Love is in the bus!

di Valu Valonsa
(/viewuser.php?uid=164865)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno :P ***
Capitolo 2: *** Capitolo due :) ***
Capitolo 3: *** Capitolo trè :) ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro :) ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque :) ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei :) ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette :) ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno :P ***


LUI:
Era da quasi un anno che ogni giorno la vedevo seduta sempre al solito posto vicino al finestrino e tutto il tempo guardava fuori. Ormai avevo quasi imparato a capire, dai suoi atteggiamenti ,quando era felice o un po’ triste. E direi che quel giorno era un giorno pessimo, perché piangeva. I suoi bellissimo occhi color cioccolato erano pieni di lacrime.
Non sapevo nulla di lei: né il nome, ne cosa studiasse, né quanti anni aveva, né se aveva amici sparsi per il campus e tanto meno perché stava piangendo. Conoscevo solo quei suoi magnifici occhi e quel poco che presumevo di aver capito lo dovevo a loro.
Dalla prima volta che li ho visti non ho potuto dimenticarli e così da quel giorno la mia unica ragione per salire su quel pullman era stata lei.
Un giorno, di quasi un anno fa,ero come sempre in ritardo e pensavo che anche quella volta avrei perso l’unico mezzo di trasporto che mi avrebbe condotto all’università,ma la fortuna quel giorno era dalla mia parte.Con uno slancio felino salì a bordo poco prima che si chiudessero le porte.Salutai Antonio,l’autista di sempre, e dopo aver fatto il biglietto inizia a percorrere il corridoio. Sin da quando ero piccolo avevo sempre preso il pullman per andare a scuola o a casa di un amico.In famiglia avevamo solo un auto,che usava mio padre,così io e mie madre ci adeguavamo alle circostanze.Non mi ero,però,mai lamentato,perché in fine dei conti era sempre stato divertente viaggiare così.Avevo anche trovato il posto perfetto:era dopo la porta secondaria,in fondo al corridoio sulla sinistra.Era tranquillo,isolato e potevo vedere tutto e tutti,perché mi era sempre piaciuto sbirciare nelle vite degli altri.Comunque quella mattina,come tutte le altre del resto,mi stavo dirigendo verso il mio posto prediletto,ma rimasi sorpreso nel vedere che era già occupato.Era sicuramente una ragazza nuova,perché ormai gli altri li conoscevo tutti e tutti sapevano che quello era il mio posto.Mentre ero ancora in piedi davanti alla ragazza,pensando ad un modo gentile per dirle che quel preciso posto mi apparteneva,lei mi notò. Alzò lentamente il viso,mi fissò dai piedi alla testa e poi si fermò a guardarmi.E fu allora,in quel momento che m’innamorai di quei bellissimi occhi.Con le sue labbra carnose accennò un sorriso,che io ricambiai timidamente,perché oramai ero completamente disarmato. Infatti non le dissi nulla e per la prima volta,dopo tanti anni,cambiai posto. Mi sedetti a destra e tutto cambiò: dal paesaggio durante il viaggio,fino al mio punto di vista.Insomma da quel giorno il mio posto fu sempre occupato da lei ed in parte ne ero felice,perché ero stato fortunato ad essere stato “derubato” da una bellissima ragazza piuttosto che da un uomo robusto.Con il passare del tempo mi resi conto che non avrei voluto vedere nessun’altra ragazza seduta lì,se non lei. Durante quei mesi,poi,potei conoscerla meglio.Non ci parlammo mai e solo se era di buon umore a volte accennava un sorriso.Avevo intuito che le piacesse il sole,perché quando s’intravedeva tra le nubi o durante le giornate soleggiate, lo cercava sempre.Gli altri chiudevano le tendine,  oppure cambiavano posto,invece lei chiudeva gli occhi e si lasciava illuminare.Il sole le accarezzava il volto,i capelli castani che le cadevano sulle spalle,le mani che sorreggevano il mento…e non potevo non notare che era più bella che mai alla luce del sole.Mi aveva,poi,permesso di capire che le piaceva leggere.Aveva sempre con se un libro e se l’appassionava davvero leggeva per tutto il tragitto.A volte avevo paura che non si accorgesse di essere arrivata,ma lei prontamente chiudeva il libro e raccogliendo le sue cose scendeva.Io aspettavo sempre lei,cioè facevo finta di chiudere la borsa e poi la seguivo.In realtà non la pedinavo,ma facevamo un tratto di strada insieme,sempre in assoluto silenzio,con lei che mi precedeva di qualche passo e poi le nostre strade si dividevano.Tantissime volte,durante quei mesi,avevo avuto voglia di parlarle,ma la paura di rovinare tutto aveva sempre prevalso,così mi limitavo a fissarla imbambolato.
Quel giorno,però,stava davvero male e non avevo alcuna intenzione di lasciarla sola.Volevo almeno accertarmi che ci fosse almeno qualcuno con lei,ma nel caso in cui fosse stata sola: cosa avrei potuto fare?Ero un completo sconosciuto per lei e poteva,molto probabilmente,spaventarsi se mi fossi avvicinato per consolarla.Sarei stato costretto a seguirla per tutto il giorno senza poter alzare un dito o senza dirle qualsiasi cosa pur di farla stare meglio,ma se lei mi avesse scoperto,avrebbe pensato che ero un maniaco-persecutore-di-ragazze-che-rubavano-i-posti. Così decisi di essere indiscreto,invisibile,lei non si sarebbe nemmeno resa conto della mia presenza,così quando mi sarei assicurato che stesse bene sarei sparito nell’ombra.Nella mia mente il piano era perfetto, dovevo solo vedere il riscontro nella vita reale.
Arrivati alla stazione dei pullman del campus,la ragazza prima di scendere si asciugò gli occhi rossi,ma senza troppi risultati.Scese di corsa ed io la segui,come avevo progettato di fare.Il suo passo era frenetico,correva quasi,ma non avevo difficoltà a starle dietro,tenendomi ad una certa distanza ovviamente.E così per la prima volta le nostre strade non si divisero.Infondo era una bella sensazione,cioè ero preoccupato per lei,ma desideravo da tanto tempo scoprire qualcosa in più e sembrava che quel momento fosse finalmente arrivato.Sempre con passo svelto si diresse verso la facoltà di Giurisprudenza ed entrò decisa:sapeva benissimo dove stavamo andando.Io continuavo a pedinarla cercando di capire come si sentisse e soprattutto volevo sapere dove diavolo si stava dirigendo con tanta foga!Riprese a piangere e lo capii non solo perché sentivo i singhiozzi,ma anche perché continuava a buttare fazzoletti in ogni cestino che incontravamo.Mi venne quasi da ridere pensando al fatto che avevo usato già due volte il “NOI”,come se lei sapesse che io ero lì,come se lei sapesse che era la prima volta che i nostri cammini s’intrecciavano.Mentre sorridevo di questo pensiero pieno di amarezza la vidi svoltare a destra ed io feci lo stesso.Mi ritrovai così nel bar della facoltà,che era meno affollato,ma identico a quello della mia facoltà.Lei si diresse verso un tavolino,dove due ragazze sedute a chiacchierare,vedendola arrivare piangendo,scattarono in piedi preoccupate.
