Il Re Leone - come tutto ebbe inizio (LIBRO II°)

di Miranh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima caccia ***
Capitolo 2: *** In un posto lontano... ***
Capitolo 3: *** Confessioni ***
Capitolo 4: *** Un segreto rivelato ***
Capitolo 5: *** Inizio del viaggio ***
Capitolo 6: *** Un inaspettato rincontro ***
Capitolo 7: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 8: *** Nuovi sentimenti ***
Capitolo 9: *** Nuovi tormenti ***
Capitolo 10: *** Pioggia ***
Capitolo 11: *** Insieme nella grotta ***
Capitolo 12: *** Ripresa del viaggio ***
Capitolo 13: *** Guai in vista ***
Capitolo 14: *** Un drammatico evento ***
Capitolo 15: *** Le Terre di Nessuno ***
Capitolo 16: *** Ombre di lontani ricordi ***



Capitolo 1
*** La prima caccia ***


-IL Re Leone-

Come tutto ebbe inizio

-Libro II-

 

 

Un anno e nove mesi più tardi.......

 

 

Capitolo 1. “ La prima caccia ”

 

 

 

Era una calda e serena mattina di una nuova stagione, che sembrava promettere una buona prosperità per le Terre del Branco.

Grazie alle piogge, i laghi e i fiumi si erano rinvigoriti e l'abbondanza di cibo aveva fatto si che numerose mandrie tornassero da quelle parti.

Intanto due giovani leoni attraversavano svelti la savana, senza fermarsi: << Forza, muoviti, Hydo! >>

<< Ma, Khendo, aspetta! Vai troppo veloce! Non ce la faccio più... Possiamo rallentare un po'?? >>

<< Certo che no! Oggi ci sarà la prima caccia di Uru! Non voglio arrivare in ritardo >> disse euforicamente;

<< Uffa...Non avrei scelto la vita del vagabondo, se avessi saputo che costava sacrifici.... >>

<< Ma la vita del vagabondo è proprio questa, amico! Vagabondare e visitare posti nuovi, senza fermarsi troppo a lungo in posti fissi... E' ovvio, no?? >>

<< Certo...Certo... >>

<< Su, pensa a quando rivedrai tua sorella! Uru! Oppure la tua Athena.... >>

Hydo arrossì: << Ma dai Khendo... Sai che non avrò mai speranze con lei... Già se l'era presa con me, quando decisi di venire via con te... E poi avrà trovato sicuramente un compagno... >>

<< E se invece non ce l'avesse?? Non ti farai di certo sfuggire un'occasione con lei! Su con la vita! >> esclamò e corse più veloce;

<< Khendo! Aspettami! Ti prego! >> implorò Hydo, cercando di raggiungerlo.

 

All'altro capo della savana, nella grande cavità di un enorme albero, il saggio mandrillo Rafiki cominciò la mattina, dedicandosi alla pittura e alle preghiere. Con le punte delle dita, tinte dei colori di polveri e succo di alcuni frutti, modellò una sagoma sulla superficie legnosa dell'albero, finché questa prese la forma di una leonessa, tinta di rosso-marrone: << Ecco fatto... >> disse, rifinendone i contorni << ...Oh, cara regina Aura... se potessi vedere dal cielo come tua figlia stia crescendo forte e sana... Ogni giorno che passa, eccelle sempre di più in grazia e virtù... E' una splendida leonessa, una delle più meravigliose che si siano mai viste... Vedrai, sarà una brava regina... Oggi si terrà la sua prima caccia solitaria. Presto sarà pronta ad intraprendere il viaggio, che le spetterà... Ma Mohatu è seriamente preoccupato... >>

 

Il Sole illuminava la Rupe dei Re nel massimo del suo splendore e della sua maestosità.

Fuori dalla grotta, su una delle sporgenze rocciose, accanto alla grande roccia, vi erano Rafiki, arrivato da poco, Zozo, Rina, la quale aveva avuto una figlia da un leone vagabondo, le amiche di Uru e le altre leonesse, che attendevano fuori dalla grotta il re e la principessa, commentando la situazione attuale: << Pensate che ce la farà? >>

<< Oh, sì...La principessa è molto forte: va già ad aiutare suo padre per la salvaguardia di queste terre, qualche volta.... >>

<< E il re? La lascerà andare da sola, però? >>

<< Non lo so....E' diventato molto apprensivo nei suoi riguardi, da quando è morta la nostra povera regina, per malattia... >>

<< Oh, sì, poverini....E' normale che sia preoccupato per lei... >>

<< Però prima o poi lei dovrà partire per un lungo viaggio da sola; dovrà trovarsi un compagno e sfoderare tutte le sue capacità per aiutare il regno... >>

Rafiki cominciò a stancarsi di ascoltare tutte queste chiacchiere: << Su, ora basta bisbigliare fra voi....La piccola Uru sarà una degna regina e Mohatu si fida di lei, come tutti noi. E anche lo spirito di sua madre veglierà su di lei... Il regno è in buone mani >>

Le leonesse, compresa Zozo, lo guardarono senza sapere cosa dire, per rispondere.

Nel frattempo, all'interno della grotta, Mohatu preparava moralmente Uru, ormai adolescente, per la sua prima caccia:

<< Mi raccomando, Uru.... Sii prudente. E ricorda i miei insegnamenti orali e pratici >>

<< E' l'ennesima volta che me lo ripeti, padre...Stai tranquillo: andrà bene >>

<< Sì, sì, lo so....Sei una brava figlia....E' solo che... >>

<< Hm? >>

<< Avrei voluto stare più vicino a te e a tua madre in questi anni...Ma non ci sono riuscito....Non ho potuto godermi con voi molte giornate... >>

<< Oh, padre... Non devi dire così >> e lo abbracciò << Sei il miglior re che questo regno abbia mai avuto... Sei il compagno ed il padre migliore del mondo sia per me che per la mamma...Mi hai insegnato molte cose, che continuerò a valorizzare nella mia vita. Ti voglio bene >>

<< Anch'io, figliola... >>

<< Su ora fammi vedere un bel sorriso: né io né la mamma vogliamo vederti così triste >>

Mohatu sorrise, ricambiando l'abbraccio ed uscirono fuori.

I calorosi raggi del sole incorniciarono la maestosità di Mohatu e la bellezza di Uru: agli occhi degli altri, con quell'atmosfera luminosa, sembravano usciti da un bel sogno.

Salutarono il branco e si avvicinarono alla sporgenza rocciosa, che precedeva la discesa: << Vai e fa' attenzione >>

<< Certamente. A più tardi >> e scese giù dalla Rupe;

<< Vai, Uru! Siamo tutti con te! >> esclamarono Athena ed Helya, anche loro diventate giovani e belle leonesse;

<< Grazie! >> rispose lei, prima di allontanarsi.

Correva svelta, sentendosi felice ed in pieno vigore delle proprie forze, attraversando i grandi prati della savana, illuminati dal Sole.

Si fermò, dopo essere salita su una piccolo masso, tenendo le narici dilatate e le orecchie tese, respirando a fondo il profumo dell'erba e degli alberi. Poi percepì un piccolo messaggio odoroso, trasportato dal vento, e lo seguì, sperando di trovare una mandria, da cui trarre fuori la selvaggina per sfamarsi.

Mohatu era rimasto a guardare lontano, sopra la grande roccia, anche dopo che la figlia era sparita all'orizzonte, inglobata dall'alta erba:

<< Oh, suvvia, signore... >> gli atterrò accanto Zozo << Non deve preoccuparsi così tanto...E' una leonessa in gamba >>

<< Sì, lo so....Ma non riesco comunque a restare tranquillo... >>

<< Questa è solo la fase iniziale dell'indipendenza di vostra figlia e si dimostra già abbastanza responsabile, per se stessa.... Presto potrà partire per il lungo viaggio che le spetta >>

<< Già...Però...Secondo te, faccio bene? >>

<< Che cosa, sire? >>

<< A lasciarla partire....Si troverà da sola...in posti diversi, per molto tempo... >>

<< Ma è proprio per questo che dovete lasciarla andare: deve vedere con i suoi stessi occhi ciò, che succede qua attorno... Capire come affrontare le varie situazioni... >>

<< Sì, forse hai ragione... >> ma non era del tutto convinto dal discorso e Zozo lo capì;

<< Tutto bene, signore? >>

<< Eh? Ah, sì... >>

<< Continuo a vedervi preoccupato, però....Sono certa che non si tratti solo del viaggio... >>

<< Presumi bene, Zozo... Vedi, è che... più del viaggio, io temo gli altri leoni >>

<< Eh? >>

<< La sua purezza e la sua bellezza attireranno, sicuramente, molti spasimanti verso di lei... E temo che possano arrivare a farle del male... >>

<< Perché mai dovrebbero attaccarla?? >>

<< Non in quel senso, Zozo... >>

<< Cos..?? Oooh...Capisco... >>

<< Vedi? E' questo che in realtà mi inquieta >>

<< Oh, beh....Dovrà pur trovarsi un compagno, prima o poi... Qualcuno che avrà cura di lei e del regno, quando voi non ci sarete più.... Non è forse questo lo scopo principale del viaggio che la attende? >>

<< Sì. Ma il problema è se non incontrerà quello giusto... Molti potrebbero usarla solo per guadagnarsi il titolo di re... O peggio: per soddisfare i loro bisogni... >>

<< Meglio non essere catastrofici, signore.... Cercate di non farvi venire molti pensieri negativi in testa....E poi la vostra Uru è molto coscienziosa: sa bene quello che può aspettarle là fuori....Saprà come agire >>

<< Speriamo bene, Zozo.... Speriamo bene >>

Rafiki ascoltò tutta la conversazione seduto su una roccia vicina.

 

Intanto Khendo continuava a correre, senza mai fermarsi, sembrava che i suoi muscoli gli producessero continuamente energia, per muoversi: “ Non voglio arrivare in ritardo! Non voglio arrivare in ritardo! ” pensava.

Hydo riusciva a stento a stargli dietro. Contrariamente a Khendo, era molto esausto ed ogni tanto si fermava, anche se la pausa durava molto brevemente, per non perdere di vista l'amico: “ Come fa ad avere tanta resistenza??! ” pensò “ N- no ce la faccio più....Giuro che se adesso non si ferma... ”

SBONK!!

Khendo si era fermato all'improvviso e Hydo, che era troppo preso dai propri pensieri, non se ne era accorto, finendo così per sbattergli addosso involontariamente: << Ahi! Hydo..?? Ma che fai...?! >>

<< Che?? Io?? Ma che fai tu! Perché ti sei fermato all'improvviso?? Anche se ne sono molto felice...Però...? >> ansimava;

<< Sssh! Fa' silenzio. Guarda laggiù: a quanto pare abbiamo fatto un po' tardi....Ma non mi lamento affatto: è diventata davvero bellissima... >>

<< Che? >> Hydo rimase confuso, poi allungò lo sguardo e vide anche lui una giovane leonessa, che camminava in mezzo all'erba, avvicinandosi ad un branco di antilopi: << Ehi, ma quella è...Uru! E' Uru! >> gioì Hydo;

<< Già... >>.

I due giovani leoni si misero sotto l'ombra di un albero ad osservare la battuta di caccia della loro amica.

Essa scattò in avanti, facendo disperdere le antilopi in varie parti, ma le respingeva in mezzo alla loro mandria con molta agilità: era veloce, tonica e scattante, pronta a colpire; individuò la preda più facile da catturare e, con un grande balzo, la atterrò, serrando con un morso la sua gola; l'antilope si dimenava continuamente, lottando anch'essa per sopravvivere, ma senza successo: i canini della giovane leonessa le perforarono l'arteria del collo, facendo uscire schizzi di sangue ovunque e pian piano la vita le abbandonò il corpo.

Uru si ripulì la bocca dal sangue con la lingua, pensando a quanto timore doveva aver provato l'antilope, in quel breve periodo di sofferenza.

Sollevò il capo, inspirando profondamente ed assaporando il sangue della preda, sui propri canini. Rimase così per qualche istante, poi, sentendo il bisogno di soddisfare la propria fame, cominciò a divorare l'antilope.

Khendo e Hydo, rimasti affascinati dall'agilità di Uru, decisero di farle una sorpresa e cominciarono ad avvicinarsi a lei, cautamente.

La giovane sentì un rumore proveniente dall'alta erba attorno a lei, ed avvertì una presenza, che si avvicinava sempre di più. Si mise davanti alla sua preda e, soffocando un ringhio alla gola, chinò il capo in avanti, mantenendo lo sguardo fisso verso la provenienza dei leggeri rumori che percepiva: era pronta a difendere se stessa e la propria preda.

Contrariamente alle proprie aspettative, dall'erba non sbucarono fuori predatori rivali, ma bensì due inaspettate e vecchie conoscenze:

<< Complimenti, Uru! Sei stata fantastica! >> esclamò Hydo;

<< Davvero brava! >> gioì Khendo;

Uru non credeva ai propri occhi, eppure i suoi due vecchi amici giacevano proprio davanti a lei: << Khendo! Hydo! Amici miei! >> e corse ad abbracciarli << Come sono felice di rivedervi! E' da un pezzo che non ci si vede, eh?? Vi trovo bene >>

<< Anche noi ti troviamo in splendida forma >> rispose Khendo;

<< Grazie. Ehi, sarete sicuramente affamati, dopo il lungo viaggio...Volete favorire?? >> chiese, indicando l'antilope;

<< Oh, sì, graz.....! >> tentò di rispondere Hydo, prima che l'amico gli pestasse la coda, con una zampa;

<< No grazie. Mangia pure >> disse Khendo, continuando a tenere fermo Hydo;

<< Sicuri? >>

<< Sì, sì.... E' tua: te la sei guadagnata con le tue sole forze, quindi... E poi noi due abbiamo già mangiato...vero, Hydo? >>

Hydo guardò Khendo con aria angustiata, soffocando un grugnito: << Certo che sì... >> rispose contro voglia;

<< Ah... Capisco... >> rispose lei;

<< Questa me la pagherai, Khendo...A furia di starti dietro, non solo sono esausto, ma mi è venuta pure fame...accidenti >> sussurrò Hydo a bassa voce; Khendo rispose con un risolino.

Uru si chinò sulla preda, prese due grandi pezzi di carne e li porse a loro:

<< Non c'è bisogno che mentiate...Tenete, ve li offro volentieri >>

<< Ma, Uru...sei sicura? >> domandò Khendo;

<< Sicurissima >>

<< Oh, grazie, grazie! Ti adoro! >> gioì Hydo, precipitandosi a divorare la carne, con frettolosità; Uru rise contenta: << Meno male che non avevate fame... >> scherzò.

Khendo le sorrise e si mise a mangiare anche lui.

 

Intanto alla Rupe tutte le leonesse si erano sdraiate sui vari ripiani rocciosi, ad attendere il ritorno della giovane Uru, mentre il re era rimasto sulla grande roccia ad osservare l'orizzonte. Helya ed Athena si erano sdraiate vicine, a parlottare tra loro:
<< Uru se la caverà? >> si domandò Helya ;

<< Ma sì! E' brava >> rispose Athena;

<< Chissà se verranno anche Hydo e Khendo... >>

<< Bah.... E' vero che le dicerie sulla prima caccia di Uru si sono sparse in giro... Ma non credo che siano giunte anche alle loro orecchie, visto che vagabondano continuamente... >> rispose Athena, imbronciata;

<< Oh, suvvia, non essere pessimista. Sembra che tu te la prenda a male ogni volta che parliamo di loro... >>

<< Cosa? No... >>

<< Oh, sì invece! Credimi, anch'io non mi sento felice ad averli lontani... Però la vita è la loro e sono liberi di prendere qualsiasi decisione >>

Athena sospirò: << Hai ragione... Però... >>

<< Hm? >>

<< Non riesco ad abituarmi alla loro assenza... >>

<< Neanche io ed Uru ci siamo abituate, eppure non ce la prendiamo mai a male, come te... >>

<< Ma non è vero! Io non la prendo a male >>

<< E allora mi spieghi perché contini a fare quell'espressione imbronciata? Anche quando Hydo decise di seguire Khendo... eri proprio arrabbiata! >>

<< Perché Hydo... è esasperante, per me... Mi fa irritare >>

<< Ma non era Khendo ad irritarti sempre?? >>

<< Sì, ma... >>

<< Scommetto che mi nascondi qualcosa....Avanti, sputa il rospo! >>

<< Che? >>

<< Non fare la finta tonta, Athena...Avanti! >>

<< Uff.... E va bene: tuo fratello mi ha fatto battere il cuore! Contenta? >>

<< Oooohh!! Athena! Ma perché non me l'hai detto subito?? Dobbiamo dirlo ad Uru! Che bello! >>

<< Sì, che bello...ed intanto lui se ne sta lontano, forse con altre leonesse >>

<< Ma dai! Secondo me no! Anche perché sta arrivando >>

<< Come no... >>

<< Guarda tu stessa! >>

<< Eh? >> ed allungò lo sguardo: c'era Uru, accompagnata da due giovani leoni, che ritornava alla Rupe:
<< M-ma... Quelli sono... >> balbettò;

<< Visto?? Te l'avevo detto! >>

<< Già... >> un bel sorriso comparve sul volto di Athena, la quale scese giù dalla Rupe con l'amica, ad accogliere gli altri.

 

<< Caspita, quanti bei ricordi su questa enorme roccia... >> disse Khendo;

<< Già. Ne combinavamo tante ,eh? >> rispose Hydo;

Uru guardò in alto e vide le sue amiche scendere dai massi: << Ehi, guardate! Quelle sono Athena e Helya! >> esclamò.

I due leoni voltarono gli sguardi e le videro: << Ehi, è vero! >> esclamò Hydo.

Helya corse ad abbracciare suo fratello: << Oh, Hydo! Che gioia! >>

<< Ciao, sorellina! >> la ricambiò lui; poi lei abbracciò l'altro amico:

<< Khendo! Che bello rivederti! >>

<< Ciao, Helya! Come stai? >>

<< Benissimo, grazie! >>

Athena si unì a loro: << Khendo! >>

<< Ehi! Athena! >> si abbracciarono;

<< Caspita, diventi sempre più grosso >> disse lei;

<< Grazie! Anche voi siete cresciute molto... >> rispose lui.

Poi Athena andò ad abbracciare Hydo, manifestando la sua felicità nel rivederlo.

Hydo arrossì, impacciato: << Ehilà! Pensavo ce l'avessi con me... >> disse;

<< Infatti ce l'ho ancora con te... >> rispose lei, continuando ad abbracciarlo;

Helya si avvicinò ad Uru: << Non badarci... >> le sussurrò << Si piacciono a vicenda senza nenache saperlo >>

<< Davvero?? >> gioì Uru;

<< Sì! E mi raccomando: dovremo incoraggiarli a dichiararsi luno all'altra >>

<< Certamente >>

Athena si scostò da Hydo arrossendo e guardò Uru: << Vedo che la caccia è andata presto a buon termine >> disse, vedendola sporca di sangue;

<< Già: è stata bravissima >> disse Khendo, dando un leggero colpetto, col muso, alla testa di Uru;

<< Ah, ah...Ma dai, non lusingatemi: è stata semplicemente una vecchia tattica di caccia... >>

<< Però hai saputo sfruttarla al meglio, di sicuro! >> esclamò Helya << Su andiamo alla Rupe, hai bisogno di una bella ripulita  >>

Così gli amici risalirono i massi ed andarono incontro al branco. Il re, rassicurato dal ritorno di Uru, era felice di rivedere Khendo e Hydo e restò a lungo a parlare con loro, mentre la principessa veniva aiutata dalle leonesse a ripulirsi.

 

Quella notte i due giovani leoni restarono con il loro vecchio branco, a dormire nella grotta.

Uru, invece, anche quella sera, come era solita fare, rimase sull'apice della rupe, a guardare lontano. Si guardò la cicatrice sotto la zampa sinistra e fece un profondo sospiro, volgendo gli occhi sulle stelle:

<< Pensi ancora a lui? >>

Uru si voltò di scatto: era Khendo, che le si avvicinava:

<< Khendo..? Pensavo che stessi dormendo... >>

<< Non ho sonno >> rispose lui e le si sedette accanto << Dunque continui a restare ancora qui ogni sera? >>

Uru chinò il capo: << Già... >>

<< Non lo hai dimenticato, vero? >>

<< Come potrei farlo? Lui rappresenta un'importante parte del mio cuore... >>

<< Anche se non lo hai più visto da oltre un anno? >>

<< Sì... >>

<< Ti chiedi mai cosa lo abbia spinto ad andarsene? >>

<< Spesso....Ma non trovo mai una risposta certa... >>

<< E se lui non tornasse più? Che faresti? >>

<< ...Non voglio pensarci!... >>

<< Uru, rifletti! Non puoi continuare a sognare! Presto toccherà a te gestire il regno! Devi affrontare la realtà ed accettare il fatto che lui non ci sia più! >>

<< Ma perché dici così?? Che ne sai che non tornerà? >>

<< Lo so e basta! >>

<< Perché?? >>

<< Perché io....! >> smise di parlare, controllando il proprio umore: capì che stava esagerando << ...Scusami....Ti prego scusami...Non volevo turbarti >>

<< Khendo..? >>

<< E' solo che...presto dovrai trovarti un compagno e... non puoi continuare a sperare in un suo ritorno...Insomma...lui potrebbe tornare, come potrebbe non tornare....Capito? >>

<< Questo lo so, Khendo.... Forse hai ragione tu... dovrei smetterla di sognare ed andare ad affrontare la realtà così com'è. Però...Cosa centra la storia del compagno? Lui è un mio amico, proprio come te...e sento ancora una flebile speranza di rivederlo... >>

Khendo sospirò: << Sei buona e testarda allo stesso tempo, proprio come ti ricordavo... >> e le sorrise;

<< Eh, eh...grazie >> gli rispose ridendo, poi chiuse gli occhi ed alzò di nuovo il volto verso il cielo stellato.

La luce lunare le illuminava i delicati lineamenti del volto e del corpo.

Khendo continuava a guardarla, ammaliato dalla sua bellezza e sentì crescere dentro di lui uno strano sentimento: un sentimento di desiderio. Voleva stringerla a sé a tutti i costi e, con il cuore in subbuglio, cercò pian piano di avvicinarsi a lei e pensò di cingerle il corpo con le zampe, per farla sua, ma si ritrasse subito, riprendendo il controllo di se stesso. Uru si accorse dell'agitazione dell'amico: << Tutto bene? >> gli chiese; Khendo si imbarazzò: << Oh, ehm....sì! M-mi è tornato sonno...Vado a dormire... >>

<< Ah, va bene... A domani allora >>

<< Sì...a domani... >> si alzò in fretta e se ne andò nella grotta.

“  A me non sembra affatto assonato....o forse mi sbaglio? ” pensò lei e tornò a guardare le stelle.

 

Lontano dal regno delle Terre del Branco, sotto i grandi rami di un albero, vi era un maestoso leone dalla foltissima criniera nera, che guardava lo stesso cielo, con gli occhi luminosi come smeraldi.

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Capitolo 2
*** In un posto lontano... ***


Capitolo 2. “ In un posto lontano... ”

 

 

 

 

….si dice che vi fossero immense giungle, ricche di alberi con liane e cespugli dalle enormi foglie. Limpidi corsi d'acqua attraversavano quelle terre, nutrendola; si aprivano in alte cascate, donando un meraviglioso fascino al paesaggio. E' proprio in questi luoghi che l'amore è solito sbocciare come un fiore, che apre i suoi petali, accogliendo nuove coppie di ogni specie di creatura. Ma è anche un luogo di riunioni fra amici e famiglie numerose. Si dice sempre che ogni creatura solitaria, passando per quelle parti, mai ne uscirà di nuovo sola.

 

 

Calpestando l'erba, smossa dal vento, il maestoso leone si allontanò dall'albero subito dopo l'alba, senza mai guardare indietro.

Camminò per giorni interi senza mai fermarsi, eccetto per la caccia.

Vagava da un posto all'altro in solitudine, dimentico dei traumi del passato; da più di un anno aveva errato da solo: non aveva né una casa, né una famiglia e né degli amici...

Ma un giorno la sua attenzione fu catturata da strani richiami: tese le orecchie ed annusò l'aria, per capire se ci fosse qualcuno nelle vicinanze. I richiami si fecero sempre più forti: c'era qualcuno che gridava disperatamente aiuto. Corse verso la provenienza della voce, che si rivelò appartenere ad una femmina. Avanzò ancora di più ed in lontananza riuscì a scorgere una leonessa, la quale era in preda al panico.

Lei si accorse di lui e gli corse incontro: << Oh, grazie al cielo! Vi prego, signore, dovete aiutarmi! >>

<< Che succede?? >> si preoccupò lui;

<< Mio figlio rischia di finire nelle rapide di un fiume! Ho provato ad allungargli la zampa ma non ci arrivo! Aiutaci! >>

<< Dove si trova?? >>

<< Venite, seguitemi! >> ed iniziò a correre; il leone la seguì, correndole dietro.

Arrivarono nei pressi di alto precipizio, sotto al quale scorrevano le violente rapide di un fiume. Più in basso, c'era un giovane leoncino dal manto marrone, che cercava di restare aggrappato con gli artigli sulla parete rocciosa e umida del burrone: bastava un singolo passo falso per precipitare giù.

La leonessa si affacciò: << Ehi, Rune, sono io! Ho portato un aiuto con me! >> e fece affacciare il leone dalla criniera nera;

<< Mamma! >> esclamò il piccolo << Su, presto, venite ad aiutarmi! >>

Il leone si calò un po' giù, facendo attenzione a non cadere, ed allungò una zampa al giovane inerme: << Prendimi la zampa >> gli disse.

Il piccolo, tenendosi aggrappato più forte con una zampa, lasciò andare l'altra e tentò di afferrare quella dello sconosciuto, ma non riuscì ad arrivarci. Nonostante il leone fosse più grande di dimensioni rispetto alla leonessa, la distanza rimaneva sempre, anche se diminuita: << Maledizione...per poco... >> disse il leone;

<< E adesso che facciamo?? >> si preoccupò la leonessa.

Il leone ci pensò per un istante, poi gli venne un'idea e corse in mezzo a degli alberi: << Ehi, ma dove va?? >> chiese Rune, agitato;

<< Non lo so! >> rispose lei; poi si tranquillizzò nel vederlo tornare con un robusto bastone in bocca:
<< E con quello che ci fate? >> gli chiese;

<< Lei stia tranquilla >> le rispose lui e si riaffacciò al burrone: << Ascolta, piccolo! Devi aggrapparti con i denti a questo bastone, che io ti porgerò, poi, senza assolutamente mollare la presa, dovrai cercare di tirarti un po' più su con le zampe ed io ti aiuterò a risalire! >>

<< Va bene! >> e si preparò.

Il leone prese il bastone in bocca e lo porse a Rune, il quale lo afferrò con i denti. Subito dopo cominciò a tirar su il bastone: Rune, aiutato dal tiraggio, riuscì a risalire la parete. La madre rimase a guardare impaurita.

Con i denti stretti, il leone continuò a tirare in alto. Infine la collaborazione vinse e riuscì a trarre in salvo il piccolo.

<< Oh, Rune! >> la madre corse ad abbracciarlo << Non farmi stare più in pena in questo modo! Promesso?? >>

<< Promesso... >> e ricambiò l'abbraccio della leonessa.

Il leone tirò un sospiro di sollievo nel vedere che le cose si erano sistemate e cominciò ad allontanarsi per tonare al suo vagabondaggio.

<< ASPETTI! >> gridò la leonessa e gli si avvicinò con il piccolo;

<< Senza di voi non ce l'avremmo mai fatta! Grazie infinite >> disse lei;

<< Siete una forza, signore! Grazie di cuore, le devo la vita >> esclamò Rune;

<< Non dovete ringraziarmi... Cerca solo di fare più attenzione la prossima volta, eh? Ci vediamo >>

<< Dove andate?? >> domandò il piccolo;

<< Dove mi pare >> e si allontanò;

<< Che tipo strano... vero? Però è forte >> disse Rune;

<< Già... Dobbiamo sdebitarci con lui in qualche modo...Perché non lo ospitiamo da noi per un po'? >>

<< Sì! >> e gli corsero dietro << Ehi, si fermi! >>

Il leone sospirò: << Che c'è ancora? >>

<< Sentite... >> disse la leonessa << Siamo in debito con voi.... Che ne dite se per ripagarvi vi ospitiamo da noi? >>

<< No, grazie: io sono un nomade >>

<< Ma solo per un po'... per favore >>

<< ...Sapete, tempo fa mi successe una cosa del genere... Salvai la vita ad una leoncina ed i suoi genitori mi ospitarono...Mi affezionai molto a lei... anche troppo....E la mia ultima felicità morì insieme a lei >>

<< Oh... >> si mortificarono i due;

<< Su, tornate a casa >>

<< Ma... >> disse Rune << Per favore ….venite da noi, almeno per oggi... Se siete un vagabondo va più che bene, no? Anche perché spesso molti di voi si fermano per diversi giorni in un posto... >>

<< Su, dai...venite >> disse la madre.

Il leone rimase un momento a pensarci, poi rispose: << ...E va bene >>

<< Sì! Evviva! >> si eccitò il piccolo;

<< Dove abitate? >> chiese il leone;

<< Non molto lontano da qui. Venite >> e si incamminarono;

<< Mi scusi, ancora non mi sono presentata... Il mio nome è Eva e lui è Rune. Qual'è il vostro nome, invece? >>;

<< Il mio nome è Ahadi >>

<< Che bel nome >> commentò lei;

<< ...... >> Ahadi ripensò a quando fu Uru a dirglielo per la prima volta.

<< Dunque voi viaggiate sempre? >> chiese Rune;

<< Sì >>

<< Che forte! Mi piacerebbe anche a me vedere posti nuovi... >> esclamò il piccolo, saltellando;

<< Un giorno li vedrai anche tu >> disse Ahadi;

<< Lo spero! Voglio vivere tante avventure! Viaggiare tanto... >>

<< Pensa a crescere forte e sano, prima di tutto. C'è ancora tempo per pensare a certe cose... >> gli disse Eva;

<< Uffa, mamma... Ma io non voglio aspettare! Voglio viaggiare! >>

<< E così ricadrai un'altra volta in un burrone... Se non fosse arrivato questo leone, non so che fine avresti fatto... >> commentò lei;

<< La prossima volta starò più attento! >>

<< Basta così e cammina! Tuo padre avrà un paio di cose da dirti stasera... Ci hai fatto preoccupare molto, sai? Non avresti dovuto allontanarti così, senza dirci niente... >>

<< Ma io... >>

Ahadi ascoltava la conversazione, senza intervenire. Continuava a guardare la leonessa con il suo piccolo. Gli tornò in mente la prima volta che fece preoccupare la propria madre a quel modo: si era allontanato mentre lei dormiva, per inseguire un piccolo topo, ma fini per incontrare una grossa iena affamata. Fortunatamente la madre intervenne in tempo e riuscì a scacciare la iena, salvandolo. E quando corse da lei per abbracciarla, gli mollò uno schiaffo con la zampa, rimproverandolo per l'imprudenza. In un primo momento rimase sconcertato, a causa di quel gesto inaspettato, ma subito dopo Neera lo abbracciò, piangendo...

 

<< Eccoci. Siamo arrivati >> disse Eva.

Il leone si ritirò dai propri ricordi e si guardò intorno: immense giungle circondavano vari corsi d'acqua, che si aprivano in altissime cascate sopra delle gradi alture, ricche anch'esse di flora, baciata dai raggi del Sole. Giù, nelle grandi valli, vi era invece fauna di ogni tipo, divisa in tante piccole mandrie, che si spostavano continuamente.

<< Dobbiamo scendere verso quelle valli laggiù: lì c'è il nostro branco >> spiegò lei.

Si inoltrarono in vasti sentieri in discesa. Attraversarono una prateria e giunsero in un'area circondata da alberi, dove, in fondo, vi era un gruppo di leoni e leonesse di tutte le età. Sembravano avere tutti un'aria preoccupata.

<< Mi raccomando, signore >> disse lei << non si avvicini troppo al branco: mio padre, il nonno di Rune, è il capo e diffida molto degli sconosciuti. Resterete in silenzio, finché non sarà lui stesso a farvi parlare. Mantenga un temperamento calmo, perché vi esaminerà dal naso alla punta della coda >>

<< E' davvero un tipo così...apprensivo? >> si sbigottì Ahadi;

<< Purtroppo sì... E' il capo branco, perciò è normale che faccia così, anche se esagera parecchio. Ma non preoccupatevi: avete salvato la vita al mio Rune e vi sarà riconoscente per questo gesto >> lo rassicurò.

...Che cosa assurda ” pensò lui.

Fece qualche altro passo avanti, quando si sentì trafitto da una moltitudine di sguardi. Alzò gli occhi: l'intero gruppo di leoni si era girato a guardarlo. Decise di fermarsi lì, mentre Eva e Rune andarono avanti.

Dal mezzo del branco, due dei leoni più grandi si fecero strada fra gli altri ed andarono incontro alla leonessa e al piccolo:

<< Rune! >> esclamò il leone più giovane;

<< Papà! >> il piccolo corse ad abbracciarlo;

<< Si può sapere dove ti eri cacciato?? Hai fatto stare tutti in pena! Ti abbiamo cercato dappertutto! >>

<< Mi dispiace... >> si mortificò lui.

