Scappa!

di Valery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ultimo saluto ***
Capitolo 2: *** Conseguenze 1^ parte ***
Capitolo 3: *** Conseguenze 2^ parte ***
Capitolo 4: *** Imprevisti ***
Capitolo 5: *** La mia scelta ***



Capitolo 1
*** Ultimo saluto ***


Scappa…

Scappa…!

 

 

 

Andromeda saltò giù dalla finestra con un balzo non di certo molto raffinato .

Si attaccò al ramo dell’albero situato di fronte alla sua camera e rimase a penzoloni per alcuni secondi. Quando si sentì sicura, lasciò la presa e si ritrovò seduta per terra con un terribile dolore al fondoschiena .

 

-Maledizione… - sibilò prima di rialzarsi e sistemarsi il vestito beige che indossava . Si guardò intorno come si fosse preoccupata. In effetti un po’ lo era. Quel giorno avrebbe detto per sempre addio alla nobile vita che conduceva a casa Black, e si sarebbe trasferita insieme ai “babbani” se così si potevano veramente chiamare delle persone esattamente identiche a lei e alla sua famiglia. Diede un’ultima occhiata al vasto cortile che circondava la sua ormai ex-dimora.

-Addio… - mormorò con un velo di tristezza.  Stava per scavalcare il cancello, quando la voce di un suo conoscente la riportò alla realtà.

 

-Andromeda!- esclamò Sirius nel tentativo di richiamare alla realtà la sua cugina preferita. La ragazza si girò di colpo, e quando fu certa di vedere proprio su cugino in lontananza, scese dall’inferriata del cancello.

-Sirus, ma che ci fai qui?- gli chiese cercando di mantenere moderato il tono di voce. Il ragazzo parve leggermente offeso.

-Sono venuto qui per salutarti, che domande! Certo che se tua mi accogli così, posso tornare da quella racchia di mia madre e…-

-E va bene! Scusami, ma mi hai spaventato. Comunque, non c’era bisogno che venissi. Sai che odio gli addii faccia a faccia.- disse Andromeda abbassando lo sguardo. Sirius le accarezzò leggermente una spalla.

-Su, ormai sei una donna. Non puoi farti vedere così fragile.- le sussurrò nel tentativo di farla sorridere.

-Già. Qualcosa, però, mi dice che non sei venuto per salutarmi.- ribatté cambiando totalmente tono di voce e mostrando lievemente un sorriso. Sirius sospirò rumorosamente.

-Hai ragione. Infatti ero venuto per dirti che ho intenzione di scappare anch’io.- le disse guardandola intensamente.

-Co – come? Ma sei matto?! Non puoi scappare di casa!- esclamò la ragazza gesticolando con le mani.

-Ah, certo! E perché tu sì?- disse a suo rimando in tono sarcastico. Andromeda lo guardò severamente.

-Perché sei ancora minorenne. Io ormai ho ventitre anni e posso prendere da sola le mie responsabilità.-

-Uff… sei peggio di mia madre!- brontolò Sirius passandosi una mano tra i capelli. 

-Piantala di dire sciocchezze. Se fossi davvero tua madre, ti avrei già dato una sberla.- proseguì determinata.

-Ok, mi arrendo.- le rispose alzando le braccia in segno di arresa. Andromeda sorrise compiaciuta.

-Bravo. E ora torna a casa, altrimenti di sberle ne riceverai due.- le ordinò mimando il gesto della mano che va contro la guancia. Questa volta fu lui a sorridere.

-Sei brava a fare la mamma, Andry. Com’è che la chiamerai?- gli chiese indicando il leggero gonfiore che si notava sotto la veste della ragazza. Quest’ultima arrossì leggermente e si coprì la pancia.

-Beh, non lo so. Ma comunque te lo farò sapere tramite una lettera.- gli rispose mentre si accarezzava il ventre.

-In ogni caso, prima o poi me ne vado di casa.- sentenziò Sirius più convinto che mai.

-Fa come vuoi. Io però ti ho avvertito.- gli disse Andromeda mentre fissava il cortile.

-Tanto se lo fai tu, posso farlo anch’io.- replicò con uno sguardo compiaciuto. Andromeda si girò verso di lui.

-Mettiamo che tu riesca a scappare: dove pensi di andare? Da me di certo no.- Quella domanda spiazzò in pieno Sirius.

-Beh, ovvio che non vengo da te. Penso di andare da un amico.- rispose un po’ pensieroso. La ragazza annuì.

-Spero tanto che i tuoi non reagiscano male quando gli comunicherai le tue intenzioni. Se io l’avessi detto a mia madre, di certo non mi avrebbe neppure fatto uscire dalla porta!- Sirius si fece scappare una leggera risata.

-Allora vuol dire che non glielo dirò.- mentre disse questo, scosse lentamente il capo.

-Cosa?! Ma vuoi proprio che ti odino a morte?!- esclamò Andromeda guardandolo furente. Sirius non reagì, ma rimase immobile.

-Non credo che la loro reazione sarebbe diversa, sai? Beh, si è fatto tardi. Arrivederci Andry. Stammi bene.- le disse abbracciandola.

