Non è un addio.

di len91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Grazie.. ***
Capitolo 2: *** Hai mantenuto la promessa. ***



Capitolo 1
*** Grazie.. ***


Il corpo mi trema, trema di rabbia, di delusione, di paura, di tristezza, di un immensa tristezza che ha il sapore della solitudine. Sono seduto sul letto, le lancette della sveglia sul comodino scandiscono il tempo che scorre, ora più che mai, lento come le lumache della vecchia Tsunade. Occhiaie marcate dal pianto non riescono a lenirsi, a causa di un sonno che non arriva; come possono socchiudersi le mie palpebre dopo quello che è accaduto!

 

La luna irradia la sua luce attraverso la finestra e illumina alcune fotografie: c’ è quella del team 7 di qualche anno fa e poi c’ è la nostra; sì, non la mia con lei, ma la nostra foto; sfoggiamo due sorrisi divertiti ed un po’ strampalati come i nostri caratteri, siamo felici, felici della nuova grande avventura che ci attende, felici di condividere una parte della nostra vita insieme.

 

Non posso parlare per i suoi sentimenti, ma posso dire dei miei, con sincerità e sicurezza; posso dire che, anche se al primo incontro mi è parso come un inutile vecchietto pervertito, con il passare del tempo è diventato una delle persone più importanti nella mia esistenza, un’ esistenza del tutto priva del senso e del significato che solo lei sei stato capace di attribuirgli e di mostrarmi, inducendomi a credere in me stesso come mai avevo fatto.

 

E ce l’ ho fatta, con il tempo ho imparato ad avere fiducia in me, ad apprezzare ed esercitare le mie potenzialità nascoste; è con il suo interesse nei miei confronti e con suo costante impegno nel seguire i miei allenamenti e progressi,  che ho visto il mio sogno di divenire Hokage farsi più concreto e vicino alla realizzazione. La mia autostima è cresciuta grazie alle sue tecniche straordinarie ed alla sua potenza e questo perché, ripetendomi che rivedeva se stesso giovane, in me, io ho creduto possibile l’ obiettivo di emularla e raggiungere i suoi risultati di successo e di grandezza.

 

Ha tollerato, pur non risparmiandomi punizioni e richiami, la mia impazienza nell’ apprendere le tecniche e la mia impulsività nel dare vita ad azioni, il più delle volte prive di senso, perché affrettate e non ragionate e per questo la ringrazio; non si è stancato nell’ attendere che imparassi la Tecnica del Richiamo, ma si è divertito nel vedermi evocare girini e ranocchi senza arti; probabilmente non credeva nemmeno che sarei stato caparbio e testardo e che alla fine ce l’ avrei fatta, ma si è dovuto ricredere e sicuramente, almeno mi piace pensarla così, vedendomi richiamare Gamabunta ed ottenere la sua fiducia, si è ripetuto che, in fondo, non era del tutto una perdita di tempo allenare una pecorella come me e anche per questo la ringrazio; la ringrazio per il sudore, la pazienza e la costanza a cui è ricorso per insegnarmi il Rasengan, perché, anche se non l’ avrebbe mai ammesso, anche lei fremeva con me e, di nascosto, mi incoraggiava con tutto il cuore, credendo nelle mie capacità. Il giorno in cui sono riuscito a scoppiare il palloncino con qualcosa che assomigliava vagamente alla tecnica, mi sono sentito il ragazzo più felice del mondo e il mio primo pensiero è stato rivolto a lei, volevo che fosse fiero, volevo sentirmi dire :“  Bravo, Naruto! Ce l’ hai fatta  ”, perchè l’ho capito ora: il miglior concime per far crescere l’ impegno e la buona riuscita di un’ impresa è l’ incoraggiamento, l’aspettativa e la fiducia che gli altri ripongono in te..ed io ho combattuto per questo; è con l’ idea di proteggere e di non deludere le persone che amo, che mi sono prodigato nelle avventure, tralasciando l’ interesse di farmi accettare da tutti e sostituendolo con l’ amore che io potevo regalare loro.

 

Le ulteriori tecniche, che mi ha insegnato durante i due anni in cui siamo stati lontano dal villaggio, mi sono state utili non meno dei suoi consigli paterni, del suo appoggio incondizionato, della sua compagnia nei momenti di gioia e di quelli in cui la sfiducia mi catturava e bloccava i miei sforzi e la mia felicità: grazie! Grazie dei tramonti trascorsi sui monti isolati, momenti in cui mi coccolava con parole di conforto e di saggezza, ma che si concludevano immancabilmente con una battuta buffa che ci faceva sorridere entrambi. Grazie, grazie dei suoi mitici gelati che, sempre, condivideva con me al crepuscolo, come premio per l’ allenamento giornaliero. Grazie della sua presenza non solo mentale, ma anche fisica; grazie del suo viso solcato dagli anni e dalle sofferenze, ma sempre disposto a regalarmi un sorriso; grazie ai suoi occhi seri e luminosi, pieni di vita ed energie; grazie alle sue mani ed alle sue braccia forti che, ora lo so, si sarebbero messe contro chiunque, come scudo per proteggermi e grazie alle sue spalle imponenti ed alla sua schiena spaziosa che, al termine della giornata, mi si porgeva come solido appoggio su cui addormentarmi, stremato dalle fatiche del dì. Grazie perché lo sento, sento che tra le pieghe del suo cuore, al di là dell’ amore verso la vecchia Tsunade e la fedeltà verso il nostro villaggio, un posticino per me l’ ha riservato.

