Waiting for the end

di Jude92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anger? No, sorrow... ***
Capitolo 2: *** Discoveries and surprises ***
Capitolo 3: *** Dream or nightmare? ***
Capitolo 4: *** The meeting expected ***
Capitolo 5: *** Thinking, dreaming... ***
Capitolo 6: *** Sadness and frustration ***
Capitolo 7: *** Invitations and waste ***
Capitolo 8: *** Waiting for... ***
Capitolo 9: *** The long awaited day - part 1 ***
Capitolo 10: *** The long awaited day - part 2 ***
Capitolo 11: *** Think about how stupid it is to cling to illusions! ***



Capitolo 1
*** Anger? No, sorrow... ***


Dedicata ai miei 6 idoli....Grazie di tutto! 

Waiting for the end

                                                                    _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Rabbia? No, dolore...

 

 

Come al solito era stata una delle mie più brutte giornate…
Come al solito tutti i miei compagni si erano organizzati per uscire insieme, dato che era una di quelle giornate “senza scuola”.. Motivo? Assemblea d’Istituto…
Lo so, vi starete chiedendo se anch’io mi ero organizzata… Beh niente di ufficiale ma messaggiando con il mio compagno di classe, George, avevo accennato qualcosa del tipo: che fai domani? Hai impegni?, ma non lo sapeva. Eravamo rimasti che nessuno dei due doveva far niente. Eravamo entrambi senza alcun programma. So anche che vi starete chiedendo se tra di noi c’è del tenero ma non è così, o almeno per me. Per me era come un amico, quell’amico che non potevo trovare da nessuna parte, infatti tutt’ora credo che l’amicizia tra maschio e femmina NON ESISTE, ed è la pura verità!
Comunque ci incontrammo davanti la scuola per prendere la presenza e poi andarcene dove avremmo deciso., ma non andò esattamente così. Se ne stava a parlare con altri miei compagni, tra cui uno di sua vecchia conoscenza e di cui l’anno prima mi ero presa una bella cotta. Purtroppo non andò come pensate, era fidanzato da 4 anni e ora la sua ragazza si era trasferita nella nostra scuola. Possibilità? 0 assoluto, ma questa è un’altra storia.
Presa da un senso di in appartenenza e di solitudine me ne andai, dopo un minuto circa mi mandò un messaggio:Dove vai?
A queste parole salì in me rabbia e nello stesso tempo tristezza, so che magari la mia reazione era esagerata, ma non so il perché mi sentivo così.
Cominciai a camminare velocemente, sola e senza nessuna meta. Mi misi gli auricolari nelle orecchie, i Linkin Park a tutto volume. Loro, la colonna sonora della mia vita!
In quel momento avevo un forte bisogno di sentire Numb, la mia canzone preferita, quella canzone per me rappresentava il mio essere; incapace di reagire, quasi completamente intorpidita. Pensavo ciò che Chester  cantava: I've become so numb I can't feel you there I've become so tired so much more aware I'm becoming this all I want to do is be more like me and be less like you...
Mi veniva da piangere ma, stranamente, non mi scese alcuna lacrima. Cazzo ma perché sono così maledettamente scema? Per quale cazzo di motivo non avevo detto nulla a quel gran pezzo di coglione?
Avevo già la risposta…
Per stare lì, insieme ai suoi stupidi amici era chiaro che preferiva loro a me, ma cazzo! Dovevo dirglielo quant’era stronzo!!! Ed io, povera scema, che credevo che almeno lui, visto l’interesse che aveva nei miei confronti, era diverso. Come cavolo avevo potuto solamente pensarlo!?
Stupida, stupida, stupida!
E ancora….Burning in the skies.....I'm swimming in the smoke of bridges I have burned so don't apologize I'm losing what I don't deserve what I don't deserve......
Quanto avrei voluto un amico; sincero, leale, simpatico, magari un pò come i Linkin Park! Tipi originali, creativi e soprattutto di cui fidarsi ciecamente.
Perché ero sola?
Perché non avevo amici?
Perché non ero come tutti gli altri?
Che avevo di così sbagliato?
Eppure per me era tutto sbagliato, la mia vita era sbagliata..?
No io ero sbagliata…
Da una parte mi sentivo, in un certo modo, colpevole di non averne. Dall’altra mi chiedevo che avevo di strano; anche se non ero perfetta meritavo davvero di essere sola?
Di essere trattata in quel modo superficiale?
Nessuno lo merita, insomma quante canzoni avevano fatto tutti gli artisti nella storia della musica che accennavano che nessuno è perfetto, nessuno è meglio di nessuno o che la vita è una cosa meravigliosa…?
Come mai all’improvviso tutto mi sembrò il contrario?
Perché mi parse tutto così inutile?
Avevo, dentro me, il bisogno di esternare tutta la mia rabbia, From the inside era appena iniziata.
Take everything from the inside and throw it all away 
Cuz I swear for the last time I won't trust myself with you...

Ah..! Odiavo tutti e tutto in quel momento! La mia vita, per me, era solo un’insulsa consapevolezza di cui non sapevo che farmene! Intanto continuavo a camminare.
Ero quasi arrivata al centro della città, senza neanche accorgermene andai a sbattere contro un tizio, mi cadde addirittura la cuffia dall’orecchio, andavo davvero a mille?
“Ehi attenzione!” esclamò lui.
“Scusami non ti ho visto” affermai io con perplessità.
Mi guardò per circa 3 secondi in faccia e poi disse:
“Non fa niente, tranquilla” ed io con un filo di arroganza affermai:
“Bene, comunque anche tu potevi fare attenzione..”
“Hai ragione, come posso farmi perdonare?” mi chiese seguendo i miei occhi castani.
All’improvviso mi sentii strana…
“Ehi, tutto ok?” mi domandò lui, un po’ preoccupato..
“Ehi si si scusami”..
“Allora? Mi dici come mi devo fare perdonare?” sorrise..
“Beh potresti incominciare col dirmi il tuo nome” dissi, inarcando un sopracciglio.
“Alex” rispose di colpo.
“Bel nome” gli sorrisi…
“E…vuoi dirmi il tuo o no?” sghignazzava..
“…Karen” dissi infine, un pò imbarazzata.
“Karen??” chiese stupito.“Wow.. mi piace!” concluse, sorridendo.
“Grazie” feci un mezzo sorriso…
“Beh andavi di fretta! Forse ti sto trattenendo!”
“No, no, no! Cioè non andavo, non stavo andando…”
“Stavi facendo due passi?” chiese, sorridendo lievemente.
“Si si, esatto!” pronunciai
“Oh, anch’io ma dall’altra direzione!” sorrise di nuovo
“Già…” sorrisi anch’io
“Beh se vuoi possiamo fare un giro assieme, sempre se ti va…” mi propose..
“Si, ok, d’accordo…” e incominciammo a camminare….

 
 

Angolo dell’autrice:
Salve ragazzi!!! ^^
Questa è la mia prima fanfic sui Linkin Park, la mia band preferita! :)
Riguardo al capitolo, solo due cose:
La prima cosa è che l’ho scritto durante un periodo un po’ “out” per così dire della mia vita.
La seconda è che il capitolo, così come l’intera storia, non è scritta benissimo e per questo vi chiedo scusa. Motivo? Beh, non è più la “scrittura” che voglio trasmettere ma bensì le emozioni e le sensazioni che provo quando ascolto i Linkin… E il mio “obiettivo” sarà questo: Farle arrivare anche a voi, o almeno ci proverò! ^^
Spero possiate apprezzare questo mio piccolo omaggio alla rock band più figa del mondo! *-* xD
Beenee e con questo vi salutoo!!! ^^
 
Baci! :*
 

Jude92

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Capitolo 2
*** Discoveries and surprises ***


Scoperte e sorprese

 
 

