How did I finish in this mess?

di MarsTwix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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CAPITOLO 1

Kaycee POV
 
Camminavo lungo il corridoio dell'università guardando ammirata quel posto così antico e pieno di storia. Ero contenta di essermi trasferita, Londra era una città bellissima ma troppo caotica e confusionaria, io preferivo i posti tranquilli, e Oxford era piccola ma piena di cose interessanti da vedere, mi piaceva. Continuai a guardarmi intorno quando mi accorsi di alcune persone che mi fissavano divertite per poi cominciare a parlottare fra loro, non ci feci troppo caso e continuai a camminare ma le persone che mi fissavano e ridevano diventavano sempre di più. Mi toccai i capelli per accertarmi di non avere qualche bastoncino o foglia nei capelli ma era tutto in ordine quindi mi controllai i vestiti...i vestiti...dove diavolo erano finiti i miei vestiti?!
Ero completamente nuda!!
Cercai di coprirmi con i libri mentre tutti cominciavano a ridere sguaiatamente quando venni accecata da una luce.
Mi svegliai di soprassalto. In piedi davanti al mio letto c'era Mhone che ovviamente non aveva abbandonato i suoi modi bruschi e mi aveva svegliato aprendo le tende in modo da farmi accecare dal sole. Maledetto sole, da quando in Inghilterra c'era tutto quel sole?!
Mugugnai e mi coprii la faccia con il cuscino quando Mhone mi tirò via le coperte dal corpo. Se avessi avuto un po' più di forza sicuramente l'avrei uccisa.
"Forza. - mi disse - Il pullman parte tra due ore e se non arriviamo in tempo potrai dire addio ai tuoi sogni di sfuggire a questa città."
Odiavo il fatto che avesse sempre ragione. Mi alzai mentre lei usciva dalla camera e scendeva le scale, probabilmente per andare a preparare la colazione. Mhone era la ragazza più dolce di questo pianeta, almeno fino a che non perdeva la pazienza, ed era l'unica fra tutte le amiche che avevo ad avermi proposto di andare a vivere da lei quando mia madre aveva deciso di scappare di punto in bianco due anni prima lasciandomi solo una busta attaccata al frigorifero con una lettera che conteneva solo le sue scuse e 1000 dollari. I suoi genitori viaggiavano molto per lavoro quindi era come dire che in casa sua c'eravamo solo noi due. Mi infilai svogliatamente i pantaloni grigi di una tuta e una felpa verde e scesi in cucina.
Come prevedevo Mhone aveva preparato i muffins, lo faceva ogni volta che era nervosa.
Le diedi un rapido bacio su una guancia e presi dal frigorifero il succo di mela attaccandomi direttamente al cartone.
"Sai che odio quando bevi dal cartone, non potresti prendere un bicchiere?" mi domandò senza nemmeno alzare lo sguardo dal depliant che stava leggendo.
Mi pulii la bocca con un tovagliolo e mi sedetti accanto a lei. "Naa, così è più facile".
Lei sbuffò senza prestarmi troppa attenzione.
"Che leggi?" chiesi.
"Il depliant dei College di Oxford." mi rispose sempre senza guardarmi.
La guardai confusa. "Non avevamo scelto di andare alla Chris Church?!" le chiesi con la bocca piena.
"Infatti. - annuì lei - Stavo solo leggendo"
Scossi la testa, ho paura che non capirò mai fino in fondo quella ragazza.
Stavo per alzarmi ed andarmi a lavare i denti quando lei mi richiamò.
"Pensi di partire per Oxford vestita in quel modo?" mi chiese squadrandomi dall'alto in basso.
"Cos'ho che non va?"
"Per Londra forse niente, ma ad Oxford sono tutti dei perfettini con la puzza sotto il naso, non farai una bella impressione"
Alzai le spalle. "Che pensino quello che vogliono, io non mi faccio 92 km seduta in pullman con dei scomodi jeans."
Mhone ci rinunciò e tornò a concentrarsi sul depliant mentre io me ne andavo a finire di prepararmi.
 
Uscimmo di casa stracariche di borsoni e trolley che entrarono a malapena nel taxi che avevamo chiamato e ci facemmo portare alla stazione dei pullman.
Come prevedevo io passai il viaggio in modo molto comodo leggendo The Game of Thrones e ascoltando l'I-Pod mentre Mhone non faceva altro che cambiare posizione ogni 15 minuti perché le davano fastidio i jeans. Dovevo ammettere però che mentre lei sembrava una star di Hollywood con jeans sbiabiti, canotta bianca, giacca di pelle e ballerine beige, capelli perfettamente arricciati e un filo di trucco, io sembravo una sfollata con la mia tuta, converse della stessa tonalità verde della felpa, capelli raccolti in una crocchia disordinata e occhiali sul naso.
Arrivammo ad Oxford in meno tempo di quanto pensassi e chiamammo un altro taxi per farci accompagnare alla nostra abitazione. Mhone era riuscita a trovare un condominio a due passi dal College dove gli studenti solitamente affittavano dei mini appartamenti e noi eravamo riuscite a prenderne uno con due camere da letto, un bagno, una cucina e un salottino piccolo ma molto accogliente. Eravamo già andate lì tre mesi prima per arredarlo e per conoscere la responsabile del condominio che ci aveva già elencato le cose da fare e non fare per mantenere la quiete del posto.
Il taxista ci fece uno sconto sul prezzo perché secondo lui eravamo carine e poi ripartì sgommando lasciando le valigie sul marciapiede davanti il condominio. Io e Mhone ci guardammo sconsolate per un momento. Abitavamo al terzo piano e sfortunatamente l'ascensore non c'era. Mhone decise di fare due viaggi trasportando una valigia alla volta mentre io presi il mio borsone e me lo caricai in spalla tenendolo con una mano mentre con l'altra presi il trolley. Si, sono molto svogliata.
Stava andando tutto molto bene nonostante la fatica quando d'un tratto misi un piede male sullo scalino e scivolai. Mi aspettavo di ritrovarmi stesa sul piano inferiore con qualche ossa rotte ma invece andai a sbattere contro qualcosa che fermò la mia caduta e mi rimise stabilmente sullo scalino.
"Tutto bene?" sentii dietro di me.
Mi girai e vidi un ragazzo da urlo che mi guardava con un sorriso.
"Si grazie, sono scivolata." dissi al mio salvatore.
Mi prese dalle mani il trolley e mi chiese a che piano abitavo.
"Il terzo, ma non sei costretto ad aiutarmi."
"Figurati, - mi rispose - che uomo sarei se non aiutassi le donzelle in difficoltà."
Risi e con un ultimo sforzo raggiungemmo il mio piano.
"Ti ringrazio, - dissi - probabilmente mi sarei rotta l'osso del collo se non mi avessi aiutata."
Lui sorrise con quel sorriso di cui già mi ero innamorata e fece un cenno con la mano come a dire di lasciar perdere.
"Kay sei morta?"
Mhone decise di rovinare quel bellissimo momento uscendo di fretta dall'appartamento.
"Fortunatamente no, sono riuscita a cavarmela per un soffio"
Lei sorrise e solo in quel momento vidi che spostava lo sguardo da me al mio salvatore.
"Bene. - annunciò - Immagino che il merito sia di questo ragazzo"
"Già, se non fosse per lui vivresti da sola in questo momento."
Il ragazzo continuava a guardarci con un sorriso strano, come incredulo, stavo per chiedergli come si chiamasse quando lui mi interruppe.
"Scusatemi ragazze ma ora devo proprio andare, ci vediamo in giro." disse facendo ciaociao con la mano e  salendo in fretta le scale.
"Bel culo!" esclamai appena sentì una porta sbattere dal piano superiore.
Mhone scoppiò a ridere e mi prese per mano trascinandomi dentro il nostro nuovo appartamento.
"Forza ragazza! Dobbiamo mettere a posto!" mi disse chiudendosi la porta alle spalle.
Sbuffai ma presi la mia roba e mi diressi verso la mia camera. Già la adoravo, era grande e luminosa con le pareti dipinte di verde pastello e un grande letto a baldacchino con le tende celesti, l'armadio bianco era a 4 ante e una scrivania dello stesso colore stava dall'altra parte della stanza, ci posai immediatamente il mio portatile. Quel condominio da fuori poteva sembrare antico ma tutti gli appartamenti al suo interno erano piuttosto grandi e moderni.
Mhone aveva preso la stanza proprio davanti alla mia, grande allo stesso modo e colorata con i colori dell'estate, crema e salmone.
Finimmo di ordinare e poi ordinammo una pizza.
Eravamo eccitate entrambe, il giorno dopo avremmo iniziato le nostre lezioni, il college era lo stesso ma io avevo scelto l'indirizzo linguistico mentre lei quello scientifico e non vedevamo l'ora di conoscere nuove persone.
Finimmo di mangiare in fretta e poi dopo aver messo forchette, coltelli e bicchieri nella lavastoviglie ci chiudemmo nelle nostre camere. Stavo per andare a letto quando dal piano superiore cominciò a partire una musica assordante. Erano le undici e mezza di sera, chi cavolo faceva tutto quel casino a quell'ora!?
Uscii dalla mia camera mettendomi una vestaglia e vidi che anche Mhone si era affacciata dalla sua camera mezza addormentata.
"Che succede?" mi chiese.
"Non lo so, ma sto per andare a far del male a quella testa di cazzo che fa tutto questo rumore a quest'ora" dissi uscendo di casa.
Salii le scale fino a ritrovarmi davanti all'appartamento esattamente sopra il nostro.
Bussai.
Niente.
Bussai più forte.
Ancora niente.
Sbuffai e presi la porta a calci.
Dopo qualche secondo il viso sorridente di un ragazzo si affacciò alla porta. Capii di odiarlo quando il suo sguardo si fece fastidiosamente divertito.
"Ciao. - mi disse - Vuoi un autografo, una foto oppure solo venire a divertirti?" mi chiese.
Sorrisi nel modo più falso che riuscii a mettere su.
"No, vorrei solo che spegnessi quella musica in modo che chi domani si deve alzare presto possa dormire."
Lui fece una faccia stupita per qualche secondo e poi cominciò a ridere di gusto.
La mia prima impressione era giusta.
"E sentiamo, perchè dovrei farlo?"
"Perché te lo sto chiedendo gentilmente." azzardai.
I suoi occhi azzurri mi squadrarono e mi coprii istintivamente con la vestaglia.
Lui sorrise. "Mi dispiace tesoro ma mi è impossibile, altrimenti i miei ospiti saranno costretti ad andarsene e la mia festa sarà rovinata."
Cominciavo proprio a stancarmi di quel tipo.
"Senti..." cominciai ma venni interrotta da Mhone che a quanto pareva si era cominciata a chiedere perché ci mettessi tanto.
"Kay perché ci metti tanto?" mi chiese stropicciandosi gli occhi chiari.
Fulminai il tipo davanti a me con uno sguardo.
"Perché questo tizio non si decide a spegnere quella maledettissima musica!" sputai arrabbiata.
Il tizio continuò a ridere.
Mhone si avvicinò e mise su la faccia da cucciolo che conoscevo tanto bene e che funzionava sempre.
"Scusa la mia amica, è un po' brusca, ma noi abbiamo davvero bisogno di dormire. Non è che almeno potresti abbassare?" chiese gentilmente.
Lui guardò prima me e poi spostò lo sguardo su Mhone.
"E va bene! Manderò tutti a casa, ma solo perché me lo hai chiesto così gentilmente."
Sbuffai.
"Ti ringrazio." disse Mhone girandosi e scendendo le scale mentre io la seguivo mandando poco galantemente quel cretino a quel paese.
"Buonanotte anche a te dolcezza" disse prima di urlare a tutti gli invitati che era ora di tornare a casa.
Quando rientrammo in casa diedi un bacio a Mhone per avermi aiutato e poi mi ficcai nel mio letto dove finalmente avrei potuto dormire.
 
"Alzati pigrona o faremo tardi!" urlò Mhone entrando nella mia stanza e spostando le tende come faceva sempre.
Decisi di alzarmi prima che mi togliesse di dosso anche le coperte.
Mi stiracchiai biascicando un "buongiorno" e mi diressi in bagno per una doccia veloce. Il getto d'acqua calda mi rilassò particolarmente, tanto che mi misi a cantare a squarciagola una canzone alla radio di una boy band che era piuttosto famosa in Inghilterra ma di cui non mi ero mai interessata, sentivo solo ogni tanto le loro canzoni alla radio.
Mi asciugai velocemente e mi andai a vestire. Fortunatamente nel college non c'era l'obbligo della divisa quindi optai per un paio di jeans stretti, una maglietta marroncina con la faccia di bambi sopra, delle DATE dello stesso colore e una collana che mi aveva regalato Mhone per il mio compleanno. Pettinai i miei capelli liscissimi di un colore decisamente troppo sgargiante per i miei gusti, mi misi le lenti e uscii dalla camera.
In cucina Mhone stava già seduta al tavolino e mangiava i sui Kellogs guardando il telegiornale.
Mi sedetti, mi riempii la tazza degli stessi cereali e cambiai canale sui cartoni animati.
"Stavo guardando." mi disse Mhone.
Alzai le spalle e continuai a mangiare.
Mhone finì prima di me e si mise a lavare la sua tazza. Notai che era impeccabile come sempre, jeans a sigaretta, maglia bianca con un disegno sopra, cerchietto beige fra i capelli, ballerine dello stesso colore e una marea di braccialetti al polso.
"Vuoi fare colpo Mhone?" le chiesi maliziosamente.
La sentii ridere sommessamente.
"Ovvio. Mi hanno detto che il professore di chimica è uno schianto."
Io ressi il gioco. "L'ho sentito anche io, è un gran figo per avere settant'anni!"
Ridemmo entrambe mentre le passavo la tazza e il cucchiaio che avevo usato.
"Giuro che domani pulisco io." le garantii sorridendole.
Lei gonfiò le guance ma mi accontentò.
Misi i miei libri di testo, i quaderni e l'astuccio dentro una capiente borsa di Crudelia Demon (amo i cartoni, si era capito?!) e aspettai in salotto Mhone che si stava mettendo un filo di mascara.
Infilò i suoi libri dentro una borsa di Liu-Jo e uscimmo.
La Chris Church era enorme e all'interno si estendeva un bellissimo cortile interno.
Andammo in segreteria per firmare i nostri fogli dell'ammissione e ci vennero consegnati i nostri orari, avevamo in comune solo letteratura inglese.
"Ci vediamo dopo durante la pausa ok?" mi chiese Mhone.
Annuì. "Ti aspetto all'ingresso del cortile."
Mi salutò dandomi un bacio sulla guancia e si avviò verso la sua lezione.
Presi la mappa dell'edificio che mi aveva dato la segretaria e mi diressi verso l'ala est ed ero così presa che non mi resi conto di una persona ferma al centro del corridoio finché non ci andai a sbattere.
Stavo per cadere per terra ma venni prontamente ritirata in alto. Alzai lo sguardo e riconobbi il ragazzo che mi aveva salvato ieri. E con questa erano due.
"Dimmi la verità, tu ci godi a finire per terra vero?" mi chiese.
Io risi raccogliendo la borsa che mi era caduta.
"E a te ti hanno mandato proprio per evitarmelo ogni volta vero?" dissi sorridendogli di rimando.
"Liam, ti muovi? Quella di francese ci uccide se facciamo tardi"
Una voce fastidiosamente conosciuta ci interruppe e non feci in tempo a riordinarmi le idee quando il tizio della sera prima comparve alle spalle di Liam insieme ad un altro ragazzo.
"Oh! - esclamò con il perenne sguardo furbo e il sorriso sulle labbra - Anche tu qui?"
Mi venne una voglia assurda di affogare quel ragazzo ma ero così scandalizzata che annuii e basta.
"Giusto! Non ci siamo presentati! - disse Liam porgendomi la mano - Mi chiamo Liam Payne."
"Kaycee McFay" dissi stringendogliela.
"Loro sono Louis Tomlinson e Harry Styles" disse indicando il tizio odioso e quello che da ora in poi avrei chiamato "cespuglio".
Feci un cenno con il capo.
"Che lezione hai Kaycee?" mi chiese cespuglio.
Controllai il mio orario per poi dire che avevo Letteratura Francese.
"Ottimo. - disse Liam - anche noi. Ti accompagniamo."
Gli sorrisi a mo' di ringraziamento e li seguii verso la nostra lezione.
 
 
 
 
 
Angolo autrici:
Salve gente!! Se vi state chiedendo perché ho scritto autrici è perché questa storia la stiamo scrivendo io ed una mia amica (io scriverò tutti i capitoli raccontati dal punto di vista della nostra Kay mentre Martina scriverà tutti quelli di Mho), ed è il nostro primo tentativo di scrivere una fanfic sui One Direction. Siamo molto curiose di sapere cosa ne pensate del primo capitolo, quindi non temete e riempite il rettangolino bianco qui in fondo per le recensioni! :)
Inoltre approfitto di questo spazio per pubblicizzare due mie storie sulla nuova generazione di Harry Potter, mi farebbe piacere se le leggeste! ^^

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=710721&i=1
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=862259&i=1
Spero possano piacervi!
Queste sono come noi immaginiamo Kaycee e Mhone, ma ovviamente voi potete immaginarle come volete:

Mhone
Kaycee


E questi sono i loro outfit per il loro primo giorno di università:

Kaycee                                                                                                  Mhone
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Per tutto quello che volete ci potete anche contattare su twitter…ci farebbe piacere se ci seguiste. Noi scriveremo lì ogni volta che aggiungeremo un nuovo capitolo!

https://twitter.com/#!/vittoriap35
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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CAPITOLO 2

Mhone POV
Andammo in segreteria per firmare i nostri fogli d’ammissione e ci vennero consegnati i nostri orari, in comune avevamo solamente letteratura inglese che seguivo esclusivamente per volere di Kaycee che mi aveva supplicato di sceglierla così avremmo avuto almeno una materia in comune. Inglese non era la materia che mi piaceva di più -ok lo ammetto sono proprio una frana in inglese-, ma per far contenta Kay avrei fatto questo e altro.
“Ci vediamo dopo durante la pausa ok?” domandai a Kay.
“Ti aspetto all’ingresso del cortile” mi rispose con un sorriso.
Le diedi un bacio sulla guancia e mi diressi nella parte opposta verso l’aula in cui si sarebbe tenuta la mia lezione di chimica e bio-chimica.
Aprii la piccola mappa che ci avevano dato in segreteria e con una rapida occhiata tentai di orientarmi. Dovevo proseguire dritta per quel corridoio e poi girare a destra fino ad arrivare all’ala ovest. Trovai l’aula senza difficoltà, entrai e mi soffermai per un attimo all’entrata. L’aula era abbastanza grande e luminosa per via di diversi finestroni da cui si poteva vedere molto bene il cortile dell’ala ovest. Davanti la cattedra in mogano scuro si stendeva una scalinata sulla quale erano sistemate in perfetto ordine le varie poltroncine blu cobalto. Mi diressi verso la scalinata e scelsi di sedermi nella terza fila così che sarei rimasta a debita distanza dal professore. Il professor Dalton infatti, era noto in tutta la facoltà per essere un eccellente sputatore, mentre spiegava la sua lezione piccoli sputi uscivano dalla sua bocca e finivano su quei poveri ragazzi nelle prime file.
Il professore non era ancora arrivato, così decisi di avvantaggiarmi e dare un’occhiata al libro di testo. Lo tirai fuori dalla mia borsa e cominciai a sfogliare le pagine soffermandomi su alcune formule già note. Alzai un secondo la testa dal libro e rimasi incantata. Dalla porta dell’aula era appena entrato un ragazzo stupendo. Aveva i capelli corvini più corti ai lati e tirati su in modo disordinato al centro, i suoi tratti del viso erano decisamente mediterranei e la sua carnagione era olivastra. Indossava una maglietta aderente blu scuro che metteva in risalto i suoi pettorali scolpiti e le braccia muscolose, abbinata ad un paio di jeans beige e delle Nike rosso fuoco. Sulla spalla gli scendeva una tracolla in cuoio scuro a cui era legata in malo modo una felpa rossa e bianca. A fianco al ragazzo stupendo spuntava un altro ragazzo, più basso di almeno 6-7 cm. Aveva i capelli biondo grano pettinati in modo disordinato, che circondavano un viso dai tratti dolci e arrotondati. La sua carnagione era chiarissima, bianco latte, ma veniva contrastata dalla polo rossa abbinata ad un cardigan blu e ad un paio di pantaloni piuttosto stretti dello stesso colore messi dentro ad un paio di snikers bianche lasciate lente. Sulle spalle aveva uno zainetto verde dell’Espack pieno di scritte che da lontano non riuscivo a leggere.
I due si diressero verso le scale, salirono alcuni gradini e si infilarono nella mia stessa fila a distanza di una poltroncina da me. In quel momento notai che il biondo aveva gli occhi azzurri come il colore del cielo –wow… davvero belli-pensai.
Mi resi conto solo dopo alcuni secondi di essere rimasta con gli occhi sbarrati e la bocca aperta – avrei sicuramente avuto una faccia da idiota-, così in un lampo mi ricomposi e cercai di comportarmi in modo normale.
Finalmente il professore arrivò e la mia prima lezione di chimica dell’anno ebbe inizio. Presi il mio quaderno ad anelli per gli appunti e comincia a segnarmi le cose più importanti. Ero pienamente assorta dalla lezione quando sentii qualcuno chiamarmi.
“Pss… pss.” Era quel bellissimo ragazzo di prima, mi girai verso di lui.
“ Dici a me?” gli chiesi con aria interrogativa.
“Si. Non è che avresti per caso una penna in più da prestarmi?” mi rispose sfoggiando un sorriso da far tremare le ginocchia.
“Certo ora te la do” presi il mio astuccio strabordante di penne, pennarelli e oggetti vari e ne tirai fuori una bella penna dall’impugnatura in metallo e l’inchiostro blu.
Gli porsi la penna e con un altro sorriso tale e quale al precedente mi disse “Grazie!”.
La lezione scorse piuttosto velocemente e gli appunti che presi erano più che altro un ripasso di cose che avevo già studiato in precedenza.
“Per oggi abbiamo finito” furono le parole del professore che decretarono la fine della lezione.
Rimisi libro e quaderno nella borsa e mi alzai. Stavo per andarmene quando qualcuno da dietro mi prese per una spalla.
“Volevi andar via senza la tua penna?” disse scherzosamente il bel ragazzo a cui avevo prestato la penna.
“ Oh che sbadata che sono… me ne ero completamente dimenticata” ammisi.
“ Bhe grazie ancora per avermela prestata! A proposito io sono Zayn… Zayn Malik e lui è il mio amico Niall Horan!”.
“ Molto piacere, io sono Mhone Hunter!” mi presentai e abbozzai un sorriso un po’ imbarazzata.
“Sei nuova vero? Non ti ho mai visto da queste parti!” mi chiese il biondo mentre scendevamo quei pochi gradini e ci dirigevamo verso l’uscita dall’aula.
“Si sono nuova. Mi sono appena trasferita qua da Londra insieme alla mia amica Kaycee. Londra era troppo caotica e così abbiamo deciso di venire a studiare qua alla Chris Church per trovare un po’ di tranquillità!” gli risposi sfoderando un bel sorriso.
“Bhe ti accorgerai molto presto che questo posto non è poi così tranquillo come tutti pensano!” disse sarcastico Zayn suscitando in tutti e tre una risata.
“Voi invece siete di qui?” chiesi curiosa.
“No, io sono di Londra mentre Niall è irlandese. Ci siamo trasferiti qui insieme ad altri tre amici per poter finire gli studi” mi rispose Zayn.
 
-Altri tre ragazzi. - pensai - Se sono anche loro come Zayn e Niall ammetto che stare qua comincia ad essere interessante e rimpiango di aver fatto tutte quelle storie a Kaycee per esserci trasferite. - Si perché inizialmente l’idea di cambiar città non mi allettava molto, sono un tipo piuttosto tradizionalista e i cambiamenti mi spaventano e non mi piacciono, poi però Kaycee riuscì – non so ancora come - a convincermi e alla fine ci presi gusto a cercare una casa tutta per noi e arredarla come più ci piaceva.
Le parole “Ora però dobbiamo proprio scappare. E’ stato un piacere conoscerti. Ci vediamo in giro” dette da Zayn mi riportarono alla realtà e non feci in tempo a rispondere “ E’ stato un piacere anche per me. Si, ci vediamo in giro” che i due erano già partiti lasciandomi li imbambolata.
 
Il resto della mattinata proseguì con le lezioni di matematica e fisica che sembravano veramente non finire mai. Per di più le rispettive aule si trovavano ai poli opposti dell’università così che dovetti correre lungo i corridoi per riuscire ad arrivare in tempo alle lezioni – ecco perché Zayn e Niall si erano dileguati così velocemente prima, se non ci si sbriga si arriva sicuramente in ritardo. -
Finalmente l’ora di pranzo era arrivata e mi diressi verso l’ingresso del cortile principale dove mi sarei dovuta incontrare con Kay.
Naturalmente era in ritardo, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Finalmente la vidi arrivare. Stava correndo come una matta e per poco non investiva una povera ragazza che tranquillamente si stava dirigendo verso il chiosco del caffè. Fortunatamente la ragazza si fermò appena in tempo e Kay arrivò davanti a me poggiando la borsa a terra e cercando di riprendere fiato dopo quell’ estenuante corsa.
“Scusa Mhone sono in ritardo, ma mi ero persa e non riuscivo più a trovare l’entrata principale” si giustificò.
“Non preoccuparti ti perdono visto che sono arrivata da poco” le dissi con un sorriso.
“Grazie tesoro” mi rispose facendomi l’occhiolino e dandomi un bacio sulla guancia.
“Andiamo a mangiare in quel ristorantino che abbiamo visto qui vicino?” proposi.
Annuì “Si si per me va bene”.
Ci incamminando verso il ristorante. Non era lontano e decidemmo di arrivarci a piedi. Il locale era piccolino ma, almeno da fuori, sembrava carino. Si chiamava Nando’s –carino come nome pensai-. Entrammo e ci dirigemmo verso il bancone per chiedere se ci fosse posto per due persone, il cameriere molto cortesemente ci diede risposta affermativa e ci accompagnò al tavolo. Il locale era luminoso e i tavoli erano messi in ordine sparso ricoperti da tovaglie rosa e bianche. C’era  poca gente e fortunatamente ci toccò il tavolo vicino la finestra. Ci sedemmo e cominciammo a sfogliare il menù che il cameriere ci aveva lasciato sopra il tavolo. Dopo una decina di minuti, blocchetto e penna alla mano, lo stesso cameriere di prima ci venne a prendere le ordinazioni.
“Cosa prendete ragazze? Avete deciso?” chiese.
“ Si. Per me una fettina ben cotta e un piatto di insalata e da bere acqua naturale. Grazie” dissi decisa.
“Per me invece… emmm… spaghetti al ragù… no anzi… ravioli burro e salvia… mmm… no no ho cambiato idea prendo una bistecca, si ho deciso, vada per la bistecca, con contorno verdure cotte alla piastra” rispose finalmente Kay.
“Ok. Arrivano subito” disse divertito.
Le ordinazioni effettivamente arrivarono subito e cominciammo a mangiare immediatamente.
“Allora com’è andata questa prima mattinata?” le chiesi dopo aver mandato giù il primo boccone.
“ Molto bene direi- mi rispose mentre masticava un bel pezzo di bistecca- ho incontrato il tipo di ieri –mandò giù il boccone- quello che mi aveva salvato sulle scale. Si chiama Liam ed oggi mi è sembrato ancora più bello di quanto mi ricordassi da ieri. Purtroppo quel momento è stato interrotto da quell’odioso tipo che sta notte ci ha svegliato con la musica. Si sono amici. Incredibile ma è così. In più con loro c’era anche un altro ragazzo… non ricordo il nome, quindi lo chiamo cespuglio visto che ha i capelli ricci e tutti spettinati.” mi rispose alzando le spalle e inforcando una zucchina grigliata.
Risi. "Non ci credo! E magari segue anche i tuoi corsi vero?"
“Si - mi fece con aria sconsolata- ma fortunatamente c’è anche Liam. Almeno ho un bel ragazzo da poter guardare durante la lezione!” mi fece l’occhiolino.
“A te invece com’è andata la mattinata Mho?” mi chiese.
“Bhe direi piuttosto bene. Le lezioni sono molto interessanti, mi aspettavo peggio, invece sono riuscita a seguire alla grande e poi molte cose già le sapevo. A chimica mi sono seduta in terza fila così mi sono salvata dal professor Dalton. – dissi ridendo - Ci sono due ragazzi molto carini e simpatici poi al corso…” in quel momento Kaycee strabuzzò gli occhi.
“E mi dai questa notizia solo ora?!” fece quasi urlando, tanto che mezzo ristorante si girò verso di noi.
“Bhe non è poi così importante.” le dissi facendole segno di abbassare la voce.
“Non è importante? E’ la cosa più importante invece, al diavolo chimica, dimmi dei ragazzi! Sono veramente carini?” disse tutto di un fiato prima di mettersi un altro pezzo di bistecca in bocca.
“Si sono molto carini, anzi carini direi che è piuttosto riduttivo, sembrano dei modelli. Soprattutto uno di loro sembra un dio greco con un fisico scolpito, lo sguardo misterioso e penetrante e i capelli corvini” risposi con aria sognante mentre ripensavo a quella bella visione.
“E questa secondo te non era una notizia importante da dire alla tua migliore amica?” mi fece ironicamente.
“Si lo era, ma volevo farti rimanere un po’ sulle spine.” risposi sorridente a Kay che contraccambiò con una linguaccia.
Continuammo a parlare del più e del meno mentre finivamo di mangiare. Pagammo il conto e uscimmo dal ristorante.
Fuori faceva ancora piuttosto caldo per essere la fine di settembre e siccome era ancora presto per tornare all’università decidemmo di farci una passeggiata nel parco che c’era li avanti. Ci fermammo in un piccolo praticello avanti ad un laghetto, ci stendemmo e ci rilassammo prendendoci tutto il sole che potevamo –visto che in Inghilterra era piuttosto raro trovare queste belle giornate di sole. -
 
Dopo quella pausa di relax ci toccò ritornare di mala voglia all'università per seguire le ultime ore di lezione della giornata.
“Ci rivediamo qui alla fine delle lezioni come prima?” mi chiese Kay.
“ Si certo. Ci vediamo dopo” le feci io salutandola.
Ci dividemmo come la mattina e io mi diressi verso il laboratorio di biologia.
Le ore pomeridiane passarono velocemente e uscita dall’aula mi diressi tranquillamente verso l’entrata principale come stabilito precedentemente. Con mia grande sorpresa trovai ad aspettarmi Kaycee.
“Vedi, questa volta non sono in ritardo” non perse occasione di farmi notare.
“Si vede che stai crescendo” risposi calma e tutte e due finimmo in una grossa risata.
Ci incamminammo verso casa, ma svogliatamente decidemmo di prendere l’autobus anche se la nostra casa era solo quattro fermate più avanti. L’autobus era semi vuoto e trovammo facilmente due posti su cui sederci.
“Hei Kay sta sera ho voglia di uscire! Che ne dici ti va di andare in un pub a bere qualcosa?” le chiesi.
“Si può fare, ma non mi costringerai a vestirmi elegante!" mi rispose indicandomi col dito. Era chiaro che non l'avrei convinta.
“Bene allora è deciso. Ho sentito parlare di un pub al centro. Dicono che è carino. Poi per andarci possiamo prendere l’autobus!” proposi.
“Si tanto qui gli autobus sono in servizio 24 ore su 24 quindi possiamo stare tranquille.” mi rispose Kay.
L’autobus fece la sua quarta fermata e noi scendemmo proprio davanti casa.
Presi le chiavi dalla borsa e aprii il portone d’ingresso. Come una furia Kay si scaraventò dentro e salì alcuni gradini.
“Ma che cavolo fai Kay?” le chiesi allarmata.
“Volevo solo vedere se Liam era nei paraggi! - disse a bassa voce - Però non c’è” concluse con aria afflitta.
Scossi la testa, quella ragazza era un caso perso. "Forse è ancora all’università." le dissi.
“Si forse… Però uffa!” mise su il suo broncetto e scoppiai in una rumorosa risata.
Appena entrate in casa poggia le chiavi sul tavolinetto all’ingresso e me ne andai in camera a cambiarmi. Aprii l’armadio che avevo sistemato con le mie cose il pomeriggio prima e tirai fuori il sotto di una tuta e una felpa verde acqua. Legai i capelli in una specie di accrocco e mi misi ai piedi le mie pantofole pelose con i pon pon.
Kay nel frattempo si era spaparanzata sul divano a guardare i cartoni in tv così decisi di unirmi a lei.
 
Fuori cominciava ad imbrunire così mi alzai dal divano e mi diressi in cucina per preparare la cena. Cucinare era un mio compito, era stato deciso così dopo la volta in cui Kay per prepararsi una frittata aveva quasi incendiato la cucina carbonizzando uova e padella. Ci ritrovammo con la puzza di bruciato per una settimana.  Io invece adoravo cucinare, mi piaceva e non per vantarmi ma mi riusciva anche piuttosto bene.
“Hei Kay ti va bene pasta con il sugo, fettine panate e insalata per cena?” urlai dalla cucina.
“Noooo la carne l’abbiamo mangiata anche oggi a pranzo Mho. Non mi va” rispose come una bambina.
“Ok ok allora niente carne. Pasta e insalata!” conclusi.
“Perfetto. Così va bene!” rispose soddisfatta.
Feci bollire l’acqua, buttai giù la pasta, dopo 10 minuti la scolai e l’aggiunsi al sugo appena fatto con i pomodori freschi e una foglia di basilico – che profumino che emanava quel sugo - e la servii nei piatti –quelli in coccio colorati di azzurro che avevamo scelto apposta per la nostra casa- insieme alla ciotola con l’insalata già condita.
“E’ prontoooo!” gridai a Kay che era ancora sul divano a guardare la tv.
“Arrivo subito” rispose lei che in un secondo si precipitò a tavola.
Finimmo di mangiare tutto e mentre stavo per alzarmi mi girai verso Kay.
“Sta sera tocca a te lavare i piatti mia cara. L’avevi promesso!” esclamai.
La faccia di Kay si tramutò in una smorfia, sbuffò un po’ ma alla fine acconsentì alla richiesta. Sparecchiai la tavola, mentre Kay guanti e spugnetta alla mano, cominciò a sciacquare piatti e bicchieri che finirono poi in lavastoviglie.
Finite le faccende domestiche mi sbrigai ad appropriarmi del bagno prima di Kay per farmi una doccia bollente. Lasciai poi generosamente il bagno alla mia amica e mi diressi in camera per scegliere cosa mi sarei messa quella sera per uscire. Ci tenevo a sembrare carina in quella nuova città che ancora non conoscevo bene così provai almeno una decina di combinazioni diverse di vestiti gettando a terra quelle che non mi soddisfacevano. La camera che fino a poco prima era in un ordine immacolato, ora era il caos più totale. Me ne fregai –avrei messo a posto il giorno dopo- e alla fine optai per un paio di leggings neri e una camicetta lunga verde smeraldo che impreziosii con un medaglione dalle pietre rosse e verdi e un grosso bracciale nero. Come scarpe scelsi una paio di decolté aperte dello stesso colore della maglia.
Mi truccai leggermente sui toni del verde scuro, ma osai mettendo un rossetto rosso acceso. Arricciai la frangia in un boccolo perfetto che fissai con un po’ di lacca e uscii dalla camera. In quel momento uscì anche Kay. Indossava un paio di jeans chiari stretti e una canotta nera impreziosita da alcune paiette. Al collo aveva messo la sua amatissima collana con la chiave, che aveva trovato –dopo estenuanti ricerche- in un negozietto di bigiotteria a Londra e al polso aveva alcuni bracciali sull’argento. Ai piedi aveva optato anche lei per un bellissimo paio di decolté nere con un grosso fiocco da un lato. Dopo averla quasi scongiurata per vestirsi decentemente ero finalmente riuscita a convincerla. Se non ci fossi stata io avrebbe avuto intenzione di andarci con la solita tuta!
Ci fissammo per un momento poi all’unisono dicemmo “Oh che gran figa che sei questa sera!” scoppiammo a ridere. Ci capitava fin troppo spesso di dire le stesse frasi negli stessi momenti.
Indossai il cappottino nero che era appeso vicino l’entrata e infilai telefono e chiavi nella mia Louis Vuitton verde scuro. Aspettai che Kay si finisse di preparare e finalmente uscimmo di casa.
 

 
Heilà bella gente, ecco a voi un nuovo capitolo! Io sono Martina e come penso abbiate capito, scrivo dal punto di vista di Mhone.
Spero che vi sia piaciuto quello che ho scritto e che lo abbiate trovato interessante tanto che continuerete a leggere la storia!
=D
Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate, quindi avanti non abbiate paura di dire ciò che pensate lasciando la vostra recensione qua sotto! ^^
Per qualsiasi domanda o dubbio che avete o semplicemente perché avete voglia di seguirci questi sono i nostri contatti di Twitter:
Marty:https://twitter.com/#!/Poket_18
Vix:https://twitter.com/#!/vittoriap35
E questi invece sono gli outfit che indossano le nostre due belle ragazze per andare al pub:

Mhone                                                                                                                         Kaycee

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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CAPITOLO 3
Kaycee POV
 
Stavamo sedute sull'autobus che ci avrebbe portate al pub di cui aveva sentito parlare Mhone e io non facevo altro che rimuginare sul come avesse fatto quella diabolica persona a riuscire a farmi mettere i tacchi. Ogni volta che si metteva in testa una cosa era davvero difficile farle cambiare idea e in un modo o nell'altro io ci finivo sempre di mezzo. La guardai. Mhone guardava fuori dal finestrino con un espressione gioiosa e soddisfatta. Perfida!
Il pullman era semivuoto ed era comprensibile dato che erano le dieci e mezza di sera.
"Mho promettimi che ci fermeremo massimo un'oretta." la supplicai.
Lei si girò verso di me, l'espressione allegra aveva lasciato spazio ad una delusa. Riusciva sempre a fregarmi.
"Ok d'accordo! - mi arresi - A mezzanotte ce ne andiamo, questione chiusa!"
Si aprì in un sorriso e annuì di gusto.
Era facile far felice Mhone.
Il pullman si fermò alla nostra fermata e noi scendemmo, io con qualche fatica in più dato che non ero abituata a portare quei trampoli. Insomma, ero alta 1,65 cm, mi accontentavo, che bisogno c'era di arrivare a 1,77 con quei cosi con il rischio di una colossale figura di merda davanti a tutti nel caso fossi caduta come una pera?!
Mhone mi porse il braccio a cui io mi aggrappai come fosse stata un'ancora.
Camminammo per due minuti lungo la strada poi svoltammo l'angolo e lì, davanti a noi, trovammo il pub. Da fuori non era malaccio, certo non era come i grandiosi pub di Londra ma ci si accontentava. La scritta The Red Lion al neon lampeggiava sopra la porta d'ingresso e da dentro si sentiva una musica abbastanza forte e il vociare della gente.
Mhone mi prese per mano ed entrammo. Il locale era piccolo ma abbastanza accogliente ed era strapieno di persone, tutti giovani come noi. Ma tutti loro non dovevano lavorare o andare all'università il giorno dopo?! Poi mi resi conto che anche noi avremmo dovuto andare al college il giorno dopo e pensai che quelle persone volevano divertirsi un po' proprio come noi. Mhone mi trascinò verso un tavolino all'angolo della stanza.
"Vuoi qualcosa da bere?" mi chiese.
"Una birra." 
Lei annuì e andò verso il bancone, lasciandomi sola. Mi misi ad osservare il posto, c'erano tavolini di legno circolari sparsi per la sala, tavoli da biliardo, televisioni, tutti attaccati l'uno all'altro e poi c'era uno spazio vuoto in mezzo alla stanza fatto apposta per le persone che volevano scatenarsi. Era così diverso dai pub londinesi, dovevo ancora abituarmi. Oxford sarebbe stata la mia casa per i prossimi 7 mesi, non pensavo che la caotica Londra mi sarebbe mancata così tanto dopo un giorno. Devo ammettere che a me i cambiamenti facevano paura, ma avevo ancora più paura di restare bloccata dove ero nata. Io volevo viaggiare e sentirmi libera, Londra non me lo aveva permesso dopo la fuga di mia madre. Come aveva potuto lasciarmi così?! In balia di me stessa!
Un grattare della sedia accanto alla mia mi distrasse dai miei pensieri. Mi girai verso Mhone per ringraziarla della birra ma la persona accanto a me non era la mia amica.
Un tizio sulla trentina mi fissava in modo lascivo, aveva degli unti capelli castani, una pancia prominente e due occhi verdi arrossati dall'alcool.
"Che ci fa una ragazza bella come te seduta quà tutta sola?" mi chiese biascicando le parole.
Mi venne da vomitare per l'alito fetido di quel tipo.
"Non sono sola." risposi girandomi dall'altra parte sperando che avesse capito e che era ora di andarsene.
"Ah no?! Sei con il ragazzo?" fece ancora avvicinandosi sempre di più a me.
Scostai la sedia più lontano da lui e annuì. Come lo trovavo adesso uno sano e amichevole che si sarebbe finto per cinque minuti il mio ragazzo? Sperai con tutto il cuore che Mhone tornasse presto e mi salvasse da quel tipo. Lei era più razionale, avrebbe sicuramente saputo come fare.
"Kay?" 
Grazie Dio per esaudire sempre le mie richieste!
"Veramente sono lesbica!" dissi colta da un'improvvisa illuminazione indicando Mhone al tizio ubriaco.
Lui si accigliò e se ne andò. Feci un sospiro di sollievo mentre Mhone si sedeva nel posto lasciato libero dall'uomo.
"Mi sono persa qualcosa?" chiese la mia amica porgendomi la birra.
Feci un lungo sorso e scossi la testa. "I soliti idioti." dissi solo.
 
Stavamo chiacchierando del più e del meno godendoci l'ambiente quando la musica, già forte di suo, venne sovrastata da un rumore ancora più forte. Ragazze che urlavano.
All'inizio mi preoccupai ma poi mi resi conto che quelle grida erano di eccitazione e non di paura.
Guardai Mhone accigliata e lei mi restituì i il mio stesso sguardo.
La gente cominciava ad accalcarsi all'entrata e io ero sempre più confusa. Che ci fosse qualche superstar?!
Vidi un ragazzo che uscì dalla calca con un espressione infastidita e che si stava dirigendo dalla nostra parte. Mi alzai e gli toccai un braccio per farlo fermare.
"Scusa, - gli dissi - sai cosa sta succedendo?"
"I One Direction." mi disse solo prima di scrollarsi la mia mano dal braccio, prendere la sua giacca abbandonata su una sedia e andandosene.
Ora ero ancora più confusa. Chi cavolo erano i One Direction?
Tornai a sedermi accanto a Mhone mentre le ragazze non cessavano di strillare e sempre molti più ragazzi se ne andavano.
"Mho sai chi sono i One Direction?" le chiesi.
Mhone scosse la testa ma poi sembrò ripensarci. "Non sono quel gruppo anglo-irlandese che sentivi questa mattina in doccia?"
Ci pensai su.
"Boh." 
Mi girai di nuovo verso l'entrata e vidi che quella marea di persone stava dividendosi come per lasciar passare delle persone, infatti di lì a poco una testa bionda ne uscì mentre delle psicopatiche gli si arpionavano al braccio facendogli foto e chiedendogli di autografargli una tetta.
Ma dico, si può?! Poi non sono un po' cresciutelle per quel nanerottolo?
Stavo per dire a Mhone quello che pensavo ma poi vidi altre due teste uscire dalla calca. Uno era moro e...un gran figo, mentre l'altro, aspetta un secondo. Dove ho già visto quei capelli io? Oddio non può essere, era cespuglio!!
Si era proprio lui!
Mi girai verso Mhone con la bocca spalancata e vidi che lei aveva gli occhi sbarrati. Stavo per parlare ma mi diede un pizzicotto e mi fece segno di girarmi.
Dalla calca erano uscite altre due persone, e anche loro le conoscevo fin troppo bene. Liam e Louis.
E tutti e cinque erano circondati da più ragazze di quante se ne potessero permettere.
Ero basita. Liam era un cantante, o forse lo era, fatto sta che non avrei mai avuto neanche una chance viste le bellissime ragazze che gli giravano intorno.
"Kay..." mi chiamò Mhone.
Era ancora un pochino imbambolata.
"Ti ricordi dei due strafighi che ti ho detto oggi?" mi chiese con voce flebile.
Annuì.
"Erano loro!" disse indicandomi i primi due ragazzi che avevo visto.
Ok, le cose stavano davvero diventando ridicole. Noi, appena arrivate ad Oxford, conosciamo in un giorno cinque ragazzi che potrebbero essere delle star internazionali e facciamo la figura delle idiote perché fuori dal mondo come siamo non ne abbiamo mai sentito parlare?! C'è qualcosa che non quadra...
Mi girai di nuovo verso Liam nello stesso momento in cui lui si girò verso di me. E mi salutò.
In quel momento vidi 20 ragazze girarsi verso di noi con sguardo omicida.
"Ho paura che siamo un tantino nei guai Mho!" dissi deglutendo.
Stavo per dirle di prendere le nostre cose ed andarcene quando vidi quel bellissimo ragazzo avvicinarsi seguito dalla sua banda.
"Ciao Kaycee." mi salutò.
"Ehilà." risposi cercando di mostrare più autocontrollo di quanto ne possedessi realmente.
Vidi il moro strafigo e il biondo fare un cenno con la testa a Mhone.
Quella ragazza dovrà sicuramente raccontarmi più dettagli dell'incontro di questa mattina!
"Possibile che adesso ti incontro dovunque io vada? Cosa sei, una stalker?" 
Voce irritante, voce irritante, voce irritante. Possibile che dovunque io vada senta sempre questa voce irritante?
"Louis non hai qualche ragazza fra quelle che momenti ti saltano addosso da importunare?" chiesi sbuffando.
Gli amici scoppiarono a ridere mentre lui sorrise pigramente, notai anche che qualche ragazza doveva aver sentito il mio commento dato che alcune di loro gonfiarono le guance come se avessi bestemmiato.
"Hai trovato pane per i tuoi denti caro mio!" fece cespuglio, poi sembrò rendersi conto di Mhone, seduta dietro a me, e le porse una mano. "Io comunque sono Harry Styles." si presentò. 
Mhone gli strinse la mano. "Mhone Hunter."
Cespuglio, o meglio, Harry, sorrise malizioso. "Bel nome."
Wowowo e Mhone fa colpo!
La vidi arrossire sulle gote e istintivamente sorrisi.
"Niall Horan." sentii dietro di me.
Tornai a girarmi verso i ragazzi e vidi il biondo che mi porge una mano che strinsi presentandomi a mia volta. Subito dopo di lui mi si presentò anche il moro che scoprii chiamarsi Zayn Malik. In tutto questo tempo le ragazze del pub non fecero altro che accalcarsi sempre di più attorno il nostro tavolo e io cominciai a sentirmi soffocare.
Mi mancava aria e Mhone sembrò rendersene conto. Lei è l'unica che sa della mia claustrofobia dovuta ad un incidente che avevo avuto da bambina.
"Scusateci, - disse la mia amica - ma noi dobbiamo proprio scappare!"
Mi sembrò vedere Harry che si accigliava ma non ci feci troppo caso.
"Volete che vi accompagni a casa?"
No, non era possibile. Louis che faceva il galant'uomo?! Dovevo aver sognato. Ma mi ricredetti sentendo Mhone rispondere "No, grazie, andiamo in autobus."
Salutammo e Mhone mi trascinò lontano da tutta quella calca.
 
"Come stai?" mi chiese Mhone appena arrivammo a casa.
Mi buttai sul divano togliendomi quelle scarpe con i piedi e chiudendo gli occhi. "Meglio."
Mhone si rannicchio sulla poltrona accanto a me e cominciò a spazzolarsi i capelli perfettamente lisci.
"Te lo aspettavi?" chiese dopo un po'.
"Cosa?" mugugnai.
"Che avremmo conosciuto persone famose in questa città."
Sbuffai. "Io non li considererei famosi solo perché qualche ragazzina non sa controllare i propri ormoni."
Non la sentii rispondere ma ero quasi sicura che avesse annuito.
"Vado a letto." annunciò dopo poco.
Stavo per seguirla quando bussarono alla porta, Mhone era già entrata in camera quindi andai io ad aprire e quello che trovai mi sorprese.
"Che ci fai qui?" chiesi a Louis.
Lui alzò le spalle. "Liam mi ha detto che questo era il vostro appartamento."
"Non ti ho chiesto come hai fatto a scoprire quale era il nostro appartamento, ti ho chiesto perché sei davanti al nostro appartamento." chiarii.
Sorrise.
"Mi sei sembrata pallida mentre andavate via, mi sono chiesto se stessi bene."
Tu guarda, lo sbruffone sembra anche avere un cuore.
"Si grazie, tutto ok." risposi addolcendo un po' la voce.
Lui annuì. "Allora buonanotte." disse facendomi un ultimo sorriso e salendo al piano di sopra.
Quel ragazzo era sorprendente, un momento prima era una esimia testa di cazzo e il momento dopo poteva essere il fidanzato preoccupato. Anche se dovevo ammettere che ce lo vedevo di più come esimia testa di cazzo, aveva una faccia troppo sfrontata per poter passare da fidanzato preoccupato.
Chiusi la porta e me ne andai in camera, accesi il portatile ed entrai un secondo su twitter. Notai che avevo cinque follower in più, andai a vedere chi fossero e i nomi: Louis Tomlinson, Liam Payne, Zayn Malik, Niall Horan e Harry Styles comparvero sullo schermo, sorrisi istintivamente e andai a vedere quanti follower avevano, anche per rendermi più o meno conto di quanto erano famosi, e momenti caddi dalla sedia notando che tutti quanti avevano più di due milioni di follower. Chiusi il computer incredula e mi rannicchiai sotto le coperte sognando il viso sorridente di Liam che piano piano si trasformava in quello di Louis.
 
 
Saaaalve! :)
Ecco qui un nuovo capitolo, innanzitutto volevo ringraziare per le tre recensioni, le tre persone che hanno messo questa storia tra le preferite e quella che l'ha messa tra le seguite e ovviamente tutte le "lettrici silenziose", lo appreziamo davvero tanto, grazie!
Ora avete avuto l'occasione per conoscere meglio i personaggi di Kay e Mho e dei ragazzi e piano piano si capiranno sempre più cose! Volevo fare una domandina: chi preferite tra le due, e con chi le vedete meglio??
Inoltre per chi avesse cliccato su ultimo capitolo al posto di leggere dal primo capitolo consiglio di tornare indietro al primo capitolo perché ieri ho modificato l'immagine di Kay, non so ma io questa la trovo mille volte meglio, voi?
Ringraziamo ancora tutti e speriamo che continuerete a leggere e magari recensire la storia!
Un bacione!
Su twittah: @vittoriap35    @Poket_18

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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CAPITOLO 4

Mhone POV

“Drin drin drin” con una botta secca azzittii quella maledetta sveglia che mi avvertiva che era ora di alzarsi. Rinfilai il braccio sotto le coperte calde e mi concessi altri cinque minuti. Con ancora gli occhi chiusi ripensai alla sera precedente. Era incredibile che avessimo conosciuto delle superstar di cui per giunta non conoscevamo neanche l’esistenza e soprattutto che due di loro seguivano gran parte dei miei corsi. “Chissà come si comporteranno ora che conosciamo la loro identità? Io sicuramente mi comporterò normalmente. Frega niente se sono famosi o no”. Pensai tra me e me. Finalmente mi alzai svogliatamente dal letto, infilai le pantofole e mi diressi in bagno.
 
Con estrema pigrizia aprii l’acqua del lavandino, mi guardai un attimo allo specchio –avevo delle occhiaie da far paura, mannaggia a me e quando vado a letto tardi-, poi presi coraggio e mi lavai il viso con l’acqua gelata. Mi svegliai completamente, mi asciugai e mi diressi di nuovo in camera mia.
La mia camera era un disastro totale per via dei vestiti che avevo lasciato sparsi per la camera la sera prima. Decisi di dare una rapida sistemata e nel frattempo decisi anche cosa mi sarei messa quella mattina. Tirai fuori dall’armadio un paio di jeans stretti e raccolsi da terra la mia maglietta preferita con il gufo pieno di strass. Avrei sicuramente sentito freddo –io sento sempre freddo- così ci abbinai una giacca con le maniche a tre quarti nera e ai piedi decisi di mettere un paio di ballerine anch’esse nere. Poggiai i vestiti sul letto e mi diressi verso la scrivania. Accesi il pc ed entrai un attimo su Twitter per vedere se ci fossero novità. Notai cinque nuovi follower. Zayn, Niall, Liam, Harry e Louis mi stavano seguendo. “wow –pensai- che carini che mi seguono tutti e cinque”. Cliccai su follow e li segui a mia volta. Chiusi il computer e mi andai a vestire. Uscii dalla camera. Silenzio. “Kay come al solito non si è ancora svegliata” pensai tra me e me. Entrai nella camera avanti la mia e velocemente mi diressi verso la finestra. Con decisione aprii le persiane e lasciai entrare nella stanza la luce del sole. Kay con dissenso mugugnò qualcosa.
“Avanti pigrona alzati” le dissi. Mugugnò qualcosa di nuovo.
“Alzati o ti butto giù dal letto” la minacciai scherzosamente.
“Ok ora mi alzo. Te lo giuro!” mi rispose finalmente con voce ancora completamente assonnata. Tirò fuori la testa dalle coperte e mi guardò cercando di mettermi a fuoco.
“Ho ancora sonno Mho” esortò.
“Su su vatti a lavare la faccia che ti svegli” fu la mia sola risposta e uscii dalla camera.
Mi diressi in cucina accesi la tv e preparai il caffè. Ne presi una bella tazza e mangiai una fetta biscottata con un bel po’ di Nutella sopra. Nel frattempo arrivò anche Kaycee che ancora in pigiama, prese una tazza di latte nella quale affogò una colossale quantità di cereali. Non contenta prese anche due fette biscottate, ci spalmò sopra la Nutella e le mise una sopra l’altra. In quel momento suonò il campanello.
Kay non distolse lo sguardo dal suo cibo quindi andai io ad aprire. Aprii la porta e con grande sorpresa comparve un ragazzo alto magro e dai capelli castani tutti scompigliati. Era Harry.
“Buon giorno” mi salutò con un sorriso.
“Ciao -risposi gentilmente- come mai da queste parti?”
“Mi dispiace disturbarvi ma abbiamo finito lo zucchero a casa. Non è che ce ne potreste dare un po’?” mi chiese.
“Si certo non c’è problema. Entra pure. Ora te lo vado a prendere.” Risposi tranquillamente.
Harry entrò chiudendosi la porta alle spalle e con un altro sorriso salutò Kaycee, che vedendolo fece solo un cenno col capo, a quanto pareva non glie ne poteva fregare di meno se un cantante famoso stava davanti a lei, se indossava solo pantaloncini e canottiera e se aveva la bocca strapiena di cereali. Ricomparsi avanti a lui con un sacchetto di zucchero.
 “Eccolo. Spero vi basti!” gli feci porgendogli il sacchetto.
“Si si. Grazie mille!” mi rispose.
Salutò nuovamente Kaycee e lo accompagnai all’uscita.
Aprii la porta educatamente per far uscire l’ospite che passato lo stipite si fermò e si girò.
“Sei molto bella questa mattina vestita così” disse così dal nulla guardandomi dritto negli occhi.
“Grazie” risposi sorpresa arrossendo leggermente e abbassando lo sguardo.
Se ne accorse e un sorriso malizioso gli spuntò all’angolo della bocca.
“Bhè è la verità. –il sorriso malizioso divenne più evidente- Ora devo proprio andare però. Ci vediamo dopo semmai. Ciao e ancora grazie per lo zucchero!” disse salendo velocemente le scale fino a sparire.
Rientrai in casa e Kaycee mi guardò sorridendo.
“Hai capito che quella dello zucchero era solo una scusa vero?” mi provocò.
“Cosa intendi?” le domandai facendo finta di non aver capito dove volesse arrivare.
“Secondo me voleva solo rivederti dopo ieri sera, così si è inventato una scusa ed è venuto qua. Hai fatto colpo mia cara!” mi rispose euforica.
“Ma piantala. Non ho fatto colpo su nessuno, figurati su di lui. Era a corto di zucchero e gentilmente è venuto a chiedercelo. Tutto qui!” conclusi cercando di non farle notare che non ci credevo neanche io alla risposta che le avevo dato.
“Sarà…” mi disse solo e andò in camera sua a vestirsi.
Ritornai in bagno e finii di prepararmi. Lavai i denti, mi truccai leggermente e pettinai i miei capelli che lasciai poi sciolti. Nel frattempo Kaycee si appropriò del bagno e io uscii andando ad aspettarla in sala. Presi una borsa abbastanza grande che si abbinava a come ero vestita e ci misi i libri che mi sarebbero serviti quel giorno a lezione.
Kaycee finalmente finì di sistemarsi, indossava un paio di jeans e una cannottierina blu a cui aveva abbinato un cardigan lungo beige e gli indianini marroni che avevamo comprato insieme a Londra. Mise velocemente i libri nella sua borsa blu e uscimmo definitivamente da casa.
In quel momento mi ricordai che la sera prima qualcuno aveva suonato alla porta, ma stanca com’ero mi ero addormentata immediatamente dimenticandomi di chiedere a Kay chi fosse stato alla porta.
“Chi era ieri sera alla porta Kay?” le domandai all’improvviso mentre ci avviavamo al college.
Sembrò pensarci su un attimo poi con indifferenza mi rispose “No nessuno… Era solo Louis”.
“Loius? –la guardai interrogativa- E che voleva?” le domandai un po’ confusa.
“Niente… voleva solo sapere come stavo visto che gli ero sembrata un po’ pallida quando ce ne siamo andate via dal pub” mi rispose tranquillamente –troppo tranquillamente- come se niente fosse.
“Bhe è stato carino a preoccuparsi per te!” affermai cercando di captare la sua reazione.
“Non esagerare. Più che preoccupato per me, voleva solo essere sicuro che stessi bene solo per non sentirsi in colpa visto che le sue fan cariche di ormoni stavano per soffocarmi”. Rispose stizzita.
Le piaceva. Ero sicura. Magari lei ancora non lo sapeva ma era sicuramente attratta da quel ragazzo che riusciva a irritarla ogni volta.
Arrivammo all’università appena in tempo per l’inizio delle lezioni –mannaggia a Kay che mi fa fare sempre tardi- e con la solita promessa di pranzare insieme come il giorno prima ci dividemmo.
Quella mattina mi sarei divertita a sperimentare varie formule teoriche in laboratorio. Infatti mi diressi a passo veloce verso il laboratorio di chimica che fortunatamente si trovava non molto distante dall’entrata principale. Entrai e mi accorsi con piacere che fortunatamente il professore non era ancora arrivato. Mi diressi in fondo all’aula per prendere posto e notai ben presto che tutti avevano un compagno di laboratorio tranne io. “Vabè pazienza –pensai- meglio soli che male accompagnati”. Mi misi il camice bianco e tirai fuori dalla borsa libro e quaderno. Mi sedetti sulla sedia e con la testa poggiata sulle mani aspettai l’arrivo del professore. Qualche fila più avanti vidi qualcuno alzarsi dalla sedia e venire dalla mia parte. Feci finta di niente fino a quando quel qualcuno non si sedette proprio al mio fianco. Mi girai. Era Zayn. Lo guardai un po’ confusa poi molto educatamente lo salutai con un “Ciao” seguito da un sorriso.
Sembrò felice della mia reazione calma –forse si aspettava che dopo aver saputo che era una superstar mi sarei trasformata in una di quelle fan che la sera precedente li avevano praticamente assaliti-.
“Ciao. Come stai?” mi chiese semplicemente.
“Bene. Tu? Bastato lo zucchero che questa mattina ho dato a Harry?” gli risposi di rimando.
“Zucchero? Quale zucchero? Ah si lo zucchero… Si si andava benissimo.” Non sembrava molto sicuro della risposta che mi aveva dato ma cercai di non badarci molto.
In quel momento entrò il professore, ma Zayn continuava a stare seduto di fianco a me.
“Forse è meglio che torni da Niall… la lezione sta per cominciare!” gli feci notare.
“Noo… sarò il tuo compagno di laboratorio. Non posso di certo lasciare una dolce fanciulla da sola. Niall troverà sicuramente qualcuno per rimpiazzarmi”. In effetti in quel momento una ragazza mora e mingherlina si alzò e prese il posto di Zayn vicino a lui.
“Che galant’uomo che sei” gli risposi mantenendo la calma. Quel suo gesto mi aveva sorpresa, piacevolmente si, ma mi aveva sorpresa.
Il professore ci dette istruzione su cosa avremmo dovuto fare e provette alla mano cominciammo l’esperimento.
Era molto abile a maneggiare gli strumenti. Ne fui sollevata, almeno non avrei dovuto fare tutto io.
“Allora… come mai non sei una fan urlante che farebbe di tutto per stare anche solo un secondo con noi? Non ti piace la nostra musica per caso?” mi domandò di punto in bianco.
Lo guardai un po’ confusa ma ritornai immediatamente al mio lavoro.
“In verità non sapevo chi foste fino a ieri sera” risposi mischiando due composti fra loro che diventarono di un bel colore viola.
“Non so se sentirmi offeso del fatto che non sai chi siamo o sollevato perché invece non sei una fan pazza e sclerotica!” disse ridendo.
“Bhè direi che puoi sentirti sollevato perché non sono una pazza sclerotica –rise- e magari anche onorato perché potrei diventare una fan della vostra musica” gli risposi allusiva facendo un mezzo sorriso.
“Che diventerai una fan della nostra musica non c’è dubbio” e aggiunse un po’ di Na2SO4al composto di prima.
“Modestia portami via” mi venne spontaneo rispondere. Ma fortunatamente cominciò a ridere e io lo segui.
Finimmo il nostro esperimento che era stato il migliore di quel corso. Il professore ci fece i complimenti e ci ordinò di far squadra per il resto dell’anno. “Squadra che vince non si cambia” aveva detto.
Il professor Dalton era simpatico. Se non fosse per quel suo difetto di sputare sarebbe un ottimo professore. Non è uno di quei professori saccenti e presuntuosi che credono di saper tutto poi invece scopri che al di fuori della loro materia non hanno una vita sociale. È un tipo alla mano che sa quel che fa e ti contagia con la sua voglia di fare.
A lezione finita raccolsi le mie cose e le rimisi nella borsa. Nel frattempo Niall si era avvicinato.
“Ben fatto secchione. Esperimento portato a termine con estremo successo. E mi sembra di aver capito che hai trovato qualcuno bravo almeno quanto te!” lo prese in giro Niall dandogli una pacca amichevole sulla spalla. Io sorrisi divertita.
“Brava almeno quanto me direi che è riduttivo, oserei dire che è più brava di me!” disse guardando prima Niall e poi me.
Arrossii un po’ ma accettai affabilmente il complimento.
Uscimmo dall’aula.
“Dove devi andare ora?” mi chiese Zayn.
“Mi incontro con Kaycee all’ingresso per andare a mangiare qualcosa!” risposi mentre cercavo il cellulare per vedere se ci fossero chiamate. Si ce n’era una, era mia madre. Vabè l’avrei richiamata  più tardi.
“Ok allora ti accompagniamo” si propose guardando Niall. Lui gli sorrise.
“Allora grazie”. Dissi cortesemente.
Ci avviammo verso l’ingresso e mi sentii un po’ in soggezione visto l’imbarazzante silenzio che si era venuto a creare.
Fortunatamente da lontano intravidi Kay e con rapidità mi affrettai a dire “Allora io vado. Ci si vede in giro”. I due mi salutarono con un sorriso che non sembrava per niente imbarazzato o finto ma io mi sbrigai comunque a raggiungere la mia amica.
Kay mi guardò con la sua faccetta furba, capii subito quale sarebbe stata la sua domanda e cambiai argomento ancor prima che riuscisse ad aprir bocca.
“Andiamo a mangiare nello stesso ristorante di ieri?” le chiesi.
La sua espressione cambiò immediatamente. “Si va bene. Sbrighiamoci però che ho fame!” mi rispose fortunatamente dimenticandosi dei due che mi avevano accompagnato all’ingresso o forse facendo finta di dimenticarsi.
Finito il pranzo tornammo in università e prima di entrare ci fermammo al chiosco del caffè. “Due per favore” feci al ragazzo che era dietro il bancone. Pagai e presi i due caffè, uno dei quali porsi a Kay che apprezzò molto il gesto.
“Ora abbiamo letteratura inglese per la tua gioia” dissi con tono sconsolato dopo aver preso un sorso di caffè.
“Dai non fare quella faccia. Almeno stiamo insieme quest’ora!” cercò di consolarmi. Le feci un sorriso anche se l’idea di dover fare letteratura inglese non mi piaceva affatto.
Ci avviammo verso l’aula di letteratura che si trovava al secondo piano dell’ala est. Entrammo e prendemmo due posti infondo. Non appena ci sedemmo dalla porta entrarono tre figure note. Erano Louis, Harry e Zayn che si sedettero alla nostra destra qualche fila più avanti. La lezione incominciò e come una ninna nanna mi fece un effetto soporifero. Mi stavo quasi per addormentare quando mi imposi di tenere gli occhi aperti. Non riuscivo comunque a stare attenta così cominciai a guardarmi in giro. Mi cadde l’occhio sui tre ragazzi e notai che tutti e tre erano girati dalla nostra parte dicendo qualcosa tra di loro e ridendo. Diedi uno strattone a Kay facendola guardare da quella parte. Ci guardammo entrambe con aria interrogativa e sono più che sicura che come me pensò a cosa si stessero dicendo i ragazzi.
Kay si girò e continuò a seguire la lezione prendendo diligentemente appunti mentre io, non riuscendo proprio a seguire, continuai di sottecchi a guardare i ragazzi.
 
 
Holaaa, eccomi di nuovo qui con un altro capitolo! =D
Allora cosa ne pensate della comparsa di Harry a casa Hunter-McFay?!?
Siete curiose di sapere cosa succederà?!? Spero di si!
xD
Comunque ringraziamo tutti coloro che hanno recensito la storia, che l’hanno messa tra le preferite o seguite e un grazie anche a chi lo ha solamente letto!! ^^
Aspetto con ansia di sapere cosa ne pensate… quindi non fatevi pregare e lasciate una recensione qua sotto! =D
Vi lascio come sempre i nostri contatti Twitter per qualsiasi cosa:

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Ok ora la smetto di annoiarvi! xD
Un bacio.
Marty <3

 
Mhone                                                                                                               Kaycee

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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CAPITOLO 5
 
Kaycee POV
 
Perché ogni volta che cerco di concentrarmi deve esserci per forza qualcosa che mi distrae?! Stavo tanto bene seduta in classe nell'ora di letteratura inglese prendendo diligentemente appunti che sapevo sarebbero serviti più a Mhone che a me quando quest'ultima mi diede una leggera gomitata fra le costole. Mi girai per chiederle cosa volesse quando vidi che mi indicava i tre ragazzi seduti poco distanti da noi. Ogni tanto si giravano verso di noi e confabulavano, peggio delle dodicenni. Cercai di non farci troppo caso ma si sa, una volta che la pulce ti entra nell'orecchio non se ne va facilmente. Vidi Mhone che continuava a fissarli.
"Mho, fissandoli non riuscirai a sentire comunque quello che stanno dicendo." le dissi.
Mhone si girò verso di me. "Quelli stanno parlando di noi, sono curiosa."
Sorrisi, Mhone era proprio come me a volte.
"Concentrati Mho, o non ti passerò i miei appunti."
La mia amica sembrò ridestarsi, mi fece un sorrisetto di scuse e si mise ad ascoltare il professore. O almeno così sembrava, io che la conoscevo bene dedussi da quello sguardo perso o che non stava capendo niente o che stava ancora pensando ai ragazzi.
Finalmente la campanella suonò e tutti gli studenti si affrettarono a mettere le proprie cose nella borsa e ad uscire dall'aula. Mhone ovviamente ci mise il triplo delle persone normali, io l'aspettai e quando uscimmo vedemmo Zayn, Harry e Louis fuori dalla porta.
"Ciao ragazze." ci salutò Harry.
Io e Mhone li salutammo contemporaneamente mentre anche gli altri due ci salutarono.
"Avete programmi per questo pomeriggio?" continuò il riccio.
"E' già pomeriggio." gli feci notare.
Mhone mi diede un'altra gomitata. Devo ricordarmi di dirle di smetterla.
Harry sembrò non far caso alle mie parole aspettando una nostra risposta. Stavo per dirgli che volevo dormire quando la mia amica mi precedette.
"No, niente!" rispose con un sorriso.
Era solo una mia impressione o mi era proprio sembrato che gli occhi verdi del ragazzo si fossero illuminati?!
"Bene. - rispose - Noi andiamo in centro, volete venire?"
Io ripensai alla sera prima, circondate da ragazze scalpitanti. Mi sentii male di nuovo.
"Sarebbe grandioso." rispose Mho.
Il mio sguardo si spostò sui ragazzi. Zayn e Harry guardarono sorridenti Mhone mentre Louis mi fissava impassibile. Mi sentii arrossire.
"Mho tu vai pure, io penso che andrò a casa a studiare." mi inventai seduta stante.
Mhone si accigliò ma subito dopo sembrò capire perché rinunciai.
"Vuoi che resti con te?" mi chiese.
Scuoto la testa. "Vai e divertiti e se trovi qualche vestito carino compralo!" la obbligai.
Lei annui e vidi Harry che la trascinava verso la propria macchina (e che macchina!) con Zayn al seguito mentre alcune ragazze li fissavano accigliate. Louis non si mosse di una virgola.
"Ti serve qualcosa?" gli chiesi un po' infastidita. Odio il fatto che non riesco a capire quel ragazzo, prima è tutto allegro e sfrontato e poi tutto serio e misterioso.
Evitò la domanda. "Ti do un passaggio." disse semplicemente.
Si avviò verso una macchina nera, aspetta, precisiamo, una Porsche nera, e io lo seguii, non avendo voglia di andare a piedi.
Mi accomodai nel posto del passeggero e mi misi la cintura, e direi che feci decisamente bene vedendo come guidava. E' spericolato.
"Perché non sei andato con loro?" chiesi curiosa.
Lui alzò le spalle continuando a guardare la strada. "Non avevo voglia di guardare Harry che ci prova con le commesse e Zayn fissarsi in ogni lastra riflettente che incontra. - disse semplicemente - Inoltre se compro altri vestiti il mio armadio rischia di esplodere."
Involontariamente mi misi a ridere e anche Louis mi seguì.
Fermò la macchina nel parcheggio riservato agli abitanti del condominio e da vero gentiluomo mi aprì la portiera. "Madame." mi disse facendomi una piccola reverenza.
Gli diedi una piccola botta sulla spalla e mi avviai verso le scale sentendo dei passi proprio dietro di me che mi annunciavano che mi stava seguendo. 
Arrivata davanti la porta di casa mi girai per salutarlo aspettandomi che lui continuasse a salire le scale per andare nel suo appartamento ma invece lo trovai proprio dietro di me che aspettava. "Beh grazie." gli dissi.
"Dovere. - mi fece - Posso entrare?"
Ci rimasi di sasso ma annuii e lasciai aperta la porta in modo da farlo passare.
Si guardò intorno mentre io ne approfittavo per osservare meglio lui. E' bello, non c'è che dire, con quell'aria un po' infantile e quei capelli tutti scompigliati alla perfezione, e gli occhi, mio Dio che occhi. Indossava una semplice maglietta blu scuro con le maniche corte che gli lasciavano in bella vista i bicipiti abbinata perfettamente ad un paio di pantaloni rossi. Completino inusuale ma che a me piaceva da impazzire.
"Dov'è la tua camera?" mi chiese sorridendo maliziosamente.
Lo guardai di sbiego ma gli indicai comunque la porta alla destra in fondo al corridoio, lui ci si avviò mentre io lo seguii.
Si guardò intorno. Avevo idea che sarebbe scappato urlando da un momento all'altro vedendo il mio disordine ma invece sorrise.
"C'è qualcosa che ti diverte?" gli chiesi sedendomi sul mio letto.
Annuì. "Avrei pensato che non sarei mai riuscito a trovare una persona più disordinata di me, a quanto pare mi sbagliavo." rise.
Sbuffai mentre lui si sedette alla mia scrivania e aprì il mio computer che lasciavo sempre acceso. Lo sentii digitare qualcosa quindi mi alzai incuriosita e mi misi alle sue spalle. Stava aprendo twitter con il mio account che era automaticamente salvato. Andò su followers e vide che accanto al suo nome e a quello dei suoi amici il tastino blu che indica che io li seguivo a mia volta in realtà era bianco. Non mi chiese niente e cliccò "follow" sul suo nome.
"Io ti seguo e tu non ti prendi nemmeno la briga di riseguirmi?! - mi fece voltandosi verso di me con l'espressione da cucciolo bastonato - Potrei offendermi sai?"
Alzai le spalle e tornai a sedermi sul letto. "Hai più di due milioni di followers, cosa te ne fai di uno in più."
"Dipende da chi è quell'uno." mi rispose guardandomi dritto negli occhi e con il solito sorriso sghembo.
Sentii le mie guance scaldarsi e mi imposi di non arrossire.
"Si ok, dato che ci sei segui anche gli altri, altrimenti potrebbero offendersi come te." dissi cambiando discorso.
Lui sorrise e fece come gli avevo detto. 
"Liam e Niall?" chiesi curiosa del fatto che oggi non li avevo visti al college.
Lui mi guardò in modo divertito. "Niall ha mangiato della roba scaduta ieri a cena e Liam lo ha accompagnato all'ospedale."
Io spalancai gli occhi. "E chi gli ha fatto mangiare della roba scaduta?" c'era davvero gente a questo mondo che era in grado di mangiare roba scaduta senza accorgersene?! Io mandavo a fuoco la cucina ma almeno non mi avvelenavo.
"Ho cucinato io, ma non penso che si sia avvelenato con la mia cena dato che noi stiamo benissimo."
Mi venne da sorridere però pensando a quel ragazzo con il viso da bambino che veniva soccorso da Liam.
Ce ne restammo in silenzio mentre lui continuava a digitare qualcosa sul computer ed io restai li sul letto a guardarlo. Era da tanto tempo che non stavo così tanto da sola con un ragazzo. Improvvisamente mi venne pensato se lui o gli altri avevano la ragazza e a Harry che ci provava con Mhone. Pensai che se quel ragazzo l’avrebbe fatta soffrire, famoso o no che sia, lo l’avrei potuto uccidere con le mie mani.
"Senti, - cominciai innocentemente - cosa mi sai dire di Harry?"
"Ti interessa?" mi domandò senza guardarmi.
"No, ho visto solo che ci provava con Mho e..."
"E sei preoccupata perché non vuoi che la tua amica soffra." finì al posto mio.
Annuii.
"E' un bravo ragazzo, in fondo. Se Mhone gli interessa davvero non le farà mai del male."
"E se non dovesse essere così? Se vuole solo divertirsi e Mhone ne rimarrà male?"
Lui mi guardò. "Penso che questo non sia un tuo problema. Non puoi difenderla da tutto."
Aveva ragione. Non potevo proteggerla sempre, non potevo evitarle di affezionarsi in eterno per paura che qualcuno l’avrebbe fatta soffrire come avevo sofferto io. Mhone è una ragazza forte, sa sempre cos'è meglio per lei e io speravo solo che nessuno le avrebbe fatto mai del male.
Sentii bussare alla porta e svogliatamente mi alzai per andare ad aprire. Dietro la soglia c'era Mhone con le mani cariche di buste e dietro di lei Harry e Zayn con altre buste.
"Deduco che non ti sei data limiti." le disi facendola passare per farle appoggiare tutto sul divano.
"No. - mi rispose - ti ho comprato un casino di vestiti." disse sorridendo ma con la voce fiacca per lo sforzo di aver portato tutto quel peso per tre rampe di scale.
"Mi?"
"Si, ti. Ma tanto li divideremo quindi è come se fossero anche miei." ecco il trucco.
In quel momento uscì Louis dalla mia camera con un sorriso e con lo sguardo incredulo di Mhone puntato addosso. "Ciao Mhone." la salutò mentre fece un cenno agli altri due che se la ridevano sotto i baffi. "Niall e Liam dovrebbero essere tornati, vado a vedere come sta. Ciao!" dicendomi facendomi l'occhiolino e uscendo.
"Andiamo anche noi." fece Zayn salutando seguito da Harry. "Ciao Mhone. Ciao Kaycee."
Feci ciao ciao con la manina e chiusi la porta alle loro spalle girandomi verso la mia amica che mi guardava come se pretendesse delle spiegazioni.
"C'è qualcosa che mi devi dire?" mi chiese mettendosi le mani sui fianchi.
"Forse, ma non è detto che te lo dirò!" le risposi prima di chiudermi in camera. Amo farla morire dalla curiosità, è troppo divertente. Infatti dopo due secondi sentii dei cazzotti sulla porta.
"Kaycee McFay apri immediatamente questa porta o la butto giù." mi ordinò facendomi scoppiare a ridere. Decisi di accontentarla o altrimenti era davvero possibile che mi potessi ritrovare senza porta. Lei entrò come un ciclone e si sedette sul mio letto.
"Allora?" mi esortò.
Feci spallucce. "Niente. - le risposi - Mi ha accompagnata a casa e si è fermato un po' a chiacchierare. Si è offeso perché non l'ho seguito su twitter."
Si accigliò. "Tutto qui?"
"Tutto qui." le confermai.
Sembrò poco soddisfatta ma si alzò e uscì dalla mia camera. "Oggi non ho voglia di cucinare, ordiniamo cinese?" mi urlò dall'altra stanza.
Le risposi di si e lei mi disse che però dovevo andare io al ristorante a prendere il cibo. 
"Perché io?" feci svogliata.
"Perché io ti ho comprato dei vestiti, quindi se non vuoi che me li prenda ti conviene andare."
Maledetti ricatti.
Presi la giacca e la borsa e uscii. Stavo per fermare un taxi quando vidi una testa bionda conosciuta seduta sulla panchina fuori dal nostro condominio e mi decisi di sedermi accanto a lui ora che non era circondato da fan urlanti.
"Ciao." lo salutai.
Lui mi rispose con un enorme sorriso.
"Louis mi ha detto che sei stato male, va meglio?"
Lui sbuffò. "Abbastanza. Ti ha anche detto che è stato lui ad avvelenarmi?"
Spalancai gli occhi. "No, questo particolare lo ha tralasciato. - risposi - Sono quasi le otto, come mai non sei con gli altri a cena?"
"Cucina Lou anche questa sera e io ho paura." mi fece con una faccia da cucciolotto. Ora capisco perché le fan lo adorano. Come si faceva a non amare un angelo del genere?! Mi verrebbe voglia di mangiarmelo. Così mi venne un'idea.
"Io e Mho mangiamo cinese, sto andando a prenderlo, vuoi unirti a noi?"
Niall si girò verso di me con un sorriso a trentadue denti e annuì vigorosamente.
"Bene allora. Ti va di accompagnarmi?"
Lui si alzò e fermò un taxi.
"Dopo di lei madame."
 
"Mho apparecchia per un posto in più. - le urlai entrando in casa - Abbiamo un ospite!"
Mhone si affacciò dalla cucina e quando vide Niall sembrò sorpresa.
"Oh, ciao!" rispose rivolta a Niall.
Lui prese le buste con il cibo dalle mie mani lasciandomi libera di togliermi la giacca e le portò in cucina, aiutando perfino Mhone ad apparecchiare. Quel ragazzo mi piaceva sempre di più.
"Niall toglimi una curiosità. Quanti anni hai?" gli domandai entrando a mia volta in cucina.
"Ne ho fatti diciannove a Settembre. Voi?"
Mhone rispose al posto mio. "Diciannove. Ma andiamo per i venti, io a Gennaio e Kay ad Aprile."
"Il primo Aprile, come se la mia nascita fosse stata uno scherzo." dissi sorridendo.
Niall scosse la testa. "Io sono contento che tu sia nata."
Lo disse così, in modo semplice e senza peli sulla lingua. Come se stessimo parlando del meteo e io ovviamente arrossii così da diventare un tutt'uno con i capelli.
"Grazie." gli risposi mentre Mhone cercava di nascondere un sorriso.
"Comunque anche Zayn è nato a Gennaio, forse possiamo organizzare una mega festa." propose Niall.
"Mi sembra presto. - fece Mhone - Poi lui vorrà fare una festa in grande, io non potrei contribuire economicamente."
Niall fece un gesto infastidito con la mano. "Lascia perdere i soldi. Vedrai sarà grandioso, anche se prima c'è il compleanno di Louis, lui si che vorrà una festa in grande."
Sempre a strafare, ci potevo giurare. Tutto questo però mi fece sorgere un dubbio.
"Niall una domanda, perché siete venuti all'università se potete studiare da privati e a casa? Non avete fin troppo poco tempo libero? Non volete passarlo in famiglia quel poco che avete?"
Niall scoppiò a ridere come se avessi raccontato una barzelletta. "Ci hanno obbligato. Lo zio Simon ci ha detto che se avessimo abbandonato la nostra istruzione saremmo durati poco nel mondo della musica perché a nessuno piacciono degli ignoranti, quindi dato che da privati non davamo retta agli insegnanti e facevamo casino ci hanno spedito quà. La Christ Church è stato l'unico college che ha capito la nostra situazione e che ha acconsentito a giustificarci per le numerose assenze che faremo per i nostri tour. La famiglia la possiamo vedere nei momenti liberi fra tutti i nostri impegni. E' doloroso, ma questo è il nostro sogno e i nostri parenti ci appoggiano al massimo."
Io e Mhone annuimmo all'unisono ma poi mi vienne un dubbio.
"Lo zio Simon? Avete uno zio in comune?"
Niall scosse la testa divertito. "No, parlavo di Simon Cowell, il giudice di X-Factor che ci ha permesso di raggiungere tutto questo."
Noi annuimmo nuovamente e finalmente cominciammo a mangiare mentre ascoltiavamo tutta la storia dei One Direction raccontata da Niall.
 
 
 
 
 
Buonsalve gente!
 
Vi posto questo bellissimo capitolo dal Camping Gabbiano a Marotta (che molte di voi non sapranno dove si trova xD), il mare vi saluta  anche se non ve ne potrebbe fregare di meno vi annuncio che sono tutta scottata XD!! Ringraziamo sempre quelle bellissime ragazze che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e che recensiscono, anche quelle che ovviamente leggono in silenzio anche se preferiremmo sapere cosa ne pensate! Una recensione non costa niente e noi ne saremmo taaaaaanto ma taaaaaaanto felici!! Ci volete fare felici vero?! XD
Ok basta con la demenza!
Che ne dite di questo momento Kouis (?) ? Povero Niall, è stato avvelenato!! Da questo punto premetto che inizierà una forte amicizia fra l'irlandese e la nostra rossa!
Speriamo di sentire i vostri pareri e vi mandiamo un enooooorme bacione!
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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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CAPITOLO 6

Mhone POV

Appena finimmo la cena –che consumò per la maggior parte Niall, quel ragazzo mangiava come un intero esercito- lo accompagnammo alla porta. Ci salutò e ci ringraziò della cena e della bella serata e poi lo guardammo salire le scale finché non sparì dalla nostra visuale.
Ero stanca morta, quindi diedi la buona notte a Kay e me ne andai dritta in camera.
Mi spogliai, indossai il pigiama e mi infilai sotto le coperte. Tempo un minuto e mi addormentai come un sasso.
 
La settimana in università passò velocemente e senza neanche accorgercene era arrivato il fine settimana. Era venerdì pomeriggio e mentre Kaycee se ne stava in sala a trafficare con il pc io ero sul tavolo in cucina china sul libro di chimica. Era almeno un’ora che studiavo e il cervello cominciava ad andarmi in tilt. Decisi di farmi un caffè per recuperare un po’ le energie. L’odore del caffè arrivò sicuro anche in sala, perché Kaycee comparve improvvisamente in cucina. Senza che mi dicesse una parola presi un’altra tazza e glie ne versai un po’.
“Grazie Mho, ti adoro!” mi disse con un sorriso a trecentosessantacinque denti.
“Figurati” le risposi.
“Come va lo studio?” mi chiese.
“Bene direi. Ho quasi finito mi manca da ripassare solo le ultime formule e avrò il fine settimana libero dai compiti! -le risposi soddisfatta- tu invece pensi di ridurti a studiare all’ultimo minuto?”
“No non preoccuparti. Non ho molto da studiare lo farò dopo con calma.” Mi rispose sicura.
In quel momento suonò il campanello. Kay mi guardò come a dire “vai tu ti prego”, così mi diressi all’entrata e aprii la porta.
“Ciao bellissima” mi salutò Harry con il suo solito sorriso.
“bellissima –pensai dentro di me- da quand’è che si prendeva tutta questa confidenza? Bha”.
“Ciao Harry” risposi io fingendo di non aver notato come mi aveva chiamato.
“Cos’hai da fare in questo momento?” mi domandò.
“Veramente stavo studiando” tagliai corto.
“Di venerdì pomeriggio? Che secchiona che sei! –esclamò scherzosamente- Vabè non ti ruberò molto tempo, devo solamente chiederti una cosa. Mi concedi 10 minuti del tuo tempo?” concluse guardandomi dritto negli occhi.
“Si. 10 minuti posso concederteli” gli risposi con aria altezzosa scherzando.
Uscii dalla porta e ci fermammo a parlare sul pianerottolo.
“Senti –cominciò il discorso- non sono un tipo che fa mille giri di parole quindi arrivo subito al sodo. Tu mi interessi. Sei una bella ragazza, sei intelligente e simpatica. –ecco, arrossii leggermente, ma mi imposi di non abbassare lo sguardo sperando con tutto il cuore che determinate parole non uscissero dalla sua bocca- Ti andrebbe di uscire con me  e conoscerci meglio?” ecco aveva appena detto quelle parole.
Ma perché? Era un bel ragazzo, senza dubbio, ed era anche molto simpatico, ma sicuramente io non ero il suo tipo di ragazza. Da quello che avevo potuto vedere era uno di quei ragazzi che non si facevano scrupoli a provarci con tutte le belle ragazze che incontrava e io sarei stata sicuramente una delle tante. Uno sfizio da togliersi, un giocattolo di cui si sarebbe stancato presto. Lo so. Io sono un tipo da relazione seria, le storielle a corta durata non mi interessavano, non erano da me.
 “Harry… sarò sincera –iniziai- sei un bel ragazzo e sei anche simpatico, i tuoi occhi verdi attraggono come una calamita e i tuoi capelli spettinati poi… fanno impazzire tutti –sembrò gradire molto quei complimenti- ma… vedi… -feci una pausa- non te la prendere, ma non credo io sia il tuo tipo di ragazza.” La sua espressione mutò in un’espressione di delusione.
“Che significa che non sei il mio tipo di ragazza? Perché secondo te qual è il mio tipo di ragazza?” mi chiese quasi un po’ infastidito.
“Il tuo tipo di ragazza? Direi alta, bionda, con un fisico mozzafiato – e un’irrefrenabile voglia di portarti a letto, pensai ma non lo dissi- mi sbaglio?”.
Dal suo volto apparve un ghigno divertito.
“Ci vedi lungo mia cara. Si direi che questa sarebbe la mia donna ideale, ma non vedo perché non mi possa piacere una bella ragazza bassa, mora e anche con due belle tette aggiungerei, come te!” mi rispose maliziosamente.
“Ahhh ora ho capito! Sono le mie tette che ti piacciono non io –cercai di dire seria ma senza riuscirci- va bene Harry dai, finiamola qui questa sceneggiata così posso tornare a studiare” gli dissi ancora ridendo e mi girai come per entrare in casa.
“Tu non mi conosci. Io non mi arrendo mai. -mi disse cominciando a salire le scale- Ti farò innamorare di me!” gridò.
Mi girai verso di lui divertita. “Sei testardo. Ma io lo sono di più.” Aprii la porta e entrai.
Non feci in tempo a mettere piede dentro casa che mi ritrovai davanti Kaycee.
“Che ti ha detto Harry?” mi domandò curiosa al massimo.
“Niente… mi ha chiesto una cosa!” dissi vaga mentre mi dirigevo in cucina.
“Mhone Hunter! Vieni immediatamente qui e raccontami tutto!”. Mi ordinò.
Non potevo mentire a lei, così le afferrai un braccio e la feci sedere sul divano dove mi accomodai anche io. Presi coraggio e anche se un po’ imbarazzata le raccontai tutto.
“Harry mi ha detto che gli interesso. E mi ha chiesto di uscire con lui.” Iniziai.
I suoi occhi si spalancarono un attimo ma subito dopo lasciarono spazio ad un ghigno sulla bocca. “Quel ragazzo non ha perso tempo dire!”
“Bhe fatto sta che gli ho detto di no.” Dissi di un fiato immaginando la tua reazione.
“Come gli hai detto di no???” le sue pupille si dilatarono e il suo sembrò più un rimprovero che una domanda.
“Si gli ho detto di no. L’hai visto anche tu com’è, io sarei solo un gioco per lui e a me non va di giocare.” Le risposi abbassando lo sguardo.
“ahhh Mhone, sei sempre la solita. Ma ti capisco.” Mi disse con voce dolce e rassicurante. Poi sembrò ripensarci un attimo. “ E invece quel <> che ho sentito quando hai aperto la porta cos’era??”.
“Quel ragazzo è più testardo di me –dissi seria mentre invece Kay se la rideva- anche se gli ho chiaramente detto che non mi interessava uscire con lui, lui mi ha risposto che non si arrende facilmente e che mi farà innamorare di lui. Spero si stufi presto!”.
Mi alzai dal divano e mentre Kay continuava a ridere come una matta io tornai al libro di chimica.
 
Quando finalmente ebbi finito erano già le sei del pomeriggio. Decisi di farmi una bella doccia bollente e mi diressi in bagno. Kay era andata a fare una passeggiata –“speriamo compri la cena” pensai-.
Aprii l’acqua della doccia e girai la manopola verso l’estremità calda. Quando vidi il fumo caldo uscire dalla doccia entrai e misi la testa sotto il getto bollente d’acqua.
Rimasi in quella posizione per un po’ di tempo e con la mente cominciai a ripensare a quel pomeriggio.
Non riuscivo a capacitarmi di poter interessare ad un ragazzo come lui, che per di più era anche una celebrità nel mondo della musica. I miei ragazzi passati –che ad essere sincera si potevano contare sulle dita di una mano- erano sempre stati dei tipi praticamente l’opposto di Harry. I tipi misteriosi ma con una forte personalità mi avevano sempre attratta ma alla fine cadevo sempre nell’errore di mettermi con i ragazzi sdolcinati. Inizialmente era bello sentirsi corteggiate con le più belle e dolci frasi d’amore ma poi alla fine la storia finiva ogni volta nella monotonia più totale e stancandomi di loro li lasciavo. Kay mi prendeva in giro ogni volta e ogni volta che ne aveva la possibilità mi ripeteva che ero proprio una sfigata in amore. E purtroppo, anche se mi rode ammetterlo, era la verità.
Finii di farmi la doccia, poi con l’accappatoio e un asciugamano in testa uscii dal bagno. In quel momento sentii qualcuno aprire la porta. Era Kay che con mille buste sulle mani e due grossi cartoni della pizza –fortunatamente aveva comprato la cena- cercava di entrare. Mi affrettai a raggiungerla e le presi le pizze e alcune buste appoggiandole in cucina.
“Grazie Mho. Non ce la facevo più. Fare tre piani di scale con tutta questa roba è stata una vera imprese” mi disse ancora con il fiatone.
“Ahaha ci credo. Ma che cavolo hai comprato si può sapere?”. Le chiesi incuriosita mentre sbirciavo in una delle buste.
“Sono andata al supermercato qua vicino e ho trovato una marea di prodotti che non avevo mai visto. Non ho saputo resistere così ho comprato tutto quello che potevo.” Mi rispose con aria colpevole.
“Sei sempre la solita –la guardai sorridendo- ma hai fatto bene. Ho voglia anche io di provare qualcosa di nuovo!”.
“Molto bene, mi sento un po’ meno in colpa per aver comprato tutta questa roba allora. Ora però vatti ad asciugare i capelli e a vestire che ho una fame bestiale. Io in tanto preparo tutto.” Mi ordinò spingendomi fuori dalla cucina.
“Ok ok ora vado. Stai calma cerco di sbrigarmi più che posso!” le promisi dirigendomi di fretta in camera.
Indossai la prima tuta che mi capitò sotto le mani e asciugai i capelli il più velocemente possibile –praticamente erano ancora umidi- e li raccolsi in una coda alta.
Quando rientrai in cucina la tavola strabordava di roba. Oltre alle nostre pizze, Kay aveva messo varie ciotole con salse, cracker, patatine e robe varie che avevano un aspetto veramente allettante. Ci sedemmo e cominciammo a mangiare.
Mangiai la mia pizza a metà per potermi lasciare il posto per assaggiare quelle invitanti pietanze, mentre Kay se la spazzolò via tutta.
“Che facciamo questa sera? Le chiesi mentre intingevo un cracker in un salsa di colore rosso.
“Ah mi ero dimenticata di dirtelo. Giù di sotto prima di entrare ho incontrato Niall con gli altri e mi hanno chiesto se sta sera avevamo voglia di andare a ballare. Gli ho risposto che avrei prima sentito te e poi gli avrei dato una risposta.” Mi fece cominciando a smangiucchiare alcune patatine.
“Ci sarà anche Harry vero?” chiesi un po’ allarmata.
“Credo di si. Ma dai andiamo che ti importa. Vedrai che ci divertiamo. E poi hanno detto che l’entrata  e da bere, come veri gentil uomini, ce la pagano loro. Non possiamo rifiutare!” mi supplicò.
“Va bene andiamo. Me ne farò una ragione – sospirai-. Non possiamo certo rifiutare da bere gratis!” conclusi con un occhiolino.
“Grande Mhone. Allora appena finito di mangiare salgo un attimo e glie lo dico!”. Mi informò sorridendo.
Finimmo di mangiare e mangiammo così tanto che riuscivo a mala pena a rimanere in piedi. Kay uscì e andò ad informare gli altri della nostra decisione, mentre a me toccò sparecchiare. Misi gli avanzi in frigo e sistemai le cose che Kay aveva comprato, ma che non avevamo mangiato, in dispensa. Infilai in lavastoviglie le posate e i bicchieri, piegai la tovaglia e uscii dalla cucina. Decisi di guardare un po’ di tv aspettando Kaycee e mi allungai sul divano.
Mi ero appisolata guardando un noioso programma dove tutti litigavano quando Kaycee suonò il campanello –perché come al solito si era dimenticata le chiavi- svegliandomi. Mi alzai faticosamente dal divano e sfregandomi gli occhi andai ad aprire.
“Che ti hanno detto?” la esortai a parlare.
“A mezza notte ci vengono a citofonare e dobbiamo farci trovare pronte! Hanno detto che andiamo con le loro macchine!” mi informò.
“Va bene non ci sono problemi” le sorrisi ancora un po’ assonnata.
“Che ti metti sta sera Mho?” mi chiese mentre entravamo nella mia camera.
Si sedette sul mio letto mentre io aprii l’armadio.
“In realtà non ne ho la minima idea. Non so se optare per jeans e tacchi o vestito e tacchi! –fu il mio dilemma- Tu invece? Non vorrai andare in tuta e scarpe da ginnastica?” la ammonii.
“Ti odio. Naturalmente, purtroppo, non posso venire in tuta e scarpe da ginnastica quindi anche per sta sera dovrò mettermi quegli odiosi tacchi –sbuffo- però se devo fare trenta allora faccio anche trentuno mettendomi un bel vestito. Chissà magari rimorchio pure” disse sarcasticamente.
“Allora vada per vestito e tacchi anche per me. Vedrai sta sera rimorchierai sicuro! -la guardai e mi fece un sorriso di rimando- Hei Kay –poi aggiunsi- non è che mi faresti i boccoli? Sta sera ho voglia di avere i capelli mossi!”
“Certo! No problem! Prendo l’arriccia capelli e iniziamo subito!” disse correndo a prendere l’oggetto.
Tornò in camera mia dopo un secondo e attaccò la piastra alla presa. Aspettammo il tempo che si riscaldasse per bene e cominciò a farmi i boccoli. Nel frattempo accesi il pc e feci scorrere a tutto volume le varie canzoni salvate nella cartella. Riuscire ad arricciare i miei capelli fu un’impresa –infatti io avevo i capelli liscissimi- ma dopo circa una mezz’oretta l’opera fu conclusa.
Ringrazia Kay con un grosso bacio sulla guancia e con la lacca fissai l’acconciatura. Guardammo l’ora e ci accorgemmo che era tardissimo così cominciammo immediatamente a vestirci. Io optai per un vestito beige con una lunga manica larga, tempestato interamente da vari brillantini. Nel braccio scoperto misi due grossi bracciali uno nero e l’altro oro e scelsi un paio di decoltè dello stesso colore del vestito impreziosite anch’esse con alcuni brillantini. In testa, in mezzo a tutti quei ricci, posizionai il mio cerchietto preferito. Mi truccai al volo e finalmente ero pronta. Kay invece, optò per un vestito di pelle nero senza spalline tutto a balze che le cadeva perfettamente sui fianchi. Lo impreziosì con un grosso bracciale tempestato di brillanti ed un delicato anellino con alcune perle sopra. Ai piedi calzò un paio di decolté completamente ricoperte da brillantini argentei e pettinò i suoi lunghi capelli rosso fuoco in una coda messa da una parte. Si truccò leggermente e finalmente anche lei era pronta.
In quel momento suonò il campanello –neanche a farci a posta avevamo finito di prepararci appena in tempo- andammo ad aprire e i ragazzi ci guardarono tutti basiti. Mi girai verso Kay e un sorriso malizioso ci spuntò sulle labbra. Indossammo i nostri cappottini e porsi la pochette grigia a Kay. Infilai telefono e chiavi nella mia e uscimmo.
Louis mi guardò e con un sorriso disse “Wow Mhone, sta sera sei proprio uno schianto –Harry annuì con vigore facendo un fischio in sottofondo-. Anche tu non stai male Kaycee” aggiunse poi come se avesse detto quella frase solo per farle piacere. Kay fece una smorfia poi inasprita accennò un “Grazie”. Gli altri ragazzi scoppiarono in una risata generale mentre io la guardai come a dire “Fai la brava”.
Scendemmo le scale fino al garage e vedemmo Louis e Harry entrare nelle loro macchine. “Io con Louis non ci vado. Guida come un pazzo e non vorrei morire prima del tempo.” Disse un po’acida Kay. “Pazienza” gli fece eco Louis.
Alla fine io e Kay andammo in macchina con Harry e Niall, mentre Louis, Zayn e Liam presero l’altra macchina.
Il viaggio fu breve ma rimanemmo in silenzio tutto il tempo. Mi sentivo un po’ a disagio a stare insieme a Harry –anche se c’erano pure Kay e Niall con noi- dopo la conversazione di oggi.
Harry parcheggiò davanti ad un locale enorme che addirittura fuori aveva anche una mega piscina tutta illuminata e fu affiancato subito dalla macchina di Louis. I due ragazzi scesero dalla macchina e come galant’uomini ci aprirono le portiere e ci aiutarono a scendere. Entrammo tutti e sette nel locale e un buttafuori enorme vestito di nero e con un auricolare all’orecchio –proprio come nei film- ci accompagnò in una saletta privata dove c’erano dei divanetti bianchi e un tavolinetto basso nero. Ci sedemmo e una bella ragazza mezza nuda ci portò da bere.
“Cos’è’?” chiesi ai ragazzi.
“Bevi e non far domande!” mi azzittì Harry guardandomi languidamente.
Feci come mi aveva detto e mandai giù tutto d’un fiato quel bicchierino con quel liquido bluastro. Kay fece lo stesso. Sentii il liquido scendere giù per la gola fino ad arrivare allo stomaco, dove sentii un forte calore. La ragazza ci portò da bere in continuazione e io e Kay non ci tirammo indietro. Eravamo mezze brille e non la finivamo più di ridere sotto gli occhi divertiti dei cinque ragazzi.
Presi la mano di Kay e la trascinai in mezzo alla pista. Cominciammo a scatenarci come delle pazze e alcuni ragazzi ci si affiancarono ballando. Ci stavamo lasciando andare fino a quando non sentii qualcuno prendermi per i fianchi e muoversi al mio stesso ritmo. Mi girai repentinamente –per quanto mi era possibile visto l’alcool e i tacchi- e mi ritrovai nelle braccia di Harry. Cominciò a muoversi lentamente a ritmo di quella musica lenta che il DJ aveva appena messo e io troppo debole per oppormi, lo assecondai. Con una mano tirò su il mio viso fino a far incontrare i miei occhi con i suoi e poi avvicinò le sue labbra alle mie. Girai in tempo la testa così che le sue labbra toccarono solo la mia guancia. Mi ritrassi un po’ ma con entrambe le braccia mi cinse la vita e non mi lasciò andare via. Poi avvicinò le labbra al mio orecchio e mi sussurrò “Io non mi arrendo mai”. Cercai di allontanarmi nuovamente senza che lui me lo permettesse così mi appoggiai alla sua spalla e lo segui passivamente. L’alcool si stava facendo sentire e la testa mi girava incondizionatamente. Con la coda dell’occhio però, da lontano, riuscii ad intravedere Kay abbracciata a Louis che non riusciva a tenersi in piedi –un po’ per i tacchi ma soprattutto per l’alcool- e lui che la trascinava al tavolo per farla sedere.
“Harry ti prego andiamo. Mi gira la testa e Kay non si regge più in piedi” gli farfugliai nell’orecchio.
Harry sembrò accontentarmi e tenendomi per i fianchi mi portò fino al tavolo.
“Hei Kay come stai?” le urlai –per quello che potevo- cercando di farmi sentire sopra tutta quella musica. L’unica risposta che ricevetti fu un mugolio.
Louis la prese in braccio e la caricò in macchina. Io mi sedetti vicino a lei –arrivando fino alla macchina barcollando- e le sostenni la testa.
Appena arrivate i ragazzi mi aiutarono a portare Kay su per le scale –cioè in realtà fecero tutto loro visto che io mi tenevo in piedi per un soffio-.
Riuscii con fatica ad aprire la porta di casa.
“Se vuoi ti aiuto a metterti a letto!” mi disse allusivamente Harry.    
Cercai di metterlo a fuoco poi secca gli risposi “No grazie ci riesco da sola”.
Misi il braccio di Kay intorno al mio collo e Louis mi si avvicinò come per aiutarmi.
“No ce la faccio. Veramente. – mi affrettai a dire- Buona notte a tutti” e mi trascinai dentro Kay richiudendo la porta con i piedi.
Mi tolsi immediatamente i tacchi lasciandoli in mezzo al corridoio e portai Kay nella sua stanza. A luce spenta la buttai sul letto il più delicatamente possibile –non era facile però- e la coprii con la coperta lasciandola vestita. Le tolsi solamente le scarpe.
Uscii dalla sua camera andando a sbattere sullo spigolo della scrivania. “Cazzo che male” dissi con la poca voce che mi rimaneva e mi trascinai fino al mio letto. Mi lasciai cadere –letteralmente- e vestita e tutto mi addormentai in un secondo.
 
La mattina dopo fu la luce accecante che penetrava dalla mia finestra a svegliarmi. Strizzai gli occhi e mi tirai su dal letto. Persi un attimo l’equilibrio, ma riuscii a ripigliarmi in tempo. La testa mi scoppiava da impazzire per la sbornia della sera prima. Mi diressi in cucina e preparai il caffè. In quel momento comparve anche Kay. La guardai e con le poche forze che avevo scoppiai in un’enorme risata. Kay mi guardò con un’espressione interrogativa.
“Devi vederti Kay, hai il trucco tutto sbavato. Sembri un panda!” le dissi ancora piegata in due dalle risate.
“Ah ah ah che spiritosa che sei. Piuttosto dovresti guardarti allo specchio. Non mi sembri messa meglio di me”. Mi fece notare. Ci guardammo negli occhi e scoppiai in un’altra risata che questa volta contagiò anche lei.
Bevemmo almeno due tazze di caffè per uno poi mi diressi in bagno. Mi lavai la faccia con lo stuccante insistendo molto sugli occhi. Mi asciugai il viso poi presi dal mobiletto del bagno il barattolino delle aspirine ne presi una per  me e ne portai una a Kay che nel frattempo era in camera sua che si stava struccando con le salviette.
Mi ringraziò con un cenno della testa e ci stendemmo entrambe sul suo letto in silenzio finendo per riaddormentarci.
Quello che ci svegliò fu il campanello. Mi alzai con molta flemma e cercando di svegliarmi andai ad aprire alla porta. Mi ritrovai un ragazzo mingherlino vestito da postino con un grosso mazzo di rose rosse in mano.
Me le porse e mi fece firmare un foglio.
Portai le rose in casa e incuriosita presi il biglietto che era legato con una mollettina.
“Per chi è?” fece Kay che nel frattempo mi aveva raggiunto.
“Per me!” le risposi.
“E chi te le manda?” mi domandò di getto.
“Bo non lo so. Ora leggo il biglietto.”
Poggiai le rose di quel bel colore rosso intenso in un vaso pieno d’acqua che mi aveva portato intanto Kay e aprii il biglietto.
“Mi scuso per il mio comportamento di ieri. Visto che il bacio non ha funzionato, provo con le rose.    Harry” guardai il biglietto con un misto di sorpresa e irritazione ripensando alla sera precedente.
“E’ veramente testardo quel ragazzo!” mi limitai a dire girandomi verso Kay.
 

 
Hola babes!!
Eccomi qui a postare un nuovo capitolo! Come sempre ringraziamo tutti coloro che hanno recensito la storia
–siete veramente fantastiche **- poi naturalmente ringraziamo anche coloro che l’hanno messa tra preferite/seguite/ricordate e coloro che leggono in silenzio, anche se saremmo veramente contente di leggere i vostri pensieri! =D
Ora dopo i ringraziamenti… Cosa ne dite di questo momento Mhorry (?)? Siete curiose di sapere se Mho cederà al bel riccio oppure no? Certo che con questo mazzo di rose si è fatto notare parecchio! xD
Questi sono gli outfit per la serata:
Mhone                                                                                                                    Kaycee

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Ooook ora vi lascio! =D
Un bacione.
Marty

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


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CAPITOLO 7
Kaycee POV
 
Fiori. Harry aveva regalato a Mhone dei fiori. Rose, tanto per precisare e glie le aveva comprate per farsi perdonare per un bacio di cui Mhone ancora non aveva ancora parlato. Non c'è bisogno di dire che ero curiosissima, ma pensavo che quando avrebbe voluto parlarmene l'avrebbe fatto. A quanto pare in discoteca si era divertita, io ricordavo davvero poco, mi ricordavo di tanti bicchieri colmi di un liquido azzurro che Harry ci aveva fatto bere e che Mhone mi aveva trascinato a ballare subito dopo poi tutto diventava confuso. Una cosa di cui però ero sicura era che prima di partire Louis aveva fatto dei complimenti a Mho che mi avevano infastidito. Mandai a fanculo i buoni propositi di non chiederle niente ed entrai nella sua stanza. La trovai seduta sul letto a gambe incrociate che leggeva un libro con più pagine di un'enciclopedia.
"Mho mi racconti di ieri sera?" le chiesi sedendomi davanti a lei.
Mhone mise il segnalibro in mezzo alle pagine e posò il libro sul comodino.
"D'accordo." acconsentì. Mi raccontò di come Harry aveva ballato con lei e del bacio che aveva provato a darle mentre ondeggiavano e che poi lo aveva pregato di tornare a casa perché io non mi reggevo in piedi e Louis era costretto a sorreggermi. Fantastico, ero diventata un peso, avevo costretto tutti ad andarsene perché io non sapevo regolarmi, lo sapevo che non lo reggevo l'alcool ma avevo voluto esagerare. Chissà poi perché l'avevo fatto dato che ora non ricordavo più niente.
"Ho fatto cazzate?" chiesi preoccupata per quello che avrei potuto fare, ero fuori controllo da ubriaca.
Mhone scosse la testa. "Non mentre eri con me, ma poi ti ho persa un'ora prima che andassimo via e ti ho rivista mentre ballavi con Louis e non ti reggevi in piedi. Forse dovresti chiedere a lui o agli altri ragazzi."
Bene, io fuori controllo con 4 strafighi. Dio fa che non mi debba pentire delle mie azioni.
Annuii e ritornai in camera. Aprii il libro di letteratura francese e cercai di studiare qualcosa ma entro poco mi resi conto che stavo rileggendo la stessa frase da cinque minuti. Era inutile, capii che se non scoprivo cosa avevo combinato la sera prima non sarei riuscita a studiare nemmeno una pagina e non potevo permetterlo dato che lunedì avevo un test e quindi prima mi toglievo la pulce dall'orecchio e prima mi rimettevo a studiare.
"Vado dai ragazzi." urlai a Mhone infilandomi le scarpe e ricordandomi di prendere le chiavi.
Salii le scale e bussai alla porta che venne aperta da Harry. In boxer. 
Lo squadrai bene con un sopracciglio inarcato e quando tornai sul suo viso notai che aveva un espressione compiaciuta sul viso.
"Ciao Kay. - mi salutò - Ti serve qualcosa?"
Annuii. "C'è Louis?"
Harry scosse la testa. "E' uscito con Zayn una mezz'ora fa."
Bene, dovevo arrangiarmi in un altro modo. Niall o Liam? Optai per Niall, se avessi fatto qualche figuraccia con Liam non me lo sarei potuta permettere, invece Niall era quel tipo di ragazzo con cui pensavo di potermi confidare pienamente. Avrebbe riso ma non mi avrebbe rinfacciato niente.
"Niall c'è?"
Harry annuì e mi aprì di più la porta per farmi passare.
Notai immediatamente che il loro appartamento era decisamente più grande del nostro. Il salone era enorme, con tre divani e poltrone che circondavano un tavolino basso di vetro e al muro era appesa una televisione a schermo piatto grande quanto il nostro tavolo della cucina. La cucina non aveva un proprio tavolo ma un bancone con degli sgabelli circolari attorno, mi chiesi come riuscivano a mangiare in un posto del genere.
Però poi lo spazio era finito, l'appartamento era grande quanto il nostro ma c'erano solo la sala e la cucina. Guardai Harry pensierosa.
"Dove sono le vostre camere?" chiesi.
Lui mi indicò la destra della porta, dove doveva esserci la parete che serviva a dividere questo appartamento da quello adiacente in realtà non c'era niente, la stanza continuava.
"Abbiamo fatto buttare giù le pareti in modo da poter avere un piano tutto per noi. La camera di Niall è l'ultima a sinistra."
Feci un cenno con la testa e entrai nella stanza adiacente che aveva tre porte. La prima porta era aperta e mi affacciai, era un lussuosissimo bagno con una doccia a vetri, una jacuzzi, due lavandini e un water, andando avanti c'erano altre due stanze ma avevano la porta chiusa e io non volevo curiosare troppo. Andai avanti ed entrai in quello che una volta doveva essere il terzo appartamento che loro avevano trasformato nell'ultima parte del loro mega-appartamento. Lì c'era un altro bagno identico al primo e tre porte, tutte e tre chiuse, mi ricordai di quello che aveva detto Harry e bussai in quella all'estrema sinistra.
"Avanti." mi rispose una voce dall'interno. Aprii la porta ed entrai. La camera di Niall era davvero grande, con un letto a due piazze, una scrivania, un armadio, una televisione al plasma e persino un biliardino! Il proprietario era sdraiato sul letto a guardare la tv e quando mi vide inarcò un sopracciglio e mi sorrise.
"Kay! Che ci fai qua?" mi chiese mettendosi più composto e facendomi segno di raggiungerlo sul letto.
Io mi tolsi le scarpe e mi sedetti di fronte a lui a gambe incrociate.
"Volevo chiederti di ieri sera." gli risposi arrossendo.
Lui sorrise divertito. "Stai meglio?" 
Annuii. "Però non ricordo niente. Mi puoi aiutare a rinfrescarmi la memoria?" gli chiesi.
Lui scoppiò in una fragorosa risata. "Hai paura di aver fatto qualche danno Kay?"
Abbassai lo sguardo e annuii di nuovo.
"Dimmi tutto quello che ho fatto. Per favore."
"All'inizio tutto normale, siamo andati nel privè, abbiamo bevuto e poi Mhone ti ha trascinato a ballare quindi di quel periodo di tempo non so niente, poi Harry se n'è andato e dopo poco sei venuta a ballare con me e Liam ed eri abbastanza fuori, ad un certo punto hai preso il bicchiere di un tizio che ti stava ballando di fianco e te lo sei scolato sotto gli occhi increduli del tipo, è stato esilarante!"
"Oh mio Dio." mi lasciai sfuggire.
"Poi sono arrivati Lou e Zayn e ti sei buttata su di loro a ballare, Zayn non ha gradito molto la cosa, aveva paura che potessi vomitargli addosso quindi se n'è andato mentre Lou ti ha preso per un braccio e ti ha portata non so dove. Non ti ho vista più finché non siamo andati via."
Cazzo.
"Ne deduco che sono stata con Louis nel resto del mio periodo buio."
Niall annuì. "Penso di si."
"Ti ha detto se ho fatto qualche stronzata mentre ero con lui?"
Il biondo scosse la testa. "Glie lo abbiamo chiesto ma si è limitato ad alzare le spalle e a fare finta di niente."
Mi coprii la faccia con le mani e sospirai. Di tutti e cinque con Louis dovevo rimanere?!
"Tranquilla Kay. Non ti giudicherà nessuno. Te lo prometto."
Niall mi guardava con un espressione dolce e comprensiva e io automaticamente mi buttai fra le sue braccia. "Grazie." gli dissi mentre sentivo che mi accarezzava i capelli.
"Di niente."
In quel momento la porta si aprì ed entrò Liam che appena ci vide sorrise maliziosamente.
"Il pranzo è pronto. Vuoi fermarti a pranzo da noi Kay?"
Mi staccai subito da Niall e scossi la testa. "No grazie, Mho mi starà aspettando. - dissi mentre mi alzavo e mi infilavo le scarpe. - Ci vediamo." salutai i due con un cenno della mano e mi affrettai a raggiungere l'uscita.
"Ciao Kaycee, salutami Mhone." mi disse Harry.
Annuii, uscii dall'appartamento e scesi le scale. Aprendo la porta del mio appartamento trovai Mhone seduta sul divano del salotto che chiacchierava con Zayn e Louis.
"Ciao." mi salutarono Zayn e Mhone mentre Louis si limitò ad un cenno della testa. Dovevo averla combinata proprio grossa.
"Ora noi andiamo. Harry dovrebbe aver finito di cucinare. - disse Louis mentre lui e il moro si alzavano - Ciao ragazze."
Appena furono usciti mi buttai a peso morto sul divano lasciato libero dai due con uno sbuffo.
"Scoperto niente?" mi chiese Mhone mentre si alzava ed andava in cucina a preparare da mangiare.
"Niente, solo che ho fregato da bere ad un completo sconosciuto mentre stavo con Niall e Liam, ma poi Louis mi ha portata via e da li non so più niente." risposi mugugnando.
"Allora penso che dovrai parlare con Louis."
La saggezza di Mhone a volte non ha confini.
"Già. - risposi mentre con una forza sovrumana mi alzavo ed andavo ad aiutarla. - Questo pomeriggio ci parlerò."
 
Non avevo il coraggio di andarci a parlare. Avevamo già i nostri strani comportamenti figuriamoci adesso quello che erano potuti diventare. Alla fine con uno sforzo tremendo ero riuscita a studiare francese quindi decisi che per schiarimi un po' le idee sarei andata a fare una passeggiata.
"Mho io esco." le urlai.
"D'accordo."
Presi un giubbotto e misi chiavi, portafoglio e cellulare in tasca.
C'era un parco vicino casa nostra quindi decisi di andare a camminare un po' li e di prendere un po' di sole su una delle panchine. Mi guardai un po' intorno, era un bel parco con tanti tipi di piante diverse e dei giochi per i bambini e davanti la panchina dove stavo seduta c'era perfino un giornalaio. Mi avvicinai e mi misi a guardare i titoli di giornale e uno mi colpì come un cazzotto.
 "I One Direction vanno a ballare con due misteriose ragazze." recitava il titolo in copertina accanto ad una grande foto che doveva essere stata scattata davanti l'entrata. Le ragazze non si vedevano bene in faccia ma avrei potuto riconoscere ovunque i miei capelli rossi.
Presi il giornale e cominciai a sfogliarlo per cercare l'articolo al quale ero interessata.
"Ragazzina o compri il giornale o lo posi. Non puoi sfogliarlo." mi disse burbero il proprietario.
Tirai fuori il portafoglio e pagai per poi tornare a sedermi sulla panchina.
L'articolo non diceva niente di particolare, solo che i ragazzi erano stati visti entrare in discoteca con due ragazze che non si erano mai viste prima e si ipotizzava che fossero o solo amiche o delle nuove fiamme per due dei ragazzi, furono le foto ad attirare la mia attenzione. Una ritraeva me e Mhone mentre uscivamo dalla macchina di Harry, una mentre gli altri ragazzi uscivano dalla macchina di Louis, un'altra mentre entravamo in discoteca e l'ultima era quella che non avrei mai voluto vedere. C'ero io, seduta sopra quello che doveva essere Louis, che mi abbracciava. La descrizione sotto diceva: "Louis Tomlinson, 20 anni, membro della famosa boy band dei One Direction è stato visto in rapporti intimi con una ragazza nella notte di ieri davanti l'ingresso di una discoteca a Oxford dove i ragazzi in questo momento hanno ripreso gli studi universitari. Che il giovane cantante abbia trovato una nuova fiamma dopo la rottura con la modella Eleanor Calder?!"
Cazzo, ora ero davvero nei guai.
Mi alzai dalla panchina e mi affrettai a tornare a casa, non potevo più rimandare la questione, dovevo sapere quello che era successo. Salii le scale di tutta fretta e bussai alla loro porta. Dopo poco il viso di Louis comparve sulla soglia.
"Non stiamo tenendo la musica alta." mi disse.
Che razza di sbruffone.
"Ti devo parlare." gli dissi.
Lui mi aprì la porta per farmi passare ma io scossi la testa.
"Vieni fuori. Parliamo sulle scale."
La sua espressione sembrò sorpresa ma non fece commenti ed uscì sedendosi accanto a me sui gradini. Gli mostrai il giornale alla pagina dove eravamo raffigurati noi due. Lui sembrò divertito da quell'immagine.
"Cos'è successo ieri sera?" gli domandai continuando a guardarlo.
Lui si girò verso di me. "Quando, precisamente?"
"Dopo che mi hai portata via da Niall e Liam."
Louis sembrò farsi pensieroso per un istante. "Abbiamo fatto sesso nel vicolo dietro la discoteca."
Ma che simpatico. La mia espressione poco divertita dovette farlo rinsavire per un momento e si decidette a dirmi la verità.
"Eri completamente ubriaca quindi ho pensato che era meglio se prendevi un po' d'aria. Ti ho trascinata fuori e ti ho fatta sedere su un muretto e tu hai cominciato a farfugliare qualcosa su Mhone, Harry, Liam e sulla mia maglia a righe che non ho ben afferrato. Poi hai cominciato a tremare quindi stavo per rientrare per prenderti una giacca ma tu non hai voluto che mi allontanassi quindi ti ho fatta sedere sopra di me e ti ho abbracciata per non farti morire congelata. E questo è il momento in cui ci hanno scattato la foto, immagino." finì lui.
Quando mi guardò dovetti avere un'espressione davvero buffa perché lui cominciò a ridere come un matto.
"Tutto qui?" chiesi quasi sollevata.
"Beh no. Dopo siamo rientrati e tu mi hai pregato di ballare un po' con te ma dato che non ti reggevi in piedi dopo un po' ti ho presa in braccio e ti ho portata nel privè. Poi sono arrivati gli altri e siamo andati via."
Feci un enorme sospiro di sollievo.
"Oh grazie a Dio. - dissi - Pensavo molto peggio."
"Ti ho vista in condizioni migliori." scherzò lui e io gli diedi un cazzotto sulla spalla.
"Cretino. - gli risposi - Ma grazie, ecco, per esserti preso cura di me."
Lui sorrise. "E' stato un piacere."
Mi sentii arrossire quindi decisi di levare le tende.
"Beh ok, allora ci vediamo domani."
"D'accordo." lo sentii rispondere mentre io già scendevo le scale. Aprii la porta e trovai Mhone in cucina da dove proveniva un delizioso profumo di mele.
"Mho?" la chiamai.
"Sto facendo la torta di mele Kay, vieni che è quasi pronta."
Non me lo feci ripetere due volte e mi fiondai in cucina buttando il giornale sul tavolo e avvicinandomi al forno per annusare meglio quella deliziosa fragranza.
"E questo cos'è?" mi chiese Mhone.
Mi girai e vidi che teneva in mano il giornale e leggeva il titolo con gli occhi spalancati. Non c'era bisogno che rispondessi, l'avrebbe capito da sola. Si mise a sedere e cominciò a sfogliare le pagine per trovare l'articolo.
"Hai parlato con Louis di questa foto?" mi chiese dopo un po'.
Annuii sedendomi davanti a lei. "Mi ha detto che mi ha portato fuori per prendere un po' d'aria ma che poi dato che sentivo freddo e non lo lasciavo entrare per prendere la giacca mi ha abbracciato. A quanto pare non ho combinato niente di troppo grave." le risposi.
"Bene." fece Mhone, ma non sembrava troppo allegra, e non lo ero nemmeno io dato che sapevo che ora era possibile che ogni volta che uscivamo con i ragazzi potevamo essere fotografate dai paparazzi che inventavano storie assurde pur di vendere dei giornali.
Mhone sospirò, posò il giornale e tirò fuori la torta che aveva assunto un bel colore dorato.
"Quanto la vuoi grande la tua fetta?" mi chiese.
"Dammene metà. Voglio affogare nel cibo stasera." le risposi.
Mhone tagliò la torta in due e cominciammo entrambe a mangiare la nostra parte.
 
"E' sabato sera, che facciamo?" chiesi a Mho.
Avevamo appena finito di mangiare e stavamo sparecchiando.
"Non so, chiediamo ai ragazzi?"
Sbuffai. "Mho, siamo capaci di divertirci anche da sole." le ricordai.
"Lo so, ma non abbiamo idea di cosa fare. O mi sbaglio?"
Seppur controvoglia dovetti ammettere che aveva ragione, non avevo idea di cosa potessimo fare. Un altro pub era escluso, la discoteca nemmeno a pensarci, la...
I miei pensieri vennero interrotti dal campanello che suonava ininterrottamente.
Guardai Mhone che mi pregava con lo sguardo di andare ad aprire. Posai i bicchieri nel lavandino e andai alla porta. Sulla soglia c'era Niall sovraeccitato.
"Hanno finalmente aperto le giostre! Venite con noi?"
Quel ragazzo era come un bambino che voleva le caramelle, era sempre eccitato, e mi immaginavo la faccia degli altri che dovevano pure accontentarlo. Li vidi in quel momento scendere le scale e avevano tutti un'espressione allegra.
"Dai Kay venite, ci divertiremo." mi disse Liam.
Ok come non detto, erano tutti come Niall in quel gruppo.
Non feci in tempo a rispondere che Niall mi spinse dentro la mia stessa casa e mi chiuse in camera mentre Harry faceva lo stesso con Mhone.
"Tu preparati, ci penso io ai piatti." lo sentii dire alla mia amica.
Ora ero chiusa in camera mia e non sarei potuta uscire a meno che non fossimo andate con loro. Beh cercavamo qualcosa da fare, l'avevamo trovato.
Aprii l'armadio e ne tirai fuori una maglietta a maniche corte grigia con un teschio più scuro disegnato sopra e un paio di jeans chiari e li indossai.
"Niall mi fai uscire? Devo andare in bagno." lo pregai.
"Promettimi che non fuggi."
Adoravo quel ragazzo. "Te lo giuro."
Cercai di aprire la porta e non trovai resistenza. Niall mi fissava con un sorriso. "Mi devi un favore." gli dissi.
Lui annuì e mi spinse in bagno per farmi muovere. Mi pettinai i capelli e li raccolsi in una coda alta, mi misi un po' di mascara e presi dalla mia trousse un paio di orecchini con la chiave di violino e la mia adorata collana con la chiave, rientrai in camera per prendere un paio di converse viola e mi sistemai meglio sul naso gli occhiali da vista, non avendo voglia di mettermi le lenti.
Uscii dalla camera e vidi Mhone già pronta. Lei aveva optato per dei pantaloni grigi e una maglia color terra a manica larga e con la spalla scoperta da cui si vedeva la spallina della canottiera bianca che indossava sotto, ai piedi calzava le sue immancabili ballerine, questa volta marroncine con un delizioso fiocco sopra, al dito aveva un anello e due orecchini a forma di cuore completavano il tutto. Aveva persino indossato un berretto alla francese e la tracolla marrone.
Mi affrettai a prendere un cardigan pesantuccio grigio fumo e la mia tracolla dello stesso colore in cui lasciai cadere il mio cellulare, le chiavi di casa, la custodia degli occhiali e il portafoglio.
"Ok. - dissi - Possiamo andare."
 
