuro.”
Sirius avanzò di qualche passo, aprendo
la sacca da cui aleggiò un puzzo insopportabile. “Mio dio…”
Avvolto nella plastica, con un pallore
mortale, le labbra viola e la gola recisa, vi era il cadavere di AndréDuval.
I presenti ammutolirono. Hermione nascose la testa dietro la spalla di Ron,
sconvolta dalla vista. Harry ringraziò mentalmente l’assenza di Ginny, non
convocata e lanciò un’occhiata d’ammirazione a Lynn e Ryta, apparentemente non
turbate da quello scempio.
Luna ebbe un singulto e si portò una
mano alla bocca, prima di scappare in un angolo e vomitare.
C’era troppo sangue…
vedeva ancora tutto rosso.
Percepì a malapena la mano di Harry
sulla sua schiena e si accorse che l’uomo di poco prima se n’era andato, solo
quando udì il rombo del motore della Ducati con cui
era arrivato.
“Era un Mangiamorte,
Harry… capisci? Mi sono fidata di un Mangiamorte!”
Continua…
Penultimo capitolo andato!! In realtà non è veramente il
penultimo… diciamo che lo è, se non si considera l’epilogo come un capitolo
vero e proprio XD Per essere bastarda fino in fondo, vi assicuro
che molte cose, nell’epilogo non verranno affatto spiegate, ma lasciate in
sospeso. Questo perché voglio, fortissimamente voglio, che leggiate il seguito.
Passiamo ai ringraziamenti:
Ninfea_82: beh, ormai ho svelato quasi tutto… mi pare *-* se non è chiaro qualcosa,
però, domanda pure ^^
ScarletBlood: uttiu! Stavolta mi ha recensita anche la “lettrice nel buio” XD quale onore ^_^ Va
beh che tu sai già tutto, quindi… è anche inutile che ti spoilero
per sbaglio o cose simili =P sarebbe inutile ^^ (susu…
gioisci, lo so che sei contenta di come finisce XD)
Angele87: ebbene sì, dopo il prossimo capitolo, ci sarà l’epilogo e la storia “vera
e propria” sarà conclusa ^^ Ci sarà il seguito, però, che ti consiglio di
seguire… anche perché il mio Malfoy avrà un ruolo importantino,
diciamo che diventa la vitt- ehm… ok,
sto zitta -.-‘’’ [Luna avverte la minacciosa presenza
della bacchetta di Draco, dietro la schiena.]
Enika: ah bene! Finalmente sono riuscita a creare suspance XD non ce n’era moltissima in questa storia…
vero? ^^’’’
Lynn Wolf: ed eccoti qui il penultimo capitolo *-* visto che
mi diventi fondamentale nella storia?! E ancora non
hai visto niente XD Per Preludio, sappi solo che mi è tornata l’ispirazione ^_^
[Luna vede Ryta che zompetta… e Lynn, immediatamente,
la imita]
Angelwings: direi che stavolta ho dato un qualcosa di superiore a semplice “speranza”.
In pratica ho detto tutto… ma forse no… o forse sì… chissà =P Tutto si svela
nel prossimo capitolo ^^
Marcycas – The Lady of Darkness: e per la gioia di Lady… Duval non c’è più!! E in maniera
truculenta anche -.- Ryta per ora sta festeggiando, ma io so, perché confido in
voi, che smetterà di farlo non appena avrete realizzato che ha dato un due di
picche tosto tosto a Sirius. Bene, che dire… io mi
dileguo prima che mi strozzi, voi datevi da fare con minacce, torture… e quello
che volete!! ^_^ [Luna speranzosa, si allontana in silenzio…]
Ryta Holmes: ……non commento. Fai schifo -.- Quel pover uomo, nonché playboy incallito ti si getta nuovamente
ai piedi e te che fai? Lo pisci per Ken?! (e non
chiamarlo KenndRytaFuriosatsk… ndSirius) Va beh, almeno ti ho
tolto dalle scatole Duval, tanto lo so che ti stava
sulle palle… =P
Prossimo capitolo: "Si chiuda il sipario!"
Luna Malfoy!!
E
ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere
meglio e in fretta, quindi.... ^^
Un clima
caldo umido, soffocava Londra e i paesi vicini. La città si era svuotata solo per
metà, di quel gruppo di persone che, come d’abitudine, passavano le vacanze
estive –e in particolare il periodo di Ferragosto- al mare o in montagna. Non erano rari, dunque, i giorni festivi, in cui passeggiando per le
vie della zona babbana, si riusciva a camminare senza la solita folla.
Il quartier
generale dei Sunrise, era in allerta. I due mesi sarebbero scaduti a giorni e i
loro informatori, purtroppo, non erano riusciti a saper nulla di più, riguardo l’esatto momento dell’attacco organizzato da Lord Voldemort.
Da qualche
tempo, Luna era oggetto di una serie di attenzioni,
premure e accortezze, da parte di Harry, a detta di tutti un po’ eccessive. Non
le permetteva di fare più dell’indispensabile e si preoccupava di portarle da
bere, rinfrescare la Sala Comune dei Grifondoro –ormai dimora fissa della
ragazza- con incantesimi refrigeranti e renderle la vita il più comoda possibile.
