There's a starman, waiting in the sky

di Princess_Klebitz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heroes ***
Capitolo 2: *** Rock and roll suicide ***
Capitolo 3: *** It's a long way.... ***
Capitolo 4: *** Sad but true ***
Capitolo 5: *** Words are very unnecessary (?) ***
Capitolo 6: *** Black Holes and revelations ***
Capitolo 7: *** This is war ***
Capitolo 8: *** She's lost control ***
Capitolo 9: *** Dead Souls ***
Capitolo 10: *** Hurt ***
Capitolo 11: *** A question of time ***
Capitolo 12: *** There's a starman... ***
Capitolo 13: *** Stay ***
Capitolo 14: *** In chains ***
Capitolo 15: *** A pain that I'm used to ***
Capitolo 16: *** So cruel ***
Capitolo 17: *** Nothing's impossible ***
Capitolo 18: *** All I want is you ***



Capitolo 1
*** Heroes ***


‘Non mi piace’, commentò il Capitano, sul Quinjet, osservando Loki.
Da quando era stato arrestato non aveva detto una parola. 
Probabile che fosse stato ammutolito dall’arroganza di Tony Stark, o che stesse meditando sui suoi piani in fumo e la fuga. 
Ma continuava a non piacergli.
Tony Stark lo interruppe dai suoi pensieri, col solito sfottò.
‘Chi, il Rockettaro molto arrendevole?’
‘Altrochè arrendevole, quello picchia molto forte…’, tagliò corto Cap. 
-
Dopo circa due ore (contando anche lo scontro col regale fratello asgardiano del principino psicopatico), Loki venne scortato nella ‘sua’ prigione, costruita in realtà, come gli aveva spiegato quel bastardo di Fury, per contenere una minaccia più grave della sua.
Sempre più grave di lui.
Sempre qualcosa più di lui.
Accertatosi che le telecamere fossero spente su di lui (quell’odioso bottoncino pulsante verde come i suoi occhi stizziti indicava che lo stavano praticamente osservando da ogni parte, e lui aveva approfittato prima delle sue ultime forze per instillare l’inganno in ognuna di quelle patetiche creature), o che almeno non potessero assistere al suo temporaneo cedimento, Loki sospirò e si sedette per terra, incurante dello scomodo giaciglio\sedilio a mò di tavolaccio, inserito nella parete vetrata. 
I suoi lineamente erano perfettamente rilassati, e allo stesso tempo i suoi occhi rilucevano di rabbia repressa. 
Presto.
Molto presto. 
Ma non ora.
Non ancora.
Non era stato quello il mantra della sua vita?
Non ancora. 
Non ancora tempo di regnare, non ancora il migliore, non ancora il peggiore… 
Questa volta aveva messo in gioco tutto sé stesso, la sua vita intera, e cancellato tutte le inutili e lacrimevoli tracce di affetto per il fratello, nel suo piano. 
Ma non era ancora ora.
Fece ciò che gli riusciva meglio in quelle circostanze. 
Chiuse gli occhi, riducendoli a due fessure feline e glaciali, e aspettò.
-
Bruce Banner si sistemò gli occhiale per l’ennesima volta, pulendoselo nella camicia. 
‘Mh, diventa sempre più simpatico, eh? Io comunque non mi concentrerei su di lui’, disse in risposta a Steve, che aveva avanzato dubbi sul poter comandare un esercito da una cella inespugnabile. 
‘Voglio dire, basta guardarlo per capire che è andato…Ha un cervello completamente fuori fase!’
Thor si spazientì in modo come se gli fosse di diritto
‘Modera le parole!,Loki è sì incapace di ragionare, ma è un asgardiano…ed è mio fratello!’
‘Ha ucciso 80 persone in 2 giorni’, mormorò Natasha, in tono sommesso.
‘…beh, è adottato.’, mormorò ancora più basso il Figlio di Odino, scoprendo due occhi azzurri puntati su di lui, e sorpresi. 
No, di più.
Come se si fosse ricordata… 
Natasha aveva qualche esperienza di fratellanza squilibrata. 
Lei era l’unica sopravvissuta della sua famiglia; suo fratello Justin, che assomigliava maledettamente a Loki sia nei modi che in certi tratti fisici, si era suicidato a 27 anni.
Sconvolta, e finalmente alle dipendenze dello S.H.I.E.L.D, aveva abbandonato qualcuno che, ne era certa, ormai non ricordava quasi più di lei… Non che lei avesse prestato attenzione comunque alla ‘carriera’ (l’ultima volta che l’aveva incontrata, sembrava una gara al ribasso con quella del compianto Justin) della dannata… 
Le aveva spezzato il cuore, vederla con quella gente, con quei ragazzi e praticamente sembrare una perfetta drug queen, altezzosa nelle sue pur misere circostanze. 
L’aveva fatta mettere in un centro riabilitazione, da parte dello S.H.I.E.L.D; il migliore assicurava Nick Fury, ma sapeva che nonostante le misure, ne era fuggita dopo neanche un mese.
Figurarsi, sua sorella aveva le sue stesse capacità, e appena ripresasi dall’ infiacchimento della droga, complice la buona palestra della clinica, aveva spezzato il braccio a una guardia e scavalcato l’alto muro.
Da allora, sebbene sorprendesse Nick Fury e Phil Coulsoun sbirciarla da una cartella che puntualmente trovava sul suo giaciglio, cestinava tutti i documenti inerenti la sorella. 
Ogni due giorni, per delicatezza, rimuovevano i rapporti non letti dalla sua vita.
Katinka –Kat- Romanoff, diventava ancora polvere, nella sua vita. 
Eppure, stava pensando, mentre Rogers commentava che Loki l’avrebbe tirata per le lunghe, e al suo rapporto tra lui e Thor, chi meglio di una psicopatica, poteva capire un altro pazzo?
Nick Fury doveva esserci arrivato prima di lei.
Un elicottero dello S.H.I.E.L.D stava per atterrare a Berlino, in una pista vicina all’ex aeroporto Schonenfeld. 
Una ragazza dai capelli rossi innaturalmente tenedenti sia al rosa che all’arancio, veniva trascinata verso di esso, con l’aria di chi si era svegliata da poco, ma che ora era ben furiosa di esserlo stata. 
Struccata, sembrava una sedicenne.
Dietro di lei, qualche agente dello S.H.I.E.L.D, tra cui Phil Coulson, portavano dei bagagli approssimativi.
L’agente Coulson (di battesimo Phil) portava una pesante custodia per strumenti e in un’altra mano una valigetta colma di calmanti.
Una volta in volo, resosi conto di quale vipera avesse con sé, pensò se usarli sulla semi-rockstar isterica vestita da rifiuto punk, su di esso per tutto il viaggio, o infilarli negli occhi della Vedova Nera o di Nick Fury. 
Ora capiva perché neppure Natasha sopportasse più di saperne di lei.
Katinka Romanoff, in arte Katryn, nel suo esilio berlinese, si mise a sedere, dopo aver reclamato una valigetta per il trucco, pensando a dove volesse ficcarla stavolta, quella stronza della sorella, intrisa di spionaggio russo fino alle punte assurdamente naturali dei capelli, dopo 10 anni da quell’ orribile centro Exodus da cui era fuggita. 
Sia maledetto lo S.H.I.E.L.D
-
A svariate centomila chilometri di distanza, fregato dalla sudetta stronza dai capelli naturali, Loki condivideva il suo pensiero. 
‘MALEDETTA LEI E MALEDETTO LO S.H.I.E.L.D.!’
*
*
*
*
*
*
OOOOOH, che ne pensate?? 
Due psicopatici al prezzo di uno!!
Che ne dite del nuovo personaggio? E’ riciclato da un mio vecchio racconto mai pubblicato, ma mi è sembrato giusto darle la parte della stronza!
So che non ci sono molti dialoghi, né caratterizzazioni dei personaggi ma per questi 
a) ci ha pensato abbondantemente il film, credo, di cui prendo le parti necessarie per poter inserire il personaggio senza troppo, spero, far caracollare la trama almeno all’inizio
b) confido che ‘più tardi’ (eh sì, vi siete imbattuti in una maledetta prolissa!) vi siano sviluppi, su cui lavorare!!
Ora vi lascio e, con la pace e i miei adorati Nine Inch Nails, corro a stendere un altro po’!
Vero che Loki sembra un Trent ancora più deviato??
Baci e recensite, tiratemi anche addosso qualcosa!!

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Capitolo 2
*** Rock and roll suicide ***


Katryn, la sua chitarra, il suo basso e il suo multieffetti, nonchè la valigetta per il trucco grande quasi come la custodia della sua Fender Statocaster, e innumerevoli sacche di 'vestiti' dai quali 'maiiiii si sarebbe separata!,ehi giù le mani, deficiente privo del senso estetico!'(come aveva urlato a Kreuzberg, a Berlino), furono depositati dopo svariate ore sull'Elivelivolo, ore in cui sfortunatamente (per l'agente Coulsoun) lei era stata sedata, ma non priva di sensi, per cui ogni tanto si svegliava dal suo torpore per ringhiargli contro che se fosse sbarcata in qualsiasi campo militare o in qualsiasi altro luogo non le avessero permesso di tenere il correttore per le occhiaie, avrebbe fatto della sue pelle stivaletti per l'imminente inverno. 
Il problema era che Coulsoun ci credeva. 
A differenza di Natasha, lui leggeva i rapporti su quella mezza rockstar inquieta e con qualche turba mentale che non si erano mai dati la pena di esaminare, e sapeva che, grazie all'addestramento ricevuto in giovane età, sebbene non letale come la Vedova Nera, anche la chioma rosata fiammeggiante di fronte avrebbe potuto fare a pezzi tranquillamente il jet.
Ma, specialmente, aveva uno sguardo demoniaco, quando si risvegliava dal Lexotan e gli biascicava minacce. 
Probabilmente non sapeva ciò che diceva, ma ne era convinta.
In un momento di lucidità, aveva tentato di istruirla sul pericolo imminente che correva la Terra, ma l'unica risposta che aveva ricevuto, tranne una cocciuta opposizione, era quando aveva scaraventato i fogli datigli da Fury all'aria e aveva chiesto un paio di tappi per le orecchie e mascherine, e che loro e il Tesseract andassero a farsi fottere. 
Voleva dormire.
Voleva PARLARE con sua sorella. 
Ed essere in forma quando l'avrebbe incontrata.
-
Datole quel che desiderava, e addormentatasi in una cuccetta ricavata da un fianco dell'elicottero, Coulson si decise a chiamare Fury.
'Qui Fury. Aggiornami sulla situazione Agente Coulsoun', abbaiò il colonnello, probabilmente al centro di una situazione agitata, sentendo le voci di Rogers, Stark e della stessa Romanoff redarguirsi l'un l'altra. E...c'era anche quella specie di fabbro regale di Thor o sbagliava?
'Beh, signore, io...', e sospirò, ossservando i lunghi capelli fiammanti che spuntavano dalla coperta, un braccio con un vecchio tatuaggio e qualche brutta cicatrice, e una caviglia anch'essa tatuata. Sospirò ancora, pensando alla specie di straccio che aveva insistito per mettersi, maledettamente punk chic e corto, poi si decise a parlare. 
'Il soggetto è proprio come nelle descrizioni, anzi... se posso permettermi...La divisione tedesca non è stata ben attenta a lei. Arresti per droga, ubriachezza molesta, aggressione verbale e fisica...per non dire di un carattere alquanto...'
Fury non lo fece finire.
'E' o non è la stronza psicopatica che cercavamo?'
Coulson sospirò di nuovo. 
'Lo è più di quanto vorrei.Signore, non vorrei che la sua presenza a bordo...'
'Sai bene quanto me a quanto serva la sua presenza a bordo, Phil. Quanto vi manca?'
'Un'ora e ventitrè minuti per il largo di Manatthan.'
'Bene,' e Phil Coulsoun parve di sentire il ghigno nel microfono di Fury nella trasmittente. 'Il principino non deve annoiarsi troppo.'
Tolsero la comunicazione. 
Katryn accennava a svegliarsi. 
Decisamente, Coulsoun non avrebbe voluto essere nei panni di Loki. 
-
Il dio dell'inganno, ancora furioso per essersi fatto raggirare dalla vulvetta lamentosa, spalmava ferite sul suo balsamo quando l'elicottero atterrò sul ponte. 
Natasha uscì da quel calderone il più velocemente possibile, per almeno non far sentire troppo spaesata la sorella (sorella? da quando aveva una sorella?) e anche -specialmente- per non picchiare Stark o anche Rogers. 
Diamine!,si sentiva in grado di picchiare anche Loki e Hulk assieme, se fosse riuscita dividerli! 
Il vedere la faccia disorientata della sorella, ancora un po' annebbiata e con quel ridicolo straccio nero e argento addosso, con i soliti anfibi (pareva non li cambiasse mai da quando aveva 14 anni) che le davano quasi 10 cm più di lei, il pesante trucco un po' colato e l'aria inebetita, oltre ai soliti assurdi capelli colorati (e, ne era sicura, pieni di extensions), le restituì un po' di calore. 
Le era forse mancata?
Comunque sia, non approvava il piano del colonnello Fury; lasciarla sola con quello squilibrato voleva dire metterla direttamente in manicomio a cura dello S.H.I.E.L.D. E lei in fondo non lo voleva. 
L'attonita sorella guardava tutto meravigliata. Le eliche dell'Elivelivolo, gli armamenti avanzati, le truppe... Tutte cose che appartenevano alla sua infanzia nella Germania dell'Est. Lei non era nata in Russia, ma la Stasi aveva comunque fatto un ottimo lavoro con lei...finchè il Muro era caduto. L'unica foto che Nat conservava di lei era di quella famosa notte, in cui, ubriache, avevano ballato sopra al Muro. Pochi anni prima di metterla in gabbia. C'era anche Justin. 
'Kat...Katinka... Benvenuta alla base operativa dello S.H.I.E.L.D', le sorrise, distraendo gli occhi strabuzzati da sotto i Rayban Wayfare militari. 
Kat le sorrise, si tolse gli occhiali e vide che, nonostante l'aria annebbiata, non era affatto drogata. Tirò un sospirò di sollievo interiore. 
La sorella, con suo grande stupore le porse la mano, e fu forse per la sorpresa che l'afferrò, prima di assistere a quegli enormi occhi azzurro chiaro, di passare da annebbiati a fin troppo lucidi. 
Quello a cui non asistette, fu il cozzare del cranio in fiamme contro il suo naso, prima di accasciarsi a terra, con un gemito e il setto nasale deviato.
'Bentornata anche a te, stronza.', replicò la sorellina, con un ghigno malefico. 
Prese dalle mani esterefatte di Coulsoun la Stratocaster e dopo pochi passi si voltò, intercettando gli strali della sorella, aiutata a rialzarsi.
'Comunque ora mi chiamo Katryn, Nat. Ficcatelo in testa.'
Natasha Romanoff rifiutò ogni aiuto e seguì l'andatura sculettante della sorella. 
Dopotutto, metterla in gabbia con Loki non sarebbe stata una così cattiva idea!!

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Capitolo 3
*** It's a long way.... ***


Fury fu subito informato dell'arrivo della peste rosa con quell'assurdo vestito, ma fu inutile andarle incontro.
Irruppe nella sala dove stavano discutendo animatamente Stark, Banner, Rogers e lui stesso (e sua sorella prima che il suo naso si incontrasse con la sua fronte), con l'inopportuno abbigliamento, l'inopportuna custodia di chitarra, un'inopportuna borsa (più grande di lei) zebrata e un'inopportuna espressione stupita.
Rogers, da buon gentiluomo, tentò di aiutarla con i suoi bagagli.
'NON so da quando permettono alle ragazze giovani come lei di portare certi pesi ma...OUFFH!!',, sbuffò, e cadde, colpito da una repentina mossa della custodia di chitarra di Katryn.
'Stammi alal larga, Zio Sam!! Ich bin Eine Berliner!, anzi Ich bin aus Ost Berlin!!', disse, sfoggiando un accento tedesco che fece ancora sobbalzare il Capitano. 
Ma l'ideale ARIANO non era BIONDE E CON GLI OCCHI AZZURRI E...di certo...non...conciate...COSì?!?!
Stark sghignazzò dietro il pugno, ma si congelò quando le lastre di vetro della nuova arrivata lo fissarono. 
'TU che vuoi, bongo? Una banana??'
Fu il turno di Stark a rimanere a bocca aperta. 
Sì, era sempre stato consapevole della sua altezza, ma nessuno o nessuna, se è per quello, l'aveva mai sfidato così apertamente. Come se lei fosse stato un colosso!, neanche un metro e settanta per forse una cinquantina di chili bagnati ma...
('Mmmh, che culo! In qualcosa sono pur sorelle!').
Aiuto Rogers a rialzarsi, mormorando che la parità dei sessi era una stronzata (mormorando) o che avrebbe fatto lei rimangiare a quella punk chick quello che aveva detto, mentre la suddetta partiva in quarta verso Fury, ignorando Banner (primo grosso errore, stronzetta!,pensò Stark).
'Direttore Fury...'
'Kat...come ti fai chiamare ora? '
'Katryn. Incute meno timore dopo la paure della Caduta del Muro.'
'Ottima mossa di marketing', borbottò Stark. La risposta di Katryn venne da dietro una schiena ricoperta di capelli improbabili, dandogli comunque visione del suo fondoschiena, per cui non se la prese.
'Marketing? Io sono un'artista underground. UN'ARTISTA. Sapete cosa vuol dire?', e finalmente si girò. 'No, non lo sapete. Geni dell'atomo, mostri verdi improvvisi (Banner deglutì),spie varie, supersoldati, e...' 
Entrò Thor, chiedendo con lo sguardo a Fury chi era quella mentecatta che, a quando ne sapeva, aveva appena rotto il naso alla Vedova Nera. 
'Tò, mancava il dio norreno!', sbuffò.
'Ho un concerto come supporto di Peaches a Praga, tra due giorni e...' 
'Ci sarai, te lo prometto', la rassicurò Fury, mentre Stark sussurrava -underground eh??, nuovo modo di tirarsela!- a un confusionale Rogers. 
Katryn ne fu insospettita. Era stata trascinata, suo malgrado e malgrado tutte le minacce, da Berlino a New York, anzi al largo di Manatthan, non propriamente con maniere gentili finchè non aveva fatto capire le PRETENDEVA. Ed ora la rassicuravano. 
A differenza di Natasha, lei leggeva le relazioni dello S.H.I.E.L.D, e specialmente a differenza di Natasha lei sapeva perfettamente cos'era. Sapeva di non essere mai uscita dal radar dello S.H.I.E.L.D, di non avere gli stessi rapporti negativi della sorella per pura pigrizia. La Stasi l'aveva addestrata da giovanissima, bambina addirittura, e per lo S.H.I.E.L.D, ua volta sparito il bipalorismo, era solo una dormiente in quella parte del mondo. E ormai si era cullata di esserlo per sempre, sepellendosi nel suo buco di Kreuzberg e nella sua sala prove, e contando ormai sulla mia crescente fama, per non essere rapita come quella mattina. Ma sapeva anche dei Vendicatori, bensì non avesse letto il rapporto sul Tesseract e Loki. 
'Insomma', chiese, per la prima volta confusa 'Cosa volete che faccia? Sapete che non ho le capacità di poter difendere la Terra in una guerra.Quella è Nat...' '...a cui hai appena deviato il naso, e non ti sarà riconoscente.', rispose serafico Fury, mentre gli altri stavano allibiti a sentire.
'Pura fortuna', disse sinceramente la rossa improbabile, mentre scuoteva la lunghissima coda di cavallo. 'Si è fatta prendere dal sentimentalismo. Non ci vedevamo dalla Caduta.1989. Avevo 16 anni.',e stava...sì, soffrendo, forse, che non fosse andata diversamente?Anche lei aveva quella foto. Più per Justin, ovvio. Era il più grande e il più simile a lei, con il loro amore per la musica, ma c'era anche Natasha...
Che se n'era fregata di lei. 
Che l'aveva rinchiusa, invece di almeno guardarla in faccia. 
'Non saremo più nemici, sorella!! Der Mauer ist weg!!', la sentiva urlare, l'9 novembre 1989.
Ora lei aveva 36 anni e Nat qualcuno di più. Justin era morto, e forse era meglio così. 
Lui avrebbe voluto tenerle unite. 
Si riscosse dai suoi pensieri, vedendo che intanto tutti la guardavano preoccupati e mettendosi in difesa. 
I suoi trip mentali erano troppo frequenti. Ma che ne sapevano loro?!?
'Insomma, cosa volete che faccia??', chiede di nuovo, con animosità ora aumentata dal dolore passato.
La mano di Thor le si posò sulla spalla, e la costrinse a girarsi. Ehm, quello non si poteva mettere k.o, no...
'Vorrei che risolvessi un problema di fratellanza'
Katryn quasi rise, quando Fury aggiunse: 'Più che altro di un fratello...forse...TU puoi...' e Stark finì la fase per lui, sperando di non aver firmato la condanna a morta. Il Mark VII non era pronto se quella l'avesse scaraventato fuori nei rotori.
'Beh, potresti capire cosa ha in mente, no? In fondo...- deglutì- siete così simili...'
A quel punto Katryn si aprì in un sorriso quasi gentile.
'Un emarginato, figo da paura, che ama il rock and roll, e che voi decerebrati avete messo in gabbia per qualche sua insesistente turba psichica? E pensate che in due possiamo capirci meglio?'
Thor sospirò. 
'Più o meno è così, Lady Katryn, ma avverto che non lascerò che una ragazza della tua...'
'Risparmiami le chiacchiere e portami da quel vostro sciroccato alieno.', tagliò corto Katryn, scostandosi da lui e avviandosi verso i corridoi. 'Me la sono cavata contro Trent Reznor, cosa potrà mai essere questo povero cocco...'.
-
Arrivati alla sala della detenzione, Loki era girato verso il suo gaciglio, e Katryn aveva ancora in mano la sua Stratocaster. 
Erano entrambi incazzati contro le stesse persone, anche se per motivi diversi. 
E quando avvertì due presenze, una del fratello, che si allontanò, e una nuova, simile alla stronza di prima, si girò a malapena, finchè non sentì salire i gradini della sua prigione. 
Ora Katryn un po' di timore ce l'aveva. Avrebbe gradito una coperta. Quello sguardo emanava freddo, mentre Loki Laufeyson si girava completamente a osservarla, senza espressione. 
'Ti prego, dimmi che mi racconterai ANCHE TU  una storia lacrimevole condita da assassini e spie', sorrise l'asgardiano, mentre le telecamere si accendevano. Katryn pensò subito che l'imbecille ad avergli detto quello, doveva essere stata la sorella, e che quella botta sul naso se l'era meritata. Decisamente.
'Veramente volevo chiederti il tuo nome', esordì, sedendosi contro la porta dove era intrappolato Loki, e ignorandolo, anzi dandogli le spalle, e iniziando a tirare fuori la chitarra e il netbook con i programmi registrati, per le prove, dalla custodia. 
'O devo chiamarti Campanellino, visto sei vestito di verde?', proseguì, con una nota befarda. 
Il pugno di Loki, alla sua sinistra, abassatosi alla sua altezza, la prese di sorpresa, ma non saltava mai quando aveva in mano uno strumento. Regole del mestiere. 
'IO SONO LOKI DI ASGARD,maledetta midgardiana!!,e non sai cosa...'
'Ah, ok...sono stata chiamata in tanti modi ma non midgardiana. Cosa è? Fa rima con put...'
'Loki non è MAI volgare, anche se la tua testa sarà una delle prime a rotolare assieme a quella della vulvetta, stupida...'
'Ah, su questo non posso che darti ragione.Non solo è stupida, ma è anche piena di doppie punte.'
E finalmente alzò lo sguardo, a pochi centrimetri dalla faccia dell'asgardiano. 
Rimanendo decisamente colpita, anche se per fortuna ancora abbastanza sedata da non mettersi a liberarlo.
(Ammazza che figo!, se solo non fosse così bamboccione!...e anche un po' stronzo, ammettiamolo...e anche un po'...)
Gli standard di Katryn non appartenevano al mondo normale, temo.
La cosa sicura è che rimasero incastrati con lo sguardo, lastre di ghiaccio incastonate nel nero, quelle di Katryn, e talmente brillanti e smeraldini quelli di Loki, che per un attimo sembrò passare qualcosa.
Qualcosa che non entrambi identificarono come odio, ma qualcosa...
Più profondo? Elettrico? 
Ad un certo punto si resero conto che stavano sostenendo lo sguardo dell'altro per sfida. Inutile, per altro. Non erano persi l'uno nell'altro.
Katryn fu la prima a cedere (e Fury, che li osservava, pensò che era la fine),ma un attimo prima, appoggiò la mano nel punto dove l'aveva tenuta Loki, e lo baciò attraverò il vetro, lasciando a bocca aperta per primo lo stesso Loki, che sapeva del proprio fascino, ma sembrava sprecato per quella midgardiana. Poi tutti gli altri, Natasha in primis, che respirava dalla bocca, un po' per l'evento un po' per il naso deviato.
Loki appannò letteralmente il vetro, non sapendo cosa pensare, mentre Katryn lo fissava, alzandosi lentamente in ginocchio. 
'Questo... perchè?'
Katryn ebbe davvero un sorriso gentile, mentre si alzava, stirandosi le ginocchia nude da quei scomodi gradini. Poi si abassò, con uno sguardo ammiccante e sornione.
'Vuoi davvero saperlo?'
Loki deglutì, mentre gli occhi gli si facevano più opachi.
'Sì.'
La botta sul vetro, data da Katryn con tutta la sua forza, e il suo deformarsi in un ghigno, lo fecero balzare all'indietro. 
'Perchè TU non saprai mai cosa sarà stata quella cosa...TU RIMARRAI QUA, a dispetto della super paura che hanno di te i tuoi amici superbabbei!!', rise, (provocando un sobbalzo e anche un pugno sul tavolo da parte di Rogers).
Loki, da inebetito, riaccese quello sguardo verde deciso e rabbioso che, Katryn doveva ammetterlo, non era certo indifferente al resto del mondo, lei compresa. Si gettò a sua volta contro il vetro,e i due si fronteggiarono.
Come nemici, certo, ma forse anche con qualcosa in comune.
Ognuno leggeva nel profondo il dolore della separazioene dell'altro, e non ne erano indifferenti.
Ciononostante, Loki sibilò, in un'oscena parodia che quasi spaventò Katryn 'TU striscerai ai miei piedi, e anzi...ho deciso. Tu sarai la mia...puttana, una volta che la Terra sarà ai miei piedi!!',e si staccò dal vetro, con un ghigno. 'Una sorte, in fondo, pietosa...Finchè la crederai. Verrò a prenderti ovunque ti nasconderai.'.Ormai ansimava. 
Più di Thor, doveva sottomettere quella creatura pericolosa per il suo senno.
Katryn rimise la Strato nella custodia, serafica, anche se intimamente un po' turbata,e si avviò per i gradini, schioccando poi le dita e girandosi.
'Sai, bellimbusto, credo che non potrai.'
'E PERCHè??'
'Ho un concerto tra due giorni, A Praga. Mi aspetto che la Terra perciò sia ancora al suo posto. '
Afferrò la maniglia e si girò a fissarlo, con i suoi occhi ghiacciati.
'E se proprio succederà, sai dove cazzo trovarmi, Trilly.', e sbattè la porta.
-
Fury appoggiò le braccia sul tavolo, a cui seguirono la testa
'Ditemi che non l'ha detto. Era a un passo dal conquistarlo.'
L'agente Hill gli passò un cachet. 
'Temo l'abbia fatto, signore. Dò ordine stia nel suo alloggio fino  a nuovo ordine?'
Fury gemette. 
'Ormai, sarebbe inutile anche spararle. La farò mettere in gabbia con quello psicocopatico a vedere se si sbranano a vicenda, tra un po'...'
Natasha Romanoff si alzò, senza espressione, ma con gli occhi scintillanti, diretta verso gli alloggi 



Beh che ne dite?Inizia ad assumere un po di contorto la sfida tra i due essere più temuti dello SHIELD? 
O è una boiata pazzesca?
A voi l'onere (e a me la verdura...mi raccomando foglia verde!); ps: ho avuto problemi con il sistema html e giuro scriverò di nuovo i primi due capitoli!! Chiunque abbia suggerimenti o badilate...è benvenuto!!