Mentre camminavamo parlammo del più e del meno, finché non mi disse cosa stavo ascoltando.
“Ehm, beh, i Linkin Park!” dissi con un pò di imbarazzo..
“I Linkin Park?” chiese lui sorpreso..
“mmm.. si” annuii io con perplessità..
“W-O-W!” sorrise…
“Ma perché questo stupore? È così strano?” pensandoci effettivamente un po’ lo era, ero una ragazza diversa da tutte le altre, che ascoltava quella musica, una ragazza a cui non interessava la moda, pettegolezzi e quant’altro, si ero strana sotto quel punto di vista.
“Scherzi??” è davvero fantastico, e allo stesso tempo raro, trovare un fan del LP! Specie ancora se è una ragazza!!” esclamò..
“Beh ecco mi piacciono tanto, loro mi aiutano nei momenti NO della mia vita, quando li ascolto mi sento come se uscissi da questa realtà e come se fossi, automaticamente, trasportata in un’altra dimensione. Loro sono tutto per me.” Parlavo con naturalezza e disinvoltura, per la prima volta stavo raccontando a qualcun altro le emozioni e le sensazioni che solo i miei idoli sapevano trasmettermi. Solo dopo un po’ capii che non stavo riflettendo tra me e me, così alzai lo sguardo e mi accorsi che mi guardava in modo strano, in modo diverso rispetto agli altri, in un modo nuovo ma bello.
“Che c’è?” domandai…
“Beh mi fa davvero piacere che hanno una buona influenza su di te…!”mi disse accennando quasi con un mezzo sorriso..
“Si, mi salvano ogni giorno…” dissi un po’ imbarazzata ma assolutamente con sincerità. 
“Beh se può farti piacere anche io li ascolto, quasi sempre direi. Si, anche perché essendo un membro dei LPU devo essere sempre aggiornato in tempo reale, anzi record.!!” Sorrise di gusto!
Lo guardai attonita: “Coooosaaa?” quasi urlai!!!
“Eheheh! Si se non ci credi ho qui il mio fan ticket!” e subito mi mostrò una specie di tessera con sopra il logo dei LP con inciso, in basso, il suo nome.. Alex…
“Oh mio Diooo! Ma allora non stavi scherzando!!” Ero stupita! Non potevo crederci!
“Eh certo! Come potrei mentire su una cosa così seria?”  mi domandò quasi seccato…
“Mmm.. hai ragione! Scusa.. il fatto è che è una cosa davvero bella!”
Di colpo cambiò espressione del viso, quel viso.. Aveva dei lineamenti così dolci, mi guardò con occhi sereni, quei bei occhi verdi. Subito dopo abbozzò un sorriso. Io abbassai in fretta lo sguardo, cavolo mi sentivo terribilmente a disagio.
“Comunque, che ne dici se restiamo in contatto? Magari potremmo scambiarci i numeri di cell…” 
“Ma certo!” Non esitai ad accettare.
“Bene…” mi sorrise di nuovo…
Così nel mentre memorizzavo il numero, mi arrivò un messaggio da quel coglione…Allora vieni stasera?...a leggere quelle parole ripensai alla prima mattinata, mi salì un gemito di rabbia e disprezzo e senza neanche guardare il display cancellai il messaggio.
“Beh allora ci sentiamo!” mi disse lui con cenno di andarsene…
“Si, ok! Senz’altro!” dissi io con un filo di voce…
“Bye!” sorrise da lontano..
Mentre tornavo a casa ripensai a quella stupida domanda!
Come si permetteva di mandarmi messaggi e di invitarmi se proprio lui mi aveva ignorata preferendo tutt’altra compagnia? Mi trasalì un senso di incredulità, esterrefatta arrivai a casa. Mi chiusi in camera mia, accesi il pc ed entrai nel gruppo dei LP. Un nuovo topic era stato appena pubblicato: I  membri dei LPU chatteranno di nuovo con i nostri idoli!..
I LPU? Allora Alex presto o tardi avrebbe parlato con loro! Chissà se lo aveva già fatto altre volte, mi domandai… Volevo mandargli un messaggio ma decisi di aspettare, ci eravamo appena visti! Glielo avrei mandato di pome o di sera. Così mi distesi sul letto presi le cuffie e chiusi gli occhi… Lying from you…
Mentre la canzone scorreva feci uno strano sogno…
Mi trovavo in un posto con delle luci bianche e c’erano i miei amati LP che cantavano di fronte a me, io ero diversa, ero sicura di me, quasi cambiata. Ero in un bivio, da una parte c’era quel cretino, aveva il volto dispiaciuto, quasi sul punto di piangere.
Dall’altra Alex che mi sorrideva, mi invitava a raggiungerlo e lo feci senza esitare. Mi girai ancora una volta a guardare verso quello stupido, ma non c’era più..
Mi svegliai di soprassalto, erano già le 14 del pome. Come al solito preparai da mangiare per me, per mio fratello e per mia madre che sarebbe tornata da un momento all’altro da lavoro.
Come al solito decisi di non dire nulla su quanto mi era accaduto, una volta lavati i piatti andai di nuovo in camera mia, erano le 15 e 30, non sapevo se studiare o rimettermi al pc. Ma come al solito decisi di studiare, studiai inglese, mate e poi storia per tutto il pome.
Alle 18 e 30, staccai ero stanchissima! Mi concentrai a scrivere sul mio diario, ma niente. Così controllai il cell, 3 nuovi mess! Wow record! 2 erano di quello scemo…Allora? Hai deciso? Vedi che c’è posto in macchina!  E l’altro ancora…Rispondi al più presto….
Li cancellai senza pensarci. Cazzo ero di nuovo infastidita! Decisi di leggere l’ultimo, e se era di nuovo lui, giurai a me stessa che gli avrei mandato un miliardo di parolacce!!! Invece no, era Alex!! Ehi ciao! Scusa il disturbo…volevo dirti, anzi vorrei incontrarti di nuovo al più presto. Dovrei parlarti di una cosa! Quando puoi rispondi! Baci!
Oddio!!! Ero esterrefatta! Ma come avevo fatto ad incontrare un ragazzo così simpatico, dolce e soprattutto carino in mezz’ora? Non mi era mai accaduto in tutta la mia vita!
Nessuno aveva mai fatto conoscenza con me così in fretta! Non ci potevo credere! In parte pensavo che il merito era di quello sciocco, ma poi pensandoci era stata solo una coincidenza. Ma cosa doveva dirmi di così urgente? Ero impaziente, gli risposi: ehi ciao, scusa stavo studiando! Comunque ok, per me va benissimo, quando vuoi tu! ^^
Mi rispose quasi subito….Domani? alle 17? 
Ci pensai un po’ su, per domani c’era da studiare Geo per l’interrogazione di giovedì! Mmm, ci pensai di nuovo ma non sapevo cosa fare. Dopo un po’ mi mandò un altro mess…Problemi? Se non puoi decidi tu…
Che carino! Era così gentile, ripensai al suo viso, ai suoi occhi. Così decisi…
No, ok va benissimo! Dove? glimandai senza pensarci…
Dove ci siamo incontrati oggi ve bene? Mi chiese lui
Va benissimo! :)
Bene, allora a domani! :)
Ok, a domani! :)
 
Wow… Ero felicissima!
Mi buttai sul letto, affondando la mia faccia sui miei peluche, dopo un po’ alzai lo sguardo verso l’alto in un punto non definito. Non riuscivo a pensare, in quel momento non realizzai subito del tutto, che avevo fissato il mio primo, vero, appuntamento!
Quello di cui ero convinta era che ben presto la mia vita con Alex sarebbe cambiata!
 

Angolo dell’autrice:
Salve ragaaaa!!! xD
Eccomi qui, vi piace il capitolo??? Spero di si! ^^
Beh qui Karen ha incontrato davvero un tipo mooolto interessante che, a quanto pare, anche lui ha la passione per i Linkin!!! *-*
Wow, e chi non sogna di incontrare un bel ragazzo??? E per di più un Soldier??? Tutte le seguaci dei nostri amati LP!!! xD
 
Comunqueee, adesso vi lascio, non posso dirvi nient’altro! ^^
A prestoo!!!
 
Baci!

 
Jude92

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Capitolo 3
*** Dream or nightmare? ***


Sogno o incubo?

 

 

Per tutta la notte mi sentii agitata, non potevo dormire. Pensavo e ripensavo a cosa avrei potuto dire o magari cosa indossare, avevo sempre immaginato il primo appuntamento come una cosa romantica e la prima impressione, si sa, è quella che più conta. Mi stavo facendo troppi flash, è vero, ma dopo un attimo realizzai che non era un appuntamento romantico! Perché stavo pianificando tutto? Insomma mi voleva solo parlare! Già, ma chissà di che cosa; forse voleva dirmi di approfondire la nostra conoscenza o forse, cosa molto più probabile, voleva parlarmi del LP! Chissà, erano già l’1 e 30 e stanca mi addormentai, sommersa dai quei pensieri feci un sogno…
Ero a scuola, seduta nel mio banco, ad un tratto mi girai e di fronte a me c’erano tutti i miei compagni che ridevano a crepapelle. Mi guardai intorno ma non c’era nessun altro, c’ero solo io nella direzione dove guardavano loro, mi alzai e le loro risate si fecero sempre più chiassose, corsi per uscire dall’aula ma inciampai su qualcosa. Si, era il piede di quello stupido, mi aveva fatto lo sgambetto facendomi cadere in avanti. Mi bruciava da morire il ginocchio sinistro, così decisi di non piangere e, stringendo i denti, mi alzai e scappai. Arrivai in bagno, mi sedetti a terra, con le spalle al muro, controllai il mio ginocchio, era pieno di sangue, sangue…Aveva l’odore del ferro! Mi venne la nausea e quasi vomitai, strappai un pezzetto della mia maglietta, dalla parte della manica del braccio sinistro, e lo strinsi forte proprio dove c’era la ferita. Mi sentivo una merda, una merda a terra, ignorata e schifata da tutti. Appoggiai la testa tra le gambe, le lacrime mi scendevano da sole, sentivo le mie guance bruciare.
Ad un tratto, dal nulla,  sentii una voce che mi disse: Reagisci! Alzati! Reagisci! Era un suono incoraggiante… Mi alzai la testa e proprio di fronte a me c’era Chaz. Non potevo crederci! Le lacrime non smettevano di scendere… “Che.. Chester!” dissi con un filo di voce… Alzati! Non arrenderti! Si calò su di me e mise la sua mano destra nella mia spalla, con l’altra mi asciugò le lacrime. Mi guardava fisso con i suoi occhi profondi, quasi mi ci specchiai dentro. Non piangere, mi disse e mi aiutò ad alzarmi. Non potevo stare in piedi, il ginocchio mi faceva un male cane, per giunta avevo anche un forte mal di testa! Sentivo che stavo per cadere di nuovo ma subito Chaz mi mise le braccia attorno al suo collo e mi prese a sé.
Su, non essere debole, non svenire, fai vedere a tutti quanto vali. Sei molto più di quello che pensano gli altri! .mi sussurrò all’orecchio dolcemente, trasparendo un filo di rabbia. Dai una lezione a tutti questi figli di puttana!...Io sono con te…! E seguendo i miei occhi posò le sue labbra sulle mie………
 
 
Mi svegliai di scatto, il cuore mi batteva a mille, non capii ciò che mi era appena accaduto! Solo dopo, quando mia madre mi gridò: “Alzati! Sei in ritardo, devi andare a scuola!”, realizzai che avevo sognato Chester Bennington, l’uomo dei miei sogni! Sorrisi e feci un sospiro, almeno la giornata era iniziata splendidamente!
 
Mi preparai in fretta, presi lo zaino e mi diressi a scuola.
Per tutta la mattinata tutto filò liscio, i prof spiegavano, alcuni si facevano interrogare, tutto regolare. Io ero assorta nei miei pensieri, fin quando non mi sentii arrivare qualcosa dietro le spalle, un pezzo di carta…mi girai e vidi la faccia di quel gran pezzo di broccolo…
“Che vuoi?” domandai infastidita..
“Mi spieghi dove tieni il cellulare? Ti avrò mandato qualche 8 mess!” disse irritato..
“Mi spiace non mi funziona, l’ho buttato dalla finestra” dissi senza neanche accorgermene..
“Lo hai buttato?” disse stupito..
Suonò la campana della ricreazione, mi alzai per uscire dalla classe ma lui mi venne davanti..
“Mi dici che hai?”..
“Niente!”
“Si niente! Dimmelo!”
“Non ho un accidenti! Che devo avere? E adesso fammi passare!” dissi urlando…
“E perché non mi hai risposto? Aspettavo te per andare alla gara!”
Era un concerto dove suonavano le band emergenti e lui, George, mi aveva invitata probabilmente per vantarsi visto che era stato chiamato a fare il giudice! -.-‘’’
 
“Te l’ho già detto che non potevo venire, no?”
“Si ma, pensavo ci ripensassi…”
“Avevo altro da fare, adesso levati…” dissi mentre lo spinsi per uscire dalla classe…
Cazzo quant’era fastidioso! Non lo sopporto, non lo sopporto!! Gridai dentro di me….
Finita la ricrea ricominciammo a fare lezione, ma io ero in un altro pianeta. Capii quello che accadeva attorno a me quando mi accorsi che era suonata la campana e tutti se ne stavano andando.
Subito misi i libri e i quaderni dentro lo zaino e uscì dalla scuola, mentre mi stavo dirigendo a casa sentii che qualcuno mi stava seguendo… Mi girai e mi ritrovai proprio dietro di me quell’alloffo che mi rideva in faccia!
“Cristo santo! Che cazzo vuoi?” gridai quasi spaventata…
“Ehi! Niente! Ti accompagno…” disse come se non fosse successo niente…
“No, grazie non c’è bisogno! So la strada, ciao” e ricominciai a camminare ma lui mi venne dietro.
“Ma io voglio capire perché ce l’hai con me! Che ho fatto?” disse con aria di pesce lesso…
“Niente! Non ce l’ho con nessuno! Vattene….!”
“Aspetta!” e mi prese per il polso…
“Che cazzo fai? Lasciami!” gridai e lo spinsi forte….
“Ma che diamine hai? Karen ma sei impazzita?” disse con occhi sorpresi…
“Si sono pazza! E ora lasciami in pace e vattene se no chiamo la polizia e ti denuncio!” dissi agitata..
“Ma perché ti comporti così? Ti invito e mi lasci sbattere,ti chiedo spiegazioni e mi vuoi denunciare? Ma tu sei scema! Fatti controllare,  tanto normale non sei!”  mi gridò facendo guardare tutti i passanti…
“Si ho problemi ma tu sei un coglione! E non mi cercare più che non ci sono a convenienza! Invita qualcun altro, fai quello che cazzo ti pare ma non mi chiamare mai più! Stronzo!”….
E me ne andai di corsa lasciandolo in mezzo alla strada, come una statua, e senza dargli il tempo di rispondermi……

