Everything has a beginning and an end.

di PixieHoran_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life. ***
Capitolo 2: *** Fun, fears and friends. ***
Capitolo 3: *** Life begins to smile. ***
Capitolo 4: *** You are that a woman wishes. ***
Capitolo 5: *** I didn't think this was possible. ***
Capitolo 6: *** Dream or reality? ***
Capitolo 7: *** I'm your baby and you don't know. ***
Capitolo 8: *** Welcome new family. ***
Capitolo 9: *** What the fuck? ***
Capitolo 10: *** Changes and revelations. ***
Capitolo 11: *** Just one day at the party. ***
Capitolo 12: *** Don't worry Niall, go. ***
Capitolo 13: *** The best party of my life! ***
Capitolo 14: *** Forgive me. ***
Capitolo 15: *** Surprise! ***
Capitolo 16: *** Dinner by candlelight. ***
Capitolo 17: *** Unexpected. ***
Capitolo 18: *** Idiot. ***
Capitolo 19: *** Misunderstanding. ***
Capitolo 20: *** You always surprise me. ***
Capitolo 21: *** Together! ***
Capitolo 22: *** Our amazing fable. ***



Capitolo 1
*** New life. ***


Ragazze, questa è la mia prima FF, siate buone :*






La ragazza si ritrovò a camminare per i corridoi del liceo più famoso di Londra, Westminster High School, che aveva deciso di frequentare per la seconda volta.

Teneva la mappa delle lezioni davanti gli occhi con l’intento di nascondersi dagli sguardi indiscreti dei ragazzi intorno a lei.

Dana aveva la pelle chiara, era alta e slanciata, e quella polo bianca con una gonna blu metteva maggiormente in risalto le sue forme perfette.

Forse era per quello che i ragazzi le sbavavano dietro, mentre le compagne le lanciavano occhiate cariche d’odio mettendola ancor più in soggezione.

Aveva lunghi capelli neri e due bellissimi occhi grigio-verdi, un piccolo naso alla francese e un magnifico sorriso.

All’età di 14 anni aveva messo piede -per la prima volta-in quell’edificio ma la storia era sempre la stessa: ansia, preoccupazione, vergogna.

Erano queste le emozioni che provava quando entrava in una nuova scuola; tutta colpa di quel dannato lavoro di mammina e paparino.

I suoi erano due avvocati che giravano il mondo a cui -ne era certa- la presenza di quella figlia nella loro vita era solo un peso.

Quando era piccola, trascorreva le giornate con i nonni mentre i suoi erano chissà in quale parte del mondo; nell’arco di 17 anni quei due cari vecchietti avevano fatto da padre, madre, fratello, sorella e tutte le altre figure di cui si ha bisogno nella vita.

Ma com’è che si dice? Niente è per sempre? Be’ è dannatamente vero.

In breve tempo aveva perso le uniche persone che le erano state realmente vicine anche nei momenti difficili come l’adolescenza, il primo amore, i problemi di salute…

Dana ha davvero sofferto dopo la loro scomparsa, era quasi caduta in depressione, loro erano le persone più importanti della sua vita! Se solo quella cazzo di macchina avesse colpito qualcun altro!
Ci è voluto tempo, l’aiuto dello psicologo e l’attenzione dei genitori -quando hanno capito che la situazione non era da sottovalutare- per realizzare che purtroppo la vita va avanti e che bisogna viverla senza rimpianti.

Così la ragazza si è fatta forza e si è rialzata dal letto e da quel cuscino che veniva sporcato ogni giorno da litri di mascara.



Oh, scusa’ esclamò Dana alzando gli occhi dal foglio e scrutando la persona che aveva di fronte.

Si perse in un paio di occhi color cielo, prima di riprendersi dallo stato di trance.

Colpa mia’ le sorrise il giovane, porgendole la mano ‘Sono -un biondino mozzafiato- Niall’

Dana’ rispose lei prima, sorridendo imbarazzata, poi stringendo con energia la mano del ragazzo.

In quel momento suonò la campanella e la mora entrò visibilmente nel panico.

Devo scappare!’ urlò superando il biondo.

Ehi che ti prende?’ le chiese questo prendendola per un braccio.

C’è che stanno per cominciare le lezioni e io non sono ancora riuscita a trovare la mia classe’ sbuffò.

Niall scoppiò in una fragorosa risata -come suo solito- facendola innervosire maggiormente.

Che cazzo hai da ridere?!’ sbottò lei mentre con uno scatto fulmineo mollò la salda presa del ragazzo, allontanandosi di alcuni passi.

Il ragazzo restò sorpreso dalla sua reazione, quella ragazza aveva carattere!

La raggiunse e l’afferrò per il polso, Dana si voltò e lo fulminò con lo sguardo.

Ma la smetti?!

Niall non sapeva cosa risponderle, aveva reagito d’impulso e non si aspettava una reazione del genere. Perché con lei era diverso? Insomma lui era Niall James Horan, mica uno qualunque, non doveva preoccuparsi di nulla.

Aveva una coda infinita di donne che morivano con un suo semplice ‘ciao’ o cose del genere…e lui perdeva tempo con quella?

Scusa, è che-che volevo aiutarti a trovare la tua classe’ disse grattandosi la testa come faceva in momenti di nervosismo o imbarazzo.

Alzò lo sguardo dalle sue Nike blu per scrutare quel mistero di ragazza che aveva di fronte. Lei si intenerì subito davanti a un cucciolo del genere.

Scusami tu, Niall…E’ che oggi sono nervosa…’ rispose soffermandosi a guardare la mano del biondo ancora stretta al polso di lei.

Tranquilla…’ la incoraggiò per poi prendendole il foglio dalle mani.

Mmm 4f…siamo nel posto giusto’ disse cominciando a camminare con Dana a fianco, si grattò più volte la testa voltandosi in continuazione e borbottando parole incomprensibili.

Di sottecchi notò che la ragazza sorrideva divertita.

Mi trovi buffo?’ scherzò.

Mentirei se ti dicessi di no’ rispose lei con una linguaccia.

Niall si finse offeso e Dana gli diede delle leggere pacche sulla schiena come per incoraggiarlo.

Arrivati! Non eri poi tanto lontana’ esclamò fermandosi di colpo e restituendole il foglietto tutto stropicciato.

Grazie mille, non so come avrei fatto senza di te’ disse la ragazza schioccandogli un grosso bacio sulla guancia per poi affrettarsi ad entrare in classe, lasciandolo con un sorriso da ebete a toccarsi il punto in cui le sue splendide labbra rosee si erano leggermente appoggiate.

Prego’ rispose Niall abbassando man mano la voce notando che la meravigliosa ragazza che fino a 3 secondi fa aveva davanti si era dileguata.

Si voltò, mise le mani in tasca e cercò di fare mente locale…

Ok, dove si trova la mia di classe?



Che cazzo di fine hai fatto?’ gli chiese il suo compagno di banco nonché migliore amico, Harry.

Al cesso??’ scoppiò a ridere notando la faccia dell’altro.

Sei troppo allegro per essere solo andato al cesso’ constatò il riccio.

Cazzo lasciami in pace!’ esclamò il biondo dandogli un colpetto amichevole sul braccio.

Ti va bene solo perché è entrata quella gallina della prof, sono stato chiaro?

Sisi, chiarissimo’ rispose il biondo con un sorriso beffardo prima di voltarsi a fissare davanti a sé.

 

Dana

'Cazzo! Che fine hanno fatto quelle fottute chiavi??? urlai rovesciando il contenuto dalla mia borsetta.

C’era di tutto: portafogli, lime, trucchi, assorbenti e l’invito alla festa di stasera.

'Salve signora Debnie scoppiai in una risata isterica quando vidi lespressione della donna scandalizzata di fronte. Non ha mai sentito dire qualche parolaccia?

Mi sedetti a terra, con la testa fra le gambe e attesi qualche secondo per calmarmi; le avrei cercate subito dopo.

 

 

 

Niall camminava con la testa altrove tra le vie affollate del centro di Londra, nonostante fossero passati 2 giorni non riusciva a togliersi dalla mente quella ragazza bellissima ma allo stesso tempo strana. Era troppo…troppo…be’...codardo. Si, era troppo codardo per tornare da lei.

Dopo aver girato senza una meta precisa si fermò a guardare il cielo.

Non erano nemmeno le 18 ma già era buio pesto.

BrrBrr

Porta le tue chiappe a casa mia che oggi si fa casino!

Harry

Il biondo sorrise nel leggere quel messaggio: non era la prima volta che il riccio organizzava megaparty e ogni volta Niall se la spassava tantissimo con quei 4 pazzi dei suoi amici.

E poicerano delle fighe pazzesche in miniabiti e scarpe vertiginose con cuibe trascorrere una bellissima nottata a giocare a burraco?

Non è che Niall o ognuno di loro fosse un po stronzo? Ma no! In fondo loro volevano solo divertirsi. Il biondo però aveva fatto un giuramento…

 

E poi chissàmagari riuscirò a farla sparire dalla mia testa!  sospirò mentre si dirigeva a grandi passi verso la splendida serata che lo attendeva.



'Ciao, tesoro! gli disse Louis andando alla porta e baciandolo sul collo.

'Cazzo, la festa è appena cominciata e sei già ubriaco fradicio, Tommo? rispose il biondino allontanandolo da sé per guardarlo in quegli occhi blu, un po come i suoi.

Era evidente che non si reggeva in piedi, così andò a cercare qualcuno sobrio che lo aiutasse a scaricare il suo amico sul lettomagari Liam, che di solito non beveva.

Dopo aver girato a vuoto lo aveva trovato: stava seduto su una poltrona con il cellulare in mano, aveva unaria triste.

Gli si avvicinò correndo e gli parlò allorecchio, tanto la musica era alta.

 

'Grazie a Dio ti ho trovato! Cè Lou che non si regge in piedi. Ho paura che possa fare qualche cazzata lansia nella voce del biondo era evidente.

'Merda fu la sua semplice risposta, prima di alzarsi e cercarlo con i suoi occhi color cioccolato.

Lo trovarono dove lavevano lasciato ma a differenza di prima, era in buona compagnia.

Stava flirtando con una biondina bloccata a muro dalle braccia del 20enne, il quale cercava spesso di baciarla, ma lei si scansava ogni volta.

Sembrava un topo in gabbia, poveretta.

Quando vide Niall e Liam avvicinarsi per portarlo via, lanciò loro uno sguardo di ringraziamento, per poi sedersi su una poltrona a bere qualcosa.

 

Dana
'Scusate linterruzione disse una voce al microfono prima di schiarirsi la voce. Vorrei dedicare questa canzone ad una ragazza in particolare, la mia Selene aggiunse indicando una a cui stava letteralmente venendo un infarto.

Partì la base e riconobbi la sua bellissima voce.

 

'Isnt she lovely, isnt she wonderfull. Isnt she precious, less than one minute old…’

 

Mi girai incredula verso di lui.

Ero scioccata, non pensavo che lavrei rivisto e in unoccasione del genere, poi!

Erano passati 3 anni dallultima volta che siamo stati insieme o abbiamo semplicemente parlato e adesso era strano vederlo mentre dedicava una canzone a quella che tempo fa avrei tanto voluto essere io.

Non che lo amassi, ma era e sarà sempre una parte di me.



Flashback

'Prometti che non ci separeremo mai? gli chiesi stringendolo forte a me.

'Ma certo, piccola. Come potrei abbandonarti? mi rispose dandomi un leggero bacio sulla fronte.

'La cosa bella nellaver perso la mia migliore amica, è stata affezionarmi a te!

Si, però ancora non me lhai data mi sussurrò allorecchio.

'Stronzo!Mi finsi offesa, gli tirai quei morbidi riccioli castani e sciogliendo labbraccio mi incamminai verso casa.

'Cazzo Styles sai sempre come rovinare i bei momenti! urlai alle mie spalle poiché mi sentisse, sapeva che ormai non facevo più caso alle sue battute. Gli volevo bene, forse anche troppo.

 

1 anno e mezzo dopo

Entrai su facebook e risposi alle tante persone che -come al solito- mi cercavano.

Un messaggio mi colpì immediatamente.

Mittente: Harry? Era impossibile.

Le cazzate me le inviava sul cellulare, un anno e mezzo fa.

Non si era più fatto sentire. E di conseguenza neanch’io.

Avevo notato qualcosa di strano nel suo atteggiamento, ma non pensavo fosse importante.

Lo aprii:‘Piccoladevi sapere che mi sono allontanato da te solo per dimenticarti.

So che ho sbagliato, ma non riesco ad ignorare i miei sentimenti.

Mi piaci troppo

diceva il messaggio.

Sprofondai.

Prima mi piaceva. Prima avevo preso una cotta per lui. Prima lo desideravo con tutta me stessa.

 

'Harry….io ti considero il mio migliore amico! In seconda media avevo una cotta per te, ma ora…

risposi io e da allora, il silenzio.

Quelle immagini scorrevano nitide nella mia testa, come se il mio subconscio aspettasse il momento giusto per farmi rivivere quei momenti fantastici quando io e lui eravamo inseparabili.

 

'Dana, sei ancora viva? mi chiese una voce bellissima.

Mi svegliai dallo stato di trance solo quando le sue labbra sfiorarono il mio orecchio facendomi rabbrividire.

'Chi cazzo è questo? pensai tra me e me. Ah già, il ragazzo che al secondo anno, non faceva altro che mangiarmi con gli occhi, ma che non si è mai dichiarato perché?

Già. perché ero troppo pischella rispetto alle ragazze che frequentava lui. Questo stronzo mi aveva rubato il cuore.

Sisi feci un falso sorriso, perdendomi in quegli occhi scurissimi-tendenti al nero.

'Bene, allora balliamo questo lento? stavolta fu lui a sorridermi come per incoraggiarmi; forse aveva notato che ero rimasta immobile.

Gli strinsi le mani al collo, appoggiandomi sulla sua spalla mentre lui mi prendeva per i fianchi.

In altre circostanze sarei stata al settimo cielo ma in quel momento non riuscivo a non pensare a Harry.

Lo guardai negli occhi.

Vidi la sua mano avvicinarsi finchè non si posò delicatamente sulla mia guancia. Sussultai leggermente. Non me l’aspettavo!

Si abbassò leggermente verso di me, per sfiorare le mie labbra. In quel preciso istante dimenticai tutto, che ci trovavamo a casa di qualcuno, che ballavo con una specie di sconosciuto, mi scordai perfino di quanto la mia vita fosse incasinata e mi lasciai andare.

Sentii la sua lingua cercare disperatamente la mia, e lo lasciai fare.

Le nostre labbra si muovevano le une contro le altre.

'Zayn sussurrai quando si staccò per riprendere fiato.

 

Niall

Fu allora che li vidi, ero tornato dal piano superiore dopo aver convinto Lou che non fossi sua madre.

Mi ero appena seduto con la ragazza che prima stava molestando e notai che anche lei era piuttosto brilla.

'Ma ciao, mio eroe mi disse. Non la guardai neanche.

Dana era bellissima. Indossava un vestitino blu molto aderente, scarpe nere altissime mentre i suoi capelli erano sollevati in una coda alta.

Scusa’ mi disse quando sporcò i miei pantaloni con una roba verde. L’avrà fatto di proposito per attirare la mia attenzione?

Sembrava dispiaciuta quindi le sorrisi.

Dana stava baciando qualcuno. Sapete cosa si prova quando il mondo ti cade addosso. Be’, è quello che ho provato io vedendola attaccata con uno. So bene che non ne ho motivo però…

In quel momento non ci vidi più.

Non pensando a quanto il mio comportamento potesse essere sbagliato, lo feci e basta: mi voltai fiondandomi sulle labbra della ragazza, truccate di un bellissimo rosso acceso. Non volevo pensare a Dana.

La ragazza senza nome accettò il bacio e lo allungò allinfinito poi si staccò e si avvicinò al mio orecchio: Che ne pensi se continuiamo di sopra?

Non aspettavo altro pensai mentre -prendendomi per mano- salivamo le scale.

'E comunque sono Hannah, Hannah Walker

 

 

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Capitolo 2
*** Fun, fears and friends. ***


So che il capitolo precedente era un po’ incasinato, scusatemi çç
Spero che questo sia più chiaro :3

Buona lettura.





Mi svegliai presto, con i raggi del sole che entravano in camera. Era evidente che quella non era casa mia: la serranda sarebbe stata di certo abbassata.

Mi girai sul lato sinistro e vidi una ragazza dallaria innocente che dormiva beatamente accanto a me.

Era così carina…sembrava un angelo! Io però non provavo niente per lei, anche se triste da ammettere.

Ricordavo a malapena il suo nome: Sarah? Ania? Hannah!

Di solito non mi preoccupavo dei sentimenti delle ragazze che mi portavo a letto e nemmeno a quelle importava granché, ad essere sinceri.

Era solo sesso. E comè che adesso mi vengono tutti questi sensi di colpa? Dana non poteva entrarci nulla. Dev’essere una cosa psicologica. Dopo l’ultima ragazza mi è venuta questa fissa.

E poi Dana sarà sicuramente andata a letto con quel ragazzo con cui limonava, quindi siamo pari! avrei tanto voluto esserci io al posto suo, lo ammetto..

Perché continuo a desiderarla? Non posso essermi innamorato in questo modo di lei. Neanche la conosco, cazzo! Sarà una semplice attrazione fisica?

la mia testa continuava a ricordarmela, nonostante fossi andato a letto con una sconosciuta proprio per non pensare a quel viso bellissimo, a quel corpo mozzafiato!

Accarezzai il viso della ragazza, forse incurante del fatto che lavessi usata. Mi alzai, mi vestii e in 2 minuti ero già pronto.

Le lasciai un bigliettino e sgattaiolai fuori dalla stanza, senza far rumore, sperando in cuor mio di non essere visto.

Poco dopo Hannah si svegliò e provò un senso di vuoto vedendosi sola in quellenorme letto.

Si ricordava vagamente della serata trascorsa tranne il fatto che Niall era un po restio a lasciarsi andare

Per un secondo si soffermò a riflettere su quel particolare, ma poi si accorse di un foglio sul comodino, lo lesse e sorrise compiaciuta.

Grazie della serata che abbiamo trascorso.

Mi sono divertito molto, spero che

per te sia stato lo stesso.

Niall

Rispetto ai ragazzi con qui era stata, il biondo si era comportato diversamente.

Era stato lunico a farle sapere che era stato bene con lei.

Quel ragazzo era adorabile!

Dopo qualche secondo decise che era giunta lora di andare.

Si alzò dal letto e modellando il lenzuolo bianco sul suo corpo sinuoso uscì dalla stanza in cerca del bagno.

Non cera lombra dei suoi vestiti in giro, non ricordava nemmeno quali fossero, a dirla tutta.

Bussò alla stanza accanto, e notando che nessuno le aveva risposto aprì la porta.

La puzza d alcool la invase facendole girare la testa tanto che dovette reggersi con tutte le forze che aveva per non cadere.

Sentì un rumore, qualcosa era caduta a terra rompendosi in mille pezzi.

Ma che cazz disse una voce impastata.

Doveva esserci qualcuno sul letto, ma lei non ci fece caso.

Inizialmente lo sguardo del ragazzo era carico di disprezzo per essere stato svegliato in quel modo, poi notando quella specie di angioletto dai capelli biondi, sorrise mostrando una schiera bianchissima di denti perfetti.

Si soffermò sul suo corpo avvolto solamente da un leggero lenzuolo e ammiccò.

Hannah era ancora attaccata alla porta quando finalmente riuscì a parlare.

Scusami se ti ho svegliato eanche se ho rotto il tuo vasoStavo cercando il bagno disse tutto dun fiato cercando di non arrossire.

Tranquilla! E proprio qui rispose lui sorridendole e cercando di alzarsi prima che una fitta alla testa lo costringesse a sedersi di nuovo gemendo.

Quanto cazzo aveva bevuto quella sera?

E’…tutto ok? Comunque posso fare da sola gli sorrise lei, recandosi con passo incerto verso il punto indicato dal ragazzo.

‘Ti ho visto alla festa, ma in che circostanze?’ pensò corrugando la fronte.
 

Lanciò uno sguardo al bagno. Era piccolo, accogliente e stranamente era tutto in ordine! Si aspettava chissà quale casino.

Le mattonelle erano di diverse tonalità di azzurro e di bianco.

Sbatté la porta dietro di sé.

Si girò attorno e vide un reggiseno a fascia, un perizoma e un vestitino azzurrobe era roba sua!

Ringraziò mentalmente Dio e velocemente li indossò.

Si guardò per alcuni minuti allo specchio, aggiustandosi i capelli scomposti e sorridendo compiaciuta allimmagine riflessa.

Fece un respiro profondo e uscì, guardando di sottecchi quello splendido ragazzo con i capelli spettinati -che gli davano unaria così da bambino- e con occhi più blu del cielo. Notò anche il suo abbigliamento: indossava un paio di pantaloni rossi e una maglietta a righe. Un momento, lui non è quello che ci provava con meprima che venissero il biondo e il suo amico a portarselo via? pensò inorridendo.

Senza rendersene conto aveva portato una mano sulla bocca guardandolo per alcuni secondi con gli occhi sbarrati, tanto che il ragazzo scoppiò a ridere -quella bellissima risata cristallina- facendola arrossire.

Ho qualcosa che non va? le chiese continuando a sorridere.

Emmh no, stavo solo cercando le mie scarpe.. fu tutto quello che riuscì a dire.

Credo siano qui continuò Louis indicando sotto il letto.

Grazie mille tagliò corto lei fiondandosi fuori dalla porta con le sue scarpe di vernice lucida in una mano.

Che figura di merda pensò dandosi un colpetto sulla fronte, per poi indossarle e uscire da quella lussuosissima casa in cui aveva trascorso una delle più belle serate in vita sua.

 

Dana

Sapevo che sarebbe finita così: lui che mi bacia con passione, mi butta sul letto e mettendosi sopra di me, comincia a spogliarmi lentamente.

Mi stuzzica e mi eccita con le mani, con la lingua, con i denti e io non posso fare altro che scappare. E lasciarlo solo, ad annusare il mio profumo rimastogli sulla pelle.

Scappo da lui, da tutto quello che ho sempre desiderato e che ora, solo ora, può essere mio -senza puttanelle che gli girano intorno- che faccio? Scappo. Sono una codarda, lo so. Ma che cazzo ci posso fare se ho paura, paura damare?

Paura di soffrire, paura di lasciarmi andare?

Questo perché io non voglio fare solo del sesso con una persona, ma voglio poter fare lamore; perché io devo amare quella persona per portarmela a letto.

Se era tanto innamorato di me, poteva farsi avanti prima, no?

E non adesso che sono cresciuta e sono diventata una bellissima donna.

Se lui mi vuole solo per una notte, che se ne cerchi unaltra di sgualdrina.

Mi diranno che sono patetica, ma non minteressa.

Io non mi concederò mai a lui solo per divertimento, punto.

La gente pensa che se una ragazza è bella se la tira, ma le persone -diciamocela tutta- non sanno un cazzo; sono solo pronti a giudicare, ad avere dei pregiudizi!

E per questo che sono ancora vergine e di questo passo ci resterò a lungo.

Vaffanculo alla gente! Vaffanculo a quello che possano o meno pensare.

Che vadano tutti a farsi fottere!

Io voglio donare la mia verginità ad una persona che sappia apprezzarmi per il mio carattere, per il mio senso dellumorismo, per il mio sorriso e non per il mio corpo!

NON voglio essere considerata un oggetto, che sia chiaro!

Io voglio solo amare ed essere amata, chiedo tanto?

Sono sul letto, con le mani strette ai lati del cuscino, urlo e mi mordo terribilmente il labbro inferiore, nel tentativo di non piangere.

So che è impossibile perché questo è l’unico modo per cui riesca a calmarmi e tantomeno a sfogarmi.

Perché questa cazzo di vita deve essere così dura? Perché i ragazzi mirano solo al sesso? Perché non posso essere come una delle troie di questo mondo? Perché mi angoscio la vita solo per una scopata? Perché tutti mi hanno abbandonato? urlo ancora più forte mentre le lacrime iniziano a scorrere dai miei occhi, rigandomi le guance.

E finalmente lascio andare quelle lacrime amare che volevano uscire già da tempo.

Piango a lungo, finché le palpebre cedono e mi addormento, nella speranza che almeno nel sonno, la mia vita potesse essere migliore.

 

 



Niall

Venite da Nandos

Io sono già qui

Niall

Aspettami potato!!

Louis

Arrivo ;)

Zayn

Ok babe J

Liam

20 minuti e sono da te.

Harry

 

I ragazzi si ritrovarono in un tavolo a ingozzarsi delle peggiori schifezze.

Nessunoin quel momento criticava Niall per il suo modo di mangiare, perché erano decisamente peggio di lui; tanto che il biondo si fermò a guardarli scoppiando a ridere.

Le uniche persone che non li stavano già fissando, li guardavano disgustate.

Che cazzo hai da ridere? urlò Zayn cercando di non sputare lhamburger che aveva in bocca.

Niente, niente tagliò corto il biondo asciugandosi una lacrima dovuta alle risate.

Comunquecomè andata ieri sera? chiese poi tentando di iniziare una conversazione.

Silenzio da parte degli altri 4.

Io mi sono scopato Selene disse Harry alzando la mano e continuando a rosicchiare indifferente le sue ali di pollo.

Ricevette anche una gomitata dapprovazione da parte di Louis alla quale rispose con un sorriso fiero.

Questo era scontato, dopo la canzone che le hai dedicato constatò Zayn.

A parte Harry? continuò il biondo con una mossa disinteressata della mano.

Altro minuto di silenzio.

Io sono andato in bianco perché ero abbastanza ubriaco dichiarò Louis sporgendo il labbro inferiore.

Abbastanza puntualizzò Liam.

Ok! Lo ammetto, ero ubriaco marcio. Tanto che due tizi mi hanno portato in camera

Quei due tizi eravamo io e Niall rispose il moro con un sorriso.

Lou sgranò gli occhi, poi si buttò sulle gambe del ragazzo e cominciò a sbaciucchiarlo.

Grazie, caro continuava a ripetere.

Niall scoppiò a ridere, trascinando gli altri 3.

Era fantastico vedere Liam sclerare dicendogli di togliersi di dosso.

La situazione tornò alla normalità e il biondo ricominciò con le domande.

Tu, Liam? gli chiese.

Messaggiavo con una rispose semplicemente lui, senza far trapelare alcuna informazione.

E tu, Zayn?

Il moro non sapeva che rispondergli: Dopo un paio d’anni ho rincontrato la ragazza che mi piaceva, ma poi ho rovinato tutto cercando di portarmela a letto?

Si limitò a fare spallucce, il ché stava a significare discorso archiviato.

Be, io invece sono andato a letto con una sventola dichiarò Niall, piuttosto compiaciuto.

I ragazzi si guardarono per un secondo negli occhi prima di scompisciarsi dalle risate tanto che Niall si sentì mortificato.

Liam era lunico a contenersi.

Si, come no? esclamò Harry stringendosi lo stomaco.

Cosa vorresti insinuare, che sono ancora vergine? sputò il biondo.

Mai detto questo si intromise Louis.

Vi siete dimenticati delle nostre scommesse Chi ne scopa di più, a quanto pare. Niall era davvero furioso.

Pensiamo solo che sei troppo dolce per comportarti ancora in questo modo. Avevi detto che quella era la prima e lultima scommessa a cui partecipavi. Ricordi? Zayn gli fece l’occhiolino.

E vero, cazzo! Niall si ricordò di quelle sue stesse parole. Poi si alzò, prese il suo giubbotto e uscì dal locale, lasciando i suoi amici confusi e con gli occhi sbarrati.

Conoscevano le sue debolezze, non dovevano comportarsi in quel modo.

 

'Ma per chi mi hanno preso? Mi considerano un fottuto bambino che non sa niente della vita?

Camminava con le cuffiette del suo iPod grigio nelle orecchie e malediceva il suo stupido atteggiamento da bimbominchia.

A quel punto gli vennero i sensi di colpa.

Aveva di nuovo usato una ragazza per il sesso.

Si era ripromesso di non farlo mai più, ma aveva ricommesso lo stesso errore.

La colpa è stata di Dana, se solo lei non fosse stata avvinghiata a quel moro, se solo le donne non fossero così dannatamente sexy..

 

Un urto, qualcuno gli aveva sbattuto contro.

E meno male che camminavo sul marciapiede.

Ma che caz stava per sbottare quando si accorse di una figura femminile rannicchiata a terra.

Indossava il cappuccio della felpa e teneva il viso tra le mani, cercando di nascondere i singhiozzi.

Ehi, scusami. Che hai, stai male? ma la ragazza non accennava a rispondere né a smettere di piangere.

L abbracciò dimpulso, stringendola al suo petto e aspettando che si calmasse.

Qualche minuto dopo, la ragazza si allontanò da lui. Sembrava spaventata,

Che è successo di tanto grave da ridurti in questo stato? le chiese spontaneamente.

Era davvero preoccupato per quella ragazza che aveva scontrato per strada?

Cè che odio la mia cazzo di vitarispose lei quasi urlando.


"Ma questa voce..?

Niall restò spiazzato, non poteva essere lei.

La curiosità e il desiderio di poterla vedere, stringere tra le sue braccia si impadronirono di lui.

Con delicatezza cercò di allontanare le mani da quel visino quasi diafano per poterla vedere, quella era Dana, quella era la sua voce, ne era certo.

Voglio vedere il tuo visosussurrò il biondo notando la determinazione della ragazza a non voler mollare la presa, a non volersi fare vedere,

Fu allora che si mosse, un movimento rapido, poi lei non cera più.

 

'Grazie mille, sconosciuto soffiò prima di scappare via.

Niall non poté far altro che veder quel corpo perfetto correre via, sempre più lontano da lui.

Se non fosse stato per quel cazzo di cappuccio, avrebbe almeno potuto vedere il colore dei capelli, se non fosse stato per quelle mani, avrebbe visto i suoi occhi di sicuro, color smeraldoperché quella era lei.

Dio, quanto desiderava stare accanto a quella ragazza.

La vibrazione del suo cellulare lo riportò sulla Terra.

 

'Scusaci tanto, amico. Ci siamo comportati da idioti..

Niall non riuscì a trattenere un sorriso, amava quei 4 coglioni/migliori amici con tutto sé stesso e be’..li aveva già perdonati.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Life begins to smile. ***


 

Ma ciaaaaaaao :3

Ringrazio le 7 persone che seguono la mia storia. Grazie davvero <3

E ringrazio anche chi recensisce. Continuate che mi fate felice, eh! :D

 

 

 

 

Dana

Quello era un fottuto periodo no: i miei

genitori erano tornati dagli Stati Uniti senza avvertirmi, se ne stavano già andando quando arrivai, mi salutarono con un semplice ciao prima di chiudere la porta alle loro spalle e sparire; Zayn, il sogno erotico delle ragazze, aveva finalmente cominciato ad avvicinarsi e io che come una cretina lo lascio da solo e me ne scappo. Io. Sto. Male. Ma come mi viene in mente di scappare in un momento simile! Ed Harry? Dio solo sa quanto desideravo uno dei suoi dolcissimi abbracci

Poi, deficiente che sono

perché mi metto a correre in mezzo alla gente tra le vie di Londra? E quel ragazzo con cui mi sono scontrata? E quando ho cominciato a piangere fra le sue braccia? Per quanto ne so poteva essere pure uno stupratore seriale!

Mi alzai dal letto scalza e in intimo e controllai il calendario: 28 settembre, venerdì.

Ho sempre odiato il venerdì. Presi un bicchiere di latte e tornai a sdraiarmi sul letto.

Niall

Sabato.

Domani è sabato.

In altre circostanze avrei fatto i salti di gioia, in altre.

Ma oggi sono giù di morale, il perché? Boh!

Anzi si, lo so: Dana.

Quella che mi sbatté contro era lei, cazzo.

Ne sono sicuro.

Sono stanco di tenermi tutto dentro.

Voglio parlare di tutto questo con qualcuno.

Ma non me la sento neanche di farlo con i miei migliori amici.

Che cazzo mi sta succedendo?

Dlin dlon

E qui la festa? urlò Harry catapultandosi immediatamente sul divano quando gli aprii la porta.

Ciao risposi richiudendola svogliato.

Cioè non fare tutta questa festa, ho capito che sei felice di vedermi però! esclamò il riccio immaginando la scena in cui gli baciavo i piedi, anche se in verità non lo stavo cagando di striscio.

Scusamiè che oggistamattinaboh non lo so. risposi grattandomi la testa.

O-oook, ho capiiiito, ioti lascio solo per un po’ ANCHE SE QUESTA E’ PURE CASA MIA’ e mi sorrise.

Andai ad abbracciarlo e gli sussurrai un sincero grazie allorecchio.

Ma figurati disse prima di andarsene.

Ok, avevo superato il punto di non ritorno.

Dovevo parlare con Dana.

Finalmente ero più che sicuro di qualcosa nella mia vita!

Volevo incontrare di nuovo i suoi occhi chiari, enigmatici..

Sapevo dove si trovasse la sua classe.

Era dal 18 settembre -primo giorno di scuola- che non la vedevo.

A parte quella sera, alla festa organizzata da Harry.

Ma lei era in buona compagnia…come lo ero io, del resto..

La sera andai a letto presto, senza nemmeno cenare,

Cazzo, dovevo stare davvero male.

Nonostante i miei tentativi di scollegare il cervello fui svegliato dal casino di quei 4 coglioni.

Erano tornati e non c

era più pace nonostante fossero le-uno sguardo alla sveglia-

Luna di notte?

Mi catapultai fuori dalla stanza e scesi di corsa le scale reggendomi al corrimano perché tentavo più volte di sfracellarmi per terra.

Si può sapere cosa sta succedendo?

Vidi i ragazzi con delle bottiglie di birra in mano, non si accorsero neanche della mia presenza.

Liam dormiva sul divano, con la bocca aperta, Louis si stava reggendo al muro, mentre Harry era corso in bagno con una mano sulla bocca.

Ragazzi, dovè Zayn? chiesi agitato.

Lou si girò e cerco di fare un sorriso, più simile ad una smorfia che ad altro.

Già ..dove potrebbe essere se non fra le cosce di qualche ragazza? sussurrai.

Scossi la testa e con un sorriso amareggiato mi diressi nel mio letto, sperando di riaddormentarmi al più presto.

Guardai lorologio.

Merda, merda, merda. Le 8 e mezza!

Perché anche la sveglia aveva deciso di abbandonarmi?!

Mi preparai più veloce che potei e uscii di casa.

Sapevo di aver bruciato una gran possibilità per rivederla.

Corsi per tutto il corridoio, aprii larmadietto intenzionato ad entrare a seconda ora.

Mi diressi verso la sua classe e mi appoggiai al muro.

Avevo sonno, ma non me ne importava, così come le conseguenze di quel mio gesto.

Potevo quasi sentire la prof parlare di biologia, con il silenzio che c’era.

Quella scuola era famosa per la disciplina..

Era

Smith esca subito fuori o al prossimo richiamo la spedisco dal preside!

Con molto piacere!

Sentii la porta accanto a me sbattere, mi alzai e guardai la figura altrettanto scioccata dinanzi a me, Dana era di fronte a me in tutto il suo splendore: capelli legati a mo’ di chignon, blu jeans e maglioncino blu.

E tu che ci fai qui? mi chiese dando unocchiata alla porta.

Non sapevo che dire, perciò la buttai sul sarcasmo.

Ciao, si anchio sono contento di rivederti

Scoppiò a ridere, tanto che dovetti tapparle la bocca.

Eravamo vicinissimi, a dividerci c’era solo la mia mano.

Vuoi farci scoprire? le sussurrai, allontanandomi imbarazzato.

Scusa mimò con le labbra.

Poi mi prese per mano e io ebbi la sensazione di toccare il paradiso.

Mi portò in palestra e ci sedemmo sul materassino.

A cosa debbo la tua visita? mi chiese.

Volevo rivederti..

L’ho detto davvero?

Quelle bellissime labbra rosee si curvarono in un sorriso.

Ok, ora posso anche morire.

Nessuno dei due parlò per un po, così attaccai io.

Che hai fatto in questo periodo? le chiesi.

Si rabbuiò.

Ho passato un brutto periodo.. sussurrò.

L’ abbracciai per rassicurarla.

Scoppiò a piangere fra le mie braccia.

Ebbi come una sensazione di déjà-vu.

Ma allora avevo ragione, quella sconosciuta che piangeva fra le mie braccia era lei!

Ti va di parlarmene?

Non qui’

‘Ok. Io, tu e una cioccolata calda?’ le chiesi speranzoso.

Le brillarono gli occhi.

Si asciugò le lacrime e annuì, sorridendo.

Dopo aver finto di stare male entrambi, ci ritrovammo in macchina.

Ero felice come una Pasqua, accanto a lei.

‘Allora, posso toccarti la fronte? Magari sei ancora calda!’ scherzai guardandola per un secondo negli occhi, prima di ritornare a fissare la strada.

Lei rise.

‘Parla quello che ha un’influenza intestinale!’ rispose imitandomi.

‘La mia scusa era migliore della tua, ammettilo’

Mi fece la linguaccia.

Volevo vendicarmi, dovevo avere io l’ultima parola!

Optai per farle il solletico, ma quando mi staccai per un momento dal manubrio stavamo quasi per schiantarci.

‘Oddio, fa’ attenzione!’ urlò portandosi le mani sul viso.

‘S-scusa’ arrossii mentre lei scoppiava a ridere.

‘Tu aspetta qui, che io vado ad ordinare’

Mi diressi verso il bancone, Dana annuì e si sedette in un tavolo.

Quando arrivai con le due tazze fumanti lei stava guardando fuori immersa nei suoi pensieri.

Era ancora più bella, se possibile.

‘Ecco a te’ le sorrisi.

‘Grazie’ disse dandomi un bacio sulla guancia.

‘Sputa il rospo, adesso’

Dana

Gli raccontai tutto quello che mi stava succedendo negli ultimi tempi.

Lui si limitava ad annuire, interveniva di tanto in tanto e mi accarezzava la mano quando qualche lacrima sfuggiva dai miei occhi.

Gli parlai anche di Harry e Zayn, omettendo però i loro nomi

Ad un certo punto un lampo gli attraversò il viso, sembrava avesse trovato la risposta ad una domanda che si poneva da tanto.

Ignorai le mie stupide fissazioni e lo guardai anch’io.

I suoi occhi erano lucidi, probabilmente si tratteneva per non scoppiare a piangere anche lui.

Com’era dolce quel ragazzo.

‘Ok, andiamo, altrimenti allago tutto’ mi asciugai con un tovagliolo e cercai di sorridere.

Poi mi alzai dalla sedia raccogliendo lo zaino.

Lui mi venne incontro e mi abbracciò, io lo strinsi forte a me come per non farlo diventare un tutt’uno con ne.

In verità non volevo che lui se ne andasse.

Dopo avergli dato le indicazioni per casa mia, ci mettemmo una ventina di minuti ad arrivare.

‘Posso accendere? Magari c’è qualche bella canzone’ chiesi al biondo che durante il viaggio non aveva più spiccicato parola.

‘Certo!’ mi guardò a lungo mentre io mi fingevo indifferente.

Senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovai a sonnecchiare sulle note di ‘Gotta be you’

Fortunatamente non ero caduta in un sonno profondo, altrimenti non mi avrebbero svegliato neanche le bombe.

Sentii la macchina fermarsi, ma non mi mossi.

Era rilassante stare lì, con lui, con quella musica romantica..

‘Dana? Siamo arrivati..’ mi sussurrò all’orecchio con quella sua voce calda..

Aprii lentamente gli occhi.

Dio, quanto eravamo vicini, i nostri nasi quasi si toccavano.

Lo vedevo sorridere.

Che visione magnifica!

‘Mmh..’ dissi semplicemente.

Si stava avvicinando pericolosamente.

Deglutii.

Non sapevo che fare, perciò restai immobile.

All’improvviso si alzò, girò intorno all’auto e venne ad aprirmi lo sportello.

Mi alzai barcollando e lo abbracciai più forte che potei.

Cercai di non pensare al fatto che prima stavamo per baciarci.

Sentivo dentro di me che quel ragazzo stava diventando importante.

Non me ne accorsi ma gli sussurrai un: ‘Resta con me oggi’

Non rispose, ma capii che aveva accettato quando mi strinse ancora più forte e posò le sue labbra sulla mia fronte.

In quel momento non mi sentivo più sola e abbandonata da tutti.

Adesso avevo uno scopo per cui continuare a vivere e tutto ciò aveva un nome: Niall.

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** You are that a woman wishes. ***






Prego, accomodati!

Grazie’ sorrise guardandosi in giro.

Che aria da cucciolo!

Però! Hai una casa bellissima…e grande…e lussuosa…

Risi, con quel ragazzo è così facile essere naturali…

Mi tolsi il giubbotto, posai lo zaino e andai a sedermi accanto a lui sul divano.

Be’..la pagano i miei..

Ma adesso raccontami un po’ di te’ aggiunsi appoggiando la testa sulla sua spalla.

‘…E quando hai intenzione di ritornare a Mullingar, per abbracciare i tuoi…immagino che ti mancheranno..

Ad essere sinceri molto, spero di poterli andare a trovare presto!’ rispose, annuii e guardai nel suo orologio.

Si, in effetti è quasi l’ora di pranzo e io sto morendo di fame..’ mi anticipò il biondo per poi scoppiare a ridere contagiando anche me.

Vado a vedere in cucina se c’è qualcosa, tu intanto fa come se fossi a casa tua’ mi allontanai e cominciai a svuotare dispensa e frigorifero senza trovare granché.

Wow, hai una piscina!’ urlò un Niall felice dal giardino.

Si ma non..’ urlai di rimando, non mi fece neanche finire che…

SPLASH

Scoppiai a ridere. Ma come fa quel ragazzo a essere così…così perfetto? E’ dolce, divertente, bellissimo..

-Perché cominci a fare questi pensieri?-

-Zitta tu! Oh maaaa ciao vocina fastidiosa..da quanto tempo non ci se vede eh?-

-Da quando hai deciso di isolarti dal mondo intero-

-Dillo un’altra volta e giuro che…-

Daaaaaaaaaaanaaaaaaa

Presi uno spavento pazzesco, mi ero quasi dimenticata di lui; così intenta a parlare da sola..

Fanculo Horan!’ sussurrai con un sorriso a 32 denti sulle labbra.

Senti potato non ci sono molte cose da mangiare..forse è meglio se..ehi che…noooo!!

 

Successe tutto in una frazione di secondo, adesso ero in acqua?

Appena riemersi ero senza fiato, bagnata fradicia e menomale che oggi non avevo messo trucco, sarei sembrata un panda.

Ma che cazzo fai? Prima mi fai prendere un colpo e quando vengo a dirti che non c’è niente mi butti in piscina, ma sei normale? E ora cosa mangiamo se non posso andare al supermercato conciata così…

Sei comunque bellissima

 

Niall

Ma che cazzo fai? Prima mi fai prendere un colpo e quando vengo a dirti che non c’è niente mi butti in piscina, ma sei normale? E ora cosa mangiamo se non posso andare al supermercato conciata così…

Sei comunque bellissima

Ma che cazzo ho detto?

Ad un tratto si ammutolì.

Arrossii terribilmente e lei cominciò ad accarezzarmi la guancia.

Hai freddo?’ le chiesi notando che stava tremando.

Ehm si..magari potremo rientrare?’ risi e annuii.

Adesso vai immediatamente a farti una doccia, poi esci e compri qualcosa!’ mi ordinò puntami il dito contro.

Sissignora e lei che fa nel frattempo?’chiesi facendo l’occhiolino.

Non sono cose che ti riguardano!’ urlò spingendomi verso il bagno.

Dana

Passai involontariamente dalla porta del bagno, avevo deciso di sistemare un po’, nel frattempo.

‘…You’re my kryptonite

You keep make me weak

Yeah, frozen and can breathe

Some things gotta get loud

Cause if not, they just don’t make you see

That I need you here with me now

Cause you’ve got the one thing

 

So get out, get out, get out of my head

And fall into my arms instead

I don’t, I don’t, don’t know what it is

But I need that one thing

And you’ve got that one thing

 

’ cantai a squarciagola e muovendomi come una ‘star’, dietro la porta .

Be’ cose normali, no?

E poi, la sua voce…

Non mi ero neanche accorta che Niall aveva chiuso la doccia e ora si trovava davanti a me con solo un asciugamano bianco alla vita.

Lo guardai dalla testa ai piedi, non era affatto niente male, anzi..

Emh..’ disse fingendo un colpo di tosse.

Eh? Si?

Rise.

Quanto adoro la sua risata, l’ho già detto?

Perciò mi stavi spiando?’ mi guardò con un’aria maliziosa.

Chi? Io? No..stavo passando di qui per posare questi vestiti. Ecco vedi?’ dissi tutto d’un fiato sventolandogli delle magliette in faccia.

Mmh ok’ e mi fece l’occhiolino al quale risposi con un dito medio, andandomene.

No!

Che c’è Niall?’ chiesi retorica dalla camera.

Non ho niente da mettere, se non i miei vestiti zuppi..

Gli andai incontro posandogli un dito sul petto.

Nessuno ti ha detto di buttarti in piscina!

Lo guardai di sbieco.

Colpito e affondato!’ sussurrò abbassando lo sguardo.

Che dolce che sei!’ e mi fiondai fra le sue braccia, lui mi strinse fortissimo.

Mi sentivo così protetta...

Sei fortunato! Seguimi, su

Qui ci sono dei vestiti maschili, vedi un po’ quale ti può star bene’ gli sorrisi e feci per andarmene.

Ah, Dana?

Mmh?

Grazie

E di che? Anzi, sono io che devo ringraziarti. Per tutto.’

Mi venne incontro e mi sollevò da terra, strinsi automaticamente le gambe al suo bacino e cominciammo a girare intorno.

Risi, come mai avevo fatto prima. Ero felice, finalmente.

Ahaha basta Niall mettimi giù!! Devo farmi la doccia!’ urlai cercando di staccarmi.

Ok, ma prima un bacio. Poi ti lascio andare, promesso’ sorrise.

Gli diedi un grosso bacio sulla guancia e corsi in bagno ridendo ancora.

Mi lavai in 20 minuti.

Record!