Il padre sospirò << Beh....L'importante è che tu stia bene... >>

Il leone più anziano si unì alla conversazione senza staccare gli occhi dallo sconosciuto, che stava fermo in lontananza:
<< Eva, chi è quel leone? >> chiese;

<< Padre... >> rispose lei << Ti prego di essere gentile con lui. Ha salvato la vita a Rune >>

Ma l'anziano leone continuava a mantenere un'espressione seria e andò a d avvicinarsi allo sconosciuto, come previsto dalla leonessa.

Ahadi fu preso da un pizzico di timore e trattenne il fiato: si aspettava di vedere uno dei classici vecchi, gracili e brontoloni, ma non era affatto così. Era un leone molto maestoso, che, nonostante cominciasse a mostrare il peso degli anni, era dotato di un corpo molto robusto e potente, che portava segni evidenti di varie battaglie. Ahadi notò anche una certa somiglianza con Mohatu.

L'anziano leone lo scrutò da capo a zampe, girandogli attorno. Poi si fermò e lo fissò intensamente negli occhi:
<< Qual'è il tuo nome? >>

Il giovane riprese a respirare, cercando di mantenere la calma, evitando gli sguardi degli altri leoni:
<< Il...il mio nome è Ahadi, signore >>

<< Da dove vieni? >> continuava a guardarlo;

<< Nacqui nelle terre dell'Est... Ma ho sempre viaggiato e non mi sono mai fermato a lungo in nessun posto... >>

<< Hai mai avuto un branco? >>

<< No >>

<< Dunque vivi solo? >>

<< Sì... >>

L'anziano smise di domandare e continuò ad osservarlo per qualche altro istante. Poi gli si avvicinò di più e gli poggiò una zampa sulla spalla:

<< Ti sono grato per aver salvato mio nipote... Sii benvenuto. Resta pure quanto vuoi >> poi si girò e si allontanò.

Ahadi era rimasto inaspettatamente sorpreso dall'atteggiamento del capobranco. Prima che se ne accorgesse, Rune gli si era già avvicinato e gli saltellava intorno contento. Anche Eva e suo marito gli si avvicinarono con aria serena:

<< Possiamo darti del tu, vero? >> chiese lei;

<< Eh? C-certo... >>

<< Sai, sono proprio contenta che tu possa restare con noi >>

<< Anch'io! Anch'io! >> esclamò Rune;

Il marito si unì alla conversazione: << Il mio nome è Revu e sono il padre di Rune. Grazie per averlo salvato >>

<< S-si figuri... >>

<< Vieni. Ti presenteremo agli altri >> e lo invitò a seguirlo.

Dal branco si distaccarono un leone molto giovane e un'altra famiglia composta da moglie, marito e due piccoli figli maschi.

<< Salve! >> disse l'adolescente << Io sono Blumar, fratello minore di Revu. Piacere di conoscerti >>

<< Piacere mio... >> rispose Ahadi;

<< Sai, credo proprio che tu abbia un certo ascendente sul vecchio Kaius... Di solito non si mostra così premuroso con gli sconosciuti: li tempesta sempre di mille domande, prima di accertarli nel branco >> disse il giovane;

<< Si vede che gli sono simpatico...per fortuna >>

<< Eh, già. Toglimi una curiosità: ma tu vivi davvero solo? >>

<< Blumar... >> lo richiamò Revu;

<< Scusa? >> disse Ahadi;

<< Guarda che sei un tipo difficile da non notare! Le femmine ti staranno alle calcagna di sicuro! Beato te >>

<< Blumar! >> lo richiamò ancora;

<< Non vorrei deluderti, ma non ho mai avuto una femmina in vita mia >> disse Ahadi;

<< Eh? Non ci credo! Non mi dirai mica che sei ancora vergine, vero?! >>

<< Blumar!! Ora basta! Stai passando il tuo limite! >> lo rimproverò Revu;

<< Ma, Revu! Un leone come lui dovrebbe aver già... >>

<< Tappati quella boccaccia, che è meglio! >> esclamò dandogli un colpetto alla testa.

Ahadi rimase sbigottito da quei discorsi. Revu si rivolse a lui: << Devi scusarlo... Ha ancora le farfalle che gli volano in testa. Non sa portare rispetto agli altri >>

<< Non fa niente... >> rispose Ahadi.

<< Mamma, cosa vuol dire “essere vergine”? >> chiese il piccolo Rune; Eva si imbarazzò: << Ehm... Te lo dirò quando sarai più grande >>

<< Ma io voglio saperlo ora >>

<< Basta così. Quando arriverà il momento, lo saprai >>

<< Perché? >>

<< Basta, Rune >> disse Revu << Non dare ascolto a ciò che dice tuo zio. Lascia perdere >>

<< Uffa... >> si imbronciò.

Eva presentò gli altri ad Ahadi: << Lei è mia sorella Kaya e questo è suo marito Jani. Questi piccoli invece sono i miei nipoti Chaka e Zuri >>

<< Ciao! >> lo salutarono i piccoli;

<< Ciao... >> li ricambiò lui;

<< Lieti di fare la tua conoscenza, Ahadi >> disse Kaya << Parlaci un po' di te, di come hai salvato Rune. Sei diventato un eroe, sai? >>

 

Durante la conversazione, lunga diverse ore, Eva andò dal padre, il quale si era allontanato dal branco e continuava a guardare Ahadi in lontananza.

La figlia gli si avvicinò: << Tutti i membri del branco sono entusiasti dello straniero. Grazie per avergli permesso di restare... Però è strano, sai? A differenza degli altri vagabondi, lo hai trattato molto bene... Come mai? >>

Il vecchio restò qualche secondo in silenzio, poi parlò: << Bé, ha salvato la vita a Rune: devo essergli riconoscente >>

<< Ovvio, ma... Sono sicura che ci sia un'altra ragione... >>

<< Hm? >>

<< Andiamo, papà... si vede da come lo guardi... C'è un'altra ragione, vero? Se non ne vuoi parlare, non fa niente... >>

Il leone, sorpreso dall'accortezza della figlia, fu preso dall'indugio. Tuttavia, superato il timore iniziale, cominciò a parlare:

<< Lui... le somiglia... Ha i suoi stessi occhi >>

<< Di chi parli? >>

<< Di... >> si bloccò;

<< Papà? >>

<< ...Neera. Forse non ti ricordi di lei: eri ancora molto piccola >>

<< Neera? >> Eva cercò di ricordare << Sì... Me la ricordo! Era la leonessa con cui io e Kaya trascorrevamo il tempo quando eravamo due cucciole. Si prendeva cura di noi. Le volevamo molto bene. Me lo ricordo...Quanto era bella... >>

<< Già... >> affermò il leone;

<< Ora che ci penso è vero. Quel leone ha i suoi stessi occhi verdi e anche alcuni lineamenti del volto sono simili... Che sia una coincidenza? >>

<< Non lo so... >> lo sguardo di Kaius si fece triste;

<< Tutto bene, papà? >> si preoccupò Eva;

<< Sì... tranquilla >>

<< ..... >>

 

Intanto la conversazione fra Ahadi e i membri del branco continuava. Si fece l'ora del tramonto:

<< Saremmo felici, se tu restassi con noi per qualche giorno >> disse Revu;

<< Non voglio approfittare a lungo della vostra ospitalità >> disse Ahadi;

<< Non ci porti nessun disturbo. A noi fa piacere >>

Ahadi non voleva continuare a parlare: quella situazione faceva riaffiorare in lui lontani ricordi. Ed essi non potevano venir fuori, senza che il suo cuore ne soffrisse.

<< Noi di solito, col branco, andiamo a dormire dietro questi alberi. E' una zona abbastanza protetta. Se vuoi... >>

<< Grazie, ma preferisco dormire da solo >>

<< Oh... beh, d'accordo. Sei libero di fare quel che vuoi... >> disse Revu;

Ahdi si alzò in piedi: << E' stato un piacere conoscervi... buona notte >> e si allontanò in cerca di un posto dove passare la notte.

<< E' un tipo un po' insolito... non trovate? >> disse Kaya;

<< Già... Dopotutto è un vagabondo, perciò non dev'essere abituato alla compagnia. Ma vedo nei suoi occhi molta tristezza... >>

 

Ahadi trovò un'altura circondata da alberi, che si affacciava su delle piccole e magnifiche cascate, tinte di riflessi arancioni dai raggi del crepuscolo. Più in basso, vi si trovava il branco di leoni, che si preparava per la notte.

Il leone si sdraiò sull'altura a guardare il tramonto, perso nei propri ricordi, finché si addormentò.

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Capitolo 3
*** Confessioni ***


Capitolo 3. “ Confessioni ”

 

 

 

Era trascorsa una settimana dal ritorno di Hydo e Khendo nelle Terre del Branco. Il gruppo di amici poté finalmente riunirsi per qualche tempo: erano tutti molto felici di stare insieme e, siccome i due giovani presto sarebbero ripartiti, trascorrevano le intere giornate insieme, andando in giro per il regno, divertendosi come quando erano piccoli. Ma c'erano notevoli differenze rispetto ai tempi passati: Hydo ed Athena si parlavano poco, anche perché, ogni volta che si guardavano, finivano per imbarazzarsi a vicenda. Invece Khendo veniva preso da strane e piccole agitazioni, ogni volta che aveva Uru vicina a sé, ma cercava di non farsi notare.

Arrivò poi il penultimo giorno, che avrebbero trascorso insieme. Helya ed Uru si sentivano tristi mentre Athena si fece venire un attacco con Hydo e si rifiutò di rivolgergli la parola. Anche Hydo era arrabbiato per la discussione avuta con lei e non voleva neppure ascoltare Khendo, che cercava in continuazione di parlargli.

Uru ed Helya pensavano ripetutamente ad un modo per risolvere quella situazione ingarbugliata e dovevano farlo alla svelta, in quanto i loro amici sarebbero partiti subito il giorno dopo.

Nel pomeriggio si misero a parlare insieme a Khendo, su uno dei grandi ripiani di roccia della Rupe, mentre Hydo ed Athena stavano da tutt'altre parti: << Dobbiamo fare qualcosa... Anche perché quei due non risolveranno niente da soli >> disse Helya;

<< Già...Athena in certi casi è proprio caparbia. Come tuo fratello: non riesco nemmeno a farlo ragionare! >> disse Khendo;

<< Visto che non risolvono niente da soli...possiamo dargli noi una spinta di partenza >> propose Uru;

<< E come? >> domandò Helya;

<< Bé, quei due si piacciono molto in realtà....Ed è per questo che Athena è dispiaciuta per la vostra partenza... >>

<< Sentite...ma perché non rimanete di più?? >> chiese Helya a Khendo;

<< Perché vogliamo viaggiare...vedere il mondo... Ecco perché >> rispose lui;

<< Ho capito, ma... Potreste restare un po' di più... >>

<< Tanto prima o poi dovremo ripartire comunque e ci ritroveremo nella stessa situazione attuale >>

<< Hai ragione... >> disse Uru << Sentite...Perché non organizziamo un incontro tra loro? >>

<< Un incontro? >> chiese Khendo;

<< Sì: li facciamo incontrare, facendoli scusare l'uno con l'altra >>

<< Potrebbe funzionare...Se solo ci ascoltassero però >> disse Helya;

<< Ma non è con noi che sono arrabbiati giusto?? >>

<< Vero >> rispose Khendo;

<< Allora siamo d'accordo: io andrò a convincere Athena a venire con me, mentre voi andrete a confortare Hydo >>

<< Va bene, tentiamo >> e si divisero, scendendo giù dalla Rupe.

 

Athena si trovava dietro alla rupe, sdraiata su un masso, con la testa appoggiata sulle zampe: si potevano vedere le lacrime sulle sue guance.

Uru la raggiunse e le si sedette accanto: << Athena... >>

<< Che c'è?? Perché non mi lasciate stare?? >> singhiozzò, asciugandosi in fretta le lacrime;

<< Perché sei così acida?? Accidenti, amica mia... Perché non cerchi invece di risolvere la situazione?? >>

<< Perché....io...! >> non sapeva che rispondere;

<< Ascolta, Athena...Che senso ha continuare così?? Non capisco... >>

<< Sei la più piccola fra noi...E' ovvio che non capisci... >>

<< Sarò anche la più piccola, ma almeno non mi complico la vita in questo modo!! >>

<< .... >>

<< Athena...Hydo ripartirà domani con Khendo... Perché non cercate di restare insieme, andando d'accordo, fino all'ultimo momento?? Tu lo ami...E lui ama te! >>

<< ....No, non è vero! Se la spasserà con altre leonesse! >> e riprese a piangere;

<< Come puoi saperlo, scusa?? >>

<< Lo so e basta!... >>

<< Ma sai che lui non è così! >>

<< Ma, Uru! Che senso ha iniziare una relazione con qualcuno che starà sempre via?? Tanto vale dimenticarlo...! >> singhiozzò forte;

<< Oh, Athena.... >> le posò una zampa sulla spalla << E che mi dici tua madre?? Delle altre madri?? Di Rina?? I loro mariti sono tutti vagabondi, ma nonostante ciò continuano ad amarsi, perché sono una famiglia! Se non ci fosse l'amore, non verrebbero a trovarle! >>

Athena spalancò gli occhi, pieni di lacrime e guardò Uru, comprendendo il significato delle sue parole: << Oh, Uru...! >> e l'abbracciò forte, sfogando la propria tristezza;

<< Su, su...Ora basta piangere...Non vorrai certo farti vedere da lui in questo stato, vero? >>

<< Eh, eh... Hai ragione... >> e si asciugò il volto con la zampa;

<< Su ora sorridi: sei bellissima >>

<< Grazie... >> si diedero un secondo abbraccio e si avviarono, per raggiungere gli altri.

Nello stesso tempo, Khendo e Helya erano andati da Hydo, cercando di persuaderlo a ricongiungersi con Athena:
<< Per favore, fratellino... >> lo pregò Helya << Perché continui ad essere arrabbiato?? Dai vieni... Andiamo da lei >>

<< Lasciami stare! >> rispose lui bruscamente;

<< Hydo, sii ragionevole per una buona volta! >> intervenne Khendo << Questa situazione è un po' scocciante, non credi?? Tua sorella ha ragione: non vale la pena continuare così... >>

<< Tanto non vorrà saperne di me! E' troppo caparbia! Non verrà mai da me a dispiacersi per quel che è successo! >>

<< E se invece andassi tu da lei??Eh?? >>

<< No!...Anche...Anche se andassi da lei...non cambierebbe nulla >>

<< Come puoi saperlo?? >> disse Helya << Provaci almeno! Domani tu e lui ve ne andrete via e non ci saranno più possibilità! >>

<< E se non mi ascoltasse?? >>

<< Vale la pena tentare, Hydo! >> esclamò Khendo << Finché qualcuno di voi non prenderà coraggio per risolvere la situazione, niente cambierà positivamente! >>

<< Forza, fratello! >>

Hydo indugiò per qualche istante, poi sospirò, alzandosi da terra: << D'accordo...Tenterò di parlarle... >>

<< Ecco, bravo! Così mi piaci! >> esclamò Helya, abbracciandolo << Su, andiamo! >> e anche loro si misero in cammino, per andare da Athena ed Uru.

 

L'uno ignaro delle intenzioni dell'altra, cercavano di procedere, incoraggiati dagli amici, con passi impacciati, insicuri delle proprie intenzioni: spesso si fermavano, per tornare indietro, ma gli altri gli incitavano sempre a proseguire. Nonostante la breve distanza, quei momenti durarono anche troppo per loro. I loro cuori battevano all'impazzata e si sentivano strani nello stomaco; l'ansia contraeva le loro membra, facendogli tremare le zampe: senza gli amici sarebbero assolutamente cascati per terra a capofitto!

 

<< No...Non posso farcela...! No... >> balbettò Athena;

<< Sì che ce la fai! Devi farcela! >> esclamò Uru, trascinandola avanti.

 

In quel mentre....

 

<< Lasciamo stare....Lasciamo stare....Vi prego: non ce la faccio! >> ansimò Hydo;

<< Sciocchezze! Forza! >> esclamò Khendo, spingendolo avanti a sé;

<< Coraggio! Andrà tutto bene >> gli disse Helya.

 

 

Proseguirono con le proprie prospettive negative, finché non si trovarono l'uno di fronte all'altra: allora rimasero in silenzio a guardarsi stupiti, con i cuori frenetici. Uru e gli altri si allontanarono immediatamente, affidando il resto a loro due.

Trascorsero un intero minuto senza dire una sola parola: Hydo non si aspettava che anche lei sarebbe venuta da lui, così come Athena non si aspettava di vederlo venire da lei. Tuttavia quel silenzio cominciava a diventare imbarazzante per loro, così Athena, abbassando lo sguardo sulle proprie zampe tremolanti, cominciò a parlare:

<< Ehm....Ciao, Hydo... >>

<< ...Oh....C-ciao.... >> rispose lui, balbettando;

<< Senti...Io...Io... >> proseguì lei, titubante << Devo dirti che... >> poi prese coraggio << Devo dirti che mi dispiace! Per tutto! >>

<< A-anch'io volevo dirti che...mi dispiace >> disse Hydo;

<< ...No.... Tu non devi dispiacerti per nulla: non hai colpa per ciò che è successo...E' stata solo colpa mia! Solo mia! Sono stata una stupida! >>

<< No, non è vero >>

<< Sì invece..! Sono soltanto una stupida...ed anche una testarda! Se non avessi strafatto come al solito, tutto ciò non sarebbe successo! Mi dispiace ancora....! >> le scesero lacrime dagli occhi verdi;

<< No, Non piangere... >> le disse Hydo dolcemente, avvicinandosi << Non è stata solo colpa tua.... Se io non mi fossi schermito subito, forse la faccenda si sarebbe già risolta da tempo... >>

<< Ma hai fatto bene a schermirti! Non capisco ancora coma tu faccia a sopportarmi...! >>

<< Non dire così: tu non sei un essere spregevole! Stavo venendo io da te... Ma invece sei venuta tu, ad ammettere il tuo rammarico... Sotto il tuo lato duro, nascondi una dolcezza unica, di cui pochi sono capaci: è per questo che io ti....! >> e si bloccò, arrossendo;

<< Eh?! >>

<< Io ti...! >>

<< ?? >>

<< Io ti...! Ecco... >>

<< ....? >>

<< ....Io ti amo!! >> e girò la testa da un'altra parte, serrando gli occhi;

<< Oh, Hydo... >> per Athena fu una cosa indimenticabile ed inesprimibile sentir pronunciare quelle parole da lui.

La giovane chiuse gli occhi ed abbassò la testa, strofinandosi dolcemente con il volto di Hydo, il quale spalancò gli occhi incredulo e felice:

<< La verità è che... >> lei cominciò nuovamente a parlare, sedendosi vicina a lui << ...io mi sono comportata così, perché avevo paura della lontananza... Non sopportavo l'idea di averti lontano, come vagabondo... >>

<< Athena... >>

<< ...Ma questa è stata la tua scelta ed io la rispetterò: ti amo e ti avrò sempre nel mio cuore quando non ci sarai... >> e sorrise appoggiando la testa sotto suo il mento. Hydo si rasserenò e l'abbracciò forte: ora le importava solo di lei e di nient'altro. Nulla li avrebbe mai separati in quel momento.

 

Gli altri, sentendosi di troppo, si allontanarono contenti e commossi, per i loro amici, congratulandosi a vicenda per il buon esito ottenuto.

 

I due giovani amanti trascorsero insieme la notte, fuori dalla Rupe, mentre gli altri rimasero alla grotta, felici per i loro amici:
<< Hydo finalmente si è dimostrato coraggioso... >> disse Khendo << Mi chiedo se anch'io riuscirò ad esserlo quando capiterà a me.... >>

<< Sicuro! Stai tranquillo: un giorno incontrerai anche tu una brava e bella leonessa a cui aprire il tuo cuore >> disse Uru;

<< Ehm... Se lo dici tu... >> arrossì lui, guardandola;

<< Aah....Che bello! Sono davvero felice per mio fratello e per Athena.... Spero anch'io di incontrare presto qualcuno... >>

<< Ma certo, Helya! Sei buona, allegra e bella! Ne avrai di spasimanti, te lo dico io >> esclamò Uru;

<< Ah, ah.....Grazie, Uru >> rispose l'amica << Ma non posso comunque eguagliarti in bellezza e bontà >>

<< Eh?? Che stai dicendo?? >>

<< Avanti, nessuna è più buona di te, amica mia! Inoltre sei la più bella qui alla Rupe >>

<< Che?? Bella? Io?? Ma, dai... >>

<< Guarda che è vero >> sorrise Helya << Lo dicono tutti che possiedi una rara bellezza >>

<< Non è possibile....Non è vero.... >>

<< Invece sì! Te lo assicuro! Avrai un sacco di leoni alle calcagna! Che bello che sarà! >>

Uru si imbarazzò: << M-ma io non sono così bella o buona come dici... Voi due siete incredibilmente belle: da quando eravamo piccole vi ho sempre ammirate per la vostra allegria e la vostra beltà e mi vantavo di avere degli amici come voi... >>

<< Eh, eh.... Sono contenta che ci vedi così, ma, credimi: un giorno la tua inconsapevolezza se ne andrà via... >>

<< Perché dici " inconsapevolezza " ? >>

<< Perché sei inconsapevole di quel che sei >> e le diete una pacchetta amichevole sulla spalla.

Khendo rimase ad ascoltare in silenzio la conversazione: se avesse messo bocca in quegli argomenti, chissà che cosa sarebbe successo.

Il mattino seguente i due leoni salutarono il loro branco e se ne andarono via. Le tre amiche si sentivano tristi, ma felici per l'evento del giorno precedente. Athena riuscì ad accettare la scelta del suo amato Hydo: aveva finalmente capito che l'amore era in grado di superare qualsiasi ostacolo, persino la lontananza e cose ancora peggiori; non c'era niente di più bello ed incoraggiante del voler bene a qualcuno. Sapere che c'è una persona che ti ama, ma sopratutto che tu ami, ti da la forza di andare avanti, anche nelle situazioni più difficili.

 

Poco prima di andarsene definitivamente, Khendo si voltò a riguardare la Rupe:
<< Sai Hydo... Forse un giorno riuscirò a diventare il Re >>

<< Che? Tu?? Re?? >>

<< Esatto >>

<< Ma... Dovrai sposare Uru per questo >>

<< Infatti >>

<< E se lei non ti amasse? >>

<< Credi che importerebbe? >>

<< Certo, Khendo! Non puoi costringere qualcuno a... >>

<< Ah, ah, ah.... Calmati! Stavo solo scherzando >>

<< Per fortuna...! >> sospirò Hydo.

Rimasero a guardare la Rupe per altri istanti, dopodiché ripresero il cammino.

<< Allora, che farai? >> domandò Hydo;

<< Scusa? >>

<< Tornerai di nuovo da tuo padre? >> chiese titubante;

<< Non lo so... >>

<< Non mi hai più parlato dei rapporti tra voi... Come vanno? >>

<< Oh, bene... Benissimo... >> ma Hydo lo guardò poco convinto;

<< Cosa c'è? >> gli chiese Khendo;

<< Niente. Andiamo, dai >> e cominciò a correre seguito dall'amico.

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Capitolo 4
*** Un segreto rivelato ***


Capitolo 4. “ Un segreto rivelato ”

 

 

Era trascorsa una settimana da quando Ahadi prese parte nel nuovo branco.

Tutti erano molto gentili con lui e facevano il possibile per farlo sentire a suo agio in quel posto. I cuccioli lo stimavano e non facevano altro che chiedergli dei suoi viaggi. Eva e gli altri lo trattavano come fosse un membro della loro famiglia. Il giovane Blumar era un tipo piuttosto carismatico, anche se continuava a tormentarlo per la storia della sua verginità e lo incoraggiava a farsi avanti con le femmine del branco, le quali gli avevano già posato gli occhi addosso e non facevano altro che ronzargli intorno, sperando di intrattenere una conversazione con lui. Ma Ahadi non accettava molto la compagnia degli altri. Cercava sempre di trovare un momento per se stesso. Ormai era del tutto convinto che, se si fosse affezionato nuovamente a qualcuno, avrebbe sofferto.

Ogni sera guardava il tramonto, sdraiato su quell'altura, lontano dagli altri.

Era deciso a ripartire presto e a riprendere la sua vita solitaria.

La sera, che avrebbe preceduto il giorno della sua partenza, rimase a guardare l'immenso cielo stellato, che ricopriva col manto ogni angolo della savana: “ I Re del Passato... ” pensò “ .... tutte cretinate! Se ci fossero davvero, avrebbero fatto sì che Uru si salvasse ” E si girò su un fianco, distogliendo lo sguardo dalle stelle “ Mia piccola Uru.... E' soltanto colpa mia se ora tu non sei più qui con me... ” gli occhi gli si fecero lucidi “ A volte mi chiedo perché sono ancora vivo, mentre tu e mia madre non ci siete più... Dovevo morire io al vostro posto...! ” una lacrima gli rigò una guancia.

<< Perché pensi questo? >>

Ahadi scattò in piedi spaventato: << C-chi ha parlato....?? >> e si guardò intorno, ma non vi era nessuno;

<< Non devi tormentarti così, figlio mio... >>

Il leone sollevò lo sguardo al cielo. Ciò che vide era qualcosa di incredibile: Un gruppo di stelle si muovevano e presero la forma del volto di una leonessa bellissima: << Madre...? >> si meravigliò lui;

<< Sì, Ahadi... >>

<< M-ma come...? >>

<< Non devi disprezzare a quel modo la tua vita! Mi rammarica vederti così >>

<< Oh... >>

<< Guardati...Sei diventato un magnifico leone... Sappi che il mio più grande conforto è vedere che vivi felicemente... Ma, se non accetti le cose che avvengono nel mondo, non troverai mai tranquillità >>

<< Per me l'unica tranquillità sarebbe morire adesso, mamma! Morire per raggiungerti! >>

<< Non devi dire così! Tu devi vivere! Non sai quanti grandi doni la vita può regalarti! Ma, se scegli la solitudine, non colmerai mai il vuoto che c'è in te >>

<< ...Ormai niente può colmare questo vuoto, madre... Non c'è più niente per cui valga la pena che io viva! >>

<< E invece ti sbagli! Presto ti accorgerai dei cuori che piangeranno, se tu non continuassi a vivere. E tra questi vi sarà il mio  >>

<< Quali altri cuori?? Ti prego, mamma...! Non ci sarà nessuno a piangere la mia morte... >>

<< Ne sei davvero certo? >>

<< Cosa?! >>

<< Sei sicuro di quello che dici? >>

<< Che vuoi dire con questo?? >>

<< Cosa penserebbero i tuoi amici, se tu scegliessi di morire? >>

<< Quali amici?! >>

<< Non fare finta di non accorgerti dell'affetto che gli altri di stanno donando >>

<< .... >>

<< Sappi che il destino ha in serbo per te una grande e meravigliosa sorpresa... >>

<< Ah, davvero?! Dopo tutte le sventure che ho passato, il destino ha finalmente deciso di graziarmi?? Strano... >>

<< Diffidi delle mie parole, vero? >>

<< ..... >>

<< E va bene, Ahadi... Se non hai intenzione di ascoltarmi, vorrà dire che dovrai vedere con i tuoi occhi... >>

<< Eh? >>

<< Attendi in questo posto le prossime due settimane e vedrai... Cerca di restare sereno, tesoro mio. Fallo per me... >>

E le stelle smisero di muoversi, tornando ai propri posti nel cielo. Nella giungla tornò il silenzio. Gli unici suoni erano lo scrosciare dell'acqua delle cascate e i versi di piccole creature notturne.

Ahadi non riusciva ancora a credere veramente a tutto quello che aveva visto e sentito. Eppure non stava sognando. Era lì in carne ed ossa. Tutto il mondo era reale. Scese giù dall'altura e si mise a passeggiare lungo un piccolo torrente, illuminato dal primo quarto di luna, riflettendo sulle misteriose parole della madre.

 

L'alba fu annunciata dal richiamo di piccoli uccelli variopinti, svolazzanti attorno alle fratte della giungla. Il branco si svegliò all'udire di forti rumori di zoccoli, che causavano varie vibrazioni al terreno. Un forte odore erba e fango si diffuse nell'aria. Kaius si alzò per primo, seguito da Revu, Blumar e Jani. Seguirono il forte odore con le narici dilatate, finché si trovarono di fronte ad un numeroso branco di giganteschi bufali neri:

<< Caspita >> disse Jani << Era tanto che non vedevo dei bufali neri da queste parti... >>

<< Già >> disse Revu << Uno o due di questi basteranno a saziarci per due interi giorni >>

Blumar ridacchiò: << Ih, ih...E' la mia occasione per far colpo su Lena >>

<< Ma se non sai neanche catturare un piccolo impala... >> disse Revu;

<< Delicato come sempre, eh, fratellastro?? >> si imbronciò il giovane << Anche tu non eccelli di certo nella caccia! >>

<< Almeno io non finisco sempre con la testa incastrata da qualche parte >>

Blumar gli ringhiò contro: << Zitto! Non è vero! >>

<< ORA BASTA! >> urlò Kaius << Smettetela subito! Non tollero questo vostro atteggiamento infantile! Comportatevi come si conviene a dei veri leoni o non vedrete nessuna caccia oggi! >>

I due fratelli si scusarono e si ricomposero velocemente in silenzio.

<< Non sarà facile catturarne uno... >> disse Jani << Sono molto pericolosi. Ci vorrà tutto l'aiuto possibile >>

<< Che ne dite di far partecipare anche lo straniero? Sembra essere in gamba >> disse Revu;

<< Bé...Perché no? Spero che accetti la proposta, però... Vuole sempre cacciare da solo >>

<< Andrò a chiederglielo io. Voi, intanto, radunate le leonesse >> disse Kaius e si allontanò dagli altri.

Cercò sull'altura in cui il giovane era solito passare la notte, ma non lo trovò. Cominciò a temere che se ne fosse andato, senza dire niente.

Poi ad un tratto lo vide: si stava dissetando a una pozza d'acqua, nelle vicinanze e gli andò incontro: << Buon giorno, Ahadi >>

Il leone si voltò sorpreso: << Ah... buongiorno, signore >>

<< Dormito bene stanotte? >>

<< Non proprio...Non avevo molto sonno >>

<< Capisco. Senti, che ne diresti di farci compagnia nella caccia oggi? >>

<< Grazie, ma meglio di no. Caccio da solo >>

<< Guarda che non ce la fai ad intimidirmi con il tuo scorbutico comportamento, ragazzo >> disse Kaius, con fare risoluto << E' giunto un numeroso branco di bufali neri e avremo bisogno anche del tuo aiuto per catturarne uno >>

<< Bufali neri? >>

<< Esatto. Coraggio, vieni con me >> e gli fece cenno di seguirlo. Ahadi gettò un sospiro e gli andò dietro.

Tutto il branco si era riunito sotto le ombre degli alberi e studiavano delle tattiche di caccia. Le giovani leonesse sorrisero, non appena notarono in lontananza il capobranco assieme al forestiero: << Guardate! >> esclamò una di loro << Che bello, caccerà con noi! >> disse un'altra. Gli altri leoni si voltarono: << Finalmente hai deciso di uscire dalle tenebre, vagabondo >> disse Blumar, andandogli incontro << Ehi, senti, potresti aiutarmi durante l'azione? Così potrò far colpo su Lena! E magari anche tu potresti conquistarne una >> gli sussurrò ad un orecchio;

<< Piantala, Blumar. Lascialo in pace >> dissero Revu e Jani;

<< Che pizza che siete voi due! >> si stufò Blumar << Fate i saggi solo perché avete già affrontato il grande passo! Ma ricordo che facevate di peggio, prima di me >>

<< Silenzio! Concentriamoci sulla caccia, una volta per tutte >> disse Kaius;

<< Potremo sorprenderli da dietro >> disse una leonessa;

<< No meglio di fianco: sono molto più sensibili lì >> disse un altro leone;

<< No, meglio sparpagliarci e accerchiarli >> disse un altro;

<< Ma così finiremo male >> disse un'altra leonessa.

Ahadi cominciava ad annoiarsi con quei discorsi e si appoggiò ad un albero, in attesa che finissero:

<< Tu che dici, Ahadi? >> chiese Kaius;

<< Cosa? >>

<< Mi piacerebbe sapere qual'è la tua tattica >>

<< Bé...Siete un bel gruppo... Perciò non vedo molte difficoltà per voi. Se le leonesse li attaccassero da dietro, comincerebbero a disperdersi, a quel punto noi leoni ne sorprenderemo uno di fianco, qualcuno mirerà alla sua giugulare e il pranzo è servito >>

<< Ottimo, Ahadi. Vedo che sei un esperto in queste cose >>

<< Fu un mio amico a insegnarmelo una volta...Ma non ho mai cacciato un bufalo >>

<< Per tutti vi è una prima volta >> poi si rivolse agli altri << Ci divideremo e seguiremo questa tattica. Le leonesse attaccheranno da dietro e noi altri li sorprenderemo ai lati. Andiamo >>

 

L'azione combinata e la perseveranza del branco, garantì uno strabiliante successo. Riuscirono ad abbattere un grosso bufalo, senza riportare gravi danni, anche se le percussioni non erano mancate. Il leone che ne azzannò la gola fu Ahadi. Con questa azione riuscì a guadagnarsi involontariamente la stima e l'ammirazione degli altri.

