Devoir

di lady black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Devoir

Capitolo 1




-Ehi, Malfoy- lo chiamò Pansy.

L'uomo continuò a fissare un punto imprecisato là fuori, nel mondo, fuori da quel castello.

-Dimmi-

-L'hanno preso- gli disse, quasi sputandogli le parole addosso. Non una vena di soddisfazione, non un sussulto nella sua voce. Da tempo era diventata così, fredda, impassibile di fronte a tutto.

Il cuore di Draco invece esitò.


Lui.

Preso, legato, torturato.

In una cella nei sotterranei. Appena qualche decina di metri sotto di lui.

Mio Dio.

-Quando?-

-Stanotte. Hanno fatto un attacco a sorpresa alla base segreta dell'Ordine, coi licantropi. Sono morti un paio di uomini, un Weasley, quello che lavorava coi draghi, sai quello che...-

-Va' avanti-

-Beh si, insomma, si sono smaterializzati tutti e lui l'hanno preso prima. Una trappola, avevano preso la Weasley piccola e lui ci è cascato come un pesce! Solo che lei è riuscita a scappare.-.

Dunque era morto Charlie? O Bill? Non se ne ricordava uno, erano tutti rossi alti e straccioni.

-Credo che gli voglia estorcere qualche informazione e poi... chissà, forse lo terrà qui un paio di giorni- continuò la donna.

-Sai...- gli disse avvicinandosi al suo collo in una maniera volutamente sensuale.

-Mi è sempre piaciuta quell'aria che assumevi quando lo prendevi in giro...- gli baciò una guancia.

-Puoi andare, per favore?- disse lui scansandosi di un po'.

-L'hanno messo nella 97. Tanto so che me l'avresti chiesto comunque- e si chiuse la porta alle spalle.


L'uomo si lasciò scivolare a sedere sul freddo pavimento di pietra. Si intrecciò una mano tra i capelli chiari.

"Se solo non avessi tutto quest'orgoglio... io potrei, se tu non ti rifiutassi di guardarmi in faccia...".

Eppure il solo pensiero di lui, legato laggiù da qualche parte, torturato, minacciato di una morte che tanto arriverebbe comunque, una volta ottenute le informazioni necessarie...

Lo sapeva bene, lui, cosa voleva dire dover scegliere tra sè stessi e i propri cari.

La cella 97.

Sbattè le palpebre.

-Oh, al diavolo tutto...- mormorò, ed uscito dalla stanza si diresse verso i sotterranei.



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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Devoir

Capitolo 2




Faceva freddo, mentre scendeva gli angusti scalini di pietra, con la sua solita aria indifferente.

Ma questa volta il cuore gli martellava nel petto.

Draco Malfoy, che corre a salvare Lui... si, proprio lui.

Potter, l'unico che fosse mai stato in grado di farlo sentire vivo, il suo antagonista eppure il suo tutto, la sua arrogante eppure essenziale contraddizione.

Colui che poteva infrangere le regole. Colui che poteva salvare il mondo.

Ma che ora non avrebbe più potuto salvare niente, visto che l'avevano preso.

Draco. Tre anni dopo quella notte sulla torre di Astronomia.

Ricordava cosa aveva provato quando gli avevano detto che anche Harry era lassù, che lui aveva visto le sue deboli difese crollare.

Lui sapeva che stava per cedere, che avrebbe potuto farlo... se non fossero arrivati gli altri.


Eccomi”, pensò quando arrivò all'inizio del corridoio delle celle.

C'erano due uomini davanti alla 97. Ecco uno dei nuovi ingegni del Signore Oscuro: ingaggiare come guardie sempliciotti sotto imperius.

Forse temeva che i dissennatori l'avrebbero ucciso? Chi può dirlo.


-Devo interrogare il prigioniero- disse ai due.

Quello più grosso estrasse dalla tunica la bacchetta e, con un incantesimo inverbale, l'aprì.

Sono pure furbi” pensò lui.


Entrò nella cella. Dapprima andò a tentoni per la poca luce. Poi sentì la porta sbattere alle sue spalle, ed i suoi occhi si abituarono al buio.

Lo vide, vide un ammasso di cenci raggomitolato in un angolino. Delle catene ancorate alla parete che probabilmente lo vincolavano per le caviglie.