“Luisa!Ma cos’è successo?” esclamò la ragazza dai capelli biondi.
“Tutto bene?Perchè piangi?Luisa è successo qualcosa di grave?” la seguì l’altra ragazza dai capelli ramati.
 Lei non rispose,mentre lo sguardo preoccupato delle sue amiche persisteva ancora.Poi all’improvviso la bionda mi vide,notò subito dove era rivolto il mio sguardo e forse stava decifrando anche tutta la  mia preoccupazione.Non avevo alcune intenzione di muovermi,almeno fin quando non avessi capito che si stava aprendo con qualcuno e che quindi stava meglio.La bionda continuò a fissarmi,forse per essere certa al 100%,di aver ben capito dove stessi guardando e a quanto pare dopo poco ne ebbe la certezza assoluta.Chiamò la rossa e mi indicò.Di bene in meglio!Adesso erano in due a squadrarmi con fare interrogativo,ma a me non importava di loro.E forse lo capirono anche loro che da lì non mi sarei mosso facilmente,perché ritornarono a dedicarsi alla ragazza,che piangeva ancora.Da dov’ero non potevo sentire nulla di quello che si dicevano,ma era un cattivo segno il fatto che entrambe le sue due amiche mi stavano di nuovo fissando con la coda dell’occhio?
OH NO!
 Le stavano parlando forse di me???
Del manico che la seguiva??
Lei si stava voltando verso di me,forse spaventata dal racconto delle sue amiche.Le opzioni per me erano due:scappare o restare.Scappare non era contemplato se volevo essere comunque certo che stesse bene,così restai fermo,immobile dove ero.Quando si girò,mi trovò subito ed immediatamente mi fissò negli occhi cercando di capire cosa diavolo ci facessi lì.Cosa che onestamente mi stavo domandando anche io!!!
I suoi occhi color cioccolato erano puntati su di me,erano ancora rossi,ma non più tristi.Cosa le avevano detto di così miracoloso le amiche in quei pochi minuti?Comunque non era importante perché adesso sapendo che stava meglio potevo andare via,così distogliendo lo sguardo da lei mi precipitai verso la mia facoltà:Ingegneria chimica. Mentre mi dirigevo in aula non potevo non pensare alla figura di maniaco-persecutore che avevo appena fatto.Sicuramente pensava che ero un pervertito ossessionato da lei…e non era vero! Pensavo a lei ogni minuto,ma con tutta la dolcezza dei miei pensieri non credevo di essere un pervertito.I maniaci non avrebbero fatto caso alla sua bellezza anche quando piangeva e a quanto fosse disarmante vederla così.Non si sarebbero fissati sule sue labbra per ore…almeno così credevo e speravo!
Una volta in aula mi sedetti vicino ai miei amici di corso e solo allora allontanai il pensiero di essere un maniaco,perché un vero maniaco era il mio amico Mario.Tutte le ragazze con cui era uscito l’avevano definito così,perché fissava i sederi di tutte le ragazze che incrociava,pensava solo al sesso e a come poterlo ottenere il prima possibile e non si fermava facilmente davanti ad rifiuto.
“Sono un po’ un maniaco del cazzo,però almeno ogni sera posso farmi una tipa diversa” si descrisse una volta.
Io non era come lui..per nulla! Dopo aver raggiunto la felice conclusione di non essere un maniaco,ma solo un ragazzo piuttosto sensibile,mi rilassai un po’.Durante le due ore interminabili di chimica non feci che pensare a lei,ovviamente!Sapevo 3 cose in più:
1)Frequentava Giurisprudenza;
2)aveva 2 amiche pettegole;
3)il suo nome: L-U-I-S-A…
Ci era voluto un pianto,un inseguimento ed una grandissima figura di merda per saperlo,ma ne era valsa la pena.Forse avrei fatto prima a chiederglielo ecco!
Comunque chimica era una materia devastante,intendiamoci l’adoravo,ma due ore con quel docente e per di più senza pausa erano distruttive!Questa era la ragione principale del nostro silenzio uscendo dall’aula:Mario,il simpatico della compagnia,stava zitto e così anche Pippo,il saggio ed il cui vero nome era Filippo.Quest’ultimo era fidanzato con una bellissima ragazza,che frequentava Ingegneria meccanica ed anche molto,ma molto brava.
“Come mai così taciturni?” iniziò Pippo,che evidentemente non era così abbattuto dopo le due belle orette passate in quel buco.
“Per me chimica è devastante con questo prof…renderebbe noioso anche lo sport più bello!” evitai di fare riferimenti alla mia piccola mission impossible!
Mario continuò il suo silenzio per un po’ fin quando:
“Ho trovato pane per i miei denti!”
Io e Pippo ci guardammo perplessi non riuscendo a comprendere cosa volesse dire con quella frase,così aspettammo che lui continuasse
“Esco da due settimane con una ragazza… E’ bellissima,intelligente,sexy..insomma ha tutte le carte in regola!E ieri pensavo che fosse arrivato il momento per me di fare magie.Avete capito no? ”
Sì,avevamo capito,era il giorno in cui lui avrebbe reso “una donna quella ragazzina” o almeno così lui diceva in giro.
“Ma non ce l’ho fatta,cioè di solito uso la solita tattica di aggancio,ma con lei non ci sono riuscito.È tosta di per sé la ragazza,ma stava per cedere..solo che mi sono bloccato.È grave?” chiese preoccupato.
Non sapevo cosa rispondergli,non avevo mai avuto problemi di “aggancio”,per il semplice fatto che non ero mai arrivato a quel tipo di rapporto che intendeva lui.Ero uscito con delle ragazze,ma con nessuna di loro mi sono voluto spingere fin là e poi chissà perché nell’angolo più remoto della mia mente,mi ritornò in mente la ragazza del pullman.Per lei e con lei avrei fatto tutto,pensai.
“Mario ti sarai mica innamorato?” esordì Pippo all’improvviso con il suo solito tono alla “c’ho azzeccato al primo colpo!”
Mario spalancò gli occhi e si fermò nel bel mezzo del corridoio. Stava sicuramente pensando alle sue uscite con questa tipa,poi prese un bel respiro e parlò:
“Oh porco cazzo!”