-Stammi bene anche tu!- disse di rimando la ragazza, prima di attuare il suo piano. Scavalcò il cancello e porse un ultimo saluto a Sirius, prima di sparire tra le strade gabbane.

 

Sirius porse un ultimo sguardo all’enorme villa che si trovava di fronte a lui.

-Arrivederci anche da parte mia, zii.- mormorò prima di smaterializzarsi in chissà quale posto.

 

 

 

Fine

 

 

Ciao a tutti^^ Ultimamente ho molte idee per la testa! È da un po’ che volevo scrivere una one-shot dedicata ai miei personaggi preferiti, e finalmente ho trovato il modo di postarla! Facendo dei miei calcoli, ho stabilito l’età di Andromeda quando ha saputo di essere incinta, ed è saltato fuori che aveva ventitre anni. Aspetto il vostro giudizio J Valery

 

P.S. Chi vuole può leggere la mia fic “Pearl Harbor” sempre in questa sezione!

 

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Capitolo 2
*** Conseguenze 1^ parte ***


Scappa…

Scappa…!

 

 

-Narcissa!-

Bellatrix irruppe nella camera della sorella minore senza bussare: aveva uno sguardo furente che lanciava fiamme a destra e a sinistra.

Narcissa, essendo stata colta di sorpresa mentre spazzolava i suoi boccoli biondi, fece cadere alcuni profumi che erano riposti sulla sua specchiera personale.

-Cosa c’è, Bella?- domandò stizzita la bionda mentre era ancora in preda allo spavento.

-Andromeda!- esclamò Bellatrix mentre con la mano destra prendeva il braccio sinistro di Narcissa e faceva alzare dallo sgabello con molta forza.

-Andromeda cosa?!- domandò la bionda che non aveva capito il motivo della visita da parte della sorella maggiore.

-Dov’è? Quando l’hai vista l’ultima volta?- chiese più infuriata che mai la mora.

Narcissa parve riflettere sulla domanda appena a lei posta.

-Beh, a pranzo se non ricordo male. Aveva detto che sarebbe andata in camera sua a riposare perché non si sentiva bene. A proposito: non ti sei accorta del gonfiore che ha sulla pancia? Eppure non mi sembra che mangi tanto.-

Bellatrix, al cambiamento di discorso della sorella si innervosì ancora di più e le strattonò il braccio violentemente.

-Ahio!- protestò Narcissa, levandosi dalla presa della donna.

-Ha la pancia gonfia perché è incinta, stupida! Come hai fatto a non capirlo?!-

Cissa osservò stupita la sorella. Di seguito scuoté il capo e appoggiò la sua mano sulla spalla dell’altra.

-Io non credo che dovremmo preoccuparci di Andromeda. Ormai sa badare a se stessa, e non ha bisogno della tua vigilanza.-

Bellatrix, all’affermazione della bionda, parve calmarsi. Sbuffò sonoramente.

-Ho controllato in camera sua, ma non c’era. Deve essersene andata, magari ora è insieme al quel…grrrrr!!- La rabbia stava riaffiorando nella più anziana delle due.

-E allora lasciala andare! Insomma, ha ventitre anni!- replicò Narcissa cercando di tranquillizzare la situazione. In cambio si meritò un’occhiata di sottecchi da parte di Bella.

-Tu assomigli troppo a nostra madre, e questo non mi piace.- commentò acida.

Narcissa si voltò verso lo specchio per guardasi meglio in volto.

-Davvero?! Ma non ho i capelli neri e lisci!- obbiettò la più giovane.

-Oh, maledizione!- esclamò Bellatrix mente si distanziava il più possibile dalla sorella. Narcissa sorrise compiaciuta.

-Ora, se non ti dispiace, devo interrogare il mio specchio per sapere se sono o non sono la più bella del reame.- disse mentre trascinava la sorella davanti alla porta.

-Sì, ti lascio alle tue fantasticherie. Quando sarai maggiorenne avrai ben altro a cui pensare!-

Narcissa guardò Bellatrix uscire dalla sua camera e poi tornò a sedersi davanti alla sua specchiera.

“Sta attenta Andromeda.” Pensò mentre riprendeva a pettinarsi.

 

*

Intanto Andromeda era giunta davanti all’abitazione del suo fidanzato, Ted Tonks.

Sorrise felice e si mise ad ammirare la casa: una villetta dipinta di giallo con delle graziose tendine e gerani che sbucavano da esse.

Si avvicinò al campanello e suonò due volte di seguito. Immediatamente, davanti all’ingresso, fece capolino Ted con in mano un telecomando.

Andromeda gli corse subito incontro felice come non mai.

-Oh, Ted! Sapessi come sono felice di vederti!-

L’uomo fu preso alla sprovvista, perché di certo non si aspettava una visita da parte della sua adorata Andromeda, ma questo non gli dispiaceva.

-Andromeda! È bello vederti, ma come hai fatto a venire qui? Non pensavo che i tuoi ti avrebbero dato il permesso di uscire.-

La ragazza arrossì leggermente e abbassò la testa.

-Beh, infatti non lo sanno che sono qui. Non sanno neanche che sono uscita di casa.- spiegò più imbarazzata che mai. Ted aprì la bocca per dire qualcosa , ma non ci riuscì. Non riusciva a credere che…

-Vuoi dire che sei scap…-  Andromeda lo zittì mettendogli un dito sulle labbra.