Strano, nulla che potesse essere spezzato esclusivamente con una bacchetta.

Harry alzò il viso, e nel cercare di capire l'identità del visitatore, socchiuse gli occhi quel tanto da mostrare delle scure ammaccature alla fronte e sulle palbebre.

Non parlò, non un cenno, nulla. Ritornò a nascondere il viso tra i suoi stracci.


Draco si inginocchiò davanti a lui, appoggiando esitante una mano sulla sua spalla:

-Fatti vedere, hai dei brutti tagli...- gli disse a voce bassissima.

Forse sorpreso da quel tono, e dalla voce che non gli era del tutto sconosciuta, il moro alzò gli occhi.

E si ritrovò faccia a faccia con quello che un tempo era Draco Malfoy.

Ed ora... non sapeva nemmeno come definirlo. Un po' di barba, i capelli più spettinati, più lunghi, più sciupato, magro...

E soprattutto, con una mano sulla sua spalla.

-Che diamine...- disse ritraendosi bruscamente.

-Ehi no no fermo, non sono qui per farti niente.-

-Tu... tu hai...-

-Si, si. Non lo sa nessuno che sono qui. E sto rischiando grosso, quindi Potter mi faresti un piacere se collaborassi perchè non ho molto tempo.-

Harry stette zitto, guardando altrove, badando a non incoraggiarlo. L'avevano mandato a estorcergli qualcosa con le buone?

-Fammi vedere in faccia cos'hai...- gli disse prendendogli il viso per il mento.

Harry gli lasciò fare.

Harry, dio... dovrei essere io a fare il bastardo, non tu...” pensava.

E si ritrovò così vicino a quel viso ammaccato, provato, a quegli occhi così profondi, verdissimi, puri nonostante tutte le persone che avevano visto agonizzare e supplicare pietà che proprio lui, Harry, non aveva più concesso, dopo la morte di Silente.

-Ah, cazzo Malfoy- sibilò lui quando il biondo gli sfiorò un taglio particolarmente profondo su uno zigomo.

Draco lo lasciò. Fissò gli occhi nei suoi. Lo guardò mentre si stringeva nei pochi vestiti che gli avevano lasciato.

No, non poteva più lasciarlo lì. Troppi rimpianti, ricordi, debiti.

-Ti devo portare via da qui- gli sussurrò.

Harry dilatò gli occhi -Cosa vuoi dire? Dove mi portate-

-No, non hai capito... Io ti porto via. Via da qui.-.

-Cosa hai in mente? Credi di poter...-

-Ascoltami, Harry, qui ti ammazzano, ok? Vuoi anche i particolari?- Harry deglutì lasciandosi tenere per le spalle.

-Domani, o forse il giorno dopo, non importa... quando avranno le informazioni che servono loro, ti faranno fuori. Quindi, te ne devi andare. E da solo non ce la puoi fare.-.

Draco strinse appena di più quelle spalle esili, che tante volte aveva puntato con odio con la bacchetta, e, suo malgrado, sorrise debolmente.

-Chi te lo fa fare Malfoy? Cosa ti aspetti?- gli chiese Harry.

-Tu... cioè, tutto in pratica...- si passò una mano tra i capelli biondi -Ascoltami bene ora, non c'è molto tempo. Tu hai sempre combattuto dalla parte giusta, anche se magari in modo ebete, riconoscilo. Silente, Black, i Weasley, Neville... sono tutti morti per te, perchè volevano vederti vincere. Ed io per cosa ho combattuto? Per qualcosa che non conosco! Per un marchio...- e si tirò su la manica sinistra scoprendo il marchio dei mangiamorte -... per un nome che non mi è mai appartenuto. Non puoi essere fatto fuori così. In battaglia magari, ma non qui... non così- sussurrò.

-Ma... io credevo che tu... si insomma, sei sempre stato pronto a farmi fuori. Potresti uccidermi adesso e guadagnarmi la gloria.-

Draco guardò da un'altra parte -Si, avrei potuto ucciderti in qualsiasi momento. Anche ora, certo. Ma non l'ho fatto e non lo farò. Vuoi sapere il perchè?-

Harry lo guardò incerto. Poi annuì.

