Ramenentolo

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***
Capitolo 3: *** Terza Parte ***
Capitolo 4: *** Quarta Parte ***
Capitolo 5: *** Quinta Parte ***
Capitolo 6: *** Sesta Parte ***
Capitolo 7: *** Settima e Ultima Parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Ramenentolo

Tanto e tanto tempo fa, nel cuore del Paese del Fuoco, il Villaggio della Foglia era governato da saggi shinobi e kunoichi avvedute. In un'atmosfera ove pace e serenità regnavano sovrane, il buon Minato Namikaze e sua moglie Kushina Uzumaki, ninja stimati e rispettati per la loro abilità e il loro grande coraggio, erano stati allietati dalla nascita del loro biondo figlioletto Naruto.
Purtroppo però, a causa di una volpe birichina e cattivella, i genitori di Naruto persero entrambi la vita e il piccolo si ritrovò dunque orfano e abbandonato da tutti. Una bionda bisbetica tuttavia, mossa a pietà dalla sua situazione, decise di adottarlo e di prenderlo in casa con sé. La scelta della donna però non piacque affatto alle sue due figlie: Ino e Sakura, cosicché Naruto si ritrovò fin da subito tiranneggiàto e bistrattàto dai capricci e dalle lamentele delle due sorellastre più grandi. La matrigna Tsunade, questo era il suo nome, non era cattiva ma gli piaceva oltremodo il gioco d'azzardo... Di conseguenza, in quella casa erano costretti ad andare avanti in ristrettezze ed economia, mangiando solo ed esclusivamente ramen. Dal momento che al piccolo Naruto il ramen piaceva in modo esagerato, le due sorellastre gli affibbiarono dunque il nomignolo di Ramenentolo.

- Ramenentolo, Ramenentolo - gridavano le sorellastre, ogni volta che avevano bisogno di lui.

Le due sfaticate, una bionda e una "rossa sbiadita", erano solite affidare al povero fratellastro tutti i lavori antipatici che non volevano fare loro: tipo rammendare le uniformi, affilare i kunai e gli shuriken, lucidare i coprifronte e via dicendo.
Le giornate di Ramenentolo trascorrevano dunque grigie e pesanti, con quelle due rompiscatole in circolazione, e tuttavia non poteva neppure permettersi il lusso di protestare.

- Ramenentolo - strillava Ino. - Dove sono i miei nastri per capelli?
- Ramenentolo - sbraitava Sakura. - Dove sono i miei rotoli di scuola?
- Ramenentolo - urlavano insieme. - Muoviti, razza di pelandrone che non sei altro!

Povero Ramenentolo...
A volte perfino la matrigna gli rimproverava qualcosa, indipendentemente dal fatto che la colpa fosse sua o meno, e costui poi non aveva neppure il diritto di replicare. Le due vili bugiarde erano solite infatti raccontare alla madre che la colpa di tutto quello che succedeva in casa fosse sempre e comunque di Ramenentolo così la matrigna, con la vena pulsante di rabbia sulla fronte, finiva per sbatterlo in cantina... a ramen e acqua.
Chiuso e imprigionato, in quell'ambiente chiuso e deprimente, Ramenentolo si sentiva ancora più triste e solo. Le sue lacrime riuscirono addirittura a commuovere i topolini che vivevano là sotto, tre simpatiche canagliette di nome: Konohamaru, Moegi e Udon. Costoro si dimostrarono incredibilmente teneri e affettuosi col biondo ragazzino e Ramenentolo non esitò nel dividere riconoscente i suoi pasti con loro. In breve diventarono amici per la pelle e, anche se la vita con la matrigna e le sorellastre era spesso difficile, grazie all'affetto dei tre topolini Ramenentolo giurò di non perdersi mai d'animo e di non smettere mai di sperare...

I JUTSU SON DESIDERI ( parodia di: "I Sogni son Desideri" )

I Jutsu son desideri
di gestualità
Nel Jutsu non hai pensieri
ti esprimi da ninja, voilà!
Se hai chakra chissà
che un giorno
da genin chunin diverrai...
Tu lancia i kunai sui bersagli
riprova anche se sbagli
e un ninja anche tu
diverrai !!!

Ramenentolo aveva questo sogno fisso dentro di sé: quello di diventare un ninja bravissimo, proprio come i suoi genitori. E con l'aiuto dei suoi amici topolini che, malgrado le dimensioni ridotte, erano ugualmente piuttosto in gamba, il biondo genin poteva approfittare del tempo libero per allenarsi assieme a loro ed affinare le tecniche che conosceva. I tre topolini-ninja si affezionarono talmente tanto a lui che cominciarono a chiamarlo affettuosamente "fratellone" e Ramenentolo era felice. Nel calore e nei sentimenti sinceri dei suoi piccoli amici infatti, dopo anni ed anni di tristezza e di sconforto, aveva ritrovato di nuovo la gioia di avere una famiglia.
Se le cose fossero andate avanti così, senza ulteriori cambiamenti, il giovane avrebbe forse continuato a sopportare la matrigna Tsunade e le sorellastre senza problemi. Tuttavia grandi cose erano in serbo per il suo futuro e, nella reggia di Konoha appunto, grandi novità avrebbero presto influito col suo destino e i suoi sogni...

***

Sua Maestà Orochimaru, un tipo eccentrico con il pallino dei Serpentelli da Compagnia, da un po' di tempo era afflitto dal pensiero di accasare degnamente quell'asociale del suo giovane pupillo, il Principe Sasuke. Tuttavia quel testone, malgrado gli sforzi del Re e del Granduca Kabutolao, non aveva ancora preso minimamente in considerazione l'idea di sposarsi e mettere su famiglia.
Orochimaru era sull'orlo della disperazione.
Sasuke era bello, forte, tenebroso, affascinante e... Insomma, era il classico ninja Bello & Impossibile per il quale ogni kunoichi avrebbe fatto follìe. Ma a causa del suo carattere chiuso e scorbutico, nessuna era ancora riuscita a far breccia nel suo cuore.

- Dannato ragazzo - imprecò Re Orochimaru, con voce quasi teatrale. - Attentatore della mia esistenza, serpe di una serpe, capace di pugnalare il seno che lo ha allattato... Ingrato!
- Sire, calmatevi - provò a dire il Granduca Kabutolao. - Sasuke è un ragazzo dai gusti difficili ma, se potessimo dargli ancora un po' di tempo, sono sicuro che...
- Tempo ?!? - sbraitò Orochimaru. - E secondo voi, io ho tempo sufficiente per aspettare che quel piccolo finocchietto si decida a svegliarsi una volta per tutte?
- No, certo Maestà, mi rendo conto ma...
- Tacete, Kabutolao, tacete - tagliò corto il Re, sollevando la mano aperta davanti a sé. - Anche la Tecnica della Resurrezione non dura in eterno, come speravo che fosse, e vorrei avere dei serpentell... dei nipotini, prima di morire!
- Certo, capisco - osservò Kabutolao tristemente. - Il problema è che Sasuke non si fida facilmente delle persone: sarà difficile dunque trovare quella adatta allo scopo!

Il Re strinse i gialli occhi serpentini, come un cobra in procinto di scagliarsi sulla preda, e Kabutolao avvertì un brivido lungo la schiena.

- Dunque, Kabutolao - esclamò Orochimaru, con un sorriso tutt'altro che rassicurante. - Se ho ben capito, mi stai dicendo che in tutto il regno di Konoha non ci dovrebbe essere UNA che vada bene a quell'aspide travestita da principe!
- No... Non intendevo dire questo, Maestà - corresse subito l'altro. - Intendevo solo dire che è difficile e...
- E' difficile costringere il boa a lasciare la propria preda - sentenziò Orochimaru, scandendo le parole con voce sottile. - E' difficile che il pitone trovi un buco lungo quanto la sua coda, così come è difficile che io beva Siero Anti-Vipera a colazione... E se in questa sottospecie di favola è difficile trovare una sposa per Sasuke, ebbene io mi chiamo Isidoro!

Kabutolao sbatté gli occhi, evidentemente perplesso.

- Mio caro Granduca, analizziamo bene la questione: Sasuke è un principe-ninja, che se la tira anche parecchio; Konoha trabocca di stupide che se lo prenderebbero, anche a costo di farsi maltrattare e umiliare per tutta la vita ( contente loro! )... Ebbene, non resta che esibire il "cavolo" davanti alle "capre" e lasciarlo a quella che se lo addenta per prima!
- Ma... Ma se il principe non è d'accordo, non...
- Chi se ne frega - tagliò corto Orochimaru. - Ci vuole strategia, amico mio, pura e semplice strategia: una volta che la preda finisce in trappola, non mi risulta che sia in diritto di lamentarsi, no? Nel nostro caso, la "trappola" potrebbe essere benissimo un ricevimento... una Festa da Ballo via, crepi l'avarizia!
- Una Festa da Ballo? - Kabutolao non riusciva a credere alle sue orecchie.
- Certo, o meglio ufficialmente sarà così... In pratica invece getteremo Sasuke in pasto all'orda di stupide che gli sbavano dietro, e lo costringeremo a cedere per sfinimento!
- Geniale - esclamò il Granduca, aggiustandosi le spesse lenti degli occhiali sul volto. - Sarà lui solo contro tutte, è un piano magnifico!
- Lo so, sono un genio - sorrise il Re, con un sinistro bagliore negli occhi. - Un Genio del Male!

( continua )...

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


Quando la voce del banditore riempì l'aria, sulla pubblica piazza di Konoha, gli abitanti drizzarono le orecchie incuriositi dal suo annuncio.

- Udite, udite, popolo della Foglia - esclamò lo shinobi con una forte voce baritonale. - Per ordine di Sua Maestà, Re Orochimaru Pitone Biscione Serpone Viperone Biforcuto IV°, ci sarà una grande Festa da Ballo in onore del Principe Sasuke!
- Il Principe ?!? - domandarono le kunoichi presenti, sgranando gli occhi come se quel nome le avesse drogate di brutto.
- Il Principe - confermò l'altro con un sospiro. - Per ordine del re, ogni kunoichi del nostro regno-ninja è invitata a partecipare al ricevimento; alle fanat... ehm, fortunate partecipanti il Principe Sasuke concederà una foto-ricordo, un autografo o un bacio ( non vorrei essere in lui, poveraccio! ); i biglietti sono già in vendita presso il Bar-Ristorante di Teuchi, per la modica cifra di centodiciannove ryo, tasse federali incluse!

In men che non si dica, il locale di Teuchi fu preso letteralmente d'assalto, rischiando di scomparire sotto l'orda furiosa di centinaia di kunoichi impazzite. Quel viscido serpente di un Re, oltre ad escogitare un modo per accasare Sasuke, aveva giustamente colto l'occasione per guadagnarci sopra. A giudicare dal numero di biglietti venduti nelle prime due ore, si poteva facilmente dedurre che le casse reali sarebbero rimaste sufficientemente piene per i prossimi dieci anni...
Sì, quella del Re era stata proprio un'ottima pensata.
La notizia del ricevimento passò sulla bocca di tutti: giovani, meno giovani, nubili, vedove, zitelle, comari e via dicendo! Nessuna kunoichi si sarebbe mai sognata di mancare ad un simile evento, figuriamoci poi con un Principe figo come Sasuke, ed ognuna cominciava già a fantasticare all'idea di vederlo dal vivo.

***

Anche in casa di Ramenentolo la notizia fece andare su di giri le due antipatiche sorellastre.
Sia Ino che Sakura, entrambe infatuate del moro Principe dai rossi occhi penetranti, stavano infatti sbavando con adorazione davanti al poster gigante di Sasuke che tenevano in camera.

