Il Patto della Rosa

di _MoonShine_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove sei mia Dominion? ***
Capitolo 2: *** Benvenuti all'Istituto Shobi ***
Capitolo 3: *** Dov'è il mio girocollo?! ***
Capitolo 4: *** Due strane carte ***
Capitolo 5: *** La Rosa Nera e la Rosa Bianca ***
Capitolo 6: *** Accettami ***
Capitolo 7: *** Dubbi e chiarezze ***
Capitolo 8: *** Gelosia e rabbia ***
Capitolo 9: *** Incomprensioni ***
Capitolo 10: *** Grazie ***
Capitolo 11: *** Appuntamento, è un ordine! ***
Capitolo 12: *** Un Arcano al Luna Park ***
Capitolo 13: *** La Falsa Rosa ***
Capitolo 14: *** Rosa Bianca Secondo Risveglio ***
Capitolo 15: *** Un passato doloroso ***
Capitolo 16: *** Rosa Nera Secondo Risveglio ***
Capitolo 17: *** Solamente la Dominion ***
Capitolo 18: *** Una bambina e la sua falce ***
Capitolo 19: *** Posso farcela da sola ***
Capitolo 20: *** L'ombra che incombe ***
Capitolo 21: *** Occhi viola ***
Capitolo 22: *** La Parata dell'Orrore ***
Capitolo 23: *** Paura ***
Capitolo 24: *** Parte della famiglia ***
Capitolo 25: *** Decisioni ***
Capitolo 26: *** Verso la fine ***
Capitolo 27: *** Ultimo piano ***
Capitolo 28: *** Grido d'amore durante la fine del mondo ***
Capitolo 29: *** Un lieto fine ***



Capitolo 1
*** Dove sei mia Dominion? ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere.
Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?

 

DOVE SEI MIA DOMINION?
Nella biblioteca dell’istituto Shobi, uno dei più famosi licei della città, tre sagome nascoste dall’ombra degli scaffali stavano in piedi di fronte a un tavolo.
Sul tavolo in legno antico era appoggiata un oggetto di cristallo, una sfera.
Due ragazzi di fronte ad essa guardavano le immagini riflesse nel cristallo.
Entrambi indossavano la divisa della scuola. Uno con i capelli scuri, cobalto e gli occhi del medesimo colore, profondi e bui come la notte e le tenebre. L’altro con i capelli dorati e lucenti, due occhi rossi e gentili.
Entrambi bellissimi, entrambi con una missione.
Una terza immagine si mise davanti a loro. Un uomo più vecchio, sulla trentina passata, con un paio di occhiali sul naso che gli conferivano un’espressione seria e matura.
-Professor Itsushi, Lei è tra le nuove alunne?- chiese il ragazzo biondo fissando la sfera.
-Probabilmente. Ergon ha avvertito il suo potere- rispose impassibile l’uomo.
I tre continuavano a fissare la sfera che mostrava le immagini di una massa di ragazzi che stavano per dare inizio al loro primo anno all’istituto Shobi.
C’era un marea di gente, tantissimi ragazzi e ragazze che si guardavano intorno in attesa che qualcuno dicesse qualcosa o che aprissero le porte della scuola. Alcuni si guardavano tra di loro spaesati, altri chiacchieravano amabilmente.
Le immagini si ingrandivano e passavano da ragazza a ragazza.
-Mostrami la nuova Dominion- disse il professore con tono cerimoniale.
La sfera come da ordine mostrò velocemente numerose ragazze. Si fermò per un momento sul viso di una ragazza dai capelli rossi e dagli occhi cremisi, molto carina e sorridente.
I tre soddisfatti di averla trovata sorrisero.
La sfera però cambiò subito immagine facendo scorrere altri visi di ragazze. Falso allarme, accidenti.
Dopo vari minuti la sfera smise di brillare, si era come spenta.
-Accidenti, sembra che non sia qui- disse scocciato il professore.
Com’era possibile, eppure Ergon aveva percepito la sua presenza. Dov’era quella ragazza?
Il ragazzo dai capelli cobalto, che fino a quel momento era rimasto impassibile e in silenzio si voltò verso l’uscita della strana biblioteca.
-Dove vai?- chiese bruscamente il biondino.
Il ragazzo si voltò verso di lui lanciandogli un’occhiataccia gelida.
-Beh, sembra che Lei non sia qui nemmeno stavolta. Che senso ha rimanere in questa catapecchia?- sorrise beffardamente.
Il biondino stava per replicare, ma il professore glielo impedì.
-Shade ha ragione. Ergon deve essersi sbagliato. Non preoccuparti Bright, vai anche tu. In fondo sei il Presidente del Consiglio Studentesco, è compito tuo accogliere gli allievi del primo anno- sorrise il professore.
Il ragazzo annuì dirigendosi verso la porta e sorpassando Shade che era rimasto fermo.
-Ergon non si è sbagliato e lei lo sa- disse freddo al professore una volta che Bright fu uscito.
Il professore annuì.
Dopodiché anche Shade uscì dalla biblioteca lasciando il professore da solo.
Già, Ergon non poteva aver sbagliato. Il potere della Dominion non può essere confuso con niente. Quando il Guardiano del Sigillo sente la sua Dominion è perché lei è lì, vicino a lui.
No, non poteva essersi sbagliato.

L’ingresso dell’istituto era pieno di gente. I ragazzi erano tutti entrati all’interno del grande cancello. I genitori fuori erano in un misto di soddisfazione e preoccupazione. Non potevano entrare, era la regola.
-Mi raccomando ragazze, non combinate guai- disse una donna dai capelli rosso fuoco al di là del cancello. Si vedeva era preoccupata. Chissà come si sarebbero trovate le sue figlie in quel liceo.
-Sta tranquilla Elza, ormai sono cresciute- cercò di tranquillizzarla un uomo dalla chioma turchese e dallo sguardo gentile. Voleva calmare la moglie, ma anche lui era preoccupato per il comportamento delle ragazze, soprattutto di una.
Mentre diceva quella frase lanciò un’occhiataccia alle figlie in stile minaccia del tipo “CRESCIUTE, chiaro?!”
Due ragazzine di fronte a loro, all’interno del cancello, risero sudando freddo.
-Certo papà, noi siamo cresciute e siamo molto più mature.- disse la ragazza con lunghi capelli color dell’oceano come quelli del padre. Aveva due luccicanti occhi turchesi e un’espressione da brava ragazza, seria e diligente.
-Non combineremo nulla, sempre che Fine non ne faccia come al solito una delle sue e mi metta in mezzo- disse lanciando una frecciatina alla sorella.
Eh già, era Fine, la gemella dai capelli rosso fuoco e dai bellissimi occhi cremisi, la combina guai della famiglia. Era una ragazza allegra e spensierata. Non le importava nulla di quello che pensava la gente. Al contrario della sorella tutta gioielli e maniere per bene, lei era vivace e sportiva. Indossava sempre un girocollo con un ciondolo a forma di rosa. Non lo toglieva mai, diciamo che non riusciva a toglierlo mai.
Comunque erano l’esatto opposto, anche se di aspetto si somigliavano davvero molto.
-Io? Guarda che non è sempre stata colpa mia Rein!- ribatté Fine.
Rein la guardò storta.
-Vogliamo ricordare quella volta che hai dato fuoco all’aula di scienze dimenticando di controllare la provetta di mercurio, per salvare una lucertolina che stava per essere “divorata” da un’iguana nella vasca dei rettili?- disse in tono teatrale  -Oppure quella volta che hai confuso il pepe con lo zucchero nell’ora di economia domestica, facendo andare la professoressa in ospedale? O quando anziché il fertilizzante hai messo chissà cosa nelle piante della serra riducendole in cenere? O...-
-Hei, guarda che l’iguana era davvero grossa! L’avrebbe di sicuro mangiata!- controbatté Fine offesa. Per una volta che faceva una buona azione!
Rein scosse la testa rassegnata. Ogni volta che sua sorella ne combinava una, ci andava di mezzo pure lei. O perché provava ad aiutarla e quindi venivano colte sul fatto entrambe o perché lei doveva darle il buon esempio.
La campanella di inizio suonò propagandosi nell’aria in un suono dolce e armonioso.
Le due sorelle si voltarono verso i genitori.
-Fine, Rein sono fiera di voi-  sorrise dolce la madre accarezzando il viso delle figlie attraverso le sbarre del cancello.
Fine e Rein sorrisero.
–Ciao mamma, ciao papà! Ci vediamo dopo!- salutarono in coro le gemelle. Dopodiché si voltarono verso il portone dell’istituto.
Chissà cosa le aspettava questo nuovo anno scolastico.







Ciao ragazzeee!
Sono di nuovo io!
Scusate ma non ho resistito, volevo assolutamente mettere il primo capitolo di questa nuova storia !!
"I Say Yes" mi manca tantissimo, così cerco di rimediare con questa!
Non so voi ma l'inizio non lo trovo granchè, però il proseguimento è più.. ehm.. interessante diciamo ;)
Spero di avervi incuriosite :) ditemi cosa ne pensate
Un bacione grande
Un  bacione!

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Capitolo 2
*** Benvenuti all'Istituto Shobi ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?



BENVENUTI ALL’ISTITUTO SHOBI

Tutti i nuovi studenti erano radunati nel cortile della scuola, vicino al campo sportivo, molto spazioso e arieggiato. Erano posizionati in file rivolte verso un piccolo palco con un banco e un microfono sopra. Non era ancora arrivato nessuno, solo alcuni professori erano già presenti ai piedi del palco.
Presto arrivarono anche gli studenti degli altri anni. Ben presto la scuola fu al completo.
Fine e Rein si guardavano in giro entusiaste.
C’era davvero tanta gente. E la scuola, beh la scuola era semplicemente bellissima! Era enorme, sembrava quasi un castello ed era anche tenuta come un castello. Pulita, elegante e tranquilla.
-Ciao!- disse subito Fine a una ragazza davanti a lei nella fila.
Rein non si sorprese più di tanto, sua sorella era fatta così, adorava fare amicizia.
-Ciao- sorrise la ragazza voltandosi verso di loro.
Era davvero carina. Aveva dei lunghi capelli arancioni legati in una morbida coda alta e la divisa le stava a pennello.

Già, la divisa. Fine la detestava, era troppo corta e femminile. Era composta da una camicia bianca con bordi porpora, una giacca nera sopra e una gonnellina rossa, fin troppo corta.
Rein invece la adorava. Certo se fosse stata blu le sarebbe piaciuta ancora di più, ma era soddisfatta comunque.
-Io sono Fine, e lei è mia sorella Rein. Spero diventeremo amiche.- disse allegramente Fine alla ragazza.
-Certo. Io mi chiamo Lione- disse la ragazza un po’ imbarazzata.
-Anche voi siete del primo anno vero?- chiese poi alle gemelle.
-Sì. Magari saremo in classe insieme- sorrise Rein.
Il loro discorso venne interrotto dal preside dell’istituto che era appena salito sul palco. Era un uomo abbastanza vecchio con dei baffetti che incutevano timore, ma si può dire che aveva una faccia abbastanza simpatica.
-Cari studenti, cari insegnanti- iniziò col dire il preside.
-Oh no! Il classico discorso super noioso- sbuffò Fine a bassa voce, ricevendo una gomitata da sua sorella.
Il preside continuò a parlare. Diede il benvenuto ai nuovi alunni spiegando come si sarebbero svolte le lezioni, quando e in che aule, spiegò le regole e le abitudini dell’istituto.
Fine ogni tanto sbadigliava, era una vera noia.
Rein voltandosi a guardare la sorella sbadigliare, notò che portava ancora al collo il solito ciondolo. Lo indossava da quando aveva dieci anni, cioè ormai da cinque anni. Non le aveva mai detto dove lo avesse preso o chi glielo avesse dato. Ogni volta sviava il discorso. L’unica cosa certa che sapeva era che non lo toglieva mai, nemmeno per dormire.
Fine non era mai stata una ragazza che amava i gioielli, quindi non si spiegava il perché lo indossasse sempre. La sorella le diceva solo che non poteva toglierlo.
Rein non aveva mai capito quella frase.
-Però potevi toglierti quel girocollo almeno oggi- le sussurrò a bassa voce.
Fine si voltò verso di lei sbuffando.
-Ti ho detto che non posso toglierlo- disse annoiata.
Rein tornò a guardare il preside sbuffando.
Sempre la stessa risposta.
-E ora lascio la parola al Presidente del Consiglio Studentesco, Bright Mitsuki.- disse in tono cerimoniale il preside.
Si sentirono tanti gridolini dalle ragazze del secondo e degli altri anni. Gli studenti di prima le guardarono confusi. Perché erano così elettrizzate?
Sul palco di fece largo questo Bright. Ora capirono il perché di quei gridolini.
Tutte le ragazza del primo anno lo fissavano imbambolate. Se fossero state dei cartoni animati avrebbero avuto occhi a cuoricino!
Era un ragazzo davvero bellissimo. Aveva dei capelli lucenti di un biondo grano mai visto. Due occhi cremisi luccicavano alla luce del sole, e quel sorriso era semplicemente abbagliante.
Rein era praticamente in tranche. Non riusciva a togliere lo sguardo da quel ragazzo. Era sempre stata attirata dai ragazzi, ma mai come questa volta! Sentiva brividi in tutto il corpo e una voglia matta di andare sul palco a presentarsi.
Se solo lui l’avesse guardata anche solo per un secondo.
Fine invece era rimasta impassibile. Non era mai stata il tipo che si interessa ai ragazzi. Sì certo, era carino, ma che esagerazione!
Vide sua sorella ormai completamente andata tra le nuvole. Le sventolò una mano davanti agli occhi.
-Ehi?-
-È.. è.. paradisiaco- disse sognante.
“Paradisiaco”? E questo aggettivo da dove le era saltato fuori? E poi era lei la strana della famiglia..
-Benvenuti a tutti. Io sono Bright Mitsuki, Presidente del Consiglio Studentesco. È un piacere e un onore accogliervi tutti in questo istituto. Spero che vi troverete bene qui. Ci impegneremo tutti quanti a farvi sentire a vostro agio il prima possibile. Ora potrete vedere i vostri nomi elencati nel tabellone laggiù che vi indicherà la vostra classe. Benvenuti all’istituto Shobi e buon anno scolastico- disse sorridente il ragazzo.
Sonori applausi si alzarono dal pubblico. Si sentirono anche alcuni urletti di ragazze del tipo “Presidente, ti adoro!”. Accidenti ma quelle non avevano altro da fare?
Anche Rein era presa ad applaudire e a gridare quanto era mitico e superbellissimo il Presidente.
-Andiamo a vedere in che classi siamo?- chiese Lione rivolta a Fine e Rein.
-Certo!- disse Fine. Prese Rein un braccio e la tirò via dalla “sublime vista di Bright”, per portarla vicino al tabellone.
Fine si intrufolò tra i ragazzi e arrivò dritta davanti al cartellone.
C’erano davvero tantissime classi, molta gente si era iscritta lì.
Yamamoto, Y.. Y.. la Y era.. trovata.
“Yamamoto Fine – 1^B
Yamamoto Rein – 1^B "
Che bello! Lei e sua sorella erano in classe insieme meno male! Eh già, Rein avrebbe dovuto tirarla fuori dai guai per altri cinque anni.
Guardò ancora per un attimo il tabellone.
Notò il nome di Lione. Non sapeva il cognome, ma non ci potevano essere tante ragazze con lo stesso nome.
“Lione Tenshi – 1^B”
No! Non ci poteva credere! Fantastico! Anche la sua nuova amica era in classe con lei. Questo anno si preannunciava buono.

Bright stava parlando con alcuni professori sul nuovo anno e sui nuovi studenti.
Ben presto i professori dovettero dileguarsi nelle varie aule per conoscere gli alunni del primo anno.
Il ragazzo si diresse anche lui verso l’edificio Shobi per raggiungere la sua aula. Era Rappresentate del Consiglio Studentesco, ma come prima cosa era anche lui un allievo del secondo anno e come tale doveva frequentare anche lui le lezioni, non voleva perdersi la prima lezione dell’anno!
-Che discorso mieloso. Non hai fantasia eh?- disse beffardamente un ragazzo dai capelli cobalto appoggiato al tronco di un albero che costeggiava il campo sportivo, dove un attimo prima si era tenuto il discorso.
-Shade- disse Bright impassibile, forse con una nota di disgusto nella voce.
-Che vuoi?- chiese scocciato dalla presenza del suo “rivale”.
-Non crederai davvero che Ergon si sia sbagliato- sorrise Shade.
Bright assottigliò lo sguardo. Era vero. Ergon non poteva aver sbagliato. Era il Guardiano in fondo! Ma allora perché la sfera non aveva mostrato il volto della Dominion?
-Non può aver sbagliato, è vero. Ma non mi spiego il perché il cristallo non abbia mostrato il suo volto- disse pacatamente.
Shade rise.
Perché rideva ora? Non lo sopportava quel tipo. Non perché fosse il suo rivale, ma per i suoi modi.
-Perché ridi?- chiese irritato.
-Beh così è più divertente no?- disse mentre si allontanava verso la sua aula.

-Non è fantastico, siamo nella stessa classe!-
Le tre ragazze era davvero contente. Non capitava spesso di conoscere una ragazza su un centinaio di nuovi alunni ed essere nella stessa classe.
Passarono davanti a molte aule per cercare la loro, la 1^B. Tantissimi ragazzi erano impegnati come loro a cercare la classe. Nei corridoi c’era un via vai di gente, era inevitabile ricevere e dare gomitate.
Un ragazzo stava correndo. Passò vicino a Rein, Fine e Lione, urtando Rein e spingendola contro la sorella.
-Ehi, stai attento!- gli urlò in malo modo Fine voltandosi nella direzione dove era corso il ragazzo, ma quello era già andato.
Si rigirò sbuffando ritrovandosi a sbattere contro un qualcun altro.
Accidenti, ma tutti oggi!
-S-scusa- disse mentre si massaggiava il naso. Contro chi aveva sbattuto?
Vide con la coda nell’occhio Rein e Lione che erano rimaste a bocca aperta, paralizzate. Incuriosita alzò lo sguardo verso la persona che aveva davanti.
Un ragazzo più alto di lei, con folti capelli color cobalto e due occhi magnetici dello stesso colore. Accidenti se era bello.
Doveva essere più grande, aveva la divisa del secondo anno.
-Guarda dove vai mocciosa- disse bruscamente il ragazzo, fissandola in malo modo.
Fine si riprese dal pensiero del “bel ragazzo”. Altro che bello! Questo era un maleducato! È vero era andata lei a sbattergli addosso, ma lui poteva almeno far finta di niente!
-Come?!- sbottò Fine.
Ma il ragazzo l’aveva già sorpassata. Non si voltò nemmeno nonostante l’avesse sentita. Non voleva perdere tempo con i mocciosetti del primo anno.
Rein prese sua sorella per il polso tirandola verso l’aula e dicendole di lasciar perdere.
Entrarono in classe trovando già alcuni ragazzi seduti o alle finestre che chiacchieravano. Avevano facce simpatiche, sicuramente avrebbero fatto presto amicizia.







Ciao ragazze :D
Scusate il ritardo ma ho un problemino: ho di nuovo distrutto il computer ed è in riparazione.. ma tra qualche giorno torna da me il mio adorato aggeggino :DD
Ora sono con il computer di papà (che in teoria non potrei usare) e ho un febbrone da cavallo -.-''
Solo io posso avere questi problemi tutti insieme >.<
Quindi non so quando potrò aggiornare.. sicuramente appena mi sento meglio "prendo in prestito" questo computer e pubblico il prossimo capitolo.
Scusate davvero
Intanto spero che questo vi piaccia ^-^
Un bacione.

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Capitolo 3
*** Dov'è il mio girocollo?! ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


DOV’È IL MIO GIROCOLLO?!

Il primo intervallo arrivò presto. Le prime tre ore di lezione erano passate abbastanza in fretta. I professori si erano limitati e presentarsi e a spiegare in cosa consisteva la loro materia. Poi li avevano fatti presentare uno per uno davanti a tutti, così per rompere il ghiaccio.
Fine e Rein avevano fatto amicizia quasi con tutta la classe. Alle due sorelle piaceva molto la loro nuova classe, erano sicure che si sarebbero trovate benissimo.
Andarono in giardino insieme a Lione a consumare il pranzo.
Fine finì tutto in meno di cinque minuti lasciando Lione a bocca aperta. Già, quella ragazza era peggio di un maiale affamato.
-Scusate, possiamo sederci con voi?- chiese una ragazza che si era avvicinata alle tre insieme ad un’altra. Erano molto carine, una bionda, un po’ bassina con due occhioni verdi. L’altra più alta con capelli corti, un po’spettinati color del mare.
Un attimo, Fine, Rein e Lione le avevano già viste. Ma certo erano in classe con loro!
-Certo!- disse Lione sorridente.
Le due ragazze si sedettero di fronte alle tre, in modo da formare un cerchio.
-Voi siete Altezza e Sophie, giusto?- chiese Rein. Lei era brava a ricordarsi le facce della gente. Ok, era brava a ricordarsi tutto.
-Sì- annuì Altezza, la ragazza bionda -Voi invece dovete essere le gemelle Fine e Rein se ricordo bene, giusto? E tu sei Lione?-
-Esatto- dissero in coro tutte e tre.
-Ditemi vi piace la scuola?- iniziò a chiacchierare Rein.
-Sì, è bellissima, un po’ grande, ma è piena di gente fantastica!- disse Sophie molto entusiasta.
-A proposito di gente fantastica, avete visto il Presidente del Consiglio Studentesco?! Non è super-meraviglioso?!- disse Rein con gli occhi a cuoricino.
“Super-Meravoglioso”. Da quando Rein inventava aggettivi così.. così.. squallidi per definire un ragazzo? Quando sua sorella si impuntava su un poveretto, non lo mollava più.
Altezza e Sophie risero. Rein aveva ragione era davvero carino.
-Si può dire che sua sorella non abbia preso da lui. Lei si arrabbia per ogni minima cosa, lui invece è davvero molto calmo- sorrise innocentemente Sophie.
Altezza la fulminò con lo sguardo.
-Cosa intendi dire! Che sono lunatica?!- si scaldò la bionda.
-No, no, Altezza cara. Intendevo dire che hai un temperamento più suscettibile del suo.- disse con la faccia da angelo, facendo irritare di più la povera Altezza.
Fine, Rein e Lione avevano uno sguardo confuso. Non avevano capito molto.
-Scusate credo di non capire..- disse Fine grattandosi la testa.
-Oh giusto, voi non lo sapete. Altezza è lo sorella minore di Bright!- disse Sophie come se fosse la cosa più normale del mondo.
Rein che stava mandando giù un boccone del suo pranzo, tossì di colpo. Quella ragazza era sorella del super-mega-bellissimo-Presidente?! E per di più era in classe con lei! Questa si che era fortuna!
-Davvero, wow!- sorrise Lione sorpresa.
-Quindi devi sapere molte cose di questa scuola, giusto?- chiese Fine curiosa.
-Certo! Chiedete pure quello che volete.- fece l’occhiolino Altezza.
Rein non se lo fece ripetere due volte.
-Ci sono ragazzi bellissimi come tuo fratello?- chiese elettrizzatissima.
-Rein!- la richiamò Fine. Possibile che sua sorella pensasse solo ai ragazzi!
La sorella la guardò con una faccia del tipo “Che vuoi?!”. Altezza rispose volentieri a quella domanda. Piaceva anche a lei l’argomento “Ragazzi”.
-Beh sì, in questa scuola ci sono un sacco di bei ragazzi. Ce ne sono soprattutto due conosciuti in tutto l’istituto.- disse lei con l’aria di chi la sa lunga.
-E chi sono!?- chiese Rein urlando ormai troppo presa dall’argomento.
-Beh uno è mio fratello, il Presidente del Consiglio Studentesco. L’altro è un ragazzo anche lui del secondo anno, si chiama Shade Akiyama. Ma ve lo sconsiglio vivamente, nonostante sia di una bellezza sovrumana- disse scuotendo la testa sconsolata.
-E perché?- chiese Lione incuriosita.
-Beh.. è un ragazzo molto chiuso. E se devo dirla tutta è un maleducato, non gli interessa mai niente di nessuno, non guarda mai una ragazza, nemmeno quando qualcuna gli si dichiara, non gliene importa nulla. È il classico bello e dannato.- disse.
Fine e Rein si guardarono un po’ incerte. Che strano tipo.
-E poi girano strane voci su di lui. Si dice che sia in grado di lanciare maledizioni, se ne sta sempre per conto suo, e se provi a infastidirlo ti succederà qualcosa di spiacevole- disse poi come se stesse raccontando la trama di un film dell’orrore.
-M-maledizioni?- ripeté Fine terrorizzata all’idea di ritrovarsi davanti un mostro o un fantasma. Era una fifona, fin da piccola era sempre stata la meno coraggiosa delle due. Strano vero?
-Oh, sta tranquilla Fine! Sono tutte dicerie, la gente non sa più cosa inventare!- la rasserenò la biondina.
-Wow, certo che sei molto informata Altezza- disse Rein guardandola con ammirazione.
-Già Altezza sa tutto di tutti, proprio come le vecchiette pettegole del mio palazzo- disse sorridendo ingenua Sophie.
-Che cosa hai detto?!- ricominciamo.

Fine si era allontanata un attimo dal gruppo, con la scusa di andare in bagno. Voleva cercare i campi sportivi di prima, ma la scuola era talmente grande!
Rein di sicuro non l’avrebbe accompagnata, lo sport l’annoiava.
Ovunque andasse si ritrovava in un punto simile a quello di prima. Accidenti, aveva il senso dell’orientamento di un pinguino.
Tornò in uno dei vialoni principali del cortile, circondato da alti alberi verdi. Almeno da lì sapeva tornare nel punto dove aveva lasciato le altre.
-Uffa! Non chiedo la Luna, solo di trovare il campo sportivo!- si lamentava –Se solo Rein fosse venuta con me, senza dire il solito “Che noia lo sport!”.. accidenti a lei- sbuffò.
-Ma parli sempre da sola?- chiese una voce alle sue spalle.
Fine non riconobbe quel tono di voce. Chissà chi era.
Si voltò ma non vide nessuno. Ma che? Si guardò bene intorno e non trovò nessuno. Se l’era immaginato.
-Cosa c’è ti sei persa mocciosa?- improvvisamente un ragazzo scese da un albero con un semplice salto. Wow che bravo!
Fine si voltò di scatto verso di lui presa alla sprovvista.
Lo guardò un attimo e.. eh? Quello era.. era il tipo maleducato di prima! Il ragazzo che le aveva dato della mocciosa e che le aveva parlato in malo modo.
Il ragazzo intanto stava camminando verso di lei, per poi sorpassarla e tornarsene in classe. Accidenti, non poteva stare tranquillo nemmeno in giardino.
-No, non mi sono persa- rispose lei scocciata voltandosi dall’altra parte.
Il ragazzo la superò. Si fermò un attimo e voltò la testa verso di lei. Notò lo strano girocollo che portava.
-Cerchi i campi sportivi?- chiese impassibile. Fine non lo guardò nemmeno.
-No, so benissimo dove si trovano.- rispose infastidita. Quel ragazzo la irritava molto!
Lui sorrise arrogante. Voleva proprio vedere come li avrebbe trovati quella ragazzina.
-Bene- disse voltandosi e tornando sui suoi passi verso l’edificio.
Accidenti a lui! Brutto maleducato! Fine non voleva essere così brusca, ma quel tipo le dava ai nervi, la..
-Ahhh!- urlò cadendo a terra di colpo.
Qualcosa le era caduto addosso!! Piombato da.. dal cielo? Ma che..? COSA era successo?
Shade intanto si era voltato di scatto sentendo quell’urlo.
Sentì di colpo tanti brividi in tutto il corpo. Come se un’energia lo stesse avvolgendo. Che cos’era? Un momento!  Guardò la ragazza di prima, era a terra seduta che si guardava intorno spaesata.
Cos’era l’energia che sentiva? Proveniva da quella ragazzina. Che lei.. che lei fosse la Dominion? Quello che sentiva era proprio il suo potere. Come poteva essere lei? E poi perché non aveva percepito prima il potere? In fondo prima erano più vicini, si erano pure toccati quando lei gli era andata addosso. Allora perché solo ora?
Si avvicinò a lei piano, guardandola in un modo indecifrabile.
Fine si alzò spolverandosi la gonna.
-Accidenti, che cavolo è succ..- si bloccò quando vide Shade fissarla.
Arrossì un po’. Che voleva? Non era abituata ad essere fissata così intensamente, le dava fastidio.
-Che vuoi?- chiese bruscamente.
-Niente- sbuffò lui voltandosi.
Poi si rigirò di colpo verso di lei. Fine se ne stava già andando.
-Ehi mocciosa- la chiamò.
Fine si voltò irritata –Non chiamarmi moc..-
-Dov’è quel collare da cani che portavi prima?- la interruppe.
Collare da cani? Quale collare? Ah forse si riferiva al suo girocollo, che simpatico! Beh dove poteva essere? Era proprio al suo col.. oh no! Fine si toccò il collo sicura di sentire il ciondolo a forma di rosa attaccato al filo nero, ma.. niente! Come era possibile?! Dov’era la sua collana?  Oh no! Non poteva averla persa! Non poteva perché aveva provato in tutti i modi a toglierla. Tirandola, tagliandola con le forbici, provando a bruciarla.. niente. Quella collana non si era mai tolta dal suo collo.
Per questo la odiava, odiava quel ciondolo e odiava il Dottor Higa. Il Dottor Higa era l’uomo che si occupava della sala medica nella sua vecchia scuola. Erano molto amici.
Un giorno lui le regalò quel ciondolo.
-Ma a me non piacciono i gioielli- aveva detto una bambina di dieci anni dai capelli color fuoco.
-Ah no? Ma ti sta benissimo, l’ho preso apposta per te- sorrise l’uomo. Indossava un camice bianco dell’infermeria. Aveva corti capelli biondi e un paio di occhiali. Era davvero un bell’uomo!
Fine arrossì un po’ mentre il dottore le metteva il girocollo.
-Mi raccomando Fine, non toglierlo mai- le raccomandò.
-Cosa? E perché?-
-È un talismano, Fine. Se lo toglierai subirai una terribile Punizione- disse guardandola sorridendo quasi malignamente.
La bambina lo guardò spaventata. Una punizione?
-Tu non vuoi ricevere la Punizione vero? Promettimi Fine, che non lo toglierai mai.-
La bambina lo fissò per qualche istante impaurita.
-Va bene, lo prometto-

Nonostante questo, Fine provò diverse volte a toglierlo, ma niente. Era come se non potesse rompersi.
Da un lato però era sempre spaventata dal fatto che se lo avesse tolto avrebbe ricevuto quella Punizione tanto terribile di cui parlava il Dottor Higa. Quindi dopo vari tentativi si era arresa.
Ma ora quel ciondolo era sparito. Cosa sarebbe successo ora? Si sentiva un po’ persa senza quella collana, in fondo era parte di lei, lo indossava da cinque anni ormai.
-Oh no, dove può essere finito?- si disperava mentre guardava tra i cespugli lì vicino. Accidenti! Però era sparito proprio quando quella cosa le era piombata addosso.
Shade la fissava continuamente mentre era impegnata a cerare il girocollo, pieno di dubbi e domande.
Vide Fine correre verso un punto.
-Ehi, fermo!- la ragazza aveva appena visto qualcosa. Teneva tra le “zampe?” un oggetto, sembrava il suo girocollo! Allora era stato quel coso a prenderlo!
Doveva recuperarlo, per principio! Si ma quell’essere cos’era? Non riusciva a capirlo, si muoveva così velocemente tra i cespugli e gli alberi che era impossibile distinguerlo!
Però non ci pensò due volte e lo seguì, lasciando Shade lì a fissarla pensieroso.
Cosa sarebbe successo ora che il ciondolo non era più al suo collo? Che Punizione avrebbe ricevuto?
E soprattutto cos’era quella COSA che le aveva rubato il girocollo?






Ciao a tutte :D
Proprio ieri sera, dopo aver messo il secondo capitolo, mi è arrivato il computer aggiustato :D
E siccome la febbre mi è un po' scesa, sono già attaccata al computer xD
Ecco qui il terzo capitolo :D Spero vi piaccia
Shade *-* ahhh...
scusate, ma è troppo bello!
Beh ora vi mando un bacione, al prossimo capitolo :D

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Capitolo 4
*** Due strane carte ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


DUE STRANE CARTE
         -         Promettimi Fine, che non lo toglierai mai.-
-Va bene, lo prometto-

Al diavolo quella promessa! Le aveva procurato solo problemi.
E ora? Che stava facendo? Doveva essere felice di essersi finalmente liberata di quella collana, e invece? Perché la cercava così disperatamente? Forse per paura di ricevere la famosa Punizione, ma poi cos’era questa Punizione? Come faceva ad avere paura di una cosa di cui non aveva la minima idea di che fosse?
Aveva cercato dappertutto nel cortile, ma niente. Vedendo un’ombra nera e sospetta dirigersi all’interno della scuola l’aveva seguita, ma ora non c’era più nulla, ne rumori ne altro.
Sentì un tonfo sordo al di là di una porta che aveva di fianco. Non si era nemmeno accorta che ci fosse una stanza lì.
Aprì piano il portone di legno. Infilò dentro la testa e si ritrovò in una biblioteca.
Tirò un sospiro di sollievo. Fifona com’era aveva pensato di ritrovarsi davanti un fantasma o uno zombie!
Entrò richiudendo la porta dietro di sé. Quella biblioteca era molto grande, ma le piaceva. Aveva l’aria di un posto tranquillo, con la luce che entrava dalle finestre un po’ oscurate dall’edera che cresceva sul muro fuori. Gli scaffali erano altissimi. Le venne il mal di mare al pensiero di tutti quei libri, già odiava leggere.
Un librò cadde a terra e un’ombra scura le passò davanti con una velocità impressionante andando dietro a una grande tenda rosso scuro.
Era quel coso di prima! Quello che le aveva preso il girocollo. Senza pensarci si lanciò verso la tenda.
-Vieni qui!-
La aprì di scatto trovando il vuoto.
Successe tutto in un attimo. Fine iniziò a precipitare nel nulla.
Che cosa stava succedendo? Stava sognando? Com’era possibile? Aveva spostato quella tenda e… nulla, il vuoto totale. Non riusciva a pensare, aveva paura, le veniva da piangere ma non ci riusciva.
Chiuse gli occhi, dopo pochi istanti tutto si fermò.
Aprì piano le iridi cremisi e si guardò intorno. Dov’era? Intorno a lei c’erano una stanza che sembrava infinita. Il pavimento era a scacchiera, nero e bianco. Sembravano non esserci pareti. Cos’era quel posto? Era forse la Punizione?
Sentì uno strano verso alle sue spalle. Una specie di ruggito, ma non sembrava un leone.. Si voltò piano terrorizzata.
Rimase immobile, pietrificata alla vista di quello che aveva prodotto quel suono. Un enorme drago nero era in piedi su due zampe e muoveva freneticamente le ali, come se volesse difendersi. Un drago.. un drago..
Fine cercava di associare la parola Drago a quella figura. Diciamo che cercava più di collegare il cervello alla parola Drago.
Dopo un istante tornò in sé. Come era possibile che davanti a lei ci fosse un drago?! Non era possibile! No! I draghi non esistono!
Ok, le opzioni erano due. La prima era che lei fosse impazzita, con la storia del girocollo e la sua preoccupazione era andata fuori di testa. La seconda era che il Dottor Higa avesse ragione, quella era la Punizione per aver tolto il girocollo.
Il Drago emise un altro suono terribile iniziando a muoversi furiosamente.
Fine dovette lanciarsi a terra per non essere colpita dalla sua coda. Presa dal panico si mise a correre urlando. Ma quel posto era infinito!
Inciampò di colpo ritrovandosi con la faccia spiaccicata per terra.
Il drago era sopra di lei. L’avrebbe sicuramente schiacciata!
Si sentì prendere in braccio. Qualcuno la stava spostando da lì.
Aprì gli occhi ritrovandosi in braccio ad un uomo sulla trentina, con un paio di occhiali e un’espressione rigida. La mise giù.
-Stai bene?- chiese.
La ragazza annuì poco convinta. Non credeva a tutto quello che le stava capitando.
-Accidenti dobbiamo calmarlo- disse l’uomo più a sé stesso che a Fine.
La ragazza lo guardava confusa, chi era?
-Eh va bene!- si decise di colpo.
Tirò fuori dalla giacca due carte. Carte? Gli sembrava il momento di scherzare? Un enorme drago nero, che tra l’altro non doveva esistere, li stava per uccidere e lui tirava fuori delle carte!
-Tieni, prendile!- le urlò mentre la prendeva per un polso iniziando a correre per sfuggire al drago che nel frattempo si era avvicinato.
-Che?- chiese Fine più confusa che mai. Che ci doveva fare con due carte?
-Prendile presto! Lui ha sentito il tuo potere, ma poi tu lo hai spaventato e ha perso il controllo. Dobbiamo farlo tornare normale. Sei la nostra unica speranza! Prendi le carte!- diceva l’uomo correndo.
Ma di che stava parlando?! Fine non capiva una parola. Che senso avevano quelle carte? Quale potere? Lei lo aveva spaventato?
Aveva paura, voleva tornare a scuola, da sua sorella e dalle sue amiche. Vide l’uomo sicuro di quello che diceva. Volle fidarsi, in fondo era l’unica persona come lei lì dentro.
Prese le carte. Una era scura con disegnata una Rosa Nera e una chiara con una Rosa Bianca. Che strane. Ma ora cosa ci doveva fare con quelle?
-Ma..-
-Presto, evoca i cavalieri!- le urlò l’uomo.
Eh? Evoca? Evoca chi?
-Cosa? E come faccio?- chiese lei senza capire perché stava ancora dando retta a quel tipo.
-Bacia una carta, sbrigati- le ordinò.
Fine non se lo fece ripetere. Si portò alla bocca la carta nera posandola sulle sue labbra.
In un istante sentì un turbine di emozione dentro di sé. Che stava succedendo ora?
Dalla carta iniziarono ad uscire petali neri. Tanti petali di rose nere profumati e lucenti. Esistevano le rose nere? In mezzo a questi petali comparve una sagoma.
La figura si inginocchiò davanti a Fine, che nel frattempo aveva smesso di correre con l’uomo.
-Ordinate mia Dominion- disse il ragazzo.
Fine sgranò gli occhi. Quello era.. era il ragazzo di prima! Quello su cui era andata a sbattere la mattina e che non sopportava. Che ci faceva lì anche lui? Era un incubo!
-T-tu?- chiese incredula la ragazza.
Shade alzò lo sguardo. Cosa? Che ci faceva quella mocciosa con il professor Itsushi? E per di più perché diamine lo aveva evocato? E se lei fosse stata davvero la Dominion? Il potere che aveva sentito prima lo confermava.
-Cosa? Non puoi essere tu!- disse alzandosi e guardandola minaccioso.
Fine fece un passo indietro. Ma di che parlava? Non ci capiva niente. E poi da dove diamine era uscito?
-Shade, dobbiamo calmare Ergon!- disse l’uomo rivolto al ragazzo. Cosa? Ma allora si conoscevano. Era uno scherzo forse?
Shade sbuffò voltandosi verso il drago.
-Dammi il tuo ordine- disse scocciato.
-Cosa?-  che ordine? Di che parlava? L’uomo di prima le mise una mano sulla spalla.
-Devi ordinargli di occuparsi del drago- le disse serio.
-Eh? Ma si può sapere di che parlate? Che cos’è quella cosa?- chiese in preda al panico indicando il drago nero.
-Ti spiegheremo tutto dopo, ora sbrigati! Dai il tuo ordine-
Fine lo guardò impaurita. Aveva paura, di quell’uomo, del ragazzo, del drago, della situazione e di se stessa. Fece comunque come le era stato detto.
-Occupati del drago- disse rivolta a Shade.
Finalmente Shade sorrise soddisfatto di poter entrare in azione. Dalla sua mano comparve una spada.
Una spada? Fine guardava la scena pietrificata. Voleva svegliarsi da quell’incubo. Dov’era Rein?
Il ragazzo corse come una saetta sulla coda del drago raggiungendo il fianco. Dopodiché fece un salto, un salto sovrumano. Arrivò al muso della bestia colpendola con la parte piatta della lama in mezzo alla fronte, il punto debole del drago.
L’essere perse i sensi accasciandosi a terra e alzando un enorme polverone.
Fine non vedeva nulla, sentiva solo la mano dell’uomo sulla sua spalla.
Dopo che la polvere si dissolse un po’, riuscì distinguere la sagoma di Shade in piedi che le dava le spalle. La spada che aveva in mano sparì di colpo.
Ehi ma.. il drago? Dov’era? Davanti a loro non c’era più nulla. Com’era possibile!
La ragazza si accorse che non si trovava più nella stanza di prima. Era.. nella biblioteca? Eh sì, quella era proprio la biblioteca dove era entrata prima di precipitare.
L’uomo e il ragazzo non sembravano per nulla sorpresi. Anzi.
Si accorse che stava ancora stringendo le carte. Allora quelle non erano state un sogno! Le guardò. Erano come se le ricordava.
L’uomo si staccò da lei, dirigendosi verso il ragazzo.
-Ottimo lavoro Shade- disse per poi sorpassarlo e inchinandosi davanti a una piccola figura a terra che prima non aveva notato. Cos’era?
L’uomo prese in braccio quell’esserino nero. Sembrava vivo, si muoveva.
-Oh, piccolo birbante! È così che le dai il benvenuto?- disse sorridendo gentile alla bestiolina.
Fine non riusciva ancora a vedere cosa fosse quel “coso”.
Guardò bene l’uomo che prima l’aveva salvata. Sembrava un professore. Voleva fare così tante domande, ma non aveva il coraggio di parlare.
Senza nemmeno farlo apposta, l’uomo si voltò verso di lei.
-Credo che ora tu voglia delle spiegazioni- disse sorridente. Un sorriso confortante.
La ragazza annuì. Sì, voleva delle spiegazioni. E anche tante.

         
         







Ciaooo :D
Ecco qui il quarto capitolo :) Spero vi piaccia.
Shade all'azione è stupendo *o* (scusate mi asciugo la bava)
So che avrò confuso le idee a molte di voi e che non avrete capito molto,
ma ci nei prossimi capitoli verrà spiegata tutta la vicenda,
anche perchè pure Fine non capirà un tubo xD (Hei! nd.Fine)
Ora vi mando un bacione!
a presto
 

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Capitolo 5
*** La Rosa Nera e la Rosa Bianca ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


LA ROSA NERA e LA ROSA BIANCA
 L’aria si stava facendo pesante nella biblioteca.
Shade era rimasto zitto a fissare Fine. Lei invece fissava l’uomo, aspettando che le spiegasse cosa fosse successo. E quest’ultimo guardava lei, serio, mentre accarezzava la “cosa” che aveva in braccio.
-Bene, chiedi quello che vuoi- sorrise allegro a trentadue denti l’uomo.
Fine per poco non cadde per terra. “Chiedi quello che vuoi”? Ma era pazzo? Perché lo diceva così, come se fosse la cosa più normale del mondo?
-C-chiedi? È lei che dovrebbe spiegarmi! Perché se ne sta lì come se niente fosse?! Un enorme mostro stava per ucciderci! E poi perché sono precipitata aprendo una tenda?! Dove diavolo ero finita?! E-e chi è lei?- chiese di getto la ragazza. Era spaventata, terrorizzata.
-Ehi, calmati mocciosa- si intromise Shade fulminandola con lo sguardo.
Fine non notò nemmeno il suo sguardo gelido. Come faceva a calmarsi!
-Calmarmi? Come faccio a calmarmi?! Mi ritrovo un drago davanti e poi spunti tu da una carta? È assurdo-
-Hai ragione Fine. Ora ti spiegherò tutto, se avrai la pazienza di ascoltare una lunga storia.- disse pacatamente l’uomo.
Fine si voltò verso di lui incerta. Annuì flebilmente.
L’uomo sorrise dolcemente.
-Bene inizio col presentarti Ergon, il Guardiano del Sigillo e d’ora in poi tuo fedele compagno, è l’enorme drago di prima. Quando si spaventa assume quelle dimensioni- disse lasciando andare l’essere che aveva in braccio. Quel coso iniziò a volare verso Fine. Volava? Oddio!
Fine lo guardò bene. Ora era una specie di draghetto con la faccia rotonda. Dalla bocca si intravedevano due piccoli canini, come quelli dei vampiri. Aveva due piccole ali da pipistrello e una sottile coda che sventolava di qua e di là. Ed era nero. Tutto nero. Non sembrava il mostro di prima.
Ergon, il draghetto, le volò vicino girandole attorno. La ragazza lo guardava un po’ impaurita.
-S-sigillo?- chiese Fine confusa, mentre continuava a seguire con lo sguardo Ergon.
-Sì, il Sigillo. Vieni con me, Fine.- disse l’uomo facendole cenno di seguirlo.
Un momento! Lei non si ricordava di essersi presentata. Come sapeva il suo nome?
-Come sa il mio nome?- chiese un po’ irritata del fatto che qui tutti sapessero tutto meno che lei.
-Oh so molte cose di te, o meglio.. lui le sa- disse indicando il draghetto. Cosa?
-Chi è lei?- chiese lei fredda fermandosi. Non lo avrebbe seguito oltre se non le avesse detto con chi aveva a che fare.
-Hai ragione. Io sono il professor Itsushi. Insegno letteratura qui all’istituto Shobi. E lui, è Shade. Frequenta il secondo anno. -
Shade, Shade, Shade.. dove aveva già sentito questo nome? Bah, non era il momento di pensarci.
Proseguì seguendo l’uomo verso uno scaffale. Il professore tirò un libro e un rumore sordo si fece largo nella biblioteca. Lo scaffale si spostò mostrando l’entrata di una stanza.
Fine si chiese il perché si sorprendesse ancora visto quello che era successo prima.
Shade e il professore entrarono seguiti dalla ragazza. Nella stanza c’erano ancora scaffali pieni di libri, solo una parete era vuota. No beh vuota no. C’era.. cos’era quello?
Un disegno scolpito nella pietra occupava l’unica parete senza scaffali. Emanava una luce strana. Fine notò che la parete era piena di crepe proprio nel punto del disegno. E.. mancavano alcuni frammenti.
-Questo è il Sigillo, Fine- disse richiamando la sua attenzione. La ragazza si voltò confusa verso di lui.
-Devi sapere che secondo la tradizione ogni cinquant’anni nasce una Dominion.-
-Una Dominion? Cos’è?- lo interruppe subito Fine. Lei non era tipo da reggere discorsi lunghi. Interrompeva sempre.
-Una Dominion è colei che ha il compito di recuperare gli Arcani cioè i frammenti del Sigillo che si perdono negli anni- spiegò il professore –Una Dominion deve riunirli e stipulare il Rosette con uno dei suoi Cavalieri per ricompattare il Sigillo e impedire la dispersione dell’energia demoniaca che si trova all’interno di esso.-
Fine ascoltava attenta. Nemmeno la professoressa di educazione fisica aveva mai avuto così tante attenzioni da parte della ragazza.
-Il Rosette?-
-Il Rosette è il Patto della Rosa. È il Patto che la Dominion stipula con uno dei suoi Cavalieri della Rosa. Ma ne parleremo più avanti. Ora c’è una cosa più importante.- disse indicando le carte che Fine teneva ancora strette in mano.
-Quelle sono le carte che ti legano ai Cavalieri. Come hai visto baciandole evochi un Cavaliere, che può utilizzare i suoi poteri. Loro sono tenuti a ubbidire a tutti i tuoi ordini, perché ora tu sei la nuova Dominion, la Signora della Rosa- disse guardandola serio.
Fine non sapeva cosa dire. La Dominion, la Signora della Rosa.. lei era.. ma andiamo! Che assurdità. Era uno scherzo! Sicuramente sarebbe andata sul giornale come “Ragazza più stupida dell’anno. Ha creduto a uno scherzo scemo inscenato da un professore e un ragazzo”.
Però.. quel drago.. lo sguardo dei due. Guardò le carte.
-Oh andiamo! Per piacere!- si mise a ridere.
Shade la guardò male. Il professore invece si aspettava una reazione simile.
-Sentite, ammettiamo che io creda a quello che dite.. avete sbagliato persona, non posso essere io questa Dominion.. non sono nemmeno capace di distinguere lo zucchero dal pepe- rise grattandosi la testa.
-Però hai evocato un Cavaliere- disse semplicemente il professore.
Aveva ragione, lei ci era riuscita..
-Sarà stato un caso- sorrise lei convinta.
-Fine nessuno può evocare i Cavalieri se non la Dominion. Se non ci credi riprova. Evoca la Rosa Bianca-
La Rosa Bianca? Quindi aveva un altro Cavaliere? E Shade allora era la Rosa Nera?
-D-dovrei baciare la carta?- chiese titubante. Non è che baciare la carta era come baciare il ragazzo vero? Accidenti che imbarazzo!
Il professor Itsushi annuì.
Fine guardò la carta con la rosa bianca. Chiuse gli occhi e se la portò alle labbra.
In un attimo un turbine di petali bianchi si sparse per la stanza. Ancora quelle emozioni. Da una luce accecante comparì una sagoma.
Il giovane si inginocchiò davanti a lei.
-Ordinate pure, mia Dominion- disse.
Fine lo guardava incredula. Era successo di nuovo! Allora lei era..
Il ragazzo si alzò mostrandosi davanti a Fine. Oddio! Era.. era.. il Presidente del Consiglio Studentesco! Bright Mitsuki! Oh no, ora si che era nei guai! Il tipo che piaceva a sua sorella era il suo Cavaliere! Che situazione.
Fine fece un balzo indietro urlando.
-Ahhh! T-tu sei.. sei il Presidente del Consiglio Studentesco!-
Bright sorrise. Che bel sorriso che aveva. Diciamo che era bello lui e basta. Capiva perché Rein avesse perso la testa per lui. Da vicino era ancora più “Super-meraviglioso”. Ora che ci pensava tutti e due i cavalieri erano di una bellezza abbagliante. Tralasciando il caratteraccio di Shade, potevano sembrare due principi azzurri. E lei che non si era mai interessata ai ragazzi, si ritrovava i due ragazzi più belli che avesse mai visto come suo Cavalieri.
-Allora mi credi ora?- sorrise il professore.
Fine annuì meccanicamente mentre continuava a fissare Bright.
Il ragazzo le prese la mano e se la portò alla bocca facendo avvampare la povera Fine.
-Benvenuta mia Dominion. Aspettiamo da tanto il tuo arrivo, sappi che per qualunque ordine avrai bisogno, io ubbidirò senza opposizioni- disse guardandola negli occhi. Che sguardo intenso, così dolce, così..
-Tsk! Non fare il mieloso principino. È tempo perso con quella- disse Shade sbuffando. Era appoggiato a uno scaffale con le bracci incrociate.
Tempo perso? Con quella? “Quella” era lei? Come si permetteva, che stava insinuando?
-Shade abbi rispetto per la nostra Dominion- disse Bright rimproverandolo.
-Quella mocciosa la Dominion.. No non può essere!- disse freddo guardandola gelido.
Fine per un attimo ebbe timore di quello sguardo. Poi prese coraggio e lo fissò anche lei. Non era il tipo da farsi sottomettere, o da farsi trattare così.
-Lo è, quindi mettiti il cuore in pace-
Shade la fissò per un altro istante, dopodiché si staccò dalla parete diretto fuori dalla biblioteca.
-Beh, io non l’accetto- disse voltandosi verso i due, per poi andarsene.
Fine rimase di sasso per quella frase. Che voleva dire che non l’accettava come Dominion?
Guardò Bright interrogativa. Non capiva.
Lui le sorrise per tranquillizzarla.
-Sta tranquilla. Shade è fatto così, non è un tipo facile-
Lei ricambiò il sorriso un po’ incerta.
-Per quel che posso dire io, sono onorato di essere legato ad una Dominion così bella- disse sorridendole sincero.
Fine arrossì di colpo. Nessuno le aveva mai fatto così tanti complimenti. Non era preparata. Se solo le sue amiche e soprattutto sua sorella sapessero che lei stava parlando con il Presidente, e che non era un semplice chiacchierata..
Ah! Oh no! È vero Rein! Accidenti, l’intervallo doveva essere già finito. Doveva subito tornare in classe! Chissà cosa avrebbero pensato. L’avrebbero presa per dispersa.
Salutò in fretta e furia il professore e Bright promettendo di rincontrarsi l’indomani per poi correre a per di fiato verso la sua aula.
Le erano capitate troppe cose, ed era solo il primo giorno di scuola.
Arrivata in classe, aprì di scatto la porta, trovando il professore già in classe. Le uscirono gli occhi fuori dalle orbite quando vide che professore era.
Il professor Itsushi?! C-come diavolo era arrivato lì? Come aveva fatto? Quando lei se n’era andata, lui era ancora in biblioteca! Non era umanamente possibile. No, aspetta.. oggi non le era capitato nulla di umano.
-Signorina, un po’ in ritardo non crede?- disse sorridendo allegramente.
Fine non riuscì a spiccicare parola, non credeva ai suoi occhi.
-La prego, fino a prova contraria IO sono umano, non mi guardi così- disse ridendo e sottolineando “IO”.
Fine aveva capito. Mi sa che aveva la stessa espressione incredula di quando aveva visto Ergon la prima volta.
–Si sieda, la prego- disse mandandola a posto.
Rein poco dopo le diede una gomitata dal banco affianco.
-Ehi si era bloccata la porta del bagno?- chiese ironicamente.
Fine la fulminò con lo sguardo. Se sapesse cosa le era successo!
-Ehi, ma.. dov’è il tuo girocollo?- le sussurrò poi.
Fine sobbalzò. Oh no! Se n’era dimenticata. Con tutto quello che le era capitato si era scordata di farselo restituire da Ergon. Beh poco importava, lo avrebbe detto a fine lezione al professore.
Tanto la Punizione ormai era iniziata, e non si preannunciava così terribile.. sempre che fosse quella la vera Punizione
.