Il ragazzo si avvicinò al suo orecchio e sibilò -Io marcirò all'inferno per tutto ciò che ho fatto, per Silente, per la mia famiglia... io ho fatto uccidere i miei genitori pur di salvarmi la pelle. Sono un codardo. Ma non posso permettere che per colpa mia uccidano anche te. Harry... l'ho scoperta io la vostra base segreta. È colpa mia se è morto quel Weasley.-.

Si accasciò contro Harry, ansimava.

Il moro non ebbe il coraggio di dire nulla.

Quante persone erano morte a causa di loro due? Quante persone che per loro sarebbero rimaste solo nomi, ombre?

E sentì Draco Malfoy piangere su di lui. Lacrime di qualcuno che la salvezza l'aveva persa, e cercava di ritrovarla aggrappandovisi coi denti, con le unghie.

-Ehi...- gli battè su una spalla -D'accordo, tirami fuori di qui. Ma devi promettermi che verrai con me, se ce la caveremo.-

Draco tirò su col naso guardandolo negli occhi -Draco Malfoy alleato dei Buoni... ok, mi uccideranno. Ho fatto uccidere metà di voi.-

-Mi stai salvando la vita- sussurrò Harry.



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Devoir

Capitolo 3




Il biondo aiutò Harry ad alzarsi.

-Ti reggi?-

Il moro annuì barcollando appena. Draco lo tenne un momento per le spalle: -Bada alla pelle, che non mi sto mica rompendo il culo per niente, intesi?-

-Intesi-.

Malfoy lo fece dolcemente appiattire alla parete, appoggiandosi a lui.

Per un attimo Harry lo sentì così vicino, quel Draco che era cambiato così tanto, quello che non lo spingeva attaccato ad una parete, quello che lo stava salvando chissà perchè o per cosa. Ma non importava, aveva solo che quella possibilità, non avrebbe potuto fare altrimenti.

-Allora siamo d'accordo. Tu cerca di tenerti fuori tiro, adesso ci disilludo- e, detto questo, picchiò prima su Harry e poi su di sé, mentre la spiacevole sensazione che gli venisse rotto un uovo in testa pervadeva il moro.

Ora non lo vedeva più.

-Posso... posso fare una cosa prima?- si sentì chiedere da Malfoy.

-Fa' pure, tanto abbiamo tempo...-

-Non ci vorrà molto- sussurrò lui vicinissimo al suo orecchio, tanto che gli dette un brivido lungo la schiena.

Poi sentì caldo vicino alle labbra, una sensazione che conosceva fin troppo bene, ma che mai si sarebbe aspettato che...

Due labbra incontrarono le sue. Inaspettate, calde, un pò secche. Il respiro rovente che gli faceva accapponare la pelle. Draco spinse appena contro di lui posando un bacio leggero sulla sua bocca sottile e tiepida. Aveva le labbra un pò gonfie a causa di qualche taglio quà e là.

Si staccò appena.

-C-che cosa...-

-Shhh...- sussurrò il biondo mettendogli due dita davanti alle labbra -Questo era un altro dei miei motivi.- gli sfiorò la mano -Dobbiamo andare adesso-

-Ma...-

-Niente ma. Di dubbi ne ho tanti anch'io ma adesso non c'è più tempo-.

Poi chiamò le guardie perchè gli aprissero, la bacchetta in mano.

Appena uno dei due uomini si affacciò nella cella, Draco lo stese con un incantesimo inverbale. L'uomo cadde a terra.

Uscirono e si ritrovarono davanti l'altro, che però finì all'istante contro un muro e svenne.

Harry si sentì prendere per un braccio. Draco lo stava conducendo in alto, verso l'uscita, o verso chissà che cosa.

Diamine, l'aveva appena baciato.

Malfoy. Gli era sembrato così insicuro, piccolo, imbarazzato quasi...

-Qui dentro non ci si può smaterializzare. Il confine è tra le due querce a pochi metri dal portone, in caso non dovessimo giungervi insieme-

-Ho capito-

-Adesso stiamo andando verso l'uscita est. Non c'è molta sorveglianza là, almeno ultimamente.-.

Salirono tre o quattro rampe di scale, facendo attenzione a non compromettersi urtando qualcosa.