Sorrisi pensando che Mario innamorato non l’avevo ancora visto.Appoggiai una mano sulla sua spalla cercando d’infondergli coraggio.Era l’unica cosa che potessi fare,oltre che congratularmi:
“Bhe auguri!È una bella notizia dai!!!!” -e anche un duro colpo da digerire- pensai tra me e me.
Mario scioccato e pensieroso riprese a camminare e per il resto della mattinata non aprì bocca,pensando a chissà cosa.
:D

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo due :) ***


LEI:
Erano due anni che incontravo quel ragazzo nel pullman e da allora era sempre stato nei miei pensieri,sogni ed incubi…In realtà l’incubo peggiore lo vivevo: non mi aveva mai considerata!Mai uno sguardo,mai un sorriso,un saluto,un cenno col capo…NULLA!
Era sempre la solita storia: entrava,salutava l’autista e i suoi amici e poi si sedeva sempre allo stesso posto. Inizia ad essere invidiosa e gelosa di quel maledettissimo posto.Ogni giorno lui puntualmente si sedeva,rigorosamente da solo,poteva succedere qualsiasi cosa,ma l’impostante era avere la certezza di quel posto.Avrei tanto voluto essere io quella certezza,quel luogo in cui lui avrebbe potuto trovare gioia,relax,piacere….insomma volevo possedere qualsiasi cosa che permettesse a quel posto di avere più attenzioni di me!!
Ero invisibile,ma almeno potevo guardarlo e “conoscerlo” da lontano:era molto socievole,ma ancor di più era pigro,perché ogni giorno era sempre perennemente in ritardo.Era grazie alle sue innumerevoli conoscenze se riusciva a prendere il pullman in tempo.Era molto curioso,a volte lo beccavo a impicciarsi dei fatti altrui,li ascoltava,rideva con loro…invece io non avevo mai ricevuto neanche un misero sguardo.All’inizio pensai che questa mia “invisibilità” non fosse dovuta a causa mia,ma mi sbagliavo di grosso!
Dopo un anno di complessi mentali d’inferiorità decisi di provare a farmi notare,non essere passiva e quindi di non arrendermi. Mi piaceva davvero tanto,troppo per lasciar perdere,così quasi un anno fa,prima del suo ennesimo ritardo,decisi di sedermi al suo posto.Mi sentivo una ladra,perché privavo quel bellissimo ragazzo del suo luogo preferito,ma in effetti era l’unica soluzione per farmi almeno notare.Se poi fosse stato interessato,mi avrebbe cercato,no? Comunque salì sul pullman e mi diressi spedita verso il maledetto sediolino,esitai un attimo per poi ripensare al motivo che mi portava a farlo.Presi coraggio e mi sedetti,inutile dire che fui pervasa da un brivido lungo tutta la schiena,come se quella fosse una postazione solenne!Comuque non aveva tutti i torti a preferire quel posto:era strategicamente perfetto perché offriva il miglior panorama,una vista su tutti i passeggeri ,la porta vicino…insomma era davvero un’ottima scelta.
Mi sistemai e attesi il suo arrivo pur sapendo che lui non seguiva i corsi quotidianamente,anche se dovevo ammettere che aveva cominciato l’anno con il piede buono venendo quasi tutti i giorni.Quando ormai ogni speranza stava per essere bruciata sentì una brusca frenata e dopo pochi istanti lo vidi salire a bordo.Aveva corso si poteva capire dal fiatone che aveva quando parlava e poi aveva le guance leggermente rosse.Iniziò lentamente(ma quanto era pigro!?) ad avvicinarsi,la mia sicurezza vacillò così abbassai lo sguardo per evitare il suo.Dopo neanche un minuto,quando rialzai la testa,vidi una sagoma all’inpiedi vicino a me. Percorsi dai piedi alla testa quel corpo che già avevo imparato a conoscere, fino ad arrivare al suo bellissimo viso.Era sconvolto e forse voleva anche dirmi qualcosa del tipo :“Ti sei rubata il mio posto!Come hai potuto?”,ma la mia fervida immaginazione dovette ricredersi quando constatai il fatto che continuava a fissarmi.Una cosa era certa: finalmente mi aveva notata!!
Accennai un sorriso che lui ricambiò gentilmente per poi sedersi al lato opposto,ancora visibilmente sconvolto. Forse avevo esagerato,ma infondo infondo non mi dispiaceva per nulla,pensavo che così facendo lui avrebbe provato dell’interesse verso di me,invece quello che successe nei mesi successivi fu ancora peggio. Riprese ad ignorarmi,si abituò al suo “nuovo” posto perfetto e continuò a non accorgersi di me o del fatto che frequentavamo la stessa università o le stesse lezioni tutti i giorni.Niente al mondo avrebbe riportato i suoi occhi su di me,perché lui non era interessato…e lo capii a mie spese.
Erano ormai passati quasi due anni e oltre all’agonia per non essere ricambiata da lui, si aggiunse quello che qualche mese fa era il mio presunto ragazzo.Le mie carissime amiche mi convinsero che se avessi conosciuto un ragazzo nuovo avrei dimenticato il “vecchio”,ma ovviamente non funzionò. E la prova la ebbi una mattina,quando il mio ormai ex-ragazzo mi telefonò per insultarmi e dirmi che ero poco presente.Con una telefonata terminò la nostra breve relazione,se così si poteva definire. Le parole che mi aveva detto erano tutte vere per questo piansi e anche perché non c’era scampo per me:ero follemente invaghita di un ragazzo che non conosceva neanche il colore dei miei occhi,ero certa che così sarebbe iniziata la mia vita da zitella perenne.Quel giorno,pur non volendo andare all’università,pensai che a casa non avrei concluso nulla,così con lo zaino in spalla mi sedetti al mio solito posto,anzi il suo solito posto!Mi voltai verso il vetro,guardando fuori,e ricominciai a piangere.Non volevo che le persone mi vedessero piangere e tanto meno lui,se in qualche modo avesse potuto vedermi.Quel viaggio,per me,fu più lungo del solito perché volevo scendere e correre dalle mie amiche,come facevo ogni mattina, e sfogarmi con loro.Non feci neanche caso a lui che salì o che scese,una volta fuori pensai solo di volere raggiungere Tea e Nina nel bar di giurisprudenza.La strada la conoscevo ormai a memoria,potevo farla anche ad occhi chiusi,perché come ogni mattina io e le mie migliori amiche dovevamo prenderci il caffè e avere i nostri 10 minuti di conversazione prima di dividerci. Ovviamente non smisi di piangere e una volta arrivata al bar mi avvicinai al nostro solito tavolino.Quando mi videro in quello stato scattarono  e dissero qualcosa che non capii,cioè volevano che parlassi,che gli spiegassi perché stavo piangendo,ma io non sapevo neanche da dove iniziare: da quanto tempo ero bloccata in quel limbo?