-Sì, ma l’ho fatto per noi e per il nostro bambino. Non potevo più resistere rinchiusa tra quelle mura. Presto avrebbero scoperto il nostro segreto. E io non ce la facevo più!- spiegò la ragazza con le lacrime agli occhi.

Ted l’abbracciò teneramente: lei sì che aveva un cuore d’oro.

-Su, entriamo a prendere un po’ di the.- propose il ragazzo. Andromeda annuì leggermente con la testa. 

 

*

 

Grimmauld Place, ore 18:26

 

Sirius stava osservando gli innumerevoli vestiti che si trovano nel suo armadio: ormai aveva deciso, sarebbe scappato anche lui come Andromeda. Sarebbe andato a vivere insieme al suo amico James, sicuramente lui l’avrebbe ospitato e accolto come si deve. Ora il problema era preparare una valigia decente.

Il suo guardaroba prevedeva principalmente abiti eleganti, tutti regalati da parte di parenti e amici di famiglia, ovviamente purosangue.

Alla fine decise: avrebbe portato con se solo quegli abiti che aveva scelto lui personalmente: non capi firmati, fatti con stoffe pregiate e robe del genere. Solo abiti che per lui significavano veramente qualcosa.

Iniziò a prenderne una manciata dall’armadio e a riporli dentro una valigia che si trovava ai suoi piedi. Era quasi piena, quando Sirius si bloccò.

“Un momento: non posso andare in giro con una valigia!” pensò dandosi dello stupido. Rovesciò quest’ultima e tutti gli abiti si sparsero per il pavimento della sua stanza.

Da un cassettone tirò fuori uno zaino nero, regalo ricevuto per il suo sedicesimo compleanno da parte dei suoi amici James, Remus e Peter.  

“Questo è perfetto!” si disse soddisfatto.

 

 

Fine capitolo

 

 

Dopo molto tempo, ho deciso di continuare questa one-shot che ora diventerà una fan-fic! Non sarà molto lunga, anzi! Sarà piuttosto breve. Come vedete ho inserito anche Bellatrix e Narcissa, perché ovviamente non potevano mancare XDDD

Mi scuso se ho reso Narcissa un po’ svampita, ma io me la immagino così: una ragazza vanitosa e piena di sé prima di passare dalla parte del male.

Ho leggermente modificato il primo cappy, quindi vi consiglio di andare a rileggerlo, anche perché non è molto lungo…  

Il prossimo aggiornamento arriverà dopo il 12 di agosto, perché domani partirò per il mare e starò via due settimane, ma il terzo capitolo ormai è quasi pronto! Ci si senteJ

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Capitolo 3
*** Conseguenze 2^ parte ***


Scappa…

Scappa…!

 

 

Bellatrix era appena uscita dalla sua camera con in mano una mappa della città in cui abitavano. Aveva passato tutto il pomeriggio a cercare di capire dove potesse essere andata a finire sua sorella Andromeda, e rammentò che una volta la castana le aveva parlato di una dolce villetta che lei stessa aveva visto pochi giorni fa mentre passeggiava per il quartiere nel quale abitavano.

-Bella, hai presente la villetta che si trova a Roger Drive, la via parallela al parco giochi?- le aveva detto molto gentilmente, senza disturbarla mentre leggeva un libro di dimensioni stratosferiche.

-No. Perché, dovrei?- aveva domandato a sua volta acidamente. Andromeda aveva fatto qualche passo indietro.

-Beh, volevo chiedertelo, sai, è molto carina come abitazione. Scusa ma devo proprio andare.- E questa era l’unica scusa che era riuscita a trovare per sfuggire allo sguardo penetrante della sorella maggiore.

Bellatrix strappò in mille pezzi la cartina e li lanciò con foga per terra.

“Maledizione! Peggio di così non può andare!!” pensò mentre respirava affannosamente e tentava di concentrarsi.

In quel momento, soggiunse la Signora Balck, ovvero sua madre. Aveva uno sguardo molto severo e il volto compassato. Bellatrix non si fece intimorire da questo e salutò cordialmente la donna.

-Buonasera, madre. Cosa posso fare per voi?-

-Dov’è Andromeda.- La sua non era una domanda, ma bensì un ordine che pretendeva una risposta pronta e ovviamente, giusta. Bellatrix vagò con lo sguardo nel tentativo di trovare una scusa per potersene andare, ma la voce della madre la riportò alla realtà.

-Ho detto dov’è Andromeda!- urlò strattonando con il braccio la figlia maggiore.

-In soffitta.- rispose la mora mentre tentava di guardare ovunque, fuorché la Signora Black.

-Bellatrix, queste cose già non le tollero con Narcisa, figuriamoci se tu te le puoi permettere!- sentenziò furente la donna.

-Ve l’ho detto, madre. È in soffitta. L’ultima volta che l’ho vista, mi aveva detto che sarebbe andata lì. Credo che volesse cercare un vecchio album di famiglia.- provò a spiegare inutilmente la mora.