 

Ciao a tutte.
Lo so: non avete capito nulla e avete un sacco di domande :3
Tranquille ci sarà un capitolo interamente dedicato a tutte le spiegazione, perchè Fine ne vorrà tante ;)
intanto spero che questo vi sia piaciuto.
Che tenero è Ergon?! (come me lo immagino io è tenerissimo xD)
Beh ora vi lascio, fatemi sapere come vi sembra :)
Un bacione, buona serata!
 

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Capitolo 6
*** Accettami ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


ACCETTAMI
Finita la lezione di letteratura il professor Itsushi si era dileguato in gran fretta. Fine aveva provato a fermarlo e chiedergli del girocollo, ma lui aveva sviato l’argomento con la scusa di un’importantissima riunione degli insegnanti sul primo giorno. Così si era ripromessa di farselo restituire l’indomani.
Quando arrivarono a casa, Fine e Rein, raccontarono tutto quello che era successo nel primo giorno di scuola. Beh non proprio tutto, Fine tralasciò l’intera parte avventurosa della giornata.
Rein raccontò di quanto era bella e grande la scuola, di come era Super-meraviglioso, extra-sublime, super-mitico Bright, delle ragazze con cui avevano fatto amicizia e dei professori.
-Fine ho notato che hai una certa simpatia per il professore di letteratura, cos’è inizi ad appassionarti alla scuola?- rise Rein prendendo in giro la sorella.
Non aveva capito niente. Aveva seguito con interesse tutto quello che diceva solo per studiarlo, per capire che tipo era. In fondo era il tizio che le aveva raccontato tutta quella assurda storia.
-Tsk! Ma figurati- rispose annoiata.
Dopo cena le ragazze si misero sul divano a guardare la Tv.
-Ehi non mi hai ancora detto che fine ha fatto il girocollo. È la prima volta in cinque anni che ti vedo senza.- disse Rein interessata.
Fine sobbalzò. Come faceva a dirle che un mostriciattolo piombato da cielo glielo aveva rubato e che subito dopo si era trasformato in un drago enorme? Che lei aveva evocato due ragazzi bellissimi da due carte e che era la Dominion di quei cinquant’anni? Le avrebbe riso in faccia, per poi preoccuparsi e mandarla al manicomio.
-È finito il latte! Chi va a comprarlo?- urlò Elza dalla cucina. Sì, proprio al momento giusto!
-Vado io!- saltò in piedi Fine lasciando la sorella senza una risposta.
Si diresse fuori a grandi passi, per poi rallentare quando ormai era abbastanza lontana dalla casa.
Accidenti, ci era mancato poco.
Andò nel solito negozio dove la madre comprava il latte. Uscì con un sacchetto e si rincamminò verso casa.
Ripensava a quello che era successo. C’erano ancora tante cose che voleva chiedere al professore. Innanzitutto voleva sapere dov’era il girocollo, poi se quella era la famosa Punizione, cosa aveva a che fare con questa storia il Dottor Higa, se mai c’entrasse qualcosa, e poi che ruolo avevano di preciso questi Cavalieri, questi Arcani dov’erano, cosa sarebbe successo se non li avesse trovati e in cosa consisteva questo Patto della Rosa. Ma soprattutto: era tutto vero o era solo uno stupido scherzo?
Prese le due carte dalla tasca dei pantaloncini. Si fermò e le guardò.
La Rosa Nera e la Rosa Bianca, Shade e Bright. Non avrebbe mai immaginato una cosa simile. Il Presidente del Consiglio Studentesco e.. ehi aspetta! Ecco dove aveva sentito quel nome!
-L’altro è un ragazzo anche lui del secondo anno, si chiama Shade Akiyama. Ma ve lo sconsiglio vivamente, nonostante sia di una bellezza sovrumana. È un ragazzo molto chiuso. E se devo dirla tutta è un maleducato, non gli interessa mai di nessuno, non guarda mai una ragazza, nemmeno quando qualcuna gli si dichiara, non gliene importa nulla. È il classico bello e dannato. E poi girano strane voci su di lui. Si dice che sia in grado di lanciare maledizioni, se ne sta sempre per conto suo, e se provi a infastidirlo di succederà qualcosa di spiacevole– aveva detto Altezza.
Beh in effetti, bello era bello, maleducato era maleducato.. e per le maledizioni.. forse capiva a cosa la gente si riferisse. Però non la spaventava, anzi era sicura che sarebbero diventati amici. Però lui sembrava non volerne sapere, aveva detto che non l’accettava. Ma perché?
Non ci pensò un attimo, voleva chiedergli cosa non andava bene in lei. Sempre che fosse lei quella giusta.
Portò la carta nera alla bocca lasciandole un dolce bacio.
Petali neri comparvero dalla carta facendo apparire davanti a lei il Cavaliere della Rosa Nera. Sentì tutto quel miscuglio di emozioni che aveva sentito quando aveva evocato lui e dopo Bright. Allora era vero!
Fine si sorprese come la prima volta.
Il ragazzo si guardò intorno, era un vicolo deserto. Fissò Fine per un istante. Che diavolo voleva quella ragazzina? Le aveva detto chiaro e tondo che non la voleva come Dominion, perché lo aveva evocato?!
-Che diamine vuoi?- chiese bruscamente.
-Perché hai detto di non accettarmi come Dominion?- chiese lei seria guardandolo dritto negli occhi.
Per Shade quella era una cosa nuova, nessuno lo aveva mai guardato così. Nessuno aveva mai avuto il coraggio di sfidarlo a sguardi in quel modo. Tutti avevano sempre avuto timore di lui, della sua diffidenza, delle cose che si dicevano sul suo conto. Beh diciamo che erano abbastanza vere, con i suoi poteri poteva fare di tutto. Ma quella ragazzina aveva avuto il coraggio di “sfidarlo”. Ma perché ci pensava, era solo una mocciosa.
-Non sono tenuto a darti spiegazioni- disse gelido.
Fine non si arrese, voleva una risposta.
-Rispondi, è un ordine- disse sicura.
Shade che nel frattempo si era voltato per andarsene, si bloccò.
Maledizione. Doveva per forza rispondere ora, era un ordine della Dominion. Perché era lei, non c’erano dubbi. Da quando aveva tolto quella specie di collare chissà perché riusciva a sentire il suo potere.
Si voltò verso di lei irritato.
-Ho aspettato tanto tempo la Dominion. Colei che avrebbe raccolto gli Arcani e ricompattato il Sigillo con il Patto della Rosa. Colei che dovrei proteggere. Poi arrivi tu, e mi evochi- disse assottigliando gli occhi –una stupida ragazzina sfacciata e immatura. Non vuoi nemmeno accettare il tuo ruolo. Non puoi essere tu quel..-
Fine non resistette più. Gli tirò uno schiaffo facendolo smettere di parlare. Dopo un istante si accorse di quello che aveva appena fatto.
Oh no! Gli aveva tirato uno schiaffo, e anche bello forte!
Si guardò la mano tremante. Poi abbassò lo sguardo.
-Tu non mi conosci- disse semplicemente.
Shade era rimasto imbambolato. Gli aveva appena.. tirato uno schiaffo. Nessuno, nessuno lo aveva mai fatto. Nessuno aveva mai provato neanche a pensarlo. Non riusciva a ragionare, la fissava come se fosse un alieno.
Il silenzio creato dai due venne interrotto dal parlare di un ubriaco alla fine della strada. Aveva una bottiglia di vino in mano. Poveretto era andato del tutto.
-Muoviti, ti porto a casa- disse Shade impassibile. Era meglio andare via da lì.
-No, vado da sola- rispose Fine voltandosi.
Shade sbuffò. Cosa doveva fare con quella ragazzina?!
Fine si sentì prendere in braccio. Caricata sulla spalla di Shade come un sacco di patate.
-Ehi, lascim..- non fece in tempo a finire la frase che Shade fece un saltò sovrumano, arrivando sul tetto di una villetta vicino.
Accidenti che paura! Ma Shade sembrava sicuro dei movimenti che faceva. Forse non era così cattivo come pensava. Anche se in malo modo la stava riaccompagnando a casa evitandole di passare vicino a quell’ubriaco.
Sorrise, in fondo doveva essere un bravo ragazzo. Doveva provarci, voleva provare a farsi accettare.
-Senti Shade..- lo chiamò.
Lui emise un grugnito infastidito ma Fine non ci volle badare.
-Ho capito di non essere esattamente la Dominion che speravi.. probabilmente non sono nemmeno io quella giusta, ma.. per ora che ne dici di accontentarti di me?- sorrise lei.
Shade si fermò sul tetto della casa di Fine. Chissà come sapeva che abitava proprio lì.
La guardò per un po’. Aveva un sorriso davvero bellissimo. Forse l’aveva giudicata male.
-Invece, forse sei tu quella giusta- disse continuando a guardarla.
Fine si sorprese di quell’affermazione. Non se l’aspettava. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che dire che non poteva essere lei e ora..
Beh non poté che farle piacere.
Shade le mise una mano sulla fronte scompigliandole la frangia.
-Buonanotte mocciosa dai ridicoli codini- disse mentre si voltava.
A Fine sembrò quasi di scorgere un sorriso sul volto di Shade. Un sorriso mozzafiato. Arrossì un po’ a quel pensiero.
-Non chiamarmi così!- gli urlò dietro sorridendo, mentre Shade era ormai lontano passando sui tetti della città.
Essendo atletica riuscì facilmente a scendere dal tetto di casa sua passando dall’albero vicino. Entrò in casa, consegnando il latte a Elza e si diresse in camera sua evitando Rein e le sue domande.
Si sdraiò sul letto. Era molto stanca, chissà perché. Prima quando era uscita non si sentiva così debole.
Sarà lo stress della giornata pensò riferendosi ai tanti avvenimenti successi nella giornata. Aveva perso il girocollo, scoperto l’esistenza di un drago, di due cavalieri che spuntano da due carte, di un sigillo e di questo strano Patto. Aveva fatto amicizia con il ragazzo più famoso dell’istituto, Bright, e aveva discusso più volte con l’altro Cavaliere Shade, riuscendo poi a farsi accettare.
Cose da tutti i giorni no?






Ciao :D
Allora come va? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto (anche se è un po' corto, mi spiace)
Pensavate che Shade sarebbe stato scorbutico e scontroso fino alla fine eh?!
E invece no ù.ù MUAHAHA Me e le mie sorprese.
Beh fatemi sapere :)
Nel prossimo capitolo vi dico già che ci saranno un po' di spiegazioni dato che in questo non si è chiarito praticamente nulla :3
Un bacione!
Buona serata :D

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Capitolo 7
*** Dubbi e chiarezze ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


DUBBI E CHIAREZZE
Fine si era svegliata di buon umore. La stanchezza che aveva sentito la sera prima era come svanita. Meglio così.
A scuola non seguì per niente la lezione della prima ora. Pensava e ripensava a tutto quello che era successo. Chissà perché proprio a lei.
Prima delle lezioni non era riuscita a trovare il professor Itsushi, e nemmeno Bright o Shade. Poteva evocarli certo, ma se in quel momento fossero circondati da amici o ragazze? Chissà cosa avrebbero pensato se fossero spariti di colpo per riapparire davanti a lei! Doveva tener conto anche di questo. C’erano tante cose che voleva ancora chiedere.
C’era la lezione di scienze. Perfetto, non gliene importava nulla di conoscere il programma di quest’anno. Aveva sempre odiato quella materia.
Prese allora un foglio a caso e iniziò a pensare.
Per prima cosa voleva sapere dove era finito il suo ciondolo e se aveva qualcosa a che fare con questa storia.
1)Dov’è il mio girocollo?
2)Che cos’è in realtà quella collana?

Scrisse. Poi voleva sapere del Dottor Higa, se magari lo avevano mai sentito nominare, e il perché le avesse dato quel ciondolo con la storia della Punizione. Perché era sicura che quei tre lo sapessero.
3)C’entra qualcosa il Dottor Higa in questa storia? Perché mi ha dato il girocollo?
4)Cos’è questa Punizione?

E poi questi Arcani come diavolo avrebbe fatto a trovarli? Erano frammenti di quella parete no? Beh di sassi ce ne sono un’infinità, come li avrebbe riconosciuti?
5)Come faccio a trovare gli Arcani? E quanti sono?
E quei Cavalieri? A che servivano di preciso? Forse per quella cosa del Patto alla fine della raccolta degli Arcani? Ma poi in cosa consisteva di preciso quel Patto?
6)Questi Cavalieri chi sono? Come fanno a usare quei “poteri”?
7)In cosa consiste di preciso il Patto della Rosa?

Le venne in mente Ergon. Quel piccolo draghetto buffo e tutto nero. Quando il professore glielo aveva presentato aveva detto che era lo stesso drago nero di prima, quello enorme e spaventoso. Non ci aveva fatto caso al momento, ma davvero erano lo stesso essere? O mamma, allora poteva essere in pericolo in qualsiasi momento!
8)Che cos’è Ergon? Se è “il mio fedele compagno” o Guardiano o quello che è, perché ha cercato di uccidermi?
Queste erano le cose che voleva sapere subito, diciamo quelle che la assillavano.
C’era anche un'altra cosa. Quella più importante, quella a cui voleva assolutamente un risposta VERA.
9)Questa storia è tutto uno scherzo?
Lo scrisse di getto, senza pensarci. Si pentì subito. In fondo sembrava dicessero la verità, i loro occhi erano sinceri. E poi la scorsa sera aveva evocato Shade senza dire niente a nessuno. Se fosse stato uno scherzo, lui non poteva essere preparato in quel momento per comparire così dal nulla. Però i dubbi rimanevano. Una cosa simile non era possibile pensando razionalmente. Che cavolo doveva fare?
Tirò una riga sull’ultima domanda cancellandola. All’intervallo sarebbe andata in biblioteca, e il professore, Shade e Bright avrebbero risposto a tutte quelle domande.

La campanella suonò dando inizio, per la gioia di tutti i ragazzi, all’intervallo.
-Fine, andiamo a mangiare in giardino?- disse Rein seguita da Lione, Altezza e Sophie.
Accidenti, Fine non poteva andare con loro, doveva assolutamente correre in biblioteca. Come poteva rifiutare ed essere convincente?
-Ehm.. ecco io..- oh no, ecco che iniziava a balbettare, come faceva ora?
Urli di ragazze e bisbiglii attirarono di colpo la sua attenzione insieme a quella della sorelle e delle amiche.
Si voltarono verso la porta. Sulla soglia c’era il Presidente del Consiglio Studentesco in persona. Le ragazze erano in fibrillazione, tutte prese a mangiare con gli occhi il ragazzo.
Rein non poteva credere che Bright fosse proprio lì, davanti a lei e nella sua classe. Non riusciva a respirare. Poi quando il ragazzo sorrise, le salì il cuore in gola. Tremava tutta, il cuore le batteva all’impazzata. Non aveva mai provato una cosa simile, con nessuno dei ragazzi che le erano piaciuti, perché?
Bright si stava avvicinando a loro. Rein non sapeva cosa dire o fare. Bright stava andando proprio verso il suo gruppo. Magari le avrebbe rivolto la parola, magari le avrebbe chiesto di conoscersi meglio o chissà cos’altro! Che felicità!
Ma Bright arrivato davanti a lei, la superò fermandosi davanti a.. Fine?
-Buongiorno Fine- le sorrise. Come disse quel “Buongiorno” tutte lanciarono sospiri innamorati. Aveva un tono così calmo, caldo e dolce. Si ma perché si era rivolto a Fine? Si conoscevano?
Rein era rimasta pietrificata. Perché era andato da sua sorella? Come sapeva il suo nome? Si conoscevano? Lei non le aveva detto niente.
Si sentì come fuori posto. Perché? Perché tutti i ragazzi andavano sempre da Fine? Fine era sempre stata circondata da maschi, o per il suo carattere aperto verso tutti, o perché amava il calcio e quindi si ritrovava a giocare con loro o fare cose da maschi. Non si accorgeva mai che molti di quelli erano innamorati persi della ragazza. Rein l’aveva sempre considerata un po’ tonta in queste cose. Ma perché anche l’UNICO ragazzo che le piaceva sul serio, anche se da pochissimo tempo, andava da lei?
-B-buongiorno- disse Fine imbarazzata abbassando la testa.
Accidenti la stavano fissando tutti. Sicuramente si chiedevano come si conoscessero. Come glielo avrebbe spiegato? E a sua sorella poi? Le aveva sicuramente spezzato il cuore.
Bright si avvicinò piano al suo orecchio. Fine riuscì a sentire il respiro del ragazzo sul suo collo. Arrossì di colpo. Che faceva?
-Devi venire in biblioteca- le sussurrò senza farsi sentire da nessuno.
Fine tirò un sospiro di sollievo quando il ragazzo si ritrasse. Oh no! Tutte la guardavano malissimo. Chissà se sarebbe uscita viva da questa situazione.
Guardò Bright con un’espressione di chi non sa che fare. In effetti come poteva andarsene ora?
-Scusate splendide fanciulle- disse rivolto alla classe, in particolare al gruppo di Rein, Altezza, Sophie e Lione –ma devo rubarvi Fine per l’intervallo.- disse lui facendo sospirare tutte per il tono mieloso che aveva usato, tutte tranne Altezza, sua sorella, che ormai era abituata ad avere un fratello così. Bright sapeva usare bene le sue qualità.
Prese Fine per le spalle e la spinse fuori dalla classe, seguito dagli sguardi di tutte le ragazze, chi sognanti e chi irritate.
Rein rimase immobile a fissare il punto in cui erano spariti Bright e sua sorella.

-Accidenti, ma ti sembra il modo? Non puoi venire in classe e comportarti così! Ora tutte mi chiederanno come ci conosciamo e io che dirò? Per non parlare delle ragazze che mi odieranno per questo! Ah, e io che quest’anno non volevo combinare guai!-
Fine era fuori di sé. Sgridava Bright rossa in viso per l’imbarazzo.
Il ragazzo rise, non voleva metterla nei guai, ma doveva portarla in biblioteca.
Arrivarono davanti alla massiccia porta di legno. Bright la aprì ed entrarono.
Shade e il Professo Itsushi era già lì, seduti al tavolo di legno scuro.
-Finalmente. Come stai Fine?- chiese allegramente il professore non appena vide la ragazza sbucare dalla porta.
-Dopo che un esercito di ragazze innamorate mi avrà sciolto nella candeggina, tagliato a pezzetti e bruciato i resti, non credo che starò così bene- disse fulminando Bright con una frecciatina. Accidenti a lui.
Il professore forse intuì quello a cui si riferiva la ragazza, e rise di gusto.
Dopo pochi minuti tutti e quattro erano seduti al tavolo.
-Avrei qualche domanda- disse Fine senza nemmeno far cominciare il professore. Lui la guardò incuriosito e lei gli consegnò un foglietto di quaderno.
1)Dov’è il mio girocollo?
2)Che cos’è in realtà quella collana?
3)C’entra qualcosa il Dottor Higa in questa storia? Perché mi ha dato il girocollo?
4)Cos’è questa Punizione?
5)Come faccio a trovare gli Arcani? E quanti sono?
6)Questi Cavalieri chi sono? Come fanno a usare quei “poteri”?
7)In cosa consiste di preciso il Patto della Rosa?
8)Che cos’è Ergon? Se è “il mio fedele compagno” o Guardiano o quello che è, perché ha cercato di uccidermi?
10)Questa storia è tutto uno scherzo?

Lesse le domande velocemente. Sorrise all’ultima. Nonostante fosse cancellata riuscì a capire cosa c’era scritto.
-Inizio con l’ultima domanda, Fine. Anche se l’hai cancellata penso che tu voglia una risposta comunque-
Fine si sentì terribilmente in imbarazzo. Non era carino fare una domanda simile, per questo l’aveva cancellata. Uffa! Beh però.. una risposta la voleva lo stesso.
Abbassò lo sguardo con aria colpevole.
Il Professor Itsushi assunse un espressione seria. Shade e Bright guardavano incuriositi, chissà che domanda era.
-No, non è uno scherzo. È tutto vero, Fine. Devi credermi- disse guardandola intensamente.
Fine volle sprofondare, perché aveva scritto una domanda simile! Accidenti!
Bright la guardò. Immaginava come poteva sentirsi, non era da tutti i giorni scoprire una cosa simile, aveva tutti i diritti di avere dei dubbi.
Shade invece non era della stessa opinione. Strinse impercettibilmente i pugni. Perché quella ragazzina era così ottusa?! Aveva ancora dei dubbi! Perché non accettava il suo ruolo e basta? La sera prima sembrava così sicura di quello che gli aveva detto.
-Ho capito di non essere esattamente la Dominion che speravi.. probabilmente non sono nemmeno io quella giusta, ma.. per ora che ne dici di accontentarti di me?-
Sembrava davvero volere che lui l’accettasse come Dominion. E ora se ne usciva con “Ma questa storia è tutto uno scherzo”?! Stupida ragazza!
-Beh.. dunque..- ragionò il professore capendo il disagio di Fine –Vuoi sapere del girocollo..-
Fine si irrigidì. Aprì le orecchie e lo guardò interessata.
-E va bene, tanto vale che te lo dica. Questa cosa interesserà anche i Cavalieri- disse attirando l’attenzione dei ragazzi -Quella collana in realtà era uno scudo, una protezione-
Una protezione?
-Ce l’ho io perchè l’ho studiata e ho scoperto un po’ di cose. Chi te l’ha data doveva sapere del tuo ruolo di Dominion, e non voleva che noi ti trovassimo. Così ti ha messo quel girocollo come guinzaglio per tenerti d’occhio e nasconderti da noi. È per questo che Ergon ha percepito la tua energia molto flebilmente ed ecco perché la sfera non ha ti ha mostrato a noi subito.- disse riferendosi al primo giorno di scuola, prima del discorso di apertura.
Shade e Bright ora avevano capito. Ecco spiegato il motivo. Shade ora era consapevole del perché avesse sentito il potere di Fine solo quando aveva perso il ciondolo.
-Ergon ha capito che eri tu e ti ha tolto la collana per mostrarci dov’eri e attirati in biblioteca. Solo che non è andata come sperava. Tu lo hai rincorso e spaventato. Quando Ergon ha paura assume le sue vere sembianze, quelle di un enorme drago, il vero Guardiano del Sigillo. Non ha cercato di ucciderti, aveva solo paura- disse sorridendo
-Ma come ha fatto a togliermi il girocollo? Io non ci sono mai riuscita!-
-Beh.. lui è il Guardiano.. un essere magico, credo sia per questo- disse un po’ dubbioso, nemmeno lui lo sapeva per certo –e con questo ho risposto alla domanda 1, 2, 3 e alla 8.- concluse segnando una X vicino alle rispettive domande.
Ehi non le aveva detto del dottor Higa, però!
-E del Dottor Higa che mi dice? C’entra qualcosa?- chiese lei. Voleva sapere se quell’uomo di cui si era sempre fidata sapeva tutto. Perché le aveva dato il girocollo? La voleva tenere sotto controllo? Perché?
Notò un’espressione di disagio e indugio sul viso del professore. Lui sapeva, ne era certa.
-Mi dispiace, non so chi sia quest’uomo. Ne se lui sappia qualcosa. Posso solo dirti che la Punizione forse era riferita alla tua missione, la ricerca degli Arcani- disse titubante.
Fine si sentì cadere il mondo addosso. Perché? Perché le stava mentendo? Lo aveva capito benissimo, lui sapeva, ma non voleva dirglielo. Perché diamine, perché?
Il professore non le lasciò il tempo di dire nulla e passò alla domanda successiva.
-Gli Arcani eh? Dunque.. non so nemmeno io quanti siano i frammenti del Sigillo, ma se si ispirano agli “Arcani Maggiori” dei Tarocchi, dovrebbero essere ventidue- disse sorridendo come un angioletto.
Fine per poco cadde dalla sedia. Anche Bright e Shade furono colti impreparati. Ventidue? Ma siamo pazzi? Sono un’infinita! Come avrebbero fatto a trovarli tutti?
-State tranquilli ragazzi! Non sarà difficile, sentirete la presenza degli Arcani perché sono in qualche modo legati alla Dominion. E poi anche loro sono attirati dal tuo potere, Fine- disse per rassicurarli.
-Ma.. come faccio a distinguerli, di sassi ce ne sono a milioni!- disse lei sconsolata.
-Oh no Fine. Gli arcani si manifestano come carte. Proprio come le tue- spiegò riferendosi alle carte della Rosa Nera e Bianca. Ora era tutto più chiaro, tutto più semplice. Meno male!
-E che mi può dire di loro due?- chiese indicando Shade e Bright.
Il professore lesse la domanda che parlava dei Cavalieri. Si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia.
-Beh i Cavalieri sono coloro che hanno il compito di aiutarti e proteggerti durante la missione. Hanno questi poteri dalla nascita, nessuno se non loro possono averli. Più la Dominion è vicina al Cavaliere, più il suo potere aumenta, ma possono disporne a pieno solo quando li evochi- spiegò.
Fine lo ascoltava interessata. Anche lei voleva dei poteri così! Chissà che bello!
-Ma c’è una cosa importante che devi sapere, anzi che dovete sapere tutti. Ascoltate bene Cavalieri, perché questo potrebbe danneggiare la vostra Dominion- disse creando un’atmosfera pesante. Ecco il primo problema, uffa! Andava tutto bene!
Shade e Bright alzarono la schiena dallo schienale e si misero attenti.
-Quando la Dominion evoca i suoi Cavalieri permette loro di utilizzare a pieno i loro poteri ma a sue spese. Usando i vostri poteri è come se usaste il sangue di Fine, quindi più li utilizzate e più Fine ne subirà le conseguenze- disse un po’ scoraggiante.
Cosa? Quindi poteva persino morire per assenza di sangue? Oh no, che fine orribile! Però ora aveva capito il perché la sera prima si era sentita così debole. Aveva evocato Shade e poi lui si era messo a saltare di tetto in tetto con i suoi poteri.
-Quindi per proteggerla rischiamo di metterla in pericolo?- disse Bright preoccupato. Questa non ci voleva.
-Beh no, la quantità di sangue che utilizzate per usare i vostri poteri è minima, ma se usata di continuo e per usare molto potere, allora Fine inizierà a stancarsi e sentirsi debole. Le prime volte sarà più dura, ma con il tempo il suo fisico si abituerà- spiegò il professore.
Fine non volle fare l’esempio della sera prima, magari Shade si sarebbe sentito in colpa. Beh almeno lei era preparata, aveva capito come ci si doveva sentire in quei casi.
-Bene, possiamo passare all’ultima domanda allora- disse soddisfatto il professor Itsushi. Eh già doveva ancora parlare del Patto della Rosa.
-Sei sicura di volerlo sapere, Fine?- chiese guardandola strano. Sembrava qualcuno che stesse per fare una rivelazione terribile.
Lei annuì spaventata. Era così terribile?
-Bene, allora.. il Patto della Rosa, come ho detto, è ciò che permetterà di ricompattare il Sigillo fino all’arrivo della prossima Dominion, tra cinquanta anni. La Dominion deve stipulare il Patto con uno dei suoi due Cavalieri- disse.
Bright e Shade voltarono lo sguardo da un'altra parte, come se si vergognassero di quello che il professore stava dicendo. Fine non si spiegava la loro reazione. Le sembrò di scorgere sul viso di Shade un po’ di rossore. No, doveva essere la luce!
-Durante la ricerca, Fine, tu e i tuoi cavalieri dovrete superare dei “livelli”. Il primo è chiamato Primo Risveglio, che avete già raggiunto. È il livello in cui si ha la prima evocazione, in cui si riconosce la Dominion con il Cavaliere.-  disse con l’aria da so tutto io  -Poi segue il Secondo Risveglio, in cui il Cavaliere e la Dominion stringono un rapporto più.. ehm.. profondo. Diciamo che in questo livello il potere del cavaliere aumenta.-
Rapporto più profondo? In che senso? Questa non era una buona cosa.
-E poi c’è il terzo e ultimo livello: il Risveglio Assoluto. La parte più importante, ovvero quando si stipula il Patto della Rosa.- disse in tono cerimoniale.
Fine era curiosissima. Cosa sarebbe successo a quel punto?
-Questo livello viene raggiunto solo da un Cavaliere, in quanto la Dominion deve stipulare il Patto solo con uno dei due- disse sottolineando “uno dei due”.
Fine guardò i due ragazzi. Doveva scegliere? Notò Shade e Bright guardarsi quasi in cagnesco. Perché? In fondo era solo un stupido Patto, non significava niente.
-Questo livello implica.. il Matrimonio- disse il professore aggiustandosi gli occhiali.
Fine cadde all’indietro dalla sedia, rimanendo a gambe all’aria. M-ma-matrimonio? Cooooosa?!!
-Cheeeeee?- urlò Fine. Come sarebbe Matrimonio? Come poteva sposarsi? E con uno di quei due!
-Come Matrimonio? Come posso sposarmi? Sono troppo giovane! Devo trovare il ragazzo giusto, non posso spos..-
-Ehi, ehi calma Fine. Non intendevo Matrimonio in quel senso!- la calmò il professore.
Fine tacque di colpo. Ah, meno male! Non doveva sposarsi per fortuna.
Vide che Shade batteva le dita nervosamente sul tavolo e guardava da un’altra parte, era rosso in viso. Bright invece fissava il pavimento, quasi con aria colpevole. Perché quei due si comportavano così?
-Ecco, dovreste..-
-È proprio necessario dirglielo ora?!- sbottò Shade.
Il professore non lo ascoltò, era meglio che Fine lo sapesse subito.
-Nella terza fase la Dominion sceglie il Cavaliere con cui è più legata e avviene il Matrimonio, l’Unione di Sangue-
-Unione di Sangue, cos’è?- chiese Fine confusa. Non ci capiva molto.
-Come dire.. è.. una specie di unione dei corpi. Un’unione dei poteri, dell’energia. Qui ognuno sente i sentimenti dell’altro e giura fedeltà e amore al compagno-
E quello non sarebbe un matrimonio?! Beh, niente documenti del comune, anelli e sacerdoti, ma era la stessa cosa! Per di più il Cavaliere poteva sentire i suoi sentimenti?! Ma scherziamo! Era come leggere nel pensiero in poche parole!
-E questo lei come lo chiama?!- urlò Fine fuori di sé.
No, non avrebbe “sposato” nessuno di quei due. Era uno scherzo! Ora capiva perché i ragazzi erano imbarazzati e la reazione di Shade. Loro lo sapevano già.
-No, non lo farò mai! Ma scherziamo!- disse lei imbarazzatissima. Quindi doveva innamorarsi di uno dei due no?
-Mi dispiace Fine, ma è il Patto. Se non lo farai l’energia demoniaca all’interno del Sigillo uscirà e si propagherà per tutta la Terra. Il mondo verrà distrutto!- disse il professore. Accidenti, aveva previsto una reazione simile da parte della ragazza, ma doveva farle cambiare idea o la Terra sarebbe stata ingoiata dall’oscurità.
Fine si bloccò. La Terra.. distrutta? Come.. no, non poteva essere. Non poteva permetterlo. Ma non poteva nemmeno permettersi di sposare uno di quei due, andiamo! Sì, erano belli, il modello di ragazzo che ognuna vorrebbe.. ma non li amava, non ancora. Però la Terra..
Il professore le porse il suo girocollo. Fine lo prese tra le mani.
Abbassò lo sguardo. Forse.. ah, non aveva altra scelta, giusto?
Si allacciò la collana, prese aria e respirò a fondo. Dopodiché alzò lo sguardo verso i tre che la fissavano dubbiosi. Li guardò decisa, sicura come non mai, per poi assumere un’espressione scocciata.
-Beh, che avete da guardare così?! Muovetevi "Cavalieri"! Dobbiamo trovare gli Arcani, no?!-









Ma buonasera :D
Allora, siccome lo scorso capitolo è stato un po' corto, avevo deciso di fare questo un pochino più lungo.. ma.. è venuto fin troppo lungo.
Mi spiace, ma come avevo detto ci sarebbe stato un capitolo per chiarire le idee su un po' di cose, e dovevo farcele stare tutte.. così è venuta la copia della Divina Commedia -.-'
Spero vi piaccia comunque e che alcune delle vostre domande siano state chiarite, almeno da ora in avanti si capirà meglio la storia :)
Se avete cose non chiare chiedete pure :) I'm here for you! :P
Ora vi saluto e vi mando un bacione.
Da un'autrice con le mani doloranti :) 

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Capitolo 8
*** Gelosia e rabbia ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


GELOSIA E RABBIA
-Dobbiamo trovare gli Arcani, no?-
Ma che le era saltato in mente? Era forse impazzita? In poche parole aveva accettato quella missione. Aveva accettato di cercare quei cosi detti Arcani, di salvare il mondo e.. e.. di insomma di.. s-spos.. accidenti! Fine non riusciva nemmeno a formulare la parola “Sposare” nella sua mente. E ora si ritrovava a contorcersi seduta al suo banco durante la lezione di matematica.
Dopo qualche decina di minuti che passava a riflettere su questa assurda storia, si addormentò.
La professoressa dopo poco la notò. È vero stava ancora illustrando il programma dell’anno, dato che erano ancora i primi giorni di scuola, ma non poteva permettersi che i suoi alunni già dormissero.
Si avvicinò al banco della ragazza che continuava a dormire. I compagni seguirono lo sguardo della professoressa, mettendosi a ridacchiare. Fine era Fine.
La ragazza in questione intanto era impegnata a vagare per il mondo dei sogni.
Fine si guardò in giro. Era.. in un enorme giardino. E c’erano delle rose, rose bianche e rosse e tantissimi altri tipi di fiori. Ai suoi lati c’erano diverse file di sedie.
 La ragazza poi guardò davanti a sé. Un piccolo altare bianco pieno di fiori e nastri si ergeva davanti a lei.
Fece un passo avanti, ma la cosa si dimostrò molto difficile. Si guardò bene. Indossava un lussuosissimo abito bianco e incredibilmente lungo. Un abito da sposa?! Ma che storia era questa!
-Fine- si sentì chiamare.
La ragazza si voltò di scatto. Shade? Che ci faceva nel suo sogno!? Lo guardò meglio. Accipicchia, era bellissimo. Indossava un elegante completo nero con una rosa nera al taschino. Ehi ma.. quello era un completo da matrimonio? Che..
-Fine, sei bellissima-
La ragazza si voltò dalla parte opposta. Chi era adesso?
Si ritrovò Bright davanti. Anche lui era bellissimo e indossava un abito come quello di Shade ma bianco. Ma che significava tutto quello?
I due si avvicinarono a lei. La ragazza diventò rossissima.
-Fine, vuoi sposarmi?-
Chee? Fine non ci capiva nulla, era forse legato alla storia del Patto? Quelle parole continuavano a rimbombarle nella testa, come un eco.

-Fine, vuoi svegl..- la professoressa era ormai davanti al banco della ragazza.
-NO! Io non voglio sposarti!- urlò Fine svegliandosi di colpo.
Ehi.. ma.. si guardò intorno. Dov’erano Shade e Bright? Quella era la sua classe. Oh no! No no no! Ti prego!
La professoressa la guardò storta.
-Non era esattamente quello che stavo per chiederti, Yamamoto. Spero tu abbia sognato il tuo principe azzurro abbastanza, perché ora dovrai stare ben sveglia davanti al preside!- disse la professoressa guardandola male.
Addirittura il preside? Uffa. Fine non si scompose più di tanto, era abituata a essere mandata in presidenza. Il suo record era dell’anno scorso: il primo giorno di scuola dal preside. Quest’anno almeno non era il secondo giorno.
Si alzò sconsolata e uscì dall’aula lasciandosi dietro i sorrisi divertiti dei compagni e la faccia da “non cambierà mai” di Rein.
Per tutto il resto dell’ora rimase in compagni di quell’uomo dai baffetti simpatici. Non si era rivelato così male. Dopo una piccola ramanzina avevano chiacchierato e parlato dei vari guai di Fine nelle vecchie scuole, cosa fece molto ridere il preside.
Fine sorrise, magari aveva fatto colpo su di lui, almeno le prossime volte che “lo andrà a trovare” sarà poco severo.
Nell’ora successiva Fine tornò in classe ma non seguì la lezione comunque, però almeno non si addormentò.
-Allora ci vediamo domani ragazze- salutò Lione con un grande sorriso.
-Ciao- dissero in coro Fine e Rein.
La ragazza dai capelli arancioni uscì dalla porta. Le due sorelle stavano ancora infilando gli ultimi libri dentro alla cartella. Ormai erano più o meno in quattro ragazzi nell’aula.
Rein fece tutto con estrema lentezza e aspettò che anche le ultime persone uscissero dalla classe per stare sola con Fine.
-Non sapevo che tu e Bright vi conosceste- disse a testa bassa con un tono che sembrava non esprimere emozioni.
Fine, che aveva già finito di preparare la cartella, la guardò irrigidendosi. Sapeva che prima o poi Rein glielo avrebbe chiesto. E tutto per colpa di quel maledetto Presidente che aveva fatto quello spettacolino nella sua classe.
-Ehm.. no, noi.. ci siamo conosciuti per caso ieri-  “Per caso” già..
Rein non la guardò e continuò a sistemare i libri per poi passare all’astuccio.
-Ti piace?- chiese impassibile ancora.
Fine sobbalzò. Se le piaceva? Ovviamente no! Era un bellissimo ragazzo e anche una brava persona, ma.. no, non era innamorata di lui. Anche se erano uniti da questo Patto e da una stupida carta non provava nulla, almeno non adesso. Non adesso.. già, perché magari sarebbe stato lui il Cavaliere con cui avrebbe stipulato il Patto, quello a cui avrebbe giurato amore. Però poteva anche essere Shade. Ahhh, la sua testa stava per scoppiare. Maledetto Matrimonio!
-No, non mi piace! Come ti viene in mente!- disse convinta.
Rein finalmente la guardò. Fine quasi si spaventò, lo sguardo della sorella non era mai stato così duro nei suoi confronti.
-Sembravate così affiatati-
Fine si sentì uno schifo. Stava facendo soffrire sua sorella per uno stupido malinteso.
-No, Rein! Noi..-
-Fine!-
Bright era sulla soglia dell’aula. Indossava la sua solita divisa del secondo anno e teneva in mano la cartella con i libri. Che voleva?!
Fine appena lo vide volle sparire. E adesso cosa stava per fare?! Davanti a sua sorella poi! Le cose andavano di male in peggio.
Rein era arrossita appena lo aveva visto. Ma aveva pronunciato il nome di sua sorella. Sentì un dolore al petto e la voglia matta di pararsi davanti a sua sorella per non mostrarla a Bright. Forse si era innamorata? In così poco tempo..? È quello che tutti chiamano amore a prima vista?
-Vieni, ti accompagno a casa- sorrise Bright facendo cenno a Fine di uscire.
Oh no! Per favore! Tutto ma non quello! Fa che non l’abbia detto davvero!
Si voltò verso Rein. La sorella aveva abbassato lo sguardo coprendo gli occhi con la frangia e standosene in silenzio.
-Ehm.. B-Bright, ti presento Rein, mia sorella- disse lei facendo un finto sorriso. Si sentiva in colpa, tremendamente in colpa.
-Molto piacere. Siete proprio due gocce d’acqua- sorrise lui porgendo la mano a Rein.
La ragazza gli strinse la mano. A quel tocco il suo cuore prese a battere come un tamburo a duecento all’ora.
Già, due gocce d’acqua. Allora perché lui vedeva solo sua sorella?
I tre si diressero verso l’uscita.
Rein camminava dietro di loro con la testa bassa. Ogni volta che Fine si metteva al suo fianco, la sorella rallentava senza guardarla.
-Finalmente. Ce ne hai messo di tempo, mocciosa-
Fine alzò lo sguardo. Davanti all’entrata dell’istituto, appoggiato a uno delle colonne di mattoni a cui era attaccato il cancello, c’era Shade. Sotto quella luce del tramonto era ancora più bello.
Fine non lo aveva mai osservato bene. Certo, si era accorta che era un bel ragazzo, ma non si era ancora soffermata. Arrossì a quei pensieri, non erano da lei! E poi Shade la stava guardando intensamente con quei pozzi blu di occhi che aveva. Notò che si era soffermato su Bright.
Infatti Shade si era appena accorto che Fine non era sola. C’erano una ragazza, che stando alla somiglianza doveva essere sua parente, e quel damerino di Bright. Che ci faceva quel tipo lì?! Voleva forse avantaggiarsi facendo il carino con Fine?! Di certo lei non avrebbe stipulato il Patto con Bright, solo perché faceva il gentile. Era una guerra? E guerra sarebbe stata. Con lui vincitore.
-Shade- sorrise Fine interrompendo quello scambio di sguardi cagneschi tra i due ragazzi.
Rein si era accorta di tutto. Aveva visto lo sguardo che quel ragazzo, che Fine aveva appena chiamato Shade, aveva lanciato a Bright. Come se fosse geloso, che fossero in competizione.
Si ricordò dello Shade Akiyama di cui aveva parato Altezza. Possibile che fosse lui? Aveva ragione sulla bellezza, ma aveva anche detto che era antipatico, scontroso e che non si interessava a nessuno, soprattutto alle ragazze. E se non sbagliava era anche lo stesso su cui Fine era andata a sbattere il primo giorno. Si conoscevano allora? Certo, sapeva che Fine faceva amicizia con tutti, ma essere già in buoni rapporti con i due ragazzi più popolari e belli dell'istituto.. Per di più che l’avevano aspettata fuori da scuola per accompagnarla a casa.
-Presidente-  disse Shade quasi con disgusto  –non c’è bisogno che le fai da guardia del corpo. Avrei molti impegni essendo il Principino della scuola, accompagno io Fine- disse sorridendo beffardamente. “Principino della scuola”. Era così che Shade ogni tanto si divertiva a chiamare Bright. In effetti era abbastanza vero.
-Non preoccuparti Shade. Lo faccio volentieri- disse voltandosi verso Fine e sorridendole.
Rein si sentì morire a quel sorriso. Perché lo rivolgeva a sua sorella? Perché solo a lei? Perché? Perché?
Shade sbuffò scocciato.
Così Fine si ritrovò ad essere scortata fino a casa dai suoi due Cavalieri in incognito, sotto le vesti di due normali studenti, e da una sorella alquanto intenzionata a rimanere in silenzio e non rivolgerle la parola.
Dopo aver presentato Rein anche a Shade, le due ragazze entrarono in casa.
-Grazie ragazzi- sorrise raggiante Fine.
Bright e Shade erano rimasti al cancello di entrata del cortile di casa Yamamoto.
Bright ricambiò il sorriso mentre Shade si voltò da un'altra parte con il suo solito modo arrogante. Fine non ci badò. Sapeva che in fondo era un bravo ragazzo, l’aveva accompagnata a casa.
La ragazza chiuse la porta alle sue spalle lasciando i due fuori.
-Cos’è vuoi guadagnare punti?- chiese Bright infastidito voltandosi verso Shade e riferendosi al fatto che il Cavaliere della Rosa Nera si era offerto di accompagnarla a casa.
Shade sorrise beffardamente.
-Tu no?- si limitò a rispondere.
Bright strinse i pugni irritato.
-Cos’è hai deciso di fare il carino anche tu? Ricordati che le hai sputato in faccia che non l’accettavi come Dominion- disse il biondino assumendo un’aria sicura. Fine non avrebbe mai scelto Shade, lui l’aveva trattata male.
Shade sorrise ancora. Bright non sapeva nulla, che illuso.
-Sei proprio un ingenuo Principino- disse suscitando l’irritazione e la curiosità dell’altro –Al contrario di te, Fine mi ha già evocato. E giusto l’altra sera abbiamo parlato al chiaro di luna- disse dandogli le spalle con un tono da superiore.
Bright era sorpreso. Quindi Fine e Shade si erano chiariti? E questo perché lei lo aveva evocato? Di sera? Al chiaro di luna?
Bright non ci vide più. Fece di colpo voltare Shade e lo prese per il colletto della camicia che portava sotto alla giacca nera aperta della divisa.
-Ascoltami bene Shade! Non l’avrai vinta solo perché lei ti ha evocato una volta chiaro?- disse Bright arrabbiato. Ma quell’arrabbiatura non era gelosia. Era la rabbia di chi non vuole perdere, di chi vuole raggiungere il traguardo facendo mangiare la polvere all’avversario. E il traguardo era il Patto della Rosa, il Risveglio Assoluto.
Shade rimase impassibile sempre con quel sorrisetto irritante sul viso.
-Povero illuso, non potrai mai vincere-
Bright voleva a tutti i costi prenderlo a pugni, ma si trattenne. Non poteva farlo, non lì. E poi era il modello degli studenti, non poteva perdere la calme così e con uno come Shade.
Lo lasciò. Si voltò e se ne andò diretto a casa sua.
Shade lo seguì con lo sguardo, uno sguardo duro e di sfida.
-La guerra è iniziata Bright-










Buona sera :D
Ahh... Shade e Bright che litigano per Fine.. *-* beh anche se non è amore (non ancora) è comunque emozionante
E prevedo guai anche tra Fine e Rein. Vi dico già che a Rein non andrà molto a genio il rapporto tra Fine e Bright..
beh questo nel prossimo capitolo!
Spero che questo vi sia piaciuto :)
Un bacione grandissimo!

