Pensate di aver visto di tutto in fatto di coppie assurde? Vi illudete che una Percy/Hermione sia il peggio (o il meglio) che vi potrebbe capitare? Beh, vi sbagliate. Ci sono cose, là fuori, che un normale essere umano non potrebbe nemmeno immaginare, cose che violano le leggi della fisica, della chimica, della termodinamica e perfino del gol… e si trovano qui, in questo sito. Benvenuti a FictionAlley Park, dove tutto è possibile.

La mia missione è scrivere qualcosa su tutte queste coppie: quelle che mi piacciono, quelle che Non ci ho mai pensato, ma sono carine, quelle che mi fanno schifo, quelle da urla e vomito, quelle che mi fanno sognare; penso che capirete facilmente cosa mi piace e cosa no. Non credo che pubblicherò in modo regolare; se l’ispirazione colpisce, io scrivo.
Alcune storie saranno rielaborazioni dei miei post su quel forum; alcune saranno romantiche, altre distruggeranno la coppietta senza pietà, altre ancora saranno una bella risata a spese dei due colombi. Vedrete come certe coppie sono nate e perché certe altre non possono funzionare, assisterete a scherzi, equivoci, litigi e incidenti al limite dell'assurdo, o più semplicemente sarete spettatori di un giorno qualunque e di piccoli avvenimenti insignificanti, che forse insignificanti non sono. Vedrete amore romantico e amore platonico, ma anche tanti altri tipi di amore, perché non tutto si esaurisce nell'attrazione fisica; inoltre, con tutte le pozioni che girano nel mondo magico, avremo episodi di amore involontario, ingannevole o forzato... oppure tragicamente diretto alla persona sbagliata.
Noterete anche che il tema del sorriso si ripete in quasi tutti i capitoli. All'inizio non avevo pensato a un filo conduttore, ma adesso mi diverto ad esplorare tutte le gradazioni, dal sorriso timido alla risata diabolica... perché il "disiato riso" di dantesca memoria (Inf. V) può assumere una quantità di sfumature in questa raccolta ai confini del Potterverse. Divertitevi a confrontarle, se volete.

Vi dico subito che il genere slash non mi ispira, quindi mi inventerò qualcosa di demenziale per giustificare l’esistenza delle coppie in questione. Non serbatemi rancore per questo.
Ah, non perdete tempo a chiedermi scene lemon: se ne volete una ve la scrivete per conto vostro. Io al massimo posso buttar lì un Piton in mutande o Silente in canottiera; per il resto il rating sarà più giallo del vestito di Xeno Lovegood al matrimonio di Bill.
Oh, dimenticavo: ringrazio small e la sua  Le cento donne amate da Sirius Black per l’ispirazione.

In questa prima pagina troverete l’elenco delle coppie trattate. Le storie saranno una o due per capitolo (due se sono corte); il titolo vi farà capire di quali coppie si tratta.
E adesso, buona lettura. Avete preso fazzoletti e secchio del vomito?


2) Prince and Pauper - Ron/Draco (was Weasel and Ferret)
3) Silver and Steel - Severus/James; Bellbottom - Neville/Katie
4) WolfStar - Remus/Sirius; Dragonsflower - Draco/Fleur
5) Cold Fire - Lucius/Ron; Book and Broomstick - Oliver/Hermione
6) Bittersweet Delusions - Harry/Andromeda; Shakespearean Lily - Lysander Scamandro/Lily Luna Potter
7) Black and Blue - Sirius/Cho; Ultimate Revenge - Voldemort/Umbridge
8) Bad Bamboo - Voldemort/Panda (at Canon/OC); Fresh Air (Canon/OC - for all Canon/Original Character ships)
9) DILT 'n' Me - Draco/Me (DILT = -Draco In Leather Pants-); Red Meets Red - Fred/Lily
10) Nature's Nobility, Cruise of the Damned - Sirius/Regulus; Siriusly Twisted - Harry/Sirius
11) Dark and Arty - Draco/Dean; Airborne Virus - Severus/Madama Bumb
12) Guns and Handcuffs - Harry/Draco; Defiance - Sirius/Bellatrix (was Twilight or Irony)
13) Constant Blue Chameleon - Malocchio Moody/Tonks; Sssssssssssssssss - Tom/Harry
14) Windswept Kings - James/Ron; Rainbow Petals - Teddy/Lily Luna
15) Black Dreamer - Tom/Luna; Beelzeblubber - Voldemort/Vernon
16) Chasing A Keeper - Oliver/Alicia; Darkness - Lucius/Sirius
17) Inseparable - James/Sirius; Unrequited - Blaise/Millicent
18) Moon Petals - Remus/Lily
19) Dark Love - Bellatrix/Rodolphus (merged with Love or Lust); Glorious Future - Cooman/Lavanda
20) Falcon and Lioness - Rodolphus/Alice Paciock; Artist's Flame - Dean/Ginny
21) Red Ebony - Sirius/Ginny; Devil's Dragon - Lucius/Draco
22) Dark Lily - Regulus/Lily; Euphoria in the Sky - Oliver/Harry
23) Slug and Jiggers Apothecary (The Severus Slash Fleet) - Severus Rareslash; Toadstool - Severus/Pomona Sprite
24) Black Lion - Tom/Ron; Power and Pride - Lucius/Harry
25) Quills and Quidditch - Percy/Katie Bell; Vigilant Socks - Silente/Malocchio Moody
26) Thorn and Buck - Lily/James; Dragon's Bones - Draco/Susan
27) Nott in Love - Theodore Nott/Hermione; Loony Bin - Uric Testamatta/Guendalina la Guercia
28) Seeking a Chaser - Draco/Katie; Grunts and Knuckle Cracks - Tiger/Goyle
29) Unspeakable - Bode/Croaker; Just Like Starting Over - Lily Luna/James Sirius
30) Gin 'n' Tonic - Tom/Ginny; Darkened Prongs - James/Voldemort
31) Moon and Stars - Remus/Sinistra; Tainted Glass - James/Remus
32) Enthroned In Death - Lily/Bellatrix; Trick Flower - George/Fleur
33) Dragonslayer - Draco/No one; Good Ship - Ron/Hermione
34) Snake and Eagle - Salazar/Priscilla (Rowena) Corvonero; Channelling Captains - Oliver/Angelina
35) Snotty Blondes - Draco/Zacharias; Intelligence - McGranitt/Hermione
36) Poisonous Rose - Rose/Scorpius (was Romeo and Juliet); Rat and Gazelle - Peter/Dorcas Meadows
37) Lone Hero - Harry/No one; Black and Silver - Severus/Draco
38) Doilies - Sibilla Cooman/Petunia; Wotcher Wolvie - Remus/Tonks
39) Make No Mistake - Marcus/Draco; Irish Spice - Seamus/Calì
40) Paw and Feather - Sirius/Madama Bumb; Dewdrops at Daybreak - Theodore Nott/Luna (merged with Mysterious Theory)
41) Malevolence - Severus/Sirius; Fuchsia Snake - Severus/Tonks
42) Lumacorno/McGranitt; Black Beauty - Kingsley/Bellatrix
43) Remix - Teddy/James Sirius; Love Bites - Severus/Nagini
44) Sneaks and Evilness - Draco/Marietta; Draconic Beauty - Charlie/Gabrielle
45) Repayement - Severus/Lily Luna
46) Irish Dogstar - Sirius/Seamus
47) Black Dragon - Sirius/Charlie; A Girl Unlike Her Former Crush - Ginny/Girl!Blaise
48) Magic Moons - Remus/Luna; Always - Lily/Severus (formerly Cliched)
49) Hawk and Vulture - Madama Bumb/Pince; Chasing Flames - Fred/Katie
50) Cross Universal - Macnair/Crudelia (La Carica dei 101)
51) Red Moon - Ron/Luna
52) Hot Throbbing Suburbanites - Petunia/Arabella; Captain Clearwater - Oliver/Penelope
53) Chasing to Keep - Oliver/Marcus
54) Pompous Pug - Percy/Pansy
55) Mint and Chocolate - Angelina/Montague; Vicarious Living - Scorpius/Lily Luna
56) Blood Traitor - Andromeda/Ted Tonks
57) Leather and Libraries - Draco/Hermione



Sezione crossover
Sono rimasti coinvolti nel disastro:
Madagascar (pubblicata a parte)
La Carica dei 101 (Cap. 50)

Prince and Pauper - Ron/Draco (was Weasel and Ferret )

La giovane reporter di Strega Moderna si aggiustò gli occhiali sul naso, sorridendo. Intervistare quei due era stato un vero spasso, ed era sicura che le lettrici si sarebbero divertite quanto lei a scoprire i dettagli di quella strana storia. Il matrimonio di Draco Malfoy, l’arrogante Serpeverde, e Ron Weasley, il parente povero, aveva suscitato grande scalpore nella società magica, ma nessuno poteva immaginare un retroscena così… succoso.

Dunque, le nostre lettrici si chiedono… come è cominciata? Un colpo di fulmine, una simpatia travestita da odio, un rispetto che è cresciuto col tempo?
Draco: No, un disgraziato incidente. Dopo la guerra mio padre è stato… ehm… incoraggiato a mostrare simpatia per i Babbani, magari con un matrimonio tra la nostra famiglia e una Babbana di nascita o una Mezzosangue. Non l’ha presa bene, naturalmente: ha gridato: “Il mio unico figlio ed erede con una sanguesporco? Mai! Piuttosto vado in Diagon Alley e lo faccio sposare col primo Purosangue che incontro!” E sfortunatamente…
Ron: Doveva specificare: “Con la prima Purosangue”
D: No, che non doveva. Dopo di te ha incontrato la Umbridge.
R: Oh.
Immagino che non tutti i vostri amici siano stati felici della vostra scelta. Chi vi ha fatto l’immancabile discorso “Spezzagli il cuore e io ti spezzo le ossa”?
D: Hagrid. E l’ha fatto sul serio.
R: Cinque settimane al San Mungo, povero caro. Non si è ancora ripreso. *ride*
C’è qualcuno che si è opposto in modo particolarmente vivace alla vostra… unione?
D: Qualcuno?
*Tira fuori una lista lunga 200 metri. OK, abbiamo capito*
Domanda scontata, lo so. Ma allora…c’è qualcuno che vi ha stupito? Qualcuno che vi ha appoggiato senza condizioni? Qualcuno che ha reagito meglio di quanto vi aspettavate?
D: Ti ricordi la professoressa Sprite, Ron?
R: Sì, come potrei dimenticarla?
D&R: “Magnifico! Ho sempre sostenuto la coppia Viktor Krum/Hermione, e ci ho anche scommesso dieci galeoni con la Cooman!” *ridono*
Pensate di… allargare la famiglia?
R: Cosa? No, per Merlino! Viviamo insieme come fratello e… beh, fratello!
D: Già, come se tu non avessi abbastanza fratelli in giro.
R: Preferiresti vivere come marito e moglie, Dracuccio?
D: No, grazie. Il mondo è già strapieno di Weasley, perché dovrei contribuire?
Avete mai pensato di aiutare i vostri amici a trovare l’anima gemella?
R: Io dico sempre che Goyle e Millicent sarebbero una bellissima coppia.
D: Già, peccato che Milly sia sempre in giro per il mondo a massacrare draghi e serpenti giganti. E comunque, prova ad immaginartela vestita di bianco…
R: Per carità, voglio dormire sereno stanotte!
A chi tocca dormire sul divano?
D: Sa, Ronnie non si lava mai i calzin… OW!
R: Idiota.
D: Anch’io ti amo, Ronnie.
R: Chiamami di nuovo Ronnie e ti sfondo.
D: D’accordo, Ronnino.
Vi divertite mai ad irritarvi a vicenda?
D: Oh, sempre. Dobbiamo pur trovarci un passatempo, dato che a Malfoy Manor non c’è la televisione...
R: È per questo che io vado sempre a vedere i film a casa di Harry.
Litigate spesso?
R: No, finora circa due volte. Al giorno.
Vi ricordate la vostra prima lite? Per che motivo è scoppiata?
D: È successo più o meno dopo…
R: Cinque minuti?
D: No, quasi dieci. Ron ha un caratteraccio, gli ho solo detto che i Cannoni di Chudley non sono bravi come le Harpies…
R: Hai detto “Sono un branco di perdenti!”!
D: Non è vero!
R: L’hai detto, ammettilo!
D: Beh, è la verità!
R: No!
D: Sì!
*continua*


Questa è saltata fuori dal nulla mentre mi facevo un giro nel forum. Le domande sono tratte dalla discussione per la Ron/Draco, ma mi sono presa la libertà di... ehm, interpretarle.

Silver and Steel - Severus/James

James arretrò con un gemito di orrore, fissando la ragazza che aveva appena baciato.
E con lo stesso gemito di orrore, la ragazza guardò lui.
“Argh! Potter!”
“Iiik! Mocciosus!”
“Hmm, Polisucco!” commentò Remus, annusando una bottiglia dall’aria sospetta che giaceva nell’erba a pochi passi dal luogo dove la falsa Lily stava dormendo, prima che James la (anzi, lo) svegliasse in quel modo inopportuno.

Dietro i cespugli, due Tassorosso ridacchiavano a bassa voce. A quanto pareva, a Potter non era piaciuta la loro versione della Bella Addormentata…


Bellbottom - Neville/Katie

“Voi…voi siete…voi…”
Fred e George sorrisero con aria indulgente, mentre Neville, rosso come una Pluffa, cercava disperatamente di trovare una parola abbastanza offensiva per definirli. Alle loro spalle Katie Bell, vittima del loro ultimo scherzo, si ripuliva le guance dagli ultimi resti di un calamaio esplosivo.
“Nevvie caro, tu ci ferisci a morte!” esclamò George con un ghigno.
“Una persona così amabile che dice queste brutte parole! Non va, proprio non va!” gli fece eco Fred con un sorriso ancora più largo.
“Voi…voi siete stati così…così…” balbettò Neville, agitando la mano nell’aria come per afferrare le parole al volo.
“Ti sei spiegato benissimo, Neville” lo rassicurò George. “Ci piacerebbe starti ad ascoltare un altro po’…”
“…ma siamo davvero molto impegnati. Ciao ciao!” concluse Fred. Dopodiché lui e il gemello diedero un buffetto sulle guance all’indignato compagno di Casa e se la svignarono fuori dalla sala comune.
“I soliti idioti!” commentò Katie scuotendo la testa. “Per fortuna ci pensa Neville a tenerli a posto…”
E di fronte al suo sorriso, il timido Grifondoro si sentì un leone.


No, sul serio...in quale universo parallelo si può scrivere una Severus/James senza ricorrere a questi trucchetti?
Le Neville/Katie sono disgraziatamente rare, ce ne vorrebbero di più.

WolfStar - Remus/Sirius

Remus stava lavorando alla sua pozione da quasi un’ora, ma il malefico liquido non voleva saperne di bollire. Esasperato, il ragazzo voltò la pagina del libro di testo, e qualcosa attirò la sua attenzione.
E questo cos’è?
Era un biglietto, infilato tra due pagine del volume. Era indirizzato a lui, Remus Lupin, e aveva un’aria stranamente familiare.
Il ragazzo si guardò intorno, vide che Lumacorno era intento a correggere le verifiche della lezione precedente e fece scivolare il biglietto sotto il banco, per leggerlo senza farsi notare. Lo aprì con circospezione…e le sue guance presero fuoco.
C’era un intero giardino su quel foglio: fiori che sbocciavano, farfalle in volo, uccellini cinguettanti e cuori scarlatti che incorniciavano la scritta Alla ragazza che amo, con tutto il mio cuore. Un bacio, Sirius. E poi altre parole ancora, che permisero a Remus di identificare…
…un foglio strappato al suo tema di Trasfigurazione, al quale stava lavorando da un mese.
“Siiirius!” ringhiò furibondo, afferrando per il collo il compagno di banco.
“Reeemus?” chiese il giovane Black con un sorriso di scusa.

La lezione si concluse bruscamente un quarto d’ora prima del previsto, con mezza classe a rotolarsi dal ridere e l’altra metà impegnata ad impedire a Remus di affogare Sirius nella pozione bollente. Risultato: per Remus due giorni di punizione, per Sirius tre di infermeria.
Il povero Black, con il viso in condizioni pietose, non riusciva a capire cosa avesse fatto di male: James, Peter e Mocciosus non se l’erano presa così tanto per il suo biglietto di San Valentino!


Dragonsflower - Draco/Fleur

Draco avanzò verso la carrozza di Beauxbatons con uno sguardo determinato scolpito sul viso. Di solito lui, Draco Lucius Malfoy, non perdeva tempo con certe sciocchezze, ma era una questione di principio, che diamine! Non si trattava più di infastidire Lenticchia Weasley flirtando con la ragazza che gli piaceva: la signorina Non-Toccarmi-O-Mi-Spettini si era permessa di ignorarlo, e questo non poteva sopportarlo.
“Urgh!” grugnì Goyle, trasportando un mazzo di fiori più grande di lui.
“Andiamo, Goyle! Vediamo se riesce a ignorarmi, stavolta!”


La n°1 dovevo proprio scriverla. Sono una Puppykicker, rassegnatevi.
Le dinamiche Draco/Fleur andrebbero esplorate, non trovate? Verrebbe fuori qualcosa di schiattoso…

Cold Fire - Lucius/Ron

“Sai” mormorò Harry guardando la signora Malfoy uscire da un negozio, “il padre di Draco è stato davvero fortunato a trovare una moglie come lui: snob, arrogante e razzista. Chi altro l’avrebbe voluto?”
“Oh, beh…io con Lucius Malfoy ci andrei volentieri” rispose Ron in tono indifferente.
Harry si strozzò con la piuma di zucchero che stava mangiando.
“Sarebbe magnifico” proseguì Ron con un sorriso maligno, “vedere la faccia del furetto se dovesse scoprire la tresca!”

Al banco del Paiolo Magico, Lucius Malfoy cominciò a tossire: il tè alla menta gli era andato di traverso.


Book and Broomstick - Oliver/Hermione

Hermione alzò lo sguardo dal libro per salutare il capitano di Grifondoro, che stava sorvolando le tribune a cavallo della sua scopa.
“Ciao, Hermione! Stai già studiando?” le gridò il ragazzo. “Vuoi fare un giro?”
“No, Oliver: sai che odio volare!” rispose Hermione.
Ma per te farei un’eccezione! pensò, nascondendo un sorriso dietro al libro.


Avevate paura, eh? Quanti di voi hanno avuto la stessa reazione di Harry?
La prima mi è venuta così, di getto: ho inserito tutte le coppie in un generatore casuale di liste e la prima era questa.
La Oliver/Hermione mi sembra carina: povero capitano, non se lo fila nessuno…

Bittersweet Delusions - Harry/Andromeda

“Grazie per averci rimessi in sesto, grazie di tutto”
Harry uscì dal salotto con un ultimo sguardo di scusa, e Andromeda Black (anzi, Tonks) rimase sola.
La sua mente si riempì di ricordi, immagini di un altro viso ridente, di altri capelli spettinati, di un’altra voce che la ringraziava di tutto e la chiamava bella signora, mentre suo cugino Sirius assisteva divertito a quella scena con un allegro: “Frena, James, è già impegnata!”.
E ora il figlio di quel ragazzo, anche lui poco più di un bambino, stava rischiando la vita per qualcosa troppo più grande di lui.

“Sono andati, Dromeda” la informò Ted, tornando in salotto. “Speriamo che vada tutto bene”.
Andromeda chinò il capo.
Buona fortuna, Harry Potter.


Shakespearean Lily - Lysander Scamandro/Lily Luna Potter

Dal diario di Rose Weasley
Caro diario, la mia cuginetta Lily ha avuto il suo primo appuntamento. Alle nove di sera, nell’ufficio della McGranitt, per una punizione.
Naturalmente non per colpa sua: qualcuno *coughJamescough* ha avuto la brillante idea di usare il sapone Bollemagiche nel corridoio e Lily e Lysander Scamandro, quello strano tipo di Tassorosso, si sono trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato. La povera Lily si è messa a piangere e a gridare, mentre lui…beh, credo che fosse troppo impegnato a studiare il suo Tranello del Diavolo per sprecare energie. Comunque la Preside non ha voluto sentire ragioni e li ha spediti a riordinare il suo gigantesco, colossale, polveroso archivio. Che caratteraccio!
Normalmente Lily ci avrebbe messo due giorni per riprendersi dalla vergogna, ma sembra che le sia passata in fretta; in compenso non fa altro che parlare di quel Lysander che ha incontrato. Non si sarà mica innamorata?

Ecco due pezzi un pochino più seri. Andromeda era la cugina preferita di Sirius, quindi è plausibile che lei e James si siano incontrati.
E poi c’è un frammento sulla nuova generazione. I figli di Luna e Harry non possono certo incontrarsi in modo banale…

Black and Blue - Sirius/Cho

Ecco che arrivava di nuovo, la matricola dell’Ordine che spargeva fazzoletti per tutta la casa. Sirius faticava a capire come Harry e Cedric Diggory potessero trovarla degna di attenzione: viso scialbo, capelli dritti come spaghetti, voce piatta e noiosa…senza contare quel suo naso che gocciolava a getto continuo, senza dubbio per colpa di qualche allergia. Era davvero sgradevole sedersi sul divano e trovare carta umida e appallottolata dimenticata sotto i cuscini.
Tuttavia la sua evidente mancanza di fascino non gli aveva impedito di eleggerla sua vittima preferita (dopo Mocciosus, è ovvio). Era davvero divertente: ogni volta che lo vedeva diventava di un bel rosso Grifondoro, balbettava frasi incoerenti e si dava alla fuga. Naturalmente non poteva fare a meno di imbattersi in lui almeno cinquanta volte al giorno, prima di tutto perché quella era casa sua, e poi perché…beh, perché lui si metteva di proposito in tutte le stanze in cui la ragazza amava rintanarsi. Di solito lei si affrettava a scusarsi e togliere il disturbo, ma questa volta era diverso. Questa volta alla piccola Corvonero serviva un libro…e lui, Sirius Black, era mollemente appoggiato allo scaffale, piazzato con precisione scientifica tra lei e quel libro.
“Ti serve qualcosa, cara?” le chiese nel suo miglior tono da seduttore.
“Per favore signor Black, posso avere…mi serve davvero…potrebbe per favore prendermi quel libro?”
“Ma certo…” rispose, avvicinandosi a lei.
La disgraziata si sforzò di non indietreggiare.
“…ma voglio qualcosa in cambio!” completò lui con un sorriso diabolico.
“Co…cosa?” balbettò la povera ragazza.
“È semplice!” le assicurò accostando il viso al suo. “Tu mi dai un bacio e io ti prendo il libro!”
Cho lo fissò inorridita, poi si voltò e corse fuori dalla biblioteca con un gemito di disperazione.
“Sei un vero bastardo, Felpato” commentò Remus dalla sua poltrona.
Sirius accolse il rimprovero con una risata latrante. “Ognuno si diverte come può, Lunastorta!” si giustificò, per nulla pentito.


Ultimate Revenge - Voldemort/Umbridge

Lord Voldemort sorseggiò il tè, chiedendosi per l’ennesima volta com’era possibile che lui, il Signore Oscuro, fosse finito in quella situazione.
Certo, un’alleata senza scrupoli e con le mani in pasta al Ministero era sempre un guadagno.
Certo, avevano molte cose in comune: per esempio, il più grande desiderio di entrambi era vedere Harry Potter morto stecchito, e possibilmente vederlo esalare l’ultimo respiro sul cadavere di Remus Lupin durante il funerale di Silente.
Certo, anche un mago oscuro come lui aveva bisogno di qualcuno che gli tenesse in ordine la casa: la cara Bellatrix non sapeva cucinare e aveva dato fuoco al suo mantello preferito cercando di togliere una macchia.
Tuttavia, non poteva fare a meno di chiedersi se tutti quei vantaggi bilanciassero l’umiliazione di vedere i suoi crudeli e fedelissimi Mangiamorte scoppiare a ridere davanti alla profusione di gattini e tessuti rosa che decoravano il suo appartamento, o i noiosissimi pomeriggi a base di tè e biscotti che gli toccava trascorrere in quel nauseante salottino, mentre i succitati Mangiamorte si facevano beffe di lui nell’altra stanza (davvero stupido da parte loro: oltre a essere un Legilimens aveva un orecchio molto fino). Per fortuna Nagini gli aveva fatto un favore, sbranando quello stupido gatto che continuava a strusciarsi sulla sua veste e a riempirlo di peli.
“A che pensi, Tom caro?” cinguettò Dolores.
Voldemort sbuffò. Carrow e Avery si erano appena guadagnati una sessione di Cruciatus, poco ma sicuro.


E dopo il momento serietà, ecco lo svacco totale. Mi sono presa la libertà di immaginarmi Cho nell’Ordine perché…beh, perché altrimenti non avrei potuto scrivere il pezzo.
La seconda è ufficialmente il mio OTP (One True Pairing), insieme a Draco/Micidiale Gancio Destro di Hermione “Balboa” Granger nel Terzo Film.
E adesso vi lascio per un po’, perché se non studio storia all’esame saranno cavoli amari.


Seconda classificata all'Harry Potter Contest: L'amore non ha volto..., con i giudizi di Alexluna da CoS



Ultimate Revenge di Lizzyluna

Il più grande desiderio di entrambi era vedere Harry Potter morto stecchito, e possibilmente vederlo esalare l’ultimo respiro sul cadavere di Remus Lupin durante il funerale di Silente

La fanwriter ha la fortunata capacità di far procedere a braccetto stile narrativo e trama. Questa storia molto breve – che sia una double o una triple drabble non è importante – ha una verve ironica calibrata al punto giusto, che non fa scadere l’intera situazione nel paradossale. E con un crack!pairing del genere, le trappola disseminate erano fin troppe. Ultimate Revenge al contrario è originalissima e scorre meravigliosamente. Il narratore racconta la vicenda quasi scivolando nei panni di Lord Voldemort, e tramite i suoi pensieri (sgomenti o desideri) tratteggia fedelmente il salotto di Dolores Umbridge, centrini e odori compresi. Per quanto dissacrante possa essere il contesto, i personaggi riescono a mantenersi anche IC.
Scritta impeccabilmente, ci sono giusto due sbavature. Il registro lessicale è sempre coerente e preciso. Davvero una bella lettura.

in quel nauseante salottino mentre i succitati: omissione di virgola prima di mentre.
ad essere: regola della d eufonica, la "d" va soltanto quando la preposizione "a" o le congiunzioni "e" e "o" si trovino davanti a parole inizianti con la stessa vocale.

. Grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura			9.6/10
2. Originalità			9/10
3. Forma e stile			8.5/10
4. Gradimento personale			4/5
Totale: 31/35		Media: 8.88

Bad Bamboo - Voldemort/Panda (at Canon/OC)

Voldemort fissò il gigantesco animale bianco e nero che era piovuto nel salotto di casa Riddle, sfondando il tetto appena riparato.
“Oops, scusa amico!” esclamò il panda con un sorriso imbarazzato. “Ehm…suppongo che questo non sia il covo di Tai Luang, giusto?”
Silenzio.
“Ok, me ne vado”
Silenzio.
“Per il tetto mandi il conto a me, eh?”
Voldemort lo incenerì con lo sguardo, più irritato che mai.
“Maledetti fanwriter. E poi la gente si chiede perché odio i Babbani”


HMS Fresh Air (Canon/OC - for all Canon/Original Character ships)

Cornelia Deville varcò il portone e nella Sala d’Ingresso affollata calò il silenzio.
Tutti la fissavano estasiati, incantati dal suo aspetto regale: occhi color banconota da cinquecento euro, capelli neri come un buco nero, labbra rosse come la maglia della Roma e pelle candida come la neve sulle piste di Bormio. E nonostante i suoi sedici anni scarsi, aveva più curve di un tracciato di Formula Uno.
“Ok, ragazzi” disse Ron rassegnato. “Questa chi se la becca?”
“Io no, mi fa paura!” intervenne Neville tremante. “Ho sentito dire che è mezza vampira, mezza mannara, mezza elfa di Lothlorien e con un quarto di sangue Winchester!”
Un mormorio stupefatto accolse questa ultima affermazione.
“Mi dispiace, io ho già dato” affermò Draco in tono deciso.
“Pietà, è la terza questa settimana!” pregò Harry alzando le mani.
“Ehi, non guardate me!” ringhiò Piton, che passava per caso.
“Io sono morto, grazie tante!” ribatté Sirius, spuntato da chissà dove. “E anche se fossi vivo, è troppo giovane”
“A volte penso che i Mangiamorte ci abbiano fatto un favore!” commentò Cedric alle sue spalle. “Almeno noi siamo al sicuro!”
“Questo è quello che credi tu, ragazzino!” lo disilluse Regulus. “Creature come quella riportano in vita i morti, ho sentito storie spaventose…”
Theodore Nott, che era rimasto ad ascoltare in un angolo buio, si alzò riluttante. “E va bene, per questa volta mi sacrifico io”
“Grazie, Ted, sei un amico!” commentò Blaise sollevato.
“Amico un corno. Mi dovete un galeone a testa, una scopa nuova e il mantello di Potter in prestito per una settimana”
“Strozzino!” borbottò Seamus Finnigan.
“Che ti aspettavi da un Serpeverde?” rispose Ron con una smorfia.
Dean, Roger e Zacharias tirarono un sospiro di sollievo. Anche quella volta l’avevano scampata.


Voldemort/Panda: crack pairing che più crack non si può. E vi giuro che esiste...lo giuro sul menisco di  Javier Zanetti.
Il panda è Po di 'Kung Fu Panda'.
La seconda è dedicata alle colleghe di Fastidious. Vi lovvo, giacobine

Cos'è un OC
Original Character (OC) è un personaggio originale, inventato dal fanwriter. Canon è un personaggio inventato dalla Rowling.
Qui ho esagerato a fini comici, ma capita spesso che l'OC sia una ragazza perfetta, superfighissima, con un nome assurdo e la terza di reggiseno a undici anni, che fa innamorare tutti i maschi più attraenti della serie (di solito Draco e Harry, o Sirius e Severus...ebbene sì, Moccy è la vittima principale delle studentesse maniache).

DILT 'n' Me - Draco/Me (DILT = -Draco In Leather Pants-)

Un ‘pop’ risuonò nella stanza silenziosa ed Elisa si voltò, sorpresa.
Alle sue spalle, tra il letto e l’armadio, si era Materializzato un ragazzo biondo dal viso affilato, che a giudicare dalla divisa doveva essere un Serpeverde. Precisamente quel Serpeverde che lei aveva torturato senza pietà nella sua storia meglio riuscita, e che era noto in certi ambienti come Draco Satine, Drameo o Dray.
Elisa sbuffò. Dannati OOC. Peggio delle sementi transgeniche.
Con calma, molta calma, frugò nell’astuccio ed estrasse una matita. Solo che a guardarla bene non era una matita: no, era una bacchetta. Una bacchetta magica.
L’espressione del ragazzo da arrogante divenne allarmata. “Non puoi!” protestò. “Tu sei una Babbana, quella è una matita e tu non puoi fare magie!”
“È la mia fanfiction, Malfoy, e io faccio quello che voglio” replicò la ragazza, impassibile. “E adesso…Stupeficium!”
Un abile colpo di bacchetta fu sufficiente per mandare il disturbatore al tappeto; un altro paio di incantesimi lo spedirono nell’armadio, a far compagnia a Hermiglia Boccoli d’oro, Pottah Playboy, Ginestra la Zoccola e Severus Pallida cortigiana.
“Anche questa è fatta!” sospirò Elisa, tornando al computer. Chiuse l’elenco delle ultime storie inserite e aprì il documento Word ‘Ezio Raimondi’, che aspettava pazientemente la sua attenzione.
Forse è il caso che mi metta a studiare.


Red Meets Red - Fred Weasley/Lily Evans-Potter

“Enchanté, signora Potter! Siete più bella di quanto immaginassi” esclamò Fred Weasley, inchinandosi ed esibendosi in un elegante baciamano. Lily non poté evitare di ridere, arrossendo divinamente.
“Il piacere è mio, signor Weasley” rispose con la sua voce melodiosa.

Poco lontano, un’altra anima assisteva con disappunto a quelle effusioni. Se quel ragazzino credeva di fare impunemente il cascamorto con sua moglie, avrebbe avuto pane per i suoi denti: morto o no, James Potter era pur sempre un Malandrino, e i Malandrini non si arrendono mai.
Soprattutto se c’è in gioco l’amore eterno di una sposa adorata.
Si fregò le mani, con un ghigno demoniaco. Tempo cinque minuti e il giovane testarossa si sarebbe pentito di non essere rimasto sulla terra.
Benvenuto all’inferno, signor Weasley.


Incursione oltre la quarta parete: i nomi dei personaggi sono ripresi pari pari da Fastidious, il documento Word dal mio PC.
E altro crack pairing ultraterreno. Jamie è buono e caro, ma toccategli Lily e sono cavoli…

Nature's Nobility, Cruise of the Damned - Sirius/Regulus

Regulus Black fece per rigirarsi nel letto, ma qualcosa glielo impedì.
Oh, no. Non di nuovo.
Da quando era tornato a casa per le vacanze, non era riuscito a godersi una sola notte di sonno. Non importava quante volte girasse la chiave nella serratura, quanti scatoloni di libri impilasse davanti alla porta, quanti incantesimi difensivi facesse disporre a Kreacher prima di andare a letto: lui riusciva sempre a raggiungerlo, e né calci, né gomitate, né pizzicotti furiosi servivano ad allontanarlo. E la bacchetta che teneva sotto il cuscino era irraggiungibile, dal momento che l’intollerabile abbraccio dell’intruso gli teneva gli arti superiori bloccati contro il corpo.
Merlino, quanto odiava essere stretto in quel modo!
“Idiota di un fratello deficiente, se il tuo adorato James ti manca così tanto perché non vai a vivere a casa sua?” sibilò, tentando senza successo di scollarsi di dosso il consanguineo.
“Ma io voglio te, Regulus!” replicò Sirius, con una voce che voleva essere seducente e invece riusciva a stento a ricacciare indietro le risate.
Regulus si morse il labbro, trattenendo uno strillo di frustrazione.
Non lo sopporto più. Cosa aspetta la mamma a diseredarlo?


Siriusly Twisted - Harry/Sirius

14 maggio, 1980
“Allora, fra poco diventerai mamma” esclamò Sirius, sorridendo alla giovane dai capelli rossi che gli sedeva di fronte. “Spero proprio che sia una femmina, così la sposerò e avrò tanti bei bambini!”
“Prima dovrai passare sul mio cadavere, cagnaccio rognoso!” intervenne ferocemente James. “La mia bimba non si tocca!”
Il giovane Black non parve turbato da quell’attacco. “Veramente avrei preferito sposare te, mio unico amore!” sussurrò con aria complice. “Ma dato che non ti posso avere…”
La sua agilità gli permise di schivare il posacenere di marmo che l’amico gli scagliò contro, ma la lattina di Burrobirra piena non lo mancò.

31 luglio, 1980
James uscì dalla stanza con un fagotto verde tra le braccia, pallido ma felice. “Ti è andata male, Felpato: è un maschietto” annunciò. “Ma avrà bisogno di un padrino: che ne dici, te la senti di offrirti volontario?”
Sirius prese il neonato dalle mani dell’amico, ammirandone il visino delicato e il ciuffo di capelli scuri. “Ne sarò deliziato, piccolo Harry” mormorò con un sorriso.