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Capitolo 4
*** Sad but true ***



Katryn si sedette rumorosamente sul letto, nell'alloggio a lei assegnato. 
Notò con sguardo assente i suoi vestiti sparpagliati (li avevano certamente perquisiti...ma tanto erano più che altro stracci di seconda mano acquistati a Friedrischain e Kreuzberg, più qualche completo vintage per gli spettacoli, e assieme non sarebbero costati che un paio di centinaia di euro), la custodia del basso aperta, i suoi trucchi ribaltati sulla scrivania dove, per inciso, era installato uno schermo collegato alle telecamere della base, e un blocknotes, nel caso fosse regredita all'epoca della pietra d'improvviso. La sua Strato e il suo pc finirono a terra senza tanti complimenti, quando le mani le si afflosciarono e non fu in grado di trattenere. 
Si rannicchiò sul letto, esausta; aveva dormito a malapena due ore, da Berlino, sopra l'Atlantico, e solo grazie a una puntura. Ora si sentiva il sonno portarla via, dolcemente, mentre riviveva gli eventi di poco fa. 
Le minacce di Loki, i suoi occhi contorti e gelidi, scaldati dalla verde fiamma della rabbia, e la sua sorpresa quando gli aveva dato quell' illusione di bacio.
Mentre entrava in uno stato di dormiveglia, il suo preferito, in cui tutto assumeva un contorno grigio, si ritrovo a pensare che le illusioni erano ciò che riusciva meglio a creare. 
Non voleva pensare alla Stasi. 
Non voleva pensare a Loki.
E non voleva pensare nemmeno a Natasha, che stava dirigendosi da lei, non proprio amichevolmente. 
Si lasciò portare in quel magico mondo in cui tutto era bianco e nero o grigio, e lei poteva plasmare l'universo a suo piacimento. 
-
Loki camminava su e giù per la sua prigione di vetro, osservato da tutti quei 'superimbecilli' ma fregandosene. Le sue azioni terrene non equivalevano alle azioni mentali, e lì aveva sempre avuto sede la sua forza. 
Forza che era stata scardinata due volte in nemmeno due ore, da due insignificanti ragazze; sorelle, ma diverse da loro. 
Come lo erano lui e Thor. Forse persino di più. 
Non erano state cresciute assieme, avvertì. 
Erano state profondamente separate, prima dal tempo, poi dal destino, poi da forze nemiche. 
Non avevano mai combattuto assieme, come lui e il suo amato\odiato fratello. Eppure si volevano bene.
Questa constatazione lo fece fermare, e finalmente sedersi, come esausto del suo girovagare, mentre gli occhi di giada tornavano a spegnersi, così come pure la lucetta sulla telecamera. 
Il suo cervello così finemente contorto, non si spense, anzi... 
Stava pensando a qualcosa di pericoloso, per sè ma soprattutto per gli altri. 
Dopotutto, non era il Dio degli Inganni?
-
Natasha aprì la porta dell'alloggio della sorella con un tonfo secco, trovandosela di fronte, ad occhi semichiusi e raggomitolata attorno ad una coperta. 
Per un attimo fu assalita da un'ondata di dolore, tempo passato, le rare volte che erano state assieme e le permetteva di stare con lei, e la piccola veniva con la sua bambola di pezza a stare nel suo letto. 
Non da Justin, da lei. 
Poi ricordò che questo succedeva quando Justin non c'era. 
Furiosa, scosse la sorella, che si svegliò all'istante, shakerata come un banana daiquiri. 
'Naa-a-a-a-aa-aaa--aaa-ttth!!,mi veeeerrààà da v-v-v-v-vomitaaaa-re-e-e-e-!!!'
'Vomitare?!?! Dovrei romperti un braccio per quel che mi hai fatto!! Anzi, per quello CHE HAI FATTO IN GENERALE!!'
Alle parole 'rompere un braccio', Katryn, sebbene ancora addormentata, riuscì a liberarsi e rotolò all'indietro prendendo slancio sul bordo del letto, dimenticandosi di non avere dietro appigli però.
Cadde rovinosamente di schiena, e si rialzò a metà ,ancora stordita.
'Ahhhh!,che botta!! Stronza!', mormorò, seduta a gambe larghe, con ancora metà coperta che le era venuta dietro. Si massaggiava teatralmente il cranio (consistevolmente duro).
'Non siamo neanche a metà di quel che mi devi, puttanella!', le urlò Natasha, indicando la voluminosa fasciatura sul naso. 'E le tue abilità si sono ancora affievolite! E' proprio vero che mi hai preso di sorpresa!,non sai neanche saltare da un letto all'altro, come una...'
'..una spia??!',le urlò di rimando Katryn, tirandosi in piedi senza più segno di aver avuto conseguenze dalla caduta. 'Quella sei tu!,sei sempre stata tu! Guarda dove cavolo sono per colpa tua! Guarda dove tuo padre mi ha messo a 10 anni, per imitare la GRANDE VEDOVA NERA!', urlò con disprezzo. 
Fury stava seguendo quel dialogo dalle telecamere, e con lui gli altri. Maria Hill era confusa.
'Signore...'
'Non ora, Hill', disse sommessamente il capo dello S.H.I.E.L.D. 
Lui sapeva tutto, ma era ora che anche gli altri sapessero le sue motivazioni, e che veramente, come aveva minacciato Stark, non la rinchiudessero con quello psicopatico asgardiano.
Intanto le due sorelle si fronteggiavano.
Senza gli anfibi, Katynka era alta come Natasha, anche se la figura più esile e i capelli parevano abbassarla più che slanciarla. 
La Vedova Nera incrociò le braccia, sbuffando.
'Forza, ci siamo...dopo quasi vent'anni, ci siamo. Cosa ti ho fatto?Io?Papà?Perchè tutto questo verso di me e non verso...'
'Justin è morto, e riportalo in vita in questa discussione non servirà!!', urlò ai limiti dell'isteria Katryn, puntando un dito verso la sorella. 
'TU hai paura di riportarlo in vita. Quanti anni avevi quando è morto?'
'Poco dopo la Caduta del Muro...16...', tremò la voce di Katryn, mentre tutti osservavano lo scambio e mentre Loki lo percepiva a un livello più profondo.
Natasha ormai sembrava calma. 
'Non ti sei mai chiesta perchè Justin no e tu sì?E perchè proprio la Stati e non il KGB, come me?', le chiese, pacata. Sembrava un solido muro contro cui la rabbia della sorella poteva scagliarsi. Specie ora che le posizioni erano tornate di parità.
'Ah certo!-,rise sprezzante Kat, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.-Per imitare te, la Vedova Nera, famigerata già a meno di vent'anni!Per dimostrare che anche io non ero un insuccesso, come quel...f-f-f-f-f-fallito di nostro...tuo fratello!,che morì senza onore per la famiglia! PERCHè IO ERO UN'ORFANA DI GUERRA, E NON DEGNA DEL RETAGGIO FAMILIARE RUSSO! PERCHè...'
'PERCHè IL KGB TI STAVA CERCANDO, STUPIDA!!',urlò Natasha, a pieni polmoni. Sembrava che la ferita al naso non le facesse niente. Katryn la stava osservando, con le lacrime che ormai, con stupore di tutti, scorrevano libere. Loki sorrise.
'Il Kgb ti stava cercando, eri mia sorella, e volevamo evitarti una morte come quella di Justin. Non fu ucciso da un'overdose, ma dal Kgb.', proclamò sottovoce Natasha, a sua volte con le lacrime dagli occhi. 'Era sì drogato, ma tentava di venirne fuori... La Stasi non avrebbe mai permesso che un soggetto...'dotato' come te nella guerra psicologica fosse consegnato al Kgb. Ti hanno nascosto e protetto, se non fosse stato...', deglutì. 'Se non fosse stato per quell'incidente. Eri lontana da noi, o forse ancora a Berlino Est. Io credo a Lipsia, seguendo gli archivi seguenti. E ti fecero quello che... fu fatto.'
Il silenzio calò su tutto. 
Sulle due sorelle, sugli spettatori, persino Loki sgranò gli occhi.
('Le hanno fermato l'età! Per quello è così..subdola! Per quello la sua forza non eguaglia quella della sorella. L'hanno tenuta per anni in ambiente isolato e... l'hanno resa quello che è! Che affascinante macchina di morte!'), pensò il dio del chaos.
'Mi hanno tolto la vita', sussurrò Katryn. E risollevò gli occhi, pieni di lacrime ma furiosi. 'E tutto perchè ero dei vostri!', sibilò. Natasha non si lasciò sconvolgere di più; era già troppo traumatico dirle tutto quello, ma doveva finire.
'Papà...mio padre...cadde con un aereo sperimentale in Siberia, forse abbattuto, forse no.' e la fissò negli occhi. 'Si era inimicato la più grossa rete di spie mondiali, sottraendoti a loro. Loro sapevano delle tue capacità di manipolazione psicologica. Non so se tu le conservi ancora. So che per me è sbagliato averti qui. Ti hanno fatto ancora del male. Me ne scuso.', e accennò un inchino con la testa. Russa, pensò Katryn , con disprezzo. Fino alla punta dei capelli.
'Io ti liberai dalla Stasi quando il Muro stava per cadere e le comunicazioni erano instabili. Presi con me Justin, sapendo che era un bersaglio facile. Non fu sufficiente.',e la voce di Natasha tremò. 'Volevo salvare almeno te, vedendo come le tue capacità si rivoltavano contro, alla sua perdita, e ti feci mettere in quel centro, e poi venni a trovarti...'
'...a Neukolln, nel 2001. Dopo le Torri Gemelle.', sussurrò Katryn. 'Bella mossa. Ero l'icona della tossicità underground. Ma non sapevi che mi ero ripulita e che avevo ricominciato con la musica.'. Poi il suo sguardo si alzò, senza più lacrime, ma deciso. 'Sono brava in quello che faccio. Mi spiace agente Romanoff...',e accennò un saluto militare.'Le mie capacità di manipolazione psicologica se ne sono andate con l'allenamento della Stasi. Ora...',e tremò.' Fammi riportare a casa e continuare la mia vita. Il concerto di dopodomani è organizzato al millimetro, e sarà il mio via per un'altra vita. Dove ormai potrò invecchiare. Le sacche di cellule rigeneratrici della Stasi stanno per aprirsi, ho controllato anche io le cartelle, sai?', disse, rispondendo beffarda allo sguardo sorpreso di Natasha.
'La mia vita inizia ora.'
'Non se Loki distrugge il mondo', esordì Nick Fury, entrando nell'alloggio. 
'Comandante...', tentò Natasha, ma venne bloccata dallo sguardo che Fury teneva fisso sulla sorella. 
'Una sola missione, Katinka Romanoff. Una sola nel mondo libero. E noi ti aiuteremo a cominciare la tua vera vita. Non dovrai più nasconderti, nè volare più in alto di quanto tu possa, ma solo fare ciò che sai ancora fare. E sarai libera da tutti. Promesso.', terminò deciso Fury.
Katryn lo guardò allibita, e nel frattempo schermò la sua testa, con un velo di scetticità. Loki ne sorrise e fu certo della sua decisione. Restava solo da attendere. 
-
Nel frattempo Natasha avanzò, di fianco al letto, esitante, passando davanti al suo comandante. 
'Non...non sarai più sola...sorella...'
Katryn ignorò l'impulso di abbracciarla e ricacciò le lacrime. 
Ne aveva spese più che in dieci anni e non voleva iniziare la sua ultima missione piagnucolando. 
'Accetto...', disse, sommessamente 'Ma...Non vi assicuro di vincere. Quello...' e puntò lo sguardo verso la zona detenzione...'PICCHIA FORTE.'
-
 
Beh che vi pare?!? Finalmente ho alzato un po' il mistero su questa dannata ragazzina (che poi ragazzina non è!!) che ha fatto persino incazzare Loki, nonchè tutti gli altri! Sì, è un po' ancora troppo intrisa degli ultimi anni di Guerra Fredda, un'altra mia grande passione, ma vi prometto che il prossimo capito (stasera??) la trasporterà nell'epoca contemporanea e vicinissima al nostro amato\odiato cattivone. Tra un'esperta in manipolazione psicologica e un dio dell'inganno, chi vincerà?
Ci sarà un vincitore?
Ed ecco che ho detto troppo. 
A me le primizie!!
Ciao **

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Capitolo 5
*** Words are very unnecessary (?) ***


Loki si era svegliato presto, quella mattina, dopo un sonno soddisfatto, aspettando la midgardiana stravagante, più incuriosito e divertito che ansioso.
Il tempo giocava a favore della mortale, ma la sua propensione all' inganno, affinata in anni ad Asgard e poi in esilio, e la sua mente già di per sè contorta, lo portava ad assaporare una succosa sfida.
Cosa che aspettò fino a mezzogiorno.
Katryn entrò sbattendo la porta, in jeans neri, scarpe da tennis con molti buchi, una maglia lunga e una giacca strana di pelle. Oltre a quei capelli fastidiosamente colorati. 
Entrò BEN OLTRE mezzogiorno, e anche stirandosi le braccia e sbadigliando. 
Aveva dormito solo grazie ad un altro calmante e dopo ore dal confronto con Nastasha. 
Nonostante le belle parole, non si fidava di nessuno, in quell' impianto di folli, e aveva chiesto carta bianca a Fury, non fosse per mascherare che le sue nozioni di guerra psicologica se n'erano andati con gli ultimi mattoni del Muro. 
Forse c'era qualche souvenir, in giro per il suo cervello, ma non poteva assicurarlo. 
Lo psicopatico dai begli occhi la stava fissando, incuriosito ed anche un po' irritato. 
'E' questa l'ora di intervenire, per voi midgardiani??', chiese, altezzoso. Katryn si girò dalla presa usb che stava collegando al proprio lettore mp3. 
'Oh, il principino è incazzoso, stamattina?'
'NON è MATTINA!,è POMERIGGIO!!', sibilò Loki, sdegnato. 
'Sai che mi frega', rispose Katryn, dandogli lo spalle e soffocando lo sbadiglio. Ignorava che Loki sapesse praticamente tutto quello che era successo ieri con sua sorella, ma anche se l'avesse saputo non ne avrebbe tenuto conto granchè. Sapeva che in quella guerra nessuno sarebbe partito più svantaggiato di lei. 
Una cantante underground contro un dio del male asgardiano... roba da mettere i brividi al caffè. Anche Captain America le aveva bofonchiato qualcosa mentre si versava il suo caffelatte a mezzogiorno, sulla puntualità militare, ma lo aveva mandato a giocare con i soldatini in autostrada. 
Non era di buonumore. PUNTO.
Mai che lo fosse stata, oltretutto...
Ma a vedere quella faccia da schiaffi dietro il vetro, con quegli occhi che....ehm... le faceva rimpiangere di aver detto di sì a Fury. 
('L'ultima missione, l'ultima misssione, poi ti ritiri a vita da rockstar, agente Romanoff!')
'Ti sei cambiata da ieri. Lo apprezzo.', sbuffò Loki, come impaziente. Katryn riconobbe una deviazione comandata e rispose con una provocazione.
'Sì, sai, nell'altro vestito ci ho dormito dentro...Non ho il pigiama e...', continuò, vedendo che lo sguardo di Loki assumeva uno sguardo da 'sai quando mi frega', quel che voleva, '...non capita che tutte le mattine mi facciano salire su un elicottero per sorvolare un continente per fare la baby sitter ad una specie di psicopatico che si crede un dio, tutto matto. A proposito, tu sei un po' malmesso, non ti danno vestiti di riserva?', stoccò in finale, godendo della bocca sempre più spalancata di Loki. 
'IO SONO UN DIO, MALEDETTA MIDGARDIANA!E PRESTO...'
'Sembri un gatto in tangenziale, non un Dio, con quei vestiti lisi, altrochè...', sbadigliò di nuovo Katryn. 
Si appuntò mentalmente di colpirlo nell'orgoglio quanto più possibile. 
Dopo.
Per ora doveva...
'E comunque so che tu non sei qui per controllarmi, ma per scoprire più su di me.', le rispose Loki, rimessosi tranquillo. 'Ho ascoltato tutto su di VOI ieri sera.', e si sedette per terra, contento dello sguardo vitreo che gli lanciò Katryn, stavolta. 
'Guerriera psicologica eh? Ma con molti condizionamenti persi, a quando ho saputo. Dimmi... ', chiese, sporgendosi verso il vetro. 'Cosa è quella cosa che chiamavi Stasi con tanto...mh...entusiasmo?E tuo fratello?Davvero mi assomiglia?'
Katryn restò a bocca aperta. 
'Non sei leale, figlio di...midgard...puttana!!!!'
Loki ridacchiò, sinceramente divertito, e si decise a darle la stoccata che preparava dalla notte. 
Katryn era con un piede sul primo gradino, con le labbra serrate e quelle calzature colorate. Loki in un attimo si sdoppiò, e lei se lo ritrovò a pochi centimetri, fuori dalla gabbia. QUESTO-NON-SE-LO-ASPETTAVA!!
Stettero a fissarsi qualche secondo, poi Loki premette le labbra sulle sue, con fare sia prepotente che delicato, come assecondando il desiderio che aveva avuto, quando l'aveva visto la prima volta, toccandole la massa di capelli intrecciati tra di loro. Occhi verdi gelidi nei vetri gelidi di Katryn, che mostravano persino qualche traccia di colore, oltre che sulla pelle arrossata delle guance.
Quando Katryn iniziò a rispondere al bacio, ('E' solo un attimo, e anche io posso rilassarmi, dannazione!,solo un attimo!...'), la porta si spalancò e lei si girò per reazione e vide Rogers, Stark, Banner e Natasha stessa guardare affannati verso di lei e poi verso la prigione, dove Loki stava ridendo a più non posso, quasi sdraiato per terra. 
Katryn, ansimante, salì di corsa i gradini di metallo, inutilmente trattenuta da Stark, che quasi li fece finire entrambi nelle intelaiature sottostanti, e battè i pugni contro il vetro, accecata dalla rabbia.
Non sapeva ancora se per essere stata fregata o perchè si era interrotto grazie a quei superbeoti!!
'COME CAZZO HAI...!!?!?'
'Ahahahahah...uh....!', Loki riprese fiato e le si avvicinò, mettendosi alla sua altezza, e guardandola con degli occhioni talmente innocenti che persino a lei venne voglia di perdonarlo. 
'Beh, diciamo che così... Se le cose andranno come vuoi tu...come volete voi... Non saprai MAI come sarà!!'
Poi si girò, continuando a sghignazzare, lasciando la spia tedesca con un pugno piantato contro la parete di vetro, ansimante e rabbiosa. 
Con un gesto mandò via tutti, anche Thor, che voleva dire due parole a suo fratello sulla smaterializzazione fuori dalla gabbia, certo che la prossima volta l'avrebbe fulminato. 
'Sei maledettamente arrogante, lo sai??!', sinilò Katryn.
'Uuuuh, ha parlato principessa Modestia!', le fece il verso Loki.
'Adesso basta giocare come bambini!!', urlò lei, piantando un'altra dolorosa manata sul vetro e...a Loki sembrò di sentire quasi un tono di antichi rancori. Ah no... Non avrebbe permesso che la ragazzina si stancasse così in fretta del giochetto. In fondo era un divertente passatempo. 
Così si girò, le mani dietro la schiena, e a passi lunghi arrivò di fronte a lei, abbassandosi alla sua altezza. La sovrastava di più di venti centimetri. E sperava di vincere? Mh...
'Ho solo risposto alla tua provocazione di ieri', rispose, tranquillo, alla faccia pericolosamente vicino al colore dei capelli, separata dal vetro. Poi si girò di nuovo, passeggiando per la gabbia e mostrando interesse per il soffitto. 'Anche se credo che, infine, verremo a sapere di cosa saprà quella cosa... un bacio di sottomissione? Sconfitta? Amaro? O forse...del mio trionfo?'
Katryn si sentì di mettergli le mani addosso facilmente, vetro o no, quando gli rispose, semistrozzata. 'Ti ho detto di smetterla con i giochetti, Loki. E' vero, io ho giocato sporco, ma tu...'
'Io non ho assecondato quello che volevi?', chiese lui, malizioso, girandosi a metà a poi mettendosi a camminare. 'Almeno mi sembrava, se quei tuoi amici non avessero fatto irruzione...che non ti spiacesse!', ghignò.
Katryn si staccò dal vetro, dandogli le spalle, bestemmiando in inglese, tedesco e russo, quando Loki si fece risentire, facendole stringere i denti, mentre raccoglieva il lettore mp3, gettato per terra al momento del...bacio.
'Ah, ho deciso che Praga sarà ancora in piedi tra due giorni... per poterti tagliare la testa in pubblico.', sghignazzò beffardo Loki alle sue spalle.
Katryn si mise una mano sulla fronte, collegando l'mp3. 
Sarebbe stata una lunga giornata. 
Non avrebbe escluso di entrare lei stessa, infine, nella gabbia, ad uccidere lo psicopatico norreno...Tesseract o no.
'Cosa si ascolta di bello?',la canzonò Loki, mentre cercava qualcosa sulla sua agenda. 
'Mein Gott...',sibilò Katryn.
Una giornata molto lunga.
Molto.

OK, QUESTO FORSE è UN PO' AZZARDATO, UN CAMBIAMENTO DRASTICO NELLA NOSTRA ZUCCA ROSSA E SEMPRE COMUQNEU SBEFEGGIANTE DEL NOSTRO SEXY GOD... Ma ho cercato di rischiare a filo dell'ironia, e perchè no, anche della comicità più semplice, lasciando comunque un filo di tensione iniziale! Forse la testarossa inizia ad avere un piccolo debole per il piccolo cervo?Mah...lo scopriremo solo...beh dipende da quel che riusciranno a fare i nostri eroi. Se fosse per Loki...solo morendo!!Baci a tutti\e, bambole, grazie delle critiche e specialmente del supporto... Io corro a leggere un'altra FF che qualcuno sa che io adoro ahahahah!! Smack

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Capitolo 6
*** Black Holes and revelations ***


Stettero a fronteggiarsi per un paio d'ore, mentre il pomeriggio rivelava tutta la sua fastosità nel sole che splendeva nell'Elivelivolo. Katryn ogni tanto sorseggiava da una bottiglietta strana, Loki aveva respinto il pasto, ma non aveva provocato commenti. 
Il suo sdoppiamento l'aveva ulteriormente indebolito, ma morto piuttosto di mostrarlo alla midgardiana. Il suo trucchetto lo lasciava ancora soddisfatto, ma ora si stava rapidamente annoiando. 
Katryn sceglieva i brani da studiarsi con la chitarra sul suo mp3, le parti singole e le canzoni intere da ripassarsi, in vista di Praga, e ogni tanto muoveva la bocca in flebili sospiri, su una manciata di fogli, seguendone le righe. 
Altre volte prendeva la chitarra e passava qualche accordo, sempre seguendo altri fogli, diversamente disegnati. Non che ciò fosse utile per il concerto di Praga, era tutto scrupolosamente a memoria nella sua testa, e non aveva modo di comunicare col resto della band per cambiare qualcosa...Non che a quel punto fosse necessario. Era-tutto-a-posto. Doveva. Sempre parte che quel mentecatto non avesse distrutto il mondo, lei sarebbe stata in Europa Centrale, tra due giorni; che Fury volesse o no. Solo una volta aveva comunicato con lei tramite quel fastidioso auricolare, chiedendole se volesse andare in sala riunioni, ma con voce stanca. 
Forse aveva capito che lei era la carta sbagl...
'Ehi, tu.', si fece sentire Loki, sempre seduto per terra, guardandola interessato. 'Vuoi passare il tempo a gingillarti mentre il tuo mondo viene distrutto?' 
'A casa mia non si chiamano le persone 'ehi tu', bello mio.', replicò Katryn, sussultando interiormente, mentre girava un'altra pagina, apparentemente indifferente. 'E comunque sì, non vedo che altro fare. Non posso strapparti la lingua perchè saresti più veloce di me, se ti parlo mi mandi il pappa il cervello, se mi avvicino mi costringi a molestie sessuali controvoglia...dimmi cosa dovrei fare.'
'Non mi sembravano proprio controvoglia.', la stuzzicò il dio degli inganni. Katryn continuò come non l'avesse sentito, ma provando comunque la voglia di tirargli un pugno sul muso (senza rovinarne troppo i lineamenti, magari...una raddrizata di naso, sì). 'Bello, che tu distrugga o sottometta la Terra, io ho un concerto tra due giorni, understand me? E che io faccia o non faccia qualcosa, sarò libera di andarci. Visto non posso fare niente, non farò niente per darti soddisfazione. O per affaticarmi.', poi alzò gli occhi, con un sorriso di scuse. 'Mi spiace essere stata una delusione per te.' 
Loki aggrottò le ciglia, confuso. Si stava prendendo gioco di lui? Chi meglio di due mentitori potevano trarsi a vicenda in inganno? E chi meglio di una mentitrice poteva esercitare il potere su sè stessa? Era convinta, maledizione! Doveva farla parlare. 
Si aprì in un sorriso quasi sincero, anche se un po' canzonatorio ed esordì, guardandola amichevolmente:' Facciamo così. Io non tenterò nessun altro trucco, non ti leggerò nel pensiero ('come fosse utile', pensò, rabbioso 'quella pensa solo al suo concerto, sta pensando anche ora a che smalto mettersi!!'), non mi smaterializzerò e non ti ridurrò in pappa il cervello. Ora...',e mandò giù il boccone amaro, costringendosi a sorridere 'visto siamo due fratelli adottivi, un po' emarginati, considerati psicotici e abbiamo certi gusti in comune, che ne dici di chiacchierare un po'?', disse, sorridendo in modo convincente, e lasciando cadere la perla finale, spalancando i bellissimi occhi con le sue lunghe ciglia.
'...Per favore?'
Katryn lo osservò in silenzio durante il suo discorso, abbozzando un sorriso. 
'Mi stai chiedendo scusa per prima?'
Loki mandò giù un altro boccone amaro, conscio che prima o poi gliel'avrebbe fatta pagare. 
'Sì, ti chiedo scusa. Non avrei...'
'Ok, scuse accettate.', ribattè Karyn ,alzando gli spartiti a nascondere le risate. 'Comunque la risposta è NO, non ho voglia di parlare.' 
Il tonfo non la prese di soprassalto, anzi la fece ridere ancora di più, e abbassò finalmente i fogli, rivelando ad un Loki tra lo stupito e l'arrabbiato quanto si stesse divertendo. 
'MI HAI PRESO IN GIRO!,TU NON SAI COSA...'
'Ahhhh, smettila!,sei noioso!La mia testa rotolerà per Praga, ci giocherai a football, userai il mio cranio come calice...ACCIDENTI!,Loki, cambia solfa!!' , sbuffò.
Loki la osservò del tutto stupito, vicino alla quasi crepa prodotta nel vetro. Poi incredibilmente si mise a ridere. Non quel riso malvagio che ormai avevano imparato tutti a conoscere, ma proprio divertito! 
'Mi hai fregato!',e rise ancora di più, fino ad asciugarsi gli occhi. 'Mmm, okay... Katryn. Ma, per favore...',e tornò quasi serio, pur sempre trattenendo una risata '...mi sento un po' solo. Poi ti lascerò stare, ma almeno per ora... fammi un po' di compagnia, o dovrò cedere a Fury e chiedergli una rivista!' Poi sospirò. 'Si muore di noia qua dentro.'
'E' una forma di tortura psicologica. In più le luci sono sempre accese e le pareti oscurate, non sai neppure quando è giorno o notte, vero?',e le occhiaie sul viso del dio glielo confermarono. 
Si alzò e andò a sedersi accanto a lui, divisi dal vetro appena scheggiato. Katryn percorse la sottilissima crepa.
'Accidenti...',mormorò.'Un filo più forte e finivi al creatore. Non  ti spaventa questa trappola?' 
'No.', rispose Loki, allo stesso tono, ora più pensieroso.'Voglio solo che mi tirino fuori di qui in fretta. Senza collaborare con voi, ovviamente.', sibilò, come prevenendo un intervento di Katryn, che stava ancora bevendo dalla bottiglietta e gli indirizzò uno sguardo di 'sai che mi frega, se collabori o no...'.
'Cosa è quella roba?', chiese, incuriosito.
'Ah...succo di mirtillo addizionato con varie vitamine.', rispose Katryn, pensierosa. 'Una delle tante invenzioni dell'umanità per non pensare ad invecchiare.',mormorò.
'Tu non hai questo pensiero.', osservò Loki. 'L'età ti è stata fermata, non so con quale procedimento. E' come se avessi le nostre capacità rigeneratrici ma....';'...non per sempre.', concluse Katryn, osservando pensierosa la bottiglia. 'Quegli anni che mi sono stati strappati non sono serviti a farmi vivere una vita più lunga, ma solo ad essere buttati. Imparare, esercitarsi, imparare e poi...puff!,in una notte. Quel maledetto 1989...',ringhiò. 
'Io sono stato nella zona di mondo in cui vivi.', osservò Loki, volendo distrarla.'E' piacevole. Ma i suoi abitanti sembrano un asservibili con troppa facilità.'
'Quel casino a Stoccarda. Ah sì. Se fossi stato a Berlino pensò ti avrebbero appiccato fuoco. La mia patria è abituata a inginocchiarsi,ormai da molti anni. Prima non era così.'
'Lo so.', confermò Loki, che aveva studiato molto della storia di Midgard. 'Eravate padroni del mondo. O di una parte di mondo. E' un peccato che un simile popolo...'
'Piantala.', lo interruppe brusca Katryn, indovinando le sue intenzioni serpentesche. 'La Germania ha pagato e non vuole un altro Hitler. Nessuno amerà mai un altro Hitler.'
'Questo è da vedersi', osservò Loki, alzandosi e passeggiando. 
'Anche Hitler ha avuto i suoi fedelissimi. Li ha ancora.', osservò.
'E quando i TUOI campi di sterminio saranno scoperti, quando non potrai più nascondere i cadaveri, pensi che ti ameranno ancora, o che le tue minoranze, più spaventate che ammirate, potranno proteggerti? No, Loki.', e scosse la chioma multicolore. 'Non sfuggirai al suo stesso destino. Te lo dice una tedesca.' 
'Ma tu non mi sei nemica.', osservò Loki, sperando di non sbagliarsi.Katryn ci pensò, mentre lo sguardo indagatore dell'asgardiano la osservava.
'Non credo di esserti nemica. Sei solo stato sfortunato, come me. Non hai una famiglia...',e Loki sussultò, come se fosse stato Thor stesso a dire quelle parole. '...hai sofferto molto, senza che nessuno lo sapesse, sei stato ingannato sulle tue origini e hai folli propositi di prenderti il mondo. In fondo siamo simili.' e si aprì in un sorriso dolce, che Loki non riuscì in nessun modo a vedere come sospetto. Pensò che fossero passati anni, da quando qualcuno gli aveva sorriso a quel modo. Thor o sua madre, quando era ancora innocente, e non dedito alla magia e agli inganni ai loro danni. 
'Solo che io non penso di scardinare il mondo. Penso di inserirmici.', finì Katryn, quasi intenerita, come se Loki fosse un bambino a cui spiegare che non poteva accendere la fiamma del gas senza combinare un disastro. 'Fuori tempo, ma grazie o vaffanculo alla Stasi, posso inserirmici.' 
Loki sbuffò. Pensava di nuovo a quel concerto. Non era divertente nè lo faceva sentire...meglio? Sì, chiacchierare con lei lo faceva sentire meglio. Era davvero stata messa nelle sue condizioni, e sembrava capire cosa stesse dicendo. Tuttavia non aveva il suo stesso sentimento di vendetta. 
Oh sì, era una sorta di valkiria in miniatura che toglieva di mezzo chiunque fosse sui suoi piani, ma i suoi piani erano diversi dai suoi. Era come se lui avesse tentato di farsi accettare su...Asgard. Con le sue doti ed il suo carattere, e non ambendo a troni più in alto di lui, o ad altri mondi. QUESTO non lo capiva. 
Katryn intanto si stiracchiò, e scese i gradini. 
Loki si allarmò, vedendola andare verso la porta e si maledisse, quando, con troppa ansia, chiese: 'Ehi, ma te ne vai di già?!Katryn...'
Lei si voltò e gli sorrise. Un sorriso vero.
'Vado a mangiare, Loki. Sono affamata e dovresti esserlo anche tu.',fece pochi passi e poi si voltò, preoccupata. 
'Ti faccio portare qualcosa?',e in cuor suo Loki si maledisse ennesimamente per aver provato emozione e persino gratitudine calorosa per quell'interessamento, probabimente naturale per gli umani, come quella stupida invenzione dell'educazione (della quale Katryn ne disponeva o meno a piacimento, aveva notato). Lo sguardo gli cadde per terra. Sì, sarebbe tornata, aveva lasciato qui i suoi preziosi e strampalati aggeggi e poi...
'Hai un po' di quella cosa che stavi bevendo?'
Il sorriso di Katryn si ampliò.
'Sei fortunato. Qua non ne hanno, ma ne ho portato un borsone dalla Germania.'
Se ne andò e tornò dopo pochi minuti con due bottigliette.
'Ecco. Non so come ti basteranno, ma...', e poi si guardò attorno, confusa. 'Come faccio a dartele?' 
La voce di Fury si fece sentire, rimbombando, per la zona detenzione. 
'Così...appoggiale sul carrello. Loki, tenta una mossa falsa e sappi che la trappola è ancora attiva.'
E un carrello si spinse dalla cella al di fuori di essa, rimanendo metà di là e metà di qua. Loki assicurò tra i denti che non avrebbe fatto cavolate, mentre Katryn appoggiò meticolosamente le due bottigliette in vetro sul metallo. Quando fece per chiuderlo, senti che le dita di Loki afferravano delicatamente le sue, e che la stava guardando.
'Te ne lascio un po' per dopo?', sussurrò, a fior di labbra.
Katryn deglutì visibilmente, sia per il contatto che per il tono. 
Fury si fece risentire, stentoreo. 'Loki, lasciale la mano!' e i supporti secondari si sganciarono, con rumori assurdamente metallici. Katryn si ritrasse, spaventata dalla minaccia ma non dal contatto, e spinse il carrello all'interno. I supporti della 'gabbia' tornarono al loro posto, mentre Loki malediceva ancora Fury. Quando tornò con lo sguardo su Katryn, non era scappata dalla scala, ma era ancora lì.
'No, bevilo tutto', sussurrò, anche lei senza muovere le labbra, per non essere sentita nè vista. Poi se ne andò, lasciandogli una scia di pensiero che lo fece sorridere. 
'Potresti avere bisogno della tua forza per sdoppiarti un'altra volta. Non si sa mai.' 
Loki appoggiò le labbra alla bevanda, sentendola deliziosa e sapendo che stava bevendo quello che anche lei stava bevendo. Il suo ultimo pensiero era stato dolce come quel nettare, e iniziava a non spiacergli l'idea continua di Capitan America e dell'uomo di latta, di metterla in gabbia con lei.
-
Sarebbe stato furioso, vedendo l'accoglienza riservatale in sala riunioni, dove voleva solo sgranocchiare qualcosa per spezzare la giornata, vista la sveglia tardiva. 
Qualche applauso partì da Bruce Banner e Thor, e persino quell'arrogante di Tony Stark corse dalla sua discussione animata con Fury per stringerle la mano. Natasha sorrideva soddisfatta, appoggiata a un banco di lavoro. 
Katryn pensò che un tempo avrebbe dato la vita per vedere la sorella sorridere... beh probabilmente l'avrebbe data sempre. E sapeva che anche Loki, nonostante tutto, era come lei.
Intanto Stark la shakerava come un Martini, finchè non colse qualcosa tra le sue farneticazioni.
'...voglio dire, CHI avrebbe potuto stabilire un contatto con quella specie di pazzo?!Si è mostrato refrattario, gelido, e persino più arrogante di...beh, me!,ad ogni tentativo! Sei un genio piccola mia!,ogni cosa tu desideri...le Stark industries sono a tua disposizione!!',disse, entusiasta, salvo poi correggersi. 'Basta tu non pretenda faccia da agenzia di cuori solitari perchè non ho cuore di trovare un poveraccio di faccia da cavia, ma...'
'Signor Stark...'
'Tony, piccola mia!'
'Tony...mi faccia portare una tinta rosa della marca che le indicherò più tardi su internet, e di corsa...', gli intimò, senza guardarlo,ma guardando tutti, attonita. Poi quasi esplose, mentre dimenticava il frullato (che Rogers si offrì di prepararle, dopo che gli disse distrattamente gli ingredienti) che voleva bersi in fretta per farsi una doccia e tornare in zona detenzione. 
'Ma...siete tutti deficienti!??!', sbottò,  zittendoli (anche Rogers e Stark).'Quel...ragazzo non è psicopatico!! Ma vi credete che abbia usato chissà quale tattica?!? NON è COSì!!! MA QUALCUNO è ANDATO A PARLARGLI SENZA DOVERE PER FORZA MINACCIARLO O ESTORCERGLI INFORMAZIONI??' e guardò tutti uno per uno. Solo Thor tenne retta al suo sguardo. 
'A parte te, bambolotto, che comunque ogni cosa tu dicessi, si trasformerebbe in cerume nelle sue orecchie!',precisò
'Bamb...?!',iniziò Thor, sgranando gli occhi, venendo interrotto da un'altra bordata di Katryn. 'Mi portati dinnanzi a chissà quale minaccia mondiale, pretendete che io tiri fuori il mio armamentario da Guerra Fredda, e mi trovo davanti un ragazzino che sarà più giovane di me, e che il suo unico desiderio è CHIACCHIERARE ED ESSERE ASCOLTATO!CAPITO!!Ma porcaputtana!!,MA SIETE TUTTI SUPERIDIOTI O COSA?!?',concluse, urlando. 
Thor annuì, con gli occhi a terra. Si sentiva più che mai colpevole, mentre gli altri la fissavano ancora a bocca aperta, conscia che non aveva capito la situazione in cui si trovavano.
Katryn strappò il frullato dalle mani di Capitan Merendero, come lo definì ringraziandolo, e se ne andò a gran passi rabbiosi, prima di aggiungere altro di sentire critiche superimbecilli. 
Tony Stark, appena mandato l'ordine per quella dannata tinta rosa, si rivolse alla Vedova Nera.
'Parola mia, se si sta innamorando e pensando di mettere su una bella famiglia di psicopatici...', quando Natasha lo interruppe, cupa in volto. 
'Se prova solo a innamorarsi non ci sarà nessun concerto a Praga. Le rompo entrambe le braccia. E Loki finirà nei rotori, Tesseract o no.'
Nessuno ebbe il coraggio di contraddirla. 
 
