Scappa…!
Nel
frattempo, Bellatrix e Narcissa erano giunte di fronte ad una graziosa villetta
dalle tendine decorate con del pizzo.
-Sicure
che sia questa?- domandò la bionda indifferente.
-Lo
scopriremo presto.- rispose la mora che era impaziente di vedere l’uomo che le
aveva portato via sua sorella.
Bellatrix
si trovava davanti alla cancellata che la divideva da Andromeda e, a sua
insaputa, da Sirius; voleva a tutti i costi vedere in faccia chi era quello
sporco babbano che le aveva portato via sua sorella!
La
bacchetta era dritta davanti a sé che illuminava debolmente la porta
d’ingresso. Forse era per la scarsa luminosità che Bellatrix non si accorse che
in fondo alla via un perfetto sconosciuto si stava avvicinando e aveva come
obbiettivo la dolce villetta.
-Bella…-
sussurrò leggermente preoccupata Narcissa all’orecchio della sorella. Bellatrix
si voltò ed intravide l’uomo che si stava avvicinando. Questi, d’altra parte,
teneva la testa china e non si era accorto delle due ragazze.
La
mora puntò la bacchetta verso di lui, ma Narcissa fu più svelta e glielo impedì
di fare.
Finalmente,
la figura sospetta alzò la testa e quando vide due quelle due donne
completamente vestite di nero, si fermò di botto. Parve scrutarle per diversi
minuti, fino a quando Bellatrix non pestò furiosamente un piede per terra.
-Si
può sapere che cosa vuole?- domandò la mora parecchio irritata. L’uomo
indietreggiò ancora.
-Niente.
Siete per caso delle suore venute a fare il rosario? Perché se è così, avete
sbagliato casa: è nell’altra via quella della signora Scott.-
-Che
cosa saremmo noi?!- esclamò a sua volta Narcissa scandalizzata.
-Ehm…
Scusatemi, ma ora io dovrei rientrare.- ed indico la famosa villetta. Bellatrix
e Narcissa spostarono lo sguardo da lui alla casa e viceversa. A prendere
parola fu la bionda.
-Ma
allora tu sei…-
*
-Sirius,
io vado a cercarlo.- sentenzio Andromeda più convinta che mai. Il ragazzo
bloccò la cugina che si era diretta fuori dalla cucina.
-No
che non ci vai. Siediti qui e calmati Andry, vedrai che Ted tornerà.-
Andromeda
obbedì ma ormai l’agitazione aveva preso il sopravvento: e gli fosse successo
qualcosa?
-Voglio
solo aspettarlo fuori dalla porta! Sirius, non puoi impedirmi questo!- esclamò
la Black indignata.
-Andrò
a vedere io.- decise il ragazzo in preda alla disperazione anche lui.
Andromeda, anche se a malincuore, dovette acconsentire.
Sirius
aprì la porta e diede una breve occhiata fuori: appena vide l’ombra delle di
quelle due donne subito pensò che fossero dei mangiamorte, ma poi notò che
accanto a loro c’era un’altra persona, e quella persona era…
-Oh,
mio Dio! Ted!!- esclamò Andromeda che si era avvicinata silenziosamente alle
spalle del cugino.
-Andry!
Ti avevo detto di rimanere in casa!- cercò di rimproverarla Sirius, ma ormai la
ragazza aveva varcato la soglia e si accingeva a raggiungere Ted e le
misteriose figure.
-Andromeda!-
si lasciò scappare Narcissa mentre guardava soggiungere sbalordita la sorella
maggiore. Bellatrix si voltò e quando incrociò lo sguardo della sorella,
abbassò la bacchetta e avanzò lentamente.
-Andry,
eccoti finalmente! Nostra madre è preoccupata moltissimo per te. Torna a casa e
non rivedrai mai più la luce del Sole!- Ma i tentativi di Bella non valsero a
niente. La mora tentò di prendere per un braccio la sorella, ma questa si
scansò velocemente.