Parlando di urla e vomito, le Harry/Sirius sono decisamente nella top ten della mia lista nera: ogni volta che ne becco una mi vengono le convulsioni. Rovinatemi questa scena e vi uccido.
La Sirius/Regulus potrebbe assumere tinte decisamente slash, se non fosse per quelle risate che il caro Sirius trattiene a stento. Concentratevi sulle risate e non fatevi torbidi viaggi mentali, grazie.

Dark and Arty - Draco/Dean

“Cosa leggi, Hermione?” chiese Dean Thomas alla compagna di casa.
“Il ritratto di Dorian Gray. Sai, quello del quadro che invecchia al posto del soggetto” rispose Hermione.
“L’ho letto, ma non ricordo come finisce”
“Lui pugnala il ritratto e poi muore” spiegò la ragazza, voltando pagina.
“Uhm…” mormorò il ragazzo, fissando un gruppo di Serpeverde riuniti sotto una quercia. “Secondo te, se ritraggo Malfoy e poi Schianto il quadro succede qualcosa?”
“Non so. Forse dovresti provare” gli suggerì Hermione con un sorriso malandrino.


Airborne Virus - Severus/Madama Bumb

Severus Piton sedeva sulla riva del lago con una pila di rotoli in grembo: aveva venticinque temi di Pozioni da correggere, e finora ne aveva letti solo due.
Le grida provenienti dal campo di Quidditch non gli facilitavano la concentrazione: non poteva evitare di guardare in su, verso i ragazzi che sfrecciavano sulle scope e sembravano divertirsi un mondo. Molto più di lui, in ogni caso.
“Scope!” mormorò, tornando alla pergamena che stava leggendo. “Non ho mai saputo come trattarle”
Inaspettatamente, qualcuno gli posò una mano sulla spalla.
“Non è mai troppo tardi, Severus” garantì la voce gentile di madama Bumb.


Altro carico di coppie schizoidi. Sappiamo che Dean è un bravo disegnatore e che Sev ha avuto problemi con le scope almeno una volta nella vita: frullate il tutto e otterrete questo.
Vi ringrazio per l'affetto che mi dimostrate...e vi ringrazia anche il buon vecchio Voldy, che si vanta come un trombone perché i suoi capitoli hanno più recensioni di quelli di Sirius. Ha commentato la vittoria con il consueto stile ("Chi è il più fyko adesso, Black? Muahahahaha!").

Guns and Handcuffs - Harry/Draco

Harry entrò in Sala comune con un lampo di determinazione negli occhi color smeraldo. Non poteva esitare, ormai: aveva deciso.
Sarebbe andato da Draco Malfoy e gli avrebbe detto ciò che provava nei suoi confronti, e quello che doveva succedere sarebbe successo. Sì, avrebbe fatto così, e al diavolo le conseguenze.
Tuttavia non poteva certo inginocchiarsi davanti a lui e fargli una sdolcinata dichiarazione da ragazzina, no? Ci voleva qualcosa di originale, qualcosa che colpisse il suo amato con tanta forza da lasciarlo senza parole; qualcosa, insomma, che gli lasciasse il tempo di spiegarsi.
Qualcosa come…
“Hermione!” gridò all’amica, che stava giocando a scacchi contro Ron in un angolo della sala. “Come si dice Ti amo in rune antiche?”
“Sectumsempra, Harry!” rispose Hermione con indifferenza, muovendo la sua regina.
Mentre Harry correva fuori dal dormitorio verso il destino che lo attendeva, il viso della ragazza rimase impassibile.
“Non guardarmi così, Ron. Un giorno mi ringrazierà” sentenziò, prendendo un’Ape Frizzola.


Defiance - Sirius/Bellatrix (was Twilight or Irony)

“Non farlo mai più, capito?”
Il suono dello schiaffo echeggiò nel salone polveroso, e i ritratti appesi alle pareti si svegliarono di soprassalto dal pisolino pomeridiano.
Andromeda Black accorse nella stanza dove la tredicenne Bellatrix, schiumante di rabbia, fissava dall’alto in basso un bimbetto dai capelli neri. “Hai esagerato, Bella, non ti ha mica morso il naso!” esclamò, inginocchiandosi accanto alla piccola vittima.
Bellatrix si limitò a sbuffare, con il viso traboccante di disprezzo. “Prova di nuovo a baciarmi e ti spezzo gli incisivi, marmocchio!” minacciò, puntando il dito verso il bambino.
Protetto dall’abbraccio della cugina, Sirius si lasciò sfuggire un singhiozzo.
Solo quattro anni di vita, e aveva già il cuore spezzato.


...e non solo quello, Sirius. Altra puntata della serie "I grandi due di picche del signor Black", a cura dei signori Ramoso, Codaliscia e Lunastorta.
La prima mi farà guadagnare un altro centinaio di nemici, oltre a quelli che già mi odiano per il cap 4; chiedo scusa a Harry per averlo coinvolto nel disastro per esigenze di copione.
E comunque, la dichiarazione di Harry ha funzionato: Draco è rimasto colpito (e pure con forza), e più "senza parole" di così si muore. Letteralmente.

Constant Blue Chameleon - Malocchio Moody/Tonks

Ninfadora Tonks si premette una mano sulla bocca per soffocare le risate. Tra poco Malocchio sarebbe tornato e lei aveva una bella sorpresa in serbo per lui.
Quando i passi pesanti dell’Auror risuonarono sui gradini del numero 12 di Grimmauld Place, la ragazza attraversò l’ingresso e spalancò la porta: “Indovina chi è?”

Mezz'ora dopo, Malocchio accolse Kingsley con l’espressione più vicina a un sorriso che la sua faccia piena di cicatrici potesse ospitare. “Credeva di fregarmi, eh?” abbaiò soddisfatto. “Ma io l’ho conciato per le feste, quel Mangiamorte della malora! Trasformarsi in me, che impudenza! Ma ha imparato la lezione, oh se l’ha imparata…vigilanza costante, ragazzo, non dimenticartelo!”
Alle sue spalle, due guaritori del San Mungo tentavano di rianimare una Ninfadora Tonks resa irriconoscibile da tutte le maledizioni più o meno legali che l’avevano colpita.
Regola numero uno: mai fare scherzi a un Auror in perenne stato di allerta.


Sssssssssssssssss - Tom/Harry

Voldemort inclinò appena la testa da un lato, contemplando il ragazzo in piedi davanti a lui, e uno stano sorriso, senza gioia, gli increspò la bocca senza labbra.
“Harry Potter” mormorò. “Il Ragazzo Che È Sopravvissuto”
Il Signore Oscuro assaporò quel momento di trionfo. Finalmente Harry Potter era in mano sua: la scena che aveva sognato tante volte in quegli ultimi anni era divenuta realtà.
Solo che nei sogni Potter non aveva quella strana espressione, quel sorriso assorto e trasognato.
Il ragazzo continuava ad avanzare verso di lui, con i Mangiamorte che lo osservavano impietriti senza avere il coraggio di intervenire. Quattro passi ancora…tre…due…uno…
E poi il detestabile ragazzino dai capelli neri gli cadde letteralmente tra le braccia.
Non era ferito né svenuto, ma il suo viso irradiava una luce che Lord Voldemort aveva visto una volta sola: quando uno dei suoi compagni di Casa aveva assunto una dose eccessiva di Amortentia.
E mentre gli occhi verdi di Harry Potter lo fissavano con l’espressione più zuccherosa e adorante mai comparsa sulla terra, Voldemort si pentì amaramente di aver letto quel libro sugli Horcrux ignorando il capitolo intitolato Possibili effetti collaterali.



Santa pace, non posso credere di aver scritto 'sta roba.
La radice di questa seconda flashfic proviene da due interventi su FictionAlley nella discussione Can't Stand Harry/Voldemort: io e Darth Gojira abbiamo cercato una spiegazione per questa coppia e questo è il risultato:
-Wearing a Horcrux totally messed up Harry's soul. A part of Voldemort's soul possessed him and wants to join his owner. (Lizzyluna)
-All Horcruxes feel an attraction to the original maker. This backfires on Voldemort. (Darth Gojira)
In pratica, il frammento di anima nel corpo di Harry è stato attratto dal suo originale possessore, cosa che il povero Voldy non aveva previsto.
L'inizio è ripreso pari pari da HP e i Doni della Morte, cap. 34.
Link alla discussione: http://forums.fictionalley.org/park/showthread.php?s=&threadid=137011&perpage=20&pagenumber=3

La prima...beh, faceva ridere, credo.
Restate sintonizzati, ho appena avuto uno spunto per la James/Ron che forse potrete leggere domani. Intanto io mi godo l'ultima ora del mio compleanno.

Windswept Kings - James/Ron

Quando James emerse dal velo, la prima cosa che sentì fu la luce calda del sole sul suo viso. Non l’avvertiva da tanto tempo che temeva di averla dimenticata, e invece non era affatto così: era come ritrovare un vecchio amico.
Al suo fianco Lily si guardava intorno raggiante, felice come lui di poter trascorrere un’ora nel mondo dei vivi. Non sapeva come Harry fosse riuscito a riportarli indietro, ma non aveva importanza: ciò che contava era che finalmente avrebbero potuto riabbracciare il loro bambino.
“Eccoli, James! Eccoli là!” disse, indicando tre figure che correvano verso di loro. Mentre James guardava in quella direzione, agitando la mano in segno di saluto, uno dei nuovi arrivati distanziò rapidamente gli altri due, si buttò addosso a lui e gli schioccò un bacio sulla guancia.
Piccolo problema: la figura era alta come Harry, ma aveva i capelli del colore sbagliato.
No, decisamente non era suo figlio.
James lo scrutò perplesso, non sapendo cosa pensare. “Tu…tu sei Ron Weasley, giusto?” lo interrogò.
“Sì, signor Potter!” confermò il ragazzo.
“E dimmi, questo… questa accoglienza per cosa era?” chiese ancora James ridendo nervosamente.
“Per la Mappa del Malandrino” rispose Ron arrossendo. “E per il mantello. Sapesse che divertimento andarsene in giro per la scuola alle spalle di Gazza e Nasone…cioè, del professor Piton”
Il sorriso di James si allargò, mentre ricambiava l’abbraccio del giovane mago. “Ti ringrazio, Ron Weasley. Anche se, per essere sincero, un ringraziamento dalla tua graziosa cognata francese sarebbe molto più gradito”
Il fatto che James fosse morto e sepolto non impedì a Lily di abbatterlo con uno scappellotto.


Rainbow Petals - Teddy/Lily Luna

“Bambini, è ora di dormire!”
“Uffa!” esclamò Albus, abbandonando la partita di bowling che stava giocando usando gli scacchi come birilli.
“È quasi mezzanotte, Albus, è tardissimo. Scusa, Harry, potresti…”
“Ci penso io, Ginny!” intervenne un ragazzo dai capelli castani…no, rossi…anzi, viola. “Se Victorie mi dà una mano ce la caveremo in un lampo, vero Vic?”
La giovane Weasley era tutt’altro che entusiasta, ma Teddy Lupin ignorò la sua irritazione e prese per mano i due piccoli Potter. “Venite, voi due. State cascando dal sonno”
“Io non ho sonno!” protestò James, ma un enorme sbadiglio lo smentì subito dopo.

Al piano di sopra, la piccola Lily ascoltava le voci provenienti dal salotto. Zia Hermione l’aveva portata a letto un’ora prima, e lei aveva la sgradevole sensazione di essersi persa tutto il divertimento.
Con gli occhi semichiusi, la bambina si concentrò sulla voce della mamma che raccomandava “Lavatevi bene i denti, non vi bagnate e non giocate ai pasticceri con il dentifricio…sì, James Sirius, sto parlando proprio con te!”. Naturalmente nessuno dei due ascoltò: una volta giunti al piano di sopra i due fratelli ingaggiarono quella che, a giudicare dai rumori provenienti dal bagno, doveva essere una battaglia navale.
Ci vollero diversi minuti prima che Teddy comparisse, con due bambini gocciolanti in braccio e chiazze di dentifricio in faccia; Lily lo sentì mettere i fratelli a letto e rimboccare loro le coperte, per poi raggiungerla nella sua stanza.
“Ancora sveglia, Lilybella?” le chiese.
“Aspettavo la mamma per la favola. Non è che puoi dirle di venire?”
“Temo che sia impegnata. Lei e zia Hermione hanno sempre parecchie cose da dirsi”. Teddy sorrise dell’espressione delusa della bambina e si sedette sul tappeto accanto a lei. “Facciamo che ci penso io alla favola? Allora, tu sei la principessa…”
“E James?”
“Il drago”
“E Albus?”
“Albus…uhm…il mostro marino”
Lily rise. “E tu chi sei, il cavallo?”
“No, Lilybella. Io sono il principe” la corresse lui, e prima che Lily potesse replicare le diede un bacio. Un bacio vero, non un bacetto della buonanotte.
“Dormi bene, Lily” la salutò, prima di raggiungere Victorie al piano di sotto.
Lily impiegò parecchio per addormentarsi, ma quando ci riuscì i suoi sogni furono meravigliosi.


Diabete, diabete. Ok, stavolta vi ho fatti vomitare.
La prima non è stata facile, lo ammetto. Guardate cosa ho dovuto inventarmi solo per farli incontrare... e dare un'occhiata al forum per ispirazione non ha aiutato.
Il favoloso Lily chop mi sembrava una conclusione adeguata.


Prima classificata (wow, e ripeto: wow!) all'Harry Potter Contest: L'amore non ha volto..., con i giudizi di Alexluna da CoS



Rainbow Petals di Lizzyluna
Facciamo che ci penso io alla favola? Allora, tu sei la principessa…

Come notato nella storia Ultimate Revenge, la facilità con cui la fanwriter si cimenta in uno stile diverso a seconda del contesto è lodevole. Questa storia è di una tenerezza disarmante, l’intimità senza malizia dell’azione lascia un enorme sorriso post lettura. È l’affresco vivace e favoleggiante dell’infanzia di Lily Luna Potter, della sua difficile sopravvivenza al fianco di due irrequieti fratelli. Per fortuna che a salvarla dalla gara di dentifricio ci sia il suo cantastorie di fiducia. Eppure Teddy Lupin è anche altro: è il suo principe.
Simpatici e vividi i dialoghi, il ritmo incalza e la lettura scorre fin troppo in fretta. La caratterizzazione dei personaggi è sufficientemente gestita, anche se sacrificata dalla brevità. Il finale però non convince. È ancora più scarno del resto, e decisamente frettoloso. Il consiglio è quello di rivedere da capo l’intera fanfiction, e impolparla un po’ di più. A caldo il risultato convince, ma dopo poco ci si accorge dell’evanescenza contenutistica. La forma c’è, ma il soggetto su cui lavorare? Anch'esso è presente, ma non è lavorato a dovere. L’originalità è tanta, e il talento della fanwriter indubbio, quindi perché non sforzarsi un pochino di più?
Tirando le somme una storia carina e leggera, scritta in un italiano semplice ma fresco. Grammatica quasi perfetta!

da una mano: dà verbo va con l'accento, altrimenti è preposizione semplice.
Lei e Zia Hermione: la maiuscola a zia non va.

1. Grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura			9.65/10
2. Originalità			8/10
3. Forma e stile			9.5/10
4. Gradimento personale			4/5
Totale: 31.15/35		Media: 8.9

Black Dreamer - Tom/Luna

Per la prima volta nella sua esistenza, Lord Voldemort si sentiva a disagio. Gli era capitato centinaia di volte di trovarsi di fronte a un prigioniero, di godersi le sue suppliche e la sua angoscia prima di porre fine alla sua vita, ma mai nessuno l’aveva guardato come quella ragazza: uno sguardo fermo, immobile, senza paura.
“Sai chi sono io, ragazzina?” le chiese, nel tono più minaccioso del suo repertorio.
“Oh, sì che lo so” rispose la giovane strega, senza che la sua espressione svagata cambiasse. “Lei, piuttosto, dovrebbe fare qualcosa per i Gorgosprizzi”
“Gorgocosa?”
“Quelli che ha in casa” spiegò pazientemente la biondina. “Le loro uova causano allergie, sa… occhi rossi, disturbi al naso, pelle squamosa… una disinfestazione risolverebbe tutti i suoi problemi, e lei sarebbe molto più felice”
Lord Voldemort le voltò le spalle, lasciando a Lucius il compito di scortarla nella sua cella. Si chiedeva se non fosse stato un grave errore portarsi quella tizia in casa.


Beelzeblubber - Voldemort/Vernon

Vernon Dursley aprì il portone di casa sua con uno sguardo diffidente. “Chi è?”
“Il mio nome è Lord Voldemort” rispose il visitatore.
“Se vuole venderci un aspirapolvere, perde il suo tempo” puntualizzò Vernon deciso.
“Non so di cosa stia parlando” replicò Voldemort altero. “Allora, mi confesserà spontaneamente dove si trova Harry Potter o dovrò torturarla per farmelo dire?”
“Quell’impiastro non è qui!” rispose Vernon con una smorfia di puro disgusto. “Lei viene da… da quella scuola? È un altro di quelli che lo proteggono?”
“Proteggerlo, io? No, tutt’altro. Sono qui per ucciderlo”
Vernon scrutò lo sconosciuto con rinnovato interesse. “Dunque, lei odia mio nipote?”
“Più o meno”
“Vuole vederlo morto?”
“Ne sarei felice”
Vernon si grattò il naso, diede un’altra occhiata al visitatore e fece un passo indietro. “Entri pure, le offro un caffè.”


Capitolo tutto dedicato al buon Voldy, amatissimo dalle mie due o tre Fedeli Lettrici. Ve lo dovevo, dopo l'overdose di zucchero chiamata Teddy/Lily.
Vi rassicuro subito: il topic per la Voldemort/Vernon non esiste.


VENTITREESIMA CLASSIFICATA al "The best of..." Contest

GRAMMATICA E CORRETTEZZA FORMALE: 9,1
PARTICOLARITA' STILISTICA E RICCHEZZA LESSICALE: 6
CREDIBILITA' E CARATTERIZZAZIONE: 5
ORIGINALITA' E PERSONALIZZAZIONE: 8
GRADIMENTO PERSONALE: 5


TOTALE: 33,1



Che dire, un bell’otto in originalità non potevamo proprio rifiutartelo! ;)
Resta il fatto, purtroppo, che si tratta di una drabble molto poco significativa, seppur tutto sommato divertente. Bada bene, abbiamo capito alla perfezione che l’intento di queste poche righe non era quello di stravolgere la sfera emozionale del lettore ma solo quello di strappare un sorriso, tuttavia, nonostante l’idea sia buona, è sviluppata superficialmente, con un lessico povero e un totale stravolgimento dei personaggi, tanto da risultare tangente alla sfera del demenziale, se non addirittura secante.
Gli errori grammaticali sono pochi (c’è da dire che il fatto che sia una drabble va a tuo favore ;) ):
- “sua” al posto di “propria”;
- punteggiatura nei dialoghi errata (rimandiamo anche te allo specchietto antecedente alle valutazioni);
- punti scomparsi, ancora una volta nei dialoghi. La drabble stessa si conclude con un “le offro un caffè”: il punto finale dov’è?
Di conseguenza, hai un bel voto alto in ‘Grammatica e correttezza formale’ dalla tua, ma a parte l’innegabile originalità il linguaggio è essenziale, scarno, con intere strutture del periodo ripetute. Un esempio: “con uno sguardo diffidente”, “con una smorfia di puro disgusto”, “con rinnovato interesse”, tre espressioni che poste a così poca distanza l'una dall'altra quasi creano una cantilena non proprio piacevole. C’è un “farmelo dire” che in bocca a Voldemort è come un “Ialea tracta est” tra le labbra di un bimbo di cinque anni e non c’è una sola subordinata.
Solo perché la trama è elementare, non significa che si debba scrivere in modo elementare. E’ possibile fare sbellicare dalle risate anche (a volte soprattutto) in modo complesso e raffinato. Se la scena può strappare un sorriso, il lessico estremamente povero, la struttura troppo semplice dei periodi e in generale la poca cura stilistica (quasi si fosse detto: “è una scenetta, non un brano di Dante”, che però non è una giustificazione ;)) fanno invece storcere il naso, compromettendo la gradevolezza eventuale.
La confezione non è tutto, ma quando, come in questo caso, il contenuto è essenziale e incredibilmente semplice può migliorare la piacevolezza della lettura.
Inutile dire che sia Voldemort che Vernon sono terribilmente OOC, il primo che suona al campanello di un’abitazione babbana e si presenta in modo cortese, conversando in modo quasi civile con quella che lui considera la feccia dell’umanità e il secondo che al nome “Lord Voldemort” non batte ciglio, mentre è risaputamente terrorizzato perfino da Hagrid. Ovvio, tutto rientra in una volontà precisa – parodistica, comica -, ma lo stravolgimento è fine a se stesso e il divertimento manca quando non si riconoscono affatto i tratti dei personaggi di cui ci si aspetta leggere. Anche i dialoghi, incredibilmente semplici, al limite del banale, non aiutano, laddove invece bastano pochi tratti, anche in una drabble, per riportare lo schizzo di una caratterizzazione. La caricatura del personaggio e il divertimento nascono dalla presa in giro di atteggiamenti degli stessi, qui... beh, non vi è esagerazione di atteggiamenti, non vi è estremizzazione. In poche parole, non vi sono né Vernon, né Voldemort.
E’ un’idea carina e simpatica, davvero, ma sviluppata senza alcuna pretesa di sorta e senza una cura del dettaglio che la proprima “miglior storia” (e questo era il tema del contest) in genere necessita, indi per cui il giudizio, sia personale che generale, ne risente.

Chasing A Keeper - Oliver/Alicia

Alicia amava il marito con tutto il cuore. Adorava la sua gentilezza, la sua tenacia e la sua grande passione per il Quidditch; adorava perfino il suo portafortuna, un brandello della sua divisa da Portiere di Grifondoro, quella che aveva indossato per la sua prima partita.
Tuttavia, ogni cosa ha un limite. E per Alicia Spinnett Baston quel limite era stato superato.
“Oliver, stai esagerando”
“Alicia, lo sto solo allenando. Voglio che mio figlio sia pronto quando giocherà sul serio”
“Allenamenti tutte le mattine, i pomeriggi, le sere, nei giorni di pioggia e la mattina di Natale! È troppo per un bambino, così lo stancherai!”
“A lui non pesa, cara, te l’assicuro…”
“E allora perché ha scritto una lettera alla McGranitt supplicandola di ammetterlo a Hogwarts? Anche se ha solo nove anni?”
Oliver si passò la mano tra i capelli, perplesso. “Dici che lo tengo troppo sotto pressione?”


Darkness - Lucius/Sirius

L’undicenne James Potter scese dal treno per Hogwarts a fianco del suo nuovo amico, che rispondeva al nome di Sirius. Lo conosceva da poche ore e già lo considerava la persona più affascinante che avesse mai incontrato… e a quanto pareva non era il solo a pensarlo.
“Però…hai già tre ragazze che ti guardano!” commentò ammirato (e anche un po’invidioso).
“Sai quanto me ne importa!” replicò Sirius insofferente. “Le ragazze sono così noiose… basta far loro un sorriso e un complimento e cadono tutte ai tuoi piedi”
“Tutte?” chiese James con un sorrisetto. “Anche quella?”
Indicò una Serpeverde dai lunghi capelli biondi che stava scendendo dalla carrozza dei Prefetti, qualche metro davanti a loro. Doveva essere come minimo al quinto anno, e si faceva largo tra la folla come se la stazione, aria compresa, fosse solo roba sua.
“E che ci vuole?” rispose Sirius spavaldo. “Fatti da parte e stai a vedere, Potter!”
Scivolando abilmente tra uno studente e l’altro, il piccolo Black raggiunse la giovane e le posò una mano sul braccio per attirare la sua attenzione. “Ehi, buongiorno, bellezza!” la salutò con un sorriso.
La ragazza si voltò. “Bellezza un corno, pivello. Sono Lucius Malfoy, Prefetto di Serpeverde, e se finirai nella mia Casa ti farò pentire di essere nato mago!”
Sirius non poté fare altro che battere in ritirata, borbottando patetiche scuse, e raggiungere l’amico che lo stava aspettando. “Basta un sorriso e cadono tutte ai tuoi piedi, eh? Hai voglia di parlarne, Black?” lo prese in giro James sghignazzando.
“Fantastico!” pensò amaramente Sirius. “Primo giorno di scuola e sono già nei guai fino al collo”


Questa raccolta si regge essenzialmente su due pilastri: le avventure di zio Voldy e le figuracce colossali di Sirius. Quindi pubblico un'altra figura di me...lassa targata Black prima di mettere la raccolta da parte, forse per qualche giorno (due esami il 17 chiedono la precedenza). Ringrazio tutti per la stima e le recensioni.
Rivediamo il mitico capitan Oliver in una scena di vita coniugale e Sirius il Seduttore Undicenne alle prese con i suoi nuovi compagni (e questo è il vero motivo per cui il cappello l'ha mandato a Grifondoro).

Scritte e limate tra una guerra mondiale e l'altra. Buona lettura, e al diavolo San Valentino.


Inseparable - James/Sirius

“James, devo dirti una cosa”.
Sirius si sedette sul bordo del letto dell’amico, dondolando nervosamente un piede per farsi coraggio. “James, io… credo di essere innamorato di te” disse tutto d’un fiato.
“No, Sirius”.
La voce di James sembrava stranamente calma, come se il compagno di stanza gli avesse chiesto se voleva fare una partita a scacchi. “Non sei innamorato di me, sei mio amico. È diverso”.
“Non è lo stesso” insistette Sirius. “Mi sei mancato in questi due mesi, non vedevo l’ora di stare con te… con Remus e Peter non mi succede”.
James si fece più vicino, abbastanza da sfiorare la mano di Sirius con la sua. “È lo stesso” sentenziò. “Sirius, vuoi baciarmi?”
“Cosa… ugh, no, che schifo!” esclamò Sirius, scostandosi bruscamente. “Cioè, non è che tu mi fai schifo, è solo…”
“Allora non sei innamorato” concluse semplicemente James. “Vedi, se io fossi seduto così vicino alla Evans mi batterebbe forte il cuore e sentirei un nodo allo stomaco, tu invece stai vicino a me tutti i giorni e sei tranquillo. Sei felice di vedermi, ma solo perché sei mio amico”.
Sirius ebbe la sensazione che le parole di James gli avessero tolto un peso. “Sì, sono tuo amico” confermò con un sorriso.
“Beh, se proprio vorrai sposarmi ci farò un pensierino” scherzò James arruffandogli i capelli, “ma c’è ancora tempo. Buonanotte, Sirius”.
“Buonanotte, James”.
“Ah, Sirius…”. James sorrise e tese la mano. “Finché morte non ci separi”.
“Lo prometto”.


Unrequited - Blaise/Millicent

Quando Millicent Bulstrode raggiunse la Sala Grande per la colazione, sapeva già cosa -chi- avrebbe trovato. E infatti eccolo lì, circondato da una corona di Serpeverde.
“Blaise…” lo salutò freddamente.
“Milly…” balbettò il ragazzo.  Draco Malfoy gli sibilò qualcosa all’orecchio e lo spinse rudemente in avanti, allo scoperto: “Vai avanti, cretino!”
“Milly…” ricominciò Blaise, sempre più nervoso. “Milly, tu… tu mi hai rapito il cuore!”
Millicent lo fissò a lungo, poi sorrise. Fu un sorriso che fece fare ai Grifondoro presenti parecchi passi indietro. “Davvero? Oh, che sbadata, non me ne sono accorta!” cinguettò. “Corro a scrivere la richiesta di riscatto!”
I Serpeverde esalarono il respiro che avevano trattenuto per trenta lunghissimi secondi. Buco nell’acqua, anche quella volta.
“Ok, questa non funziona!” commentò Pansy cancellando qualcosa da un foglio. “Domani prova con Il mio cuore batte solo per te”


...
Dai, non fate quella faccia. Questa volta Sirius non le ha prese...
Comunque, spiegazione. Mi è capitato di leggere una FF in cui Sirius soffocava la sua attrazione per James ripetendosi che era solo amicizia; e se fosse capitato il contrario? Se Sirius a un certo punto avesse dato il nome di amore a qualcosa che amore non era?
La conversazione qui riprodotta si svolge... diciamo il primo giorno del secondo anno, dopo settimane di viaggi mentali per il povero Black, combattuto tra il desiderio di sputare il rospo e il terrore che James reagisse malissimo. So che i nomi dei protagonisti si ripetono in modo irritante, ma mi sembrava che l'intreccio di Sirius e James, James e Sirius si adattasse bene al titolo.
La seconda vede i Serpeverde nell'inedito ruolo di consulenti sentimentali. La casa di Salazar conserva intatta la propria rudezza, in ogni caso.


Quinta classificata al un prompt al giorno... leva il contest di torno!

Inseparable – Lizzyluna
Grammatica: 10/10
Stile: 9,5/10
Originalità: 10/10
IC: 15/15
Attinenza al prompt: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 64,5/65
Sto ridendo come una pazza. Mai riso tanto, te lo giuro.
È la fic più demenziale e divertente del contest, infatti un premio per la risata te lo meriti tutto, tutto, tutto!
Perfetta. Finalmente niente pairing James/Sirius, coppia che non digerisco!
È tutto impeccabile. La grammatica è ottima, la caratterizzazione coerente coi personaggi del libro. È una storia molto originale e col prompt ci hai preso in pieno!
Lo stile.... Beh, ho tolto mezzo punto per i nomi continuamente ripetuti.
Ho visto le note dell’autore in cui ne spiegavi il motivo, intendiamoci. Però alla lunga era un po’ pesante!


La cosa deprimente è che nelle mie intenzioni doveva essere seria... vabbe', significa che come autrice comica sono un fenomeno.

Moon Petals - Remus/Lily

“Oh, no, eccolo di nuovo!” sbuffò Lily scorgendo un Grifondoro in fondo al corridoio. Tutti gli anni era la stessa storia: lei scendeva per colazione negli orari più improbabili pur di evitare quell’assedio e Potter era sempre lì ad aspettarla, circondato da disumane quantità di fiori o con qualche altro oggetto ingombrante e di cattivo gusto, perfettamente intonato al suo ego.
Era troppo stupido per capire che era perfettamente inutile far credere a una ragazza di essere innamorato di lei per poi insultare il suo più vecchio -vabbe’, unico- amico… cosa che Potter aveva fatto non più tardi del pomeriggio precedente. Imbecille.
La figura si avvicinò e Lily si rese conto del proprio errore. Non era Potter il ragazzo misterioso: era Remus, il timido Remus…e la stava aspettando con una rosa in mano.
Remus con una rosa, il giorno di San Valentino.
“Oh, no, ti prego…” pensò Lily. “Non voglio farlo soffrire, sta già abbastanza male per conto suo…”
Nessun essere soprannaturale accolse quella muta preghiera; il ragazzo non si dissolse nell’aria come un sogno, ma le andò incontro con l’espressione risoluta di un giovane Auror al primo assalto. “Remus…” cominciò lei imbarazzata, ma il Grifondoro non la lasciò finire.
“Questa è per te!” disse in fretta, e le piazzò la rosa in mano come se scottasse. “Da parte di James” precisò, tormentandosi la cravatta. “Voleva dartela personalmente, ma non ne ha avuto il coraggio”
Da parte di James…non ne ha avuto il coraggio…aveva davvero sentito quelle parole, oppure le aveva solo immaginate? Oppure era tutto un delirio provocato da qualche grave incidente? (in quel caso sperava che Potter fosse rimasto coinvolto nel disastro, possibilmente con traumi irreparabili).
In ogni caso, rifletté Lily, il Remus Lupin che le stava di fronte sembrava troppo solido per essere un’allucinazione. In quel momento era impegnato a rovistare nella tasca del mantello; dopo una breve ricerca recuperò un sacchetto di carta argentata e ne vuotò il contenuto sul palmo della mano. “Da parte mia e di Peter” spiegò porgendole due cioccolatini. “Il mio è quello blu”
Di fronte ad un gesto così gentile la ragazza sorrise, per la prima volta in quella giornata. “Grazie!” rispose prendendo l’omaggio dalle mani di Remus. “Tu e Peter siete stati molto carini”
“Anche James!” protestò il Grifondoro. “Ci ha messo un bel po’a scegliere quella rosa, nessuna gli pareva abbastanza perfetta per te. Lui...lui ti vuole molto bene” aggiunse arrossendo lievemente.
Lily sorrise di nuovo a quella frase così infantile. “Davvero molto divertente...non credevo che tu ci saresti cascato, Remus”
“Non è uno scherzo!” ribatté Remus. “Darebbe la sua anima per un’ora di coccole, morirebbe per un tuo bacio...credimi, il suo amore è sincero, non vuole farti male un’altra volta!”
Per un attimo Lily fu tentata di credere a quell’appassionata dichiarazione, che suonava così strana in bocca al tiepido e razionale Prefetto, ma la sua prudenza ebbe la meglio: già una volta si era illusa che James fosse cambiato, ma poi era tornato tutto come prima.
Inoltre aveva la sensazione che Remus non fosse del tutto convinto di quello che diceva, tanto che decise di stuzzicarlo un po’: “E se io volessi te, invece?” sussurrò maliziosa, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sul petto.
Il ragazzo indietreggiò con un’espressione di puro terrore: il suo atteggiamento rivelava chiaramente che avrebbe preferito affrontare un drago adulto. “No...no, per carità...vorrei vivere ancora un pochino!” balbettò cercando di respingerla; Lily notò divertita che sembrava sul punto di svenire.
“Avanti, Remus, non fare il fifone, voglio solo darti il mio regalino...ecco, questo è per te!” esclamò, e prima che lui potesse impedirglielo gli buttò le braccia al collo e lo baciò sulla guancia. “E questo è per Peter” aggiunse baciandolo sull’altra guancia. “Ringrazialo da parte mia e digli che è stato gentile a ricordarsi di me”
Il Prefetto di Grifondoro galleggiava beatamente in qualche angolino remoto della quarta dimensione, in compagnia di margherite, usignoli ed angioletti musicanti; il suo ritorno alla realtà fu lento e faticoso, benché notevolmente accelerato dall’immagine di un Cacciatore furibondo armato di balestra che sembrava avercela con lui. “Eh...oh...beh...uh...grazie!” borbottò, cercando di assumere un atteggiamento dignitoso. “E...ehm...James?”
“Ah, già...Potter!” rispose Lily con una smorfietta impertinente. “E va bene, qualcosina anche a lui!”. Rifletté un attimo, poi accostò nuovamente il viso a quello del ragazzo (provocandogli un momentaneo arresto cardiaco) e tuffò una mano tra i suoi capelli, accarezzandolo teneramente come un gattino.
“Direi che può bastare!” dichiarò dopo alcuni lunghissimi minuti. “Siete a posto così o devo qualcosa anche a Sirius?”
Il poveretto diventò, se possibile, ancora più rosso: “Sì...cioè, no...insomma, l’idea è stata sua, però è...è meglio se lo ringrazi di persona, io...io sono così distratto...scusa, adesso devo proprio andare!”
“Beh, se proprio devi... ci vediamo, Remus, sei un vero tesoro!” esclamò Lily, baciandolo a tradimento sulla punta del naso.
Questo diede il colpo di grazia alla sanità mentale del giovane Lupin. Borbottando qualcosa di incomprensibile, il ragazzo si avviò barcollando lungo il corridoio, urtando ogni tanto la parete; giunto a metà strada si aggrappò ad un’armatura e vi restò avvinghiato per cinque minuti buoni senza dare segni di vita, all’infuori di qualche gemito di assoluta disperazione.