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Capitolo 4
*** The meeting expected ***


 

L’incontro previsto

 
 

Furiosa dalla rabbia arrivai a casa e sbattei la porta di camera mia con tutta la forza che avevo. Mio fratello stupito mi chiese che cosa stavo combinando ma per non dare troppe spiegazioni gli dissi, cercando di mantenere voce calma e costante, che era stato solo un colpo di vento. Non mi andava di raccontare quello che mi era appena successo, tanto non avrebbe capito, nessuno avrebbe capito! Volevo spaccare tutto, fare a pugni con chiunque, avevo una sensazione strana dentro di me, odio, per tutto e tutti! Ma accostandomi al letto mi misi le mani sul volto, non potei far altro che piangere, piangere dal nervoso.. Cercai di calmarmi, mi alzai i capelli per farmi una coda alta, si moriva di caldo e mi asciugai gli occhi. Poi feci un respiro e andai di là.
“Ehi, non è ancora venuta mamma? Dissi con un tono diverso, quasi allegro…
“No ma tra pochi minuti dovrebbe arrivare! Mi disse mio fratello, mentre guardava il notiziario dello sport.
“Ah ok” e neanche finii di dirlo che era già arrivata!
Di nuovo la stessa scena del giorno prima, mi sembrava un fottutissimo dejà vu!                 
“Senti mamma, di pome devo andare di nuovo a scuola. C’è un progetto…”dissi mentendo mentre lavavo i piatti…
“Ok come vuoi Karen…” mi disse mentre guardava la tv…
Era quella la cosa che più mi consolava, almeno avrei passato un pome sereno in compagnia di quel ragazzo! Andai in camera mia per prepararmi, non sapevo cosa mettermi, ma ripensando al fatto che non era un appuntamento romantico decisi di indossare dei semplici jeans, maglietta e le mie all star nere; mi sentivo a mio agio! Mi guardai allo specchio, era il mio stile, ero io.. Mi misi la tracolla e uscì di casa, selezionai la playlist dei Lp che mi ero creata nel cell e…Somewhere I belong suonava mentre con la mente andavo oltre oceano, chissà se un giorno li avrei incontrati!
Ad un tratto sentii la vibrazione del cell…Alex…Ehi baby, sono già arrivato..! Baby? Oddio! Ero emozionata, anzi agitata! Mentre camminavo sentivo che non ce l’avrei fatta, come al solito pensavo al negativo, qualcosa,secondo me, sarebbe successo di sicuro! Finalmente arrivai, era lì che aspettava appoggiato al muretto della piazza, con una mano nella tasca e l’altra col cell in mano…Cazzo quant’era fico! Sembrava Chester in live in Texas…! Mentre mi dirigevo verso di lui, mi ributtai giù la saliva in gola, si alzò con un movimento fluido e mi rivolse lo sguardo.
“Ciao!” mi sorrise
“Ciao! Sono in ritardo eh?” sorrisi anche io, guardò velocemente l’orologio e disse.. “Mmm, no affatto! Anzi sei in perfetto orario!” e sorrise di nuovo, era così solare, così simpatico e dolce…
“Ok!...” dissi guardandolo esterrefatta..
“Bene, beh facciamo quattro passi..” camminammo per un po’ e poi ad un tratto…
“Ehi vuoi qualcosa?” mi disse indicandomi il bar che era di fronte a noi…
“No, no! Ti ringrazio!” affermai 
“Ehi? Fai complimenti?” disse lui entrando, io lo seguii…
“Un gelato al pistacchio e uno…che gusto preferisci te?” mi chiese e capendo di non aver altra scelta gli risposi…
“Fragola..!”
“Bene…! Un gelato al pistacchio e uno alla fragola, grazie..”ordinò al barista, che con un’assurda velocità,li teneva già in mano. Mi diede il gelato, pagò e uscimmo fuori… Mentre camminavamo non resistetti..
“Certo che sei testardo eh?” gli dissi ridendo..
“Mmm…si, con me non esiste NO! Specie quando offro qualcosa, mi offendo..” disse mentre gustava il suo bel gelato al pistacchio…
“Ti piace proprio eh? È il tuo gusto preferito?” domandai curiosa…
“Si si! Mi piace un sacco..! vuoi assaggiare?” mi propose indicando il gelato..
“Ehm no grazie non mi piace, adoro la fragola! ” dissi con un po’ di arroganza, mi accorsi che stava ridendo…
“Che c’è?” domandai perplessa
“Hai un po’ di gelato sulla maglietta!” stava ridendo di gusto..
“Che imbecille! Tienimelo un attimo..” presi un fazzoletto e cercai di pulirmi la mia bella maglietta bianca, ormai macchiata… Merda non sapevo nemmeno mangiare! Dopo un po’ ci sedemmo in una panchina, stavo quasi per chiedergli cosa voleva dirmi fin quando non mi lesse nel pensiero..
“Bene.. sai nel fine settimana dovrò fare un’intervista, non avevo mai pensato di fare il giornalista ma sinceramente non credo di volerlo fare in futuro!” disse ammiccando e ridendo allo stesso tempo..
“Un’intervista?” dissi stupita..
“Si.. e indovina un po’ a chi…” disse abbassando gli occhi pronto per sentire la mia risposta..
“Nooo! Davvero? Ai Linkin?” dissi urlando!
“Yes!” affermò alzando le mani al cielo…
“Wow..! No, ma aspetta! L’ho letto anche io ieri! Infatti mi stavo chiedendo se l’avevi già fatto altre volte!” 
“No, per me questa è la mia prima volta.. e sono abbastanza emozionato..!
“Ma è fantastico!” dissi io felice per lui..
“Già! il fatto è che.. beh ho sentito il bisogno di incontrarti…” mi disse guardandomi intensamente negli occhi..
“Da.. davvero?” dissi balbettando..
“Si! È stata la prima cosa che ho pensato..!.. Una fan come te.. Si, insomma, avrai un bel paio di domande alquanto originali da propormi! Anche quelle che nessuno si chiede!” disse ridendo…
“Oh…e così hai pensato a me?” domandai di nuovo stupita…
“Si…ho pensato ti facesse piacere ma se non puoi tu non so davvero a chi rivolgermi…”
“Oh…” dissi esterrefatta…cominciavo già a formularle in testa..
“Si, beh ci sarebbero un paio di amiche a cui piacciono ma, ecco, non avevo mai sentito da nessuno ciò che mi hai detto tu ieri sul loro conto…” a quelle parole smisi di pensare e lo guardai fissa…
“Allora ci stai?” mi chiese in attesa di una mia risposta..
“Perché continui a chiedermelo?” chiesi io…
“Ah.. ok.. capisco.. ti ringrazio lo stesso.. si beh mi hai comunque ispirato..” affermò seccato..
“Mah certo che accetto!” urlai
“Davvero?” e guardandomi mi sorrise intensamente..
“Si! Ma certo!” sorrisi.. di scatto mi abbracciò…il mio cuore andava a mille….
“Grazie mille!” mi disse pieno di gioia..
“Di nulla! Puoi contare su di me, ma ti avverto…Sarà meglio che prendi appunti, ho tipo un centinaio di idee che vanno e vengono…!” dissi con un po’ di sarcasmo e serio prese subito carta e penna.
 
 

Angolo dell’autrice:

Salve Soldiers!!! ^^
Vi è piaciuto il capitolo???? Wow, Alex è un ragazzo davvero interessante!! Ha chiesto alla nostra Karen da fargli da giornalista!!! Chissà come sarà emozionata! :D
Nel prossimo capitolo ci saranno dei colpi di scena! Maa, non voglio dirvi altro!!!
Posso dirvi solamente che Alex sarà una persona fondamentale per Karen…
OK, basta spoiler! xDD
Alla prossima!!!
 
Bacii!!

 
Jude92          
                                     

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Capitolo 5
*** Thinking, dreaming... ***


Pensando, sognando…

 


Dopo aver riempito ben cinque pagine di domande, posò carta e penna e si stiracchiò, guardò l’orologio e con un’aria disinvolta mi disse che erano appena le sette e mezzo…
“Le sette e mezzo?” urlai, alzandomi dalla panchina..
“Si, problemi?” chiese stupito..
“No, no, no! Beh, mi sono appena ricordata che devo fare un’altra cosa, ecco mi sono trattenuta fin troppo, devo andare ciao..!” dissi con una velocità stupefacente, quasi impossibile credere che, proprio quella che era uscita dalla mia gola, fosse la mia voce!
“Caspita! Non mi avevi detto che avevi un altro impegno. Beh se devi andare…” disse guardandomi, quasi dispiaciuto…
“Si, mi dispiace. Ci sentiamo!” dissi mentre mi infilai la tracolla..
“Ok, ci sentiamo!” disse Alex mentre gli rivolgevo le spalle…
….Porca miseria…! Avevo perso la cognizione del tempo senza accorgermene! Cretina, avrei dovuto cronometrarmi il tempo, a scuola quasi alle otto si, che cazzo di scusa andata a male! Dovevo inventarmi qualcosa seriamente se non volevo essere sottoposta al quarto grado o peggio se non volevo ritrovarmi protagonista di una puntata di Chi l’ha visto?...
Finalmente arrivai a casa…
 
“Mamma, sono a casa!” gridai con la speranza di non ricevere qualche risposta secca..
“Ehi è scesa a comprare alcune cose..” disse mio fratello Dani mentre era alle prese con la tastiera del pc…
“Oh, ma da quanto manca?” domandai curiosa ed ancora agitata…
“Dalle sei e mezza circa…” affermò distratto mentre guardava il display…
“Oh, ok.. Capisco…beh se ti chiede, sono qui dalle sette.. ok?” affermai quasi autoritaria..
“Si, si…” disse impassibile..
“OK?” scandii agitata..
“Si, va bene, ok ho capito! Adesso lasciami lavorare” urlò disperato
“Grazie fratellone!” urlai di gioia dandogli un piccolo bacio sulla guancia..
“Ehi..! Karen ma che fai?” disse infastidito..
“Ti bacio!” dissi contenta
“Si, si.. Fa lo stesso!” disse spingendomi
“E va bene…Ti voglio bene anche io Dani…” dissi sorridendo..
 
Andai in camera mia, caspiterina! Avevo alzato un polverone senza motivo e ripensando a tutto ciò che era appena successo, sentii un pizzico di adrenalina scorrermi dietro la schiena…
Povero Alex, avevo esagerato ma pensai subito che avrei rimediato il giorno dopo…
 
Dopo aver cenato, mi preparai per andare a letto…
Ero davvero stanca, non so perché, al dire il vero, ma non riuscivo a tenere gli occhi aperti, forse quel giorno avevo sovraccaricato il termometro delle mie emozioni o forse era stato il troppo pensare – tutte le domande per i Linkin?- ma poi ci pensai e scossi la testa… No, non era questo il motivo, tante volte avevo riflettuto su cosa chiedere ai miei idoli, così con un sorriso accesi l’mp3… Shadow of the day mi cullò fino a farmi addormentare…
 
Sognai di essere ad un concerto, ad un concerto dei miei Linkin…! Ero in prima fila.. Papercut era appena iniziata. Dopo la prima strofa di Mike, Chaz iniziò con il primo ritornello… It’s like I’m paranoid lookin’ over my back,it’s like a whirlwind inside of my head,it’s like I can’t stop what I’m hearing within,it’s like the face inside is right beneath my skin...
 