-Mi
spiace, ma non posso venire. Io non mi sento parte della famiglia Black, come
vi sentite voi. Amo Ted, e sicuramente voi farete di tutto per impedirmelo, ma
io non posso rinunciare a questo amore nei suoi confronti. Dite alla mamma che
verrò a farle visita e le spiegherò il perché della mia scelta.-
Andromeda
concluse il suo discorso ed era pronta a ritornare in casa, con Ted dietro di
sé, ma fu bloccata dalla voce di Bellatrix.
-Ma
non capisci Andry?! Tu non puoi fare questo voltafaccia alla tua famiglia! E
soprattutto non puoi abbandonare me e Narcissa! Avevamo promesso che saremmo
state per sempre insieme, non ti ricordi? Se tu infrangi la promessa, è come se
la infrangessimo anche noi se ti lasciamo andare!-
Narcissa
prese per un braccio la sorella e cercò di allontanarla dall’abitazione, ma
questo non servì a niente perché si liberò senza difficoltà. A prendere la parola
però fu la bionda.
-Bella
ha ragione! Per una volta ascoltaci! Se ci vuoi bene, torna o altrimenti nostra
madre ci priverà della luce del giorno sul serio!-
Andromeda
guardò Ted negli occhi: sicuramente gli avrebbero detto cosa fare, loro erano
qualcosa di speciale e importante per lei. Capì dallo sguardo del suo dolce
amore che l’avrebbe anche lasciata andar via, ma ovviamente lei non avrebbe
scelto quella strada, mai e poi mai.
-E
va bene. Verrò con voi, ma dopo me ne andrò definitivamente. Mi dispiace, ma
non posso restare e struggermi in questo modo.-
Baciò
Ted con tutta la dolcezza di cui era capace e rientrò in casa.
Lì
vide Sirius seduto sul divano: la testa sulle mani con i gomiti poggiati sulle
ginocchia.
Si
avvicinò a lui e gli passò una mano tra i capelli.
-Ehi,
Sirius. Non devi essere in pensiero per me, vedrai che si risolverà tutto!- gli
disse nel tentativo di farlo stare meglio.
Il
moro alzò lo sguardo sulla cugina e la guardò freddo. Il suo sguardo intimorì
la ragazza.
-Se
tornerai ti rinchiuderanno quei dannati! Mia madre ha tentato di farlo con me,
e sicuramente la tua non esiterà a provarci!-
Andromeda
si era aspettata una reazione del genere da parte di Sirius. In fin dei conti
non poteva biasimarlo.
-Lo
so, ma ricordati che io, a differenza tua, posso usare la magia.- Sorrise
tentando di risollevargli il morale.
-Ok,
vai ma torna subito, intesi?- Il suo tono non ammetteva repliche, e questo
Andromeda lo sapeva.
-Certo
che torno, ci mancherebbe altro!- Lo abbracciò manifestandogli tutto l’affetto
di cui era capace.
Si
avviò verso la porta dove Ted le porse un giubbino per coprirsi.
Uscì
e raggiunse le sue sorelle che l’attendevano impazienti. Appena fu lì con loro,
tutte e tre si guardarono profondamente: Bella era impassabile come sempre,
mentre Cissa tentava come di comunicare qualcosa del tipo: sono contenta che
alla fine tu sia venuta. Lei invece, Andry, guardava entrambe con un velo di
tristezza negli occhi, come per far capire quanto le costava questo suo atto
deciso così di punto in bianco.
Si
incamminarono lasciandosi alle spalle le case babbane, per addentrarsi nella
via delle case “purosangue”, come le definiva Sirius.
Sarebbe
sopravvissuta a tutto questo? “Certo che sì, ho fatto una promessa a Sirius, e
poi non posso abbandonare così Ted! Lui ha bisogno di me! Ma le mie sorelle?