Asciugai i capelli per sistemare un po’ il casino e andai di fronte all’armadio.

A noi due’ sussurrai con aria di sfida.

Presi un lungo respiro e lo spalancai.

Dlin dlon

Chi è?’ urlai dal soggiorno.

Fono io ftupifa

Risi forte ma cercai di contenermi prima di aprire.

Ehi biondino che..?

Restai a bocca aperta, sia perché i vestiti gli stavano perfetti (indossava dei pantaloni neri larghi, una maglietta bianca aderente) sia perché aveva un mazzo di fiori sotto il braccio e un sacco di buste col logo “Nando’s” dappertutto, ne stringeva una fra le labbra e cercava di sorridere contemporaneamente.



Niall

Cosa vedono i miei occhi? E’ bellissima! Eppure indossa una semplice canotta bianca, dei leggins neri e si è fatta uno chignon.

E’ anche scalza e da tutto quello che c’è in giro, si stava mettendo lo smalto.

Ti sei data da fare in mia assenza, vedo!’ esclamai mentre depositavo tutto sul tavolo della cucina.

Già, ci hai messo tanto così pensavo di approfittarne..’sorrise mentre con lo sguardo cominciava a seguire ogni mio movimento.

Ah, dimenticavo! Questi sono per te!’ dissi tutto felice mostrandole i fiori.

Fece una faccia disgustata e io mi rattristai, spostando lo sguardo sul pavimento.

Poi mi saltò addosso riempiendomi di baci in entrambe le guance.

Io non sapevo che fare, se non ridere come un ebete.

Ehi, se questa è la mia ricompensa devo farlo più spesso..’ dissi ammiccando.

Lei mi fece la linguaccia e cominciò ad apparecchiare.

Sai che sono le 3 e mezza?’ mi chiese voltandosi verso di me.

Cazzo!’ sussurrai facendola sogghignare.

E adesso che si fa?’ chiese, una volta stravaccati sul divano.

Posò la testa sulle mie gambe e io presi ad accarezzarle i capelli.

Mmh..senti, ma di chi sono questi vestiti?’ chiesi a mia volta indicandomi.

Di mio fratello..’ rispose dopo un attimo di esitazione.

Non parlai e lei capì che mi sentivo a disagio, si mise seduta e sollevò le gambe appoggiandovi la testa.

Scusami Dana..’ sussurrai avvicinandomi.

Tranquillo, è tutto ok..’ cercò di sorridermi ma uscì fuori un qualcosa più simile ad una smorfia.

Sfogati, su!’ cercai di incoraggiarla ma ancora lei non accennava a parlare né a muoversi.

Be’, ho scoperto da poco di avere un fratello e tramite un post-it giallo. Lui è più grande di me di 2 anni, si chiama Liam..’ guardò il soffitto cercando di non piangere ma una lacrima -che catturai subito- le sfuggì.

Ci siamo visti quando avevo 6 anni e l’ultima volta è stato qualche anno fa, lui ne aveva 16 ed io 14. In genere non stava a lungo con me, solo qualche giorno e poi se ne andava sparendo nel nulla, come dal nulla arrivava d’altronde..

Ed ecco che scese un’altra lacrima, e poi un’altra..

La abbracciai forte, la storia di quella ragazza era incasinata e mi innervosiva il fatto di non poter fare niente per aiutarla.

Si staccò e abbassando il viso riprese a raccontare.

E’…sempre stato dolce, mi rendeva felice la sua presenza. Mi avevano sempre detto che era il figlio di un collega di mio padre e che ogni tanto aveva bisogno di un posto dove dormire. Quante balle, no? Onestamente, non so neanche se lui sapesse di avere il mio stesso sangue. Perché lui non si chiama Smith ed io sono stata adottata’ sorrise amaramente mentre si asciugava le lacrime.

Questo è tutto…è stato un duro colpo per me’ disse prima di cominciare a singhiozzare.

L’abbracciai e le diedi un bacio sulla fronte, lei era la Dana debole e bisognosa d’affetto che tanto desideravo, lei era solo una bambina, la vita l’aveva fatta crescere precocemente..lei era la mia bambina.

Dopo qualche minuto, ancora accoccolata fra le mie braccia sembrò calmarsi, finché si addormentò con i lacrimoni asciutti che le rigavano quel viso angelico.

Sorrisi alla vista di tanta bellezza e cercando di fare il più piano possibile, la presi in braccio a mo’ di principessa.

Farfugliò qualcosa di incomprensibile mentre salivo le scale, dovetti trattenermi dal ridere altrimenti l’avrei svegliata.

Delicatamente l’appoggiai sul letto ed io mi sdraiai accanto a lei.

In breve tempo caddi anch’io fra le braccia di Morfeo.

Mi sentivo completo con Dana lì, al mio fianco.

Questo non poteva essere amore però, era troppo presto per considerarlo tale.

 

 
 

Dana

Mi stropicciai gli occhi e cercai di stiracchiarmi, ma una mano sul fianco mi bloccò.

Ehi, finalmente sveglia.. sussurrò Niall. Rabbrividii leggermente e mi voltai a guardarlo.

Gli feci un gran sorriso al quale rispose con un bacino sul naso.

Era una situazione intima, eppure non mi sentivo in imbarazzo..

Mi avvicinai e posai la testa nellincavo del suo collo, sentivo il suo battito leggermente irregolare e sorrisi fra me e me.

Quanto ho dormito? chiesi speranzosa.

Be sono le 20 e qualcosa, quindi.. circa 4 ore rispose tranquillo.

M-mi dispiace! esclamai diventando rossa in viso.

E di che? mi chiese con un gran sorriso.

Aww ma ne esistono pochi di ragazzi così al mondo!

Immagino che ti sarai annoiato.. la mia non era una domanda, né unaffermazione, ma era una constatazione.

Naah, ho mangiato gli avanzi di oggi, delle patatine e mi sono addormentato anchio, sono sveglio solo da 10 minuti

Meglio così! esclamai sollevata.

Senti..oggi è sabato..mi chiedevo se ti andrebbe di mangiare qualcosa fuori e poi di andare a ballare...

Ridacchiai leggermente della sua insicurezza, mi staccai da lui e perdendomi in quel mare azzurro annuii.

Mi accoccolai ancora a lui, il quale mi strinse fra le sue braccia.

Grazie sussurrò.

Sono felice mi lasciai sfuggire prima di nascondermi sul suo petto.

Lo sentii sorridere e tendersi verso di me dandomi un leggero bacio sulla fronte.

Però adesso dobbiamo prepararci! urlai alzandomi dal letto e mettendomi le mani sui fianchi con fare autoritario, cercavo spudoratamente di cambiare discorso.

Rise e si alzò traballando.

I miei vestiti sono a casa mia, però dichiarò grattandosi la testa.

Ah già! esclamai ricordandomi che Niall era solo un ospite.

Idea! Tu adesso ti fai bella -anche se lo sei già- e io ti porto a casa mia, ti faccio conoscere i miei coinquilini, ammesso che ci siano..

Ci sto! risposi con un sorriso da lato a lato.

 

 

Niall

Mi misi comodo sul divano, accesi la tv e feci zapping con il telecomando.

Alla fine trovai un canale in cui trasmettevano uno stupido documentario sui pinguini, lo guardai mettendocela tutta per sembrare interessato, ma era inutile perché tutti i pensieri erano rivolti a Dana.

Lei era una ragazza mutevole, il suo carattere aveva mille sfaccettature e valeva la pena di scoprirle ad uno ad uno.

Ripensai a come piangeva quando mi confessò di essere stata adottata e ai suoi singhiozzi quando mi disse che aveva un fratello maggiore di nome Liam.

Un momento

Uno dei miei 4 migliori amici poteva essere il fratello di Dana?

 

In effetti, a quanto ha detto dovrebbe avere 19 anni..

Io dovevo assolutamente parlare con Liam!

Ma anche se fossecome lo avrei raccontato a lei? Con che coraggio..

Finalmente la vidi scendere le scale in tutta la sua bellezza: abitino nero senza bretelle, bloccato sotto il seno con un grosso fiocco rosso alla sinistra, finiva a palloncino ed era abbinato con delle scarpe altissime color rosso lucido.

Portava i capelli boccolati, come trucco aveva una linea di eyeliner stile anni 50 e un rossetto acceso.

Lasciatemi dire che era una favola..

Wow, sei incantevole! dissi cercando di non eccitarmi troppo.

Sorrise e andò a prendere il giubbino di pelle.

'Per me, possiamo andare! esclamò felice. 

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Capitolo 5
*** I didn't think this was possible. ***


 

Ringrazio le 26 persone che seguono la mia storia, c’è…da 7 a 26? :33

E’ una cosa bellissima :’)

Ho aggiornato presto, amatemi (?)

Ci si vede sotto :*

 

 

 

 

Niall

‘Io pensavo che abitassi più lontano!’ mi disse gurdandomi negli occhi, quegli occhi grigi al momento, tanto limpidi da potermici specchiare..

‘No, siamo vicini vicini’ risposi imitando una voce femminile, lei rise e uscì dall’auto vaneggiandosi su quei tacchi vertiginosi.

Arrivammo davanti la porta e la guardai dall’alto in basso: ‘Io sono comunque più alto!’ dichiarai facendole l’occhiolino e aprendo la porta, in risposta la bruna ridacchiò e si mise sottobraccio.

‘Sono a casa!’ urlai appena vi misi piede.

Ricevetti solo una risposta da parte di Lou.

Bene, gli altri non c’erano.

Lui mi venne incontro e ci scambiammo una pacca sulla spalla: ‘Ehi Nialler, che fine hai fatto?’

‘Be’, sono stato con lei’ dissi voltandomi verso Dana, la quale era rimasta davanti la porta con lo sguardo fisso sulle scarpe.

La presi per mano e dei brividi mi percorsero tutto il corpo, cercai di ignorarli e la presentai a Tommo, dato che nessuno dei due accennava a proferire parola.

‘Lei è Dana, Dana questo è Louis’ dissi felice.

Dana

‘Lei è Dana, Dana questo è Louis’ disse felice.

Strinsi la mano del ragazzo che avevo di fronte, senza guardarlo minimamente in viso.

Solo quando chiese se fossi timida alzai il viso per dirgliene quattro.

Mi persi in un paio di occhi familiari, azzurri come quelli del mio irlandese.

‘Carotone!’ esclamai al settimo cielo.

‘Fragolina!’ urlò di rimando stritolandomi in un abbraccio che poté durare ore.

Mi staccai e gli chiesi come stava.

‘Bene bene, conduco sempre la solita stessa noiosa vita e bla bla bla’ rispose mimando con la mano.

‘Ma tu invece che hai da raccontarmi?’ chiese facendo riapparire quello splendido sorriso.

‘Tante cose, ma sono tutte storie lunghe e tristi! Ne parliamo poi’ dissi dandogli un grosso bacio sulla guancia e voltandomi verso Niall che era rimasto a guardare la scena interdetto, sorpreso e scioccato, com’era buffo!

Risi e gli pizzicai leggermente la guancia facendolo sussultare: ‘Ahi!’ urlò come un bambino ferito.

Finalmente riprese parola e mi chiese come facevamo a conoscerci, era curioso ma cercava di non darlo a vedere.

‘Io e il signorino qui, eravamo fidanzati alle elementari. Ci siamo dati il nostro primo all’età di 7 anni. Cioè, lui ne aveva 9. Ricordi Boo?’ chiesi prima di scoppiare a ridere come una cretina, seguita da Lou.

Flashback

‘Sai che sei molto bella, Dana?’ chiese il bambino dagli gli occhi azzurri prendendo la manina della piccola fra le sue.

Si trovavano distesi a pancia in giù sul tappetino arancione del piccolo a disegnare; le loro mamme erano molto amiche, per questo i due bambini ogni tanto si incontravano al di fuori della scuola, giusto quando la madre di Dana non aveva una causa importante in corso.

La bambina dalle treccioline bionde scosse la testa e improvvisamente le sue guance si colorarono di rosso.

Il piccolo sorrise, facendo intravedere l’incisivo caduto da poco e avvicinandosi le chiese speranzoso: ‘Posso darti un bacetto così te lo dimostro?’

Dana ci pensò su portandosi un dito fra le labbra: ‘Un bacio come quello dei grandi?’ chiese a sua volta.

‘Si’ rispose Louis non lasciando la mano del sua adorata fragolina.

‘Va bene’ sussurrò la piccola chiudendo gli occhi, mentre il piccolo le si avvicinava.

I loro nasi si scontrarono quando il bambino sfiorò le labbra di lei per ritrarsi subito dopo.

 

‘Ma com’è che ti sei fatta scura?’ mi chiese Lou distraendomi dai ricordi del passato.

Mi limitai a fare spallucce e fissai il vuoto di fronte a me.

‘Perché prima com’eri?’ mi chiese Niall dolcemente.

‘Avevo i capelli biondi’

 

‘Scusatemi ragazzi, io devo andare che ho un appuntamento’ esclamò Louis alzandosi dal divano dopo aver visto inorridito che aveva un quarto d’ora di ritardo.

Chissà con chi doveva incontrarsi..feci spallucce e lo seguii con lo sguardo: andò a mettersi il giubbotto e stava per andarsene, ma poi tornò indietro ad abbracciarmi, io ricambiai con un grosso bacio sulla guancia.

‘E’ stato bello rivederti’ mi sussurrò all’orecchio prima di scappare via.

‘Devo essere geloso?’ mi chiese il mio biondino sorridendo, una volta rimasti soli.

Io ridacchiai e dandogli un leggero colpetto gli intimai di muovere il culo che avevo fame (#finezzatime)

Niall era andato a cambiarsi, mi guardai in giro improvvisamente curiosa.

Non avevo notato di trovarmi in una reggia, non ci avevo proprio fatto caso. Quella casa era dieci volte la mia!

Ripensai al fatto di aver -fra tanta gente- rincontrato il mio Boo, era una bella sensazione anche se scientificamente improbabile

‘Fragolina! Ho detto che sono pronto! Ehi!’

Solo il contatto con le sue mani calde mi fece svegliare. Come ho fatto ad addormentarmi? Nel pomeriggio avevo dormito 4 ore!

‘Oddio scusami!’ dissi alzandomi di scatto, mi precipitai davanti allo specchio e cominciai a sistemarmi, fortuna che i capelli non erano molto scomposti..

‘Pronta, andiamo!’ urlai aprendo la porta e fiondandomi fuori.

‘Ehi aspetta, fragolina!’ mi chiamò lui, al che io ritornai indietro e gli urlai contro di non chiamarmi mai più in quel modo.

Niall si giustificò: ‘Anche prima ti ho chiamato così’

‘Ero in chissà quale mondo, ma ora sono sveglia!’risposi di rimando incenerendolo con lo sguardo, il biondo fece una faccia terrorizzata alzando le mani in senso di resa.

Il viaggio in macchina durò poco, io guardavo dal finestrino e lui era intento a guidare.

In sottofondo c’era uno che parlava di politica.

Du palle!

Stavo quasi per riaddormentarmi.

Entrammo al ristorante e ci sedemmo in un tavolo vicino all’acquario, devo ammettere che era interessante guardare le aragoste….

Ordinammo delle pizze e scherzammo per tutto il resto della cena.

‘Ti voglio bene, biondino’ gli confessai una volta in macchina, la vera e propria serata doveva ancora cominciare, ed io ero entusiasta.

‘Anch’io frago..’ alla mia occhiataccia si corresse e sorridendo ritornò con lo sguardo sulla strada.

Niall scese dall’auto e mi venne ad aprire, da bravo gentiluomo.

Lo presi per mano e mi condusse all’interno della discoteca ‘Avana’

Passammo in mezzo a migliaia di ragazzi che si baciavano, bevevano, fumavano..

‘Questo posto è così…wow! ’ dissi una volta seduta sulla poltrona di pelle con una limonata fra le mani.

Naturalmente il biondo non mi sentì per via della musica a tutto volume..

Mi passò un braccio intorno al collo mentre con l’altra mano sorseggiava qualcosa di alcolico, fissava una coppia intenta a procreare due gemelli in un angolo.

Mi tirò su e cominciammo a muoverci goffamente in uno spazio angusto sulle ultime note di ’The time’ dei Black Eyed Piece.

La canzone che seguì casualmente era un lento: I’m with you di Avril Lavigne.

Mi sentivo leggermente in imbarazzo.

-Ma chissenefrega! Divertiti!

- disse una vocina nella mia testa.

-Che ti prende? Di solito non mi dai questo genere di consigli-

Due mani che si posarono timidamente sui miei fianchi mi riportarono alla realtà, sorrisi al mio irlandese -soddisfatta che avesse fatto il primo passo- e mi avvicinai fino a posargli le mani sul petto e accoccolarmi a lui.

Il dolore ai piedi cominciava a farsi sentire, ma decisi fermamente di ignorarlo.

Si abbassò lentamente poggiando le labbra sui miei capelli.

Quando la musica finì gridai all’ orecchio del biondino che andavo a prendere qualcosa da bere. Avevo voglia di andarci giù pesante, volevo prendermi qualcosa di forte.

Quella cazzo di luce a intermittenza e quei corpi che strusciavano mi impedivano di vedere. Non trovavo le bibite e per di più ero al centro della sala, c’era chi mi urtava, e non facevo altro che prendere gomitate.

Cominciavo a sentirmi male, mi mancava il respiro e..avevo perso Niall!

‘Merda!’ urlai, ma tanto non mi sentì nessuno.

Mi tolsi le scarpe e cominciai a correre verso l’uscita.

Una volta fuori, presi delle boccate d’aria e mi sentii meglio all’istante, tutto quel fumo mi dava alla testa! Com’è possibile che fumano là dentro? Non si soffocano, cazzo!

Rimisi i tacchi e mi incamminai in cerca di una panchina, faceva freddo…

Mi sedetti sfinita e notai una coppia alla mia destra che stava litigando di brutto: un ragazzo dai capelli ricci simili a quelli del mio Harry e una bionda ossigenata che non faceva altro che starnazzare, poi gli mollò uno schiaffo fortissimo e se ne andò ancheggiando.

Dio, quanto odiavo le tipe così, mi davano tanto l’idea di troie!

Continuavo a guardare quel ragazzo, che rimase immobile a toccarsi la guancia.

Peccato che lo vedevo solo di spalle..

 

Restai pietrificata.

Il mio cervello ripercorse con una sorta di rallenty la scena in cui il ragazzo si voltò, guardandomi nel mio stesso modo.

Tanto di occhi sbarrati come i miei.

Mi portai una mano sulla bocca per trattenere l’urlo che voleva uscire, lo so.

Quel ragazzo non aveva i capelli come Harry, quello era Harry!

Una lacrima silenziosa mi rigò il viso, non mi preoccupai neanche di raccoglierla.

Correndo mi venne incontro -come in uno di quei film romantici- e mi abbracciò, quasi soffocavo ma non me ne fotteva un cazzo.

Avevo rivisto il mio migliore amico, risentito il suo profumo, ritoccato quei capelli e non c’era niente di più bello.

‘Stronzo, mi hai abbandonata!’scoppiai in una risata isterica nonostante le lacrime continuavano a scendere senza sosta.

‘Già, scusami. Giuro sulla mia stessa vita che non ti lascerò mai più’ rispose, sentivo che stava piangendo anche lui.

Però non sapevo se credergli più, aveva già detto una frase del genere e poi se ne era andato, come tutti gli altri.

 

Ci staccammo a malavoglia, avrei tanto voluto restare così per sempre.

Quella era stata una giornata indimenticabile: avevo rivisto dopo tanto tempo due persone importanti della mia vita.

Lo guardai: i nostri occhi erano sempre stati due calamite: simili ma tanto diversi, due calamite che continueranno ad attrarsi in eterno.

E senza rendermene realmente conto, lo baciai.

 

Non avevo mai assaporato quelle labbra, sono stata una stupida a non farlo prima.

Dio, come baciava!

Posò le mani sui fianchi e io portai le mie fra i suoi capelli.

Muoveva con foga le sue labbra contro le mie, poi cominciò a delinearne il contorno con la lingua e io mi sentii morire.

Le schiusi, così da permettergli di giocare con la mia e rincorrersi in un gioco di cui nessuno di noi conosceva le regole.

Sembrava che entrambi aspettassimo quel momento -così bello ma nello stesso tempo sbagliato- da tanto, troppo tempo: né io né lui sapevamo come sarebbe andata a finire dopo, ma non ci importava affatto.

Sentii una leggera sensazione al basso ventre, farfalle nello stomaco?

Forse era solo la magia del momento…

 

Contrariamente a quello che diceva il mio cuore, portai le mani sul suo petto ed esercitai una leggera pressione.

Lui si allontanò e mi guardò.

Riuscivo a vedere la libidine nei suoi occhi, la brama di avermi.

Provai paura, quindi abbassai lo sguardo e mi morsi nervosamente il labbro inferiore.

‘Portami a casa’ sussurrai con un filo di voce.

 

Mi staccai dal suo corpo caldo, mi tolsi il casco e feci per dirigermi verso casa, ma Harry mi bloccò per un braccio costringendomi a voltarmi.

Avevo tanta voglia di piangere, mi sentivo in colpa nei confronti da Niall, anche se forse non dovevo.

Non mi andava di incontrare ancora il suo sguardo, cazzo! Non sarei riuscita a reggerlo.

‘Abiti sempre qui?’ mi chiese ammiccando, come se già si fosse dimenticato di quanto accaduto qualche minuto prima.

Mi limitai ad annuire velocemente, lo ringraziai per il passaggio ed entrai in casa cercando di non cadere.

Mi accasciai alla porta, ma non diedi sfogo alle lacrime.

Sentivo un groppo in gola però non dovevo piangere, non avrebbe avuto alcun senso.

Mi spogliai, tolsi quelle scarpe dai miei poveri piedi doloranti e mi infilai sotto le coperte.

Chiusi gli occhi e mi sforzai di dormire, ma il mio cervello non voleva spegnersi.

3 volti continuavano a ronzarmi intorno:

-Zayn, il ragazzo che non riuscivo a togliermi dalla testa;

-Harry, il mio ex migliore amico;

-Niall, la persona più bella dell’intero mondo. Lui si era fatto pian piano spazio nella mia vita senza chiedere nulla in cambio.

Cosa fare? Come comportarsi? Zayn escluso a prescindere, ma Harry?

Mi portai le mani sugli occhi e lanciai un urlo liberatorio.

Mi sentii meglio all’istante però non bastò a farmi prendere sonno.

Sollevai le coperte e scesi dal letto per andare in cucina a farmi una camomilla.

 

Accesi i riscaldamenti e mi distesi sul divano.

Odiavo le notti insonni, fortunatamente il giorno dopo non avrei avuto scuola.

Santa domenica! Non sapevo neanche che ora fosse: perdevo sempre la cognizione del tempo quando iniziava la scuola.

Accesi anche la tv e cercai un canale che non trasmettesse documentari, film romantici -insomma, non era il momento!- telegiornali o film gialli, li detestavo con tutta me stessa!

Alla fine trovai una replica di Glee.

Coraggio, mi era finita bene.

Si stavano esibendo in What makes you beautiful e anch’io di tanto in tanto canticchiavo insieme a loro.

 

 

 

 

 

 

 

Allooora forse è banale il fatto che Dana conosca tutti i migliori amici di Niall, ma che ci posso fare? Mi piace come intreccio :3

Spero vi sia piaciuto, continuate a recensire. Voglio sapere che ne pensate :*

Un bacio e grazie a chi è arrivato a leggere fino a qui.

<3

 

 

 

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Capitolo 6
*** Dream or reality? ***


 

Ciao, comincio col ringraziare le ragazze che perdono tempo con la mia ff çç

E quei 10 angeli che l’hanno messa tra le preferite :*

Spero che anche questo capitolo vi piaccia, come sempre vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate tramite recensione…ma ora basta annoiarvi. Buona lettura <3

Ci si vede sotto :D

 

 

 

 

Harry

Non poteva essere successo realmente: stiamo parlando di Dana? La mia migliore amica? Mi ha baciato?

Quanto ho l‘ho desiderato…Non ci posso credere!

Mi lecco le labbra e riesco quasi a sentirle sulle mie, quel sapore, quella morbidezza…

E’ tutto vero, non è uno stupido frutto della mia immaginazione!

Dio grazie, grazie, grazie!

Menomale che con Selene è finita, è grazie a lei che l’ho incontrata, quella litigata è stata la cosa più bella che mi sia potuta capitare; lunga vita a Selene!

Si, lo so: non sono normale.

Sto sclerando, cazzo!

Ma ci pensate…Dana!!

Scendo dalla moto ed entro in casa, cercando di non saltare come una femminuccia.

Mi butto sul letto a peso morto e intimo a me stesso di calmarmi

Sono felice, non sono mai stato più felice in vita mia!

Non riesco a trattenere una lacrima, che imperterrita prosegue la sua scia verso l’angolo della mia bocca.

Sorrido ancora, ripensando mille volte a quel momento magico..

Non avevo calcolato le conseguenze però…come sarebbe finita fra noi?

La mia gioia svanì lentamente, facendo spazio alla preoccupazione.

Cazzo, e adesso che faccio?

Non posso essere felice e basta? No, qualcosa deve sempre andare storto!

 

Dana

Mi svegliai di soprassalto con il suono insistente del campanello, mi sollevai lentamente e vidi che era quasi giorno.

La tv era ancora accesa e trasmetteva il telegiornale delle 5 e mezza, chi cazzo poteva essere a quest’ora?

Non sapevo se aprire o meno, onestamente avevo paura..

Stavo per ritornare a dormire facendo finta di non aver sentito nulla, ma chi era alla porta prese a chiamarmi.

Oddio, quella sembrava la voce di Niall!

Non avevo le palle di affrontarlo, sarà stato arrabbiatissimo con me!

Ma non potevo neanche comportarmi da stronza, insomma…non se lo meritava!

Presi dei lunghi respiri e andai ad aprirgli, non sapevo neanche che discorso fare..

‘Niall scus…’ non ebbi neanche il tempo di parlare che mi saltò addosso abbracciandomi fortissimo.

‘Non sai quanto mi hai fatto preoccupare!’ sussurrò.

Notai che stava piangendo quando le sue lacrime mi bagnarono la spalla e sentivo freddo.

Solo in quel momento mi ricordai di essere in intimo, ma non me ne preoccupai.

Allungai una mano per chiudere la porta, lui si allontanò e io potei guardarlo negli occhi, erano gonfi e rossi.

Mi sentii una merda.

Come potevo averlo ridotto in quello stato!?

‘Scusami, scusami!’ sussurrai cominciando a piangere come una fontana.

Il biondo mi guardava stranito, con la fronte corrugata e sembrava esitare..

Mi abbracciò ancora, sussurrandomi dolcissime parole finché non mi calmai.

Mi staccai, gli sentii sussurrare un ‘Al diavolo’ che capii soltanto quando le sue labbra trovarono le mie.

Mi svegliai nello stesso istante in cui mi baciò.

Era tutto un sogno! No, stavo impazzendo: ora mi mettevo a sognare anche che Niall mi baciasse? Che cosa significava tutto ciò?

Ero sconvolta e confusa, decisamente confusa.

Si dice che i sogni siano frutti dei nostri più intimi desideri, di quello che vuole il nostro subconscio.

Volevo realmente quel ragazzo?

Mi accorsi di essere sudata e decisi di cominciare con un bel bagno caldo, magari si schiarivano le idee.

Indossai gli immancabili leggins neri, un maglioncino rosa e le converse dello stesso colore.

Lasciai i capelli sciolti e misi un filo di matita.

Presi la mia adorata borsa Pinko nera e uscii di casa.

Volevo fare colazione fuori, così mi diressi dallo Starbucks vicino casa mia.

Avevo dimenticato le cuffiette e l‘iPhone, porca carota!

Sorseggiavo il mio frappuccino, quando un biondino seduto due tavoli più in là attirò la mia attenzione.

Stava solo soletto con una bevanda in mano, mi venne subito in mente il sogno della stessa mattina ma scossi la testa per ricacciare quei pensieri.

Presi tutte le mie cose e mi diressi verso il suo tavolo.

 

Niall

‘Niall!’ mi sentii chiamare e alzai la testa di scatto.

Sogno o son desto?

Era davvero lei! Ieri dopo avermi detto che andava a bere non si era fatta più vedere.

Quanto mi è dispiaciuto che mi ha lasciato così..senza magari avvertire…

Impegnato com’ero a parlare da solo, mi ero dimenticato che lei era ancora di fronte a me e aspettava che parlassi.

‘Ciao!’ dissi con fin troppa enfasi, sorrise e si sedette di fronte a me.

‘Scusami per ieri..’ era mortificata e io non potei far altro che mostrarmi poco dispiaciuto.

‘Tranquilla..se te ne sei andata significa che ti stavi annoiando’ risposi abbassando lo sguardo e scrollando le spalle.

‘No!!’ quasi urlò.

‘Stavo poco bene..’ c’era qualcos’altro sotto, me lo sentivo.

‘E…’ la incoraggiai.

‘..ho incontrato Harry’ aggiunse inconsciamente.

 

Dana

Serrai gli occhi, come potevo essermi fatta sfuggire quel nome!

Era impossibile che lo conosceva, ovvio..ma io non dovevo dirlo proprio, cazzo!

Aprii prima un occhio e poi l’altro per individuarne la reazione: era immobile e con lo sguardo basso.

Sorrise debolmente e mi guardò: nei suoi occhi sempre allegri potevo leggervi tristezza, delusione.

Sicuramente c’era rimasto male perché ‘frequentavo’ un altro ragazzo…

Perché dovevo sempre fare del male alle persone?

Io non meritavo di essere felice, io dovevo stare sola, nessuno doveva avvicinarsi a me in nessun modo.

Mi odiavo per questo.

‘Harry come?’ mi chiese Niall risvegliandomi dalle mie auto-maledizioni

Ero titubante.

Glielo dico o non glielo dico?

-Ma si diglielo! Magari non è la persona che pensa lui-

disse la mia vocina interiore.

‘..Styles’ sussurrai sperando che non mi sentisse, ma purtroppo non fu così.

Inconsapevolmente strinse i pugni, e io abbassai il viso.

-Invece è proprio la stessa persona, non sei buona a dare consigli, cazzo!-

Quando sembrò calmarsi, mi parlò dolcemente.

‘E’ lui il tuo migliore amico che non vedevi da tanto?

‘Te ne ricordi?’ chiesi sorpresa.

Si crearono dei minuti di imbarazzante silenzio.

‘Ti va di uscire con me?’ mi chiese Niall ritornando a sorridere, forse fingeva..

Quando è felice lui, di riflesso lo sono anch’io. E’ difficile da spiegare ma è così.

Feci un gran sorriso e ci avviammo fuori dal locale.

‘Dove mi porti?’ chiesi una volta seduti in auto.

‘E’ una sorpresa. Ti fidi di me, giusto?’ chiese a sua volta.

‘Per tua fortuna si’

‘Ta-dan! Ed eccoci al luna park!’esclamò, sembrava un bambino a cui avevano regalato quello che chiedeva da tanto.

Era adorabile!

Mi brillarono gli occhi e sorrisi a 32 denti.

‘E se ti dicessi che non ci sono mai stata?’ chiesi alzando la testa per vedere le cime delle giostre.

‘Ti direi che non ci credo’ rispose guardandomi di sottecchi.

‘Giuro, è la prima volta!’

‘Da dove cominciamo?’ aggiunsi, girandomi intorno, adesso ero io la bambina!

‘Niall, ho paura’ sussurrai.

Eravamo saliti sulle montagne russe. Era tutto così surreale per me!

‘Ci sono io qui con te e non ti lascerò per nessuna ragione al mondo’

Mi prese la mano e dei brividi percorsero tutto il mio corpo.

Cercai di calmarmi e aspettai che partisse quel coso.

Urlai come tutti gli altri, era eccitante la sensazione di essere sospesi per aria, ma in certi tratti in cui andavamo più veloci ero terrorizzata; e Niall lo capiva perché mi stringeva forte la mano e mi rassicurava sorridendo.

Be’ ci riusciva!

Una volta scesi da lassù avevo la nausea e mi girava la testa.

Appoggiai la testa sulla spalla dell’irlandese e cominciai a inspirare ed espirare rumorosamente.

Niall cominciò a preoccuparsi e io cercai di rassicurarlo più volte.

‘Ti va un gelato? Magari qui ci torniamo un’altra volta..Quando starai meglio’ propose accarezzandomi la guancia, per la seconda volta sentii i brividi attraversarmi dalla testa ai piedi, ma probabilmente era solo il freddo.

‘Va bene, e scusa se ti ho rovinato i piani..’ dichiarai guardandomi i piedi.

‘Tu non hai rovinato un bel niente,ok?’ rispose alzandomi il viso per incontrare i suoi occhi sinceri e ancora più blu del solito.

‘Ok’ e gli diedi un grosso bacio sulla guancia.

Ci sedemmo su una panchina accanto alla gelateria perché i tavoli erano tutti occupati e cominciammo a mangiare.

Indossavo il suo giubbotto blu perché stavo tremando.

Avevo ragione, io! Quei brividi erano dovuti al freddo! Ecco..

pensai fra me e me

-Si, al freddo..-

-Tu zitta, cazzo!-

‘Mi fai assaggiare la stracciatella?’ chiesi con gli occhi da cucciolo una volta riscossami dai pensieri di una persona normale.

‘Solo se posso fare lo stesso con il tuo al tiramisù!’ propose facendomi l’occhiolino.

‘Ok, ma prima io!’ mi sporsi verso il suo gelato e ne presi un cucchiaino.

Lo assaggiai e ‘Non mi piace’ dissi facendo una faccia schifata.

‘Più gelato per me!’esclamò ridendo.

‘Gne gne gne. Comunque adesso tocca a te, o hai cambiato idea?’ gli ricordai passandogli il mio cono biscottato.

Fece una finta faccia triste: ‘Non posso, non ho cucchiai’

‘Lecca, allora!’ risposi alzando involontariamente il tono della voce.

Alzò un sopracciglio e un quarto delle persone che passavano di lì si girarono verso di me; io diventai prima rossa, poi viola.

‘Terra, apriti ora e risucchiami giù’

sperai con tutto il cuore.

Lui scattò a ridere del mio colorito e fece per avvicinarsi al mio gelato, ma io lo precedetti sporcandogli la punta del naso.

‘Vendetta’ soffiai con sguardo truce.

Restò a guardarmi compiaciuto e con un sorriso sghembo sulle labbra, ma non accennava proprio a pulirsi.

Se avessi avuto il telefonino gli avrei fatto una foto e minacciandolo di pubblicarla su facebook l’avrei potuto ricattare a vita.

Sorrisi della mia mente contorta e gli passai un dito sul naso, raccogliendo i residui del mio gelato e mettendoglielo davanti.

Vedendo che esitava, lo incoraggiai.

Si avvicinò al mio dito e lo strinse tra le labbra.

Sentii le cosiddette farfalle nello stomaco, quelle che non avevo sentito quando Harry mi baciava.

Restai a guardarlo divertita perché non si staccava, così lo feci io.

Lo vidi avvicinarsi lentamente fin quando c’erano solo 10 centimetri a separarci; sentivo il suo respiro caldo sul viso, vedevo i suoi occhi spostarsi dai miei alla mia bocca semiaperta.

Portò una mano sulla mia guancia accarezzandomi con il pollice.

Io che nel frattempo ero rimasta immobile, decisi di avvicinarmi leggermente dimostrandogli che non mi tiravo indietro.

Finalmente Niall si decise ad azzerare le distanze fra noi e mi ritrovai con le labbra incastonate alle sue...portai le mie braccia attorno al suo collo cercando di non fare cadere il gelato e mi lasciai andare in quel bacio leggerissimo.

Aspettavo qualcosa di più e forse anche lui, ma cercava il momento giusto.

Chi li capisce i maschi?

Il suo profumo mi stordiva e poi quel suo modo di muoversi lentamente…era snervante! Non che non fosse esperto, anzi…lo faceva intenzionalmente, secondo me.

Io non ero una di quelle puttane che ficcavano la propria lingua fra le tonsille di un ragazzo quindi aspettai che il biondo si decidesse.

Sembrò leggermi nel pensiero perché chiese dolcemente accesso alla mia bocca, acconsentii e le nostre lingue cominciarono a cercarsi, a rincorrersi, ad allontanarsi e poi a ricercarsi.

Non come un frullino Moulinex, sia chiaro…era tutto così perfettamente perfetto!

#sclerotime

Ci staccammo perché i nostri gelati si stavano sciogliendo, si sentiva in imbarazzo e anch’io -solo che non lo davo a vedere- gli strinsi la sua mano mentre con l’altra finivo il mio gelato.

‘Adesso dove andiamo?’ chiese Niall salendo in macchina.

‘Adesso mi porti a casa che ho cose da fare, ok?’ dissi poggiando una mano sulla sua guancia, sapevo che ci sarebbe rimasto male.

Mi accompagnò fino alla porta e aspettò che aprissi la porta.

‘Non ho il tuo numero di telefono..’ glielo dettai e feci per entrare in casa.

L’irlandese mi prese per mano e mi attirò a sé, si appoggiò al cornicione della porta e mi lasciò un bacio all’angolo della bocca, sorrisi e rientrai, quello era il nostro saluto.

In realtà non avevo nulla da fare, ma avevo bisogno di stare da sola per riflettere.

Mi sdraiai sul morbido tappeto del soggiorno e ripensai al bacio con Niall, era quello che mi aveva provocato sensazioni maggiori.

Con lui avevo sentito più volte dei brividi sul corpo e le farfalle nello stomaco.

Ok, avevo preso una decisione.

L’unica cosa che mi frenava era Harry…se solo non l’avessi baciato..

Cercai l’iPhone dappertutto ma proprio non riuscivo a trovarlo.

E in più era spento, perciò non potevo fare squilli.

Quando finalmente ce l’avevo in mano, sano e salvo -e recuperato da sotto il letto- lo accesi e guardai l’ora: erano le 12:45, praticamente ora di pranzo eppure non mi andava di mangiare…

stavo per depositarlo sul divano ma mi arrivarono 2 messaggi: uno di Harry e l’altro non aveva nome.

Lessi quello di Harry, io avevo ancora il suo numero e lui il mio..mi stupì: pensavo che l’avesse cancellato..

Dana devo parlarti, ci vediamo oggi a questo indirizzo: ***

Tuo, Harry

xx

A dire il vero, mi mancavano i suoi messaggi, mi mancavano i suoi abbracci.

A dire il vero

, mi mancava il mio migliore amico.

Lessi il secondo:

Dana, immagino che tu l’abbia capito quanto mi piaci..

C’è una cosa che non ti ho detto… e cioè che Harry è uno dei

miei coinquilini alias migliore amico.

Ti prego perdonami, ma il mio stupido carattere

non mi ha permesso di dirtelo subito..

C’ ero rimasta male, volevo saperla subito questa cosa…realizzai di tenere molto a quel ragazzo e non volevo perderlo attaccandomi a cose del genere…lui stava diventando importante e be’ la faccenda di Harry era un altro paio di maniche.

Erano le 16:30, andai in garage a prendere lo scooter e partii verso quella casa.

Suonai al campanello e fu proprio Harry ad aprirmi, ci sedemmo sul divano e mi strinse le mani.

Io ero già nervosa, ma lui mi metteva ancora più ansia..

Lo guardavo negli occhi e cercavo di identificare lo stato d’animo ma diversamente dalle altre volte, non riuscivo a decifrarlo.

Presi un lungo respiro e attaccai con il mio discorso perché lui non sapeva da dove cominciare e io non riuscivo più a trattenermi.

‘Harry..sono felice di averti rivisto…ieri è stato bellissimo ma non credo possa funzionare, insomma..ho bisogno di un migliore amico..non ti voglio come fidanzato..Noi non siamo destinati a stare insieme..cioè potevamo provarci prima, ora è troppo tardi..non dovevo darti false speranze, perdonami’ sputai tutto d’un fiato.

 

Harry

Abbassai lo sguardo.

Quelle parole erano crudeli e il mio cuore perse più volte alcuni battiti, era come se fosse stato trafitto da mille pugnali.

Io pensavo davvero che potesse funzionare, ci speravo sul serio, con tutto me stesso.

L’avevo chiamata per dirle di provarci, perché io la amavo ancora.

Feci un sorriso di quelli fra i più falsi al mondo: ‘Sono felice che la pensiamo allo stesso modo’ dissi cercando di essere più convincente possibile.

Mi abbracciò e se ne andò, lasciandomi con il cuore distrutto in mille, piccolissimi pezzi.

Ero solo, potevo sfogarmi..

Come se avessi azionato un pulsante, le lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi.

Piangevo in modo passivo: non avevo neanche la forza di alzarmi e spaccare tutto.

Ero svuotato, lei si era portata di nuovo una parte di me.

 

 

 

Vi chiedo di passare da questa meraviglia qui,

Che merita tanto :*

 

 

http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=190914

Un bacio <3

 



 

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Questa è quella gran figona di Dana <3

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** I'm your baby and you don't know. ***


 

Dana

1 ottobre, riunione in Aula Magna.

Che palle…non avevo proprio voglia di sentire il preside blaterare…

Che cazzo me ne fregava dei programmi scolastici, degli orari dei corsi…

Ma fottetevi tutti, io avevo di meglio a cui pensare!

Guardai l’orario sul telefono. Merda, appena le 8:45. Come avrei fatto a resistere…

Chiusi gli occhi, impegnandomi per non addormentarmi.

Non capivo niente di quello che diceva, sentivo solo un brusìo in lontananza…

Finalmente, santa campanella!

Stavo per avere un collasso su quella sedia…quelle erano le 2 ore più lunghe della mia vita!

Camminavo per il corridoio cercando la bacheca degli annunci fra le teste degli alunni.

Vagamente avevo sentito dire che cominciavano le lezioni saltuarie.

Che rottura, già era tanto che andavo a scuola, adesso ad ogni ora dovevo anche cambiare classe!

Mi appuntai il nuovo orario su un foglietto e mi diressi verso l’ipotetica classe in cui si teneva la prima lezione.

Mi accasciai sulla sedia e poggiai la testa sul banco aspettando il professore di CHIMICA. Di bene in meglio!

Poi avevano anche abilitato il servizio mensa..solo il pensiero di quel cibo vomitavo colazione, brunch, pranzo e cena dell’ultimo mese..

‘Buongiorno ragazzi’ Percepii i miei compagni alzarsi per salutare il prof mentre io non mi mossi di un millimetro.

‘Prima di cominciare la lezione vorrei presentarvi una nuova compagna’ aggiunse posando i libri con gran tonfo sulla cattedra.

Sentendo questa frase alzai di scatto la testa, la curiosità mi divorava!

‘Lei è Charlotte Parker’ e indicò una bruna dagli occhi color cioccolato intenta a torturarsi una ciocca riccia dal nervoso.

‘Prego si accomodi, quello è l’ultimo banco rimasto’ aggiunse indicando il posto vuoto accanto al mio.

‘So cosa si prova ad essere la nuova arrivata. Comunque io sono Dana’ le sussurrai tendendo la mano.

Charlotte alzò timidamente la testa dal libro e la strinse.

‘Spero che diventeremo amiche’ aggiunsi sorridendo.

‘Lo spero anch’io’ rispose ricambiando il sorriso.

 

Niall

Era almeno la centesima volta che scrivevo il suo nome sul quaderno.

Ero al settimo cielo, ma che dico? Almeno 3 metri sopra il cielo!

Mi aveva colpito dal primo momento quella ragazza…però dovevo chiarire con lei, sia per la faccenda di Harry che per il bacio..speravo di poterla incontrare in mensa..

Quella stronza della prof di storia -che mi aveva messo sul naso- fece la sua entrata trionfale con una bionda dietro, si schiarì la voce e cominciò a presentare la ragazza; ad un certo punto non la seguii più, tutto mi si era scollegato, tutto tranne il cervello che continuava a ripetere quel nome.

Fra 100 milioni di gente, proprio lei? E che cazzo!

 

Avevo giurato a me stesso che se quella Hannah veniva a parlarmi perché voleva trascorrere un’altra notte con me l’avrei rifilata a Lou, tanto le aveva già messo gli occhi addosso. Insomma, io ero impegnato STOP

Mi diressi con il mio bel vassoio al tavolo in cui mi aspettavano i ragazzi, a quanto pare Liam e Louis si erano risparmiati di venire a scuola…

Salutai Zayn ed Harry e cominciai a scrutare ogni singola persona presente in quella stanza, non c’era l’ombra di Dana.

‘Chi cerchi?’ mi chiese curioso il moro mentre giocava con il cibo nel piatto.

‘Volevo presentarvi una ragazza, ma…oh eccola!’ farfugliai andandole incontro lasciando quei due lanciarsi occhiate interrogative.

‘Potato!’ esclamò abbracciandomi, era sempre così calorosa…

‘Ciao piccola!’ la strinsi inspirando a pieni polmoni il suo profumo alle fragole, quanto mi mandava fuori di testa quell’odore…

Si staccò e mi presentò la ragazza che aveva affianco: una certa Charlotte,le sorrisi e ritornai a guardare Dana.

‘Possiamo parlare un po’ da soli?’

Per un attimo sembrò smarrita ma poi lanciò uno sguardo d’intesa all’altra ragazza che acconsentì e ci lasciò soli.

‘Per la storia di Harry…’ cominciai ma mi zittì all’istante ‘Tranquillo, non ce l’ho con te’ disse accarezzandomi la mano, mi sentii sollevato ma non del tutto…c’era ancora l’argomento che più temevo.

Le sorrisi e ripresi a parlare: ‘Per quanto riguarda quel bacio…’ stavolta lei non parlava, mi ascoltava in silenzio. ‘Parla, parla’ speravo..ma niente!

‘Io…tu…’ annaspavo, le parole non accennavano a uscire dalla mia bocca, le guance mi presero fuoco e non riuscivo a sostenere il suo sguardo.

‘Proviamoci, ok?’ esclamò, un sorriso enorme si fece spazio sul mio volto, le presi il viso fra le mani e la baciai così, davanti a tutti i ragazzi che ci guardavano stupiti e le ragazze che spettegolavano o che incenerivano Dana con sguardi assassini…fu un bacio dolce e breve…

‘Ti presento a due dei miei coinquilini’ dissi ad un tratto tutto felice prendendola per mano e incamminandomi verso il nostro tavolo ‘…ah, dimenticavo..uno di questi è Harry..’