Poi di nuovo Mike...poi di nuovo Chaz...
Guardavo entrambi affascinata, non riuscivo a togliere lo sguardo da loro mentre tutti gli altri fan cantavano, saltavano, urlavano….Io ferma, immobile… Stavo solo a guardarli, ad un tratto finì la canzone e ne iniziò un’altra, nuovamente… Crawling...
Sapevo le note a memoria…Improvvisamente Chaz mi si avvicinò, mise un piede su una cassa (solito farlo durante i loro concerti), era proprio di fronte a me, mi rivolse uno sguardo…Forte, deciso, sensuale…Quegli occhi neri, profondi, quasi si perdevano dentro ai miei….Il tutto mentre cantava….Discomfort, endlessly has pulled itself upon me,distracting,reacting. Against my will I stand beside my own riflection,it’s haunting how I can’t seam…To find myself again my walls are closing in... I’ve felt this way before so insecure....
Fino al ritornello.. Cantava e mi guardava allo stesso tempo, quasi mi volle dedicare la canzone… Dopo la fine di questa, mi guardò ancora per qualche minuto, infine mi rivolse un bel sorriso e mi fece l’occhiolino….
Io mi girai istintivamente per vedere chi era stata la fortunata ma quello che vidi furono i volti furiosi delle altre fan…Cavolo…! Chaz l’aveva fatto proprio a me! Andai in escandescenza ma senza scompormi per la prima volta, una sola volta, ero stata fortunata…
 
Mentre sognavo, non solo sorridevo ma abbracciavo pure un cuscino,invocando il nome di Chaz.. Vi starete chiedendo come faccio a saperlo eh?...Beh, oltre a Dani, ho anche un altro fratello ma più piccolo…Matt, un teppistello.. Infatti, mi aveva ripresa con il suo cellulare mentre dormivo e mi ricattava con quel video ogni qualvolta… Che famiglia, non ho parole…! 
 
Uscii di casa e mi avviai a scuola…. Camminavo molto piano, non ne avevo completamente voglia, e specie non avevo voglia di vedere quel cretino….! Così nel mentre camminavo e ascoltavo Given up la mia preferita che ascoltavo quando ero stufa di tutto, presi in mano il cell.. Controllai il display ma nessun messaggio. Alex era arrabbiato? Come biasimarlo? Ero stata davvero cattiva a lasciarlo là, da solo… Decisi di mandargliene uno io…Ciao Alex, come stai? Sei arrabbiato?...Beh, se lo sei, hai ragione…Spero di risentirti.. Karen…. Attesi mentre il messaggio era in invio in corso, alzai gli occhi al cielo e cominciai a pensare…ma perché ero così?...così….
“Karen!” mi girai, anche se controvoglia, sapevo chi era….
 

 
Angolo dell’autrice:
Salve a tutti!!! ^^
Wow, la nostra Karen e i suoi sogni… Eh eh eh! xD
In questo periodo è molto triste per via di Alex…Chissà perché non si fa sentire, e chi sarà quel tipo che, alla fine, l’ha chiamata??? Immaginate già chi è oppure non avete completamente idea??? :D A voi i commenti!!! ^^
 
Il prossimo capitolo sarà molto ma molto triste… Ops! Spoiler! xD
 
A prestooo!!!
 
Baci,
 

Jude92

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Capitolo 6
*** Sadness and frustration ***


Tristezza e frustrazione

 


“Karen!” urlò quel cretino che, mannaggia a me che non avevo preso la scorciatoia, mi venne incontro.
“Che cosa vuoi?”gli chiesi esasperata, ormai ero stanca anche di ignorarlo tanto non avrebbe fatto nessuna differenza, mi correva dietro comunque quindi mi rassegnai.
“Facciamo strada assieme…” mi disse divertito, adesso era ufficiale: ERA COMPLETAMENTE PAZZO!
 
Così ci avviammo a scuola, durante il tragitto non smise di parlare e in un certo senso fu una benedizione! Non avevo assolutamente voglia di parlare né di me né tanto meno di quello che mi succedeva in quel periodo…Tanto non poteva risolvere la mia vita, lui era certamente l’ultimo della lista di quelle persone che non possedevano la “capacità” di capirmi. Parlò del più e del meno ma l’argomento principale fu la scuola, le varie materie da studiare e i rispettivi impegni scolastici. Entrambi eravamo “presi” da quegli argomenti perché ci dovevano tenere impegnati per i prossimi 9 mesi per poi dedicarci agli esami di maturità. Si era l’ultimo anno ed eravamo ad un passo dal diploma, ma io ancora non me ne rendevo conto e al solo pensiero trasalii…
“Tutto bene?” mi chiese avvicinandosi più del dovuto..
“Ehm…si, si! Tutto ok!” affermai allontanandomi e dandogli le spalle ma lui, con il palmo della mano, scompigliò i miei lunghi capelli castani.
“Ehi! Smettila! Non mi toccare!” urlai spingendolo via bruscamente ma lui se la rideva..
“Quante volte ti ho detto che non devi toccarmi i capelli? Uffa!”gli urlai ancora mentre me li sistemavo, per di più c’era molto vento quella mattina!
Così, tra un bisticcio e un altro, arrivammo a scuola. Alla prima ora scolastica avremmo dovuto avere inglese, la mia materia preferita. Ma purtroppo mi toccò assopirmi un’antipatica supplente! Argh! La solita solfa di quando, a differenza degli altri, non sai come impiegare il tempo!..
A parte questo piccolo episodio, tutta la giornata proseguì molto velocemente che nemmeno me ne accorsi, era davvero strano, di solito si passa “un’eternità” a scuola prima che suoni la campana dell’ultima ora.. Era forse l’effetto del 5°anno? Probabile, ma non volevo pensarci, in fondo adoravo andare a scuola e non sapevo cosa fare una volta averla terminata! Così mi scollai di dosso quei pensieri e mi diressi a casa..
 
 
“Mamma sono tornata!” urlai mentre posizionavo, con molta cura, lo zaino in camera mia. Ma non mi rispose nessuno, andai in cucina e vidi Dani che armeggiava qualcosa sui fornelli, probabilmente uno di quei soliti piatti che cucinava quando mamma era assente….
“Ciao! Ben tornata, vuoi?” mi disse indicando il piatto..
“Ehm, no grazie!” gli dissi, lui adorava il ragù, così lo lasciai mangiare tranquillo…
“Non ti preoccupare.. Non ho molta fame, anzi sono stanca e ho anche mal di testa..Vado a stendermi…” gli dissi, dirigendomi in camera mia… Mi muovevo come un automa, ero davvero stanca ma non capivo il perché. Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi ma li riaprii poco dopo. Guardai il tetto, la mia mente viaggiava da sola, pensavo a tante cose, probabilmente era questo il motivo del mio mal di testa. Odiavo stare in quel modo, così presi il cellulare e controllai il display. Niente messaggi, mi sentii molto delusa, speravo in una risposta da parte di Alex. Rilessi quello che gli avevo mandato quella stessa mattina.. Era normale… Insomma gli avevo rivolto le mie scuse e per giunta che volevo risentirlo…! Non capivo…Così buttai il cellulare il più lontano possibile da me e presi invece il mio mp3.
Volevo distaccarmi dal mondo….
 
Forgotten dominò la mia mente, che ora cominciava a rilassarsi, e il mio umore. NESSUNO al mondo riusciva a farmi stare bene.. NESSUNO riusciva a tirarmi su il morale.. NESSUNO riusciva a farmi esternare le mie emozioni in quel modo…NESSUNO riusciva a farmi ancora sperare…NESSUNO TRANNE I MIEI LINKIN! Io non potevo vivere senza di loro, loro mi capivano.. Mi leggevano dentro, mi “parlavano” e mi “incitavano” a non sentirmi uno schifo! Loro mi aiutavano, attraverso i testi, gli arrangiamenti dei vari strumenti, la carica e l’energia! Il tutto formava la MUSICA che amavo.. La loro.. NESSUN’ALTRA… Una droga! Con essa potevo anche morire in pace, non mi importava di nulla.. Anzi, la consideravo come una sorta di medicina, la mia medicina preferita. Entravo in un’altra dimensione, a dire il vero mi sentivo “viva e “felice”, insomma bene.
Ascoltavo una canzone dietro l’altra…. Runaway…la voce di Chester mi sembrò un miraggio, la voce di un angelo e di un diavolo messa assieme….! Poteva forse essere considerato un DIO? Si, era la mia salvezza! Quanto avrei voluto incontrarlo, solo per cinque miseri minuti, ma poi ripensandoci anche se, per puro miracolo, lo avessi incontrato non sarei comunque riuscita a dimostrargli tutta la mia gratitudine. Come potevo? Come avrei voluto ringraziare tutti loro? Ovviamente, non ero l’unica che li adorava e, certamente, non “salvavano” solo me… Ero 1 su 1549852006200 fans! Ero un’insulsa ragazzina, mi sentii così triste e sola. A nessuno importava di me, non avevo nessuno con cui poter parlare.. Parlare dei miei sogni, delle mie passioni,delle mie idee e delle mie opinioni… Ero completamente sola, si, proprio così, nessuna VERA amica,tutte assolutamente FALSE. Mi “usavano” tutte per i loro scopi… Ero nauseata.. Non né potevo più di tutta quella falsità,ero disgustata. La canzone giusta era appena iniziata… One step closer… Sentivo tutta la mia rabbia attraverso Chester,che esternava meravigliosamente con la sua voce.. Lui era la mia voce interiore.. Lui urlava al posto mio…!
Perché dovevo essere così sola?
Perché nessuno mi voleva bene?
Perché me?
Perché io?
Non riuscivo a capirne il motivo, non ho mai voluto essere la migliore o qualcosa del genere, volevo solo ROMPERE quella fottutissima solitudine, la mia fottutissima ABITUDINE…. Così, mentre una lacrima scendeva piano sul mio viso, iniziò Breaking the habit… Chester, mi faceva stare bene….
Chi poteva farlo?
Chi altri poteva capire come mi sentivo?
Chi se non lui?
Lui ne aveva passate tante, ha sofferto molto ma alla fine ci è riuscito. E’ riuscito a raggiungere la felicità…
Sarei riuscita, un giorno, a raggiungerla anch’io?
Non conoscevo la risposta ma provai comunque a darmene una:
“La sua felicità è automaticamente la mia…” dissi sorridendo tra me e me, mentre i miei occhi si chiudevano piano, lasciandomi impadronire dalla stanchezza mentale…
SI, la mia felicità erano loro.. i LINKIN PARK!