Sopravvivranno senza qualcuno che le riporti continuamente sulla dritta via, o
prenderanno quella del male, come spesso capita? È tutta colpa dei miei
genitori! Purosangue non è sinonimo di potere e superiorità, è solo una
distinzione che si fa tra famiglie magiche e famiglie non dotate di poteri
magici! Perché non lo capisco?” si domandò la castana esasperata.
*
Nello
stesso tempo, Sirius stava osservando la sera che pian piano aveva riempito
tutto il quartiere silenziosamente. Ted gli aveva proposto una tazza di the, ma
lui aveva prontamente rifiutato, dicendogli che avrebbe mangiato solo quando
Andromeda avrebbe varcato la soglia di quella casa.
-So
che è difficile, Sirius, ma con il tempo ho imparato che Andromeda è una che le
promesse le mantiene sempre. Anche quando è sul punto di commettere un errore,
sa sempre come tirarsi fuori dai guai. Tu questo non l’hai imparato?- Questa
domanda lasciò leggermente perplesso il moro: lui cosa aveva imparato su
Andromeda in tutti quegli anni?
-Beh,
ho imparato che Andromeda è la persona che comunica più apprensione di
qualsiasi altro essere vivente.- disse il ragazzo ricordandosi gli
atteggiamenti di non molto tempo fa della cucina. Ted sorrise.
-Sì,
in effetti, è una che ti fa preoccupare di qualsiasi cosa con molta facilità,
ma in fin dei conti, è una cosa che adoro di lei, perché con poche parole si
riesce sempre a tranquillizzarla… Per poco però.- I due uomini scoppiarono a
ridere come non avevano mai fatto prima d’ora.
-Allora,
la vuoi la tazza di the?- chiese di nuovo Ted.
*
-Madre,
lasciatela andare!- esclamò Bellatrix nel vano tentativo di fermare quel mostro
indemoniato di sua madre che voleva a tutti i costi fermare Andromeda, la quale
se ne stava scappando di casa come se niente fosse.
Era
tornata tardi quella sera, per di più con dei vestiti impresentabili, ed ora
aveva liquidato la sua famiglia dicendo che aspettava un bambino da un uomo
babbano che non avrebbe mai presentato a nessuno di loro. E poi era uscita,
dicendo che non si sentiva parte della famiglia, dicendo che la vita che le
voleva condurre era molto diversa dalla loro.
-Ma
come ha osato?! Io e suo padre non le abbiamo mai fatto mancare niente, e lei
come ci ripaga?! Andandosene! Bene, sono molto contenta!!!- La donna abbandonò
il piano terra per raggiungere il primo seguita dal marito.
Narcissa
e Bellatrix si guardarono con uno sguardo d’intesa.
-Credi
che abbiamo fatto bene a lasciarla andare via così?- domandò la bionda
titubante.
-Beh,
a questo punto, visto che non si può tornare indietro, direi di sì.- rispose la
mora mentre chiudeva la porta a chiave.
*
Finalmente
se ne era andata, per davvero. Ora avrebbe condotto una nuova vita, ora avrebbe
iniziato a vivere come aveva sempre desiderato! Volse il suo sguardo alle
stelle e sorrise, più felice che mai.
Là
in cielo c’era una galassia che portava il suo nome, e secondo lei era merito
suo se tutto, alla fine, era andato bene.
Di
quello che sarebbe successo, dei commenti pochi rispettosi che sarebbero sorti,
non le importava minimamente niente. Ora voleva vivere, e lo voleva fare come
piaceva a lei.
Fine
Ed eccomi qui, dopo secoli e secoli^_^ Ma alla fine, la cosa che
conta, è che abbia concluso tutto, no? ;) Forse vi aspettavate qualche scontro
magico, ma da come avete potuto leggere, si è risolto tutto molto
semplicemente! Un enorme grazie a tutti quelli che hanno commentato, ovvero:
Skiblue, Jenny88, Ellie, Lore, RebelHalloweenJack, Calime e Vale_Lestrange. E
un grazie speciale a tutti quelli che non considerano Andromeda solo un
personaggio secondario della saga di Harry Potter, ma qualcosa in più^.^ Vale J