-Voglio che tu me la porti nelle mie stanze entro un’ ora esatta, o altrimenti ti rinchiuderò io in soffitta. Siamo intesi?-

Con questa voce calma, ma alla stesso tempo tremolante di rabbia, la Signora Black abbandonò sua figlia Bellatrix lungo il corridoio con il braccio segnato da un grosso livido violaceo. Rimase a guardare quel segno per diversi minuti. Se andò lanciando uno sguardo carico di odio in direzione della stanza della madre.

“Io ODIO avere delle sorelle.”

 

*

 

Sirius si trovava al centro della sua stanza: mentre si grattava la nuca si guardava intorno nel tentativo di scovare qualche oggetto o abito che avesse dimenticato di mettere nel suo zaino nero.

-Ora dovremmo esserci.- si disse tentando di convincersi ad andarsene dal quella casa che considerava come una prigione. Si mise lo zaino su una spalla e si concentrò sulla camera del suo amico James, pronto ad effettuare una smaterializzazione.

Proprio in quel momento, una foto situata sul suo comodino, attirò la sua attenzione.

Il sole che penetrava con i raggi dalla finestra posta vicino all’armadio, faceva luccicare il porta foto nel quale era contenuta una vecchia foto di famiglia.

Sirius la guardò per parecchi secondi, finché non si decise a prenderla in mano. Deglutì e si portò la foto davanti agli occhi.

Era molto vecchia perché lui doveva avere si e no quattro anni.

L’avevano fatta in giardino, durante una bella giornata estiva, anche se dalla foto non si poteva capire. Sua madre era seduta su una seggiola in legno pregiato molto elaborata ed elegante in ogni dettaglio. Suo padre era accanto a lei, in piedi e, ovviamente, non accennava a nessun sorriso. Regulus era in braccio alla madre: dormiva, e per questo non si vedevano i suoi piccoli occhi da corvo, come li chiamava Sirius. E dal lato opposto del padre c’era lui, il disonore della famiglia Black, insieme ad Andromeda.

Ripensando a questo, fu colto da una rabbia mista a dolore. Non ci pensò due volte, e gettò per terra il porta foto che si ruppe in mille pezzi.

“Così non dovrò più subire il loro sguardo e le loro critiche.”

Prese di nuovo in spalla lo zaino e si smaterializzò in una frazione di secondo.

 

*

 

Andromeda osservava molto attentamente quella che Ted chiamava “caffettiera”: non aveva mai visto un oggetto simile a quella nella cucina sotterranea che si trovava a casa sua.

-è davvero incredibile!- aveva detto appena aveva messo piede nel salottino che dava sul giardino. Non era mai stata a casa di Ted, e solo ora si era pentita di questo.

-Davvero le case babbane sono tutte così? Ops, non volevo dire quella parola…- Ted aveva sorriso e poi aveva porso una tazza di the alla ragazza.

-Non fa niente, figurati! Per me non fa nessuna differenza essere definito babbano o altro, davvero.- Andromeda gli sorrise per ringraziarlo, e dopo aver bevuto il suo the si era diretta in cucina e lì aveva iniziato ad analizzare ogni piccolo attrezzo a lei sconosciuto.

Si era cambiata e al posto del vestito beige ora indossava una camicetta bianca accompagnata da una lunga gonna color caffè-latte.  

-Questo completo me l’ha regalato Michelle, una mia compagna di stanza ad Hogwarts. Dice che io mi vesto troppo all’antica e con abiti da funerale. In effetti, ha ragione!- aveva detto allegra a Ted appena era riapparsa in soggiorno. L’abito che indossava prima era di quelli “all’antica” che lei aveva ereditato da Bellatrix, che a sua volta aveva ereditato dalla madre, che aveva ereditato dalla nonna.

-… O almeno così mi sembra.- aveva spiegato sempre a Ted che continuava a sorridere nel tentativo di far piacere alla sua ragazza.

Ora lei era intenta a studiare un frullatore. Lo stava rigirando tra le mani, e molte volte aveva rischiato di caderle, ma per fortuna Ted l’aveva salvato all’ultimo momento.

Quando parve soddisfatta della su analisi, ripose l’oggetto nel cassetto dal quale l’aveva estratto.

-è molto bella la tua casa, mi piace. La mia è enorme e piena di stanze, tanto che quand’ero piccola, una volta mi sono persa.- rammentò Andromeda mentre si avvicinava a Ted e lo abbracciava.

-Sono contento che ti piaccia. Prima ci abitavano anche i miei genitori.- spiegò il ragazzo in leggero imbarazzo.

-Davvero? E ora dove sono? Si sono trasferiti?- chiese la castana piacevolmente incuriosita. Ted abbassò lo sguardo cupo. Impiegò un po’ a rispondere.

-No. Loro non ci sono più. Ma non sentirti in colpa per questo. Sono io che li ho menzionati per primo.- Andromeda sciolse l’abbraccio che li legava e deglutì a fatica.

-Ah…, non preoccuparti. E comunque scusami lo stesso. Forse il mio arrivo improvviso ti ha infastidito, non è così?- disse la ragazza con la voce che tradiva le sue emozioni.

-No, non è vero! Beh, diciamo che più che altro mi ha spiazzato. Se mi avesse davvero infastidito, ora non sarei qui a chiederti di sposarti.- All’affermazione di Ted, Andromeda alzò lo sguardo stupita e gettò le braccia attorno al collo del fidanzato.

