Il diario di una strega di KuroPond (/viewuser.php?uid=194246)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Un ospite inatteso. ***
Capitolo 3: *** Stanno arrivando. ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Stava disegnando. Lo faceva quasi sempre nelle lezioni di matematica.
Il suo vicino di banco era troppo antipatico per parlare e dall'altra parte aveva solo il muro. Un muro bianco, di quelli vecchi da cui si stacca l'intonaco. Si sbriciolava sempre nella sua cartella.
Stava rifinendo la testa di un gatto, Kian, il suo gatto, quando la voce monotona del professore si spense. «Prewett Bonnie...Orel Steeve. Venite, siete interrogati» Bonnie si alzò, chiuse l'album sul quale disegnava e prese il libro, poi si diresse verso la cattedra.
Nell'aula cadde il silenzio. Succedeva SEMPRE quando lei veniva interrogata, non era brava in matematica ed i suoi compagni non vedevano l'ora di prenderla in giro. L'interrogazione durò mezz'ora, a Bonnie sembrò molto di piu.
Odiava i suoi compagni di classe, li odiava tutti. Pensavano solo a loro, non l'aiutavano mai e non perdevano occasione per prenderla in giro.
Bonnie non pranzava in mensa, preferiva il parco. Oggi però doveva andare a casa. Quindi uscì dalla scuola e quando arrivò a casa posò la cartella in un angolo. Non aveva nessuna voglia di iniziare i compiti, passò per la cucina ed uscì dalla porta sul retro, l'aria fuori era fresca e salmastra, da lontano sentiva le onde del mare che si infrangevano sugli scogli. Si diresse verso il cancelletto del giardino, ma non il principale, quello sul retro, era ben nascosto davanti c'era un Salice e dei rampicanti, li spostò e lo oltrepassò chiudendolo alle spalle.
Dall'altra parte era tutto verde: era entrata in un bosco, solo li si sentiva a casa, in contatto con la natura.
Camminò per dieci minuti, raggiunse una radura in cui c'era una casetta di mattoni rossi, raggiunse la porta, la aprì e sprofondò nella prima poltrona. Su un tavolino vicino alla poltrona c'era un antico libro...era aperto, recitava "Incantesimo per accendere le candele"
Oh, certo mi ero dimenticato: Bonnie era una strega.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Un ospite inatteso. ***
Rimase su quella poltrona per parecchio tempo, a pensare. Rimunginava
sulla lezione di matematica, ai suoi compagni di classe che la
prendevano in giro al parco.
Li avrebbe picchiati volentieri, loro e quelle facce antipatiche; "Se
lo meriterebbero" pensò tra se e sè.
Immediatamente scosse la testa, la Madre Superiore (la più
antica e potente strega ancora in vita) l'aveva avvisata al riguardo:
"Nessun pensiero maligno. La mente di una strega è sacra,
non bisogna riempirla di sciocchezze; soprattutto non bisogna riempirla
di cattiveria".
Si scusò mentalmente con la Madre Superiore, anche se non la
vedeva da quattro lunghi anni, e sprofondò ancora un po'
nella poltrona. Tutto quello che le serviva in quel momento era un buon
libro e del the caldo, quello alla menta che le piaceva tanto...
lentamente le palpebre divennero pensanti e nonostante lei cercasse di
tenere gli occhi aperti, essi si chiusero, mentre i suoi pensieri
correvano come fili di fumo spazzati dal vento.
Fu destata da un fastidioso rumore, come un continuo raspare su un
vetro. Aprì gli occhi e si guardò attorno, con la
vista annebbiata dal sonno; era già sera. Allungò
una mano e prese il candelabro che c'era sul tavolo vicino alla
poltrona "comburet" sussurrò, e delle piccole fiammelle
iniziarono a bruciare gli stoppini delle candele, gettando una debole
luce tutto intorno a lei, e dando al suo viso un aspetto spettrale.
Il rumore continuava, insistente.
Si guardò intorno, ma niente. Si diresse quindi verso la
piccola cucina adiacente al salotto, il rumore sembrava provenire da
lì; sembravano unghie... su un vetro.
Lentamente si girò verso la finestra dietro di lei, aveva il
cuore in gola; tenne il candelabro in alto, per illuminare di
più e non bloccare la vista.
C'era qualcosa fuori dalla finestra. Sì, qualcosa, non
qualcuno.
Ciò che stava oltre al vetro non si poteva definire umano:
aveva lunghi artigli ricurvi e neri, che graffiavano il vetro. Gli
occhi non c'erano. Al loro posto c'erano due orbite vuote e scure; e in
quel momento erano puntate proprio su di lei.
Dalla sua bocca non uscì altro che aria, era totalmente
paralizzata dalla paura.
La creatura lanciò un grido acuto e penetrante, mostrando i
denti marci, e scomparve alla vista della ragazza. Bonnie ancora non
riusciva a muoversi, aveva gli occhi spalancati, con quella creatura
infernale impressa nella sua mente.
Come una scossa si riprese da questo stato, la porta principale! Quella
creatura era corsa in direzione della porta principale!
Corse a rotta di collo verso l'ingresso, lasciò cadere il
candelabro a terra e si lanciò verso la porta, girando la
chiave un momento prima di sentire un tonfo sordo provenire da fuori:
la creatura era proprio davanti a lei, oltre alla porta.
Prese dallo scaffare vicino della salvia, e usando lo stesso
incantesimo delle candele gli diede fuoco, soffiando sulle foglie e
spargendo l'aroma fumoso sulla porta, mentre i tonfi si facevano sempre
più forti e aggressivi.
