Le Journal

di madamesse
(/viewuser.php?uid=175353)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo ***
Capitolo 2: *** Secondo ***
Capitolo 3: *** Terzo ***



Capitolo 1
*** Primo ***


“Le Journal” .. Il diario.
Il diario di François Augustin Reynier de Jarjayes prima che tutto avesse inizio. Prima della nascita di Oscar, prima del suo matrimonio con madame.. Prima di diventare comandante e poi generale.François a 18 anni durante il suo grand tour.
Buona lettura!


Era una notte come tante in quella squallida ed umida taverna parigina. Erano passati oramai quattro anni dalla rivoluzione e come tutte le notti François era seduto al solito tavolo con la solita bottiglia di vino scadente. La rivolta gli aveva strappato tutto: La moglie, la figlia assassinata da coloro che un tempo erano stati i suoi subordinati ed ovviamente i suoi averi.
Il generale Jarjayes che un tempo era stato l’uomo più rispettato di Francia ora era un umile mendicante, un ubriacone, un uomo senza ne casa o famiglia. Solo come quei randagi che spesso prendeva a calci ora lui, a sua volta, veniva preso a calci dalla vita.
Ricordava bene la notte in cui tornando a casa si accorse della scia di liquido rosso che scorreva lenta sotto la porta dalla camera della moglie e si dirigeva verso il corridoio. Entrando furioso, vide quel corpo esangue lacerato da coltelli e privato dei vestiti. Si inginocchiò cercando di rianimare quel cadavere freddo, sporcandosi le mani di sangue e con quelle stesse mani in preda alla furia di toccava spasmodicamente i capelli che venivano a loro volta insanguinati. Il generale ricordava bene le urla di quella notte, i pianti isterici e la soffocante voglia di poter riabbracciare la sua consorte. Non poteva dimenticare l’odore di quel sangue che non andava mai via. Benché il loro non fosse stato un matrimonio d’amore madame era stata una delle sue più fidate amiche. Una donna forte e radiosa con cui aveva avuto poche e frivole discussioni.
Ricordava bene il giorno in cui la sua governante lo aveva avvertito della morte della figlia. Quella donnina apparentemente fragile lo consolava avendo anche lei perso l’unico membro restante della sua famiglia. Quella donnina, così coraggiosa poi si spense pochi mesi dopo, nel sonno, senza soffrire, troppo stanca per sopportare ancora quel dolore.
Fu allora che il generale decise di abbandonare quel palazzo. Niente più aveva senso ora che era rimasto solo. Il palazzo, il titolo, i fucili ereditati da suo padre.. Tutto aveva perso valore ora che non c'erano più le carezze della moglie ed il rumore di Oscar che si esercitava con la spada. Prima di lasciare quella casa però volle portar via alcuni ricordi. In una sacca di pelle marrone infilò una delle giacche dell’uniforme di Oscar, la collana di perle rosa della moglie e uno dei suoi diari.. Ma non uno qualunque.. Quello datato 1740.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo ***