-Oh, Ted! Grazie, grazie e ancora grazie! Certo che voglio sposarti!- esclamò con le lacrime agli occhi.

-Questo è tutto per la mia donna. Che ne dici di festeggiare?- Annuì vigorosamente: finalmente era libera, e se era questa la libertà che ogni “babbano” assaporava ogni giorno, era meglio di ogni magia!   

 

Fine capitolo

 

 

Eccomi di ritorno^^!! Vacanza finita, e si ricomincia la vita di tutti i giorniXDDD Personalmente, questo cappy mi piace molto e credo che sia uscito proprio bene; poi, ovviamente, il giudizio lo lascio a voi.

Attraverso questa fic sto iniziando ad apprezzare il personaggio di Bellatrix: prima la odiavo perché aveva ucciso Sirius e per il suo comportamento da grande donna che non vale nulla. Però mi sono detta “deve essere successo qualcosa perché Bella sia passata dalla parte del male!” Mica si sarà svegliata una mattina dicendo “Voglio fare la Mangiamorte.” Insieme a lei sto iniziando ad affezionarmi a Narcissa: anche a lei deve essere successo qualcosa, e così prima di diventare la moglie di Malfoy e la madre di Draco, me la immagino una ragazza un po’ frivola e allegra ma sempre comunque intelligente e furba con la stessa mentalità dei Black. Ok, mi sto prolungando troppo! Ora passo ai ringraziamenti.

 

Lore= il legame che c’è tra Andromeda e Sirius mi è sempre piaciuto, infatti questa prima era una one-shot, che ora sta diventando una breve fic. Grazie per i tuoi complimenti^_^

 

RebelHalloweenJack= Grazie per il tuo consiglio! In effetti non avevo consultato l’albero dei Black, ed il tuo aiuto mi è servito molto. Appena posso aggiusterò l’età di Andromeda che all’epoca, facendo dei calcoli che probabilmente non saranno giusti, doveva avere vent’anni se la facciamo nascere nel 1953^^

 

Un kiss e buon ferragosto: Valery 

 

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Capitolo 4
*** Imprevisti ***


Scappa…

Scappa…!

 

 

Sirius si ritrovò davanti all’abitazione di James in una frazione di secondi.

Si guardò intorno, sperando che nessun babbano avesse assistito alla sua smaterializzazione, perché in tal caso sarebbe stato difficile spiegare l’accaduto.

Per sua fortuna, poté constatare che il quartiere in cui abitava James, era pressoché disabitato.

Si voltò verso la casa: era bianca, con un giardino molto piccolo nel quale si trovava un roseto in fiore che Sirius notò subito. Una siepe molto alta non permetteva di vedere oltre, tranne che da un piccolo cancellino.

Sirius stava per suonare il campanello, quando una voce familiare lo distrasse dal suo intento.

-Sirius!- esclamò James Potter tra lo stupito e l’eccitato nel vedere il suo migliore amico proprio sotto la sua casa.

Il giovane Black alzò gli occhi e puntò lo sguardo sull’unica finestrella del piano superiore, ovvero quella che doveva essere della camera di James.

Sirius sorrise: - Ehilà, Ramoso! Che ne dici di venire ad aprirmi?-

In meno di dieci secondi Black si trovava già sulla soglia della porta ad abbracciare il suo migliore amico.

-Alla fine ce l’hai fatta ad andartene, eh?- gli chiese James tutto allegro dopo averlo fatto accomodare su un divano in pelle nel soggiorno.

Sirius gli sorrise trionfante: -Certo! Avevi forse qualche dubbio?!-

-Oh, beh… Ci si può aspettare di tutto da una tipa come tua madre!-

 

*

 

-Cissy, vieni subito qui!!- l’urlo stile Banshee di Bellatrix fece sobbalzare Narcissa, che era seduta sul bordo del suo letto a baldacchino. La bionda cadde e si trovò distesa sul tappeto. Bellatrix aveva richiuso la porta della sua camera ed ora guardava impaziente la sorella con le braccia incrociate, mentre l’altra si massaggiava la testa dolorante.

-Narcissa, alzati o ti lancio una maledizione!- A sentire quella minaccia, Cissa si alzò in  piedi ancora tutta indolenzita. Guardava la sorella con gli occhi ridotti a due fessure, e non aveva intenzione di cambiare espressione.

-Che cosa c’è, ora? Mi hai già stressato mezz’ora fa, o non te lo ricordi?!- Tra le due non si poteva dire chi era la più infuriata. Bellatrix ignorò la domanda della sorella e passò subito al dunque.

-Nostra madre si è accorta dell’assenza di Andromeda, e la rivuole qui entro un’ora.- spiegò con tutta la calma di cui era capace.  Narcissa la guardò ora accigliata.

-E allora? A me non ha detto niente.- replicò acida.