“Tieni… bevi questo…”
Sorrise all’amico, afferrando il bicchiere di thé
freddo al limone e allungando le gambe sul bracciolo della poltrona, porpora,
che occupava. “Grazie, Harry, ma… non dovresti
essere in sede, oggi?!”
“No, hanno
spostato i turni.” La rassicurò, con un sorriso gentile, aggiungendole un
cuscino dietro le spalle. “Comunque tra una
mezz’oretta vado a prendere Ginny al St. Mungo. Oggi esce prima…”
Gli occhi
verdi di Luna, incrociarono quelli di Harry. “Visto che
sei libero, perché non andate a cena fuori?! E’ un sacco di tempo che non state un po’ da soli…”
“Ma…”
“No ti
prego, se stai per dire qualcosa tipo ‘non ti lasciamosola’, taci! Potrei diventare
aggressiva!” Lo interruppe lei, scherzosamente, appoggiando il bicchiere
sul tavolino in ciliegio, di fronte a lei. “…non sono malata, sono solo
incinta… e perfettamente in salute, a detta del dottor Wolf, quindi… prenditi
una pausa, ok?”
Lo sguardo
di Harry si incupì. “E se
avessi bisogno di qualcosa?!”
“Primo: so
camminare, non sono ancora diventata una balena. Secondo: ci saranno Ron ed
Hermione… appena tornano dal giro di ispezione. E dai! Fidati!” Lo pregò, sfoderando l’espressione da
cucciolo bastonato, con tanto di occhietti lacrimosi e
mani giunte.
Il moro
parve rifletterci un po’ su, spostando lo sguardo da lei, alla finestra che
dava all’esterno e poi ancora sulla figurina, seduta a mani unite e implorante
un po’ di libertà. Sospirò rassegnato. “D’accordo, d’accordo, ma se succede
qualcosa… mi chiami immediatamente col ciondolo, intesi?!” Luna annuì, con espressione trionfante. “Ora spostati un po’…
fammi spazio.”
La ragazza
scese i piedi, spostandosi sul bordo della poltrona e facendolo accomodare
accanto a lei. Si accoccolò sotto il suo braccio e respirò a pieni polmoni, il
profumo di pulito che emanava il corpo di Harry. La faceva sentire… protetta.
Un sorriso le si allargò, spontaneamente sul volto,
quando sentì una mano dell’amico, scenderle all’altezza della pancia, appena
prominente, in una carezza affettuosa.
“Ma quand’è che la peste si farà sentire?!” Domandò
scocciato, con un broncio infantile, passandole il braccio dietro le spalle.
Luna
ridacchiò, coprendosi le labbra con una mano. “Genio! Tre mesi sono troppo pochi, ancora il bambino non è formato. E poi, sei proprio sicuro che si tratti di una peste? Magari
è una bimba dolcissima e buona.”
Harry
scosse la testa, deciso. “Ti dico che è un maschio. E in
quanto al dolce… beh se prende da te ok, ma se
dovesse avere il carattere del padre, escluderei questo termine dal
vocabolario.”
“Ma… quanto sei scemo!” Commentò lei, con aria scandalizzata.
“Piuttosto! Quand’è che tu ti darai da fare?! Voglio un nipotino…”
Il ragazzo
sogghignò. “Naa, per il momento no.
Non abbiamo così tanto tempo per noi, l’hai detto tu stessa. Virginia è sempre impegnata col lavoro di ricercatrice, io passo metà
del tempo al quartier generale e metà fuori, in pattugliamento. E poi… non sono
ancora pronto per essere padre.”
“Io dico
che saresti un ottimo papà…” Lo rassicurò Luna, passandogli una mano sulla
guancia, coperta da un sottile e pungente strato di barba non fatta.
“Come posso
essere un buon padre, se non ho mai-”
Le dita
della mano pallida della ragazza, si posarono sulle sue labbra, facendolo
tacere. “Non c’entra assolutamente niente. Deve venirti da dentro, questo tipo
di cose. Non le impari guardando qualcun altro in azione, credimi.” Continuò, appoggiandogli il palmo aperto sulla maglietta
bordeaux, ad altezza del cuore.
Harry le sorrise grato, scompigliandole la chioma nera con una
mano. “Ora come ora, mi basta fare lo zio. Devo occuparmi di questa peste in
miniatura, prima che faccia venire i capelli bianchi a sua madre, a soli vent’anni.”
Luna gli
riservò una linguaccia, pizzicandogli una gamba da sopra i
jeans blu scuro. “Questo era da parte della peste.”
“Ahia! Andiamo bene, inizia a vendicarsi da fin dentro la pancia…”
“Ovvio!! Ha preso tutto dalla mamma…” Esclamò con tono d’ovvietà lei,
scoppiando subito dopo a ridere.
Il moro si
batté una mano sulla fronte. “Oh fantastico!! Ci mancava
un’altra Luna McPhee… possiamo dire addio alla –già poca- tranquillità!”