- Quant'è alto - sospirò Ino.
- Quant'è forte - sospirò Sakura.
Quant'è bono - sospirarono insieme.

Naruto e i suoi amici non ne potevano più di sentirle chiocciàre a quel modo. Da che la matrigna era andata a prendere i biglietti per il ricevimento, le due stupidelle non avevano smesso un solo istante di borbottare scemenze. Da principio Ramenentolo aveva cercato di fare finta di niente ma, dopo aver sentito ripetere il nome di Sasuke tante e tante di quelle volte, perfino i tre topolini-ninja erano stufi marci.

- Senti, fratellone - squittì Konohamaru, stringendosi le orecchie assieme agli altri. - Che ne dici di mettere a punto un Jutsu per farle sparire?

Prima che Ramenentolo potesse rispondere, la matrigna Tsunade rientrò in casa sbuffando affannosamente.

- Allora, mamma? - esclamò Ino.
- Li hai trovati, vero? - fece eco Sakura.
- Diciamo che non è stato facile - ammise la donna, sventolando tre pezzi di carta nella mano. - Tuttavia, per una volta almeno, la scommessa è stata fortunata!

Giocatrice incorreggibile e incallìta, Tsunade era solita perdere anche la camicia. Stavolta però, complici le facoltà extrasensoriali delle sue amiche lumache, la bionda perdente aveva messo a segno un paio di scommesse con successo. I biglietti che ora stringeva in mano erano il simbolo della sua vittoria, anche se non "pulitissima", ma il fine giustificava il mezzo.

- Mie care bambine - esclamò Tsunade, facendosi subito seria. - Questa è forse l'unica occasione che abbiamo, per abbandonare una volta per tutte questa baracca e trasferirci nientemeno che nel Palazzo Reale... Non mi deludete, mi raccomando!
- Fidati, mammina - esclamò Ino, aggiustandosi la lunga coda bionda con fare maliardo. - Non appena il Principe Sasuke mi vedrà, non potrà fare a meno di dirmi...
- Illusa - la interruppe Sakura. - Figuriamoci se a Sasuke può piacere una bionda oca senza cervello come te?
- Ma senti chi parla - ribatté Ino, stringendo i pugni con rabbia. - Le pergamene ti hanno dato al cervello, te lo dico io!
- Hai qualcosa da ridire sul fatto che io sia più intelligente di te?
- Ci mancherebbe - rispose Ino, incrociando le braccia sul petto con una smorfia. - Anche perché, se tu sei intelligente, io posso contare su un sex-appeale molto più sviluppato del tuo!

Sakura strinse gli occhi, guardando Ino con aria più che mai minacciosa.

- Stai forse insinuando che io sono brutta, per caso?
- Ma complimenti, allora sei intelligente sul serio!
- Basta così - intervenne Tsunade, prima che le due si scagliassero una sull'altra. - Invece di litigare, andate a prepararvi: mancano appena due ore all'inizio del ricevimento!

Subito le due imbecilli dimenticarono ogni litigio e si concentrarono su come agghindarsi a dovere. In quella però, Ramenentolo si risentì del fatto di essere totalmente escluso dalla questione.

- E se avessi voluto partecipare anche io a questa festa - esclamò. - Non ci avete pensato?

Ino e Sakura lo guardarono come se fosse un matto, prima di scoppiare a ridere a crepapelle e umiliarlo come al solito.

- E' una festa per kunoichi, stupido - sentenziò Sakura.
- Già - fece eco Ino. - Bisogna essere proprio tonti, per pensare che un maschio possa partecipare!
- Non è giusto - protestò il biondo genin. - Sono anni che passo le giornate a farvi praticamente da schiavo: "Ramenentolo qui", "Ramenentolo là", "Ramenentolo su", "Ramenentolo giù"... Ho diritto anch'io a divertirmi, sono stufo!
- Ramenentolo - disse dunque la matrigna, guardandolo severa. - Devo forse arguìre che tu abbia già finito tutte le tue faccende della giornata?

Ramenentolo impallidì di colpo.

- Beh, io veramente...
- Non ha ancora pulito la cucina - spifferò Sakura.
- Né lucidato le armi - fece eco Ino.
- Né spolverato i coprifronte!
- Né riordinato i rotoli e le pergamene!

Tsunade batté il piede a terra con disapprovazione.

- E' così, dunque - esclamò la donna. - Batti la fiacca, fai il lavativo come tuo solito, e pretendi di andarti a divertire!
- Ma non è vero - provò a dire Ramenentolo. - Non è così, io...
- Niente scuse - lo zittì la matrigna, mentre Sakura e Ino sogghignavano divertite alle sue spalle. - Per punizione, andrai a letto senza cena; e prima di metterti a dormire, luciderai tutti i coprifronte dal primo all'ultimo; sono stata chiara?

Ramenentolo non poté fare altro che annuire rassegnato.
Tsunade ritenne chiusa la questione e, facendo segno alle figlie di andare a prepararsi, andò a prendere il suo abito da cerimonia. Mentre gli passarono accanto con indifferenza, Ino e Sakura rivolsero al fratellastro una frecciata fin troppo crudele.

- Così impari - sussurrò Sakura con cinismo.
- Non temere però - fece eco Ino. - Vedrai che ci divertiremo anche per te!

Sghignazzando malvagiamente, le due antipatiche andarono a cambiarsi lasciando Ramenentolo in ginocchio e in lacrime sul pavimento. Konohamaru e i topolini-ninja, vedendo il loro "fratellone" in quelle condizioni, si sentirono stringere il cuore. D'istinto provarono a dirgli qualcosa per consolarlo ma, prima ancora che potessero aprire bocca, Ramenentolo prese il suo vecchio kunai arrugginito e corse fuori nel cortile.

***

Per anni e anni, in compagnia dei suoi piccoli amici, Ramenentolo si era allenato su quello spiazzo erboso sottile per migliorare le sue prestazioni. Voleva diventare un vero ninja, un combattente formidabile, e si era impegnato anima e corpo pur di riuscirci... Purtroppo la cattiveria e il cinismo di quelle due streghe di sorellastre era dura da mandare giù.
Nella mente di Ramenentolo sembrava non esserci più posto per la speranza, né per la fiducia in sé stesso, e di conseguenza il dolore per tutta la cattiveria e le umiliazioni che era costretto a inghiottire lo precipitarono nel più doloroso abisso di sconforto che si poteva immaginare. Sakura e Ino ridevano continuamente di lui, dei suoi sogni così come dei suoi sforzi, e pian piano Ramenentolo andava convincendosi che non sarebbe mai riuscito a combinare niente di buono nella vita.

- Io... Io lo so che non valgo niente - singhiozzò il giovane, davanti agli occhi tristi dei topolini che lo osservavano in silenzio. - Non diventerò mai un bravo ninja, mai... Sarò sempre e solo un misero genin-apprendista!

Mentre piangeva disperatamente, mormorando certe stupidaggini tra sé e sé, Ramenentolo non si accorse che intorno a lui, nel cortile, si stavano improvvisamente radunando delle grosse ranocchie panciute. Costoro si avvicinarono al ragazzo e una di queste, un rospo più grande con una specie di cappotto rosso sul dorso, si mise a guardarlo con uno sguardo pieno di compassione.

- Croak - fece il rospo, richiamando d'un tratto l'attenzione del ragazzo. - Non piangere, figliolo, non ce n'è motivo!
- Lo dici... Lo dici tu che non ce n'è motivo - rispose Ramenentolo, sfregandosi le lacrime col dorso della mano. - Non diventerò mai un ninja forte e rispettato, questa e la verità!
- Coraggio - proseguì il rospo. - Se ti lasci andare così, darai solo soddisfazione a quelle stupide oche delle tue sorellastre, non sei d'accordo?

Subito Ramenentolo drizzò il capo e, attraverso il velo di lacrime e lo stupore dei suoi amici topolini-ninja, il grosso rospo cambiò forma in una nuvola di fumo. In men che non si dica, al posto del rospo, comparve un vecchio eremita dai lunghi capelli bianchi che rivolse al ragazzo un sorriso sincero e rassicurante. Ramenentolo lo guardò stupito, incapace di riconoscerlo evidentemente, tuttavia il vecchio eremita e il coro gracidànte che si era portato appresso sembravano non incutergli alcun tipo di timore.

- E' da molto tempo che non ci vediamo, figliolo - esclamò il vecchio, cingendo le spalle del ragazzo con entrambe le mani. - Ti ricordi di me?
- Io... Io non...
- Ma come - fece il vecchio deluso. - Vorresti farmi credere che ti sei dimenticato del tuo padrino: Jiraya Smemorino?

Improvvisamente il ragazzo rammentò qualcosa, alcune immagini sbiadite di un passato ormai lontano, dove un vecchio molto simile a quello strano eremita eccentrico era solito cullarlo sulle proprie ginocchia. Sulle prime costui sembrò un po' deluso ma, recuperando in fretta il suo sorriso, si accinse ad asciugare le lacrime sulle guance del suo figlioccio.

- Hai forse dimenticato la tua promessa? - domandò Jiraya serio. - La strada per diventare uno shinobi è lunga e difficile, e se ti arrendi adesso lo rimpiangerai per tutta la vita!
- Ma cosa posso fare - gemette Ramenentolo, stringendosi nelle braccia affettuose del vecchio. - La matrigna e le mie sorellastre dicono che sono un buono a nulla... e hanno ragione!
- Un corno - sbottò l'eremita. - L'unica ragione che hanno quelle mocciose è di essere due perfette imbecilli, questa è la verità, e tu non devi assolutamente prestar loro alcuna attenzione!

Ramenentolo lo guardò stupito.
Prima d'ora nessuno, a parte Konohamaru e i suoi amici, si era mai preoccupato di mostrare il benché minimo interesse nei suoi confronti. Il vecchio Jiraya invece sembrava voler restituire al giovane genin tutta la fiducia che aveva perso.

- Dimmi, Ramenentolo - proseguì l'eremita. - Ti piacerebbe partecipare alla festa che si terrà stasera a Palazzo?

Ramenentolo annuì.

- Sarebbe bello, ma è una festa solo per kunoichi e io...
- E io cosa sarei qui a fare, secondo te? - lo interruppe Jiraya, strizzando l'occhio con aria complice. - "Se un desiderio di cuore tu esprimerai al rospo, il rospo di buon cuore lo realizzerà tosto"... Conosci il proverbio?
- Ecco... Veramente no!

Subito i piccoli anfibi verdi lì presenti cominciarono a gracidare offesi, allorché Jiraya alzò una mano per metterli a tacere.

- Fidati di me, ragazzo - tagliò corto l'eremita, rimboccandosi le manice dell'ampio soprabito rosso che indossava. - Con il Magico Jutsu dei Rospi, realizzerò il tuo più grande desiderio, sta a vedere!

NINJA SHINOBIDI BOO ( parodia di: "Bibbidi Bobbidi Boo" )

Rana Gadùla
Tecnica Bula
Ninja Shinobidi Boo
Mettere insieme Ranocchie laggiù
Ninja Shinobidi Boo...
Rana Gadùla
Tecnica Bula
Ninja Shinobidi Boo
E la Ranocchia fa quel che vuoi tu
Ninja Shinobidi Boo...

E Rana Gadùla può
ma Tecnica Bula no
il Jutsu però
che tutto può
è Ninja Shinobidi Boo!

Rana Gadùla
Tecnica Bula
Ninja Shinobidi Boo
La-la-là   la-la-là   la-la-la-là
Ninja Shinobidi
Ninja Shinobidi
Ninja Shinobidi Boo!