La sentii sospirare ‘Andiamoci, prima che suoni’ rispose sicura.

‘Ragazzi lei è Dana, la mia ragazza’ la presentai stringendole la mano, era diventata ansiosa e non l’avevo vista così preoccupata prima.

‘Dana, Zayn’ dissi semplicemente, non era il caso di presentargli Harry, no?

Il moro che prima stava solo piluccando il cibo, aveva smesso di mangiare e fatto cadere rumorosamente la forchetta.

Ci furono attimi di interminabile silenzio, Zayn e la mia ragazza che continuavano a fissarsi scioccati ed Harry che si alzò dal tavolo e se ne andò a passo spedito.

 

Non seguivo minimamente la prof di lettere, continuavo a pensare a tutto quello che successe nel giro di un’ora:

1. Ero riuscito a mettermi con la ragazza che tanto desideravo!

2. Hannah frequentava la mia stessa scuola #Che felicità!

3. Harry ha lasciato il tavolo senza dire nulla.

4. Zayn e Dana, le loro occhiate...possibile che si conoscessero?

5. Dovevo parlare con tutti e 5 i miei migliori amici, soprattutto con Liam..

Nello stesso istante mi arrivò un messaggio:

-Potato <3-

 

-Fragolina <3-

quella ragazza mi sorprendeva sempre, avevo voglia di conoscerla fino in fondo.

 

-Sai che non devi chiamarmi così, quello è un soprannome

di Lou e poi adesso dobbiamo averne uno nostro..-

 

-Hai ragione…

che ne dici di ‘piccola’?-

-Fantasia…-

 

-Non sono molto bravo in queste cose, lo sai..vorrei

dimostrarmi più romantico, ma mi ci devo abituare..

Sai, ho avuto solo una storia prima di te-

-Invece tu sei il primo; e non

preoccuparti sei perfetto già così-

 

- <3 Sai, penso che da

quando ci sei tu, mi dimentico di mangiare-

-E’ grave? xD

Invece io penso di farmi

i capelli biondi-

 

-Saresti ancora più bella.. <3

Ehi, posso darti un passaggio dopo scuola?-

-Facciamo domani..oggi ho lo scooter-

 

 

Rientrai in casa e mi buttai sul divano, aspettai che arrivassero tutti e 4 i miei amici, così decisi di ingannare il tempo accendendo un po’ di musica.

Oggi ero uscito prima, perché mancava la prof di educazione fisica, yee!

‘Ciao’ disse Harry distrattamente chiudendo quasi la porta in faccia a Liam.

‘Ehi, non mi hai visto? Ma dico, sei cieco?’ sbottò quest’ultimo, non era da Payne comportarsi così..doveva aver litigato con qualcuno.

Harry aprì la bocca per rispondergli e sapevo che non voleva dirgli parole d’amore; sarebbe sicuramente finita con una di quelle liti assurde in cui entrambi si sarebbero ignorati per un’intera settimana, spensi lo stereo e mi portai di peso Liam in cameretta.

‘Amico che succede?’ lui non rispose, scoppiò subito a piangere fra le mie braccia…non l’avevo mai visto così, sebbene sapessi che lui è un ragazzo dolce, emotivo, sentimentale..

Continuava a bagnare la mia maglietta, così presi ad accarezzargli i capelli e lo lasciai sfogare, anch’io avevo gli occhi lucidi..insomma mi faceva male vederlo in quello stato…

Quando sembrò calmarsi sussurrò solamente Roxy e io capii tutto.

Roxy Barry era una di quelle troie, con corpo statuario, extension bionde, lentine azzurre e un quintale di trucco sulla faccia.

Una di quelle stupide oche che non sa nemmeno quanto fa 2+2.

Squallida,

ci aveva provato anche con me ad avere una “relazione” ovvero farsi vedere con i ragazzi più gettonati per aumentare la popolarità nella scala gerarchica della scuola.

Avevo detto più volte a Liam di lasciarla perdere ma a quanto pare lui se ne era innamorato.

 

‘Grazie Niall..ti voglio bene’ disse sorridendo, finalmente era tornato il caro vecchio Liam..

‘Anch’io brò’ esclamai abbracciandolo.

‘Adesso devo parlarti io però, so bene che non è il momento ma..’ farneticavo.

‘Dimmi’

‘Cosa ti viene in mente se dico Dana Smith?’ vidi la sua espressione tramutarsi più volte: tristezza, rammarico, dubbio, nostalgia…

Chiuse gli occhi e una lacrima gli sfuggì, la raccolse all’istante.

‘Come la conosci?’

‘Stiamo insieme’ risposi, avevo paura della sua reazione.

‘Piccolo il mondo, eh?’ soffiò sorridendo amaramente.

‘Hai intenzione di parlarle?’ chiesi confuso, annuì.

Suonai alla porta della casa di Dana, erano le 4 del pomeriggio e il cielo preannunciava pioggia.

Dopo qualche istante lei mi aprì presentandosi in canotta, shorts e un turbante in testa.

‘Ma non ne senti freddo?’ chiesi indicando il suo abbigliamento.

‘Ho i riscaldamenti accesi, stupido!’ esclamò ridendo, entrai e mi accomodai sul divano.

‘Sto arrivando’

 

‘Guarda!’ esclamò scompigliandosi i capelli, era bionda adesso.

‘Questo è il mio colore naturale’ aggiunse su di giri.

Mi alzai e poggiai le mani sui suoi fianchi avvicinandomi, le sussurrai ‘Sei ancora più bella’ prima di azzerare le distanze.

La baciai con foga, avevo la sensazione che non mi sarei mai stancato di quel contatto…una mandria di bufali scorrazzava allegramente nel mio stomaco.

Mi venne subito in mente il discorso che avevo fatto con Liam, mi staccai all’improvviso e assunsi un’espressione preoccupata.

Dana mi sollevò il viso costringendomi a guardarla negli occhi, adoravo quegli occhi..erano così belli, espressivi, solari…

‘Che hai? Ci hai ripensato’ chiese dubbiosa.

‘No! Certo che no!’ esclamai.

‘Allora?’ ci riprovò.

Non sapevo cosa dire, e se l’avrebbe presa male…?

Mi sedetti sul divano e facendole cenno con le mani, la incitai a mettersi sulle mie gambe ‘Mi sto preoccupando’ disse in ansia.

‘So che a te fa male, ma è necessario che tu lo sappia’ annuì.

‘Conosco tuo fratello’ continuai.

 

‘Mi pigli per il culo?’ esclamò alzandosi e cominciando a ridere nervosamente ‘Si, mi pigli per il culo’ sussurrò vedendomi serio.

‘Dove sono le telecamere, siamo su scherzi a parte?’ aggiunse cominciando a sudare freddo.

‘No…Liamè il mio migliore amico’ sgranò gli occhi: ‘Ma com’è possibile?…Come cazzo fai a conoscere tutte le persone che facevano o fanno parte della mia vita? Harry, Louis, Liam, Zayn…’ camminava avanti e indietro per la stanza portandosi le mani in testa.

‘Come conosci Zayn?’ chiesi dubbioso, ‘E’ il ragazzo che mi piaceva, ma non è questo il punto, cioè..Liam? Mio fratello. E’ scioccante’ dichiarò mentre delle lacrime le rigarono il viso.

Il mio cuore perse un battito: il ragazzo che le piaceva?

E menomale che ha usato l’imperfetto…

Cercai di non pensarci e mi concentrai su quella questione più importante ‘Vuoi incontrarlo?’

‘Certo!’ urlò abbracciandomi di slancio.

‘Allora non piangere, ti prego..’ le sussurrai all’orecchio.

‘Sono lacrime di gioia, le mie’ rispose stringendomi forte a sé.

Inspirai il profumo del suo shampoo alle albicocche e sorrisi.

Quando è felice lei, lo sono anch’io…è difficile da capire ma è così.

 

Le strinsi la mano per darle coraggio e suonai il campanello, fu proprio Liam ad aprirci.

‘Dana’ sussurrò con gli occhi lucidi appena la vide: ‘Fratellone!’ esclamò lei.

Poi si strinsero in un abbraccio da orsi; entrambi singhiozzavano e anch’io piangevo insieme a loro, ero rimasto a guardare la scena commosso.

‘Mi sei mancato, tantissimo’

 

Dana e Liam avevano raccontato ognuno la propria vita all’altro, senza tralasciare un minimo dettaglio, in effetti ero poco integrato nel discorso e spesso mi sentivo di troppo.

Avevano del tempo da recuperare quei due e c’era anche il rischio che lui andasse a vivere a casa della mia ragazza.

Gli occhi di Dana avevano una luce diversa…erano così sorridenti…

Parlammo fino a tardi, così decidemmo di cenare allegramente con una pizza familiare, nel frattempo era arrivato Lou e si era aggregato a noi.

Adesso eravamo in macchina, di fronte casa sua.

‘Grazie potato’ sussurrò dandomi un bacio a stampo che io approfondii, quando ci staccammo eravamo entrambi senza fiato e con il respiro affannato.

-Diglielo, diglielo-

disse la mia coscienza.

-Dirle che?- chiesi mentalmente.

-Non fare il finto tonto…-

‘Niall? Mi senti?’ chiese Dana esasperata.

‘Scusami piccola, ero sovrappensiero’

‘Si era capito’ scherzò.

‘Ti ringrazio per tutto, sei unico’ aggiunse abbracciandomi.

Le accarezzai i capelli e finalmente glielo confessai: ‘So che è presto per dirlo ma..ti amo, Dana.’

Non dovevo dirglielo, è così prematuro e lei non se l’aspettava minimamente…che stupido…

‘Non me l’aveva mai detto nessuno..’ sussurrò dopo attimi di snervante silenzio, non risposi e Dana stette ancora accoccolata fra le mie braccia; poi alzò la testa per guardarmi negli occhi e allungò una mano per sfiorarmi la guancia, subito dopo abbassò lo sguardo e rivolgendolo alla strada uscì dalla macchina.

Potevo anche capirla, se non si sentiva di dirmi ‘ti amo’.

Sempre meglio che una bugia.

Avete presente quelle coppie:

-Ti vuoi mettere con me?

-Si

-Ti amo

-Ti amo anch’io

Pff, non c’è niente di più falso, ho sempre odiato queste cose!

Lei era ancora davanti la porta e continuava a guardarmi con sguardo vago, probabilmente si sentiva in colpa nei miei confronti.

Le sorrisi dimostrandole che era tutto ok e le mandai un bacio volante che prontamente catturò con la mano portandolo sulle labbra, sorrise e aspettai che entrasse per mettere in moto la macchina e andarmene.

Non volevo farle pesare nulla, doveva essere la vera Dana, non quella che vuole dimostrare di essere per far felici gli altri.

Lo stupido film che aveva scelto Liam era finalmente finito, ammettiamolo era l’unico che piangeva come una fontana mentre noi 4 dormivamo!

Mi alzai sbadigliando e annunciai che stavo andando a fare la doccia, erano le 11 e mezza quando salutai i ragazzi e mi infilai sotto le coperte, mandai un sms a Dana e mi addormentai un secondo dopo aver poggiato la testa sul cuscino.

Non avevo più parlato con Zayn e Harry, me n’ero completamente dimenticato. Ma tanto loro non c’erano questo pomeriggio…

‘Buonanotte, mia piccola stella’

 

 Questa è la Charlotte che mi immagino. Non è una gran figona pure lei? *-*
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Capitolo 8
*** Welcome new family. ***


 

Dana

Mi svegliai alle 6 e 50, esattamente 10 minuti prima che suonasse la sveglia. Non mi era mai capitata una cosa del genere, di solito non riuscivo ad alzarmi dal letto prima delle 7 e 30.

Mi girai dall’altro lato e chiusi nuovamente gli occhi.

Automaticamente pensai a Niall, al suo ti amo e non riuscii a trattenere un sorriso, lui che era entrato nella mia vita facendosi strada a poco a poco…senza chiedere nulla in cambio. Non volevo più stare sola, adesso.

Guardai il cellulare e trovai un messaggio di Niall, lo lessi sorridendo come un’ebete e gli risposi cominciando a prepararmi per la scuola.

‘Giorno, cucciolo J

 

Misi un paio di blu jeans scuri, un maglioncino nero con le air force bianche e il giubbotto lucido, portai anche l’ombrello nello zaino…oggi sarebbe piovuto.

Uscii di casa. Stavo per dirigermi in garage quando mi venne un’idea: fare una sorpresa a Niall.

Chissà come l’avrebbe presa…ero così euforica che non mi accorgevo neanche della gente con cui mi scontravo sul marciapiede e che perennemente mi mandava a quel paese..ma chissenefrega!

Mi diressi verso casa sua e alle 7 e 40 ero già dietro la porta, suonai e venne ad aprirmi un Harry tutto spettinato e in mutande, scoppiai a ridere facendolo arrossire.

Cominciò a balbettare dall’imbarazzo, così lo salutai con un bacio sulla guancia ed entrai in casa, i ragazzi stavano facendo colazione insieme in cucina chiacchierando amabilmente, sembravano una famigliola felice.

Non avevo mai provato una sensazione del genere, se non tanto tempo fa con i miei nonni…

Non si erano neanche accorti della mia presenza, così urlai un ‘Sorpresa!’ facendoli sussultare.

Il risultato? Lou che tenevano una mano sul cuore, che esagerato..Liam che mi guardava con gli occhi storti, dovevo spaventarmi? Era comunque dolcissimo il mio Payne.

Niall mi venne incontro salutandomi con un bacio a stampo, poi mi abbracciò: adoravo quel ragazzo!

E poi oggi era particolarmente figo con quei pantaloni larghi grigi, una maglietta piuttosto aderente di colore bianco e sopra teneva una felpa nera.

Nel frattempo giunse Harry da dietro, finalmente si era vestito. Anche lui, non era niente male con un paio di pantaloni neri e una maglietta grigia a maniche lunghe che lasciava poco spazio alla mia immaginazione.

Mi girai verso di lui e lo abbracciai, sentivo che il nostro rapporto si stava lentamente ricostruendo e volevo tenerlo con me come facevo una volta.

Lui desiderava ritornare ad essere il mio migliore amico almeno quanto me.

‘Potevi anche stare in mutande, non era la prima volta che ti vedevo in quello stato pietoso’ gli sussurrai.

Rise forte e ‘Stronza’ rispose stringendomi a sé.

Gli scompigliai i capelli -che prontamente risistemò con un’abile mossa- e andai a salutare gli altri.

Andai da Liam, che stava mangiando dei cereali con una forchetta??

Lo abbracciai da dietro e gli diedi tanti baci in entrambe le guance, salutai Lou nello stesso modo e…Zayn? Come cazzo lo saluto ora?

Mi anticipò lui, dandomi un bacio sulla guancia che mi lasciò parecchio sorpresa ma feci un grosso sospiro di sollievo.

Poi sentii Niall tirarmi per un braccio e mi invitò a sedermi accanto a lui.

‘Hai fatto già colazione?’ chiese sorridendo.

‘No’ risposi in imbarazzo.

‘Ti vanno dei cereali? Abbiamo solo questo perché il nostro caro Harry ieri non ha fatto la spesa’ m’informò lanciando un’occhiata al diretto interessato, il quale borbottò qualcosa che nessuno capì, dando il via alle risate generali

‘Possiamo andare da Starbucks?’ chiesi sapendo già che non avrebbe acconsentito.

‘Va bene’ disse tutto sorridente.

‘Ma la tua colazione?’ gli chiesi indicando la tazza vuota.

‘Allora non lo conosci’ rispose Lou al posto del mio irlandese.

‘Non sai quanto mangia’ aggiunse Zayn.

Continuavo a non capire e Niall era sempre più rosso in viso.

Mi prese per mano e uscimmo di casa dopo aver salutato i ragazzi.

Eravamo mano nella mano fra adulti vestiti eleganti che camminavano a passo svelto con una 24ore in mano.

‘Posso farti una domanda?’ chiese il biondo rompendo il silenzio, era diventato improvvisamente serio.

‘Certo’ risposi confusa.

‘Che c’è fra te e Zayn?’ continuò.

Sapevo che prima o poi me l’avrebbe chiesto

‘Nulla, perché?’

Non continuare, non continuare

‘Perché si vede lontano un miglio che c’è qualcosa che non va fra voi due…’

‘Non c’è niente, sul serio’ dichiarai immediata.

Si girò a guardarmi, quegli occhi così azzurri screziati con quel verde chiaro… e io non seppi resistere.

 

Ci sedemmo a un tavolo accanto alla finestra e io cominciai a parlare.

‘Al primo anno di liceo avevo una cotta pazzesca per Zayn Jawaad Malik: quella sua aria da figo, quella camminata così…oddio, avevo completamente perso la testa per lui. Tutta la scuola parlava di lui, tutti erano a conoscenza della sua fama di sciupa femmine anche se a me non importava minimamente di lui.

Tuttavia, come se avesse sentito quello che pensavo, ha cominciato a lanciarmi occhiate infuocate, a parlarmi quando camminava, anzi sfilava per i corridoi, addirittura una volta mi ha anche toccato il sedere..’ conclusi con una risatina mentre sorseggiavo il mio cappuccino.

‘Continua..’ mi incoraggiò Niall mordendo la sua brioche, aveva uno sguardo strano.

‘Allora il rapporto fra me e Harry si stava deteriorando..i miei nonni non c’erano più e io cominciavo a sentirmi sempre più sola, così decisi di stare alle sue avance.

Mi sentivo un po’ onorata, a essere sincera…Poi i miei mi hanno costretto a venire con loro a New York e sono mancata per 2 anni…Quando sono tornata qui, ho continuato gli studi in questo liceo e il primo giorno di scuola mi hanno invitata ad una megafesta a casa di uno..’

‘Harry. Quella era la casa di Harry, prima che venisse a vivere con me, Lou e gli altri’ mi corresse Niall, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare la mia storia.

Annuii e continuai a parlare, cercando di non mostrarmi turbata da quella scoperta.

‘…Zayn mi ha invitata a ballare con lui e poi mi ha baciato, cercando di portarmi a letto’ conclusi accavallando le gambe e guardando dalla finestra la gente passare.

Quando mi voltai, vidi il mio dolce biondino stringere i pugni e realizzai che, molto probabilmente sarei dovuta restare zitta.

‘Niall..che ti prende?’ sussurrai sfiorandogli la mano.

‘Lo sai che vedendo te e un “ragazzo bruno” baciarvi, accecato da una rabbia insensata, sono andato a letto con una sconosciuta? Ho infranto anche un giuramento: avevo promesso che mai più avrei usato una ragazza in questo modo.

E ora vengo a sapere che quello era Zayn! Sai come posso sentirmi, Dana? Vorrei tanto spaccargli la faccia se non fossimo amici. Ma non do neanche la colpa a lui. Insomma, non sapeva niente dei miei sentimenti per te’ esclamò, cercando di mantenere la calma. Non l’avevo mai visto così fuori di sé e non volevo che, per causa mia, la loro amicizia andasse a puttane.

E poi, avevo sentito bene?

Accecato da una rabbia insensata, sono andato a letto con una sconosciuta. Ho infranto anche un giuramento…

Ma non do neanche la colpa a lui. Insomma, non sapeva niente dei miei sentimenti per te.

A Niall piacevo già allora… sorrisi fra me e me.

Mi alzai strisciando la sedia e mi sedetti sulle sue gambe.

‘Stai tranquillo: Zayn non sarà un problema per la nostra relazione. Per lui ero solo una delle tante da portare a letto che comunque non gliel’ha data.

Lo sai meglio di me com’è fatto. Ora è tutto passato, però. Il mio cuore ti appartiene, ormai’ conclusi guardandolo da 10 centimetri di distanza, ero imbarazzata…del resto era la prima volta che gli rivelavo i miei sentimenti.

Fece un gran sorriso e finalmente azzerò quella poca distanza che ci divideva.

Fu un bacio dato con foga all’inizio, ma che divenne sempre più dolce e durò anche 5 minuti buoni e che io conclusi con un morso al labbro inferiore facendo gemere sommessamente il mio irlandese.

Purtroppo dovevamo andare a scuola.

Guardai l’orologio.

‘Cazzo è tardi, sono le 8 e venti. Non possiamo arrivare in ritardo!’ esclamai mentre cercavo di tirare su Niall dalla sedia, che non collaborava affatto.

Ci avviammo verso la scuola con passo lento, finché non scoppiò il diluvio universale e cominciammo a correre come due bambini sotto la pioggia. Non mi ero ricordata neanche che avessi l’ombrello.

Era un momento così amdbswjbyjdewj #sclerotime

In pochi minuti eravamo davanti la scuola, avevamo il fiatone ed entrambi eravamo piegati con le mani sulle cosce, né io né lui riuscivamo a parlare per la fatica.

Quando mi sentii meglio, lo guardai. Era ancora più morto che vivo, gli scoccai un grosso bacio sulla fronte e sussurrandogli un: ‘ci vediamo a mensa, amore’ mi congedai, pioveva ancora più forte.

 

Ok, sono psicologicamente pronta al cazziatone della prof di spagnolo. Quella donna è tosta, eccome. Ma pazienza, amo questa lingua e voglio studiarla a tutti i costi. Anche se a insegnarla è quella puttana della Wilson.

Controllai l’orario nel mio iPhone: 8:30. Non ero poi così in ritardo…

Mi avvicinai alla classe e la porta era aperta, tirai un sospiro di sollievo e appena vi misi piede, ci furono delle risate generali

Cazzo, sono bagnata dalla testa ai piedi

.

‘Fanculo!’ urlai prendendo posto accanto a Charlotte, che mi sorrise per incoraggiarmi.

Quanto era dolce questa ragazza.

Ricambiai il sorriso e posai la testa sul banco, questa si prospettava la giornata più bella della mia vita, yeah.

 

‘Mi vuoi dire che non ti sei piegata in due dalle risate quando hai visto la caduta di Thompson?’

‘No’ rispose Charlotte scoppiando a ridere peggio di me.

Vidi la mano di Louis farmi cenno e mi avvicinai al tavolo dei ragazzi seguita da Charlotte, posai il mio vassoio e guardai la mia amica che era rimasta immobile con il suo fra le mani.

La obbligai a sedersi accanto a me e cominciai a parlare.

‘Lei è Charlotte. Charlotte, questi sono Liam, Harry, Louis, Zayn e Niall lo conosci già’ li presentai.

‘Piacere’ disse stringendo la mano di ognuno e sorridendo imbarazzata.

Parlammo del più e del meno, anche la bruna partecipava attivamente ai discorsi. Come facevano quei ragazzi a non mettere in imbarazzo nessuno? Perfino io, mi sono trovata subito in sintonia con loro. Sono davvero fantastici.

Un momento…perché Zayn si sta mangiando Charlotte con gli occhi? Mi correggo, perché la sta spogliando con gli occhi? Sorrisi beffarda, quel ragazzo era così scontato! Sicuramente lei sarebbe stata la sua prossima vittima.

Mi voltai verso Niall e glielo sussurrai all’orecchio, rise anche lui mettendomi poi un braccio intorno al collo. Io mi accoccolai al suo petto facendo scoppiare un vocio di ‘eeeeeeeeeeeeeh eeeeeeeeh’ ai quali Niall arrossì e io -dimostrando che quei 4 cretini non mi intimorivano- lo baciai sotto gli occhi sgranati dei presenti.

 

Per fortuna quelle 5 ore infernali passarono in fretta, adesso stavo rincasando con Niall. Liam e Harry si erano autoinvitati a casa mia per cena, così io avevo allargato l’invito anche a Louis, Zayn e Charlotte.

Sapevo che fra quei due sarebbe nato qualcosa, anche lei mi aveva confessato che le piaceva quel bruno sexy..Parole sue, non mie!

 

‘Tesorino dolce, che ti va di mangiare a pranzo?’ chiesi a Niall spostando lo zaino sulla spalla sinistra.

‘Ma…caviale del Belice, ostriche, capesante…’ rispose con aria da sofisticato, tenendo il conto sulle dita.

‘Scherzi vero?’ dissi scoppiando a ridere, seguita da lui.

‘Sai cucinare gli spaghetti?’ chiese poi speranzoso.

Eravamo arrivati, presi le chiavi e cercai di aprire la porta.

‘Modestamente sono brava ai fornelli’ mi voltai a guardarlo, fingendomi offesa.

Si avvicinò lentamente, incastrandomi tra il cornicione della porta e il suo corpo. Stavo cominciando a sudare, si.

Mi prese il viso fra le mani e si avvicinò, mi mancava il respiro, si.

Mi guardava da pochi centimetri di distanza.

Lo faceva di proposito, si.

Non riuscivo più ad aspettare, quelle labbra le volevo sulle mie.

Così lo baciai io, posai le braccia al suo collo, mentre lui mi avvicinava sempre di più a sé.

Sorrideva, ne ero sicura.

Chiusi gli occhi, le nostre labbra si muovevano le une contro le altre. Quando le schiusi, la sua lingua trovò subito la mia, sapeva di cioccolato…

Sentendo un vocio li riaprii, c’era un quarto del vicinato -compresa la signora Debnie- che ci fissava scioccati, che palle. Non hanno mai visto due ragazzi baciarsi?

Allontanai Niall, indicandogli gli spettatori. Presi a salutarli come un’ebete mentre il mio biondo cercava disperatamente di aprire la porta.

Quando ci riuscì mi tirò dentro e scattammo a ridere entrambi.

Gli scoccai un bacio a stampo per poi posare delicatamente -si, certo- le mie cose e dirigermi in cucina a vedere un po’ cosa preparare per pranzo.

Niall intanto stava accendendo l’xbox360.

‘Prego, fa’ come se fossi a casa tua’ scherzai.

Rise e batté una mano sul tappeto, per invitarmi a sedermi accanto a lui.

‘Ti straccerei volentieri, ma devo andare a cucinare’ dissi girando i tacchi.

Rise di nuovo, la sua risata era così contagiosa..Dio, quanto l’amavo!

 

‘Mmmh che profumino’ si complimentò il biondo facendo capolino dal soggiorno.

‘Spaghetti con zucchine, pancetta, panna e zafferano. Non mi ricordo il nome, però! L’hai mai mangiata?’

‘No…’ rispose abbracciandomi da dietro.

‘E’ buonissima te l’assicuro. Adesso aiutami ad apparecchiare’ sentenziai indicandogli i piatti.

‘Ma è buonissima! Sposami, Dana!’ esclamò assaporando la mia specialità.

‘Certo che ti sposo. E ti riempirò di cibo’ lo assecondai io ridendo, peccato che lui ci credeva #ahaha

‘Cosa mangiamo stasera? Non ho mai avuto..’ dissi cominciando a fare il conto con le dita… ‘6 bocche da sfamare’ aggiunsi assumendo un’espressione esaurita.

‘Con questa faccia sei ancora più bella, tesoro’ mi prese in giro.

Risi anch’io.

Sentivo che non mi sarei mai stancata di lui.

 

‘Mi aiuti con le stoviglie? Dopo c’è una sorpresa..’ dichiarai mentre cominciavo a insaponare il tutto.

Ho di sicuro attirato la sua attenzione perché improvvisamente i suoi occhi blu brillarono, come succede ai bambini quando sono felici.

‘Tutto per il mio unico grande amore’ rispose

Scoppiai a ridere, sembrava il protagonista di uno stupido film di Muccino.

‘Lo fai solo per la sorpresa’ constatai passandogli un bicchiere da asciugare.

‘No, lo faccio per te dolcezza’ mi zittì schioccandomi un leggero bacio a stampo.

‘Sisi, solo per me’ gli sussurrai a fior di labbra.

 

‘Finito! Grazie mille del tuo aiuto Horan’ esclamai sedendomi sull’isolotto della cucina., avvicinando Niall a me e stringendo le mie gambe al suo bacino.

‘Sarebbe questa la sorpresa?’ chiese assumendo uno sguardo da pervertito, non riuscii a trattenere una risata.

‘No, stupido’ esclamai strofinando il mio naso al suo, come i baci degli Eskimesi.

‘Brioche con gelato!’ gli urlai all’orecchio, facendolo diventare -se non completamente, ma parzialmente- sordo.

Scesi dalla cucina e prendendo una sedia aprii il freezer.

‘Che gusto ti piace? Ne ho molti: affogato al cioccolato, caffè imbottito, tiramisù, amarena..’ proposi rovistando fra i contenitori.

‘Non saprei scegliere’ rispose grattandosi la testa.

‘Ho capito’ sbuffai uscendo tutti i gusti.

 

‘Tesoro, adesso giochiamo con l’xbox? Dai, dai, dai!’ chiese con occhi supplichevoli.

‘Abbiamo i compiti…’ risposi incrociando le mani al petto.

‘Solo un po’’ continuò facendo il labbruccio.

No, cazzo. Quello no.

Mi misi a giocare con lui rassegnata, ero consapevole che non sarei arrivata ad aprire nemmeno un libro. Ma dovevo far felice il mio bambino, no?

 

 

 

 

 

Sciao principese, ecco qui l’ennesimo capitolo. Fa tanto cagare

gli orsi stitici ma ho fatto del mio meglio…mi mancava l’ispirazione D:

Nel prossimo ci sarà la cena, quindi boh.

Ancora devo iniziare a scriverlo e già faccio

progetti u.u Spero che vi piaccia comunque :*

Magari un po’…ahaha

Ringrazio le 13 bellezze che hanno messo

questa storia fra le preferite e le 34 che

la seguono. Continuate che mi fate felice :3

Ho rotto abbastanza le palle..vi chiedo solo

di farmi sapere che ne pensate e se vale la pena

di continuare.

Ahora me despido chicas.

Mucho besos <3

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Capitolo 9
*** What the fuck? ***


 

Niall, svegliati cazzo!’ urlai esasperata. Era almeno la decima volta che lo chiamavo e lui non si spostava neanche di un millimetro. Anch’io mi ero addormentata con lui sul tappeto ma almeno ero riuscita ad alzarmi.

Mmh…che…or..?’ farfugliò sbadigliando. Mi avvicinai lentamente al suo orecchio: ‘Le nove e mezza..’ sussurrai cercando di non ridere, mi sarei senz’altro fatta scoprire.

Cazzo, è tardissimo!’ sbraitò alzandosi subito in piedi. A questo punto non riuscii a trattenermi e scoppiai in una fragorosa risata, sotto lo sguardo confuso del mio irlandese.

Raccolsi tutte le forze che avevo per rivelargli che fossero le 5 e mezza.

Stronza!’ mi rimproverò buttandosi addosso a me e posando le mani sui miei fianchi. No! Il solletico no! Mi sento come se restassi senza forze e non poter oppormi. Come Sansone senza la sua chioma.

Basta, ti scongiuro!’ lo pregai fra una risata e l’altra.

Solo se mi chiedi scusa!’ rispose ridendo con me.

Scusa! Non lo farò mai più’ giurai, mi faceva male la pancia.

Bene’ concluse soddisfatto scostandosi dal mio corpo inerme. Gli lanciai un’occhiataccia, sapeva che il solletico era il mio punto debole.

Sorrise sornione e io catapultai la situazione, mettendomi sopra di lui con le mani sul suo petto. Inspirai a pieni polmoni il suo profumo, mi avvicinai fino a sfiorare le sue labbra con le mie e infine mi alzai.

No, vieni qui!’ disse contrariato battendo la mano accanto a lui.

Mi dispiace, amore. Dobbiamo andare adesso’ risposi dirigendomi in bagno.

 

 

Niall, non so proprio cosa preparare stasera’ esclamai mentre prendevo il carrello, rassegnata.

Ordiniamo cinese?scherzò mettendosi alla guida del mezzo e cominciando a giocarci come un bambino. Ma infondo lui lo era.

Nah, non mi pare corretto. Ci vuole una buona cenetta’ enfatizzai sorridendo di quella scenetta e cominciai a guardarmi in giro.

Che ne dici di pollo a forno con patate?’ chiesi fermandomi all’improvviso con tanto di occhi sbarrati davanti il reparto macelleria.

E me lo chiedi?’ rispose con un gran sorriso.

Bene, allora mi faccia un..’ dissi rivolgendomi all’uomo pelato dietro il bancone

Vediamo…10 cosce e 14 ali di pollo’ aggiunsi sorridendo.

Altro?’ chiese incartando il tutto.

No, basta così. Arrivederci’ conclusi prendendo la busta che mi offriva e allontanandomi con Niall al mio fianco.

E come dessert…’ ripresi, causando la risata del biondo. Lo guardai confusa e lui continuò.

Perché ci tieni tanto a fare colpo su di loro?

Non voglio fare colpo…il dessert ci sta’ mi giustificai avvicinandomi al banco frigo.

Torta al cioccolato!’ esclamai con le stelline agli occhi.

Sono molto golosa se non si è già capito.

 

 

Niall, esci le cose dalle buste per favore?’ chiesi mentre stringevo il grembiule blu intorno al mio corpo.

Certo’ rispose ubbidendo.

Che mangi?’ chiesi voltandomi verso di lui, il quale biondo aveva finito di sistemare il tutto negli scaffali e adesso stava bellamente seduto con le gambe sul tavolo.

Biscotti con gocce di cioccolato’ rispose prontamente alzandosi e venendo accanto a me.

Vuoi?

No, no. Grazie’ sentenziai lavando le mani.

Uh-oh. Posso aiutarti?’ esclamò vedendomi poi sbucciare le patate.

Certo! Il pelapatate è nel penultimo cassetto alla tua destra’ dichiarai indicandogli il posto.

Si fa così?’ domandò il biondo imitando i miei movimenti.

Bravissimo’ mi complimentai con un gran sorriso, poi lui piazzò i suoi profondi occhi azzurri nei miei, facendo un mezzo sorriso.

Quanto sei bello e sei tutto per me-

pensai mentre qualcosa si muoveva nel mio stomaco Si, ero innamorata.

 

Tralasciando il fatto che -nonostante i miei rimproveri- Niall aveva mangiato metà della crema al cioccolato, la torta stava cuocendo nel forno insieme al pollo.

Penso che entrambi i piatti sarebbero venuti più buoni del solito, perché erano stati fatti con amore! E con Niall.

Mi sedetti sull’ isola della cucina, era un mio vizio. Quando finivo di cucinare solevo mettermi lì.

Mi toccai la fronte sudata e sospirai, faceva un caldo asfissiante in quella stanza. Avevo tanta voglia di spogliarmi completamente e girare nuda per casa, modestamente non penso che Niall non avesse gradito..

Sentii il biondo avvicinarsi lentamente e chiudere le mie gambe intorno al suo bacino in modo da trovarmi avvinghiata a lui. Come cazzo faceva a essere perfettamente asciutto con tutta quella caloria?

Issò le braccia attorno ai miei fianchi, non avevo via di scampo..

Sorrisi debolmente e gli sussurrai un ‘Ehi’ a fior di labbra, mi zittì con tanti leggeri baci sul collo e io gemetti leggermente, aveva trovato il mio secondo punto debole.

Niall…devo..farmi..mmh..una doccia!’ borbottai allacciando le mie braccia intorno al suo collo.

Speravo seriamente che non mi venisse un infarto, tanto i battiti erano accelerati.

Sei così sexy nelle vesti di donna di casa..’ sussurrò di rimando nel mio orecchio mentre scioglieva il grembiulino azzurro con mani sicure..di certo, non gli mancava l’esperienza.

Mmh..’ mugugnai in preda al piacere, strinsi le mani fra i suoi capelli e avvicinandomi sempre di più gli morsi il lobo dell’orecchio.

Stavolta fu lui a gemere. Sentivo l’erezione del mio ragazzo strofinare contro la mia intimità coperta dai jeans scuri.

Automaticamente un campanello trillò nella mia testa, mi incitava di respingere Niall e correre in bagno. Naturalmente lo feci -si, certo-

Non riuscivo a staccarmi, non trovavo la forza per stare lontana da lui.

Era una sensazione così strana…stava diventando come una droga per me…

Due mani che si intrufolarono sotto il maglioncino mi risvegliarono dai miei pensieri. Sentii Niall accarezzarmi la pelle al di sotto del tessuto, compiere dei cerchi immaginari e poi salire fino a toccare il reggiseno.

Ormai il mio fiato era irregolare, tutti quei gemiti che uscivano incontrollati dalla mia bocca…era leggermente imbarazzante..

Finalmente trovò le mie labbra, mi baciò con foga lasciando che le nostre lingue parlassero da sole, fece per slacciarmi il reggiseno quando suonò il campanello.

Ringraziai Dio per avermi tirato fuori da quella situazione e con un sorriso imbarazzato mi dileguai, lasciando Niall come un ebete a vedermi correre via.

Com’era dolce con quelle guanciotte arrossate. Il campanello suonava sempre più insistente: ‘Arrivo!’ urlai dirigendomi a passo svelto verso la porta che qualcuno dei ragazzi aspirava a buttarmi giù.

Passai davanti lo specchio del soggiorno e mi specchiai: Dio, non avevo mai visto una scena così. Le mie guance erano viola, molto peggio di quelle di Niall e quegli occhi lucidi?

Mi sistemai un po’ i capelli -per fortuna li avevo lasciati sciolti- e calmai il respiro, dovevo prima ricordarmi il meccanismo della respirazione…

Quando aprii mi si presentò un Harry ovviamente seccato ma agghindato di tutto punto. Indossava un paio di pantaloni blu, una maglietta rossa con scollatura a V e una giacca grigia. Ce la misi tutta per non fare pensieri erotici su di lui…

Emh..Dana?’ mi chiamò.

Si?’ esclamai scuotendo la testa.

Stai bene?’ chiese aggrottando la fronte.

Si, perché?’ chiesi di rimando. Se n’era già accorto?

Perché non mi hai fatto ancora entrare..’ rispose con un accenno di risata. Non ha accennato al mio aspetto. Dio, ti sono debitrice!

Oh si scusa!’ proferii sollevata, alzando finalmente il viso per incontrare quelle due gemme verdi. Quanto amavo quel ragazzo. Come amico, sia chiaro!

Sorrise e aprii la porta per farlo accomodare, feci per chiuderla ma Harry mi bloccò il polso. Lo guardai confusa quando la testa di Lou sbucò da dietro la porta con un gran sorriso.

Grazie per non avermi fatto diventare un tutt’uno con la porta’ sentenziò, entrando e scompigliandomi i capelli.

E tu da dove sei spuntato?’ gli chiesi ridendo della mia stessa goffaggine.

Stava parcheggiando’ s’ intromise Harry che nel frattempo si era seduto sul divano e guardava il joystick recuperato dal tappeto.

Che ne pensate di giocare un po’ a Fifa 10 mentre io vado a farmi una doccia?’ ammiccai prendendo la custodia e rigirandola fra le mani. Faceva tanto venditrice che cerca disperatamente di vendere un prodotto.

Sposami!’ urlò il mio carotone stritolandomi in un abbraccio, fu talmente veloce che non me ne accorsi!

Certo certo’ lo assecondai scoppiando a ridere.

Harry era un po’ freddo e distaccato invece… ‘Dov’è Niall?’ chiese curioso quando Louis si staccò.

In cucina’ farfugliai fiondandomi sulle scale.

Il getto d’acqua calda continuava a colpire la mia pelle nuda da almeno 10 minuti, le goccioline che scivolano giù…è così rilassante farsi cullare in questo modo…posso anche approfittarne per dare un filo logico ai miei pensieri…

-Al fatto che stavi per fare sesso con Niall sull’isola della cucina, ad esempio..

mi aiutò la mia cara vecchia vocina.

Già…al fatto che stavo per fare sesso con Niall sull’isola della cucina..come cazzo gli avrei confessato di essere ancora vergine? Mi avrebbe lasciato…

Il suono insistente del campanello mi distolse dal mio nuovo problema.

Qualcuno vada ad aprire!’ urlai chiudendo il rubinetto e allungando una mano verso l’asciugamano bianco che giaceva appeso accanto alla doccia.

Rabbrividii all’istante, era un trauma uscire dalla doccia in inverno, ma anche in autunno dato il freddo di Londra.

Sentii un vocio al piano di sotto e capii che erano arrivati Charlotte e Liam, credo. Zayn si faceva aspettare, a quanto pare..

Avvolsi l’asciugamano intorno al mio esile corpo e slegai i capelli appuntati distrattamente con una pinza, non avevo fatto lo shampoo altrimenti ci sarebbe voluta un’ora per prepararmi!

Aprii lentamente la porta, per non fare rumore e uscii in punta di piedi dal bagno quando un Zayn mi si presentò davanti facendomi venire un colpo. Feci per urlare dallo spavento ma lui mi bloccò mettendomi una mano sulla bocca.

Shh’ sussurrò posando l’indice davanti al naso. ‘Vuoi farci scoprire?’ aggiunse sorridendo. Non mi piace quel sorriso. Lanciai un’occhiata alle scale, di sotto i ragazzi ridevano ignari di tutto quello che stava accadendo qui.

Tornai a guardare il bruno che avevo di fronte con occhi sbarrati e respiro affannato. In più, non riuscivo a calmare il mio cuore.

Vidi il suo sguardo percorrere tutto il mio corpo coperto da un misero asciugamano e annuire con un sorrisino soddisfatto. Poi si fermò sul mio seno e sulla mia mano che tentava disperatamente di tenerlo chiuso; allungò una mano verso essa, credo volesse toglierla ma io gli mollai un sonoro schiaffo in pieno viso e corsi a gambe levate nella mia stanza.

Chiusi la porta a chiave e mi accasciai dietro di essa.

Che cazzo aveva intenzione di fare Zayn?

pensai mentre toglievo l’asciugamano e lentamente infilavo l’intimo.

 

Alla fine optai per un paio di pantaloni bianchi con le bretelle, (che lasciai sui fianchi agganciandole dietro) una maglietta rosa con le maniche corte e le mie immancabili Air Force. Amavo quelle scarpe!

Legai i capelli biondi in una coda alta, misi un filo di matita ed ero pronta. Uscii dalla stanza e sentii le urla giocose dei ragazzi, sorrisi fra me e me. Solo dopo averne sentito l’odore, solo allora mi ricordai del pollo e della torta nel forno. ‘Cazzo!’ urlai dandomi un colpetto sulla fronte, mi catapultai giù per la scala e scesi i gradini a 3 a 3. Corsi in cucina sotto lo sguardo confuso di tutti. Come lo so? Perché dopo che sono sfrecciata a tutta velocità accanto a loro, si sono ammutoliti all’istante.

Tirai fuori le teglie ed emisi un sospiro di sollievo, ci mancava poco perché si bruciassero!

Coprii la torta con dei tovaglioli e la nascosi dietro una pila di contenitori, volevo che fosse una ‘sorpresa’ anche se probabilmente dall’odore ero stata sgamata.

Uscii dalla cucina e mi appoggiai allo stipite della porta. Charlotte e Zayn seduti sul tappeto, stavano lottando l’uno contro l’altro in Call of Duty, il mio gioco di combattimento preferito. Erano proprio carini insieme! mentre gli altri si ammazzavano per fare il tifo per uno di loro. Li guardai uno per uno: Lou con le mani sulle spalle di Zayn che lo incitava a vincere, Harry e Niall ‘seduti’ sul divano a fare il tifo per la bruna…però mi soffermai su Liam, il mio fratellone (ancora mi ci dovevo abituare a chiamarlo così) stava seduto sul bracciolo del divano, e si sporgeva fin troppo per i miei gusti. Vogliamo vedere che cade?

E così fu, nel suo modo di esultare con le braccia si scaraventò per terra sbattendo il mento, causando le risate generali (comprese le mie).

Charlotte sorrise soddisfatta, aveva sconfitto Zayn nel frattempo e lui che la guardava con quel mezzo sorriso sghembo…quel ragazzo mi dava i nervi.

-E pensare che prima ti piaceva.

-Già..

Mi avvicinai a Liam e controllai se si era fatto male, gli feci un sorriso incoraggiante e mi sedetti anch’io sul divano, fra Louis e il mio irlandese.

Mi accoccolai al suo petto e guardai Liam e Zayn che intanto stavano combattendo, mio fratello aveva dato il cambio a Charlotte e adesso si trovava con un personaggio femminile. Tutti noi lo prendevamo in giro!

Ragazzi, questa è l’ultima partita perché la cena è pronta!’ li avvisai sporgendomi verso Niall e dandogli un bacio sulla guancia che ricambiò con un gran sorriso.

Game over.

Finì la partita così mi alzai di slancio dal divano e cantilenai un ‘Liam ha perso, Liam ha perso!’ Poverino, si sentiva in imbarazzo. Non ci sapeva proprio fare con i videogiochi…

Ehi fragolina!’ mi chiamò Lou prendendomi per un braccio, aveva uno sguardo felice. ‘Ma questi pantaloni? Oh, sono fantastici!’ esclamò poi facendomi fare un giro su me stessa. ‘Già, li adoro!’ sentenziai ridendo come una bambina.

Mi aiutate ad apparecchiare, per favore?’ strillai dalla cucina, sapevo che non sarebbe venuto nessuno comunque. In men che non si dica però mi si presentarono Louis, Liam, Niall e Charlotte.

I 3 cominciarono ad aprire sportelli a caso continuando a chiacchierare e scherzare su quanto adoravano quel gioco, mentre Niall mi abbracciò da dietro e si avvicinò al mio orecchio: ‘Amore mio, vuoi una mano a fare le porzioni?’. Mi voltai verso di lui e gli sorrisi ‘Ma si, dai

Avete lavato le mani?’ chiesi posando l’ultimo piatto sul tavolo.

Si, mamma’ risposero in coro mentre io mi sedevo accanto a Niall, li avevo decisi io i posti e naturalmente Zayn e Charlotte erano vicini.

Buona cena!’ esclamai seguita dagli altri, subito dopo si levarono dei cori di ‘Mmh’ ‘Complimenti alla cuoca’ ‘Che bontà’…

Sorrisi fra me e me, il pollo al forno è uno di quei piatti che mi vengono meglio.

Louis attaccò discorso: ‘La sapete quella dei cavalli?’ chiese mentre masticava. ‘No’ risposero alcuni così si mise a raccontare una barzelletta chilometrica e a tratti scoppiava a ridere prima di arrivare alla parte vera e propria ‘..E così l’uomo disse “Il cavallo bianco è mio, quello nero è il tuo”’ concluse dopo una buona mezz’ora. Scoppiammo tutti a ridere e perfino Charlotte si unì a noi. Penso che quella ragazza si stava lasciando andare, su questo aspetto era molto simile a Zayn: entrambi si aprivano lentamente con le nuove persone. Harry invece fu l’unico che si limitò a fare una risata forzata. Quel ragazzo non me la raccontava giusta.