“…mi ricordate
tanto Ron e Ginny!”
La voce di
Hermione, ferma all’entrata della Sala Comune, con le mani sui fianchi e una
smorfia stupefatta dipinta sul volto, li interruppe
dal loro giocoso battibecco quotidiano.
“Ehi! Io e
mia sorella non face-” Un’occhiata scettica di Harry, zittì Ron dal suo
tentativo di negare.
La ragazza
dai capelli castani si avvicinò all’amica e le stampò un bacio sulla fronte.
“Come ti senti?!”
Luna
sorrise, annuendo. “Benissimo, grazie… ho un ottimo infermiere.”
“Guarda
cosa ti abbiamo portato…” Esclamò festosa, allungandole un sacchettino
colorato e bitorzoluto.
L’altra lo
afferrò curiosa, rigirandoselo poi tra le mani e aprendolo. “Ma
sono…”
“Piperille!” La anticipò Ron, con un sorriso gioviale
stampato sulle labbra. “Siamo passati da Mielandia e
abbiamo fatto scorta di dolcetti. Ci sono anche le Cioccorane
e le Gelatine.”
Le iridi
verdi di Luna brillarono, facendola assomigliare per qualche istante, ad una
bambina che ha appena ricevuto un regalo tanto atteso.
“Adesso non
commuoverti!” La canzonò Ron, dandole un leggero colpetto sulla spalla e
distraendola dal pacchetto di dolci.
Hermione
batté le mani, entusiasta, inginocchiandosi vicino alla poltrona. “Giusto!
Trattieni le lacrime per dopo… dunque, che ne dici di… mhm…
cinese?!”
“Cinese?!”
L’amica
annuì, muovendo i riccioli dai riflessi color miele. “Sì, ti andrebbe di cenare
fuori con noi, stasera?!”
Luna
tentennò, mordendosi il labbro inferiore e fissando per un po’ i suoi occhi
color cioccolato. “E su, non farti pregare!”
Intervenne Ron, a braccia conserte, seduto sul bracciolo di un’altra
poltroncina.
“Verranno
anche Sirius e Marcus… non puoi tirarti indietro!” Insistette Hermione,
prendendole le mani e guardandola speranzosa.
“D’accordo…”
Cedette, con un sospiro, rivolgendo uno sguardo rassegnato ad un Harry
sorridente.
* * *
Lynn
appoggiò la tazza sul piattino blu. Il tintinnio della porcellana riempì il
silenzio del soggiorno di casa Lupin, accompagnato dal sospiro della donna,
ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Accanto a lei, assorto
in chissà quali pensieri, il suo compagno: Remus. Dall’altra
parte della tavola, avvolti nel più completo mutismo e con una faccia
indescrivibile, Marcus e Sirius.
“Quindi… sei proprio sicuro…” Tornò a chiedere Remus,
incrociando le braccia al petto.
L’amico
annuì, prendendo un forte respiro. “Mi ha dato un due di
picche, ti dico.”
Marcus fece
un verso scocciato. “C’era d’aspettarselo. Quella stupida preferisce
K-” Lanciò un’occhiata in tralice a Lynn. “Jonathan. Mi dispiace dirlo,
ma non lo sopporto.”
“Sapessi
io…” Soffiò Sirius, con lo sguardo fisso sulla tavola. “Senza offesa… Lynn.”
La donna
scrollò le spalle. “Non c’è problema, non piace
neanche a me questa situazione. Quei due stanno sbagliando e non se ne rendono
conto. Mio fratello è troppo innamorato e Ryta… troppo
ostinata. Mi dispiace, Sirius.”
“Non fa niente… mi sono già rassegnato.” Mentì, storpiando la
bocca in una smorfia amara. Si passò una mano tra i lunghi capelli color pece e
sospirò appena, pensando di non essere udito.
Remus si
fece in avanti, posandogli una mano sulla spalla. “Però…
forse…”
“No, nessun
forse, amico mio… mi sono deciso troppo tardi.” Concluse con un sorriso forzato e gli occhi,
pericolosamente, lucidi. “E’ solo colpa mia, della mia testaccia dura.”
Dopo aver
mormorato uno “scusatemi” affrettato, lasciò la casa, sotto lo sguardo
preoccupato dei suoi amici e si appoggiò alla porta d’ingresso, scivolando a
sedere sui gradini all’esterno. Portò le mani al volto, nascondendolo nei palmi
e respirò a fondo, lasciando uscire allo scoperto, tutta l’amarezza che
nascondeva per troppo orgoglio.
L’ho persa…
* * *
Il quartier
generale dei Sunrise, era in pieno fermento. Nel giro di una settimana, gli
attacchi dei Mangiamorte erano triplicati. Hogsmeade, Diagon Alley e qualche
sobborgo della Londra Babbana erano caduti preda di
combattimenti sanguinosi e spesso lunghi. Si potevano contare numerosissime
vittime da entrambi i lati e, purtroppo, anche qualche civile caduto sotto
incantesimi o maledizioni senza perdono, lanciate da incappucciati senza
scrupoli.