Non risposi alle loro domande,mi limitavo a fissare il vuoto aspettando un’illuminazione divina,che mi avrebbe portato o in paradiso o nell’inferno…ma in fine dei conti tutto era meglio del limbo!
“Luisa!” urlò Tea,una bellissima ragazza dai capelli rossi, e il suo urlo mi riportò alla realtà terrestre.
Notai sul suo volto un sorriso beffardo e uno scambio di sguardi con l’altra mia amica,Nina,una ragazza mozzafiato bionda con occhi azzurri.Erano bellissime ed era anche per colpa loro se la mia autostima era sotto i miei piedi,perché io non ero una stra-figa…anzi ero al di sotto della soglia della bellezza.
Comunque quegli sguardi non mi piacevano ed iniziavo anche a preoccuparmi,fin quando quella maledetta illuminazione divina non arrivo per bocca loro.
“Carissima Luisa se non svieni oggi non sverrai più!” esordì Nina.
Dal canto mio continuavo a non capire nulla poi finalmente qualcuno ebbe la decenza di spiegarmi alcune cose.
“Ninaaaa!Smettila di scherzare e di farla stare sulle spine!Allora Luisa,io..cioè noi non sappiamo né come né perché,ma Lorenzo è qui! E da quando sei entrata non fa altro che stare lì in piedi imbambolato a fissarti.” Concluse.
Lorenzo???Il mio cuore si fermò al solo sentir pronunciare il suo nome.Come Lorenzo fosse arrivato lì era ancora un mistero…Lorenzo ovviamente era il nome del ragazzo del pullman,con tutta la gente che lo salutava la mattina era impossibile non conoscerlo.
Rimasi scioccata dalla notizia,Tea e Nina non avrebbero scherzato su di lui,così indecisa ed insicura sul da farsi optai per dare una sbirciatina,così con un po’ di fiducia mi voltai.E la persona più bella che i miei occhi avessero mai visto era proprio lì a fissarmi con un velo di preoccupazione sul volto.Non capì cosa gli fece cambiare idea all’improvviso o cosa lo costrinse ad allontanarsi da me,forse ero proprio io!
“Gli piaci è ovvio!” disse Nina,che era la vera esperta in queste cose e Tea l’appoggiava annuendo con il capo.
“Mi ignora da due anni!!!Se gli piacessi davvero mi noterebbe anche durante i corsi” dissi scocciata di ascoltare sempre le solite storie finte su i sentimenti nascosti di Lorenzo,che non facevano che peggiorare il mio umore.
“Comunque Luisa perché piangevi?” chiese Tea.
“Perché Lorenzo è un incubo,che mi perseguita e sebbene sia il più bel incubo mai esistito,mi sono scocciata di essere ignorata.” dissi d’un fiato.Le consolazioni non mancarono,ma per fortuna ero in ritardo,quindi le rimandarono a più tardi.
“Ci vediamo da te dopo Chimica allora ok?” dissero quasi in coro.
Annui solamente e corsi in aula per seguire le infinite ore di Chimica II.
Ingegneria chimica era la mia passione,ma il docente era troppo noioso per una materia così viva e interessante.Comunque a testa bassa entrai in aula e subito il radar-intravedo Lorenzo- si attivò e lo individuai seduto tra i suoi amici.Era pensieroso chissà per cosa,ma non m’importò più di tanto, perché dovevi imparare a non fare caso a lui.Durante le ore ci provai e ci furono dei netti miglioramenti, ma anche delle ricadute. Finito il supplizio raccolsi i miei libri e attesi fuori il corridoi le mie amiche. Arrivarono dopo una decina di minuti e ripresero da dove avevano lasciato la ramanzina, ma nonostante le loro ferme convinzioni su i vari sentimenti in gioco, non le ascoltai. Ero davvero sicura che quella storia, mai iniziata, doveva pur finire…prima o poi!
:D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo trè :) ***


LUI:
Pippo era pensieroso e silenzioso,Mario,che era il simpaticone del gruppo, taceva.Entrambi non dicevano nulla,erano persi chissà in quali pensieri,ma erano così sbagliati quanto i miei? Sì,mi ero reso conto di aver fatto un’enorme cazzata,dovevo lasciarla andare da sola o al massimo scappare prima e  prendendo il pullman quasi sempre insieme quel gesto mi sarebbe costato caro,lo sapevo!
I miei carissimi amici continuavano a non fare nulla per distrarmi dal pensare alla grandissima figuraccia che avevo fatto,così senza pensarci su parlai:
“Forse oggi l’ho pedinata.”
Parlai così velocemente che dubitavo di essere stato capito,ma dovevo ammettere che mi sentivo più leggero. Anche in imbarazzo ovviamente, ma almeno mi avrebbero dato qualche consiglio su come evitarla per il resto dei miei anni. Non mi voltai a guardarli,perché sapevo che mi stavano fissando e probabilmente erano anche molto curiosi di sapere che significato avesse la frase pronunciata,oppure,se non avevano capito nulla, volevano che ripetessi.Sempre con la testa china continuai a raccontare:
“Oggi mentre venivo c’era di nuovo quella ragazza sul pullman e piangeva”
Il pensiero di lei in lacrime prese il possesso della mia mente.Mi rabbuiai immeditamente,perché anche se non la conoscevo non volevo si riducesse in quello stato, qualsiasi fosse stato il motivo pensavo che non ne valeva la pena.
“E quindi cos’è successo?” chiese gentilmente Pippo,riportandomi alla realtà.
Così tutto d’un fiato raccontai cosa era successo poche ore prima.Appena finito il racconto potei sentire i loro cervelli iniziare a macchinare ogni sorta di idea,vedevo le loro espressioni cambiare ogni minuto.Mario fu il primo a parlare:
“Beh il lato positivo è che finalmente sai che va a giurisprudenza ed il nome,giusto?Ah ma poi com’è che si chiama?” chiese.
In effetti mentre raccontava la mia bellissima mattinata non avevo mai usato il suo nome,perché avevo l’abitudine di riferirmi a lei senza nominarla o chiamarla. Mi sembrava brutto usare il suo nome senza esserci neanche presentati,ma ovviamente risposi:
“Luisa” e dirlo ad alta voce fu mille volte meglio di ripeterlo nella mia mente.
Pippo restò in silenzio per tutto il tempo,fin quando non si decise a parlare:
“Hai fatto bene,se era quello che volevi fare.Se nel pullman ti chiederà qualcosa tu rispondile semplicemente con la verità!E NO! Non sei un maniaco!!” concluse facendomi ridere.