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Capitolo 9
*** Incomprensioni ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


INCOMPRENSIONI
Appena Fine entrò chiuse la porta dietro di sé, seppe per certo che ora doveva affrontare sua sorella.
Rein era andata in camera sua e si era chiusa dentro. Fine provò a chiamarla, ma lei le rispose che aveva altro da fare.
Fine la vide finalmente all’ora di cena.
-Beh, com’è andata oggi? Novità?- chiese Elza, la mamma delle ragazze, mentre iniziavano a mangiare.
-Bene..- disse Fine titubante. Era stata cacciata dal preside, quello poteva essere considerato “bene”?
Suo padre la guardò storta, la conosceva ormai. Fine venne trafitta da quella frecciatina che le lanciò suo papà.
-Oh, e va bene! La prof di matematica mi ha mandata in presidenza- disse mettendo il broncio.
Sua madre rise. Non era possibile, sempre la stessa storia.
-E che hai combinato stavolta?-
-Mi sono addormentata, ma mandarmi da quel nonnino è stata un’esagerazione- disse lei contraria.
I genitori le fecero una piccola ramanzina, la solita che le facevano ogni due giorni, cioè tutte le volte che ne combinava una. Poi si misero a ridere.
-Rein, tesoro, stai bene? Non hai detto niente- disse la mamma guardandola un po’ preoccupata. Rein di solito era quella che raccontava più cose sulla scuola.
-No, sto bene- sorrise fintamente.
Fine la guardò colpevole. Che poteva fare?
-Beh non mi dici nulla? Quale povero ragazzo stai perseguitando ora?- chiese la mamma rivolta a Rein per mantenere la conversazione. Sapeva che Rein era una patita dei ragazzi, praticamente parlava solo della specie maschile.
Fine guardò la mamma disperata. No, no! Ti prego non ora! Sua madre non poteva scegliere momento peggiore!
Rein guardò sua madre impassibile.
-Nessuno. Sembra che siano tutti presi da Fine- disse voltandosi verso la sorella e guardandola in malo modo.
Fine si sentì ancora di più uno schifo, era colpa sua.
-Scusate io vado in camera, devo fare i compiti- disse alzandosi e dirigendosi verso camera sua. Loro non avevano compiti.
-Vi anno già dato esercizi per casa?- chiese stupita la mamma.
Fine la guardò fingendo un sorriso –S-si. Ed è meglio se vada a farli anche io- disse per poi alzarsi e correre dietro a Rein.
Bussò alla porta della sorella, ma Rein non le rispose.
Allora aprì la porta infilando la testa. Rein era seduta alla scrivania con un libro davanti, ah lei e la sua passione per i libri!
-Non mi sembra di aver detto che potevi entrare- disse senza nemmeno alzare lo sguardo dal libro.
Fine entrò nella stanza richiudendo la porta.
-Sei ancora arrabbiata con me per la faccenda di Bright?- chiese Fine guardandola triste. Sapeva già la risposta.
-No, cosa dici?- disse la sorella sarcasticamente, ancora con la faccia sul libro.
-Andiamo Rein! Ti ho detto che non c’è nulla tra me e Bright!- si scaldò. Non era possibile che non si fidasse di lei.
Rein si limitò a sbuffare. Non voleva sentire la sorella. Sapeva che non era colpa sua, ma Bright vedeva solo lei! Come poteva non sentirsi così?
-Che c’è non ti fidi di me?! Ti ho detto che non mi interessa!- chiese Fine arrabbiata per essere stata ignorata.
Rein finalmente si voltò verso la sorella.
-Beh lui non la pensa così- disse guardandola male.
E ora Fine come faceva a spiegarle che lui si comportava così solo perche lei era la Dominion?
-Sai vorrei sapere come hai fatto- disse Rein guardando fuori dalla finestra.
Fine la guardò interrogativa.
-Hai fatto cadere ai tuoi piedi in meno di due giorni il Presidente del Consiglio Studentesco e Shade Akiyama, nonché i due ragazzi più belli della scuola. Bright può avere ogni tipo di ragazza e guarda te, Shade non è mai stato interessato alle ragazze e anche lui sembra morirti dietro.-  Rein aveva uno sguardo perso nel vuoto, verso il cielo attraverso la finestra.
Fine immaginava come si sentisse. Rein era sempre stata quella più esperta di ragazzi, e ora che finalmente aveva trovato uno che le piaceva veramente, quello stupido di Bright faceva il carino con lei perché era la Dominion.
-Senti io..- provò a parlare Fine, ma venne interrotta.
-“Io non posso dirtelo”? Stavi per dire questo? Proprio come fai con quel girocollo, vero?!- si scaldò Rein notando che la sorella aveva ripreso a portare la collana. Non le aveva mai detto nulla su quel ciondolo, sviava sempre l’argomento. Da quando lo indossò la prima volta si è creato come una sorta di muro tra loro. Il primo segreto che Fine non le avrebbe detto, mai. Erano sempre state unite, come una sola mente. E lo erano anche ora, a quindici anni, ma.. c’era quel segreto.. e poi questa storia di Bright e Shade.
-Ma che stai dicendo?!- chiese Fine confusa. Cosa c’entrava la sua collana?!
-Vedo che hai ripreso a metterla, eh? E non mi dirai nemmeno stavolta qualcosa su quel ciondolo, no?- disse Rein bruscamente.
Fine abbassò lo sguardo. No, era vero, quello non glielo avrebbe detto.
-Però non c’entra nulla con il discorso di Bright e Shade- disse Fine. Bugia.
-Già, è vero. Infatti non mi dirai nemmeno cosa c’è tra te e quei due ragazzi no?!- disse Rein iniziando ad alzare la voce. Tutta la frustrazione per non conoscere la storia di quella collana e di quel segreto che Fine portava da cinque anni e la gelosia per Bright uscirono in quel momento.
-Rein, ti ho detto che non c’è niente, perché non lo capisci!- anche Fine iniziava a scaldarsi, possibile che Rein fosse così cocciuta?!
-Ti diverti eh?! Ti diverti a volermi sempre stare avanti?!- le urlò in faccia.
-Cosa?-
-Sì, è così. Sei sempre stata TU quella a cui mamma e papà prestavano più attenzione perché combinavi guai, sei sempre stata TU quella da cui andavano le nostre amiche perché eri la più sociale, la più allegra, ed eri sempre TU quella circondata da ragazzi che ti sbavavano dietro! E sei sempre e solo TU che piaci a tutti! Per una volta che trovo un ragazzo che mi piace davvero, perché per lui devi esserci ancora una volta TU?!-  disse Rein scoppiando in lacrime non riuscendo più a trattenere la sua frustrazione.
Fine al vedere la sorella piangere perse un battito. Stava piangendo per colpa sua.
Ma non era vero, Bright non era innamorato di lei, e nemmeno quei ragazzi di cui parlava. Loro erano sempre insieme a Fine perché lei era più, come dire.. un maschiaccio, le piaceva il calcio, per questo aveva tanti amici maschi che soprattutto non erano innamorati di lei! O forse.. non se n’era mai accorta?
-Rein..- disse avvicinandosi alla sorella.
Rein la guardò malissimo.
-Vattene! La sciami da sola!- le urlò contro.
-Ma..-
-Ho detto vattene! Ti odio!-
Silenzio. Un silenzio straziante.
Ti odio! Ti odio! Ti odio! Ti odio!  Queste parole continuavano a rimbombare nella mente di Fine. Non riusciva a ragionare. Sentirsi dire una cosa simile da sua sorella era la cose peggiore che potesse capitarle, lei era la persona a cui teneva di più.
Calde lacrime iniziarono a scenderle a dirotto. Corse fuori dalla stanza della sorella per buttarsi sul suo letto a piangere.
Rein era rimasta ferma immobile, con i pugni chiusi e lo sguardo verso il basso perso nel vuoto.
Perché? Perché le aveva detto quelle cose? Tutto il dolore era uscito in quel momento, ma non era colpa di Fine. In fondo tutti hanno il diritto di avere un segreto. E poi.. era sua sorella, Rein le voleva bene, tanto. Ma era arrabbiata e se l’era presa ingiustamente con lei.
Perché?

La mattina successiva Rein si svegliò per prima come al solito. Aiutò la mamma a preparare la colazione e si mise a tavola.
Quando Rein ebbe finito, un tornado rosso si precipitò gli dalle scale.
-Scusate, non ho sentito la sveglia- disse Fine in fetta e furia mentre prendeva un pezzo di pane e marmellata.
Sua madre e suo padre risero. E quando mai?
Fine guardò Rein, sperando che.. beh non lo sapeva, ma sperando in qualcosa di positivo.
La sorella si voltò abbassando lo sguardo con espressione dura e triste. Non riusciva a guardarla negli occhi, non dopo quello che le aveva letto. Aveva detto di odiarla, come faceva a chiederle scusa dopo una cosa simile?
Si alzò prendendo la cartella e dirigendosi verso la porta. Fine la seguì ancora con in bocca la colazione.
Rein aprì la porta. Si ritrovò davanti al cancello di entrata Shade e Bright.
Si sentì morire dentro. Bright si era svegliato prima per passare a prendere sua sorella a casa? Sentì salirle le lacrime, ma le trattenne, si impose di non farle uscire.
Fine arrivò alle sue spalle, chiedendosi perché si fosse fermata. Vide i due ragazzi, ora era chiaro.
Guardò Rein. Ancora una volta la stava distruggendo. Maledizione, perché!
-Buongiorno!- salutò Bright con un sorriso raggiante.
Rein abbassò lo sguardo e si incamminò, aprì il cancello, salutò educatamente i due ragazzi e si diresse verso la scuola a passo spedito, intenzionata a non aspettare la sorella e fare il pezzo di strada con quei due che litigavano per Fine.
Fine intanto l’aveva guardata andar via senza aspettarla. Si sentiva malissimo. Non aveva mai litigato così con sua sorella.
Raggiunse i ragazzi a testa bassa.
-Dormito bene, Fine?- chiese allegro Bright mentre camminavano.
-Non ho dormito.- rispose lei bruscamente. Se quello era il modo per scrollarsi di dosso Bright e Shade allora bene, si sarebbe comportata da antipatica così da tenerseli un po’ lontani e dimostrare a Rein che a Bright non interessava nulla di lei.
Bright la guardò preoccupato, chissà magari non aveva dormito perché stava male.
Shade si limitava ad osservarla ogni tanto. Fine aveva sicuramente qualcosa che non andava, da quando l’aveva conosciuta, anche se solo pochi giorni, aveva sempre stampato in faccia un sorriso. E ora sembrava una che doveva andare a un funerale.
-Stai bene Fine?- chiese Bright. Voleva capire cos’aveva la ragazza.
Fine non ci vide più. Stupidi ragazzi appiccicosi!
-Sì, sì sto bene! Perché diavolo dovrei stare male?! Possibile che voi non abbiate nient’altro da fare che starmi appiccicati come delle sanguisughe?!- urlò in faccia ai due che rimasero impietriti. Che le prendeva? Perché era così scontrosa oggi?
Fine si voltò superando e dando le spalle ai ragazzi.
-Vi pregherei di non venirmi più a prendere la mattina- disse calmandosi un po’ e proseguendo velocemente lasciando i due indietro e fermi.
-Bella mossa, principino- disse Shade senza alcun tono si arroganza o che, continuando però a guardare stupito la direzione in cui Fine era sparita.
Anche Bright fissava davanti a sé un po’ sorpreso dalla reazione di Fine. Sembrava non aver sentito Shade.
Fine dopo poco arrivò a scuola, controllando ogni tanto che quei due non le fossero dietro.
Accidenti, ma perché facevano così!? Le carte servivano a evocarli quando ne aveva bisogno no? Allora perché le stavano appiccicati comunque?!
Entrò in classe trovando Rein che parlava con Lione e con altre compagne di classe.
-Buongiorno Fine- la salutarono. Tutte, lo dissero tutte tranne sua sorella. Se lo aspettava. Rein si limitò a voltarsi verso di lei, per poi tornare a chiacchierare con le altre.
Fine si sedette al suo banco.
Sarebbe stata dura questa volta far ragionare Rein.








Ciao :)
Lo avevo detto che Rein non avrebbe retto a lungo la situazione..
Beh scusate ma siccome sono di fretta devo dare il computer a mio papà che deve fare una cosa..
Spero vi piaccia, fatemi sapere.
un bacione :)

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Capitolo 10
*** Grazie ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


GRAZIE

Per tutta la giornata Rein non fece che evitare Fine e Fine non fece che evitare Bright e Shade. Fortunatamente aveva solo visto Bright un paio di volte nel corridoio, così aveva cambiato direzione.
A fine lezioni Rein era andata subito a casa. Fine non si sorprese che non l’avesse aspettata di nuovo, era comprensibile dopo la sfuriata della sera prima.
Uscì anche lei da scuola sperando di non trovare i due Cavalieri ad aspettarla. Si nascose dietro a una colonna, vicino al portone d’ingresso e si mise a guardare il cancello più in là.
Tirò un sospiro di sollievo, meno male non c’erano. Forse avevano capito il suo disagio.
Tornò a casa da sola, ma più tranquilla.
Entrò in casa e salutò i genitori. Suo padre le chiese il perché non fosse tornata con sua sorella, ma lei si limitò a dire che doveva finire di aiutare un professore e quindi si era trattenuta in classe.
All’ora di cena Rein non scese a mangiare. Elza disse che la ragazza aveva detto i non avere fame, cosa che capitava spesso, quindi non si sorprese nessuno. Anche perché nessuno sapeva il vero motivo.
Finito di mangiare, Fine, andò al piano di sopra e si mise davanti alla porta della camera di sua sorella. Aveva tanta voglia di bussare, abbracciarla, dirle che le voleva bene, ma.. Rein la odiava.
Si arrese all’idea e andò in camera sua.
Dopo poco che era sdraiata sul letto, si alzò e andò sul balconcino della sua stanza. Si mise a guardare il cielo.
Si ricordò di quando da piccole, lei e Rein, avevano montato la tenda da campeggio in giardino e si erano messe a studiare le costellazioni, inventandone anche di nuove. Sorrise a quel ricordo. Avevano promesso di rifarlo un giorno. Erano così unite a quel tempo. Avevano otto anni, Fine non aveva ancora quello stupido girocollo.
Invece ora era lì da sola a guardare le stelle. Si sentiva sola, tremendamente sola. Rein le mancava anche se era nella porta accanto. E tutto per colpa di due carte e di un ragazzo!
Prese in mano le due carte dei Cavalieri che ormai teneva sempre con sé. Si imbambolò a guardarle e a riflettere.
Se non avesse mai accettato quel ruolo e quelle carte, sua sorella non starebbe così. Però il mondo sarebbe stato distrutto, e la sua missione era di salvarlo. Era nata per questo..
Voleva parlare con qualcuno, magari con Lione. Ma non sapeva il suo numero o il suo indirizzo. In effetti non ne conosceva nessuno di quelli dei compagni di classe. Ripensandoci però non poteva parlarne con loro, come avrebbe spiegato il motivo del malinteso? Avrebbe dovuto mentire ancora. Invece lei voleva sfogarsi, dire la verità, tutto.
Il professor Itsushi? Non aveva la minima idea di dove fosse o di come contattarlo, Bright? Assolutamente no! Non poteva dirgli che sua sorella era cotta di lui, e poi se per qualche strano motivo Rein fosse entrata in camera sua e li avesse visti insieme? No, no no!
Restava.. Shade. Con lui poteva parlare, è vero. Le avrebbe dato della mocciosa come al solito, ma voleva credere di potersi fidare.
Senza pensarci due volte si portò la carta nera alla bocca appoggiandola delicatamente sulle labbra.
Un istante dopo un turbine di petali neri si sparpagliò per il balcone per poi scomparire e lasciare il posto ad una ragazzo dai capelli cobalto un po’ bagnati e a petto nudo.
Eeehh? A petto nudo?!
Quando Fine se lo ritrovò davanti non fece in tempo a battere ciglio che avvampò, mimetizzandosi con i suoi capelli. Accidenti, ma doveva proprio essere mezzo nudo?! Però, doveva ammettere che aveva proprio un bel fisico, chissà se andava in palestra..
Shade la guardò storto, volendo nascondere che, anche lui, un tantino in imbarazzo lo era. Proprio in quel momento che aveva appena finito di fare la doccia doveva chiamarlo? E poi per cosa? Non c’era niente lì, nessun nemico. Che voleva?
-E-eh.. i-io- Fine era paralizzata, non era abituata ad avere ragazzi a petto nudo in casa sua.
Anche Shade non riuscì a dire molto.
-C-copriti stupido!- disse Fine al culmine dell’imbarazzo, entrando in camera per prendere una felpa e sbattendogliela in faccia.
Shade la indossò, gli andava giusta. Fine non portava quella taglia, eppure era sua. Chissà, magari non le piacevano le sfarzoserie femminili e preferiva le larghe tute da maschio. Lo aveva sempre pensato che fosse una stupida mocciosa.
Il ragazzo si appoggiò con i gomiti alla ringhiera del balcone.
-Che c’è?- disse guardando davanti a sé.
Fine lo osservava. Aveva dei lineamenti perfetti. Altezza aveva ragione a dire che era di una bellezza sovrumana.
La ragazza notò che quel “che c’è?” che aveva detto non sembrava un “Che c’è” del tipo “cosa vuoi? Perché mi hai evocato?, ma più simile a un “Cos’hai?”. Aveva forse capito che era giù di morale?
-Ecco.. mi sentivo sola..- disse lei voltando lo sguardo verso l’orizzonte.
Shade rimase sorpreso da quella frase. Lo aveva chiamato.. perché si sentiva sola? Per questo? Voleva che lui le facesse compagnia? Doveva essere felice, aveva evocato lui e non Bright.
-Perché?- chiese impassibile continuando a guardarla. Ora che la osservava bene era davvero carina. Più di quello che aveva notato fino ad ora.
-Ho litigato con mia sorella- disse lei abbassando lo sguardo.
Shade tornò a guardare davanti a sé.
-Per Bright, vero?- chiese lui come infastidito. Fine lo guardò sorpresa.
-Come lo sai?- chiese ingenuamente.
Shade sbuffò.
-Ho visto come Rein guarda Bright, e l’espressione che ha quando lui sorride a te-
Fine si rese conto in quel momento che Rein stava davvero male, più di quanto avesse immaginato. Se persino una persona che non fosse lei o Bright si era accorta delle emozioni di Rein.. allora quella che si era presa non era una semplice cotta. E che sarebbe stata più dolorosa del previsto se Bright avesse continuato a prestare attenzioni a Fine e non a Rein.
La ragazza abbassò lo sguardo coprendo gli occhi con la frangia.
-Ma che posso fare? Non posso dirle che Bright si comporta così solo perché io sono la Dominion- disse lei quasi disperata.
Shade non sapeva come aiutarla o cosa dirle, non era mai stato in una situazione simile.
-Tu.. che faresti?- chiese Fine voltandosi verso di lui.
Shade ci pensò su un attimo. La fissò.
-Ti piace Bright?-
Fine rimase spiazzata da quella domanda. Perché anche lui le chiedeva una cosa simile?
-Se ti piace allora devi dirlo a tua sorella, e sarà Bright a scegliere..-  Perché? Perché le diceva quelle cose? Bright era il suo rivale, era la Rosa Bianca! Perché stava buttando Fine tra le sue braccia?! A Shade dava fastidio quello che le stava dicendo. Però sentiva che non era solo la questione del Patto il motivo.. forse c’era qualcos’altro, ma cosa?
Fine lo guardava un po’ arrabbiata. Perché la gente pensava che le piacesse Bright, accidenti!
-Ma a me non piace Bright!- rispose lei alzando un po’ la voce.
Per fortuna il balcone della camera di sua sorella era nell’altra facciata della casa. Se fosse stato di fianco al suo chissà cosa avrebbe pensato al vedere lei e Shade insieme, e lui con la felpa di Fine.
Shade non lo diede a vedere per nulla, ma.. dentro si sentiva come sollevato. Era, come.. felice. Felice che Fine avesse detto quelle parole.
La ragazza accorgendosi che aveva alzato la voce si calmò.
-Scusa, non ce l’ho con te- si scusò per il tono che aveva usato.
Shade continuava ad osservarla non mostrando niente di quello che pensava o provava. Avrebbe tanto voluto aiutarla, dirle cosa fare, darle un consiglio, non solo perché era la Dominion, ma come persona. Ma lui non era bravo in queste cose, non ne era mai stato capace. Non aveva mai stretto un buon rapporto con nessuno, non dopo quell’incidente.. scacciò subito quei pensieri dalla mente, ormai erano otto anni che non ci pensava.
-Ha detto che mi odia- disse Fine all’improvviso a voce bassa e sorridendo amaramente.
Shade era colpito. Le parole di Rein dovevano averla ferita molto, si vedeva.
Pochi istanti dopo delle piccole lacrime iniziarono a rigare il viso di Fine. Non voleva piangere, non davanti a lui! Le avrebbe dato ancora della mocciosa e detto che era troppo stupida per essere la Dominion.
Cercò di asciugarsi velocemente le lacrime che continuavano a scendere.
-P-penserai che sono una stupida.. vero? Non sono adatta a fare.. la Dominion se piango per delle.. sciocchezze..- disse lei singhiozzando.
Sentì due braccia stringerla attirandola a sé. Shade la stava abbracciando.
Il ragazzo la strinse a sé facendo immergere il viso della ragazza nel suo petto. Non sapeva che fare per aiutarla, quella era l’unica cosa che poteva fare: starle vicino.
Shade era un po’ in imbarazzo, non abbracciava spesso una ragazza. Poi QUELLA ragazza era.. era la Dominion è vero.. ma perché allora sentiva che per lui stava diventando più della Signora della Rosa che doveva proteggere?
-No, invece sei tu- le disse a bassa voce mentre la stringeva.
Fine era diventata rossissima. Non si aspettava una cosa simile, non da Shade. Perché lo faceva? Voleva aiutarla?
A quella frase Fine sorrise anche se in imbarazzo. Forse il suo Cavaliere iniziava ad accettarla davvero come Dominion?
Rimasero in quella posizione per qualche minuto, entrambi un po’ rossi in viso.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta della camera.
Fine si staccò di colpo. Accidenti! Meno male che aveva chiuso a chiave.
Shade la guardò. Era scocciato, possibile che dovessero venire a bussare proprio ora. Iniziava a piacergli tenerla tra le braccia.
La ragazza si rivoltò verso di lui e gli sorrise con le gote un po’ arrossate. Quel sorrise fece provare a Shade emozioni che non aveva mai sentito. Tanti brividi lungo la schiena e il cuore che iniziava a battere più velocemente. Che gli stava succedendo?
-Grazie-
Lui voltò lo sguardo da un'altra parte per non mostrare il suo imbarazzo.
-Ti dispiacerebbe annullare l’avocazione?! Se ora mi mettessi a saltare di tetto in tetto con i miei poteri, userei troppo del tuo sangue- disse lui.
Fine sorrise di nuovo. Non voleva farla star male, che carino. Però come si annullava un’evocazione? Non sapeva che si potesse fare.
-E come faccio?-
-Bacia la carta- rispose Shade mentre si toglieva la felpa di Fine e gliela porgeva sempre guardando altrove.
Fine arrossì al rivedere il fisico scolpito di Shade, ma fece come le era stato detto.
Shade sparì in un turbine di petali neri, proprio come quando era arrivato.
-Fine, insomma!- bussò di nuovo Elza. La ragazza andò ad aprire.
-Scusa mamma, ero sul balcone e non ti avevo sentita- sorrise.
Ora si sentiva meglio. Era più sollevata. E sapeva cosa fare. Voleva aiutare Rein, e lo avrebbe fatto. Bright si sarebbe accorto di che gioiello di ragazza era sua sorella.

 








Ciaaaaao :D
Ma.. chissà perchè in quasi tutte le recensioni dello scorso capitolo c'erano scritte cose del tipo "Odio Rein" oppure "Rein è una stupida"..
Chissà come mai.. non me ne capacito :3 ahaha ok, forse l'ho fatta passare per la sorella cattiva xD
Ma che ci posso fare? Credo che anche io mi sentirei così se il ragazzo che mi piace andasse dietro alla mia gemella (che non ho -.-')
Cooomunque. Spero che questo capitolo vi piaccia. (Madonna Shade, copriti sennò ti salto addosso!)
Quale piano si starà formano nella mente contorta della nostra Fine per far felice Rein?
Ehh sarebbe troppo facile se mi lasciassi scappare qualcosa come tutte le volte, quindi mi chiudo la bocca con lo scotch.
(è inutile che ti tappi la boccca, stai scrivendo, usi le mani!!  nd.Lettrici) Già -.-
Allora finisco qui il mio commentino!
Un bacione grandissimo!

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Capitolo 11
*** Appuntamento, è un ordine! ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


APPUNTAMENTO, È UN ORDINE!
Nemmeno la mattina dopo Rein aveva aspettato la sorella per andare a scuola. Ma a Fine non importava, presto avrebbero fatto pace. Non avrebbe permesso che il loro rapporto venisse distrutto per un ragazzo.
Arrivata a scuola passò le prime ore di lezione in attesa dell’intervallo.
All’inizio di questo si catapultò come un razzo nella biblioteca. Trovò il professor Itsushi intento a sistemare dei libri.
Ergon spuntò fuori da uno scaffale svolazzando intorno alla Dominion.
-Per caso sa se i ragazzi vengono?- chiese al professore. Se Bright e Shade non fossero venuti da soli in biblioteca avrebbe dovuto evocarli, specialmente Bright.
-Non so.. non penso, Fine- rispose il professore sistemando un libro in uno scaffale in alto.
Uffa. Vorrà dire che avrebbe usato la carta.
Shade che intanto camminava per il giardino davanti alla biblioteca, vide una nube di petali bianchi all’interno delle finestre. Quelli erano i petali della Rosa Bianca. Quindi Fine lo aveva evocato. Perché?
Era curioso, e.. beh.. gli dava fastidio che Fine avesse chiamato quel damerino di Bright.
Corse verso l’entrata della biblioteca.
Intanto all’interno dell’edificio tutta la miriade di petali bianchi si era dissolta lasciando spazio ad un ragazzo dai capelli lucenti e dallo sguardo affascinante e sorridente.
-È un onore essere stato evocato. Sono ai tuoi ordini Dominion- disse Bright in tono cerimoniale facendo un leggero inchino.
Fine arrossì un po’. Ogni volta che quel ragazzo la trattava come una principessa si sentiva in imbarazzo, non era abituata.
-L-lasciamo perdere il cerimoniale, dai!- disse lei un po’ a disagio.
Bright sorrise. È vero, forse aveva esagerato, ma voleva essere educato.
-In cosa posso esserti utile?- chiese lui.
O mamma, era più difficile del previsto. Come poteva dirgli una cosa come quella, come poteva dargli un ordine simile? Non era giusto nei confronti di Bright, in questo modo non avrebbe tenuto conto dei suoi sentimenti. Però sapeva che lo avrebbe fatto, sapeva che avrebbe ubbidito, perché lei era la sua Dominion.
-Ho un ordine- disse lei un po’ rossa.
Shade, nel frattempo, era arrivato davanti alla porta della biblioteca. La aprì infilando la testa.
-Ti ordino di accettare un appuntamento!- disse Fine ormai rossissima in viso e con tutto il coraggio che aveva.
Shade a quella frase rimase impietrito. Fine era lì, di fronte a Bright e.. gli aveva chiesto.. sentì salire dentro di sé un misto di sentimenti. Rabbia, delusione, tristezza. Perché si sentiva così? Forse perché non voleva perdere la sfida contro Bright su chi avrebbe stipulato il patto? No, iniziava ad esserci qualcosa di più, lo sapeva.
Abbassò lo sguardo. Se Fine voleva uscire con quel tipo, va bene! Che faccia quello che vuole quella stupida!
Chiuse la porta della biblioteca per andare a farsi un giro in giardino come faceva di solito.
Bright intanto era rimasto sorpreso dall’ordine di Fine. Un appuntamento?
Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa, ma Fine non lo fece nemmeno iniziare.
-..con mia sorella!- finì la frase.
Già era questo il suo ordine. Bright doveva chiedere a Rein di uscire. Così lei si sarebbe sentita meglio e avrebbe capito che Fine non è nulla per lui.. solo la Dominion.
-Con Rein?- chiese Bright un po’ confuso. Non capiva perché avrebbe dovuto avere un appuntamento con la sorella di Fine.
La ragazza annuì convinta. Era un ordine.
Il Cavaliere della Rosa Bianca le sorrise.
-Se è questo quello che desideri, lo farò senza alcun indugio-
Fine ricambiò il sorriso.
-Grazie-

-Maledizione!- Shade tirò un forte pugno sul tronco di un albero in giardino.
Perché? Perché si sentiva così, accidenti! Perché la frase di quella ragazzina lo aveva fatto arrabbiare così?! Cosa gli importava se lei voleva uscire con Bright?! Forse gli dava fastidio il fatto che la sera prima, Fine, gli avesse detto che non provava nulla per quel tipo e ora la sentiva chiedergli un appuntamento.
Tirò un altro pugno sul tronco.
Dopodiché si voltò appoggiando la schiena all’albero. Si mise una mano sul petto e scivolò fino a sedersi a terra. Perché il suo cuore stava battendo così forte? Ultimamente gli era successo più di una volta quando pensava o era con Fine. Che voleva dire?
Non riusciva a smettere di pensare a Fine e Bright insieme come una coppia. Solo la parola “coppia” gli faceva salire una rabbia dentro. Per caso era quella che tutti chiamano.. gelosia? Ma andiamo, la gelosia c’è solo quando qualcuno è innamorato. E lui.. lui non era innamorato vero? Fine era solo una stupida mocciosa, ecco cos’era.
-Shadeee!- si sentì chiamare.
Si voltò verso destra, verso uno dei viali del giardino. Fine stava correndo verso di lui sorridendogli.
Accidenti che voleva? Proprio ora che in piena confusione mentale doveva arrivare?
La ragazza lo raggiunse fermandosi davanti a lui. Shade la guardò impassibile, era bravo a tener dentro le sue emozioni.
-Devo ringraziarti per ieri sera-  sorrise lei  –ho capito cosa fare-
Shade si voltò da un’altra parte. Certo, anche lui sapeva quello che Fine voleva fare, o meglio, che aveva già fatto.
La ragazza si inginocchiò davanti a lui. Uffa, sperava le chiedesse qualcosa.
-Beh, non mi dici niente? Non vuoi sapere nulla?- chiese lei sorridendo come una bambina che vuole mostrare il suo nuovo giocattolo.
Shade strinse i pugni senza farsi notare dalla ragazza. E cosa le doveva chiedere? Sapeva tutto, purtroppo.
-Gli hai ordinato un appuntamento no? Che c’è da chiedere?- disse un po’ scocciato.
Fine lo guardò stupita –Come lo sai?-
-Passavo di lì e ho sentito. Hai un tono di voce simile a un altoparlante-
Fine rise imbarazzata. Già, tendeva ad alzare la voce quando doveva dire cose difficili.
-Beh, ma non è fantastico?- chiese entusiasta lei.
Shade non era della sua stessa opinione.
-Già- disse bruscamente.
-Ti immagini la faccia di Rein quando glielo chiederà?! Ahh, salterà dalla gioia!- disse lei mentre, dopo essersi alzata, si era messa a fare delle piroette con aria sognante.
Shade si voltò di scatto verso di lei. Aveva detto Rein? Cosa c’entrava?
-Rein?-
Fine lo guardò storta. Non aveva capito? Eppure aveva detto di aver sentito.
-Sì, Rein. Ehi sveglia! Ma mi hai ascoltato? Ho ordinato a Bright di chiedere un appuntamento a Rein, almeno capirà che tra me e lui non c’è niente- disse sorridendo raggiante.
Shade si sentì un imbecille. Aveva frainteso tutto. Pensava che fosse Fine quella che voleva uscire con Bright e non che gli avesse ordinato di farlo con la sorella.
Sorrise impercettibilmente. Sentiva come se il peso che aveva nel petto si fosse sgretolato, sparito. Ora il suo cuore era libero di battere forte, molto forte. E solo perché Fine era lì vicino a lui e sorrideva.
Che quel batticuore significasse qualcosa? Già, forse si stava innamorando di quella mocciosetta dai ridicoli codini?

A fine lezioni Rein uscì per ultima dall’aula. Non aveva ancora intenzione di fare la strada con sua sorella, non se la sentiva.
Si sentiva uno schifo dopo quello che le aveva detto e non avrebbe saputo da dove cominciare per scusarsi.
Fine invece fece tutto in fretta e furia per permettere a Rein si andarsene da sola con calma.
La sorella dalla chioma color del cielo uscì finalmente da scuola quando ormai il tramonto era cominciato. Era bellissimo.
Raggiunse il cancello dell’istituto. Camminava sospirando. Pensava a Fine, a Bright e a quegli assurdi segreti di sua sorella.
Si fermò di colpo quando vide una sagoma appoggiata vicino al cancello. Bright?
Il cuore di Rein iniziò ad accelerare i battiti. Sotto la luce del tramonto quel ragazzo era ancora più bello. Chissà cosa faceva lì. Magari la stava aspettando, sarebbe stato magnifico. Ma ovviamente non era così. Sicuramente aspettava Fine.
-Ciao- la salutò Bright con un grande sorriso.
-P-presidente..- cercò di dire lei ancora imbarazzata. Non riusciva nemmeno a non far tremare la voce.
-Chiamami Bright e basta- la interruppe lui.
Rein a quella frese si sentì in paradiso. Poteva chiamarlo per nome, come buoni amici. La ragazza, tornando presto alla realtà, abbassò lo sguardo rabbuiandosi.
-Se cerchi Fine, è già andata- disse lei.
Bright sorrise –Sì lo so. Ma io aspettavo te-
Eh? Che ha detto? Rein alzò di scatto lo sguardo sorpresa, incontrando davanti a sé due iridi color fuoco che le sorridevano. S-stava.. aspettando lei?
Rein riuscì solo a bisbigliare qualcosa del tipo “davvero?”. Le sembrava tutto uno scherzo.
-Senti.. so che sarei un po’ sfacciato a chiedertelo così, ma... non è che ti andrebbe se ci conoscessimo meglio?-
Rein in quel momento sarebbe caduta per terra se non fosse per la sua volontà di non fare brutta figura davanti a lui. L-le aveva appena chiesto di.. Oddio! Non ci credeva. Era.. era felice. Sembrava che il genio della lampada avesse appena schioccato le dita ed esaudito il suo desiderio.
Ma Fine? Lei pensava che a Bright piacesse la sorella. Ma a quanto le aveva chiesto.. forse se l’era solo immaginato.
Presa dalla gioia sorrise e annuì rossa in viso.
-Allora ti va di uscire con me?- Sorrise di nuovo Bright. Avrebbe a tutti i costi esaudito l’ordine di Fine.
-Sì, certo- disse lei diventando ancora più rossa, ma felice. Felice davvero.
-Bene, allora sabato ti passo a prendere alle 18.00, va bene?-
Sabato? Quindi domani?
Rein non ci pensò un momento –Certo!-
Intanto dietro ad un muretto del cortine, una ragazzina inginocchiata dai capelli rossi stava osservando tutta la scena senza farsi vedere.
-Ahhh, sì! Vai così! Il mio piano sarà un successo!- diceva convinta con il fuoco ardente negli occhi e i pugni chiusi. Era proprio un genio!
-Ehi, mai sentito parlare di Privacy?- chiese una voce alle sue spalle.
Fine si voltò di scatto. Non si era accorta di nessuno dietro di lei.
Si ritrovò davanti gli occhi di Shade che la guardavano divertito.
-Shade- disse lei sorpresa –Io non li sto spiando! Controllo solo che vada tutto bene- disse lei ormai colta sul fatto.
Shade si sporse oltre il muretto sopra di lei. Entrambi osservarono Bright e Rein fino a quando anche loro non si salutarono e tornarono a casa.
-Oh no! Devo arrivare a casa prima di Rein, altrimenti si chiederà che fine abbia fatto e magari capirà tutto- disse Fine in preda al panico, iniziando a disperarsi e pensare al peggio.
-Beh allora ci vediamo domani sera!- disse poi rivolta a Shade mentre iniziava ad incamminarsi verso il cancello a passo svelto.
-Domani sera?- chiese Shade confuso. Che doveva fare domani sera?
-Certo! Bright e Rein escono domani sera, e voglio controllare che Bright esegua bene gli ordini. Lui viene a prenderla alle 18.00, sii puntuale anche tu! Ciao- disse lei sorridendo e mettendosi a correre per arrivare subito a casa.
Shade la guardò andare via. Sospirò. Cosa gli toccava fare per quella ragazzina.








Ciao gente :) tutto bene?
Fine ha architettato un bel piano eh? Bright ha dovuto ubbidire per forza! Ma chissà che non si diverta davvero con Rein.. Mah.. non vi dico nulla ;)
E anche Shade è obbligato ad andarci con Fine per spiarli.. una specie di appuntamento a quattro, di cui due in incognito xD
Ma che bellino è Shade geloso ?! :3
Ora vi saluto e vi mando un enorme bacione, spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D
Ciao ciao

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Capitolo 12
*** Un Arcano al Luna Park ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


UN ARCANO AL LUNA PARK
-Fine- la chiamò Rein dall’altra parte della porta.
Fine corse ad aprire e le sorrise. Forse ci siamo.
-Senti io.. so che.. sono stata terribile. Perdonami- disse dopo qualche minuto che stava in silenzio a cercare di formulare una frase che non sembrasse banale. Ma alla fine le era uscito il classico “perdonami”.
Fine le sorrise a trentadue denti. La abbracciò forte.
Rein non capì perché Fine accettò le sue scuse così facilmente, ma non gliene importava. Ora erano di nuovo Fine e Rein, Rein e Fine, due sorelle e una sola mente.
-Ti ha chiesto di uscire?!- chiese Fine fingendo di essere sorpresa come una bimba che apre il regalo di Natale. Non aveva certo intenzione di spifferare a Rein che era tutta una sua idea!
La sorella, dopo quel dolce abbraccio, le aveva raccontato tutto quello che era successo con Bright poco prima. Aveva uno sguardo sognante e finalmente felice.
-Sì. Viene domani sera-

La sera successiva, alle 18.00, il campanello della porta suonò.
Fine guardò l’orologio. Incredibile, erano le sei precise, né un secondo meno, né uno più. Quel ragazzo era incredibile.
Vide Rein catapultarsi ad aprire. Era dall’ora di pranzo che non la vedeva, la sorella si era chiusa in camera a scegliere come vestirsi per questo appuntamento. E doveva ammettere che era davvero carina.
-Ciao- salutò Rein con voce quasi mielosa. Eh sì, era proprio cotta.
-Buonasera- salutò Bright porgendole una piccola rosa bianca.
Rosa bianca, ma quale coincidenza. Pensò Fine sarcasticamente.
Rein prese cappotto e borsetta, salutò Fine e i genitori e raggiunse Bright sull’uscio della porta.
Bright si voltò con la cosa nell’occhio verso Fine. La ragazza gli stava mimando con le labbra un “Vai alla grande!” mentre alzava i pollici verso l’alto. Bright sorrise e le fece l’occhiolino. Avrebbe ubbidito a pieno al suo ordine e avrebbe fatto felice la sorella della sua Dominion.
Appena i due chiusero la porta, Fine corse a velocità mai vista in camera a prendere il suo cappotto. In un secondo tornò giù come un tornado.
-Io esco!- urlò ai genitori.
Non fecero in tempo a rispondere che anche la loro seconda figlia era già uscita. Ma non era Rein quella che aveva un appuntamento?
Fine uscì velocemente.
Vide Rein e Bright quasi alla fine della via. Poi si guardò in torno, dov’era Shade? Aveva detto “puntuale!”
-Vanno al Luna Park- disse una voce alle sue spalle.
Fine non se l’aspettava, così fece un salto in avanti.
-Accidenti Shade!- disse lei spaventata.
Lui sorrise divertito.
-A-al Luna Park? Come lo sai?-
-Li ho sentiti mentre ne parlavano appena usciti da casa tua- disse lui quasi per nulla interessato.
-Ah, ma è fantastico! Andiamo!- disse lei in preda all’entusiasmo.
Lo prese per un polso e lo trascinò dietro di sé mentre correva come una scheggia.
Accidenti, ma che aveva fatto di male?
Circa un quarto d’ora dopo erano tutti e quattro all’entrata del Luna Park. Beh, due di questi quattro però erano.. come dire.. in incognito.
Videro Rein trascinare Bright sulla prima giostra: le tazze.
Fine e Shade salirono in una tazza vicino a quella dei due, ma a distanza di sicurezza, e con i cappucci delle felpe ben tirati su.
Fine rideva nel vedere Rein che faceva girare sempre più forte la tazza per poi perdere l’equilibrio e cadere tra le braccia di Bright, che le sorrideva divertito.
-Guarda cosa fa mia sorella!- diceva ridendo.
Shade osservò Rein.
-Che sta facendo?- chiese stupito del comportamento della sorella di Fine.
-Sta facendo in modo di stare il più possibile tra le braccia di Bright- disse per poi tornare a ridacchiare.
Shade guardò Fine. Senza farsi vedere girò il “volante” della tazza, facendo aumentare la velocità.
Fine, non aspettandoselo, venne sballonzolata di qua e di là, finendo presto addosso a Shade che la prese al volo mettendola nella stessa posizione in cui si era messa Rein.
-È così che si fa?- chiese Shade guardandola intensamente.
Fine arrossì di colpo. Accidenti, perché quegli occhi la ipnotizzavano così?!   Si risvegliò presto, ma che stava facendo? Erano lì per Rein e Bright, non per fare loro i piccioncini.
-C-che stai facendo?!- disse staccandosi bruscamente rossissima in viso –F-forza andiamo, Rein e Bright sono scesi- disse fermando la tazza e uscendo da quella giostra.
Shade la guardava divertito.
Fine e Shade seguirono i due piccioncini per diverse giostre. Andarono sulle Montagne Russe, dove Fine gridava a squarcia gola con il vento tra i capelli, e Shade dovette tapparsi le orecchie. Fu un miracolo che Rein e Bright, ai primi due posti, non la sentirono.
Poi li seguirono sugli autoscontri, dove il Cavaliere della Rosa Bianca si offrì di guidare, mentre Rein si aggrappava al suo braccio. Fine invece volle stare al posto di guida, sbandando ogni volta e mettendosi a ridere come una bambina. Shade per miracolo riuscì a rimanere seduto e non essere scaraventato fuori dalla macchinina.
Andarono sulla classica giostra dei cavalli, dove Shade finalmente poté riposarsi, ma allo stesso tempo vergognarsi di essere su una giostra per bambini e vedere Fine che saltellava da un cavallo all’altro senza farsi vedere dalla sorella.
Dopo svariate giostre si ritrovarono davanti alla Casa Stregata. Rein e Bright erano appena entrati.
-I-io non ci entro lì- disse Fine con le gambe che tremavano a vista d’occhio.
-La Dominion che ha paura di pupazzetti imbalsamati. Ridicolo- disse lui arrogante.
-I-io non ho paura!- disse lei arrabbiandosi, ma appena sentì un rumore da dentro la porta di quella casa fece tre passi indietro.
-E se succedesse qualcosa? La svolta della serata di quei due, te la vorresti perdere?- disse Shade guardando la porta d’ingresso.
In effetti nelle case stregate a volte succedono le cose più romantiche, e conoscendo i metodi di Rein, forse sarebbe successo qualcosa. La verità era che Shade voleva che Fine si spaventasse talmente tanto a attaccarsi a lui come fa ogni ragazza. Che piano assurdamente perfetto.
Fine si convinse e seguì Shade dentro a quell’inferno.
Per i primi metri Fine era intenta a mugugnare qualcosa, probabilmente una formula contro gli spiriti maligni.
-È meglio se aumentiamo il passo o li perderemo- le disse Shade che era cinque passi avanti a lei.
La ragazza annuì tremante.
Dopo qualche minuto li videro in fondo al corridoio. Rein appiccicata al braccio di Bright e lui che la guardava divertito. Quando compariva un qualcosa o si sentiva un rumore la ragazza cacciava un urletto e si stringeva di più al ragazza.
Fine la guardò divertita. Lei sapeva che stava solo facendo finta, Rein era coraggiosa, quei cosi non l’avrebbero mai spaventata.
Mentre guardava la sorella qualcosa le toccò la caviglia. Incapace di fare altro, abbassò pianissimo la testa ritrovandosi a guardare una mano, che in realtà si muoveva solo grazie a un filo, che la stringeva.
Un urlo si propagò per tutta la Casa Stregata. Rein e Bright si voltarono di colpo. Chi era?
Fortunatamente Shade fu più veloce a tapparle la bocca e a nascondersi dietro l’angolo, all’inizio del corridoio. Per un pelo!
-Accidenti, ma vuoi che ci scoprano?!- le disse a bassa voce per non farci sentire, guardando in direzione di Bright e Rein, che fortunatamente stavano proseguendo.
Si rivoltò verso Fine accorgendosi che aveva le lacrime agli occhi. Doveva essersi davvero spaventata.
-Sei una fifona- disse asciugandole le lacrime e lasciandole libera la bocca.
Fine arrossì, non si aspettava che Shade si comportasse così. Era sempre stato uno duro e antipatico, certo magari non negli ultimi giorni, ma un gesto simile non era da lui.
-Forza andiamo- le disse prendendola per mano e ricominciando a seguire gli altri due.
Fine non diceva nulla. Era impegnata a capire perché il suo cuore stesse battendo così. Perché Shade la faceva sempre sentire in quel modo? La sua mano.. era così.. calda e fredda insieme. Lui stringeva la sua come se fosse di cristallo, ma nello stesso tempo la teneva forte, come se non volesse perderla per strada.
Uscirono presto da quell’incubo, con un sospiro sollevato di Fine.
Videro Rein correre trascinando Bright verso la Ruota Panoramica. Li seguirono. Appena i due misero piede in una delle cabine, Fine e Shade entrarono in quella dopo.
Fine voleva assolutamente provare ad ascoltare cosa si stavano dicendo. La Dominion era in piedi con la faccia spiaccicata al vetro e guardava verso l’alto, verso la cabina di Rein. Uffa non si sentiva nulla. Scoraggiata si sedette di fronte a Shade, che guardava fuori annoiato.
-Non si sente nulla- disse lei sospirando. Beh, poco importa, sicuramente la sorella le avrebbe raccontato tutto.
-Ti sei divertito?- chiese di getto a Shade sorridendo.
Il ragazzo la guardò sorpreso. Se si era divertito? Aveva passato tutto il tempo a essere trascinato di qua e di là da lei per seguire quei due! Però.. era da un po’ di tempo che non faceva cose simili.. sì, forse si era divertito.
-Può darsi- disse enigmatico tornando a guardare fuori.
Fine fece la faccia da offesa, possibile che dovesse sempre fare l’antipatico?
Vide Shade irrigidirsi e alzarsi di scatto guardando fuori, in basso. Guardò anche lei. Rimase paralizzata.
Tutta la gente era a terra, come se stesse dormendo. Si sentivano lamenti lontanissimi.
-Rein! Rein!- si sentì urlare.
Fine guardò verso l’altro e vide attraverso i vetri che Bright stava facendo qualcosa, stava scuotendo qualcuno. C’era solo Rein con lui. Che stava succedendo? Che aveva sua sorella?
-Sta succedendo qualcosa- disse Shade preoccupato tornando a guardare anche lui fuori il resto delle persone.
Fine lo guardava in preda al panico. Sì, ma cosa?
Aspettarono che la Ruota finisse il suo giro, e scesero. Anche il conducente era a terra senza energie.
Trovarono Bright che era appena sceso con Rein in braccio priva di sensi. Fine corse da sua sorella.
-Che ci fate qui?- chiese Bright stupito di vedere quei due dietro di sé.
-Ti spieghiamo dopo. Che succede?- chiese Shade quasi più a sé stesso.
Fine intanto aveva spostato lo sguardo da Rein a qualcos’altro. Non sapeva bene cosa, guardava nel vuoto. Sentiva come un’energia, un qualcosa che non aveva mai sentito. Qualcosa di caldo che l’attirava.
Fece un passo avanti come in tranche, attratta da quell’energia. Ne fece un altro.
-Fine!- la chiamò Shade. Bright lo fermò.
-Forse.. c’è un Arcano- ipotizzò mettendo Rein a terra.
-Bravo ragazzo, sei intelligente- confermò una voce maschile. Da dove proveniva? Di chi era?
Fine si risvegliò. Un Arcano? Qui? Si guardò intorno per trovare il possessore della voce. Niente.
-E così saresti tu la nuova Dominion. Niente male- disse arrogante la voce.
Al “niente male”, Fine si ritrovò davanti una sagoma. Questa le prese il mento facendola voltare un po’ verso destra e un po’ verso sinistra, come per guardarla nei dettagli.
La ragazza si scansò facendo due passi indietro.
-Fine!- urlarono i due Cavalieri, correndo da lei e parandosi davanti.
I tre poterono osservare bene colui che avevano davanti. Era un ragazzo, della loro altezza, probabilmente anche della stessa età. Indossava un costume molto elaborato, come quello di un principe del Settecento. Aveva ricci capelli castani e portava una maschera che impediva di vederlo in volto. Ed era sospeso in aria. Sì, volava.
Lo sconosciuto incrociò le braccia.
-Come siamo diffidenti, Signora della Rosa- disse facendo l’offeso.
Ma chi era? Che voleva? Fine lo guardava spaventata.
-Chi sei?!- chiese Bright digrignando i denti e assottigliando lo sguardo.
Il ragazzo rise. Che ingenui, non sapevano nulla.
-Sono colui che vi toglierà l’Arcano da sotto il naso- disse con tono divertito. Allora c’era davvero un Arcano in quel Luna Park!  Bright aveva indovinato.
Dalla mano del ragazzo spuntò una rosa, una rosa morta. Quel fiore stava appassendo. Il ragazzo la guardava quasi sognante.
-Non trovate anche voi che la bellezza di una rosa appassita non sia paragonabile a nulla?- disse lui con voce inquietante –Puoi vedere tutta la sua sofferenza, la sua vita scomparire..-
-Si può sapere chi sei?!- gli urlò Shade interrompendolo.
Il ragazzo lo guardò male.
Fine notando quella rosa, pensò che magari potesse essere un Cavaliere della Rosa. Ma era possibile? In fondo il professor Itsushi le aveva detto che erano solo Bright e Shade i Cavalieri, nessuno poteva avere gli stessi poteri. Però c’era da considerare che quel tizio, aveva fatto comparire una rosa.. e volava!
E doveva avere per forza a che fare con il Patto e con tutta quella storia, altrimenti sarebbe a terra privo di energie come tutti. Chi era?
-Io sono una delle False Rose-









Buonasera :3
Fine e Shade *-* uhhh che dolciii #Sogno-time
Comunque.. spero vi sia piaciuto :D
Lo so adesso ho creato un sacco di altre domande su questo tizio che vola. Sono perfida >:D Muahaha
Scusate ora vado che ho fatto gli allenamenti di pallavolo e sono praticamente distrutta.
Ciao, buona serata :D

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Capitolo 13
*** La Falsa Rosa ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?