Il St. Mungo, tenuto sotto protezione da
Silente, era invaso ogni giorno da feriti più o meno
gravi e vittime di quegli assalti tremendi. Persino l’infermeria della base era
ricolma di pazienti in attesa di cure mediche. Chi già
in grado di muoversi, chi del tutto impossibilitato.
Gli auror
erano inferociti e pronti a lottare fino all’ultimo, soprattutto dopo il
recente attacco dei seguaci di Voldemort, che aveva rischiato di radere al
suolo una scuola elementare magica. Molti dei figli dei soldati, infatti, erano iscritti presso l’istituto e l’idea di poter perdere i loro
bambini, aveva scatenato nei battlemage una rabbia inimmaginabile.
Quel
giorno, sembrava essere iniziato nel migliore dei modi. Il gruppo si era
riunito al quartier generale per un allenamento supplementare. Persino Luna era
stata convocata da Zabini, per un approfondimento in
merito alla magia senza bacchetta, che le sarebbe potuto
servire da un momento all’altro.
All’ora di pranzo, quando ormai tutti si
stavano concedendo una pausa, nella Sala Mensa, seduti alle tavolate… qualcosa
era cambiato.
La terra
aveva iniziato a vibrare e improvvisamente il cielo si era scurito. Nessun tuono o fulmine, che presagisse un temporale. Solo una immensa distesa di nero, aveva coperto la volta celeste,
rendendo l’atmosfera cupa e a tratti irreale.
“Ma che cazzo…” Aveva sbottato Sirius, alzandosi in fretta e furia
dal tavolo, seguito da Strekon, con cui stava tranquillamente dialogando fino a pochi minuti prima.
Nel mentre,
aveva fatto irruzione nella Sala anche il Generale, armato di bacchetta e
spadone magico. “E’ scattata l’ora gente… sono qui.”
Non fecero
in tempo ad uscire dall’edificio.
Furono
grati a se stessi, di non essere andati a pranzo disarmati,
pur non riuscendo a prevedere un simile tentativo di attacco dei Mangiamorte,
l’istinto li aveva salvati. Impugnarono armi e bacchette magiche e furono
abbastanza veloci, da buttarsi a terra quando un’esplosione devastò il lato
ovest del palazzo, aprendo un varco gigantesco nel muro di cinta e una
spaventosa voragine nel suolo. Il tutto, di cemento armato,
spazzato via come fosse di carta velina.
Remus,
strinse saldamente la mano di Lynn, per qualche istante, sentendola fremere
sotto la sua presa. Aveva paura, tutti avevano paura.
Lanciò uno sguardo a Ron ed Hermione, fermi poco distanti da lui, anche loro
presi per mano. Harry e Luna, accanto ai loro amici e a Zabini,
erano immobili, aspettando che la coltre di polvere si diradasse, permettendo
loro una vista migliore dei nemici.
I primi ad
apparire dalla foschia polverosa, furono i membri della cerchia dei fedeli.
Beatrice, Draco, Bellatrix e Lucius,
si fecero avanti con passo fermo e deciso, avvolti nei loro mantelli da
Mangiamorte e con indosso la mascherina argentata, ma perfettamente
riconoscibili. Non dovettero attendere molto e da dietro il gruppo ristretto,
comparvero anche Horatius e il Lord Oscuro, seguiti da una schiera di incappucciati che pareva infinita.
La
battaglia finale, stava dunque incominciando.
“…ma bene, ci rincontriamo…” Sibilò gelido Lord Voldemort, in
direzione di Silente, apparso all’improvviso, spaventando persino gli Auror che
non si erano accorti di quella presenza. “Dovreste ringraziarci… vi permettiamo
persino di giocare in casa.”
“Pensi che
un mazzo di fiori sia abbastanza, Remus?!” Domandò ironico Sirius, con un’aria
che all’apparenza era del tutto concentrata. “Oppure sarebbe meglio una medaglia all’altruismo?!”
Il Lord
Oscuro sogghignò maligno. “Black… noto con piacere che non perdi mai il
sarcasmo. Mi riesce sempre difficile, riuscire a credere che sei
cugino di Bella…”
Sirius
sgranò gli occhi, fingendo stupore. “Oh non lo sanno in
molti, vero?! Ne va della mia reputazione!!”
“Smettila
cugino!!” Strillò innervosita Bellatrix, portandosi
avanti e puntandogli contro la bacchetta. “Non ti permetto di prendere in giro
il Signore Oscuro. Morirai per questo… piccolo
rinnegato.”
Le labbra di Sirius, dapprima semi aperte per la smorfia di sorpresa, si distesero in un sorriso beffardo.
“Devi rinnovare il tuo vocabolario, puttanella, non sono più piccolo.”
“ATTACCATE!”
Il via di
Voldemort, scatenò l’inferno. I Mangiamorte si riversarono nella Sala,
attaccando gli Auror a destra e a manca.
Harry si
avventò su Luna, spingendola verso un angolo della Sala. La sentì urlare un
“Attento!” e riuscì a girarsi appena in tempo, sfoderando la spada e
incrociandola con quella dell’assalitore.