Quel giorno i principali argomenti di conversazione furono tre.
Il primo (Grifondoro e Corvonero): Il povero Lupin dev’essere impazzito: si è lavato la faccia almeno dieci volte stamattina, e Lydia Doolin l’ha scovato fuori dalla torre di Corvonero che litigava con il corvo perché non voleva lasciarlo entrare!
Il secondo (Serpeverde e Tassorosso): La sai l’ultima? Potter ha tentato di strangolare Lupin e l’ha inseguito per tutta la scuola picchiandolo con una mazza da Quidditch!
Il terzo (tavolo dei professori): Preside, è giunta la fine del mondo. Durante la mia lezione il giovane Lupin era distratto.


Puntata speciale di San Valentino. Una sola FF stavolta, perché è lunga: l'avevo già scritta, ho solo dovuto ritoccarla un poco. Per le storie idiote, ripassate più tardi (ne ho un paio in mente, una pronta e quattro da sistemare, ma non posso lavorarci subito dato che Hitler, Mussolini e Stalin mi hanno invitata a cena a casa di JFK).

Dark Love - Bellatrix/Rodolphus (merged with Love or Lust)

La mattina del 4 luglio Bellatrix Black fu svegliata da un vago senso di nausea. Quello che stava per cominciare sarebbe stato il giorno più brutto della sua vita.
Quella mattina avrebbe conosciuto il suo promesso sposo: un rispettabile Purosangue che le avrebbe dato una vita agiata e rispettabili figli Purosangue senza conoscere nulla di lei, a parte il suo nome. Non sapeva chi le sarebbe toccato: poteva essere un marmocchio come Sirius (a volte capitava) o una mummia decrepita vecchia come suo nonno (sì, capitava anche quello). Una cosa era certa: non la aspettava nulla di buono.
Bellatrix fece del suo meglio per lasciare la camera il più tardi possibile, ma alla fine dovette rassegnarsi: impacchettata in un abito azzurro, scese le scale di malavoglia e stava maledicendo il destino che l’aveva fatta nascere Black quando scorse una figura familiare nell’atrio. “Rodolphus!” gridò felice, correndogli incontro. “Rodolphus, ci sei anche tu!”
Il giovane Lestrange era l’unico maschio che Bellatrix riuscisse a sopportare: era stato suo compagno di giochi, amico d’infanzia e sostegno psicologico a Hogwarts, sempre al suo fianco fin dalla prima volta in cui aveva messo piede sul treno. Il Cappello li aveva assegnati entrambi a Serpeverde, cosa di cui la ragazza non smetteva di essere grata: nonostante la sua ossessione per il Quidditch, la sua pigrizia cronica e quel suo vizio irritante di rispondere alle domande con altre domande, Rodolphus Lestrange era una persona speciale.
Soprattutto, Rodolphus era l’unico che sapesse farla sorridere.
“Stai benissimo, Bella!” la salutò l’amico. “Vieni, ti stanno aspettando”
Aggrappata al braccio del ragazzo, Bellatrix raggiunse il salotto da ricevimento, preparandosi mentalmente a sfoggiare il sorriso più falso del mondo, ma quando varcò la soglia non vide nulla di insolito: solo i suoi genitori e i signori Lestrange che stavano bevendo il tè.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo. Forse il suo promesso sposo era in ritardo… o forse, meglio ancora, era morto o aveva sposato un’altra. Oppure la mamma gli aveva scoperto un bisnonno Babbano e l’aveva scartato. Magnifico.
“Lui… non è ancora arrivato?” chiese speranzosa a Rodolphus.
“Guarda meglio” mormorò il ragazzo abbracciandola. “Credo proprio che sia già qui”
Bellatrix lo fissò incredula, con la sensazione che la stanza si fosse improvvisamente riempita di luce. Quello era decisamente il più bel giorno della sua vita.


Glorious Future - Cooman/Lavanda

“Signorina Brown, vuoi per favore leggere il tuo compito?”
Lavanda si alzò con grazia, mentre i vapori delle erbe aromatiche la circondavano come un’aureola.
“Volentieri” declamò. “Dunque, domani il professor Piton metterà Harry in punizione e Grifondoro, imbottito di riserve, perderà la partita; domenica Voi-Sapete-Chi ucciderà una famiglia di Babbani proprio di fronte a casa mia; lunedì Draco Malfoy resterà gravemente ferito e martedì, cosa ancora più tragica, il mio ragazzo mi lascerà per mettersi con la sua amica racchia. Oh, dimenticavo: nel giro di un anno due professori di Difesa contro le Arti Oscure perderanno la vita”
“Meraviglioso, meraviglioso!” approvò la Cooman estasiata. “Tu hai davvero la Vista, ragazza! Molto dotata!”
“Magari azzeccasse qualcosa!” sussurrò Calì alla sorella. “Non mi dispiacerebbe se Piton levasse le tende”
“Peccato che non succederà!” approvò Padma.


Una coppia canon, tanto per cambiare. Dovevo prendermi una pausa dalle guerre mondiali.
Rodolphus amicone è già comparso in una delle mie fic, e siccome mi piace troppo l'ho riciclato qui. Perché il 4 luglio? Beh, è la data del mio orale alla maturità.
La seconda è ispirata dagli ultimi due libri. Soffriamo tutti insieme leggendo l'ultima profezia.

Falcon and Lioness - Rodolphus/Alice Paciock

Rodolphus Lestrange schivò una maledizione all’ultimo secondo e ne approfittò per asciugarsi il sudore. Quella ragazzina gli stava dando filo da torcere, lo ammetteva.
Non ci sono più gli Auror incapaci di una volta.
“Allora, ti arrendi?” ghignò la ragazza, spedendogli contro una fattura paralizzante decisamente ben fatta.
“Non così in fretta, marmocchia!” replicò Rodolphus. “Ma devo ammetterlo, saresti un’ottima Mangiamorte. Perché non ti unisci a noi?”
“Sul serio?” ansimò Alice, bloccando uno Schiantesimo. “Beh, anche tu saresti un ottimo Auror”

Per un istante i due si guardarono, immobili al centro del campo di battaglia.

“Naaah!” esclamarono all’unisono, e ripresero a combattere.


Artist's Flame - Dean/Ginny

Malfoy camminava ignaro nel parco di Hogwarts quando una Fattura Orcovolante lo colpì.
“Argh!” gridò orripilato, agitando le mani nell’aria. “Via, bestiacce! Lasciatemi sta…” e quelle furono le sue ultime parole, prima che una Fattura Pietrificante congelasse lui e i detestabili esseri.
“Va bene così, Dean?” chiese la ragazza dai capelli rossi che l’aveva scagliata.
“Stupendo, Ginny!” approvò Dean, schizzando rapidamente la scena su un foglio. “Con questo vincerò sicuramente il concorso di disegno… vedo già il titolo: Orrori notturni!”


Dopo aver deciso di lasciar perdere Critica per concentrarmi su Storia, ho scoperto che il mio esame è stato rimandato al 22: altri giorni di saturazione storica, altra corsa (dato che ho un esame anche lunedì). Cosa può fare un interista per sfogarsi, dato che bestemmiare non risolve nulla?
Esatto: torturare Draco Malfoy. ^_^
Stavo naturalmente pensando a Il sonno della ragione genera mostri, opera di Goya, che potete vedere qui.
Dato che Rodolphus vi è piaciuto tanto, ve lo ripropongo in versione super(?)cattivo.  I più cinefili tra di voi avranno sicuramente riconosciuto una citazione da un capolavoro cinematografico neorealista denso di significati simbolici: trattasi della scena finale di Fantasmi da Marte di John Carpenter (e poi non dite che non diffondo cultura).

Red Ebony - Sirius/Ginny

Il numero 12 di Grimmauld Place era immerso nel silenzio: l’unico occupante ancora sveglio era il padrone di casa, che come sempre era l’ultimo ad andare a letto. Quella sera, tuttavia, non era solo: saliva le scale tenendo in braccio la piccola Weasley, che si era addormentata sul divano.
La testolina rossa della ragazza riposava sulla sua spalla, evidentemente ignara di chi la stava trasportando; Sirius si muoveva con precauzione per non svegliarla, ma una parte di lui sperava che Ginny aprisse gli occhi, che arrossisse nel vedere il suo viso. Erano passati anni dall’ultima volta in cui una donna era arrossita per lui.
E molti più anni erano passati da quando l’ultima giovane vita aveva abbandonato quella casa maledetta per non tornarvi mai più, lasciando che il glorioso arazzo di famiglia si trasformasse in un albero secco.

La neve gelida che sferzava le finestre della dimora non svegliò la giovane addormentata, che l’ultimo Black custodiva tra le sue braccia come la sposa che non avrebbe mai avuto.


Devil's Dragon - Lucius/Draco

La ragazza alla reception consegnò la chiave alla coppia che attendeva oltre il bancone: un uomo alto e biondo e una donnina minuta con un cappellino civettuolo che le nascondeva il viso. Sembravano a posto, anche se i mantelli che indossavano sarebbero apparsi all’ultima moda nel 1861 o giù di lì. “Stanza 32, al primo piano” dichiarò. “Firmi qui, signor…”
“Lucian” rispose l’uomo con voce profonda, tracciando uno svolazzo indecifrabile sul registro. “E mia moglie è Drusilla”
La giovane seguì i due con lo sguardo mentre attraversavano la hall deserta, trasportando valigie che sembravano troppo sottili per contenere qualcosa di più di un cambio d’abito, ma smise ben presto di interessarsi a loro: alle sue spalle il telefono squillò e lei cancellò i due sposini dalla mente per concentrarsi sulla signora di Bath che voleva prenotare per una settimana.
Aveva ancora la penna in mano, dunque non dovette voltarsi verso il bancone per prenderne una; se l’avesse fatto, avrebbe visto l’uomo agitare un bastoncino e spedire i bagagli in cima alla scala nel giro di un secondo.

“Mettiti comoda, mia cara!” disse l’uomo ad alta voce, salutando la cameriera con un cenno del capo prima di chiudere la porta della stanza dietro di sé.
“Tutto ciò è imbarazzante, padre” mormorò la ‘moglie’ con una voce ben poco femminile.
“Lo so, Draco” sospirò Lucius, “ma quando si tratta di salvare la pelle…”


Usare un generatore di liste per decidere cosa pubblicare può fare strani scherzi: stavolta abbiamo una serata a tema, Sposini atipici.
Stavolta Sirius non becca il solito due di picche, ma solo perché la prescelta è addormentata; speriamo che Molly non lo sgami, altrimenti sono dolori. La giovane vita è ovviamente quella di Regulus, dato che né lui né Sirius hanno avuto figli (e Sirius continuerà a non averli: Ginny dormirà nella sua camera, giovani menti perverse).
Deliziatevi con la seconda coppia, l'apoteosi del nonsense se non è trattata con dosi massicce di ironia; qui abbiamo i due Malfoy dopo la guerra, rintanati in un alberghetto di Brighton per sfuggire a un'orda di Auror incavolati neri.
Ah, ho aggiornato DPP: se la seguite andate a vedere il cap.3.


3° posto al The Lover With No Home, giudicato da AlexBlack

TERZA CLASSIFICATA

Lizzyluna - L'amore è cieco (e certe volte anche sordo e muto) - Cap.21 [Banner]

GRAMMATICA 10/10
STILE E LESSICO 9,7/10
ORIGINALITA' 10/10
CARATTERIZZAZIONE 10/10
USO DEL PROMPT 8,5/10
GRADIMENTO PERSONALE 4/5
TOTALE 52,2/55
Allora…Innanzi tutto la grammatica è perfetta, brava, e su questo non c’è da discutere. Questa storia, pur essendo solamente una piccola flash, mi ha dato tanto da pensare.
Lo stile ed il lessico vanno abbastanza bene, se non fosse che sono un poco piatti e non tanto personalizzati; cerco di spiegarmi: in sé vanno entrambe bene, non ci sono ripetizioni o termini poco appropriati, ma non c’è nulla di “personalizzato”, di particolare, che potrebbe distinguere uno stile dall’altro. Ovviamente essendo solo una flashfic non ti ho tolto molto perché, appunto, la storia è corta. Comunque sia lo stile è buono, non fraintendermi, manca solo quel tocco in più di tuo :)
L’originalità è massima e non poteva essere diversamente: non ho mai letto una Sirius/Ginny che non sia ambientata in uno dei momenti stra-abusati della vita del Malandrino.
La caratterizzazione è buona, sì. Il desiderio di Sirius di vedere una nuova donna arrossire per lui dopo tanti anni, di essere per una volta al centro dell’attenzione di qualcuno lo trovo molto veritiero e plausibile. Dopotutto Sirius è e sarà sempre un malandrino e non vuole essere solo, né tantomeno essere “dimenticato”.
Il prompt è usato bene, certo, ma non è il tema centrale della storia e non si sente fino in fondo, a parer mio. Alla fine percepisci il desiderio di Sirius di avere qualcuno accanto sempre (una sposa, appunto), ma può essere interpretato in mille modi. Anche verso l’inizio della flash si può capire che Sirius è sempre solo, MA questa volta c’è Ginny, quindi non lo è più. Insomma, usato abbastanza particolarmente, ma non è comunque il fulcro della storia, che sembra invece il desiderio di Sirius di avere Ginny accanto.
Tutto sommato la flash mi è piaciuta, brava. È particolare e ben scritta, senza errori grammaticali. Un piccolo squarcio curioso della vita del Malandrino. ^^
Complimenti, se hai domande io sono qui :)

Dark Lily - Regulus/Lily

“Vuoi che ci parli io, Regulus?”
La voce di Sirius strappò il più giovane dei Black alle sue meditazioni. “Cosa vuoi, Sir?” chiese sgarbatamente il ragazzino, guadagnandosi un’occhiataccia della madre.
“Non far finta di non aver capito, rubacuori che non sei altro. So benissimo su chi hai messo gli occhi” continuò Sirius, circondandogli le spalle con un braccio con aria complice.
Il cuore di Regulus perse un battito. Se Sirius aveva scoperto il suo segreto, per lui era finita.
“Dev’essere stata dura per te, un'estate intera senza vedere il tuo amore, non è vero? Potevi anche confidarti con il tuo fratellone invece di tenerti tutto dentro e soffrire in silenzio; sarei stato felicissimo di mettere una buona parola per te”
“Non so di cosa stai parlando, Sirius” rispose Regulus gelido, voltandogli le spalle.
“Di questa, Regulus” rispose Sirius sventolandogli una fotografia sotto il naso. “Di quella che hai preso dal mio baule e che tiri fuori ogni notte per contemplare i begli occhi del mio amico James”
Non hai capito proprio niente, Sirius pensò Regulus con un pizzico di soddisfazione. Non era quell’idiota di Potter a interessarlo, né tanto meno quel deficiente di suo fratello che cercava di rubargli il primo piano: ciò che rendeva quella foto degna di essere guardata era la ragazza sullo sfondo, che sorrideva dolcemente mentre il vento le scompigliava i lunghi capelli rossi.
E al diavolo Potter e la sua boria: quel sorriso era tutto per lui.


Euphoria in the Sky - Oliver/Harry

“Harry, ti adoro, sei tutto il mio mondo” lesse Seamus. “Ehi Harry, non mi hai detto di avere una ragazza!”
“Infatti non ce l’ho” rispose Harry. “Quel biglietto è di Baston”
Seamus lasciò cadere il foglio come se scottasse. “Ba…Baston?”
“Esatto” confermò Harry. “Non trovava complimenti adeguati dopo la partita di sabato scorso”
“Oh” commentò Seamus imbarazzato. “E anche quello è… suo?”
“Il mazzo di fiori gigante? No, quello è della McGranitt”



È il vostro capitano che vi parla... dal salotto di casa sua: ebbene sì, sto inaugurando la connessione wireless nuova di zecca (oltre al portatile, regalo di compleanno). Certo che è comodo scrivere con le terga sul divano.
Lo confesso, la Regulus/Lily è una mia creazione (come la Teddy/Lily del resto); sarebbero carinissimi insieme, a patto che non si trasformi la loro tenera storia d'amore in un pornazzo di quarta categoria. Finora ho trovato solo un accenno in una storia di Twinstar (in cui la buona Lily ammette di aver avuto una cotta spaventosa per il giovanotto), ma è bastato a farmi spuntare un sorriso stile Arco di trionfo.
Ah, giusto perché lo sappiate, Sirius ha capito tutto. Fra venti minuti esatti arriverà alla stazione e offrirà alla Evans la mano di suo fratello (il quale fratello lo picchierà a sangue, ma questa non è una novità).
Di seguito, variazione sul tema "Il fascino della divisa (da Quidditch)". Special guest: Seamus Finnigan, spesso e volentieri dimenticato.

Slug and Jiggers Apothecary (The Severus Slash Fleet) - Severus Rareslash

“Severus, posso entrare?” chiese Albert Runcorn bussando alla porta dell’ufficio di Piton.
“Avanti!” lo invitò la voce rassegnata del professore.
Runcorn aprì la porta e si trovò davanti Piton in vestaglia e pantofole, evidentemente scontento di come stava andando la serata.
“Severus…” cominciò il Mangiamorte. “Severus, non ce la faccio. Sta diventando un’ossessione, non riesco a togliermi il tuo viso dalla testa… ti prego, Severus, abbi pietà!”
“Mettiti in fila, Albert, ne ho altri quattro stasera” sospirò il pozionista indicandogli una poltrona vuota. Gli altri sedili erano occupati da Lucius Malfoy, Remus Lupin, Harry Potter e Albus Silente, tutti vestiti in modo alquanto discutibile e con i visi tinti da vari gradi di imbarazzo.
“Dev’essere snervante, povero Severus!” lo compatì la professoressa Sprite, tagliuzzando un gambo di poinsezia per aggiungerlo alla pozione che stava bollendo.
“Non puoi sapere quanto, Pomona!” confermò Piton. “Ammetto di non essere il professore più amabile nella storia della scuola, ma il motivo per cui i gemelli Weasley hanno deciso di trasformarmi in una bomba sexy sfugge decisamente alla mia comprensione”
“Beh, se non altro hanno imparato bene le tue lezioni” commentò sorridendo la professoressa. “Quel filtro che ti hanno spruzzato addosso è incredibilmente efficace”
“Fin troppo” esclamò Piton rabbrividendo. “Se perfino Hagrid è caduto ai miei piedi…”
Qualcuno bussò di nuovo. “Professore, è permesso?” disse una vocina sottile.
“Justin Finch-Fletchley!” sbuffò Piton andando ad aprire. “Pomona, quanto devo aspettare per l’antidoto?”


Toadstool - Severus/Pomona Sprite

“Ecco le erbe che mi hai chiesto, Severus” disse la Sprite entrando nell’ufficio.
“Grazie, Pomona, mettile pure lì” rispose il professore; segnò l’ultimo voto sui compiti dei Tassorosso, firmando con uno svolazzo, e si dedicò al cesto pieno posato sul tavolo da lavoro. Una macchia di colore attirò subito la sua attenzione: evidentemente, pensò il pozionista, la collega si era sbagliata.
“Pomona, questi non mi servono per la...” esclamò, ma la donna era già uscita.
Piton mise da parte i vegetali incriminati e divise le altre erbe in mazzetti, a seconda dell’uso che doveva farne. Foglie di dittamo da conservare fresche, acanto da bollire e filtrare, lavanda e aconito da appendere a testa in giù per farli seccare. Ogni cosa al suo posto.
Tranne quelli.
Le piante clandestine continuavano a calamitare il suo sguardo, o meglio a disturbare il suo senso dell’ordine. Erano difficili da ignorare, in verità: tre girasoli a stelo lungo, con corolle grandi come piatti da dessert.
Come l’ego di Potter: enormi e chiassosi, pensò Piton. E stonano orribilmente con l’arredamento.
Li prese in mano, soppesandoli pensieroso mentre il suo sguardo andava da essi al bidone della spazzatura; alla fine scrollò le spalle, come rispondendo ad un invisibile interlocutore, e li posò nuovamente sul tavolo.
Poi, sospirando rassegnato, aprì l’armadio per prendere un vaso.


Altro scherzetto del generatore di liste: stavolta, puntata "a tutto Piton". La seconda è fresca fresca, l'ho appena scritta e devo dire che mi piace moltissimo.
La prima è per la ship che raduna le coppie slash insolite del tipo Piton/resto del mondo maschile: non so se la Piton/Runcorn esista, mi auguro di no per il bene di entrambi (la Piton/Justin F-F invece esiste, e qualcuno pagherà per questo). Il fatto che l'unticcio prof. di Pozioni si trasformi in un dio del sesso e/o venga slashato con tutto ciò che si muove non smetterà mai di stupirmi: nel caso di Sirius è credibile che anche le armature cadano ai suoi piedi (ooops, forse non dovevo dirlo), ma Piton?
PS: Se vi è venuta voglia di scrivere una Sirius/armatura... vi prego, fatevela passare.



Terza classificata al Perché Vecchio è Meglio! {Vecchia Generazione}


Terza Classificata
Lizzyluna - Toadstool
 
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Grammatica 15/15 Perfetta, nulla da correggere!

Lessico e Stile 9.75/10 Stile classico e coerente con la tipologia di storia che hai scelto di scrivere; lessico corretto e ben scelto. Unica pecca, una ripetizione del verbo ‘pensare’:
"Come l’ego di Potter: enormi e chiassosi, pensò Piton. E stonano orribilmente con l’arredamento.
Li prese in mano, soppesandoli pensieroso mentre il suo sguardo andava da essi al bidone della spazzatura;"

Caratterizzazione Personaggi 10/10 Pomona Sprite è un’ondata di ottimismo che riesce a lambire le scure vesti di Piton. Perfettamente coincidente con l’immagine comica (dimentichiamo metà sesto e il settimo libro *lacrime*) che abbiamo sempre avuto del professore di Pozioni. Ottimo lavoro per una flash di questo genere, brava!

Gradimento Personale 5/5 Questa storia mi ha fatto ridere e sollevato un po' la serata (io che correggo dopo cena mentre alla tv fanno un film di guerra o.O), fa parte di quel genere di flash da raccolta che esaminano coppie e situazioni assurde, con l’ovvio fine di divertire. Che dire, ci sei riuscita perfettamente: complimenti!

Punti pacchetto 2/5 Non è presente alcun prompt o citazione, perciò ho contato solo la ‘coppia’ che hai scelto di raccontare, sebbene non sia espressa proprio come tale. Però Piton che ha moti di compassione per i fiori…beh doveva essere proprio innamorato! :D

Totale: 41.75/45 Voto --> 9.27

Black Lion - Tom/Ron

“Ron Weasley!” sibilò Voldemort alzando la bacchetta. “Ho visto il tuo cuore, ed è mio!”
Ron lasciò cadere la zanna di basilisco che stringeva in pugno ed indietreggiò all’istante, con gli occhi sgranati.
“Ehm… non intendevo in quel senso…”
Hermione, con un cipiglio da lottatore di sumo, cominciò a rimboccarsi le maniche.
“Volevo dire che la tua anima e la mia sono… come dire… simili…”
La McGranitt e Bellatrix smisero di lottare e si voltarono verso di lui, palesemente incredule.
“Cioè… ti leggo nel cuore e vedo…”
Lo spirito di Piton, che aleggiava ancora da quelle parti, inarcò un sopracciglio.
“Oh, al diavolo. Crucio!”


Power and Pride - Lucius/Harry

“Ho un incarico per te, Lucius” esordì Lord Voldemort.
Lucius Malfoy si inchinò profondamente. “Comandate, mio signore”
“È un incarico della massima importanza, per cui sarai ben ricompensato. Ho bisogno che tu seduca Harry Potter e lo porti qui”
La sorpresa bloccò Malfoy in una posizione assai poco dignitosa. “Perdonate l’ardire, mio signore, ma temo di non essere la persona adatta” balbettò.
“Ci sono solo tre donne tra i Mangiamorte e, mi duole dirlo, né Bellatrix né Alecto sono all’altezza del compito” replicò Voldemort rigirandosi la bacchetta tra le dita. “E mi pare di capire che tua moglie non voglia essere sacrificata, quindi non resti che tu, amico mio. Tu, che sei tanto abile con le parole da far credere al Ministero e al Wizengamot che sei puro come un agnellino”
Lucius fece per protestare, ma un’occhiata della moglie gli gelò le parole sulle labbra. “Ai vostri ordini, mio signore” disse invece con un altro inchino.

L’indomani mattina, Lucius Malfoy raggiunse il quartier generale degli Auror e andò a costituirsi.


Altra serata a tema: stavolta abbiamo Ordine contro Mangiamorte.
La colpa della prima FF va attribuita a deatheaters_in_training e alla loro Harry Potter e i doni riciclati della morte: c'è una parte in cui Ron dice all'Horcrux "Ti rendi conto che dopo questa frase prolifereranno le fan fiction Tom Riddle/Ron?"
La battuta di Voldemort è in realtà pronunciata dall'Horcrux in HP e i doni della morte, cap. 19. Qui ci troviamo invece alla battaglia di Hogwarts, parecchi capitoli più avanti.
La seconda prende garbatamente per il fondoschiena la moda di trasformare Lucius Malfoy nel Rocco Siffredi del mondo magico (donde il soprannome God of Sex in uso su Fastidious). Narcissa era preoccupata per Draco, ovviamente... ed aveva ragione.

Quills and Quidditch - Percy/Katie Bell

Percy Weasley non era un gentiluomo, questo Katie lo sapeva. La sua idea di conversazione interessante era un noioso monologo su quello che avrebbe fatto una volta entrato al Ministero o di come fosse stressante essere un Prefetto in quella scuola di maleducati; non aveva il fascino di Bill, la simpatia di Charlie o l’allegria di Fred e George, e gli mancava anche quella gentilezza riluttante ed impacciata che era un tratto distintivo di Ron.
No, Percy Weasley non era un gentiluomo. Ma quando lo vide assistere all’allenamento nella tribuna deserta, intento a riempire fogli su fogli con complicate strategie di Quidditch, Katie provò qualcosa di molto simile alla commozione.


Vigilant Socks - Silente/Malocchio Moody

“Alastor, apprezzo molto i tuoi sforzi per proteggermi, ma ti assicuro che non era necessario” disse Silente.
“Non era necessario?” sbottò l’Auror. “Proprio tu me lo dici, Albus? Tu che sai fino a dove può arrivare la depravazione dei Mangiamorte? Tu che conosci bene i loro sporchi trucchi e sai come l’oggetto più innocente possa trasformarsi in una trappola mortale?”
“Me ne rendo conto, Alastor” sospirò Silente. “Ma spennare la povera Fanny per assicurarsi che non nasconda qualcosa… ammetterai che è un pochino esagerato!”
“Sciocchezze, il pennuto si riprenderà in un batter d’occhio!” lo liquidò Moody, afferrando un lungo oggetto metallico. “E adesso, avanti il prossimo. Felpato, sacco di pulci, vieni a farti controllare!”


Altra coppia nata sul campo da Quidditch. E finalmente vediamo in azione Percy il Prefetto, che dopo il settimo libro avrei volentieri abbracciato.
La seconda è stata divertente da scrivere. Mi sembra paurosamente IC, non trovate?

Thorn and Buck - Lily/James

“Eeevaaaans?”
L’inconfondibile belato di Potter attraversò la Sala Grande.
“Che vuoi, Potter?”
“Esci con meeee?”
No, Potter. No. Come la volta scorsa, e la volta prima, e quella prima ancora: no. Cento, duecento, tremila, diecimila volte no. Rassegnati.
Lily aprì bocca per pronunciare la risposta che tutti si aspettavano, ma qualcosa la bloccò: non la voce della coscienza impietosita dagli sforzi del ragazzo, piuttosto la vocina del diavoletto che ogni tanto si insediava sulla sua spalla per spingerla a stuzzicare Petunia.
Digli di sì la esortò il diavoletto. Se sei fortunata morirà d’infarto, e tu sarai libera finalmente!
“Allora, Evans?”
Lily lo fissò dritto negli occhi nocciola. “Sì, Potter. Sì”

Sfortunatamente per Lily, lo shock fu consistente ma non fatale: Potter se la cavò con due ore di svenimento e per il resto della settimana fu il Grifondoro più felice del mondo. Da parte sua, la ragazza scoprì che un pomeriggio a Hogsmeade con Potter era molto più rilassante della Terza guerra mondiale, purché non ci fossero Serpeverde nelle vicinanze, e quando si separò dal suo accompagnatore dovette ammettere, con molta riluttanza, di essersi divertita.
Quell’appuntamento fu solo il primo di una lunga serie, e una luminosa mattina di fine estate Lily fu chiamata a ripetere con maggiore convinzione quel primo sì.
Mentre il novello sposo le infilava l’anello al dito con le mani tremanti per l’emozione, la giovane non poté fare a meno di ripensare a quel giorno.
Vuoi vedere che sotto sotto quel diavoletto aveva l’aureola?


Dragon's Bones - Draco/Susan

“Buongiorno, Bones!” salutò Draco.
Buon giorno? Lo sarebbe se non ti avessi visto, Malfoy! avrebbe risposto una Grifondoro.
Dalla tua bocca non può uscire nulla di buono, Malfoy! avrebbe ribattuto una Corvonero.
Buongiorno un cavolo, furetto! Levati, devo passare! avrebbe ringhiato una Serpeverde.
Per sua sfortuna Susan era una Tassorosso, e le regole non scritte della Casa la obbligavano ad essere gentile anche con troll, chimere e draghi incavolati neri. “’Giorno!” borbottò, chiedendosi quale infausta congiunzione astrale avesse portato il furetto sulla sua strada.
“Ehi, Bones, hai da fare?” proseguì il Serpeverde con un sorriso indecifrabile (soddisfatto, forse? Orgoglioso? Da maniaco?). “Perché non fai un salto nella nostra Sala comune? Vorrei mostrarti il mio piccolo, grazioso, peloso...”
Susan rabbrividì: sì, era decisamente un sorriso da maniaco.
“Scu… scusa, ma non sono così curiosa, grazie tante!” rispose arrossendo, e corse via più veloce che poteva, tenendo una mano sulla bacchetta (casomai quell’orribile ragazzino decidesse di aggredirla), mentre il Serpeverde la inseguiva gridando: “Susan, aspetta! Non vuoi vedere il mio Patronus nuovo di zecca? È molto più corporeo di quello di Potter, te l’assicuro… Susan?”


Rallegratevi et esultate, un'altra coppia canon! Che sono le più toste da scrivere, peraltro: sulla James/Lily è stato già detto tutto, ed essere originali non è facile.
Draco/Susan invece lascia parecchio campo libero alle figuracce: Malfoy junior è appena riuscito a padroneggiare il suo Patronus (un ermellino, naturalmente) e non vede l'ora di vantarsene. Per sua fortuna non ha scelto Hermione...

Nott in Love - Theodore Nott/Hermione

Theodore Nott aggiunse un altro ingrediente nel proprio calderone e ne approfittò per dare un’occhiata al tavolo vicino: come sempre la Mezzosangue Granger era più avanti di tutti, e la sua pozione aveva già il colore amaranto descritto dal libro.
Fin dal primo anno Theodore aveva capito che quell’insopportabile Sotutto era un autentico asso in Pozioni e, per quanto lui non fosse l’ultimo della classe, aveva deciso di servirsi dei talenti della Granger per migliorare i propri voti. Sorvegliava ogni suo movimento, prendendo nota di come le sue mani sminuzzassero le foglie di tiglio e le sue dita danzassero sul calderone per spargere le conchiglie in polvere sulla superficie del liquido; memorizzava perfino l’espressione concentrata, assorta e infine soddisfatta che si disegnava sul viso della ragazza ogni volta che completava un passaggio delle istruzioni, e poi si sforzava di imitare quei gesti che lei compiva con tanta maestria – con tanta grazia – e che fatti da chiunque altro parevano sempre artificiosi e imperfetti.
Non perché lei gli piacesse, beninteso. No, proprio no.
Era solo questione di tecnica. Tecnica e perfezione. E qualche sguardo rubato ad una Mezzosangue era un piccolo prezzo da pagare per raggiungere la Gloria.


Loony Bin - Uric Testamatta/Guendalina la Guercia (Uric the Oddball/Wendelin the Weird)

Uric Testamatta non era esattamente lo scapolo più desiderabile del mondo magico: le streghe erano stranamente poco attratte dal suo coraggio (e ce ne voleva parecchio per ospitare cinquanta Augurey in casa, sfidando la fama di presagi di morte che li circondava), dalla sua mente geniale (purtroppo il fatto che avesse ascoltato il canto di un Fwooper senza impazzire non deponeva a suo favore) e dal suo senso estetico (nessuna sembrava estasiata dalla medusa che usava come cappello). Così, quando un gufo gli portò una lettera da parte di ‘una sua fervente ammiratrice’, Radolphus Pittiman, suo amico e biografo, pensò subito ad uno scherzo.
Si sbagliava: le lettere continuarono ad arrivare con cadenza settimanale, fino a quando Uric non decise di incontrare la soave creatura che sembrava tanto attratta da lui. Quel fatidico giorno il mago cominciò a camminare avanti e indietro per il salotto alle quattro del mattino, e alle tre meno cinque del pomeriggio, ora fissata per l’appuntamento, era ormai fuori di sé dall’ansia.
“Radolphus, credi che andremo d’accordo?” chiese nervosamente all’amico, raddrizzandosi il copricapo (per l’occasione aveva sostituito la medusa con un tasso vivo).
Radolphus guardò fuori dalla finestra e vide un’attraente giovane strega dai capelli rossi che risaliva il vialetto, ridacchiando e contorcendosi come se una mano invisibile le facesse il solletico. Nulla di strano, se non fosse per il fatto che era completamente avvolta dalle fiamme.
“Roghi Babbani!” spiegò la ragazza all’esterrefatto elfo domestico che le aprì la porta. “Sono così divertenti… non riesco proprio a farne a meno!”
“Sì, Uric: credo proprio che vi piacerete moltissimo!” commentò Radolphus con un sorrisetto.


No, non sono innamorato, dice il buon Theodore in questo capitolo. Che dite, gli crediamo?
Di questo ragazzo non sappiamo, con rispetto parlando, una beneamata mazza, cosa che permette ai fanwriter di strapazzarlo come meglio credono. Di solito è il ragazzo riservato e riflessivo che si oppone a quel dongiovanni dagli occhi azzurri-che-in-realtà-dovrebbero-essere-scuri di Zabini.
Ancor meno sappiamo sui baldi giovani della FF numero due. Scommetto che state fissando lo schermo con aria vacua, dunque dividerò con voi quello che ho scoperto sulla HPWiki: Uric è un mago talmente eccentrico che di fronte a lui Xeno Lovegood sembra un impiegato di banca, mentre Guendalina è la strega che si divertiva a farsi ardere sul rogo protetta da un incantesimo Freddafiamma: praticamente, anime gemelle. Sono citati rispettivamente in PF8 e in PA1; le informazioni su di loro provengono da HPWiki.

Seeking a Chaser - Draco/Katie

Draco Malfoy si lasciò cadere sul divano vicino alla fidanzata, che aveva appena scartato il suo regalo di compleanno. Era sicuro che le sarebbe piaciuto, invece la ragazza reggeva la scatoletta della gioielleria come se avesse paura di vederla esplodere.
“Non capisco cosa c’è che non va, Katie!” le disse con una punta d’irritazione. “Ho scelto un altro negozio stavolta!”
Katie prese l’anello con due dita, con la cautela di un naturalista intento a maneggiare un corno di Erumpent. “Ma è malvagio, Draco, lo sento!” squittì. “Solo toccarlo mi mette i brividi!”
“Sei troppo impressionabile!” la rassicurò il giovane Malfoy, stringendola in un abbraccio protettivo. “Se proprio insisti lo porterò a Notturn Alley per farlo controllare, ma non vale la pena di agitarsi così per un pezzo di metallo… soprattutto il giorno del proprio compleanno!”
Katie annuì, sorridendo della propria agitazione. “Sì, sarebbe davvero sciocco” confermò con voce non del tutto ferma.