Sotto gli occhi sgranati di Konohamaru e dei topolini-ninja, la strana formula magica che il vecchio si mise a canticchiare ebbe un effetto incredibile sul loro biondo fratellone. Ramenentolo sentì scorrere dentro di sé un chakra diverso, molto più potente del solito, e anche i suoi vestiti cominciarono a trasformarsi in modo incredibile. Interamente circondato da un'aura di energia colore azzurro, Ramenentolo si ritrovò trasformato in un bellissimo shinobi con spalle robuste e una stupenda uniforme color del cielo. Le protezioni dei polsi e dei polpacci, finemente cesellate e intarsiate con arabeschi sottili, erano di argento massiccio e la targhetta del coprifronte, posta a sorreggere il velo che gli nascondeva i capelli e il volto, era fatta di cristallo purissimo e splendente.
Naruto non riusciva quasi a crederci.
Era tutto troppo bello per essere vero, mai avrebbe osato sperare di indossare un giorno un uniforme come quella, eppure ciò che vedeva nel riflesso del piccolo stagno del cortile era proprio la sua immagine... Non c'era dubbio!

- Ma questo è un sogno - esclamò Ramenentolo con un filo di voce. - Io... proprio io... Sono veramente io, uno shinobi... Evviva!
- Frena l'entusiasmo, giovanotto - lo rimbeccò l'eremita, afferrandolo per la spalla. - Magia e Tecniche Illusorie sono potenti ma, anche se mi addolora dirtelo, il loro effetto purtroppo non è molto duraturo... L'Incantesimo del Rospo si spezzerà infatti allo scoccare preciso della mezzanotte!

In quella, Konohamaru e gli altri saltarono sulla spalla del loro amico e non poterono fare a meno di tastare il suo costume con ammirazione.

- Accidenti, fratellone - squittì Konohamaru. - Sei proprio uno schianto!
- Sembri addirittura più figo di Sasuke - sospirò Moegi, arrossendo vistosamente.
- Per non parlare di questi accessori d'argento - fece Udon, aggiustandosi i minuscoli occhiali sul naso per esaminarli meglio. - Neppure il Principe Sasuke potrebbe indossare qualcosa di più raffinato!
- Già - annuì Ramenentolo con una smorfia. - Così potrò dare anche una lezione a quel presuntuoso e...

Improvvisamente si ricordò di non avere ancora ringraziato il generoso padrino e, piangendo dalla commozione questa volta, si sforzò di dire qualcosa senza singhiozzare.

- Su, su - tagliò corto Jiraya, battendogli affettuosamente qualche colpetto sulla spalla. - C'è una festa che ti aspetta, ragazzo mio, e sei tu l'Ospite d'Onore... Anche se ancora non lo sanno!
- Non potrò mai ringraziarla abbastanza - mormorò Ramenentolo, tirando fortemente su col naso.
- Non ti attardare, figliolo: hai tempo fino a mezzanotte, ricordalo, spendilo bene!

Ciò detto, l'eremita e le rane scomparvero magicamente in una nuvola di fumo. Ramenentolo pensò per un attimo ad un sogno e, pizzicandosi il braccio per sincerarsene, si rese conto che era tutto vero. Subito Konohamaru e gli altri lo incitarono a sbrigarsi e, volando tra gli alberi come un vero ninja che si rispetti, il misterioso shinobi dal coprifronte di cristallo puntò dritto verso il Palazzo Reale.

( continua )

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Capitolo 3
*** Terza Parte ***


Come previsto da Sua Maestà Orochimaru, e dal suo fido consigliere quattrocchi, la Festa da Ballo in onore del Principe Sasuke si trasformò nella manifestazione più proficua che mai potesse essere concepita. L'orda di kunoichi assatanate, regolarmente munite di biglietto, si riversò nell'ingresso e nelle sale del palazzo reale di Konoha. Nonostante i cordoni di sicurezza, gli Anbu fecero una fatica bestiale per contenere quella fiumàna scatenata di ragazzine; anche perché, trattandosi di ragazze/ninja, costoro erano in grado di ricorrere a diversi trucchi per oltrepassare lo sbarramento: fumo, ipnosi, moltiplicazione... Il castello era stato preso letteralmente d'assedio, con tanto di bancarelle e mercatini di souvenirs ben piazzati.

- Vénghino, signorine, vénghino - strillavano i commercianti, muniti di megafono e altoparlante. - Oggi grande svendita: spille, collane, tazzine... Tutto rigorosamente firmato e autenticato dal Principe Sasuke; la t-shirt dell'Erede al Trono, occhiali a sharingan, e il cappellino Made in Uchiwan; tutto al modico prezzo di trentanove ryo, fino ad esaurimento scorte!

La licenza di vendita era stata concessa ai richiedenti dal consigliere Kabutolao, in cambio di un 30% sugli utili, e Orochimaru gongolava soddisfatto al pensiero di investire il ricavato per trascorrere una ben meritata vacanza in compagnia della cugina Pitonella, del cognato Rettilberto e della zia MariaBiscia ( tutti allegramente acciambellat... ehm, accoccolati sotto il sole di un hotel da cinquecento ryo al giorno ).
Le kunoichi intanto avevano riempito l'ampio salone e, chiacchierando tra di loro, attendevano con ansia che il dolce oggetto dei loro desideri facesse il suo ingresso trionfale. La tensione era palpabile, i cuori in tumulto, e il pensiero di tutte era esattamente lo stesso: un bacio del Principe/Ninja più bello in assoluto... e forse anche qualcosa di più, se la sorte fosse stata particolarmente benevola.

- A nome di Sua Maestà, Re Orochimaru, siate le benvenute - esclamò il consigliere Kabutolao, cercando di sovrastare il chiacchierìccio generale.

Subito nella stanza scese un silenzio a dir poco inquietante. Le kunoichi fissarono di traverso il consigliere, con espressioni torve e assai poco raccomandabili, tuttavia Kabutolao continuò imperterrito nel suo discorso.

- E' un onore e un grandissimo piacere avervi qui stasera, ad onorare la reggia della vostra gentile presenz...
- Aah, sta zitto - sbraitò una delle invitate, con una inconfondibile chioma color rosa confetto. - Invece di blaterare scemenze, tirate fuori Sasuke!
- Giusto - fece eco la bionda fanciulla al suo fianco, mostrando orgogliosa la sua lunga coda di cavallo e sollevando il pugno sopra la testa. - Dove lo avete nascosto?
- SA-SU-KE - urlarono in coro le altre, come in risposta ad un segnale convenuto. - SA-SU-KE !!! SA-SU-KE !!!

Kabutolao si aggiustò gli occhiali rotondi sul naso e, guardando Re Orochimaru con aria interrogativa, capì che non sarebbe stato facile tenerle tranquille ancora a lungo.
Il Re annuì soddisfatto e, con un sinistro bagliore nei gialli occhi serpentini, fece cenno al consigliere di procedere.

- Eh-ehm - tossì Kabutolao, schiarendosi la voce. - A grande richiesta, ecco dunque a voi la star della serata: il solo, unico e inimitabile... Sasuke-Supermegafigo-Uchiha!

In risposta all'annuncio, le luci dei riflettori illuminarono l'ampia scalinata che dava nel salone. Circa tre metri più in alto, gli occhi rossi e l'espressione impassibile del volto, il Principe Sasuke fece la sua apparizione in grande stile.

- Ooooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh !!!

Un sospiro lunghissimo e sonoro riempì l'aria, subito seguito da sguardi di ammirazione e cuori che battevano all'impazzata. Nessuna kunoichi era in grado di resistere al fascino del bel tenebroso e, mentre costui scendeva lentamente i gradini che lo separavano da quelle pazze scatenate, in men che non si dica si scatenò letteralmente l'inferno.

- Sasuke, amore mio - esclamò una fanciulla, sbracciandosi affannosamente nel tentativo di farsi vedere al di sopra della mischia. - Prendimi, sono tua!
- Sasuke, sei un Dio!
- Attraverserò il fuoco per te, amore!
- Sasuke, Yuu-Uuh!

Sasuke socchiuse appena gli occhi con evidente fastidio ma, rivolgendo loro un semplice gesto di saluto con la sua mano guantata di bianco, le fanciulle più vicine alla scalinata svenirono letteralmente per l'emozione. Quelle rimaste in piedi si strinsero attorno a lui, pronunciando ogni genere di scemenze, e solo il notevole flusso di chakra del giovane Principe/Ninja riuscì a tenerle a bada tutte quante.

- Qui la concorrenza si fa dura - mormorò Sakura all'orecchio di Ino. - Che ne dici di una tregua momentanea, sorellina?
- Mi hai tolto le parole di bocca - rispose Ino, ripassandosi velocemente sul volto una manciata di fondotinta. - Nessuna pietà!

Con un sorriso complice, Sakura menò un violentissimo pugno sul pavimento. L'onda d'urto che ne seguì, oltre a provocare una specie di piccolo terremoto, riuscì a disorientare l'intero mucchio delle rivali. Scegliendo a caso una kunoichi piuttosto robusta, grazie alla sua Tecnica del Capovolgimento Spirituale, Ino si impadronì del suo corpo per mettere K.O. la concorrenza a colpi di arti marziali.
In men che non si dica, le kunoichi furono messe a nanna e ammucchiate una sull'altra sul pavimento del salone. Alla fine Ino sciolse la sua tecnica sulla kunoichi ignara e, non appena quest'ultima riprese il controllo di sé, Sakura la sbatté al suolo con un preciso diretto alla mascella.
Entrambe le sorelle si guardarono dunque negli occhi: erano rimaste solo loro due e Sasuke era lì immobile; la tregua era già finita ma, invece di combattere tra loro, preferirono avvicinare subito il Principe sfruttando appieno il loro fascino femminile.

- Principe Sasukeee - esclamarono all'unisono, cinguettando come usignoli in calore.

Sasuke sospirò rassegnato.
Le due sciocche e superficiali fanciulle cominciarono a farfugliare idiozìe, esattamente al pari delle "colleghe" prive di sensi, ma oramai era uno scontro tra loro e basta... O almeno così credevano.

***

Nessuno vide arrivare il silenzioso e misterioso Shinobi Azzurro.
Costui si intrufolò furtivo nei cortili del palazzo e, facendo rifulgere il suo coprifronte di cristallo alla luce della luna piena, entrò nel corridoio principale con passo deciso e sicuro. Gli Anbu di palazzo si avvidero dunque della sua presenza ma, prima che potessero fermarlo, lo Shinobi Azzurro si liberò di loro con pochi colpi ben assestati.

- Vai così, fratellone - squittìrono i topolini, nascosti tra le sue robuste spalle.

Come l'ultimo avversario cadde ai suoi piedi tramortito, lo Shinobi Azzurro si spolverò i rinforzi d'argento che aveva sulle braccia e scostò la tenda che conduceva nel salone. Là dentro riconobbe alcune persone di sua conoscenza, compresa una certa matrigna bionda che osservava soddisfatta il modo in cui le sue due figlie si davano da fare per corteggiare un giovane alto ed elegante... tuttavia rimase incredibilmente colpito dallo sguardo serio e dallo splendore dei suoi capelli corvini, che si bloccò a guardarlo con grande stupore.
Anche il Principe Sasuke, con la coda dell'occhio, non poté fare a meno di notare i bagliori luccicanti dello shinobi in fondo alla sala e della sua meravigliosa uniforme color del cielo.

- Tutti dicono che i miei capelli sono tinti - chiocciò Sakura, accarezzandosi le rosee ciocche con un sorriso ironico. - Ma sono naturali, ve lo giuro!
- Séé, come no - ribatté Ino con una smorfia. - E magari usi lo shampoo alla fragola, ho indovinato?
- Attenta a te - sibilò Sakura minacciosa. - Guarda che non ci metto niente a "spiaccicarti" sul terreno!
- E sai che paura!
- Ma io ti...
- Vogliate scusarmi - disse ad un tratto Sasuke, cogliendo al volo l'occasione per defilarsi.