Arrivarono in un lungo corridoio senza torce, illuminato solo da qualche residuo della luce del crepuscolo che penetrava a fatica da alti finestroni impolverati.

-Ecco, quella è l'uscita...- gli disse il biondo.

-Peccato che non ci arriverete...- tuonò una voce stridula alle loro spalle.

I peli gli si rizzarono sulla nuca, e si voltarono di scatto tutti e due.

Draco non smise di tenerlo per un avambraccio.

Pansy Parkinson e Bellatrix Lengstrage erano dietro di loro, la bacchetta sfoderata; Bellatrix con la sua immancabile espressione perversa.

Ma era Pansy a spaventare Harry: il volto deformato da un'orrenda smorfia di disprezzo, magra, scarna, mal vestita, sciupata, infuriata. Non un barlume della stupenda ragazza dei tempi di Hogwarts. Gli occhi accesi da una luce che non era la sua.

-Non l'avrei fatto, Draco...- disse quasi sibilando guardando l'uomo negli occhi azzurro ghiaccio -Se io ti fossi bastata... e invece no, no, tu devi sempre ricrederti, fare il finto mistico, andare a fare l'eroe, farci ammazzare tutti!-

-Ehi, calmati, io...-

-Ah, io dovrei calmarmi?! Stupeficium!-.

Harry si scansò appena in tempo per schivare il fiotto di luce rossa che gli passò a pochi millimetri dal torace.

Bellatrix cacciò un urlo e si mise a correre verso un punto indefinito: era difficile distinguerli, anche se non erano del tutto invisibili.

-Pansy, fermati!- sentì urlare Draco, mentre un incantesimo si scagliava addosso al muro.

-L'hai voluto tu! Cosa ti costava volermi un po' più di bene?- gridò Pansy, tenendo dietro alla sagoma indefinita del biondo che correva verso la porta. Lanciava maledizioni all'impazzata.

-Lo sai che uccidere lui non porterà a niente! Non riuscirebbe a ucciderlo comunque!-

-Non- la donna prese la rincorsa appena vide Draco esitare

-Mi- fece una sforbiciata in avanti

-IMPORTA!!- Bum. Gli fu sopra. La bacchetta puntata al cuore. Ancora quella strana luce negli occhi, ora leggermente velati. Si chinò su di lui lentamente -Draco, volevo solo che mi amassi...- sussurrò.

Distratta da quella trovata, la Black distolse lo sguardo dal punto nel quale pensava trovarsi il moro. Ed Harry prese il colpo per divincolarsi dalla donna: balzò in avanti e colpì Pansy in pieno viso con un calcio.

-Aaaah, maledetto!- stridette tenendosi il viso tra le mani.

Draco sgusciò via dalla sua portata, colpendo Bellatrix allo stomaco con una gomitata: -Scappa Harry! Smaterializzati!-

-E tu?- gli urlò dietro.

Il biondo incrociò fugacemente il suo sguardo, che si posò su Bellatrix.

L'avevano intrappolato.

Da dietro gli stava arrivando Pansy, da davanti quell'altra.

-Draco, la bacchetta!-

-Expelliarmus!- gridò il biondo contro Bellatrix, la cui bacchetta finì a pochi passi da Harry, che lesto l'afferrò e gliela puntò alla schiena.

Lei si voltò.

Pansy non smise di correre.

Harry puntò la bacchetta contro Bellatrix, che, spiazzata, rimase lì imbambolata.

Un ultimo sguardo a quegli occhi folli, incavati, a quella donna che gli aveva portato via Sirius...

Il suo viso si contorse in una smorfia di odio e gridò -Sectusempra!-.

Fiotti di sangue schizzarono da quel corpo scarno, sede di una cattiveria malata, che ora non avrebbe più danneggiato nessuno.

Lei, semplicemente, stava smettendo di esistere, immersa in una pozzanghera del suo sangue puro, scuro, crudele.

Sangue di Black.

Il sangue che Harry aveva insieme odiato e amato.

Un brivido scosse violentemente la donna, che poi non si mosse più. Prigioniera dell'infinità che l'aspettava, di un perdono che non le sarebbe mai stato concesso, e che mai avrebbe voluto.

-Avada Ke...-

-Protego!- gridò Draco, in risposta a Pansy.