Nel parco di Malfoy Manor, avvolto nelle tenebre, nove figure a cavallo sbucarono all’improvviso dall’oscurità. Il più alto di loro, quello che sembrava il capo, bisbigliò alla notte con voce crepitante e minacciosa: “Contea… Baggins…”.


Grunts and Knuckle Cracks - Tiger/Goyle

“Tiger?” chiese Goyle. “Pensi che avremo mai una ragazza?”
“Una ragazza? E a cosa serve?” grugnì Tiger. “Non puoi farci a botte, non puoi volarci sopra e non puoi usarla per sperimentare gli incantesimi”
“Già, senza contare che dovremmo attaccarne due insieme per trovarne una adatta a noi!” approvò Goyle ridacchiando.
Tiger si voltò verso di lui e lo scrutò con l’espressione più concentrata che il compagno di Casa gli avesse mai visto in faccia. “Oppure…” mormorò grattandosi il mento.
“Prova anche solo a pensarci e ti Schianto, Vincent!” mugugnò Goyle fissando il soffitto.


Cosa succede quando il mondo di Harry Potter si scontra con la Terra di Mezzo? Semplice: nasce una crossover che scatena la furia omicida dei lettori.
Draco è un filino OOC, lo ammetto, ma il suo gusto per i gioielli maledetti (la collana di opali che rifila a Katie, tramite Rosmerta, nel capitolo 12 del sesto libro) lo rendeva una vittima ideale per questo scherzetto. L'anello è quello di Sauron, e i tipi di fuori sono i Nazgul che aspettano di fargli la pelle (si vede tanto che lo detesto? Sul serio? Pensavo di essere così discreta... lo faccio soffrire solo una ventina di volte a storia...). Ah, il corno di Erumpent esplode se viene urtato.
La Tiger/Goyle... santo Godric, non avrei mai il coraggio di metterli davvero insieme. Ho cercato di rappresentarli più IC che potevo, e questo è il risultato.
Spero che siano di vostro gradimento. Ah, ho anche ampliato l'introduzione.

Unspeakable - Bode/Croaker

Broderick Bode si chiuse alle spalle la porta di casa, stanco morto. Aveva passato l’intera giornata nella Sala dei Cervelli con Croaker, circondato da quelle vomitevoli cose galleggianti, e la sola vista di una chewing gum masticata bastava a rivoltargli lo stomaco.
Ma non era finita, naturalmente: adesso gli toccava…
“Broderick!”
Appunto.
“Lo sai che ore sono? Dove sei stato, al bar con Weasley e Cattermole?”
“Ero al lavoro, cara” rispose stancamente l’Indicibile.
“Bella scusa! Ti aspetti che ci creda? Ti dico io cosa stavi facendo: eri da qualche parte a fare il cascamorto con qualche bella impiegata! Beh, sai che ti dico? Io me ne vado! E scusa se la cena è fredda…sai, sono le dieci di sera!”
Bode ascoltò pazientemente le urla della moglie, mentre un principio di mal di testa gli trafiggeva il cranio.
Lavoro del cavolo. Perché diavolo non ho fatto il Mangiamorte?


Just Like Starting Over - Lily Luna/James Sirius

“Lily! Ehi, Lily!” gridò James entrando di corsa in casa.
Lily fece capolino dalla sua camera. “Sì?”
“Lily… esci con me?” propose il ragazzo prendendo qualcosa dalla tasca.
“Sìììì!” cinguettò Lily illuminandosi in viso. “Le bolle! Le bolle! Andiamo!”
James prese per mano la sorellina e trotterellò attraverso il salotto in disordine verso la portafinestra che dava sul giardino. “Hai visto, nonno? È così facile!” esclamò, rivolto ad un ritratto appeso sopra il caminetto.
“Bolle di sapone, eh? Chissà perché non ci ho mai pensato!” commentò James strizzando l’occhio al nipote, e al suo fianco un’altra Lily sorrise.


Per la serie Echisseloricorda, altri due personaggi sconosciuti: Broderick Bode è l'Indicibile strangolato dal Tranello del Diavolo al San Mungo nel quinto libro, mentre Croaker è nominato dal signor Weasley nel quarto libro, capitolo 7. Essere un Indicibile è probabilmente un lavoraccio, e dato che Bode non può parlare di quello che fa è fin troppo probabile che la moglie abbia dei dubbi...
Per l'angolo del C.E.S.S.O. (Cruciami E Schiantami, Sono Orripilata) abbiamo invece l'amore inestinguibile tra (qualcuno mi tenga la mano, per favore. Oppure mi mandi Regulus e un personaggio a caso di Soul Eater: Franken Stein e Soul sono perfetti, ma va bene anche il Kishin) i due figli di Harry, e credetemi, vorrei tanto dire che è un parto della mia mente malata; ho fatto un giro nel thread e i miei capelli sono diventati spaventosamente simili a quelli del mio amico ieri pomeriggio (che era Tremotino sul nostro carro a tema su Shrek. Fate voi). L'unico modo che avevo per uscirne viva era giocare sul parallelo con gli altri J&L, maledicendo Harry per le idee oscene che ha dato ai fanwriter, e spero di aver reso il tutto abbastanza poetico da non darvi gli incubi.
Infine, sono davvero colpita dalla popolarità del mio assurdo crossover, e vi ringrazio tutti per recensioni e letture.

Gin 'n' Tonic - Tom/Ginny

Oggi è il compleanno di Remus, e potevo esimermi dal tirarlo in ball... ehm, dedicargli un omaggio nella mia raccolta? Certo che no, che domande!

Moon and Stars - Remus/Sinistra

Remus aveva sempre detestato le lezioni di Astronomia: guardare il cielo, causa della sua disgrazia, gli faceva venire la nausea e la luna inquadrata nel telescopio sembrava ancora più grande e minacciosa.
“Il momento migliore per osservare la luna è la sua fase di massima pienezza” diceva quello stupido libro.
Già, peccato che io non la vedrò mai.

Nemmeno Aurora Sinistra amava guardare le stelle, cosa decisamente più strana: in fondo quella era la sua materia, la sua vita… “Appunto” rispondeva sempre lei all’interlocutore stupefatto. “Dopo anni e anni passati a vederle in un telescopio, quelle palle di fuoco perdono gran parte della loro attrattiva”. Neppure la luna, pallida ancella degli innamorati, riscuoteva la sua ammirazione: “Una sfera bucherellata dal colore incerto, interessante solo dal punto di vista scientifico”
Non c’era poesia nel cuore di Aurora Sinistra: conosceva il cielo troppo bene per provare emozioni di fronte a quella meraviglia della natura.
E a Remus andava bene così. Quei commenti realisti e disincantati servivano a riconciliarlo con il cielo notturno, con la sua odiosa nemica dal viso di luce (“Una palla… nient’altro che una palla con cui un bambino potrebbe giocare”) e con le sue complici argentate, che ammiccavano e ridacchiavano per ricordargli che lui quelle gemme non le avrebbe mai viste in compagnia di una donna (“Cosa mi importa… sono solo fuoco, giusto? Tanto vale fissare un camino acceso”).
Ora sorrideva, Remus, quando la volta del cielo si apriva sopra di lui oltre i merli della Torre di Astronomia, e intanto pensava che Aurora era un bel nome, un nome buono che portava via la sua sofferenza. Era il cielo tinto di rosa che incorniciava le corse dei Malandrini, era il velo che si stendeva sulle acque del lago per salutare la sua vittoria e ricordargli che ancora una volta l’incubo era finito.
L’Aurora era bella da vedere, sempre. E a lui toccava la fortuna di vederla ogni giorno.


Tainted Glass - James/Remus

“AAAAAAAAH!”
L’urlo disumano strappò Sirius e Peter dai loro letti, interrompendone il sonno quattro ore prima del previsto. Per un attimo Sirius temette che il calendario lunare li avesse ingannati e che il ‘problemino peloso’ di Lunastorta si fosse presentato con tre giorni di anticipo, dato che il rumore proveniva da dietro le tende del suo giaciglio; inoltre l’assenza di James gli fece supporre che il mannaro fosse intento a cibarsi del corpo esanime del suo migliore amico.
L’ipotesi si rivelò errata: sotto il baldacchino qualcosa si mosse e poco dopo James Potter rotolò fuori, scarmigliato ma ancora vivo. Stampato in faccia, oltre all’impronta di una mano, aveva l’inconfondibile sorriso prodotto da dosi massicce di Whisky Incendiario combinato con quantità industriali di Cioccorane.
Remus comparve dopo di lui, ansante, paonazzo, con il pigiama in condizioni pietose e un graffio nuovo di zecca sulla guancia sinistra. “Tu!” esclamò furibondo, puntando il dito verso Sirius.
“E io che c’entro?” replicò il ragazzo, genuinamente sorpreso.
“Tu gli hai detto che io somiglio alla Evans!” sibilò Remus, scandendo bene le parole. “Tu… mentre lui era in quello stato…”
“E Ramoso ha pensato bene di attentare alla tua virtù” completò Sirius con un sorrisetto. “Intendevo dire che avete lo stesso carattere, non è colpa mia se lui ha equivocato”
James intanto si era aggrappato alla colonnina del baldacchino, tentando senza successo di reggersi in piedi. “Non sherve che fai tanto la preshiosa, Evansssh!” biascicò con una risatina decisamente alcolica. “Voglio sholo un abbrashio, un bashino e un bel masschietto… anshi tre, coshì i miei amishi li terranno a batteshimo!”
“Ma sentilo!” si intenerì Sirius, sollevando il ragazzo da terra e trasferendolo sul letto. “Lui andava in cerca d’amore e tu l’hai respinto? Bell’amico che sei, Lunastorta!”
Remus fece per replicare, ma la sua parte malandrina ebbe la meglio: Peter rabbrividì quando vide sbocciare sul suo viso la luce maligna che significava guai in vista. “Perché non lo consoli tu, Lily cara?” rispose dolcemente il mannaro, accomodandosi sul proprio letto per godersi lo spettacolo.
James, che nel frattempo era collassato tra le braccia di Sirius, si rizzò a sedere. “Lily? Dove?” esclamò guardandosi in giro.
“Proprio lì, Ramoso: è vicina a te e ti sta abbracciando!” lo informò il giovane Lupin con un ghigno ancora più diabolico.
Sirius aprì bocca per protestare, ma fu prontamente soffocato dal bacio pieno di passione di James, fuori di sé dalla gioia per la vicinanza della sua amata. Mentre il povero Felpato si dibatteva inutilmente per sottrarsi a quelle attenzioni, Remus pescò un sacchetto di dolci dal suo baule e fece cenno a Peter di seguirlo al piano di sotto.
“Luna, non dovremmo aiutarlo?” suggerì Peter preoccupato.
“Ma no, James ha solo bisogno di un po’d’amore!” minimizzò Remus facendo il verso al compagno di stanza. “Lasciamoli soli e andiamo di sotto, ho preso le caramelle all’anguria”
Il Prefetto uscì dal dormitorio, sordo ai gemiti e alle suppliche che provenivano dal letto vicino; Peter, dopo una breve esitazione, lo seguì.


La prima 'perla' mi è venuta così, di getto, giocando con la materia e il nome della professoressa. Sentivo che Remus non avrebbe mai definito Astronomia la sua materia preferita, ma chi meglio di lei potrebbe fargliela almeno tollerare?
Nello scrivere la seconda, invece, ho riso come una matta. Con vostra grande gioia, il buon Sirius c'è andato di nuovo di mezzo: beh, stavolta se l'è cercata.
Il pezzo è ambientato il primo giorno delle vacanze di Natale, dopo l'ennesimo duedipicche della Evans, che è partita alle sei del mattino pur di non vedere il suo futuro marito. James le ha comprato un regalo (un angioletto stranamente di buon gusto) e non è riuscito a darglielo né a salutarla, e questo ha originato una gita nell'emo corner con la scorta di liquori di Sirius.

Enthroned In Death - Lily/Bellatrix

“Toglimi una curiosità, Bella” esordì Amycus Carrow, dondolandosi all’indietro sulla sedia e posando gli stivali sporchi sul lucidissimo tavolino di mogano di casa Malfoy. “Perché ci tieni tanto a mettere le mani su quella Weasley?”
“Ma è ovvio!” rispose Bellatrix irritata. “Perché avevo un’indegna passione per Lily Evans e ogni volta che vedo quella marmocchia testarossa penso a lei. Inoltre, dato che è la ragazza di Potter, mi ricorda di continuo l’esistenza di quella zecca prodotta da Lily con quell’impiastro con gli occhiali”
Per poco Amycus non si ribaltò dalla sedia. “Di… dici davvero, Bella?” ansimò cercando di riprendere l’equilibro.
Gli occhi neri e selvaggi di Bellatrix si appuntarono sul viso del Mangiamorte sconcertato. “Certo che no, pezzo d’asino!” replicò la strega. “Credi che perda il mio tempo dietro ai Sanguesporco? Adesso andiamo, devo fare un salto alla Gringott” e uscì dalla stanza a passo di carica, sferrando un calcio alla sedia dell’ottuso collega.
“Niente domande stupide con mia cognata, Amycus” sentenziò Rabastan, mentre Carrow finiva a terra in un intreccio di legno, imbottitura e mantello. “E poi lo sanno tutti che a lei piaceva Jam…”
“Rabastan! CRUCIO!” ululò una voce dall’atrio.
“Mortacci, che caratteraccio!” commentò Voldemort, entrando da una porta laterale ed evitando per un pelo di essere colpito.
“Non sopporta che qualcuno conosca le sue debolezze, mio signore” la giustificò Amycus. “Ma a proposito, Rabastan” proseguì abbassando la voce, “com’è questa storia di Potter?”
Una seconda Cruciatus attraversò l’atrio per colpire Carrow e Voldemort, cancellata in fretta dal viso l’espressione interessata che vi albergava, corse a calmare la sua fedele servitrice prima che gli decimasse gli alleati.


Trick Flower - George/Fleur

“George, sei un cretino” proclamò Fred. Era più una constatazione che un insulto.
“E perché?” chiese George punto sul vivo. “Certo, cercare di convincere la promessa sposa di mio fratello a lasciare un noioso, muscoloso e banale Spezzaincantesimi per mettersi con un fascinoso ex studente appena eva… cioè uscito da Hogwarts è un’impresa ma…”
“Non parlo di quello, zuccone” lo corresse pazientemente Fred. “Parlo del fatto che le hai lasciato dei fiori sul comodino”
“Sì, e con questo?” sbottò il gemello.
Fred alzò gli occhi al soffitto della Tana, sfoggiando la sua miglior espressione alla Tosca Tassorosso, dammi pazienza.“Georgie, che fine hanno fatto i nostri incroci sperimentali con il Geranio Zannuto?”
George sbuffò irritato. “Dove son sempre stati, Freddy, nella serr… oh, no!”
Lo strillo acutissimo proveniente dalla camera di Fleur interruppe il dialogo: un’orrenda supposizione colpì la mente di George, che si precipitò fuori con tanta fretta da scontrarsi con Ron che attraversava il pianerottolo. “Vai dalla tua bella, George: credo che la tua dichiarazione d’amore le abbia appena morso il naso!” commentò perfidamente Fred, seguendo la sua fuga.


Sì, lo so che faccia state facendo. Quell'espressione alla WTF? è praticamente obbligatoria di fronte a una coppia come la prima.
La leggendaria acidità di Bellatrix è stata fondamentale per portare a termine l'impresa (e Bella non sarebbe felice di sapere da dove viene quella voce su lei e James); non mi resta che pregare il santo patrono dei lettori di non incappare mai in una FF del genere.
La seconda è esattamente quello che ci si può aspettare da un regalo dei gemelli. Dudley ne sa qualcosa.
Ho sistemato la pagina dell'indice; adesso è meno esteticamente gradevole, ma più facile da consultare.

Dragonslayer - Draco/No one

“A cosa serfe essere giocatore internazionale di Qvidditch, se tutte ragazze carine è cià occupate?” sbuffò Viktor Krum, lasciandosi cadere su una sedia.
“Magari puoi provare con i ragazzi…” suggerì Draco Malfoy con un sorriso provocante.
Krum scattò in piedi, mentre un’idea si faceva strada nella sua mente. “È fero… ehi, Wis-ley, tu aspetta me, sì?” chiamò, sparendo tra la folla.
Draco rimase a bocca aperta, deluso e solo come un cane. “Oh, no… questo era l’ultimo della lista! Mi toccherà morire single!” gemette, lasciando cadere l’elenco dei personaggi di Harry Potter copiato da Wikipedia.
“Ehm, ragazzo…” tossicchiò qualcuno al suo fianco.
“Mi… mio signore!” esclamò Draco, spaventatissimo, inchinandosi in fretta di fronte al mago che era appena apparso e che nessuno, tranne lui, sembrò notare. “Quale onore vederla!”
“Piacere mio, ragazzo” rispose Voldemort. “Ehm, se proprio non trovi nessun altro…”
Draco lo fissò inorridito.
“…ti cedo volentieri il panda, è ancora a casa mia!” concluse l’Oscuro in tono confidenziale.


Good Ship - Ron/Hermione

Ron è tornato. Ron è tornato. Ron è tornato.
Non posso crederci, forse sto sognando… ahi, che male, stupida pietra… no, non sto sognando, Ron è davvero tornato! Non vedo l’ora di svegliare Hermione, sarà così contenta che le verrà un infarto…
…
Hermione?
…
Hermy?
…
Hermione, perché non apri gli occhi?
Oh cielo, è morta. Ha sentito la voce di Ron e la felicità è stata fatale.
“Harry?”
Hermione, sei vi… cioè, sveglia! Meno male!
“Cosa c’è che non va? Harry, stai bene?”
Ma certo che sto bene, ho appena rischiato la morte per annegamento e congelamento… le solite cose, insomma. Ma non parliamo di me, parliamo di lui. “È tutto a posto, va tutto bene. Più che bene. Sto benissimo. C’è qualcuno”
Dai, indovina chi è! Dai!
“Cosa vuoi dire? Chi…Silente?”
“Naah, acqua”
“Luna?”
“Nemmeno”
“Tonks?”
“Neppure. Qualcuno che ti renderà felice”
“Remus con la cioccolata?”
Quello che ho appena sentito era il rumore del tuo cuore infranto, Ron, amico mio? “Acqua. Guarda tu stessa!”
Rullo di tamburi, prego… lascia che ti presenti l’imbecille, inutile, maldestro ma tutto sommato magnifico e indispensabile RON WEASLEY! Ta-dah!
…
Hem hem. Ta-dah!
…
Sei senza parole, eh? Che ne dici, non è una bella sorpresa?
“Tu… tu…”
Tesoro? Mio adorato? Mio unico amore? Dai, dillo, prometto che non vomito.
“Tu… enorme… stronzo… Ronald… Weasley!”
Ehm… non mi sembra che la parola tesoro abbia una z.
“Ahia… ahi… smettila! Ma che…? Hermione… AHIA!”
Hermione, quello è un rito australiano di benvenuto? No, perché in questo caso dovresti spiegarlo a Ron, non credo che abbia capito…
Ouch… no, quello era decisamente un cazzotto.
Ugh… anche quello.
Ouh… però, bel gancio destro!
“Tu… torni… dopo… settimane… e… settimane…”
Tranquillo, Ron: in fondo ti ama.
“Oh, dov’è la mia bacchetta?”
Ok, forse no.


La Dragonslayer è la mia ship: date un'occhiata alla discussione, è uno spasso. La battuta di Krum viene da HP e i doni della Morte, cap. 8, il panda dal cap. 8 di questo capolavoro.
Ed altra coppia canon, anzi LA coppia canon: quale presentazione migliore del POV di Harry? Trattasi della versione riveduta e corretta del cap. 19 del settimo libro, massima espressione dell'amore che lega i due personaggi. Ho l'impressione che vi piacerà.
E se questa vi è piaciuta, cercatevi anche "Scemo in mezzo" di Sunny nei miei preferiti. Vi assicuro che merita.
Ah, se seguite le avventure dell'Ordine della Pernice, ha pubblicato ieri il nuovo capitolo.


Terza classificata al Ridere è ciò che importa- Contest [Banner]

3 Classificata: Lizzy Luna

Grammatica e ortografia: xx/10- 9.95/10
Originalità: xx/10- 10/10
Stile e Trama: xx/10- 9/10
IC Personaggio: xx/10- /10
Attinenza alle regole del contest: xx/10- 10/10
Gradimento personale: x/5- 4.50/5
Punteggio Totale: xx/55- 53.45/55


Grammatica e ortografia: La grammatica non presenta errori strutturali.
Anche sulla punteggiatura non ho nulla da dire.
Il lessico non è complesso eppure non risulta banale.
Hai usato qualche vocabolo non perfettamente italiano.
Apprezzo pienamente queste piccole particolarità, ma rendono la lettura leggermente meno scorrevole (-0.05)
Niente di tragico, solo una giudice pignola ^^

Originalità: Questo contest mi ha permesso di leggere molte storie originali. La tua non fa eccezione.
È molto originale! Soprattutto il punto di vista utilizzato. Brava, davvero. Punteggio pieno e meritato ^^

Stile e Trama: Lo stile è molto semplice. Fluido e scorrevole quanto basta.
Forse avresti potuto ricamare leggermente meglio la trama della storia?
Nel senso che avresti potuto rendere più dettagliata l’ambientazione. (-0.50)
Altro appuntino: magari qualche altro piccolo riferimento a Ron non avrebbe storpiato la storia (-0.50)
Anche in questo caso, sono cose inutile e banali.

IC del personaggio: Il POV di Harry è molto simpatico! Caratterizzato bene e molto divertente!
Anche Ron ed Hermione sono IC: Hermy arrabbiata e furiosa con il ragazzo che l’ha fatta preoccupare e Ronnie, tenero anche in una situazione del genere ^^

Attinenza al Contest: Tutto OK.

Gradimento personale: Mi è piaciuta abbastanza questa piccola storia.
È divertente e semplice.
Mi ha fatta sorridere. Brava. ^^

Snake and Eagle - Salazar/Priscilla (Rowena) Corvonero

“Priscilla, mia cara, ho scritto una poesia per te” esordì Salazar Serpeverde.
“Davvero? Bene, sentiamola!” rispose Priscilla Corvonero posando il libro che stava leggendo, un elegante manoscritto miniato.
Salazar si schiarì la voce e declamò:

“Chiedo il giusto: la fanciulla che da poco mi ha reso sua preda,
o mi ami o faccia che io la ami per sempre…”

“Ahi, ho voluto troppo! Si lasci soltanto amare. Publio Ovidio Nasone, poeta Babbano del primo secolo avanti Cristo” lo interruppe Priscilla. “Dovresti farti… ispirare da autori meno conosciuti, Salazar”
“Oh” borbottò il mago. “Devo aver… sì, confuso i fogli, questa non è la mia… scusa, ho lasciato il calderone sul fuoco” e lasciò il giardino con un’andatura abbastanza dignitosa da sembrare una ritirata e non una fuga.
Priscilla riaprì il libro, sorridendo tra sé della figuraccia del collega, e il suo sguardo fu attirato da alcuni versi che non aveva ancora letto:

Allora mi costrinse ad abbassare lo sguardo altezzoso
Amore, e mi pose i piedi sul capo, calcando

Channelling Captains - Oliver/Angelina

La squadra di Quidditch di Grifondoro lasciò il campo stanca morta, bagnata fradicia e con la vista annebbiata per l’allenamento in notturna a lume di bacchetta che Angelina aveva deciso di fare.
“Te l’ho detto” mormorò Harry a Ron. “È posseduta, sta cominciando addirittura a parlare come Oliver e a sedersi al suo posto a tavola!”
Dietro di loro, non vista, Angelina sbuffò. Razza di ingrati… io mi sacrifico per loro, e sentili come si mettono a spettegolare alle mie spalle!
Però… l’idea di essere posseduta da Baston non le dispiaceva. Avrebbe potuto lasciar svolgere a lui quel compito che si stava rivelando più difficile del previsto, o magari acquisire anche solo un’ombra del suo entusiasmo, della sua capacità di scaldare gli animi e trascinarli alla vittoria prima ancora di metter piede in campo. Sì, sarebbe stato bello.
Senza contare che potrei averlo tutto per me.
La ragazza sussultò quando quel pensiero sfrecciò a tradimento nella sua testa: cercò di acchiapparlo come un Boccino e farlo sparire, ma quella peste non volle saperne di togliersi di mezzo.
Almeno finché non le venne in mente che l’espressione ‘posseduta da Baston’ poteva avere un altro, imbarazzante significato.
“Ci sei, Angelina?” chiamò Alicia qualche metro più avanti.
Angelina allungò il passo, ringraziando il cielo che il parco fosse così buio.


Stavolta sfoggio la mia formazione liceale citando rispettivamente Ovidio (Amores I, 3) e Properzio (Elegiae I, 1): questa è la traduzione presa dal mio libro del liceo, PONTIGGIA-GRANDI, Letteratura latina, Principato, Milano 1999, pp. 527, 555.
Salazar mi sembra proprio il tipo pronto a... ehm.. prendere in prestito opere altrui pur di ottenere ciò che vuole. Per sua sfortuna ha scelto la persona sbagliata.
La seconda fa naturalmente riferimento al quinto libro, capitolo 13.
Tanti auguri, fratelli d'Italia!

Snotty Blondes - Draco/Zacharias

Draco Malfoy sedeva sul divano più elegante (vale a dire, il più scomodo) di Malfoy Manor, con un bicchiere di cristallo in mano e l’aria palesemente annoiata. Al suo fianco, Zacharias Smith sedeva appoggiato all’altro bracciolo con un atteggiamento identico al suo.
“Ricordami perché ci frequentiamo, Zach” mugugnò Draco, scagliando una pagina della Gazzetta del Profeta tra le fiamme del caminetto.
“Perché detestiamo Potter e i Grifondoro” rispose Zacharias distrattamente. “Perché avremmo dovuto essere nella stessa Casa se il Cappello non mi avesse buttato tra quei perdenti di Tassorosso…”
“…e perché sei l’unico tra le mie conoscenze che non mi rimbambisca a forza di raccontarmi la battaglia di Hogwarts… dato che non hai partecipato!” completò Draco acido. Si voltò di nuovo verso il fuoco, punzecchiato dal costante prurito di insoddisfazione che lo aggrediva sempre quando era in compagnia del ragazzo.
La verità, rifletté il giovane Malfoy, era che Zacharias Smith gli somigliava troppo. E dopo sei mesi gli era ormai insopportabilmente noioso uscire a cena con sé stesso.


Intelligence - McGranitt/Hermione

Quando Harry uscì dall’ufficio, chiudendo la porta alle sue spalle, la McGranitt si rivolse a Hermione, che era rimasta seduta. “Veniamo al tuo orario, Granger” esordì. “Dev’essere il più affollata nella storia di questa scuola, e non è affatto facile far quadrare i conti con dieci materie”
“Farò del mio meglio!” esclamò vivacemente Hermione. “Studierò per conto mio, andrò a lezione anche il sabato se dovrò!”
“Ma non sarà necessario” assicurò la professoressa; estrasse un oggetto rotondo da un sacchetto di velluto e lo porse a Hermione, che lo osservò incuriosita. Sembrava una piccola clessidra incastrata in un anello.
“Giratempo” spiegò la McGranitt. “Ne esistono pochissime in giro. Sono, come forse saprai, oggetti che permettono di mandare indietro il tempo per un certo numero di ore”
“Sì, l’ho letto su Strumenti e manufatti magici” disse Hermione, con un lampo di interesse negli occhi. “È magnifica, non speravo di poterne vedere una da vicino”
“Sono contenta che ti piaccia” continuò la professoressa, “perché è tua. La avrai solo in prestito, naturalmente, e non ti dico quante scartoffie mi hanno fatta firmare per averla, ma confido che…”
Non finì la frase: Hermione saltò su dalla sedia con uno strillo di pura gioia infantile e la abbracciò con trasporto. “Grazie, professoressa! Grazie! Così potrò seguire tutte le lezioni! Oh, se fossi un uomo la sposerei!”
La dignitosa vicepreside tossicchiò discretamente, e tanto bastò perché la ragazza la lasciasse, con un imbarazzato rossore soffuso sulle guance. “Mi… mi scusi, non dovevo!” balbettò.
“No, non dovevi!” confermò la McGranitt, con un sorrisetto che minacciava di sfuggire al suo rigido autocontrollo. “Ma se un qualche incidente magico ti trasformasse in un aitante giovanotto, oltre a togliermi qualche annetto dalle spalle, sarò lietissima di accettare la tua proposta, Granger”
Hermione ridacchiò, prendendo in mano il suo tesoro. “Come posso ringraziarla, professoressa?”
“Non parlando a nessuno di quello che ti ho dato” la ammonì la McGranitt. “Dove il ‘nessuno’ comprende anche Potter e Weasley… anzi, soprattutto quei due. Ho promesso al Ministero che farai molta, molta attenzione nell’usarla e so che posso fidarmi di te, ma ci sono altri studenti su cui non scommetterei il mio ultimo zellino. Inoltre” concluse, “ti sarei grata se evitassi di attentare nuovamente alla mia integrità fisica stringendomi in quel modo”
“Farò attenzione!” promise la ragazza.
“Ne sono convinta” confermò la McGranitt. “E ora andiamo, il banchetto ci attende”


Stavolta il buon Draco ha avuto la sua anima gemella... peccato che sia più simile a lui di quanto riesca a sopportare.
La seconda... questa sì che è stata tragica. Dato che non mi veniva in mente niente, mi sono chiesta in quale occasione Hermione avrebbe potuto provare qualcosa di simile all'amore per Minnie e la risposta è stata: HP e il prigioniero di Azkaban, capitolo 5.
Sapete... ogni tanto leggo una coppia, dico "No, questa no, è impossibile scriverne" e dieci minuti dopo mi viene un'idea. Questa cosa comincia un tantino a terrorizzarmi: ho la mente più contorta di quanto pensassi, a quanto pare.

Informazione di servizio: sto iniziando con i crossover per la Cross Universal e ho già qualche idea per Luna, Remus, Voldemort, Silente, Mirtilla e Charlie, e per... non ho ancora deciso se Ginny o Lily; quella di Sirius è già pronta e per Draco ho un carico di idee. I CO che ho già in mente saranno con Madagascar, Pirati dei Caraibi, Ghostbusters, Le cronache di Narnia, Alice, Dracula e Shrek: se avete qualche suggerimento, fatevi avanti (magari non lo uso con quel personaggio, oppure non conosco il fandom, ma un po'di ispirazione fa sempre bene).
PS: Quella con Sirius è... qualcosa che potrebbe piacere a Luna.

Poisonous Rose - Rose/Scorpius (was Romeo and Juliet)

Scorpius Malfoy attraversò la Sala Grande con la stessa aria di noncurante arroganza che aveva avuto suo padre prima di lui (beh, forse Draco non era inciampato nell’orlo della veste per poi riprendere elegantemente l’equilibrio con una mezza piroetta, ma è l’intenzione che conta, giusto?) e prese posto sullo sgabello per essere Smistato. Non sentì neppure la voce del Frate Grasso che gli dava il benvenuto, impegnato com’era a lanciare occhiatacce alla ragazzina dai capelli crespi che aveva osato salutarlo. Salutare lui, un Malfoy, con quella boccaccia da castoro!
Il Cappello Parlante calò sulla sua testa, nascondendo finalmente l’orribile visione. “Oh, cosa vedo, un altro Malfoy!” esclamò il copricapo. “Sarebbe logico mandarti a Serpeverde, ma non voglio fare una scelta affrettata…”
È proprio antipatica pensava intanto Scorpius. Si è seduta vicino a me e non è stata zitta un minuto, e Hogwarts di qua, e Hogwarts di là, e la torre di Astronomia, e il soffitto incantato… ma con chi credeva di parlare, con un Babbano? Io sono un Purosangue, per Salazar!
“…una certa intelligenza, un lato nobile e dolce ereditato da tua madre…” proseguì il Cappello.
…con quei capelli, poi… sembra un barboncino, ma non le daranno fastidio? Magari le coprono gli occhi e lei non ci vede e sbaglia gli incantesimi, le starò alla larga a lezione…
“…una dose di arroganza, ma ho visto di peggio…”
… poi è una Weasley, e dato che mio padre dice che quella casa è il loro feudo sarà senza dubbio una Grif…
“…Serpeverde?”
Quella parola riuscì a scuotere Scorpius abbastanza da fargli prestare attenzione: “No, no per carità, quella non può stare a Serpeverde!” ribatté inorridito. “Grifondoro, ho detto Grifondoro! Alla larga!”
“Dici davvero, ragazzo?” chiese il Cappello spiazzato. “È una vera sorpresa, ma se proprio vuoi… GRIFONDORO!”
“Opporc… ehi, no, aspetta!” protestò Scorpius rendendosi conto del pasticcio che aveva combinato, ma già la preside gli stava togliendo il cappello indirizzandolo verso i suoi nuovi compagni, che applaudivano un po’felici, un po’meravigliati.
Oh, cavolo pensò il piccolo Malfoy pietrificato. Adesso sì che sono morto.


Rat and Gazelle - Peter/Dorcas Meadows

Anche le persone migliori del pianeta hanno le loro giornate no, e Peter Minus non faceva eccezione: quella mattina in particolare, il quarto Malandrino si svegliò decisamente incattivito.
“Eh no, adesso basta!” mugugnò quando entrò in sala comune, notando Dorcas Meadows che aspettava con un pacchetto in mano. “Mi sono rotto l’anima di fare il gufo postino! E porta questo a Sirius, e passa questo a Remus, e dì a James che lo amo, e chiedi al tuo amico se esce con me… basta! Non sono mica il vostro servo, io! Quindi, se vuoi che quel pacco arrivi a Sirius alza il fondoschiena e daglielo tu!” e detto questo oltrepassò la compagna senza degnarla di uno sguardo, spinse via un ragazzo del settimo anno e uscì a passo di marcia.
Dorcas rimase immobile con il regalo tra le mani e gli occhi umidi di lacrime. “Era per te, stupido!” sussurrò alla stanza ormai vuota.


Forza Peter! Fatti rispettare! Aleee oh oh!
...
Ok, fine del momento fangirl.
Qualcuno ha notato che tendo a sfogare i miei istinti peggiori su Draco: per dimostrarvi che non è vero, ma verissimo, strapazzo un po'anche Scorpius. Immaginate la reazione di Draco quando saprà dove è finito l'erede.
Il povero Peter, invece, ha scelto il giorno sbagliato per ribellarsi al destino. Purtroppo, con i compagni di dormitorio che si ritrova non aveva modo di sospettare la verità.

Lone Hero - Harry/No one

Sdraiato nell’erba, Harry guardava le nuvole correre veloci sopra la sua testa. Nessuno l’avrebbe disturbato: era solo.
Da quanto tempo non si prendeva un intero pomeriggio tutto per lui? Niente missioni, niente battaglie, niente salvataggi, niente sconosciuti senza volto pronti a deporre le loro speranze - le loro aspettative - sulle fragili spalle di un ragazzo: solo lui e nessun altro. Quel giorno nessuno di coloro che amava avrebbe rischiato la vita per lui, e lui non avrebbe passato la notte a chiedersi quante persone avesse deluso o messo in pericolo con il suo comportamento.
Una volta tanto, era bello non avere il terrore costante e insopprimibile di causare dolore a qualcuno.


