Capitolo 2
La mente di G=
oku
si annebbiò per qualche secondo. SPOGLIE. PADRE. VOSTRO PADRE.
“MORTO” rimbombò ad un tratto nei pensieri del ragazzo, =
ed
il suo cuore si fermò in gola. Per poi riprendere a battere veloceme=
nte,
sempre più velocemente, mentre Goku corr=
eva
verso il vecchio macellaio, e suo fratello entrava trafelato in casa con
un’espressione inorridita stampata sul volto.=
b>
=
p>
-Appoggialo lì, Goku, sulle coperte.
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p>
Goku<=
/span> obbedì al fratello, e adagiò il p=
adre
su quel letto candido e bianco dove tante volte, tutti e tre
insieme, avevano giocato a lanciarsi il cuscino. Poi si
accovacciò lì al lato, fissò per un attimo quel volto
scosso dagli ultimi spasmi prima della fine, nascose il suo tra le mani e
pianse. Gli parve, per una frazione di secondo, di sentire la voce di suo p=
adre
che sussurrasse il suo nome. “Forse la sua=
anima
mi parla ancora, o forse è solo la mia stupida immaginazione, molto
più probabilmente” pensò Goku. E invece, poco dopo, sussultò nel sentire una m=
ano
che teneva forte la sua. Alzò gli occhi neri e incontrò quelli
grigi e vuoti del padre, ancora spalancati.
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p>
-PAPA=
’? PAPA’! MA TU =
ERI
MORTO!
=
p>
-Sì figliolo, è
vero…ero morto..ma
sono dovuto tornare indietro dall’aldilà, perché devo d=
irti
una cosa molto importante.
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Goku<=
/span> strabuzzò gli occhi,=
non ci
poteva credere. Un morto che parla. Se fo=
sse
stato ai nostri giorni avrebbe potuto giocarsi u=
n bel
47 al Lotto, non trovate? Ma siccome correva
l’anno 1893, non potè fare altro, per quanto incredulo fosse, =
che
sedersi e ascoltare.
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-Tu sei strano figliolo…
=
p>
-Sei tornato dal regno dei morti p=
er dirmi che sono strano? Papà, non ti capiscoR=
30;
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-Ascolta, invece di saltare subito=
su!- ribattè il padre corrucciato.
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Forse per paura nel vedere il cada=
vere
di suo padre, morto fino a pochi minuti prima, rivolgergli normalmente la
parola, Goku si zittì e stette a sentire.
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p>
-Figliolo, la tua mente è
ingenua, e fantasiosa, e il tuo animo è buono. Forse tu non comprend=
erai
pienamente il significato delle parole che ti dirò, forse sei ancora=
troppo
giovane per capire certe cose. Ma
ti chiedo di ascoltarmi attentamente, e di fare ciò che deve essere
fatto.
La terra è stata da sempre =
la
nostra fonte di vita, ma anche di difficoltà. Perché tu sai b=
ene,
figliolo, che questa terra che io coltivavo, e che tuo nonno ha coltivato p=
rima
di me, non è nostra e non lo è mai stata: ce
l’hanno solamente data in prestito. E siccome, come sai
altrettanto bene, la vita qui è cara e non abbiamo avuto altra scelt=
a, abbiam dovuto accettare di coltivarla per conto di ch=
i i
soldi li guadagna a palate, e può permett=
ersi
il lusso di farci lavorare gratis e di imporci sempre più tasse.
Ora tu, figliolo, devi promettermi=
una
cosa.
=
p>
Goku<=
/span> prese di nuovo la mano del padre, la port&ograv=
e; al
petto e la strinse forte.
=
p>
-Tutto quello che vuoi, papà=
;.
=
p>
-Devi promettermi che un giorno o =
l’altro caprai di meritare di meglio. Tu sei nat=
o per
essere libero figliolo, lo leggo nei tuoi occhi ogni volta che ti guardo.
=
p>
Goku<=
/span> si asciugò una lacrima che era riuscita =
a farsi strada sulla sua guancia, e sorrise al padre.
=
p>
-Figliolo, gli uomini sono
fatti per vivere serenamente nel loro angolino di Paradiso. Se non hai la terra, non hai niente.=
Perci=
ò promettimi che un giorno andrai via da questa c=
asa, a
cercare un posto migliore dove vivere e dove coltivare il tuo pezzetto di
terra. Che sarà di tua proprietà, tuo sol=
tanto.
Non importa quanto tempo ci vorrà, promettimi solo che lo farai.
=
p>
Goku<=
/span> adesso non poteva più trattenersi; le la=
crime
scendevano lente e calde dai suoi occhi profondi, senza che lui le comandas=
se.
=
p>
-Te lo prometto, papà.=
=
p>
Il vecchio padre si spense cos&igr=
ave;,
serenamente. Questa volta il suo viso non era più contorto,
ma disteso e rilassato, quasi sorridente. La sua anima stava volando
verso l’alto, verso la Luce.
=
p>
-Andi=
amo Goku, andiamo a
seppellire papà. C’è ancora posto in giardino per una b=
uca
più grossa.
=
p>
Goku<=
/span> si voltò verso il fratello, irato.<=
/o:p>
=
p>
-E=
217; questo il modo in cui piang=
i
nostro padre?
=
p>
-Piangere o non piangere fa lo ste=
sso. E’ morto, niente lo riporterà indietro.
=
p>
-BEH, QUESTA VOLTA SI FARA’ =
COME
DICO IO!- scattò Gok=
u
con rabbia –CHIAMA I BECCHINI: CHE PREPARINO UN SALUTO DEGNO DELLA GR=
ANDE
PERSONA CHE ERA E CHE SARA’ SEMPRE.
=
p>
=
p>
Fine 2° Capit=
olo