Ok, questa era proprio un po' forzata e lunga... ma pensavo che instillare un po' di umanità anche in Loki, da più forzato a meno, sarebbe stato utile... 
Mi raccomando, recensite...mi sarebbe utile sapere come alternare queste parti alle prime (che riscriverò, giurin giurella -e nasconde un sorriso-). Insomma, ha ragione la sorella, o la ragazza ha solo compassione del povero disadattato Loki, in fondo un po' simile a lei? Chissà... 
Ora scappo dai miei stessi deliri.Un bacione!

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Capitolo 7
*** This is war ***


Katryn sbattè la porta del suo alloggio, con ancora in mano il dimenticato frullato. 
Se ne accorse solo quando ne versò un po' sul suo giubbotto e sulla maglia sottostante, costringendola a mettersi una maglietta dei Depeche Mode, bestemmiante. 
Cosa diavolo le era venuto in mente di sbottare così?? 
E di fare pure AVANCES a Loki!,che probabilmente era sbarellato come dicevano gli altri! Ma non riusciva a sopportare che lo trattasero come uno psicopatico qualsiasi, quando solo l'offerta di un succo di mirtilli ne aveva sciolto quasi una delle sue tante corazze. 
Quando erano scattati i meccanismi di sicurezza della 'gabbia', si era attaccata al carrello portavivande, sicura che Fury non avesse fatto precipitare anche lei nell'oceano. Ora come ora non era più così sicura, però... 
Natasha entrò a passo veloce nell'alloggio, con uno sguardo da fulmini e tempeste.
'Allora, che ti succede?!?', chiese, con tono irritante. ERA irritata, anzi incavolata. E anche un po' impaurita...per lei?!?!
Katryn sorseggiò un po' del frullato di banana, trovandolo insipido e ricordandosi di fare una nota al 'Capitano' , e si girò per inserire qualche pallina di riso soffiato al cioccolato, per insaporirlo. Poi la fissò, lievemente inviperita.
'Volevate una relazione?Un rapporto?Ecco il mio rapporto! Finchè lo trattate come se fosse subumano QUELLO si comporterà da subumano! Anche tu, accidenti! -e sbattè forte la tazza sul tavolino- potevi parlargli da persona normale e non da dannata spia!! Ma non lo vedi che...'
'...che ti stai innamorando di lui?', finì serafica Natasha, ma con uno sguardo che non prometteva niente di buono. 'Dannazione, Kat, l'abbiamo visto tutto, mentre vi prendevate per manina! E come ti ha fatto gli occhioni per un po' di succo! E il 'per favore' e 'mi sento solo' e i discorsi sulla Germania! Sei partita avvantaggiata ma ti ha sedotto; quello che mi delude è che NON CI è VOLUTO STO GRANCHè! E se ne sono accorti tutti! Beh...a parte quel bietolone di Thor.', agggiunse, pensierosa. Katryn avvertì il bisogno urgente di tirarle la tazza addosso e la strinse con tutte le sue forze, finendo di bere il frullato ormai sbrodoloso, con due mani tremanti. Poi rimase in silenzio a pensare. 
Era uno dei rischi della manipolazione psicologica. Poteva restarne vittima, anche se non era mai capitato...ma non aveva mai incontrato un qualcuno così isolato come Loki, e così affascinante, e...
Un 'per favore'. Un 'grazie'. Un 'mi sento solo'. Un bel sorriso.
Cosa aveva fatto di più? 
Si appoggiò alla parete, chiudendo gli occhi.
'Forse ho combinato un casino...', mormorò. Ora doveva sapere come arginare quel casino. Natasha sbuffò.
'Beh ora non puoi tornare di là fredda come il ghiaccio...come ha detto Tony, che è anche il vostro maggior sostenitore per le nozze -e Katryn ringhiò letteralmente-, finalmente il pezzo di ghiaccio di Asgard ha stabilito un contatto. Non si sa a quale scopo...', continuò, riflettendo.'Forse si sente davvero solo. Forse spera tu lo aiuti. In questo caso...'
'Scordatelo.', intimò Katryn.'Non sarò mica così scema da aprirgli la gabbia, neanche fosse Jhonny Depp!!'
'No, scema...', sospirò Nat.'Dicevo che devi fare la gnorri. Chiudi tutti i boccaporti. Ora muoviti e torna in zona detenzione. Forse possiamo recuperare il vantaggio.'
'Scema è la parola giusta', mormorò Katinka, mentre Natasha di avviava e lei si aggiustava il trucco. 
Per lei il trucco era sempre stato una specie di pittura di guerra. I pantaloni neri e la maglietta a scollo le davano un'aria trasandata che però lasciava trasparire le sue forme, anche se aveva una figura piuttosto esile. La faccia tirata venne aggiustata da un filo di fondotinta nuovo. 
Ripensandoci, al posto del lucidalabbra, prese una nuova bottiglietta di succo di mirtilli.
'Ok...Allora questa è guerra...', mormorò, avviandosi... Non molto convinta di poterla giocare al meglio. Se fosse stato per lei, Loki avrebbe già vinto. 
-
'Un bell'elmo simile a quello del principino, così potranno prendersi a cornate quando litigano', disse Tony Stark, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Banner. 
'Non è divertente. Se la usasse contro di noi....'
'Ah, meglio ,meglio! Una bella mazza ferrata e uno scudo! La mazza per lei e lo scudo per lui! Potrei fargliene fare uno... Quando scoprirà che l'ha fregata, la futura regina di Midgard potrà sfogarsi a mazziarlo come vuole!', rise Rogers. 
Natasha entrò nella stanza e diventò subito violacea. 
'Fregata chi e da chi?!?', chiese, persino sconvolta, agli astanti. 
'Vi sembra così divertente?', quasi urlò, diretta anche a Fury, con lo sguardo di Maria Hill che le diede ragione. 
L'unico a non divertirsi era Thor, sembrava. Difatti il dio norreno non aveva neanche aperto bocca, accigliandosi sempre di più. Ora si staccò dalla parete dove era appoggiato, con l'inseparabile Mjiolnir e convenne con l'agente Romanoff e l'agente Hill. 
'Non mi pare il caso di burlarsi di due ragazzi che stanno forse soffrendo a causa nostra, Stark.', ringhiò. 'Se fosse poi vero quello che stai insinuando, non vedo cosa potrebbe fare male a...'
la Vedova Nera era sconvolta. Davvero quel bamboccio pieno di steroidi stava dicendo che sarebbe stato un bene che quei due psicolabili si stessero innamorando??
'Thor', lo pregò, a denti stretti.'Chiudi il becco. Tuo fratello sta rischiando grosso ora.',e volse lo sguardo sugli astanti.'Se la frega come state pensando, rischiamo tutti. Lo ammazzo senza pensare al Tesseract!',urlò, ferita nell'amor proprio.
-
Ignara di quando stesse svolgendosi tra gli spettatori, Katryn tornò alla cella di detenzione, dove Loki si alzò non appena arrivò.
L'impulso di scusarsi per il ritardo fu sostituito dalle parole di Natasha, poco prima, e dall'addestramento Stasi che iniziava a riemergere. Loki, dal canto suo, le sorrise, senza accennare a niente di specifico.
'Hai finito il succo?', chiese Katryn, girandosi seccata verso il piccolo netbook appoggiato al tavolo,dandogli nettamente la schiena.
'Ti sei cambiata di nuovo. Come mai questa usanza così frequente tra voi midgard...umani?', osservò Loki, ispezionando il nuovo abbigliamento.'Tuttavia questo ti rende giustizia. Sei più scoperta.', ghignò maliziosamente.
'Piantala.', lo scoraggiò Katryn, con tono piatto. Loki, convinto di aver almeno stabilito un contatto con quell'affascinante creatura, rimase abbastanza di sasso. Tentò di scandagliarne la mente, ma vi trovò sufficiente freddezza da ritirarsi. Niente più pensieri dolci e tentatori come prima. Questo lo fece freddamente infuriare, ma tentò di mascherarlo. Non voleva perdere il suo vantaggio.
'Ti è successo qualcosa, di là.',affermò, sicuro. Katryn strinse forte il netbook, programmando qualche playlist, collegandolo a uno strano aggeggio, per non voltarsi, e trattenne le emozioni. La sua schiena contratta non sfuggì però a Loki. 
'Oh, è così...', sussurrò, avvicinandosi al vetro. 'Cosa ti hanno detto?', chiese, sommessamente ma con tono irato. 'A parte ripeterti che sono pericoloso, labile e...'
'Questo lo sapevo già.', disse Katryn, e si voltò. 'Eppure ho parlato con te.' 
'Ah...', commentò Loki, mentre il cuore rimaneva ancora incatenato. Inutile provare, gli diceva. Inutile. 
Quella stessa cosa la stava provando anche Katryn. 
Rimase un silenzio sospeso, mentre la ragazza si avvicinava alla gabbia, con passi silenziosi e un andamento sinuoso, che non lo lasciò indifferente come voleva. 
I suoi occhi volevano riempirsi di lacrime per essere ancora stato ingannato. Gli occhi di entrambi lo volevano. 
Entrambi erano incapaci di fare un passo indietro. 
Si fronteggiarono di fronte alla gabbia, occhi negli occhi. 
Sebbene Loki non facesse niente per abbassarsi, stavolta, e Katryn rimanesse a testa in su, per poterlo guardare, sembrava una sfida in piena regola. 
Fu lui a rompere il silenzio, sapendo di essere in vantaggio.
'E perchè avresti parlato con me, sapendo che non avresti comunque ottenuto informazioni?'
Le labbra di Katryn tremarono. 
Loki si voltò, soffrendo più di quello che avesse voluto. Poi si sentì uno scatto metallico, e Katryn si ritrovò sporte nel carrello, le sue bottigliette di succo.
Loki le aveva sporte fuori con un gesto, senza neppure girarsi.
'Grazie', le disse, gelido. 'Erano buone, peccato che...'
'Aspetta...', soffiò Katryn, senza muovere le labbra. Qualche dannato trucchetto lo sapeva anche lei. 
Su una bottiglia c'era, in sgraziati caratteri, il suo nome. Scritto non si sa con cosa, probabilmente qualche potere che aveva Loki, male xkè, supponeva, non sapeva l'alfabeto terrestre, meno che mai quello romanico. 
Loki si avvide del suo sguardo, e sibilò di rabbia, convinto ormai che erano tornati nemici. 
Come se ci fosse mai stata una tregua. 
Senza stare a pensarci, si avventarono entrambi sul carrello e Loki, non ragionando, tirò con tutte le sue forze, facendolo anche staccare dai supporti. Katryn, che era decisa a tenerla, sbattè dolorosamente le nocche contro l'intelaiatura, facendosi fuggire un urletto di lamento. 
Loki, alzando lo sguardo, prima che Katryn si voltasse precipitosamente, vide che si teneva una mano in particolare, e che gli occhi erano pieno di lacrime. Poi lei si avviò di corsa giù per le scale, e prima che se ne rendesse conto, Loki si era sdoppiato, e le stava davanti, bloccandole l'ultimo gradino.
'COSA CAVOLO VUOI?!!?', gli urlò contro Katryn, le lacrime che rischiavano di traboccare. Che tutto lo S.H.I.E.L.D la guardasse pure; non aveva promesso niente! Perciò perchè si sentiva...ferita? Per essere stata presa in giro? Si girò da un'altra parte, ma le mani di Loki la afferrarono per le spalle, costringendola a girarsi. Aveva un broncio bambinesco, e un labbro sporgente quasi comico, mentre una lacrima nera le sfuggiva dall'occhio. Loki, con sua grande sorpresa, gliela asciugò con un dito. 
'Ti ho fatto male.', mormorò, prendendole la mano con le nocche scorticate.'Scusa.' 
Katryn gli tolse la mano dalle sue, assassinandolo con lo sguardo. 
'Eggià. Scusa. Grazie. Per favore. Sono solo. Sei bravo a parole, tu.', e le sue labbra continuavano a tremare. Di più, non riusciva a liberarsi da lui. 'Tanto brava che mi hai fregata.'
'Io non ti...',iniziò sorpreso Loki, poi comprendendo e sorridendo. 'Capisco. Ti senti presa in giro. Ma guarda.',e ridacchiò, passandole una mano dietro la schiena, e riprendendole la mano. 'Anch'io mi sentivo preso in giro. Quando sei rientrata...ero convinto ti avessero condizionato. Ad agire contro di me.' 
Katryn chiuse gli occhi, sentendo le dita delicate che le esploravano la schiena e le accarezzavano la nocche ferite. Le telecamere dovevano essere spente, o i superbabbei sarebbero già occorsi. Non che gliene fregasse troppo, ora come ora, se non che finisse tutto. 
'Dovrei farlo. Tu sei un mio nemico.'
'Lo sono, Katryn? Dimmi...scava dentro di te...non dentro tutti i tuoi condizionamenti... Lo sono? Per te?', chiese Loki, stringendola a sè. 
'Non importa quello che penso io.', replicò Katryn, aprendo gli occhi, con ancora lacrime, e specchiandosi in quelle di Loki.
'A me Sì.',sussurò il dio degli inganni, posandole un bacio sulle nocche, che guarirono all'istante. Katryn mormorò un 'bacino e passa bua...', e lo guardò. Negli occhi. Nelle sue braccia. Poi ci si gettò, e lo baciò, finalmente lasciandosi andare. Non tentò di ricordarsi che le aveva promesso di morire, e che neanche stava baciando il il vuoto, ma sentì le sue labbra e la solidità dei suoi denti sotto. Quelle labbra sottili, fredde e dolci, sembravano un balsamo contro quelle infuocate di lei.
Rimasero così per quasi un minuti, paurosi di fare altro. Tensione e sollievo di intrecciavano, in quel pauroso gioco di schemi e anti-schemi, di spie e di inganni, eppure avvertivano verità, o non si sarebbero lasciati andare. 
Alla fine, Loki la guardò malinconico, e tornò, svanendo nella sua cella, dove era sdraiato a terra, mortalmente stanco, ma con un'espressione felice sulla faccia, dagli occhi chiusi.
Sembrava si fosse portato dietro il sapore di mirtillo di quel bacio, nonostante gli avesse dato fondo alle sue ormai limitate forze. 
Katryn lo guardò, ormai certa di non essere stata presa in giro, ma il panico iniziò ad assalirla. 
Sua sorella l'avrebbe uccisa, stavolta. Ma, specialmente, avrebbe ucciso lui. 
Salì le scale ancora una volta, accucciandosi di fronte a lui, con le lacrime agli occhi. 
'Piangi...sempre...Katryn...di Berlino?', si sforzò lui, girandosi dietro lei.
Katryn appoggiò la mano ora guarita sul vetro, quasi singhiozzando.
'Stupido che sei!,non mangi, bevi qualche vitamina e pensi di fare cose simili! E se ora io...',e si fermò.
Lo sguardo sofferente ma indagatore di Loki la incitò a continuare.
'...se ora io ti perdessi?',chiese, nel solito soffio. 
'Soffriresti?', chiese lui, ad occhi chiusi. 
'Io...MALEDIZIONE, Sì!!,SEI CONTENTO?!?',urlò Katryn, dandò una manata sul vetro. 
Loki raccolse le forze e si trascinò vicino a lei. 
'Ora sì. Ma non voglio che tu soffra per me.', pregò.
'E' troppo tardi, Loki di Asgard.', ammise Katryn, sedendosi con lui. 
 
 
 
Beh, che ne dite?!?!?Come una certa persona aveva predetto, i due cattivi ragazzi, avevano una certa propensione al matrimonio (benedetto sia Stark e le sue battute, che non escono certo dal mio cranio!), ma qui forse ho superato il limite del dolciastro!! Specialmente per due personaggi simili!! Non ci preoccupare, che dopo un incipit preoccupante, i due torneranno a separasi! Un grazie ai pochi che mi seguono, e mi raccomando...recensite!!Sono curiosa!! Scappo a raccogliere verdura (stasera pomodori, grazie!!)

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Capitolo 8
*** She's lost control ***


Katryn e Loki rimasero in silenzio , appoggiati al vetro, mentre il dio asgardiano, su insistenza della ragazza, recuperava un po' di forze mangiando qualcosa che, su sua insistenza, aveva scelto lei. 
Dopo un po' la sua voce sembrò più forte, e si sollevò dal vetro. 
'Stai ancora pensando a Praga?'
Katryn scosse i lunghi capelli. 
'Non so...sì, immagino. Tu puoi saperlo. In realtà... Stavo immaginando da che luogo tu possa provenire.' 
Loki pensò e poi le disse, lentamente:'Chiudi gli occhi. Te lo mostro.'
Katryn, in un'infinitesima porzione di secondo allungata a ore, vide Asgard, il palazzo reale e le sue guglie dorate, il Bifrost, Odino e Frigga, e...una vita passata all'ombra di Thor, di umiliazioni da parte dei suoi amici, la sua brama di vendetta nascosta sotto i sorrisi e la devozione per il fratello maggiore. E poi vide lei, ad Asgard, in un bellissimo vestito, su una torre della reggia, ad aspettare...
Sospirò, e riaprò gli occhi, prima di stare peggio. 
'E' bellissimo.', sussurrò. 
'Tu...potresti venire con me, se lo vuoi...', le disse di rimando Loki, riavvicinandosi. Al suo scuotere la testa, tentò ancora.
'Fammi vedere dove vivi tu.' 
E Katryn visualizzò Berlino, la città riunita, i frizzanti quartieri di Friedrischain e Kreuzberg, la bellezza dei parchi cittadini, la vivacità intrinseca di Berlino ma anche gli eiscafè al sole di luglio, le spiagge lungo la Spree...e casa sua, dove due o tre converse spaiate giacevano solitarie, un altro basso, una tastiera, il suo pc, e persino la sua vergognosa collezione di poster, e i libri...
'Ti piace leggere', la interruppe Loki. 'Anche a me piaceva...per quello sono sempre stato emarginato.' 
'Qui nessuno è emarginato perchè preferisce leggere, suonare o lavorare in un modo o nell'altro. Purchè sia legale.',riflettè Katryn. 
'Sai, potresti anche rimanere su mid...sulla Terra...con me.', gli sussurrò mellifluo Loki. Katryn sospirò.
'Non posso. Non di certo come intendi tu.'
'Non ti capisco.', disse confuso il dio, ma anche un po' irritato. 'Tu vuoi elevarti con la musica ma rifiuti il mio concetto di guerra questo è...', e si interruppe, visto che Katryn si stava alzando.
'Te l'ho detto.', lo interruppe, in modo sia malinconico che fermo. 'La mia gente...e io...non ameremo mai più un altro Hitler.'
Anche Loki si alzò e la fronteggiò. 
'Questo vuol dire che...'
'...saremo nemici.', finì Katryn, non osando alzare gli occhi. 
Entrambi sentivano il cuore lacerarsi, ma nessuno osava rinunciare ai proprio propositi.
Loki tentò la via della dolcezza, nonostante, in quel momento, volesse metterle le mani al collo. 
'Perchè? Sei legata così tanto a quei tuoi amici? Che ti hanno rapito per portarti qui? Che ti hanno messo in gabbia, a tua volta, quando eri infante? Non sarebbe meglio liberarsi ormai, e venire con me...' -...che ti amo...-, sarebbe quello che avrebbe voluto aggiungere, ma che non poteva. Non sarebbe receduto più di così.
Katryn sbuffò, irritatata.
'Io non combatto per loro. Combatto perchè quello che amo non venga ridotto in polvere.', sibilò. 'E questa è la tua idea di liberazione. Non la voglio.'
'E VA BENE!',urlò Loki, ferito dal fatto che tra le cose che amava, a quanto sembrava, non ci fosse lui. La guardò furioso, mentre Katryn non recedeva di un passo, e si accostò il più possibile al vetro. 'Tanto, se non morirai in battaglia, noi due abbiamo un appuntamento, vero!?', sibilò, gli occhi ridotti a due fessure smeraldine.
'Vero.', confermò Katryn, con la voce tremante, ora un po' spaventata dalla sua rabbia. 'Ti aspetterò là.'
'E io farò in modo che tu abbia a pentirtene.', concluse Loki, mentre se ne andava a passo deciso.
-
Appena fuori dalla zona detenzione, Katryn affrettò il passo, respirando sempre più velocemente, e arrivò al suo alloggio piangendo. Mise il chiavistello, in modo che Natasha e i suoi modi bruschi non potessero entrare, e si raggomitolò sul letto, singhiozzando. 
Non poteva essere! Si Stava davvero innamorando di una persona che aveva minacciato il suo mondo e lei di una morte orribile, di schiavitù...e quella visione di Asgard, con lei che aspettava lui, in pace, in quel bellissimo castello...Le aveva spezzato il cuore. Ma non poteva vivere con una mente costantemente rosa dal desiderio di vendetta, un cuore malato che neppure lei poteva sperare di sciogliere.
Quando si calmò, sentì bussare alla porta, probabilmente già da un po' 
'Katryn? Posso entrare? Se non vuoi...'
Tony Stark. Probabilmente era quella stupida tinta; aprì col chiavistello tirato, per non farsi vedere. 
'Dai, Katryn, non sei tanto stupida. Ti ha vista mezza base mentre piangevi per i corridoi!', interloquì Stark, con tono stranamente gentile. Poi, come per convincerla, disse, esitante:' Ho qui la tua tinta...ne ho 3 diverse tonalità, visto non hai fatto ora a dirmi quale volevi... te la lascio sul pavimento?'
Katryn sospirò.
'Natasha è lì?'
'No, sono solo io e...',deglutì.'Il Capitano, che non ce l'ha con te per le varie definizioni che gli hai regalato nel corso di...'
'Stark, falla finita', lo interruppe Rogers, per poi chiedere, nel suo solito tono educato, se potevano entrare. Katryn pensò che tanto valeva...la figura l'aveva fatta. 
La prima cosa che Tony Stark fece, fu appoggiarle i barattoli di tinta (anche Violet?? Ma quando dico rosa, questo cosa capisce??) sul letto, poi si sedettero sul letto di fronte, spoglio. 
Il silenzio ristagnò greve per un paio di minuti, finchè Katryn non lo interruppe.
'Ebbene, che fallimento siete venuti a rimproverarmi stavolta? O a rinfacciarmi?', puntualizzò, tenendo conto che lei li aveva attaccati, prima, con la storia dell'incomprensione. E che li aveva ripetutamente insultati, oltretutto. 
Rogers si agitò, visibilmente a disagio, ma Stark non sembrò proprio colpito dalle sue parole. Le offrì invece una caramella, che rifiutò... mirtillo, figurarsi!!
'Vedi, Katryn, tu pensi di aver fallito, di essere crollata e aver perso, e lo pensavamo anche noi...', esordì Rogers, esitante, per venir interrotto. 'Lo pensavi TU!', lo rimbeccò, facendolo diventare rosso come una parte della sua uniforme. 
Inghiottì un numero spropositato di caramelle e, masticandole, deformandosi il sorriso, le disse, raggiante:'Invece IO, che modestamente sono più lungimirante di questa pubblicità contro l'artrosi ambulante, pensò che tu abbia sì ceduto, al primo round...', e si interruppe per inghiottire la massa gommosa.'...ma che poi tu abbia vinto ai punti.'
'Non vedo come.', commentò con amarezza Katryn, a testa bassa ed evitando di guardarli. I due supereroi si guardarono sorpresi, sia di vederla così delle sue parole. Poi Rogers, che nonostante quello che dicesse Tony era più sensibile ai sentimenti genuini, si inginocchiò in modo da guardarla negli occhi. 
'Katryn... tu hai vinto. Certo, con fatica...',e deglutì, pensando quanto, ai suoi tempi, era costato, lasciare Peggy Carter per il proprio dovere. Quella ragazza adesso aveva anche QUEL fardello da portare. Se avesse messo le mani su Loki gliele avrebbe suonate ben più che a Stoccarda, lui e la sua parlantina. poi continuò, passando un dito sotto il mento di Katryn e costringendola a guardarli.
'Lui è innamorato di te. Lo sappiamo. Thor ha visto le sue immagini proiettate di...di...','Asgard', gli venne in soccorso Stark, che ispezionava l'alloggio, apparentemente non interessato, ora che Capitan Coraggio aveva in mano la ragazzina. Rogers riprese, mentre Katryn lo guardava più che dubbiosa. 'Lui si è innamorato di te, ed ora ti vuole, come vuole tutte le sue cose. Avevi ragione, è rimasto come un ragazzino insoddisfatto. Non l'avevamo capito. Ma purtroppo tu..',e le strinse delicatamente la mano.'...sei rimasta...compromessa. Ma hai saputo dire no. Hai vinto tu. Lui non sa quanto tu ricambi del suo. Lui sa solo che tu l'hai rifiutato.'
'Questo lo renderà più rabbioso e basta.', commentò Katryn, ma ora un filo più... speranzosa? Gli avrebbe mentito il Capitano, che aveva dato l'impressione di non capire niente di tutti i loro sotterfugi? Un uomo di sola azione?
'Ottimo', commentò Stark, mentre frugava in un borsone pieno di bevande energetiche, irritando Katryn. 'Un uomo rabbioso e non più lucido è più facilmente manovrabile e...'
'Ehi!!', lo redarguì Rogers, mentre Katryn lo guardava interdetta.'Non sei capace di stare fermo?!'
'Cercavo qualcosa con cui fare un brindisi ma...non trovo niente!', si giustificò Stark, estraendo succhi di mirtillo, melograno e kiwi. Poi si avvicinò e ne infilò uno in mano a ciascuno. A Katryn ovviamente capitò il mirtillo, e lo prese come un segno del destino. 
'Alla principessa di Midgard, che ha messo nel sacco il principino delle tenebre asgardiano!', bridò, toccando le bottigliette di ognuno. Poi, notando lo sguardo degli altri, si corresse. 'Katryn, so che ti costa, so...oddio, no, non lo so... beh facciamo conto che sappia cosa vuol dire vedere che il tuo innamoratino...- Rogers lo fulminò e lui sbuffò-...che quel ragazzo è cotto di te, e tu un filino meno di lui, e che, grazie ti avevamo avvisato, è fulminato come una lampadina bruciata, pensieri di conquista, pensieri di vendetta, morte, chaos...'
'Il punto è che ora ha un altro obiettivo immediato con cui distrarsi. Sei tu.', la salvò il Capitano. 'Per quanto male ti faccia, Katryn...siamo qui per pregarti.'
Stark le si buttò propriamente in ginocchio, a mò di caricatura, continuando a genuflettersi, e poi le disse, fissandola con un sorriso storto:'Ti prrrrrrego...Fai che il nostro rockettaro arrendevole si penta di averti provocato!'
Katryn lo guardò e scoppiò a ridere, anche se stava ancora male, e probabilmente lo sapevano. Quei due avevano l'aria di sapere tutto. 
'Allora, un brindisi. Ai principini delle malefatte.', sogghignò.
E bevvero...prima che un boato li mandasse tutti per terra, e l'Elivelivolo prendesse una strana inclinazione.
-
Banner non aveva trattenuto Hulk dall'uscire allo scoperto, a quell'incidente, Natasha gli era scappata per un soffio, e Thor stava battendosi con lui, per salvarla. 
Stremata e sull'orlo delle lacrime, stravolta anche dal pomeriggio di osservazione continua delle impennate e cadute psicologiche della sorella, sentì troppo tardi l'avviso che l'agente Burton era diretto a liberare Loki.
Il quale, in gabbia, sorrideva e sedeva tranquillamente, alzandosi con fare regale quando si aprì la porta di contenimento. Il suo sorriso però presto si congelò.
Era la sua carceriera, con un'espressione seria in volto.
'Sono venuti a prenderti, bello mio.', disse, chiudendo la porta con vari sistemi.
Loki si risedette, beffardo.
'E' inutile che la chiudi, bella mia.', la riprese. 'La apriranno comunque.' 
'Certo che la apriranno, sono agenti dello S.H.I.E.L.D, ma almeno avrò più tempo.', ribattè Katryn con calma, digitando l'ultimo codice sulla serratura.
'Per cos...?', iniziò Loki, sbarrando poi gli occhi. Katryn teneva in mano una pistola. E bella grossa, non di quelle in dotazione alle ridicole spie! 'Cosa vuoi fare con quella?!', chiese il dio, con una convulsione strozzata della gola. 
'Spararti?Tenerti buono?Chissà...',finse di elencare Katryn, gli occhi al cielo, come se pensasse. Poi il suo sguardo duro si appoggiò su di lui. 'Sai che non posso lasciarti andare...' E Loki fu assalito da furia ceca.
'Sai che non posso lasciarti andare, amore mio...'
-
 
Ooook, questa è un po' corta e finalmente direi... che siamo tornati IC, con Loki incazzoso e che fa le bizze, e la sua peste che gli nega anche le coccole... fino a minacciarlo con una pistola!! Diamine! E finalmente facciamo parlare anche qualcuno degli Avengers, visto finora non hanno potuto dire sto granchè, zittiti dalla minaccia rosa, a parte Natasha! Capitolo un po' corto, ma mi rifarò, lo giuro! Baci e recensite!  