Black and Silver - Severus/Draco

“Mi è stato detto” esordì Piton rigido, “che per ben due volte non hai finito i compiti di Trasfigurazione”
“È vero, professore” confermò Draco, senza neppure tentare di sembrare umile e pentito.
“E la professoressa McGranitt ritiene che io, in qualità di direttore di Serpeverde, debba punirti per questo” proseguì l’uomo.
“Lo so, professore” mormorò Draco.
“Mi fa piacere che tu riconosca le tue colpe… che è più di quanto sia lecito aspettarsi, sapendo chi ti ha allevato” approvò Piton con un ghigno malevolo. “Dunque, per la tua negligenza trascorrerai due pomeriggi della prossima settimana…”
Nel silenzio del sotterraneo il mago udì distintamente Malfoy trattenere il fiato.
“…aiutando il professor Hagrid a curare gli animali” concluse.
“Cosa?” sbottò Draco, prima di ricomporsi e recuperare il tono deferente che si conveniva a un allievo. “Volevo dire… credevo che spettasse a lei…”
“Spetta a me scegliere la punizione, signor Malfoy, e non spetta a te discuterla” tagliò corto Piton. “E adesso, se non c’è altro…” e fece un cenno in direzione della porta, prendendo un pacco di fogli dalla scrivania per far capire al visitatore che era ora di levare le tende.
Mentre i passi del ragazzo si allontanavano lungo il corridoio, Piton finse di essere immerso nella lettura di quelli che erano, di fatto, vecchi promemoria di ingredienti da comprare. Quel Malfoy lo metteva sempre più a disagio, ed era stanco di trovare espedienti sempre nuovi per levarselo dai piedi ogni volta che si faceva mettere – di proposito, senza dubbio – in punizione.
Certo, magari quella luce morbosa nei suoi occhi grigi era solo un parto della sua immaginazione… ma era meglio non rischiare.


Dura la vita del supereroe... non è strano che Harry apprezzi la solitudine, considerando quello che succede a tutte le persone, cose e animali che lo amano. Voglio dire, gli crepano anche la scopa e la bacchetta, si è mai visto qualcuno più iellato di così? (e non mi dite "Moratti", o vi cancello dall'albo dei lettori)
Il riferimento per la seconda è HP e il Principe Mezzosangue, cap. 12. Dopo le vicende di cap. 23 il mitico pozionista è diventato decisamente guardingo, ma come dargli torto?
Grazie a tutti per il seguito e le recensioni: è davvero difficile essere ogni volta all'altezza della vostra stima, ma è bello scrivere e sapere che c'è qualcuno dall'altra parte.

Doilies - Sibilla Cooman/Petunia

Petunia Dursley strinse con decisione il bracciolo della poltrona con le lunghe dita ossute, mentre Sibilla Cooman esaminava con interesse la sua fragilissima collezione di tazze da tè. “Affascinante, mia cara Petunia. Del resto sapevo già di trovare uno spirito affine in questa casa”
“Cosa intende?” chiese Petunia sospettosa. “Anche lei colleziona porcellane?”
La Cooman scosse la testa, facendo tintinnare i numerosi ciondoli che ornavano i suoi orecchini. “Ma no, mia cara! Intendo dire” e si avvicinò a Petunia con aria misteriosa, “che lei possiede il dono!”
Sentendo menzionare qualcosa che aveva a che fare con la magia, la padrona di casa storse il naso come se dalla bocca dell’ospite fosse uscita una parolaccia. “Si sbaglia!” affermò recisamente.
“Io non mi sbaglio mai!” proclamò la professoressa con degnazione. “Lei ha la Vista, mia cara, ne sono sicura: sarebbe stata una magnifica veggente, se i suoi talenti fossero stati compresi”
Nella mente della signora Dursley l’ostilità verso il soprannaturale si scontrò con il desiderio di sentirsi speciale e apprezzata, e fu quest’ultimo ad avere la meglio. “Oh, se lo dice lei…” mormorò lusingata. “Sa, ora che ci penso ho sempre sentito di avere qualcosa di particolare. Ricordo quando la figlia di Maude Reynolds portò a casa quel poco di buono e io dissi subito che…”

Al piano di sopra Harry e Dudley, rintanati come bambini nell’oscurità delle scale, si scambiarono uno sguardo divertito. “Se per avere la Vista si intende essere una ficcanaso di prima qualità, allora la mamma non ha nulla da invidiare a una vera strega!” sussurrò Dudley al cugino, e Harry ridacchiò.


Wotcher Wolvie - Remus/Tonks

Tonks diede un morso alla tavoletta di cioccolato e subito fece una smorfia.
No, non è nemmeno questo.
Stava diventando frustrante: aveva saccheggiato Mielandia, il negozio di Caramagiche a Diagon Alley, Pasticcini Tuttigusti e un paio di bottegucce Babbane e non aveva ancora trovato un cioccolato che somigliasse neanche lontanamente a quello di Remus. Aveva pensato addirittura che fosse così buono perché lo teneva in tasca insieme al calamaio, ma il suo esperimento in questo senso aveva portato solo ad una tavoletta sciolta e appiccicosa spalmata sulla sua divisa da Auror e ad una battuta secca di Malocchio riguardo all’età giusta per togliere i pannolini.
L’unica spiegazione era che Remus ci facesse qualcosa dopo averlo comprato, magari aggiungendoci un ingrediente segreto o tenendolo in qualche armadio di un legno speciale, ma per quanto lei lo tormentasse e supplicasse per farsi svelare il segreto, quell’infame si limitava a sorridere e a ripetere che non c’era niente da sapere, che era solo normalissimo cioccolato… e quella, secondo Tonks, era una balla bella e buona.
Cosa mi nascondi, Remus Lupin? pensò la ragazza, fissando il soggetto con uno sguardo da inquisitore. Che razza di filtro usi per rendere un dolce così…
E all’improvviso la verità balenò nella sua mente.
Ma certo! pensò esaltata, scrutando Remus che si versava una tazza di caffè. È questo il motivo, non si tratta di zucchero, vaniglia o cacao…
“Ho capito!” gli gridò facendolo sobbalzare. “Sei tu!”
Il contenuto della tazzina di Remus finì in buona parte sul pavimento. “Cosa?”
“Sei tu l’ingrediente segreto!” proseguì la ragazza euforica. “I tuoi occhi, il tuo sorriso…”
Il succitato sorriso comparve finalmente sul viso del licantropo. “Mia cara Tonks, ti assicuro che nessuno dei miei globi oculari è finito nell’impasto: sono tutti e due al loro posto, come puoi vedere” disse in tono indulgente, strofinando le macchie brune sul suo maglione.
Fantastico sospirò Tonks. Qualcosa mi dice che sarà un’impresa disperata.


Di fronte alla prima coppia sono rimasta di gesso. Davvero: come gli è venuta in mente?
Ambientata dopo il settimo libro, con un ipotetico riavvicinamento tra Harry e Dudley.
Ed eccoci arrivati a un'altra coppia canon, probabilmente la più imprevedibile. Come sarà iniziata? Io dico così...


13° posto al 10 Hours Contest - Storie Edite

13° posto parimerito

- Autore: Lizzyluna
- Titolo: Wotcher Wolvie - Remus/Tonks

GIUDIZIO
- Grammatica: 10/10
-Punteggiatura 9/10
- Stile: 10/10
-Lessico: 9/10
- Originalità: 8/10
- Caratterizzazione personaggi: 9/10
- Gradimento personale: 9/10
TOTALE: 64/70  

La grammatica e la punteggiatura sono buone entrambe (solo un paio di errori), e il lessico e lo stile sono ottimi.
Ti ho tolto due punti originalità per due motivi: l’argomento Remus&cioccolata è molto frequente nelle sue ff, e Tonks che associa a Remus la cioccolata anche.
Al di là di ciò, la caratterizzazione è molto buona, e la storia mi è piaciuta molto.
Complimenti.

Make No Mistake - Marcus/Draco

“Marcus?”
Il capitano non si girò. “Che vuoi, Malfoy?”
“Marcus…” mormorò Draco. “Lo sai, io ti ho sempre ammirato…”
Flitt continuò a scrivere.
“Sei davvero il miglior capitano di Hogwarts, non come quella mezza calzetta di Baston”
Flitt cancellò un errore nel suo tema di Pozioni.
“Non vedevo l’ora di entrare in squadra per allenarmi al tuo fianco. Tu… tu sei il mio maestro, Marcus”
Flitt voltò la pagina del libro per cercare la riga che gli interessava.
“Sono onorato, davvero onorato, di giocare con te. Se sapessi come esprimere la mia… ammirazione…” proseguì Draco inumidendosi le labbra.
“Basta così” ordinò Flitt posando la penna.
Draco fece un passo indietro, ma il capitano non si mosse dal suo posto. “Malfoy, non mi interessa se sono il tuo idolo, se mi ami alla follia e se hai deciso che devi avermi a tutti i costi, che io lo voglia o no” dichiarò, continuando a voltargli le spalle. “Verrai agli allenamenti come tutti gli altri, e non mi importa se tuo padre dice che sei un genio del Quidditch”
Il giovane Serpeverde aprì bocca per dire qualcosa, ci ripensò in fretta e corse fuori dalla Sala Comune con le guance vermiglie; Flitt tornò al suo tema, mentre una smorfia sarcastica gli increspava le labbra.
Certo, avrebbe dovuto sorbirsi quella piattola per il resto della stagione… ma niente gli impediva di prendersi le sue piccole soddisfazioni.


Irish Spice - Seamus/Calì

Calì Patil odiava le piante. Le odiava con tutta l’anima. Se fosse dipeso da lei Erbologia sarebbe stata cancellata dal programma, e solo la necessità di avere una media decente la tratteneva dall’approfittare delle lezioni per far fuori quegli stupidi vegetali.
Ma perché la sua antipatia per tutto ciò che aveva foglie e rami era giunta a quell’estremo di cattiveria?

***

“Accidenti!”
Calì imprecò a bassa voce quando uno dei cespugli che circondavano la capanna di Hagrid si impigliò nella sua gonna.
“Serve aiuto, Calì?” chiese Lavanda, che camminava pochi passi più avanti.
“No, tranquilla, è solo un ramo. Vai pure, io arrivo subito”
Sbuffando e armeggiando con la stoffa, la ragazza cercò di convincere i rametti secchi e coperti di neve a lasciarla andare, ma il suo lavoro si interruppe bruscamente quando il pallido sole invernale proiettò un’ombra familiare sul terreno gelato oltre il cespuglio; con il cuore in gola, Calì si strinse la gonna intorno ai fianchi, consapevole di aver offerto un bello spettacolo al ragazzo che l’aveva raggiunta, ma il temuto commento malizioso non arrivò e l’ombra la oltrepassò senza nemmeno rallentare.
Sollevata e delusa allo stesso tempo, la giovane strega riprese a strattonare la gonna e dopo un interminabile minuto i suoi sforzi furono ripagati dalla sconfitta dei ramoscelli. “Tiè, stupido cespuglio!” esultò con un sorriso di trionfo, ma il suo buonumore fu prontamente smorzato dalla scena che si stava svolgendo più avanti, in mezzo al parco: Lavanda che ridacchiava e Seamus Finnigan che… cosa stava facendo?
Ah, no: si era solo avvicinato per parlarle. E si stava dondolando nervosamente, come faceva ogni volta che era agitato.
Mordendosi un labbro, Calì raccolse la sua roba e si avviò a sua volta lungo il sentiero mentre Lavanda diceva qualcosa, rideva di nuovo e s’incamminava a fianco di Seamus con la mano pericolosamente vicina alla sua e il sole che si rifletteva con discrezione sui visi di entrambi: un bel quadretto, senza dubbio, una magnifica scena da cartolina.
E non serviva una grande fantasia per indovinare cosa si erano detti, giusto?

“Calì, indovina!” squittì Lavanda correndole incontro nell’atrio. “Seamus mi ha invitata al Ballo del Ceppo!”
“Davvero? Ma che bello!” rispose Calì con un passabile sfoggio di falso entusiasmo.
Me la pagherai, maledetto cespuglio! aggiunse la sua anima Grifondoro.


Il fatto che Malfoy sia un lecchino come suo padre è palesemente canon (caspita, l'ha scoperto anche l'Oscuro), dunque non è improbabile che sia ricorso a certi mezzucci per saltare l'allenamento: è arrivato a darsi malato per far spostare la partita, dunque non è il sacro fuoco del Quidditch quello che si riflette sul suo viso. Flitt l'ha rimesso al suo posto, però, e noi tutti lo amiamo per questo.
Non avevo la minima idea di come sviluppare la seconda, ma scrivendo la Seamus/Lavanda ho scoperto che i due sono andati insieme al Ballo del Ceppo, cosa che fornisce un'ottima 'side story' (traducibile con 'storia parallela', ma in inglese suona molto più cool) per questa coppia. Il tutto condito con le boiate prive di senso, messe lì per fare atmosfera, a cui dovreste essere abituati.

Paw and Feather - Sirius/Madama Bumb

“Black! Sirius Black! Oh insomma, dove si è cacciato quel ragazzo?”
Rolanda Bumb perlustrò il parco con lo sguardo acuto, cercando di distinguere qualcosa tra il riverbero del sole sulla neve. Quel Black la faceva impazzire: bastava che lei si distraesse un solo attimo per correggere la presa a uno dei suoi allievi, e subito la canaglia in miniatura filava via in sella alla malandata scopa della scuola, tra gli applausi dei compagni e i sospiri svenevoli delle compagne che assistevano alle sue prodezze. Naturalmente quelle piccole scorribande finivano in mezzo all’erba o tra i rami di un albero (o addirittura, in una sola, memorabile occasione, tra le tegole della Torre di Divinazione, dove il ragazzino era rimasto piangente e tremante per dieci minuti prima che lei riuscisse a raggiungerlo e tirarlo giù), dato che il pilota non riusciva a prestarle attenzione per più di otto secondi e dunque non aveva imparato nulla sul modo corretto di gestire una scopa; si era già procurato lesioni di varia gravità, polmoniti e mezzi annegamenti con quel sistema, tanto che Madama Bumb cominciava a sospettare che avesse una cotta per l’infermiera.
“Madama Bumb, eccolo lì!” esclamò una delle ragazzine puntando il dito, e la professoressa vide con orrore che il disgraziato si era spinto fino al lago ed ora svolazzava con tragica mancanza di timore a pochi centimetri dall’acqua gelida.
“Black! Black, stupido ragazzo, non ti sporgere!” gridò balzando in sella alla propria scopa, ma un’improvvisa raffica di vento portò via le sue parole e rapì la piccola Tinderblast da esercitazione, che fu scagliata in aria come una foglia secca; il passeggero imprudente si spaventò e perse la presa, precipitando rapidamente verso il minaccioso scintillio delle onde.
Madama Bumb non perse tempo: puntò la bacchetta verso Sirius e scagliò un incantesimo per rallentarne la caduta, portandosi poi sotto di lui per prenderlo al volo; pochi istanti dopo il ragazzino era sano e salvo tra le sue braccia, con le guance pallide per la paura e i capelli neri più arruffati che mai. Stavolta niente gita in infermeria, signorino pensò soddisfatta, ma una tirata d’orecchie non te la leva nessuno, garantito.
Mentre lei prendeva fiato per la ramanzina che quella peste si era pienamente meritata, il piccolo la fissò di sottecchi e la abbracciò di slancio, tremando in un modo che mise a dura prova la stabilità della Stella d’Argento. “Ho avuto tanta paura, professoressa! Non lo farò mai più, promesso!” gemette, stringendosi a lei come un innamorato.
Madama Bumb rimase spiazzata, perdendo all’istante tutta la sua furia; tese inconsapevolmente le mani per ricambiare quell’abbraccio (era dai tempi della scuola che nessuno la stringeva in quel modo), ma poi si ricordò chi era (e soprattutto chi era lui) e dove si trovava in quel momento e si raddrizzò sulla scopa in un sussulto di ritrovata autorità. “Lo spero bene, sciocco!” rispose aspramente. “Potevi morire annegato, se avessi tardato un solo secondo…”
“Ma io sapevo che sarebbe venuta in tempo, professoressa!” mormorò Sirius con un sorriso di adorabile dolcezza (e falso, falso come Giuda, ci avrebbe scommesso). “Lei si prende sempre cura di me, vero? Mi vuole…” e la sua voce si ridusse ad un sussurro, “…mi vuole bene?”
Madama Bumb lottò con l’impulso di scollarsi di dosso quel marmocchio impudente scaricandolo nel lago (una bella doccia fredda non gli avrebbe fatto male), ma la voce dell’etica professionale, che peraltro somigliava moltissimo a quella di Silente, la convinse a riportarlo a riva e spedirlo dalla McGranitt, nella speranza che la collega lo trattenesse fino alla fine della lezione. Scoprì tuttavia, con suo grande disappunto, che liberarsi del ragazzino, anche quando fisicamente non c’era, era tutt’altro che facile.
Maledetto Black! pensò stizzita, quando perse per la sesta volta il filo della spiegazione. La prossima volta ti lascio annegare, porco Bolide, lo giuro sul mio onore!


Dewdrops at Daybreak - Theodore Nott/Luna (merged with Mysterious Theory)

“Quella Lovegood è proprio suonata!” dichiarò Pansy lasciandosi cadere su una poltrona, dopo aver cacciato il ragazzino del secondo anno che la occupava.
“E te ne accorgi adesso, genio?” mugugnò Warrington.
“Beh, adesso vede anche cose che non esistono! Pensa, ha detto che ci sono cavalli che tirano le carrozze di Hogwarts! Non è la più grande sciocchezza…”
Theodore Nott si agitò nervosamente sulla sedia.
“E quei misteriosi cavalli volano intorno alla Guferia!” proseguì Pansy. “Volano, capisci? I cavalli non volano, che stupidaggine!”
“Perché no?” chiese Theodore con calma, anche se nella sua voce vibrava un’insolita nota rabbiosa. “In fondo volano anche le stupide oche starnazzanti… anche se a volte hanno bisogno di scope” e lo sguardo gelido che posò sulla compagna non lasciò dubbi sul tipo di oche a cui stava pensando.
Prima che dalla bocca spalancata di Pansy potesse rotolar fuori qualcosa di più o meno sensato, il Serpeverde chiuse il libro di Pozioni ed uscì dalla sala comune, stringendo un pugno con insospettabile forza.

Theodore non voleva raggiungere la Guferia, ma fu lì che le gambe lo portarono; fuori dalla finestra stretta i grandi cavalli alati gli diedero il benvenuto, concreti e minacciosi come sempre.
“Sono bruttini, vero?”
Il ragazzo si voltò di scatto, ma c’era solo Lunatica Lovegood nel vano della porta; non aveva lettere o pacchetti in mano, quindi Theodore dedusse che fosse venuta lì per starsene un po’da sola.
Come me. I due pazzi visionari si danno appuntamento.
“Sono animali speciali” proseguì Luna. “In pochi possono vederli, e non è esattamente una fortuna”
“Non lo è mai, vero?” rispose Theodore, meravigliando anche sé stesso (lui che parlava con quella matta? Assurdo!). “Vedere cose che gli altri non vedono, intendo. È una condanna, non un dono”
“Gli artisti lo fanno. E anche i geni” obiettò Luna. “Ma le persone normali… no, loro no. Vedono quello che vedono tutti e non guardano più in là”
Il ragazzo meditò a lungo su quelle parole, e quando alzò il capo la Corvonero era già sulla soglia. Prima di andarsene, però, la ragazza si voltò di nuovo a guardarlo. “Hermione mi ha prestato un libro” rivelò. “Un libro Babbano. Diceva una bella cosa a un certo punto: L’essenziale è invisibile agli occhi”
“L’essenziale è invisibile agli occhi” ripeté Theodore a bassa voce, ed ebbe la sensazione che quell’essenziale gli avesse appena sorriso.


Scommetto che vi mancava, non è vero? Ed eccolo qui, più esasperante del solito: stavolta la vittima è la iellatissima insegnante di volo, che in questo momento vorrebbe tanto essersi iscritta a quel corso per accalappiadraghi. E sì, sta facendo sul serio: notate come si impegna per attirare l'attenzione della sua bella, riuscendo a rischiare la vita una decina di volte nel processo (oh, c'è anche un microseguito. L'ho scritto nella risposta alla recensione di AresEris).
La Tinderblast è una scopa, come la Stella d’Argento.
Sono orgogliosa anche della seconda, prodotto del mio periodo Serpeverde: sappiamo, e lo conferma la Rowling stessa, che è Theo il ragazzo che vede i Thestral nel quinto libro. La citazione è da Il piccolo principe.
So che vorrete tutti abbracciarlo per come ha risposto a Pansy, ma... uno alla volta, prego. Magrolino com'è, se lo aggredite tutti insieme lo schiacciate.


Nona classificata al Crack - Fast contest SOLO EDITE

9 classificata: Lizzyluna

Lizzyluna – Paw and feather

- Grammatica e forma: 10/10
- Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
- Originalità della trama: 9.5/10
- Gradimento personale: 10/10
Totale: 38.5 – 40

Grammatica e forma: grammatica ottima e forma scorrevole. Niente da dire ^^.
Caratterizzazione dei personaggi: Ho apprezzato la caratterizzazione che hai dato di Sirius, anche perché è risaputo che Sirius è uno dei personaggi più difficili da trattare insieme a Draco Malfoy!
Madama Bumb non mi ha convinta del tutto. Credo che avresti potuto approfondirla di più e, soprattutto, farla più severa e meno simile a Madama Chips. Aldilà di questo, benissimo.
Originalità della trama: Ecco, non è originalissima, perché è un po’ un clichè Sirius che fa disperare (e inevitabilmente mezzo-innamorare) le professoressa di Hogwarts.
Gradimento personale: “Sirius sta bene con chiunque” ha professato Selene Lightwoood. Ed è vero, Sirius starebbe bene anche con un albero. Inoltre tu hai scritto una storia leggera, divertente e innagabilmente crack. Per questi motivi, mi è piaciuta parecchio ^^.
Un bacio, Ceci.

Malevolence - Severus/Sirius

Hogwarts, ore dieci di venerdì, serra numero uno. Stesso posto…
“Levati dai piedi, Black!”
… stessa scena.
“Cambiassero almeno battute ogni tanto!” mugugnò Davy Gudgeon, oltrepassando i litiganti insieme all’amico Kyle. “Ormai le so a memoria. Questo prato…”
“… non è proprietà privata, Mocciosus!” ribatté Sirius. “Posso stare qui finché mi aggrada!”
“Padronissimo di metterci le radici!” replicò Severus. “Ma fammi passare, ho visto il tuo brutto muso…”
“…anche troppo a lungo!” completò Davy con un lungo sospiro.
“Chi disprezza compra, Mocciosus” rispose Sirius serafico, e sia Severus che i due spettatori sussultarono. “Ehi, questo non era nel copione!” sussurrò Kyle tirando l’amico per la manica.
Anche il Serpeverde sembrò spiazzato da quella battuta, ma mentre i Malandrini si allontanavano sghignazzando, un’espressione calcolatrice si disegnò sul suo viso pallido.

Hogwarts, ore dieci di venerdì, serra numero uno; i Grifondoro entrano, i Serpeverde escono.
Malandrini e incolpevoli spettatori erano tutti al solito posto, pronti per la solita commedia, ma all’improvviso qualcosa cambiò: quel mattino, Severus uscì dalla serra e marciò dritto verso Sirius. “Chi disprezza compra, giusto?” lo interrogò con un sorriso storto, e prima che il ragazzo aprisse bocca, pescò una manciata di falci dalla tasca e li scagliò con forza contro il suo petto.
“Ti ho comprato, contento?” lo apostrofò acido. “E adesso sparisci!”
Sirius era troppo sbalordito per replicare, così Severus proseguì verso la scuola con passo da condottiero, circondato dall’ammirazione della folla; vi fu anche qualcuno che accennò un applauso.
“Uno a zero per il vecchio Piton!” annunciò Remus, segretamente divertito.
“Non capisco...” mormorò Sirius sgomento. “Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme… credevo di valere almeno un galeone!”
“Abbassa la voce, Felpato” lo ammonì James, scrutando preoccupato lo sguardo avido delle compagne.


Fuchsia Snake - Severus/Tonks

“Anche a me non importa, non m’importa!” esclamò Tonks, scuotendo Piton per la veste. “Te l’ho detto un milione di volte...”
“E io ti ho detto un milione di volte” replicò Severus senza guardarla, “che sono troppo vecchio per te…”
…e tu, in compenso, sei troppo pericolosa, aggiunse la sua gamba sinistra ricoperta di bolle (precisamente, di scottature modello ‘Pozione bollente rovesciata da strega maldestra’).
“Ho sempre pensato che la tua sia una posizione ridicola, Severus” intervenne la signora Weasley.
Già, perché i calderoni bruciati non erano i tuoi pensò il pozionista. Ad alta voce disse: “Niente affatto, Tonks merita uno giovane e sano…”
…che smetterà rapidamente di esserlo dopo cinque minuti con questo impiastro completò la sua mente con Serpeverde cinismo.
“Ma lei vuole te” osservò il signor Weasley con un sorrisetto.
Già, è proprio questo che mi preoccupa meditò il professore. Sua nonna l’aveva avvertito: quando un Black vuole qualcosa se lo prende, e Merlino protegga chi decide di mettersi in mezzo.
“Questo non è… il momento di discuterne” tagliò corto, dirigendosi verso la porta. Forse faceva ancora in tempo a raggiungere i Mangiamorte… ma sarebbe bastato per liberarsi di lei?


No, non ho poltrito alla grande in questi ultimi giorni. Mi piacerebbe potervi dire che ho studiato come un animale, ma in verità ho solo aggiornato altre due storie (una delle quali doveva finire qui, ma era talmente fuori dal tunnel da meritare un posto a sè; in ogni caso ho messo il link a pag.1).
Sirius/Severus: non è una coppia, è fantascienza. L'affascinante Black è ferito nell'orgoglio, ma per mia e vostra sfortuna si riprenderà.
La seconda è la risposta alla domanda che il mondo si pone fin dall'uscita del Principe Mezzosangue: come sarebbe stato il cap. 29 se al posto di Remus ci fosse stato Sev? Dal cap. 29 provengono appunto le battute dei personaggi, integrate dai pitonici pensieri inventati da me medesima.
Decidete voi quale è meglio... Sev vi esorta caldamente a scegliere l'originale.

Lumacorno/McGranitt

Horace adorava vedere Minerva sorridere: accadeva raramente, ma in quei casi i suoi lineamenti severi e sempre ombreggiati dal cappello si addolcivano in modo stupefacente. Vedere la professoressa ridere, poi, era un evento affascinante e degno di nota come la comparsa di una cometa, anche perché accadeva più o meno con la stessa frequenza.
Quel pomeriggio, il professore di Pozioni poté godersi lo spettacolo in prima fila: il palcoscenico era il tavolino da tè nel suo studio, e la sua comodissima poltrona fungeva da palco reale, posta com’era di fronte alla vicepreside che rideva di gusto.
Per essere sinceri, troppo di gusto.
“Ho... Horace!” balbettò Minerva tra uno sghignazzo e l’altro. “Non... non mi avrai messo qualcosa nel tè?”
No, Horace non l’aveva fatto; almeno, non di proposito. Certo, forse una volontà occulta aveva guidato il suo gomito quando aveva abbattuto alcune boccette sulla mensola, causando il gocciolamento del loro contenuto proprio sopra il tavolino apparecchiato, ma non si poteva dire che l’avesse fatto apposta.
E il fatto che la fiaschetta dell’Elisir dell’Euforia fosse tappata male era un puro caso, senza dubbio: una semplice, solare coincidenza.


Black Beauty - Kingsley/Bellatrix

Kingsley entrò canticchiando in salotto e si sedette sul divano con un grugnito soddisfatto. “Ottima giornata al lavoro!” dichiarò. “Abbiamo messo le mani su Selvyn, finalmente: lo aspetta una bella vacanza trentennale all’Hotel Azkaban, servizio completo e vista panoramica!”
“Che peccato!” si rammaricò Bellatrix dalla poltrona, scagliando una Fattura Pungente per richiamare all’ordine un malcapitato elfo domestico. “Era una persona deliziosa, ricordo che ha regalato a Draco la sua prima scopa giocattolo!”
“Oh” mormorò Kingsley impacciato. “Ehm… secondo te chi vincerà la coppa quest’anno?”


Auror + Mangiamorte: quando gli argomenti di conversazione scarseggiano.  I nostri due innamorati danno significati radicalmente diversi all'espressione 'buona notizia' (e se Bellatrix tifa Harpies e Kingsley Tornados... beh, dite addio al servizio di piatti).
Vediamo inoltre il buon Luma trarre vantaggio dal proprio talento senza oltrepassare i confini dell'etica professionale. Purtroppo Minnie prende il tè col limone e pare che l'acido amplifichi gli effetti di certi preparati.

Remix - Teddy/James Sirius

“Papà, perché Teddy non può abitare con noi?” chiese il piccolo James Potter, arrampicandosi sul divano con l’orsacchiotto sottobraccio.
“Perché non fa parte della nostra famiglia. Vedi, anche il cognome è diverso: lui si chiama Lupin, come suo padre” rispose Harry, prendendo il figlio sulle ginocchia.
“Ma la mamma si chiama Weasley, non Potter, eppure vive qui” obiettò il bimbo.
“Perché l’ho sposata, James” spiegò il padre. “Quando sposi una persona, essa diventa parte della tua famiglia: per questo zia Hermione è una Weasley, anche se non ha i capelli rossi”
“Oh!” esclamò James. “Adesso ho capito”
E mentre Harry tornava alla lettura del suo romanzo, un’idea geniale cominciò a farsi strada nella mente del suo primogenito.

Da quel momento James cominciò discretamente a fare domande alla madre e agli zii, integrando le informazioni ricevute con sbirciate clandestine ai romanzi rosa della biblioteca di casa; Ginny lo pizzicò un paio di volte mentre frugava nel suo portagioie e Harry lo fermò appena in tempo prima che devastasse le curatissime aiuole con le sue forbicine a punta arrotondata.
L’unico che sembrasse capire cosa bolliva in pentola era il ritratto di James senior, che ridacchiava dalla sua cornice ogni volta che figlio e nuora si interrogavano sul comportamento del nipotino; grazie alla sua intercessione, il piccolo Potter riuscì a conquistare un vecchio anello di nonna Molly, un cerchietto d’argento ormai scurito dal tempo, e un mazzo di fiori variopinti selezionati e recisi con cura dalla mamma.
E alla visita successiva, il giovane Teddy Lupin ebbe una grossa sorpresa.


Love Bites - Severus/Nagini

“Ouch!”
Severus Piton, che fino a quel momento se n’era stato comodamente seduto nella sua poltrona, si irrigidì di scatto: un grosso serpente era sbucato da dietro la libreria e si era avvolto silenziosamente intorno al suo torace.
“Oh, quanto è carina!” cinguettò Bellatrix estasiata. “L’Oscuro Signore deve fidarsi molto di te se te la lascia tenere… vorrei che l’avesse chiesto a me, è adorabile!”
“Ti cedo volentieri l’onore, Bella!” mugugnò il Mangiamorte, cercando discretamente di recuperare la bacchetta incastrata tra il cuscino e il bracciolo.
“Oh, no, non oserei mai rompere la vostra bella amicizia… guarda come le piaci!” replicò la strega, allungando una mano per accarezzare il muso del serpente.
Questa donna è matta, oppure completamente scema! pensò il disgraziato professore, respirando a fatica nella stretta mortale della bestia. Non ha ancora capito che Nagini non si struscia addosso alla gente per farle le fusa?


Attento, Harry: i bambini prendono tutto alla lettera.
Vi immaginate la faccia di Teddy di fronte alla sua prima proposta di matrimonio? Considerando che ha sangue malandrino, non è improbabile che accetti.
E questo è uno dei numerosi momenti in cui Piton vorrebbe tanto schierarsi apertamente dalla parte dei buoni: almeno le dimostrazioni d'affetto di Fanny sono meno dolorose.
PS: Sì, quella è una citazione di Art Attack. L'avete riconosciuta, bravi.

Sneaks and Evilness - Draco/Marietta

Quando la porta si chiuse alle spalle della Umbridge, Marietta Edgecombe si lasciò sfuggire un sorrisetto. Soddisfazione per il dovere compiuto, avrebbe detto sua madre; ma non era solo quello a farle scacciare con un’alzata di spalle la visione di Cho ferita e dispiaciuta.
In amore e guerra tutto è lecito rispose mentalmente al muto rimprovero di quel fantasma. Tu mi hai trascinata dove volevi per farti bella davanti al tuo Potter, e adesso è il mio turno.
Assaporava già il trionfo di vedersi circondata dai Serpeverde e ricevere con semplice modestia i loro complimenti – soprattutto i suoi – per aver denunciato quel gruppetto di bimbi patetici che giocavano agli eroi; sì, lui avrebbe apprezzato il suo sforzo per mettere nei guai il suo peggior nemico, le avrebbe sorriso in quel modo arrogante che apparteneva solo a lui – ‘Bel colpo, Edgecombe, da te non me l’aspettavo’ – e magari...
“Per tutti i gargoyle! Edgecombe, cosa è successo alla tua faccia?”
Marietta smise all’istante di fantasticare su quello che Draco le avrebbe detto e azzardò un’occhiata al proprio riflesso nella tazza di tè ormai freddo che giaceva dimenticata sulla scrivania: quello che vide trasformò i sogni di gloria in un acuto strillo di orrore che nemmeno la Umbridge riuscì a soffocare.

“Complimenti, Edgecombe! Potter avrà il fatto suo, finalmente!” si congratulò più tardi Draco stringendole brevemente il gomito. “Ehi, ma perché ti nascondi? Cos’ha la tua faccia?”
Marietta si tirò su il colletto della divisa, nascondendo il viso deturpato con un gemito di frustrazione.
Anni e anni per attirare l’attenzione di Malfoy, e ora che l’aveva ottenuta non poteva nemmeno guardarlo in faccia.