 
 
 
 
Weilàààààà;
Eccomi tornata gente! Prima di fare qualsiasi altra cosa volevo ringraziare immensamente Marziuz per aver recensito il quinto capitolo, Clelia_5 e RawwrLu per aver recensito sia il quinto che il sesto e infine carrotlouis per aver recensito il sesto, vi ringraziamo davvero davvero tanto!! Ah, e anche chi ha messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate e ai lettori "fantasma"! :)
Ora passiamo alle cose serie, Kaycee è andata praticamente fuori di testa per sapere quello che ha combinato in discoteca e alla fine scopre di non aver fatto danni, grazie a Dio secondo lei, io avrei pagato oro per essere nei suoi panni! Voi che ne dite? La vedete bene questa coppia?
Niall è un cucciolone e lui e Kay hanno instaurato un bellissimo rapporto di amicizia come poi potrete vedere! 
Ora volevo fare una piccola preghierina: ragazze, se la storia vi piace mettetela fra le preferite o seguite, almeno il sito vi dirà quando aggiorniamo, inoltre se avete tempo sprecate quei due minuti in più per far sapere alle autrici se la storia vi piace, non potete capire quanto questo gesto possa essere apprezzato!
Ora che ho fatto la stronza in queste ultime due righe vi ricordo di seguirci su Twittah (https://twitter.com/vittoriap35 , https://twitter.com/Poket_18) e vi posto le foto degli outfit delle ragazze per le giostre!
Ci sentiamo nel nono belle bimbe!
XOXO
Vi :)
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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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CAPITOLO 8

Mhone POV

Le giostre si trovavano nella periferia di Oxford, quindi dovemmo prendere un’altra volta le loro macchine. Per assecondare Kay dovetti riandare in macchina con Harry e la cosa mi dette più fastidio del solito. La storia del bacio, delle rose e la sua insistenza mi facevano sentire in imbarazzo. In macchina con noi salì anche Zayn, che dallo specchietto retrovisore ogni tanto mi lanciava delle occhiate strane –oddio, e adesso lui che voleva da me?!?-Lo so, cominciavo a diventare paranoica.
Quando arrivammo Harry e Louis parcheggiarono le auto nell’enorme parcheggio che si trovava prima dell’entrata –dovemmo parcheggiare parecchio in fondo per le tante macchine che c’erano- e ci dirigemmo a piedi verso la biglietteria.
Ero un po’ riluttante ad andare alle giostre, mi sembrava una cosa infantile, ma quando me le trovai davanti dovetti ammettere che l’idea cominciava a piacermi. Da lontano si vedevano miriadi di luci colorate e si sentiva della musica allegra. In alto, sopra a tutto, si ergeva un’enorme ruota panoramica, certo non grande come il London Eye, ma comunque parecchio alta per dover restar li solo per qualche mese prima di essere smontata e portata in un’altra città.
Stavo per tirare fuori il portafogli dalla borsa per pagare il biglietto d’ ingresso, quando Liam, che era a fianco a me, mi blocco il polso.
“Non pensarci neanche Mho. Siete nostre ospiti e visto che vi abbiamo trascinato noi qua mi sembra ovvio che il biglietto ve lo offriamo noi.” Disse con un sorriso spostando lo sguardo da me a Kay.
“Ok. Grazie” ci venne spontaneo dire insieme a me e alla mia amica.
Il fatto che ogni volta che andavamo da qualche parte non dovessimo sganciare neanche un quattrino cominciava a piacermi, dovevo ricredermi, al mondo esistevano ancora i gentil’uomini!.
Liam ci porse i biglietti e quando il bigliettaio all’entrata ce lo strappò, finalmente entrammo.
Niall era sovraeccitato. Saltava di qua e di la e con gli occhi spalancati si guardava intorno. Si comportava proprio come un bambino che per la prima volta vedeva qualcosa. Però era così dolce.
“Ragazzi –si girò verso di noi- voglio lo zucchero filato! Ci andiamo subito a prenderlo?” ecco ora oltre al lato bambino, era venuto fuori anche il lato <>.
Lo accontentammo e ci dirigemmo verso il chiosco dove facevano lo zucchero filato.
Kay, insieme a Niall, si diressero a passo molto veloce verso il chiosco –quella ragazza amava lo zucchero filato e nessuno poteva mettersi tra lei e quel soffice agglomerato di zucchero- e io rimasi un po’ in disparte in fondo al gruppo. Mi si affiancò Zayn che continuava a fissarmi.
“Zayn… perché continui a guardarmi? –gli domandai un po’ infastidita- E’ da prima che mi fissi con quello sguardo…”
“Ti piace Harry è? Insomma ora sei la sua ragazza!” mi disse secco prima che finissi di parlare.
Rimasi sbigottita. Avevo la bocca aperta e un’espressione indefinita sul viso.
“Ma che cavolo stai dicendo? –riuscii finalmente a dire- io la sua ragazza? Ma stai scherzando? È lui che ci sta provando con me e io sono stata chiara fin dall’inizio sul fatto che non mi interessava” conclusi stizzita. Quella storia cominciava a farmi arrabbiare.
“Le cose iniziano sempre così, poi finite tutte per innamorarvi di lui. Ormai è una legge.” Disse quasi un po’ dispiaciuto.
“Io allora sarò l’eccezione alla regola.” Gli risposi seria e sinceramente lo pensavo sul serio.
“Lo spero proprio!” fu la sua unica risposta facendomi l’occhiolino e prima che potessi dire qualcosa, si girò e raggiunse gli altri.
“che cavolo avrà voluto dire con quella frase?” mi chiesi fra me e me, poi la voce lontana di Kay che mi diceva di sbrigarmi e di andare da lei mi riportò alla realtà.
La raggiunsi e notai che lo zucchero filato che teneva in mano era più grande della sua testa!
“Vedo che ne hai preso uno piccolo piccolo!” la presi in giro, mentre le rubavo un pezzetto di quella soffice roba dolce e appiccicosa.
 “Hei giù le zampe – mi urlò dandomi una botta sulla mano- lo sai quanto mi piace lo zucchero filato!” aveva una faccia proprio come quella di una bambina arrabbiata.
Scoppiammo tutti a ridere e lei arrossì leggermente.
“Hei ragazzi ora che facciamo?” chiese Liam.
“Io voglio andare al tiro al bersaglio” rispose Louis.
“Si vengo con te” lo assecondò Zayn.
“Io invece voglio assolutamente entrare nella casa degli orrori” esclamò Niall.
“Ok si ci sto vengo anche io” concordò Liam.
“Ohhhh si si si si! Vengo anche io con voi!” disse tutta eccitata Kay mentre raggiungeva gli altri due e li prendeva a braccetto rischiando di ficcare lo zucchero filato in faccia a Liam.. Poi si fermò un attimo e mi guardò.
“Tu vieni con noi Mho?” mi domandò.
Non feci in tempo a risponderle che Harry prese la parola.
“Mi dispiace ma per sta sera lei è mia!”. Mi prese per mano e mi trascinò nella parte opposta. Con la coda dell’occhio vidi Kay rimanere un po’ sbalordita ma poi fece spallucce e raggiunse gli altri due.
“Fermati! -gli ordinai- chi ti dice che io voglia stare con te?”
“Dai non dirmi che vuoi veramente andare in quell’orribile casa degli orrori, piuttosto che su quella bellissima ruota panoramica da dove puoi vedere un bellissimo paesaggio!” mi disse con aria compiaciuta indicandomi la ruota.
In effetti non avevo alcuna voglia di andare nella casa degli orrori, nonostante sapessi che tutto quello che c’era la dentro era finto, mi impressionavo facilmente e il cuore mi saltava in gola ogni volta che un mostro usciva fuori, però non mi andava neanche di dare soddisfazione a Harry, l’idea di rimanere sola con lui a 30 metri d’altezza non mi piaceva per niente.
“Va bene vengo. Ma lo faccio solo per il panorama!” acconsentii contro voglia.
Il suo solito sorriso malizioso gli comparve sulle labbra, poi mi prese per un polso e mi trascinò fino alla coda per la ruota.
Aspettammo almeno una ventina di minuti prima di riuscire a salire sulla ruota, nei quali mi sentii completamente a disagio vedendo che intorno a noi c’erano solamente coppiette. Finalmente riuscimmo a salire sulla piattaforma, ci sedemmo sui sedili e chiudemmo l’apposita sbarra di sicura. L’omino che si occupava del meccanismo ci diede alcuni consigli da seguire e ci disse che la ruota si sarebbe fermata alla massima altezza per una ventina di minuti prima di farci riscendere.
Annuimmo con un cenno della testa e la ruota si mosse. Cominciammo a salire mentre il nostro sedile dondolava nel vuoto.
Non avevo mai sofferto di vertigini, ma in quel momento un leggero senso di nausea si fece sentire.
“Tutto ok?” mi chiese Harry che se ne doveva essere accorto.
“Si si va tutto bene!” cercai di rassicurarlo guardandolo con un’espressione il più dolce che potevo.
Come ci aveva preannunciato l’omino, la ruota si fermò alla sua massima altezza e il sedile dondolò ancora di più di quanto non avesse già fatto.
Mi guardai intorno ammirando il bellissimo panorama che si vedeva da lassù cercando di reprimere il senso di nausea che sentivo ancora. Si vedeva tutta Oxford e le case sembravano tanti piccolissimi puntini che coloravano il buio della notte. Alzai la testa per vedere se da quell’altezza si potevano osservare le stelle, ma purtroppo costatai che le luci forti delle giostre non ce lo permettevano.
Harry mi strinse la mano ma io repentinamente la allontanai da lui.
Inizialmente sembrò rimanerci male, poi però la sua espressione mutò in un’espressione di sfida.
“Anche dopo averti portata quassù, dove ci circonda un bellissimo panorama e dove l’atmosfera è colma di romanticismo, tu non ti sei innamorata di me?” mi guardò intensamente con quei suoi occhi verdi.
“Mi dispiace deluderti, ma te l’avevo detto che non ero fatta per te!” mi imposi di guardarlo dritto negli occhi.
“Mmmm… non ne sono ancora del tutto convinto però.” Si avvicinò leggermente.
“Non so più come dirtelo a questo punto!” mantenevo il suo stesso sguardo di sfida.
“Baciami! –fece una pausa- Ieri sera in discoteca non ho insistito perché non eri nel pieno delle tue facoltà mentali e non avrebbe avuto senso, ma ora se mi baciassi le cose potrebbero cambiare. Ti prometto però che se non dovessi provare niente allora ti lascerò stare e amici come prima!”.
Ero scioccata. Era incredibile come quel ragazzo riuscisse ogni volta a stupirmi.
“Che cosa faccio? –pensai- Nooo non posso baciarlo. Non esiste. Però… se lo baciassi… finalmente mi lascerebbe stare. Infondo è solo un piccolo insignificante bacio…”
Continuava a fissarmi con aria di sfida attendendo una mia risposta.
“Ok. Un solo e innocuo bacio.” Mi decisi finalmente a rispondere.
La sua espressione cambiò. Sembrava sorpreso –non credo si sarebbe aspettato che avrei acconsentito alla sua richiesta, ed ero contenta che finalmente per una volta ero io a stupirlo-.
Riprese subito il controllo e senza perdere tempo allungò dolcemente la sua mano dietro il mio collo fino a farla arrivare sulla spalla. Con l’altra mano mi scostò delicatamente una ciocca di capelli fissandola dietro l’orecchio. Lasciò la sua mano appoggiata alla mia guancia e lentamente avvicinò il suo viso al mio.
Io rimasi immobile.
Le sue labbra calde si poggiarono sulle mie. Aprì leggermente la bocca, io feci lo stesso  e la sua lingua entrò teneramente cercando un contatto con la mia. Glie lo concessi e appassionatamente arrotolò la sua lingua intorno alla mia. Io ero ancora immobile e seguivo passivamente le sue azioni.
La ruota riprese a muoversi e Harry staccò le sue labbra dalle mie rimanendo però con il viso vicino al mio, tanto che sentivo il suo respiro.
Mi guardava lascivamente.
“Allora?” si limitò a dire.
“Niente!” gli risposi, con un tono il più dolce possibile per non cercare di ferirlo.
Si allontanò da me e tolse la sua mano calda dal mio viso.
Pensai che si fosse arrabbiato e mi dispiaceva averlo ferito così, ma se l’era cercata visto che io ero stata chiara fin dall’inizio su come la pensavo. Invece scoppiò a ridere.
Rideva? Oddio quel ragazzo diventava sempre più incomprensibile.
Ero perplessa, stupita e continuavo a fissarlo mentre lui rideva di gusto.
Quando si accorse della mia espressione smise di ridere dicendomi “Sei la prima ragazza che riesce a resistermi. Non mi era mai capitato di prendere un due di picche!”.
Mi venne spontaneo sorridere. “Vedi c’è sempre una prima volta per tutto!” riuscii a dire.
“Ora che ci siamo chiariti e ho capito che non ti interesso, vorrei comunque conoscerti meglio. Sei una ragazza interessante e mi piacerebbe restarti amico!” mi propose.
“Va bene ci sto. Allora amici!” accettai e strinsi la mano che mi aveva appena porto.
La ruota si fermò definitivamente per farci scendere e l’omino che ci aveva fatto salire ci sganciò la sbarra di sicurezza e ci fece scendere. Come poggiai il piede a terra sentii le miei gambe tremare. Stavo per cadere, quando riuscii ad aggrapparmi prontamente al braccio di Harry evitandomi un’enorme figura di merda avanti a tutti.
Mi guardò con un ghigno sulle labbra, però poi gentilmente mi aiutò a rimettermi in piedi. Uscimmo da quella bolgia che c’era vicino alla ruota e ci fermammo davanti ad un chiosco che vendeva bevande e roba da mangiare.
“Vuoi qualcosa?” mi chiese Harry.
“Si una bottiglietta d’acqua naturale, grazie” gli risposi. Dopo tutte quelle emozioni la mia gola era completamente secca e il senso di nausea che mi si era venuto a creare sulla ruota ancora mi perseguitava.
“Ai suoi ordini signorina” e si diresse al bancone.
Tornò qualche minuto dopo con la mia bottiglietta d’acqua e un megapanino e una coca per lui. Decidemmo di sederci sui tavolini avanti il chiosco e Harry divorò il suo panino.
“Ma quanto mangi? Sembri un pozzo senza fondo come Niall!” lo presi in giro.
“No non credo neanche lontanamente di essere come Niall –sorrise- lui a quest’ora se ne sarebbe mangiati almeno tre di panini. E poi capiscimi, sono appena stato scaricato ho bisogno di qualcosa che mi tiri su!” alzò lo sguardo e dopo aver mandato giù l’ultimo boccone mi fece un grosso sorriso.
Scoppiai a ridere. “Bhe fortuna che io sono l’unica fin’ora, altrimenti a quest’ora saresti un grosso ciccione” lo sfottei. Rise e poi bevve un sorso di coca.
“Che dici raggiungiamo gli altri?” gli domandai.
“Si, credo sia ora. –mi fece l’occhiolino-chiamo Louis e sento dove sono” mi rispose.
“Ok e io chiamo Kay” aggiunsi.
 
“Hei Kay sono Mhone, dove siete?” le chiesi appena sentii che aveva aperto la chiamata.
“Hei Mho. Noi siamo appena usciti dalla casa degli orrori. Tu ti sei divertita con Harry?” se la stava ridendo, ci avrei messo la mano sul fuoco.
“Lasciamo perdere. Ti dico solo che almeno abbiamo chiarito ma ti racconto tutto quando torniamo a casa. –tagliai corto- Senti dove ci incontriamo?” le chiesi infine.
“Mmmm… fammi pensare. –sentii che stava parlando con Liam e Niall- Va bene se ci incontriamo davanti le macchine degli autoscontri?” mi propose.
“Penso di si, aspetta che chiedo a Harry. –mi girai verso di lui e sotto voce gli riferii la proposta degli altri, annuì e fece la stessa proposta anche a Louis e Zayn con cui stava parlando al telefono- Si ok va bene. Ci vediamo la fra poco allora” le riferii.
“Ok a fra poco” e chiuse la chiamata.
Quando anche Harry finì la chiamata, ci dirigemmo verso il luogo d’incontro dove trovammo ad aspettarci Kay, Liam e Niall.
Aspettammo l’arrivo dei due ragazzi mancanti poi tutti insieme decidemmo di farci un giro sugli autoscontri. Io ero un’imbranata cronica, infatti ero il bersaglio di tutti. Uffa, si erano coalizzati tutti contro di me e alla fine mi arresi uscendo da quel campo di battaglia e rimanendo a guardarli finché non si furono stancati.
Una volta che si stufarono degli autoscontri, ci girammo tutti i giochi che potevamo, fino a che una voce che proveniva da un altoparlante non annunciò la chiusura delle giostre per quella sera.
Tirai fuori il telefono dalla borsa per guardare l’ora e vidi che erano già le una. Il tempo era volato e nonostante tutto era stata una bella serata pensai.
Ci dirigemmo verso le auto e i ragazzi ci riportarono a casa.
Davanti il nostro pianerottolo gli demmo la buona notte ed entrammo in casa.
“Ora non hai scuse. Raccontami per filo e per segno cos’è successo con Harry!” fu la prima cosa che mi chiese Kay appena sedute sul divano.
La guardai negli occhi, poi feci un grosso respiro e le raccontai tutto.
“OH MIO DIO! L’hai baciato???” fu la reazione di Kay alla fine del racconto.
“Tecnicamente è stato lui che ha baciato me e poi te l’ho detto l’ho fatto solo perché così si sarebbe arreso all’evidenza!” sottolineai la seconda parte della mia frase.
“Wow. Ancora non ci credo. Non è da te sai Mho però vabè almeno ora forse ti lascerà stare!” stava ancora immaginando me e Harry che ci baciavamo ne ero sicura.
“Lo spero” aggiunsi solo.
Poi, non so per quale motivo, mi rivennero in mente le parole di Zayn a inizio serata.
“Sai Kay, c’è anche un’altra cosa… -i suoi occhi si illuminarono come per voler sapere ancora- prima che succedesse quello che è successo con Harry –continuai- Zayn mi domandò se ero ne innamorata. Naturalmente smentii tutto immediatamente. Lui è convinto che alla fine tutte si innamorano di Harry e quando gli dissi che io sarei stata l’eccezione –come infatti sono- mi rispose dicendomi “Lo spero proprio”. Secondo te che voleva dire con quella frase?” conclusi il mio monologo.
“ Bha… forse si preoccupava solo per te!” mi rispose un po’ delusa dal fatto che non fosse un’altra notizia bomba.


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Hello Babes!
Finalmente torniamo con un altro capitolo… o almeno spero che ne siate contente! xD
Prima di tutto vorrei ringraziare alcune persone che hanno recensito gli ultimi capitoli, come RawwrLu e carrotlouis (se cliccate sui loro nomi vi rimando direttamente alla loro storia) e certamente non posso dimenticarmi della nostra immancabile Clelia_5 che ogni capitolo ci regala una splendida recensione! Naturalmente non mi sono dimenticata di tutte le altre ragazze che hanno recensito e che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, un GRAZIE immenso va anche a voi, non potete capire quanto ci faccia piacere sapere che la storia vi piace!! *.*
Ringrazio anche coloro che leggono in silenzio, anche se, come abbiamo ripetuto un milione di volte, ci farebbe piacere sapere il vostro pensiero (sono monotona lo so, ma capitemi xD)!
Ora che con i ringraziamenti ho finito direi di passare alla storia che dite?!?
xD
Cosa avete pensato quando Mho ha ceduto ad Harry?
Secondo voi ha fatto bene a baciarlo oppure no? E alla fine a respingerlo?
Dite che ci ripenserà o rimarrà dell’idea che tra lei ed Harry non ci sarà mai nulla?
Ahaha ok si le domande sono tante!
xD
Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensiate voi! =D
PS. Ho inserito una GIF… era così per farvi notare che ci stiamo modernizzando anche noi (?) xD E poi non travate che qui Hazza sia bellissimo mentre scuote i sui ricci?!? *.*

PPS. Non so se avete notato gli outfit dei capitoli precedenti, ma la maggior parte di loro li ho fatti io, immaginandomi un po’ come poteva essere lo stile delle nostre ragazze… vi piacciono?

Twitter:
Marty
Vix

 
Ok ora direi che la smetto perché questi miei commenti stanno diventando sempre più sclerotici!
xD
Un bacione.

Marty.    

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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CAPITOLO 9

Kaycee POV

Mi svegliai di soprassalto con una bruttissima impressione. Le tende erano chiuse e io mi ero svegliata da sola. Questo era l'indizio che mi faceva più pensare che eravamo in un ritardo pazzesco. Guardai il display dell'orologio digitale sul comodino. Cazzo! Le 9.20 di mattina. I corsi erano iniziati venti minuti fa. Mi alzai buttando all'aria le coperte e rischiando di morire quando i piedi mi si intrecciarono con esse facendomi cadere a faccia avanti sul pavimento. Mi misi in piedi ed entrai come una furia nella camera di Mhone, vuota. O Dio, vuoi vedere che non è riuscita a svegliarmi ed è andata al college senza di me?!
Forse se mi sbrigavo riuscivo ad entrare alla seconda ora. Mi catapultai in bagno e feci una doccia fredda, non avevo tempo per far scaldare l'acqua e mi annodai un asciugamano attorno ai capelli fradici. Tornai in camera e mi infilai di corsa la biancheria, una camicia con le maniche a 3/4 rossa a scacchi e un paio di jeans mentre afferravo il phon da dentro l'armadio e lo attaccavo alla presa. Mi asciugai i capelli alla bell'e meglio e li legai a mo' di chignon in modo da non far vedere che erano ancora mezzi bagnati. Misi un bracciale nero e corsi in camera per mettere i libri dentro una borsa Louis Vuitton e indossare delle nike bianche, presi chiavi, cellulare e portafoglio e mi catapultai fuori dall'appartamento quasi travolgendo Liam che stava scendendo proprio in quel momento le scale.
"Ciao Kay." mi salutò mentre io continuavo a scendere i gradini a due a due.
"Ciao Liam. Scusa ma non posso fermarmi, devo correre al college che sono in un ritardo pazzesco." gli urlai una rampa più in basso.
Sentii una risata. "Kay, oggi è domenica."
Porca vacca. Aveva ragione.
Mi fermai e aspettai che mi raggiungesse.
"Ma Mho non era a casa. Ho pensato che non fosse riuscita a svegliarmi e che fosse andata al college." dissi ancora un po' stralunata.
Liam sorrise. "Penso che sia andata a fare una passeggiata o qualcosa del genere."
Feci un respiro profondo per riprendere fiato.
"Hai i capelli bagnati?" mi chiese.
Annuii. "Ho corso come un'ossessa per non fare tardi alla seconda ora. Pensa che mi sono svegliata un quarto d'ora fa e non ho nemmeno fatto colazione."
Liam scoppiò a ridere. "Sei un fulmine. - mi disse - Che ne dici se andiamo nel bar qui all'angolo a fare colazione e poi mi accompagni a fare la spesa? Gli altri dormono ancora e io mi annoio sempre a stare da solo." mi propose.
"Certo, mi farebbe molto piacere." gli risposi entusiasta. Sarei andata a fare colazione con Liam. Noi due. Da soli. A colazione. Ok sembro stupida, e forse dovevo sembrarlo pure vedendo il modo in cui sorrideva guardandomi.
Mi assicurò che il bar era molto vicino quindi ci facemmo la strada a piedi. Il bar era molto carino e pittoresco e noi ci sedemmo ad un tavolino vicino la vetrata che dava sulla strada. Una giovane cameriera arrivò immediatamente da noi a prendere le ordinazioni.
"Che vi porto ragazzi?" ci chiese ma guardando in continuazione Liam con uno sguardo da ebete. Sperai di non assomigliare a lei quando ero in sua presenza.
Liam si girò verso di me. "Cosa prendi?"
Ci pensai su un attimo. "Mmmh facciamo un cornetto alla crema e un cappuccino." esortai infine.
Liam tornò a guardare la cameriera che notai mi guardava in modo preoccupante. Deglutii sommessamente. "Fai due per favore." disse Liam alla ragazza con un sorriso. Lei sorrise tutta eccitata e tornò dietro al bancone per preparare le ordinazioni.
"Vi capita sempre così?" chiesi.
"Che intendi?"
Indicai col mento la cameriera che si stava impegnando per fare i cappuccini.
"Ah. A dir la verità quasi sempre. Per questo credo che ci siamo immediatamente sentiti attratti da voi, eravate diverse e ci consideravate in modo diverso, ed è tutt'ora così anche se sapete che siamo famosi. Questo ci fa sentire, in un certo senso, normali come eravamo prima, e ci piace." disse sorridendo nuovamente alla cameriera che era tornata con la colazione.
"Ah, quindi non è perché siamo irresistibili?!" mi finsi offesa.
Liam scoppiò a ridere. "Oh certo, anche per quello." mi assicurò.
Consumammo la colazione chiacchierando sempre sotto lo sguardo vigile della cameriera allupata ma ad un certo punto notai un tizio che leggeva un giornale nel tavolino dietro a dove era seduto Liam.
"Oh cazzo, non di nuovo!" esclamai alzandomi e strappando il giornale dalle mani del signore. "Scusi eh, glie lo riporto subito." gli promisi tornando a sedermi mentre sia lui che Liam mi fissavano, il primo scandalizzato e il secondo sorpreso e divertito.
"Che ti è preso?" mi chiese Liam.
Gli sventolai una pagina di giornale davanti la faccia che ritraeva noi sette alle giostre insieme ad un articolo che non mi preoccupai minimamente di leggere. "Questo!" esclamai.
Lui mi prese il giornale dalle mani dato che probabilmente non riusciva a leggere considerando che lo stavo ancora sventolando.
"E allora?" mi chiese.
Gli abbassai il giornale in modo da poterlo guardare bene in faccia. "Allora magari per voi è normale finire su giornali, giornalini e notiziari ma per me non lo è. Io non voglio persone che mi ronzano intorno perché sono famosa grazie a qualcun altro. Io non sono pronta a perdere la mia normalità." gli dissi.
Liam sorrise comprensivo. "Non te lo sta chiedendo nessuno di rinunciare alla tua normalità Kay." mi disse con un tono dolce.
"Ma adesso quando mi riconosceranno verranno da me a farmi domande, se sto con uno di voi, se ci tengo davvero e cose varie." avevo cominciato ad alzare il tono di voce e molti dei clienti del bar ci stavano guardando. Liam mi fece segno di aspettare e chiamò la cameriera per il conto. Dopo due secondi lei ce lo portò con un sorrisino malizioso.
"Sullo scontrino c'è il mio numero. Chiamami se ti va." gli disse senza tanti scrupoli allontanandosi sculettando.
"Fra un po' gli parte un'anca." commentai sommessamente facendo ridere Liam che a quanto pare mi aveva sentito. Liam lasciò i soldi sul tavolino e senza prendere lo scontrino con il numero mi prese per mano e mi trascinò fuori dal bar fino ad un giardinetto che stava li davanti. Ci sedemmo sulle altalene.
"Ascoltami Kay, - disse Liam guardandomi - se veramente tu non vuoi tutto questo, vuoi la tranquillità e tutto il resto stando con noi sicuramente non la otterrai, ma io, tutti noi, ci siamo affezionati a te e Mho e ci dispiacerebbe se ci allontanaste."
Io lo fermai subito. "No, no no, non voglio allontanarmi da voi, ma non so come comportarmi." dissi sull'orlo delle lacrime. Non volevo mostrarmi debole confessando la mia claustrofobia ma non sapevo come fargli capire tutta la situazione.
"Il problema sono le troppe persone vero?" mi chiese.
"Che cosa?" chiesi sorpresa.
Liam sorrise debolmente. "Al pub, la sera che avete capito che siamo i One Direction, quando le nostre fan ci hanno circondati sei impallidita e sei voluta andare via. E' perchè hai paura delle folle vero?"
Io spalancai gli occhi ma annuii.
"Ti prometto che faremo di tutto per tenere le nostre fan lontane da te, e anche da Mhone se vuole, e se non dovessimo riuscirci poi potrete fare quello che volete." sembrava un cucciolo bastonato, sembrava davvero tenerci a noi.
"Perché siamo così importanti per voi? Siamo solo due normali ragazze."
Liam sorrise. "Esatto! Normali. Non siete quel tipo di fan che ci saltano addosso e ci trattate con normalità, te l'ho detto prima, questa cosa ci manca e voi siete le uniche che per adesso si comportano così con noi."
Mi alzai in piedi e lo abbracciai.
"Ohh che si fottano le fan e la claustrofobia, ti voglio bene Liam e voglio bene anche agli altri quattro rincoglioniti che abitano con te."
Lui mi strinse forte. "Si, anche io.- mi prese per mano - Andiamo a fare la spesa va, sennò rischio la decapitazione." mi disse sorridendo.
 
"Mho sei a casa?" urlai togliendo le chiavi dalla serratura ed entrando nel nostro appartamento.
Mhone uscì dalla cucina in fretta e con un espressione alquanto incazzata. "Kaycee McFay che fine avevi fatto?" mi urlò puntandomi il dito contro. Pessimo, pessimo segno.
"Pensavo fosse lunedì e quindi mi sono catapultata a scuola ma ho incontrato Liam che...aspetta un secondo, e tu che fine avevi fatto?" le chiesi, la colpa non poteva essere solo mia se lei aveva fatto lo stesso.
"Sono andata in farmacia, avevamo finito le tachipirine. Ma cazzo Kay, mi hai fatto preoccupare, potevi almeno lasciarmi un biglietto."
"Lo stesso vale per te. - le dissi mettendole il broncio - Pensavo mi avessi lasciato a casa mentre tu eri andata all'università."
Mhone mise le mani sui fianchi. "Ma io l'ho fatto!" disse indicandomi la cucina.
Guardai sul tavolo e vidi che sulla scatola dei miei cereali c'era attaccato un fogliettino di carta. "Ah. - feci solamente - Non facevo in tempo a fare colazione quindi non sono nemmeno entrata in cucina." ammisi.
Mhone fece un respiro profondo e tornò in cucina. "Che mi dicevi comunque? Hai incontrato Liam?"
Annuii mentre poggiavo la borsa sul divano e la raggiunsi in cucina. "Si, l'ho quasi travolto mentre scendevo le scale e dopo avermi ricordato che era domenica siamo andati a fare colazione in un bar e poi l'ho accompagnato a fare la spesa."
Mhone mi fece un sorrisetto malizioso. "Successo niente che vale la pena di raccontarmi?" mi chiese.
Sorrisi. "Non proprio, ma dovevi vedere la cameriera del bar! Gli stava dietro in una maniera assurda e lui si comportava civilmente ma comunque prestando sempre la massima attenzione su di me, e fidati Mho, pur essendo un'oca quella cameriera era proprio figa!"
Mhone scoppiò a ridere. "Beh allora speriamo bene!"
Annuii e addentai uno dei pasticcini che Mhone aveva messo su due vassoi ma quando si girò mi diede uno schiaffo sulla mano facendomelo cadere. "Giù le zampe! - mi fulminò con lo sguardo - Niall è sceso poco fa per invitarci a pranzo da loro e ho pensato che sarebbe stato carino portare qualcosa quindi non te li divorare!"
Con la bocca piena annuii energicamente, Mhone era pericolosa quando c'era di mezzo il cibo che lei cucinava. Raccolsi la metà del pasticcino che era caduta e la buttai nel secchio. "Complimenti però, me ne hai fatto sprecare uno, ed era buono!" le dissi mettendole il broncio.
Lei mi zittì con una mano. "Non fare tante storie e vatti a preparare piuttosto."
Mi guardai allo specchio che stava all'entrata. "Perché, che cos'ho che non va?"
"Sembri un boscaiolo."
Forse mi dovrei offendere.
"Mi piaccio così." incrociai le braccia al petto come una bambina.
Lei alzò le spalle e andò in camera a prepararsi chiudendosi la porta alle spalle. Mi sembrava un'ottima occasione per rubarle solo un altro pasticcino dato che mi aveva fatto sprecare quello di prima, tanto occhio non vede cuore non duole, no!?
"Non toccare i dolci Kay o ti stacco la mano!" mi ricattò dall'altra stanza.
A volte penso che possa essere veggente. Sbuffai e mi sedetti in sala ad aspettarla. Dopo poco uscì con una maglietta larga rosa con la spalla scoperta, un paio di jeans a sigaretta, un paio di nike rosa, una collana con un gufo e l'immancabile cerchietto alla Blair Waldorf.
"Se io sembro un boscaiolo tu sembri un confetto." le dissi mentre lei mi faceva la linguaccia. Prendemmo i vassoi e andammo di sopra.
Niall ci venne ad aprire con un sorriso. "Kay! Mhone! Siete arrivate."
Noi gli sorridemmo di rimando. "Già. - risposi - Scusate il ritardo ma Mhone ci ha messo una vita a vestirsi, non voleva venire a pranzo in tuta." la mia amica per tutta risposta mi guardò male.
"Che male c'è! Così è uno schianto!"
Grazie Louis per i tuoi commenti sempre fin troppo apprezzati. Mhone mi guardò come a dire <>. Che nervi.
"Kay quella camicia è spettacolare! - mi fece Zayn avvicinandosi e prendendomi dalle mani il vassoio per portarlo in cucina - Dove l'hai presa? Sai se la fanno anche da uomo?"
Ahah, 1 pari e palla al centro Mho!
Sorrisi. "Mi spiace Zayn, l'ho comprata in un negozietto a Madrid e non so se le facevano anche da uomo."
Lui alzò le spalle. "Prima o poi riuscirò a trovarne una simile."
Vidi Niall che si avvicinava pericolosamente ai pasticcini quindi lo presi per mano e lo allontanai dalle tentazioni. "Pazzo di un irlandese cosa fai?! Se Mhone ti vede rischi di ritrovarti in una bara sotto terra." gli sussurrai indicando Mhone che lo guardava con un sorrisino sadico, lui tremò impercettibilmente e io sorrisi.
Harry e Liam ci raggiunsero in cucina e ci accomodammo tutti attorno ad un tavolo che era miracolosamente comparso in mezzo alla stanza. Niall si sedette a capotavola e mi costrinse a sedermi accanto a lui, dall'altro mio lato si sedette Louis e dopo di lui Mhone, Zayn si accomodò davanti a lei, Harry davanti a Louis e Liam prima di sedersi nell'ultimo posto rimasto (accanto a Niall) portò in tavola una marea di antipasti misti. C'erano tramezzini, cracker di tutti i tipi, bruschette e tanto altro. Potevamo fare pranzo anche solo con gli antipasti. Incredibile a dirsi ma riuscimmo a finire tutto, era rimasta solo una bruschetta con i pomodorini sopra.
Mi allungai per prenderla fregandomene se facevo la figura del maiale ma quando vidi che anche Niall si sporgeva mi tirai indietro, avevo paura che si sarebbe potuto mettere a piangere se non la mangiava. Sorprendentemente lui la prese e me la porse.
"Tieni." mi disse sorridendo.
Io gli feci un sorriso a trentadue denti e la accettai. Stavo per morderla quando mi accorsi di un silenzio strano. Alzai gli occhi e vidi che tutti i ragazzi fissavano Niall a bocca spalancata. Ugh che schifo.
Liam si affrettò a chiudere la bocca e mise una mano sulla fronte dell'amico.
"Non scotti. - dichiarò - Sicuro di non avere qualche malattia di cui non ci hai parlato, allergie o altro?" chiese preoccupato.
Niall lo allontanò infastidito. "Certo." borbottò.
"Qualche problema?" chiese Mhone che come me ci capiva poco.
Harry la guardò ancora sotto shock. "E' la prima volta da quando lo conosciamo che offre del cibo ad una persona. Se pensi poi che era l'ultima bruschetta coi pomodorini la cosa diventa ancora più preoccupante." si affrettò a spiegarci.
Mi sentii vagamente in colpa.
"Sicuro che non la vuoi Niall?" gli chiesi.
Lui annuì. "Sisi mangiala pure, sono loro che fanno i cretini."
 
"Mhone i pasticcini erano buonissimi!" si complimentò Niall leccandosi la crema dalle dita. Gli altri annuirono con enfasi mentre io mi godevo l'ultimo pasticcino con estrema lentezza.
"Kay, cosa sei, un bradipo?" mi chiese Louis con un sopracciglio inarcato.
Lo fissai di rimando. "Ti da fastidio come mangio?" chiesi e lui annuì.
"Beh allora non sei costretto a guardarmi!" gli dissi tornando a guardare il pasticcino. Stavo per dargli un altro morso quando Louis me lo fregò dalle mani e se lo ficcò in bocca. "Ecco, - disse cercando di mandare giù il boccone - adesso non sono più costretto a guardarti."
Vi prego ditemi che non ha veramente fatto quello che io penso di essermi immaginata che ha fatto.
Mi girai verso gli altri che se la ridevano mentre Mhone aveva un espressione preoccupata. Perché Mhone mi conosce.
"Louis Tomlinson. - dissi scandendo bene le parole - Ti conviene cominciare a correre."
Prima iniziò a ridere ma quando vide i miei pugni serrati, la mascella contratta e l'espressione omicida penso che cambiò idea perché deglutì e cominciò a correre verso la sala con me alle calcagna. Facemmo due volte il giro intorno al tavolino della sala, mentre gli altri si buttavano sul divano pur di non essere travolti, poi in cucina dove lui saltò sopra il balcone pur di evitarmi e poi corse in camera dove io riuscii ad entrare prima che si chiudesse dentro. Cercò di salvarsi correndo dietro il letto ma io mi buttai per terra afferrandogli una caviglia e facendolo cadere a faccia avanti. Riuscì a girarsi e io mi sedetti sul suo stomaco tenendo le sue braccia ferme con le mani. Non provò nemmeno a divincolarsi.
"Questa posizione mi piace." commentò facendo un sorrisino malizioso.
"Voglio vedere per quanto continuerà a piacerti dopo che ti avrò fatto morire di solletico."
Vidi un lampo terrorizzato nei suoi occhi che durò un secondo e poi tornò il solito sbruffone di sempre. "E se io invertissi le posizioni?"
"Si certo, come se..." non riuscii a finire la frase che mi ritrovai stesa per terra con lui a cavalcioni sopra di me che mi teneva entrambe le mani sopra la testa con una mano sola.
La sua espressione era compiacimento puro.
"E ora?" mi chiese.
Ora sono fottuta.
"Ora non mi resta altro da fare se non scongiurarti di lasciarmi andare perché ti ho già perdonato per il pasticcino." gli feci con gli occhioni da cucciolo che sperai funzionassero come quelli di Mhone.
"Eh no mia cara, sarebbe troppo semplice." una luce malandrina lampeggiò nel suo sguardo e subito dopo cominciò a farmi il solletico con la mano libera.
Cominciai ad urlare e a scalciare ridendo come una matta.
"No! Louis no! Ti prego basta!" lo implorai tra uno spasimo e l'altro.
Dopo poco si fermò, mi afferrò le mani con entrambe le sue sta volta e me le fissò bene al pavimento avvicinando il suo viso pericolosamente al mio.
"Per farmi alzare ora devi darmi un bacio." mi ricattò sempre sorridendo allegramente con i nostri nasi che quasi si sfioravano. E' estremamente banale dire che il suo alito profumava dopo tutto quello che si era mangiato ma dovevo ammettere che aveva un buon odore, ma era niente in confronto al SUO odore. Non portava nessun profumo, ci potevo giurare, ma emanava comunque un odore fresco e pulito che mi fece girare la testa. Lo fissai bene in quegli occhi divertiti di un blu elettrico e deglutii rumorosamente.
"Sognatelo Tomlinson." riuscii a dirgli con un filo di voce.
Louis scoppiò a ridere appoggiando la fronte sul mio mento.
"Oh suvvia, - mi disse tornando a guardarmi - è solo un innocente bacio a stampo."
Il suo sorriso malandrino lasciò posto ad un'espressione sempre abbastanza divertita ma leggermente più seria.
"Poi mi lascerai andare?" gli chiesi. Un bacio a stampo non voleva dire niente no!? Giusto?!
"Parola di scout." mi promise.
Sospirai e mi avvicinai a lui quel tanto che mi permise di appoggiare le labbra sulle sue. Erano calde e morbide e mi venne un'irrefrenabile voglia di approfondire il bacio ma la porta si aprì di scatto e noi sobbalzammo entrambi.
"Ehm, ho interrotto qualcosa?" Harry era palesemente divertito ma cercò di non scoppiarci a ridere in faccia per il modo in cui ci aveva trovato.
"A dir la verità si. - ammise Louis sorridendo ma tenendomi sempre ancorata al pavimento - Volevi qualcosa?"
Harry alzò le spalle. "Solo dirvi che stiamo per cominciare un'avvincente partita a Taboo, ma penso che non vi unirete a noi." disse continuando a guardarci divertito.
Io mi sentii arrossire come un pomodoro. "No! - lo fermai - Arriviamo."
Harry rise e tornò nell'altra stanza e io guardai Louis.
"Ora ti alzi per favore?" gli chiesi immaginando di assomigliare sempre più ad un semaforo.
"Solo se ammetti che ti è piaciuto."
Ancora con questi ricatti?! Eh no però!
"Louis alzati e basta, ti è già andata troppo bene che ti ho baciato." gli dissi con un sorrisino sadico sul viso.
Louis scoppiò a ridere ma si alzò e mi porse una mano per farmi alzare. Io mi tirai su da sola e raggiunsi gli altri mentre sentivo una risatina sommessa alle mie spalle.




                                                                                            Image and video hosting by TinyPic 



Aiieeehhhhh

Hola chicas, como estas?! Piaciuta la gif?? Eggià, io e Marty piano piano ci stiamo modernizzando! xD
Vi ringrazio immensamente per le recensioni che abbiamo ricevuto negli scorsi capitoli e anche chi ha messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate e anche chi legge in silenzio, come sempre! Sappiate che vi adoriamo! ^^
Allora, che ne dite di questo capitolo? Louis è un po' sfacciato vero?! Ma noi lo adoriamo lo stesso! Liam è il solito dolce, cuccioloso e premuroso ragazzo, che dite, quale dei due si addice di più alla nostra pazza Kaycee?
Io un'idea ce l'avrei...
xD

Vi ringrazio ancora e se vi va seguiteci su twittah:

Vix     
Marty

Vi lascio con gli outfit delle nostre belle ragazzuole! :) 



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XOXO
Vi :*


         
         

                                                                                 
           

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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CAPITOLO 10

Mhone POV

Kaycee era sempre la solita. Ora si era messa a litigare con Louis per un pasticcino e come due bambini si stavano rincorrendo per tutta casa. Sentii la porta di una camera chiudersi violentemente e mi girai verso gli altri preoccupata che non si fosse rotto qualcosa. Niente. Loro se la ridevano divertiti e allora mi rilassai.
“Hei ragazzi visto che quei due ne avranno ancora per molto, ci scommetto, che vi va di fare? Mho che ti va di fare?” chiese Zayn ancora divertito dalla scena a cui avevamo appena assistito.
“Per me è uguale –banale frase che si dice quando qualcuno per gentilezza ti chiede cosa vuoi fare, lo so- non ho preferenze, decidete voi!” risposi garbatamente.
“Che ne dite di qualche gioco da tavolo?” propose Liam.
“Si ci sto! Adoro i giochi da tavolo!” esclamò Niall con entusiasmo.
Liam si allontanò un attimo per poi tornare con una pila enorme di giochi da tavolo. Erano talmente tanti che gli coprivano completamente la faccia tanto che andò a sbattere contro lo spigolo del tavolino in sala. Stavo per prevedere il peggio, ma fortunatamente Niall aveva i riflessi pronti e con un’abile mossa riuscì a prendere le scatole dei giochi prima che cadessero in terra.
“Grazie Niall. Fortuna tu!” gli disse Liam dopo essersi ricomposto.
Di tutta risposta Niall gli fece l’occhiolino con un grosso sorriso, poi appoggiò le scatole sul tavolo e cominciò a fissarle una ad una.
“Che ne pensate di Monopoli?” chiese dopo un’attenta analisi.
Lo guardarono tutti male. “Niall lo sappiamo che tu bari sempre, quindi scordatelo!” gli rispose Harry sventolandogli il suo dito accusatore davanti la faccia.
“Sei un bugiardo! Quello che cerca sempre di barare sei tu!” Niall guardò Harry e gli mise il broncio. Scoppiammo tutti in una grossa risata.
“Ok ok allora che ne dite di giocare a Taboo? “ propose Liam cercando di far riappacificare tutti e rivolgendosi in particolare a me.
“Si per me va benissimo. Poi a Taboo me la cavo abbastanza bene, io e Kay ci giocavamo spesso. Vi straccerò tutti!” li minacciai con un’aria di sfida.
“Io allora sto in squadra con te! Non voglio essere stracciato!” disse Zayn stampandosi un sorrisetto furbo sulle labbra e mi diede il cinque.
Niall prese la scatola dalla pila e poggiò gli altri giochi sul divano. Cominciò a sistemare il cartellone e le pedine mentre noi ci mettemmo seduti per terra intorno al tavolo.
“Vado a chiamare anche Kay e Lou! Magari vogliono giocare anche loro!” disse Harry poco prima che Niall girasse la clessidra per iniziare il gioco. Si alzò e scomparve nel lungo corridoio dove si trovavano le stanze.
Quando tornò sul viso aveva stampato un sorrisetto malizioso.
Stavo per chiedergli cosa avesse visto di così divertente, quando da dietro spuntarono anche Kay e Lou.
Kay aveva i capelli tutti scompigliati e le gote rosse come se fosse arrossita per qualcosa. Continuava a guardare Harry e Louis e arrossiva ancora di più. Qua gatta ci cova… qualcuno avrà molte cose da raccontarmi sta sera. Al contrario Louis entrò in sala sorridendo e con tranquillità si sedette intorno al tavolo con noi seguito poi da Kay.
Louis decise di andare in squadra con Liam, Harry e Niall “almeno c’è qualcuno che vi farà vincere” aveva detto, mentre Kay venne in squadra con me e Zayn.
Non avevano scampo! Io e Kay nella stessa squadra eravamo imbattibili!
Ci concessero di iniziare visto che eravamo in minoranza e pescai una carta.
“DESIDERIO” era la parola. Cominciai a pensare a come potevo farlo indovinare a Kay e Zayn mentre la sabbia nella clessidra cominciava a scorrere.
Cazzo. Non potevo utilizzare ne lampada ne Disney ne tanto meno Aladino. Pensai ad un’altra strada da prendere.
“Quando sogni cosa fai?” mi rivolsi verso Kay.
Mi guardò un po’ confusa. “Dormi?”
“Ma no dai concentrati. Pensa alla parola in chiave filosofica. Quando sogni qualcosa di bello”
“Quando sogno qualcosa di bello sono contenta e mi piacerebbe viverlo magari”
“Dai ci sei quasi vicina, invece che piacere usa un altro verbo!”
“volere –feci no con la testa-, deliziare –deliziare? No no no scossi energicamente la testa-, desiderare –siiii-“
“Si si si, ora trasformalo in nome!”
“DESIDERIO” finalmente rispose.
“Si bravissima!” la gratificai.
Avevamo ancora tempo. Pescai un’altra carta.
Questa volta la parola era SUCCESSO. Mi girai verso Zayn volevo provare a farla indovinare a lui.
“Allora… lo avete acquistato con il tempo dopo che siete usciti da X-Factor!” lo guardai in attesa di una risposta.
“Denaro?” mi fece. Scossi la testa.
“Ne avete tanto, e lo riscuotete tra le vostre fan!” non poteva non indovinare ora.
“Ahh ho capito! –mi guardò e fece un sorrisetto- SUCCESSO!” esclamò infine.
“Siiiii giusto! Sei un grande” dissi con entusiasmo.
Il tempo era scaduto ora toccava all’altra squadra. Iniziò Liam che era seduto a fianco a me. Pescò la carta e Kay girò la clessidra. Guardai la carta che aveva pescato e controllai le parole che non poteva dire così da verificare che non le dicesse.
La parola in questione era BATTICUORE. Che cavolo era troppo facile l’avrebbero indovinata in un secondo. Infatti senza pensarci troppo Liam si girò verso Louis.
“Lo fai venire a tutte le fan ogni volta che fai la tua mossa speciale con il bacino!”
Un sorrisetto malizioso spuntò all’angolo della bocca di Louis.
“Troppo facile, è il BATTICUORE –rispose immediatamente- come quello che faccio venire a Kay ogni volta che la guardo!” aggiunse poi.
Calò il silenzio. Aiha, questa non l’avrebbe dovuta dire. Vidi Kay diventare viola –neanche rossa, direttamente viola-. Si voltò verso Louis. Ecco ora lo avrebbe riempito di botte sicuramente. Invece no. Lo guardò con aria omicida, si è vero, però si limitò a dire “Si ti piacerebbe! Non sono una tua fan e i tipi stupidi, vanitosi e pieni di se il batticuore non me lo fanno venire!”.
Mentre io tirai un respiro di sollievo dal fatto che Kay non aveva ucciso Louis, gli altri scoppiarono in una risata.
Louis non sembrava minimamente toccato dalle parole di Kay e con indifferenza fece spallucce.
Continuammo la partita a taboo che alla fine vide vincitori me, Kay e Zayn.
“Fortuna che tu dovevi essere quello che avrebbe fatto vincere la tua squadra!” commentò pungente Kay rivolgendosi a Louis.
“Perché devi sempre essere così acida con me? Sei sempre sulla difensiva… cos’è ti metto in imbarazzo?” fu la risposta di lui.
Kay si avvicinò pericolosamente al ragazzo.
“Tu? In imbarazzo? A me? Ma non farmi ridere. Piuttosto direi che mi fai pena!”. La distanza tra i due cominciava ad essere veramente poca, così avendo paura per l’incolumità di Louis –Kay avrebbe avuto il coraggio di mollargli uno schiaffone senza complimenti-, la presi per un braccio e la trascinai verso l’uscita.
“Ragazzi si è fatta ora di andare per noi. Grazie mille per il pranzo e per il bel pomeriggio trascorso!” mi sbrigai a dire mentre aprivo la porta.
“Figurati! Grazie a voi per essere venute. Dovremmo farlo più spesso, soprattutto se rifai i tuoi deliziosi dolci Mho!” mi rispose Niall con un sorriso a 365 denti.
“Si dovremmo proprio rifarlo! E per i dolci non preoccuparti Niall, sono contenta che ti siano piaciuti, te li rifarò volentieri!” gli dissi con un sorriso.
Poi li salutai e diedi una gomitata a Kay non sentendola salutare. Stava ancora guardando in cagnesco Louis da lontano, ma quando sentì la gomitata addolcì lo sguardo e salutò garbatamente per poi tornare a guardar male Louis. La spinsi fuori e mi richiusi la loro porta alle spalle. Scendemmo le scale ed entrammo in casa.
“Cavolo Kay potresti anche essere un po’ più gentile con Louis anche se ti fa incavolare!” la ammonii.
“No mai. Non lo sopporto mi fa irritare e tu dovresti essere dalla mia parte visto che sei mia amica!” mi sgridò buttandosi lunga sul divano.
“Io non sto dalla sua parte, sei mia amica, dico solo che potresti essere un po’ più gentile. –la sentii grugnire- ad esempio potevi evitare di rincorrerlo per tutta casa –cominciai a punzecchiarla, volevo sapere cosa era successo-, poi vi siete chiusi in camera –la vidi alzarsi di scatto dal divano e sbiancare- che cosa è successo là dentro? Qualcosa che dovresti raccontarmi?” non ce la facevo più e alla fine arrivai alla domanda che mi interessava farle.
Silenzio. Non rispondeva.
“Allora?” la sollecitai e mi misi a sedere a gambe incrociate vicino a lei.
Era arrossita di nuovo come prima della partita e ogni volta che provava ad aprire la bocca per dire qualcosa si zittiva e abbassava lo sguardo.
Cominciai a preoccuparmi. Che cavolo era successo in quella stanza?
“Non è successo niente di che… -finalmente cominciò a dire qualcosa- ci stavamo rincorrendo poi lui cercava di chiudersi in camera sua, io invece sono riuscita ad entrare e quando finalmente lo presi cercai di immobilizzarlo a terra. –parlava veloce e abbassava e alzava lo sguardo- l’avevo appena minacciato di fargli il solletico quando, non so come, mi ritrovai io per terra immobilizzata e con lui a cavalcioni sopra di me! –strabuzzai un po’ gli occhi immaginandomi la scena ma non la interruppi- cominciò a farmi il solletico e lo sai quanto lo soffro io il solletico – mi guardò con degli occhioni da cane bastonato e io annui facendomi scappare un involontario sorriso- poi quando lo supplicai di smettere… -fece una pausa- mi disse che lo avrebbe fatto solo se gli avessi dato un bacio! – ahaha lo sapevo che sarebbe andata a finire così, trattenni una risata e aspettai che finisse il racconto- all’inizio non volevo darglielo, però poi mi minacciò di continuare con il solletico e preferivo dargli un bacio che subire ancora quella tortura! Così gli ho dato un bacio a stampo!”
“ahahaha non ci credo Kay! Tu che dai un bacio a Louis, a pensare come lo guardavi pochi minuti fa sembra veramente una cosa impossibile!” non riuscii a rimanere seria, era impossibile dopo una notizia del genere.
“Ah ah ah non sei divertente Mho, glie l’ho dato solo perché ero costretta sennò mai e poi mai l’avrei fatto! –mi disse acida- comunque non è la cosa peggiore… - smisi di ridere e la guardai aspettando che continuasse- mentre lui mi stava sopra e ci siamo baciati, è entrato Harry e ci ha visti!” arrossì completamente e abbassò lo sguardo.
Per evitare di far arrabbiare Kay, trattenni le risate.
“Ah ecco perché Harry quando è tornato in sala dopo che era venuto a chiamarvi aveva quel sorrisetto malizioso stampato in faccia” mi limitai a dire.
“Probabilmente si. Ma che cavolo in tutti i momenti in cui poteva entrare proprio in quello. Spero solo che Louis non si inventi qualche cavolata, o meglio spero che stia zitto e che questa storia non la scoprano anche gli altri, sennò è la volta buona che lo ammazzo! – si alzò dal divano e si diresse verso la sua stanza- ora vado in camera e mi riposo un po’. Mi sta venendo un mal di testa bestiale.” Entrò in camera e chiuse la porta.
Ripensando alla storia che avevo appena ascoltato mi veniva ancora da ridere. Kay aveva baciato Louis. Poi pensai a Harry. Cazzo, anche io avevo baciato Harry. Questi ragazzi cominciavano a essere pericolosi, pretendevano troppi baci.
Accesi la tv e mi distrassi dai pensieri precedenti guardando un avvincente film di avventura.
Quando il film finì era già ora di cena. Mi diressi verso la camera di Kay per chiederle se avesse fame e quando aprii la porta la vidi che stava studiando.
“Hei Kay vuoi mangiare qualcosa per cena?” le domandai.
“No Mho grazie sto studiando e poi dopo oggi mi si è chiuso lo stomaco!” mi rispose senza distogliere lo sguardo dal libro.
In realtà neanche io avevo fame, dovevo digerire ancora tutto quello che avevamo mangiato a pranzo. Richiusi la sua porta e mi diressi in bagno per farmi una doccia bollente come piaceva a me.
Era incredibile come riuscisse a rilassarmi l’acqua calda che scorreva lungo tutto il mio corpo. Mi asciugai velocemente i capelli e quando entrai in camera mi infilai subito il pigiama. Non avevo alcuna voglia di leggere il libro che stava sopra al mio comodino, pur avvincente che era, così optai per il computer. Lo staccai dalla carica e lo portai con me sul letto. Mi stesi comodamente ammucchiando due cuscini dietro il collo e poggiai il computer sulle gambe. Entrai sul sito dell’università per vedere se ci fossero novità, poi constatato che non ce ne erano chiusi la pagina e ne aprii un’altra entrando su Twitter. Scorsi velocemente le notizie sulla home fino a quando non vidi un post lasciato da Zayn che catturò la mia attenzione.
Il post diceva “Bellissimo pomeriggio con @MhoneHunter e @KayceeMcFay. Siamo la squadra più forte!”.
Il post aveva più di 50 ritweet e preferiti e alcune ragazze curiose avevano lasciato commenti tipo “Zayn chi sono queste due?” o “Zayn sono contenta che hai passato un bel pomeriggio” o ancora “Zayn sei stupendooo”.
Lasciai anche io un commento “Si siamo la squadra più forte senza dubbio, li abbiamo stracciati gli altri! E’ stato proprio un bel pomeriggio”.
Zayn mi rispose al commento con uno smile.
Non feci in tempo a ritornare sulla home per leggere altre notizie che mi accorsi di avere almeno 10 follower in più. Curiosa andai a vedere chi fossero e con sorpresa scoprii che erano tutte fan dei ragazzi, Directioner, così si facevano chiamare.
Guardai un po’ i post che scrivevano o retweetavano e notai che tutti riguardavano i One Direction, nessuno escluso. Ok si sapevo che avevano milioni di fan, ma non pensavo che ci potessero essere persone che parlavano esclusivamente di loro. Ma una vita queste persone non ce l’aveva? C’era gente che ogni minuto pubblicava foto e notizie su di loro e se i ragazzi postavano qualche cosa erano le prime a riscriverlo come a volerlo far sapere a tutti. Certo poi che anche i ragazzi si divertivano a scrivere ogni cosa che facevano, Liam aveva perfino pubblicato una foto mentre si lavava i denti, da non crederci!
Per quella sera mi ero presa abbastanza cavoli e visto che il giorno dopo sarei dovuta andare al college per seguire le lezioni, era ora che mi decidessi ad andare al letto.
Sposti il libro e poggia il computer sul comodino, non avendo voglia di alzarmi per andare a poggiarlo sulla scrivania e andai a letto.
 
La sveglia come ogni mattina suonò e io come ogni mattina la azzittii con un colpo secco. Cavolo era già mattina. Mi alzai, andai in bagno e quando tornai in camera prima di vestirmi accesi il computer. Ero curiosa di vedere se dopo la conversazione, come la sera prima, i miei follower erano aumentati. Come aprii la pagina rimasi allibita. I miei follower erano diventati il doppio ma quella non era la cosa più sconvolgente, sulla home alcune fan dei ragazzi avevano postato la foto della conversazione tra me e Zayn. Cliccai poi su un link che aveva postato una ragazza attratta dal commento che aveva lasciato, “O mio Dio spero sia falso” c’era scritto. Quando la pagina si aprì rimasi shoccata, era una articolo nel quale c’era la foto che avevano postato le fan della conversazione mia e di Zayn sotto ad un titolo che diceva “Zayn Malik ieri ha passato il pomeriggio con una ragazza: amica o nuova fiamma?”. Oh cazzo! Corsi come una furia a svegliare Kay!

 
 
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Hello Babes!
Eccomi con un nuovo capitolo! =D
Inizio ringraziando tutte le nostre splendide recensitrici (?)… ogni volta che leggiamo una vostra recensione non riusciamo a smettere di sorridere dalla contentezza! =D
In particolare vorrei ringraziare RawwrLu, carrotlouis, _Marziuz_ e Clelia_5 (se cliccate sui nomi vi riporto direttamente alla storia), che hanno recensito gli ultimi capitoli e che ormai ci seguono fedelmente lasciando sempre delle splendide recensioni. Grazie veramente! =D
Naturalmente ringrazio anche tutte coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate o che semplicemente leggono in silenzio e dobbiamo dire che sono veramente tante! ^^
Ora che ho finito con i ringraziamenti passiamo alla storia! xD
Le ragazze hanno passato un bellissimo pomeriggio a casa dei ragazzi e Kay ha confessato a Mho il bacio che ha dato a Lou. Che ne pensate di questa situazione? Vi piace? A me si… e pure tanto! =D ^^
Per finire le ragazze cominciano a comparire sui giornali e le directioner sospettano qualcosa… A Mho e Kay questa situazione però non piace… chissà come andrà a finire?
 
Direi anche che posso finirmela di rompervi… questi miei spazi autori stanno diventando sempre più lunghi. Mi sa che dovrò ridimensionarmi
(?) un tantino! xD
 
PS. Bella è la GIF? Quella è una delle mie interviste preferite!
=D
 
Un Bacione.

Marty.
 
Twittha:

Marty
Vix

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


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CAPITOLO 11
Kaycee POV
 
Stranamente quando Mhone mi venne a svegliare quella mattina ero già sveglia ma lei comunque spalancò le persiane.
"Esci subito da quel letto." la voce non era rilassata e solare come tutte le mattine quindi mi costrinsi a tirare fuori la testa da sotto le coperte e guardarla con un'espressione interrogativa. Non la vidi ai piedi del letto come faceva sempre per accertarsi che mi fossi alzata quindi mi misi a sedere e vidi che era seduta alla mia scrivania e digitava qualcosa sul mio computer. Uscii dal letto e mi appostai dietro di lei. Twitter. Seriamente?
"Guarda." mi disse indicandomi una specie di notizia che aveva pubblicato una ragazza con un nome assurdo. Ero ancora mezza addormentata, come poteva pretendere che capissi cosa diavolo stava a significare quella roba?
"Mho, cosa dovrei vedere?" chiesi.
Mhone mi guardò come se fossi stupida. "Ieri Zayn ha scritto su twitter che si è divertito con noi ieri pomeriggio e io gli ho risposto. Questa tizia ha fotografato i nostri tweet e ha messo la foto sul suo profilo chiedendosi se io fossi un'amica o una nuova fiamma e ora una marea di gente tweetta su di noi, su di lui e su questa storia." 
Dopo la sua spiegazione ero ancora un po' confusa, forse ero veramente stupida, o forse avevo ancora troppo sonno per collegare i neuroni.
"Continuo a non seguirti." ammisi.
Mhone sbuffò e mi indicò i suoi follower. Per la miseriaccia, erano triplicati, avevano addirittura raggiunto i 3000!
"Se le "Directioner" sono sveglie ci metteranno poco a collegare il nostro nome con quell'articolo che avevi trovato l'altro giorno e ovviamente ci perseguiteranno come hanno fatto con tutte le ragazze che sono state viste con i ragazzi. Ho letto che una tizia ha dovuto perfino cancellarsi da twitter per le troppe accuse che le avevano fatto."
Cazzo, aveva ragione.
"Troveremo una soluzione Mho." le dissi. Lei annuì ed entrò con il mio account. La prima cosa che notai furono i followers. Possibile che per un semplicissimo commento di Zayn avessi raggiunto anche io una quantità spropositata di followers?! Mi ricordai di quello che un secondo prima mi aveva detto Mhone.
"Vai sulle interazioni." le dissi.
Lei annuì e i commenti che lessi mi spaventarono e mi incuriosirono contemporaneamente. C'erano cose tipo "Chi sei?", "Perchè ieri eri con Zayn?" "E tu dovresti essere la nuova fiamma di Zayn? Ma per favore...", "Sei brutta, Zayn si merita di meglio."
"Ehi! - esclamai - Questi erano offensivi!" dissi indicandoli.
Mhone annuì. "Anche a me hanno scritto cose del genere."
Mi misi un paio di infradito e imboccai la porta.
"Dove stai andando?" mi chiese Mhone con un soppraccigli inarcato.
"Di sopra." dissi senza darle il tempo di replicare e chiudendomi la porta alle spalle. Suonai il campanello e mi aprì Louis. Grazie fortuna di accompagnarmi nella mia crescita.
Louis mi sorrise. "Buongiorno splendore. Vuoi il bacio del buongiorno o non riuscivi ad aspettare di arrivare a scuola per vedermi?" mi chiese. Dritto al punto senza peli sulla lingua, come sempre.
"Giorno cretino. Veramente volevo parlare con Zayn e Liam." gli dissi poggiandogli una mano sul torace per farlo spostare ed entrando in casa senza aspettare di essere invitata. Dopotutto dovevo sbrigarmi sennò avrei fatto tardi a scuola.
"Ma prego, entra pure. - disse scuotendo la testa. -Bel pigiama comunque." mi guardai. Canottiera e pantaloncini, ergo mezza nuda. Non mi preoccupai di rispondergli e mi diressi in cucina dove li vidi fare colazione insieme a Niall e Harry."
"Buongiorno Kay! - mi salutarono - Come mai qua?" mi chiese poi Harry lanciando un'occhiatina a Louis senza preoccuparsi di nascondere un sorrisino divertito.
"Zayn ieri ha scritto qualcosa su di noi su twitter e ora ci stanno arrivando tantissimi commenti, non sappiamo come comportarci." ammisi sedendomi nel posto in cui probabilmente stava facendo colazione Louis che rimase in piedi appoggiato alla mia sedia.
"Oh merda! Di nuovo?" fece Zayn.
Io annuii senza preoccuparmi di chiedere quando era successo precedentemente.
"Risolveremo noi Kay. - mi rassicurò Liam - Scriveremo su twitter che voi siete nostre amiche e che non apprezziamo molto i commenti che fanno su di voi, in questo modo dovrebbero finire, spero." aggiunse infine.
Gli sorrisi per ringraziarlo, fregai un biscotto dal piatto di Niall e mi diressi verso la porta.
"Ehi!" protestò il biondo. Tornai indietro con un sorriso e gli diedi un bacio sulla guancia. "Grazie Niall!"
Lui sorrise divertito e io ritornai verso la porta. "Volete un passaggio per andare a scuola dopo?" mi bloccò Harry prima che uscissi.
"Volentieri." gli risposi masticando il biscotto.
"Perfetto. Alle 8.45 stiamo da voi."
Annuii e tornai nel mio appartamento. Mhone mi aprì perchè avevo scordato le chiavi e notai che mi aveva aspettato per fare colazione insieme. Le raccontai di quello che mi avevano detto i ragazzi e lei mi sembrò visibilmente più tranquilla. Dopo aver messo la tazza e il cucchiaio nel lavandino ci andammo a cambiare. Mi affacciai alla finestra e vidi che il tempo soleggiato della settimana prima aveva lasciato spazio alla nebbia e alla pioggia così frequenti nella nostra nazione. Poi era metà ottobre, la pioggia era un dovere!
Andai in bagno a lavarmi, spazzolai i capelli e li mossi un po' con le mani per non farli assomigliare troppo a degli spaghetti, mi misi un filo di mascara e tornai in camera, infilai la testa nell'armadio e ne tirai fuori un maglioncino largo grigio e il solito paio di jeans che abbinai a delle converse rosse malridotte, un paio di bracciali uno rosso e uno viola e un paio di orecchini con la bandiera inglese. Molto patriottica. Volevo abbinarci anche una borsa ma mi resi conto che non ne avevo una rossa o blu quindi entrai in camera di Mhone e, mentre lei stava davanti lo specchio a truccarsi, io aprii il suo armadio alla ricerca di una borsa adatta e ne trovai una perfetta, rossa e blu, tornai in camera e ci infilai i libri poi andai ad aspettare Mhone in salotto che uscì dopo due minuti. Era impressionante come riuscisse ad indossare il rosa senza sembrare un marshmallow gigante, fatto sta che indossava un pio di jeans chiari con una maglia larga rosa e degli Ugg dello stesso colore e sopra la maglia indossava una sciarpa marroncina che aveva abbinato alla borsa della stessa tonalità. Aveva raccolto i capelli in una coda alta in modo da mettere in evidenza gli orecchini a forma di cuore della Dolce&Gabbana e prese dall'attaccapanni uno scialle che usò ccome giacca. Mhone era molto freddolosa, ma immaginai che anche vestita così quel giorno avrebbe sentito freddo.
Due secondi dopo sentimmo bussare, afferrai una giacca blu scuro dall'attaccapanni e uscimmo per andare a scuola insieme ai ragazzi.
"Abbiamo scritto di voi su twitter. - annunciò Liam mentre scendevamo le scale per raggiungere il garage. - Io ho scritto qualcosa tipo: "Mhone e Kaycee sono due nostre compagne del college, non insultatele perfavore, non vorremmo creare malintesi e non vorremmo che le nostre amiche vengano ferite", Harry e Niall mi hanno retweettato mentre Zayn ha scritto qualcosa come: "Mi spiace per aver creato malintesi, Mhone e Kaycee sono due amiche e sono brave persone, non odiatele, non è carino!" mentre Louis..."
"Io ho scritto che sono innamorato di te ma che non voglio che ti odino per questo." lo interruppe Louis girandosi verso di me e sorridendomi maliziosamente.
"Ah ah, molto divertente." dissi facendo una smorfia.
"Ho paura che sia la verità." disse Liam dando un cazzotto a Louis su una spalla.
Mi bloccai sull'ultimo gradino così improvvisamente che Mhone dietro di me mi venne addosso facendomi sbilanciare e cadere addosso a Louis mentre lei veniva afferrata per un polso da Zayn appena prima di finire addosso a noi. Niall mi porse una mano per farmi alzare e io la accettai per poi massaggiarmi il ginocchio che avevo sbattuto.
"Cazzo Kay! Lo posso capire che vuoi per forza starmi sopra ma la prossima volta cerca un modo meno doloroso per il sottoscrito ok?" disse mentre anche lui si alzava. Questa era la volta buona che gli saltavo addosso per fargli seriamente male. Stavo per fare un passo per riempirlo di calci quando Niall mi mise le mani sulle spalle per fermarmi. Non potevo picchiarlo ora, ma prima o poi l'avrei sicuramente fatto, quindi mi limitai a guardarlo in modo glaciale e lo mandai poco galantemente a quel paese.
"Vedi di chiarire tutto questo casino che sicuramente avrai combinato piuttosto che sparare minchiate!" lo aggredii.
I ragazzi risero mentre Mhone sorrideva in modo strano, come se lei sapesse qualcosa che gli altri non sapevano.
Louis mise le mani avanti come per difendersi ma annuì con il solito sorriso sghembo sul viso.
Io scossi la testa e salii in macchina al posto del passeggero con Harry e Mhone mentre gli altri salivano con Louis.
"Allora che facevate ieri tu e Louis mentre sono entrato in camera?" chiese Harry mentre guidava. Ecco, lo sapevo che quel discorso sarebbe saltato fuori prima o poi.
"Mi ha ricattato. - dissi sentendo le guance in fiamme - Non mi avrebbe lasciata andare se non gli avessi dato un bacio." meglio dire la verità.
Lo sentii ridere. "Sicura? Louis mi ha detto che eri accondiscendente."
Tipico.
"Ti ha detto una bugia." risposi soltanto. In tutta la durata della nostra conversazione Mhone era stata in silenzio e quando mi girai a guardarla feci in tempo a vedere un sorrisino che subito però si affrettò a nascondere.
"C'è qualcosa che devi dirmi Mho?" le chiesi.
"No niente." disse lei tranquillamente e io non avevo voglia di indagare con Harry presente quindi non insistetti.
Harry parcheggiò in un posto libero nel parcheggio del campus e la macchina di Louis lo affiancò, eravamo arrivati appena in tempo quindi corremmo in classe subito dopo esserci messi d'accordo di incontrarci nel cortile per andare a pranzo insieme. Le lezioni passarono piuttosto velocemente ed io e Liam, che avevamo tedesco insieme l'ultima ora, ci apprestammo a raggiungere gli altri nel punto d'incontro.
"Ecco gli ultimi due. - fece Mhone - Allora? Dove andiamo a pranzo?"
"Nando's" propose immediatamente Niall ma io scossi la testa. "Ci andiamo quasi ogni giorno. - protestai - Che ne dite di mangiare messicano nel ristorantino che sta in periferia? Ci siamo passati davanti quando siamo andati alle giostre."
Gli altri mi appoggiarono con entusiasmo, Niall un po' di meno ma anche lui fu facile da convincere. Stavamo per avviarci verso le macchine quando vidi una ragazza correre nella nostra direzione sbracciandosi per farsi notare e quindi bloccai gli altri prima che salissero in macchina.
"Fiuuu che faticaccia." esclamò appena ci raggiunse, piegata in due e col fiatone.
Io guardai gli altri che erano confusi tanto quanto me. "Possiamo aiutarti?" gli chiese Liam con un sorriso.
Lei si tirò su e fece un respiro profondo. "In realtà speravo di si."
Harry stava già per tirare fuori una penna quando lei lo fermò. "No, non sono interessata agli autografi, in realtà faccio parte del consiglio studentesco e mi servirebbe una mano, speravo che voi avreste potuto aiutarmi." disse guardandoci uno ad uno speranzosa.
La ragazza era davvero molto carina per i miei gusti, non troppo alta con lucenti capelli castani, occhi verdi e un viso dolce.
"Cosa ti servirebbe?" gli chiesi.
"Come vi ho già detto faccio parte del consiglio studentesco e stiamo pensando di organizzare una festa sensazionale per Halloween..."
Harry la interruppe con un fischio di ammirazione. Come idea era grandiosa e potevo leggere l'emozione sui volti di tutti i miei amici.
"Il problema è che nessuno si offre per darci una mano con le decorazioni, la musica e gli alcolici e non abbiamo ancora trovato nemmeno un posto disponibile. Halloween è tra venti giorni, noi non abbiamo ancora fatto niente e gli inviti e i volantini devono essere pronti minimo due settimane prima, ciò vuol dire che abbiamo sei giorni per trovare un posto e persone che ci diano una mano con l'organizzazione." terminò dopo aver parlato a macchinetta senza prendere mai fiato.
Io annuii, dovevano proprio darsi una mossa se volevano organizzare tutto.
"Io vi do una mano volentieri." mi girai verso Mhone e vidi che sorrideva allegramente. Il viso della ragazza si illuminò all'istante.
"Grazie, Mhone giusto? Beh grazie mille Mhone." fece la ragazza.
"Di niente..."
"Diana."
"Diana." ripetè Mhone sorridendole.
Feci un respiro profondo. "Darò una mano anche io."
Diana sembrava sempre più contenta.
Liam guardò gli altri che gli fecero un cenno con il capo. "Anche noi aiuteremo."
"Grandioso! Non ho più bisogno di chiedere le elemosina in giro allora! - fece Diana saltellando sul posto - Siete disponibili questo pomeriggio dopo le lezioni per organizzarci coi preparativi ecc?"
Noi annuimmo tutti, lei ci diede appuntamento per le quattro nella sala riunioni dell'ala ovest e poi finalmente andammo a pranzo.
 
Entrammo tutti e sette insieme nella grande aula dell'ala ovest dove solitamente si tenevano le riunioni del consiglio studentesco e lì, sedute attorno ad una lunga tavolata c'erano già sedute quattro ragazze tra cui Diana. Quella bionda a capotavola, esattamente seduta davanti la vetrata della stanza, doveva essere la presidentessa del consiglio mentre le altre dovevano essere quelle che la aiutavano. Non avevo mai capito bene come funzionasse il college ma non gli diedi troppo peso e insieme ai miei amici mi avvicinai a loro.
La presidentessa si alzò. "I One Direction con due volontarie. - esclamò sorridendoci - Vi ringrazio davvero per l'aiuto che siete disposti a darci, lo apprezziamo molto considerando che penso che voi abbiate molti impegni già per conto vostro. Io comunque sono Katie e loro sono Diana, Josie e Loren." disse presentandoci anche una ragazza dai lunghi capelli neri liscissimi e una ragazza con un caschetto biondo spettinato.
"Io sono Kaycee e lei è Mhone. - dissi a mia volta presentando me e la mia amica - Penso che sappiate chi sono loro." continuai indicando i ragazzi alle nostre spalle. Le ragazze annuirono.
"Sedetevi." ci disse Katie indicandoci le sedie vicino alle loro e noi accomodammo.
"Allora le cose che ci servono sono: un posto per la festa, qualcuno che si occupi delle decorazioni, qualcuno che si preoccupi di chiamare un DJ decente e che non metta solo musica rompitimpani, qualcuno che pensi alla grafica e cioè volantini e manifesti e qualcuno che crei un evento sulla pagina ufficiale del college."
"E gli alcolici." ricordò Diana a Katie.
"Giusto. - fece lei - Come ci dividiamo?"
"Io posso pensare alla grafica. - si offrì Zayn - Sono piuttosto bravo a disegnare."
E chi se lo aspettava?!
Katie sorrise raggiante. "Perfetto! - saltò su - Chi lo aiuta?"
Ricordai le pareti della vecchia stanza di Mhone, tutte dipinte da lei con bellissimi decori originali. "Mhone! Disegna in modo spettacolare ed è originalissima!"
Mhone mi fulminò con uno sguardo ma io le sorrisi in modo incoraggiante. Katie sorrise di nuovo e disse a Josie di segnarsi le cose che dicevano in quella riunione.
"Io e Kaycee possiamo occuparci delle decorazioni." propose Louis.
Io mi girai di scatto fulminandolo. "Non ci pensare!" gli risposi quasi ringhiando.
"Suvvia Kay non fare la difficile, a queste ragazze serve il nostro aiuto." mi disse facendomi un sorriso a trentadue denti senza far caso minimamente alla minaccia di morte che gli stavo lanciando con gli occhi.
"Allora è decisa anche questa!" Katie aveva detto a Josie di scrivere e io non ebbi il coraggio di tirarmi indietro.
Alla fine Harry e Katie decisero di pensare agli alcolici, Liam e Josie di trovare un posto adatto per la festa, Niall e Diana di cercare un DJ spettacolare e Loren di creare l'evento sulla pagina del college. Soddisfatti uscimmo dal college con la promessa di iniziare i preparativi il giorno seguente.
 
 
 
 
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AIEHHHHHH;
Salve a tutte belle lettrici! Mi scuso immensamente per questo ritardo di una settimana ma io e Marty siamo state al mare e non avevamo il computer con noi! Per farmi perdonare ho messo questa gif che sicuramente vi farà impazzire (o almeno con me c'è riuscita!!) Vi ringrazio come sempre per il sostegno, le recensioni, che diventano sempre più numerose, e per tutto quello che fate per noi! E' bellissimo sapere che la nostra storia piace e che la leggono sempre più persone e noi siamo veramente felici! GRAZIE
Ma torniamo alla storia, che ne dite di questa festa? Secondo voi cosa accadrà? Il capitolo della festa non è il prossimo perché tratteremo della sua organizzazione! 
Notato l'uscita di Lou per far in modo che le acque si calmino? Ha peggiorato la situazione, è fatto così! ;)
Fateci sapere come sempre cosa ne pensate! 
Tanti baci,
Vi :)
 
Twittah:

Vix     
Marty

 
 
E questi sono gli outfit indossati dalle ragazze in questo capitolo:
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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


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CAPITOLO 12

Mhone POV

Io, Kay e i ragazzi uscimmo dall’aula lasciando le altre quattro ragazze che rimasero dentro. Ci dirigemmo verso l’uscita continuando a parlare della festa.
“Kay, domani dopo scuola vengo da te, così tra una coccola e l’altra possiamo buttar giù qualche idea per la festa se ci va!” per l’ennesima volta Louis provocò Kay.
“Dio quanto avrei voglia di prenderti a calci! - disse per tutta risposta Kay alzando gli occhi al cielo -Comunque va bene, domani pomeriggio vieni da me e cominciamo il lavoro.”
 “Ok Mho, lasciamo casa vostra ai due piccioncini –Kay si girò di scatto e lanciò lo stesso sguardo gelido di prima a Zayn che sembrò non curarsene- tu vieni da me? Praticamente in camera mia ho tutto quello che ci serve!” mi chiese Zayn.
“Si per me va bene. Anche perché avevo lasciato tutte le miei cose per dipingere a casa vecchia. Non pensavo mi sarebbero servite qua!” gli risposi con un sorriso.
“Perfetto. Allora è deciso!” concluse lui.
Kay lo stava ancora guardando male per la battutina di prima.
“Bhe mi sembra che qua i piccioncini siano altri…” disse appena Zayn ebbe finito di parlare.
Ditemi che non l’ha detto seriamente! Appena torno a casa la strozzo!
Non sapevo cosa dire e probabilmente ero anche diventata rossa visto che mi sentivo le gote in fiamme.
“Ma come, Mho non te l'ha detto?! Io e lei ci amiamo e siamo amanti in segreto, sfortunatamente ora lo sanno tutti.” la prese in giro Zayn facendomi l'occhiolino.
“Si è così. Mi ero dimenticata di dirtelo? Ops.” stetti al suo gioco cercando di rimanere il più calma possibile.
Kay si fece una risata, come anche tutti gli altri, e continuammo a parlare dei preparativi per la festa.
Arrivate a casa, dopo aver salutato i ragazzi, mi chiusi la porta alle spalle e diedi un’occhiataccia a Kay.
“Che c’è? Perché quella faccia?” mi domandò.
“E me lo chiedi pure? Mi sarei sotterrata prima quando hai detto di me e Zayn! Ti giuro ti avrei strozzato in quel momento!” le dissi parlando veloce e con lo sguardo arrabbiato.
“Scusa! È stato più forte di me. Non l’ho fatto apposta, Zayn ha fatto quella battutina e io gli ho risposto. Non ho pensato minimamente che ti avrebbe dato fastidio così tanto! Mi perdoni?” cercò di mettere su gli occhioni dolci come i miei –anche se nessuno ci riesce meglio di me- e allora decisi di perdonarla. Era sincera e non mi piaceva litigare con lei, infondo poi non era successo niente di irreparabile.
“Si ti perdono scemotta!” le risposi solamente facendole un sorriso.
Si avvicinò, mi abbracciò forte forte e mi diede un bacio sulla guancia.
Quella sera finimmo di mangiare presto e dopo aver sparecchiato, decisi di andarmene in camera a leggere un po’.
Mi buttai a pancia in sotto sul letto, poi presi il mio libro dal comodino e cominciai a leggere. Dopo dieci minuti mi accorsi di stare a leggere sempre la stessa frase. La mia testa vagava tra mille pensieri e non ne voleva proprio sapere di concentrarsi a leggere delle fresi, per quanto interessanti fossero, scritte su un libro. Capii che non era il caso di continuare, così richiusi quell’enciclopedia, come la chiamava Kay, e lo riposai sul comodino.
Mi giravano in testa alcune idee per i volantini della festa, così mi alzai dal letto e mi diressi verso la scrivani. Tirai fuori da un cassetto un vecchio album da disegno ed un astuccio malandato che conteneva le cose essenziali per il disegno e mi ributtai sul letto. Era inutile, non riuscivo a concentrarmi seduta ad una scrivania, dovevo per forza stare sul letto, era l’unica soluzione. Cominciai a buttar giù qualche schizzo. Era parecchio che non disegnavo. L’ultima opera che avevo fatto erano state le pareti della mia vecchia camera. Avevo dipinto tutti ghirigori che giravano intorno a tutta la stanza, tutto sui toni dell’azzurro, celeste e blu. Quando la luce entrava nella stanza, le pareti si accendevano di quei colori e mi sembrava di vivere in qualcosa di magico. Dopo quello, Kay mi aveva spinto a partecipare ad un concorso di pittura al quale poi partecipai. Per quell’occasione avevo dipinto un bellissimo paesaggio autunnale, che si vedeva dalla cima di un piccolo colle dietro alla vecchia casa. Ero soddisfatta di quel quadro, ma purtroppo i giudici non la pensarono allo stesso modo. Non solo non vinsi il concorso, ma l’intera giuria fece commenti parecchio negativi sul mio lavoro. Da quel giorno non presi più in mano volentieri il pennello. Ogni tanto scarabocchiavo i lati dei fogli o dei libri, ma non feci più un vero e proprio quadro per intero. Infatti l’idea di dover di nuovo disegnare non mi piaceva, ma ormai non potevo più tirarmi indietro. Speravo solo che questa volta il mio lavoro sarebbe piaciuto, se non altro mi aiutava anche Zayn che a quanto pareva era un ottimo artista.
Senza pensarci troppo la matita cominciò a scivolare sul foglio, era come se non avessi mai smesso di disegnare, e facce di mostri, zucche e pipistrelli riempirono alcune pagine dell’album. Quando ebbi finito le idee, mi alzai un attimo dal letto per sgranchirmi la schiena e l’occhio mi cadde sulla sveglia. Oh cavolo era già mezza notte!
Chiusi l’album e lo poggiai insieme all’astuccio sopra la scrivania. Mi infilai il pigiama più pesante che avevo tirato fuori e andai a dormire.
 
Il giorno seguente alzarsi fu un dramma e prima di svegliarmi completamente dovetti prendere due caffè all’università. Kay quella mattina per sbaglio aveva già visto gli schizzi che avevo fatto la sera precedente, era entrata in camera mia e vedendo il mio vecchio album da disegno sopra la scrivania, incuriosita aveva cominciato a sfogliarlo. “Dio Mho sono fantastici” li aveva commentati. Ero contenta che le piacessero, ma il giudizio che mi interessava di più quel giorno era quello di Zayn. Non vedevo l’ora di fargli vedere quello che avevo prodotto.
Le lezioni sembravano infinite e le ore non scorrevano mai, come succede sempre quando vuoi finire in fretta qualcosa e iniziarne un’altra.
Quando finalmente arrivai alla fine della lezione di matematica tirai un sospiro di sollievo. Mi affrettai a raggiungere Kay all’entrata e ci dirigemmo a piedi verso casa. Quel giorno i ragazzi non potevano accompagnarci a casa perché avevano un’intervista da fare per un giornale che non mi ricordo come si chiamava, infatti avevano saltato anche le lezioni pomeridiane.
“Eccitata per l’incontro di questo pomeriggio?” mi chiese Kay con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
“Non cominciare! Più che eccitata direi che sono curiosa di sapere cosa ne pensa Zayn dei miei schizzi, sei tu che mi hai costretto praticamente a fare questa cosa e anche se all’inizio l’idea non mi allettava molto ora voglio farla al meglio. Tutto qui. E poi potrei farti io la stessa domanda!” le risposi girandomi verso di lei e camminando all’indietro.
“Io eccitata? Ma fammi il piacere! L’idea di passare l’intero pomeriggio con quello zotico sinceramente mi fa venire la pelle d’oca! Non vedo l’ora che tutto questo finisca” mi fece.
“Si si come no” mi scappò dalla bocca sotto voce ma a quanto pare mi aveva sentito. “Come?” infatti mi domandò.
“No no niente! Non ho detto niente” mi affrettai a dire essendo il più convincente possibile. A quanto pare ci riuscii visto che fece spallucce e tornò a pensare ai cavoli suoi.
Avremmo dovuto aspettare i ragazzi per poter cominciare i lavori, così appena arrivammo a casa ci buttammo sul divano a guardare un po’ di tv sgranocchiando qualche biscotto che avevamo comprato lungo la strada e bevendo un buonissimo the ai frutti di bosco. In tv non c’era niente di interessante così dopo che Kay girò praticamente ogni programma, decise di lasciare su un canale musicale.
Facemmo appena in tempo a finire the e biscotti che il campanello suonò.
Come al solito andai io ad aprire alla porta e al di là trovai Louis con un sorriso a 365 denti. Sembrava proprio contento del pomeriggio che lo aspettava!
“Ciao Mho! Come stai?” mi salutò.
“Hei Lou! Tutto ok! Entra pure. Kay ti sta aspettando!” non feci in tempo a dire la frase che da lontano si sentì il lamento di protesta di Kay.
“Gentile come sempre dolcezza. Ciao anche a te!” la salutò Louis.
“Perché essere gentile con le persone che non lo meritano! È uno spreco di tempo! Ciao comunque!” contraccambiò la rossa con i suoi soliti commenti acidi.
Louis rise divertito poi si girò verso di me.
“Hei Mho Zayn mi ha detto di dirti che ti sta aspettando di sopra!” mi fece poi.
“Ok perfetto. Prendo le miei cose e lo raggiungo!”. Andai in camera presi una borsa capiente e ci infilai l’album con gli schizzi e l’astuccio con le poche cose da disegno che mi ero portata a casa nuova, poi presi dal comodino il cellulare che stava sotto carica e le chiavi e uscii dalla stanza.
Nel frattempo Louis si era accomodato sul divano vicino a Kay e le aveva messo un braccio dietro le spalle mentre lei cercava di allontanarsi sempre di più dalla morsa del ragazzo. La scena era veramente comica e non potei evitare di ridere.
“Hai ragazzi allora io vado! Ci vediamo dopo!” dissi infine cercando di sbrigarmi ad uscire.
“Ciao Mho” mi fece Kay allontanando il braccio di Louis.
“Ciao Mho. Mi raccomando fate i bravi” fu il saluto di Lou.
Ok ora perché tutti se ne venivano fuori con queste battutine? La cosa cominciava a farmi irritare seriamente, neanche a dire che ci avessi provato con Zayn o che lui avesse mostrato interesse per me. Bha! Feci comunque finta di niente.
“Io sono una brava ragazza mio caro Lou! Piuttosto… tu cerca di non approfittarti di Kay! Lo dico per il tuo bene. Credimi!” risposi alla sua provocazione.
Kay sembrò compiaciuta della mia affermazione.
“Bhe non ti prometto niente. Questa ragazza mi fa saltare gli ormoni!” e cercò di riallungare il braccio intorno a Kay che per tutta risposta gli diede un pugno sulla spalla.
Uscii di casa lasciando quei due litigare sul divano. Chissà se sarebbero riusciti a combinare qualcosa quel pomeriggio… la vedevo molto dura!
Salii le scale e suonai il campanello. Mi apri Zayn.
“Ciao Mho! Finalmente sei arrivata!” mi salutò lui.
“Ciao Zayn. Scusa ma ero con quei due matti che ho lasciato al piano di sotto. Stavano litigando come al solito. Spero solo che Kay non gli faccia troppo male.” Gli risposi ancora ridendo ripensando alla scena di prima.
“Ahahah immagino. Dai avanti entra!”
Quando entrai vidi Harry sul divano a dorso nudo –mi stupisco ancora pensando a quanto quel ragazzo odi i vestiti- alle prese con un videogioco sparatutto. Lo salutai.
“Ciao bellezza! Scusa ma ora sono un po’ impegnato!” mi salutò.
“Scusa ma tu non dovevi vederti con Katie per gli alcolici?” gli domandai ripensando ai compiti che ci eravamo divisi per la festa.
“No. Ci incontriamo settimana prossima. Tanto la scelta degli alcolici è veloce e poi lei questa settimana è impegnata con gli esami” mi rispose non distogliendo lo sguardo della tv e continuando a sparare alla cieca a tutto ciò che si muoveva.
Zayn mi fece segno di seguirlo e senza dire niente obbedii.
Era la prima volta che entravo nel corridoio dove c’erano le stanze dei ragazzi, fino a quel momento mi ero limitata a vedere la cucina e la sala, che da soli erano grandi come tutto il nostro appartamento.
Entrai nella prima di una serie di stanze. Era molto grande e luminosa, un finestrone posto in fondo alla stanza la illuminava completamente. Il letto enorme a due piazze era posto a sinistra seguito poi da un lunghissimo armadio a quattro ante. Che invidia! Avrei voluto anche io un armadio così grande, invece dovevo accontentarmi di quel buco che prima o poi sarebbe esploso per tutta la roba che c’era dentro. Di fronte al letto c’era una grande scrivania sulla quale erano posti in modo disordinato pennelli, tempere, pastelli, matite e tutto ciò che ci si poteva immaginare. A fianco c’era anche un cavalletto per dipingere sul quale era appoggiata una tela già iniziata. Il disegno era appena iniziato, ma a vederlo così sembrava il ritratto di qualcuno. Non feci in tempo a dargli uno sguardo veloce che Zayn prese la tavola e la ripose delicatamente in un armadietto.
“Allora? Hai qualche idea per i volantini?” mi chiese girandosi verso di me.
“Veramente… si. Bhe… cioè… ieri sera non avevo niente da fare così… ho buttato giù qualche idea. Però non è niente di che. Se non ti piace si può pensare a qualcos’altro.” Mi affrettai a rispondere.
“Dai avanti. Fammi vedere!”
Tirai fuori l’album dalla borsa e mi sedetti all’estremità del letto raggiungendo Zayn.
Glie lo porsi e aspettai un suo giudizio. Cominciò a sfogliare l’album e molto attentamente si soffermò sugli schizzi che avevo fatto. La sua espressione era illeggibile e non sapevo se preoccuparmi o essere contenta perché ancora non aveva detto che erano orrendi. Continuava a guardarli e io continuavo a guardare lui. Certo che era figo però.
“Sai Mho –interruppe il silenzio- questi sono solamente schizzi –ok ci siamo ora dice che non gli sono piaciuti- ma devo ammettere che sono veramente belli. Cioè hai veramente una buona manualità e mi piace l’idea del castello e anche il modo come hai scritto le informazioni per la festa, l’idea è un po’ conformista però fa molta scena.” Analizzò nei minimi dettagli la mia idea. Gli erano piaciuti i miei schizzi. Siiii.
Ripresi a respirare dopo aver sentito le sue parole e un sorriso mi spuntò dalle labbra.
“Sono contenta che l’idea ti piaccia. Si è vero, magari può sembrare un po’ banale l’idea di un vecchio castello lugubre, però fa sempre scena ed è un simbolo classico di Halloween  come le zucche e i pipistrelli. Per la scritta mi ci è voluto un po’, ma il sangue che colava dalle lettere mi sembrava una buona idea” commentai.
“Si mi piace molto. Ora non resta che ultimare lo schizzo, colorarlo e sperare che Liam e Diana trovino in fretta un posto dove fare la festa. Poi ci basterà scannerizzare il tutto al computer e spedirlo in tipografia così che ce li stampano in serie” concluse.
 “Si perfetto, non ci resta che rimboccarci le maniche e iniziare a lavorare!” risposi.
Annuì e mi fece un sorriso. Si alzò dal letto e si avviò verso la scrivania, stavo per seguirlo quando qualcosa andò storto. Non mi ero accorta del tappeto per terra e mi ci intrecciai i piedi. Stavo per cadere a faccia in avanti quando Zayn prontamente si girò e fece per prendermi ma, non riuscendo a tenermi cadde insieme a me. Quando riaprii gli occhi la prima cosa che feci fu quella di cercare di muovermi ma la cosa mi fu impossibile. Zayn era caduto sopra di me e per non farmi sbattere la testa a terra teneva la sua mano proprio sotto la mia nuca. Era per metà disteso su di me ma riuscivo a sentire il suo cuore battere forte per lo spavento proprio come penso che lui sentiva il mio. Cavolo di solito era Kay che faceva queste figure, io riuscivo ad evitarle anche con dei tacchi alti dodici centimetri e invece questa volta ero caduta come una pera cotta inciampando su uno stupido tappeto.
Mi resi conto solo dopo qualche secondo che la posizione in cui ci trovavamo non era delle più convenienti e non appena i nostri sguardi si incrociarono io arrossii. Tossicchiò un attimo come a voler ricomporsi poi si alzò immediatamente e con una mano mi aiutò a rialzarmi.  
“Tutto ok? Niente di rotto vero?” mi domandò scherzosamente.
“Si tranquillo tutto apposto. Di solito non inciampo così stupidamente. Mi dispiace averti fatto cadere con me.” Gli risposi abbassando lo sguardo un po’ imbarazzata.
“Figurati non ti preoccupare, capita che alle ragazze faccio questo effetto.”
Lo guardai interrogativa e alzai un sopracciglio.
“Che fai ora ti metti a fare le stesse battutine di Louis?” mi scappò di dirgli.
Rise. “Oh cavolo hai ragione. Era proprio alla Louis questa battuta. Mi rimangio quello che ho detto allora” il sorriso malizioso di prima lasciò spazio ad un’espressione dolce sul viso come a volersi far perdonare per quello che aveva appena detto.
“Ok così va meglio! -esortai con un sorriso- ora credo proprio che sia ora di metterci al lavoro!” proposi.
Annuì e cominciammo a metterci al lavoro pastrocchiando qualche foglio con i colori.
Dopo due ore di ininterrotto lavoro il nostro capolavoro era concluso.
“Cavolo non avrei mai pensato che saremmo riusciti a finirlo in un solo pomeriggio” dissi mentre mi alzavo e mi sgranchivo la schiena come ogni volta che restavo seduta per troppo tempo su una sedia.
“Già e poi è venuto anche molto bene il lavoro. Ora non resta che aspettare di sapere il luogo e gli orari della festa per completare il tutto così poi lo spedisco in tipografia, a proposito domani a scuola chiediamo il numero del tipografo a Katie.” Rispose tutto soddisfatto.
 “Bene. Allora il nostro lavoro è quasi concluso. Ora credo sia meglio che vada, spero che quei due non abbiano distrutto l’appartamento a forza di litigare.” Mi stavo per avviare verso la porta.
“No dai già te ne vai? E poi non abbiamo sentito nessun rumore allarmante, quindi puoi stare tranquilla che il tuo appartamento è ancora integro. Dai resta ti offro qualcosa da bere!” mi supplicò fissandomi con quei grandi occhioni castani così profondi.
Non potevo non rimanere. “Ok mi hai convinta. Rimango un altro po’”.
“Si evviva!”. Si alzò dalla sedia e ci dirigemmo verso la cucina. Harry era ancora in sala sul divano alle prese con i videogiochi.
“Cavolo Harry sei ancora davanti la tv a giocare con la play? Ti fa male!” lo ammonii vedendolo con due occhi sgranati che prendeva a calci un tipo schiacciando sempre lo stesso pulsante sul joystick.
“Si mamma. Ora però non rompere e lasciami continuare. Ti voglio bene” mi rispose mettendo per un secondo in pausa e guardandomi con un sorriso.
Feci un sospiro e raggiunsi Zayn in cucina che nel frattempo aveva stappato due bottiglie di birra. Si, dopo tutto quel lavoro una bella birra fresca ci stava tutta. Mi sedetti su uno degli sgabelli della cucina e comincia a gustarmi a piccoli sorsi la birra.
 
 
                                                                   Image and video hosting by TinyPic     



Hola babes!
Ecco a voi in perfetto orario il nuovo capitolo! =D
Inizio ringraziando come sempre tutte le spettacolari recensitrici che ci fanno sapere cosa pensano della storia! Grazie veramente tanto, non potete capire quanto lo apprezziamo! Ringrazio anche tutti coloro che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate e anche coloro che leggono in silenzio dietro le quinte! =)
Ora direi di passare alla storia!
La festa sta cominciando a prendere forma e tra qualche capitolo finalmente sarà pronta!
^^
Nel frattempo, cosa ne pensate di questo momento Zhone (?)? xD
La mia Mho è caduta come una pera cotta per via di quel cavolo di tappeto, ma il nostro super Zayn non ha esitato a buttarsi per salvarla! Che dolciosoo!  *.*
Via, ora vi lascio!
Mi raccomando non esitate a riempire questo spazio vuoto qua sotto con le vostre recensioni!
=D
 
Un bacione.

Marty.
 
Ps. Vix ha scritto una
OS, vi lascio il nome -----> Hello, I'm Lottie Tomlinson... cliccateci sopra e vi rimando direttamente alla storia! ^^
 
Twittha:

Marty
Vix

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


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CAPITOLO 13


 
Kaycee POV
 
Mhone era appena uscita dalla stanza e io già mi sentivo in imbarazzo. Ma proprio io dovevo fare le decorazioni con Louis? Lo guardai, sedeva composto sul nostro divano, piegato sopra il tavolino che sfogliava una rivista che avevo comprato dove c'erano dei suggerimenti per organizzare una festa da urlo e, per una volta, sembrava tranquillo e innocuo.
"Ci spostiamo in camera tua?" mi chiese guardandomi con quegli occhi a cui non mi ero ancora abituata del tutto.
Sbuffai. "Riesci a fare il serio per una volta?" gli chiesi guardandolo male.
Lui sorrise e scosse la testa. "C'è più luce in camera tua."
Oh.
Annuii e mi alzai. "Vuoi qualcosa da bere?" gli chiesi mentre entravo in cucina.
"No grazie, preferirei fare un buon lavoro il più in fretta possibile." prese la rivista più altre che aveva portato lui ed entrò nella mia camera senza nemmeno degnarsi di guardarmi in faccia mentre mi parlava. Che diavolo gli prendeva? Prima faceva tutto il cretino e poi mi snobbava completamente? Riempii un bicchiere d'acqua e me lo scolai tutto d'un sorso e poi lo raggiunsi in camera. Era seduto per terra, ai piedi del letto, e continuava a sfogliare le riviste. Mi sdraiai sul letto con la testa verso la sua direzione e mi allungai per prendere una rivista che cominciai a sfogliare. C'erano circa un centinaio di temi: festa Hawaiana, anni 70, carnevale e finalmente trovai le pagine che descrivevano come organizzare una perfetta festa di Halloween. Avremmo dovuto comprare un mucchio di roba e il fondo della scuola non ne sarebbe stato tanto contento. Servivano candele, zucche, mostri di lattice, sangue finto, caramelle e cibi vari, uno striscione enorme per scriverci sopra un nome che attirasse gli studenti, inoltre avremmo dovuto affittare anche le luci per la discoteca e la macchina fumogena.
"Trovato niente?" gli chiesi.
"Più o meno tutte cose che già pensavo di fare. - mi disse alzandosi e guardandosi intorno - Hai un foglio e una matita? Ti faccio vedere quello che pensavo di fare."
Annuii e tirai fuori dal cassetto della scrivania quello che gli occorreva.
Incominciò a fare degli schizzi illustrandomi sempre quello che aveva intenzione di fare. "All'entrata pensavo di metterci delle zucche." "Qui pensavo di metterci una ciotola piena di caramelle a forma di occhio."
Io lo ascoltavo annuendo ogni tanto. Mi piacevano le sue idee, si vedeva che non era la prima volta che organizzava una festa e aveva idee molto originali.
"Bene allora. - mi disse - Per oggi abbiamo finito. Domani o dopodomani andiamo a comprare il materiale e poi il giorno prima della festa andiamo a sistemare il posto. Ok?" si stava già alzando e raccogliendo le sue cose quando mi alzai e gli afferrai un braccio per non farlo uscire dalla porta.
"Che ti prende?" gli chiesi con un sopracciglio inarcato mentre lui si girava verso di me con un espressione alquanto stupita sul volto.
"Che intendi?" mi chiese fronteggiandomi. Mi resi conto per la prima volta che nonostante fosse più basso di Liam, Zayn e Harry era comunque abbastanza alto, tanto che io gli arrivavo a malapena alle spalle e dovevo alzare la testa per riuscire a guardarlo negli occhi.
"Prima morivi dalla voglia di fare questo lavoro con me e ora non vedi l'ora di andartene." gli dissi sperando che mi avesse capito e che mi spiegasse il perché del suo comportamento.
Lui fece un sorriso poco convinto, quasi forzato. "Mi rendo conto quando non piaccio alla gente, volevo solo cercare di rendere questo lavoro più sopportabile per te dato che odi quando ti prendo in giro e scherzo."
Oh. Davvero sembravo così ai suoi occhi? Sembrava davvero che non mi stesse simpatico, che non volevo stare con lui perché non mi piaceva il suo comportamento? Sembravo davvero così cattiva ai suoi occhi, tanto che non vedesse l'ora di finire il lavoro per andarsene?
Abbassai gli occhi colpevole e dispiaciuta.
"Mi dispiace. - sussurrai tenendo lo sguardo fisso sui miei piedi. - Non volevo sembrare scortese ma..."
"Senti, risparmiatelo. - mi interruppe - Non posso pretendere che a tutti piaccia il mio umorismo e la mia sfacciataggine, mi ero quasi scordato che tu e Mhone non siete delle nostre fan. Dispiace a me di essere stato troppo irritante." fece per girarsi quando mi resi conto che non volevo che se ne andasse. Mi sforzai di fare un maledettissimo passo avanti e gli riafferrai la manica.
"Dico sul serio. - dissi sforzandomi di guardarlo in faccia - Non volevo essere scortese. Mi stai simpatico Louis, sul serio, nonostante tu sia irritante, indisponente, seccante e tutto quello che vuoi, ma sei così e io non vorrei che tu cambiassi. - mentre parlavo potevo notare che un sorriso si stava pian piano formando sul suo viso e mi preparai alle parole di cui sicuramente il giorno dopo mi sarei pentita - Nonostante mi costi molto ammetterlo le tue attenzioni, il tuo modo di scherzare con me e tutte le tue battutine irritanti mi piacciono." ecco, l'avevo detto.
Mentre io sentivo le guance andarmi in fiamme Louis scoppiò a ridere. Si piegò in due tenendosi la pancia e ridendo come un matto. Io aspettai che finisse sorpresa, con le sopracciglia che potevano toccare l'attaccatura dei capelli per quanto erano inarcate. Ero allibita, non mi era mai capitato che una persona scoppiasse a ridere mentre io facevo dei complimenti.
"Oddio Kay, eri esilarante, non pensavo che avessi potuto avere quella reazione." disse mentre si asciugava le lacrime con il dorso della mano.
Rimasi a bocca aperta. La sorpresa però lasciò presto spazio alla rabbia.
"Louis Tomlinson dimmi che non hai messo su tutto questa sceneggiata perché volevi che ti dicessi qualcosa del genere." dissi stringendo i pugni per non saltargli addosso ed evitare il linciaggio che le sue fan mi avrebbero riservato se lo avessero visto andare in giro con un occhio nero.
Louis scoppiò a ridere. "Veramente si." ammise sornione.
Mia madre diceva sempre che urlare come un'isterica e saltare addosso ad un uomo non era un comportamento doveroso per una signorina. A quanto pare l'insegnamento non aveva funzionato dato che mio padre non era riuscito a stare nella stessa casa con lei e l'aveva abbandonata appena aveva saputo che aspettava un figlio, fatto sta che dimenticai tutti gli insegnamenti di mia madre e gli saltai addosso facendolo scivolare sullo spigolo del tappeto e buttandolo per terra.
"Sei. Un. Grandissimo. Coglione. Louis. Tomlinson." ogni parola era un cazzotto che gli davo in ogni centimetro del corpo che riuscivo a raggiungere mentre lui cercava di difendersi in tutti i modi ma sempre ridendo.
"Ah! Kay, ferma! Ehi...le palle!" si lamentava mentre io continuavo a picchiarlo.
"Perché cavolo l'hai fatto?" gli chiesi poi ancora rossa dalla rabbia e sempre seduta sopra di lui.
Lui sorrise. Ancora. "Volevo vedere se mi avresti lasciato andare via dopo che ti avevo a malapena rivolto la parola. Volevo vedere cosa pensavi davvero di me." disse semplicemente senza fare nemmeno un movimento, restando lungo sul tappeto con me sopra.
"E dovevi farlo così? Ignorandomi per tutto il pomeriggio?" 
 Louis si appoggiò sui gomiti avvicinandosi a me e mi rivolse un sorriso triste. "Come avrei dovuto farlo? - mi chiese guardandomi dritto negli occhi - Ogni volta che sei con noi sei simpatica con tutti tranne che con me, sei acida nei miei confronti e non posso nemmeno fare una battuta scherzosa o un complimento che subito ti metti sulla difensiva e mi insulti. Come potevo capire se davvero ti sto così antipatico come sembra o ti faccio un effetto così strano che non riesci a comportarti normalmente con me?"
Le sue parole avevano senso, dalla prima volta che l'avevo visto, il primo giorno che ero arrivata, l'avevo sempre trattato con freddezza e distacco anche se in realtà non avevo niente contro di lui a parte il fatto che fosse uno sbruffone megalomane. Ce ne stavano tanti di ragazzi come lui a Londra ma con gli altri scherzavo e ridevo alle loro battute mentre sin dal primo giorno con lui non ce l'avevo fatta.
"Mi dispiace." ripetei per la seconda volta quel giorno.
Lui si mise seduto facendo bene attenzione a non farmi muovere da sopra le sue gambe, i nostri corpi erano talmente vicini da potersi sfiorare. "Non fa niente." mi disse portandomi una ciocca di capelli rossa che era finita davanti al viso dietro l'orecchio. Lo guardai e nonostante tutto, nonostante il modo in cui l'avevo trattato fino ad adesso potevo leggere nei suoi occhi l'affetto che provava per me. Il suo sorriso in quel momento era sincero e allegro, senza traccia di malizia, vero. Un attimo dopo ero fra le sue braccia, con la testa appoggiata alla sua spalla mentre lui mi accarezzava la schiena. Non feci caso se fui io ad avvicinarmi a lui per prima o viceversa, ma comunque era piacevole finalmente mettere da parte la barriera che mi ero creata nei suoi confronti e abbandonarsi a quel piccolo paradiso.
Sentii la chiave girare nella toppa del portone di casa e la mia piccola bolla esplose. Ricollegai tutti i neuroni come un fulmine staccandomi da lui con uno spintone che lo fece cadere all'indietro mentre io salivo sul letto e prendevo una rivista.
Mhone entrò proprio in quel momento nella stanza.
"Oh, siete vivi. - disse imitando un sospiro di sollievo - Avevo paura che Kay ti avesse ucciso Lou, oppure che aveste distrutto la casa a forza di lanciarvi contro oggetti. A quanto pare tutto tranquillo." fece la mia amica con un sopracciglio inarcato vedendo Louis steso per terra in stato confusionario e me sul letto con la rivista davanti la faccia.
Dovevo assolutamente coprire il rossore.
"Ok vi lascio continuare." ci fece un ultimo sorriso e chiuse la porta alle sue spalle.
Feci un sospiro di sollievo e mi lasciai cadere sul letto mentre Louis scoppiava a ridere.
"Hai paura di mostrarle che puoi essere carina anche con me?" mi chiese sedendosi sul bordo del letto.
"No, ma pensa come avrebbe reagito se ci avesse visto in quella posizione, non era proprio delle più consone." gli risposi tenendo gli occhi chiusi.
Sentii il peso spostarsi sul letto e aprii un occhio vedendo che si era seduto più vicino a me.
"Kay, - cominciò, potei notare che mentre si guardava le mani che si stava massacrando un leggero rossore si stava formando sulle sue gote - ho capito che..."
"ALT! - lo bloccai mettendo le mani avanti prima che potesse continuare - Senti Louis, non fare passi più lunghi delle gambe. Mi hai appena fatto notare che sono stata una stronza nei tuoi confronti e ti prometto che da ora in poi quindi proverò a controllare i miei istinti omicidi ma non mettermi più in crisi di così. Qualunque cosa tu stessi per dire non farlo. Lasciamo per un po' le cose così, ok?" avevo parlato in modo veloce ma cercando di mantenere il contatto visivo. Non mi sembrava giusto non guardarlo mentre gli dicevo quelle parole.
Louis mi guardò con gli occhi leggermente sgranati per un secondo ma poi si ricompose e annuii.
"Certo, capisco. - disse alzandosi mantenendo un leggero sorriso. - Allora ci vediamo domani Kay." stava per uscire ma appena prima di posare la mano sulla maniglia si fermò un secondo, tornò indietro mi prese il mento fra il pollice e l'indice e mi diede un rapido bacio a fior di labbra per poi uscire dalla stanza come un fulmine chiudendosi la porta dietro di lui.
Rimasi lì, sul letto, a fissare come imbambolata la porta che si era appena chiusa toccandomi le labbra. Quel bacio era stato diverso dal primo, molto più fugace ma inaspettato.
La porta si aprì ed entrò Mhone che vedendomi in quello stato schioccò le dita per farmi riprendere.
"Tutto ok?" mi chiese sedendosi accanto a me.
Io scossi la testa per scacciare l'immagine di Louis dalla mia testa e annuii. "Certo. - le risposi - Allora? Racconta, come è andato il pomeriggio con Zayn?"
Mhone arrossì leggermente ma sorrise. "I miei bozzetti gli sono piaciuti, ha detto che sono molto belli e che piaceranno un sacco anche agli studenti." fece tutta eccitata. Bene, ero contenta per lei, dopo quella batosta al concorso si era demoralizzata e non aveva più preso in mano un pennello, ero felice di vedere che finalmente era tornata a fare quello che amava e che Zayn le stesse dando una mano a ricominciare a disegnare e che l'appoggiasse.
"Poi... - continuò diventando sempre più rossa - Poi, ecco, vedi, ho fatto una figuraccia. Cioè, mi stavo alzando ma sono inciampata nel tappeto e sono caduta trascinando giù anche Zayn che è caduto sopra a me. - disse cominciando a giocare con i capelli per nascondere l'imbarazzo - E' stato umiliante. Solitamente queste figuracce le fai tu, e poi lui, sopra a me, mi sono sentita davvero un'imbranata colossale!"
Potevo anche offendermi per il fatto che avesse detto che io faccio figuracce in continuazione sembrando un'ebete ma la sua espressione era talmente buffa che scoppiai a ridere facendola arrabbiare.
"Non c'è niente da ridere! - esclamò infatti - Però basta parlare di me, voi? Come mai non ho trovato la casa sottosopra?" mi chiese sorridendomi maliziosa. Ma tutta questa malizia da dove la tiravano fuori tutti quanti?!
"Perchè mi sono trattenuta, e poi devo ammettere che anche lui si è comportato abbastanza bene." gli dicevo cercando di mantenere un tono di voce fermo e di non arrossire.
"Avete lavorato almeno?" mi chiese scrutandomi per accertarsi che non gli stessi raccontando stronzate.
"Ovvio! - le risposi - Abbiamo trovato un sacco di idee fighissime e domani andiamo a comprare tutto il materiale!" 
Mhone sembrò credermi perché annuì e si avviò verso l'uscita della camera. "Cosa vuoi per cena?" mi chiese prima di uscire.
"Pollo al forno e patate?" chiesi speranzosa.
Lei mi sorrise e andò in cucina.
 
Fortunatamente Liam e Diana avevano trovato un posto spettacolare. Era una villa enorme, tipo quelle delle favole e non vedevo l'ora di metterla in ordine. Davanti, e tutto intorno alla villa c'era un grandissimo giardino e dietro un balcone con delle scalette che scendevano alla spiaggia sottostante. Ebbene si, la casa era collocata prorpio sopra la spiaggia e dal balcone si potevano vedere il sole che tramontava sul mare, all'orizzonte. Fortunatamente questo ben Dio poteva essere affittato per cene, feste e cerimonie varie e Diana una volta aveva fatto da babysitter ai bambini del proprietario che quindi ci aveva fatto anche un prezzo ragionevole sempre considerando che non dovevamo rompere niente. Io e Louis ci eravamo fatti dare la planimetria e avevamo organizzato tutto per filo e per segno, ora dovevamo solo addobbare la casa. Harry e Katie avevano fatto scorta di alcolici e Katie si era offerta di fare i ponch a casa sua così da non disturbare ulteriormente Harry, Niall e Josie, grazie alle conoscenze di Niall, erano riusciti a trovare il DJ più in gamba di Londra e Loren aveva creato un evento sulla pagina del college davvero fenomenale. I volantini che avevano creato Mhone e Zayn avevano riscosso molto successo e quando giravi per la scuola potevi facilmente vederli appesi ovunque con gruppetti di persone che li leggevano e commentavano entusiasti. Sembravano tutti molto eccitati per quella festa. 
Per quanto riguarda me e Louis dall'episodio della camera i nostri rapporti erano cambiati, lui faceva il solito sbruffone ma io non lo rincorrevo più come un'ossessa per ucciderlo, mi limitavo a guardarlo con un sopracciglio inarcato e se faceva qualche battutina poco opportuna solitamente arrossivo come un peperone. Harry, che era il migliore amico di Louis per quanto avevo capito da siti internet che mi ero preoccupata di consultare, doveva aver capito molte cose perché ogni volta che Louis si avvicinava a me lui sorrideva. Niall, Zayn e Liam si divertivano a vederci litigare ma non facevano nessun tipo di commento nè sorridevano maliziosi quando vedevano queste scenette. Mhone invece ci scrutava per vedere se io potessi avere una relazione con quel ragazzo senza averle detto niente.
Su twitter si erano stancate presto di tormentarci e dopo pochi giorni da quando avevamo avuto il BOOM di followers e tweet la situazione si era calmata.
Per quanto riguardava la festa sfortunatamente i ragazzi sarebbero dovuti partire per registrare una nuova canzone dal venticinque al trenta ottobre e quindi ci lasciarono sole con Diana, Katie, Josie e Loren a mettere a posto la casa per la festa. Due giorni prima del grande giorno io e Mhone andammo a fare shopping per cercare qualcosa da metterci dato che non avevamo minimamente pensato che saremmo dovute andare ad una festa di Halloween. Dopo aver girato per il centro di Oxford per circa due ore trovammo finalmente il negozio che faceva per noi. Entrammo e la quantità industriale di vestiti di carnevale che c'erano era impressionante. Ci provammo di tutto, dai vestiti da vampira a quelli da cappuccetto rosso ma poi io mi avvicinai ad uno scaffale e trovai esattamente quello che stavo cercando.
"Mho, misà che abbiamo i nostri vestiti!" esclamai sorridendole.
 
Tornammo a casa sfinite, dopo aver speso una cifra esorbitante per due vestiti e le scarpe abbinate, e con una voglia matta di buttarci sul divano e rimanerci minimo per una buona mezz'ora. Salimmo le scale fino al nostro piano e una busta davanti la nostra porta catturò la nostra attenzione.
Era un pacco postale e su di esso c'era scritto il mio nome. Io e Mhone ci guardammo incuriosite e mi decisi ad aprire la busta mentre entravamo dentro casa. Al suo interno c'era una piccola scatolina di raso nero contornata da un fiocco bianco, era bellissima e sembrava preziosa, non potei nemmeno immaginare che cosa contenesse.
Mi resi conto solo dopo che me la stavo rigirando tra le mani senza aprirla quando Mhone mi disse: "Che aspetti? Aprila!" mentre si sedeva sul divano e mi faceva segno di raggiungerla. Mi sedetti accanto a lei e aprii la scatolina. Al suo interno c'era il ciondolo più bello che avessi mai visto. Era un cuore perlaceo, piccolo quanto una nocciola, con due ali nere che sembravano tempestate di piccolissimi diamantini. Era splendido e io lo stavo osservando estasiata.
Mhone mi fece riprendere allungandosi per prendere la scatolina. "Tieni Kay, c'è un bigliettino." disse porgendomelo.
La scrittura comprensibile ma alquanto sbilenca diceva: Mi piacerebbe vedertelo indossare alla festa.
Niente di più e niente di meno, solo una richiesta.
Mhone si sporse sopra la mia spalla per vedere cosa c'era scritto sul bigliettino.
"Non c'è un mittente?" mi chiese prendendomelo dalle mani e girandolo.
"No, niente." le risposi ancora abbastanza stupita.
Mhone sorrise divertita. "Sai cosa vuol dire questo Kay? - mi chiese mentre il sorriso si allargava sempre di più - Che hai un ammiratore segreto!" rispose lei per me tutta eccitata.
Bene, ci mancava solo questa.





Bonjour mes amis!!

Si, mi sono data al francese e si, faccio schifo!
Ma tralasciamo i dettagli, volevo ringraziare come sempre tutte le fantastiche persone che recensiscono e ci danno le loro opinioni, e anche chi ha messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate, inoltre un ringraziamento speciale anche per chi si è preso la briga di andare a leggere la mia
One Shot su Lottie (se ancora non l'avete fatto leggetela e datemi la vostra opinione, ci terrei tantissimo)!!
Cosa ne dite di questo capitolo?
E' stato dolcissimo Lou, non credete?! Fare così per far capire a Kay quello che sentiva, certo un po' stronzo but effective!
E il ciondolo?! Chi sarà il misterioso ammiratore?! Tanto misterioso non è perché immagino che voi abbiate già capito tutto...
Grazie ancora per tutto e ci sentiamo fra due capitoli!

XOXO
Vi :)

Twittah
Marty
Vix

OS -----> Hello, I'm Lottie Tomlinson... 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


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CAPITOLO 14

Mhone POV

Wow Kay aveva un ammiratore segreto che le aveva fatto uno splendido regalo. Cioè era una collana stupenda e anche al quanto costosa a vederla. Le stava benissimo al collo e senza neanche farci apposta si abbinava perfettamente al costume di Halloween che aveva scelto. Si devo ammetterlo, un po’ ero gelosa. Cavolo, c’era qualcuno a cui piaceva così tanto da farle un regalo tanto bello quanto prezioso. Ero curiosa di sapere proprio chi fosse. Il primo a venirmi in mente fu Louis. Da quando avevano cominciato a lavorare insieme i due si comportavano in modo strano… Kay sembrava quasi affettuosa nei suoi confronti. Mi nascondeva qualcosa, lo sentivo e comunque Louis non aveva mai nascosto l’interesse che aveva per Kay, quindi poteva anche essere plausibile che le avesse fatto un regalo. Magari glie lo aveva comprato a Dublino –dove i ragazzi stavano registrando la loro canzone- e glielo aveva spedito. Matto com’era e amante dei gesti eccentrici, poteva essere più che possibile che avesse fatto una cosa del genere. Comunque a Kay non interessava molto scoprire chi fosse il suo “ammiratore segreto” così tenni per me le mie supposizioni.
 
Il giorno seguente, escluse le ore di lezione al college, fu dedicato interamente alla preparazione della stanza. Il lavoro fu duro senza i ragazzi che ci davano una mano, ma ce la cavammo egregiamente anche da sole. Lou e Kay avevano disegnato perfettamente la planimetria del posto collocando ogni oggetto in determinati spazi, così fu un gioco da ragazzi sistemare le decorazioni. All’entrata mettemmo delle grosse zucche intagliate con dei lumini all’interno, poi lungo la parete più lunga della stanza posizionammo vari tavoli dove avremmo appoggiato bevande e cibi vari che coprimmo con della carta nera e bianca. Lungo la parete opposta sistemammo varie sedie sparse e alcuni tavolinetti dove la gente poteva stare a mangiare o a chiacchierare. Davanti l’entrata poi appendemmo un grosso striscione con scritto Halloween Town che avevamo fatto io e Zayn prima che lui partisse utilizzando lo stesso stile delle lettere con cui avevamo fatto i volantini. Sulla porta d’entrata, invece, Loren, aveva avuto la brillante idea di appendere una tavoletta di legno con incise le parole “Lasciate ogni speranza o voi che entrate”.
Infondo alla stanza c’era un grosso palco –fortunatamente già montato da quei deliziosi proprietari- dove l’indomani il DJ e la band –Niall aveva pensato bene che sarebbe stata una grande idea anche far suonare una band dal vivo- avrebbero messo i loro strumenti. Per rendere il tutto ancora più lugubre mettemmo sul soffitto, per tutta l’intera stanza, delle finte ragnatele che scendevano giù insieme a vari scheletri. Fu veramente un’impresa attaccare tutte quelle ragnatele sul soffitto, infatti mentre ero sulla scala in bilico per riuscire ad attaccarle il più in alto possibile, Josie involontariamente dette una botta alla scala che cominciò a traballare. Se non fosse stato per l’aiuto di tutte quante che corsero a tenere la scala a quest’ora avrei fatto un bel volo di due metri per terra giocandomi la bella serata che si prospettava. Fortunatamente riuscii a finire l’opera rimanendo incolume.
Ora non rimaneva che mettere le luci che avrebbero sistemato dei tecnici il giorno dopo.
 