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Capitolo 9
*** Dead Souls ***


Loki era a bocca aperta, di fronte a Katryn ed alla sua pistola da mercato nero dell'Est. 
Di certo era esterefatto dalla mescolanza di sentimenti che vedeva in quegli occhi chiarissimi, e...l'aveva chiamato 'amore mio'?!'?
Katryn aveva paura, per sè e per Natasha, che aveva soccorsa all'ultimo momento da Thor, per tutti loro, poichè non aveva ancora imparato a volta, dei suoi sentimenti per Loki. 
Anzi, aveva paura specialmente di quelli. 
Se Loki fosse uscito, con che coraggio gli avrebbe sparato? 
('Non sai neanche se funziona, brutta scema!,chi te l'ha detto che un dio asgardiano tema i proiettili?? Da quanto hai smesso di interessarti del mondo? Da quando ti ha fatto gli occhi dolci?', si rimproverò acidamente). 
Quel miscuglio di sentimenti balzava agli occhi di chiunque, ed ebbe l'effetto di lasciare Loki solamente interdetto, dopo l'iniziale sorpresa. 
'Cosa vuoi fare, allora?'
'Resterai lì, Loki.'
Ma la voce era esitante. Pensava a Natasha, che non aveva potuto soccorrere per la fretta di correre lì, e che forse era ferita, e dai rumori nell'Elivelivolo, si stava scatenando qualcosa di brutto e grosso...e a lei le situazioni brutte, grosse, e con una divinità norrena innamorata di lei in gabbia (pronto a ridurle in poltiglia il cervello!,non dimentichiamolo!), non...piacevano...affatto!!
Loki si accorse della sua insicurezza più di lei, e ne sorrise diabolicamente. 
'Cara... posa la tua arma. Non sei sicura che possa farmi qualcosa... E...-si appoggiò al vetro, dandole la schiena,sicuro di sè-...sono quasi sicuro che non mi sparerai MAI!'
'Forse lei no, ma IO Sì!!',si fece sentire una voce nuova ma conosciuta. La lamentosa! 
Loki si girò, inviperito, mentre Natasha lo teneva sotto tiro e Katryn la guardava stupita e ancora confusa. 
Era ferita, ma anche furente, di quello che il mostro stava facendo alla sorella, e che continuasse a torturarla a quel modo. Non avrebbe esitato a sparare, se Fury non l'avesse voluto vivo...fino all'ultimo, ovvio. Esistevano gli incidenti.
Loki la fissò allibito...e poi guardò Katryn, che lo guardò, come impotente, e poi si appostò vicino alla porta. 
Un' intuizione lo colse. 
Una voleva ucciderlo, l'altra non voleva solo che scappasse. 
E se la Vedova avesse tentato di ucciderlo, senza motivo, Katryn gliel'avrebbe impedito. 
Anche Natasha dovette avvertire la stessa cosa, perchè le fece segno di stare attaccata alla porta. 
Gli altri super stavano combattendo con altre cose, alle prese con gli alleati di Loki o con rotori in panne... 
Lei temeva soprattutto Burton. 
Ma forse, avendo il suo comandante sotto tiro, non sarebbe stato così avventato da fare mosse troppo rapide, e l'avrebbero bloccato in due. 
Altrimenti...bye bye, Loki! Due piccioni con una fava: la fine di una minaccia, il compagno ritrovato, e la fine del tormento della sorella...TRE piccioni con una fava. 
Armò il cane, come se Burton fosse già lì. 
Si sarebbe liberata di quella testa di cazzo, senza testimoni, e finalmente per sempre! 
Loki avvertì la sua tensione omicida,  l'odio assoluto verso di lui, e improvvisamente temette per la sua vita. 
Quella donna aveva intenzione di ucciderlo, e poteva farlo! 
'COSA FAI?!? NON PUOI UCCIDERMI!',ma gli uscì più che come supplica che come intimazione.
Katryn sentì il tono e si voltò incredula verso la sorella, che aveva il proiettile ed era troppo, troppo tesa, con quella pistole verso...LOKI! NO!
'NAT, COSA VUOI FARE?!?', urlò.
'Liberare il mondo da una sicura minaccia.', ringhiò Natasha,che ormai vedeva in Loki tutte le incarnazioni dei mali che la inseguivano, non ultimo la sofferenza per la sorella, e i suoi anni trascorsi. I suoi anni trascorsi. 
Ad addestrarsi ed aspettare uno come lui, per poterlo fare. 
La bocca era scoperta in un rictus rabbioso, mentre afferrava la pistola con entrambe le mani, e si posizionava. 
'Addio, bastardo...', sussurrò. 
Katryn scattò dal suo angolo vicino alla porta, con un balzo micidiale ('grazie, Stasi!', pensò), e le si gettò addosso con tutto il suo peso , colpendole alla spalla con tutto il corpo. 
Il colpo rimbalzò contro il soffitto, andando a perdersi negli ingranaggi della trappola, e Natasha, quasi perdendo il lume della ragione, diede per reazione un calcio nello stomaco alla sorella, dopo averle torto il braccio e strappatole un forte urlo. 
La lascio a terra, ansimante, incapace di rialzarsi, mentre lei, ancora più rabbiosa, se possibile, cercava la pistola che le aveva sbalzato di mano.
'Sei una stupida!', le urlò, mentre Katryn era scossa da conati di vomito a vuoto, per il calcio. Le diede un altro calcio, rimandandola a terra, senza neanche potersi sollevare, e la girò verso di sè. 
'Sei solo una stupida...', sussurrò, spostandole i capelli dalla fronte, mentre Katryn la fissava inebetita. 
'Ti sei innamorata di quello che dovevi distruggere, sei sempre stata troppo sentimentale per essere una buona spia... Eppure pensavo che la Stasi avesse fatto un buon lavoro con te.', finì, prendendo con sè la sua pistola non ordinaria. 
'Quanto mi sbagliavo... Non sei mai cambiata, sotto sotto. E' stato un grosso errore metterti vicino a quel bastardo', ringhiò. 'Ma ora rimedierò io all'errore!', e si alzò. 
'Natasha!', tentò Katryn, prendendola per una caviglia e utilizzandola per rialzarsi in un balzo, nonostante il dolore all'addome, e farla inciampare. Mossa non riuscita, poichè la sorella si stabilizzò in un secondo, e stavolta la mise knock out   stampandole la pistola in faccia. 
Katryn quasi svenne, restando parzialmente semicosciente, e prima di entrare in un mondo opaco, la fissò per un secondo.
'Nat...ti prego...no...'
'ORA BASTAAA!!!', si fece sentire Loki, più infuriato che mai, non sapeva neanche lui perchè. 
Katryn l'aveva illuso, maltrattato, ma era l'unica che gli aveva mostrato un po' di interesse, forse quasi affetto, e...l'aveva difeso anche a scopo della sua vita. Non sapeva spiegarsi il perchè, visto che i sentimenti in lei erano contrastanti, ma non lo voleva morto, e ora giaceva là, davanti a lui, picchiata dalla sorella, che era decisissima a volere la sua morte... praticamente per onore. 
'Non preoccuparti, bastardo', ringhiò la Vedova Nera. 
'Io ci ho rimesso il naso, contro quella stronza, doveva sapere che non dimentico niente...'
'...a parte la tua umanità, maledetta.', ringhiò Loki, a sua volta. 
Natasha Romanoff spostò lo sguardo dalla sorella quasi incosciente, a terra ('PERDONAMI, SORELLINA, TI PREGO!'), al più pericoloso figlio di puttana che avesse mai visto, sia a parole che a fatti. E sollevò lo sguardo praticamente allucinato. 
Tutti, su quella nave, stavano morendo, e quello sarebbe stato solo un preludio. 
E avrebbe dovuto risparmiarlo solo perchè la sua sciocca sorellina si era infatuata delle sue parole e dei suoi begli occhi? Ah no!
Aprì la gabbia, con più sorpresa che paura di Loki, e prese a salire lentamente i gradini, mentre lui indietreggiava, fissando ancora il grosso taglio che stava colando sangue dalla ferita alla fronte di Katryn. Pregava che si risvegliasse, anche se era certo che la sua condanna a morte fosse stata decisa. 
E se l'era voluta anche, oh sì... Se solo avesse tentato di capire cosa gli voleva comuncare Katryn...invece che prendere il suo...amore?,e pretenderne di più, come un bambino ingordo... 
Natasha Romanoff era sui bordi della cella, ora, e puntava una pistola, con una sola mano ferma, sicura, verso di lui. 
Sorrise, con uno sguardo allucinato.
'Fai conto che ti saluti lei, gran bastardo alieno! Auf wiedersen, mein Liebe!', ghignò, per poi aggiungere, ironica:'Ultimo desiderio?'
Loki non seppe neanche quello che stava dicendo.
'Due giorni. A Praga.'
La Vedova Nera scosse la testa. 
'Brutta cosa la paura; per fortuna non ne soffrirai più...' e fece per sparare, quando sentì 'Tu invece dovrai soffrirla ancora un po', temo...'
Burton. 
Entrato senza la sorveglianza di quella che teneva in piedi a fatica, puntandogli senza fatica una freccia con l'arco teso, verso il collo. 
Gli occhi di Katryn, ancora annebbiati, ma strabuzzati... incapace di comprendere. 
Che si fissavano in quelli di Loki. 
Natasha abbassò la pistola, e quello fu il momento in cui tutto si mosse. 
Burton lasciò cadere a terra Katryn e corse verso le scale. 
La Vedova Nera lo aspettava, e lo prese alle braccia, iniziando una lotta senza quartiere, a mani nude, dal quale nessuno sembrava uscire vincitore. 
Loki si sdoppiò ed uscì senza fatica, oltrapassando i due combattenti e atterrando sulla piattaforma sottostante, dove raccolse Katryn, che pulì dal sangue della lacerazione e iniziò a indietreggiare con lei verso l'uscita, tenendola a mò di scudo.
Natasha se ne accorse, pur non potendo distrarsi da Burton, e urlò un NO!,disperato.
'Lo...ki?', chiese Katryn, con un filo di voce.
Loki ghignò. Non era pieno d'amore, bensì sentisse anche lui i suoi sentimenti contrastare. Non era comunque ora il momento per ucciderla.
'Incredibile come le situazioni si ribaltino in poco tempo, eh?', le sussurrò, malevolo, mentre la costringeva ad indietreggiare grazie ad una piccola lama che le aveva sfilato.  Maledetto equipaggiamento Stasi!, pensò Katryn, incoerentemente. 
Natasha riuscì a far sbattere la testa di Clint Burton contro la ringhiera delle scale, facendogli perdere l'aria da automa che aveva, ma anche rendendolo quasi inutile, e raccolse di nuovo la sua pistola.
'Come stavi dicendo, agente Romanoff? Ah sì...' e la voce di Loki si fece bassa e beffarda. 'Auf wiedersen, cara. Non ti spiacerà se mi porto questo -e scrollò Katryn, ora più sveglia che mai, ma impedita a muoversi dalla lama a un centrimetro dalla carotide- souvenir con me... Sai, è il mio passaporto per la libertà.', aggiunse, beffardo. 
Raggiunse la porta e la chiuse, lasciando una spaventata e rabbiosa Natasha all'interno della zona detenzione. 
'Boshe Moi...', mormorò Natasha, a testa bassa, mentre le prime lacrime affioravano. Decise di occuparsi di Clint, sperando che qualcuno avesse fermato quel pazzo.
E sperando che non avrebbe ucciso la sorella.
Quello l'avrebbe fatto lei.
 
 
OOOk, eccomi qui!,e scusate per il capitolo tutto muscoli, ma... vi sono anche degli intrecci interessanti? Mah?!?!!?
Sono i soliti deliri della pazza qua al pc, o i due psicopatici dovranno prima o poi chiarirsi, e ovvviamente, anche la Vedova Nera non ci fa proprio la figura della sorella amorevole... 
Chissà...
Scappo e mi raccomando, recensite e stasera...mmmm no non ho bisogno di verdura, ma di uova!!! 
Bacioni, bambole!

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Capitolo 10
*** Hurt ***


Loki riuscì ad uscire tranquillamente dalla base con il suo ostaggio, un passo alla volta. 
Katryn era dura pietra, all'inizio, ma poi si convinse a camminare, anche se i colpi infertigli dalla sorella non erano stati certo gentili; al suo confronto, Loki che la tirava indietro, o che la strattonava per cambiare direzione, era un cicisbeo del '700, con i suoi modi. 
Un momento, mentre si nascondevano in un angolo cieco, al passaggio di truppe dello S.H.I.E.L.D, le aveva anche parlato.
'Dopo dobbiamo fare un discorso, amore mio', le aveva sussurrato, beffardo e malizioso. E l'aveva baciata sul collo, facendola irrigidire contro la lama, e anche un po' tremare.
'Sempre che ci sia un dopo, ovviamente.', ringhiò, riprendendo a trascinarla.
'Loki...', tentò lei, ma venne zittita dalla pressione della lama.
'Stai...zitta. Hai parlato anche troppo.', ansimò l'asgardiano. 
Continuarono così finchè non uscirono sul ponte, e gli occhi feriti di entrambi li fecero caracollare per un attimo, ma Loki vide prima di lei apparire qualcosa tra loro e il jet. 
'Togliti, Thor!', intimò, furioso. Quell' imbecille doveva essere sempre tra i piedi! Ma stavolta non avrebbe vinto... lui amava i midgardiani, e non avrebbe permesso che ne uccidesse una.
('Come se avesse potuto', pensò una parte irrazionale della sua mente.)
'Loki, fratello...', iniziò Thor, alzando le mani in segno di resa. 
'Lascia lei e prendi me, ti prego.', tentò, sapendo che il fratello non avrebbe mai accettato. 
Qualcosa lo legava alla ragazza; non era solo amore, era anche rivalsa. Con lei nelle sue mani, si sentiva già sicuro del suo trionfo. 
'NON CHIAMARMI MAI PIù FRATELLO!!',e la lama nelle sue mani tremò visibilmente vicina alla vena della ragazza, che lo guardava con occhi sbarrati.
Thor si tolse da parte, ma continuò a guardarli, mentre venivano presi in carico dai soldati alleati di Loki, e i portelloni del jet si chiudevano, pronto a partire. 
'Fratello, dovresti guardarla. Bene. Guardare come lei guardava me, e desidereresti essere visto anche tu così, da lei... Come il suo salvatore, non come il suo assassino.', mormorò Thor. 
Il jet decollò e lasciò il disastro a bordo dell'Elivelivolo.
Banner\Hulk era scomparso, ma in compenso avevano recuperato Clint Burton, e Capitan America e Tony Stark avevano rimesso in funzione il mezzo. 
La Vedova Nera stava in uno stato assoluto di mutismo, occupandosi della ripresa del compagno da parte del condizionamento mentale di Loki, peraltro rapida. 
Gli agenti tentavano di rimettere in funzione il loro equipaggiamento, distrutto da poche granate, una freccia, e un dio norreno incazzato. 
Stark, non appena saputo della fuga del 'rockettaro arrendevole', e delle modalità, aveva preso con sè Rogers e si erano lanciati all'inseguimento, ma con troppo ritardo, e ora girava intorno al tavolo delle riunioni, cupo e senza battute da dire. 
Quando iniziava a fare parte dei loro, l'avevano persa. 
Questo non era il genere di sconfitte che amava subire. 
E il conto aperto con Loki, nella mente dei presenti, si allungò ulteriormente. 
-
Katryn, ripresa del tutto coscienza, venne medicata dai tagli e con ghiaccio secco sui lividi, benissimo si fosse fatta sfuggire un lamento per i colpi ricevuti allo stomaco. 
Poi le vennero incatenati i polsi e costretta da una cintura di sicurezza inespugnabile, su un seggiolino.
Dopo ore o minuti in silenzio e al buio, dove la sua coscienza andava e veniva in nebbia rosata, sentì una mano sulla testa. 
'Questi capelli finti...sono veramente ammirabili.', disse la voce di Loki, e le strappo una ciocca arancio-rosata ormai intrecciata ad altre, dal sudore e da giorni di non cura. 
Con la sua forza aveva strappato anche le radici della sottostante, ma nonostante il dolore, Katryn strinse i denti.
Loki le si mise di fronte accosciato, mentre una fievole luce si accendeva, ad un suo gesto. Anzi, la stava tenendo in mano. 
Era verde, come i suoi occhi. 
Katryn ne rimase affascinata, ma non era certo quello l'intento di Loki.
'Come ci si sente ad essere prigionieri, dopo essere stati carcerieri?', chiese.
Katryn sospirò. 
Era una domanda perfettamente logica, per lui. 
'Abbattuti. Fiaccati. Umiliati....',e alzò lo sguardo su di lui. 'Bisognosi.'
Lui sorrise, non del tutto amichevolmente.
'Bisognosi...',soppesò, pensierosamente. 'Anche sperduti, no? Tu non hai un esercito che venga a prenderti, nei tuoi piani...'
'Non l'ho mai avuto.', mormorò Katryn, non sapendo che alla base Stark stava battendo i pugni quasi contro Fury per andarla a riprenderla, e sua sorella, la sua incrollabile sorella, stava piangendo, nonostante avesse ritrovato il suo compagno. 
Lei era sola, come lo era sempre stata. 
Alzò gli occhi su Loki, pensando che... sì, era sola. Poi li abbassò e completò la sua resa.
'Ci si sente dipendenti.', mormorò.
'Dipendenti?',sorrise lui, beffardo. 
'Non pensavo che tu potessi dipendere da qualcosa, agente...'
'Smettila di chiamarmi agente, io non sono una spia.', sospirò Katryn.
'Non so neanche cosa avrei dovuto fare. Forse farti parlare. Ma non sapevo neppure come.',ed ecco, il nervo, messo a nudo. 'Sono solo la sorella della Vedova Nera.', e lacrime le corsero per la faccia, insospettendo ma anche stupendo Loki, che si chinò ad asciugarle con la sua veste. Non sapeva perchè.
Katryn, continuando a piangere, come fossero un'infinità acccumulatasi, lo guardò, mentre le ripuliva il viso con tanta cura. 
'Un onore così grande cosa significa? Dovrò assistere al sacrificio di tutta l'umanità o potrò essere la prima?', chiese, quasi supplicando, eppure con un fondo derisorio. 
'Sarebbe così facile...',si sorprese a morrmorare Loki.
'Cosa?'
'La tua...liberazione. La fine di ogni pena. Basterebbe che tu...mi amassi.', quasi sputò, ma in modo dolce. 
Non era la prima volta che lo sentiva esprimersi con quel tono,  ma usare quelle parole...non era da lui. 
Katryn scosse la testa, e abbassò la testa, come dovesse rivelare un segreto vergognoso.
'Ma io ti amo.'
Un silenzio carico di sottintesi cadde su di loro, mentre il jet turbinava nell'aria.
Poi Katryn rialzò la testa. 
'Ti amo da quando ti ho visto, praticamente. Solo che...certe cose...'
'...Sono difficili da dire.', finì per lei Loki. 
Katryn sorrise amaramente. 
'Specie quando chi ami non è proprio una dama di carità... Non che io lo sia...Ma il mondo...non ci avevo mai pensato, lo ammetto.'
Loki non capiva, ma lasciò stare. 
Aveva ammesso che lo amava! 
LEI lo amava, non una persona qualsiasi. Non assoggettata con l'odio. 
Anzi...che le aveva riversato addosso odio, e dolore, e che lei comunque amava. 
Non che lei fosse stata da meno, illudendolo e poi salvandolo. 
Loki tremò, quasi, mentre si sporse a baciarla. 
Un bacio vero. Dove poter affondare le mani in quei capelli che l'affascinavano, e dove anche Katryn, caduti i ceppi, poteva toccare lui, anche stringerlo a sua volta sè, troppo, troppo forte, in minuti che colavano in secondi, secondi troppo corti e minuti che tornavano secondi, niente che andasse troppo piano... Finchè Loki sentì il sapore del sangue in bocca e, senza gesti bruschi, la respinse. 
Katryn sembrava spiaciuta, mentre si toglieva uno sbaffo di sangue dalle labbra; Loki ne era più che sorpreso.
'Scusa.', mormorò lei, tamponandogli la piccola ferita con le sue labbra, stavolta solo leggermente. 
'Temo sia una brutta abitudine.', ammise.
'Dovrò dunque domarti, mia principessa?', mormorò Loki, osservando il sangue, dopo aver toccato la ferita.
'Più di così?', chiese Karyn, con una punta di malizia.
Loki si sporse per baciarla ancora, lievemente, come per scusarla. Poi la tenne stretta a sè, con il capo appoggiato al petto. Katryn si lasciò scivolare nel grembo di lui, al sicuro come mai da anni.
Il casino sull'Elivelivolo era successo secoli fa, per loro due...
Ora li aspettava... 
Cosa li aspettava?
'Dove stiamo andando?', chiese, piano.
Loki non rispose, e Katryn si allarmò. 
'Non stiamo andando a New York! Avremmo già dovuto esserci!,dove...'
Loki si alzò, e lei rimase a guardarlo da terra, con una muta domanda negli occhi sgranati. 
Occhi così simili ai suoi, se non per il colore. 
Sembrava di antica stirpe asgardiana...quello che lui non era.
'Andiamo...in una città.', le rispose, girando lo sguardo verso la cabina di pilotaggio. 
'DOVE STIAMO ANDANDO?!?'
Ora Katryn era in piedi e ricordava le promesse di Loki di sottomettere l'umanità. Ma New York era la scelta più logica, non inseguire altri...luoghi...memorie..
Loki la fissò, stavolta più gelido, ma anche malinconico, mentre le catene le si riavvolgevano ai polsi. Questo ebbe un effetto negativo su entrambi, su di lei, ancora tradita, e su di lui, che si sentiva in dovere di trattenerla per la sua sicurezza.
'Prometti di amarti?', le chiese, più dolce, come gli riusciva bene con lei.
'Lo sai, Loki,io...sì. Ti amo. Ma non a queste condizioni.', e sollevò i polsi. 
'Questo non è amore. Lo confondi per qualcos'altro.', e alzò un po' la voce. Ciò irritò Loki, che quasi urlò la sua richiesta.
'Non chiedo che amore, tu invece continui a confondere le acque!! Ora te lo chiedo di nuovo...'
Si abbassò su un ginocchio, e con una mano portò la fronte di Katryn contro la sua, occhi negli occhi, nello stesso respiro caldo, nonostante la sua pelle fosse freddissima, specialmente al contatto con quella di lei, che sembrava bruciare di qualche febbre. 
'Mi amerai?', sussurrò.
'Sì, lo sai.'
'Sempre?'
'Sì...',ammise Katryn, chiudendo gli occhi e cercando le sue labbra e trovandole, un fresco rifugio per quello che la stava bruciando. 
'A qualunque costo?',chiese tra il bacio, Loki.
'In ogni...',e Katryn spalancò gli occhi, respingendolo. 
Loki finì a terra, irritato, stupito ma non troppo.
'Lo sapevo!', esclamarono all'unisono.
A Loki affiorarono le lacrime. Non l'avrebbe capito finchè non avesse visto. Una gli scappò, prima che riuscisse a fermarla, e si girò, infuriato.
'Loki, mi spiace...', sussurrò Katryn, lottando contro le sue lacrime. Sarebbe stato così facile dire di sì...ma... non poteva...
'Non posso, come vorresti tu... Ti amo, ma tu vuoi...'
'BASTA!!',la interruppe Loki, ormai prossimo alle lacrime. 
Si girò, gli occhi pieni di lacrime. 
'Sei soddisfatta, traditrice...SPIA!, carpire la mia fiducia, persino il...il...il MIO AMORE!,e tentare di convincermi!??'
'Loki, tu non vuoi amore, se vuoi questo, vuoi sottomermi!', tentò Katryn disperata, sulle lacrime anch'essa.
'PERCHè DEVI ESSERE COSì TESTARDO?!?',urlò, piangendo, e Loki si ammutolì, incenerendola con lo sguardo,
Katryn si lasciò andare alle lacrime, e si appoggiò allo schienale. 
('E' TUTTO PERDUTO...')
E mentre il suo amore combatteva con il suo orgoglio, conscia, come lui, di non poter cedere, in nome di qualcosa più grande di loro, forse persino del loro amore, Loki si girò verso la cabina di pilotaggio.
Un agente apparve dal nulla, ossequioso e con lo sguardo da zombie. 
'Signore...?'
'Confermo la rotta.',e si girò verso Katryn, che iniziava a capire, ma era troppo inorridita per reagire.
'BERLINO.', scandì il dio degli inganni.
Katryn non trovò voce per quasi un minuto, mentre Loki recuperava la sua armatura, grazie al suo scettro. Lo battè a terra, assumendo un aspetto innegabilmente malvagio.
Lei si nascose la faccia tra le mani, piangendo. 
Quando gli parlò, lo fece con voce soffocata, e tra le dita.
'Ti odio... ti odio...per quello che fai...'
Loki appoggiò la mano fresca su una guancia accaldata e piena di lacrime, e la accarezzò, inginocchiandosi di fronte a lei, con il suo scettro in una mano.
'Io invece ti amo', sussurrò, come se ormai non sapesse dire altro.
'E a Berlino, tu imparerai ad amarmi.'
Sbattè un'altra volta lo scettro a terra, e gli occhi gli si illuminarono di vendetta.
'E dovrai farlo. Te l'assicuro.'
 
 
Uaaaah che fatica!!! Insomma, Loki è un po' IC, un po' OCC... Chissà se Berlino resisterà meglio di New York nel film... 
Ora veramente...notte, bambole!!