 

Piango; sono sciocco, lo so, so di non essere rimasto solo e so di avere accanto a me il calore dei miei amici, del maestro Hiruka e del maestro Kakashi, ma nessuno sarà mai in grado di sostituire lei, perché nessuno ha mai sopperito alla mancanza di mio padre con il sincero affetto che solo lei è stato capace di donarmi.

 

Ho perso i miei genitori, perché ora anche lei, maestro, non c’ è più? Perché si è lasciato sconfiggere? Non diceva sempre di essere il più forte dei ninja leggendari e di avere rischiato la vita solo due volte, una delle quali nemmeno in battaglia, ma per mano di nonna Tsunade? Allora perché, perché non è sopravvissuto, perché non è rimasto accanto a me ad insegnarmi l’ arte della vita?

 

È inutile farmi domande retoriche, lei si è sacrificato per il bene del villaggio, per l’ amore verso i suoi abitanti, per proteggere i miei compagni e me stesso ed ora io non la deluderò, non renderò vano il suo gesto eroico: io diventerò Hokage e regnerò con quella saggezza e quella prudenza che mi ha sempre rimproverato di non avere e metterò dinnanzi ai miei, gli interessi del mio villaggio, proprio come ha fatto lei. Per questo, maestro, non la smetta di vegliarmi; da qualsiasi luogo ora si trovi, mi supporti e continui a credere in me, cosicchè anche io possa credere in me stesso e realizzare i miei sogni. Tre parole ancora e poi la lascerò riposare:

 

Grazie,

 

addio,

 

le voglio bene maestro, con tutto il cuore..

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Capitolo 2
*** Hai mantenuto la promessa. ***


UNA QUINDICINA DI ANNI PIU' TARDI..

 

Quel pomeriggio mi sento chiamare con energia dal cortile della casa, è il nostro bambino che, ritornato dall’ accademia, pare trepidante nel volermi domandare qualcosa. Mi avvicino a lui, lo bacio teneramente sulla guancia e gli chiedo com’ è andata la giornata, ma lui non ha tempo per badare alle mie attenzioni e trascinandomi per un braccio, mi induce a sedermi accanto a lui, tra l’ erba e fiori del nostro giardino. Mi fissa con sguardo deciso ed indagatore, un’ espressione che riconosco bene e che so, non ammette reticenze, ma impone spiegazioni.

 

“ Mamma, oggi alcuni miei compagni hanno detto cose spiacevoli sul conto di papà! Hanno affermato che lui non si merita il ruolo che gli è stato assegnato, che, in realtà, lui è solo un mostro che ha portato guerra e distruzione e che ha frantumato con la sua forza il villaggio in cui viviamo. Hanno detto che non è degno di essere il capo della Foglia e che io sono soltanto un folle se credo che lui sia l’ uomo migliore del mondo e che non devo credere nelle sue capacità ".

 

Lo ascolto con attenzione e, mentre fatico a credere che ci sia ancora gente capace di pensare queste sciocchezze inverosimili ed infondate, lo vedo interrompere il contatto con i miei occhi e chinare il capo, visibilmente imbarazzato: è determinato come te, ma, in fondo, la mia timidezza lo accompagna sempre. Continua:

“ Lo so mamma che non è giusto dubitare di mio padre e sono certo che lui non ha commesso i crimini di cui lo accusano, ma vorrei sapere il perché delle infelici insinuazioni dei miei compagni.. raccontami, mamma, raccontami la storia di papà..".

 

Ero certa che questo momento, prima o poi sarebbe arrivato; il momento in cui non sono più sufficienti le evidenze dei fatti per figurare la personalità di un uomo, la tua. È giusto che io non affidi più unicamente al presente il compito di far rifulgere la tua grandezza, ma che offra al frutto del mio amore con te, la storia del passato che ti ha reso fama e gloria.

 

Chiudo gli occhi, come a volermi catapultare indietro nel tempo, quasi a voler risentire sulla pelle le stesse sensazioni e nel cuore le stesse emozioni vissute in quegli anni indimenticabili;

 

“ Non pensare nemmeno per una volta che tuo padre sia il mostro che l’ invidia dei tuoi compagni descrive, non devi basarti sulle dicerie e gli sproloqui della gente, ma devi sempre indagare, cercare risposte e valutare le situazioni con il tuo cuore e la tua mente, senza lasciarti condizionare da nessuno.