Cominciarono a divorare la preda e lasciarono qualche leone di guardia ai resti, affinché potessero mangiarne più tardi.

Tutti gli altri riempirono Ahadi di complimenti, senza tregua:

<< Sei stato grande, amico! >> diceva Blumar;

<< Hai un talento naturale >> commentava Jani;

<< Gia, sai cavartela molto bene >> continuava Revu. L'unico a non parlare fu Kaius.

Ahadi li ringraziò con fare modesto, ma cercò di congedarsi, usando la stanchezza come scusa. Si sdraiò ai piedi un albero a ripulirsi dal sangue, mentre gli altri rimasero in gruppo. Sentì una fitta sulle costole di sinistra: il bufalo lo aveva colpito violentemente, prima di essere abbattuto:

<< Fa molto male? >> chiese Kaius, avvicinandosi a lui;
<< Cosa? No, no...Tutto bene >>

<< Mh... >> gli si sedette accanto << Non c'è bisogno di mentire. Comunque lasciatelo dire: sei stato molto bravo. Per essere il tuo primo bufalo, sai andato bene >>

<< Grazie... >> era incredibile quanto Kaius assomigliasse a Mohatu, non solo in aspetto, ma anche in carattere, sotto certi aspetti. Avrebbero potuto anche essere parenti, pensò.

Il vecchio leone sollevò il capo facendosi accarezzare dalla leggera brezza:

<< Sai, Ahadi... Tu hai gli stessi occhi di una leonessa che conobbi molto tempo fa... E, ogni volta che ti guardo, me la ricordi molto... Anche oggi, a caccia, ho visto che ne hai perfino la stessa abilità nei movimenti... >>

<< Davvero? >>

<< Sì >>

<< E cosa è successo a quella leonessa? >>

Lo sguardo di Kaius si rabbuiò: << Lei...se ne andò. Non ho più avuto sue notizie, fino ad ora... >>

Ahadi notò la tristezza, emanata dal suo sguardo: sembrava molto combattuto: << Voi... >>

<< Hm? >>

<< Voi ne eravate...innamorato? >> domandò Ahadi, indugiante;

Kaius fece un lungo sospiro, seguito dal silenzio, poi cominciò a parlare:

<< ...Sì. Ne ero innamorato >>

<< Mi dispiace...Non volevo essere invadente >>

<< Oh, non preoccuparti...Vedi, Ahadi, in tutta la mia vita sono stato innamorato solo due volte: la prima leonessa che amai fu Lenora, la madre delle mie due figlie. Ma morì troppo presto: Eva e Kaya non avevano ancora due mesi... >>

<< ..... >>

<< Dopo la sua morte, pensavo che niente avrebbe mai preso il suo posto...E fu così. Il mio carattere si irrigidì e non fui capace di dare abbastanza amore alle mie figlie... Furono le altre leonesse ad occuparsene per qualche tempo. Finché un giorno non furono attaccate da un branco di iene. Io sentii le loro urla da lontano e corsi più veloce che potei, per salvarle, ma le avevano già raggiunte. Tuttavia, a compensare il mio ritardo, fu l'intervento di una leonessa sconosciuta: essa si mise fra le iene e le leoncine, difendendole, incurante per la propria vita. Mi unii anch'io alla battaglia e riuscimmo a scacciarle, ma lei aveva già riportato diverse ferite. Le prestammo soccorso e rimase con noi per un po' di tempo. Era una delle leonesse più belle che avessi mai visto... Si curò perfino di Eva e Kaya, come fossero figlie sue. Aveva un animo molto gentile e risoluto e sorrideva sempre. Rimproverò la mia freddezza verso le piccole. Fu lei ad alleviare le mie pene, accrescendo il rapporto fra me e loro. Sentivo che nel mio cuore la felicità stava tornando a farsi strada. Mai avrei pensato che sarei stato in grado di amare ancora... Una sera decisi di dichiararmi: le avrei chiesto di restare con me e con le piccole, ma, prima che le parlassi, lei mi disse che sarebbe dovuta andare via >>

<< Perché? >> si dispiacque Ahadi;

<< Disse che era alla ricerca di un altro leone, che era stato esiliato ingiustamente dal suo branco e lei era decisa a trovarlo...Così la lasciai andare, tenendo nascosta la mia passione e i miei sentimenti per lei... >>

<< Oh... >> Ahadi si rammaricò molto per Kaius, ma non trovò le parole per consolarlo. Rimasero per qualche minuto senza dire una parola. Si sentiva il mormorio del vento e il lontano chiacchierio degli altri.

<< Come si chiamava questa leonessa? >> chiese ad un tratto Ahadi, incuriosito;

<< Il suo nome era Neera >> rispose Kaius;

<< Neera?! >> si sorprese Ahadi, alla pronuncia di quel nome << Si chiamava Neera?? >>

<< Sì, perché? Cosa c'è? >> domandò il vecchio, cercando di capire;

<< E' che...Neera era mia madre... E' da lei che ho preso questi occhi >>

<< Tua...tua madre? Era tua madre? >> si sbigottì Kaius;

<< Sì... >>

<< Oh...Ecco perché le somigli tanto... >> gli occhi gli si fecero lucidi << E...come sta ora? >> chiese, anche se, in cuor suo, già sentiva quale fosse la risposta;

<< Ecco lei....Lei è... >> Ahadi chinò il capo, triste.

Un forte dolore si impadronì del petto di Kaius: << Dunque...è morta... >> gli scese una lacrima. Ahadi se ne accorse:
<< Kaius... >>

<< Mi dispiace, Ahadi...Scusami... >> lo guardò per un momento, ma gli tornò agli occhi un'immagine della leonessa. Il dolore era troppo forte da placare: << Ho...bisogno di restare un po' da solo... perdonami >>

<< Certo... >> Ahadi fissò il terreno. Anche a lui uscì una lacrima.

Kaius si alzò in piedi e si allontanò lentamente, finché sparì fra le fratte della giungla.

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Capitolo 5
*** Inizio del viaggio ***


Capitolo 5. “ Inizio del viaggio ”

 

Dopo un'intera notte di pioggia e fulmini, i raggi solari tornarono a farsi strada sulla terra, trapassando le grandi nubi grige.

La giovane Uru era scesa molto presto dalla Rupe, per andare a dissetarsi alla pozza d'acqua, mentre suo padre era rimasto su, nella grotta a riposarsi un altro po', insieme al resto del branco.

Ma lei non poteva dormire: ormai era una giovane adulta ed il giorno dopo sarebbe partita per un lungo viaggio, che avrebbe arricchito la sua vita per sempre. Era molto eccitata di andare ad esplorare luoghi diversi ed andare a conoscere nuovi amici, ma in sé vi era anche un po' di timore: era coscienziosa del fatto che là fuori la vita, per lei, poteva essere più diversa e difficoltosa di quanto immaginasse: sarebbe stata da sola e non avrebbe avuto l'appoggio del branco; ma anche questo faceva parte della prova che doveva superare: doveva diventare più forte e determinata se in futuro avrebbe voluto portare a vanti il regno.

Immersa nei propri pensieri, risalì i grandi massi e si andò a sedere sull'apice, ad osservare il sole che pian piano si mostrava, fra le nubi rimanenti.

Il re si svegliò dopo un po', come era solito fare, e vide la figlia fuori, sulla Rupe:
<< Uru, noto che ti sei svegliata molto presto stamattina >> disse avvicinandosi a lei, la quale si voltò:
<< Papà?... Sì, è vero, è già da un po' che sono sveglia: non riuscivo a riprendere sonno... >>

<< C'è qualcosa che ti preoccupa? >> domandò Mohatu, sedendosi vicino a lei;

<< No, no.... Bé...Forse >>

<< Forse? Cosa c'è? >>

<< E' che...sono molto felice di partire... ma ho anche un po' di paura...Ecco, non so bene come spiegarlo... >>

<< Capisco. Non preoccuparti, è normale avere un po' di paura >>

<< Sì, ma...Se questa paura mi ostacolerà?? Se non mi permetterà di agire?? O di andare avanti...? Cosa farò?? >>

<< Calmati, Uru. Non devi assolutamente pensarla così, o peggiorerai le cose. Non lasciarti scoraggiare da ciò che non conosci, anzi devi acquisire più fiducia in te stessa, per distinguere ciò che sarà bene o non lo sarà >>

<< Hai ragione, scusa....Forse mi sono lasciata prendere troppo dall'agitazione... Ma ora va meglio, grazie >>

<< Sicura? >>

<< Sì...Ah....Non proprio >>

<< Allora? >>

<< Ehm...Per quanto riguarda la faccenda del compagno....Ma è proprio necessario?? Cioè....Penso di potermela cavare anche da sola...Io...non so se riuscirò mai a trovare quello giusto... >>

<< Uru... Ne abbiamo già parlato: non ti ho mai promessa a nessuno, poiché non volevo auspicare un matrimonio infelice per te... E voglio essere sicuro che troverai l'amore giusto: non ci sarò per sempre....e non voglio che tu rimanga sola >>

<< Oh, papà....Sì, lo so, ma... Se in questo viaggio non troverò nessuno che mi piaccia?? Che farò? >>

<< Bé, non ci sarà bisogno di allarmarsi: non ti ho detto che devi per forza trovarlo in questo viaggio...Ti ho solo detto che prima lo trovi, meglio sarà. Ma sarà il fato a decidere quando ciò avverrà. Nel frattempo dovrai solo capire come procedano le cose fuori dai confini e, se sarà necessario, offrirai il tuo aiuto a chi ne avrà bisogno >>

<< Va bene. Prometto che ce la metterò tutta per rendermi utile! Ci riuscirò, vedrai! >> esclamò felice;

<< Eh, eh... Ne sono certo, piccola mia >> le accarezzò una guancia col muso;

<< Bene, è ora che io vada a fare il solito giro di controllo... >> disse il re, rialzandosi;

<< Vengo con te! Va bene? >> si rialzò anche Uru, eccitata; Mohatu fece un'espressione titubante, ma poi accettò: << Va bene. Del resto oggi è l'ultimo giorno che potremo passare insieme, prima che tu parta >>

<< Evviva! Andiamo dai! >> e lo precedette, correndo giù.

Si allontanarono dalla Rupe e continuarono a camminare, finché non videro Zozo, che volava sopra le loro teste: << Buongiorno, sire >>

<< Buongiorno, Zozo >>

<< Ciao, Zozo! Come stai? >> la salutò Uru;

<< Oh, salve, principessa! Ci sei anche tu oggi? >>

<< Esatto. Vengo con voi >>

<< Ne sono lieta >>

<< Ci sono novità? >> domandò Mohatu;

<< Fino ad ora sembra essere tutto tranquillo, signore. Gli altri membri delle Terre del Branco non hanno rivelato presenze di iene per questa mattina >>

<< Meglio così. Ma andremo comunque a controllare i confini. Vieni, Uru >>

<< Sì >> e lo seguì.

Setacciarono gran parte dei confini, dalla mattina fino al pomeriggio, fortunatamente senza trovare alcuna minaccia. Sembrava prospettarsi una giornata tranquilla. Si fermavano anche per delle pause: Mohatu, col peso dell'età, mostrava una grande stanchezza, mentre Uru, che era ancora nel fiore degli anni, non sembrava affatto stanca: correva, giocava allegramente e confortava suo padre.

Zozo la ammirava, per la sua vitalità e la sua bellezza: sarebbe diventata una grande regina senza alcun dubbio: << Come passa il tempo... eh, sire? Sembra ieri che era nata e che aveva aperto i suoi grandi occhi rossi per la prima volta... Ed oggi eccola qua: un bellissimo fiore della savana, che cresce a vista d'occhio nel suo pieno splendore... >>

<< Già... E' la cosa più cara che mi sia rimasta... E voglio un buon futuro per lei >>

<< Oh, ce l'avrà di sicuro... Lo sento, signore. Sento che troverà un bravo compagno e che con lui costruirà una grande famiglia felice... >>

<< Speriamo... E tu invece, Zozo? >>

<< Io cosa, sire? >>

<< Pensi mai di sistemarti anche tu? Di tirare su famiglia? >>

<< Oh, santo cielo... Non penso di essere pronta per questo genere di cose... Il mio lavoro con voi richiede impegno e per quel che mi riguarda sto bene così come mi trovo... Non ho tempo per pensare a certe cose >>

<< Ah, no? >> Uru le balzò vicino;

<< WAH! Principessa! Mi hai spaventato >>

<< Eh, eh... Scusa >> e si sedette accanto al padre << Suvvia, Zozo...Non penserai davvero ciò che hai detto? Sarebbe un vero peccato... >>

<< Peccato, dici? >>

<< Ma certo. Una bella bucero come te tirerà su una bella famigliola con un ottimo marito, te lo garantisco >>

<< M-ma, principessa io non... >>

<< Non dirmi che non ti sei accorta di quelli che ti vanno dietro! Pensa che spesso, mentre tu sei via, ce ne è sempre uno che viene da me a chiedere di te >>

<< C-cosa?? >> arrossì Zozo;

<< Hai capito benissimo >> sorrise Uru << La vita non è fatta solo per sacrifici o roba del genere... Bisogna divertirsi un po'... Trovare qualcuno con cui condividere la tua vita.... Sarebbe bello sai? >>

<< V-va bene. Lo terrò a mente, principessa... Ma rammenta che, prima di me, sei tu quella che deve preoccuparsi di queste cose...! >> balbettò, cercando di cambiare discorso;

<< Certo, lo so, lo so... >> sospirò la giovane.

Poi la loro attenzione fu attirata da strani e lontani richiami: provenivano dal fiume dei coccodrilli, che si trovava a poche distanze dal loro luogo di riposo.

Mohatu incaricò Zozo di precederli ed andare a vedere che stava succedendo. La bucero obbedì e si alzò in volo, mentre padre e figlia cominciarono a correre. Dopo un po' videro la volatile tornare indietro con aria allarmata:
<< Presto, accorrete! >> gridò << Un piccolo ghepardo è rimasto in balia della corrente del fiume e rischia di essere divorato da un coccodrillo! >>

<< Dannazione! >> esclamò Mohatu, accelerando la corsa. Uru gli andò indietro, presa da una sensazione di sgomento e preoccupazione.

Una volta giunti al fiume, poterono vedere avvicinarsi un piccolo batuffolo marrone chiaro, che riusciva a stento a tenersi aggrappato ad un ramo, trascinato dalla corrente; e più indietro scorsero le ombre galleggianti di due coccodrilli, che puntavano al cucciolo: << Aiuto! >> gridava il piccolo << Mamma! Aiuto!! >>

<< Papà, che facciamo?? >> si allarmò Uru; Mohatu rimase a pensare per qualche secondo: << Più giù dovrebbe esserci una curva stretta... Se riusciamo a raggiungerla in tempo potremo riuscire a prenderlo e a trarlo in salvo, senza finire in acqua. Vieni! >> e si misero a correre più svelti che poterono, seguendo il corso d'acqua.

Fortunatamente riuscirono a raggiungere la curva abbastanza in tempo: non appena arrivati, infatti, videro il ramo che trasportava il cucciolo.

Mohatu allungò una zampa, tendendola il più possibile: << Presto! Aggrappati alla mia zampa, piccolo!! >> urlò;

Il cicciolo obbedì e tese anche lui la zampetta al leone: tutto sembrava procedere per il meglio, ma ecco che improvvisamente, dal pelo dell'acqua, spuntò un grosso coccodrillo tra loro. Mohatu rimase ferito alla zampa e fu costretto a retrocedere, mentre il piccolo ghepardo fu nuovamente scaraventato in mezzo al fiume.

Uru fece allontanare suo padre dalla riva del fiume e, d'impulso, si gettò fra le acque: << NO! URU!! >> gridò disperatamente Mohatu, avvicinandosi di nuovo al fiume.

<< Santo cielo! >> si allarmò Zozo, volando avanti per seguirla.

La giovane leonessa nuotava velocemente per raggiungere, prima dei coccodrilli, il cucciolo, il quale, sfinito, mollò la presa dal ramo e finì sott'acqua. Uri si immerse e riuscì ad afferrarlo per la collottola, riportandolo in superficie; poi tentò di riavvicinarsi alla riva, ma la presenza dei coccodrilli rendeva tutto più complicato: li vide avvicinarsi e uno di essi cominciò ad attaccare, spalancando l'enorme e lunga bocca mordace. Riuscì a schivarlo per un pelo, ma subito dopo l'altro la sorprese alle spalle: << Uru, attenta!! >> gridò Mohatu, tuffandosi anche lui in acqua e, prima che il coccodrillo afferrasse la figlia, lo raggiunse e gli serrò il collo con un potente morso. In pochi secondi l'acqua si tinse del sangue del coccodrillo, il quale, sentendosi fortemente minacciato ed inerme, si diede alla fuga e nuotò lontano. Intanto Uru continuava a tentare di raggiungere la riva del fiume, per trarre in salvo il piccolo. Il coccodrillo rimasto tentò nuovamente l'attacco, ma fortunatamente Mohatu riuscì a scacciarlo dandogli un morso sul muso, vicino ad un occhio. Così riuscirono a salvarsi ed a tornare sulla terra ferma. Zozo tirò un profondo sospiro di sollievo. Uru abbracciò forte suo padre e gli leccò la ferita alla zampa, poi volsero entrambi lo sguardo sul cucciolo, che tossiva, facendo fuoriuscire l'acqua dai polmoni: << Stai bene piccolo? >> domandò Mohatu;

<< ...S-sì....Grazie... >> tremava di freddo e di paura; Uru cercò di riscaldarlo e confortarlo un po', abbracciandolo con una zampa: << Dov'è tua madre? >> gli chiese;

<< Sta verso i confini dell' Est.... Mi aveva permesso di giocare nei dintorni, ma mi sono allontanato troppo... >> gli scese una lacrima;

<< Qual'è il tuo nome? >>

<< Ranja >>

<< Bene, Ranja . Ti riaccompagneremo noi a casa.... Sicuramente tua madre ti starà cercando preoccupata >>

<< Grazie... >> singhiozzò;

<< Su va tutto bene ora... Non c'è più nulla di cui preoccuparsi... >> lo consolò Uru.

Si scrollarono l'acqua di dosso ed andarono verso i confini dell'Est.

Riuscirono a ritrovare la madre del piccolo ghepardo: come aveva previsto la giovane leonessa, la madre lo stava cercando disperata.

Si riabbracciarono forte, e ringraziarono molte volte ancora Mohatu e sua figlia. I due leoni rimasero fino alla sera con i nuovi amici, dopodiché tornarono a casa, felici per il buon esito della giornata.

 

Il giorno seguente la giovane Uru continuava a supplicare il padre di farla restare fino a quando lui non si sarebbe sentito meglio con la zampa, ma lui la rassicurava, dicendole che non c'era nulla di cui preoccuparsi:

<< Sul serio, papà: il viaggio posso rimandarlo senza problemi. Resterò con te, finché non ti sentirai meglio >>

<< No, Uru... Non devi stare così in pena per me: è solo un graffio >>

<< Ma... Ieri abbiamo rischiato la vita e tu oggi non fai niente per trattenermi? Strana questa cosa... >>

<< Va' pure, piccola mia... Goditi questa libertà finché ne hai la possibilità. Non devi soffocare per me il tuo desiderio di partire >>

<< Papà... >> lo abbracciò << Ma sei davvero sicuro di star bene? >>

<< Sì, sì... Come puoi vedere sono già pronto per rientrare in azione >>

<< Eh, eh... Senti... >>

<< Dimmi >>

<< Posso farti una domanda riguardo alla mamma, prima che io parta? >>

<< Certo... >>

<< Me lo sono sempre chiesto... Come mai tu e lei non andavate mai insieme a controllare il regno? >>

<< Eh... Successe tutto prima della tua nascita... >>

<< Sul serio? >>

<< Già... Andavamo sempre insieme ad aggirare le Terre del Branco, ma un giorno rimase ferita gravemente a causa di un coccodrillo, per salvare un'altra leonessa e rischiò la morte... Le rimasi sempre accanto, finché non si ristabilì e in seguito rimase incinta di te... Non volevo più rischiare di perderla, anche perché dentro di lei si stava formando il nostro più grande tesoro... Così le feci promettere di restare sempre vicino casa, a prendersi cura di te >>

<< Oh, papà... >> Uru capì quanto in realtà costasse a Mohatu lasciarla andare, sopratutto perché il giorno prima aveva rivissuto una tragica esperienza, successa anche tempo prima....

Trascorsero insieme tutta la mattina, dopodiché arrivò per Uru l'ora di andare. Salutò Rafiki, Zozo e tutte le leonesse del branco, fra cui anche le sue migliori amiche, le quali avrebbero di certo sentito la sua mancanza, poi scese dalla Rupe a salutare il padre: una piccola e lucente lacrima le segnò il volto: << Vi sono molto grata, a te e alla mamma, per tutto ciò che avete fatto per me... Me ne ricorderò sempre ed andrò avanti senza mai smettere di pensare a voi... Prometto che ce la metterò tutta per essere d'aiuto agli altri e al regno... >>

<< Sei una figlia d'oro e sono molto orgoglioso di te >>

Rimasero a guardarsi negli occhi per lunghi istanti, senza scambiare nessun'altra parola: i loro sguardi parlavano molto, esprimendo a pieno le varie emozioni che percuotevano i loro animi.

Infine si scambiarono un ultimo e lungo abbraccio, dopodiché la giovane si voltò e cominciò a correre, oltre l'orizzonte, senza guardare indietro. Ora si sentiva finalmente pronta ad affrontare il mondo esterno.

 

Rafiki andò vicino a Mohatu: << Ha lo stesso sorriso di sua madre... >> gli disse << Hai fatto bene a lasciarla partire >>;

<< Già... I fatti di ieri hanno dimostrato che presto non sarò più in grado di andare continuamente avanti... Perciò deve trovarsi al più presto qualcuno >>

<< Come va la zampa? >>

<< Temo che si stia infettando... >>

<< Allora è meglio che dia un'occhiata. Tu e tua figlia dovete aver più cura di voi stessi >>

<< Dimmi, Rafiki... Sei davvero sicuro che io abbia fatto bene? >>

<< Assolutamente... Ho avuto un presagio positivo riguardo al suo viaggio >>

<< Cioè? >>

<< ...Tra non molto incontrerà qualcuno, che sarà disposto a proteggerla da qualsiasi cosa, a qualunque costo >>

<< E chi? >>

<< Quando arriverà il momento, lo saprai, Mohatu. Vedrai... >>

<< .... >>

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Capitolo 6
*** Un inaspettato rincontro ***


Capitolo 6. “Un inaspettato rincontro”

 

 

<< Ahadi... >>

<< Mh... >>

<< Ehi, Ahadi! Sveglia! E' giorno fatto! >>

<< WHA! >> si alzò di scatto. Blumar era venuto a svegliarlo:

<< Blumar?...Ma che accidenti?! Mi hai spaccato un timpano! >>

<< Ma è quasi un'ora che ti chiamo! Hai dormito per tutta la mattina! Vieni, andiamo a cacciare >>

<< A cacciare? >>

<< Sì, mi darai una mano. Voglio diventare un bravo cacciatore >>

<< Uff.... Arrivo... Ma perché sono rimasto in questo posto assurdo?? >>

<< Forse perché non è poi così male come luogo, non credi?? >>

<< Mhpf... >>

<< Comunque siamo tutti contenti che tu abbia deciso di fermarti più a lungo qui... >>

<< Ah, sì....? Bah... E' già passato un po' di tempo, ma non mi sono ancora abituato al vostro ritmo... >> e sbadigliò ancora assonnato;

<< Ehi, non riaddormentarti! >>

<< Sono sveglio, sono sveglio.... >> e cominciarono ad avviarsi;

<< Dunque... Che ne dici di andare verso Ovest? Dovrebbero esserci numerose mandrie... >>

<< Ovest?...D'accordo >>

Attraversarono la giungla, seguendo il corso di un piccolo fiume, che scorreva verso Ovest, infine giunsero ad una vastissima valle aperta, che ospitava pochi alberi, molto distanti fra loro. In mezzo alla valle, vi era un piccolo gruppo di impala, che brucava l'erba.

Con i consigli di Ahadi, Blumar mise in atto alcune strategie di caccia, ma con scarso successo: al primo tentativo inciampò su un ramo caduto; al secondo tentativo, con un altro gruppo di gazzelle, fini in una pozza d'acqua. Ahadi continuava ad osservarlo, sospirando a causa dei continui fallimenti del giovane: << Sei un caso disperato... Continui a distrarti senza tregua >> gli disse;

<< Lo so, accidenti... >> rispose Blumar <<  E' che non posso fare a meno di pensare alla reazione che potrà avere Lena, quando le porterò un preda, catturata con le mie stesse zampe... >>

<< Di nuovo con questa Lena? >>

<< Ma certo. Leonesse sexy come lei non si incontrano spesso... >> disse leccandosi i baffi per l'eccitazione << Proprio tu non mi dirai il contrario, Ahadi... >>

<< Veramente io non perdo tempo per queste sciocchezze... >>

<< E fai male, amico! Ancora mi chiedo come faccia a non esserci una leonessa nella tua vita... >>

<< E io mi chiedo come tu faccia a pensare solamente a queste cose, Blumar... >>

<< Ma mi pare ovvio! Nella vita c'è sicuramente un momento in cui tutti, prima o poi, dovranno...insomma... >>

<< Risparmia il fiato, ragazzo... So bene dove vuoi arrivare. Evidentemente per me non è ancora arrivato il momento >>

<< Ma non ne capisco la ragione, Ahadi... >>

<< Meglio che tu non la capisca, credimi >>

<< Ma... >>

<< Non volevi far colpo sulla tua amica? Cosa aspetti a catturarle una preda, allora? >> lo interruppe, cambiando discorso;

<< Giusto! Per un attimo lo avevo dimenticato >> e corse a cercare nuovamente del cibo;

<< Bah... >> sospirò Ahadi << Ma da quando i ragazzini sono diventati così erotici?... >> e si incamminò solitario, dalla parte opposta a quella in cui era andato Blumar. Passeggiò per un po' di minuti, sotto ai caldi raggi del Sole, e si fermò a bere la fresca acqua di un piccolo ruscello.

Intanto le giovani leonesse del branco si erano riunite per passeggiare e pettegolare fra loro. Ahadi le vide venire nella sua direzione e decise di nascondersi dietro a un albero, per evitare di essere circondato da esse per l'ennesima volta. Le sentì mugugnare:

<< Ehi, Lena, hai visto Blumar? Si è messo in testa di cacciare da solo... >> disse una leonessa;

<< Già... Pensa di riuscire a far colpo su di me, quell'illuso... >>

<< Oh, suvvia, non pensi di essere un po' troppo dura con lui? >>

<< Ma neanche per sogno! Io voglio un compagno robusto e virile, non un gracile squinternato! Lo ricambierò solo quando riuscirà a catturami un bufalo nero... >>

<< Cioè, vuol dire mai >>precisò un'altra leonessa;

<< Esatto >> sorrise maliziosa << Mi concederò solo a un vero leone... Come lo straniero >>

<< Oh, lui sì che ha fascino... >>disse un'altra;

<< E' così bello...e forte...e coraggioso... >>

<< E anche molto tenebroso e misterioso... >> disse Lena << Adoro i leoni di quel genere, ma non riesco mai a parlargli a lungo  >>

Ahadi non ne poteva più di tutte quelle ciance. Bastavano altre due parole e quelle giovani leonesse si sarebbero squagliate al suolo, da quanto erano eccitate. E a lui sarebbe venuto il voltastomaco a furia di ascoltarle. Le leonesse si fermarono a bere e lui ne approfittò per allontanarsi senza farsi notare. Trovò l'ombra sotto un altro albero e vi si fermò a pensare alla conversazione con la propria madre.

“  Chissà cosa voleva dire mia madre quella volta... ” pensò “ ...mi disse di attendere altre due settimane in questo posto...E due settimane sono passate, ma non vi è l'ombra di alcun cambiamento qui... Comincio a pensare di aver avuto solo un'allucinazione... ” e si sdraiò triste sull'erba morbida.

<< Ehi! Ma quello laggiù è lo straniero! >>

<< Sì! Chiediamogli se vuole stare con noi! Dai >>

Ahadi udì le voci acute delle leonesse, che gli si stavano avvicinando.

“ Oh, no... ” pensò “ Non sopporto più quelle stupide pettegole... ” e si alzò, ma loro gli erano ormai andate incontro:

<< Ehilà, straniero! Che ci fai qui da solo? >> domandò Lena avvicinandosi a lui;

<< Perché non vieni un po' con noi a divertirti? >> chiese un'altra;

<< Su, avanti... >> continuò Lena, strusciandosi addosso a lui. Ahadi fu percosso da un forte brivido in tutto il corpo e si scansò velocemente:

<< Spiacente, ragazze! Ma non verrò >>

<< Su non fare il difficile... Ogni volta che vengo da te, tu ti dilegui >> insistette Lena, avvicinando il volto a quello di lui << Se proprio non vuoi venire... >> gli sussurrò ad un orecchio << vorrà dire che ci incontreremo da soli io te, stanotte... Così le altre non ci porteranno disturbo... >>

Ad Ahadi si rizzarono i peli sulla schiena: << CHE CO...??! >> la scansò bruscamente << Sei impazzita, per caso?! Togliti subito dalla testa quest'idea! E' ancora presto per pensare a certe cose...! >>

<< Dunque mi respingi?! >> esclamò lei;

Le altre leonesse rimasero sconcertate e tesero bene le orecchie per ascoltare il resto del discorso:

<< Si può sapere perché sei così scorbutico?! Nessun altro leone mi avrebbe mai rifiutata! >>

<< Non montarti la testa! Non sono quel genere di leone io >>

<< Vorresti dire che giacere con me sarebbe una cosa disdicevole?! >>

<< Non ho detto questo... >>

<< E allora perché non vuoi?? L'altra volta, quando ho cercato di parlarti, prima che tu te ne andassi come al solito, ho notato che i tuoi occhi erano rapiti dal mio corpo! >>

Ahadi fece un piccolo sobbalzo, per via di quell'affermazione, tuttavia cercò di risponderle: << Ti sbagli. E' stata solo una tua impressione >>

<< Non è vero >> sogghignò lei;

<< Ora basta! Ti stai comportando da sgualdrina! >> urlò lui, stufo di parlare << Andatevene, prima che io perdi del tutto la pazienza >>

Lena si irrigidì, con gli occhi adirati: << Sei solo un ottuso e volgare vagabondo! >> e corse via, seguita dalle amiche.

Ahadi tirò un sospiro di sollievo: << Uff...non la sopportavo più... >> Tuttavia doveva ammettere che la leonessa aveva ragione: infatti quella vota era stato realmente attratto da lei. Era un leone adulto ormai, perciò sarebbe stato facile perdere il controllo di fronte ad una femmina. Avrebbe anche potuto cedere alla proposta di Lena. Ma non la conosceva bene e, per quanto aveva potuto vedere, non era per niente intelligente. Non faceva proprio per lui. E poi piaceva a Blumar. Ma non poteva parlare con lui di questa cosa: l'adolescente lo avrebbe di certo preso per una sorta di rivale.

Si appoggiò sul tronco dell'albero: “ Uru era come minimo dieci volte più intelligente di quelle femmine messe insieme ” pensò. Gli mancava tanto. Gli mancavano i suoi occhi innocenti, il suo sorriso, ma soprattutto il suo modo di parlare: lei e Mohatu era stati gli unici in grado di colpirlo nell'animo con le parole. Nessun altro vi era mai riuscito, finora.

“ Chissà come sarebbe diventata, se fosse stata ancora viva... ” pensò tristemente.

Chiuse gli occhi, ascoltando il rumore del vento, finché non si diffuse nell'aria un leggero odore dolciastro: “ Questo... ” pensò “ è l'odore di una leonessa... ” e si alzò. Era un odore a lui stranamente familiare, diverso da quello delle altre leonesse del branco. Cominciò a correre, senza fermarsi, cercando di trovare il luogo da cui sentiva provenire quella dolce essenza odorosa. Poi ad un tratto scorse la piccola figura lontana di una giovanissima leonessa dal manto marrone-rossastro. L'odore era il suo: “ E se fosse... No...non può essere! ” pensò. Intanto la giovane femmina era sparita nel folto dell'alta erba e il vento aveva smesso di soffiare.
“ Accidenti, l'ho persa... ”. La traccia odorosa si faceva sentire sempre meno, tuttavia Ahadi continuava a cercarla. Aveva assolutamente bisogno di accertarsi sull'identità di quella leonessa. Nonostante continuasse ad aggirarsi in quella valle, non riuscì a trovarla. Sembrava essersi dissolta nel nulla. Raggiunse i piedi di una piccola collina coperta d'erba e cominciò a salirla, ma decise di rinunciare: “ Ma che sto facendo? ” pensò “ Uru è morta... E' impossibile che quella leonessa potesse essere lei ” guardò un'ultima volta la cima della collina e si girò per tornare indietro.

Ma un improvviso verso di una gazzella catturò la sua attenzione.

Fece appena in tempo a rigirarsi e ad accorgersi che questa stava per venirgli addosso. Si abbassò subito per non essere colpito dagli zoccoli. Fu salvo per un soffio: infatti la gazzella riuscì ad evitarlo con un grande balzo: << Ma che accidenti succede?! >> esclamò confuso, rialzandosi in fretta da terra, guardando la gazzella che si allontanava. La sua attenzione fu poi richiamata improvvisamente da un grido femminile: non fece neanche in tempo a voltarsi, che subito sentì qualcuno venirgli a sbattere addosso con violenza.