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Capitolo 11
*** A question of time ***


Tony Stark non riusciva a togliersi dalla testa Loki che se ne andava, portandosi con lui il loro più prezioso trofeo. 
Si girò stizzito contro la Vedova Nera. 
'E lo sai che questa è colpa tua, vero??', la aggredì. 
Rogers si allarmò; mai l'aveva visto così privo di calma, non sembrava neanche sè stesso. A sua volta era sconvolto, silenzioso e sofferente per non aver potuto aiutare quella ragazza che iniziava a diventargli simpatica, nonostante tutti gli epiteti che gli aveva affibiato in un solo giorno. 
Le ricordava Peggy Carter, una forza e una fragilità cucite assieme, ma non per nascondersi, bensì per creare un'arma, ma anche per caderne vittima. 
Lui non dava colpe alla Romanoff; sapeva quanto fosse facile cadere vittima della rabbia e dell'onore. 
Occhio di Falco, ristabilitosi e ammesso al tavolo degli eroi, le prese la mano. 
Sapeva tutto del rapporto di Nat con la sorella, anche più di quello che gli aveva detto, grazie ai rapporti, e poteva capire come non reagisse allo scontro che Stark stava cercando, bensì si colpevolizzasse....e allo stesso tempo stesse colpevolizzando la debolezza di Katryn. 
Fury tentava inutilmente di mettere in funzione il sistema comunicazioni, con Maria Hill che correva impazzita, rifiutando ogni medicamento per le ferite dello scontro con gli alleati di Loki, e Coulson che non sapeva se essere felice o stranamente infelice per la perdita di quella peste, mentre era decisamente scontento che Loki avesse levato il disturbo. 
E specialmente, di non riuscire a trovarlo. 
Li avvicinò, esitante, dando a Capitan America la sua maledetta collezione di figurine, ben sapendo che non era il momento, ma prevedendo che non ne avrebbe avuti altri, e si schiarì la voce.
'Signori, il comandante Fury è al momento... -e lo spiò di sottecchi mentre abbaiava ordini a destra e sinistra-...non disponibile, ma ci serve un piano d'azione per fermare Loki.'
'Non è a New York', rispose impassibile Stark, ritrovata la sua calma arrogante e chiudendo un palmare. 'Ho appena fatto controllare le maggiori distribuzioni di energia della città, adatte per attivare il Tesseract. Il principino ha deciso di fare la sua mosse da un'altra parte...'
'Peccato...', mugugnò Rogers, finendo di firmare la sua faccia improbabile. 'L'ipotesi della Stark Tower sembrava così... adatta a lui... e una città come New York... così strategica, come ha dimostrato l'11 settembre...'
'Ma vicina', lo riprese Burton, che si decise a parlare, finalmente. 'Forse ha paura che gli capiteremmo tutti tra capo e collo, se facesse la sua mossa.'
'Ha un esercito alieno e un ostaggio importante...beh almeno per noi...', mormorò una voce stanca e cupa. Natasha. 'Non penso che la vicinanza sia un problema, con la sua arma.' 
Stettero in un silenzio cupo, carico di minacce, finchè Thor, finora ignorato da tutti, senza mantello e sporco dallo scontro con Hulk, si avvicinò al tavolo, poggiandovi le mani e pensando. 
'Dove vive quella ragazza?', chiese, guardando gli strani continenti di Midgard. Lui conosceva solo quello, dal suo precedente 'viaggio' in New Mexico. 
'Berlino', sospirò Natasha. 'Dal 1989, obiettivo strategico: zero. Basso rischio terrorismo. Città non importante per...'
'Lo è per lei.', disse, piano, il gigante biondo. 'E lei gliel'ha mostrata. Come una città incantata. E lui...'
'Lui vuole lei...', finì Stark, schioccando le dita. 'E' vero, non dimentichiamo che il principino è innamorato! Ora, non so come gli psicopatici alieni intendano dimostrare il proprio amore per le damigelle terrestri, a parte puntando loro un coltello alla gola, ma...', e si fermò, con le solite caramelle che quasi gli cadevano dalla bocca.
'Un suo concetto di cosa fare per amore, potrebbe essere un secondo incendio del Reichstag...', finì Rogers, con un'inaspettata punta di acume. 
'Già', disse, meditabondo Stark,poi ingoiò e fissò tutti...con gli occhi sgranati. 'Oppure dirle TI AMO sulla Colonna della Vittoria Alata, mentre la città viene distrutta...'
'Oh, no...', mormorò Natasha, ad occhi chiusi. 
Ora che Stark aveva formulato quell'immagine, nessuno riusciva a togliersela dalla testa; Berlino rasa al suolo una seconda volta... questa volta definitivamente. 
La voce fonda di Thor li tolse dai loro pensieri cupi di un Reichstag in fiamme e dal cancelliere Merkel incenerito o portato su che galassia.
'Non credo che avverrà subito.', disse, con una certa forza di convinzione. 
'E perchè no, Big Jim?', lo apostrofò Stark, impaziente invece.
'Perchè, appunto, Loki ama quella ragazza...', affermò sicuro, facendo rimescolare lo stomaco della Vedova Nera, ma anche di Capitan America. 'Non vorrà prenderla con la forza...non subito almeno.', e si zittì, pensando come comunicare il proprio concetto ai compagni.
'Prima proverà a convincerla. E radere al suolo il posto che ama, non sarebbe l'arma migliore.', completò. 
Stark, quasi avviato per il corridoio, si fermò e tornò indietro. 
'Ehi, Scharzwi Junior, qua, non ha avuto questa brutta idea! Questo ci consente di fare un piano d'attacco, sempre che tu sia convinto che la ragazza non sia in pericolo.', e guardò storto Thor.
'Ne sono sicuro.'
'Allora cerchiamo di capire come chiudere i conti con quel maledetto corvaccio, prima che lui li chiuda con noi!', affermò Rogers con forza, pronto a tornare in Germania come settant'anni prima. Stavolta non per il nazismo.
-
Natasha si scusò e chiese di ritirarsi un momento. 
Passando accanto a Thor, si fermò un momento.
'Parola mia, se le tocca anche solo un capello, fratello o no, è morto, stavolta.'
'Non succederà', affermò Thor, mentre la Vedova se ne andava. Poi deglutì. 
Toccare significava molte cose, purtroppo... e nessuna delle quali sarebbero piaciute a quella donna. 
-
Katryn si svegliò da un leggero, quanto rinfrescante sonno, sul jet. 
Si accorse di essere nuovamente senza catene, e di avere una coperta, che si strinse addosso, mentre tentava di afferrare la coda del sogno e farlo rimanere con lei. 
Era con Loki sulla Colonna della Vittoria, fronteggiando il tramonto dalla Porta di Brandeburgo, e si stavano baciando, così dolcemente, senza pensieri di guerra o esitazioni, Stasi o Asgard a preoccuparli... E purtroppo si svegliò, grazie a un cambio di vibrazioni nel jet. 
Sarebbe rimasta con quel sapore, dentro, mentre moriva, pensò, ancora confusa.
'Hai dormito bene?', le chiese una voce notevolmente addolcita? 
Loki. 
Le stava di fronte, da chissà quanto, visto non aveva calcolato il tempo, accucciato. Sembrava sorvegliarla amorevolmente. 
Katryn esitò.
'Sì...Grazie.'
'Hai sognato qualcosa di bello?', le chiese, ancora sorridendo; in quel modo la ragazza si rese conto che non era la sua fantasia, era un sogno indotto da lui, che si era introdotto nelle sue immagini di una Berlino da cartolina. Accennò una smorfia.
'Pensavo di sì, fino a qualche secondo fa. Di molto bello.',rettificò, per poi aggiungere.'Inutile dire che, al pensiero che manovri i miei sogni, il bello se n'è andato.'
'No, ti prego...', le chiese Loki, il più umilmente possibile per lui, prendendole una mano. 'Non credere che l'abbia fatto per... obbligarti ad amarmi. L'ho fatto perchè è quello che vorrei per noi. Lo vorrei davvero.', ammise. 
E, dannazione, se ormai non avesse scambiato quel patto mortale, avrebbe davvero rinunciato ai suoi sogni di rivalsa, per avere quello che aveva immaginato. 
In quelle ore aveva davvero pensato molto, a quanto gli era stato sottratto per le sue mire infide, per i suoi inganni e i suoi sentimenti di vendetta...verso Thor o chiunque, per quello che Odino gli aveva rivelato... Tempo fa.
Katryn era riuscita a mettere davanti alla sua sete di vendetta, per la sorella, il suo dovere, e quasi il suo amore. 
Aveva capito che le doveva ancora un tentativo, di farla sua senza distuggere quello che lei aveva più caro; e tentare di entrarvi, anzi, e dimostrarle che non era un mostro da odiare ma una persona da amare. 
Incondizionatamente. 
Poi...avrebbe deciso. 
Katryn lo fissava, intanto, con ancora quella splendida immagine di quel sogno. 
'Cosa vorresti dire?', chiese, cauta. Voleva disperatamente credergli. 
'Non distruggerò Berlino...non ancora...', sospirò Loki, prendendole entrambe le mani tra le sue e avvicinandosi per un bacio leggero, per dissipare le ultime tracce di sonno e rinfrescare quel bellissimo sogno. 
'Vorrei stare con te...là.Che tu impari ad amarmi. Con te...', mormorò. Katryn non-ci-poteva-credere. Eppure...VOLEVA!
'Una settimana.', sussurrò. 'Stai con me...una settimana...e...ti mostrerò come potremo vivere in pace...senza preoccuparci dei nemici o di vendicarci, o di conquistare...'
'Non ho detto che ci ho ripensato per sempre', sorrise Loki, smorzando la speranza nascente di Katryn. Almeno un po'. Che ribattè, subito.
'Almeno 4 giorni, dannazione, Loki...',e le uscì come una supplica.
'Non posso, amor mio. I Vendicatori mi staranno già dando la caccia. E non solo loro.',e rabbrividì, al pensiero di Thanos, impaziente. Volente o nolente avrebbe comunque dovuto presentarsi a dargli il Tesseract o era in grado di rifarsi...su di lei. 'Atterreremo stasera fuori Berlino. Tra un'ora. Domani, alla stessa ora...'
'DUE GIORNI, LOKI!',e la voce di Katryn, ancora frastornata dal sapore di quel sogno, imperiosa eppure piena di lacrime, lo fece tacere. Lacrime per lui. Lo voleva a tutti...beh, a quasi tutti i costi. 
Lui le bacio una mano, con quelle labbra gelide e meravigliose, e la fissò negli occhi, dove vide disperazione, determinatezza e...amore. 
'Due giorni, mia principessa.', mormorò.
-
Atterrarono all'ex aereoporto Tempelhof in disuso, grazie ad un codice criptato di un ex agente S.H.I.E.L.D loki-tomizato, e una volta scesi, Loki senza armatura e con un braccio attorno alla vita di Katryn, sia per ripararla dal vento freddo che turbinava loro addosso, inadatto alla maglietta di lei, indossata in un altro continente, si guardò attorno. 
Quel posto, che puzzava di Guerra Fredda, spie e morte, non gli piaceva, e lo stesso effetto faceva anche a Katryn, che gli chiese sollecita di andarsene dalla pista. 
Loki impartì degli ordini mentali ai suoi uomini e al dottor Selvig, che custodiva il Tesseract, di stare nascosti, mentre Katryn accettava di nuovo la coperta attorno alle spalle ed entrava in un terminal vuoto. 
Si sedettero per un secondo, ancora in tensione; Katryn chiuse gli occhi e si appoggiò (con difficoltà, vista l'altezza) a Loki, che faceva sparire momentaneamente anche il suo scettro. 
'Loki...'
'Sì?', rispose dolcemente lui, pensando che si stesse addormentando di nuovo. Il metabolismo umano, che cosa debole...non come il loro animo. 
'Per favore...',e voltandosi, trovò Katryn niente affatto addormentata, ma che lo guardava, amorevole ma vigile. 
'Non...non pensare ad Asgard, ai tuoi piani, a Midgard, al Tess..tessi...sì insomma quel cubo. Non pensare ai Vendicatori. Se verranno ti nasconderò io. Lo prometto.'
Poi si riappoggiò a lui, per un momento, giusto per assaporare il contatto, prima di muoversi. 
La sua città. 
Con Lui. 
Era davvero un sogno?
Decise di non volerlo sapere. 
'Pensa solo a noi due... Ti prego.', lo supplicò, in un soffio.
'Lo farò, te lo giuro.', mormorò Loki, prima di chiuderle gli occhi con un bacio.
Pensando contemporaneamente che se i supereroi avessero dovuto farsi vedere, promessa o no, li avrebbe inceneriti. 
Specialmente una.
 
 
Waaaa, scusate per il capitolo corto, ma sono cotta! (di Loki!) No dai, dopo mi farò perdonare...purtroppo stasera ho un impegno musicale pressante, ahahahah, anche se no, io non devo suonare, e no, tantomeno a Praga! Perdonatemi bambole, e recensite!
PS, DevilCancry, sì, lascio le cose a metà per farti dispetto!! 
Un bacio sulla punta del naso a tutte!

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Capitolo 12
*** There's a starman... ***


'Non puoi andare in giro così!'
La voce lievemente irritata ma divertita di Katryn sorprese Loki mentre stava per uscire dal terminal vuoto, con i suoi vestiti asgardiani.
Il dio impettì il petto non proprio robusto e la fronteggiò, con in mano un'invisibile scettro del potere. 
'Donna!,queste vesti sono state fatte per la casa reale dalla migliore stoffa asgardiana e...',e non potè continuare che scoppiarono a ridere tutti e due. 
Katryn lo raggiunse, lo prese per mano, con delizia e stupore di Loki; scuoteva la testa. 
'Ma se tu puoi andare in giro con quei capelli, perchè io...'
'Non puoi, Loki. Ti prenderanno per una fiera medievale o che so io... E poi non avevamo concordato di non parlare di Asgard?'
'Sì...scherzavo.', commentò, pensieroso. 'Come faremo a...raggiungere il luogo dove vuoi andare?Senza attirare l'attenzione della...polizia, avevi detto?'
'Oh, anche di una clinica psichiatrica, se è per quello', borbottò Katryn. Poi lo spedì in un bagno degli uomini, che Loki trovò assurdo, con le piastrelle bianco-azzurre. Sembrava una cella. Si guardò allo specchio. ('Un po' stanco, ma sempre affascinante, eh, bel muso...') Convenne che il suo abbigliamento non era...adatto ad un mezzo pubblico midgardiano. Si fece sentire da Katryn, che lo aspettava fuori.
'Ma come devo vestirmi, allora?!',e lei sorrise. Sembrava un ragazzino alle prese col suo primo giorno di scuola. O di vacanza. Sospettò che Loki non sapesse cosa fosse una vacanza, o non ne avesse mai avute, dalla sua vita.
Mentre osservava la pelle diafana un po' segnata dalle occhiaie di quella dannata cella S.H.I.E.L.D ('Vanitoso!,e tutto perchè è il tuo primo appuntamento!',e sorrise), Katryn si fece sentire a sua volta.
'Se visualizzo dei...vestiti, o persone vestite, sei capace di creare l'illusione di vestirti come loro?Come quando fai apparire la tua armatura?'
L'asgardiano fece apparire lo scettro, e sorrise.
'Certo che sì, scioccaccia.'
'Cosa?'
'Sì!',ripetè a voce alta. Per gli dèi, era sorda??
Poi si concentrò sulle immagini che gli sfilavano per la testa, finchè non trovò, pezzo per pezzo, quello che gradiva. 
Quando uscì dal bagno, Katryn lo guardò ad occhi sgranati a lungo. Molto a lungo; ne fu persino imbarazzato e stava per chiedere cosa non andava, quando lei si lasciò andare contro il muro, fingendo un mancamento.
'Oh...Mio...DIO!', esclamò, senza fiato, sempre guardandolo.
Loki con dei pantaloni di pelle, una camicia nera stazzonata, e un paio di stivali anfibi simili ai suoi, era troppo persino per lei!
Chiaro che aveva pescato tra le sue immagini del Corvo e di Trent Reznor, ma lui era...DAVVERO TROPPO più di loro! 
Loki, felice di averle fatto quell'effetto, le prese la mano, e si affrettò verso l'uscita del terminal, impaziente.
Katryn si lasciò trascinare, nonostante fosse la sua città, e dovesse essere lei a fare da guida. Era ancora troppo stupita e, diciamolo pure, un po' troppo accaldata per parlare. 
A quel proposito, una volta fuori, Loki si girò a parlare, con un'espressione più che umana in faccia. 
'Ora dove andiamo?Hai in mente qualcosa di speciale?'
Katryn gli sorrise molto dolcemente.
'Berlino sarà tutta speciale per te, stasera. Te lo prometto.'
'Sarà ai miei piedi?', chiese Loki, dubbioso?
'Loki...stai zitto. Adesso andiamo a casa mia.'
'Ah sì.', assentì lui, con entusiasmo. 'Devi cambiarti, poi devi mostrarmi quel posto meraviglioso, perchè...',e la osservò.
'Non puoi venire in giro così...avresti...-ehm-, troppo freddo...', aggiunse, in freddo. 
Katryn lo spinse verso la più vicina fermata del tram, un po' irritata ma anche profondamente divertita. 
'Attento a non crederti troppo fighetto, Loki di Asgard... Stasera sei mio!', sibilò. 'Solo mio!'
-
Arrivati a casa (a fatica, poichè nel cambio tra tram e s-bahn, avevano perso 3 treni, per Loki che voleva attraversare i binari per ammirare la torre televisa di Alexanderplatz, e anche non farlo finire sotto un tram fu un'impresa... Per non parlare di quanto si arrabbiò quando una signora, urtandola, gli urlò dietro qualcosa in tedesco...Aveva promesso di non distruggere la città, mica di diventare un angioletto, in effetti!), Katryn lo piazzò sul divano, togliendo pile di stracci, e dandogli la possibilità di gironzolare (cosa che, trovando i suoi preziosi vinili ribaltati, rimpianse...Cosa le era venuto in mente di lasciare libero il Dio del Chaos!!) scappò a farsi una doccia e vestirsi, nonchè truccarsi accuratamente, nonostante Loki continuasse a parlare e a bussare alla porta del bagno. 
Se non fosse per la sua promessa di amarlo, Katryn sarebbe uscita con la scopa, e una volta lo minacciò, ottenendo solo in risposta, la domanda di cos'era una scopa.
Si rifece lo shampoo colorante per abitudine, facendo splendere i suoi capelli e finalmente districandoli, e passò davanti a Loki in accappatoio, cercando i vestiti e richiudendosi in bagno, prima che avesse la possibilità di assillarla con altre domande. 
'Fai funzionare lo stereo, invece di rompermi le scatole!,gli urlò, e alla domanda di Loki (una volta individuato lo 'stereo') di come si facesse, urlò ancora, esasperata:'Cristo, puoi apparire e scomparire e non far partire uno stupido cd?Usa la magia o premi il tasto play!,e attento al vol...!!'
La partenza ad accordi spiegati e il volume 5 scala richter e 9 sulla scala chernobyl della sua pazienza, la avvisò che aveva trovato il tasto, ed uscì di corsa ad abbassare gli Acdc, che aveva lasciato con Shoot the thrill, e che a giudicare avevano sconvolto non poco Loki, immobilizzato sul divano come un gatto davanti ai fari di un auto.
Quando fece per tornare in bagno per asciugarsi quei maledetti capelli, si sentì il suo sguardo che la ispezionava; era in biancheria intima, e solo la sua occhiataccia fece abbassare lo sguardo a quel suo ragazzaccio. 
Una volta in bagno, mentre finalmente si vestiva e si passava il phon, piuttosto casualmente tra i lunghi capelli di nuovo rosa aranciato, pensò bene...
L'aveva appena chiamato il 'suo' ragazzo?
Sorrise allo specchio, prima di venire interrotta da una nuova bussata di Loki. 
Sì, il suo ragazzaccio. 
Finchè fosse stato con lei, la Terra non avrebbe corso pericoli. 
La Terra, non lei. 
-
Loki sbuffò, quando fece per uscire.
'Per gli dei, quanto siete lente voi midgardiane, a prepararvi!', esclamò.
Katryn ne fu offesa e anche spiacevolmente stupita. 
Si era vestita per passare una bella serata, con i suoi pantaloni di pelle aderenti, le sue converse migliori, una bella maglia lunga a tre quarti e una giacca cortissima, e non sembrava avesse sortito nessun effetto. 
'Non ti piaccio?',chiese, delusa. 
Aveva l'impressione che Loki fosse pronto a girarsi e andarsene, così sui due piedi. 
Poi lui le venne incontrò, abbassando lo sguardo sugli occhi truccati. 
'Sei bellissima.', le sussurrò, prima di baciarla, assaporando il profumo che aveva messo, fruttato. 'Ma non serviva questo per me... Sei bellissima con qualsiasi cosa.', aggiunse, quando si staccarono. 
Katryn cercò di leggergli qualche bugia, ma non era così. 
Per un asgardiano, i cui vestiti erano pura illusione, probabilmente era così. 
Fece per spingerlo fuori dalla stanza (di cui notò il caos, piangendo interiormente -come se prima fosse stata un gioiello-), ma Loki la fermò, con un'ultima curiosità. 
'Questo...', e prese il libretto del disco di Ziggy Stardust, sulla canzone Starman, 'Parla di me?'
Katryn osservò il ritornello, poi si alzò sulle punte per baciarlo.
'Sì..l'hanno scritto anni fa per te...'
*
There's a starman waiting in the sky
He'd like to come and meet us
But he thinks he'd blow our minds
*
Raggiunta la OranienburgerStra§e, Katryn si rilassò notevolmente, mentre Loki si innervosiva e la tirava o la tratteneva per mano, ogni tanto. 
All'ennesimo strattonamente, Katryn si innervosì.
'Ma che hai??'
'C'è...troppa gente. E Ci guardano.', osservò, quasi ringhiando. 
Katryn notò una strana luminescenza nei vestiti, e si allarmò; sembrava che Loki fiutasse una tempesta, e si preparasse a rimettersi l'armatura. 
'Mi riconosco per i fatti di Stoccarda.', ringhiò, lasciandole la mano. Katryn la riprese a forza e, non senza fatica, lo trascinò in una via laterale al flusso di passanti. 
'Loki. Guardami. Occhi su di me.' 
'Oh, quello è facile...', commentò malizioso il dio degli inganni.
Katryn sospirò; meglio una battutaccia, che un asgardiano incazzato in una delle vie più note per la movida berlinese!
'Ti guardano perchè...sei bello! Ecco tutto!', spiegò Katryn. 
'Sei irriconoscibile da Stoccarda. Ho visto i filmati.', lo convinse. Ma poi Loki ringhiò di nuovo, intercettando due ragazzi che avevano gettato lo sguardo nel vicolo. 
'Guardano anche te. QUESTO mi piace di meno.'
Katryn rimase a bocca aperta...poi si mise a ridere. 
'Oddio, sei geloso!'
'Donna, io non so cosa...'
'Sei geloso!,ahahhah.',e rise come se la trovasse la cosa più spassosa del mondo. Loki si guardò attorno, ancora rabbioso, e promise:'Il prossimo che ti guarda così, verso la fine della tua schiena o davanti...' 
'LOKI!',lo riprese severamente Katryn. 
'E' una cosa comune. Se qualcuno ci dà fastidio ti autorizzo a buttarlo nel bidone dell'immondizia più vicino, o a sfondare qualche 'kneipe' col suo corpo, ma gli sguardi non uccidono, ok? Fregatene, come faccio io.',e scrollò le spalle e la lunga coda fiammeggiante. 
'I miei sguardi ucciderebbero...se tu volessi...', sussurrò Loki in tono troppo basso per farsi sentire, ma poi promise di stare tranquillo. 
In effetti, rimessisi sulla via principale, facendo come Katryn e stando attento ad evitare la gente per tenerla abbracciata, soddisfatto appieno di quel contatto, si sentì molto più tranquillo. Sentì Katryn sospirare.
'Cosa c'è, mia principessa?'
Una vecchietta si girò, sorridendo,sentendoglielo dire, e gli disse in un cattivo inglese, che era una coppia proprio carina. 
Questo a Loki piacque, ma rivolse la sua attenzione a Katryn.
'Niente...è tardi per vedere il tramonto dalla Siegessaulle, ma volevo almeno portarti a ballare...sai, come fanno i giovani...poi magari al parco, a passeggiare un po'...A vivere la notte berlinese.'; i suoi pensieri non potevano essere più lontani che dalla distruzione della Terra, in quel momento. 
Pensava solo a come divertirsi e sfruttare ogni momento con lui. 
'Ballare?', disse Loki, mentre stringeva più forte Katryn. 'Ma io SO ballare! Su Asgard...'
'Loki...'
'Ok, ma io so ballare! Dai, andiamo a ballare!',e la costrinse a camminare più veloce.
'Allora girati, xkè dobbiamo prendere la metro, Cigno nero!', commentò ironicamente Katryn. 
Mentre un'entusiasta Loki la tirava per le scale, Katryn riflettè che se quasi prima dava di matto solo passeggiando, come sarebbe reagito a vedere il Lovin' Rimmel??
-
Male.
Prima, era quasi diventato claustrofobico in metropolitana, costringendoli a scendere prima che lo scambiassero per un tossico sotto acido, costringendoli ad un' improbabile scambio di s-bahn e tram per arrivare dove sarebbero arrivati con solo 3 fermate di u-bahn, poi, entrato al Lovin' Rimmel, era rimasto delusissimo, ma non lo dava a vedere...
No, si era solo seduto su una poltrona, a bordo pista, con una birra portatagli da Katryn, mentre le selezioni di musica '80 e '90,glam, dark e industrial, nonchè qualche classicone come il suo nuovo idolo Bowie, le migliori della città, passavano sotto le sue orecchie indifferenti. Katryn non riusciva neppure a parlare a quel muso imbronciato, perchè faceva finta di non sentire. 
Alla terza birra (che pareva per lui fosse acqua, e non medie a doppio malto), Katryn lo trascinò nel luogo meno rumoroso (vicino alle toilette)e gli chiese chiaramente cosa non andasse. 
Lui la guardò un po' deluso. 
'Non è così che mi aspettavo una sala da ballo.', rispose, indicando la gente sulla pista e la gente che chiacchierava, bevendo, ai lati. 'Quello...non è ballare!', e rabbrividì, quando una coppia di ragazze lesbiche, che per altro Katryn conosceva, si scambiò un lento bacio in pista, strusciandosi aderentemente. 
'Beh...ehm...quello no...', ammise Katryn, sghignazzando dietro la mano. 
'Ma tanti altri stanno ballando. Non dicevi di sapere ballare?', chiese, prendendolo un po' in giro. Lei invece sentiva una preziosa selezione, delle notti speciali, scalpitare sulla pista sottostante. 
'Non questa...roba!', urlò Loki, disperato, dal rumore, il via vai della gente, e la musica assordante.
Katryn approfittò di un lentone industrial, Closer dei NiN, per trascinarlo a forza in pista, e farsi mettere attorno le mani alla vita. 
'Ora ti insegno, ok? Questa è lenta e facile.',disse, ondeggiando i fianchi. 
Ed effettivamente, dopo un po' che Katryn continuava ad avvicinarsi e allontanarsi di poco, come illudendolo, e gli faceva le muovere su di sè, anche Loki iniziò a...non-ballare, come pensava ancora lui. 
Dèi, se era sexy! 
Katryn era la prima ammettere che, se non eccelleva in altri campi, era una vera e propria serpe con il corpo, in pista da ballo, e osava dove altri rimanevano a guardarla. Loki, che non era meno snodato, la seguì alla perfezione, finchè si trovarono il vuoto attorno, con gli altri che, più che ballare, li osservavano. 
D'altronde, per tutti quelli che frequentavano quel club, era una canzone magica, ma vedere quei due... sembravano avvolti di un delicato bagliore oscuro, che li avvolse anche quando, ansimando, si allontanarono. 
'Dèi!', ansimò Loki, sedendosi, con Katryn su un ginocchio, appoggiata a lui. 'Continuo a dire che quello...non è ballare...'
'Ah no?',chiese lei, giocherellando con i bottoni della sua camicia, talmente presa dalla canzone apppena ballata, che avrebbe voluta strappargliela...e in effetti gli insinuò una mano tra un bottone e l'altro, accarezzandogli il plettro glabro. 
'No.', deglutì Loki. 'Ad Asgard quello ha tutto un altro nome...'
-
Loki si offerse di andare a prendere da bere, mentre il dj passava all'elettronica, genere che non amavano entrambi, pareva, ma, memore del codazzo di sbarbatelle che si era tirato dietro l'ultima volta, Katryn decise che ci avrebbe pensato lei.
Tanto lui era stato domato sulla gelosia. Lei no. 
-
Loki beveva dalla birra che era rimasta prima di ballare, proponendosi di fare un altro giro di... come si chiamava quella musica? Rock, ecco...
Quando gli si avvicinarono due o tre tipi giovani, dandosi di gomito e rivolgendosi a lui in tedesco. 
Vedendo che non capiva, uno esclamò, ridendo:'Ah, è straniero. Ecco perchè non sa niente!', in un pessimo inglese.
Due di loro erano biondi e uno moro, tutti e tre in ottime condizioni fisiche, e uno dei biondi, di nome Hans, gli spiegò che conoscevano Katryn. Sembrava il più assennato, e con un inglese migliore; gli altri due non gli piacevano.
Gli piacquero meno, quando accennarono che avevano conosciuto Katryn in situazioni equivoche, anni fa. 
Quella, che si era appena girata dal banco con le birre in mano, sgranò gli occhi e tentò di attraversare la pista di corsa,  inutilmente.
'Oddio, questo no!', esclamò.
Quando i due cialtroni fecero capire a Loki che avevano 'conosciuto' Katryn in un locale di striptease di Berlino Est chiamato Cherry Lips, ora scomparso, anni prima, era già lì, e troppo tardi. 
Loki si era alzato ed era furioso. Katryn appoggiò le birre sul banco e fece per parlare, furiosa a sua volta, quando il moro le si rivolse in un patetico inglese:'Allò, principezzina! Perchè non hai presentato a tuo fidanzato tuoi vecchi amici?'
'Vergogna di vecchia vita, ja!', rise l'altro biondo.
Katryn supplicò Hans con lo sguardo, che conosceva come il più assennato dei tre. 
'Sono ubriachi, Hans, portali via... Non sai cosa può succedere!',lo pregò.
Loki non era furioso. Di più
Quei due non solo avevano visto la SUA donna nuda per soldi, ma anche se ne stavano facendo beffe?!? 
Hans si avvicinò a Katryn
'Ci ho provato, Kat, ma sai che quando sono ubriachi...', e non potè finire, che sentì un bicchiere rompersi. Katryn si mise in mezzo, di corsa, mentre il biondo, Willi, minacciava Loki, che lo stava guardando come per incenerirlo, e avanzava lentamente, gli occhi ridotti a due fessure, innervosendolo.
Il moro, Karl, la prese bruscamente per un braccio e la tolse di mezzo con facilità, non essendo stato visto muoversi nè da lei nè da lui, e finì per terra dolorosamente, subito soccorsa da Hans, ma inutilmente. 
Loki aveva torto il braccio di Willi in un attimo, facendogli mollare il bicchiere, e tirandogli una testata, mettendolo k.o. 
Ciò mise in allarme il locale, e i buttafuori si fecero agilmente strada tra la ressa, non prima che Loki afferrasse fulmineo Karl per un braccio, tirandolo dietro alla schiena fino a romperglielo, con un grido da parte di quest'ultimo.
Si girò verso Hans, che aveva rialzato Katryn, sempre con lo stesso sguardo, ma venne preso alle spalle e al collo da Peter, il forzuto buttafuori di colore del locale, e accennò a girarsi, e avrebbe messo k.o anche lui, se Katryn non l'avesse scongiurato di fermarsi. 
Furono buttati fuori dal locale, con Peter che urlava dietro a Katryn di non portare amichetti psicopatici un'altra volta, e Loki che camminava a passi lunghi e la stava distanziando rapidamente, a testa alta. 
Katryn gli corse dietro, sentendosi mortalmente colpevole. 
'Loki!,fermati ti prego!'
Non sembrò sentirla.
'Non sai dove andare!,ti perderai e...'
'Camminerò...finchè mi sarà passata.', disse tra i denti l'asgardiano. 
Katryn si fermò, con le lacrime agli occhi.
'E' tutta colpa mia, vero?'
Loki non rispose, e anche Katryn si arrabbiò, voltandosi e iniziando a camminare dalla parte opposta , ricacciando le lacrime.
'Ohhh...PERDITI, STUPIDO!! E CONQUISTA IL MONDO!! LO SAPEVO CHE...NON AVRESTI DOVUTO SAPERE CERTE COSE!! CAZZO, ME NE VERGOGNO PURE IO...MA TU VAI! CHISSENEFREGA!', finì, rabbiosa, imboccando i gradini della metropolitana. Là si sedette sui gradini, piangendo, decisa ad andare a casa.
Quando si sentì afferrare per le spalle, quasi urlò, poco dopo. 
Era Loki, che la costrinse a guardarlo.
'Te ne vergogni?',chiese, avidamente.
'CERTO CHE ME NE VERGOGNO!!,LO FACEVO SOLO PER NECESSITà, MICA PER...DIVERTIMENTO!!',gli urlò in faccia.
'Io non mi vergognerei mai di te.',le disse Loki, dolcemente.
'Ero arrabbiato con quei tizi maledetti, per Odino!!, li avrei fatti a pezzi! Ti stavano deridendo!'
'E facevano bene.', disse Katryn, chiudendo gli occhi, quando sentì che Loki le asciugava le lacrime.
Ancora una volta. Doveva pensare di stare con una lagna, ormai. Altrochè ex spia!
'No...io ho fatto cose che tu non puoi immaginare...ma non pretendere che resti impassibile a vederti umiliare così. Questo non posso promettertelo.', le disse, baciandole la mano. Le sue avevano tutte delle ferite a forma di mezzaluna, da quanto aveva stretto forte i pugni per non fare peggio, per non ricorrere ai poteri.
Perchè gliel'aveva promesso.
Katryn gli sorrise, e smise di piangere.
Loki le sorrise a sua volta.
'Il nostro primo litigio.', affermò, dolcemente.
'Non il primo.', gli ricordò Katryn.
'Il primo da innamorati.', la redarguì Loki.
 