LA FALSA ROSA

-Io sono una delle False Rose- disse lo sconosciuto sorridendo in modo inquietante.
False Rose? Che cos’erano? I tre ragazzi erano confusi, non ne avevano mai sentito parlare, nemmeno Bright e Shade ne sapevano qualcosa.
-F-Falsa Rosa?- chiese Fine confusa.
-Mi stupisco che non sappiate nulla, Signora della Rosa- disse lui toccando finalmente terra –Le False Rose sono dei Falsi Cavalieri creati e ispirati ai Cavalieri originali- spiegò lui facendo cadere a terra la rosa morta che aveva in mano.
-Cosa? Ma che significa?!- chiese Bright irritato. Non ci stava capendo assolutamente nulla.
Il Falso Cavaliere sorrise malignamente.
-Noi, siamo coloro che sono stati creati per recuperare gli Arcani e impedire che il Sigillo venga ricompattato- disse scandendo le parole come una filastrocca.
Fine era spaventata. Quindi se anche quel tipo doveva recuperare gli Arcani, erano nemici? Ma soprattutto come avevano i poteri simili a quelli dei veri Cavalieri?
-Quindi aspettatevi il peggio- disse infine schiacciando la rosa sotto la sua scarpa.
I due Cavalieri lo guardavano con tono di sfida. Non gli avrebbero lasciato l’Arcano, in nessun caso.
Il ragazzo li guardò un istante per poi scomparire di colpo, una risata riecheggiava per il Luna Park ormai privo di vita.
I due Cavalieri si guardavano intorno in stato di allerta. Dove poteva essere.
Fine tremava, aveva paura. Proprio ora doveva succedere questo? Continuava a chiedersi se tutte quelle persone e sua sorella stessero bene, erano lì a terra, sembravano senza vita. E poi quel ragazzo, chi era? Chi è che lo aveva “creato”?
Si sentì attirare da dietro. Due bracci forti la strinsero. I suoi piedi si staccarono da terra. Stava volando?!
-Ahhh- gridò spaventata. Che stava succedendo?
Shade e Bright si voltarono di scatto
–Fine!-
Quel tizio era apparso dietro alla ragazza, e ora la teneva stretta in aria.
-Ah dimenticavo. Non vi dispiace se prendiamo la Dominion vero? Ci faciliterebbe il compito- disse sorridendo e annusandole il collo.
Fine lo guardava terrorizzata. E ora che doveva fare?
-Toglile le mani di dosso!- gli urlò Shade prendendo un sasso da terra e tirandoglielo addosso. Senza evocazione non poteva usare i poteri, ma doveva pur far qualcosa.
Lo colpì sulla maschera, nel punto che gli copriva la fronte. Dalla forza di quel lancio, la testa del Falso Cavaliere venne piegata all’indietro. Che potenza, sicuramente si sarebbe trovato un bernoccolo!
Senza accorgersene lasciò Fine che cadde tra le braccia di Shade.
-Stai bene?- le chiese preoccupato.
La ragazza annuì ancora spaventata. Shade la mise giù.
-Fine, ora!- disse Bright.
La ragazza capì cosa intendeva. Annuì decisa e prese le carte. Se le portò entrambe alle labbra.
Intorno ai due ragazzi si materializzarono due turbini di petali, neri e bianchi. I due sorrisero ormai nel pieno delle forze e dei loro poteri.
-Adesso giochiamo ad armi pari, stupida Imitazione- disse Shade sorridendo beffardamente. “Imitazione”, sì, quello sarebbe stato il soprannome che gli avrebbe affibiato. Era proprio adatto alla Falsa Rosa.
Il Falso Cavaliere al sentirsi chiamare in quel modo perse la calma. Non dovevano permettersi di chiamarlo così! Loro non sapevano! Non sapevano cosa provava, cosa provavano tutti Loro!
-Non chiamarmi così!- urlò fuori di sé, scaraventandosi contro i due Cavalieri.
Bright alzando una mano, creò una sorta di barriera opaca a forma di cupola sopra loro tre.
Il Falso Cavaliere ci rimbalzò sopra.
Fine guardava come se fosse al cinema, con la bocca aperta, sorpresa e impaurita. Che cos’era quella cosa che aveva fatto Bright? Era una.. barriera protettiva? Wow, che forza!
La barriera sparì. Nelle mani di Shade comparve una spada, proprio come la prima volta.
Il ragazzo fece un salto sovrumano raggiungendo il ragazzo che stava lievitando in aria. La Falsa Rosa schivò tutti i colpi di Shade, che dovette tornare a terra al fianco di Bright.
-È veloce- constatò Bright guardando il nemico con ostilità.
-L’ho notato Principino- gli rispose bruscamente la Rosa Nera. Non gli piaceva essere battuto da nessuno.
Fine che aveva seguito tutta la scena, si voltò di scatto verso destra, verso la bancarella dei gelati. Davanti ad essa per terra erano accasciate diverse persone, molti bambini.
Sentì un calore provenire dalla parte opposta, verso la giostra dei cavalli.
Guardò bene, c’era una luce per terra. Una luce calda e rilassante. Emanava la stessa energia che aveva sentito prima. Era forse.. l’Arcano? Doveva andare a controllare, a vedere se era quello che pensava e prenderlo. Ma come faceva? Anche al nemico interessava l’Arcano, sicuramente le avrebbe impedito di raggiungerlo e appropriarsene.
Guardò i suoi Cavalieri. Che momento emozionante, stava per dargli il primo “ordine di battaglia”.
-Ragazzi, tenetelo occupato, io vado a prendere l’Arcano!- disse lei iniziando a correre verso la direzione della giostra.
-Ma..- provò a fermarla Shade, era troppo pericoloso!
-È un ordine!- disse lei interrompendolo e facendogli l’occhiolino.
Shade si voltò verso la Falsa Rosa insieme a Bright
–Maledizione- stupida ragazza, doveva sempre mettersi nei guai.
Vedendo il Falso Cavaliere provare a seguire Fine, gli si parò davanti.
-Non vai da nessuna parte- gli disse guardandolo con astio.
-Levati Rosa Nera!- disse pieno di rabbia.
Bright raggiunse Shade davanti al nemico
–Ora siamo noi i tuoi avversari!-
Il ragazzo si arrese, iniziando a combattere contro quei due. Doveva assolutamente sbrigarsi e raggiungere l’Arcano!

Fine correva, correva verso quella giostra per bambini.
La raggiunse con il fiatone, si sentiva stanca, terribilmente stanca. Forse era dovuto al fatto che Shade e Bright stessero usando i loro poteri e così il suo sangue. Non importava, ce l’avrebbe fatta comunque. Cercò il punto da cui proveniva la luce.
-Andiamo Arcano dove sei? Vieni qui- diceva mentre cercava tra i vari corpi della gente ormai senza forze.
Non sapeva nemmeno lei dove cercare. Non sapeva COSA doveva cercare. Gli Arcani si manifestavano come delle carte, ma come faceva a trovare una carta?
-Oh andiamo vieni fuori! Ho bisogno di te!- disse ormai allo stremo della pazienza. Tremava, aveva paura, paura di non trovarlo, paura per Bright e Shade.
Sentì un forte calore sul tetto a mo di tendone del circo della giostra. Precisamente sulla punta brillava qualcosa. L’Arcano! Non c’erano dubbi, doveva essere solo lui!
Iniziò ad arrampicarsi sui vari pilasti che tenevano su la parte del tetto della giostra. Essendo brava negli sport ed esperta ad arrampicarsi sugli alberi, lo raggiunse con facilità. Aveva comunque il respiro affannato, non era abituata che qualcuno le togliesse così il sangue, anche se in minima quantità. Il professore aveva detto che all’inizio sarebbe stata dura.
Si ritrovò faccia a faccia con l’Arcano. Non sapeva come descriverlo. Era una carta dorata, con una rosa in mezzo ad un sole. Brillava di luce propria, una luce accecante.
Allungò la mano.
-Vieni qui- sussurrò per farsi coraggio.
Come da le ordinato l’Arcano si avvicinò a lei lievitando. Si appoggiò tra le sue dita e smise di brillare.
Fine poté osservarlo meglio, era della grandezza delle carte dei Cavalieri. Realizzò solo pochi istanti dopo di averlo in mano. Sorrise. Ce l’aveva fatta.
Scese velocemente dalla giostra per tornare dai suoi Cavalieri. La Falsa Rosa doveva andarsene, ormai l’Arcano era nelle sue mani!
Arrivò allo spiazzo di prima correndo.
Lo spettacolo che le si presentò la fece fermare di scatto.
La Falsa Rosa era in aria e respirava affannosamente, segno che Bright e Shade le avevano dato filo da torcere.
Vide attaccati alle sue dita dei fili di spine. Lì seguì. Arrivò a terra. Vide Shade legato come un salame da quelle spine che cercava di dimenarsi inutilmente. Più in là Bright stava in piedi a fatica.
-Perché non vi arrendete?- disse sarcasticamente il nemico.
Bright non rispose, si limitò a guardarlo male.
La Falsa Rosa allora aprì la mano. Da essa comparve un filo spinato appuntito e molto spesso. Sembrava quasi una frusta.
-Bene, allora inizio con re, Rosa Bianca!- disse.
Dalla sua mano partì il quel maledetto filo. Andava ad una velocità impressionante. Avrebbe sicuramente ucciso Bright!
-Bright!- urlò Shade impotente.
Fine iniziò a correre. Correva, correva verso il suo Cavaliere.  Non voleva, non avrebbe permesso che gli facessero del male. Come avrebbe reagito sua sorella?
-Bright!- urlò saltandogli addosso.
Shade si sentì morire nel vedere anche Fine nel mirino del filo. Noo!
Bright si ritrovò con la sua Dominion tra le braccia.
Si guardarono per un lungo istante, come se il tempo si fosse fermato. Quel filo non doveva arrivare, non volevano che arrivasse!
Una luce accecante comparve in mezzo a loro due.
Che stava succedendo?






Ciao :)
Scusate il ritardo, ma ho avuto un contrattempo..
Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Forse avrete ancora domande su queste False Rose, ma non posso spiegare tutto al loro primo incontro.
Povero Bright.. cosa starà succedendo?
Scommetto che qualcuno scriverà "Spero che quel filo spinato lo colpisca in pieno" xD
Spero di sbagliarmi perchè Bright mi sta simpatico dato che inizia ad interessarsi a Rein..
Ok ora basta :3
Un bacione

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Capitolo 14
*** Rosa Bianca Secondo Risveglio ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


ROSA BIANCA SECONDO RISVEGLIO
-Bright!-
Fine gli era saltata addosso nell’intento di proteggerlo. Sapeva che lui avrebbe fatto lo stesso, perché lei era la sua Dominion.
Una luce accecante si formò tra i due. Una luce bianca, calda.
Cos’era?
Entrambi sentirono dentro di loro un turbine di emozioni.
Bright sentiva la paura di Fine, e lei sentiva la preoccupazione di lui. Com’era possibile? Non sapevano quali fossero i sentimenti di uno e quali quelli dell’altra. Erano come una sola cosa.
-Che succede?- chiese Fine incredula.
Bright era altrettanto esterrefatto. Forse era..
-Il Secondo Risveglio- sussurrò tra sé e sé.
Fine lo guardò confusa. Se lo ricordava. È il secondo Livello.
Tutto successe in un attimo. La luce piano svanì lasciando i due ragazzi a guardarsi sorpresi.
Il filo di spine li raggiunse. Un esplosione.
Una grande massa di polvere si alzò da terra.
-Nooo!- Shade era a terra legato con quell’accidenti di filo della Falsa Rosa. Fine e Bright erano.. e lui non aveva potuto fare niente.
Il Falso Cavaliere iniziò a ridere. Che illusi, avevano sperato di sconfiggerlo. Però il danno c’era. Anche la Dominion era stata distrutta insieme alla Rosa Bianca? Ora come avrebbe fatto a spiegarlo a Lui? Forse era meglio così..
La nube di polvere si dileguò dopo qualche istante lasciando spazio e due sagome nere.
La Falsa Rosa smise di ridere. Cosa? Com’era possibile?
Shade tirò un sospiro di sollievo anche se era ancora impietrito dallo spavento.
Bright era in piedi. Con braccio teneva Fine per le spalle, mentre l’altro era proteso verso l’alto da cui nasceva una barriera, proprio come quella precedente, ma milioni di volte più splendente.
L’Imitazione dei Cavalieri li guardò spaventato e confuso. Non poteva essere, li aveva colpiti in pieno!
-Mai sentito parlare di Secondo Risveglio, Falsa Rosa?- chiese Bright sorridendo sicuro di sé.
Secondo Risveglio. Oh no, questa non ci voleva. Ora non aveva possibilità.
Shade intanto guardava stupito. Stavano bene. Ora era chiaro come avessero fatto.
-E mi dispiace, ma ho già recuperato l’Arcano- disse Fine sorridendo e mostrando la carta nelle sue mani.
Il Falso Cavaliere strinse i denti. Maledizione! Beh, almeno ora sapeva con chi avevano a che fare. Sarebbe stato divertente.
-Non pensiate di aver visto, questo non è nemmeno l’inizio- disse sorridendo malignamente e sparendo in una nube di petali secchi, morti.
Il filo spinato che avvolgeva Shade sparì, lasciando libero il ragazzo di muoversi.
-Shade!- Fine corse dal Cavaliere che era rimasto a terra con un po’ di graffi addosso per colpa di quel filo maledetto.
Bright li raggiunse.
-Spostati Fine, lascia fare a me- disse sorridendole e facendosi avanti.
-Che vuoi fare principino?!- chiese bruscamente Shade vedendo Bright toccargli il braccio.
-Vorrei guarirti se me ne dai la possibilità. O vuoi che quando la gente si svegli pensi che c’è un killer in giro che ti ha ridotto così?- disse lui in tono di rimprovero.
-Useresti troppo sangue- gli rispose Shade staccandosi dalla Rosa Bianca. Usando i suoi poteri così avrebbe rischiato di prendere altro sangue da Fine, e per quel giorno ne avevano abusato fin troppo.
-Non preoccuparti io sto bene- sorrise Fine.
-E poi dopo il Secondo Risveglio, i miei poteri sono aumentati. Utilizzerò nemmeno la metà del solito- spiegò Bright. Già a questo Livello il potere del Cavaliere aumenta e si istaura un rapporto “più profondo”. Ecco spiegato il perché, nel momento della luce, uno aveva sentito le paure dell’altra.
Bright mise una mano sul braccio di Shade e in un attimo tutte le ferite sul corpo di Shade sparirono, lasciando solo qualche strappo sugli abiti.
Il ragazzo si voltò da un’altra parte scocciato.
-Non aspettare che ti ringrazi- disse bruscamente. Non era tipo da ringraziamenti, specialmente con Bright!
-Lo so-
-Bright!- lo chiamò Fine.
Il ragazzo si voltò. La vide che era inginocchiata vicino a sua sorella. Molta gente intorno si stava svegliando.
-Presto torna sulla Ruota Panoramica prima che si svegli!- gli disse.
Bright annuì. Prese Rein in braccio e risalì nella cabina.
Questa volta Fine e Shade non salirono. Ne avevano avuto abbastanza.

La cabina era ormai quasi nel punto più alto. Rein si stava svegliando.
-Mmm.. che? Dove sono?- disse guardando assonnata fuori dalla cabina. Vide tutto il Luna Park illuminato. Era bellissimo.
-Non è bellissimo?- chiese Bright guardando fuori.
Rein si ricordò di colpo dell’appuntamento. Ma..? Si era addormentata! Oh no! Che figuraccia, come era potuto succedere. Arrossì di colpo.
-M-mi dispiace! Non volevo addormentarmi!- disse lei in preda all’imbarazzo. Le salirono le lacrime agli occhi. Voleva passare un po’ di tempo con lui, e si era addormentata da brava guastafeste.
Bright le sorrise e le asciugò una lacrima che le stava scendendo sul viso.
-Ehi. Guarda che mi sono divertito- disse capendo lo stato d’animo della ragazza –Te lo hanno mai detto che sei carina quando dormi?- disse divertito. Era vero. Bright non lo aveva detto solo per farle piacere. L’aveva guardata bene mentre la cabina saliva. Somigliava molto a Fine, ma avevano un non so che di diverso quelle due.
In fondo, nonostante sia stato un ordine impartitogli di Fine, si era divertito, era contento di essere venuto lì con quella ragazzina. Era diversa da Fine, non sapeva dire cosa, ma anche Rein era speciale a modo suo, pur non essendo una Dominion.

-Accidenti che giornata- sospirò Fine buttandosi su una panchina con Shade.
-Doveva proprio comparire oggi quel tipo?! Ha rovinato l’appuntamento di mia sorella!- disse lei mettendo il broncio. Si era impegnata così tanto per far andare tutto bene.. e arrivava quel tizio a rovinare tutto.
-Beh, non è andata male. L’importate è che tutti stiano bene- disse Shade guardando le persone che ora animavano felici il Luna Park.
-Già. Sembrano non ricordarsi nulla- gli diede ragione la ragazza guardando un bambino che correva con un palloncino in mano.
Avrebbero dovuto dire tante cose al professor Itsushi quando sarebbero andati a scuola. Tante cose dovevano raccontargli e altrettante dovevano chiedergli.
-Forza, è tardi. Ti accompagno a casa- disse Shade alzandosi dalla panchina e iniziandosi ad avviare verso l’uscita del Luna Park con le mani in tasca.
Fine sorrise e lo seguì. In fondo si era divertita. Sembrava quasi un appuntamento anche il suo.
La ragazza entrò in casa salutando i genitori.
-Tesoro dove sei stata anche tu?- chiese Elza. Era uscita così, senza dire dove andava.
-Oh niente, mamma. Ho fatto un giro- sorrise innocente Fine correndo di sopra in camera sua, portandosi dietro un palloncino rosso che aveva preso all’uscita del Parco Divertimenti.
La mamma la guardò salire le scale di corsa.
Un istante dopo la porta si aprì facendo entrante una Rein che stava ancora salutando un ragazzo in strada.
La ragazza richiuse la porta con aria sognante e salutò la mamma. Anche Rein teneva in mano un palloncino simile a quello di Fine.
Elza sorrise. Forse aveva capito cosa aveva fatto Fine quella sera. Beh, capì solo la parte razionale delle cose, perché quella magica e irrazionale rimase un segreto per tutti, anche per coloro che erano al Luna Park quella sera.








Ciao :D
Ok sono pronta a prendermi pomodori in faccia per quello che è successo tra Bright e Fine.
Però posso dire a mia difesa che a Bright inizia a piacere Rein, come avete letto ù.ù
Beh spero che vi sia piaciuto :3 Mi spiace che sia un po' corto, rimedierò con il prossimo. E vi anticipo che parlerà un po' di Shade *-*
Un grandissimo bacione

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Capitolo 15
*** Un passato doloroso ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


UN PASSATO DOLOROSO
La sera prima, Rein, appena rientrata si era catapultata nella camera di sua sorella per raccontarle tutto. Fine fortunatamente aveva appena fatto in tempo a togliersi il giubbotto e le scarpe e a nascondere il palloncino sul balcone.
Era felice che Rein fosse così innamorata. Ascoltò tutto il racconto della sorella nei minimi dettagli, anche se conosceva già tutto. Ovviamente non le disse che l’aveva seguita, o il motivo per cui si era addormentata.
Rein le disse che lei e Bright non si erano messi d’accordo per rivedersi un altro giorno, ma sperava di sì. E se Rein lo sperava, allora Fine avrebbe fatto di tutto per accontentarla, anche rivivere una giornata come questa.
Finalmente erano tornate le sorelle di sempre.

-Buongiorno!- salutarono in coro le gemelle entrando in classe. Avevano dormito insieme, mano nella mano, come una vera famiglia.
La giornata passò tranquilla, tra l’ora di scienze e quella di letteratura.
Durante l’ora del professor Itsushi, Fine pensava a quanto gli dovesse raccontare. Era andata bene in fondo. Chissà che sorpresa sarebbe stata per il professore sapere che avevano recuperato il primo Arcano!
All’intervallo andò a cercare Bright e Shade.
Il primo lo trovò impegnato con dei compagni del Consiglio Studentesco, così la lasciò fare. “Prima il dovere!”. Si sarebbe complimentata dopo per il buon lavoro della sera prima.
Andò in giardino. Sicuramente lì avrebbe trovato Shade.
Dopo pochi minuti che girava, lo trovò come sempre seduto con la schiena appoggiata ad un albero. Stava dormendo, che carino. Sembrava meno arrogante del solito così.
-Che vuoi?- chiese di colpo Shade aprendo un occhio.
Fine sobbalzò, allora era sveglio. Caspita che orecchio, l’aveva sentita!
-Niente- sorrise lei, sedendosi vicino a lui –volevo andare dal Professor Itsushi a fargli vedere l’Arcano, vieni?- chiese.
Shade la guardò annoiato.
-Perché non ci vai con quel damerino?- disse tornando a guardare il cielo.
Fine si stupì di quella domanda sarcastica. Perché ora faceva l’antipatico? La sera prima era stato così gentile. Ah i maschi!
Shade dal canto suo non sopportava l’idea che Bright avesse già raggiunto il secondo Livello, con il Secondo Risveglio. Ma non perché lo avesse raggiunto PRIMA di lui, ma solo per il fatto che lo avesse raggiunto. Ora era legato a Fine più di prima, e la cosa non gli piaceva. Per niente.
-È impegnato con il Consiglio Studentesco- gli rispose comunque Fine.
Shade non disse più nulla. Fine ogni tanto lo guardava con la coda nell’occhio.
-Ma stai tutto il tempo qui?- chiese ad un tratto.
Shade mugugnò qualcosa di incomprensibile, del tipo “Che t’importa?”. Fine mise una faccia da offesa, odiava essere ignorata.
Riprovò a mantenere la conversazione lo stesso.
-Mi dispiace, ieri ti ho fatto fare tardi. Spero che i tuoi non si siano arrabbiati-
Shade non si scompose nemmeno un po’. Rimase immobile con gli occhi chiusi come era prima.
-Io vivo da solo- si limitò a dire, senza alcuna emozione nella voce.
Fine a quella domanda si voltò a guardarlo. Da solo? E i suoi genitori? Oh-oh, forse aveva toccato un argomento non bello?
-Oh.. e i tuoi genitori?- chiese un po’ titubante. Era curiosa, ma non voleva sembrare inopportuna.
Shade aprì finalmente gli occhi e la guardò.
-Io non ho i genitori- disse. Poi si alzò ed iniziò ad incamminarsi verso l’entrata della scuola.
Fine desiderò sprofondare. Che si aprisse uno squarcio sotto di lei, così che la terra la inghiottisse. Lei e sua maledetta curiosità! Perché non se ne stava zitta ogni tanto!?
Lo rincorse.
-Mi dispiace.. non volevo..- disse lei dispiaciuta. Chissà, magari si era arrabbiato ora.
Shade si fermò, la guardò e sorrise. Che bel sorriso. Le mi se una mano sulla testa, scompigliandole la frangia come a una bambina.
-Smettila di chiedere sempre scusa per ogni cosa-
Fine lo guardò strana. Però.. le dispiaceva. Avrebbe tanto voluto sapere la sua storia, il suo passato, ma non voleva chiederglielo dopo questo.
-Forza torna in classe- disse poi il ragazzo dandole le spalle.
Fine mise una faccia interrogativa, perché? La campanella suonò in quel momento.
Shade si voltò di poco sorridendole divertito. Cos’è, aveva contato i secondi?
Fine sorrise poco convinta e corse in classe. Aveva un'altra ora di letteratura sempre con il Professor Itsushi. Stando con Shade si era scordata che doveva andare da lui a mostrargli l’Arcano.
A fine lezione il professore uscì, lasciando la classe in attesa dell’arrivo dell’insegnante dell’ora successiva.
Fine lo rincorse fuori dall’aula.
-Professor Itsushi!- lo chiamò.
Lui si voltò e le sorrise.
-Fine, Bright mi ha detto che avete recuperato il primo Arcano, bravi!- disse a bassa voce e allegro dandole una pacchetta sulla spalla. Cosa? Ma allora lo sapeva già, uffa! Voleva essere lei a dirglielo.
-Eeeh? Lo sa già?- disse lei delusa.
Il professore rise, che buffa quando faceva la bambina offesa
–Sono fiero di voi. Ora devo scappare, il preside mi aspetta. Parleremo un altro giorno anche di quelle False Rose- disse. Aveva un appuntamento urgente in presidenza.
-Professore- lo richiamò Fine.
L’insegnante si voltò e la guardò. Sembrava.. dubbiosa se dire qualcosa o meno.
-Dimmi, Fine- la incitò.
-Ecco.. Lei sa dei genitori di Shade?- chiese dopo un attimo di titubanza. Forse non era stata una buona idea chiederglielo. Magari lui non lo sapeva e lei glielo aveva spifferato così, come un’allocca.
Il professore assunse un’espressione un po’ dispiaciuta, rivoltandosi verso di lei.
-Sì, lo so- disse.
Fine lo guardò, meno male, ne era già al corrente. Ora voleva chiedergli cosa era successo.. ma..
-Vuoi sapere cosa è successo?- indovinò lui.
Fine arrossì un po’ e annuì. Lui sorrise.
-Vieni in biblioteca a fine lezioni, ora sono di fretta- disse per poi salutarla e dileguarsi in presidenza.
Era giusto scavare nel passato di Shade, senza dirglielo? Tornò al suo banco con questa domanda in mente.

A fine lezioni Fine disse a Rein che doveva trattenersi, lasciando la sorella andare a casa da sola, anzi molto probabilmente con Bright.
Si diresse in biblioteca dove trovò il professore seduto al grande tavolo con Ergon di fianco, e un libro aperto. Quando sentì la ragazza entrare, alzò lo sguardo dalla lettura.
-Ti aspettavo- sorrise.
Poco dopo erano tutti e due seduti uno di fronte all’altro al tavolo.
-E così volevi sapere dei suoi genitori..- disse lui come se stesse cercando in qualche archivio del suo cervello la sezione “genitori di Shade”.
-Lei sa cos’è successo?-
-Certo, sono stato io a salvare Shade- rispose semplicemente l’insegnante.  Come “salvare”? Quindi la cosa era grave! Fine lo guardava interrogativa, incitandolo a raccontare.
-Beh.. devi sapere che la famiglia di Shade era composta da lui, i suoi genitori e sua sorella. Erano molto uniti- disse lui sorridendo amaramente.
-Lei come lo sa?- lo interruppe Fine. Sapeva molte cose.
-Beh, in qualità di responsabile e aiutante del Guardiano, ho sempre saputo chi fossero i predestinati al ruolo di Cavalieri della Rosa. Quindi diciamo.. che li tenevo d’occhio- spiegò lui sistemandosi gli occhiali. Quindi sapeva molto anche sulla famiglia di Bright.
-Bright mi ha parlato dell’altra sera.. della Falsa Rosa- disse. Già, è vero dovevano chiedergli chi diavolo fosse! Ma cosa c’entrava con questo?
-Tenendo conto di quello che ha detto quel ragazzo, sì insomma sul loro “creatore” e sul loro compito, ho messo insieme vari pezzi del puzzle- disse enigmatico.
Fine iniziava a non capire.
-Cioè?-
-Anche queste persone devono aver tenuto d’occhio fin dalla nascita te e i Cavalieri, probabilmente hanno anche a che fare con il tuo girocollo- disse indicandolo –il loro intento è sempre stato quello di impedire di stipulare il Patto, così da far dominare sul mondo i potere del Sigillo. Volevano indebolirci fin dall’inizio e con qualsiasi mezzo. Devono essere stati loro a fare quello che è stato fatto alla famiglia di Shade. Ci hanno provato anche con Bright, ma sono stati meno fortunati, perché io ed Ergon eravamo preparati-  Quindi.. Anche a Bright?
-Che cosa hanno fatto?- chiese lei ormai troppo dentro alla faccenda.
-Hanno cercato di eliminare i Cavalieri prima che incontrassero la Dominion, così che lei non avesse aiuti- sospirò –la famiglia di Shade morì in un incendio appiccato nella loro villa. Io, anche se tenevo d’occhio i due Cavalieri ormai da molto, seppi troppo tardi dell’incendio. Arrivai che la casa ormai era distrutta. I vigili del fuoco stavano cercando di spegnere le fiamme- disse.
Gli si rabbuiò lo sguardo. Anche Fine era alquanto esterrefatta. Non si aspettava una cosa simile. Non avrebbe mai dovuto toccare l’argomento con Shade.
-I pompieri dissero che solo il figlio più grande si era salvato, erano riusciti a tirarlo fuori nonostante lui stesse cercando di svegliare la madre che ormai.. non aveva più aria nei polmoni. Lo presi con me e gli dissi tutto, del Sigillo, dei Cavalieri e della Dominion. Da quel giorno però, quel bambino di otto anni non fu più lo stesso-  disse sorridendo amaro  –quella luce che aveva sempre negli occhi si era spenta-
Fine aveva le lacrime agli occhi. Era ingiusto. Non se lo meritava. E lei che all’inizio ne aveva pensate di tutti i colori su di lui! Stupida!
-Da quel giorno Shade rimase con me. Con Bright fummo molto più attenti, dato quello che era già accaduto. Volevano indebolirci dall’interno, colpendo i sentimenti. E da un lato ci erano riusciti, solo che riuscimmo a evitare il peggio anche per Bright.-
Fine ora piangeva veramente. Si sentiva uno schifo. Perché riusciva solo a fare cose sbagliate?
-M-mi diapisce..- singhiozzava.
Il professore le sorrise comprensivo, le asciugò le lascrime.
-Ehi, non è colpa tua. Shade ora è cresciuto sano e forte, lo hai visto no?- sorrise, ma Fine non era della stessa opinione.
-E poi.. se devo essere sincero.. quella scintilla che si era spenta nei suoi occhi, credo si sia riaccesa non appena sei arrivata tu-
Fine alzò lo sguardo pieno di lacrime verso il professore. Quindi.. se lui stava meglio era per merito suo?
-Forza si è fatto tardi, i tuoi saranno preoccupati-
Fine si asciugò velocemente le lacrime e uscì dalla biblioteca salutando con la mano.  Richiuse la porta dietro di sé e sospirò ancora un po’ rattristata dalla storia.
-Se volevi sapere qualcosa su di me, potevi benissimo chiedere- disse una voce alquanto scocciata alla sua sinistra.
Si voltò di scatto spaventata. Conosceva quella voce. Ti prego no, no!
Shade era appoggiato con la schiena alla parete e lo sguardo verso il basso, coperto dai capelli. La stava aspettando per riaccompagnarla a casa, dopo quello che era successo la sera prima dovevano stare all’erta. Ma non vedendola arrivare aveva provato a cercarla, trovandola poi nella biblioteca a farsi raccontare del suo passato.
-Shade..- Fine voleva sparire. Lui non doveva essere lì, non avrebbe dovuto sentire! Se era vero che stava meglio, ora tutte le cicatrici passate si erano riaperte sentendo quel racconto. E tutto per colpa sua!
Il ragazzo non la ascoltò nemmeno e si diresse fuori dalla biblioteca.
Fine gli corse dietro disperata. Era una stupida, una vera stupida! Perché?!
-Shade, m-mi dispiace.. aspetta, io..- diceva mentre lo rincorreva fuori dalla scuola. Era ormai il tramonto.
-Ti prego perdonami.. io..-
-Lasciamo stare- disse lui, ma senza nemmeno voltarsi verso di lei.
-Ma..-
-Che bel quadretto- disse una voce in modo sarcastico sopra di loro.
I due alzarono di scatto lo sguardo, non è che..? Sì, sopra di loro c’era proprio quel tipo dell’altra sera: la Falsa Rosa.
Il ragazzo li guardava divertito. Sembravano una coppietta alla loro prima lite. I due ragazzi di sotto lo guardavano presi alla sprovvista. Maledizione che ci faceva lì? Che voleva?! Non c’era un Arcano! O forse sì?
Il Falso Cavaliere iniziò a scendere, raggiungendo terra.
Shade si parò davanti a Fine lasciando a terra la cartella con i libri.
-Che vuoi?- chiese bruscamente al nemico.
Il ragazzo fece il finto offeso, come non lo sapeva?
-Credevo lo sapessi, sono qui per gli Arcani e per la Dominion- disse sorridendo –guardate qua!-
Nella sua mano apparvero quattro carte dorate.. quattro Arcani! Dove li aveva trovati!? E così velocemente poi!  Rise di nuovo.
Fine invece lo guardava in un misto tra l’inorridita e la sorpresa.
-Sembra che io sia in vantaggio!- disse per poi fare una cantilena come i bambini quando fanno i dispetti.
Shade non ci vide più. Quel tipo gli dava ai nervi, poi ora ancora di più.
-Fine!-
La ragazza annuì estraendo dalla tasca la carta della Rosa Nera e portandosela alla bocca.  Un turbine di petali nera avvolse Shade permettendogli l’uso dei suoi pieni poteri.
Lo scontro iniziava ora.









Buonasera :3
Lo so è un po' triste questo capitolo, in tutte le storie faccio morire sempre qualcuno -.-''
Beh, preparatevi perchè il prossimo capitolo sarà uno di quelli più attesi (speriamo).
Non vi dico nulla, anche se so già che molte indovineranno che succederà.
Comunque spero vi sia piaciuto!
Un bacione grande

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Capitolo 16
*** Rosa Nera Secondo Risveglio ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


ROSA NERA SECONDO RISVEGLIO
Shade fece apparire nella sua mano la solita spada. Ora avrebbe fatto stare zitto quel tipo!
Si scagliò contro di lui con tutta la rabbia che aveva.
Il Falso cavaliere fece un salto iniziando a lievitare in aria e schivando il colpo di Shade. Il ragazzo non si arrese, continuando ad attaccarlo. Maledizione era troppo veloce.
Shade si fermò per riprendere fiato. Che succede? Sembra che fosse molto più potente di quella volta al Luna Park.
-Fine va via!- le disse. Almeno lei doveva mettersi al riparo. Doveva ammettere che senza Bright era più dura. Non poteva anche controllare Fine, così non ce l’avrebbe fatta.
-No, non me ne vado- non lo avrebbe lasciato lì da solo con quel tizio, mai!
Shade non poté fare a meno di pensare quanto fosse irresponsabile quella ragazzina.
La Falsa Rosa rise. Il potere del Cavaliere della Rosa Nera non era forte come l’altra sera. E questo perché non era in buona sintonia con la Dominion. Doveva approfittarne.
-Già, Rosa Nera, lasciala qui con noi!- disse mentre lanciava addosso a Fine uno dei suoi fili spinati.
Fine non riusciva a muoversi. Vedeva quelle spine venirle addosso. Che doveva fare?
-Finee!- Shade le si mise davanti stringendola.
Il filo di spine lo colpì sulla schiena provocandogli qualche graffio. Per fortuna grazie all’evocazione i suoi poteri non avevano permesso che si facesse male, altrimenti sarebbe potuto anche andare all’altro mondo dopo quel colpo.
-Shade!- urlò Fine preoccupata tra le braccia del ragazzo.
-Sto bene- le disse voltandosi di scatto e tagliando con la spada quel filo che stava tornando all’attacco.
Il filo spinato tornò nelle mani della Falsa Rosa che sorrise compiaciuta. Che atto squallidamente eroico.
Shade intanto aveva lasciato Fine, dandole le spalle per tener d’occhio il nemico.
-Non posso combattere se devo tenerti d’occhio scappa- le disse seccato.
Fine continuava a ripensare al passato di Shade. Era rimasto solo troppe volte, e per colpa di quei tizi. Non se ne sarebbe andata anche lei, lei sarebbe rimasta lì, al suo fianco. Non avrebbe permesso che Shade rimanesse solo di nuovo.
Si avvicinò piano a lui e lo abbracciò da dietro appoggiando la testa alla sua schiena.
Shade si irrigidì. Non se lo aspettava, pensava che Fine se ne sarebbe andata, che faceva ancora li? E per di più perché lo stava abbracciando? Le sembrava il momento?!
Il cuore di Shade iniziò ad accelerare, come ormai gli capitava da un po’ di tempo. Fine sapeva che lui poteva benissimo sentire quello che lei doveva dirgli anche senza abbracciarlo, ma voleva sentirlo vicino. Voleva arrivargli al cuore.
-Shade, non sei solo- disse con la fronte appoggiata alla sua schiena.
Shade sbarrò gli occhi. Come?
-Ora ci sono io, non ti lascerò da solo-
Shade si voltò piano facendo allentare la presa di Fine. Si ritrovarono uno di fronte all’altra, ancora mezzi abbracciati.
-E quando combatti, io non scapperò mai- finì lei sorridendogli. Un sorriso bellissimo che solo lei riusciva a fare. L’unica cosa che riusciva a far battere così forte il cuore di Shade.
Improvvisamente una luce accecante si propagò da loro, facendo chiudere gli occhi alla Falsa Rosa.
-C-che succede?- si chiese confuso il Falso Cavaliere mentre si riparava gli occhi con un braccio. Maledizione, un altro Secondo Risveglio!
Fine e Shade erano avvolti da quella luce calda e rilassante.
Il Cavaliere guardava la ragazza come se fosse una delle sette meraviglie del mondo. Riusciva a sentire Fine più vicina, più vicina di quanto fosse mai stata. Non era paragonabile nemmeno ad un abbraccio.
La ragazza continuava a sorridergli. Anche lei riusciva a sentire le emozioni di Shade. Sentiva la solitudine che aveva provato, la tristezza di quando era bambino che era rimasta per tutti questi anni nel suo cuore, e la gioia di quel momento.
Shade l’avvicinò ancora di più a sé e la strinse. Fine arrossì un po’, ma rimase lì, accoccolata al petto del suo Cavaliere.
-Grazie- le sussurrò all’oraccio con voce calda.
Lei sorrise. Ora erano pronti per rispedire quel tipo a casa.
La luce svanì. I due si staccarono e si sorrisero.
-Bene, allora sta a guardare, Fine- disse Shade mentre si voltava verso il nemico. Lei aveva detto di non voler scappare, allora lui le avrebbe fatto vedere un bello spettacolo.
Si lanciò contro il Falso Cavaliere iniziando a attaccarlo da ogni lato. Il ragazzo faceva fatica ora a schivare i colpi di Shade, era come rinato, più forte.
Il Cavaliere della Rosa Nera lo colpì al braccio, lasciando un grosso taglio sanguinante.
Il Falso Cavaliere volò indietro di qualche metro. Si strinse il braccio dolorante con l’altra mano. Maledizione! Ma non era finita!
-Sappiate che non è finita!- disse ritirandosi nella nube si petali secchi per poi scomparire insieme ad essi.
Fine corse verso Shade che rimasto serio a guardare il nemico sparire.
-Shade! Ce l’hai fatta!- urlava la ragazza saltellandogli intorno felice come una bambina.
Il ragazzo sorrise divertito. Quella ragazzina si comportava proprio come una mocciosetta.
-Vuoi stare ferma- le disse tirandole scherzosamente un buffetto sul naso.
Lei si fermò continuando a sorridere. Ora anche Shade aveva raggiunto il Secondo Risveglio. Era felice, era felice perché ora lo sentiva più vicino. Ora erano davvero legati uno all’atra.
-Hei guarda!- disse la ragazza indicando qualcosa a terra più in là. Lo aveva appena notato, ma non capiva cosa fosse.
Fine e Shade si avvicinarono. A terra, proprio nel punto in cui un attimo prima era la Falsa Rosa, c’erano quattro carte.
-I quattro Arcani!- disse Fine incredula. Aveva davanti a sé quattro Arcani! Ben QUATTRO!
-Devono essere quelli che aveva in mano il Falso Cavaliere- disse Shade raccogliendoli. Li guardò bene, chissà come aveva fatto a trovarli quel tizio.
-È fantastico, siamo a quota cinque!- disse allegra Fine tirando fuori l’Arcano che aveva insieme alle sue due carte.
Shade sorrise consegnandole anche quelle quattro carte dorate.
-Forza andiamo a casa- le disse prendendo da terra le loro cartelle e dandole la sua. La ragazza la prese e si incamminarono fuori dal cancello.

-Ora mi chiedo chi dei due raggiungerà l’ultimo livello- disse il professor Itsushi aggiustandosi gli occhiali sul naso. Aveva osservato tutto dalla finestra.
Ora i due Cavalieri erano allo stesso livello. Chi sceglierà Fine per stipulare il Patto? Certo, prima dovevano recuperare tutti gli Arcani, ma prima o poi il momento sarebbe arrivato. E sarebbe arrivato anche il momento di dire a Fine la verità sui loro nemici. E la verità sul Dottor Higa.

-Shade- lo chiamò Fine mentre camminavano verso casa.
-Mh?- mugugnò lui voltando di poco la testa verso di lei.
Fine non sapeva come dirlo. Voleva scusarsi per aver parlato con il Professor Itsushi del suo passato anziché domandarlo direttamente a lui. E poi era stata un po’ invasiva, anzi molto. -E-ecco.. io..- provò a dire. Non trovava le parole.
Si fermò guardando a terra. Shade si fermò un passo avanti a lei, accorgendosi che la ragazza non proseguiva. La guardò. Che aveva?
-I-io.. MI DISPIACE!- disse lei alzando la voce senza guardarlo in faccia.
Shade assunse un’espressione curiosa. Che stava facendo? Perché si scusava? Certo che era proprio strana.
-Cosa?- chiese confuso. Non capiva.
-I-io volevo sapere cosa era successo alla tua famiglia.. volevo.. volevo sapere di più su di te..- disse lei arrossendo e continuando a non guardarlo.
Shade si sorprese a quella frase. Non si aspettava che lei volesse sapere qualcosa su di lui.
-..così sono andata dal Professor Itsushi.- spiegò lei un po’ imbarazzata –So che sarei dovuta venire da te, ma.. dopo quello che mi avevi accennato non volevo peggiorare le cose. Non.. non volevo sembrarti una ficcanaso-
Shade era rimasto ad ascoltarla con un espressione seria. Non pensava che a quella ragazzina potesse interessare davvero quello che gli era successo. Che stupida, bastava che glielo chiedesse.
Si avvicinò a lei alzandole il mento.
-Saresti una ficcanaso comunque- le disse serio.
Fine arrossì un po’ e riabbassò lo sguardo. Ecco era arrabbiato.
Shade sorrise.
-Ma la prossima volta che hai qualcosa da chiedere, vieni da me-   Cosa?
Fine alzò di scatto lo sguardo sorpresa ritrovandosi il viso di Shade a pochi centimetri dal suo. Rimase pietrificata vedendo i suoi occhi così vicini. Erano di un blu profondo, infinito.
Si allontanò di scatto tutta rossa in viso e con il cuore che le andava ormai a mille.
-V-va b-bene, ve-verrò da te. O-ora devo andare. Ciao!- disse balbettando per l’imbarazzo mentre lo superava e si metteva a correre verso casa.  Accidenti è mai possibile che Shade la debba sempre far sentire così strana?!
Lui la guardò correre via. Solo lei era in grado di richiudere quelle cicatrici passate di otto anni fa, solo lei ci era riuscita. Se lo sentiva, Fine non gli avrebbe mai voltato le spalle.
Ora aveva capito. Amava quella ragazza, non la Dominion, ma Fine. Fine e basta.









Buonasera :3
Alloooora? Cosa ne pensate?
Finalmente il nostro Cavaliere preferito ha raggiunto il Secondo Risveglio *-*
Che carini! (scusate ma quando mi metto a parlare di Shade mi perdo xD)
Comunque spero vi sia piaciuto :)
Un bacione grande!

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Capitolo 17
*** Solamente la Dominion ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


SOLAMENTE LA DOMINION
Fine si svegliò con il sole negli occhi e sua sorella che bussava furiosamente alla sua porta. Aveva dormito troppo come al solito.
Riuscirono ad arrivare per tempo a scuola. Fine era famosa per la sua velocità nel prepararsi quando era in ritardo.
-Buongiorno Fine, buongiorno Rein-
Le ragazze si voltarono per ritrovarsi davanti Bright in tutta la sua bellezza mattutina.
Rein si trasformò in una statua di cera, che piano piano si sciolse alla vista accecante di Bright. La sorella non fu della stessa reazione.
-Ciao Bright- lo salutò mentre cercava di tenere in piedi la gemella ormai “folgorata dal sublime Bright”.
Accidenti, ok che era bello, ok che era innamorata, ma quella era un’esagerazione! Tutti i pomeriggi dopo la scuola li passava a sentire i discorsi di sua sorella su quanto fosse fantastico Bright. Una volta, quando Fine era fuori a fare la spesa per la mamma, Rein che era rimasta a casa ad apparecchiare la tavola, l’aveva persino chiamata al cellulare per dirle di quanto Bright era stato “ipersublime, superparadisiaco, megameraviglioso ed extrastupendo” quel giorno.
Fine non ce la faceva più, ormai sapeva ogni minima cosa che il Presidente del Consiglio Studentesco faceva al giorno! Rein lo seguiva dappertutto. Per le prime tre ore, tra i cambi di lezione e durante l’intervallo si offriva di aiutarlo nei suoi compiti di Presidente, nelle restanti quattro lo seguiva di nascosto per vedere cosa faceva e osservarlo in ogni sua mossa, che lei definiva “movimento divino”.  Da quando Rein lo aveva conosciuto, aveva iniziato ad inventare aggettivi squallidi di tutti i tipi. Cioè, in quale vocabolario trovi “Superparadisiaco” o “Ipersublime”? Roba da pazzi!
Il bello era che a Bright non dispiaceva per niente avere intorno Rein. Lo divertiva. E secondo Fine gli faceva anche piacere. Chissà, magari iniziava a piacergli.
Mentre Fine trascinava una Rein sognante verso l’entrata, Bright le fece segno che all’intervallo dovevano vedersi in biblioteca dal professore.