Chiuse gli occhi per lo spavento e capì che la spinta ricevuta era talmente forte, che stava rotolando giù per la discesa, avvinghiato al corpo di chi gli era venuto addosso.

Il leone atterrò di schiena, rimanendo sempre con gli occhi chiusi, sentendo un corpo più piccolo e leggero sdraiato sopra il proprio; infine aprì gli occhi: la prima cosa che notò fu l'appariscente e a lui famigliare, manto della giovane leonessa. Lei sollevò pian piano la testa, mugugnando per il dolore della botta presa e, prima ancora di accorgersi di lui, guardò la gazzella ormai lontana: << Oh, no! >> esclamò << Accidenti! L'avevo quasi presa! Ce la stavo facendo... >>

<< Ah-ehm! Potresti spostarti, ragazzina?? Mi faresti un grandissimo favore, sai? >> grugnì Ahadi;

Lei abbassò lo sguardo e lo guardò confusa, poi realizzò tutto: << Oh! M-mi dispiace, signore, io...!! >> esclamò scostandosi frettolosamente da lui << Non volevo! Mi rincresce davvero tanto... Non pensavo che ci fosse qualcuno da queste parti... Sono davvero spiacente >> disse ricomponendosi, con lo sguardo fisso a terra.

Ahadi cercò di rialzarsi, ma la botta gli aveva procurato un terribile dolore alla zona toracica: << Aaah...Dannazione, che male... >> si lamentò;

<< Vi siete ferito?? Volete un aiuto?? >> si allarmò lei;

<< NO! Per carità, no! Hai già fatto abbastanza, grazie...Puoi anche andartene >> boccheggiò il leone; ma la giovane non si lasciò scoraggiare e gli si avvicinò per aiutarlo ad alzarsi: << Mi spiace, ma io non me ne vado finché non sarò sicura che voi siate in grado di tenervi in piedi! Lasciate che vi aiuti, per favore! >>

<< ...Se proprio insisti... >> e si lasciò sostenere da lei, finché non riuscì a rialzarsi completamente: << Ti ringrazio >> le disse;

<< Si figuri... E' il minimo che io possa fare per lei. Se...se ha bisogno di qualcos'altro... >>

<< Non preoccuparti >> rispose lui, voltandosi a guardarla. Per un attimo rimase senza fiato: era davvero bellissima, la leonessa più affascinante che avesse mai visto, ma la cosa che più lo meravigliò fu la notevole somiglianza che essa aveva con la piccola Uru, anche l'odore era lo stesso: “ Uru...?? ” pensò “ No...non può essere.... Mi sto sicuramente sbagliando... Però questa leonessa ha lo stesso manto e perfino gli stessi occhi... ”e le si avvicinò.

La giovane leonessa lo guardò con aria interrogativa: << Tutto bene? >> gli domandò;

<< Sì... >> rispose lui, continuando a guardarla con gli occhi lucidi << Sì, tutto bene... Scusami >> e si distanziò di nuovo.

Anche lei lo guardò attentamente: rimase rapita dalla sua maestosità, ma ciò che più la attirava erano suoi grandi occhi, che brillavano come due magnifici smeraldi, in contrasto con la foltissima criniera nera. Stavolta fu lei ad avvicinarsi a lui:
<< Ahadi...? >>

<< Cosa? >> si sorprese lui;

<< Ahadi...sei tu?? >>

<< Ma...Come fai a conoscere il mio nome?? >>

<< Oh, non posso crederci... Sei davvero tu! Ahadi! >> esclamò lei euforicamente, con un bellissimo sorriso;

<< Ma che...? >> rimase perplesso;

<< Ma come! Non mi riconosci?? >>

<< Ah...?! >>

<< Sono io! Uru! Sono Uru! >>

<< Uru...??! >>

<< Mi riconosci adesso?? >>

Il cuore di Ahadi accelerò improvvisamente, ma non per terrore, né per stupore.... Ma di una straordinaria gioia, che si impossessò di ogni nervo del suo corpo.

<< Uru..? Sto forse sognando? Sei davvero...Uru?? >>

<< Sì! Sono io! >>

<< M-ma eri morta... ti ho vista...Io... >>

<< Ma cosa dici?? Ahadi... Non sai quanto tu mi sia mancato....Quanto tempo abbia trascorso, sperando di rivederti... >> le scese una lacrima.

Ahadi sollevò una zampa, le asciugò la lacrima e le accarezzò i lineamenti del volto: << Sei tu... >> le si avvicinò ancora di più e premette dolcemente la propria fronte contro la sua: << Sei viva...Non è un sogno vero?... >> gli occhi gli divennero lucidi e luminosi;

<< Non lo è... >> rispose lei sorridendo;

Ahadi non riuscì più a contenersi e l'abbracciò forte, senza avere alcuna intenzione di lasciarla andare. Era viva! Era davvero lì con lui!

Blumar, che era accorso per cercare l'amico, non appena giunse lì, rimase perplesso, vedendo Ahadi abbracciato con la giovane leonessa: << Cavolo...! >> esclamò << Finalmente si è deciso a fare il grande passo! O forse sbaglio? Chi è quella? >> e si avvicinò, senza che questi lo notassero << Ehm.... Mi dispiace interrompervi, ma... Qualcuno potrebbe spiegarmi che cosa...? >>

Ahadi si ricordò di lui e si sciolse dall'abbraccio, ricomponendosi: << Scusami... Hai ragione >> gli disse << Uru, ti presento Blumar, mi sono stabilito momentaneamente dalla sua famiglia... >>

<< Oh, ciao! Piacere >> salutò lei, sorridendogli;

Blumar arrossì: “ Caspita, che schianto di leonessa...! ” pensò; poi Ahadi si rivolse a lui: << Lei invece è Uru, una mia vecchia e piccola amica... >>

<< Lieto di conoscerti, Uru. Dunque vi conoscevate da tempo? >>

<< Eh, già >> rispose lei felice << Lo ospitai dalla mia famiglia per qualche tempo, quando ero piccola... E oggi finalmente l'ho rincontrato! >> andò a saltellare là attorno felice: << Caspita, che giornata pazzesca! Mi sento così felice...! >> esclamò; i raggi del sole che riflettevano sul suo manto le diedero un aspetto molto aggraziato ed il suo umore faceva altrettanto. Ahadi rimase affascinato da lei e anche Blumar: << Che bel tipetto... Uao! >> disse il giovane << Me la cedi, vero, Ahadi?? Tanto è troppo giovane per te... Sento che trascorrerò una notte magnifica con lei >>

Ahadi si inquietò e gli pestò la coda: << NON....PROVARCI! >> ringhiò;

<< Ahio!! Va bene, va bene! Calmati! >> si spaventò Blumar;

<< Ehi, Ahadi! >> lo chiamò Uru;

<< Eh?? >> distolse lo sguardo da Blumar e si concentrò su di lei << Dimmi pure, Uru >>

<< Sai, sono davvero curiosa di vedere dove ti sei sistemato. Posso venire con voi?? >>

<< CERTAMENTE >> intervenne Blumar in modo euforico << Prego, permettimi di guidarti, signorina >>

<< Oh, grazie >> rispose lei;

<< Di nulla: è un piacere per me. Bi sogna seguire quella direzione. Vedrai, capiteremo in posto bellissimo. Ti piacerà di sicuro >>

<< Sul serio? >>

<< Certo >> e le fece strada.

Ahadi li seguì irritato, pronto ad intervenire per le situazioni “estreme”. Blumar se ne accorse e gli parlò, mentre Uru andò avanti: << Si può sapere che hai? Rilassati, amico: le sto semplicemente mostrando la strada... Non mi dirai che sei geloso... >> sogghignò;


<< Guarda che ti tengo d'occhio, Blumar.... >> sussurrò Ahadi << Ti tengo sotto strettissimo controllo... >>

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Capitolo 7
*** Di nuovo insieme ***


Capitolo 7. “ Di nuovo insieme ”

 

 

 

Blumar e Ahadi presentarono Uru al resto del branco. Fu accolta molto bene da tutta la famiglia. Kaius la trattò gentilmente. Eva e Kaya la ebbero subito in simpatia: la giovane aveva un impeccabile manifestazione di gentilezza e beltà. Gli altri giovani leoni maschi del branco non riuscivano a staccarle gli occhi di dosso. Solo il gruppo di Lena e delle sue compagne non la vedevano con buon occhio: << Ha la brutta faccia di un'ingenua e smorfiosa ragazzina... >> disse lei;

<< Guarda come la stanno guardando gli altri... E come la guarda lo straniero! >> disse un'altra;

<< Già... Quella tipa proprio non mi va giù... >> continuò Lena ingelosita << Ha l'aria altezzosa e antipatica. Sembra una tipa piena di vanità! >>

<< Sì, è vero... >>

Blumar e gli altri continuavano a farle domande, su come lei e Ahadi si conobbero:
<< E' stata una bella ed inaspettata sorpresa... >> disse lei << Mi salvò la vita, mettendo in pericolo la sua... Lo ospitammo e ci prendemmo cura di lui per un mese... >>

<< Dunque tu... >> disse Eva << Sei quella leoncina, ipoteticamente... morta? >>

Uru si sbigottì: << Ma perché tutti qui credono che io sia morta...? >>

Ahadi s'intromise nel discorso: << E'...è stato un mio sbaglio, Uru... Poi ti spiegherò >>

<< Ah...va bene... >>

<< E poi cosa vi è successo? >> chiese Kaya;

<< Poi... Lui è andato per la sua...strada... >> Uru si voltò a guardarlo con gli occhi lucidi << E sono quasi due anni che non lo vedo... Ma oggi l'ho finalmente rincontrato... >> gli sorrise;

Ahadi ricambiava l'intensità del suo sguardo. Avrebbe voluto abbracciarla ancora.

Eva e Kaya si scambiarono uno sguardo, capendo che i due volevano restare da soli: << Ahadi... perché non le mostri un po' questo posto, eh? >> disse Kaya;

<< Sì... è una splendida idea >> affermò Eva;

Blumar s'intromise: << Allora verrò con voi! >>

<< Tu non vai da nessuna parte... >> gli disse Revu;

<< Ma volevo essere io a mostrarle il posto...! Uffa! >>

<< Poche ciance! Tu resti qui! >> disse il fratello trascinandolo via per un orecchio;

<< Ahi...! Mi fai male! Lasciami! Voglio andare con loro! >>

<< Finiscila, Blumar! >>

Eva tranquillizzò Uru: << Non farci caso... Mio marito e Blumar recitano queste scene praticamente ogni giorno... >>

<< Ah, non vi preoccupate... >> disse Uru << Anche da dove vengo io succede ogni tanto... >>

<< Ah, ah., ah... Coraggio, andate. Avrete senz'altro molte cose da raccontarvi voi due... >> e si allontanò con la sorella e con i cuccioli.

I due amici si scambiarono un altro tenero sguardo, dopodiché Ahadi la invitò a seguirlo.

Lena e le sue amiche li guardarono, mentre si allontanavano: << Non cederò Ahadi a quella mocciosa! >> disse tra sé la leonessa << Vedrete... >>

 

Era da tanto che Ahadi non si sentiva così sereno: si rese ben presto conto che era in grado di provare queste sensazioni solo se c'era Uru al suo fianco. Continuava a guardarla sorridente, mentre camminavano affiancati. Lei ammirava i vari paesaggi attorno ed ogni volta che si voltava verso di lui, il leone distoglieva subito lo sguardo, arrossendo:

<< Tutto bene? >> chiese lei;

<< Eh? Ah...Sì, sì! Tutto bene... >> balbettò lui << Sai... è già da prima che mi chiedevo quale fosse il motivo che ti abbia spinta a venire fin qui... Sei molto lontana da casa >>

<< Già. Bé, ci sono vari motivi, anche se alcuni non sono personali. Sai, sono cambiate molte cose da quando te ne sei andato... >>

<< Come stanno i tuoi genitori? >>

<< Oh, loro stanno abbastanza bene....Papà continua sempre a fare il proprio dovere con perseveranza, nonostante lo scorrere del tempo... Mia madre invece.... è diventata una bellissima stella, come la tua... >>

<< Oh....Mi..mi dispiace... >>

<< No... non dispiacerti >>

<< Ma... >>

<< Anche se il suo corpo non c'è più, sento il suo spirito vicino al mio... So che mi guarda da lassù e che mi protegge.... Come tua madre fa con te... >>

<< .... >> Ahadi capì dai suoi occhi che era molto combattuta;

Uru cambiò discorso: << Ehi! Sai che Hydo ed Athena si sono messi insieme?? >>

<< Che? Ah, sì... Quei tuoi amici... me li ricordo. Stanno insieme? >>

<< Sì! Sono una coppia fantastica... spero che anche Khendo ed Helya trovino presto qualcuno... >>

<< Sono rimasti nel branco? >>

<< Helya ed Athena sì... Mentre gli altri hanno preferito vivere come erranti >>

<< E...Rina? Come sta lei? >>

<< Ah, Rina? Sta bene.... Si è sposata con un vagabondo ed ha avuto una figlia....OOPS! >> si tappò la bocca << S-scusa...Tu non lo sapevi... >> si dispiacque. Ahadi sorrise mesto:

<< No, no preoccuparti.... Sono contento per lei... Ha fatto bene a trovarsi qualcuno che non sia io... >>

<< Ma perché dici questo? >>

<< Perché non sarei mai stato in grado di renderla felice... >>

<< Cosa cavolo devono sentire le mie orecchie??! >> gli diede un colpetto in testa;

<< Ahi!...Ma che..? >>

<< Stammi bene a sentire! Non devi mai più pensare una cosa del genere, chiaro?? >>

<< .... >>

<< Tu hai molte più qualità di quanto pensi! Non sei un tipo da gettar via! Senza di te io non mi sentirò mai completamente felice! Anzi, è grazie a te che io ho potuto superare i traumi ricevuti a causa delle iene! Tieni bene a mente questo! Va bene?? >>

Ahadi la guardò sbigottito, massaggiandosi la testa dolorante:

<< Ho capito, ho capito....Non scaldarti >> disse;

<< Non sono agitata! >>

<< Ah, no? E allora cosa sei? >>

<< Ti ho semplicemente dato un consiglio da amica....tutto qua >>

<< Certo, certo... A proposito, non mi hai ancora spiegato i motivi del tuo viaggio >>

<< Ah, è vero.... Bé, sai bene che presto toccherà a me gestire il regno... Quindi mio padre mi ha mandata oltre i confini per scopi educativi: vedrò com'è fatto il mondo fuori ed aiuterò gli altri, intervenendo nelle situazioni critiche >>

<< E tuo padre era conscio del fatto che avresti potuto incontrare dei pericoli? >>

<< Sì, sì! Non è stato semplice persuaderlo infatti... >>

<< Però mi sembra strano che ti abbia mandato così lontano da sola... C'è già tanto da fare laggiù...perciò potevi anche restare a casa >>

<< Sì, però.... Non è solo quello il motivo per cui sono qui... >>

<< Ah, no? E qual'è l'altro? >>

<< Ehm.... >> lo guardò nei suoi grandi occhi verdi e sentì il proprio cuore accelerare:

<< Vuole assicurarsi che io non rimanga sola durante la mia reggenza. Perciò...devo trovarmi un compagno al più presto, ecco >>

<< Oh, capisco... Un compagno... CHE COSA??! >> si agitò;

<< Ahadi? >>

<< D-devi trovare un...un... >> gli si rizzarono i peli;

<< Ehm...già >>

<< M-ma... Non sei ancora troppo piccola per....?? >>

<< Non credo proprio. Altrimenti non mi avrebbero mandata, non pensi? E poi Athena ha più o meno la mia età e si è fidanzata >>

<< Sì, ma... Stiamo parlando pur sempre di leoni! >>

<< E allora? >>

<< Guarda che può bastare poco per incitare un maschio a... a....! >> non riuscì a concludere la frase;

<< A cosa? >>

<< Ehm...cioè... Tu sei una difficile da non notare.... per questo rischi di dare troppo nell'occhio e di attirare tizi con intenzioni non buone... >>

<< Perché dovrebbero avere cattive intenzioni con me? A loro non ho mai fatto niente di male... >>

<< N-non è questo, Uru... >>

<< E allora cosa? Non capisco... >>

<< Ehm.... Io parlo in quell'altro senso.... >> s'imbarazzò;

<< Ooh.... Cioè? In quale senso? >>

Ahadi la guardò dritta nei suoi occhi rossi curiosi ed innocenti, intuendo che sarebbe stato sconveniente andare in fondo a quell'argomento: gli sarebbe costato troppo imbarazzo parlarne, ma sopratutto non voleva farla preoccupare:

<< Lascia stare...! Vieni, cerchiamo qualcosa da mangiare >> esclamò, distogliendo in fretta lo sguardo da lei.

Uru lo guardò con aria interrogativa, cercando di capire dove lui volesse arrivare con quel discorso, tuttavia ci rinunciò e lo seguì senza fare ulteriori domande.

 

Dopo il pasto Ahadi continuò a farle visitare il posto.

Senza accorgersene, i due attiravano molto l'attenzione degli altri: la maestosità del leone e il raro fascino della giovane leonessa davano appieno nell'occhio con la loro unicità. Il che fece avvicinare cautamente nei dintorni i leoni del branco, invaghiti a prima vista della giovane, che rimanevano ad osservarli a distanza, pronti a lottare, se necessario, per conquistarla.

Intanto l'ignara Uru continuava a trotterellare felice davanti ad Ahadi, il quale si accorse presto degli occhi poco raccomandati, che li fissavano.

Si fermò per un istante e snudò le proprie zanne, ringhiando piano e guardandosi attorno: fortunatamente si trattava di leoni più giovani, infatti, intimoriti dall'imponenza del leone, rinunciarono momentaneamente all'attacco e tornarono nelle profondità della giungla:

<< Ahadi? Perché ti sei fermato? >> domandò Uru; lui le si avvicinò con un'espressione seria:

<< Ascolta, Uru, restami sempre vicina oggi, capito? Non allontanarti troppo da me >>

<< Certo, ma.... Perché? >>

<< Niente domande, restami vicina e basta >>

<< D'accordo... Però non capisco >>

<< Non preoccuparti >>

<< C'è qualche problema qui per caso? >>

<< No. Ti ho detto di non preoccuparti >>

<< Parlavo in generale: chiedevo se questo luogo presenta problemi particolari....Cose da risolvere... >>

<< Ah... Non saprei: non mi sono stabilito qui da molto >>

<< Capito... Vorrà dire che chiederò in giro >>

<< Perché? >>

<< Semplice: non voglio restare con le zampe in zampa.... Devo darmi da fare e trovare qualcuno da aiutare >>

<< Che fretta hai, scusa? Perché non lasci perdere gli altri per un momento e ti preoccupi per te stessa? >>

<< Perché non posso.... E tu lo sai bene >>

<< Sì, ma... >> potenti ruggiti tagliarono l'aria;

<< Cos'è stato?? >> si preoccupò Uru; ruggiti e schiamazzi si fecero sempre più forti: << Andiamo a vedere! >> e cominciò a correre;

<< Fermati! >> Ahadi le si parò davanti << Potrebbe essere pericoloso! >>

<< Non m'importa! Se c'è qualcuno in pericolo non posso restarmene qui ferma! >> e riprese a correre, superandolo;

<< Uru! >> le corse dietro.

Seguirono i versi attraverso la giungla, fino a giungere in una piccola valle.

Uru frenò all'improvviso e per poco Ahadi non le finì addosso: in lontananza si riuscivano a scorgere tre leoni sconosciuti in violenta competizione fra loro e, sopra il grande ramo di un albero, una leonessa che sembrava godersi lo spettacolo sanguinolento.

<< Che scena orrida! >> esclamò Uru e fece per raggiungerli, ma Ahadi la bloccò, finendo per atterrarla:
<< Sei impazzita?? Vieni via, squilibrata! >>

<< Io squilibrata?! Lasciami andare! >>

<< No! >>

<< Lasciami! Devo fermarli! >>

<< Sei matta?! >>

<< Vergognati, Ahadi! >>

<< Cosa?? >>

<< Vedi leoni come te che si azzuffano a vicenda e non intervieni?? >> si sciolse dalla presa e corse dal gruppo inferocito;

<< Stupida! Torna qui! >> la inseguì.

Intanto il più piccolo dei tre leoni, che lottavano, cadde a terra ferito gravemente. Gli altri due fecero per finirlo, ma la giovane leonessa si mise in mezzo a loro, in difesa del ferito, e li fermò:

<< Ma che...? >> si sorpresero tutti;

<< Vergognatevi!! >> esclamò lei, con espressione irata << Ma che modo è questo?? Perché litigavate così?? Siete pazzi?? >>

Il giovane ferito si riprese ed aprì gli occhi: ciò che vide lo lasciò momentaneamente perplesso.

<< Allora?? Che motivo avete per comportarvi così?? >> continuò lei;

<< Ma chi sei?? >> domandò uno dei leoni;

<< La cosa non ti riguarda! Allora?? >>

<< La cosa non riguarda neanche te, se è per questo >> una voce femminile catturò l'attenzione di tutti. Ahadi era rimasto leggermente distante dal gruppo ad osservare la situazione. Non poteva avvicinarsi molto: i leoni lo avrebbero preso per un rivale.

La leonessa, che stava sopra l'albero, scese giù e andò verso Uru con aria superba: << Smamma, ragazzina, prima che cambi idea e decida di sfregiare il tuo bel volto >>.

Ahadi si teneva pronto ad intervenire.

<< Non me ne vado, finché non mi sarò accertata che non continuino a lottare! >> insistette Uru;

<< Questi non sono affari tuoi! Vattene via! >> rispose la leonessa in tono brusco;

<< No! Sei una leonessa insensibile! Lasciare che si uccidano a vicenda! Perché non hai cercato di fermarli invece di stare a guardare?? >>

<< Senti un po', carina! Se proprio vuoi saperlo stavano lottando per me! >>

<< Ooh! E questo sì che è un motivo valido per ammazzarsi!! Che assurdità! Perché dovrebbero farlo?? >>

<< Sei stordita o cosa?! Il più forte sarà destinato a diventare il mio compagno! Così non avrò figli deboli! E' in questo modo che vanno le cose! Non dirmi che non lo sapevi >>

<< Perché mai dovrei venire a conoscenza di un stupidaggine del genere?! Fatela finita tutti quanti! >>

<< Come osi, brutta mocciosa...!? >> ma Uru non la stava più ascoltando: si era girata ad aiutare il ferito:

<< Ehi, tu. Sei ridotto male, lascia che ti aiuti >> e si porse in avanti per sostenerlo. Il leone inizialmente fu esitante e stupito allo stesso tempo, ma poi accettò l'aiuto e si appoggiò alla giovane, riuscendo a rialzarsi:

<< Cerca di stare lontano dai guai la prossima volta, va bene? >> gli disse; lui annuì in silenzio, ancora stupito. Uru continuò a parlare:

<< Non perdete la testa per sciocchezze: non si può amare qualcuno solo per la sua forza, ma bisogna saper vedere sempre oltre le apparenze >> detto questo, si allontanò dal gruppo.

Ahadi si voltò a controllare ancora una volta gli altri leoni, poi la seguì.

Rimasero per un po' in silenzio, continuando a camminare. Lui non smetteva di guardarla: voleva capire cosa mai le passasse per la testa:

<< Sei proprio assurda... >>

<< Eh? >> si voltò lei;

<< E te lo ripeto: sei assurda! Cioè... non esiti mai a fare cose stravaganti! Come diavolo ragioni...? >>

<< Stai parlando in senso positivo o negativo? >> lo guardò seria;

<< ....... >>

<< Mh? >>

<< ...Neutro >>

<< Ah! Bene, perché l'argomento finisce qui! >> e continuò a camminare;

<< Cosa? >> le andò dietro;

<< Sai che è mio dovere, Ahadi >>

<< Sì, ma... Ti prego di non fare più cose che potrebbero metterti in pericolo >>

<< Me ne infischio del pericolo, quando c'è qualcuno da aiutare >>

<< Lo so! Però ti prego di evitarlo, se puoi! Insomma: rischi di rimetterci la pelle! >> alzò il tono della voce;

<< So badare a me stessa >>

<< Oh, non ne dubito! >>

<< Pensi che non sia in grado? >>

<< ....Non ho detto questo >>

<< E allora che vuoi dire? >>

<< Non voglio che ti succeda qualcosa!! Non posso perderti di nuovo! Quando Zhymu ti aveva fatto sbattere contro quell'albero... Non ho mai avuto pace! Non eri rinvenuta! Credevo di averti persa per sempre! Ed è stata solo colpa mia...! Per questo me ne ero andato! Avrei continuato a creare solo problemi a tuo padre! Questo è il giorno più bello della mia vita, perché ti ho ritrovata, Uru...! Ti ho ritrovata... Sei viva...e mi sei mancata... >>

Uru si fermò e voltò la testa. Lo guardò con occhi profondi, mesti e comprensivi. Gli si avvicinò: << Oh, Ahadi... Scusami... >>

<< Uru...io... >>

Un nuovo calore si fece strada nel petto del leone.

Continuavano a fissarsi profondamente negli occhi, senza accorgersi che la distanza tra loro diminuiva sempre più. Lei strofinò dolcemente il proprio muso sotto al caldo mento del leone ed affondò la testa sulla sua morbida criniera. Ahadi sentì battere freneticamente il proprio cuore e fu invaso da una lieve agitazione. Fece un profondo respiro e sentì il piacevole odore della giovane amica. Un picco brivido gli risalì la schiena e le zampe gli tremavano. Mai in vita sua aveva provato un tale sentimento contrastante per qualcuno: sapeva che ciò che provava era unicamente rivolto a lei. Era solo per lei. Uru sorrise, lasciandosi rapire dal calore e dalla sicurezza che le dava quel petto possente, su cui si era abbandonata anche da piccola, cercandone conforto:
<< Anche tu mi sei mancato molto, amico mio... Sempre...Ogni giorno... Mi è mancato questo tuo petto caldo... Non capivo la ragione per cui te ne fossi andato... Ti abbiamo cercato ovunque... Ero così triste... Ma tu puoi fare ciò che vuoi, Ahadi... Non abbiamo il diritto di esercitare su di te la nostra autorità... Tu sei libero! Sei nato libero...! Io... >> le venne da piangere e cominciò a singhiozzare;

<< Sssh... Calmati... >> la tranquillizzò lui, stringendola ancora di più a se.

Finalmente aveva trovato qualcosa per cui valeva la pena vivere.

 

Blumar, che era sfuggito dal controllo del fratello, si fermò a spiarli da dietro un albero: << Non so voi, cari lettori, ma a me quei due sembrano molto più che dei semplici amici, o sbaglio? Mi raccomando: tifate tutti per loro! >>

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Capitolo 8
*** Nuovi sentimenti ***


Capitolo 8. “ Nuovi sentimenti ”

 

 

Ahadi era colmo di felicità. Raramente nella vita gli era capitato di sentirsi così. Uru giaceva sul suo petto, piangendo silenziosamente, con dei sussulti appena percettibili. Gli faceva tanta tenerezza, ma non voleva vederla piangere. La scostò dolcemente e le sollevò il mento con una zampa:
<< Su, ora basta piangere... A me piace vederti sorridere, come quando eri piccola >>

Uru tirò su il naso, sospirando due volte, e si calmò. Lo guardò negli occhi e sorrise.

<< Brava, così mi piaci >> disse il leone << Vieni, ti porto a vedere le cascate >>

<< Cascate? Ci sono le cascate?? >> gioì lei;

<< Sì. Ti piaceranno >>

<< Che bello! In queste due settimane di viaggio non ne ho trovata neanche una... Il che mi ha fatto venire nostalgia di casa >>

<< Non preoccuparti, vedendole, ti passerà. Vieni >>

<< Veramente... questa nostalgia mi è già passata >> sorrise;

<< Eh? >>

<< Perché sto con te... Vederti mi fa sentire a casa >> gli leccò una guancia e corse avanti frettolosamente.

Ahadi arrossì impacciato. Il cuore aveva cominciato nuovamente a battere forte. Anche ad Uru accelerarono i battiti. Si fermò dietro un albero con la schiena appoggiata al tronco: “ Che mi succede? ” pensò “ Perché mi sono allontanata così? E poi... cos'è questa piacevole sensazione, che sento?Anche da piccola mi era capitato, stando con lui... Ma stavolta è più intenso... ”

Respirò profondamente, cercando di calmarsi, e si allontanò dall'albero:

<< Ahadi? Che fai ancora lì? Dai, andiamo! Mi hai incuriosita! >> sorrise;

<< Ah, ehm...Certo! Andiamo >> si riprese dall'estasi e le fece strada.

Blumar rimase a guardarli, mentre si allontanavano: “ Ih, ih, ih... prevedo scintille per quei due... ”

<< Blumar! >> Revu lo trovò;

<< IRK! Mi ha cuccato! >> e cominciò a scappare;

<< Torna immediatamente qui! >> e si mise ad inseguirlo.

 

Ahadi ed Uru arrivarono nei pressi del limpido lago, da cui si ramificavano i vari corsi d'acqua. Era incoronato da magnifiche cascate di varie dimensioni e il riverbero del Sole sull'acqua dava vita ad un magnifico e leggerissimo arcobaleno. Ciascuna goccia d'acqua splendeva come una diamante e la schiuma sembrava fatta di perla. Uru rimase pienamente colpita da quel paesaggio:
<< Oh, Ahadi... E'...è magnifico! Fantastico! Ne ho viste di cascate, ma queste sono le più belle che io abbia mai visto!! Yu-huuu! >> e andò a saltellare sulla riva del lago;

Ahadi fece un risolino: era contento di vederla così felice.

Uru immerse una zampa nell'acqua del lago: << Com'è fresca! Con questo caldo è proprio quel che ci vuole! Che sete! >> e cominciò a bere << Mmmh, com'è buona! Tu non bevi, Ahadi? >>

Il leone le si sedette accanto: << No, grazie. Sto apposto per il momento >>

<< Ah, va bene >> e continuò a dissetarsi.

Lui voltò la testa e la guardò. I suoi occhi si posarono sul volto della leonessa, fino a scrutarne lineamenti fini del corpo:
“ Incredibile, com'è cresciuta... E' proprio bella... ”. Per un attimo pensò a come sarebbe stato sfiorarle il collo col muso e cingerle dolcemente la schiena con tutto se stesso. Il suo cuore sobbalzò e distolse in fretta lo sguardo: “ No...non posso! Non posso! Ma che mi prende? ” cercò di controllarsi.

<< Ahadi? Cos'hai? Tutto bene? >> Uru si preoccupò;

<< S-sì. Certo che sì >>

<< La tua faccia dice il contrario... Forse con questo andrà meglio >>

<< Eh? >> lui si voltò di nuovo e gli arrivò un forte schizzo d'acqua << Ehi! Ma cos...? Uru! >>

<< Ah, ah, ah! >> cominciò a correre lungo la riva del lago;

<< Questa me la paghi, cara amica... >> e la inseguì;

<< Wha! Aiuto! >> esclamò lei, scherzando.

Aggirarono le rive del corso d'acqua, continuando ad inseguirsi. Naturalmente Ahadi le dava sempre la precedenza: << Meglio che ti rassegni! Non ce la farai mai a prendermi! Eh, eh... >> rise lei;

<< Ah, ah....Questo lo dici tu, piccola principessa! >>

Correndo, Uru notò una piccola grotta, nascosta sotto il flusso delle cascate ed entrò velocemente in essa e si nascose nelle sue profondità. Ahadi la seguì ed entrò anche lui: << Uru? >> si guardò attorno << Ma dove..? >>

La giovane gli balzò addosso di soppiatto: << BUH! >>

<< Aaah! >> Ahadi fu colto di sorpresa e scivolò sulle rocce bagnate finendo in acqua << Accidenti a te, Uru! >> il leone uscì dal lago in fretta con la criniera gocciolante. Uru non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere: << Ah, ah, ah...! Sei buffissimo >>

<< Grazie tante... >> si scrollò l'acqua di dosso;

<< E dai, non ti sarai offeso? >>

<< Oh, no... Cosa te lo fa pensare? >>

<< Ma non c'è motivo di prendersela! Uffa >> gli si avvicinò;

Ahadi scattò in avanti e le balzò addosso: << Ah, ah! Fregata! >> esclamò;

<< Ehi! Non vale! Imbroglione! >>

Uru finì a pancia all'aria con le zampe di Ahadi che la tenevano ferma sul petto:

<< Visto che ti ho presa? >>

<< Non vale! Non vale! >>

<< Ah, no? >> cominciò a solleticarle il ventre;

<< Ih, hi! No! Il solletico no!! Ah, ah, ah! Basta, ti prego! >>

<< Dì che sono io il miglior corridore! Dillo, avanti! >> scherzò lui;

<< No! >> rispose risoluta;

<< Dillo! >>

<< No! >>

<< E va bene! >> riprese a solleticarla;

<< Uh, uh, uh...! E dai, smettila, Ahadi! Eh, eh! >>

<< Dillo! >>

<< E va bene...! Sei il miglior corridore... >>

<< Il più forte e il più furbo! >>

<< Il più forte e il più furbo... Dai ora togliti, eh, eh... >>

<< Grazie per questi complimenti fondati. Sono lusingato, principessa >> e si tolse;

<< Guarda che io mi vendicherò, sai? >> scherzò lei;

<< Eh, eh...Certo, non ne dubito... >>

Uru si rialzò, col cuore che batteva nuovamente forte: stare sdraiata, sentendo vicino a sé la presenza ed il respiro di Ahadi, le era piaciuto.