-No, ma se ti vedrà qui a far niente, sicuramente niente le impedirà di punirti! Quindi è meglio che anche tu ti metta alla ricerca di nostra sorella!- Il tono di Bella non ammetteva repliche, ed infatti Cissa se ne stette zitta – zitta. Ci una pausa di qualche secondo…

-Da dove vuoi iniziarla a cercare?- domandò la bionda con tono seccato. Bellatrix sospirò: - Mi ricordo che Andromeda mi aveva parlato di una villetta situata nel nostro quartiere. Diceva che era molto graziosa e stupidate del genere.-

-E con questo?- la interruppe Narcissa parecchio confusa.

-Ovvio che non mi ha accennato quella casa per caso. Quindi se provassimo a cercarla, forse…- Narcissa bloccò la sorella alzando la mano destra.

-Un momento: tu vuoi andare in cerca di un’insulsa casa babbana alle sette di sera senza l’uso della magia?!- domandò la bionda rossa in volto. Bellatrix rimase calma senza battere ciglio.

-Questa è l’unica soluzione per trovare nostra sorella, e tu lo sai.-

Narcissa alla fine dovette arrendersi: - E va bene: andiamo a cercare Andromeda.- La mora annuì leggermente con la testa.

-Smaterializziamoci sul retro della villa, così non ci vedranno.-

In breve le due sorelle si trovarono fuori di casa in una via spenta e buia. Fecero il giro della villa ed imboccarono la via costellata di case babbane che si estendeva fino al centro della città.

 

*

 

Andromeda era rimasta a casa da sola: Ted era dovuto uscire urgentemente, ed ora si trovava in quell’abitazione per lei sconosciuta che la affascinava più di qualsiasi altra cosa. Aveva promesso a Ted di non toccare niente, e decise di mantenere la parola data, anche se questo era molto difficile. Ora che era sola, un pensieri l’assalì in fretta.

“Un momento: i miei avranno già notato la mia sparizione?! E Sirius?! Non diceva mica sul serio quando oggi mi ha detto che se ne sarebbe andato anche lui, vero?”

Incominciò a camminare avanti ed indietro per tutto il salotto e proprio quando stava per urtare una lampada, due braccia possenti la salvarono appena in tempo. Andromeda si spostò i capelli dagli occhi e scorse Sirius che la guardava con uno sguardo preoccupato misto all’incuriosito.

-Andromeda, sicura di sentirti bene?- le chiese gentilmente il cugino. La ragazza si allontanò immediatamente da lui, e lo guardò con sguardo serio.

-Sirius: che diavolo ci fai qui? – non interrompermi perché non ho finito – perché non sei rimasto a Grimmauld Place, eh? E soprattutto: chi ti ha dato il permesso di smaterializzarti qui!-

Sirius guardava la ragazza incerto: ma che le era preso. Sbuffò evidentemente stanco.

-Cero che oggi sei proprio gentile: prima mi sgridi perché sono venuto a salutarti, adesso non mi ringrazi quando ti salvo la vita in extremis! Secondo me hai bisogno di riposarti, Andry!-

Andromeda guardò Sirius accigliata: in fin dei conti non aveva tutti i torti! Si sedette sulla prima cosa che le capitò a tirò.

-Scusami, è che stanno succedendo così tante cose! E Ted è dovuto uscire adesso urgentemente: non ti nascondo che sono preoccupata!- gli confessò guardandolo con uno sguardo ansioso. Sirius le appoggiò una mano sulla spalla.

-Su, non fare così: vedrai che prima o poi si sistemerà tutto.- cercò di consolarla il ragazzo. Andromeda gli sorrise debolmente per ringraziarlo.

 

Nel frattempo, Bellatrix e Narcissa erano giunte di fronte ad una graziosa villetta dalle tendine decorate con del pizzo.

-Sicure che sia questa?- domandò la bionda indifferente.

-Lo scopriremo presto.- rispose la mora che era impaziente di vedere l’uomo che le aveva portato via sua sorella.

 

 

 

Fine capitolo

 

Ed eccoci qui, al punto di arrivo^_^  Il prossimo sarà l’ultimo capitolo e spero tanto che possa arrivare il prima possibile! Ditemi come vi sembra il cappy, così posso sapere se c’è qualcosa da modificare^^ A presto!! Vale.   

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Capitolo 5
*** La mia scelta ***


Scappa…

Scappa…!

 

 

Nel frattempo, Bellatrix e Narcissa erano giunte di fronte ad una graziosa villetta dalle tendine decorate con del pizzo.

-Sicure che sia questa?- domandò la bionda indifferente.

-Lo scopriremo presto.- rispose la mora che era impaziente di vedere l’uomo che le aveva portato via sua sorella.

 

Bellatrix si trovava davanti alla cancellata che la divideva da Andromeda e, a sua insaputa, da Sirius; voleva a tutti i costi vedere in faccia chi era quello sporco babbano che le aveva portato via sua sorella!

La bacchetta era dritta davanti a sé che illuminava debolmente la porta d’ingresso. Forse era per la scarsa luminosità che Bellatrix non si accorse che in fondo alla via un perfetto sconosciuto si stava avvicinando e aveva come obbiettivo la dolce villetta.

-Bella…- sussurrò leggermente preoccupata Narcissa all’orecchio della sorella. Bellatrix si voltò ed intravide l’uomo che si stava avvicinando. Questi, d’altra parte, teneva la testa china e non si era accorto delle due ragazze.

La mora puntò la bacchetta verso di lui, ma Narcissa fu più svelta e glielo impedì di fare.