 
Ok, non posso dire altro, perchè devo scappare!!
Loki è effettivamente mooooolto Ooc, come in molte ff, ma è sempre il nostro Loki, no??! E poi ne ha di motivi per incazzarsi...o essere curioso!
Ma dal prossimo capitolo, ahimè, le cose cambieranno...
per gradi, ma cambieranno!
Scusate per la fretta, poi la guarderò meglio!
B weekend, bambole!

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Capitolo 13
*** Stay ***


Erano ancora seduti sui gradini della metropolitana, quando Loki si alzò e tirò con sè anche Katryn.
'Non mi piace questo posto', affermò, arricciando il naso. 
'C'è un brutto odore, di umanità sudicia e...non so cos'altro. E' innaturale andare sottoterra.'
'Disperazione.', sospirò Katryn. 
Anche lei aveva brutti ricordi legati alle stazioni u-bahn; ricordi che le erano riaffiorati grazie alla rissa nel locale con i tre imbecilli. 
Strinse forte Loki, avviandosi per strada (cosa non facile; gli arrivava neppure alle spalle, e doveva perciò al massimo attaccarsi alla sua vita, mentre lui poteva benissimo attirarla per le spalle. 
'Dove andiamo?', chiese, incuriosito. 
In realtà non era molto interessato; basta non tornassero a scontrarsi con quegli imbecilli o gente del genere. 
I pensieri che avevano avuto su di lei gli facevano ancora ribollire il sangue, ma si promise di stare calmo. 
Buono.
Entrambi erano stupiti, in modo piacevole, quanto fossero cambiati in quelle poche ore assieme. 
Katryn chiuse gli occhi e aspirò il profumo nascosto dell'asgardiano, lasciandosi quasi portare per la strada semideserta. 
Nonostante fossero vicini ad Alexanderplatz e fosse luglio, per fortuna il giorno infrasettimanale aveva scoraggiato i berlinesi e i turisti, a ritirarsi prima della mezzanotte. 
Non molti club erano aperti, e le kneipe non davano fastidio a Loki, che le trovava invece pittoresche e calde. 
Katryn lo strinse ancora più forte.
'Passeggiamo. Andiamo in qualche bel posto. Mi spiace per averti portato là...'
'Non era male.', commentò l'asgardiano, evitando la maggior parte dell'esperienza per un buon momento. 
'Balli veramente bene... Ti sono dovuto stare addosso sempre.', commentò, quasi intimidito. 
'Addosso?', chiese Katryn, divertita.
'Per gli dèi!, avevi gli occhi di tutti sul tuo corpo!,capisco quei...',e si morse la lingua. Katryn lo osservava, camminando. 'Scusa.', mormorò. 
Non aveva mai pensato che anche il passato di altri potesse essere stato brutto, da voler dimenticarsene. 
'Neanche tu balli male, Loki di Asgard.', gli ricordò lei, con una punta di malizia e di divertimento negli occhi.'E neppure tu non eri proprio un modello di virtù, se ben ricordo!', finì.
La guardò accigliato, poi scoppiò a ridere, finendo per quasi inciamparsi in un palo, che Katryn gli evitò con uno strattone. 
'No, non sono stato bravo neanche io', ammise. Poi la guardò con uno sguardo angelico.
'Ti dimostrerò che sono un buon ragazzo.', e la baciò sul capo.
'Lo so, Loki.', disse lei, dolce. 
Mentre una parte senza voce, di lei, pensava ('Lo volesse il cielo...che tu fossi davvero così...')
-
Camminarono parlando poco, specialmente di musica -sorprendentemente, Loki aveva ascoltato tutto al club, e ricordava persino canzoni che lei non ricordava; arrivarono alla conclusione che David Bowie, con le sue canzoni dallo spazio, era indiscutibilmente il suo idolo dell'ultima ora- e di che gioiello fosse Berlino, alla sera; era da poco passata l'una, quando si trovarono su un viale alberato ampissimo, dopo chilometri. 
Era illuminatissimo, e più imponente di qualsiasi cosa avesse visto ad Asgard; le facciate dei palazzi, i ponti, e le costruzioni luminose alla fine, rendevano quella città veramente incantata. 
E più in là di quella costruzione, sempre illuminata...
Loki si sentì battere il cuore.
'Stiamo andando là?'
'Sì', le rispose sognante Katryn.
'Quando ero giovane...oddio...veramente giovane... io e mio fratello la guardavamo al tramonto...ovviamente dalla parte opposta... e quando il Muro cadde...-e la voce le tremò-, in una di quelle sere di festa, io, lui e Natasha ci siamo trovati là... Allora era un caos... Ma riuscimmo a stare da soli. Io e Justin ascoltavamo musica, e Natasha osservava tutto in silenzio. Fu l'ultima volta che lo vidi.', e sentì affiorare lacrime, respingendole.
'Come mai ti è stata tolta l'età?', chiese Loki, gentilmente.
'Non ne voglio parlare, Loki... Per favore.', sussurrò lei.
Loki annuì, e la strinse, mentre si avvicinavano ad un monumento che lei chiamava 'Porta della Libertà'. Un sentimento simile a quello che aveva provato nel locale, ma verso ignoti, di vendicare quello che le avevano fatto. 
Oltrepassarono la Porta di Brandeburgo, che strappò un silenzioso apprezzamento da parte di Loki, cui sembrava di vedere cose assolutamente nuove di Midgard, e si avviarono, attraverso il Tiergarten, l'enorme parco, verso la Colonna della Vittoria, in silenzio. 
A parte ammirare tutto quel verde, incastonato nella luminosità di quella città, come un gioiello in una fiaba, non parlarono. 
Katryn ascoltava il battito del cuore di Loki, che accelerava sempre più, avvicinandosi a quel posto che per entrambi significava così tanto. 
Lui si guardava attorno, calpestando piano i sentieri in quell'atmosfera irreale, e la stringeva a sè, spesso chiudendo gli occhi e assaporando il suo profumo, lieve e fruttato, con quello dell'erba estiva inumidita... 
Sembrava tutto perfetto, per una volta nella sua vita.
Fu così che arrivarono ai piedi della Colonna della Vittoria.
Si tennero per mano, mentre alzavano lo sguardo verso l'imponente statua dorata, che da sempre vegliava su Berlino. 
'Noi la chiamiamo Else.', gli disse Katryn, sempre sognante. 'Ci siamo molto affezionati, anche se fu messa secoli fa come trofeo per una guerra. Quando la Germania non esisteva ancora.', e tacque, guardando la sua familiare sagoma.
Non voleva parlare di guerra. 
'E' bellissimo...', sussurrò Loki, ammirando il panorama attorno, la città dorata e il...loro posto. 
'E' bellissimo.',confermò Katryn.
'Domani ti porterò lassù.', sospirò. 
Un altro tramonto.
L'ultimo, forse, per loro...
Forse...
Loki la osservò, indovinando cosa pensava, e le sorrise, gentilmente.
'Non pensare a cose brutte.', le disse, gentilmente. 
'Pensa a cosa vorresti.', le chiese, invece, cambiando tono.
Voleva fare assolutamente qualcosa per lei, che l'aveva portato in quella stupenda serata. 
'Mi piacerebbe...',iniziò Katryn, e poi si interruppe, sorridendo.
'Mi piacerebbe, per una volta, andare su di notte...e vedere Berlino, unita, senza quell'odioso Muro. Sono andata tante volte, ma di giorno...e non posso capire quanto sia cambiato veramente...'
Un soffio di vento le scompigliò i capelli, mentre Loki si chinò a baciarla.
La perfezione. 
Così preziosa e così fragile. 
Si sorrisero, fronte contro fronte.
'Cosa dicevi?',le chiese Loki, sempre sorridendo.
'Mah...sogni... sai...',e l'occhio di Katryn scivolò da parte.
ERANO SULLA SIEGESSAULLE!!
Si aggrappò freneticamente a Loki, in un convulso moto di paura; dopotutto la Stasi non l'aveva abituata alla smaterializzazione e nel trovarsi a 80 metri da terra in un secondo!
Loki la tenne, dolcemente ma fermamente, nella loro posizione sulla spalla della statua, che guardava Berlino unita. 
Si sedette con cura, sistemandosi Katryn, ancora senza fiato, tra le braccia. 
'Ti piace?', le sussurrò, all'orecchio.
Katryn si sistemò meglio nell'incavo della sua spalla, come loro sulla statua, e rimirava sia lui che la città. 
La Porta, splendente, senza l'odiato Muro... e tutto quello che si stendeva senza confini, davanti e dietro a loro. Poteva persino scorgere i dintorni di casa sua...circa.
Loki le risolleticò l'orecchio, con il suo fiato gelido, ma confortante.
'E' il mio regalo per te. So che non è molto...ma...è tutto quello che posso fare.', e la strinse a sè. 
Katryn lo baciò, a lungo, e appoggiò di nuovo la testa sulla sua spalla. 
'Loki...', e chiuse gli occhi, nonostante tutto, pensando a...
'Dimmi, mia principessa.', le sussurrò.
Quanto gli sarebbe stato facile lasciarla, ora... Ma solo fisicamente. 
Non avrebbe mai potuto. 
'Resta, te ne prego.', le chiese lei, supplicandolo, e tenendolo stretto forte. 'Resta con me.'
'Abbiamo ancora tempo, amore...', le rispose lui, gentilmente.
Proprio come temeva.
 
 
Nota della dement...ehm autrice:
per chi fosse stato a Berlino, sà quanto possa essere magica di notte, certe notti... Ma mi sono permessa di deformare il nome di certi locali e di far percorrere ai nostri piccioncini (ahimè, ancora per poco!) le vie turistiche tra Est-Ovest, e rendere Berlino ancora più romantica, per noi e per loro. 
Spero che voi, e Berlino, mi perdoniate qualche inesattezza! 
Baci
XXXXX

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Capitolo 14
*** In chains ***


Premessa: come ho anticipato a una persona, quasi tutti i titoli dei capitoli sono titoli di canzoni (o citazioni molto ovvie), e specialmente gli ultimi,ehm, dieci, di gruppi ispiratisi a David Bowie o che comunque l'hanno citato come influenza. Inutile ricordare l'influenza che Berlino ha avuto su Bowie, e tutto ciò su di me, visto anche il titolo dell'intera storia. 
Mi piacerebbe qualcuno si mettesse a caccia delle canzoni sopracitate...Un giochetto nella Ff! Auf wiedersen!!
*
Ps: scusate per l'ultimo capitolo così OOC, ma ero veramente eccitatissima di descrivere il mio ragazzo preferito nella mia città preferita!! Mi farò perdonare... o meglio ci proverò!
*
*
*
Alle quattro di mattina scesero, poichè il sonno di Katryn le rendeva difficile restare aggrappata a lui. 
Effettivamente, anche Loki aveva sonno, ora che la notte gli era stata restituita, e quello sforzo l'aveva indebolito non poco. 
Quando raggiunsero Kreuzberg, trascinando un po' i piedi ma sempre tenendosi per mano, Loki ebbe modo di assaggiare delle ottime ciambelle fresche, semplici, e dei krapfen, che trovò assolutamente divini. 
Katryn dovette trascinarlo via, prima che facesse indigestione.
Percorsero l'ultimo pezzo di strada su un tram, un mezzo che piaceva a Loki come l's-bah che si incuneava tra i palazzi, come strade srotolate nel cielo a qualunque ora, e quei curiosi mezzi per le persone singole, che divenivano di ora in ora più frequenti. 
Biciclette, gli aveva spiegato Katryn. 
Anche lei ne aveva una, e la usava spesso. 
Era un mezzo comodo per una città così grande, e non causava danni, a parte una volta che quasi aveva investito un pedone ed era finita in una pozza, per deviare, ricordò, divertita e insonnolita.
Mentre la città si svegliava, loro andavano a dormire.
A casa.
-
I Vendicatori, recuperato il dottor Banner (li aveva raggiunti a New York con un infallibile senso da spia, infiltrandosi in una base aerea dello S.H.I.E.L.D, per scusarsi...ma poi per aggregarsi a loro, saputo il danno, e promettendo di saper controllare le trasformazioni), erano appena arrivati a Berlino, individuando il jet usato da Loki per arrivare, e atterrando in una divisione tedesca dello stesso corpo, ma all'ex aereoporto di Shonenfeld, dove, pareva secoli prima, Katryn era partita con l'agente Coulson (e molto controvoglia!). 
Lì, rimasero a stendere gli ultimi dettagli del piano, assieme al vice di Fury della divisione tedesca, che coordinava gli spostamenti grazie a Maria Hill e Coulson. 
Muoversi in suolo non statunitense era, per loro, problematico. 
Sarebbe stato necessario un prezioso gioco di squadra e di dinamismo, nonchè di collaborazione con le autorità tedesche; 
solo una, tra di loro, sapeva come muoversi in quel labirinto, e neanche del tutto, ma non parlava e teneva le pistole con entrambe le mani.
E, specialmente, non vedeva l'ora di entrare in azione.
-
Loki portò quasi di peso un'assonnata Katryn per le scale, sentendo anch'egli le palpebre che iniziavano a pesargli. 
Entrati, lei buttò una pila di vecchi giornali dal letto, e mise delle lenzuola pulite e un nuovo cuscino, preso dal cuscino. 
Poi si buttò sopra, senza neanche togliersi la giacca, e prese Loki per mano, un po' sorpreso.
Certo, anche lui aveva bisogno di dormire, ma... un giorno prima, appena, non avrebbe esitato a mettere le mani addosso a quella ragazza, che ora lo invitava a dormire con lui.
Non sapeva che era come invitare un serpente nel suo letto?
Katryn si alzò, sempre addormentata, si tolse la giacca e i pantaloni, dovendo anche calciare un po', tanto erano aderenti, e lo incitò, un po' impaziente.
'Loki...muoviti. Ho sonno...',e represse uno sbadiglio prepotente.
'Io...non so se...', iniziò lui, iniziando comunque a togliersi la camicia, lentamente. 
'Mmm, me lo dirai quando ci svegliamo...e chiudi le tapparelle...sta sorgendo il sole.', mormorò Katryn, addormentandosi tra le lenzuola nuove e fresche. 
Loki osservò, stupito, che in effetti sì, il sole stava per sorgere, e prima di chiudere osservò con stupore la città che si animava sempre più. 
Poi si girò a guardare Katryn, tra le lenzuola, che sospirava e si girava, addormentandosi pian piano, e finì di togliersi la camicia, dopo aver lasciato fuori tutta l'eccitazione di quella strana e magica città.
Con qualche esitazione, raggiunse Katryn, sul letto morbido, lasciandosi avvolgere dal profumo delle lenzuole fresche, simile a quello di lei, semplice e buono.
Le si accostò il più possibile da dietro, muovendosi con cautela., sfiorandole il collo con il fiato, ma non volendo toccarla.
Inutilmente, perchè Katryn si girò, sempre addormentata, e si sporse fino ad appoggiare la testa sul suo petto nudo, che nel sonno accarezzava con una mano.
Quasi terrorizzato, Loki si mosse pianissimo, accarezzandole la testa e la schiena, con il braccio sotto di lei.
Era così leggera che non la sentiva, quasi, grazie alla sua forza di asgardiano. 
Trattenendo il respiro le accarezzò la schiena sotto la maglietta, che era risalita, mentre Katryn borbottò qualcosa nel sonno.
'Cosa, amore...?', chiese, piano, non aspettandosi di ricevere risposta.
'Il mio uomo delle stelle...', disse Katryn, nel sonno. 'Venuto a trovarmi...'
Loki la strinse un po' di più, e si addormentò con la sua voce in testa. 
Non poteva sperare più di così.
-
Katryn si svegliò alle due di pomeriggio, allungando il braccio e trovando il letto vuoto. 
(Brutto segno...Pessimo!!)
Si alzò al volo, grazie ad anni di allenamento, convinta che Loki fosse scappato a fare danni chissà dove, non rispettando il loro patto, che concedeva al loro amore un altro giorno, e fece per scendere dal letto, quando sentì sbattere la porta e il suo asgardiano entrò, sorpreso di trovarla in piedi.
Lui aveva riposato due ore, e si era ripreso; nonostante giorni di insonnia, nella cella, al suo metabolismo bastava pochissimo per riprendersi. 
Aveva gironzolato nei dintorni, aveva preso di nuovo quei mezzi che gli piacevano tanto, dove poteva vedere dove andava, specie la strada del cielo, e ora le appariva sulla porta come una specie di monello, negli abiti stazzonati della sera prima. 
E le nascondeva qualcosa.
'Non alzarti.', le intimò, gentilmente ma fermamente.
'Chiudi gli occhi', le disse, quando tornò a sedersi sul letto, con la sola maglietta.
Quando li aprì, sentendo la sua vicinanza e...un profumo di brioche alla marmellata e caffè col latte, lanciò un urletto.
Di gioia.
Non aveva avuto la colazione a letto da quando si ammalava, da veramente piccola, e Justin le portava proprio i cornetti, e il cappuccino; se la svignava per la grondaia e pedalava fino al panettiere, per prenderglieli freschi. 
Non era ancora la Berlino aperta a tutte le ore che conoscevano, ma vecchia, e Justin ci teneva a coccolarla, con i cornetti appena sfornati. 
Loki non capiva perchè Katryn sembrava aver preso gli occhi a forma di cuore, e non mangiasse, invece... 
Anche lei sembrava dovesse mettersi in forma, in fondo. 
Invece gli prese il vassoio dalla mano, e lo appoggiò sul tavolino, attirandolo a lei per baciarlo. 
Molto vicino, e molto a lungo, ed in modo decisamente diverso.
Loki sentì che le tentazioni a cui aveva resistito la notte scorsa  stavano tornando più prepotenti che mai; l'aveva lì, e non sembrava rifiutarlo, anzi... le labbra gli facevano quasi male, da tanto che le stava consumando, e veniva attirato verso di lei da una delle sue piccole mani dietro la testa, sui sui capelli neri, un po' scompigliati dalla notte e dall'aria di Berlino...
Poi fu inebriato dal suo profumo, e si decise a farsi avanti; 
malauguratamente, nelle sue intenzioni di nuovo bravo ragazzo, invece che appoggiare la mano sul letto per cercare appoggio, incontrò una delle sue gambe affusolate e liscie, per cui sospirò e cadde.
Con onore. 
-
Un'ora dopo, avvolti nel lenzuolo, nel fresco, piccolo appartamento, due forme acciambellate stavano per riprendere sonno, una nelle braccia dell'altro, ogni tanto giocando con i capelli o qualcosa. 
Katryn, su maledetta insistenza di Loki, si era rivestita, maglietta compresa.
L'aveva divertita, ma sapeva bene quando una maglietta fosse facile da togliere...al pari di una camicia e di pantaloni.
Loki appariva persino un po' arrossato sulle guance, per un parlare di un paio di graffi sulla schiena, che aveva preso come il morso sulle labbra del giorno prima. 
Non l'avrebbe mai domata, ma la amava così.
Mentre la sua mente vagava, non pensando assolutamente ai Chitauri, al Tesseract nè ai Super-cosi,  sentì di nuovo quella musica fastidiosa...
'Katryn...',mormorò, ad occhi chiusi. 
'Spegni quel...lo stereo...'.
Katryn si svegliò parzialmente, dandogli un bacio su una delle mani che teneva. 
'Non l'ho acceso. Dev'essere dei vicini... Ora chiudo la finestra.'
E si alzò, mentre lo sguardo di Loki seguiva le sue curve; il dio asgardiano portò le mani dietro la testa, con un sorriso malizioso. 
Ma Katryn non era per niente divertita, quando, prima di chiudere, guardò fuori sulla Genthinerstra§e, dove abitava. 
Loki la vide contrarre i muscoli, allungare il collo, e iniziare a tremare. 
Stava dicendo qualcosa, ma a voce troppo bassa, per sentirla. 
Preoccupato, si alzò e la raggiunse, e quando la fece girare, vide che aveva gli occhi sbarrati e ripeteva due parole ossessivamente.
'Un giorno. Un giorno.',e poi sollevò lo sguardo su di lui. 
'CI ASPETTAVA ANCORA UN GIORNO!',urlò, per poi gettarsi su di lui con tutta la sua forza , e buttandolo sul letto, con lei sopra.
'RIVESTITI, MUOVITI!',gli urlò, mentre quella fastidiosa musica si avvicinava. 
Qualcosa di rosso e oro sfrecciò davanti alla finestra, rimasta aperta, e la comprensione, assieme alla rabbia, si fece strada nel cuore di Loki. 
Un attimo dopo, appena rimessosi pantaloni e camicia sbottonata, qualcosa sbriciolò la finestra, ricoprendoli di calcinacci, con Katryn sempre a fargli da scudo, come se con quella maglietta potesse coprire chissà che, e Tony Stark, nella sua armatura di Iron Man, stava sospeso nel vuoto, a pochi metri da loro. 
'Ma porca..MISERIA!!',si fece sentire, mentre Loki si alzava e prendeva Katryn per un braccio, mettendola dietro di sè, e i suoi propositi riemergevano, come non fosse passato un attimo dai fatti di Stoccarda, e il suo primo incontro con la lattina volante.
'LOKI, NO!', urlò Katryn,ma troppo tardi.
L'asgardiano fece apparire il suo bastone e la sua armatura, e si rivolse verso Iron Man, visibilmente scosso ma quasi divertito. 
Come al solito, perde un'occasione per stare zitto.
'Oh, ragazzi... vi abbiamo trovato!', poi spostò lo sguardo su Katryn. 'Ragazzina, rivestiti, che se per caso vi vedeva tua sorella come ERAVATE PRIMA, non so chi ucciderà dei due, per primo!'
Poi si rivolse a Loki, che fremeva letteralmente dalla rabbia. 
'Oh, salve, appena fidanzato e già cornuto?',e schivò per miracolo un colpo di energia dello scettro dell'incazzatissimo dio. 
'Cristo, che permaloso', disse, tra sè, allontanandosi in verticale, di un paio di piani, per costringere Loki allo scoperto, e comunicando, intanto.
'Capitano: 73 di Genthinerstra§e, a meno chè il mio Jarvis-maps non sia sballato... il cerbiatto è con la sua principessina,dannazione... Muoviti da solo e non dire niente a Natasha!'
Intanto, mentre Loki avanzava tra i calcinacci, Katryn le si parò davanti, stavolta di fronte.
'LOKI DI ASGARD!,mi hai promesso...!'
'E LORO?!?', la interruppe, quasi soffocando dalla rabbia.'LORO HANNO PROMESSO?!?NO!,MI DARANNO LA CACCIA SEMPRE!! QUESTA E' LA MIA BATTAGLIA!',e la scostò bruscamente, fissandola; vi era ancora amore, ma era una piccola parte, ormai, soffocata dalla rabbia e dalla vendetta.
'E dovrebbe essere anche la tua.', le disse, freddamente. 
Katryn si mise i pantaloni, ritrovati, e lo guardò, sostenendo lo sguardo; i loro occhi, ancora incatenati, come il loro modo di muoversi solo poche ore prima. 
E ancora qualcosa che li divideva, che era sempre stato lì. 
Loki si girò, battendo il bastone a terra, e ricacciò le lacrime.
'Bene, è deciso...', mormorò, preparandosi a uscire allo scoperto e fare a pezzi, uno per uno, tutti quei buffoni. 
Katryn tentò di prenderlo per un braccio, per trattenerlo, ma lui, semplicemente gettandolo all'indietro, la mandò a sbattere contro il muro di là del letto, dove rimase, intontita dalla botta.
'Vattene...è meglio per te.', disse, tra i denti, volto verso la finestra, dove qualcuno si era appena arrampicato e lo fronteggiava.
'Ehi, pagliaccio!', lo apostrofò Capitan America, con alle spalle Iron Man, altrettanto furibondo.
'Le ragazze le tratti a quel modo?! Prima le scopi e poi le mandi contro un muro?!', sibilò Rogers, veramente arrabbiato.
'Perchè QUELLO non è il mio concetto di come trattare una signorina!', e balzò avanti contro Loki, che, furioso per come avevano frainteso la cosa, ma ben deciso a combattere e non chiedere perdono, per una cosa di cui non sapevano niente. 
Il raggio d'energia lo mandò fuori, e colpì anche Loki, momentaneamente stordito, rimbalzando sullo scudo. 
Cap venne afferrato da Stark, mentre Loki si rialzava e si gettava fuori dalla finestra, per atterrare un piano sotto.
Katryn accennò a rialzarsi, la testa ancora annebbiata, mentre si sentì sollevare da due paia di mani, che...
'Maledetta STUPIDA!',mormorò una voce conosciuta, mentre le stampava un manrovescio in faccia. 
'Natasha, ora pensiamo a portarla fuori. Presto l'esercito di Loki invaderà la città. Thor la porterà fuori dal perimetro e potremo aiutarli.', disse Burton.
Katryn si vide apparire di fronte la faccia di Natasha, stravolta dalla rabbia, e poi sollevata come senza peso, da due mani forti.
'Io e te faremo i conti più tardi, sgualdrinella!,sibilò la Vedova Nera, mentre una seppur debole ma recalcitrante Katryn, veniva portata via, e a sua volta saltò su una macchina parcheggiata sotto.
'Burton...Clint...cosa...'
'Stai calma. Tua sorella sta combattendo per te. Tu ora vai via, non puoi stare qui.', le rispose Occhio di Falco, portandola velocemente giù per le scale. 
Usciti in strada, nonostante tentasse di portarla via, Katryn si fece fuggire un urlo di orrore. 
LOKI!
Combatteva contro Stark con il suo scettro, non esattamente vincendo, ma non cedendo di un passo, com'era così caratteristico da...lui?
Quello era l'uomo che aveva amato fino a poco fa?
Sì.
Con la coda dell'occhio vide Natasha prendere la mira con le sue pistole, alle sue spalle, e con una forza inaspettata, calcò un gomito in faccia al povero Burton, urlando, nello stesso tempo.
'Loki!,dietro di te!!'
A quell'avviso Loki si scostò quel poco per far finire i colpi di Natasha fuori bersaglio, e la mandò nella stessa vetrina dove aveva comprati i cornetti, una vita fa, con un raggio di energia.
Katryn si fermò, inebetita.
POSSIBILE CHE COMBINASSE SOLO GUAI?!?
Loki glielo confermò, mentre, confezionando illusioni per Stark, con una mano, con l'altra le puntò lo scettro alla gola, con aria gelida.
'Ti risparmio la vita',disse, con aria altera e sguardo di ghiaccio. Dov'era finito quel ragazzo che le aveva portato i cornetti?!? Che ballava con lei, ieri e stamattina? Era sepolto dietro quei glaciali occhi, che sembravano non riconoscerla.
Poi la sua profezia, come un sepolcro.
'Per ora. Verrò a prenderti, appena potrò e allora...',e battè il bastone a terra. 
'Loki...',tentò lei, quasi piangendo. 
'VATTENE, HO DETTO!!',urlò lui, mentre Cap accennava a rialzarsi. 'VATTENE, MALEDETTA!!'
Katryn indietreggiò lentamente, sentendosi trafitta da quello sguardo, quando Loki, sporgendo la lama affilata del suo scettro, le ferì una guancia.
'Ah...',gemettè, incredula.
'E questo perchè tu non ti faccia illusioni!',ghignò, lui.
Katryn lo guardò, mentre si faceva trascinare via dall'agente Burton e, a debita distanza, si voltò di nuovo verso di lui e urlò, per farsi sentire.
'NON MI SONO MAI ILLUSA, TU... MAI SU DI TE!!',e corse via, non prima di vedere l'espressione ferita di Loki sul suo volto.
'Sempre in catene...', mormorò lui, rimandando a terra il Capitano, e mandando una scarica di energia colossale verso la torre di Alexanderplatz. 
'E' ora di sciogliere un patto...e onorarne un altro.', disse tra sè, vedendo aprirsi il portale interdimensionale, e Thor arrivare in volo verso di lui, per potergli sibilare, una volta atterrato:'Sarete contenti...questa è colpa vostra.'
'Loki, recedi!'
'Mai.',sibilò Loki, trattenendo delle lacrime.
Se il suo cuore poteva essere ancora infranto, anche Midgard avrebbe seguito la sua sorte. 
A partire da Berlino. 
 
Oddiooooo....ecco che sul più bello siamo tornati IC!!
Mio dio, mi sto sfiancando, ma appena ho pensato alla Torre di Alexanderplatz, ho pensato che sarebbe stato perfetto, altrochè la Starktower!!
Certo che Stark, invece, è un bel rompipalle!!
Non poteva tirare dritto, ascoltandosi i suoi AcDC?!?!
Ora recedo anche io, bambole...
XXXX
Commentate, che penso di aver dato fondo alle mie scorte cerebrali, stavolta (????)