Mi conosceva fin troppo bene quel ragazzo e la sua idea era molto importante per me,non mi aveva tranquillizzato al 100%,ma almeno non mi aveva detto di aver sbagliato. Pippo essendo oggettivo e schietto qualsiasi cosa giusta o sbagliata ci fosse stata me l’avrebbe sicuramente fatto presente.Mi sarei attenuto al nuovo piano della “sincerità a tutto spiano”, sperando che il risultato fosse quanto meno decente. Cosa certa era che dovevo smetterla di torturarmi pensando e rimuginando su di lei e la “nostra” mattinata.
“Raga mi accompagnate sopra?C’è Nina!!!” disse Mario,regalandoci il primo sorriso della mattinata.
Ovviamente dovevo aver perso qualche passaggio delle loro conversazioni,perché non avevo la più pallida idea di chi fosse questa Nina.
“Chi,scusa?” chiesi perplesso.
“Come chi?Nina la ragazza con cui sto uscendo.Si trova qua perché mi ha detto che sta aspettando un’amica che viene ad ingegneria con noi.Possiamo andare almeno a salutarla?” chiese quasi supplicando.
Gli mancavano solo gli occhi a cuoricino e poi il quadro del ragazzo innamorato era completo!
“Mario non devi chiederci il permesso per vedere la tua ragazza!” risposi e lui s’irrigidì avendo sentito quel termine,per lui completamente nuovo di zecca, associato alla suo nome.
Mi venne da ridere ma continuai:
“E poi non dobbiamo venire per forza anche noi!”
Tecnicamente eravamo appena scesi e pigro com’ero ci doveva essere un’ottima ragione per risalire i due piani a piedi.
“È con delle amiche e quindi tu potresti tentare con la tecnica chiodo schiaccia chiodo.E poi ho bisogno di supporto per evitare figure di merda.” Concluse incamminandosi per le scale.
Forse non aveva tutti i torti, ma ero poco predisposto a trovare ragazze più interessanti di lei.Dopo due estenuanti rampe di scale eravamo arrivati all’inizio del corridoio quando Mario iniziò a guardarsi intorno in cerca di Nina e poco dopo notai sulla nostra sinistra una ragazza che agitava le mani in aria.Ci avrei scommesso la testa che era lei,così la indicai e Mario con un sorriso a 32 denti s’incamminò nella sua direzione. Beh Nina era bellissima,non c’erano dubbi a riguardo, ma per i miei gusti troppo casinista in quanto lo aveva accolto tra le sue braccia con vari urletti e poi,non so dove, ma mi sembrava di averla già vista altrove.Seduta di fronte a Nina c’era una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi, doveva essere l’opposto di Nina,perché tutti gli sguardi addosso la fecero diventare immediatamente rossa…e
Era molto carina e se non avessi avuto altro per la testa di ancora più dolce e sensibile,le avrei chiesto di uscire. Riguardandole meglio e da lontano mi ricordai finalmente dove le avevo viste:erano le stesse amiche di Luisa. Bene,le cose non potevano andare che peggio!
Con la testa che penzolava iniziai ad avvicinarmi a loro molto lentamente,anche più del solito,perché non era dell’umore per socializzare con quelle stesse ragazze che erano presenti durante il mio pedinamento. All’improvviso un braccio bloccò la mia già lenta camminata.
“Lorenzo!Guarda chi c’è!!!” esordì Pippo.
Così spostai i miei occhi dal suo sguardo scioccato e guardai nelle sua stessa direzione e rimasi imbambolato di nuovo: Luisa parlava tranquillamente con Mario,il quale ogni tanto guardava nella nostra direzione.Non poteva essere davvero lì,non potevo crederci, come non credevo di aver pensato,anche solo per un millesimo di secondo, di potermi dimenticare di lei. Il problema era come dovevo comportarmi e se fosse stato per me sarei scappato di nuovo,ma Pippo mi precedette prendendo la parola:
“Vai e presentati,così non ti farai problemi a chiamarla per nome!” disse sorridendo e mostrando tutta la pazienza che aveva sempre con me.
Non c’erano molte cose da fare e prima che potessi davvero prendere una decisione,i miei piedi iniziarono a riprendere il cammino.Sorprendentemente  con passo più sicuro e svelto m’incamminai verso Mario e Luisa,che mi dava le spalle.
:D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quattro :) ***


LEI:
La ramanzina durò poco fortunatamente grazie a Nina,che intenta a scrivere messaggi, aveva lasciato sola Tea che non riusciva a resistere a lungo.Ormai avevo preso la mia decisione o almeno dovevo provare ad ignorarlo.Stavamo ancora aspettando Nina,che si era allontanata per parlare al telefono quando mi resi conti di aver lasciato il block-notes in aula. Mi alzai dalle panche fuori l’aula e prima di ri-entrare in aula Nina mi fermò.Saltellava felicemente sul posto e con un enorme sorriso annunciò:
“Aspettiamo 10 minuti,sta arrivando un mio carissimo amico a salutarmi!”
Annuì sapendo perfettamente che Nina non aveva “carissimi amici”,ma al massimo “carinissimi ragazzi con cui se la spassava” e soprattutto ero sicura che questo “amico” era lo stesso passatempo da più di due settimane,il che era un record per lei! Comunque aspettai che si allontanasse,per riferire la stessa cosa a Tea ed entrai in aula.
Come era possibile che non ricordavo dove fossi seduta meno di 15 minuti prima? Di certo ero nelle ultime cinque file,ma ero costretta ad entrare in ognuna perché non avevo la minimamente di quale fosse quella esatta.Ero quasi giunta al presunto banco quando sentì i soliti urletti isterici che Nina era abituata a fare di fronte ad ogni ragazzo.Stanamente erano anche meno chiassosi del solito! Poi riuscì a sentire una voce simpatica,che probabilmente apparteneva a questo fantomatico amico,così curiosa come sempre iniziai ad accelerare le ricerche per incontrare personalmente il ragazzone. Finalmente giunsi al banco giusto,presi il block-notes e corsi via. Appena misi il piedi fuori dall’aula,con tutto il suo entusiasmo Nina scaraventò letteralmente il povero malcapitato di fronte a me.
“Luisa lui è Mario!Mario lei è Luisa l’altra mia migliore amica,nonché la ragazza che frequenta con voi.Forse vi siete già visti altre volte!” esordì Nina.
In effetti il ragazzone alto e moro aveva una faccia già conosciuta,quegli occhi verdi e vispi li avevo già incontrati.Probabilmente anche lui ebbe la stessa sensazione,perché spalanco gli occhi e con un tono sorpreso mi chiese:
“Ma tu sei Luisa!!”
“Beh si..almeno così dicono in giro!” risposi sarcastica e accennando un sorriso.