Senza neanche accorgercene era finalmente arrivato il giorno della festa. Quella mattina mi alzai di buon ora e andai a fare colazione. Katie mi sarebbe venuta a prendere con la macchina verso le dieci così da poter finire di sistemare completamente la stanza. Non c’era bisogno che venisse anche Kay, tanto mancava solo da attendere i tecnici che montavano le luci e il DJ e la band che sistemavano gli strumenti, così la lasciai dormire. Alle dieci in punto mi squillò il telefono, era Katie, così presi velocemente la giacca e la borsa e scesi le scale. La bionda mi stava aspettando tranquillamente in una cinquecento rossa fiammante parcheggiata davanti l’entrata di casa.
“Ciao Katie” la salutai mentre aprivo lo sportello dell’auto.
“Ciao Mho. Come stai?” fece lei con un sorriso.
“Bene grazie –le risposi ricambiando il sorriso- non vedo l’ora di finire tutto. Spero che questa sera vada tutto bene!”
“Si veramente. Ma sono sicura che non ci saranno intoppi –mi rispose mettendo in moto la macchina-. Ho dato un’occhiata alla lista delle persone che hanno confermato di partecipare questa sera e sono veramente tante. Ci sarà sicuramente da divertirci”.
“Lo spero tanto, soprattutto perché ci siamo impegnate veramente tanto per far andare tutto per il meglio.” Le risposi.
“Già. Hei per caso hai sentito i ragazzi? Quando tornano?” mi chiese non distogliendo gli occhi dalla strada.
Ci pensai su un attimo.“In verità sarebbero dovuti tornare questa mattina. Sicuramente quando tornerò a casa saranno arrivati.”
“Capisco. Speriamo non abbiamo imprevisti lungo la strada del ritorno –sospirò- sarebbe una catastrofe.”
“No stai tranquilla sono sicura che andrà tutto bene” la incoraggiai.
Quando arrivammo il furgoncino dei tecnici era già parcheggiato li davanti e il DJ e la band arrivarono subito dopo che scendemmo dalla macchina.
In un paio d’ore tutto il lavoro fu finito. Provammo ad accendere le luci. Erano una figata assurda. C’erano mille luci psichedeliche tutte colorate, che venivano alternate da luci gialle e bianche che contribuivano a rendere l’atmosfera terrificante. Il DJ si era posizionato al lato destro del palco e aveva sistemato l’enorme console con quei mille tasti e un microfono su un tavolinetto di legno. La band invece, aveva montato cinque grosse casse con le quali la musica si sentiva perfettamente in ogni angolo della stanza e aveva provato qualche canzone prima di andare via. Devo ammetterlo, non erano per niente male e spaziavano su un ampio repertorio di generi. Ero sempre più convinta che quella serata sarebbe riuscita alla grande.
Prima di andare via ci mettemmo d’accordo con gli altri ragazzi sull’ora in cui sarebbero dovuti venire. La festa iniziava verso le 11 e mezza quindi bastava che venissero un’oretta prima. Katie mi disse anche che quella sera sarebbero andate Josie, Diana e Loren a sistemare le bevande e il cibo, così noi potevamo prendercela con calma e arrivare anche un po’ più tardi. Meglio, già prevedevo che prepararci non sarebbe stata cosa facile, quindi un po’ di tempo in più non ci avrebbe fatto altro che comodo. Finalmente tutto era sistemato e Katie mi riportò a casa.
“Kay sono a casa!” urlai mentre richiudevo il portone.
 “Finalmente. Ce l’hai fatta! Pensavo non tornassi più. Ho una fame colossale!” Disse uscendo dalla camera e venendomi incontro.
“Scusa ma abbiamo finito ora di sistemare tutto. Ora mi metto a cucinare qualcosa di veloce.” Le risposi dirigendomi in cucina.
“No aspetta –mi bloccò- sono tornati i ragazzi e siccome non avevano voglia di cucinare ci hanno invitato a pranzo fuori con loro. Pensavamo da Nando’s”.
Non mi sembrava vero il suono delle sue parole. Non mi andava proprio di cucinare e passare un po’ di tempo con i ragazzi dopo cinque giorni che non li vedevamo mi sembrava un’ottima idea. Ad essere sincera avevo sentito la loro mancanza. Non era molto che ci eravamo conosciuti, ma mi sembrava come aver allargato la famiglia. Io ero figlia unica e con i miei che viaggiavano in continuazione per lavoro praticamente ero sempre sola. Quando Kay si era trasferita da me mi sembrava come avere la sorella che non avevo mai avuto e si era come colmato il vuoto che sentivo dentro di me dalla mancanza continua dei miei. Pensavo che Kay fosse l’unica persona che avesse mai potuto riempire quel vuoto, invece, ora che avevo conosciuto anche loro mi accorgevo che contribuivano anche loro a colmarlo.
“Nando’s? si mi sembra un’ottima idea!” le risposi solo con un sorriso a 365 denti.
Salimmo e suonammo al campanello dei cinque del piano sopra.
Un secondo dopo ci aprirono la porta e quando Niall mi vide corse ad abbracciarmi. Era tipico suo, e la maglietta che indossava con scritto free hugs  non poteva che essere perfetta per lui. Dopo questo caloroso saluto, ci avviammo al ristorante. Andavamo li spesso, così il cameriere dopo averci salutato ci assegnò il solito tavolo vicino la vetrata.
“Allora, com’è andata la registrazione?” domandai ai ragazzi dopo che il cameriere ci prese le ordinazioni.
“Benissimo. Siamo soddisfatti, soprattutto perché siamo riusciti a registrare più di una canzone.” Mi rispose Zayn.
“Già, così forse riusciremo a far uscire prima il CD” aggiunse Harry mentre guardava divertito Niall che si ingozzava di pane.
Come sempre le portate arrivarono subito e senza tanti complimenti cominciammo a mangiare.
Durante il pranzo i ragazzi ci chiesero dei preparativi della festa e io e Kay gli descrivemmo per filo e per segno come avevamo sistemato la stanza e le idee che avevamo avuto all’ultimo momento.
Niall come al solito era più che entusiasta della bella festa che si prospettava per quella sera e non si faceva problemi a nasconderlo. Ogni cosa che dicevamo i suoi occhi si illuminavano. Anche gli altri sembravano entusiasti, avevano comprato anche loro dei costumi per Halloween ma quando ci chiesero cosa avremmo indossato quella sera e io Kay ci guardammo con un sorrisetto malizioso e all’unisono, ci scappò “è un segreto”. Per vendetta anche loro ci tennero segreti i loro costumi, tranne Liam, che con tranquillità ci confessò che si sarebbe vestito da lupo mannaro, insultato dagli altri per averci dato quell’informazione che non avrebbero voluto farci scoprire prima del tempo. Dopo aver pagato il conto, che questa volta ci eravamo divisi per sette, tornammo a casa per cominciare a prepararci.
“Vi passiamo a prendere verso le 11 va bene bellezze?” ci chiese Louis guardando più Kay che me. Anzi per dirla tutta, non aveva mai smesso di guardarla, anche durante il pranzo. I miei sospetti si facevano sempre più fondati, ma non avevo intenzione di parlarne con Kay, tanto avrebbe fatto di tutto per smentire qualsiasi cosa le avessi detto. Quando si fosse sentita pronta mi avrebbe detto quello che io immaginavo già!
“Si perfetto. Allora a dopo” gli rispose Kay con un sorriso. Già, proprio con un sorriso. Harry doveva pensarla come me visto che di nascosto gli vidi spuntare un sorrisetto all’angolo della bocca.
Entrammo in casa e la prima cosa che mi affrettai a dire fu “Il bagno è mio. Mi prenoto per prima!”e cominciai a camminare velocemente per raggiungerlo.
Una smorfia di disapprovazione apparve sulla sua faccia ma non mi disse niente. La sentii solo sbuffare rumorosamente e mi venne da sorridere.
Cercai di fare più in fretta possibile a farmi la doccia e con i capelli bagnati e solo un asciugamano legato intorno uscii dal bagno e mi diressi in camera.
“Kay ho fattoooo –urlai- il bagno è liberoo!”
“E come mai così veloce? Ci hai messo poco! – mi fece sarcastica- comunque grazie ora vado. Ah senti Mho non è che sta sera mi trucchi tu?” mi chiese poi.
“Dopo aver insinuato che solitamente sono lenta a farmi la doccia non ci penso proprio –le feci una linguaccia- ma no dai scherzo, certo che ti trucco io. Tu però mi fai di nuovo  i boccoli?”
“Ok va bene. Tu il trucco e io i capelli. Mi faccio la doccia, tu intanto asciugati i capelli e attacca il ferretto.”
“Ai suoi ordini signorina.” Le risposi con un saluto militare. Sorrise poi si diresse in bagno.
Feci come mi aveva detto e non appena finì di asciugarsi anche lei i capelli cominciò a farmi i boccoli.
Subito dopo aver finito con i miei capelli cominciò a dedicarsi alla sua pettinatura. La aiutai a fare il frisé e con mille forcine si accroccò poi i capelli in un’acconciatura che le dava un’aria un po’ aggressiva ma dannatamente sexy.
Kay andò un attimo in camera sua per prendere il suo vestito poi poggiammo sia il mio che il suo sul mio letto. Erano tremendamente belli, ma erano altrettanto corti. Sicuramente avremmo attirato l’attenzione quella sera e l’attenzione su di me era una delle cose che mi mettevano di più a disagio, però ormai Kay era riuscita a convincermi a mettere quel vestito e non c’era tempo per avere ripensamenti.
Spinsi Kay a sedersi su una sedia poi pennelli e ombretti alla mano cominciai a truccarla. Doveva avere uno sguardo intenso e che catturasse l’attenzione così presi l’ombretto nero e cominciai a sfumarlo su tutta la palpebra. Aggiunsi qualche punto luce all’interno dell’occhio e sotto le sopracciglia, ma lascia il nero abbastanza pesante. Le stava benissimo quel trucco, il colore scuro faceva da contrasto con i suoi occhi azzurro cielo e per non appesantire troppo il tutto, le lascia le labbra chiare.
Poi passai a me, mi serviva uno sguardo dolce e seducente, così cominciai a sfumare la palpebra con dei colori caldi come l’oro e il beige. Aggiunsi solo una sottile linea di matita nera sia sopra che sotto per intensificare lo sguardo e misi un rossetto rosa chiaro sulle labbra.
Ora non rimaneva che vestirci. Mi tolsi la felpa e il sotto della tuta che indossavo e presi dal letto il vestito. Me lo infilai e aspettai che Kay mi desse una mano ad allacciarlo dietro. Il corpetto era talmente stretto che per allacciarlo dovetti trattenere il respiro e la mia già abbondante terza di reggiseno diventò una quarta. Anche Kay comunque non scherzava, era meno abbondante di me ma quello che aveva era messo bene in mostra. Mi guardai allo specchio. Il mio costume da angelo mi faceva sembrare proprio uno schianto. Il corpetto bianco aderente impreziosito da due strisce di pizzo e un bel fiocco lasciavano ben poco alla fantasia come anche la parte sotto del vestito fatta da tutto tulle bianco candido che lasciava le gambe scoperte. Da dietro spuntavano un paio di ali piumate anch’esse bianche.
Kay era il mio opposto, se io ero un pacifico angelo bianco, lei era un maligno angelo nero. Il suo vestito era simile al mio, ma il suo corpetto nero aveva dei magnifici ghirigori e l’allacciatura sul davanti. Il sotto del vestito era sempre una gonna di tulle nero che lasciava anche a lei le snelle gambe scoperte. Le sue ali erano nere come la pece ed eravamo riuscite a cucirle dietro al vestito come le mie.
Come accessori aggiunsi solo un bracciale in oro che aveva come ciondolino un paio di ali e un paio di orecchini con lo stesso ciondolo che avevo trovato al negozio dove avevamo comprato il vestito. In testa non potevo non mettere il mio amato cerchietto e ne scelsi uno tempestato di perline argentee che spiccava in mezzo a tutti quei ricci
castani. Le scarpe che ci avevo abbinato erano dorate, ma anch’esse tempestate come il cerchietto di brillantini argentati.
Kay non poté non indossare la collana regalatale dal suo ammiratore segreto e aggiunse un grosso bracciale argento intrecciato di tutte catenelle e un delizioso anellino che riprendeva il ciondolo che indossava al collo. Aveva laccato le sue unghie di un rosso acceso che riprendeva il colore dei suoi bellissimi capelli e anche i brillantini che tempestavano le sue decolté nere.
Eravamo finalmente pronte. Prima che arrivassero i ragazzi ci scattammo alcune foto per ricordare la serata. Volevo portarmi la mia Canon dietro ma la mia pochette era troppo piccola, come anche quella di Kay così rinunciai all’idea. Misi all’interno solo lo stretto necessario, che consisteva nel cellulare, le chiavi e un minuscolo portafoglio.
Il campanello finalmente suonò e ci affrettammo ad uscire. Per via delle ali che ingombravano non potemmo metterci il cappotto, ma dovemmo indossare una semplice mantellina, con la quale avrei sentito sicuramente come al solito, freddo.
Uscimmo di casa e ci chiudemmo la porta alle spalle. Solo quando alzammo gli occhi vedemmo che quelli dei ragazzi erano sbarrati. Ci guardavano tutti e cinque come se non ci avessero mai viste prima. Harry aveva uno sguardo da stupratore e sembrava che da un momento all’altro ci sarebbe saltato addosso, Louis aveva la bocca aperta e ci mancava poco che non cominciasse a sbavare vedendo il seno decisamente in vista di Kay, Zayn continuava a fissarci spostando lo sguardo da me alla mia amica, Niall per una volta non aveva lo sguardo innocente di un bambino, ma aveva lo sguardo di un ragazzo di 19 anni in piena crisi ormonale, l’unico che aveva uno sguardo severo e preoccupato era Liam.
“Ma dove credete di andare vestite così? Non penserete di venire alla festa mezze nude. No no, ora tornate dentro e vi cambiate senza storie!” esclamò puntando il dito verso la porta. Ci girammo contemporaneamente tutti verso di lui con uno sguardo sbalordito.
Io e Kay ci guardammo e scoppiammo a ridere.
“Si papà ora vado a cambiarmi come tu desideri!” gli rispose Kay sarcastica mentre ancora rideva. Non gli piacque molto quella risposta a Liam che fece una smorfia decisamente contrariato.
Dovetti intervenire. “Liam dai non dirmi che non ti piacciamo vestite così. Si lo ammetto sono un po’ attillati questi vestiti…”
“E molto corti” aggiunse lui.
“Si e un po’ corti –ripetei- sono la prima a dirlo visto che non sono abituata neanche io ad indossare vestiti del genere, però è una festa di Halloween e in questa serata tutti possono eccedere un pochino di più rispetto al normale” cercai di convincerlo.
Sembrava che ci fossi riuscita visto che non replicò e la sua espressione si ammorbidì un po’. Sentii Harry tirare un respiro di sollievo probabilmente perché per un attimo aveva avuto paura sul serio che papà Liam ci avrebbe costretto a cambiarci.
Perfino Louis si trattenne dal fare battutine come al suo solito per paura che Liam potesse cambiare idea da un momento all’altro rinchiudendoci in casa magari.
Anche i ragazzi avevano dei costumi stupendi però. Louis era vestito da terrificante fantasma, aveva in mano un maschera mostruosa ma aveva comunque dipinto anche la faccia di bianco in modo che se si fosse stancato della maschera sarebbe rimasto con il trucco in faccia, Liam come già preannunciato si era travestito da lupo mannaro, ma non aveva rinunciato alla sua amata camicia a scacchi strappata ad arte come i suoi jeans, Zayn aveva un vestito da conte del 600, inizialmente non avevo capito perché avesse optato per quel costume, infondo non faceva paura come gli altri, fino a che non vidi due canini che sembravano veri, spuntargli dalle gengive e del finto sangue colargli fino al mento, Harry aveva invece scelto una maschera classica, quella da Dracula, tirando indietro tutti i suoi amati ricci con una quantità industriale di gel –lo fece contro la sua volontà, come ci raccontò in seguito Louis prendendolo in giro- ed infine Niall che senza farci apposta aveva scelto un costume da angelo della morte che faceva pan dance con il mio costume e quello di Kay.
Ci avviammo verso il garage e Kay fece una fatica immane a scendere le scale con quelle scarpe altissime –però in fondo se l’era cercata, lo sapeva che i tacchi non facevano per lei eppure aveva scelto quei trampoli altissimi che dovevo ammettere però, erano stupendi-.
Prendemmo come al solito le macchine dei ragazzi, ma a differenza delle altre volte Kay non fece storie quando Louis ci chiese se volevamo salire con lui. Zayn si aggiunse a noi.
La villa era ad una mezz’oretta da dove abitavamo noi così mi misi comoda sul sedile posteriore poggiando la testa dietro ma stando attenta a non rovinare i capelli e socchiusi gli occhi.
“Louis… la smetti di guardarmi le tette e piuttosto ti concentri a guardare la strada mentre guidi?!” sentii ad un certo punto Kay urlare contro Louis.
Aprii gli occhi di scatto e notai Louis che se la stava ridendo continuando a guardare Kay piuttosto che la strada –quel ragazzo era veramente spericolato, se avessimo fatto un incidente e fossimo sopravvissuti lo avrei ucciso io con le miei mani-.
Girai un secondo lo sguardo verso Zayn per vedere se anche lui stava facendo la stessa cosa di Louis, ma vidi che mi guardava il viso con uno sguardo dolce piuttosto che fissarmi la scollatura. Arrossii e distolsi immediatamente lo sguardo da lui.
In quel momento sentii il mio cellulare suonare. Mi era arrivato un messaggio.
Hei Mho è un po’ che non ci sentiamo. Mi manchi. Ti voglio bene. Jai”
Leggendo quel messaggio un piccolo sorriso mi spuntò sulle labbra.
Hei Jai mi manchi anche tu. Ci sentiamo presto e ti saluta anche Kay. Ti voglio bene”
Jack era un vecchio amico che veniva a scuola con me e Kay. Noi tre eravamo grandi amici, si, potevo quasi considerarlo come il mio migliore amico anche se Kay rimaneva al primo posto. Dopo che però si era dichiarato con me ed io l’avevo rifiutato i nostri rapporti si erano allentati e non ci sentivamo da parecchio tempo. Per questo leggere quel messaggio mi fece piacere.
 “Qualcuno di importante al telefono?” mi sentii chiedere da Zayn.
Ma gli affari suoi no? Non glie lo feci notare e risposi cortesemente.
“Solo un vecchio amico”.
“Capito. Senti mi dai il tuo numero? Così almeno se ci fossero dei problemi posso sempre rintracciarti” mi chiese poi.
Ci pensai un secondo, però non c’era ragione di non dargli il mio numero così  glie lo dettai.
“Grazie” mi rispose con un grosso sorriso poi mi prese il cellulare dalle mani e cominciò a scrivere qualcosa.
“Ti ho segnato il mio numero” mi disse restituendomi il telefono.
Cercai di sorridergli, ma mi uscì solo un sorrisetto forzato.
Ripresi il cellulare e lo riposi nella borsetta, mentre lui si girò a guardare fuori dal finestrino con uno sguardo intenso e pensieroso.
Finalmente arrivammo e già da fuori si sentiva la musica assordante che proveniva dalla villetta.
Quando entrammo vedemmo un sacco di gente dentro la stanza. Erano veramente tante le persone che si erano presentate alla nostra festa e non potei che esserne contenta. La gente aveva già cominciato a scatenarsi in pista che era già quasi completamente piena. Il DJ era alla console che pompava musica altissima e le luci sembravano muoversi a ritmo della musica. I tavoli erano stati riempiti con bevande e stuzzichini vari che gli invitati mangiavano gustosamente senza tanti complimenti.
Vidi che non eravamo le uniche ragazze poco vestite alla festa così mi tranquillizzai e mi sentii un po’ più a mio agio.
Era tutto perfetto, non rimaneva che andare a divertirci.
 
 
Heilà bellezze!
Fortunatamente sono tornata a casa in tempo per postarvi il capitolo, si, perché mi sono fatta una decina di giorni in montagna con i miei! Tornare però devo ammettere che è stato un trauma, trovare 40 gradi piuttosto che i 15 che c’erano lassù mi stanno massacrando… Sto morendo dal caldo! =S
Ma naturalmente a voi non ve ne frega una ceppa leppissima! xD
Passiamo al capitolo che è meglio! ^^
Allora, finalmente i preparativi per la festa si sono conclusi e si sono scoperti i costumi delle nostre ragazze… allora, vi piacciono??
Poi non trovate che la reazione di
papà Liam sia stata dolcissima?? xD
Spero di avervi poi incuriosito con la storia di Jack… combinerà qualcosa per riconquistare Mho? Chi lo sa… Speriamo non si intrometta troppo però… xD
Per finire voglio ringraziare come sempre tutte le persone che recensiscono i nostri capitoli! È sempre un piacere immenso vedere che la storia piace a qualcuno! xD
Ringrazio anche coloro che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e coloro che leggono in silenzio!
Vi lascio con gli outfit delle ragazze e dei ragazzi:
 
 
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Un bacione
Marty.
 
Twittah:

Marty
Vix

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


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CAPITOLO 15
 
Kaycee POV
 
Non credevo che saremmo riuscite a fare un così bel lavoro ma dovevo ammettere che la sala era stata messa a posto ad opera d'arte e il DJ stava mettendo canzoni fantastiche una dietro l'altra. Mhone mi prese per mano e senza aspettare i ragazzi mi trascinò vicino al tavolo delle bevande dove Katie, Diana, Loren e Josie stavano sorseggiando un liquido di colore rosso scuro che assomigliava vagamente al sangue. Doveva essere il ponch che avevano preparato.
Erano tutte e quattro vestite da vampiro...o almeno così mi sembrava, non riuscivo a distinguerle molto bene dato che erano vestite solo con dei mini vestiti neri.
"Mhone, Kaycee! - disse Katie venendoci incontro seguita dalle altre. - Wow siete fantastiche!"
Mi guardai e poi sorrisi a Mhone, avevamo fatto davvero un bel lavoro.
Mhone cominciò a parlare con le ragazze del bel lavoro che avevano fatto e della gente che c'era alla festa mentre io mi davo un'occhiata intorno. La gente affollava la pista da ballo e c'erano maschere davvero molto originali e altre davvero poco fantasiose, le ragazze avevano puntato principalmente a rimanere mezze nude e alcune cadevano proprio nell'osceno. Ero soddisfatta del mio lavoro e non vedevo l'ora di lanciarmi in pista.
Mi scusai con le ragazze e trascinai Mhone al centro della pista scansando con i gomiti le persone che mi intralciavano. Ero già in equilibrio poco stabile, ci mancava solo che qualcuno mi mandasse lunga. Arrivate al centro della pista cominciammo a muoverci al ritmo della musica in modo che si poteva ritenere sensuale. Mhone rideva di continuo e io ero totalmente euforica e ballammo per un tempo che sembrò infinito, ci fermammo solo quando cominciammo a sentire davvero caldo.
"Mho andiamo ad assaggiare il ponch delle ragazze?" chiesi alla mia amica urlandole nelle orecchie per farmi sentire. Lei si scansò velocemente tappandosi l'orecchio.
"Ma sei pazza? Mi hai assordito! - disse ridendo come una matta - Dai andiamo!" fece facendosi spazio fra la gente mentre io la seguivo cercando di non perderla di vista.
Raggiungemmo il tavolo delle bevande e ci versammo in due bicchieri di plastica quel liquido rossastro. Sorprendentemente sapeva di fragola ma era più forte di una bevanda analcolica, ciò mi fece pensare che Katie avesse aggiunto un bel po' di vodka. 
Ci mettemmo sedute in un angolo della sala sorseggiando la bevanda e approfittandone per far riposare i piedi.
Vidi in lontananza Liam ballare con Zayn e Harry e Niall che teneva le mani sui fianchi di Josie che aveva attorcigliato le braccia attorno al suo collo. Diedi una leggera gomitata a Mhone che seguì il mio sguardo e spalancò gli occhi.
"E chi se l'aspettava questa?" mi chiese sorridendomi.
Io risi. "Niall se la merita una ragazza come quella. E' dolce tanto quanto lui, ma se prova ad allontanarlo da me la picchio! - feci diventando improvvisamente seria - Il piccolo leprecauno non si tocca!"
Mhone scoppiò a ridere.
"Posso avere l'onore di questo ballo?" mi girai richiamata dalla voce di qualcuno davanti a me e trovai Liam, che aveva lasciato la maschera da licantropo chissà dove, porgermi la mano con quel bellissimo sorriso che lo caratterizzava. Sentii le guance imporporarsi e la mascella dolere, forse perchè avevo sulla faccia un sorriso così grande da farmi far male alla faccia. Afferrai la sua mano dando un'ultima occhiata a Mhone e mi lasciai trascinare in pista.
Liam mise entrambe le mani sui miei fianchi e mi avvicinò a lui. Mi aggrappai alle sue spalle e gli sorrisi guardandolo negli occhi e ondeggiando insieme a lui lentamente anche se la musica era decisamente molto movimentata.
"Avete fatto un lavoro spettacolare mentre noi eravamo via." mi disse indicando con il mento la sala.
"Vero? Sono piuttosto soddisfatta anche io!"
Liam annuì. "Si. Devo ammettere che a Dublino eravamo un po' preoccupati, avevamo paura che non sareste riuscite a finire in tempo ma a quanto pare abbiamo tutti sbagliato a dubitare di voi."
Le sue parole mi fecero un immenso piacere ma subito dopo mi apparve davanti la faccia il viso di Louis. Era stata solo un'allucinazione ma era bastata per farmi cedere per un secondo il sorriso e farmi smettere di ballare.
"Tutto bene?" mi chiese Liam che si doveva essere reso conto del mio cambio d'umore.
Annuii e mi riavvicinai a lui appoggiando la guancia alla sua camicia. Louis era la persona più irritante del mondo ma mi ero avvicinata in maniera incredibile a lui anche senza volerlo, Liam invece era la persona più dolce del mondo, con un cuore grande tre volte quello umano e con un sorriso capace di far sciogliere anche un iceberg, e dovevo ammetterlo, fin dal primo giorno ero stata immediatamente attratta da lui. Se avessi dovuto scegliere, chi avrei scelto? I visi dei due ragazzi si alternavano nella mia mente ma in quel momento non riuscii a prendere una decisione.
"Sai Kaycee, - cominciò Liam allontanandomi da lui quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi - sei una persona davvero speciale, me ne sono reso conto appena ti ho conosciuta." 
Io lo ascoltavo con gli occhi spalancati e le sopracciglia inarcate. "Sei intelligente, spiritosa, dolce e anche se qualche volta sei isterica sei anche molto bella..." 
Oh mio Dio, stavo per svenire, me lo sentivo.
"Andresti molto d'accordo con Danielle, siete simili sotto molti punti di vista." concluse.
Sbattei le palpebre un paio di volte. Danielle? E chi era?
"Danielle?" chiesi infatti, chissà, magari era sua sorella.
"Si, la mia ragazza. Dovresti conoscerla, è unica!" disse con un sorriso luminoso che non gli avevo mai visto prima.
Qualcosa all'interno di me si staccò e ricollegai tutti i neuroni che prima non mi avevano mostrato la realtà così evidente. Lo vedevo molto spesso al cellulare e ogni volta sul suo viso si formava quello stesso sorriso che aveva in quel momento, perfino lo sfondo del suo cellulare ritraeva una ragazza ma non ci avevo mai fatto caso. Ora era tutto chiaro.  Mi staccai da lui in modo da poter mettere almeno un po' di distanza fra i nostri corpi.
"Mi piacerebbe molto conoscerla. Deve essere proprio una ragazza fantastica. - dissi cercando di non mostrare la mia delusione. - Ehi Liam, ho bisogno di un po' d'aria, ci vediamo dopo ok?" gli diedi un rapido bacio sulla guancia per fargli vedere che ero la solita ragazza spontanea e mi allontanai da lui salutandolo con la mano.
Passai in fretta fra la gente e forse pestai anche il piede di qualche povero ragazzo e uscii dalla casa.
Vidi una panchina al limitare del giardino illuminata da due candele a forma di zucca e mi sedetti lì appoggiando la testa sulle mani.
"Tutto ok?" mi chiese una voce accanto a me.
Mi tirai su e vidi Louis che mi sorrideva in modo dolce.
Non riuscii a trattenermi e alcune lacrime sfuggirono al mio controllo. Abbassai la testa per non farmi vedere e lui mi circondò le spalle con un braccio e mi avvicinò a lui.
"Liam ti ha detto di Danielle vero?"
Tirai su la testa quel tanto che mi bastò per vedere che non sorrideva più. Annuii.
"E' colpa mia." Louis mi guardava con un espressione davvero dispiaciuta e io non sapevo più che pensare. Che significava che era colpa sua? Louis interpretò il mio silenzio come un invito ad andare avanti e quindi proseguì.
"Liam qualche giorno fa mi ha raccontato le sue preoccupazioni in quanto pensasse che lui ti potesse piacere e non sapeva come fare per non farti soffrire dato che lui è innamorato di Danielle. - prese una pausa. - Io gli ho consigliato di dirtelo prima che tu potessi fare un passo avanti perché sarebbe stato davvero imbarazzante e di farlo nel modo più gentile e discreto che potesse. Non pensavo però che te lo avrebbe detto questa sera. Non volevo che ti rovinassi la festa."
Louis si stava prendendo la colpa per qualcosa che non aveva assolutamente fatto. Come poteva essere colpa sua se tutto quello che aveva fatto era cercare di non farmi soffrire? Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano sorprendendomi di non trovare la mano nera per il trucco, Mhone era proprio magica in questa cose, e gli presi il viso fra le mani con dolcezza, obbligandolo a guardarmi negli occhi.
"Non hai fatto niente. - lo rassicurai sorridendogli. - Sono io che mi illudo sempre troppo, tu hai solo cercato di limitarmi il dispiacere e te ne sono estremamente grata. Immagina la figuraccia che avrei fatto se gli avessi detto cosa provavo e lui invece amava un'altra." finsi un brivido immaginandomi la scena e Louis sorrise vedendo quel gesto.
"Mi dispiace Kay."
"Non preoccuparti." gli risposi lasciando il suo viso e appoggiando la testa sulla sua spalla. Lui mi mise un braccio intorno alle spalle e mi strinse a lui per non farmi sentire freddo.
"Vuoi rientrare?" mi chiese.
"Restiamo un altro po'."
 
Restammo fuori per circa una mezz'oretta ma poi decidemmo di rientrare visto il fatto che io ero mezza nuda e lui non aveva con se una giacca o un mantello per coprirmi. Appena prima di entrare nella casa Louis si fermò e si girò verso di me. La luna illuminava il suo volto fine e rendeva i suoi occhi azzurri più luminosi di quanto in realtà fosse immaginabile. "Sei bellissima sta sera, sai?" mi disse prendendo una ciocca dei miei capelli e rigirandosela tra le dita.
Io arrossii istintivamente come capitava spesso ormai e mugugnai un debole "Grazie."
Louis rise per la mia reazione e mi prese per mano, intrecciando le sue dita con le mie, portandomi nella sala alla ricerca dei nostri amici. Io lo seguivo inerme, non facendo minimamente caso a dove mettevo i piedi o alle persone che mi guardavano notando le dita intrecciate delle mie mani con quelle del ragazzo davanti a me. Ero completamente in balia di mille pensieri che mi vorticavano in testa come tornadi. Louis mi faceva un effetto incredibile, molto più distruttivo dell'attrazione che avevo provato fino a poco prima per Liam ma altrettanto forte. Non sapevo dire se era una cosa positiva o negativa ma mi mandava decisamente fuori di testa, era come se stando con lui non riuscissi più a controllare le mie emozioni. Era una cosa che non avevo mai provato prima, non ero cosciente di quello che facevo. Liam mi era piaciuto da subito e non avevo paura ad ammetterlo, era un ragazzo perfetto, dolce, sensibile e buono, il ragazzo che tutte desidererebbero, quello che ti abbraccia quando ti vede triste, quello che ha sempre una parola di conforto, quello che sa sempre cosa dire per farti tornare il sorriso e che farebbe di tutto per non vederti star male. Louis aveva due caratteri diversissimi che a volte combaciavano, la maggior parte delle volte c'era il ragazzo buffone e sfacciato, quello che ha sempre la battuta pronta, quello che non si fa problemi a dirti quello che pensa anche se è estremamente imbarazzante o fuori posto, ma capitavano quei rari momenti in cui diventava una persona completamente diversa, un ragazzo talmente spontaneo e preoccupato per te da farti seriamente pensare che abbia dei seri problemi di personalità. Il momento in cui si trovava adesso faceva combaciare perfettamente i due aspetti della sua personalità, aveva detto con una facilità e spensieratezza assoluta che mi trovava bellissima quando fino ad un momento prima si era preoccupato che stessi bene e che non sentissi freddo e ora mi stava trascinando in giro per la sala tenendomi la mano come se avesse paura di perdermi i mezzo alla folla. Era questo il problema con Louis, era lunatico, non avresti mai potuto immaginare cosa gli passasse per la testa, era imprevedibile e io avevo paura delle cose che non potevo prevedere. Erano...imprevedibili, appunto.
"Kaycee che fine avevi fatto?" mi chiese Mhone allontanandosi da Zayn e Harry e venendomi incontro appena mi aveva vista dietro la schiena di Louis.
"Sono andata a prendere una boccata d'aria." le dissi affrettandomi a sciogliere la mano da quella del ragazzo quando vidi che lo sguardo della mia amica si era soffermato su di esse.
"Ma è freddo fuori!" mi disse sgranando gli occhi. Solita vecchia freddolosa Mho.
"Lo so, per questo sono rientrata." le spiegai come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mhone non fece in tempo a dirmi nient'altro che Louis mi riafferrò la mano e mi allontanò dagli altri. "Scusate se ve la rubo ma questa canzone dobbiamo assolutamente ballarla!" fece il ragazzo con un sorriso enorme stampato in faccia mentre io non feci in tempo a ribattere che ero già in mezzo alla pista.
Mi mise le mani intorno ai fianchi e mi attirò a se facendo aderire i nostri corpi e io non potei fare nient'altro se non circondare il suo collo con le braccia. Ero molto imbarazzata e non sapevo cosa fare per non guardarlo in faccia quindi alternavo il mio sguardo dalle pareti, al soffitto, al pavimento.
"Sono così brutto?" mi sussurrò all'orecchio facendomi sussultare. Sorrideva.
Scossi la testa. Non lo era per niente ma non lo avrei mai ammesso, ogni volta che lo guardavo il mio cuore involontariamente faceva una capriola ma non volevo che lo sapesse, inoltre quel trucco bianco sul viso con delle finte macchie di sangue gli facevano incredibilmente risaltare gli occhi.
"Non così tanto come dovresti esserlo ad una festa di Halloween." gli risposi accennando un sorriso.
Lui scoppiò a ridere buttando la testa all'indietro. "E tu mentre ti vestivi a cosa stavi pensando di preciso?" mi chiese maliziosamente.
Questo era uno dei tanti momenti in cui mi metteva in difficoltà con la serietà con cui diceva certe cose.
"A far colpo su qualche bel ragazzo!" se voleva giocare sporco tanto valeva restare sulla sua stessa lunghezza d'onda.
Lui allargò il suo sorriso e si avvicinò di più a me.
"Ci sei riuscita." mi sussurrò all'orecchio.
Io lo spinsi un po' più lontano. "Tomlinson il mondo non gira sempre intorno a te. - lo presi in giro. - Chi ti dice che parlavo di te? E soprattutto chi dice che tu sia bello?"
Lui si finse offeso. "Ma come Kaycee?! Pensavo che tra noi adesso ci fosse del feeling! - disse mettendosi una mano sul petto con fare teatrale - E poi ci sono circa tre milioni di ragazze che in questo momento ti stanno invidiando da morire. Non è una cosa da tutti i giorni ballare con il sottoscritto."
Gli diedi una bottarella sul braccio. "Ma sentitelo, Mr. Modesto!"
Lui scoppiò a ridere e mi rimise le mani sui fianchi.
"Comunque sia anche se non mi trovi bello hai comunque fatto colpo su di me!" mi disse sorridendomi in modo dolce.
Adesso basta però. Non ne potevo più dei suoi commentini.
"Louis te l'hanno mai detto che metti in difficoltà le persone con queste battutine?" gli chiesi con un sopracciglio inarcato.
"No, sinceramente no. Ma mi piace da matti vedere il modo in cui arrossisci e fai di tutto per non guardarmi negli occhi. E' molto sexy." il mio cuore perse un battito, possibile che riuscisse sempre a trovare un modo per mettermi in difficoltà.
"Non ti stai stufando a sentirti continuamente rifiutato da me?" gli chiesi d'un tratto seria.
Lui scosse la testa convinto. "No, perché tu non mi stai rifiutando, non adesso almeno, solo non sai ancora come comportarti con me e lo capisco. Ma prima o poi ti innamorerai follemente."
Sbarrai gli occhi. Quel ragazzo era totalmente convinto di ciò che diceva.
"E cosa te lo fa pensare?" gli chiesi.
La musica era cambiata e il DJ aveva messo un lento per dare opportunità alle coppie di ballare insieme. Io e Louis ondeggiavamo al centro della pista e non ci avevamo nemmeno fatto caso.
"Il fatto che se non ti piacessi nemmeno un po' a quest'ora saresti andata via dandomi un bello schiaffo per averti detto tutte queste cose che so che non sopporti sentire perché non ti piacciono gli sbruffoni." disse tutto d'un fiato non facendo nemmeno una pausa.
Odiavo ammetterlo ma aveva ragione, non sul fatto che mi piacesse perché ancora nemmeno io ci capivo niente, ma sul fatto che quelle frasi dette da qualcun'altro mi avrebbero davvero dato fastidio e che non avrei esitato a dargli un bello schiaffo se avessi voluto.
Sorrisi amaramente e mi strinsi a lui appoggiandogli la testa sulla spalla.
"Devo darti ragione Tomlinson." sussurrai sperando che non mi avesse sentita.
Lui mi circondò meglio la schiena con le braccia e posò la sua guancia sulla mia testa senza dirmi niente, forse davvero non mi aveva sentita. Fatto sta che rimanemmo la, al centro della pista, ondeggiando e non fregandocene di quello che ci succedeva intorno.





 
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Saaaaaaalve;

Come andiamo oggi?! Io sto benone...anche se non me lo avete chiesto! xD Come sempre ringrazio quelle fantastiche persone che recensiscono ogni benedetto capitolo, siete meravigliose, sappiatelo!! Poi ringrazio as always quelle che mettono la storia fra le seguite/preferite/ricordate, siete meravigliose anche voi ** 
Però volevo fare un
"atto di convincimento" per tutte le altre: se avete un minuscolo momento libero dopo aver letto i capitoli perdetelo per lasciarci una vostra opinione, a noi farebbe tanto piacere sentire commenti anche diversi e nuovi e voi ci perdereste un secondo, anche dicendoci che non vi piace come scriviamo, oppure la storia è poco fantasiosa o quello che vi pare, dagli errori si impara sempre! Spero di non avervi rotto troppo le palle! xD
Passiamo al capitolo:
Questa è la festa vista dal punto di vista della nostra Kay, che dite si è divertita o secondo voi avrebbe preferito Liam alla svolta che ha preso la serata?
Io personalemente penso che Liam abbia fatto bene a fermarla subito e ci ha messo molto tatto per non ferirla, voi che ne pensate?!
E Lou?! Ok, no, quel ragazzo è dolce come il miele...chi non vorrebbe un ragazzo così accanto a se?!|
E infine....la GIIIIIIIFFFFF...io amo questa GIF, mostra tutta la soddisfazione e l'incredulità di Louis di essere arrivato così in là, di aver raggiunto il proprio sogno!


XOXO
Vi :3

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Nelle recensioni lasciateci il vostro account di Twitter così noi possiamo seguirvi, e voi potreste chiederci quello che volete!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


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CAPITOLO 16
 

Mhone POV

Liam aveva appena portato via Kay e l’aveva trascinata a ballare lasciandomi li seduta su quella sedia da sola.
Non mi andava di fare l’asociale, così finii di bere il drink e mi diressi verso Harry e Zayn che stavano ancora ballando in un angolo della pista. Niall nel frattempo era scomparso e anche Josie non si vedeva in giro… che carini che erano, sarebbero una bella coppia, chissà, magari nascerà veramente un amore.
Mi unii ai due mori e comincia a scatenarmi a ritmo della musica. Harry continuava a fissarmi.
“La vuoi smettere di guardarmi! Di ragazze mezze nude dietro a cui sbavare sta sera ce ne sono a bizzeffe!” gli gridai cercando di farmi sentire sopra a quella musica altissima.
“Guarda che non è colpa mia se sta sera sei più provocante del solito. Sei tu che ti sei vestita… anzi direi svestita in questo modo. Non puoi pretendere che i miei ormoni rimangano calmi!” mi rispose fin troppo divertito.
Alzai lo sguardo al cielo e non risposi alla provocazione. Non ne volava la pena pensai.
Zayn se ne stava li, quasi impassibile. Si muoveva a ritmo della musica come per inerzia e sembrava avesse lo sguardo perso nel vuoto.
“Hei cos’hai?” gli chiesi sventolandogli una mano avanti la faccia come per disincantarlo.
Si ricompose in un secondo e mi guardò negli occhi. “Niente –alzai un sopracciglio non credendogli- dico sul serio, niente!” mi sorrise e pensai di essermi immaginata tutto.
Ritornai a concentrarmi sul ballo come fece anche Zayn. Sembrava più sereno rispetto a prima. Forse mi ero immaginata veramente che fosse giù di morale per qualcosa.
In quel momento Liam si avvicinò a noi. Mi guardai intorno per cercare Kay, ero curiosa di vedere la sua faccia dopo essere stata nelle braccia di Liam, ma con sorpresa non la vidi.
“Hei Liam dov’è Kay?” gli chiesi un po’ preoccupata.
“Non lo so. Mi ha detto che andava a prendere una boccata d’ aria, ma non l’ho più vista - fu la sua risposta, poi spostò il suo sguardo verso Harry e Zayn- Hei ragazzi io vado di la a vedere se va tutto bene, ci vediamo dopo!” fece l’occhiolino e scomparve tra la folla facendosi spazio con i gomiti.
A controllare che tutto andava bene? Che doveva controllare? Avevamo pensato a tutto noi e mi sembrava che tutto stava procedendo al meglio. Non capivo il senso delle sue parole ma me ne fregai, in quel momento mi importava di più trovare Kay. Perché non era rimasta con Liam e l’aveva piantato in asso? La storia della boccata d’aria non reggeva, quando Liam le aveva preso la mano e l’aveva trascinata a ballare aveva un sorriso enorme che le andava da un orecchio all’altro, non poteva essersela svignata così, ci doveva essere un motivo plausibile.
“Hei ragazzi sono un po’ preoccupata, vado a cercare Kay” urlai ai due avanti a me.
Stavo per girarmi e farmi spazio per andarmene quando Harry mi afferrò per un braccio e mi indicò qualcuno da lontano.
Erano Kay e Louis che con grande fatica stavano cercando di raggiungerci tra la folla.
Tirai un respiro di sollievo vedendo Kay.
“Kaycee che fine avevi fatto?” le chiesi con tono un po’ alterato.
“Sono andata a prendere una boccata d’aria” mi rispose. Solo in quel momento vidi che la sua mano era intrecciata a quella di Lou. Non appena se ne accorse sciolse la stretta facendo finta di niente. Ok non ci stavo capendo assolutamente niente. Che Kaycee si fosse finalmente resa conto di quello che provava per Louis? Chissà, in quel momento non potevo far altro che supposizioni e sperare che la mia amica si confidasse con me e non mi lasciasse fuori dai suoi pensieri.
Non mi sembrava il caso di chiederle niente così sgranando gli occhi con tono da rimprovero le dissi solo “Ma fuori è freddo!”.
“Lo so per questo sono rientrata”mi rispose tranquillamente.
Non feci in tempo a dirle nient’altro che Louis le riafferrò la mano trascinandola via con un grosso sorriso stampato in faccia. “Scusate se ve la rubo ma questa canzone dobbiamo assolutamente ballarla!” fu la sua giustificazione.
Li vidi qualche minuto dopo in mezzo alla pista abbracciati l’uno all’altro dondolandosi lentamente a ritmo di quella musica lenta che il DJ aveva appena messo. Non potei non farmi scappare un sorriso contento.
Quando mi girai vidi Harry che era avvinghiato ad una biondina magrolina e con un vestito praticamente inesistente con una grossa scollatura sulla schiena ed una altrettanto grossa sul davanti dal quale usciva in bella vista il reggiseno in pizzo bianco. Che indecenza! Non che io avessi un vestito poco provocante ma sicuramente lei mi batteva alla grande. L’amico non perse tempo e con entrambe le mani sul suo sedere la faceva muovere a suo piacimento.
Non sapevo se ridere o essere disgustata da quella scena, ma Harry era fatto così e ormai me ne ero fatta una ragione.
Qualcosa mi afferrò una spalla e mi costrinse a girarmi accantonando i pensieri che vorticavano nella mia testa.
“A quanto pare gli unici rimasti soli siamo noi due. Me lo concede questo ballo madame?” Zayn mi porse la mano facendo un inchino immedesimandosi nel personaggio in cui era vestito.
Stetti al gioco e dopo aver fatto un piccolo inchino anche io gli afferrai la mano. “Si le concedo questo ballo monsieur”.
Incrociai le braccia intorno il suo collo e lui mise le mani sotto le mie braccia facendole scivolare lentamente fino ai miei fianchi che cinse poi con fermezza avvicinandomi al suo corpo.
Era lui a condurre i miei movimenti e io lo assecondavo. Ci muovevamo con piccoli passi di qua e di la. Mi sembrava di volare ed era come se intorno a noi non ci fosse nessuno, esistevamo solo noi due. Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sulla sua spalla. Non sembrò dargli fastidio così non mi mossi da quella posizione.
Improvvisamente la musica si bloccò e il mondo incantato in cui mi sembrava di essere si dissolse facendo ricomparire il mondo reale che aveva nascosto.
Un grosso faro giallo illuminò il palco e Katie comparve dirigendosi al centro. Si impossessò del microfono e dopo aver battuto 2 o 3 volte su di esso per verificare che funzionasse se lo portò vicino la bocca per parlare mentre la gente un po’ scocciata si era riunita sotto il palco.
“Cari amici, chiedo scusa per aver interrotto un attimo la festa, lo so che vi stavate tutti divertendo, ma vi prometto che sarò il più breve possibile. Volevo solamente presentarvi la band. Loro sono i “White Eskimo”. Avanti fate un bell’applauso di incoraggiamento!” dovevo ammettere che Katie ci sapeva proprio fare, gli studenti cominciarono ad urlare ed applaudire e la band cominciò a suonare.
Erano davvero bravi! Niall era stato veramente bravo a trovare anche loro!
“Hei Mho devo andare a cercare Liam che devo dirgli una cosa. Ti dispiace se ti lascio sola per un po’?” mi domandò Zayn una volta che la folla si era diradata per tutta la pista invece che sotto il palco.
“Ok va bene… vai pure.” Gli risposi un po’ delusa. Sembrò essere veramente dispiaciuto di lasciarmi li da sola così sfoggiai un bel sorriso e spingendolo da dietro la schiena lo incoraggiai ad andare. “Dai avanti vai. Non preoccuparti”.
Ecco ora ero di nuovo sola. Anche Harry era sparito dopo l’annuncio di Katie e Niall… bhe Niall ormai era tutta la serata che non si vedeva in giro!
Ero rimasta li, in mezzo alla pista guardandomi intorno e la gente che ballava cominciava a spintonarmi da tutte le parti. Se c’era una cosa che non sopportavo era quando le persone mi spingevano per farsi spazio mentre ballavano. Un tizio mi ficcò persino un gomito nello stomaco e un altro mi pestò un piede senza neanche girarsi per chiedere scusa. Come se stare in piedi sui tacchi per almeno quattro ore non era abbastanza! Decisi di levare le tende e spostarmi verso le sedie così mi sarei riposata un po’ e sarei stata in pace da tutto quel casino.
Fortunatamente il tavolino dove io Kay e i ragazzi avevamo lasciato le nostre cose era libero anche se erano rimaste solamente due sedie li intorno. Poggiai tutto sul tavolino poi mi buttai, letteralmente su una sedia, mentre sull’altra, ci allungai le gambe.
Nonostante fossi mezza nuda, sentivo il mio corpo letteralmente andare a fuoco ma stavo talmente comoda che non ebbi neanche la voglia di alzarmi ed andare a prendere qualcosa da bere. Mi allungai verso il tavolo e presi da dentro la borsetta il telefono per controllare se ci fossero messaggi.
C’erano due chiamate perse ed un messaggio in segreteria. Il mittente di tutti e tre era sempre Jai. Aprii il messaggio e mi portai all’orecchio il telefono per sentire il messaggio.
Hei Mho sono Jai –ma va… non l’avrei mai capito… come se sul telefono non ci fosse il nome del mittente- non so cosa mia sia preso prima… forse non era il caso di mandarti quel messaggio… il fatto è che ancora mi piaci e stare lontano da te, non parlarti, non vederti mi fa stare male. Lo so sono un cretino a dirti queste cose sapendo già come la pensi ma non posso farne a meno. Come un illuso spero ancora che tu possa cambiare idea. Pensaci. Ciao.”
Oh cazzo. No di nuovo con questa storia no. Ero li immobile con il telefono fra le mani.
Pensaci. Ma pensaci cosa? A cosa avrei dovuto pensare? I miei sentimenti verso di lui non erano cambiati di una virgola. Per quasi un anno non si era più fatto sentire e dopo aver ricevuto il primo messaggio avevo pensato che le cose si fossero sistemate e che la sua stupida cotta fosse finita. Che illusa. Ero arrabbiata, si, arrabbiata, non poteva ripiombare così nella mia vita facendomi sentire in colpa perché non provavo la stessa cosa che lui provava per me. Era ingiusto, per quanto mi dispiacesse perdere un amico, preferivo che scomparisse dalla mia vita per sempre.
No, non potevo farmi rovinare la serata da questa stupida storia. Mi alzai dalla sedia, rimisi il telefono in borsa e mi diressi verso il tavolo delle bevande. Un po’ d’alcool era quello che ci voleva in quel momento.
Non feci in tempo ad arrivare a metà sala che le luci si spensero di botto.
Oh cazzo ed ora che stava succedendo? Tutti gli invitati stavano cominciando a dare di matto e con mia solita fortuna un emerito imbecille mi diede una spinta che mi fece volare direttamente con il sedere per terra. Non vedevo assolutamente niente così a tentoni cercai di rialzarmi senza successo.
“Ah… cazzo che male!” avrei riconosciuto quella voce tra un milione.
“Kay sei tu?” urlai protraendomi verso la voce che avevo sentito.
“Sia ringraziato il cielo. Si, Mho sono io. Fortunatamente ti ho trovato. –mi rispose gettandomi le braccia al collo- Degli imbecilli mi hanno fatto finire per terra. Se li becco gli spezzo entrambe le gambe.”
Non potei fare a meno di ridere, sia per l’insulto  che era appena uscito dalla bocca della mia amica, sia per la situazione veramente comica nella quale eravamo finite.
Cercammo di rialzarci e questa volta spingendo un po’ qua e un po’ là riuscimmo a rimetterci in piedi. Non appena alzammo la testa cinque fasci di luci colorate illuminarono altrettante figure sopra il palco. Guardai Kay stupita e lei mi restituì lo stesso sguardo. Erano i ragazzi!
Il sottofondo musicale di “What Makes You Beautiful” partì ma prima di iniziare a cantare Liam prese la parola.
“Volevamo ringraziare le ragazze che hanno organizzato questa magnifica festa e in particolare Mhone e Kaycee senza le quali non saremmo qui. Spero che questa sia una bella sorpresa per tutti!”.
Un boato si alzò e centinaia di fan urlanti si accalcarono a ridosso del palco.
Io e Kay rimanemmo un po’ in disparte per non essere travolte nuovamente da quella folla e con un sorriso enorme stampato in faccia cominciammo a cantare a squarcia gola la canzone insieme ai ragazzi. Ebbene si, dopo averli conosciuti avevamo cominciato a sentire le loro canzoni e dopo averle sentite per così tante volte avevamo imparato perfino le parole a memoria. Mi avevano fatto un immenso piacere le parole di Liam ed ero rimasta piacevolmente sorpresa da quel regalo che ci avevano fatto cantando alla festa.
I ragazzi fecero alcune delle loro canzoni più famose poi scesero dal palco e dopo aver firmato alcuni autografi a delle ragazzine decisamente troppo piccole per partecipare a questa festa che probabilmente si erano imbucate sapendo della loro presenza, ci raggiunsero.
Non riuscii a trattenermi e saltai addosso a tutti e cinque.
“Ok devo dedurne che la sorpresa vi è piaciuta” fece Louis con il suo solito sorrisetto.
“Non immaginate quanto –rispondemmo in coro io e Kay- ci ha fatto veramente piacere” concluse lei.
Louis si riportò via Kay sotto gli occhi divertiti di tutti, mentre gli altri furono fermati da Josie, Katie, Loren e Diana che si congratularono con loro.
Ne approfittai per sgattaiolare via. Quel piccolo momento mi aveva fatto dimenticare il messaggio che avevo ricevuto prima, ma ora che il mio cervello aveva avuto il tempo di tornare a pensare, la rabbia che mi era salita prima ricomparve.
Mi avvicinai al bancone degli alcolici e con discrezione rubai una bottiglia di vodka alla pesca e uscii dalla villa.
Girai intorno la casa e scesi le scale che portavano direttamente alle spiaggetta privata che c’era li sotto. Erano le cinque del mattino e una pungente brezza mi fece rabbrividire per un secondo. Tolsi le scarpe che tenni in mano e cominciai a camminare per raggiungere la riva.
La sabbia era morbida e vellutata, camminarci sopra era bellissimo. Il fresco che emanava poi, attenuava il gonfiore dei miei piedi dolenti e mi regalava una bella sensazione di piacere.
Mi fermai un attimo e presi un grosso sorso di vodka. Strizzai gli occhi per il forte sapore che mi andò giù per la gola poi ripresi a camminare.
Pensavo di essere sola, invece mi sbagliavo. Da lontano intravidi una figura conosciuta.
Era Zayn. Ma come cavolo aveva fatto ad arrivare li prima di me? Aveva volato? Bha mistero…
Bevvi un altro sorso di vodka, sta volta senza strizzare gli occhi, e in silenzio mi sedetti vicino a lui. Aveva lo stesso sguardo triste e perso nel vuoto che aveva prima mentre ballavamo. Gli porsi la bottiglia e senza pensarci due volte l’afferrò e butto giù alcuni lunghi sorsi. A quanto pareva non mi ero sbagliata… aveva un problema e a guardare la faccia era sicuramente più grave del mio.
“Sai la vita è proprio strana… a volte ti rende l’uomo più felice del mondo e a volte ti prende a schiaffi atterrandoti” disse dal nulla continuando a guardare l’orizzonte sul mare.
“Hai ragione… si diverte a prenderci in giro. Prima ci rende felici però poi, come se non ci meritassimo la felicità, ci atterra con qualcosa di brutto. Così è e così sempre sarà. Che c’è Malik? Qual è il tuo problema? Se ti va di parlarne io sono qua pronta ad ascoltarti” mi dispiaceva vederlo così e poi concentrarmi sui problemi di qualcun altro non mi avrebbero fatto pensare ai miei. Aspettai che cominciasse a parlare.
Niente, silenzio.
Bevve un altro sorso, poi mi ripassò la bottiglia. Feci altrettanto e buttai giù quel liquido fruttato.
“Oggi pomeriggio mi ha chiamato mia madre –cominciò a parlare- poco dopo che eravamo tornati dal viaggio –fece una pausa- e mi ha detto che una delle mie sorelline è in ospedale per via di una grave malattia di cui non si è ancora capito molto –la sua voce cominciava a tremare- e io non so cosa fare. Voglio andare da lei ma mia madre me lo ha impedito. Dice che è meglio che non parta finché non si sa qualcosa di più su questa malattia. Non voglio lasciarla sola però, non voglio. Non voglio perderla.” E scoppiò in lacrime.
Lasciai la bottiglia cadere sulla sabbia e lo abbraccia “Non la perderai. Ne sono sicura.”
Continuò a piangere sulla mia spalla e io lo abbracciai ancora più forte. Dopo essersi sfogato smise di piangere, ma rimanemmo li, fermi, immobili, mentre gli accarezzavo i capelli per calmarlo e tranquillizzarlo.
Quel momento fu interrotto dal suo telefono che cominciò a squillare. Si sciolse lentamente, come se non lo volesse veramente, dal mio abbraccio e prese il cellulare dalla tasca.
“Pronto? Si… Si è qui. Ok arriviamo.”
“Chi era?” gli domandai.
“Era Louis. Voleva sapere se eri con me perché è ora di andare –mi rispose- senti… potresti non parlare con nessuno della nostra conversazione? Sai non l’ho ancora detto a nessuno… tu sei la prima… ecco… a saperlo.”
“Tranquillo. Non lo dirò a nessuno. Te lo prometto.” Gli assicurai.
Un flebile grazie uscì dalle sue labbra e uno sguardo di gratitudine incontrò il mio.
Il sole stava sorgendo all’orizzonte e i raggi rossi e arancioni illuminavano le increspature dell’acqua colorandole di quelle calde tonalità. Rimanemmo ancora qualche minuto a contemplare quello spettacolo meraviglioso, poi ci alzammo e in silenzio ci dirigemmo dagli altri.
 
                                                             Image and video hosting by TinyPic   
Ciaoo bellezzeee! =D

Finalmente siamo arrivati ai capitoli della festa! Allora che ve ne pare? Vi siete divertite ed emozionate insieme alle nostre due ragazze?
Bhe loro sicuramente di emozioni ne hanno vissute tante in questa serata, Kay con la verità di Liam e poi la dolcezza di Lou, Mho con il messaggio di Jai e poi la confessione di Zayn.
Povero Zayn, la sua sorellina sta male e non sa cosa fare! Mho standogli vicino, speriamo riesca a tirarlo su di morale!
^^
Per la questione di Jai invece… bhe ha creato non pochi problemi mentali a Mho! xD
E vabè… considerando tutto, la festa è andata alla grande e la sorpresa dei ragazzi poi l’ha resa ancora meglio! =D
Ora ci tengo particolarmente a ringraziarvi, ma veramente tanto! Non potete capire come ci siamo sentite quando sull’ultimo capitolo siamo arrivate a 5 recensioni! Cioè veramente noi vi amiamo! *.*
Per non parlare poi di quelle santissime che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate! Ogni giorno aumentano sempre più e noi siamo ogni giorno sempre più felici! Grazie, grazie veramente di cuore! =D
E naturalmente ringrazio anche chi legge in silenzio visto che le visite alla settimana aumentano in modo esponenziale! =D

Via ora vi lascio!
Un bacione enorme!

Marty.

Twittah:
Marty
Vix

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


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CAPITOLO 17
Kaycee POV
 
Mi svegliai sentendo il fastidioso rumore di un frullatore in funzione. Aprii un occhio di malavoglia e mi girai su un fianco per leggere l'ora sul display dell'orologio digitale sul comodino. Le 4.30 del pomeriggio. Mi stiracchiai rigirandomi più volte fra le lenzuola e intrecciando le gambe con esse e poi decisi di alzarmi stropicciandomi gli occhi mentre andavo in bagno. Mi feci una doccia veloce senza lavare i capelli perché volevo che i frisè durassero un altro paio di giorni. Tornai in camera e tirai fuori dall'armadio un paio di pantaloni di tuta grigia e una magioncino marrone con disegnati dei fiori che mi lasciava scoperta una spalla e ai piedi misi degli Ugg marroni che mi fungevano da ciabatte, misi un cerchietto marrone molto semplice per tenere indietro i capelli e inforcai gli occhiali da vista. Uscii dalla camera ed entrai in cucina dove vidi Mhone che si versava in un bicchiere il contenuto del frullatore.
"Che fai?" le chiesi sedendomi e appoggiando la testa sul tavolo ancora mezza addormentata.
"Un frullato di fragole. - mi rispose sedendosi davanti a me come mi annunciò il grattare della sedia sulle mattonelle - Ne vuoi un po?"
Annuii distrattamente e lei mi posò un bicchiere colmo di un denso liquido rosa davanti al viso. Tirai su la testa e cominciai a sorseggiarlo mentre lei accendeva la tv per vedere qualche notiziario.
Erano le cinque del pomeriggio ma io sentivo le palpebre chiudersi di continuo e la testa cedermi. Mi alzai, lavai il bicchiere che avevo utilizzato e mi stesi sul divano in salotto. Non avevo toccato cibo, mi si era chiuso lo stomaco e non riuscivo a mangiare a quell'ora essendomi appena alzata.
"Kay. - mi chiamò Mhone - Allora, mi racconti di come è andata ieri sera?"
Aprii un occhio e la vidi seduta sulla poltrona davanti a me che mi sorrideva a mo' di incoraggiamento.
Mugugnai. Non avevo voglia di parlare quando ero stanca, volevo solo fare il minimo indispensabile stando completamente in silenzio fino a che non avrei collegato i neuroni capendo a pieno ciò che dicevo.
"Daiii!" ok, sapevo che se non l'avessi accontentata non si sarebbe più azzittita quindi decisi che forse era meglio accontentarla.
Le raccontai tutto, da quando ero andata via con Liam a quando Louis mi aveva confortata in giardino, ma poi mi bloccai. Come potevo spiegarle quello che provavo se non sapevo descriverlo neanche io?! Però era la mia migliore amica ed era sempre meglio tentare di dirglielo in qualche modo piuttosto che non dirglielo affatto.
"Poi ecco, - continuai mentre arrossivo visibilmente - vedi, Louis è stato molto carino, e gentile, e...ecco...non so, mi ha fatta sentire bene." tentavo di spiegare nel migliore dei modi possibili.
Sul volto di Mhone si disegnò un ampio sorriso. "Ti sei resa conto che ti piace?" mi domandò speranzosa. Sapevo quello che passava nella testa di Mhone, voleva che io fossi felice e mi vedeva molto felice quando ero in compagnia di Louis. L'avevo sentita dire a Harry, mentre tornavamo a casa nella sua macchina e pensavano che mi fossi addormentata sul sedile posteriore sulla spalla di Niall mentre lui dormiva profondamente appoggiato alla mia testa, che sembravo una persona diversa in sua compagnia, che mi meritavo tutta la felicità del mondo dopo quello che avevo passato. Mhone sarebbe sempre stata la mia prima fonte di felicità, sopra ogni altra cosa.
"Non ne ho idea Mho. - ammisi - Ieri mi ha fatta sentire speciale e non faceva altro che riempirmi di complimenti, solamente che sta volta non sembrava un dongiovanni che sperimentava battutine nuove per far colpo, sembrava davvero sincero e mi ha fatto provare sensazioni davvero strane."
"Io direi che hai preso una bella cotta." mi girai di scatto a guardarla e vidi che mi fissava con un'espressione dolce e contenta.
Arrossii. Aveva ragione?
"Penso che forse dovrei rifletterci." ammisi.
Mhone scosse la testa con veemenza e mi si avvicnò. "Questa non è una cosa a cui si deve riflettere, l'amore - e qui mi venne un brivido lungo tutta la schiena - è un sentimento spontaneo, che nasce da solo senza leggi da seguire e cose su cui pensare, ti renderai conto da sola quando proverai qualcosa del genere." mi sorrise.
Saggia Mhone.
Le sorrisi. "Tu invece? Novità?"
Mhone sembrò pensarci un attimo e poi vidi la sua espressione serena rabbuiarasi tutta d'un tratto. "Ho sentito Jai, ieri sera." iniziò.
Ok, la questione Jai era un tantino complicata, eravamo stati migliori amici ma poi lui si era innamorato di Mhone e confessandogli il suo amore l'aveva allontanata rovinando la nostra amicizia. Forse Mhone aveva ragione, l'amore non si programmava, arrivava e basta, sconvolgendoti con la forza di un uragano, e in questo caso Jai non era riuscito a resistere e aveva confessato tutto quello che provava a Mhone. Chissà, magari se l'avesse saputo non l'avrebbe fatto per non rovinare lo splendido rapporto che avevano.
La incitai ad andare avanti con un cenno della mano.
"Mi ha mandato un messaggio mentre stavamo andando alla festa dicendo che gli mancavo e che gli dispiaceva di non esserci sentiti per tanto tempo, poi dopo me ne ha mandato un'altro dicendomi che era ancora innamorato di me. - si fermò un attimo e mi guardò negli occhi con espressione afflitta - Io non voglio ferirlo ma se continua così dovrò allontanarlo definitivamente. In questo modo soffre lui e fa sentire in colpa me."
Mi alzai dalla poltrona e mi inginocchiai sul tappeto per poterla abbracciare meglio. La strinsi forte a me. 
"Si sistemerà tutto, vedrai." la consolai cullandola fra le mie braccia. La sentii tirare su col naso e poi si staccò da me asciugandosi una lacrima con il dorso della mano e tentando un debole sorriso.
"Lo so Kay, si sistemerà tutto. - disse forse cercando più di convincere se stessa che me. - Io devo uscire, volevo spedire una lettera a mia madre e poi andare in biblioteca per fare una ricerca sui polimeri che ci ha affibbiato Dalton, ci vediamo dopo ok?"
Io annuii stendendomi di nuovo sul divano e addormentandomi prima che potessi sentire Mhone uscire di casa.
 
Mi svegliai sentendo un odore di bruciato provenire dalla cucina e mi alzai di soprassalto. Mhone non bruciava mai niente e avevo paura che fosse scivolata e avesse sbattuto la testa o qualcosa di simile. Corsi in cucina ma al posto di Mhone trovai Louis davanti ai fornelli che tentava in tutti i modi di tirare fuori una teglia dal forno senza scottarsi.
"Ma che diavolo stai combinando?" chiesi aprendo la finestra per far uscire il fumo.
Louis provò a parlare ma aspirò il fumo e cominciò a tossire così tanto che dovetti dargli delle pacche sulla schiena per farlo riprendere a respirare.
"Niente. - disse una volta ripretosi asciugandosi le lacrime con la manica della felpa - Mhone ha provato a chiamare ma non rispondevi, così ha chiamato a casa nostra dicendo che faceva tardi e che non sarebbe riuscita ad arrivare in tempo per cena quindi ci ha chiesto se uno di noi poteva cortesemente venirti a svegliare per dirti che dovevi farti la cena da sola." spiegò per poi guardare la lasagna sul piano cucina che notai solo in quel momento. I bordi erano tutti anneriti e non aveva proprio un bell'aspetto, ma forse non era così male.
"E quella?" gli chiesi indicando col mento la teglia.
Lui alzò le spalle con noncuranza. "Dormivi profondamente, non me la sono sentita di svegliarti quindi ho provato a cucinare qualcosa io così che quando ti fossi svegliata avresti avuto la cena pronta." spiegò.
"E perché è bruciata? Non hai controllato quanto tempo doveva stare in forno?" gli chiesi con un sopracciglio alzato. Era stato estremamente dolce, ma ero così stupita che una persona riuscisse perfino a bruciare una lasagna che non mi preoccupai di fare troppo la gentile.
"Certo. Solo che mentre aspettavo sono venuto a vederti dormire e ho perso la cognizione del tempo." ammise fissandosi fin troppo intensamente le scarpe.
"Maniaco." gli dissi dandogli una leggera spinta sul braccio e sorridendogli.
Vedendo che non mi ero arrabbiata anche lui si aprì in un radioso sorriso e tornò il Louis di sempre.
Però ripensandoci c'era un'altra cosa che non mi portava. "Come hai fatto ad entrare in casa?" gli chiesi.
"Mhone ci ha detto dove nascondete di solito le chiavi di scorta." spiegò.
Perfetto. "Dovrò ricordarmi di dirle di cambiare posto." pensai ad alta voce.
"Perché? Hai paura che possa entrare di notte per approfittare della tua innocenza." chiese facendomi l'occhiolino con la solita sfacciataggine.
Risi di gusto. "Certo, non voglio uno psicopatico che cerca di entrare nel mio letto mentre dormo."
"Prima o poi lo vorrai questo psicopatico." disse.
Non risposi, forse perché non sapevo che rispondergli o forse perché così lo lasciavo in suspance, fatto sta che non risposi.
Guardai l'orologio e vidi che erano le otto passate. Presi due piatti e li posai sul tavolo insieme alle forchette, i coltelli, i bicchieri, i tovaglioli e una bottiglia d'acqua e poi tagliai due scacchi abbastanza grandi di lasagna.
"Che fai? - mi chiese Louis - E' bruciata!" già, come se non l'avessi vista.
"Ci hai messo impegno quindi vale la pena almeno di assaggiarla." dissi posando la pasta sui piatti e sedendomi. Louis mi imitò.
"Sei consapevole del fatto che l'altra volta ho fatto prendere un'intossicazione alimentare a Niall vero?" mi ammonì.
Annuii ma senza dargli retta tagliai con il coltello un pezzettino di lasagna e me lo portai alla bocca. Il sapore non era così cattivo come pensavo e invitai il ragazzo a mangiarla.
"Il sapore è decisamente migliore dell'aspetto, provala." lo incitai.
Louis fece come gli avevo detto e dopo poco finimmo le nostre porzioni. Lasciai metà lasagna nel forno spento per non farla freddare più di tanto così che, se avesse voluto, Mhone l'avrebbe potuta mangiare al suo ritorno e mi misi a sciacquare i piatti e le posate per poi metterle nella lavastoviglie. Mentre mi piegavo per posare i piatti nell'elettrodomestico Louis si avvicinò e mi afferrò la catenina con il cuoricino che a quanto pare mi ero dimenticata di togliere prima di andare a letto.
"Ti sta benissimo. - mi disse rigirandosi il ciondolo fra le dita - Ti è piaciuto?"
In quel momento mi venne un dubbio. "Sei stato tu? - gli chiesi sgranando gli occhi - Me l'hai inviata tu?"
Lui annuì. "L'ho vista in una gioielleria a Dublino e ho subito pensato a te."
Quel ragazzo era matto. Aveva visto un gioiello preziosissimo in una gioielleria e la prima cosa che pensava era regalarlo ad una ragazza che conosceva da neanche un mese?
"Ma ti sei bevuto il cervello? - gli dissi più sorpesa che confusa - Ti deve essere costato una fortuna!" 
Lui alzò le spalle. "Non più di tanto, e comunque n'è valsa la pena."
Decisi di mettere da parte tutto l'orgolio che avevo e gli buttai le braccia al collo abbracciandolo stretto.
"Grazie." gli dissi solamente.
Dopo poco si allontanò da me sorridendomi. "Se ci vuole questo per farti sciogliere un po' ricordami di farlo più spesso." mi disse.
Gli diedi una leggera spinta ma non feci in tempo a rispondere che sentii la chiave nella serratura della porta d'ingresso.
"Eilà gente. -  salutò Mhone varcando la soglia - Avete mangiato insieme?" chiese la mia amica posando la borsa sul divano.
Noi annuimmo. "Non me la sono sentita di svegliarla quindi ho cucinato io." le rispose Louis.
"Ti abbiamo lasciato un po' di lasagna nel forno, ma non ti spaventare per l'aspetto, è abbastanza buona." conclusi io.
Mhone annuì e dopo essersi tolta il cappotto andò in cucina per cenare.
"Io vado. Ci vediamo domani per andare a scuola." ci salutò Louis con un cenno della mano e un occhiolino nella mia direzione prima di scomparire dietro la porta.
 
"E' impressionante di come la gente stia ancora parlando della festa!" esclamò Katie venendo in contro a me e Mhone.
Era vero. In classe, nei corridoi, dovunque andavamo avevamo sentito ragazze che bisbigliavano eccitate di come si erano divertite e di come avevano fatto colpo su quello e quell'altro ragazzo, di come i ragazzi si erano divertiti a ballare e a vedere tutte quelle ragazze mezze nude e di come la musica e le band fossero state a dir poco magnifiche. Avevamo fatto davvero un bel lavoro e tutti avevano passato una bella serata.
"Hai ragione! - esclamò Mhone - E' stata una festa da urlo."
Io le presi a braccetto e mi strinsi a loro ridendo. 
"Ciao ragazze!" Niall stava camminando verso di noi e sventolava la mano in segno di saluto.
Io sganciai le braccia da quelle delle mie amiche. "Ehi scusate ma io e il biondo ci dobbiamo fare una chiacchierata prima di entrare a lezione. Ci vediamo a pranzo Mho, ciao Katie!" dissi salutandole e correndo verso il ragazzo che appena vide che mi stavo allontanando dalle ragazze si fermò per aspettarmi.
"Eilà cowboy!" lo salutai.
Lui mi passò un braccio intorno alle spalle. "Buongiorno angelo! Tutto bene?" mi chiese.
"Alla grande, ma non voglio parlare di me adesso, dimmi tutto di Josie!" lo agredii, volevo arrivare subito al punto. Lo vidi arrossire di botto e abbassare lo sguardo.
"Andiamo Niall, sai che io non dirò niente!" dissi cercando di convincerlo facendo la croce con le dite sulla bocca. 
Lui non rise come faceva sempre ma diventò ancora più rosso.
"Credo che mi piaccia, voglio dire, sono stato davvero bene con lei l'altra sera e..."
Non lo lasciai terminare. "Avete deciso di uscire insieme? O magari di sentirvi?"
Lui scosse la testa. "Mi ha solo detto che ci saremmo visti a scuola e mi ha dato un bacio sulla guancia prima di andare via." disse deluso.
Poverino, era ovvio che le donne proprio non le capiva.
"Sorridi mio piccolo leprecauno. - gli dissi spintonandolo e saltandogli intorno per la bella notizia. - A Josie piaci se ti ha detto così, altrimenti non ti avrebbe detto niente e ti avrebbe salutato con un semplice sorriso se non gli fossi piaciuto. Inoltre è un buon segno che tu sia stato con lei per tutta la sera no?!" 
Appena sentite le mie parole Niall sembrò illuminarsi e mi abbracciò forte cominciando a saltellare insieme a me.
"Lo pensi sul serio?" chiese una volta che ci fummo fermati.
Annuii. "Te lo garantisco. - gli risposi - Ma devi promettermi che sarò sempre io la donna della tua vita!" 
Lui rise e mi diede un sonoro bacio sulla guancia. "Sempre!" mi promise.
Lo presi sotto braccio contenta per la piega che stavano prendendo le cose e lo trascinai verso l'aula dove avremmo dovuto tenere la prossima lezione.
 
 
 
 
 
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Hola chicas!
E lo so, ogni volta una lingua diversa, ma che ci posso fare?! Ringrazio come sempre tutti tuuuuuuuutti quanti, nell'altro capitolo sono arrivata a 5 recensioni e non potete capire il piacere che mi ha fatto, mi piacerebbe raggiungerle anche in questo capitolo ma si vedrà, sperare non costa nulla!
Quindi, che ne dite?
Non è stato tenero Lou con il ciondolo e la cena?! Ok, io sono un po' di parte ma non penso che voi disprezzereste un ragazzo così!!!
Questo angolino autrice oggi è un po' corto perché ho davvero poche cose da dire ma spero che gradiate comunque!
XOXO
Vi :)
 
P.S: I  RAGAZZI HANNO VINTO 3 VMA... YUPPIIIIIIIIIII

P.P.S: TANTI AUGURI AL NOSTRO ANGELO BIONDO CHE IERI HA COMPIUTO 19 ANNI... YEAAAAHHHHHHH

#endofthesclerotime

 
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Marty
Vix

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


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CAPITOLO 18
 

Mhone POV

Novembre passò così velocemente che neanche me ne accorsi. Dopo la festa mi concentrai esclusivamente sullo studio, avevo dovuto fare tre esami molto importanti e non potevo permettermi di non passarli. Ok detto così sembro una secchiona acida e scorbutica che pensa solo allo studio, ma il fatto è che per quanto la mia sia una famiglia benestante, l’avere una “figlia” in più in casa era un costo non trascurabile e visto che i miei avevano insistito per pagare l’università sia a me che una parte a Kay il minimo che potevo fare era non deluderli ed impegnarmi al meglio. Naturalmente li passai tutti e tre e soprattutto chimica, nella quale riuscii a prendere il massimo dei voti. Perfino il professor Dalton si congratulò con me e mi fece un immenso piacere.
Dopo che mia madre ricevette la lettera che le avevo spedito, dicendole che stavo bene e che mi mancavano molto sia lei che papà, lasciò per un giorno il lavoro nelle mani di papà e con il primo volo venne a trovarci.
Per Kay fu una gioia immensa. Lei adorava mia madre, credo perché la considerava un po’ come una seconda mamma e le voleva una bene dell’anima. Per mia madre era la stessa cosa, dopo aver avuto me, il lavoro dei miei decollò e con i mille impegni non ebbero più tempo per un altro figlio anche se, come dice sempre mia madre, lo avrebbero tanto desiderato. Così per loro Kay era stata come l’altra figlia che non avevano potuto fare e io avevo acquisito una sorella a cui volevo un bene dell’anima.
In quel solo giorno in cui mia madre stette a casa nostra, riuscì a metterla sotto sopra ugualmente. Ogni cosa che per noi aveva una determinata collocazione per lei non andava bene e le cambiava posto mettendola a suo piacimento. Ok io le volevo un bene dell’anima ma quando faceva così l’avrei strozzata e basta. Fortuna c’era Kay che calmava la mia voglia di ammazzarla e ogni volta che cercavo di controbattere al volere di mia madre lei mi impediva di parlare così da non doverci litigare. Alla fine cedevo ai suoi capricci con il pensiero fisso che non appena se ne fosse andata avremmo rimesso tutto nel perfetto ordine che ci eravamo create io e la mia amica.
Quando se ne andò l’accompagnammo all’aeroporto e quando ci salutò una lacrimuccia le scese sul viso per la commozione. L’abbracciammo forte, poi la spinsi verso l’imbarco per il volo prima che cominciasse a piangere come una fontana perché non voleva lasciarci. Io amavo mia madre, ma a volte era troppo possessiva. Io adoro l’indipendenza, sono un tipo autonomo, autosufficiente e per quanto amavo essere coccolata e viziata dalle piccole cose che una mamma e un papà possono darti, arrivava ad un certo punto il momento in cui dovevo staccarmi da loro e vivere la mia vita.
 
Era ormai quasi metà Dicembre e quel sabato mattina fuori c’era il tipico cielo invernale. Grossi nuvoloni grigi e bianchi coprivano il sole e l’aria era fredda e pungente.
Nonostante il tempo, non riuscivo a rimanere dentro casa. Avevo bisogno di uscire così decisi di andare a correre.
Kay naturalmente era ancora a dormire e chiederle se voleva venire con me era inutile, pigrona com’era, se le avessi chiesto una cosa del genere mi avrebbe tirato il cuscino in faccia. Dopo aver fatto una sostanziale colazione a base di latte e pane e Nutella, andai in camera a cambiarmi. Tirai fuori dall’armadio un paio di pantaloni della tuta e due felpe pesanti. Misi in testa un cappello di lana nero e un paio di scarpe da ginnastica per correre. Lasciai un biglietto in cucina a Kay dicendole che andavo a correre e che sarei tornata per pranzo poi misi telefono e chiavi nelle enormi tasche della mia felpa e con in mano l’I-Pod uscii di casa. Il parco vicino casa era perfetto per andare a correre, così infilai le cuffiette, accesi l’I-Pod e mi avviai la.
Erano le dieci del mattino e gli unici che popolavano il parco erano i cani con i loro rispettivi padroni. L’unica eccezione era il giornalaio, che chiuso nella sua casetta se ne stava tutto imbacuccato seduto su una sedia a leggere un giornale aspettando qualche cliente.
Cominciai a correre lungo il percorso che girava intorno al parco. La musica che avevo a palla nelle orecchie segnava il ritmo della mia corsa e mi faceva entrare nel mio mondo. Tutto quello che c’era intorno a me lo sentivo ovattato, quasi come se non esistesse. L’unica cosa reale in quel momento erano i pensieri che mi vorticavano nella testa. Fino a quel momento avevo cercato di reprimerli mettendo lo studio al primo posto, ora risalivano a galla e mi impegnavano la mente.
Ripensai a Jay. Dopo aver ascoltato il suo messaggio non gli avevo neanche risposto. Non sapevo cosa rispondergli, anzi, per dirla tutta cosa dirgli lo sapevo bene, il problema è che non ne avevo il coraggio. Infondo era stata una persona importante nella mia vita e tagliare i ponti con il passato non era una cosa così semplice. Poi farlo per telefono era ancora più brutto, ma se lo avessi incontrato di persona probabilmente non sarei riuscita a dirgli ciò che pensavo. Così avevo preferito non rispondergli, lasciare le cose irrisolte, sperando che non rispondendogli lui avrebbe capito. Che codarda. Sapevo benissimo che non era la soluzione giusta, ma non riuscivo a far altro. Che codarda.
Mi fermai un attimo vicino una fontanella e bevvi un sorso d’acqua riprendendo un po’ fiato. Non mi fermai a lungo però, avevo troppa adrenalina nel corpo e correre riusciva a scaricarmi, a farmi rilassare i nervi.
Un altro pensiero ora prese il posto di quello di Jay. Dopo la festa avevo avuto poche occasioni di parlare con Zayn e ogni volta che gli chiedevo di sua sorella mi rispondeva superficialmente tagliando corto la conversazione. Capivo che quello non era un argomento di cui parlava molto volentieri, infatti non lo aveva ancora detto agli altri ragazzi, però si era confidato facendomi capire che comunque si fidava di me, invece ora mi teneva fuori dai suoi pensieri e un po’ mi dispiaceva. Mi dispiaceva non poterlo far star meglio, di non poter fare qualcosa per aiutarlo, mi sentivo impotente. Vederlo poi fingere di essere felice davanti ai ragazzi da una parte mi faceva arrabbiare, perché non capivo come potesse nascondergli una cosa del genere, infondo loro erano come fratelli e forse sarebbero riusciti a fare qualcosa che io non sarei stata in grado di fare, dall’altra parte però lo ammiravo anche, non doveva essere per niente facile fingere di essere felice quando invece dentro si vorrebbe urlare dalla rabbia e dal dolore. Era incredibile come quel ragazzo riuscisse a tenersi tutto dentro, ma infondo la conoscevo bene anche io quella sensazione. Prima di conoscere Kay anche io non riuscivo ad esprimere i miei sentimenti, pensavo che tenermi tutto dentro fosse la cosa migliore perché non mi piaceva dover dar peso dei miei problemi agli altri. Con Kay però era diverso, lei mi leggeva dentro ed era lei che mi spingeva a sfogarmi e restava li, ad ascoltarmi e consolarmi. Ecco, avrei tanto voluto fare la stessa cosa con Zayn, ma lui continuava a volermi tenere fuori dalla sua testa.
Basta, erano due ore che correvo a ritmo sostenuto e cominciavo ad essere veramente sfinita. Mi sedetti su una panchina cercando di far tornare il mio respiro normale.
Mi asciugai il sudore della fronte con una manica della felpa e buttai la testa all’indietro. Solo in quel momento notai quell’enorme albero al centro del parco. Era tutto addobbato con lucine e palle colorate. Cavolo, fra qualche settimana era Natale.
Con tutto quello che avevo fatto mi ero dimenticata del Natale. Stava per arrivare la mia festa preferita e io me ne ero quasi dimenticata. Che stupida. Per giunta poi avevo solamente due settimane per fare la cosa più importante. I regali!!!
Dovevo assolutamente trovare il regalo perfetto per Kay e poi non potevo non fare un piccolo pensierino anche ai ragazzi.
Bene, quel pomeriggio mi sarei inventata una scusa e sarei andata in centro a cercare qualcosa.
Mi alzai dalla panchina e mi diressi verso casa. Mi sentivo le gambe pesanti, forse avevo esagerato un po’ con la corsa.
“Kay, sono a casa!” urlai non appena chiusi la porta di ingresso.
Sbucò fuori dalla sua camera e mi si avvicinò.
“Era ora. Stavo cominciando a morire di fame”
Wow ero appena tornata a casa e mi toccava cucinare. Che strazio.
Mi diressi in cucina.
“Com’è andata la corsa?” mi chiese mentre mi seguiva.
“Bene. Ho corso un paio d’ore e devo dire che mi ha fatto proprio bene.”
“Tu sei pazza. Come fa a piacerti è un mistero per me” la sua faccia era alquanto schifata. Sorrisi nel vederla.
“Si lo so che non è cosa per te. Ma ti farebbe bene mia cara!” le puntai un dito contro.
“Bha tutte balle secondo me. Non riuscirai mai a trascinarmici!” scoppiai a ridere e lei se ne tornò in camera.
Tirai fuori dal congelatore alcune fettine panate che avevo fatto in precedenza e le lasciai scongelare sul lavandino. A pranzo avremmo mangiato quelle e l’insalata, non avevo voglia di cucinare altro.
Uscii dalla cucina e mi diressi in bagno per farmi una doccia ultra bollente.
Il sudore cominciava ad asciugarmisi addosso e non mi andava di prendere qualcosa.
Finita la doccia arrotolai i capelli nell’asciugamano e ne misi un altro intorno al mio corpo poi infilai la tuta e le felpe in lavatrice e mi diressi in camera per vestirmi.
Prima di asciugarmi i capelli ritornai in cucina e infilai le fettine nel forno. Impostai il timer e mentre si cuocevano andai ad asciugarmi i capelli.
“Kay puoi controllare le fettine che sono in forno? Io mi asciugo i capelli e arrivo così poi mangiamo!” le urlai dal corridoio.
“Si va bene. Ora vado!”
 
Quando tornai le fettine erano quasi pronte e Kay aveva apparecchiato la tavola. Preparai l’insalata poi quando il timer suonò tirai fuori la teglia dal forno. Misi le fettine nei piatti e iniziammo a mangiare.
Quando finimmo con l’aiuto di Kay sparecchiammo poi ci buttammo sul divano a guardare un po’ di tv.
Incrociai le gambe come mio solito e Kay poggio la testa su una mia coscia. Cominciai ad accarezzarle i capelli – lo adorava-, mentre lei, dopo aver girato tutti i canali, lasciò su un film romantico.
Il film finì con il ritrovamento dei due innamorati nel luogo dove si erano conosciuti e una lacrima mi scese sulla guancia. Era più forte di me, quando vedevo una scena commovente gli occhi diventavano lucidi e non riuscivo a trattenere le lacrime. Kay se ne accorse e un ghigno le uscì sul viso. Lei al contrario di me i finali commoventi non le suscitavano niente e vedermi piangere ogni volta la faceva divertire.
Guardai l’orologio, erano le quattro. I negozi stavano per aprire, dovevo sbrigarmi ad uscire e cominciare le ricerche per i regali.
Dovevo inventarmi qualcosa per uscire senza Kay.
Una passeggiata non poteva andare, si sarebbe insospettita visto che la mattina ero andata a correre, la biblioteca pure era esclusa perché quel sabato era chiusa. Poi pensai alle bancarelle dei libri, avevo letto da qualche parte che quel sabato ci sarebbero state in centro. Era perfetto, lei non amava molto leggere e non sarebbe uscita con quel freddo solo per accompagnarmi.
“Hei Kay questa mattina mentre ero al parco, ho letto su un volantino che in centro ci sono le bancarelle dei libri. Mi piaceva poterci andare a dare un’occhiata. Vuoi venire con me?” sapevo già la risposta.
Tirò su la testa e mi guardò con faccia avversa. “No Mho non mi va. Ti dispiace se ci vai da sola?”
Ok pensavo che la sua risposta sarebbe stata peggiore, come minimo mi aspettavo un “ma come cavolo di viene pensato”.
“No no figurati. Non ti preoccupare vado da sola” mi affrettai a dire con un sorriso.
Mi alzai dal divano e andai in camera a vestirmi.
Mi infilai in fretta un paio di jeans e un maglioncino e ai piedi misi i miei adorati Hugg. Misi in borsa il portafoglio che avevo riempito dei miei risparmi, le chiavi e il cellulare. Poi infilai cappotto, sciarpa e cappello, salutai Kay con un bacio sulla guancia e mi sbrigai ad uscire.
Mi diressi verso la fermata degli autobus e presi il numero 8 che mi avrebbe portato direttamente in centro.
Come scesi dall’autobus la corsa alla ricerca del regalo perfetto ebbe inizio.
Pensai a cosa le sarebbe potuto piacere. Lei adorava la musica. Pensai di poterle comprare un chitarra. Sarebbe stato un regalo stupendo. Entrai in un negozio di musica e chiesi consiglio al commesso. Mi fece vedere diverse chitarre stupende poi però arrivò la nota dolente quando chiesi il prezzo. 500 euro fu la risposta del ragazzo. Strabuzzai leggermente gli occhi per la notizia. Cavolo erano tanti soldi e non potevo permettermi una spesa così grande anche se sarebbe stato il regalo perfetto. Rinunciai all’idea della chitarra e uscii dal negozio un po’ afflitta.
Dovevo pensare a qualcos’altro di più economico. Qualcosa di elettronico no, visto che aveva già tutto, le borse pure erano da escludere visto che ne avevamo comprate già tre nell’ultimo mese, qualcosa per il make up proprio no visto che non amava truccarsi troppo… che rimaneva? Qualcosa da vestire! Le piacevano molto i maglioncini e le felpe, potevo puntare su quello.
Mi girai tutti i negozi di Oxford non riuscendo a trovare nulla che mi soddisfaceva veramente. Qualcosa di carino l’avevo trovato, ma erano tutte cose che non avevano un vero e proprio significato affettivo.
Ero completamente demoralizzata e stavo per lasciar perdere le ricerche visto che si erano fatte le sette passate e i negozi si stavano preparando a chiudere.
Camminavo verso la fermata degli autobus, quando svoltando un angolo, mi ritrovai davanti un piccolo negozietto di bigiotteria. Non so perché ma mi attirò, forse per il nome “Perles Magiques” ed entrai.
Il negozio era piccolo ma tutto era sistemato in perfetto ordine diviso per colore. Cominciai a curiosare intorno finché una ragazza piccolina, magra, dai capelli castano scuro e gli occhi color miele mi si avvicinò.
“Hai bisogno di aiuto?” mi chiese la commessa con un enorme sorriso.
“In verità non so nemmeno io cosa sto cercando. Dovrei fare un regalo ad una mia amica ma non ho idea di cosa regalarle” le confessai un po’ imbarazzata.
“Bhe dimmi che tipo è, così magari posso darti una mano a cercare il regalo perfetto.”
“Le piacciono i gioielli –cominciai- ed ama le cose particolari, adora la musica e mi sarebbe piaciuto poter unire le due cose” le risposi.
Sembrò pensarci un attimo poi esclamò “Credo di avere la cosa che fa per te”.
Mi si illuminarono gli occhi. La guardai entrare in una porticina dietro il bancone per poi uscirne con due scatoline.
Mi avvicinai al bancone mentre lei ci poggiava il contenuto delle scatoline.
“Questa è bellissima –e mi mostrò una collana argento che aveva come ciondolino una nota musicale da cui spuntavano due piccole ali che avevano nel mezzo un brillantino che alla luce rifletteva una miriade di colori- sennò poi ho trovato anche questo –mi allungò un bracciale sempre in argento che aveva nel mezzo una chiave di violino e vicino all’allacciatura c’era un brillantino come quello che stava sulla collana- vedi se possono piacerti e decidi con calma”.
Li guardai attentamente entrambi rigirandomeli tra le mani.
“Li prendo entrambi” alzai la testa e la guardai sorridendo.
“Se vuoi puoi anche personalizzarlo un po’ aggiungendo degli altri ciondolini al bracciale” mi propose porgendomi una scatolina con vari ciondoli diversi.
L’idea mi piacque e ne tirai fuori due, uno con l’iniziale del suo nome e uno con l’iniziale del mio. Li aggiunse subito al bracciale.
“Vuoi che ti faccia un pacchetto?” mi chiese poi.
“Si grazie. Mi faresti un favore!” avevo un sorriso enorme sulla faccia, ancora non ci credevo che finalmente avevo trovato il regalo perfetto.
Pagai la collana e il bracciale –che costarono molto meno di quanto pensassi- e uscii dal negozio tutta soddisfatta.
Ero talmente contenta che passai di fianco ad Harry senza neanche accorgermi di lui.
“Hei Mho che fai neanche mi saluti?” mi richiamò.
Mi girai di scatto e mi avvicinai a lui.
“Scusa Harry ero sovrappensiero e non mi ero accorta di te!” mi giustificai.
“Si ho notato. Come mai così felice?” mi domandò.
Il mio sorriso si allargò ancora di più. “Ho appena trovato il regalo di Natale perfetto per Kay e sono super contenta!”
“Ahahaha bene sono contento per te. Anche io ero in giro per i regali di Natale. Ma purtroppo non ho trovato ancora niente. Pazienza ho ancora due settimane per comprarli!” fece spallucce e ci incamminammo.
Ma dove stavo andando? La fermata dell’autobus era dall’altra parte!
“Hei Harry io devo andare dall’altra parte e devo sbrigarmi anche se non voglio perdere l’autobus”.
“Ma piantala. Figurati se ti lascio andare in autobus. Ho la macchina ti accompagno io, tanto stavo tornando a casa anche io”.
“Grazie” gli dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Quando salimmo in macchina la faccia di Harry si fece un po’ cupa.
“Senti Mho… per caso tu sai cosa sta succedendo a Zayn? Ultimamente sembra giù di morale ma non riusciamo a capire il perché!” mi domandò all’improvviso.
Una morsa mi strinse lo stomaco. Zayn mi aveva chiesto di non dire nulla e anche se non ero d’accordo rispettavo la sua scelta. Quindi mentii.
“No mi spiace ma non mi ha detto niente. Perché non lo domandate a lui cos’ha che non va?”
“Ci abbiamo provato, ma lo sai com’è fatto, ha detto che non aveva niente e ha finito li il discorso. Così ho pensato che potresti parlarci tu!”
Mi girai di scatto e lo guardai interrogativa. “Scusa perché io?”.
“Bhe perché ultimamente ho visto che avete legato parecchio e magari con te poteva confidarsi!”.
Avevamo legato parecchio? Ma se ultimamente ci eravamo visti pochissimo… come poteva dire una cosa del genere? E poi ogni volta che iniziavo il discorso o se ne andava o cambiava argomento…
“Ci posso provare, ma se non ha detto niente a voi non credo che dirà qualcosa a me!” non mi andava di discutere con Harry così tagliai corto promettendogli di parlare con lui.
“Grazie comunque” mi rispose solo.
Quando arrivai a casa salutai Kay e mi chiusi immediatamente in camera. Dovevo nascondere il regalo e siccome la mia amica era una vera e propria ficcanaso, dovevo trovare un buon nascondiglio. Lo ficcai in una scatola nel mio armadio che nascosi tra alcuni maglioni vecchi che non mettevo più, non le sarebbe mai venuto in mente di guardare là sotto.
Dopo quella giornata ero stanchissima, finita la cena andai subito in camera. Mi infilai il pigiama e mi sedetti sul letto. Presi il telefono e cominciai a girarmelo tra le mani. Ero combattuta tra il mandare un messaggio a Zayn oppure lasciare le cose così come stavano. Continuavo a rigirarmi il telefono fra le mani sbloccandolo e bloccandolo.
Alla fine decisi di mandargli un messaggio, tanto il massimo che poteva succedere era che non mi avrebbe risposto.
Hei Zayn come stai? Oggi in centro ho incontrato Harry e mi ha chiesto se sapevo perché ultimamente sei strano… E’ preoccupato per te, anzi lo siamo tutti. Dovresti parlare con loro” . Inviai il messaggio e mi infilai sotto le coperte.
Tempo due minuti e il cellulare vibrò.
Tu non gli hai detto niente vero?” era andato dritto al punto. Ma come poteva pensare che gli avessi detto qualcosa? Gli avevo promesso che non l’avrei fatto e non avrei infranto la promessa.
No non gli ho detto niente. Puoi fidarti di me.” Lo inviai.
Non mi aspettavo che mi rispondesse, invece il telefono vibrò di nuovo.
Grazie ti adoro. Parlerò con loro te lo prometto, ma per ora non mi sento ancora pronto. Buona notte Mho. Ti voglio bene.”
Ti voglio bene. Non me lo aveva mai detto. Mi sentivo… felice, si felice.
Ok. È giusto che tu lo faccia quando ti sentirai pronto. Buona notte anche a te Zay. Ti voglio bene.” E con quell’ultimo messaggio e il sorriso sulle labbra mi addormentai.
 
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Hola Babes!!! ;D
Allora che mi raccontate di bello?? Ieri è uscito finalmente il video di LWWY e non so voi ma io e Vix ce lo siamo viste clandestinamente prima che uscisse… xD Si siamo state delle bulle, ma non si poteva resistere ad una tentazione tanto grande! xD
La gif di oggi è dedicata infatti al nuovo video! Quanto sono faighi nella loro nuova coreografia! Ahaha xD
Via ora direi di inziare! 
^^
Che ne pensate del capitolo?? La festa è passata e ora arriva il Nataleee! La mia festa preferita!! *.*
Mho è alle prese con i regali che dopo estenuanti ricerche riuscirà a trovare! xD
Si dice poi che la corsa schiarisca le idee, ma la nostra Mho misà che ce le ha più confuse di prima… tra Jay e Zayn la nostra tipetta ha la testa KO. xD
Spero vi sia piaciuto il capitolo e come sempre ringrazio tutte le nostre fedeli recensitrici (anzi faccio appello a tutte sperando che anche le più timide comincino a recensire facendoci sentire il loro parere… magari sta volta riusciamo ad arrivare a più di 5 ^^). Un ringraziamento speciale va anche a tutti coloro che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate e a coloro che leggono la storia in silenzio… Grazie a voi il nostro primo capitolo ha superato le 1000 visite! *.*
Ora vi lascio.
Un bacione.

Marty.
 
 
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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


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CAPITOLO 19
 
Kaycee POV
 
Passeggiavo per il centro di Oxford con le mani infilate nelle tasche del giubbotto, il viso nascosto fino al naso dalla sciarpa di lana e la testa coperta da un morbidissimo cappello che mi evitava che mi si congelassero le orecchie. Con Dicembre era arrivato un freddo polare che stava bloccando tutta l'Inghilterra per via della neve ma io avevo sempre amato il gelo pungente e il velo bianco che ricopriva le strade in quel momento, la neve aveva sempre reso tutto più magico dal mio punto di vista. Io e Mhone in questo caso potevamo considerarci l'una il contrario dell'altra, se lei amava il sole e il caldo io amavo il freddo, la pioggia e la neve. Camminavo a passo lento mentre osservavo la gente che mi sfrecciava accanto ancora alle prese con gli ultimi regali di Natale, l'albero enorme che avevano messo in mezzo alla piazza era illuminato da migliaia di lucine colorate e delle bancarelle erano state montate ai lati della strada dai venditori ambulanti. Il Natale era sempre stata la mia festa preferita, amavo vedere tutti quei colori e quell'atmosfera allegra e frenetica.
"Tesoro, vuoi delle noccioline pralinate?" mi girai verso la signora dietro una bancarella che mi porgeva amabilmente un sacchetto.
Le sorrisi. "Mi spiace ma non posso. - dissi cercando di non offenderla. - Forse ripasso fra un po'." 
La signora annuii comprensiva e si rivolse ad una donna con una carrozzina rivolgendole la stessa domanda che mi aveva posto pochi secondi prima. Continuai a camminare fra le bancarelle divertendomi a guardare le donne che con tacchi altissimi e decine di buste in mano cercavano di arrivare sane e salve alle loro macchine cercando di non inciampare nei subdoli sanpietrini.
Sentivo piano piano la punta del naso infreddolirsi sempre di più e diventare di quel rosso imbarazzante dovuto alla neve, ma non mi dava alcun fastidio.
Quel pomeriggio ero uscita anche io per i regali per i miei amici, era straziante ammetterlo ma mi ero completamente dimenticata di farli e mi ero ritrovata a doverli cercare all'ultimo minuto. Dovevo ammettere comunque che avevo qualche idea per ognuno di loro e quindi mi infilai dentro la prima gioielleria che trovai rimanendo investita dal calore che sprigionava la stanza e scrollandomi di dosso il gelo. Cominciai a guardare le vetrine incuriosita ma poi decisi che non avevo tempo da perdere e mi diressi verso il bancone dove una ragazza sulla trentina mi guardava sorridente.
"Ciao. - mi salutò. - Posso aiutarti?"
Io annuii e aprii la borsa in cerca della mia collana. Con le dita gelate fu un po' difficile dato che si erano intorpidite ma dopo poco riuscii a trovarla, la tirai fuori e la porsi alla commessa che mi guardò confusa.
"Mi spiace ma se è rotta non possiamo aggiustarla, non viene dal nostro negozio." mi fece porgendomela per farmela riprendere dopo averle dato una veloce occhiata.
Io scossi la testa. "Non è rotta. - le risposi. - Mi chiedevo soltanto se fosse possibile costruire un lucchetto che possa essere aperto solo da quella chiave."
La richiesta era bizzarra, me ne resi conto vedendo il modo in cui mi fissava. Fece per dire qualcosa ma poi riportò lo sguardo sulla mia chiave.
"E' per una persona importante?" mi chiese tornando a guardarmi in modo più comprensivo e dolce.
Io annuii. "La persona più importante che ho."
La ragazza sospirò e poi scosse la testa sorridente. "Posso provare a chiedere al mio superiore ma non posso garantirti niente, inoltre ci vorrà un po'."
Io sorrisi euforica. "Pensa che sia possibile entro il 24 Dicembre?" le chiesi speranzosa.
"Forse, puoi lasciarmi un recapito telefonico così ti faccio sapere?" 
Presi un foglietto dalla mia borsa e con una penna le scrissi il mio numero di cellulare, la ringrazia e feci per uscire ma il mio sguardo si posò su due braccialetti all'interno di una vetrina.
"Posso vederli?" chiesi indicandoli alla cassiera. La ragazza mi sorrise e si avvicinò aprendo con la chiave che aveva intorno al collo la lastra di vetro, prese delicatamente i due braccialetti e me li porse. Erano bellissimi, costituiti solo da una catenella d'oro bianco con anelli piccolissimi e una targhetta dalla parte opposta dell'allacciatura.
"Puoi farci scrivere qualcosa se vuoi." mi disse la ragazza.
Io annuii e glie li porsi. "Puoi farci scrivere su uno Kaycee e dall'altro Niall?" 
 
Erano quasi le sette e mezza e mi mancava un solo regalo, quello più difficile da un certo punto di vista. Ero soddisfatta però, ad Harry avevo comprato una morbidissima sciarpa di lana grigio scuro, a Liam delle ciabattone a forma di pecora, conoscendo la sua passione per animali e cose insolite pensavo le avrebbe adorate, erano le tipiche pantofole che potevano piacere a Liam e infine ero riuscita a trovare, quasi per miracolo, una camicia a scacchi rossi e neri come la mia a Zayn, mi ero ricordata che aveva detto che la cercava da parecchio ma che non era mai riuscito a trovarla, quando quella volta eravamo andati a pranzo da loro, e quando la vidi per caso passando davanti una vetrina non esitai nemmeno un secondo a comprarla. Mi mancava la persona più difficile da accontentare su questo pianeta. Non avevo minimamente idea su cosa potesse piacergli o cosa potesse servirgli, era sempre così misterioso sui suoi gusti.
Vagai per circa un altro quarto d'ora fino a quando un'idea si fece spazio fra i miei pensieri. Guardai l'orologio sul mio polso e mi resi conto che erano le otto meno un quarto, i negozi stavano chiudendo. Mi misi a correre sballottando le buste a destra e sinistra per arrivare in tempo. Vidi il negozio in lontananza e con un ultimo sforzo lo raggiunsi prima che il proprietario chiudesse.
"La prego non chiuda!" scongiurai il vecchietto urlandogli mentre gli correvo in contro.
Lui mi guardò con un sopracciglio inarcato e mi osservò mentre riprendevo fiato piegata in due per lo sforzo. "Posso aiutarti?"
Io annuii e deglutii a vuoto. "Avete delle cornici vero?"
 
Tornai a casa piena di buste e appena mi vide Mhone, raggomitolata sul divano sotto una pesante coperta, inarcò un sopracciglio sorpresa.
"Non dirmi che hai comprato i regali di Natale solo adesso?" mi chiese cercando di nascondere un sorriso.
"Forse." risposi nascondendo le buste dietro la schiena.
Lei rise e tornò a prestare attenzione al programma che stava guardando in televisione, io mi tolsi velocemente il cappotto e mi infilai in camera veloce come un fulmine, dovevo assolutamente nascondere i regali. Optai per l'armadio, dentro gli scatoloni che contenevano i vestiti estivi, sperando che non sarebbe andata a ficcanasare in giro.
"Che mangiamo?" le chiesi accoccolandomi accanto a lei e fregandole un po' di coperta.
"Pensavo che avremmo potuto farci una bella zuppa, con questo freddo!" mi disse facendomi gli occhi dolci, sapeva quanto odiassi le zuppe.
"D'accordo." sbuffai corrucciandomi.
Lei mi sorrise e si alzò per andare in cucina a cucinare.
Io feci per seguirla ma il campanello della porta me lo impedii e andai ad aprire.
"Ciao Kay." mi salutò Liam sull'uscio.
"Eilà!" gli risposi sorridendogli.
"Domani volete venire a pranzo da noi? Louis voleva approfittarne per organizzare tutti insieme la sua festa di compleanno." mi chiese parlando a voce abbastanza alta in modo da far sentire anche Mhone che stava tagliando delle carote in cucina.
Io la guardai e lei mi sorrise incoraggiante. "Molto volentieri." gli risposi.
"Perfetto, ci vediamo domani." ci salutò tornandosene di sopra.
Io chiusi la porta e raggiunsi Mhone per aiutarla con la cena.
Mentre cenavamo mi ricordai di una conversazione che avevo avuto poco tempo fa con Niall. "Mho, tu sai che ha Zayn in questo periodo?" le chiesi mettendomi in bocca una cucchiaio colmo di zuppa.
La vidi strozzarsi con il cibo, diventare rossa e poi viola e poi cominciare a tossire violentemente cercando di riprendere fiato. Mi alzai di scatto e le diedi qualche bottarella sulla schiena per farla riprendere.
"Perché questa domanda?" mi chiese.
"E tu perché hai reagito in quel modo?" le feci inarcando un sopracciglio.
Lei gonfiò le guance. "Non si rispondono alle domande con altre domande." mi rispose.
"Hai iniziato tu." le feci notare.
Lei sbuffò, non riusciva a mentirmi. "Non posso dirti niente Kay, glie l'ho promesso, ne parlerà quando sarà pronto, voi intanto cercate solo di non stressarlo troppo." mi fece fissando intensamente la sua zuppa.
Io annuii, capivo quando qualcuno voleva tenersi per se certe cose. "I ragazzi sono preoccupati, e anche io." le dissi solo.
"Lo so. - disse guardandomi. - Ne parlerà, me l'ha promesso."
Sembrava davvero seria su questa cosa, la situazione non doveva essere proprio facile.
Annuii e tornai a mangiare.
 
Mhone aveva passato tutta la mattinata a preparare quei bigné che l'altra volta erano piaciuti tanto ai ragazzi mentre io la osservavo seduta su una sedia in cucina aiutandola ogni volta che mi chiedeva di prenderle degli ingredienti o qualche cianfrusaglia che le serviva e ora stavamo salendo le scale per andare a pranzo dai ragazzi. Notai che la loro porta era leggermente socchiusa quindi entrai, dimenticandomi di bussare. Vidi Liam, Louis e Harry seduti sul divano e Niall e Zayn in piedi dietro di loro, feci per salutarli ma ingoiai le parole che stavo per dire quando mi accorsi che c'erano delle luci puntate su di loro e una telecamera che li riprendeva.
"...e Louis mi ha tirato giù i pantaloni davanti a tutti." stava dicendo Niall mentre gli altri sghignazzavano divertiti, Louis alzò le spalle con fare colpevole. "E' stato molto divertente." ammise.
Un uomo grande e grosso con un viso minaccioso si girò verso di noi intimandoci di non parlare e non fare casino. Ovvio, come se io e Mhone appena vediamo una telecamera non ci mettessimo davanti ad essa a fare le stupide e salutare ai parenti a casa.
"Prossima domanda?" chiese Liam.
Zayn prese in mano un foglio e lesse. "Qual è il posto più bello che avete visitato da quando siete diventati una band? Questa è di LarryStylinson95."
I ragazzi ci pensarono su ma poco dopo Liam rispose. "Non abbiamo un posto preferito, tutti le città che abbiamo visitato sono stupende ma dobbiamo dire che l'Australia ci ha colpito parecchio e chi non amerebbe New York?" gli altri annuirono convinti. "Ovviamente però il posto che amiamo è casa nostra, dove ci aspettano i nostri amici e parenti." concluse Harry.
"Un'altra." disse Niall a Zayn.
"Com'è stato ritornare a scuola dopo due anni di tour e concerti? Questa ce la manda 1DirectionCrew."
"Sfiancante. - rispose Niall. - Non mi ricordavo che studiare fosse così difficile, ma le persone dell'università ci hanno fatto l'abitudine a vederci tutti i giorni quindi non ci vengono più a chiedere autografi e foto continuamente. Questo ci ha fatto piacere, ci ha fatto ricordare come era essere normali adolescenti."
"Questa è l'ultima. - fece Zayn guardando il foglio. - Louis, la rottura con Eleanor è stata un duro colpo per te? Hai trovato un altro amore o ti rimane solo Harry? - Zayn si interruppe per trattenere una risata che invece non riuscirono a trattenere Niall e Harry mentre Louis e Liam sorrisero. - GiveMeLove1D. -
Louis si girò verso di me per un secondo prima di rispondere. "Io ed Eleanor ci siamo lasciati di comune accordo, stavamo già troppo tempo lontani e quando ci è stato detto che io e i ragazzi saremmo dovuti andare all'università per un anno non ce la siamo sentita di continuare. E' stata una decisione difficile per entrambi ma pensavamo che fosse stata la cosa giusta da fare, ovviamente le voglio ancora un mondo di bene e mi manca tanto quanto mi manca la mia famiglia. - sentii una dolorosa morsa allo stomaco e istintivamente strinsi di più il vassoio che tenevo tra le mani. - Per quanto riguarda la seconda parte della domanda non so cosa rispondere, ho conosciuto qualcuno di speciale ma per adesso mi rimane solo la mia bromance con Harry." concluse spettinando i capelli a Harry che gli stava seduto affianco.
Quella frase mi fece tranquillizzare e allentai la presa sul vassoio. Che fossi stata gelosa quando aveva parlato della sua ex ragazza?!
"Bene, la twitcam è finita, è ora di salutarvi. Grazie a tutte per le numerose domande e sappiate che vi amiamo." concluse Harry mentre gli altri salutavano con la mano.
Le luci si spensero e i ragazzi si alzarono cominciando a chiacchierare animatamente tra di loro e con la troupe e il tipo grosso di prima si avvicinò a noi.
"Ragazze questo è un appartamento privato. - disse mettendoci le sue manone dietro la schiena e cominciando a spingerci dolcemente verso la porta. - Non potete stare qui."
Mhone mi guardò stupita. "Veramente noi..."
"Paul aspetta, loro sono le ragazze di cui ti parlavamo!" lo fermò Harry afferrandolo per una spalla e poi mettersi davanti a noi.
Paul ci squadrò dall'alto in basso e io inarcai un sopracciglio. "Scusate." ci disse poi abbandonando l'espressione da duro e sorridendoci imbarazzato.
Io e la mia amica gli sorridemmo e poi appoggiammo il dolce sul bancone della cucina.
"Siete arrivate!" disse Niall venendoci incontro e dandoci un bacio sulla guancia.
"Già, abbiamo fatto la conoscenza di Paul." dissi sarcasticamente facendogli notare che non sapevamo chi fosse ma a quanto pare lui si.
"Kaycee, Mhone, lui è Paul, il nostro manager. Paul loro sono le ragazze di cui ti abbiamo parlato prima." ci presentò Liam. Noi stringemmo la mano di quel grande omone e sentii la sua presa forte e salda.
Intanto vidi la troupe mettere via la telecamera e le luci e uscire dalla porta. "Noi andiamo, ci sentiamo presto ragazzi. Kaycee, Mhone." ci salutò uscendo dall'appartamento e chiudendosi la porta alle spalle.
"Paul è l'esempio della persona che può spaventarti a prima vista." commentò Mhone leggendomi nella mente.
"Si può sembrare un po' burbero ma è adorabile appena lo si conosce." disse Niall invitandoci a sedere.
"Cos'era quella cosa?" chiesi sedendomi accennando al fatto della twitcam.
"Ogni tanto rispondiamo alle domande delle fan che ci fanno attraverso twitter, è da molto che non hanno occasione di vederci e quindi questo è un modo per farle sentire più vicine a noi." rispose Liam accomodandosi per ultimo e portando in tavola le pietanze.
Mangiammo tra una chiacchierata e un'altra e io mi chiesi chi cucinava a casa loro tutto quel ben di Dio. Finito il pranzo Louis prese la parola. "Allora, passiamo alle cose importanti, il mio compleanno. Che ne dite di farlo a Londra?"
I ragazzi annuirono e lo incitarono a continuare. "Pensavo che avremmo potuto festeggiare il Natale a casa con le nostre famiglie e poi il 26 sera di tornare a Londra e di fare una maxi festa. Il posto l'ho già trovato, è la discoteca quella grande e lussuosa in centro, ha detto che per una sera può lasciarcela completamente libera e quindi possiamo fare una festa privata." era totalmente eccitato per la sua festa, aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro e guardava tutti in cerca di approvazione.
"L'idea mi piace." fece Zayn battendogli il cinque.
"Gli invitati?" chiese Niall ingurgitando un pasticcino.
Louis alzò le spalle. "Noi, qualcuno della scuola e dell'università e amici vari. Manderò una mail domani o dopodomani penso."
Annuimmo. "Ci sarà da divertirsi." esclamò Harry contento.
 
Louis era stato portato da Harry in camera con la scusa che gli serviva una mano con il pc perché secondo lui non funzionava. L'obiettivo era distrarlo così che noi avremmo potuto parlare del suo regalo.
"Noi avevamo già pensato a qualcosa. -  disse Liam abbassando la voce per precauzione. - Due anni fa sono andato a sciare in Svizzera con la mia famiglia e abbiamo conosciuto due ragazzi che avevano affittato una baita proprio accanto all'impianto di salita per le piste e pensando che saremmo potuti tornarci avevamo chiesto loro il nome del proprietario e il numero di telefono. Qualche giorno fa ho chiamato e ha detto che la baita è disponibile per tutte le vacanze natalizie fino a metà gennaio circa e mi ha mandato la piantina della città per riuscire a trovarla. Che ne dite di pagargli il soggiorno per una settimana? Poi lui potrà andare con chi vuole." ci snocciolò la sua idea.
Io la trovavo grandiosa, se qualcuno avesse fatto a me un regalo così probabilmente lo avrei sommerso di baci.
"Perfetto! - esultai. - L'idea è stupenda. Ora il problema è che cosa gli facciamo noi." dissi poi rivolgendomi a Mho.
"Kaycee noi vi avevamo contato nel regalo, anche Danielle e Eleanor hanno già dato l'ok. - chiarì Liam - Non ci sarà molto da pagare comunque, alla maggior parte ci abbiamo già pensato noi."
Mhone si aprì in un sorriso radioso. "Ci piacerebbe farlo con voi."
Perfetto, almeno non avrei dovuto pensare ad un altro regalo.
"Bene. Che ne dite ora di fare una partita a Mario Kart?" propose Niall alzandosi su di scatto.
"D'accordo ma prima mi aiutate a sparecchiare. - disse Liam - Kay puoi andare a chiamare Harry e Louis, è inutile che continui a distrarlo."
Io annuii e mi diressi verso la sua camera, bussai e la aprii dopo aver sentito "Avanti."
Trovai Louis seduto alla scrivania di Harry con lui che sedeva sul suo letto.
"Stiamo per iniziare una partita a Mario Kart, volete unirvi a noi?" chiesi.
Harry annuì al volo. 
"Ma non dovevo aiutarti con il computer?" chiese Louis confuso.
"Lo farai, ora andiamo a giocare, devo prendermi la mia rivincita su Zayn per l'altra volta!" disse correndo fuori dalla stanza.
Io sorrisi e feci per incamminarmi verso la porta ma Louis mi bloccò prendendomi per un polso.
"Oggi non ho neanche avuto la possibilità di salutarti." detto questo mi prese alla sprovvista prendendomi per i fianchi e avvicinandomi a lui dandomi un bacio sulla fronte. Dopo poco si allontanò accarezzandomi una guancia con il pollice e sorridendomi, poi si staccò completamente e mi precedette uscendo dalla stanza. Io sorrisi pensando a quanto erano cambiati i miei sentimenti verso quel ragazzo così imprevedibile.
 
 
 



 
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Hola chicas;
 
Spero si scriva così, non avevo voglia di andare a controllare su google traduttore ;)
Il nostro Lou nella gif voleva fare il giocoliere ma non gli è riuscito troppo bene...che dolce
Cosa ne dite di questo capitolo? 
Non ci sono molti colpi di scena ma è solo un capitolo di passaggio per introdurre i regali di Natale e la festa di Lou...ho inserito anche la twitcam perché volevo parlare della particolare rottura con El e di una delle fan che ha il nickname di Larry Stylinson...ne approfitto per dire la mia sulla storia di Louis che ha chiamato bullshit la relazione con Harry, secondo me è solo esploso dopo aver visto che i continui tweet contro El che volevano che Louis stesse con Harry la ferivano. Ovviamente lui non ha smentito l'amicizia con Harry, anzi sugarscape ha annunciato che nella recente intervista con Alan Carr Louis ha dichiarato che Harry è sempre il suo migliore amico ma quello che all'inizio era cominciato come un gioco sta diventando pesante per la sua relazione e per il comportamento che i due devono adottare in pubblico per non far pensare male. Perciò vi chiedo gentilmente: anche se odiate Eleanor e shippate Larry Stylinson, tenetevelo per voi e non mandate odio alla sua ragazza, abbiamo già visto cosa è successo a Liam e Danielle e penso che entrambi stiano malissimo e non vogliamo nessuno che questo succeda anche a Louis, no?!
Ok passato il mio momento di sfogo xD
 
Ringraziamo come sempre tutti tutti tutti ma lo scorso capitolo ha ricevuto solo 2 recensioni e ci siamo rimaste un po' male...riusciamo ad arrivare un po' più in la con questo? Lo spero davvero. :)
 
XOXO
Vi :)
 
 
Twittah:
Marty
Vix

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


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CAPITOLO 20

Mhone POV

Era il 23 Dicembre e l’entrata di casa nostra era completamente sommersa dalle valigie. Quella sera io Kay saremmo partite per Londra così avremmo passato la Vigilia e Natale insieme ai miei.
Erano appena scoccate le 6 e il nostro treno per Londra sarebbe partito alle 8, così avevamo meno di due ore per poter dare i nostri regali ai ragazzi.
“Kay, sbrigati o non faremo in tempo a dare i regali!” le urlai mettendole fretta.
Aveva fatto i regali all’ultimo momento e si era ricordata solo in quel momento di incartarli. Quella ragazza era proprio senza speranza.
“Eccomi! Ho fatto, metto l’ultimo fiocco e ho finito”. Uscì dalla camera con un’enorme busta piena di pacchetti e mi raggiunse all’entrata.
Uscimmo e salimmo le scale fino a suonare il campanello dei ragazzi.
Ci aprì Harry che non appena vide i pacchetti si aprì in un enorme sorriso.
“E’ arrivato Babbo Natale in anticipo da noi e ci ha portato questi per voi!” dissi entrando rivolgendomi verso tutti loro.
Ci riunimmo tutti in sala e ci sedemmo in cerchio sull’enorme tappeto peloso per terra.
“E’ il primo Natale che passiamo tutti insieme e ci piaceva l’idea di fare un piccolo pensierino ad ognuno di voi. Non vi aspettate nulla di che, però li abbiamo fatti con il cuore!” dissi prima di cominciare a consegnare i regali. I ragazzi ci sorrisero.
 “Non abbiamo dubbi che sicuramente ci piaceranno!” rispose Liam per tutti.
Tirai fuori a caso il primo regalo che fu quello per Niall.
Glie lo porsi e aspettai che lo aprisse. “Appena ho visto quel porta chiave ho pensato immediatamente a te. Ora avrai per sempre un hamburger attaccato alle chiavi –gli dissi ridendo- però la cosa non finisce qui! –mi alzai e andai a prendere un vassoio che avevo appoggiato in cucina, poi lo scoperchiai in modo da far vedere il contenuto- questo è il mio secondo regalo per te. Sono dei pancakes natalizi. Ognuno di loro ha un sapore diverso, uno è alla fragola, uno al cocco, uno al limone, poi ce n’è uno all’arancia, alla banana, questo è alla menta, in questo ci sono i frutti di bosco e questo è ripieno di nutella! Sono tutti per te!” gli porsi il vassoio, poi si alzò, mi abbracciò tanto da stritolarmi e mi diede un bacio sulla  guancia.
“Io ti adoro Mhone Hunter. Non potevi farmi regali più belli!”.
Un’enorme sorriso mi invase la faccia. Ora era il turno di Kay per dare il regalo a Niall.
“Spero che ti piaccia. Ne ho fatti fare due. Uno lo tengo io al polso con scritto il tuo nome, sul tuo invece c’è inciso il mio nome. Lo so forse può sembrare un po’ infantile, ma così mi avrai sempre con te ed ogni volte che lo guarderai penserai a me.” Disse Kay guardandolo con uno sguardo così dolce che quasi non la riconoscevo.
“Dio Kay, è il gesto più bello che una ragazza abbia mai fatto per me. Lo adoro!” Gli rispose il biondo dandole uno dei suoi mitici abbracci. Che bella scena!
Pescai un altro regalo dalla busta. Questa volta era il momento di Liam.
Appena aprì il regalo i suoi occhi si illuminarono e se lo mise subito in testa.
“Per tutti noi ormai sei diventato il nostro super eroe, così non potevo non regalarti qualcosa che lo facesse capire a tutti e il cappello di Superman mi sembrava un’ottima idea!” gli spiegai.
“I’m your superhero. Grazie Mho è stupendo” disse alzandosi e cominciando ad imitare Superman svolazzando di qua e di la.
Poi aprì il regalo di Kay. Le pantofole che gli aveva regalato gli erano piaciute così tanto che se le mise subito ai piedi e alzandosi in piedi e mettendosi le braccia sui fianchi disse “Oggi il super eroe è a riposo” e alzò un piede mostrandoci una ciabatta. Scoppiammo in una risata generale.
Il terzo regalo fu quello di Harry. Non vedevo l’ora che lo aprisse. Ero sicura che gli sarebbe piaciuto.
Si sbrigò ad aprirlo strappando la carta e gettandola in giro, poi una volta visto cos’era un ampio sorriso si allargò dalla sua bocca e fece sorridere anche me.
“Era troppo dolce quel cappello. Non potevo non regalartelo –ammisi- il musetto di un panda che circonda i tuoi immensi ricci farà sciogliere ogni ragazza che ti incontrerà”
Si sporse a gattoni verso di me e mi diede duemila baci.
“Ok ok. Ho capito che ti è piaciuto il regalo.” Gridai cercando si farlo smettere. Ero immensamente felice che il regalo gli era piaciuto così tanto. Con quel cappello, almeno all’apparenza sarebbe sembrato super dolcissimo.
Poi aprì il regalo di Kay. Gli aveva regalato una morbidissima sciarpa grigio scuro che neanche a farci apposta si abbinava perfettamente al mio regalo.
“Oggi sicuramente metterò entrambi i vostri regali” disse guardandoci tutte e due.
Gli sorridemmo contente.
Ora era arrivato il momento di Louis.
“Mho ma come hai fatto a sapere che io adoro le maglie a righe e per giunta su queste ci sono anche le bretelle. Cioè è stupenda questa maglia.” Strepitò non appena aprì il regalo.
“Ho notato che indossi quasi tutti i giorni le maglie a righe così non è stato difficile capire cosa ti sarebbe potuto piacere!” replicai facendogli l’occhiolino.
In quel momento Louis si girò e guardò Kay che abbassò lo sguardo e arrossì.
“Il mio regalo al momento non è ancora pronto. Dovrai aspettare ancora un po’ prima di riceverlo” gli confessò non guardandolo mai negli occhi.
“Uffa ora mi tocca aspettare” fece Lou che mise su un finto broncio.
Kay alzò un momento la testa e per tutta risposta gli diede un pugno sul braccio. Ridemmo tutti alla vista di quella scena.
Ora rimaneva solo Zayn. Iniziò Kay con il regalo. Era eccitata per essere riuscita a trovare quella camicia.
“O cavolo non ci credo. Erano secoli che la cercavo e non ero ancora riuscito a trovarla. Grazie mille Kay!” esclamò infatti Zayn non appena la vide.
Se la provò subito, mettendola al posto del maglioncino che indossava sopra una semplice t-shirt bianca.
Tirai poi fuori il mio ultimo regalo. Era un piccolo pacchettino dalla carta rossa.
Poi aspettai che lo aprisse.
“E’ bellissimo Mho!” mi fece.
Mi allungai verso di lui e gli allaccia il braccialetto in cuoio che gli avevo appena regalato.
“Sono contenta che ti piaccia. Ha una storia particolare questo bracciale. L’ho comprato in un negozio Orientale e il commesso mi ha detto che l’ala che c’è sull’allacciatura è un simbolo di protezione. Praticamente questo bracciale ha il potere di proteggere te e tutti coloro a cui vuoi bene. Ho pensato che fosse il regalo più adatto in questo momento. Forse è tutta una stupidaggine però sperare e credere in qualcosa non fa mai male. La speranza è sempre l’ultima a morire” le ultime parole le dissi quasi sotto voce, quasi che volessi che le sentisse solo lui. Speravo veramente che quel braccialetto gli avrebbe portato tanta fortuna e che, anche per un solo secondo lo avrebbe fatto sorridere.
Non disse nulla. Si avvicinò solo a me e mi abbracciò forte. Quell’abbraccio sembrò essere infinito e si staccò da me solo quando ci rendemmo conto di avere tutti gli occhi puntati addosso.
Facemmo finta di niente e Zayn concluse con un “Grazie Mho. Ti voglio bene.”
Poi i ragazzi si alzarono e si misero tutti in fila nascondendo qualcosa dietro di loro.
Poi Zayn e Niall si avvicinarono e ci porsero due grosse scatole. La mia era di un azzurro chiaro con un enorme fiocco blu elettrico posto su un lato, mentre quella di Kay era blu con il fiocco azzurro.
Prendemmo le scatole e dopo esserci scambiate uno sguardo interrogativo ed eccitato allo stesso tempo, le aprimmo.
Alzai il coperchio della scatola e scostai la carta velina bianca che nascondeva il mio regalo. Tirai fuori l’oggetto e rimasi sbalordita. Era un bellissimo vestito color panna monospalla, più stretto sotto il seno e che cadeva in modo asimmetrico verso destra in fondo. Già lo adoravo ed era perfetto per la festa di Lou. Ero proprio in cerca di un vestito elegante e particolare per il compleanno e quello non poteva essere più perfetto.
Anche a Kay regalarono un meraviglioso vestito. Era senza spalline e di un colore rosa antico. Aveva un bellissimo ricamo nero decorato da alcuni fili oro, intorno il seno poi il vestito cadeva in alcune balze.
Rimanemmo a bocca aperta davanti quei regali. Erano stupendi e molto probabilmente anche molto costosi.
“Non sapevamo cosa vi sarebbe potuto piacere, così ci siamo fatti consigliare e al negozio abbiamo visto questi due bellissimi abiti e li abbiamo comprati immediatamente” Liam ruppe il silenzio che si era creato mentre noi continuavamo a contemplare quelle meraviglie.
Alzai lo sguardo e mi ricomposi un attimo.
“Ragazzi voi siete matti. Sono stupendi questi vestiti. Non potevate farci regalo più bello. Però vi saranno costati un occhio della testa, non dovevate spendere così tanto!”
Kay annuì alle mie parole.
“Non preoccupatevi. L’importante è che vi siano piaciuti” ci rispose Niall.
“Come potrebbe non piacerci un regalo simile. Sono ancora senza parole!” intervenne Kay.
 