“…maledetto…”
Lucius Malfoy, sorrise
divertito. Gli occhi grigi scintillanti di collera. “Potter… suvvia un po’ di
modi…”
“Crepa,
brutto figlio di puttana!” Ringhiò astioso, premendo contro il ferro dell’arma
del suo nemico, con tutta la forza che aveva e riuscendo a farlo arretrare un
po’. “Non muoverti…” Bisbigliò
all’amica, stretta contro al muro. Ci mancava solo che si mettesse in mezzo,
aumentandogli le preoccupazioni.
Malfoy
Senior tirò fuori la bacchetta dal bastone nero, con un gesto fluido e gliela
puntò contro. “Due a uno, Potter…”
Un
ghignetto sprezzante si allargò sulle labbra di Harry. “Dici?!” Impugnò la
bacchetta, allungandola contro l’uomo e spingendogliela sotto alla gola, con forza. “Due a due… pezzo
di merda. Crucio!”
Luna si
strinse contro la parete, guardando Lucius crollare
al suolo, in preda a scosse di dolore fortissime. Lo osservò contorcersi e
urlare, senza muovere un muscolo, fremendo della stessa rabbia che sicuramente
attanagliava anche Harry. Provava solo disprezzo per quella persona, per quello
che le aveva fatto. Che aveva fatto
loro.
Dopo minuti
che parvero infiniti, Harry alzò la bacchetta, ponendo fine a quella tortura.
“Allora Malfoy?! Tutto qui quello che sai fare?! Vogliamo ritirarci sotto l’ala
di Voldemort?!”
Lucius digrignò i denti,
emettendo un suono cupo e gutturale. Annaspava ancora, per gli effetti della
Cruciatus, ma riuscì comunque a rimettersi in piedi.
“Me la pagherai… Potter.”
Per un
istante, il ragazzo si stupì di non vedere Draco accanto a suo padre, ma
scacciò quel pensiero, ricordandosi che i Mangiamorte non erano uniti come gli
Auror. Ognuno doveva pensare a se stesso. Non c’era altruismo. Rinfoderò la
bacchetta e la spada, godendosi l’espressione stupita dell’uomo.
“Che cosa…?!”
Non gli
diede il tempo di formulare la domanda. Impose le mani di fronte a sé e
improvvisamente tutto intorno a loro si fece calmo, silenzioso. Una forza di
dimensioni spropositate si avviluppò intorno ad Harry,
i cui occhi un tempo verdi, avevano assunto una tonalità arancia, quasi
fluorescente. “E’ finita, Malfoy… CongelaSangue!”
Un’onda
azzurra fuoriuscì dai palmi aperti delle sue mani e avvolse Lucius,
stringendolo in una morsa soffocante. Un urlo ruppe il silenzio che si era
creato e un attimo dopo, il corpo senza vita e di un innaturale bianco,
tendente all’azzurro, di Malfoy senior, cadde al suolo con un tonfo sordo. Quasi fosse di ghiaccio.
L’iride degli occhi di Harry, ritornò verde, prima che il ragazzo
finisse carponi a terra. Luna gli fu subito
accanto. “Bevi la pozione… presto.” Trillò,
staccandogli una boccetta dal cinturone della divisa e passandoglielo.
Il ragazzo
gettò indietro il capo, facendo scivolare il liquido verde nella gola. “Ora… va
meglio.”
Ryta fece
un cenno del capo a Lynn, che si lanciò nella direzione opposta, impegnata a
scollare un Mangiamorte che si era avventato su una recluta, ancora troppo
impacciata per cavarsela nella maniera giusta. La guardò afferrarlo per le
braccia e tirarlo giù con una mossa di judo, prima di tirar fuori lo spadone e
conficcarglielo nell’addome.
Una voce a
lei familiare, forse fin troppo, le giunse alle orecchie, con uno strillo. Si
voltò, incrociando la figura di Sirius a terra, vittima di quella che, a prima
vista, sembrava una Crucio. La bacchetta
dell’aggressore ancora puntata su di lui. Alzò gli occhi, incrociando lo
sguardo folle di Bellatrix Lestrange.
Sorride la puttana… pensò, prima di togliere da fodero la spada
e avvicinarsi in fretta.
“Ti
conviene abbassare la bacchetta.” La minacciò furente. Gli occhi color notte,
scintillavano di ira, come illuminati da un fuoco
violento e devastante. L’avrebbe uccisa, distrutta, annientata con le sue mani
quella sgualdrina!
Bellatrix alzò l’arma,
sorridendo ironica. “Se no, cosa mi fai?!”
“Ti apro il
culo come un’ostrica.”
Rispose decisa, ricambiando il sorriso con lo stesso sarcasmo. “Ti va bene?!”
“Cosa diavolo te ne importa di questo… rifiuto della società?!” Domandò acida, la Mangiamorte, puntando di
nuovo la bacchetta contro il cugino, ancora preda di spasmi piuttosto violenti.
“Non è nulla per te!”