“No,no scusa.E che ti avevo immaginata diversa…ecco tutto!Comunque piacere di conoscerti,davvero!” si riprese il ragazzone.
“Piacere mio” risposi cordialmente e stingendogli la mano che mi porgeva.
Dopo quell’attimo di follia,il ragazz…Mario si rivelò essere una persona molto simpatica e alla mano,mi chiese quali corsi seguivo,da dove venivo…insomma le solite domande che si pongono ai colleghi universitari.Aveva solo un brutto vizio,che non gli feci notare: quello di guardare il corridoi ogni 10 minuti,come se aspettasse l’arrivo imminente di qualcuno.
“Quindi anche tu stai al 2° anno di ingegneria?” mi chiese di nuovo.
“Si si,il 2° anno!”risposi cordialmente,pensando che forse soffriva di vuoti di memoria.
“Quindi oggi hai seguito chimica II con Nero?”
-Ma dove voleva stava conducendo questa conversazione?- Mi chiedevo mentalmente senza trovare risposta.
“Uhm si…quel prof rende una palla anche la materia più bella!” dissi accennando ad un sorriso sperando che quella fosse l’ultima domanda dell’interrogatorio.
“Oh mio Dio dice la stessa cosa anche lui!” esordì sorpreso.
Forse avevo perso qualche parte del discorso o avevo dimenticato di rispondere a qualche domanda,perché non sapevo chi fosse questo “lui” al quale si riferisse e dubitavo fortemente che il prof Nero giudicasse noiose le sue lezioni.
“Ma lui chi,scusa?” chiesi ancora più perplessa.
“Lui!!” disse indicando qualcuno alle mie spalle.
Immediatamente pensai che odiavo essere sorpresa alle spalle,soprattutto se non sapevo chi diavolo ci fosse!Mi voltai per capire finalmente a chi si stava riferendo,ma la mia visuale era ostruita da una maglietta celeste.Ripercorsi il pettorale dello sconosciuto per chiedergli poco gentilmente di togliersi da davanti i miei occhi,ma le parole morirono in gola non appena incrociai il suo volto. L’ultima cosa che fui capace di registrare nella mia mente fu solo un “Oh porca puttana”,che le mie amiche cercarono di sussurrare senza molto successo.
Due occhioni neri si riflettevano nei miei ed un sorriso,un primo dolce sorriso, appariva sulle sue labbra.
Quegli occhi,quelle labbra che per due anni avevo agognato e pregato che fossero per me,in quel momento erano ad un passo. E l’emozione, l’eccitazione fu talmente forte che dimenticai tutto:dove eravamo,con chi eravamo e soprattutto cosa mi ero ripromessa di fare poche ore prima!
C’era solo lui e quel diavolo di sorriso.
Poter sentire il suo profumo così vicino,il suo sguardo insistente mi fece perdere ancor di più la cognizione del tempo e delle cose.Tutto quello che riuscivo a immagazzinare nella memoria erano le emozioni,i profumi legati a lui.
Così stavo lì a fissarlo,probabilmente con gli occhi a cuoricino,proprio come una cretina,ma tra tutte le opzioni probabili che avevo varato per incontrarlo questa non era per nulla inclusa.L’unica reazione che potessi realmente avere era quella della sorpresa e quando le cose non erano sotto controllo mi sfuggivano di mano.Infatti continuavo a fissarlo come una perfetta cretina.
“Ciao” disse dolcemente.
“C-ciao”…ci mancava che balbettassi!
“Mi chiamo Lorenzo,sono un amico di Mario.” Continuò.
Mi accorsi immediatamente che lui stava parlando con me,cioè si rivolgeva solo a me,si stava presentando solamente a me medesima.
“Piacere Luisa,sono una delle migliori amiche di Nina!” risposi ostentando una sicurezza che non avevo o che avevo perso circa 5 minuti prima.
All’improvviso sembrò anche lui svegliarsi e così,allontanando lo sguardo dai miei occhi,si presentò anche agli altri.
“Ah Lore ma lo sai che lei viene ad ingegneria con noi?” esclamò all’improvviso Mario.
Lorenzo sgranò gli occhi e questo bastò a tutti,ma soprattutto alla sottoscritta, a far capire che lui non aveva la minima idea di chi fossi.
“Ma frequenti il primo anno?” chiese. Lo guardai truce,non poteva starsene zitto??
“No,al secondo!” risposi ferma e decisa.
Poi però abbassai lo sguardo ed inizia a guardarmi le scarpe,che sembravano avermi notato più di lui!
Ero ovviamente e chiaramente un’illusa!Pensavo davvero che con un suo solo sguardo potessi fargli aprire gli occhi?Dovevo smetterla di torturami per colpa della sua indifferenza,che era chiara come un cristallo.Dovevo finirla!
“Beh comunque ora vado,se no rischio di perdere il pullman.” Esordì all’improvviso,spaventando anche me stessa della fulminea reazione e prontezza nell’agire.
“E non segui Fisica II?” chiese Mario,che sembrava davvero interessato a quello che facessi.
“Naaaa non mi va e poi ripeterà la lezione di giovedì,quindi recupero tempo e vado a casa a studiare!Ciao è stato un piacere conoscervi.”
Così girai i tacchi e con un finto sorriso m’incamminai per il corridoio,ma evidentemente qualcuno non era d’accordo con la mia decisione.Un tocco gentile mi sfiorò il braccio e io già sapevo chi fosse,così non mi voltai subito.
“Tea dimmi tutto!” chiesi ancora di spalle.
“Tutto bene?!”disse dolcemente.Sapeva sempre come comportarsi con me,era un’ottima amica.
“Sisi tutto bene…è un cretino,ma putroppo non scegliamo di chi innamorarci,no?Ma adesso è arrivato il momento di finirla!” le risposi con fierezza.
“È vero che è un cretino,o almeno lo è stato poco fa…ma non ti arrendere!Provaci un’ultima volta…vabbè adesso ti lascio andare se no rischi davvero di perdere il pullman!Ci sentiamo dopo ok?”.
Non mi diede neanche il tempo di risponderle che mi stampò un sonoro bacio sulla guancia e ritornò dagli altri.
Non mi dovevo arrendere secondo Tea,ma tralasciando il fatto che lei vedeva del buono in tutti,non era facile a farsi. Ero sicurissima che a lei non era mai capitato di scoprire che il ragazzo per cui aveva una bella enorme cotta fosse un completo deficiente!
Ripresi a camminare con un solo pensiero:
“Era lui un deficiente o io una sfigata del cazzo?”
Sicuramente la risposta esatta era la seconda.
:D

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo cinque :) ***


LUI:
Più mi avvicinavo e più tremavo per l’emozione,il respiro si dimezzava,il cuore accelerava i suoi battiti…non stavo mica per morire?