Draconic Beauty - Charlie/Gabrielle

Quando il suo fisico massiccio era avvolto dalla divisa da Quidditch o dalla veste ignifuga che indossava nel recinto dei draghi, Charlie Weasley era la persona più agile del mondo magico; sfortunatamente, tale agilità spariva d’incanto non appena le circostanze lo costringevano a passare mezza giornata con i piedi per terra, lontano da scaglie, setole, fuoco e Boccini. Il matrimonio di Bill fu appunto una di quelle circostanze, dato che la madre aveva bocciato senza appello la sua idea di fare irruzione alla cerimonia in groppa ad un Dorsorugoso, o almeno a cavallo della sua Tornado; infagottato com’era nel suo abito elegante, il secondogenito dei Weasley era quindi più impacciato che mai.
Un ulteriore motivo di disagio era la ragazzina bionda che lo guardava con timida ammirazione, come aveva fatto per tutta la sua permanenza alla Tana; Charlie non sapeva neppure come fosse la sua voce, dato che non si era mai azzardata a parlare in sua presenza, e non aveva la più pallida idea di cosa dirle per intavolare una conversazione, come l’educazione gli imponeva, dal momento che Fleur li aveva fatti sedere allo stesso tavolo.
“Ehm... bel vestito, l’hai scelto tu?” cominciò, tormentandosi il colletto. Nel sentirsi rivolgere la parola, la ragazzina arrossì di colpo e cominciò a rigirarsi il braccialetto intorno al polso; un rapido cenno del capo fu la sua sola risposta.
“Facciamo conquiste, fratellone?” lo prese in giro Fred, giungendo in suo soccorso con una giovane donna a braccetto e lo sposo alle calcagna. “Volevo giusto presentarti questa graziosa dama, ma visto che ne hai già una...”
“Tu sei fratollo di Bill?” chiese la strega in un inglese passabile. “Fred mi ha detto che fai un lavoro molto interessonte”
“Immagino di sì” confermò Charlie in tono formale. “Lavoro con gli animali”
La piccola Gabrielle parve riscuotersi dal suo torpore. “Oh, adoro gli animoli!” esclamò drizzandosi sulla sedia. Le teste dei quattro adulti si rivolsero verso di lei, che arrossì di nuovo come se avesse detto qualcosa di sconveniente.
“Davvero?” commentò Charlie sorridendo. “Ti piacerebbe venire a vederli insieme a me?”
“Charlie, non mi sembra il caso...” intervenne Bill, ma il fratello, pronto a cogliere ogni occasione per correre dai suoi amati draghi, scelse di non sentirlo.
“Se vuoi ti ci posso portare in un attimo” propose alla ragazzina. “È un bel viaggio, ma se te la senti di Materializzarti con me...”
“Charlie, fratello mio” lo interruppe Fred, posandogli una mano sulla spalla, “cosa pensi che dirà la mamma quando scoprirà che testimone e damigella sono scappati in Romania prima del taglio della torta?”
“Vorresti dire che non riusciresti a tenerla occupata per mezz’ora?” rispose Charlie fingendosi incredulo. “Avanti, dovrei lasciare una ragazzina così graziosa a morire di noia?”
“Potresti invitarla a ballare, per esempio” propose Bill, già consapevole in cuor suo di aver perso la battaglia.
“Sai che odio ballare” rispose infatti il fratello e testimone, alzandosi e offrendo il braccio a Gabrielle. “Andiamo, cara?”
La ragazza scoccò un’occhiata di scusa al novello cognato e posò timidamente la sua manina sul polso robusto di Charlie, senza nemmeno il coraggio di sospirare un sì.
Bill li guardò allontanarsi tra la folla: un massiccio allevatore di draghi e un’esile bambina bionda che formavano la coppia più improbabile di quella festa. “Sento che mi pentirò di non averla fermata” mormorò al fratello.
“Oh, lasciala andare. È un bene che un mito infantile si distrugga da solo” suggerì Fred filosofico. “Beh, male che vada avremo un altro matrimonio in famiglia... Percy non dice sempre di coltivare le relazioni internazionali?”
“Dubito che parlasse di questo, Fred” ribatté Bill scuotendo la testa.


Draco e Marietta: la coppia perfetta. Non so se il furetto stia meglio con lei o con Zacharias.
Missing moment di HP e l'Ordine della Fenice, cap. 27: potremmo titolarlo 'La farina del diavolo va tutta in crusca'.
La seconda è stata divertente da scrivere, soprattutto quando ho dovuto inventarmi lì per lì un ritratto di Charlie.
Buon finesettimana a voi, un abbraccio ai nuovi lettori e un Sectumsempra ai deficienti della piazza (che Fenrir se li prenda).

Repayement - Severus/Lily Luna

Severus Piton non si era mai chiesto cosa ci fosse dopo la morte, ma non si sarebbe mai aspettato che l’oltretomba somigliasse all’atrio del Ministero della Magia.
“Benvenuto, Severus”
Né che l’Essere Supremo, o quello che era, avesse l’aspetto e la voce del preside Dippet.
“Hai fatto un lungo viaggio, Severus. Perché non ti riposi un po’?” lo invitò ‘Dippet’ indicandogli una panchina.
“Che posto è questo?” chiese Piton guardandosi intorno.
“Una stazione” rispose Dippet. “Una fermata per le anime che lasciano la terra”
“Dunque sono davvero morto” commentò l’ex professore con un sorrisetto sarcastico. “Da che parte si esce? Vorrei togliermi di torno prima che arrivi Potter, odio le scenette melense”
“Non passerà da qui” gli assicurò l’uomo. “Per quanto riguarda la tua domanda… ci sono due porte che si aprono su questa stanza. Una dà accesso alla pace e l’altra…”
“L’altra?”
“A una seconda possibilità”. Dippet sorrise in un modo che a Piton ricordò molto Silente. “Puoi tornare indietro e scegliere la vita che vuoi; un altro giro di giostra, se preferisci. È un’opportunità, anche se non molti la colgono”
Piton fissò i complicati disegni che decoravano il pavimento, pensieroso. Il suo corpo, posto che ne avesse ancora uno, lo pregava di accettare la serenità, il silenzio e le notti di sonno indisturbato, ma qualcosa in lui la pensava diversamente. “Posso scegliere?” chiese. “Qualsiasi cosa?”
“Qualsiasi!” confermò Dippet. “Puoi reincarnarti in un geranio, se vuoi, anche se non vedo come…”
“Lily” disse in fretta Piton. “Voglio stare con Lily, anche se solo per poco”
“Come preferisci” rispose Dippet senza smettere di sorridere. “La porta a destra. Buona fortuna, Severus” e svanì.
“Tanti saluti, eh!” borbottò Piton stizzito. “E di grazia, dove diavolo è questa por...” e in quel momento la vide: ce n’erano due, per la precisione, due pannelli di legno grigio comparsi dal nulla, come se avessero atteso soltanto la sua chiamata. Il mago raggiunse quella che l’essere gli aveva indicato, e non appena toccò la maniglia fu avvolto da una luce bianca e splendente, diffusa in una nuvola di vapore; sbatté le palpebre un paio di volte e fu investito dai rumori e dai colori del binario 9 e ¾.
Un ragazzino lo urtò gridandogli uno “Scusa!”, ma lui non se ne accorse, occupato com’era a guardarsi intorno, assaporando la sensazione di essere ancora – di nuovo – vivo; scrutava ogni viso che emergeva dalla nebbia, con la speranza e il timore di riconoscerne qualcuno, ma nessuno di essi gli era familiare.
“Lily!” chiamò improvvisamente una voce tra la folla. “Lily, non correre!”
Piton si girò con il cuore ritrovato che batteva all’impazzata e finalmente la vide: capelli rossi, lentiggini sul naso e maglione verde scuro. Veniva verso di lui sorridendo allegramente, trascinandosi dietro un altro ragazzo, e quando i due furono abbastanza vicini il mago si ritrovò a guardare…
…negli occhi inconfondibili del detestabile Potter.
“Ciao, anche tu a Hogwarts?” lo salutò la ragazzina. “Io mi chiamo Lily Potter e questo è mio fratello Albus. Ti serve aiuto per il baule?”
“Ehm...” cominciò Piton, senza sapere cosa dire (per essere sinceri, non sapeva neppure di avere un baule prima che la ragazza glielo facesse notare).
“Oh, nessun disturbo, il mio papà sarà felice di darti una mano! Eccolo che arriva con la mamma e James!”
Il povero Piton non fu abbastanza rapido a dileguarsi, lasciando il baule al suo destino: l’irritante ragazzo occhialuto, ora diventato un uomo sulla quarantina, arrivò seguito a ruota dai due compari, dalla Lovegood, da un altro testarossa che poteva essere solo un Weasley e – orrore! – da una copia in miniatura del suo abominevole padre, con tanto di ghigno malefico ereditato dallo zio combinaguai. “Ehi, Lily, fai già conquiste?” esclamò l’inquietante essere, scrutandolo in un modo che la mente di Piton definì subito famelico.
“James Sirius Potter, chiudi quella boccaccia!” scattò la ragazzina, e nell’udire quel nome Piton ebbe la lapidaria certezza di essere finito all’inferno.
“Sei solo, caro?” gli chiese premurosamente una donna dai capelli rossi, sicuramente quella piattola della Weasley. “Puoi sederti con Lily sul treno, anche lei è nuova”
Frastornato e sbalordito, Piton tentò di dire qualcosa e in quel momento scorse Dippet che, confuso tra la folla, gli faceva l’occhiolino. Ehi, non vale! protestò mentalmente. Non era questo che intendevo!
“Non hai specificato quale Lily, Severus” rispose placidamente Dippet, e sparì.


Stavolta la storia è una sola, ma lunga. Il povero Sev impara a sue spese a fare molta attenzione prima di esprimere un desiderio: immaginate come sarà contento di imbattersi in un altro Malfoy...
Lily ha ereditato gli occhi di James (e di Ginny), che sono marroni. Quelli di Albus sono verdi. Oh, dimenticavo: Sev non ha conosciuto Dippet di persona, ma il suo ritratto era nell'uffico del Preside.
La mia storia ha raggiunto quota 200 recensioni: grazie, sono sbalordita.

Irish Dogstar - Sirius/Seamus

Seamus si strinse il mantello addosso per difendersi dal vento gelido e si inoltrò nella Foresta Proibita con un ingombrante fagotto sotto il braccio; stringendo gli occhi per distinguere il sentiero che serpeggiava tra gli alberi, avanzò fino a una radura coperta da fitti rami intrecciati che proteggevano il terreno dalla neve.
Un cespuglio frusciò alla sua destra, lasciando scorgere per un attimo la sagoma di un grosso animale che sembrava un lupo; il ragazzo rabbrividì, cercando la bacchetta con la mano intirizzita, ma la belva passò oltre senza molestarlo e lui si concesse una risatina liberatoria. D’altra parte, stava per incontrare una creatura più pericolosa di qualsiasi abitante della Foresta Proibita: il famoso pluriomicida Sirius Black.
Il criminale in questione comparve poco dopo, salutando il visitatore con un grugnito e prendendo il fagotto dalle sue mani. “Grazie… Seamus, giusto?”
Il ragazzo annuì.
“Mi faresti compagnia per qualche minuto, per cortesia? Sapessi da quanto tempo non vedo anima viva” proseguì il mago, frugando nel fagotto ed estraendone un pacchetto di carne affumicata.
Il Grifondoro si strofinò il naso, a disagio, ma l’idea di contraddire Black gli piaceva ancor meno della punizione che si sarebbe preso se Gazza l’avesse scoperto a rientrare dopo il coprifuoco; si lasciò cadere sullo strato di foglie secche che ricoprivano il suolo, mentre l’uomo scartava la carne e la addentava avidamente. Sembrava meno debole e affamato di quando l’aveva visto per la prima volta, due settimane prima, ma era ancora ben lontano dall’avere un aspetto sano e felice: a quanto pareva, le poche provviste che riusciva a procurargli bastavano a malapena a impedirgli di morire di fame.
“Ragazzo?” lo chiamò bruscamente Black, e Seamus sobbalzò: l’uomo si era spostato di fronte a lui, abbastanza vicino da poterlo toccare, e lo fissava con occhi freddi e indagatori.
“S-sì?” balbettò con il cuore in gola.
“Toglimi una curiosità, perché mi stai aiutando?”
Seamus arrossì e non rispose.
Il mago si avvicinò ulteriormente, e il ragazzo si stupì nel vedere un sorriso farsi strada su quel viso segnato. “Avanti, non essere timido… è il fascino della divisa carceraria? Oppure il magnetismo dei miei occhi grigi? Sai, ero piuttosto popolare a scuola” gli confidò, posandogli una mano sul ginocchio.
“Mia madre” ammise Seamus imbarazzato. “Credo… che l’abbia conosciuta a Hogwarts”
Black corrugò la fronte, senza capire.
“Quel pacco… qualsiasi cosa ci abbia trovato dentro… l’ha mandato lei, appena ha saputo che si nascondeva da queste parti” continuò il ragazzo. “Mi ha fatto promettere di aiutarla se… se l’avessi trovata, è convinta che lei sia innocente”
Il mago rise di gusto a quella notizia. “Elionor Yallersay, giusto? Aveva una cotta per me al sesto anno, la ricordo bene. Questo spiega il maglione a uncinetto, ma i cioccolatini a forma di cuore da dove vengono?”
“Oh, quelli sono miei” disse in fretta il ragazzo. “Li avevo comprati per… una mia compagna, ma tanto non avrò mai il coraggio di darglieli”
Black rise di nuovo, posando un braccio sulle spalle del giovane Grifondoro. “Ah, è così? Bene, lascia che ti dia un consiglio, Seamus” mormorò con aria complice. “Prima di riciclare i regali, ricorda di togliere il biglietto. Ammetto che mi ha fatto piacere sentirmi definire Rosa sbocciata nel deserto della mia esistenza, ma ho passato la notte in bianco cercando le parole giuste per respingerti con gentilezza”
Seamus desiderò con tutte le sue forze che un Dissennatore si presentasse a reclamare la sua inutile anima. “Oh, caspita!” si disperò, mentre le frasi che aveva scritto gli tornavano in mente con desolante chiarezza.
“Suvvia, non è successo niente di grave” lo rassicurò Black, battendogli una mano sulla schiena con fare paterno. “E adesso dimmi, che tipo è questa ragazza?”


Smaltiamo la cioccolata con un altro capitolo. Il ritardo è dovuto al fatto che la mia mente ha elaborato cinque flash nel giro di due giorni per l'ennesimo contest.
Quando ho visto questa coppia, la mia reazione è stata una risata incredula e un "Ma andiamo, questa coppia non ha senso né in cielo, né sulla terra, né sottoterra!".
Il relativo topic ha svelato l'arcano:  questa... ehm, ipotesi è nata in un gioco di ruolo in cui Voldy vince la guerra e i nostri personaggi  formano un'associazione segreta anti Mangiamorte ('Double Cross', mi pare che si chiami). Dunque, boiata per boiata, se Seamus può innamorarsi di un criminale che ha vent'anni più di lui, tanto vale che io lo catapulti in una situazione vagamente canon in cui aiuta l'evaso per ordine di mammina (e fa una spettacolare figuraccia per la gioia dei lettori).



Capitoli 1-46 partecipanti al The best ... love

11° Classific –Lyzzyluna  (punteggio 43/50)

GRAMMATICA: 9/10
STILE: 8/10
ORIGINALITA': 10/10
CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI: 7/10
GRADIMENTO PERSONALE: 9/10
TOTALE: 43/50


Allora, beh che dire? Innanzitutto non so veramente come tu sia riuscita a fare un simile lavoro, cioè dev’essere stata una vera maratona. La grammatica è piuttosto buona, ho trovato qualche errorino di battitura ma niente di molto rilevante, un po’ meno mi è piaciuto lo stile che ho trovato talvolta un po’ pesantino. Tutto sommato però il grosso dei punti te li ho tolti sulla caratterizzazione perché sebbene tu usi molto OCC il carattere dei personaggi non è molto approfondito e in alcuni punti mi è sembrato superficiale. Detto ciò in alcuni casi mi sono sbellicata dalle risate furiosamente. No davvero, ma te le sei sognate di notte alcune scene? Cioè Vernon Dursley che offre un caffè a Voldy? Il mio amoruccio che banchetta con quella balena di lardo! Mi hai bloccato la crescita per sempre! Il mio giudizio personale è piuttosto alto perché i tuoi racconti mi hanno fatto ridere un sacco, davvero. Complimenti!

Black Dragon - Sirius/Charlie

Sirius sorrise al bimbo dai capelli rossi che lo fissava con ostilità dalla ringhiera delle scale, e ne ebbe in cambio una smorfia da fare invidia a un troll. “Credo di stargli simpatico” commentò, strizzando l’occhio ad Arthur.
“Non farci caso, è solo arrabbiato perché vado via” minimizzò il signor Weasley, tenendo in braccio il suo ultimo nato (un maschietto, tanto per cambiare). “Gli avevo promesso di portarlo alla partita dei Cannoni, oggi era il mio giorno libero”
“Oh, mi spiace” si scusò Sirius. “Ti chiedo perdono, Wil… Per…”
“Charlie” suggerì Arthur.
“…Charlie, ma il mio dovere di apprendista Auror è portare tuo padre in un posto segretissimo per una missione speciale” proseguì il giovane, tralasciando di precisare che la missione speciale era un noiosissimo tè con una vecchia Maganò che aveva chiesto protezione all’Ordine.
“Sei un Auror? Forte!” esclamò il figlio maggiore di Arthur, che fino a quel momento si era trastullato con i suoi mattoncini sul tappeto del salotto. Anche i fratellini, un bimbo dall’aria seria e due vivaci gemelli impegnatissimi a smontare alcuni modellini di auto Babbane, sospesero i loro lavori per guardare con interesse lo sconosciuto, e perfino il neonato voltò la testolina verso di lui, lasciando cadere il sonaglio che stava masticando; l’unico a non mostrare la minima reazione fu Charlie, che seguitò a fissarlo dall’alto in basso. “Sei un Auror, e allora?” sbuffò. “Non capisco cosa ci sia di tanto eccitante nel correre dietro ai criminali, io mi annoierei”
“Ti sembra un lavoro noioso?” lo interrogò Sirius, provando un’istintiva simpatia per quel piccolo ribelle dai capelli rossi. “E dimmi, tu cosa vorresti fare da grande?”
Il bimbo piantò un piede sulla ringhiera, in quella che voleva essere una posa da duro. “Da grande cavalcherò i draghi” affermò deciso. “E sarò il più forte del mondo”
“Io cavalco già un drago” ribatté Sirius. “Un grande drago d’acciaio che obbedisce solo a me”
Gli sforzi di Charlie di mantenersi freddo e diffidente di fronte a quella rivelazione andarono perduti. “Davvero? Posso vederlo?” chiese meravigliato, scendendo qualche gradino.
“Ma certo!” gli assicurò il giovane, tendendo la mano con aria invitante. “Vieni fuori con me e lo vedrai”
Il piccolo non se lo fece ripetere due volte: data una fugace occhiata al padre, ed ottenuto un divertito cenno d’assenso, seguì l’ospite nel giardino posteriore, dove era parcheggiata la motocicletta volante di proprietà del giovane Black. Quando i due rientrarono, pochi minuti più tardi, Charlie guardava Sirius con qualcosa di molto simile all’adorazione.
“Vuoi portartelo a casa, Sirius?” scherzò Arthur, sorridendo del voltafaccia del secondogenito.
“Se lui è d’accordo” accettò Sirius. “Verresti a farmi compagnia, Charlie?”
“Compagnia? Se hai bisogno di una femmina, prenditi mio fratello!” replicò l’interpellato, accennando sprezzante ai capelli lunghi di Bill (il quale, per tutta risposta, gli regalò una linguaccia).
“E se ti prometto di portarti in giro sulla mia moto?” propose il Malandrino con un sorriso seducente. “Solo io e te, e un sacchetto di Cioccorane? Senza fratellini che strillano?”
Il visetto lentigginoso del piccolo Weasley si increspò, mostrando i segni di una penosa lotta interiore tra l’orgoglio e la tentazione. “D’accordo” concesse infine il bambino. “Però cucini tu”


A Girl Unlike Her Former Crush - Ginny/Girl!Blaise

Blaise attraversò la Sala d’Ingresso affollata di studenti con un sorrisetto arrogante sul viso. Non c’era dubbio: la piccola Weasley sarebbe caduta ai suoi piedi e lui avrebbe vinto la scommessa.
Certo, chiedere a Montague di fornirgli una pozione per renderlo irresistibile poteva essere bollato come gioco sporco, ma un Serpeverde deve pensare prima di tutto al proprio interesse, giusto? Sciocchezze come l’onestà e la lealtà le lasciava volentieri a quei perdenti dei Tassorosso, soprattutto quando c’erano in ballo dieci galeoni.
Quando scivolò tra la folla, con il passo regale di un vero Purosangue, tutti si spostarono per lasciarlo passare e più di uno sguardo si appuntò su di lui: era evidente che l’intera scuola, maschi compresi, era abbagliata dalla sua presenza. Come sempre, del resto pensò orgoglioso. La classe non è Acquaviola, mio caro Malfoy. Preparati a sborsare quei galeoni, mio inelegante amico: stai per assistere al mio trionfo.
“Ehi, Weasley!” esclamò quando si trovò di fronte alla sua vittima designata.
La ragazza smise di parlare con un altro piccoletto rosso e oro per guardarlo perplessa, poi sorrise. “Ciao, sei nuova?”
Nuova? si chiese Blaise. No, aspetta un secondo…
“Io mi chiamo Ginny e sono al terzo anno. Come sai il mio nome? È per via dei capelli? E tu come ti chiami?”
Blaise alzò le mani per ripararsi da quel fuoco di fila di domande (e dagli sguardi decisamente interessati di un paio di maschi Corvonero) e decise che un’elegante ritirata sarebbe stata la scelta migliore. Com’era prevedibile, Malfoy lo stava aspettando al varco, appoggiato alla clessidra di Serpeverde ancora vuota. “Dieci, Zabini, dieci!” gli ricordò serafico, non appena lo vide.
“E cinque a me, come d’accordo!” intervenne Montague, con un ghigno soddisfatto. “Passata una bella estate, a proposito? Ti trovo... come dire... cambiato!” e rise di gusto della sua battuta.
“Tu... tu sei una carogna, Montague!” sbottò Blaise, frugando nella veste per recuperare il portamonete. Si accorgeva solo ora di quanto la sua voce fosse fastidiosamente acuta.
“Che ti aspettavi, Blaise?” commentò dolcemente Malfoy, sorridendo della sua indignazione. “Quando la disonestà entra in campo, ti tocca accettare che giochi... soprattutto se sei stato tu a convocarla!”
“E magari” aggiunse Pansy, sbucando da dietro la schiena di Tiger, “impara a guardarti allo specchio dopo aver preso una pozione. Gran bel davanzale, comunque: farai colpo stasera, garantito!”
Blaise abbassò lo sguardo sulle nuove forme che riempivano la sua divisa e sentì le orecchie prendere fuoco. “Ehm... credo proprio che mi perderò lo Smistamento!” farfugliò, avvolgendosi in fretta nel mantello e scappando verso i sotterranei. Preferiva non pensare all’occhiata che gli avrebbe scoccato Piton quando sarebbe andato da lui a chiedergli l’antidoto.


Ovviamente i più svegli di voi si chiederanno: "Ecchecavolo? Blaise non è un maschio?" Sì, ma certi fanwriter ignoranti l'hanno scambiato per una femmina: questo spiega le varie ship in cui Blaise è una ragazza. Qui, invece, una scommessa tra lui e Draco il primo giorno di scuola va orribilmente storta (per lui, almeno) quando il giovanotto decide di barare.
La prima è stata divertente da immaginare, specialmente perché, che io sappia, i due non si sono mai incontrati. Sirius sta in realtà svolgendo l'addestramento, dato che Malocchio ha insistito perché frequentasse l'accademia, mentre Arthur, pur non essendo membro a pieno titolo dell'Ordine, svolge le funzioni di referente ed appoggio: il suo lavoro al Ministero gli procura un'aria rassicurante di 'ufficialità' che tranquillizza le streghe e i maghi più anziani. Il viso pulito del buon Sirius funziona altrettanto bene, naturalmente... ma a Malocchio non piace mandarlo in giro da solo, chissà perché.

Magic Moons - Remus/Luna

“Insomma, Luna, mi vuoi dire perché non vuoi venire a lezione di Difesa?” sbuffò Ginny. Ormai era abituata alle stranezze dell’amica, ma saltare un’ora di scuola era troppo anche per Luna, che era sempre stata una studentessa diligente.
“Perché… uh…” balbettò Luna torcendosi le mani. “Perché il professor Lupin è un lupo mannaro!”
Ginny era troppo stupefatta per scoppiare a ridere. “Ma dai, Luna, cosa dici!”
“Beh, è vero!” ribatté Luna piccata. “Ho sentito dire da Lavanda Brown che il suo Molliccio era una palla, e scommetto che si trattava della luna piena. È un licantropo, ti dico!”
“E se anche fosse? Hai paura che ti mangi? Mica facciamo lezione di notte!” replicò l’amica.
“Sì, ma… io mi chiamo Luna, e magari questo gli dà fastidio” disse Luna, perdendo finalmente la battaglia contro il rossore.
Stavolta Ginny non riuscì a trattenersi, e la sua risata irritò Gazza tre piani più sotto.

La giovane Weasley ridacchiava ancora quando entrò nell’aula semivuota, e Luna fu felice della sua distrazione. Se la sua amica l’avesse guardata con la solita acutezza, avrebbe capito che il professor Lupin la stava davvero divorando… solo che era partito dal cuore.


Always - Lily/Severus (formerly Cliched)

“Serpeverde!” disse il Cappello, e al tavolo della Casa verde e argento gli studenti più anziani applaudirono. Severus Piton si diresse senza fretta da quella parte, ma prima gettò un’occhiata verso i Grifondoro; Lily Evans intercettò il suo sguardo e lo ricambiò con un sorriso un po’triste, agitando la mano.
Dal giorno seguente, quel gioco di sguardi divenne un rito. Lily arrivava sempre prima di lui, si sedeva ogni volta allo stesso posto e quando Severus entrava, portandosi qualche vecchio libro da leggere durante il pasto, non mancava mai di girarsi da quella parte, sicuro di trovarla lì e pronto a cogliere quel silenzioso saluto. Gli sarebbe piaciuto coglierlo davvero, come una margherita, per infilarlo tra le pagine di un libro e guardarlo ogni volta che voleva, custodendolo come un tesoro.

Molti anni dopo, un Piton ormai adulto attraversò senza fretta la Sala Grande per raggiungere il proprio tavolo dalla parte opposta. Mentre passava, l’istinto lo spinse a voltare la testa in direzione di un altro tavolo: vi scorse numerose teste rosse, ma nessuna di esse era quella giusta.


No, non sono andata in missione per eliminare Bin Laden: non ho aggiornato perché nel frattempo mi sono iscritta a due concorsi con storie inedite e ho pubblicato una drabble e una raccolta. Mi rifaccio con una puntata mostruosamente angst (certo, come no) dedicata alla coppia canon più unilaterale dell'universo (no, non la foto di Sirius/muro di casa Black) e ad una coppia assurda che però se guardi bene ha una logica (ma spero di cuore che resti unilaterale pure quella).

Hawk and Vulture - Madama Bumb/Pince

Madama Pince dispose l’ultimo libro sul tavolo sotto la finestra e sorrise soddisfatta. Normalmente evitava che i suoi adorati volumi fossero maltrattati dalla luce, ancor più dannosa delle manacce imprudenti dei ragazzi, ma quei libri antichi richiedevano una cura speciale: per evitare che il delicatissimo inchiostro color oro, ricavato da crine di unicorno e capelli di Veela, sbiadisse in modo irreparabile, avevano bisogno di aria e di sole. Molto sole.
Aveva atteso a lungo la giornata giusta per quel trattamento, e finalmente era giunta: mite, serena e senza un alito di vento. Doveva solo lasciare i libri aperti e sfogliare ogni tanto le pagine, lasciando che la luce facesse il proprio...
Whoooosh!
La dignitosa bibliotecaria si pietrificò quando un’ombra attraversò la finestra a velocità folle, sollevando un vento impetuoso che disperse le preziose pagine decorate come foglie secche.
“Rolandaaaa!” ululò inferocita, strappando una mazza ferrata ad una delle armature nel corridoio.

Fuori dalla finestra, Madama Bumb si appiattì sulla scopa e sgusciò via il più rapidamente possibile, in direzione della Foresta Proibita. Aveva l’impressione che per un mesetto o due sarebbe stato opportuno tenersi alla larga da quel piano.


Chasing Flames - Fred/Katie

Fred e George Weasley guardarono impotenti la porta dell’infermeria, dietro la quale una sanguinante Katie Bell era appena scomparsa tamponandosi il naso con la divisa da Quidditch.
“Fred, fratello mio” disse solennemente George, prendendo il gemello sottobraccio, “riaccendi in me una fiammella di stima e ammirazione nei tuoi confronti: dimmi che le hai dato la pasticca sbagliata per il gusto di correre da lei e fare l’Eroe Azzurro, o il Superprincipe, o come diavolo lo chiamano i Babbani”
“Veramente… no, ho proprio sbagliato pezzo” confessò Fred, con lo sguardo vitreo fisso sulla sciarpa della ragazza (finita, chissà come, nelle sue mani).
George esalò un lungo sospiro, con un’occhiata sconsolata al fratello. “Fred, l’immagine perfetta che avevo di te si è infranta senza appello su questo pavimento” dichiarò. “Ti privo del ruolo di zio preferito e modello da additare ai miei figli, soprattutto per quanto riguarda il modo di comportarsi con le streghe; l’importante titolo passerà quindi a Ron o Charlie... non appena capirò quale dei due è meno imbranato”
“Parli di quel Ron che riesce con il minimo sforzo a far imbestialire la sua amata?” chiese Fred con un pallido sorriso.
“Parlo di quel Fred che ha appena cercato di assassinarla” lo corresse George. “Coraggio, con un po’di fortuna riporterà traumi irreparabili e sarà troppo malridotta per ricordarsi che è stata colpa tua”
“Grazie, George. Mi sento già meglio” commentò il fratello sarcastico.


Prima di sparire senza preavviso, causa esami e concorso di arti oratoriane, ecco un altro capitolo. Ricordate cosa ho scritto nell'introduzione? Bene, Madama Bumb/Pince è una delle coppie che non possono funzionare: scope e libri non vanno d'accordo.
La seconda è molto più credibile, e infatti ha radici canon: Ordine della Fenice, cap. 14.
Per chi seguisse DPP, sono a metà di un capitolo che si annuncia ciclopico. Cercherò di farcela per fine mese, tra studio, corde e bandiere.

Cross Universal - Macnair/Crudelia (La Carica dei 101)

Walden Macnair si trascinò fuori dalla cella, maledicendo il ministro Shacklebolt e i suoi parenti fino alla ventesima generazione. Dannazione a lui e alle sue idee strampalate! Aveva lasciato mano libera alla Granger, quella mocciosa ficcanaso e saccente, e la schizzata si era messa in testa di trasformare Azkaban in una prigione modello, con tanto di... come li chiamava? Ah, sì: programmi di recupero.
Tanto per stare allegri, i programmi di recupero erano in comune con alcune carceri Babbane, per abituare i detenuti alla tolleranza. Quel giorno gli toccava fare volontariato in un canile, vale a dire trascorrere tutto il pomeriggio tra esserini pelosi, sbavanti e ringhianti, e Babbani altrettanto ringhianti (e spesso altrettanto pelosi, per Merlino: non avevano rasoi nel loro mondo?), a lavare ciotole, pulire cacche e somministrare vaccini.
Quando il camino di massima sicurezza di Azkaban lo vomitò alla sua destinazione, senza che i Babbani presenti facessero una piega (era ufficiale, il mondo andava alla rovescia), la responsabile del canile lo condusse subito nell’ambulatorio, dove ceste e ceste di cuccioli attendevano il vaccino contro la rabbia; normalmente il suo compito sarebbe stato quello di tenere le bestiacce mentre la veterinaria affondava con perizia l’ago della siringa, ma quel giorno l’inutile Sanguesporco aveva l’influenza e dunque il lavoraccio toccava a lui, dato che nella mente contorta dei Babbani un incarico all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Pericolose equivaleva ad una laurea in Veterinaria. La responsabile gli mostrò brevemente come tenere gli animaletti senza far loro del male e poi lo lasciò solo, in compagnia di un’altra detenuta che ostentava il suo stesso stato d’animo.
Resistendo alla tentazione di finire i mostriciattoli a colpi di Avada Kedavra (anche perché non aveva la bacchetta, che peccato), Macnair raccolse un delizioso, piccolo cocker dal pelo color miele e l’aria mite e innocente e questo lo ringraziò all’istante piantandogli i dentini minuscoli nella pelle del pollice. “Odio i cuccioli!” sbottò furibondo, lasciando cadere il cagnolino e stringendosi la mano ferita. Con sua grande sorpresa, la sua esclamazione ebbe un’eco inaspettata da parte di una voce ben diversa dalla propria: si trattava della compagna di sventura, una strana donna dai capelli bicolore che vantava una disturbante somiglianza con la non compianta signora Lestrange.
“Mi associo, signora...”
“De Mon” si presentò la donna. Aveva una voce roca, da fumatrice incallita. “Crudelia De Mon, della casa di moda De Mon. E lei è...?”
Crudelia De Mon. Bel nome da Mangiamorte pensò Macnair. Ad alta voce disse: “Walden Macnair, signora. Ex boia del Min... ehm, addetto alla soppressione di animali pericolosi”.
“Che bel mestiere” commentò la donna. “Le detesto, quelle piccole bestiacce moleste buone solo a fare pellicce. Se potessi le ucciderei tutte!”
L’istintiva simpatia di Macnair si era ormai evoluta in affinità spirituale.
“Comunque...” proseguì Crudelia, abbassando la voce ed accostando la testa alla sua con aria da cospiratrice, “lei è un mago, no? Oh, mi risparmi quella faccia, le voci girano anche in gattabuia. Dicevo, se lei è un mago, perché non sfonda una parete e non ci fa uscire da qui?”
“Non è facile, sa, senza bacchetta” rispose acido Macnair. “Per non parlare degli incantesimi protettivi. Lei, piuttosto... i vostri guardiani Babbani mi sembrano molto più creduloni”. Come tutti i Babbani, del resto aggiunse in cuor suo.
“Un modo ci sarebbe” rispose la donna in tono noncurante. “Programma di condizionamento psicologico. Un dottorino arrogante dovrebbe riprogrammare il mio cervello e rendermi una brava cittadina”.
Macnair si grattò un sopracciglio. “Uhm... e poi la lascerebbero uscire?”
“Già, trasformata in un docile agnellino!” sbottò Crudelia con disgusto.
“Non necessariamente!” obiettò il mago, mentre un’idea cominciava a farsi strada nella sua mente. “Ha mai sentito parlare dell’Occlumanzia? Se è abbastanza brava a recitare, sarà fuori di qui come detenuta modello nel giro di pochi mesi... e io con lei, naturalmente”.
“Dice sul serio?” chiese Crudelia interessata. “Può assicurarmi che resterò malvagia come prima?”
Il mago annuì. “Dovrà esercitarsi ogni sera a chiudere la mente, ma... in fondo ha molto tempo a disposizione lì dentro, giusto?”
“Perfetto” mormorò la donna. “Perfetto. Oh, un’ultima cosa... quando saremo fuori, sarebbe in grado di darmi una mano con un mio... piccolo progetto?”
“È il minimo che possa fare” acconsentì Macnair. “Lei pensi a farci entrare in quel programma e poi ne riparleremo”.
“Ottimo!” esclamò Crudelia, fregandosi le mani con un ghigno che spedì un brivido lungo la schiena dell’ex Mangiamorte. “Quindici tesorini pelosi mi stanno aspettando... con molta ansia”.


Aggiornamento veloce veloce, perché tra un'ora circa parto per Pisa e ho già il mal di pancia dall'ansia (se passate da Piazza dei Miracoli stasera, sono quella che tiene la corda e sposta il cannone). Che ne dite di questo OTP? Anime gemelle, non è vero?
PS: Wow, 50 capitoli!


Settima classificata al Short and Published:

“Quindici tesorini pelosi mi stanno aspettando... con molta ansia”.

Frase macabra, alquanto macabra; ma mi ha colpito, insieme a tutto il resto della fanfiction, me la immagino, mentre si sfrega le mani, tipo MrBurns.

Immagine meravigliosa, veramente.