Al suono dell’intervallo, la ragazza si diresse nel posto stabilito. Ormai era tanto tempo che non passava l’intervallo a mangiare con le sue amiche.
Entrò aprendo la porta. Bright e Shade erano già lì.
-Buongiorno a tutti- disse entrando con la sua solita allegria.
I ragazzi la salutarono, e dopo poco li raggiunse anche il professore.
Fine gli mostrò i cinque Arcani, anche con la sorpresa di Bright. Lui non sapeva ancora nulla.
Shade si limitò a dirgli che li avevano recuperati il giorno prima, raggiungendo il Secondo Risveglio, sottolineando “senza il suo aiuto”. Bright non ci fece caso. Era felice che ne avessero recuperati altri quattro, con o senza di lui.
-Senta professore, ci può spiegare cosa sono queste False Rose?- chiese dopo poco il Cavaliere della Rosa Bianca. Era ora che anche loro lo sapessero.
Il professore sospirò.
-Non avrei mai avuto intenzione di dirvelo. Speravo che non li incontraste mai.. e invece.- disse come se stesse riflettendo.
Quindi lui sapeva? Sapeva chi erano quei tizi che si facevano chiamare False Rose!
-Dovete sapere che si è creata un’Organizzazione che è a conoscenza di tutto questo- disse alludendo al Patto –Essa vuole recuperare gli Arcani per impedire alla Dominion e ai suoi Cavalieri di ricompattare il Sigillo-
-Cosa e perché mai?- chiese Fine. Perché volevano una cosa simile?
-Per ottenere il potere del Sigillo. Ma quegli incoscienti non si rendono conto che così facendo rischiano di mettere in pericolo l’intera umanità. Pensano solo al proprio potere, ai propri interessi- il professore parlava come se li conoscesse, come un ragazzo contrario a quello che sta per fare il suo migliore amico. E se ne accorsero tutti e tre. Perché?
-Così il capo di questa Organizzazione deve aver creato dei Falsi Cavalieri. Per farlo doveva conoscere chi erano i Cavalieri veri e sapere che tipo di poteri portavano dentro di sé. Così deve aver fatto in modo che delle persone da lui scelte, o magari create da lui stesso, avessero dei potere simili a quelli della Rosa Bianca e della Rosa Nera- spiegò il professore serio come se la situazione fosse grave. In effetti era grave.
-Ma come ho già detto, nessuno può avere gli stessi poteri dei Cavalieri, quindi i poteri delle False Rose devono essere limitati, o comunque a danno di loro stessi-
-Intende utilizzando il proprio sangue? Come noi utilizziamo quello di Fine, loro utilizzano quello nel loro corpo- ragionò Bright.
-Quindi più utilizzano i loro poteri, più si conducono alla morte, giusto?- chiese Shade.
Il professore annuì. Era esattamente così.
-Ma è ingiusto! Loro non c’entrano nulla con questa storia! Rischiano di farsi del male per una cosa che non li riguarda- disse Fine. Non era giusto che ci rimettessero così. Non era un problema loro, non se lo meritavano.
-Lo so, Fine. Ma loro hanno scelto di stare dalla parte di chi ha dato loro i poteri, come Shade e Bright sono dalla tua- cercò di tranquillizzarla il professore mettendole una mano sulla spalla.
-E chi è che ha dato loto i poteri, allora?-
Il professor Itsushi si irrigidì. Era il caso di dirglielo? No, non adesso. Avrebbe sofferto per niente. Lo avrebbe saputo al momento giusto.
-Non lo so- mentì.
Fine lo capì. Ormai capiva quando il professore non le diceva la verità. Lasciò correre, forse se non glielo diceva c’era un motivo.
-Comunque ragazzi dovete stare attenti. Dopo quello che è successo di recente, c’è poco da stare allegri. I nostri nemici si faranno sempre più forti e intenzionati a recuperare gli Arcani. Soprattutto ora che sanno che entrambe le Rose della Dominion hanno raggiunto il Secondo Risveglio-
I due ragazzi annuirono decisi. Avrebbero protetto Fine a costo della vita.

Sulla strada del ritorno Fine non fece altro che sospirare. La situazione era peggiore di quello che si era immaginata. Ora sarebbe stato tutto più difficile, dovevano aspettarsi ogni tipo di attacco da quei tizi.
Rein ridacchiava, convinta che la sorella si stesse chiedendo che cosa avesse da ridere. Ma Fine aveva ben altro per la testa.
-Non ti immagini cosa è successo- disse Rein assumendo un aria sognante.
No, sei tu che non sai cosa succede  pensò Fine, pronta a sorbirsi un altro discorso su quanto fosse perfetto Bright.
Intanto a distanza di sicurezza per non farsi notare dalle due ragazza, specialmente dalla Dominion, i due Cavalieri le stavano tenendo d’occhio. Ora più che mai dovevano stare attenti a Fine, non lasciandola sola un attimo. Ma se lei lo avesse saputo? Si sarebbe arrabbiata come una bestia, odiava quando Shade e Bright facevano gli appiccicosi. Resta il fatto che i due stavano anche involontariamente seguendo i discorsi delle due.
Rein fece una faccia alla sorella del tipo “Indovina!”. Fine sbuffò.
-Che c’è, hai scoperto che Bright, dopo aver riposto negli archivi i registri delle classi, rispettivamente 2^B, 2^C e 2^E, tra la quarta e la quinta ora, va a trovare segretamente il vicepreside per dei riti satanici?- chiese sarcasticamente. Ormai aveva imparato tutto quello Bright faceva durante la giornata, persino quando andava in bagno. Sua sorella era proprio una maniaca.
Dietro le due ragazze, Shade si chiedeva come Fine sapesse una cosa simile. Guardò Bright interrogativo. Il Presidente aveva una faccia allibita. Come.. come sapeva quando, dove e di che classe erano i registri? Cos’è, lo spiava?
Rein intanto mugugnava qualcosa scocciata. Sua sorella non capiva l’importanza di ogni movimento di Bright! Era un dono del cielo!
-Comunque no, non è quello. E per essere precisi, non va dal vicepreside. Torna in classe e solo alla fine della quinta ora va da lui- disse con l’aria da so tutto io.
Bright era sempre più sconcertato. Ora capiva, era Rein che quella che sapeva tutto.. giusto? Quasi quasi avrebbe cambiato strada, prendendo altri corridoi per mettere i registri a posto e andare in vicepresidenza, essere seguito lo metteva in soggezione.
-Va bene, mi arrendo- disse Fine. Almeno Rein si sarebbe sbrigata a parlare e lei sarebbe potuta tornare a pensare ai fatti suoi.
-Bright mi ha chiesto di uscire un’altra volta!-  lo disse tutto d’un fiato scandendo bene le parole, come se fosse il tanto atteso “potete andare” del professore a fine lezione.
Shade, dietro di qualche passo da Fine e Rein, si voltò di scatto verso Bright con l’espressione da “Bravo il nostro principino”, scatenando un po’ di rossore sul volto del Cavaliere.
-Sono felice per te- disse Fine continuando a guardare davanti a sé con la testa altrove, senza nemmeno aver compreso a pieno quello che le aveva detto la sorella.
Dopo due passi si fermò di scatto. Che? Bright voleva uscire di nuovo con Rein?
Non riusciva a capacitarsene. Non è che le dispiaceva o le dava fastidio, era contenta per Rein, ma.. cosa c’era che non andava? Sentiva come se la cosa da un lato non fosse giusta.
-Cosa?- chiese mentre la sorella era avanti di due passi e stava aprendo il cancelletto di casa Yamamoto.
Rein si voltò verso di lei intanto che iniziava a salire i pochi gradini che portavano alla porta d’ingresso.
-Non è fantastico?! Sai, penso di aver proprio capito male su te e lui- disse per poi fare una piroetta ed entrare in casa lasciando la porta aperta per la sorella.
Fine era rimasta come paralizzata. Perché? Cosa diavolo aveva?
-Già, fantastico..- sussurrò mentre fissava il punto in cui Rein era sparita per entrare dentro.
I due ragazzi dietro intanto bisticciavano perché Shade non faceva altro che prendere in giro Bright sulla faccenda di Rein.
-Smettila Shade!- gli diceva Bright arrabbiato.
-Perché? Non dirmi che ti sei preso una cotta per la sorella della Dominion, principino?- disse con sorriso arrogante da so tutto io.
-E se anche fosse? Non sono affari che ti riguardano- disse il biondino riacquistando il suo colore naturale e assumendo un’espressione sicura di sé. In fondo che c’era di male se usciva con una ragazza? Lo fanno tutti, non doveva vergognarsi.
Shade divenne serio tutto d’un colpo.
-E invece sono anche affari miei. Se ti distrarrai con questa ragazza, non riuscirai a proteggere bene Fine, rischiando di metterla in pericolo- disse guardandolo serio. Fine era tutto, era al primo posto.
-Guarda che lo so che la Dominion è la nostra priorità. Lei viene prima di tutti. Non la trascurerò solo perché mi piace una ragazza- gli rispose altrettanto serio.
-Ti piace eh? E come la mettiamo con il Patto? Se Fine dovesse scegliere te?- chiese ad un tratto Shade. Maledizione, perché lo aveva chiesto!? Era una cosa che se fosse successa non avrebbe sopportato, ma se davvero succedesse così? Se Fine si innamorasse di Bright, lui continuerebbe a vedere Rein? In fondo il Patto era il Patto, i Cavalieri dovevano sottostare alla decisione della Dominion.
Bright venne colto di sorpresa. Già, cosa avrebbe fatto. Era sempre stato in competizione con Shade per questa storia, perché voleva vincere e fare sua la Dominion, più che altro per dare una lezione alla Rosa Nera. Ma ora che c’era Rein.. gli piaceva, non poteva definirlo essere innamorati, ma lei gli piaceva. Si era divertito l’altra sera e averla sempre intorno a scuola aveva fatto nascere una dolce simpatia. Magari con il tempo sarebbe diventata qualcosa di più. Ma se Fine..
La sua indecisione sul rispondere si vide solo per un secondo.
-Ma come, non eri tu quello sicuro di vincere? Cos’è, inizi a dubitare delle tue capacità?- disse provocatorio. Era solo la scusa per non rispondere.
Shade assottigliò gli occhi. Ovvio che non si era dato per vinto, ma voleva considerare ogni eventualità. Ah, lui e alla sua preoccupazione per Fine!
-Tsk! Certo che non dubito di me. Ma non posso sapere nemmeno io se Fine avrà così tanto cattivo gusto da scegliere te- disse disgustato.
Bright si limitò a guardarlo male.
-Te lo ripeto principino, vedi di non farti distrarre troppo. Il nostro compito è proteggere la Dominion-
-Io posso difendermi benissimo da sola-
Shade e Bright si voltarono di scatto. Si trovarono davanti Fine abbastanza seria. Oh no, li aveva beccati! La ragazza li aveva sentiti mentre alzavano la voce, riprendendosi a vicenda. Aveva ascoltato gran parte della conversazione.
"-Guarda che lo so che Fine è la nostra priorità. Lei viene prima di tutti. Non la trascurerò solo perché mi piace una ragazza-"
"-Te lo ripeto principino, vedi di non farti distrarre troppo. Il nostro compito è proteggere la Dominion- "

Dominion, Dominion e ancora Dominion. Lei per loro era solo la Dominion. Era solo la ragazza che avrebbe salvato il mondo, l’oggetto sacro da proteggere. Non era Fine, era la Dominion.
-Bright può uscire con gli pare- continuò seria. Nella sua voce c’era qualcosa di strano, di indecifrabile. Ora capiva. Non le piaceva che Bright uscisse con Rein. L’aveva già messa in pericolo la volta scorsa. Rein stando vicino a Bright sarebbe potuta finire nei guai ancora, dato che lui non era un semplice ragazzo. Se i nemici se la fossero presa con le persone care ai Cavalieri? Come era successo quando erano piccoli. Che sarebbe successo a Rein? Se i due si fossero innamorati, Rein avrebbe sicuramente corso dei rischi. Fine si fidava di lei e di Bright, era dei nemici che non si fidava. Era questo che prima l’aveva bloccata, che non le andava giù.
Shade e Bright la guardarono colpevoli. Non dovevano farsi scoprire e invece..
-E comunque che ci fate qui? Mi sembrava di avervi detto di non fare le sanguisughe- disse voltandosi e dirigendosi verso casa.
-Beh.. ecco..- Bright non sapeva come spiegare a Fine il loro stato di preoccupazione.
-Fine devi metterti in testa che i nemici ora possono attaccarci in qualunque momento, e hanno dei poteri! E dopo che la Falsa Rosa delle altre volte ha tentato di rapirti per potersi facilitare il compito, c’è poco da stare tranquilli. Dobbiamo proteggerti!- cercò di farle capire Shade. Forse aveva usato un tono un po’ burbero, ma testarda com’era Fine era necessario.
Lei si rivoltò a guardarlo. Lo fissava piena di rabbia e di dolore. Fissava entrambi i Cavalieri.
-Già, dovete proteggermi.. perché io per voi sono solamente la Dominion, vero?- chiese guardandolo negli occhi con tono quasi affranto.
Shade ci rimase di sasso a quella frase. Lei pensava una cosa simile? Ma..
-Mi avevano detto che la Signora della Rosa era una ragazza molto carina, ma ciò che vedo è abbagliante-  Rimbombò una voce nell’aria facendo sobbalzare i tre ragazzi.
La voce doveva essere di una ragazza. Aveva un timbro allegro e vivace, quasi da bambina.
I Cavalieri si misero in stato di allerta. Chi era? Dov’era?
-Chi sei?- urlò Bright guardandosi intorno.
-Oh ma che modi! Anche se siete due ragazzi alquanto belli, siete molto maleducati- disse la voce offesa dal tono del Cavaliere.
Fine si sentì tirare da un lato. Guardò alla sua destra.
-Mia dolce Signora della Rosa, vorresti giocare con me?- disse una ragazzina abbracciata al braccio destro di Fine.
Chi era? Cosa voleva? Perché la fissava in quel modo inquietante?  
A Fine facevano paura i suoi occhi. Occhi verdi, verde scuro. Verde di una rosa che sta appassendo.











Ciao :D
Alloraaa iniziano i primi problemi eh? Fine non ha capito un tubo.. ma d'altronde anche io penserei una cosa simile se mi dicessero di dovermi proteggere per il mio ruolo..
Ahahaha mi sa che ho reso Rein troppo maniaca.. peggio di una Stalker xD
E questa bambina. Ok, può sembrare cattiva ora, ma nel prossimo capitolo quando ci sarà la sua descrizione sarà tenera! Fidatevi :) Una tenera bambina.. (no zitta non dire altro!)
Beh spero di cuore che vi sia piaciuto :)
Vi mando un bacione!
Buona serata

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Capitolo 18
*** Una bambina e la sua falce ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


UNA BAMBINA E LA SUA FALCE
Doveva essere poco più piccola di lei. Aveva dei lucenti capelli neri legati in due codini alti, due occhi verde molto scuro, grandi e vivaci. mettevano inqueitudine, ma si vedeva una scintilla di vita in quel verde.
 Indossava un abitino fino al ginocchio, nero, con tanti nastrini, merletti e fru fru. Due calze fino al ginocchio e un paio di ballerine, tutto nero.
Fine sobbalzò al ritrovarsela accanto.
Shade e Bright si voltarono di scatto verso di lei allontanando la ragazzina. Quest’ultima fece qualche passo indietro iniziando a lievitare. Proprio come faceva l’altra Falsa Rosa.
-Ehi, ehi! Non posso nemmeno parlarle ora?- chiese offesa.
-Chi diavolo sei?- chiese rabbioso Shade.
La ragazzina sorrise inquietante.
-Io sono Yuki- disse facendo una piroetta, per poi tornare voltata verso di loro con una piccola falce in mano –una Falsa Rosa-
I ragazzi si irrigidirono al vedere una ragazzina di quell’età con una falce stretta tra le dita.
Fine si impietrì. Se lo immaginava che potesse essere un altro dei Falsi Cavalieri, ma non voleva crederci. Una bambina.. con dei poteri che potevano ucciderla?! No, non era giusto. Era troppo piccola!
-Allora Dominion, vuoi giocare con me?- chiese sorridendo, stavolta allegramente, a Fine.
La ragazza non sapeva cosa rispondere, era.. non lo sapeva. Shade e Bright si strinsero davanti a lei.
-Non osare avvicinarti- disse Shad.
-O te la vedrai con noi, ragazzina- la minacciò poi Bright.
Entrambi facevano i duri solo per spaventarla, non è che erano felici di combattere contro una ragazzina così piccola.
-Ho capito, devo uccidervi per giocare con la Signora della Rosa, giusto?- chiese lei con un sorrisino ingenuo.
Fine si stupiva sempre di più di quanto la prendesse alla leggera Yuki.
La bambina iniziò a far girare la falce nelle sue mani. L’oggetto si illuminò di una luce nera e oscura. La impugnò saldamente e si scaraventò su Bright e Shade.
Il Cavaliere della Rosa Nera fu abbastanza veloce da anticipare la mossa della bambina, spingendo via Bright e prendendo Fine, scansandosi come lei dal punto in cui Yuki creò un enorme buco. Il marciapiede ora era inutilizzabile.
-Fine, dacci i nostri poteri!- le disse Shade mentre la metteva giù.
Fine lo guardò stupita. I poteri? Voleva combattere contro una ragazzina?
-Shade è solo una bambina!-
Il ragazzo fece per risponderle a tono ma Bright lo precedette.
-Fine, Shade ha ragione, quella non è una semplice bambina. Ci ucciderà tutti se non ci difendiamo!- disse guardando Yuki che volteggiava in aria facendo ruotare la falce. I suoi occhi emanavano una luce strana.
Fine però non era convinta. Alzi era contraria.
Li ignorò e camminò avanti, verso la ragazzina. Le sorrise.
La bambina fermò la falce e scese a terra. Era un po’ più bassa di Fine.
-Sei qui solo perché vuoi giocare con me?- le chiese Fine sorridendo amichevolmente.
Yuki fece un’espressione da chi sta facendo un ragionamento molto contorto. Poi sorrise allegramente.
-Beh, prima dovrei finire di recuperare gli Arcani e uccidere i Cavalieri della Rosa. Quindi giocheremo insieme dopo.- stabilì Yuki.
Fine tornò seria sbiancando. Aveva davvero intenzione di uccidere Shade e Bright! E gli Arcani.. “finire di recuperarli”? Quanti ne aveva già?
-Finire..?- chiese confusa.
La bambina annuì estraendo dalla tasca sei carte dorate.
I tre ragazzi ci rimasero di sasso. Aveva già trovato sei Arcani! E in quanto tempo poi? Pochissimo considerando che avevano visto per la prima volta l’altra Falsa Rosa pochi giorni fa.
-D-dove li hai trovati?- chiese Fine scioccata.
-Li ho catturati con le mie sole forze. Non sono brava?- chiese fiera, battendosi un pugno sul petto.
-Fine- la chiamò Shade. Adesso però era troppo. Non si sarebbe fatto ammazzare da una dodicenne o giù di lì.
Fine annuì. E va bene, quella bambina in fondo era pericolosa.. anche se..
Baciò le due carte concedendo ai Cavalieri i loro poteri in un turbine di petali.
Yuki sorrise –Ora si comincia a giocare-
Si lanciò di nuovo contro i due ragazzi che riuscirono a schivarla facilmente. Bright creò una barriera che la fece rimbalzare ogni volta che provava a colpirli. La attaccava muovendo cose lì nei paraggi: sassi, pietre, rami appuntiti.
La ragazzina riusciva a schivarli tutti.
Shade fece comparire la sua spada, con la quale iniziò un duro duello con Yuki, che usava la sua falce per parare i colpi e contrattaccare.
Fine intanto era in disparte. Aveva paura, per i suoi Cavalieri e per Yuki. In fondo era piccola, ed era innocente. Lei non era interessata al potere del Sigillo, seguiva solo gli ordini di quel pazzo che era a capo di tutto. Ma chi era poi?!
Dopo diversi minuti che i tre combattevano, la bambina si allontanò di qualche metro rimanendo in aria. Respirava affannosamente, era stanca.
-E va bene, è ora di tornare a casa. In fondo volevo solamente conoscere la Signora della Rosa- sorrise poi allegra.
Sparì di colpo per ricomparire volteggiando proprio davanti a Fine. Grazie al fatto che lievitava erano più o meno alla stessa altezza.
Yuki si avvicinò a Fine dandole un amichevole bacio sulla guancia e mettendole in mano una carta.
-Questo te lo regalo- disse allontanandosi –così quando verrò per giocare con te, non te ne dimenticherai!-
Poi salutò per sparire in un turbine di petali secchi. Proprio come quelli del Falso Cavaliere delle volte precedenti.
Fine era rimasta immobile. Shade e Bright corsero da lei.
-Stai bene? Che ti ha fatto?- chiese preoccupato Shade.
Fine come risposta alzò la mano portandola davanti al suo naso e mostrando un Arcano. Yuki glielo aveva regalato.
I ragazzi si guardarono strani. Ora si che dovevano aspettarsi di tutto.

-Forza ora entra, mangia, e vai subito a letto, ok?- le raccomandò Bright davanti a casa. Doveva riposarsi, dopo tutto il sangue che le avevano tolto per l’evocazione e per il combattimento, doveva essere stanca.
Fine li guardò un po’ irritata.
-Che carini, vi preoccupate sempre per la Dominion- disse bruscamente in tono sarcastico.
Shade e Bright non capirono cosa intendesse Fine. Si erano quasi dimenticati di quello che si stavano dicendo prima dell’arrivo di Yuki.
-È ovvio che ci preoccupiamo, stupida- sorrise Shade spettinandole la frangia come faceva spesso.
Fine scansò bruscamente la sua mano.  Shade era sorpreso. Che aveva fatto?
-E vi preoccupate mai per Fine?!- disse arrabbiata.
I due ragazzi la guardarono confusi. Forse iniziavano a capire.. lei pensava che..
-Certo che no! Per voi esiste solo la Dominion!-  si rispose da sole urlando loro in faccia e correndo dentro casa.
I due Cavalieri erano rimasti immobili davanti casa Yamamoto a vedere la porta d’ingresso sbattere furiosamente e sentire la voce della mamma di Fine chiedere dove fosse stata fin ora.
Bright era a dir poco sconvolto. Fine aveva capito male. Loro, nonostante fosse la Dominion, le volevano bene per quello che era.
Anche Shade si sentiva in colpa. Dovevano proteggerla e invece l’avevano ferita. Che diavolo gli importava se Fine era la Dominion?! Quella per lui era solo la ragazza di cui si era innamorato.

Fine era corsa su per le scale senza salutare nessuno. Passò davanti a Rein senza nemmeno vederla.
-Fine, tesoro! Si può sapere dove sei stata?- chiese Elza finalmente serena di vedere la figlia. Rein era tornata dicendo che Fine era un passo dietro a lei.. e poi ci aveva messo più di mezz'ora.
La ragazza non sentì nemmeno la madre, fiondandosi in camera sua e sbattendo la porta. Rein e la madre si guardarono confuse.
Rein corse poi dietro a Fine. Bussò alla porta, ma Fine le urlò di lasciarla da sola, che stava bene.
La sorella allora si arrese. Andò in camera sua e si affacciò al balcone. Dal balcone di Fine si poteva vedere il guardino posteriore della casa mentre dal suo si vedeva il cancelletto d’ingresso e l’intera via.
Vide due figure allontanarsi da casa sua. Li riconobbe subito. Erano Bright e Shade. Avevano un’espressione dispiaciuta, pensierosa.
Fine era con loro prima? Forse era successo qualcosa con quei due. In effetti li vedeva spesso tutti e tre insieme. Si era convinta che Bright non provava nulla per la sorella, ma qualcosa tra loro c’era. Qualche segreto che legava Fine a quei due ragazzi. Un segreto che non la riguardava.
Seguì i due con lo sguardo fino a che scomparirono dietro ad un angolo.
Cosa le stava nascondendo Fine?







Buonaseraaa :D
Io l'ho detto che Yuki era tenera.. (almeno secondo me..)
Iniziano i problemi yehhh!  -.-
Povera Rein, si sente esclusa.. (ora mi vengono i sensi di colpa).
Beh spero vi sia piaciuto, aspetto i vostri commenti!
Un bacione grandissimissimissimo! :3

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Capitolo 19
*** Posso farcela da sola ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


POSSO FARCELA DA SOLA
-Buongiorno sorellina- salutò Rein con il solito sorriso mattiniero. Fine era appena scesa per fare colazione, come sempre correndo perché la sveglia non suonava al giusto orario.
-Buongiorno- disse Fine mentre si ficcava la sua colazione in bocca con una mano e con l’altra cercava di far stare i capelli in ordine nei soliti codini sbarazzini.
-Noi andiamo! Ciao- annunciò Rein vedendo che la sorella aveva finito.
I genitori diedero loro la buona giornata e le due sorelle uscirono di casa.
Rein ogni tanto fissava Fine con la coda nell’occhio. Non aveva aperto bocca per nulla, di solito non stava mai zitta. Ripensò a quello che aveva visto la sera prima. Doveva essere sicuramente successo qualcosa con Bright e Shade. Voleva saperlo, ma voleva che fosse Fine a parlargliene.
-Ehi, se io avessi qualche problema potrei parlarne con te vero?- iniziò a dire vaga.
Fine finalmente la guardò. Problemi? Che problemi?
-Certo! Perché? Che è successo?- chiese preoccupata.
Rein le sorrise, era solo una scusa per dirle che lei c’era. Non aveva nessun problema.
-No, non è successo nulla. Sappi che anche tu puoi contare su di me! Quando hai voglia di parlare, io ci sarò sempre- disse con un gran sorriso e aumentando il passo. Erano già arrivate davanti a scuola e la ragazza aveva visto Bright.
Dopo l’ultima frase, le fece cenno con la mano che arrivava in classe tra poco e che andava da quel ragazzo tanto fantastico per cui si era presa una cotta.
Fine rimase ferma immobile davanti al cancello di entrata.
-Quando hai voglia di parlare io ci sarò sempre.- Certo, e come faceva a parlare di una cosa come quella che le stava succedendo. Avrebbe tanto voluto, ma.. non poteva dirle nulla. L’avrebbe ferita perché Bright era un suo Cavaliere e l’avrebbe messa nei guai. I nemici avrebbero potuto attaccarla, e Fine non voleva. No, era sua sorella, doveva, voleva proteggerla.
La vide correre da Bright che la salutò con un grande sorriso. Si vedeva che a lui iniziava a piacere davvero la sua gemella. Fine era felice per questo, ma.. c’era sempre quella paura che Rein venisse coinvolta in una faccenda pericolosa che non la riguardava.
Bright fortunatamente non vide Fine. Meglio così, la ragazza non aveva voglia di parlare con lui o con Shade dopo quello che era successo la sera prima, non se la sentiva.
Passò l’intera giornata in classe, anche all’intervallo mangiò lì, dato che si prevedeva pioggia, e i nuvoloni che si vedevano nel cielo non potevano che affermare l’ipotesi.
A fine lezioni Rein disse a Fine che lei si fermava ancora un attimo perché era il suo turno di sistemare l’aula insieme a Lione. Fine si offrì di rimanere, ma Rein preferì mandarla a casa, lo avrebbe fatto quando sarebbe stato il suo turno e poi stava per piovere e avevano un solo obrello.
Così Fine, approfittando che non scendeva ancora una goccia di pioggia si incamminò verso casa.
Passò davanti a diverse vetrine. Si voltò verso una a caso osservando il suo riflesso. Vedeva una ragazza dai capelli rossi e gli occhi cremisi che poteva sembrare una qualsiasi. Ma lei sapeva che non era così. Lo sapeva guardando quel girocollo: sulle sue spalle era poggiato il destino del mondo.
Si toccò il ciondolo. Ricordò il giorno in cui il Dottor Higa glielo aveva messo al collo. Alla fine di quell’anno scolastico non lo aveva più visto. Lei aveva cambiato scuola, andando alle medie, e non aveva più sentito parlare di lui. Chiese i giro e anche nella vecchia scuola, ma nessuno seppe dirle qualcosa di certo. Aveva lasciato il lavoro, quindi molti ipotizzavano che si fosse trasferito dato che anche casa sua era completamente vuota.
Tornò sui suoi passi, andando verso casa.
Un uomo dentro alla vetrina del negozio davanti al quale Fine si era fermata, si voltò a guardare fuori dalla vetrina. Uscì, riponendo sullo scaffale l’articolo che aveva in mano. Chiuse la porta del negozio dietro di sé e guardò andar via quella ragazza dai capelli rossi.
L’uomo indossava un pesante cappotto nero antivento e un cappello nero che impediva di guardarlo bene in volto.
Sorrise, per poi andarsene.

Fine stava andando in cucina a prendere qualcosa da sgranocchiare. Era tornata da poco e nel frattempo che aspettava la sorella voleva fare merenda. Toulose era al lavoro come al solito, e Elza era uscita per un’importante commissione.
Sentì qualcuno chiacchierare animatamente fuori dalla porta d’ingresso. Andò in salotto e guardò fuori dalla finestra che dava sul cancelletto d’ingresso.
Rein stava sorridendo allegra a Bright. Mi sa che l’aveva accompagnata a casa.
Fine notò che entrambi erano sotto un solo ombrello, uno grigio. Doveva essere quello di Bright, perché quello di Rein era azzurro. A proposito, lei l’ombrello lo aveva! Sicuramente lo aveva nascosto per avere la scusa di stare più vicina a quel povero ragazzo. Non sapeva come Bright riuscisse a sopportarla. Però doveva ammettere che i piani di Rein per stare o fare determinate cose con Bright erano un successo.
I due si salutarono e Rein entrò in casa.
Fine corse a sedersi sul divano e accese la Tv. Non voleva dire a Rein che ora si era messa a spiarli.
-Ciao!- salutò la sorella togliendosi il cappotto un po’ umido.  Fine ricambiò il saluto.
Rein la raggiunse sul divano e insieme si misero un po’ a chiacchierare e a guardare un film. Rein aspettava sempre che Fine le dicesse qualcosa, una qualsiasi cosa su quello che le stava succedendo, ma niente. La sorella sembrava intenzionata a escluderla dalla sua vita.

Bright si ricordò, ormai quando era alla fine della via, di aver dimenticato di dire a Rein, che dovevano rimandare di un giorno il loro appuntamento perché si era verificato un importante imprevisto familiare.
Tornò indietro velocemente. Si bloccò di scatto quando vide un uomo davanti al cancelletto di casa Yamamoto, che fissava l’abitazione. Indossava un lungo cappotto nero e un cappello del medesimo colore. Non riusciva a vederlo in faccia, riusciva solo a constatare che fosse un uomo sulla trentina passata, data la sua statura.
Vide lo sconosciuto sorridere, sorridere malignamente e bisbigliare qualcosa che non capì. Il solo sorriso fece inquietare Bright di molto. Era come se sentisse che quell’uomo non era nulla di buono.
Lo vide allontanarsi dalla casa. Non volle seguirlo, magari era solo una sua paranoia.
Tornò a casa anche lui, con l’intento di dire a Rein dell’appuntamento l’indomani.

Le due sorelle intanto erano in casa da sole. Fine si stava quasi per addormentare davanti a quel film. Era così noioso!
-Io vado a fare una doccia!- la risvegliò Rein, vedendo la scritta THE END sul monitor della Tv. Meno male, era finito!
La sorella annuì, e Rein si diresse in bagno. Dopo poco, Fine sentì l’aprirsi dell’acqua della doccia e la sorella che canticchiava qualcosa come suo solito mentre si lavava.
Rimase sul divano appoggiando la testa all’indietro, sullo schienale. Socchiuse gli occhi.
-Vieni a giocare con me?- sentì nella sua testa come un sussurro. Era impercettibile e inquietante, ma lei lo sentì.
Sobbalzò tirandosi sull’attenti. Si guardò intorno, la sua casa era normalissima, come sempre. Accidenti, l’ansia di quei giorni la stava distruggendo. Ora si immaginava pure le voci!
Il tempo di rimettersi comoda che quella voce tornò.
-Dai, giochiamo insieme. Ci divertiremo!- stavolta lo sentì più forse, sempre un sussurro, ma più chiaro. Riconobbe quella voce. Era di Yuki, la Falsa Rosa.
Si alzò in piedi guardandosi di nuovo intorno. Dov’era?
Fuori la pioggia scendeva copiosa. Ogni tanto si sentiva qualche tuono e una saetta illuminare il cielo. A Fine non erano mai piaciuti i temporali, ne aveva sempre avuto il terrore. Ma questi piccoli tuoni non li sentiva nemmeno, e poi aveva altro per la testa ora.
Stava dando le spalle alla finestra, guardando verso l’entrata della cucina.
-Dai, Signora della Rosa, vieni a giocare con me- disse la voce della bambina mentre la luce di un fulmine squarciava il cielo e illuminava ancora di più la stanza.
Fine si voltò lentamente spaventata verso la finestra. La voce proveniva da lì, l’aveva sentita bene.
Una figura bagnata e vestita di nero la guardava sorridendo inquietante da fuori i vetri. Era tutta bagnata, sembrava uno di quei film horror dove c’è uno psicopatico che ti spia dalla finestra per poi ucciderti.
Fine la vide proprio quando venne illuminata da un lampo. La ragazza si lasciò scappare un urlo. Era terrificante! Anzi tutta la situazione era spaventosa.
Fortunatamente Rein non sentì nulla. Il getto dell’acqua della doccia era molto forte.
Fine guardava la ragazzina fuori dalla finestra con uno sguardo terrorizzato.
Yuki scomparve di colpo per riapparire davanti a lei da un turbine di petali secchi e morti. Era magicamente asciutta.
Fine indietreggiò.
-Che vuoi?- chiese.
La bambina la guardò triste. Maccome?
-Io volevo giocare con te, Signora della Rosa- disse lei con il broncio per essere stata trattata così.
Giocare? Ma.. era pazza! Loro erano.. come dire.. nemiche.  Fine si calmò un po’. La guardò diffidente.
-V-vuoi giocare? A cosa?-
Yuki sorrise.
-Facciamo il gioco del ladro e del commissario?- chiese innocente la bambina con un sorriso allegro e vivace.
Fine al nome di quel gioco iniziò ad avere paura. Che gioco era? Un’idea ce l’aveva, ma.. era solo un gioco no?
-E c-come si gioca?- disse impaurita iniziando a indietreggiare vedendo che Yuki si stava lentamente avvicinando a lei. Era incredibile come una bambina di quell’età la mettesse così in soggezione, le facesse crescere dentro un terrore puro. Perché? Era solo una bambina, una bambina che con quei poteri rischiava..
-Tu sei il commissario e io il ladro- disse seria la bambina –il ladro deve scegliere di rubare qualcosa di prezioso e il commissario deve impedirglielo-
Oh, no. La cosa si stava facendo pesante. Vera, reale e molto pesante.
-E io-  un lampo illuminò di nuovo il cielo fuori  –scelgo di rubare gli Arcani- disse sorridendo malignamente mentre dalla sua mano protesa appariva la falce nera.
Fine sgranò gli occhi. Gli Arcani? Allora era un gioco serio, molto serio e molto pericoloso. Non si stava giocando tra bambini che si divertono, ma tra nemici che si contendono il potere per salvare o distruggere il mondo!
Era in pericolo e lei lo sapeva. Doveva chiamare i Cavalieri, doveva evocare Shade e Bright! Ma era paralizzata dalla paura, non riusciva a muovere le mani. Riusciva solo a continuare a indietreggiare.
Arrivò al muro senza accorgersene. Ora sì che era in trappola. Yuki era in mezzo alla stanza.
-Allora, sei pronta a giocare, Signora della Rosa?-
Fine strinse i pugni. Che doveva fare? Se fosse riuscita a baciare le carte Shade e Bright sarebbero subito venuti a proteggerla, a..  certo, loro sarebbero arrivati subito. Il loro compito era di difenderla, di proteggere quella ragazza che doveva salvare il mondo, la Dominion. Era l’oggetto da difendere ad ogni costo, era SOLO l’oggetto.
Abbassò lo sguardo per poi rialzarlo decisa. Avrebbe dimostrato a quei due che sapeva benissimo difendersi da sola. Che prima di essere una Dominion, lei era una ragazza coraggiosa, che sapeva badare a sé stessa. Guardò la Falsa Rosa con aria di sfida.
-E tu sei pronta?- disse sicura.
La bambina sorrise. Evviva, il gioco era cominciato.
Fine corse verso la porta d’ingresso uscendo fuori da casa sua. Dentro c’era Rein, non l’avrebbe messa in pericolo.
Corse sotto la pioggia fino alla fine della via. Voltò l’angolo e raggiunse il parco dove da piccola giocava con sua sorella. Era deserto, con quel tempo erano tutti in casa.
La ragazzina la raggiunse subito lievitando in aria. Erano entrambe già bagnate fradice.
-Corri veloce- disse Yuki sorridendo amichevolmente.
Fine mise una mano sopra alla sua tasca destra della gonna della divisa. Non avrebbe preso gli Arcani, non glielo avrebbe permesso.
La bambina si avventò su di lei. Fine fu abbastanza veloce da buttarsi di lato e schivarla. Accidenti! Ma la voleva uccidere?!
Yuki andò a finire per infilzare la falce nella terra umida del giardino. Guardò Fine con un’espressione indecifrabile, che non trasmetteva nessuna emozione.
-Sai ho catturato altri quattro Arcani. Ora ne ho nove- disse la bambina così, di getto. Lo aveva detto meccanicamente. Sperava che Fine le facesse i complimenti, che fosse fiera di lei.
Fine la guardò sorpresa. Maledizione! Nove Arcani! E loro ne avevano solo sei. Come faceva a trovarli così velocemente? Non perdeva tempo quella lì!
-Perché lo fai?- chiese Fine. I poteri di quella bambina erano limitati, essendo una Falsa Rosa. Così si sarebbe condotta alla morte! Era solo una bambina, perché aveva accettato di fare una cosa simile?!
-Perché cerchi gli Arcani?! Non capisci che usando così i tuoi poteri non fai altro che farti del male?!-
La bambina la guardò confusa e dispiaciuta.
-Lui mi ha detto che se lo aiutavo a trovare tutti gli Arcani tu saresti stata contenta, saresti stata fiera di me- disse sempre con quell’espressione indecifrabile.
Fine ci rimase di sasso, sbalordita. L-lo faceva per.. perché voleva che lei fosse fiera del suo lavoro? Fosse contenta di lei? Ma.. perché? Non la conosceva, non si erano mai viste. Possibile che lo facesse davvero per lei?! E poi chi era Lui? Doveva essere per forza il tizio che aveva creato quei poteri Falsi.
-Lui chi?- chiese Fine quasi sconvolta.
-Il nostro Salvatore- disse come se fosse una cosa ovvia. Salvatore? Ma.. Fine la guardò confusa, che storia era?
-È colui che ci ha salvati da una fine orribile e ci ha donato questi poteri per trovare gli Arcani. Mi ha detto che dovevamo farlo per la Dominion, perché lei lo voleva. Lei voleva riunire tutte le carte. Ha detto che la Signora della Rosa sarebbe stata fiera di me-
Fine era sempre più sconcertata. Quel tipo la stava.. li stava  ingannando! Non lo faceva per lei, ma perché voleva il potere demoniaco del Sigillo! Voleva raccogliere tutti gli Arcani con quella scusa per poi impedirle di fare il Patto e sigillare il Potere per altri cinquant’anni. Come poteva mentire a quei ragazzi così spudoratamente?!
-NO! Vi sta mentendo! Lui vuole gli Arcani per sé! Vi sta manipolando!- le urlò Fine. Doveva farla ragionare, doveva farle aprire gli occhi.
La bambina la guardò in un misto tra il confuso, l’irritato e l’inorridito.
-No, non è vero! Stai mentendo!- le rispose sicura Yuki. Come si permetteva?!
-Apri gli occhi, lui..-
-Tu non lo conosci! Lui ci ha salvato, è buono! Non ci sta usando. Perché dici questo?!- urlò la bambina. Ora era davvero arrabbiata. Potevano dire di tutto, ma se toccavano Lui, allora erano guai.
Fine fece un passo indietro intimorita.
-Non ci mentirebbe mai! È dalla nostra parte. Forse sei tu che sei cattiva! Pensavo fossi buona!- disse estraendo la falce ancora conficcata nel terreno.
-Ti sbagli, il..-
-STA ZITTA!!- le urlò mentre si fiondava verso di lei piena di collera e di rabbia. Era arrabbiata, offesa e delusa. Delusa del fatto che la Dominion, la persona che aveva sempre stimato dai racconti di Lui, per cui si era sempre impegnata, fosse così cattiva da dire cose così brutte.
Fine si scansò appena in tempo, finendo a terra tremante e spaventata. Sentiva brividi di freddo e il respiro pesante. Quel tempaccio stava facendo i suoi effetti.
Avrebbe ricorso ai Cavalieri. Di nuovo. Forse era vero, non sapeva cavarsela da sola.
Estrasse velocemente le carte dalla tasca e le baciò.
Yuki intanto vedendo Fine prendere le carte si stava dirigendo in volo verso di lei, per attaccarla di nuovo.
Un turbine di petali neri e bianchi si fece largo di fianco a Fine.
Yuki era ormai vicina. Colpì qualcosa con la falce.
Ci fu una piccola esplosione.
Quando la polvere che si era alzata sparì, la bambina poté notare altre due figure in più di prima. Il Cavaliere della Rosa Bianca era inginocchiato di fianco alla Signora della Rosa tenendola per una spalla per tranquillizzarla e con l’altro braccio proteso verso l’alto. Dalla sua mano nasceva una luccicante barriera che li aveva protetti durante il suo attacco. Dall’altro lato della Dominion, il Cavaliere della Rosa Nera, in piedi, impugnava saldamente la sua spada con una mano, mentre l’altra era appoggiata sul fianco.
La guardava in cagnesco.
-Ora te la vedrai con noi ragazzina-










Ciaaaao :D
La bimba si è arrabbiata.. aiha..
Adesso penserete che sia cattiva, ma vi garantisco che è carina e coccolosa (Si ho visto -.- nd.Fine)
Beh spero vi sia piaciuto!
Un bacione, al prossimo capitolo!

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Capitolo 20
*** L'ombra che incombe ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


L’OMBRA CHE INCOMBE
-Ora te la vedrai con noi, ragazzina- disse Shade fissandola minaccioso.
Yuki lo guardò male. Accidenti, ma dovevano sempre essere d’intralcio questi Cavalieri?! Per una volta che stava giocando con la Signora della Rosa! Anche se doveva ammettere che aveva perso un po’ il controllo, beh era una bambina impulsiva.
Shade fece qualche passo avanti mettendosi davanti a Fine e Bright.
-Stai bene?- chiese intanto Bright aiutando Fine e rimettersi in piedi.
-Sì- disse lei continuando a fissare Yuki.
La bambina li guardava come se fosse la sola a voler fare qualcosa di giusto. Loro erano contro di lei. Sicuramente quei Cavalieri dovevano aver convito Fine di tutte quelle fesserie che le aveva detto. Maledetti!
Impugnò saldamente la falce e si mise in posizione d’allerta.
-Che c’è hai paura ora?- chiese beffardamente Shade ancora con quello sguardo arrabbiato. Aveva attaccato Fine, questa non gliela perdonava. Anche se era una bambina!
Yuki lo guardò di nuovo male. Paura lei? Di loro? Ovvio che no! Lei era lì per una missione, una missione che avrebbe fatto felice la Dominion.
-Così sei tu che hai ferito Sou, vero?- chiese stringendo la presa sulla sua arma.
Sou? E chi era? Fine la guardava come se stesse dicendo chissà che cosa.
-E chi è?- chiese Shade non capendo chi fosse questo tizio.
-E gli hai anche rubato i quattro Arcani- continuò senza nemmeno ascoltarlo. Ora però era chiaro. Sou doveva essere l’altra Falsa Rosa, la prima che avevano incontrato, quella del Luna Park e di quando era avvenuto il Secondo Risveglio tra Fine e Shade.
Shade sorrise beffardamente. Quella bambina era un bel tipetto!
-Io non gli ho rubato proprio niente. È lui che li ha persi come uno stupido-
La bambina a quell’affermazione non ci vide più.
-Non ti permettere!- disse scagliandosi contro di lui con tutta la forza che aveva.
Iniziò un acceso duello tra attacchi e parate. Yuki non era più lei. La bambina allegra e dolce che era, aveva lasciato posto a una ragazzina accecata dalla rabbia e dalla paura, paura di non poter essere accettata dalla Signora della Rosa.
Fine era preoccupata. Nonostante Yuki avesse cercato di farle del male dalla rabbia, era pur sempre una bambina, che usava i suoi poteri a sue spese. E che soprattutto veniva ingannata da quel misterioso Salvatore.
Yuki parò un potente colpo di spada di Shade, ma finì comunque a terra. Si rialzò subito anche se aveva il fiatone. Bright era rimasto di fianco a Fine, in fondo quella era una bambina, bastava Shade a sconfiggerla.
Il ragazzo come previsto stava avendo la meglio. A quel punto arrivò proprio davanti a Yuki, che era stremata e si teneva a stento in piedi. Le diede una brusca spinta sulla spalla sinistra. La ragazzina finì a terra come un sacco di patate. Lo guardava come spaventata. Anche stavolta stava fallendo. E la Dominion era lì a guardarla. Doveva dimostrarle che era forte, che doveva essere fiera di lei.
Cercò di rialzarsi, ma inutilmente. Era troppo stanca, non aveva speranze con quel Cavaliere.
Shade le puntò la spada alla gola guardandola male.
-Shade, basta!- gli urlò Fine. Stava esagerando, possibile che volesse andare oltre?! Era una bambina!
Shade la ignorò.
-Fermati è un ordine!- disse Fine autoritaria. Quello era un ordine della Dominion al suo Cavaliere, lui doveva sottostarne.
Shade ringhiò qualcosa abbassando la spada e facendo un passo indietro allontanandosi dalla bambina.
Fine le corse vicino.
-Fine!- la richiamò Shade. Che diavolo stava facendo? Quella aveva cercato di ucciderla!
-Stai bene?- chiese Fine a Yuki ignorando completamente Shade.
La ragazzina la guardò stupita. Perché si preoccupava per lei? Le aveva fatto del male.. e poi era una nullità come Falso Cavaliere. Allora perché veniva lì ad aiutarla?
Annuì senza proferire parola.
-Meno male- tirò un sospiro di sollievo la Dominion.
Bright la guardava sorridendo. Se lo aspettava da Fine. In fondo quella bambina non era poi così pericolosa, era impulsiva sì, ma era brava. Se voleva ucciderla lo avrebbe già fatto, invece voleva solo che Fine la notasse. Shade invece guardava contrariato. Fine era un’irresponsabile!
Yuki si alzò un po’ diffidente davanti allo sguardo di Shade.
-Mi dispiace.. Signora della Rosa, io..- cercò di scusarsi lei per aver cercato di farle del male. Abbassò la testa, non c’era perdono per quello che aveva fatto.
-Ehi- disse Fine facendole alzare la testa –chiamami Fine- disse sorridendo.
La bambina sgranò gli occhi. Poteva.. chiamarla per nome? Davvero? Un sorriso enorme si dipinse sul volto della bambina. Abbracciò Fine buttandosi letteralmente addosso a lei, facendo spaventare Shade che aveva subito pensato che volesse attaccarla di nuovo. Fine ricambiò l’abbraccio un po’ sorpresa.
-Ora devo tornare- disse Yuki sciogliendosi dall’abbraccio.
Fine divenne scura tutto d’un colpo. Doveva rientrare.. da quel tizio? Dal Salvatore?
-Yuki.. come si chiama l’uomo che ti ha salvata?-
La bambina la guardò dispiaciuta.
-Mi dispiace, non ci è concesso dire il suo nome. Noi lo chiamiamo Gin e basta-
Gin, Gin, Gin.. Aveva già sentito questo nome.. sempre che sia il vero nome di quel tizio. Le suonava molto familiare, perché?
-Ci rivedremo presto- la risvegliò la bambina iniziando a sollevarsi da terra anche se a fatica.
Fine provò a fermarla, ma lei era già troppo in alto e circondata da petali di rose morte. Sparì in un istante.
Fine rimase ferma a fissare il punto in cielo in cui era scomparsa. Non sapeva perché, ma non le piaceva, le faceva male pensare che quella bambina innocente ora fosse nelle mani di quell’uomo che voleva il potere del Sigillo per chissà quale scopo.
Sentì un calore e una luce provenire da terra. I Cavalieri si avvicinarono vedendo anche loro quella luce e percependo una forte energia.
La terra ai piedi di Fine si smosse un pochino, facendone uscire qualcosa di accecante. L’oggetto salì fino ad arrivare davanti allo sguardo attento e curioso della Dominion. Un Arcano!
Fine se lo ritrovò tra le mani guardandolo con un’espressione incredula. I due Cavalieri erano anche loro sorpresi. Questa volta non era stata Yuki a regalarglielo, ma era comparso lui dal nulla. O magari era sempre stato lì, ad aspettare che la Dominion lo trovasse.
Fine pensò che magari avesse scelto quel posto perché era pieno di ricordi di lei e Rein da piccole. Ma era solo una sciocchezza!
Tutta la soddisfazione di aver trovato un Arcano svanì pochi minuti dopo.
-Sei un’incosciente! Perché l’hai lasciata andare?! Che hai nella testa!- le urlò Shade. Si era preso un tale spavento. E lei che faceva? La faceva andare via così, sorridendole pure.
Fine lo guardava scocciata. Odiava le ramanzine, soprattutto se fatte per una cosa GIUSTA che lei aveva fatto.
-Era solo una bambina. Che volevi farle, ucciderla forse?!-
Shade la guardò male, però aveva ragione.
-E poi non è colpa sua. Prima che mi attaccasse abbiamo parlato del tizio che le ha dato i poteri e ha detto che lui..- provò a dire Fine, ma Shade la interruppe in malo modo.
-Stai dicendo che eravate insieme anche prima che arrivassimo noi?!- disse esasperato. No, non poteva essere così stupida da non averli chiamati subito! Poteva essere rapita o peggio!
Anche Bright stavolta la guardava un po’ contrariato dal suo comportamento. Certo, non le era successo nulla per fortuna, ma avrebbe dovuto evocarli non appena Yuki le si era presentata davanti.
Fine guardò da un'altra parte con l’espressione colpevole ma scocciata. Sapeva che Shade aveva ragione, ma non le avrebbe fatto nulla. Ne era certa, poi dopo quello che si erano dette ne era ancora più certa.
-Sei un’irresponsabile, ma cosa ti è saltato in testa! Dovevi evocarci subito!- Shade era fuori di sé.
-Fine, Shade ha ragione. Dovevi chiamarci subito, ti sarebbe potuto succedere qualcosa- disse Bright con tono più calmo e meno impulsivo.
Fine roteò gli occhi. Tanto loro erano disposti ad aiutarla solo perché lei era la Dominion. Se le fosse veramente capitato qualcosa avrebbe pianto solo perché era la Signora della Rosa. Chissene importa di Fine!
-Potevo cavarmela benissimo da sola- disse senza guardarli ancora con tono scocciato.
Shade la fece voltare verso di loro in malo modo. Era davvero arrabbiato.
-Certo! Abbiamo visto come te la stavi cavando!-  disse sarcasticamente  –Quella ha dei poteri, poteva ucciderti se non ci fossimo stati noi. Perché non ti metti in testa che non puoi fare sempre di testa tua! Devi chiamarci, noi dobbiamo proteggerti, siamo qui apposta!-
Fine ora lo guardava quasi spaventata. Non lo aveva mai visto così, lui non le aveva mai parlato in quel modo. Ma soprattutto non l’aveva mai, MAI guardata così.
-Sei una stupida!- disse abbassando un po’ il tono di voce, accorgendosi di aver urlato fin troppo.
Bright mise una mano sulla spalla al compagno.
–Ora calmati, Shade- disse guardando Fine dispiaciuto.
Fine aveva abbassato lo sguardo coprendo gli occhi con la frangia bagnata dalla pioggia, che scendeva ancora.  Una lacrima iniziò a scenderle lungo la guancia. Mischiandosi con la pioggia non se ne accorse nessuno.
Shade ora non parlava più, la guardava un po’ duramente e basta. Forse aveva esagerato.
-Ne ho abbastanza- disse Fine in un sussurro.
I ragazzi non capirono, o almeno non sembrava volessero capire quello che avevano percettibilmente sentito.
-Cosa?-
Fine strinse i pugni.
-NE HO ABBASTANZA!- gridò in faccia ai due Cavalieri –Ne ho abbastanza dei vostri continui “Dobbiamo proteggerti”. Voi lo fate solo perché sono la Dominion, non vi importa niente di quello che provo io!- disse iniziando a piangere.
Shade e Bright erano pietrificati da quelle parole. Non è vero, loro le volevano bene, perchè non lo capiva?! Ma forse erano loro che lo dimostravano male..
-Io n-non..-
Fine non riuscì a terminare la frase che perse i sensi. Fortunatamente Shade la prese al volo prima che toccasse terra.
-FINE!- la chiamarono disperati i due ragazzi. Fine respirava affannosamente, era rossa in viso.
Bright le mise una mano sulla fronte.
-Shade, scotta!- disse preoccupato. La febbre doveva essere salita per colpa di quel tempaccio. Fine era stata troppo al freddo e sotto la pioggia. Senza cappotto poi, dato che Yuki l’aveva colta di sorpresa.
Shade si maledì per tutto quello che aveva detto. Se non fosse stato così duro magari Fine non se la sarebbe presa, per poi perdere i sensi così.
La prese in braccio e insieme a Bright si diresse di corsa verso casa sua.
Ad aprire la porta fu la madre di Fine, che evidentemente era tornata da poco. Elza a momenti svenne al vedere la figlia priva di sensi tra le braccia di Shade.  In quel momento scese anche Rein in accappatoio, aveva appena finito di fare la doccia. Ci metteva sempre un’eternità!
Dopo essersi vergognata a morte che Bright l’avesse vista così, corse disperata dalla sorella. Era stata sotto la doccia solo per circa un’ora, che le era successo?! Non si era accorta che fosse uscita!
Shade e Bright inventarono una scusa. Dissero che la ragazza era uscita per comprare un dolce per la sera. L’avevano incontrata mentre tornava verso casa. Stava già male.
Dissero che si erano offerti di accompagnarla a casa visto che sembrava non stesse bene. Poi prima di entrare era svenuta.
Rein sembrava l’unica a non essere convinta di quella storia.