Ero arrivato a pochi passi da lei,quando quel coglione,perché solo così si poteva definire,di Mario ebbe la brillante idea di indicarmi.Quando lei si voltò,prima perplessa,poi leggermente incazzata e infine sopresa,mi trovò di fronte. Non era più triste come quella mattina,era solo sorpresa di vedermi lì.
Dovevo forse darle un po’ di tempo per digerire la cosa,come avevo fatto io in precedenza,speravo solo che lei non decidesse di darsela a gambe!
Quei suoi bellissimo occhi non chiedevano altro se non:”Che cazzo ci fai tu qui?” e non potei non sorridere all’idea che mi ero posto la stessa domanda anch’io. Gli altri ci fissavano un po’ perplessi,ma sapevo con certezza che Pippo e Mario avevano capito chi fosse la ragazza che continuava a tenere incatenati a se i miei occhi. Non avevo mai avuto un buon tempismo,ma in quel momento pensavo fosse giusto almeno presentarmi e così feci.Mi rivolsi solo a lei,degli altri non m’importava per adesso,perché volevo sentire la sua voce,il suo nome e volevo poterlo usare tutte le volte che avessi desiderato. Tutte le mie buone intenzioni furono per un attimo spazzate via quando,dopo le presentazioni,la sorpresa prese il sopravvento: scoprì che Luisa frequentava la nostra stessa facoltà.
Stesso anno.
Stessi corsi.
Come diavolo avevo fatto a non notarla?
Era vero che ero sempre perennemente distratto o troppo concentrato,ma non mi sarei mai perdonato una cosa del genere.La mia testa andava a mille,ripensavo a tutte le volte che l’avrei potuta incrociare nei corridoi,in mensa,in aula! Ero talmente scioccato che continuavo a chiederle se davvero frequentava ingegneria,se era davvero al secondo anno e quando lei,un po’ incazzata,rispondeva di si i miei ragionamenti continuavano a perdere lucidità.Non reagì neanche quando Luisa,forse offesa dalla mia insistenza o strafottenza nel chiedere conferma a tutti,era andata via.
Quando gli altri si zittirono ritornai alla vita reale e mi ritrovai ad essere fissato insistentemente da quattro persone diverse.Non ero a mio agio con quegli sguardi,primo perché non erano di Luisa,secondo perché mi sembravano leggermente infuriati con me.Infatti ognuno di loro,senza che io l’avessi chiesto,espressero a turno la propria opinione su di me.
“Non ti conosco,ma voglio sperare che tu ti sia rincretinito solo adesso!” iniziò la rossa;
“No Tea,questo è proprio cretino!” continuò la ragazza di Mario,Nina;
“Lorè svegliati!!Finalmente ce l’hai davanti a te e che fai invece di provarci?Le chiedi ripetutamente la stessa cosa???” insistette Mario.
Adesso mancava Pippo e il quadro era la completo!
“Ok adesso basta!Lorenzo so che forse eri un po’ sorpreso,ma non è ancora tutto perduto!” mi disse incoraggiandomi.
Io non avevo ancora proferito parola,ma Pippo beccò in pieno la ragione che mi faceva restare bloccato lì:ormai pensavo di aver rovinato tutto con quella figuraccia,la seconda tra l’altro!
“Ma quale perduto!Luisa gli va dietro da due anni e te non l’hai mai neanche guardata di striscio,tranne oggi…quasi un miracolo direi!”
Questa Nina ne aveva di coraggio da vendere,avrebbe dato del filo da torcere a Mario,questo era sicuro.
“Eh no!Nina non ti permetto di dire tutto questo!Lui ogni giorno viene solo per lei!”rispose Mario.
Stava combattendo la mia battaglia e il codardo che ero stava ancora fermo lì a seguire il loro battibecco.
“Lei si è presa il suo posto nel pullman pensando di farsi notare…ti pare normale una cosa del genere?È stra-cotta di questo qui!” rispose prontamente la biondina,indicandomi.
Ed allora come un’illuminazione tutto mi parve più chiaro: ero un coglione completo!
Forse Pippo,però,aveva ragione non era ancora tutto perduto.Così guardai l’orologio e corsi via lasciandolo lì a litigare.Inizia a correre per il corridoi:era la prima volta che correvo a perdifiato,mentre cercavo di evitare le persone e di arrivare il prima possibile alla fermata.Per la prima volta composi il numero dell’autista e per la prima volta lo supplicai affinché si fermasse ad aspettarmi.
Luisa aveva collezionato un numero considerevole di prime volte,pensai ridendo!
Corsi così velocemente che in cinque minuti mi ritrovai alla fermata,vicino al pullman in procinto di salire. Adesso veniva la parte più difficile,le avrei dovuto parlare sinceramente e sperare che capisse che ero un gran coglione.Salendo i gradini del pullman pensai che sarei stato disposto a tutto purché mi credesse.Stavo per percorrere il corridoio,quando mi resi conto che il mio posto era vuoto.Impallidì subito pensando che lei non fosse salita,ma comunque provai a cercarla e finalmente la trovai.Era seduta in un angolino,nel posto più anonimo che quel pullman potesse offrire,allora mi ritornò in mente una ragazza che si sedeva sempre lì,si nascondeva dietro i libri che leggeva e si addormentava a metà tragitto.
Possibile che quella ragazza fosse la mia Luisa?
:D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo sei :) ***


LEI:
Cretina,cretina,cretina: questo è quello che pensavo dirigendomi verso il pullman!
Cosa pensavo di ottenere facendo quella cretinate del posto?Ero davvero così convinta di potergli piacere anche solo un pochino pochino che mi ero lanciata in un’impresa 10 volte più grande di me.
Fortunatamente per tutti arrivava il momento della redenzione ed il mio era finalmente giunto.
Sarei tornata al MIO posto preferito,avrei pensato ai fatti miei in tutta tranquillità,ai miei esami e a tutto quello che era nella mia testa prima del suo arrivo.
Quando il pullman giunse alla fermata salì a bordo e mi sedetti nell’unico posto in cui volevo poggiare il mio fondoschiena. Da dove adoravo posizionarmi non si vedeva nulla,se non panorama fuori il finestrino.Era il posto perfetto per non farmi notare e per passare inosservata mentre dormivo!
Stavamo per partire,quando l’autista frenò bruscamente accostando al marciapiede.
Ci mancava solo che il pullman fosse rotto per completare una giornata perfetta!
In attesa di notizie presi la mia copia di “Il tempo che vorrei” di Volo e iniziai a leggere.Non so quanto tempo passò prima che ripartimmo,ma l’importante era ripartire!
“Scusami” sentì dire al mio fianco.
Pensavo fosse qualcuno che voleva  informazioni o altro e invece mi sbagliavo,di nuovo.