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Capitolo 10
*** Changes and revelations. ***


 

La cena passò così, fra chiacchiere e battutine varie. Niall non mi cagava di striscio: è proprio vero che quel ragazzo quando vede cibo perde conoscenza di sé e di chi ha attorno!

Finii il contenuto del mio piatto, mentre i ragazzi ne prendevano un’altra porzione. ‘Dobbiamo venire più spesso qui’esclamò Louis portando una patata in bocca. ‘Io vengo a vivere qui con la mia adorata sorellina perché le voglio tanto beneaggiunse Liam sogghignando, feci un’espressione scioccata e incrociai le braccia al petto.

Come sai cucinare così bene?’ chiese Zayn fintamente interessato, m’ incupii.

Be’ ecco…mi piace cucinare, devo tutto a mia nonna. Lei era fantastica..io..io l’ho sempre ammirata e imitata!’ spiegai cercando di terminare la frase. Gli occhi mi pizzicarono all’istante, scattai dalla sedia e dando le spalle ai ragazzi cominciai meccanicamente a tagliare la torta. Mi dimenticai completamente che la torta doveva essere una ‘sorpresa’

Non devi piangere.

Sentii una mano bloccarmi il polso, sollevai lo sguardo e vidi Charlotte che mi sorrideva. Cercai di ricambiare il sorriso. Dai che sei quasi riuscita: non piangere. mi incoraggiava una vocina.

Una lacrima però mi sfuggì; provai a raccoglierla ma mi ritrovai fra le braccia sicure della bruna. La strinsi forte a me e sospirai.

Sto bene, adesso’ dissi dopo nemmeno 15 secondi. Mi staccai e le feci un gran sorriso, il più finto che potessi fare.

Fingerò di crederti’ bisbigliò la riccia distribuendo la torta nei piatti.

 

Mi sedetti e bevvi un sorso di coca cola. Sentii un picchiettio sul braccio e mi voltai, sorrisi al mio dolce Niall.

Piccola, stai bene?’ chiese preoccupato.

Si amore. E’ tutto ok’ risposi guardandolo intensamente negli occhi, po presi ad accarezzargli la guancia.

In men che non si dica, della torta non erano rimaste neanche le briciole…

Guardai la bruna che avevo di fronte e sorrisi nel vederla chiacchierare allegramente con Liam.

All’improvviso, si voltò di scatto. Si sporse in avanti, piantando i gomiti sul tavolo. Aveva la bocca spalancata e lo sguardo fisso sul piatto. Subito i miei occhi guizzarono su Zayn che sorrideva malizioso.

Mi accigliai e sollevai lentamente la tovaglia per guardare sotto il tavolo: la mano di Zayn era finita fra le gambe di Charlotte. Cosa? Ci vedo bene? Si, ci vedo benissimo. Quel ragazzo era davvero caduto in basso.

Pensa, pensa……Idea!

Mi drizzai sulla sedia e cominciai a schiarirmi la voce, i ragazzi si zittirono all’istante prestando attenzione. Congiunsi le mani, appoggiandovi il viso e misi su la tipica faccia da stronza di turno.

Zayn, potresti togliere la tua lurida mano dalla farfallina di Charlotte? Sappiamo tutti che sei un morto di figa, ma sai com’è..

lo sputtanai con un sorrisino strafottente. La ritirò immediatamente, mi lanciò un’occhiataccia che prontamente ignorai e abbassò lo sguardo sul suo piatto stringendo i pugni sul tavolo. Sicuramente voleva farmela pagare.

Nel frattempo i ragazzi erano rimasti scioccati e tentavano di trattenere le risate, vedendo come il pakistano era stato sgamato.

Ma figuratevi se Niall riesce a fermarsi. Così scoppiò in una delle sue fragorose risate coinvolgendo tutti.

Nel viso della bruna lessi un’espressione sollevata. Dopo essersi rilassata mimò un sincero ‘grazie’ con le labbra al quale risposi con un occhiolino.

Va bene! Che si fa? Vediamo un film, giochiamo..’ propose Harry cercando di salvare la situazione e a quanto pare ci riuscì.

Vediamo un film!’ lo interruppe un Louis su di giri. ‘Friends!’ aggiunse Niall cominciando a posare le bevande in frigo.

Perché non fate come Niall?’ chiesi retorica, lodando il mio irlandese.

In tutta risposta Liam e Lou si misero a fischiettare e uscirono dalla cucina uno dietro l’altro. Zayn e Harry fecero spallucce e li seguirono. Mi voltai verso il biondo e Charlotte che ridevano di quella scenetta mentre finivano di sparecchiare.

Dopo un buon quarto d’ora la bruna si allontanò lasciandoci soli. Niall mi abbracciò da dietro facendo aderire perfettamente i nostri corpi, mi limitai a sorridere.

Ehi, che hai?’ sussurrò lui vedendomi silenziosa.

Niente…’ risposi immediata.

Parla’ mi incitò.

Stavo pensando…pensavo ad Harry..E’ così strano oggi…’ bofonchiai lavando l’ultimo piatto rimasto.

Ho capito…’ bisbigliò Niall rassegnato, prima di lasciarmi un bacio sul collo e uscire dalla stanza.

Che aveva intenzione di fare?

 

Niall

Dana era preoccupata per Harry. E’ vero, oggi era strano e molto. Decisi che era meglio fare due chiacchiere con il diretto interessato. Andai in salotto e lo vidi seduto sul divano intento a cazzeggiare con il cellulare, i ragazzi avevano ripreso a giocare. Ma non avevamo optato per il film? Bah.

Presi il riccio per il polso e sotto il suo sguardo interrogativo lo trascinai in bagno al piano di sopra, chiusi a chiave.

Harry si sedette sul gabinetto, lo sguardo fisso nel vuoto. Credo avesse capito ormai perché ci trovavamo lì.

Mi misi di fronte a lui, appoggiandomi al lavandino bianco e incrociai le braccia al petto. Aspettavo che parlasse.

Non ce la faccio..’ sussurrò prima di prendersi il viso fra le mani.

Merda Harry, dov’ è finito il ragazzo che tutti noi conosciamo?… il Don Giovanni che fa strage di cuori…quello che si porta a letto una ragazza diversa ogni sera! Quello che non si innamora!’ sbottai all’istante alzando improvvisamente la voce. Ok, magari ho esagerato. Non dovevo comportarmi in quel modo, né tanto meno prendermela con lui se qualcuna l’ha ridotto in questo stato.

Fanculo Horan, io la amo!’ strillò il riccio alzando la testa di scatto e piantando i suoi smeraldi verdi nei miei. Quegli occhi erano gonfi, rossi e pieni di lacrime.

Chi ami Harry, chi?’ urlai di rimando, staccandomi dal lavandino e avvicinandomi a lui. Lo scossi per le spalle.

Come puoi non averlo capito, cazzo! Amo Dana! Per questo sto così!’ rispose mentre altre lacrime continuavano a scendere.

Un rumore sordo, probabilmente il mio cuore si era rotto. Le sensazioni che provai erano molte, ma principalmente c’era dolore. Il mio migliore amico innamorato della mia ragazza. Magari tutto questo era solo un brutto incubo.

Sto così perché sono consapevole di non poterla avere!’ continuò a testa bassa, come risposta alla mia muta domanda. Era la triste e cruda realtà.

Non sapevo che fare. Rimasi fermo a testa bassa, con lo sguardo fisso nel vuoto.

Per lei sono solo il suo migliore amico!’ aggiunse con voce stridula e serrando i pugni. Potevo quasi vedere le unghie conficcate nella pelle.

Altre lacrime scendevano incessantemente dal viso. Mi dispiaceva vederlo in uno stato così pietoso. Istintivamente lo abbracciai. Non stava mentendo: aveva imparato ad amare, anche se la persona sbagliata.

Vedrai che si sistemerà tutto’ sussurrai stringendolo forte.

 

Il problema è cosa dirle’ sentenziai dopo una buona mezz’ora, sbattendo le palpebre ripetutamente. Non ora fottute lacrime.

Niall…io…io non voglio stare così, ma non voglio neanche distruggere il vostro rapporto…siete così perfetti!’ esclamò tirando su col naso. Sembrava più calmo, almeno non piangeva più.

Mi allontanai per guardarlo negli occhi. ‘Vedrai che una situazione si trova’, accennai ad un sorriso.

 

Il riccio si sciacquò il viso ed entrambi aspettammo che il rossore sparisse per poter uscire.

L’unica soluzione è stare in un angolo e comportarmi da migliore amico’ concluse aprendo la porta del bagno.

Mi sento così in colpa’ sussurrai seguendolo fuori.

Non devi…tu…tu non c’entri nulla!rispose abbracciandomi, sospirai.

Grazie Niall…Sei unico al mondo. Ti voglio bene’ esclamò poi, lo strinsi più forte a me.

Anch’io ti voglio bene, Harry

 

Scendemmo le scale in silenzio. Trovammo solo Louis e Dana intenti a chiacchierare sul divano. La bionda teneva le gambe su quelle del moro e non faceva altro che gesticolare, Lou si limitava ad annuire con un’espressione accigliata…chissà di cosa stavano parlando…

Ehi, che fine hanno fatto gli altri?’ chiesi cercando di mantenermi indifferente. Sussultarono entrambi, evidentemente non si erano accorti della nostra presenza..

Liam aveva un appuntamento con Roxy…’ spiegò Dana facendo una smorfia. ‘Zayn e Charlotte sono usciti’ aggiunse Lou sorridendo malizioso.

Sono le 11, che facciamo Boo?’ domandò il riccio guardando l’orario sul suo orologio.

Andiamo…’ sospirò quest’ultimo alzandosi delicatamente dal divano.

Dana incrociò le gambe, lo salutò con un bacio sulla guancia e lo accompagnò alla porta. Harry era rimasto ai piedi della scala guardando il pavimento.

Be’?’ esclamò la bionda incrociando le braccia, vedendo che il riccio non si muoveva.

Il mio migliore amico non mi saluta?’ continuò guardandolo male, ce ne siamo accorti tutti che calcò sulla parola ‘migliore amico’.

Temevo una sua reazione…oh, si. E se l’avesse presa male?

Le mie preoccupazioni e i miei dubbi svanirono quando raggiunse la porta con passo svelto, stritolandola in un abbraccio.

Dana sorrise ignara, la vedevo serena. Non sapeva nulla di Harry, e credo che non aveva alcun sospetto.

Sentimmo un clacson suonare e sussultammo tutti, era Lou che aspettava impaziente. Harry si staccò a malavoglia e si diresse a passo lento fuori.

Tu che fai Nialler?’ chiese ritornando indietro e sbucando dalla porta.

Andate, io vi raggiungo dopo’ risposi facendo spallucce.

 

Mi sedetti accanto a lei sul divano.

Che ha il mio Harry?’ domandò pensierosa.

Ha un problema’ risposi vago. Non sapevo cos’altro dire.

E non me ne ha parlato’ osservò con una faccia delusa.

Credo lo farà, prima o poi’ la tranquillizzai dandole un bacio sulla fronte.

 

Charlotte

Zayn mi aveva chiesto di andare al parco insieme. Avevo subito accettato, ma ho preferito fare una passeggiata che andarci in moto.

L’idea di stare sola con lui mi elettrizzava non poco, anche se lui era il proprietario della manina curiosa.

-Devo ricordarmi di venerare Dana per avermi salvato il culo, io non sarei riuscita a far nulla.

Zayn è proprio figo, ora che lo guardo meglio: il profilo della mascella squadrata, quegli occhi marroni scurissimi…quel suo labbro inferiore leggermente più sporgente rispetto a quello superiore…

Perché mi guardi sorridendo?’ chiese il protagonista dei miei pensieri inadeguati, interrompendoli bruscamente.

Non mi ero accorta che si fosse voltato, evidentemente si era sentito osservato…e adesso mi mostrava quel mezzo sorriso sghembo da infarto.

Farfugliai qualcosa che non riuscii a capire neanch’io. Mi voltai di scatto tornando a fissare la strada di fronte a me: ero quasi certa che non mi avesse visto arrossire.

Fortuna che eravamo arrivati al parco. Lo conoscevo come le mie tasche quel posto, così andai in cerca di una panchina, mi sedetti sospirando e cominciai a guardarmi in giro. Eravamo soli soletti, deglutii rumorosamente.

Che hai?chiese Zayn affiancandomi. L’avevo lasciato dietro, poverino.

Umh, niente’ dissi semplicemente torturando un riccio. Chiediglielo, cretina.

…perché mi hai portato qui?’ chiesi di rimando, fissando l’albero che avevo di fronte. So bene che non avrei retto il suo sguardo.

Volevo scusarmi per quello che è successo a cena. Non so che mi sia preso, davvero..’ spiegò.

Mi voltai, aveva la testa china e i gomiti poggiati sulle gambe. Sembrava sinceramente dispiaciuto.

Non preoccuparti. E’ tutto ok’ replicai spedita.

Si sollevò e piantò i suoi pozzi neri nei miei occhi color cioccolato. Cazzo.

Mi torturai le mani e lui se ne accorse. ‘Nervosa?’ chiese sollevando un sopracciglio.

Naaaah’ esclamai tornando a guardare il mio caro vecchio amico albero.

-Cazzo, Charlotte. Calmati- mi incoraggiò una vocina nella mia testa.

-Mi spieghi come acciderbolina faccio a calmarmi?- le ‘urlai’ contro.

Bene, adesso litigavo pure da sola. Zayn, mi fai un brutto effetto.

Mi accigliai. Con la coda dell’occhio lo vidi fissarmi sorridente. Forse per lui ero chissà quale giullare…e ad essere sinceri non aveva tutti i torti.

Ad un certo punto sentii che il maglioncino viola, i leggins e il giubbottino pesante del medesimo colore stavano diventando troppo leggeri per il freddo pungente di Londra. Rabbrividii impercettibilmente e cominciai a strofinare le mani sulle braccia per riscaldarmi.

Hai freddo’ dichiarò il bruno. Perspicace il nostro Zayn…

Fece per togliersi la giacca, ma io lo fermai.

Vado a casa piuttosto, questo silenzio è imbarazzante’ sputai alzandomi dalla panchina e avviandomi a grandi falcate verso il cancello. Cercai di camminare in linea retta e non sbandare a destra e sinistra. Un’impresa ardua, devo ammettere.

Avevo lo stomaco scombussolato…era da tanto che questo non succedeva.

Male, Charlotte. Molto male.

Dopo Jason mi ero ripromessa di non avvicinarmi a nessun altro individuo di sesso maschile. Quel ragazzo mi aveva ferito nel profondo e non doveva mai più accadere una cosa del genere.

Ehi aspetta!’ mi chiamò il bruno cominciando a correre nella mia direzione. Non mi ero minimamente fermata, né tantomeno mi ero voltata. I suoi passi si facevano sempre più vicini così accelerai.

Mi sentii tirata per il giubbotto e vidi un Zayn piegato in due, intento a riprendere fiato. Sorrisi fra me e me e aspettai che si riprendesse.

Ero curiosa di sapere cosa aveva da dirmi.

Perché scappi così?’ chiese confuso. Feci spallucce, non sapevo nemmeno io il perché. ‘Mi andava di farlo’ risposi con un sorrisino beffardo, portandomi una ciocca dietro l’orecchio.

Vai così, Charlotte!

Portò una mano sul mio fianco e mi avvicinò a lui. Dio, quelle labbra…

Le farfalle cominciarono a fare a cazzotti tra di loro e io restai immobile. Quel profumo mi da alla testa.

Mi piaci, ragazza’ disse prima di posare le sue labbra sulle mie.

Lo allontanai all’istante.

Tu invece corri troppo, ragazzo’ replicai impunita.

Non mi sentivo più nervosa. Adesso che lo respingevo, stavo in pace con me stessa. Le farfalline si erano pure dileguate.

Chi mi capisce è bravo.

Girai i tacchi e chiudendo la zip del giubbotto fino al collo, mi diressi verso casa mia lasciando Zayn con un pugno di mosche.

Zayn Jawaad Malik hai trovato pane per i tuoi denti.

-Ed ecco che esce allo scoperto il lato da stronza di Charlotte Jade Parker.

 

 

 

Salve salvino (?)

Ci ho messo tanto per postare, lo so.

Ci ho messo tanto anche a scrivere il continuo.

Appunto per questo spero che vi piaccia, mi sono

impegnata davvero molto.

Ho messo anche il punto di vista di Charlotte,

Quella che avete visto è una ragazza diversa da come

l’avevo presentata all’inizio, vi pare?

E’ importante per me sapere che ne pensate…

quindi recensite in molti.

Ringrazio sempre chi ha messo la storia

fra le seguite/ricordate/preferite :3

Ce la facciamo ad arrivare a 16 recensioni?

Nah…non credo çç

Adesso vado, un bacione a tutte.

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Capitolo 11
*** Just one day at the party. ***


 

Dana

Come precedentemente detto, era da annotare nel calendario che io mi svegliassi presto la mattina. Oggi ero in un fottuto ritardo perché la sveglia era andata a puttane.

Controllai di nuovo l’orologio. 7:54 e 37 secondi per essere precisi. Strabuzzai gli occhi e saltai giù dal letto, mi lavai in 4 minuti e mezzo e misi la prima cosa che mi venne a tiro: leggins grigi, felpa blu scuro con un disegno di topolino e le converse anch’esse blu.

Mi sistemai i capelli in una coda alta, preparai lo zaino in fretta e furia e prendendo le chiavi dello scooter uscii di casa.

Mi diressi a passo svelto verso il garage quando sentii il rumore di un clacson insistente. Mi voltai leggermente infastidita, pronta per prendere a parole chiunque fosse, quando vidi Niall che sorrideva dal posto del conducente di una macchina blu. Gli andai incontro e aprendo lo sportello mi buttai a peso morto sul sedile del passeggero ‘Buongiorno!’ esclamai sospirando stanca.

‘Giorno’ rispose avvicinandosi per scroccarmi un bacio sulle labbra.

Sorrisi e tirai fuori la mia matita di scorta.

Grazie del passaggio, angioletto biondo’ affermai smielata e guardando nello specchietto del parasole cominciai a tracciare una sottile linea nera sulla palpebra dell’occhio destro.

Ma di niente, bellezzasorrise e accese la radio. Partì ‘The lazy song’ e la caticchiai a bassa voce continuando a truccarmi.

Quella era una delle mie canzoni preferite, quindi non potevo farne a meno: dovevo almeno canticchiarla.

Anche il biondo mi imitò a voce più alta. Cazzo, che voce.

Era la seconda volta che mi capitava di sentirlo cantare…che onore! Io in confronto sembravo un gallo a cui avevano strappato le penne e che strillava dal dolore. Eppure non mi ero mai sentita così inferiore, avevo sempre considerato la mia voce abbastanza mediocre.

Ehi, non canti più?’ chiese dispiaciuto.

Tu canti da Dio!’ dichiarai sorridendo. Sfiguravo accanto a lui, insomma. Buttai la matita nello zaino.

Tu non sei da meno, eh!’ esclamò ricambiando il sorriso e staccando per un attimo gli occhi dalla guida.

Today I don’t feel like doing anything’ripresi.

I just wanna lay in my bed don’t feel like picking up my phone so leave a message at the tone

’ continuò. Che voce fantastica! Non posso fare a meno di dirlo.

Cause today I swear I am not doing anything. Nothing all, nothing at all

cantammo insieme, imitando le mosse di Bruno Mars.

Poi scattammo a ridere come matti.

 

 

Scesi dalla macchina. Ci stavano fissando tutti, era imbarazzante. Cominciai a torturarmi le mani.

Niall mi raggiunse e intrecciando la sua mano alla mia ci incamminammo verso la scuola.

Ehi, stai tranquilla!’ bisbigliò stringendola. Annuii debolmente accennando ad un sorriso. Come se potesse essere semplice stare tranquilli in una situazione del genere.

Passammo dal corridoio. C’erano almeno un terzo delle ragazze che mi lanciavano sguardi assassini e sorrisi perfidi. Ebbi come una sensazione di déjà-vu: il primo giorno di scuola.

Niall sorrideva sereno e di tanto in tanto salutava i suoi amici con un cenno della mano. Mi voltai verso di lui: ‘Fa uno strano effetto tutto ciò’ ammissi abbassando lo sguardo.

Già…noi 5 siamo i più popolari della scuola. Ma a me non piace affatto’ rispose facendo una faccia triste.

 

 

Ehi, c’è Harry!’ esclamai lasciando la mano di Niall. Il riccio stava prendendo dei libri dall’armadietto. Corsi verso di lui come una bambina, saltandogli addosso e abbracciandolo da dietro. Sussultò.

Si voltò verso di me. ‘Ehi Dana!’ disse sorridendo. Dio, quanto adoravo quelle fossette.

Ciao, ricci seccsyscherzai. Niall intanto ci raggiunse.

Purtroppo suonò la campanella e sbuffando mi diressi verso la mia classe.

Quando entrai, come al solito vi trovai Charlotte. Era intenta a sistemarsi il trucco. L’abbracciai e mi sedetti accanto a lei.

Allora…Non hai niente da dirmi?’ chiesi ammiccando. Ero impaziente e la curiosità mi stava mangiando viva? Nah.

No..’ rispose confusa.

Tu e Zayn’ spiegai ovvia, inarcando un sopracciglio.

Non so di cosa tu stia parlando’ finse, cominciando a spostare gli oggetti sul suo banco. Scattammo entrambe a ridere.

In quello stesso istante la professoressa Davies fece il suo ingresso trionfale.

Io e la riccia ci alzammo dalla sedia imitando i nostri compagni e a un suo segno d’assenso ritornammo contemporaneamente a sederci.

Tu. Parli. Adesso’ bisbigliai scandendo ogni parola. Ridacchiò a bassa voce.

L’ho lasciato là come un cretino e me ne sono andata’ cominciò a raccontare con atteggiamento fiero.

Sei una grande!’ mi complimentai non riuscendo a trattenermi dal non ridere. Mi tappai la bocca con le mani cercando di rimediare al danno, ma era troppo tardi.

Signorina Dana Madison Smith! Può spiegarci il motivo della sua ilarità? Almeno ridiamo anche noi!’ gracchiò quella puttana facendomi un sorriso beffardo.

Mi scusi…non succederà più’ dissi mortificata, abbassando lo sguardo sul quaderno. Dio, che imbarazzo. Arrossii spudoratamente, causando anche le risate dei miei compagni. Perfino Charlotte, ma almeno cercava di contenersi.

Quando si calmarono le acque e la professoressa riprese a spiegare la sua interessantissima lezione, la riccia mi passò un bigliettino in cui continuava a descrivere dell loro appuntamento.

 

 

Mancava circa un quarto d’ora alla ricreazione, ero finita in una classe in cui nessuno si degnava minimamente di ascoltare la lezione. C’era chi si truccava, chi rideva sommessamente, chi maneggiava con il cellulare…poi avevo un compagno di banco che era caduto in letargo e russava che è un piacere!

Feci una faccia perplessa e fissai il prof che non si accorgeva del fatto che nessuno lo cagasse…

Avrà avuto minimo 80 anni, c’è da capirlo.

Estrassi il mio iPhone dalla tasca senza un motivo in particolare: era una specie di tic, il mio. Mi accorsi però di un messaggio senza mittente, inviato alle 8:51, lo lessi preoccupata.

‘‘Giorno fragolina! J

Tirai un sospiro di sollievo, era solo Lou.

‘‘Giorno J come hai fatto ad avere il mio numero?’ risposi immediata.

‘Segreto

…’

‘Mmh… il tuo segreto si chiama Harry?’

…segreto svelato… ahaha

 

 

Finalmente era suonata la campanella. Ridevo ancora per la chiacchierata con Lou. Che dolcezza di ragazzo.

Incontrai Charlotte nel corridoio.

Perché ridi?’ chiese divertita.

Lou è un idiota’ dissi semplicemente, facendola sorridere.

Posso chiamarti Lottie?’ domandai una volta ripresami.

Certamente… Mad! sogghignò la riccia mentre ci dirigevamo in mensa.

Le lanciai un’occhiataccia, odiavo quel nome e cercavo di non rivelarlo mai a nessuno.

 

Ci dirigemmo a passo lento verso il tavolo dei ragazzi. Posammo il vassoio sul tavolo e dopo aver salutato, ci sedemmo accanto a Niall e Liam.

Quest’ultimo aveva deciso di piantare Roxy, così ognuno di noi gli dava dei consigli.

Sapete che sabato, cioè domani… Stevens da una mega festa?’ esclamò Zayn su di giri.

Si levarono cori di apprezzamento mentre io e Lottie ci guardammo negli occhi, evidentemente noi non eravamo state invitate.

Aspettate un attimo’ li interruppe Niall, sollevando le braccia.

Ally Stevens, il capo cheerleader?’ chiese accigliandosi.

La bionda tutto pepe che modestamente ha un debole per me!’ si vantò il riccio.

Calcai sulla parola modestamente causando delle risate generali.

T-ti va di venirci..c-con me?’ provò a dire il biondo, balbettando. Mi prese la mano.

Gli altri si erano ammutoliti e aspettavano una mia risposta

Ma certo!’ commentai gettando le braccia attorno al suo collo. Lo attirai a me e lentamente mi avvicinai a lui. Quando sfiorai le sue labbra lo sentii sorridere. Tutti ci guardavano, che imbarazzo…

Quando cercò di approfondire il bacio, tutti e 5 cominciarono a urlare come degli ebeti, così mi dovetti staccare. Arrossii e Niall fece un finto broncio.

Gli scompigliai i capelli, sorridendo. Suonò la campanella e ognuno dovette tornare nella propria classe. Mi aspettava latino. Uh…che felicità…

[…]

 

Finalmente un’altra noiosa giornata di scuola era finita. Mi fermai al mio armadietto e vi depositai tutti i libri. Lottie mi passò accanto e si accasciò all’armadietto accanto al mio. Intanto lo sciame di scolari continuava a confluire con un gran fracasso verso l’ uscita.

Che è successo?’ chiesi guardandola negli occhi color cioccolato, una volta chiuso l’armadietto. Erano molto simili a quelli di Liam.

A parte il fatto che ho preso un’insufficienza in francese, ma non è questo il punto…’ cominciò facendo un gesto disinteressato con la mano, ‘Zayn non mi ha invitato’ concluse con una smorfia di delusione.

Mmh’ annuii sovrappensiero.

Dobbiamo farci belle, signorina. Quando Zayn ti vedrà dovrà mangiarsi le mani’ annunciai con una risata malefica.

Ti adoro Mad!’ strillò la riccia abbracciandomi. Feci finta di non aver sentito ‘Mad’. Qualche passante ci fissava con una faccia da pesce lesso.

Mi stacccai. ‘Tu, domani mattina alle 10.00 sotto casa mia. Non un minuto di ritardo.’ le ordinai guardandola male.

Sissignora’ rispose portando una mano sulla fronte, imitando il classico gesto di un militare. Ridemmo entrambe, sentivo che Charlotte ed io stavamo diventando migliori amiche.

 

Angoletto mio *-*

Ciao a tutte intanto, c’ho messo tanto a scrivere anche questo capitolo. Sono senza ispirazione in questo periodo, è snervante! E in più il poco tempo che ho, lo impiego a leggere le ff degli altri, lol

Qui non succede nulla di strabiliante, possiamo considerarlo un ‘capitolo di passaggio’.

Ringrazio chi mi segue, chi recensisce e chi mi lascia dei commenti brevi. Spero che comunque non faccia tanto schifo D:

Piccolo pensiero

Avete visto la partita dell’Italia? Siamo in finaleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

Ma comunque, io ho partecipato alla telecronaca su twittah. C’erano certi insulti sui tedeschi!

Poi, ieri i 1D erano collegati. Rispondevano a delle domande delle fan *-*

Naturalmente non mi hanno cagata, ma chissene lol

Adesso mi dileguo. Dovevo condividere queste cose con voi, no?

A presto, un bacio; Ps. Fra 5 giorni faccio il compleanno! *-* Voglio poter postare il prossimo capitolo entro tale data :*

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Capitolo 12
*** Don't worry Niall, go. ***


Mi svegliai tutta indolenzita: avevo pulito casa a ritmo di musica e ora ne piangevo le conseguenze. Ma dovevo pur sempre pulirla, no? Mica potevo vivere nella sporcizia!

Ho dovuto rifiutare anche gli inviti di Niall, ci sarà rimasto male…ma pazienza!

-Da adesso potete santificare il sabato perché con le lezioni saltuarie, in questa giornata niente scuola, tu capire me?

Feci subito il letto e ridendo della mia stupidità mi fiondai sotto la doccia, l’acqua era alla temperatura perfetta.

Rimasi ferma sotto il getto d’acqua almeno per 5 minuti, era così rilassante…

Ma non potevo ritardare, quindi mi accinsi ad asciugare i capelli, presi una spazzola e vi giocai facendo dei leggeri boccoli. Per questo amavo i miei capelli: in qualunque modo li mettevi, loro non si muovevano.

Ero così intenta a lodare i miei capelli che nemmeno mi accorsi del campanello che continuava a suonare. ‘Merda!’ esclamai dirigendomi in salotto. Con una mano tenevo l’asciugamano, con l’altro la spazzola.

Pensavo che volessi farmi marcire qui fuori’ esclamò la riccia, appena aprii la porta.

‘Giorno, mi stavo preparando’ mi scusai aprendo completamente la porta. Mi diede un bacio sulla guancia ed entrò. Si tolse il giubbotto, buttandolo sul divano.

Finsi di squadrarla, mi piaceva il suo modo di vestire.

Forse quei tacchi sono un po’ scomodi per andare a fare shoppingconstatai.

Lo so, ma ci stavano queste!

Indossava un paio di jeans neri super aderenti, un maglioncino grigio con scollatura a V e delle décolleté del medesimo + colore. Poco figa mi dicono ("http://i45.tinypic.com/2mhsj5v.jpg")

Adesso però devi andare a vestirti’ mi ordinò spingendomi dalla schiena.

Risi. ‘Ok ok’ salimmo le scale insieme ed io andai in bagno a mettermi l’intimo e a posare la spazzola, magari.

Mi diressi in camera mia; trovai l’armadio aperto e Charlotte che scorreva i miei vestiti. La affiancai sorridendo divertita.

Wow, ma questo non è un guardaroba, è un negozio!strillò eccitata.

Non so mai cosa mettere, però!

Te li scelgo io. Devi solo dirmi lo stile: romantico, elegante.. propose elettrizzata.

Mmh…casual’ sorrisi e la lasciai fare.

 

Uscimmo di casa verso le 10:20. Lottie aveva stile, eccome! Indossavo un paio di pantaloni aderenti, una t-shirt con il segno della pace tigrato, un cardigan grigio e le converse anch’esse tigrate. Vi aggiunse la sciarpa nera e gli occhiali da sole. (http://i47.tinypic.com/2ikqr69.jpg )

Feci uno chignon e misi un filo di trucco.

Questo doveva essere uno degli inverni più caldi degli ultimi 9 anni.

Mandai il buongiorno a Niall e ci dirigemmo da Starbucks per fare colazione. Non facevamo altro che ridere e scherzare. Dio, quanto amavo quella ragazza!

 

Salve!’ salutammo in coro, una volta entrate nel 1° negozio di una lunga serie. Avevamo entrambe un sorriso radioso.

Andammo direttamente nel reparto che ci interessava.

Avete bisogno d’aiuto?’ chiese una commessa seguendoci. Aveva un sorrisino finto come lei: dalle extension bionde alle unghie dei piedi smaltati. Piena di piercing e tatuaggi. Aveva una mastica in bocca e ruminava, convinta di essere figa.

E’ la convinzione che fotte.

Feci una smorfia di disgusto e mi voltai verso un vestito nero che aveva attirato la mia attenzione.

Stiamo solo dando un’occhiata, non preoccuparti’ le rispose gentilmente la riccia.

Quella se ne andò ancheggiando e Lottie mi lanciò un’occhiata di rimprovero.

Che c’è?’ chiesi ingenua. Non riuscii a trattenere un sorriso.

 

Era il settimo negozio che mettevamo a soqquadro e ancora non avevamo trovato un vestito adatto a noi. Tutto qui era rosa e vi erano brillantini ovunque. In sottofondo c’era When you’re gone di Avril Lavigne. Non male come negozio femminile.

Che ne pensi di questo?’ chiesi poco convinta, prendendo in mano un tubino blu.

Nah..è troppo scontato’ sentenziò. Annuii e lo rimisi a posto.

Guarda..’ mi mostrò un vestitino nero. Era formato da un top trasparente con dei disegnini, (che lasciava poco spazio all’immaginazione) una molto-minigonna di tulle e alla vita vi era un cinturone sul grigio. (http://i46.tinypic.com/23u7fcw.png")

Wow!’ dissi semplicemente. Era davvero un signor abito.

Dici che mi possa star bene?’ domandò scettica.

Certo che no, sembreresti una balena! Te lo dico da amica, eh!’ portai una mano sul cuore e chiudendo gli occhi cominciai ad annuire.

La riccia scoppiò a ridere, coinvolgendo anche me. ‘Scema, ti voglio bene!’ esclamò allargando le braccia.

Mi fiondai fra le sue braccia, stringendola forte. Sorrisi felice. ‘Oh, anch’io. L’avevo detto che saremmo diventate amiche!

Ma adesso ti dirigi in camerino’ le ordinai, staccandomi. Annuì decisa e facendole l’occhiolino le diedi una pacca sul sedere. La vidi sparire dietro la tenda blu del camerino e mi allontanai, canticchiando la canzone che vi era adesso in sottofondo: Rehab di Amy Winehouse.

Dana, Dana dove sei?’ mi sentii chiamata.

Ritornai nella zona camerini con una pila di vestiti fra le mani.

Oh, eccoti…

…che ne pensi?’ chiese seria, facendo un giro su se stessa.

Penso che questo abito è fatto apposta per te!’ proferii, osservando Charlotte con occhi traboccanti di gioia.

Cominciò a battere le mani e saltellare come una bambina felice. La imitai cominciando a ridere come una cretina. Cercavo contemporaneamente di non far cadere tutto quello che avevo in mano.

Me ne infischiai delle donne che ci guardavano divertite e delle teenager che se ne andavano sconvolte o schifate.

Venne una commessa che si piazzò davanti a noi. Incrociò le braccia e inarcò un sopracciglio. Ci fermammo all’istante e ci schiarimmo la voce. Abbassai lo sguardo verso il pavimento. ‘Emh..io prendo questo’ cercò di dire Charlotte. ‘Emh, si..io pr-provo il mio vestito…’ continuai balbettando.

Annuì con aria di superiorità e se ne andò. ‘Puttana’ sussurrai. La riccia cercò di trattenersi dal non ridere portando una mano sulla bocca.

 

Non mi piace’ dissi storcendo il naso mentre guardavo con occhio critico la mia immagine riflessa. Avevo preso un vestitino rosa confetto che mi stava da cacca.

Non è male. Ma a me piace di più l’altro’ confessò la riccia indicando l’ultimo abito rimasto.

Feci spallucce ed entrai nel camerino. Ne uscii subito dopo con indosso quello che più mi piaceva: tubino panna, corpetto verde-grigiastro, bigio senza bretelle; con una cerniera che si fermava alla vita dove vi era legato un gran fiocco. ("http://i49.tinypic.com/e7o3uv.jpg")

Uscii dal camerino e mi misi davanti a Charlotte.

Sei bellissima' proferì sorridendo.

Feci un giro su me stessa e lanciai un’ultima occhiata allo specchio.

Finalmente l’ho trovato’ dissi soddisfatta.

[…]

 

Charlotte era rimasta a pranzare da me. Abbiamo studiato tutto il pomeriggio, le ho dato un po’ di ripetizioni di francese ma né io né lei avevamo la testa allo studio.

 

 

Niall

Dana mi mancava terribilmente, anche se non la vedevo da meno di 24 ore.

Be’ era impegnata, non dovevo mica stressarla!

pensai mentre lanciavo del pop corn nella mia bocca. Non vedevo l’ora di rivederla alla festa.

Ehi, non fare briciole!’ strillò Harry dandomi una spinta giocosa.

Lascia stare mio maritofece Liam con voce stridula.

Stavamo vedendo un film sui pirati. Tutti e 3 eravamo stravaccati sul divano. Erano le 6. Zayn e Louis erano appena usciti e noi non avevamo un cazzo da fare.

Harry e Liam cominciarono a litigare. Sono proprio comici quando fanno finta di essere donne.

Non..’ cercai di dire, ma il suono del telefono me lo impedì.

Lo presi dalla tasca e distrattamente guardai lo schermo: papà.

Mio padre?

Cominciai subito a sudare freddo. Quando mai mi arriva una sua chiamata! Sarà successo qualcosa di brutto, pensai.

Pronto?’ dissi in ansia.

Anche i miei amici si accorsero del mio cambiamento d’umore, ed ora mi guardavano in silenzio.

Che cazzo stai dicendo?’ quasi urlai.

Prendo il primo aereo e vengo subito’ conclusi chiudendo la chiamata.

Buttai il telefono sul divano e mi presi la testa fra le mani.

Che è successo?chiesero preoccupati.

Mia madre è stata portata d’urgenza in ospedale, è grave’ spiegai cercando di non piangere.

Mi alzai dal divano e mi diressi in camera per infilare qualcosa nella valigia.

Tranquillo. Te la prepariamo noi, la valigia. Tu pensa ad avvisare Dana! strillò Liam dal salotto.

Mi diedi un colpetto sulla fronte. ‘Merda, la festa di stasera!

 

Pronto, Dana?’ dissi nervoso.

Amore!

Devo darti una brutta notizia. Mi dispiace tantissimo…ma…’ camminavo avanti e indietro per il corridoio.

Ehi ehi, calmati. Parla’ mi incoraggiò con voce dolce, calda.

Mia mamma è in ospedale. Le sue condizioni non sono delle migliori

Oddio, ma è orribile. Corri da lei, non preoccuparti per me!’ dichiarò comprensiva.

Mi dispiace, davvero. Anche perché ti devo avvisare in questo modo’ mi scusai asciugando una lacrima che era sfuggita.

Oh, non dirlo neanche per scherzo. Và ora.

Ci saranno i ragazzi con te, non sarai sola….Non sai quanto ti amo’ dissi tutto d’un fiato, chiudendo la chiamata.

 

Dana

Gettai il telefono sul divano.

Allora?

Charlotte mi guardava, voleva una spiegazione.

La mamma di Niall è finita in ospedale e lui deve raggiungerla adesso’ semplificai guardandola negli occhi.

Oh, mi dispiace! Questa doveva essere la nostra serata’ bisbigliò abbracciandomi.

E’ lo sarà’ dissi cercando di sembrare decisa.

Adesso però dobbiamo andare a prepararci’ aggiunsi accennando ad un sorriso.

 

Charlotte! Smuoviti, i ragazzi ci stanno aspettando!’ strillai lanciando uno sguardo fuori dalla porta aperta. Quel cazzo di clacson glielo infilo in culo.

Una limousine bianca attendeva davanti casa mia. Una limousine?? W O W

Non ero mai entrata lì dentro.

La riccia scese frettolosamente le scale. ‘Ehi, stai attenta a non cadere!

Indicai le scarpe che indossava: piuttosto alte e scomode, ma fantastiche! ("http://i45.tinypic.com/2lu3w3o.jpg")

Quanto avevamo impiegato per trovarle! Sia le sue che le mie. Fece un giro su se stessa. ‘Vado bene?

I capelli ricci le ricadevano sbarazzini sulle spalle, aveva messo un po’ di matita nera agli occhi e per concludere il tutto, un rossetto di un rosso acceso.

Lo farai impazzire’ dissi asciugando una lacrima con fare teatrale. Rise di gusto.

Anche tu farai strage di cuori, eh!

Ero molto fiera del mio operato, in effetti. Avevo boccolato i miei capelli biondi, messo un po’ di ombretto bianco con delle sfumature dello stesso colore del mio vestito, un po’ di rimmel e il lucidalabbra chiaro. L’avevo comprato perché sarebbe dovuto durare 24 ore.

E le mie scarpe? Color panna, un po’ più basse rispetto a quelle di Lottie, ma pur sempre meravigliose! (http://i50.tinypic.com/oaps8g.jpg")

Grazie, ma io sono già impegnata’ le ricordai fingendomi offesa.

Ops, lapsus froidiano!’ disse mettendo una mano sulla bocca.

Di nuovo il clacson.

Che palle!

Indossammo i nostri copri abiti. Il mio bianco, il suo nero; coprivano perfettamente i nostri vestitini corti. Chiudemmo ogni bottone e ci incamminammo a braccetto verso la limousine.

Cazzo!’ sussurrò Charlotte vedendo quel mostro di macchina. Dimenticavo che lei non l’aveva ancora vista! Risi sommessamente e aprii lo sportello.

Buonasega!

Ciao..’ disse la riccia imbarazzata. Le lanciai un’occhiataccia, cos’è quell’imbarazzo, mo?

Ciao ragazze!’ esclamarono in coro i maschi.

Mi guardai intorno. Quello doveva essere il paradiso! C’era un profumo buonissimo, lì dentro.

I divanetti bianchi e neri erano uno di fronte all’altro. Di fianco c’era un tavolino con dello champagne, il tetto era pieno di fari e perfino il pavimento brillava. (http://i49.tinypic.com/oa67oi.jpg)

Mi feci spazio fra Harry e Louis, mentre Lottie si sedette accanto nel divano opposto, accanto a Zayn.

Wow!’ esclamai con le stelline agli occhi.

E’ bellissimo!’ m’imitò la riccia, altrettanto sorpresa.

Vi piace? E’ stata una mia idea!’ si vantò Lou sorridendo.

Lo abbracciai. ‘Ogni tanto ti vengono le buone idee. Eh, Lou?

Scoppiarono tutti a ridere, compreso il moro.

Li guardai uno ad uno. Erano impeccabili: mio fratello indossava dei pantaloni grigi e una giacca nera piuttosto elegante, però le maniche le aveva tirate su; Hazza portava pantaloni blu e giacca azzurra lasciata aperta, in modo da far vedere la camicia bianca infilata dentro i pantaloni e quel papillon nero che tanto adoravo; Zayn aveva optato per il nero, (come Charlotte…che coincidenza!) l’unica cosa che spezzava, era il fazzoletto bianco dentro la tasca sinistra della giacca. Tommo invece indossava dei pantaloni bianchi, arrotolati alle caviglie, una camicia blu con le maniche sollevate come Liam e le immancabili bretelle.

Erano davvero bellissimi.

Fateci vedere i vostri vestiti!’ disse Harry ammiccando.

Il solito…

Sarà una sorpresa!’ rispose la riccia al posto mio, sorridendo beffarda.

 

Siamo arrivatiannunciò l’autista, parcheggiando di fronte ad una villa immensa.

Cominciò a salirmi l’ansia, era super affollato quel posto. Liam aprì lo sportello e noi posammo i nostri bicchieri sul tavolo adiacente.

Presi fiato e prendendo la mano di qualcuno seguii i ragazzi fuori dall’auto.

Perché non ritorniamo dentro? Era così bello là’ dissi con una risata isterica, guardando l’auto fare marcia indietro e andare via.

Tranquilla’ mi sussurrò Harry, stringendomi la mano.

Merda, avevo preso la mano di Harry!

Sorrisi debolmente e gliela lasciai lentamente.

Niall, dove sei? Oh, Niall!

Guardai Charlotte: era combinata peggio di me, ci mancava poco perché svenisse.

Aprimmo i nostri cappotti e i ragazzi cominciarono a guardarci con occhi spalancati.

Be’? Che avete da guardare?’ chiesi ingenua.

Siete bellissime!’ esclamò Liam sorridendo.

Niente male..’ s’intromise Zayn, spogliando la mia amica con gli occhi.

Zayn se solo la tocchi, giuro che io…

La mano di Louis intorno alla vita, interruppe bruscamente il mio giuramento di morte; e dopo avermi regalato uno dei suoi sorrisi più belli, mi guidò nel vialetto di casa.

La musica era talmente alta che si sentiva anche dal cortile. I ragazzi ci seguirono e una volta giunti davanti la porta Harry ci superò e suonò il campanello.

Sperai con tutta me stessa, che non fosse quella Stevens ad aprirci. Ma la sfortuna era dalla mia parte…

Oh, eccovi! Sono felice che siate qui!’ cinguettò una bionda con tanto di ciglia finte abbracciando il mio riccio.

Grazie a te Em, per averci invitati!’ esclamò quest’ultimo, dandole un bacio sulla guancia.

Mi innervosii

. Volevo tanto girare i tacchi e andarmene via, ma la mano di Lou ancora stretta al mio fianco me lo impediva. Perché quel semplice contatto mi infastidiva? Che provassi gelosia?

Quando quei due piccioncini terminarono con i preliminari verbali, la bionda guardò me e Charlotte, anzi ci squadrò dalla testa ai piedi. Tutti avevano un sorriso stampato sul volto, tranne me e lei.

E voi siete…?’ chiese cercando di non fare una faccia disgustata.

Liam si piazzò affianco ad Harry.

Loro sono Dana e Charlotte, stanno con noi’ sorrise indicandoci con un gesto della mano destra, nella sinistra teneva una busta dorata.

Oh, io sono Emilee, la festeggiata’ si presentò, sorridendo malefica.

Incantata’ risposi ricambiando il sorriso. Guardai il mio carotone, che era rimasto imbambolato di fronte a lei e non riusciva a togliersi quel sorriso da ebete sul volto. Evidentemente aveva un debole per le tipe così.

Oh, ma che sciocca! Entrate, prego! Fate come se foste a casa vostra!’ disse poi, aprendo completamente la porta per farci entrare.

Una volta messo piede in quella casa, la musica altissima mi rimbombò nelle orecchie, stordendomi. Non c’era un angolo libero: fra ragazzi che ballavano scatenati, che bevevano cocktail colorati e oche bionde che starnazzavano...

Bene, sarà una lunga serata

, sospirai sentendo una morsa alla bocca dello stomaco.

 

 

Salve ragazze!