 Guardai l’orologio, era tardissimo. Non ci eravamo rese conto che fosse così tardi e il nostro treno sarebbe partito da li a mezz’ora. Non avremmo mai fatto in tempo ad arrivare. Fortunatamente Lou fu così gentile che si propose per accompagnarci. Non ce lo facemmo ripetere due volte. Guidava talmente da pazzo che forse con lui ci saremmo riuscite ad arrivare dall’altra parte della città in tempo.
Salutammo velocemente tutti con la promessa che li avremmo richiamati per metterci d’accordo su come ritrovarci per il compleanno di Lou.
Caricammo poi le valigie in macchina e partimmo.
In un quarto d’ora arrivammo in stazione. Cavolo eravamo riuscite ad arrivare in tempo, si, ma quando misi i piedi a terra ringraziai Dio di non essere morta. Sentivo lo stomaco sotto sopra e un senso di nausea mi veniva su per la gola. Sperai che una volta in treno tutto mi sarebbe passato.
Lou ci aiutò a caricare i bagagli sul treno –si forse per soli tre giorni avevamo un po’ esagerato, ma eravamo fatte così, se non avevamo tutto il nostro armadio a portata di mano non eravamo contente- e aspettò li fuori che il treno partisse.
Una volta che il treno partì ci sedemmo comode e tirammo fuori i regali che ci avevano fatto i ragazzi continuando ad ammirarli e commentarli estasiate.
Arrivate alla stazione di Londra trovammo i miei genitori che si sbracciavano per farsi vedere da noi.
Trascinandoci faticosamente dietro le valigie gli corremmo appresso e li abbracciammo calorosamente.
“Kay, Mho, quanto mi siete mancate. Ma come, siete cresciute ancora dall’ultima volta?” ci domando mio padre con la tipica vocina che si usa con i bambini.
“Papà smettila, non siamo più bambine. Siamo donne, fattene una ragione” gli risposi scherzosamente dandogli una pacca sulla spalla come per consolarlo.
Nel frattempo la mamma e Kay se la ridevano. Divertente.
Arrivammo a casa dopo mezz’ora. Era incredibile il traffico che avevamo trovato. Vivere a Oxford mi aveva fatto quasi dimenticare quanto fosse caotica Londra.
Appena arrivate a casa io e Kay andammo in camera nostra e disfacemmo un po’ le valigie. Poggiai il nuovo abito sul letto e cominciai a pensare a cosa abbinarci per la festa di Lou.
“Hei Kay ho deciso di mettere il vestito che mi hanno regalato i ragazzi per la festa di Lou. Metti anche tu il vestito nuovo?” le domandai.
“No, ci stavo pensando prima in treno. Ho deciso di metterlo in un’altra occasione, per la festa di Lou volevo mette un vestito più sofisticato e serio. Ho fatto una ricerca su internet e il posto in cui Lou farà la festa è praticamente un locale di lusso. Credo di avere già trovato il vestito giusto. Devo essere perfetta. Soprattutto perché ci sarà anche Eleanor” queste ultime parole furono dette a voce molto bassa, ma tanto bastava perché le sentissi.
“Qui qualcuno è geloso, noto” la provocai.
Fece una faccia così sorpresa che non riuscii a trattenere una risata, non si aspettava che avessi sentito cosa aveva detto.
“Ma smettila” fu la sua unica risposta.
Eravamo così stanche quella sera che cenammo e ce ne andammo immediatamente a letto.
La mattina seguente ci alzammo tardissimo. Erano le undici e mezza quando scendemmo di sotto per salutare i miei. Mia madre era in cucina a preparare alcune cose per il pranzo di Natale –saremmo stati solamente noi quattro, ma mia madre avrebbe sicuramente cucinato per un reggimento. Adorava cucinare e questa passione l’aveva trasmessa anche a me-, invece mio padre leggeva il giornale seduto in cucina che faceva compagnia alla mamma.
“Buon giorno” dissi dando un bacio a papà.
“Giorno belle ragazze” ci rispose lui, mentre la mamma si limitò a sorriderci per poi tornare alle sue pentole.
Kay era ancora mezza assonnata così presi due tazze e ci versai una sostanziale quantità di caffè già pronto. Dopo avermi ringraziato se lo ingurgitò tutto in un secondo, mentre io mi sedetti comodamente su una sedia in cucina.
“Mamma ma cosa stai facendo? Non ti sembra di esagerare un po’ con le quantità?” le domandai mentre stava sminuzzando una carota.
“Nooo ma che dici, vedrai che domani ci finiremo tutto. Ah quasi dimenticavo –alzò la testa e richiamò l’attenzione mia e di Kay - sta sera abbiamo prenotato la cena in un bel ristorante, quindi non prendete impegni e vestitevi carine!”
“Come se potremmo prendere impegni. Siamo venute qua per stare con te e papà –le sorrisi- comunque va bene. Riuscirò a far vestire carina anche Kay. Lo prometto.”
Di tutta risposta Kay mi tirò un calcio sotto il tavolo.
“Aia –gridai- sempre delicata”. Mi fece la linguaccia e se ne andò.
La cena era prenotata per le otto, così cominciammo a prepararci verso le sette.
Tirai fuori dalla valigia un paio di jeans neri stretti che non avevo ancora sistemato, sopra ci abbinai una maglia grigia molto larga e finii con una giacca nera aperta. Ai piedi misi un paio di tronchetti grigi con il tacco piuttosto alto. Lasciai i capelli sciolti, ma li portai tutti su una spalla, poi mi truccai più del solito con il nero ma lasciai le labbra di un colore naturale.
Contro la sua volontà, Kay indossò un paio di leggings neri con una maglia larga nera e blu e un paio di tronchetti con la stessa identica fantasia della maglia. Legò i suoi capelli in una coda alta e si truccò leggermente sui toni del blu.
Scendemmo e con la macchina arrivammo al ristorante.
Kay si lamentava già che le facevano male i piedi così la presi sotto braccio e ci dirigemmo verso il nostro tavolo.
Fu una bella serata, era tanto che non stavamo noi quattro tutti insieme e i miei vollero sapere tutto su Oxford e l’università.
Gli raccontammo per filo e per segno come erano andati gli esami all’università di come erano i nostri professori e gli descrivemmo un po’ com’era quel posto, poi raccontammo a papà dei ragazzi. La mamma lo sapeva già perché li aveva conosciuti quando era venuta a trovarci il mese scorso, ma era stata discreta e non aveva detto niente a papà.
“Cinque ragazzi? –sbraitò il mio papino- Ma non è che vi portano sulla cattiva strada? Tutta festa, alcool e niente studio e responsabilità. Non mi piacciono per niente.”
“Ma se non li conosci per niente. Sono dei bravi ragazzi, anche se sono famosi continuano a studiare e sono anche responsabili” cercai di rassicurarlo.
“Si Chris, sono bravi ragazzi non devi preoccuparti. E poi noi siamo responsabili. Ti sei sempre fidato di noi, non smettere ora” a quelle parole di Kay mio padre si sciolse in un sorriso. Certo se glie lo diceva Kay allora doveva essere sicuramente vero. Meglio così almeno non saremmo dovute stare per tutti quei giorni a discutere sulla presenza dei ragazzi nella nostra vita.
Finimmo di mangiare poi usciti dal ristorante decidemmo di fare una passeggiata prima di tornare a casa. La città sembrava magica con tutte quelle lucine colorate che erano dappertutto. I miei camminavano mano nella mano davanti a noi e Kay mi aveva preso sotto braccio, mentre io tenevo le mani in tasca cercando di riscaldarle un po’.
Tornammo a casa tardi, così non appena ci struccammo e ci infilammo i pigiami, come la sera prima andammo immediatamente a dormire.
Quella notte sognai Zayn, rivissi l’abbraccio che mi aveva dato dopo aver scartato il mio regalo, poi il resto del sogno non me lo ricordai. L’unica cosa di cui ero certa era che mi ero svegliata con il sorriso.
L’orologio sul mio comodino segnava le nove. Mi alzai e andai a svegliare Kay. Era Natale e finalmente avrei dato il mio regalo sia ai miei che a Kay.
“Kay svegliati, è Natale oggi!”
“Mmmm… vattene”
“Kay dai svegliati. Di sotto ci sono i regali”
“Mmmm…. Regali? Quali regali?” si alzò di scatto e per poco non mi diede una testa.
Scoppiai a ridere. “ Dai pigrona alzati così adiamo a fare colazione tutti insieme”.
“Ok ora mi alzo” mi rispose con voce ancora un po’ assonnata.
Scendemmo in pigiama e trovammo i miei già alzati che avevano preparato la tavola con un milione di cose diverse. Mia madre non riusciva proprio a stare senza far niente.
“Buon giorno a tutti” esortò Kay.
“Buon giorno anche a voi!” rispose mia madre.
Ci sedemmo a tavola e facemmo una sostanziale colazione mangiando tanti di quei dolci da star male.
Poi ci alzammo e ci dirigemmo in sala per scartare i regali davanti il caminetto.
La sera prima avevamo messo tutti i regali sotto il piccolo albero in sala, così invitai i miei ad andare a prendere i regali miei e di Kay per loro.
A mia madre Kay aveva regalato una bellissima borsa beige di una stilista emergente e io le ci avevo abbinato un portafoglio della stessa linea. Mia madre adorava le borse e tutto ciò che poteva essere accessorio, così quei regali non poterono essere più azzeccati.
A mio padre invece, Kay aveva regalato un dopobarba della Bulgari, mentre io gli avevo regalato un libro del suo scrittore preferito. Ero riuscita anche a farglielo autografare dopo aver aspettato ore in fila, ma ne valse la pena solo per vedere la sua faccia eccitata alla vista di quella firma.
Mio padre con un cenno della testa ci fece segno di andare a prendere i nostri regali sotto l’albero, ci alzammo e li andammo a prendere.
Erano due scatole. Di nuovo. Scossi la scatola per riuscire a capire cosa fosse, senza riuscirci però. Così mi decisi ad aprirlo, seguita da Kay, sotto lo sguardo eccitato della mamma.
Strappai la carta argentata che lo ricopriva e alzai il coperchio. All’interno della scatola era riposte ordinatamente un paio di scarpe beige. Non potevo credere ai miei occhi, erano tutte aperte e un grosso nastro di raso si intrecciava lungo la scarpa. Una grossa pietra color ambra era posta sopra il nastro e un bel tacco alto concludeva quella meraviglia che tenevo fra le mani. Io adoravo le scarpe, ne avevo di tutti i tipi, non potevo farci niente, ero una malata di scarpe. Ogni volta che ne vedevo un paio che mi piaceva non riuscivo a resistere e le compravo.
Anche a Kay, mamma gli aveva regalato un paio di decolté. Erano di un grigio perlato, aperte avanti e con un tacco decisamente alto per i suoi gusti. Pensavo che avrebbe fatto una delle sue battutine, invece la vidi alzarsi ed andare ad abbracciare mamma.
“Grazie, grazie, grazie Cat. Sono bellissime e sono perfette per il compleanno di Lou. Mi hai fatto un regalo perfetto!” era più eccitata di mia madre prima che aprissimo i regali.
“Sono contenta che vi siano piaciute le scarpe. Appena le ho viste ho pensato a voi. Sembrano disegnate apposta per il vostro stile secondo me.” Disse con un mega sorriso sulle labbra.
“Si sono perfette mamy. Le adoro.” Le dissi andandola ad abbracciare.
“Hei ma a me non mi ringrazia nessuno? In fondo ho contribuito economicamente io al regalo!” fece mio padre mettendo su il broncio.
Io e Kay ci guardammo poi senza pensarci troppo ci scaraventammo sopra di lui e ci stringemmo tutti in un lungo abbraccio.
“Aspettate ragazze ma chi è Lou?” ci chiese poi la mamma.
“Ah è vero me ne ero dimenticata. Domani Louis, uno dei ragazzi che abitano nel nostro palazzo, fa qua a Londra la festa di compleanno, così noi rimaniamo qua un giorno in più” le chiarii i dubbi.
“Ma noi domani mattina dobbiamo ripartire!” mi fece notare.
“Non preoccuparti. Ce la caveremo. Poi ritorneremo a casa con i ragazzi!” conclusi.
Mio padre fece una faccia contrariata, ma non disse nulla, invece mamma annuii e basta.
Ora mancava solo il regalo mio per Kay.
Glie lo porsi e aspettai che lo aprisse. Non feci in tempo ad aprir bocca che mi saltò subito al collo riempendomi di baci.
“Ero sicura ti sarebbe piaciuto. Poi sul bracciale ho fatto mettere le nostre iniziali così starò sempre  con te” e le scompigliai i capelli.
Mi diede poi il suo regalo. Era in un sacchettino blu di panno con un nastrino argento intorno. Lo aprii e svuotai il contenuto sulla mia mano.
Un cuore tempestato di brillantini che racchiudeva una strana serratura sbrilluccicava sulla mia mano e una catenella pendeva da quel ciondolo. Era bellissimo e io ero senza parole.
“L’ho fatto fare su misura per te. Ricordi la chiave che avevo comprato qua a Londra? –annuii- Bhe questa serratura può essere aperta solo da quella chiave” me la porse e con delicatezza aprii la serratura. All’interno c’era un’incisione. Mho e Kay insieme per sempre.
Scoppiai in lacrime e l’abbracciai forte. Avevo una’mica veramente unica.
 
Ciao Babes!!
Eccomi con un altro capitolo!
^^
Che ne dite? Lo so, forse è un po’ noioso, ma diciamo che è un capitolo di passaggio! Ci sono stati gli scambi dei regali e avete conosciuto meglio i genitori di Mho! =D
Bhè non so che altro dire oggi… aspetto che mi diciate voi qualcosa! xD
A tale proposito sia io che Vi, volevamo fare un’appello… Negli ultimi due capitoli le recensioni sono calate drasticamente e ci siamo rimaste un po’ male! Cos’è non vi piacciono più i capitoli? Perché se così fosse vorremmo saperlo in modo da cercare di migliorarci!
Dopo di ciò ringrazio invece immensamente chi ancora ci recensisce, chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate e anche i nostri lettori silenziosi!
=D
Volevo anche approfittare per fare un po’ di pubblicità a RawwrLu (cliccate sul nome), leggete la sua storia! =D =D
Via ora vi lascio, alla prossima! ;D
Un bacione.
Marty.
 
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Marty
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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


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CAPITOLO 21
 
Kaycee POV
 
Dopo aver scartato i regali e aver buttato via la carta che li impacchettava Mhone aiutò la madre a finire di cucinare il pranzo di Natale mentre io mi acciambellai sul divano accanto a Chris. Adoravo i genitori di Mhone. Si erano presi cura di me come se fossi figlia loro e cercavano sempre di non far sembrare che per loro Mhone era più importante. Era ovvio che lo era, lo capivo benissimo, ma si comportavano così solo per non farmi ricordare che io non avevo più una famiglia. Chris era un uomo davvero in gamba, dolce e premuroso con un bel lavoro, secondo lui l'unica cosa negativa era stare tanto tempo lontano dalla famiglia. Cat era la madre perfetta, amava cucinare e lo faceva ogni volta che aveva un po' di tempo, non troppo impicciona ma sempre attenta che alla sua famiglia non mancasse niente e aveva davvero un cuore d'oro. Dopotutto questa era la cosa più bella che mi potesse capitare. La partenza di mia madre ovviamente mi aveva fatta soffrire molto, mi aveva fatta sentire come se io per lei non contassi niente, ma il trasferimento da Mhone era stata come una boccata d'aria fresca in un'estate torrida. Mi avevano fatta sentire a casa, cosa che mi era impossibile anche prima che mia madre se ne andasse. Da quando mio padre l'aveva tradita con la sua segretaria ed aveva chiesto il divorzio mia madre era cambiata. Era diventata un'altra donna, se prima era dolce, solare e allegra poi era diventata maniacale e isterica, si vedeva benissimo che soffriva ma piuttosto che parlarne con me o con uno psicologo aveva cominciato a fumare e a bere non badando più per niente a me. A volte capitava che tornavo la sera a casa e trovavo un bigliettino sul tavolo che diceva che lei era uscita e che non sapeva se sarebbe tornata quella sera stessa o la mattina seguente. Avevo imparato a vivere da sola e a contare solo su di me, il risultato ovviamente non era ottimo, non sapendo cucinare succedeva spesso che ordinassi da mangiare da qualche pizzeria o andassi in qualche fast food ma quando mi andava bene venivo ospitata da Mhone. 
Mio padre era un'altra storia. Non lo avevo mai davvero considerato come un padre, non veniva alle mie partite di pallavolo, non portava me e mia madre a cena fuori, non si interessava alla mia vita ne a quella di mia madre, l'unica cosa che faceva era stare a casa a guardare la tv, chiacchierare con noi e sostenerci economicamente. L'unico gesto da padre che abbia mai fatto è stato quando a tre anni, svegliata da un incubo, andai in camera dei miei genitori in cerca di riparo, mio padre mi sentì e per non svegliare mia madre mi prese in braccio e mi riportò in camera mia imboccandomi per bene le coperte e cercando di tranquillizzarmi accarezzandomi i capelli finchè non mi fui addormentata. 
Quindi, sotto un certo punto di vista, la mia vita era migliorata, ora avevo due genitori e una sorella.
"Il pranzo è in tavola." ci chiamò Cat dalla cucina.
Io e Chris ci guardammo e con uno scatto fulmineo ci precipitammo in cucina.
La quantità di cibo era qualcosa di impressionante.
"Penso che esploderò." commentai sarcasticamente.
Mangiammo come una vera famiglia, seduti attorno al piccolo tavolo rettangolare della cucina chiacchierando amabilmente e ascoltando musiche natalizie da un CD che Mhone aveva masterizzato per l'occasione. Ero felice.
Passammo il pomeriggio a guardare film natalizi e giocando a Taboo, inutile dire che io e Mhone stracciammo Cat e Chris, era ovvio.
La sera mangiammo giusto un insalata per non svegliarci la mattina seguente con un buco allo stomaco e la sera guardammo un altro film e poi era arrivato il momento di andare a letto. La mattina dopo i genitori di Mho sarebbero partiti all'alba e sapendo che non saremmo riuscite a svegliarci li salutammo prima di andare a dormire.
"Fate le brave." ci disse Cat abbracciandoci strette.
"Non fate casino a quella festa e chiamateci se ci sono cambiamenti e quando tornate al college, intesi?" si raccomandò Chris guardandoci negli occhi e tenendoci saldamente una spalla. Io e Mhone ci guardammo e annuimmo in sincrono per poi lasciarci abbracciare dall'uomo.
"Controllatevi a vicenda ragazze." disse poi l'uomo.
"Tranquillo papà, non lascerò che Kay si metta nei guai." rise lei.
Io le diedi una leggera spinta per poi salutare i due e dare la buonanotte mentre salivamo le scale per andare finalmente a dormire.
La mattina dopo Mho mi svegliò a metà mattinata con la sua solita grazia come sempre e passammo la mattina lunghe sul divano a vedere film. Il suono del campanello ci distrasse da "Mamma ho preso il morbillo" e Mhone andò ad aprire tornando poco dopo con delle buste e un pacco sulle mani.
"Che cos'è?" chiesi tirandomi su a sedere per riuscire a vedere.
Mhone si sedette accanto a me. "Un pacco per i miei genitori dall'ufficio e alcune buste, ce n'è anche una per te." mi disse porgendomela.
Io la girai per vedere il mittente e il sangue mi si gelò nelle vene.
"Di chi è?" mi chiese la mia amica probabilmente avendo notato la mia espressione allibita.
"Mia madre." riuscii a farfugliare.
Alzai gli occhi su Mhone e lei mi strinse il braccio per farmi coraggio. La aprii. Era una lettera.
 
Cara Kaycee,
So che è tanto che non ci sentiamo e me ne prendo tutte le responsabilità, il fatto è che mi manchi. Sono stata una stupida a fuggire di fronte ai problemi piuttosto che affrontarli e solo ora mi rendo conto che non so più niente della vita della mia bambina. Non so come sei diventata, come sei cresciuta, se mangi e se stai bene. Non so con quanto sei passata al liceo e non so se sei andata a lavorare o se hai intrapreso la strada dell'università come io e tuo padre avremmo voluto per te. In questi due anni sei cresciuta da sola e me ne pento amaramente, proprio per questo pensavo di tornare a casa, fra un paio di mesi. Te lo volevo dire per prepararti, così che non saresti stata totalmente sorpresa dal mio arrivo. Prenderemo la nostra vecchia casa e potremmo vivere come una famiglia di nuovo, con una nuova figura maschile come modello. Mi sono risposata, Phil è magnifico, fa l'avvocato, sono sicura che ti piacerà così come andrai d'accordo con sua figlia. Megan è una ragazza fantastica e, pensa, ha la tua età!
Buon Natale cucciola, spero che tu possa perdonarmi per averti abbandonata e che sarai felice di rivedermi e di tornare a vivere con me, come una famiglia.
Ti voglio bene,
mamma.
P.S: spero che la lettera ti arrivi, l'ho spedita a casa di Mhone con la speranza che voi due siate ancora amiche e che lei te la possa recapitare.
 
Quando finii di leggere mi resi conto di star piangendo solo quando vidi una goccia scivolare dalla mia guancia e bagnare la lettera.
"Kay..." Mhone mi chiamò e sul suo bellissimo viso solitamente allegro era impressa un'espressione preoccupata. Senza darle spiegazioni le porsi la lettera. Osservai la sua fronte aggrottarsi sempre di più mentre scorreva con lo sguardo sulle parole e quando ebbe finito mi guardò confusa. Probabilmente non sapeva se io piangevo dalla gioia che mia madre si fosse pentita o dalla rabbia che lo avesse fatto dopo due anni e portandosi dietro per di più il resto della "famigliola felice".
Sicuramente le mie lacrime erano di rabbia e frustrazione. Come aveva potuto abbandonarmi? Come aveva anche solo pensato che io ero disposta a perdonarla e a riaccettarla come se nulla fosse successo! Per due anni io non avevo avuto nessuna notizia da lei, non si era mai fatta sentire, ero diventata inesistente. E ora mi mandava quella fottutissima lettera dicendo che si pentiva, che le dispiaceva e che sperava di poter tornare a vivere insieme insieme a Phil e Megan.
Mille ricordi si affacciarono nella mia mente, ricordi di smarrimento e di paura, ricordi che non avevo voglia di far venire a galla. Sfogai la mia frustrazione lasciandomi ad un pianto liberatorio aggrappandomi al collo di Mhone.
"Shh, tranquilla, andrà tutto bene." la sentii sussurrarmi all'orecchio e accarezzandomi i capelli per tranquillizzarmi.
"Non andrà tutto bene. - singhiozzai - Mi trascinerà a casa con la forza insieme al suo nuovo marito e a quell'arpia che ha come figlia."
"Non ti lascerò andare, i miei genitori non ti lasceranno andare. Mia madre odia la tua da quando ti ha lasciata e combatterà con le unghie per farti restare qui se è quello che vorrai. Ora sei parte della nostra famiglia Kay, sei mia sorella! - disse stringendomi più forte. - Poi forse nell'arco di due mesi cambierai idea ma per adesso non c'è bisogno di preoccuparsi, si sistemerà tutto."
Io annuii sulla sua spalla sentendomi un po' più tranquilla, ma lacrime silenziose continuarono a scendere dai miei occhi senza che io potessi controllarle.
Dopo un po' di tempo mi calmai e mi allontanai da lei. "Ti ho bagnato tutto il pigiama." le dissi tirando su col naso.
"Non ti preoccupare tesoro, l'importante è che tu ti sia calmata che poi se continui a piangere ti verrà il mal di testa e non sarai in grando di tenere testa ad Eleanor sta sera." mi provocò facendomi una linguaccia a cui io risposi con una debole spallata.
"Sai che ho voglia di fare adesso?" le dissi asciugandomi le guance ancora bagnate e tirando su col naso.
Mhone scosse la testa.
"Voglio vedere questa fantomatica Eleanor e anche Danielle." dissi decisa. Volevo vedere se avrei mai potuto tenere testa all'ex ragazza di Louis.
Mhone annuì contenta che io avessi ritrovato il buonumore e mentre lei correva di sopra a prendere il computer io rilessi velocemente la lettera per poi appallottolarla e lanciarla nella cenere nel camino.
Mhone tornò con il suo computer e con una pesante coperta. Noi ci accoccolammo meglio sul divano e ci coprimmo con la coperta. Guardammo una marea di foto e una marea di siti. C'erano tante, davvero tante foto di Eleanor e Louis e in ogni foto lei mi sembrava più bella. Capelli lunghi e di un castano luminoso, mossi ma non crespi, un fisico invidiabile e un viso dolce con due occhi da cerbiatta e lunghe ciglia, una bocca piena e quasi sempre curvata in un sorriso. C'erano foto di loro che si tenevano per mano, che si abbracciavano, che camminavano tranquilli, c'erano persino foto di lei con la madre e le sorelle di Louis. Avevamo perfino scoperto che la madre del ragazzo si era fidata a tal punto di lei da lasciarle portare le sue figlie maggiori, di 14 e 12 anni, oltreoceano per andare ad un loro concerto a New York e lei era rimasta con loro in tour, inoltre sembrava che tutta la famiglia di Louis amasse la ragazza. Su twitter c'erano opinioni contrastanti, c'era chi la idolatrava e chi invece la insultava per un evidente gelosia a mio parere.
Danielle era un tipo diverso di bellezza ma era altrettanto bella. Alta, magra, capelli ricci perfetti e carnagione color cappuccino. Era una ballerina e vedendo video su youtube potevo dire che era bravissima. Lei e Liam erano davvero molto dolci insieme e mi resi conto che infondo ero contenta che fra me e lui non era successo e mai succederà niente. Non avrei potuto reggere il paragone con una ragazza come quella. Non tanto per la bellezza ma per il fascino che emanava quando ballava, era attraente sopra ogni cosa mentre ballava. La mia preoccupazione ora era Eleanor, avrei potuto reggere il confronto?
Guardammo anche diversi video e performances dei ragazzi mentre erano a X-Factor e capii perché milioni di ragazzine morivano dietro a quei cinque idioti, vedendo come cantavano e quello che combinavano durante i loro video era impossibile non trovarli spassosissimi e davvero molto in gamba, anche non volendolo non potevi non provare un qualche sentimento positivo nei loro confronti.
"Liam ha paura dei cucchiai? Lo prenderò in giro a vita per questo!" disse Mho sganasciandosi dalle risate.
"Perché Louis? Non pensavo potesse essere più coglione di come lo conosciamo!" dissi asciugandomi dagli occhi delle lacrime che erano sfuggite per le troppe risate.
D'improvviso la mia attenzione venne catturata dall'orologio appeso sopra il camino.
"Cazzo Mho, sono le una!" dissi alzandomi di scatto lanciando sopra di lei la coperta.
Mhone se la tolse di dosso e afferrando al volo il concetto chiuse il computer e mi raggiunse di corsa in camera. Avevamo deciso di andare a pranzo fuori e avevamo prenotato per le una e mezza. 
Mi infilai in doccia lavandomi velocemente per poi lasciare il bagno libero a Mhone e mi catapultai in camera estraendo dall'armadio il solito paio di jeans con un maglioncino largo verde sbiadito che indossai velocemente. Mi posizionai davanti il grande specchio che Mhone aveva in camera, mi sistemai i capelli facendo una treccia che lasciai cadere su una spalla e con cautela misi le lenti a contatto.
"Kay sei pronta?" mi chiese Mhone affacciandosi in camera.
Doveva essersi cambiata in bagno dato che in camera non c'era entrata e notai che aveva indossato una felpa grigia con uno scoiattolo disegnato sopra e un paio di jeans.
"Si un attimo. - le risposi afferrando una borsa della Pinko e lanciandoci dentro cellulare e portafoglio per poi prendere il braccialetto e la collana che mi aveva regalato Mhone e indossandoli. - Sono pronta."
Le una e venti.
Scendemmo le scale e mi infilai degli Ugg neri mentre Mhone saltellava su una gamba sola cercando di mettersi la seconda scarpa.
Afferrammo i giacchini e uscimmo di casa venendo colpite dalla gelida aria invernale.
In cinque minuti arrivammo al ristorante e il cameriere ci condusse ad un tavolo al centro della sala.
L'ambiente era accogliente e sapevo con certezza che in quel ristorante si mangiava davvero bene.
Stavamo per terminare il dolce quando un "Ehm Ehm" dietro di me ci distrasse e ci girammo entrambe.
Due ragazze sui 15-16 anni ci fissavano con un espressione strana sul viso.
"Possiamo aiutarvi?" chiese Mhone cortese come sempre.
Una delle due annuì. "Voi per caso siete Mhone Hunter e Kaycee McFay?" chiese tentando un timido sorriso.
Io e la mia amica ci guardammo per un secondo per poi annuire in modo guardingo.
"Quindi siete voi le ragazze che abitano nello stesso palazzo dei One Direction e che ultimamente siete state viste spesso con loro?" adesso il tono della seconda sembrava leggermente più speranzoso.
Di nuovo annuimmo non sapendo la reazione che sarebbe scaturita da quell'affermazione.
Le due lanciarono un gridolino acuto. "E' vero che siete solo amici o c'è qualcosa di più?" chiese la prima.
Io mi sforzai di non arrossire. "No, siamo solo amici." risposi facendo loro un sorriso.
Loro si guardarono con un sorriso e poi mi porsero un foglio.
"Qui ci sono scritti i nostri account di Twitter più quelli di alcune nostre followers che ci hanno chiesto di inserirle nella lista, non è che potreste darlo ai ragazzi?" chiese la ragazza emozionata, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Io afferrai il foglio che mi stava porgendo. "Certo, ma non posso assicurarvi che le seguiranno tutte, anzi a dir la verità non so nemmeno se ne seguiranno qualcuna!" ammisi alzando le spalle.
La loro espressione non cambiò. "Noi ci speriamo comunque, ci piacerebbe se anche voi ci seguiste, solo noi se volete, siamo i primi due nomi sulla lista."
Mhone rispose al posto mio. "Certo, nessun problema." disse sorridendo.
Loro lanciarono un altro gridolino estasiato.
"Un'ultima cosa. - disse una delle due frugando nella borsa e tirandone fuori una macchinetta fotografica. - Non è che possiamo fare una foto con voi?"
Guardai Mhone che mi restituì uno sguardo indeciso.
"Non saprei ragazze, noi siamo solo due amiche dei ragazzi non vogliamo problemi di nessun tipo." disse Mhone precedendomi.
Loro si guardarono sconsolate. "E' solo una foto, per favore."
Alla fine acconsentimmo e ci facemmo scattare una foto da un cameriere. Ci ringraziarono e salutarono per poi uscire dal ristorante e dileguarsi.


 
 
 
 
 
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Aiehhhhh;
 
Salve belle bimbe come va?!
Ok in questo capitolo non ho niente da aggiungere, è di passaggio come avrete ben capito e l'unica cosa importante è la lettera della madre di Kay...a proposito, che ne pensate? Voi come avreste reagito al posto di Kay? Vi consiglio di ricordarvi di Megan perché più avanti diventerà un personaggio più presente nella storia :)
Concludo col ringraziare come sempre ogni singola persona che legge, apprezza e recensisce la nostra storia, siamo davvero contente che vi piaccia :D
XOXO
Vi ;)


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Marty
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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


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 CAPITOLO 22

Mhone POV

Non appena le due ragazzine se ne andarono guardai guardinga Kay.
“Ok ammetto che è stato strano! Non avrei mai e poi mai pensato che qualcuno ci avrebbe potuto riconoscere e volere perfino una foto da noi!”
“Sul serio. Non l’avrei mai pensato neanche io. Però devo ammettere che mi ha fatto piacere da una parte. Almeno c’è gente che non ci vuole morte perché conosciamo i ragazzi.” La sua espressione era un misto di sollievo e terrore, era talmente buffa che non riuscii a trattenere le risate.
Finimmo di mangiare il dolce, poi pagammo il conto e lasciammo una piccola mancia al cameriere, che piacevolmente sorpreso da quel gesto ci ringraziò con un enorme sorriso.
Uscimmo dal ristorante e ci incamminammo verso casa. Avevamo mangiato troppo, così decidemmo di farci una bella passeggiata per digerire un po’ il pranzo.
Kay mi prese sotto braccio e poggiò la testa sulla mia spalla.
Era fin troppo silenziosa e sapevo benissimo che quel silenzio era dovuto alla lettera che aveva ricevuto dalla madre.
Anche senza che mi dicesse niente sapevo bene la rabbia che provava in quel momento, cercava di provare indifferenza, di reprimere i suoi sentimenti, ma la conoscevo troppo bene e sapevo che quella lettera aveva riaperto in lei quella grossa ferita che con il tempo si era quasi rimarginata. Sapevo anche che tutta quella rabbia era dovuta al fatto che Kay voleva ancora bene a sua madre, nonostante l’avesse abbandonata, non poteva essere altrimenti, in fondo era pur sempre sua madre e per quanto la mia avesse cercato di sostituirla, non era la stessa cosa.
Non potevo dire di odiare Sophia, ma comunque non accettavo il fatto che avesse potuto lasciare sua figlia così, in balia di se stessa e, anche se ero egoista a pensarlo, non avrei voluto che Kay tornasse da lei. Naturalmente era un mio pensiero e me lo sarei tenuta per me, in quanto la decisione doveva essere esclusivamente di Kay. Avrei accettato qualsiasi sua scelta, sia se dopo quei due mesi fosse tornare dalla madre, sia se fosse rimasta a casa nostra. In quanto sua amica l’avrei appoggiata in qualsiasi caso.
Le strinsi più forte il braccio che era intrecciato con il mio e le accarezzai il viso amorevolmente. Tirò su leggermente la testa e mi guardò negli occhi regalandomi un timido sorriso a mo di ringraziamento per quel gesto, poi si riposò sulla mia spalla.
Speravo che almeno Louis quella sera l’avrebbe tirata su di morale.
 
Non appena arrivammo a casa Kay se ne andò in camera sua a riposare un po’. Io feci lo stesso e dopo aver lasciato la borsa sulla sedia e lanciato le scarpe in giro, mi buttai a pancia in su sul letto. Non feci in tempo a chiudere gli occhi che il cellulare mi squillò.
Mi alzai di botto e corsi verso la borsa per prendere il cellulare.
Naturalmente non riuscivo a trovarlo –ma perché cavolo quando buttavo il cellulare in borsa poi non riuscivo più a trovarlo? Va bene che la mia borsa era piena zeppa di cianfrusaglie, però il mio cellulare riusciva ogni volta a nascondersi per bene!-, finalmente lo trovai e feci appena in tempo a rispondere.
“Pronto?” domandai un po’ affannata per la ricerca non appena aprii la chiamata.
“Ciao Mho sono Zayn” mi rispose la voce dall’altra parte.
“Ciao Zayn. Come mai questa chiamata? È successo qualcosa?”
“No no tranquilla. Chiamavo solo per sapere di questa sera. Alla fine Louis ha deciso di fare la festa all’Heaven… sai dov’è?”
“Ne ho sentito parlare, ma non ci sono mai stata… vabè ci faremo portare da un taxi!”. Louis aveva scelto uno dei locali più in voga in quel momento, da quello che avevo sentito in giro il locale aveva aperto da poco, ma aveva già fatto scalpore tra i giovani.
“No dai quale taxi! Vi vengo a prendere io! La festa inizia verso le dieci e mezza, ma tanto Louis e Harry andranno prima per verificare che sia tutto perfettamente in ordine, lo sai quant’è maniacale su queste cose Louis no? –mi scappò una risata alla sua domanda retorica- Invece Liam va a prendere Danielle poi ci raggiunge direttamente alla festa. Io e Niall andiamo un po’ più tardi quindi se volete posso venirvi a prendere a casa senza problemi.”
“Bhe… va bene…  se non ci sono problemi accetto volentieri, almeno sono sicura che arriveremo alla festa senza perderci!”
Sentii dall’altra parte Zayn scoppiare in una risata.
“Con me state ben sicure che non ci perderemo. Passo a prendervi verso le dieci e tre quarti… dov’è che abiti?...” mi domandò come se si fosse ricordato solo in quel momento che non sapeva dov’era casa mia.
“Carnaby Street numero 158 A” risposi divertita.
“Ah ok ho capito la zona. Poi ho il navigatore quindi non dovrebbe essere difficile trovare la casa.”
“No non penso avrai problemi, casa mia è quella con un grosso cancello in ferro battuto e un piccolo giardinetto, comunque se hai qualche problema basta che mi chiami!”
“Ok perfetto. Allora a dopo”
“Si a dopo! Ah Zayn…”
“Si dimmi”
“…Come sta tua sorella?”
Calò il silenzio. Anche senza vederlo potevo immaginare il suo viso corrugato dalla tristezza.
Ci volle qualche secondo prima che rispose. “L’ho sentita oggi. Me l’ha passata per un momento mamma al telefono. Negli ultimi giorni sembra stare meglio, ma i dottori non hanno ancora capito cos’ha e dicono che potrebbe ritornare la febbre alta da un momento all’altro.” La sua voce era tremolante.
“Vedrai che andrà tutto bene. Me lo sento, e sono sicura che questi piccoli miglioramenti di salute della tua sorellina presto la porteranno alla totale guarigione!” ero ottimista e cercavo di trasmettere tale emozione anche a lui.
“Spero tanto che tu abbia ragione”
“Si ne sono sicura”
“Mhone… -aspettai che continuasse- grazie!”
Un sorriso mi spuntò all’angolo della bocca.
“Figurati, non è niente”
“Invece per me è tanto! In questo momento ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino e tu mi stai aiutando veramente tanto. Sei speciale. –a quelle parole arrossii e ringrazia il cielo che lui non potesse vedermi- Ti ringrazio ancora per quello che stai facendo!”
“Sei importante per me e non c’è bisogno che mi ringrazi, perché starti vicino è il minimo che posso fare”
“Ti voglio bene”
“Ti voglio bene anche io”
Quando riattaccai la chiamata mi accorsi di avere un’espressione inebetita sulla faccia. Quel ragazzo quando ci si metteva sapeva essere così dolce…
Lanciai il telefono sul letto e andai in camera di Kay per riferirle i piani per quella sera.
Quando entrai nella stanza la vidi che era distesa a pancia sotto sul letto, intenta a trafficare con il computer. Mi avvicinai e mi sedetti anche io sul letto.
“Mi ha appena chiamato Zayn e mi ha detto che ci viene a prendere alle dieci e tre quarti!” le dissi sbirciando la pagina aperta su internet.
“Ok perfetto” mi rispose non distogliendo lo sguardo dal pc.
“Ma sei ancora a cercare notizie su Eleanor? –le domandai dopo aver letto il titolo dell’articolo che stava leggendo Kay- Non pensi di sapere tutto su di lei ormai?”
Era incredibile come quella ragazza fosse maniacale a volte!
“Devo conoscere alla perfezione il mio nemico se voglio apparire meglio di lei!”
“Non credi di star esagerando un po’? Alla fine dei conti tu piaci a Louis per quello che sei e se ha lasciato Eleanor un motivo ci sarà!”
“Si perché erano troppo distanti. Ecco il motivo!”
“Magari non è solo per quello, che ne sai. Sta sera lui cadrà ai tuoi piedi perché sarai la più bella della festa e non perché vorrai apparire migliore di Eleanor!”
Abbassò lo sguardo e sembrò riflettere sulle mie parole.
“Forse hai ragione!”
Le stampai un bacio sulla guancia e ritornai in camera mia.
Aprii un cassetto dell’enorme cassettiera vicino il letto e ne tirai fuori uno smalto color bronzo, poi tirai fuori la lima e un barattolino con all’interno dei piccoli brillantini d’orati. Poggiai tutto sulla scrivania, accesi la tv e poi mi sedetti sulla sedia.
Limai accuratamente tutte le unghie, poi cominciai a smaltarle con quel bellissimo colore intenso, mettendone più passate così da renderlo omogeneo. Prima che lo smalto si asciugasse posizionai su tutte le unghie un piccolo brillantino preso cautamente con delle pinzette dal barattolino e completai l’opera passando una sostanziale quantità di smalto trasparente che avrebbe fissato il tutto.
Ricordandomi che le scarpe che avrei indossato erano aperte decisi di dare una passata di smalto anche sulle unghie dei piedi.
Nel frattempo Kay andò a farsi la doccia perché sentii lo scorrere dell’acqua in bagno.
 
“Mho… il bagno è libero se vuoi farti la doccia” mi urlò Kay dall’altra stanza.
“Ok va bene. Vado subito” urlai.
Lo smalto ormai si era asciugato, così tranquillamente cominciai a spogliarmi e mi diressi in bagno.
Me la presi con calma e mi lasciai coccolare dal getto di acqua calda. Quando uscii dalla doccia un’aria gelida mi fece rabbrividire. Mi sbrigai ad indossare l’accappatoio e arrotolai come sempre i capelli in un asciugamano.
Uscii e lasciai la porta del bagno aperta così da far uscire il vapore e far spannare lo specchio e alzai la temperatura dei termosifoni manovrando il piccolo termostato che si trovava in sala. Ritornai in camera e mi infilai una tuta pesante, poi asciugai meticolosamente i capelli così che non avrei rischiato di prendere qualcosa.
“Kay hai fame?” urlai mentre scendevo le scale.
La rossa si affacciò dalla camera per poi sporgersi dalla ringhiera e guardare di sotto verso di me.
“In verità non ho molta fame. Tu mangi?” mi chiese poi.
“No, mi faccio solamente un the. Tu lo vuoi?”
“Ok si, un the mi va.”
Mi diressi in cucina e misi a scaldare un po’ d’acqua in un pentolino. Nel frattempo Kay mi aveva raggiunto e aveva preso dalla credenza due grosse tazze che aveva appoggiato sul tavolo.
Presi una grossa scatola dalla mensola in alto e ne tirai fuori la bustina del mio the preferito, poi la passai a Kay che scelse la bustina del the verde.
Mettemmo il the in effusione nelle tazze e mentre aspettavamo accendemmo la tv.
Dopo aver girato parecchi canali, lasciai sul notiziario che stava appena trasmettendo un’intervista dei ragazzi. Kay mi tolse il telecomando dalle mani e alzò il volume. Dopo le solite domande l’intervistatore chiese a Louis del suo compleanno. Cercò di fargli alcune domande indiscrete sul luogo della festa e sugli invitati che ci sarebbero stati… il nome Eleanor però interessò parecchio la mia amica che puntò lo sguardo verso lo schermo come ipnotizzata. L’unica cosa che Louis disse, fu che alla festa sarebbe stata presente anche la sua ex, in quanto erano ancora in buoni rapporti e ogni tanto si sentivano, ma tagliò subito corto arrivando ai saluti. Con la coda dell’occhio vidi Kay rilassare leggermente i muscoli anche se il suo sguardo continuava ad essere rivolto verso la tv.
Tolsi le bustine di the dalle tazze, poi mi alzai e le gettai nell’immondizia.
Finii velocemente di bere l’infuso e incitai a fare lo stesso anche a Kay visto che il tempo cominciava a scarseggiare.
“Tu pensi ai capelli e io al trucco come sempre vero??” chiesi alla mia amica con i miei occhioni dolci.
“Si come sempre!” rispose lei sospirando.
Ci dirigemmo in camera mia e posizionammo vestiti e accessori tutti sul mio letto, poi mi sedetti sulla sedia e Kay cominciò a sistemarmi i capelli.
“Ahi Kay mi fai male. Aiaaaa mi stai tirando i capelli!” le urlai mentre lei cercava di tenermi ferma la testa.
“E dai non lamentarti e stai ferma altrimenti non riesco a finire!” mi ammonì.
Dopo lunghe sofferenze finalmente aveva finito l’acconciatura e mi catapultai davanti lo specchio per osservarla.
Dovevo ammettere che anche se era stato doloroso alla fine il risultato era bellissimo.
I miei capelli lunghissimi, questa volta, erano legati in una specie di grosso chignon alto che mi tirava in dietro tutti i capelli. A lato Kay, mi aveva posizionato un fermaglio a forma di rosa che brillava in mezzo alla mia massa castana.
Kay invece pettinò i suoi ribelli capelli rossi all’indietro tramite una piccola treccina che partiva dal lato destro e arrivava al lato sinistro. Dietro li lasciò sciolti abboccolando  solo qualche ciocca qua e la con il ferretto.
Ora toccava a me. Presi tutto il mio armamentario e con delicatezza cominciai a colorare le palpebre di Kay con un grigio metallizzato che riprendeva il colore del suo vestito. Intensificai la forma allungata del suo occhio con l’eye-liner nero e le allungai le ciglia con un mascara intenso. Conclusi il tutto rinforzando le ciglia con un mascara brillantinato che le illuminò immediatamente l’occhio.
Io optai per un trucco sui toni del marrone e del bronzo. Sfumai bene i due colori scuri e illuminai la parte interna dell’occhio con un colore chiaro e luminoso. Allungai anche io le ciglia con un mascara intensificante e colorai le labbra di un rosso intenso.
Trucco e capelli erano apposto, ora non ci rimaneva che vestirci.
Mi tolsi la tuta e la gettai in terra, poi presi il vestito che mi avevano regalato i ragazzi per Natale dal letto e lo indossai facendomi aiutare da Kay con la zip. Estrassi poi dal portagioie una lunga collana con un ciondolo a forma di cuore e un anello con una grossa pietra color ambra come quella che c’era sui miei orecchini e dello stesso colore dei due bracciali che avevo al polso sinistro.
Le scarpe che mamma mi aveva regalato per Natale erano perfette per quel vestito, così le tirai fuori dalla scatola e me le misi ai piedi andandomi poi a specchiare.
Il vestito mi ricadeva dolcemente sul lato destro a contrasto con l’unica spallina che stava a sinistra. Non so per quale motivo, ma mi sembrava di essere una dea greca con quel vestito e mi sentii potente.
Dopo aver fatto qualche giravolta per vedermi completamente, Kay mi si affiancò e cominciò a sistemarsi davanti lo specchio.
Aveva trovato per la festa un bellissimo vestito grigio perlato senza spalline con ricamati una moltitudine di fiori che percorrevano diagonalmente il vestito.
La fantasia degli orecchini che aveva scelto richiamava il ricamo del vestito e la collana dalle pietre argento e nere era abbinata al bracciale con i ciondolini a forma di cuore.
Presi dal mio fedele portagioie un preziosissimo anellino tempestato di diamanti e glie lo misi al dito.
Poi con estasi, come se stesse maneggiando una reliquia, tirò fuori le decolté che mamma le aveva regalato e poggiandosi a me se le infilò.
Pronte. Finalmente.
Scendemmo le scale –Kay si tolse i tacchi, intuendo che altrimenti avrebbe fatto un bel ruzzolone per le scale- e prevedendo che Zayn sarebbe arrivato da un momento all’altro, ci infilammo i cappotti e riempimmo le pochette delle cose essenziali.
Come avevamo previsto il campanello suonò da li a poco e uscimmo velocemente di casa. Al di là del cancello c’era Zayn che ci aspettava. Come da vero galantuomo ci aprì la portiera della sua porche nera tirata a lucido e non appena salimmo salutammo calorosamente Niall.
Quando arrivammo Zayn lanciò le chiavi al parcheggiatore, che senza perdere tempo salì al posto del guidatore e spostò la macchina.
Ci incamminammo verso l’entrata con Niall che sorreggeva Kay tenendola per una spalla.
Il locale era completamente illuminato da enormi fari colorati e una specie di fiumiciattolo circondava tutto il perimetro del locale sfociando in una enorme piscina riscaldata dove alcuni invitati in costume avevano già avuto il coraggio di buttarsi.
All’entrata due montagne vestite di nero con in mano una cartellina, bloccavano l’accesso. Dovemmo dare i nostri nomi e solo dopo averli trovati sulla lista, i due omoni ci permisero di entrare.
Il locale era già stra pieno di gente e il DJ pompava già al massimo la musica.
Alzai lo sguardo e notai che sopra di me si ergevano altri tre piani aperti dove la gente se ne stava appartata.
“Ma quanto cavolo è grosso sto locale?”pensai.
Quando riabbassai lo sguardo Zayn, vedendo che mi ero imbambolata, mi prese per un polso e mi trascinò verso un tavolo seguendo Niall.
Li era già seduto Liam con quella che presupposi fosse Danielle.
Cavolo, era ancora più bella di quanto appariva in foto!
Appena ci vide si alzò e noi ci avvicinammo.
“Ciao ragazzi! Finalmente siete arrivati. Qua c’è già il delirio totale da un’ora!”
“Si ho visto amico!” gli rispose Zayn salutandolo.
Salutammo anche noi Liam, poi Danielle si alzò e si avvicinò a noi.
“Visto che questo caprone non ci ha ancora presentato, faccio da sola! Piacere io sono Danielle!” ci fece la ragazza porgendoci la mano.
Il suo viso era così dolce e il suo sorriso era contagioso.
Le strinsi la mano e mi presentai a mia volta.
“Finalmente conosciamo la famosa ragazza di Liam! –le feci con un sorriso- Piacere di conoscerti, io sono Mhone!”
“E io sono Kaycee!” finì la frase la rossa con un sorriso.
Ci togliemmo i cappotti e ci accomodammo sui divanetti.
In quel momento la porta d’ ingresso si spalancò illuminata da un faro. Mezza sala minimo si girò per poi aprirsi e far passare una ragazza alta, slanciata, dai lunghi capelli mossi e con dei tacchi decisamente alti che sfilava verso la nostra direzione.
“Ecco è arrivata anche Eleanor. La solita esibizionista!” disse Danielle alzandosi e andandole incontro.
  
 
Hola Babes! ^^
Come state? Io non troppo bene visto che oggi mi aspetta un pomeriggio intensivo, nel qual è ammesso solamente lo studio di scienze! =S
Ma naturalmente a voi non interessa, mi sembra anche giusto! xD
Passiamo al capitolo va che è meglio… Allora diciamo che questo è un po’ un capitolo di passaggio. Lo so forse è un po’ noioso, ma mi serviva sia per la descrizione degli abiti delle nostre due donzelle, sia per avviare il capitolo festa. C’è anche una parte dedicata a Zhone. Questi ti voglio bene cominciano ad essere frequenti! xD
Voi che ne pensate??
Negli ultimi due capitoli ci avete lasciato delle recensioni stupende e, oltre ad essere state super contente per aver ricevuto diverse recensioni, lo siamo state anche (forse soprattutto) per quello che avete scritto. Sappiate che noi vi adoriamo,
VERAMENTE!  <3
Ringrazio naturalmente anche coloro che continuano a leggere la storia in silenzio e che la mettono tra seguite/preferite/ricordate! Lot of Love!
Via ora vi saluto!!
Un bacione.

Marty.
 
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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


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CAPITOLO 23

Kaycee POV
 
Appena sentii Danielle pronunciare quella frase mi girai di scatto dimenticandomi completamente che stavo cercando Louis per fargli gli auguri. La ragazza che si stava avvicinando a noi sotto lo sguardo interessato di molte persone salutava con la mano e con un sorriso timido sulle labbra tutte le persone che le si avvicinavano, sembrava molto tenera e umile vista così nonostante portasse un tubino nero striminzito e dei tronchetti dello stesso colore altissimi che non la facevano assolutamente sembrare tale. I capelli castani lunghissimi e mossi le scendevano dolcemente lungo la schiena e dovevo ammettere che le foto non le rendevano giustizia. Appena individuò Danielle un sorriso luminoso comparve sul suo viso e affrettò il passo per raggiungerla.
"Danielle!" esclamò la ragazza abbracciandola.
"El! Come va l'università?" chiese Danielle appena si staccarono.
Eleanor alzò le spalle. "Come al solito. - poi il suo sguardo si posò su di noi - Voi siete le ragazze che abitano nell'appartamento sotto ai ragazzi vero?" chiese non staccando mai gli occhi dai miei. Quella ragazza metteva soggezione, indubbiamente.
Mhone annuì. "Esatto. Io sono Mhone e la rossa qui di fianco è Kaycee." ci presentò.
Strinsi la sua mano accennando un sorriso.
"Credetemi, lo so, non potete immaginare quante reviste parlano di voi ultimamente, i paparazzi possono essere davvero inopportuni a volte." fece emettendo una risatina divertita. Danielle sorrise all'amica. Ovviamente loro lo sapevano alla grande.
Non mi finsi stupita, ne avevo viste anche io di riviste che parlavano di noi e il fatto che quel pomeriggio a pranzo quelle due ragazze ci avessero riconosciute era la prova che non passavamo del tutto inosservate.
"Sapete dov'è Louis? Devo ancora fargli gli auguri." 
La voce di Eleanor mi ricordò che neanche io avevo ancora fatto gli auguri al festeggiato. Come se lo avesse chiamato il ragazzo spuntò da dietro un gruppo di persone che lo salutarono con delle pacche sulla spalla e si diresse verso di noi sorridendoci. Era davvero elegante, con una camicia bianca con i primi bottoni slacciati e dei jeans chiari portati bassi e retti da una cinta nera, i capelli castani perennemente spettinati e gli occhi brillanti e resi lucidi dall'alcool che aveva bevuto.
"Ciao!" disse salutandoci.
Eleanor fu velocissima ad andargli incontro e stringerlo fra le sue braccia. Notai che gli diede due baci sulle guance e gli sussurrò qualcosa all'orecchio che lo fece sorridere ancora di più.
Io mi avvicinai timidamente quando Eleanor si fu allontanata un po' e lo fronteggiai.
"Auguri!" dissi cercando di non sembrare intimidita dalla ragazza che mi aveva preceduta.
Louis sorrise e mi abbracciò. "Sei bellissima." mi sussurrò in un orecchio e io non potei fare a meno di arrossire.
Mhone, Zayn e Niall lo salutarono dopo di me.
"Venite di sopra, la musica è migliore, c'è il bar e Harry ci sta aspettando." disse il ragazzo facendoci cenno con una mano di seguirlo.
Mhone mi prese a braccetto facendomi l'occhiolino.
La sala superiore era bellissima, circondata da lastre di vetro che fungevano da pareti e una piscina sulla terrazza (strano ma vero).
Vidi Harry seduto al bancone del bar con un cocktail fra le mani mentre chiacchierava con una bella biondona. Appena ci vide le fece segno di aspettare e ci venne incontro.
"Finalmente siete arrivati." disse dando un abbraccio tipicamente maschile a Zayn e Niall e stringendo me, Mhone e Eleanor più delicatamente.
"Harry, è da una vita che non ci vediamo." disse la ragazza dandogli due baci come aveva fatto con Louis. Harry annuì salutandoci nuovamente e tornando dalla ragazza bionda. Come lui si allontanò anche noi ci sparpagliammo, Liam prese per mano Danielle e la portò a ballare e prima che potessi fare un qualsiasi movimento Eleanor agguantò Louis e lo trascinò in mezzo alla folla, lontando da noi. Appena mi girai per guardare Mhone notai che anche lei e Zayn erano spariti ed era rimasto solo Niall che mi guardava con un sopracciglio inarcato.
"A quanto pare siamo rimasti solo noi due biondo, balliamo?" gli chiesi porgendogli una mano che lui afferrò prontamente trascinandomi in mezzo alla pista.
Mi divertii moltissimo, Niall era iperattivo e mi faceva fare giravolte di continuo. "Sei spettacolare sta sera Kay." mi disse cercando di sovrastare il rumore della musica. Gli sorrisi riconoscente abbracciandolo e stampandogli un sonoro bacio su una guancia. Abbassai lo sguardo sul suo polso e notai che indossava il mio braccialetto, il mio sorriso si allargo. "Andiamo biondo, ho bisogno di bere." dissi tirandomelo dietro.
Ci sedemmo al balcone e ordinammo due Martini chiacchierando e godendoci la festa. Ogni tanto lanciavo sguardi fugaci alla pista per vedere se riuscivo a scorgere una particolare persona e Niall se ne accorse.
"Louis è la." disse indicandomi un punto alle mie spalle. Lo vidi ballare con Eleanor e improvvisamente mi si contrasse lo stomaco.
"Mi sto chiedendo come ho fatto a non accorgermene prima." fece il ragazzo con un tono abbastanza alto che mi permise di sentirlo.
"Cosa?" chiesi girandomi verso di lui di scatto.
Niall sorrise scuotendo la testa. "Che Louis ti piaccia, è talmente evidente che mi chiedo come ho fatto a non rendermene conto."
Aggrottai le sopracciglia cercando di mascherare il mio imbarazzo. "Ma che dici?! Hai bevuto troppo misà!" affermai facendo su e giù con la testa come per rafforzare le mie parole.
Niall non rispose alla mia affermazione. "Comunque non devi preoccuparti per Eleanor, sono certo che Louis non provi più niente per lei."
"E allora perchè non gli stacca gli occhi di dosso?" chiesi involontariamente accorgendomi troppo tardi delle parole che avevo pronunciato e portandomi immediatamente le mani a coprirmi la bocca sentendo le guance avvampare.
Niall scoppiò in una fragorosa risata. "Allora avevo ragione! - mi prese una mano fra le sue diventando più serio - Devi solo fidarti di me."
Annuii. Mi fidavo ciecamente di Niall. 
Una mano sulla spalla mi distrasse.
"Allora era qui che eravate finiti!" fece Louis sedendosi sullo sgabello vuoto accanto al mio con Eleanor in piedi accanto a lui che si appoggiava ad una sua spalla.
"Già, ma io ho voglia di ballare di nuovo. - fece alzandosi - Vieni con me El?" chiese alla ragazza senza aspettare una sua risposta e trascinandosela lontano facendomi un occhiolino prima di sparire tra la folla.
Fissai in imbarazzo il mio bicchiere vuoto passando l'indice sulla superficie di vetro.
"Ti diverti?" mi chiese Louis aprendosi in un meraviglioso sorriso e sistemandosi meglio sullo sgabello.
Annuii con convinzione. "Il locale è magnifico." dissi guardandomi intorno per sottolineare le mie parole.
"Già, ma c'è qualcosa di più bello del locale che sta sera mi sta facendo impazzire."
Mi girai a guardarlo e notai che mi fissava seriamente ma senza abbandonare il solito sorriso. "Devi ancora darmi il tuo regalo di Natale." mi ricordò cambiando discorso come se si fosse pentito delle sue parole.
"Non l'ho portato, te lo darò quando torneremo al college." gli dissi.
Louis annuì sovrappensiero. "Come ti sembrano Eleanor e Danielle? Sono simpatiche vero?"
"Si molto, Danielle è molto dolce e Eleanor è davvero bellissima." affermai guardandomi intensamente le scarpe.
Louis si passò una mano sulla nuca in difficoltà.
"Che hai Kay? Ti vedo distratta." mi chiese posandomi una mano sulla mia.
Spalancai gli occhi e scossi con veemenza la testa. "Niente, niente, tutto apposto." mentii spudoratamente.
"Bene, allora vieni a ballare." non feci nemmeno in tempo a pensare ad una risposta che Louis mi prese per mano facendomi alzare dallo sgabello e portandomi al centro della pista.
Mi cinse i fianchi con le braccia e io appoggia le mani e la testa al suo petto. Potevo sentire i battiti del suo cuore attraverso la sottile stoffa della sua camicia e sospirai passando le braccia sulla sua schiena e stringendogli la camicia. Lui appoggiò la guancia sulla mia testa e mi accarezzò la schiena nuda con le sue mani calde e morbide.
"E' il miglior compleanno che potessi desiderare Kay." mi disse stringendomi a lui più forte.
Sorrisi contro il suo petto.
Ballammo per molto molto tempo ma poi lui si staccò da me prendendomi per mano e portandomi via dalla pista passando in mezzo alla gente.
"Dove andiamo?" gli chiesi stando attenta a dove mettevo i piedi per non inciampare.
"Vedrai." disse.
Arrivammo davanti a delle scale che erano protette da due omoni vestiti di nero che facevano in modo che nessuno salisse. Louis si avvicinò ad uno dei due e gli disse qualcosa che non compresi e quello si spostò di lato facendoci passare.
Louis con un sorriso mi incoraggiò a salire. Oddio, non è che li sopra c'erano delle stanze per chi, come dire, volesse "appartarsi"?!  Non ero pronta, cioè, non che non avessi mai fatto sesso, le mie esperienze l'avevo avute eccome, il punto era che con Louis non ero pronta, c'era qualcosa che mi bloccava, che mi diceva che non volevo fare sesso così, in modo programmato, in una stanza qualunque di un locale durante la festa per il suo compleanno. Non volevo che succedesse così o forse non volevo che succedesse adesso, o forse ancora non volevo che succedesse e basta. Non lo sapevo, fatto sta che lo seguivo inerme non sapendo come fare per sgattaiolare via. Quando avevo deciso di dirgli che dovevo assolutamente andare in bagno raggiungemmo l'ultimo scalino e quello che vidi mi bloccò il respiro. Una terrazza enorme sovrastava il locale ed aveva le pareti e il tetto di vetro, sparsi ovunque c'erano comodi, il pavimento era ricoperto di coperte con enormi cuscini per completare in bellezza. Mi strinse di più la mano girandosi verso di me per vedere la mia reazione. Sapevo di avere la bocca aperta così mi affrettai a chiuderla facendolo scoppiare a ridere.
"Dai sediamoci." lo seguii al centro della stanza e ci sedemmo.
Dopo poco lui si butto a pancia in su sulla coperta con un sospiro. "Sdraiati, si vedono le stelle."
Seguii il suo consiglio e mi allungai appoggiando la testa sul suo braccio. Le luci della città a quell'altezza erano fievoli e le stelle splendevano nel cielo. 
"Guarda, quella è la Cintura di Orione. - disse indicandomi tre stelle allineate - Quelle sono l'Orsa Minore e l'Orsa Maggiore e quella è la stella Polare." continuò indicandomi i due carri e una stella piccola e poco luminosa sopra la nostra testa.
Guardavo estasiata il cielo, era da tanto che non mi fermavo a guardarlo e quella sera era perfetta, non c'era nemmeno una nuvola.
"E' bellissimo." sospirai estasiata.
"Già, lo è." mi girai a guardarlo e lo vidi che mi fissava con uno sguardo dolce. Un sorriso mi comparve inaspettatamente sul viso quando mi prese una mano intrecciandola con la sua e cominciando a disegnare cerchi e strane figure con il suo pollice sul dorso della mia mano. Mi voltai per osservare il profilo del suo viso. Aveva il naso piccolo e dritto, la bocca distesa in un sorriso e gli occhi azzuri luminosi, era bellissimo sotto la luce tenue della luna. Si accorse che lo stavo fissando e si girò verso di me incatenando il suo sguardo con il mio. Lo vidi farsi sempre più vicino, ad una distanza tale che i nostri nasi quasi si sfioravano e poi chiedendomi con lo sguardo quasi il permesso per quello che stava per fare. Non fiatai. Le sue labbra stavano per incontrare le mie quando una voce ci interruppe.
"Allora era qui che eri finito! - disse Harry venendoci incontro per niente imbarazzato dalla situazione mentre noi eravamo scattati su come due molle - Muoviti, stanno già servendo la torta e gli altri dolci e c'è gente che vuole darti il tuo regalo prima di andarsene."
Louis mi rivolse un sorriso di scuse per poi girarsi verso l'amico e fulminandolo con lo sguardo. "Tu arrivi sempre nei momenti meno opportuni." lo sentii dire a Harry.
"Kay vieni, dobbiamo dargli anche il nostro regalo." fece il riccio ignorando bellamente il ragazzo.
Io mi alzai risistemandomi il vestito e scesi insieme a loro.
Vidi Mhone, Danielle, Eleanor e gli altri ragazzi seduti su dei divanetti e li raggiunsi sedendomi accanto alla mia amica.
"Dove sei stata?" mi chiese.
Alzai le spalle. "Un po' in giro." minimizzai notando il modo in cui mi guardava Eleanor. Decisamente non doveva essere stata tanto contenta del fatto che Niall l'avesse trascinata via dal festeggiato lasciandolo con me.
Vidi Louis da lontano che scartava regali e salutava persone che stavano abbandonando la festa sempre con un espressione gioiosa e ringraziando ogni singola persona di aver partecipato. 
Harry si avvicinò a noi. "Venite, è ora della nostra sorpresa." disse facendoci segno di alzarci e di seguirlo.
Louis ci vide e si avvicinò. "Allora adesso è l'ora del vostro turno?" ci chiese.
Notai che la musica si era stoppata e che tutti gli invitati che erano rimasti, e che erano ancora tanti, ci guardavano stando in disparte e lasciando un buco al centro della sala dove c'eravamo solo noi e Louis.
Annuimmo poi Harry tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans una busta. "E' da parte nostra." disse facendo un gesto con la mano per indicare me, Mhone, Zayn, Niall, Liam, Eleanor e Danielle.
Lui strappò la busta senza tante cerimonie e fissò il depliant e i fogli della prenotazione con le sopracciglia aggrottate. "Cos'è?" chiese poi.
"Quella è la baita in Svizzera che abbiamo affittato per una settimana, puoi portarti chi vuoi e abbiamo detto al proprietario che saresti andato dal 29 dicembre al 5 gennaio, ma se vuoi puoi cambiare date." gli spiegò Liam ticchettando con un dito sul depliant per mostrargli le foto della baita.
Louis all'inizio sembrò molto sorpreso ma poi la sua espressione divenne euforica.
"Ma è meraviglioso, è da una vita che non andavo a sciare! Grazie, davvero, grazie di cuore." disse abbracciandoci uno ad uno.
"Figurati. - rispose Niall - Le date vanno bene?"
Louis annuì. "E' perfetto. Ho solo una domanda: quante persone ospita la baita?"
Zayn guardò Liam. "Mi pare che il proprietario abbia detto che ci entrano massimo 13 o 14 persone, è enorme!"
Louis sorrise compiaciuto. "Allora accetterò il regalo, ma solo a patto che voi veniate con me!"
Noi ci guardammo sorpresi. 
"Io vengo di sicuro." dissero in coro Niall e Zayn.
Liam guardò Danielle. "Che ne dici? Ti va?" le chiese.
La ragazza annuì per poi guardare Eleanor. "Io ci sono, l'università ricomincia il 10!" disse la ragazza facendo l'occhiolino a Louis.
Lui si girò verso di noi. "Voi?"
Mhone mi guardò speranzosa. "Non ce lo facciamo ripetere due volte!" esclamai abbracciando la mia amica.
"Perfetto. - fece il ragazzo ancora più contento - Allora chiederemo anche a Josie, Loren, Diana e Kate, sta sera non potevano venire ma magari hanno voglia di passare una settimana in montagna."
"Le chiameremo domani." assicurò Mhone.
"Perfetto. Allora ci manca solo prenotare il biglietto aereo." fece Niall entusiasta.
Noi annuimmo. L'idea di un'intera settimana in Svizzera a sciare ci stava facendo impazzire tutti, eravamo carichissimi.
L'attenzione su di noi andò scemando e il DJ ricominciò a mettere canzoni una dietro l'altra. Io non ero ancora stanca quindi presi per mano Mhone e la trascinai a ballare.
"Allora? Dimmi la verità dove sei stata tutto il tempo?" mi chiese urlando per sovrastare il rumore della musica.
"Ho ballato con Niall e poi sono stata con Louis, ma ti raccono domani." conclusi prima che potesse chiedermi qualsiasi altra cosa. Quello non era ne il momento ne modo adatto per parlarne. Il giorno seguente avremmo avuto più tempo.
"Tu invece?" le chiesi.
"Ti racconto domani." mi imitò facendomi una linguaccia a cui io ricambiai con una smorfia.
Notai Niall e Zayn che si avvicinavano ballando come due ossessi a ritmo di musica e il primo mi fece l'occhiolino. Io gli mandai un bacio per ringraziarlo per quello che aveva fatto prima e lui fece finta di afferrarlo al volo e di posarselo sulla guancia. "Dovere." mimò con le labbra.
La festa finì che erano le cinque passate ed eravamo rimasti solo noi. Louis ovviamente non aiutò a pulire il locale quindi appena anche l'ultimo dei suoi ospiti se ne fu andato imboccammo anche noi l'uscita. I piedi mi facevano male da morire, le scarpe erano comodissime ma stando in piedi tutta la notte con dei trampoli di 12 centimetri era troppo perfino per me, così mi appoggiai a Louis e Niall in modo che potessero sorreggermi alleviandomi il dolore.
Liam arrivò per primo alla sua macchina nuova di zecca, aveva preso la patente da poco così come Zayn e quindi non se l'erano sentita di portarla ad Oxford con loro, e ci salutò facendo salire in auto anche Danielle e Eleanor che era stata ospitata nel loro nuovo appartamento per quella sera.
Poi arrivammo alla macchina di Zayn.
"Vuoi che ti porti a casa io?" mi chiese Louis prima che potessi salire in macchina.
Scossi la testa. "Non preoccuparti, vado con Zayn. Ci vediamo fra tre giorni."
Lui annuì e mi aprì la portiera dei sedili posteriori per farmi salire. "Buonanotte Kay." mi disse piegandosi per darmi un leggero bacio sulla guancia per poi chiudere la portiera.
Mhone salì dall'altro lato sorretta da Zayn dato che neanche lei ce la faceva più a camminare e poi sia lui che Niall si sederono nei posti davanti. La macchina partì sgommando e senza accorgermene scivolai in un sonno pesante.
 
 
 
 
 
 
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TADAAAAAAN;
 
Allora che ne pensate della gif? Io la trovo asdfghjkl **
E del capitolo? Quanto odiate Harry da 1 a 10 in questo capitolo? Sempre fra le scatole vero?! xD Vi ho anticipato come i ragazzi passeranno il capodanno e come regalo per un compleanno a me sembra bellissimo. Anche io vorrei una vacanza con i miei amici per il mio compleanno! Anche se è già passato e mi hanno fatto il galaxy s2 e sinceramente mi va benissimo anche quello e a voi non ve ne potrebbe importare di meno!
Il capitolo scorso ha ricevuto solo una recensione e stiamo cominciando a chiederci se la storia vi comincia ad annoiare...se non vi piace più ditecelo e proveremo a migliorare!!
Comunque ringrazio come sempre tutte quelle a cui piace la storia!
Davvero, tanti baci girls!
Vi :)
 
Twittah:
 
Marty
Vix

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


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CAPITOLO 24

Mhone POV

“Kay… Kay… Kay che cavolo, vuoi svegliarti?!? È tardi e se non ci sbrighiamo perdiamo il treno per Oxford e ti ricordo che non abbiamo ancora fatto i biglietti! Quindi muovi il tuo bel culetto e alzati dal letto!”. In quel momento le maniere gentili non sarebbero servite, quindi, per quanto il sonno sovrastava anche me, ci toccava svegliarci o avremmo perso il treno delle tre, che sarebbe stato anche l’unico in partenza per Oxford quel giorno.
Mi affrettai ad uscire dalla camera di Kay e la sentii mugugnare qualcosa per poi alzarsi faticosamente e scendere le scale fino alla cucina.
Dovevo ancora fare le valigie, quindi decisi di saltare la colazione e accartocciare nel miglior modo possibile tutto quello che avevo nel trolley, sperando che non avrebbe fatto i capricci e si sarebbe chiuso senza tante storie.
 
Erano le due e ancora stavamo correndo in giro per casa prendendo oggetti da una parte e dall’altra che sarebbero dovuti finire in valigia.
“Kay ce l’hai tu la mia maglia blu larga?” urlai per farmi sentire dall’altra stanza.
“Si ce l’ho io, tranquilla la metto nella mia valigia!” mi sentii rispondere.
“Devi piantarla di prendere le mie cose senza dirmelo, è mezz’ora che la cerco!” continuavo ad urlargli.
“E dai non te la prendere, appena torniamo te la restituisco!”.
Sospirai e mi rassegnai. Ormai il mio armadio era diventato in comune, ogni tanto spariva qualcosa, che casualmente ritrovavo sempre nella stanza di Kay.
Ero ancora completamente concentrata nel non lasciare niente che mi sarebbe potuto servire, quando il campanello suonò.
“Ma chi cavolo è adesso?” mi domandai mentre andavo ad aprire la porta.
Non attesi tanto per scoprirlo.
Aprii la porta e il bel moro dai capelli scuri e gli occhi intensi, mi comparve davanti.
“Zayn ma che ci fai qua?” ero così sorpresa dal vederlo che non lo avevo neanche salutato.
“Buon giorno anche a te mia cara Mhone. Sto bene, anche se sono ancora un po’ assonnato. Grazie per avermelo chiesto!” si certo ora si metteva a fare anche dell’ironia. Quello non era proprio il momento giusto.
“Si ok. Buon giorno Zayn. Tutto bene? Ora che abbiamo concluso con i convenevoli potresti rispondere alla mia domanda?” quella mattina era un po’ acida. Quando me ne resi conto addolcii lo sguardo e lo feci accomodare in casa.
“Scusa se ti piombo così senza preavviso, è solo che a differenza degli altri devo tornare al college per sbrigare alcune faccende e visto che anche voi tornate ad Oxford ho pensato che vi avrei potuto accompagnare io. Sempre se siete d’accordo!” era li in piedi, davanti a me, che aspettava una qualche risposta che non so per quale motivo faticava a uscire dalla mia bocca.
“Bhe ci faresti un favore enorme” riuscii a dire dopo aver distolto lo sguardo dal suo.
Si aprì con un sorriso, che cercai di ricambiare.
“Bene allora è deciso. Finite pure con calma quello che dovete finire e poi partiamo!” il suo sguardo questa volta cadde dietro di me. Kay era scesa e mi si era affiancata.
“Non puoi capire quanto ti adoro in questo momento Zayn. Siamo ancora in alto mare con le valigie e Mho cominciava a sclerare di brutto mettendomi agitazione”.
Sul mio volto crebbe un’espressione davvero buffa perché Zayn scoppiò a ridere.
“Non è vero” mi limitai a sussurrare dando una leggera gomitata alla rossa.
Me ne ritornai velocemente in camera, e ancora più velocemente cercai di finire quella dannata valigia!
 
Finito. Finalmente avevo finito.
Con estrema fatica mi caricai il borsone in spalla e trascinai il trolley fino alle scale.
Ora arrivava il bello. Con tutte e due le mani cercai di tirare su il pesante bagaglio e cominciai a scendere le scale cercando di non inciampicare e ruzzolare giù come una palla. Gradino dopo gradino finalmente arrivai in fondo incolume, facendomi scappare un sospiro di sollievo. Portai il trolley fino alla porta d’ingresso, poi lasciai cadere come un sacco di patate, il borsone che cominciava a slogarmi una spalla. Lasciai cadere il borsone troppo violentemente perché Zayn saltò dal divano ed io involontariamente attaccai a ridere.
“Che delicatezza Mho” esortò un po’ stizzito vedendomi ridere.
“Scusa, è che pesava! Non pensavo ti saresti spaventato!” gli risposi cercando di mettere su la mia dolcissima faccia da bimba.
“Ero sovrappensiero e non mi ero accorto di te! -si giustificò- Comunque, avete finito con le valigie?” cambiò discorso.
“Si, io ho finito. Devo solamente andare a prendere le tavole da snow giù in garage!” dissi indicando la porta che conduceva al seminterrato.
“Aspetta… tavole da snow? Non mi dirai mica che fate snowboard?” mi domandò incredulo.
“Bhe veramente si… l’ho scoperto fin da piccola e me ne sono appassionata subito, poi ho trasmesso questo amore anche a Kay! Con la mia famiglia andiamo in montagna tutti gli anni!” gli spiegai.
“Wow. Non l’avrei mai detto. Non vedo l’ora di arrivare sulle piste per vedere come te la cavi, anche se sicuramente non potrai mai superarmi!” un’espressione di superiorità gli comparve in viso.
“Vedremo” commentai solamente.
Le sue labbra si allargarono in un sorriso.
“Ti serve una mano per portarle su?” mi domandò poi.
“Si magari. Grazie mille!”
Scendemmo le strette scale a chiocciola che portavano in garage.
Le tavole e gli scarponi erano riposti nell’armadietto in fondo alla stanza, presi la chiave dal gancio posto li a fianco e tirai fuori la prima tavola che passai a Zayn.
Una volta tirata fuori anche l’altra e caricatoci anche degli scarponi, tornammo su.
Finalmente anche Kay era scesa pronta per partire.
“Che stavate facendo tutti soli soletti in garage?” fu il suo commento non appena ci vide.
“Che simpatica. Siamo andati a prendere le tavole. Come volevi sciare sennò, con il sedere?” le risposi ironicamente.
Non appena vide le sua tavola si scagliò contro Zayn togliendola dalle mani e abbracciandosela. “La mia bambina”.
Zayn mi guardò un po’ stranito e io gli risposi facendogli segno di stare tranquillo che era tutto normale.
Caricammo tutto in macchina e dopo essermi seduta nel sedile avanti finalmente partimmo.
Dopo neanche 10 minuti dalla partenza Kay crollò in un sonno profondo. Anche i miei occhi avrebbero tanto voluto chiudersi, ma non mi andava di lasciare Zayn “da solo” a guidare, così resistetti all’impulso di dormire.
Dovevo iniziare a parlare di qualcosa, quel silenzio non mi aiutava a rimanere sveglia.
“Allora, cosa devi fare ad Oxford?” fu la prima cosa che mi venne in mente.
Si girò un attimo verso di me, poi ritornò a guardare la strada. “Devo solo finire un compito che mi aveva assegnato Dalton, era per l’inizio delle lezioni dopo le vacanze, ma visto che andiamo in montagna non ho tempo di finirlo. E poi la mia tavola e la tuta da snow erano al campus.”
 “Ah capito, insomma il lavoro chiama!”
Rise.
Quanto era bello quando rideva… ma che cavolo dici Mhone, ritorna con i piedi per terra.
“Ti sei divertita ieri alla festa?”
“Si molto. Era la prima volta che vedevo tanti invitati per un solo festeggiato. È stato bello! Poi mi è piaciuto chiacchierare un po’ con te!”
“Si è piaciuto anche a me. Non so perché ma mi ispiri fiducia e con te riesco a parlare di cose che non riesco a dire a nessun altro –in quel momento girò la testa e mi guardò inchiodando il suo sguardo intenso con il mio- sei speciale Mhone Hunter. Sono contento di averti conosciuto.”
Le mie gote erano diventate sicuramente rosse perché sentivo un estremo calore avvampare sul mio viso. Mi aveva appena detto delle parole dolcissime ed io per la seconda volta in un giorno ero rimasta imbambolata non sapendo cosa dire. Mi faceva questo effetto lui.
“Oh scusa forse ho esagerato un po’. Fai finta che non ti ho detto nulla!” ero rimasta in silenzio, silenzio che Zayn tradusse come un rifiuto da parte mia.
“No non hai esagerato –mi sbrigai a dirgli- è solo che mi avevi lasciata senza parole. Non puoi neanche capire quanto mi faccia piacere che tu riesca ad aprirti con me.
Infondo sono una normalissima ragazza qualunque che si  è presa a cuore te e la tua storia, nella tua vita ne troveresti a migliaia di persone così.”
Avevo la testa abbassata e stavo torturando un filo che usciva dalla maglia.
“No ti sbagli. Nel mondo di persone come te ce ne sono veramente poche. Te lo posso garantire. Le uniche persone che ho conosciuto, a parte i ragazzi, sono vuote e insensibili, pronte ad usarti senza scrupoli per raggiungere i loro fini e se magari sembrano interessate ai tuoi problemi, sta pur certa che lo fanno solo perché vogliono qualcosa in cambio. È vero, tu sei una normalissima ragazza qualunque, ma sono contento che ad averti conosciuta sia stato proprio io e credimi se ti dico che vali un  milione di volte in più rispetto ad altre persone!”
Ero di nuovo senza parole, ora più di prima, ma mi sforzai di alzare lo sguardo cercando il suo. Quando lo trovai non riuscii a far altro che un timido sorriso.
“Che c’è? Ti ho lasciato di nuovo senza parole?” un sorriso beffardo si allungò ai lati della sua bocca.
“Si –confessai distogliendo lo sguardo da lui per fissarlo verso la strada- ammettilo ci stai prendendo gusto!”
“Se devo dirti la verità si, è uno spettacolo vedere come ogni volta un pallido rossore ti compare sulle gote, e come cerchi di evitare di guardarmi, o come giochi con qualsiasi cosa ti capiti tra le mani quando sei nervosa. Come adesso, stai giocando con quella ciocca di capelli e guardi distrattamente fuori dal finestrino. Sbaglio?”
Lasciai la ciocca di capelli e mi morsi leggermente il labbro inferiore girandomi verso di lui.
“Vedo che mi hai osservata per bene. Comunque perché tu lo sappia non sono nervosa –mentii- perché dovrei esserlo?”
“Forse è perché ti metto in imbarazzo!”
“Imbarazzo? No, l’unica cosa che mi fai, è lasciarmi senza parole ogni tanto!”
Scoppiò in una risata che contagiò anche me.
“Quando ridi poi, sei ancora più bella!” disse poi mantenendo lo sguardo rivolto verso la strada.
Di nuovo non sapevo cosa dire, quindi rimasi in silenzio e poggiai la testa sul finestrino.
Il sonno  prese il sopravvento, chiusi gli occhio e caddi in un sonno profondo.
 
Quando riaprii gli occhi mi resi conto che la macchina si era appena fermata.
“Ben risvegliata bell’addormentata”
 Mi alzai di scatto. “O cavolo mi sono addormentata. Scusa mi dispiace”
Scoppiò a ridere. “Dovresti vederti, sei veramente buffa. Dai sveglia Kay che vi aiuto a portare i bagagli!”
Mi sporsi verso dietro e scrollando la spalla di Kay cercai di svegliarla.
“Kay, svegliati. Siamo arrivate.”
Stranamente si svegliò al primo colpo anche se come risposta ricevetti i soliti mugolii!
Zayn ci aiutò a portare i bagagli in casa poi salì le scale ed andò nel suo appartamento.
“Aspetta –lo fermai prima che sparisse- grazie, grazie per tutto!”
Impulsivamente lo abbracciai.
“Figurati” mi rispose dopo essersi sciolto dall’abbraccio, per poi sparire al piano di sopra.
 
Quando rientrai presi i miei bagagli dal soggiorno e li portai in camera mia. Stavo cominciando a svuotare la valigia per riempirla nuovamente con le altre cose per la baita, quando Kay entrò in camera buttandosi sul mio letto.
“Vuoi sapere di ieri sera?” disse solamente.
Non ce la faceva più a trattenere dentro di se il racconto della sera precedente.
Mi avvicinai e mi sedetti a gambe incrociate sul letto davanti a lei.
“Avanti racconta” la incitai.
Mi raccontò per filo e per segno il momento in qui Louis l’aveva portata in terrazza a guardare le stelle e il momento di intimità nel quale si erano trovati…
“E allora? Lo hai baciato?” le chiesi in preda all’eccitazione.
“No –il mio entusiasmo calò drasticamente- proprio in quel momento è comparso Harry che ci richiamava per i regali” la delusione le si leggeva in faccia.
“Ma che cavolo. Sembra che ci fa apposta. Quel ragazzo ha il dono di arrivare sempre nei momenti meno opportuni.”
“Già!”
Cavolo Kay si era proprio presa una bella cotta per Lou. Stava facendo tutto quello che poteva per stare con lui e questo includeva l’allontanamento immediato di Eleanor.
L’abbracciai forte a me e poi le stampai uno schioccante bacio sulla fronte.
Poi si alzò dal letto per tornare in camera sua a sistemare le valigie, ma si fermò un secondo sullo stipite della porta.
“Tu invece? Sei sparita con Zayn… non hai niente da raccontarmi?”
Alzai lo sguardo verso di lei e le rivolsi un debole sorriso.
“No, niente di importante. Abbiamo solo parlato del più e del meno. Lo sto conoscendo sempre di più.”
Sorrise dolcemente e se ne andò.
 
Quella giornata era stata piuttosto pesante e dopo aver passato un altro pomeriggio a fare valigie –ormai eravamo diventate delle vere esperte a farle e disfarle- ordinammo qualcosa da mangiare dal cinese vicino casa e dopo aver mangiato filammo subito a dormire.
Stanca com’ero, mi ero dimenticata di chiudere le tende e quindi i forti raggi del sole delle 9 mi svegliarono completamente. Rimasi un po’ nel letto a guardare distrattamente fuori dalla finestra, poi mi alzai e andai a fare colazione.
Una bella tazza di caffè bollente e un cornetto alla Nutella mi diedero un dolce risveglio e mi misero di buon umore spazzando via l’acidità che avevo accumulato il giorno precedente a causa del sonno.
Andai in bagno a lavarmi denti e faccia, poi mi infilai una tuta pesante e i miei caldissimi Ugg.
Presi chiavi e cellulare e andai a buttar via la spazzatura.
L’aria fredda di Dicembre mi colpì il viso. Presi un bel respiro e godetti del fatto che quell’aria non era inquinata e piena di gas come quella di Londra.
Buttai la spazzatura nel grande secchio avanti casa e sentii il portone del condominio aprirsi.
“Buon giorno Mhone”
“Buon giorno anche a te Zayn”
“Dormito bene questa notte?” mi chiese una volta avvicinatosi.
“Si, come un angioletto. Tu?”
“Non c’è male, diciamo che il sonno arretrato sono riuscito a recuperarlo”
“Come mai così mattiniero? Hai già finito il compito per Dalton?”
“Si l’ho finito ieri sera prima di andare a letto ed ora volevo un po’ di tempo solo per me.”
“Capisco. Bhe allora ti lascio a te stesso. Ciao Zay…”
“No dai non te ne andare. Ti va di venire con me?”
Stavo per rispondergli di no, in quanto non mi andava di disturbarlo e poi dovevamo ancora finire di sistemare alcune cose io e Kay, ma poi notai il suo sguardo, non voleva rimanere solo. Voleva qualcuno che non lo facesse pensare, ma che gli tenesse semplicemente compagnia.
“Va bene vengo. Però fammi andare a cambiare, non posso uscire così.”
“Ma no dai stai benissimo. Andiamo che comincio ad essere anche un po’ in ritardo!”
Lo segui e salii in macchina assecondandolo.
Arrivammo quasi dall’altra parte della città, poi Zayn parcheggiò davanti un piccolo negozietto. Solo quando arrivai davanti la porta del locale notai che quello era un negozio per i tatuaggi.
“Zayn, ma perché siamo qui? Vuoi farti un tatuaggio?” gli chiesi con aria un po’ confusa.
“Indovinato! Dai avanti entriamo!”
Il negozio aveva una piccola sala da aspetto con delle poltroncine rosso mattone e un piccolo tavolinetto sul quale erano impilati vari raccoglitori chiusi.
Davanti a noi c’erano due porte, in una delle quali si affacciò un omaccione muscoloso con una maglia grigia da cui si intravedevano alcuni tatuaggi sul petto.
“Zayn, amico, finalmente sei arrivato. Pensavo non venissi più. Chi è questa splendida creatura, la tua ragazza?”.
“Ciao Josh. Lei è Mhone, è una mia amica e mi ha accompagnato questa mattina.”
Si salutarono stingendosi i pugni e abbracciandosi in modo strano, poi Zayn fece per entrare in una delle due stanze.
Mi stavo quasi per accomodare su una delle poltrone e sfogliare uno dei raccoglitori, quando Zayn si girò verso di me.
“Che fai, non entri con me?” mi domandò allungando una mano verso di me.
“Non pensavo volessi che entrassi con te”.
“Ma certo che voglio che entri. Dai!”
Afferrai la sua mano e mi trascinò dentro la stanza.
Josh mi diede una sedia su cui sedermi, poi andò a prendere il materiale per cominciare, mentre Zayn si accomodò sul lettino.
Prima che Josh potesse ritornare, Zayn si tolse la maglietta e rimase a dorso nudo lì, lì davanti a me.
Il mio cuore perse un battito.
La vista di quel corpo perfettamente perfetto mi fece venire un capogiro. Fortuna che stavo seduta.
“Hei amico, questa volta che tatuaggio vuoi farti?” chiese Josh una volta rientrato nella stanza.
Aspetta un minuto… questa volta? Che significa questa volta?
Solo in quel momento vidi che su quel bel fisicaccio c’erano incisi altri tatuaggi, ne aveva due persino sul braccio e non me ne ero mai accorta.
In quel momento mi diedi della stupida da sola. Come cavolo avevo fatto a non averlo notato? Bha…
Vidi poi Zayn tirare fuori un fogliettino dalla tasca posteriore di jeans.
“Ecco. Voglio che mi tatui questo qui” e si indicò la clavicola sinistra.
Josh non perse tempo e in una mezz’oretta ebbe finito il lavoro.
“Allora Mho, ti piace?” mi chiese poi alzandosi dal lettino.
Mi avvicinai a lui.
“Sii fedele in quello in cui credi. Si, concordo in pieno con questa frase. Mi piace”
Dopo aver messo una specie di pomata ed una garza si rimise la maglietta –a mio mal in cuore- e si avvicinò a me.
“Perché non te ne fai uno anche tu?” mi domandò prendendomi il mento tra le dita.
“Io? No, non saprei cosa farmi e poi se tornassi a casa con un tatuaggio Kay mi ucciderebbe.”
“Ma dai, con tutto il rispetto, ma chi se ne frega di Kay. Fallo e basta. Fai una pazzia”.
Non avevo mai fatto pazzie in vita mia, ero una ragazza posata e riflessiva. Le cose senza pensare non erano da me… però mi era sempre piaciuta l’idea di farmi un tatuaggio. L’idea di qualcosa che sarebbe rimasta per sempre mi affascinava.
Una voce nella mia testa ripeteva sempre le stesse parole. “Dai Mho, fai una pazzia. Dai, fai una pazzia”.
Ok, per una volta nella mia vita non avrei pensato e ripensato, ma avrei agito.
“Va bene mi hai convinta. Lo faccio.”
Chiusi gli occhi e sentii la mano di Josh che mi afferrava il polso. Poi senti un dolore leggero, come tanti pizzichi e una ventina di minuti dopo il lavoro era finito.
La scritta Never give up si distingueva chiaramente sul mio polso destro.
Non mollare mai,era il mio motto. Con perseveranza e costanza tutto si poteva raggiungere, bastava non mollare mai.
Ero soddisfatta di quello che avevo fatto, ora però chi glie lo diceva a Kay?
 
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Ciao Bellezze! =D
Come state? Io molto bene visto che ci sono 4 giorni di vacanza! Mi ci volevano proprio! ^^
L’altro ieri era Halloween, come lo avete passato?? Divertite?? Io Vix abbiamo passato una serata piuttosto tranquilla, ci siamo risparmiate per la festa di domani! Ma naturalmente a voi non ve ne frega una ceppa, più che giusto! xD
Via passiamo al capitolo… che ne pensate? Piaciuto il tatuaggio di Mho? Per una volta ha fatto una pazzia e ha seguito l’istinto! xD
Il capitolo magari è un po’ di passaggio, ma si delineano un po’ di inciuci tra Mho e Zayn… Mmmmm! xD
Ps. Il mio ultimo capitolo ha ricevuto una sola recensione e se volete la verità, un po’ ci sono rimasta male, in quanto mi viene il dubbio che i capitoli comincino ad annoiarvi. Fortunatamente vi siete riprese un po’ nell’ultimo capitolo! =)
Spero che continuiate a recensire (magari diventando anche più numerose xD), e come sempre ringrazio chi recensisce ogni volta puntualmente, chi mette la storia tra preferite/seguite/ricordate! Un MEGA grazie va a voi! =D
 
PPS. Ho da poco creato un Live Journal dove sto pubblicando icons, intestazioni, banner e BG per twitter, quindi se avete Twittah, andate a dare un’occhiata! Se i miei lavori vi piacciono non esitate a prenderli, basterà solamente creditarmi in un tweet! =D
Vi lascio qua il link--> 
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Via ora me ne vado che sto angolo autrice è anche fin troppo lungo!
xD
Un bacione.
Marty.

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Marty
Vix

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


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CAPITOLO 25
 
Kaycee POV
 
Svegliarsi nel torpore delle coperte senza nessuno che te le tiri via e con la semioscurità della mia stanza era sempre stato piacevole, tanto che ci impiegai più del necessario per alzarmi ma dopo qualche sbadiglio e stiracchiamento ero finalmente in piedi. Mi trascinai fino al bagno e feci scorrere l'acqua nella doccia per farla diventare calda, nel frattempo mi spazzolai i capelli e mi osservai per un momento allo specchio. Sorrisi ripensando alla sera del compleanno di Louis e mi diedi uno schiaffetto per farmi riprendere. Avanti Kaycee, non puoi prenderti una di quelle cotte da dodicenni, non è salutare. Mi svestii e entrai nella doccia lasciando che tutti i pensieri mi scivolassero via insieme all'acqua tiepida. Dopo una mezz'oretta uscii dalla doccia più rilassata che mai e mi asciugai il corpo e i capelli con una lentezza che avrebbe fatto saltare i nervi a Mhone, ma oggi non mi correva dietro nessuno, per una volta potevo fare tutto con calma. Mi infilai reggiseno, mutande e una comoda tuta e andai a fare colazione.
Mi chiesi dove poteva essere andata Mhone, di solito se usciva lasciava un biglietto attaccato alla scatola di cereali ma quella mattina non avevo visto neanche un post-it.
Consumai la colazione senza pensarci tanto e ritornai in camera mia scostando le tende e facendo entrare quella pallida luce invernale che solitamente mi metteva angoscia. Ma quella mattina no, quella mattina ero felice, ero felice perché il giorno dopo saremmo partiti per la nostra settimana sulle alpi e io non vedevo l'ora.
Ero così euforica che rifeci perfino il letto e misi a posto il disordine che regnava in camera mia. Quando finii mi accorsi che non avevo più niente da fare ma che dovevo assolutamente occupare il mio tempo altrimenti mi sarei buttata sul divano a vedere la tv e la cosa mi avrebbe resa passiva e annoiata, così decisi di cominciare a preparare la valigia. Aprii l'armadio e presi l'enorme trolley poggiandolo per terra e aprendolo poi cominciai a cercare vestiti da portarmi. Le prime cose che misi in valigia furono la tuta da sci e tutto il necessario per andare sulla neve, mi portai qualche tuta pesante, jeans, maglioni e magliette in caso nella baita fosse stato caldo e poi calzini, mutande e reggiseni, pensando che ci sarebbe stato Louis portai anche un pigiama decente e non quello solito di flanella con le paperelle. Infine, sopra a tutto, piegai con estrema attenzione e delicatezza, in modo che non si stropicciasse, il vestito che avrei indossato per Capodanno.
Ero veramente soddisfatta di me, avevo fatto entrare tutto nella valigia, l'unica cosa che mancava era il borsone in cui avremmo messo in comune scarpe, doposci e beauty-case. Avevo appena finito di fare anche quella borsa quando sentii la porta d'ingresso che si apriva.
"Kaaaay, sono a casa." mi urlò Mhone.
Mi alzai dal pavimento per chiudere la valigia e la raggiunsi in salotto. La prima cosa che mi colpì fu un espressione colpevole sul suo viso che cercò di nascondere andando in cucina per preparare il pranzo.
"Che hai combinato?" le chiesi sedendomi al tavolo della cucina mentre lei trafficava dandomi le spalle.
"Perché devo per forza aver combinato qualcosa?" mi chiese prendendo una pentola e riempendola d'acqua.
"Perché te lo si legge chiaro in faccia che hai fatto qualcosa e non vuoi dirmelo."
Lei si girò verso di me.
"Mi ucciderai?" mi chiese sforzando un sorriso.
"No, se non mi dai motivo per farlo."
Sbuffò e si sedette accanto a me tirandosi su una manica e mostrando una benda sul polso. Rimasi paralizzata dalla paura.
"Mho...- cominciai a dire ma le parole sembravano non voler uscire. - Che c'è che non va? Stai male? Sei triste e non me l'hai detto? Perché lo si può superare, sai che possiamo fare tutto insieme!" cominciai a parlare senza prendere fiato e le afferrai le mani con delicatezza, impaurita dalla sua fragilità e dal fatto che non mi fossi resa conto di niente.
Mhone si accigliò. "Kay, ma che stai dicendo?"
I miei occhi cominciarono a pizzicare. "Non devi aver paura, troveremo uno psicologo, o qualcuno che ti aiuti, non c'è più bisogno di tagliarsi per..."
Il mio discorso venne interrotto dalla risata compulsiva di Mhone che si teneva la pancia piegata in due dal ridere aggrappandosi al tavolo con una mano per non cadere dalla sedia.
Io la fissavo sbalordita.
"Oddio, cioè...tu vuoi dirmi... - cercava di dire fra una risata e un'altra - pensavi, o mio Dio, pensavi seriamente che mi tagliassi?" chiese una volta ritrovata la calma.
"Ehmm si, sennò come le spieghi quelle bende?!" le chiesi sempre più confusa.
"Ho fatto un tatuaggio cretina, e devo portare le bende per due massimo tre giorni." mi spiegò asciugandosi gli angoli degli occhi.
Ci misi un attimo per carburare la notizia e quando capii in pieno le sue parole le diedi uno schiaffo sul braccio facendola sussultare dal dolore.
"Ma sei impazzita!?! Mi hai fatto prendere un colpo assurdo porco cazzo!" dissi mettendomi una mano sul petto per cercare di far smettere di battere così forte il mio cuore.
Per tutta risposta Mhone scoppiò a ridere ancora di più. "Beh almeno non sei arrabbiata per il tatuaggio." cercò di sdrammatizzare mentre io la fulminavo con lo sguardo.
"Di solito interpreti tu la parte della mamma e io quella della figlia indisciplinata." le feci notare prendendo un bicchiere d'acqua.
"Vero. - disse mettendo su la pasta - Io mi vado a cambiare, tieni d'occhio il pranzo." 
Annuii e la tolsi nello stesso istante in cui lei ritornò in cucina.
Mangiammo tra una chiacchiera e un'altre e mi feci dire che cosa si era tatuata, il pomeriggio lo passammo a vedere un film (e Mhone a fare la valigia) e andammo a letto emozionate come delle adolescenti che vanno per la prima volta in gita.
 
La mattina dopo non ci fu bisogno di Mhone per svegliarmi, ero talmente agitata che avevo dormito poco e quando lei, alle sei e mezzo di mattina, entrò in camera per svegliarmi io ero già in piedi che mi vestivo. Come sempre durante i viaggi avevo bisogno di stare comoda quindi mi infilai il sotto di una tuta e una felpa pesante, raccolsi i capelli in una coda e inforcai gli occhiali da vista.
Il nostro aereo partiva alle 12.30 e noi saremmo dovuti arrivare all'aeroporto di Gatwick con almeno due-tre ore di anticipo per il check in, inoltre il viaggio da Oxford all'aeroporto durava più o meno due ore quindi Zayn, per stare nei tempi, ci sarebbe venuto a bussare alle 7.15 e poi saremmo partiti con la sua macchina. Per non allungare il viaggio avevamo deciso di non incontrarci con gli altri a Londra e poi partire insieme, ci saremmo incontrati all'aeroporto. Mhone aveva chiamato Katie e le altre il giorno prima e sfortunatamente Loren e Diana non sarebbero potute venire, Diana andava a trovare i nonni materni in Italia e Loren passava le vacanze dal fidanzato, quindi eravamo solo io, Mhone, i ragazzi, Eleanor, Danielle, Josie e Katie che avevano accettato l'invito con tanto di urletti isterici ed esclamazioni di giubilio.
L'unica pecca di questa vacanza era la presenza di Eleanor, non sapevo bene come ma avevo la netta sensazione che a lei non andasse giù la separazione con Louis ne la mia vicinanza con lui.
Preciso come un orologio svizzero alle 7.15 Zayn ci venne a bussare e ci aiutò a portare fino al garage le valigie, anzi, più che altro aiutò Mhone con la sua di valigia lasciando che portasse da sola solo il borsone delle scarpe che non era nemmeno tanto pesante, io invece fui costretta a trasportarmi da sola la mia andando incontro ad una morte certa. Infatti quel gran pezzo di pakistano sapeva alla grande quanto fossi goffa e sbadata ma preferì fare il gentiluomo nei confronti della mia amica che era tutto un sorriso quando lui era nei paraggi. Per una qualche grazia divina io arrivai integra fino alla sua macchina senza che la mia faccia o il mio sedere venisse irrimediabilmente distrutto.
Lasciai che Mhone si sedesse al posto del passeggero e io mi accomodai nei posti dietro mettendomi bella comoda. Non avevo voglia di fare conversazione quindi annunciai che mi sarei isolata per un po'. Infilai le cuffiette dell'I-Pod nelle orecchie e finalmente mi estraniai dal mondo circostante mettendomi a guardare al di fuori del finestrino. In poco tempo il paesaggio di città lasciò posto alle campagne inglesi che sembravano ancora più tristi e desolate grazie alle nuvole e alla nebbiolina che si estendeva dando l'impressione di un paesaggio molto più ovattato. In poco tempo mi addormentai.
 
Venni svegliata da Mhone che mi stava scuotendo dolcemente.
"Siamo arrivati." mi disse solo togliendomi le cuffiette dalle orecchie.
Mi stiracchiai e notai che stavamo già nel parcheggio riservato dell'aeroporto. Scesi dalla macchina e presi il mio trolley dal bagagliaio, questa volta Zayn prese il borsone e Mhone trascinò la sua valigia.
Stavo già per avviarmi per l'entrata principale quando la mano di Zayn mi bloccò. 
"Troppe fan." disse e io capii che voleva evitarle.
Ci fece entrare in un ascensore che portava direttamente dentro l'aeroporto e ci disse che i ragazzi erano già là che ci aspettavano.
Quando le porte si aprirono la prima cosa che vidi furono i dolci occhi di Niall e le sue braccia che mi circondarono la schiena.
"Mi sei mancata." mi sussurrò all'orecchio.
Io gli diedi un buffetto sulla guancia. "Suvvia, non fare il bambino, ci siamo visti tre giorni fa."
"Tre lunghissimi giorni fa." recitò tragico mettendosi una mano sulla fronte con fare teatrale.
Scoppiammo tutti a ridere e passai a salutare gli altri. Liam mi abbracciò staccandosi un attimo da Danielle che subito dopo mi salutò sorridendo e dandomi due baci sulle guance, Katie e Josie mi abbracciarono contemporaneamente, Harry mi scompigliò i capelli e mi diede un bacio sulla guancia, Eleanor mi abbracciò ma sentii una certa freddezza in quel gesto e poi i miei occhi si soffermarono in quelli blu di Louis. Tutto il senso di freddezza che mi aveva lasciato l'abbraccio di Eleanor venne rimpiazzato da un piacevole calore. Louis si avvicinò e mi strinse a se posando le sue mani sulla mia schiena. Sentii il calore anche con la felpa che divideva la mia pelle dalle sue mani.
"Buongiorno dolcezza." mi disse sorridendo.
Io biascicai un buongiorno e mi allontanai per cercare di ricominciare a respirare.
"Allora gente, - mi distrasse dai miei pensieri Harry - forse è meglio andare, ci saranno parecchie fan nell'area check in che ci toglieranno un po' di tempo."
Come Harry aveva predetto c'erano una ventina o forse più ragazzine sclapitanti che ci attendevano impazienti davanti l'area check in che appena ci videro cominciarono a salutare con le mani con la paura di avvicinarsi e a chiamare i loro nomi. Alcune più coraggiose di altre si avvicinarono chiedendo autografi e foto mentre io e le altre ragazze ci mettevamo un po' in disparte per non comparire nelle foto e per non impicciare. Mi chiesi come aveva potuto la notizia della partenza essersi diffusa così in fretta. Gli invitati alla festa di Louis si pensassero fossero discreti e inoltre non avevamo neanche qualche body guard che potesse far calmare quelle ragazzine, fortunatamente quando una di loro svenne al contatto con la mano di Niall gli agenti della sicurezza dell'aeroporto intervenirono allontanandole e facendoci fare il check velocemente così che avremmo potuto imbarcarci in fretta.
"Non mi avevi detto che potevi far svenire una ragazza solo con una stretta di mano Horan." dissi al biondo dandogli una gomitata sul braccio.
"E' uno dei miei tanti poteri." rispose lui prendendomi a braccetto e facendomi scoppiare a ridere.
Eleanor ci sorpassò velocemente e si avvicinò a Louis così tanto da far sfiorare le loro spalle e cominciarono a parlare.
Niall strinse di più la presa sul mio braccio e sorrise dolcemente cosa che fece sorridere anche me, era impossibile non venir contagiati dalla serenità e calma di quel ragazzo.
Ci fecero accomodare in prima classe e ovviamente costrinsi Mhone a stare dalla parte del corridoio perché io amavo guardare fuori dal finestrino, il volo non durò molto e non ci furono turbolenze.
All'aeroporto Belp di Berna fortunatamente non c'erano fan, a quanto pareva sapevano da dove partivamo e quando ma non sapevano dove andavamo. Comunque c'erano comunque persone che si giravano verso di noi e che ci indicavano e qualche Directioner a quanto pare si era trovata al posto giusto e nel momento giusto. Vidi una ragazza sui sedici anni che trasportava una valigia che quando ci vide spalancò la bocca, lasciò cadere la valigia e corse verso i ragazzi per chiedere una foto. Un'altra chiese perfino un autografo a Danielle e Eleanor ma loro rifiutarono cortesemente.
"E' frenetico, non trovi?" sussultai per l'improvvisa vicinanza di Eleanor, non l'avevo sentita arrivare.
Annuii.
"Tu pensa se fossi la ragazza di uno di loro quanto peggio potrebbe diventare. Fotografata dovunque vai con ragazzine che non riescono a farsi i fatti loro, senza un minimo di privacy, bisogna avere molta pazienza e cercare di fingere ogni volta per poter gestire tutto questo. - disse senza guardare me ma puntando sempre il suo sguardo su Louis che faceva una foto con una bambina di dieci anni. - E bisogna saper stare in mezzo a tanta gente senza dare di matto." aggiunse poi.
"Perchè mi dici questo?" chiesi con il cuore in gola.
"Perché so che tu non ce la faresti." mi rispose sorridendomi falsamente per poi allontanarsi.
Rimasi a fissarla con occhi spalancati finché Mhone non mi diede una pacca su una spalla dicendomi che era ora di muoversi.
Il clima di Berna non era molto migliore di quello inglese, l'unica differenza era che lì c'era molta neve, così tanta che mi dimenticai per un attimo delle parole di Eleanor e mi misi a guardare gli edifici coperti di neve incantata.
Prendemmo tre taxi e nel giro di un'ora eravamo arrivati a destinazione. La baita era a dieci minuti di distanza dal paesino sottostante ma aveva un impianto di salita per le piste tutto suo, eravamo stati proprio fortunati a trovarla.
All'esterno era una tipica casa di montagna, grande all'apparenza con i muri bianchi e il tetto di legno, speravo sinceramente che all'interno fosse caldo.
Pagammo i taxi e trascinammo le valigie fin davanti al portone. Ci guardammo tutti quanti un secondo poi Liam, che era il più vicino alla porta, si decise a bussare.
Dopo poco ci venne ad aprire un uomo tarchiato con degli occhiali da vista calati storti sul naso.
"Oh, siete arrivati finalmente!" esclamò appena ci vide. 
Ci aiutò a portare dentro le valigie e poi chiuse la porta alle nostre spalle in modo che il freddo non entrasse.
Mi guardai intorno meravigliata, quella baita era enorme. Alla destra della porta d'ingresso c'era il salotto con divani che sembravano comodissimi, un tappeto di pelliccia e l'immancabile camino mentre alla sinistra c'era la cucina, spaziosa anch'essa.
"Bene ragazzi, vi lascio all'esplorazione di quella che sarà la vostra casa per la prossima settimana. Mi raccomando, non rompete niente e cercate di pulire ogni tanto. Io vengo la settimana prossima per riprendere le chiavi." disse per poi tirare a Liam un mazzo di chiavi e poi uscire senza dire altro.
Notai che le espressioni dei miei amici erano identiche alla mia.
"Ragazzi! - esclamò Harry che era appena sbucato da un corridoio accanto al salotto che non avevo neanche notato. - C'è la piscina!"
Corremmo tutti verso di lui e notammo un enorme piscina nella stanza dietro il salotto con i muri di vetro e delle doccie.
Era spettacolare.
Dopo averla ammirata per bene tornammo di la per vedere le camere da letto e i bagni (c'era perfino il deposito sci).
"Come ci dividiamo?" domandò Niall.
Le camere erano sei, tre al piano terra, due doppie e una quadrupla e tre al piano superiore, due doppie e una singola che prontamente occupò Eleanor con la scusa che aveva bisogno dei suoi spazi. Io e Mhone prendemmo una doppia di sopra, così come Niall e Zayn, Harry e Louis presero la doppia al piano terra concordando che potevano benissimo condividere una camera in due e ovviamente Liam e Danielle presero l'ultima doppia rimasta, quella con il letto matrimoniale, Katie e Josie si appropriarono della quadrupla senza fare storie, dopotutto avrebbero avuto anche più spazio.
Entrate nella camera io e Mhone appoggiammo le valigie sul letto, che fortunatamente era da una piazza e mezza, e sistemammo le nostre cose per poi raggiungere gli altri in salotto dove stavano bevendo una cioccolata calda sul divano. Dopo qualche chiacchiera Mhone e Danielle andarono a cucinare la cena mentre c'era chi apparecchiava e chi come me non faceva niente.
Cenammo in armonia e poco dopo andammo a letto sfiniti.
Si, quella vacanza si prospettava meravigliosa.
 
 
 
 



 
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SALVE SALVINO PIPOL (?);
 
Come va? Tutto bene si?! Perchè io sono stracontenta oggi perché sono finalmente riuscita a prendere appuntamento dal tatuatore WOO-HOO...ma a voi non interessa xD
Allora che ne dite di questo capitolo? Vi siete divertite nella scena in cui Kay pensava che Mhone si tagliasse? (Da notare come anche qui c'è di mezzo un tatuaggio xD)
State odiando El vero? Non dategli troppo addosso però...in futuro una cosa giusta la farà ;)
Ringrazio come sempre chi recensisce/legge/caga i nostri capitoli!
We love You <3
Non ho nient'altro da aggiungere unfortunately quindi spero che il cap vi sia piaciuto e che riempirete quel rettangolino bianco qui in basso pieno di belle paroline, o aanche no, come volete! XD
Tanti enormi baci,
Vi :)


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Marty
Vix

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


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CAPITOLO 26

 

Mhone POV

Un forte odore di caffè mi penetrò le narici e mi diede la giusta carica per aprire gli occhi. Allungai una mano fino al comodino e guardai l’ora sul cellulare. Erano le otto. Mi girai verso Kay e vidi che dormiva ancora profondamente come una bambina.
“Kay, Kay… Dai svegliati!” le sussurrai all’orecchio scuotendola dolcemente.
“Mhmmm… Altri 5 minuti Mho, poi mi sveglio” e si girò dall’altra parte.
Decisi di non insistere. Mi infilai le mie pantofolone pelose e scesi in cucina in pigiama.
Quando arrivai nella grande e luminosa cucina vidi Danielle intenta a preparare un fumantissimo caffè e Liam li accanto che le cingeva i fianchi. Dovevo ammettere che era uno spettacolo per gli occhi vederli insieme. Harry invece era seduto al tavolo ed era impegnato a mangiare un biscotto mentre controllava qualcosa sul suo cellulare. Gli altri presunsi che stessero ancora dormendo proprio come Kay.
“Buon giorno” mi annunciai.
“Buon giorno a te Mho” mi rispose Liam.
“Dormito bene?” mi chiese Danielle con un sorriso.
“Si molto bene, grazie. E voi?” risposi gentilmente.
“Benissimo anche noi, grazie.” Guardò Liam dolcemente poi prese la caffettiera e versò una tazza di caffè per ciascuno.
La ringraziai e mi sedetti al tavolo di fronte a Harry. Solo in quel momento notai come era conciato.
“Harry ma non hai freddo? Sei praticamente… nudo!” indossava solamente un paio di boxer e se ne stava tranquillamente seduto a fare colazione.
Alzò lo sguardo dal cellulare e mi rivolse un sorriso beffardo.
“Mia cara Mho, neanche il freddo pungente delle Alpi può spegnere i miei bollenti spiriti”
Ok si, ero sempre più convinta che quel ragazzo non fosse normale. Ma in fondo gli volevo bene proprio perché era così!
Lo guardammo un attimo in silenzio tutti e tre, poi scoppiammo a ridere e la coppietta felice si mise seduta a fianco a me.
Non avendo fatto ancora la spesa, c’era ben poco per fare colazione, così mi accontentai di alcuni biscotti e di un’abbondante tazza di caffè.
Quando ebbi finito sciacquai la mia tazza e la riposi nella lavastoviglie – si, c’era anche quella, così non avremmo neanche dovuto fare i turni per chi avrebbe lavato le stoviglie-, in quel momento scesero Kay, Louis, Niall, Eleanor, Katie e Josie.
“Buon giorno” salutò Josie sedendosi su una sedia ancora completamente assonnata, probabilmente Katie l’aveva tirata giù dal letto perché lei al contrario era sveglia e pimpante.
“Bene alzati, finalmente” risposi e mi avvicinai a Kay schioccandole un bacio sulla guancia.
Stavo per risalire le scale quando Niall mi fermò.
“Mho dove vai?”
“Ho finito di fare colazione così pensavo di andarmi a preparare. Voglio arrivare presto sulle piste così non troviamo fila” gli risposi.
“Ah ok. Senti visto che vai su ti dispiacerebbe svegliare Zayn? E’ capace di dormire fino a domani se non lo svegliamo.”
Sorrisi. “Ok nessun problema ci penso io”.
“Buona fortuna” mi urlò Louis per farsi sentire.
Inizialmente non capii a pieno il perché di quelle parole.
Bussai alla camera di Zayn.
“Zayn sono Mhone. Svegliati pigrone o faremo tardi”
Nessuna risposta.
Bussai più forte.
Ancora silenzio totale.
Mi decisi ad entrare. Lo trovai abbracciato al cuscino che dormiva profondamente. Quanto era dolce visto così.
Mi avvicinai e cominciai a scuoterlo, prima delicatamente, poi vedendo che la cosa non funzionava, ci andai più decisa.
Niente.
Ma che cavolo era, aveva il sonno più pesante di Kay il tipo. Ora capivo le parole di Lou.
Mi avvicinai al suo orecchio e cominciai a chiamarlo.
“Zayn, Zayn dai svegliati. Zayn, dai che cavolo vuoi alzarti?! Dai su ti prego svegliati!”
Ancora niente, neanche un piccolo movimento.
Mi stavo per demoralizzare e lasciar perdere quando volli fare un ultimo tentativo.
Mi misi in ginocchio vicino a lui e cominciai a urlargli nelle orecchie il suo nome.
“Zayn, Zayn, Zayn, Zayn, Zayn, Zayn, Zayn, Zayn, Zayn, Zayn…”
Che cavolo dopo un po’ si sarebbe stufato pure lui di sentire il suo nome all’infinito no?
 Stavo continuando con la mia cantilena infinita, quando mi vidi arrivare davanti gli occhi una mano che mi tappò la bocca e che mi portò il viso vicino al suo.
“Ti prego smettila” mi sibilò.
Un sorriso vittorioso si posizionò sulle mie labbra ed emisi un “Ok la smetto” attraverso la sua mano che ancora mi tappava la bocca.
Finalmente la tolse e involontariamente inspirai profondamente.
“Oh finalmente ci sono riuscita” cantai trionfante.
Si tirò su e si mise a sedere.
Era a dorso nudo e aveva in dosso solo il sotto di una tuta.
Spostai lo sguardo e fissai il muro dietro di lui.
“Perché mi hai svegliato così presto?” mi domandò mentre si alzava in piedi.
“Presto? Sono le otto e mezza mio caro. Se vogliamo sciare in santa pace dobbiamo sbrigarci. E poi non avevamo in programma una sfida noi due? Va bene che tanto vincerò io, ma almeno provaci a battermi!”
Si avvicinò a me, mi cinse dolcemente i fianchi e poggiò le sue labbra su una mia guancia. Poi mi sussurrò all’orecchio “Non cantar vittoria troppo presto” e uscì dalla camera dirigendosi in cucina.
Ancora una volta quel ragazzo mi aveva lasciato senza parole.
Andai in camera e tirai fuori dall’armadio la mia tuta da sci, le calzamaglie e la maglietta termica, poi appoggiai tutto sul letto. Stavo per togliermi il pigiama quando entrò nella stanza anche Kay.
“Mho ma non sei ancora pronta?” mi domandò prendendo la sua tuta da sci.
“Lasciamo perdere. Zayn è più lento di te ad alzarsi”.
Le sentii fare una risata sommessa per poi uscire ed andare in bagno.
Mi cambiai velocemente e mi infilai la tuta da sci, poi sistemai i capelli in una treccia ordinata e misi un po’ di crema solare sul viso.
Scesi di sotto e notai che erano già quasi tutti pronti, mancavano solamente Kay e Eleanor. Che lentezza ragazzi!
Nel frattempo che aspettavamo ci andammo a mettere gli scarponi nel nostro deposito privato e tirammo fuori tavole e sci.
Quando finalmente fummo tutti ci incamminammo verso le piste. Fortunatamente non trovammo troppo fila e non dovemmo neanche andare a fare lo ski-pass in quanto gentilmente il proprietario della casa ce li aveva già fatti trovare pronti.
Facemmo un paio di piste semplici per riscaldamento poi ci dividemmo tutti. Io e Zayn avevamo una gara da fare e Niall e Kay ci seguirono per assistere e scendere con noi.
“Sei pronto a perdere?” dissi sicura di me a Zayn non appena scendemmo dalla seggiovia.
“Te l’ho già detto bellezza, non cantar vittoria troppo presto! - fu la sua risposta- Che ne dici se rendiamo le cose un po’ più divertenti? Inseriamo nella gara le acrobazie, giù di curve, terza curva un 180°, poi un 360° quando vuoi e per finire un semplice ollie. Ci stai?”
Non potevo tirarmi indietro proprio ora. “Ci sto. Niall dai tu il via?”
“Sicuro! Allora… pronti… partenza… VIA!”
Un piccolo saltino per darmi la spinta e poi mi catapultai giù per la pista.
Terza curva, 180°. Feci il salto, ma l’atterraggio non fu perfetto e pulito, me ne fregai sarebbe andato meglio il prossimo.
Ero a metà della pista e Zayn era poco più avanti di me, dovevo raggiungerlo.
Cavolo se era bravo però. Non sbagliava un colpo scivolava sulla neve in perfetta armonia. Era il mio momento, l’ultimo salto e poi giù a impicchiata fino al ranch finale.
Mi preparai al salto, piegai le ginocchia e mi diedi una bella spinta. Roteai di 360° poi atterrai di sinistra. Cavolo le curve di sinistra non mi riuscivano benissimo. Ci provai e ci riuscii. La pista era quasi finita, misi il piede destro avanti e lascia che la tavola prendesse velocità, piegai di nuovo le ginocchia e al limite della pista su una cunetta, feci il mio salto finale. Atterraggio perfetto, ollie perfetto.
Ero fiera di me, avevo fatto una discreta discesa, ma questo non fu abbastanza.
“Sei ancora così sicura di te?” disse una voce dietro di me.
Mi girai. “Ok ok, forse ho un po’ esagerato. Riconosco la mia sconfitta e mi congratulo con te!”
In quel momento arrivarono anche Niall e Kay, quest’ultima facendo una frenata brusca con la quale mi riempì di neve.
“Hei Kay stai attenta” le urlai, poi presi una manciata di neve e glie la tirai dritta dritta in faccia. Quanto tirò su la testa sembrava un pupazzo di neve da quanto era bianca.
“Questa me la paghi Mho, te lo giuro!”
Inutile dire che la storia finì in una guerra di palle di neve nella quale furono coinvolti anche Zayn e Niall.
Raggiungemmo gli altri e ci fermammo a mangiare in un rifugio. Continuammo poi a sciare fino a tardo pomeriggio.
Quando tornammo alla baita il mio primo pensiero fu quello di una bella doccia bollente e rilassante.
Purtroppo c’erano solamente tre bagni, quindi dovemmo fare a turni e naturalmente io fui una delle ultime ad usufruire del bagno.
Mentre attendevo il mio turno andai in camera e appesi la mia tuta da sci sul termosifone vicino a quella di Kay. Dopo aver fatto a palle di neve tutti i miei vestiti erano bagnati fradici, così mi tolsi tutto e mi misi il sotto di una tuta e una felpona pesante. Scesi in salotto e mi sdraiai sul divano davanti il fuoco a guardare un po’ di TV.
Stavo quasi per addormentarmi, quanto sentii la voce squillante di Kay che mi chiamava.
“Mhooo, il bagno è libero!”
Non me lo feci ripetere due volte e mi catapultai di sopra. Presi il beauty  e mi fiondai in bagno, il sudore mi si era asciugato addosso e cominciavo a sentire freddo. Aprii l’acqua calda al massimo e poi entrai in doccia.
Quando ebbi finito un brivido mi percorse la schiena, così mi affrettai a prendere il grosso asciugamano che avevo preparato e me lo girai intorno. Ne misi un altro sui capelli, poi mi fermai a guardarmi allo specchio. Non avevo occhiaie fortunatamente, sapevo di essere stanca, ma l’adrenalina di quella giornata era ancora in circolo e la doccia mi aveva completamente rigenerata.
Uscii dal bagno con solo l’asciugamano addosso. Sperai di non incontrare nessuno, ma quel giorno la fortuna era proprio andata in vacanza e quando uscii dalla porta per poco non mi scontrai con Zayn. Sentii l’asciugamano scivolare sul mio corpo, ma non so come, riuscii a recuperarlo in tempo per non denudarmi. Ero sicuramente diventata rossa come il fuoco, quindi non dissi nulla e scappai letteralmente in camera.
Mi asciugai i capelli, mi rimisi la tuta che portavo prima e andai in cucina per aiutare a preparare la cena.
All’opera c’erano già Harry e Josie, mentre Louis e Niall apparecchiavano. Tutti gli altri erano stravaccati sul divano, tranne Zayn che doveva essere ancora in camera sua.
“Hei ragazzi posso fare qualcosa?” chiesi.
“Si Mho, ti dispiacerebbe fare l’insalata?” mi domandò Josie.
“No figurati. Mi metto subito all’opera”.
Presi una grossa ciotola e cominciai a tagliare l’insalata, poi ci aggiunsi pomodori, mais e mozzarelline e per finire condii il tutto con sale e olio. Mescolai per bene e poi misi sulla tavola.
“Ragazzi domani bisogna andare a fare la spesa, quasi tutto quello che ci eravamo portati è finito!” dissi, sperando che si proponesse qualcun altro visto che io non volevo perdermi neanche un giorno per fare snowboard.
“Si Mho non ti preoccupare. Domani mattina ci andiamo io e Eleanor a fare la spesa, poi andiamo a sciare il pomeriggio” rispose Louis.
Vidi Kay girarsi verso di me, sicuramente stava progettando di uccidere Eleanor durante la notte, magari soffocandola con un cuscino, così che non avrebbe avuto l’occasione di stare un’intera mattinata sola con Lou, rubandole la scena.
Non appena fu tutto pronto ci mettemmo a tavola e cominciammo a mangiare.
Niall come al solito si spazzolò mezzo tavolo, ma anche noi mangiammo senza fare troppi complimenti. Alla fine della cena ero piena fin sopra alla testa.
“Ragazzi che ne dite se sta sera usciamo e facciamo un giro in paese?” propose Katie, che nel frattempo si era alzata per sparecchiare, aiutata da Kay e Danielle.
“Si buona idea!” esclamò Niall entusiasta come sempre.
“Mi dispiace ma per questa sera passo. Sono stanca e me ne andrò dritta dritta a dormire. Divertitevi!” rispose Eleanor che in cinque secondi sparì al piano di sopra.
“Per questa volta passiamo anche io e Danielle. Sarà per la prossima.” Fece eco Liam.
Rimanevano Kay, Josie, Louis, Harry e Zayn che non ebbero niente da ridire e accettarono di buon gusto.
Non appena le tre ragazze finirono di sparecchiare ci chiudemmo tutti nelle rispettive camere per andarci a cambiare.
Tirai fuori dall’armadio un paio di jeans grigi e un largo maglione nero di lana, poi presi da un astuccetto ancora in valigia la mia amata collana con il gufo, l’anello che mi aveva regalato la mamma dopo uno dei suoi viaggi in America e un bracciale color oro che si abbinava ai ricami che c’erano sui miei Ugg neri.
Kay indossò un semplice paio di jeans scuro, rubò dal mio cassetto un canottiera nera lunga poi sopra mise una felpa grigia con il disegno di un lupo. Era veramente bella quella felpa, prima o poi gliel’avrei rubata!
Una volta messe le scarpe prendemmo borse, giacche, sciarpe e cappelli e scendemmo nell’atrio.
Eravamo le ultime. Strano è?!?
Louis aveva già chiamato un taxi che ci aspettava fuori della baita così uscimmo di casa e salimmo sul mezzo di trasporto che ci avrebbe portato in centro.
Appena arrivati pagammo il tassista e ci incamminammo lungo la strada principale non sapendo dove andare.
“Quindi ragazzi? Cosa vogliamo fare?” chiese Harry.
Ci guardammo tutti interrogativi.
“Che ne dite se troviamo un pub e andiamo a bere qualcosa?” propose Katie.
L’idea piacque a tutti, così continuammo a camminare lungo la strada finché non trovammo un pub davvero pittoresco nel quale ci fermammo.
Non appena varcai la porta una raffica di vento caldo mi colpì il viso riscaldandomelo, visto che con il freddo che faceva fuori mi si era congelato.
Trovammo un tavolo piuttosto grande dove centrammo tutti e aspettammo che la cameriera venisse a prendere gli ordini.
Mi guardai un po’ in giro per assimilare quel posto. Il locale era tutto completamente in legno scuro, compresi tavoli e sedie. In fondo al locale c’era un lungo bancone che faceva da scudo ad un’ampia vetrata piena di bottiglie di alcool. Ce ne erano almeno una cinquantina tutte diverse, tante delle quali non sapevo neanche l’esistenza.
Finalmente arrivò la cameriera a prendere l’ordine. Era alta, snella, con corti capelli biondo grano pettinati disordinatamente. Fissava i ragazzi, probabilmente li aveva riconosciuti, ma non si scompose e con estrema gentilezza ci chiese cosa avremmo preso. Optammo tutti per una birra chiara e ci facemmo portare alcuni snack da sgranocchiare durante le chiacchiere.
Con estrema leggiadria fece entrare tutti e otto i bicchieri in un vassoio che svuotò non appena arrivò al tavolo distribuendoci le birre. Un secondo dopo ritornò con gli snack.
La serata trascorse tranquilla tra mille risate e tante cavolate. Harry maldestramente riuscì a rovesciare un po’ della sua birra sui pantaloni rosso fuoco di Louis che inveì non poco maledicendo il riccio, sotto le nostre risate. Ogni tanto qualcuno si girava verso il nostro tavolo riconoscendo i ragazzi, ma nessuno si azzardò a disturbarci. Quel paesino già mi piaceva. Niall dopo un solo bicchiere di birra aveva già il naso rosso, che era ben evidente grazie alla sua carnagione bianco latte. Non contento poi della cena che avevamo consumato, si ordinò un mega panino con… bhe in verità non saprei dire cosa ci fosse dentro e sinceramente… non vorrei neanche saperlo!
Se lo spazzolò via tutto, con tanto di leccatina finale alle dita, del tipo: se non ti lecchi le dita godi solo a metà!
Uscimmo dal locale che erano le undici e mezza passate. Louis chiamò di nuovo il taxi che aspettammo nello stesso posto dove ci aveva lasciato.
Il taxi sembrava non arrivare mai e l’aria fredda e pungente mi stava entrando dentro fino alle ossa. Quando il taxi arrivò mi accoccolai a  Kay per riscaldarmi fino a che non entrammo in baita.
Non appena fummo al calduccio nella baita, ci demmo la buona notte e ci separammo tutti ognuno nella propria camera. Come Kay toccò il letto crollò dal sonno.
Io chissà perché, non riuscivo a dormire.
Continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto, non riuscendo a trovare una stramaledetta posizione sulla quale addormentarmi.
Così non andava, rimanere a letto non mi avrebbe aiutato a dormire, così scesi dal letto a piedi scalzi e senza fare nessun rumore uscii dalla camera.
Il caminetto era ancora acceso, anche se la fiamma cominciava a essere esile e dava segni di spegnimento. Quello però bastava per farmi luce e così, senza neanche accorgermene mi ero diretta in piscina.
Arrotolai il pantaloni del pigiama fino al ginocchio, poi immersi i piedi nella vasca che aveva l’acqua riscaldata.
Muovevo i piedi avanti e indietro e mi ero incantata a guardare le varie increspature che prendeva l’acqua.
“Anche tu non riesci a dormire?”.
Sobbalzai dallo spavento. Non mi aspettavo che a quell’ora potesse esserci qualcun altro sveglio.
“Zayn… mi hai fatto prendere un colpo. Comunque si, non riesco a dormire”
“Scusa non volevo spaventarti” ma la sua faccia era troppo divertita per poter credere alle sue parole. 
Si avvicinò e si sedette a fianco a me con i piedi a mollo.
“Come mai non riesci a dormire?” mi chiese dopo un momento di silenzio.
“Non so –mi sdraiai sul pavimento, lasciando i piedi a mollo- forse è l’eccitazione per questa vacanza. Tu invece?”
“Troppi pensieri”
Non aggiunse altro. Volevo chiedergli di sua sorella, di quello che provava, volevo farlo sfogare, ma una forza che mi pulsava nel cuore me lo impediva. Era come se un nastro avesse legato le mie corde vocali e impedisse che i suoni uscissero dalla mia bocca.
Rimanemmo in silenzio, io a guardare il soffitto, lui con lo sguardo perso al di fuori delle vetrate.
D’un tratto si alzò di scatto e cominciò a togliersi la maglia.
“Che fai?” domandai allarmata. Non sapevo se il mio cuore avrebbe retto a rivederlo di nuovo mezzo nudo.
“Faccio un bagno” mi rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Ma ti sei messo il costume?” domandai ingenuamente.
“NO”. Il suo tono sembrò piuttosto malizioso. Si tolse anche il sotto del pigiama rimanendo in boxer e con un tuffo del tutto naturale si gettò in acqua.
“Che aspetti? Perché non ti tuffi anche tu?” mi domandò una volta riaffiorato in superficie.
“No no no. Non pensarci neanche!” risposi d’un fiato.
“Ma dai, perché no?”
“Non ho il costume”
“E allora? Come hai visto non ce l’ho neanche io!”
“Mi vergogno”
“Ti vergogni del tuo corpo?”
“No, mi vergogno e basta.”
“Dai ma piantala, entra. Si sta benissimo.”
“No…”
Non feci in tempo a dire altro che mi afferrò per una caviglia facendo scivolare il mio sedere fino a bordo piscina.
“O ti spogli o ti butto in piscina vestita”.
Mi stava minacciando?!?
“Non oseresti!”
Il mio sedere scorse ancora un po’, questa volta molto vicino al bordo, troppo vicino.
“Ok ok. Ti prego non buttarmici.”
“Allora entri?”
Riuscii a sciogliere la presa che aveva sulla mia caviglia e indietreggiai fino ad un punto dove lui non poteva arrivare.
“No, non entro!” dissi in tono quasi di sfida.
Questa risposta non gli piacque molto, perché lo vidi tirarsi su con la forza delle braccia pronto a sollevarmi di peso e buttarmi in acqua. Il terrore mi piombò negli occhi tanto che mi alzai di scatto indietreggiando e acconsentendo alla sua richiesta.
“Che rompipalle che sei. Ok va bene entro!”
Mi tolsi il pigiama titubante lasciandolo per terra. Fortuna che indossavo una bella biancheria. Il mio reggiseno nero in pizzo e le culotte che fasciavano perfettamente il mio sedere, forse erano anche un po’ troppo per quella occasione. Non ebbi scelta però, mi sedetti a bordo piscina e con una leggera spinta mi tuffai in acqua.
Era calda e l’impatto con l’acqua non fu violento.
Quando riemersi mi ritrovai il suo viso pericolosamente vicino.
Nonostante la penombra riuscivo a vedere la sua barbetta incolta, i suoi occhi nocciola e quelle labbra carnose. Le sue mani sgusciarono fuori dall’acqua e finirono sul mio collo. Con i pollici mi accarezzava le guance e i suo occhi non si scollavano dai miei.
Una forza estranea era come se ci spingesse sempre più vicini e le nostre labbra erano a pochi millimetri di distanza le una dalle altre.
“BOOOM”
Sentimmo un rumore. Mi staccai dalla sua presa e mi guardai intorno. Non vidi nulla ma uscii comunque dall’acqua e corsi via.