"Ego nec ingredi" ripeteva ad occhi chiusi come un mantra, mentre
faceva ondeggiare la mano con la salvia fumante.
Era una frase in latino, significava "Io non ti permetto di entrare",
un antico incantesimo di chiusura. Grazie ad esso la creatura non
sarebbe riuscita ad entrare neanche se avesse avuto la chiave.
Questo incantesimo aveva però un brutto effetto collaterale:
assorbiva gran parte dell'energia della strega.
Bonnie sentì la testa girare, ma continuò a
recitare la formula "ego nec ingredi!", aprì gli occhi e le
si annebbiò la vista, "ego nec ingredi!" gridò
disperata. Solo più pochi istanti e l'incantesimo si sarebbe
sigillato, dopodichè sarebbe stata al sicuro. "Ego nec
ingredi!", non riusciva quasi più a respirare; sentiva la
testa pesante, così pesante.
"Ego nec..." e Bonnie svenne, cadendo pesantemente sul tappeto
polveroso.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Stanno arrivando. ***
Quando riprese coscenza il sole era già sorto, era rimasta
sul pavimento tutta la notte.
Si alzò stirando la schiena indolenzita dopo la rovinosa
caduta; il candelabro era vicino a lei, le candele completamente
sciolte e la cera sparsa ovunque.
Guardò la porta, l'incantesimo era andato a buon fine, la
creatura non era riuscita ad entrare; Bonni sorrise, fiera di essere
riuscita a fare un incantesimo così complicato.
Un rumore sordo provenì dalla porta. Una, due, tre volte.
Qualcuno stava bussando, chiedendo di entrare. La ragazza si
avvicinò alla porta con cautela, poi guardò dallo
spioncino: oltre al legno dipinto di blu scuro c'era una donna alta,
con una chioma di capelli rossi che le incorniciavano il viso munito di
occhali.
-Madre Superiora?!- esclamò, girando con foga la chiave
nella toppa e spalancando la porta
-Oh, cara Bonnie, eccoti qui. Speravo il mio incantesimo avesse
funzionato-, oltrepassò la soglia e si guardò
intorno
-Il... suo incantesimo?- chiese la ragazza con espressione interrogativa
-Certo, pensavi forse che avrei fatto entrare un Ghoul in questa casa?-
-Ma io pensavo...-
-Non essere sciocca, quell'incantesimo era troppo avanato per te, stavi
quasi per lasciarci le piume! Oh, ma come è carino questo
gufo!-, la donna si avvicinò ad un tavolino e prese in mano
un gufo intagliato nel legno.
Bonnie era stordita, per la prima volta aveva avuto fiducia in se
stessa dalla morte dei suoi genitori, pensava davvero di essere capace
di fare un'incantesimo così avanzato. Invece non era vero,
era stata la Superiora.
-Poteva almeno lasciarmi credere di aver fatto una magia Importante!-
esclamò la ragazza chiudendo la porta con forza.
-E perchè mai, cara?- chiese ispezionando il gufo da vicino
per poi buttarlo alle spalle
-Perché... Perché si- disse con enfasi sgranando
gli occhi
-Suvvia ragazza, sai bene che non ci saresti riuscita.- si diresse
verso la cucina, senza degnare di uno sguardo Bonnie, e con il mantello
collor smeraldo che spolverava il pavimento.
-Comunque non mi ha detto perché è qui...!-
esclamò inseguendo la donna
-Sentivo che qualcosa non andava, e quando sono arrivata quel Ghoul
stava per sfondare la porta. Tra l'altro, l'ho aggiustata io, prego-
-Allora perché non mi ha aiutata subito? Sono svenuta qui
dentro e lei non ha fatto nulla-
-Tesoro, volevo che crescessi spiritualmente.- la guardò
negli occhi, la ragazza sbuffò forte.
-No, ti sto solo prendendo in giro. Ho ricevuto una lettera di massima
urgenza dal Consiglio: necessitavano della mia presenza.-
Si fermò all'improvviso e si girò di scatto
sporgendosi verso Bonnie, i nasi quasi si toccavano -Sta succedendo
qualcosa, Bonnie. Qualcosa di importante, oscuro, pericolo!-
sibilò stringendo il polso della ragazza.
Bonnie era semplicemente terrorizzata. Non era mai successo niente di
così strano, anche se la Superiora era strana, ma non
pensava fino a questo punto. Sembrava pazza.
La donna scosse la testa e librò il polso dalla sua presa,
poi continuò il giro della cucina e ritornò
nell'ingresso.
-Adesso è meglio che vada. Ricorda Bonnie: stanno
arrivando.- disse sorridendo e dondolandosi sui piedi -Fa' attenzione-,
iniziò a ruotare su se stessa, il mantello iniziò
a diventare trasparente, e con esso anche il suo corpo.
-Chi sta arrivando?- esclamò disperata la ragazza
-Lo vedrai- fu la risposta
-No, aspetti!- gridò, ma la donna si era già
volatilizzata in un turbinio di polvere argentata.
Bonnie agitò debolmente la mano e la polverina
volò fuori dall'uscio che si chiuse con un tonfo.
La Superiora era sempre stata criptica, non le piaceva far avere la
'pappa pronta' ai suoi studenti, ma così rischiava di essere
incomprensibile.
Ritornò in
cucina e vide che sul tavolo c'era un pacchetto, incartato con della
carta lucida, color bordeaux; si avvicinò e lo prese in
mano, in cima c'era un bigliettino che recitava
"Ho dimenticato di darti
questo, ti servirà quando arriveranno. Divertiti, Madre
Superiora"
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1069818
|