-Mi dispiace Gin- disse una ragazzina con due allegri codini neri e un abito di pizzo ancora nero.
Era inginocchiata per terra con la testa appoggiata alle gambe si un uomo seduto su una poltroncina. Sembrava fossero in uno stanzone molto grande, cupo e inquietante.
L’uomo le accarezzò i capelli e sorrise. Aveva un bel sorriso.
-Non preoccuparti mia piccola Yuki-
-Li abbiamo un po’ sottovalutati- disse irritato un ragazzo seduto a mo di principe su un divanetto.
-È vero, Sou ha ragione!- disse Yuki alzando la testa e guardando l’uomo –E quei Cavalieri della Rosa devono aver plagiato la Dominion! Le hanno messo in testa strane idee- disse preoccupata.
L’uomo la guardò facendo il finto confuso.
-Cosa ti ha detto?- chiese.  La bambina abbassò un po’ lo sguardo.
-Che.. che tu ci stai mentendo- disse guardandolo dispiaciuta –e che vuoi tenerti tutti gli Arcani-
L’uomo cercò di nascondere il sorriso che gli era nato sul volto. Poveri illusi, speravano di convincere i suoi adorabili giocattolini? Non ci sarebbero mai riusciti.
-È assurdo. Non posso credere che tu abbia creduto a una cosa simile Yuki, non dubitare del nostro Salvatore- disse una voce profonda che si fece largo dal buio della stanza.
Era un ragazzo alto, indossava la divisa del terzo anno dell’istituto Shobi. Morbidi capelli color pece gli ricadevano sul viso facendo intravedere a fatica due bellissimi occhi viola. Era la terza Falsa Rosa.
Guardava la bambina duramente.
-Ma io non ho dubitato neanche un secondo! Ho cercato di dirle che non era vero, ma non mi ha creduto- disse la bambina tornando a guardare l’uomo.
Lui le accarezzò di nuovo la testa.
-Lo so- disse. Sapeva che non lo avrebbero tradito. Perché loro si fidavano di lui, poveri sciocchi.
-Non sembrava che fosse contenta di sapere che ho trovato nove Arcani- disse triste Yuki riappoggiando la testa sulle gambe dell’uomo.
-Sta tranquilla, lo sarà presto- sorrise maligno.
-Gin- lo chiamò il ragazzo di prima dagli occhi viola.
-Sì Cain?- lo guardò l’uomo sorridendo.
-Permettimi di entrare in azione. Sono sicuro che potrei ottenere diverse informazioni- disse guardandolo serio, attirando l’attenzione di Yuki e di Sou.
-D’accordo. La stai tenendo d’occhio già da un po’ vero?-
-Sì- si limitò a rispondere Cain.
-Bene, a te la scena- sorrise sicuro l’uomo.
-Ma ho promesso che sarei tornata anche io per giocare con Fine!- si lamentò la bambina. Voleva essere ancora lei a tornare dalla Dominion.
-Verrà ancora il tuo turno, non preoccuparti- la tranquillizzò l’uomo.
Sorrise beffardo. Quella stupida ragazza non sapeva con chi aveva a che fare. Aveva cercato di far accettare la verità a uno dei suo Falsi Cavalieri, ma fortunatamente loro si fidavano troppo per dubitare. Non l’avrebbe avuta vinta, avrebbe recuperato gli Arcani e mandato in fumo il Patto della Rosa. Questa volta non si sarebbe stipulato nulla, non si sarebbe chiuso nessun Sigillo. Avrebbe pronunciato la formula e avrebbe fatto in modo che il potere ritornasse nelle mani del suo legittimo proprietario: lui, Ginzou Higa, chiamato anche Gin. Lei, la Signora della Rosa lo conosceva come il Dottor Higa.
Fine non sapeva neppure quale pericolo incombesse su di lei ormai da un po’ di tempo. Due occhi viola molto attenti la stavano tenendo d’occhio in ogni sua mossa. L’ombra che si portava dietro la Signora della Rosa era pericolosa, ma era solo l’inizio.










Ciaaaaao :D
Ok, mi rendo conto che ora siamo arrivati al limite. Shade ha esagerato, Fine ha esagerato.. ok, avete capito.
Per farmi perdonare di questa luuuunga litigata, nel prossimo capitolo ci sarà una scena bellissima tra i nostri due adorabili "fidanzatini".
Preparatevi con i fazzolettini perchè piangerete dalla gioia.
Ma non chidete se si tratta di un bacio perchè non lo è   ù.ù
Beh buona serata :3

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Capitolo 21
*** Occhi viola ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


OCCHI VIOLA
Rein per tutta la notte non fece altro che pensare a sua sorella. Fine era nella stanza accanto con la febbre. Shade e Bright avevano detto di averla trovata che tornava verso casa in uno stato un po’ preoccupante. E che poi era svenuta. Così l’avevano riportata di corsa a casa sua.
Rein non ci credeva. Non quadrava nulla in quel racconto. Forse agli occhi dei genitori poteva essere credibile, ma lei sapeva che non era vero, perché conosceva quei due ragazzi. Non molto ma li conosceva abbastanza per poter dire che si odiavano, quindi perché erano fuori insieme? E poi Fine che va comprare un dolce, sì, ci stava, ma perché in un momento come quello e con quel tempaccio? Non l’aveva nemmeno avvisata.
Ora che ci pensava, quando Shade e Bright avevano riportato a casa sua sorella, Fine non aveva addosso che i vestiti con la quale l’aveva lasciata prima di andare a farsi la doccia. Perché era uscita senza cappotto o senza ombrello? Pioveva a dirotto!
No, quella non era la verità. Ne era certa. Ed era certa che Fine le nascondesse qualcosa da un po’ di tempo, un qualcosa che riguardava anche quei due.
Chiuse gli occhi e dopo poco si addormentò.

Passarono tre giorni. Fine non andò a scuola, nonostante dicesse di stare bene.
Finalmente al quarto giorno convinse sua madre che poteva uscire. La febbre era passata e si sentiva in gran forma. E poi a stare a casa si annoiava! Non vedeva l’ora di tornare a scuola e di rivedere tutti i suoi amici.
Nel tragitto verso scuola, pensava a Shade e a Bright e a tutto quello che aveva detto loro prima di svenire. Forse aveva un po’ esagerato, ma si sentiva così in quel momento. Per loro lei era solo la Dominion.
Tra varie chiacchiere, Fine e Rein, arrivarono a scuola.
Durante l’intervallo Fine andò in biblioteca dal professor Itsushi mostrandogli gli Arcani. Ne rimase molto contento. Fine non sapeva se dirgli o meno quello che aveva saputo da Yuki. In fondo lei aveva negato tutto quello che il professore le aveva raccontato sul “Salvatore”, come lo chiamava lei, o meglio Gin.
Gin.. eppure quel nome lo aveva sentito da qualche parte, ma non si ricordava dove. Aveva passato quei tre giorni di malattia a pensare quando o dove lo aveva sentito, ma niente.
Decise che forse era meglio aspettare per parlarne con lui, voleva capirne di più prima.
Uscì dalla biblioteca. Chiuse accuratamente la grande porta di legno e si voltò di scatto diretta alla sua classe. Non si accorse che aveva qualcuno davanti che doveva entrare nella biblioteca e ci andò a sbattere contro.
-Scusa, mi dispiace- disse alzando lo sguardo imbarazzata. Ne combinava sempre una.
Rimase incantata al vedere la persona che aveva davanti. Era un ragazzo alto, con dei capelli nerissimi e lisci. Aveva dei lineamenti perfetti. Se fosse stato per lei, lo avrebbe eletto Ragazzo dell’Anno!
La cosa che però la fece arrossire di più, erano i suoi occhi, due grandi occhi viola che la fissavano intensamente, come se le volessero scavare dentro.
Fine abbassò la testa imbarazzata, era davvero un bel ragazzo.
-Scusa- ripeté più a bassa voce.
-Non preoccuparti, sono io che non ti ho vista- disse lui rimanendo serio.  Fine lo guardò bene. Indossava la divisa del terzo anno.
Non l’aveva vista? Ma se stava chiudendo la porta proprio dove lui doveva entrare, dato che lì c’era solo la porta della biblioteca. Sicuramente lo aveva detto per fare il gentile e prendersi la colpa. Non come Shade la prima volta che si erano visti.
-Scusa.. dovrei entrare- disse sempre con quell’espressione seria, facendo intendere a Fine che gli stava intralciando il passaggio.
Fine si accorse che si era incantata a guardarlo come un ebete.
-Sì! S-scusa- si scansò imbarazzata. Che figura!
Il ragazzo entrò. Aveva in mano un libro, sicuramente doveva riportarlo. 
Lei lo guardò entrare e richiudere la porta. Poi tornò in classe.

Per tutta la giornata aveva cercato di non incontrare né Bright né Shade. Non aveva voglia di parlare con loro.
All’uscita della scuola Rein andò a comprare il latte, che la mamma le aveva chiesto di prendere prima di rientrare. Insistette nel mandare Fine a casa dato che si era appena ripresa dalla febbre. Con quel tempo, che ancora sembrava voler piovere, avrebbe potuto riammalarsi.
La sorella allora si diresse verso casa da sola. Aveva.. no forse non era paura, ma più ansia e timore di trovare di nuovo Yuki o quel Sou, la prima Falsa Rosa. In un momento come quello non avrebbe mai voluto evocare uno dei Cavalieri.
Camminava a passo lento ma fuggitivo. Non aveva voglia di correre.
D’un tratto un brivido la percosse per tutta la schiena. Aveva una strana sensazione. Si voltò di scatto. La strada era deserta. Per un attimo aveva avuto l’idea di essere seguita. Ah, si stava facendo troppo paranoie!
Tornò sui suo passi, per poi rivoltarsi più volte. Ogni volta che si diceva che non c’era nessuno le tornava quel brivido. Brivido di paura. Paura?! Ma scherziamo? Lei era la Dominion, non poteva, non doveva avere paura!
Si voltò alle sue spalle decisa.
-Chi c’è?!- chiese infastidita. Era sicura che ci fosse qualcuno, se lo sentiva. E se non era così allora non ci avrebbe fatto neanche una figura tanto terribile, dato che la via era deserta.
-Hai un buon orecchio- disse una voce calda. Le era familiare.. forse.
Dall’angolo di una delle traverse di quella via uscì una sagoma. Si fermò e squadrò la ragazza. Fine fece lo stesso.
La persona che si trovava davanti a lei era un ragazzo probabilmente più grande di lei. Il cappotto nero che portava lo faceva sembrare ancora più alto. Aveva capelli neri che gli ricadevano sulla fronte, un po’ mossi dal venticello che si era alzato. Nella mano destra teneva una cartella, la cartella di uno studente. E aveva due occhi viola, due bellissimi occhi viola.
Ehi, ma..!? Quello era il ragazzo che aveva incontrato davanti alla biblioteca! Il bellissimo ragazzo del terzo anno davanti al quale si era incantata come una scema.
Tirò un sospiro di sollievo. Era solo un suo compagno di scuola! E lei che aveva pensato a una Falsa Rosa!
Il ragazzo fece qualche passo verso di lei.
-Dovresti stare attenta ad andare in giro da sola- disse alludendo al tempaccio in arrivo. Non c’era il sole, anzi il cielo iniziava a scurirsi prima in quei giorni. Non era molto sicuro che una ragazzina andasse in giro da sola, anche se quello era un caso, dato che tornava sempre con Rein.
Fine sorrise.
-È solo oggi che torno da sola, di solito c’è mia sorella- disse allegramente. Che carino, si preoccupava per lei.
-Lo so- sorrise il ragazzo mentre le si avvicinava. Lui sapeva tutto quello che faceva di solito.
Era la prima volta che lo vedeva sorridere. Ma quel sorriso era.. o meglio non era un vero sorriso. Era un’espressione fiera, trionfante, beffarda. Non era un sorriso amichevole, tutt’altro.
-C-come?- chiese Fine. Le era sembrato di percepire un “Lo so”, ma non ne era certa, lo aveva sussurrato. E poi se era giusto, come lo sapeva? Non si erano mai visti prima.
Il ragazzo sorrise di nuovo, sempre quel sorrise falso.
Ormai lui era davanti a lei e la guardava dall’alto. Così vicini i suoi occhi erano ancora più belli, anche se.. vuoti?
-Faresti meglio a stare sempre con qualcuno, mai sola.- disse ignorando la sua domanda –Soprattutto ora che ne hai sei-
Sei? Sei cosa? Perché la guardava così? Che aveva in mente? Sembrava che con quegli occhi le stesse leggendo dentro. Aspetta, sei.. che siano.. i sei Arcani! Lei aveva con sé sei Arcani! Come.. no, impossibile era solo un caso. Come poteva quel tipo riferirsi alle carte!?
-N-on capisco.. comunque, p-posso sapere come ti chiami?- disse le per cambiare discorso e cercando di non mostrare la sua agitazione.
-Cain- disse lui fissandola negli occhi –Cain Takami-
Fine sentì brividi in tutto il corpo. Però.. non era brividi buoni. Quelli che di recente sentiva quando era con Shade. Erano.. brutte sensazioni. Sensazioni di pericolo. Una voce nella sua testa le urlava di andarsene, quel ragazzo non le trasmetteva nulla di buono. Non l’aveva notato prima, era troppo impegnata ad osservarlo.
Cain alzò una mano portandola all’altezza del collo della ragazza.
Fine lo guardò impietrita, non capiva cosa volesse fare.
Il ragazzo sfiorò con il dito indice il ciondolo a forma di rosa al collo di lei.
-Non capisci, eh?- disse sussurrando, guardando il girocollo come in tranche.
Fine rimase spiazzata da quello che stava dicendo il ragazzo. Perché le stava guardando il girocollo? Ogni istante che passava era sempre più convita che Cain sapesse qualcosa, qualcosa di troppo, qualcosa che in teoria non avrebbe dovuto sapere per essere un semplice studente.
Cain stava per toccare la rosa della collana con l’intero dito, quando una forte stretta al polso lo fermò, facendo ritrargli il braccio.
Il ragazzo si voltò verso destra. Chi lo stava trattenendo?
Si ritrovò davanti, a pochi centimetri, un ragazzo alto più o meno come lui con dei capelli spettinati color cobalto. Lo guardava con due occhi così profondi da far paura. Aveva un’espressione minacciosa, come se lo volesse disintegrare con lo sguardo.
Cain non mostrò nessuna di queste emozioni, mantenendo sempre lo stesso sguardo impassibile e serio di sempre.
Anche Fine si era voltata di scatto verso la persona che aveva interrotto quel “contatto” tra Cain e il suo ciondolo.
-Shade- disse sorpresa in un sussurro.
Shade lasciò andare bruscamente il polso di Cain, facendolo indietreggiare di un passo per la forza con cui gli aveva spinto via il braccio.
Si mise tra lui e Fine guardandolo con astio. Cain fece lo stesso.
Fine poté vedere tutta “l’odio” che si era creato tra i due osservando solo il modo in cui si fissavano.
-Stalle alla larga- sibilò Shade con aria minacciosa.
Cain sorrise come poco prima. Fece un passo indietro, dopodiché si voltò scomparendo dentro una via buia che portava verso il centro della città.
Fine era rimasta a guardare la scena come impietrita. Non aveva né il coraggio né la forza di dire qualcosa. Aveva provato così tanta.. soggezioni stando vicino a quel tipo. Quella mattina a scuola le era sembrato un ragazzo bello e interessante, ma ora.. voleva solo capire chi fosse veramente. Ma soprattutto cosa sapesse.
Shade si voltò verso di lei guardandola dall’alto in basso.
-Chi era?- chiese infastidito. Quel ragazzo non gli piaceva. Aveva avvertito una strana sensazione quando lo aveva toccato. Ma per ora non lo avrebbe detto a Fine.
La ragazza lo guardò male. Non aveva incontrato fortunatamente né lui né Bright per tutto il giorno, possibile che se lo dovesse ritrovare davanti proprio all’ultimo?! E poi cos’era quella domanda? Tralasciando che Cain non la convinceva, chi era Shade per chiederle con chi stava? Non è che ora ritornava a fare il Cavaliere appiccicoso, eh!?
-Che t’importa?- sbuffò Fine abbassando lo sguardo. Le era venuto in mente quello che aveva detto in faccia ai Cavalieri e non se la sentiva di guardarlo negli occhi.
-Chi era?!- chiese di nuovo Shade alzando un po’ la voce.
Fine sobbalzò. Non si aspettava che Shade fosse così duro.
-U-un ragazzo che ho conosciuto oggi-  accidenti! Perché finiva sempre per dirgli tutto! Uffa!
Shade si voltò nella direzione che aveva preso quel tipo con un’espressione diffidente. Poi tornò a guardare Fine.
-Certo, e un tipo che hai conosciuto oggi ti segue fino a casa!- disse lui sarcasticamente.
Fine alzò finalmente lo sguardo, fissandolo stupita. “Seguita”? ma che stava dicendo?
-Ma che stai dicendo?- chiese lei confusa.
-Quel tizio ti sta seguendo da quando sei uscita da scuola- disse lui. Possibile che non se ne fosse accorta!?
Fine ci rimase di sasso. Come sarebbe che l’aveva seguita?! Allora quella sensazione di essere osservata era vera! Ora più che mai voleva sapere chi fosse quel Cain Takami.
Un momento! Aspetta, aspetta, aspetta! Come faceva Shade a sapere che Cain l’aveva seguita? Fine capì subito. No, no! Questa volta lo avrebbe trucidato sul serio.
-E tu come sai che mi ha seguita?- chiese lei tra i denti cercando di trattenersi dal tirargli un pugno.
Shade guardò da un'altra parte arrogantemente senza dire nulla.
-Bene, mi hai seguita pure tu! Sono davvero contenta che ti fidi così tanto di me!- disse lei sarcasticamente guardandolo male.
Shade si limitò a fissarla. Non aveva nulla da dire. Anche perché Fine si sarebbe arrabbiata comunque.
La ragazza intanto aspettava che lui dicesse qualcosa, che so anche per difendersi. Ma niente. Se stava zitto come un timido bambino.
-Beh non dici nulla!?- chiese arrabbiata lei.
-Che dovrei dire?- chiese Shade guardandola in un modo indecifrabile  –Se ti dicessi che ti ho seguito perché ero preoccupato per te, ti arrabbieresti comunque- disse assumendo poi un’espressione.. non dispiaciuta, ma più.. come dire delusa del fatto che lei non apprezzasse quello che faceva.
Fine si zittì. Lo guardò sorpresa. Quelle parole l’avevano colpita. Non capiva perché, ma.. ti ho seguito perché ero preoccupato per te
Fine abbassò la testa. Si sentiva in colpa. Non aveva fatto altro che pensarne tutti i colori su di lui e su Bright e nonostante quello che aveva detto, lui continuava a preoccuparsi per lei. Anche se si preoccupava perché era la Dominion, in fondo non era giusto trattarlo così.
Shade la guardò. Lui nonostante Fine gli avesse detto di non seguirla più quella mattina, quando, insieme Bright, era andato a prenderla per accompagnarla a scuola, aveva continuato a seguirla sia la mattina che il pomeriggio. Non si era mai fatto vedere, e aveva sempre notato quando Fine si guardava intorno per vedere se ci fosse uno di loro Cavalieri.
Non gli importava cosa avesse detto lei, Shade voleva solo saperla al sicuro. Perché si era innamorato di lei, perché se qualcuno l’avesse portata via non se lo sarebbe mai perdonato. Avrebbe continuato a tenerla d’occhio all’infinito se fosse stato necessario. Anche se lei lo avesse odiato per questo.
-Vuoi che ti accompagni a casa?- chiese guardando da un’altra parte. Sapeva già che Fine avrebbe detto di no e che se ne sarebbe andata in malo modo. Ma lui l’avrebbe seguita comunque senza farsi notare.
Fine lo guardò dispiaciuta. Perché si comportava così dopo tutto quello che lei gli aveva detto?
Annuì con la testa. Sì, voleva che la riaccompagnasse a casa, voleva stare con lui.
Shade sgranò gli occhi. Non si aspettava che dicesse di sì. Era convinto che si sarebbe infuriata ancora. Sorrise pensando a come si era sbagliato e a quanto quella ragazza lo stupisse ogni istante di più.
Shade allora la superò dirigendosi verso casa di Fine. Lei si voltò e lo seguì.
Fine camminava a testa bassa, pensando a quanto era stata ingiusta con lui e con Bright. Sentiva il cuore martellarle nel petto. Perché ogni volta che Shade era lì con lei, il suo cuore sembrava un cannone?
Alzò lo sguardo e fissò Shade che stava un passo avanti, alla sua sinistra.
Non pensò nemmeno a quello che stava facendo. Gli prese la mano avvicinandosi un po’ a lui. Non sapeva perché, ma voleva toccarlo, voleva sentirlo vicino. Era anche il modo per fargli capire che gli voleva bene.
Shade la guardò preso alla sprovvista, continuando a camminare. Per fortuna Fine aveva la testa bassa e non lo stava guardando, sennò avrebbe potuto vedere l’evidente rossore sul suo viso. Era forse il suo modo per chiedergli scusa?
Le strinse la mano, facendo aumentare la velocità dei battiti cardiaci ad entrambi.
Camminarono così fino a sotto casa di lei. A quel punto si fermarono e Shade si voltò verso di lei.
-Grazie- disse Fine con il viso arrossato guardando a terra.
Shade sorrise. Era bellissima con le gote rosse.
Fine si allontanò di un passo verso il cancelletto, ma Shade strinse la presa sulla sua mano non lasciandola proseguire oltre.
Fine lo guardò non capendo cosa volesse dire quel gesto. Non ebbe nemmeno il tempo di formulare un pensiero che Shade la tirò verso di sé, facendola sbattere sul suo petto. La circondò con le braccia in un forte abbraccio.
Fine rimase impietrita. Era arrossita ancora di più. Ora aveva superato i suoi capelli. Perché Shade faceva così? Cosa aveva in mente? Perché la stava abbracciando?! Il cervello di Fine era in fumo, tra queste domande e il cuore che sparava cannonate a più non posso non riusciva a pensare.
-Non mi pento di averti seguita tutto il tempo- le sussurrò Shade all’orecchio.
Fine intuì un po’ di cose. “Tutto il tempo”.. quindi nonostante lei gli avesse vietato di seguirla, lo aveva fatto comunque? Da quella volta? E perché glielo diceva? Sembrava quasi una confessione di colpe.
Shade la lasciò presto andare, sciogliendo l’abbraccio e vedendo una Fine rigida e rossissima davanti a lui.
La ragazza lo guardò. Ora sì che sapeva di aver sbagliato tutto. Sentiva che Shade si era sempre preoccupato per lei, ma non per la Dominion, ma per lei come persona. Come Fine.
Sorrise cercando di vincere l’imbarazzo.
-Grazie-
Shade ricambiò il sorriso. Un sorriso sincero che riusciva a rivolgere solo a lei.
Dietro all’angolo di una delle traverse della via, una sagoma dai capelli color grano e dai lucenti occhi rossi osservava la scena.
Bright sorrise. Così anche Shade aveva deciso di seguire Fine nonostante il suo divieto. Non pensava che un ragazzo freddo come Shade si potesse sciogliere davanti a Fine. E che una ragazza allegra come lei si potesse interessare a un tipo con il suo opposto carattere.
Forse il Patto sarebbe stato un giuramento di VERO amore, questa volta.










Ciaaaao :)
Ok forse i fazzolettini erano un'esagerazione xD
Comunque io l'avevo detto che ci sarebbe stata una tenera scenetta *-*
Mamma mia quanto è bello Shade! E quella scema di Fine che non si accorge nemmeno che lui le muore dietro -.-'' mah
(Ehi.. guarda che io seguo la tua storia.. nd.Fine) (Behh.....improvvisa! nd.Me *cerca una scusa*)
Ora vi lascio, spero vi sia piaciuto :)
Un bacione grande!
 

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Capitolo 22
*** La Parata dell'Orrore ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


LA PARATA DELL’ORRORE
Fine, Shade e Bright erano tornati uniti come prima. Da quel giorno, Fine, permise a Shade e Bright di accompagnarla a scuola e a casa liberamente. Ovviamente Bright doveva dire che lo faceva per Rein, e la cosa non è che gli dispiaceva tanto. Quei due si vedevano spesso. E per “si vedevano” si intende anche come appuntamenti veri e propri. Però Bright rimaneva sempre e comunque attento anche a Fine, in fondo il suo compito era di proteggerla.
La ragazza aveva chiesto scusa anche a Bright per quello che aveva detto, ricevendo un dolce sorriso dal ragazzo. Era acqua passata.
Erano passati diversi giorni. I tre ragazzi erano riusciti a catturare altri quattro Arcani. Questa volta senza interruzioni. E la cosa non era rassicurante. Ora erano a quota dieci Arcani.
Fine ogni tanto aveva notato Cain per puro caso, e tutte quelle volte lui la stava fissando con aria incomprensibile. Aveva sempre quell’espressione seria, senza sentimento. Fine voleva tanto parlargli, ma Shade e Bright non glielo permettevano. E avevano ragione, in fondo nemmeno a lei trasmetteva buone sensazioni.
Fine, Rein e i due ragazzi stavano tornando verso casa, per quel giorno la scuola era finata.
-Ahh.. Tra due giorni sarà Halloween!- disse Rein entusiasta della cosa. Adorava far spaventare sua sorella.
Fine la guardò male. Tutti gli anni la stessa storia.
-Ho sentito che faranno una specie di Parata al parco- disse Bright vedendo Rein interessata all’argomento. Alla ragazza si illuminarono gli occhi.
-Dici sul serio?! Che bello, voglio andarci!- disse Rein sognate senza chiedere nessun dettaglio.
Bright era sorpreso. Non pensava che le piacessero cose spaventose e horror.
-Davvero?- chiese sorridendo.
-Davvero!- annuì Rein convinta.
-Davvero?- chiese Fine con voce terrorizzata. Sapeva che a sua sorella piacevano queste cose, ma una festa di Halloween.. no!
-Dai Fine, non fare la solita fifona. Sarà divertente!- disse la gemella. Voleva andarci e anche Fine l’avrebbe seguita.
Fine la guardò poco convinta.
-Tu vieni?- chiese Rein guardando Bright speranzosa. Il ragazzo si fece convincere. Per far contenta Rein, iniziò anche lui a insistere che andasse anche Fine, coinvolgendo anche Shade. Ben presto tutti e quattro, o meglio due dei quattro, furono felici di poter partecipare alla Parata dell’Orrore.

Dopo due giorni, le gemelle si ritrovarono a uscire la sera, dirette a questa magnifica esperienza. Magnifica solo per Rein, Fine non vedeva l’ora di tornare a casa, non sapeva nemmeno come aveva fatto a farsi convincere. Forse perché sapeva che ci sarebbe stato anche Shade?
Le sorelle erano entrambe vestite in stile Gothic Punk, ovviamente scelto dalla sorella dai capelli color oceano. Rein indossava una camicetta bianca molto elaborata, con un gravattino nero annodato largo. Portava una gonnellina nera a scacchi blu con del pizzo molto carino. Fine invece aveva una magliettina nera e fucsia con un copri spalle nero sopra e una gonnellina a balze tutta nera. Odiava quello stile, ma soprattutto odiava quella gonna: troppo corta!
Shade e Bright arrivarono puntuali e insieme si diressero verso il parco.
Fine per tutto il tragitto non aveva fatto altro che mugugnare imprecazioni e lamentele. Rein la ignorava, sua sorella era fatta così, era una fifona.
In pochi minuti arrivarono al grande parco, uno dei più famosi della città. Tutti rimasero stupiti. Anche Fine dovette ricredersi su alcune cose. Nelle vie asfaltate del parco vi erano bancarelle di ogni genere, vestiti, costumi, maschere, cibi con svariate forme da sembrare mangime per mostri, giochi di intrattenimento per Halloween. Tutto era illuminato da lucette di ogni colore appese qua e là, aiutate poi dalla luce dei lampioni. Era davvero ben fatto e organizzato.
C’era tantissima gente. Molti ragazzi vestiti in un modo un po’ starano scorrazzavano di qua e di là, mentre i proprietari delle bancarelle erano travestiti da mostri, streghe, vampiri, zombie..
Anche Fine lo trovava abbastanza carino, ma il suo ideale di “carino” non era lo stesso di Rein. Lei aveva comunque una certa fifa, mentre la sorella era entusiasta di tutto.
Rein si catapultò a una delle prime bancarelle di vestiti gotici trascinando Bright, dato che era quello più vicino a lei.
Shade e Fine li stavano raggiungendo a passo un po’ più lento. Fine si guardava intorno con aria diffidente e un po’ timorosa, non le erano mai piaciute cose simili. Le tremavano le gambe.
-Non dirmi che hai paura- disse Shade divertito dall’espressione quasi terrorizzata di lei. Non pensava che fosse così fifona. Anche se l’urlo che aveva tirato al Luna Park nella casa stregata, confermava quell’idea.
Fine lo guardò male. Si stava prendendo gioco di lei!  Fece un passo lungo e si parò davanti a lui guardandolo sicura e battendosi il pollice sul petto.
-Certo che non ho paura! Figuriamoci!- disse indignata –Forza, ora ragg..-
Non riuscì a finire la frase che, voltandosi per raggiungere Rein e Bright, si ritrovò davanti un tizio travestito da mostro con una terrificante maschera da zombie con un’ascia in testa.
-Ahhhhhhhh!- urlò a squarcia gola non finendo lasciando la frase di prima a metà. Si catapultò dietro a Shade terrorizzata.
Il ragazzo-zombie era rimasto fermo. Si alzò la maschera mostrando la sua vera faccia. Era un ragazzino normalissimo. Li guardò un po’ stupito ed incerto.
-Mi dispiace, non volevo spaventarla. Volevo solo darvi queste- disse lui dispiaciuto a Shade porgendogli due spillette a forma di pipistrello.
Fine che era dietro la schiena di Shade tremante, si sporse con la testa. Vide il ragazzo allontanarsi un po’ dispiaciuto.
Shade si voltò a guardarla con aria da chi sapeva tutto. “Chi è che non aveva paura?” era quello che la sua espressione voleva dire, Fine lo capiva benissimo.
Lo superò raggiungendo la sorella con aria offesa.
I quattro passarono la maggior parte della serata a seguire Rein in ogni tipo di bancarella. Spesso di fermavano anche in qualche stand di cibi vari perché Fine voleva assaggiarne di tutti i tipi. Giocarono a diversi intrattenimenti, come sparare da un fucile per colpire dei pipistrellini finti che si muovevano sullo sfondo, oppure riuscire a fare un percorso senza farsi prendere da degli zombie.. Tutti giochi terrificanti, almeno per Fine. Lei non faceva altro che urlare a squarciagola, facendo sobbalzare gli altri tre. Se quelli si erano spaventati era solo perché Fine strillava peggio di un galletto.
Dopo una pausa, Rein tornò alla carica. I tre la seguirono in una bancarella di oggettini e accessori in stile gotico. Non che andasse pazza per quello stile, ma aveva visto molte cosucce che si sarebbero abbinate benissimo con i vestiti che indossava.
Alle loro spalle, poco più in là, Fine notò una bancarella alquanto allettante. Lo zucchero filato!
La raggiunse in mezzo secondo senza avvisare gli altri. Prima il piacere e poi avvisare, era questo il suo detto. Ok, lo aveva inventato al momento.
Ordinò una porzione di quell’invitante botta calorica. Pagò e si voltò per tornare dai suoi amici.
Mentre cercava di farsi largo tra la gente, andò a sbattere in pieno petto a qualcuno. Per il forte urto cadde a terra all’indietro facendo cadere lo zucchero filato. Accidenti!
Alzò lo sguardo ritrovandosi davanti una persona di media statura, doveva essere un ragazzo. Indossava una camicia stile principe del medioevo, dei pantaloni aderenti infilati in un paio di stivali neri.
Fine rimase impietrita. Quel tipo indossava una maschera davvero orribile. Più che orribile era inquietante, e molto! Era bianca e ovale, gli occhi erano due fessure a forma di mezzaluna rivolta verso il basso, e la bocca era inarcata in un enorme sorriso. Era semplicissima, ma tanto semplice da metterle un terrore incontrollabile nel cuore.
Il ragazzo si inginocchiò porgendole la mano. La stava aiutando.
Fine non volendosi lasciare impressionare dalla maschera la afferrò, in fondo era stato gentile.
-Mi dispiace- disse lei un po’ impacciata. Guardò lo zucchero filato a terra. Vabbè, ne avrebbe comprato un altro.
-Non importa- disse il ragazzo.  Fine sgranò gli occhi. Quella voce.. quella voce la conosceva.
Tornò a guardare in faccia la persona che aveva davanti con una lentezza impressionante, era terrorizzata.
Il ragazzo, da dietro alla maschera sorrise. Lo aveva riconosciuto.
Lei riuscì a vedere attraverso le fessure degli occhi, due iridi di uno stupendo colore viola. Non sapeva cosa fare, cosa dire. Aveva paura. Aveva paura di Cain.
Fine si sentì tirare per una spalla e attirarsi verso qualcun’altro.
Si voltò. Era Shade. L’aveva avvicinata a sé, allontanandola dal ragazzo dagli occhi viola per fargli capire che non doveva avvicinarsi, che ci sarebbe stato lui a proteggerla. Lo guardava con astio. Erano nemici.
Cain si tolse la maschera con la mano destra, mostrando il suo vero volto. Sorrise in quel suo modo.
-Anche voi qui?- sembrava più un’affermazione.
Shade lo fissò in malo modo, mentre Fine lo guardava spaventata con diffidenza. Loro qui? Non è che per caso era lui che li aveva seguiti ancora?
-Che ci fai qui?- chiese bruscamente Shade ignorando quello che aveva detto. Cercò di non aumentare il tono di voce per non farsi sentire da chissà chi e alzare un polverone.
Cain fece una smorfia.
-Sono venuto a divertirmi- disse vago.
-Beh, allora divertiti lontano da lei- disse Shade stringendo la presa sulla spalla di Fine. Non doveva avvicinarsi.
Il ragazzo fece una faccia annoiata. Che scocciatura quei Cavalieri della Rosa!
Alzò lentamente la mano. Schioccò le dita e sorrise.
Fine e Shade lo guardavano perplessi. Che..? Che faceva?
D’un tratto non sentirono più nulla. Le urla, le chiacchiere, il rumore della gente intorno a loro era scomparso. Silenzio totale.
I due si guardarono intorno preoccupati. Che diamine stava accadendo ora?!  Videro le persone ferme immobili. Chi sorrideva, chi stava pagando qualcosa, chi era rimasto con una gamba per aria mentre camminava. Tutti fermi. I loro occhi erano vuoi, spenti.
-Che..- riuscì solo a dire Fine in preda alla confusione più totale. Com’era possibile?
Shade e Fine si voltarono di nuovo verso Cain. Che fosse stato lui!? Lo sapevano!
-Sei stato tu, vero?! Che hai fatto?!- chiese Shade fuori di sé. Allora aveva capito bene. Quel tizio non aveva nulla di buono, anzi. Era stato lui. Ma chi cavolo era?!
Cain fece una risata un po’ sommessa. Che stupido, certo che era stato lui.
-Fine! Shade!- I due si voltarono.
Bright stava correndo verso di loro cercando di non toccare nessuno. Li raggiunse guardando Cain con un’espressione sconvolta ma di chi se lo aspettava.
Cain era lì davanti a loro che sorrideva in quel modo tanto strano quanto inquietante. Bright e Shade volevano levargli quel sorrisetto dalla faccia a suon di pugni.
-Che vu..-
Shade non riuscì a finire la frase che rimase impietrito da quello che stava succedendo intorno a loro. Le persone che prima sembravano manichini immobili, si erano voltati tutti verso di loro. Sembravano zombie. I loro occhi erano spenti, privi di vita.. come ipnotizzati.
Iniziarono a camminare lentamente verso di loro, stringendosi in un cerchio di puro orrore. Fine li guardava terrorizzata. Che avevano quelle persone?!
Cain sorrise.
-Forza, fate vedere alla Dominion e ai suoi Cavalieri la vera Gothic Horror Parade- disse rivolgendosi all’esercito di persone ipnotizzate.
Cosa? Che voleva dire? Stava rovinando quella festa! Quella non era più la Parata dell’Orrore di Halloween.
-Gothic Horror Parade-
I ragazzi si strinsero unendo le loro schiene e guardandosi intorno in trappola. Quella gente stava recintando una filastrocca terribile. Le loro voci erano prive di sentimento.
-Avanti, forza, dai- dissero avvicinandosi sempre di più –Conduci tutti verso un finale come non mai!-
Shade prese per mano Fine tirandola da una parte, seguito poi da Bright.
-Chi di una colpa si è macchiato, in essa si troverà poi invischiato-
I tre correvano spingendo quei corpi senz’anima, in cerca di una via d’uscita.
-Gothic Horror Parade. Ma anche i vuoti pupazzi impagliati, che i frugoletti indemoniati, sia i candidi innamorati..-  pronunciavano mentre li seguivano lentamente  -..conduci tutti verso un finale come non mai!-
Shade e Bright, tra spinte e corse, riuscirono ad uscire dalla folla di gente portando in salvo Fine. Almeno per ora.
Si voltarono, vedendo che quelle specie di zombie si erano girati e si stavano avvicinando di nuovo camminando molto lentamente. Le teste ciondolavano a destra e a sinistra.
-Rein..- disse Fine sconvolta vedendo anche sua sorella tra quella gente. No, lei no!
-Guarda arriva la Gothic Horror Parade!- disse lei con un sorriso inquietante e vuoto.
Shade tirò Fine iniziando a correre. Bright correva al loro fianco. Dovevano allontanarsi.
-Chi lo sguardo ad essa ha voltato, cela una colpa nel suo passato-
Fine si voltò indietro continuando a correre. Rein era lì, ipnotizzata. Cosa poteva fare?
-Corri Fine!- la incitò Bright.
-Gothic Horror Parade, conduci tutti verso un finale come non mai!-








Buonasera :3
Come state? un po' inquietante questo capitolo eh?  Ok, io mi sono cagata addosso solo a scriverlo -.-
La filastrocca è terrificante davvero!  D:
Comunque spero vi sia piaciuto :)
Aspetto con ansia i vostri commenti!
Un bacione, buona serata e buona notte per dopo!

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Capitolo 23
*** Paura ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


PAURA
-Gothic Horror Parade-
Fine li guardava con il terrore negli occhi. Tutte quelle persone erano.. ipnotizzate. Non capiva, non riusciva a comprendere come qualcuno potesse manovrare il cervello di altri. Doveva essere una sensazione orribile non riuscire a comandare il tuo corpo.
Tutta quella gente li guardava con occhi spenti, senza luce. Cantilenavano quella canzoncina da quando Cain aveva schioccato le dita.
Bright e Shade cercavano in tutti i modi di trovare un rifugio in quel parco dove riprendere un attimo fiato e capire cosa fare. Non si erano mai trovati in una situazione simile.
Dopo essersi assicurati di trovarsi a distanza di sicurezza da quell’esercito di uomini-zombie, si fermarono dietro a un albero, vicino a un grande cespuglio. La gente dietro camminava molto lentamente, troppo. Li avevano seminati abbastanza facilmente, ma sapevano che li avrebbero raggiunti. Loro sapevano dov’erano. Lo sapevano sempre.
Fine continuava a guardarsi indietro. Aveva paura, non le era mai capitata una cosa simile, non poteva capitarle. E.. sua sorella era lì, tra quelle persone. Tremava. Era forse quella la Punizione? Tutta la disperazione e i guai che aveva avuto fin ora, era quella?
-Ehi- le disse Shade avvicinandosi e prendendole una mano. Si era accorto che tremava, che era terrorizzata .
-Andrà tutto bene- cercò di farle il sorriso più rassicurante che aveva. Ma sembrò non funzionare. Fine continuava a tremare e a guardarsi in giro.
-C’è..c’è Rein tra loro- ripeteva con tono disperato. Sua sorella, cosa poteva fare?!
Bright e Shade la guardarono dispiaciuti. Non sapevano cosa fare. Stavolta non lo sapevano.
-Gothic Horror Parade. Avanti, forza, dai..-
I ragazzi si voltarono sentendo in lontananza la terribile melodia.
Ripresero a correre alla cieca. Arrivarono presto a un edificio diroccato, piccolino. Tipo una di quelle chiesette antiche che ormai non erano più nemmeno guardate dai turisti.
Entrarono senza alcun indugio, chiudendo dietro la porta, incastrandola con un grosso pezzo di legno. Era banale come posto, prevedibile, ma dovevano fermarsi. Ripresero fiato guardandosi intorno.
-Che gli è successo?- chiedeva Fine sconvolta fissando la porta. Non poteva essere umanamente possibile una cosa del genere! Non voleva crederci! Non voleva credere che sua sorella..
-Quel tizio deve averli ipnotizzati- disse Shade stringendo i pugni e trattenendo la sua rabbia.
-Credo che quel ragazzo sia una delle False Rose- pensò ad alta voce Bright guardando fuori da una delle finestre con i vetri ormai appannati e rovinati nel tempo.
Fine lo fissava un po’ sconvolta da quelle parole. Dette da lui era peggio. Lei sapeva che la risposta era quella, ma sentirla dire da qualcun altro faceva effetto. Non sapeva cosa pensare.
Shade richiamò l’attenzione di Bright. I due si scambiarono uno sguardo d’intesa. Non sapevano che fare, ma qualcosa dovevano pur provarla.
-Fine- la chiamò Shade.
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui di scatto, come se si fosse spaventata da quella voce.
-Bacia le carte- disse senza guardarla e dirigendosi verso la porta dove Bright era già arrivato.
Fine rimase immobile. Baciarle? Significava dare loro i poteri. Perché? Volevano combattere, affrontarli? No, erano persone! Erano gli abitanti della sua città, c’era sua sorella! E poi non avrebbe permesso che si facessero del male anche loro combattendo con così tanta gente. Non ce l’avrebbero fatta nemmeno loro che erano Cavalieri.
-NO!- disse correndo incontro ai ragazzi cercando di fermarli.
-Fine, fallo- disse Bright voltato verso la porta con la mano sull’asta di legno che la bloccava. La stava per aprire.
-No! Non potete!-  disse lei aggrappandosi alla maglia di Shade e tirando il braccio di Bright  –Non potete combattere contro di loro!- gli urlava disperata.
Fine sentiva le lacrime salirle agli occhi. Che poteva fare? Cosa potevano fare? Se quella gente non fosse tornata come prima? Se li avessero uccisi? Quello era un incubo, doveva essere un incubo! Non avrebbe mai, MAI dovuto permettere a Ergon di levarle il ciondolo. Non sarebbe diventata la Dominion e tutto questo non sarebbe successo.
Shade voltò piano la testa verso la ragazza che aveva la testa appoggiata alla sua schiena e iniziava a singhiozzare. La guardava dispiaciuto. Non voleva vederla così, la capiva. Ma dovevano fare qualcosa, provare a salvarli. Provare a salvare almeno lei.
-Fine-
-No! No!- continuava a ripetere lei ormai con le lacrime che le rigavano il volto.
Anche Bright la guardava impotente. Apprezzava il fatto che non volesse che si facessero del male, ma era il loro compito. Doveva evocarli, non c’erano alternative. Ma cosa poteva fare per convincerl?
Vide Shade girarsi verso di lei. La ragazza lasciò la presa sul suo braccio e sulla camicia di Shade. Lui le prese le mani stringendole nelle sue.
-Ehi ascoltami- la richiamò sorridendo.
Shade non aveva mai sorriso a nessuno. Bright lo guardava sorpreso. Si era accorto ormai da tempo che Shade probabilmente provava un certo interesse per Fine, ora ne era certo.
Fine alzò lo sguardo verso il suo Cavaliere della Rosa Nera. Aveva gli occhi pieni di lacrime. Non voleva, non voleva che si facessero ammazzare. Non voleva che facessero del male a quelle persone. Non voleva niente!
-Ricordi quando mi hai detto di accontentarmi e di fidarmi di te come Dominion?- le chiese lui continuando a sorriderle.
La ragazza annuì singhiozzando, dove voleva arrivare?
-Io l’ho fatto. Ora tu fidati di noi.-
Fine a quelle parole strabuzzò gli occhi. Perché? Perché doveva dirle quelle cose?! Lei si fidava di loro, ma..
-Vi farete ammazzare! Non voglio! Ho paura!- disse lei iniziando a tirargli pugni contro il petto.
Shade la fermò prendendola per i polsi. I loro visi erano a pochi centimetri. Lui la guardava duro.
-Credi che io non abbia paura?!-
Fine si fermò guardandolo terrorizzata.
-Non mi sono mai trovato in una situazione simile, credi che non abbia paura? Sono terrorizzato, Fine! Ho paura per quelle persone, di non riuscire a salvarle. E paura di non riuscire a proteggere te!-
Bright lo guardava senza dire una parola. Non si aspettava che Shade potesse parlare così, dire quelle cose. Non pensava che avesse così tanta paura, come lui.
Fine lo fissava pietrificata. Era arrossita un po’ a quella frase, ma date le lacrime si vide poco. Anche Shade aveva paura, proprio come lei. Anzi, doveva averne di più. Lui doveva salvare quelle persone e contemporaneamente difendere lei. Era un’altra cosa, un altro peso sulle spalle.
Shade piano piano lasciò la presa sui polsi di lei. Fine fece ricadere le braccia come due sacchi di patate lungo i fianchi.
-Ti voglio bene- disse guardando per terra. Non sapeva cosa fare. L’unica cosa che le venne spontanea era dirgli che teneva a lui. Che teneva a loro.
Shade sorrise. La abbracciò stingendola più che poteva.
-Anche io, Fine-
-Chi di una colpa si è macchiato, in essa si troverà poi invischiato!-   La melodia terribile era ricominciata. Li avevano raggiunti.
Bright si voltò verso Fine. Shade intanto si era allontanato da lei di un passo.
-Fine, ti prometto che riporterò a casa tua sorella- le disse Bright serio. L’avrebbe salvata, avrebbe salvato Rein. Lo avrebbe fatto per lei, per Fine e per sé stesso.
Fine lo guardò fiera. Quelli erano i suo Cavalieri.
I due si diressero verso la porta e la aprirono. Fine baciò le sue carte. Ora la partita era iniziata.