Ryta si irrigidì, stringendo la presa sulla spada. Chiuse gli
occhi per un istante e fece per voltarsi. Udì appena un commento della
Lestrange e mentre un sorriso le spuntava sul volto, con tutta la rapidità che
possedeva, afferrò uno dei pugnali attaccati al cinturone e lo lanciò contro la
donna, conficcandoglielo nel braccio.
“Merda… brutta troia, adesso la paghi!” Soffiò Bellatrixincazzata nera,
staccando la lama dall’arto e gettando il coltello a terra. Dallo
squarcio, prese a fuoriuscire una quantità non normale di sangue, che scivolò
velocemente sulla manica nera della divisa e poi sulla pelle bianca.
L’Auror
Falck si guardò un attimo intorno, riportando poi l’attenzione sulla nemica. La
seguì mentre correva verso di lei, con la bacchetta in mano e ghignò
abbassandosi di colpo e saltando poi all’improvviso, prendendola con la punta
degli anfibi militari nei denti. La donna cadde al suolo con le mani pressate
sulla bocca, da cui usciva parecchio sangue. Alcune macchie, colarono a terra,
sporcando il pavimento.
Ryta non
perse tempo, si avvicinò alla Lestrange e quando le fu a pochi centimetri le
tirò un potente calcio all’addome. Quella emise un verso strozzato e crollò di nuovo
a terra. Si abbassò al suo livello e le tirò con forza i capelli. “Allora
zoccola? Come ti senti?!”
Bellatrix mugugnò qualcosa di incomprensibile, alimentando il nervoso dell’auror che,
afferrata la bacchetta, gliela puntò in mezzo agli occhi. “Byebye, puttana… AvadaKedavra.”
Sorrise soddisfatta, mollando la presa sul cadavere della donna e
correndo in soccorso di Sirius. “Siri…
Sirius rispondimi…” Gli urlò, prendendolo per le spalle e facendogli appoggiare
la testa sulle gambe.
Sirius
tossì un paio di volte e riaprì a fatica gli occhi, puntandoli sulla figura che
lo teneva tra le braccia. “R-Ryta… che diamine è successo?!”
Gli occhi
color caffè del tenente Falck, si velarono di lacrime. Gli strinse una mano tra
le sue, sorridendo appena. “Nulla, tranquillo… adesso, sta’ fermo. Io torno subito, ok?!” Gli raccomandò,
posandolo a terra e spostandolo un po’, in maniera tale da ripararlo da
eventuali incantesimi fuori controllo.
“G-grazie…” Sussurrò il Capitano Black, bloccandola prima
che tornasse a combattere e costringendola a voltarsi.
Ryta scosse
la testa, impugnando la bacchetta e guardandolo, mentre si tirava a sedere,
posando la schiena contro il muro. “Non devi ringraziarmi e… ah, Sirius!?!”
L’uomo
distolse lo sguardo dal pavimento, incrociando quello serio della donna. “Sì?!”
“Ti amo.”
Disse solamente, avvicinandosi a rubargli un bacio e sgusciando subito via,
lasciandolo confuso e molto probabilmente euforico.
Harry era a terra, privo di forze. Continuava a studiare, con
preoccupazione crescente, le due ragazze perfettamente simili, ferme l’una di
fronte a l’altra. La sua amica era esausta. Respirava
a fatica e sosteneva a malapena la katana, stretta
tra le mani. La Mangiamorte invece, pareva fresca come una rosa. Sembrava quasi
che non avesse combattuto affatto.
“Mi hai…
stancata.”
A Beatrice
sfuggì una risatina malefica. “Ma
davvero?! Beh, lo stesso vale per me… di conseguenza… direi
che è il momento di toglierti dalle scatole, mia cara…”
“Non ci
penso neppure.” Ribatté a tono Luna, con un sorrisino mordace sulle labbra.
“Sei tu, quella che deve sparire dalla circolazione, troietta
da due soldi.”
L’incappucciata
strinse i pugni lungo i fianchi, in preda ad un attacco di nervi.
“Cos’è?! La
verità fa male?!” Domandò incalzante la ragazza,
sorridendo sorniona. “E’ vero… non sei altro che una squallida
puttana.”
Harry cercò
di alzarsi da terra, ma si bloccò quando vide chi si stava avvicinando alle
due. Un secondo Mangiamorte, con tanto di cappuccio calato
sul volto e mascherina argentata sugli occhi. Quello era davvero
impossibile da riconoscere. Chi lo accompagnava no, però.
I capelli biondi e gli occhi grigi erano inconfondibili.
“Draco…”
Sussurrò appena udibile, Luna, arretrando di qualche passo. Sollevò
la katana a mezz’aria, per difendersi da un eventuale
attacco di uno dei tre, fermi di fronte a lei.
Il biondo
ghignò, nel modo classico che lo contraddistingueva. “Proprio io, McPhee. Che brava… ti ricordi ancora come mi chiamo!”
Il tono non
piacque affatto alla ragazza e se possibile, le
piacque ancor meno la risatina stridula di Beatrice. “Basta smettila!!!” Urlò.