Sia Sakura che Ino lo seguirono perplesse con lo sguardo e, solo quando lo videro dirigersi verso la tenda in fondo alla sala, anche loro poterono notare il misterioso Shinobi Azzurro. Costui aveva il volto parzialmente coperto da una specie di cappuccio, dello stesso colore dei suoi vestiti, e il suo coprifronte di puro cristallo luccicante era incredibile a vedersi.
Sasuke non sapeva chi fosse quel misterioso e affascinante individuo dagli intensi occhi blu eppure si sentiva irresistibilmente attratto da lui, come se un sottile filo invisibile avesse unito in modo inspiegabile i loro destini. Anche lo Shinobi Azzurro sentiva il cuore battere forte nel petto, mentre i rossi occhi del Principe si fissavano nei suoi, e non sapeva proprio cosa dire né cosa fare. Vedendolo così imbambolato, Konohamaru gli sussurrò all'orecchio per farlo riprendere.

- Ti senti bene, fratellone? - domandò il topolino/ninja.
- Mscì - rispose Ramenentolo con un filo di voce, senza smettere di guardare il Principe che si stava avvicinando.

Un attimo dopo Sasuke si ritrovò proprio di fronte a lui, bello come la notte che era scesa fuori del palazzo, e solo quando questi gli rivolse la parola Ramenentolo parve scuotersi dal suo torpore.

- Siate il benvenuto, o Nobile Shinobi - esclamò il Principe, portandosi la mano al petto con un leggero inchino. - Posso avere l'onore di conoscere il vostro nome?
- Ram... Ehm, cioé - si corresse l'altro, cercando di trovare in fretta una risposta. - Ramingo e senza nome, solitario e senza volto, seguo il mio chakra lungo il sentiero del Vero Ninja...
- Interessante - commentò Sasuke con voce priva di emozione. - Spero non abbiate nulla in contrario nel mostrare le vostre capacità al Principe/Ninja di questo reame, ovvero il sottoscritto!
- Non chiedo di meglio!
- Benissimo allora, abbiate la bontà di seguirmi nel giardino!

Così dicendo, il Principe fece strada al misterioso ospite e insieme uscirono al chiarore lunare, ansiosi di confrontare le proprie tecniche uno contro l'altro.

( continua )

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Capitolo 4
*** Quarta Parte ***


Tsunade si era distratta nel fare uno dei suoi solitari ( anche qui, con scarso successo ), quando le sue due figliolette le si avvicinarono agitatissime per riferirle l'accadauto. La donna si grattò la nuca nervosamente, dal momento che le carte giuste non uscivano mai, e si lasciò scappare qualche imprecazione sottovoce.

- Ma questa è iella nera - esclamò Tsunade, buttando le carte a terra con stizza. - Possibile che non...
- MAMMINA - fecero Sakura e Ino, piagnucolando disperate.

La donna inarcò il sopracciglio severa, fulminandole entrambe con lo sguardo, tuttavia si trattenne dallo sfogare la propria collera su di loro.

- Che cosa avete da frignare, voi due? - sbraitò Tsunade.
- Mamma, devi fare qualcosa - rispose Sakura, con gli occhi lucidi di lacrime.
- Si tratta di un'emergenza - fece eco Ino. - Il Principe Sasuke ha appena deciso di combattere contro un misterioso Shinobi Azzurro!
- Uno "Shinobi Azzurro" - ripeté Tsunade perplessa.

Le due annuirono col capo, allorché Tsunade pensò che fossero cadute vittime di chissà quale tecnica illusoria. Sia Ino che Sakura infatti cominciarono a parlare del misterioso shinobi, della sua stupenda uniforme, dei suoi accessori in argento e del suo coprifronte di cristallo lucente.

- Dite un po' - esclamò Tsunade. - Siete sicure di non aver bevuto nulla, prima di uscire di casa?
- Ma no, mammina - risposero in coro. - E' la pura verità!

Dal momento che insistevano, Tsunade pensò bene di alzarsi e dare un'occhiata. In quello stesso momento però, un leggero colpo di tosse alle sue spalle la fece voltare di scatto.

- Posso avere l'onore, madame?

Tsunade e le figlie rimasero sbalordite, alla vista del loro nuovo interlocutore: un uomo sorridente, dai lunghi capelli bianchi, vestito con una sgargiante veste rossa. Costui rivolse un rispettoso inchino alla bionda matrigna e ripeté il suo invito.
Prima che Tsunade potesse mandarlo a quel paese, l'uomo fece schioccare le dita e due enormi rospi comparvero dal nulla per invitare le due sorellastre a ballare con loro.

- Gamakichi, Gamatatsu - esclamò il vecchio, rivolgendosi ai due rospi. - Occupatevi delle signorine, mi raccomando!
- Con molto piacere - risposero i rospi, cingendo galantemente le due fanciulle semiparalizzate dal senso di repulsione e disgusto.

Subito il salone si riempì completamente di rane e ranocchi di varie dimensioni, tutti vestiti elegantemente ( con tanto di smoking su misura e cravattino a farfalla ) e costoro si sostituirono all'orchestra per suonare un bellissimo valzer. Tanto Tsunade quanto le sue figlie rimasero completamente spiazzate e, quasi senza accorgersene, si ritrovarono a ballare al ritmo di quel gracidànte concerto.

***

Frattanto, mentre Jiraya e i suoi rospi tenevano occupate la matrigna e le sorellastre, Ramenentolo seguì il Principe Sasuke fuori nel giardino e si concentrò al massimo per mettere alla prova il potentissimo chakra che sentiva scorrere dentro di sé.
Sasuke era un avversario di tutto rispetto, in possesso dell'Abilità Innata dello Sharingan, ma grazie alla magia dei rospi Ramenentolo era diventato molto più forte di qualunque altro ninja. L'idea di affrontare un valido avversario, chiunque egli fosse, era un'occasione troppo allettante per Sasuke; il principe infatti, conscio di essere il migliore shinobi di Konoha e dintorni, non aveva mai avuto occasione di cimentarsi con una vera sfida... Ma dopo aver percepito il chakra straordinario dello splendido sconosciuto, un forte brivido di eccitazione fece fremere tutto il suo corpo.

- Molto bene, caro il mio Ninja Senza Nome - esclamò ad un tratto Sasuke, mettendosi in guardia di fronte al suo avversario. - Mostrami dunque di cosa sei capace!

Ramenentolo non si fece certo pregare e, giungendo le dita davanti a sé, cominciò a tracciare i gesti necessari. Sasuke focalizzò lo Sharingan sui suoi movimenti, riproducendoli alla perfezione, tuttavia non poteva certo sapere che il chakra del suo avversario era qualcosa di... magico!
I contendenti smisero improvvisamente di tracciare gesti nell'aria e, correndo velocemente, cercarono di disorientarsi a vicenda. Sasuke impugnò lesto alcuni stiletti sottili e li scagliò contro l'avversario, infilzandolo in pieno petto, tuttavia riuscì solo a colpire nient'altro che una copia illusoria; le punte metalliche caddero al suolo, saldamente conficcate in un grosso ceppo di legno, e Sasuke si rese conto di aver perso di vista il suo vero obiettivo...

- Tecnica della Moltiplicazione!

Sentendo quel grido, Sasuke si voltò appena in tempo per far fronte ad almeno cento copie dello Shinobi Azzurro che gli si avventarono addosso contemporaneamente. Il Principe/Ninja reagì per istinto, sottraendosi all'attacco delle copie e scomparendo in una nuvola di fumo, dopodiché ricomparve alle loro spalle e cominciò ad eliminarle una ad una. Nel momento in cui il suo kunai fece esplodere l'ultima però, il vero Ramenentolo ricomparve sollevato in aria con la mano carica di chakra...

- Rasengan!

La massa di energia sferica color azzurro intenso, concentrata nel palmo della sua mano, prese forma davanti agli occhi del principe sbigottito. Sasuke si ritrovò colpito in pieno petto, con un impatto a dir poco devastante, e finì scaraventato all'indietro per un buon paio di metri.
Ramenentolo fece per esultare della sua vittoria ma, pensandoci meglio, si preoccupò di correre ad assicurarsi che l'altro non si fosse fatto male sul serio.
Sasuke impiegò un attimo a rendersi conto della propria sconfitta, anche se gli era difficile ammetterlo, tuttavia lui stesso si sorprese della stranissima sensazione che stava provando.
Aveva perso ma, in un certo senso, era quasi felice.
Il misterioso Shinobi Azzurro sopra di lui lo stava guardando preoccupato, attraverso i suoi bellissimi occhi color blu intenso, e Sasuke si rialzò in preda ad un leggero sussulto. Era la prima volta che, guardando qualcuno negli occhi, sentiva il suo cuore battere e palpitare più in fretta del solito.
Chi era mai costui, che era riuscito a batterlo?
Chi era mai costui, capace di suscitare questo stranissimo calore dentro al suo petto?
La mente del Principe/Ninja si riempì dunque di domande, scandite al suono di una musica dolcissima...

IL CHAKRA E' AMOR ( parodia di: "Questo è l'Amor" )

E' questo allor
quel rosso ardor
del chakra che si chiama AMOR

Io non lo so
con gli occhi può
bruciare e infiammare il mio CUOR

Ma tu chi sei ?
Sogno o realtà?
Sei un ninja oppure forse, CHISSA'

Shinobi o miracolo?
Negli occhi tuoi c'è il blu
Il chakra... è AMOR !!!

Sasuke e Ramenentolo rimasero in silenzio a guardarsi negli occhi per alcuni istanti, quasi potessero leggervi ognuno i pensieri dell'altro, ma ad interrompere l'incanto risuonarono impietosi i dodici rintocchi dell'orologio della torre che annunciava l'imminente scoccare della mezzanotte.

- Oh no - esclamò Ramenentolo, sgranando gli occhi terrorizzato.
- Qualcosa non va? - domandò Sasuke, non potendo ovviamente immaginare la situazione.
- Io... Io devo andare... Addio!
- Un momento, aspettate - provò a fermarlo il principe. - Mi avete sconfitto: avrò pur diritto a conoscere il vostro nome!

Ramenentolo esitò.
Acquattati sulle sue spalle, Konohamaru e gli altri topolini/ninja gli sussurravano di scappare via il prima possibile; tuttavia gli sembrava quasi impossibile staccarsi dai rossi occhi di Sasuke, così belli e carichi di virile passione. D'istinto Ramenentolo fece per scappare ma, allungando la mano nel tentativo di fermarlo, Sasuke strappò via il suo cappuccio assieme al prezioso coprifronte... Nel momento in cui Ramenentolo si ritrovò a viso scoperto, Sasuke rimase colpito dai suoi capelli color del grano e dal suo sguardo innocente. Tuttavia Ramenentolo spiccò un agile balzo verso l'alto e, ricorrendo alle più avanzate tecniche di sparizione, scomparve in una nuvola di azzurro fumo sottile.

***

Purtroppo anche Jiraya si ritrovò in netta difficoltà.
Già ai primi rintocchi, i rospi/concertisti cominciarono a sparire uno dopo l'altro. Gamakichi e Gamatatsu erano impegnati a far ballare Sakura e Ino quando, scomparendo proprio mentre le stavano facendo volteggiare, le due fanciulle andarono inevitabilmente a sbattere l'una contro l'altra. Il rumore fu sufficiente a svegliare anche la matrigna che, vittima di chissà quale jutsu ipnotico, non si era resa conto quasi di niente. Prima di scomparire anche lui assieme ai rospi, Jiraya afferrò il volto della donna con entrambe le mani e la baciò appassionatamente sulle labbra. Tsunade reagì violentemente, pronta a stampargli addosso uno schiaffo poderoso, ma Jiraya era già svanito nel nulla.