Tutte le persone si avvicinarono a loro iniziando a toccarli e stritolarli, c’era chi tirava i capelli, chi stringeva la presa sul collo.. tutto con estrema lentezza da zombie.
Dopo qualche tempo che erano in quelle condizioni, Bright decise che era arrivato il momento di fare qualcosa. Sarebbe costato molto a Fine, ma doveva fermarli.
-Shade..- lo chiamò a fatica cercando di dimenarsi dalle prese di quei tizi.
Il ragazzo gli rispose mugugnando qualcosa.
-Chiudi gli occhi- gli ordinò.
Shade non capì cosa volesse fare, ma ubbidì. In fondo, molto in fondo, si fidava di quel “damerino”.
Dalla mano di Bright si propagò una luce bianca. Una luce accecante. Il suo potere stava aumentando, doveva essere l’effetto del Secondo Risveglio.
I due sentirono piano piano la presa delle persone alleggerirsi, fino a lasciarli andare. Tutti loro crollarono a terra, Bright li aveva addormentati. Sentiva di avere un potere simile, ma non pensava fosse vero. Era come se la sua coscienza gli dicesse di usare quella tecnica, anche se non sapeva di averla. Doveva averla acquisita al passaggio di livello.
-E quello?- disse Shade sorridendo. Era il suo modo di dire “Ben fatto”.
Bright gli rispose di rimando con un sorriso compiaciuto.
-Il mio povero esercito- disse malignamente in tono teatrale una figura che si stava facendo largo tra i corpi addormentati.
I due ragazzi si voltarono, guardando la sagoma con astio. Cain sorrideva, non sembrava per nulla preoccupato.
I Cavalieri si misero in posizioni, pronti ad attaccarlo e a difendersi. Quel tipo era davvero pericoloso.
Shade si lanciò subito all’attacco. Sentiva fluire dentro di lui un’energia più forte, la spada sembrava quasi più leggera. Cain schivò ogni singolo colpo con una facilità inimmaginabile. Era veloce, troppo veloce.
Bright nel frattempo scagliava con i suoi poteri oggetti di ogni tipo presenti nelle vicinanze. Cain resisteva pure a quelle.
Dopo svariati minuti di combattimenti a vuoto, Bright e Shade si fermarono ansimando. Erano pur sempre esseri umani, anche la loro fatica aveva un limite.

Fine dentro al quella piccola costruzione respirava a fatica. Ansimava, e si stringeva il petto come per darsi sollievo. Si sentiva debole, molto debole. Sentiva il sangue nelle sue vene diminuirsi e sentiva anche la paura e la stanchezza dei suoi Cavalieri. Ormai erano legati dal Secondo Risveglio, il legame che avevano al momento andava oltre le Carte.
-Non puoi arrenderti, Fine- si diceva per farsi coraggio, per non cedere al dolore e alla stanchezza. Shade e Bright dovevano stare peggio, loro stavano combattendo. E lei non poteva farsi abbattere solo per una carenza di sangue.
Cercò di alzarsi a fatica reggendosi al muro e alle macerie all’interno di quel postaccio.

-Poveri Cavalieri- disse Cain melodrammaticamente. I due ragazzi erano di fronte a lui, a qualche metro, ormai stanchi.
Il nemico con un gesto della mano fece volare via la spada a Shade. Gliela aveva completamente strappata di mano con.. la telecinesi? Sembrava quasi il potere di Bright.
La Falsa Rosa protese una mano verso di loro. Le dita erano aperte. Sorrise malignamente.
Bright e Shade lo guardarono pieni di odio. Non avevano la minima idea di quello che stesse per fare.
Cain chiuse la mano di scatto in un pugno. Nell’esatto momento in cui i due videro quel gesto, una forza sconosciuta li alzò da terra.
-Che succede!?- Bright sbatteva irritato i pugni contro una parete che lo avvolgeva. Shade faceva lo stesso. I due si resero conto di trovarsi dentro a due specie di bolle. Nonostante continuassero a dimenarsi e tirare calci e pugni quelle cose con scoppiavano, non li lasciavano uscire. Maledizione!
Cain si mise a ridere silenziosamente. Non pensava potesse essere così facile.
-Non avete ancora capito che voi due siete due semplici e miseri esseri umani?- chiese arrogantemente –Noi False Rose invece, siamo molto di più-
-Che vuoi dire?- chiese Bright alquanto scocciato. “Miseri esseri umani”? Come si permetteva!
-Voi avete ereditato i poteri dalla nascita, ma siete comunque umani. Noi Falsi Cavalieri invece li abbiamo acquisiti. Siamo stati rigenerati, resi più forti. Noi SIAMO più forti- spiegò sorridendo e riducendo in polvere un sasso che aveva fatto apparire nella sua mano.
Shade e Bright lo fissavano. Erano spaventati è vero, ma non lo davano a vedere. Erano pur sempre Cavalieri della Rosa. Non potevano arrendersi. Ma che fare? Quelle bolle..
-Bastardo- sibilò Shade tra i denti.
Cain lo guardò. Bastò un secondo e nella bolla si materializzarono una miriade di scariche elettriche.
Shade strinse i denti per non urlare dal dolore. Sembravano secondi interminabili quelli, le scariche lo penetravano in tutto il corpo. Era l’inferno.
-Shade!- Bright lo guardava terrorizzato e preoccupato.
Le scariche finirono, lasciando Shade libero di accasciarsi dolorante all’interno della bolla. Guardò il nemico con odio, un odio che non aveva mai provato.
-Non sei nella posizione per insultare, Rosa Nera- disse beffardamente Cain.

-Shade..- sibilava Fine contorcendosi a terra dal dolore. Sentiva quello che il ragazzo provava. Cosa stava succedendo? Perché aveva sentito tutto quel dolore? Cos’era?
Si trascinò verso la finestra. Con sforzi assurdi si mise in piedi e guardò fuori. Intorno alla casetta vide tutti i corpi addormentati della gente presente alla Parata. Perché erano a terra?
Tra gli alberi scorse una sagoma. Cain! Cercò preoccupata le figure di Bright e Shade, ma non le vide. Aveva il terrore negli occhi. Dov’erano i suoi Cavalieri?
Vide Cain parlare, non sentendo però nulla. Seguì il suo sguardo arrivando in aria. Due bolle lievitavano tra gli alberi. Ma.. Cos’erano? Perché Bright e Shade erano lì dentro? Vide Shade ridotto davvero male e Bright che gli lanciava sguardi preoccupati alternati a quelli di odio verso la Falsa Rosa.
Perché? Perché dovevano essere sempre loro a rischiare la vita? Perché non poteva fare nulla? Lei era la Signora della Rosa, doveva fare qualcosa. Loro l’avevano sempre protetta, ora toccava a lei.
Ignorò tutto il dolore che sentiva, sia fisico che nel suo cuore. Si diresse verso la porta e uscì. Non li avrebbe lasciati morire!

-Arrendetevi, non avete possibilità contro un Falso Cavaliere-  Cain era troppo sicuro di sé.
I due ragazzi non sapevano più che fare, era tutto inutile ormai. L’unico rimpianto che avevano era che non fossero riusciti a proteggere Fine.
La Farsa Rosa fece muovere con un dito le due bolle. Esse sbatterono ovunque, sul muro dell’edificio, sui tronchi, facendo ballonzolare di qua e di la i due ragazzi all’interno.
Le fece fermare nel punto di prima. I due ragazzi emettevano gemiti di dolore, non erano tipi da dare la soddisfazione di urlare dal dolore.
-Allora, vi arr..-
-Fermati!-
A quella voce Shade e Bright sgranarono gli occhi. Una paura li pervase, superando il dolore e la fatica. No, no! Non poteva essere Fine, no! Non doveva venire lì, doveva restare al sicuro!
Il Falso Cavaliere la guardò con quell’espressione indecifrabile con cui la fissava sempre.
-La Dominion- sorrise poi compiaciuto.
La ragazza era davanti a lui, tra Cain e le bolle con i Cavalieri. Teneva saldamente in mano la spada di Shade che prima gli era stata tolta.
Lo fissava con odio, anche se respirava affannosamente. Sapeva anche lei che non avrebbe retto molto, ma li voleva aiutare. Li avrebbe protetti lei stavolta.










Buonaseraa :D
Scusate il ritardo ma ho avuto un problemino. Comunque ecco qua il 23° capitolo, spero vi sia piaciuto.
Tranquille che nel prossimo capitolo questa "battaglia" finirà e ci sarà una sorpresina ^.^
Vorrei dirvi cosa, ma non posso..*me che ridacchia come una bambina*
Beh, aspetto i vostri commenti. E grazie anche a chi legge e segue questa storia :)
Un bacione grandissimissimo!
Buona serata :)

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Capitolo 24
*** Parte della famiglia ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


PARTE DELLA FAMIGLIA
Fine stava lì, di fronte a Cain, con la spada di Shade stretta tra le mani che tremavano. Tremavano per la stanchezza, per il dolore. E per la paura. Paura di non conoscere cosa sarebbe successo, paura di non essere all’altezza, paura di perdere i suoi Cavalieri.
-Che cosa credi di fare?- rise Cain. Che stava facendo? Quella Signora della Rosa era pazza? Si stava mettendo contro di lui? Contro una Falsa Rosa, un essere “sovrumano”?
Fine strinse la presa sulla spada per farsi coraggio.
-Non avvicinarti a loro!- disse cercando di essere il più minacciosa possibile. Non funzionò molto dato che dalla sua voce si notava evidentemente il terrore.
-Fine vattene!- urlò Shade da dentro la bolla. Si sentiva inutile. Perché diavolo lei era lì!? Non doveva, non doveva venire!
Fine lo ignorò.
-Signora della Rosa, è onorevole da parte tua provare ad aiutare i tuoi Cavalieri, ma è tutto inutile. Non avete speranze- disse dopo una sonora risata.
Cain fece materializzare nella sua mano tre carte. Erano dorate, con un sole e una rosa al centro. Tre Arcani!
Fine lo guardò terrorizzata con stupore nello sguardo. Ma perché si sorprendeva? Era normale che avesse anche lui trovato degli Arcani no? Se ci erano riusciti Sou e Yuki, allora per lui che era più forte di quei due doveva essere stato ancora più facile.
-Non riuscirete a fare quel Patto, il potere del Sigillo non sarà soppresso ancora. Tornerà al suo erede- sorrise malignamente.
-E-erede?-
-Fine scappa!- continuavano a urlarle Bright e Shade alle sue spalle, rinchiusi in quelle bolle. Ma la ragazza sembrava non sentirli. Non se ne parlava di scappare.
-Già. Non crederai davvero che quel potere sia nato dal nulla vero?-  chiese Cain con una nota di superiorità  –il potere demoniaco all’interno del Sigillo apparteneva alla razza demoniaca che esisteva molti anni fa. Ora quella razza si è estinta per un piccolo imprevisto di eccesso di potere, che portò alla distruzione della specie. Prima che l’intero pianeta ci rimettesse, i sovrani riunirono tutta l’energia dentro a quel Sigillo, con la tradizione del Rosette, il Patto della Rosa, ogni cinquant’anni per rinforzare il Sigillo-
Cain spiegava con una soddisfazione mai vista nello sguardo di un essere umano. Ah no, lui non era umano, forse..
Fine lo ascoltava con gli occhi sbarrati, non conosceva quella storia. O meglio non nei particolari. Il professor Itsushi non le aveva mai detto nulla. Lo sapeva?
-Solo uno di quei tanti demoni è riuscito a salvarsi, dormendo chiuso in una bara per tutte queste migliaia di anni. L’ultimo della Razza Demoniaca, l’erede del potere rinchiuso nel Sigillo-
-È.. è quel tipo che chiamate il Salvatore, vero?- chiese Fine di getto. Forse non avrebbe dovuto dire nulla, ma voleva sapere.
Bright e Shade la guardarono straniti. Cosa? Che stava dicendo? Chi era questo Salvatore? Che lei sapesse qualcosa che non aveva detto a nessuno dei due?
-Sì, lui. Lo chiamiamo Gin. Ma credo che te abbia già detto Yuki, vero? Quella bambina parla sempre troppo- disse facendo una smorfia di disgusto.
Fine lo guardò facendogli capire che aveva detto bene. Continuava a tremare. Nonostante ciò voleva fargli tante domande, ma non credeva per niente che avrebbe risposto, erano nemici, lui li voleva morti non sapienti.
-Beh, basta perderci in chiacchiere. Allora Fine Yamamoto, Signora della Rosa, vuoi veder morire i tuoi Cavalieri?- sorrise beffardamente.
Dentro Fine, a quelle parole, si formò una sensazione forte, strana. Forse rabbia. No, Shade e Bright non sarebbero morti, no!
-Tu non li toccherai!- sibilò la ragazza. Sembrava aver riacquistato lo spirito combattivo che la caratterizzava. Quella sicurezza e quella forza che aveva sempre avuto.
Cain la guardò, forse per la prima volta, stupito. Dopo tutto quello che aveva detto e fatto, dopo averle dimostrato di essere milioni di volte più forte di loro messi assieme, lei continuava a difenderli, a sperare e a combattere. Perché?
-Non avete speranze- disse riacquistando quell’espressione che lo caratterizzava.
-Io non mi arrendo! – rispose lei sicura guardandolo intensamente dritto negli occhi.
Shade e Bright dietro di lei la fissavano pietrificati. Perché non se ne andava? Era troppo pericoloso, non ce l’avrebbe mai, MAI fatta contro Cain!
Shade strinse i pugni facendosi quasi uscire il sangue dalla pelle. Perché? Perché non riusciva mai a proteggerla? Perché bisognava sempre arrivare a questo punto!? Se la ragazza che amava ci avrebbe rimesso solo per cercare di aiutarlo, come avrebbe fatto a continuare a vivere? Come?
-Maledizione Fine! Vattene!- le urlò disperato. Nella sua voce si sentiva forte e chiara la paura e il terrore.
Fine sorrise dentro di sé.
Perdonami Shade, ma non lo farò.
Il ragazzo sentì quella frase dentro di sé. Non nella sua mente, ma nel suo cuore. Come poteva essere? Era Fine a parlare, vero? Ma come.. forse era uno degli effetti del Secondo Risveglio.
-Perché?- chiese improvvisamente Cain. Sul suo volto era dipinta un’espressione simile allo stupore.
Fine lo guardò dritto negli occhi senza proferire parola.
-Perché ti ostini tanto a combattere? Perché li vuoi salvare? Sono inutili esseri umani, se decidessi di aiutare noi sarebbe tutto più facile, noi siamo più forti!- disse con un tono di voce sommesso dall’incredulità per quella forza d’animo che c’era nel cuore della ragazza.
-Mi dispiace-  disse lei sorridendo  –ma continuerò a combattere e a camminare per la mia strada, la strada che traccerò da sola. Sono esseri umani è vero, ma sono i miei Cavalieri-
Shade e Bright sorrisero. Sì, era lei la Dominion che aspettavano, era lei quella giusta.
-Io li proteggerò! Perché loro hanno fatto sempre tutto per aiutarmi. E se ora i ruoli fossero invertiti, farebbero lo stesso. E ora tocca a me, sarò io a difenderli questa volta!- disse. Nei suoi occhi cremisi brillava una scintilla che Cain non aveva mai visto. Si leggeva determinazione, forza di volontà, affetto.
-Perché?- continuava a chiedersi Cain. Erano solo due stupidi umani!
-Perché noi siamo compagni, compagni di scuola, di avventure. Siamo amici e ci vogliamo bene-  disse sorridendo nonostante sentisse le forse iniziare a mancarle  –Perché loro fanno parte della mia famiglia ormai-
Cain sgranò quelle bellissime iridi viola. Per la prima volta, per la prima volta da quando era "rinato", provava stupore, sorpresa, nostalgia vera.
Famiglia. La sua famiglia ormai non la vedeva da molto tempo.
-Papà siamo arrivati?- chiese un bambino dai capelli neri e dagli occhietti viola nei sedili posteriori di una macchina. Aveva circa sei anni.
-Ah, Cain! Smettila di infastidire papà. Tra poco ci siamo!- lo rimproverò la sorella maggiore. Era molto simile a lui.
Il padre e la madre risero
–Tranquillo siamo quasi arrivati-
Stavano andando in montagna per le vacanze estive. Da tutto l’anno aspettavano quel momento.
Successe tutto in un attimo. Un camion per lo più enorme sbucò da una curva prendendo in pieno la macchina. Urla di disperazione e di straziante dolore si propagarono nel mezzo.
L’auto iniziò a precipitare nel burrone riducendosi a un cumulo di macerie. C’era sangue ovunque.
Il bambino perdeva liquido rosso da una ferita alquanto profonda alla testa. Teneva a fatica gli occhi aperti e vedeva tutto offuscato.
Una sagoma indefinita si avvicinò facendosi strada tra gli alberi. Camminava lenta e sicura. Si inginocchiò vicino al bambino che era quasi fuori dalla macchina, immobile.
-Posso salvarti se vuoi- sorrise l’uomo che aveva di fronte.
Cain non aveva forse neanche per aprir bocca. Stava morendo, lo sentiva. Stava..
-Se mi giuri fedeltà, ti salverò- ripeté.
Sì, lui voleva vivere, voleva andare in montagna, giocare, studiare. Voleva vivere.
-Sì..- sussurrò a fatica prima di chiudere gli occhi. Buio.

Tre mesi dopo si era risvegliato in un ambulatorio. Era vivo. E aveva questi poteri. Il suo Salvatore gli aveva detto tutto quello che avrebbe dovuto fare.
Piano piano Cain si affezionò a Gin. Lui l’aveva salvato, era diventato la sua famiglia. Poi erano arrivati Sou e Yuki. Gin aveva salvato anche loro.
Ma la famiglia, la famiglia vera, non c’era più.
Fine lo guardava strano. Non lo aveva mai visto così sconvolto. Che gli prendeva?
-Famiglia? Ma che dici?- disse con voce tremante. Fine notò quell’esitazione nella sua voce. Perché?
Dal volto del ragazzo iniziarono a scendere lacrime. Cain si accorse del liquido che gli scendeva dagli occhi. Si toccò le guance bagnate per poi guardare sconvolto le sue mani. Perché stava piangendo? Lui non aveva mai pianto, mai. Da quando era con Gin non aveva versato neanche una lacrima.
“-Loro fanno parte della mia famiglia ormai-“
-NOOO!- urlò portandosi le mani alla testa come se fosse in preda a spasmi di dolore.
-Cain- Fine fece un passo avanti. Era preoccupata, che gli stava succedendo?
Le bolle che rinchiudevano Shade e Bright scoppiarono di colpo. Cain aveva perso il controllo, non era più lo stesso. Era.. disperato.
I due Cavalieri atterrarono. Non esitarono un attimo e corsero vicino alla loro Dominion mettendosi davanti a lei.
Cain dopo qualche istante che fissava il terreno con occhi sgranati, vuoti, alzò lo sguardo verso i tre. Erano uniti, erano davvero uniti. Erano una famiglia. Ora capiva qual era la loro forza. Ora, in quel momento, ridotto com’era dal dolore non poteva affrontarli.
Fece qualche passo indietro per scomparire in un secondo in un turbine di petali secchi.
I ragazzi rimasero a fissare quel punto increduli. Non avevano capito molto.
Fine sentì la testa girarle. Per non cadere si appese alla maglia di Shade.
-Fine!- Shade la prese al volo prima che la ragazza cadesse per terra sulle ginocchia. Bright si inginocchiò di fianco a loro.
-Maledizione, perché fai sempre di testa tua?!- disse Shade. Voleva fare l’arrabbiato, ma si sentiva lontano un miglio che in quella frase c’era terrore e preoccupazione.
Fine sorrise al limite delle forze.
-H-hai visto? Sono riuscita a proteggervi- disse lei stringendo tra le mani la spada del ragazzo. Bright sorrise.
-Stupida- le disse Shade mentre le accarezzava una guancia.
-Sono felice.. che stiate bene..- riuscì a finire la frase, dopodiché perse i sensi. Aveva usato troppe energia, troppo sangue le era stato tolto per combattere. Era stata fin troppo brava.
-Ehi- Bright chiamò Shade guardandosi intorno. Il Cavaliere della Rosa Nera fece altrettanto. La gente si stava risvegliando. E.. sembravano normali! Meno male, l’effetto dell’ipnotismo doveva essere finito.
-Vado a prendere Rein- disse Bright alzandosi a cercare la gemella di Fine.
Dopo averla trovata, la portò su una panchina. Le fece credere di essersi addormentata facendo arrossire la ragazza. Possibile che si addormentasse sempre ogni volta che era con Bright?!
-E Fine e Shade dov..- provò a chiedere lei.
Bright la interruppe toccandole la fronte con un dito. Una piccola luce bianca si propagò dalla sua mano.
-Bright.. mi sento..- la ragazza cadde tra braccia del Cavaliere della Rosa Bianca, addormentata. Bright la guardò con rammarico.
-Perdonami, non posso permettere che tu veda tua sorella così. Non lo meriti, e io non merito te- disse avvicinandosi al suo volto. Le diede un leggero bacio sulla fronte per poi prenderla in braccio e incamminarsi.
Presto raggiunse Shade e insieme tornarono a casa Yamamoto per depositare le due addormentate.
Fecero un ultimo uso di potere saltando sul balcone della camera di ciascuna ragazza. I genitori fortunatamente già dormivano.
Shade mise Fine sul letto. La ragazza dormiva profondamente. La guardò per incessanti minuti. Aveva rischiato di perderla, di perderla sul serio. Non aveva mai provato una paura e un dolore simile, non dalla morte dei suoi genitori.
Le accarezzò una guancia spostando una ciocca rossa dalla fronte.
-Perdonami, non sono riuscito a proteggerti- sussurrò. Però almeno stava bene, stavano tutti bene.
Si avvicinò lentamente, fino a sentire il respiro di lei sulla sua pelle. Sentiva il cuore battergli forte, più forte del solito. La voleva, voleva quella ragazza. Per lui non era solo la Dominion, anzi, era solamente la ragazza che amava, che amava più di qualunque altra cosa.
Annullò la distanza che c’era tra i loro volti e unì le loro labbra in dolce e leggero bacio.
Si staccò presto da lei. Fine continuava a dormire, era bellissima. Shade dopo averla osservata per altri secondi si allontanò dal letto per uscire sul balcone.
Stava per saltare giù quando una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.
-Non credevo fossi così romantico-
Shade si voltò di scatto. Arrossì di colpo vedendo Bright che lo guardava con sguardo malizioso. Merda, aveva visto tutto!
-C-che vuoi!?- disse scocciato voltandosi per non mostrare il suo imbarazzo.
-La ami?- chiese la Rosa Bianca diventando serio.
Shade tornò del suo colorito voltandosi verso di lui. Non si aspettava che glielo chiedesse.  Se l’amava? Sì..
-Sì- disse guardandolo intensamente negli occhi.
Bright sorrise sincero. Guardò la luna in cielo.
-Sai, questa non è più una battaglia tra me e te- disse ammirando quel cerchio bianco nel cielo.
Già, non era più una gara. Bright non la amava, Shade sì. E Fine si era innamorata di Shade. Bright lo aveva notato da come lo guardava. Si sentiva sollevato in fondo. Non avrebbe dovuto giurarle amore, non avrebbe dovuto mentire. Perché era ovvio che Fine avrebbe scelto Shade alla fine. Perché loro si amavano.
No, loro due non erano più rivali. Potevano essere amici.












Macciiiiaaaaoo :D
Piaciuta la sorpresina? Il primo bacio tra i due piccioncini! Ma Fine dormiva e non si è accorta di nulla -.-'' Poveri noi, come siamo messi..
Molte hanno detto che Cain era antipatico.. in certo senso avevate ragione, però adesso dopo aver scritto questo capitolo mi fa tanta pena..
Caiiiin vieni qui, fatti abbracciare! D':
Beh spero vi sia piaciuto :)
Un grandissimo bacione a tutte.

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Capitolo 25
*** Decisioni ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


DECISIONI
Il giorno seguente Fine dormì fino al pomeriggio. Fortunatamente era domenica, e lei poté recuperare le forze.
Una volta svegliata fece fuori la metà delle prelibatezze che c’erano in frigo. Doveva o no riprendersi da quella mancanza di sangue? Poteva finalmente dire aver fatto meglio del volontariato, dato tutto il sangue che aveva donato a Shade e Bright. Chissà se loro stavano bene..
Ripensò a Cain, alla sua reazione. Non capiva, perché si era comportato così? Che lei avesse detto qualcosa che gli aveva fatto scattare quella molla di dolore?
E poi.. quella storia della razza demoniaca. Il professor Itsushi la sapeva? Sapeva che Gin era l’Erede?
Il giorno seguente Fine andò a scuola solamente perché voleva parlare con il professore, altrimenti sarebbe rimasta a dormire beata nel suo letto.
All’intervallo si trovava in biblioteca con Shade e Bright. Anche i due ragazzi avevano avuto la stessa idea di parlare con lui.
-Sì, conoscevo la storia- disse il professore sistemandosi gli occhiali e riponendo dei libri negli appositi scaffali dando le spalle ai tre. Fine e i Cavalieri gli avevano raccontato della storia di cui aveva parlato Cain.
I ragazzi lo guardarono allibiti e arrabbiati. La conosceva? Allora perché non aveva mai detto niente? Forse avrebbero rischiato di meno se ne fossero stati a conoscenza!
-Perché non ci ha mai detto nulla?!- sbottò Shade irritato. Era o non era dalla loro parte?!
Il professore si voltò verso di loro, guardandoli finalmente negli occhi.
-Mi dispiace, ma non era il momento giusto. Non pensavo saremmo arrivati a questo punto-
-E quando sarebbe stato il momento giusto?! Abbiamo rischiato grosso l’altra sera! Cain avrebbe potuto..- il professore interruppe Shade con uno sguardo di stupore.
-Cain? Cain Takami del terzo anno?- chiese sorpreso. Questa non la sapeva.
-Sì, lui è una Falsa Rosa- lo informò Bright con una nota di fastidio ripensando a quello che aveva fatto la sera della Parata.
Il professore si calmò. Bene, quindi avevano conosciuto tutte e tre le False Rose. Non erano nemici da sottovalutare.
-Professore- lo richiamò Fine. Doveva chiederglielo, voleva finalmente una risposta. Una risposta che il professore le aveva sempre tenuto nascosta.
-Chi è Gin, il Salvatore?- chiese guardandolo seria.
Itsushi colto alla sorpresa diede molto a vedere il suo disagio. Sapeva che glielo avrebbe chiesto prima o poi. E lui avrebbe dovuto rispondere, lei doveva sapere.
Abbassò lo sguardo fissando il pavimento. Poi si voltò e si affacciò alla finestra.
-Era il mio maestro- disse con tono sommesso e vago.
I tre sgranarono gli occhi. Cosa? Maestro? Ma.. ma allora anche lui..
-Io lavoravo per lui. Insieme studiavamo il Sigillo, il Patto e tutto ciò che ha a che fare con questa storia. Lui mi raccontò della sua identità, del suo piano. Io volli aiutarlo, mi sembrava la cosa più giusta-  raccontò lui senza voltarsi a guardarli  –Poi iniziai a capire che era pazzo. Voleva un potere enorme, un potere che avrebbe distrutto lui e la Terra. Per lui il potere demoniaco diventò un’ossessione-
Si voltò piano guardando Fine.
-Poi arrivasti tu-  disse guardandola negli occhi  –Gin sentì il tuo potere. Se ti fossi riunita con Ergon e con i Cavalieri, gli avresti messo i bastoni tra le ruote, così ti diede quel girocollo-
Ti diede quel girocollo”? Aspetta, quindi quell’uomo..
Fine sentì il cuore batterle forte. Un dolore si propagò nel petto. No! Sentiva le lacrime salirle. Non voleva continuare ad ascoltare, aveva capito di chi parlava, ma non voleva sentire quel nome. Voleva aggrapparsi alla sola speranza di aver capito male, che si stesse sbagliando.
-Con il passare dei giorni iniziò a studiare i poteri dei due Cavalieri. Riuscì a farne delle copie, delle imitazioni di quei poteri che poi donò a tre ragazzi. Il primo fu Cain. Lui era quasi morto quando decise di salvarlo. Il ragazzino gli giurò fedeltà, e così fecero anche gli altri due poco tempo dopo-
-Sou e Yuki- finì Bright. Il professore annuì.
–Cercò di eliminare i Cavalieri, ma inutilmente. Io riuscii a salvare Shade in tempo e ad evitare che succedesse anche a Bright-
A quelle parole Shade strinse i pugni. Erano stati loro, lo sapeva. Ma riascoltare quella storia gli faceva nascere nuovo odio dentro. Gliel’avrebbe fatta pagare, oh sì!
Il professore tornò a guardare Fine. Aveva gli occhi umidi. Sapeva a cosa stava pensando, sapeva che lei aveva ormai capito chi era Gin. Era doloroso, per questo non glielo aveva voluto dire.
-Mi dispiace non avertelo detto prima-
-Ginzou Higa- sussurrò lei. Era lui vero? Era lui l’essere demoniaco, il loro nemico. Era colui che le aveva dato il girocollo, l’uomo di cui si fidava, di cui si era sempre fidata da bambina, un secondo padre. Il Dottor Higa, vero?
Il professore abbassò lo sguardo colpevole.
Il viso di Fine iniziò a rigarsi di lacrime, lacrime che scendevano silenziose.
-Fine..- sussurrò Shade. Gli faceva male vederla così.
La ragazza si voltò e uscì dalla biblioteca. Non voleva stare lì, voleva stare sola.
A fine lezioni non tornò a casa. Disse a sua sorella che aveva una cosa da fare.
Si sdraiò sull’erba del parco dove due giorni prima era avvenuta la Parata di Halloween. Non era saggio andare in giro da sola, in quel posto poi, ma voleva pensare.
Dopo un lungo tempo che era lì a fissare il cielo, sentì qualcuno sedersi accanto a lei. Non si voltò nemmeno, sapeva chi era. Lo sentiva dentro.
Il ragazzo per un primo momento si limitò a fissarla. Non gli piaceva vederla così, lei ci stava male lo sapeva, se lo sentiva. Sentiva la delusione della ragazza verso quell'uomo a cui voleva tanto bene da piccola.
Il ricordo della sera prima si fece largo nella sua testa. Si maledì mentalmente al pensiero di riappropriarsi delle sue labbra proprio in un momento come quello.
Lei guardava il cielo, sdraiata sull'erba accanto a lui. Quanto avrebbe voluto poter dire o fare qualcosa per aiutarla. Ma non poteva fare nulla, poteva solo farla sfogare, se voleva.
-Vuoi parlare?- chiese Shade guardando davanti a sé.
Fine si alzò mettendosi seduta. Non aveva nulla da dire. Aveva preso la sua decisione ormai. A volte pensare da soli fa bene, ti rende coscienti di quello che vuoi, di quello che è giusto. O almeno giusto per te. Quella era la Punizione. Il dolore che stava provando, il peso della salvezza del mondo sulle sue spalle. Se il Dottor Higa non le avesse dato il ciondolo forse sarebbe stato più facile, meno problemi e meno nemici. Ma lui glielo aveva messo al collo, l’aveva legata. L’aveva gettata nell’inferno più terribile. Ma lei non si sarebbe arresa, non avrebbe abbandonato il suo dolore e la sua paura, rinunciando a tutto pur di vivere normalmente. Avrebbe tenuto dentro di sé quei sentimenti negativi, erano parte di lei, e li avrebbe usati contro di lui. No, non si sarebbe lasciata abbattere, perché lei era la Dominion.
-Se ti trovassi nell’inferno-  iniziò a dire lei con tono serio e impenetrabile  –e avessi un solo filo a cui aggrapparti per scappare. Un filo di quella ragnatela che ti blocca laggiù.. Lo afferreresti?-
Shade la guardò strano. Perché quella frase? Dove voleva arrivare? Ci pensò.
-Sì, non cederei alla paura e lo prenderei- disse lui guardandola intensamente. Lui non si sarebbe lasciato sopraffare, avrebbe sperato e lottato per uscire da quell’inferno. Avrebbe preso quel filo e ne sarebbe uscito. Ma Fine? Lei avrebbe fatto la stessa cosa?
-Io no- disse lei fredda.
Shade sgranò gli occhi. No? Ma..
-Io non scapperei da quel posto arrampicandomi su quel filo di ragnatela. Lo userei per tirar giù il ragno che mi ha gettato in quell’inferno per farlo soffrire con me- strinse i pugni. Nei suoi occhi c’era dolore, odio, ma anche determinazione e giustizia. Lei avrebbe accettato le sue responsabilità di Dominion, avrebbe salvato il mondo da quell’assurdo e terribile potere. Non avrebbe permesso che venisse distrutto. Non lo avrebbe lasciato nell’inferno, ma ci avrebbe gettato Lui, Lui che l’aveva messa al guinzaglio. Lui, il responsabile di tutto: il Dottor Higa.
Shade si alzò in piedi. Si stava facendo tardi, erano quasi le sei. Le porse una mano sorridendole enigmatico.
-Allora tiriamolo giù-  sì, lo avrebbero sconfitto insieme, insieme come una famiglia. Loro tre, la Dominion e i suoi Cavalieri.
Fine sorrise e prese la mano.
Si alzò guardando Shade con soddisfazione. Quello era il suo Cavaliere. Il Cavaliere che amava.
Insieme. Insieme avrebbero salvato il mondo. Mancava poco, pochissimo a quell’atteso scontro. E Fine non si sarebbe lasciata intimidire. Sapeva con chi avevano a che fare, sapeva chi era.
Dottor Higa, mi aspetti. Si prepari perché non troverà più quella bambina ingenua e inconsapevole di un tempo. Troverà una Dominion.








Holaaaa  :3
Ok, questo capitolo è terribile -.-  mi dispiace se è così corto, ma dal prossimo inizia il cosiddetto "scontro finale" quindi non potevo fare altrimenti..
Spero comunque che vi sia piaciuto!
Un bacione enormissimo!
Grazie a tutte quelle che recensiscono sempre e anche a chi legge solo, mi fate felicissima! :D
Buona serata :3

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Capitolo 26
*** Verso la fine ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


VERSO LA FINE
-Siete sicuri?-
Era sabato, niente scuola. Nella biblioteca dell’istituto si erano riuniti segretamente quattro persone.
-Sì, professore- rispose sicura Fine. Loro sarebbero andati da Lui e lo avrebbero sconfitto, avrebbero preso gli Arcani che possedeva e quelli che ancora mancavano e avrebbero stipulato quel Patto. Insieme.
Il professore annuì. Ormai era molto che discutevano su questo e loro erano troppo convinti. Non poteva fargli cambiare idea.
-Va bene, ascoltate allora-
Il professor Itsushi mostrò ai ragazzi la pianta della città. Spiegò dove si trovava l’edificio. Era un enorme grattacelo nel centro della città. Ultimo piano.
Avrebbero trovato molte insidie, quei Falsi Cavalieri li avrebbero dato del filo da torcere.
-Siete pronti miei Cavalieri?- sorrise Fine sicura. Sì, erano pronti.

Un’ora dopo erano di fronte all’edificio. Era enorme, altissimo. Non sapevano cosa ci fosse dentro e non gli interessava. A loro importava dell’ultimo piano.
-Signora della Rosa, è bello rivedervi-
I ragazzi alzarono di scatto lo sguardo. Sou?!
Il ragazzo lievitava come faceva sempre, indossava la stessa maschera della prima volta. Si era ripreso bene dalla ferita che gli aveva inferto Shade. Sorrideva maligno.
-Mi dispiace, ma di qui non passate- disse facendo una faccia dispiaciuta e irritante.
Shade e Bright strinsero i pugni. Quello era il nemico che più non sopportavano, era il più fastidioso.
Fine si guardò in torno. Lui volava. Quindi perché non sentiva lo stupore e le chiacchiere della gente?
Rimase pietrificata. Tutte le persone erano a terra. Prive di sensi, con occhi vuoti. No! Ancora! Come avevano fatto a non accorgersene?!
-Non preoccuparti, la città intera dorme-  disse Sou notando l’agitazione di Fine  –Potremo combattere senza impicci-
-Maledetto- sibilò Shade tra i denti.
Era il momento. Fine prese le carte, le baciò. I due ragazzi sentirono la loro forza crescere. Ora erano pronti a combattere.
Si lanciarono verso il Falso Cavaliere dando inizio ad un’accesa battaglia. Era migliorato dall’ultima volta, più veloce, più forte.
Fine guardava la lotta pregando che andasse tutto bene. In fondo aveva paura.
-Perché?!- chiedeva Sou mentre schivava i colpi e riattaccava –Perché vi ostinate a combattere?-
-Per lei- rispose Shade guardandolo duro. La sua spada si intrecciava con la lama apparsa tra le mani di Sou. I due si guardavano, faccia a faccia.
Sou lo scrutò. Non capiva. Perché? Lo facevano per lei? Per Fine? Ma..
-Che stai dicendo, Rosa Nera?!- chiese confuso e arrabbiato. Non capiva.
I due si allontanarono. Shade fece un salto indietro tornando al fianco di Bright che aveva fermato gli oggetti che stava tirando e le saette elettriche che gli circondavano la mano.
-Noi lottiamo perché lei si fida di noi- disse Bright guardandolo intensamente.
Fine dietro di loro sorrise. Era fiera dei suoi Cavalieri, non li avrebbe cambiati con nessuno. Mai.
-Ma.. è solo una ragazzina!-
Shade a quelle parole tornò all’attacco. Fine non era una ragazzina. Era molto più di quello che Sou poteva immaginare. Il Falso Cavaliere venne colto alla sprovvista dall’incredibile forza di Shade. Leggeva nei suoi occhi determinazione e.. un sentimento nuovo. Che lui non provava mai da tempo.
Amore..? Come poteva provare amore per la Dominion? Un Cavaliere..
Amore.. che brutta parola. Piena di dolore e ricordi.
-Muoviti Sou!- gridava una bambina dai lunghi capelli biondi. Aveva due bellissimi occhi color cielo.
Il bambino dietro di lei la raggiunse correndo. Le sorrise facendo l’arrogante.
-Io dico che arrivo prima!- disse indicando l’altalena nel parco a pochi metri da loro, dall'altra parte della strasa.
La bimba lo guardò con aria di sfida. I due si misero a correre. Arrivarono alla strada. Il semaforo era rosso. Sou non ci badò, sarebbe arrivato primo, le avrebbe dimostrato di essere bravo, forte. Così lei si sarebbe accorta di lui.
-Sou fermo!- gli urlò la bambina fermandosi alla fine del marciapiede. La mamma le diceva sempre di aspettare il verde.
Il bambino la ignorò correndo in strada.
-SOU!-
A quell’urlo disperato della bambina, Sou si fermò. Mentre si voltava indietro per guardarla vide un camion in strada. Gli stava venendo addosso. Non c’era tempo per spostarsi.
Lo guardò terrorizzato.
-No!-
Sentì spingersi via. Venne scaraventato a terra. Sentì bisbiglii, clacson, urla intorno a sé. Non riusciva a muoversi, era.. paralizzato.
Sentiva un liquido freddo colargli dalla fronte. Aprì piano gli occhi. Non era più in mezzo alla strada, ma sul ciglio.
Vide il camion fermo, contro un palo e una figurina immobile in mezzo alla strada. I capelli biondi le coprivano il volto. Una chiazza rossa la circondava.
-Haru..- sussurrò impercettibilmente.
La bambina si era buttata per salvarlo. Lo aveva spinto via facendosi prendere in pieno da quel bestione a benzina.
E ora era lì, davanti a lui. Senza vita. Così aveva perso il suo primo amore.

Tempo dopo si ritrovò con dei poteri in compagnia di Gin. Lo aveva salvato.
Da quella volta non aveva più provato amore, gioia. Non voleva provare più un dolore simile per quel sentimento.
-L’amore è inutile. Non crederci- disse freddo a Shade guardandolo con dolore.
Fine non capiva la frase del ragazzo. Cosa c’entrava? Anche Bright era confuso, ma intuiva la situazione.
Shade fece un passo avanti portandosi di fronte a lui. Lo guardò duro. Sou non aveva capito niente dell’amore, non sapeva niente. Non disse nulla. Era inutile parlare.
Sou strinse i pugni. Non sopportava quando lo ignoravano e Shade lo faceva troppo spesso. Guardò Fine, per poi tornare al Cavaliere dagli occhi cobalto.
-Ti farà soffrire e basta-
Shade continuava a guardarlo serio senza aprir bocca. Forse aveva ragione, forse avrebbe sofferto per amore. Ma era quello che sentiva, non ci poteva fare nulla. Avrebbe fatto di tutto.
-Può darsi-  parlò finalmente  –Ma non può cambiare quello che sento-
Il Falso Cavaliere sgranò gli occhi dietro a quella maschera. Non gli importava? Lui poteva evitare di soffrire per amore, per una ragazza.. e invece.. invece continuava a starle vicino, a proteggerla. Perché? L’amore è così forte?
Ripensò ad Haru, il suo primo amore. Il destino se l’era portata via così, in un istante. Per colpa sua. Era solo colpa sua. Per tutto questo tempo lui aveva fatto ciò che aveva fatto pensando a lei, pensando al suo amore. Lo aveva fatto per dimostrarle di essere forte, perché lui sapeva che Haru era sempre con lui.
E anche loro. Anche questi Cavalieri lottavano per amore. Per amore del loro mondo, e per amore della loro Dominion. Loro sì che erano uniti, una famiglia.
Fine lo guardava dispiaciuta. Non sapeva perché ma sentiva dentro di sé una forte malinconia.
Sou abbassò lo sguardo.
Un rumore sordo, uno strappo, una spaccatura. Una piccola crepa si fece largo sulla sua maschera. L’oggetto dorato cadde a terra mostrando il volto del ragazzo. Aveva due splendidi occhi verdi. Erano pervasi di lacrime.
Fine sobbalzò al vedere il ragazzo piangere. Perché?
Si avvicinò a lui che guardava per terra. Gli mise una mano sulla spalla. Sou alzò di scatto la testa incontrando i rubini accesi di lei.
Bastò un attimo, un solo attimo per vedere tutta l’onestà, la giustizia e l’amore che c’erano negli occhi di quella ragazzina dai capelli rossi. Aveva una scintilla nello sguardo, la stessa che aveva Haru.
-Stai b..-
-Andate- la interruppe guardandola serio.
Fine lo guardò sorpresa. Andare? Li lasciava proseguire così? Che avesse cambiato idea? Ma come..
-Forza muovetevi, andate!- urlò ai tre ragazzi. Fine si allontanò tornando vicino ai Cavalieri.
Bright non se lo fece ripetere. Prese Fine per un polso e iniziò a correre verso l’entrata dell’edificio. Shade stava ancora fissando Sou.
-Che vuoi?!- gli chiese bruscamente il ragazzo dagli occhi verdi.
-Grazie- disse Shade per poi voltarsi e correre da Fine e Bright.
Grazie davvero.
Il Falso Cavaliere li seguì con lo sguardo. Vide Fine voltarsi verso di lui. Aveva uno sguardo pieno di gratitudine. Gli sorrise.
Una volta che li vide entrare si voltò verso l’alto. Verso l’edificio.
Buona fortuna, Signora della Rosa.

I tre ragazzi correvano. Arrivarono all’ascensore. Fine continuava a premere il pulsante, ma quel coso sembrava non arrivare, era come rotto.
-Ci toccherà prendere le scale- convenne Bright sbuffando. Maledizione, quel grattacielo era altissimo, quanta fatica e quanto tempo ci avrebbero messo?
I tre ragazzi si diressero verso le scale, salendo gradino dopo gradino ad un’andatura abbastanza veloce. Non c’era tempo da perdere. Sicuramente sapevano che erano lì, avevano addormentato la città e mandato Sou. Sì, lo sapevano di certo.
-Accidenti, ma a che piano siamo?- chiese Fine esausta dopo circa un quarto d’ora che correvano su per le scale.
Shade e Bright si fermarono. Già, chissà quanto mancava. Era infinito quel posto!
-Siete solo al ventitreesimo piano- li informò una voce allegra sopra le loro teste.
-Yuki!- disse Fine sorpresa di vedere la bambina. Beh, era ovvio, prima Sou, ora lei..
La bambina sorrideva vivace. Era seduta sopra la sua falce che teneva a mo di scopa volante. Indossava uno dei suoi vestiti neri pece con pizzi e fiocchi ovunque.
-Ciao Fine! Sei venuta a giocare con me?- disse mostrando un sorriso felice.
Fine la fissava senza dir nulla. Ora dovevano.. combattere contro di lei? Contro quella bambina? Da quando si erano affrontate l’ultima volta, non l’aveva più vista. Aveva pensato molto a lei, a quanto fosse ingiusto che abbia quei poteri che la consumassero ogni volta che li usava. Perché loro False Rose non usavano sangue altrui come i suoi Cavalieri, ma usavano il proprio.
-Non farci perdere tempo!- le urlò contro Shade perdendo la pazienza. Non gli era ancora andato giù il fatto che Yuki avesse cercato di uccidere Fine. Era solo una bambina, una femminuccia, ma aveva una voglia matta di fargliela pagare.
Yuki lo guardò male. Poi fissò Bright, e poi tornò a Shade. Quei rompiscatole! Giravano sempre intorno a Fine come sanguisughe.
La bambina atterrò sulla ringhiera delle scale poco sopra di loro. Ora la falce era stretta nelle sue mani.
-Mi dispiace, ma Fine rimane qui a giocare- disse lei. Non li avrebbe fatti passare, era il suo compito. E avrebbe tenuto Fine con sé. Finalmente poteva stare con lei, poteva essere felice con lei. Con la sua Signora della Rosa. E quei Cavalieri.. loro li avrebbe distrutti.
Si lanciò contro i due. Bright fortunatamente innalzò in tempo una barriera, impedendo di essere colpiti. La bimba ci rimbalzò sopra.
Tornò subito all’attacco intrecciando la sua falce con la spada di Shade. I due ragazzi dovettero ammettere che anche lei era migliorata.
Shade e Bright ben presto si accorsero di essere un po’ stanchi. Ormai era molto che quella bambina gli teneva testa.
Anche Fine sembrava un po’ affaticata per la perdita di sangue.
-Yuki ti prego, facci passare!- le disse Fine cercando di farla ragionare.
-Mi dispiace Fine, ma non posso- disse lei autoritaria. Gin glielo aveva chiesto. Stavolta non avrebbe fallito. Avrebbe reso felice il suo Salvatore, l’avrebbe reso fiero.
-Gin vuole che non passiate-
-Ma perché? Perché non ti rendi conto che ti sta prendendo in giro?!- le disse Shade scocciato. In qualche modo Yuki somigliava a Fine. Testarda e cocciuta.
La bambina lo fulminò con lo sguardo. Come osava dire una cosa simile?!
-Yuki ascoltami!-  la chiamò Fine  -So che non mi crederai, ma Gin non è chi pensi tu. Lui è un essere demoniaco, è accecato dalla sete di potere! Vuole distruggere il Sigillo per impadronirsi di quella smisurata energ..-
-Basta!- la zittì Yuki. La bambina piangeva. Perché Fine diceva quelle cose cattive, non era la prima volta. Perché ce l’aveva così tanto con Gin? Lui era buono, l’aveva salvata!
-Tu non lo conosci- disse singhiozzando e atterrando di fronte a lei.
Fine la guardò di dispiaciuta. Yuki non lo sapeva, non sapeva che quell’uomo era uno di quelli di cui Fine si era fidata di più nella vita. Abbassò lo sguardo coprendo gli occhi con la frangia.
-Invece lo conosco- disse con tono indecifrabile. Non trasmetteva né gioia né dolore, ma si capiva che soffriva a dire quelle cose.
La bambina la guardò sorpresa. Davvero lo conosceva? Allora perché ne parlava così?
-L’ho conosciuto per la prima volta quando avevo sei anni. Era come un secondo padre per me- disse. Yuki scorse una lacrima scorrere sulla guancia di Fine. Perché piangeva?
-Lui.. è sempre stato gentile e premuroso con me-  disse mentre diverse lacrime continuavano a rigarle il viso  -Gli volevo bene, mi fidavo così tanto di lui-
-Fine..- sussurrò la bambina. Non sapeva che si conoscessero. Non sapeva che lei gli volesse così bene. Perché allora ne parlava così male? Cosa le aveva fatto, che era successo? E perché Gin non le aveva mai raccontato di conoscere Fine?
-A dieci anni, mi diede questo girocollo. Da quel giorno la mia vita è diventata un continuo di guai-  disse sorridendo amaramente  –Ho conosciuto i miei Cavalieri e il Guardiano. Ho scoperto cosa sono gli Arcani e ho imparato a essere una Dominion. Questo ciondolo serviva per nascondere i miei poteri, per non farmi trovare da loro- disse lei indicando Shade e Bright.
La bambina fissava la collana sbalordita. Gin la voleva nascondere? Perché mai?
-Mi disse di non toglierlo, altrimenti avrei subito una Punizione. Ora so a cosa si riferiva. La Punizione era il dolore e la battaglia che sto affrontando ora. Perché lui vuole quel potere, quel potere che potrebbe distruggere il mondo, e io ero solo un intralcio per lui- Fine finalmente la guardò. Il suo viso era pieno di lacrime disperate.
Si abbassò, inginocchiandosi di fronte alla bimba. Ora guardava Yuki faccia a faccia. Le sorrise trise.
-So cosa vuol dire fidarsi di una persona come fai tu. Io gli volevo davvero bene..-  disse singhiozzando  -Quando ho scoperto chi era e quello che aveva fatto mi è crollato il mondo addosso. Non volevo pensare che la persona alla quale per anni avevo concesso il mio affetto mi avesse tradita in questo modo, si fosse avvicinata a me solo per il suo intento-
Yuki la guardava dispiaciuta. Era triste. Non pensava che lei avesse passato tutto questo per colpa di Gin. Non sapeva che lui avesse fatto quelle cose, lei in verità non sapeva nulla di Gin. Si era affezionata a lui ed era rimasta al suo fianco solo perché l’aveva salvata. Non gli era mai importato altro, non aveva mai chiesto altro.
-Io non lo sapevo..- disse la bambina abbassando lo sguardo.
-Credimi se ti dico che fa male anche a me dire certe cose su di lui. Ma è stato proprio quell’uomo a farmi cadere in questo baratro. Ed è perché tenevo così tanto a lui.. che.. che voglio fargliela pagare- disse determinata, ma le lacrime che scendevano copiose la contraddivano. Forse non doveva dire quell’ultima frase, forse avrebbe scatenato la rabbia della bimba.
Yuki invece non fece nulla, non si arrabbiò. Iniziò a piangere anche lei. Lei si era fidata di Gin, gli voleva bene. Allora perché sentiva che era Fine a dire la verità? Perché si fidava più di lei?
-M-mi dispiace- disse Yuki saltandole addosso e abbracciandola forte mentre singhiozzava rumorosamente.
Shade e Bright avevano assistito a tutta la scena. Era sbalorditivo come Fine riuscisse sempre a dire le cose giuste. Entrambi però non pensavano che Fine stesse soffrendo così tanto per il Dottor Higa, doveva volergli davvero bene.
-Io.. io non lo sapevo.. lui mi aveva salvato la vita.. e io mi sono fidata- pianse la bambina.
Fine la strinse.
-Non è colpa tua, hai fatto la cosa giusta-
Yuki si staccò di colpo. La guardò sicura asciugandosi le lacrime.
-La farò anche adesso la cosa giusta-  disse tirando su col naso  –lui mi ha.. ci ha mentito. Ci ha ingannato. Quindi.. vai! Andate e fategliela vedere- sorrise infine guardando Fine con fiducia, con speranza.
La ragazza ricambiò il sorriso. Lo sapeva, sapeva che Yuki era buona. Lo erano tutti.
-Tornerò e giocheremo insieme, Yuki-
Yuki li fece passare. Ora potevano proseguire.
I tre si misero a correre diretti finalmente verso quel maledetto, ultimo piano.