Mi sono messa d’impegno e l’ho postato prima

del mio compleanno!

(vi ricordo che è il 5 luglio, lol)

Se volete farmi trovare una Porche sotto casa…ahaha

Ma comunque…questo capitolo mi piace molto, ed è pure lunghissimo! 7 pagine O.O

Penso che le critiche che ho ricevuto, mi hanno fatto

migliorare, voi che ne pensate?

Ringrazio chi mi segue e vi chiedo di continuare a recensire.

Siete calati in questo periodo? çç

Continuo SOLO dopo taaaante recensioni! >.< Minimo 20! (pff la cazzata del secolo! lol)

Intesi?

>

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Capitolo 13
*** The best party of my life! ***


Mi appoggiai al muro adiacente alla porta e lentamente cominciai a guardarmi intorno.

La festa non doveva essere iniziata da molto e già girava una quantità innumerevole di alcool. Quei 5 coglioni dei miei amici si erano buttati subito nella mischia, Harry era già sparito così…nel nulla.

Charlotte aveva trovato il posto migliore, al centro della sala: ballava a ritmo di una squallida musica house e a tratti si muoveva sensuale, passando le mani sul corpo e sui capelli. Alcuni ragazzi la rubavano per qualche minuto, altri la guardavano affascinati o con un po’ di bava che fuoriusciva dalle loro bocche spalancate.

Zayn ballava nelle vicinanze, cercava tutti i modi possibili per attirare l’attenzione della riccia, che non lo cagava minimamente.

Quindi passò alla tattica ‘Ballando disinvolto avvicinati a lei’

Sorrisi. Da un lato Zayn mi faceva pena: non aveva mai ricevuto un due di picche, abituato com’era a ragazze che cadevano facilmente ai suoi piedi.

Ed ecco Louis spuntare in mezzo alla pista con una bottiglia di birra in mano, adocchia la sua preda e continuando a ‘ballare’ si avvicina ad una mora. Quella non se lo fa ripetere due volte e sorridendo maliziosa gli allaccia le braccia al collo, facendo scontrare i loro corpi. Si muovono all’unisono, adesso; come se fossero un solo corpo.

Lou ha rimorchiato stasera! Uh-uh.

Mi ci vedete come telecronista? Direi che non sono poi tanto male, dai.

Le luci soffuse furono spente e partirono le ‘luci accecanti’ come le chiamavo io. Quelle che vanno a intermittenza e vedi tutto a rallentatore? Ecco. Dio, quanto le odiavo: ti sentivi come in stato d’ebbrezza!

A tratti scorsi mio fratello, Liam. Era in compagnia di una ragazza, anche lei finta bionda, realizzai che doveva trattarsi di Roxy. Indossava un top che le arrivava sotto il seno, la pancia era completamente scoperta e metteva in mostra un piercing all’ombelico; un paio di pantaloncini giro-figa e delle scarpe da far invidia a Lady Gaga, infatti camminava quasi come un T-Rex. Vogliamo parlare del trucco? C’era andata giù pesante: aveva messo due quintali di stucco, un rossetto rosso fuoco e dell’ombretto luccicante. Potevamo benissimo metterla in autostrada e usarla da catarifrangente. Molto meglio di quei paletti in uso oggigiorno. Un ragazzo moro mi si piazzò davanti, bloccandomi la visuale. ‘Ti va di ballare?’ urlò.

No, grazie’ risposi infastidita, liquidandolo con un gesto della mano e cercando di guardare dietro le sue ampie spalle.

I due si stavano dirigendo fuori: il moro fissava dritto davanti a sé e tirava la ragazza per il polso.

Incuriosita, li seguii. Non mi andava di ballare e dovevo pur sempre trovare un passatempo; quello era decisamente perfetto.

Fortunatamente ero di nuovo in possesso della mia vista. Notai immediatamente che Liam era piuttosto arrabbiato. Ma che dico arrabbiato, sembrava furioso! E dagli torto, se quella era la sua ragazza e lei si combinava in quel modo.

A dovuta distanza, li raggiunsi fino in piscina: aveva una forma rettangolare ed era illuminata al massimo. C’era anche un forte odore di cloro.

Almeno la tengono pulita.

I ragazzi presenti bevevano, chiacchieravano, ridevano. L’atmosfera era un po’ più tranquilla rispetto a com’era dentro casa.

Liam e Roxy discutevano animatamente, distanti qualche metro da me. Rischiavo di farmi riconoscere, così presi uno dei tanti drink verdi dal tavolo vicino e me lo piazzai davanti.

-Come se questo bastasse a mimetizzarti, cogliona.

Mi sedetti su una sdraio bianca e azzurra gustandomi la scena.

C’erano almeno una ventina di persone qui, anche 11 ragazzi che facevano il bagno in piscina, sbattendosi le palle del freddo pungente di Londra, soprattutto di sera.

Se l’avessi saputo, l’avrei messo anch’io il costume.

Una ventina di ragazzi in cortile, trenta qui, 470 dentro casa…facendo un piccolo calcolo matematico stimai con orrore che ci fossero più di 500 invitati.

Che esagerazione per una festa di compleanno…

Mi misi comoda e cominciai a bere dalla cannuccia. Un sorso, due sorsi…

Uh, è piuttosto forte ed ha un sapore così aspro! Chissà se reggerò l’alcool.

Le urla dei due avevano interrotto bruscamente i miei pensieri. Avevano alzato i toni e a forza di camminare, si erano spostati a bordo piscina.

La vedo male…

Hai visto come ti sei combinata? Sembri una puttana’ soffiò il moro guardando la bionda disgustato.

Oh oh. Ma si è reso conto di aver urlato?

Tutti si zittirono e cominciarono a seguire la scena curiosi. Alcune ragazze in bikini sedute a bordo piscina ridacchiarono.

Roxy esibì un’espressione sorpresa, che si trasformò in amareggiata, offesa.

Si poteva anche notare un leggero rossore sulle sue guance, si guardò attorno boccheggiando.

Sorrisi perfida. Magari tutte le troie come lei, subissero lo stesso trattamento. Allora sì, che ci sarebbe un mondo più pulito.

Tu…io…è finita!’ strillò dando una spinta sul petto di Liam, forse il suo intento era farlo cadere. Girò i tacchi e si diresse verso casa arrancando.

Sono io che ti lascio!’ urlò allo stesso modo il moro, sorridendo beffardo. Ma sapevo che quel comportamento da duro era solo una maschera, andiamo…Liam non è così.

I presenti ripresero con il loro chiacchiericcio, parlando della scena a cui avevano appena assistito.

Forse è stato un po’ duro con quella povera ragazza’ bisbigliò qualcuno.

Posai il bicchiere mezzo vuoto sul tavolo accanto e mi alzai andando incontro a mio fratello, che nel frattempo era rimasto fermo là a guardarsi i piedi. Mi aggrappai al suo braccio.

Ehi

Mi guardò, sforzandosi di sorridere.

Aveva gli occhi lucidi!

Oh, vieni qui!’ lo abbracciai fortissimo, sperando con tutto il cuore di poterlo far diventare una parte integrante di me.

Ricambiò.

Quando sentii una goccia cadermi sulla spalla capii che stava piangendo.

Mi staccai, asciugandogliela e prendendolo per mano lo condussi in cortile.

La massa di persone era scemata, c’era solo qualche coppia occasionale.

Ci sedemmo su una panchina vuota. Presi ad accarezzargli la guancia.

Sei stato un grande. Cazzo, l’hai trattata per quello che è. Scenette così fantastiche non se ne vedono spesso!’ scoppiai a ridere contagiando il moro che fino ad ora era rimasto in silenzio, con gli occhi fissi nei miei.

Perciò non fare così perché mi incazzo. Guarda te e guarda lei. Non c’è paragone. Una così è meglio perderla che trovarla!’ esclamai socchiudendo gli occhi e scuotendo la testa.

Mi abbracciò di nuovo, gli diedi un paio di pacche sulla schiena.

Ora va’ e conquista!

Grazie sorellina, ti voglio benesussurrò sorridendo.

Anch’io, fratellone’ dissi schioccandogli un bacio sulla guancia.

 

Entrai in casa e sentii la stessa musica rumorista. Mai canzoni tipo Ai se eu te pego o Ma Cherie..

Sbuffando, mi sedetti a un tavolo libero: era rotondo con una tovaglia color panna, macchiata delle peggiori schifezze, vi era anche una montagna di bicchieri rovesciati, lì sopra.

Mi stavo annoiando a morte, non avevo neanche il cellulare per cui non potevo chiamare Niall, messaggiare o giocare a Fruit Ninja.

Sbuffai per l’ennesima volta e decisi che sarei andata a bere qualcosa. Mi feci spazio a gomitate, colpendo qualcuno che il più delle volte mi mandava a quel paese.

Riuscivo a scorgere il tavolo delle bevande.

Manca poco!

pensai sollevata.

Sussultai quando mi sentii afferrata per un polso..

Mi voltai e vidi un ragazzo con capelli e occhi color cioccolato che mi sorrideva malizioso.

Sei carino, ma io sono impegnata,

avrei voluto dirgli.

Ciao bellezza!’ sussurrò all’orecchio.

Emh ciao…

Ti va di ballare con me?’ chiese speranzoso.

E’ solo un ballo,

pensai.

Perché no…ma solo un ballo!’ lo ammonii scuotendo l’indice.

Annuì sorridente e piazzò le mani sui miei fianchi.

Ma che cazzo fa? Mica è un lento.

Ed ecco che partì un lento.

Ok, vaffanculo.

Allacciai le braccia al suo collo e cominciammo ad ondeggiare insieme.

Togliti quel sorrisino soddisfatto dalle labbra. Vuoi vedere come ti mollo un calcio nelle palle?’ sbuffai innervosita.

Cosa?

Niente niente…’

 

Certo che sa proprio ballare…

Comunque io sono Paul’ si presentò.

Io invece…

La canzone finì e sospirai, sollevata

.

devo andare!’ dissi correndo via.

 

C’era della roba che mai avevo visto prima e tutte quelle bevande colorate mi attiravano!

Era come se mi dicevano ‘Bevimi, bevimi!’

E quel drink che avevo sorseggiato in piscina non era niente male.

Presi una bottiglia, attirata dal contenuto rosa e feci per versarne un po’ nel mio bicchiere quando un ragazzo si piazzò dall’altro lato del tavolo sorridendo.

Eccone un altro

, pensai alzando gli occhi al cielo.

Lo guardai: capelli biondi, occhi azzurri.

Pensai subito Niall. Dio, quanto mi mancava…

Ciao, sono Jonathan. Mi occupo delle bibite, hai bisogno di qualcosa?

Ciao, vorrei qualcosa di forte’ dissi passandogli il mio bicchiere.

Quelle parole mi uscirono da sole, il mio cervello si era scollegato o cosa?

Sta di fatto che adesso avevo un drink superalcolico fra le mani.

 

Saltai addosso all’ennesimo ragazzo: capelli neri come la pece, occhi blu…gli davano un tocco così…così orientale!

Ma che dico? Dana, ripigliati.

Avevo appena finito di strusciare addosso ad un ragazzo di cui mi ero già stancata.

Ballavo come una pazza scatenata su una base rock, che poi io odio il rock…

Continuavo a ingurgitare di tutto, anche i drink che mi offrivano gli altri.

I piedi mi facevano un male cane e questo ragazzo ci provava spudoratamente con me.

Bevvi un altro sorso e poggiai le braccia sulle spalle del moro, mentre continuavo a muovere i fianchi, sensuale.

Chissà che aspetto avevo e cosa sarei apparsa agli occhi degli invitati.

Due labbra morbide premettero sulle mie nello stesso istante in cui due mani mi si piazzarono sul culo, palpandolo. Mi staccai.

V-vado a prendere qualcosa da bere’ dissi con una voce che non era la mia.

Mi allontanai, tentando di rimanere in equilibrio. Le pareti della stanza si muovevano di continuo.

Ero completamente andata.

Ti aspetto qui’ rispose lo sconosciuto ammiccando.

Sisi, aspettami.

Presi della vodka lemon e ancheggiando in modo volgare mi diressi verso un rosso non molto lontano.

La mia prossima preda.

Mi piazzai davanti a lui e mi leccai le labbra provocante. Era molto muscoloso e aveva due bellissimi fari verdi per occhi, mi ricordava…

Una mano finì -di nuovo- sul mio sedere. Mandai i miei pensieri a farsi fottere e mi fiondai avida sulle labbra del ragazzo.

Mi alzò una gamba e io ne approfittai per stringermi al suo bacino, aggrappandomi alle sue spalle. In una mano tenevo il drink cercando disperatamente di non farlo cadere, con l’altra temevo di estirpargli i capelli dalla radice, per quanto li stavo stringendo e tirando. Senza sforzo mi sollevò da terra e mi sbatté con violenza al muro.

Il contatto con il marmo freddo mi provocò dei brividi, percepii il suo sorriso contro la mia pelle, convinto che fosse stato lui a provocarmeli.

Inerme, lasciai cadere il bicchiere -con quello che ne era rimasto della mia vodka- il quale si ruppe in mille pezzi.

Chiusi gli occhi, probabilmente ci stavano guardando tutti.

Mi palpò un seno, mentre lottava con la cerniera del mio vestito per insinuarvi una mano.

Sentivo la sua erezione crescere e sbattere insistente contro la mia intimità. Non riuscii a trattenere un gemito.

Brutto bastardo! Lasciala stare! urlò qualcuno in lontananza. La vista era appannata, dovetti sbattere più volte le ciglia ma il risultato non cambiò di una virgola. Riuscii solamente a vedere qualcuno fiondarsi sul ragazzo con cui stavo per fare sesso, il quale lasciò la presa per voltarsi incazzato verso il mio salvatore.

Caddi violentemente a terra, stringendo gli occhi dal dolore. Probabilmente mi ero rotta il fondoschiena. Non riuscii a riaprire gli occhi. Sembrava che i miei sensi non mi ubbidissero più, era snervante.

Avvertii il rumore di un gancio destro.

Bene, era finita a pugni per causa mia.

Tirai su le gambe e mi rannicchiai, sperando che quell’inferno cessasse. Sentivo un grande boato nelle orecchie, delle incitazioni, delle urla…

Poi più nulla…probabilmente ero svenuta.

 

Charlotte

Ballavo dall’inizio della serata e anche se i miei poveri piedi doloranti mi imploravano di fermarmi, io continuavo: continuavo perché non riuscivo a smettere…la musica mi era entrata dentro, nelle vene, mentre l’adrenalina cresceva…continuavo perché come premio finale volevo Zayn. Lui che non mi aveva mai perso di vista neanche per un secondo, che tentava di farmi ingelosire palpando il sedere delle ragazze presenti, che aspettava il momento giusto per avvicinarsi a me.

Oh, guarda. Eccolo qui.

Me lo ritrovai di fronte, immobile. Percorsi con sguardo innocente il suo corpo fino ad arrivare al ciuffo perfetto.

Non riuscii a trattenere un sorriso quando lo guardai negli occhi, era impaziente di toccarmi, di stringermi…però non voleva fare lui il primo passo e neanche io.

Qualcuno accidentalmente mi diede una spinta che bastò a farmi perdere l’equilibrio. Finii fra le braccia di Zayn che sorrideva realizzato.

Accettai la scommessa posta dal destino, raddrizzandomi e guardandolo fiera.

Fortuna che non c’erano lenti.

Gli diedi le spalle e allacciando le braccia intorno al suo collo, cominciai a muovere i fianchi a ritmo.

Ma sei scema? Zayn Malik viene da te e tu lo usi come palo!

Il moro mi prese per i fianchi facendomi voltare verso di lui e avvicinandosi al mio viso. Lo guardai confusa.

-E se ora mi bacia?

-Ricambi, no?

E’ da tutta la serata che ti desidero’ sussurrò al mio orecchio, talmente piano che mi stupii io stessa di averlo sentito: tra la musica e i battiti accelerati del mio cuore.

Mi lasciò un morso al lobo facendomi rabbrividire, poi si allontanò per guardarmi negli occhi. Aspettava una risposta.

Non sapendo che dire, mi limitai a sorridere. Esibì una faccia delusa da premio Oscar e io mi sbattei mentalmente una mano sulla fronte.

Cogliona, cogliona, cogliona. Chissà cosa avrà pensato: che sono una sfigata, che…

-che sei solo una ragazza che si trovava in imbarazzo di fronte alla persona che le piace,

completò una vocina.

-si, esatto…ehi, non mi piace! le abbaiai contro.

Ti va di bere qualcosa?’ azzardò il moro per rompere il ‘silenzio’ imbarazzante. Tornai sul pianeta Terra.

Emh…si dai

In effetti avevo la gola completamente asciutta.

Mi accecò col suo sorriso e mi prese per mano. Ebbi un tuffo al cuore e sentii le gambe molli, pronte a cedere da un momento all’altro.

-Cretina, ti ha preso per mano perché non voleva perderti di vista.

-Non puoi farmi sognare un po’, eh?

Allora che prendi?’ chiese indicando delle bottiglie colorate.

Eravamo già arrivati?

Quello che prendi tu, mi va bene’ urlai per superare la musica.

Non ero una ragazza a cui piaceva molto bere, anzi non mi piaceva affatto.

Sorseggiai il mio drink: era aspro, forte e puzzava. Cercai di trattenere la nausea. Era poco educato vomitare in faccia ad un ragazzo, insomma.

Misi una mano sulla bocca e alzai lo sguardo incontrando quello di Zayn: era serio.

Partì un lento. Posai il mio bicchiere sul tavolo e feci la stessa cosa con quello del moro. Lo presi per mano, decisa, mentre lui mi guardava divertito; lo guidai verso il centro della sala. Ero stupita del mio atteggiamento, quando mai ho avuto tutto questo coraggio?

Allacciai le braccia attorno al suo collo e poggiai il mento sulla sua spalla, sospirando. Lui mi strinse le mani dietro la schiena….sapevo che stava sorridendo.

 

Ma quanto cazzo deve durare questo lento?

pensai.

Mi sollevai e lo guardai in quegli occhi neri che si ritrovava.

Dio, quel suo sorriso sghembo…

Lo faccio. No, e se non è il caso?

Senza farmi altre seghe mentali, lo baciai.

Wow, quanto spirito d’iniziativa stasera

.

Anche lui era sorpreso, infatti c’aveva messo un po’ prima di metabolizzare la cosa e ricambiare il bacio.

Le sue labbra erano così morbide, soffici…volevo tanto mangiarmele così gli morsi il labbro inferiore facendolo gemere.

Intrecciai le mani ai suoi capelli avvicinandolo ancora di più a me, per quanto fosse possibile; schiusi le labbra quando la sua lingua chiese accesso alla mia bocca cercando disperatamente la mia.

Ci staccammo per riprendere fiato e lui ne approfittò per eccitarmi con la sua voce bassa.

Mi piacciono le ragazze che fanno il primo passo

Mmh’ mugugnai riavvicinandolo a me.

Ormai il cervello era andato a puttane e il desiderio era alle stelle. Avevo la sensazione che quella sera saremmo andati oltre un semplice bacio…però non volevo concedermi così facilmente. Volevo farmi aspettare ancora un po’…altrimenti dopo essere andato a letto con me, si sarebbe completamente dimenticato di Charlotte Jade Parker: ero solo la prossima sulla lista…

Lo sentii sorridere a fior di labbra prima di ritornare a baciarmi con foga. Era soddisfatto dell’effetto che mi faceva.

Si staccò per guardarmi negli occhi, intrecciò la sua mano alla mia, facendosi spazio a fatica fra gli invitati.

Merda, merda. Trova un’idea, non devi finirci a letto adesso.

Qualcosa a destra attirò la mia attenzione.

Colpiscilo! Colpiscilo!’ urlava un coro di ragazzi sovrastando la musica.

Ma che caz…

Si era formato un gruppetto intorno a due ragazzi che facevano a pugni.

Mi staccai dal moro e corsi a vedere. Dietro di loro, appoggiata al muro c’era una bionda che sembrava svenuta. Identificai il riccio come Harry e quasi mi venne un colpo quando capii che quella a terra doveva essere Dana.

Mi feci strada a gomitate. ‘Scusate…Scusa…Perdonami

Mi inginocchiai accanto alla mia amica, sorreggendola con un braccio e cominciando ad accarezzarle i capelli.

Il cuore mi batteva forte e sudavo freddo, ero preoccupata per lei.

E se non si riprenderà…e se Harry verrà ferito…

Pensieri pessimistici mi affollarono la mente.

Ma come ti sei ridotta’ sussurrai a Dana, scostandole una ciocca dagli occhi e stringendola a me.

Harry tornò verso di noi, grazie a Dio era illeso. Però il suo umore non lo era: non l’avevo mai visto così serio e...non riuscivo a identificare il suo stato…insomma, non era l’Harry che noi tutti conoscevamo.

Spostai lo sguardo sul ragazzo rosso piegato a terra dal dolore, tutto fumo e niente arrosto. Mi scappò una risata a pensare che un armadio del genere era stato messo KO così facilmente. Il gruppo di ragazzi era intento a elogiare il riccio o deridere l’altro. Mi alzai nel modo più aggraziato possibile, per quanto il mio vestito corto me lo permettesse.

Vidi Harry prendere in braccio la bionda -come lo sposo porta a casa la sua donna dopo il banchetto nuziale- e irrompere fra gli invitati, tenendo salda la presa, la mia amica non batteva ciglio.

Lo seguii con passo svelto mentre mi voltavo a destra e sinistra cercando il ciuffo o gli occhi di Zayn.

 

Quindi la porti a casa sua?’ chiesi lanciando uno sguardo alla bionda distesa sui sedili posteriori di un taxi giallo. Fortunatamente non ci aveva fatto aspettare molto per arrivare.

Si, dormirò con lei stanotte. Nel caso…stesse male’ spiegò entrando anche lui in macchina e sbattendo lo sportello.

Annuii sollevata, menomale c’era lui. Io non avrei saputo fare nulla.

Ci salutammo con un semplice gesto della mano mentre il’auto sfrecciava a grande velocità sull’asfalto, evidentemente aveva piovuto; e l’area pungente post-pioggia ne era una prova. Girai i tacchi verso casa Stevens.

Dovevo cercare o meglio trovare Liam o Louis, altrimenti sarei tornata a casa a piedi…e i miei piedi -o quello che ne era rimasto- non erano per niente d’accordo.

 

Sciao J

Ok ragazze, questo è decisamente il capitolo

più lungo che io abbia mai scritto, sono 8 pagine! Anche qui c’ho messo

tanto…ma vi avevo avvertito che avrei postato solo dopo tante recensioni! u.u

Grazie per le 19 recensioni al capitolo precedente e per le persone che hanno messo la mia storia fra le preferite/seguite/ricordate.

Vi adoro, vi adoro. Fatemi sapere anche qui che ne pensate.

E’ importante, devo sapere se vi è piaciuto o meno.

Che devo dire ancora? Solo…questo lol

Un bacio.

-

 

 

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Capitolo 14
*** Forgive me. ***


Dana

Aprii gli occhi lentamente, facendoli abituare alla luce del giorno, avevo un mal di testa atroce. Chiusi gli occhi massaggiandomi le tempie con due dita. No, i postumi della sbornia no, per l’amor di Dio. L’unica cosa che mi ricordavo in quel momento era il mio nome, la mia età e…sapevo che era domenica solo perché la sveglia non era suonata, ma non chiedetemi la data di oggi.

Una figura che dormiva beatamente accanto a me, mi fece sussultare dallo spavento, dovetti piantare una mano davanti la bocca per non urlare come una donna che aveva appena scoperto un cadavere.

Tirai giù il lenzuolo, scoprendo il mio corpo. Cominciai a sudare freddo.

Che.cazzo.ci.faceva.Harry.Styles.nel.mio.letto. E per quale fottuto motivo ero in intimo?

Mi tirai velocemente su, mettendomi seduta. Un movimento troppo fluido per una con i sintomi di una ubriacatura da cavallo come la mia. Ma che cazzo mi ero scolata il giorno prima? Presi la testa fra le mani e ignorai l’ondata di nausea che mi attanagliò.

Scoprii Harry che dormiva sotto 2 coperte, mentre le mie erano riversate bellamente per terra.

Ah!!!!!!’ urlai, coprendomi gli occhi con entrambe le mani. Sbirciai nello spazio compreso fra mignolo e anulare, serrandole subito dopo. Si, Harry Styles nel mio letto, nudo per giunta. In quale casino mi ero cacciata?

Ma che caz…’ biascicò il riccio, massaggiando gli occhi assonnati.

Io non mi mossi, restai immobile in quella posizione, con i gomiti poggiati sulle ginocchia.

Sentii un ‘Merda’ distintamente udibile riecheggiare nell’aria, mentre il letto si abbassava e si rialzava, liberato dal peso del corpo del riccio.

Adesso delle lacrime silenziose scendevano leggere dai miei occhi, mentre di tanto in tanto tiravo su col naso. Cercavo di raccoglierle prima che giungessero sulla bocca, o più giù, fino al collo. Non volevo che il trucco colasse ancora, già non ero una bellezza in quel momento: con gli occhi pieni di lacrime e il nero colato, somigliavo sicuramente ad un panda o ad un lottatore che aveva avuto la peggio contro il suo avversario.

Posso spiegarti’ bofonchiò mentre si abbottonava i pantaloni neri, nervoso.

Lo guardai carica d’odio. Se io ero ubriaca e lui non lo era, se lui aveva un minimo di coscienza e senso di responsabilità, non sarebbe dovuto venire a letto con me.

Cosa devi spiegarmi?!?’ gridai con voce talmente stridula da far pena. Raggiunse il letto con poche ma ampie falcate poi vi si sedette delicatamente. Seguii ogni suo movimento, come una macchina, mentre le lacrime non accennavano a cessare. Sentii le sue grandi mani avvolgere la mia, che in confronto sembrava così piccola, fragile. Le amavo, quelle mani: così grandi, così morbide. E quelle dita affusolate…erano in grado di trasmettermi coraggio anche solo con una carezza. Mi soffermai a guardarle silenziosa, mentre con l’indice mi sollevava il mento, incastonando i suoi occhi nei miei.

Posso spiegarti’ ripeté con voce dolce, come si fa con un bambino che non capisce qualcosa e tu gliela rispieghi con calma, comprensione.

Feci un leggero cenno con il capo come per dire ‘ti ascolto’

Non siamo andati a letto insieme’ cominciò, e io non riuscì a trattenere un sorriso gioioso e delle lacrime cariche di sollievo.

Gli allacciai le braccia al collo, lasciandogli una serie di baci su entrambe le guance, facendolo sorridere a sua volta.

Mi staccai quando lo sentii sospirare, fintamente dispiaciuto, cercava un appiglio per parlare.

Cosa ho fatto a quella festa?’ chiesi retorica, potevo già immaginarmi l’impossibile.

Da dove incomincio…mmh’ disse portando una mano sul mento, assumendo uno aria pensierosa. Sbarrai gli occhi, preoccupata.

Sei saltata addosso a qualunque individuo di sesso maschile, baciando una botta di ragazzi

Fece il conto con le dita.

Spalancai occhi e bocca, indignata. ‘E non è tutto: ho dovuto fare a pugni con uno rosso, stavate per scopare appoggiati a un muro e tu eri più che ‘consenziente’’ per dare più enfasi alla frase, l’accompagnò con un’alzata di sopracciglia, mimando le virgolette con le mani.

Oddio!’ esclamai prima di ricominciare a piangere. Mi abbracciò forte, accarezzandomi leggermente i capelli. ‘Shh’ sussurrava per farmi calmare.

C-come lo dirò a Niall?’ cercai di dire, con voce spezzata dai singhiozzi.

Il riccio non parlava, si limitava ad ascoltarmi in silenzio.

Prima il problema con la madre, e ora…’ un singhiozzo più acuto rispetto agli altri, non mi fece finire la frase.

Ehi, ehi piccola. Vedrai che si aggiusterà tutto

 

Tornai dal bagno dopo essermi sciacquata il viso con l’acqua gelida e mi sedetti sul letto, facendo attenzione a non fare troppi movimenti bruschi.

Grazie Harry, di tutto.

Oh, non ringraziarmi. Sono o non sono il tuo…migliore amico

Mi fiondai fra le sue braccia, grata a Dio della presenza di una persona così fantastica, nella mia stupida e incasinata vita.

Mi dici perché sono in intimo, però?’ chiesi sollevando un sopracciglio.

Si allontanò leggermente, ma rimanendo con le braccia strette intorno al mio corpo.

Non potevo farti coricare con quel vestito!’ disse come se fosse ovvio, sorridendo ingenuamente e mostrando quelle due tenere fossette che tanto amavo.

Certo certo’ lo liquidai, tirandogli un cuscino. Cominciò una di quelle battaglie che si vedono nei film, solo senza piume, le coperte erano tutte avvolte fra di loro, qualcuna giaceva per terra; nella stanza risuonavano solo le nostre risate cristalline.

Il suono del telefono ci fece scattare entrambi. Sbuffando, mi allungai verso il comodino e premetti il verde, senza fare caso a chi mi stesse chiamando.

Pronto?

Amore! Sono io, Niall!’ la sua voce mi arrivò due volte, dal telefono e -mi alzai per guardare dalla finestra- da fuori; lo vedevo guardarsi intorno sorridente, mentre con la mano destra teneva il telefono appoggiato all’orecchio.

Niall qui.

Sbiancai in viso, poi congelai.

Ok, calma Dana. Calma.

Niall! Corro ad aprirti’ dissi nascondendo il fiatone e sforzandomi di far uscire una voce allegra. Chiudendo velocemente la chiamata, mi voltai verso Harry in piena crisi isterica, nei miei occhi si leggeva il panico. Il riccio mi guardava preoccupato, seduto sul letto con le gambe incrociate e il petto che si alzava e si abbassava velocemente, cercando di recuperare quanto più fiato possibile.

C’è Niall. Devi andare via’ gli ordinai, tenendo la voce bassa e girando per la stanza in cerca dei suoi vestiti, visto che era rimasto in pantaloni, a petto nudo. Non volevo che il biondo ci sentisse o ci vedesse insieme, in quelle condizioni poi: avrebbe potuto fraintendere, come chiunque altro avesse fatto, d’altronde.

Da dove esco?’ chiese saltando giù dal letto, come se avesse capito solo ora come stessero le cose. ‘Esci dal retro, fai veloce

Seguì la direzione del mio dito. Fece per andarsene mentre io mi avviavo giù.

Dana?

Mmh?’ bofonchiai vedendolo tornare verso di me.

Poggiò una mano sulla mia guancia, abbassandosi per potermi lasciare un prolungato bacio sulla fronte e poi scappar via, con tanto di vestiti sotto le ascelle e piedi scalzi.

 

Dlin dlon

Il sorriso mi si raggelò, avevo completamente dimenticato Niall. Corsi giù per le scale e spalancai la porta, reggendomi la testa che mi faceva sempre più male.

Il freddo invase la stanza, provocandomi dei brividi ovunque. Merda, ero pure in reggiseno e mutandine davanti a lui.

D-Dana?’ balbettò, percorrendo il mio corpo con sguardo carico di desiderio.

Mi fiondai fra le sue braccia, e lui mi strinse forte a sé.

Mi staccai e prendendolo per il colletto della felpa rossa che indossava, lo tirai dentro, chiudendo la porta con un piede.

Mi sei mancato

Quei capelli arruffati, quegli occhi azzurri color cielo, quel sorriso perfetto.

Fissandomi le labbra sorridente, lo vidi avvicinarsi lentamente a me. Ormai l’unica cosa che desideravo erano le sue labbra sulle mie, le bramavo; e mi sembrò quasi un sogno quando la sua lingua cercò disperatamente la mia in un bacio dolce all’inizio, ma che si fece sempre più passionale. Ci ritrovammo distesi sul divano, con il fiato pesante: Niall sopra di me che mi torturava con i suoi baci languidi lungo tutto il collo, continuando il suo percorso lungo la clavicola e raggiungere la spalla. Chiusi gli occhi e morsi le labbra, in preda al piacere.

Non poteva succedere così, i sensi di colpa mi divoravano viva.

Niall…’ sussurrai cercando di rimanere lucida. Sollevò la testa e mi guardò, anche lui incapace di aspettare.

Mettiti seduto, è importante’ lo ammonii dandomi una sistemata ai capelli. Mi guardò confuso.

Dovevo dirglielo, non avevo nessun discorso preparato, ma dovevo togliermi questo peso dallo stomaco. Aspettai che prendesse posto affianco a me.

Alla festa…mi sono ubriacata. Ho perso il controllo, non ho capito più niente e…

Non dirmi che sei andata a letto con qualcun’altro

Quasi, Harry l’ha impedito. Però ha detto di avermi visto baciare tanti ragazzi’ sussurrai, abbassando lo sguardo.

Temevo la sua reazione: aveva le mani strette a pugno e la mascella serrata, pronto a scattare da un momento all’altro.

Il suo sguardo era sprezzante, mentre io non riuscivo a trattenere altre lacrime.

Non credevo che…che tu fossi così’ disse con voce piena di rabbia.

Ero ubriaca!’ cercai di giustificarmi con voce pietosa.

Si alzò dal divano e raggiunse a grandi passi la porta, ansioso di lasciare quella casa, ansioso di lasciar me.

Mi guardò un’ultima volta con una mano sulla maniglia della porta.

Mi hai deluso’ soffiò prima di sbattere la porta dietro di sé.

Niall!lo chiamai in preda ai singhiozzi, ma tanto fu inutile. Lui ormai era fuori, lontano da me e dalle mie eventuali scuse.

Quelle parole riecheggiavano nell’aria, erano amare, difficili da digerire.

 

Mi hai deluso

 

Cosa c’è di peggio che deludere la persona che ami?

Il silenzio era troppo assordante per le mie povere orecchie, mi rannicchiai su me stessa continuando a piangere.

Era ritornata quella brutta sensazione, compagna di vita da sempre: la solitudine.

 

Perdonami’ sussurrai, sicura di aver perduto per sempre il mio irlandese.

 

 

 

 

Ciao bella gente!Vi immaginavate questo tipo di reazione da parte di Niall? '-'

Sono in ritardo? Spero di no, c’è chi aggiorna dopo mesi! O.o

Questo capitolo è tanto triste ed è la metà di quello precedente, ma spero vi piaccia lo stesso, almeno un pochino (?) lol

Fatemi sapere che ne pensate. Continuo solo dopo tante recensioni perché domani mi scade la chiavetta e non so quando potrò ricollegarmi :/

Però voi avete tanto tempo per farmi sapere che ne pensate! u.u

Vi chedo scusa. Non so quante storie potrò più seguire e questo mi fa stare malissimo perché io amo le vostre storie! L 

Adesso
vado.

Grazie per le 14 recensioni *-*

Un bacio <3

 

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Capitolo 15
*** Surprise! ***


Dlin dlon

Dliiiiin dlon

 

Arrivo!

Corsi giù dalla scala, in preda all’ansia. Speravo con tutto il cuore che fosse Niall, lo speravo perché un altro giorno senza di lui non era facile da sopportare: un intero giorno a piangere, pentirmi del mio comportamento da cogliona, no che non lo era. Se solo non avessi bevuto così tanto, se solo mi fossi controllata, se solo non fossi andata a quella stupida festa senza di lui. Oh, quanto avrei voluto tornare indietro nel tempo e cancellare quella serata.

Puf

 

Non è mai successo nulla di tutto ciò. Allora si, che sarei felice.

 

Ah, sei tu’ sospirai appoggiandomi alla porta.

Ciao Maddy! Sono felice di vederti anch’io’ esclamò la riccia, strappandomi un sorriso

Entra

Sono venuta a vedere come stavi

Sto bene, grazie

Charlotte chinò la testa di lato facendo volteggiare quei ricci perfetti. Non mi aveva creduto…evidentemente non ero una buona attrice o forse il mio aspetto non era dei migliori.

Sul serio!’ dissi cercando di essere convincente.

E perché sei ancora in pigiama?

Feci spallucce, sedendomi sul divano seguita dalla bruna.

Sebbene oggi fosse lunedì e la domenica -che dovrebbe essere il giorno più bello della settimana, quello dove ci si riposa dopo una settimana di lavoro/studio intenso- l’avevo passata a piangermi addosso e dirmene di tutti i colori, a rifiutare le chiamate di Liam o ignorare i messaggi di Harry.

Oggi non vengo a scuola

E perché?!?strillò all’improvviso facendomi sussultare.

Non mi va…’ dissi abbassando lo sguardo. Gli occhi cominciavano a bruciarmi e la vista era appannata da lacrimoni pronti a cader giù.

Dana Madison Smith o parli o parli’ mi minacciò Charlotte sollevandomi il viso e notando i miei occhi lucidi. Subito il suo tono divenne dolce e rassicurante.

Ehi, ci sono io qui. Puoi contare su di me, lo sai’ sussurrò abbracciandomi. Lì non riuscii a trattenermi e scoppiai a piangere come una bambina che ha perso la madre; i singhiozzi si impossessarono del mio petto mentre la mia amica continuava ad accarezzarmi i capelli, forse ancora all’oscuro di quale fosse la causa. Forse.

E’ per Niall, vero? L’ha presa male?’ chiese quando le sembrò che io mi fossi calmata.

E tu come lo sai?’ chiesi a mia volta, sciogliendo l’abbraccio e aggrottando le sopracciglia.

C’ero anch’io quando tu eri a terra svenuta ed Harry…be’ lo sai.

Un’ondata di vergogna e umiliazione mi piombò addosso, costringendomi ad abbassare lo sguardo sul divano color panna cui eravamo sedute.

…Non mi chiedi com’è andata con Zayn?’ disse cercando di alleggerire la situazione.

Oh, si! Racconta!

Vediamo…non ha fatto altro che ronzarmi intorno per tutta la serata seppure mantenendo le dovute distanze, poi abbiamo ballato insieme e…

E..? Non mi dire che..?

Non avevo mai visto la mia amica così felice come lo era adesso, raccontava quell’aneddoto con aria trasognante.

Oh no, c’è mancato poco! Se non fosse stato per te, a quest’ora io sarei stata un’altra delle sue vittime!’ esclamò posando una mano sulla mia spalla.

Inarcai un sopracciglio. ‘Per me?!

Già…mi stava portando al piano di sopra. Poi ho visto te e ti son venuta incontro, perdendolo di vista!’ spiegò sorridendo a 32 denti.

La guardai confusa. Non riuscivo a capire il motivo del suo entusiasmo, insomma…quiei due si piacevano e non vedevano l’ora di andare a letto insieme, perché adesso Charlotte era contenta?

La riccia scoppiò a ridere -una di quelle risate in cui non riesci a fermarti facilmente, in cui ti spuntano le lacrime agli occhi e ti vengono i crampi alla pancia- facendomi innervosire.

Voglio farlo aspettare, concedermi a lui quando proverà più che una semplice attrazione fisica’ spiegò.

Ah! Adesso, ho capito!Batti il 5 fratella!’ esclamai orgogliosa della mente contorta di quella ragazza. Obbedì ed entrambe scoppiammo a ridere.

[…]

Hai fame? Io non ho fatto colazione’ dissi addentando una mela. Guardai l’orologio appeso alla parete azzurrina, senza leggerne realmente l’ora. Charlotte fece capolino in cucina, fissando lo stesso aggeggio con sguardo diverso, oserei dire omicida.

Merda, sono le 8.20!’ strillò, correndo in soggiorno.

Dana, muovi quel bel culo sodo che ti ritrovi. E’ tardissimo!

Non vengo!’ urlai di rimando, intenta a masticare.

 

Mandai un messaggio alla riccia in cui le chiedevo se Niall fosse andato a scuola e la risposta non tardò ad arrivare.

Di lui nemmeno l’ombra.

-Lottie

Ah, oggi i ragazzi volevano

venire a trovarti ma li ho convinti che non

sarebbe stata una buona idea. ;)

Ho già detto che ti adoro? *-*

-Dana

 

 

 

Dlin dlon

 

 

Charlotte com’è an…Harry?!

Sorpresa!

Il riccio mi diede un bacio sulla guancia e si insinuò dentro casa. Indossava il suo completo preferito -e anche il mio- formato da giacca blu con il contorno bianco, t-shirt dello stesso colore e pantaloni beige.

Brr si gela là fuori!

Che ci fai qui?’ chiesi prendendo il telecomando da terra e sedendomi sul divano. Mi stavo vedendo ‘Titanic’ consapevole che avrei pianto ancora e ancora ed avevo messo in pausa giusto per andare ad aprirgli la porta.

Ero preoccupato per te. Da come si comporta Niall in questi giorni gliel’avrai detto, sbaglio?

Non sbagli’ sospirai fissando il soffitto nel tentativo di non ricominciare a piangere. Dopo aver versato tutte quelle lacrime, mi stupiva il fatto che non fossero esaurite, ne avevo ancora da riserva o cosa?

Come si comporta?’ chiesi senza staccare il mio sguardo da quell’interessante distesa di bianco su vernice bianca..

Hmm, vediamo…mangia, dorme…‘guarda’ la tv, fa passeggiate lunghissime ed è diventato asociale. Oggi non è andato a scuola, per giunta. Praticamente abbiamo un morto in giro per casa’ scherzò.

Mi mancavano il fiato e il coraggio per spiccicare una parola, potevo capire quello che provava Niall. Era stato tradito dalla persona che più doveva stargli vicino in un momento difficile come quello che stava attraversando. Mi facevo schifo.

Dana?!’ urlò Harry sventolandomi una mano davanti il viso e facendomi tornare alla realtà.

Scusami, ero sovrappensiero’ dissi ammirando quelle due gemme di un bellissimo verde smeraldo. I miei occhi, un po’ come i suoi, erano sempre stati particolarmente espressivi, spesso mi dicevano che la mia faccia fosse come un libro aperto…be’ gli occhi sono le specchio dell’anima, dopotutto e in quel momento il mio sguardo doveva essere triste e malinconico perché mi ritrovai fra le braccia forti di Harry con la testa appoggiata al suo petto a sforzarmi e a darmi forza affinché altre goccioline salate non cadessero più.

Mi manca, Harry

Volevo di nuovo quell’irlandese nella mia vita, ma questa volta non me lo sarei fatta scappare tanto facilmente.

Tornerete insieme, stai tranquilla. Voi due siete perfetti e se te lo dico io, puoi crederci’ sussurrò il riccio accarezzandomi i capelli che ricadevano in soffici boccoli sulla schiena coperta da una leggera canottiera rosa.

Mi aiuterai?’ chiesi sollevando la testa e guardandolo dal basso verso l’alto.

Allora era vero il detto ‘dai tempo al tempo’: Harry era tornato ad essere il mio migliore amico, senza che nessuno avesse accelerato le cose o avesse fatto l’impossibile per riavvicinarci.

C-certo

Ti voglio un mondo di bene, ricci secchesy’ esclamai sorridente, schioccandogli un grosso bacio sulla guancia.

Anche io scema, più di quanto tu possa immaginare’ disse stritolandomi in un altro dei suoi abbracci.

Bastava un piccolo gesto per farmi ritornare il sorriso.

Basta con tutte queste smancerie, si ritorna a guardare il film!’ trillai togliendo la pausa.

Oh no! Titanic no!’ il riccio si portò le mani in testa.

Se non ti piace…

Indicai la porta.

Nessuno poteva criticare quel film, né tantomeno il sacrificio di Jack per quella culona di Rose, perché c’era posto anche per lui su quel pezzo di legno o porta o quel che era.

Gne gne gne

 

Ed eccoci qui, stretta a Harry, la testa sulla sua spalla e le gambe sulle sue, con il fiato sospeso e un grosso nodo alla gola. Anche il riccio aveva gli occhi lucidi e stringeva forte il suo fazzoletto nella mano sinistra, appoggiata alla mia coscia. Qualche pacchetto giaceva sul divano accanto ai nostri corpi; i popcorn erano finiti da un pezzo e i contenitori erano stati buttati a terra subito dopo essere stati svuotati.

Questa era la scena straziante in cui la nave si inclinava sempre di più verso l’alto mentre le persone venivano sbattute da un lato all’altro o cadevano in quell’acqua gelida, come fossero pupazzi.

Tralasciamo il fatto che nella scena d’amore Harry si è strozzato con un popcorn ed è diventato cianotico mentre io, preoccupata gli davo dei colpi sulla schiena nel tentativo di farlo riprendere.

Che spavento mi ha fatto prendere!

 

Sono sempre scombussolata dopo questo film’ dissi asciugandomi i residui di lacrime sotto gli occhi con l’indice.

A chi lo dici!’ esclamò il riccio riferendosi all’episodio di poco prima in cui stava per morire soffocato.

Ridacchiai e mi diressi in bagno per rinfrescarmi il viso. Il riccio mi seguì e appoggiandosi allo stipite della porta, seguì ogni mio movimento con sguardo serio.

Usciamo?’ chiese poi sorridendo tutto d’un botto e mostrandomi quelle due dolci fossette. Quel riccio aveva più sbalzi d’umore di una donna in menopausa. Mi asciugai le mani nell’asciugamano viola accanto al lavandino e mi piazzai davanti a lui. Gli tirai una guanciotta, sorridendo beffarda mentre lui si lamentava e si dimenava come un bambino. Sembravo tipo…zia Gertrude, ecco.

Ma certo! Dove mi porti, mio principe?

Harry si massaggiò la zona ferita, in effetti gli era diventata rossa.

Nel mio castello, principessa’ e detto ciò mi prese in braccio senza alcuno sforzo, come fa il marito con la sua neosposa. Allacciai le braccia attorno al suo collo, attirandolo a me. Harry sembrava stranito da quel gesto, ma in qualche modo fece una faccia delusa quando poggiai le labbra sulla sua guancia rosata e non dove si aspettava lui.

Scemo, mettimi giù!

Mi portò fino in camera mia, risparmiandomi di percorrere il corridoio…gentile, dai.

Lo ringraziai per il servizio taxi e detto ciò gli sbattei la porta in faccia. Andavo di fretta. Non sapevo cosa mettere!

 

 

 

Sciao bellezze! Potete mai perdonarmi? Ho scritto questo capitolo -molto tirato, perché avevo 0 ispirazione…so anche che sono in un ritardo imperdonabile! Scusate! Non so quando potrò postare il seguito, ma vedrò di fare il possibile!

