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Capitolo 3
Il biondo aiutò Harry ad
alzarsi.
-Ti
reggi?-
Il moro annuì barcollando appena.
Draco lo tenne un momento per le spalle: -Bada alla pelle, che non mi sto mica
rompendo il culo per niente, intesi?-
-Intesi-.
Malfoy lo fece dolcemente
appiattire alla parete, appoggiandosi a lui.
Per un attimo Harry lo sentì così
vicino, quel Draco che era cambiato così tanto, quello che non lo spingeva
attaccato ad una parete, quello che lo stava salvando chissà perchè o per cosa.
Ma non importava, aveva solo che quella possibilità, non avrebbe potuto fare
altrimenti.
-Allora siamo d'accordo. Tu cerca
di tenerti fuori tiro, adesso ci disilludo- e, detto questo, picchiò prima su
Harry e poi su di sé, mentre la spiacevole sensazione che gli venisse rotto un
uovo in testa pervadeva il moro.
Ora non lo vedeva
più.
-Posso... posso fare una cosa
prima?- si sentì chiedere da Malfoy.
-Fa' pure, tanto abbiamo
tempo...-
-Non ci vorrà molto- sussurrò lui
vicinissimo al suo orecchio, tanto che gli dette un brivido lungo la
schiena.
Poi sentì caldo vicino alle labbra,
una sensazione che conosceva fin troppo bene, ma che mai si sarebbe aspettato
che...
Due labbra incontrarono le sue.
Inaspettate, calde, un pò secche. Il respiro rovente che gli faceva accapponare
la pelle. Draco spinse appena contro di lui posando un bacio leggero sulla sua
bocca sottile e tiepida. Aveva le labbra un pò gonfie a causa di qualche taglio
quà e là.
Si staccò
appena.
-C-che
cosa...-
-Shhh...- sussurrò il biondo
mettendogli due dita davanti alle labbra -Questo era un altro dei miei motivi.-
gli sfiorò la mano -Dobbiamo andare adesso-
-Ma...-
-Niente ma. Di dubbi ne ho tanti
anch'io ma adesso non c'è più tempo-.
Poi chiamò le guardie perchè gli
aprissero, la bacchetta in mano.
Appena uno dei due uomini si
affacciò nella cella, Draco lo stese con un incantesimo inverbale. L'uomo cadde
a terra.
Uscirono e si ritrovarono davanti
l'altro, che però finì all'istante contro un muro e
svenne.
Harry si sentì prendere per un
braccio. Draco lo stava conducendo in alto, verso l'uscita, o verso chissà che
cosa.
Diamine, l'aveva appena
baciato.
Malfoy. Gli era sembrato così
insicuro, piccolo, imbarazzato quasi...
-Qui dentro non ci si può
smaterializzare. Il confine è tra le due querce a pochi metri dal portone, in
caso non dovessimo giungervi insieme-
-Ho
capito-
-Adesso stiamo andando verso
l'uscita est. Non c'è molta sorveglianza là, almeno
ultimamente.-.
Salirono tre o quattro rampe di
scale, facendo attenzione a non compromettersi urtando
qualcosa.
Arrivarono in un lungo corridoio
senza torce, illuminato solo da qualche residuo della luce del crepuscolo che
penetrava a fatica da alti finestroni impolverati.
-Ecco, quella è l'uscita...- gli
disse il biondo.
-Peccato che non ci
arriverete...- tuonò una voce
stridula alle loro spalle.
I peli gli si
rizzarono sulla nuca, e si voltarono di scatto tutti e
due.
Draco non smise
di tenerlo per un avambraccio.
Pansy
Parkinson e Bellatrix Lengstrage
erano dietro di loro, la bacchetta sfoderata; Bellatrix con la sua immancabile
espressione perversa.
Ma era Pansy a
spaventare Harry: il volto deformato da un'orrenda smorfia di disprezzo, magra,
scarna, mal vestita, sciupata, infuriata. Non un barlume della stupenda ragazza
dei tempi di Hogwarts. Gli occhi accesi da una luce che non era la
sua.