- Razza di pervertito - imprecò la donna furibonda. - Se solo mi capita nuovamente a tiro, io lo...
- Mamma, mammina - gemettero Sakura e Ino, rialzandosi in piedi a fatica. - Che cosa è successo?
- Siete due incapaci, ecco cos'è successo - rispose Tsunade. - Tanta fatica per nulla, accidenti a voi... Ne riparleremo a casa!

Così dicendo afferrò le due ragazze per le orecchie e, dopo averle sollevate energicamente da terra, lasciò il palazzo incurante delle loro proteste e delle grida di dolore.

***

Sasuke corse disperatamente, nell'inutile tentativo di seguire le tracce dello shinobi misterioso, ma non c'era traccia né di lui né del suo chakra. Il biondo e affascinante ninja dagli occhi blu era semplicemente scomparso nel nulla, lasciando di sé solo il coprifronte di cristallo lucido che pendeva ora dalla mano del principe. Sasuke osservò prima il riflesso sulla superficie dell'oggetto luccicante, poi sollevò lo sguardo verso il cielo ed elevò una muta preghiera al dolce astro che splendeva sopra di lui.

- O luna, che mi hai concesso di vederlo - esclamò solenne. - Fa sì che io possa vederlo di nuovo... Ti prego!

( continua )

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Capitolo 5
*** Quinta Parte ***


Per la prima volta nella sua vita, Sasuke aveva incontrato qualcuno in grado di vincere non solo il suo corpo ma anche la sua indifferenza. Negli occhi di quel misterioso shinobi, limpidi come due diamanti sotto la luna piena, il Principe/Ninja aveva scorto qualcosa di straordinario: una luce calda e avvolgente, uno sguardo puro e privo di falsità... quelli erano gli occhi di un angelo, un biondo angelo bellissimo!
Era riuscito a vederlo in volto solo per un istante.
Nell'attimo in cui il velo cadde, rivelando il volto e i capelli dorati del giovane sconosciuto, Sasuke era convinto di avere avuto un allucinazione.
Come poteva esistere in natura un giovane così bello?
Quale diabolico trucco si nascondeva, dietro la leggiadrìa di quello sguardo?
Possibile che, oltre a sconfiggerlo in combattimento, costui fosse riuscito a fare breccia nel suo cuore freddo e privo di emozione?
Il coprifronte di cristallo, l'unica cosa rimasta del misterioso Shinobi Azzurro, pendeva ancora tra le mani di Sasuke. Il bel principe dai capelli corvini, ancora incapace di credere a ciò che aveva visto, percorse con le dita la superficie lucida dell'oggetto così da convincersi che non si era trattato di un sogno.
Colui che aveva visto era tangibile e reale, proprio come quella sottile làmina scintillante, ed era lì da qualche parte su quella terra. Sasuke credeva di avere ancora davanti a sé l'immagine dell'affascinante sconosciuto, tanto il profumo del suo chakra aleggiava denso nell'aria, e quasi senza accorgersene cominciò ad intonare il canto più profondo e intenso della sua anima tormentata...

TECNICA D'AMORE ( parodia di: "Perdere l'Amore" - M. Ranieri )

( intro )

Il ninja è andato via
e mi ha lasciato solo
con la malinconìa
un coprifronte e il cielo...

Sapessi che cos'era
quel chakra dentro me?
Blu... quest'atmosfera
e il cuore mio è per te...

Tecnica d'Amore
Jutsu del Mistero
ma quello Shinobi, sì lo sento
ch'era vero...

Bello da impazzire
da bruciarmi il cuore
Ma è scappato via
per lasciarmi qui a morire...

Shuriken fischiate!
Offuscate il cielo!
Voglio che abbattiate
tutti i kunai ancora in volo...
Lo farò provare ad uno ad uno
questo coprifronte, il mio destino
e ti avrò vicino!

Lo so, sono uno stolto
e un principe orgoglioso
ma appena ho visto il volto
il tuo, meraviglioso...

E' stata un'emozione
scoprirti, amore mio
hai acceso la passione
del ninja che son'io...

Tecnica d'Amore
Jutsu del Mistero
e sul mio Sharingan, son cambiato
te lo giuro...

Voglio ritrovare
tutto ciò che ho perso
perché senza te essere ninja
non ha senso!

Non dimenticare:
sotto questo cielo
cercherò per sempre
il mio amore ancora in volo!
Lo farò provare ad uno ad uno
questo coprifronte, il mio destino
e ti avrò vicino!

Tecnica d'Amore
Maledetto Chakra
E ti sembra tutta
una tecnica illusoria...

Giungi le tue mani
in mille gesti
ma ti accorgi che lo perderesti
sì, lo perderesti...

( interludio )

Voglio che abbattiate
tutti i kunai ancora in volo...
Lo farò provare ad uno ad uno
questo coprifronte, il mio destino
e ti avrò vicino!

TECNICA D'AMORE !!!

E levando alto il coprifronte, facendolo scintillare al cospetto del romantico chiarore lunare, Sasuke giurò di trovare il biondo proprietario di quell'oggetto foss'anche setacciando l'intero pianeta. Mai avrebbe rinunciato a seguire il desiderio del suo cuore, smuovendo mari e monti se necessario, e i suoi occhi cominciarono a mandare vivide fiammelle scarlatte.
In quella la voce del consigliere di Sua Maestà, uscito in giardino a cercarlo dopo essersi accorto della sua improvvisa assenza, riscosse Sasuke dai suoi pensieri.

- Principe Sasuke - esclamò Kabutolao, aggiustandosi gli spessi occhiali sul volto. - Perché vi siete allontanato dal ricevimento? E' successa una cosa stranissima: le invitate hanno avuto come una sorta di "mancamento collettivo" ( l'ho detto io che a corte si esagera con gli alcoolici ), ora però che si stanno riprendendo hanno ricominciato a scalpitare per avere ciò che era stato loro promesso e...
- Rispeditele tutte a casa - disse Sasuke gelido.

Kabutolao pensò di non aver capito.
Visto che non accennava ad obbedire al suo ordine, Sasuke si voltò rabbiosamente di scatto e lo guardò minaccioso.

- Sei sordo? - esclamò. - Ti ho detto di buttare fuori a calci quel branco di galline strozzate!
- Ma... Ma... Tutte loro hanno pagato un regolare biglietto; se facessimo una cosa del genere, verremmo citati in tribunale, dovremmo versare a tutte un rimborso e...
- Non mi interessano queste tue idiozìe - tagliò corto Sasuke, spingendolo da parte per raggiungere le sue stanze. - Piuttosto tieniti libero per domattina: sei precettato al mio servizio per i prossimi giorni, e dovrai assolvere un incarico molto importante!

***

Nel frattempo Sua Maestà Orochimaru era impegnato a coccolare e ad accudire la sua fedele Priscilla, una mamma-anaconda di sei metri, assieme ai suoi dodici serpentelli: Serpantonio, Serpongiulio, Cobrarmando, Ludobiscia, Mariavipera, Morsosvaldo, Velenevra, Rettilaura, Corallina, Pitoncino, Sibilla e Sieroberto.
In mezzo a quel giocoso ammasso di corpicini striscianti, Orochimaru accarezzava estasiato i musetti triangolari dei piccoli che tiravano su la testa come tanti nipotini disciplinati e affettuosi.

- Ghiri-ghiri-ghiri-ghi... Ma che belli che siete - sussurrava il sovrano teneramente. - Un giorno crescerete, diventerete dei bei serpentoni lunghi e robusti come la vostra mamma, e coccolerete il vostro zietto Orochimaru!

I serpentini annuìrono, facendo fischiare allegri le loro linguette tra i denti, e Orochimaru socchiuse gli occhi con un sospiro.

- Sss... Sss... Sss... Più vi ascolto e più non smetterei mai di ascoltarvi, miei dolci tesorini - disse il sovrano.
- Sss! Sss! Sss!
- Sss! Sss! Sss!
- Sss! Sss! Sss!

Toc! Toc! Toc!
L'improvviso bussare contro la porta risuonò alle orecchie del sovrano peggio di un'unghia sulla lavagna.

- Grumpf - grugnì Orochimaru, aprendo un occhio infastidito. - Chi è l'imbecille che si permette di rovinare il concerto dei miei piccoli ?!?

Priscilla si acciambellò su sé stessa, in modo da accogliere tutti e dodici i figlioletti che si accoccolarono tra le sue spire come in un grosso cestino, e Orochimaru accettò rassegnato la fine dell'incanto. I piccoli serpentini sbadigliarono assieme alla madre e si addormentarono quasi subito, lasciando Orochimaru a bearsi di quel dolce quadretto familiare.
Di nuovo qualcuno bussò alla porta e questa volta gli occhi gialli del sovrano mandarono veri e propri lampi di rabbia.

- Avanti - disse. - E spero per te, chiunque tu sia, che sia una cosa estremamente importante!

Il fido Kabutolao rispose all'invito del suo signore, spingendo piano la porta e fermandosi proprio sulla soglia, guardandolo rispettosamente attraverso i grossi occhiali rotondi.

- Maestà - esclamò il Consigliere. - Ho una notizia importante da comunicarvi, da parte di Sua Altezza il Principe!
- Lo sapevo - fece Orochimaru, sorridendo malignamente e sfregandosi le mani soddisfatto. - Il piano dunque ha funzionato: il ragazzo ha finalmente ceduto, com'era logico, e ti ha mandato a comunicarmi il nome della sciagurata che...

Kabutolao si aggiustò gli occhiali sul naso, soffocando un colpo di tosse con il pugno davanti alla bocca.

- Ecco, veramente - cominciò. - E' proprio di questo che volevo parlarle perché, nonostante il piano brillante, beh ecco... Pare che le cose non siano andate proprio come Vostra Maestà aveva previsto!
- Hm ?!? -
Orochimaru cambiò subito espressione, fissando il consigliere con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. - Spiegati meglio!

Kabutolao dovette raccogliere parecchio fiato per riferire a Sua Maestà il "succo" della questione. Orochimaru ascoltò molto attentamente il resoconto di quanto accaduto nella Sala da Ballo: le kunoichi svenute nel bel mezzo della festa, un misterioso shinobi venuto da chissà dove, il Principe Sasuke sconfitto in duello, e l'incredibile colpo di scena nello scoprire che quest'ultimo si era innamorato proprio di colui che era stato capace di batterlo... Il consigliere non aveva ancora aggiunto i dettagli ( ovvero il brusco congedo delle invitate e il risarcimento detratto dalle casse reali ), che già Re Orochimaru si era fatto più pallido del consueto.
Al sovrano ci vollero alcuni istanti per realizzare la drammaticità della situazione e, una volta resosi conto di cosa aveva in mente di fare quel disgraziato di un principe, non fu in grado di celare tutto il suo disappunto...

- COOOSAAA ?!?

Sotto quell'urlo spaventoso, l'intero palazzo reale di Konoha fu scosso fin dalle fondamenta. Gli unici a non risentirne furono Priscilla e i suoi piccoli ( per loro fortuna! ), che continuarono a dormire beatamente come se niente fosse. Kabutolao invece ritenne opportuno cercare di defilarsi, prima che il Re meditasse di trafiggerlo con la sua micidiale Spada Kusanagi; purtroppo per lui però, Orochimaru fu abbastanza lesto da avvolgergli la sua lunga lingua attorno al collo e immobilizzarlo dov'era.
Kabutolao avvertì un gelido brivido lungo la spina dorsale, mentre il sovrano sembrava tentato di incenerirlo con lo sguardo. Tuttavia non appena questi allungò le estremità delle braccia, così da inchiodarlo al pavimento e sciogliere la lingua dalla sua gola, ciò che disse lasciò il consigliere completamente senza fiato.