Mi dispiace tantissimo non poter seguire più le vostre storie, quanto vorrei leggerle! *-* ma la mia stupida chiavetta ha deciso di mollarmi! >.<

Spero che vi piaccia. Vi ringrazio per tutto!

Un bacione <3

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Dinner by candlelight. ***


Alla fine optai per un look hard: un paio di pantaloni neri strettissimi, una canotta lunga dello stesso colore e un mini-giubbotto di pelle, delle scarpe col tacco abbinate ad una borsa gialla per dare un tocco di vivacità e infine un paio di occhiali da sole, sebbene fossero le 7 di sera

Il mio guardaroba era come la borsa di Mary Poppins e io ne andavo fiera, anche se ormai i vestiti scarseggiavano e avevo bisogno di fare un po’ di sano shopping.

Strinsi i capelli in una coda alta e contornai gli occhi con una linea nera di kajal in modo da dargli una forma allungata e felina. Completai il tutto con un rossetto rosso, spruzzai un pò del mio profumo preferito e orgogliosa del risultato mi avviai al piano di sotto. Vidi Harry appoggiato alla porta, aveva lo sguardo fisso sul pavimento. Per avvertirlo della mia presenza davanti le scale, mi schiarii la voce.

Alzò la testa di scatto, percorrendo tutto il mio corpo con sguardo indecifrabile. Quando i nostri occhi si incontrarono, vi scorsi uno strano luccichio. Gli andai incontro camminando lentamente. Ci mancava una caduta su quei tacchi per fare la più grande figuraccia della mia vita.

L’odore del suo shampoo alla lavanda, unito al suo adorato Alien che riconoscerei fra mille, creava un mix che mi mandava in ecstasy.

Come avevo fatto tutto questo tempo lontana da lui e da tutte quelle piccole cose che lo caratterizzavano e che io adoravo?

Andiamo?’ sussurrai.

Certo

Mi lasciò un bacio sulla fronte. Aspettò che io chiudessi la porta per prendermi la mano e intrecciare le sue dita alle mie.

La sua macchina era parcheggiata di fronte casa mia, ma stavamo passeggiando mano nella mano, come due fidanzatini e io non sapevo neanche dove mi stesse portando. Proprio non lo capivo. Il problema ero io o il mondo si era forse capovolto?

Harry, che ti prende? Sei strano

Non rispose, semplicemente sospirò e sollevò il viso.

Che belle le stelle

Guardai prima lui, poi quel cielo trapuntato di stelle sopra le nostre teste. Ne restai affascinata. Quei puntini luccicanti per me -fin da piccola- erano sempre stati motivo di mistero.

Già…’ dissi guardandolo. Lui mi stava già fissando in silenzio, pareva avesse visto un miraggio.

 

Ci eravamo fermati davanti a due porte a vetri lucidissime. Da queste potevi benissimo scorgere l’interno del ristorante. Mai visto un posto così chic: tavoli rotondi per due persone, ricoperti da una tovaglia beige e sedie rivestite con stoffe dello stesso colore primeggiavano in quella stanza zeppa di coppiette felici che sorridevano o si scambiavano gesti teneri e carichi d’amore.

Candele color oro emanavano una luce intensa, mentre i faretti accesi sul tetto ti colpivano con la loro luce biancastra e riempivano l’aria di romanticismo. Almeno una rosa rossa era poggiata in ogni tavolo, probabilmente regalo di ogni lui per la sua anima gemella.

Entriamo?’ chiese il riccio interrompendo il flusso dei miei pensieri con la sua voce roca. Sorrise. Uno di quei sorrisi che ti fermano il cuore.

Annuii, incapace di fare altro. Da bravo gentleman, Harry mi tenne la porta aperta.

Dopo di lei

La ringrazio’ scherzai.

Una volta entrati, il riccio andò a parlare con un giovane dietro un piccolo podio di legno. Indossava un paio di pantaloni neri con un papillon dello stesso colore e una giacca color panna. Credo si trattasse del maitre.

Ne approfittai per guardarmi ancora intorno, come imbambolata da quel posto tutto nuovo per me. Nessun ragazzo mi aveva mai portata in un posto così.

Così immersa com’ero nei miei pensieri, quasi sussultai quando il riccio ritornò accanto a me, intento a frugare nella sua giacca. Era così carino con la fronte corrugata e la bocca contratta in una smorfia…un momento, Dana ma che vai a pensare?

Trovata!’ esclamò soddisfatto.

Trovata cosa?

Mi mostrò una benda nera. Sorrideva compiaciuto.

Che intenzioni hai?’ chiesi mentre mi lasciavo coprire gli occhi.

Lo vedrai’ mi sussurrò all’orecchio. I suoi ricci a solleticarmi la guancia, le sue mani che si muovevano lente ma sicure dietro la nuca e la sua voce calda non mi aiutavano di certo a restare lucida.

L’ultima cosa che vidi fu lo sguardo divertito di qualche coppietta.

Le mani del riccio si strinsero alla mia vita e posso giurare di aver sentito dei brividi percorrermi la schiena. Harry mi guidò verso una scala a chiocciola. Quei gradini sembravano non finire mai.

Dove mi stai portando?’ gli chiesi curiosa. Mi ressi al corrimano cercando di non cadere o rompermi l’osso del collo.

Shh’ disse semplicemente.

Se voleva mettermi ansia ci stava riuscendo benissimo.

Capii di essere giunti a destinazione quando Harry spalancò una porta che dal frastuono sembrava essere di servizio. Il rumore del maniglione che si alzava e si abbassava riecheggiò nel locale.

Un’ ondata di aria fresca mi investì, provocandomi un leggero sollievo dato che le guance erano infuocate e non poco.

Tutte queste emozioni non mi fanno bene.

Una leggera musichetta si disperdeva nell’aria.

Posso toglierla, adesso?’ domandai, sempre più curiosa.

Si, adesso puoi’ rispose dolcemente.

 

Harry mi aveva portato sulla terrazza di quel ristorante a 5 stelle, con il panorama creato dalle luci di una città mondana come Londra, lo spettacolo che si presentava dinanzi ai miei occhi era da non credere. Ma parlando della sorpresa…disseminati per terra c’erano centinaia di petali di rosa di colore rosso, un tavolo coperto da una tovaglia in pizzo era piazzato esattamente al centro dello spiazzo e ci aspettava già apparecchiato con splendenti piatti in porcellana contornati da altrettanto lucide posate d’argento. Due lunghe candele anch’esse rosse rilucevano di luce viva e tremula mentre della polvere argentata era gettata qua e là rendendo tutto brillante e luminoso.

La musichetta che avevo sentito prima, proveniva da un anziano uomo che suonava il violino. Anche lui indossava un vestito elegante e aveva dei folti baffi bianchi da guinness dei primati.

Era tutto perfetto, però.

Mi voltai, convinta che dietro di me ci fosse il riccio, e invece non c’era nessuno.

Harry!’ lo chiamai.

Dalla porta di servizio spuntò uno Styles più felice che mai.

Per un attimo mi domandai ‘Quando caspiterina se n’è andato?’ o ‘Perché non mi sono accorta della sua assenza?’. Ma poi gli saltai letteralmente addosso, dimenticandomi di chiederglielo.

E’ il regalo più bello che potessi farmi’ sussurrai, sinceramente commossa.

Lui però non ricambiò l’abbraccio stringendo le braccia attorno alla mia vita, come faceva sempre. E ne restai quasi delusa.

Non è finita qui’ esclamò.

Sciolsi l’abbraccio giusto per guardarlo negli occhi. Cos’altro aveva in mente?

Da dietro la schiena uscì un mazzo di rose rosse con tanto di tulle bianco e letterina.

Guardai prima i fiori, poi lui.

Tu sei pazzo

Sorrise. Era consapevole di esserlo, allora. Bene.

Presi la lettera e a fatica tirai fuori il bigliettino all’interno.

Per la mia bellissima Dana’ diceva. Lì il sorriso mi si allargò.

Lessi ad alta voce.

Tu sei sempre stata il centro del mio universo. E quando ti ho perso perché ho capito di provare più di una semplice amicizia verso di te, mi è sembrato che il mondo mi crollasse addosso…Non era la forza di gravità a tenermi attaccato alla terra, ma io restavo in piedi solo grazie a te…’

La voce cominciava a tremarmi e la vista era già appannata dalle lacrime.

Mi schiarii la voce.

‘E così, senza neanche accorgercene, sei diventata il mio sole, la mia vita. Tu sei tutto quello che un ragazzo possa desiderare: sei intelligente, stupenda, dolce, adorabile…insomma sei perfetta…’

Una lacrima cadde sulla parola ‘perfetta’ storpiandola leggermente. Mi voltai verso il riccio, che era rimasto immobile con le mani in tasca.

Fissava le luci di Londra con sguardo vago, inespressivo. Si sforzava di non piangere, questo è sicuro.

‘Io continuavo a guardare le stelle, ma queste, senza di te avevano perso il loro fascino; perché tutte le volte che guardavo il cielo pensavo al tuo viso, a te, a quando le guardavamo insieme e fantasticavamo o scherzavamo fra di noi affacciati dal balcone di casa tua

…’

Ormai ero un fiume in piena, le lacrime continuavano a scendere da sole. Non riuscivo più a leggere.

Harry lo capì e mi abbracciò da dietro, accarezzandomi la guancia con i suoi ricci.

Perché a noi bastava stare insieme, per essere felici. Non è così? Perdonami per tutto il male che ti ho fatto, abbandonandoti, sapendo che io ero l’unica persona di cui ti fidavi. E’ uno degli errori più gravi che io abbia mai compiuto ed è l’unico di cui mi sono realmente pentito. Sappi che sono felice di trovarmi qui, adesso, di nuovo accanto a te. Ora che ti ho ritrovata, non ti lascerò mai più andare via. Voglio s..’

..solo che tu sappia quanto sei importante, piccola mia

’ concluse.

Centinaia di ragazze pagherebbero per trovarsi al mio posto. Sembrava quasi un sogno il fatto che un ragazzo, definito da tutti ‘puttaniere’ perché circondato dalle più belle ragazze in assoluto, sia stato prima il mio migliore amico, poi il ragazzo per cui avevo preso una cotta. Harold Edward Styles aveva organizzato tutto questo per me. Sembrava così lontano il periodo in cui gli piacevo, in cui soffrivo perché lui non era più al mio fianco. Se n’era andato senza nemmeno dirmi addio, era sparito tutt’a un tratto. Perché io non potevo cominciare la giornata senza un suo abbraccio o un suo piccolo bacio, senza sentire la sua voce roca che appena sveglia, mi dava il buongiorno; furono queste le cose che mi vennero a mancare, che facevano ormai parte della mia routine. Solo dopo quella lettera capii che anche lui ha sofferto, come me.

Bastò poco perché la nostra amicizia, tutto quello che avevamo costruito insieme in tanti anni si frantumasse, come fosse vetro.E adesso lui era di nuovo con me, ad occupare quel posto di ‘migliore amico’ che infondo non aveva perso mai.

Adesso il mio cuore poteva di nuovo essere felice.

Mi voltai, ero alta quasi quanto lui.

Sorridevo, ma ancora non riuscivo a trattenere le lacrime.

Ti ho già perdonato tempo fa, Harry’ cominciai.

Quando ti ho rivisto a quella festa, dopo che quella ragazza, Serena, Selena o come si chiama…

Selene’ mi corresse.

Lei…be’, dopo che ti ha stampato un 5 sulla guancia

Scattammo entrambi a ridere a quel ricordo.

Ognuno di noi ha sofferto senza l’altro, ma è acqua passata, adesso siamo qui, siamo insieme e non ci separeremo mai più. Grazie di esistere, tesoro mio. Ti voglio un mondo di bene’ conclusi.

Un’ultima lacrima, come a determinare la fine del mio discorso, si precipitò all’angolo della bocca. Harry l’asciugò con l’indice, lasciandomi interdetta.

Lo abbracciai forte, stringendolo forte a me, tanto da sentire il battito accelerato del suo cuore.

Anche i nostri cuori battevano all’unisono.

 

Prima di sederci a tavola, presi il mazzo di rose fra le mani e le contai: erano 21. ‘Grazie dei fiori’ sussurrai ad Harry all’orecchio. Gli diedi un bacio sulla guancia e feci per sedermi, ma lui si posizionò dietro la mia sedia, spingendomi in avanti. Sorpresa, con lo sguardo lo seguii mentre girava intorno al tavolo per sedersi di fronte a me. Se la rideva sotto i baffi.

Come faceva quel ragazzo a stupirmi sempre? Non era mai, e dico mai, prevedibile, scontato.

In quale film hai visto fare così?’ lo presi in giro.

 

La serata fu straordinaria. La cena era a base di pesce. Per tutto il tempo parlammo delle solite cose: amici, famiglia…relazioni. Un po’ mi faceva strano mangiare a lume di candela con il mio migliore amico. Chiunque ci avrebbe visti immersi in un’atmosfera così intima, romantica, ci avrebbe sicuramente scambiato per due fidanzatini.

Faceva piuttosto freddo per me che avevo le maniche corte, ma cercai di non pensarci, concentrandomi sulle parole del riccio e rilassandomi con quella deliziosa musica uscente dallo sfregamento di corde e archetto. Il violino era uno strumento così rilassante!

Anche se non fu opportuno gli chiesi di Niall: a quanto pare era partito per l’Irlanda ma sarebbe tornato fra due giorni. Quel biondino mi mancava più di quanto davo a vedere.

 

Una volta divorato anche il dessert, Harry mi prese a braccetto.

Dana, sei gelata!’ urlò quando mi sfiorò. Lui era una stufa in confronto a me. Ridacchiai. Forse ero un po’ brilla o forse lo eravamo entrambi.

Quando arrivò il taxi che avevamo chiamato poco prima, tirai un sospiro di sollievo: ero stanca e i piedi imploravano pietà. In più era tardi e il giorno dopo avrei avuto scuola. Quasi mi addormentai nel viaggio di ritorno.

 

A fatica mi trascinai davanti la porta di casa, accompagnata dal mio fedele migliore amico. Lui stava quasi peggio di me.

Buonanotte, allora’ mi salutò.

Fece per darmi un bacio sulla guancia, ma io lo tirai per la giacca con una mano, nell’altra tenevo le rose.

Ti ’a di..dormire co’ me?

 

 

In radio c’è un pulcino, in radio c’è un pulcino e il pulcino pio, il pulcino pio, il pulcino pio, il pulcino pio, il pulcino pio.

Ciao belle! Come state? Questa volta non sono molto in ritardo. :3

Lo scorso capitolo è stato un parto, questo è stato un cesareo! A parte che c’ho messo un secolo per scriverlo…lo sapevate che in quello precede te ho tagliato la scena finale due minuti prima di pubblicarlo? lol

Questo è piuttosto lungo, direi ;)

VORREI provare a pubblicare martedì prossimo, quindi mi metto al lavoro! Allo scorso capitolo ho avuto 10 recensioni, la metà di quelle del capitolo precedente! LOL

Vi ringrazio comunque, siete fantastiche <3

E grazie anche alle lettrici silenziose. Questa volta però fatemi sapere che ne pensate, è importante per me!

Continuo a 13-14 recensioni.

Un bacio :*

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Capitolo 17
*** Unexpected. ***


Lo stridio della sveglia mi traforò le orecchie. Svegliata di soprassalto, tastai il comodino in cerca di quell’aggeggio infernale e con un colpo secco lo spensi.

Sbuffai, strofinandomi gli occhi con il dorso della mano.

Notai di essermi addormentata con i vestiti della sera precedente, e adesso erano tutti sgualciti.

Ripensando alla cena con il riccio mi ricordai che lui dormiva tutto stravaccato accanto a me. Era così carino che quasi non volevo svegliarlo, ma dovevo.

Harry!’ gli sussurrai all’orecchio, ricevendo come risposta un mugugno incomprensibile.

Harry!’ lo chiamai più forte, ma…niente, semplicemente si girò dall’altro lato dandomi le spalle. Stavo cominciando a spazientirmi.

Reggendomi con le braccia mi sporsi verso quel magnifico viso che si ritrovava. Gli lasciai dei baci sul collo, sulla guancia e sulla fronte.

Il riccio si girò, mettendosi supino. Battendo energicamente le ciglia mi sorrise, mostrando quelle due fossette che tanto amavo. E vogliamo parlare delle sue due gemme verdi che mi scrutavano, smaniose di vedere oltre i miei occhi grigiastri, desiderose di leggere la mia anima come solo lui è riuscito a fare finora? Erano ancora più belle di prima mattina. Non saprei dire per quanto rimanemmo a perdersi ognuno negli occhi dell’altro ma la verità è una, e cioè che in quel momento nessuno dei due aveva bisogno di parole. Perché noi siamo sempre stati così, ci siamo sempre capiti con un solo sguardo.

Grazie del bellissimo risveglio’ sussurrò facendomi sorridere.

Grazie a te per ieri se…et-cccciù!

Cercai di mettere la mano davanti la bocca prima di starnutire ma non feci in tempo.

Mi hai lavato la faccia!’ strillò coprendosi il viso. Non potei non ridere come una cretina contagiando anche lui.

Dobbiamo andare a scuola’ gli ricordai dopo esserci ripresi.

Che palle questa scuola

Ci alzammo contemporaneamente. Aveva un ghigno stampato sul viso.

Chi arriva prima in bagno!’ annunciai.

Corsi per tutto il corridoio con Harry alle calcagna che mi intimava di fermarmi.

Con un gesto rapido afferrò la stoffa della mia maglietta, tirandomi a sé. Entrambi cademmo per terra.

Ahi’ dissi ironicamente.

In realtà ero caduta sul morbido.

E lo dici tu ahi?’ disse ridendo.

Mi voltai, poggiando la testa sul suo petto coperto solo da una leggera e attillata maglietta bianca. Quella maglietta..

Sarei rimasta così per sempre, lo ammetto.

Dana?’ mi chiamò. Sollevai la testa, guardandolo.

Io..

Et-cccciù

Mi coprii il viso con entrambe le mani, in imbarazzo e piuttosto preoccupata di una sua eventuale reazione…o vendetta.

Gli avevo starnutito di nuovo in faccia. Allargai le dita sbirciando dallo spazietto fra medio e anulare.

Comincia a correre’ mi minacciò.

 

E così ti ha portato in un ristorante a 5 stelle’ riepilogò la riccia mentre chiudeva l’armadietto.

Sulla terrazza di un ristorante a 5 stelle’ la corressi.

Dio, che meraviglia!’ esclamò con le stelline agli occhi. Ormai tutti sapevano quanto fosse romantica Charlotte.

Mi soffiai il naso con ben poca grazia.

E quante rose ti ha comprato?’ chiese ancora. La curiosità la stava mangiando viva.

21’ sussurrai.

Serrai gli occhi aspettando un suo eventuale urlo che non tardò ad arrivare.

Coooosa?!?

Un terzo dei presenti fra cui qualche docente, si voltò nella nostra direzione.

Dio, che imbarazzo.

 

 

Credo di esserbi raffreddada’ sbuffai poggiando la fronte sul tavolo.

Lo so bene’ replicò il riccio addentando un trancio di pizza. Ridacchiai.

Infatti parli col naso’ dedusse Louis.

E come ti saresti raffreddata?’ chiese Liam. Adoravoo mio fratello: sempre così protettivo; anche quando non sapevo che avessimo lo stesso sangue, lui si è sempre preso cura di me in un certo senso…

Io ed Harry ci scambiammo uno sguardo circospetto.

Sollevai le spalle sperando che questo gesto bastasse a cambiare discorso. Per fortuna fu così. La cena fra me e il mio migliore amico doveva essere una specie di segreto o qualcosa del genere.

Charlotte, ho bisogghio degli appudi di chibica’ cercai di dire nel modo più comprensibile possibile. Mandai giù un boccone del mio hamburger. Non ne sentivo neanche il sapore.

Charlotte??

Scossi leggermente il braccio della riccia, riportandola alla realtà.

Ah? Sisi’ farfugliò. Tutti scattammo a ridere tranne un Zayn troppo impegnato ad armeggiare con il suo iPhone per accorgersi delle occhiate della mia Lottie.

Le guance della ragazza si colorarono di un leggero color rosato quando capì che l’avevo sgamata.

 

 

Dobbiabo fare qualcosa con Zayd’ bisbigliai, soffiandomi il naso con un fazzoletto prestatomi dalla riccia.

Cosa?’ chiese sconsolata.

Dod lo so ma devi risvegliare il suo interesse dei tuoi codfroddi id qualche bodo

Charlotte abbandonò la testa sulle mani, sospirando; io presi a scarabocchiare sul mio quaderno di latino.

Che bello!’ esclamò sbirciando il mio disegno; era un velato tentativo di cambiare discorso.

Guardai anch’io il mio ritratto, pulendo il foglio dai residui della gomma.

Ti piace?’ chiesi a mia volta.

Si. Mi ricorda Niall

E’ vero’ constatai posando la matita sul banco. Incrociai le braccia e vi poggiai la testa.

Ti manca. Non è così?

Sospirai.

Quando torna lo dobbiamo riconquistare’ disse accarezzandomi i capelli.

Io aiuto te e tu aiuti me’ replicai in senso ironico.

Scoppiamo a ridere entrambe, dimenticandoci di trovarci fra i banchi di scuola.

Smith, Parker’ ci richiamò la professoressa. Entrambe scattammo sull’attenti ma non riuscimmo a trattenere le risate.

 

 

Vorrei tadto adtarlo a predtere all’aeroporto’ le confessai mentre prendevo dello yogurt dal banco frigo.

Potrebbe non accettarti’ constatò.

Charlotte era molto saggia, mai impulsiva…fortunatamente. Già bastavo io.

Giusto. Quidti?

Si spostò il cestino della spesa sul braccio sinistro.

Organizzagli una..sorpresa!

Una serata solo voi due

Ci riflettei su un momento. Avrei chiesto ad Harry o Liam, di avvertire Niall. Doveva essere l’appuntamento perfetto.

Ti adoro!’ esclamai abbracciandola.

Lo so’ rispose ridendo.

Una voce femminile prese posto al microfono; vi diede qualche colpetto.

Gentili clienti vi preghiamo di completare i vostri acquisti prima della chiusura del negozio prevista per le 14.30. Grazie

Sbrighiaboci Lottie’ urlai cominciando a correre.

Stavano chiudendo e ancora dovevamo comprare delle cose.

Io vado a prendere la frutta!’ strillò mentre si dirigeva svelta verso il fondo del supermercato. Mi soffiai il naso.

Ok, ci vediabo alla cassa!

 

 

Ma i tuoi geditori dod dicodo diedte che dorbi qui stasera?’ chiesi mentre sbocconcellavo del pesce.

Avevo invitato la riccia a trascorrere la giornata con me.

Charlotte ridacchiò. La incenerii con lo sguardo.

Scusa, è che parli in modo buffo’ si giustificò, cercando di non ridere.

Comunque no, loro si fidano di me’ aggiunse.

Quanto mi sarebbe piaciuto avere dei genitori come quelli di Charlotte. I miei ‘genitori’ dove si trovavano? Boh, e chi lo sa?

Annuii, spostando il cibo di qua e di là nel piatto.

Non mangi?’ chiese.

Dod ho fabe

Come mai?’ chiese ancora.

Feci spallucce.

Cavolo, come cucini bene! Io non so fare neanche un uovo fritto!

 

 

Allora, devi dividere il primo termine per il secondo e moltiplicare i due binomi cambiando loro segno. Poi prendi l’incognita…Dana mi segui?

Scusa. E’ da 3 ore che studiabo, non ce la faccio più!’ mi presi la testa fra le mani.

Va bene, dai. Per oggi è tutto’ disse chiudendo il libro delicatamente. Naturalmente la imitai. Infilai a pressione i libri nello zaino. Charlotte rise.

Sodo quasi le cidque, che facciabo?’ chiesi annoiata.

Giochiamo a Central Dance!’ strillò elettrizzata.

Ci sto!

Accesi la tv, l’xbox e feci per infilare il disco.

Dlin dlon

 

 

Io e Charlotte ci guardammo stranite. Non aspettavamo nessuno.

Chi sarà?’ domandò retorica.

Metti il cd?’ dissi avviandomi verso la porta.

Dlin dlon

 

 

Ciaaaaaaaao genteeeeeeee!

Louis!’ esclamai abbracciandolo.

Sentii qualcuno fingere una tosse.

Veramente…ci saremmo anche noi

Ma certo, Payne, Styles. Entrate

Li salutai calorosamente e li precedetti in salotto mentre la porta si chiudeva.

Da quanto teeeeempo!’ enfatizzò Lottie facendo nascere un coro di risate. Nel frattempo i ragazzi si misero comodi -nel vero senso della parola- sul divano.

Impostai il gioco.

Wow! Central Dance!!’ esclamò Harry tirandosi su.

Cazzo! Adoro questo gioco’ gli fece eco il carotone.

Ragazzi ragazzi! E’ solamente un gioco!’ li rimproverò Liam. Il paparino del gruppo. Io e Charlotte ci guardammo sorridendo.

Sotto a chi tocca!’ strillai facendomi da parte. Si alzò Larry. Naturalmente con degli amici così, non potevi giocare tranquillamente: abbiamo dovuto aspettare 3 ore affinchè ognuno si scegliesse il proprio personaggio e non vi dico quanto hanno urlato! Peggio di due zitelle! E dovevate vederli ballare…sembravano due zombie! Io mi sfidai con Charlotte su una canzone di Michael Jackson. Entrambe ci muovevamo bene, ma ho vinto io, và. Poi toccò a Liam contro Harry e così via.

Trascorremmo un pomeriggio fantastico, ma Lottie non era la mia Lottie.

Mi distesi sul tappeto di fronte al divano.

Zayn?’ domandai una volta finito di giocare. Non staccai gli occhi dalla riccia nel pronunciare il suo nome.

Era casa. Non gli andava di venire’ rispose Louis stiracchiandosi.

Ah, capito

Con la testa feci le cenno di raggiungerlo, ma Charlotte era titubante. Era evidente.

Sono distrutto’ ripetè Harry allungando le gambe. Nessuno l’aveva cagato la prima volta.

Che esagerato…per un po’ di movimento!’ lo schernii.

Un po’? Questo è tutto il movimento di 5 mesi!’ strillò offeso.

Questo perché sei fiacco’ continuai.

Fiacco io? Ora ti faccio vedere!’ e così dicendo si buttò su di me facendomi il solletico. Gli implorai di smetterla. Odiavo il solletico! Per fortuna Liam e Louis vennero in mio soccorso.

Charlotte se ne stava sul divano, tranquilla. Poi all’improvviso si alzò, correndo verso la porta.

Ragazzi, io vado! Mi sono ricordata di un impegno urgente’ urlò facendomi l’occhiolino. Le sorrisi.

Ritorni qui, dopo?’ le chiesi.

Certo. Ciao!!

 

 

 

Charlotte

Che ansia, che angoscia! Quando mai per un ragazzo farmi tutti questi problemi!

Camminavo a passo svelto, stringendomi il più possibile nel mio giubbetto di pelle. Faceva freddino.

La casa dei ragazzi non era molto distante da quella di Dana, solo qualche isolato più lontana. Mentalmente ringraziavo la mia migliore amica per avermela mostrata tornando da scuola.

Ero troppo nervosa, mi faceva male perfino la pancia. E non riuscivo a calmarmi, neanche con dei respiri profondi.

 

 

Arrivata in quella villa, per un attimo pensai di fare dietrofront e tornarmene indietro. Ormai però ero lì e non potevo scappare.

Ho perso fin troppe occasioni importanti a causa del mio stupido carattere, della mia insicurezza, ma adesso basta.

Sei forte

- continuavo a ripetermi.

Inspirai profondamente e aprendomi in un sorriso luminoso suonai il campanello.

Non sapevo neanche cosa dire. Avevo una tale confusione in testa. Non riuscivo nemmeno a mettere insieme delle parole per fare una frase di senso compiuto. Cioè, è assurdo!

Click.

Oddio…

 

 

Quando la porta si aprii, vidi quello che non avrei voluto vedere.

Il sorriso mi si paralizzò e gli occhi cominciarono a pungermi. Una ragazza. Anche lei con la pelle ambrata come Zayn, mi si materializzò di fronte, con un sorriso quasi accecante. Indossava solo una lunga T-shirt a maniche corte e aveva i lunghi capelli scuri sollevati in una crocchia disordinata.

I suoi occhi erano più profondi di un pozzo. Cazzo, se era bellissima.

E come se questo già non bastasse a farmi sentire insignificante, spuntò lui, la persona per cui ero venuta, a petto nudo. Circondò il collo della ragazza con un braccio. I due si guardarono negli occhi, probabilmente straniti dalla mia visita. Lei alzò le spalle.

Scusate’ riuscii a dire. Poi mi voltai e me ne andai. Sentii la porta chiudersi dietro di me. Però non dovevo piangere. Non lì almeno, non così.

 

Ciao gente!! Come state? Sono abbastanza in ritardo, vi pare? Ma non è stata colpa mia, avevo detto che postavo a 13-14 recensioni e voi non ci siete arrivate u.u

Tranquille però, non vi chiederò più un numero di recensioni prima di aggiornare J

Che ne pensate di questo capitolo? Vi piace? La parte di Charlotte mi è venuta all’ultimo momento, quindi l’ho scritta subito. E’ un po’ strano, sono depressa e scrivo cose deprimenti lol

Niall, Dana, Liam, Lottie soffrono tutti per amore invece, a quanto pare l’unico a godersela è proprio Zayn.

Se questa storia non vi piace più, potete dirmelo ;)

Emmh..arriviamo a 10 recensioni? N.B.Ringrazio tutte quelle che mi seguono. Siete speciali <3

A presto.

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Idiot. ***


Dana
Il campanello suonò in modo continuo ed insistente, facendoci trasalire dallo spavento. Liam, Harry, Louis ed io ci guardammo per un istante negli occhi, straniti; poi mi alzai e corsi verso la porta. Doveva essere Charlotte, e qualcosa sicuramente non era andata come speravamo.

Non mi diede neanche il tempo di poter razionalizzare la cosa che si gettò fra le mie braccia, piangendo disperatamente.

L-lui…un..ltra..le..to..i-in…ieme’ disse in preda ai singhiozzi.

Ehi, ehi. Shh. Ci sodo qui io’ la tranquillizzai asciugandole le guancie completamente bagnate dalle lacrime.

I ragazzi ci guardavano interdetti: non sapevano se intromettersi o lasciarci un po’ di privacy fra donne. Però erano preoccupati, eccome.

Ragazzi, qualcudo di voi può chiudere la porta per favore? Codtiduate a giocare, tradquilli

Sentii la voce di Louis rispondere un ‘va bene’ e la porta sbattere.

Salii le scale stretta alla riccia, strofinando la mano sul suo braccio in senso di conforto. Non accennava proprio a calmarsi.

 

La portai in cameretta, facendola adagiare sul letto. Le presi un pacchetto di fazzoletti dal cassetto del comodino e mi sedetti anch’io accanto a lei, giungendo le gambe. Per fortuna il mio lettone era a una piazza e mezza e c’era anche spazio per altri.

Charlotte si mise a pancia in giù, coprendosi la testa col cuscino. Presi ad accarezzarle la schiena.

Cos’è successo?’ chiesi pacatamente, sbarazzandomi del cuscino che le impediva quasi di respirare. Voleva forse utilizzarlo come pretesto per un suicidio?

Ma cosa vado a pensare?!

Si sedette sul letto, guardandomi. Le lacrime continuavano a rigarle insistentemente le gote arrossate. C’entrava Zayn. Avevo ragione.

E’ finita

Non è neanche iniziata’ avrei voluto dirle, ma non mi sembrava il caso.

Come sarebbe a dire E’ FINITA?

Mi ha aperto una ragazza

Prese un fazzoletto e si asciugò. Sembrava una specie di atto terminale: come se con questo gesto si imponeva di non piangere più.

Somigliava all’imperatore Augusto, che per simboleggiare la fine della guerra, aveva chiuso le porte del tempio di Giano, dio appunto della guerra.

Quidti?’ domandai, non riuscendo a capire la situazione.

Come quindi?’ trillò agitata.

Poteva essere chiudque’ spiegai.

Chiunque indosserebbe solo una maglietta? E pensi che Zayn girerebbe a petto nudo in casa?’ esclamò sarcasticamente.

Serrò gli occhi, corrugando le sopracciglia. Evidentemente non riusciva a togliersi quell’immagine dalla testa.

Qualcuno bussò. ‘Ehi ragazze! Va tutto bene?’ chiese un Liam ansioso dall’altra parte della porta.

Sisi. Fra poco vi raggiudgiabo

Lo sentii allontanarsi e poi il ci fu il rumore dei suoi passi sulle scale farsi sempre più flebile.

Ci dev’essere uda cazzo di spiegaziode!’ urlai infastidita.

La riccia si tolse le scarpe. Raccolse le gambe al petto poggiandovi la testa. Sospirò affranta.

Mi sedto così id colpa. Scusabi

Abbassai il viso.

No che non è colpa tua’ mi consolò. Era sincera.

Tu volevi solo aiutarmi’ aggiunse, accennando un sorriso.

L’abbracciai cercando di ricacciare indietro le lacrime.

Lo direbo ai ragazzi, giù?’ domandai dopo esserci staccate. Volevo ‘cambiare discorso’ per evitare di mettermi a piangere anch’io. In questo periodo non ero emotivamente stabile, insomma.

Ma si dai. Devono sapere come stanno le cose’ dichiarò sicura di sé. Si alzò dal letto aggiustandosi i vestiti con i palmi delle mani.

Raggiunsi la porta.

Sei prodta?’ le chiesi poggiando una mano sulla maniglia. Fece un paio di respiri profondi. ‘Andiamo.

 

Le urla scherzose e le risate dei ragazzi rimbombavano in tutta la casa. Scendemmo le scale cercando di fare il meno rumore possibile. Una volta giunte nella stanza, ci sedemmo nel divano come se nulla fosse. Qualcuno però mise in pausa e in un istante calò il silenzio.

Come stai?’ chiese Liam prendendo con delicatezza la mano di Charlotte. Lei sorrise, anche se i suoi occhi erano comunque gonfi e pronti a riversare altre lacrime.

Meglio, grazie

Possiamo sapere cosa ti è successo?’ domandò Harry, intromettendosi.

La riccia sospirò.

E’ una lunga storia’ tagliò corto. In realtà non c’era molto da raccontare. Era una sorta di scusa, quella.

Abbiamo tutto il tempo che ti occorre’ insistette Louis.

Charlotte sospirò ancora finchè non si decise a parlare. I ragazzi la guardavano ansiosi.

Il fatto è che mi piace Zayn. Credo che anche lui fosse attratto da me, ma non c’è mai stato niente oltre che un bacio. Notando che non mi calcolava più, oggi sono andata a trovarlo’ disse tutto d’un fiato.

E…’ Liam la incitò a continuare.

Mi ha aperto una ragazza, diciamo…poco coperta…

La riccia faceva la dura. Non voleva ricominciare a piangere, davanti a loro poi..

Mi soffiai il naso.

Le sorridevo, cercando di darle conforto. Ricambiò timidamente.

Non può essere!

Abbiamo fatto un patto!’ urlò Harry improvvisamente. Io e Lottie sussultammo poi lo guardammo sorprese, mentre gli altri annuivano.

Patto?’ ripetei confusa.

Si. Avevamo detto che nessuno di noi avrebbe potuto portare una ragazza in casa’ spiegò Louis.

Capisco…

Il riccio si diresse verso la porta. Non era molto felice di questa notizia.

Ehi, dove vai?

Lo raggiunsi e lo tirai per un braccio.

Non può comportarsi così. Ha dato la sua parola e questa per me conta molto!’ urlò, scrollandomi via la mano con un colpo secco della spalla.

Aprì la porta e si precipitò fuori. Si era pure dimenticato la giacca. Mi voltai verso i ragazzi, sconvolta: sia per la sua reazione alle parole di Lottie, sia per come si allontanò da me.

Oh-oh’ fece Liam.

Charlotte si mise le mani in testa.

Loius scoppiò a ridere ricevendo le nostre occhiatacce. Gli pareva il momento?

 

 

 

Autrice

Harry si diresse in fretta e furia verso la casa che tutti e 5 condividevano da poco. Dire che era arrabbiato era dire poco. Aveva un diavolo per capello!

‘Chi era Zayn per disubbidire ad una patto? Come si permetteva di dare per scontato che potesse portare chiunque o di poter fare tutto quello che gli passava per la testa?’

continuava a pensare.

Era questo atteggiamento che odiava del Pakistano, il suo modo di comportarsi, così strafottente.

Per il ragazzo era importante mantenere le promesse, quando si dava la propria parola, ancora di più. Perché lui si fidava solo della gente sincera, infatti di buoni amici Harry ne aveva ben pochi, tanti conoscenti, ma solo poche persone di cui fidarsi cecamente.

Harry correva. Correva perché non vedeva l’ora di spaccargli la faccia.

Dopo nemmeno 10 minuti si ritrovò davanti casa. Posò un dito sul campanello e lo staccò dopo quasi 30 secondi. Nessuno rispose, così cominciò a bussare insistentemente. ‘Apri, coglione!’ urlava.

Qualcuno si fermò a guardarlo sorpreso, scioccato, altri invece erano divertiti.

Che cazzo avete da guardare?’ urlò contro questi.

Aspettò che se ne andassero, brontolando, poi si girò e tirò un destro contro la porta. ‘Lo so: chi è estraneo alla faccenda penserà che è da stupidi prendersela per una sciocchezzuola come questa, potranno dirmi che sono esagerato ma per me conta la sincerità.

Si guardò la mano: le nocche rosse, pronte a sanguinare da un momento all’altro. Gli faceva male e non poco. ‘Cazzo!’ sussurrò stringendo la sinistra sull’altra, ormai, ferita.

Voleva chiamare Zayn ma la mano glielo impediva. Quindi si voltò e decise di fare ritorno a casa di Dana.

La rabbia si era quasi sbollita.

 

 
 

Dana
Eravamo tutti in pena per Harry. Sapevamo dove poteva arrivare, io in primis.

Continuavo a fare avanti e indietro per la stanza, mentre i ragazzi stavano guardando un film sgranocchiando degli snack. Charlotte guardava un punto indefinito di fronte a sé. Non seguiva di certo quella stupida sit-com. Chissà cosa le passava per la testa..

Stanca di corrodermi lo stomaco decisi di uscire fuori. Mi sedetti sui gradini e lo aspettai distogliendo ogni tanto lo sguardo solo per pochi secondi. L’aria fredda mi procurava piacere. Quasi quasi mi schiariva le idee e pacava i brutti presentimenti.

Quando finalmente vidi dei riccioli castani avvicinarsi, mi alzai in piedi di scatto e gli corsi incontro, pronta a dirgliene quattro. Ma non lo feci perché mi accorsi che colava del sangue dalla mano destra coperta dall’altra a mo di scudo.

Harry che cazzo è successo?!?’ urlai coprendomi la bocca, quasi sotto shock.

Ho dato un pugno alla porta

Ma sei proprio cretino allora!

Spaventata, lo presi per un braccio e lo tirai dentro.

Appena gli altri lo videro accorsero preoccupati. Gli facevano mille domande a cui lui rispondeva sempre con ‘Sto bene’ o ‘Non è successo niente

Lo portai in bagno, chiudendo a chiave. Gli feci sciacquare la mano mentre io cercavo il necessario per disinfettare e fasciare la ferita. Nessuno dei due aveva niente da dire, nella stanza regnava il silenzio.

Dopo aver svuotato l’armadietto, impegnandomi fermamente a non imprecare in aramaico antico, trovai quello che stavo cercando.

Harry ridacchiò della mia espressione e io mi trattenni dal non spaccargli un vaso di vetro in testa. Poggiai delicatamente la mano su quella del riccio e con del cotone inumidito di alcool presi a tamponare leggermente le ferite.

Brucia’ disse serrando gli occhi. Esagerato.

Vi soffiai un paio di volte, aspettando che li riaprisse per continuare.

Io ero arrabbiata, non dovevo neanche trovarmi accanto a lui in questo momento.

Va meglio?’ chiesi atona lanciando uno sguardo allo specchio. I suoi occhi incontrarono subito i miei. Sorrise.

Grigio VS verde.

Innocenza VS malizia.

Normalità VS trasgressione.

Ghiaccio VS fuoco.

Agnello VS leone.

Il mio corpo fu attraversato da un’improvvisa scarica elettrica che mi costrinse ad abbassare immediatamente lo sguardo.

E come se si fosse innescato un meccanismo involontario, le mie guance si colorarono di un rosso acceso.

Si’ sussurrò, abbassandosi lentamente verso il mio viso. Anche se lui era dietro di me e non si stava certo preparando ad uno slinguazzamento (per dirla in maniera molto fine) trattenni il respiro, ormai diventato troppo rumoroso in quel momento, in un bagno che non era di certo piccolo, ma quel tanto che bastava a farmi mancare l’aria.

Facendo finta di niente, cercando di non far trasparire alcuna emozione, presi le bende e cominciai a fasciargli la mano. Le sue labbra si posarono sulla mia guancia e nella stanza risuonò lo schiocco di un bacio prolungato. Sospirai.

Fatto’ dissi mettendo una retina affinché la benda non si muovesse. Lasciai che si ritirasse la mano per controllarne il lavoro. Mi ringraziò ma io non risposi. ‘Ehi, che ti prende?

Poggiò la mani sui miei fianchi costringendomi a voltarmi verso di lui. Cercai di allontanarmi il più possibile ma ero piantata contro il lavandino. Mi ostinavo a tenere il viso e lo sguardo bassi. Mi alzò il mento con l’indice, quasi a forza e io dovetti guardarlo negli occhi. Premetti le mani sul lavandino cercando di non cadere.

Cazzo, se era alto.

Cazzo, quanto sono belli i suoi occhi.

Cazzo, quanto è bello lui.

Che ti prende?’ ripeté pacato. Io non riuscii a rispondere allo stesso modo.

Che mi predte? Hai pure il coraggio di chiederbelo? C’è che sei ud’idiota! Questo c’è!’ sbraitai cominciando a gesticolare. Mi guardava stupito, con l’angolo destro della bocca sollevato in un mezzo sorriso sarcastico.

E dod sorridere, cazzo!’ urlai respingendolo.

Non capisco’ rispose, mantenendo le distanze che si erano venute a creare.

Dod capisci? Hai bisogghio che te lo spieghi? Harry bi hai fatto preoccupare tadtissimo uscedto di casa cobe udo psicopatico prodto a predetre a pugghi Zayd! Zayd, il tuo bigliore abico! Oggi ho perso vent’addi di vita per l’ansia, per colpa tua! E dod so deadche cos’è successo id quella casa!’ strillai girandomi dall’altro lato. Adesso gli davo le spalle. Reggendomi con le braccia al lavandino, cercavo di coprirmi il viso con i capelli. Le lacrime si erano subito formate sotto gli occhi. Una cadde sulla guancia e io l’asciugai immediatamente con il dorso della mano. ‘E ora bi dici che hai dato ud pugghio alla porta!

Hai ragione. Scusami’ disse mettendosi affianco a me.

Scusami se ti ho fatto preoccupare. Ma stai tranquilla, ora che ho sbollito la rabbia sto bene. Tra me e Zayn non è successo nulla’ continuò.

Di slancio mi abbracciò. Non me l’aspettavo. All’inizio rimasi immobile, poi ricambiai stringendolo forte a me. Mi lasciai andare, liberando quelle lacrime che avevano tanto bisogno di uscire. Il riccio continuava a sussurrarmi dolci parole nel tentativo di farmi calmare, la maggior parte non le sentii neanche.

Quando mi rilassai riuscii a capirne qualcuna.

Dolce, affettuosa, premurosa, gentile, affascinante, intelligente, seducente. Sei perfetta Dana. Ed è per questo che ti amo

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaao

Mi sento un po’ sola in questo periodo, non mi caga più nessuno:/

Sono in ritardo, lo so bene ma ve lo meritate u.u

Comunque…questo capitolo mi piangiucchia un po’, voi che ne pensate?

Ringrazio le 7 persone che hanno recensito:*

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Capitolo 19
*** Misunderstanding. ***


Dolce, affettuosa, premurosa, gentile, affascinante, intelligente, seducente. Sei perfetta Dana. Ed è per questo che ti amo

Oddio. Ho sentito bene?

Quelle parole, le sue parole ronzavano nella mia testa confondendomi non poco. Harry. Niall? E adesso?

Già la mia testa si preoccupava delle conseguenze, a come tutto si sarebbe sconvolto di nuovo e mi ritrovai a sospirare, stanca e…si, emotivamente distrutta.

Non voglio perderti, Harry. Non voglio..

Continuò a parlare e notai che la sua voce mi giungeva ovattata da come ero incastrata tra le sue braccia.

Ti amo come si può amare una sorella. Perché per me sei come una seconda sorella. Come…una madre ama il proprio figlio, ma sei anche la mia migliore amica ed è questo che conta

Tirai mentalmente un sospiro di sollievo e non riuscì a trattenere un sorriso sincero e felice.

Nulla sarebbe andato distrutto.

Se la betti così ti abo adch’io, Harry. Sodo diedte sedza di te’ dichiarai mentre mi facevo sempre più piccola e lo stringevo quasi possessivamente forse per evitare che vedesse il mio imbarazzo, le mie guancie in fiamme.

Io non amavo Harry in quel senso. Non fraintendetemi, lui era  il ragazzo l’uomo che tutte desideravano. Ormai però il mio cuore era occupato, teneva il marchio a fuoco di un irlandese biondo dagli occhi azzurri: Proprietà di Niall Horan.

Mi staccai lentamente, sorridendogli serena.

Allora cos’è successo cod Zayd?

Non c’era. Ora però lo chiamo e gliene dico quattro’ disse sicuro di sé. Ormai mi ero rassegnata alla sua testardaggine.

Va bede, raggiudgiabo gli altri’ proferii tirandolo per il polso.

 

 

Perciò ti sei spaccato una mano per niente?’ strillò Liam, arrabbiato dopo che Harry terminò il suo racconto. ‘Già. E poi…non sapevi niente della ragazza in questione!’ esclamò Louis cercando di non ridere, coprendosi la bocca con il dorso della mano.

Charlotte lo guardò stranita. I ragazzi non fecero caso all’affermazione del moro, io si, però.