Grammatica e Ortografia: 14,7/15

Secondo me hai dimenticato delle virgole:
... la responsabile del canile lo condusse subito nell’ambulatorio [qui]* dove ceste e ceste di cuccioli...
Aveva una voce roca [qui]* da fumatrice incallita.
...trascorrere tutto il pomeriggio tra esserini pelosi, sbavanti e ringhianti [qui] e Babbani altrettanto ringhianti... So che la virgola prima di “e” non andrebbe messa, ma qui secondo me ci vuole, c’è una pausa da sottolineare.

Stile e Lessico: 9/10

Giusto qualche virgola mancante, quindi non pienamente scorrevole, ma abbastanza fluida, non ci sono errori di sintassi -o almeno non mi sembra di averne trovati- e il lessico descrive a trecentosessantagradi i caratteri dei due protagonisti. 
Ho soltanto un’osservazione: i pensieri dei personaggi in discorso diretto.
Probabilmente dirò scemenze, ma mi hanno sempre insegnato (e tuttora mi insegnano), che scrivere il pensiero in discorso diretto è molto sconsigliato, lo si può fare soltanto in via eccezionale e soltanto se si parla in prima persona.
Quindi, ci sono due frasi non propriamente corrette: 
Crudelia De Mon. Bel nome da Mangiamorte pensò Macnair.
Come tutti i Babbani, del resto aggiunse in cuor suo.
Questo non ti ha tolto di certo molti punti, ma cerca, la prossima volta, di starci attenta, perché ciò che bisognerebbe fare è mostrare e non raccontare, e il dialogo è un metodo fin troppo comodo di mostrare ciò che si vuole narrare.
Ovviamente è un aspetto soggettivo, quindi puoi benissimo obiettare.

Originalità: 10/10

Come faccio a non darti il massimo del punteggio?
Cavolo se è originale, Crudelia De Mon, Crudelia De Mon e... Walden Macnair. 
Cavolo.
Chi ci aveva pensato? Nessuno, sicuramente, anche se questi due personaggi sono pensati per stare insieme, praticamente, due anime gemelle!
Certo, l’incontro è un po’ forzato, ma giusto un pelo.
Niente da dire, se non complimenti!

Giudizio personale: 10/10

Mi hai lasciato a bocca aperta, questo complotto nato in carcere Babbano, Crudelia totalmente IC (ma si può parlare di IC per Crudelia?) e una chimica innegabile tra i due.
Per quanto riguarda Macneir non posso valutare l’IC, perché conosciamo poco o niente di lui, a parte la sua cattiveria, in quanto Mangiamorte. Ho adorato il sadismo di Crudelia (no, non sono pazza), e la chimica che si è formata tra questi personaggi.
Giuro che, prima di iniziare a leggere, non mi ricordavo che si trattasse di una Crossover, e poi è spuntata questa Signora De Mon, in modo totalmente inaspettato, quindi... Premio Wow, senza dubbio. Complimenti!

Totale: 43,7/45

Storia scritta per il Love game contest di Elelele (pacchetto: Andalusite - Ron Weasley, Luna Lovegood) e classificatasi prima, con mia grandissima gioia.


Red Moon - Ron/Luna

L’amore può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio. (William Shakespeare)

Ron Weasley tirò un calcio ad un barattolo di caffè abbandonato, spedendolo in mezzo ad un’aiuola di aquilegie popolata da pallidi fantasmi di fiori. Al suo fianco Luna si guardò intorno ammirata, studiando le varie forme di vita vegetale che abitavano il giardino della Tana. «Che bel posto!» esclamò. «Sei fortunato ad avere un giardino così grande».
«Oh, non è un granché» mugugnò Ron, abbracciando con uno sguardo sprezzante i cumuli di foglie marce, i cespugli avvizziti e i radi ciuffi di erba secca. «Solo gnomi ed erbacce, non c’è altro da vedere».
«È magnifico, invece» rispose la ragazza. «Guarda quelle foglie, che bel colore hanno: non ce n’è una uguale all’altra. E questa erba così secca e soffice… perfetta per farci le capriole».
«Non mi sembra una buona idea» intervenne Ron. «I sassi…»
«…sono la dimora degli spiriti della saggezza» lo interruppe Luna. «Se dai una testata ad una pietra, penseranno che stai bussando e ti apriranno la porta».
«E se la prendo a calci?» obiettò Ron scettico.
«Non è educato sfondare a calci le porte altrui» osservò saggiamente Luna. «E… oh, guarda! Un’ondina dell’aria!»
«È un seme di cardo» la contraddisse il ragazzo, tendendo però una mano per farvi atterrare il piccolo paracadute.
«Solo i cuori puri le vedono. Devi essere leggero come loro per riconoscerle» spiegò la giovane strega. «O per prendere le pietre preziose che lasciano sui fiori. Io non sono ancora pronta, temo: ogni volta si sciolgono tra le mie dita. Prova tu»
Ron soffiò via il seme di cardo e passò il dito su una felce punteggiata di gocce della pioggerella autunnale che era caduta quel pomeriggio, ma le piccole sfere perfette si squagliarono al suo tocco maldestro. «No, nemmeno io sono pronto» commentò, sorridendo suo malgrado.
«Imparerai» lo rassicurò la ragazza posandogli una mano sul polso. «Un giorno ti guarderai intorno e scoprirai cose che non avevi mai visto prima, perché eri troppo impegnato a controllarti i piedi».
«Cosa hanno di sbagliato i miei piedi?» chiese Ron indispettito.
«Nulla» rispose Luna. «Però non è il caso di fissarli così tanto, ti perdi un sacco di meraviglie»
Ron aprì bocca per fare un commento sarcastico, abbassò lo sguardo verso le proprie scarpe da ginnastica e lo rialzò in fretta, imbarazzato. «Cioè» disse in tono impacciato, «funziona davvero così? All’improvviso hai… un’illuminazione, o qualcosa del genere?»
«Non è poi tanto strano» osservò la ragazza con un sorriso. «In fondo, è questo che capita agli innamorati».
«Innamorati?» ripeté il giovane, e Luna annuì. «Le storie parlano sempre di amore a prima vista» spiegò, muovendo la mano nell’aria come per dipingere un quadro invisibile, «ma nella vita reale è tutto più magico: guardi una persona che hai già visto mille volte e noti tutta la sua bellezza in un colpo solo».
Lo fissò intensamente, come se si aspettasse che una simile magia si rivelasse anche a lei, e Ron si ritrovò a studiarla a sua volta, provando la sensazione che qualcosa di appena intuito gli scivolasse dalle mani come aveva fatto quel seme di cardo. Gli sembrava di essere a scuola, quando scrutava la pergamena in cerca della parola giusta e quella gli sfuggiva continuamente, svolazzando ai margini della sua memoria come un gufo dispettoso.
L’unica illuminazione che ricevette, però, fu il riverbero della luce del sole che gli rimbalzò nella pupilla, facendolo lacrimare. «Ti è entrato un Glumbumble nell’occhio?» si informò distrattamente Luna, tendendogli un fazzoletto. «Forse è meglio se torni in casa e lo tamponi con cacao in polvere, altrimenti vedrai tutto grigio per un po’… Io vado a controllare quei cespugli, magari trovo uno Knarl sperduto da adottare». Ron fece per tornare indietro, riservandosi di trattare l’arrossamento con un rimedio più efficace del cacao, ma qualcosa, forse l’intuizione di cui parlava Luna, lo spinse a trattenersi: in fondo, pensò, un Grifondoro che aveva combattuto contro i Mangiamorte poteva ben sopportare un bruciore di poco conto. Magari poteva raggiungere la bizzarra Corvonero e unirsi a lei nella caccia allo Knarl... dopotutto non c’era molto da fare in cucina, e poi con Hermione, Ginny e Fleur riunite in salotto la padrona di casa aveva aiutanti in abbondanza.
Nel frattempo la ragazza l’aveva preceduto, incamminandosi lungo uno dei tanti sentieri che solcavano il prato malconcio; Ron la guardò entrare danzando nella luce del sole morente, mentre i semi di cardo sollevati dal vento la circondavano come leggerissimi Boccini, e davanti ai suoi occhi stupefatti lo spelacchiato giardino della Tana si trasformò in un luogo incantato.


NdA:
* Glumbumble: insetto grigio che produce una melassa in grado di causare malinconia. Il “rimedio” suggerito da Luna è di mia invenzione (il cacao è l’antidepressivo più potente del mondo).
* Knarl: creatura simile a un riccio. [Fonte: Wikipedia]


Ed ecco il grande ritorno della fanwriter più lenta dell'universo! Ma non pensate che mi sia grattata l'orecchio: mi sono iscritta a qualche contest e ho dovuto produrre inedite a tempo di record, dando nel frattempo un paio di esami.
Il Ron Weasley della Rowling è un ragazzo assolutamente privo di slanci lirici e con i piedi saldamente piantati per terra (e questa, a mio parere, è l'unica cosa che condivide con Hermione): se lo mettiamo a contatto con Luna, la cui foto non comparirà mai sulla Wikipedia a fianco della voce "Razionale", otterremo una reazione potenzialmente esplosiva, ma interessante da guardare. Il giardino della Tana è un ottimo sfondo, che si accorda benissimo con la citazione che ho scelto e che mi offre l'occasione di fare sfoggio della mia sapienza potteriana ottenuta a colpi di Google.
Nel caso non si fosse capito, sono orgogliosa di questa storia come Moratti lo è della Coppa Campioni e ringrazio Acardia17 e Nefene per avermi allegramente massacrata nel loro contest, così imparo a darmi le arie da scrittrice impegnata fatto conoscere i misteri delle virgolette basse.
Ah, altre storie di questa raccolta hanno partecipato a concorsi, con risultati più o meno buoni. L'elenco è nel mio profilo (scommetto che non vi aspettavate che vincesse proprio quella... nemmeno io, in effetti).
Copincollo i giudizi e poi scappo, devo consegnare una storia ad Only e mi manca il finale.

I classificata: Red Moon di Lizzyluna

Grammatica/Sintassi: 15/15
Grammatica e punteggiatura perfette, nulla da aggiungere.
Stile/Lessico: 14.5/15
Uno stile molto bello il tuo, mi è piaciuta molto la strutturazione dei periodi, né troppo lunghi né troppo corti, inoltre anche il lessico è molto buono, ti ho tolto quell'unico mezzo punto per una ripetizione verso l'ultima parte in cui ripeti in fondo, che ha un po' rallentato la lettura. Per il resto davvero un bello stile, molto comunicativo.
Originalità: 15/15
Molto originale davvero, questa coppia lo è molto e anche la trama è molto en strutturata, mi è piaciuto anche il momento dopo la guerra appena accennato nei pensieri di Ron e anche l'inserimento dell'insetto.
IC dei personaggi scelti: 15/15
Anche qui il punteggio pieno. Ho trovato perfettamente IC sia Ron che Luna. Ron scettico fino al punto giusto che poi viene trasportato da Luna nella sua caccia allo Krarl e Luna è semplicemente perfetta e inserita nel suo mondo in maniera ineccepibile.
Punti bonus per la citazione: 5/5
Nonostante non sia inserita fisicamente nel testo, concordo pienamente con te: sarebbe stato estremamente artificioso inserirla, è parte presente e racchiude il senso della storia nelle parole con cui Luna descrive il giardino, luogo incantato e pieno di creature di ogni genere, visto attraverso la sua immaginazione.
Gradimento personale: 10/10
Questa storia mi è davvero molto piaciuta, sarà per la situazione, ma l'atmosfera che hai creato è stata davvero meravigliosa, sei riuscita a creare un mondo incantato solo facendo parlare Luna e tutta la sua immaginazione. Nonostante non sia una grande sostenitrice della coppia, questa storia mi piace perché non ti sei soffermata sul loro rapporto, infatti l'amore è solo accennato nella parole di Luna. Ti faccio i miei più sinceri complimenti, la storia è davvero bellissima.
Totale: 74.5/75

Hot Throbbing Suburbanites - Petunia/Arabella

Petunia non era mai andata d’accordo con Arabella Figg, una vecchia zitella noiosa capace di parlare solo di gatti, gatti e ancora gatti; a suo parere, l’unico favore da lei reso all’umanità era occuparsi ogni tanto di Harry “per puro spirito cristiano”, e forse per la segreta convinzione di poter redimere quell’anima traviata.
C’erano momenti, però, in cui il cuore della signora Dursley volava dritto verso la finestra merlettata per offrirsi alla vicina come preda di guerra, e occasioni del genere accadevano…
«Aaah!»
…non abbastanza spesso, a suo parere.
«Maledette bestiacce! Via, via dai miei cucciolotti!»
La cognata Marge irruppe in cucina con la forza di una carica di Ussari a cavallo ed afferrò il primo oggetto oblungo che le capitò sottomano, una baguette sfuggita per miracolo alle mascelle di Dudley. «Scusa, Petunia cara, ma quei gattacci pulciosi non lasciano in pace i miei adorati... Zanna, a cuccia! Ci penso io!»
Petunia, che aveva già sacrificato metà del curatissimo giardino alle zampe dei bulldog della cognata, assunse un’espressione solenne. «Sono desolata, Marge, ma non c’è modo di disfarsi di quei gatti. Sbucano fuori dappertutto, abbiamo provato in ogni modo a tenerli lontani, ma...»
«Non devi scusarti, cara, in fondo non sono tuoi... che impertinenza, però, lasciare quei sacchi di pulci liberi di infastidire i vicini! Dovresti scovare i proprietari e mandargli in casa la polizia, allora sì che... Squarta! Torna subito qui!»
Sordo ai richiami della padrona, il bulldog si era precipitato sulla strada, lanciato all’inseguimento di due vivaci soriani grigi che Petunia era sicura di aver visto sulla staccionata di una certa casa poco lontana; Marge corse a recuperarlo, sbraitando ordini e sbuffando per lo sforzo, ma fu letteralmente travolta dagli altri sei cani che aveva portato con sé, tutti decisi ad unirsi alla spedizione. Altri gatti di ogni colore sbucarono dai vicoli, dai cespugli e da dietro i bidoni della spazzatura, agitando le code con aria indolente, e i bulldog, latrando all’impazzata, si misero a braccare ora l’uno, ora l’altro, costringendo la proprietaria ad un’estenuante caccia che l’avrebbe condotta – sospettava Petunia – in giro per l’intero quartiere.
Mentre urla umane e animali svanivano in lontananza lungo il viale soleggiato, la signora Dursley rifletté che probabilmente la cognata avrebbe deciso di abbreviare il soggiorno in casa sua, per non sottoporre gli adorati cuccioli a stress eccessivi. Un vero peccato, soprattutto perché di solito nelle strade di Little Whinging non si vedeva nemmeno l’ombra di un gatto, randagio o domestico che fosse.
Reprimendo un lieve fremito all’angolo della bocca, Petunia raccolse una cesta di panni da stendere e uscì in giardino, dove le piantine nelle aiuole cominciavano timidamente a rialzare le corolle calpestate. Qualche casa più in là, alla finestra di un salottino decrepito, una mano scheletrica agitò uno straccio con un gesto che era quasi un saluto.


Captain Clearwater - Oliver/Penelope

Penelope Light si avvicinò incuriosita alla folla riunita intorno al tavolo di Grifondoro, alzandosi in punta di piedi per dare almeno un’occhiata alla famosa Firebolt. Non si intendeva molto di scope da corsa, ma quella di Potter, a giudicare dai commenti ammirati di Cedric Diggory e Roger Davies, doveva essere un’autentica fuoriclasse.
«Vieni, Penny, vieni!» la invitò Percy, facendosi largo tra la calca. «Che ne dici, non è fantastica? Cominci a pentirti di quella scommessa, eh?»
Con l’aiuto del Prefetto, la ragazza si infilò tra i giocatori di Grifondoro schierati a semicerchio e riuscì finalmente ad avvicinarsi alla celebrità del momento, che troneggiava tra piatti e scodelle come un insolito centrotavola (Un centrotavola parecchio costoso, rifletté lei: se era vero quello che le avevano riferito, si trattava di una cifra sufficiente a comprare una decina di Nimbus). Era davvero bella, in effetti: solida e perfetta come appena uscita dal negozio, nonostante Vitious e Madama Bumb ne avessero smontato e controllato ogni rametto; conservava perfino il profumo impalpabile e attraente delle scope nuove, un misto di legno, cera d’api, caffè… no, quello non veniva dalla Firebolt. «È magnifica!» ammise, passando un dito sul manico. «Harry, posso...?»
«Ma certo!» acconsentì il Cercatore, e Baston si affrettò a sollevare la scopa con mille precauzioni e consegnarla a lei con la delicatezza di un’ostetrica; Penelope poté quindi esaminarla a suo piacimento, attorniata da ragazzi entusiasti che le indicavano ora un particolare, ora l’altro: il numero di serie, il nome scritto ad eleganti lettere inclinate, la curvatura ergonomica per rendere la seduta più comoda, le setole perfettamente allineate e tutte dello stesso colore. Naturalmente approvò ogni cosa con un cortese cenno del capo, ma il suo sguardo fu subito calamitato dal legno del manico, talmente lucido da riflettere il viso traboccante di entusiasmo del capitano di Grifondoro: si rigirò la scopa tra le mani, affascinata dalle variazioni di luce sulle venature del legno e dal bagliore rosso e oro che scintillava in superficie, come se lo spirito dell’intera squadra di Quidditch fosse stato assorbito dall’eccezionale mezzo del proprio Cercatore. Era incredibile come un oggetto così semplice fosse in grado di incantare, di attirare tanta meraviglia... tanta attenzione.
«Allora, non è uno schianto?» esclamò Baston con un gran sorriso. «Mi dispiace per te, Light, ma questa volta non avrete scampo!»
«È troppo presto per cantare vittoria, Baston» gli rispose dolcemente lei, con le mani ancora impegnate a sorreggere la Firebolt. «Non è la scopa che conta...»
Ma chi ci sta sopra, concluse in cuor suo, godendosi un ultimo attimo di gloria riflessa prima di restituire l’oggetto al suo legittimo proprietario e tornare al tavolo di Corvonero. Si rese conto che l’incontro ravvicinato con quella bellezza l’aveva resa stranamente euforica, tanto che le occorse un notevole sforzo per prestare attenzione alla voce di Percy, che stava dicendo qualcosa riguardo alla loro scommessa.
Non che le importasse molto della partita, in verità: ciò che contava davvero era che, per la prima volta in sette anni, Oliver Baston aveva guardato lei.



Concludo questo capitolo in un momento particolare: nel giro di due giorni sono stata azzannata da un gatto sconosciuto e ho scoperto che il felino di mia zia, al quale piaceva masticarmi a tradimento, è stato rapito da ignoti. Ne ho dedotto che le maledizioni dei lettori fossero arrivate a destinazione per incoraggiarmi ad aggiornare prima delle vacanze... e chi sono io per ignorare i richiami dei riti voodoo?
Allora: la prima FF non partecipa al Femslash Day, perché a me piace fare l'alternativa, e si qualifica invece per la top ten delle coppie più indicibili. Il legame tra Figgy e i gatti mi ha suggerito l'unica sua azione che potrebbe incontrare l'approvazione di Petunia, ovvero levarle di torno gli orridi cagnacci di Marge.
La seconda fa invece parte della serie Attaccati al canon, ovvero: Come tirar fuori una ship dalla minima vaccata. Qui ho allegramente fatto un uso improprio di un momento canon (HP e il Prigioniero di Azkaban, cap. 13) e ho impostato una scena ambigua tirando in mezzo la Firebolt.
Concludo dicendo che il cap. 21 si è classificato terzo a un concorso e che i capitoli 1-46 hanno raggiunto l' 11° posto in un altro. Che dire... segnalatemi gli errori, disgraziati che non siete altro! Poi io mi iscrivo ai concorsi e inciampo in queste figuracce.

Ad Ares_Eris, fedeli lettrici.

Chasing to Keep - Oliver/Marcus

«Buongiorno, Marcus caro!» salutò Oliver Baston incrociando il collega-rivale di Serpeverde.
«Buon mattino a te, Oliver, tesoro!» rispose cortesemente Marcus Flitt con un breve inchino. «Che piacere vederti!»
«Ho comprato queste mou per te a Hogsmeade, carissimo» continuò Oliver, tendendo un sacchetto al Serpeverde. «Spero che ti piacciano».
«Oh, sei stato così carino!» rispose Marcus accettando il dono. «È un peccato che io abbia solo questi modestissimi fiori, inadatti ad esprimerti la mia gratitudine!» e gli tese un mazzo delle orchidee più rare e costose reperibili sul mercato, con il cartellino delle Spedizioni Rapide Albatros ancora legato allo stelo di uno dei fiori.
Concluso quell’insolito scambio di omaggi, i ragazzi si presero a braccetto e si avviarono insieme verso la Sala Grande, seguiti dagli sguardi meravigliati degli studenti più giovani e dagli sghignazzi di Pix, che svolazzava intorno al lampadario pregustando l’ennesimo scontro verbale tra i due acerrimi nemici. Sembrava però che quella mattina il poltergeist sarebbe rimasto deluso: i capitani chiacchieravano amabilmente come vecchi amici, senza lasciarsi sfuggire nemmeno un’allusione sulla moralità delle rispettive madri o azzardare paragoni con animali, esseri semiumani o altro materiale organico.
Giunto sulla soglia della sala, Oliver si sottrasse dolcemente alla stretta del compagno e si fece da parte. «Dopo di te, Marcus!» lo invitò.
«Oh, no, non potrei mai!» si schermì il Cacciatore. «Vai prima tu!»
«Insisto!» ribatté Oliver, con un sorriso tanto ampio quanto inquietante.
«E io insisto di più!» replicò Marcus, con un’espressione affabile che contrastava con il tono vagamente minaccioso.
«Potrei offendermi, sai?» sibilò il capitano di Grifondoro, sfiorando la bacchetta con le dita.
«Mi spezzerebbe il cuore!» mormorò l’altro, guardandolo negli occhi con aria di sfida.
«Che ne direste di far passare me, intanto?» li apostrofò la McGranitt, posando una mano sulla spalla di entrambi. «Ho fretta, ho ancora un paio di compiti da correggere dopo colazione».
«Subito, professoressa!» dissero in coro i due, e si affrettarono a cederle il passo tra mille espressioni di deferenza che sottintendevano l’augurio di una morte lenta e dolorosa.
«Secondo me non ce la fanno!» commentò Lee Jordan dal tavolo di Grifondoro, mentre i due giocatori cercavano di passare contemporaneamente dalla porta e si incastravano nel mezzo.
«Gli converrà riuscirci» replicò Katie Bell, alle prese con un panino imburrato, «altrimenti sono altri cento punti in meno, e la McGranitt non cambierà idea».
«Una settimana...» mugugnò George Weasley, mezzo soffocato dall’enorme fetta di ciambella che stava masticando. «Sapete, a volte ho l’impressione che si diverta».
Katie posò il panino per godersi lo spettacolo del capitano che si dirigeva con passo marziale verso il loro tavolo, con le orecchie rese paonazze da tutti gli insulti che si era sforzato di soffocare. «Chi, Minnie? Ma dai!» esclamò con un sorrisetto.

Domani parto per le vacanze e ho deciso di salutarvi con un ultimo capitolo, dato che sono sparita per un po'. Per motivi di tempo il pezzo è uno solo, ma c'è Oliver e quindi vale due (e che nessuno osi contestare).
Avrete già capito il contesto, suppongo: dopo l'ennesima litigata, la McGranitt ha costretto Tom e Jerry ad andare d'amore e d'accordo per una settimana, pena la distruzione fisica dei punti delle rispettive squadre.
Spero di approfittare di eventuali giornate di maltempo per completare il ciclopico capitolo di DPP, già a buon punto ma con un collegamento mancante.

Pompous Pug - Percy/Pansy

Pansy arrancò alle spalle del professor Lumacorno, mentre gli occhi di tutta Hogwarts si appuntavano sulla sua schiena. Nessuno la insultò, nessuno disse una sola parola, ma lei sentiva il disprezzo generale pesarle addosso come un macigno.
Ipocriti! pensò stizzita. Fate tutti gli eroi perché siete insieme, ma quanto ci mettereste a consegnare Potter se foste soli davanti a Voldemort?
No, lei non era peggiore degli altri. Aveva solo detto le cose come stavano, tutto qui.
Eppure, mentre la via d’uscita da quella scuola maledetta si avvicinava sempre di più, quel peso opprimente non voleva saperne di abbandonarla. Gli altri studenti la oltrepassavano, urtandola per caso o di proposito, e lei, che solo un giorno prima avrebbe fatto scontare ai colpevoli quella mancanza di rispetto, non pensava ad altro che a rendersi più invisibile che poteva.
Voglio solo tornare a casa.
Fu solo quando una mano si posò sulla sua spalla che si rese conto di essere rimasta indietro. Anzi, più che indietro: era rimasta sola. Le scale erano deserte.
«Sbrigati, o non riuscirai a uscire in tempo» la esortò la persona che l’aveva raggiunta, e Pansy sussultò di sorpresa: era l’ultimo essere umano che si sarebbe aspettata di trovare lì, dato che era convinta, come tutti nel Mondo Magico, che avesse venduto cuore ed anima al Ministero.
«Percy Weasley!» lo apostrofò. «Da che parte stai?»
«Difendo la mia famiglia» rispose sbrigativo il ragazzo afferrandole il polso. «Di qua, devi arrivare al settimo piano»
Pansy non era abituata a prendere ordini (soprattutto da un Grifondoro Weasley, figuriamoci), ma lo seguì senza discutere attraverso corridoi e passaggi segreti che un Prefetto non avrebbe dovuto conoscere, mentre intorno a lei l’aria si caricava dei presagi di una battaglia imminente: lampi, esplosioni, urla, richiami e corse affannose. Ad ogni piano la Serpeverde si lasciava alle spalle un po’della sua ansia e del suo disagio, forse perché tra le mura di Hogwarts si sentiva ancora al sicuro (era la sua seconda casa, dopotutto) o forse per la mano che ora stringeva la sua e la guidava verso la salvezza…
«Siamo arrivati» la richiamò Percy riscuotendola dalle sue meditazioni. Stava indicando una porta che, Pansy ne era sicura, non esisteva fino al giorno prima. «Il passaggio ti porterà alla Testa di Porco; potrai Smaterializzarti da lì e tornare a casa… o dove ti pare» la informò il ragazzo. Pansy notò una punta di freddezza nella sua voce.
Tu mi giudichi, Weasley? Proprio tu? Tu che avresti rinnegato la tua famiglia per essere il cagnolino del Ministero?
E invece, quando si voltò per guardare in faccia il suo salvatore, non scorse la minima traccia di disprezzo nei suoi occhi. Vide invece comprensione e rimorso, determinazione e paura, e dietro ad essi una sorta di penoso riconoscimento, come se il giovane Weasley si ritrovasse di fronte alla sua stessa vigliaccheria. Oltre a tutto questo, però, c’era la speranza: una pallida luce che sembrava dire che sì, è sempre possibile cambiare e riscattarsi, che nessun errore è definitivo, che anche l’ultimo dei codardi può trasformarsi in eroe. Era irragionevole, naturalmente, roba da Grifondoro imprudenti o Tassorosso creduloni, ma la ragazza non poté evitare di rimanerne affascinata, abbastanza da sognare, per un attimo solo, di essere come lui (con lui) e combattere al suo fianco una battaglia persa in partenza. Sul fondo di quelle pozze profonde che non aveva mai fissato con tale intensità, Pansy vide che Percy Weasley aveva trovato qualcosa per cui valeva la pena di lottare.
E provò il folle, insensato, lacerante desiderio di far parte anche lei di quel qualcosa.
Poi il ragazzo la prese per la spalla e la magia svanì. «Muoviti, prima che si scateni l’inferno! Devo andare ad aiutare gli altri!»
Vengo anch’io! bisbigliò quasi la Pansy-falena attratta da quella luce, ma la Pansy-serpe, quella saldamente ancorata alla propria autoconservazione, si diresse invece verso la salvezza. Tuttavia, mentre indugiava sulla soglia della stanza misteriosa, un ultimo sospiro le scivolò dalle labbra: Buona fortuna. Resta vivo, se puoi.
Poi, imbarazzata da quell’attimo di debolezza, si affrettò nel passaggio e scomparve, portando con sé le parole che, ne era convinta, Percy non aveva sentito.

Percy rimase a guardare la Serpeverde finché non fu inghiottita dall’oscurità, con la mente piena di quelle parole che aveva colto a fatica mentre lei se ne andava. «Grazie, Parkinson. Farò del mio meglio» mormorò, e sorrise.


Questa è stata scritta parecchio tempo fa per un concorso di cui finalmente so i risultati, il Coppie Scoppiate Contest. Come sempre, ho cercato un punto di contatto tra i due improbabili innamorati, e in questo caso non è stato difficile.
Percy si è riscattato ai miei occhi in quella scena a Hogwarts, quindi ho deciso di metterlo in buona luce; Pansy invece non ha fatto nulla per guadagnarsi la mia simpatia, per cui ve la beccate al naturale.
Se vi sembra che un solo pezzo scombinato sia troppo poco per un'assenza di settimane, sappiate che ho prodotto la bellezza di cinque capitoli su un'altra coppia inconcepibile: cercatevi Ritratto di signora e divertitevi.
E ora, i punteggi del concorso. Il pacchetto era 82. She hates me.


Prima Classificata e premio “Best Fanon" a pari merito:

Grammatica: 19.6/20
Sintassi: 15/15
Originalità: 10/10
Utilizzo pairing: 5/5
Caratterizzazione dei personaggi: 14.7/15
Gradimento personale: 15/15
Totale: 79.3/80 punti


Cominciamo dalla grammatica. Ciò che ha inficiato il punteggio sono stati quattro errori di battitura (uno spazio mancante, "Ministero" e "Mondo Magico" scritti con la lettera piccola). Per il resto la tua storia è grammaticalmente perfetta e posso dire lo stesso per la sintassi. Non mi stancherò mai di ripetere quanto grammatica e sintassi (e credo si noti anche dall'importanza che do loro nel punteggio) rendano la storia ciò che veramente è. Fa bene al cuore sapere che c'è ancora qualcuno su questa terra che non storpia la lingua italiana!
L'originalità è indiscutibile. Ho letto altre Pansy/Percy però in nessuna di queste veniva affrontato "l'inizio" della loro relazione. Sopratutto credo che l'originalità della tua storia sia nel fatto che sei riuscita a cogliere i punti in comune dei caratteri dei personaggi. Come dice sempre la somma Val “Percy è il Weasley più Serpeverde di tutti”!
L'utilizzo del pairing è stato davvero soddisfacente. Ci stai facendo assistere alla nascita di qualcosa di nuovo, di una nuova storia e poco importa se si rivedranno, si sposeranno o continueranno ad odiarsi cordialmente è ugualmente l'inizio di qualcosa.
La caratterizzazione è ottima, mi sono riservata una "penalità" di 0.3 perché forse sono un po' troppo maturi per la loro età, sopratutto Pansy... Mi rendo conto che sto sempre a cavillare ma è più forte di me.
Al di là di tutto comunque i personaggi sono loro stessi. C'è Perce, c'è Pansy, quel poco che si sa di loro filtra benissimo da ogni riga del testo e tu sei riuscita ad aggiungere qualcosa di nuovo alla loro psicologia. Sono sempre freddi, sempre pronti al calcolo ma questo non vuol dire che siano meno umani.
Il grande merito che secondo me ha la tua storia è che sei riuscita non a piegare i personaggi alla trama (cosa che vedo accadere molto spesso, ad esempio, nelle Dramione), ma ad intrufolarti nei "punti oscuri", per così dire, dei loro caratteri facendo in modo che la trama fosse plausibile in ogni momento.
È bella questa storia, mi piace da matti per la trama, per lo stile che è scorrevole e ti tiene attaccato e perché condivido assolutamente la tua visione di Pansy.
Ho adorato la frase “Ipocriti! [...] Fate tutti gli eroi perché siete insieme, ma quanto ci mettereste a consegnare Potter se foste soli davanti a Voldemort? No, lei non era peggiore degli altri. Aveva solo detto le cose come stavano, tutto qui.” niente di più vero.

Mint and Chocolate - Angelina/Montague

«Angelina, mia cara… cosa devo fare per convincerti a cedermi il tuo cuore?»
«Schiantarmi e strapparmelo dal petto, Montague» rispose il capitano di Grifondoro, con un sorriso che ricordò ad Alicia Spinnett le maschere dei Mangiamorte. Un gruppetto di Corvonero ridacchiò a quella risposta, ma il Serpeverde non parve accorgersi della freddezza dell’amata e tornò all’attacco: «Su, Angelina, cosa ti costa dirmi di sì? Sono Purosangue, gioco a Quidditch, la mia famiglia è ricca… non mi manca niente per renderti felice».
Alicia avrebbe potuto riempire il retro di un tema di Pozioni con l’elenco di tutte le qualità che mancavano a Montague per rendere felice una ragazza, ed era evidente che l’amica la pensava allo stesso modo: squadrò il giovanotto con le braccia conserte, come quando parlava ai compagni prima di una partita, e disse in tono falsamente dolce: «Faresti qualcosa per me, caro? Qualsiasi cosa?»
Un’ombra di preoccupazione oscurò il viso del Serpeverde, che tuttavia rispose con un mugugno di assenso; soddisfatta, Angelina si protese verso di lui fino a sfiorargli il naso con il proprio. «Sparisci, Montague. È tutto quello che ti chiedo», e detto questo gli voltò le spalle e se ne andò.

Meno di un mese dopo, la preside Umbridge e il direttore di Serpeverde dovettero spiegare a due genitori, attoniti prima e furibondi poi, che il loro figlio era svanito nel nulla nel corso di una normale attività di pattugliamento all’interno della scuola e che si stava impiegando ogni mezzo utile per rintracciarlo. Il colloquio durò una ventina di minuti e si concluse da parte del signor Montague con un lapidario «Con Silente non sarebbe mai successo», affermazione che fu udita senza problemi da tutti gli studenti che si trovavano in Sala Grande per la cena.
Fu però la torre di Grifondoro ad ospitare la reazione più memorabile all’insolito incidente: appresa la notizia, Angelina roteò gli occhi e sbuffò sonoramente, esclamando: «Oh, no, che seccatura! Adesso mi toccherà uscire con lui!»