- E' il colmo - sentenziò Orochimaru. - Sedici anni di attesa, nella speranza che quel bamboccio si decidesse a prendere moglie, e poi viene fuori che Sasuke è veramente finocchio... Cos'è, vi siete messi tutti d'accordo con l'autore di questa dannata favola per complottare alle mie spalle? Ma che c'ho scritto in fronte: GIOCONDO ?!?
- Ma... Maestà, vi prego, calmatevi - balbettò appena il consigliere. - Sa... Sapete come sono questi giovani, l'omosessualità fa tendenza di questi tempi, e allora...
- E allora un corno - tagliò corto Orochimaru, mollando la presa e sforzandosi di recuperare il suo proverbiale sangue freddo. - Per anni ho allevato dolci creature striscianti, che si accoccolavano dolcemente tra le mie braccia, desiderose solo di affetto e comprensione... E l'unico essere umano, che ho avuto la dabbenaggine di crescere ed educare come un figlio, era in realtà una schifosissima serpe velenosa!

Orochimaru strappò al consigliere il coprifronte di cristallo che questi stringeva tra le mani tremanti e misurò a grandi passi il pavimento della stanza, cercando di escogitare un sistema per risolvere la questione a suo vantaggio. Se Sasuke pensava di metterlo nel sacco così facilmente, ebbene Sua Maestà Re Orochimaru Pitone Biscione Serpone Viperone Biforcuto IV° avrebbe giocato ancora più sporco di lui.
Il Re non aveva alcuna intenzione di rinunciare ai suoi tanto desiderati nipotini e, se Sasuke non intendeva collaborare con le buone, avrebbe trovato il modo di costringerlo con le cattive.

- Kabutolao - esclamò il Re, voltandosi di scatto verso il fido sottoposto. - Sasuke ha detto che sposerà chiunque sia in grado di indossare questo coprifronte, giusto?
- Beh, sì...
- Dunque se per esempio andasse bene anche a una donna, non potrebbe accampare scuse per non sposarla... Ho ragione ?!?

Kabutolao sbatté ripetutamente gli occhi, nel capire cosa aveva in mente il sovrano, ma non riusciva a credere che costui potesse dire sul serio.

- Ma Vostra Maestà - esalò appena. - Il Principe Sasuke sa che il proprietario di quel coprifronte è un maschio; se lo facessimo provare alle donne, potrebbe...
- Lui ha detto "chiunque", non "colui" - puntualizzò Orochimaru. - E infatti noi faremo provare questo coprifronte a maschi e femmine indistintamente... E se c'è un po' di giustizia, in questa dannata favola e nel suo ancor più maledetto autore, ho ancora la possibilità di ritrovarmi con nuora e nipoti prima della fine!

( continua )

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Capitolo 6
*** Sesta Parte ***


Il giorno seguente, per la prima volta nella storia, Tsunade si accinse a rimproverare duramente le proprie figlie anziché il figliastro.
Ramenentolo fu svegliato di soprassalto dalle urla della matrigna e dai piagnistei delle sorellastre che venivano sculacciate abbondantemente dalle robuste mani della donna. Anche i topolini/ninja schizzarono fuori dai propri lettini, non appena la forte voce di Tsunade cominciò a riecheggiare come un martello per le loro povere orecchie. Ramenentolo era ancora semistordito dal sonno, i capelli arruffati e lo sguardo assente, e gli ci volle un po' per realizzare che era tristemente tornato alla solita vita di sempre. Poco dopo essere scappato dal palazzo infatti, non appena l'incantesimo del rospo si dissolse, si ritrovò a mollo nel bel mezzo di una pozzanghera d'acqua stagnante. Senza chakra e senza forza sufficiente per correre attraverso gli alberi, il povero genin fu dunque costretto a rincasare bagnato fradicio e a piedi...
Probabilmente aveva appena appoggiato la testa sul cuscino, quando Tsunade incominciò a strepitare e ad inveìre contro quelle imbranate delle sue figliole, per questo era così stanco e sfinito da non riuscire a connettere.
D'istinto Ramenentolo allungò il piede, tirandolo fuori dalle coperte, e sbatté la porta con violenza per mettere a tacere quel baccano infernale al piano di sotto. Konohamaru e gli altri, ancora più intontiti del loro amico, si misero a squittìre qualcosa con rabbia.

- Dovrebbero impedire ai personaggi delle storie di "gridare" la domenica mattina - commentò Konohamaru, tenendosi la testa con entrambe le zampine.
- Guarda che oggi è martedì - lo corresse Moegi.
- Ah...

Ramenentolo si stropicciò gli occhi, scendendo dal letto e cercando a tentoni la bacinella per sciacquarsi il viso. Ma anche dopo essersi lavato la faccia, fissando la propria immagine riflessa nello specchio, non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine del Principe Sasuke che lo fissava...

- Ahimé - sospirò fortemente il giovane.
- Che ti succede, fratellone? - domandò Konohamaru, balzando sulla spalla di Ramenentolo e sventolandogli più volte la zampina davanti agli occhi.

Ramenentolo non reagì, perso in chissà quali dolci pensieri d'amore, e non fece una piega neppure quando Moegi e Udon cercarono di svegliarlo con una sonora martellata a scopo terapeutico. Un grosso bernoccolo triangolare spuntò in mezzo alla testa di Ramenentolo, come una specie di cocuzzolo appuntito, tuttavia il ragazzo ebbe appena la sensazione che qualcuno avesse "bussato dolcemente" alla sua porta...

- Avanti - rispose lui con voce assente.

A giudicare dallo sguardo che aveva Ramenentolo, l'espressione ebete e le labbra contratte in un sorriso, difficilmente Konohamaru e compagni sarebbero riusciti a svegliarlo.

- Okay ragazzi, è ufficiale - commentò Konohamaru, scuotendo la testa con rassegnazione. - Il nostro fratellone è completamente andato...

IL TUO CHAKRA E' COME UN ROCK
( parodia di: "Il Tuo Bacio è come un Rock" - A. Celentano )

( intro )

Il tuo Chakra è come un Rock
che ti morde col suo swing
e se in petto sbatte un po'
la tua testa è un vaso Ming

Ramenentolo, che chock
sei finito proprio in tilt:
"Oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh
il tuo Chakra è come un Rock!"

Hai la faccia di chi s'è preso in faccia
un Rasengan o forse almeno tre
Ma nemmeno l'avesse scritto Moccia
l'amore stu-stu-stupido così

Il tuo Chakra è come un Rock
che ti morde col suo swing
e se in petto sbatte un po'
la tua testa è un vaso Ming

Ramenentolo, che chock
sei finito proprio in tilt:
"Oh-oh-oh-oh-oh-oh-oh
il tuo Chakra è come un Rock!"

Non c'era niente da fare.
Ramenentolo era letteralmente "partito" per i begli occhi rossi e perfetti del suo adorato Sasuke.
Purtroppo Sasuke era un Principe/Ninja e lui un umile genin ( per giunta sguattero e schiavizzato presso tre donne tiranniche e scorbutiche ); la sua posizione sociale non gli avrebbe mai permesso di ambire alla mano di un aristocratico, perciò doveva rassegnarsi e accettare che il suo era solo un sogno impossibile; l'incantesimo del suo padrino gli aveva consentito di vivere una bellissima favola, ora l'incanto era finito e il suo sogno era destinato a rimanere tale... Questa era la realtà!

- Ramenentolo !!!

La voce ruggente di Tsunade riuscì laddove i tre topolini/ninja avevano fallito. Ramenentolo si svegliò dunque dal suo sogno ad occhi aperti e, sistemandosi tra i capelli il suo vecchio coprifronte sporco e arrugginito, si accinse a rispondere mogio mogio al richiamo della matrigna.

- Eccomi - rispose con un filo di voce. - Sto arrivando...

***

Mentre Ramenentolo si preparava al consueto grigiore di una giornata qualsiasi, qualcun altro non stava certo più allegro di lui. Anche il Granduca Kabutolao aveva il suo bel daffare quel giorno, per eseguire gli ordini del Principe e le direttive del suo sovrano. Al mattino di buon'ora, mentre le strade cominciavano a riempirsi di gente, gli Anbu di Palazzo schizzarono agilmente in mezzo alla folla e si misero a tappezzare tutto il paese di manifesti. Come gli abitanti si accinsero a dare un'occhiata, poterono leggere chiaramente il proclama con l'emblema reale in basso a destra ( due serpenti intrecciati a forma di cuore atti a sorreggere una graziosa coroncina con le teste ).

 

A CHIUNQUE INTERESSI:

Per ordine di Sua Maestà
Re Orochimaru Pitone Biscione Serpone Viperone Biforcuto IV°
tutti i fanciulli e le fanciulle del regno sui sedici anni di età
verranno passati/passate in rassegna casa per casa dal Granduca Kabutolao.
Colui/colei che riuscirà ad indossare il coprifronte di cristallo
che un misterioso shinobi senza nome ha dimenticato a palazzo la scorsa notte
avrà diritto alla mano del Principe Sasuke.
Ogni aspirante sarà tenuto/tenuta a versare una moneta da 10 ryo per avere diritto alla prova.
( tanto per cambiare! )
Il ricavato servirà a finanziare: Cerimonia Nuziale, Pranzo di Nozze, Viaggio di Nozze eccetera...
( incluse le vacanze di Sua Maestà! )

PARTECIPATE NUMEROSI !!!

 

- Alle solite - commentò un vecchio abitante. - Quando si tratta di "spillàre quattrini" ai sudditi, Sua Maestà Orochimaru non si smentisce mai...
- Una volta per i principi si cercava moglie - osservò un altro, sfregandosi il mento dubbioso. - Si vede che il nostro regno intende vantare una coscienza più... come dire, democratica!
- Macché democrazìa - scattò subito un altro. - La verità è che gli frutteranno un sacco di bei quattrini: a Konoha ci sono quasi più uomini che donne a cui il Principe Sasuke garba un casino!
- Qualcosa da dire contro gli omosessuali, per caso ?!?

Sentendosi chiamati in causa, due gay storsero l'occhio minacciosamente. Una parola tira l'altra e, com'era prevedibile, l'annuncio di Sua Maestà finì per scatenare una vera e propria Battaglia Elettorale. Temendo di perdere l'esclusiva sul Principe/Ninja più desiderato della storia, le kunoichi di Konoha istituirono infatti un movimento di protesta: il P.A.P.P.A. ( Partito Antiomosessuali Per Principi Affascinanti ), mentre gli shinobi omosessuali opposero a loro volta una precisa risposta: istituendo il C.I.C.C.I.A. ( Comitato Indiscriminazione Concernente Checche Innamorate Autorizzata ). Anche se i nomi possono forse trarre in inganno, i due partiti sessuali non erano decisamente ciò che si suol dire Pappa & Ciccia...
Inutile dire che, con questa pseudo-lotta politica di mezzo, il lavoro del Granduca Kabutolao fu oltremodo più difficile del previsto. Le kunoichi insistevano nell'affermare la loro esclusiva sulla presunta eterosessualità di Sasuke ( povere illuse! ); mentre gli omosessuali ribadivano che un principe era anzitutto un essere umano e, come tale, libero di gestire la propria sessualità come tutti gli altri.
Le due settimane seguenti furono le più dure per il povero Kabutolao, costretto a provare il coprifronte di cristallo su centinaia di aspiranti e vigilando affinché costoro non lo facessero a pezzi.
Tuttavia nessuno, maschio o femmina che fosse, riuscì ad indossare il magico oggetto e la ricerca di colui/colei che avrebbe sposato il Principe Sasuke andò avanti senza successo.