Ed è per questa ragione che non voglio più che tu ti fidi cecamente dell’ atmosfera di gratitudine e riconoscenza che la maggior parte del villaggio nutre verso tuo padre, senza conoscere le vere ragioni che hanno spinto questo a riporre la sua fiducia in lui. Ed è per tale motivo che sono orgogliosa del fatto che desideri sapere di più su tuo padre, sul suo passato e sulla sua storia, così potrai farti un’ idea tutta tua di lui e potrai rispondere a tono e con valide argomentazioni alle affermazioni di quei tuoi compagni così gelosi ".

Detto questo:

 

“ Tuo padre rinchiude, da sempre, nel suo animo, la forza distruttrice di un mostro leggendario e potente, un mostro che gli ha sottratto la presenza dei suoi genitori e che ha distrutto il nostro villaggio, quando egli era solo un neonato. Da quel momento innanzi egli è sempre stato additato da tutti come il demonio di Konoha, come un individuo pericoloso, da evitare e con cui non socializzare, nonostante fosse un piccolo bambino indifeso; il tuo stesso nonno mi impediva sempre di stringere amicizia con lui. Tuo padre è cresciuto tra l’ indifferenza e lo scherno del nostro villaggio e per farsi spazio tra gli altri, per attirare attenzione ed amore su di sé, si è comportato come un vero monello combinaguai.

Era impulsivo, a volte irriverente ed estraneo alle regole, poco razionale, istintivo e deciso. Ricordo come faceva impazzire il povero maestro Hiruka per il suo scarso impegno sui libri e come sfidava con convinzione il maestro Kakashi, pur essendo consapevole del divario di esperienza e scaltrezza in battaglia ".

 

“ Non è una descrizione che gli fa molto onore, mamma..”

 

“ Ma tuo padre era anche un inesauribile fonte di ottimismo, di energie positive, di voglia di combattere per raggiungere i propri obiettivi e difendere i propri ideali; era un vulcano che eruttava una forza di volontà ed una fiducia in se stesso che spiazzavano chiunque. Tuo padre sapeva trasformare la diffidenza che la gente provava nei suoi confronti, in stima, affezione e gratitudine. È stato capace di riscattare la sua persona e liberarla dalla prigionia della buia cecità delle persone che non lo consideravano; si è saputo circondare di amici veri, mettendo a rischio la propria vita per proteggerli e facendo sì che essi, ora, siano altrettanto disposti a sacrificare la loro, pur di salvarlo e garantirgli pace e serenità. Non credo ci sia un uomo così tanto stimato anche dai suoi nemici, così straordinariamente ricordato dalla vecchia Hokage Tsunade, che amava poco il riconoscere la validità nelle persone e cosi amabilmente benvoluto dal suo maestro, il ninja leggendario Jiraya.

Il suo cuore è sempre stato così coraggioso da non tirarsi indietro nemmeno dinnanzi alla sofferenza, non si è mai abbandonato alla malvagità, anzi ha saputo sottrarre dalla spirale dell’ odio puro molte persone, con maestria e partecipazione emotiva senza pari. il suo amore è sempre stato incondizionato e privo di remore ed indugi. Tutte le sue azioni sono sempre state improntate sulla correttezza e sono state rivolte al raggiungimento del suo sogno : divenire Hokage.

È con il passare del tempo è riuscito a realizzare il suo obiettivo; una sera, alla domanda: “ Perche sei voluto diventare, con tutto te stesso, il capo del nostro villaggio? “, lui mi ha risposto : “ Pensavo di desiderare di ottenerlo per essere riconosciuto e ben voluto da tutti, ma ho capito che lo volevo per saziare la mia sete di giustizia e convogliare sul mio villaggio, quel villaggio che mi ha offerto, non solo freddezza, ma anche il calore dell’ animo di molte persone valide, tutto quell’ amore in esubero che mi sono sempre sentito nel cuore. Strano eh, Hinata, come faccio a conoscere così bene questo sentimento da dire addirittura di averne troppo se, nella mia vita, io non ne ho mai ricevuto abbastanza..ahah “. E così aveva sdrammatizzato, come solo lui è sempre stato in grado di fare. “ Mai arrendersi, ma continuare a lottare con tutti se stessi ”: questo è il motto di tuo padre, questo è l’ insegnamento del nostro settimo Hokage ".

Concludo e mi volto verso il nostro ragazzo: lacrime di purezza, liberazione e gratitudine stanno combattendo con il suo desiderio di non farsi vedere debole ed indifeso da me; come ti rivedo in lui..

“ Grazie, mamma, grazie..”

Lo bacio con dolcezza e lo vedo allontanarsi, correndo, verso la strada.. è giusto così, è giusto che trovi il suo spazio, il vostro spazio, dentro se stesso.

Ti lascio un biglietto, quella sera, sul comodino accanto al letto:

“ Hai mantenuto la promessa, amore mio e la stai portando avanti con una maestria e un’ autorevolezza che non hanno né paragoni, né remore; Jiraya sarebbe orgoglioso di te.. “.

 

 

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