 

La giornata arrivò al crepuscolo. Il cielo cominciò a tingersi di un bellissimo arancione rosato. I due si fermarono ad ammirarlo su una piccola collina ricoperta d'erba:

<< E' passato molto tempo dall'ultima volta che abbiamo guardato il tramonto insieme... >> disse Uru;

<< Già...Molto tempo >> riaffermò Ahadi;

<< Nel periodo in cui te ne eri andato mi fermavo sempre a guardare il cielo fino a tardi...sperando di vederti tornare da me >>

<< Oh... >>

<< Scusami... Forse non ti interessa. Probabilmente ti sto facendo solo imbarazzare... >>

<< N-no...! Che stai dicendo? Anzi, a me... A me fa piacere sentirti parlare così... La sola cosa che mi dispiace è che voi abbiate dovuto soffrire per causa mia >>

<< Non devi dire così. Non è stata colpa tua >>

<< E invece sì... So che stai cercando di consolarmi, Uru... Ma ciò non potrà mai cancellare le mie colpe >>

<< Ma non potevi venire a conoscenza di ciò che sarebbe accaduto, Ahadi... >>

<< E' vero... Ma nutro ancora una parte di me col rancore, per quella belva... Quel depravato che ha strappato la vita a mia madre e che per poco non si prendeva anche la tua...! >> chinò il capo, ringhiando.

Il cuore di Uru sobbalzò: gli occhi di Ahadi lanciavano ancora lampi tremendi, che la intimorivano. Il leone si accorse della paura della giovane amica e si calmò: << Scusami, Uru... Non era mia intenzione spaventarti... Sono davvero senza speranze, dannazione...! >>

<< Sì...sei senza speranze... >>

<< ...? >>

<< Devi piantarla di criticare te stesso! La rabbia che provi è normale... Ma tieni a mente che io sono viva! Sono qui accanto a te. E non mi piace vederti così... E' stata una bellissima giornata. Ti prego... non terminiamola in questo modo... >>

<< Scusami...Hai ragione >>

Tramontato il Sole, terminarono insieme la giornata, con una breve passeggiata notturna.

Uru si fermò a sdraiarsi sopra una grande roccia, che segnava un dislivello tra una discesa e una pianura. Ahadi si sedette accanto alla roccia:

<< Ti sei stancata? >> le chiese;

<< Un po'... >> rispose lei;

<< Vuoi andare a dormire? >>

<< No... Stiamo un altro po' >> disse rannicchiandosi sulla roccia.

La luna piena tingeva d'argento la schiuma delle cascate e le lucciole conferivano al paesaggio un'atmosfera bellissima e serena, quasi irreale.

<< Grazie, per avermi mostrato questo posto, Ahadi... E' molto bello >>

<< Sono contento che ti sia piaciuto >>

<< E a te piace? >>

<< Bé, sì... Ma non ci resterò ancora per molto >>

<< Allora...tornerai a fare la vita del vagabondo? >>

Ahadi fece un sospiro e alzò lo sguardo verso le stelle: << Non lo so... >>

Uru lo guardò, affascinata dalla sua maestosità: << La luce lunare ti dona, sai? >> gli disse, sorridendo;

Ahadi arrossì: << Ehm...Grazie >>

<< Figurati >> rispose lei, girandosi a pancia all'aria a guardare il cielo << Senti, Ahadi... io... >>

<< Hm? >>

<< Prima o dopo anch'io dovrei proseguire il mio viaggio... E mi chiedevo se... >>

<< Se? >>

<< Mi piacerebbe tanto che tu venga con me, quando ripartirò... Se vuoi... >>

Ahadi tornò a guardare il terreno ricoperto d'erba, senza voltarsi verso di lei. Uru si rigirò mettendosi in pizzo sulla roccia:
<< Non...Non vuoi, vero?... >> chiese mestamente;

Il leone sorrise e la guardò: << Dove credi di andare senza di me, tu?? >>

<< Eh..?? >>

<< Non ci tengo che tu vada in caccia di guai... Perciò mi offro volontario per tenerti d'occhio >>

<< Allora...Allora verrai?? >> esultò;

<< Ma certo >>

<< Evviva! Come sono felice, amico mio!! >> fece un piccolo balzo, restando con le zampe posteriori sul masso, e lo abbracciò di peso;

<< WAH! Uru! Attenta! >> Ahadi rimase meravigliato e spaventato allo stesso tempo << Stiamo per capitombolare! Togliti! >>

<< Cosa?? AAH! >> le zampe posteriori le scivolarono e si ritrovarono a rotolare giù, avvinghiati.

Uru atterrò di schiena e Ahadi le cadde sopra involontariamente. Ciascuno dei due sentiva il calore del ventre dell'altro e i loro nasi si toccarono in un bacio. Rimasero a fissarsi imbarazzati per qualche secondo, poi Ahadi tirò indietro il capo, arrossendo. Una strana morsa si fece strada nel loro petto e nel loro stomaco: << S-scusa... Ti ho fatto male...? >> chiese timidamente Uru;

<< No... Tu stai bene? >> rispose lui, imbarazzato;

<< S-sì... >>

Ahadi la guardò: aveva il volto incorniciato dall'erba e lo sguardo meravigliato. Sentiva il suo odore e, sotto al proprio petto possente, il suo piccolo corpo morbido e fine. Anche con Rina gli era capitata un'esperienza simile. Ma questa volta era diverso: “ Che mi prende?! ” pensò “ Anche con Rina è capitato, eppure a quel tempo non mi sentivo come mi sento adesso... Questa ragazzina fa sempre qualcosa, che non mi aspetto... E riesce a sconvolgere i miei sentimenti... ” si perse nei suoi grandi occhi rossi “ Uru... ” si chinò su di lei. Senza rendersene conto, le stava già accarezzando il collo col muso:

<< A...Ahadi...? C-cosa...? >> Uru fu presa da una strana e forte agitazione.

Ahadi riprese il controllo di sé e si scansò bruscamente: << Io...! Che sto facendo?! >>

<< Ahadi?? >>

<< Scusami, Uru! Scusami... >> ansimò << E'...è meglio che tu vada a dormire...ora >>

<< Ma...Ahadi...? >>

<< Va' a dormire, per favore... >>

<< Oh..? >> Uru si alzò e provò ad avvicinarglisi << Cos'hai...? Ahadi? >>

<< Niente! Va' via! >> si voltò dall'altra parte, per non guardarla;

<< Ma..? >>

<< Ti ho detto di andartene! Subito! >>

<< Non voglio! >>

<< Non fare i capricci, Uru! Vai a dormire! >>

<< Non sono più una cucciola! Voglio solo capire cos'hai! Perché fai cosi? Non capisco... >>

<< E' meglio che non cerchi di capire... >>

<< Ma io... >>

<< Per favore, Uru! Non voglio farti del male! Se non vai tu, me ne vado io... >>

<< Ma tu non saresti mai capace di farmi del male! >> fece il giro e gli si fermò davanti << Come puoi tu, che mi hai sempre protetta, farmi del male? E' impossibile... >> gli accarezzò la criniera con una zampa.

Ahadi si fece rapire dal calore di quella zampa, premendosela su una guancia: “ Le tue zampe sono così morbide... Perché non capisci, Uru?? Il male, che tu intendi, non è quello che intendo io... Sei così innocente! Ti voglio bene... Non posso perdere il controllo con te! ”

La guardò seriamente. Lei lo stava ancora fissando con aria interrogativa: << Sei molto caldo...Ti senti bene? >>

Ahadi non rispose. Le si avvicinò ed appoggiò il capo sulla sua spalla. Lei arrossì, continuando ad accarezzarlo con la zampa:
<< Credo proprio che quello che ha bisogno di riposo sei tu, Ahadi... Ti vedo molto stanco >>

 " No, Uru... ”

<< Andiamo a dormire, va bene? Vieni... >> si scostò dolcemente e fece per allontanarsi, ma lui la bloccò subito:
<< Non hai capito niente...! Uru! >>

Lei si voltò a guardarlo. Lui la avvicinò a se e la guardò profondamente negli occhi.

“ Ahadi...?! ” nel primo momento Uru si irrigidì sbigottita. Il leone le sfiorò il muso col proprio in un secondo bacio, e la strinse al petto. “ Cosa...? ” pensò Uru “ Sento che arriverò a squagliarmi in questo abbraccio... Che bella sensazione...! ” si lasciò andare. Il leone la strinse ancora di più. La durata di quel momento rimase sconosciuta persino a loro due. Ahadi si scostò dolcemente e la guardò un'ultima volta negli occhi. Si avvicinò, come per dirle qualcosa, ma si voltò e corse subito via. Uru, nonostante morisse dalla voglia di fermarlo, non si mosse. Il cuore era ancora in subbuglio. Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.

Si sfiorò la bocca con una zampa  e si abbandonò sull'erba, a guardare il cielo: una lunghissima e luminosa scia si fece strada fra le stelle, finendo per scomparire nel manto della notte.

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Capitolo 9
*** Nuovi tormenti ***


Capitolo 9. “ Nuovi tormenti ”

 

Il giorno seguente la giovane Uru, ancora pensierosa, decise di andare incontro al branco, per chiedere notizie su Ahadi.

Raggiunse la valle, dove vide tutte le leonesse, che si erano allontanate assieme a Blumar, Jani e Revu, per cacciare, mentre gli altri giovani maschi se ne stavano da un'altra parte a riposare. Passò loro davanti, per raggiungere le altre, ormai lontane, ma quelli non persero tempo con lei:

<< Ehi, bambola! Cosa fai lì da sola?? Dai, vieni un po' qui, che ci divertiamo... >> disse un leone;

<< Eh?? >> si intimorì lei;

<< Che fine ha fatto quel vagabondo, con cui te ne stavi in giro ieri, eh? >> disse un altro << Ti ha mollata per caso? Che spreco... >>

<< C-cosa dite?? Non è il mio compagno... >>

Un leone le spuntò da dietro:

<< Povera piccola... Dunque sei single? Se hai bisogno di un po' di consolazione, puoi fare affidamento su di me... >> le cinse il ventre con una zampa;

<< EHI! >> Uru si scostò in fretta << Tieni le zampe apposto! >>

<< Ehi, calma...Che caratterino che hai... >>

Uru non disse più niente. Allungò il passo e si allontanò svelta per andare incontro alle leonesse, ma il leone insistette:
<< Su avanti...Non fare la difficile >>

<< Gradirei che la smettessi di seguirmi! >> affermò lei risoluta;

<< Sei proprio sgarbata, sai? Su, vieni qui... >> tentò di cingerle i fianchi;

<< Lasciami!! >> ringhiò lei, scostandosi di nuovo.

Il vecchio Kaius, che stava seduto all'ombra di un albero là vicino, si accorse di tutto e si avvicinò: << Lascia in pace quella ragazzina, Dhag! Se hai intenzione di assumere un atteggiamento depravato, vallo a fare lontano da questo luogo! Qui non tollero simili comportamenti! >>

Dhag soffocò un ringhio, abbassando il capo in segno di sottomissione, e si allontanò.

<< Tutto bene? >> domandò Kaius;

<< Sì, grazie... >> rispose lei;

<< Non ti conviene andare in giro da sola. Può essere molto rischioso >>

Uru annuì mestamente: ora capiva cosa volesse dire Ahadi il giorno precedente.

<< Come mai sei sola? Non c'era Ahadi con te? >>

<< Sì, c'era, ma...ieri sera si è allontanato. Ho provato a cercarlo dopo un po', ma non l'ho trovato... Sono venuta qui per chiedere se l'avevate visto voi... >>

<< Mi spiace, non so dove sia... Prova a chiederlo alle leonesse. Forse l'avranno visto loro >>

<< Va bene >>

Raggiunse la valle dove esse si erano dirette. Avevano appena terminato la caccia, con la cattura di una zebra e cominciarono a divorarla. Uru si avvicinò con cautela: << Ehm... >>

Eva alzò lo sguardo: << Oh, Buongiorno, cara. Vuoi favorire? >> chiese, indicando la preda;

<< Salve, Eva. No grazie, non ho collaborato nella caccia, perciò... >>

<< Suvvia, non fare complimenti. Mangia con noi >> disse Kaya;

<< Grazie, ma... Veramente ero venuta qui, per sapere se avevate visto Ahadi in giro >>

<< Mi dispiace, non l'abbiamo visto... Pensavamo fosse con te >>

<< Si, infatti è stato con me, ma fino a ieri sera. Poi è sparito >>

Lena si introdusse nel discorso con fare brusco: << Cosa sei tu per Ahadi?? Allora?? >>

<< C-cosa..? >> Uru rimase perplessa;

<< Lena! Vedi di moderare il tuo comportamento >> la rimproverò Kaya;

<< Quanto siete noiose... Le ho fatto semplicemente una domanda. Dunque? Quale rapporto c'è tra voi due, ragazzina? >>

“ Com'è sgarbata... ” pensò Uru: << Perché mi fai questa domanda? Non ti conosco neanche... >>

<< Faresti bene a conoscermi, invece...Prima che tu cada in un'ingenua illusione amorosa! >>

<< Lena! >> la richiamò Eva;

<< Illusione amorosa?? >> Uru cercò di capire per quale motivo quella leonessa le avesse detto una cosa simile;

<< Ascolta... >> continuò Lena << ...non so che tipo di rapporto abbiate voi due, ma sappi che lui è mio! E non lo cederò a nessun'altra, specialmente a quelle come te! >>

<< Eh...? >>

<< Lena! >> la richiamarono di nuovo;

<< Lui è il mio compagno! Perciò vedi di stargli lontano! >>

<< Co...?! >>

<< Piantala con le tue sciocchezze, Lena! Da quando è diventato il tuo compagno? Non ti sopporta neanche... >> disse Kaya;

<< Cosa ne potete sapere voi?? Razza di impiccione! >>

<< Ora basta! >> esclamò Uru.

Tutte si voltarono verso di lei.

<< Tu non sei la sua compagna... Altrimenti me l'avrebbe di certo detto >> “ e non mi avrebbe baciata... ”

<< Si vede che non lo conosci bene, ragazzina... >>

<< E tu pensi di conoscerlo? >>

<< Mooolto meglio di te >>

<< Ah, sì? Eh, eh, eh....! >> Uru si chinò a ridere;

<< C-cosa c'è di tanto buffo?? >> si lamentò Lena;

<< Il fatto che tu sia più grande di me di età, ma più piccola di mentalità... O almeno questa è la prima impressione che mi hai dato >>

<< Come....Come osi?!! >> scattò in avanti, per attaccarla;

<< Ferma! Sei impazzita??! >> Eva e Kaya la bloccarono;

<< Lasciatemi! Quella stupida deve imparare a portarmi rispetto! >>

Uru in un primo momento rimase sconcertata, ma riuscì a calmarsi subito:

<< Guardati...Non ti vergogni? Attaccare quelli più giovani di te emotivamente... >>

Lena la guardò adirata. La giovane continuò a parlare: << Credo proprio che confermerò le mie opinioni su di te. Questo tuo comportamento non può di certo essere paragonato a quello di un'adulta... >>

<< Cosa?! >> ringhiò;

<< Lo vedi? Perché fai così? Perché non cerchi di calmarti e di riflettere un po', invece di adirarti a quel modo? Se continui così, rischierai di inimicarti tutti quelli che ti circondano...e di restare sola >>

Lena smise di ringhiare e chinò il capo.

<< Su, cerca di calmarti ora...Perché non possiamo essere amiche? >>

<< Amiche? Uh, uh... >> ridacchiò Lena, tenendo il capo abbassato << Tu...tu non conosci il significato della parola rivalità, vero? Eh, eh...Hai ancora molto da imparare sul mondo... >>

<< Forse hai ragione. Ma io non penso che sia il mondo a essere crudele: sono i suoi abitanti che influenzano lo scorrere dei fatti. Tutto dipende dal nostro comportamento. Ora scusatemi, ma devo andare. Eva, Kaya, grazie per il vostro intervento >> detto ciò si voltò e tornò nella giungla.

<< Che leonessa.... >> commentò Kaya;

<< Già...è davvero in gamba. Sa farsi rispettare, nonostante l'età che ha >> disse Eva.

Lena si stufò: << Ora basta! Mi avete seccato tutte quante! Siete troppo santarelline per i miei gusti! >> e corse via.

<< Bah...Quell'altra, invece, è tutto il contrario di Uru... >> disse Kaya;

<< Già... >>

 

Uru si addentrò nei vari sentieri, circondati da alberi e da enormi piante, per cercare Ahadi. Aguzzò la vista e tese bene le orecchie, nel caso lui fosse vicino. Il cuore le palpitava forte. Pensava continuamente a ciò che era successo tra loro l'altra sera. Voleva conoscere il motivo per cui lui se ne fosse andato e ciò che era sul punto di dirle, prima che corresse via:

<< Ahadi! >> lo chiamò << Ehi, Ahadi! Dove sei finito? Ehiiii! >> “ Uffa. Sembra esseri dissolto nel nulla... ”

Alcuni uccelli rimasero spaventati da quei richiami e volarono via dagli alberi a lei vicini, cinguettando accompagnati dal rumore dei rami e delle foglie smossi.

<< Ops. Non volevo spaventarli... Però...quanto chiasso che fanno >> commentò lei.

Giunse nei pressi di un torrente, con cui dissetarsi: << Che stanchezza... Spero do riuscire a trovarlo prima di sera... >> e cominciò a bere.

Si sentì poi un rumore di foglie accartocciate.

Uru si voltò di scatto: era il giovane leone ferito, che aveva aiutato il giorno prima, durante lo scontro: << Oh... Tu sei... >>

<< Ciao. Ero... Ero venuto a cercarti da queste parti, per ringraziarti di avermi aiutato ieri... >>

<< Figurati. Era il minimo che potessi fare... >> si asciugò la bocca con una zampa;

<< Se...se questo è un cattivo momento, vado via >> le disse con fare gentile;

<< No...resta pure. Non dai fastidio >> gli sorrise;

<< Sei sicura? >>

<< Sì >>

<< D'accordo...Ehm... Tieni, ho una cosa per te >>

<< Hm? >> le allungò un pezzo di carne, in segno di ringraziamento;

<< Grazie, ma...non dovevi disturbarti per me >> disse lei;

<< Bé, questo è niente in confronto a ciò che hai fatto per me... >> abbassò timidamente lo sguardo;

<< Sei molto dolce, sai? Peccato che quella leonessa non abbia avuto la capacità di capirlo... >>

Il giovane arrossì per quel complimento inaspettato.

<< Scusa non mi sono ancora presentata... Il mio nome è Uru. E il tuo? >>

<< Laio... >>

<< Carino >>

<< Grazie... >>

Uru si abbassò ad addentare la carne, e poi lo guardò: era molto giovane, anche più di lei: << Come vanno le tue ferite? >>

<< Oh, bene... Non è niente >>

<< Ti eri cacciato proprio nei guai, eh? >>

<< Eh, già... >> rispose lui con un mezzo sorriso.

Uru allungò lo sguardo sulle sue ferite:

<< Non è vero che sei in salute... Guarda, ti si stanno infettando >>

<< Ah...Non devi preoccuparti >>

<< Mi preoccupo eccome! Vieni, mettiamoci sopra delle erbe. Un mio amico mi ha insegnato a distinguere quelle curative da quelle velenose >>

<< Sul serio, non preoccuparti >>

<< Parole al vento >>

Si alzò e si aggirò in varie parti, finché tornò con delle piante in bocca: << Ecco, con queste vedrai che andrà meglio >> le adagiò sulle ferite del nuovo amico. Laio fece una leggera smorfia di dolore, ma quel momento gli piacque molto.

Uru finì la medicazione: << Ecco fatto. Visto? Non c'è voluto niente. Cerca di essere meno irrequieto la prossima volta però, eh >> fece un altro sorriso. Il giovane arrossì distogliendo lo sguardo da lei.

 

In un altro sentiero, non lontano dal torrente, vicino cui si trovava Uru, Ahadi camminava con passo lento, ancora pensieroso per la sera precedente. Era rimasto sveglio per tutta la notte, pensando a lei e a cosa sarebbe potuto succedere, se lui non si fosse controllato. Se le avesse fatto del male, non se lo sarebbe mai perdonato. Le stava molto a cuore e vederla sorridere era una pura gioia per lui. Ancora non riusciva a credere di averla di nuovo accanto a sé. Ogni volta che la guardava provava felicità, ma allo stesso tempo anche un misterioso e contrastante dolore, che lo faceva star male. L'altra notte aveva sentito il desiderio di stringerla più a lungo, di aspirare di più il suo odore, di sentirne il respiro, di possederla completamente, fino ad assaporare con lei il culmine dell'estasi.... Ma come poteva farlo? Lei era ancora casta e così giovane... Non poteva... Non poteva farla soffrire.

 

Questa catena di pensieri fu improvvisamente spezzata dalla presenza di una voce: << Ahadi...? >>

Il leone si voltò: in fondo alla discesa accanto, vicino al piccolo torrente, c'era la sua Uru. I loro occhi si incontrarono intensamente per qualche secondo, finché lui si accorse che lei non si trovava da sola.

Accanto vi era un altro giovane leone: “ Chi è quello...? ” pensò amaramente.

<< Ahadi...Ma dove eri finito ieri sera? >> domandò Uru << Ti ho cercato ovunque... >>

Ahadi tornò a guardarla, senza risponderle. I suoi occhi assunsero un'espressione seria. Uru fu presa da un pizzico di timore:
<< Ehm...Ti presento Laio: è il giovane che ho aiutato ieri, ricordi...? >>

Laio rimase intimorito dall'imponenza del leone e lo salutò col capo inchinato: << Ehm... >>

<< Su non essere timido, Laio... >> lo spronò Uru, sorridendo;

<< P-piacere di conoscerla, signore... >>

Ahadi rimase fermo a guardarli per qualche altro istante, senza rispondere, dopodiché si voltò e riprese a camminare lungo il sentiero.

<< Oh?...Dove vai? Aspetta! >> Uru tentò di seguirlo, arrampicandosi per la ripida salita accanto << Sei sparito tutto d'un tratto ieri sera... Resta qui con noi: facciamo un giro tutti insieme >> “ ho bisogno di starti vicino... Di farti molte domande... ”.

Nonostante i richiami della giovane amica, Ahadi continuava a camminare, cercando di ignorarla.

Uru raggiunse il sentiero e gli andò dietro: << Ma perché non rispondi?? >> domandò preoccupata << E' successo forse qualcosa? >>

<< Perché dovrebbe essere successo qualcosa? >> rispose lui in modo sgarbato;

<< Allora perché non rispondi? >>

<< ...... >>

<< Perché...non mi guardi? >>

Il leone si fermò. Uru ne approfittò per corrergli avanti:

<< Si può sapere cosa c'è? Allora? >> domandò seria;

<< Niente >> rispose lui, evitando il suo sguardo;

<< Non è vero! Qualcosa c'è... Guardati: hai l'aria stanca... Sei rimasto sveglio tutta la notte, vero? >>

<< Cosa vuoi, Uru? >>

<< Eh...?! >>

<< Tornatene dal tuo amico >>

<< Ma, Ahadi... >>

<< Va' e lasciami in pace. Non ho nient'altro da dirti >>

Uru rimase freddamente colpita da quelle parole. Si guardarono per un momento, poi lui passò oltre, e andò via.

“ Ahadi...perché...?! Stupido...! Sei uno stupido!! ” Uru sentì un nodo alla gola e le scese una lacrima.

Ahadi tornò nel luogo della sera precedente. Vedere Uru assieme ad un altro lo aveva fatto stranamente innervosire. Era come se dentro di lui ardesse una tremenda fiamma. Ma forse per Uru sarebbe stato meglio avere accanto qualcuno più giovane. Qualcuno più degno...

Ritrovò il masso, sopra cui si era sdraiata l'altra sera. Era ancora leggermente impregnato del suo odore. Ci salì e vi si sdraiò, pensando intensamente a lei.     

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Capitolo 10
*** Pioggia ***


Capitolo 10. “ Pioggia ”

 

 

Uru trascorse il resto della giornata con Laio, continuando a camminare senza mai voltarsi indietro. Il giovane le stava dietro in silenzio, non sapeva cosa dirle. La leonessa poi si fermò, tenendo lo sguardo fisso al suolo: << Mi... mi dispiace per oggi, Laio... Non è da lui essere così scorbutico... Devo capire cosa gli sia successo... >>

<< Tu...sei innamorata di quel leone, vero? Anche se ho notato una certa differenza d'età tra voi due... >>

Uru lo guardò: << Tu...tu credi che io sia innamorata di lui? >>

<< Bé, non è stato difficile notarlo... >>

<< Oh... >> tornò a guardare nuovamente in basso: l'aveva colta in pieno << Hai ragione... Forse lo sono sempre da stata, anche da piccola... Ma temo proprio che sia questa differenza d'età tra noi ad ostacolarci... >>

<< Perché mai? A vedervi bene... sembrate una bella coppia >>

<< Magari fosse vero... >>

<< Ma certo, dai >>

<< Ma... Come potrebbe interessarsi a me? E poi è libero di fare le sue scelte... Se continuo a stargli vicino, temo che non riuscirò a dimenticarlo... Ma non riesco ad allontanarmi da lui... >>

Laio arricciò il naso, pensando a un modo per confortarla. Uru continuò a parlare: << Scusami, non ho il diritto di infastidirti con i miei problemi... >>

<< No, no...Anzi, fai bene a sfogarti. Sai ieri avevo deciso di affrontare quei due leoni per dimostrare di essere forte... Non sopportavo di dover sottostare sempre ai più grandi... Così ho fatto una cosa stupida e ci ho quasi rimesso la pelle. Ma tu sei riuscita con poche parole a cambiare il mio modo di vedere le cose. Sei una leonessa in gamba e ti ammiro... Se fossi stato più grande, probabilmente avrei già pensato di rapirti e portarti via. Scommetto che a quel leone tu piaccia molto in realtà. Chissà, magari un giorno ti ricambierà >>

Uru si sentì molto confortata da quelle parole ed un sorriso tornò a splendere sul suo volto: << Ti ringrazio, Laio... Ora mi sento meglio. Sono felice di aver incontrato un buon amico come te >>

<< Ehm...Grazie...sono lusingato >>

<< LAIO! >> una voce femminile tagliò l'aria;

<< Oh, è mia sorella. Mi sta cercando >>

<< Tua sorella? Mi piacerebbe conoscerla >>

<< Certo, vieni >>

<< Laio!! Dove sei?? >>

<< Eccomi, sto arrivando! >> cominciò a camminare, seguito da Uru.

Fra gli alti fili d'erba, uscì fuori una bella leonessa dal manto marroncino e gli occhi arancioni: << Laio, si può saper dove ti eri cacciato?? La mamma è in pensiero >>

<< Scusate, ma volevo ringraziare questa leonessa... >>

<< Ah, è lei quella di cui ci hai parlato? Quella che ti ha aiutato? >>

<< Sì, è lei >>

<< Oh, è un piacere conoscerti: il mio nome è Elvira. Sono la sorella di Laio >>

<< Lieta di conoscerti. Il mio nome è Uru >>

<< Bel nome. Grazie per aver aiutato questo ragazzino irrequieto >>

<< Era mio dovere. Non potevo certo rimanere impassibile >>

<< Sia io che nostra madre ti siamo grate. Perché non vieni un po' da noi? Anche a lei farebbe piacere incontrarti >>

Uru guardò il cielo: stava giungendo il tramonto e grossi nuvoloni si facevano strada pian piano:

<< Una visita non farebbe di certo male... >> rispose;

<< Grandioso! Vieni >>

 

Alla valle del branco tutti cominciavano a domandarsi dove fosse finita la giovane Uru. Ahadi raggiunse Kaius e Blumar, per sapere se l'avevano vista da qualche parte:

<< Mi dispiace Ahadi, ma è tutto il giorno che non la vediamo >> rispose Kaius << Per caso sei riuscito ad incontrarla stamattina?Ti stava cercando >>;

<< Sì, ma... stava in compagnia di un altro... >> disse Ahadi imbronciato;

<< Oh-oh... Le cose si fanno molto più puntigliose, eh? >> ridacchiò Blumar

<< Ragazzo... Ti consiglio di starle più vicino. Oggi ha rischiato di divenire oggetto d'abuso per gli altri maschi del branco. Per fortuna sono intervenuto io >> disse Kaius;

<< Cosa?!! >> Ahadi soffocò un ringhio “ Dannazione! Non avrei dovuto lasciarla sola ieri...! Bastardi maniaci! ”

Un fulmine luminoso si fece strada fra i giganteschi nuvoloni grigi e neri, con un forte tuono, che rimbombò per tutta la savana.

<< Ti suggerisco di andare a cercarla... >> disse Blumar << Il buio e il temporale si avvicinano. E poi... non vorrai di certo che quel leone, con cui stava, approfitti di lei in una grotta riparata... Questo è il tempo ideale per certe cose, sai? E' molto probabile che ciò succeda... >>

<< TACI!! >> ringhiò Ahadi, con occhi adirati e il pelo della criniera rizzato.

Blumar fece uno scatto indietro, spaventato da quello sguardo, mentre Kaius si frappose tra loro, in difesa dell'adolescente:

<< Cerca di controllarti, Ahadi! >> esclamò serio.

Il maestoso leone smise di ringhiare, ma i suoi occhi mantenevano ancora un'espressione spaventosa. Si girò dall'altra parte:
<< Vado a cercarla >> disse e cominciò a correre verso l'ampio orizzonte.

<< Sapevo che ne era innamorato >> commentò Blumar << Anche troppo... >>

<< Già... >> rispose Kaius << Spero solo che non sia troppo duro con lei, quando la ritroverà... >>

 

Uru conobbe la madre di Laio, il cui nome era Kesi. Era una leonessa giovane e determinata. Bella, ma trascurata. Si presero in simpatia a vicenda e trascorsero diverso tempo a parlare tutti insieme. Loro erano vagabondi e non avevano più un branco su cui fare affidamento. Leoni poco di buono avevano preso il comando del branco di Kesi quando era ancora adolescente e aspettava i cuccioli dal capobranco precedente e fu costretta ad andarsene. Da allora aveva vagato sola assieme ai figli. Uru si dispiacque per loro e fece varie proposte: << Qui vicino c'è un branco numeroso. Il capobranco è un bravo leone. Chiederò di farvi fare parte... >>

<< Sei molto gentile... >> rispose Kesi<< ...ma noi conosciamo già quel branco: i leoni maschi, che ne fanno parte, non sono stati molto cordiali con Elvira e Laio... Preferiamo restare così come siamo >>

<< Oh... >> Uru però non si dava per vinta e le venne un'altra idea << Allora che ne dite di prendere parte nel mio branco?? Ne sarei molto felice! >>

<< Nel tuo branco? >> domandò Laio;

<< Sì! Mio padre sarebbe molto felice di accogliervi. Non ci sono altri leoni maschi. Prima c'erano due miei amici, molto gentili e affidabili, ma ora sono diventati vagabondi e ogni tanto passano a trovarci. Ci sono le mie amiche e altre brave leonesse. Vedrete, andrà bene per voi >>

<< Veramente non saprei, Uru... Saremo altre tre bocche da sfamare per voi >> disse Kesi;

<< Vero, ma noi cacciamo collaborando e ci fa piacere aiutare chi ne ha bisogno >>

<< E dove si trova il tuo branco? >> domandò Elvira;

<< Nelle...Terre del Branco >>

<< Le Terre del Branco?? Uao! Laggiù vive il re! E' un posto bellissimo, ma anche molto lontano da qui... >> disse;

<< Come mai ti sei allontanata molto da casa? >> le chiese Kesi;

<< Ehm, io... Ho dovuto intraprendere un viaggio per fini educativi... >>

<< Fini educativi? >>

<< Ecco...sì >>

<< Ah...E solo tu dovevi farlo? >>

<< Sì... >>

<< Ma sei così giovane... >>

<< Lo so, ma... Non ho scelta: per essere in grado di prendere il posto di mio padre, devo essere colta e saper affrontare situazioni diverse... >>

<< Il posto di tuo padre...? >> disse Elvira << Ehi, ma... Allora tu sei la... >>

<< Avanti, puoi dirlo... Ormai l'hai scoperto >> disse Uru con un sorriso;

<< Sei la Futura Regina?? >>

<< Ehm, sì >>

<< Oh, cielo...Perché non ce l'avete detto prima, altezza?? >> si meravigliò Kesi;

<< Perché non voglio essere trattata con cerimonie: io sono sempre io a dispetto del titolo che mi è stato imposto. Voglio che gli altri mi accettino per quello che sono, non perché sono la Futura Regina. Perciò datemi pure del tu e non trattatemi diversamente rispetto a prima >>

I nuovi amici risposero con un sorriso. Un altro fulmine illuminò l'oscurità delle nubi: << Che tempaccio... >> disse Uru << E' meglio che io torni dagli altri. Potrebbero preoccuparsi per me. Vi consiglio di cercare un posto riparato: qua vicino ho visto varie grotte vuote, se volete... >>

<< Come? Vai già via? >> si dispiacque Laio;

<< Mi dispiace, ma devo risolvere una questione con un mio amico... >>

<< Ah, già... >>

<< Che ne dite se ci rivediamo domani, eh? >>

<< E' una splendida idea >> disse Kesi;

<< Allora siamo d'accordo. Ci rivediamo qui domani, dopo il pasto. Così avrete anche il tempo per pensare alla mia proposta >>

<< Sei molto in gamba... >> disse Elvira;

<< E' il minimo che io possa fare per voi, amici... >> detto questo, cominciò a correre per tornare dal branco, sperando che non si mettesse subito a piovere.