E do, eh! E’ da quadto Harry è uscito di casa cod udo sguardo accoltellatore -un’occhiata al diretto interessato che si grattava la nuca imbarazzato- ‘che dod fai altro che ridacchiare! Cosa ci dascodti?’ dissi, prima, alzando di un’ottava la voce, poi, urlando nel vero senso della parola.

Louis scoppiò a ridermi in faccia e io cominciai a contare da 1 a 10. Si dice che è un buon metodo per calmarsi.

Que..lla era l-la s-sorel..la di Z-Zayn

Cosa??

Ma sei proprio un coglione allora!’ sbottò Charlotte prima che tutti noi altri potessimo avere la capacità di pensare a cosa dover dire. Scattò in piedi.

Non l’avevo mai vista così su di giri.

In quella stanza regnava il silenzio, ma si avvertiva l'elettricità che c'era nell'aria. Liam restò con la bocca socchiusa; probabilmente stava per dire qualcosa di non molto gentile nei confronti del moro ma si interruppe, facendo parlare la ragazza. La guardavamo tutti sorpresi, perfino Lou; la risata gli si era congelata in bocca.

Se solo tu avessi parlato prima, tutto questo non sarebbe successo!’ gli puntò un dito contro.

Harry non si sarebbe quasi rotto una mano e io non avrei fatto la figura della bambina dietro quella cazzo di porta! Come cazzo facevi a sapere che era la sorella? Come?’ gridò, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Si avvicinò al moro, guardandolo da 10 centimetri di distanza. Liam la raggiunse posando le mani sulle sue esili spalle. ‘Shh

Cercava di calmarla.

Me ne aveva parlato lui’ si difese quello in soggezione, ritraendosi.

Sei solo un povero idiota’ sibilò fra i denti prima di lasciare la stanza e correre su per le scale, lasciandoci confusi e a bocca aperta. Io e il riccio ci guardammo con tanto di occhi sgranati.

Davvero, nessuno conosceva questo lato aggressivo di Charlotte. Forse questa faccenda aveva fatto uscire la parte peggiore di lei.

Ma che le prende?’ domandò Louis retorico, voltandosi verso di noi. Lo ignorammo, specialmente io che avrei impiegato molto ad alzarmi e dargli un sonoro schiaffo in piena guancia. Stava tirando troppo la corda adesso.

Feci per alzarmi e raggiungere la mia amica ma il riccio mi bloccò per il polso costringendomi a sedermi di nuovo. Lo guardai stranita ‘Lascia che vada Liam
 

 

Charlotte

Sbattei violentemente la porta del bagno, facendo quasi tremare le pareti. Ok, sono stata una stronza ma non fa bene tenersi tutto dentro e fare il doppio gioco. Anche volendo, non ci sarei mai riuscita. In altre occasioni magari, e sottolineo magari avrei avuto un pizzico di tolleranza in più ma non in questo caso. Lui non si è nemmeno reso conto di quanto sbagliato è stato il suo comportamento. Ma come si fa ad essere così stupidi! Non si è preoccupato neanche un po’ di come mi sarei potuta sentire io! Io che ho subito frainteso la cosa! Chi non l’avrebbe pensata come me se ad aprire ci fosse andata una ragazza vestita svestita in quel modo!

Seduta sulla tavoletta candida del wc, piangevo per la rabbia ma nello stesso tempo ero anche sollevata. La figura di merda che avevo fatto davanti a Zayn era stata assurda.

Qualcuno bussò regolarmente alla porta. Toc-toc-toc. Mi ricordai di non aver neanche chiuso a chiave, tanta la mia foga di precipitarmi lontano da quell’essere inutile meglio noto con il nome di Louis Tomlinson.

Non poteva essere lui, con quale faccia si sarebbe presentato?

Preferii non rispondere, sperando che chiunque fosse, se ne andasse. Contrariamente a quello che speravo, vidi la maniglia abbassarsi lentamente e una testolina castana fare capolino nella stanza,

Il cuore mi martellava nel petto, mentre la rabbia ribolliva nel mio corpo.

Ah, è solo Liam.

Posso entrare?’ chiese sorridendo.

Tanto sei già qui’ risposi spostando lo sguardo in un’altra direzione.

La sua risata leggera risuonò nella stanza. Sospirai.

Non mi sfuggì il rumore dell’uscio chiudersi con una doppia mandata. Perché l’aveva fatto?

Mi raggiunse, abbassandosi fino a raggiungere il mio viso. Mi prese la mano destra, stringendola fra le sue. Faceva tutto con una lentezza calcolata, come volesse andarci cauto con me.

Piazzò i suoi occhi color nocciola nei miei color cioccolato, leggermente gonfi e arrossati dopo il pianto ed ebbi la sensazione di poter andare oltre le sue iridi marroni -che con quella luce giallognola si erano addirittura schiarite-. Non accennava a dire una parola. Aggrottai le sopracciglia. Mi stava confondendo ancora di più poiché mai ci eravamo trovati una circostanza così ehmm intima. ‘Che stai facendo?’ mi lasciai sfuggire dalle labbra.

Mi sto perdendo nei tuoi occhi’ sussurrò. Il suo alito fresco alla menta mi inebriò le narici. Da brava bambina dispettosa, serrai gli occhi, lasciando che la sua risata sommessa entrasse limpida nelle mie orecchie, che mi scaldasse il cuore. ‘Sul serio. Perché sei qui?’ domandai a mia volta tenendo gli occhi chiusi.

Non so. Qualcosa mi ha detto di farlo’. Ero sicura che avesse fatto spallucce. ‘Mmh’ mugugnai senza motivo.

Mi dispiace per quello che sta succedendo’ disse rompendo il silenzio che si era venuto a creare.

E perché mai? Tu non c’entri niente’ dissi sincera. Lasciai che gli occhi si abituassero gradualmente alla luce, poi gli sorrisi.

Quel ragazzo mi aveva già tranquillizzata con la sua presenza, e la sua dolcezza mi aveva quasi resa serena.

Posso darti un consiglio?’ chiese, stringendo le mie mani.

Annuii semplicemente.

Dimentica Zayn.

Corrugai la fronte.

Perché?

Perché non ti merita. Lui è solo un puttaniere, non cambierà mai’ dichiarò, affranto.

Abbassai lo sguardo. Non aveva torto, certo, ma ormai c’ero caduta dentro, non potevo uscirne così facilmente.

Non dirmi che te ne sei innamorata!’ esclamò sarcastico.

Mi sentii morire, ma ero brava a non darlo a vedere.

Una sua mano calda finì sulla mia guancia, accarezzandola lentamente.

Scusami’ disse dolcemente.

E’ tutto ok’ lo tranquillizzai, puntando i miei occhi scuri sui suoi. ‘Andiamo adesso

Cercavo di terminare il prima possibile quella cazzo di conversazione.

Annuì, alzandosi. Mi avviai verso la porta mentre lui si stiracchiava.

Liam?’ lo chiamai.

Si?

Mi aiuterai?’ chiesi, con una mano sulla maniglia. Mi voltai verso di lui solo dopo la sua risposta, per leggere l’espressione del suo viso. ‘Certo

Stava sorridendo a 32 denti e questo quasi mi rincuorò.

 

 
 

Dana

Lanciavo occhiate fugaci alla scala. Ormai era da un po’ che quei due non scendevano. Stavo cominciando a preoccuparmi…

Guardai Harry accanto a me, sembrava così calmo..cercai di imitarlo ma non ci riuscii. Mi alzai e raggiunsi in fretta e furia il bagno al primo piano. Vidi Charlotte e Liam parlottare davanti la porta. Quando quest’ultimo mi vide, sorrise e ci lasciò sole. Che carino.

Stai bede?’ le chiesi respirando profondamente con l’intento di calmare il fiatone.

Si, scusami!’ esclamò abbracciandomi forte. La strinsi anch’io, sorridendo.

Dod scusarti cod be, piuttosto fallo cod…’ lasciai la frase in sospeso, ma lei capì al volo.

Si staccò da me, guardandomi esitante. ‘Hai ragione’ concluse dopo un po’.

[…]

 

…scusami per prima Louis. Sono stata crudele….lo ammetto. Le cose che ti ho detto non le pensavo seriamente…ok, magari una parte si…Però…non dovevo reagire così. Scusami tanto

Guardavo Lottie torturarsi i ricci di fronte al moro e cercavo in tutti i modi di non parlare altrimenti avrei cominciato a sfotterla.

Tranquilla! Avevi tutti i motivi per urlarmi contro…e be’…lo so di essere stato un iodiota’ ribatté quest’ultimo sorridendole quasi più imbarazzato di lei. ‘So che avrei dovuto dirlo ma non pensavo fosse così importante

Quel ragazzo era un amore.

La vidi annuire, sorridente.

Vieni qui scemo!

Charlotte lo tirò energicamente dal divano, facendolo alzare. Lo abbracciò di slancio stringendogli le braccia intorno al collo. Louis era molto più alto rispetto a lei cosicché la riccia dovette mettersi sulle punte. La prese per la vita; sembrava così piccola e fragile rispetto a lui.

Ti voglio bene’ le sussurrò.

Emh..non voglio rovinare il momento magico ma…è tardi e dobbiamo cenare’ dichiarò Liam guardando l’orologio bianco che teneva al polso mentre i due si staccavano.

Io e Lottie dod abbiabo preparato dulla…ordiderebo qualcosa. Volete badgiare qui?’ proposi loro sorridendo.

I ragazzi si guardarono un attimo, scuotendo la testa.

Grazie piccola ma preferiamo andare a casa, ci sono diverse cose da sistemare’ rispose Harry alludendo alla faccenda con Zayn.

Infatti..’ concordò Louis.

Ci alzammo abbracciando e baciando calorosamente i 3 ragazzi poi li accompagnammo alla porta d’ingresso.

Ciao porcodi!’ urlai loro ridendo. Lottie li salutò con un gesto della mano.

Ciao bellissime!

Chiusi la porta e seguii la mia amica in salotto. Si sedette sul divano accavallando le gambe, io restai in piedi a guardarla mentre accendeva la tv sbadigliando distrattamente. Poggiai le mani sui fianchi.

Che è successo?

Era strana la mia ricciolina, era troppo distaccata e totalmente inespressiva. Sospirò sputando subito fuori il rospo.

Liam mi ha detto che è meglio per me se lo lascio perdere

Senza rispondere mi sedetti accanto a lei concentrandomi sul film che stavano trasmettendo. Mi accorsi, con la coda dell’occhio, che mi stava fissando insistentemente così mi voltai verso di lei aggrottando le sopracciglia.

Sei d’accordo’ affermò.

Mi ravvivai i capelli con una mossa veloce della mano destra, sbuffando.

Sarei idcoeredte se ti dicessi di lasciarlo perdere’ proferii, fermamente convinta di quello che stessi dicendo.

Non ti seguo..

Allora. Sappiabo tutti che Zayd è ud Dod Giovaddi, così cobe Diall, Harry…dod abbiabo la bidiba idea della ludghissiba coda di ragazze che gli sbavado dietro…però orbai id ud certo sedso..siabo edtrate del ‘giro’’ le spiegai gesticolando.

Quindi mi stai dicendo che dovrei…

…seguire il tuo cuore…’ completai la frase.

Rispose con un sorriso enorme, le si illuminarono anche gli occhi; mi abbracciò fortissimo, quasi mi stritolò.

Se fossi un maschio ti sposerei seduta stante

 

23.01

Era in corso la scena clou del film. La protagonista della storia una certa Sharon, dopo aver litigato pesantemente col fidanzato elaborò un piano per riconquistarlo in un giorno: decise di portarlo sul luogo del loro primo appuntamento.
Ebbi un’illuminazione. Lo sceneggiatore era un geniaccio.

Restando seduta, ansiosa ed esitante, mi allungai il più a lungo possibile, oltrepassando Charlotte e cadendole quasi addosso con il busto con tutto il mio peso.

Dopo tanto sforzo, riuscii a raggiungere il cellulare sul tavolino accanto al divano, facendo cadere anche qualche bicchiere di plastica e riuscendo a evitare la distruzione di un piatto di porcellana con i resti del sushi ordinato quasi un’ora prima. La riccia mi guardava stranita. ‘Preso!’ urlai, soddisfatta.

Mi alzai componendo nervosamente il numero di Harry, portai il telefono all’orecchio aspettando che rispondesse con la sua voce roca. Facevo tutto con una velocità assurda e adesso Lottie mi stava guardando come se fossi una pazza.

Portai una mano alla bocca, mangiandomi le unghie e cominciando a camminare avanti e indietro per tutta la stanza.

Pronto?’ disse una voce dall’altro capo del telefono quando ormai avevo perso la speranza.

Harry?

Si…sono io’ affermò mentre…masticava?

Stai badgiadto per caso?

Si…tranquilla, solo un panino al prosciutto. Dimmi tutto, babe’ disse mentre mandava giù il boccone.

Har ho bisogghio di ud favore’ dichiarai mentre stavo per inciampare contro il tappeto del soggiorno. La riccia sogghignò ed io la incenerì con lo sguardo.

Tutto quello che vuoi

Sorrisi come un’ ebete, ringraziando il cielo che non potesse vedermi.

Devo sapere l’ora esatta dell’arrivo di Diall

Mmh…mi pare di aver capito che…arriverà verso le 5 e mez..no! 6. Si, intorno alle 6 del pomeriggio, insomma’ farfugliò.

Perfetto’ sussurrai mentre pensavo già a come architettare il mio piano.

Cosa?

Niedte niedte. Posso chiederti solo ud’altra piccola cosa?

Certo piccola!’ esclamò dando un altro morso al panino.

Digli solo di..dirigersi..ehb..sotto la ruota padorabica. Dod so se bi accetterà perciò dod fargli il bio nobe. Digli solo di stare attedto, di guardarsi id giro..e..cercare ud vestito biadco cod ud fiocco blu stretto id vita’ spiegai tutto d’un fiato lanciando uno sguardo a Lottie che mi fece l’occhiolino, alzando il pollice. Sorrisi portando di nuovo la mano alla bocca, aspettando una sua risposta.

Okeei. Prenderò subito nota’ disse perplesso.

Ridacchiai.

Grazie bille, sei ud tesoro!

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve bella gente! Non so dirvi bene l'ultima volta che ho aggiornato...molto tempo fa, comunuque ahahah
Cose da dire...vediamo...c'ho messo molto per scriverlo, un pezzo alla volta quando avevo 2 minuti disponibili..ed è uscito fuori questo...questo.
L'ultima parte mi piace molto, perchè mi è venuta un'idea flash e l'ho scritta subito siccome non sapevo come far quadrare la cosa.
Vi aspettavate una reazione del genere da Charlotte e tutte le conseguenze che ci sono state? Pensavate che la verità sarebbe spuntata fuori in questo modo?
Tempo fa ho fatto un ritratto di Louis...ve lo voglio postare ma non lo trovo çç
La scuola mi sta distruggendo, è dura eccome.
Adesso non vi annoio più con le mie paranoie (?) e penso che ho anche terminato le cose da dire ahahaha
Ringrazio le donzellette che mi seguono e vi raccomando le recensioni. Ricordate che è importante il vostro parere!
-D.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** You always surprise me. ***


Importante

Ragazze!!!!!!! Non so da quanto non aggiorno, ma sono in un ritardo tremendo! Mi scuso immensamente.

Vi informo che:

1) Questo capitolo è il più lungo che io abbia mai scritto quindi l’ho diviso in due parti. Questa è la prima parte. La seconda la scriverò il prima possibile.

2) Il capitolo non parla dell’incontro fra Niall e Dana…ma….boh…leggete.

E’ troppo lungo, lo so…quindi mi scuso se vi annoierò ma le mie mani non riuscivano a fermarsi.

Spero vi piaccia

perciò…recensite (O NON CONTINUO u.u) e fatemi sapere che ne pensate!

Non vi annoierò ulteriormente, quindi mi dileguo.

Vi avverto che la fine è divertente e anche un po’ strana ahahaha

Forse è soprattutto…inaspettata.

A me piace tanto *w*

Un bacio a tutte <3

Ps. Non ci sarò sotto :**

A presto; buona lettura <3

 

 

 

 

 

Mi trascinai a fatica lungo il corridoio della scuola stringendo il libro di trigonometria al petto. Sfortunatamente avevo trascorso una nottata insonne, troppo ansiosa e preoccupata per il mio piano di riconquista, per dormire sogni tranquilli. Chiudevo gli occhi e cercavo di sgomberare la mente, ma non ci riuscivo affatto; la sensazione di avere un macigno sullo stomaco persisteva. La mia mente non faceva altro che elaborare una possibile reazione da parte di Niall ed erano tutte visioni molto, forse eccessivamente, pessimistiche.

Guardai Charlotte, accanto a me, con il suo quaderno di appunti fra le mani. Aveva un’aria così riposata, serena; probabilmente aveva fatto una buona dormita e dubitavo che se ne fosse accorta di come stavo io quella notte o quella stessa mattina.

Non sembrava più triste, o arrabbiata con Louis per la faccenda di Zayn…o forse lo era, ma riusciva a nasconderlo bene.

Di buono c’era che il mio raffreddore era quasi svanito, almeno non parlavo più con il naso..

Una volta giunta davanti la mia classe, sospirai. Sapevo già che quella non si prospettava una delle migliori giornate della mia vita, e quella materia a prima ora….era la cosa peggiore. Solo il pensiero di tutti quei numeri e quelle operazioni matematiche che mi si affollavano nella mente, mi veniva il voltastomaco.

Ci vediamo a mensa’ mi ricordò la riccia, dandomi una pacca sulla spalla. Sapeva che in quella materia facevo fiasco, visto che il più delle volte avevo bisogno di un suo aiuto per poter svolgere gli esercizi. Io la chiamavo Einstein II…come faceva ad essere così brava nella matematica in generale?

Annuii, con aria affranta. ‘A dopo

Una volta messo piede in quella classe, notai con piacere che il professore era in ritardo.

Strano…lui era più puntuale di un orologio!

Volsi uno sguardo ai banchi: erano quasi tutti vuoti…potevano esserci solo 2 spiegazioni: o era scoppiata un’epidemia che non mi aveva ancora infettato, o i miei compagni volevano scansarsi un‘ipotetica interrogazione. Direi che la seconda opzione era la più adeguata.

Quando raggiunsi -sempre molto lentamente- il mio solito posto al penultimo banco, un ciuffo moro particolarmente familiare colpì la mia attenzione. Il mio sguardo si spostò meccanicamente sul volto del ragazzo e mi paralizzai non appena scoprii quell’orribile verità.

Che cazzo ci faceva Malik nella mia classe?? E perché, proprio accanto a me, eh?? Grazie Dio per la fortuna che mi mandi.

Cominciai mentalmente a imprecare in aramaico ma poi non potei fare altro che sedermi lì, dato che avrei preferito 300 volte essere torturata da un vampiro sadico piuttosto che un banco ai primi posti. Certo, non mi allettava l’idea di non averlo ad almeno 7 metri di distanza..

Mi sedetti, senza proferire parola, sperando che lui mi ignorasse come stavo facendo io. Purtroppo così non fu.

Qual buon vento!

Mi voltai verso di lui sbuffando rumorosamente.

Ricambiai il saluto con uno ‘Cià

Dire che ero soddisfatta era dire poco; soprattutto per come gli avevo fatto togliere quel ghigno dalla sua faccia da schiaffi.

Pensavo, anzi ero sicura che non mi avrebbe più disturbato e invece…

Che ci fai qui?

Ma sei idiota? Sono venuta a farmi una canna, guarda.

Inarcai un sopracciglio, volgendogli uno sguardo di chi la sa lunga.

Io ho dovuto frequentare di nuovo il corso base di due anni fa, dato che i miei voti facevano pena.

Rispose alla mia tacita domanda. Non avrei avuto il coraggio di fargliela io.

Il signorino, qui, era stato bocciato 2 volte: in quarta e in quinta. Sinceramente, io, al suo posto, mi sarei vergognata terribilmente. Anzi, non sarei più uscita di casa per almeno otto mesi!

Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridergli letteralmente in faccia. Più cercavo di fermarmi, o perlomeno contenermi, e più ridevo; e tutte le volte che mi succedeva era la fine.

Sapeste quante note ho preso per questo…

Tutti mi stavano guardando, compreso Zayn che si limitava a incenerirmi con lo sguardo. Era in imbarazzo, si capiva, dato che si grattava la nuca e faceva finta di armeggiare con il cellulare.

Concentrai lo sguardo sul pavimento fino a quando riuscii a calmarmi. Il moro mi guardò.

Hai finito?’ chiese serio.

Annuii, mordendomi l’interno della guancia, altrimenti avrei subito ricominciato a ridere come una cretina.

Aprì la bocca per dire qualcosa ma la serrò subito dopo. Un signore con una cartella marrone entrò in classe frettolosamente, impedendogli di continuare. Di chiunque si trattasse, era in ritardo di almeno mezz’ora. Ci alzammo dalle sedie incorando un ‘Buongiorno’ e qualche ‘Salve’ mentre lui ci faceva segno di accomodarci.

Non era male, anzi, era proprio un bell’uomo: capelli brizzolati, occhi azzurri chiarissimi -quasi trasparenti- e occhiali con una montatura piccola e alla moda, ben vestito. Mmmh…

Si schiarì la voce.

Salve, ragazzi. Sarò il vostro insegnante di trigonometria per qualche settimana. So bene che non siete molto felici all’idea, ma dovremmo imparare a convivere per questi pochi giorni insieme

Ha pure una bella voce..

Il moro, alla mia sinistra, sbuffò.

Il mio nome è George Stewart e…insegno in questa scuola da…be’..molto tempo’ si presentò, sorridendo.

Denti bianchissimi, lucidi e drittissimi: aveva la dentiera. Sicura al 101%

Direi che vi basta sapere questo’ continuò, e unendo le mani con vigore per strofinarle poi fra di loro, provocò un suono secco che fece sussultare qualcuno che ancora dormiva.

Poggiai la testa sulla mano destra, chiusa a pugno.

Lo guardai distrattamente mentre andava verso la lavagna a scrivere scarabocchi che solo lui -e la secchiona della classe- riusciva a capire.

Dopo aver perso il filo della sua spiegazione, chiusi gli occhi. Il cervello mi stava andando in tilt, riuscivo quasi a vedere un po’ di fumo che fuoriusciva dalla mia testa. Gli occhi erano sempre più pesanti e le palpebre si chiudevano da sole. Avevo tanto sonno.

Senza accorgermene caddi in dormiveglia: le mie orecchie riuscivano a captare vagamente le onde sonore prodotte dalla voce del professore mentre mi sentivo sempre di più…osservata. Uno sguardo pungente e tanto, ma tanto fastidioso…

Aggrottai le sopracciglia mentre pian piano aprivo gli occhi. Mi ritrovai Zayn intento a fissarmi. Non abbassai lo sguardo imbarazzata, anzi, ricambiai leggermente infastidita da questo suo comportamento.

Ripensai immediatamente al bacio che ci siamo dati all’inizio dell’anno, alla festa che poi ho scoperto fosse stata organizzata da Harry a casa sua. Lui non mi faceva più nessun effetto. E pensare che al primo anno di liceo mi aveva stregato…

Quei suoi meravigliosi occhi marroni, tendenti a diventare spesso più scuri -quasi neri- e quelle piccole macchioline dorate che contornavano la pupilla e che si illuminavano insieme alla schiera di denti bianchissimi quando le sue bellissime labbra carnose si curvavano in un sorriso…queste erano state la cause, diciamoci la verità.

Io non amavo solo gli occhi di Zayn perché ero attratta da lui o cose del genere, non fraintendetemi, amavo gli occhi di una persona in genere, di qualunque colore essi fossero: verdi, marroni, azzurri, grigi, blu…semplicemente adoravo osservarli, perdermici, tuffarmici. Perché io avevo la capacità di leggere, di comprendere l’umore della persona che avevo di fronte tramite essi.

Si sa che sono lo specchio dell’anima.

Fu lui a distogliere lo sguardo per primo, riuscendo a non tradire alcuna emozione.

Lo imitai, stranita da tutto ciò e alzai gli occhi al soffitto, come se fosse più interessante della lezione..in realtà era proprio così ma Charlotte -poverina- mi aveva chiesto di stare attenta alla spiegazione in modo da non fargliela ripetere.

Impossibile.

Presi il cellulare dalla tasca del cardigan lilla e controllai l’orario: mancavano 42 minuti esatti alla fine dell’ora. Sbuffai.

Che palle ’sto tizio’ borbottò il moro, stravaccandosi sulla sedia.

A quel punto mi tornò in mente Lottie e la ‘cotta’ che aveva per lui. Dovevo avvertirla della compagnia del moro? O non dirle nulla per aiutarla a dimenticarlo?

Quasi mi venne un infarto quando mi resi conto che saremmo stati insieme tutte le volte che ci sarebbe stata trigonometria. No. Non potevo non dirglielo.

Cliccai su menu ed entrai nella rubrica. Scorsi i contatti fino a quando non trovai il suo.

 

C’è il tuo amichetto accanto a me..a quanto pare saremo compagni di corso!

D.

 

La risposta non tardò ad arrivare.

Zayn? Ma come?! Non va in quinta lui? O.o

E comunque sto provando a lasciarlo perdere, sai…

-C.

 

 

Fai bene.

E comunque si, ma poi ti racconto… è una storia divertente ahah

 

Va bene, a dopo ahah :*

 

Posai l’iPhone sul banco, con il sorriso sulle labbra.

Perché sorridi?’ chiese a bassa voce il moro, con sguardo divertito, sporgendosi verso di me.

Ma i cazzi tuoi?’ sbottai acida, incrociando le braccia sotto il seno e lanciare occhiate a Mr. Stewart.

Ciclo?

Alzò un sopracciglio, mostrandomi il suo più sexy sorriso sghembo.

Anche se fosse non ti riguarda!

Ridacchiò, riprendendo ad armeggiare col suo cellulare; la mano sinistra ficcata nella tasca dei suoi jeans scuri strettissimi. Mi chiesi come faceva a farla entrare lì dentro.

Poco dopo mi sentii toccare una spalla. Indovinate chi poteva essere?

Che c’è?’ sbuffai.

Volevo chiederti una cosa..

Abbassò lo sguardo per un nanosecondo ma facendolo subito dopo scontrare con il mio, stranito e sorpreso. Annuii, confusa e aspettai che cominciasse a parlare.

Che voleva Lottie…

Inarcai immediatamente un sopracciglio, compiaciuta.

L’aveva chiamata con il suo soprannome!

Charlotte’ si corresse immediatamente, scuotendo la testa lievemente.

Gli feci segno di continuare.

ieri…dietro la porta di casa mia? Mi sembrava un po’ strana’ disse tutto d’un fiato.

Sapessi, mio caro Malik. Sapessi….

Niente. Sta’ tranquillo..voleva solo venirti a trovare’ risposi svelta.

Non sapendo cosa dire, restai sul vago.

Capisco..’ fece, annuendo con veemenza.

Ma perché se n’è andata, allora?

Ma a voi maschi bisogna spiegare proprio tutto, eh?’ ribattei, innervosita dal fatto che, quando voleva, riusciva benissimo a fare l’idiota.

Ha visto che eri in buona compagnia’ spiegai con tono ovvio.

Lui capì dove volevo arrivare.

Ma quella era mia sorella Waliyha’ puntualizzò.

Mi sorpresi quando lo vidi chiudere la mano destra a pugno; ero sicura che si stesse conficcando le unghie nella pelle.

Mi strinsi nelle spalle mentre mi voltai, cercando di seguire almeno una parola del professore.

Poi mi venne in mente una cosa.

Devo farti anch’io una domanda. Riguarda Charlotte. Posso?’ chiesi, cauta.

Mi guardò, corrugando la fronte. Aspettai un suo segno d’assenso.

Sei interessato a lei?

Ok, mi stavo giocando la mia stessa vita. Se la riccia l’avesse scoperto, mi avrebbe fatto fuori con un fucile a canne mozze. Dovevo fargliela però quella domanda, era importante conoscere i suoi sentimenti. E anche se all’inizio Lottie mi avesse ucciso, poi, quando sarei diventata polvere, avrebbe capito che avevo fatto bene e che, in fin dei conti, era stata una buona idea.

Mi guardò perplesso.

Perché questa domanda?’ chiese, con un sorriso amaro, scribacchiando dei piccoli ghirigori sul banco già abbastanza scarabocchiato di suo.

Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda’ lo rimbeccai, avvolgendomi un capello al dito.

Fece un mezzo sorriso per poi cominciare a parlare.

E’ una ragazza interessante…a volte è dolce…a volte non riesco proprio a capirla…questo mi attira come…come una calamita. Mi fa venire voglia di scoprirla fino in fondo! I suoi occhi color nocciola, quei ricci morbidissimi…il suo corpo perfetto…sembra come se fosse stato scolpito apposta dagli angeli! Quel suo modo di camminare ancheggiando, ignara del testosterone che automaticamente sale intorno a lei…e…le sue labbra…Dio!

Indugiò un attimo.

Se tu sapessi cosa le farei!’ esclamò, terminando il discorso alzando leggermente la voce. Quel tanto che bastava però, per farsi sentire da quelli vicini a noi, che si girarono a guardarci, ridacchiando. Il professore li ammonì all’istante.

Poco me ne importava di quello che successe in quel momento. Un sorriso mi si dipinse automaticamente sulle labbra, ripensando alle parole appena pronunciate da Zayn, a come le aveva pronunciate, buttando subito fuori tutto quello che aveva dentro, al fatto che non mi guardava nemmeno in faccia mentre parlava.

Finalmente fece incontrare i nostri occhi. Aveva uno sguardo dolcissimo. Sembrava un bambino che era stato scoperto a fare qualcosa che non doveva fare. Mi faceva tenerezza!

Perché non fai qualcosa, allora?

Era una domanda che mi era uscita spontanea, non mi ero neanche accorta di averla detta ad alta voce.

Il suo sguardo divenne quasi supplichevole.

Che dovrei fare?’ ribatté.

Parlale’ esalai.

Ma..

Nessun ma. Io non dovrei dirtelo però…’ mi interruppi un attimo, ancora interdetta ‘voglio fidarmi di te, come hai appena fatto tu nei miei confronti…ecco, be’..sappi che lei è lì che ti aspetta

Tese le orecchie.

Cioè…aspetta che tu faccia il primo passo perché lei è stanca di prendere l’iniziativa. Ma dato che tu non ti sei mosso di un millimetro, lei ha deciso…sta provando’ mi corressi ‘sta provando a lasciarti perdere. La ciliegina sulla torta è stata tua sorella Waliyha

Scosse lievemente la testa, mantenendo lo sguardo fisso in basso.

Non posso farci nulla’ si decise a dire, sconfitto. Strano come una ragazza potesse fare questo effetto a uno come lui.

Perché?’ gli domandai. Una nota di nervosismo nella voce.

La farei soffrire

Poggiai una mano sulla sua spalla. ‘Non la faresti mai soffrire’ lo rassicurai, sorridendo leggermente.

Mi guardò, finalmente. Aveva gli occhi lucidi. ‘Vieni qui..’ sussurrai, avvicinandomi a lui e tendendo le braccia con l’intento di abbracciarlo, sancendo tutto il nostro discorso.

Magari

il contesto non era adatto, quelle sedie erano tanto, troppo scomode e la mia schiena protestava perché la stavo costringendo a stare in una posizione più che scomoda. Zayn però, ricambiò l’abbraccio stringendomi fortissimo. Sorrisi, commossa contro il suo petto.

Ehmm…scusate se vi interrompo, piccioncini!’ esclamò il professore, fingendo di tossicchiare. Io e il moro ci staccammo all’istante, scoperti sul fatto. Partì un coro di risate mentre io mi sentivo le guance avvampare.

Avete capito qualcosa della mia lezione?’ chiese, retorico. ‘Uno dei due venga qui a risolvere queste operazioni’ aggiunse con aria annoiata. Pensava che uno valeva l’altro, che entrambi facevamo schifo e che non riuscivamo nemmeno a svolgere la più facile delle operazioni.

Tese il gessetto bianco nella nostra direzione. Il pakistano mi lanciò uno sguardo eloquente e con un sorriso beffardo si alzò, sfilando verso il professore. Afferrò il gesso dalla mano dell’uomo e fece per scrivere qualcosa, quando il trillo della campana ci traforò le orecchie. Automaticamente le sedie degli alunni strisciarono all’indietro, -producendo un suono acuto che mi fece venire la pelle d’oca- alcuni raccolsero le proprie cose, altri, che avevano già stipato tutto nel proprio zaino, si dirigevano fuori dall’aula mentre il signor Stewart si sbracciava per richiamare la loro attenzione per assegnare i compiti. Io, invece, rimasi seduta, immobile, a fissare le spalle di Zayn e a immaginarmelo insieme alla mia Lottie, felice.

Scossi la testa per scacciare quei pensieri e sorridendo, cominciai a raccogliere le mie cose. Una volta preso tutto e infilata la borsa sottobraccio, mi diressi lentamente verso la porta passando dietro a Zayn, che era rimasto a scrivere alla lavagna. Vidi il professore sparire dall’aula bofonchiando, nello stesso momento in cui due mani calde mi afferrarono il polso della mano sinistra. Fui sbattuta contro il suo petto. All’inizio mi preoccupai un attimo, ma soprattutto sentii il nervosismo e l’agitazione salirmi su per le vene.

Le sue braccia muscolose mi strinsero a sé ed io tirai un sospiro di sollievo, ricambiando l’abbraccio con meno forza rispetto a lui.

Grazie, D.’ sussurrò.

Ridacchiai.

Non ringraziarmi. Piuttosto va’ da lei’ gli ordinai dolcemente.

In mensa le parlerò’ dichiarò. Sembrava più un auto convincimento.

Mi staccai, mostrandogli il più sincero dei miei sorrisi.

 

 
 

11.04

Charlotte

Sbuffai, guardando l’orario dal cellulare. Perché diamine dovevano essere così puntuali? Non cambiava un accidente se facevano suonare la campanella qualche minuto prima. Non moriva nessuno, anzi.

Quando quell’agognato suono arrivò all’interno della classe attraverso la porta chiusa, sorrisi spontaneamente. Avevo bisogno di far ritornare rotondo il mio sedere e di sgranchirmi le gambe; io non ero adatta a stare seduta più di un’ora, al massimo un’ora e mezza.

Mi alzai, stiracchiandomi in modo poco femminile e mi avviai verso la porta con passo deciso. Lanciai uno sguardo alla stanza. In pochi minuti si era svuotata, tranne per qualcuno che rimase al suo posto a ripassare qualche materia o a leggere per diletto.

Non raccolsi le mie cose: avrei avuto un’altra ora di francese. E poco me ne importava, dato che ero stata interrogata la scorsa volta e mi ero beccata un bel 7-

Passai davanti ad un ragazzo appoggiato -in stile dio greco- al muro adiacente alla porta, a quello che non molto tempo fa sarebbe dovuto essere bianco.

Non vi badai molto e mi diressi verso le scale, pronta a scendere in mensa. Con un gesto automatico mi strinsi la sciarpa blu al collo.

A un certo punto sentii la strana sensazione di essere osservata, seguita. Udivo dei passi, ma non ci feci molto caso. Sarà stato qualcuno che passava di lì-pensai. Rabbrividii leggermente, ma non mi girai a controllare.

Sussultai quando una mano si posò sulla mia spalla. Evitando di urlare, mi voltai, ritrovandomi a trattenere il respiro.

Non urlai però.

Di fronte a me c’era Zayn Malik.

Piegai la testa di lato, confusa.

Reprimetti l’impulso di dargli un pizzicotto sulla guancia, per vedere se fosse davvero lui.

Ci guardammo per un bel po’, senza fiatare.

Ehi’ salutò, spezzando quel silenzio che era riempito solo dai nostri occhi intrecciati l’un l’altro.

Raddrizzai il capo, ammirando il suo meraviglioso sorriso.

Ciao..

Ero sempre più confusa.

Sii dura-

continuavo a dirmi.


 

Zayn

Nel momento esatto in cui la mia mano si poggiò sulla sua spalla, il mio corpo sembrò essere attraversato da una specie di scarica elettrica. Avevo una voglia irrefrenabile di..di..toccarla..di baciarla…di stringerla a me..

E adesso eccomi qui, immobile di fronte a lei, al centro delle scale. I miei occhi nei suoi, i suoi nei miei. Ero un completo idiota, si. Presentarmi lì e fare scena muta, aprire bocca e sparare solo cazzate.

Stare con lei mi metteva un’ansia assurda. Mi sentivo un emerito coglione.

Sollevò le sopracciglia fini e socchiuse leggermente le labbra in un’espressione di stupore. Un’antipatica sensazione alla bocca dello stomaco concluse il tutto in bellezza. Ma che diamine mi stava succedendo? Non sembravo più neanche io.

La guardai da capo a piedi. Era perfetta nella sua semplicità: i capelli riccissimi come sempre che le cadevano dolcemente sulle spalle, gli occhi color nocciola contornati da ciglia foltissime…le palpebre ricoperte da una sottile linea di matita nera su un ombretto dal color grigio chiaro…una felpa blu scuro -dello stesso colore della sciarpa- e un paio di leggins grigi. Magnifica ma fatale.

La sua voce mi riscosse dai miei pensieri.

Vuoi un autografo?’ sbuffò.

Cosa?

No, dico. La fotografia l’hai già fatta

Figura di merda atomica.

Emh..no no

Mi stava mettendo ancora di più in difficoltà. Cattiva.

Devo dirti una cosa’ esalai.

La vidi irrigidirsi. Era un bene?

Magari non qui, sulle scale. Stiamo intralciando’ mi rimbeccò, facendo una smorfia che non riuscii a decifrare. Stronza.

La seguii giù, infilandomi le mani nelle tasche dei pantaloni. Quando ero particolarmente nervoso, dovevo per forza metterle da qualche parte o cominciavo a muoverle continuamente.

Una volta arrivati ci fermammo entrambi a rimirare il caos e la confusione che vi regnavano; al bancone c’era una fila lunghissima di alunni che si affrettavano a ricevere la loro porzione su un piccolo vassoio arancione mentre rimbombava il chiacchiericcio proveniente dai tavoli occupati.

Vieni’ proferii superandola e lasciando che lei mi seguisse fino alla porta di servizio per uscire fuori.

Quando la aprii, un’ondata di freddo mi travolse. Non ci feci molto caso e richiudendola delicatamente, mi appoggiai al muro, tirando fuori dal gilet il mio accendino rosso portafortuna e un pacchetto di sigarette; lo aprii e con mani tremolanti ne estrassi una portandomela alle labbra. Misi una mano a coppa per coprire la fiamma. Dopo averla accesa, l’aspirai, quasi possessivamente, lasciando che la nicotina, il catrame e tutte le altre robacce contenute lì dentro, raggiungessero i polmoni, facendo il loro viscido lavoro. Mi sentii subito meglio.

Aspettai che Charlotte mi raggiungesse; la guardai mentre si chiudeva la porta alle spalle, con un’aria pensierosa. Probabilmente non riusciva a capire il motivo di tutto ciò. Una folata di vento le scompigliò i capelli. Mi voltai velocemente dall’altro lato; non volevo che si accorgesse che la stavo fissando.

Si posizionò accanto a me, facendo aderire le mani al muro freddo, poi vi si appoggiò. ‘Allora?

Mi decisi a parlare. Insomma…fino a quanto potevo portarla alle lunghe?

Concentrai lo sguardo su un paio di ragazzi che fumavano qualche sigaretta più in là, per evitare di incontrare il suo.

Non so come dirtelo..

Sputa il rospo!sbottò, incrociando le braccia.

Ok, basta. Te lo dico senza giri di parole

Ero stanco di comportarmi come un idiota. Gettai la sigaretta per terra, calpestandola con la punta della scarpa bianca nike.

Con un gesto fulmineo mi posizionai di fronte a lei. Appoggiai prima un braccio al muro, all’altezza del suo viso, poi feci la stessa cosa con l’altro. In pratica..la bloccai, sia a destra che a sinistra. Non poteva più muoversi. Mi avvicinai molto lentamente alle sue labbra. Concentrò il suo sguardo nel mio. Fisso, penetrante, infuocato. Non si mosse di una virgola.

Feci si che mancassero pochi centimetri a separarci. ‘Anzi…te lo dimostro’ le soffiai all’orecchio. Si irrigidì nuovamente, cercando di aderire ancora di più al muro.

Chiuse gli occhi, mentre aprì appena la bocca: Bingo- pensai.

Mi inumidii le labbra con la lingua; la vidi corrugare leggermente la fronte, mantenendo sempre gli occhi serrati.

Bam!

Un sonoro schiaffo in pieno viso mi fece voltare dall’altro lato.

Mi scostai immediatamente da lei, facendo un passo indietro. Toccai la guancia dolorante e la guardai, senza sapere che dire o fare. Ero scioccato. Come faceva quella ragazza a far cadere in questo modo tutte le mie difese? A farmi fare sempre la figura del coglione…Come mai con lei non sapevo mai come comportarmi?

Sorrise soddisfatta.

Perché l’hai fatto?’ fu l’unica cosa che riuscii a dire, le uniche parole che riuscii ad articolare.

Perché mi stavi per baciare’ ribatté, impunita.

Un sorriso sfottente e soddisfatto a contornarle le labbra.

Vorresti dirmi che non volevi essere baciata?

’ replicai, cominciando seriamente ad arrabbiarmi.

Quella ragazza mi stava facendo impazzire, letteralmente.

Esattamente’ disse gelida, distaccata.

Crick

Forse era stato il mio cuore che si spezzava.

Era la seconda volta che una ragazza mi faceva questo effetto. La mia prima vera storia non era finita come speravo. Magari da lì nacque il mio carattere da menefreghista, da sciupa femmine. La delusione che seguì quella rottura tanto sofferta da parte mia, mi aveva cambiato. Perché io non ero per niente così. Mia madre mi aveva sempre insegnato a trattare le ragazze rigorosamente con i guanti bianchi. Da allora però, la mia educazione andò a puttane. Quel periodo è stato il più buio della mia vita.

Ormai però credevo di aver imparato a saper distinguere i miei sentimenti…e quelli che ho provato per Jasmine si avvicinavano a quelli che provavo per la riccia…

Magari

queste sensazioni ed emozioni indicavano il principio di un innamoramento.

Non dovevo dargliela vinta a quella stronza, no.

La sbattei nuovamente a muro, facendo combaciare perfettamente i nostri corpi. Le bloccai il polso, quando cercò di stamparmi altre 5 dita sulla stessa guancia, ancora dolente.

Sorrisi soddisfatto quando le sue labbra assunsero la forma di una piccola ‘o’.

Portai l’altro mio braccio a circondarle la vita.

Il suono ovattato della campanella che segnava la fine della ricreazione giunse fino a noi.

Perché non capisci che mi piaci?’ sbottai, quasi con rabbia.

Quella scoperta la sorprese ancora di più.

Non è vero. Dici solo cazzate!

Ti sembra una cazzata questa?’ alzai la voce.

Si! E anche grossa quanto una casa!’ ribatté allo stesso modo.

E adesso scusami, ma devo andare

Voleva che mi staccassi per farla passare e andar via. Contrariamente a quanto sperava, non mi mossi.

No. Non te ne andrai’ sentenziai.

Inarcò un sopracciglio.

Ah, ma davvero?

Annuii, sorridendo sicuro di me.

Ma c’era poco da essere felici.

Crick.

Questa volta non fu il cuore, ma i miei gioielli di famiglia.

Quella biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip mi aveva dato un calcio nelle palle.

Mi allontanai immediatamente, piegandomi in due dal dolore.

La vidi affrettarsi a entrare dentro, ridendo divertita mentre a me mancava poco per urlare. Mi aveva fatto un male cane.

Evitai di offenderla, chiamandola con dei soprannomi poco carini tipo ‘puttana’.

Non dovevo cadere al suo stesso livello.

Non gliela davo vinta però. Sarei riuscita ad averla, in un modo o nell’altro.

E se era necessario coinvolgere anche Dana, sarei andato da Harry a chiedere il numero della bionda e farmi aiutare da lei. Semplice, no?

Nessuno poteva trattare così Zayn Malik. Nessuno. Nemmeno un’insulsa provincialotta.

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Together! ***


Dana

Passai lentamente la piastra sull’ultima ciocca bionda rimasta accompagnando tutto il movimento con lo sguardo. Dopo aver stirato anche le punte, l’appoggiai al lavandino, sospirando.

Il mio viso riflesso allo specchio era apparentemente calmo e rilassato. Nessuno sarebbe riuscito a capire che dietro la mia maschera si celassero ansia, angoscia, preoccupazione.

Con lo sguardo spento e mille pensieri che mi si affollavano nella testa, staccai la spina della piastra depositandola poi per terra.

Sospirai, stringendo le mani al bordo del lavandino bianco in ceramica.

Charlotte doveva arrivare a momenti, anzi, avrebbe dovuto già essere qui, come da accordo.

Presi l’iPhone cominciando a fissarne lo sfondo. Sentii una morsa attanagliarmi lo stomaco vedendone l’immagine: ritraeva Niall mentre mi regalava uno dei suoi magnifici sorrisi. I capelli biondi arruffati ad arte, due limpidi occhi azzurri che ti scrutavano curiosi e…le sue labbra. Se mi concentravo bene riuscivo a ricordare la sensazione che mi suscitavano mentre si univano alle mie, combaciando perfettamente come due frammenti di puzzle. Mi affiorarono nella mente i ricordi di quel poco tempo in cui siamo stati insieme. Ricordi tanto vividi da farmi quasi rabbrividire. Pensai subito alle sue braccia: riuscivano a riscaldarmi e a farmi sentire sempre protetta. Potrei dire che era proprio questa la cosa che mi mancava maggiormente: sentirmi protetta…e felice, come solo lui riusciva a farmi sentire. Quella di impostare una sua immagine come sfondo si potrebbe considerare autolesionismo allo stato puro ma la verità era che avevo un assurdo desiderio di sentirmelo vicino. E quello era l’unico modo che riuscivo a trovare. Scossi la testa per cacciare quei tristi pensieri, imponendomi di guardare solo l’orario: 16:23.