Vicarious Living - Scorpius/Lily Luna

Con un rantolo che aveva ben poco di umano, Harry Potter lasciò cadere la lettera che stava fissando da dieci minuti, centrando in pieno una ciotola di latte e cereali. «Lily… Lily…» balbettò stravolto.
Ginny, preoccupata, abbandonò le arance che stava spremendo e accorse al fianco del marito, chiedendogli ansiosamente se fosse successo qualcosa di grave alla loro bambina; non ottenendo risposta, si sporse attraverso il tavolo e ripescò il foglio di pergamena prima che si inzuppasse, scorrendo velocemente le parole che conteneva. Aggrottò la fronte nel leggere le prime righe, poi strinse gli occhi e infine scosse la testa, dopo un’occhiata fugace a qualcosa appeso al muro della stanza accanto. «È tutto a posto, caro» disse in tono conciliante.
«A posto?» ripeté Harry con voce tremante. «Ginny, ma non hai...»
«Poootteeer!»
Entrambi i coniugi si voltarono verso il salotto, stupiti per quell’intrusione nella loro pace domestica: annunciato da un lampo di fuoco verde, Draco Malfoy era appena uscito dal camino. Non accennò nemmeno a scusarsi per essere piombato lì senza avvertire del proprio arrivo: si scosse rabbiosamente la cenere dalla veste e attraversò difilato la stanza per gettarsi alla gola del padrone di casa. «Potter, hai passato il limite! Non permetterò all’abominio che hai allevato di insudiciare la casa dei miei padri!» dichiarò, livido di rabbia.
«Abominio a chi?» gridò Harry furioso. «Il tuo candido figliolo ha sedotto la mia bimba innocente e tu vieni in casa mia ad insultarmi?»
«Innocente? Non farmi ridere, Potter! Avrà preso da te, ci scommetto… abituata a ingraziarsi i superiori e a passarla sempre liscia! Chissà quanti poveri disgraziati avrà illuso prima di incastrare…», ma non finì la frase: Harry afferrò un fico dalla fruttiera sul tavolo da pranzo e lo spiaccicò in faccia allo sgradito ospite, che per tutta risposta gli strattonò un orecchio come se volesse staccarglielo. Ciò diede origine a una zuffa che portò entrambi a rotolarsi sul tappeto tra calci, pugni e gomitate, conditi da insulti assortiti sulla moralità dei rispettivi figli, genitori e coniugi.
Ginny assistette al penoso spettacolo, ringraziando il cielo perché tutti i bambini erano a Hogwarts e quindi ben lontani da quel cattivo esempio; alla fine, con uno sbuffo esasperato, agitò la bacchetta e la puntò in direzione di un blocco di fogli che pendeva da un chiodo sopra il camino. L’oggetto si staccò, sorvolò la stanza e percosse sulla testa prima Draco e poi Harry, atterrando in seguito sul tavolino accanto alla poltrona; i due litiganti lo fissarono con ostilità che a poco a poco si stemperò in comprensione e quindi in imbarazzo, finché Harry tese la mano al nemico borbottando vaghe scuse e Draco la strinse mugugnando a sua volta.
Alle spalle di Ginny, una tossetta discreta preceduta da un secondo bagliore color smeraldo annunciò l’arrivo di Astoria Malfoy, perfettamente vestita e pettinata nonostante l’ora mattutina. «Vogliate scusare mio marito, signori Potter» esordì, scoccando a Draco uno sguardo che prometteva A casa faremo i conti. «Appena ha ricevuto quella lettera è partito in quarta e non sono proprio riuscita a fermarlo».
«Oh, scommetto che a Harry è piaciuto fare un piccolo tuffo nel passato» ironizzò la padrona di casa, accennando al dignitoso Auror che tentava senza successo di rassettarsi i vestiti. «Vuoi un caffè, Astoria? Lo stavo giusto preparando».
La signora Malfoy accettò volentieri l’invito, così Ginny la scortò in cucina, con un’ultima occhiata al pacco di fogli che sbandierava con impertinenza un grosso 1 color ciliegia sulla prima pagina: i due uomini lo stavano ancora guardando, incerti se se fosse più opportuno scoppiare a ridere o invitare le rispettive consorti a prenderli a calci nel sedere.
Li capiva, poveretti: loro non erano cresciuti con Fred e George.
Di conseguenza, non avevano imparato a guardare il calendario prima di farsi venire un attacco di cuore.


Sentite il campanellino in sottofondo? È Santa Lucia, che è passata anche da qui per lasciarvi un paio di storie nuove. Avevo intenzione di rifilarvi una flash angosciante con Piton come protagonista, ma ho deciso di finirne un paio che avevo in sospeso e pubblicare quelle.
La prima ha radici solidamente canoniche nel quinto libro: nel cap. 28 Graham Montague, capitano di Serpeverde, viene spinto da Fred e George nell'Armadio Svanitore e riesce a uscirne solo Materializzandosi in un water al quarto piano. Da questo episodio scaturiscono i tragici eventi del sesto libro e questa storia basata sull'ennesima rispostaccia data a un Serpeverde, in versione corteggiatore molesto e quindi particolarmente difficile da sopportare («Credete a chi ne ha fatto esperimento», direbbe il buon Ariosto).
La seconda appartiene alla categoria del «Cosa succederebbe se...» (a grande richiesta, il furetto si presenta finalmente accoppiato): qui abbiamo un piccolo assaggio di come reagirebbero i due irriducibili avversari alla notizia (falsa) di un nipotino in arrivo. La mia versione di Scorpius vanta un certo senso dell'umorismo, che l'ha fatto collaborare con entusiasmo alla tradizionale burla del primo aprile organizzata dai piccoli Potter; peccato che Draco abbia mancato di leggere il bigliettino allegato in cui le piccole pesti spiegavano ogni cosa. Astoria è arrivata dopo perché si è presa un paio di minuti per riprendersi dalle risate una volta compresa la situazione.
La prossima che leggerete sarà forse la Ted/Andromeda che sto scrivendo per il concorso "Disneyland" e che sta venendo discretamente comica; nell'attesa, potete dare un'occhiata alla valanga di storie da contest che ho pubblicato di recente.

Questa storia è dedicata agli amici dell'oratorio, in particolare a quelli che c'erano al Grest invernale del 2003, per la loro capacità di combinare le migliori intenzioni con le carognaggini più fantasiose. La scelta di quella citazione da Peter Pan non è puramente casuale...

Scritta per il Disneyland Contest.
21. Pensate a qualcosa di molto bello, sono quei pensieri a sollevarti in aria. (Peter Pan)
35. Quante volte devo ucciderti, ragazzino?! (Aladdin)


Stella(sfreccia) Cadente (Blood Traitor - Andromeda/Ted Tonks)

«Cerchi la spina?»
Ted Tonks smise di rigirarsi tra le mani la Stellasfreccia che Gideon Prewett gli aveva chiesto di custodire per guardare quella strega della Black, che lo scrutava con un sorriso beffardo. «Eh?»
«Stai cercando la spina? O… come si chiama… l’interruttore? Guarda che non c’è» ripeté la ragazza.
«So come si usa una scopa da corsa, grazie» rispose lui stizzito. «Sono un Babbano, non un babbeo».
«Smettila, Narcissa» sbottò l’altra Black – Andromeda – raggiungendoli. «Allora, Tonks, sei pronto?»
«Insomma…» mormorò Ted dubbioso. Scoccò un’occhiata nervosa verso il campo di Quidditch e un’altra verso la scuola, chiedendosi perché Gideon impiegasse tanto a recuperare un calzino dagli spogliatoi: non poteva, non voleva credere che il suo amico l’avesse lasciato solo con due femmine Serpeverde, combinazione quanto mai letale per un disgraziato Tassorosso.
«Nervoso, Tonks?» lo apostrofò Andromeda. «Posso ricordarti che è stata un’idea tua?»
«Non è stata un’idea mia!» protestò lui. Avrebbe volentieri strozzato Gideon per il pasticcio in cui l’aveva cacciato: era partito come una semplice bugia da rifilare a un Prefetto troppo curioso e si era poi ingigantito senza controllo, come un Tranello del Diavolo troppo fertilizzato, senza che il suo creatore facesse nulla per fermarlo. Anzi, sembrava quasi che il suo cosiddetto migliore amico traesse un godimento perverso nel peggiorare ulteriormente la loro posizione.
Tutto era cominciato due notti prima, quando lui e Gideon si erano avventurati per i corridoi in cerca di un passaggio segreto che li portasse fuori dalla scuola e si erano fatti scoprire dalla Black, che stava effettuando il solito giro di ronda: per non rivelare il vero motivo della spedizione, Gideon aveva tirato fuori una storia strappalacrime che coinvolgeva Ted, la Dama Grigia e un amore ardente e disperato, aggiungendo particolari inventati sul momento per rendere più corposa quella colossale idiozia. Nel frattempo lui si era tenuto a distanza, aspettandosi che da un momento all'altro la Serpeverde si stancasse di ascoltare quelle favole e li colpisse entrambi con una fattura ben assestata; con sua grande sorpresa, invece, la giovane strega era parsa interessata alla tragica vicenda di amore e morte – come l’aveva definita il narratore – e si era perfino offerta di aiutarli nell’impresa. Per cominciare aveva tolto cinque punti a Tassorosso («Così Lady Helena vedrà che sei pronto a sacrificare qualcosa per lei») e cinque a Grifondoro («Non si gira per i corridoi dopo il coprifuoco, Prewett... per nessuna ragione»), dopodiché si era informata minuziosamente sui loro piani (o meglio, i piani di Gideon: lui aveva solo fatto del suo meglio per fingersi parte dell’arazzo retrostante), approvandone alcuni, criticandone altri e suggerendo correzioni e migliorie. Lusingato dall’attenzione della ragazza, l’infame Prewett aveva inanellato una stupidaggine dietro l’altra con sorprendente faccia tosta – notevole, per uno che non riusciva a raccontare una barzelletta senza scoppiare a ridere a metà storia – e aveva concluso il resoconto con l’Idea Suicida Numero Uno: incantare la Dama grazie alle sue (di Ted) doti volatorie.
Poiché conquistare l’amore di un fantasma defunto da secoli era l’ultimo dei suoi problemi, Ted aveva ascoltato con sostanziale indifferenza il discorso dell’amico; sfortunatamente la Black aveva preso sul serio quell’idea, e ciò aveva messo Gideon in una posizione alquanto sgradevole: confessare al Prefetto di Serpeverde di averla presa in giro, oppure portare avanti il gioco fino alle estreme conseguenze? Ted, da bravo Tassorosso leale e onesto, avrebbe scelto la prima possibilità... ma il giovane Prewett era un Grifondoro e ai Grifondoro, si sa, piace rischiare. E poco importa se la posta in palio è la pelle di un amico.
Così la catena degli eventi aveva intrappolato Ted e l’aveva trascinato nel parco di Hogwarts, con la vecchia scopa di Fabian Prewett in una mano e la sciarpa stretta spasmodicamente nell’altra, ad aspettare un amico che finalmente si degnò di comparire in lontananza, sventolando il calzino ritrovato e chiacchierando con il fratello che lo seguiva; la Black borbottò un «Era ora!» e andò loro incontro, mentre lui rimase inchiodato sul posto, con la sola compagnia della Stellasfreccia e delle occhiate sarcastiche di Narcissa Black.
Per fortuna quella situazione non durò a lungo: il terzetto si consultò per qualche minuto e poi li raggiunse, con la Black davanti e i due Prewett che la scortavano come guardie del corpo. Ted la guardò negli occhi e di colpo ebbe l’assoluta certezza che lei sapesse che era tutta una montatura, che se ne fosse resa conto fin dall’inizio, e che volesse vendicarsi per quella presa in giro conducendolo a morte certa, anche se lui non c’entrava nulla.
Non avrebbe faticato a liberarsi di lui, in verità: le sarebbe bastato sedersi sull’erba e lasciare che la Stellasfreccia lo disarcionasse, cosa che avrebbe richiesto più o meno tre minuti, dato che le sue esperienze in fatto di acrobazie aeree erano scarse, per non dire inesistenti. Aveva seguito le lezioni di Volo al primo anno, ma da allora non aveva più sfiorato una scopa, almeno non per salirci: per uno come lui, abituato alla solida utilitaria di famiglia – o al massimo alla fedele bicicletta regalatagli dalla nonna – spostarsi a cavallo di un bastone di legno stretto, instabile e privo di protezioni era impensabile. Non sapeva se gli strani brividi che gli afferravano lo stomaco durante l’ora della Bumb fossero vertigini o semplice fifa (Gideon riteneva che le vertigini avessero a che fare con la testa, ma non ne era proprio sicuro), ma il sollievo che provava ogni volta nel rimettere piede a terra era senza dubbio la prova indiscutibile che i manici di scopa non facevano per lui.
Naturalmente il suo cosiddetto amico era al corrente di tutto questo, come sapeva che la sola ragazza che gli interessasse era viva e vegeta e che fare sfoggio della propria inettitudine non l’avrebbe certo aiutato a conquistarla; tuttavia aveva deciso di mandarlo al macello senza pensarci due volte, cosa che induceva Ted a sospettare che le accuse di babbanofilia rivolte ai Prewett fossero, per usare un termine poco elegante, tutte balle.
Ignaro di ciò che gli passava per la testa in quel momento, Fabian gli posò paternamente una mano sulla spalla e si schiarì la voce. «Siamo qui riuniti» proclamò in tono solenne, «per istruire il Nato Babbano Tonks nell’arte di cavalcare la scopa con eleganza e disinvoltura, ad imitazione di noi esperti nella nobile disciplina del Quidditch».
«E quella la chiami eleganza e disinvoltura? Svolazzare qua e là con un bastone fra le chiap...» cominciò Ted acido, ma l’oratore gli sferrò una gomitata abbastanza forte da lasciarlo senza fiato e proseguì il discorso con una lode del glorioso mezzo di trasporto magico che aveva reso grande l’Inghilterra e che ogni portatore di bacchetta doveva rispettare, onorare e sfruttare con adeguata cura.
«Ma i maghi devono proprio usarla, la scopa?» protestò debolmente lui. «C’è la Materializzazione, la Passaporta, la Metropolvere… a che serve la scopa?»
«Quelle ti servono quando sai dove andare» puntualizzò la Black. «E quando hai gli strumenti giusti: se ti si rompe la bacchetta cosa fai?»
«Ehm… prendo l’autobus?» tentò lui, ma le sue obiezioni caddero nel vuoto: la ragazza e Gideon stavano già camminando su e giù per il prato, misurando l’intensità del vento con un dito inumidito di saliva e discutendo su quale fosse la posizione ideale per quello che avevano in mente. Nel frattempo Fabian riprese possesso della propria scopa e ingannò l’attesa lisciandone i ramoscelli con l’attenzione di una bimba che pettina la propria bambola (Alla faccia della virile eleganza, pensò malignamente Ted); poi, a un cenno del fratello, la trasportò in una zona del prato dall’erba particolarmente ingiallita e la posò a terra con reverenza. Ted lo raggiunse senza fretta, fissando la finestra dell’infermeria e cercando di non pensare che ben presto l’avrebbe vista dall’interno; attese inutilmente un sorriso d’incoraggiamento da parte della Black e si rassegnò ad avvicinarsi al manico di scopa che, acquattato com’era tra la vegetazione, somigliava sinistramente a una vipera.
«Animo, Tonks!» esclamò la ragazza. «Adesso tirala su!»
«Tipo… così?» chiese lui, chinandosi a raccogliere la Stellasfreccia.
«Spiritoso! Dai, smetti di giocare e fai sul serio».
Ted respirò profondamente e tese la mano. «Su!» ordinò.
«Più deciso, Ted, falle sentire chi comanda!» gridò Gideon.
«Oh, va bene. SU!» ringhiò nel suo tono più minaccioso, e la scopa si mosse: gli regalò per circa mezzo secondo l’impressione di obbedire al suo ordine, dopodiché schizzò in avanti, falciando una dozzina di bimbetti del primo anno che stavano tirando sassi sulla riva del lago.
«Non così, la spaventi» lo corresse la Serpeverde, che aveva l’aria di divertirsi un mondo. «Accio! Ora arriva, attento alla testa… ops, scusa, troppo tardi».
Ingoiando un’imprecazione poco adatta alle orecchie di una signora, Ted si strofinò la fronte ferita e posò nuovamente la scopa tra l’erba, sperando intensamente che prendesse fuoco da sola. Il malefico oggetto non lo accontentò; in compenso rispose prontamente al suo richiamo e scattò in alto, colpendogli il braccio destro.
«Cominciamo bene» commentò Narcissa in tono rassegnato.
Una dozzina di tentativi dopo, con il polso nero di lividi e una goccia di sangue penzolante dal lobo dell’orecchio, Ted riuscì a convincere la scopa a sollevarsi all’altezza giusta e si azzardò a buttare una gamba dall’altra parte, pregando che la cosa non decidesse di muoversi proprio in quel momento. Quando si sentì abbastanza sicuro, si sedette cautamente e strinse con forza mani e ginocchia intorno al legno, che dondolava lievemente come la barchetta a remi di nonno Tonks. Gran bella immagine, Ted, vecchio mio, si disse. Peccato che quella barchetta ti abbia rovesciato a tradimento in mezzo a un banco di meduse. «E adesso?»
«Tu lo dici?» sbottò Narcissa, battendo il piedino a terra. «Allora, ti sbrighi a partire o aspetti che un Gramo ti morda il didietro?»
I Prewett si finsero scandalizzati davanti a un simile linguaggio, che lasciò invece indifferente la sorella maggiore; in ogni caso, nessuno dei quattro si degnò di dargli istruzioni, costringendolo a scavare nella memoria per recuperare almeno un frammento delle lezioni della Bumb.
«La teoria ce l’hai, Teddy» riconobbe Fabian a un certo punto. «La Bumb diceva di puntare i piedi a terra proprio in quel modo».
«Sì, ma non parte» obiettò lui, che a forza di puntare i piedi aveva scavato una fossa nell’erba. Purosangue! pensò stizzito. Si danno tante arie e non muovono un dito.
«Sei troppo teso, e la scopa lo sente» dichiarò la Black. «Pensa a qualcosa di molto bello, sono quei pensieri a sollevarti in aria».
«Ah, credevo fosse la scopa» mormorò Ted grattandosi la fronte. In verità aveva l’impressione che i pensieri felici fossero molto più propensi a sorreggerlo di quel pezzo di legno con le setole attaccate, così si concentrò sull’immagine più positiva che riuscisse ad evocare (Presto sarà tutto finito e me ne andrò di qui con qualche osso intero) e posò di nuovo il piede a terra: la Stellasfreccia si sollevò.
«Bene così, Ted!» approvò Gideon, mentre Fabian sventolava la sciarpa in aria come se l’avesse visto fare chissà quale acrobazia. Ted staccò una mano dal manico per rispondere con un saluto disinvolto, e in quel momento la scopa partì a razzo e prese quota con una rapidità che lui non aveva programmato; sfrecciò zigzagando sopra un tratto di prato, dopodiché descrisse un’ampia curva verso il basso e s’infilò con grazia in un cespuglio, portando con sé lo sventurato pilota. Rami, foglie e stoffa si intrecciarono in un abbraccio assassino, e solo un provvidenziale «Relascio» di Fabian riuscì a impedire alla cravatta che Ted indossava di porre fine alla sua vita.
I Prewett impiegarono cinque minuti per liberarlo dalle frasche, con Narcissa che ridacchiava senza motivo e Andromeda che si guardava bene dall’offrire loro una mano; tuttavia quest’ultima fu tanto gentile da spazzolargli una ragnatela dalla manica e incoraggiarlo con un: «Non andava male, Tonks! Coraggio, riprova!»
I successivi due tentativi finirono allo stesso modo, con una sola variante: fu la sciarpa, e non la cravatta, a rimanere intrappolata nel cespuglio. Un boschetto di faggi isolati fu teatro del fallimento dei tentativi numero quattro, cinque e sei, mentre il Lago Nero fu ben felice di accogliere lui e la scopa in occasione del fatidico numero sette.
All’ottavo atterraggio brusco, Narcissa sbadigliò e disse che andava a finire i compiti, dato che Ted non si sbrigava a rompersi l’osso del collo in modo creativo; né la sorella né i due Grifondoro cercarono di trattenerla, e nemmeno il diretto interessato aprì bocca, dato che era immerso fino alle narici nel terriccio di coltura dei Vermicoli («A Kettleburn non piacerà, l’aveva appena rastrellato» commentò Fabian, e Ted meditò per un attimo di verificare se invece i Vermicoli piacessero a Fabian... o se Fabian piacesse ai Fiammagranchi). Il meglio, però, doveva ancora venire: in occasione del decollo numero dodici, la Stellasfreccia eseguì di sua iniziativa una perfetta Finta Wronsky che fu applaudita da tutti i presenti e fece rimpiangere al passeggero le tre porzioni di pollo fritto che aveva divorato a pranzo.
«Sei grande, Teddy!» esultò Gideon. «Continua così, mantieni la quota!»
Ted avrebbe seguito più che volentieri quel consiglio, ma tutt’a un tratto la scopa si lanciò in un mezzo giro della morte e lui si ritrovò appeso a testa in giù e in rotta di collisione con le mura di Hogwarts. Dato che l’edificio non aveva intenzione di spostarsi, cercò disperatamente di curvare, oscillando verso destra con tutto il peso del corpo, ed ebbe giusto il tempo di pensare a quanto dovesse sembrare ridicolo, aggrappato al manico come un bradipo nervoso, prima di chiudere gli occhi e prepararsi all’impatto… che non avvenne: la Stellasfreccia, evidentemente impietosita dalla sua goffaggine, scartò di lato e schizzò in direzione della capanna di Hagrid, verso il limitare della foresta.
Scampato al pericolo, Ted si concesse un attimo di sollievo, errore che si rivelò fatale: le mani umide di sudore persero la presa sul legno e poco dopo il resto del corpo cedette alla forza di gravità, precipitando verso il suolo. Fortunatamente il volo si concluse tra le chiome di un albero che aveva già visitato un paio di volte: l’intrico di foglie fruscianti lo accolse con quello che sembrava un sospiro rassegnato (Quante volte devo ucciderti, ragazzino?) prima di scaricarlo sul prato sottostante, graffiato e stravolto ma ancora vivo.
La Black fu la prima ad accorrere, con il viso sgombro da ogni traccia di preoccupazione (eppure Ted avrebbe giurato di averla sentita gridare mentre cadeva); si inginocchiò al suo fianco per verificare le sue condizioni, gli tastò il braccio e quando vide che non c’era nulla di rotto si concesse di prenderlo ancora un po’in giro: «Gran bel volo, Tonks. Quando parlavi di raggiungere il tuo amore, non credevo che intendessi una cosa così... radicale».
Lui non vedeva proprio cosa ci fosse da ridere: tra le botte, i graffi e le scie di sangue, aveva l’impressione di essere la copia perfetta di una mappa stellare, con parecchie stelle cadenti, per giunta. L’orlo della sua divisa si stava sfilacciando lentamente, e la stima che la Black aveva deciso di concedergli dopo sette anni di conoscenza stava per fare la stessa fine.
«I tuoi amici sono andati a chiamare Madama Chips, non dovrebbero metterci molto» proseguì la ragazza. «Vuoi un fazzoletto?»
Ted lo accettò, anche se dubitava che quel quadratino orlato di pizzo potesse fare molto per lui. Un Asticello gli saltò in testa e corse via attraverso il prato, squittendo insulti contro chi gli aveva distrutto la casa; lui rimase a guardarlo finché non scomparve dietro un albero, e quando si voltò di nuovo vide che la Black gli stava porgendo la mano. «Sai, Tonks… credo che dovrai rinunciare a fare colpo sulla Dama Grigia» disse aiutandolo ad alzarsi.
«Già, tanto vale provare a far colpo su di te» mormorò Ted, strofinandosi il sedere dolorante con l’arto libero.
Si rese subito conto di aver parlato troppo; sentì la mano della ragazza che allentava la presa sulla sua e poi la stringeva di nuovo, con molta più forza. «Beh, risparmiati la fatica, Tonks» gli rispose, e Ted era già pronto a darsi mille volte del cretino, ma qualcosa nella voce della Serpeverde lo indusse ad alzare gli occhi e scoprire, con sua grande sorpresa, che stava sorridendo. «Perché, vedi… mi sa che ci sei già riuscito» concluse lei in un sussurro, poi lo lasciò e si allontanò in fretta, raggiungendo il portone della scuola proprio mentre ne uscivano i due Prewett e l’infermiera. L’efficiente Madama Chips aveva con sé una scorta di pozioni, ma Ted, stordito e felice, sentiva di non averne più bisogno.


Credevate davvero che l'aggiornamento natalizio sarebbe stato una storiella sentimentale? No, vero?
Questa è la storia citata nel capitolo precedente e, strano ma vero, ha un titolo. Rendo omaggio alle citazioni per avermi risolto il dramma di non sapere come trattare questa coppia, una delle più interessanti e trascurate tra quelle canoniche: ho interpretato le frasi nel modo più idiota possibile, ho aggiunto un paio di personaggi secondari e Narcissa Black che sta bene dappertutto e ho glassato il tutto con qualche episodio di Wile E. Coyote.
Sul rapporto tra i fratelli Prewett non ho trovato nulla: non so se siano solo fratelli o anche gemelli, né quale sia il più giovane dei due, se ce n’è uno, e nemmeno quando abbiano frequentato Hogwarts. Quindi mi sono sentita giustificata a far di loro quello che volevo, ed eccoli qui, a rovinare la vita di Ted.
Non credo che ci sia bisogno di spiegare chi sia la ragazza che piaceva a Ted, né che il piano di Gideon sia stato abilmente congegnato per ottenere quel risultato finale.
Ah, riguardo alla dedica: ringraziate i dis... destinatari, è grazie a loro se state leggendo questa raccoltona. Se non avessi scoperto Harry Potter all'oratorio, dubito che l'avrei mai letto: di solito ho gusti più trucidi.
Su quello che mi hanno combinato in questi anni potrei scriverci una longfic, e anche piuttosto comica.

Seconda Classificata
Stella (sfreccia) Cadente di Lizzyluna

Leather and Libraries - Draco/Hermione

Era una mattina come le altre a Hogwarts e Hermione Granger stava percorrendo uno dei tanti corridoi del quarto piano, diretta verso l’aula di Incantesimi. Aveva la mente impegnata dalle formule che aveva imparato il giorno prima, così era già a metà strada quando si rese conto che qualcosa non andava.
Acqua.
Il suo primo pensiero fu che Mirtilla avesse deciso di cambiare bagno, ma un’occhiata al pavimento le rivelò che la situazione era molto più seria: non un rivoletto e nemmeno una pozzanghera, ma una distesa d’acqua che le arrivava quasi alle caviglie. E continuava a salire.
«Oh, insomma, cosa succede?» sbuffò indispettita. «Pix vuole trasformare Hogwarts in un parco acquatico?»
«Oppure la scuola sta sprofondando nel Lago Nero» propose qualcuno alle sue spalle. «Con tutti questi Sanguesporco in giro, avrà bisogno di una bella pulizia».
«Buona giornata a te, Malfoy» commentò Hermione. Ormai era abituata a quegli incontri, ma il modo in cui Malfoy saltava fuori dal nulla nei momenti meno opportuni continuava a sembrarle più che inquietante. Destabilizzante era il termine giusto.
Il giovane Serpeverde avanzò nell’acqua bassa, sollevando spruzzi ad ogni passo. Hermione non si stupì che la maggior parte di quegli spruzzi finisse per caso sui suoi vestiti. «Altra Dramione, Granger?»
Per quanto le seccasse dare ragione a Malfoy, la ragazza dovette ammettere che l’ipotesi aveva un senso. «Può darsi, Malfoy. Scommetto che sarà un’altra di quelle storie da settimo anno… che seccatura, di nuovo ansia da M.A.G.O.! Sarà la centoventesima volta che ripeto quegli esami, non hai idea di quanto sia stressante… Oh!»
«E come s’intitola? Diluvio d’amore? Orgoglio e sturacesso?» ironizzò Malfoy, ma Hermione stava fissando il vuoto con l’aria di chi ha appena capito qualcosa di importante. «Titanic» mormorò.
«Eh?»
«È un film… una specie di grande foto magica che si muove e racconta una storia» spiegò lei. «Malfoy, se arricci ancora un po’quel naso, ti resterà storto a vita».
«Solo voi Babbani potete trovare interessante una foto che si muove» commentò il ragazzo sprezzante.
«Comunque, questo film parla di due innamorati di diversa classe sociale e di un transatlantico che affonda» proseguì Hermione. «Oh, no, è la cosa più zuccherosa che abbia mai visto dopo Bill e Fleur!»
«Mi sfugge la connessione, Granger» disse Malfoy in tono annoiato.
«Appunto, che c’entra Hogwarts? Potrebbero scrivere un’AU e fare prima…»
«Granger…»
«…anche se… insomma, siamo maghi, potremmo Smaterializzarci e abbandonare la nave invece di star lì ad affondare…»
«Granger…»
«…a meno che non ci sia un motivo credibile per imporre uno scudo protettivo sulla nave… se trasportasse qualcosa di molto prezioso, ad esempio…»
«Granger…»
«…o potrebbero toglierci la magia e renderci semplici Babbani, ma un Babbano di nome Draco nel 1912 non ha proprio sen…»
«Granger, chiudi-il-becco».
«Stavo solo cercando una logica in tutto questo» rispose lei offesa. «Scusa tanto se mi sforzo di usare il cervello».
«Se usassi veramente il cervello, Granger, sapresti che queste cose non hanno mai una logica» la rimbeccò Draco. «E tu saresti la più sveglia della scuola… m’immagino il livello di Weasley e Paciock».
«È di un altro livello che dovresti preoccuparti» gli fece notare Hermione, indicando l’acqua che ormai arrivava alle sue ginocchia. «Chissà da dove viene tutta quest’acqua… sale troppo in fretta per essere solo del lago, secondo me qualcuno ha aperto tutti i rubinetti».
«Il dormitorio di Serpeverde sarà già allagato» commentò il ragazzo irritato. «Povera la mia Nimbus, si gonfierà tutto il legno… se resta in ammollo ancora un po’, sarà da buttare».
«Comprane un’altra» propose Hermione con un ghigno. «Tanto in questa storia sei la ricca ereditiera… o preferisci essere il poveraccio?»
«Hai già un poveraccio a portata di mano, io che c’entro? Vai a chiamare Weasley e lasciami in pace!» mugugnò Draco, estraendo la bacchetta dalla tasca per evitare che si bagnasse.
«Ma Ron non è qui» spiegò lei in tono saccente. «Lui e Harry non sono tornati a scuola con me, dovresti saperlo… Un momento: ora che ci penso, dove sono tutti gli altri? Neville, Ginny, i professori… non possiamo lasciarli annegare!»
«Piano con la sindrome di Potter, Granger!» la bloccò Malfoy. «Sprechi il tuo tempo, sulle scale e nei dormitori non c’era anima viva. A quanto pare, questa è la scena in cui tutti sono già scappati e tu torni indietro a salvarmi come una perfetta, patetica idiota».
«Vuoi che ti lasci qui?» minacciò Hermione. «E comunque non capisco perché piazzare la scena più emozionante così, senza nemmeno un antefatto, una spiegazione… niente!»
«Beh, si vede che le andava di cominciare dalla fine» ipotizzò il ragazzo con un’alzata di spalle; Hermione non ebbe bisogno di chiedergli cosa intendesse con quel le. «Avanti, facciamo quello che dobbiamo fare e diamoci un taglio, comincio a sentirmi umido».
«Odio ammetterlo, Malfoy, ma stavolta sono d’accordo con te».
In quel momento, il pavimento s’inclinò sotto i loro piedi, come se la scuola si fosse adagiata su un fianco; Hermione barcollò e si aggrappò alla sciarpa del Serpeverde, rischiando seriamente di strangolarlo. Le svariate imprecazioni del ragazzo non servirono a fargli mantenere l’equilibrio, così rotolarono entrambi in un angolo del corridoio, venendo sommersi da litri e litri di acqua fangosa.
«Che… schifo» proclamò Hermione, riemergendo più come il Mostro della Laguna Nera che come un’eroina romantica.
Malfoy la guardò negli occhi – perfettamente intonati alla melma che la ricopriva – e sorrise. «Io non noto alcuna differenza, Granger» sussurrò, passandole un braccio intorno alla vita.
«Malfoy, cosa…» cominciò Hermione confusa, ma il ragazzo le fece segno di tacere e allungò la mano sul suo fianco con aria concentrata, come se si stesse preparando a evocare un Patronus. E mentre un carillon sepolto chissà dove attaccava una melensa melodia sentimentale, Malfoy trovò finalmente quello che cercava: ignorando le proteste della ragazza, pescò un fazzoletto dalla tasca interna del suo mantello e provvide subito a pulirsi il viso che fino a pochi minuti prima era stato pallido. «Troppo gentile, Granger».
«Quello è un regalo di mia nonna, scroccone!» sbottò lei indignata. In lontananza, il tintinnio del carillon cessò bruscamente.
«Col tuo nome sopra, così non lo perdi?» sogghignò un Draco ancora molto simile a Zabini. «Aspetta… lo tieni per bellezza e non per soffiarti il naso, vero? Non vorrei contaminarmi con il tuo moccio».
«Niente moccio» rispose Hermione con un sorrisetto. «Però… ops, temo che si sia svitato il calamaio!»
«Oh, no!»

*Cinque minuti dopo, sulla torre di Astronomia*
«Mez… Granger, ti fidi di me?» recitò Draco, passandosi per l’ennesima volta una mano sulla guancia e ritirandola ancora sporca d’inchiostro.
«Fossi matta, Malfoy! L’ultima volta che sei stato qui sopra con qualcuno, quel qualcuno è finito di sotto!» replicò Hermione. «Ah, lì sul mento ne hai ancora… e anche sullo zigomo».
«Non l’ho buttato io, è caduto! E poi è stato Piton!» si discolpò il ragazzo strofinandosi con la manica della divisa. «Come va adesso, sono presentabile?»
Hermione non lo ascoltò: si appoggiò al parapetto e rimase a guardare accigliata l’acqua del Lago Nero che ormai arrivava alla base della torre. «Ma quando finisce questa storia? Voglio andare a casa!» sbottò. «Voglio Ron, Harry, Grattastinchi… voglio la mia storia!»
«Contenta tu… io preferirei il naufragio» commentò Malfoy. «Resisti, Granger, magari la prossima è una drabble».



Ed eccola qui, inevitabile come una pozzanghera davanti al portone di casa: la benedetta Dramione. Due pagine di Dramione, e ve l'ho fatta pure AU: poi non dite che non m'impegno per accontentare il pubblico.
Nella lista delle coppie da cui stare alla larga la Dramione non è al livello, tanto per dirne una, delle Fenrir/Colin (vi supplico, ditemi che nessuno ne ha mai scritto), ma faccio comunque fatica a digerirla, sia come coppia, sia per come è presentata: in particolare, odio le storie in cui un Draco arrogante, razzista e incurante dei sentimenti del prossimo viene presentato come un personaggio positivo e desiderabile, mentre il povero Ron finisce sepolto sotto tre metri di spazzatura. Avendo conosciuto la mia dose di Drachi nella vita reale, la lettura di storie del genere mi ispira violenza squadrista e sfiducia nel genere umano; per fortuna tengo sempre pronta qualche parodia per risollevarmi lo spirito.
Passiamo alla storia. Il fatto che Draco e Hermione si rendano conto di ciò che sta per accadere viene dritto da Dramione Backstage: stavolta la responsabile è una fanwriter che ha appena visto Titanic e vuole incastrarci a tutti i costi i due disgraziati. In questa fase non ha ancora deciso come sviluppare la storia: l'idea della AU la attira, ma l'ambientazione scolastica è più stuzzicante, e poi c'è la Stanza delle Necessità... Insomma, la Hogwarts di questa storia è come il Molliccio trasformato in mezza lumaca: metà scuola, metà transatlantico (e tutta allagata. Immaginatevi le imprecazioni di Gazza); gli effetti speciali sono gentilmente forniti da Pix (l'acqua) e i cugini di Hagrid (l'inclinazione).
Hermione ha già risposto a tutte le domande che potrebbero esservi sorte riguardo alla logica di tutto ciò; in quanto a Draco, la domanda è una sola: tuo padre lo verrà a sapere? («Risposta: Lo sa già. Gli ho detto che sono in debito con Potter e Weasley per avermi salvato la vita e in cambio mi sorbisco la Granger per levargliela dai piedi. Nemmeno mi ringraziano per questo»).
E mentre aspetto che Draco si liberi della Fattura Orcovolante che Hermione gli ha scagliato contro, vi saluto, Gentile Pubblico. È stato un piacere incontrarmi ancora con voi.

P:S:: Io ho visto Titanic quando è uscito al cinema. Una volta mi è bastata.