Era contenta di aver fatto la loro conoscenza: sentiva che poteva fidarsi di loro, ma allo stesso tempo era preoccupata per l'incontro con Ahadi.

Sentiva un forte nodo alla gola e cercava di non piangere. Continuava a correre, accompagnata dal timore di vederlo, finché si fermò. Un maestoso leone dalla folta criniera nera, con gli occhi verdi che illuminavano le tenebre le si avvicinò, con uno sguardo serio: << Ahadi...? >> le zampe le tremavano: “ E' lui...e ora che faccio...?? ”

Il leone continuava ad avvicinarsi a lei risoluto. Una brezza si fece strada e gli accarezzò la criniera, donandogli un fascino tenebroso.

“ I suoi occhi fanno paura... ” pensò Uru. Il cuore iniziò a batterle forte a causa dell'amore e del timore che provava. Fece un passo indietro.

<< Dove sei stata tutto il giorno? >> le domandò con un tono alto << Hai idea di quanto tu mi abbia fatto preoccupare? Si è fatta sera! >>

Uru deglutì: << Ecco..I-io...io... >>

Ahadi le si avvicinò: << Hai addosso un altro odore... Cos'hai fatto con lui oggi??! >> ringhiò;

<< Cosa...?? >> Uru indietreggiò ancora << N-non ho fatto niente... Mi ha solo ringraziato per averlo aiutato ieri... Ho..ho conosciuto anche la madre e la sorella... >>

Il leone si avvicinò ancora di più << Torniamo al branco! >> la afferrò per una spalla;

<< No! Lasciami! Perché mi vedi ancora come una stupida cucciola..?!! >> si scostò bruscamente;

<< Stupida! Si sta avvicinando il temporale! Hai forse intenzione di beccarti un bel raffreddore?! >>

<< Perché sei arrabbiato?? Sei stato tu a dirmi di andarmene, oggi! Cosa vuoi ora?! Non sai quanto tu mi abbia fatto star male con quelle parole... >>

<< ...... >>

<< Perché fai così? Cosa succede? Parlamene, per favore... Detesto vederti in questo stato... >> lo guardò con occhi imploranti.

Ahadi non riuscì a resistere al suo sguardo e sospirò. L'espressione dei suoi occhi divenne triste:

<< Mi dispiace Uru... Mi dispiace >>

<< ..... >>

<< So bene che non avrei dovuto parlarti a quel modo. Sono stato uno stupido. Mi dispiace anche di non aver risposto al saluto di quel giovane. Faresti bene a detestarmi >>

<< Perché...? >>

<< Perché non sono degno di te... Della tua amicizia... Se continuerai a frequentarmi, non riuscirai mai a essere serena... e a trovare un buon compagno >>

<< Oh... >> Uru rimase sorpresa da quelle parole << ...parli sul serio? Mi stai dicendo che dovrei...rinunciare a starti vicino? >>

Ahadi chinò il capo.

<< Come puoi dire una cosa del genere? >> disse lei << Come potrei starti lontana?? Ora che ti ho ritrovato...che ti ho di nuovo con me... Non posso separarmi da te! Non voglio! >> si gettò sul suo petto << Tu sei sempre stato un eroe per me...! Un amico fidato...! Sono io a non essere degna di starti accanto! >>

<< Non criticare te stessa... Tu sei degna di ogni ammirazione, Uru... >> le disse << Hai un cuore grande e impavido... Sei sempre così gentile, allegra e sensibile... Non ti tiri mai indietro davanti alle situazioni critiche... E mi hai salvato dalla morte, rischiando di morire, prima che io me ne andassi. Sei tu ad essere la mia eroina... >>

<< Ahadi... >>

Uru sentì il proprio cuore rasserenarsi in un attimo. Strofinò teneramente il capo sul collo del leone, sorridendo:

<< Promettiamo di non tormentarci più a vicenda... va bene? >>

<< Promesso >> rispose lui;

<< E che sopratutto....staremo sempre insieme, a sostenerci, qualunque cosa accada >>

<< Promesso... >> ricambiò il suo abbraccio.

 

Intanto, giù a valle, il branco di Kaius si radunava all'interno della giungla, cercando una zona abbastanza riparata dalla tempesta, che era in arrivo.

Eva e Kaya erano rimaste distaccate dal resto del gruppo assieme a Kaius, per attendere il ritorno di Ahadi e Uru:

<< Papà, perché non sei andato con lui?? Avreste di certo fatto prima a trovarla... >> disse Eva;

<< Non era il caso, figlie mie... Non era proprio il caso >>

<< Ma... >>

<< Non so cosa sia successo tra quei due oggi... Ma non sono io quello che deve risolvere i problemi qui >>

<< Avresti potuto tentare >> disse Kaya;

<< Provate voi a far ragionare un leone innamorato... Temo non sia semplice >>

<< Innamorato..? >> Eva e Kaya si scambiarono un'occhiata << Vorresti forse dire che Ahadi è innamorato di lei? >>

<< Voi che dite? Glielo si legge chiaramente negli occhi... >> si mise in piedi e si avviò;

<< Dove vai?? >> domandò Eva;

<< A dormire per conto mio >>

<< Ma...dobbiamo aspettarli, nel caso ritornino... >>

<< Sanno badare a loro stessi. E poi ho piena fiducia nel figlio di Neera >> detto questo, sparì in mezzo alle oscure fratte;

<< Ahadi è...il figlio di Neera?? >> si meravigliarono << Ecco perché le somiglia... Che splendida novità >>

<< Mamma... >> Rune si era allontanato dal branco;

<< Rune? Tesoro mio, cosa fai ancora sveglio? Su, vai da papà, a dormire >>

<< Non riesco a dormire con tutti quei tuoni: ho paura... Voglio dormire con tutti e due... >> aveva gli occhi lucidi e tremava;

<< Amore... >> gli leccò la testolina << Va bene, vengo con te... Tu cosa fai Kaya? >>

<< Vengo anch'io dai miei cuccioli... >>

<< Va bene >> e tornarono dal resto del branco.

 

L'ennesimo fulmine tagliò le tenebre, accompagnato dal proprio tuono e dall'arrivo di fittissime gocce di pioggia. Il terreno divenne fangoso e gli alberi gocciolanti. Ciascuna goccia offuscava la vista, rendendo opaca l'immagine dell'orizzonte.

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Capitolo 11
*** Insieme nella grotta ***


Capitolo 11. “ Insieme nella grotta ”

 

 

Sotto le fitte e gelide gocce di pioggia Ahadi ed Uru correvano insieme alla ricerca di un riparo.

Trovarono una piccola apertura, scavata in una parete rocciosa. Era stretta, ma in due si poteva stare. Ahadi vi entrò, scrollandosi l'acqua di dosso. Uru lo seguì, tremante di freddo: << Che tempaccio... Scusami se non ho voluto tornare subito... >> gli disse;

<< Dai, non preoccuparti. Un riparo siamo riusciti a trovarlo, no? >> le sorrise;

<< Sì... >>

Un gigantesco lampo irruppe nella piccola grotta con la propria luminosità accecante e con il proprio tuono: << Aaaaah!! >> Uru balzò addosso ad Ahadi, a causa dello spavento;

<< Uru..?! Ma che...? >> il leone scivolò a terra, con la giovane avvinghiata sopra al proprio corpo << Fifona. E' stato soltanto un lampo...Non c'è bisogno di allarmarsi per così poco >> le disse;

<< M-ma era così vicino... E'...è stato tutto improvviso... >>

Ahadi la accarezzò dolcemente, per tranquillizzarla: << Guardati, stai tremando... >> si sciolse dalla presa dell'amica e si rialzò << Rimango io vicino all'entrata. Tu spostati internamente: così starai più calda >>

<< Ma...così facendo, sarai tu a prendere freddo... >> disse lei;

<< Ma no >>

<< Sicuro? >>

<< Sì, sì... >> si spostò e andò a sedersi davanti, lasciandole libero l'interno.

Gli dispiacque separarsi dall'abbraccio di Uru. Avrebbe voluto tenerla al caldo, come quando era piccola, ma ora era diverso. Lei non era più una cucciola.

Mentre era assorto fra questi pensieri, sentì il piccolo e caldo corpo della leonessa appoggiarsi sulla propria schiena:

<< Così staremo entrambi più caldi >> disse lei, stringendosi a lui.

Ahadi sorrise, chinando il capo, godendo del calore di Uru.

Trascorsero molti minuti in silenzio, restando fermi così. Tuttavia lui sentiva il bisogno di parlarle: doveva mettere in chiaro i propri sentimenti. Ma l'incertezza persisteva ancora. Cosa provava lui veramente? Cosa ne avrebbe pensato lei? Sarebbe stato bene parlarle? O forse avrebbe solo peggiorato le cose?

Intanto anche Uru rimuginava tra sé. Il cuore le batteva forte, gioendo per il fatto di stare accanto a lui. Ahadi la faceva sentire completa. Ogni volta che stava con lui, si sentiva bene....ma provava anche una scintilla di dolore, mescolarsi alla felicità. Gli voleva molto bene e avrebbe voluto parlargli dei propri sentimenti.

 

<< Io.... >> cominciarono a parlare all'unisono. Rimasero un secondo in silenzio e ripresero a parlare:

<< Scusa, Uru... Volevi dirmi qualcosa? >>

<< No, no, Ahadi...scusami tu. Cosa devi dirmi? >>

<< Parla prima tu >>

<< No, fallo prima tu >>

<< No, tu >>

<< Tu >>

<< Tu >>

<< Allora non parlerò >> disse maliziosa;

<< E neanch'io.... >> si voltò a guardarla.

Uru gli tenne il broncio e lo fissò con occhioni dolci: << Daaaai... >> lo supplicò;

Ahadi fece un risolino e si arrese, tornando a guardare l'uscita della grotta:

<< ...E va bene >>

La giovane sorrise compiaciuta ed appoggiò la testa sulla schiena del leone.

Ahadi fece un sospiro e iniziò a parlare:

<< Volevo dirti... Volevo dirti che sono felice che il tuo carattere non sia cambiato, Uru... >>

<< Eh? >>

<< Sei rimasta come ricordavo: gentile, altruista e sempre pronta a trovare parole confortanti... Prima di incontrarti, per me non esisteva altro che odio e vendetta... Uccidere quel leone era la sola cosa per cui andavo avanti. Dopo l'orrenda morte di mia madre, non pensavo ad altro. Lei, poco prima di andarsene per sempre, mi pregò di non farmi sopraffare dall'odio e di andare a vivere alla Rupe dei Re... >>

<< Cosa...? >>

<< Mi pregò di farlo...Ma non lo feci >>

<< Perché? >>

<< Perché giudicai male tuo padre... Avevo pensato che fosse un re irresponsabile, che permettesse agli assassini di circolare liberamente... Ma sbagliai. Ero troppo accecato dall'odio e non mi accorsi di essere dalla parte del torto. Conobbi anche Rafiki, che si prese cura di me per un po'... Ma gli feci promettere di non palare di me a nessuno e sparii prima che riuscisse a portarmi da voi... Mi allontanai da quelle terre...Non riuscivo a sopportare di trovarmi là, ma memorizzai a fondo la strada per tornarci. Vagai a lungo da solo, cibandomi di carcasse lasciate da altri predatori, rimanendo spesso ferito, a causa degli avvoltoi, che tentavo di cacciare via... Ho sempre rischiato la morte e la malattia. Ma non volevo arrendermi: mi sarebbe bastato soffrire ancora un po', per poter trovare la forza di far fuori quel maledetto... Il trauma che mi aveva inflitto era troppo forte... Feci divorare dall'odio la purezza dell'infanzia e lasciai spazio a dei nuovi occhi, che vedevano il mondo in un'altra maniera. Era un mondo malvagio, pieno di ostacoli difficili da superare... >>

Uru si strinse a lui ancora di più, continuando ad ascoltare.

<< ...Una volta diventato più grande, cominciai a tornare da voi...per cercare lui ed ucciderlo. Continuavo ad avere in testa la sua immagine, la sua imponenza e il suo sguardo... Ogni volta sentivo di essere sulla pista giusta, ma non riuscivo mai a trovarlo... Non me la sentivo di restare là, così ogni giorno andavo, per poi tornare fuori dai confini, carico di rabbia... >>

La giovane sussultò e infine cominciò a piangere, separandosi da lui. Si buttò a terra, in fondo alla grotta, singhiozzando.

<< Uru...? >> il leone le si avvicinò.

Lei alzò il capo e lo guardò: << Oh, Ahadi... >> si rialzò, mettendosi seduta, di fronte a lui << ...Perché? Cosa avresti guadagnato nell'ucciderlo? Non avresti comunque riavuto tua madre...E poi cosa avresti fatto? >>

<< Avrei atteso la morte >>

<< No...è terribile...è ingiusto! Saresti diventato un assassino, sprecante della propria vita... Potevi risparmiarti tutta questa sofferenza... >>

<< Uru...ascolta... >>

<< Sei padrone della tua vita, non c'è da ridire su questo... Ma vivere a quel modo...è deplorevole >>

<< Lo so...! Ma, Uru... >>

<< Ricordo ancora perfettamente la tua espressione, quando ti vidi per la prima volta... Stavo andando con gli altri al Cimitero degli Elefanti. Ero nascosta dietro a delle piante, quando poi ti vidi: eri solo...non ti accorgesti di noi. I tuoi occhi mi colpirono nell'animo sin da quel momento. Belli e malinconici... Ma molto, molto tristi... >>

<< ..... >>

<< Quando venisti da noi, io cercavo sempre di confortarti e di farti sorridere. Quando sei felice, lo sono anch'io. Ogni volta che sorridi i tuoi occhi si illuminano magnificamente... E se sei triste...lo divento anch'io >>

Ahadi si avvicinò, premendo dolcemente la fronte contro la sua:

<< Tu mi hai aiutato, Uru... Se non fosse stato per te, non avrei mai trovato la strada per la felicità. Mi hai confortato...e mi hai fatto sorridere >>

<< Oh... >>

<< ...Ho sempre continuato a disprezzare la vita...finché non ho incontrato te. Fin dalla prima volta che ti ho vista, dal primo momento in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi, ho capito che la mia vita avrebbe subito una grossa svolta...più grande di quanto pensassi. Non volevo ammetterlo inizialmente e mi sono comportato freddamente con te. Mi apparisti come una piccola monella...solare, determinata ed indomabile... Non riuscivo a spiegarmi come tu potessi essere così positivamente avventata... In te ritrovai la mia infanzia, in Mohatu il padre che non ebbi mai e in Aura una buona madre... Ho sempre saputo che incontrarti mi avrebbe fatto del bene un giorno... >>

<< Ahadi... >>

<< Finalmente...Finalmente ho capito che solo con te mi sento bene... Sei la sola creatura che abbia mai saputo toccarmi in fondo all'animo, facendomi aprire gli occhi difronte alla preziosità della vita... Senza di te non sarei niente, Uru. Sei la mia unica ragione di vita... Ora lo so. Non ho più alcun dubbio sui miei sentimenti... Ti amo. Sei entrata dentro di me sin dalla prima volta che ti ho vista... >>

Gli occhi di Uru si illuminarono di immensa gioia, all'udire quelle parole. Mai avrebbe pensato che sarebbe stato proprio lui a dirgliele. Il cuore era talmente carico di felicità, che le stava per scoppiare.

I loro occhi si incontrarono intensamente, entrambi pieni di amore:

<< Anch'io, Ahadi...Anch'io provo da sempre lo stesso per te... Ti devo la vita e questa tenera amicizia, che ci ha unito per molto tempo... Sin da piccola ho sempre ammirato quell'affascinante leone protettivo, che mi stava sempre affianco. Grezzo all'esterno, ma morbido e impavido all'interno. La tua presenza mi infonde sempre sicurezza e gioia... Senza di te mi sentirei persa... Ti amo tanto. Però pensavo che non sarei mai stata ricambiata... >>

Ahadi sentì una dolce scossa nel petto:

<< Bé...in fondo l'inaspettato è uno dei frutti della vita, no? >> le sorrise;

<< Eh, sì... Ma temevo di sembrare ridicola e infantile... >>

<< Sbagli su questo. Tu sei la leonessa più matura che io conosca... >> le accarezzò le guance col muso << ...Così dolce...così unica... quasi ultraterrena... >>

Uru chiuse gli occhi, aspirando l'odore di Ahadi, sentendo un brivido piacevole al cuore.

Rimasero a guardarsi per qualche altro istante, senza scambiare nessun'altra parola. Non vi erano parole in grado di esprimere ciò che entrambi provavano in quel momento.

Si abbandonarono a tenere e intense effusioni e si strinsero.

<< Oh, Ahadi... Sono così felice... Ma... >>

<< Cosa c'è? >> si preoccupò lui;

<< ...sei..sei davvero sicuro? >> si sciolse piano dall'abbraccio;

<< Di cosa? >>

<< Di voler restare al mio fianco... >>

<< Ma certo! Cosa dici? >>

<< Però...sei consapevole di ciò che ti aspetterà? Hai idea dell'enorme carico di responsabilità che avrai, se verrai con me? >>

<< Uru... >>

<< E' per questo che te lo sto domandando... Tu hai sempre viaggiato e forse...forse non ti troverai bene... >> chinò il capo tristemente.

Ahadi rimase in silenzio per qualche minuto, guardando in basso.

Era talmente felice di avere al proprio fianco la sua piccola amata, da non aver pensato alle conseguenze, che avrebbe avuto la loro relazione. Tuttavia abbandonarla era fuori discussione. Sarebbe stato un gesto doloroso ed egoista. Per lei era disposto a tutto, perfino a morire.

<< Aaah...Perché non sono nata come una leonessa normale?? Perché?! >> si dispiacque lei.

<< Non devi dire così >> le si avvicinò, facendole appoggiare la testa sul proprio petto << Bisogna essere felici della vita che ci è stata donata... L'ho imparato da mia madre e dalla tua famiglia. Anche tu dovresti fare lo stesso >>

<< Lo so, Ahadi...Ma ho tanta paura... >>

<< Ti comprendo... E' naturale avere paura, specialmente quando si è consci di ciò che capiterà... Anch'io non mi sento di certo tranquillo, ora che lo so. Ma pensa alle vite che potremo aiutare, noi due insieme... Anche tuo padre e tua madre sicuramente si saranno trovati in soggezione all'inizio, ma ciò non li ha di certo fermati. Anzi...da quanto ho potuto vedere, le loro esperienze li hanno arricchiti di immensa saggezza >>

<< Lo pensi veramente? >>

<< Sicuro >>

<< Allora...verrai con me? >>

<< Anche a costo di morire...Non ti lascerò mai. Ci sosterremo a vicenda nelle avversità >> le leccò la fronte;

<< Grazie, Ahadi... >> affondò la testa nella sua morbida criniera.

<< Quando avremo terminato il viaggio e saremo tornati nelle Terre del Branco, mi sposerai? >> le domandò con un caldo sussurro;

<< Ah...Sì...Sì!! Lo voglio con tutto il cuore! >> esultò lei, stringendosi a lui ancora di più.

Rimasero a lungo abbracciati, senza badare allo scorrere della notte, sperando che la pioggia non cessasse di cadere, così da poter donare loro tempo infinito, per stare insieme da soli. Pian piano il rimbombo dell'acquazzone si fece sempre più lieve, e il cielo si riempì di piccole e delicate gocce d'acqua.

La giovane, infine, ascoltandone il suono, si addormentò felice sul caldo petto dell'amato.

Lui, facendo attenzione a non svegliarla, la adagiò delicatamente al suolo, sdraiandosi accanto a lei. Rimase a guardarla dormire. Era bellissima. Gli fu strano vederla così incredibilmente rilassata. Lei che era sempre così attiva e vitale... Sembrava una delicata goccia di rugiada, adagiata dolcemente su un petalo.

Con una zampa le circondò il ventre ed appoggiò la la testa sul suo collo, riparandola dall'umidità, finché anche lui si assopì sorridendo. 

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Capitolo 12
*** Ripresa del viaggio ***


Capitolo 12. “ Ripresa del viaggio ”

 

 

 

Dopo la burrascosa tempesta, che andò avanti per quasi tutta la notte, il tempo concesse un po' di tregua alla savana. La pioggia cessò di scendere, anche se imponenti nuvoloni grigi continuavano a fluttuare nell'aria, lasciando traspirare solo pochi raggi solari.

Sotto agli alti alberi, piegati dalla pesantezza dell'acqua, il branco di Kaius cominciò a ricomporsi e a scrollarsi l'acqua di dosso, uscendo fuori dai vari ripari della giungla. Non si udivano altro che i lamenti dei leoni e delle leonesse, infastiditi dall'umidità e dal mal tempo, che non aveva permesso loro di dormire bene, mentre per i cuccioli, che erano piccoli pozzi di energia, arrivò un'altra semplice e allegra mattina da trascorrere giocando e correndo in mezzo agli adulti.

Eva e Kaya non riuscivano a fare a meno di mostrare la propria preoccupazione nei riguardi di Ahadi e di Uru:

<< Ancora nessun segno di loro... >> disse Kaya << Mi auguro che abbiano trovato riparo da qualche parte... >>

<< Dov'è finito nostro padre? >> si domandò Eva << Si è dileguato ieri sera, dicendoci di non preoccuparci per loro. Ma come può essere sicuro che non sia accaduto qualcosa? Quella tempesta è stata davvero tremenda... Se il figlio di Neera si fosse fatto male...non me lo perdonerei >>

Revu e Jani si sdraiarono da un'altra parte, ascoltando la conversazione delle mogli, mentre i loro figli salivano sulle schiene dei padri e giocavano con le loro code: << A volte proprio non riesco a capirle le femmine, Jani... Non fanno altro che aumentarsi l'ansia da sole... >>

<< Già... E riusciranno a trasmetterla anche a noi, se continuano così... Ahi! Chaka, fai piano con i denti...! >> rimproverò il figlio, che gli aveva morso troppo forte la coda;

<< Scusa, papà! >> e riprese a giocarci più delicatamente assieme al fratello.

<< Però...se avessero ragione? Se fosse successo loro qualcosa? >> si preoccupò Revu;

<< Ecco lo sapevo...L'ansia è contagiosa >> rispose il cognato, ridendo;

<< Ma dai...! Non sono in ansia...però... >>

Blumar, che stava con le spalle appoggiate sopra la base di un albero e con le zampe accavallate, ascoltò tutto e prese parte al discorso:

<< Ma di cosa vi preoccupate? >> disse con un sorrisetto malizioso << Sono sicuro che Ahadi abbia trovato quella sua bellissima amica e che, insieme, si siano rifugiati una calda grotta dove sfogare le loro più sfrenate ed intime passioni... >>

<< Ecco che ricomincia... >> si lamentò Revu << Quando la pianterai di tormentarli? >>

<< Quando mi sarò accertato che i miei consigli non gli serviranno più... >> ridacchiò il giovane;

<< Ridi pure, fratellino... Ma, se fossi in te, comincerei a preoccuparmi più per me stesso che per gli affari degli altri... >>

In quel momento piombarono in mezzo Eva e Kaya con molta frettolosità:

<< Abbiamo deciso! Andremo a cercarli! >>

Revu e Jani balbettarono in sintonia: << Oh, no... >>

<< Come potete restare impassibili?? >> disse Eva << Non possiamo stare fermi così! Dobbiamo cercarli! >>

<< Calmati, Eva...! >> disse Revu << Quanto siete apprensive tutte e due... >>

<< E' naturale! >>

Kaius uscì fuori dalle fratte della giungla e andò dai familiari:

<< Che succede qui? >>

<< Papà! Ma dov'eri andato a finire? >> gli domandò Kaya;

<< Ho detto che avrei dormito per conto mio... Allora? Qual'è il problema qui? >>

<< Vogliono andare a cercare Ahadi e la sua amica >> rispose Jani << Anche se non penso che ce ne sia bisogno... >>

<< Ma caro! >> intervenne Kaya << Come puoi saperlo? >>

<< E tu come puoi sapere che sia davvero accaduto qualcosa? >>

<< E' ovvio che non posso saperlo! Ma preferisco accertarmene di persona!Per questo andremo a cercarli >>

Kaius si stancò di ascoltare il resto della inconcludente conversazione e cominciò a parlare: << Visto che ci tenete tanto, andremo a cercarli insieme >>

<< Oh, grazie, papà >> disse Eva. Il leone continuò: << Jani e Revu, voi resterete qui con i cuccioli, mentre Blumar, visto che non è occupato, verrà con noi >>

<< Cosa!? Ma mi sto riposando... >> si lamentò il giovane;

<< Verrai con noi. Almeno farai qualcosa di utile, invece di startene lì spaparanzato a non far niente >>

<< Uffa...! >> si alzò controvoglia.

Così, mentre Revu e Jani rimasero a tener compagnia a i figli, Kaius si avviò seguito dalle figlie, che camminavano svelte ed angustiate, e infine da Blumar, che si trascinava svogliatamente dietro al gruppo, col volto imbronciato.

 

Poco lontano, all'interno della piccola grotta, scavata nella roccia, i due amanti dormivano ancora insieme serenamente. Fu la leggera brezza del mattino, che si diffuse in ogni angolo, a destare pian piano Ahadi dal sonno.

Fece un profondo respiro, riempendo per bene i polmoni dell'aria mattutina, cominciando a prepararsi per la giornata. Era una nuova alba. Un nuovo inizio, reso ancora più bello dalla presenza della sua amata Uru affianco a lui. Si alzò su un gomito e la guardò: stava dormendo tranquilla. Aveva un lieve e sorriso sul volto e i suoi respiri erano appena percettibili. Sogno o realtà che fosse, Ahadi sentiva di non poter fare a meno di sorridere difronte a quella piacevole visione. Un ardente desiderio mise il suo cuore in subbuglio. Si chinò su di lei e le sfiorò la guancia con un bacio. Lei aprì gli gli occhi:

<< Buongiorno >> fece lui.

Uru voltò la testa e gli sorrise: << Buongiorno a te >>

<< Dormito bene? >> le domandò.

Lei chiuse gli occhi e fece un profondo respiro fausto: << Sì...Non ricordo da quanto non dormivo così bene... >> gli accarezzò una guancia con una zampa e si scambiarono un secondo bacio. Poi lei si alzò e si diede una stiracchiata, mentre lui rimase sdraiato a guardarla: << Mi sento proprio bene... >> disse lei << Penso che oggi potremo rimetterci in viaggio verso nuovi posti...se sei d'accordo >>

<< Di già? >> domandò lui << Ma non volevi controllare prima come vanno le cose in questi luoghi? >>

<< Sì, ma... Sento che non c'è nulla di cui valga la pena preoccuparsi. Kaius e i suoi parenti sono bravi leoni. Mi sento tranquilla >>

<< Sì, forse hai ragione... >> si alzò anche lui;

<< Però... >> fece lei;

<< Hm? >>

<< Non andiamo via subito... Restiamo con loro per tutta la mattinata. Andremo via il pomeriggio. Va bene? >>

Ahadi la guardò con occhi luminosi:

<< Stavo per domandarti la stessa cosa... >> le disse;
Uru sorrise: << Ti sei affezionato molto a loro, vero? Ne sono contenta. Hai trovato dei buonissimi amici >>

Lui arrossì: << Ehm...su, ora non esagerare... >>

<< Ma io non sto esagerando. Dopo una lunga vita emarginata, dev'essere stato bello per te conoscerli >>

Ahadi si lasciò sfuggire un sorriso. Uru aveva ragione. Si stava affezionando a loro. Appena li conobbe, il suo animo era freddo come il ghiaccio, ma, col tempo, il gelo cominciò ad essere raschiato via da un piacevole calore.

Uru lo guardò dolcemente e strofinò il proprio capo con il suo.

 

<< Trovati! >> una voce tagliò l'aria. I due si voltarono: erano i loro amici.

Eva e Kaya corsero più veloci degli altri due. I loro sguardi erano incandescenti, ma sollevati: << Grazie al cielo state bene! Eravamo molto in pensiero per voi! Avete trovato un buon riparo durante la notte?? >>

Ahadi ed Uru rimasero in un primo momento senza parole. Non si aspettavano tutta questa preoccupazione. Kaius li raggiunse assieme a Blumar: << Non vedete quella piccola grotta? >> disse alle figlie << E' ovvio che abbiano passato la notte là >>

<< Oh... >> le due leonesse se ne accorsero << Scusateci...Ma eravamo talmente preoccupate... >>

<< Tranquille >> disse Uru << Tutto è andato bene. Non dovevate disturbarvi >>

Blumar entrò nel discorso, sedendosi vicino ad Ahadi:

<< Visto? Che vi dicevo? Hanno passato una tranquilla e romantica notte insieme... >> poi si avvicinò ancora di più ad Ahadi e gli diede piccoli colpetti con il gomito, sussurrando: << Congratulazioni, amico! Vi siete dati da fare stanotte, eh? Ih, ih... Finalmente anche tu hai perso la verginità >>

Ahadi strinse i denti imbarazzato e lo allontanò: << La vuoi smettere...?! Accidenti...! >>

<< ....!? Allora non è successo niente tra voi? Che delusione... >> sospirò il giovane.

Uru intanto continuava a parlare con Eva e Kaya:

<< Questo pomeriggio noi due partiremo... >>

<< Ah, sì? E dove andrete? >> si dispiacerono loro;

<< Continueremo a viaggiare in vari posti, fino a tornare nelle Terre del Branco >>

<< Le Terre del Branco? >> domandò Kaius << E' da lì che provieni? >>

<< Sì... >>

Lui si avvicinò e guardò meglio il suo volto:

<< Sei la figlia di Mohatu? >>

Uru e Ahadi spalancarono gli occhi: come aveva fatto a scoprirlo?

L'anziano leone si accorse del loro stupore e sorrise: << Ho indovinato, vero? Vi somigliate molto... >>

Le due sorelle si scambiarono uno sguardo: << E' la futura regina?? >>

Uru si incuriosì: << Conoscete mio padre? >>

<< Sì... >> rispose lui. Anche Ahadi rimase incuriosito da Kaius: era fonte di continue novità.

Lui continuò a parlare: << Un tempo vivevo alla Rupe dei Re. Vi erano altri due sovrani a quel tempo: i tuoi nonni. Una volta diventato adolescente, mia madre diede alla luce mio fratello minore e, in contemporanea, nacque anche tuo padre da un'altra leonessa. Tempo dopo ci fu anche la nascita di tua madre, la Futura Regina. Mi fermavo spesso a giocare con loro. Mohatu era un leoncino buono e vivace. Una volta diventato un giovane adulto decisi di viaggiare per il mondo e così me andai... >>

<< Dunque avete anche un fratello più giovane? Dov'è ora? >> chiese Uru;

Kaius era un po' titubante difronte a quella domanda: << Non lo so... >>

<< Oh... >>

<< Lo incontravo spesso quando tornavo temporaneamente a casa, ma, crescendo, il suo carattere cambiò. Da allegro che era, diventò freddo e sprezzante... Credo che ci fosse qualcosa a turbarlo, ma non mi disse mai nulla... So che è diventato anche lui vagabondo e che ha avuto un figlio, il quale dovrebbe avere circa la tua età. Ma è da tempo che non ci incontriamo >>

Uru e Ahadi si dispiacerono per lui, ma il leone scosse la testa:

<< Non vale la pena affliggersi. La vita va vissuta comunque nel migliore dei modi >>

I due risposero con un sorriso e si guardarono amorevolmente a vicenda.

<< Eh, eh... E così voi due state insieme finalmente. Sono felice >> disse Kaius, osservandoli << Sono sicuro che diventerete dei grandi sovrani >>

<< Che meraviglia! >> esclamò Kaya << Dobbiamo festeggiare! Organizziamo una bella caccia! >>

<< Ma non ce n'è bisogno... >> disse Ahadi sorridendo;

<< E invece sì! Non vi lasceremo andar via a stomaco vuoto >> ribatté Eva con entusiasmo. Così tutto il gruppo si diresse verso la valle e, per festeggiare i due giovani, furono catturati due gnu.

Restarono insieme per tutta la mattina fino al primo pomeriggio, finché non arrivò il momento dei saluti. Eva e Kaya non poterono fare a meno di commuoversi e di versare qualche lacrima. Uru e Ahadi le calmarono con la promessa che sarebbero tornati a trovarle e si scambiarono un amichevole abbraccio di gruppo. Revu e Jani li salutarono caldamente assieme ai cuccioli. Rune promise loro che, una volta cresciuto, avrebbe viaggiato e sarebbe andato a trovarli nelle Terre del Branco. Anche Blumar li salutò con un allegro sorriso e con una strizzata d'occhio, augurando loro tante figliate, cosa che lasciò i due per un momento perplessi e imbarazzati, sopratutto Ahadi.