 





 
Angolo dell’autrice:
Salve a tutti cari Soldiers!!! ^^
Come va?? Spero meglio di me e di Karen! xD
Si, lo so, questo capitolo non è un granchè… Maaa, nel prossimo capitolo ci saranno molte novità Questo è assicurato!!! ;)

Alla prossima!! ^^

Jude92

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Capitolo 7
*** Invitations and waste ***


 
ATTENZIONE: La storia è stata aggiornata e modificata leggermente in alcuni punti. Per esempio, il nome della protagonista è Karen, l’idiota è George, e beh gli altri sono gli altri! xD

Inviti e rifiuti

 

 

Una mattina ti svegli e sei un adolescente. Così, dall’oggi al domani, ti svegli nel corpo di una sconosciuta, che si vede in sovrappeso, odia tutti, si veste di nero e ha pensieri suicidi l’87% del tempo.  Ed io non facevo eccezione. Era il 28 Ottobre, era domenica. Me ne stavo stesa sul letto a guardare il soffitto mentre la mia mente andava ben oltre quello strato di cemento. Mancavano 3 giorni ad Halloween, le mie compagne di classe si stavano organizzando per bene per celebrare la festa più pazza dell'anno. Ovviamente, per formalità, mi avevano invitato ma io non avevo la minima intenzione di andarci. Odiavo Halloween, non tanto per i costumi o le zucche, ma per gli eccentrici scherzi e battutine, i quali i miei carissimi compagni non mi avrebbero risparmiato. Per non parlare della musica, tutta roba elettro shock/dance/house, un vero e proprio SUICIDIO mentale! Preferivo starmene a casa, a leggere gialli, a guardare horror o ad arpeggiare la chitarra elettrica regalatami da mio padre per il mio diciassettesimo compleanno. Una meraviglia, non a caso era uguale a quella di Chaz, con lo sfondo della bandiera americana. L’avevo desiderata non proprio per suonarla, anche perché mi sarebbe servito un prof privato, ma perché volevo avere un qualcosa che accomunava me e il mio idolo; difatti ero intenzionata a farmi fare l’autografo proprio lì, sul punto estremo dello strumento, ma si sa che questa era solo la mia stupida illusione. 
Così, dopo essermi scervellata a cercare una scusa per rifiutare l’invito, presi il mio mp3 ed incominciai la giornata con la mia playlist personalizzata… Don’t stay, mi fece svegliare del tutto, feci colazione e dopodiché andai in bagno, intenta a farmi un bagno caldo. Mi sentii subito rilassata ed in pace con il mondo intero non appena iniziò Little things give you away. Il mio pensiero era costantemente rivolto a Chaz, come avrei voluto incontrarlo, magari una sola volta, per un solo istante… Non mi interessava niente, mi sarei accontentata di un solo sguardo, dopo avrei potuto anche morire in pace… “Uff, che palle! Non mi accade mai nulla di emozionante!”, urlai tra me e me, mentre l’acqua uscì fuori dal bordo della vasca. Ad un tratto il cellulare, che era poggiato sul davanzale del bagno, vibrò. Un messaggio…Sapevo chi era ma non lo lessi subito, a dire il vero neanche dopo, ero completamente terrorizzata o forse, probabilmente, avevo il timore di leggere qualcosa che non mi andava. Uscii dalla vasca, mi asciugai corpo e capelli, andai subito in camera mia e mi ributtai di nuovo sul letto. Di nuovo a guardare il soffitto…. Ma cosa diavolo mi prendeva? Perché reagivo in quel modo? Mi odiavo…… ovviamente mi ripetei queste domande per più di mezz’ora e non appena appresi che non vi era nessun motivo per reagire in quel modo feci un sospiro e mi sedetti a gambe incrociate. Presi il cellulare e, dopo aver buttato giù altri tre profondi sospiri, aprii il messaggio…
Alex….”Ciao Karen! Come stai? Scusami per l’altro giorno, avevo parecchio da fare. Sai, ho avuto un paio di cosette da sbrigare, tra Università e lavoro, sono riuscito a sistemare per bene le domande al pc! Per l’intervista è tutto pronto, manca solo una cosa....”
Mio Dio…! Allora non ce l’aveva con me! Ero felice ma nello stesso tempo curiosa di sapere cosa mancava…
“Che cosa?” Risposi io istintivamente,  senza riporgergli convenevoli saluti.
“…Manchi solamente tu! Perciò, ti invito giorno 31 Ottobre ad assistere a questo evento EPICO! :D”
Cazzo..... Alex, mi aveva ufficialmente invitata.....il 31 Ottobre,  per Halloween, a casa sua…! Alex, un ragazzo così dannatamente carino e completamente fuori dalla mia portata, risollevò immediatamente il morale.
Dovevo pensarci bene prima di dargli una risposta, difatti pensai alle conseguenze…Io dovevo andare a casa sua per assistere all’intervista! Che cosa sarebbe successo?
Io di fronte ai miei idoli? Mio Dio! Non potevo crederci, finalmente le mie preghiere erano state esaudite!
“DIO ESISTEEEEEEEEEEEEE!” urlai, non curandomi del fatto che mio fratello era appena entrato in camera mia. Privacy del cazzo a casa mia..
“Ma che fai bestemmi?” disse incredulo quell’idiota di mio fratello Matt.
“No, ignorante che sei!” esclamai mormorando e ordinandogli di uscire dalla mia camera.
“Va bene, va bene. Solo una cosa però Karen…” mi chiese facendomi il broncio.
“Sentiamo, cosa?” dissi esasperata.
“SEI UNA SFIGATAAAA!” canticchiò mettendosi a ridere a crepapelle.
“Sparisci immediatamente dalla mia vista!” gli urlai, tirandogli addosso un cuscino, fin quando non scappò.
“IDIOTA!” bofonchiai sedendomi di nuovo sul letto.
Dovevo rispondere ad Alex, così decisi di formulare il messaggio…
“Mmm..Ok, per me va bene. Sono contenta del fatto che tu voglia la mia presenza per fare una cosa così importante. Ne sono davvero lusingata!..” senza volerlo digitai invio… Cazzo! Non avevo ancora finito!
“…Ma?” rispose lui…
“Ma devi dirmi l’orario…” gli risposi, diretta e senza troppi giri di parole…
“L’intervista è alle 11 e 30 del mattino ma, considerando che loro si trovano a Chicago, per l’ora legale italiana è alle 16 e 30..” rispose quasi subito.
“Oh, beh, perfetto!”
“Ok, allora sei dei nostri?”
“Dei nostri? O.o” Qualcosa mi diceva che non eravamo da soli, come nelle mie aspettative, infatti..
“Si, beh io, tu e due miei amici..” 
“Ah, ok, certo!”
“Bene… a mercoledì allora!”
“Si, a mercoledì, e grazie ancora!”
“Di nulla, figurati..:)”
“Ah ma, un'altra cosa, dove abiti? ^-^"
"Mmm, dietro l'Istituto di ragioneria, quello vicino al centro! Conosci?"
"Ma certo! E' la mia scuola! :D"
"Perfetto allora, così ti vengo incontro! Ci sentiamo presto, Karen.. ;)"
"Ok, magnifico Alex, a presto! :)"

Mio Dio… Come al solito ero stata una sciocca a pensare sempre al peggio! Non avevo preso in considerazione che poteva esserci qualcun altro! Ma in fondo che ne potevo sapere? Lui mi aveva detto che ero l’unica ragazza che conosceva a cui piacevano..! Però è anche vero che non aveva escluso di non avere amici Soldiers… Solita figura di merda di una stupida come me… 
Ma come mai non lo avevo mai visto vicino alla scuola? Mmm, c'è da dire che non guardo le persone in faccia quando cammino, ecco spiegato il nostro incontro: ci ero andata a sbattere! 
 
Così, dopo essermi maledetta per un’altra mezz’ora, decisi di mettermi al pc. Entrai nella mia casella postale, controllai le eventuali e-mail e risposi ad ognuno di esse; dopo entrai su Twitter per controllare se i miei idoli avevano postato qualche tweet ma non notai nulla di nuovo a parte quello della sera prima. Ed infine andai a controllare se vi erano delle notifiche su Facebook, si lo so anche io dentro questo divincolante e vizioso social network.
Non notai nulla di strano a parte un post in cui ero stata taggata da una mia compagna di classe, Alice.
“La coppia più bella del mondo? Rullo di tamburiiiiii: Miss Karen & Mr.George! *-*
E sotto un suo commento…
:) Lo credo anche io sai? Anche se penso che non sia così per qualcuno… :(
Ma daiii, lo sai che l’amore non è bello se non è litigarello! ;)

“STUPIDA IMPICCIONAAA!  
Ma che cosa le fregava di me e della mia vita? Non le ho mai parlato! E quello stupido idiota poi! Argh! Domani mi sentirà!”.
Furiosa decisi subito di abbandonare il post e mi disconnessi subito, ma dopo decisi di annullare l’invito; così rientrai su Face e digitai “non partecipo” all’evento che avevano creato i miei compagni per avere le rispettive risposte, così da confermare la presenza dei partecipanti alla festa di Halloween.
 
Dopo aver pranzato e guardato la tv, decisi di mettermi a studiare; studiai storia e ita, anche se c’erano le vacanze non trascuravo lo studio. Mi piaceva studiare, perdermi nella concentrazione più assoluta e dare il meglio di me nelle interrogazioni. Amavo non dover pensare, per alcune ore, a me e alla mia vita di merda!
A farmi tornare alla deprimente realtà fu la vibrazione del cell, un altro messaggio… Per un momento il mio cuore fu felice di ricevere altre emozioni provocate dal ragazzo più bello che avessi incontrato ma, sfortunatamente, non era Alex.
“Hey pretty girl, che stai facendo? Ti stai divertendo per le vacanze? Spero di si! ^^”   Ecco, di nuovo quello stupido, idiota, cretino e deficiente di George..
“Si! Me la sto spassando! Specie perché non mi tocca vedere la tua brutta faccia gialla! :D” Risposi senza esitare.
“Oh, beh almeno ti diverti! xD”  Ok, questo era realmente un CRETINO!
“Comunque, verrai alla festa?”  Ma perché doveva torturarmi così?!
“No, e se permetti ora ho da fare. Ciao”  Cercai di tagliare corto io.
“Perché non puoi fare quello che stai facendo continuando a messaggiare con me? :D” Maa perché?
“No, mi dispiace, ho le mani impegnate. Ciao”  risposi secca, ero sull’orlo di una crisi isterica!
“Ok, ok! Però fammi sapere se vieni, così decidiamo insieme il costume!”  Che coosaa? Ma che diavolo aveva in testa? Perché non riusciva a capire che per me non c’era nient’altro che una semplice amicizia? Anzi, conoscenza? Perché mi doveva assillare in quel modo? Perché doveva farmi apparire da tutti come la sfigata che si mette con un altro sfigato perché se no rimane sola per tutta la vita? Io non avevo bisogno di aver nessun ragazzo! Non mi premuravo di chattare con le amiche e farmi dire dei consigli da stupide ochette che come obiettivo nella loro vita è rifarsi lo smalto! A me non interessava nulla di tutto ciò! Certo a parte Alex, che però era tutta un’altra storia..!
Ti ho già detto che non vengo, e adesso non rompermi più con i tuoi messaggi del cazzo. Ciao”  E finalmente con la mia frase ottenni libertà da George, un vero e proprio rompi coglioni!
Erano già le sette di sera, decisi di rilassarmi un po’ stendendomi sul letto, fin quando riuscii a fare un altro dei miei sogni… Ero in una specie di terrazzo, posto dentro ad un locale con tanta musica tecno/shock/house. Guardavo le stelle e l’infinità del cielo notturno, c’era una musica soave che riecheggiava in sottofondo. Non riuscii subito a riconoscerla ma dopo un po’ mi girai e mi ritrovai Chaz dall’altra parte del terrazzo che cantava Not Alone, era vestito con una maglietta color grigio scuro e dei pantaloni neri, e avanzava verso di me. Io mi guardai intorno ma non c’era nessuno a parte me e lui, che si avvicinava sempre di più fino ad arrivare all’altezza del mio viso.
E con la voce più dolce che ci sia mi sussurra…With arms up stretched into the sky, with eyes like echos in the night. Hiding from the hell that you’ve been through. Silent one, you…
Mi guarda fisso negli occhi ed io mi ci rispecchio perfettamente , quasi mi ci perdo; lui si perde nei miei e posa le sue labbra sulle mie… Un tenero bacio romantico, potevo sentire il sapore delle sue labbra che sapevano di un dolce frutto proibito. Si stacca da me e mi guarda di nuovo negli occhi, dicendomi… “Karen, tu non sei sola.. Tu hai me, tu avrai sempre me. Perché io ti amo…” E torna di nuovo sulle mie labbra, poi dolcemente comincia a baciarmi la guancia scendendo giù verso il collo. “Chaz…” Ma lui non smette…”Chaz..”  dissi portando il suo viso alla mia attenzione, anche troppa direi. Io arrossii, ma lo guardai negli occhi e gli sussurrai: “Anch’io ti amo..”.  Lui mi sorrise lievemente e, mantenendo lo sguardo fisso e deciso su di me, mi baciò nuovamente; da casto e delicato, il bacio diventa molto più passionale fino a perdere il fiato… Il sapore delle labbra di Chaz era dolce al gusto di menta, così morbide da volerle baciare sempre senza mai stancarsi. “Resterò per sempre con te amore mio…”. E..... STOP!
Ed è qui che mi sveglio di soprassalto, la colpa? Mio fratello Matt! Chi altri se non lui? Chi può essere il solito idiota che mi scuote, come una lavatrice, solo per ricordarmi che la cena è pronta..?
 