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Capitolo 15
*** A pain that I'm used to ***


 
'Allora, hai finito di giocare?', lo apostrofò Stark, uscendo dal labirinto delle sue copie con un'emissione elettrica. 
Anche il Capitano si stava avvicinando; Thor teneva il suo martello puntato su di lui, pronto a fulminarlo, ma la più pericolosa sembrava la Vedova Nera, a giudicare dai suoi occhi, mentre usciva dai calcinacci dove l'aveva spedita.
Loki la sentiva, letale, alle sue spalle.
'Fratello...te lo chiedo ancora: recedi dai tuoi propositi! Questo mondo non è tuo!', gli disse quella bietola di suo fratello. 
Il possente Thor!,giunto a supplicarlo con quella mandria di disadattati...Quello sì che era uno spettacolo!
Ma non lo stava pregando, giusto? 
No, gli stava intimando COSA FARE!,come al solito!
Loki lo fissò, regale nella sua sete di vendetta, al centro di quella bomba di supercretini, pronta ad esplodere, e chiuse gli occhi. 
Un urlo disumano si sparse per la città, e sorrise tra sè, mentre i superbeoti lo lasciavano momentaneamente perdere e fissavano il cielo. 
Il suo esercito.
Stava arrivando.
Berlino sarebbe stata rasa al suolo.
Ancora una volta. 
E ricostruita come sua terrazza per poter governare il mondo.
'Il mondo è pronto ad avere un altro Hitler', sussurrò, ghignando tra sè. 
-
Katryn, portata fuori dal perimetro e presa in carico dall'Agente Hill, mentre Occhio di Falco tornava indietro, fu congelata come tutti dall'urlo delle cose che stavano scendendo dalla sommità della Torre di Alexanderplatz; sembrava che un buco fosse stato aperto nel cielo! 
Maria Hill si fermò con lei, a bocca aperta.
'Il Tesseract! Loki è riuscito ad aprire il varco!', disse, mentre lasciava il braccio di Katryn.
'Mio dio', sussurrò, questa, mentre i primi mezzi volanti, pieni di esseri mostruosi, e una sorta di astronave biologica, distruggevano la stazione di fronte alla torre, atterrando nel centro di Berlino.
'QUESTO aveva in mente...', si disse, non ancora ripresasi dal fatto di aver fatto l'amore e di essere, effettivamente, innamorata o almeno esserlo stata, di quel fulminato da fumetto, arrogante, che stava per distruggere la sua città!
Maria Hill la stava fissando. 
'Non riusciranno a fermarli... un piano era stato predisposto per New York, Los Angeles, Washington, e le maggiori capitali nordamericane, convinti come eravamo, che Loki avesse scagliato il suo esercito da lì...', tentò di spiegarle, ma dovette fermarsi a seguito di un'esplosione, che le scaraventò entrambe a terra.
Thor era stato scaraventato lì da una delle micidiali armi aliene, senza Mjolnir.
Katryn e Maria corsero a soccorrerlo, non che ce ne fosse bisogno, poichè si stava già alzando e richiamando il suo martello.
'Per Asgard!, quel mentecatto ha studiato bene la situazione, qui... Sa come muoversi!',e il suo sguardo si fissò su Katryn. 
'Gliel'hai spiegato tu?', la accusò, e si sentì giustamente incazzata, mentre l'agente Hill sembrava a sua volta scioccata dalle affermazioni di Thor; difatti intervenne a sua difesa.
'Thor!,tu dicevi che potevamo aspettare, per riprendere Berlino! Di lasciare fare a lei! Non ti permetto di accusarla di tradimento!!', e le prese la faccia, mentre Katryn non riusciva a seguire il discorso.
'GUARDA cosa le ha fatto quello psicopatico di tuo fratello!', urlò, mentre Katryn capì. 
L'avevano usata. 
Avevano usato l'amore che provavano entrambi, per fermare le intenzioni assassine di Loki...
E se solo avesse avuto più tempo...
Se solo avessero ragionato un po' di più...quei superbabbei!
'Agente Hill, non c'era più tempo per aspettare!', ringhiò Thor, mentre tornava a ruotare il martello, per levarsi in volo, gli occhi puntati fissi su qualcosa. 
'E' chiaro che neanche l'affetto può salvare mio fratello...la sua mente è perduta e niente può salvarla!'
'NON SARà AGGIUNGENDO ALTRO DOLORE CHE LA SALVERAI!',urlò Katryn, a quel colosso biondo, che la fissò dubbioso. 
'Ragazza, io conosco Loki più di quanto...'
'Più di me??', lo sfidò Katryn. 
'Sei stata ingannata.', tentò di dissuaderla Maria Hill, gentilmente, in quel caos. 'Loki è il Dio degli inganni, Katinka, e...'
'MI CHIAMO KATRYN!',le urlò in faccia, lasciandola basita, ma non troppo. Era sempre la vice di Fury, non una sciaquetta, ricordò. Dietro quegli occhioni c'era la tempra del direttore dello S.H.I.E.L.D. 
'Se le donzelle me lo permettono, io vado a prendere mio fratello, una volta per tutte.', ringhiò Thor, e si alzò in volo con Mjolnir, diretto verso... 
'Oh, no', gemette Katryn, mentre riprendeva a farsi tirare da Hill. 'Unter der Linden no...'
'Sta avanzando', osservò Maria Hill, mentre si fermavano di nuovo. 'Verso la Porta di Brandeburgo.'
Katryn si liberò dalla sua stretta. 
'Dannazione!,io so cosa vuole fare!'
('Ne sei sicura?',le disse il suo cervello. 'Ti sei sbagliata tante di quelle volte, in questa storia...Lascia perdere e scappa... Lascia perdere tutto.';'Ah fottiti', le rispose intimamente lei.)
'Agente Hill...', e la supplicò con lo sguardo. 
'Io posso aiutarvi, la prego... Me ne dia la possibilità!'
Maria Hill era combattuta tra la morte per mano della Vedova Nera, che sapeva volesse la sorella lontano il più possibile da Loki, e la convinzione di Nick Fury, che Loki fosse più manovrabile con lei nelle vicinanze. 
Perdeva chiaramente lucidità, sia per combatterla che per evitarsi di combatterla, mentre lei no. 
Alla fine decise che anche se l'agente Romanoff (la maggiore, ovviamente!) era brava, non avrebbe permesso che le staccasse la testa a mani nude; avrebbe almeno combattuto. 
E prese la mano di Katryn.
'Vieni con me...',ed esitò.'Agente Romanoff.'
'Non chiamarmi mai più così, ti prego', disse Katryn, mentre correvano verso la più vicina unità terrestre dello S.H.I.E.L.D.
Il caso voleva fosse l'ex caserma Stasi dove era stta addestrata Katryn, e questo la rese ancora più determinata. 
L'avrebbe fermato. 
Non a Praga, non l'avrebbe permesso di nuovo. 
A Berlino. 
Dove si era combattuto per un mondo libero. 
-
Loki, lucidamente, quella mattina, non solo era andato a zonzo, studiando le strade con il suo cervello e la sua memoria superiore, preparando almeno quattro piani di azione, ma sapeva anche dove preparare le devastazioni finali, in caso di intervento delle lattine ambulanti e dei supersteroidati. 
Su un mezzo del suo esercito, avanzava avanti e indietro per la Unter den Linden, provocando ovunque sfacelo e terrore nei berlinesi, che forse sotto sotto se lo aspettavano, di non essere ancora lasciati in pace. 
Qualcosa atterrò sul suo mezzo, costringendolo a voltarsi.
'Sorpresa, gran bastardo!', sibilò la Vedova Nera, tirandogli un calcio in faccia. 
Loki ringhiò, sentendo il sangue colare dalle labbra. 
Quelle due sorelle avevano lo stesso vizio di farlo sanguinare!, e nessuna delle due era molto educata.
Parò gli altri colpi con facilità, prima di tramortirla con un raggio di energia, e prenderla per i capelli.
'Sai, agente Romanoff, stamattina ho fatto un giro, mentre tua sorella dormiva...', e anche stordita, Natasha tentò di colpirlo, rabbiosa, ma inutilmente. Si sentiva un giocattolo in mano di un gigante. 
'Sono andato in un posto...',e la luce della comprensione si accese in lei, mentre Loki pregustava i suoi timori.
'E quello che ho scoperto, beh...penso che la tua sorellina, non lo apprezzerà!', ghignò. 
Natasha sgranò gli occhi, impossibilitata ad alzarsi. 
Quel gran bastardo era stato negli archivi segreti della Stasi... Non quelli ormai resi pubblici, ma quelli...inviolabili!
Le puntò contro il bastone, caricandolo di energia, come i suoi occhi, ormai senza più luce umana; Natasha capì che era furioso non solo per il loro intervento, ma anche per quello che aveva fatto a Katryn, in quegli anni. 
Ma era troppo tardi, per rendersi conto che forse... Sarebbe stato meglio non...attaccare?
'Auf wiedersen, agente Romanoff', le augurò, beffardo, e il colpo la mancò di pochissimo.
Thor.
Thor, in volo, aveva sbalzato il fratello dal mezzo, lasciando Natasha a chiedersi come scendere, ma VIVA.
Loki atterrò pesantemente sull'asfalto, lasciando una pesante scia, con Thor addosso.
'Maledetto, levati...',ansimò, mentre Thor lo teneva fermo col martello, come...su quel dannato Bifrost!
Thor riprese Mjolnir, ansimando a sua volta, visibilmente scosso dalla lotta con i Chitauri. 
'Chiudi quel portale!!', urlò, tirandolo in piedi. 
'PREFERISCO LA MORTE!',gli urlò di rimando Loki, a sua volta pieno di ferite. 
Per gli dèi, non aveva chiesto lui quello scontro!!
Non aveva chiesto lui di essere stato ancora infastidito da loro!
Non aveva chiesto lui di essere umiliato da suo padre e da suo fratello!
E non aveva chiesto altro che pace, per un po'... 
MA NON POTEVA AVERE NEPPURE QUELLA, VERO?!?
Thor lo teneva per una spalla, facendogli male, ma si liberò con un colpo di energia. 
Sapeva di non essere comunque all'altezza di Mjolnir, e saltò su uno dei mezzi alati, mentre le astronavi viventi facevano scempio dei quartieri attorno.
Saltò nel vuoto qualche chilometro più avanti, dove c'erano le sue avanguardie.
Davanti alla Porta di Brandeburgo. 
Voleva essere lì, quando sarebbe stata distrutta... assieme ai sogni di qualcuno.
Strinse i denti, ma sorrise anche, senza allegria. 
-
Katryn sperò di aver fatto bene, e corse, a perdifiato, dalla Friedrichstra§e fino a Pariser Platz. 
Lo vide in lontananza, mentre la distruzione avanzava verso di lui, e non gli pareva di scorgere umanità in quello sguardo gelido, che osservava soddisfatto il distruggersi di luoghi dove era passato il giorno prima. 
'LOKI!'
Si voltò appena, con il suo scettro, glaciale come la morte stessa. 
Katryn si avvicinò, restando fuori distanza dalla sua arma. 
Aveva rifiutato l' uniforme dello S.H.I.E.L.D da Maria Hill, ma non un paio di pistole, che le erano comunque state utili nello sbucare dalla U-bahn vicina, per difendersi. E non solo.
'Loki, smettila!', lo pregò, girandogli in tondo attorno, piano.
'Perchè dovrei?', rispose lui, beffardo. Non era proprio la stessa persona, pensò lei. Sembrava aver varcato una soglia, dalla quale dubitava di riportarlo indietro. 
'Tu non vuoi questo!',urlò lei, e indicò la strada alle loro spalle,  il suo esercito, la sorella che giaceva ancora tramortita, in lontananza, trasportata da Burton, e i Vendicatori che tentavano di fermare i mostri, inutilmente. 
Il perimetro era sfondato, e il caos dilagava. 
In Berlino. 
'Oh, ti sbagli', la richiamò la voce suadente di Loki, sorridendo.
'Io voglio proprio questo, anzi...',e le si avvicinò, con la sua imponente armatura. 
'Io voglio DI PIù DI QUESTO!',sibilò, mentre le puntava lo scettro contro. 
'Sai, se ti toccassi..tu diventeresti un essere non più senziente, ai miei comandi...', disse, sadicamente divertito. 'A TUTTI i miei comandi!'
'Vuoi...questo?',chiese lei, duramente. 
Per quanto si sforzasse, non riusciva a far emergere lacrime per il suo amore sepolto. 
Non ora.
'Vuoi controllarmi come Burton? O vuoi farmi vedere dove ho sbagliato?'
Loki rimase confuso, ma poi riprese la sua sicurezza.
'Ahahahahaah, un'altra delle tue tattiche...AGENTE ROMANOFF?!?', la provocò, con un sorriso sincero. 
('Mio dio, è andato!', pensò Katryn, mentre il sudore freddo le scorreva a fiumi per la fronte.)
'Lo sai che non sono una spia!', gli rispose, inutilmente.
'Ma non credo che tu sia qua per gettarti nelle mie braccia, GIUSTO?!?',e gli occhi risplendettero di quella gelida elettricità.
'Me lo permetteresti?', chiese Katryn, quasi pregandolo, mentre si avvicinava, scettro o no, guardandolo negli occhi.
Loki parve perdere per un secondo l'espressione folle, e tornare umano...beh...asgardiano...
'Io..',e non ebbe il tempo di finire, che Maria Hill sbucò alle spalle di Katryn, tra le macchina parcheggiate, e gli sparò con un bazooka al plasma. 
L'esplosione lo scaraventò dall'altra parte di Pariser Platz, contro una delle colonne della Porta, mentre Katryn rimaneva immobile, maledettamente colpevole ai suoi occhi, ma sapeva che non aveva altre armi, al suo arco. 
Maria Hill le si avvicinò.
'Andiamo a prenderlo.', le disse, staccata. 
Katryn annuì, quando una voce si fece sentire alle loro spalle.
'E' MIO!',sentenziò Natasha Romanoff, che avanzava a fatica, sorretta da Clint Burton. 
Katryn le si mise in mezzo, mentre Maria Hill, non sapendo che fare, teneva sotto tiro Loki, che lentamente riprendeva conoscenza.
Katryn lo osservò con uno stupido orgoglio-('Sei una testa dura, Loki di Asgard...')-, per tornare a fissare la sorella.
In quella dannata cella volante, era stata dura, ma adesso sapeva che non avrebbe certo avuto scrupoli di sangue per lei. 
Lo sapeva ben da tempo.
E come aveva imparato da Thor, il vincolo di sangue, non significava niente.
Nè in un senso nè nell'altro.
Quando le due sorelle, balzarono avanti per affrontarsi, Loki si rialzò, approfittando di una distrazione dell'Agente Hill, ma non si mosse, rimanendo ad occhi sgranati.
Poi, emettendo un raggio d'energia che fermò tutti, tranne una ormai folle Natasha, si fece sentire con tutta la sua potenza.
'BASTA!',urlò, e tutti, proprio tutti i presenti, lo fissarono. Poi lui puntò il suo sguardo su Natasha Romanoff, mentre Stark, alquanto malridotto ma ancora combattivo, stava fisso su di lui sopra la Porta, e Capitan America lo teneva sotto tiro, assieme a Thor.
Oh, Thor.
Che bella reimpatriata di famiglia!
'Agente Romanoff...Natasha, intendo...', disse, con voce suadente.
'Stai zitto, vipera!',urlò lei, mentre Katryn le puntava una pistola alla testa, anche lei ormai prossima alla perdita di lucidità.
'Stai zitta tu, per una volta', sibilò, armando il cane.
Loki ne godette immensamente, si allarmò Thor.
Ma neanche il suo intervento fulmineo riuscì a bloccare le parole di suo fratello, il dio degli inganni e del caos.
'Perchè non le racconti chi le iniettò il siero per fermarle l'età? E chi uccise vostro fratello?'
E respinse Thor con un lampo d'energia, senza neppure guardarlo, mentre Katryn fissava Natasha, iniziando a tremare. 
Loki la osservò, di schiena, e assestò il suo colpo mortale.
'Perchè non le dici che sei stata tu?'
Katryn abbassò la pistola e la testa, i muscoli contratti, e Natasha sembrò implodere, mentre la distruzione imperversava ormai attorno a loro. 
Una navetta oltrepassò la Porta, dirigendosi verso...
E Stark la inseguì, decidendo che il perimetro doveva arrestarsi lì.
La voce di Katryn, non verso Natasha, ma verso di lui, fu un sussurro roco, ma distinguibile anche attraverso la furia della battaglia. 
'Loki...'
'Allora?',ne godette lui, trionfante. Il suo dolore era qualcosa che avrebbe usato a suo vantaggio, ne era convinto, poi Katryn si girò verso di lui. 
Lacrime le rigavano il viso sporco dalla battaglia, ma puntò la pistola verso di lui, e i suoi occhi, stavolta, non sembravano più umani. 
'Lo sapevo già.', mormorò. E tenne la pistola con due mani verso di lui. Loki si sentì morire, a vedere la sua espressione. 
'Volevi usarmi anche tu', sussurrò di nuovo lei.
E il dio degli inganni, finalmente, capì cosa aveva di fronte, mentre Berlino crollava attorno a loro.
 
 
Oddio, ci sono ricaduta... 
Comunque la Battaglia di Berlino aggiornata, durerà poco, e finalmente finirà questa Ff ormai...tormentata e tormentosa, non solo per me, ma anche per voi, scommetto!! 
LA sfida delle canzoni e delle citazioni è lanciata!
Ps: domani avrò fame, dopo l'esame, perciò prego con la verdura!! 
Baci, bambole!!

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Capitolo 16
*** So cruel ***


 
Persino il rumore del caos della battaglia tra le forze armate tedesche congiunte con lo S.H.I.E.L.D, che avanzavano verso di loro chilometro dopo chilometro, sembrava ovattato, così pure come le urla del loro compagno verde, trasformatosi con successo contro una di quelle maledette astronavi.
Stark si abbassò, vicino a Katryn, sempre comunque vigile verso quanto stava accadendo. 
Natasha era crollata a terra, boccheggiando, e non tentando neppure di inventarsi una scusa.
Sapeva. 
Aveva saputo...da quando?
Conosceva abbastanza bene quella figura esile e dura, da non parlarle, non per ora.. 
Forse mai più.
Katryn strinse la pistola, smettendo di piangere, verso un attonito Loki, che capiva di averla tradita in un punto molto più profondo di quanto pensasse, quando aveva parlato.
Allora era questo, che lui faceva?
Questo aveva portato le persone, la sua famiglia, i suoi amici, e adesso...lei... che aveva pensato di far ragionare, dopo la battaglia... che avrebbe voluto portare con lui. 
Aveva fatto qualcosa di più sbagliato che tradirla; l'aveva usata, come tutti, dalla sua infanzia. 
Non si era rivelato diverso da come lo definivano; un manovratore, maledetto nella sua natura, ed ora se ne rendeva conto.
In nome degli dèi, cosa lo aveva portato così lontano da sè stesso?, si chiese, fissando Thor, e sentendo riaccendersi la sua scintilla di rabbia. 
'Loki di Asgard', lo richiamò Katryn, all'attenzione. 
'Chiudi quel portale.', le intimò, gelida, sempre tenendolo sotto tiro.
Per quel giorno aveva finito di piangere, specialmente per lui, decise.
Loki sentì un groviglio di sentimenti nell'animo, mentre la guardava, cercando di non apparire ancora quello che lei vedeva. 
'Non posso.', disse, quasi abbassando lo sguardo.
Thor ebbe un moto sorpreso, e Katryn gli si avvicinò e..
GLI AVEVA DATO UNO SCHIAFFO?!?!
E che schiaffo!!, l'aveva quasi mandato a sbattere contro una colonna!
Come se la sua città non stesse cadendo a pezzi. 
Capitan America era allibito. 
Parola sua, quella ragazza non era umana!
L'urlo di Hulk, in difficoltà, su uno dei palazzi della Unter den Linden, li sorprese tutti, a parte Loki e Katryn, che rimanevano  a fissarsi a pochi centrimetri, ormai l'ennesima glaciazione dei loro occhi.
Stark vide prima di tutti, con i suoi sensori ultramoderni, cosa stava per accadere, e si lanciò, ma non potè fare niente.
Katryn fu colpita dal raggio di energia, in pieno, e anche Stark, che le prese al volo per evitarne il brutto atterraggio, ne fu investito, riflettendolo un po' ovunque con la sua armatura. 
Quando si rialzarono tutti, con una Katryn inanimata, ma viva, Stark si alzò in volo furioso. 
Loki era sopra la Porta di Brandeburgo, in posa per quello che, secondo i suoi piani di grandezza, era una posa di trionfo, regale, e specialmente ELEVATA rispetto a loro. 
'Te lo dico una seconda volta, mani di fata...', disse, dall'armatura. 'Non si toccano così le ragazze! Ed ora il buon vecchio Iron Man ti sculaccerà le chiappe così forte che...'
Incredibilmente, venne atterrato da un raggio di energia. 
Sembrava che Loki ne avesse assorbita di più, poichè poco prima non riusciva a contrastarlo, ed ora lo metteva persino al tappeto!
Steve Rogers stava rianimando Katryn, che nonostante parlasse, sembrava ancora distante dal rimettersi.
Con lui c'erano Natasha, pronta a sparire appena si fosse rimessa ('SE si fosse rimessa!,oh mio dio, sorellina, mi spiace per tutto, e se tu sapessi... se tu sapessi... io sparirò, ma tu riprenditi, ti prego!'), e da Clint.
Loki si preparò a lanciare verso di loro un colpo mortale, quando Thor gli atterrò a fianco, e lo scagliò dall'altra parte della Porta, distruggendo i monumenti col suo impatto.
'Sarai soddisfatto di quello che hai fatto, finalmente!!', urlò il fratello biondo; Loki ammise di non averlo mai visto così. 
'Il mondo crolla a pezzi, la tua amata Midgard, persino la tua Jane, potrebbe essere in pericolo, e tu ti preoccupi di una persona?!?',gli urlò di rimando Loki, sentendo ancora qualcosa rompersi, dentro di lui. 
'Se Jane fosse in pericolo io sarei al suo fianco, fratello!! Non la colpirei ancora di più!', ringhiò Thor, afferrando Mjolnir.
'Aahahahahaha, certo...Sempre il più fortunato! Hai incontrato l'amore, non una traditrice!', rise senza allegria Loki. 
Thor lo fissò, gelido. 
'L'hai incontrato anche tu, ma ormai il tuo senno vuole solo morte... E stai uccidendo tè stesso, assieme alla Terra! Ed assieme a lei!', gli disse, sprezzante. 'E per cosa? Per sentirti ancora di più incompreso e solo?? Io non sarò stato il fratello ideale per te...'
'Ah, puoi giurarci!',ringhiò Loki.
'...ma questa tua...FURIA!,verso ciò che ami...questa città e questa ragazza... Conferma solo che tu non vuoi essere CAPITO! VUOI ESSERE SOLO!!',urlò Thor, lanciandosi con il suo fido martello; a sua volta Loki si lanciò, con il suo scettro aumentato di energia da l'odio che percepiva attorno, e cozzarono violentemete, sollevandosi nel vortice che Thor aveva creato. 
'Fratello...',gli disse, attirandolo vicino a sè in modo che non potessero colpirsi. 'Fai di me quello che vuoi, se ti farà stare meglio, ma ti prego... Salvala...'
Loki ammutolì. Thor rinunciava ad un regno, alla sua vita, persino all'amore, per...
'Salva tè stesso da un altro abisso...fratello.'
Loki lo sbalzò fuori, liberandosi, e atterrarono di nuovo davanti alla Porta, entrambi feriti. 
Rapido, puntò alla gola di Thor il suo scettro appuntito, e ghignò.
'Sarebbe troppo facile...Il possente Thor nelle mie mani...',ma il suo sorriso si spense. 'Troppo facile. Non ti consegnerai a me come eterno martire...fratello.', e calcò la voce con perfidia sull'ultima parola. 
Poi si voltò, tenendolo sempre sotto tiro.
La lattina era a terra, la lamentosa era indietreggiata, fissandola con occhi pieni di lacrime e odio...BENE!
Solo Rogers e Burton, stavano tirando in piedi il suo obiettivo, non del tutto sulle gambe, e l'altra spia, Hill, le se stava avvicinando per portarla via.
Ancora.
Fu talmente veloce che non lo videro quasi, a parte Thor e Natasha, che lo fissavano.
In un secondo Katryn, non ancora ripresasi, era tra le sue braccia, mentre il suo scettro si illuminava sempre di più, minacciando tutti i presenti. 
Il suo scatto era stato fulmineo e aiutato dai suoi poteri, e ora indietreggiava, con quel fagotto quasi inanimato, tra le braccia, ancora più pericoloso. 
Natasha si scagliò avanti, non ragionando.
'LASCIALA, MOSTRO!,LASCIA...',ma un colpo la rimandò indietro, impotente. 
Rogers si fece avanti prudentemente, ma Loki puntò il suo scettro contro di lui, e sapeva che non sarebbe stato sufficiente il suo scudo a contenerlo. 
'Andate a combattere i Chitauri.', lo sorprese Loki. 
'Avanzeranno sulla via principale, e altre due astronavi stanno per arrivare. Mio fratello può aiutarvi, e la lattina -e fissò sprezzante Iron Man, che, tentando di rialzarsi dalla sua buca nel pavimento, chiedeva a Jarvis se Hulk gli fosse caduto addosso- fermare i gruppi più piccoli. 
Clint, a fianco di Cap, lo fissò, mentre l'altro a sua volta fissava Rogers. 
'Ma che fa, ci aiuta, adesso?', sussurrò.
Rogers ammise che la sua tattica aveva ragione. 
Ma una cosa non andava.
'La ragazza rimane qua.', gli disse, deciso, avanzando di un passo.
'NO.'
E la risposta di Loki sembrò a tutti irrevocabile e quasi...giusta? Era una risposta senza esitazioni, tipica di...
'Da quello che succederà ora, sarà segnata la sorte della vostra amata Terra. Intanto...',e sogghignò, mentre Katryn, che apriva gli occhi, nebulosamente. 'Lei viene con me.', e si girò.
Per un attimo i supereroi lo guardarono, attraversare le colonne della Porta di Brandeburgo, incedere regalmente con il suo carico che iniziava a svegliarsi. 
Poi, fu come si svegliassero da un sogno. 
Rogers impartì gli ordini, e trattenne Hulk dal seguire quel dio inaspettatamente ragionevole, anche se... decisamente più fuori di testa di quel che pensavano. 
Il perimetro si sarebbe fermato alla Porta di Brandeburgo.
Natasha si alzò, ricacciando le lacrime.
Come ognuno di loro, era convinta che fosse tutta colpa sua.
-
Loki si inoltrò nel Tiergarten, dove, incredibilmente, si sedette, per un attimo.
La battaglia lo aveva un po' provato, e Katryn, seppure leggera, iniziava a pesargli. 
Questa, d'altronde, sembrò avere un momento di lucidità negli occhi, dopo il tremendo colpo, e si afferrò a lui, fissandolo negli occhi.
'Il mio Starman...sapeva di non poter trovarci...o avrebbe sconvolto le nostre menti...'
'Ho paura di sì.', mormorò Loki, fissando un punto più avanti.
'Dove...mi porti...principe delle...tenebre?', chiese Katryn perdendo conoscenza un'altra volta.
'In nessun posto...ma che ami...', le rispose Loki, fissando lo sguardo più avanti. 
'Sei così crudele...amore mio....', mormorò Katryn, e svenne di nuovo. 
'Non sai quanto',ammise lui, con una strana luce negli occhi.
 