Ciaaaaao :3
Se il capitolo precedente era corto, questo è fin troppo lungo xD
Comunque.. le False Rose sono buoneee *-* (Ne manca ancora una ma.. ok, sto zitta)
E Shade quando combatte è sempre bellissimo! (scusate non c'entra, ma volevo dirlo xD)
Beh spero di cuore che vi sia piaciuto, ci stiamo avvicinando alla fine della storia.. (mancano solo tre capitoli D:)
Vi mando un bacione, buona serata :3

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Capitolo 27
*** Ultimo piano ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


ULTIMO PIANO
Fine correva. Correva senza sosta. Non voleva, non doveva fermarsi. Dietro di lei Shade e Bright salivano gradino dopo gradino.
Mancava poco, poco. Mancava solo una rampa di scale. Alla fine di questa Fine vide una porta. Una porta massiccia e grigia, poi niente più scale. Erano arrivati all’ultimo piano.
Fecero quegli ultimi gradini più lentamente riprendendo fiato. Si fermarono di fronte a quella porta. La guardavano duri, pronti per lo scontro finale.
-Siete pronti?- chiese Fine. Se solo loro avessero avuto qualcosa in contrario, qualche indugio, lei sarebbe tornata indietro con loro. Voleva che fossero pronti al massimo, sicuri.
I due annuirono decisi.
Fine mise una mano sulla maniglia. Fece un respiro profondo. Aprì di scatto la porta.
Davanti a loro si mostrò un’enorme stanza, un salone smisurato. Vicino alle pareti sorgeva qualche colonna circolare. Poche finestre facevano entrare una fioca luce, lasciando il posto un po’ in penombra. Alle pareti era appoggiato ogni tanto qualche macchinario complesso e diversi carrelli con provette. Un tavolo abbastanza lungo era di fronte a questi grandi computer. Più avanti, verso la fine della stanza vi erano due lettini da ospedale. Sicuramente era lì che aveva tenuto le tre False Rose mentre cercava di salvarli. O meglio, di condannarli.
Quel posto era inquietante, non trasmetteva nulla di buono. Sembrava uno di quei laboratori di uno scienziato pazzo. Beh, diciamo che ci erano vicino.
-Benvenuti, vi aspettavo- disse una voce profonda che fece sobbalzare i tre.
Fine, Shade e Bright si guardarono intorno. Da dove veniva? Fine aveva riconosciuto bene quella voce. Era lui, era il Dottor Higa. Sentì una malinconia e un senso di tradimento crescerle dentro. Lo represse subito sostituendolo con la rabbia, la rabbia di essere stata ingannata così dalla persona a cui voleva bene.
-Dove sei, vigliacco?!- urlò irritata. Non vedeva l’ora di sputargli in faccia tutto quello che aveva da dire, e poi distruggerlo.
La voce rise, una risata beffarda. La sedia che era voltata verso il monitor di uno dei grandi computer si girò verso di loro cigolando. Un uomo sulla quarantina, o almeno sulla quarantina per gli esseri umani, con corti capelli biondi e un paio di occhiali sul naso, sedeva tranquillo su quella sedia. Li guardava sorridendo arrogantemente. Era quello il suo vero aspetto? Chissà.
-Fine, che bello vederti. Come sei cresciuta- disse alzandosi in piedi e mostrandosi in tutta la sua statura.
La ragazza strinse i pugni. Come poteva parlare così come se nulla fosse?
-Vedo che porti ancora il mio regalino- disse compiaciuto alludendo al ciondolo al collo di Fine.
-Guinzaglio vorrà dire- sibilò lei tra i denti.
Un sorriso maligno si dipinse sul suo volto.
-Siete stati bravi ad arrivare fin qui-  disse voltandosi e guardando un punto impreciso  –mi dispiace solo che i miei bambini mi abbiamo voltato le spalle- disse in tono melodrammatico.
Fine sgranò gli occhi. Lo sapeva? Beh era ovvio che lo sapesse. Sou e Yuki li avevano aiutati. E se.. no, non doveva neanche pensarlo, non doveva pensare che lui gliel’avesse fatta pagare, no.
Lui tornò a guardarla e sorrise ancora.
-Ma sta tranquilla, ho già dato loro un bel castigo-
La ragazza sbiancò. No! Non poteva essere, non poteva averlo fatto! Che ne era di quei due? Che gli aveva fatto?
-Che gli ha fatto?!- chiese non riuscendo a nascondere l’angoscia. Il Dottor Higa rise. Fine non era cambiata per niente.
Cliccò un pulsante del computer. Dal muro di fronte a loro si sentì un suono ovattato. Come un.. liquido?
I tre si voltarono e scrutarono la parete. Da essa piano piano uscì qualcosa. Figure e punti indefiniti emergevano dal muro! Ben presto poterono notare che cos’erano. O meglio chi.
Fine si pietrificò terrorizzata, il sangue le si gelò nelle vene.
-Yuki! Sou!-
I due erano privi di sensi, con le braccia e le gambe ancora all’interno della parete. Come potevano essere li? Come poteva quella parete averli assorbiti?
Il Dottor Higa li aveva convocati subito dopo la loro “rivolta”. Con un sorriso colpevole aveva detto loro tutta la verità, e non lasciandogli in tempo di formare un pensiero, li aveva “puniti”.
Shade e Bright guardavano quell’orrendo spettacolo con l’odio negli occhi. Quel tizio era terribile!
-Bastardo- sibilarono Shade e Bright.
Gin li ignorò. Sarebbe arrivata la fine anche per loro tra poco.
-Allora Fine, sei venuta a consegnarmi gli Arcani?- chiese porgendole una mano.
La ragazza si voltò a fissarlo piena di astio. I due Cavalieri si pararono davanti a lei, pronti a combattere.
-Mai- sibilò lei.
Il Dottore sorrise. Se lo aspettava. Era diventata coraggiosa.
-Allora me li dovrò prendere- disse sbuffando annoiato.
-Non te lo permetteremo!- gli urlò Bright. Dopodiché Shade si lanciò all’attacco pronto a colpirlo con la sua spada.
Era a pochi centimetri da lui. Perché sorrideva ancora? Perché non si muoveva?
Qualcosa si parò all’ultimo istante davanti al Dottor Higa. La spada di Shade si intrecciò e venne bloccata da qualcosa. Un’altra spada? Shade si ritrovò davanti a sé due occhi viola. Cain, Cain Takami. Maledetto, ancora?! Certo, mancava solo lui.
Bright lo guardò con astio. Se lo aspettava che sarebbe comparso a momenti. Shade fece un salto indietro tornando al fianco di Bright.
Cain si mise di fronte a loro impassibile, tranquillo. Non diceva una parola. Il Dottor Higa dietro intanto ridacchiava malignamente.
-Mi dispiace Cavalieri, ma stavolta non l’avrete vinta. Cain non mi tradirà- disse sorridendo. Cain non lo avrebbe mai tradito, lui era in debito, era stato il suo primo esperimento. Era sempre stato al suo fianco. Era un ragazzo freddo e sicuro, forte e fedele. No, non lo avrebbe mai lasciato.
-Cain!- Fine lo fissava titubante. Non voleva che combattessero contro di lui. Erano compagni di scuola.
Il ragazzo non fece nessun cenno. Continuava a stare lì in piedi impassibile.
-Maledizione, non capisci che ti sta prendendo in giro?!- disse Shade sperando che anche lui si rendesse conto di chi era quel tizio.
Il ragazzo non fece una piega. Non si mosse.
Gin sorrise.
-Sbrigati Cain- ordinò.
Il Falso Cavaliere annuì stringendo la spada. Iniziò ad attaccate ininterrottamente i due Cavalieri. I suoi attacchi venivano da tutte le parti, era troppo veloce, accidenti!  Bright cercava di proteggere sé stesso e Shade innalzando barriere o scudi protettivi che però dopo averli difesi si infrangevano al tocco della lama di Cain. Shade invece cercava il più possibile di disarmarlo, togliendoli quell’arma dalle mani.
Fine assisteva a tutto con il cuore in gola. Come al solito non poteva fare niente. Ogni tanto si spostava e si allontanava di qualche passo per non essere coinvolta nello scontro, dato che i ragazzi si spostavano da un punto all’altro combattendo.
Era davvero dura, Shade e Bright erano stanchi, era molto che si affrontavano. Per fortuna erano riusciti a tenergli testa.
Cain intrecciò ancora una volta la sua spada con quella di Shade. In un secondo gliela levò. Non perse tempo colpendolo e scaraventandolo con una forza incredibile, lontano da loro, su un tavolo con delle provette del Dottor Higa.
Il ragazzo rotolò sul tavolo cadendo dalla parte opposta dolorante.
-Shade!- urlò Fine sbiancando vistosamente. Oh, no!
Il ragazzo si stringeva la spalla. Sanguinava, un pezzo di vetro delle provette gli si era conficcato proprio in quel punto. Maledizione, non ci voleva.
Cain si fermò a guardarlo insensibile con superiorità, mentre Bright si era irrigidito alla vista dell’amico disarmato. Perché in fondo erano amici, gli voleva bene. Doveva aiutarlo.
-Shade! Shade!- Fine urlava disperata. Corse nella sua direzione, voleva sapere come stava, fare qualcosa.
Due forti braccia la fermarono prendendola per i polsi e portandoglieli dietro la schiena. Peggio delle manette, accidenti!
-Lasciami!- urlò a quell’orrore di uomo che la stava trattenendo. Il Dottor Higa sorrise maligno.
-È uno scontro tra Cavalieri, stanne fuori- disse guardando con orgoglio il suo Cain.
Fine si rivoltò verso Shade preoccupata, e ora?
Bright si lanciò contro Cain. Una rabbia più grande gli era cresciuta dentro. Cain senza guardarlo, con un gesto della mano, creò una bolla trasparente. Questa inghiottì Bright portandolo in aria e impedendogli di combattere. Maledizione, ancora!
Shade continuava a rimanere a terra. Un dolore atroce gli percorreva tutto il braccio. Maledetto pezzo di vetro. Sentiva le forze mancargli, perché? Era solo un taglio, già un taglio forse troppo profondo.
-Shade! Rialzati!- gli urlava Fine. Delle lacrime iniziarono a salirle rigandole poi le guance.
Shade la sentiva, ma era molto più difficile fare ciò che voleva.
-Non azzardarti a morire, chiaro?!-  gli urlò lei in preda alla disperazione  –I tuoi genitori non lo vorrebbero!- disse senza rendersene conto. Le era uscito così, senza pensarci. Cosa aveva detto! Era una stupida, perché ogni volta saltava fuori con frasi sbagliate?!
Il ragazzo a quella frase si rianimò di colpo. La guardò sbalordito. Quelle parole.. lei aveva ragione. Perché si stava arrendendo così? Per un taglietto! Suo padre gli aveva sempre insegnato ad essere forte e a non arrendersi mai, sua madre invece di continuare a sperare in ogni occasione. E di stare accanto alle persone che amava.
Fissò Fine. Lei era la persona che amava. L’avrebbe protetta, costi quel che costi.
Estrasse quel maledetto pezzo di vetro dalla spalla. Si rialzò deciso guardando Cain negli occhi.
Il Falso Cavaliere era voltato verso la Dominion.
-I tuoi genitori non lo vorrebbero!- aveva detto. I suoi genitori.. i suoi genitori erano morti. Anche sua sorella era morta. Solo lui si era salvato, grazie a Gin. Anche i genitori della Rosa Nera erano.. morti? Altrimenti Fine non avrebbe detto quella frase.
Guardò Shade. Lui però continuava a combattere e lottare per quello a cui teneva, nonostante avesse perso la famiglia.
Un momento! Quegli occhi.. quegli occhi blu, due pozzi infiniti e impenetrabili, li aveva già visti. Erano dello stesso bambino che otto anni fa aveva perso la famiglia in un incendio.. in un incendio appiccato da..
Si voltò verso il Dottor Higa. Da lui. Lui aveva ucciso i suoi genitori, e sempre lui voleva uccidere anche Shade, ma non ci era riuscito. Lui era il responsabile della perdita della famiglia di quel ragazzo.
Ripensò alla sua. A sua madre, suo padre e sua sorelle e quella che sarebbe dovuta essere una felice vacanza in montagna. Forse lui e Shade non erano poi così diversi.
Aveva sempre detto che dovevano recuperare gli Arcani e intralciare la Dominion solo per il bene di lei, perché era meglio se li trovassero prima loro. E invece.. invece lui per tutto quel tempo non aveva fatto altro che tramare alle loro spalle usandoli solo come pedine.
Guardò Yuki e Sou, i suoi compagni. Loro erano stati forti, loro erano stati coraggiosi. Si erano ribellati, avevano capito. Ora capiva anche lui. Ma cosa poteva fare a quel punto?
Il Dottor Higa rise. Cosa credeva di fare Fine? La Rosa Nera non poteva farcela contro la sua pedina preferita.
-Forza, falla finita, inizio ad annoiarmi- disse sorridendo. La verità era che non vedeva l’ora di vedere le suppliche di Fine.
Cain strinse impercettibilmente i pugni. D’un tratto la voce di quell’uomo lo faceva irritare. Possibile che avesse cambiato opinione su di lui solo sentendo una frase?
Rimase immobile. Shade lo fissava, perché non ubbidiva? Che stava aspettando? In quelle condizioni avrebbe potuto farlo fuori con una facilità impressionante.
-Cain- lo richiamò con una cantilena Gin.
Il ragazzo strinse la spada. Camminò lentamente verso Shade provocando un sorriso sul volto di Gin.
-No! No!- urlava Fine cercando di dimenarsi dalla stretta invano.
Il Falso Cavaliere si chinò a prendere la spada di Shade che prima gli aveva tolto di mano.
Cain arrivò di fronte a Shade. Il Cavaliere guardava la Falsa Rosa duramente. C’era qualcosa che non lo convinceva.
Fine era terrorizzata, non riusciva nemmeno più a urlare. Cain voleva ucciderlo con la sua stessa spada?  
I due erano faccia a faccia. Si guardarono negli occhi per un lungo istante creando suspance e paura.
Cain ad un tratto gli spinse bruscamente la spada sul petto. Shade lo guardò sbalordito, gliela stava consegnando?
Cain fece ancora un passo verso di lui mettendosi di fianco. Dopo averlo fissato di profilo, si voltò verso Gin senza proferire parola.
Il Dottor Higa lo guardò confuso. Era una tattica per farlo fuori in un modo più divertente o c’era qualcosa di strano?
-Che fai?- chiese ironicamente. Non si capacitava del fatto che forse anche lui lo stava tradendo. Impossibile.
-È finita Gin-  si limitò a dire il Falso Cavaliere fissandolo dritto negli occhi  -Lasciala-
Fine sorrise involontariamente anche se le lacrime continuavano a scenderle sulle guance.
La bolla dove era rinchiuso Bright scoppiò di colpo facendo atterrate il ragazzo a terra. Il Cavaliere della Rosa Bianca raggiunse Shade e il loro nuovo compagno.
Ora erano tre Cavalieri.









Buonaseeeeeraaaa :D
Due capitoli, mancano due capitoli D: Non me ne capacito! Come farò senza questa storia, mi ci ero troppo affezionata!
(Come "cosa farai"? Mica eri tutta contenta perchè stavi iniziando a scrivere un'altra storia? nd.Shade)
(AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH ! NOO! Non dovevi dirlo! Stai zitto, non aggiungere altro! Sei un.. un rovina-sorprese! Un distruggi-sogni-mentali! Un guastafeste! Un.. nd.ME)
(Sì, ho capito -.- nd.Shade)
Beh doveva essere una sorpresa che dicevo alla fine di questa storia, ma.. grazie a un adorabile ragazzo ora  non lo è più +.+ (Shade facciamo i conti dopo nd.Me)
Ma stavolta non voglio dire nulla, sarà una sorpresina, sempre che qualcun altro non mi smonti la sorpresa..
Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto :3 Caaaaaiiiin *-*
Vi mando un bacione, buona serata :D

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Capitolo 28
*** Grido d'amore durante la fine del mondo ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

 

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


GRIDO D’AMORE DURANTE LA FINE DEL MONDO
-Lasciala- sibilò Cain guardando duramente l’uomo che lo aveva salvato, curato, cresciuto. L’uomo che nonostante ciò lo aveva solo usato. Come una marionetta, come una pedina in una scacchiera.
Gin divenne serio in un colpo.
-Anche tu- disse inespressivo. Anche il suo giocattolino preferito gli stava voltando le spalle? Che gli importava in fondo? Loro gli erano serviti solo per facilitarsi il compito, per coprire la sua identità fino alla fine. Una volta riuscito nel suo intento si sarebbe sbarazzato di quei tre Falsi Cavalieri, a cosa gli servivano? Sorrise.
-Tre in un colpo solo- disse sorridendo più a sé stesso che ai suoi interlocutori. Teneva salda la presa su Fine, lei sarebbe stata l’ultima.
-Guarda Signora della Rosa- disse alzando una mano. Fine lo guardò impaurita. Cosa sarebbe successo ora?
Gin schioccò le dita. Una ventata, una specie di spinta invisibile si diresse verso Cain. Il ragazzo venne scaraventato dall’altra parte della stanza, contro la parete, proprio in mezzo a Yuki e Sou. Il muro lo assorbì non facendolo sbattere sul cemento di cui era composto.
Rimase solo con il petto e il viso fuori, proprio come i compagni. Sentiva quella parete scorrergli dentro, gli stava togliendo le forze. Si sentì stanco di colpo. Guardò con odio Gin prima di perdere i sensi.
-Cain!- urlò Fine disperata. Come poteva averlo fatto? No! Lo sapeva, anche lui era buono, li stava aiutando. Perché, perché? Era un mostro, si divertiva forse?
Il Dottor Higa rise, che soddisfazione.
Shade e Bright fissavano Cain privo di sensi con orrore, con impotenza. Lui aveva offerto loro il suo aiuto, e ora? Non erano riusciti a fare un bel niente.
-Chi è il prossimo?- chiese Gin tranquillo, come un prof che chiede chi vuol essere il prossimo interrogato.
Silenzio. I due Cavalieri tornarono a guardarlo. Ora erano come all’inizio. Shade, Bright e Fine contro di lui. La Rosa Nera, la Rosa Bianca e la Dominion contro l’essere più meschino, o peggio.
Gin lasciò andare Fine spingendola dietro di sé, più lontano dai Cavalieri. La ragazza sbatté contro uno dei tavoli vicino ai computer, rotolandoci sopra. Da dove veniva tutta quella forza? Come aveva fatto a spingerla così forte? Ora che ci faceva caso.. come aveva fatto a far arrivare Cain al muro?
Shade strinse i denti, non poteva raggiungerla, ma solo sperare che Fine non si fosse fatta male.
La ragazza fortunatamente si tirò presto in piedi guardando Gin in malo modo. L’uomo rise, capendo l’espressione della ragazza pur dandole le spalle.
Il pavimento iniziò a tremare. Le piastrelle del pavimento si alzarono facendone uscire dei fili spinati.
I ragazzi guardarono facendo un passo indietro. Quelli erano.. i fili spinati di Sou. Ma Sou era privo di sensi nel muro. Come..?
Queste specie di radici ondeggiavano vicino a Gin che rideva divertito.
-Com’è possibile?- sussurrò Bright. Come poteva fare questo? Lui era un demone, ma il potere demoniaco era stato rinchiuso nel Sigillo, come poteva avere queste capacità? Un momento, a meno che.. no, lui non.. e se avesse preso anche lui quella specie di siero creato da lui stesso per donare i poteri simili ai loro? Lo stesso che aveva dato a Cain, Yuki e Sou..
Vedendo la faccia di Bright, Gin, capì che il ragazzo intuiva qualcosa. Sorrise.
-Esatto Rosa Bianca, è come pensi-
Bright strinse i pugni e Shade lo guardò interrogativo.
-Ha preso anche lui il siero con i poteri- disse semplicemente capendo la curiosità di Fine e Shade. I due lo guardarono sbalorditi. Sarebbe stato più difficile del previsto allora.
-Bene, muoviamoci- disse Shade cercando di incoraggiare Bright e sé stesso.
L’amico annuì iniziando ad alzare massi e oggetti con i suoi poteri. Li scagliò contro il Dottor Higa che rimase immobile. Le spine lo protessero, facendo cadere gli oggetti a terra.
Shade subito dopo si lanciò contro di lui cercando di colpirlo con la spada, ma inutilmente. Si ritrovò a imbattersi contro i fili spinati. Questi lo avvolsero stringendo forse sui polsi, gambe e vita. La spada gli cadde di mano.
Le spine lo portarono lontano da Bright sollevandolo di pochissimi centimetri da terra.
Il Cavaliere della Rosa Bianca corse vicino a Shade cercando di strappare quei fili che stavano provocando graffi e tagli al compagno. Il sangue gli colava da tutte le parti.
Fine era rimasta paralizzata, con il viso pallido dalla paura.
Shade..!
Più Bright spezzava quelle cose, più loro si moltiplicavano creando una gabbia intorno a loro.
Un filo avvolse strettamente Bright scaraventandolo contro il muro più vicino. Il ragazzo fece solo in tempo a vedere il viso di Shade che lo fissava sbalordito e quello di Fine dalla parte opposta con le lacrime agli occhi. Poi il buio.
Fine vide il suo Cavaliere sbattere contro la parete colpendo la testa. Lo vide crollare a terra, doveva aver perso i sensi.
-Bright!- urlò lei risvegliandosi e correndogli vicino. Lo scrollò più volte ma il biondo non si muoveva. No, non voleva pensare che gli fosse capitato qualcosa di peggio che una perdita di sensi. Ti prego! Come avrebbe reagito Rein? Cosa le avrebbe detto? Tutto sempre per colpa sua!
Gin rise. Schioccò le dita facendo stringere la presa su Shade e facendolo sanguinare ancora di più. Il ragazzo emise un gemito di dolore, maledizione!
Fine lo guardò disperata, si voltò di nuovo verso Bright.
-Svegliati- gridava disperata –Devi aiutarlo, Shade ha bisogno di te.. Bright..- diceva singhiozzando. Ma Bright non si svegliava, rimaneva lì immobile tra le sue braccia. Sentì la risata irritante di Gin alle sue spalle.
Appoggiò Bright alla parete e si alzò correndo verso quella gabbia di spine. Avrebbe aiutato Shade lei, in fondo era la Dominion, doveva fare qualcosa!
Il Dottor Higa la lasciò andare, voleva proprio vedere cosa fosse riuscita a fare quella stupida.
La ragazza iniziò a strappare i fili spinati graffiandosi mani e braccia. L’unico dolore che sentiva era la paura.
Le spine stringevano sempre di più Shade, che ormai era pieno di macchie di sangue.
-Shade!- continuava a gridare Fine in preda alla preoccupazione e alla paura mentre si avvicinava a lui rompendo quei cosi che li dividevano.
Il ragazzo alzò piano la testa sentendola più vicina. La vide a pochi metri di distanza che cercava di avvicinarsi. Che stava facendo? Non doveva venire lì!  Doveva scappare, ormai non ce l’avrebbero mai fatta. Le False Rose non potevano aiutarli, Bright era privo di sensi e lui non poteva fare nulla. Per loro non c’era scampo. Ma almeno lei, almeno Fine doveva salvarsi, doveva provare a scappare, magari ci sarebbe riuscita.
Ma Fine continuava ad avanzare verso di lui piangendo. Non avrebbe ma lasciato lì, mai. Voleva salvarlo. Avevano tante cose da fare insieme, lei doveva ancora dirgli cosa provava per lui.
-Fine..- sussurrò Shade vedendo gli sforzi della ragazza.
-Fine vattene!- le gridò vedendo che si era procurata un ennesimo graffio al braccio.
-No!- urlò lei piangendo e continuando disperatamente a strappare le spine.
Shade la guardava con terrore. Se fosse rimasta lì chissà cosa sarebbe successo anche a lei. Perché non se ne andava, maledizione!
-Maledizione, vattene!- le disse ancora. Era un’incosciente!
-No, non voglio- singhiozzava lei.
Shade strinse i pugni sentendo fitte e bruciori in tutto il corpo. Maledetti tagli!
-Perché?- sussurrò disperato –PERCHÉ NON TE NE VAI?!- urlò poi pieno di rabbia. Perché non capiva che se le fosse capitato qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, perché?
-PERCHÉ TI AMO!-
Fine si accorse solo un istante dopo di ciò che aveva detto. Le era uscito senza pensarci, voleva solamente gridarglielo e basta. Era rossa in viso, per la stanchezza, per la paura, per il dolore e per l’imbarazzo. Al pronunciare quella frase era riuscita a spezzare l’ultimo filo che la divideva dal suo Cavaliere.
Shade la fissava come un ebete, non capiva le parole delle ragazza. Le erano arrivate come uno spruzzo di acqua fredda addosso. Non riusciva a comprenderne a pieno il significato.
Perché ti amo.
La vide fermarsi dopo aver strappato l’ultimo filo. Sembrava che non credesse di avercela fatta, di essere arrivata fin lì. Era piena di graffi ovunque, sulle gambe, sulle braccia e sulle mani. I suoi vestiti erano tutti sporchi e strappati. Stava tremando e lo fissava impaurita.
Shade non riusciva a spiccicare parola. Quella frase.. quanto aveva aspettato per sentirsela dire, quanto era stato forte il desiderio che Fine prima o poi glielo dicesse. Era felice, il suo cuore batteva come se fosse un cannone in azione. Se non fosse stato per le spine e la situazione l’avrebbe presa tra le braccia e fatta sua in quell’istante. Ma le circostanze glielo impedivano. Fine stando lì era in pericolo, doveva fare qualcosa. Lui l’amava, doveva salvarla.
Abbassò lo sguardo coprendo gli occhi con la frangia. Non voleva guardarla in faccia, non ci riusciva.
-Ma io no- disse duro fissando in basso. Un dolore gli si propagò nel petto. Non aveva altra scelta, doveva farla andare via. Anche se avesse dovuto dirle quello. Strinse i pugni.
Fine fece un passo avanti cercando di mantenere l’equilibrio e non cadere.
Ma io no, ma io no, ma io no, ma io no.. la risposta di Shade le rimbombava di continuo nella mente. Le lacrime iniziarono a scendere più velocemente. Lei però lo amava, lo amava più di qualsiasi altra cosa. Le parole del ragazzo le facevano male, le avevano spezzato il cuore, ma lei voleva salvarlo. Nonostante tutto i suoi sentimenti non potevano cambiare. Sapeva che Shade le voleva bene almeno un po’, anche se non nel modo in cui voleva lei. Per questo non se ne sarebbe mai andata via.
Fine fece un altro passo avanti.
-Non mi importa- sussurrò tra i singhiozzi continuando a tremare.
Shade alzò lo sguardo di colpo guardandola basito. Fine era ancora lì che lo fissava con quei due bellissimi occhi cremisi pieni di lacrime. Lui le aveva detto la cosa peggiore che una ragazza potesse sentirsi dire e lei.. lei ancora non se ne andava.
-Fine..- provò a dirle. Doveva farla ragionare, doveva..
La ragazza non lo lasciò finire che gli corse vicino immergendosi nel suo petto quasi nudo per la camicia strappata.
-Non mi interessa!- continuava a dire tra i singhiozzi –Non mi importa quello che provi tu, io ti amo! Non.. non ti lascio qui!- urlava disperata.
Shade la fissava con gli occhi sgranati. Era attaccata al suo petto che piangeva disperatamente. Si sarebbe aspettato che lei sarebbe scappata via con il cuore infranto, ma almeno forse si sarebbe salvata. Invece era rimasta lì con il rischio di morire con tutti loro e con il cuore comunque spezzato. E per colpa sua. Per colpa di una stupida bugia che le aveva detto. Quanto avrebbe voluto in quel momento riuscire a strappare quei fili che lo tenevano immobilizzato e stringerla a sé.
Si arrese all’idea che Fine non se ne sarebbe andata. Abbassò la testa appoggiando la fronte nell’incavo tra il collo e la spalla di lei.
-Sei una stupida- le sussurrò.
Fine continuava a piangere rumorosamente con il viso nel petto di Shade. Non doveva finire così.
Il Dottor Higa dietro di un bel po’ di metri si mise a ridere divertito, non si sarebbe mai aspettato uno spettacolo simile. Chi lo avrebbe mai detto che la bambina che aveva conosciuto, la Fine piccola e ingenua che non credeva nell’amore, un giorno avrebbe fatto questi discorsi ad un ragazzo. Sul punto di morte poi. Già, perché quella era la fine, non avevano speranze, non potevano sconfiggerlo. Si sarebbe ripreso i suoi poteri, e avrebbe vendicato la sua specie. La Terra avrebbe pagato, avrebbe conosciuto la sua vendetta.
Tra poco avrebbe distrutto quel pianeta, finalmente sarebbe stata la fine di quell’insulso e falso mondo.
Fine e Shade non lo ascoltarono neanche. In quel momento non gli importava. Fine copriva quasi ogni suono con il suo pianto disperato.
-Fine...- provò a chiamarla Shade rimanendo nella stessa posizione, con la testa appoggiata alla spalla di Fine.
-No.. no..- diceva la ragazza anche senza sapere cosa voleva dirle. Che le importava, forse era davvero finita ormai.
-Posso essere io a darti un ordine per una volta? Solo uno.- le chiese a bassa voce. Aveva un tono dolce, calmo. Come poteva essere calmo?
Fine alzò di scatto la testa staccandola dal suo petto e mostrando tutto il viso bagnato di lacrime.
-No! Ho detto che non me ne vado!- gli disse intuendo che la richiesta del ragazzo fosse che lei scappasse. Perché non capiva che non lo avrebbe mai lasciato?
Shade le sorrise -Non quello-
Fine lo guardò confusa. Cosa allora? Cosa le poteva chiedere in un momento come quello?
-Baciami- disse lui dopo un attimo di esitazione con voce roca guardandola intensamente negli occhi.
Fine sgranò le sue iridi cremisi. Non credeva a quello che aveva detto Shade. Lui.. ma.. aveva detto che non la amava, perché..
I cuori dei due ragazzi battevano velocissimi all’unisono. Tanti brividi percorrevano il corpo dei due facendo crescere la voglia di stare finalmente insieme.
-Baciami ti prego- ripeté Shade in un sussurro fissandole le labbra. Quelle labbra che voleva far sue di nuovo, come quella sera dopo la Parata dell’Orrore, ma stavolta Fine doveva essere sveglia, doveva sapere perché lo faceva.
La ragazza rossa in viso, si avvicinò piano a lui. Il cuore a momenti le usciva dal petto, ma la voglia di poterlo baciare, di poterlo sentire suo era più forte di tutto.
Non immaginava che la sua prima dichiarazione d’amore potesse essere in un posto così e in una situazione come quella, e nemmeno il suo primo bacio.
Fine chiuse gli occhi e annullò la distanza che separava le loro bocce, unendole in un dolce bacio. Un bacio piano di amore, un bacio tanto atteso, fin troppo. I due sentivano il calore delle labbra dell’altro, facendo aumentare i battiti cardiaci.
Dalla tasca della gonna di Fine si mosse qualcosa. Ne uscirono piano gli Arcani che avevano catturato fin ora.
Le carte si misero a lievitare vicino a loro formando un cerchio attorno ai due ragazzi. Iniziarono a brillare di una luce dorata, calda e rilassante.
Gin assunse un’espressione seria che si trasformò presto in terrore. Cosa stava succedendo? Che..?
Dalla tasca del suo camice uscirono altri Arcani, quelli catturati dalle False Rose. Gin provò a fermarli e ad afferrarli, ma al contatto con ognuno di essi, una forte scossa lo trapassava facendogli provare un dolore assurdo.
Essi raggiunsero gli altri Arcani mischiandosi nel cerchio.
Un vetro di una finestra si ruppe. Da esso ne entrarono altre carte. Gli ultimi Arcani, quelli mancanti.
Gin fissava tutto sbalordito. Come poteva essere? Evidentemente gli ultimi Arcani avevano sentito il potere degli altri ed erano stati attirati lì. Ma perché? Che cosa stava succedendo?










Ahhhhhhhhhhhhhh! Nooooo!!! No!!!!! *me disperata*
Questo è il penultimo capitolo, quindi il prossimo è... nooo, non riesco a dirlo! D:
Mi ci ero affezionata a questa storia! (Lo hai detto anche nella storia precendente.. nd.Shade) (Torna a sbaciucchiarti con Fine, tu! nd.Me)
Comunque, il solito discorso strappalacrime lo farò come la volta scorsa, all'ultimo capitolo, cioè il prossimo D:
(Non so se riuscirò ad aggiornare domani perchè ho un impegno.. semmai sicuramente venerdì)
Intanto spero che questo vi sia piaciuto!
Finalmente al ventottesimo capitolo un bacio decente xD Con Fine sveglia !
Che teneri *-*
Ora scappo, vi mando un bacione enorme a tutte!
Buona serata :D

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Capitolo 29
*** Un lieto fine ***


- È un talismano, non toglierlo mai.
Se dovessi levare questo girocollo
Riceverai una terribile punizione.
Ricorda, non toglierlo mai.-

Ora devi scegliere. Scegli, scegli.
Scegli con chi legare la tua anima.
Con la Rosa Nera? Con la Rosa Bianca?
Con chi vuoi stipulare il Rosette, il Patto della Rosa?


UN LIETO FINE
Che stava succedendo?
E se.. no, no! Non poteva trattarsi del Risveglio Assoluto, non poteva essere quello. Esso era l’ultimo livello, si raggiungeva solo durante il Patto. E loro.. non stavano facendo il Patto, vero? Non c’era il Sigillo, loro non erano di fronte a lui. Possibile che la loro forza fosse così grande da sconfiggere la lontananza dal Sigillo?
Fine e Shade vennero avvolti da una luce fortissima prodotta dagli Arcani.
Intorno a loro le spine scomparvero, si disintegrarono. Shade fu libero di muoversi, tornando con i piedi per terra. Strinse Fine a sé continuando a baciarla con foga, con amore. I loro corpi erano attaccati l’uno all’altra, aderivano perfettamente facendo strisciare sfacciatamente uno contro l’altro i loro bacini.
Improvvisamente Fine sentì nuove sensazioni dentro di sé. Non sapeva spiegarsele, non sapeva da dove venissero, ma non erano sue. Non erano sue perché sentiva la preoccupazione che le potesse succedere qualcosa di brutto, la paura di rimanere solo senza Bright, il terrore di non riuscire a proteggere le persone che amava.
Le passarono nella mente immagini che non appartenevano alla sua vita. Un bambino che gioca, poi un bambino un po’ più grande che legge. Poi il fuoco, tanto fuoco. Una casa che va in fiamme e le immagini di due persone che all’interno non si muovono. Sentiva la disperazione di quel bambino che veniva tirato fuori dalle fiamme senza la sua famiglia. La solitudine che sentiva e che aveva provato per lunghi anni nonostante fosse ancora vivo e in compagnia di un uomo che lo aveva salvato. Insieme a loro un draghetto. La rivalità che c’era tra lui e un altro ragazzino.
Quella era.. la vita di Shade. I suoi ricordi, le sue emozioni.. lei le stava sentendo tutte, le stava provando dentro di sé.
I due si staccarono guardandosi negli occhi sbalorditi.
Shade la fissava incredulo. Aveva visto anche lui tutta la vita di lei. Da quando era una piccola bambina allegra e spensierata a quando aveva ricevuto il girocollo. Aveva sentito l’affetto che provava per quell’uomo che la stava ingannando e l’amore per la sua famiglia e per Rein. In pochi istanti aveva visto tutti gli anni di Fine passargli davanti, dai suoi più felici compleanni ai guai combinati a scuola, dalle litigate con sua sorella alle nuove amicizie con i ragazzi della squadra di calcio. La sofferenza al “Ti odio” di Rein per colpa del malinteso con Bright e dell’imbarazzo di quando si era resa conto di provare qualcosa per Shade, dopo l’incontro con Cain.
Tutto, tutto in solo bacio.
I due non si accorsero nemmeno di quello che stava succedendo intorno a loro. La luce prodotta dalle carte e i nuovi Arcani che erano arrivati lì, non li vedevano nemmeno. Ora c’erano solo loro due.
Dagli occhi di Fine ripresero a scendere altre lacrime. Non pensava che la vita di Shade fosse stata così, non si immaginava nemmeno che potesse aver sofferto in quel modo. Non avrebbe mai detto che la preoccupazione del ragazzo per lei fosse così grande. E non avrebbe mai creduto che lui si fosse innamorato di lei se non avesse sentito tutto il suo amore grazie a quel contatto. Perché lo aveva sentito. Entrambi avevano sentito i sentimenti dell’altro, il cuore dell’altro che batteva veloce per l’imbarazzo e per la gioia.
Shade le sorrise accarezzandole una guancia. Le asciugò le lacrime e la strinse a sé.
-Ti amo- le disse. Ma non ce n’era bisogno, lei lo sapeva già ormai.
Fine si staccò dopo qualche istante. Vide la luce che li stava avvolgendo, cos’era? E quelle carte che roteavano intorno a loro? Si tastò la tasca. Era vuota!
I due iniziarono a guardarsi intorno confusi. Videro Gin in fondo alla stanza, nell’ombra, che li fissava quasi con.. terrore?
Fine provò ad aprire bocca ma non riuscì a dire nulla. Non sapeva nemmeno cosa dire.
-Maledetti- sibilò il Dottor Higa tra i denti. Quello era senz’altro il Risveglio Assoluto, maledizione. Lui avrebbe dovuto impedirlo, era lì apposta. Ma non gli avrebbe permesso di sigillare il Potere, erano poche le probabilità che ce l’avrebbe fatta, ma doveva tentare, non si arrendeva!
Si lanciò contro di loro per afferrare qualche Arcano. Al contatto una luce ancora più forte si propagò nella stanza.
Gin venne avvolto da questa energia luminosa, gli Arcani lo stavano.. imprigionando?
Fine guardava terrorizzata e confusa stretta al petto del suo Cavaliere. Il Dottore imprecava e urlava di rabbia. Non poteva finire così, non poteva!
Gli Arcani crearono diverse scintille, facendo sparire la luce in una piccola esplosione di scintille e alzando un po’ di polvere.
Fine si lasciò scappare un urlo di paura. Shade la strinse, cercando di non farle respirare tutta quel polverone.
Quando le acque si furono calmate i due si staccarono guardandosi intorno. La luce di prima era sparita, ora la stanza era occupata dalla penombra iniziale.
E del Dottor Higa nessuna traccia.
Fine si catapultò a guardare ovunque, sotto i tavoli, vicino ai carrelli delle provette, di fianco ai computer. Nulla. Quel’uomo era sparito.
Sentirono un tonfo alle loro spalle. Fine e Shade si voltarono di colpo. Videro Cain, Yuki e Sou a terra. Erano usciti dal muro..?
I due corsero vicino a i tre Falsi Cavalieri scuotendoli un po’. Ma essi non si svegliavano. Respiravano ancora, ma erano troppo stanchi per reagire, quel muro doveva aver assorbito tutte le loro energie. Dopo un po’ di riposo si sarebbero ripresi sicuramente.
Sentirono mugugnare qualcosa nella parete accanto. Bright si stava svegliando.
-Bright!- urlò Fine correndogli accanto. Meno male stava bene.
Il ragazzo si massaggiava le testa. Si guardò la mano, era insanguinata. Fortunatamente la ferita alla testa non era così grave, sarebbe guarito in poco tempo.
-Stai bene?- chiese Fine tutta contenta con le lacrime agli occhi. Il ragazzo fece una piccola smorfia di dolore.
-Si, tranquilla- sorrise poi. Si guardò intorno, tutto era sottosopra, più di come si ricordava.
-Ma..?-
-È tutto finito- gli sorrise Shade aiutandolo ad alzarsi.
Bright lo guardò interrogativo. Avrebbe voluto molte spiegazioni.
I tre ragazzi furono attirati da qualcosa alle loro spalle. Ventidue carte dorate lievitavano in aria, gli Arcani al completo. Fine, Shade e Bright i guardarono come ammaliati, ce l’avevano fatta davvero?
Le carte ripresero a brillare. I ragazzi sentirono come se le forze stessero rinascendo dentro di loro. Dopo un istante la luce cessò.
Bright si toccò la testa: niente ferita. Ma come..?
Anche Shade e Fine erano completamente in forma, tutti i graffi delle spine erano spariti. Che fossero stati gli Arcani?
Videro le carte uscire una ad una dalla finestra dirigendosi in massa chissà dove. Fine corse alla finestra.
-Vanno verso la scuola!- disse seguendoli con lo sguardo.

-Come sarebbe che il Patto è già stato stipulato?- chiesero in coro Fine, Bright e Shade.
Si trovavano nella biblioteca della scuola, nella stanza nascosta dietro allo scaffale. Davanti a loro c’era il Sigillo, completamente integro, senza le crepe con le quasi lo aveva conosciuto Fine.
Subito dopo che gli Arcani erano volati via, i tre ragazzi aveva preso di peso le tre False Rose e le avevano portate fuori da quel posto. Percorrendo le vie della città fino a scuola, avevano visto la gente che piano piano si risvegliava da quel forzato sonno. Stavano tutti bene fortunatamente.
Erano arrivati più o meno inosservati alla biblioteca, dove li aspettava il Professor Itsushi pieno di ansia. Fine gli aveva raccontato tutto ciò che era successo, mentre lui visitava e controllava i Falsi Cavalieri.
La ragazza gli chiese cosa dovevano fare ora che gli Arcani erano al completo, chissà dove. Il professore l’aveva guardata sorridendo dicendo che gli Arcani ormai erano già stati assorbiti dal Sigillo, non dovevano fare nulla, il Patto della Rosa era stato già fatto ormai.
-Già, gli Arcani sono qui dentro, e il potere demoniaco è al sicuro. Almeno per i prossimi cinquant’anni.- sorrise Itsushi bussando sulla parete del Sigillo.
Quindi, il Patto era stato fatto quando Fine e Shade si erano baciati. Ecco spiegato quello scambio di sentimenti, era il Risveglio Assoluto, nonché l’ultima fase.
Si guardarono arrossendo e voltando lo sguardo da un'altra parte. Bright e il professore non si trattennero, scoppiando in una fragorosa risata.
-E.. il Dottor Higa?- chiese poi Fine rabbuiandosi. Dov’era? Di lui non avevano trovato traccia.
-Probabilmente è stato rinchiuso anche lui nel Sigillo grazie agli Arcani- disse il professore. Doveva essere per forza così.
Quindi era davvero finita? Ce l’avevano fatta!
-E loro?- chiese Shade guardando i tre ragazzi che li avevano aiutati.
-Tranquilli, si riprenderanno presto, hanno solo bisogno di riposo e di rifornimento di sangue. Ora che i loro poteri sono scomparsi non rischiano più nulla- disse sorridendo soddisfatto.
-Scomparsi?- chiese Bright confuso. Come sarebbe che i poteri erano scomparsi?
-Ah già, non ve l’ho detto? I loro poteri come sapete erano fatti a somiglianza dei vostri. Quindi quando i poteri dei veri Cavalieri svaniscono, scompaiono anche quelli Falsi-
Shade e Bright lo fissarono basiti. Quindi anche loro non avevano più nessun potere?
-Anche loro..- provò a ragionare Fine.
-Già anche loro non hanno più alcun potere. Il Sigillo è stato ricompattato, i loro ruoli di Cavalieri sono inutili ormai. E tu.. non sei più una Dominion- concluse il professore.
Fine lo guardò in un misto tra il sollevato e il dispiaciuto. Le mancherà non poter più evocare a suo piacimenti quei due, ci aveva preso gusto.
Un momento! Quindi erano dissolti da quel compito? Era finita!
Ora non doveva più preoccuparsi nemmeno di Rein, lei e Bright potevano frequentarsi da bravi fidanzatini senza il timore di essere attaccati.

Erano passati un po’ di giorni da quella volta.
Le tre False Rose, o meglio ex-False Rose, si erano riprese completamente. Cain aveva continuato gli studi, proponendosi di aiutare il professor Itsushi in biblioteca. I due si stavano affezionando, sembravano padre e figlio.
Sou venne iscritto anche lui all’Istituto Shobi, al primo anno, nella stessa classe di Fine e Rein. Tutte le ragazze gli morivano dietro, chissà che in quella classe non avrebbe trovato una ragazza di cui innamorarsi che avrebbe piano piano colmato il vuoto che aveva lasciato Haru.
E Yuki infine, volendo rimanere vicino a Fine, Cain e Sou, era stata ospitata dal professor Itsushi. Aveva stretto un bellissimo rapporto con Ergon. Ora oltre a Fine, Yuki ossessionava il povero draghetto per giocare.
Bright finalmente poté frequentarsi per bene con Rein. Ovviamente non le dissero nulla su questa storia, non ci avrebbe mai creduto. I due erano davvero innamorati e Rein era al settimo cielo.
Per quanto riguarda Fine e Shade, loro non si vedevano da due giorni. Dopo il Patto, i due erano in imbarazzo, non erano abituati ad avere un “fidanzato”.
Fine si trovava sul tetto della scuola durante l’intervallo. Guardava la città dall’alto, la città che lei e i suoi amici erano riusciti a salvare insieme al resto del mondo.
Estrasse le carte dei Cavalieri che teneva in tasca. Le portava sempre con sé, anche se non servivano a nulla. Shade e Bright non avevano più i loro poteri, non poteva più evocarli.
Sorrise e rimise la carta della Rosa Bianca in tasca. Rimase qualche istante a fissare quella di Shade. Se la portò alla bocca involontariamente, così, quasi per abitudine.
La rinfilò in tasca sorridendo, che si aspettava?
Sentì due braccia forti cingerle la vita. Si sentì attirare verso un corpo dietro di lei. Il suo cuore accellerò di colpo.
Capì di chi si trattava, il suo cuore batteva così forte solo in presenza di una persona.
-Ciao- le sussurrò Shade all’orecchio lasciandole una scia di baci sul collo.
Fine arrossì. Si voltò verso di lui e si strinse al suo petto.
Sarebbe rimasto il suo Cavaliere con o senza poteri, l’unico che amava davvero. Nonostante non avessero più i loro poteri, Shade era arrivato proprio quando lei aveva baciato la sua carta. Proprio come quando lo evocava.
Forse dentro di loro era rimasta comunque un po’ di magia.

THE END










Ok allora adesso inizio con il mio discorso strappalacrime:
La storia è giunta al termine. Ci tengo a ringraziare davvero di cuore tutte !
Tutte quelle che hanno recensito e che mi hanno fatto sorridere e scompisciare dalle risate con i loro commenti,
tutte quelle che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate,
e anche a chi solamente ha letto. Davvero GRAZIE, mi ha fatto molto piacere!
Mi dispiace che questa storia sia finita, mi ci ero affezionata (come a quella prima).
Comunque, come ho già detto, sto lavorando a una nuova storia, tra qualche giorno inizierò a pubblicarla.
Si intitolerà -The Damned Kiss-   ^.^
Beh ora vi saluto e scappo, grazie ancora a tutte, spero che anche l'ultimo capitolo vi sia piaciuto!
Bacioni grandissimi

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