Ma vaffanculoooo!’’
“Lo dico alla mamma!”
“E dillo a chi vuoi, stupido idiota!”
 
Ed ecco la voce di mia madre che mi sgrida e mi dice di venire a tavola. Classico...Che palle!
 
 
Angolo dell’autrice:
 
Salve cari Soldiers!!! ^^
Vi è piaciuto??? Spero di si! In caso contrario, potete pure tirarmi tantiii ma tanti pomodori addosso! xDD hahahah!
Nel prossimo chap, la nostra Karen dovrà prepararsi per bene (mentalmente) per affrontare l’intervista ai nostri amati LINKIN PARK!!! Perciò…non abbandonate la storia perché ci saranno molti colpi di scena! ;)
 
Ps: Voglio rivolgere un particolare ringraziamento a 
Cla_7300 e a _Nobody_ che recensiscono questa fic! E ancora a 
Naty96 che l’ha messa tra i preferiti, a  Guitarist_Inside che l’ha aggiunta tra le ricordate! Ed infine a tutti quelli che la seguono! Grazieee di cuoreee!! :D
Un grosso bacio!!! :*
 
A mercoledì prossimo! ^-^
 
Jude92

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Capitolo 8
*** Waiting for... ***


Aspettando…

 

 


 
Mancava solo un giorno all’intervista, ed io non sapevo più aspettare…
Probabilmente se avessi avuto una macchina del tempo o qualcosa di simile, sarei andata avanti di 24 ore per essere già a casa di Alex, di fronte ai miei idoli!
 
“Chissà se ci saranno tutti…”  pensai ad alta voce.
Ad un tratto venni assalita da strani pensieri, quelli che ti bloccano sia fisicamente che mentalmente: E se non riuscissi a parlare? Se l’emozione dovesse sopraffarmi? Mio Dio che figura che farei! Cosa penserebbero di me? Sicuramente ciò che pensano e dicono tutti, “questa è proprio strana…”
Erano le 2.40 di notte, ed io non potevo dormire…
Ma perché? Perché devo pensare sempre al negativo? Perché per una volta non riesco a sentirmi ottimista? Perché devo fare così schifo, si insomma, è solo una video chat!
Così, per distrarmi da quei pensieri che torturavano incessantemente la mia mente, mi abbandonai al suono di Blackbirds. La dolce voce di Chester mi fece rilassare del tutto e mi addormentai quasi subito, venendo a “contatto” con i miei sogni…
 
Ero in una stanza molto grande, un salotto direi; il pavimento e i mobili erano tutti di un legno scuro così come le rifiniture delle pareti, dove vi erano appesi dei quadri di molto valore. Per terra erano stesi dei bellissimi tappeti bianchi e proprio di fronte a me c’era un pianoforte nero, con al centro Chaz che suonava. Intonava una canzone a me sconosciuta, che faceva: “Weep not for roads untraveled, weep not for sights unseen. May you love never end and if you need a friend, there’s a seat here along side me.” Ad un tratto si fermò e mi indicò con lo sguardo a sedermi vicino a lui ed io obbedii senza dire una parola. Non appena mi sedetti, lui riprese a suonare… Seguivo attentamente le sue dita posarsi delicatamente sui tasti del piano, le note di una melodia che riecheggiava armoniosamente per tutta la stanza.When my times comes forget the wrong that I’ve done help me leave behind some reasons to be missed, don’t resent me and when you’re feeling empty keep me in your memory, leave out all the rest, leave out all the rest.
Poi, rivolgendomi degli sguardi e continuando a suonare, mi disse: “Quando hai sofferto abbastanza ed il tuo animo si sta distruggendo, ti stai disperando per la lotta, ricorda che sei amata e che lo sarai per sempre. Questa melodia ti porterà dritta di nuovo a casa, quando la vita ci lascia ciechi l’amore ci mantiene gentili.”
Ad un tratto smette di suonare e si gira per guardarmi dritto negli occhi, il suo sguardo intenso e penetrante mi blocca del tutto facendomi perdere completamente il senso di ogni logica; ogni cosa attorno si offusca e sento soltanto i battiti impazziti del mio cuore. “Ti prego, se questo è un sogno, non farmi svegliare…” riuscii a dire improvvisamente. Lui sorrise e disse: “Non preoccuparti, io sarò sempre nei tuoi sogni ogni qualvolta lo vorrai, io sarò qui a darti tutto l’amore di cui hai bisogno…” Che amara verità.“…
“Ma questo…questo non è reale! E’ solo frutto della mia immaginazione, non mi conosci, non puoi amarmi…! Nessuno mi ama, nessuno crede in me… Sono sicura che anche tu, nella realtà, faresti lo stesso… E’ normale, neanche io mi amerei… Sono soltanto una ragazza che crede nei sogni più irrealizzabili…Devo solo abbandonarmi alla sofferenza..” Sussurrai, Chaz si avvicinò di più e posò le sue mani sulle mie guance mantenendo lo sguardo fisso sui miei occhi, impannati dalle lacrime.
“Non sentirti mai inferiore, non permettere alle tue paure di rovinarti l’esistenza, tu dici che non combatterai perché nessuno combatterà per te. Tu pensi che non ci sia abbastanza amore e nessuno a cui darlo, e sei così sicura di aver sofferto così a lungo da non avere nient’altro da perdere. Sei sicura di essere ferita in un modo che nessuno saprà mai ma un giorno il peso della responsabilità ti darà la forza di andare avanti. Tieni duro.” Disse, asciugando completamente le mie lacrime, e delicatamente posò le sue labbra sulle mie…
“Chaz…Io non ce la faccio senza di te… Ti prego non andartene…” gli dissi io, con un filo di voce.
“Ci rivedremo presto e comunque ce la puoi fare, devi solo crederci..” mi promise lui, tendendomi ancora il viso tra le sue mani calde.
“Ci crederò..” affermai sospirando…
“Di più, devi crederci di più! Non deludermi…”
 
Era il 30 ottobre, erano le 9.00 del mattino ed io mi ero appena alzata di soprassalto.
“Mio Dio, fa troppo caldo!” dissi mentre mi toglievo la maglia del pigiama.
“Senti caldo? Come può essere? Eppure fuori sta per piovere!” disse mia madre mentre cercava di chiudere un cassetto.
“Mà, che stai facendo?” Dio santo, quanto rumore di prima mattina!
“Metto in ordine! Ascolta, la mamma di Elena mi ha detto di dirti che da un party e che vuole invitarti..” mormorò mia madre mentre cercavo di uscire completamente dal sonno..
“Quando?” dissi sbadigliando.
“Domani! Alle 21.00, che domande sono?” disse mia madre interdetta.
“Ah. Giusto.” Bofonchiai alzandomi.
“Beh allora? Ci andrai?” domandò perplessa.
“Mmm…Vedremo, devi pensarci.. Ah mà, prima che me ne dimentichi, di pome devo andare a casa di un mio amico.. Sai, per parlare di Halloween e decidere che tipo di costume indossare..” Mentii guardandola di sottecchi.
“Anche lui va alla festa di Elena?” disse stupita.
“..Si! Si, si! Per questo sono indecisa se andare o no! Prima devo decidere il costume!” Mentii, di nuovo, spudoratamente.
“Ah bene, perfetto! Vai pure e accetta l’invito di Elena, è una ragazza così carina!” disse con un filo di voce, leggermente soffocato da un sorriso.
“Ma si..” terza bugia.
Elena, la mia vicina di casa, era molto più piccola di me e si era iscritta  nella mia scuola, al primo anno. Non che fosse chi sa chi, ma non la reggevo proprio! Si insomma, lei era...vediamo… era, a modo suo, una vera e propria reginetta del cazzo!
Adesso ero davvero nei casini.. Di certo se le avessi dato buca, Elena avrebbe spifferato tutto a mia madre che, diciamocelo, ci teneva molto a vederci amiche per la pelle! Dunque a rifiutare l’invito dei miei compagni di classe non era servito per niente a scappare da Halloween! Adesso era ufficiale: mi toccava assopirmi quella brutta versione di barbie e quella ridicola festa. Uff! La giornata era iniziata proprio male e non proseguì di certo bene! Difatti, mi toccò parlare al telefono con la madre di Elena per riferirle che accettavo l’invito della figlia; poi, con giramento di palle, dovetti parlare anche con lei per chiederle se aveva bisogno di me per addobbare la casa. Fortunatamente aveva organizzato tutto, a parte la cosa più importante: comprare i dolci, che andai a prendere di pome al supermercato. “Ma come si fa dico io!?..”. Però, c’è da dire che anzi, mi toccò fare la cosa più semplice, almeno non avrei dovuto farle da maschot!
Tutto questo durante l’intero arco della giornata.. Giornata che, per me, doveva essere un pre-concentramento psicologico per l’intervista! E adesso che erano le undici di sera non potevo far nulla, a parte dormire per dimenticare quell’incubo di giornata, ormai passata. Ripensandoci, l’avevo fatto solo per scopo personale, per poter andare tranquillamente da Alex, per vedere i miei idoli…
Improvvisamente vibrò il cellulare, posto sopra la scrivania… Alex…
“Ciao Karen! Pronta per domani? Sono contentissimo e sicuro che la nostra intervista piacerà molto! Sono certo che farai un’ottima impressione ai nostri amati Lp! ;D”
Dio mio….
“Ciao Alex! Scusami se non mi sono fatta sentire! Non puoi capire che cavolo di giornata è stata oggi per me! -.-‘’’ Comunqueee, siii! Non vedo l’ora! Insomma, cioè…. Jhjduxchdjy..I Linkin! *-*  Lo spero tanto…! E, anche io come te, sono sicura che li colpiremo dritti al cuore! ;D”
“Hahahah! xD Già! Fanno questo effetto! xD Comunque, perché che ti è successo?”
“Mmm.. storia lunghissima! Sono pure nei guai… Domani ti spiego!”
“Certo! ;)”
“:D… Grazie mille davvero, di cuore!.. :D”
“Ma dai…Figurati! ;) E’ merito tuo!”
“Mio? O.o Non credo proprio! xD Sei tu quello che fa parte dei LPU u.u mica io!”
“Si ma…senza di te non sarei riuscito a preparare le domande e, di conseguenza, addio intervista! u.u"
“xD hahaha! Ok, beh allora tu ringrazi me ed io ringrazio te! xD”
“Well done! ;)”
“Hahahah! Yeah! xD”
“xD..Dai…adesso dormi! Ci vediamo domani, all’incrocio della scuola.. Un bacio soldier, sweet night! :’)”
“Ok, notte anche a te. Baci :)
 