 
 
Ok... Ho esagerato con la battaglia di Berlino. Sembra più La Caduta che una Ff su Loki! 
Certo che è testardo forte... vuole farsi del male da solo!
Lo capisce persino quella bietola di Thor...
ps: l'esame è andato bene, grazie per gli auguri e l'interessamento!! Tra anni rileggerò questo e tenterò di nasconderlo, ci scommetto... Ho rimesso a posto i primi capitoli con l'html...ora dovrebbero essere leggibili!!
Bacioni, bambole,e sì, Devilcancry, mi interrompo per farti dispetto!!
XD

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Capitolo 17
*** Nothing's impossible ***


La mano sul polso di Katryn, non propriamente gentile, le impediva sia di cadere, nei suoi ancora spessi momenti di mancamento, che di fuggire. 
Loki la trascinava davanti a diversi rifugiati nel Tiergarten, dove la battaglia alle loro immediate spalle, imperversava a tutto spiano. 
I Vendicatori tenevano la Porta, per ora, ma non si sapeva per quanto.
Il polmone verde di Berlino sembrava avesse anche assorbito tutto il caos di quella battaglia, e i cittadini rifugiatisi, sotto shock, la trovavano un'atmosfera surreale, come spesso negli ambienti di guerra.
Come quella coppia decisamente bizzarra che avanzava ad andatura calma, quasi passeggiando, davanti a loro.
Dopo essersi rimessa in piedi, Katryn non aveva detto più una parola, ma pareva ancora confusa e stordita, e Loki non la guardava neppure, trascinandola impietosamente.
Arrivarono in silenzio alla Colonna della Vittoria, dove non potè fare altro che alzare di nuovo lo sguardo, nell'unico posto dove si era sentito bene.
Katryn fissò lui.
'Perchè mi hai detto di Natasha?'
'Ti volevo dalla mia parte.', le ammise il dio asgardiano. 
'Dio delle menzogne e inganni.', disse Katryn, guardando anch'essa in su. Senza particolare malanimo. 
Senza volerlo, la sua bocca iniziò a parlare.
'Sapevo che Justin era un agente dormiente nella nostra famiglia. LUI era stato adottato, non noi due. Fallì le prove della Stasi su preciso ordine della divisione del KGB, e...',deglutì.'Io mi stavo affezionando. Ad un assassino. Il mio assassino.', sussurrò. 
Quei cornetti caldi alla mattina...e la siringa, quella notte.
Un virus di una malattia inarrestabile, a 15 anni...il KGB l'aveva trovata, e la Stasi la prese in consegna, nascondendola, ma stava morendo. 
Il ricordo sfocato di Natasha, appena rientrata da Mosca, il KGB che mangiava sè stesso, che si chinava su lei, ormai sull'orlo della follia, dal virus degenerativo. La sua supplica, che non pensava lei sentisse, invece sentiva, sebbene non potesse parlare nè muoversi, solo aspettare in silenzio la sua morte. 
'Non odiarmi, sorellina...Katinka...Un giorno potrai presentarmi i tuoi conti...ma ora...non odiarmi.'
E l'avevano ibernata, seppure vivente, nei suoi 16 anni per sempre, che cresceva sempre più lentamente, e con lei il suo addestramento. 
La Stasi che trovava un antidoto per controbattere al KGB, l'allievo che superava il maestro, e le allentava le sacche rigeneratrici. 
Il ritrovarsi, alla Caduta del Muro. 
E poi, frugando negli archivi ormai aperto della Stasi, specialmente per un ex agente, il segreto... E, pochi giorni dopo il Muro, la chiamata dal suo ex superiore.
'Sua sorella Natasha Romanoff ha lasciato il KGB', gli disse, lapidario. 'Si trova ora in suolo americano.'., e sembrava aver concluso. Allora Katryn era bionda, con i capelli a caschetto, e incredibilmente giovane e fuori tempo. 
'Prima di andarsene, ha ucciso suo fratello...adottivo.', e Katryn fece per urlare; ma il Muro era caduto da poco, e lei era ancora... la maledetta macchina di morte che avevano progettato. 
'Dovrebbe ringraziarla.', sospirò il suo superiore, spingendo verso di lei la cartelletta con il suo nome e quello Justin. 
L'aveva lasciata sola, e aveva letto. 
Doveva ucciderla, assieme alla caduta della Stasi e del Muro...  non poteva esistere come prova. 
Natasha l'aveva saputo e, prima di partire, aveva sistemato la sua missione. Personale. 
Sapeva che Katinka non ce l'avrebbe mai fatta, non contro Justin.
Rise, pianse, odio Natasha, Justin e specialmente sè stessa, la Stasi, il KGB, e anche Berlino Ovest. 
Uscì dalla Stasi confusa, mentre le bandiere tedesche giravano per la strada. 
All'urlo collettivo di 'Der Mauer ist Weg!' (cit. st: Il muro non c'è più!), fece come milioni di berlinesi. 
Si gettò tutto alle spalle, come quel giorno.
Ma nel suo intimo non si era mai fidata di nessuno, tranne di Natasha... con la quale aveva finto un abile balletto di informazioni mancate. 
Loki la osservò, percependo la sua pena interiore, e poi prendendole la mano.
'Perchè non ti vendicasti?'
'Su chi?',chiese lei, pensierosa. 
'I miei nemici erano morti. Non ne ebbi altri di simili.'
Si ritrovarono di nuovo sulla Siegessaulle, sul balcone panoramico, trasportati dall'energia di Loki, non smaterializzati, guardando inevitabilmente alla battaglia. 
'Perchè non puoi farli smettere?', chiese, come assente.
'Non lo so', sospirò Loki. 'IO non riesco a perdonare. E ormai è troppo tardi.'
Katryn si accovacciò e lo guardò negli occhi, cercandovi qualcosa che forse era perso per sempre. 
Forse no.
Forse sì.
Quegli occhi così espressivi gli ricordavano quelli di Justin, ma non era il momento per paragoni; almeno non l'aveva avvelenata, l'aveva solo...
'Mi hai tradito', mormorò, toccandosi involontariamente il graffio che le aveva lasciato, quando non era in sè. 
Meno del solito in sè, si corresse.
'Anche tu', disse Loki, alzandosi in piedi e mostrandole le vesti bruciacchiate da un cannone al plasma. 
'Loki...', gli disse solo Katryn, fissandolo. 
La sua faccia era tagliata, ed era piena di lividi solo grazie all'intervento di Tony Stark.
'Andremo avanti a farci la guerra all'infinito?', mormorò, stanca.
'Se è necessario.', rispose lui, altrettando stanco.
'Non mi avrai alle tua condizioni,', sussurrò Katryn, sfiorandogli una mano. 
Loki era a testa bassa, ma gliela afferò.
'Lo so.', e pensò di nuovo a quel baratro in cui stava precipitando. Stavolta, senza ritorno. 
Re di Midgard, senza sudditi,sempre in pericolo e...
Katryn si era arrampicata sulla recinzione, e la stava per...scavalcare!!
Gli lasciò la mano, e finalmente le sue lacrime scorsero, libere, da tradimenti e da dolorosi ricordi. 
'Auf wiedersen, mein Liebe.', sussurrò.
E cadde.
Cadde lentamente, come certa di toccare terra illesa...quando non era così!! 
Si lanciò nel vuoto, senza badare a nessuna delle domande che gli urlavano dentro, storie di vendetta e orrore. 
L'orrore era davanti a lui, ormai a non molti metri da terra!!
Lo scettro lo aiutò ad accelerare, e vide Stark in lontananza dirigersi in gran carriera sulla sua verticale.
'PRENDILA, INSULSA SCATOLETTA DI SARDINE!!!',urlò, ma Stark era troppo lento, troppo... 
Loki la raggiunse, con uno sforzo sovrumano, mentre lei gli afferrò una mano e gli sorrise. 
Sinceramente.
'....ti amo...', riuscì a dirgli, portata dal vento. 
'...anch'io...', le rispose.
Poi l'impatto col terreno, duro,TROPPO DURO!,e lei fu sbalzata via...
Ma presa in tempo da Tony Stark, che la posò vicino a lui. 
Sopraggiunse Bruce Banners, tornato a dimensioni normali, colpevolizzandosi per questo... li avrebbe salvati entrambi dalla caduta, se fosse stato Hulk.
E si inginocchiò vicino alla figura morente di Loki, e a quella incosciente di Katrin, mentre Stark si teneva a rispettosa distanza, combattuto dal tornare a contenere il perimetro o restare...
In fondo, quello era il loro finale, no?
Di tutto.
Banner si pulì gli occhiali, nel suo solito gesto, e parlò gentilmente ad un Loki moribondo, ma lucido.
'La prego, Loki...chiuda quel portale.'
Loki non lo ascoltò, cercando con la sua mano quella di Katryn, che si svegliò, la faccia piena di lividi e tagli. Non ancora abbastanza sveglia, per fortuna, per notare quella del suo amore, rabbrividì Stark, in cuor suo ormai prossimo alla tragedia. 
Banner non cedette.
Aveva fatto ben poco, quando la soluzione gli era subito balzata agli occhi, facendosi coinvlogere dagli altri. 
'So cosa vuol dire essere un mostro, diverso... e non poter esssere amato...fino a pochi giorni fa', gli disse, gentile.
Katryn fece per alzarsi, allarmata, notando le condizioni di Loki, e per far tacere il dottor Banner.
Come poteva...?!??
'Lei ha qualcosa che io non ho ancora', mormorò Bruce, accennando alla sua mano, allacciata con quella di Katryn.
'Per favore....a nome mio...suo...di tutti noi MOSTRI....',e dovette prendere una boccata d'aria per finire. 
'Non la perda. Per favore.'
E si alzò,commosso.
Katryn si stava agitando, notò Tony Stark, e il perimetro stava per esssere violato. 
Ma Loki stava morendo...anche se non erano certi che sarebbe finito tutto, così.
Lui gli sorrise, incredibilmente, da quelle specie di buca nel terreno che si era scavato.
Fece apparire lo scettro, che diede a Banner, e spiegò come poteva chiudere il Tesseract, con esso. 
Banner, con un sorriso prossimo alle lacrime, lo porse a Tony Stark. 
'Meglio che lo manovri tu, io non sarei...così delicato', commentò. 
Stark non si mosse, neanche quando Katryn urlò, tra il disperato e l'ormai resa folle dalla paura:'VAI!!, chiudi quel coso una volta per tutte!! Loki sta morendo, chiama Thor!!'
'..no...', la fermò Loki, prendendole di nuovo la mano.
'Non ne ho bisogno.', affermò, senza arroganza. 
'Lasciamo qui...nel nostro posto magico.'
Stark si alzò in volo, poi si fece sentire. 
'Non osare morire senza di me, cervo a primavera!',e partì a razzo per l'Alexanderplatz.
'...fa il tuo dannato lavoro, scatola di tonno....',mormorò, divertito, e poi portò lo sguardo ovunque.
La differenza tra il suo sangue,così rosso, e la sua bellissima pelle bianca, che aveva imparato ad amare, la faceva soffrire ancora di più.
'Allora...',disse lui.
'...allora...?',disse lei, con una lacrima solitaria dietro l'occhio. 
'Hai vinto...tu?', chiese Loki, sorridendo.
'Abbiamo vinto noi', disse lei, cercando di sorridere, ma ormai e lacrime erano travolgenti.
'Hai vinto tu. Non sei caduto, stavolta.'
'I Chitauri...',iniziò lui, per essere interrotto da uno sbocco di sangue dalla bocca.
'Ci difenderemo. Io ti difenderò.', affermò Katryn, mentre le sue lacrime lo pulivano da quel sangue. 
'Lo so, Katryn di Berlino, mi chiedevo...'
'Cosa?',disse lei, ansiosa,sentendo che il battito e la voce stessa si faceva più fievole. 
'Se tu volessi...',e tossì, per poi fissarla malizioso negli occhi...
'...sai, potresti...',e Katryn strinse gli occhi. Non ancora. NO.
'...darmi un bacio.',concluse lui, stremato.
E Katryn glielo diede, mescolando il sangue al suo. 
Solo tra le sue braccia si era sentita al sicuro, ma non quella volta...
Si accorse troppo tardi che...
'No...no...no.No.No.Nonononnnnnn.....', disse, sbarrando gli occhi, nello sguardo sbarrato di lui, e prendendogli la faccia tra le mani. 
Gli occhi di Loki si chiusero sul suo sorriso dopo il bacio.
'NOOOOO!!!!!'
Thor e gli altri, mentre stavano iniziando a festeggiare la vittoria, vennero gelati, da quel grido, e corserò verso la Siegessaulle, ma si fermarono a rispettosa distanza.
Nonostante l'urlo di prima, Katryn si era accasciata, immobile, sul corpo di Loki. 
Stark commentò, vicino a Rogers, profondamente amareggiato:'Il dio delle menzogne fino alla fine... ha fregato anche me. Mi aveva promesso di non morire...', disse, vicino alle lacrime. 
A notte fonda, mentre gli eroi avevano fatto cerchio attorno a lei e al suo dolore, di fronte alla gioia della città salva (come nel 1989, riflettè stupidamente lei, in un momento di lucidità), Natasha le si avvicinò.
Esitante su cosa fare, le sfiorò prima una spalla, poi si accovacciò vicino.
'Mi sono sbagliata su tutto.', disse, addolorata.
'Anch'io', disse Katryn. 
'Voleva veramente qualcuno che lo capisse.'
'No...voleva me', rispose Katryn. 
Natasha le fece una carezza sulla guancia e tornò al proprio posto.
Quando fu il turno di Thor, di rendere omaggio, la trovò addormentata, con una mano nei capelli nerissimi del fratello, con lo stesso sorriso. 
'Non ti sei perso, stavolta, fratellino.'
E d'improvviso alzò il suo martello, richiamando un enorme fulmine che spaventò non poco tutti.
'Ti ho mostrato la via... Ma omai non ti serve più. Fratello.', sussurrò.
 
 
Ah, pensate sia finito??!
Eh no, arriva l'ultimo capitolo sclero!!!
Vi assicuro ormai sono a pezzi, ma ce la farò...
ma se proprio lo cancellerò!!
Grazie per le critiche ed i complimenti, bambole... 
Mi sono molto divertita a scrivere e rileggere questa storia, anche se a mio parere... beh sto zitta.
Diciamo che i personaggi sono andati dove volevano.
Ma è questo, che insegnano, no?
I personaggio NON SONO PIù TUOI, una volta su carta. 
E loro non sono mai stati miei
Due testedure.
Non perdetevi lo sclero finale!
Baci!!
 
 

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Capitolo 18
*** All I want is you ***


Asgard era bella anche più di quanto avesse mai immaginato.
Era ancora più bella, per un motivo, in quei giorni.
-
Thor si divertiva un mondo in quelle situazioni, confermando a una persona in particolare, anzi due (e anche più), che bietola era e bietola rimaneva. 
Era tra i suoi amici, e poteva torturare, amichevolmente il fratello, guarito all'ultimo momento dalle cure più avanzate asgardiane.
Il suo fulmine era servito a quello; ridare a Loki una parvenza di vita per portarlo dove avebbero potuto salvarlo.
Suo padre, Odino, aveva condannato Loki a stare nell'ala del castello reale a lui riservato, e a un SOLO passaggio sulla Terra, ogni due anni midgardiani, per un tempo ancora da definire. 
Ma senza poteri, ovviamente. 
Il figlio adottivo, sapendo che poteva andargli molto peggio, e evitando di fare smorfie grazie ad una pressione sul braccio ben conosciuta, aveva ringraziato ed accettato la sua pena, appena ristabilitosi il giusto per affrontare il giudizio.
Ovvio che l'intervento del fratello maggiore, delle testimonianze dei Vendicatori e delle sue malaugurate condizioni, avevano contribuito molto ad alleviare la sua condanna, che sarebbe stata altrimenti molto più pesante.
Aveva combinato meno guai del previsto... e un imminente evento aveva infiammato il cuore di Frigga, che aveva minacciato Odino di tutto, partendo dalle suppliche alla vendetta più spietata, pur di lasciarselo godere, nella sua 'imminente vecchiaia', aveva proclamato la regina. 
Loki, in fondo, era sempre stato il suo preferito, e lo proteggeva come una mamma con il cucciolo più gracile della covata; l'avevano sempre saputo, fin dall'infanzia.
-
Un richiamo di Heimdall, avvisò Thor che era ora di andare. Ma prima, passò dalle stanze del fratello.
Era splendente, anche se ancora un po' troppo pallido, per tutto il sangue perso, nonostante fossero passati mesi.
In una vesta nere di pelle, e le sue decorature argento e verdi, che riprendevano il colore della sua pelle e dei suoi occhi, le ferite rimarginatesi grazie alla sua forza rigeneratrice.
Ma era ancora debole, e non ricambiò il suo sorriso, mentre si sistemava ennesimamente i capelli, incrociando il suo sguardo allo specchio. 
'Che vuoi?!', esclamò, irritato.
Una volta guarito, aveva anche preso del tutto il suo carattere, beh...quasi. 
Sospirò, lasciando il fratello sulla porta e passandosi di nuovo la spazzola.
'Questo stupido lenimento di Stark... Non funziona a un accidente.', imprecò, osservando la folta massa lucida di capelli neri. 
Thor sorrise, tra il beffardo e il referente, a cosa aveva ideato, vedendo che fin dalla prima mattina Loki era disperato per i suoi capelli.
'Sì, lo noto.', ed estrasse quello che aveva con sè da dietro la schiena. 
'Per quello avevo pensato...',ed estrasse un paio di forbici, con un largo sorriso. 
'Altolà, bestione!,tu non toccherai i miei capelli neanche...', ma incrociò lo sguardo dello specchio, e si rassegnò.
'Avanti con la ghigliottina...',sospirò.
Thor balzò nella camera, entusiasta, e lavorò come poteva, ostacolato ogni ciuffo da un coro di insulti disumani del fratello. 
'Ecco, là!', disse, finendo di pareggiargli la chioma appena sopra le scapole. 
'ORA sei davvero carino, fratellino!', rise, divertito. 
Loki non gli diede neppure la soddisfazione di guardarsi,e lo mandò a quel paese.
'Idiota', borbottò, ma senza troppa cattiveria, mentre rimediava al danno fatto da Thor.
-
Andò a ciò che restava del Bifrost, dove i suoi ospiti arrivarono.
Erano raggianti, e curiosi di vedere Asgard.
'Purtroppo mio fratello è recluso qui, ma non è detto che vi raggiunga sulla Terra...per una vacanza.', aggiunse sornione.
'Per carità!', brontolò Rogers, con voce già stanca.
'Ammettilo, Rogers... il nostro rockettaro ti manca, vero?', lo riprese Stark gongolante, con un sorriso divertito. 
'Anche no... Ne ho avuto abbastanza di una volta!'
 Natasha rincarò la dose, con un largo sorriso, felice.
'In ogni caso, abbiamo la nostra arma, no?'
-
Katryn li guardò arrivare, ma decise di non scendere a salutarli.
Il suo cuore batteva a più non posso;le sacche rigeneratrici le erano state ripristinate...sarebbe invecchiata ancora più lentamente.
Era ad Asgard da appena una settimana, ciò le era stato concesso da Odino per mano di Thor, ma da mesi non pensava alla sua occasione di Praga, sprecata.
Ne aveva colta una più faticosa, ma più preziosa.
Sentì bussare leggermente alla porta, e Lady Sif, la guerriera, apparve.
Le due, con scorno di Loki, avevano fatto subito amicizia, dopo essersi picchiate a mani nude per due ora, sotto gli sguardi di tutti, per un commento di Katryn sul bustino di Sif.
Alla fine l'asgardiana, tenendola per il collo ed immobilizzandola, l'aveva lasciata andare, a sorpresa, ansimando. 
'Tu sei ciò che ci vuole, ragazza!', le disse, stringendole la mano. 'Troppi maschi mollaccioni su questo mondo.'
'Ah, non che sulla Terra sia diverso!',aveva riso Katryn, seppur dolorante, e con qualche ciocca in meno.
Sif l'aveva praticamente rapita e passavano la giornata ai giardini reali, a sghignazzare dietro gli allenamenti dei cicisbei amici di Sif, i quali per qualche giorno avevano pensato tutto il male possibile della midgardiana. 
E non solo per l'amicizia con Sif.
Ora l'osservava, tra il divertito e il riverito.
'Sei bellissima, Katryn.'
Lei osservò l'abito di cerimonia di Sif, la sua figura statuaria contro quella esile di lei e quasi arrossì.
'Se vuoi che facciamo a botte,  dillo subito, ma non parliamo di vestiti.'
'Sono certa che Frigga sarà felice.', disse la guerriera, divertita. 'A parte quel cambiamento...'
'Fa parte di me, disse lei.', scrollando quegli stupefacenti capelli che su Asgard erano ancora motivo di discussione.
Al suo arrivo, tra Thor e Loki, mentre percorreva il Bifrost, era passata tra due ali di folla non proprio benevolenti, non sapeva se per colpa di Loki o direttamente sua. 
Thor guardava attentamente attorno la folla, cercando un eventuale pericolo, mentre Loki era ad un passo da scatenare una tempesta, trattenuto come al solito dalla sua mano. 
La sentiva impaurita, e questo non gli piaceva.
Poi una bambina, una delle figlie dei guerrieri amici di Thor, era scappata dalla folla, mettendosi davanti a lei.
Il terzetto si era arrestato, con un'aria di tensione, mentre la bimba faceva loro un giro attorno. 
Thor stava per richiamare la bambina, quando questa tentò, saltando, di acchiappare i capelli di Katryn, facendo rigirare Loki come una biscia; ma non si era assolutamente spaventata. 
Tornata davanti, guardò ancora un attimo Katryn, che la fissava a sua volta stupita, e poi tornò tra la folla di corsa, dove il padre la raccolse. 
'Papà!,quanto dovrò aspettare per avere anche io i capelli di quel colore?', si fece sentire, con la sua vocetta, nel silenzio più assoluto.
La tensione si sciolse immediatamente, mentre metà del corteo si mise a ridere, e metà battè le mani, all'affermazione della piccola.
Katryn respirò di sollievo, e Loki si rilassò...almeno di due o tre gradi. 
Thor li trascinò avanti, come due ragazzini recalcitranti.
'Non ti verrà fatto alcun male, Katryn di Midgard.', le assicurò.
Loki la guardò, più amorevole.
'Certo che no. Non finchè starai con me.'
Quello era un ricordo piacevole.
Sperava che Tony gli avesse portato una scorta a vita dei prodotti per capelli che chiedeva, o l'avrebbe fatto incenerire.
Sorrise, mentre si avviò fuori dalla stanza, con il lungo strascico, e si abbandonava al ricordo più bello che aveva, per ora, su Asgard. 
Dopo una giornata nei giardini reali con Sif, dove aveva scoperto con sua gioia di essere lievemente rosata, preludio ad una abbronzatura, forse, piacevolmente cotta dai primi insegnamenti di Sif di armamenti, e dal suo scambio di informazioni sulla guerriglia psicologica (in realtà intuito femminile che del quale l'asgardiana pareva sprovvista), si avviò a farsi un bagno decente, prima della cena. 
Aveva due ore, e decise di viziarsi, con un bagno cremoso come non ne faceva da mesi, nella sua casa di Berlino.
Si era appena immersa del tutto, soffiando le bolle ad occhi chiusi, che sentì due mani attorno al collo, e riemerse spruzzando e bagnando dappertutto.
Davanti a lei, con aria decisamente zuppa, ma anche divertito, stava Loki. 
'Ti ho spaventata?Non era mia...'
'Loki di Asgard!,era tua intenzione eccome!!', lo fermò lei, ancora tossendo acqua. 
Poi radunò la schiuma attorno a sè e tirò su le ginocchia, in una mossa di pudicizia.
'Non dovresti essere qui, dannato maleducato!, una signora...'
'Oh, e tu saresti una signora?', sbuffò lui, ancora più divertito.
Era ancora mortalmente pallido, ma molto più in forma da quando era arrivata, e godeva immensamente a giocarle quei tranelli infantili; se avesse fatto qualcosa di più, Odino l'avrebbe di certo punito come un bamboccio. 
'Sono una signorina.', puntualizzò lei, col naso all'aria. 'Di classe!'
'E vorresti diventarla, una signora?'
'Mmmm...no, non credo.'
Loki sorrise divertito.
'Sai, oggi ho parlato con Sif...'
'Tu che parli con Sif senza farti picchiare?!?Questa è bella!'
'Beh, in verità l'ho ipnotizzata...', ammise Loki. Katryn le puntò addosso i suoi occhi, indagatori. 
Era proprio vero, se lui riusciva a frenarsi, lei non poteva.
'E perchè l'avresti fatto?'
Loki si alzò, iniziando a frizionarle delicatamente le spalle, una cosa che lei adorava, anche se non mandava via ogni sospetto...beh...non immediatamente, almeno...
'Volevo sapere cosa vi eravate dette. Sif ha detto che ogni ragazza, su Midgard, sogna di essere una principessa...'
'Sì... si chiama Disney e serve ad infinocchiarci tutte...', mormorò Katryn, ad occhi chiusi. 
'Oh, ma quello non importa', disse piano Loki.
'TU vuoi essere una principessa?', le chiese. 
'Ahhhhh, Loki... a me interessa solo rimanere qui con te, per quanto...per quanto potrò.', mormorò lei, non volendo pensare al suo ritorno. In fondo il suo soggiorno era una sorta di regalo di Odino. 
Quando riaprì gli occhi, Loki la teneva per le spalle, e il suo viso era a pochi centimetri dal suo. Respiravano ancora la stessa aria, incatenandosi ancora con gli occhi. 
'Appunto, io...', iniziò, e poi prese un respiro. 'Vuoi restare qui per sempre? Essere la mia principessa?'
Katryn lo guardò fisso. 
'Stai scherzando.', disse, atona.
'No.', confermò Loki, baciandole una mano. 
La reazione di Katryn lo fece uscire dal bagno ancora più zuppo, poichè era persino stato tirato nella vasca. 
Quella sera, dopo cena, Katryn prese Sif e le raccontò tutto, ridacchiando come due cretine, mentre Loki le osservava da una balconata.
Thor gli arrivò alle spalle, calcandogli un sempre pesante pugno sulla spalla. 
'Ben fatto, fratello. Non ti preoccupare...',e osservò un nuovo scoppio di risa e un abbraccio tra le due nuove amiche. 
'Ho avvisato sua sorella e nostro padre.'
'Cos'ha detto?', chiese Loki, allarmato. 
'Non ha parlato molto..ha parlato nostra madre per entrambi!', e risero, sapendo cosa voleva dire. Poi tornarono ad osservare le due galline che gesticolavano, ridevano, e si abbracciavano, nei giardini. 
'Non ti preoccupare, fanno sempre così. Sia su Asgard che su Midgard. Ma tu vieni prima di tutto per lei.'
'E tu come fai a saperlo?', chiese Loki, un po' inacidito.
'Lo so...', e fece spallucce. 
Loki sospirò.
'Vorrei cancellare tutto quello che ho fatto. A lei ed alla sua città.'
'Forse alla città, ma...',e Thor osservò lui e lei, in lontananza, l'immagine sia della preoccupazione che della felicità.
'Se non le avessi fatto quello che le hai fatto, non ti amerebbe così intensamente. Le hai mostrato tutto di te. E di sè.'
'Da dove vengono queste perle d'esperienza?', chiese Loki, finalmente sollevato e divertito. 
'E' vero.', mugugnò Thor, allontanandosi pensieroso. 
'Tu sarai il primo...Un diritto che sarebbe spettato a me.'
Loki si irrigidì, mentre Thor si voltava, malizioso.
'Sei sicuro di non essere stato adottato?', concluse, scappando di corsa, mentre un Loki furioso gli tirava dietro la coppa da cui stava bevendo. 
-
Katryn, pensando a quel momento, a come non aveva avuto esitazione, mentre nei giorno a venire le esitazioni avevano riempito il suo cuore, per poi andarsene in quegli ultimi minuti,  sostò davanti alla scala che portava al salone, mentre qualcuno la prendeva sottobraccio.
'Emozionata, piccola?'
'Tony... pensò che sverrò a metà percorso.'
Stark si stava togliendo gli occhiali da sole, ed aveva gli occhi moderatamente lucidi, ma non si impedì di sorridere. 
'Ma tu guarda... Io tengo Pepper sulle spine e intanto accompagno una ragazza che potrebbe essere...mia figlia... al cospetto del padre degli Dei...per darla in moglie al signore degli Inganni!',e scosse la testa. 
'Non so come avete fatto a fregarmi.'
'Beh, il patto era che Pepper non l'avrebbe saputo, se tu ti fossi prestato. Natasha mi sarebbe crollata addosso piangendo, e Steve è un po' troppo giovane per sembrare mio padre. Tu sei perfetto.'
'Ehi, come osi...',iniziò Stark, per poi non finire. 
L'avevano fregato eccome, quei due!
-
Loki era già nel salone reale, quando arrivarono quasi tutti asssieme. 
Strinse i denti, vedendo Rogers e Banner posizionarsi dalla parte dei testimoni, ma MAI avrebbe concesso a Thor quella posizione.
Frigga era letteralmente sul punto di svenire, quando entrò Katryn, i capelli raccolti (da Sif, che le aveva strappato ancora qualche cioccia...per fortuna Stark aveva portato extensions per una vita!), col suo accompagnatore.
Loki sorrise a denti stretti alla scatoletta, che gli fece un occhiolino compiaciuto -ehilà, cerbiattino!Ora ci si sposa, da cornuti?-, ed Odino guardò un attimo la scena, compiaciuto, per poi strabuzzare gli occhi.
Sif si trovò ridere dietro la mano aperta.
Anche Frigga, se ne accorse, ma non si accigliò troppo.
'Ma quel vestito...'
Katryn se n'era occupata personalmente, dando direttive, ma alla fine solo l'approvazione di Frigga contava. 
E aveva una piccola...modifica, sembrava, da quando l'aveva vagliato.
'Lo ha tagliato davanti...tutto quel lavoro', disse tra i denti Odino, fissando Loki e capendo molte cose. 
Suo figlio fece spallucce, mentre riportava l'attenzione su Katryn, che avanzava lentamente, con uno spacco laterale che faceva intravedere un tatuaggio sul polpaccio, di linee armoniose verdi, argento e...viola. Come i ricami del suo vestito, argenteo con ricami violacei. 
Oh, Odino capì molte cose dallo sguardo di suo figlio e della sua compagna.
Se l'era scelta proprio bene, quel mascalzone, che lo osservava con sguardo angelico. 
'E' indomabile, padre. Non sapevo niente finora.'
'Dio degli Inganni..', borbottò Odino, ma bonariamente.
Stark trattenne un attimo di più Katryn, prima di lasciarla a Loki, e li fissò entrambi. 
'Trattala bene, piccolo cervo, o vengo a riprenderla.'
'Pensa per te, lattina.', ricambiò amabilmente Loki.
La cerimonia iniziò, e al momento delle promesse, vi fu un momento di tensione. 
Nessuno aveva preparato niente, ma Loki non recedette, come al suo solito, e decise, per una volta, di accontentare tutti.
'Quello che voglio sei tu', mormorò, soddisfando Odino e facendo fuggire un sospiro di soddisfazione tra i Vendicatori, e specialmente i suoi genitori. 
'Anch'io', assentì allegramente Katryn, saltandò a piè pari le sue promesse, provocando un tossicchiare imbarazzato.
Quella noiosa di Natasha!
'Cioè...prometto che anch'io...vorrò sempre e solo te.', e fecero per baciarsi, quando gli sussurrò all'orecchio.
'Ma alle MIE condizioni.'
-
Prima di tornare sulla Terra, Stark, Banner e Rogers, regalarono uno scudo a Loki.
'Perchè...questo?E' un'arma, come il tuo?', chiese confuso a Rogers. 'Non vorrete che attacchi Midgard con questo...'
'LOKI!',lo riprese distrattamente Katryn, che chiacchierava, piangeva e rideva con Sif, Natasha e Clint.
Rogers tossichiò, guardando Stark e Banner. 
'Diciamo che in certo casi...è meglio la difesa, Loki.', disse Rogers. E si girarono a fissare Katryn, che abbracciava Natasha, in lacrime, che aveva preso il bouquet, sì....ma letteralmente in faccia (mentre Katryn si scambiava un cinque con Sif, con sguardo disapprovante di Frigga e disperazione di Loki).
'E smettila di fare la Vedova Nera, per una volta!!', le intimò, prima di girarsi verso il suo sposo, verso la sua dorata prigionia.
'Ha ragione, sai?', disse una voce alle sue spalle.
'Non si può essere cattivi per sempre.', aggiunse Clint.'
'Lo so', sussurrò Natasha, girandosi. 'Me l'ha mostrato il nostro...mostro...qualche mese fa.'
E baciò con trasporto Clint Barton, rifacendosi della sorella e ritirandole il bouquet a sua volta.
Questa lo prese al volo, ridendo, mentre Thor riportava tutti a casa.
-
Alla notte, mentre Loki dormiva, soddisfatto e con un'espressione di felicità in volto, Katryn si alzò, si vestì con i suoi vestiti terrestri, e dopo averlo osservato amorevolmente per qualche minuto, gli diede un lieve bacio sulla fronte, alzandosi dal letto.
Il LORO letto. La LORO camera. 
Tutto ciò le impediva di dormire, come faceva il suo principino, 
e anche beatamente, sembrava. 
Era troppo felice, per dormire.
Raggiunse il termine del Bifrost, tenendosi alle spalle di Heimdall. 
'Benvenuta, principessa.', le disse, con la sua voce fonda.
'So cosa vuoi sapere.'
'Allora diglielo', li interruppe una voce alle loro spalle. 
Non avrebbe mai preso di sorpresa Loki, ormai. 
Questi la tenne per la vita, scaldandosi col suo calore, mentre Heimdall scrutava.
'Stanno ricostruendo. Ancora. Ma sono felici. Questa volta non patiranno divisioni.'
E tacque, mentre la coppia si avviò di nuovo verso il palazzo.
Dopo qualche minuto di silenzio, Loki la abbracciò, e la costrinse a fermarsi, sulla soglia.
'Non ti mancherà Berlino?', le chiese Loki, apprensivo.
'Sì.',ammise lei.Ma poi si illuminò, quasi diabolicamente.
'Ma io non sono prigioniera...Posso andarci quando voglio.'
'Dopo la nostra...vacanza, intendi?'
'Luna di miele. Sì. Ci andrò. Anche se non sarà lo stesso senza te.', disse, dolcemente e vagamente malinconica.
Loki sospirò, mentre si fermavano davanti alle guglie del palazzo reale.
'Non ti piace qui?'
'Mi piace moltissimo...Ma Berlino è Berlino.'
Loki si arrese, mentre lei correva avanti, incitandolo a raggiungerla.
'Va bene.', disse, mellifluamente.E poi sottovoce, aggiunse qualcosa.
'I vestiti però, stavolta, te li scelgo io.'
 
Finita!!
Alleluja!!
Se avete yogurt che avanza, tiratelo, che sono senza!!
Au revoir, bambole...
Spero vi siate divertite quanto me a leggerla e scriverla... 
E se vi siete stancate, sappiate che volevo lasciare tutto anch'io!
Ma, come detto nel primo capitolo...
Sono una maledetta prolissa!!
Bacioni

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