Ad un
tratto, una strana folata di vento si sollevò intorno a lei, coprendola per
intero. Il cerchio d’aria si allargò, spingendo indietro i tre Mangiamorte, che
si riparavano il volto con le braccia. “Mi avete scocciato!!” La potenza
aumentò e la katana si tinse di un singolare color
viola.
Luna chiuse
gli occhi, sentendo una forza strana montarle in corpo. Li riaprì, rivelando le
iridi completamente nere. Curvò le labbra in una smorfia crudele e caricò con
la spada, correndo in direzione dei nemici e affondando la lama, in apparenza,
nel vuoto.
Fu un
attimo e tutto tornò come prima.
Beatrice
aveva le mani tese sopra la lama d’acciaio. Un rivolo di sangue le colava fuori dalla bocca e gli occhi erano ridotti a fessura. Si
tagliò i palmi, cercando di estrarre la spada dallo stomaco, inutilmente. “S-stronza… la pagherai… le pagherai
tutte…”
La giovane
McPhee ridacchiò sadica. “Per ora… quella che paga, sei tu!” Esclamò, girando
la spada. Si udì distintamente un crock, prima che la piccola Lestrange si accasciasse a
terra, priva di vita, in una pozza di sangue.
Clapclapclap
Un battito
di mani, che sapeva di presa in giro, la risvegliò dallo stato adrenalinico in
cui era piombata. Puntò lo sguardo sull’incappucciato, vincendo l’attimo di
nausea che l’aveva colta, per via di quello scempio.
“…ma che brava la mia bambina…”
Il rumore
del metallo sul pavimento, fece voltare i presenti alla scena. La katana di Luna giaceva accanto al corpo di Beatrice,
andando a macchiarsi di sangue. La ragazza aveva le mani sulla bocca e gli
occhi lucidi, prossimi al pianto. “Pa-papà…”
L’uomo fece
scivolare via il cappuccio, passandosi una mano nei capelli spettinati. “…e così hai recuperato parte dei ricordi eh?! Sei proprio una
McPhee, non ti arrendi di fronte a niente.”
Le mani di
Luna presero a tremare convulsamente. Le portò alla testa, colta da un’ improvvisa sensazione di vuoto. “C-che
vuoi d-da me?! S-sei stato t-tu ad ordinare t-tutti quei… quegli attacchi nei miei
confronti?!”
Gli occhi blu
cielo di Horatius si addolcirono. “Certo piccola mia! Era mio intento… anzi, è mio intento, ucciderti.”
“…ma è sua figlia!!” Intervenne Harry, sconvolto. Era
inconcepibile pensare che un padre, se quello poi lo era
per davvero, potesse volere la morte di sua figlia. “E
sua madre?!”
Lo sguardo
fisso sul moro, si indurì pericolosamente. “Nessuno ha
chiesto la tua opinione, Potter. E in quanto a
Gabrielle… non devi neppure osare nominarla… ho fatto ciò che dovevo con lei,
così sarà mia per sempre.”
Harry si
alzò da terra, con uno scatto felino. “Ma lei è pazzo!!
E’ pazzo da legare…!! Ha ucciso sua moglie e adesso vuole uccidere sua figlia…
è assurdo!!”
Horatius
sfoderò un ghigno malvagio. Con un gesto fluido sfoderò la bacchetta e formulò
un incantesimo, spedendo il ragazzo nel mezzo della battaglia. “Pivello… e ora…
veniamo a noi, bambina mia…”
La ragazza
arretrò ulteriormente, schiacciandosi contro la parete che aveva alle spalle e
lanciando uno sguardo a Draco, impassibile poco distante da suo padre. Le venne
istintivo, portarsi una mano sulla pancia e deglutire spaventata. Harry non era
più vicino a lei, Ron ed Hermione erano impegnati con dio solo sapeva quanti
Mangiamorte. Era sola… e l’unica persona in grado di aiutarla, sembrava
fregarsene altamente di ciò che le sarebbe potuto accadere.
“E’ stato
davvero… interessante… lavorare fianco a fianco col tuo ex, sai bambina mia?!”
Domandò sornione, avvicinandosi con eleganza alla figura tremante di sua
figlia, giocherellando con la bacchetta. “Si è rivelato… utile.”
“U-utile?!”
“Sì, utile…
non credevo che serbasse un tale rancore nei tuoi confronti. Ho letto nella sua
mente, per quanto mi è stato concesso –è un bravo Occlumens,
devo ammetterlo- e sai… la cosa divertente?!” Ridacchiò
in modo spaventoso, chinandosi all’altezza di Luna, che era scivolata a terra,
lungo la parete. “…ti crede la responsabile della morte di sua madre.”
“I-io?! Io non c’entro nulla, Draco!! Come…” Singhiozzò,
interrompendo la frase e stringendosi ulteriormente contro il muro. “…come puoi
pensarlo?!”
“Per la
precisione… ti ritiene responsabile di tutte le cose negative, che gli sono
accadute, da quando sta con te, bambina
mia…”
Luna scosse
la testa, freneticamente. “N-no, non è vero.”
“Oh sì, che
lo è.”