( continua )

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Capitolo 7
*** Settima e Ultima Parte ***


Intanto a casa di Ramenentolo la vita era ricominciata a scorrere come al solito: Tsunade aveva ripreso a giocare e a perdere regolarmente piccole somme di denaro qua e là, Ino e Sakura avevano ricominciato a comportarsi come le pettegole arroganti e presuntuose che erano, e Ramenentolo... Beh, lui era praticamente "diviso" tra la dolce illusione dei suoi sogni e la triste realtà dei suoi doveri.
Non sembrava più neanche lui.
Konohamaru e i compagni lo vedevano sempre più assente, senza più voglia di allenarsi con loro nel tempo libero, a svolgere con indolente passività le tonnellate di faccende che la matrigna e le sorellastre gli affibbiavano. Mentre lavava il pavimento per esempio, dopo due ore che immergeva lo strofinaccio nel secchio senza strizzarlo e sospirando fortemente, l'ingresso era diventato una specie di acquitrino.
Anche la matrigna Tsunade, rientrando in casa al termine di una sfortunatissima serata, ebbe modo di accorgersene dolorosamente. Il tempo di mettere il piede sul pavimento fradicio, la donna scivolò per circa un paio di metri, battendo dolorosamente il fondoschiena alla base della scalinata. Ramenentolo sembrò non essersi accorto assolutamente di nulla, neppure quando Tsunade si rialzò furibonda minacciando di incenerirlo solo con lo sguardo.

- Razza di sciagurato - urlò. - Si può sapere che ti salta in mente in quella tua testaccia vuota ?!?
- Il pavimento è bagnato - rispose Ramenentolo con noncuranza, continuando a passare più volte lo straccio fradicio.

Tsunade sbarrò gli occhi perplessa, cercando di stabilire se costui fosse rimbecillito o più semplicemente la stesse prendendo in giro. Alla fine però, dato il suo temperamento focoso, non poté trattenersi dal mollargli un sonoro calcione nel didietro e fargli sbattere violentemente la testa contro il soffitto.

- Adesso siamo pari - commentò acida la matrigna, la vena sulla fronte ancora pulsante di rabbia e il pugno sollevato davanti a sé. - E vedi di asciugare tutto questo macello, piccolo buono a nulla che non sei altro!

Così dicendo Tsunade scomparve in cima alle scale, lasciando Ramenentolo bocconi sul pavimento con la testa avvolta da mirìadi di stelline luccicanti.

- Quella donna ha veramente una fortissima personalità - commentò una voce, fischiando in modo sarcastico.

Ramenentolo alzò gli occhi e, nel riconoscere il volto sorridente del suo padrino Jiraya, non poté fare a meno di cacciare un'esclamazione di stupore. Il vecchio Eremita dei Rospi si chinò dunque a guardarlo affettuoso e gli offrì la mano per aiutarlo a rialzarsi.

- Scusami tanto, figliolo - esclamò Jiraya con aria costernata. - Avrei dovuto aggiungere qualche altro dettaglio circa la Magia del Rospo ma, con l'età che avanza e tutto il resto, la mia memoria non è più quella di una volta... Per questo mi chiamano Smemorino!
- Non importa - sospirò Ramenentolo. - E' stato bello, finché è durato, ma penso che mi convenga rassegnarmi...
- Oh no, è esattamente il contrario!
- Come?

Ramenentolo non riusciva assolutamente a capire.
Eppure Jiraya gli aveva già detto molto chiaramente che gli effetti dell'incantesimo non sarebbero durati oltre quella famosa mezzanotte. C'era dunque qualcos'altro che il ragazzo doveva sapere su quella straordinaria magia? C'era forse la possibilità di rivedere ancora una volta il Principe Sasuke?

- Vedi, Ramenentolo - cominciò Jiraya, con un'espressione serissima in volto.
- Sì ? - domandò l'altro con ansia.
- Ecco, io...
- Allora?

Jiraya fece cenno al ragazzo di avvicinarsi e, assicurandosi che nessun altro all'infuori di lui potesse sentire, gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

- Toglimi una curiosità. - mormorò. - Per caso la tua matrigna è ancora single?

Il volto di Ramenentolo diventò pallido come un cencio lavato tuttavia, seppure parecchio irritato, sembrò nuovamente tornato in possesso di tutta la sua lucidità mentale.

- Ma che domanda cretina - rispose. - Chi sarebbe tanto pazzo da sopportare quella vecchia befana ?!?
- Magnifico - sorrise l'Eremita, fregandosi le mani con soddisfazione. - Ne parlerò con l'autore della favola, non si sa mai...
- Mi stavi dicendo dell'incantesimo - fece Ramenentolo tra i denti, cercando di trattenersi.
- Ah sì, scusa - aggiunse subito Jiraya, dandosi una pacca sulla fronte. - Intendevo dire che, dal momento che Sasuke ha "toccato" il coprifronte di cristallo, parte dell'incantesimo è rimasta attiva e questo riflette su di te tutto il potere magico ancora in funzione!
- In altre parole?

In breve Jiraya mise Ramenentolo al corrente degli ultimi avvenimenti. Il coprifronte che il Granduca Kabutolao andava provando a tutti i giovani shinobi e le giovani kunoichi del regno, da almeno due settimane, non poteva essere indossato da altri che dal suo legittimo proprietario: la Magia del Rospo lo aveva creato espressamente per Ramenentolo, perciò per chiunque altro era impossibile indossarlo.
Ramenentolo non riusciva quasi a crederci.

- Mi sembra troppo bello per essere vero - mormorò il ragazzo, piangendo lacrime di gioia al pensiero.
- Calma, giovanotto, calma - si affrettò a dire Jiraya, afferrandolo per le spalle. - Purtroppo, a causa di quel serpe... di Sua Maestà, sono sorte alcune complicazioni che...

Senza nemmeno ascoltarlo, Ramenentolo si allontanò verso le scale con lo stesso sguardo ebete e l'espressione assente di prima. Jiraya si grattò la fronte con l'indice, rivolgendo ai tre topolini/ninja un'occhiata interrogativa. Konohamaru e gli altri si limitarono a scuotere il capo sconsolati, sottolineando come il loro giovane amico si fosse talmente e irrimediabilmente rincretinito.

- Dannazione - commentò Jiraya, mordendosi l'unghia del pollice. - Come faccio a spiegargli ora che deve stare in guardia dalla matrigna e dalle sorellastre?
- In che senso? - squittì Konohamaru, drizzando le orecchie curioso.
- Il Re ha stabilito che il coprifronte venga provato sia agli uomini che alle donne - spiegò dunque Jiraya, sottolineando a grandi gesti la gravità della situazione. - Di conseguenza, Tsunade e le sue figlie non permetteranno MAI a Ramenentolo di sostenere la prova!
- Ma allora dobbiamo correre ad avvertirlo - scattò subito il topolino.
- Purtroppo non mi è consentito rimanere oltre - ammise Jiraya tristemente. - Ho alcuni versamenti da fare, prima che l'ufficio postale chiuda, e mi sono dimenticato di farli prima... Cercate di avvertirlo voi, mi raccomando!

Così dicendo l'Eremita tracciò un gesto nell'aria e scomparve in un magico gracidìo.

- Andiamo, ragazzi - disse Konohamaru, rivolgendosi agli altri. - Dobbiamo avvertire il nostro fratellone, prima che quelle due streghe possano fregarlo!

***

Purtroppo Ino e Sakura, in quanto soce regolari del P.A.P.P.A. ( vedi capitolo precedente! ), avevano già messo in atto il loro piano per sbarazzarsi dello scomodo concorrente. Approfittando del fatto che Ramenentolo non era praticamente in grado di intendere alcunché, perso com'era nelle sue dolci fantasticherìe, le due arpìe riuscirono infatti ad immobilizzarlo con un trucco e il poverino si ritrovò dunque legato, imbavagliato e scaraventato dentro l'armeria come un sacco di patate.

- Ben fatto - esclamò Ino, rivolgendosi alla sorella.
- Idem - replicò Sakura, strizzandole l'occhio e battendo amichevolmente le palme delle mani contro le sue.

Quando Konohamaru e gli altri arrivarono, era troppo tardi: le due kunoichi avevano già chiuso a chiave la porta e, per evitare sorprese, Sakura aveva "sbriciolato" la chiave nelle mani come un pezzetto di gesso.

- Ops, come sono sbadata - esclamò cinica, contemplando la polvere metallica formare un mucchietto sul pavimento.
- Mmph! Mmmphhh! - gemette una voce soffocata da dietro la porta.
- Non temere, Ramenentolo - disse Ino, accostandosi alla porta per farsi sentire attraverso il legno. - Ti tireremo fuori da qui... Dopo tutto dovrai pure prepararci la cena!

Entrambe le sorellastre si allontanarono ridendo come due oche giulive. Konohamaru e gli altri si appiattirono contro il muro, ricorrendo alle tecniche ninja della mimetizzazione; sia Sakura che Ino non si accorsero di niente e, non appena si furono allontanate, i tre topolini/ninja scivolarono sotto la fessura della porta e si avvicinarono al loro amico legato.

- Tranquillo, fratellone - squittì Konohamaru, sorridendo rassicurante. - Dacci solo un momento e ti liberiamo!

Moegi e Udon ci misero poco a liberare Ramenentolo dalle corde che lo tenevano legato. Purtroppo il problema era un altro: la porta dell'armeria, in quanto dotata di una serratura speciale, era praticamente a prova di ninja; non c'era alcuna arma o strumento in grado di scalfirla, per non parlare poi delle tecniche basilari del ninjutsu... Purtroppo la chiave era stata distrutta e, senza di quella, difficilmente Ramenentolo poteva sperare di uscire da quella trappola prima dell'arrivo del Granduca Kabutolao.

***

Frattanto il fido quattrocchi di Sua Maestà, con coprifronte di cristallo al seguito, si presentò immancabilmente alla porta della casa. Tsunade e le figlie lo accolsero di buon grado, facendo mostra di grande dignità e compostezza, tuttavia Kabutolao aveva trascorso ben due settimane di inferno per lasciarsi impressionare da tutti quei salamelecchi.

- Siate il benvenuto - esclamò Tsunade con un sorriso più che cordiale.

Kabutolao si aggiustò gli occhiali sul naso con indifferenza, scrutando severo la donna e le due kunoichi alle sue spalle. Costoro avevano espressioni tutt'altro che rassicuranti, tuttavia il Granduca non ci fece caso e proseguì ad introdurre il prezioso coprifronte. Questo era deposto elegantemente su un morbido cuscino, decorato con motivi verde ed argento, sul quale c'era scritto: "Souvenir Serpeverde, 100% Made in Taiwan"...
Non appena videro il cristallo luccicare, le due sorelle fecero per allungarvi sopra le mani con avidità. Fortunatamente Kabutolao non era uno sprovveduto e, avendo fatto tesoro dei giorni precedenti, sapeva molto bene come far fronte a questo tipo di situazione. In un attimo le due kunoichi si ritrovarono le braccia "intrappolate" da robustissimi fili di chakra e, prima che il Granduca le liberasse, Tsunade scoccò loro un'occhiata a dir poco furibonda.

- La prego di perdonarle - si scusò Tsunade, rivolgendosi con rispetto al Granduca. - Sapete com'é: l'emozione, l'agitazione...
- Immagino - replicò Kabutolao gelido. - Mani a posto, comunque!