Harry, che fino a quel momento era rimasto immobile a fissare il cadavere della donna, alzò di scatto lo sguardo: la Parkinson lo voleva uccidere sul serio, voleva uccidere Malfoy, colpevole di essersi accorto troppo tardi di essere nello sbaglio.

Draco la beccò in pieno con una lingua di fuoco scaturita dalla bacchetta, e cominciò a correre verso la porta: -Potter, corri maledizione!- Harry si lanciò verso l'uscita, Draco alle calcagna, mentre Pansy si rialzava da terra.

Il moro si gettò sulla maniglia della porta, spalancandola. Si voltò appena in tempo per vedere la donna gettarsi verso Draco, che non si era accorto di avercela dietro.

La vide puntargli la bacchetta in mezzo alle scapole.

Fu un attimo: Harry le puntò a sua volta la bacchetta contro, e mentre lei stava per pronunciare la maledizione, gridò -Avada Kedavra!-.

La donna fece appena in tempo a sgranare gli occhi, abbagliati dal getto di luce verde, prima di cadere a terra con un tonfo sordo. Finita.

Draco si girò di scatto verso di lei, ma non fece tempo a prenderla al volo.

Era caduta violentemente, le braccia scomposte, innaturali. Gli occhi scuri ancora spalancati.

Draco la guardò un istante, poi si chinò su di lei.

Le chiuse le palpebre con un gesto lento, soppesato.

-Draco, io...-

-Shhh... non devi scusarti... mi hai salvato la pelle- disse lui, restando chinato su di lei.

Le appoggiò le mani sul ventre -Così sembri quella di sempre...- le sussurrò, -Mi sei mancata tantissimo...- sapeva che non poteva sentirlo, ma qualcosa in lui si ruppe, o si ricompose, nell'istante nel quale la vide lì, a terra, gli occhi chiusi. Finalmente tranquilla, in pace.

-Dobbiamo andare...- disse Harry, sentendo dei passi avvicinarsi al corridoio.

Draco le posò un bacio sulla guancia -Ciao ciao piccolina- le sussurrò. Nessuno potè sentirlo. La chiamava così a Hogwarts, quando ancora non pensavano al futuro, quando l'unica loro preoccupazione era riuscire a sgattaiolare in bagno almeno due volte al giorno.

Sembravano così distanti...

Finalmente si alzò e si voltò verso Harry -Andiamocene da qui- disse.

Corsero rapidamente fino alle due querce. Le sorpassarono.

-Draco...- lo chiamò Harry, prendendogli un braccio -Mi dispiace-.

L'uomo parve rattristirsi, guardando verso il castello -Era diventata pazza. Non riuscivo più a vederla in quello stato... spero solo che riesca a star meglio, da qualche parte, dove andrà-.

Harry lo abbracciò d'impulso, appena vide i suoi occhi azzurri inumidirsi.

-N-non... non riuscivo più a vederla così. Mi chiedevo come poteva, come... chi l'aveva fatta d-diventare così...-.

-Adesso ti porto al sicuro. Devi calmarti.-.

Draco sciolse la sua stretta e guardò da un'altra parte: -No, sto bene. Dove dobbiamo andare?-

-Tienimi per un braccio, ti ci porto io- disse Harry.

Draco gettò un ultimo fugace sguardo verso il castello. Poi si voltò verso Harry e si lasciò portare via.

Verso la vita, verso la fine... ovunque lo stesse portando.


Era morta.

No, era brutto pensarla così. Se n'era andata, ecco. Finalmente era riuscita a lasciare quel mondo che l'aveva trasformata in una donna così cruda, cupa, spietata.

Ma lei non era così. Lei era sempre rimasta, per lui, la sua dolce Pansy; quella che gli accarezzava i capelli, che lo coccolava, che si lasciava amare.

E così sarebbe rimasta per sempre.

Una piuma nera, nel vento.


Malfoy sapeva che avrebbe dovuto pagare lui, per la morte della donna. Non Harry.

Non fu sorpreso quindi quando, tre giorni dopo, si ritrovò davanti a sette mangiamorte che gli puntavano la bacchetta contro.

Harry al suo fianco, ma questa volta loro non volevano lui. Volevano Draco.

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