Charlotte era in ritardo di almeno un quarto d’ora. E se mi stava dando buca? E se gli stava dando buca? A costo di andarla a prendere per i capelli, ovunque si trovasse e darle pedate nel sedere, l’avrei spinta fra le braccia di Zayn. A tutti i costi. E sfruttando tutte le armi in mio possesso.

Sapevo quanto se ne fosse invaghita e sapevo anche che il moro provava gli stessi sentimenti nei confronti di lei. Glielo si leggeva negli occhi: in quelle due pozze marroni che sostenevano il mio sguardo curioso e allo stesso tempo indagatore mentre mi spiegava -o meglio- mentre provava a spiegarmi cosa provava per lei, quella stessa mattina a scuola. Mi aveva sorpreso non poco il fatto di essersi aperto così facilmente con me. Non è che avessimo un rapporto tanto amichevole, dopotutto.

Si capiva dal tono di voce che usava quando -dopo avermi chiamato subito dopo la scuola- mi implorava di aiutarlo ad avere Lottie e cercava di entrare nelle mie grazie sputando frasi del tipo “sei l’unica che mi può aiutare”.

Lo ascoltai mentre mi raccontava delle due figure di merda che gli aveva fatto fare la riccia. Mi trattenni dal non scoppiare a ridere come una cretina, facendolo vergognare tremendamente. Mi ricordo che sparava parole a raffica, fermandosi qualche secondo per respirare e poi riprendere a parlare. Ed io che mi sforzavo di seguirlo, con tanto di sopracciglia aggrottate e un’espressione estremamente concentrata. Più volte persi il filo, chiedendogli di ripetere, ricevendo come risposta uno “scusa” appena mormorato e un’altra raffica di parole sconnesse. Dopo averlo ascoltato, annuendo con vigore -anche se lui non poteva vedermi- mi venne un’idea.

Non potevo non fare qualcosa per quei due. Non potevano continuare a provare sentimenti reciproci e restare in silenzio -o peggio ancora- cercando di farli sparire, come stava facendo Charlotte. Anche se dovevo incavolarmi con quest’ultima perché non c’eravamo viste, come al solito, davanti il cancello al suono della campanella che ci indicava la fine della tortura per quel giorno; e di conseguenza non mi aveva fatto sapere nulla di tutta questa storia. Forse era il caso di farle sapere che ero una complice di Zayn. O forse no. Già, era meglio se ne restava allo scuro.

Vieni da me’ gli avevo detto all’improvviso, zittendolo.

Mi ricordavo il modo in cui si interruppe ascoltandomi in silenzio e trattenendo il fiato.

Sorrisi a quel pensiero.

Come penso che avrai già capito…oggi mi riconquisto Niall. Potrei fare venire Lottie qui con la scusa di un conforto morale e tu…

Mi ricordavo perfettamente il mutamento che subì la sua voce, da triste e nervosa a…oserei dire…felice.

Mi stai salvando la vita’ aveva risposto. E io meccanicamente avevo sorriso. Un sorriso sincero proveniente dal cuore.

Non mi aveva neanche fatto finire la frase, che già aveva afferrato il concetto. Mi piaceva questa sua capacità.

Ti faccio uno squillo quando esco di casa. Intorno alle 5 e mezza. Così vi lascio soli. E mi raccomando, se dovete fare qualcosa…non sporcatemi nullaavevo scherzato, mentre il suono della sua risata mi riempiva l’orecchio destro.

Non ti ringrazierò mai abbastanza

Basta solo che tu la renda felice e che non la faccia soffrire’ gli avevo raccomandato prima di riattaccare con un sorriso enorme sulle labbra.

Il suono del campanello mi riscosse da quei pensieri: Charlotte era arrivata finalmente. Alleluia!

La guardai mentre era piegata sulle ginocchia, con la testa china e il respiro affannato. Doveva essersi fatta una bella corsetta prima di arrivare qui.

Stai bene?’ le chiesi, cercando di trattenere un sorriso, ma senza successo.

Alzò la testa, raddrizzandosi.

Benissimo. Non lo vedi?’ scherzò mentre mi facevo di lato permettendole di entrare in casa.

Si spogliò in fretta del giubbotto blu ed io glielo tolsi dalle mani andandolo ad appendere insieme agli altri soprabiti. ‘Allora? Perché 20 minuti di ritardo?’ le chiesi, buttandomi anch’io insieme a lei sul divano.

Sono entrata in coma subito dopo aver posato la testa sul cuscino. Se non fosse stato per mia madre, probabilmente sarei ancora in letargo’ spiegò mentre mi lasciavo sfuggire una risata. Beata lei che riusciva a dormire e non aveva la testa piena di dubbi.

Si unì a me. Ridemmo come due vecchie amiche che si conoscono da anni ed anni. Se ci pensavo bene…noi ci conoscevamo solo da qualche mese. Era così sorprendente sapere come siano bastati a fare conoscere ad ognuna l’intera storia della propria vita dell’altra. Tra di noi, da subito, non c’erano mai stati segreti. Ed io ringraziavo Dio per aver fatto entrare una persona così speciale nella mia vita. Le volevo un bene dell’anima.

Si ravviò i ricci con un gesto della mano, tornando subito seria. Appurai che fossero le piccole cose a far impazzire gli uomini, piccoli gesti apparentemente innocui che facevano scattare delle molle nelle teste arrugginite dei maschi. Ed evidentemente questa mossa abituale di Lottie doveva essere una di quelle cose che Zayn amava di lei, per farlo rimbecillire in quel modo. Non bisogna dimenticare chi era lui e qual era la sua reputazione.

Come stai?’ domandò lanciandomi uno sguardo dolce.

Per un attimo avevo dimenticato che fra poco più di un’ora mi sarei trovata dinanzi alla figura di Niall. Mi strinsi nelle spalle. ‘A dire il vero non lo so neanch’io

Scosse la testa. ‘Sta’ tranquilla. Lui ti ama e tornerà da te’.

Abbassai lo sguardo, sospirando. ‘Se tu avessi visto la sua reazione, non la penseresti così’ dissi a bassa voce, quasi in un sussurro.

Un minuto dopo ero in piedi davanti a lei, dopo essermi alzata di slancio dal divano.

Va bene. Andiamo a prepararci!’ avevo esclamato tirando la riccia per un braccio. Rise. ‘E’ così che ti voglio!

Non era il momento per essere tristi. Bensì il momento di mostrarsi forti.

 

Come sono?’ le chiesi, mentre, guardandomi allo specchio, passavo convulsamente le mani sulle pieghe immaginarie del mio vestitino bianco. Il nervosismo stava ricominciando a corrodermi. Le mani mi sudavano e il cuore martellava nel petto. Probabilmente erano tutti sintomi che preannunciavano un infarto.

Provai a regolarizzare il respiro, con scarsi risultati.

Perfetta’ esalò la mia amica, dietro di me.

Per un attimo ci avevo creduto.

Prese a passare le mani sulle mie braccia scoperte. Riusciva a sentire che non ero messa bene emotivamente. ‘Andrà tutto stupendamentemi incoraggiava. Annuii, non molto convinta, trattenendo le lacrime. Non mi ero mai sentita tanto vulnerabile in vita mia. Mi voltai verso di lei, posando la testa sulla sua spalla. Stavo per lasciare andare quelle lacrime che trattenevo da molto, quando lei mi allontanò.

Ehi ehi! Non piangere che ti si rovina il make-up!’ esclamò, sorridendomi affettuosamente. In realtà non voleva vedermi piangere e basta. Annuii nuovamente, questa volta più sicura.

Mi dici che ore sono?’ chiesi, con voce leggermente impastata.

Tirai su col naso mentre aspettavo che controllasse sul cellulare. Alzò lo sguardo, incrociando il mio, ma senza degnarsi di rispondere. ‘Allora?’ strillai, la voce incrinata.

Mancano 15 minuti alle 6

Quella fu l’unica frase che le sentii dire. Mi ero già riversata nelle scale, correndo come una forsennata. Rischiai di rompermi una caviglia con il tacco 10 che portavo. ‘Non andare via!’ urlai, una volta giunta in salotto. Presi il primo cappotto dall’attaccapanni, chiudendomi la porta alle spalle con poca delicatezza provocando un forte tonfo.

Lo infilai velocemente. Prima un braccio, poi l’altro, abbottonandolo poi fino al collo. Non portai né cellulare né borsetta. Non ne ebbi il tempo.

Certo, il mio non era l’abbigliamento adatto alla temperatura gelata di Londra…ma pazienza. Il mio corpo doveva abituarsi al freddo. Glielo imponevo.

Cominciai a correre, consapevole che avevo poco tempo. E in più, prima, dovevo andare in un posto.

 

 

Niall

Mollai le valigie davanti all’ingresso, sospirando stancamente. Il viaggio mi aveva distrutto, anche se avevo sonnecchiato per la maggior parte del tempo e per il restante avevo sgranocchiato qualche merendina. Poi ero sceso, avevo salutato e abbracciato Liam, Louis ed Harry per come si deve, ed ora eccomi qui. Zayn, a quanto pare, avevo un impegno importantissimo. Non mi ero innervosito per la sua assenza, né tantomeno arrabbiato. Tanto…da oggi l’avrei visto tutti i giorni. Sarei tornato ad abitare con i miei 5 migliori amici e non potevo chiedere di meglio. Rivivere la routine di tutti i giorni mi elettrizzava. A me piaceva un casino la mia vita. Una parte di me, però, era felice. E si, non lo ero completamente per via di Dana. Dio, quanto mi mancava quella ragazza! Non nascondevo il fatto che, in tutta quella confusione, tra la folla, tra passeggeri che cercavano il proprio volo e passeggeri che erano appena atterrati, come me, cercavo i suoi bellissimi occhi verdi, il suo viso, il suo sorriso…cercavo lei. Volevo, anzi, dovevo rivederla ad ogni costo.

Unii le mani per poi stirarmi: avevo tutti i muscoli intorpiditi. Ripresi in mano i manici delle valigie, trascinandole poi in un angolo del salotto, affianco al divano.

Hazza e Lou erano andati a fare la spesa: sapevano che era mia abitudine svuotare la dispensa. Invece, subito dopo aver messo piede in casa, Liam si era messo a correre in direzione del bagno.

Guardai l’orologio da polso: le 18:09. Sbadigliai. Era presto per andare a letto? No, direi di no.

 

 

Harry

Che ne dici? Fish and chips andrà bene?’ chiesi a Lou che stava al mio fianco.

Appoggiai i gomiti sul carrello, cominciando a camminare lentamente. ‘Non sono molto pratico di cucina, io’ esclamò, posando la mani sul telaio metallico del carrello.

Perché io, invece!

Mi grattai la testa, confuso.

Uno degli svantaggi di convivere con 4 maschi era che nessuno sapeva cucinare decentemente, per questo avevamo bisogno di una ragazza. Almeno ci poteva aiutare con le faccende di casa.

Conviene prendere qualcosa di semplice che si possa preparare in poco tempo’ proposi dando un’occhiata ai prodotti sugli scaffali. ‘Perché? Il tempo ce l’abbiamo’ replicò il moro, seguendo il mio sguardo.

Magari ci togliamo dal reparto degli assorbenti’ scherzò, non appena si accorse di quello che stavo ammirando con aria interessata. Cominciai a ridere, seguito a ruota dal mio amico. ‘Aspè aspè. Mi dici che ore sono, di preciso?’ gli domandai, una volta tornato serio. ‘Mmh…Le 18 e 25 quasi

Merda.

 

‘Devo sapere lora esatta dellarrivo di Diall

Mmhmi pare di aver capito chearriverà verso le 5 e mez..no! 6. Si, intorno alle 6 del pomeriggio, insomma

Perfetto

Cosa?

Niedte niedte. Posso chiederti solo udaltra piccola cosa?

Certo piccola!

Digli solo di..dirigersi..ehb..sotto la ruota padorabica. Dod so se bi accetterà perciò dod fargli il bio nobe. Digli solo di stare attedto, di guardarsi id giro..e..cercare ud vestito biadco cod ud fiocco blu stretto id vita

Okeei. Prenderò subito nota

Grazie bille, sei ud tesoro!

 

Mi ero completamente dimenticato del favore che mi aveva chiesto Dana, mi era proprio passato di mente! La delusione, l’imbarazzo e i sensi di colpa si fecero strada nel mio corpo, consumandomi dall’interno. Afferrai il cellulare, componendo alla svelta il numero di Niall mentre sentivo Louis chiedermi perché il mio viso avesse cambiato colore così tante volte.

Non risposi. Portai il telefono all’orecchio, aspettando che il biondo accettasse la chiamata. Uno, due, tre, quattro, cinque squilli. Al quinto mi rispose una voce assonnata.

Pronto?

Niall!

Alzai di un’ottava la voce.

Mi sono dimenticato di dirti una cosa! Devi andare alle giostre, proprio sotto la ruota panoramica. Cerca un vestito bianco con un fiocco blu in vita

In tutta risposta sentii una risata e un’affermazione di incredulità.

Mi stai prendendo in giro?

Non gli davo torto: anch’io avrei avuto una reazione simile.

Affatto, è importante. E sei pure in ritardo di mezz’ora!

Silenzio. Potevo immaginarmi i neuroni del suo cervello mettersi in funzione.

Ma sei serio?

Non sono mai stato così serio in vita mia’ risposi deciso.

Louis mi guardava con la fronte corrugata.

Sentii dei rumori provenire dal telefono.

Va bene. Vado subito

 
 

Dana

Mi posizionai nel posto da me prestabilito. Avevo ancora il fiato corto dato che mi ero fatta tutta la strada di corsa. Ero molto più che in ritardo ma dovevo assolutamente passare dal fotografo a ritirare una foto formato poster. L’avevo subito arrotolata, come si fa con un cartellone per la scuola e stretta fortissimo mentre mi dirigevo qui.

Una volta arrivata mi guardai intorno, le giostre affollate come non mai: bambini con palloncini colorati si alternavano a ragazzini che si gustavano il proprio zucchero filato rosa o bianco, alcuni genitori erano indaffarati a tenere fermi i loro piccoli, altri, sorridevano della loro famigliola felice. Delle coppiette si guardavano con occhi innamorati. Sentii lo stomaco capovolgersi più volte alla vista delle loro mani intrecciate.

Concentrai lo sguardo sulla fila che si snodava dietro ogni giostra: era impressionante! Di Niall però, nessuna traccia. Preferivo sperare che fosse in ritardo anche lui, piuttosto che pensare che fosse già venuto e andato via, non trovando nessuno. Be’…se le cose fossero andate in questo modo, non me lo sarei mai potuto perdonare.

 

Charlotte

Dana mi aveva raccomandato di restare in casa ad aspettare il suo ritorno.

Nell’attesa decisi di accendere lo stereo e alzare di poco il volume. Dovevo pur ingannare il tempo in un modo o nell’altro…

Feci per alzarmi dal divano con quell’intento quando il campanello suonò.

Non poteva essere la mia amica -o meglio- mi auguravo che non fosse lei perché aspiravo alla sua felicità. E felicità uguale Niall. Operazione semplicissima.

Mi diressi a passo spedito verso la porta, ansiosa su chi avrei potuto trovarmi di fronte.

La aprii e occhi e bocca mi si spalancarono automaticamente. Cercai di darmi un contegno.

Che ci fai qui?’ chiesi curiosa.

Posso entrare?’ chiese lui di rimando.

Mi scostai, facendolo entrare in casa prima di chiudere la porta dietro di me.

Devo parlarti

 

Dana

Una donna vestita elegantemente mi stava passando accanto senza degnarmi di uno sguardo: indossava un lungo cappotto scuro di pelliccia, degli stivali di velluto ed era appena uscita dal parrucchiere. Per fermarla tamburellai un paio di volte sulla sua spalla, ricevendo un’occhiata a dir poco sprezzante. Mi squadrò da capo a piedi, facendomi incupire.

Mi scusi. Sa che ore sono?’ le chiesi gentilmente. Anche se l’avrei presa a sprangate sui denti.

Le 18: 49’ rispose, dileguandosi velocemente.

La delusione crebbe e gli occhi cominciarono a pungermi insistentemente.

Evitai di piangere, alzando la testa verso il cielo: era quasi completamente coperto da nuvoloni grigi pronti a riversare litri e litri di acqua sopra le teste dei malcapitati.

Pensai che sarebbe stato il caso di aprire il cappotto -nonostante il gelo- per fare vedere il vestito che indossavo o Niall non mi avesse mai riconosciuto. Dei brividi di freddo percorsero il mio corpo.

I piedi, fasciati da scarpe azzurre dello stesso colore del fiocco del vestito, mi dolevano in un modo indescrivibile. Fra poco ne avrei perso la sensibilità, ne ero sicura. E anche la schiena mi faceva malissimo.

Poggiai la foto per terra, sospirando. Qualcuno mi guardava curioso: evidentemente aveva visto che ero lì da almeno mezz’ora.

 

Charlotte

Lo stomaco mi si scombussolò. Deglutii, fissando la mia mano stretta fra le sue. Lo vidi agitarsi mentre spostava lo sguardo a destra e a sinistra ripetutamente.

Questo è il discorso più difficile che io abbia mai fatto perché…sai…sei la ragazza più difficile che io abbia mai conosciuto. Non so mai come comportarmi con te’ sospirò, fissando i suoi occhi scuri nei miei leggermente più chiari, per quella che sembrò un’eternità. Ognuno riuscì a leggere nell’anima dell’altra. Ed io mi sentii nuda dinanzi a lui, sotto il suo tocco.

Abbassai lo sguardo, incapace di fare la dura, quella dal cuore di pietra perché…volete sapere una cosa? Io non mi comportavo così male con qualcuno come con lui, anzi, non lo facevo con nessuno e mai l’avrei fatto.

Mi dispiace se non mi sono comportato come un gentleman ma se ci provavo, tu facevi la stronza, se lo facevo io lo stronzo…mi prendevi a schiaffi o peggio

Si riferiva al calcio nelle palle. Misi una mano davanti la bocca, trattenendo un ghigno.

Perciò…dato che nessuno di noi è così…

Prese fiato, come se quelle parole gli pesassero più di un macigno sullo stomaco. In realtà era proprio così.

…potremmo provare ad essere noi stessi insieme?

Un sorriso mi si dipinse sulle labbra. Non riuscii a nasconderlo.

Dove vorresti arrivare?’ gli domandai volendo una conferma.

Dovunque tu vorrai’ sussurrò avvicinando lentamente il suo viso al mio. Aveva paura di una mia ulteriore reazione spropositata. Il sorriso mi si allargò.

Fui io ad accorciare le distanze fra le nostre labbra, aggrappandomi al suo collo come se fosse la mia unica ancora di salvezza.

Sorrise nel bacio mentre infilava una mano nei miei capelli, poggiandola sulla mia nuca.

Da subito non fu il classico bacio casto che ci si aspetta da due ragazzi che si conoscono da così poco tempo. Fu un bacio ardente, infuocato, ma pur sempre dolce che lasciò entrambi senza fiato. Mi ritrassi fissando le sue labbra, umide e arrossate, esattamente come le mie. Sorrideva ancora.

I nostri occhi si incontrarono un attimo prima che la sua bocca si posasse sulla mia per un veloce bacio a stampo. ‘Mi sono umiliato di fronte a te’ disse con un’aria da finto deluso.

Nah…non ti sei umiliato, per niente. Ok…magari solo un pochino..’ risi a fior di labbra prima di farle incontrare nuovamente in un bacio famelico.

 
 

Dana

Una goccia da’acqua cadde sulla mia guancia. Sollevai il viso e notai che si stava mettendo a piovere, come avevo predetto. Vi passai la mano asciugandola velocemente.

Le persone cominciarono a correre a destra e a manca.

-Vai via da qui. Tornatene a casa- mi ordinava il cervello.

-Aspetta un altro po’. Magari si presenterà- replicava il cuore.

Ed io come al solito ero combattuta.

Alla fine -come sempre- il cuore ebbe la meglio. Ed io rimasi dov’ero, sbattendo ripetutamente le palpebre tutte le volte che qualche goccia d’acqua mi finiva negli occhi.

Ignorai la vocina nella mia testa che mi insultava bellamente. Ero già abbastanza angustiata di mio.

Anche quando cominciò a piovere più forte e il vento si intensificò, non mi mossi. L’unico movimento che feci, fu quello di abbassare il viso e guardare per terra.

Ero consapevole di aver perso Niall per sempre, ma come si dice…ah sì: la speranza è l’ultima a morire.

Aspettai altri dieci minuti: nessun cambiamento.

Alla fine lo capii. La sua mancata presenza significava la fine della nostra storia. Evidentemente, per lui, doveva essere una cosa di poco conto.

Le lacrime cominciarono a scendere incessantemente, ed io dovetti trattenere i singhiozzi, tanto che mi si formò il magone in gola.

Probabilmente il nero stava colando completamente ed io dovevo essere inguardabile. Tanto valeva andare via, combinata in questo stato.

Girai i tacchi e controllai se ci fosse qualcuno: un minimo di dignità mi era comunque rimasta. Fortunatamente non c’era più nessuno, la gente si era come volatilizzata.

Pensai a Lottie e Zayn: magari loro erano riusciti a raggiungere la felicità ed ora stavano facendo chissà che cosa.

Bagnata dall’acqua del temporale e delle mie lacrime, mi riabbottonai il cappotto e cercai di ricordare come si camminasse. Cominciai ad avanzare, senza una direzione precisa. Ma il massimo che fui capace di fare, la strada più lunga che riuscii a percorrere, fu di qualche metro.

Mi ricordai di aver dimenticato il cartellone per terra, dovevo andarlo a riprendere e possibilmente, anche strapparlo e infine bruciare ogni pezzettino rimasto.

 

 

Niall

Ero arrivato da qualche minuto, dopo essere sceso dalla macchina posteggiata malamente in un posto poco lontano, e non avevo ancora visto nessuno. Quando stavo ormai per andarmene, trucidando mentalmente Harry per avermi fatto questo stupido scherzo, la vidi. Riuscii a riconoscere una figura, di spalle, che si allontanava.

Non aveva ombrello e si stava bagnando, proprio come me.

La riconobbi: il cuore cominciò ad accelerare i battiti. Sembrava stesse per scoppiare. Un sorriso ebete mi si dipinse sulle labbra. La rabbia che provavo nei suoi confronti era come svanita.

Dana!la chiamai ma non ricevetti nessuna risposta né tantomeno la vidi fare qualche movimento.

Dana!riprovai, questa volta alzando di più la voce. Il risultato fu lo stesso. Decisi che sarebbe stato meglio raggiungerla. Prima, allungai il passo facendo ampie falcate, poi, mi misi a correre -nel vero senso della parola- verso di lei. L’ansia si faceva sentire man mano che mi avvicinavo. Quando ci furono circa 40 centimetri di distanza fra di noi, si voltò. Probabilmente perché aveva sentito dei passi.

I nostri occhi si incontrarono ed il mio corpo fu come attraversato da una scarica elettrica.

Delle strisce nere le solcavano quel viso meraviglioso. E anche se gli occhi erano gonfi e i capelli lisci completamente bagnati, era bellissima.

Riuscii a intravedere un leggero sorriso da parte sua, prima di stringerla fra le mie braccia, il più forte possibile. Lei era lì, con me, per me.

Ci abbracciammo mentre la pioggia continuava a colpirci, come per punirci del nostro comportamento.

La sentii singhiozzare contro la mia spalla. Mi sentii malissimo.

Niall? Sei davvero tu?’ sussurrò.

Si, piccola. Sono io

La strinsi più forte. Il suo corpo era attraversato da fremiti violenti, continuava a tremare sotto di me, tanto che mi fece spaventare.

Calmati. Va tutto bene

Mi staccai da lei, afferrandola per le spalle.

Ti porto in macchina, vieni

La presi per mano guidandola verso l’auto. La sentii fare resistenza così mi voltai.

Avevo fatto una nostra foto formato poster’ indicò una zona dietro di lei. Seguii il suo dito fino a quando riuscii a vedere un ipotetico pezzo di carta, ridotto a poltiglia. Le sorrisi. ‘Ne ritireremo un’altra copia

Ricambiò il sorriso anche se risultò più una smorfia. ‘Andiamo, che sto gelando

Questa cazzo di pioggia non accennava a calmarsi…almeno lei sì, lei si era calmata. Menomale.

A parte il fatto che continuava a tremare, se pur meno frequentemente.

Riuscivo ad avvertire ogni suo minimo scossone.

Le aprii la portiera ed aspettai che vi entrasse, accomodandosi sul sedile del passeggero. Girai attorno all’auto e presi posto accanto lei. Dovetti accendere il motore per poter azionare il riscaldamento. Eravamo zuppi.

Posai la mia mano sulla sua: era a dir poco gelata. Stava fissando un punto indefinito di fronte a sé….aveva una faccia spaesata.

Abbassò lo specchietto che aveva di fronte e cominciò ad ammirarsi. Ritirai la mia mano dalla sua, inerme.

Sono un mostro’ giudicò.

Non è assolutamente vero. Sei bellissima anche con la faccia da panda

Sospirò.

Tieni

Aprii un piccolo scomparto, cercando le salviettine imbevute. Una volta trovate, sollevai l’apertura e gliele passai. Ne prese una e cominciò a togliersi tutto quel nero dalla faccia.

Quando terminò, pensai che non ci potesse essere nulla di più bello al mondo. L’ammirai, fino a quando non si sentì osservata così da ricambiare il mio sguardo, accennando ad una lieve risata.

Stai meglio?

Il suo respiro si era regolarizzato e la temperatura dell’auto si stava alzando. E probabilmente anche la sua temperatura corporea.

Sisi’ mi rassicurò, sorridendo.

Le toccai una guancia: era caldissima e arrossata.

Portò una mano sulla mia, accarezzandola lentamente. Abbassò lo sguardo.

Mi sei mancato..’

Il mio cuore riprese a battere velocemente. Avevo paura che nel silenzio di quel piccolo abitacolo, si potesse sentire.

Anche tu, piccola’ risposi.

Alzò lo sguardo incrociando il mio. La sua mano, che prima accarezzava la mia, finì ad accarezzare anche la mia, di guancia.

Scusami per quello che è successo alla festa di Stevens. Non avrei dovuto…non so che mi sia preso!’ sbottò con voce più alta del solito. Gli occhi le ritornarono subito lucidi. Il mio stomaco si rivoltò al ricordo.

Shhhh’ la zittii, posando un dito sulle sue labbra. E’ acqua passata. Il tempo che sono stato lontano da te mi ha fatto mettere in chiaro la situazione

Una lacrima sgusciò via dall’occhio sinistro compiendo il suo percorso lungo la guancia. La raccolsi con il dito. Si trattava quasi sicuramente di una lacrima di gioia.

Non succederà più’ mi interruppe.

Sorrisi leggermente, riprendendo. ‘Ho capito che…mi sono comportato da idiota…reagendo in quel modo…Perciò…mi scuso anch’io

Prima strabuzzò gli occhi, poi un sorriso sincero si allargò sul suo volto, gli occhi le brillarono.

Scusami se non ti ho chiamato…ma avremmo finito per litigare’ continuò.

Lo so, lo so’ annuii.

Tutto quel tempo ci era servito a metabolizzare la cosa, a farci rendere conto dei nostri errori.

Sai, Niall…

Abbassò lo sguardo. La guardai perplesso.

Io invece ho capito che…’ tentennò.

Che hai capito, Dana?’ Ero stanco di frasi dette a metà.

Che…che ti amo

Gli occhi mi si inumidirono e la vista si appannò. Le presi il viso fra le mani baciandole ripetutamente le labbra ‘Anch’io….ti amo…da impazzire..’ Si sentiva lo schiocco delle nostre bocche che si incontravano a intervalli regolari, i cuori che battevano all’unisono, i respiri che si mescolavano.

Quella ragazza mi stava facendo provare sensazioni lontane da me anni luce.

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Our amazing fable. ***


Dana sta rovistando nel cassetto del comò, ha la fronte corrugata e gli occhi ridotti ad una fessura, fino a quando estrae un reggiseno e un paio di mutandine coordinati, la sua espressione si fa più rilassata. Un quadernetto di colore blu in mezzo a tutte quelle mutandine colorate, attira la mia attenzione. Aguzzo la vista ma lei ha già chiuso il cassetto. Cucciolo aspettami qui, il tempo di una doccia veloce e andiamo.

Faccio un verso di assenso mentre la vedo uscire dalla stanza sorridendo e stringendo sotto braccio i vestiti da indossare.

Aspetto che la porta del bagno si chiuda a chiave e dal letto mi allungo verso il comò. Apro lo stesso cassetto e prendo tra le mani l’oggetto della mia curiosità: è un quaderno piccolino e ha la copertina rigida. Faccio per dargli un’occhiata quando un rumore proveniente dal bagno mi blocca, facendomi trattenere il respiro. Sentendo lo scrosciare dell’acqua nella doccia, sospiro, sollevato, riuscendo a calmare il battito improvvisamente frenetico del mio cuore.

Lo apro, facendo scorrere la prima pagina. Al centro del foglio, scritto a caratteri cubitali c’è la sua firma. Proseguendo con le pagine successive noto che è pieno di scarabocchi e disegnini vari, cuoricini di diverse grandezze contornano i margini di molti fogli e il mio nome è quello che si ripete in modo più frequente. Sorrido pensando a quanto sia dolce la mia Dana innamorata. Giro il quaderno dall’altro lato, aprendo l’ultima pagina: il foglio è ruvido e presenta dei segni somiglianti a delle lettere…come se le pagine precedenti fossero state scritte con un tratto marcato. Controllo se ho ragione e quello che mi si presenta davanti mi stupisce: ho tra le mani il suo diario segreto!

 

Carissimo diario -o meglio- caro quadernetto adibito a diario,

nonostante io abbia compiuto da poco i miei 18 anni, sento l’insensata necessità di scrivere una o forse più paginette…ed è strano per me, dato che sono sempre stato un tipo un po’ introverso..non amo dire certe cose…

Comincio col riassumerti in breve la mia sventurata vita…

Devi sapere che non ho mai avuto due genitori presenti, né una sorella e…be’ ad essere sinceri, fino a qualche tempo fa non ero nemmeno a conoscenza di avere un fratello: Liam. Lui è la cosa migliore che mi sia mai capitata…gli voglio un bene dell’anima!

 

Un moto di tristezza si fa largo in me ma tento di scacciarla all’istante. E’ normale essere felici quando si scopre di avere un fratello…io non posso saperlo perché non ho mai provato una gioia simile. Purtroppo sono figlio unico…

Scuoto la testa come per cacciare quei pensieri. In breve Dana sarebbe anche uscita e…se mi avesse beccato…be’…chissà come l’avrebbe presa…sicuramente non bene (per me).

 

E poi ci sono loro: il mio fidanzato e i miei migliori amici. Anche loro sono spuntati dal nulla ed io non posso far altro che esserne felice. Il mio lui si chiama Niall, è bellissimo con i suoi capelli biondi spettinati ad arte e i suoi occhi blu come il mare. Lo amo, si, lo amo con tutta me stessa, come non ho mai amato nessun altro e ce n’è voluto di tempo per capirlo e per confessarglielo. Sento che quella che stiamo vivendo sia una favola ed è la più bella di tutte.

 

Sento il sorriso allargarsi sul mio volto e gli occhi riempirsi di lacrime. E’ una sensazione bellissima amare una persona e sapere di essere amato allo stesso modo…Dana però tutte queste belle cose non me le ha mai dette…

 

E’ passato un anno dalla nostra riconciliazione, quel giorno, sotto la ruota panoramica, sotto la pioggia…sono passati quasi dieci mesi dalla nostra prima volta, la mia prima volta.

 

Qui si fa più interessante…

Le mie guancie si macchiano di un leggero color porpora.

 

Mi ricordo ogni cosa come se fosse successo ieri. Tutto cominciò alla festa di compleanno di Charlotte, quel giorno lei era felicissima, non faceva altro che ridere e stringersi a Zayn, il quale era del suo stesso umore; i loro sorrisi illuminavano la stanza!

Erano così carini ed io ero così contenta per loro, così orgogliosa del comportamento del moro…era cambiato da puttaniere a prete, per così dire (ahah)

Quella stessa sera Lottie mi aveva preso per un braccio e trascinata in un angolo remoto del locale raccontandomi per filo e per segno della loro notte d’amore -o meglio- delle loro notti d’amore; ed io avevo riso con lei e l’avevo abbracciata stretta quando una lacrima di gioia le era sfuggita, quando mi aveva confessato di avere paura di innamorarsi di nuovo, perché non voleva più soffrire. “Fa meno male buttarsi da un ponte che innamorarsi” aveva detto. Ma poi era tornata a parlare di Zayn e di quando l’avevano fatto….non sapeva spiegare le sensazioni provate…mi aveva confessato che si era sentita completa, il cuore che le batteva a mille…ma una frase mi colpì particolarmente: “E’ allora che capisci il significato della parola donna”

…ed io sentendola parlare avevo subito pensato a Niall e quanto fosse perfetto, in ogni singola cosa…a cominciare dal fatto che non mi aveva mai fatto pressioni di nessun genere. CI SIAMO CAPITI ;)

 

Lottie si era accorta del mio repentino cambio d’umore e capì subito il perché…così aveva sdrammatizzato con “E non ti immagini le dimensioni” e mi ero fatta scappare un’altra risata, ringraziandola per la persona speciale che è.

 

Quella notte, tornata a casa, non chiusi occhio per tutta la notte; continuavo a tormentarmi per la storia del sesso.

Il giorno dopo sembravo uno zombie ma almeno avevo preso una decisione…

Andai normalmente a scuola, io e Niall ci saremmo visti -oltre alla mensa- anche nel tardo pomeriggio. Era sabato, perciò potevamo ritirarci anche molto tardi.

Durante tutta la mattinata ebbi la testa fra le nuvole, non ci fu nessuno che non lo notò.

Quando si avvicinò l’ora in cui Niall sarebbe venuto a prendermi ero…oddio..non saprei dirlo..Provavo un misto di sensazioni diverse…ero ansiosa, preoccupata…eccitata…

 

Interessante..

 

Per l’occasione indossai un completino intimo che avevo comprato qualche giorno prima, un vestitino verde acqua e delle scarpe del medesimo colore.

Quando mi venne a prendere notò subito il mio strano comportamento e mi chiese se avessi qualcosa; mi limitai a dire che stavo bene e cambiai argomento.

Lui era perfetto quella sera: un semplice paio di pantaloni scuri con sopra una giacca nera, una camicia bianchissima con una moderna cravattina di colore nero.

Salimmo in macchina e lo guardai mentre guidava verso il ristorante. Dovevamo andare a cena fuori insieme a Louis, Harry, Cherry, Lottie..Un momento! Ti presento chi è Cherry J

Lei è la ragazza con cui Hazza si frequenta da un bel po’. Sono così contenta per lui, per loro…adesso lui è sempre sorridente, scherzoso, con la testa fra le nuvole, gli occhi lucidi..Penso che questa ragazza sia la sua medicina più efficace..e inoltre è fantastica e riesce a renderlo felice; vedere il mio amico in questo stato è una cosa che ti riempie il cuore di gioia... E poi…è bellissima! Carissimo diario, penso proprio che dovresti conoscerla AHAHAHAHA sks.

Ritorniamo a me e il mio irlandese biondone. Mangiammo insieme ai nostri amici, poi, verso le 11 andammo a fare un giro al centro da soli, a guardare i negozi e a comprare, se capitava qualcosa che ci colpiva particolarmente (ho comprato un paio di scarpe ajhnduehdjsa).

Prima di tornare a casa ci fermammo in un pub vicino casa mia, si era aperto da pochissimo ed io dovevo assolutamente andarci. Dire che era affollato era un eufemismo…comunque riuscimmo a trovare due posti al bar. Mentre bevevo il mio drink non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso; sorseggiava il suo drink tranquillamente, la mano sinistra posata pigramente sulla mia coscia. Era così perfetto in tutto e per tutto…ed io ero sempre più sicura. Ogni tanto sorridevo come un’ ebete…così…senza motivo, e puntualmente lui lo notava guardandomi con un enorme punto interrogativo sul viso, e mi scappava da ridere, una risata proveniente dal cuore.

 

Posai la mia bibita sul bancone, lo avvicinai a me e gli presi il viso fra le mani; in men che non si dica le mie labbra erano sulle sue e le nostre lingue si rincorrevano mischiando i sapori dei nostri drink in un bacio…agrodolce.

Lo allontanai da me e scesi dallo sgabello, tutto sotto il suo sguardo confuso. Lo presi per mano e lo guidai fuori. (Naturalmente dovemmo superare 923897328632 persone prima di raggiungere l’uscita)

I tre/quattro minuti di strada che ci separavano da casa mia li facemmo in religioso silenzio. E, una volta sulla porta, mentre cercavo le chiavi nella borsa -le mani tremanti e terribilmente sudate- mi ritrovai le sue labbra a percorrermi il collo, le sue mani a stringermi i fianchi…

Aveva capito i miei piani evidentemente.

 

Dopo una buona manciata di minuti riuscii ad aprire la porta. Entrai dentro a marcia indietro dato che Niall era attaccato alle mie labbra come una cozza.

Poggiai le mani sulle sue spalle, stringendo i bordi della giaccia fra le mani e togliendola con foga.

Una volta liberato da quell’inutile indumento, le mie dita tremanti si ancorarono ai bottoni della sua camicia ma fui capace di slacciarne solo due; le sue labbra adesso stavano esplorando la pelle liscia del mio collo ed io non riuscivo a concentrarmi. Sorridendo della mia inesperienza forse, si allontanò da me e piantò i suoi occhi nei miei mentre si spogliava. Entrambi avevamo il fiato corto, e in più faceva un caldo asfissiante…

Una volta rimasto a petto nudo, si abbassò a togliersi le scarpe ed io lo imitai lanciandole lontano da me, senza preoccuparmi di dove sarebbero potute atterrare.

A lui erano rimasti solo i pantaloni mentre io ero ancora completamente vestita. Continuando a sudare per l’ansia, mi voltai, mostrandogli la schiena. Scostai i capelli da un lato, bloccandoli con la mano destra. Sentii le sue mani afferrare la zip e abbassarla lentamente, il vestito scivolò dal mio corpo depositandosi a terra. Tutto ad un tratto sentii freddo. Indossavo quel ridicolo completino intimo! Niall lo guardò attentamente ed io mi sentii nuda sotto il suo sguardo di fuoco. Quando i nostri occhi si incontrarono sentii una scossa attraversare il mio corpo.

Mi prese in braccio a mo di sposa e mi portò in camera su per le scale. Sorrisi. Mi appoggiò delicatamente sul letto e si posizionò sopra di me, le sue gambe fra le mie, le sue braccia a reggerlo in modo che non mi pesasse nulla…

 

Le mie mani si intrufolarono fra i nostri corpi e si fermarono sulla sua cintola. Cercai di aprire il bottone dei suoi pantaloni mentre lui mi guardava con un mezzo sorriso, abbassai anche la cerniera, il tutto molto ma molto lentamente dato il tremolio incessante. Dopo averli slacciati si staccò da me per toglierseli completamente.

Entrambi eravamo solo in biancheria intima ed io mi ritrovai a deglutire preoccupatissima..

Le sue morbide labbra si incollarono alle mie modellandosi perfettamente. Fu un bacio lento, rassicurante…

Le mie mani si posarono sulla sua schiena atletica accarezzandola delicatamente, lui portò le sue dietro la mia schiena armeggiando con i gancetti del mio sexy reggiseno. Una volta sganciato lo tirò via e io vidi volare quel pezzo di stoffa per aria atterrando sul tappeto. Sorrisi.

Si chinò sui miei seni cominciando a baciarli lievemente, succhiò leggermente un mio capezzolo; dalla mia bocca uscivano dei versi strani e imbarazzanti ma non riuscivo a trattenermi. Il mio basso ventre stava andando ormai letteralmente a fuoco. Con la lingua lasciò una scia umida dal seno fino all’ombelico alternando baci e carezze, il tutto molto lentamente. Quando arrivò al bordo delle mutandine, sollevò gli occhi e incontrò i miei. Mantenendo il contatto visivo mi sfilò quell’ultimo indumento e se ne sbarazzò in due minuti. Mi sentivo in tremendo imbarazzo. Ritornò su di me e si avvicinò alla mia intimità. Deglutii e mi alzai sui gomiti osservando ogni suo movimento con il fiato corto. Stava lasciando dei baci sulla mia farfallina! Un suo dito si posò sulla mia apertura e lentamente si infilò dentro di me, ero completamente bagnata quindi scivolò facilmente. Mi ero dimenticata di respirare, probabilmente, ero tesa, troppo tesa. Il pollice della stessa mano si posò sul clitoride compiendo movimenti circolari.

Con l’indice cominciò contemporaneamente a spingere dentro di me, le sue labbra raggiunsero le mie, la sua lingua danzò con la mia, la sua durezza era premuta contro la mia gamba.

L’orgasmo mi colse come un’esplosione e dovetti strozzare un urlo. Respiravo affannosamente. Niall mi sorrise rassicurante ma io rimanevo comunque preoccupata perché….stava per succedere.

Si alzò togliendosi i boxer e facendoli scivolare lungo le sue gambe; abbassai solo una attimo lo sguardo sulla sua…erezione e…lo rialzai immediatamente fissando il soffitto. Prese una bustina quadrata dai suoi jeans e ritornò su di me. Armeggiò un attimo con questa e il suo sguardo da cucciolo mi trafisse. “Sei proprio sicura?

Sorrisi ed annuii. Anche se non lo ero più molto, non potevo tirarmi indietro ora.

Divaricai le gambe per fargli spazio; posò le sue labbra sulle mie mentre il suo membro entrava lentamente in me. Chiusi gli occhi cercando di rilassare i muscoli.

Avanzò in me fino a quando incontrò la sottile membrana della mia purezza, diede una spinta decisa strappandola via ed io sentii tanto dolore. Non cominciai però a dimenarmi a quel contatto invasivo. Una lacrima scivolò dal mio occhio e lui la raccolse con le labbra. Continuò a baciarmi mentre spingeva delicatamente in me. “Durerà poco amore mio”.

Faceva comunque male, tanto male. Non riuscivo a smettere di piangere in silenzio. Ben presto però il dolore si trasformò in piacere ed entrambi ci ritrovammo ad ansimare. Nella stanza risuonavano i nostri gemiti strozzati.

Arrivammo al culmine quasi contemporaneamente. Rimanemmo immobili mentre cercavamo di riprendere fiato. Le sensazioni che ho provato? Non lo so spiegare. E’ stata una cosa del tutto nuova: dolorosa all’inizio ma poi terribilmente piacevole e comunque è…un’esperienza che ti fa crescere…ed è bellissimo perché sei un tutt’uno con la persona che ami…

Quando si mise al mio fianco, tirò su il lenzuolo coprendo entrambi.

Mi voltai verso di lui e poggiai una mano sulla sua guancia. “Sei stata bravissima” mi sorrise. Quel sorriso che mi fece battere il cuore ancora più forte di prima.

Niall, ti amo così tanto

” esalai. “Anch…

 

Niall? Ma che stai facendo?

Oh-oh

D-dana?

Alzo il viso ed incontro immediatamente un sorrisino enigmatico su quel suo volto da angelo.

Tanto vale confessare…

Scusami…stavo leggendo il tuo diario..

Lo chiudo e lo butto accanto a me sul letto; abbasso lo sguardo, colpevole e mi torturo le mani. Non oso incontrare i suoi occhi mentre aspetto una sfuriata che non arriva.

Salta su di me, mettendosi a cavalcioni sulle mie gambe, le braccia allacciate al mio collo. Sorride come non mai.

Cosa?

N-non sei arrabbiata?” stento a crederci!

No, non sono arrabbiata” risponde con sguardo dolce.

Leggendo la mia espressione confusa e perplessa sul viso comincia a spiegare lentamente.

L’ho lasciato lì apposta. Perché tu lo leggessi…

Non sono mai stata brava a mostrare i miei sentimenti e…be’…questo era l’unico modo per metterti a corrente di quello che provo, di quanto sei importante per me senza dovertelo faccia a faccia perché…non ci riesco..fatico, e non poco. E credo che questo tu l’abbia capito.

Però la lettura di quel diario è vietata ai minorenni” sdrammatizzo facendola scoppiare a ridere.

Si avvicina al mio viso e mi sussurra all’orecchio con voce suadente “Se vuoi ti do un assaggio di quanto c’è scritto..

Quando si allontana mi fiondo sulle sue labbra mentre con le mani cerco di abbassarle la zip del suo vestitino rosso; non ci riusco però, perché mi blocca.

No, no, no. Continueremo stasera

” mi fa l’occhiolino e scende dalle mie gambe, non prima di avermi lasciato un leggero bacio sulle labbra. “Adesso dobbiamo andare al ristorante. Abbiamo un tavolo prenotato

Perché?” fingo. In realtà so benissimo che giorno è oggi.

Fa una faccia scioccata. “Oggi è il nostro anniversario!

Oh scusa, scusa, scusa! Prometto che mi farò perdonare!” mi gratto la nuca, fintamente imbarazzato. E a quanto pare ci casca perfettamente. Non sapevo di essere un così bravo attore…

Mi lascia un altro bacio leggero mentre io la stringo a me. “Va bene, non fa niente che te nei dimenticato. Andiamo però!

‘Oh Dana, se sapessi che ho annullato la prenotazione e che ho organizzato una sorpresina solo per noi due affittando una lussuosissima camera d’albergo per un giorno e una notte…

E non vedo l’ora di scoprire quanto ti piacerà il tuo regalino a quattro zampe…’

non riesco a trattenere un sorriso compiaciuto mentre penso a tutto quello che le aspetta.

E mentre la guardo non posso non pensare a quanto sia grande il mio amore per lei.

 

 

 

 

 

 

Questo è l’ultimo capitolo. Finalmente ce l’ho fatta!

Voglio ringraziare tutte quelle che hanno seguito questa storia, chiedo scusa a chi ha aspettato tanto. Be’ non so che dire…spero vi piaccia.

Dana e Niall hanno fatto l’amore…alleluia! Non vorrei che quella parte vi sia sembrata un po’ troppo spinta, in realtà ho cercato di alleggerirla il più possibile, spero di esserci riuscita J

Sappiate che la fine non era questa, ma era una scena a rating rossissimo e non mi è sembrato il caso dato che la storia ha il rating arancione.

Be’, ho detto tutto. Un bacio :*

-D.

 

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