Alzò la
testa verso Draco, sperando di cogliere un segno negativo nel suo sguardo.
Nulla. La sua espressione era imperturbabile…
…suo padre
l’avrebbe uccisa, avrebbe distrutto la sua vita e quella di suo figlio e lui,
non avrebbe mosso un dito, in loro soccorso.
Era un
incubo.
“E’ dunque
arrivato il momento.” Continuò imperterrito, studiandola con cattiveria. “Ma prima…” Si allontanò da lei, alzandosi in piedi e
dirigendosi nella massa di persone che continuavano a combattere.
Si alzò a tentoni, appoggiandosi contro il muro e cercando di
individuare la figura di suo padre, nella folla. Niente da fare. Guardò in
tralice Draco, fermo a pochi metri da lei, lo sguardo fisso nella battaglia. Non un accenno a ciò che stava succedendo. Nessuna parola. Portò
le mani al petto, stringendosi le braccia contro al seno e rabbrividendo.
Il rumore
degli scontri aumentò, fino a quando un forte boato riempì quel luogo e tutto
sembrò acquietarsi. Luna riuscì a intravedere qualcosa
dalla sua posizione. Silente ed Harry, fermi l’uno accanto all’altro, avevano
le bacchette puntate contro Horatius e… il corpo di Voldemort, riverso al
suolo. Il silenzio che si era creato sparì, dopo che l’uomo si allontanò dai
due, dirigendosi nuovamente, verso di lei.
“C-che cosa… hai… fatto?!” Chiese spaventata, non appena le
fu di fronte. Aveva ancora quel sorriso malefico dipinto sulle labbra. Sembrava
persino soddisfatto.
“Ho preso
il comando.” Spiegò conciso, avvicinandosi ulteriormente. “Mi dispiace solo di
aver favorito Potter e Silente.”
“…sei un…
bastardo.” Tartagliò terrorizzata, schiacciandosi contro il muro e guardandosi
intorno, in cerca di una via di fuga.
L’uomo non
fece una piega. Si limitò ad impugnare saldamente la bacchetta e a puntargliela
contro la tempia. “Quanti complimenti, bambina
mia. Quasi mi commuovi, ma sono sicuro… che sarà molto più piacevole… l’espressione
del tuo amato biondino, quando scoprirà che oltre alla tua vita, ha venduto
anche quella di suo figlio…”
Gli occhi
verdi di Luna, si riempirono di lacrime. Scie bagnate presero a scorrerle sulle
guance, inarrestabili.
L’aveva
detto. Draco, quasi certamente, l’aveva sentito, ma era altrettanto sicura che
non gliene importasse nulla. Stava perdendo lei e il suo erede, senza far nulla
per evitare che ciò accadesse. Si sentì impotente e sola.
Chiuse gli
occhi e si toccò la pancia, col palmo aperto.
“AvadaKedavra.”
Riaprì gli
occhi scatto.
Non era
morta… non era la voce di suo padre, quella che aveva sentito.
Di fronte a
lei c’era Draco e ai suoi piedi, il cadavere immobile di suo padre. Era lì, la
guardava e le sorrideva in quel modo così speciale e unico, che da sempre le
aveva sciolto il cuore. Lo guardò allargare le braccia
e pronunciare il suo nome, a fior di labbra.
“D-Draco…” Corse
a ripararsi nel suo abbraccio, continuando a piangere incredula. “I-io… non… non è stata colpa mia.”
“Lo so…” Le
mormorò, accarezzandole la chioma, in modo rassicurante. “I pensieri… si
possono modificare, ricorda…” Le spiegò dolcemente.
Luna
gemette piano, nascondendo il volto nella divisa nera da Mangiamorte. “Mi…
dispiace. Ho avuto… così paura.”
Il biondino
la strinse forte, baciandole i capelli neri. “E’ tutto finito…
amore mio, è tutto finito…”
TBC
FINE!! No, ok… calmi, mettete a
posto le armi. C’è ancora l’epilogo da mandare… e credo che se vedrò un bel po’
di recensioni, lo manderò moooolto presto, in modo da
potermi dedicare subito alle altre storie e al seguito. Anche perché,
intendiamoci, nell’epilogo non spiegherò molto e molto altro, invece, lo lascerò in sospeso XD
*me colta da bastardaggine*
Passiamo ai ringraziamenti:
Siccome è tremendamente tardi, per stavolta le risposte alle
recensioni saranno uniche. A dir la verità, non solo per l’orario. Ringrazio
infinitamente Marcycas-The Lady of Darkness, Angele87, Angelwings, Enika, ScarletBlood, Sissichi, Ninfea_82 ed ovviamente… Ryta Holmes e Lynn Wolf.
Perché senza di voi, questa storia non avrebbe
raggiunto la “fine” e non avrebbe un seguito. Perché è
grazie a voi, al vostro sostegno che continuo a scrivere, senza dar retta a
persone come Chelsea Malfoy, che mi spronano a fare
tutto il contrario.
Vi voglio bene…
Luna Malfoy!!
E
ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio
e in fretta, quindi.... ^^