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Heilà bellezze! =D
Ci si risente con un altro capitolo dal punto di vista di Mho! ^^
Allora… che ne pensate?? Erano così vicini da potersi baciare…. E invece no, Mho se l’è data a gambe! xD
Chissà che le ha detto il cervello? Io col cavolo che me ne sarei andata, un lungo e passionale bacio da Zayn penso sia il sogno proibito di molte!
(È anche il mio ma….
Shhhhhhh… non lo dite a nessuno) xD
Ringrazio come sempre tutte quelle splendide persone che recensiscono, leggono e mettono la storia tra preferite/seguite/ricordate. Lo so sono barbosa e ogni capitolo dico sempre le stesse cose, ma mi sembra doveroso ringraziare tutte quelle persone che cagano la nostra storia e a cui piace anche! =D
Con questo ho finito e vi lascio con la speranza che in questa settimana sarete in tante a riempire il riquadrino bianco qua sotto! =D
Un bacione.
Marty.
 

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Marty
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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


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CAPITOLO 27
Kaycee POV
 
Mi ritrovai seduta per terra con un fianco che mi doleva da morire. Nel pieno della notte mi ero svegliata con un vuoto allo stomaco enorme quindi avevo deciso di scendere in cucina il più silenziosamente possibile per non svegliare nessuno a prendere qualcosa da mangiare, sfortunatamente c'era sempre qualcosa che non andava secondo i miei piani e la mia grandissima sbadataggine sicuramente non aiutava e quindi mentre mi dirigevo verso il frigorifero nella totale oscurità della stanza ero andata addosso a qualcosa di non ben identificato, ero inciampata e caduta portando con me sul pavimento anche l'ostacolo che mi aveva impedito di arrivare alla mia meta.
Stavo ancora imprecando quando le luci si accesero mostrandomi che l'oggetto contro cui avevo sbattuto era una sedia a cui cadendo si era rotta una gamba.
"Kay, che diavolo fai li per terra?"
Mhone era sul ciglio della porta, con un asciugamano attorno al corpo e tutta gocciolante. Aveva un'espressione divertita mista a confusione.
"Non si vede? Le mattonelle si sentivano sole e quindi mi sono seduta qui!" dissi noncurante.
"E la sedia?" 
A parlare non era stata Mhone ma bensì Louis, che era comparso dietro la mia amica e si stropicciava gli occhi insonnolito. Indossava il sotto del pigiama ed era a torso nudo.
"Ha deciso di seguire il mio esempio." gli risposi a cattivo muso.
Lui sembrò non notarlo e mi si avvicinò. Pensavo che mi avrebbe teso la mano per tirarmi su invece rimise a posto la sedia, che miracolosamente si reggeva anche senza una gamba, e si voltò verso Mhone.
"Domani la sistemerò io." disse indicando con il mento la gamba della sedia.
"Ma come, non dovevi andare a far spesa con Eleanor domani?"
Forse avevo messo un po' troppa acidità nel nome della ragazza perché Louis sembrò capire la mia gelosia e fece un sorrisetto sghembo.
"Riuscirò a fare entrambe, non preoccuparti."
Strinsi i pugni tanto da conficcare le unghie nei palmi delle mani e me ne andai senza aggiungere una sola parola.
Entrai in camera e mi tirai le coperte del letto fin sopra la testa, dimenticandomi che avevo ancora sete e di chiedere perché Mhone era fradicia quando era entrata in cucina.
 
La mattina dopo mi alzai di buon umore nonostante tutto, forse perché era il 31 e quella sera avremmo festeggiato l'arrivo dell'anno nuovo. Non vedevo l'ora! I programmi erano una cena abbondante alla baita, vedere i fuochi d'artificio e infine prendere un taxi per andare ad una festa organizzata del paese. Ci avevano fermato dei ragazzi al pub in cui eravamo andati la sera prima e ci avevano dato i volantini assicurandoci che ci sarebbe stata un sacco di gente, giovane ovviamente, e che ci saremmo divertiti da matti.
Alla fine avevamo deciso di accettare l'invito, anche perché Katie ci aveva praticamente implorato dopo aver visto che un ragazzo niente male continuava a guardarla e a sorriderle.
"Buongiorno." esclamai appena entrata in cucina.
Mi salutarono tutti chi con un cenno del capo e chi con la bocca piena e mi accomodai accanto a Niall che mi sorrideva esageratamente.
"Buongiorno splendore." mi salutò.
Presi una brioche fumante e la aprii spalmandoci dentro la nutella.
"Attenta a ciò che mangi, non vorrei che non riuscissi più ad entrare nel vestito di stasera."
Mi bloccai non appena udii quelle parole ma non riuscii ad alzare lo sguardo su Louis, notai comunque che si era creato un silenzio imbarazzante in tutta la cucina, segno che gli altri stavano ancora carburando le parole del ragazzo. Ovviamente stavano pensando da quand'era che i nostri battibecchi erano ricominciati. Il fatto era che questo non era un battibecco perché io non avevo nemmeno risposto alla provocazione.
Eleanor decise che quel silenzio era durato fin troppo.
"Allora, muovetevi nullafacenti! Abbiamo solo la mattina per andare sulle piste e siamo ancora in pigiama!" disse alzandosi e facendo segno di alzarci anche noi. Alla fine avevamo deciso di andare sulle piste la mattina quando la neve era ancora buona per sciare e non piena di mucchietti e mezza sciolta, il pomeriggio almeno avremmo avuto più tempo anche per prepararci per la cena e la festa di capodanno.
Tutti quanti la seguirono immediatamente mentre io finivo la mia brioche. Quando mi alzai notai che Niall mi aveva aspettato sullo stipite della porta. Abbozzò un sorriso e mi porse un braccio in modo che io potessi appoggiarmi a lui. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lasciai che mi accompagnasse nella mia camera.
"Ci vediamo fra poco." mi disse stringendomi un po' la mano.
Annuii e mi chiusi la porta alle spalle con un sospiro.
"Che diavolo sta succedendo Kay?" 
Mhone era seduta sul letto, intenta a infilarsi la calzamaglia rosa.
"Di che parli?" chiesi mentre frugavo nel cassetto alla ricerca della calzamaglia e dei calzettoni pesanti.
"Di Louis, che gli hai detto per farlo comportare così?"
"Niente." le risposi esasperata. Ed era vero, io non gli avevo fatto niente ma era dal giorno prima che mi ignorava e mi punzecchiava. Sembravamo tornati al nostro vecchio rapporto con la sola differenza che adesso ero io quella che veniva trattata male e lui quello che se ne fregava. Mi stavo scervellando per trovare una risposta logica a quel comportamento quando qualcuno bussò alla porta.
"Avete fatto?" chiese Josie dall'altra parte della porta.
"No." rispose Mhone mentre si affrettava in modo da non fare aspettare gli altri.
"D'accordo muovetevi però, Eleanor e Harry stanno perdendo la pazienza, vi aspettiamo al deposito."
"Ok" risposi mentre le passavo davanti correndo in bagno a lavarmi i denti.
In un tempo record riuscimmo a vestirci e ci precipitammo al deposito dove gli altri si stavano infilando gli scarponi.
Amavo lo snowboard, mi faceva sentire libera e leggera come una farfalla e più andavo veloce e meno mi sentivo legata a qualsiasi cosa, era una specie di anti-stress. La neve mi colpiva le guance lasciate scoperte dalla sciarpa con violenza, lasciandole rosse per il freddo. Mi muovevo con movimenti aggraziati, forse una delle poche volte che riuscivo ad essere aggraziata. Era impressionante come una semplice tavola di plastica riuscisse a trasformarmi completamente, non sembravo io.
Dovevo ammettere però che la mia bravura era inferiore a quella di Mhone, lei aveva cominciato da piccola e si era talmente appassionata che trascinava tutti gli inverni la famiglia in montagna. Io non potevo vantarmi di poter fare lo stesso ma ci mettevo lo stesso impegno e cercavo ogni volta di imparare qualcosa di nuovo e di perfezionare la tecnica.
Come avevamo potuto notare il giorno prima Zayn era un asso nello snowboard. Era davvero bello guardarlo mentre scendeva le piste, Niall era una via di mezzo ma riusciva a starci dietro alla grande, la sua specialità erano i fuoripista, schizzava fra gli alberi come una saetta, sembrava vedesse gli ostacoli più vicini a metri di distanza. Katie faceva snowboard da soli due anni ma se la cavava egregiamente, ogni tanto bisognava aspettarla ma non c'erano problemi, ci riposavamo. Gli altri facevano sci. Lo sci era sicuramente uno sport più leggiadro, diciamo che se vedevi un professionista di snowboard la cosa che ti saltava in mente era come riuscisse a fare cose così difficili, se guardavi un professionista di sci ti incantavi a vedere i movimenti fluidi e precisi, non pensavi a come riuscisse a farli. Ecco, quando Eleanor sciava tu semplicemente non potevi far altro che fermarti a bordo pista e metterti a guardarla mentre lei scendeva, non faceva salti e mosse spericolate ma aveva una grazia innata nelle curve e nei piegamenti. Sembrava nata per quello. Louis e Harry erano più o meno allo stesso livello, non aggraziati come Eleanor ma scendevano giù veloci e con movimenti precisi, Liam ci provava, diciamo che la coordinazione non era proprio il suo forte, ma era tenero mentre scendeva tutto teso con la paura di cadere a faccia avanti. Josie e Danielle sciavano bene ma non quanto El.
Arrivati in cima la montagna ci fermammo ad allacciare sci e snowboard.
"Aspettate un secondo." dissi mentre vedevo che Niall stava già per scendere.
Aprii la giacca e tirai fuori da una tasca interna una macchinetta fotografica. "Ecco, ora potete partire." dissi accendendola e mettendola in modalità filmato.
"Wo-hoo." Urlò il biondo mentre faceva un 180° per scendere con il piede destro davanti.
Aspettai una decina di secondi per immortalare tutti che partivano, Josie e Mhone salutarono davanti la macchinetta, Katie fece una linguaccia  e Harry lo stupido mentre mi passava a due centimetri dalla macchinetta in modo che inquadrassi solo il suo viso, poi partii. Inquadrai tutti stando dietro, prestando particolare attenzione a immortalare Niall che faceva i suoi salti e Zayn che zig-zagava fra le persone poi accelerai superando Josie, Danielle e Liam, che alzarono le bacchette a mo' di saluto, affiancando Eleanor, ripresi i suoi movimenti precisi e aggraziati ma lei non mi degnò di uno sguardo continuando a stare concentrata sulla pista. La superai cercando con la macchinetta Louis e Harry poco più avanti che scendevano in modo sincronizzato superandosi, incrociandosi e facendo salti sui mucchi di neve.
"Kay!" mi chiamò Mhone.
Mi girai riprendendo la mia amica che mi affiancava. "Passa sotto quella montagna di neve e riprendimi mentre salto sopra di te!"
Alzai il pollice e rallentai un po' giusto per dare il tempo a Mhone di sfrecciare sopra un mucchio di neve di un metro. Io ero perfettamente dove dovevo stare e la ripresi mentre mi passava esattamente sopra la testa e faceva un atterraggio perfetto proprio davanti a me.
"Dai, passala a me, ti faccio un po' di riprese." mi disse poi rallentando anche lei in modo che potessi raggiungerla.
Le lanciai la macchinetta e la superai. Feci qualche curva concentrandomi finalmente solo su me stessa e sul senso di libertà che provavo. Mentre curvavo mi chinai a toccare la neve con la punta delle dita lasciando che si alzasse dopo il mio tocco. Sentivo la presenza di Mhone dietro, accanto e davanti a me di continuo ma non ci badavo, ero totalmente concentrata su di me. Vidi di fianco alla pista principale un half-pipe e mi ci buttai senza indugio, Mhone mi seguì. Passavo da una parte all'altra della conca con velocità facendo salti diversi ogni volta che le pareti finivano. Quando uscii vidi che la pista era quasi finita e c'erano gli altri che ci aspettavano accanto alla seggiovia, mi diressi verso di loro e frenai bruscamente schizzandoli di neve.
"Ehi!" protestò Eleanor mentre si ripuliva.
Non le prestai attenzione.
"Woo Kay ho fatto una ripresa spettacolare!" disse poi Mhone ridandomi la macchinetta.
"Si?" le domandai.
Lei annuì con un espressione soddisfatta dipinta in volto e decisi che per quel giorno le riprese sarebbero potute bastare, ne avevo fatte qualcuna anche il giorno prima e ne avrei fatte altre i giorni a seguire, rimisi la macchinetta nella tasca interna della giacca e mi apprestai a slacciarmi lo scarpone sinistro.
"Bene, facciamone un'altra!" dissi sorridendo.
Ero felice, lo snowboard mi faceva sentire come se le piste fossero casa mia, dimenticavo ogni problema.
Sfortunatamente i problemi tornarono prepotentemente quando vidi che Eleanor non aveva nemmeno aspettato che finissimo di slacciarci gli snowboard andando direttamente a fare la fila per salire e si era trascinata dietro Louis.
Sentii gli angoli della bocca che prima erano curvati in un sorriso afflosciarsi.
"Dai andiamo, non farci caso."
Mi aspettavo che fosse stato Niall a parlarmi e invece c'erano due lucenti occhi verdi che mi guardavano comprensivi. Harry mi posò una mano dietro la schiena e mi aiutò a spingermi verso la seggiovia. 
Fortunatamente la fila scorreva velocemente nonostante fosse da due posti e poco dopo io e Harry ci trovammo sulla seggiovia mentre risalivamo la montagna.
Il suo viso era per la maggior parte nascosto dalla sciarpa di lana e dalla maschera arancione ma i suoi occhi erano ancora visibili e ci si poteva leggere tutta la concentrazione che stava provando. 
"Spara." lo incoraggiai.
Lo vidi girarsi verso di me e guardarmi stupito negli occhi. "Di che parli?"
"E' ovvio che hai un dissidio interiore grande come quello di Petrarca e non sai se parlarmi o rimanere in silenzio, quindi, spara."
A quanto pare lo colsi di sorpresa perché sgranò gli occhi.
"Non so se vuoi sentire quello che sto per dirti." ammise infine torturandosi un guanto.
"Preferisco la verità, per quanto brutta possa essere, piuttosto che non sapere quello che sta succedendo."
La mia voce era dura e ferma, ero decisa, se lui sapeva cosa stava succedendo io dovevo saperlo.
"Ne sei sicura?"
Io annuii.
"Come vuoi. Ti pregherei di non metterti a piangere davanti a me, non sono capace di consolare delle ragazze in lacrime - fece una pausa abbozzando un sorriso sperando che lo ricambiassi ma quando vide che io ero impassibile e in attesa lui prese un respiro profondo e cominciò a raccontare. - Ieri quando ci siamo divisi per sciare più comodamente io sono andato con Louis, Eleanor, Katie e Josie, e mentre su una seggiovia io salii dalla seggiola dietro la loro, probabilmente il vento mi portò le loro parole anche se parlavano con un tono di voce molto basso, fatto sta che origliai un po' della loro conversazione e sentii Eleanor dire a Louis che tu non eri adatta a lui, che non eri abbastanza forte per gestire tutto il caos che sarebbe derivato da un probabile vostro fidanzamento, disse anche che tu le avevi detto che lei aveva ragione, e che preferivi stare ad un chilometro di distanza da Louis piuttosto che avere a che fare con fan psicopatiche, che odiavi il fatto che lui fosse famoso per della musica da quattro soldi e che non capisse che tu dovevi essere più importante di qualsiasi fan. - prese fiato. -Infine disse che era meglio per entrambi che lui non si avvicinasse più di tanto a te per non darti false speranze. E' tutto quello che ho sentito."
Harry la guardò in attesa probabilmente che esplodessi a piangere ma non fù così. Ero furiosa con quella ragazza in un modo completamente nuovo per me. Non avevo mai provato un odio così viscerale nei confronti di qualcuno, nemmeno nei confronti di mia madre che mi aveva abbandonata da un giorno all'altro. La rabbia era talmente tanta che avevo completamente saltato la fase del "sono frustrata e quindi piango".
"Non hai sentito la risposta di Louis?" chiesi con voce glaciale.
Lui scosse la testa. "No, probabilmente hanno finito la conversazione quando sono saliti di nuovo insieme sulla seggiovia poco dopo, lì c'era troppa fila e non sono riuscito a prendere la seggiovia dopo la loro."
Sospirai profondamente.
"Non le hai creduto, vero? - dissi improvvisamente guardandolo speranzosa - Tu non hai creduto a tutto quello che ha detto, no?"
Harry scosse nuovamente la testa. "Non ho stretto un rapporto così buono con te da conoscerti come le mie tasche ma so abbastanza per capire che non avresti mai detto una cosa del genere e se lo avessi fatto certamente non ne avresti parlato con lei."
Annuii distrattamente ringraziando mentalmente l'intelligenza di Harry, poi sbattei violentemente una mano sulla sbarra di ferro che fungeva da protezione.
"Dannazione! Come può quel cretino aver creduto a quella vipera?! Se mi capita fra le mani giuro che le stacco quelle extension una ad una finché non diventa pelata!" imprecai furiosa facendo scoppiare a ridere Harry.
"Neanche a me è mai stata troppo simpatica, sembrava troppo perfetta per essere vera." ammise poi lui.
Io non ebbi il tempo di dire nient'altro dato che la salita era finita e noi dovevamo scendere.
Io e Harry non avemmo più nessuna occasione di parlare quella mattina per un caso o per un altro fatto sta che cominciai di più a notare Louis. Prima cercavo solo di ignorarlo per non dargliela vinta ma ora mi fermavo ad osservare le sue mosse notando che qualche volta mi cercava con lo sguardo per poi distoglierlo immediatamente, come se volesse controllarmi. Harry ogni tanto mi lanciava delle occhiate significative che volevano darmi forza e conforto a modo suo e io lo apprezzavo immensamente, era un modo per farmi capire che era dalla mia parte.
La mattinata passò velocemente tra le file per gli impianti di risalita, le discese e le fermate a bordo pista che facevamo per riposarci le gambe e Mhone si era appropriata della mia macchinetta fotografica e ogni volta che ci fermavamo faceva una miriade di foto (diceva che non voleva farle mentre scendevamo perché sarebbero venute sfocate).
Ci fermammo giusto una mezz'oretta in un rifugio per fare pranzo in modo che non dovessimo cucinare e poi tornammo alla baita mezzi distrutti dalla stanchezza.
Quando arrivammo noi tutti ci buttammo chi sui divani e chi steso per terra con un cuscino sotto la testa, tutti tranne Eleanor e Louis che dopo la doccia dovettero rivestirsi per andare in paese a fare la spesa.
Io dopo poco non riuscivo più a stare lunga per terra quindi andai in camera a prendere il costume e l'accappatoio e andai in piscina.
Mi sedetti sul bordo immergendo le gambe fino al ginocchio nell'acqua .
"Non dovresti odiarla."
Mi girai vedendo Danielle che mi aveva raggiunto.
Posò l'accappatoio rosa confetto su una sedia e si sedette vicino a me. Aveva un costume intero nero con una profonda scollatura che si incrociava dietro la schiena.
"Di chi parli?" chiesi senza dare un particolare tono alla mia voce.
"Di Eleanor."
"Perché non dovrei odiarla? O meglio, perché dovrei?"
"El mi ha raccontato quello che ha detto a Louis per farlo allontanare da te."
Lasciò la frase in sospeso.
"E..."
"E si sente in colpa. Non voleva arrivare a tanto."
Mi morsi un labbro.
"Penso che dovresti spiegarmi meglio se vuoi provare a non farmela odiare più."
Danielle sospirò ma poi mi guardò sorridendo. "Ora capisco perché Louis si è innamorato di te, sei così testarda."
Sgranai leggermente gli occhi ma decisi che su quel punto ci saremmo tornati più tardi, ora volevo sapere di Eleanor quindi la incoraggiai a continuare.
"Devi capire che Eleanor e Louis si sono amati molto, lei teneva a lui in modo esagerato e quando lui le ha detto che c'erano troppi ostacoli per far continuare la loro storia lei non ha avuto il coraggio di dirgli che lei non era disposta a lasciarlo andare e lo ha rimpianto. Louis aveva detto che dopo Eleanor non voleva più una ragazza perché gli stessi ostacoli che c'erano per lei ci sarebbero stati per chiunque, ma poi sei arrivata tu, sei entrata prepotentemente nella sua vita e lui non è stato capace di cacciarti. Si è innamorato di te anche se non avrebbe dovuto farlo, non voleva far soffrire Eleanor, non era giusto per lei che con te fosse tutto perfetto e con lei avesse degli ostacoli quindi faceva lo stupido cercando di tenerti lontano ma allo stesso tempo si avvicinava sempre di più a te. Eleanor ha visto come ti guardava alla sua festa di compleanno e si è infuriata. Lei lo ama ancora, lo ama follemente e lo rivuole. Pensava che dicendoti della marea di gente da cui saresti stata circondata ti avrebbe fatta allontanare da lui... - si interruppe vedendo i miei occhi sgranati quindi mi chiarì come faceva a saperlo, Liam se l'era fatto scappare per sbaglio - Ma tu non ti arresi così lei dovette far forza sul buon cuore di Louis, gli disse che se continuavano così lui ti avrebbe fatta soffrire, che non eri fatta per una vita dove ogni volta che ti incontravano delle fan ti accerchiavano e lui si lasciò convincere. Lui ha deciso di allontanarsi da te e riavvicinarsi a Eleanor ma vedendo come ti tratta per allontanarti Eleanor si sente in colpa, non voleva che Louis ti trattasse male."
"Questo non la giustifica. - dissi brusca interrompendola - Io so gestire la mia vita, non si doveva intromettere in questo modo, non è leale puntare su un punto debole dell'avversario, è stata solo una codarda." 
"Hai ragione, ma dopotutto tu non faresti di tutto per amore?!" disse guardando un punto fisso alle mie spalle, sembrava distante, come se parlasse più di lei che di me.
"Si. - ammisi - Ma non avrei mai detto stronzate su un'altra persona pur di farmi amare di nuovo."
Lei annuì distrattamente.
"Sai, Liam è dispiaciuto per essersi lasciato sfuggire il tuo segreto, non avercela con lui, ti prego." mi guardava con occhi lucidi.
In quel momento capii cos'era il vero amore, non quello di Eleanor, possessivo e esagerato, ma quello di Danielle. Danielle che difendeva Liam contro qualsiasi cosa, che stava male se lui era triste, quella che gli starà sempre accanto silenziosamente, senza pretese e prepotenza e ogni volta che lui avrà bisogno lei gli stringerà la mano e gli darà forza.
"Non posso avercela con lui, non potrei mai."
Danielle sorrise. "Immaginavo fosse così, dopotutto lui ti piaceva."
Annuii. "Già, e forse mi piacerebbe ancora se Louis non si fosse messo in mezzo. Ma non avrei mai avuto alcuna chance. - la guardai dritta negli occhi e le presi una mano fra le mie. - Tu sei perfetta per lui Danielle, qualunque cosa tu abbia fatto e di cui ti senti in colpa non dispiacerti, l'hai fatto per lui."
Lei aprì la bocca per dire qualcosa ma le parole le si bloccarono in gola facendole uscire solo un singhiozzo.
Lentamente le lacrime cominciarono a solcare il suo viso silenziosamente e Danielle mi si buttò fra le braccia singhiozzando.
Le accarezzai i capelli sussurrandole di stare tranquilla e che Liam l'amava.
"Mi odierà, se saprà quel che ho fatto mi odierà, come mi sono permessa di mettermi in mezzo quando non ne avevo nessun diritto?!" urlò staccandosi da me spaventandomi.
"Danielle non sei costretta a parlarmene se non vuoi." 
Lei scosse la testa facendo sbattere tutti i suoi ricci sul viso e sulla schiena.
"Ho bisogno di parlarne con qualcuno e Eleanor è così presa da Louis che non mi ascolterebbe. - prese un respiro profondo e si asciugò il viso con il dorso della mano. - Suo padre e sua madre hanno divorziato dieci anni fa perché lui non riusciva più a sopportare tutta la situazione familiare, avevano tre figli e un lavoro mal pagato che non riusciva a sostenerli tutti quanti quindi lui si trasferì in un'altra città non dando più notizie di se. Liam ne fu distrutto e ancora oggi non si fida degli uomini con cui esce la madre. Liam cerca di convincerla che ora che lui è un cantante famoso un uomo che porta a casa lo stipendio oltre a lui non serve ma la madre continua a insistere che serve una figura paterna a lui e le sorelle. Pochi giorni fa io ero tornata nella nostra casa a Londra e ho trovato una lettera per Liam, non l'avrei aperta ma ho letto il mittente e non mi sono trattenuta. Il padre di Liam gli aveva scritto perché aveva sentito che lui era diventato famoso e che guadagnava molto e gli chiedeva un prestito perché lui era stato licenziato e non riusciva più neanche a pagare le bollette della luce. Mi sono infuriata e ho agito d'istinto: ho preso carta e penna e ho risposto al padre di non farsi più sentire, gli ho detto come si era sentito Liam negli ultimi dieci anni e che lui non aveva alcun diritto di rifarsi sentire per chiedere soldi al figlio."
La sua voce fu interrotta da un singhiozzo più forte degli altri che le fece troncare la frase che stava per dire.
Le strinsi le mani più forte. "Io avrei fatto come te Dan."
Usai il diminutivo per farle capire che ero dalla sua parte, che ora eravamo amiche e che lei avrebbe sempre potuto dirmi tutto.
Mi abbracciò forte. "Ma era una sua decisione, non avrei dovuto rispondere al posto suo."
"Parlagliene, dagli la lettera e digli ciò che hai fatto, vedrai che capirà, capirà che l'hai fatto per non vederlo soffrire."
Lei annuì, si alzò e si avvolse nell'accappatoio asciugandosi le lacrime con la stoffa.
Si sforzò di sorridere di nuovo.
"Vieni, si sta facendo tardi e noi ci dobbiamo preparare per la festa di sta sera. Dobbiamo essere uno schianto, faremmo rimanere Liam e Louis completamente senza parole."
Io sorrise e le afferrai la mano che mi stava porgendo. Infilai l'accappatoio celeste e uscimmo dalla piscina a braccetto.
 
 
 
 
 
 
 
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Buon giorno/pomeriggio/sera pipol (?);
 
Dipende da quando state leggendo il capitolo!
Allora come stiamo? Tutto bene? Io oggi sono particolarmente allegra perchè finalmente riesco a vedere di nuovo il sole dopo più di una settimana che piove e fa freddo! Inoltre gli scorsi due capitoli hanno ricevuto entrambi 4 recensioni e sia io che Marty ne siamo molto contente, continuate così mi raccomando! ;)
Torniamo al cap...quante di voi mi stanno odiando in questo momento?! Prima interrompo il magico momento Zhone (?) facendo fare un baccano clamoroso a Kay, poi faccio litigare la coppia Loucee, ho fatto fare danni a El e anche Dan non se la passa bene...e possiamo aggiungere anche che la caduta di Kay e la fuga di Mhone dello scorso capitolo non porteranno a niente di buono! 
Insomma ho creato dei bei problemi, non mi stupirei se vi trovassi dietro un angolo con un bazuca fra le mani pronte a spararmi xD
Volevo anche dirvi che io, così come anche Marty, sosteniamo molto Eleanor e Danielle, per cui per me sopratutto è molto difficile parlare di El come della stronza di turno e di Danielle e Liam sapendo che si sono lasciati...quindi vi chiedo un favore, non insultatele nei commenti se per caso li lasciate, se volete criticare il personaggio di El va benissimo perché l'ho creata io così stronza ma mi piacerebbe che non si facessero dei riferimenti alle due ragazze! Thankiuuuu :D
Ora l'angolino dei ringraziamenti:
GRAZIEEEEE, davvero, a tutte, a chi recensisce e come sempre ci fa sapere cosa ne pensa dei capitoli, a chi ha messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate perchè vuol dire che vi piace la storia e anche solo a chi legge in silenzio...sappiate che WE LOVE YOU!
Tanti bacini piccini picciò,
Vi :)

 
Twittah:
Marty
Vix 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


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CAPITOLO 28

Mhone POV

Ero distesa sul letto a ripensare alla sera precedente.
Perché ero scappata in quel modo? Di cosa avevo paura? In cuor mio sapevo che Zayn non mi era indifferente, ero attratta da quel ragazzo così dolce e allo stesso tempo così misterioso. Allora perché scappai da quel bacio imminente?
Non avevo risposte e il soffitto bianco di certo non era colui che me le avrebbe date.
In quel momento entrò Kay.
“Cosa fai lunga sul letto? È tardi, dobbiamo cominciare a preparare la cena! Lou e Eleanor sono già tornati.”
Guardai l’orologio, erano le sette passate. Scesi dal letto e così com’ero andai giù in cucina per aiutare gli altri a cucinare.
Danielle era già giù che metteva la spesa a posto.
“Allora cosa cuciniamo di buono questa sera?” le chiesi aiutandola a mettere a posto alcune cose in frigo.
“El e Lou hanno comprato pollo arrosto e patate al forno in una rosticceria e i vicini hanno suonato 5 minuti fa portandoci un pentolone con lenticchie e cotechino. Hanno detto che ne avevano fatto in più, così hanno pensato a noi. L’odore era fantastico.”
“Che gentili sono stati. Bhè allora la cena è quasi già tutta pronta! Manca solo da preparare la pasta. Se vuoi posso pensarci io.”
“Va bene. Nel frattempo riscaldo il resto!” mi rispose scartando l’involucro dove c’era il pollo e mettendolo in una grossa teglia insieme alle patate.
Misi la pentola dell’acqua sul fuoco e nel frattempo che aspettavo che l’acqua bollisse, cominciai a fare il sugo. Avevamo optato per i maccheroncini al fumè, semplici da preparare ma che piacevano a tutti.
Preparai tutti gli ingredienti, poi mi misi all’opera. Quando l’acqua cominciò a bollire, buttai la pasta e attivai il cronometro del cellulare per controllare i minuti.
Quando la pasta fu pronta, la tavola era già apparecchiata e tutti avevano preso posto più affamati che mai.
Presi poca pasta, così da lasciarmi spazio per il resto. Il pollo era buonissimo e le patate ne presi addirittura tre porzioni. Anche le lenticchie che ci avevano portato i vicini erano da leccarsi i baffi, infatti non ne rimase neanche una minima porzione.
Mancava ancora la cosa più importante però, il dolce. Lou e Eleanor avevano pensato proprio a tutto, infatti si erano fermati in una pasticceria e avevano comprato un intero vassoio di pasticcini ed una torta alle noci spolverata di zucchero a velo.
Pensai che poi sarei dovuta entrare nel vestito, così rinunciai ai pasticcini e mi concessi una bella fetta della torta.
Finita la cena contribuimmo tutti a sparecchiare così che avremmo fatto in fretta. Mettemmo gli avanzi in frigo e lavammo i piatti che non entrarono i lavastoviglie.
Una volta terminato il tutto sparimmo tutti quanti nelle nostre stanze per prepararci.
Kay aveva già posizionato il suo vestito sul letto e si era appropriata dello specchio per sistemarsi i capelli.
Presi dall’armadio il mio vestito e lo poggia di fianco a quello di Kay.
Mi tolsi la tuta da dosso e cominciai a spalmarmi di crema idratante tutto il corpo. Una volta che si fu assorbita mi spruzzai deodorante e profumo e mi infilai il reggiseno a fascia e le culotte di pizzo, passai poi a mettermi le calze.
Cercai di essere il più delicata possibile, visto che molto intelligentemente non avevo pensato a portarmene una paio di scorta nell’evenienza che quelle mi si fossero rotte.
Fortunatamente riuscii a infilare le calze senza far danno.
Kay mi lasciò lo specchio e pennelli alla mano cominciai a truccarmi.
Era capodanno e brillantini era la parola d’ordine. Sfumai insieme un ombretto beige e uno nero, poi ci aggiunsi sopra una bella spolverata di brillantini. Colorai le labbra di un rosa pallido al contrario delle guance che spolverai con del blush color pesca.
Per i capelli decisi di non fare niente di particolare,  presi abbondantemente la schiuma così da renderli leggermente mossi, poi feci una lunga treccia che mi ricadde morbida sulla spalla sinistra.
“Mho quella treccia non ti durerà mai per tutta la serata - si intromise Kay vedendo come mi ero acconciata- lascia te la rifaccio io in modo che rimanga bella”
Mi si parò davanti e cominciò ad intrecciare i miei capelli in una strana treccia.
Fissò il tutto con un elastico trasparente e abbondante lacca, tanta che rischiammo quasi di intossicarci.
“Kay che fai non ti trucchi? -le domandai vedendo che il suo viso era ancora acqua e sapone- vuoi che lo faccia io?”
I suoi occhi dissero tutto. Non ci pensai un attimo e mi apprestai a truccarla.
“Non osare riempirmi di brillantini però, intesi?” si affrettò a dire prima che cominciassi.
Ridacchiai divertita e acconsentii alle sue richieste.
Le feci un trucco molto simile al mio, ma naturalmente senza brillantini e usai un rossetto rosso intenso, simile al colore dei suoi capelli che le ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli perfettamente arricciati.
Indossammo in fretta i vestiti per la serata.
Io avevo scelto un abito senza spalline, con il bustino tappezzato di brillantini dorati che finiva poi in balze di tulle rosa antico che si fermavano sopra il ginocchio.
Quella sera ero piena di brillantini, che non potevano di certo mancare sui sandali tacco 12 che avevo comprato in un viaggio a Parigi.
Kay, invece, aveva scelto un abito bianco candido monospalla che ricadeva morbido appena sopra il ginocchio. Un ricamo di filo argentato seguiva le forme del seno e si stendeva fino alla spalla coperta. Per ravvivare il colore del vestito, Kay, scelse tutti accessori dai mille colori, così come i sandali con il tacco alto. Decine di anelli colorati, intrecciati tra loro, le fasciavano i piedi.
Infilai velocemente la collana e il bracciale d’oro abbinati al grazioso anellino da cui spuntava una piccola rosellina, poi uscimmo e raggiungemmo gli altri nel salone.
Naturalmente erano già tutti pronti e come sempre noi eravamo le ultime.
“Ce l’avete fatta finalmente! Cominciavamo a darvi per disperse” esclamò Lou.
“Alla perfezione non si mette fretta” lo ammonì Eleanor.
Ci aveva appena fatto un complimento? Lei?
Qualcosa non quadrava.
Abbozzammo un mezzo sorriso e raggiungemmo gli altri sul divano.
Danielle e Liam erano accoccolati sulla poltrona vicino al fuoco ed ogni tanto si scambiavano sguardi dolci, Niall e Harry erano fuori in giardino, Eleanor era seduta su una sedia avendo le gambe perfettamente accavallate, mentre Katie e Josie erano sedute per terra, l’ultima intenta a sistemare i capelli della prima.
Mi sedetti di fianco a Zayn sul divano e lui sembrò comportarsi come se io non ci fossi stata. Si era offeso così tanto per il mio comportamento della sera precedente? Forse si aspettava che la cosa sarebbe andata diversamente… forse me lo aspettavo anche io, eppure non era successo niente. Dovevo al più presto chiarire la situazione o il senso di colpa mi avrebbe logorato per tutta la serata.
“Hei ragazzi venite fuori abbiamo preparato una sorpresa per voi!” ci richiamò Harry.
Ci guardammo tutti un po’ sorpresi poi uscimmo in massa in giardino.
Era l’occasione perfetta per non dare nell’occhio e cercare di parlare con Zayn.
Lo afferrai per una manica trattenendolo ancora un attimo all’interno della casa.
“Scusa, possiamo parlare?” gli domandai cercando di non incontrare il suo sguardo.
Si guardò un attimo in giro. “Si” rispose poi solamente.
Un monosillabo. La sua risposta equivaleva ad un misero monosillabo…
“Senti… -mi sforzai di alzare lo sguardo- volevo chiarire quello che è successo ieri notte. Io…”
“No guarda, -mi bloccò prima che potessi finire una qualsiasi stupida frase che mi sarebbe uscita li per li- non c’è niente da chiarire. Mi sembra tutto piuttosto ovvio.”
“Cosa vuoi dire?” ero confusa.
“C’era una certa situazione ieri, l’atmosfera, il fatto che eravamo stanchi, che eravamo bagnati, troppo vicini e… niente. Stavamo per commettere un errore –un errore?- e invece fortunatamente non è successo niente. Sarebbe stato stupido rovinare una bel rapporto d’amicizia per una stupidaggine… Non era quello che volevi dirmi?”
Ero frastornata, le parole errore e amicizia risuonavano incessantemente nella mia testa. Quindi ero questo per lui? Solamente un’amica? Bene, ora potevo pure smetterla di cercare di prendere una decisione, qualcuno l’aveva già fatto per me.
“Si certo… Hai ragione” mi sforzai di mostrare uno stupido sorriso che dentro di me risuonò come il più falso che avessi mai fatto in vita mia.
Uscimmo e raggiungemmo gli altri.
Harry e Niall avevano fatto man bassa  di fuochi d’artificio che avrebbero sparato in aria non appena fosse scattata la mezzanotte.
Mancava poco al conto alla rovescia e nel frattempo che aspettavamo, Harry ci aveva distribuito dei bastoncini che aveva acceso ad un’estremità con un accendino.
Ognuno di noi teneva in mano un bastoncino che emanava mille stupende scintille luminose. C’era chi le sventolava in faccia agli altri, chi le agitava in aria e chi cercava di tenerle il più possibile lontano per la paura. Io la tenevo in mano e continuavo a fissarla inespressiva. Ogni luccichio che emanava il bastoncino dettava il tempo dei miei pensieri. Ogni lampo era un ricordo delle parole appena dette da Zayn. Ogni scintilla era un colpo al cuore.
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Hei cos’hai?” Kay si doveva essere accorta della mia assenza mentale.
“Niente.” Mentii, riuscendo ad essere il più convincente possibile.
“Dai allora, raggiungiamo gli altri che fra poco inizia il conto alla rovescia!”
Sfoggiai l’ennesimo finto sorriso della serata e mi affrettai a sopprimere i brutti pensieri. Almeno la sera di capodanno dovevamo divertirci. O almeno provarci.
Katie rientrò in casa e accese la tv mettendo su uno dei tanti canali che quella sera avrebbero fatto il conto alla rovescia in diretta. Mancavano ancora 10 minuti e tutti sembravano in sovreccitazione. Non smettevamo di sbirciare, attraverso la vetrata, il grosso televisore, mentre i minuti sullo schermo scorrevano inesorabilmente.
Kay continuava a camminare su e giù, mentre Katie saltellava impaziente.
“La volete smettere voi due? Mi state mettendo agitazione” sbottai.
Si guardarono colpevoli e finalmente si calmarono.
5 minuti.
Lou era già con la bottiglia di spumante in mano e Eleanor di fianco con una pila di bicchieri da riempire poi al momento giusto.
3 minuti.
Ci guardavamo tutti, impazienti che il tempo scadesse facendo arrivare il nuovo anno. Un nuovo inizio.
2 minuti.
Liam abbracciò Danielle a se.
1 minuto.
30 secondi.
La mano di Louis si posizionò sul tappo.
20 secondi.
Lo schermo della tv cominciò ad illuminarsi mostrando il contatore più grande.
10 secondi.
Finalmente il conto alla rovesci poteva avere inizio.
“10… 9… 8… 7… 6… 5… 4… 3… 2… 1…”
“Buon annooo” urlammo tutti insieme.
Kay finalmente mi saltò addosso. La strinsi forte e ricevetti uno schioccante bacio.
Andai ad abbracciare gli altri mentre Lou stappava la bottiglia.
Liam e Danielle erano impegnati in un lungo e appassionante bacio, imitati non meno da… Niall e Josie.
Una volta accortisi della nuova coppietta dell’anno li fissammo piacevolmente stupiti, per poi spostare lo sguardo lasciando loro un po’ di intimità.
Versammo lo spumante nei bicchieri e ammirammo i fuochi d’artificio accesi da Harry, che esplodevano in cielo ricadendo poi sulle nostre teste, in piogge dai mille colori.
Per tutti la serata era iniziata alla grande, ma anche se cercavo di negarlo sia agli altri che a me stessa per me non era la stessa cosa.
Ero arrabbiata perché mi ero illusa di qualcosa che invece non esisteva. Come potevo essere stata così  stupida da abbassare la guardia ed aver anche solo pensato ad una stupida fantasia? Dovevo riprendere il controllo di me stessa. Ero un’amica per lui? Bene, così mi sarei comportata. Niente di più niente di meno.
 
Erano quasi le una quando i taxi arrivarono e ci portarono fino in paese.
Non avevamo la più pallida idea di dove fosse il locale della festa, visto che molto intelligentemente avevamo dimenticato l’invito a casa.
“Hei ragazzi da che parte andiamo?” domandò Katie che era più determinata che mai a trovare il locale.
“Non ne ho la più pallida idea!” rispose Louis scivolando su una panchina.
La serata quasi non era ancora iniziata e già ci stavamo demoralizzando.
“Hei  ragazzi guardate la!” esclamò Harry d’un tratto.
Ci girammo tutti seguendo il dito del riccio che puntava verso qualcosa di indefinito.
“Cosa dovremmo vedere amico?” domandò Louis per tutti.
“La, -continuavamo a non capire- vedi quel gruppo di ragazzi?”
“Si, allora?” si intromise Zayn che cominciava ad essere alquanto seccato.
“E allora penso che stiano andando alla festa. Basterà seguirli e troveremo il locale” concluse fiero di se.
“Chi ti dice che stiano andando proprio alla nostra stessa festa?” chiese Eleanor.
“Festa, giovani, ragazzi vestiti bene… andiamo, secondo te quante altre feste possono esserci in un paesino di montagna come questo?”
In effetti non aveva tutti i torti. Nessuno rispose, ci alzammo tutti e cominciammo a seguire a distanza il gruppo di ragazzi.
Sinceramente mi sentivo un po’ a disagio a pedinare quelle persone, infondo erano degli sconosciuti. E se alla fine avessimo sbagliato e ci fossimo ritrovati chissà in quale posto sperduto?
Era meglio non pensarci.
Nel frattempo Kay era attaccata al mio braccio e non riuscivo a capire se tremava per la paura, per l’eccitazione o semplicemente per il freddo boia!
Non ci volle molto per scoprire la destinazione dei ragazzi, camminammo una decina di minuti per poi fermarci davanti una grossa baita dalla quale proveniva una musica assordante.
Non c’erano dubbi, quello sicuramente era il posto giusto!
“Visto, che vi avevo detto?” fece Harry gonfiando il petto fiero di se.
“Si si avevi ragione navigatore, ora però sbrighiamoci ad entrare che sto brinando!” Louis spinse l’amico per una spalla e noi li seguimmo dentro.
Non appena aprimmo la porta, una ventata di aria calda mi pervase il viso.
Il locale era pieno di gente che ballava una attaccata all’altra. L’odore di fumo e alcool aleggiava nell’aria e le luci psichedeliche ci permettevano di vedere a scatti.
“Ciao” ci salutò qualcuno.
Abbozzammo tutti un cenno del capo, tranne Katie che si fiondò avanti a tutti raggiungendo il ragazzo.
“Ciao, io sono Katie!
“Piacere James” i due si erano dati la mano e non smettevano di guardarsi languidamente negli occhi.
Quando finalmente si ricordarono anche della nostra presenza il ragazzo ci accompagnò in un piccolo stanzino dove avremmo potuto appoggiare i cappotti e le borse. Solo quando ci avvicinammo allo stanzino mi accorsi di quanto fosse enorme quel posto. Era tutto completamente in legno e diviso in due piani collegati da un’enorme scalinata, anch’essa in legno, occupata da una miriade di ragazzi avvinghiati fra loro non curanti delle persone che c’erano intorno.
Poggiammo i cappotti in un angolo, ammassandoli tutti insieme e legandoli alle nostre borse, sperando di ritrovarli facilmente.
“Hei Mho andiamo a ballare?” mi domandò poi Kay trascinandomi per un braccio.
“Volevo andare a prendere qualcosa da bere prima! Che fai vieni con me?” avevo bisogno di alcool, sia per non sentire il dolore ai piedi, sia per lasciarmi un po’ andare.
“No ora non mi va!”
“Va bene allora ti raggiungo dopo!” mi staccai dalla sua presa e mi diressi verso il bar.
“Hei Mho aspettami vengo con te!” strattonando un po’ qua e un po’ la, Harry mi raggiunse e con fatica arrivammo a quella specie di bar montato per l’occorrenza.
C’era una fila immensa li intorno, tanto che non si vedevano neanche i baristi, così Harry mi prese per un braccio e spingendo un po’  arrivammo fino al bancone.
“Che prendi?” mi chiese poi urlandomi in un orecchio.
Mi avvicinai al suo orecchio e dovetti urlare anche io o non mi avrebbe sentito. “Non so, fai tu. Basta solo che sia qualcosa di forte!”
“Mhone Hunter, cos’è vuoi cercare di ubriacarti?”
La sua faccia era un misto tra una finta sorpresa e un ghigno ironico.
“No, voglio solo cercare di divertirmi!” infondo era la verità.
Dopo mezz’ora che i baristi camminavano su e giù davanti a noi senza prestarci attenzione, Harry ne prese uno per una manica e praticamente lo costrinse a fare i nostri cocktail.
Lo buttai giù tutto d’un fiato.
“Andiamo?” mi rivolsi poi verso Harry che mi seguì.
La gente continuava a sbattermi dappertutto e una tipa mi diede una spinta facendomi andare a sbattere contro un ragazzo altissimo.
“Sta attenta” mi urlò quest’ultimo.
“Scusami” dissi una volta ripreso l’equilibrio aiutata anche da Harry che mi stava dietro.
Notai che non era solo, ma un gruppetto di ragazzi aveva accerchiato un piccolo tavolino e stavano mandando giù diversi shortini serviti da una cameriera piuttosto provocante.
“Cos’è volete favorire?” fece il ragazzo alto vedendo che continuavo a fissarli, mostrandoci il vassoio con i bicchierini.
Mi girai verso Harry che di tutta risposta allargo la bocca in un sorriso complice.
Ci unimmo al gruppo e brindando alle cose più stravaganti buttammo giù diversi shortini.
Ero carica e avevo una voglia matta di andare a ballare.
L’alcool mi bruciava dentro e mi sentivo avvampare di caldo.
Facendoci strada tra la gente, girammo tutto il locale fino a trovare finalmente il nostro gruppo. Mancavano però diverse persone all’appello. Katie, mi informò Kay, si era dileguata con il ragazzo di prima, mentre Niall, Josie, Liam e Danielle si erano appartati da qualche parte.
La musica altissima, mi entrava nelle orecchie e dettava il ritmo dei miei passi.
Ero scatenata e Kay ne sembrava entusiasta così che mi seguì senza problemi in quella danza sfrenata.
In quel momento la mia testa non pensava… era vuota e l’adrenalina mi portava a non smettere di muovermi.
“Mho… devo andare in bagno, mi accompagni?” mi urlò Kay nell’orecchio.
Che cavolo, proprio ora che mi stavo divertendo, ma anche se controvoglia, acconsentii con un cenno del capo e la segui.
Ballando non me ne ero accorta, ma ora che ci facevo caso mi sembrava che le persone fossero aumentate. Se prima era difficile passare tra la gente, ora era addirittura impossibile, così strinsi forte la mano di Kay e mi lasciai trascinare fino alla toilet.
Li dentro il suono della musica era smorzato e si riusciva a parlare.
“Allora ti stai divertendo?” mi chiese Kay mentre io mi lavavo le mani e asciugavo un po’ il sudore che mi si era formato sulla fronte.
“Si, non male come festa, anche se c’è troppa gente!”
“Si hai ragione. Comunque ti vedo particolarmente scatenata sta sera… quanto hai bevuto amica mia?” la sua voce era alquanto sarcastica.
“Ma dai, quanto vuoi che abbia bevuto? Tranquilla è solo che sta sera ho bisogno di non pensare e di divertirmi. Yhuuu!” alzai il braccio e feci un piccolo saltello. Costatai poi che non fu una brillante idea visto che la testa cominciò leggermente a girarmi. Cercai di non darlo a vedere per non far preoccupare Kay, ma avevo bisogno di un po’ d’aria.
“Hei Kay sto morendo dal caldo, ho bisogno di un po’ d’aria fresca. Esco qualche minuto poi torno!”
“Vuoi che venga con te?” forse si era accorta di qualcosa perché il suo tono sembrò un po’ preoccupato.
“No, non preoccuparti, vai a ballare con Lou e toglilo dalle grinfie di Eleanor!” mi affrettai a dire facendole l’occhiolino. Ok si mi ero giocata la carte “Eleanor”, ma stavo bene, sul serio, avevo solamente bisogno di un po’ d’aria, veramente.
“Sei sicura?”
“Si tranquilla!”
Uscimmo dal bagno e io mi diressi verso la porta d’uscita.

 
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Hola babessss!!!!
Come state?? Io tutto bene se non consideriamo i duemila compiti in classe che abbiamo avuto nelle ultime settimane!
xD
Comunque sono iper contenta, uno perché domenica e lunedì dovrebbe nevicare (io stra adoro la neve, la amo con tutta me stessa), e due perché lo scorso capitolo ha ricevuto 5 recensioni… Tipo che quando l’abbiamo visto, io e Vix, non riuscivamo quasi a crederci! =D
Via ora passiamo al capitolo… finalmente siamo arrivati a capodanno e le nostre due amiche, a mio parere, hanno due vestiti molto faighi! ^^
Mho si è pentita di essere scappata, ma le parole di Zayn, per quanto non lo voglia ammettere completamente, l’hanno ferita particolarmente.
Voi cosa ne pensate? Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto e che arrivino una vagonata di recensioni!
=D
Rubo l’idea di Vix e scrivo anche io
L’angolino dei ringraziamenti:
Ringraziamo come sempre tutte quelle persone che fin dal primo capitolo ci sostengono e recensiscono i capitoli. Sappiate che vi amiamo tantissimo!
Ringrazio naturalmente anche coloro che hanno messo la storia tra seguite/preferite/ricordate, che ogni capitolo aumentano sempre!
^^
Infine ringrazio anche quelle buon anime che perdono 10 minuti del loro tempo a leggere il capitolo anche senza recensirlo. Grazie veramente a tutti!
Via ora vi lascio che l’ho fatta lunga!
xD
Un bacione.
Marty.
 
Twittah:
Marty
Vix

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


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CAPITOLO 29
 
Kaycee POV
 
Appena Mhone uscì io inumidii della carta igenica con dell'acqua e me la passai sulle braccia e sul collo per cercare di affievolire il caldo e il sudore. Sistemai i capelli con le mani e uscii barcollando dal bagno andando alla ricerca del mio gruppo. Speravo segretamente di non trovare Louis con Eleanor, o meglio avevo paura di non trovarli affatto e mi recai verso l'angolino di divanetti dove ci eravamo appostati prima cercando di farmi spazio fra la gente che spintonava. Ci trovai solo Harry, Zayn e Josie seduta sulle gambe di Niall.
Una morsa improvvisa mi strinse lo stomaco ma continuai ad avanzare verso di loro.
Harry si alzò appena mi vide e mi condusse verso la porta d'uscita. Trovammo una panchina sotto un gazebo poco distante e ci sedemmo lì, Harry mi poggiò sulle spalle la sua giacca sorridendomi.
"Grazie. - gli dissi inclinando un angolo della bocca. - Fammi indovinare, mi hai portato qui per non farmi vedere Louis e Eleanor che si scatenano dentro, vero?"
Harry appoggiò la testa sulla mia spalla e mi solleticò il collo con il suo respiro caldo.
"So di essere piuttosto ubriaco ma penso di non essermi sbagliato quando ho visto Eleanor che cercava di parlare con Louis e lui che si scanzava piuttosto incazzato."
Mi girai verso di lui di scatto notando il sorrisetto furbetto e gli occhi lucidi dall'alcool.
"Mi prendi per il culo Harry?" chiesi speranzosa ma diffidente.
Lui scosse la testa. "Nient'affatto. Là c'è El e suppongo che non starebbe da sola al freddo se andasse tutto bene."
Aguzzai la vista e notai una figura accovacciata su un muretto dall'altra parte del giardino vicino l'entrata.
Un sorriso mi si dipinse spontaneamente sul viso e diedi un bacio sulla guancia ad Harry prima di ridargli la giacca e apprestarmi ad entrare. Mi bloccai quando sentii un singhiozzo appena prima di raggiungere la porta.
Eleanor era scossa dai tremiti, forse per il freddo o per le lacrime, teneva le mani sugli occhi e sembrava stesse per avere un attacco di panico.
Anche se in quel momento non poteva importarmi meno di lei diedi retta al mio buon senso e mi avvicinai sedendomi accanto a lei. La ragazza alzò di poco lo sguardo e quando incontrò i miei occhi cominciò a piangere più forte.
"Mi dispiace. Oddio mi dispiace tanto." continuava a farfugliare.
Le posai una mano sul braccio.
"Che è successo?" il tono era freddo ma la preoccupazione per quella ragazza ridotta in quello stato pietoso c'era eccome.
"Ho fatto un casino. Ho rovinato tutto e mi dispiace così tanto. - si asciugò le lacrime e mi afferrò una mano piantando i suoi occhi nei miei. - Credimi ti prego, non volevo causare così tanti problemi fra te e Louis. Ero solo gelosa. Una sciocca che pensava che se si fosse allontanato da te sarebbe ritornato da me e avremmo potuto essere felici come lo eravamo prima."
"Non ti giustifica, lo sai vero?" 
Lei annuì vigorosamente.
"Io se fossi in te non mi perdonerei, ma ho cercato di migliorare."
"Come? Hai incasinato le cose sin da quando ti ho conosciuta, hai parlato male di me, hai detto delle bugie a Louis pur di allontanarmi e lo hai fatto sentire in colpa. Come puoi aver migliorato le cose?"
"Gli ho confessato tutto. Gli ho detto quello che avevo fatto, le bugie che avevo detto. Ho visto che non era lo stesso Louis che ho conosciuto io, lui è se stesso quando è con te. L'ho notato prima, quando non riusciva nemmeno a concentrarsi su quello che gli stavo dicendo provando a cercarti fra la marea di gente per assicurarsi che nessuno ti stesse molestando. Gli ho detto che l'ho fatto perché lo amavo ancora e perché non volevo lasciarlo andare. - si interruppe per un singhiozzo che quasi le fece mancare il fiato. - Mi ha allontanato con lo sguardo più schifito che avessi mai visto in vita mia e mi ha detto di non farmi vedere mai più."
Sgranai gli occhi per le sue parole. Non potevo crederci.
"Me ne vado domani, mi sento completamente fuori posto in questo luogo e Louis ha tutte le ragioni per non volermi vedere mai più."
"Non devi. - strinse di più la presa sul mio braccio. - Non c'è bisogno che te ne vai. Sei stata una persona importante per Louis e credo ti abbia parlato così solo per la rabbia in quel momento, non penso davvero che lui non ti voglia più nella sua vita."
"Non me lo merito."
"Tante persone non si meritano le cose, ma bisogna sempre dare una seconda opportunità." 
Eleanor mi guardò come se non capisse che lingua stessi parlando.
"Perché lo fai? Perchè mi difendi quando ho provato a distruggere il tuo rapporto con Louis?"
Mi strinsi nelle spalle. "Penso che sei veramente pentita di ciò che hai fatto e hai fatto la cosa giusta a parlarne con lui, non vedo perché non possa provare a perdonarti."
Eleanor mi strinse in un abbraccio che sapeva di sollievo e disperazione ricominciando a piangere e io le appoggiai una mano sul braccio cercando di consolarla.
"Su entriamo, se resto un secondo di più qui fuori mi si gelerà il culo."
Lei scoppiò a ridere asciugandosi le ultime lacrime e sorridendomi grata.
 
La lasciai al nostro divanetto con l'intenzione di andare a cercare Louis per cercare di mettere le cose a posto.
Le scarpe cominciavano a farmi male ma ignorai il dolore e mi buttai fra la folla in cerca di quel ragazzo a cui non riuscivo più a smettere di pensare. Non potevo crederci, non era da me ma pensavo che forse quella volta l'amore era davvero arrivato. Per una persona così diversa dai miei gusti che se me l'avessero detto qualche mese prima gli sarei scoppiata a ridere in faccia.
Invece ora ero li, a cercare di farmi spazio fra la gente con l'unica intenzione di trovare Louis e cercare di capire. Il suo viso faceva capolino continuamente nella mia mente e ogni ragazzo che vedevo con una ragazza avevo paura che fosse lui. Ad un certo punto mi sentii tirare per un braccio e sbattei violentemente contro il petto di qualcuno.
"Ciao dolcezza, vai da qualche parte?"
Una puzza di alcool mi colpì così violentemente che mi girò la testa.
Davanti a me c'era un ragazzone sulla ventina che alternava lo sguardo dal mio viso al mio corpo in modo non proprio casto.
"A dir la verità si, cercavo il mio ragazzo." mentii spudoratamente.
Lui scoppiò a ridere. "E' stato proprio un idiota se ti ha lasciata qui in mezzo da sola. - strinse di più la stretta sul braccio e mi circondò con l'altra posando la mano sul mio sedere. - Perchè non vieni con me?"
Io cercai di dimenarmi ma quell'omone era davvero grosso e le sue mani non volevano saperne di lasciare la presa. "Lasciami." gli sibilai.
"Altrimenti?"
"Altrimenti ti stacco le dita una ad una."
Mi girai di scatto trovandomi Louis che cercava a stento di trattenere la rabbia.
"Tu devi essere il fantomatico fidanzato, non avresti proprio dovuto lasciarla sola, ha trovato di meglio."
La mascella di Louis si contrasse e gli occhi azzurri si assottigliarono.
"Forse non hai capito, lasciala o qui finisce male." 
Tutto nella sua voce e nella sua postura faceva capire che non scherzava.
Il tizio che ancora mi teneva fra le braccia emise una risata gruttuale e per tutta risposta strinse più la presa sul mio fondoschiena e si avvicinò pericolosamente alle mie labbra.
Fortunatamente quel contatto non arrivò mai perchè mi sentì sbalzata all'indietro e tutto quello che riuscii a vedere fu Louis che si scagliava contro il ragazzo prendendolo a cazzotti.
Una ragazza vicino a me lanciò un urlo e io ero come paralizzata.
La folla si era scansata lasciando uno spazio al centro della sala dove Louis e il ragazzo se le stavano dando di santa ragione. Io non riuscivo a capire niente, vedevo solo pugni che volavano, corpi che si intrecciavano e calci in ogni direzione, ma non riuscivo davvero a capire cosa stesse succedendo.
Ad un certo punto Harry e Zayn spuntarono dal nulla e staccarono Louis dal ragazzo mentre altri tizi venivano a raccogliere il loro amico che non era messo proprio bene.
"Dio, ma sei impazzito?!" urlò Harry mentre lui e Zayn trattenevano Louis per le braccia impedendogli di saltare di nuovo addosso al ragazzo.
Louis continuava a dimenarsi ma poco dopo venne trascinato via dai due mentre io mi resi conto di seguirli come in coma.
Lo fecero sedere poco delicatamente su uno dei divanetti mentre ora tutta l'attenzione dei nostri amici era focalizzata su di lui. Notai lo sguardo impaurito di Eleanor, quello preoccupato delle altre ragazze e Liam, quello confuso di Niall e Mhone e quello incazzato di Zayn e Harry.
"Ma che cazzo ti è preso, si può sapere?" disse il riccio scuotendolo per farlo riprendere.
Louis ansimava e tremava ancora con un rivolo di sangue che gli scendeva dal labbro.
Mi guardò solo un istante mostrandomi tutto lo sconcerto, la paura e la rabbia che provava in quel momento poi si alzò scrollandosi di dosso Harry e uscì all'aperto.
Zayn e Harry stavano per raggiungerlo ma io li bloccai con un gesto e mi precipitai dietro di lui.
Lo trovai seduto per terra poco più in la con le mani nei capelli.
Mi accovacciai vicino a lui e gli posai una mano sulla spalla.
Con un gesto fulmineo mi afferrò il braccio e mi fece cadere sulle sue gambe stringendomi in un abbraccio che sapeva di disperazione.
"Non farlo mai più. Non provare mai più a cacciarti in un guaio simile. Non provare più ad essere la ragazza fantastica che sei se questo significa che sarai sempre in balia di cretini come quello."
Ancora schockata faticai un attimo a capire le sue parole ma poi mi accoccolai meglio tra le sue braccia e mi lasciai cullare dal suo respiro irregolare e dalle sue braccia forti.
Gli alzai il viso incrociando i suoi occhi così azzurri e innaturali e gli posai un bacio sulla fronte.
Lui mi accarezzò la guancia con il pollice fino a portare una ciocca di capelli dietro l'orecchio e posare la sua mano calda dietro la nuca. Mi attirò a se ma poco prima che le nostre labbra combaciassero io posai le mani sul suo petto e l'allontanai di un po', facendo in modo che fra di noi ci fosse una distanza minima.
"Non sei in te, io non sono in me. Stiamo correndo troppo. Hai appena fatto a cazzotti con uno sconosciuto e sei pieno di alcool."
Lui, inizialmente spiazzato, mi portò le mani sulle guance alzandomi il viso in modo da incontrare i suoi occhi. "Non sono ubriaco, sono innamorato. Penso di amarti dalla prima volta che mi hai guardato come se fossi un insetto particolarmente fastidioso, ho continuato ad amarti quando non riuscivi più a mantenere la tua facciata di mattoni davanti a me, arrossendo ogni volta che ti provocavo, ti amo quando sorridi, parli, ti arrabbi e metti su il muso. Farei di tutto per te, anche prendere a cazzotti quello stronzo che stava per baciarti. Non sono ubriaco, sto bene e sono finalmente pronto a dirti che ti amo, che ci ho messo troppo a fartelo capire e che sono stato uno stupido ad allontanarti pensando di proteggerti."
Io lo guardavo imbambolata, sentendomi salire il cuore in gola ogni volta che diceva di amarmi.
Non riuscivo a spiccicare parola ma a lui non sembrava importare, continuava a guardarmi come se io fossi stata la luce dei suoi giorni, com e se in quel momento non esistesse nient'altro all'infuori di noi.
"Sono pronto ad aspettare quanto tempo vorrai, fin quando capirai che sono sincero, dispiaciuto e che non voglio nessun'altra che te. Sono pronto ad aspettare che tu comprenda i tuoi sentimenti come io ho capito i miei."
Mi riprese fra le braccia abbracciandomi e cullandomi mentre io riuscivo finalmente a capire che non sarei mai riuscita a stargli lontano, che avrei passato sopra a tutte le fan urlanti pur di stargli accanto e che ci sarei sempre stata per lui.
 
 
 
 
 
 
 
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Bonjour mes amis;
 
Oggi ce l'ho col francese perché questo capitolo sprigiona dolcezza e romanticismo, non trovate?!
Finalmente Louis si è dichiarato ma penso che alcune di voi non gradiranno il fatto che il fantomatico bacio ancora non ci sia stato...pazientate e avrete una sorpresina! I PROMISE :D
Eleanor la digestite un po' di più ora? Spero di si, è stata corretta ad affrontare Louis e Kay.
Vi ringrazio immensamente per le 5 recensioni dello scorso capitolo, cè, volete farmi morire!! 
Direi che ci siamo, non ho più niente da dire per oggi...ringrazio come sempre tutti tutti tutti quelli che apprezzano la storia e che Dio vi benedica! LOL
Tanti baci, abbracci e amore (?),
Vi :)

P.S: let's die together for this amazing gif *O*


 
Twittah:
Marty
Vix

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


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CAPITOLO 30

Mhone POV

“Ma che cazzo è successo, si può sapere?” Ero confusa, un po’ per l’alcool che avevo in circolo, un po’ perché veramente non avevo capito la situazione.
Nessuno mi dette risposta. Insistetti ancora e mi rivolsi a Harry che aveva ancora le sopracciglia aggrottate per la rabbia.
“Allora? Che diavolo è successo?”
Tutti come me aspettavano una risposta.
“Non lo sappiamo ok? Falla finita con le domande, non è affar tuo!” Zayn si accanì contro di me con tale rabbia e superiorità che quasi mi mancò il respiro e un senso di vuoto, come un buco nello stomaco, mi divorò dentro.
Non potevo farglielo capire però. Non potevo mostrarmi debole, non più.
“Ok ho capito. Stai calmo e prenditi una camomilla!”
Presi e me ne andai, senza guardare nessuno per sperare in una complicità.
Me ne andai solamente il più in fretta possibile o non sarei più stata in grado di trattenere le lacrime di rabbia che mi stavano già rigando le guance.
Corsi fuori e mi trovai un angolo nel quale difficilmente mi avrebbero trovata.
Le lacrime mi scendevano ostinatamente contro la mia volontà, implacabili come un fiume in piena. Più non volevo piangere e più quelle cadevano tra le mie mani.
Il silenzio intorno a me si riempiva dei miei singhiozzi soffocati e il vuoto che sentivo dentro, si ampliava sempre più.
Per quanto avessi voluto essere forte, tanto da non farmi toccare dagli avvenimenti degli ultimi giorni, più risultavo debole e patetica.
Mi ci volle un po’ prima di calmarmi e quando ci riuscii mi sentii esausta e sfiancata.
Con le mani asciugai le ultime lacrime e cercai di sistemare un po’ il trucco sotto gli occhi che immaginai fosse completamente sfatto e colante.
Abbandonai la testa all’indietro poggiandola al muro e mi concessi di chiudere gli occhi.
Sentivo le palpebre pulsare e la testa dolermi.
Presi un bel respiro e mi convinsi ad alzarmi.
“Finalmente ti abbiamo trovato! È mezz’ora che ti cerchiamo.” una voce tranquilla e rassicurante mi arrivò alle orecchie.
Alzai la testa e vidi che Liam e Harry mi si erano parati davanti, intenti a sedersi di fronte  a me.
Non dissi nulla. In verità non mi aspettavo che qualcuno mi sarebbe venuto a cercare, ma infondo non lo volevo neanche.
“Devi scusarlo. Non voleva risponderti veramente in quel modo brusco!” si scusò Harry al posto di chi di dovuto.
“Bhè a me sembrava più che conscio di ciò che ha detto!”
“No, non è così. Devi credermi. È solo che non sta passando un bel periodo in famiglia e così ogni tanto scarica la sua tensione sugli altri.”
Ci misi un po’ a comprendere a pieno le parole di Harry. Problemi in famiglia? Così alla fine, finalmente, lo aveva detto anche agli altri.
“Ah… alla fine ve lo ha detto!”
“Si, ce lo ha detto, ma a quanto pare tu lo sapevi già.”
Alzai lo sguardo incontrando quello confuso di Liam, che a quanto pare seguiva a mala pena il discorso che stavamo facendo e quello di Harry, che invece era quello di chi la sapeva lunga.
Abbozzai un cenno del capo e riappoggiai la testa al muro.
Si venne a creare un silenzio imbarazzante che Liam, prontamente, sciolse.
“Allora che ne dite di andarcene da questo posto e andare a fare colazione da qualche parte, visto che sono quasi le sei?”
“Direi che è un’ottima idea fratello. Per questa sera abbiamo avuto fin troppe emozioni e questo posto mi sta annoiando”
I due si girarono verso di me aspettando una qualche risposta.
“Mi si è chiuso lo stomaco, ma me ne vado più che volentieri da qui!”
Harry mi aiutò a rialzarmi, poi raggiungemmo gli altri.
Li trovammo tutti completamente fusi e annoiati, spaparanzati sui divanetti.
Liam rivolse la sua proposta al gruppo che come noi fu più che lieto di lasciare quel posto.
La stanza era ancora piena di gente nonostante l’ora, ma attraversarla fu decisamente più facile rispetto alle ore precedenti.
Raccogliemmo le nostre cose e uscimmo di li.
Kay e Lou si tenevano per mano, segno che finalmente si erano chiariti, così li lasciai in pace e mi avvicinai ad Harry.
Liam e Danielle erano in testa al gruppo e scrutavano le vie del paesino in cerca di un bar aperto.
Ne trovammo uno all’angolo tra due piccole vie.
Entrammo e ci accomodammo su due tavoli già uniti.
Prendemmo tutti una tazza di caffè, tranne Kay, che come si sedette, si addormentò sulla spalla di Louis.
Eravamo tutti stanchi e insonnoliti e la colazione fu piuttosto silenziosa.
Ogni sorso del mio caffè mi faceva risalire in gola il sapore ancora vivido dell’alcool. Dovetti smettere di berlo o non sarebbe finita bene.
La testa mi girava e mi faceva malissimo, sembrava che da un momento all’altro mi sarebbe scoppiata. Fortunatamente uscimmo presto dal bar e il taxi che ci riportò a casa, arrivò in fretta.
Non appena arrivammo a casa mi fiondai in bagno. Mi struccai a fondo e rinfrescai il viso sciacquando via anche gli ultimi gonfiori dovute alle lacrime di prima.
Entrai in camera e cominciai a slacciarmi il vestito.
“Aspetta, aspetta, aspetta. Ora me ne vado”
Bloccai la mano sulla cerniera e con l’altra trattenni il vestito per non farlo scendere.
“Lou ma che ci fai qui?”
“Ho solo portato Kay a letto. Ora vado via!” che carino che era stato.
“Ah ok. Grazie mille!” addolcii lo sguardo e aspettai che uscisse dalla stanza.
Infilai in fretta il pigiama, poi scesi in cucina per andare a prendere una qualche medicina che mi avrebbe fatto passare quel terribile mal di testa.
Erano già tutti nelle loro stanze intenti a farsi una lunga dormita.
La luce del sole che ormai stava sorgendo, entrava diretta dalle finestre e illuminava tutta la casa.
Gli occhi mi si chiudevano ogni volta che mi fermavo e rimanevo immobile, così presi la medicina, bevvi un po’ d’acqua e me ne ritornai a letto.
 
Quando riaprii gli occhi, feci fatica a mettere a fuoco la stanza e la testa, per quanto non mi dolesse come la sera precedente, la sentivo pesante.
Accesi il cellulare e lessi l’ora sul display: erano le quattro del pomeriggio.
Ripoggiai la testa sul cuscino intenta a continuare a dormire, con scarso risultato però.
Mi alzai dal letto molto lentamente, con passi piccoli e ben calibrati visto ancora il mio precario equilibrio.
Kay dormiva ancora come un angioletto. Aveva un sorriso stampato in faccia, segno che sicuramente stava sognando Louis, ci avrei scommesso.
 Scesi al piano di sotto e presi dal rubinetto un bel bicchiere d’acqua, cercando di togliere quel sapore impastato dalla mia bocca.
Poggiai il bicchiere nel lavandino e mi avviai verso il divano. Pensavo fossero ancora tutti a dormire, invece mi sbagliavo. O meglio, tutti dormivano, ma uno di loro lo stava facendo sul divano.
Feci per andarmene il più silenziosa possibile, ma a quanto pare il suo sonno doveva essere veramente leggero.
“Scusa non volevo svegliarti. Ora me ne vado.” Dissi monotona.
“No guarda me ne vado io, tranquilla.”
Zayn si alzò dal divano e senza dire altro mi passò vicino e se ne andò.
Stavo per girarmi e gridargli…
Perché ti comporti così? D’ora in poi il nostro rapporto sarà così? Quale amicizia? Neanche quella mi hai concesso…
Stavo per farlo, ma mi trattenni, un po’ per paura, un po’ per orgoglio. Non dovevo essere io a dovermi scusare, non in quel caso.
Così mi passò di fianco, senza degnarmi di uno sguardo e sparì nella sua stanza.
Risalii le scale e facendo il minimo rumore, cercai nella mia valigia, a luce spenta, il costume da bagno.
Riscesi le scale e mi cambiai in piscina.
Mi sedetti sul bordo della vasca, poi, raccogliendo tutto il mio coraggio mi spinsi in acqua. Per quanto fosse riscaldata, l’impatto non fu dei più piacevoli. Fu come se il contatto con l’acqua mi avesse dato una bella svegliata, strappandomi definitivamente dalle bracci di Morfeo.
Restai a mollo in mezzo alla vasca senza far niente. Mi limitai a guardare fuori dalle vetrate lo scintillio della neve sotto i raggi di un sole che se ne voleva già andare.
 Mi lasciai poi andare all’indietro e rimasi a galla lasciandomi cullare dal dolce e quasi impercettibile movimento delle acque. Stare ferma però non mi aiutava a scacciare i brutti pensieri, così con uno scatto repentino mi girai pancia in sotto e cominciai a nuotare. La vasca non era lunghissima, ma non importava, tanto mi bastava per sfogare la mia frustrazione. Cominciai a nuotare il più velocemente che potevo. Ogni bracciata era fatta per non pensare, ogni respiro era una boccata d’aria che ossigenava il mio cervello, ogni movimento delle gambe era per scacciare ogni preoccupazione, ogni vasca era fatta con lo scopo di scappare da quel qualcosa che una volta il mio cervello si fosse riattivato, mi avrebbe raggiunta e aggredita.
Dopo una ventina di vasche, cominciai a sentire le energie abbandonare il mio corpo. Dovetti fermarmi, il respiro era affannato e famelico di ossigeno pronto a riempire i miei polmoni. Mi aggrappai con le braccia al bordo della piscina e poggiai la testa su un braccio. In quel momento l’occhio mi cadde sul polso destro… Never give up… il tatuaggio che avevo fatto con Zayn. Non era possibile. Tutto quello che mi circondava mi ricordava lui. Ogni cosa che facevo, dicevo o vedevo mi faceva pensare a lui. Perché provavo tutto ciò ora che lui aveva chiarito le cose? Era stato piuttosto chiaro su cosa pensava, allora perché non riuscivo ad essere così distaccata come lo era lui?
La mia pateticità aumentava secondo dopo secondo e il proposito dell’essere forte cominciava ad andarsi a farsi fottere!
Mi guardai i polpastrelli delle dita e mi accorsi che erano tutti raggrinziti, segno che era decisamente l’ora di uscire dall’acqua.
Salii le piccole scalette e tutta gocciolante andai a prendere l’asciugamano che avevo poggiato sulla sedia. Me lo arrotolai per bene intorno al corpo, ma una miriade di brividi freddi continuavano a colpirmi. Strizzai meglio che potevo i capelli e li legai in una crocchia disordinata, poi corsi a farmi una doccia bollente.
Feci una doccia piuttosto veloce per poi ritornare in camera e mettermi qualcosa di caldo e comodo.
Quando entrai in camera, vidi finalmente Kay sveglia.
“Ben alzata dormigliona”
“Hei ciao Mho…” il suo tono di voce era fievole e strascicato.
“Cos’hai Kay? Non ti senti bene?” le chiesi un po’ preoccupata, mentre mi vestivo.
“In verità non molto. Credo di essermi presa l’influenza ieri sera!”
Poverina non la invidiavo, ma c’era da aspettarselo visto che abbiamo fatto avanti e dietro tra fuori e dentro il locale. Ero sorpresa del fatto che non mi fossi ammalata anche io.
“Hai misurato la febbre?”
“No, non ancora, ma non credo di averla. Sarà solamente una semplice influenza passeggera. Vedrai che domani mattina starò già meglio.”
“Non essere sciocca. Ieri sei stata fuori senza coprirti, se ti fossi beccata la febbre non mi stupirei. Aspetta vado a prendere il termometro”
Tirai fuori il beauty-case e cercai il termometro svuotando tutto il contenuto sul letto.
Una volta trovato lo diedi a Kay che tirò fuori un braccio da sotto le coperte e se lo sistemò sotto un’ascella.
Aspettammo che il termometro suonasse, poi Kay lo tirò fuori e lesse la sua temperatura.
Non disse nulla e me lo porse solamente. L’indicatore segnava 39°.
“Alla faccia di quella che non aveva la febbre. Che disastro che sei. Fortuna che ti ho fatto misurare la febbre, ora però riposati e non prendere freddo.”
“Si mammina” mi canzonò rinfilando il braccio sotto le coperte che si tirò su fin sotto il naso.
“Vado a prepararti qualcosa di caldo. Va bene un the?” le chiesi amorevolmente.
“Grazie Mho, ma non ti devi disturbare. Non importa.”
“Ma piantala, lo faccio volentieri. Via vado a fartelo, se ti serve qualcos’altro fammi sapere senza problemi.”
“Grazie. Ti voglio bene!”
“Anche io”
Uscii dalla camera e andai in cucina a preparare il the.
Trovai Harry intento a preparare qualcosa ai fornelli e Lou seduto su una sedia a fargli compagnia.
“Ciao ragazzi” li salutai.
“Ciao Mho, bene alzata” mi risalutò Lou.
“Veramente è un po’ che sono sveglia. Mi sono fatta anche una bella nuotata in piscina”
I due mi rivolsero un sorriso.
Mi avvicinai ai fornelli e misi a scaldare l’acqua per il the.
“Stavo facendo una cioccolata calda se preferisci” mi fece notare Harry.
“No guarda il the non è per me, ma per Kay che si è ammalata e ha preso la febbre. Comunque io una bella tazza di cioccolata la prendo volentieri visto che l’hai fatta!”
Tirò fuori un’altra tazza dalla credenza e la appoggiò vicino a quelle che dovevano essere le loro.
“Kay ha preso la febbre?” il tono di Lou era un misto tra preoccupazione e curiosità.
“Si, ha 39. Le ho detto di restarsene in camera al caldo.”
Mentre rispondevo a Lou, misi il the in effusione e aspettai alcuni minuti.
“Poverina, ieri notte deve aver sentito proprio freddo”
“Si infatti. Ora le porto una bella tazza di the e una tachipirina, poi scendo a prendere la cioccolata”
I due annuirono e io salii a portare la tazza alla mia amica.
“Grazie Mho” disse prendendo un piccolissimo sorso del the che doveva ancora scottare moltissimo.
Poggiò poi la tazza sul comodino e prese la tachipirina.
Aspettai un po’ che si riaddormentasse e le poggiai una pezza bagnata sulla fronte.
Quando vidi che i suoi occhi cominciavano a chiudersi la lasciai riposare e scesi di nuovo per la cioccolata.
“Come sta?” si preoccupò di chiedermi Lou.
“E’ debole e affaticata, ora sta riposando. Comunque non credo sia niente di grave, qualche giorno a letto dovrebbe bastarle per recuperare tutte le energie”
Mi accomodai su una sedia e sorseggiai la cioccolata che Harry mi aveva già preparato nella tazza.
“Cambiando discorso… Harry mi ha raccontato che Zayn si è accanito con te per colpa mia ieri sera… Mi dispiace!”
Mi stava veramente chiedendo scusa per qualcosa di cui non aveva colpe?
“Lou non ti devi assolutamente scusare. Non è certo colpa tua. Mi ha risposto male perché era arrabbiato e la storia finisce li, punto. Se c’è qualcuno che deve chiedermi scusa quello non sei di certo tu” e gli rivolsi un sorriso di incoraggiamento.
“Ci sei rimasta male vero?” mi chiese Harry che fino a quel momento non aveva detto una parola.
“Non più di tanto” mentii.
“Da gli occhi gonfi che avevi sta notte, non si direbbe proprio…” Harry aveva centrato il bersaglio.
Rimasi in silenzio. Non volevo scoprire carte di cui poi mi sarei pentita.
“Lo sai vero che tu gli piaci molto a Zayn?” la domanda retorica di Lou mi lasciò un po’ basita.
Ma ebbi la risposta pronta.
“Bhè Lou, credo che ti stia sbagliando. Sono più che sicura di non interessargli. In verità non so neanche se considerarmi sua amica…” l’ultima frase fu quasi un sussurro, del quale mi pentii immediatamente dopo averlo detto.
Notai i due scambiarsi uno sguardo complice.
“Posso garantirti il contrario. È solo che ultimamente non se la passa troppo bene!”
“Si lo so… -abbassai lo sguardo- comunque anche se fosse, lui non mi interessa. Volevo solo essere carina ed essergli amica, come con tutti voi. Tutto qui.” Mi stavo arrampicando sugli specchi e c’ho significava che se non cominciavo ad stare zitta mi sari scavata la fossa da sola.
“Bha sarà…” infatti nessuno dei due era stato convinto dalle mie parole, ma si sarebbero dovuti ricredere, semplicemente per il fatto che tra me e Zayn non sarebbe mai potuto succedere niente.
 

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Ciao Bellezzeee! =D
Eccomi di nuovo qui! ^^
Allora che ne pensate di questo capitolo? Zayn è stato cattivo con Mhone e lei se l’è presa ed è scappata! Lou e Liam hanno detto che a Zayn Mho piace, ma lei non ci crede. Chissà chi avrà ragione… xD
Vabè non ho nient’altro da aggiungere. Piuttosto fatemi sapere voi cosa ne pensate! ;D
 
Angolo ringraziamenti:
Ringraziamo tutte le nostre fedeli recensitrici, che ogni volta ci riempiono di complimenti! Veramente vi amiamo un casino! =D
Ringraziamo come al solito anche tutte coloro che mettono la storia tra preferite/seguite/ricordate, che ad ogni capitolo aumentano sempre! ^^
Un grazie va anche a coloro che leggono in silenzio, anche se ormai avrete capito che preferiamo se spendeste 30 secondi della vostra meravigliosa vita per farci sapere cosa pensate ogni volta che finite di leggere i capitoli! Quindi avanti e senza paura riempite il rettangolino bianco qua sotto! =D
Ora vi saluto e vi lascio in pace, un bacione.
Marty.
 
Twittah:

Marty
Vix

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


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CAPITOLO 31
 
Kaycee POV
 
Un fastidiosissimo fischio continuava a rimbombarmi in testa, talmente forte da costringermi ad aprire gli occhi e guardarmi intorno in cerca della fonte di quel rumore. La camera era immersa nell'oscurità, probabilmente avevo dormito per tutto il giorno dato che oramai era già buio, ma immacolata, niente stereo acceso, niente dispositivi elettronici rimasti in funzione, niente di niente, segno che quel fischio era solo frutto della mia immaginazione e che forse la febbre stava salendo. La testa mi pulsava e il mio unico desiderio era quello di riaddormentarmi in modo da far cessare tutta quella percezione ovattata del mondo.
Un ricordo mi balenò in testa e due occhi azzurri si fissarono nella mia mente. Il ricordo del suo sorriso fece istantaneamente sorridere anche me e decisi che non potevo più stare passivamente lunga a letto, dovevo alzarmi e prendere un'aspirina.
Mi misi a sedere lentamente per poi togliermi di dosso le coperte. Una fitta mi trapassò la testa e con un mugolio mi riaccasciai sul letto coprendomi la testa con il cuscino.
Sentii la maniglia della porta abbassarsi, dei passi e poi una persona che si sedeva sul bordo del letto.
"Come va?"
Mugolai di nuovo alla domanda di Mho.
"Vuoi che ti prepari qualcosa?"
Mi tirai via il cuscino dal viso e mi misi a sedere.
"Tranquilla, ora mi alzo e prendo un'aspirina."
Lei annuì e mi diede un bacio sulla fronte. Una volta che si chiuse la porta alle spalle infilai le mie ciabatte superpelose e andai in bagno e mi infilai sotto la doccia. Il getto caldo ebbe il potere di schiudermi il naso e dopo essermi asciugata i capelli con il phon stavo decisamente meglio. Tornai in camera e indossai una tuta con una felpona e dei calzettoni di lana tanto per cercare di stare il più al caldo possibile, mi legai i capelli in una crocchia e infilai gli occhiali da vista.
Scesi le scale reggendomi al corrimano vidi alcuni dei miei amici seduti sui divani guardando uno di quei film natalizi che la tv ripropone ogni anno. Eleanor e Josie erano sedute per terra, con la schiena appoggiata al divano dove Liam e Danielle sedevano abbracciati, Josie aveva l'aria di una che si sarebbe addormentata a momenti e ogni tanto le si chiudevano gli occhi, Eleanor invece sembrava molto più interessata al suo cellulare che al film. Niall e Louis occupavano un altro divano mentre Harry e Mhone si erano appropriati dei pouff accanto al fuoco. Gli unici mancanti all'appello erano Katie e Zayn.
La prima che si accorse del mio arrivo fu El, che sorprendentemente mi sorrise apertamente e mi rivolse un "Ben alzata."
Immediatamente tutti gli occhi si puntarono su di me.
"Kay, stai meglio?" Niall si alzò per farmi posto sul divano e Louis mi circondò con un braccio permettendomi di accoccolarmi al suo petto.
"Meglio."
Niall annuì e si allontanò per tornare con una pesante coperta.
"Così non sentirai freddo. Vuoi altro?"
Scossi la testa. "Siediti solo vicino a me."
Niall sorrise e si accomodò al mio fianco coprendosi anche lui con la coperta e facendomi stendere le gambe sulle sue. 
"Quasi quasi mi piace essere malata, mi viziate tantissimo." scherzai.
Mhone sbuffò. "Non abituarti principessina, appena ti rimetti ti faremo lavorare il doppio."
Le feci una linguaccia e mi strinsi di più a Louis in cerca di calore.
Il film era uno di quelli che avevo visto così tante volte che ormai conoscevo le battute a memoria così chiusi gli occhi beandomi della mano di Lou che ogni tanto mi accarezzava i capelli.
Nonostante tutto il film sembrò finire in un baleno ed era già arrivata l'ora di cena. Come sempre si misero tutti al lavoro e comparvero dal nulla anche Zayn e Katie.
"Scusa Kay, devo andare ad aiutare, se ti serve qualcosa chiamami ok?"
Annuii alla domanda di Lou e mi stesi completamente sul divano appoggiando la testa sul bracciolo mentre sentivo che anche Niall si alzava.
Il torpore di quella stanza era talmente accogliente che mi riaddormentai di nuovo, cullata dal brusio di sottofondo, dallo scoppiettare della brace nel camino e dal rumore delle posate che venivano spostate.
Quando riaprii gli occhi gli altri stavano mangiando, troppo stanchi perfino per parlare, tranne Niall che era seduto per terra davanti a me con la schiena appoggiata al divano.
"Hai deciso che il tavolo è troppo scomodo per te?"
Lui si girò sorridendomi dolcemente e porgendomi una tazza di brodo fumante.
"Aspettavo che ti svegliassi, Mhone mi ha detto di darti questo appena avresti aperto gli occhi, dice che ti fa bene."
Gli presi la tazza dalle mani mettendomi più comoda e gli scompigliai i capelli.
"Sei diventato proprio un bravo cagnolino."
Lui emise un risolino. "Già"
Sorseggiai il liquido lentamente, per non scottarmi mentre anche lui finiva di mangiare il suo panino. A quanto pare ancora erano pieni dal giorno precedente.
Quando ebbi finito posai la tazza per terra e mi riaccoccolai sul divano.
"Allora - attaccai - con Josie?"
Niall quasi si strozzò con il pane.
"E'?"
"Hai capito benissimo la domanda Horan, rispondi."
Niall ingoiò il boccone e divenne paonazzo. "Se mi fai questa domanda sai già quanto basta, che ti devo dire io?"
"Ti piace? Voglio dire, ti piace davvero?" 
Quasi quasi avevo paura della risposta, sapevo di non poter pretendere niente da lui, ma solo il pensiero di vederlo più distante, più lontano da me ogni giorno mi terrorizzava. Niall era il migliore amico che fino a quel momento non avevo mai avuto, il mio confidente, l'unico che riuscisse a capire cosa pensavo oltre a Mhone che mi conosceva da una vita. Era il primo ragazzo con cui avevo stretto un vero legame d'amicizia ed ero consapevole che quando un fidanzato o una fidanzata si mettevano di mezzo il rapporto cambiava sicuramente in un modo o nell'altro, anche se la persona che stava nel mezzo di quell'amicizia era la più comprensiva del mondo. Cominciava tutto con il dedicare un po' di tempo a quella persona e finiva con l'allontanamento completo dato che era logico si volesse passare tutto il tempo disponibile con quella persona.
"Si."
Due lettere che avrebbero segnato il nostro futuro.
"Ma non cambierà niente Kay."
Niall aveva dimostrato un'altra volta la sua abilità nel leggermi dentro.
"Come fai a dirlo?"
Lui mi accarezzò una guancia e gli spigoli della bocca si curvarono all'insù dolcemente. "Perché dopo i ragazzi tu sei l'unica che io possa considerare un membro della mia famiglia, per questo ti dico che il nostro rapporto non cambierà mai, perché per me sei come una sorella. Se il rapporto con Josie si dovesse rafforzare io le dirò in primis che non dovrà essere gelosa di te perché stare con te sarebbe un po' come un incesto per me. - scoppiai a ridere - Quindi non aver paura, io per te ci sarò sempre anche se forse qualche volta dovrò arrivare da un po' più lontano che dal piano sopra il tuo."
Lo abbracciai di slancio. 
"Ti avverto però, è probabile che dopo questa frase smielata io non riuscirò mai a far a meno di te."
"Nessuno te lo chiede." disse stringendomi più forte.
 
La mattina dopo mi alzai con tutta la flemma che fosse possibile. Stavo ancora male nonostante la febbre fosse scesa notevolmente durante la notte e Mhone mi aveva categoricamente vietato di uscire di casa anche oggi perché non voleva che avessi una ricaduta, quindi loro si erano alzati presto come sempre per godersi quell'ultimo giorno sulla neve mentre io me ne stavo rintanata alla baita lunga sul divano con sopra due chili di coperte mentre mi guardavo una sfilza di episodi di Supernatural.
Fortunatamente quella era una delle poche serie tv che veramente mi piacevano e quindi il mio tempo rinchiusa li dentro non sarebbe stato completamente uno schifo. Supernatural mi piaceva perché nonostante sembrasse che il filo principale della storia fossero due fratelli che combattevano demoni, mostri e si, anche angeli in realtà sotto c'era una trama molto più complessa, un arazzo  di cui i fili erano i personaggi che si intrecciavano in continuazione, inoltre il rapporto che legava Dean e Sam, i due fratelli, era puro e fortissimo e mi ricordava un po' me e Mhone. Dovevo ammettere comunque che anche il personaggio di Dean Winchester non mi dispiaceva affatto da guardare.
Mi venne da ridere immaginando cosa Louis avesse pensato se avesse ascoltato i miei pensieri poco casti nei riguardi di un attore.
All'inizio aveva insistito parecchio per restare con me a farmi compagnia, così come Mhone e Niall, ma avevo proibito a tutti di rovinarsi l'ultimo giorno di sciata per badare ad una malata che probabilmente sarebbe stata tutto il giorno a letto quindi li avevo costretti ad uscire e avevo dato la telecamera a Mhone raccomandandomi di fare tante foto e filmati che avessi potuto vedere con calma al loro ritorno.
La giornata passò anche piuttosto velocemente e mi accorsi che gli altri erano tornati solo quando sentii aprire la porta d'ingresso.
"Ehi malata, come te la passi?" Harry entrò per primo, asciugandosi i piedi sul tappetino e scuotendo i capelli per togliere gli ultimi residui di neve.
"Meglio, voi vi siete divertiti?"
"Molto, vorrei restare qui un'altra settimana!" si lamentò piazzandosi davanti al camino per scaldarsi.
"Concordo." disse Liam avvicinandosi a me per darmi un veloce bacio sui capelli.
Mhone invece non fece in tempo ad entrare che già aveva preso il termometro e me lo aveva messo in mano.
"Mho l'ho misurata 10 minuti fa la febbre." mi lamentai
"Quanto segnava?" disse togliendosi finalmente la giacca a vento e appendendola all'attaccapanni.
"Trentasette e mezzo."
"Brava la mia piccola. - disse Niall abbracciandomi da dietro il divano. - Almeno domani non dovrai affrontare il viaggio da malata."
Annuii infreddolita per un secondo dalla sua giacca a vento ancora bagnata.
"Dopo cena noi usciamo, ci hanno detto che giù in paese ci sono delle bancarelle tipiche del posto con statuette di legno e centrotavola fatti a mano e volevamo andare a dare un'occhiata, sei dei nostri?" mi chiese Eleanor un attimo prima di salire le scale per andarsi a cambiare.
Scossi la testa. "Non vorrei avere una ricaduta proprio l'ultima sera, rimarrò qui e mi vedrò un film. Se c'è qualcosa che pensi possa piacermi comprala, poi ti ridò i soldi." mi rivolsi poi a Mhone che annuì.
Dopodichè si andarono tutti a cambiare e a farsi la doccia mentre io cominciavo a cucinare ed apparecchiare. Non avevo fatto niente per due giorni, pensavo fosse anche ora di cominciare a dare una mano.
Katie fu la prima a ritornare in salotto e appena mi vide ai fornelli mi chiese subito se mi serviva una mano e cominciò a pelare le patate mentre io lavavo l'insalata e i pomodori. Quando mancavano circa 20 minuti alle otto chiesi a Katie se poteva tenere d'occhio il pollo nel forno mentre io andavo a chiamare gli altri che probabilmente si erano addormentati per la stanchezza.
Dopo cena ritornarono tutti nelle proprie camere per cambiarsi e io mi riinfilai sotto le coperte godendomi del calore che il fuoco emanava.
Alle nove e mezza uscirono tutti, o almeno pensavo fossero usciti tutti quindi mi stupii particolarmente sentendo il divano che si abbassava ai miei piedi sotto il peso di qualcuno che ci si sedeva sopra.
"Non sei andato con loro?" chiesi a Louis mentre lui alzava la coperta per coprirsi.
"Non volevo lasciarti qua da sola un'altra volta, e poi le bancarelle non mi entusiasmano particolarmente tanto quanto non mi entusiasma il freddo che mi congela le dita delle mani."
Abbozzai un sorriso e mi sedetti a gambe incrociate rivolta con la testa verso di lui.
"Posso chiederti una cosa? - annuii - Perché hai voluto che Eleanor restasse dopo quello che aveva fatto?"
Alzai le spalle, sinceramente non lo sapevo neanche io, sapevo solo che se fossi stata io nella sua posizione mi sarei sentita distrutta se nemmeno una persona avesse cercato di trattenermi. "Mi sembrava la cosa giusta da fare. Tutti meritano una seconda possibilità."
"Anche tua madre?"
Mi irrigidii immediatamente sentendo pronunciare quella parola e lui se ne accorse perchè mi prese una mano e cominciò a disegnare cerchi invisibili con il pollice sul dorso. "Mhone mi ha raccontato della lettera, mi aveva fatto promettere di non parlartene ma io volevo sapere cosa provassi al riguardo." mi confessò.
"Non ne sono sicura, non so se voglio rivederla di nuovo con tutta la nuova famigliola felice al seguito, mi sentirei più tradita di prima, come se il problema fossi sempre stata io, che io non ero abbastanza per farla restare." confessai.
Louis si avvicinò di più a me prendendomi il viso fra le mani e incatenando il suo sguardo con il mio. "Tu sei abbastanza, tu sei tutto quello che una persona vorrebbe avere, tutto quello che io vorrei avere."
Mi lasciai sfuggire una risata. "Come mai finiamo sempre con il parlare di te?"
"Perché voglio farti capire per bene cosa provo per te." 
I suoi occhi brillavano nella penombra, tremendamente seri. "Ormai penso di averlo capito alla grande."
"Ma io non ho ancora capito cosa tu provi per me, sei così riservata che mi è impossibile leggerti."
"No Louis, tu non riesci a leggermi perché sei troppo abituato a vedere le ragazze che ci si lanciano ai tuoi piedi, se avessi un po' più di spirito d'osservazione vedresti che quello che provo è decisamente evidente." gli sorrisi.
"Allora dimmelo, così chè io possa esserne davvero sicuro."
Con uno scatto mi misi in ginocchio e intrecciai le braccia attorno al suo collo posando le labbra sulle sue. Dapprima sembrò sorpreso ma subito dopo mi afferrò una gamba mettendomi a cavalcioni su di lui e mi strinse forte le braccia intorno alla schiena. Io sorridevo sulla sua bocca, finalmente contenta di poter assaporare quel contatto che agognavo da tanto tempo.
Louis passò con la bocca dalle mie labbra al mio collo, mordicchiandomi ogni tanto il lobo dell'orecchio mentre io tremavo dal piacere.
Mi sfilò la felpa con un movimento repentino lanciandola per terra mentre dal collo passava al petto e alle braccia lasciando una scia di baci bollenti, io mi stringevo alla sua maglietta con le unghie finchè anche quella non  finì sul parquet.
"Non è un'attività troppo sfiancante per una che non si è ancora ripresa del tutto da una malattia?" esalò baciandomi con passione fra una parola e un'altra.
Io risi zittendolo subito con un altro bacio. "Ad essere sincera non mi sono mai sentita meglio."
Mi fissò un attimo dritta negli occhi poi sentii una specie di ruggito venir su dalla sua gola e si alzò in piedi tenendomi stretta fra le braccia mentre io intrecciavo le gambe intorno alla sua vita e ricominciavo a baciarlo con foga.
Non so come ma un secondo dopo eravamo nella sua stanza dove mi appoggiò sul letto allungandosi fra le mie gambe. Lui continuava a baciare ogni centimetro di pelle che riuscisse a raggiungere mentre io mi aggrappavo saldamente alle sue spalle. Poco dopo mi sfilò canottiera e pantaloni mentre io cercavo di sbottonare i suoi jeans e in men che non si dica eravamo entrambi in biancheria, lui sopra di me che mi baciava e mi accarezzava cosce e fianchi. Il mio cuore stava per scoppiare di gioia nel sentirlo finalmente mio e gli presi il viso fra le mani baciandolo con una tale foga da lasciarci entrambi senza fiato. 
Passò le mani dietro la mia schiena slacciandomi il reggiseno nero e quando io lo incitai a proseguire anche i nostri ultimi indumenti furono sul pavimento.
Entrò in me con delicatezza, come per paura che mi sarei potuta sgretolare fra le sue braccia, con una dolcezza che mi stupì. Non ero mai stata trattata così da un ragazzo, come un oggetto di inestimabile valore, ma sempre come solo un oggetto. Io prima non provavo lo stesso rispetto per me stessa che provavo adesso e avevo sempre permesso che mi usassero come un giocattolo. Ora venivo accarezzata e baciata come se non ci fosse un domani, come se esistessimo solo noi, quella sera, in quella stanza e tutto il resto del mondo fosse scomparso.
Quella notte feci l'amore per la prima volta e mi addormentai fra le braccia calde del ragazzo che sapevo mi avrebbe protetto da qualunque cosa fosse accaduta.
 
 
 
 
 
 
 
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Salve salvino pipol (?);
 
Come andiamo? Io tres bien! (esulto per il Kay e Lou che hanno finalmente concluso)
Neanche a farci apposta ho scritto la frase "Ora venivo accarezzata e baciata come se non ci fosse un domani" con un tempismo perfetto dato che oggi è il 21.12.12 (tremaaaaaaate) e quindi probabilmente domani veramente non ci saremo!
La mia opinione?
Tutte stronzate, quindi non buttatevi da un ponte per paura di morire atrocemente e non fate casini...ve ne pentireste (oppure no se siete morti) LOOOOL...oook scusate il momento di sclero, non ero in me! xD
 
Finalmente il tanto agognato momento è arrivato...c'è stato il bacio...e anche qualcosina di più! Ok, ammetto che volevo tenervi tutte sulle spine in modo da farvi arrivare a questo punto a bomba...non odiatemi! ;)
Fatemi avere delle opinioni please, ci tengo!
 
Ringrazio tuuuuuuutti come ogni santa volta...no sul serio, siete speciali e sappiate che noi vi amiamo tutte! :)
 
Much love from this crazy girl,
 
- v.

 
Twitter (non esitate a seguirci e a scriverci qualunque cosa vi passi per la mente):

Marty
Vix



P.S.:  OH OH OH BUON NATALEEEEEE! (da leggere con la voce di Babbo)

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


CAPITOLO 32

Mhone POV

“E poi? Cos’è successo? Voglio tutti i minimi dettagli… anzi no scherzavo… diciamo che i minimi dettagli me li risparmi!”
Era giunto il momento di raccontarmi tutta la storia, visto che un sintetico e velocissimo “ho fatto l’amore con Lou” non mi bastava più ormai.
Erano due giorni che sorvolava sull’argomento rimanendo sul vago.
“Ok ok ti racconto tutto sorvolando sui dettagli troppo piccanti!”
Finalmente aveva ceduto e mi raccontò la serata indimenticabile che aveva passato con Lou prima di partire.
“Hai capito la mia innocentina. Mentre noi eravamo fuori, lei ci dava dentro con il suo ragazzo. E com’è a letto? Una bomba?”
Il leggero rossore che permaneva sulle sue guance da quando avevamo iniziato il discorso, si trasformò in fiamma pura. Alzò leggermente la testa aprendo la bocca incredula.
“Ma la vuoi piantare! Pervertita!” urlò imbarazzata dandomi una botta sul braccio.
“Ma dai che c’è? Mi sembra una domanda legittima!” mi divertivo così tanto a vederla in imbarazzo e non riuscivo a non smettere di ridire.
“Non sono affari tuoi” mi rispose fintamente indispettita, alzandosi dal divano e chiudendosi in camera sua.
Le mie labbra erano ancora inarcate in un sorriso ripensando alla tenera scena appena finita anche se dovevo proprio ammetterlo, la mia cara amichetta ormai aveva una vita sessuale decisamente più attiva della mia. Forse era per quello che ultimamente ero sempre più acida, o forse il motivo era un altro.
Da quando eravamo tornati non avevo più avuto nessuna conversazione con Zayn. Anzi, per dirla tutta non ci  guardavamo, sfioravamo, incontravamo ne tantomeno iniziavamo un qualche stupido discorso anche sulle cose più banali come poteva essere il tempo.
Per quanto volessi nascondere la cosa, i miei pensieri, al contrario delle mie azioni, convergevano tutte in lui.
Sospirai sommessamente e ricacciai quei pensieri nei meandri della mia mente, sforzandomi di sopprimerli definitivamente.
Mi trascinai in camera e mi sedetti alla scrivania accendendo il pc.
Scaricai le foto e i video che avevamo fatto la settimana in montagna e li riordinai in una cartella.
Avevo intenzione di montare un video ricordo di quella bellissima vacanza e regalarlo ai ragazzi come ringraziamento.
Aprii un video a caso, il primo su cui il mouse si fermò e come se il destino cercasse di dirmi qualcosa, era proprio il video della mia gara con Zayn.
Si sentiva Kay che mi incitava passando a riprendere prima me, poi Zayn e infine  il paesaggio, per poi ritornare a riprendere noi e si sentiva anche Niall che faceva una sfegatata telecronaca sulla nostra discesa.
Un sorriso non poté che conquistarsi un posto sulle mie labbra e le emozioni di quei momenti felici sembrarono così vivide che mi sembrò di riviverle sulla pelle.
Richiusi il video e la cartella. Rivivere quelle emozioni era allo stesso tempo bello e doloroso. In quel momento non mi andava di pensare, se fosse stato possibile, avrei voluto spegnere volentieri il mio cervello.
Però volevo vederlo, sentirlo e magari anche picchiarlo urlandogli contro tutto quello che sentivo per colpa sua.
Senza soffermami troppo davanti l’armadio, ne tirai fuori i primi indumenti che mi capitarono, vestendomi più velocemente di quanto non avessi mai fatto.
Legai i capelli in una coda alta e afferrai bruscamente borsa e telefono.
“Hei Kay esco” la informai aprendo e richiudendo la porta della sua stanza prima che potesse dire qualsiasi cosa.
Uscii dal portone e con delicatezza lo richiusi. Guardai un attimo verso le scale che portavano al piano di sopra ed un’istintiva voglia mi diceva di salirle.
Dovevo essere veramente impazzita, perché in un lampo, senza avere il tempo di rifletterci, mi catapultai su per la scalinata salendo due scalini alla volta.
Arrivai a ridosso del portone e alzai la mano intenta a suonare il campanello.
Qualcosa mi bloccò però. Forse era il mio cervello che aveva ripreso a funzionare e prepotentemente aveva mandato l’impulso che diceva al mio braccio di abbassarsi.
Con uno scatto repentino mi rigirai e veloce come quando le avevo salite, riscesi le scale lasciandomi alle spalle la follia che stavo per compiere.
Arrivata al pianerottolo sottostante non mi fermai e continuai a scendere le scale prima che il mio cervello mi facesse fare di nuovo una pazzia.
La mia corsa contro il tempo non durò molto però, dato che andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno.
“Aia, che botta!” una tipa alta e magra dai capelli corti e spettinati di un rosa sbiadito, era per terra che si massaggiava il fondoschiena per la caduta che le avevo fatto fare.
“Oddio scusami tanto! Ero soprappensiero e non ti ho vista! Dio che disastro, scusa ancora!” mi sbrigai a darle una mano a rialzarsi continuando a chiederle scusa all’infinito. Da quando ero diventata così maldestra?
“Tranquilla non ti preoccupare, sto bene. Fortunatamente non mi hai spinto giù per le scale o a quest’ora credo che non sarei qui a parlarne. Comunque piacere –e mi allungò una mano- io sono Eveleen Abbott.”
Strinsi la sua mano e mi presentai a mia volta. “Piacere io sono Mhone Hunter.”
“Bhe, piacere di averti conosciuta Mhone, mi dispiace ma ora devo proprio finire il trasloco portando tutti gli scatoloni in casa. Ci si vede, sperando che la prossima volta non attenterai alla mia vita!” disse scherzando, o almeno credevo.
Solo in quel momento mi resi conto che metà del nostro pianerottolo era ricoperto da una miriade di scatole.
“Oh ti sei appena trasferita?” le chiesi di impulso.
Si bloccò un istante e piegando la testa leggermente di lato mi guardò come se fossi stupida.
“Bhe o un barbone si è accampato su questo pianerottolo o gli scatoloni che vedi stanno a significare che mi sono appena trasferita!” mi rispose sarcastica.
Avevo di nuovo fatto una bella figura di merda.
“Chiedo scusa di nuovo. –mi portai una mano sui capelli cercando di nascondere la mia espressione imbarazzata- Facciamo così, per farmi perdonare e per dimostrarti che i tuoi vicini non sono del tutto matti scossi, ti aiuto a finire il trasloco. Che ne dici?”
Il suo viso si illuminò in un immenso sorriso.
“Davvero lo faresti?”
“Certo. Mi sembra il minimo dopo la mia pessima presentazione!”
“Mi toccherà rivedere il mio giudizio su di te. Mi salvi veramente la vita. Grazie”
Ricambiai un dolce sorriso e poi cominciai subito ad aiutarla a portare dentro gli scatoloni.
Sotto il palazzo c’era un enorme camion pieno di roba, che ci toccò svuotare.
Facemmo su e giù per le scale tante di quelle volte, che le mie gambe non riuscivano più a tenermi in piedi.
Dovemmo anche portar su un enorme divano che a mala pena riuscimmo a far passare per la porta.
Che faticaccia.
Fortunatamente arrivammo all’ultimo scatolone.
“Non ci posso credere. Finalmente abbiamo finito. Senza di te Mhone, non so come ce l’avrei fatta. Ti devo un favore”
Dovetti appoggiarmi al muro per riprendere fiato prima di riuscire a risponderle.
“Ahhh tranquilla siamo pari. Sono solo contenta che abbiamo finito.”
“Dai entra, almeno fammiti offrire una birra fresca. È l’unica cosa che ho in frigo per il momento”
Non me lo feci ripetere due volte. “Quella l’accetto più che volentieri”.
Entrai per l’ennesima volta in quella casa, ma questa volta mi soffermai a guardarla nel suo insieme.
Un grande salotto si apriva all’entrata, per poi finire in un buio corridoio sulla destra che probabilmente portava alle camere. Sulla sinistra, invece, una piccola cucina occupava un angoletto della sala e fu li che la segui.
Mi sedetti su una sedia e afferrai la birra che Eveleen mi porse. “Grazie”.
Si sedette di fronte a me e cominciò a sorseggiare la bibita con estrema lentezza.
“Allora, dimmi qualcosa su di te. Come mai ti sei trasferita qua a Oxford?”
Titubò un secondo prima di rispondermi.
“Ho mollato la scuola per intraprendere una carriera da cantante e i miei non gradirono la cosa. Mi cacciarono di casa con neanche un soldo in tasca, tanto che mi toccò fare l’elemosina per strada racimolando quel che bastava per mangiare qualcosa. Io e la mia band cercammo di farci scritturare da una casa discografica, ma la cosa non andò a buon fine e il gruppo si sciolse. Non avevo più niente, ne una casa, ne un lavoro, ne tanto meno qualcuno con cui condividere le mie pene. Dormii sotto un ponte e quando mi risvegliai trovai un gratta e vinci che era volato sulla mia testa. Grattai con le unghie sopra i rettangoli grigi e uscirono tre dollari di fila. Non so per quale motivo, forse per grazia divina, avevo vinto un milione di dollari, così mi comprai tutto quello che hai visto nel camion e puntai il dito a caso su una cartina. Uscì proprio Oxford e senza perder tempo presi un aereo e traslocai qui. Ecco qui la mia storia in sintesi.”
Mi guardò sfoggiando un enorme sorriso, scrutando con cura la mia reazione.
Ero rimasta senza parole. Una storia così non poteva essere vera.
“Mi prendi in giro vero?” chiesi sperando in una risposta affermativa.
Mi guardò divertita, poi confermò la mia ipotesi.
“Si, scherzavo. Volevo vedere come avresti reagito. –tirai un sospiro di sollievo e la guardai incitandola a raccontarmi la verità- In realtà la mia storia è molto più noiosa. Diciamo che i rapporti con i miei genitori sono un po’ burrascosi. Finita la scuola avevo fatto domanda per entrare in una prestigiosa università, ed ero anche riuscita ad entrarci, ma mi resi conto che quello non era davvero ciò che volevo fare. I miei avevano sempre deciso per me, era venuto il momento di staccarmi da loro e vivere invece una vita diversa da quella che mi era stata prefissata. Così eccomi qui, pronta a vivere la mia vita nella città più tranquilla della Gran Bretagna, o almeno questo è quello che ho sentito in giro.”
Risi all’ultima affermazione.
“Diciamo solo che è meno confusionaria di altre. Senza dubbio!”
“Invece tu? Qual è la tua storia?” mi chiese sorridendo.
Presi un respiro e annuii.
“Bhe di sicuro la mia storia è anche meno avvincente della tua, anzi non è nemmeno una storia. Sono qui con la mia migliore amica, ci siamo trasferite a Oxford per studiare, infatti frequentiamo la Chris Church, l’università che si trova a qualche isolato da qua. Tutto qui. –la sua faccia era decisamente delusa- Te lo avevo detto che non era neanche una storia!”
“Ho capito. Bhe da come ti eri presentata qualche ora fa mi aspettavo che avessi una storia stramba e particolare e invece mi sbagliavo.”
“Eggià, ti ho deluso. Mi dispiace ma ti sei trasferita davanti alla casa di due normalissime ragazze. –o quasi almeno… stavo per dirle dei ragazzi, ma preferii mantenere il segreto. L’avrebbe sicuramente scoperto da sola nei giorni a seguire- Prima o poi dovrai conoscere Kay. È un vulcano, ma è anche la persona più dolce del mondo, dopo di me, si intende!” le feci l’occhiolino e scoppiai in una fragorosa risata con la quale contagiai anche Eveleen.
“Si dovrai farmela conoscere! Se è come te, di normale credo che anche lei abbia ben poco!” mi diede un buffetto sulla spalla e si alzò andando a buttare le due bottiglie ormai vuote.
“Cosa vorresti insinuare? Che sono una psicopatica, matta scossa?” gridai fintamente indispettita, guadagnandomi un’occhiataccia che rafforzava la sua idea su di me.
“No ci mancherebbe. Direi solo che sei diversamente normale!”
“Ah si così direi che va già meglio!” Finimmo nell’ennesima risata del giorno.
Mi era simpatica Eveleen e mi sarebbe piaciuto diventarle amica. Sicuramente sarebbe piaciuta anche a Kay, non avevo dubbi.
Mi alzai dalla sedia e mi rimisi il cappotto.
“Hei Eveleen ora devo andare. Se ti serve ancora una mano, non esitare a chiamarmi. Tanto sai dove abito.”
“Grazie Mhone. Se avrò ancora bisogno di aiuto non esiterò a chiedere. Ci vediamo in giro allora”
“Si certo”. Uscii dal suo appartamento e tirai fuori il cellulare dalla tasca. C’era un messaggio vocale in segreteria, ma non mi andava di ascoltarlo. Lo avrei sentito più tardi. Erano ancora solamente le sei del pomeriggio e avevo un’assoluta voglia di mettere un po’ di distanza tra me e quella casa.
L’aria fresca e una bella passeggiata mi avrebbero sicuramente aiutata a risistemare le idee.
Mi incamminai senza meta, lungo la dritta strada principale, tenendo le mani in tasca e coprendomi fino al naso con la sciarpa.
La via era piena di gente, c’erano coloro che avevano un passo spedito, segno che erano appena usciti dal lavoro e non vedevano l’ora di ritornare al calduccio nella propria casa, poi c’erano coloro che si godevano una passeggiata, si riconoscevano dall’aria pacata e rilassata, intenti a guardarsi intorno scrutando ogni tanto qualche vetrina interessante. In fine c’erano quelli come me, i pensatori, quelli che camminavano tranquilli sempre in linea retta, puntando lo sguardo per terra, estraniandosi dal mondo confusionario e rumoroso.
Più volevo spegnere quel cavolo di cervello e più questo, invece, funzionava a pieno ritmo.
Mi sembravo una ragazzina di 10 anni, in preda alla sua prima cotta. Ero patetica.
Almeno ero contenta per Kay però, dopo duemila problemi  finalmente aveva trovato qualcuno a cui piacesse realmente. Lou era perfetto per lei, l’avrebbe spinta a provare cose che non avrebbe mai fatto, ma allo stesso tempo le sarebbe stato vicino in qualsiasi momento lei ne avesse avuto bisogno.
Alzai la testa per controllare che non ci fossero ostacoli lungo la mia strada, ma non feci in tempo a fermarmi.
Liam mi aveva appena salutato ed io glie ero andata addosso in pieno.
Ma cos’ero una calamita vivente che si scontrava con la gente quel giorno?
Quella non era proprio la mia giornata fortunata, proprio no.
“Ahi che male” mi massaggiai il naso che era finito contro la sua spalla.
“Hei Mho tutto a posto? Ma dove hai la testa, mi sei venuta praticamente addosso!”
“Scusa Liam, ti ho visto tardi e non sono riuscita a fermarmi. Comunque sto bene, mi fa solo un po’ male il naso”.
“Che disastro che sei, non è che mi stai diventando impacciata come Kay?” disse guardandomi con una faccia preoccupata e rassegnata, mettendomi una braccio intorno alle spalle.
Gli sorrisi un po’ in imbarazzo.
“Tu ci scherzi, ma negli ultimi tempi non mi riconosco più, magari Kay mi ha contagiata sul serio” risposi ridendo.
“Si forse, o forse sei solamente distratta per qualche motivo…” lasciò la risposta in sospensione. Se voleva arrivare dove pensavo che volesse arrivare, non era il caso che continuasse.
Lasciai correre e non risposi alla sua provocazione.
A quanto pare questo non lo fermò però.
“Questa sera a cena Zayn ha detto che ci darà una bella notizia. Ne sai niente tu?”
Mi scappò una smorfia, sentendo quel nome.
“No mi dispiace. Non parliamo molto –diciamo pure per niente- nell’ultimo periodo io e Zayn” mi sforzai con tutta me stessa nel pronunciare quel nome senza alterare il tono della mia voce.
“Si ho notato. Se è per la storia di capodanno Mho…” lo interruppi subito.
“Lo so lo so, non è colpa sua, ma era solo un po’ nervoso. Tranquillo l’ho capito ed è tutto apposto per me”. Sottolineai il per me , anche se non era niente apposto, proprio niente, ne per me, ne tantomeno per lui a quanto sembrava.
“Allora perché vi siete allontanati?” Liam stava continuando a rincarnare la dose e io non ero di certo intenzionata a dirgli la verità. Erano affari miei e se non avevo detto a Kay che il mio rapporto con Zayn si era rovinato perché mi ero presa una stupida cotta che a quanto pare non era ricambiata, non c’era di certo motivo perché lo avessi dovuto dire a Liam.
“Non ci siamo allontanati, è solo che non ci vediamo spesso” tagliai corto sperando che non facesse altre domande a riguardo.
“Ok va bene. Lo spero per voi. Che ne dici ora se andiamo al ristorante?”
Ristorante? Per far cosa, mangiare con loro? Era l’ultima cosa che mi andava di fare per finire quella disastrosa giornata.
“Emmm… Liam, Kay mi starà aspettando a casa. Verrò un’altra volta a mangiare con voi!”
Per la seconda volta in un giorno mi guadagnai lo sguardo di chi stava parlando con una stupida.
“Mho, non hai sentito il messaggio di Kay? Te lo ha lasciato in segreteria più di un’ora fa. –ero confusa, quale messaggio? Poi mi si accese la lampadina nella testa. Era sicuramente il messaggio che non avevo letto prima di uscire dal palazzo- Questa sera mangiamo tutti insieme da Nando’s”.
“Ok no, non avevo sentito il messaggio di Kay, fortuna che ho incontrato te, sennò sarei andata direttamente a casa.”
Fortuna un corno! Ma perché dovevo passare la serata con lui…
Ci incamminammo verso il ristorante e quando arrivammo, erano già tutti li che ci aspettavano fuori dal locale.
Salutammo e entrammo, ma mi sentii tirare per una manica da Kay.
“Ma dove diavolo sei stata? Ti ho chiamata una ventina di volte, mi stavo preoccupando. Cos’hai negli ultimi giorni Mho? Sei strana…”
Bene, per quanto fossi stata attenta a non sembrare strana, lei se ne era accorta comunque. Mi conosceva troppo bene.
“Strana? Ma no, forse è che mi deve arrivare… tutto qui. –la balla del ciclo non so se avrebbe funzionato con lei, così mi affrettai a continuare di parlare, senza darle il tempo di pensare alle parole che avevo detto- Oggi comunque ho aiutato con il trasloco, una ragazza che si è appena trasferita di fronte a noi, poi visto che era ancora presto sono andata a fare una passeggiata. Non ho sentito le tue chiamate perché avevo il telefono su silenzioso”.
“E chi sarebbe questa ragazza, Mho non raccontarmi cavolate”.
“Kay è vero…”
“Mhone, ciao” mi sentii chiamare.
Mi voltai verso la voce che mi aveva chiamato.
“Eveleen -esclamai sorpresa-che ci fai qui? E’ qui che hai trovato lavoro?”
“Esattamente. E tu invece, che ci fai qui?” mi domandò guardando Kay che era rimasta dietro di me in  silenzio.
“Io e i miei amici veniamo a mangiare spesso qui. –mi girai verso la mia amica- lei è Kay, le stavo giusto raccontando del nostro incontro!”
Eveleen allungò la mano verso la rossa, che contraccambiò con un titubante “piacere”.
“Si, se non fosse stato per lei non so come avrei fatto oggi con il trasloco”.
“Vedi che non ti ho mentito” le bisbigliai all’orecchio senza farmi sentire da Eveleen.
Annuì controvoglia, ammettendo che avevo ragione.
Eveleen ci accompagnò al tavolo e dopo avermi fatto capire che aveva riconosciuto i ragazzi e che si chiedeva come invece facevo a conoscerli io, prese le ordinazioni e sparì in cucina.
Alla fine della cena Zayn ordinò una bottiglia di spumante. Doveva essere veramente importante la notizia che doveva  darci.
“Come vi avevo già preannunciato ho una notizia da darvi. Di solito sono più riservato e le cose me le tengo per me, ma oggi sono troppo felice… -ci lasciò sulle spine per qualche secondo e posizionò le mani sul tappo della bottiglia pronto a stapparla- Mia sorella è guarita, ed oggi l’hanno dimessa dall’ospedale, garantendoci che ora è sana come un pesce”.
Stappò la bottiglia e dopo un secondo di silenzio per digerire le bella notizia tutti gli dimostrarono la loro felicità.
“Che bella notizia ci hai dato, sono veramente contento!” disse Liam che si alzò e lo abbracciò forte.
“Amico, ma è una notizia strepitosa!” ribadì Louis battendogli il cinque.
Anche Niall, Harry e Kay lo abbracciarono dimostrandogli il loro affetto.
Mancavo solo io, il suo sguardo per un millesimo di secondo, si posizionò sul mio e ci giurai, sembrava che stesse per scoppiare in lacrime.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai titubante.
“Sono contenta per te, Zayn.”
“Grazie, Mho” disse ricambiando quel veloce abbraccio.
Infatti ci staccammo subito, e tornai al mio posto cercando di non incontrare più il suo sguardo.
Dovevo ammetterlo però, in quell’abbraccio c’era stato calore.
 