Finalmente, la figura sospetta alzò la testa e quando vide due quelle due donne completamente vestite di nero, si fermò di botto. Parve scrutarle per diversi minuti, fino a quando Bellatrix non pestò furiosamente un piede per terra.

-Si può sapere che cosa vuole?- domandò la mora parecchio irritata. L’uomo indietreggiò ancora.

-Niente. Siete per caso delle suore venute a fare il rosario? Perché se è così, avete sbagliato casa: è nell’altra via quella della signora Scott.-

-Che cosa saremmo noi?!- esclamò a sua volta Narcissa scandalizzata.   

-Ehm… Scusatemi, ma ora io dovrei rientrare.- ed indico la famosa villetta. Bellatrix e Narcissa spostarono lo sguardo da lui alla casa e viceversa. A prendere parola fu la bionda.

-Ma allora tu sei…-

 

*

 

-Sirius, io vado a cercarlo.- sentenzio Andromeda più convinta che mai. Il ragazzo bloccò la cugina che si era diretta fuori dalla cucina.

-No che non ci vai. Siediti qui e calmati Andry, vedrai che Ted tornerà.-

Andromeda obbedì ma ormai l’agitazione aveva preso il sopravvento: e gli fosse successo qualcosa?

-Voglio solo aspettarlo fuori dalla porta! Sirius, non puoi impedirmi questo!- esclamò la Black indignata.

-Andrò a vedere io.- decise il ragazzo in preda alla disperazione anche lui. Andromeda, anche se a malincuore, dovette acconsentire.

Sirius aprì la porta e diede una breve occhiata fuori: appena vide l’ombra delle di quelle due donne subito pensò che fossero dei mangiamorte, ma poi notò che accanto a loro c’era un’altra persona, e quella persona era…

 

-Oh, mio Dio! Ted!!- esclamò Andromeda che si era avvicinata silenziosamente alle spalle del cugino.

-Andry! Ti avevo detto di rimanere in casa!- cercò di rimproverarla Sirius, ma ormai la ragazza aveva varcato la soglia e si accingeva a raggiungere Ted e le misteriose figure.

-Andromeda!- si lasciò scappare Narcissa mentre guardava soggiungere sbalordita la sorella maggiore. Bellatrix si voltò e quando incrociò lo sguardo della sorella, abbassò la bacchetta e avanzò lentamente.

-Andry, eccoti finalmente! Nostra madre è preoccupata moltissimo per te. Torna a casa e non rivedrai mai più la luce del Sole!- Ma i tentativi di Bella non valsero a niente. La mora tentò di prendere per un braccio la sorella, ma questa si scansò velocemente.

-Mi spiace, ma non posso venire. Io non mi sento parte della famiglia Black, come vi sentite voi. Amo Ted, e sicuramente voi farete di tutto per impedirmelo, ma io non posso rinunciare a questo amore nei suoi confronti. Dite alla mamma che verrò a farle visita e le spiegherò il perché della mia scelta.-

 

Andromeda concluse il suo discorso ed era pronta a ritornare in casa, con Ted dietro di sé, ma fu bloccata dalla voce di Bellatrix.   

-Ma non capisci Andry?! Tu non puoi fare questo voltafaccia alla tua famiglia! E soprattutto non puoi abbandonare me e Narcissa! Avevamo promesso che saremmo state per sempre insieme, non ti ricordi? Se tu infrangi la promessa, è come se la infrangessimo anche noi se ti lasciamo andare!-

Narcissa prese per un braccio la sorella e cercò di allontanarla dall’abitazione, ma questo non servì a niente perché si liberò senza difficoltà. A prendere la parola però fu la bionda.

-Bella ha ragione! Per una volta ascoltaci! Se ci vuoi bene, torna o altrimenti nostra madre ci priverà della luce del giorno sul serio!-

 

Andromeda guardò Ted negli occhi: sicuramente gli avrebbero detto cosa fare, loro erano qualcosa di speciale e importante per lei. Capì dallo sguardo del suo dolce amore che l’avrebbe anche lasciata andar via, ma ovviamente lei non avrebbe scelto quella strada, mai e poi mai.

-E va bene. Verrò con voi, ma dopo me ne andrò definitivamente. Mi dispiace, ma non posso restare e struggermi in questo modo.-

Baciò Ted con tutta la dolcezza di cui era capace e rientrò in casa.

Lì vide Sirius seduto sul divano: la testa sulle mani con i gomiti poggiati sulle ginocchia.

Si avvicinò a lui e gli passò una mano tra i capelli.

-Ehi, Sirius. Non devi essere in pensiero per me, vedrai che si risolverà tutto!- gli disse nel tentativo di farlo stare meglio.

Il moro alzò lo sguardo sulla cugina e la guardò freddo. Il suo sguardo intimorì la ragazza.

-Se tornerai ti rinchiuderanno quei dannati! Mia madre ha tentato di farlo con me, e sicuramente la tua non esiterà a provarci!-

Andromeda si era aspettata una reazione del genere da parte di Sirius. In fin dei conti non poteva biasimarlo.

-Lo so, ma ricordati che io, a differenza tua, posso usare la magia.- Sorrise tentando di risollevargli il morale.