-Non l'avrei
fatto, Draco...- disse quasi sibilando guardando l'uomo negli occhi azzurro
ghiaccio -Se io ti fossi bastata... e invece no, no, tu devi sempre ricrederti,
fare il finto mistico, andare a fare l'eroe, farci ammazzare
tutti!-
-Ehi, calmati,
io...-
-Ah, io dovrei
calmarmi?! Stupeficium!-.
Harry si scansò
appena in tempo per schivare il fiotto di luce rossa che gli passò a pochi
millimetri dal torace.
Bellatrix
cacciò un urlo e si mise a correre verso un punto indefinito: era difficile
distinguerli, anche se non erano del tutto invisibili.
-Pansy,
fermati!- sentì urlare Draco, mentre un incantesimo si scagliava addosso al
muro.
-L'hai voluto
tu! Cosa ti costava volermi un po' più di bene?- gridò Pansy, tenendo dietro
alla sagoma indefinita del biondo che correva verso la porta. Lanciava
maledizioni all'impazzata.
-Lo sai che
uccidere lui non porterà a niente! Non riuscirebbe a ucciderlo
comunque!-
-Non- la donna
prese la rincorsa appena vide Draco esitare
-Mi- fece una
sforbiciata in avanti
-IMPORTA!!-
Bum. Gli fu sopra. La bacchetta puntata al cuore. Ancora quella strana luce
negli occhi, ora leggermente velati. Si chinò su di lui lentamente -Draco,
volevo solo che mi amassi...- sussurrò.
Distratta da
quella trovata, la Black distolse lo sguardo dal punto nel quale pensava
trovarsi il moro. Ed Harry prese il colpo per divincolarsi dalla donna: balzò in
avanti e colpì Pansy in pieno viso con un calcio.
-Aaaah,
maledetto!- stridette tenendosi il viso tra le mani.
Draco sgusciò
via dalla sua portata, colpendo Bellatrix allo stomaco con una gomitata: -Scappa
Harry! Smaterializzati!-
-E tu?- gli
urlò dietro.
Il biondo
incrociò fugacemente il suo sguardo, che si posò su
Bellatrix.
L'avevano
intrappolato.
Da dietro gli
stava arrivando Pansy, da davanti quell'altra.
-Draco, la
bacchetta!-
-Expelliarmus!-
gridò il biondo contro Bellatrix, la cui bacchetta finì a pochi passi da Harry,
che lesto l'afferrò e gliela puntò alla schiena.
Lei si
voltò.
Pansy non smise
di correre.
Harry puntò la
bacchetta contro Bellatrix, che, spiazzata, rimase lì
imbambolata.
Un ultimo
sguardo a quegli occhi folli, incavati, a quella donna che gli aveva portato via
Sirius...
Il suo viso si
contorse in una smorfia di odio e gridò
-Sectusempra!-.
Fiotti di
sangue schizzarono da quel corpo scarno, sede di una cattiveria malata, che ora
non avrebbe più danneggiato nessuno.
Lei,
semplicemente, stava smettendo di esistere, immersa in una pozzanghera del suo
sangue puro, scuro, crudele.
Sangue di
Black.
Il sangue che
Harry aveva insieme odiato e amato.
Un brivido
scosse violentemente la donna, che poi non si mosse più. Prigioniera
dell'infinità che l'aspettava, di un perdono che non le sarebbe mai stato
concesso, e che mai avrebbe voluto.
-Avada
Ke...-
-Protego!-
gridò Draco, in risposta a Pansy.
Harry, che fino
a quel momento era rimasto immobile a fissare il cadavere della donna, alzò di
scatto lo sguardo: la Parkinson lo voleva uccidere sul serio, voleva uccidere
Malfoy, colpevole di essersi accorto troppo tardi di essere nello
sbaglio.