Oramai era quasi mattina e François, avendo speso tutti i soldi racimolati quel giorno, lasciò la locanda. Mentre camminava fiacco barcollando a destra e a manca rimuginava disgustato su se stesso.
Io.. Il conte Jarjayes.. AH se mi vedesse Oscar capirebbe che non siamo poi tanto diversi.. Perdonami figlia mia.. Perdonami”
A quel punto il generale non seppe più trattenere le lacrime che, un po’ per la sbronza un po’ per il reale rimorso verso la figlia, gli rigavano oramai il viso e gli offuscavano la vista. Si accasciò in un vicolo lurido della capitale battendo i pugni contro il muro umido.
Man mano che la rabbia aumentava i pugni divenivano più lenti, meno potenti.. Un forte dolore al cuore e.. Il buio.
“L’ho trovato per strada ansimante.. Era gelato, avrei dovuto farlo morire?” – Disse un uomo.
“Si Alain, Si! Abbiamo già abbastanza guai.. Io non”
“Non si preoccupi madame, tolgo subito il disturbo” – Il generale era stato svegliato dalle urla.
“Monsieru io..” – La ragazza cercava disperatamente di contenere l’imbarazzo ma il suo viso oramai era divenuto rosso.
Il ragazzo, suo marito, pensò il generale, rideva della moglie e aveva un’espressione soddisfatta. Dopo quell’accaduto avrebbero dovuto offrire almeno il pranzo al generale.
“Generale” – Intervenne Alain. – “Voi forse non mi conoscete ma sono stato accanto a vostra figlia per molto tempo. Sono fiero di potervi finalmente incontrare, il mio nome è Alain de Soisson.”
“Non chiamarmi generale, sono l’ombra di ciò che ero prima.. Ora sono semplicemente François.”
Alain rimase stupito da tutta quell’umiltà.
“ Allora François lasciate che la mia bella Marie vi prepari un bel pranzetto”
“No Alain, non voglio disturbarvi io devo..” – Il generale fece per alzarsi ma, di nuovo,  una fitta al cuore glielo impedì.
Le gambe tremanti lo fecero accasciare a terra. François si dimenava affondando le unghie nella carne del petto, credendo di fermare quelle fitte. Qualcuno gli toccava il braccio e gli diceva di resistere ma erano solo rumori ovattati, tutto confuso, la vista offuscata gli faceva dimenticare persino il luogo in cui si trovava. La mente era piena solo di dolore e in angolo di quella mente sofferenza la speranza per la morte.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terzo ***


Rieccomi dopo tanto tempo ho aggiornato anche questa fan fiction.
Devo dire che pur essendo molto critica nei miei confronti mi piace come sta venendo e le idee che sto buttando giù mi sembrano buone, quindi assetto solo i vostri pareri!
Grazie a tutti e buona lettura :D

 
Dopo essersi ripreso dal malore il generale non era ancora abbastanza forte per parlare ma indicò ad Alain la sua sacca. Egli sotto indicazione di François la aprì e ad uno ad uno cacciò gli oggetti che vi erano dentro.
Alla sola vista della giacca di Oscar il generale pianse ed insieme ad egli Alain. Il tessuto era ancora impregnato del profumo della giovane che, secondo Alain, era lo stesso di Andrè. Avevano lo stesso profumo, le stesse movenze, le stesse espressioni.
Dopo la giacca Alain tirò fuori la una collana di perle che il generale strinse debolmente sul petto. La sua amata Madame era stata brutalmente assassinata, la donna che aveva giurato di proteggere..
Ed infine, quando il giovane si accorse che le lacrime del generale erano oramai finite egli tirò fuori dalla sacca l’ultimo oggetto: Un diario.
Alain chiese al generale se poteva aprirlo ed egli annuì.
“Volete che legga generale?” – Chiese con un filo di voce.
François rispose con un cenno della testa e dopo pochi istanti il racconto iniziò.
“Oggi finalmente è iniziato il mio..” – Alain fu interrotto dalla mano del generale che si era posata sul suo braccio.
“Ditemi François, ditemi”
Il giovane avvicinò l’orecchio alla bocca del generale che gli disse: “17 ottobre”
Ed il ragazzo cercò tra le pagine la data. Era più o meno verso la metà delle pagine e non fu facile da trovare.
“Sono finalmente sbarcato in Inghilterra” – Iniziò a leggere Alain. – “E’ un paese freddo e molto diverso dalla Francia. Ho conosciuto finalmente il marito di mia sorella e sarò ospite a casa sua. E’ un uomo molto estroverso, diverso direi da come avevo immaginato. Mia sorella Emilie lo aveva descritto come ‘il tipico inglese’ ma forse il mio ‘tipico inglese’ è diverso dal suo.”
Sentendo quelle parole il generale chiuse gli occhi ed iniziò a ricordare.. In quella pagina di diario era stato estromesso un dettaglio che allora era sembrato irrilevante, un incontro con un giovane.. O quasi..

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1071033