                                                              

Buonsalve a tuttiiii! =D
Allora come avete passato questo Natale??
Io abbastanza bene, ho ricevuto una marea di soldi che andranno tutti per la gita di quest’anno
(Yeah)! xD
E vabè direi che la smetto di rompere! Giàgià!
Passiamo al capitolo. È entrato in scena un nuovo personaggio,
Eveleen, che ne pensate di lei? Vi sembra simpatica o creerà casini secondo voi?
La fine del capitolo invece è alquanto positivo, la sorellina di Zayn sta bene finalmente e non corre più alcun pericolo anche se questo non sembra aver migliorato di molto le cose tra lui e Mho! Porca mannaggia!
u.u (momento sclero on)
Non ho nient’altro da aggiungere (credo xD), quindi ora tocca a voi riempire il rettangolo bianco qua sotto e parlare, parlare, parlare, parlare… vi giuro che non ci annoiamo mai a sentirvi parlare! Giuro! *.*
Come sempre ringrazio tutti coloro che seguono la storia, da chi la mette tra preferite/seguite/ricordate a chi recensisce o legge solamente. Grazie! =D

A proposito, ultimamente anche su twitter ci state facendo sapere che la storia vi piace e ne siamo contentissime quindi, come su ogni capitolo, vi lascio qua sotto i nostri contatti, basta che clicchiate sui nomi! ;D

Marty
Vix

Un bacione.
Marty.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


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CAPITOLO 33

 

Kaycee POV
 
Il mio buon proposito per il nuovo anno di avere delle mani curate e unghie non smangiucchiate era andato al diavolo insieme alla mia fantasia. Fra poco più di una settimana sarebbe stato il compleanno di Mhone e io non avevo idea di cosa organizzarle per farle una sorpresa. Inizialmente avevo pensato ad una festa a tema ma poi Louis e Harry mi avevano smontato dicendomi che la festa sarebbe stata sia di Zayn che di Mhone e che Zayn odiava le feste in cui bisognava mascherarsi, così ora ci ritrovavamo tutti in una stanzetta, meno Zayn e Mhone, che cercavamo di farci venire qualche idea per la festa. Zayn non era mai stato un festaiolo quindi aveva dato il compito ai suoi amici per organizzarla mentre lui era a Bradford dalla sua famiglia e Mhone aveva detto che a lei non importava e che si fidava del mio buon giudizio.
"Potremmo fare una festa in piscina?" propose Niall grattandosi una guancia, neanche lui troppo convinto della propria idea.
"Si Niall, sarebbe grandioso, se non fossimo a Gennaio!" ammise Liam sconsolato affondando la faccia fra le braccia incrociate sopra il tavolo.
Questa cosa ci stava mandando tutti fuori di testa, sia Zayn che Mhone non erano persone che amavano il casino e la folla ma ci sembrava bruttissimo fare una festa solo fra noi...volevo che Mhone avesse avuto una festa da ricordare, e che le avrebbe fatto tornare il sorriso.
Era da giorni ormai che la vedevo distratta e sempre con la testa fra le nuvole. Bruciava il cibo, inciampava nei suoi stessi piedi e una volta per poco non cadeva dalle scale. Però lei continuava a dire che andava tutto bene e che non dovevo preoccuparmi, che era solo una fase.
Io però continuavo ad essere preoccupata, la vedevo spesso che fissava il vuoto o che mentre parlavamo certe volte si isolava o si rabbuiava e io non sapevo cosa le prendesse o come fare per farla tornare quella di una volta.
"Kay, ci sei? - Harry mi sventolava una mano davanti il viso, ridendo sotto i baffi. - Ti eri incantata a guardare il tavolo."
Scossi la testa allontanando le dita ormai disastrate dalla bocca. "Si scusa, ero sovrappensiero, dicevate?"
"Che se vuoi tu e Mhone potete restare a cena da noi, ormai sono le sette passate."
Declinai il loro invito dicendo che Mhone probabilmente aveva già cominciato a cucinare e che era meglio che tornavo di sotto. "Ci mettiamo d'accordo domani per la festa."
Mi alzai e diedi un bacio sulla guancia ai ragazzi, quando arrivai di fronte a Louis mi abbassai, appoggiando le mani sul suo collo mentre lui le posava sui miei fianchi avvicinandomi a lui gli posai un leggero bacio sulle labbra. Lui sorrise con gli occhi che luccicavano.
Nonostante fossero passati sette giorni ancora non ci eravamo abituati all'idea nessuno dei due. Uscivamo spesso insieme, tenendoci per mano mentre camminavamo e ridendo e scherzando punzecchiandoci come facevamo una volta. Io e Mhone quasi ogni sera andavamo a vedere un film a casa dei ragazzi e io mi accoccolavo fra le braccia di Louis mentre lui mi accarezzava i capelli. Inutile dire che la maggiorparte delle volte il film lo seguivamo meno della metà. Con lui stavo veramente bene, fra le sue braccia mi sentivo al sicuro e mi trattava come fossi una principessa. Mhone stranamente non si lamentava del mio umore sempre esaltato e allegro come se fossi stata una quindicenne alla prima cotta, l'unica cosa di cui si lamentava erano i rumori quando Lou si fermava a dormire da noi.
"Mho sei a casa?" urlai spalancando la porta e chiudendomela poi alle spalle.
"In cucina!" la sentii rispondere dall'altra stanza.
Mi tolsi le scarpe lasciandole all'entrata e infilandomi le ciabatte e la raggiunsi.
"Dov'eri?" le chiesi sedendomi al tavolo come facevo sempre.
"In libreria, mi sono resa conto che non ho più libri da leggere e quindi ne sono andata a comprare uno nuovo, tu?"
"Di sopra, stavamo cercando di organizzare la festa."
"Kay, la festa sarà il 19, fra più di una settimana, perché ci pensi adesso?"
Alzai un sopracciglio. "Tesoro, siamo fin troppo in ritardo. Chi pensi che venga se gli diciamo della festa due giorni prima?"
Lei scosse le spalle. "Ok, come siete messi?"
"Uno schifo. - ammisi - Non puoi darmi qualche idea?" la supplicai facendo il labbruccio.
"Te l'ho già detto Kay, per me è uguale."
"Lo so ma a noi non sta venendo nessuna idea."
Mhone sospirò. "D'accordo, se mi verrà in mente qualcosa te lo farò sapere. - acconsentì poi - Ora vatti a cambiare e lavati le mani che è quasi pronto."
Scattai in piedi abbracciandola di slancio perché sicuramente ora c'avrebbe pensato lei e corsi in camera per obbedire ai suoi ordini.
 
 
Nonostante fosse ormai il 10 Gennaio si vedevano ancora luci di Natale a decorare case o alberi rendendo così l'atmosfera ancora festiva nonostante tutti avessero ricominciato a lavorare o, nel mio caso, ad andare a scuola. I professori spiegavano ad un ritmo insostenibile e avevano fissato un esame dietro l'altro in quel periodo costringendomi in casa a studiare come un'ossessa. Mhone e i ragazzi non sembravano faticare tanto, ritagliavano per loro anche del tempo per rilassarsi, l'unica che non sapeva dove sbattere la testa ero io. Avevo così poco tempo per me che mi sembrava di impazzire, la mattina mi alzavo prima del solito per fare delle ricerche, il pomeriggio mi mettevo a studiare subito dopo pranzo finendo a volte all'ora di cena, la sera ero così stanca che molto spesso mi addormentavo sul divano e Mhone gentilmente mi copriva con una coperta per non farmi prendere freddo. Non mi ero mai impegnata tanto nello studio come in quel periodo e nonostante i progressi si vedevano notevolmente io non riuscivo più a sopportare quella situazione. Mi mancavano i miei pomeriggi di shopping con Mhone e le mie serate a base di film e pop corn con i ragazzi.
Quella sera però l'avevo dedicata a me e Louis, lui era quello che mi mancava di più in tutto quel casino di impegni.
Passeggiavamo mano nella mano per il centro fermandoci ogni tanto a guardare qualche vetrina dei negozi ancora aperti nonostante l'ora tarda mangiando delle noccioline pralinate che Louis mi aveva offerto.
Avevo fatto l'abitudine alla gente che posava sempre più spesso lo sguardo su di noi riconoscendo nel mio ragazzo una star di fama internazionale, e dovevo ammettere che non mi dava fastidio. Non c'erano quasi mai ragazzine che ci accerchiavano e quando succedeva Louis si allontanava in modo che non mi venisse un attacco di claustrofobia. Alcune ragazze mi osservavano con diffidenza e altre con curiosità, qualcuna perfino con ammirazione ma neanche quelle mi infastidivano più di tanto. Tutte le paure che avevo prima erano scomparse con l'esperienza e più ci pensavo e più mi domandavo di che cos'era che avevo così paura. Era tutto così gestibile!
Pensavo che un ostacolo sarebbe stato che Eleanor volesse tornare all'attacco ma anche quella era una paura infondata. Lei e Danielle ci erano venute a trovare un paio di giorni prima dell'inizio delle lezioni al college e lei era stata molto dolce con me e Mhone e aveva provato a restare il più lontano da Louis cercando però sempre di mantenere un rapporto civile e cercando di intavolare qualche conversazione. Stava cercando davvero di migliorare e Louis l'aveva capito, così l'aveva perdonata. Un giorno mentre stavamo in una caffetteria aveva pure ammesso che quella che vedeva in quel momento era la "miglior Eleanor" che avesse mai conosciuto dando a me il merito di quel cambiamento.
"Ehi guarda quello!" disse Louis indicandomi un uomo vestito da renna che si offriva di fare foto con i passanti in cambio di qualche spicciolo.
Pensai che una foto di noi due con un uomo vestito da renna doveva per forza esserci sul muro della mia camera quindi trascinai Louis verso l'uomo-renna e gli sorrisi mettendomi alla sua destra mentre Louis si posizionava alla sua sinistra. Un suo aiutante scattò la foto con una vecchia polaroid lasciandola poi asciugare per qualche secondo e porgendocela. Dopo aver pagato ci allontanammo permettendo così ad un'altra coppia di fare una foto e osservammo la nostra. Tutti e tre avevamo il naso e le guance bordeaux, ma se nel caso dell'uomo-renna era il trucco a rendergliele rosse per me e Louis era il freddo, sorridevamo e il cappello di lana grigio mi appiattiva talmente tanto la frangia da farmi cadere i capelli sopra gli occhi. Louis era perfetto, come sempre, con la sciarpa attorcigliata fino alla bocca lasciando però intravedere il sorriso perenne sul viso.
"Sei bellissima." mi disse dandomi un bacio sulla tempia.
"Anche tu." infilai la foto nel portafoglio per non sgualcirla e intrecciai di nuovo la mano alla sua continuando a camminare.
Mentre tornavamo a casa passammo davanti Nando's e guardando dentro il ristorante vedemmo Eveleen che serviva un cliente. Volevamo fermarci a salutarla ma probabilmente l'avremmo solo distratta quindi tirammo dritti verso casa.
Nonostante all'inizio l'avevo giudicata come una tipa superficiale e aluqanto strana avevo dovuto ricredermi. Era una ragazza piuttosto alla mano, sempre abbastanza strana (una persona che si tingeva i capelli di un rosa scolorito non poteva avere tutte le rotelle al proprio posto) ma nella norma, non molto più normale di me insomma, che riuscivo sempre ad inciampare sullo stesso spigolo della casa. Lavorava sodo per potersi permettere l'appartamento e quando non lavorava ci veniva spesso a trovare portandosi dietro ogni volta dei dolci nuovi che cucinava, facendo così impazzire me e Niall. Dovevo ammettere che se la batteva con Mhone in fatto di cucina.
"Penso che Harry si sia preso una bella cotta per quella ragazza." mi confidò Louis mentre sorpassavamo il locale.
Annuii. Lo avevo notato anche io. Ogni volta che stavamo tutti insieme vedevo che Harry puntava il suo sguardo fin troppo spesso su Eveleen e cercava sempre di fare lo spiritoso per attirare la sua attenzione, inutile dire che lei lo freddava con un'occhiataccia tornando poi a parlare con Liam, quello che sembrava che le andasse più a genio.
Aveva superato la fase del "come fate a conoscere i One Direction?!" e ora sembrava sentirsi molto più a suo agio con i ragazzi. A me e Mhone aveva confidato che li ascoltava spesso anche se non era una fan sfegatata ma che a loro non lo avrebbe mai detto per una questione di orgoglio femminile.
"Penso le passerà. - risposi alla precedente frase del mio ragazzo. - Non penso che Eve potrà mai interessarsi ad uno come Harry. Lo considera un po' troppo un Don Giovanni per i suoi gusti."
"Lo deve conoscere, tutti si innamorano di Harry se lui ci si impegna."
"Con Mhone non c'è riuscito." gli feci notare.
Louis scrollò le spalle. "Mhone è un caso a parte. Non ho mai conosciuto una persona più testarda di lei, forse solo tu riesci a tenerle testa."
Risi sommessamente ripensando a tutti gli sforzi andati a vuoto che Harry aveva fatto provando a conquistare Mhone. Sembrava passata una vita piuttosto che qualche mese.
Arrivati davanti il portone dell'appartamento mio e di Mhone mi resi conto che era abbastanza presto per lasciarlo andare, passavamo talmente poco tempo insieme in quei giorni che ogni minuto in più insieme era fondamentale per me.
"Ti va di rimanere con me un altro po'?" gli domandai.
Lui si aprì in un radioso sorriso e mi seguì dentro casa.
"Oh, ciao Lou." lo salutò non appena lo vide Mhone, seduta comodamente sul divano davanti al caminetto acceso mentre leggeva il libro probabilmente comprato quel pomeriggio.
"Ciao Mho, tutto ok?" chiese lui più per cortesia che per altro.
Lei annuì e noi entrammo in camera mia.
Lo vidi spalancare gli occhi quando vide tutti i libri e i fogli sparsi per la stanza.
"E' esplosa una bomba qua dentro?" chiese buttandosi sul letto mentre io cercavo di fare un po' di ordine almeno sul pavimento della camera.
"Spiritoso."
C'erano talmente tanti fogli che non riuscivo più nemmeno a capire di quale materia fossero.
Lo sentii alzarsi del letto e camminare verso di me, pensai che volesse darmi una mano invece si avvicinò alla scrivania e prese qualcosa fra le mani.
"Questo è il regalo di Natale che devi ancora darmi?"
Alzai la testa di scatto e notai che effettivamente teneva fra le mani il pacchetto rosso che doveva essere il suo regalo. Spalancai gli occhi, non potevo crederci, ero talmente concentrata sullo studio che mi ero persino dimenticata di darglielo.
"Oddio scusa, me ne ero dimenticata!" dissi lasciando i fogli sulla scrivania.
Louis scoppiò a ridere. "Non fa niente. Posso aprirlo?" chiese.
Io annuii osservandolo mentre lo scartava pazientemente, cercando di non strappare la carta.
Quando fra le sue mani rimase solo il regalo lo vidi piano piano mentre incurvava gli angoli delle labbra.
"Non posso crederci. - alzò il viso verso di me e notai che gli luccicavano gli occhi. - Come hai fatto a trovare questa foto?"
Sospirai di sollievo nel constatare che il regalo gli fosse piaciuto. "Ho chiamato Diana e le ho chiesto di darmi il numero del tizio che aveva fatto le foto alla festa. E' la nostra prima vera foto insieme."
"Lo so."
Louis non riusciva a staccare gli occhi dalla foto. Essa ritraeva me e lui alla festa di Halloween, io sorridevo mestamente, lo sguardo puntato verso il basso e il viso girato verso Louis mentre lui cercava di sollevarmi il morale dopo che avevo scoperto che Liam aveva la ragazza. Nonostante in quel momento fossi veramente scossa mi ricordavo di un flash e di aver visto un tizio che si allontanava con una macchina fotografica professionale, così avevo chiesto a Diana se lei sapeva dirmi se avevamo chiamato un fotografo e se poteva darmi il numero. Lo avevo contattato e guardando tutte le foto che aveva scattato mi ero completamente innamorata di quella foto. Sembravamo molto dolci nonostante io stessi un momento pessimo.
"E' bellissima Kay. Grazie." posò la cornice sul letto e mi abbracciò forte.
Io appoggiai la testa al suo petto ispirando il suo profumo e stringendo la stoffa della sua felpa. "Prego."
No, i momenti che passavo con Louis non mi sarebbero mai bastati.



                                                                                 Image and video hosting by TinyPic
 


Ma ccccccciao;
come avete passato queste vacanzucce di natale? Io sto ancora nel bel mezzo delle mie, infatti sono in montagna e ho lasciato detto a Marty di pubblicare al posto mio!
Cosa avete ricevuto? Sono una ficcanaso, lo so, ma è per fare un po' di conversazione!
=D
Vi è piaciuto il capitolo? Devo ammettere che mi ero completamente dimenticata che Kay doveva ancora dare il suo regalo di compleanno a Lou...è stata una botta di culo l'essermi ricordata! xD
Ringrazio come sempre tutte voi bellissime fanciulle, siete meravigliose e le recensioni sono sempre più fantasiose! Vi adoriamo!
Tanti piccoli bacini volanti dalla montagna,

- vostra Vi

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Marty
Vix

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


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CAPITOLO 34

Mhone POV

Una passeggiata nel mio solito e amato parco era quello che mi ci voleva ogni volta per riflettere e rilassarmi.
La quiete di quel posto, rotta solamente dalle risate di qualche bambino in lontananza che giocava a palla, il profumo degli alberi bagnati dalla neve che ormai cominciava a sciogliersi, la brezza fredda che scuoteva le foglie e mi colpiva il viso, erano la cura migliore ad ogni problema. O almeno la cura momentanea a qualsiasi problema.
Camminavo senza meta, godendomi il bel paesaggio che mi circondava, finché non decisi che la panchina davanti il fiume, poteva andarmi bene per sedermici.
Tenevo le mani in tasca e tra la sciarpa e il cappello, mi rimanevano scoperti solamente gli occhi e il naso.
Fissavo l’acqua che scorreva senza veramente vederla davvero. I flebili raggi di sole, si infrangevano sulle increspature dell’acqua, che perdeva quel colore verdastro e si dipingeva di un giallo luminoso.
Mancavano pochi giorni ai miei vent’anni ed io non li sentivo per niente.
Kay e gli altri si stavano facendo in quattro per organizzare a me e Zayn, una festa strepitosa, ma per quanto mi sforzassi di assecondare tutti i loro piani, non avevo alcuna voglia di festeggiare.
In quel momento festeggiare insieme alla persona che mi odiava, non mi sembrava il modo migliore di passare i miei vent’anni, ed ero più che sicura che neanche a lui l’idea piacesse poi così tanto. Inutile anche provare a ribattere sul fatto di annullare la festa, o avrei incorso in occhiatacce e insulti dagli organizzatori. D’altro canto Zayn aveva lasciato libero sfogo ai suoi amici, lavandosene le mani e tornando a Bradford dalla sua sorellina.
Nonostante la situazione che aleggiava nell’aria, ero contenta che Safira fosse fuori pericolo. Povera piccola, doveva aver sofferto moltissimo, e ora del buon riposo e l’affetto della sua famiglia erano quello che le ci voleva per guarire del tutto.
Sicuramente Zayn era al settimo cielo per la notizia, si vedeva da come ce l’aveva detta, e non si sarebbe fatto sfuggire neanche un secondo lontano da lei, se non era più che sicuro che la sua salute fosse più che perfetta.
Un’ombra mi oscurò per un paio di secondi il sole che fino a quel momento mi baciava il viso. Aprii gli occhi leggermente scocciata seguendo l’ombra non ancora definita che mi passava avanti.
Vidi la sagoma oltrepassarmi, per poi tornare indietro titubante e fermarsi davanti a me.
Ero sorpresa. Quando diavolo era tornato?
“Ciao” mi salutò.
Mi alzai e mi avvicinai a lui rispondendogli con un ciao leggermente sorpreso.
Da quando Zayn aveva ricominciato a parlarmi?
Senza accorgermene avevamo cominciato a camminare ed io lo seguivo affiancandolo.
Era calato un certo silenzio imbarazzante che provai a rompere.
“Sei tornato”. Era risuonata come un’affermazione, ma in realtà doveva essere una domanda, alla quale non sapevo se avrei ricevuto risposta.
Continuava a guardare per terra, non alzando neanche per sbaglio lo sguardo.
“Si sono tornato un paio d’ore fa”. Il suo tono non era freddo come quello che aveva avuto negli ultimi tempi.    
“ Come sta tua sorella?” domandai poi titubante. Poteva sembrare solamente una domanda di cortesia, ma lui sapeva che mi interessava veramente.
Alzò per un secondo lo sguardo, incontrando il mio che attendeva una risposta.
“Bene. È ancora più iperattiva di quanto fosse stata prima della malattia. Non ha smesso neanche per un secondo di girarmi in torno per giocare. Se non fossi tornato, penso che sarei rimasto a vita a quattro zampe, intento ad essere un cavallo da montare”.
L’immagine di Zayn a gattoni, con sua sorella sulla schiena che lo incitava ad andare più veloce, mi fece sorridere. Doveva essere stata veramente una bella scena quella, si vedeva da come ne parlava che le voleva un mondo di bene.
“Mho…” sussurrò.
“Si, dimmi” sembrava combattuto tra il volermi dire qualcosa o il rimanere zitto.
Anche io, dal conto mio, ero indecisa sul volere che dicesse qualcosa o che rimasse zitto.
 Affrontare i problemi era la cosa giusta da fare, ma sicuramente non la più facile e a volte quella più facile è quella della quale vorremmo accontentarci.
“Mho senti… sono giorni che ci penso. Volevo chiederti scusa per averti risposto male in discoteca ed averti fatta sentire peggio di quanto quella situazione non ci facesse già sentire tutti”. Aveva deciso di affrontare il problema. Forse era la cosa giusta.
“Non devi scusarti. Avevi i tuoi problemi”.
“Sono stato uno stupido, cretino, insensibile”. Il suo tono di voce si era alzato.
“Si lo sei stato”. Sibilai. Era così, mi aveva trattato di merda non solo quella sera, ma per giorni, facendomi sentire uno schifo.
Per quanto parlai a bassa voce, mi sentì, perché alzò la testa mostrandomi un ghigno sulle sue labbra.
“E’ anche vero però che tu non sei stata molto più simpatica di me…”
Se per un secondo avevo pensato di accettare le sue scuse, in quel momento il mondo mi cadde addosso.
“Cosa vuoi dire, scusa? Che se mi hai risposto male e mi hai ignorato per giorni senza degnarmi di uno sguardo, è stata colpa mia?” non potevo credere alle mie orecchie.
“Bhè non mi sembra tu mi abbia cercato poi così tanto” ribatté.
 “Dopo avermi fatto capire che per te ero solo un’amica, anzi a quanto pare neanche quello, sicuramente non doveva essere compito mio farmi avanti. Mi sembravano piuttosto chiare le tue parole”. Cominciavo ad essere così arrabbiata che le parole mi uscivano dalla bocca senza che fossero analizzate dal cervello. Mi pentii un attimo dopo aver detto quelle parole.
Per l’ennesima volta mi ero dimostrata debole e patetica.
Non potevo rimanere un secondo di più, dovevo andarmene. Girai i tacchi e feci per scappar via, ma prima che potessi allontanarmi anche di un solo centimetro, mi afferrò il braccio e con tutta la forza che aveva mi spinse il più vicino a lui, annullando le nostre distanze.
Afferrò il mio viso tra le sue mani enormi, così che non sarei potuta mai staccarmi da quella presa e fissò il suo sguardo sul mio. I miei occhi erano lucidi, ma mi sforzavo di ricacciare via le lacrime, così da vederlo il più chiaramente possibile.
Avvicinò il suo viso al mio e annullando del tutto la nostra distanza, posò le sue labbra carnose sulle mie.
Non opposi resistenza e mi lasciai trasportare in quel bacio tanto atteso.
La sua lingua cercava la mia e la mia non si nascondeva dal suo tocco, anzi le andava incontro, ansiosa di trovarlo.
Il calore di quel bacio mi riscaldò il cuore, che per troppo tempo era rimasto inerme.
Quando si staccò da me, non ne avevo ancora abbastanza di quel calore e cercai un’altra volta quell’emozione. La trovai, e fu più dolce anche della prima.
Quando si staccò definitivamente, avvicinò le sue labbra al mio orecchio.
“Come hai potuto anche solo pensare che mi bastavi come amica” sussurrò, solleticandomi l’orecchio con il suo alito.
“Eri stato piuttosto convincente”. Mi difesi.
Mi avvolse con le sue possenti braccia, in un possessivo abbraccio.
Incrociai le braccia dietro la sua schiena e lo strinsi a me più forte di quanto lui non stesse già facendo.
“Non dovrai mai più pensarlo, immaginarlo o sognarlo. Promettimelo”.
“Promesso” lo accontentai, accoccolandomi al suo petto.
Rimanemmo li, godendoci quel momento, per un tempo che ci sembrò eterno.
Se neanche un’ora prima fingevo di odiarlo, in quell’esatto momento non potevo amarlo di più.
Mi alzai sulle punte e gli schioccai un veloce, ma tenero bacio a stampo per poi intrecciare la mia mano nella sua.
Mi faceva strano passeggiare mano nella mano con lui. Mi piaceva, mi piaceva da matti, ma nello stesso tempo mi sentivo anche un po’ a disagio.
Passeggiammo un po’ nel parco, poi ci fermammo davanti il fiume poggiandoci alla ringhiera.
Non riuscivo a smettere di guardarlo. Erano così belli i suoi occhi intensi da perdercisi dentro e i suoi capelli, neri come la notte spettinati in modo perfetto.
Mi sembrava ancora tutto così irreale, un bellissimo sogno da cui avevo paura di svegliarmi.
Eppure lui era li, accanto a me, mai stato più reale.
“Quindi ora… stiamo insieme?” domandai titubante. Volevo esserne sicura.
Mi guardò come se avessi fatto la domanda più idiota del mondo.
“Cos’è stai avendo dei dubbi? Ti sei già stufata di me?”
“Ma come ti viene in mente. Volevo solo essere sicura. Mi sembra tutto così irreale…”  gli confessai torturandomi le dita delle mani.
Non feci quasi in tempo a terminare la frase che mi ritrovai ancora una volta il suo viso incollato al mio e le sue labbra finirono in un passionale bacio come il primo.
Non ne avrei avuto mai abbastanza di tutti quei baci.
“Anche questo ti è sembrato irreale?” sussurrò allontanandosi un po’ dal mio viso.
“No, direi proprio che questo era maledettamente reale”.
Un ghigno comparve sulle sue labbra e con un braccio mi strinse a se.
“Ora resta solo da dirlo agli altri! Qualche idea per farlo?” dissi guardano le increspature dell’acqua scivolare via.
“Perchè dobbiamo proprio farlo? -girai la testa e gli lancia un’occhiataccia- Ok ok scherzavo. Appena torniamo raduniamo tutti e diamo loro la bella notizia. Va bene?”
“Va bene. Spero solo che Kay non mi uccida per non averglielo detto in anteprima rispetto agli altri.”
Scoppiò in una risata. “Invece per me è la soluzione migliore, se ci sei anche  tu con me eviteranno di propinarmi le loro battutine idiote.”
Immaginai la scena e non potei anche io trattenere una risata.
Rimanemmo li, in quella pace assoluta ancora un po’, prima di tornare a casa e subire la miriade di domande che ci aspettavano.
 
Arrivati a casa suonai il campanello, ma non venne ad aprire nessuno, segno che Kay era al piano di sopra con i ragazzi, probabilmente tutti intenti a preparare questa dannatissima festa.
Salimmo le scale e aspettammo che qualcuno ci venisse ad aprire.
Sulla soglia del portone comparve Harry che non appena ci aprì, senza neanche aspettare che entrassimo, sparì in cucina.
Guardai un po’ perplessa Zayn che invece sembrava non essersi minimamente accorto del comportamento di Harry.
Raggiungemmo gli altri in cucina e ci sedemmo sugli ultimi due sgabelli liberi.
Erano tutti così presi a guardare dei fogli che nemmeno si accorsero di noi.
“Hei ciao sa!” intervenni poi cercando di attirare la loro attenzione.
“Hei ciao ragazzi -ci salutò Liam- non ci eravamo accorti che eravate qui!”
“Si abbiamo notato…” risposi.
“Abbiamo trovato alcune idee per la vostra festa, ora però dobbiamo fare tutto di corsa o non riusciremo a finire in tempo” spiegò velocemente Kay.
“Si infatti, dobbiamo sbrigarci” insistette Niall per poi tornare a parlare con gli altri.
Evidentemente io e Zayn eravamo di troppo in quella stanza.
Mi girai verso di lui. “Come glie lo diciamo se non ci ascoltano?”
Zayn si schiarì la voce. “Ehmmm ehmmm… scusate potremmo parlare?”
Nessuno si girò prestandoci attenzione.
Zayn provò di nuovo.
Questa volta Louis sembrò accorgersi dei nostri tentativi per attirare la loro attenzione.
“Hei amico, che c’è?”
Ci guardammo speranzosi.
“Bhe noi dovremmo dirvi una cosa…” incominciò.
“Si splendido, ce la direte più tardi, ora non c’è tempo!” concluse invece Lou.
Non potevo crederci. Erano così indaffarati che non riuscivano neanche a trovare due minuti per ascoltarci. Basta, mi arrendevo.
In quel momento squillò il telefono e Liam andò a rispondere.
“Si pronto?... Si siamo noi, mi dica pure… Si certo… Dice sul serio?... Sarebbe un grande onore per noi…  ok allora siamo d’accordo… la ringraziamo infinitamente.”
Quando Liam chiuse la chiamata, eravamo tutti intenti a guardarlo in attesa che ci mettesse al corrente del contenuto della chiamata appena terminata.
Non dovemmo attendere molto per scoprirlo.
“Ragazzi, non ci crederete mai, era un produttore americano e ci ha appena offerto di esibirci al Madison Square Garden” l’ultima parola fu più un urlo che altro.
Grida generali si alzarono, poi Lou fece la fatidica domanda.
“E per quando sarebbe fissata l’esibizione?”
Liam si rabbuiò. “E’ fissata per questo sabato e il produttore ci vuole li giovedì per preparare tutto nei minimi dettagli…”
Calò il silenzio generale nella stanza. La loro esibizione combaciava con il giorno della festa.
“Hei ragazzi ma che sono quelle facce. Dovreste esultare dalla gioia e non essere tristi” mi intromisi alzandomi in piedi.
“Ma così non possiamo fare la festa!” esclamò Niall.
“E allora? Lo so che vi eravate impegnati tanto per fare una bellissima festa, ma quello è il Madison Square Garden, cioè è un’occasione irripetibile. Non potete di certo farvela scappare. Di feste ce ne saranno a migliaia e poi alla fine potremmo farla la settimana dopo al massimo, no?” dissi quest’ultima frase rivolgendomi a Zayn.
“Si infatti, ragazzi dai, è il Madison Square Garden. È impossibile rinunciarci!”
“Si è un’opportunità irrinunciabile, ma mi dispiace non poter fare la festa, visto che dovremmo star li anche il fine settimana dopo.” Precisò Liam rattristendosi ancora di più.
“Non fa niente, festeggeremo l’anno prossimo. Infondo compiamo gli anni tutti gli anni!” cercai di tirare su il morale a tutti e sembrò che ci fossi riuscita.
“Ragazzi ma ci pensate? Il Madison Square Garden, ancora non ci credo!” esclamò poi Harry sognante.
Finì con un abbraccio di gruppo, dove ci ritrovammo anche io e Kay.
“Kay, Mho, che ne dite di rimanere a cena con noi?” ci propose poi Liam.
Visto che cominciava ad essere tardi, accettammo volentieri l’invito.
Cominciarono tutti a preparare tavola e cibo, mentre io presi per un attimo Zayn da una parte.
“Forse è meglio dirgli di noi un’altra volta. Tra l’annullamento della festa e il Madison Square Garden, per questa sera credo abbiano avuto fin troppe notizie.”
“Si forse hai ragione. Glie lo diremo un’altra volta, quando troviamo il momento giusto.”
“Va bene, non appena troviamo il momento giusto glie lo diciamo. Non mi piace fare le cose di nascosto!”
Annuì alla mia affermazione e raggiungemmo gli altri per dare una mano.
 
Una volta finita la cena ringraziammo i ragazzi e tornammo a casa. Non poter toccare, baciare le labbra di Zayn fu la cosa più difficile che dovetti fare, ma quello non era il momento giusto così ci trattenemmo entrambi.
Quando io e Kay fummo sole provai a raccontarle della mia giornata, ma naturalmente non riuscii a farlo, perché lei cominciò a sclerare sulla questione della festa, dicendo che era felice per i ragazzi, ma che non era giusto. Poi ci sedemmo sul divano e i suoi discorsi si persero nel raccontarmi di quanto fosse felice con Lou e  tutto l’amore che in quel momento provava per lui.
Era destino, quella giornata, almeno per il momento, doveva rimanere segreta.  
 

                                                                 

Ciao Bellezzeeee!

Sono contenta di rifugiarmi per un po’ nel mondo di Mho e sfuggire al mio, visto che oggi non è proprio giornata. Sembra che oggi ci provino gusto a farmi saltare i nervi. Ma vabe non sto ad annoiarmi con i miei problemi! xD
Pensiamo invece al capitolo, o meglio dovrei dire IL CAPITOLO, visto che finalmente Mho e Zayn hanno fatto pace! Siiii! =D
Ammetetelo, non vedevate l’ora che arrivasse questo momento, o almeno ci speravate! xD
Le cose tra di loro si sono finalmente aggiustate, ma a quanto pare per il momento non hanno potuto condividere la cosa con gli altri, visto che non se li sono calcolati per niente! LOL
Come al solito ringrazio tutte le stupende persone che si sorbiscono ogni Venerdì la nostra storia e magari che la recensiscono anche. Sappiate che in questo momento vi sto abbracciando tutte virtualmente (gli ultimi capitoli poi hanno ricevuto 6 recensioni ognuno e la nostra felicità è salita alle stelle!) =D
Non ho nient’altro da dire, mi scuso se magari il capitolo è un po’ corto, ma non mi sembrava il caso di allungarlo di più! ;D
PS. Ah il nome Safira è puramente inventato. Non mi sembrava il caso di mettere il nome di una delle sorelle di Zayn, in quanto una malattia non si augura mai a nessuno, anche se poi finisce bene! xD
 
Un bacio.

Marty.
 
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Marty
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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


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CAPITOLO 35
 
Kaycee POV
 
"Kay, ti vuoi muovere?! Siamo in ritardo!"
L'urlo di Mhone dalla cucina fu così forte che io balzai su dal letto dalla paura. Dopo averla fulminata mentalmente mi alzai e mi andai a fare una doccia veloce. L'amore a quella ragazza gli aveva fatto proprio male, era diventata iperattiva e sbadata, sempre con l'immagine di Zayn che gli sballottava nella mente. Mi chiedevo se anche gli altri vedessero me allo stesso modo oppure io riuscivo a regolarmi un po' di più.
Il giorno che era tornato lo avevo visto per la prima volta con Mhone mentre noi stavamo organizzando la festa e con quella preoccupazione e in più la notizia che si sarebbero dovuti esibire quel sabato al Madison Square Garden non lo avevo nemmeno calcolato di striscio e non avevo potuto notare il modo in cui lui e Mhone si guardavano. Il giorno dopo invece avevo potuto vedere che Mhone si aggirava per casa con un sorrisino ebete sul viso e dopo aver insistito mi aveva detto che Zayn l'aveva finalmente baciata e che avevano deciso di fare coppia fissa.
Inutile dire che ero rimasta a bocca aperta con l'intenzione di prenderla a cuscinate non appena mi fossi ripresa per non avermi detto che il ragazzo le piaceva e che lei stava male in quei giorni per i comportamenti che lui aveva avuto nei suoi confronti. Fortunatamente prima che fosse troppo tardi Mhone mi assicurò che lei non era stata sicura dei suoi sentimenti fin quando lui non l'aveva baciata e per questo non aveva voluto dirmi niente.
Dopo l'iniziale incomprensione le ero saltata sopra urlando di quanto fossi felice per lei e l'avevo costretta a raccontarmi tutto nei minimi dettagli. Quella sera eravamo stati tutti a cena dai ragazzi e i due neo piccioncini ne avevano approfittato per fare l'annuncio generale a tutta la combriccola, Louis e gli altri avevano buttato a terra Zayn seppellendolo con i loro corpi mentre Josie, Loren, Katie, Diana e Eveleen (ormai parte integrante del gruppo) avevano abbracciato Mhone contente per la bella notizia.
A fine serata eravamo rimasti solo noi più Josie che si sarebbe fermata a dormire da Niall e i ragazzi ci avevano invitato ad andare a New York con loro e Danielle, che era già stata chiamata da Liam. Ci dissero che avrebbero voluto invitare anche le altre ma i posti a disposizione erano limitati e quindi non avevano potuto fare altrimenti. Non ci fu bisogno di alcun tipo di convincimento, accettammo tutte immediatamente e io e Mhone cominciammo a saltellare in giro per la stanza perché avremmo finalmente visitato la Grande Mela.
E il grande giorno era arrivato.
Quella sera saremmo finalmente partite.
Io, Mhone e Josie quella mattina saremmo andate a fare il passaporto, obbligatorio per viaggiare in paesi fuori dall'Unione Europea e il pomeriggio avremmo finito di fare i bagagli.
"Kay allora? Hai fatto?"
"Si Kay, ho fatto." le risposi infilandomi le scarpe e inforcando gli occhiali da vista.
Presi il cellulare e proprio in quel momento mi arrivò un messaggio da Louis:
 
Vieni un secondo di sopra. xx
 
Gli risposi con un breve "ok" e uscii dalla camera.
"Mho vado un secondo da Lou, torno subito ok?" le chiesi affacciandomi alla sua camera.
"Ok, ma fai in fretta che Josie ci aspetta qui sotto da cinque minuti e mi ha già mandato un messaggio dicendo di sbrigarci." mi ammonì mentre si allacciava gli stivali.
"Corro." dissi afferrando le chiavi sopra il comodino e correndo di sopra.
Non ebbi neanche il tempo di bussare che Niall mi aprì la porta e mi trascinò dentro afferrandomi per una manica.
"Niall! Che cavolo fai? Mi rovini il maglione." dissi guardando male mentre mi sistemavo la manica.
Lui sbuffò. "Mi scusi sua maestà ma abbiamo avuto un'idea grandiosa."
Solo in quel momento notai che erano seduti tutti intorno al tavolo tranne Zayn, misteriosamente assente. Mi accomodai vicino a Louis scoccandogli un bacio sulle labbra. "Allora?" domandai.
"Faremo una festa a sorpresa a Mho e Zayn lì a New York, subito dopo il concerto." disse tutto esaltato Liam.
Spalancai la bocca. "Che cosa?? E come facciamo ad organizzare tutto?" chiesi sbalordita. Non c'era il tempo per organizzare tutto, il compleanno sarebbe stato fra tre giorni e i ragazzi avrebbero sicuramente avuto tutti i giorni pieni di impegni da qui a sabato.
"Harry ha qualche contatto là, ha chiamato e ci hanno riservato un club per tutta la serata, addobberanno loro e penseranno alla musica. Abbiamo già chiamato Katie, Loren, Diana, Eveleen, altri ragazzi dell'università e tutti gli amici di Zayn e assicurato loro che il volo e l'alloggio li paghiamo noi, l'unica cosa che ci manca è sapere se Mhone ha altri amici che vuole chiamare." mi rispose Niall.
Ci pensai su. Forse avrebbe voluto che Jai fosse li. "Un ragazzo, ci penso io a chiamarlo." annuii alle mie stesse parole.
"Perfetto. Mi raccomando metti nella tua valigia anche il vestito per la festa di Mhone ok? Almeno non sospetterà niente." mi disse Harry battendo il cinque a Liam.
Mi squillò il cellulare e vedendo che il mittente era Mhone significava che eravamo davvero in ritardo.
"Ok ragazzi io devo scappare, al massimo vengo qui quando torniamo se dobbiamo decidere altre cose ok? Ciao ciao." diedi un bacio a Louis e corsi di sotto prendendo la giacca dal nostro appartamento e raggiungendo Mho e Josie di sotto.
"Era ora! - mi disse Josie alzando gli occhi al cielo mentre Mhone fermava un taxi - Non riuscivi a stare senza Louis per più di un'ora?"
"Mi stavano aggiornando con i piani per sta sera. A quanto pare l'aereo partirà alle 20.00 e non più alle 21.00, considerando le ore di viaggio e il fuso orario dovremmo atterrare verso le 23.00 e prima che prendiamo valigie e tutto arriveremo all'hotel a mezzanotte passata. Ah, e in più domani mattina i ragazzi devono andare a fare delle prove e avranno un intervista al The Late Show il pomeriggio. Poi ci metteremo d'accordo perché io voglio anche vedere la città, chissà quando mi ricapita di andare a New York." dissi cercando di essere convincente. Infondo dicevo la verità, soltanto che non era di quello che avevamo parlato adesso.
Josie e Mhone annuirono mentre Mhone diceva al tassista la nostra meta.
Ci vollero due ore per fare tre maledetti passaporti, e tutto perchè la questura aveva fatto un casino con nomi e dati anagrafici.
Tornati a casa approfittai del fatto che Mhone fosse andata all'Università per mettere a punto le ultime cose con i ragazzi e per chiamare Jai. Era da un po' che non lo sentivo e con tutto quello che era successo avevo anche un po' paura di chiamarlo, ma era stato una parte importante della vita di Mhone e non invitarlo mi sembrava davvero brutto. Sperai solo che Mhone apprezzasse il gesto.
Composi il numero e al terzo squillo rispose.
"Kay?"
Sorrisi attraverso la cornetta al suo tono preoccupato. "Ciao Jai, è da un po' che non ci sentiamo, come va?"
"Io sto bene. Voi piuttosto, è successo qualcosa?" 
"No, tranquillo. Chiamavo per dirti che stiamo organizzando una festa a sorpresa per Mhone e volevo sapere se tu saresti interessato a venire."
Una pausa. "Mi farebbe molto piacere, dove la fate."
"A New York."
Altra pausa. "A New York?? E come diavolo dovrei fare per venire in America?" 
Ed ecco il Jai sempre preciso e ansioso.
"Non preoccuparti, il volo lo paghiamo noi, e anche l'albergo. Tu dovrai solo prendere il volo e raggiungere l'Hotel Pennsylvania e farti trovare alle 23 al Boom Boom Room è un locale che si trova sopra..."
"Il Boom Boom Room?! Stai scherzando vero? Quello sopra allo Standard Hotel?" bene, era impazzito.
"Si, quello." risposi.
"Lo sai che è uno dei club più in voga al mondo? Non si può entrare a meno che non hai qualche conoscente davvero importante, se non sei su quella lista ti cacciano senza tanti giri di parole."
"Si da il caso che noi abbiamo qualche conoscente di quel calibro di popolarità...senti Jai, non farti tanti problemi e fatti trovare la, sono sicura che a Mhone farebbe piacere." cercai di convincerlo.
Lo sentii sospirare attraverso la cornetta.
"Ci sarò, promesso. Poi mi spiegherai come avete fatto a farci mettere in lista però."
Risi. "Te lo prometto Jai, ci vediamo sabato." dissi per poi chiudere il telefono.
Sospirai, non era andata troppo male.
Andai in camera di Mhone e cercai nel suo armadio il vestito che sapevo avrebbe voluto mettere al suo compleanno. Ai piedi del letto la sua valigia era già pronta, a quanto pare si era avvantaggiata sapendo che sarebbe dovuta passare all'Università per dire che noi saremmo state fuori per quattro/cinque giorni come i ragazzi. 
Pensando che si sarebbe potuta insospettire se la sera della festa l'avessi fatta entrare a forza nel SUO vestito che voleva mettere al SUO compleanno e che era stato messo nella MIA valigia da me per puro caso decisi di metterlo nella sua sotto a tutti gli altri vestiti e poi mi sarei inventata che forse ce l'aveva messo lei inconsapevolmente se me l'avesse chiesto.
Notai che aveva portato qualche vestito elegante ma anche maglioni di lana e felpe pesanti quindi decisi di seguire il suo esempio.
Andai in camera e aprii la valigia appoggiandola sul letto poi mi diressi verso l'armadio. Fissai il suo interno per cinque minuti buoni poi presi qualche maglione e maglie con cardigan...magari le felpe era meglio non portarle...stando con i ragazzi sarei stata sicuramente fotografata di continuo e non mi pareva il caso di andare in giro vestita come una barbona. Presi anche una camicia beige e una blu con dei jeans a sigaretta perché per il concerto avevo pensato di vestirmi elegante ma non troppo e ci abbinai un paio di tronchetti neri. I ragazzi mi avevano anche detto che dopo il concerto e prima della festa ci sarebbe stato un after party quindi dovevo portarmi dietro anche qualcosa di più elegante. E infine il vestito per il compleanno.
Finì che avevo una valigia stracolma di vestiti, giacche e borse anche se saremmo state via al massimo fino al mercoledì dopo.
Nel borsone delle scarpe vi infilai anche le scarpe di Mhone (quelle non le avrei potute nascondere nel suo borsone, se ne sarebbe sicuramente accorta) più qualche paio di stivali, converse, tronchetti, le scarpe della festa e il beauty-case che non ero riuscita a far entrare nella valigia. 
Appena finii mi accasciai per terra con la schiena contro il letto ansimando per la fatica che avevo fatto per chiudere la valigia.
Non feci in tempo a chiudere un secondo gli occhi che la porta dell'ingresso si aprì.
"Kay! Ho appena incontrato i ragazzi di sotto, fra 15 minuti si parte." disse entrando in camera mia.
Spalancai gli occhi e guardai l'orologio che avevo al polso. Le 15.15. "Che cosa? Sono già le tre? Ma non abbiamo nemmeno fatto pranzo." mi lamentai.
"Lo so. - disse prendendo la valigia e trascinandola verso l'ingresso. - Mangeremo qualcosa lì all'aeroporto."
Sbuffai alzandomi, infilai dei leggins di jeans, una lunga canotta grigia con sopra un maglioncino panna, dei calzettoni pesanti grigi e gli Ugg beige. Mi diedi una spazzolata ai capelli e decisi che per il viaggio le lenti a contatto sarebbero state scomode. Infilai un braccialetto tanto per sembrare un po' più femminile, la sciarpona pesante e buttai portafoglio, chiavi, cellulare, IPod, libro e roba varia dentro la borsa.
"Sono pronta." urlai a Mhone.
"Bene, portiamo le valigie di sotto." disse mentre tornava in camera a prendere il borsone.
Notai che questa volta aveva imparato la lezione e si era messa anche lei qualcosa di comodo. Dopotutto questa volta le ore di viaggio sarebbero state sette su un aereo e una di macchina. Lei aveva optato per dei leggins blu con una canotta nera e un maglione grigio con un lupo disegnato sopra abbinato a delle comode converse grigie ai piedi.
Diedi una controllata in giro per vedere se avevo dimenticato niente poi presi valigia e borsone e le trascinai fino al pianerottolo delle scale dove incontrai Louis.
"Ciao splendore, ti serve una mano?"
Annuii mormorando un grazie e gli passai la valigia notando che lui aveva le mani libere.
"Le tue cose?" chiesi.
"Oh, le ha portate giù Paul, ci sta aspettando con le macchine."
Annuii nuovamente. Mi sarei mai abituata a tutti quegli agi?
Di sotto c'erano già Paul più altri body guard che stavano caricando i borsoni dei ragazzi sulle auto. Uno di loro si avvicinò a noi e con un sorriso afferrò il mio borsone dicendo che ci avrebbe pensato lui e che noi intanto potevamo entrare in macchina.
Lo ringraziai e feci come mi era stato detto. Dentro c'erano già Mhone, Zayn e Harry.
"Allora Kay, pronta a vedere la Grande Mela?" mi chiese Zayn che teneva saldamente la mano di Mhone fra le proprie.
Sorrisi a quella scena. "Non vedo l'ora, è sempre stato il mio sogno vedere New York."
"Ci credo, è magnifica." fece Harry.
Annuii e posai la testa sulla spalla di Louis mentre le auto partivano. 
 
L'arrivo all'aeroporto fu tranquillo, le fan erano molte ma Paul aveva fatto fermare i ragazzi per fare foto e autografi giusto cinque minuti perché eravamo abbastanza in ritardo. Alcune di loro avevano voluto fare foto anche con me, Danielle e Mhone ma non con Josie (forse di lei i giornali non avevano parlato e quindi le fan si ammassavano su di noi) ma Louis mi aveva preso per mano e mi aveva portato via.
"Pensavo ti avrebbero dato fastidio." mi disse.
Dopo averlo tranquillizzato facemmo il check-in ed entrammo in aereo. Anzi, L'aereo. Era spaziosissimo ed è inutile dire che era privato e quindi ci viaggiavamo solo noi.
Le hostess ti portavano da bere e ogni mezz'ora passavano per vedere se avevamo bisogno di qualcosa. Dato che avremmo viaggiato di notte ci portarono anche delle coperte.
Io stavo per addormentarmi sulla sua spalla quando Louis mi chiamò dolcemente.
"Kay, hai chiamato il tuo amico?" disse sottovoce per non farsi sentire da Mhone e Zayn seduti qualche posto più avanti.
"Si, ha detto che verrà."
"Bene, come si chiama? Mi serve il nome per metterlo nella lista."
"Jonathan Bale."
Lui se lo scrisse sul cellulare.
"Quanta gente ci sarà?" gli chiesi stringendomi al suo braccio mettendomi più comoda.
"Tanta. Gli invitati sono tipo duecento poi se c'è gente che vuole entrare senza invito dovrà pagare e i soldi andranno in beneficienza."
Sorrisi. "Ma come siete organizzati."
"Lo so." rispose lasciandomi un bacio fra i capelli.
In poco tempo mi addormentai con il pensiero che quella sarebbe stata un'esperienza che non avrei mai dimenticato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Hellooooooo;
allora gente come va? Qui tutto a posto! Ok, mi rendo conto che rispondendomi sempre da sola nonostante voi non mi chiedete niente mi sembra leggermente stupido ma io faccio finta che voi mi rispondete e che mi richiedete come sto così sembro meno stupida xD
Finalmente si è deciso cosa fare per la festa di Mho e Zayn...che dite vi piace l'idea? Direi che con tutte queste feste le idee scarseggiano per trovarne sempre di originali ma noi ce la stiamo mettendo tutta!
Si farà vivo Jai...aspettatevi di tutto!
Non ha altro da aggiungere quindi finisco con il ringraziare tutti di cuore come al solito e sappiate che vi adoriamo!
BACIIIIIIII!
Vi :)
 
P.S: 6 recensioni negli ultimi 3 capitoli?! State scherzando?! Voi volete farci morire!!!! **
P.P.S: oggi è il compleanno di Marty!!! Quindi se avete twitter scrivetele un messaggino di auguri...sarebbe una bella sorpresa e secondo me le farebbe davvero piacere! :)


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Marty
Vix

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


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CAPITOLO 36

Mhone POV

Mi svegliai sentendo il cellulare sul comodino vibrare.
Cercai di farlo smettere in qualche modo, senza però ottenere il risultato sperato, così risposi rimanendo però sotto il tepore delle coperte.
“Pronto?”
“Buon giorno bellezza. Auguri!”
“Mmmm grazie Zayn”. Sbiascicai qualcosa che assomigliasse ad un grazie.
“Oh scusa ti ho svegliata. Non volevo!” la sua voce era così calda e sensuale che non potevo di certo avercela con lui per avermi fatto gli auguri di compleanno, anche se questo significava avermi svegliata alle 7.30 della mattina.
“Non preoccuparti. Aver sentito la tua voce è stato un bel risveglio.”
Potei immaginarmi la sua bocca che si apriva in un sorriso sommesso.
“Va bene, ora però torna a dormire festeggiata. Abbiamo le prove fino a tardi, ma a cena ti prometto che ci vediamo, così che posso farti gli auguri come si deve!”
“Non vedo l’ora! A sta sera allora!”
Mi schioccò un bacio tramite il telefono e poi riagganciò.
Riappoggiai il telefono sul comodino e mi rannicchiai di nuovo sotto le coperte coccolata dal calore che emanavano.
In poco tempo mi riaddormentai e mi risvegliai solamente quanto mi ritrovai Kay che saltava sul mio letto cantando a squarcia gola “Tanti auguri a te”, mentre Josie la guardava divertita.
 “Ok ok ho capito mi alzo dal letto” le urlai.
Sembrò essere contenta della mia resa e finalmente si sedette tranquilla ai piedi del mio letto seguita anche da Josie.
In quel momento qualcuno bussò alla porta. Stranamente andò Kay ad aprire e ricomparve davanti a me con un enorme carrello pieno zeppo di dolci di qualsiasi genere.
“Tadan -fece mostrandomi tutto quel ben di Dio- questa è la colazione per il tuo ventesimo compleanno!”
Poggiammo una specie di tavolinetto sul mio letto, dove disponemmo i vari dolci che spazzolammo senza tanti complimenti.
Una volta finita la colazione sia Kay che Josie mi porsero due pacchettini.
“Dai avanti aprili” mi incitò Kay che non stava più nella pelle.
Afferrai i due pacchetti e per primo aprii quello di Josie, così che Kay sarebbe rimasta ancora un po’ sulle spine sperando che il suo regalo mi sarebbe piaciuto.
Josie mi regalò dei piccoli orecchini a forma di piuma con un piccolo brillantino da una parte. Erano stupendi, li adoravo.
“Josie sono magnifici, veramente, li adoro” mi buttai su di lei e l’abbraccia forte lasciandole un bacio sulla guancia.
“Sono contenta ti siano piaciuti. Ancora tanti auguri Mho”
Le sorrisi amabilmente poi passai ad aprire il regalo di Kay.
Ne tirai fuori una boccetta in vetro azzurra, con dei ricami in argento in cima che ricoprivano anche il tappo.
“Non ci posso credere. È il profumo della Dior che volevo comprarmi l’altro giorno e che tu mi hai persuaso dal farlo dicendo che non ti piaceva”
“Dovevo farlo o lo avresti comprato rovinando la mia sorpresa” si giustificò.
“Grazie grazie grazie grazie Kay!” abbracciai anche lei e la riempii di baci.
Tra la chiamata di Zayn e i magnifici regali delle mie amiche, quella giornata non poteva di certo iniziare meglio.
La mattinata la passammo a poltrire sul letto, come anche gran parte del pomeriggio.
Solo sul tardi, dopo aver ricevuto un messaggio dai ragazzi, decidemmo che forse era arrivata l’ora di cambiarci e prepararci per la cena che era stata prenotata in un ristorante vicino l’hotel.
Ci infilammo tutte e tre qualcosa di elegante e dopo esserci truccate e sistemate i capelli raggiungemmo i ragazzi direttamente al ristorante.
“Sei bellissima” mi salutò Zayn posandomi un bacio sulle labbra.
Tutti gli altri mi fecero gli auguri e finalmente ci sedemmo per mangiare.
Dovetti ammettere che fecero portare cibo per un esercito, a fine serata ero strapiena, tanto che i jeans premevano sostanzialmente sulla pancia.
Come se non bastasse avevano fatto fare anche una bellissima torta, tutta decorata con panna e cioccolato e il mio nome scritto al centro. Spensi le candeline e, anche se contro voglia, mi feci scattare alcune foto.
La serata finì presto, i ragazzi il giorno seguente avrebbero avuto ogni minuto occupato tra prove, interviste e concerto, così rientrammo in hotel e dopo esserci dati la buona notte andammo a dormire. Avrei tanto voluto stare con Zayn ogni secondo del giorno e della notte, ma almeno fino alla fine del concerto ci era proibito, in quanto era meglio alimentare il meno possibile tutti i vari pettegolezzi.
 
La mattina del giorno dopo, ci svegliammo piuttosto presto e Danielle venne in camera nostra dopo aver salutato i ragazzi che andavano ad un’intervista.
“Hei ragazze non vorrete stare in hotel anche oggi vero? Che ne dite di andare a fare un po’ di sano shopping? Così vi faccio vedere anche un po’ New York!” disse Dan tutta entusiasta.
“Si perché no, io non ho proprio voglia di rimanere chiusa qua dentro e allo shopping non si dice mai di no. Immagino che tu conosca New York come le tue tasche, vero Dan?” le domandai mentre sceglievo cosa mettermi rovistando sia dentro la valigia che nell’armadio della stanza.
“E’ impossibile conoscere New York alla perfezione, ma devo dire che la conosco piuttosto bene. Sono venuta qua parecchie volte per lavoro e in ogni momento che riuscivo a ritagliarmi tra un servizio fotografico e le prove di danza, andavo in esplorazione di questa giungla urbana!”
“A proposito, ma è vero che apparirai nel nuovo video di Jassie J?” urlò Kay dal bagno mentre cercava di lavarsi i denti.
Annuii alla domanda della mia amica, avevo sentito in giro anche io questa voce.
“Ma chi te l’ha detto?” sembrava veramente sorpresa della domanda che le era stata appena posta.
“E’ su tutti i giornali di gossip e anche su internet se ne è parlato molto” la informai.
“Che palle questi pettegolezzi. È uno stress dover stare attenti ad ogni mossa che si fa. Comunque tornando al discorso di prima, non è ancora confermato niente. Si parlava di una nuova collaborazione, ma non c’è niente di definito” chiarì lei.
“Bhè non ho dubbi che sarai scritturata per il video. Sei bravissima e non potrebbero prendere nessuno superiore a te. Fatto sta che non ti invidio per niente con il fatto dei gossip!” esclamò Kay uscendo dal bagno e cercando qualcosa da mettersi.
“Grazie Kay, mi fa piacere sapere che interesso alla gente non solo perché sto con Liam, ma anche e soprattutto per il mio talento. A volte i giornalisti dimenticano questo lato di me. Dovrete abituarvi però, presto toccherà anche a voi. Ora che tutte e tre siete uscite allo scoperto come ragazze dei One Direction, la stampa vi lascerà ben poco tempo alla privacy.”
Guardai Kay preoccupata e lei mi rigettò lo stesso sguardo. Non ero sicura di voler annullare del tutto la mia vita privata.
Finimmo di prepararci poi scendemmo giù nella hall e informammo della nostra uscita. Un taxi ci stava già aspettando all’uscita.
Salimmo tutte e quattro e dopo aver penato non poco nel traffico, arrivammo in centro.
Non avendo fatto colazione, ci fiondammo in primis nel primo Starbucks che incontrammo ordinando frappuccino e brioche.
La mattinata proseguì con il giro completo dei più bei negozi di New York, dove non seppi resistere dal comprare una marea di cose.
Ovunque ti giravi vedevi enormi edifici colorati dalle mille insegne a led che ti invitavano ad entrare e comprare mezzo paradiso.
Era impossibile resistere a quelle tentazioni.
Lungo le immense strade piene zeppe di gente, i paparazzi non fecero comunque fatica a trovarci, scattando una miriade di foto che ci ritraevano in qualsiasi movimento avessimo fatto. Alla fine eravamo così stufe di averli tra i piedi che acconsentimmo a fare alcune foto decenti nelle quali eravamo in posa. Pensammo che almeno avremmo avuto delle foto ricordo di quel giorno.
Eravamo così prese da tutti quegli acquisti, che l’ora di pranzo arrivò in un baleno. Ci fermammo in un locale carino e mangiammo qualcosa al volo prima di ritornare in hotel dove ci aspettavano i ragazzi.
Nel pomeriggio avrebbero avuto le prove per il concerto di quella sera ed eravamo state invitate a seguirle.
Non appena incontrammo i ragazzi, lo staff ci diede i pass per potere assistere alle prove ed anche i pass per la sera, validi sia per il concerto che per il backstage.
Quel posto era immenso, milioni di scalinate circondavano il palco dove si sarebbero esibiti. Già mi immaginavo quel posto pieno gremito di ragazzine urlanti che cercavano di attirare la loro attenzione.
I dirigenti dello staff ci fecero accomodare su delle poltroncine, mentre i ragazzi si sistemavano gli auricolari e provavano i microfoni.
Le prove durarono circa un paio d’ore, poi i ragazzi furono congedati in modo che potessero andare a prepararsi.
Il concerto sarebbe iniziato verso le 19.30 e noi ragazze saremmo dovute essere li verso le 19.
Quando i ragazzi scesero dal palco ci raggiunsero per salutarci.
“Allora come sono andato?” mi chiese Zayn togliendosi un auricolare dall’orecchio e distaccandosi un po’ dal gruppo.
“Direi proprio che hai fatto schifo. –non si aspettava una frase del genere e la sua espressione mutò in sorpresa- Sto scherzando scemo –lo rassicurai- sei stato bravissimo” e per farmi perdonare mi allungai sulle punte dandogli un lungo bacio.
Sembrò gradire molto e mi ritenni perdonata.
Noi ragazze tornammo in hotel che erano ormai le 18 passate, decidemmo di saltare la cena e salire in camera litigandoci il bagno.
Un bagno e tre ragazze non era di certo la proporzione giusta.
Mi accaparrai il bagno per prima, approfittando dell’indecisione di Kay e Josie.
Feci una doccia calda veloce e lasciai il bagno alle altre.
Non avevo ancora deciso cosa mi sarei messa per il concerto e cominciavo ad entrare in crisi. Sicuramente non avrei indossato vestito e tacchi, puntavo su qualcosa di comodo, ma che comunque risaltasse la mia femminilità.
Svuotai l’intero contenuto della valigia sul letto e cominciai a spulciare abito per abito. Solo in quel momento notai che in fondo a tutto c’era il vestito che avrei voluto mettere per il mio compleanno. Come c’era finito nella mia valigia? Ero sicura di non avercelo messo, anche perché non avevo occasione per indossarlo!
“Kay, ce l’hai messo tu il vestito nella mia valigia?” le domandai non appena uscì dal bagno.
“Quale vestito?” mi ridomandò non capendo di cosa stessi parlando.
“Questo!” e glie lo mostrai.
La sua faccia disorientata mi fece capire che non aveva idea di cosa stessi parlando.
“Perché avrei dovuto mettere il tuo vestito nella tua valigia? Forse l’avrai messo tu per sbaglio, prendendolo insieme ad altri vestiti.”
“Bo forse. Vabe fa niente. Mi starò rincretinendo!”
Veramente non ricordavo di aver messo il vestito nella valigia, ma forse l’avevo fatto veramente inconsciamente.
Tornai alla ricerca di qualcosa da mettermi per il concerto e alla fine optai per un paio di jeans stretti, una lunga camicia rosa antico con abbinata una giacca nera per non sentire freddo e delle splendide ballerine tempestate di brillantini che avevo comprato quella mattina.
Non so come riuscii a trovare il tempo anche per arricciarmi i capelli e truccarmi decentemente.
Mentre Kay era intenta ad infilarsi i jeans, a cui aveva abbinato una camicetta verde smeraldo, Josie andò ad aprire alla porta facendo entrare Danielle che era già più che pronta.
“Ragazze ma non siete ancora pronte?” domandò allarmata vedendo che eravamo ancora in alto mare.
“Ecco, ecco abbiamo quasi fatto. Tranquilla” la rassicurò Kay che saltellava qua e la per mettersi gli stivali neri con le bochiette, facendo tintinnare la collana e il bracciale perfettamente abbinati.
“Ah prima hanno chiamato i ragazzi e mi hanno detto che alla fine del concerto ci sarà un after-party per festeggiare. Harry si è raccomandato di vestirci eleganti, in quanto la festa è in uno dei locali più in voga di New York.”
Cavolo poteva dircelo anche un po’ più tardi che ci sarebbero serviti anche dei vestiti eleganti. Ringraziai mentalmente me stessa per aver infilato per caso quello splendido vestito in valigia.
“Fortuna che mi sono portata qualcosa per sicurezza!” commentò Kay che finalmente aveva finito di prepararsi.
“Cavolo io invece credo di non avere niente di adatto. Nessuno mi aveva detto di portarmi qualcosa di elegante!” si allarmò Josie.
“Tranquilla, ti presto qualcosa di mio. Tanto mi sono portata più di un vestito e mi sembra tu abbia la mia stessa taglia! -la rassicurò Dan- dopo il concerto avremo un po’ di tempo per tornare in Hotel, cambiarci e poi una macchina ci porterà al Boom Boom Room”
“Al Boom Boom Room? Quello non è uno dei locali più in voga a New York, quello è il locale per eccellenza. Ancora non riesco a capacitarmi come i ragazzi riescano ad entrare ovunque!” quando sentii quel nome rimasi allibita. Tutti parlavano di quel locale e le celebrità più famose erano state paparazzate li. Non potevo credere che c’avrei messo piede anche io.
Uscimmo dall’hotel in perfetto orario –per quanto invece Danielle voleva farci credere che fossimo in ritardo- e una macchina ci portò direttamente davanti il Madison Square Garden.
Una fila spaventosa si stendeva per almeno un kilometro e migliaia di ragazzine eccitate, erano ammassate una vicino l’altra.
Due bodygard ci si affiancarono non appena uscimmo dall’auto e ci scortarono ad un’entrata secondaria, parallela a quella della fila.
Ci infilammo i pass che ci erano stati consegnati quel pomeriggio ed una ragazza ci accompagnò ai nostri posti.
Percorremmo tutto un corridoio fino ad arrivare nelle prime file, dove c’erano le poltroncine riservate a noi.
L’arena era già quasi del tutto piena, ma sicuramente si sarebbe riempita del tutto molto presto. Le ragazzine che avevano già preso posto, si erano armate di macchinette fotografiche e cellulari scattando foto a dismisura.
Sembrava di essere immersi in un prato stracolmo di lucciole, tanti erano i flash che scattavano.
Io ero tra Kay e Josie, la prima che mi stringeva la mano –quasi stritolandomela- per l’emozione, e l’altra con lo sguardo incantato verso il palco –sembrava una bambina che aveva appena scoperto un qualcosa di nuovo-.
 Il concerto cominciò con qualche minuto di ritardo, in modo che tutte le fan in fila avressero potuto raggiungere il loro posto.
Quando i ragazzi salirono sul palco si alzò un urlo generale proveniente da tutte le parti. Ragazzine in preda a milioni di emozioni, si alzarono cercando di raggiungere il palco per stare più vicine ai ragazzi. Naturalmente furono bloccate dai body-gard di guardia che prontamente contennero l’ondata.
Fino a quel momento ancora non mi ero resa conto di quanto fossero popolari i ragazzi. Milioni di fan provenienti da qualsiasi posto, erano li, solo per ascoltare la loro voce e far capire ai ragazzi che loro c’erano, erano li per potergli dimostrare quanto fossero per loro.
Era incredibile tutto ciò.
Quando il concerto terminò, gli urli che si erano sentiti per l’intera serata, si quadruplicarono e non riuscivo a capire se fosse perché ora magari avevano l’occasione di vederli da più vicino alla loro uscita, o erano grida di dissenso perché volevano ancora altre canzoni. Sta di fatto che noi aspettammo che l’immensa folla si dileguasse un po’ per poter andare nel backstage.
Quando la folla si fu diradata, vedemmo Danielle allontanarsi un po’ da noi, dirigendosi verso un gruppo di signore con al collo il nostro stesso pass.
Mi girai verso Kay e Josie “Secondo voi chi sono quelle?”
“Spero non siano chi credo siano!” mi rispose Kay avvicinandosi al mio orecchio e cercando di guardare il meno possibile in quella direzione.
Quando Danielle tornò nessuna di noi ebbe il coraggio di chiederle chi fossero, ma non ce ne fu neanche bisogno in quanto rispose comunque alla nostra domanda mentale.
“Se ve lo stavate chiedendo, si, quelle sono le mamme dei ragazzi e si, non avete scampo, sta sera le conoscerete sicuramente!”
Ecco, fino a quel momento non avevo minimamente pensato di conoscere la famiglia di Zayn e invece quella sera avrei conosciuto chi? Sua madre. La nostra storia, se così si poteva chiamare, era appena iniziata e se non le fossi andata a genio, magari sarebbe anche potuta finire. Ma cosa andavo a pensare, per aver cresciuto un figlio come lui, non poteva di certo essere così male… o almeno ci speravo!
Raggiungemmo i ragazzi nel back stage per congratularci con loro.
Kay a 10 metri di distanza cominciò a correre in contro a Lou per potergli alla fine saltare addosso e stringersi a lui così forte che, a mio parere, per qualche secondo gli mancò il respiro.
Ero tentata anche io di fare come Kay per quanto l’adrenalina ancora mi scorreva nel corpo, ma mi trattenni e mi limitai a lanciare le braccia al collo di Zayn e stampargli un bel bacio sulle labbra.
Solo il povero Harry non ebbe la giusta ricompensa per lo spettacolo appena concluso, così io, Kay e Dan ci guardammo e gli schioccammo tre baci sulle guance! Solo Josie rimase in disparte attaccata al braccio di Niall, troppo timida per farsi notare troppo, soprattutto con tutti quei fotografi in giro.
Ci congratulammo con i ragazzi riempiendoli di complimenti mentre raggiungevamo il loro camerino.
Quando entrammo nella stanza lo spettacolo che ci accolse non fu dei migliori. Vestiti, scarpe e addirittura cibo era sparso ovunque, occupando ogni centimetro del pavimento.
Vedemmo i ragazzi cercare di raccattare su la roba e dare una velocissima sistemata, ammucchiando tutto in un angolo, fu la scena più comica della serata. Guardai le ragazze e scoppiammo in una fragorosa risata.
Rimanemmo li nel camerino per alcuni minuti, nei quali la porta non fece altro che aprirsi e chiudersi, facendo entrare e uscire non si sa quante persone che venivano per congratularsi per l’enorme successo che aveva avuto la serata.
Ci sentimmo un po’ di troppo, così prendemmo l’occasione per tornare in hotel e cambiarci per andare al locale.
Io e Kay salimmo in camera nostra, mentre Josie andò in camera di Danielle.
Dovevamo essere pronte per le 11.30 e non avevamo certo tempo da perdere.
Tirai fuori dalla valigia il vestito e incominciai a spogliarmi. Rimisi deodorante e profumo, poi cambiai il reggiseno con uno a fascia.
Infilai il vestito e mi feci aiutare da Kay per allacciarlo. Era un vestito un po’ romantico, di raso rosa antico, con un tulle di pizzo nero tutto ricamato. Kay mi aveva convinto a  comprarlo anche se non ero sicura su come mi stesse, ma poi finii per innamorarmene perdutamente. Ora veniva la nota dolente però. Che scarpe ci avrei messo? Non mi ero portata le scarpe che avevo abbinato al vestito e non avevo neanche qualcosa che potesse starci bene. Riposi le mie speranze in Kay.
“Kay non è che per caso potresti prestarmi un paio di scarpe che stiano bene con questo vestito?” le domandai cantilenante con gli occhioni dolci.
Sbuffò un attimo poi si diresse verso il borsone.
Se ne ritornò con in mano quelle scarpe, le mie scarpe!
“Avevo intenzione di mettermele io, ma visto che sono le tue, te le cedo”.
“Kay ma che ci facevi con le mie scarpe nella borsa? E come mai tutte queste coincidenze? Devi per caso dirmi qualcosa?” qui le cose non quadravano, c’erano troppe coincidenze per poter essere un caso.
“Cosa dovrei dirti Mho? Te l’ho detto, ero partita con l’idea di metterle io quelle scarpe, lo sai quanto mi piacciono, però visto che hai messo quel vestito mi sembra più che giusto lasciartele!” si difese, mentre cercava di allacciarsi il vestito rosso fuoco, con la mega scollatura davanti.
Se mi stava mentendo, lo stava facendo veramente bene.
Lasciai cadere il discorso e finii di prepararmi.
Aggiustai giusto un po’ il trucco e riarricciai qualche ciuffo qua e la, poi aspettai Kay che finisse di raccogliersi i capelli in uno chinion alto. Dovevo dire che era molto elegante e quei tacchi neri, tempestati dai brillantini rossi, rendevano il tutto anche sexy.
Infilai una giacchina nera, poi prendemmo cappotti e borse e uscimmo dalla stanza.
Danielle e Josie erano già giù che ci aspettavano. La solita macchina che ci aveva scarrozzato per tutto il giorno, ci portò al Boom Boom Room.
Il locale era all’ultimo piano di un altissimo palazzo completamente tutto in vetro.
All’entrata incontrammo i ragazzi che ci avevano aspettato nella hall prima di salire.
Prendemmo l’ascensore che ci portò all’ultimo piano. Ero così emozionata di essere in quel posto, che tenevo così stretta la mano di Zayn tanto che stavo sul punto di stritolargliela. Proseguimmo poi lungo il corridoio, fermandoci davanti una grossa porta dove davanti c’erano posizionati due buttafuori. Demmo loro i nostri nomi, che cercarono meticolosamente sulla lista per infine confermarci la possibilità di entrare.
Uno dei due tipi ci aprì la porta, ma quando entrammo, dando una rapida occhiata in giro, notai che la stanza era completamente vuota. Non c’era nessuno, possibile fossimo  i primi ad essere arrivati?
Non facemmo in tempo a fare un ulteriore passo, che in un secondo mi vidi comparire un centinaio di persone davanti.
“Sorpresa!” gridarono tutti contemporaneamente, compresi i nostri amici che raggiunsero gli altri invitati parandosi davanti me e Zayn.
Non riuscivo ancora a metabolizzare la cosa, continuavo a stringere la mano di Zayn, mentre ero a bocca aperta intenta in un mezzo sorriso rivolto a tutte quelle persone che erano li.
Quando il cervello si ricollegò, mi girai verso Zayn.
“Ma tu ne sapevi niente?” gli domandai ancora incredula.
“No nulla. Non ne avevo proprio la minima idea” anche lui come me era rimasto piacevolmente sorpreso.
“Ovvio che non sapevate niente, siamo stati più che attenti per non far trapelare assolutamente niente!” disse Harry raggiungendoci e dando una botta sulla spalla di Zayn.
“Cioè non ci credo, anche tu sei riuscita a mantenere il segreto, anzi più che altro mi hai mentito alla grande ragazza. Non sapevo avessi questo talento da attrice!” mi rivolsi a Kay che mi si era affiancata.
“Modestamente mia cara, ho un notevole talento per la recitazione, non sottovalutarmi!” esclamò in modo teatrale la mia amica.
Mi gettai alle sue braccia e ringraziai un milione di volte sia lei che tutti gli altri per la bellissima sorpresa.
 Ancora non ci credevo che avevano fatto tutto questo per noi.
Kay mi trascinò via e mi portò un po’ in giro per poter salutare tutti gli invitati.
C’erano veramente un sacco di persone comprese Eveleen, Katie, Loren e Diana. Mi avvicinai a loro e le salutai come si deve.
“Allora, piaciuta la sorpresa?” mi chiese Eveleen dopo avermi abbracciata.
“E me lo chiedi? Veramente è stato qualcosa di incredibile, non me lo aspettavo proprio. Grazie, grazie veramente tanto di esserci anche voi qui!” dissi infine riferendomi a tutte.
Quando mi allontanai da quel gruppetto per poter andare a salutare alcuni amici dell’università, mi sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla.
“Posso salutare anche io la festeggiata o devo ancora attendere?”
Mi girai velocemente sbarrando gli occhi.
“Anche tu sei qui? Ma…ma..ma come…?” rivolsi il mio sguardo incredulo verso Kay. Era sicuramente lei l’artefice di quella presenza.
La mia amica di tutta risposta alzò le mani facendo una smorfia e girando i tacchi.
Grazie mille Kay per avermi lasciata sola.
“Cos’è non sei contenta di vedermi?”
“No non è questo Jai, figurati mi fa piacere vederti, è solo che sono sorpresa. Mi hai un po’ spiazzata, tutto qui!” dissi il più gentilmente possibile.
“Lo so, è un bel po’ che non ci vediamo. –ci fu un momento di pausa piuttosto imbarazzante, ma poi ricominciò a parlare- allora, il Boom Boom Room è? Come diavolo avete fatto a fare una festa qui?”
“E’ tutto merito di Kay e dei ragazzi, io ero all’oscuro di tutto, sono rimasta allibita anche io quando ho saputo di questo posto. Non mi sono ancora abituata alla loro popolarità!”
“Popolarità? Non ti seguo.  Di chi stai parlando?”
Non feci in tempo a rispondergli che Zayn mi raggiunse, cingendomi i fianchi e dandomi un bacio a stampo piuttosto forzato per i miei gusti.
“Eccoti, ti ho trovato. È un po’ che ti cerco. Voglio presentarti una persona”
Mi sforzai di sorridere. “Si, ecco, ero con…” non feci in tempo a finire la frase.
“Jai, piacere” finì lui, allungando una mano verso Zayn che glie la strinse presentandosi a sua volta. “Zayn Malik”.
“Ah si, quello di quella boy band famosa… non sapevo stessi con qualcuno”. Finì rivolgendosi a me.
“Si, ci siamo conosciuti alcuni mesi fa e… ora ci stiamo frequentando.” Questa situazione era veramente molto imbarazzante. Non sapevo che dire, speravo solo che finisse il prima possibile.
“Si bhe, ora dobbiamo andare… ti volevo presentare una persona” si intromise Zayn trascinandomi letteralmente via.
Lanciai uno sguardo di scuse a Jai, poi segui Zayn.
Si fermò solamente quando davanti a se si trovò una bella signora distinta. Sperai mentalmente che non stesse succedendo realmente quello che pensavo.
“Volevo presentarti mia madre, mamma lei è Mhone, la ragazza di cui ti ho parlato, Mho, lei è mia madre!”
Ecco, stava accadendo e il mio cuore aveva perso un battito, forse anche di più.
“Salve signora Malik, piacere di conoscerla” dissi timidamente cercando di fare buona impressione.
“Ma piantala, chiamami pure Trisha e dammi del tu. Ho sentito talmente tanto parlare di te che ormai ti consideriamo già di famiglia ancor prima di conoscerti!”
“Bhè ti ringrazio Trisha, spero tu abbia sentito solo cose belle sul mio conto!” scherzai.
“Puoi giurarci, Zayn quando è venuto a trovarci, non ha smesso un secondo di parlarci di te!”
“Ok mamma si, credo che la mia umiliazione possa anche finire qui. Ti ringrazio.”
“Ma piantala figliolo, è la pura verità.”
“Si, è meglio che andiamo ora”
“Ciao Mhone, è stato un piacere conoscerti. Spero verrai a trovarci presto così che potrai conoscere anche il resto della famiglia!”
“Il piacere è stato mio Trisha, ti prometto che non appena avremo un po’ di tempo verremo a trovarvi.” Promisi prima di essere trascinata via un’altra volta dal mio ragazzo.
“Non devi farlo davvero” disse poi una volta fermatici in un angolino un po’ lontano dalla confusione.
“Fare cosa?” non riuscivo a capire.
“Conoscere davvero la mia famiglia!” mi spiegò.
“Ma stai scherzando? Tua madre è stata così carina con me, perché non dovrei aver voglia di conoscere la tua famiglia? E poi non eri tu quello che ha parlato di me per ore e ore e ore e ore…”
“Ok ok ho afferrato il concetto –rise- sei la ragazza migliore che mi potesse capitare.” Disse poi guardandomi negli occhi un po’ lucidi. Lo abbracciai forte e assaporai ogni minimo istante di quel momento.
Quando tornammo nel pieno della festa, tutti erano intenti a scatenarsi sulla pista da ballo, bere e ridere tanto! Ci buttammo anche noi nella mischia, infondo la festa era per noi ed era venuto il momento di divertirsi al massimo.
Ballammo tutta la sera, l’unica interruzione fu quella del taglio della torta. Detta così sembra che eravamo ad un matrimonio, ma letteralmente ci fecero tagliare la prima fetta di quell’immensa torta a tre piani. Ci dettero un solo coltello e con la mano di Zayn sopra la mia, tagliammo quella stramaledettissima fetta di torta (anche se dannatamente buona), sorridendo ininterrottamente ai fotografi che immortalavano i momenti della festa.
Alle 4 della mattina gli invitati se ne erano andati tutti, Eveleen, Katie, Loren e Diana con la promessa che il giorno seguente ci saremmo riviste, Jai con la promessa che ci saremmo rivisti al mio ritorno a Oxford.
Eravamo rimasti solo noi e quando uscimmo dal locale non riuscivamo a smettere di ridere e barcollare sui nostri stessi passi. Harry se ne era andato con Eveleen. Ora, se avrebbero passato la notte insieme, o lei gli avrebbe dato l’ennesima buca ancora non lo sapevamo, l’avremmo saputo l’indomani, fatto sta che se ne erano andati insieme parlando amabilmente e senza litigare come loro solito.
Rimanevamo solamente noi 4 coppiette. New York era bellissima di notte e non potevamo di certo tornare in hotel senza vederla. E poi era ancora troppo presto per ritirarci. Girovagammo per la città senza una meta, fermandoci ovunque ci fosse qualcosa che attirava la nostra attenzione senza preoccuparci di niente. Paparazzi, lavoro e scocciature, quella notte erano gli ultimi dei nostri pensieri.
Riuscimmo persino a vedere l’alba, stesi sul prato di un giardinetto tutti infreddoliti dalla rugiada del mattino e finito anche l’effetto dell’alcool in circolo.
Quando tornammo in hotel era ormai mattina.
“Hei ti va di venire in camera mia?” mi domandò – anzi, fu più una domanda retorica- Zayn prendendomi per un braccio.
Annuii alla sua proposta, avevamo la stanza tutta per noi, in quanto Louis stava con Kay.
Non facemmo in tempo a chiudere la porta che le sue labbra erano già sul mio collo intente a non staccarsi fino ad arrivare alla mia bocca.
Il bacio non era tenero come quelli che ci eravamo scambiati fino a quel momento, ma era un bacio pieno di passione, voglioso d’amore, l’unione quasi perfetta.
La sua mano scivolò dietro la mia schiena e con semplicità la zip del vestito era completamente aperta. Il vestito scivolò lungo il mio corpo fino a trovare il pavimento come fecero anche la giacca e la maglia di Zayn.
Trovare l’estremità del letto fu una sorpresa, tanto che ci ritrovammo stesi senza neanche accorgercene. La scia dei suoi baci si sposto più in basso fino al punto che un suo bacio sembrava mi coprisse l’intero corpo.
Solo quando il pavimento trovò anche l’ultimo indumento che ci apparteneva, l’unione perfetta arrivò. Il culmine delle nostre passioni ebbe atto, i nostri corpi divennero uno.
 
Poggiai la testa sul suo petto e mi accoccolai a lui. Addormentarsi a fianco della persona che si amava e sapere che poi al risveglio lui sarebbe stato ancora li, vicino a te, era l’emozione più bella e paurosa che avessi mai vissuto fino a quel momento.
 
                                                                                         Image and video hosting by TinyPic  

Ciao splendoriii! =D

Come state?? Spero bene dopo aver letto questo lunghiissiiiimooo capitolo. Spero non vi siate annoiate arrivando alla fine, perché mi rendo conto che è piuttosto lunghetto, però non mi andava di spezzare le scene, preferivo fare tutto insieme.
Come vi sembra? Finalmente Mho ha compiuto 20 anni e i suoi amici hanno organizzato una festa incredibile per lei e Zayn, nella quale Mho ha conosciuto la madre di Zayn. E’ stato un po’ prematuro forse, ma Zayn non ha voluto perdere l’occasione!
=D
Inoltre Mho e Kay sono andate al loro primo concerto dei 1D e ne sono rimaste estasiate. Che carineee! *.*
L’ultima cosa e poi giuro che mi azzitto (lol), che ne pensate del finale? La loro unione perfetta!! *.* Awww.
Qua sotto vi lascio gli outfit del capitolo. ;D
Come sempre ringrazio tutte coloro che ancora ci seguono appassionatamente e che non perdono occasione per dimostrarci il loro supporto! Grazie veramente di tutto, sappiate che lo apprezziamo veramente tanto! =D

Un bacione.
Marty.
 
PS. Ok giuro che questa è l’ultima cosa che dico (sul serio), io e Vix abbiamo ask e se aveste domande da farci, riguardo al capitolo ma anche personali, se siete curiose di qualcosa, saremmo più che contente di rispondervi! Vi lascio i contatti qua sotto!
=D
 
Twittah        

Marty-------> Ask
Vix----------> Ask       

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


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CAPITOLO 37
 
Kaycee POV
 
"Che cosaaaaaaa?"
Mhone nascose il viso dietro la sua tazza di caffè, decisamente imbarazzata, mentre tutti dentro al locale si girarono a fissarmi.
Feci un segno di scuse ai presenti e poi tornai a concentrarmi su di lei, questa volta, abbassando la voce.
"Fammi capire bene, lui ti presenta alla sua famiglia facendoti chiaramente capire che oramai fai parte di essa e poi finite a letto insieme e tu sei riuscita a non dirmi niente praticamente per tutta la mattinata??" le chiesi allibita.
Mhone non era certamente una che andava sbandierando i fatti suoi ai quattro venti, ma io ero la sua migliore amica, meritavo di sapere certe cose un minimo prima.
I ragazzi avevano un'altra intervista quella mattina, con una radio di cui non conoscevo il nome e quella mattina quindi eravamo di nuovo andate a fare shopping con Danielle, Josie, Eveleen e Eleanor che si erano fermate a New York dopo la festa. Queste poi avevano deciso di continuare con le compere mentre io e Mhone avevamo scelto di fermarci da Starbucks a prendere qualcosa da bere.
"Mi spiace Kay. - disse lei giocando con il bordo della tazza, chiaramente in imbarazzo. - Volevo trovare il momento giusto per dirtelo, e sinceramente non mi sembrava il caso davanti alle altre."
Le dissi di lasciar perdere. "Che ci avresti dormito insieme potevo anche immaginarmelo, dato che c'era Lou da noi, ma il fatto dei genitori, wow Mho, quello è un passo importante." 
Mi appoggiai allo schienale della sedia, colta da un'improvvisa stanchezza.
"Lo so, ci sono rimasta di stucco anche io. Di sicuro non mi aspettavo una cosa del genere dopo soli pochi giorni che ci frequentiamo. E' assurdo! Poi sua madre ha anche detto che mentre lui era a Bradford non smetteva di parlare di me. Forse sta correndo troppo." 
Allungai una mano per prendere la sua. "Se fai danni come al solito Mhone Hunter perché hai paura di impegnarti giuro che ti stacco la testa a morsi. - la minacciai - Hai trovato un ragazzo perfetto, un gentiluomo che ti presenta perfino alla sua famiglia per dimostrarti che ci tiene, che ti fa regali stratosferici e tu fai storie? Non posso lasciarti rovinare un rapporto del genere!" affermai con convinzione dandole uno schiaffetto sulla mano per sottolineare il senso della frase.
Lei sorrise. "Anche tu hai un ragazzo così."
"Già, ma io non ho ancora conosciuto la sua famiglia." confessai.
Questa volta fu il mio turno di abbassare il viso.
"E allora che hai fatto ieri tutta la sera?" chiese. Sembrava confusa.
Alzai le spalle. "Lou non faceva che trascinarmi da una parte all'altra del salone. Mi avrà presentato circa 50 persone fra attori, cantanti e persone di rilievo ma alla sua famiglia non ci si è nemmeno avvicinato. Non in mia presenza almeno. Ad un certo punto mi ha lasciato da sola con qualcuno di cui non ricordo il nome, che però doveva essere un produttore discografico, dicendomi che doveva fare una cosa e che sarebbe tornato subito. Probabilmente non sono all'altezza di essere presentata alla sua famiglia come la sua ragazza."
"Sciocchezze."
Mi girai vedendo Eleanor che con un frappuccino in mano si sedeva accanto a me seguita da Danielle e Josie.
"Louis è fatto così, anche con me ci è voluto parecchio prima che mi presentasse alla sua famiglia. Vuole fare le cose con calma." continuò lei.
"Anche Liam ha fatto lo stesso. A quanto pare solo Zayn è di una pasta diversa." disse Danielle facendo l'occhiolino a Mhone che la guardò interrogativa.
"Vi ho visti parlare ieri sera, lasciatelo dire Mho, sembravi alquanto nervosa." rise la riccia mentre Mhone arrossiva.
"Veramente anche Niall mi ha presentata alla sua famiglia. Suo fratello appena Niall mi ha presentata mi ha presa in braccio e mi ha fatto fare una giravolta, la madre mi ha abbracciata per circa 5 minuti e il padre non smetteva di dare pacche sulle spalle del figlio e di sorridermi. A quanto pare gli irlandesi sono molto espansivi."
Scoppiammo tutte a ridere difronte la faccia stralunata di Josie.
"Per quanto ne sappia invece Harry non ha mai avuto una ragazza fissa." disse Eleanor pensierosa e notai Eveleen concentrarsi immediatamente su dei pasticcini che un cameriere ci aveva appena portato.
Danielle annuì. "Già, è strano considerando che la maggior parte delle fan hanno una cotta clamorosa per lui."
"Già, quelle adorabili fossette." spiegò Eleanor alzando gli occhi al cielo.
Scoppiammo a ridere di nuovo mentre piano piano il discorso si spostava lontano dai One Direction.
 
Dopo aver pagato ed essere uscite dal bar Zayn chiamò Mhone e le disse che loro avevano appena finito e ci chiedevano se avessimo potuto raggiungerli alla stazione radio, poco lontana dal centro.
Fermammo per miracolo un taxi e ci facemmo portare all'indirizzo che ci avevano dettato i ragazzi.
Mentre il mezzo ci portava a destinazione io non potevo fare a meno di fissare fuori dalla finestra. 
Fin da piccola il mio grande sogno era stato quello di poter viaggiare per il mondo per vedere tutti quei meravigliosi posti che mio cugino mi descriveva al ritorno dei suoi viaggi. E ora ero a New York, la città di cui Matthew si era innamorato e che mi incitava sempre a visitare. Prima che si trasferisse definitivamente a Sydney, dove aveva trovato l'amore, mi aveva promesso che un giorno l'avremmo visitata insieme e che lui mi avrebbe mostrato tutti i posti che lo avevano colpito di più. Speravo ancora che mantenesse la sua promessa nonostante ora l'avessi già vista, almeno avrei potuto anche io far vedere a lui i posti che io preferivo. Mi telefonava spesso, sempre interessato alla mia salute. Era l'unico legame di sangue che mi era rimasto, ed era l'unico di cui mi importava davvero.
L'ultima volta che l'avevo sentito era stata più o meno un mese prima e mi aveva detto che si era sposato da poco e che non vedeva l'ora che conoscessi June.
"Kay hai una banconota da dieci dollari? Io ce l'ho solo da cinquanta!" mi disse Mhone che si era girata a guardarmi dal sedile anteriore.
Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi ero resa conto che ci eravamo fermate esattamente davanti un enorme spiazzo completamente pieno di fans che urlavano, cantavano e sbandieravano cartelloni aspettando che i ragazzi uscissero.
"Si, aspetta, prendo il portafoglio."
Frugai nella borsa stracolma di cose che non si penserebbe di trovare mai in una borsa mentre a fatica uscivo dal taxi.
Appena pagai il tassista mi ringraziò e ripartì mentre dietro di noi comparve uno dei body guard dei ragazzi che ci incitò a seguirlo.
All'interno del piazzale infatti c'era il pulmino firmato One Direction parcheggiato in attesa anche lui che i ragazzi uscissero e fu li davanti che decidemmo di aspettarli anche noi.
"Se volete potete entrare." ci disse l'autista.
Danielle e le altre entrarono mentre io dissi che volevo aspettare fuori. Il tempo era talmente bello che volevo godermelo tutto, e poi ero curiosa di sentire quanto delle ragazze fossero in grado di urlare.
Lo scoprii a mie spese poco dopo.
Quando i ragazzi apparvero sul balconcino della stazione radio infatti, loro urlarono talmente tanto che dovetti portarmi le mani a proteggere le orecchie.
"Sono fastidiose vero?"
Accanto a me, appoggiata al pulmino, si trovava la guardia di prima che mi sorrideva amabilmente.
Ora che lo osservavo meglio potevo notare che era un ragazzo che non poteva essere molto più grande di noi, massimo 25 anni avrei detto, ma che la sua mole lo rendeva, ad un occhio distratto, almeno un trentenne.
Aveva un viso gioviale, con un accenno di barba scura e vispi occhi verdi. Era sicuramente ben piazzato, come il lavoro richiedeva, muscoli delle braccia allenati e pettorali bene in vista messi in risalto dalla t-shirt nera aderente.
"Già, mi chiedo come i ragazzi riescano ad esserne circondati per tutto il tempo. Deve essere snervante." dissi dandomi dei colpetti con il palmo delle mani sulle orecchie cercando di far smettere il fischio che continuava a tormentarmi.
Il ragazzone rise. "Oh lo è! Loro però devono fingere, non possono mettersi le mani sulle orecchie appena le fan cominciano ad urlare. Sarebbe maleducato."
Lo disse mantenendo un espressione serena sul volto ma io mi sentii in colpa.
Mi ero appena comportata come una che non riusciva a sopportare i loro urli rendendomi conto che se mi avessero visto non sarei mai andata a genio a quelle ragazze. E delle fan incazzate non me le auguravo proprio!
"Da quant'è che fai questo lavoro? - chiesi spostando il peso da un piede all'altro girandomi meglio verso di lui. - Non mi pare di averti mai visto prima."
Lui rise mostrando la dentatura perfetta. Se non fossi stata impegnata con il ragazzo dei miei sogni avrei sicuramente pensato che quel ragazzo era dannatamente affascinante.
"Da poco. Paul mi ha assunto questa settimana, ma non sono il body guard dei ragazzi."
"Ah no?" ero sorpresa. Se non era una loro guardia del corpo allora chi era quel ragazzo?
Scosse la testa. "Sono stato assunto per proteggere le signorine Mhone Hunter e Kaycee McFay. Sei una delle due?" domandò.
Sbiancai e sentii la mascella che cadeva.
Mi ricomposi immediatamente sbattendo più volte le palpebre.
"Proteggere?? E come mai?"
Sorrise. "Allora avevo ragione, sei una delle due. Quale, per la precisione?" disse ignorando completamente la mia domanda e porgendomene un'altra.
Assottigliai lo sguardo. "Non mi hai risposto."
Mise le mani avanti come a proteggersi (prendendomi in giro alla grande aggiungerei) nonostante sicuramente non ne avesse bisogno contro uno scricciolo come me. "D'accordo, d'accordo. Paul mi ha detto che adesso che molte fan conoscono la vostra identità e che potrebbero essere potenzialmente pericolose, - disse l'ultima parola facendo le virgolette con le dita - potreste avere bisogno di protezione. Quindi, voilà! Alexander Lightwood al vostro servizio milady." fece un inchino aggiungendo poi che se volevo potevo semplicemente chiamarlo Alec.
"Kaycee. Chiamami pure Kay, e guai a te se provi anche solo ad usare una qualche formalità con me. Le odio!" lo avvertii.
Lui scoppiò a ridere facendomi chiaramente capire che non ne aveva nessuna intenzione. Tanto meglio, pensai, almeno ci sarebbero state più possibilità per sviluppare una sorta di amicizia.
"Mi fa piacere che tu sia Kaycee." disse poi a sorpresa.
"Perché?" domandai sinceramente incuriosita.
"Perché non ti ho detto tutta la verità. Sarò il body guard di entrambe finché resterete qui in America. Tornate in Inghilterra un altro ragazzo si occuperà di Mhone, per questo sono contento che tu sia Kaycee." 
Annuii.
"Per quanto starai con noi?" chiesi.
Alec scosse la testa. "Non lo so. Paul non mi ha detto quando scadrà il contratto ma mi ha affittato un appartamento accanto al vostro che condividerò con l'altro ragazzo, quindi penso sia a lungo termine."
Sbuffai rumorosamente.
Quello era il primo passo per dire addio alla normalità.
"Giuro che sarò molto discreto, non voglio condizionare le vostre vite." disse come se avesse letto nei miei pensieri.
"Discreto? Con quella taglia?" dissi indicandolo dalla testa ai piedi.
"Il più discreto possibile, diciamo."
Sbuffai nuovamente.
"Come mai una seccatura del genere non è toccata alle altre?"
"Alle signorine Peazer e Calder era stata affidata una guardia del corpo un tempo, ma ora è passato abbastanza tempo da non richiederne più la necessità. Le fan si sono abituate alla loro presenza. Per quanto riguarda la signorina Martin, bhe, anche a lei è stata affiancata una guardia del corpo, ma dovrebbe arrivare domani."
Annuii sovrappensiero.
Ora le cose erano più chiare, Paul aveva fatto così con tutte. Si preoccupava solamente per noi.
"Il tuo ragazzo sta arrivando." mi avvisò Alec indicandomi il punto in cui l'orda di fan si apriva per lasciar passare i ragazzi. Paul e le altre guardie facevano da scudo con i propri corpi.
"Ehi splendore!" mi apostrofò Louis appena si fu avvicinato.
Mi diede un bacio sulla guancia e sentii le fan squittire.
"Ciao." lo salutai.
Lui mi prese per mano e mi fece salire nel pullman seguita dagli altri mentre Alec, Paul e le altre guardie salivano nelle macchine parcheggiate dietro di noi.
"Ho una sorpresa per te." mi disse cingendomi e fianchi e facendomi sedere sulle sue ginocchia su una delle poltroncine del pullman.
"E sarebbe?"
"Lo vedrai."
 
Il pulmino ci lasciò davanti all'Hotel Pennsylvania ed entrando Louis si avvicinò alla reception dicendomi di aspettarlo li. Mi sorpresi vedendo che ne Paul ne Alec ci avevano seguiti. Che diavolo lo aveva assunto a fare se poi non ci seguiva? Poi mi risposi che probabilmente stava sorvegliando Mhone, o che forse era nascosto dietro una di quelle ridicole piante finte che erano sparse per la hall dell'albergo.
"Vieni." mi disse Louis accompagnandomi verso l'ascensore.
"Ora mi vuoi dire che ci facciamo qui? Pensavo che la nostra camera al Double Tree andasse bene!"
"Ed è così, ti voglio solo presentare alcune persone." mi rispose enigmatico.
Improvvisamente capii.
Mi ero lamentata tanto perché Lou non mi aveva presentato alla sua famiglia?! Beh, stavo per essere accontentata.
Arrivando al quinto piano l'ascensore si fermò con un din e Louis bussò alla porta con il numero 5435 stampato sopra.
Una donna sulla cinquantina aprì la porta. Guardò prima il figlio ma appena i suoi occhi si fissarono su di me lei si aprì in un radioso sorriso e spalancò la porta.
"Tu devi essere Kaycee!"
"Kay." la corressi immediatamente senza quasi rendermene conto.
Lei però non sembrò prendersela a male e mi sorrise. "Kay. - ripetè - Mi piace. Hai un nome molto originale!" si complimentò.
Io arrossii fino alla radice dei capelli e mi fissai con insistenza le scarpe, terribilmente in imbarazzo.
"Oh, ma non state li fermi sulla porta, entrate!" disse facendoci segno di accomodarci.
Louis mi sorrise incoraggiandomi e con una mano sulla schiena mi spinse dentro la stanza.
Seduta su una poltroncina a gambe incrociate c'era una ragazzina dai lunghi capelli biondi intenta a leggere un giornalino mentre giocava con una ciocca di capelli.
"Lottie, vai a chiamare le tue sorelle per piacere, abbiamo un'ospite." disse la donna mentre la ragazzina alzava appena lo sguardo e schizzava nella stanza accanto.
"Scusala, Charlotte è fatta così, è un po' diffidente." disse Louis fulminando la sorella che tornava accompagnata da altre tre bambine.
Una doveva essere poco più piccola di Charlotte, aveva lunghi capelli castano chiaro e un viso molto simile alla sorella, le altre due invece erano più piccole, di si e no 8 anni, ed erano gemelle.
"Lei è Felicite mentre le gemelle sono Daisy e Phoebe. - le presentò mentre loro sorridevano, perfino Lottie rimase accanto alle sorelle invece che rimettersi a leggere. - Oh, che stupida, non mi sono ancora presentata. Io sono Johannah, ma mi chiamano tutti Jay quindi non farti problemi a chiamarmi anche tu così." annuii sempre più in imbarazzo.
Louis mi prese la mano intrecciando le sue dita con le mie.
"Ragazze lei è Kaycee, la mia ragazza." mi presentò Louis alle sorelle.
"Come se non lo sapessimo." sbuffò Charlotte.
Felicite le diede una gomitata nelle costole ammonendola.
"Siamo felici di fare la tua conoscenza, Lou ci ha parlato tanto di te." disse.
Per la prima volta in quella stanza sorrisi e lei ricambiò.
"Vieni, vuoi un tè?"
Jay mi fece accomodare e pensai che quel pomeriggio sarebbe passato nel migliore dei modi. Forse la famiglia sarebbe riuscita ad accettarmi ed io ad integrarmi con essa. Forse non ero del tutto sbagliata come pensavo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Buenos dias chicas;
oggi mi do allo spagnolo...allora, come andiamo?! Io magnificamente, ieri io e Martina siamo andate per un giorno a sciare insieme a dei nostri amici e ci siamo divertite un casino e oggi sono rimasta a casa a dormire al posto di andare a scuola quindi le cose non potrebbero andare meglio!
Avete conosciuto un nuovo personaggio (Alec) e spero che vi piacerà perché sinceramente io già lo adoro...qui in basso troverete una sua foto! Volevo fare una precisazione, non so se alcune di voi hanno riconosciuto il nome che non è proprio mio ma l'ho preso da una serie che mi piace moltissimo così come adoro il suo personaggio nel libro! Il libro si chiama Shadowhunters e se non lo avete letto vi consiglio vivamente di farlo, è spettacolare...per chi lo ha letto invece e vuole condividere con me alcune delle sue opinioni è sicuramente ben accetta!
Tornando al capitolo Kay ha finalmente conosciuto la famiglia di Lou...ho voluto fare una Lottie un po' scettica nei confronti di Kay all'inizio ma le cose cambieranno!
Che ne pensate quindi del capitolo? 
Spero che questa volta molte più di voi ci lascino una recensione perché lo scorso capitolo ne ha ricevute solo tre e ci siamo rimaste un po' male...riusciamo a raggiungere le 6 recensioni come le altre volte? Speriamo di si perché io e Marty siamo letteralmente ingorde dei vostri pensieri e ogni vostro commento ci fa un piacere assurdo!
Ringraziamo come sempre ogni minuscola personcina che apre questa storia e la legge apprezzandola e apprezzando i nostri sforzi per crearla...vi adoriamo!
Tanti baci,
vi :)


Twitter:
 
Marty
Vi



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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


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CAPITOLO 38

Mhone POV

Guardie del corpo? No, non poteva essere vero. Quello era esattamente il momento in cui avrei detto addio alla mia privacy, alla mia normalità. Non che mi dovessi stupire poi così tanto, infondo con tutti i ragazzi che c’erano al mondo mi ero giusto innamorata di quegli occhi scuri, quei capelli spettinati e quel sorriso malandrino che appartenevano ad uno dei ragazzi più famosi in quel momento. Però rimaneva il fatto che essere seguita, osservata e tenuta d’occhio ogni secondo della mia vita non mi piaceva. Avevo perfino paura ad entrare in bagno, immaginandomi di essere guardata.
Alec era simpatico, cercava di sdrammatizzare la situazione e gli ero grata per questo, ma il problema persisteva e come se non bastasse, dopo essere tornata dall’America a me era toccata una nuova guardia del corpo e se –minimamente- cominciavo ad abituarmi all’altro ragazzone, ora mi toccava ricominciare da capo.
Conobbi la mia disgrazia non appena ritornammo a casa.
Neanche il tempo di varcare la porta che il tipo era già sull’attenti davanti l’entrata pronto a fare la mia conoscenza.
“Immagino tu sia la mia guardia del corpo?” gli domandai senza neanche dirgli ciao, forse fui anche fin troppo sgarbata.
“Si è così, signorina Mhone Hunter” rispose lui cercando di essere il più cordiale possibile. Mi sentii ancora più in colpa per il comportamento di prima.
“Chiamami pure Mho, e dammi del tu tranquillamente, lei invece è Kay” cercai di riconquistare punti sfoggiando un bel sorriso e indicando la mia amica.
“Ok, ciao ragazze, io sono Nicolas Holms, ma potete chiamarmi Nick!” si presentò.
Kay lo salutò con un gesto della mano, mentre  Zayn gli strinse la mano e si presentò come il mio ragazzo, come se non lo sapesse già, poi mi diede un bacio e sparì con gli altri al piano di sopra per riposare un po’.
Feci anche io per entrare. “Nick, scusa possiamo rimandare le presentazioni a più tardi? Sono stanca e vorrei poter andare a riposare” come se dovessi chiedere a lui il permesso di poter andare a dormire a casa mia.
Si scostò di lato per lasciarmi passare. “Non preoccuparti, di tempo per conoscerci ne avremo a sufficienza!” disse stampandosi l’ennesimo sorriso, che per quanto non fossi stata delle più cordiali, sembrava sincero non meno degli altri.
Abbozzai un sorriso e finalmente entrai in casa  seguita da Kay.
“Dai ammettilo è carino!” mi stuzzicò lei.
“Non più di Alec” risposi vaga.
“Dai non fare la difficile, dovrai conviverci prima o poi con l’idea che ci sarà qualcuno pronto a prendere un proiettile pur di salvarci la vita, e tanto vale iniziare a conviverci nel modo migliore e diciamocelo, Alec e Nick mi sembrano proprio dei bei modi per convivere con quell’idea.” Per quanto mi scocciava ammetterlo, in un certo senso aveva ragione. Nick e Alec erano due bei ragazzi e per giunta anche gentili e disponibili, dovevo ritornare in me e ricominciare ad essere la Mho gentile e cordiale che piaceva a tutti.
“Ok ok, sarò gentile e cordiale e ammetto che sono due gran bei ragazzi. Ma questa è l’ultima volta che lo dico, Zayn mi sembra già piuttosto infastidito dalla bellezza di Nick, anche se non lo ammetterebbe mai”
Kay scoppiò a ridere e il discorso scemò li.
Nessuna delle due aveva fame dopo il lungo viaggio e la giornatina pesante che era appena finita, così andammo a dormire senza mangiare.
Il giorno dopo mi svegliai presto, un po’ perché la bella dormita mi aveva rigenerato, un po’ perché il mio stomaco non la smetteva di brontolare in quanto aveva fame.
Feci un’ abbondante colazione e lasciai apparecchiato nel caso che quando Kay si fosse alzata avesse avuto fame.
Erano settimane che tra i vari impegni avuti, non avevo avuto il tempo di correre un po’, quindi decisi di approfittarne quella mattina e messa tuta, tre felpe e scarpe da ginnastica, con le cuffiette alle orecchie, mi diressi al solito parco.
Non feci in tempo ad uscire dalla porta, che il portone di fianco al nostro si aprì contemporaneamente, facendo uscire Nick.
Mi ero quasi dimenticata della sua presenza, ma di sicuro non mi aspettavo che le sue orecchie avessero gli ultrasuoni, tanto da sentire perfino quando stavo uscendo di casa.
“Cos’è avete installato delle telecamere con le quali sorvegliate ogni nostra minima mossa? Lo sapevo che d’ora in poi dovrò farmi la doccia in costume!” borbottai sovrappensiero.
“Hei, hei, hei calma tornado –si difese mettendo le mani avanti come per proteggersi- non ci sono telecamere in casa vostra, puoi farti la doccia tranquillamente come mamma ti ha fatto. È stata una coincidenza l’averti incontrata, non mi aspettavo nemmeno io che fossi così mattutina”. Si giustificò.
Non sapevo se credergli o no.
“Ok farò finta di crederti” lo accontentai e feci per scendere le scale e andarmene.
“Dove stai andando?” mi fermò lui.
“A correre. Ma non pensarci nemmeno, fai una pausa. Non c’è bisogno che mi segui” mi affrettai a dirgli.
“Mia cara, sono pagato per seguirti, e comunque stavo andando a correre anche io. Prendila come un’occasione per conoscerci” mi fece l’occhiolino e mi invitò a seguirlo.
Mho essi la ragazza gentile e cordiale, gentile e cordiale, non dimenticartelo.
“Ok va bene. Conosciamoci.”
Riposi l’i-pod nella tasca della felpa e lo portai al parco.
“Corri spesso?” mi chiese poco dopo aver cominciato.
“Ogni volta che posso. Mi scarica e mi aiuta a tenermi in forma” stavo andando bene, avevo risposto cordialmente.
“Come se ne avessi bisogno”.
Ok, ora forse esagerava un po’.
“Grazie” mi uscì così, al volo e sicuramente non era uno dei più sinceri e convinti che avessi detto in vita mia.
“Non ti sto molto simpatico, non è vero?” quella domanda mi spiazzò. In fondo non era del tutto vero.
“No, non è così. Non ho niente contro di te, ci mancherebbe, non ti conosco neanche. Il fatto è che non mi piace essere tenuta sotto controllo. Amo la mia indipendenza, non sopporto i miei genitori che mi fanno il terzo grado, figuriamoci un estraneo che mi controlla 24 ore su 24. Con tutto il rispetto” gli confessai.
Rimase in silenzio per qualche secondo. Forse avevo parlato troppo, dovevo stramene zitta.
“Sai, ti capisco. Anche a me avrebbe dato fastidio avere uno sconosciuto che mi tiene d’occhio in continuazione, ma vedila così, ora che ci stiamo conoscendo non sono più uno sconosciuto. Vedimi come un nuovo amico che ti controlla da lontano.”
Dovevo ammettere che il suo discorso non era male. Infondo era simpatico e gli piaceva correre. Poteva essere un buon punto di partenza. Mi piaceva di più considerarlo un amico, piuttosto che la mia guardia del corpo.
“Ok ci sto. E amici sia.” Concordai.
Corremmo per almeno un paio d’ore consecutive, fino a quando Nick si dovette fermare per prendere fiato.
“Hei tornado, ma come fai a non essere ancora stanca? Voglio sapere il tuo segreto!” disse cercando di riprendere fiato, poggiando le mani sulle cosce.
“Sei un pappamolle, avremo fatto si e no 6km. Non lamentarti!”
Lo vidi alzare gli occhi fissandomi con un’espressione incredula.
“Mi toccherà allenarti per bene, altrimenti se dovessimo essere inseguiti da fan scatenate io riuscirei a scappare, mentre tu verresti travolto!” scherzai.
“Ah ah ah molto divertente!” sentenziò lui.
In lontananza vidi qualcuno sbracciarsi per farsi vedere, solo dopo riconobbi che era Jai.
Non pensavo fosse ancora a Oxford, pensavo fosse ritornato a casa.
“Ok Nick riprendi fiato. Vado a parlare con un amico e torno”.
Si sedette su una panchina li a fianco e sentii il suo sguardo puntato dietro la mia schiena mentre raggiungevo Jai.
“Ciao -lo salutai- pensavo fossi partito!”
“Ciao Mho. No vedi… non potevo partire senza dirti prima una cosa” cominciò lui.
Queste parole non portavano mai a nulla di buono, ma aspettai che continuasse.
“E cioè?”
“Penso che tu lo sappia già –abbassai lo sguardo-, ma preferisco che tu lo senta dalla mia bocca. –rimase un secondo in silenzio a raccogliere le idee- non è facile dirtelo, e non voglio girarci troppo intorno, quindi… Mho tu mi piaci, mi sei sempre piaciuta e non voglio che tu ti allontani ancora da me. –stavo per controbattere, ma mi azzittì continuando a parlare- Vederti insieme a quello Zayn, per me è come una pugnalata in pieno petto, lui non ti merita, non può averti, solo io sono fatto per te. Lo so che ora magari sarai confusa, ma in fondo anche tu sai che siamo fatti per stare insieme, quindi perché aspettare? Molla quel tipo e torna a casa con me!”
Ero già scioccata per le parole che mi aveva detto, il suo sguardo, il suo tono, sembrava un maniaco e i suoi gesti lo facevano essere tale. Mi afferrò i fianchi, stringendomi a lui il più forte possibile cercando di baciarmi. Più cercavo di staccarmi dalla sua morsa, più lui sembrava stringermi più forte. Lottavo con tutta me stessa per proteggermi da quello che una volta era mio amico, ma lui mi stringeva i polsi così forte, che ogni mio movimento era vano. Finchè la sua presa su di me cessò. Nick mi si era parato davanti e gli aveva appena mollato un destro che lo aveva steso a terra.
La rabbia mi invase il corpo, tanto che mi avvicinai a lui con l’intenzione di tirargli un calcio sulla pancia con tutta la forza che avevo, ma Nick mi bloccò abbracciandomi da dietro e ritraendomi cercando di allontanarmi da quel verme. “No non ne vale la pena” mi ripeteva.
Ma non riuscivo ad ascoltarlo e continuavo a dimenarmi cercando di liberarmi da quella presa, mentre gridavo tutto quello che sentivo.
“Sei un verme, una testa di cazzo, un pazzo. E pensare che ti consideravo un amico, non pensavo avessi questi disturbi mentali, tanto da arrivare a possedermi con la forza. Sei malato, tu non meriti la mia pietà, figuriamoci il mio amore. L’unica persona che veramente merita il mio amore è Zayn. Vattene, vattene e non farti mai più vedere. Voglio che sparisci dalla mia vita per sempre.” Con quelle ultime parole sfogai l’ultimo briciolo di rabbia che sentivo, ora l’unico sentimento che mi rimaneva era l’indignazione.
Quando Nick constatò che mi fui calmata, mi lasciò, così che feci retrofront e mi allontanai da li andando dalla parte opposta.
Lui non si ribellò, non mosse un muscolo, rimase li inerme prendendosi tutti i miei insulti.
Per me quella era l’ultima volta che gli avrei parlato.
Ero così tanto arrabbiata che neanche le lacrime riuscivano a venirmi giù. Scesero soltanto quando mi ritrovai a raccontare quello che era successo a Zayn.
Se fosse stato per me avrei sorvolato sull’argomento, perché sapevo che Zayn si sarebbe infuriato a morte e sarebbe andato a cercarlo con l’intenzione di non vederlo più respirare, ma Nick insistette così tanto (mi ricattò dicendo che se non avessi raccontato tutto l’avrebbe fatto lui), che dopo averlo preso da parte gli raccontai, tra un singhiozzo e l’altro, tutto quello che era successo.
Il suo silenzio e i pugni serrati lungo i fianchi, non promettevano niente di buono. Lo vidi alzarsi e dirigersi verso l’uscita a passi lunghi e veloci. Lo afferrai immediatamente per un braccio e me lo tirai incontro con tutta la forza che avevo.
“No, ti prego fermati. Non fare un passo. Non merita ne la mia ne la tua di rabbia, piuttosto vieni qui e abbracciami forte. Ho bisogno di te in questo momento più che in ogni altro” mi sforzai di dirgli piangendo incondizionatamente con le parole che mi si stoppavano in gola di tanto in tanto.
Quello che gli dissi dovettero sbloccarlo, perché sentii i suoi muscoli rilassarsi e i pugni schiudersi. Le sue braccia mi circondarono ed io affondai la mia testa sul suo petto.
Rimanemmo seduti a terra per un tempo a me indefinito. Rannicchiata a fianco a lui con la testa sulla sua spalla e la sua mano che intrecciava i miei capelli, cercando di rassicurarmi e tranquillizzarmi, erano la cosa più piacevole che avessi mai provato e ben presto le lacrime smisero di scendere e il battito del mio cuore si normalizzò.
“Lo sai che se solo me lo chiedessi, andrei da lui e gli spaccherei quel brutto muso che si ritrova vero?” disse all’improvviso, con voce calda e persuasiva, ma piena di rabbia.
“Lo so, ma non te lo chiederei mai, tanto meno lo vorrei. Sei troppo importante per me, non rovinarti per qualcuno che non lo merita. Perché si, non si merita neanche la nostra rabbia”.
Lo sentii annuire impercettibilmente quando poggiò le sue labbra tra i miei capelli, ma in cuor mio sapevo che non sarebbe riuscito a passar sopra a questa storia, come invece intendevo far io.
Raggiungemmo gli altri nel salone che dovevano aver saputo tutto da Nick, perché quando Kay mi vide, mi corse incontro abbracciandomi il più forte che poteva.
Mi strinse come una mamma fa con una figlia e la sentii accarezzarmi i capelli come aveva appena fatto anche Zayn.
Quando si staccò da me il suo viso era sconvolto dalla tristezza e, ci avrei giurato, i suoi occhi erano stra colmi di lacrime che però non sarebbero mai scese. L’orgoglio e l’essere forte le ricacciavano indietro, ma il suo sguardo diceva tutto quello che mi serviva sapere.
Nessuno disse niente, o almeno non di fronte a me.
Quando Nick fece per andarsene lo bloccai un istante.
“Grazie” riuscii a dire solamente, ma questa volta lo dissi sinceramente. Gli ero veramente grata per l’avermi difesa, per l’avermi impedito di fare una sciocchezza e anche per l’avermi convinta a dire tutto, nonostante non fosse facile.
Si aprì in un sorriso felice. “Di niente. Quando vuoi”. Mi scompigliò i capelli e tornò al suo appartamento.
Quel giorno decidemmo di rimanere con i ragazzi, che per una volta non avevano impegni.
Stemmo tutto il pomeriggio lunghi sul divano guardando una marea di film e giocando ad ogni gioco possibile ed immaginabile che ci fosse in quella casa.
L’episodio di quella mattina non venne più nominato per tutta la giornata e tutti i ragazzi cercarono di distrarmi con ogni mezzo a loro disposizione.
Solo Kay e Zayn rimasero un po’ in disparte cupi in volto.
Erano arrabbiati, infondo lo ero anche io, ma preferivo reprimere tutto, piuttosto che pensare che qualcuno che credevo fosse mio amico, si fosse invece rivelato un pazzo maniaco.
Dopo cena, Zayn insistette perché rimanessi a dormire con lui, pensava sarei stata più al sicuro, ma lo persuasi a lasciarmi andare, in quanto quella sera preferivo che sbollisse la rabbia e mi lasciasse un po’ ai miei pensieri.
Capì quello che provavo, (per questo l’amavo) e mi lasciò tornare a casa nonostante lui avrebbe voluto avermi ancora per lui.
Quando entrammo nell’appartamento, mi infilai il pigiama e filai a dormire.
Il sonno però non voleva essermi amico quella notte, non riuscivo ad addormentarmi e continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto.
Decisi di alzarmi ed andare a prendere un bicchiere d’acqua, nella speranza che mi avrebbe conciliato il sonno.
Aprii il frigo e tirai fuori la bottiglia dell’acqua.
“Non riesci a dormire?”
Feci un salto enorme dallo spavento, tanto che il cuore mi arrivò in gola. Kay era al buio seduta su una sedia con il mento poggiato sulle mani.
“Kay che ci fai in piedi? Mi hai spaventata!”
Sembrava assorta nei suoi pensieri.
“Non mi hai risposto”.
Sospirai. “Si non riesco a dormire” le risposi.
“Non capisco come fai. Come riesci ad essere così calma, come fai a non essere arrabbiata con lui?” la sua domanda mi colse un po’ di sprovvista, ma in fondo me la sarei dovuta aspettare.
“Sono arrabbiata. Sono delusa ancora di più però. Lo sai che infondo gli volevo bene, ma oggi ti giuro sembrava un’altra persona. Non voglio più sapere niente di lui, con me ha chiuso e preferisco andare avanti e fare come se lui non fosse mai esistito, piuttosto che starci male e continuare ad essere arrabbiata con qualcuno che ormai non conosco più.”
Kay allungò il braccio e strinse la mia mano che era poggiata sul tavolo.
“Ti va di dormire con me?” mi chiese poi.
Annuii alla sua domanda, poi mi infilai nel suo letto e mi addormentai abbracciata a lei.
 

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Ciao bellezze! ^^
Sono in piena paranoia perché domani ho un compito di italiano e devo studiare una marea di pagine e stavo quasi per dimenticarmi di postare il capitolo, ma da brava ragazza, quale sono, me ne sono ricordata in tempo e sono qui a scrivervi! =D
Questo capitolo è un po’… non so come definirlo… Jai stava per molestare Mho… fotuna Nick che è intervenuto. Mho gli è veramente debitrice, e anche Jai lo dovrebbe essere, perché se non fosse stato per lui ora si ritroverebbe in ospedale con qualche costola rotta dai calci di Mho.
Non mi viene in mente altro da dire, quindi… anzi no, un’altra cosa ce l’avrei. Dopo le tante recensioni che abbiamo ricevuto qualche capitolo fa, ora sono quasi sparite del tutto… se devo essere sincera un po’ mi dispiace, ma spero comunque che la storia continui a piacervi e ringrazio tutte coloro che ancora ci seguono!
=D
Via ora vado.
Un bacione enorme.

Marty.
 