Adesso ero quasi serena…
Le parole di Alex mi fecero capire che potevo farcela, che lui credeva in me e che anche io, come mi disse Chaz nel sogno, dovevo credere in me, con tutta me stessa…

 
Angolo dell’autrice:
Eccomi qui, cari Soldiers! ^^
Che ve ne pare del capitolo che avete appena finito di leggere?
E' stato divertente? xD O frustrante perchè non è successo quello che tutti voi si aspettavano che succedesse?! xD
Ahahah, sono perfida, lo so. U.u xD
Sembra che la nostra Karen non può sfuggire ad Halloween, e adesso è davvero nei guai! Cosa succederà alla festa? Riuscirà a sopportare quell’antipatica di Elena??? >_<’’’
Maaa…sono sicura che la domanda che tartassa tutti quanti voi è un’altra: COME ANDRA’ L’INTERVISTA??? O_o
Per scoprirlo restate connessi qui su EFP Fanfic! xDD Hahahaha! Scherzooo! =P Beh, come le ha detto Chaz nel sogno, ce la farà, supererà le sue paure (?) xD Di sicuro succederà qualcosa di molto, molto importante (!?!) e per scoprirlo dovrete attendere la prossima settimana! Spero di avervi incuriosito un po’! :D
 
Ps: Voglio ringraziare infinitamente, oltre alle mie solite grandi sostenitrici, Toomanythoughts e Monky_Blue, le due nuove ben accette arrivate, per aver recensito il settimo capitolo! Inoltre voglio rivolgere un grazie immenso, non solo a quelli che seguono e recensiscono questa mia pazza fic, ma anche a tutti i lettori silenziosi! ^-^
 
Grazie a tutti di cuore, non sarei arrivata fin qui se non fosse stato per il vostro supporto morale! :’)
 
A mercoledì prossimo! :D
 
Baci,


Jude92

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Capitolo 9
*** The long awaited day - part 1 ***


Pre-capitolo:   Lo so, lo so, lo so. Sono in ritardo, tutto merito della mia carissima influenza! -.-‘’’
Detto ciò vi lascio al tanto “atteso” capitolo! ^-^
Spero vi piaccia, buona lettura! ;)

  

 

Il giorno tanto atteso (?)

Prima parte


 


 

Aprii timidamente le palpebre e subito fui destata da un flebile raggio di luce di una radiosa mattina d’autunno, la mattina di Halloween.
Era l’annuncio di un nuovo giorno, il giorno tanto atteso!
Mi strofinai gli occhi e mi stirai le braccia; lo feci, in realtà, tenendo presente ciò che la notte prima avevo sognato…
Ero davvero agitata ma dovevo restare calma, non potevo mandare tutto a puttane soltanto per le mie solite paure del cazzo! Calma si…macché! Al solo pensiero di essere davanti a loro (anche se davanti a un pc) mi mandava letteralmente fuori di testa! Per me era un fatto assolutamente unico, tanto quanto raro. La mia vita non era, ovviamente, abituata ad avere certi eventi; il cuore mi sarebbe uscito dal petto una volta per tutte, l’emozione avrebbe preso il controllo di tutta quanta la situazione e la calma…beh, quella sarebbe andata a farsi fottere!
 
Buttai giù un sospiro profondo, cosa che mi aiutò fortemente, mi alzai e mi diressi in bagno, intenzionata a farmi una bella doccia calda. Grazie al calore dell’acqua, che massaggiava delicatamente i miei lunghi capelli castani, riuscii finalmente a rilassarmi.
Chiusi gli occhi per qualche istante, cercando di non pensare negativamente, e sospirai nuovamente.
“Posso farcela, posso farcela, posso farcela!” dissi a me stessa con tono di rimprovero, e dovevo darmi retta, definitivamente!
Così, dopo aver meditato abbastanza da farmi venire un’emicrania, tornai in camera ancora con l’asciugamano addosso. Non avevo voglia, in realtà, di andare di là. Volevo riaddormentarmi di nuovo, per “rivedere” Chaz… Sì, lui… Cavolo, ma cosa gli avrei detto? Che cosa sarebbe successo quel giorno?
“Ahhhh! Basta pensareee!” urlai, tirandomi i capelli.
“E’ quello che ti dico sempre io! Prima o poi andrai al manicomio!” disse mio fratello Matt, sorprendendomi di nuovo..
“Prima o poi ti ammazzerò di botte! Quante volte ti ho detto che non devi entrare?” lo sgridai, dirigendolo verso l’uscita.
“Ma come sei permalosa! Calmati, diventi vecchia se ti arrabbi!” affermò ridendo a crepapelle.
“Fuori dalle palle, subito! E non origliare ciò che dico da fuori la porta, brutto nano!” dissi sbattendo la porta alle mie spalle, cavolo ci si metteva pure quel diavolo di mio fratello!
“Vado a dirlo alla mammaaa!” gridò scappando.
“Vaffanculo mostriciattolo!” borbottai sedendomi furiosa sul letto..
Ma quanto cazzo faceva schifo la mia vita?
 
Erano già le 14.30 di pomeriggio. Avevo finito di mangiare e, probabilmente per il nervosismo, mi veniva da vomitare!
“Forse se ascolto Iridescent, mi passa…” pensai mentre tiravo lo sciacquone del water.
 
You were standing in the wake of devastation. You were waiting on the edge of the unknown. With the cataclysm raining down insides crying, "Save me now". You were there and possibly alone. Do you feel cold and lost in desperation? You build up hope but failure's all you've known. Remember all the sadness and frustration and let it go, let it go…
 

Mi ritrovai di nuovo stesa sul letto, sola, con il mio mp3…
Si… mi sentivo decisamente bene…
Chiusi gli occhi per un breve istante, potevo sentire tutta la frustrazione scivolare via, soltanto con l’angelica voce di Chester… Era una cosa stupenda, solo loro, lui, riuscivano a farmi sentire così…risollevata (?)
 
A un tratto…
“Karen!” gridò mia madre dalla cucina. Non volevo risponderle, così alzai il volume.
“Karen!” gridò nuovamente entrando nella mia stanza, togliendomi così le cuffie.
“Dio! Che c’è?” le domandai furiosa. Era un momento rilassante per me, per non dire irripetibile!
“C’è il tuo amico Alex che ti chiama e tu nemmeno gli rispondi?” mi domandò facendomi preoccupare.
“Cosa? Ma come fai a saperlo?”
“Hai lasciato il telefono di là!” disse porgendomi il mio, fantastico , cellulare.
“Sì, me ne sono dimenticata, mentre ero in bagno... ” affermai afferrando quell’aggeggio antiquariato.
“Ok, ma che fai? Alzati! Sempre in camera stai? Esci!” disse mentre spostava la tenda per aprire la finestra. Odiavo stare in quella casa!
“Sì, non preoccuparti, adesso esco.” Le ricordai mentre controllavo le chiamate.
“Non dimenticarti di prendere il costume per andare alla festa! Perché ci andrai!” affermò mia madre con un tono di autorità, soprattutto nell’ultima frase.
“Sì, va bene.” Le dissi pregando che uscisse. Fortunatamente Dio ascoltò le mie preghiere e finalmente, mentre sorrideva compiaciuta, uscì dalla stanza.
“Uff... ” bofonchiai sospirando.
 
Così mandai un messaggio ad Alex per chiedergli perché di quelle telefonate.
“Hey Alex, scusami avevo il cellulare di là, perché mi hai chiamato? Va tutto bene? :)
 
Gli inviai il messaggio mentre speravo in una bella notizia, ma non rispose… Così provai a mandargliene altri due…
 
Non ottenni un messaggio ma, in compenso, mi chiamò.
 
Pronto?”
“Karen..”
“Si Alex, che c’è?”
“Beh ecco… è complicato dirtelo per telefono. Potresti venire?”
“Sì, ma certo! Ma... mi devo preoccupare?”
“…Vieni e ti spiego…”
“Ok, arrivo” e chiuse la chiamata…
 
“Ma che cavolo sarà successo?” pensai mentre mi preparavo.
Non sapevo se mettermi o no la maglia con il logo dei Lp... Ci pensai per due lunghi e interminabili minuti ma poi decisi di metterla…
“Tanto mica torno!” pensai mentre la indossavo.
Poi misi alcune cose nella tracolla, presi il cell, l’mp3 e uscii da casa.
Era già ora?
L’intervista era anticipata?
Diamine!
Dovevo ancora preparami una specie di discorso o qualcosa di simile!
 
Nel frattempo misi ad ascoltare la playlist, And one...
Stranamente mi sentivo decisa…Ma, nello stesso tempo, turbata dalla strana telefonata di Alex… Insomma mancava ancora un’ora e mezza!
“Chissà forse dobbiamo fare le prove... ” pensai mentre ero, quasi, davanti alla scuola…
Attraversai la strada e mi appoggiai al muretto posto fuori dal campetto del mio Istituto; sospirai e decisi di mandare un mess ad Alex per dirgli che ero già arrivata ma, proprio mentre digitavo “invio”, lui toccò, con una mano, la mia spalla.
“Hey! Proprio adesso ti ho mandato un mess!” gli dissi sorridendogli.
Lui guardò il display e, probabilmente, cancellò il messaggio. Poi, non appena mise il cell in tasca, mi rivolse uno sguardo.
“Bene. Andiamo?” mi domandò mentre cercavo di decifrare “quella cosa”.
“S-si!” balbettai titubante.
Mentre ci dirigevamo a casa sua, vidi un bagliore di preoccupazione sul suo volto… Volevo chiedergli subito il perché di quest’anticipo, ma decisi di aspettare di entrare in casa per domandarglielo.
Mi sembrava tutto molto strano…Anche se lo conoscevo poco, non lo avevo mai visto così strano, agitato.
Entrammo all'interno della casa, era enorme e molto decorata, per questo molto bella. C'erano addobbi di tutti i tipi, dalle bomboniere sulle mensole ai grossi vasi con i fiori in ogni angolo. A sinistra vi era il salotto che partiva con una scala a chiocciola di cui non si vedeva la fine, e che portava quasi sicuramente alle stanze da letto sul secondo pianerottolo.
 