-Ok, vai ma torna subito, intesi?- Il suo tono non ammetteva repliche, e questo Andromeda lo sapeva.

-Certo che torno, ci mancherebbe altro!- Lo abbracciò manifestandogli tutto l’affetto di cui era capace.

Si avviò verso la porta dove Ted le porse un giubbino per coprirsi.

Uscì e raggiunse le sue sorelle che l’attendevano impazienti. Appena fu lì con loro, tutte e tre si guardarono profondamente: Bella era impassabile come sempre, mentre Cissa tentava come di comunicare qualcosa del tipo: sono contenta che alla fine tu sia venuta. Lei invece, Andry, guardava entrambe con un velo di tristezza negli occhi, come per far capire quanto le costava questo suo atto deciso così di punto in bianco.

Si incamminarono lasciandosi alle spalle le case babbane, per addentrarsi nella via delle case “purosangue”, come le definiva Sirius.

Sarebbe sopravvissuta a tutto questo? “Certo che sì, ho fatto una promessa a Sirius, e poi non posso abbandonare così Ted! Lui ha bisogno di me! Ma le mie sorelle? Sopravvivranno senza qualcuno che le riporti continuamente sulla dritta via, o prenderanno quella del male, come spesso capita? È tutta colpa dei miei genitori! Purosangue non è sinonimo di potere e superiorità, è solo una distinzione che si fa tra famiglie magiche e famiglie non dotate di poteri magici! Perché non lo capisco?” si domandò la castana esasperata.

 

*

 

Nello stesso tempo, Sirius stava osservando la sera che pian piano aveva riempito tutto il quartiere silenziosamente. Ted gli aveva proposto una tazza di the, ma lui aveva prontamente rifiutato, dicendogli che avrebbe mangiato solo quando Andromeda avrebbe varcato la soglia di quella casa.

-So che è difficile, Sirius, ma con il tempo ho imparato che Andromeda è una che le promesse le mantiene sempre. Anche quando è sul punto di commettere un errore, sa sempre come tirarsi fuori dai guai. Tu questo non l’hai imparato?- Questa domanda lasciò leggermente perplesso il moro: lui cosa aveva imparato su Andromeda in tutti quegli anni?

-Beh, ho imparato che Andromeda è la persona che comunica più apprensione di qualsiasi altro essere vivente.- disse il ragazzo ricordandosi gli atteggiamenti di non molto tempo fa della cucina. Ted sorrise.

-Sì, in effetti, è una che ti fa preoccupare di qualsiasi cosa con molta facilità, ma in fin dei conti, è una cosa che adoro di lei, perché con poche parole si riesce sempre a tranquillizzarla… Per poco però.- I due uomini scoppiarono a ridere come non avevano mai fatto prima d’ora.

-Allora, la vuoi la tazza di the?- chiese di nuovo Ted.

 

*

 

-Madre, lasciatela andare!- esclamò Bellatrix nel vano tentativo di fermare quel mostro indemoniato di sua madre che voleva a tutti i costi fermare Andromeda, la quale se ne stava scappando di casa come se niente fosse.

Era tornata tardi quella sera, per di più con dei vestiti impresentabili, ed ora aveva liquidato la sua famiglia dicendo che aspettava un bambino da un uomo babbano che non avrebbe mai presentato a nessuno di loro. E poi era uscita, dicendo che non si sentiva parte della famiglia, dicendo che la vita che le voleva condurre era molto diversa dalla loro.

-Ma come ha osato?! Io e suo padre non le abbiamo mai fatto mancare niente, e lei come ci ripaga?! Andandosene! Bene, sono molto contenta!!!- La donna abbandonò il piano terra per raggiungere il primo seguita dal marito.

Narcissa e Bellatrix si guardarono con uno sguardo d’intesa.

-Credi che abbiamo fatto bene a lasciarla andare via così?- domandò la bionda titubante.

-Beh, a questo punto, visto che non si può tornare indietro, direi di sì.- rispose la mora mentre chiudeva la porta a chiave.

 

*

 

Finalmente se ne era andata, per davvero. Ora avrebbe condotto una nuova vita, ora avrebbe iniziato a vivere come aveva sempre desiderato! Volse il suo sguardo alle stelle e sorrise, più felice che mai.

Là in cielo c’era una galassia che portava il suo nome, e secondo lei era merito suo se tutto, alla fine, era andato bene.

Di quello che sarebbe successo, dei commenti pochi rispettosi che sarebbero sorti, non le importava minimamente niente. Ora voleva vivere, e lo voleva fare come piaceva a lei.

 

 

Fine

 

Ed eccomi qui, dopo secoli e secoli^_^ Ma alla fine, la cosa che conta, è che abbia concluso tutto, no? ;) Forse vi aspettavate qualche scontro magico, ma da come avete potuto leggere, si è risolto tutto molto semplicemente! Un enorme grazie a tutti quelli che hanno commentato, ovvero: Skiblue, Jenny88, Ellie, Lore, RebelHalloweenJack, Calime e Vale_Lestrange. E un grazie speciale a tutti quelli che non considerano Andromeda solo un personaggio secondario della saga di Harry Potter, ma qualcosa in più^.^ Vale J 

 

 

 

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