Ino e Sakura chinarono il capo con imbarazzo, maledicendo sottovoce quel guastafeste, e si rassegnarono nel sottoporsi alla prova secondo le regole.

***

Nello stesso momento, Ramenentolo imprecava a gran voce contro la sua sfortuna. Per anni aveva subito tante e tante angherie e, dopo che finalmente credeva di aver trovato l'amore e la felicità, tutto sembrava ancora complottare contro di lui. Se solo fosse riuscito a trovare un modo per abbattere quella dannata porta...

- Alla malora - esclamò il genin, sferrando violentemente un calcio contro la serratura.
- Calmati, fratellone - squittì Konohamaru, balzando agilmente sulla sua spalla. - Invece di arrabbiarti, prova ad escogitare qualcosa... Sei o non sei il ninja più forte del mondo?

Improvvisamente un lampo attraversò la testa di Ramenentolo, come una sorta di ispirazione. Un vero ninja non poteva certo farsi battere da una volgarissima porta, anche se questa era studiata per essere a prova di tutto, ma esisteva davvero una tecnica capace di aggirare un simile ostacolo?
D'un tratto Ramenentolo ripensò agli anni e agli allenamenti assieme ai suoi amici topolini.
Lui sapeva quale tecnica poteva tirarlo fuori da questo impiccio, ed era una tecnica che conosceva assai bene... Subito infatti giunse le mani e si concentrò per richiamare a sé tutto il chakra necessario.

- Tecnica della Moltiplicazione del Corpo!

In men che non si dica, sotto gli occhi sbigottiti di Konohamaru e degli altri topolini/ninja, la stanza si riempì letteralmente di "copie" di Ramenentolo: dieci, cento, cinquecento... Le pareti di quello spazio così piccolo e angusto non potevano certo contenerle tutte cosicché, dopo essersi gonfiata in modo impressionante, la porta esplose e le copie di Ramenentolo schizzarono fuori libere assieme all'originale.

***

Tsunade si era privata piuttosto malvolentieri degli ultimi venti ryo, così da consentire alle figlie di provare a mettersi il coprifronte, ma il suo disappunto più grande era scoprire di aver buttato via quei soldi per niente. Sia Ino che Sakura non riuscirono ad indossare quel pezzo di cristallo sagomato, neppure stringendoselo addosso con le dita, e solamente i fili di chakra del Granduca Kabutolao impedirono alle due sorelle di fare un macello. Pazze di rabbia e delusione, le kunoichi mandarono lampi di fuoco con gli occhi, tuttavia il coprifronte venne nuovamente adagiato sul cuscino e pronto per essere provato altrove.
Kabutolao fece per uscire rassegnato quando, con un rombo assordante, l'intera casa cominciò a tremare.
A bocca aperta per lo stupore, tutti i presenti videro un'orda di genin tutti identici tra loro scendere giù dalle scale come tanti barbari inferociti.

- Fate provare anche me... me... ME - urlarono tutti all'unisono.

Solo quando raggiunse il pianoterra, Ramenentolo fece sparire tutte le sue copie una dopo l'altra. Kabutolao rimase a dir poco sbalordito che un genin, per giunta di così bassa estrazione sociale, potesse avere chakra sufficiente da creare un esercito di ninja. Ignaro degli sguardi della matrigna e delle sorellastre, Ramenentolo ripeté la sua ferma richiesta di poter provare il coprifronte di cristallo.

- Tutto è possibile - sentenziò Kabutolao, aggiustandosi gli occhiali tra il pollice e l'indice. - Basta versare la quota regolamentare però: ovvero una moneta da dieci ryo!

Subito Ramenentolo impallidì.
Le sue tasche erano più verdi della clorofilla, tanto che non sapeva neppure come era fatta una moneta da dieci ryo. In quello stesso momento però, mentre le sorellastre sghignazzavano malvagiamente, il vecchio Jiraya Smemorino ricomparve magicamente nella stanza assieme ai suoi due rospi ballerini.

- Tutto a posto - esclamò l'Eremita, sorridendo trionfante. - Pago io per il mio figlioccio!

Così dicendo, Jiraya lanciò una moneta nelle mani del Granduca. Kabutolao non fece in tempo ad afferrarla che, una volta riconosciuto l'individuo che aveva davanti, Tsunade si avventò rabbiosamente contro di lui per strangolarlo.

- Tu - esclamò agguantandolo con entrambe le mani per il bavero della giacca. - Adesso facciamo i conti, lurido pervertito schifoso!
- Non chiedo di meglio, mia cara - rispose Jiraya, schioccando le dita e baciandola per la seconda volta.

Tsunade avvertì il fuoco, nelle calde labbra dell'Eremita, un fuoco tale da lasciarla completamente senza fiato. Dopo un attimo di smarrimento, dimenticando dunque la rabbia e la collera, la donna si abbandonò tra le braccia del vecchio ricambiando di buon grado le sue effusioni. Anche Gamakichi e Gamatatsu, gracidando rumorosamente una specie di Marcia Nuziale, si diedero da fare con le due sorellastre; Ino e Sakura persero i sensi, prima ancora che i due rospi le cingessero con le loro membra viscide e umide... Tuttavia si sarebbero abituate ben presto, una volta celebrato il matrimonio.
Dopo aver verificato l'autenticità della moneta, Kabutolao si accinse a prendere il coprifronte di cristallo per effettuare la prova. In quella però, qualcuno gli gridò con voce autoritaria di fermarsi.

- Fermo, Kabutolao!

Il Granduca impallidì.
Colui appena apparso sulla soglia altri non era che il Principe Sasuke in persona, affascinante nella sua divisa da shinobi finemente ricamata, e sembrava anche piuttosto contrariato.

- Principe Sasuke - esclamò Kabutolao con voce strozzata. - Credevo che foste a palazzo...
- Taci, sciagurato - lo interruppe il Principe, facendosi avanti minaccioso. - Ho appena dovuto sborsare fior di quattrini, per mandare in vacanza Re Orochimaru e il suo zoo; pare che sua sorella abbia partorito ben due maschietti, così perlomeno la finirà di tormentarmi; di conseguenza l'operazione "Coprifronte di Cristallo" torna di mia esclusiva competenza!

Senza aggiungere altro, Sasuke strappò via il coprifronte dalle mani di Kabutolao e si avvicinò a Ramenentolo. Questi lo guardò come ipnotizzato dai suoi rossi occhi perfetti e, nel momento in cui le mani del Principe adagiarono il cristallo sulla sua fronte, Ramenentolo si trasformò ancora una volta nel meraviglioso Shinobi dall'azzurro chakra splendente.

- Eccoti dunque di nuovo davanti a me - sussurrò il Principe, in preda all'emozione. - Posso sapere il tuo nome adesso, mio dolce shinobi dalla chioma dorata?
- Tutti mi chiamano Ramenentolo - rispose il genin, scoprendosi il volto per rivolgere a Sasuke un sorriso colmo di felicità. - Ma il mio vero nome è Naruto!

Come ebbe sentito il dolce suono di quel nome, Sasuke sentì il cuore palpitare al ritmo di una nuova melodia. Nello stesso momento, i rospi musicisti fecero il loro magico ingresso e il Principe si mise ancora una volta a cantare con tutto l'amore che aveva.

LA REGOLA DI SASUKE
( parodia di: "La Regola dell'Amico" - M. Pezzali, 883 )

Io
ho aspettato tanto, sai
questa storia tra di noi
prima solo amici
intimi però
qui c’è di più:
prendo il coprifronte che
brilla ai tuoi capelli se
chakra di magia
solo su di te
le mani
tutte qui ci provano
aspettano un mio segno
e intanto sperano
che a starmi appresso si ottenga
qualche cosa però
non si ricordano
il principio naturale che

 La Regola di Sasuke
non sbaglia mai:
se sei amico di Naruto
non esiste la kunoichi
perché sei gay
un finocchio troppo bello...
Cacchio!

( interludio ) 

Tu
sei uno stupido però
senza te io non ci sto
E se il ramen scotta
un tuo bacio può
e invece no…
Questa volpe dentro te
è una st***za più di me
Sul più bello alza le
code e resto solo qui così
a rodermi perché
s’è presa il mio diletto
e rifilando a me
un mucchio di sciacquette
innamorate che poi
perdono tempo con me!
Non riescono a capire che

 La Regola di Sasuke
non sbaglia mai:
se sei amico di Naruto
non esiste la kunoichi
perché sei gay
un finocchio troppo bello...
Cacchio!
La Regola di Sasuke
proprio perché
stando assieme con Naruto
non esisterà niente niente
che possa mai
rovinare questo bel rapporto!

 Io
tengo lampi d’odio che
lo Sharingan scocca a te
che stai sorridendo
senza alcun ritegno
con lei
con Hinata che mi fa
inca***re tanto ma
Ino e Sakura qui
mi tormentano...
Che palle!
Qui i commenti piovono:
"
Ma sei finocchio o no?"
"
Che te ne frega a te?"
"
Mi garba solo Naruto
è lui il più bello per me!"
Perdono tempo perché
non riescono a capire che

 La Regola di Sasuke
non sbaglia mai:
se sei amico di Naruto
non esiste la kunoichi
perché sei gay
un finocchio troppo bello...
Cacchio!
La Regola di Sasuke
proprio perché
stando assieme con Naruto
non esisterà niente niente
che possa mai
rovinare questo bel rapporto!

***

E dal momento che i due giovani innamorati vissero per sempre felici e contenti, non resta dunque che augurare loro ogni bene e salutare voi lettori e lettrici con un bel Lieto...

FINE

 

Angolo dell'Autore:

A parte il fatto che, dopo aver finito di leggere questa storia, immagino che qualcuno stia ancora ridendo.
Beh, che dire?
Rispetto a quando io ero piccolo, le favole erano e sono rimaste qualcosa di fermo nel tempo EPPURE in continua evoluzione. Una volta mia madre mi spaventava con la storia dell'Uomo Nero dietro il divano, o del Gatto Mammone sulla credenza della cucina... Oggi le Tasse di Monti mettono assai più paura dei mostri delle favole, in quanto tragicamente vere, però la fantasia non ci è ancora stata tassata ( grazie al cielo! ) ed è forse l'unica cosa ancora libera di questo mondo.
Saranno banalità, saranno sciocchezze, ma le favole mantengono sempre vivo il loro pregio.
Sono sogni che rimangono dentro, nella pelle, ed accompagnano il grigiore della realtà con i colori della mente. Non si possono comprare, non si possono vendere e non si possono tantomeno rubare... perché fanno già parte di noi, sono parte del nostro essere, è questa la verità!
Si può forse "comprare" l'immaginazione?
Si può forse "vendere" la fantasia?
Si può forse "rubare" il sogno che ognuno di noi racchiude nel proprio cuore?
Il giorno che questo sarà possibile ( e sinceramente spero MAI ), l'essere umano avrà già smesso di vivere senza neppure rendersene conto.
O si è troppo grandi per volare, o si è troppo grandi per fantasticare, o si è troppo grandi per credere a Babbo Natale... E chissà che altro vi diranno ancora, per convincervi che crescere significa lasciarsi tutto alle spalle.
Il futuro è nel passato, questa è l'unica verità sacrosanta, e un bambino del futuro è identico a un bambino del passato. I loro occhi vedono cose diverse, i loro giochi sono diversi, ma le favole... Le favole non cambiano - mutano, si evolvono, rinverdiscono ma NON cambiano - per fortuna!
Okay, finito questo sproloquio, posso anche togliere il disturbo e darvi appuntamento alla prossima storia.

A presto!

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