Nel frattempo Lena si fece spazio fra i membri del branco e li raggiunse, camminando dritta verso Uru. La giovane la guardò con aria interrogativa, mentre questa le si fermò davanti. Rimasero a guardarsi per qualche istante, poi Lena cominciò a parlare:
<< Buona fortuna >> disse << Ti invidio, sai? Ho riflettuto molto sulle tue parole...e volevo scusarmi in qualche modo. Spero che sarete felici insieme >>

Uru non poté fare a meno di sorridere: << Grazie, Lena. Ti auguro anch'io una vita felice >>

Anche Ahadi era contento di aver ascoltato quelle parole da Lena:

<< Abbi cura di te >> le disse;

<< Lo farò senz'altro >> rispose lei, accennando a un sorriso, dopodiché si voltò e tornò nel branco.

Arrivò il momento dei saluti anche per Kaius: << Fate buon viaggio >> disse loro << E non lasciatevi scoraggiare dalle avversità. In quanto futuri sovrani, dovrete essere disinvolti e sempre pronti ad aiutare gli altri. Mi raccomando >>

<< Grazie infinite, signor Kaius... Grazie davvero >> disse Uru;

<< Porta i miei saluti a tuo padre >>

<< Certo >>

L'anziano leone si voltò verso Ahadi: << Abbiate cura l'uno dell'altra. Sii forte e diventa un buon re. Rendi orgoglioso me e anche tua madre >>

Ahadi chinò il capo annuendo: << Grazie, Kaius. Farò del mio meglio >>

<< Bene... Su, andate ora >>

I due giovani si scambiarono un sorriso, ringraziarono ancora gli amici e cominciarono a correre verso l'ampio orizzonte, seguiti dalla moltitudine di saluti lanciati dagli altri, che rimasero a fermi a guardarli, finché non li videro sparire nell'alta erba.

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Capitolo 13
*** Guai in vista ***


Capitolo 13. “ Guai in vista ”

 

 

 

Ahadi e Uru trascorsero più di due mesi viaggiando insieme, da quando se ne erano andati via dal branco di Kaius. Il loro reciproco amore cresceva ogni giorno di più e collaboravano insieme per l'incolumità della savana, in quanto futuri mantenitori dell'equilibrio di quelle terre.

Al loro viaggio si unirono anche Kesi assieme ai suoi figli. Accettarono l'idea di rifarsi una nuova vita alle Terre del Branco e avevano così deciso di seguire i loro due nuovi amici.

Laio inizialmente si sentiva alquanto intimidito dalla presenza di Ahadi per ciò che era accaduto la prima volta che si erano visti, ma il leone lo rassicurò scusandosi con lui per averlo ignorato e dimostrando la fedeltà che intendeva dare a questo nuovo rapporto. Tra i due si instaurò un grande legame di amicizia e complicità.

Ahadi gli insegnò qualche trucchetto riguardo la caccia e lo portava spesso con sé a controllare diverse giungle, anche se ogni tanto l'involontario atteggiamento maldestro di Laio li cacciava in qualche guaio. Ad esempio c'era stata una mattina in cui, non molto lontano dalla zona dove gli amici si riposavano, due gruppi di rinoceronti si aizzavano l'uno contro l'altro per questioni territoriali. Ahadi andò da loro, con l'intento di calmarli, nonostante il pericolo che rischiava di correre. Laio decise di raggiungerlo assieme ad Uru, ma, una volta arrivato, definì sottovoce i testardi rinoceronti come “ bestie grosse e incapaci di comprensione ” e diede un colpetto al fianco di uno di loro, nonostante le avvertenze di Uru. Ciò fece infuriare ancora di più i due gruppi e li caricarono senza indugio.

La scamparono per un pelo e cercarono di riderci sopra, per non mortificare il giovane Laio.

I giorni si susseguivano l'un l'altro serenamente, offrendo al gruppo di amici posti nuovi e altre meraviglie da scoprire.

Ma le notti degli ultimi giorni, per la giovane Uru, divennero insonni e tormentate da strani sogni: riviveva i drammatici momenti della notte in cui Zhymu aveva attentato alla vita di Ahadi. Veniva sopraffatta dalle enormi zampe artigliate del leone, che la tenne come ostaggio, mentre Ahadi cadeva sotto le zanne degli altri leoni. Poi tutto si faceva buio. Si ritrovava improvvisamente sola e infreddolita da una brezza pungente. Cercava una via d'uscita da quella oscurità, ma le uniche due cose che riusciva a scorgere erano le sagome di un leone morto a terra, con accanto un altro leone. In lui riconosceva Ahadi e cercava di raggiungerlo, per trovare rifugio sul suo petto, ma non appena lui si voltava verso di lei, dai suoi occhi verdi sgorgavano lacrime impregnate di sangue. Lei si fermava impietrita. Lui la chiamava, supplicandole di stare lontana, dopodiché spariva assieme al leone morto, avvolto dalle alte fiamme di un incendio. Lei spalancava la bocca in un grido, ma non riusciva a emettere alcun suono.....

 

<< Svegliati, Uru! >>

La giovane aprì agitatamente gli occhi. Ansimava e il suo corpo tremava.

Accanto vi era Ahadi chino su di lei, con sguardo preoccupato:

<< Eri di nuovo agitata nel sonno... >> le disse;

Uru fece un respiro profondo, cercando di tranquillizzarsi, e si alzò per mettersi seduta, ma le zampe le cedettero. Si sentiva ancora spaventata e disorientata. Il sangue le pulsava veloce nelle vene. Ahadi si protese per non farla cadere:
<< Sei sicura di star bene? >>

<< S-sì...Non preoccuparti >> si appoggiò a lui, chiudendo nuovamente gli occhi. Aveva paura che se lui si fosse allontanato da lei, non avrebbe più fatto ritorno.

<< Hai avuto di nuovo quell'incubo? >>

Uru annuì: << Non riesco a sbarazzarmene... >> aprì gli occhi e si guardò intorno: era l'alba. Elvira e Laio stavano dormendo tranquilli accanto a Kesi.

<< Possiamo...Possiamo restare un po' da soli? Allontaniamoci un po'... >> gli chiese;

<< Se è ciò che vuoi... >> la aiutò ad alzarsi e cominciarono a camminare insieme.

<< Mi dispiace di averti svegliato di nuovo, Ahadi... >>

<< Amore mio, non devi chiedermi scusa per qualsiasi sciocchezza... >>

<< Ma... >>

<< Fai sempre tanto per gli altri, perciò non devi sorprenderti se noi ci preoccupiamo per te... Non dispiacerti >>

Uru sorrise, sentendosi più tranquilla. Si fermarono sotto un albero, non molto lontano dagli altri. La giovane si sedette, affondando il capo sul caldo petto del compagno.

<< Va meglio? O hai bisogno di qualcosa? >> le domandò;

<< Sto bene... Mi basta averti qui con me >>

Il leone si strinse a lei, accarezzandole la fronte col muso. Solo così Uru riusciva a ritrovare calma e sicurezza, dimenticando la paura dei propri incubi, assieme a tutto ciò che li circondava. Nulla l'avrebbe separata da lui in quel momento. Aveva bisogno di sentirlo vicino a sé:

<< Dimmi che mi starai sempre accanto... Che non andrai da nessuna parte... >>

Ahadi sorrise: << Dove vuoi che vada? Ti rimarrò sempre vicino >>

Uru sospirò fausta e, con un respiro profondo, aspirò l'odore del suo amato. Una piacevole scintilla le percosse il petto, facendole aumentare i battiti del cuore: << Ahadi... >>

<< Hm? Cosa c'è? >> si preoccupò lui << Vuoi riposare un altro po'? >>

Uru scosse la testa: << No... >> sollevò la testa e lo incontrò negli occhi.

Ahadi rimase colpito dallo sguardo di Uru: mai i suoi occhi lo avevano guardato a quel modo prima d'ora. Erano innocenti e pieni di fascino, come sempre, ma stavolta gli apparvero più seducenti che mai.

Uru chinò il capo arrossendo: << Io... >>

 

<< Ah! Eccovi qui >>

Era la voce di Kesi. I due si voltarono: era venuta a cercarli assieme ai figli.

<< Cominciavamo a preoccuparci... Tutto bene? >> domandò lei;

Uru le rispose: << Tranquilli... Ho avuto soltanto un altro incubo e Ahadi mi ha aiutata. Ci siamo spostati per non disturbarvi >>

<< Meglio così >>

Elvira lanciò un'occhiata di rimprovero alla madre: << Tu e le tue inutili preoccupazioni, mamma... Te lo dicevo io di stare tranquilla >>

<< Che stai dicendo, Elvira? >>

<< Avranno o no il diritto di restare un po' da soli?? Non facciamo altro che stargli fra i piedi...! Non hanno un briciolo di tempo per loro stessi... >>

Ahadi ed Uru la guardarono sbigottiti ed imbarazzati allo stesso tempo.

<< Ehi, sorellina, calmati >> disse Laio;

<< Tu chiudi il becco, fratellino! Voi giovani maschi non potete capire certe cose... >>

<< Che vorresti dire con questo?! >>

<< Che non ti intendi di romanticismo! >>

<< Ah, sì? Perché tu te ne intendi forse?? Tutti i leoni che incontri scappano dopo cinque minuti! >>

<< Strano! Dovrei dire io lo stesso di te, riguardo le leonesse che incontri! O peggio... Sei talmente impacciato e spericolato, che ti mollano dopo cinque secondi! >>

<< Buoni...! Buoni...!! >> li rimproverò Ahadi, alzando il tono della voce << Fatela finita, per piacere! Non c'è ragione di litigare! >>

<< Non agitarti >> gli disse Uru sottovoce;

Ahadi sospirò: << Hai ragione, scusa... >> e tornò a rivolgersi ai due adolescenti: << Sentite... Ci sono molte più cose ad unirci che a dividerci. Noi non disprezziamo affatto la vostra compagnia. Siete degli amici fantastici, altruisti e pronti a sostenerci. Grazie a voi, la nostra vita scorre più serena di quanto lo sia mai stata. Perciò, se siete preoccupati, oppure avete bisogno di qualcosa, non esitate a cercarci. Mai più dovrete pensare di essere un intralcio. Voi siete molto per noi e ci fa male vedervi aizzati l'uno contro l'altra. Capito? >>

I due fratelli sorrisero meravigliati ed annuirono, scusandosi a vicenda.

Uru guardò Ahadi colma d'orgoglio.

<< Questo è parlare >> disse Kesi contenta << Parole degne di un buon re >>

Il leone sorrise modestamente: << Grazie, ma... non ho il diritto di essere privilegiato >>

<< Ma cosa dici, amico?? >> replicò Laio << Sei un buon capo! Sei coraggioso, perspicace e hai un gran cuore! Se ciò non è degno di un re, allora ditemi voi cos'è! >>

<< Verissimo! >> affermò Elvira;

Ahadi roteò gli occhi su Uru, la quale gli rivolse un dolce sorriso.

<< Va bene... >> disse ai due amici << Ma non chiamatemi capo, altrimenti mi arrabbio >> strizzò un occhio.

I giovani risero: << Agli ordini! >>

 

La mattinata trascorse tranquilla. Il sole raggiunse il punto più alto del cielo, inondando la savana col proprio calore.

Stanchi e affamati per le lunghe ore di viaggio sotto al sole, si fermarono a riposare nei pressi di una piccola pozza d'acqua.

Uru si offrì volontaria assieme a Elvira, per andare a cacciare, anche se Ahadi in un primo momento dissentì:

<< Lascia che ci vada io. Ti stai stancando troppo in questi giorni >>

Uru scosse la testa: << Non devi preoccuparti. Saremo veloci. E poi fra tutti noi sei tu quello che ha bisogno di più riposo: resti quasi tutte le notti sveglio per aiutarmi. Ora farò anch'io qualcosa per te >>

Lui sospirò: << D'accordo...Ma fate attenzione >>

<< Certo >> gli leccò una guancia e si avviò assieme all'amica.

Ahadi si fermò a guardarle finché non sparirono dalla sua vista, dopodiché andò a sdraiarsi vicino a Kesi e a Laio.

La leonessa notò l'espressione dei suoi occhi:

<< Tieni davvero tanto a lei, vero? Il tuo sguardo esprime nostalgia e preoccupazione allo stesso tempo >>

Ahadi rispose, continuando a guardare l'orizzonte: << Già... E' ancora molto giovane e vivace, ma dentro cela un'incredibile saggezza. Mi sta molto a cuore. Se non fosse stato per lei, a quest'ora non sarei qui, colmo di felicità. Se le succedesse qualcosa non riuscirei mai a perdonarmelo >>

Laio gli sorrise: << Tranquillo. Con un leone valoroso come te accanto, dubito che possa accaderle qualcosa. L'ho sempre detto che siete una bella coppia ed ho ragione >> disse sollevando il mento;

Ahadi rise: << Grazie, Laio... >>

<< Prego. E' la pura verità >> rispose determinatamente il giovane;

<< Vi sposerete, una volta tornati alle Terre del Branco, giusto? >> domandò Kesi;

<< Sì, bé... Se suo padre acconsentirà >>

<< Perché non dovrebbe? Per come la vedo io, sei degno di lei >>

<< Grazie...Ma sono successe tante cose... >>

<< Vorresti raccontarmele? Sai, sono davvero curiosa di conoscere la vostra storia >>

<< Anch'io >> disse Laio;

<< Va bene >>

..

 

Uru procedeva attentamente con passo silenzioso, seguita dalla giovane amica. Sollevò il capo ed annusò l'aria: il vento soffiava dalla parte giusta e portò il messaggio odoroso di un gruppo di antilopi.

<< Annusa anche tu, Elvira >>

La giovane obbedì: << Hmm....Antilopi! Ho indovinato? >>

Uru annuì: << Brava. Proseguiamo con cautela >>

Seguirono l'odore fino a valle: vi erano pochi alberi attorno al gruppo di erbivori e l'erba non era molto alta. Conveniva sorprenderle con un'accurata strategia.

<< Sembrano molto appetitose... Su prendiamole! >> esclamò Elvira con eccitazione;

<< Alt! >> Uru la fermò << Non essere precipitosa. Rischi di metterle in allarme. Guarda bene il luogo: non ci sono molte coperture. Nella caccia sono purtroppo essenziali >>

<< Oops... E' vero. Ho ancora molto da imparare >> si mortificò la giovane;

<< Tranquilla. Ogni cosa a suo tempo. Dobbiamo trovare ciascuna un ruolo strategico. Conviene dividerci >>

<< Va bene. Come facciamo? >>

<< Tu resterai qui e le coglierai di sorpresa. Io starò sul fianco esterno e attenderò l'arrivo della preda più adatta >>

<< D'accordo. Buona fortuna >>

<< Anche a te >>

Si divisero. Elvira si mise in posizione d'attacco, abbassandosi il più possibile per non farsi scorgere. Uru fece il giro in largo cercando di non farsi notare e si posizionò più avanti rispetto alle prede.

Elvira diede inizio all'attacco. Con un balzo mise in allarme le antilopi e stette loro alle calcagna. Uru le attendeva, col cuore palpitante. D'un tratto si accorse che c'era qualcosa che non andava nell'aria. Ma ormai le prede erano vicine e non aveva tempo per rifletterci. Non appena esse le vennero incontro, balzò ed afferrò con gli artigli e le zanne un'antilope, facendola scivolare al suolo, dopodiché le cercò la gola. Mollò la presa, non appena questa spirò, e si leccò le zanne insanguinate, attendendo l'amica.

Sentì improvvisamente una presenza dietro di sé, ma non si trattava di Elvira. Si voltò: c'era un grande leone dalla folta criniera e dalla peluria scura, che la fissava con occhi scuri e penetranti. La giovane leonessa, sentì un forte brivido di paura risalirle lo stomaco e indietreggiò ponendosi davanti alla propria preda.

<< Complimenti, bellezza >> disse << Davvero un'ottima caccia. Peccato che si trattavano di prede già prenotate...Bé, perlomeno mi hai risparmiato la fatica di catturarne una... >> si avvicinò con l'intento di sottrarle la preda.

<< Sta' lontano, impudente! >> ringhiò lei << Se hai fame, va' a cercare altrove! Questa antilope è per i miei amici! >>

<< Senti, senti... >> sogghignò il leone << Hai davvero un bel carattere, oltre ad essere affascinante, sai? E poi sai cacciare davvero bene...Ho deciso: diventerai la mia compagna e insieme daremo vita ad un numeroso branco >> esclamò;

<< Cosaaaa?! >> si sconcertò Uru << Stai scherzando, vero?! Non ti conosco neanche! >>

<< Il tempo non mancherà per conoscerci, vedrai... >> la osservò meglio << Lo sai? Hai un'aria vagamente familiare... >> le disse;

Dietro di lui arrivò anche un altro leone più grande:

<< Che succede qui? >>

<< Ciao, fratellone. Guarda qua: ho rimediato una preda e una bella femmina in una volta, anche se si ostina a respingermi... >>

<< Davvero? >> la guardò e ne rimase attratto << Caspita... Nessuno esagererebbe se dicesse che sei una delle leonesse più belle della savana... Hai anche un'aria familiare... >>

Il cuore di Uru batté ancor più freneticamente alla vista dell'altro leone: quella corporatura robusta, la scura pelliccia e quel volto...! Non c'era dubbio: era colui che la prese in ostaggio quella notte tenebrosa! E l'altro era uno di coloro che condussero Ahadi da Zhymu:

<< Ah... Voi...! Voi!! >>

<< Hm? Ci conosciamo, per caso? >>

Gli occhi della giovane si accesero di rabbia e paura e indietreggiò, lasciando scoperta la preda.

<< Siete quei leccapiedi di Zhymu! Avevate ricattato Ahadi usando me! >>

I due leoni spalancarono gli occhi con perplessità: << Tu...Non vorrai dire che tu sei... >>

<< Uru! >> Elvira la stava raggiungendo << Tutto bene? Ma che...?! >> si fermò alla vista dei due leoni << Cosa sta...? >>

<< Vai via! Subito! >> le ordinò Uru;

<< Perché?! Che succede?? >>

<< Fa' come ti dico!! >> le ringhiò;

<< Ma...?! Non posso lasciarti qui da sola! >>

<< Torna dagli altri! Questo è un ordine!! Svelta! >>

Elvira non sapeva se quella fosse la cosa giusta da fare. Tuttavia decise di obbedire e corse via: sarebbe andata ad avvertire Ahadi.

<< Però. Niente male anche la tua amica... >> disse il leone più giovane;

<< Non ti azzardare a toccarla! >> ringhiò Uru <<  Non permetterò che ci vada di mezzo anche lei in questa faccenda...! >>

<< Sei quella mocciosa... >> disse il più grande;

<< Esatto. E tu sei quello sciocco che mi tenne in ostaggio. Anche se con esito sfortunato >>

Al leone tornò a mente l'inganno della leoncina: << Faresti meglio a tenere la bocca chiusa, bellezza... >> le disse minacciosamente;

<< Ah, sì? Perché? Hai forse paura che la notizia si sparga in giro? >>

<< Taci! >>

Uru fece un profondo sospiro, cercando di nascondere la paura: << Bah! Non vale davvero la pena punirvi... In fondo siete solo due sciocche pedine al servizio di un delinquente... >>

<< Lo eravamo. Ora non lo siamo più >> disse il più giovane;

<< Cosa? >>

<< Sì, esatto >> disse il più grande << Abbiamo lasciato il branco. Eravamo stufi della tirannia di quell'imbusto. Non facevamo altro che obbedirgli, subirci le sue ramanzine e procacciargli il cibo! Che marcisca nel suo esilio! >>

Uru deglutì: << Ma bravi! Finalmente un buon uso della vostra indipendenza. Bene, godetevi pure la vostra libertà. Se ora volete scusarmi... >>

<< Dove vorresti andare? >>

<< Vado dove voglio. L'antilope è tutta vostra >> detto questo si girò ed allungò il passo.

<< E chi ti dice che vorremmo quell'antilope? >>

<< Ehm...Siete stati voi a dirlo. O meglio: tuo fratello minore >> si allontanò.

Il giovane guardò la preda stesa per terra:

<< ...Non la voglio più. Preferisco qualcos'altro... >> le andò dietro;

<< Attento, Akin >> disse il più grande << E' la principessa. Non fare cose strane >>

<< Appunto, Kamau. Proprio perché è la principessa. Non me la lascerò scappare... >>

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Capitolo 14
*** Un drammatico evento ***


Capitolo 14. “ Un drammatico evento ”

 

 

Elvira correva svelta e agitata, col cuore in subbuglio, a causa della preoccupazione nei riguardi dell'amica. Non riusciva ancora a capire per quale motivo Uru le avesse ostinatamente ordinato di andarsene. L'unica cosa, che ora aveva in mente di fare, era di andare da Ahadi. Molto probabilmente Uru si trovava nei guai e avrebbe voluto che lei avvertisse il leone.

Ahadi era sdraiato accanto a Laio e a Kesi, i quali erano rimasti colpiti e affascinati dalla storia raccontata dall'amico:

<< Caspita... >> commentò Laio << Non avrei mai immaginato che vi fossero accadute cose simili... >>

Anche Kesi si unì al discorso: << Sono molto contenta che finalmente tu e lei vi siate ritrovati. Dopo tante sofferenze, meritate certamente la felicità >>

<< Vi ringrazio >> rispose lui con un sorriso.

Alzò lo sguardo verso l'orizzonte e vide in lontananza la giovane Elvira, che correva da sola verso di loro con occhi allarmati:

<< Ahadi! >> lo chiamò.

Lui si alzò rapido e le corse incontro, assieme a Kesi e a Laio. La giovane si fermò ansimante, cercando di riprendere fiato:

<< Elvira, tesoro, cos'è successo?? >> si preoccupò Kesi;

<< Mamma... >> riempì d'aria i polmoni e parlò << Si tratta di Uru...! >>

<< Che le è accaduto?? >> le domandò Ahadi;

<< Non lo so, ma... Temo si trovi nei guai >>

<< Che vuoi dire? Spiegati >>

<< Abbiamo dato la caccia ad un branco di antilopi. Quando l'ho raggiunta sul fianco esterno, ho visto che non era da sola...c'erano due leoni con lei. Volevo andarle vicino, ma mi ha ringhiato contro, mandandomi via...E poi non so altro, mi dispiace... >> si rammaricò;

<< Sapresti dirmi quale sia il luogo? >>

<< Sì, in fondo a questa valle, verso Nord... >>

<< Bene >> passò oltre e cominciò a correre, pervaso dal timore;

<< Aspetta, Ahadi! Vengo anch'io! >> esclamò Laio andandogli dietro, assieme alle due leonesse.

 

Cercando di mantenere la calma, Uru continuava a camminare sveltamente, sperando di non incappare in altre situazioni pericolose, ma queste speranze furono affievolite, non appena si accorse di essere seguita.

Akin le stava dietro con fare risoluto:

<< Aspetta, devo parlarti >> le disse.

Uru non si fermò e cominciò a correre.

<< Fermati! >> la raggiunse e le si fermò davanti bloccandole la fuga << Scappare non ti serve a niente... Ti raggiungerei comunque >>

Uru distolse lo sguardo: << Scusa, ma vado di fretta >> cercò di andare oltre, ma lui la bloccò di nuovo;

<< E dove vorresti andare? >> sogghignò;

<< Lontano da te >>

<< Ah, ah, ah... Sei divertente, principessa... >>

<< Tu invece no! Fatti da parte! >> fece un altro tentativo, ma lui la respinse indietro con forza, facendola finire a terra:

<< Dovresti portare maggiore rispetto agli adulti, ragazzina... >>

Uru si rialzò terrorizzata: << Cosa vuoi da me?? Non vi bastava aver cercato di rovinare la vita ad Ahadi?! Maledetti... >>

<< Hai ragione, principessa. Ascolta...mi dispiace tanto per le divergenze avute in passato. Sappi che ora sono pronto a rimediare >>

<< Ah, davvero? E come? >>

<< Rendendoti la mia felice compagna... >>

<< Non scherzare! >> arretrò, snudando le zanne;

<< Oh, ma io non sto scherzando... >> le si avvicinò << Tu mi farai diventare il nuovo re. Vedrai, ti renderò felice. Basta che tu accetti la mia proposta >>

Uru lo guardò negli occhi: << Mai!...Tu non desideri affatto la mia felicità, o quella della mia terra... Le sole cose che brami sono il potere e i piaceri carnali... Sei davvero disgustoso! Preferisco la morte, anziché sottostarti! Sparisci dalla mia vista, o ti pentirai amaramente di questo giorno! >> avanzò, decisa ad oltrepassarlo.

<< Ah! E' Così?!! >> le bloccò nuovamente la fuga e le sferrò un potente colpo al petto, lacerandole la carne in profondità. La giovane posò gli occhi sull'erba, che si tingeva di rosso e cadde a terra agonizzante, col proprio ventre impregnato di sangue.

Akin sorrise e si leccò gli artigli insanguinati: << Lo vedi? Ti credi tanto potente solo perché sei la viziata figlia del re... Ma in realtà non sei altro che una debole leonessa qualsiasi, che si dà troppe arie... Ora stai buona e non crearmi altri problemi >>

Non appena lei lo sentì avvicinarsi a sé tanto da poterne sentire il respiro sulla pelle, raccolse tutte le forze che le restavano e si rigirò su se stessa, graffiandogli il volto e riuscendo a liberarsi dalla presa.

L'aria fu tagliata da un feroce grido di dolore del leone. Si gettò a terra boccheggiante, nascondendo il muso tra le zampe.

Uru si voltò e si accorse di averlo ferito ad un occhio. Si alzò a carponi e cominciò ad allontanarsi col cuore in gola, ma la ferita sanguinante le doleva molto e la vista cominciava ad annebbiarsi.

<< D-dannata...!! >> le ringhiò e cominciò ad inseguirla.

La giovane era sfinita e non riusciva a proseguire oltre. Sentì il proprio collo serrato dalle zanne del leone e finì scaraventata nuovamente al suolo con forza. Akin la voltò a pancia all'aria e le premette rabbiosamente una zampa sulla gola. Uru sentiva il proprio respiro soffocato dal dolore. Aprì gli occhi e vide innalzato su di sé il volto del leone, reso mostruoso dalle smorfie contratte per il dolore del lungo sfregio sanguinante all'occhio destro. Distolse in fretta lo sguardo. Non era di certo con quell'immagine davanti agli occhi che voleva morire.

<< Mi disprezzi a tal punto...?? >> ringhiò lui << Fino a farmi questo?! >>

Uru sentì una goccia d'acqua cadere sulla propria guancia e aprì nuovamente gli occhi: il leone stava piangendo.

<< Dunque il mio stupido fratellastro ti ha conquistata...? Quell'impiastro di Khendo..?! Il prediletto di mio padre... >>

Il cuore di Uru sobbalzò e spalancò gli occhi alla pronuncia di quel nome.

<< Proprio come pensavo... Dunque sono riusciti nel loro intento...! >> la fissò per bene negli occhi << Ti vedo perplessa. Evidentemente non lo sai: Zhymu è anche padre mio e di mio fratello Kamau...E non siamo gli unici. Quel bastardo ha fatto figli dappertutto...per divertimento! Ma noi non lo abbiamo mai riconosciuto come padre, così come lui non ci trattava da figli... Per lui non valiamo quanto il suo ultimogenito, Khendo... Il tuo prezioso amichetto. E' sempre stato quel moccioso viziato il favorito... E sai perché? Perché è nato alla Rupe dei Re... E la regina ha avuto la fortuna di partorire una femmina... cioè te >>

La giovane rimase pietrificata dalla tensione.

<< E' proprio così... >> continuò lui << Sin da quando sei nata tu, Zhymu ha architettato tutto... Ed ha sempre preparato Khendo per questa cosa. La mente di quel cucciolo è sempre stata plagiata duramente. Doveva essere lui a diventare re al tuo fianco... Per la loro pura sete di potere! Ma poi è arrivato alla Rupe quel giovane leone, Ahadi, e Zhymu ha visto in lui, una sorta di intralcio per i suoi piani. Tu ti stavi affezionando un tantino troppo a lui. Khendo riferì tutto al padre. Così, dopo l'esilio, abbiamo tentato di farlo sparire... >>

“  NO!! No!! ” Uru scosse la testa. Non poteva crederci...

Poi sentì la presa sul collo ancora più forte: << Ora che sai tutto...Dal momento che né io ne un altro avremo la possibilità di diventare sovrani, non mi resta che farti sparire. Il piano di quel bastardo mio padre andrà in fumo...!! >> e cominciò a ridere malignamente, nonostante dai suoi occhi continuassero a sgorgare lacrime. Era impazzito.

Uru si dimenò cercando di liberarsi, ma invano. Le forze le mancavano e il respiro era completamente soffocato. L'immagine del paesaggio si oscurò e lei si lasciò andare. Le ultime cose che riuscì a sentire e a vedere furono un ruggito a lei famigliare, una grande sagoma che la liberò dalla presa di Akin e due leonesse che le si avvinarono preoccupate. Poi tutto si fece buio.

Con rabbia e forza alimentate a vicenda, Ahadi si era scagliato contro Akin, liberando la sua Uru dalla mortale presa del leone. Akin finì scaraventato a terra, mentre Kesi e sua figlia si protesero preoccupate verso Uru. Ahadi si parò davanti a loro, accanto a Laio, in posizione di difesa. Riconobbe in quel leone uno dei suoi assalitori di quella tragica notte: << Dannato! Non ti azzardare mai più a toccare Uru, o ti ucciderò! Vattene! >> gli ringhiò.

Akin si rialzò: << Tu... sei Ahadi...Muori!! >> e, senza farsi scrupoli attaccò di nuovo con zanne e artigli snudati. Ahadi rispose a tono. L'aria fu tagliata da potenti ruggiti e l'erba sporcata di sangue. Artigli laceranti e zanne pungenti, si conficcarono nella carne di entrambi. Laio si teneva pronto ad intervenire, mentre Elvira e sua madre, cercavano di far rinvenire Uru.

Ahadi finì a terra con il collo serrato da un potente morso dell'avversario.

<< Ahadi! >> Laio saltò addosso ad Akin, liberando l'amico. Ma non riuscì a tenergli testa per molto e finì anche lui a terra, con una profonda ferita sul petto.

<< Laio! >> si allarmò Ahadi, avvicinandosi a lui.

<< S-sto bene...Non preoccuparti... >> ansimò il giovane.

Il feroce leone esplose in una seconda e potente risata: << Pensavate di battermi..?? Ah, ah, ah! Sono io il più forte!! Il prediletto! Il re di queste terre!! Non mio padre!! >>

<< Mamma, fa paura...! >> si spaventò Elvira, rannicchiandosi vicino alla madre.

<< E' pazzo... >> commentò Ahadi << ...ed è anche forte >>

Akin snudò nuovamente le zanne e caricò contro Ahadi, il quale si protese in difesa degli amici e lo attaccò a sua volta. Stavolta Ahadi riuscì a sferrargli un potente colpo al petto e lo atterrò, immobilizzandolo con una zampa alla gola: << Razza di farabutto! Non intendi arrenderti, eh?! La pagherai cara per aver fatto del male ai miei amici...!! >>

L'avversario lo guardò dritto negli occhi e sogghignò: << Bene...Vedo che non sei più quel fragile ragazzino che vidi tempo fa...Avanti allora...che aspetti? Fa quello che un vero leone dovrebbe fare >>

<< ….! >> Ahadi rimase in silenzio. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene e i muscoli in tensione. Provava odio verso quel leone. Eppure...

<< Ti vedo esitante, ragazzo... Evidentemente non sei così forte come pensavo. Non sei capace di uccidere... >>

<< Sta' zitto!! >> strinse di più la presa sul collo di Akin << Io non sono come voialtri! Non uccido per divertimento...! >>

<< Ah, ah, ah...! Ecco, lo sapevo...sei un debole! La compassione non ti porterà lontano, è bene che tu lo sappia... >>

<< Ti sbagli! La compassione è la vera forza! Mi è stato insegnato da colei che più amo al mondo...! >>

<< L'amore...Quel sentimento è una cosa stupida! Tu dici di voler bene a qualcuno... Ma poi quel qualcuno ti tradirà di certo! E allora tu ti accorgerai del tuo errore... >>

<< Amare non è mai un errore! >>

<< Taci! Basta con questi discorsi nauseanti! Se sei un vero leone, uccidimi senza esitare! Dammi un'onorata morte! Fallo! >>

<< Non ti ucciderò! >> tolse la zampa dal collo del leone << Non lo farò... >> si allontanò da lui << Vattene e non farti più vedere! >>

Akin grugnì e si rialzò col capo chino verso terra. L'occhio destro bruciava e la rabbia cresceva sempre di più in lui. Si sentiva umiliato profondamente e ringhiò con ferocia:

<< Sconfitto da esseri miserabili... Non posso accettarlo!! >>

Si scagliò di nuovo contro Ahadi, nonostante gli avesse risparmiato la vita. Con un grande balzo gli fu subito addosso. Ahadi reagì di riflesso e chiuse gli occhi. Sentì i denti appuntiti di Akin serrargli il collo, catapultandolo a terra e i propri artigli affondare nella carne dell'avversario. Un liquido caldo e denso gli scorreva lungo le zampe. Poi aprì gli occhi. Gli artigli erano penetrati nell'addome di Akin, il quale si accasciò al suolo.

<< Ahadi! >> Laio gli andò in contro allarmato << Perdi sangue dal collo! Ti ha ferito in profondità?? >>

<< Sto bene... >> si rialzò debolmente.