Twittah:

Marty
Vix

Questo è Nick:

 
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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


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CAPITOLO 39
Kaycee POV
 
Il paesaggio cambiava lentamente mano a mano che il treno si avvicinava a Londra, le verdi colline andavano diminuendo mentre le prime case di periferia apparivano attraverso il vetro del treno.
Il viaggio non era durato molto ma sapendo quello che mi avrebbe atteso una volta messo piede a King's Cross la voglia di restare su quel treno e farmi un altro viaggetto di ritorno mi assaliva terribilmente.
Il giorno per niente tanto atteso era arrivato e le mie ginocchia non smettevano di tremare. Qualche giorno fa era arrivata un'altra lettera da parte di mia madre a casa di Mhone e i genitori l'avevano spedita, senza aprirla, all'indirizzo di casa nostra ad Oxford. No pensavano fosse giusto ne leggerla per poi dirmi cosa conteneva per telefono ne farsi gli affari miei ed io l'avevo apprezzato tantissimo.
La lettera era chiara e concisa, ieri, il 10 Febbraio, mamma e la sua nuova "famiglia" erano tornati a Londra nella vecchia casa e mia madre voleva assolutamente che io li raggiungessi il giorno dopo del trasloco per passare un po' di tempo insieme.
Inutile dire che ero stata titubante fino all'ultimo secondo. In primis non mi aspettavo che si sarebbero trasferiti prima della fine di Febbraio e quindi progettavo di avere ancora un bel po' di giorni per pensare a ciò che avrei fatto e in secondo luogo io ancora non ero sicura se questa cosa volevo farla davvero.
Mi ero chiusa in camera un giorno intero, tenendo strette fra le mani quelle due lettere che mi aveva mandato in quei due mesi e le rileggevo continuamente, sperando di cogliere qualche dettaglio che mi avrebbe fatto decidere, ma niente, avevo ottenuto solo un fortissimo mal di testa e una fame da lupo a fine giornata.
Alla fine, a farmi prendere in considerazione l'idea di darle una possibilità erano stati i miei amici.
Mho non si era espressa, sapeva quanto dura per me sarebbe stata la decisione, ma lei aveva detto: "Non posso decidere quello che fare della tua vita Kay, devi solo vedere se vuoi tagliare del tutto i ponti con la tua famiglia oppure darle una chance nonostante sappiamo entrambe che non se la merita."
Anche se lei non pensava che mi avrebbe dato una mano dicendomi quelle poche parole, in realtà da lei avevo già avuto un primo impulso che mi spingeva a tornare a Londra.
Mi ricordavo quello che avevo detto a Eleanor la notte di capodanno, "Tutti meritano una seconda chance", e se valeva per la ragazza doveva valere anche per mia madre, non potevo rimangiarmi ciò che avevo detto e che pensavo, sarebbe stato incoerente.
Il secondo aiuto me lo aveva dato Louis dicendomi che se non avessi ascoltato ciò che mia madre aveva da dirmi probabilmente avrei perso l'unica occasione che mi stava offrendo e me ne sarei potuta pentire per tutta la vita.
L'ultimo aiuto venne da Niall.
Mi prese per mano e mi disse che avrei potuto oppormi quanto volevo ma che lui sarebbe venuto con me.
Louis e Mho dissero che allora anche loro sarebbero voluti venire ma a questo punto mi opposi veramente. Mho si sarebbe infuriata con mia madre qualunque cosa lei avesse detto, prendendo le mie difese e tenendole il muso per tutto il giorno e non sarebbe stato per niente utile ai fini della questione mentre Louis era un incognita.
Magari si sarebbe infuriato anche lui con mia madre portandomi via a forza dopo aver ascoltato le stronzate che sarebbero potute uscire dalla sua bocca, si sarebbe potuto spaventare a tal punto della pazzia della mia famiglia da lasciare anche me oppure sarebbe rimasto talemente abbagliato dalla cordialità della "famiglia" da pensare che forse io ero una pazza, dimenticandosi completamente che io ero stata abbandonata da quella donna.
Niall era l'unico che volessi con me, sarebbe stato al mio fianco senza avere pregiudizi e paraocchi, avrebbe ascoltato tutto solo come un osservatore esterno che però mi avrebbe dato la mano, sapendo che mi avrebbe sostenuto.
Ad un certo punto vidi che Alec era a testa bassa e che sembrava indeciso sul da farsi. Solo dopo scoprii che era tentato anche lui di venire con me per adempiere al suo compito ma il cuore gli diceva che questa volta sarebbe dovuto restare a casa, che quella non era una cosa in cui lui sarebbe servito.
Lo ammirai molto per questo e mi dissi che oltre ad una guardia del corpo lui sarebbe stato per me un ottimo amico.
"Kay, siamo arrivati." 
Niall aveva posato una mano sulla mia coscia strappandomi ai miei pensieri confusi e mi incitò ad alzarmi mentre lui prendeva le borse dagli scompartimenti sopra i sedili.
Saremmo rimasti a Londra per un paio di giorni e quindi ci eravamo portati il cambio.
Una volta scesi dal treno Niall mi afferrò la mano, sapendo che non avrei mosso un passo se qualcuno non mi avesse dato una spintarella e per non perdermi fra la gente che affollava la stazione a quell'ora della mattina.
Usciti dalla stazione non ci misi nemmeno mezzo secondo a riconoscere la chioma rossa di mia madre che attendeva accanto all'entrata della metropolitana parlando animatamente con un tizio dai capelli biondo paglia.
Era un bell'uomo, l'età non lo segnava particolarmente e le rughe attorno agli occhi gli davano un'espressione allegra sul volto.
Mia madre al contrario sembrava nervosa e mi spuntò un sorriso vedendo che non era cambiata di una virgola: gli stessi occhi verdi, gli stessi capelli lunghi rossi e lo stesso vizio di camminare avanti e indietro mordendosi le unghie quando era nervosa.
Decisi di porre fine alle sue preoccupazioni e con un cenno d'intesa verso l'irlandese staccai la mano dalla sua e mi incamminai verso la coppia sentendo la presenza di Niall che mi seguiva a due passi di distanza.
Quando li ebbi raggiunti il tizio mi notò per primo e fece un cenno verso mia madre che, essendo di spalle, non mi aveva ancora notata.
Lei si girò di scatto e non apena mi vide i suoi occhi si velarono di lacrime.
"Ciao." la salutai azzardando un sorriso.
Lei si portò le mani alla bocca e cominciò a piangere silenziosamente. "Oh, Kaycee!"
Mi prese per le spalle avvicinandomi a lei e mi strinse in un abbraccio che non ricordavo di averne mai ricevuto uno simile da lei. Conteneva tutto il suo sollievo, la sua disperazione e la sua colpa. 
Lentamente mi accorsi di star piangendo anche io e ricambiai l'abbraccio cominciando a ridere convulsamente cercando di far smettere alle lacrime di scendere. Piano piano sentii che anche lei rideva e Phil sorrideva.
Dopo poco ci staccammo e ci asciugammo le lacrime con la manica del giaccone come eravamo sempre state abituate a fare.
"Oddio Kaycee, sei cambiata moltissimo, sei diventata una donna. - disse poi accarezzandomi il viso e i capelli. - Sono così contenta che tu sia venuta, non hai risposto alle lettere e temevo che non le avessi ricevute o che non volessi più avere niente a che fare con me."
Alzai le spalle. "Beh, eccomi qui."
Lei sorrise di nuovo e spinse avanti l'uomo trascinandolo per un braccio. "Lui è Phil, Kay, il mio nuovo marito."
Lui mi strinse la mano con il solito sorriso stampato sul viso. "E' un piacere fare la tua conoscenza, Caroline non smetteva più di parlare di te. Quasi quasi è come se ti conoscessi già, ma spero comunque di riuscire a conoscerti attraverso il mio punto di vista, e non quello di tua madre."
Parlava educatamente e sembrava una persona davvero a modo, annuii sapendo che anche io ero curiosa di conoscerlo.
"E questo bel ragazzo chi è, il tuo fidanzato?" domandò mia madre sbirciando al di la della mia spalla indicando Niall.
Lui si fece avanti mentre io scuotevo la testa.
"No signora, mi chiamo Niall e sono un amico di sua figlia."
"Oh be, piacere, ci sarà l'occasione di dirci tutto quello che mi sono persa in questi anni. - disse stringendogli la mano. - Ora però andiamo a casa, Megan ha preparato il pranzo per tutti, diciamo che ero molto speranzosa del fatto che tu venissi Kay."
 
La nostra casa non era cambiata molto. Certo, dire nostra forse non era un termine molto azzeccato ma era meglio pensarla così piuttosto che considerarmi un'intrusa in tutto quello che stava accadendo.
Riconoscevo il piccolo giardino davanti all'abitazione, con la grande quercia con ancora l'altalena attaccata, con le siepi e tutto il resto. Non era in buono stato come una volta ma con un po' d'impegno sarebbe tornato rigoglioso come una volta.
Niall si guardava intorno con un sorrisetto sul viso. Forse sperava che il peggio fosse passato ma io non ne ero del tutto sicura.
Phil inserì la chiave nella toppa e ci fece accomodare all'interno.
Se il fuori mi ricordava tantissimo la mia infanzia il dentro non mi suscitava neanche un ricordo dal passato.
C'erano teli di plastica sul pavimento, a coprire il parquet nuovo, e secchi di tintura appoggiati per terra accanto alle scale, scatoloni sparsi un po' quà e là e mobili ancora imballati. Niente quadri della mia famiglia attaccati alle pareti, niente che poteva far presagire ad un occhio esterno che quella era stata casa di qualcuno prima di allora.
Forse avrei dovuto aspettarmelo, dopotutto l'arredamento della nostra vecchia casa l'aveva scelto papà, e a mamma non era mai andato giù un granchè ma ci era passata sopra per amore di mio padre, e lei si stava ricostruendo una vita, i mobili sarebbero sicuramente stati una delle prime cose che avrebbe buttato. Speravo ancora che conservasse qualche mia foto di quando ero bambina, magari dentro uno di quegli scatoloni.
"Meg, siamo a casa!" urlò Phil chiundendo la porta alle nostre spalle e prendendo i nostri cappotti per appenderli sull'attaccapanni.
Dalla cucina spuntò una ragazza con addosso un grembiule che ci accolse con un sorriso.
Era molto graziosa: un viso dolce contornato da lunghi capelli biondi e due enormi occhi color zaffiro a darle l'aspetto di un eterna bambina. Nonostante il viso dolce aveva un fisico molto ben sviluppato ed era molto alta. Se non avessi saputo che aveva la mia età probabilmente non avrei saputo quanti anni darle.
"Oh, ciao! - disse pulendosi le mani sul grembiule e porgendomene una affinché la stringessi.  - Tu devi essere Kaycee. Tua madre non fa altro che parlare di te, morivo dalla voglia di conoscerti! Io sono Megan." si presentò
Io arrossii lievemente ma contraccambiai la stretta sorridendole. "Spero che tu non sia rimasta delusa."
"Oh no! Nient'affatto! Venite, il pranzo è quasi pronto."
La seguimmo in quella che era rimasta la cucina nonostante i notevoli cambiamenti e ci sedemmo attorno ad un grande tavolo rotondo.
"Scusa per il disordine Kay, stiamo ancora ristrutturando." fece Phil.
Scossi la testa. "Non fa niente."
Poco dopo ci venne servito su un piatto della deliziosa pasta alla carbonara e finimmo il pranzo fra una chiacchiera e un'altra.
Mia madre volle sapere tutto, per filo e per segno, quello che avevo fatto in questi ultimi anni e non mancava mai di annuire e sorridere ad ogni mia parola. Niall se ne stava in silenzio osservando la scena e ogni tanto mi incoraggiava con un sorriso.
Notai anche che Megan spesso lo fissava di nascosto ma quando si accorgeva che io la stavo guardando a mia volta distoglieva lo sguardo e abbassava la testa imbarazzata.
"Allora Kay, rimarrai con noi per un po'? Gli studi li potrai riprendere più avanti, non penso che sarà un problema se chiamo l'università e dico che vorremmo che nostra figlia tornasse a casa per passare un po' di tempo con noi." 
Niall quasi si strozzò con l'acqua che stava bevendo alla proposta di mia madre e Phil si alzò subitò per dargli due pacche dalla schiena per farlo riprendere. Dopo che ebbe biascicato due parole che sembravano "Tutto apposto" io tornai a guardare mia madre.
"Non penso che rimarrò, domani torniamo ad Oxford." le dissi alzando le spalle.
Mamma e Phil si guardarono confusi.
"Ma come tesoro? Pensavamo che volessi rimanere con noi, che volessi ricostruire una famiglia!"
Una fitta mi attraversò lo stomaco ma decisi che non era ancora il momento per farmi prendere da psicopatica da Megan e Phil.
"Non ho mai detto una cosa del genere. Ho deciso di tornare a Londra con la speranza che tu avessi messo la testa a posto e che magari mi avresti dato una spiegazione per la tua fuga. Il mio intento era quello di ascoltarti e di partire il giorno dopo essere arrivata." spiegai stringendo i pugni e non staccando gli occhi da quelli di mia madre.
"Kaycee non essere sciocca. Sappiamo entrambe che me ne sono andata perché non riuscivo più a reggere quella vita. Mi sentivo soffocata. Ti ho lasciato una bella somma per poter vivere serena e sapevo che saresti stata bene grazie al tuo spirito d'adattamento. Ora però ti rivoglio nella mia vita, so di essere stata una stupida a lasciarti senza una spiegazione e un arrogante pretendendo che tu mi perdonassi immediatamente ma non ci posso fare niente, nutro ancora delle speranze che tu possa perdonarmi nonostante io forse non me lo meriti."
"Io credo di averti perdonata. Vedo il tuo cambiamento da quando te ne sei andata e anche che sei veramente dispiaciuta ma questo non cambia niente. Io ora ho la mia famiglia e tu non ne fai parte. Sarai sempre una parte importante per me ma non sarai mai come una madre."
Detto questo mi alzai da tavola lasciando cadere il tovagliolo che avevo posato sulle gambe. "Con permesso."
 
Sentii bussare sulla porta della camera a pomeriggio inoltrato e sperai che non fosse mia madre. Mi sentivo in colpa per come l'avevo trattata ma era stato più forte di me.
"Kay, posso entrare?" 
La testa bionda di Niall fece capolino dall'entrata e dopo un mio cenno d'assenzo varcò la soglia.
"Sarebbe ora che tornassi di sotto. Tua madre vorrebbe parlarti e penso che sia un bene se tu la stessi a sentire."
Annuii incapace di proferire parola e lo seguii al piano inferiore.
Trovai mamma seduta su una poltrona con Phil dietro di lei con le mani sulle sue spalle e Megan seduta sul bracciolo.
Per un momento mi sembrò una di quelle scene in cui tu hai commesso un crimine e la tua famiglia è tutta riunita per giudicarti e accusarti.
Sfortunatamente io non avevo paura ne di essere giudicata ne di essere accusata.
"Scusami."
Ok, questa non me l'aspettavo.
"So di non avere nessun diritto di dirti quel che fare ma io speravo sul serio di ricostruire una famiglia, soltanto che senza di te non ce n'è alcuna che io vorrei costruire. - le lacrime cominciarono a solcarle il viso dandole un'aria decisamente più vecchia e spezzata. - Sei mia figlia, la mia bambina, e in questi anni non sono mai riuscita a sopportare veramente la tua lontananza, era come se mancasse qualcosa dentro di me ma non avevo il coraggio di tornare. Poi ho conosciuto Phil e Meg, loro mi hanno dato una speranza, la voglia di farmi avanti e di riavvicinarmi a te e ora che sei qui...non intendo perderti di nuovo. Non voglio, perderti di nuovo, non lo reggerei."
Annuii deglutendo a vuoto.
"Mi dispiace mamma, ma io non posso rimanere qui. A Oxford ci sono persone che io non intendo abbandonare come hai fatto tu."
Niall mi affiancò stringendomi una mano.
Megan lo fissò incupendosi.
"Più importanti della tua famiglia?" domandò mia madre sgranando gli occhi.
"Oh andiamo! Loro non sono la mia famiglia, sono tuo marito e sua figlia e tu non sei mai stata in grado di comportarti responsabilmente. Non puoi biasimarmi se voglio tornare dalle persone che davvero tengono a me!" esplosi.
Caroline spalancò la bocca, allibita, e Phil strinse di più la presa sulle sue spalle.
"Kay..."
"Kay un corno! - sbottai - Tu improvvisamente ti rifai viva e io devo abbandonare tutto quanto quello che mi sono costruita in questi anni e tornare placidamente tra le tue braccia?! Sarai matta!"
"Kaycee, per favore." mi supplicò Phil.
Indubbiamente era un brav'uomo, ma non poteva capire la mia situazione.
"Va tutto bene Phil, ha ragione lei. Me lo merito."
Megan la guardò stupita. "Intendi dire che la farai tornare ad Oxford?" chiese spostando lo sguardo da lei a me.
Lei annuii. "Si, se è quello che vuole. Vorrei solo che mi dicessi chi sono queste persone che tu consideri la tua nuova famiglia."
"Mhone in primis. Poi Niall, Louis e gli altri...non li conosci, quindi è inutile che ti dica i loro nomi, ma per me sono importanti, non ho intenzione di allontanarmi da loro." dissi finalmente abbassando il tono contenta che non ci fosse bisogno di incazzarsi nuovamente per raggiungere il mio obiettivo.
"Ovviamente, beh, sono molto contenta che tu sia venuta da me oggi, e spero comunque che tu mi consideri parte della tua famiglia, per una piccola percentuale, e che tornerai a trovarci."
Annuii. "Certamente, ogni volta che avrai bisogno di me." promisi.
"Io parto con lei."
Tutti ci girammo in contemporanea verso Megan.
"Che cosa?" domando Phil che sembrava non aver capito le parole della figlia.
"Ho detto che partirò con loro." ripetè decisa.
"Come mai? Non volevamo essere una famiglia?"
Megan si alzò di scatto mettendosi accanto a me per poter guardare il padre in faccia.
"Come se questa fosse veramente una famiglia! Ci sei tu, c'è Caroline e poi ci siamo io e Kaycee che ci siamo trovate in mezzo! Prima di adesso non ti ho mai abbandonato perché sapevo che saresti crollato se me ne fossi andata dopo la morte della mamma. Ho rinunciato a tutti i miei sogni di diventare un medico perché l'università occupava troppo del mio tempo e tu non eri capace di stare da solo per così tanto. Ho lavorato part-time come baby sitter per guadagnare qualcosa permettendoci di comprare da mangiare perché tu stavi in casa come un vegetale tutto il giorno, ma ora non ti servo più. - fece una pausa riprendendo fiato e addolcendo lo sguardo.  - Ti sei ripreso papà. Non ti ho mai visto così felice dopo che mamma è morta. Caroline ti ha fatto tornare a vivere ed è quello che voglio fare anche io. Non voglio incolparti di niente, non è stata colpa tua e io facevo tutto solo con la speranza che tu potessi stare meglio. Vorrei che tu contraccambiassi a quel favore lasciandomi andare. Non ti chiedo nient'altro!"
Megan aveva le lacrime agli occhi e io e Niall eravamo rimasti basiti dal suo discorso.
Mamma e Phil la guardavano con commozione.
"Non potrei mai negartelo."
La ragazza tirò un sospiro di sollievo sciogliendosi in un sorriso e corse ad abbracciare il padre.
Ora sorgeva solo un altro piccolo problema nella nostra vita: Megan sarebbe dovuta entrare a far parte di essa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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HELLOOOOO!
Ciao bellissime che si dice?
Devo ammettere che oggi ho veramente poco da dire...domani ho un compito di biochimica che mi mette in crisi e questo capitolo è stato un parto. Difficile scrivere la mentalità di Caroline e i conflitti che Kay ha con lei! Fortunatamente c'era Niall a tenerle compagnia!
Si conoscono anche Phil e Megan e scopriamo che quest'ultima si trasferirà a Oxford!
Ditemi che ne pensate, creerà casini secondo voi o è la persona dolce e gentile che sembra?
MISTEEEEERO! xD
Ringrazio tutte quante come sempre anche se ultimamente le recensioni si sono dimezzate e ciò ci dispiace davvero tanto! Vi abbiamo stufate? Stiamo diventando noiose? Fatecelo sapere...vorremmo migliorare!
Anche perché mancano davvero pochi capitoli ragazzuole belle e ci dispiacerebbe se lasciassimo la serie e a nessuna è entrata nel cuore! :(
XOXO
Vi :D

P.S: sotto la foto della, secondo me, tanto bella Megan!


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Marty
Vix

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


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CAPITOLO 40

Mhone POV

Eravamo lunghi sul mio letto. Zayn mi stringeva a lui con un braccio, mentre con una mano giocava distrattamente con i miei capelli. Continuava a girarseli tra le dita, evitando di tirarli troppo per non farmi male. Mi piaceva la sensazione che mi provocava stargli vicino. Intrecciai le gambe  fra le sue, e mi posizionai meglio con la testa sul suo petto. Chiusi gli occhi e mi concentrai sui movimenti delle sue dita sui miei capelli. Era così rilassante che quasi stavo per addormentarmi. Nelle ultime settimane le sue attenzioni su di me erano al massimo e se in un primo momento l’avevo trovato quasi un po’ irritante –visto il motivo di tutte quelle attenzioni-, ora ne stavo decisamente approfittando godendomi tutti i momenti migliori che mi capitavano.
Dopo quello spiacevole incontro al parco, non vidi ne sentii più Jai. Per quanto volessi cancellare dalla mia mente tutti i ricordi che lo riguardavano, questi rimanevano li, indelebili come l’inchiostro nero sulla pallida carta bianca.
Più di una volta mi era capitato di ripensarci e ogni volta mi imponevo di pensare ad altro. Kay sembrava esserci riuscita benissimo a fare come se lui non avesse mai fatto parte della nostra vita, in più qualche giorno fa aveva ricevuto un’altra lettera della madre che la pregava di andarla a trovare. Infatti quel week-end era partita con il treno alla volta di Londra e per quanto sia io che Louis ci eravamo proposti come suoi accompagnatori, lei aveva scelto Niall. Era l’unico che sarebbe stato imparziale e non avrebbe fatto scenate, aveva detto. Infondo era meglio così, non avevo nessuna voglia di rivedere Caroline, non sopportavo quella donna era una calamità universale, qualsiasi cosa faceva finiva per essere un danno. Così rimasi a casa da sola per l’intera giornata di ieri, fino a quando Zayn decise di autoinvitarsi a casa mia rimanendo per la notte.
Ero ancora ad occhi chiusi sul suo petto, quando decise di rovinare quel momento.
“A cosa stai pensando?” chiese d’un tratto con voce calma e profonda.
“A niente” Azzardai io, sperando che non chiedesse altro. Sapevo dove voleva arrivare e non avevo la minima intenzione di parlare di quell’argomento.
“Ne sei sicura?” continuò lui.
“Si, mi sto solo godendo questo momento insieme a te. Al massimo ora nei miei pensieri ci sei tu.” Sperai che con l’ultima frase lo avessi convinto. Infondo era vero che nei miei pensieri c’era lui, però non era il solo.
Calò il silenzio di nuovo e pensai che il pericolo fosse passato.
“Perché mi tieni lontano dai tuoi pensieri Mho?” rincalzò poi lui. Quelle lunghe pause stavano a significare che ci aveva pensato tanto prima di parlare. Forse erano anche settimane che ne voleva parlare ed io invece avevo sempre sorvolato sull’argomento.
Aspettai un attimo prima di parlare. “Ti assicuro che non ti sto lasciando fuori dai miei pensieri” tagliai corto.
“Vorrei crederti, ma non è possibile che… dopo quello che è successo con… Jai, si Jai, tu riesca a comportarti come se niente fosse. Una persona normale lo avrebbe denunciato, lo avrebbe insultato o picchiato. Tu invece sono settimane che ti comporti come se nulla fosse accaduto e questo mi preoccupa. Ti sei chiusa in te stessa e neghi alle tue emozioni di venire fuori. Lo so che ogni volta che esci hai paura di incontrarlo e ogni volta che ti sfioro sussulti. Non capisco come tu faccia a non parlarne con qualcuno, o almeno con me…”
Era vero che intendevo reprimere ogni emozione cercando di cancellare tutto quello che era successo, ma non era certo vero che avevo paura di uscire di casa o che sussultavo ad ogni suo tocco… o forse lo facevo inconsciamente? No si sbagliava. Non ne volevo parlare e basta, infondo non c’era neanche molto da dire.
Mi tirai su e lo guardai negli occhi.
“Zayn senti, non è che non voglia parlare con te o che voglia nasconderti qualcosa. È solo che preferisco non pensare a quello che è successo. E non pensare che non sia arrabbiata o delusa o che non vorrei prenderlo a calci, era una persona a cui tenevo, ma in questo momento per me è come se non fosse mai esistita. Forse tutto questo è perché io non sono una persona normale. Ah, l’ultima cosa, non ho sicuramente paura di essere toccata da te, anzi…”
Mi misi a cavalcioni su di lui e mi piegai per potergli stampare un passionale bacio che gli avrebbe impedito di dire o pensare qualunque cosa.
Le sue mani finirono sul mio fondoschiena e mi schiacciarono sul suo corpo ancora di più. Riprese il controllo della situazione e condusse ogni mio movimento al nostro piacere massimo. Chi dice che il sesso non è la miglior cura, non lo ha mai provato veramente.
 
Ormai era pomeriggio inoltrato quando Kay tornò a casa cogliendo me e Zayn di sorpresa mentre eravamo comodamente spaparanzati sul divano.
La sorpresa fu doppia quando riuscii a scorgere un’altra figura dietro quelle di Kay  e Niall.
Una ragazza dai lunghissimi capelli biondo grano, spuntò di fianco a Kay mostrando tutta la sua bellezza.
Mi alzai andando incontro ai tre seguita anche da Zayn.
“Ciao Mho, lei è Megan, la figlia di Phil” mi spiegò Kay che doveva aver capito la mia faccia interrogativa.
Allungai una mano senza esitazione. “Piacere di conoscerti Megan, io sono Mhone come avrai già capito!”
“Il piacere è tutto mio. Sul treno Kaycee mi ha parlato molto di te e non vedevo l’ora di conoscerti!” si presentò a sua volta la ragazza.
“Qualsiasi cosa brutta abbia detto su di me non crederle –scherzai, guadagnandomi un’occhiataccia e vari mugolii da Kay- lui è Zayn invece –dissi indicandolo, il quale si sporse in avanti e strinse a sua volta la mano della ragazza-. Ora però non rimaniamo qua sulla porta, perché non ci spostiamo in cucina? Ho fatto una torta, potremmo mangiarla con un buon the!” proposi.
Non obiettò nessuno, soprattutto Niall, che si tolse velocemente la giacca buttandola sul divano e catapultandosi in cucina prendendo posto su una delle sedie.
Solo in quel momento notai che Megan aveva con se un’enorme valigia che si trascinava dietro.
“Scusate, -fece rivolgendosi a me e Kay- dove posso lasciare le mie cose?”
“Lascia pure la valigia qua all’ingresso, mentre la giacca dalla pure a me!” dissi educatamente da buona padrona di casa.
Presi la giacca di Megan e mentre gli altri andavano in cucina, presi Kay per un braccio e la rallentai.
“Non pensavo ti saresti portata dietro Megan!” le feci notare.
“E’ una storia lunga, non avevo la minima idea neanche io che sarebbe voluta venire qua a Oxford!” mi rispose lei.
“Per quanto rimarrà?”
“Credo per sempre, o almeno per il momento ha intenzione di rimanere qua e frequentare l’università che fino ad ora non aveva avuto l’opportunità di seguire”
“Capito. E dove dormirà? Ha preso casa qua a Oxford?”
Kay sembrò pensare per un secondo alla mia domanda. “In verità sai che non lo so. È stata una decisione affrettata, non penso abbia avuto il tempo di trovare una casa. Comunque ci stanno aspettando sarà meglio raggiungere gli altri e chiederlo direttamente a lei”
Raggiungemmo gli altri in cucina e misi a bollire il the, poi presi la torta e la poggiai sul tavolo.
“Mhone complimenti, è buonissima!” disse Megan, dopo aver mangiato uno dei piccoli pezzetti in cui aveva spezzato quella fetta di torta.
“Grazie, sono contenta ti piaccia!” risposi cortesemente.
Niall era già alla seconda fetta e quello non poteva essere altro che una dichiarazione di quanto avesse apprezzato il dolce.
Quando il the fu pronto lo versai nelle tazze e lo distribuii ai presenti.
“Allora Megan, come mai hai deciso di venire qua ad Oxford?” le domandai dopo aver preso un sorso del the.
“Dopo la morte di mia madre –si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio- ho dovuto occuparmi di mio padre, così che non ebbi tempo di frequentare l’università. Ora però che ne ho l’occasione non ho voluto farmela scappare!” raccontò giocando con il cucchiaino immerso nel the della sua tazza.
“Ho capito. Mi dispiace per tua madre.” Ero un po’ imbarazzata, non avevo idea che sua madre fosse morta. Mi dispiaceva per lei.
“Grazie, è stata dura per me, ma ormai l’ho superata.” Si passò un dito sotto l’occhio destro, poi alzò lo sguardo guardandoci con quei due occhi di un azzurro immenso e emanò un radioso sorriso.
“Megan, scusa la domanda, ma dopo aver detto a tuo padre che volevi venire a Oxford a studiare, hai pensato anche ad un posto dove andare a dormire?” le domandò Kay che sicuramente era dall’inizio della conversazione che voleva chiederglielo.
Il sorriso sulle labbra della bionda si affievolì.
“Veramente, adesso che mi lo fai notare, non ci avevo minimamente pensato. Dovrò trovarmi un appartamento se voglio rimanere qua, per il momento presumo mi toccherà prenotare una camera d’albergo.”
Io e Kay ci guardammo e la rossa mi fece un sorissetto di incoraggiamento.
“Ormai è tardi, se vuoi per sta sera potresti anche fermarti a dormire da noi, se non ti secca dormire sul divano!” le proposi. Infondo a noi non cambiava nulla. Poverina era tardi e se fosse dovuta andare in albergo a quell’ora le avrebbero fatto pagare sicuramente come un’intera giornata invece che solo una notte.
Un sorriso ancora più grande di quello di prima, comparve sulle sue labbra.
“Grazie, siete gentilissime. Non saprei come ringraziarvi!”
“Oh ma non ce n’è bisogno –si affrettò a dire Kay- lo facciamo con piacere!”
Finimmo il the continuando a chiacchierare. Megan ci raccontò come Caroline e Phil si fossero conosciuti e noi le raccontammo dei ragazzi.
Quando finimmo di chiacchierare ci accorgemmo che era già ora di cena, così Niall propose di andare tutti da Nando’s.
“No, non credo sia il caso, non vorrei essere di troppo e disturbarvi” obiettò Megan.
“Ma dai, cosa dici? Ci fa piacere se vieni con noi, e poi così conosci anche il resto della banda!” cercò di convincerla Niall.
“Non spaventarti se ti ritrovi davanti dei matti scossi però, sappi che è normale!” sdrammatizzò Zayn ridendo.
“Ok mi avete convinto. Se non sono di troppo accetto volentieri.”
“Benissimo. Ragazzi prenotate voi?” domandò infine Kay.
“Si va bene. Lo diciamo agli altri e prenotiamo per le 8.30. Ok?” sentenziò Zayn.
“Perfetto, allora a dopo!” diedi un bacio al mio ragazzo e richiusi la porta.
“Sarà il caso che cominciamo a prepararci o i ragazzi si lamenteranno che siamo sempre in ritardo. Megan se vuoi ti lascio la mia camera per cambiarti, io andrò in quella di Mho. Il bagno è in fondo al corridoio invece!”
“Ok va benissimo. Grazie mille Kay”
Kay prese i suoi vestiti dall’armadio e traslocò praticamente in camera mia.
“Allora? Come ti sembra Megan?” mi chiese dopo un po’ mentre si spruzzava il deodorante.
“Mi sembra gentile, una ragazza per bene. Perché, tu non la pensi così?” le domandai distrattamente scegliendo cosa mettermi per quella sera.
“No no, per quello che l’ho conosciuta mi sembra una a posto. Devo ammettere che non è la sorellastra cattiva che mi aspettavo di conoscere, anche se… bo… forse vorrei conoscerla meglio!” confessò stendendosi sul mio letto mezza nuda.
“Ti consiglio di non strusciarti tanto sul letto, io e Zayn l’abbiamo fatto appassionatamente questa mattina!” Sapevo che l’idea di me e Zayn che copulavamo li dove ora se ne stava tranquillamente sdraiata, l’avrebbe fatta spostare di colpo quasi schifata.
Infatti la sua reazione fu molto simile alle mie aspettative. “Oddio che schifo che schifo, dimmelo più tardi sa! Siete dei brutti zozzi, certo io non ci sono e voi ci date dentro!”
“Senti, senti chi parla, quella che lo fa quando invece io sono in casa!” la stuzzicai facendole la linguaccia.
Come risposta ricevetti solo uno “gen gne gne” seguito da una faccia incomprensibile!
“Comunque tornando al discorso di prima, ti capisco. È normale che tu voglia conoscerla, infondo fa parte della tua nuova famiglia” dissi tornando seria.
“Non parlarmi di nuova famiglia, per quanto Megan mi possa risultare simpatica, mia madre invece mi ha fatto girare altamente le palle.” Il suo sguardo era arrabbiato e mi fermai col desiderio di sapere la storia.
“Che ha combinato questa volta?”
“Cioè premetto con il fatto che sembra essere cambiata realmente. Stare con Phil mi sembra le abbia fatto bene e sembra proprio una donna diversa, però ieri se n’era venuta fuori, così, tutto d’un tratto, con la storia che io sarei dovuta rimanere li con la mia nuova famiglia. Ma cioè ti rendi conto che lei aveva pensato seriamente che avrei lasciato tutto quello che mi sono creata fin’ora e sarei corsa da lei a braccia aperte. Ridicolo. Per fortuna poi si è resa conto di aver detto un’enorme cazzata e siamo rimaste con la promessa che sarei andata a trovarla ogni tanto!”
Quando Kay finì di parlare ero rimasta sbigottita, completamente senza parole. il solo pensiero che la mia amica non avrebbe più fatto parte della mia vita, mi faceva paura. Non pensavo che Caroline se ne sarebbe venuta fuori con una richiesta del genere e anche se Kay per il momento aveva rifiutato, c’era sempre la possibilità che avrebbe potuto cambiare idea. In quel caso poi non l’avrei neanche potuta biasimare, infondo quella era la sua famiglia e se avesse voluto riallacciare il rapporto con la madre andando a vivere con lei, io non ero di certo nessuno per poterglielo impedire. Però questo mi spaventava e rattristava un po’, per quanto fosse strano pensarlo, mi sarebbe mancata  la sua sbadataggine, i suoi commenti sarcastici o semplicemente vederla gironzolare per casa.
“Hei Mho ci sei? Hai sentito quello che ti ho detto?” ritornai in me solo quando vidi Kay sventolarmi una mano avanti la faccia per disincantarmi.
Di scatto mi scaraventai su di lei e la strinsi in un abbraccio enorme.
“Sono contenta che non mi lasci qua da sola” le dissi tra i capelli ancora abbracciata a lei.
“Ma secondo te potrei mai abbandonarti? Se hai anche solo pensato di si, corri perché sennò ti prendo a calci!” mi minaccio ridendo.
Le sorrisi amorevolmente e mi imposi di ricacciare indietro le lacrime.
Finimmo di prepararci e lei continuò a raccontarmi di com’era la casa e di come Caroline si fosse ridata una ripulita. Sembrava crederci veramente alle parole che le aveva detto, io speravo che fossero vere e che non l’avrebbe fatta soffrire un’altra volta, perché Kay non se lo meritava proprio.
Quando uscimmo dalla stanza Megan era già pronta che ci aspettava seduta sul divano. Era impaccabile, il vestitino a fiori abbinato ad un cardigan pesantino, le fasciava il corpo perfetto. Le sue gambe erano decisamente molto più lunghe delle mie e i capelli lunghi biondi che le ricadevano su una spalla la rendevano tale e quale alle fotomodelle che si vedevano sulle copertine dei giornali.
Prendemmo giacche e borse e raggiungemmo gli altri che ci stavano aspettando sul pianerottolo. Chiamammo anche Alec e Nick che furono più che contenti di venire con noi, in quanto ci confessarono che il loro frigo era vuoto. Andammo poi finalmente tutti  insieme da Nando’s.
Eve ci aveva riservato il nostro solito posto e ci accompagnò al tavolo non appena arrivammo.
“Ciao ragazze” ci salutò.
“Ciao Eve, questa è Megan, la mia sorellastra!” la presentò Kay.
Le due si salutarono un po’ in imbarazzo, poi Eve prese le ordinazioni.
Gli sguardi tra lei e il nostro Harry non passarono in osservano tra noi presenti che ci scambiammo sguardi divertiti alle spalle dei due. Ancora non avevamo capito se stavano insieme, se l’avevano fatto o se avevano solamente stabilito una tregua. Fatto sta che era un bel po’ che non litigavano più.
Megan sembrò integrarsi bene con il gruppo, anche se all’inizio sembrava un po’ timida, poi si sciolse scherzando e ridendo con tutti. La cena passò velocemente e dopo esserci salutati entrammo in casa.
Non riuscendo a prender sonno ci stringemmo tutte e tre sul divano a guardare un film alla televisione, finchè le palpebre dei nostri occhi cominciarono a chiudersi incondizionatamente, segno indiscusso che era arrivata l’ora di andare a dormire. Ci demmo la buonanotte e io e Kay andammo nelle nostre camere.
 
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Ciao belle ragazzuoleee! ^^
Come state? Io sto per dare inizio ad un intenso pomeriggio dedicato a scienze quindi scriverò giusto per farvi un saluto! xD
Bhè in verità sul capitolo non c’è molto da dire, Mho ha conosciuto Megan e l’ha descritta un po’ dal suo punto di vista, andando avanti la conoscerete meglio! Zayn invece si preoccupa per la sua ragazza… Che carinooo! Non è adorabile??
*.*
Come sempre ringrazio tutte le persone che continuano a seguire la nostra storia, ormai stiamo arrivando verso la fine e spero che non cominci ad annoiarvi proprio ora che stanno per arrivare delle novità! =D
Ora vi lascio con la speranza che lasciate tante recensionii! ^^
Un bacione.
Marty.
 
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Marty
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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


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CAPITOLO 41
Megan POV
 
Era stato tutto molto più facile del previsto. Mi avevano accolta dentro casa loro come se fossi stata un'amica che non vedevano da tanto tempo ed erano stati tutti molto cortesi. Io non avrei reagito così se un'estranea mi fosse entrata dentro casa ma loro avevano persino insistito che rimanessi da loro finché non avessi trovato una sistemazione. Kaycee non vedeva l'ora di liberarsi di me, si vedeva, ma cercava di nasconderlo rivolgendomi ogni tanto qualche domanda e includendomi sempre nei discorsi che faceva con chi le stava intorno. Era difficile da credere che una ragazza così noiosa e viziata potesse avere tanti amici, e un ragazzo come Louis Tomlinson.
Mhone invece non avrei saputo dire se la mia presenza la infastidiva oppure no, era sempre troppo tranquilla, gentile e equilibrata con tutti. Questa era la parte che più odiavo di lei: era illeggibile.
Solitamente ero brava a leggere le persone, come se fossero stati tutti dei libri che raccontassero una storia molto più complicata dell'idea che ti dava la copertina.
Vedevo cosa turbava e cosa rendeva felice ogni persona con cui passavo del tempo...e quel gruppetto di amici nascondevano più cose di quante non si pensassero.
A Kaycee si illuminavano gli occhi quando aveva intorno Louis e stranamente sorrideva di continuo quando vedeva Niall. Non avrei saputo dire se c'era un triangolo amoroso fra quei tre ma avrei fatto in modo di scoprirlo...dovevo assolutamente mettere fine a tutta quella felicità che aleggiava nell'edificio.
Mhone non nascondeva affatto il suo amore per Zayn ed era sempre vivace e allegra, ogni tanto però le si velavano gli occhi e sembrava sparire dalla faccia della terra per qualche minuto, immersa in non si sa quale pensiero.
Zayn si comportava esattamente come Mhone ed era preoccupato per qualcosa che riguardava la ragazza.
Niall era così come lo si vedeva, non nascondeva assolutamente niente.
Harry era un presuntuoso, arrogante e patetico ragazzo con una cotta clamorosa per quella psicopatica dai capelli rosa che forse ricambiava. Dovevo ammettere che me lo ero sempre sognato in modo diverso. Quelle fossette erano adorabili e sembrava sempre così dolce e tenero dalle interviste che non mi sarei mai aspettata che invece fosse così schietto.
Liam non aveva un difetto...forse a volte faceva un po' troppo la mammina ma era la cosa che lo caratterizzava.
Danielle era la ficcanaso che mi ero sempre immaginata ed Eleanor era diventata improvvisamente un angioletto. Ammetto che la preferivo quando cercava di rovinare la vita di Kaycee.
Eveleen e Josie non le consideravo affatto...sarebbero passate di moda dopo qualche mese.
Io dovevo brillare, dovevo farmi notare in modo da poter diventare qualcuno e avrei usato qualsiasi mezzo pur di riuscirci.
Erano Nick e Alec che mi preoccupavano di più.
Erano svegli, molto più di tutti gli altri e molto più di quanto mi sarei potuta aspettare da delle guardie del corpo. 
Quello era stato un imprevisto che non avevo considerato e avrei dovuto essere molto cauta per non insospettirli.
Un'altra cosa che mi aveva colta di sorpresa era quanto in fretta Kaycee mi avesse trovato una sistemazione in modo da farmi uscire dalle palle.
Nick e Alec avevano accettato più che volentieri la proposta di quell'arpia, lei li aveva pregati di dividere l'appartamento anche con me dato che avevano una camera in più e loro non si erano fatti problemi chiedendo solo che io non avrei intralciato il loro lavoro.
Ora per me era doppiamente difficile riuscire nel mio intento. Avevo programmato tutto nei minimi dettagli ma avevo paura che quegli imprevisti mi avrebbero rovinato il piano.
La storia del medico era tutta una balla, il mio obiettivo era guadagnare parecchio senza fare niente, e quale migliore occasione se non quella di diventare famosa per merito di altri che magari poi mi avrebbero fatto entrare nel mondo dello spettacolo?!
Dovevo ammettere che cantavo molto bene per gli standard che c'erano oggi giorno e ero un'ottima attrice, l'unica cosa che mi serviva dai One Direction era che mi presentassero qualcuno di importante e che mettessero una buona parola per me e poi il gioco era fatto.
Il modo migliore per farlo era far si che qualcuno di loro si innamorasse di me.
Un'altra complicazione era sorta quando avevo scoperto che non solo la figlia della nuova moglie di mio padre era fidanzata con uno di loro ma che tutti e cinque erano impegnati.
Quando per la prima volta Caroline aveva pronunciato il nome della figlia per me si era accesa la lampadina e tutto il piano aveva cominciato a formarsi nella mia testa. Ricordavo di aver letto il suo nome su un giornalino di gossip che diceva che lei sembrava che se la facesse con Louis, l'articolo parlava anche di Mhone ma non diceva niente che facesse presupporre che stava con Zayn quindi ero rimasta colpita dalla notizia quando ero arrivata a casa loro. Poi erano comparse Danielle (ma lei era praticamente una fidanzata storica d Liam quindi neanche l'avevo considerata), Josie e Eveleen di cui Harry era praticamente cotto anche se non stavano insieme.
Su chi puntare il dito?
Inizialmente avevo pensato Harry ma i recenti avvenimenti mi avevano fatto cambiare idea, Liam era da escludere, neanche una bomba a mano avrebbe separato lui e quella gatta morta della ragazza, Niall era una buona opzione, era facilmente abbindolabile, ma avrei dovuto vedere i pro e i contro. Zayn magari non era il caso, sembrava troppo incazzato ultimamente.
Louis sembrava perfetto. 
Tendeva a vedere sempre il buono delle persone, potrebbe essere facile farlo innamorare e far passare Kaycee per una squilibrata.
Louis sarebbe stato il mio obiettivo.
 
La prima occasione giunse di li a qualche giorno. Stavo uscendo dall'appartamento che dividevo con Alec e Nick quando vidi Louis che scendeva le scale in gran carriera.
"Buongiorno Louis. Vai di fretta?" lo salutai chiudendomi la porta alle spalle e avvicinandomi facendo rimbombare per le scale il rumore che facevano quei tremendi stivali.
"Oh, ciao Megan. In verità no, stavo andando al bar ma mi piace fare le scale di corsa. Tu, vai da qualche parte?" mi chiese cortesemente.
Scossi la testa avviandomi con lui verso l'uscita.
"A dir la verità no. I ragazzi si stanno allenando con la musica a palla quindi speravo di trovare un po' di riposo altrove. Posso venire con te? Sempre se non do fastidio." aggiunsi abbassando lo sguardo fingendomi impacciata per aver proposto una domanda simile.
"Ma no figurati, mi fa piacere un po' di compagnia. Oggi Kaycee studia per un esame e i ragazzi sono in giro non si sa dove, mi ero stufato di starmene da solo in casa!" mi sorrise aprendomi la porta d'ingresso per farmi passare.
Il bar era praticamente dietro l'angolo e ci sedemmo in uno dei tavolini accanto alla finestra. Quando arrivò la cameriera per prendere le ordinazioni io presi una cioccolata calda con panna e biscotti mentre Louis chiese una tazza di tè caldo.
Amavo le cose dolci e la cioccolata era in cima alla lista. Fortunatamente potevo mangiarne in quantità senza la paura costante di diventare una botte. Avevo un metabolismo molto veloce e in più mi tenevo sempre in allenamento e quindi potevo permettermi di pormi dei limiti abbastanza indulgenti.
"Allora, raccontami di questa tua passione per la medicina." mi disse il ragazzo per rompere il ghiaccio.
"A dir la verità non è proprio una passione per la medicina quanto più la voglia di far del bene. Oddio, non penserai mai di diventare un chirurgo perché non reggo la vista del sangue ma mi piacerebbe moltissimo fare l'infermiera. Il solo pensiero di aiutare dei vecchietti, bambini o qualsiasi altra persona mi fa provare...ecco...a dir la verità non saprei descriverlo, ma mi piace aiutare!" 
Questa era certamente una delle balle più grosse che avessi mai sparato. Non riuscivo a pensare ad una vita in cui i 3/4 della giornata li passavo in ospedale, ne avevo avuto abbastanza.
Mamma era morta per un tumore, una malattia lunga, difficile e dolorosa e io ero stata al suo capezzale di continuo da quando era stata ricoverata. Mi allontanavo solo per andare a scuola, in bagno e ogni tanto per qualche schifezza presa dai vari distributori sparsi per l'edificio.
Ne avevo viste di tutti i colori in quel periodo: dottori che correvano di qua e di là, pazienti sanguinanti, uomini in coma con le mogli e i figli che piangevano sperando in un miglioramento. Lacrime e sangue ovunque.
"Megan, tutto ok?" mi chiese Louis posandomi una mano sulla mia poggiata sul tavolinetto rotondo.
"Eh? Ah, si, tutto a posto." dissi accorgendomi di avere le guance bagnate e affrettandomi ad asciugarle con un fazzolettino.
"Non mi sembra. Sei sicura?" insistette lui.
Annui. Ma poi ci ripensai e scossi la testa. In quel momento non stavo fingendo ma mi dissi che solitamente due persone riescono ad avvicinarsi per un segreto condiviso o per la pietà che uno prova per l'altro. Forse potevo sfruttare questa occasione anche se non mi faceva sentire bene.
"Scusami, è che ripensavo all'ultima volta che sono stata in un ospedale." gli raccontai tutta la storia, per filo e per segno, da quando avevamo scoperto del tumore al disperato addio sul lettino dell'ospedale dove avevo consumato tutte le mie lacrime. Lui mi ascoltava con un espressione di sgomento dipinta sul viso, stringendo ogni tanto più forte la mia mano ancora stretta nella sua.
"Non mi aspettavo che sarei mai voluta tornare in un ospedale ma piano piano mi sono resa conto che avevo passato un esperienza tale che non volevo che potesse capitare ad altre persone. Un chirurgo o un medico proprio non potrei ma un infermiera sembra l'ideale...cercherò di rendere il più decenti possibile gli ultimi giorni delle persone, per quanto mi è consentito." terminai con un alzata di spalle.
Louis sembrò per qualche istante a corto di parole. Continuava a fissarmi con gli occhi colmi di pietà. Odiavo essere guardata in quel modo, come se stessi per rompermi da un momento all'altro ma d'altronde me l'ero cercata, dovevo sfruttare questa occasione.
"E' incredibile come una persona passando attraverso una simile esperienza riesca tutt'ora a vedere le cose sotto un aspetto del genere, cioè, scusa non mi vengono le parole. - si passò una mano fra i capelli, spettinandoli - Volevo dire che al posto tuo io non credo che avrei voluto un futuro simile per me. Non sarei riuscito mai più ad entrare in un ospedale senza sentirmi male. La tua scelta è davvero molto coraggiosa."
Lo ringraziai.
"Vorrei che tu non ne parlassi con nessuno Louis, è importante. Non mi piace essere presa per quella debole..."
"Non è esattamente questa l'idea di debole per me!" mi interruppe lui.
"Lo so ma vorrei comunque che restasse fra di noi, è una cosa personale e non mi sento pronta a condividerla...non me la sentivo di mentirti prima ma non vorrei pentirmi della scelta di essermi aperta a te."
Lui scosse la testa. "E' una tua scelta e io la condivido in pieno. Se tu non vuoi io non aprirò bocca, resterà fra noi due."
Annuii. "Ti ringrazio molto."
Louis sorrise sincero. "Un'ultima domanda, se non ti dispiace intendo!"
Lo esortai a continuare.
"Neanche Kaycee sa di questa storia?"
"No, Caroline, la madre di Kay, sa tutta la storia ma Kay non è stata abbastanza con noi per permetterci di trovare il momento giusto per parlargliene...e ora non mi sembra il caso, sembra che ci sia qualche problema che riguarda Mhone ma non ne so niente."
L'avevo buttata lì sperando che Louis mi desse qualche spiegazione e infatti lo vidi arrossire e abbassare il capo ma le sue successive parole mi delusero.
"Non te ne posso parlare, mi dispiace ma come quella di prima è una tua decisione anche questa è una scelta di Mhone che deciderà se dirtela o meno nel futuro."
Misi le mani avanti aggrottando le sopracciglia. "No no...ovviamente! Non volevo essere invadente!"
"Lo so, era una domanda legittima, mi spiace non potertene parlare."
Feci segno di lasciar stare e finì l'ultimo sorso di cioccolata che ormai si era raffreddata.
Louis pagò anche per me lasciando una mancia alla cameriera e mi porse il braccio per accompagnarmi fuori dal bar.
Forse dopotutto sarebbe stato più facile del previsto far cadere ai miei piedi quel bell'inglese dagli occhi splendenti.
La prima mossa era stata fatta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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*si nasconde dietro un pino*
Qualcuno vuole tirarmi una scarpa per aver creato altri danni o posso sentirmi al sicuro? xD
Oggi non ho proprio tempo per fare un angolino autrice come si deve quindi sintetizzo:
come avrete potuto notare questo è stato un chappy un po' speciale e devo dire che è stato anche il più difficile da scrivere da quando questa fic è iniziata. Il personaggio di Megan è contorto e spero di avervi trasmesso il suo punto di vista attraverso le parole! :)
Io vi amo tutte, sappiatelo, chi recensisce e chi non lo fa...ma un commentino fa sempre piacere quindi se avete due secondi liberi riempite quel rettangolino bianco in fondo alla pagina e noi ve ne saremo immensamente grate!
Tanti baciotti,
Vi :)


Twitter:


 
Marty
Vi

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


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CAPITOLO 42

Zayn POV

Stare lungo sul letto mi aiutava a rilassarmi e schiarirmi le idee.
Ero steso sul grosso piumone azzurro e continuavo a lanciare in aria una pallina di gomma, distrattamente.
Negli ultimi tempi ne erano successe di cose, la malattia di Safira, l’avvicinarmi a Mho, l’averle perfino fatto conoscere la mia famiglia ed ora invece, dopo quello spiacevole incontro con quel viscido verme, la sentivo così lontana.
Era la cosa migliore che mi fosse capitata nella vita e pensare che qualcun altro aveva avuto anche solo l’intenzione di sfiorarla, mi faceva crescere una rabbia infinita dentro.
Infondo capivo perché Jai era così tanto innamorato di Mho, quegli occhi verdi che ti guardano sempre con quella dolcezza sicura, quei lunghi capelli castani che al sole si illuminano di strisce dorate, quelle labbra carnose impossibili da non baciare, quella voglia irrefrenabile di voler fare sempre tutto al meglio e il fatto che in un modo o in un altro, con quel suo sguardo, ti incastra sempre a fare ciò che vuole, era impossibile non volerla, non amarla. Ma anche se forse apparivo egoista, lei era mia, doveva esserlo o il mondo mi sarebbe crollato sotto i piedi.
Da quando l’avevo conosciuta non avevo potuto far altro che innamorarmene lentamente e progressivamente.
C’era sempre stata per me e io sempre ci sarò per lei.
Sempre ci sarò, ma lei lo vorrà? A volte penso di soffocarla con le mie domande, glie lo vedo negli occhi anche se non lo dice, così smetto di fargliele.
Anche se muoio dalla voglia di sapere ciò che pensa. Sembra forte, ma io so che non è così, da un momento all’altro scoppierà, perché tenersi tutto dentro è impossibile. Io l’ho imparato a mie spese, anche io ero così -non che ora sia più espansivo se devo dire la verità-, però fingere che vada tutto bene, quando invece tutto intorno a te ti cade addosso, non ti aiuta a risolvere la situazione, anzi velocizza ancora di più quel momento in cui non ce la fai più e cadi a terra sfinito senza nessuno accanto.
Mi chiedo se fossi arrivato di nuovo a quel punto se non avessi conosciuto Mho… magari si, un motivo in più per non doverla vedere in quello stato.
Toc toc toc.
Che palle, e ora chi cavolo era?
“Avanti” urlai non muovendo un muscolo dalla posizione in cui mi trovavo.
Dalla porta ne entrò Liam, con un’espressione piuttosto allegra sul viso.
“Hei amico che fai?” mi chiese vedendomi giocherellare ancora con la pallina di gomma.
“Niente di che –mi tirai su e mi misi a sedere-, mi rilasso un po’. Volevi qualcosa?” si avvicinò al letto e ci si sedette sopra.
“No in verità no. Danielle se n’è appena andata e controllavo se ci fosse qualcuno in casa!” disse abbassando lo sguardo e incrociando le gambe in modo da accomodarsi meglio sul mio piumone.
“Tranquillo, non ho sentito neanche un urlo, siete stati silenziosi!” lo presi in giro con un ghigno divertito, anzi parecchio divertito, sul viso.
Lo vidi tirare su la testa e guardarmi con un sorriso. Era contento che nessuno avesse sentito i loro giochini, per quanto non lo volesse ammettere, non gli piaceva che tutti sapessero quello che faceva con Danielle, anche se, quando si chiudevano in camera, erano fin troppo ovvie le loro intenzioni.
“Peccato, la prossima volta faremo più casino!”. Ok, da quando Liam faceva certe battute? Bha, la vicinanza con Harry misà che stava dando i suoi frutti!
Non potevo comunque fargli avere l’ultima battuta. “Bene così farai divertire anche noi!”
Mi beccai un pugno sulla spalla e un’occhiataccia, ma poi scoppiammo a ridere.
“Invece tu, non che siano affari miei, ma è un po’ che non vedo Mho aggirarsi in camera tua… tutto bene tra voi?”
La domanda mi spiazzò… non mi aspettavo che se ne accorgessero, figuriamoci che ne parlassimo!
“Si si, tutto bene. Non esiste mica solo camera mia, c’è anche la sua!” e lo liquidai velocemente con un occhiolino.
Proprio in quel momento mi arrivò un messaggio da Mho.
Vieni giù? Ho voglia di stare con te!
Un sorriso apparve sulle mie labbra e Liam se ne dovette accorgere.
“E’ Mho? –annui- Appunto!” Si alzò dal letto e fece per andarsene. “Hei Zayn – alzai la testa facendo segno di continuare- lo sai che se hai bisogno di parlare io ci sono!”
Mi conosceva troppo bene, sapeva che c’era qualcosa che mi girava in testa, ma come ogni volta aspettava che fossi io a parlargliene e non insisteva.
“Grazie Liam, lo so” mi sorrise e uscì dalla stanza.
Decisi di farmi una doccia veloce prima di andare da Mho, non avevo proprio un buon odore, poi mi infilai un paio di jeans con una t-shirt e presi la felpa da sopra la sedia. Chiavi e telefono in tasca e scesi le scale fino al portone di Mho.
Suonai il campanello e attesi che mi venisse ad aprire.
Quando il portone si spalancò, ne uscì un odore dolcissimo di vaniglia e cioccolato. Come al solito si era chiusa in cucina e aveva preparato questo mondo e quell’altro.
La salutai con un bacio ed entrai.
La casa sembrava deserta, non c’era nessuno.
“Kaycee e Megan?” le chiesi seguendola in cucina.
“Sono uscite con Lou. Ne vuoi un pezzo?” mi chiese velocemente indicandomi una fetta della torta che aveva preparato e che doveva aver tirato fuori dal forno da poco perché ancora fumava.
Annuii. “Immagino quanto sia stata contenta Kay” dissi sovrappensiero, mentre prendevo due tovaglioli dal cassetto in basso e le forchettine da quello sopra.
“Si infatti. Praticamente Megan si è autoinvitata alla loro uscita. Neanche lo sguardo assassino di Kay ha fermato Megan dal fare la terza in comodo!”
Risi immaginandomi la scena.
“Come ti sembra Megan?” da quando era arrivata la sorellastra di Kay, non glie lo avevo ancora mai chiesto.
Presi una forchettata della torta e aspettai una sua risposta. Sembrava doverci pensare su. Quella torta comunque era una vera delizia. Il sapore del cioccolato si accoppiava perfettamente con quello della vaniglia. Che cuoca che era il mio amore.
“Non so in verità. Sembra simpatica, forse è un po’ troppo sicura di se, ma non saprei dirti di più. In fondo ho parlato con lei si e no quattro o cinque volte e mai della sua o della mia vita. In verità ultimamente l’ho vista gironzolare più dalle vostre parti che non dalle nostre. Mi sembra abbiate legato parecchio con lei.” Alzò lo sguardo furbo, si aspettava che mi giustificassi in qualche modo, ma in realtà, personalmente avevo parlato con quella ragazza ancora meno di quanto non avesse fatto Mho. Erano Louis e Niall quelli che ci parlavano di più.
Comunque invece di dirle tutto questo, scoppiai in una fragorosa risata.
“Che hai da ridere? Se una ragazza ti gira in torno c’è poco da ridere!” e mise su il suo solito broncetto che mi faceva impazzire.
“Non è per quello che rido, è solo che hai la faccia piena di zucchero a velo. Ce l’hai perfino sul naso. –quanto era carina anche tutta impiastricciata, si pulì con il tovagliolo li a fianco e arrossi leggermente- E comunque non c’è nessuna ragazza che mi fa il filo, ma anche se ci dovesse essere l’unica che ha il diritto di girarmi intorno sei tu.”
Mi sporsi verso di lei e le diedi un bacio vicino la bocca, togliendole gli ultimi residui di zucchero che le erano rimasti.
Lei mi prese il viso e con tutta la dolcezza di cui era capace, posò le mie labbra sulle sue schiudendole solo per ricevere tutto l’amore che potevo darle. Un bacio di cui avevamo bisogno entrambi.
I miei jeans nuovi finirono a terra buttati malamente, come anche la sua camicetta e la mia t-shirt.
Spostarsi in camera sua, con lei avvinghiata a me con le gambe strette al mio ventre, non fu cosa semplice, ma quello era il primo momento che avevamo solo per noi due da un po’. Nelle ultime settimane infatti stare insieme era diventato impossibile, tra l’università, Megan e le nuove guardie del corpo che ci giravano sempre intorno.
Le sganciai il bottone dei pantaloni e tirai giù la zip sedendomi sul letto.
Si sedette a cavalcioni su di me e rotolammo sulle coperte, fino a ritrovarci il lenzuolo sotto. Ce lo tirammo sopra e la strinsi a me il più forte che potevo.
Avevo bisogno di quei momenti, avevo bisogno di lei. Mi completava e  io sapevo di completare lei.
Alla fine eravamo li, abbracciati sotto il torpore delle coperte. Con una mano le accarezzavo i capelli che emanavano un profumo di cocco.
Nonostante fossimo sotto le coperte e io l’abbracciassi, lei tremava.
“Hai freddo?” le chiesi stringendola di più sul mio petto.
“Si un po’. Forse è meglio se vado a farmi una doccia calda”.
Si allontanò da me e infilandosi al volo la mia t-shirt, uscì dalla camera.
Accesi la tv guardandola distrattamente, fino a quando brividi di freddo non attaccarono anche me.
Mi rinfilai i jeans e non avendo più la maglia, misi la felpa.
Mi ributtai sul letto e in quel momento il cellulare di Mho vibrò, le era arrivato un messaggio.
“Ti è arrivato un messaggio.” Le dissi non appena tornò dal bagno, porgendole il telefono.
Era avvolta solamente da un asciugamano intorno al corpo e sulle braccia si intravedeva la pelle d’oca e  i peli ritti.
I capelli le ricadevano sulle spalle, alcuni appiccicati al viso perché bagnati dal vapore dell’acqua calda.
Prese il telefono e lesse il messaggio. Di solito non mi importava sapere chi le scrivesse, ma in quel momento il suo viso si era fatto improvvisamente serio e leggermente bianco, più del solito.
“Chi è?” le domandai.
“Nessuno”.
Nessuno? Si certo, sicuramente.
“Dai chi è? Fammi leggere!” insistetti e le strappai il telefono dalle mani. Lei non oppose resistenza e se lo lasciò sfilare placidamente.
 
Lo so che mi hai detto di sparire dalla tua vita ed è quello che farò, ma prima voglio chiederti scusa. Vorrei parlarti, ma non rispondi a nessuna delle mie chiamate… vorrei poterti parlare  di persona e chiarire. Al solito parco alle 9. Spero tu verrai. Se così non dovesse essere, capirò. Jai.  
 
Una rabbia mi salì fino in gola, dove sentii come qualcosa che mi bloccava e mi faceva respirare a stento. Tenevo ancora il cellulare nelle mani, e mi accorgevo di starlo stringendo forse anche con troppa forza.
“Hai intenzione di andarci?” mi limitai a chiederle.
“No. Non mi interessa sapere cos’ha da dirmi.” Anche lei era arrabbiata. La testa bassa e i pugni chiusi.
Lasciai il telefono cadere sul piumone e la strinsi a me lasciandole un bacio tra i capelli.
Sapevo cosa dovevo fare, lo sapevo bene.
 
Alle 9 meno un quarto presi il giacchetto e uscii dall’appartamento sbattendo senza accorgermene il portone.
Un secondo dopo lo sentii riaprirsi facendone uscire Liam.
“Dove vai?” mi chiese. Il tono preoccupato.
“A fare una passeggiata” mi limitai a dire tagliando la conversazione e cominciando a scendere le scale.
“Vengo con te!” scattò e mi raggiunse velocemente.
“Liam preferisco stare un po’ solo” cercai di bloccarlo poggiandogli una mano su una spalla.
“Sei troppo incazzato. Non vorrei che commettessi delle cazzate!” insistette lui.
“Liam vattene. Non sono affari che ti riguardano. Vattene!” questa volta alzai il tono della voce. Mi dispiaceva dovergli urlare, sapevo che lo faceva solo per me, ma quelli erano affari miei.
Senza voltarmi o aspettare una sua risposta, mi feci le scale di corsa e uscii dal condominio.
Per la seconda volta risentii il portone richiudersi. Non voleva proprio capire che doveva lasciarmi in pace.
“Liam, non te lo ripeto, vattene” rincalzai senza neanche girarmi.
“Te l’ho già detto. Non ti lascio solo in queste condizioni, sappiamo entrambi cosa saresti capace di fare.” Mi si affiancò.
“E’ proprio quello che ho intenzione di fare. E non provare a fermarmi, quella testa di cazzo ha bisogno di una bella lezione.”
La rabbia mi cresceva dentro ogni volta che mi rivedevo la sua stupida faccia nella mente.
“No Zayn, non puoi tornare ad essere quello che eri. Hai lottato così tanto per cambiare, non gettare al vento tutto quello per cui hai lottato. Pensi davvero che Mho te lo permetterebbe?” il solito Liam, sempre con quelle sue domande.
“No, per questo lei non sa niente.” Conclusi in fretta.
Mi prese per una spalla e con una forza che non gli avevo mai visto prima, mi impose di girarmi e fermarmi.
“Senti, capisco che ora tu sia arrabbiato, ma devi calmarti. Ammazzarlo di botte non cancellerà quello che ha fatto e se la polizia dovesse vederti, l’unico che ci rimetterebbe sei tu.”
Presi un grosso respiro e cercai di guardarlo negli occhi.
Ormai eravamo al parco, e dietro la sua spalla, in lontananza, scorsi una figura scura.
Era lui. La rabbia risalì inesorabile e spostando da una parte Liam mi diressi a grandi passi verso di lui.
“Gli parlerò solo. Gli consiglierò di sparire da qua, magari traslocando su Marte.” Rassicurai Liam.
Quando mi vide, Jai sembrò sorpreso.
“Dov’è lei?” mi chiese dopo aver dato un’occhiata in giro.
“Non vuole vederti. Vuole solo che sparisci dalla sua vita.” Gli urlai.
“Tu non capisci, lei non capisce, io devo scusarmi, devo parlarle. Non posso andarmene!” la sua voce era supplichevole.
“Non dirmi che non capisco. Sei tu quello che non capisce che deve lasciarla in pace.” Continuavo ad urlargli contro, non riuscivo a non farlo.
“No, mai. Non posso perderla, lei è mia e così sarà sempre. Prima lo accetti e prima lei tornerà da me. È solo questione di tempo”
Cercai di controllarmi, chiusi i pugni e scaricai li la tensione conficcandomi le unghie nei palmi.
“Non osare neanche pensarlo, lei non era tua, non lo è e mai lo sarà. Sei un pazzo, non vorrebbe mai stare con uno come te. Sei un viscido verme. Te lo ripeto per l’ultima volta, sparisci dalla sua vita, da questa città, anzi da questo stato.” Urlai ancora più forte e con tutta la forza che avevo.
“Perché, sennò che mi fai?” era la, immobile davanti a me, con tutta la sua calma e la sua arroganza che veniva fuori da ogni più piccola parte del suo corpo.
Voleva sapere cosa gli avrei fatto, cosa avrei fatto pur di proteggere Mho? L’avrei accontentato.
Mi scagliai su di lui e con tutta la forza gli diedi un destro che lo sbatté all’indietro. Quando si riprese mi restituì il pugno che mi colpì in pieno occhio. L’adrenalina che mi circolava in corpo non mi faceva neanche sentire il dolore, era come ai vecchi tempi, quando fare a pugni era all’ordine del giorno per me. Lo buttai a terra, ma aggrappandosi alla mia maglia, tirò giù anche me. Continuammo a lottare li, sul terriccio umido. Liam cercò di fermarci, ma ci rimediò solamente una gomitata in pieno viso che lo mise KO all’istante.
L’ultima cosa che ricordo è Jai a terra che mi fissava, una tempia sanguinante, come anche il suo naso, poi le mani di Mho che mi tiravano via e io che mi tenevo la pancia con le mani insanguinate già peste e spellate.
Poi il vuoto e infine io, sul letto con Mho in preda alle lacrime e i miei amici tutti intorno.
 
Mhone POV

Zayn sta dando di matto. Sta andando da Jai. Vieni subito!
Era il messaggio che mi aveva inviato Liam e con il quale mi ero catapultata fuori casa senza neanche dare una spiegazione a Kay.
Dovevo aspettarmi che avrebbe fatto una sciocchezza, la finta calma che mi aveva dimostrato quando aveva letto il messaggio di Jai, doveva allarmarmi invece che tranquillizzarmi.
Correvo senza prendere respiro, correvo avendo in mente solo l’immagine di Zayn che poteva essere ferito. Non me lo sarei potuta perdonare.
Quando arrivai li vidi in lontananza, uno sopra l’altro che si picchiavano ininterrottamente con quanta forza avevano in corpo pur di far male e mettere a segno ogni colpo.
Quando vidi Zayn alzarsi pensai che fosse finita. Così affrettai ancora di più il passo -se fosse stato possibile- e non feci in tempo a cacciare un urlo anormale che Jai allungò il braccio e conficcò un vecchio pugnale dalla lama affilata e tagliuzzata, nello stomaco di Zayn.
Mi sembrò quasi di sentire la lama sulla mia pelle, tanto ero concentrata a guardalo.
Quando mi trovai alla sua portata, feci appena in tempo a prendere Zayn da sotto le braccia e provare a sorreggerlo. Mi svenne tra le braccia accasciandosi sul mio corpo intento a proteggerlo da qualcosa che ormai era già avvenuto. Liam ancora intontito, mi si parò vicino e sorresse la testa di Zayn.
Jai scappò non appena si rese conto di ciò che aveva fatto. L’ultima cosa che vidi di lui furono le sue spalle che scomparivano nel fondo del buio parco.
In preda alla paura chiamai Nick che arrivò di corsa con una macchina nera dai vetri oscurati. La mia vista si stava annebbiando per le lacrime che cercavo di trattenere e l’unica cosa che intravidi fu Nick che caricava Zayn sul sedile posteriore della macchina. Mi infilai dentro di corsa anche io posando la sua testa sulle mie gambe. Liam si sedette sul sedile anteriore e Nick partì sgommando.
Quando arrivammo i dottori ci si pararono davanti con una barella che spinsero a tutta velocità lungo i corridoi dell’ospedale.
Facevo fatica a stargli dietro, ma imperterrita continuavo a tenere la mano di Zayn. Mi staccarono da lui solo quando entrarono in sala operatoria.
Ci toccò aspettare li fuori per un tempo che sembrò infinito. Liam chiamò gli altri per spiegare la situazione, ma li intimò a rimanere a casa finchè non gli avessimo saputo dire di più sulle sue condizioni. L’unico che arrivò fu Paul.
Due ore dopo eravamo ancora li, in attesa che quella porta si aprisse. Finalmente fu così e ne uscì un dottore ancora in camice, che parlò direttamente con Paul. Nick mi impedì di raggiungerlo tenendomi per le spalle.
Quando il dottore se ne andò, mi staccai dalla presa di Nick e raggiunsi a grandi passi Paul.
Mi guardò con un’aria serena prendendomi il viso tra le mani.
“Sta bene, ha perso parecchio sangue, ma ha resistito. Gli hanno saturato la ferita ed ora è ancora sotto l’effetto dell’anestesia, ma sta bene. È fuori pericolo. Mi hanno persino detto di riportarlo a casa per non attirare i giornalisti.”
Quelle parole furono come un’enorme masso che veniva sollevato e gettato via dal mio corpo. Le parole fuori pericolo e sta bene continuavano a girarmi in testa.
Ancora incosciente Paul lo caricò in macchina e con l’aiuto di Nick e Alec, lo portò fino a casa lasciandolo sul suo letto.
Non lo lascia un attimo solo e quando si svegliò, mi vide in preda alle lacrime sul capezzale del suo letto.
Lo abbracciai di slancio e mi gettai sul suo petto.
“Aio Aio” disse goffamente.
Mi ritirai su  il più velocemente possibile come lo “scusa” che ne seguì poi.
Avrei dovuto fargli una miriade di domande, magari sgridarlo per il suo comportamento avventato, ma in quel momento l’unica cosa che sentivo era il sollievo di vederlo vivo e ancora fra le mie braccia.
Lo aiutai a bere un goccio d’acqua, poi uscimmo tutti dalla sua stanza, lasciandolo riposare.
 
 
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Salve bellezze!
Vi prego non mi uccidete, uno perché sto pubblicando in un ritardo inconcepibile, due perché ho fatto pugnalare il povero Zayn.
Immagino che in questo momento mi vorreste uccidere molto volentieri, ma viprego non lo fate!
*fa gli occhi dolciosi da cucciolo bastonato*
Comunque come avreste visto in questi ultimi capitoli ci siamo cimentate a rigirare la storia facendovela vedere anche dal POV di altri personaggi. Io trovo che sia una cosa carina e vi devo dire che questo capitolo è stato uno di quelli che mi sono scorsi meglio da scrivere!
Spero vi sia piaciuto e che non mi odiate poi tanto!
xD
Come sempre ringrazio tutti quelli che continuano a supportarci e a seguire la nostra storia, siamo ormai agli sgoccioli e spero che almeno un po’ vi rimarrà nel cuore una volta finita.
Via ora vi saluto.
Un bacione.

Marty
PS. Auguri a tutte le donne. Ricordatevi che la nostra importanza non è da sottovalutare e a volte viene data per scontata. Bhè sappiate che siete tutte fantastiche!
 
Twittah:

Marty
Vix

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


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CAPITOLO 43
Kaycee POV
 
La situazione era snervante e i quattro caffè bevuti nel giro di mezz'ora non aiutavano a calmarmi. Io e Mhone ci eravamo praticamente trasferite a casa dei ragazzi da tre giorni e in tutto quel tempo Mhone non si era allontanata dal capezzale di Zayn tranne che per andare in bagno.
Lui sembrava stare meglio ma noi non riuscivamo a calmarci, Niall e Harry stavano seduti sul divano battendo un piede sul parquet e tenendo la testa fra le mani, si sentivano i passi di Louis camminare avanti e indietro nella sua camera e Liam era andato a fare la spesa per tenersi impegnato. L'unica cosa rimasta in dispensa era il caffè.
Io per il nervosismo continuavo a farlo, anche se praticamente ero l'unica che lo beveva, e c'erano svariate tazze piene di liquido freddo in giro per la cucina.
Danielle era dovuta partire perché l'avevano richiesta come ballerina per il tour di x-factor. All'inizio non voleva lasciarci, diceva che doveva esserci qualcuno che riuscisse a tenere sotto controllo la situazione dato che noi sembravamo tutti degli zombie viventi, ma noi l'avevamo convinta che ce la saremmo cavata comunque.
Anche Josie era tornata a casa e io la capivo, non eravamo proprio di compagnia e anche se lei era dispiaciuta moltissimo non riusciva più a reggere quella situazione snervante. Eveleen era al lavoro e Nick, Alec e Megan erano nel loro appartamento.
Alec si era allarmato moltissimo quando lo avevo chiamato dall'ospedale per dirgli dell'accaduto e ci aveva raggiunto immediatamente, non portandosi dietro Megan però.
Il ragazzo disse che lei aveva detto che le dispiaceva molto non venire ma doveva andare ad un corso pomeridiano all'università ma ci aveva pregato di mandarle un messaggio non appena ci avessero detto come erano le condizioni di Zayn.
Alec aveva dovuto tenermi per le spalle per non fuggire dall'ospedale alla ricerca di quel bastardo per fargliela pagare a modo mio. Louis era troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa, così come gli altri, mentre Nick era occupato a prendersi cura di Mhone.
Mhone. Lei era quella che stava peggio. Nonostante non conoscesse Zayn come gli altri aveva vissuto quel periodo con lui in modo intenso e lo amava alla follia, in più si sentiva responsabile. Inutile ribadirle cento volte che la colpa era unicamente di quel malato mentale di Jai, lei continuava a dire che avrebbe dovuto impedirlo, che non doveva far leggere l'sms a Zayn, che sarebbe dovuta andare all'appuntamento come lui gli chiedeva per evitare che ciò accadesse.
Provammo anche a dirle che quello che era successo a Zayn poteva accadere a lei e che le cose potevano andare peggio ma non ci voleva dare ascolto.
Lo avevamo denunciato non appena eravamo arrivati all'ospedale e la polizia ci aveva raggiunto.
Paul all'inizio era contrariato perché diceva che ci saremmo tirati addosso un sacco di paparazzi ma a me non importava, Jai doveva pagare.
Alla fine il manager acconsentì facendoci però promettere che saremmo stati molto discreti e che alla polizia non avremmo raccontato più del dovuto e che non volevamo la stampa in giro.
Le ricerche iniziarono immediatamente ma a quanto pare Jai non si trovava.
Non potevo credere a quello che era successo. Jai al liceo era sempre stato una persona calma, studiosa e dolce. Era la persona con cui io e Mhone andavamo più d'accordo e anche se io vedevo che lui provava più di una semplice amicizia nei confronti di Mhone era comunque discreto e si comportava allo stesso modo che si comportava con me.
Forse è vero quello che dicono, le persone che sembrano le più brave normalmente sono quelle potenzialmente più pericolose.
Aveva sempre tenuto tutto sotto controllo che alla fine era esploso.
Perché io sapevo che quel gesto non era stato programmato. Era stata la follia improvvisa di un ragazzo spaventato e arrabbiato.
Nonostante questa consapevolezza la mia rabbia non era diminuita. Lo odiavo come non avevo mai odiato nessuno, nemmeno mia madre. Era un debole, un fanatico e un pazzo. Perché ovviamente prima dell'accoltellamento c'era stata la convinzione che lui doveva avere Mhone e che l'avrebbe avuta a qualsiasi costo. Aveva spaventato a morte la persona più importante del mondo per me e l'aveva costretta a giorni di sofferenza, tristezza e angoscia. Non potevo perdonarlo nemmeno se avesse promesso che ci avrebbe lasciato in pace per il resto della nostra vita.
Versai il caffè in una tazza celeste e la portai a Louis nella sua camera.
Aveva smesso di camminare avanti e indietro ed era accasciato sul pavimento con la schiena contro il letto e lo sguardo fisso sulla parete davanti a lui.
Mi si strinse il cuore.
Con tutte le preoccupazioni in quel periodo mi ero completamente allontanata da lui.
Poggiai la tazza sulla scrivania e mi sedetti al suo fianco stringendogli un braccio e appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Ti amo Kay."
Pronunciò quelle parole con una dolcezza infinita e con la voce rotta. Non lo avevo mai visto in quello stato, era completamente a pezzi.
"Lo so, ti amo anche io."
Si girò verso di me sorridendomi senza vedermi davvero e mi strinse in un abbraccio.
"Sono così fortunato ad averti, sei la mia ancora in tutto questo inferno. Senza di te sarei perso. - fece una pausa alzando la testa per incontrare i miei occhi e mi prese la testa fra le mani accarezzandomi le guance con i pollici, - Continuo a pensare a Zayn. Ha rischiato la vita per proteggere Mhone e so che io avrei fatto la stessa cosa per te. Io farei di tutto per te. Non posso perderti capisci, per questo devi promettermi che qualunque cosa succeda in futuro tu me ne parlerai sempre, anche se sarà una cosa terribile."
Annuii sentendo il sapore salato sulle labbra.
Louis mi baciò con impeto, le guance, gli occhi e infine la bocca, spazzando via le lacrime e sfogando tutta la sua tristezza.
Mi aggrappai disperatamente alle sue spalle mettendomi a cavalcioni sopra di lui.
Le nostre mosse erano guidate dalle nostre emozioni e la forza con cui mi stringeva a se mostrava la sua riluttanza a lasciarmi andare, letteralmente e metaforicamente.
Le sue labbra si posarono sul mio collo e dopo avermi sfilato il maglioncino continuò sul petto e giù fino alla pancia.
Mi fece stendere sul tappeto e lui si sistemò sopra di me puntellandosi sui gomiti per non schiacciarmi con il suo peso.
Stavo andando a fuoco. Sentivo un calore bruciante sprigionarsi dentro di me e ansimavo in cerca di aria.
Louis si allontanò da me togliendosi la maglietta per poi armeggiare con il bottone dei miei jeans. Inarcai la schiena facilitandogli l'impresa e poi lo afferrai per la nuca costringendolo a ritornare nella posizione di prima.
Passai le mani lungo i suoi pettorali passando poi ai muscoli della schiena gemendo mentre lui continuava a baciare ogni centimetro di pelle scoperta.
Sentii la sua erezione pulsare attraverso i jeans premuta contro la mia coscia.
Ci misi due secondi a sfilare anche quell'indumento e Louis, colto da una frenetica eccitazione, con un colpo di reni invertì le posizioni facendomi finire sopra di lui.
Poco dopo anche il resto degli indumenti furono lanciati sul pavimento.
Facemmo l'amore in modo passionale e senza freni accasciandoci poi sfiniti sul tappeto.
Louis mi strinse in un abbraccio facendo aderire i nostri corpi per poi strappare via dal letto il piumone e coprendoci entrambi evitando così di sentire freddo. Con un bacio sulla tempia mi consigliò di dormire, i problemi per un po' sarebbero svaniti dalla mia testa.
 
 
Quando ci svegliammo era ormai pomeriggio inoltrato e io mi accorsi di tremare dal freddo. Nonostante il calore della stanza e il piumone pesante infatti il sudore mi si era freddato sulla pelle e quindi decisi di concedermi una doccia calda. Avrei voluto usare il loro bagno per non dover scendere di sotto ma sfortunatamente Louis non aveva i prodotti che mi servivano per fare la doccia e in più dovevo assolutamente cambiarmi.
Mi rivestii cercando di rendermi almeno decente e infilai nello zaino il pigiama e i vestiti che avevo usato in quei giorni mentre Louis si infilava l'accappatoio baciandomi una guancia prima di uscire dalla camera per andare anche lui a fare una doccia.
Tornata in sala notai che Liam era tornato e se ne stava seduto su una poltoncina sotto l'abat jour a leggere un libro mentre Harry e Niall si erano quantomeno animati e ora guardavano la tv, sempre abbastanza tesi però.
"Dove vai?" mi chiese Niall accortosi della mia presenza.
"Di sotto. Faccio una doccia, prendo dei vestiti puliti e metto a lavare quelli usati. - Spiegai avvicinandomi alla porta. - Ci vediamo dopo."
Poco prima di varcare la soglia vidi Harry lanciarmi un'occhiata furbetta e increspare un angolo della bocca. Il solito pervertito.
La doccia fu rilassante e sprecai molta più acqua di quanto avrei dovuto.
Mi asciugai e vestii con la stessa calma e poi misi nel cesto dei panni sporchi i vestiti.
Andai in camera a prendere degli indumenti dall'armadio e un pigiama pulito e mi accorsi che quell'appartamento era un casino ovunque, perfino in camera di Mhone che solitamente era quella ordinata. I piatti erano ancora nel lavabo dalla sera dell'incidente, giornali sparsi per il salotto, il bagno sporco e le camere con vestiti disseminati sul pavimento. In più uno strato di polvere ricopriva tutte le superfici piane.
Con uno sbuffo appoggiai lo zaino sul divano e mi misi all'opera per sistemare un po'.
Davo sempre una mano a Mhone con le pulizie ma lei era una maniaca dell'ordine quindi se non voleva aspettare che facessi io le cose se le faceva da sola, per questo mi sembrò un'enorme fatica quel giorno fare tutto per conto mio.
Lavai i piatti e li misi poi nell'asciugatrice, ordinai tutte le stanze, spolverai e passai l'aspirapolvere. A lavoro finito l'appartamento sembrava tornato agli antichi splendori e io mi sentivo soddisfatta per aver dato una mano a Mhone così che non avrebbe dovuto fare tutto lei una volta che fossimo tornate a vivere stabilmente li.
Tornai di sopra appena in tempo per la cena.
Come al solito al tavolo c'eravamo solo noi cinque mentre Liam aveva portato da mangiare a Mhone e Zayn in camera di quest'ultimo.
Restammo per la maggior parte del tempo in silenzio, spezzandolo ogni tanto con commenti inutili e con il rumore delle posate che sbattevano sui piatti.
Dopo cena mi sedetti sul divano cercando di godermi il film che davano quella sera, uno dei miei preferiti, Il Signore Degli Anelli, giocando distrattamente con i capelli di Louis steso accanto a me con la testa poggiata sulle mie gambe quando improvvisamente squillò il telefono.
Niall si affrettò a rispondere e ogni tanto lo vedevamo annuire o aggrottare le sopracciglia dicendo "Si" e "No" al suo interlocutore, alla fine riattaccò dicendo: "Lo farò, grazie mille di averci avvisato. Arrivederci."
Quando si girò verso di noi aveva un'espressione grave dipinta sul volto.
"Chi era?" gli domandò Louis che si era tirato su incuriosito dalla telefonata.
"La polizia. Hanno preso Jai e lo tengono alla stazione in attesa di interrogarlo, lui però ha detto che non dirà niente finché non gli daranno la possibilità di parlare con Mhone."
Un pugno invisibile mi colpì lo stomaco.
Non potevo crederci, non solo aveva pugnalato Zayn ma ora si sentiva pure in diritto di avanzare ordini alla polizia per vedere Mhone.
Strinsi i pugni così forte che mi sarebbero potuti sanguinare i palmi delle mani se solo avessi avuto delle unghie più lunghe.
Louis mi passò una mano sulla schiena.
"Che stai pensando di fare?" mi chiese intuendo probabilmente i miei pensieri.
"Quel che è giusto. - risposi alzandomi e fronteggiando lui e gli altri. - Non permetterò a quel verme di farle del male in altri modi e uno dei modi per proteggerla e impedirle di vederlo. Andrò io da lui e lo convincerò a confessare con le buone, altrimenti lo dovranno processare per tentato omicidio e penso che la pena sarà decisamente più dura. In ogni caso non si avvicinerà a Mhone mai più."
Nonostante le espressioni dubbiose sui loro volti potevo leggere che erano d'accordo con me.
"Ti accompagno."
Non provai nemmeno a dire a Louis che non volevo che non venisse, anche perché non era la verità, e quindi gli strinsi la mano, incrociando le mie dita con le sue, per mostrargli la mia riconoscenza.
"Fatemi un favore. - dissi poi rivolgendomi agli altri. - Dopo un po' che noi ce ne siamo andati dite a Mhone quello che è successo e se prova a venirci dietro impediteglielo. Chiamate Nick e fatelo venire qua, Alec accompagnerà me e Lou, ok? - sospirai dopo che loro ebbero annuito. - Mi odierà per questo ma è per il suo bene."
Uscimmo dall'appartamento indossando i cappotti e andammo a chiamare Alec raccontandogli della telefonata, lui non ci pensò due volte a prendere le chiavi della macchina e disse a Nick di salire al piano di sopra.
Il viaggio, per quanto corto, fu pieno di ansia e Alec ci lasciò davanti l'entrata andando poi alla ricerca di un parcheggio.
La stazione di polizia era in fermento e c'erano agenti che andavano di qua e di la; uno di loro si avvicinò a noi.
Era senza divisa ma il distintivo spiccava luminoso attaccato alla cintura del pantaloni e ne dedussi che era il capo del distretto. Era un uomo sulla cinquantina, con la calvizie e sbarbato, alto e ben piazzato ma con una pancia prominente.
"Voi siete la signorina Mhone Hunter?" chiese con voce roca, dovuta probabilmente alle sigarette.
Scossi la testa. "No, sono una sua amica, Kaycee McFay."
L'uomo sospirò sonoramente passandosi una mano sugli occhi cercando di scacciare la stanchezza. "Dov'è la signorina Hunter? L'accusato si rifiuta di parlare a meno che non riesca a parlare con lei. Non ha nemmeno chiamato un avvocato, ha detto che non ce ne sarà bisogno se riuscirà a parlare con questa ragazza."
"Lei non verrà, ne ha già passate troppe per colpa di Jonathan Bale e inoltre penso di essere abbastanza convincente. Non avrà bisogno di un avvocato nemmeno se lo lasciate parlare con me."
Il poliziotto sbatte le mani sui fianchi e alzò gli occhi al cielo. "E va bene, basta che ti muovi! Questo tizio ci ha fatto passare più guai di quanti non ce ne avrebbe fatti passare un pluriomicida!"
Detto questo ci fece cenno di seguirlo e ci condusse davanti una stanza buia con una grossa vetrata da cui si intravedeva la figura di Jai seduta di fronte ad un grosso tavolo di legno. Immaginai che quella fosse una di quelle stanze che si vedono nei film: noi possiamo vedere chi c'è dentro la stanza ma chi è dentro la stanza vede solo un'enorme specchio al posto della vetrata.
Il ragazzo sembrava tranquillo, sedeva composto con le lunghe gambe distese sotto il tavolo, la schiena dritta e giocava con un foglio di carta che probabilmente gli era stato dato dagli agenti.
Un poliziotto schiavò la porta e mi fece entrare.
Jai tirò su la testa e quando mi vide non cambiò espressione, sul suo viso era dipinta la consapevolezza.
Mi sarei aspettata un sussulto, un sospiro di delusione o qualsiasi altra cosa che mi avrebbe fatto pensare che li dentro da qualche parte c'era ancora il mio amico, ma niente. Jai aveva completamente perso se stesso, e contemporaneamente me e Mho.
"Kaycee. - mi disse a mo' di saluto. - Mhone non è venuta con te?"
Mi sedetti davanti a lui, sentendo gli occhi di Louis al di la dello specchio puntati su di me.
"No, non le ho detto che venivo qui."
Jai girò la testa verso il vetro che ci divideva dai poliziotti e sorrise amaramente.
"Quindi non è nemmeno li dietro?"
"No."
"Peccato, avevo chiesto di parlare con lei."
"E io me ne sono fregata delle tue richieste! - risposi alzando la voce e vedendolo irrigidirsi per un secondo per poi far finta che nulla fosse successo. - L'hai fatta soffrire troppo, e Zayn ha bisogno di lei molto più di te."
Con un movimento repentino mi afferrò una mano, appoggiata sul tavolo, e si sporse di più verso di me. "No, tu non capisci. Nessuno capisce! Ho bisogno di parlarle, devo dirle che mi ha frainteso, che io davvero voglio che lei stia con me e che non avrei mai voluto renderla infelice! Zayn non doveva venire quel pomeriggio! Sarebbe dovuta venire lei! - aveva cominciato a urlare e io cominciavo ad avere paura - Quello stupido non avrebbe dovuto immischiarsi, è stato un imprevisto!"
Staccai la mia mano dalla sua schifata.
Più lo guardavo e meno vedevo aspetti che mi avrebbero fatto pensare alla persona che era un tempo.
"Un imprevisto? UN IMPREVISTO?!? - sclerai puntandogli un dito contro - Hai accoltellato un ragazzo! Avresti potuto ucciderlo e tutto ciò che sai dire è che è stato un fottutissimo imprevisto?! Come puoi anche solo pensare che Mho voglia stare con uno schizzato come te? Dopo ciò che hai fatto, dopo ciò che sei diventato..." lo indicai asciugandomi una lacrima.
"Ma io sono sempre lo stesso! Siete voi che siete cambiate! La fama vi ha dato alla testa! Avete conosciuto dei ragazzi famosi, ricchi e con un bel visino e siete cadute ai loro piedi! Se non vi foste trasferite così lontano da me non sarebbe cambiato niente. Tu sai da una vita della mia cotta per Mhone ma nonostante questo non hai esitato due secondi a convincerla a venire con te all'università anche se lei avrebbe preferito restare a Londra! Tu sei sempre la causa di tutto...te ne freghi di quello che vuole lei e pensi solo a te stessa! Ci credo che tua madre ti ha lasciata: sei una viziata del cazzo! Se tu non fossi esistita magari adesso io e Mhone staremmo insieme, progettando il matrimonio, dei bamb..."
Non lo lasciai finire, mi alzai di scatto dalla sedia e gli diedi un sonoro schiaffo sulla guancia. Il rumore echeggiò dentro la stanza e Jai si portò la mano al viso stupefatto.
"Tu... - gli sibilai guardandolo con tutto l'odio che riuscivo a mostrare - ti andrà bene se non resterai in prigione per 10 anni. Ma se per caso ti avvicinerai di nuovo, anche solo a cinquanta metri di distanza, a me, Mhone o a qualcuno a cui teniamo appena uscirai dalla gattabuia io ti denuncerò di nuovo per molestie e finirai dentro ancora, ancora e ancora fin quando non imparerai la lezione. Ti sono state chiare le mie parole?"
Era ancora a bocca aperta e con gli occhi spalancati ma non gli diedi il tempo di rispondere, bussai alla porta per farmi aprire e una volta fuori dalla stanza, con una porta chiusa a chiave che ci divideva, mi accasciai lungo la parete del corridoio trattenendo a stento i singhiozzi e faticando a respirare mentre vedevo l'immagine sfocata di Louis che si faceva spazio fra i poliziotti per raggiungermi.
 
 
 
 
 
 
 
 
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HOLA BABESSSS!
Ci avviciniamo sempre di più al tanto temuto epilogo! Mancano si e no 5-7 capitoli e io e marty siamo ansiose ma terrificate allo stesso tempo di arrivare alla conclusione di questa storia. Quante di voi odiano Jai?
*Vi alza la mano seguita a ruota da Kay che ha ancora voglia di schiaffeggiare il maniaco, intanto Lou cerca di tenerla buona*
E' uno psicopatico, e cercare di scrivere lui che pensava di essere nel giusto e una Kaycee sempre più disgustata è stata un'impresa!!
Povero Zayn...s'è preso pure una coltellata! Quante di voi hanno avuto l'istinto di dare un pugno a Marty per la sua brillante idea?
*Vi alza la mano ma Kay corre a nascondersi per paura che la prossima possa essere lei se si azzarda a dire qualcosa, Lou le corre dietro.*
Ok oggi do di matto, non è una novità, potete sentirvi tranquille! xD
I capitoli stanno ricevendo sempre mno recensioni e lo scorso ne ha avute solo 2...state morendo d'infarto per ogni capitolo che pubblichiamo o vi stanno facendo talmente schifo che non ci sprecate più tempo o addirittura non li leggete più? Non so quale delle due opzioni dovrebbe confortarmi xD
Vabè a parte questo spero vivamente che questo capitolo ne riceverà di più, perché noi ci teniamo davvero a tutte voi e amiamo le vostre recensioni pazzoidi! xD
tanti baci,
Vi <3
P.S.: a me la gif fa paccare dalle risate...non è adorabile quel biondo!? *-*

 
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Marty
Vi

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


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CAPITOLO 44
 

Mhone POV

Avevo lasciato per un solo attimo la camera di Zayn per andarmi a prendere una tazza di caffè, ma non mi sarei mai aspettata di ricevere una tale notizia.
Jai era stato preso, era stato arrestato. Era la seconda parte però che mi aveva sorpresa, o meglio, me lo sarei dovuta aspettare. Kay come sempre, aveva scelto al posto mio e si era presa anche la briga di tenermi sotto chiave da Nick e compagnia bella.
Per quanto l’idea di parlare con Jai fosse in fondo alla lista dei miei desideri, era qualcosa che avrei dovuto fare io, spettava a me la scelta, nessuno aveva il diritto di poter scegliere al posto mio. Tentai più di una volta di sgattaiolare fuori dall’appartamento, ma la porta d’ingresso era continuamente tenuta d’occhio da Nick che ad ogni mio movimento –anche il più impercettibile- mi si affiancava e mi impediva qualsiasi mossa. Mi sentivo come una bambina piccola che aveva bisogno in continuazione dei suoi genitori per non commettere qualche sciocchezza. Non appena seppi quello che aveva fatto Kay, non ci avevo pensato due volte a scaraventarmi contro la porta, ma naturalmente non avevo certo la forza necessaria per mettere KO Nick. Quindi mi rassegnai a sedermi su una sedia in cucina, a braccia incrociate, aspettando il ritorno dei due.
Quando sentii la porta schiudersi, saltai in piedi uscendo dalla cucina.
Incontrai a mala pena lo sguardo di Kay, che invece cercava disperatamente il mio.
“Mho…” la sua voce era bassa, quasi un sussurro, già mi stava chiedendo scusa a modo suo.
“Come hai potuto? –tenevo la testa bassa e la mia domanda era risultata un sussurro più che altro- Come hai potuto? –questa volta alzai di più la voce e la guardai negli occhi- Non sono una bambina Kay, posso cavarmela anche da sola.”
“Mho…” si intromise Louis, ma lo interruppi all’istante. Era una questione tra me e Kay.
 “No Lou, -lo stoppai alzando una mano, poi continuai a rivolgermi a Kay- Avrei potuto affrontare la situazione, la sto affrontando tutt’ora e tu non hai il diritto di dirmi quello che devo o non devo fare. Spettava a me la scelta, non a te, a me.” Le mie parole erano severe, le stavo dicendo quello che pensavo, anche se mi faceva male dentro pronunciarle, figuriamoci a lei sentirle. Avevo un groppo in gola e le lacrime riuscivo a trattenerle a stento.
Poi era li, immobile, come se sapesse di meritarsi quello che le stavo dicendo, come se ancora prima di vedermi già sapeva come avrei reagito. Infondo mi conosceva fin troppo bene, ma questo non l’aveva fermata.
 “Sapevi come avrei reagito –continuai sforzandomi di far uscire le parole nonostante il groppo in gola- eppure hai surclassato sul chiedere la mia opinione, hai fatto di testa tua come sempre…” le gambe non mi ressero più e scivolai per terra rimanendo seduta sulle ginocchia. Scoppiai a piangere, non riuscii più a trattenermi e sotto gli occhi di tutti mi dimostrai debole.
Kay si accasciò di fronte a me e senza dirmi niente mi abbracciò forte.
“… mi dispiace. –dissi tra le lacrime- Mi dispiace per quello che ti ho detto, ma ero arrabbiata…”
“Lo so, lo so. Tranquilla” disse prima che potessi finire la frase, accarezzandomi dolcemente i capelli.
Rimasi li, abbracciata a Kay piangendo fino a non avere più neanche una lacrima.
Quando mi ripresi mi asciugai grossolanamente gli occhi e la guardai intensamente.
“Tralasciando il fatto che non mi hai lasciato scegliere, cosa ti ha detto? Che voleva da me?” le domandai, mentre ci alzavamo e ci accomodavamo sul divano vicino agli altri.
Esitò. Un’ombra scura invase il suo volto, poi fece un sospiro e decise di parlare.
“Se vuoi la verità, mi ha detto le stesse cose che ha già detto anche a te. Ancora è convinto di meritarsi il tuo amore più di Zayn. E poi, come se non bastasse ha indicato me come la  colpevole di tutto.” Il sorriso che le si era formato era pieno di tristezza.
“La colpevole di cosa? Del fatto che lui è malato psicologicamente e che distrugge tutto ciò che tocca?” non potevo credere che avesse potuto dire una cosa del genere.
“Ha detto che se non ti avessi convinta a venire qua ad Oxford ora potresti essere sua, penso sempre e solo a me stessa e ti ferisco.” Le lacrime le scendevano sulle guancie e il suo sguardo era rivolto alle sue mani.
“Sai, è vero che non mi lasci mai scegliere, che fai sempre di testa tua e che non ascolti niente e nessuno –alzò la testa di scatto e mi fissò con un’aria incredula, come fecero anche tutti gli altri- ma, è proprio per questo che ti voglio bene. Lo so che lo fai perché mi vuoi bene e non vuoi che soffra come magari hai fatto tu, a volte non lo accetto, ma lo capisco. Daresti l’anima per chiunque ti sta a cuore e da quando ti conosco mi sei sempre stata vicina. Se mi sono trasferita qua a Oxford è perché è stata una mia scelta, è perché lo volevo e per quanto possiamo litigare o non parlarci o magari urlarci contro fino a non avere più fiato, sappiamo che ci siamo sempre l’una per l’altra. E io non finirò mai di ringraziarti per questo. Mai.” Le rivolsi un debole sorriso, poi come se avessimo pensato la stessa cosa, ci abbracciamo il più forte che avessimo potuto.
Eravamo in lacrime, tutte e due, tanto che scoppiammo a ridere non appena vedemmo il nostro stato.
“Ti è scolato tutto il mascara” mi disse asciugandosi con un dito sotto l’occhio.
“Mascara? Ah bhe si forse è ancora quello di tre giorni fa” costatai toccandomi gli occhi e ritrovandomeli macchiati di lacrime nere.
Andai in bagno a darmi una ripulita, cercai di mandar via il più possibile i solchi neri intorno agli occhi e quando raggiunsi un risultato decente ritornai in camera di Zayn.
Vidi che si era svegliato e cercava di tirarsi su.
“Hei hei che fai? Il dottore ha detto che è ancora presto per alzarti.” Mi affrettai ad affiancarlo e a sorreggerlo.
“Sono stufo di stare a letto, ho voglia di alzarmi e sgranchirmi le gambe.” Sembrava più un ordine che una richiesta.
“Potrebbero staccarsi i punti e riaprirsi la ferita. Non è il caso di rischiare.” Mi opposi. Sembrò ascoltarmi, ma mi chiese di sistemargli i cuscini dietro la schiena e si mise seduto.
“Ho sentito che urlavi di la. Cos’è successo?” speravo non avesse sentito nulla, invece dovevamo aver fatto proprio un bel baccano.
“Jai è stato arrestato.” Avrei voluto dirgli solo questo e non farlo preoccupare di più, ma continuò con le domande.
“E allora perché stavi urlando? Dovrebbe essere una cosa positiva no?”
“Si lo è, se l’è meritato, però… ha anche chiesto di poter parlare con me prima di essere portato via definitivamente. –mi affrettai a continuare prima che potesse sclerare come Kay- Ma a quanto pare Kay era della tua stessa opinione, non voleva che lo vedessi, così è andata al posto mio… senza dirmi niente!”
Un’espressione di leggero sollievo lo colpì.
“Ha fatto bene. È stato meglio così, è meglio che tu non lo veda più.”
“Non è questo il punto. Mi trattate tutti come una bambina, come una palla di vetro pronta a frantumarsi al primo tocco. Bhe vi do una notizia, non sono poi così fragile e non sono una bambina che ha bisogno della balia. Lo so che lo fate per proteggermi, ma davvero, non ce n’è poi così tanto bisogno.” Mi sforzai di non gridare e mantenere il più possibile la calma. Non mi andava di litigare, la mia frase era risultata più un’affermazione piuttosto convinta.
“Ne deduco che tu abbia già preso la tua decisione.” Mi guardò dolcemente poggiandomi una mano sulla guancia e accarezzandomi con il pollice.
“Si, è giusto che faccia finire io tutta questa maledetta situazione. È ora di metterci una pietra sopra. Kay mi ha detto che fino al processo di domani, Jai rimarrà alla centrale.” Poggiai la mia mano sulla sua che era ancora sulla mia guancia.
“Immagino anche che non possa dire o fare niente per poterti impedire di andare da lui” il suo sguardo era rassegnato, ma al contempo dolce e comprensivo.
“Hai ragione. Ho preso la mia decisione.” Mi avvicinai a lui e gli stampai un tenero bacio sulle labbra stando attenta a non fargli male.
 Quando mi staccai uscii dalla stanza pronta per andare da Jai.
Attraversai la sala, stavo per uscire dal portone, ma poi mi fermai solo per comunicare la mia decisione agli altri.
“Sto andando da Jai.” Annunciai.
“Ma come, pensavo avessi capito che non è una buona idea!” si allarmò Louis lanciando un’occhiata a Kay che rimase in silenzio.
“L’hai detto a Zayn? Sicuramente lui non te lo permetterebbe.” Sentenziò Niall.
“Ho preso la mia decisione ragazzi. Non vi sto chiedendo il permesso, vi sto solo informando.” Mi limitai a dire.
“Ma Mho, pensaci. Non è il caso…” cominciò Liam che però venne interrotto.
“Lasciatela andare” disse una voce dietro di me.
“Ma Zayn –continuò Liam- penso che tu più di tutti sappia quanto questa non è una buona idea.”
“Ha preso la sua decisione. Come ben ci ha fatto capire non è una bambina ed è capacissima di prendere decisioni anche da sola senza che ognuno di noi la giudichi per questo.” E con questo Zayn azzittì tutti e io lo guardai con un senso di gratitudine che mi veniva dal cuore.
“Tieni, prendi queste. Ti serviranno. –Harry mi lanciò un mazzo di chiavi- Sono le chiavi della mia macchina, prendila.” Mi guardò con un sorriso immenso, era l’unico tra i presenti, che secondo me aveva capito le mie ragioni, forse anche più di Zayn, che le aveva accettate forse senza capire davvero però.
“Grazie” presi la chiavi al volo e contraccambiai il suo sorriso mostrandogli tutta la mia gratitudine.
“Falle un solo graffietto e te la vedrai con me però” mi minacciò poi.
“Tranquillo, starò attenta. Te lo prometto.” Lo rassicurai.
Mi avvicinai a Zayn e lo lasciai con un tenero bacio.
“Non fare grandi sforzi. Starò fuori poco e quando torno mi prenderò cura io di te.”
Un sorriso malizioso gli spuntò sulle labbra.
“Non vedo l’ora.”
Uscii dall’appartamento e mi diressi in garage.
La macchina di Harry era li, pronta ad uscire. Da quando ero ad Oxford non avevo più guidato, pregai per esserne ancora in grado.
Misi in moto e mi catapultai fuori.
Guidai fino alla stazione di pulizia –fortunatamente era vicina e non dovetti dare prova di grandi abilità nella guida per arrivare- poi entrai e chiesi di poter vedere Jonathan Bale.
Il poliziotto a cui mi rivolsi era piuttosto alto, ben piazzato e con una pancia piuttosto prorompente. Avrà avuto sulla cinquantina d’anni e sulla sua testa prorompevano i segni della calvizie.
Sembrò leggermente scocciato della mia richiesta, dicendo che quel detenuto stava creando fin troppo scompiglio per i suoi gusti, ma poi mi accompagnò comunque da lui.
Mi fecero accomodare in una stanza quadrata, arredata solamente da un tavolino e due sedie, sistemate una davanti l’altra. Dietro una delle sedie si apriva uno specchio enorme, era uno di quei vetri oscuranti pensai, dove da una parte si poteva vedere fuori e dall’altra no. Attesi qualche minuto che la porta si riaprisse facendo entrare un altro poliziotto –molto più giovane dell’altro- che teneva per un braccio Jai che aveva i polsi legati dalle manette.
La tuta unica arancione, appena aperta sul davanti che faceva intravedere appena l’inizio dei pettorali e i capelli arruffati e sporchi, gli donavano un’aria ancora più da pazzo criminale, pensai. O forse era il sorrisetto furbo che gli comparve alla mia vista a farmi rabbrividire istantaneamente.
Il poliziotto fece sedere Jai sulla sedia libera –malamente aggiungerei- poi ci lasciò soli dicendomi che per ogni problema sarebbe bastato bussare alla porta.
“Mho…  -mi salutò Jai persistendo con quel suo sorriso che mi faceva quasi paura- sapevo che avresti capito e avresti scelto me.” Alla fine il suo sguardo si mutò in soddisfazione.
“Non farti venire strane idee –lo bloccai subito- se sono qui è solo per chiudere definitivamente questa storia. È durata anche fin troppo. –lo guardai inorridita e lui aspettò che continuassi- Forse non ti rendi conto della gravità delle tue azioni, ma io si. Non solo hai preteso che io ti amassi, come se una cosa del genere fosse possibile, ma ti sei permesso anche di dare una coltellata al mio ragazzo…”
“E’ stato un errore, un imprevisto. Non volevo farlo sul serio!” si giustificò.
Mi alzai in piedi incredula.  “ Un errore, un imprevisto, ma ti senti? Mi mandi un messaggio con scritto di volermi parlare e ti presenti con un coltello. Al di la che poi si è presentato Zayn, quel coltello poteva anche essere destinato a me.” Le parole mi uscivano senza filtri.
“Lo sai che non ti avrei mai fatto del male” continuò.
“No non lo so. Non lo so ormai. Non so chi sei, ne mi interessa saperlo se vuoi la verità. Nonostante quello che hai fatto, hai avuto anche il coraggio di dare la colpa di tutto questo a Kay. Come se lei fosse responsabile in qualche maniera. Guardati, non hai neanche avuto il coraggio di assumerti le tue responsabilità.” Gli gridai digrignando i denti.
“Se ho fatto tutto questo è perché ti amo e tu lo sia. Lei ti ha portato lontano da me e tu glie lo hai permesso.” Non potevo credere alle mie orecchie. Stavo per andarmene, quando mi fermai e mi voltai guardandolo dritta negli occhi.
“Io non ti amo, non ti ho mai amato e mai lo farò. Spero che questa volta ti sia chiaro. Con questo ho chiuso, con te e con tutto ciò che ti riguarda. Per me la storia finisce qui. D’ora in poi per me sarà come se non esistessi.” Non aspettai neanche la sua risposta e bussai alla porta per poter uscire da quella stanza che ormai stava per soffocarmi.
“Non puoi dimenticarmi Mho. Non puoi.” Mi sentii urlare dietro, mentre io già uscivo dalla stanza e il poliziotto richiudeva la porta dietro di me.
Dentro di me non sapevo se essere triste, arrabbiata e delusa. Forse sentivo un mix delle tre cose. Ogni muscolo era contratto, ogni nervo del mio corpo lo sentivo pulsarmi.
“Sta bene?” mi domandò il poliziotto giovane vedendomi rigida come una statua.
Sentii la sua mano sulla mia spalla e mi risvegliai dal mio temporaneo torpore.
“Si, stia tranquillo. Sto bene!” lo rassicurai mostrando un finto sorriso.
No, non stavo bene, ma quello era il momento per andare avanti e lasciarsi tutto alle spalle.
Corsi fuori dalla stazione di polizia e mi fermai solo quando sentii l’aria fresca colpirmi il volto.
Espirai una grande boccata d’aria, la trattenni pochi secondi e poi la inspirai.
Ripresi la macchina di Harry e tornai a casa, dove sapevo che ad aspettarmi, c’erano persona che mi volevano davvero bene e con le quali avrei voluto continuare la mia vita.
 
Zayn POV

Quando Mho uscì dall’appartamento me ne tornai a letto. Lo stomaco ancora mi doleva ad ogni mio movimento e mi rendevo sempre più conto di aver bisogno ancora un po’ di riposo per poter tornare al cento per cento.
Quando mi sdraiai sul letto ripensai alle parole di Mho.
L’avevamo fatta sentire come una palla di vetro pronta a rompersi ad un solo tocco, mentre lei era più forte di quanto non desse a vedere.
Non mi piaceva l’idea che fosse andata da Jai, ma infondo era stato giusto così. Almeno ci avrebbe messo una pietra sopra con la speranza che lui non la importunasse più.
L’idea di impotenza che mi opprimeva però continuava a farmi pensare che in un modo o in un altro sarei dovuto stare li a proteggerla e non lasciarla andare da sola.
Ma tanto, conoscendola, non me lo avrebbe permesso. La sua testardaggine era qualcosa di infinito.
In questi tre giorni più di una volta le dissi di andare a dormire a casa, farsi una doccia e dedicarsi un po’ a lei, ma niente. Non c’era stato verso di farla uscire dalla mia stanza.
Non che la cosa mi dispiacesse poi così tanto. Per tre giorni ero riuscito ad averla tutta per me e avere qualcuno che si prendeva cura di me in quel modo mi faceva ricordare le premure della mia mamma che da tempo ormai ricevevo raramente per via della distanza.
Ero fortunato ad aver trovato una persona come lei e avrei fatto di tutto pur di vederla sorridere e averla sempre al mio fianco.
Quando rientrò a casa la sentii parlare un attimo con gli altri, probabilmente aveva raccontato a grandi linee la storia dal suo punto di vista, poi venne da me.
“Sei tornata, finalmente!” la salutai.
“Cos’è ti sono mancata?” chiese trafficando con la sciarpa che aveva ancora al collo.
“Non immagini nemmeno quanto” le risposi.
Mi meritai il sorriso enorme che mi rivolse e anche il bacio che ne seguì.
Le chiesi di Jai e tranquillamente mi raccontò dell’incontro tra loro due e di come il discorso fosse degenerato alla fine. Mi disse di avergli detto che sarebbe andata avanti con la sua vita immaginandosi che lui non esistesse.
Si vedeva che era triste, ma sul suo volto c’era anche la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta.
Si distese sul letto accanto a me e la strinsi delicatamente al mio petto giocherellando con i suoi capelli come mi piaceva fare.
Rimanemmo in silenzio per un po’, finchè la sentii respirare profondamente, segno che si era addormentata, così mi lasciai cullare dal ritmo del suo respiro e mi addormentai anche io. 

 
 



Salve a tutte belle ragazzuoleee! =D
Oggi sono un po’ di fretta, ma sono veramente contenta perché nello scorso capitolo vi siete finalmente fatte sentire e anche perché finalmente è tornato il sole! =D
Allora che dire? Mho si è arrabbiata con Kay (questa è la prima volta che quasi litigano) però poi la questione si è risolta immediatamente! Per fortuna! ^^
Poi c’è l’ultimo incontro con Jai. Finalmente è stato arrestato e starà in carcere per un po’. Speriamo non torni più fra i piedi a rompere le scatole! =S
Via ora vi saluto che devo proprio scappare!
Ringrazio immensamente ognuna di voi che segue da vicino la storia e se potessi vi abbraccerei una ad una! =D
Un bacione.

Marty.
 
Twittah:

Marty
Vix 

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


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CAPITOLO 45
Megan POV
 
Era tutto un disastro, tutto un casino, niente andava come sarebbe dovuto andare. Quel cretino di un ragazzo che nemmeno avevo mai visto era riuscito a scombussolarmi tutti i piani solamente avendo una cotta per Mhone. Poi c'era stato il colpo di genio della stessa persona che aveva deciso che dato che non poteva avere la ragazza allora tanto valeva che nemmeno qualcun altro ce la potesse avere. E allora perché non tirare fuori un coltellino e infilarlo nello stomaco del suo fidanzato!?
Un incredibile idiota. Un solo misero gesto come quello avrebbe potuto rovinarmi tutto!
In quei giorni l'appartamento dei One Direction era stato un via vai di gente fra loro che entravano e uscivano, il menagement, le fidanzate e tutto il resto e io avevo provato a rimanere nel mio appartamento il più tempo possibile, andandoli a trovare qualche volta per simulare almeno un po' di cortesia e dicendo che preferivo non disturbarli stando tra i piedi troppo spesso. Nell'appartamento stavo per lo più da sola: Nick era passato dalla modalità "body guard" a quella "best friend", e cercava di fare tutto quello che Mhone non aveva tempo o non era in grado di fare da sola, mentre Alec o stava di sopra con gli altri oppure svolgeva le commissioni e riferiva le novità a Paul.
La preoccupazione generale era passata in un paio di settimane, Mhone aveva ripreso a dormire tranquilla e qualche volta osava anche tornare nel suo appartamento per recuperare con lo studio, i ragazzi erano tornati a frequentare le lezioni e qualche pomeriggio erano impegnati con le prove perché da lì a qualche mese sarebbero partiti per un nuovo tour mondiale e anche Kaycee aveva ricominciato a svolgere le sue attività con costanza.
Zayn ora riusciva anche a camminare dritto senza il pericolo che gli partisse qualche punto di saturazione.
E fra tutto questo trambusto non c'era stato il tempo per avvicinarmi a Louis, anzi, lui si era avvicinato ancora di più a Kaycee e sembrava che volesse proteggerla da tutto e da tutti lasciandole però il suo spazio come voleva lei.
Era il tipico fidanzato perfetto e io non trovavo un'idea per riuscire a separarli o almeno per far vacillare la fiducia che uno provava per l'altra. Dovevo dimostrare che Kaycee era una persona egoista, o che nascondeva un passato oscuro, in modo che lui avrebbe dubitato di lei e io sarei dovuta sembrare la scelta più giusta fra le due.
Ma niente, non avevo nessun piano. Lei non era egoista ne arrogante, non nascondeva un passato oscuro per quel che ne sapevo e non maltrattava i bambini, sembrava la ragazza che tutti avrebbero voluto tranne per il fatto forse che qualche volta era troppo autoritaria.
Dopo quella volta al bar io e Louis non avevamo avuto più un'occasione per stare da soli e qualche volta mi ero dovuta perfino intromettere negli appuntamenti di Lou e Kaycee per non distaccarmi del tutto da lui e non farli stare troppo insieme da soli, rendendomi perfino un'impicciona ai loro occhi.
Stava andando tutto male.
Sbuffai e sfogliai il giornale sorseggiando una tazza di tè quando si aprii la porta del soggiorno.
Alec entrò spingendo la porta con il piede reggendo due buste di plastica piene.
"Meg! Grazie a Dio sei a casa. Ti prego aiutami! - mi pregò appoggiando le buste sul tavolo della cucina. - Kaycee deve assolutamente andare in biblioteca per studiare per un esame e mi ha chiesto un passaggio dato che altrimenti sarebbe dovuta andare dall'altra parte della città a piedi."
Alzai un sopracciglio annoiata ma poi mi ricordai che stavo per far cadere la maschera e mi aprii immediatamente in un sorriso.
"Certo! Che devo fare?" chiesi aprendo una busta per vederne il contenuto.
"Dovresti mettere a posto la spesa, Kay sono già dieci minuti che aspetta e io tornerò verso l'ora di cena perché dopo averla accompagnata devo sbrigare alcune commissioni e poi alle 19.00 mi ha detto se la potevo riandare a prendere." disse infilando in fretta il giacchino di pelle e afferrando le chiavi dal comodino accanto al divano.
"Ti sta facendo penare eh?" gli chiesi sistemando le arance dentro il cesto della frutta.
"Nah... - fece scansando da davanti agli occhi un riccio ribelle - Kaycee ogni volta che può mi aiuta e io sono contento di fare lo stesso per lei, dopo queste settimane se lo merita. Non lo fa sembrare, ma ha sofferto moltissimo." disse salutandomi con una mano e scomparendo poi dietro la porta.
Realizzai in quel momento che Louis era in casa, da solo, senza Kaycee intorno a rompermi le uova nel paniere.
Bè non considerando Zayn ovviamente, che però se ne sarebbe stato buono buono in camera sua. Mhone era fuori con Liam e Nick come mi aveva detto quest'ultimo e sapevo che Harry e Niall erano andati a giocare a calcetto con qualche amico mentre Louis avrebbe avuto un esame di medicina tra pochi giorni e quindi sarebbe rimasto in casa a studiare.
Mi sbrigai a mettere a posto il resto della spesa e mi andai a rendere perlomeno decente.
Feci una doccia veloce, mi abboccolai i capelli e infilai un vestito casual di stoffa grigia con un golfino sopra per non sentire freddo.
Prendendo le chiavi di riserva dal comodino uscii anche io dall'appartamento e andai di sopra, in quello dei ragazzi. Suonai e dopo poco venne ad aprirmi Louis.
"Oh, ciao Meg! Che ci fai qui?" mi chiese sorpreso spalancando la porta per farmi accomodare.
"Mi sentivo sola di sotto. Nick e Alec sono usciti e speravo che qui avrei trovato un po' di compagnia. Disturbo?" chiesi poi con l'aria da cucciolo bastonato facendo chiaramente intendere che ci sarei rimasta male se mi avesse risposto positivamente.
Louis scosse la testa e mettendomi una mano sulla schiena mi spinse dolcemente verso la sua camera da letto. "No, niente affatto. Anzi, forse potresti darmi una mano. - disse aprendosi in un luminoso sorriso - Mi sto preparando per un esame di anatomia umana per medicina ma non riesco a ricordarmi niente. Ti va di aiutarmi?"
Mi accomodai sul suo letto mentre lui si sedeva alla scrivania dietro il computer.
C'era una pagina internet aperta su un sito che mostrava un modellino di un corpo umano con disegni dei muscoli, delle ossa e degli organi e i rispettivi nomi e fogli con degli appunti in disordine sparso sulla scrivania.
"Certo! Come posso aiutarti?"
"Dovrei impararmi tutti questi stramaledetti nomi ma non vogliono entrarmi in testa!" disse lui scoraggiato cominciando a girare sulla sedia.
"Magari sei distratto, forse se troviamo un altro metodo di studio riusciamo a farteli imparare." suggerii sfilandomi il maglioncino.
Louis sembrò riprendersi. Si alzò e cominciò a tirare fuori libri su libri dagli scaffali sopra la scrivania. "Ho trovato! - disse dandomi le spalle - Liam una volta mi ha regalato questo libro super illustrato con un sacco di definizioni. Vediamo se riusciamo a trovarlo..."
Mentre lui cercava indaffarato io mi ero tirata giù la zip del vestito e lo feci scivolare a terra.
"Trovato!" esultò girandosi verso di me.
Vidi la confusione dipinta sul suo viso e sbiancò per poi arrossire furiosamente. Aprì e chiuse la bocca ripetutamente in cerca di parole, o di aria, e si passò la lingua sulle labbra a disagio.
"Me...Megan che fai?! Rivestiti!" disse girandosi imbarazzato per darmi un po' di privacy ma io gli afferrai un braccio e lo feci girare verso di me.
"Ma cosa hai capito?! - dissi ridendo sommessamente - Questo è il mio metodo di studio. I libri non funzionano mai...ti serve un esempio pratico." gli feci notare ovvia.
Louis spostava lo sguardo lungo le pareti cercando di non concentrarsi sul mio seno, coperto solo da un reggiseno di pizzo rosa, e sulle mie gambe.
"Si ci credo ma non mi sento a mio agio...poi se dovesse entrare qualcuno..."
"Non entrerà nessuno. - lo interruppi - Allora? Vuoi o non vuoi passare questo esame?"
Lui annuii e cercò di darsi un contegno.
Io sorrisi. I ragazzi imbarazzati erano così teneri!
"Allora cominciamo! - dissi esaltata battendo le mani - Indicami dove si trova il femore." gli chiesi come prima domanda.
Louis si avvicinò e con un indice mi toccò la coscia.
"Molto bene! - mi complimentai e vidi che il ragazzo cominciava a tornare al suo colorito naturale, segno che stava cominciando a calmarsi - Ora...mmmh...l'epicondilo."
Louis aggrottò le sopracciglia e cautamente portò la mano dietro il mio gomito.
"Bravo! Stai andando molto bene! Ora indicami lo sterno."
Lui posò la mano fra i seni senza apparente preoccupazione.
Fu in quel momento che la porta si spalancò.
"Ciao amore, come..."
Kaycee si bloccò sulla soglia, il resto della frase ancora in gola e la bocca spalancata.
Solo allora Louis realizzò dove si trovava la sua mano e la situazione in cui ci trovavamo e si allontanò da me con un balzo mentre io afferravo il vestito dal letto e lo usai per coprirmi.
"Kay..." le parole di Louis furono un sussurro e Kaycee sembrò ridestarsi.
Girò lentamente la testa e fece retrofront uscendo dalla camera e sbattendosi la porta alle spalle.
Louis non mi degnò di uno sguardo e le corse dietro, lasciandomi lì, in camera sua, ancora mezza nuda.
Forse le cose stavano per andare nella direzione giusta. Sorrisi soddisfatta mentre mi riinfilavo il vestito.
 
 
Louis POV
 
Kaycee mi stava guardando senza vedermi realmente e potevo leggere i dubbi e la confusione sul suo viso cereo.
"Kay..." cercai di spiegarmi ma prima che riuscissi a mettere in fila due parole lei si girò su se stessa e fuggì dalla mia camera. Non ci misi due secondi a correrle dietro e le afferrai un polso mentre lei stava per uscire dall'appartamento.
"Aspetta! - la supplicai - Lasciami spiegare, non è come sembra!"
Lei si girò e mi scoppiò a ridere in faccia. Una risata sprezzante e senza alcun accenno di gioia. "Oh certo! Non è mai come sembra vero?!" urlò furiosa.
"Ti prego..." insistetti ma neanche questa volta lei mi lasciò continuare.
Si liberò della mia presa e mi guardò negli occhi con un gelo che mai avrei creduto di poter vedere sul suo viso.
"Non voglio sentire le tue giustificazioni Louis! So quello che ho visto!" urlò di nuovo stringendo i pugni e puntandomi un dito al petto.
Si girò di nuovo verso l'uscita ma l'afferrai di nuovo sperando che mi stesse a sentire. "Kaycee..."
"NO! - urlò divincolandosi e dandomi una spinta per farmi allontanare - Io mi fidavo di te! E invece ti sei dimostrato un idiota e un insensibile come tutti i maschi su questo pianeta!" 
Era sull'orlo delle lacrime ma si stava sforzando con tutto il cuore di non darlo a vedere. Era una donna orgogliosa e non avrebbe mai voluto mostrarsi debole in una situazione come quella. Mi si spezzò il cuore e il dubbio di averla persa mi invase il cervello.
Non potevo perderla, era una delle cose più preziose che mi erano mai state concesse.
"Io ora vado nel mio appartamento. - disse cercando di ritrovare il controllo - Non provare a venirmi dietro."
Si girò una terza volta e sparì giù per le scale, lasciandomi in balia dei dubbi e con un macigno nello spazio vuoto in cui una volta si trovava il mio cuore.
 
 
 
 
 
 
 
 
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BUONA PASQUAAAAAA!
 