Draco la beccò
in pieno con una lingua di fuoco scaturita dalla bacchetta, e cominciò a correre
verso la porta: -Potter, corri maledizione!- Harry si lanciò verso l'uscita,
Draco alle calcagna, mentre Pansy si rialzava da terra.
Il moro si
gettò sulla maniglia della porta, spalancandola. Si voltò appena in tempo per
vedere la donna gettarsi verso Draco, che non si era accorto di avercela
dietro.
La vide
puntargli la bacchetta in mezzo alle scapole.
Fu un attimo:
Harry le puntò a sua volta la bacchetta contro, e mentre lei stava per
pronunciare la maledizione, gridò -Avada Kedavra!-.
La donna fece
appena in tempo a sgranare gli occhi, abbagliati dal getto di luce verde, prima
di cadere a terra con un tonfo sordo. Finita.
Draco si girò
di scatto verso di lei, ma non fece tempo a prenderla al
volo.
Era caduta
violentemente, le braccia scomposte, innaturali. Gli occhi scuri ancora
spalancati.
Draco la guardò
un istante, poi si chinò su di lei.
Le chiuse le
palpebre con un gesto lento, soppesato.
-Draco,
io...-
-Shhh... non
devi scusarti... mi hai salvato la pelle- disse lui, restando chinato su di
lei.
Le appoggiò le
mani sul ventre -Così sembri quella di sempre...- le sussurrò, -Mi sei mancata
tantissimo...- sapeva che non poteva sentirlo, ma qualcosa in lui si ruppe, o si
ricompose, nell'istante nel quale la vide lì, a terra, gli occhi chiusi.
Finalmente tranquilla, in pace.
-Dobbiamo
andare...- disse Harry, sentendo dei passi avvicinarsi al
corridoio.
Draco le posò
un bacio sulla guancia -Ciao ciao piccolina- le sussurrò. Nessuno potè sentirlo.
La chiamava così a Hogwarts, quando ancora non pensavano al futuro, quando
l'unica loro preoccupazione era riuscire a sgattaiolare in bagno almeno due
volte al giorno.
Sembravano così
distanti...
Finalmente si
alzò e si voltò verso Harry -Andiamocene da qui- disse.
Corsero
rapidamente fino alle due querce. Le sorpassarono.
-Draco...- lo
chiamò Harry, prendendogli un braccio -Mi dispiace-.
L'uomo parve
rattristirsi, guardando verso il castello -Era diventata pazza. Non riuscivo più
a vederla in quello stato... spero solo che riesca a star meglio, da qualche
parte, dove andrà-.
Harry lo
abbracciò d'impulso, appena vide i suoi occhi azzurri
inumidirsi.
-N-non... non
riuscivo più a vederla così. Mi chiedevo come poteva, come... chi l'aveva fatta
d-diventare così...-.
-Adesso ti
porto al sicuro. Devi calmarti.-.
Draco sciolse
la sua stretta e guardò da un'altra parte: -No, sto bene. Dove dobbiamo
andare?-
-Tienimi per un
braccio, ti ci porto io- disse Harry.
Draco gettò un
ultimo fugace sguardo verso il castello. Poi si voltò verso Harry e si lasciò
portare via.
Verso la vita,
verso la fine... ovunque lo stesse portando.
Era
morta.
No, era brutto
pensarla così. Se n'era andata, ecco. Finalmente era riuscita a lasciare quel
mondo che l'aveva trasformata in una donna così cruda, cupa,
spietata.
Ma lei non era
così. Lei era sempre rimasta, per lui, la sua dolce Pansy; quella che gli
accarezzava i capelli, che lo coccolava, che si lasciava
amare.
E così sarebbe
rimasta per sempre.
Una piuma nera,
nel vento.
Malfoy sapeva
che avrebbe dovuto pagare lui, per la morte della donna. Non
Harry.
Non fu sorpreso
quindi quando, tre giorni dopo, si ritrovò davanti a sette mangiamorte che gli
puntavano la bacchetta contro.
Harry al suo
fianco, ma questa volta loro non volevano lui. Volevano
Draco.
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