Akin tentò di rialzarsi, ma bastava un unico sforzo per fargli sentire ancora più dolore. Si rigettò a terra tossendo. Un piccolo filo di sangue gli fuoriuscì dalla bocca e gli percorse lentamente il bordo del mento.

Ahadi lo guardò: << Sei stato uno stolto ad attaccarmi a quel modo...Perché lo hai fatto? >>

L'altro fece un insipido sorriso: << Eh, eh... Non fare tanto il saggio... Questa ferita non è niente per uno come me... Volevo solo divertirmi un altro po'... >> raccolse tutte le forze restanti e si alzò barcollando << Oggi sono clemente...e ti concederò un po' di tempo in più per vivere... Ma non la prossima volta...Non la prossima...Vedrai >> si voltò e si allontanò a carponi, lasciando tracce di sangue per terra.

Laio scosse la testa << Per me stava solo bleffando...Guardate com'era ridotto. Altro che divertimento... Quello voleva solo farsi ammazzare >>

<< Forse...Ma è un tipo da non sottovalutare >> rispose Ahadi, cercando di ignorare il bruciore che pervadeva le ferite sul suo collo. Poi si voltò verso Kesi ed Elvira, con occhi interrogativi.

Kesi scosse tristemente la testa: << Non è ancora rinvenuta... >> disse.

Ahadi avvicinò ad Uru ed osservò la sua ferita sanguinante sul petto, che si estendeva fino all'inizio dell'addome. Si chinò su di lei ed appoggiò la testa sul suo collo.

 

Kamau si era avviato alla ricerca del fraello, con aria seccata: “ Quello stupido spericolato...! Si sarà cacciato nei guai. L'avevo avvertito io di fare attenzione. Ma lui... ”

Si fermò all'improvviso. Difronte a sé intravide la figura barcollante di Akin, che lasciava scie di sangue e crollò a terra.

<< AKIN!!! >> gli corse incontro preoccupato << Akin! Che ti è successo?! Chi ti ha ridotto così?? >>

<< Kamau... >> gli sorrise debolmente;

<< Stupido che non sei altro!! Possibile che tu debba sempre...! >>

<< Non rimproverarmi, ti prego... >>

<< Chi è stato?? Dimmi chi è stato!! >> ringhiò arrabbiato;

<< E'...è stato quel giovane, che portammo a Zhymu tempo fa...Ahadi >>

<< E' stato lui, dunque?! La pagherà cara...! Vedrai... >> conficcò gli artigli delle zampe nel terreno.

<< Non devi sottovalutarlo, Kamau... Non è più il ragazzino di un tempo... Per giunta è diventato anche il compagno della principessa... >>

<< Debole o no, non fa differenza... Lo ucciderò comunque! >>

Akin ebbe un altro colpo di tosse e gli fuoriuscì dell'altro sangue.

<< Akin! Fratello! >> gli circondò le spalle con una zampa << Su, adesso non sforzarti. Ci penserò io a te... >>

<< No...Basta così... >>

<< Cosa?! >>

<< Sono stanco di questa vita, fratello... >>

<< Ma che stai dicendo?! >>

<< Che sono pronto a morire... Ormai le ferite si sono infettate... >>

<< Basta! Non parlare più! Non devi dire queste sciocchezze... >>

<< Dimmi, Kamau...Per che cosa abbiamo vissuto finora...? Fin da piccoli siamo stati considerati delle nullità da nostro padre... Siamo cresciuti nei luoghi più estremi di questa terra e non abbiamo mai avuto riguardi per chi ci intralciava... Sia tu che io abbiamo figli sparsi ovunque che neanche abbiamo visto crescere...Nonostante tutto io e te ci siamo sempre ritenuti soddisfatti...Ma a quale scopo? >>

<< Akin... >> gli occhi di Kamau si fecero lucidi;

<< Bé... Almeno qualche risata ce la siamo fatta, eh? >> fece un altro sorriso al fratello, il quale ricambiò l'affetto << Non so perché, ma ora mi sento stranamente sollevato e libero... Che misteriosa sensazione... >>

Roteò su un fianco e guardò il cielo: << Grazie, Kamau... Per tutto... >> chiuse gli occhi serenamente e si lasciò morire.

<< Akin...? >>

Il fratello lo scosse più volte, ma invano: << No...No! Non lasciarmi da solo, Akin!! Ti prego!! Non puoi farlo..!! Come farò senza di te...??! Mi hai sempre sostenuto...! Eri il mio confidente! Il mio conforto...Il mio...! >> si gettò disperatamente sul corpo esanime del fratello, piangendo, come non aveva mai fatto in vita sua.

<< Perché così all'improvviso..??! Perché??! >> Sollevò il muso verso il cielo e gettò un potente ruggito. Era intimidatorio, feroce, richiedente la vendetta...Ma sopratutto sofferente.... 

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Capitolo 15
*** Le Terre di Nessuno ***


Capitolo 15. “ Le Terre di Nessuno ”

 

 

L'aria era calda e umida, i raggi del Sole cocenti, ed il terreno secco, con l'alta erba china, in attesa dell'arrivo delle piogge. Intere mandrie si riunivano attorno alle poche sorgenti d'acqua rimaste. Luogo ideale per dissetarsi. Luogo ideale per le dispute. Luogo ideale per i predatori.

Una piccola mandria di zebre, che era stata attirata da un'invitante pozza d'acqua, ora si spostava velocemente, inseguita da un giovane leone, dal pelo grigiastro e la criniera rossastra. Il suo unico intento era quello di spaventare le prede e non di catturarne una. Il suo compagno, dal pelo marrone chiaro e poco più grande d'età, giaceva infatti sul fianco esterno e si preparava per l'agguato finale. La caccia si concluse in modo propizio.

I due si ritirarono sotto l'ombra di un albero a divorare la loro preda.

<< Questo sì che è stato un bel colpo, Khendo. Era tanto che non mangiavamo zebra >>

<< Sì, è vero. La sua carne è squisita >>

<< La prossima volta toccherà a me stare sul fianco esterno, eh >>

<< Senz'altro, Hydo. Io di sicuro non ce la faccio più >>

<< Eh, eh...Pigrone! >>

<< Ah, sì? Non vedo l'ora di vederti al mio posto, e poi vedremo chi sarà il vero pigrone... >>

<< Ah! Non io di certo... Tu corri veramente solo quando c'è Uru di mezzo >>

Khendo arrossì: << Non è vero! A proposito...Pensi che sia tornata a casa? >>

<< Non so. Può darsi >>

<< ..... >>

<< Che c'è? Hai una faccia... Scommetto che temi che lei abbia trovato un compagno >>

<< Sta zitto! Non sono affatto preoccupato per quello. E poi ricordo che lei stessa ha affermato di non voler trovare nessuno durante il viaggio >>

<< Sarà... Ma sei sicuro di questo? Guarda che, se te la portano via, non venire a frignare da me >>

<< Ti sembro il tipo? >>

<< No, ma sei molto imprevedibile a volte... Secondo me dovresti smetterla di pensare a lei. Perché non cerchi qualcun'altra? >>

<< Non se ne parla! Lei è la principessa >>

<< E con questo? Non mi dirai che la conquisterai solo per ottenere il potere? Se la farai soffrire non contare più su di me! >>

<< Che stai dicendo, Hydo? >>

<< Ascolta, Khendo... Lascia che le cose seguano il loro corso. Sono sicuro che la tua ansia sia causata anche da qualche altro motivo, oltre che dal tuo interesse per Uru... Ogni giorno affermi di voler far visita a tuo padre, eppure per qualche ragione non ci vai mai... Ma non sei costretto a dirmi tutto. Solo non voglio vedere soffrire nessuno di voi due. D'accordo? >>

Khendo chinò il capo sospirando: << Va bene... >>

Hydo sorrise: << Mangiamo ora, prima che la carne diventi fredda >>

 

Dopo il pasto si riposarono per alcune ore. Al loro risveglio la mattina aveva varcato le porte del pomeriggio. Terminarono di mangiare la poca carne rimasta della zebra e ripresero il loro cammino. Attraversarono vasti territori sabbiosi, ampie vallate incorniciate da alberi ed erba, fino a che incrociarono le rive del fiume che scorreva in direzione delle Terre del Branco. Al termine del lungo viaggio raggiunsero i confini della loro terra natia. Hydo era deciso a proseguire oltre, mentre Khendo era insicuro. Quella si sarebbe rivelata una perfetta occasione per incrociare le desolate Terre di Nessuno, su cui si raccontavano diverse storie intimidatorie. Il re aveva incaricato alcuni sudditi di sorvegliarne i confini più aperti, per assicurarsi che gli esiliati non facessero ritorno. Ma a Khendo la sola idea di toccare il suolo di quelle terre con le proprie zampe lo faceva rabbrividire. Hydo notò la sua cupa espressione:

<< Alla fine hai deciso cosa fare? >> gli domandò;

Khendo annnuì: << Andrò da mio padre... >>

<< Te la senti? >>

<< ...sì >>

<< Se vuoi ti aspetto. Poi torneremo insieme alla Rupe >>

<< No. Prosegui pure senza di me. Potrei anche restare per molto tempo da mio padre. Non ti conviene restare. Porta i miei saluti ad Athena e a tua sorella. Vi raggiungerò più tardi >>

<< D'accordo. Ci rivedremo stasera allora >>

<< Ah! Dimenticavo... Fai gli auguri ad Athena da parte mia. Tra non molto tu e lei diventerete genitori >>

Hydo abbassò lo sguardo con un tenero sorriso: << Grazie, Khendo >>

<< Figurati. Chi l'avrebbe mai detto che saresti stato tu il primo a diventare padre? Vecchio furbacchione. Sembra ieri che ci rincorrevamo nella savana per combinarne una delle nostre... >>

<< E già...Anch'io faccio ancora fatica a crederci. Sono così contento...Non vedo l'ora che i miei piccoli nascano >>

<< Ti dispiace se mi farò chiamare zio come Helya? >>

Hydo rise felice: << “ Zio Khendo ”... Non suona male >>

Fecero un'ultima risata insieme, dopodiché si salutarono e proseguirono in direzioni differenti.

 

Alle pendici delle immense rocce della Rupe dei Re, le leonesse del branco si erano riunite a riposare dopo la caccia, sdraiandosi sulle pietre rese calde dai raggi solari, mentre il re Mohatu era andato in ricognizione in altri luoghi. Helya andò vicino ad Athena, la quale stava ferma in piedi a fissare l'orizzonte pensierosa.

<< Dovresti riposare di più >> disse Helya << Specialmente ora che sei nel bel mezzo della tua gravidanza >>

Athena sorrise, guardandosi il ventre prominente: << Lo so, ma non ci riesco. Hydo torna qui raramente, ma l'ultima volta ha promesso che sarebbe venuto uno di questi giorni, e che sarebbe rimasto anche fino a dopo il parto. Sono così felice... >>

Helya la guardò teneramente: << Non vedo l'ora di diventare zia. E non dimentichiamoci che anche Uru tornerà a momenti. Sarà entusiasta della notizia >>

<< Già. Spero che torni presto. Mi manca tanto... Secondo te ha trovato qualcuno? >>

<< Sicuramente! Sono certa che tornerà accompagnata da un bel leone >>

<< E tu, Helya? Quando pensi di sistemarti? >>

<< Ah, io sto bene così! >>

<< Non è vero... Che mi dici di quei due leoni che hai conosciuto tempo fa? Erano entrambi cotti di te >>

<< Sì, ma... Nessuno di loro mi entusiasmava. Erano un po' troppo narcisisti per i miei gusti. Volevano solo farsi notare. Preferisco un tipo più semplice e simpatico >>

<< Tanti auguri, allora >> ridacchiò Athena << Non è facile trovarlo >>

<< Lo so, accidenti... >>

Volsero nuovamente lo sguardo alle terre attorno la Rupe e intravidero la lontana sagoma di Hydo, che si stava avvicinando.

<< Hydo! >> Athena ed Helya scesero dalla Rupe e gli corsero incontro felici.

 

...Oltre ai confini delle Terre del Branco,vi erano aree consumate dalle intemperie e dal fuoco, dove la flora tenta di aggrapparsi invano con le proprie radici al terreno poroso e rosso, e la fauna, per quanto possa, cerca di compensare la propria fame, che scava e marcisce il corpo fino alle ossa...

 

L'orrido panorama di quella terra confinante si presentò agli occhi di Khendo come una terrificante sfida, impossibile da abbattere. Si fermò proprio difronte ad un enorme tronco secco, che a malapena si sorreggeva con l'aiuto di un paio di tratti di terra fangosa. L'ansia gli causò il tremolio del corpo. Conficcò gli artigli nel terreno e strinse i denti. Fece un profondo respiro e, una volta superate le prime paure, salì sul tronco scricchiolante e raggiunse con cautela l'altra sponda. Ma più procedeva, più quel luogo appariva logoro e solitario. Gli enormi rami di alberi morti e bruciati sembravano grossi artigli pronti ad afferrare e dilaniare la propria preda. Il terreno traeva nutrimento dalle ossa di carcasse consumate da avvoltoi. In fondo vi era un grosso termitaio roccioso, che sovrastava quelle distese deserte. Khendo deglutì, cercando di farsi coraggio, e si diresse laggiù.

In mezzo alle varie rocce del termitaio si riuscirono a distinguere le sagome di alcuni leoni. Fra questi vi era una giovane leonessa, dai lineamenti seducenti e gli occhi blu, che andò incontro al nuovo arrivato:

<< Khendo, fratellino! >> lo salutò con gioia;

<< Laira! >> il giovane ricambiò il saluto, dopodiché si diressero verso i leoni del branco: << Ehi, ragazzi, Khendo è qui! >> esclamò la leonessa.

I leoni volsero lo sguardo: << Ah, il piccolo Khendo... >> il leone più grande si alzò seguito dagli altri.

Khendo salutò gli amici e i fratelli rimasti uno ad uno, i quali rimasero sorpresi dal suo strabiliante cambiamento: << Incredibile come sei cresciuto. La principessa sarà sicuramente già caduta ai tuoi piedi! Ah, ah... >>

<< Non direi proprio... >> rispose il giovane;

<< Suvvia...Raccontaci un po'. Come sta lei? E' cresciuta bene vero? Pensa che porto ancora i segni della zampata che mi diede quando era ancora piccola... >>

<< Sì, Rodos...è diventata ancora più bella. Ma non l'ho ancora conquistata >>

<< Interessante...Nostro padre non sarà affatto contento >> e rise assieme agli altri;

Laira si fece avanti: << Perché non tacete un po', voialtri idioti? Lasciatelo stare. Ha viaggiato tanto per arrivare qui. Povero Khendo, sarai stremato... >>

<< Attenta a come parli, Laira >> disse un altro << La tua gentilezza ti costerà caro un giorno... Cosa ci guadagneremo noi da questa storia? Intanto lui si gusterà la vita di un re >>

<< Bah! Siete peggio dei cuccioli! Se non la piantate vi aggiusto io! >>

<< Oohh...Che paura... >> ghignarono gli altri, tornando a riposarsi.

Khendo abbassò inquietato lo sguardo. Laira lo consolò: << Su, non starli a sentire... Non hai nulla di cui preoccuparti. Ti invidiano solo perché quel villano di nostro padre ti ha costretto a farti piacere la principessa. Ma credimi, nessuno di loro si dimostra degno come te per tale incarico, col carattere che si ritrovano... >>

Khendo le sorrise: << Grazie, Laira... Per fortuna ci sei tu qui, altrimenti non oso neanche immaginare come sarebbe andata >>

Laira gli rivolse un sorriso mesto: << Non c'è bisogno che tu mi ringrazi, fratellino. Sai, a dire il vero anch'io ti invidio un po'... Hai avuto la possibilità di viaggiare e di esplorare tanti luoghi. E inoltre, con la scusa di dover stare vicino alla principessa Uru, hai potuto evitare di trascorrere la maggior parte del tempo in queste orride terre >>

<< Ma...Perché non te sei andata allora? Avresti potuto farlo, proprio come hanno fatto Kamau e Akin >>

<< Sì, è vero... A differenza di Zhymu, io e gli altri possiamo anche andarcene da qui. Le sentinelle piazzate dal Re per fortuna ci lasciano stare, però... >>

<< Però? >>

<< So bene che che il nostro vecchio non è altro che un leone vile, taccagno ed assassino. Molti dei nostri fratelli hanno finito per smarrire la propria coscienza per causa sua. Forse mi prenderai per una povera scema, ma...Nonostante ciò lui resta pur sempre mio padre in fondo. Non me la sento di abbandonarlo a se stesso >>

Khendo rimase ammaliato da quelle parole: << Sei una brava leonessa Laira...Fortunato colui che ti sposerà, anche se ti confesso che mi sentirei un tantino geloso se qualcuno ti portasse via >>

La giovane rise imbarazzata: << Su ora non esagerare, bell'imbusto >>

<< Ah, ha...Però sul serio...Cerca di trovar un po' di tempo per te stessa. Queste terre non giovano affatto alla tua salute e alla tua bellezza >>

<< Uhm...Grazie. Terrò a mente questo consiglio >> gli strizzò un occhio e lo condusse verso il grosso termitaio.

<< Dov'è lui? >> le domandò Khendo;

<< Dove pensi che stia quello sciagurato? Si è rintanato per bene nelle profondità di questo schifoso ammasso di rocce. Esce solo quando gli portiamo da mangiare. Vieni, seguimi >>

<< Non esce mai da lì? >>

<< Ultimamente no... All'inizio trascorreva fuori gran parte della giornata. Io e lui facevamo sempre due passi insieme. Non faceva altro che parlarmi del suo immortale risentimento nei confronti di coloro che vivono alla Rupe dei Re. Il che era segno di un po' di vitalità rimasta in lui. Ma ora... Si è rinchiuso là dentro. Da quando ha avuto notizia della morte della regina Aura >>

<< Cosa? >>

<< Sì, è così. Da quando ha saputo della sua morte è peggiorato parecchio. Non so il perché. E' come se fosse morto sia fuori che dentro. Mangia poco ed ha assunto anche un aspetto orribile. A volte entro per accertarmi che non sia morto davvero. Solo a me permette di entrare ora, mentre gli altri restano fuori. Spero solo che vederti lo faccia stare un pochino meglio e che non sia tanto scorbutico da mandarti via >>

Khendo si angustiò.

Trovarono l'apertura delle buie grotte e vi entrarono. L'interno era ancora più fetido dell'esterno. Radici e ragnatele fungevano da decorazioni per le pareti e l'aria era piuttosto maleodorante. Riuscì solo a fare qualche passo subito dopo l'entrata, ma l'intenzione di proseguire oltre svanì, lasciando posto al timore.

Laira si girò a guardare il fratello: << Che fai ancora lì? Su, sbrigati >>

Ma lui non si mosse e chinò il capo titubante.

<< Khendo... >> gli si avvicinò << Le prime impressione sono difficili da superare. Te la senti di venire, oppure preferisci aspettare? >>

Il giovane diede un'ultima occhiata all'uscita. Fece un respiro profondo e infine decise di proseguire.

Superarono una stretta galleria e giunsero all'interno. Era una grossa sacca d'aria sotterranea. In alto vi erano stalagmiti vuote all'interno e con aperture all'estremità, che permettevano il passaggio della luce.

Uno strano scricchiolio fece sobbalzare Khendo. Una grossa sagoma si muoveva in mezzo ai cumuli di fango e volse gli occhi scintillanti verso i due fratelli. Khendo si piazzo dietro la sorella maggiore.

<< Laira...sei tu? >> una voce debole e roca tagliò l'aria.

<< Sì, padre, sono io >> rispose risoluta la leonessa;

<< Chi c'è con te? >> il tono della voce aveva assunto una fioca aria minacciosa;

<< C'è tuo figlio >> Laira arretrò e spinse Khendo in avanti, il quale si ostinava a restare nascosto <> gli bisbigliò.

<< Ma è parecchio che non lo vedo >> sussurrò Khendo;

<< E allora? Ecco il momento per colmare le distanze >> e lo mandò verso il padre.

<< C-ciao, papà... >> balbettò il giovane;

Zhymu lo osservò e uscì lentamente dall'ombra. Khendo rabbrividì. La sua maestosità non era cambiata per niente. Ma le sue attuali condizioni fisiche

gli conferivano un aspetto terrificante. Il pelo aveva perso la sua luminosità, gli artigli e le zanne erano completamente sporgenti, le costole e gli zigomi scavati, la foltissima chioma sporca e arruffata. Il grigio brillante e intimidatorio degli occhi spiccava netto in mezzo a tanta ombrosità. Rimasero fermi a fissarsi per un minuto interminabile. Infine Zhymu sfoderò un temibile sogghigno:

<< E' bello rivederti, figlio mio... >>

Khendo deglutì, e si preparò ad affrontare suo padre....

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Capitolo 16
*** Ombre di lontani ricordi ***


Capitolo 16. “ Ombre di lontani ricordi ”

 

 

Laira rimase ferma ad osservare il padre e il fratello. Khendo era talmente nervoso da riuscire a malapena a respirare e a restare in piedi tremolante. Dalla sua bocca non usciva alcun suono. Zhymu invece era risoluto come sempre e cominciava a mostrare impazienza difronte alla riluttanza del figlio. La leonessa pensò che forse un piccolo intervento non avrebbe fatto male alla situazione: << Uhm...E se uscissimo un po' da questo postaccio? Andiamo a fare un giro noi tre da soli. Che ne dite? >>

Khendo riuscì a tranquillizzarsi e guardò la sorella con gratitudine: << E' una splendida idea >> le disse;

Zhymu soffocò un ringhio con un lungo sospiro, ma infine accettò. Laira sorrise soddisfatta ed affiancò il padre per aiutarlo a camminare verso l'uscita. Khendo li seguiva da dietro.

I grandi occhi grigi di Zhymu, che erano abituati all'oscurità, rimasero subito accecati con dolore dal più flebile raggio di Sole che attraversava l'entrata delle grotte. Strizzò forte gli occhi e si tirò indietro col capo in una smorfia di dolore. Laira lo guardò preoccupata, mentre Khendo si fermò con aria interrogativa. Dopo qualche minuto gli occhi cominciarono ad abituarsi nuovamente alla luce e pian piano uscirono fuori dal grande termitaio. Cominciarono a passeggiare, andando in direzione opposta rispetto a quella del branco di leoni.

Trascorsero parecchi minuti prima che tra loro cominciasse una vera e propria conversazione. Ad attaccare discorso per primo fu Zhymu:

<< Sei davvero cresciuto, sai? Sembri diventato un leone responsabile. Mi fa piacere >>

Khendo accennò un sorriso, contenendo il proprio timore: << Grazie, papà >>

La conversazione continuò: << Come vanno le cose nelle Terre del Branco? >> domandò Zhymu con espressione seria;

<< Tutto procede normalmente >> rispose il giovane << Mohatu continua a fare il suo dovere, mentre Uru è diventata davvero una brava e bella leonessa >>

<< Ah, sì? >> il volto di Zhymu assunse un accenno di malizia << E dimmi...Le cose tra voi vanno bene, vero? >>

Laira si voltò a guardare il fratello con preoccupazione. Il giovane si sentiva nuovamente tremar le zampe: << Ehm... “Tra noi”? Cosa vuoi dire? >>

Zhymu si voltò con sbigottimento: << Lo sai bene cosa intendo, figlio mio >>

<< Ah...Bé, penso che le cose stiano andando bene...credo >>

<< Credi? Che razza di risposta è questa?? >> cominciò a perdere la pazienza;

Laira intervenne: << Papà, calmati adesso. L'agitazione non ti fa bene alla salute >>

<< Taci, per piacere. Voglio parlare per bene con tuo fratello >> rispose lui seccato << Si può sapere cosa diavolo stai combinando da quelle parti, Khendo? >>

Khendo deglutì: << Continuo a viaggiare >>

<< E quando torni alla Rupe cosa fai? >>

<< Sto in compagnia dei miei amici >>

<< E che mi dici della principessa? E' trascorso molto tempo dalla sua partenza, ma mi auguro che adesso sia tornata e che voi due stiate insieme... >>

<< Non è ancora tornata >> rispose serio il giovane;

Zhymu conficcò gli artigli nel terreno, soffocando un ringhio: << Dunque non l'hai seguita nel suo viaggio... >> si voltò a guardarlo << E tu la lasci andar via così, con la possibilità che lei trovi un altro compagno...Ma cosa diavolo ti ha detto il cervello??! >> scacciò un ruggito contro il figlio, il quale indietreggiò sconcertato;

<< Basta, papà! Smettila! >> Laira si mise fra loro;

<< Fatti da parte! >> urlò il padre continuando ad avanzare << Dunque sei venuto fino a qui solo per riferirmi queste cretinate?! Non sei affatto il leone che credevo! >>

Khendo chinò il capo e snudò le zanne con un forte ringhio in propria difesa. Sentiva crescere dentro di sé un rancore struggente verso il padre: << Con quale autorità ti permetti di giudicarmi, papà?! Tu non sai proprio un bel niente di me! >>

<< E in vece ti sbagli! Per cosa abbiamo lavorato fin'ora?! Stai vanificando tutti gli sforzi che ho fatto per prepararti a diventare il sovrano del regno! Questo spiega con chiarezza che sei soltanto un idiota! >>

<< Sei tu che hai voluto architettare tutto quanto! Sei sempre stato solo e soltanto tu! Non ti sei mai chiesto cosa realmente vogliamo io e i miei fratelli! Mai! >>

<< Tu hai avuto tutte le possibilità che gli altri non hanno mai avuto! Potevi avere tutto! Potevi ridare lustro al nostro branco! Tu potevi, Khendo! >>

<< Ormai non ci tengo più ad avere i vostri problemi sulle mie spalle! Sono stufo di tutto questo! >>

<< Tu potevi...! Potevi avere le possibilità che io non ho mai avuto! E invece ti sei ritirato a fare la ripugnante vita di un vagabondo! >>

<< Almeno la mia vita ha il diritto di essere considerata meno ripugnante della tua! Ho viaggiato e visto cose che neanche tu potresti immaginare! Non mi pentirò mai di questa scelta di vita, papà! >>

<< Sei indegno di questa famiglia! Mai avrei creduto di dovermi vergognare di te! >>

<< Ma non sono io quello che si è rovinato la vita! Non sono io quello che si tortura da solo vivendo in un orrendo e putrido abisso nero! Almeno io vivo alla luce del Sole! Sei tu a disonorarci! Sono io che dovrei compatire mio padre! >>

Zhymu gettò un altro potente ruggito lasciandosi conquistare dalla rabbia e si protese per scontrasi con il figlio, il quale era pronto a difendersi.

<< NO! >> Laira fermò il padre con un grande balzo e cercò di trattenerlo.

<< Laira! >> esclamò il fratello preoccupato;

<< Vattene, Khendo! >> replicò lei, cercando di atterrare il padre, che era in preda alla follia << Lascia questo posto! >>

<< Ma, Laira...?! >>

<< Ti prego, fratello! >> lo implorò con le lacrime agli occhi << Io me la caverò! Va' via! Presto! >>

Khendo annuì, contenendo la propria agitazione e corse via sveltamente.

Non appena la sua figura scomparve all'orizzonte, Laira lasciò andare la presa e il padre la scansò bruscamente.

<< Sei forse impazzito?! >> lo riproverò lei << Perché ci tratti in questo modo? Perché ti comporti in modo così disdicente? >> le scese una lacrima << Solo...Solo perché tu ricevetti un cattivo trattamento da tuo padre quando eri giovane...non vuol dire che tu debba far soffrire così anche noi! >>

Gli occhi di Zhymu riflessero il dolore di lontani ricordi della propria infanzia. Era un dolore moralmente profondo, che scatenava rabbia e tristezza nello stesso tempo: << Vi ho già detto... >> ringhiò << ...che non dovete mai più pronunciare una sola parola su mio padre! Mai più! >> la guardò con occhi adirati << Tuo fratello ha sprecato la sua occasione! Ha gettato al vento ciò che io non ho mai potuto avere...! >>

<< Ma è la sua vita! Non puoi biasimarlo! >>

<< Ora basta, Laira... Taci e tornatene dagli altri vicino al termitaio! Non voglio sentire altro da te! >>

Laira sentì un nodo alla gola e singhiozzò: << Sei tu quello da biasimare. Io resto qui solo per aiutarti, papà... Per farti capire che non sei solo. Ma ora mi sto rendendo conto che è stato tutto uno sbaglio...E quel che è peggio è che continuerò a restare qui a vegliarti! Perché nonostante tutto resti mio padre! Non avrei mai dovuto provare pena per te! >> detto questo si girò e corse verso il grande termitaio.

 

Khendo attraversò il confine di quelle lande desolate e tornò nelle Terre del Branco. Continuò a correre con tutto il fiato che aveva in corpo, fino ad esaurire le proprie energie. Esausto per la lunga e stremante corsa, si lasciò scivolare mestamente a terra.

La vista gli si annebbiò per via delle lacrime.

<< Tornerò, Laira! >> esclamò << Che tu lo voglia o no, ti porterò via da quell'orribile posto! E' una promessa! >>

 

...........

 

 

Hydo era al culmine della felicità per essere tornato dall'amata Athena e dalla cara sorella. Trascorsero il resto della giornata insieme. Passeggiarono a lungo e parlarono tanto degli ultimi avvenimenti. Poi risalirono le rocce ed andarono a riposarsi. Athena sussultò dolcemente, sentendo i propri piccoli muoversi dentro di lei. Hydo sorrise ed appoggiò delicatamente la testa sul suo ventre prominente: << Senti come si muovono? >> disse lei;

Hydo annuì contento: << Devono essere almeno due >>

<< Cosa ne dite di decidere i nomi? >> propose Helya gioiosa;

<< Buona idea >> rispose Athena.

Rimasero a pensare a vari nomi per diversi minuti. Il primo a parlare fu Hydo: << Che ne pensate di Kiba e Sangah per dei maschi? >>

<< Carini! >> esclamò Helya << Invece se nascesse una femmina.... >>

<< A me piacerebbe Sarafina >> disse Athena;

<< Sì, è un bel nome >> rispose Hydo << se avremo una femmina si chiamerà così >>

<< E se nascerà anche un'altra femmina che ne dite di Aisha? >> propose Helya;

<< Perfetto >> confermò il fratello sorridendo.

 

Il sole toccò il confine tra terra e cielo, tingendo di rosso arancio tutta la savana. Mohatu, dopo aver trascorso la giornata in perlustrazione ritornò alla grande roccia e accolse benevolmente il ritorno di Hydo, dopodiché ripartì nuovamente per andare a trovare Rafiki. Erano passati ormai quasi quattro mesi dalla partenza di Uru e si sentiva preoccupato. Giunse nei pressi del gigantesco albero nel quale abitava il mandrillo e lo chiamò.

Rafiki prese il suo bastone e si arrampicò sui rami per affacciarsi: << Mohatu? Cosa fai qui a quest'ora? >>

<< Scusa il disturbo Rafiki. Ma ho bisogno di parlarti >>

Il mandrillo non fece altre domande e si calò giù dall'albero.

<< E' successo qualcosa? >> domandò;

<< Fortunatamente no. Ma sono seriamente preoccupato per Uru >>

<< Ah, sì? Non è una grande novità >> ridacchiò Rafiki;

<< Ma sono passati quasi quattro mesi e non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che potrebbe esserle accaduto qualcosa... >>

<< Ahi, ahi... >> scherzò l'amico;

<< Non fare del sarcasmo, Rafiki... Come fai ad essere così rilassato? >>

<< Ssssh! >>

<< Cosa c'è? >>

Lo sguardo di Rafiki tornò ad essere serio: << Chiudi gli occhi e ascolta il vento >> disse;

<< Perché dovrei? >>

<< Tu fallo e basta >>

Mohatu sospirò ed obbedì. L'aria era piacevolmente tiepida ed il fruscio dei rami degli alberi era estremamente dolce. Ma ciò che più colpì i sensi di Mohatu era un lieve odore trasportato dal vento e accompagnato da foglie e petali di piante. Il re riconobbe l'odore della defunta moglie. Era come se fosse là accanto a lui. Fu una piacevole sensazione. Poi riaprì gli occhi stupito.

<< Cos'hai sentito? >> domandò Rafiki accennando a un sorriso;

<< E'...è stata una cosa incredibile. Mi è parso di sentire Aura qui accanto a me >>

<< Hai visto? Tu devi avere più fiducia. Devi credere in tua figlia. Perfino la regina Aura vuole fartelo capire >>

Mohatu guardò Rafiki contento e lo ringraziò. Tuttavia vi era ancora un pensiero che lo tormentava, ossia l'esilio di Zhymu. Essendo il re non avrebbe potuto fare diversamente per lui. Ma il solo pensiero che Zhymu si trovasse in quelle terre infuocate lo faceva soffrire. E la sua mente riportava in vita i lontani ricordi della giovinezza. Erano colmi di luce. Ma, dove c'è luce, c'è anche ombra.

Le leonesse della Rupe cominciarono a rientrare nelle grotte, preparandosi per la notte.

Hydo, Athena ed Helya rimasero ancora fuori ad attendere l'arrivo di Khendo. Ma il giovane non si fece vedere per tutta la notte.  




Qui termina il secondo libro della serie! Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia con pazienza e che mi hanno incoraggiata ad andare avanti! Presto comincerò a postare anche il terzo libro! Alla prossima!

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