Ok, so che non è ancora effettivamente Pasqua ma dopodomani lo è e dato che noi non ci sentiremo fino a venerdì 12 ve la auguro adesso! :D
Passando al capitolo...io ho già un'accetta in mano, qualcun altro si è già armato?
Ah, vi chiedo un favore, se dovete picchiare Lou non fatelo sul viso, si rovinerebbe e a nessuno piacerebbe un bel visino rovinato!
Spero di ricevere tanti tanti commentini perché lo scorso capitolo mi avete resa tanto tanto felice!
Un bacione e cme sempre sappiate che vi adoro! 
XOXO
Vi :)


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Marty

Vix 

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


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CAPITOLO 46

Mhone POV

Ero appena rientrata a casa, stavo sistemando la spesa e iniziavo a preparare qualcosa per cena, quando sentii la porta aprirsi e richiudersi malamente.
Sapevo che Kay non sarebbe dovuta rientrare prima di una mezz’oretta, ma forse aveva deciso di rientrare prima.
“Kay, come mai sei tornata prima?” dissi ad alta voce mentre mi dirigevo verso l’entrata per andarle in contro.
Non ricevetti risposta, ma in compenso la vidi li, seduta a terra con la schiena appoggiata alla porta e le mani sul viso, mentre singhiozzava senza sosta.
Le corsi incontro preoccupata e le poggiai una mano sulla testa.
“Kay che succede?” non mi rispondeva e continuava a piangere rumorosamente.
“Kay per favore, mi stai facendo preoccupare. Mi dici cos’è successo?”
Alzò la testa lentamente, ma dai suoi occhi continuavano ad uscire lacrime salate che le avevano gonfiato e arrossato gli occhi.
“Sono tutti uguali, tutti uguali. Sono tutti degli stronzi!” disse tra un singhiozzo e l’altro.
Non riuscivo a capire di cosa stesse parlando.
“Chi sono degli stronzi Kay?” cercai di spronarla a parlare.
“Gli uomini” si limitò a rispondere.
La mia confusione era ancora palese. Non che non pensassi anche io che gli uomini fossero tutti uguale –tranne forse una minima parte che si salvava nella quale erano inclusi Zayn e il mio papà-, ma non vedevo il motivo per il quale dovesse piangere in quel modo. Infondo non era una novità.
“Tesoro lo sappiamo che l’altro sesso ha un cervello che però non usa. Ma non penso sia questo il fatto per cui sei in lacrime. Mi vuoi spiegare con calma cosa è successo?” le domandai per l’ennesima volta.
“Lou mi ha tradita” a quelle parole il mio cuore perse un battito.
Come diavolo era possibile una cosa del genere?
“Ma stiamo parlando dello stesso Lou che fino a ieri ti amava alla follia, non voleva staccarsi da te, con il quale hai passato l’intera notte e quello che non avendone abbastanza di te, questa mattina ti ha riempito di messaggi? Stiamo parlando della stessa persona?” ero allibita.
“Probabilmente non mi amava così tanto alla follia come credevo” il suo sguardo era vuoto e le sue parole ricolme di rabbia.
Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sedendosi sul divano, mi raccontò la scena che aveva appena vissuto.
Le stavo accarezzando i capelli dolcemente, mentre invece una rabbia sovrumana mi risaliva dallo stomaco. Quella zoccola di Megan e Lou. Non me lo sarei mai aspettato da lui, mai.
Spostai la testa di Kay e mi alzai dal divano. Non ce la facevo a starmene li senza far niente. Mi infilai un paio di scarpe all’entrata e feci per uscire.
“Dove vai?” mi chiese allarmata Kay.
“Secondo te? O gli urlo in faccia o me ne resto a casa a fare piani su come ucciderlo… direi che forse è meglio la prima!”
Aprii la porta e corsi su per le scale battendo poi sonoramente il pugno sul portone.
Mi aprì Liam che vedendo la mia faccia arrabbiata si scostò di lato e mi fece passare.
“Dov’è?” domandai senza dire altro.
“Di chi parli Mho? Come mai sei così arrabbiata?” evidentemente quel verme non aveva detto niente a nessuno.
“Dov’è Louis?” ripetei frettolosamente.
“In camera sua…” non aspettai che dicesse altro e mi catapultai nella sua stanza non curante di niente e nessuno.
Quando spalancai la sua porta senza neanche bussare, lo vidi, a pancia in sotto con la testa sprofondata tra i cuscini.
Un po’ rimasi delusa. Forse mi aspettavo di trovarlo ancora con quella vipera e non distrutto lungo sul letto.
Quando mi sentì entrare, scattò come una molla in piedi per guardarmi speranzoso in un primo momento e deluso l’attimo dopo.
“Mho..” sussurrò.
“Come cazzo ti sei permesso di fare una cosa del genere. Dopo tutto quello che abbiamo passato ci mancava solo questa. Sei un emerito coglione, uno stronzo. Lei si fidava di te, ti amava e tu l’hai illusa come se niente fosse. Come se non bastasse poi lo hai anche fatto con la sua sorellastra. Ma non ti vergogni?”
“Non puoi capire neanche quanto. Sono uno stupido, un cretino e mi merito tutti i tuoi insulti come mi merito anche il suo odio, ma non l’ho tradita. Mai mi sognerei di tradirla. È la persona più importante che mi potesse capitare e mai avrei voluto fare qualcosa che l’avrebbe ferita.” La sua voce era monotona, un misto tra rabbia, disprezzo e tristezza e il suo sguardo piantato verso il basso.
Un’altra volta mi aveva spiazzato. Non mi sarei aspettata neanche quella reazione.
“Bhè non volevi questo non volevi quello, ma intanto eri in camera tua con una ragazza nuda che non era Kay. Se non volevi farla soffrire sappi che quello non era certo il modo giusto!” gli urlai contro. Non riuscivo a mantenere un tono calmo come il suo.
“E’ vero Lou? Hai tradito Kay?” Liam era dietro di me con la delusione stampata in faccia.
“Non l’ho tradita –si affrettò a dire- non mi ha lasciato spiegare.” Aveva gli occhi lucidi, ma riusciva comunque a trattenere le lacrime.
“Allora avanti spiega. Perché se dici di non aver tradito Kay, ma eri in camera con una ragazza nuda, non capisco proprio come entrambe le frasi potrebbero essere vere!” lo attaccò Liam che eventualmente voleva dare una possibilità di spiegarsi al suo amico.
“Megan oggi ha suonato alla porta…”
“Megan?” lo interruppe Liam.
Lou lo guardò come a dire mi lasci continuare?
“Si scusa, vai avanti” lo incitò poi.
“Megan ha suonato alla porta e ha chiesto se poteva stare qua che giù si sentiva sola. Non potevo dirle di no sarei stato un maleducato, ma dovevo studiare e per non vederla seduta sul mio letto a non far niente le ho chiesto se mi dava una mano a studiare per l’esame. Non pensavo però che si sarebbe spogliata e mi avrebbe fatto da manichino per imparare i muscoli. Poi in quel momento è entrare Kay…”
“E dovrei crederti? È la bugia più cretina che abbia mai sentito. Pensavo fossi migliore Louis!” risposi incredula a quella stupida storiella che aveva raccontato.
“E’ la verità –si ostinò a dire lui- per quanto tu non possa credermi è la verità”.
“Sei un coglione amico. Lascatelo proprio dire.” Disse Zayn mentre entrava anche lui nella stanza di Lou. Ero così arrabbiata quando ero entrata che mi ero dimenticata persino che abitasse li. Gli andai incontro e lui mi strinse con un braccio.
“Ti sei lasciato scappare una ragazza unica per una cazzata del genere!” continuò.
“Lo so. Ma così non mi aiutate. Mi rifiuto di pensare di averla persa. Mi rifiuto!” e si accasciò per terra con le mani fra i capelli.
“Bhè dovevi pensarci prima. Mi dispiace per lei perché in questo momento sta soffrendo come poche altre volte le è capitato, ma non ti meriti una persona come lei. Non ti permetterò più di farla soffrire” mi staccai da Zayn e me ne andai.
Come poteva anche solo pensare che in quel momento lei lo avrebbe perdonato. Per quanto fosse stata Megan a spogliarsi lui comunque non è che l’aveva cacciata, anzi le si era avvicinato e anche toccata come se nulla fosse. Mi faceva schifo.
“Hei Mhone –mi sentii richiamare- lo so che sei arrabbiata, ma lui la ama, ne sono più che sicuro!” insistette Zayn.
“Se l’amasse veramente non ci avrebbe pensato due volte a cacciarla via quella zoccola. Tu l’avresti fatto… vero?” puntai il mio sguardo sul suo.
“Certo, come potrei anche solo guardare un’altra ragazza che non sia tu. Ti amo e lo sai. Però anche Lou ama Kay e sono più che sicuro che Lou non abbia avuto neanche il tempo di cacciarla, altrimenti l’avrebbe fatto!”
“Zayn lo so che è tuo amico, ma anche Kay è mia amica e sinceramente in questo momento mi metto nei suoi panni e capisco quello che prova. Probabilmente hai ragione, lui la ama, ma dopo ciò che ha fatto non so se Kay riuscirà più a fidarsi di lui.”
Rimanemmo in silenzio e ripensare alle parole appena dette poi gli schioccai un bacio e me ne andai con la promessa che ci saremmo sentiti più tardi.
Quando rientrai in casa Kay era ancora stesa sul divano, ma almeno non piangeva più.
Mi sedetti per terra rivolta verso di lei.
“Cos’è alla fine hai deciso che la cosa migliore era quello di ammazzarli entrambi?” fece fintamente sarcastica.
“No. Ho solo ascoltato quello che aveva da dire… e si gli ho anche urlato parecchio addosso!” la informai.
“E allora?” mi chiese dopo un minuto di silenzio.
“Vuoi sapere come si è giustificato?” era giusto che sapesse cosa mi aveva detto, ma non ero del tutto sicura che lo volesse sentire.
“Si, preferisco saperlo da te in questo momento che ascoltare lui!”
Le raccontai quello che mia aveva detto e anche come la pensavano Zayn e Liam.
Non disse nulla e se ne andò in camera sua.
 
Liam POV
Mhone se ne andò di corsa e Zayn la rincorse. Louis aveva decisamente sbagliato, ma sapeva di aver commesso un errore ed era pronto a rimediare.
Mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla spalla.
“Tu mi credi vero Liam?” mi domandò poi tirando su col naso.
“Si ti credo. Non che questo ti renda meno cretino però. Come diavolo ti è venuto in mente anche solo guardare Megan nuda?” lo sgridai.
“Hai ragione sono stato un emerito cretino. Non so cosa mi sia preso in quel momento. Il mio cervello è andato in corto circuito e non c’ho capito più niente.”
“Lo sai vero che Kay potrebbe anche non perdonarti? Si è sentita tradita, lei si fidava di te e sicuramente non avrebbe mai neanche pensato che il tuo cervello potesse andare in corto circuito vedendo qualcun’altra che non era lei. Anzi probabilmente sarà delusa soprattutto per questo fatto.” Mi dispiaceva dirgli quelle parole, ma doveva vedere la verità. Sicuramente Kay c’era rimasta veramente male e non potevamo sapere nessuno come avrebbe reagito in un futuro.
“Lo so… lo so, ma questo non mi fermerà dal fare qualsiasi cosa è in mio potere per poterla riconquistare. Anche se questo dovesse significare non mangiare, non dormire, andare in giro come uno straccione o addirittura nudo. Le busserò alla porta finchè non mi perdonerà, scalerò persino la parete per bussare alle finestre se necessario. Ho bisogno di lei e niente e nessuno potrà portarmela via.” Nei suoi occhi ardeva una strana luce. Il discorso che aveva appena fatto per lui era il più normale del mondo e ci credeva seriamente a tutto ciò che aveva detto. Non sapevo se esserne divertito o preoccupato. Da bravo fratello quale ero, avrei dovuto fare qualcosa. se avesse veramente bussato alla sua porta o scalato una parete per giunta nudo, non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Qui urgeva una riunione di band.
“Hei amico so che vuoi riconquistare Kay a tutti i costi, ma quelle non sono di certo le soluzioni migliori. Così facendo le faresti credere che per te sia tutto un gioco e si arrabbierebbe ancora di più. No, qui ci vuole qualcos’altro che le faccia capire che può ancora fidarsi di te. Niall sicuramente potrà darci una mano!” gli suggerii.
Ci riunimmo tutti in cucina e Louis raccontò anche agli altri cosa aveva fatto.
Harry era l’unico che gli credette all’istante senza fargli tante domande, mentre Niall era li li per strangolarlo.
Ci volle un po’ prima che riuscisse a mettere da parte la rabbia e capire che Louis voleva veramente riconquistare Kay perché l’amava alla follia, così decise di dargli anche lui una mano.
 
Zayn POV
Ma come potevano anche solo pensare che partire subito all’attacco, anche se con fiori e cioccolatini, avrebbe potuto far cambiare idea a Kay.
Non riuscivano proprio a capire che quello di cui aveva bisogno ora la ragazza, era solo un po’ di tranquillità per pensare a lei, a loro e metabolizzare la cosa.
Era inutile bombardarla subito. L’unica cosa che avrebbe dovuto fare in quel momento Lou era andare da lei, chiederle scusa e dire tutto d’un fiato quello che provava per lei prima che gli sbattesse la porta in faccia.
Ma naturalmente nessuno voleva darmi ascolto. Forse potevo anche sembrare egoista, ma se tutta quella storia fosse ricaduta sul rapporto tra me e Mho, giuro che lo avrei ucciso io al posto di Kay. Già oggi per averlo difeso, discutemmo, non voglio che tutto questo porti ad un litigio vero e proprio. Dopo tutto quello che abbiamo passato negli ultimi tempi, l’unica cosa che voglio è stare con lei ogni secondo della mia vita, perché ho imparato a mie spese che potrebbe anche essere l’ultimo.
Mi alzai dalla sedia della cucina quando la discussione tra i ragazzi era ancora in corso. Tanto erano talmente concentrati che non se ne accorsero nemmeno.
Avevo tolto i punti già quasi da una settimana, ma la forza dell’abitudine mi portava ancora a stare attento ad ogni movimento. Mi sdraiai sul letto e passai un dito sulla cicatrice. Era ancora fresca e il rilievo della ferita e delle incavature dove mi avevano messo i punti, si sentivano chiaramente al mio tocco.
Presi il cellulare e inviai un messaggio a Mho, non ce la facevo a non sentirla.
Come sta Kay? Come l’ha presa?
Tempo un minuto e la risposta comparve sul display.
Ha smesso di piangere, ma se devo dirti la verità non so a cosa pensa ne cosa pensare. Si è chiusa in camera sua e non è più uscita.
Immaginavo non l’avesse presa troppo bene.
Tu invece come stai?
Io? Bhe mi dispiace tanto per lei. Poche volte l’ho vista in questo stato e ti giuro che mi si chiude lo stomaco a vederla così.
Immaginavo anche che lei stesse anche quasi peggio di Kay. Era incredibile come riuscisse a preoccuparsi delle persone immedesimandosi in quel modo con i loro dolori. Anche con me aveva fatto così.
Non feci in tempo a risponderle che mi inviò un altro messaggio.
Ah quasi dimenticavo… Ti amo.
Un sorriso mi comparve sul viso. In quel momento quelle due parole, quelle cinque lettere, erano tutto ciò di cui avevo bisogno.
Ti amo anche io, più di quanto non abbia fatto in tutta la mia vita. Non scordartelo mai.


  

Ciao carissimeee! =D
Come state? Io tutto bene! Sono super eccitata per un progetto a cui sto lavorando con un mio amico (ci sta dando una mano anche Vix). La cosa strana è che la sceneggiatura me la sono sognata una notte… cioè in verità non è poi così strano, visto che anche i capitoli che scrivo me li sogno la notte, però vabè… dettagli che penso non vi interessano! xD LOL
Passiamo al capitolo che è meglio… ne restano veramente pochi da qui alla fine e vi giuro che mi sta salendo la tristezza… =’(
In questo poi Mho ecco che fa fuori Louis. La ragazza è alquanto aggressiva! Ahahah xD
Anche Liam e Zayn dicono la loro sull’accaduto. Faccio una precisazione, Zayn non è che non si preoccupa per Lou o non glie è amico, anzi tutt’altro, è solo che ci tiene anche a Mho e non vuole che tutto ciò si ripercuota anche su di loro! ;D
Lascio a voi il giudizio finale! ^^
Come sempre ci tengo a ringraziare chiunque si sia interessato a questa storia. Ormai stiamo veramente arrivando alla conclusione e tutto questo, magari non sarebbe stato scritto se  non ci fosse stato qualcuno che lo avrebbe letto! Quindi veramente grazie!
E dopo questo enorme angolo autrice, direi anche che è meglio che me ne vado!
Un bacione.

Marty.

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Marty
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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


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CAPITOLO 47

Kaycee POV
 
"Kay dagli un'altra possibilità, per favore!"
Eravamo usciti da un quarto d'ora e Harry, da bravo migliore amico, aveva cominciato già dieci minuti fa a implorarmi di perdonare Louis e a prendere le sue difese. Non che non fossi colpita dal suo senso dell'amicizia ma in quel momento lo avrei volentieri buttato nella fontana del centro commerciale pur di farlo stare zitto. Niall mi camminava affianco con l'aria imbronciata e se ne stava in silenzio.
Quando aveva saputo dell'accaduto era venuto a vedere come stavo ma Mhone non aveva permesso neanche a lui di avvicinarmisi dopo che mi ero chiusa in camera. Sapeva come ero fatta e sapeva meglio di chiunque altro che avevo bisogno di stare da sola in momenti come quello. Da sola ci ero stata, anche troppo forse, considerando che ero rimasta chiusa la dentro per due giorni a rimuginare e che quella era la prima volta che uscivo dall'appartamento da due settimane.
Il ragazzo poi mi aveva detto che gli dispiaceva tantissimo dell'accaduto e che non pensava che Louis fosse stato capace di fare una cosa simile, subito dopo mi aveva anche promesso che sarebbe stato dalla mia parte e che ci sarebbe rimasto fin quando io lo avrei voluto.
Forse era per quello che non smetteva di lanciare occhiatacce furiose all'amico di fianco a lui che continuava insistentemente a difendere Louis e a proclamare la sua innocenza.
"Sapevo che non ti avrei dovuto lasciar venire, mi stai stressando!" sbuffai alzando gli occhi al cielo all'ennesimo ti preeeego.
Lui sorrise. "Non mi avresti impedito di venire, ti avrei seguito con la macchina. E poi lo sappiamo che ti serve il mio aiuto per farti il migliore regalo di compleanno, sono un mago della moda e in più avresti un parere maschile."
Entrai in un negozio di abiti e mi misi a cercare delle maglie a maniche corte per l'estate. "Per quello c'era Niall che avrebbe potuto darmi una mano. Tu sei completamente inutile, e petulante, e avrei dovuto lasciarti a casa con le ruote della macchina bucate. E forse avrei bucato anche quelle della macchina di Louis già che ci stavo." dissi prendendo delle maglie a casaccio ed entrando nel camerino.
Cominciai a svestirmi.
Non volevo seriamente comprare qualcosa ma lo shopping mi teneva occupata e in più quella carta platinum doveva pur essere svuotata prima o poi.
Era un regalo di mia madre.
Mi aveva implorato di tornare a casa per festeggiare insieme a loro e Megan e quando avevo rifiutato mi aveva detto che mi avrebbe spedito una carta di credito come regalo da parte sua e di Phil. La voce al telefono sembrava allegra e spensierata quando mi aveva chiamata quindi ne deducevo che Megan non aveva detto niente a nessuno del piccolo incidente.
"Come siamo perfide! Dai vieni fuori e facci vedere come ti stanno le maglie."
Uscii dal camerino ma con le maglie fra le mani. "Non mi piacevano." dissi lanciandole su uno scaffale e uscendo dal negozio.
Harry alzò le spalle e fece per parlare ma Niall lo interruppe per evitare che lo strozzassi se avesse detto qualche altra cosa su Louis.
"Kay perché non andiamo a prenderci un gelato? Comincia a venirmi fame!" propose prendendomi a braccetto e conducendomi verso la gelateria a pochi passi da noi.
Mi sedetti al tavolino più vicino e poco dopo Niall e Harry tornarono con tre coppette al cioccolato e me ne porsero una.
Era molto buono e mi permise di godermi cinque minuti di silenzio da parte del riccio, che subito dopo però tornò all'attacco.
"Senti Kaycee, - Harry sembrò farsi serio tutto d'un colpo e questo mi invogliò a starlo almeno a sentire - so come ti senti, ci sono passato anche io prima di tutto questo. Fa schifo! Ma c'è una bella differenza fra l'essere stati traditi e il convincersi di essere stati traditi. No, lasciami finire. Louis è indubbiamente stato uno stupido ma mi ha raccontato come è andata e posso assicurarti che è stato tutto un equivoco, non so se Mhone te lo ha raccontato ma tutti nella sua situazione ci saremmo trovati spiazzati."
"Si, me l'ha raccontato, e sinceramente io non riesco a trovare le tue scusanti valide. Cosa stai cercando di dire? Che è un maschio? Che è umano? Che sono istinti primordiali? Bè io c'ero, e se lui mi amava davvero poteva accontentarsi di me piuttosto che andare a cercare altrove. E in questo caso l'altrove è la mia sorellastra."
Harry scosse la testa. "Non sto cercando di dirti che è giusto o comprensibile. Sto cercando di dirti che se io mi fossi trovato una ragazza mezza nuda girandomi non so se avrei reagito meglio di lui. E' vero che dicono che sono un puttaniere e che non so controllare i miei istinti ma ho sentimenti anche io, e nonostante io non mi senta un puttaniere e fossi stato innamorato forse non avrei avuto il sangue freddo che ha avuto lui. Lou le ha detto di rivestirsi e andarsene ma lei lo ha convinto che era per il bene del suo esame di medicina. E penso che con i neuroni a palla e la concentrazione alle stelle per cercare di non fare niente di sbagliato si sia sentito rintronato e ha accettato l'aiuto pensando che fosse non una cosa giusta da fare ma neanche tanto sbagliata. E' stato un errore umano, che può capitare. Non ti ha tradita, non avrebbe mai neanche voluto farlo, ma tu gli stai infliggendo una punizione più dolorosa di quanto si meriterebbe. E tra parentesi, posso assicurarti che di te non ci si può accontentare, se ci sei nessun uomo sano di mente vorrebbe altro"
Cercai di non sorridere alla sua ultima affermazione. "Non mi importa." dissi testardamente.
Harry sbatté una mano sul tavolinetto di plastica, attirando l'attenzione su di se.
"Oh, ma andiamo Kay! - esclamò furioso tutto d'un tratto. - Non fare la perbenista! Sono passate due settimane! Due settimane d'inferno per la persona a cui io tengo di più a questo mondo, e ti giuro che non sopporto più vederlo così."
Divenni paonazza. "Stai cercando di dare la colpa a me per qualcosa di cui io non ho assolutamente colpa Harold?!" urlai.
Molte persone si erano girate a fissarci e Niall cominciò a dire a destra e a manca che non c'era niente da vedere e di andarsene.
"No, sto cercando di dire che tu non stai facendo niente per migliorare questa situazione del cazzo. Ti ho vista lo sai? Quando noi vi veniamo a trovare, lasciando Louis di sopra da solo, perché tu non vuoi vederlo chiami sempre anche Alec e ti metti a fare la gallina con lui davanti a noi perché speri che noi lo riferiamo al nostro amico per farlo stare male come stai male tu! Tu non vuoi migliorare la situazione! Tu vuoi solo una vendetta troppo grande per un crimine troppo piccolo."
Rimasi a bocca aperta. Davvero credeva che volessi far del male di proposito a Louis? O forse lo stavo davvero facendo senza accorgermene?
Tutti i dubbi cominciarono a ingombrarmi la mente e dopo un po' cominciai a piangere a dirotto.
"Voglio solo far passare tutto questo dolore!" biascicai con la faccia tra le mani.
Harry posò la mano sul mio braccio e mi guardò dolcemente. "Sta tutto nelle tue mani piccola. Lou non ha mai voluto lasciarti andare e per far finire il dolore devi solo starlo ad ascoltare. Poi deciderai se lo vorrai ancora oppure no. Ma devi dargli una chance per spiegarsi e avere il quadro completo della situazione, altrimenti non farai del male solo a lui ma anche a te stessa perché avrai i rimpianti per sempre."
Alzai la testa per cercare gli occhi di Niall.
Lui era li, davanti a me, e i suoi occhi dicevano che avrei dovuto ascoltare Harry.
Annuii e presi la borsa.
"Andiamo, devo parlare con Louis."
 
Quando tornammo a casa era ormai l'ora di cena e la mia giornata di shopping alla fine non era stata una giornata di shopping ma di chiarificazioni. Prima di entrare in casa dissi a Niall e Harry che dopo sarei andata da loro ma di non dire niente a Louis.
Trovai Mhone a tavola, che aveva già iniziato a mangiare.
"Non sapevo a che ora saresti tornata, ti ho lasciato il pollo nel forno."
Annuii e mi sedetti accanto a lei.
"Allora, come è andata questa giornata?" mi chiese speranzosa che avessi ritrovato quel buon umore che da tanto tempo non mi apparteneva più.
"Non ho comprato niente, ma sono stata bene. I ragazzi mi hanno offerto il gelato e mi hanno convinto a parlare con Louis. Forse hanno ragione. Forse ne sto veramente facendo un dramma."
Mhone posò la forchetta sul piatto e mi guardò preoccupata. "Kay tu sai che io ti starò sempre accanto ma questa è una decisione tua, non devi farti convincere da Harry e Niall che probabilmente sono stati costretti da Louis a parlarti, quello che ti ha fatto non è una cosa da niente, è tradimento!"
Scossi la testa. "In realtà non lo è, ma non per questo lo perdonerò. Voglio sentire ciò che ha da dire, voglio vederlo con i miei occhi mentre si spiega, voglio vedere se realmente è dispiaciuto. Ho bisogno di vedere queste cose, non voglio che qualcun altro lo dica per lui e non voglio rimanere in questa situazione di stallo per sempre. Ho un peso sul cuore e voglio liberarmene. So che starò meglio dopo, sia se gli crederò e torneremo insieme che se non lo faremo. Almeno avrò l'anima in pace e avrò deciso io il meglio per me essendo però a conoscenza di tutti i fatti."
Mhone annuì e prese un respiro profondo.
"D'accordo, allora parliamo di qualcosa di più felice. Il tuo compleanno! So che abbiamo già fatto una cena insieme ieri, ma eravamo solo noi, Zayn e Niall, e le ragazze, Harry, Liam, Nick, Alec e sicuramente anche Louis ci sono rimasti male a non poter festeggiare con te il tuo ventesimo compleanno e detto francamente, tu hai bisogno di festeggiare per tirarti su! Organizziamo una festa per questo sabato!"
Sorrisi all'esuberanza della mia amica.
"Mi piacerebbe Mho ma non ho le forze per organizzarla."
"Ok ci penso io! Dai facciamola!!"
I suoi occhioni da cucciolo non lasciavano scampo. Ormai sapevamo entrambe che la festa si sarebbe fatta.
"E va bene." acconsentii.
"Sii! - saltò su lei. - Oh giusto, mi ero dimenticata, Alec è passato prima, ha detto di doverti parlare, sembrava preoccupato."
Annuii. "Allora dopo cena passerò da lui."
 
Il tempo di aiutare Mhone con i piatti ed ero già uscita dall'appartamento per andare in quello di Alec. Non fu neanche necessario bussare perché lui era li fuori, appoggiato ad uno stipite della porta con la testa bassa e le braccia incrociate.
"Ti hanno chiuso fuori perché sei stato un ragazzaccio Alexander?" chiesi ironica mentre lui alzava la testa di scatto mettendosi un dito davanti le labbra intimandomi il silenzio.
"Ho scoperto una cosa - disse prendendomi per il polso e trascinandomi giù per le scale - e non credo che ti piacerà."
Mi portò fino in garage e mi fece salire nella sua auto dal lato del passeggero.
Quando lui montò nel sedile accanto al mio tirò fuori dalla tasca del giaccone il cellulare.
"Allora? - domandai - Hai scoperto che esistono cellulari più vecchi del tuo Nokia anni cinquanta?" lo presi in giro ma la sua aria contrita mi fece capire che non era il momento di scherzare.
"Questo cellulare sarà pure decrepito ma ha comunque una funzione molto utile al contrario di quello che pensi tu. Fa le registrazioni vocali. Ed è quello che ho registrato che non ti piacerà. - mi spiegò per poi riprendere subito a parlare mettendo la sicura agli sportelli della macchina - Vedi, questo pomeriggio dovevo uscire per vedermi con Nick in un bar e avvisai Megan che stavo uscendo e che forse ne io ne Nick saremmo tornati per cena. Una volta raggiunta la macchina però mi resi conto di aver scordato il portafogli così tornai indietro, stavo per riuscire dall'appartamento quando sentii Megan che parlava con qualcuno in camera sua. Quello che ho registrato è stata la sua conversazione...con tua madre."
Ci misi un attimo in più del dovuto a capire ma non ci vedevo niente di strano.
"E quindi? Avrà chiamato per sapere come stavano lei e suo padre, che c'è che non va?"
Alec scosse la testa.
"Ascolta e poi ne riparliamo."
 
Mi fiondai come un uragano nell'appartamento di Alec e Nick lasciando quest'ultimo che mi seguiva cercando di trattenermi. Aprii senza tanti complimenti la porta della stanza di Megan e la trovai lunga sul letto che leggeva una rivista di moda.
Non le diedi neanche il tempo di salutarmi che la presi per i capelli e la sbattei contro il muro facendole trattenere il respiro per la botta.
"Kaycee che cazzo fai?"
Le tirai più forte i capelli. "Prova a fare un passo e te li strappo. - la minacciai - E' sempre stato il vostro piano vero?! Tuo e di quella stronza di mia madre! Sapeva che saresti venuta qui ad Oxford con me ancor prima di quella tua scenetta in soggiorno, vi eravate messe d'accordo. Tu volevi venire qui per prenderti un po' di fama attraverso la boy band del momento e Caroline ha pensato che facendolo saresti potuta essere utile anche a lei. Il piano era farmi allontanare da tutte le persone a cui tenevo per farmi tornare a casa non è vero? Prima Louis, poi saresti passata al resto dei ragazzi e infine a Mhone." la accusai con le lacrime agli occhi.
Megan era immobile ma sentii che aveva trattenuto il respiro.
Poi si riprese. "Ma che diavolo stai dicendo Kay? Mi stai accusando di tutte queste sciocchezze perché sei ancora distrutta dal fatto che Louis non sia riuscito a dirmi di no." disse cercando di liberarsi dalla mia presa.
"Non cercare di sviarmi. Alec ha registrato la tua conversazione con la mia adorata mammina mentre pensavi che fosse uscito. Le tue scuse non serviranno, hai ammesso quasi tutto tu, al resto ci sono arrivata da sola."
"Kaycee stai sbagliando..."
"No invece! Per la prima volta ci sto capendo qualcosa! Torna tutto, tu che fai la lecchina con Niall prima perché pensavi stesse con me quando l'ho portato a Londra, il tuo essere appiccicata a Louis dopo, il fatto di non essere venuta mai in ospedale durante la convalescenza di Zayn nonostante tu volessi fare medicina...ma non ti vergogni neanche un po'?"
Megan rimase in silenzio.
"Adesso tu fai le valigie e te ne torni a Londra dicendo a quella strega che io non voglio più avere niente a che fare con lei. Mi hai capita?"
Lei annuì furiosa ma senza il coraggio per rispondermi e allora lasciai la presa, voltandomi e uscendo dall'appartamento con Alec dietro di me.
 
Un'ora dopo Alec passò a dirmi che Megan aveva finito di fare le valigie e che aveva preso un taxi per la stazione. In quel lasso di tempo avevo raccontato a Mhone quello che era successo e lei continuava a guardarmi con quell'aria stupefatta che sicuramente avevo avuto anche io mentre Alec mi faceva ascoltare la registrazione.
Comunque, subito dopo aver finito mi convinsi ad andare a parlare con Louis, meritava anche lui di sapere la verità e gli avrei dovuto parlare in ogni caso quindi presi le chiavi e uscii dall'appartamento.
Una volta bussato alla porta mi venne ad aprire Harry con un sorriso soddisfatto dipinto in faccia.
"Sapevo saresti venuta, Niall scommetteva il contrario."
Sbuffai per la poca fiducia di Niall nei confronti dei miei propositi e mi diressi verso la camera di Lou.
Aprii la porta senza bussare e lo vidi chino sulla scrivania con solo la luce dell'abat-jour a illuminare la stanza. Lui si girò subito verso di me e in quel momento non avrei saputo dire se il suo viso esprimeva sollievo o preoccupazione.
"Ciao." mi accolse alzandosi in piedi ma rimanendo immobile davanti la scrivania.
Notai che prima del mio arrivo stava studiando medicina, segno che probabilmente Megan non era riuscita a insegnargli molto.
"Che ci fai qui?" mi chiese.
Feci un lungo respiro e mi sedetti sul suo letto, a pochi passi da lui. "Prima o poi avremmo dovuto parlare di quel che è successo, mi sembrava un momento adatto adesso, soprattutto considerati gli ultimi avvenimenti."
Louis aggrottò le sopracciglia e per un momento dimenticò la situazione imbarazzante e si sedette accanto a me.
"Di che parli?"
Presi un altro respiro profondo. "Tutto quel che è successo è stata colpa di Megan, tu non potevi saperlo ma lei ti ha usato, anzi lei e mia madre ti hanno usato, ma per due scopi differenti. Megan pensava che conquistandoti si sarebbe fatta un nome là fuori, dove secondo lei le persone valgono qualcosa, ma allo stesso tempo stava facendo il lavoro sporco per mia madre, facendo in modo di allontanare le persone a cui tengo di più così che non avrei avuto più alcuna ragione per restare ad Oxford e sarei tornata a casa." finii tutto d'un fiato aggiungendo un "Mi dispiace." alla fine.
Louis si rabbuiò. "E io ci sono caduto con tutte le scarpe, vero?"
Sembrava volesse davvero una risposta da me così annuii.
"Che stupido, non me lo sarei mai potuto aspettare, soprattutto non da una con un viso che sembrava così innocente e sincero."
Risi amaramente. "Non te l'hanno mai detto? Quelle sono le persone peggiori."
Si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro maledicendosi sottovoce, ma poi si girò di scatto verso di me. "E tu? Tu come stai?"
Alzai e spalle e mi strinsi fra le mie stesse braccia. "Avrei potuto stare meglio se tutto ciò non ti avesse coinvolto, se fossi stato con me ad appoggiarmi." ammisi.
Lui si risedette accanto a me e mi passò un braccio intorno alle spalle avvicinandomi a lui. "Mi dispiace così tanto, Kay. Vorrei che tutto questo non fosse accaduto, vorrei che tu possa fidarti di me e avrei voluto esserci per te quando ne avevi bisogno."
"Già." non riuscii a pronunciare altro.
Per alcuni istanti rimanemmo in silenzio poi Louis si inginocchiò davanti a me prendendomi le mani fra le sue. 
Mi irrigidii. "Tomlinson non starai mica per propormi di sposarti?!" 
Louis abbozzò un sorriso. "No, anche se lo vorrei. Vorrei passare tutto il resto della mia vita con te Kaycee McFay perché ti amo, ti amo come non ho mai amato nessun altro e pensare di perderti mi fa venire le vertigini, mi mette un senso di vuoto mai provato e mi fa paura. Ti prego, ti prego Kay, perdonami."
Sentii le lacrime inumidirmi il viso ma non le asciugai. Allungai una mano per accarezzargli il volto, coperto da un sottile strato di barba appena accennata e fissandolo nei suoi bellissimi occhi azzurri che mi avevano intrappolata dal primo istante nonostante non volessi ammetterlo.
"Io ti ho già perdonato Lou...- Louis si alzò sorridente e si piegò in avanti per baciarmi ma io gli posai una mano sul torace e lo allontanai. -Ma non sono pronta a dimenticare tutto e a tornare con te."
Lui si allontanò di scatto, come se capisse ma non riuscisse ad accettare le mie parole.
Sembrava smarrito e impaurito.
"Non capisci? Non avrai tradito me ma la mia fiducia nei tuoi confronti ne ha risentito perché nonostante tu dica di amarmi sei riuscito a startene tranquillamente in piedi davanti ad una ragazza mezza nuda e a mettere le tue mani sul suo corpo. Ho provato insicurezza e questo non dovrebbe accadere in una coppia di cui ci si fida l'uno dell'altra."
Louis mi guardava ancora con gli occhi sbarrati e si era lasciato scivolare lungo la parete. Mi accovacciai davanti a lui. "So che non è colpa tua, so che chiunque altro avrebbe avuto meno spina dorsale di quanta ne abbia avuta tu. Ma mi aspettavo anche che tu ti saresti girato dall'altra parte intimandole di andarsene e che il mio viso fosse l'unica cosa a cui avresti pensato in quel momento, sapendo che se avessi fatto diversamente io ne avrei sofferto. Prova a capirmi, non ti sto lasciando definitivamente, ho solo bisogno di più tempo, bisogno che tu riesca a provarmi di potermi fidare e io di ritrovare sicurezza in me stessa." cercai di spiegargli continuando ad accarezzargli il viso e i capelli mentre lui piangeva sommessamente con il capo piegato contro le ginocchia.
Mi sentivo estremamente male per quello che gli stavo facendo passare. Non avrei voluto farlo soffrire come invece pensava Harry, ma non avrei voluto soffrire nemmeno io e invece ero rimasta chiusa in quella camera per giorni chiedendomi se c'era qualcosa di sbagliato in me.
Mi alzai e mi diressi verso l'uscita girandomi un'ultima volta verso di lui. "Ciao Lou."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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DAN DAN DAN DAAAAAAAN - DAN DAN DAN DAAAAAAAAAN;
*da leggere con un tono drammatico e carico di souspance*
Qualcuno di voi se lo aspettava questo complotto Megan-Caroline?! Io l'ho pensato all'ultimo minuto proprio ma mi è piaciuto il fatto che Caroline si rivelasse per la stronza che è!
E poi Lou...awww  a me fa troppa tenerezza, ma ha sbagliato, ed è giusto che Kay lo tenga sulle spine almeno un po'!
Passiamo alle recensioni: 
ma sapete che io vi amo, si?! No, seriamente, il mio scorso capitolo è arrivato a 7 recensioni e potete chiedere conferma a Marty che quando le ho lette ho cominciato a saltare come un'ebete!!
Vi adoro!!
Grazie mille!!
:')
Vi 
p.s: grazie anche a tutte le altre che continuano a leggere incessantemente il capitolo e trovandolo decente e chi ha messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate!
p.p.s: vi informo che l'epilogo sarà il capitolo 51...quindi dopo questo leggerete solo un altro chappy dal punto di vista di Kay e poi l'epilogo sarà una sorpresa! ;)
p.p.p.s: cazzarola ma vi rendete conto che mancano solo 4 capitoli?! ahhhh non riesco a pensarci :/
p.p.p.p.s: io sono morta con sta GIF!!
p.p.p.p.p.s: troppi p.s...meglio che vada! LOL



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Marty
Vi  

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


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CAPITOLO 48
 

Mhone POV

L’ultimo periodo era stato veramente un casino. Non riuscivo a non chiedermi come fosse possibile dover subire tante emozioni tutte insieme. L’unico sollievo era che almeno la maggior parte di loro erano passate, anche se le conseguenze continuavano ad aleggiare nell’aria.
Megan era fuggita con la coda fra le gambe e dopo l’ennesima telefonata di quella psicopatica di Caroline avevo sbottato e strappando di mano il telefono a Kay, le urlai contro ordinandole di smetterla di chiamare per la mia sanità mentale e per il bene di Kay. Era stata fuori dalla sua vita per anni, era ora che ritornasse nell’ombra portandosi con se quella piccola vipera e il suo nuovo fidanzato. Kay se la sarebbe cavata meglio senza di lei. L’unica nota stonata rimaneva Lou. Ce l’avevo ancora a morte con lui, ma una parte di me avrebbe voluto rivederlo insieme alla mia amica. Sembravano passati secoli dall’ultima volta che le avevo visto un vero e proprio sorriso divertito, e chissà mai perché, aveva sorriso grazie a Lou. Infondo sapevo che a lei ci teneva sul serio, anche se a volte scollegava il cervello e combinava qualche casino. Era Lou, era nel suo DNA combinare casini.
Cercavo però di intromettermi il meno possibile in questa faccenda, i miei consigli uscivano esclusivamente quando era qualcuno a chiedermeli. Non riuscivo a crederci neanche io, ma ci stavo riuscendo. Kay aveva bisogno del suo spazio per rimettere a posto i pensieri che le giravano in testa e sicuramente non sarei stata io quella che le avrebbe fatto pressioni.
Mi sarei aspettata qualche gesto esagerato da Lou, invece niente e gli ero grata anche per questo.
Fortunatamente sabato stava per arrivare. Una bella festa, soprattutto se era per il suo compleanno, avrebbe fatto bene a Kay. Un po’ di distrazione era quello che le ci voleva.
Erano giorni che stavo organizzando tutto nei minimi dettagli. Mi sembrava essere diventata una party-planner. Avevo fatto io tutta la lista degli invitati –l’avevo chiesta a Kay, ma come risposta ricevetti solamente un fai tu che naturalmente non mi fu di nessun aiuto-. Dopo aver finito la lista, che comprendeva più o meno un  centinaio di persone, dovetti andare a cercare un locale che ci avrebbe contenuti tutti.
Fu più semplice pensarlo che farlo sul serio. Mi girai ogni locale del centro, ma nessuno era disposto a prendersi la responsabilità di un centinaio di ragazzi che avrebbero bevuto e ballato in un'unica stanza.
Mi toccò chiedere aiuto ai ragazzi, anche se non ne avevo alcuna voglia. Un po’ mi sentivo in colpa a doverli sfruttare per trovare un buon locale all’altezza delle mie aspettative. Naturalmente tutto pensavano, tranne che chiedere aiuto a loro sarebbe stato uno sfruttamento. Prima di riunire l’intera band però, decisi di chiedere a Zayn. Se fossi andata subito da Liam o Niall, sicuramente si sarebbero fatti prendere dall’entusiasmo e avrebbero chiamato questo mondo e quell’altro per far venire che so, il catering dall’Italia o da chissà quale paese. Volevo che la festa  fosse fantastica, ma che fosse su misura per Kay, non una di quelle dove metà della gente non sai neanche chi sia, il cibo è immangiabile e la musica è sconosciuta. Inoltre non sapevo neanche se Lou dovesse essere incluso o no nella lista degli invitati. Sapevo che lei lo aveva perdonato, ma non aveva ancora avuto il coraggio di dirgli che voleva rimettersi con lui, perché sapevo che sotto a tutti quei cavolo di pensieri, ce n’era uno, scritto a lettere cubitali, che diceva VOGLIO SOLO LUI.
 
Ero stasa sul letto di Zayn, mentre lui era intento a scrivere qualcosa al computer.
“Hei Zayn” lo richiamai.
“Si, dimmi.” Alzò la testa aspettando che continuassi.
“Sabato voglio dare una festa per il compleanno di Kay, ho già fatto la lista, ma qui a Oxford non c’è un locale che sia disposto a contenere un centinaio di persone. Per caso tu ne conosci qualcuno?” mi alzai sui gomiti per guardarlo meglio.
“Una festa di compleanno per Kay?” fu la sua risposta.
“Si, lo so che il suo compleanno è stato giorni fa, ma ha bisogno di svagarsi un po’, così le ho proposto della festa e ha accettato. Cioè praticamente non le ho lasciato scelta, ma sono sicura che non le dispiaccia.” Spiegai velocemente.
“E con Lou? Come pensi di fare? Cioè…” lo bloccai a metà frase.
“Ha detto che va bene.  Se viene intendo. Non dovrei dirtelo, ma secondo me sta pensando di dargli una seconda possibilità.”
“Ne sei sicura?”
“No. Ma la storia della festa potrebbe essere un pretesto per riavvicinarli.”
“Si, potrebbe essere, ma non forzare le cose. Potresti peggiorarle solamente. –sapevo che aveva ragione, annuii e mi presi il bacio che mi diede una volta raggiuntami sul letto- comunque conosco un paio di locali carini a Londra. Che ne dici, oggi pomeriggio potrei portarti a vederli!”
“Sei un genio. Io ti adoro, sappilo. Mi salvi letteralmente la vita!” forse il bacio che gli stampai fu molto più gradito delle parole.
 
Quel pomeriggio Zayn prese in prestito la macchina di Harry e mi portò a Londra per dare un’occhiata ai locali di cui mi aveva parlato.
Purtroppo le visite non andarono come ci saremmo aspettati.
La festa sarebbe stata da li a cinque giorni e naturalmente quel tipo di locali aveva bisogno di essere prenotato con largo anticipo.
Ogni proprietario ci aveva guardato come se fossimo pazzi anche solo a pensare che ci avrebbero dato una stanza libera.
Cominciavo a demoralizzarmi, considerato che avevo promesso a Kay una festa incredibile e che avevo anche cominciato a spargere la voce che quel sabato ci sarebbe stata la festa. Se non avessi trovato una soluzione alla svelta sarei stata nei casini.
Ci fermammo da Starbucks per un caffè e per pensare ad una soluzione.
Ci mettemmo in fila e aspettammo il nostro turno. Una volta che i nostri caffè furono pronti, ci sedemmo ad un tavolo libero.
“Zayn sono disperata, se non trovo un bel locale la festa sarà rovinata, anzi non ci sarà nemmeno una festa.” Piagnucolai mettendomi le mani tra i capelli.
“Dai non fare così, vedrai che troveremo una soluzione.” Cercò di consolarmi.
“Lo spero”.
Finii il mio caffè fino all’ultima goccia, poi ci alzammo e lasciammo il posto ad una comitiva di ragazzi che erano almeno 5 minuti buoni che ci guardavano aspettando che ce ne andassimo.
Camminammo un po’ senza meta, fino a quando non sentii Zayn fermarsi di botto.
“Che c’è?” gli domandai.
“Avanti vieni!” mi prese per un polso e cominciò a trascinarmi in mezzo alla gente che mi sballottava da una parte all’altra. Quando riuscimmo a superare quella marmaglia di gente, lui non dette segno di rallentare, anzi, strinse ancora di più la mano costringendomi a correre, tanto che non riuscii neanche a chiedergli dove stessimo andando. Come se non bastasse poi, avevo scelto sicuramente il giorno sbagliato per mettermi ai piedi le ballerine nuove.
Quando finalmente rallentammo, ero sfinita. Ci misi almeno 5 minuti per riprendere il normale battito del cuore, cosa che non mi accadeva da un bel po’.
Quando guardai in alto, verso l’insegna del locale davanti il quale ci eravamo fermati, alzai un sopracciglio in segno di stupore.
“Scusa Zayn, ma non pensavo che alla nostra relazione servisse un po’ di pepe. Pensavo fossimo a posto su quel lato…”
La sua confusione fu palese. “Ma che cavolo dici?”
“Siamo in un nigth-club…”
“Scema ma che vai a pensare. È solo che ho pensato che questo potrebbe essere il locale adatto per la festa. Il proprietario è un mio amico e mi deve un grosso favore. Non gli dispiacerà prestarcelo!”
“Stai scherzando vero? Non possiamo fare la festa di compleanno per Kay in un nigth-club, tra ballerine mezze nude e ubriaconi arrapati. Ma come ti è venuto in mente?” doveva essere impazzito completamente.
“Prima di dire no entriamo. Vedrai che cambierai idea.” Insistette.
“Non credo…”
Entrammo nel locale e una nuvola di fumo mi colpì in pieno il viso.
Come mi aspettavo c’erano donne mezze nude che ballavano indifferenti attaccate a dei pali e alcuni uomini –molti di meno di quanto mi aspettassi- intenti a bere e giocare a carte. Quasi nessuno prestava attenzione alle ballerine che senza metterci neanche troppa voglia, si strusciavano intorno ai pali metallici.
Lanciai un’occhiataccia a Zayn.
“Aspetta” mi mimò con le labbra, prima che un ragazzo biondo –non molto più grande di noi a vedersi-, lo afferrasse da dietro e lo stringesse in un caloroso saluto ricambiato dal mio ragazzo.
“Zayn, amico mio!”
“Dean, come stai?”
“Si tira avanti, tu invece? Grande star, ho visto te e i ragazzi in televisione. New York è? Gran bel posto quello!” portò avanti la conversazione Dean.
“Si, un gran bel posto. Le cose ci stanno andando veramente bene. Oh si, lei è Mhone, la mia ragazza!” mi presentò Zayn vedendo la curiosità negli occhi del suo amico.
Lo salutai con un gesto della mano.
“Mhone è? Te la sei scelta proprio bene. E bravo ragazzo!”
Mi sentii arrossire leggermente, mentre Zayn si apriva in un enorme sorriso.
Dean ci fece accomodare  su uno dei divanetti li di fianco che avevano una perfetta visuale sulle donne mezze nude. Cercai di non farci troppo caso e fui contenta che Zayn facesse lo stesso, anche se non sembrava per lui essere difficile o dargli fastidio, quanto invece lo era per me. Mi mettevano a disagio.
Fortunatamente il silenzio che si venne a creare, fu interrotto da Dean.
“Allora, cos’è che vi porta da queste parti?” chiese allungando le braccia intorno alle poltroncine.
“Vedi Mho sta organizzando una festa per la sua migliore amica, ma ci serve un posto dove poterla fare…” spiegò Zayn.
“E cosa ti fa pensare che questo sia il posto giusto amico?”
Non potevo essere più d’accordo. Lanciai un’occhiata a Zayn.
“Avanti Dean. Ti ricordo che sei in debito con me. Ti prego fammi questo favore!” lo supplicò.
“Non ho detto che non ti presto il locale, ma non vedo come questo potrebbe essere il luogo adatto per una festa di compleanno che non sia di un ragazzino arrapato.”
Continuavo ad essere d’accordo con lui.
“E’ solo che voi due non riuscite a trovare le potenzialità di questo posto. Solo perché è buio e un po’ sporco, non significa che non possa andare. Basterà togliere quelle tende e dare una bella e lunga ripulita!” il suo entusiasmo per un luogo del genere era fastidioso.
“Zayn non credo…” furono le uniche parole che riuscii a pronunciare.
“Va bene ci sto, ma ad una condizione. Sarò il bar man!”
Zayn lo guardò con un sorriso, poi i loro sguardi si posarono su di me.
Diedi un’occhiata veloce in giro. Il locale era piuttosto grande e smontando i pali dove ballavano le ballerine, su quel palco ci si sarebbe potuta sistemare una band. Il bar poi era in una buona posizione e tutto il locale era sistemato su due piani. Quello superiore era fatto da diverse balconate arredate con tavolini e poltrone che si affacciavano proprio su quella che poteva diventare la pista da ballo. Se non fosse stato per quel perenne ammasso di fumo che aleggiava nell’aria e quell’oscurità tipica di un bordello, non sarebbe stato affatto male.
“Ok forse potrebbe andare, ma dovrò fare parecchi cambiamenti!” dissi decisa rivolta a Dean.
“Di che tipo?” sembrò preoccupato.
“Per prima cosa mi servirà il locale da qui a sabato. Mi dispiace ma dovrà essere perfetto e con tutto il rispetto, questo posto non è al massimo.” Cominciai.
“Ok va bene. Tanto gli unici clienti che mi sono rimasti sono quegli ubriaconi laggiù. Per questa settimana troveranno un altro posto dove potersi ubriacare.” Bene, almeno per quello ero apposto.
“Poi dovremmo far arieggiare questo posto e mandare via tutto questo fumo, dovremmo anche smontare i pali dal palco e attaccare qualche decorazione che dia al locale un tocco chic. Inoltre avremo bisogno anche di luci colorate da mettere per tutto il locale.” Conclusi la mia spiegazione.
“Le luci ci sono. Per tutto il resto toccherà a te farlo. Io ti do campo libero, ma non ho la più pallida idea di come gestirlo” ammise Dean.
L’idea cominciava a piacermi, avevo cinque giorni per rendere quel posto spettacolare. Però avevo bisogno di aiuto.
Salutammo Dean, con la promessa che saremmo venuti il giorno dopo a cominciare a sistemare.
Per tutto il viaggio di ritorno spiegai le mie idee a Zayn che sembrò gradire il mio ritrovato entusiasmo.
Non appena tornai a casa chiamai Eveleen, Katie, Josie, Loren e Diana per chiedere aiuto. Furono felicissime di poter dare una mano e il giorno dopo, con l’aiuto anche di Niall, Liam e Zayn, cominciammo a sistemare il locale.
Loren e Diana rimasero a casa con l’incarico di occuparsi degli invitati. Avrebbero creato l’evento su internet e avrebbero sparso la voce tra i nostri compagni di università invitati. Inoltre avrebbero richiamato la band e il DJ che avevano suonato per la festa di Halloween.
Noi altri, invece, ripulimmo tutto il locale. Gli uomini fecero i lavori pesanti, come smontare e montare tende, addobbi, striscioni e decorazioni varie.
Dean pensò agli alcolici, gli bastò una chiamata e a due giorni dalla festa, un furgone stra carico di bottiglie si fermò davanti il locale.
Noi ragazze invece, pulimmo l’intero locale. Sopra ogni tavolo, sedia o sporgenza alcuna, c’erano almeno tre dita di polvere e sporcizia. Per non parlare poi del pavimento che non veniva spazzato da un bel po’ pensai.
Quando finimmo però il risultato fu incredibile. Non sembrava nemmeno il locale di prima. L’alone di fumo era sparito, lasciando spazio ad un buon profumo di pulito e di vaniglia, emanata dalle tante candele accese sui tavoli. Drappi rosa, azzurri, neri e bianchi scendevano dietro il palco e facevano da tovaglie ai tavoli spostati tutti ai lati lungo le pareti. Le luci colorate davano all’ambiente un tocco intimo, ma anche divertente. E per finire il pavimento lucido nero era diventato qualcosa di stupendo.
La band e il DJ avevano accettato di suonare e più della metà degli invitati avevano confermato. Alcuni di loro avrebbero portato anche altri amici. Sperai in bene.
     
Finalmente il giorno della festa era arrivato. Kay aveva fatto shopping senza di me, ma il vestito con cui era ritornata era qualcosa di incredibile, per non parlare delle scarpe poi, un po’ eccessive per i miei gusti ma senz’altro non sarebbero passate inosservate.
Quel pomeriggio avevamo deciso di passarlo tra ragazze e avevamo invitato Josie e Eveleen che poi si sarebbero vestite a casa nostra e sarebbero venute alla festa con noi.
Non lo sapevo, ma la madre di Josie faceva l’estetista e le aveva insegnato un sacco di trucchetti per avere una pelle sempre morbida e fantastica.
Quel pomeriggio aveva fatto una maschera facciale al profumo di rosa, poi ce l’aveva spalmata sul viso mentre immergevamo i piedi in delle bacinelle riempite d’acqua al profumo di agrumi. Sicuramente ci stavamo rilassando tantissimo.
“Josie sei una maga in queste cose!” si complimentò Eve.
“Si sono d’accordo. Eri quasi riuscita a farmi scordare tutti i problemi con quel massaggio!” incalzò Kay.
Per un secondo calò il silenzio che prontamente, o ingenuamente, Eve eliminò.
“A proposito di incasinamento. Harry mi ha raccontato quello che ha fatto quella vipera di Megan. Ti giuro che se ce l’avessi tra le mani la strangolerei.”
“Non sei l’unica tranquilla, io le stavo quasi per staccare i capelli quindi…” rispose Kay con una finta risatina.
“Mi dispiace per quello che è successo, Megan è stata una stronza e Lou si è comportato male però…”  incalzò Eve.
“Però cosa?” la incitai a continuare.
 “Però penso che si meriti una possibilità per rimediare ai suoi errori. Infondo lo sai che ti ama, Kay.” Concluse Eve.
 “Si lo so continua a ripetermelo e lo amo anche io. Una possibilità glie la sto dando, ora sta a lui dimostrarmi sul serio che mi ama. Mi ha ferita e per quanto so che anche lui ci sta male, sono stata male anche io e non voglio che mi ricapiti una cosa del genere!” Vidi gli occhi di Kay incupirsi ancora di più.
“Lo sai che Lou è determinato e farà di tutto per riconquistarti. Non ti lascerà sicuramente scappare, sei troppo importante per lui. Siete fatti per stare insieme. Lo sai lui, lo sai tu e lo sappiamo tutti noi!” intervenne Josie decisa zittendoci tutte. Kay sembrò rincuorata però.
“Si vedrai che qualcosa combinerà. È solo che il ragazzo è un po’ lento a carburare. Ti lascerà a bocca aperta facendo qualcosa che non ti aspetti, come quando ti ha fatto conoscere la sua famiglia.” Incalzai su quello che aveva detto prima Josie.
 “Si forse avete ragione…” gli occhi di Kay erano ritornati accesi rispetto a prima e fui contenta di non vederla ancora triste, ma era arrivato il momento di cambiare discorso.
“Eve, invece che ci dici di te e Hazza? Harry ti ha raccontato questo, ti ha raccontato quello. Qui gatta ci cova. Non è che ci nascondi qualcosa tesoro?” la stuzzicai, avvicinandomi a lei e cominciando a farle il solletico per farla confessare.
Cominciò a dimenarsi sotto le mie braccia lanciando urletti acuti, imprecazioni e suppliche di fermarmi. Dopo aver riso fino alle lacrime e averle sganciato la promessa che ci avrebbe raccontato tutto, decisi che potevo anche smetterla.
“Ok ok. Io… io e Harry… ci frequentiamo. Ok l’ho detto. –ci guardammo tutte con lo sguardo di chi la sa lunga e stavamo quasi per aprir bocca e urlare dalla gioia, ma fummo bloccate prima- No vi prego niente urletti isterici. Si ci stiamo frequentando, ma per ora non è niente di serio.” Ci tenne a precisare.
“Bhe sicuramente lo diventerà. Harry è cambiato negli ultimi tempi, non credevo l’avrei mai detto, ma è maturato.” Per la prima volta dopo tanto tempo vidi sorridere Kay. Ma non uno di quei sorrisi di convenienza, sorrideva perché era felice per Eve.
Poi arrivai io a rovinare il momento romantico che si era creato.
“Ma l’avete già fatto?” le chiesi maliziosa.
“Mho” “Mho”
E dopo essermi beccata i rimproveri increduli di Josie e una gomitata da Eve, scoppiammo a ridere a non finire.
 
Iniziammo a prepararci verso le nove, visto che saremmo dovute partire verso le dieci e mezza per stare a Londra per le undici e mezza mezzanotte, orario di inizio della festa.
Il vestito che scelsi per la serata era uno dei regali che la mamma mi aveva portato dal’Italia. Un magnifico abito verde acqua, lungo fino a sopra il ginocchio e con una miriade di brillantini sull’unica spallina che il vestito aveva.
Non era ancora poi così caldo a Londra, quindi decisi di metterci sopra una giacca nera aperta impreziosita ai lati anch’essa da alcuni brillantini presenti anche sui tacchi delle mie fantastiche scarpe di raso dello stesso colore del vestito. Aggiunsi qualche accessorio e poi passai al trucco. Optai per uno carico di colore, giocando sul verde acqua e il nero. L’effetto finale fu intenso, ma allo stesso tempo romantico.
Kay come sempre si propose di farci i capelli a tutte, ma prima che potesse cominciare la truccai senza sentire storie. Il vestito che aveva comprato non la convinceva più così tanto, quindi tornò alla sua prima scelta, il vestito che i ragazzi le avevano regalato per Natale. Era strano vederla indossare un abito rosa, ma quello le stava veramente un incanto. Il vestito era senza spalline e con uno scollo a cuore. Dei ghirigori neri e oro le giravano tutto intorno al seno e da li partivano diverse morbide balze che finivano poco sopra il ginocchio. Le scarpe nuove che aveva comprato quella settimana sembravano essere fatte apposta per quel vestito. Per il trucco quindi usai il rosa e il nero che riprendeva il vestito. Arricciò i capelli e se li sistemò tutti su una spalla fermandoli dietro con delle mollettine. A me invece fece uno chignon alto che impreziosii girandoci intorno un nastro del colore del vestito.
Aiutammo poi anche Eve e Josie a prepararsi pensando io al trucco e Kay ai capelli. Quando uscimmo di casa eravamo impeccabili e gli sguardi dei nostri ragazzi ce lo confermarono.
Per arrivare alla festa prendemmo tre macchine, io e Kay salimmo in macchina con Alec e Zayn, Josie e Eve salirono in macchina con Harry e Niall, mentre nell’ultima c’erano Lou, Nick e Liam.
Quando arrivammo alla festa Dean, Katie, Loren e Diana ci stavano aspettando impazienti davanti all’entrata, fumandosi una sigaretta per ammazzare il tempo.
Bene, ora la festa poteva avere inizio.  

 

                                                                                      Image and video hosting by TinyPic
 


Hola babes! ^^
Che si dice di bello? Io e Vix Lunedì partiamo per Praga in gita con la scuola! Non vediamo l’ora! =D
A proposito di questo, venerdì prossimo non potremmo caricare l’altro capito quindi saltiamo una settimana, ma poi quella dopo ripubblichiamo puntuali come sempre! Vi chiediamo umilmente scusa per questo disguido e speriamo che possiate perdonarci! Ahaha xD
Passiamo al capitolo va, che ne dite? Mho si è data un gran da fare con l’oganizzazione del compleanno e Eve ha confessato che lei e Harry si frequentano… finalmente aggiungerei! LOL
Vabè penso non ci sia altro da dire, lo so è un po’ un capitolo di passaggio, ma stiamo arrivando ai capitoli finali con delle belle sorprese! ^^
Ringrazio un milione di volte tutte coloro che ci seguono e che ogni volta ci lasciano delle meravigliose recensioni! Grazie veramente di cuore.
Via ora vi lascio.
Un bacione.

Marty
PS. Abbiamo notato che parecchie di voi ci hanno seguito su twitter e questo ci fa veramente tanto piacere. Se avete voglia di chiarimenti o semplicemente di farsi due chiacchiere non fatevi problemi, rispondiamo sempre a tutti! =D
 

Twittah:
Marty
Vix 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


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CAPITOLO 49
Kaycee POV
 
Rimasi di stucco di fronte al lavoro che Mhone e gli altri avevano fatto per me. La mia amica mi aveva detto che era riuscita a trovare un locale per la festa e Niall si era lasciato scappare che questo fatidico locale in realtà era un night club quindi l'idea che mi ero fatta del posto non era propriamente del genere che piaceva a me e quindi ero un po' titubante all'entrare dentro. Ma dovetti ricredermi appena varcai la soglia. Mhone era riuscita a trasformarlo: luci colorate e tende eleganti erano appese un po' ovunque, il pavimento lucido era di un nero brillante e se ti ci mettevi d'impegno riuscivi quasi a specchiartici. Le casse già pompavano la musica a tutto volume nonostante la sala fosse ancora deserta, a parte la band che avrebbe suonato dopo e che stava accordando gli strumenti. Era un atmosfera calda e accogliente ed ero estremamente grata a Mhone e agli altri per essersi messi così tanto d'impegno per rendere quel locale un posto magico.
L'abbracciai di slancio e lei ricambiò stringendomi forte.
Se quella stupida si era azzardata anche a farmi un regalo l'avrei strozzata, aveva già fatto fin troppo per me. E non parlavo solo della festa, in quei giorni mi era stata vicino senza essere invadente e mi aveva dimostrato come sempre di saper sempre quello di cui le persone avevano bisogno. Quello era il suo dono e io l'adoravo per questo.
Abbracciai anche tutti gli altri e quando arrivò il turno di ringraziare anche Louis sentii l'atmosfera farsi più tesa. Gli misi le braccia intorno al collo e lui mi cinse i fianchi goffamente sussurrandomi all'orecchio gli auguri di compleanno.
Mi allontanai abbozzando un sorriso e mi voltai verso Mhone che mi guardava dolcemente, dicendomi con lo sguardo di non preoccuparmi, che sarebbe andato tutto bene.
Chissà se era vero...
Eveleen si fece largo fra Josie e Mhone e mi prese per mano.
"Basta musi lunghi. Andiamo a ballare!"
Ci trascinò tutte in mezzo alla pista e cominciammo a fare le cretine e a saltare per tutta la sala sotto gli occhi divertiti dei nostri amici.
Piano piano la gente cominciò ad arrivare ed ogni persona che entrava veniva subito a salutarmi e a farmi gli auguri. Dopo una ventina di minuti la sala era piena.
"Oddio Mho, ma quanta gente hai chiamato?" le chiesi ridendo.
Lei scrollò le spalle porgendomi un drink di un azzurro acceso. "Il giusto. Ora bevi che se la festeggiata non si ubriaca vuol dire che la festa era un fiasco!"
Ingoiai tutto d'un sorso storcendo poi il naso per la gola incendiata e il sapore amaro.
"Ma che mi hai dato?" dissi tossendo e ridendo allo stesso tempo.
Era possibile che l'alcool facesse effetto così presto?
"Non lo so! - rise della mia buffa espressione - Me l'ha dato Eve!"
Le diedi una spinta per gioco e poi le presi una mano facendola roteare su se stessa.
"Comunque tu alla tua festa non ti sei ubriacata!" le ricordai riprendendo l'affermazione fatta da lei poco prima.
"Dettagli!"
Scoppiammo a ridere di nuovo e io mi accorsi di sentirmi leggera e spensierata, come se non ridessi di gusto da una vita e mi sentii bene.
Poco dopo arrivarono Eleanor e Danielle e Zayn approfittò della mia distrazione per portarsi via Mhone.
Lo apostrofai in malo modo urlando per farmi sentire al di sopra della musica ma nessuno dei due sembrò sentirmi e io mi imbronciai come una bambina.
Eleanor scoppiò a ridere. "Kaycee ma quanto hai bevuto?"
Alzai le spalle e barcollai in avanti. "Non molto!" 
"Si certo, si vede." 
La ragazza mi prese per mano e mi fece sedere su uno dei divanetti neri in pelle.
Feci una faccia schifita al pensiero che su quei divanetti una delle strip girl avesse potuto fare qualsiasi cosa ma poi mi pensai che certamente Mhone aveva pensato a lavare anche quelli.
"Aspetta qui. - mi disse facendomi sdraiare mentre io sorridevo come un'ebete - Vado a prenderti dell'acqua."
Tornò subito dopo e riuscì a farmi bere senza versare niente sul vestito.
"Allora El, - la apostrofai - sei qui per fare la brava o vuoi rubarmi di nuovo il fidanzato?"
Eleanor non sembrò prendersela e sorrise istintivamente. "Chiariamo due punti bambolina: in primo luogo quando ho provato a sedurre Louis voi due non stavate ancora insieme, e secondo ora sono felicemente fidanzata e quindi no, non sono qui per rubarti il tuo."
Sgranai gli occhi. "Davveeerooo? E con chiiii?" le domandai strascicando le vocali.
"Un ragazzo di Manchester, non lo conosci. Lavoravamo insieme alla Hollister."
"Urca! - esclamai molto poco elegantemente - E io che pensavo che cercassi di portarti a letto solo quelli ricchi e famosi!"
El mi diede una spallata per gioco e poi mi riportò a ballare fra una risata e un'altra.
 
La serata stava andando alla grande e io mi stavo divertendo un casino. Piano piano ero riuscita a riprendermi e nonostante fossi ancora un po' allegra almeno non ero completamente fusa.
Anche gli invitati sembravano divertirsi ed erano tutti davanti al palco che esultavano per la band che stava suonando in quel momento.
Finirono fra uno scroscio di applausi e il cantante si spostò per far salire sul palco Mhone, passandole il microfono.
Era bellissima nel suo abito verde smeraldo e girai lo sguardo alla mia destra, verso Zayn, che la guardava con un espressione che traboccava di orgoglio, felicità e amore. In fondo agli occhi però notai un barlume che sembrava essere tristezza e mi domandai il perché di quel sentimento nascosto.
Non feci in tempo a chiedermi nient'altro perché Mhone cominciò a parlare.
"Buona sera a tutti ragazzi, vi state divertendo? - un coro di si si levò dalla folla - Molto bene! Come ben sapete oggi siamo tutti qui per festeggiare il compleanno di quella splendida ragazza che si trova li in mezzo a voi quando invece dovrebbe trovarsi qui sopra accanto a me: Kaycee McFay! Vieni su Kay, muoviti!" ordinò con il suo solito charme.
Imbarazzata più che mai mentre passavo tra persone che mi sorridevano mi affrettai a raggiungerla e appena le fui accanto lei mi cinse i fianchi con un braccio.
"Come potrete immaginare questa serata sta finendo ma manca ancora una cosuccia prima che vi sia permesso tornare a casa. - disse sembrando una ragazza molto sadica per un attimo. - Manca la parte più importante della festa: IL REGALOOO!" esultò sballottandomi a destra e a sinistra rischiando di farmi cadere dal palco.
La fulminai con lo sguardo perché sapeva benissimo che non avrei voluto regali.
"Oh andiamo! Non guardarmi come se volessi uccidermi! E' il tuo compleanno, il regalo è d'obbligo." mi sussurrò all'orecchio allontanandosi il microfono dalle labbra.
"Niall, ORA!" urlò poi.
Il biondo, ad un lato del salone, stava in piedi accanto ad un grande tendone con una corda in mano e un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro.
Appena sentì l'ordine di Mhone strattonò la corda e il telo cadde giù.
Un "Oooohhh" generale si levò dagli invitati e io sgranai gli occhi talmente tanto che dovetti somigliare ad un pesce palla.
Dietro il telo si trovava una macchina di un rosso fiammante, lucida e affusolata, con il simbolo di un cavallino rampante sul davanti.
"Una Ferrari?!" quasi mi strozzai con la mia stessa saliva mentre pronunciavo queste parole. Stentavo a crederci.
"Voi pazzi mi avete regalato una FERRARI?!" esclamai salendo di due ottave con la voce rendendola particolarmente stridula.
"Sorpresaaa!" mi fece Mhone, abbracciandomi, al posto di rispondermi. 
La ricambiai stringendola forte. "Siete pazzi." le sussurrai con le lacrime agli occhi.
Lei si allontanò e mi porse le chiavi. "Hanno contribuito tutti, anche se qualcuno lo ha fatto più degli altri." sorrise.
Non riuscivo a credere di poter avere degli amici così fantastici. La vita era stata estremamente fortunata con me, almeno sotto quel punto di vista.
Scesi dal palco con l'aiuto di Harry e cominciai a ringraziare tutti, per il regalo e per essere venuti alla festa.
Poco dopo il locale si era svuotato ed eravamo rimasti solo io, Mho, Niall, Harry, Liam, Louis, Zayn, Danielle, Josie e Eveleen. Eleanor si era scusata dicendo che la mattina dopo avrebbe dovuto lavorare e quindi era meglio che scappava a casa.
Il proprietario del locale ci disse di non preoccuparci di mettere a posto per quella sera, al massimo saremmo andati a dare una mano il giorno dopo, e di andare a casa a riposare.
Stavo per uscire e seguire il suo consiglio quando una mano mi prese per un braccio e mi fece voltare. Alle mie spalle c'era Mhone che mi guardava con una strana luce negli occhi.
"Per te le sorprese non sono finite per questa sera signorina." mi disse indicandomi con la testa un punto dietro a me.
Alle mie spalle, appoggiato alla mia nuova macchina, c'era Louis, che mi guardava e che accennò un sorriso quando mi girai verso di lui.
"Divertiti tesoro." mi disse Mhone porgendomi il cappotto e dandomi un bacio sulla guancia per poi allontanarsi mano nella mano con Zayn.
Presi un respiro profondo e mi avvicinai a Louis.
"Che sta succedendo?" gli chiesi perplessa.
Lui allungò una mano per prendermi le chiavi della macchina e sorrise aprendomi la portiera. "Un piccolo extra." mi aiutò ad entrare in auto per poi fare il giro e sedersi nel posto dell'autista.
"E' una macchina davvero bella. - si complimentò - Peccato che io non abbia partecipato molto economicamente nel comprartela."
Mi accigliai. "Che vuoi dire? Pensavo che tutti avessero partecipato, e poi Mho mi ha detto che qualcuno ha contribuito più degli altri e ho pensato si riferisse a te." gli confessai.
Il ragazzo scosse la testa mentre infilava le chiavi nella toppa e faceva partire la macchina uscendo dal locale attraverso un garage. "No, io l'ho solo scelta ma non ci ho messo un soldo. Il mio regalo devi ancora vederlo."
Si girò verso di me e sembrava veramente euforico ma anche impaurito per qualcosa che non potevo ancora comprendere.
Non feci altre domande e lui non sembrò dispiacersene.
Dopo qualche minuto di macchina arrivammo davanti una grande villa e Louis accostò.
Quella casa mi sembrava familiare ma non riuscivo ancora a ricordarmi quando l'avevo già vista.
"Ti ricordi questo posto?" mi chiese infatti confermando la mia intuizione dell'essere già stata in quel luogo.
"Si, ma non ricordo quando ci sono stata."
"E' dove abbiamo organizzato la festa di Halloween."
In quel momento ricollegai tutto. Il viale, le scalinate, i giardini e le panchine.
"Oh, è vero. E come mai mi hai portata qui?" gli chiesi.
Lui mi prese una mano e cominciò a giocarci e ad accarezzarla non spostando di un millimetro lo sguardo dalle mie dita.
"Perché qui è dove tutto ha avuto inizio. Qui per la prima volta siamo stati insieme senza litigare. Io ti facevo una corte spietata e tu arrossivi in continuazione e cercavi di sviare in qualche modo i miei complimenti. Sono stato benissimo quella sera e ti ho cominciato a sognare da quella notte per tutte le notti a venire. Sognavo il tuo viso, i  tuoi occhi e la tua bocca che mi diceva che tu contraccambiavi i miei sentimenti. E quando mi svegliavo era una tortura ogni volta perché credevo che tu non mi sopportassi e che quella notte di Halloween era stata solo fortuna se tu eri stata così dolce e gentile con me. Sentivo di provare qualcosa per te già da prima, ma quella sera mi sono reso conto che dovevo averti, che tu dovevi essere mia e di nessun altro. Ti ho portato qui oggi per ricordarmi della promessa che mi ero fatto quando ti ho vista piangere per Liam: non avresti dovuto sprecare le tue lacrime mai più per un ragazzo, perché ci sarei stato sempre e solo io e io non avrei mai permesso a nessuno di ferirti. Non pensavo che sarei stato proprio io invece a farti soffrire. Non avrei mai creduto di esserne capace perché ci tenevo troppo a te. Ma a quanto pare mi sbagliavo, non si può proteggere una persona da tutto, e io non sono riuscito a proteggerti da me."
Una lacrima cadde sulla mia mano ma non ero io a piangere. Louis teneva la testa bassa per nascondere le lacrime da me, ma potevo immaginarmi i suoi bellissimi occhi umidi e arrossati e mi si chiuse lo stomaco. Ora ero io a far soffrire lui nonostante io stessa mi ero promessa che non avrei mai fatto soffrire le persone a cui tenevo. Avevamo infranto entrambi le nostre promesse.
"Oh Lou!" gli gettai le braccia al collo e sprofondai il viso nell'incavo nel suo collo.
"Mi dispiace così tanto Kay!" singhiozzò stringendo forte tra le mani la stoffa del mio vestito.
Non avevo paura che lo rovinasse. Volevo solo che entrambe le nostre sofferenze svanissero.
Ero pronta a dirgli che dispiaceva anche a me, che lo perdonavo e che volevo che tornassimo insieme ma lui mi anticipò e si staccò dal mio abbraccio.
"C'è un'altra cosa che devo dirti..." mi confessò con un filo di voce. Cos'altro avrebbe mai potuto dirmi?
Era buio e non riuscivo a vederlo bene in faccia ma avrei potuto giurare che non mi stava guardando, preferiva distogliere lo sguardo quando ci trovavamo in queste situazioni, ormai lo sapevo.
Rimasi in silenzio per farlo continuare.
"Il tour è stato anticipato. Partiamo dopodomani mattina."
Rimasi di nuovo senza niente da dirgli, ancora incapace di capire bene cosa mi stava dicendo. Sta volta sarebbe stato lui a lasciare me a quanto sembrava. Il tour sarebbe durato 6 mesi, era impossibile mantenere un rapporto a distanza, soprattutto se uno dei due è una star famosa che cambia città ogni due giorni e l'altra è una ragazza insicura che ha paura di prendere degli impegni troppo grandi.
Era già stato troppo difficile aprirmi a lui quando sapevo che sarebbe rimasto accanto a me, ora ero sicura che per noi due non ci poteva essere alcun futuro. Ed era quello che voleva dirmi Louis. Non voleva lasciarmi sapendo di farmi star male quindi aveva voluto sistemare i rapporti prima di andarsene, lo capivo, neanche io me ne sarei andata sapendo di avere un conto in sospeso con una persona per cui provavo qualcosa di profondo. 
Amore.
"Oh." dissi dopo qualche secondo. "Capisco. Beh, era ovvio che prima o poi sarebbe dovuta finire per forza. Siamo troppo diversi e viviamo in due mondi completamente agli antipodi." mi torturavo le mani sperando in qualche modo di non mostrare la mia delusione. "Spero che tu ti diverta Louis. E' stato davvero un piacere conoscerti."
E' stato un piacere conoscerti?
Mi maledissi mentalmente per avergli detto una frase così idiota. Come avevo potuto congedarmi in quel modo dalla persona che amavo? Che in realtà non avrei mai voluto che si separasse da me? 
Quanto avrei voluto che rimanesse, che fosse il semplice ragazzo di Doncaster che io conoscevo, non il cantante che tutti gli altri sapevano che era.
Ma non lo avrei mai costretto. Quello era il suo sogno, e meritava di viverlo.
Sentii qualcosa tintinnare e alzando lo sguardo vidi che teneva in mano un mazzetto di chiavi.
"Ti ricordi quando ti ho detto che il mio regalo dovevi ancora riceverlo?" annuii "Ecco, prendi." mi mise le chiavi nella mano e la chiuse serrando le sue attorno alle mie. "Queste sono di una villa nella periferia di Londra, l'ho comprata qualche giorno fa."
Spalancai gli occhi. "Ma sei matto? Mi hai comprato una casa?! La macchina era un'esagerazione ma questa è una pazzia!" esclamai.
Feci per ridargliele ma lui non me lo permise.
"Veramente la condividremo."
Dovette leggere la confusione nei miei occhi perchè si affrettò a continuare. "E' vero che parto e che non ci vedremo per un sacco di tempo, ma io ti amo, e non ho mai provato niente di simile per nessuna. Ti ho già detto che senza di te sarei perso e lo penso davvero. Per questo ti sto proponendo questa cosa: proviamo a superare anche questo ostacolo, accetta questa casa. Io tornerò presto e niente e nessuno potrà mai più dividerci. Facciamo questo passo avanti, vieni a vivere con me." la convinzione e la speranza traboccavano da ogni sua parola.
Trattenni il respiro.
Cosa avrei dovuto fare?
 
 
 
 
 
 
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HELLOOOOOOOO!
Sciao belle bimbe!! Mi sembra passata una vita dall'ultima volta che ho pubblicato un capitolo e invece è passata solo qualche settimana! Forse non vi interesserà ma io e Marty ci siamo divertite moltissimo a Praga e quasi quasi ci è dispiaciuto tornare! Anzi, a me è dispiaciuto sul serio un casino tornare.
Ma comunque, eccomi di nuovo qui a pubblicare l'ultimissimo capitolo visto interamente dal punto di vista di Kay...
Quasi non mi sembra vero.
Ritornando al capitolo...ho lasciato tutto un po' in sospeso vero?!
Mi state odiando!?
Spero di no perché io e Marty abbiamo in mente un epilogo con i fiocchi!!
Ora vado, devo assolutamente studiare per la simulazione della terza prova che abbiamo martedì!
ciao belleeeee
ci si risentirà nell'epilogo, ergo fra due settimane ;)
Un bacione enorme
Vi :)


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Vi  

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


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CAPITOLO 50

Mhone POV

“No, ma alla buon ora mia cara! Ti sembra questa l’ora di tornare a casa?” rimproverai fintamente Kay dopo averla vista entrare di soppiatto dalla porta di ingresso.
Fu divertente vederla saltare dallo spavento alle mie parole.
“Mho ma sei matta? Mi hai fatto prendere un colpo! –si portò una mano sul cuore ed io non riuscii più a trattenere le risate- Si si, ridi pure, ma mi hai spaventata sul serio! Non pensavo di trovarti sveglia.”
“In verità mi stavo chiedendo che fine avessi fatto, ma ne ho dedotto che tu e Lou avete fatto pace!” l’apostrofai.
Poggiò le scarpe per terra e si sedette vicino a me sul divano. Mi abbracciò dolcemente e si accoccolò sulle mi spalla.
“Mho mi ama, mi ama alla follia. Questa sera l’ho capito.” Disse solo con l’aria sognante e soddisfatta.
“Lo so che ti ama, non poteva essere altrimenti. Sei speciale Kay e lui non poteva non averlo capito. Sono contenta che vi siate chiariti!” le accarezzai i capelli e rimanemmo un po’ in silenzio.
Kay poi mi lasciò un bacio sulla guancia e si sistemò più comoda con la testa sulle mie gambe. Presi il telecomando e accesi la tv.
Non c’era un granchè così lasciai su un canale di musica che stava dando le ultime novità.
Stavano parlando dei ragazzi ed entrambe ci interessammo a sentire di cosa avrebbe parlato.
“Parliamo ora di una boyband che ormai ha spopolato in tutto il mondo, i One Direction. Ormai come tutti sanno il gruppo è formato da cinque membri, Harry, Liam, Zayn, Louis e Niall. I cinque ragazzi hanno da poco finito il loro secondo disco e si stanno preparando per il loro tour mondiale che li vedrà approdare tra qualche giorno in tutta l’Europa….”
“I giornalisti non sanno più cosa inventarsi ormai, se un mese equivale a qualche giorno, credo che le nostre concezioni di tempo siano alquanto differenti” commentai seccata.
“Mho… il tour è stato anticipato, i ragazzi partiranno dopodomani. Zayn non te lo ha detto?”
Mi irrigidii visibilmente.
Ci misi un po’ a metabolizzare la notizia, anzi ci misi molto. Era stato come una coltellata in pieno petto. Già sapere che tra un mese Zayn sarebbe partito in giro per il mondo era difficile da accettare, ma sapere ora che sarebbe partito da li a pochi giorni era inaccettabile. Sei mesi erano tanti e con il tempo tutto cambia. Per quanto avessi rimandato quel pensiero, ora non potevo più scappare.
“No, non me lo aveva detto.” Riuscii solamente a dire, tutto il resto delle parole che Kay si affrettò a pronunciare, furono solamente un ronzio di sottofondo ai pensieri più dolorosi che mi vorticavano nel cervello in quel momento.
 
Ero in camera avanti al pc e continuavo a rimuginare sul perché Zayn non mi avesse detto che la partenza per il tour era stata anticipata. Era ovvio che sapeva che ci sarei stata male, ma saperlo così, dalla tv, fu anche peggio che sentirlo direttamente da lui stesso. Decisi che stare li seduta, inerme senza far niente non mi avrebbe aiutata, passare invece più tempo con la persona che amavo, era la cosa giusta. Infondo questo era il suo lavoro, la sua vita ed io non potevo che essere fiera di lui, supportarlo e stargli vicina il più possibile. Si, era quella la cosa giusta, ma aspettavo comunque che fosse lui a dirmi della partenza, fino a quel momento non avrei toccato l’argomento.
Infilai un paio di  jeans e una camicetta che era poggiata sulla sedia. Infilai al volo un paio di ballerine e chiavi e telefono alla mano uscii di casa avvertendo con un “Esco” Kay della cosa.
Suonai il campanello di sopra e una volta che Harry mi fece entrare mi diressi in camera di Zayn. Bussai delicatamente sulla porta di legno poi, senza aspettare risposta, entrai. Lo scoprii in boxer, t-shirt e occhiali –accessorio che gli avevo visto indossare veramente poco da quando lo conoscevo, ma che gli donava un’aria da adorabile imbranato-, lungo sul letto intento a fare qualcosa al computer che evidentemente l’aveva preso particolarmente. 
Mi avvicinai a lui a gattoni sul letto, poi gli stampai un bacio a stampo. “Ciao sexy nerd”.
Gli angoli della bocca si alzarono in un sorriso. “Ciao piccola”.
Mi accomodai di fianco a lui e sbirciai sul desktop del suo portatile, stava lavorando ad  un progetto per l’università.
Appoggiai la testa sulla su spalla, lui chiuse il pc, lo spostò di lato e mi avvolse con un braccio stringendomi ancora di più a lui. Mi accoccolai meglio nell’incavo del suo collo. Con un gesto fluido, prese ad accarezzarmi i capelli come sapeva che mi piaceva tanto.
Eravamo in silenzio, però non uno di quelli imbarazzanti, le nostri menti vagavano tra milioni di pensieri, anche se i miei andavano tutti in un’unica direzione.
Così improvvisamente ebbi l’impulso di alzare la testa e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
“Ti amo. Qualsiasi cosa accada, sappi che ti amo.” Avevo bisogno di diglielo, in quel momento, in quanto probabilmente sarebbe stato l’ultimo momento intimo che avremmo avuto per tanto tempo.
Mi guardò comprensivo, con quello sguardo che mi scavò dentro fino al cuore.
“Da chi lo hai saputo? Avrei voluto che lo venissi a sapere da me.”
“Anch’io avrei voluto saperlo da te. Perché non me lo hai detto?”
“Lo abbiamo saputo prima della festa e non mi andava di rovinare quella giornata. Troppe volte ero stato sul punto di dirtelo, però poi ti vedevo così sorridente che non volevo rovinare nessuno di quei momenti, perché sapevo ci saresti stata male. Ti amo Mhone Hunter, ti amo più di quanto tu possa immaginare.”
Sentii gli occhi inumidirsi e cercai di non piangere, ma una lacrima sfuggì al mio controllo, poi ne sfuggì un’altra e un’altra ancora.
“No ti prego non piangere.” Mi supplicò Zayn.
“Non sto piangendo perché sono triste, ma perché sono felice. Sono felice di aver trovato te, tu che mi hai riempito il cuore, tu che mi ami per quella che sono, tu che mi hai fatto amare ogni tua piccola sfaccettatura”.
I miei occhi erano rapiti dai suoi, il suo sguardo mi voleva e il mio diceva lo stesso, le nostre bocche si avvicinarono e si incontrarono in un equilibrio di passione e dolcezza.
I nostri corpi erano così vicini che sentivo il battito del suo cuore sul petto e la sua pelle calda ovunque. Questo però non ci bastava, spingevamo per essere ancora più vicini, per trovare il contatto che desideravamo. Le nostre bocche urlavano di piacere. La pelle imperlata di sudore ci incollava ancora di più insieme e le nostre mani si intrecciavano fra loro.
“Ti amo” continuava a ripetermi Zayn in piccoli sussurri all’orecchio.
“Ti amo” gli confermavo tra un bacio e un altro.
 
Quando aprii gli occhi la luce ancora intensa del pomeriggio me li fece pizzicare e socchiudere, poi lo vidi, accanto a me che mi sorrideva in controluce.
 “Hei, ciao dormigliona!” mi salutò avvicinando il suo viso al mio sul cuscino.
“Ciao” sbiascicai con la bocca impastata.
Allungò una mano e mi accarezzò una guancia, poi prese una ciocca di capelli che mi era caduta avanti il viso e la spostò dietro l’orecchio.
Come potevo non amarlo?
Naturalmente tutti i momenti belli dovevano essere interrotti da qualcosa, sta volta il colpevole fu il telefono di Zayn che prese a vibrare sonoramente sul comodino.
“Pronto?... Oh ciao mamma… no tranquilla non mi hai disturbato –Zayn si girò verso di me con una faccia da scusa, poi rivolse di nuovo l’attenzione alla telefonata- Bho non lo so, domani pensavo di avere altri programmi… Va bene ti richiamo dopo!” riagganciò il telefono e mi fissò con un mezzo sorrisetto sulla faccia.
“Che hai da fare domani?” mi chiese poi, come se non era più che ovvio che avessi voluto passare ogni minimo istante insieme a lui.
“Non lo so, per ora niente. Perché che cosa avevi in mente?” risposi invece vaga.
“Era mia madre prima al telefono e visto che è l’ultimo giorno prima della partenza vorrebbe che tornassi a casa per stare con la famiglia….” Fece una pausa.
“Ah ho capito. Va bene allora vai pure, è giusto che stai anche in famiglia…” mi costavano molto quelle parole, ma infondo era vero.
“Aspetta, fammi finire” mi interruppe freneticamente.
“Scusa, continua”
“Quello che volevo chiederti, era se ti andava di accompagnarmi! Infondo eri tu quella che aveva promesso a mia madre che saremmo andati da loro un giorno, così ha preso la palla al balzo e mi ha subito chiesto se ti andava di passare la giornata con noi.” Mi guardava di sottecchi aspettando una risposta e nel frattempo mi stava facendo quella faccetta dolce a cui nessuno al mondo resisterebbe, o almeno io non ci riuscivo.
“Quanto sei scemo, ovvio che verrò con te, ma sappi che sto già cominciando ad andare in iperagitazione.” Lo avvisai. Un conto era scambiare tre parole alla mia festa, un altro era passarci insieme l’intera giornata. Dovevo a tutti i costi fare buona impressione.
“Ma dai stai tranquilla. Loro ti adorano già, quindi non dovrai essere nessuno tranne che te stessa”
Mi slancia verso di lui, lo abbracciai e lo riempii di baci.
 
Quando tornai a casa era ormai ora di cena e sperai che Kay si fosse arrangiata in qualche modo e avesse preparato qualcosa da mangiare, invece la trovai lunga sul divano che si era addormentata.
Presi dal cassetto del mobile in soggiorno i volantini con i numeri di telefono dei take away, ne presi uno e ordinai due pizze. Di li a una mezz’oretta sarebbero dovute arrivare così nel frattempo mi piombai sotto la doccia.
Mi sbrigai per paura di non sentire il campanello e infatti feci a mala pena in tempo a vestirmi che le pizze arrivarono.
Mi precipitai alla porta, il fattorino mi sorrise –Leo si chiamava, ormai ordinavamo talmente spesso da loro che avevamo fatto conoscenza- lo salutai e gli pagai le pizze lasciandogli una cospicua mancia. Avendo le mani occupate richiusi la porta con un piede e portai tutto in cucina, non dovetti neanche svegliare Kay che lo aveva fatto da sola sentendo il campanello.
“Pizzaaaaa” urlò la rossa non appena sentì solamente l’odore. Me la ritrovai dietro un nanosecondo dopo.
“Si, sono tornata tardi e non mi andava di cucinare” tagliai corto finendo di apparecchiare e cominciando ad aprire il coperchio della mia pizza.
“Hai risolto con Zayn? –mi chiese addentando una fetta filante di mozzarella- Non sai quanto mi è dispiaciuto che lo hai saputo in quel modo”.
“Tranquilla non ti preoccupare. Aspettava solo il momento giusto per farlo, ma ora è tutto a posto.” La rassicurai.
“Tutto a posto, sei sicura?” incalzò lei.
“Si, cioè se con tutto a posto intendi che io e Zayn abbiamo fatto pace, si è tutto a posto!” le feci l’occhiolino.
“Si immagino come avete fatto pace.” La malizia le usciva da ogni poro.
“Si come lo avete fatto tu e Lou” la presi in giro, facendole una linguaccia.
Finimmo di mangiare poi sparecchiai e lavai le posate mentre Kay, comodamente seduta sulla sedia mi guardava fare.
“Domani che intenzioni avete tu e Zayn, vi chiuderete in casa tutto il giorno? No perché ormai mi sembra capiti spesso.” Ma quanto si divertiva a prendermi in giro.
“Quanto sei simpatica. Veramente no, domani lo accompagno dalla sua famiglia a Bradford.” Risposi compiaciuta.
“Wow, giornatina in famiglia Malik. Come mai non stai ancora sclerando di brutto?”
“Certo che sta sera sei proprio acida mia cara, forse Lou dovrebbe darti un po’ più di amore. –la piccai fintamente offesa- E comunque, per la cronaca, sto sclerando interiormente da quando me lo ha proposto.”
Scoppiò a ridere con in faccia la fase non avevo dubbi scritta a lettere cubitali.
“Comunque stai tranquilla tesoro, sii te stessa e vedrai che piacerai a tutti!”
“E’ la stessa cosa che mi ha detto Zayn, speriamo sia così!”
 
La mattina seguente, alle sette in punto, ero in piedi sul pianerottolo di casa con la borsa in spalla, aspettando che Zayn scendesse le scale.
Harry da buon amico qual’era aveva prestato la macchina a Zayn per l’intera giornata.
Partimmo subito senza perdere tempo e sperammo di non incontrare traffico lungo la strada. Per fortuna ci andò bene e con le tre ore e mezza previste arrivammo a Bradford.
La casa di Zayn era in un  quartiere poco fuori il centro della città.
Parcheggiò la macchina sul vialetto ghiaioso e scendemmo dall’auto. Non feci in tempo ad alzare lo sguardo che l’intera famiglia Malik era già uscita per darci il benvenuto.
Da fuori la casa assomigliava un po’ a quelle dei film, una tipica villetta a schiera, dipinta di un color salmone tenue con un magnifico giardino ben curato, pieno di cespugli di rose e altri fiori molto colorati. Il giardino sembrava continuasse anche dietro la casa. Tutto intorno invece, c’era una staccionata in legno pitturata di bianco. Sembrava che i raggi del sole convergessero tutti li e poi venissero riflessi sulla casa, così da farla risaltare rispetto alle altre villette intorno. Forse però quella era solo una mia impressione.
Zayn andò immediatamente incontro alle sorelline, poi salutò affettuosamente anche i suoi genitori, io ero dietro di lui che lo seguivo un po’ in imbarazzo.
“Ciao Mho, che piacere averti qui con noi oggi. Non potevi farci regalo migliore!- salutai Trisha a mia volta e ricambiai l’abbraccio che mi diede- Oh che sbadata, questo è mio marito Yaser!” mi presentai anche al signor Malik e gli strinsi la mano, la sua stretta fu delicata, sembrava quasi più emozionato della moglie.
“Dov’è Doniya?” chiese Zayn a Trisha mentre entravamo in casa.
“Tua sorella non è potuta tornare, è stata trattenuta a lavoro e non ce la faceva proprio a venire a salutarti, ma probabilmente avrai più occasioni di vederla tu in giro per il mondo che noi” il tono giocoso e scherzoso di Trisha nascondevano la tristezza di avere due figli sempre lontani di casa, i suoi occhi tradivano le sue parole, erano proprio come quelli di Zayn, profondi e immensamente comunicativi.
La casa all’interno era molto più grande di quanto mi aspettassi, era molto spaziosa e i finestroni che davano sul giardino dietro –c’avevo visto giusto- illuminavano tutta la grande sala.
Ci accomodammo sul divano in sala e Trisha poggiò sul tavolo qualche stuzzichino.
Dalla cucina veniva un buonissimo odore di… non riuscivo a capire di cosa, ma era comunque buono.
“Che buon odore che viene dalla cucina Trisha!” cercai di attaccare bottone.
“Grazie Mhone, il menù di oggi è un po’ internazionale, non sapevo cosa ti piacesse, quindi ho cucinato un po’ di tutto, ma il piatto forte sono alcuni cibi pakistani che non potranno non piacerti!” dalla voce sembrava che non vedesse l’ora che li assaggiassi.
“Bhe sono sicura che non potrà essere altrimenti.” Risposi cordialmente con un sorriso.
“Mamma, ma quanto hai cucinato? Ti avevo detto di non esagerare!” cantilenò Zayn esasperato.
“Figliolo, lo sai com’è tua madre. Quando imparerai che nel vocabolario femminile la parola esagerare ha un significato diverso che nel nostro. Ogni volta che dovranno cucinare, sarà sempre per un reggimento. Mhone tu sei ancora giovane, non diventare così, puoi ancora cambiare!” Trisha gli lanciò un’occhiataccia, mentre io e Zayn ci guardammo e ridemmo.
“Credo che sia troppo tardi anche per lei papà, adora cucinare ed è già come la mamma!” lo guardai incredula e gli tirai una debole gomitata.
“Non è vero, noi cuciniamo così tanto perché sappiamo quanto mangiate!” lo apostrofai.
“Oh Mhone diglielo, facci onore!” mi incoraggiò Trisha.
“Coalizione femminile, altra cosa che farai meglio ad imparare presto caro.” Concluse Yaser esasperato.
La mattinata proseguì tra chiacchiere e risate, Trisha ci lasciò per andare in cucina a finire il pranzo di cui andava tanto fiera e Yaser mi chiese un po’ dell’università e della mia vita. Era un uomo gentile, dalla voce possente, ma sotto sotto si vedeva che era un tenerone, questo Zayn l’aveva preso dal padre. Tutta la famiglia era molto alla mano e mi avevano presa in simpatia da subito. Anche le sorelline più piccole erano contente di avermi li, tanto che non mi lasciarono un secondo, facendomi una miriade di domande.
“Mho, posso chiamarti Mho vero?” cominciò la più piccola, Safira.
“Si certo” annuii.
“Bene Mho, quanto gli vuoi bene a mio fratello?” fu una delle tante domande.
Li per li rimasi un po’ spiazzata, ma mi affrettai a rispondere con un sorriso prima che fraintendessero il mio silenzio.
“Tanto, non potrei volergli più bene!” la risposta sembrò soddisfarla.
“Ok allora mi sei simpatica –le sorrisi contenta-. L’altro giorno ho visto un film alla tv e i due innamorati si baciavano e dormivano insieme, voi dormite insieme?” l’innocenza di quella bambina nel fare certe domande era unica.
Guardai Zayn allarmata non sapendo che rispondere.
“Ok Safira, hai fatto fin troppe domande, ora mi porto via Mho. Vieni ti faccio fare un tour della casa.” disse infine riferendosi a me.
“No, non è giusto. Voglio starci io con Mho.” Protestò la piccola.
“Non fare i capricci e lasciali stare” intervenne alla fine Yaser che riuscì a contenerla.
Salimmo le scale che portavano al piano di sopra e Zayn mi fece vedere tutte le stanze. Si soffermò infine sulla sua nella quale entrammo. Mi accomodai sul letto e me la studiai con calma.
Era più piccola rispetto alla camera che aveva ad Oxford e questa era piena di poster e cianfrusaglie ovunque. Sembrava proprio la tipica camera di un teenager. Il mio sguardo si fermò su un poster in particolare appeso sul soffitto sopra il letto. Ritraeva un’attrice ben poco vestita in una posa alquanto innaturale.
“E quella invece ti aiuta a conciliare il sonno?” la indicai divertita.
Guardò in alto seguendo il mio dito, poi arrossì e farfugliò qualcosa distraendomi.
Quando scendemmo e tornammo al piano di sotto, il pranzo era pronto e Trisha lo stava già servendo nei piatti.
Ci accomodammo a tavola e cominciammo a mangiare. Trisha non aveva scherzato, c’era veramente un insieme di cucine internazionali. Mangiai senza tanti problemi tutto ciò che mi ispirava e che non avevo mai visto in vita mia.
“Trisha complimenti, è veramente tutto squisito.” La elogiai.
“Sono contenta ti piaccia e sono contenta che sei una di quelle ragazze che mangiano. Prova queste Mhone, sono un piatto tipico pakistano.” E mi passò un vassoio con un insieme di cibo dai colori molto sgargianti. Ne presi un po’ e lo assaggiai, come tutto il resto era molto buono.
Stavamo ancora mangiando quando Yaser se ne venne fuori con una domanda a bruciapelo.
“Allora ragazzi, quando avete intenzione di sposarvi e fare figli? Non vorrete mica aspettare un’eternità, io voglio tanti bei nipotini!”
Per poco non mi strozzai con il cibo. Cominciai a tossire e Zayn dovette darmi qualche pacca sulla schiena per farmi riprendere. Presi un sorso d’acqua e pensai a come rispondere ad una domanda sulla quale non ero minimamente preparata.
“Bhe direi che la cosa è un po’ affrettata, non ci abbiamo ancora pensato…” non riuscii a finire la frase che Zayn mi bloccò.
“Mho tranquilla, stava scherzando.”
Rimasi allibita, senza sapere cosa rispondere, ma tirando un sospiro di sollievo dentro di me.
“Non pensavo ci avresti creduto Mhone, di solito non ci casca mai nessuno quando faccio queste battute.” Si scusò il signor Malik.
“Yaser ti giuro che eri parecchio convincente. Mi hai preso in contropiede.” Scherzai.
“Che credulona che sei, solo tu potevi cascarci.” Mi prese in giro Zayn che si beccò un’altra gomitata.
Quando finimmo di mangiare, compresi i cinque diversi dolci che Trisha aveva messo a tavola, mi alzai per aiutarla a sparecchiare.
“No Mho, ci mancherebbe. Sei un ospite, figurati se ti faccio sparecchiare.” Si oppose Trisha.
“No sul serio insisto. Non riesco a stare con le mani in mano mentre qualcun altro lavora!” insistetti.
Alla fine cedette e mentre gli altri tornavano in salotto io aiutavo Trisha in cucina.
“Sei una cara ragazza Mhone. Gli vuoi bene sul serio al mio piccolo vero?” il tono da mamma che usò mi fece tenerezza.
“Si, mi piace veramente Zayn e mi ha aiutato in momenti nei quali solo lui poteva aiutarmi. Sono fortunata ad averlo trovato.” Le risposi non staccando gli occhi dal piatto che stavo asciugando. Un po’ mi vergognavo a dire certe cose alla mamma di Zayn, mi faceva strano anche se volevo che lo sapesse, che sapesse quanto tenessi a lui.
“Anche lui è fortunato ad aver trovato te! Non l’ho mai visto così felice con una ragazza come quando è con te. Ha gli occhi che gli brillano anche solo quando ti nomina” arrossii a quelle parole e sperai che Trisha non lo notasse.
Calò un silenzio un po’ imbarazzante che però Trisha prontamente interruppe.
“Allora stavo ascoltando prima, tu e Zayn avete dormito insieme!” non appena vide la mia faccia incredula scoppiò a ridere a crepapelle. Quella famiglia amava veramente tanto le battute, forse era una delle poche cose che Zayn non aveva ereditato o almeno non così tanto.
Quando finimmo in cucina, raggiungemmo gli altri in salotto e le ragazze mi obbligarono a giocare con loro alla wii. Scelsero Just Dance come gioco e dopo due ore di balli ininterrotti ero sfiancata. Non riuscivo più a muovere neanche un muscolo, non osavo pensare a come sarei stata il giorno dopo.
Trisha insistette così tanto che rimanemmo li anche a cena posticipando il nostro rientro a casa.
Dopo cena la famiglia si riunì a guardare un film, mentre Zayn mi prese per mano e mi trascinò fuori. Ci sedemmo su una panchina, un po’ nascosta dalle vetrate così che potemmo avere un po’ di tempo solo per noi.
“Guarda su -seguii il dito di Zayn e guardai verso il cielo- lo vedi quell’insieme di stelle, quelle la più luminose –annuii- da queste parti gira una leggenda, si dice che quella sia l’ammasso dell’amore. La leggenda narra che Venere una volta scese sulla terra incuriosita dalle tante voci che dicevano che gli umani vivevano passioni come l’amore. Ne aveva solo sentito parlare lei, non lo aveva mai provato in prima persona in quanto tutti gli uomini con cui era stata non le avevano fatto provare nessun sentimento. Così un giorno, mentre passeggiava per la piazza di una città, si scontrò con un baldo giovane, un guerriero al servizio del re. Il ragazzo l’aiutò a rialzarsi e quando i loro sguardi si incontrarono Venere capì subito cosa tutti intendevano per amore. I due si innamorarono follemente l’uno dell’altro e quando Venere era sulla terra, amavano entrambi stare insieme guardando il cielo stellato. Quando il padre di Venere scoprì quello che la figlia aveva fatto si infuriò con lei in quanto era un disonore innamorarsi di un comune mortale. Così preso dalla rabbia scagliò un fulmine sul ragazzo uccidendolo. Venere corse dall’amato e pianse sul suo corpo, quando una lacrima finì sul volto di quest’ultimo esso si librò in aria e si riempì di luce trasformandosi in un ammasso di stelle. Questo fu possibile perché quelle di Venere erano lacrime di vero amore ed ogni volta che ella guardava il cielo poteva contemplare il suo amato. È così che Venere divenne la dea dell’amore.
È solo una leggenda questa, ma dicono che se la guardi insieme alla persona a cui tieni, questa riuscirà a vedere quanto la ami a seconda della brillantezza delle stelle.” Abbassò lo sguardo un po’ in imbarazzo, forse era la prima volta che raccontava quella storia ad una ragazza.
“Allora io so che tu mi ami alla follia, perché credo che quelle stelle non abbiano mai brillato così tanto in vita loro!” gli presi il viso tra le mani e lo baciai con tutta la forza che avevo.
“Si Mhone Hunter, ti amo alla follia e lo farò qualunque cosa accada, in qualunque posto potremmo trovarci, insieme o lontani. Tu sei mia e non ti lascerò andare via tanto facilmente.”
“Ed io non voglio che tu lo faccia. Ti amo!”   

 

                                                                                        Image and video hosting by TinyPic 

 Ciaoooooooooooooo!
Ragazze ma ci pensate? Questo è l’ultimo capitolo dal POV di Mho! Per me è stato difficilissimo doverlo concludere! Mi dispiace tantissimo di aver finito la storia, cioè manca ancora l’epilogo però è triste lo stesso! =’(
Sto capitolo lo ammetto, è parecchio sdolcinato, ma mi sono lasciata trascinare un po’ ed è venuto così! ^^ Ahahaha
La parte finale dove Zayn racconta la leggenda, ve lo dico, l’ho inventata tutta, completamente, non so se esistano leggende simili, fatto sta che questa è pura fantasia che è uscita dal mio cervellino bacato!
LOL
La mia parte preferita però è “la parte sdolcinata 1”, cioè quella quando si chiariscono, lo ammetto! xD
Via ora vi lascio. Spero che siate rimaste soddisfatte di questo capitolo e della storia in generale, nell’epilogo vi aspettano grandi sorprese che non sto ora a rivelarvi! =P
Un bacione immenso.
Marty.
PS. Tante di voi ci hanno aggiunto su Twitter e ci hanno fatto i complimenti o hanno commentato la storia, volevo ringraziarvi, perché veramente queste piccole cose ci fanno tanto piacere e siamo contente che ci scriviate, così che ci sentiamo più vicine alle nostre lettrici! =D
Quindi un GRAZIE va a voi, ma anche a tutte coloro che continuano a seguirci dai primi capitoli fino ad adesso. Veramente grazie di cuore! <3
 
Twittah:
Marty
Vix 

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Capitolo 51
*** Epilogo ***


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EPILOGO

5 anni dopo.

Mhone POV

Cazzo, cazzo, cazzo! Ero in un fottuttissimo ritardo, dovevo ancora truccarmi e quel cavolo di vestito lungo mi si impigliava sotto i tacchi rallentando ogni mio movimento. Come se non fosse abbastanza, Zayn era in un ritardo colossale. Ma quanto gli ci voleva a sbrigare quelle commissioni per Lou? Sempre il solito, se non faceva le cose all’ultimo momento non era contento!
Presi dall’armadio una borsa piuttosto capiente e ci buttai dentro tutto quello che mi capitava sotto gli occhi e che sapevo poteva servirmi. Kay aveva già chiamato almeno 10 volte ed io da buona amica quale ero, non avevo risposto neanche ad una delle chiamate.
Non appena il campanello suonò, mi catapultai alla porta e uscii con duemila cose in mano, senza neanche salutare Zayn e correndo verso la macchina parcheggiata di fretta davanti casa.
La guida spericolata –più di una volta pensai che quel viaggio sarebbe stato anche l’ultimo- ci portò piuttosto in fretta all’edificio post-rinascimentale dove si sarebbe svolta la cerimonia.
Corsi su per le scale senza aspettare Zayn, che aveva appena messo piede fuori dalla macchina. Gli urlai affannosamente di portarmi tutto ciò che non ero riuscita a scaricare dal veicolo alla velocità della luce.
Quando spalancai la porta mi ritrovai davanti una Kay mezza nuda e rannicchiata in un angolo in preda all’agitazione.
Come alzò la testa mi rivolse uno sguardo omicida contro.
“Ma dove cazzo eri finita? Ti ho chiamato tipo un milione di volte” sbraitò.
“Hei hei tranquilla, ora sono qui”.
“Tranquilla un cazzo. Mi sto per sposare e tu decidi di fare il tuo primo ritardo proprio oggi?!”
Nella mia mente vorticarono duemila scuse che potevo inventarmi, alla fine scelsi la più plausibile e pressoché vera.
“Tecnicamente è Zayn che ha fatto tardi!”
Questa volta non mi beccai solo un’occhiataccia, prese di fianco a lei un pacchetto di fazzoletti e me lo lanciò contro con tutta la forza che poteva metterci. Riuscii a schivarlo per un soffio e le bloccai il braccio prima che potesse afferrare quel bicchiere di vetro appoggiato sul tavolino li di fianco.
 “Kay vuoi calmarti per favore? Oppure preferisci che ti leghi alla sedia con un foular?”
Quello che le uscì dalla bocca non seppi se assomigliasse più ad una specie di ringhio o ad un vaffanculo sbiascicato, ma comunque la costrinsi a sedere così che sarei riuscita a truccarla.
Per punizione –non so se più per me o per lei- non mi parlò  per tutto il tempo che ci impiegai a sistemarla. Sembrava una bambina cresciutella con un’espressione incazzata mista a tensione. Un mix piuttosto pericoloso per una sola persona.
Mentre Kay si rimirava allo specchio tirai fuori  il vestito dall’involucro di protezione e la aiutai ad infilarlo.
Mi soffermai a guardarla dai piedi fino all’acconciatura che le raccoglieva i capelli di fuoco. Una lacrima mi scese sulla guancia.
“Kay sei bellissima”
Si girò, dai suoi occhi ogni traccia demoniaca se n’era andata, mi abbracciò forte e cominciò a singhiozzare.
“Non provarci neanche –la ammonii- non vorrai mica rovinare quel capolavoro che ti ho fatto?”
Un bellissimo sorriso le comparve finalmente sul volto.
La porta si spalancò di colpo e io e Kay sussultammo per lo spavento.
Sulla soglia comparvero quattro psicopatiche, mezze brille in equilibrio precario sui tacchi vertiginosi che non smettevano più di ridere.
“Hei sposina, hic, ti abbiamo portato un regalino, hic, per calmare un po’ i nervi, hic”. Eveleen porse una fiaschetta che puzzava di alcool ad una Kay quanto mai sconvolta.
L’irritazione e la sorpresa coinvolgevano ogni suo muscolo facciale.
Stava per urlare, ne ero sicura, così afferrai la fiaschetta prima che potesse fare o dire qualsiasi cosa e ne rovesciai il contenuto nel sottovaso di una povera pianta li vicino.
“Hei” protestò Eleanor mettendo su il broncio.
“Hei un corno! Oggi è il mio giorno e non c’è una cosa che stia andando per il verso giusto!” le rimproverò la sposa, accasciandosi sulla sedia e portandosi una mano sulla fronte.
“Forse un goccetto le avrebbe fatto bene invece!” sussurrò Danielle.
Fortunatamente Kay non la sentì e io feci finta di niente lasciando cadere il discorso.
“Dai Kay alza il culo da quella sedia e non piagnucolare. Sei vestita, truccata, con un’acconciatura pazzesca, noi siamo tutte qui a sostenerti e l’uomo della tua vita è di la che ti aspetta e non vede l’ora di dire il fatidico si, non potresti desiderare niente di meglio”. Dissi porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
Mi rivolse un sorriso e si alzò in piedi. Ci guardò poi una ad una e finimmo in un abraccio di gruppo. Noi c’eravamo e l’avremmo sostenuta in qualunque situazione.
Toc toc
La testa di mio padre sbucò da dietro la porta, dietro di lui c’era anche la mamma che frettolosamente lo spinse dentro.
Si soffermarono entrambi a guardare Kay.
“Sei bellissima piccola” le disse mamma andandole incontro e stringendola forte fra le braccia.
“Si sei magnifica” incalzò papà che si asciugò una lacrimuccia cercando di non farsi vedere.
“Papà cos’è, ora piangi?” lo presi in giro.
“Ma chi io? No, mi stavo solamente grattando un occhio –cercò di giustificarsi- Ora andiamo però, è ora!”
Kaycee si avvicinò cautamente e con una luce brillante negli occhi, prese mio padre sotto braccio e si avviarono verso l’uscita.
 
Zayn POV
Zayn prendimi questo, Zayn fammi questo favore, Zayn aiutami.
Ma per chi mi avevano preso, per il loro schiavetto personale? Tra Lou e Mho oggi avevo perso il conto di quante volte avessi fatto le scale per causa loro.
Se non fossi riuscito a trovare una nuova cravatta per Lou, sarebbe stata la fine. Gli avevo detto di stare attento, ma lui no, doveva sporcarsi l’unica cravatta decente che aveva.
Niall mi aveva detto che probabilmente ne aveva una di scorta in macchina, ora speravo solo che ci fosse d’avvero.
“Hei amico eccola. Spero vada bene!” disse il biondo porgendomi una cravatta immacolata color panna.
“Si è perfetta. Hai appena salvato il culo di Lou. Se Kay lo fosse venuta a sapere lo avrebbe strozzato con il suo velo”. Lo ringraziai.
Mi diede una pacca sulla spalla e mi riaccompagnò dallo sposo che avevo lasciato in compagnia di  Liam.
“Hei Lou come va?” gli chiesi entrando.
“Questi stupidi polsini, non riesco a chiudere il bottone”. Disse in preda all’ansia con le mani che gli tremavano.
“Da qui, ci penso io!” lo aiutai porgendogli anche la cravatta e lui mi ringraziò con un sorriso.
Dopo averla annodata, si specchiò e sorrise soddisfatto al suo riflesso. Non lo avevo mai visto così elegante, nel suo smoking nero e le scarpe lucide, neanche in tutte le interviste e i photoshoot che avevamo fatto fino ad ora.
Harry entrò ansimando nella stanza.
“Lou è ora di andare, è già tardi!” gli gridò.
“Ok sono pronto –rispose distrattamente, poi lo guardò preoccupato- ti sei ricordato di prendere gli anelli vero?”
“Ma per chi mi hai preso? Ovvio che me ne sono ricordato, ce li ho in tasca. Ora andiamo forza o la tua sposa arriverà all’altare prima di te!”
Scoppiammo a ridere e uscimmo dalla stanza.
Mentre Harry accompagnava Lou lungo la navata, vidi dall’altra parte del corridoio Mho e le altre e andai loro incontro.
Abbracciai Kay affettuosamente poi mi allontanai un attimo con Mhone.
“Mi sembra piuttosto agitata!” le dissi indicando la rossa un po’ divertito.
“Non puoi neanche immaginare quanto! Ha sclerato tutto il tempo, prima era quasi arrivata a tirarmi un bicchiere. Non vedo l’ora che lo sguardo di Lou la tranquillizzi, visto che noi non ci siamo riuscite”
Le diedi un bacio a fior di labbra.
“Tu invece ora stai meglio?” le domandai malizioso.
“Si forse…” mi stuzzicò.
“Mhone Hunter, vedremo stasera a casa se riuscirò a farti stare meglio!” la sfidai.
“Non vedo l’ora” mi sussurrò all’orecchio tornando poi dalle sue amiche.
Sorrisi tra me e me al pensiero di quella sera, poi raggiunsi gli altri all’altare.
 
Louis POV
Le mani mi tremavano e l’attesa non faceva che aumentare la mia agitazione. Quello era il momento che aspettavo da cinque anni e tra qualche minuto avrei stretto tra le braccia mia moglie.
Mia moglie.
Ancora non riuscivo a credere all’effetto che mi provocavano quelle parole.
La musica prodotta dall’organo mi riportò alla realtà, e la vidi, in fondo alla navata che sembrava risplendere di luce propria nell’abito bianco. Non riuscivo a vederle il viso, ma ero sicuro che stesse sorridendo. Automaticamente sorrisi anche io e le distanze tra noi sembrarono accorciarsi.
Eccola, ora era li davanti a me. Il corpetto semplice e delicato le fasciava perfettamente il seno e la vita finendo poi in una cascata di tulle bianco candido che ricadeva sui gradini della navata. Le spostai il lungo velo dal viso, vedendo finalmente il sorriso che avevo immaginato.
Le strinsi le mani intrecciando le mie dita con le sue, non vedendo l’ora che finisse tutto per poterla finalmente considerare mia, ma allo stesso tempo avrei voluto prolungare quel momento all’infinito.
Il sacerdote mi distrasse dalla sua bellezza e riportò l’attenzione di tutti gli invitati su di lui.
“Cari amici, siamo riuniti qui oggi per presenziare all’unione in matrimonio di Louis William Tomlinson e Kaycee Charlotte McFay.
Carissimi Louis e Kaycee siete venuti nella casa del Signore, davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità, perché la vostra decisione di unirvi in Matrimonio riceva il sigillo dello Spirito Santo, sorgente dell'amore fedele e inesauribile.
Ora Cristo vi rende partecipi dello stesso amore con cui egli ha amato la sua Chiesa,fino a dare se stesso per lei.
Vi chiedo pertanto di esprimere le vostre intenzioni”.
“Io Louis, accolgo te, Kaycee, come mia sposa. 
Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. La guardai colmo di gioia e le misi l’anello al dito.
Sentii la sua mano tremare e un singhiozzo sfuggì dalle sue rosee labbra.
“Io Kaycee, accolgo te, Louis, come mio sposo. 
Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Prese la mia mano e fece scivolare delicatamente la fede sul mio anulare.
Il sacerdote poi continuò. “Ricevete la Parola di Dio. Risuoni nella vostra casa, riscaldi il vostro cuore, sia luce ai vostri passi. La sua forza custodisca il vostro amore nella fedeltà e vi accompagni nel cammino incontro al Signore. Ora vi dichiaro marito e moglie, -poi rivolgendosi verso di me- può baciare la sposa!”
Le strinsi il viso tra le mani, la guardai sperando che riuscisse a leggere nei miei occhi tutto l’amore che provavo per lei, infine mi avvicinai lentamente, assaporando ogni millesimo di secondo, prima di posare le mie labbra sulle sue, calde e morbide. Tutti i sensi si offuscarono, ma riuscii comunque a sentire il fragore degli applausi degli invitati.
Quando alzai lo sguardo mi soffermai dapprima sulla mia bellissima moglie che mi restituiva lo stesso sguardo pieno d’amore che le avevo rivolto poco prima, poi guardai mia madre, e la sorpresi ad asciugarsi le lacrime che le uscivano incessantemente, le mie sorelle, in piedi che non smettevano di applaudire, i ragazzi che fingevano di non essere commossi, tranne Niall che si stava soffiando il naso con un fazzoletto e infine le damigelle che sembravano sul punto di saltare addosso a Kaycee per farle le congratulazioni.
Mentre gli invitati cominciavano ad uscire, noi posammo per alcune foto con amici e parenti per poi lasciare le nostre firme sui documenti.
Varcando l’uscita fummo ricoperti da una pioggia di riso e sorridendo a destra e manca, raggiungemmo la Coupé parcheggiata davanti la chiesa che ci avrebbe portato al ristorante.
   
Kaycee POV
Il pranzo era stato ricco e abbondante e io avevo l’impressione che il corpetto sarebbe potuto esplodere lasciandomi in mutande e reggiseno in mezzo a tutti i presenti.
Louis era seduto accanto a me e non aveva fatto altro che dispensare sorrisi e strette di mano a chiunque si avvicinasse.
Ora ero la signora Tomlinson, più ci pensavo e più non potevo crederci.
Si avvicinarono Cathleen e Christopher seguiti da Mhone.
Louis mi sorrise facendomi l’occhiolino e se ne andò raggiungendo i ragazzi al bar.
“Che succede?” chiesi notando i loro sguardi bizzarri.
“Volevamo darti il nostro regalo” disse Cathleen facendo un sorriso di incoraggiamento al marito.
Christopher tirò fuori da dietro la schiena una busta e ne sfilò alcuni fogli che mi mise davanti.
“Sono anni ormai che io e Cathleen ti consideriamo come una seconda figlia, se tu sei d’accordo vorremmo ufficializzare la cosa”.
In quel momento guardai i fogli con su scritto Certificato di adozione e poi cercai un segno da parte di Mhone che contraccambiò con un sorriso di incoraggiamento.
A quel punto mi resi conto di far parte di una vera famiglia che mi avrebbe sempre sostenuto e voluto bene e mi alzai per andare ad abbracciare i miei nuovi genitori.
“Grazie, grazie, grazie! Davvero non so come ringraziarvi, vi voglio un bene dell’anima!”
All’abbraccio si aggiunse anche Mhone che finalmente era divenuta legalmente mia sorella.
Mhone, subito dopo essersi staccata, prese il microfono e ad un suo gesto partì una musica lenta.
“Ora è il momento del ballo padre e figlia. Forza Kay, tocca a te aprire le danze!”
Mi asciugai le lacrime scaturite dall’emozione e presi sotto braccio papà.
Raggiungemmo il centro della pista da ballo e con una sua mano dietro la schiena cominciammo a roteare goffamente. Piano piano altre coppie ci raggiunsero fino ad occupare l’intera sala. Era tutto perfetto.
“Può concedermi l’onore di questo ballo?” sentii la voce di Louis alle mie spalle e Christopher mi lasciò nelle sue mani. Fra le sue braccia mi sentivo al mio posto e mentre danzavamo non mi preoccupavo più di essere aggraziata o meno.
“Ti amo Louis Tomlinson”
“Anche io Kaycee Tomlinson” sorrisi al suono di quelle due parole dette da lui e mi strinsi al suo petto lasciandomi cullare dalla melodia.
La giornata trascorse veloce ed arrivò il momento del lancio del bouquet.
“Forza ragazze formate un gruppo” dissi a tutte le donzelle presenti in sala.
Eleanor ed Eveleen erano davanti a tutte, pronte a lottare con le unghie e con i denti per riuscire a conquistare il tanto desiderato bottino. Dall’altro lato della sala Harry era cadaverico e Niall gli diede una gomitata sulle costole per gioco.
“Hei amico occhio” lo sentii dire.
Harry gli lanciò un’occhiata divertita.
“Sbaglio o è Josie quella che sta sgomitando per raggiungere Eveleen?”
Soffocai una risata alla vista dell’irlandese che ingoiava il groppo in gola e mi preparai al lancio.
Ruotai due volte su me stessa con gli occhi chiusi e poi mollai la presa.
Sentii dei gridolini eccitati e mi girai per vedere chi avesse afferrato il mazzo di fiori.
Al centro della sala c’era Mhone, i capelli scompigliati e il bellissimo vestito blu un po’ spiegazzato, ma con un’espressione soddisfatta sul volto.
La vidi rivolgere uno sguardo in lontananza a Zayn che arrossì visibilmente.
Scoppiai a ridere e andai ad abbracciare la mia amica.
“Però che presa!” la presi in giro.
“Tutta fortuna. Chissà che non sarò veramente la prossima!” mi rispose dandomi una spintarella.
“Se sarà così, io mi prenoto come damigella d’onore!”
“Quel posto è sempre stato tuo!” La soffocai in un abbraccio al suono di quella frase e non la lasciai andare finchè non sentii Mhone che ansimava alla ricerca di ossigeno.
Le feci un sorrisino di scuse per poi essere interrotte da Niall che mi avvertiva che la macchina per l’aeroporto era fuori che ci aspettava.
“Forza bellezza sbrigati o farai tardi. Non vorrai arrivare a piedi alle Bahamas?!”
“No, mi si rovinerebbero le scarpe!”
Mi fermai poco prima di seguire Louis dentro la macchina.
“Grazie per essere sempre stato dalla mia parte, sappi che ti voglio un bene dell’anima” gli sussurrai ad un orecchio mentre lo abbracciavo.
“Ricordati che sarò sempre dalla tua parte. Ti voglio bene anche io. Fai buon viaggio e stai attenta”.
Mi separai dall’irlandese e salii a bordo dell’auto pronta a vivere il primo di una serie di lunghi giorni al fianco di Louis Tomlinson.
 
 

                                                                        

Ciao bellezzeeeeee!
Oggi a postare il capitolo è la qui presente Marty, ma le parole che sto per dirvi sono da parte di entrambe.
Ci tenevamo a ringraziarvi immensamente per tutte le bellissime recensioni che ci avete regalato dal primo capitolo all’ultimo, per tutte le parole dolci che ci avete lasciato su twitter, per aver messo la storia nelle seguite, preferite e ricordate! Come abbiamo detto tante volte, la storia è nata un po’ per gioco, volevamo metterci alla prova con qualcosa di diverso, ma se ogni settimana, per più di un anno, abbiamo continuato a postare i capitoli, è anche per merito vostro. Quindi si, vi meritate tutta la nostra gratitudine!
=D
Ci auguriamo che questo epilogo vi sia piaciuto come il resto della storia, ma sono sicura che non potrebbe essere altrimenti. Vi aspettavate una cosa del genere?!? ^^
Mi mancheranno questi personaggi, Mhone, Kaycee e tutti gli altri. Siamo state un anno con loro, immedesimandoci in loro, ed ora è finito.
Come ci mancheranno loro però, ci mancherete anche voi!
=D
Un bacione immenso!
Marty e Vix

 

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