Alzai la testa dal libro e vidi Lorenzo in piedi,nel bel mezzo del corridoio.
“Cosa?” chiesi.
La domanda più intelligente che potessi fare insomma!In mia difesa dovevo dire che ero confusa,perplessa e scioccata.
“Scusami per prima.Sei andata via e non ti nemmeno salutata!”
Mi stava prendendo per i fondelli?
E poi perché rideva?
All’improvviso senza chiedere il permesso si sedette e allora la mia attenzione fu catturata da una cosa:il suo fiato.
Aveva corso per parlare con me o per prendere il pullman?
“Non fa nulla,non è così importante.” Risposi per chiudere definitivamente il discorso.
Così ripresi il libro e ricominciai a leggere.Lorenzo non sembrava avere intenzione di spostarsi,anzi si tolse la felpa,che appoggiò nello zaino e poi spostò tutto sul sedile posteriore vuoto.
“Ho fatto una corsa…la prima di tutta la mia vita credo!” disse ridendo.
Quella melodia mi fece cedere e distrarre dalla già finta lettura,così mi voltai verso di lui per rispondergli.
“Pigro eh!” Chiesi come se non conoscessi già la risposta.
Lui annuì ridendo,poi si voltò anche lui completamente verso di me e continuò:
“Sono un cretino e anche tu sei una cretina.Potremmo essere una coppia perfetta!”
Rimasi immobile come una pietra,scioccata per l’offesa e incazzata ancor di più con me stessa per aver pensato,un solo secondo, di stare insieme a lui.
“Cosa?” -Di nuovo???Avevo preso il vizio allora!-pensai.
 “Cioè non cosa!Ma perché sarei cretina?” mi ripresi.
“No hai ragione…sono più cretino io di te.Dovevo parlarti.TU dovevi parlarmi,non dovevi nasconderti ed io dovevo smetterla di spiarti a distanza.”
Mentre lui parlava c’era solo un pensiero nella mia mente:-Come cazzo fa a sapere tutto?-
Nonostante ero incerta sulla fonte di tutte quelle informazioni,le varie accuse mi fecero svegliare e così questa volta risposi.
“Io?Tu non vedevi oltre il tuo nasino perfetto!Sono stata costretta a piazzarmi al tuo posto per essere notata almeno una volta.Sono stata ridicola certo,ma non cretina!E poi comunque non è servito a nulla,perché fino ad oggi non mi avevi mai considerata!” conclusi a voce più alta.
Beh di certo lui non si aspettava uno sfogo così,ma se voleva mettere i puntini sulle “i” lo avrei solo voluto aiutare!Prima di controbattere ci pensò un po’ prima e fui fiera di averlo zittito per prima volta!
“Tu eri la ragazza che a metà tragitto si addormentava leggendo.Ti ho notata,ma ti nascondevi e quindi non vedevo bene il tuo volto.Poi sei sconparsa,cioè riapparsa al mio posto ma non avevo collegato che foste la stessa persona! Ti guardo come un cretino da un anno ed stamattina ,quando ti ho vista piangere, mi si è stretto il cuore.Ero preoccupato e ti ho seguito…” concluse ridendo.
“Perché ridi?” riuscì a chiedere per opera di non so quale santo!
“Perché sono un cretino,te l’ho detto!Se ti avessi chiesto il nome un anno fa ora non staremmo qua a definirci tali!C’è comunque un lato positivo in tutto questo gran casino ed è che ci sei tu a tenermi compagnia…quindi non potevo chiedere di meglio!” terminò più serio.
Trovare la concentrazione per seguire il suo discorso era difficile,perché i miei istinti poco femminili mi spingevano a baciarlo con passione senza dargli altro possibilità di parlare
Sì eravamo due cretini,ma lui era decisamente il cretino più dolce che avessi mai avuto il piacere d’incontrare.E fortunatamente era il mio cretino!
:D

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo sette :) ***


LUI:
Forse chiamarla cretina ripetute volte non era la scelta giusta da prendere. Speravo che fosse  inteso che la definivo così affettuosamente,ma forse avrei fatto meglio a chiudere il becco…cosa impossibile per come ero euforico!
“Luisa?” chiamai.
Avrei pronunciato il suo nome all’infinito anche senza una precisa ragione,ma solo per il semplice fatto di saperla accanto a me.
“Si?” rispose.
“Il tuo nome è bellissimo,come te” dissi in un impeto di pazzia romantica.
Lei rimase un po’ spiazzata,forse non abituata a tutta quella improvvisa confidenza che le davo,ma non staccò i suoi occhi dai miei.
“Vuoi uscire con me?” le chiesi ancora in preda alla follia della sincerità!
“Perché?” chiese.
Come perché?Aveva davvero bisogno che glielo dicessi di nuovo,chiaro e tondo?Cos’era una specie di prova al “vediamo se sei sincero”?
“Perché mi piaci e perché sono sicuro che uscire con te sia l’unica cosa buona che possa fare per me stesso…e anche per te in fondo!” risposi ridendo.
Luisa non dava ancora segni di definitivo cedimento,ma nonostante continuasse a fissarmi ancora confusa,annuì con un cenno del capo.
In realtà il volerle chiedere di uscire era solo una parte del piano finale,cioè non volevo solo avere un appuntamento con lei.Volevo che fosse perfetto,che alla fine lei si sarebbe fidata al 100%,che avrei potuto definirla finalmente la mia ragazza,come succedeva nei sogni migliori.Soprattuto volevo poterla baciare tutte le santissime volte che avrei voluto,avrei voluto sfiorarle le guance e fissarla mentre leggeva,senza preoccuparmi che lei pensasse che fossi un maniaco.
In realtà,però,avevo una voglia matta di baciarla anche in quel momento!
Così lentamente,senza che ne fossi pienamente cosciente,le presi una delle mani che continuava a fissare.La intrecciai con la mia e con l’altra le accarezzai quelle labbra che mi stavano facendo impazzire. Non volevo rovinare il momento con movimenti sbagliati e bruschi,volevo darle il tempo di comprendere cosa stavo per fare,così andai molto lentamente assaporando ogni attimo.
Piano piano mi avvicinai al suo volto sperando di non essere spinto via e quando finalmente giunsi in prossimità delle labbra,la baciai.
Un bacio che stavamo aspettando da tanto tempo,troppo per i miei gusti!
La lunga attesa era un ottimo motivo per recuperare il tempo perduto,così durante il tragitto verso casa le chiesi se potevo tenerla stretta tra le mie braccia.Lei non mi negò questo privilegio,come neanche quello di poterla baciare ancora,ancora,ancora e ancora.
Lei era mia.Era finalmente la mia Luisa.
 

Grazie   per   aver letto! :D

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1071645