A distogliermi da tutto quello stupore fu la voce seducente di Alex…
"Accomodati”, disse mentre m’indicava la cucina, che era più piccola ma molto graziosa lo stesso. Al centro c'era un tavolino di legno con quattro sedie dello stesso materiale.
 
“E’ bellissima” affermai sorridendo.
“Grazie, siediti pure.” Disse gentilmente, mentre si avvicinò al frigo per prendere qualcosa al suo interno.
“Vuoi?” mi domandò improvvisamente, indicandomi una lattina di coca.
“Ehm. Sì, grazie” dissi timidamente.
Mi porse la lattina e dopodiché si sedette all’altro capo del tavolo, non parlava, era entrato improvvisamente in catalessi ed era lì che fissava la bibita posta davanti a sé.
Non riuscivo più a sopportare quella strana situazione così ruppi il silenzio con il rumore della lattina.
Alex improvvisamente sembrò uscire da quello stato di shock e mi rivolse uno sguardo, terso e indecifrabile.
“Si può sapere che cosa ti è successo?” riuscii a dire mentre lui distolse velocemente lo sguardo dal mio.
“Niente…” disse mentre con un veloce click aprì la bibita e la porse sulle sue labbra...
“Come sarebbe a dire niente?” domandai confusa.
“Beh, non è niente di grave.” Disse calmo ma evidentemente frustrato.
“Alex…” dissi, indicando un tono d’incredulità nella frase detta da lui poco prima.
Lui non mi rispose, anzi m’ignorò del tutto! Stava lì a sorseggiare la sua bibita e mi dava ai nervi, mi dispiace dirlo, ma in quel momento lo avrei voluto prendere a pugni!
“Alex!” gridai dando un pugno sul tavolo lui, stupito dalla mia reazione, finalmente cominciò a parlare…
“Non si fa più... ” disse secco.
Io sbattei le palpebre più e più volte, non sapevo se quello che aveva appena dichiarato era vero oppure falso...
“Cosa?” dissi stupita.
“L’intervista… Non si farà... ” disse lui, con tono di cane bastonato.
“Come? Aspetta… No, non può essere! Ma come?” sbottai a dire io, con segno di evidente delusione.
“Mi dispiace... so che ci tenevi tantissimo, come me d’altronde…” sussurrò con un chiaro tono di sofferenza.
“No, no, no, no, no! Alex non può essere! Ma come? Mi avevi detto che era fatta ormai, che era tutto deciso e che mancavo solo io…” dissi mettendo un filo di tristezza nell’ultima frase. Io…probabilmente, ancora una volta, il destino si era accanito contro di me…
“Lo so... purtroppo mi è stato riferito, un’ora fa, dallo staff che per quest’anno i Linkin Park saranno impegnati con il loro tour pre- invernale e, di conseguenza, l’intervista è stata annullata.” Mi spiegò...
“Ma, ma... non può essere che tra un concerto e un altro riescono a trovare un po’ di tempo libero? In fondo avevano dato il loro consenso, no?” domandai dispiaciuta.
“Sì, infatti, si sono fermamente scusati con noi membri.” Precisò Alex, facendomi calmare un po’.
“Oh… Capisco... ” dissi infine.
“Karen…” mi chiamò Alex ma io non gli risposi, stavo per mettermi a piangere…
“Karen... ” disse nuovamente, alzandosi per venirmi ad abbracciare…
“Mi dispiace tanto…avrei dovuto avere la certezza assoluta prima di invitarti... so che tu, più di chiunque altro, avresti voluto vederli… Ma, non preoccuparti, ho pensato una cosa... ” disse interrompendo l’uscita delle mie lacrime...
“…Che cosa?” domandai curiosa.
“L’intervista... posso provare a inviargliela lo stesso!” disse con tono ammiccante.
“E come?” ero completamente disorientata.
“Sai, noi membri possiamo avere accesso alla loro posta elettronica! Ovvero, tramite il coordinatore dello staff, potremmo riuscire ad avere la loro e-mail!” disse sorridendo.
“Davvero?” dissi stupita, di nuovo.
“Si! Solo che... il problema è proprio questo. Cioè parlare con il coordinatore... ” disse rabbuiandosi in viso.
“Mmm…Ci hai provato?” gli domandai.
“No…” disse mollando la presa dalla mia spalla. Peccato...
“E perché?” gli domandai perplessa.
“E come faccio? Non posso lamentarmi con lui, è molto severo e con un alto tono di voce potrebbe espellermi dal gruppo…” mi spiegò, chiaramente preoccupato.
“Ma non devi lamentarti! Devi solo chiedergli se può darti gentilmente la loro e-mail, ovviamente spiegandogli tutta la faccenda!” affermai decisa.
“Non ci avevo pensato! Eppure, mi sembra una cosa azzardata. Nessuno gli chiede mai niente, proprio perché da lui ci si aspetta sempre un NO”.
“Beh, rischiare non costa nulla. Almeno ci abbiamo provato!” dissi cercando di risollevarlo.
“Hai ragione! Hai veramente ragione Karen! Proveremo a parlarci!” disse sorridendomi...
“Bene! E chissà che vorrà aiutarci!” affermai alzandomi.
“Già… Non ci avevo proprio pensato… Wow… Sei proprio... ” disse fermandosi a guardarmi negli occhi...
“Proprio?” domandai cercando di fargli finire la frase…
“Geniale…” disse infine, mantenendo lo sguardo su di me e abbozzando un sorriso... Mi sentii subito imbarazzata, ero entrata improvvisamente in una strana situazione. Non ricordai nemmeno che un attimo prima ero andata nel panico... I suoi occhi verdi erano così ipnotizzanti… Nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo...
A un tratto qualcuno bussò alla porta ed entrambi sobbalzammo da quello stato di attrazione (?)
 
“Vado ad aprire” bisbigliò lui. Io annuii senza pronunciare una singola parola...
Mio Dio…Ma cosa stava succedendo?
Mi sentivo confusa e molto disorientata.
Chiusi gli occhi cercando di rimanere lucida, non potevo fare la figura della stupida ragazzina che “arrossisce in pubblico”. Così camminai avanti e indietro intonando Faint…
Purtroppo mi lasciai andare e cantai a squarciagola, non curandomi del fatto che Alex era davanti a me, insieme a due ragazzi…
“Wow! Brava!” dissero i due tipi, battendo le mani. Io sobbalzai dalla vergogna!
“Ehm... Non vi avevo visto” dissi timidamente stringendomi la maglia... Rivolsi velocemente uno sguardo ad Alex ed era lì che mi fissava… Mio Dio avrei voluto sotterrarmi!
“Non preoccuparti! Dai! Facci sentire qualcos’altro!” disse uno dei due amici.
“Ehm, no, no! Non canto mica!” precisai, mentre morivo dalla vergogna.
“Ma se hai una voce angelica!” disse l’altro.
“Adesso basta ragazzi! La state imbarazzando! Karen, questi sono i miei due amici, Paul e Kevin” disse Alex, puntando il dito su di loro.
“P-Piacere!” borbottai timidamente, ero ancora un peperone.
“Piacere nostro!” dissero all’unisono.
“Bene... Vogliamo andare di là?” domandò Alex, così lo seguimmo.
 
Proprio accanto al bancone della cucina si apriva una grande vetrata. Il giardino che intravidi era stupendo. Di fronte la vetrata, vi erano il tavolo e il piccolo salone di pochi minuti prima, due divani e una tv a schermo piatto. Cavolo Alex era un ragazzo davvero fuori dal comune!
“Prego... ” disse Alex facendoci segno di accomodarci…
“Allora siete tutti informati... ma con ciò voglio dirvi che non dovete temere perché, proprio poco fa, Karen mi ha suggerito di parlare con il coordinatore e di spigargli l’avvenuto”.
“Come sarebbe? Ma lo sai com’è! Non ci ascolterà nemmeno!” disse il ragazzo con i capelli rossi, Paul.
“Sì, Alex è scontato…Sai che non otterremo nulla da lui... ” disse l’altro con la cresta, Kevin.
“E’ vero. Ma dobbiamo provarci, non costa nulla in fondo!” disse Alex con un tono più alto.
“Mmm…Sì, però sappiamo già la sua reazione. Molte volte non ha voluto nemmeno mettersi in linea…” argomentò Kevin.
“Lo so... Lo so ragazzi, ma dobbiamo ugualmente provarci... ” disse Alex guardandomi, io abbassai subito lo sguardo…
Tutto il pomeriggio proseguì lentamente ed io mi ritrovai con lo stesso imbarazzo di poche ore prima… Cavolo, ci ero riuscita! Ecco a voi, signore e signori: Karen, “la stupida ragazza timida”. Ridicolo!
La situazione peggiorò quando i due amici se ne andarono ed io restai nuovamente sola con Alex….
“Bene... Li abbiamo convinti, mi sembra.” Disse Alex chiudendo la porta.
“G-già. Lo spero.” balbettai sottovoce, improvvisamente mi toccò una mano.
“Vieni, voglio farti vedere una cosa.” Disse mentre mi dirigeva verso la scala a chiocciola. Io esitai per un attimo ma poi lui tornò a guardarmi ed io mi lasciai guidare.
Salimmo per le scale ed entrammo in una camera, la sua stanza.
Accanto alla porta vi era un enorme poster del LP, quello di Meteora. In fondo c’era una grande scrivania con sopra un MAC e all’altro capo della stanza c’erano il suo letto, un comodino e un armadio blu. Era grande e molto accogliente...
“Questa è la mia stanza... ” pronunciò un po’ imbarazzato.
“E’ perfetta.” sibilai con tutta franchezza.
Lui sorrise e mi condusse alla scrivania…
“Guarda…” disse girando il pc dalla mia parte…
Una casa con proporzioni trascritte, un modello di architettura. Io rimasi basita, non sapevo che lui frequentasse quell’indirizzo.
“Wow!” sibilai meravigliata, lui sorrise e cominciò a picchettare i tasti del pc.
“L’ho appena abbozzata, non è del tutto terminata.” Mi spiegò mentre controllava le dimensioni.
“E’ stupenda!” dissi mantenendo lo sguardo sull’opera.
“Lo credi davvero? Sai, mi piacerebbe riuscire a metterla su.” Mi confidò, quasi volendomi svelare un segreto.
“Certo! E penso che ce la farai!” affermai con altrettanta sincerità.
“Ho scelto di frequentare la facoltà di architettura proprio per questo…ho sempre sognato si possedere una casa tutta mia… Sai, con le proprie abitudini, senza nessuno che ti obbliga a fare ciò che non vuoi realmente fare. Starsene con i propri pensieri, ascoltare ciò che vuoi... ” disse ridendo.
“Che bella cosa! Comunque già, non dirlo a me!” affermai cercando di non ricordare quanto fosse penosa la mia vita, ma anche se non volendo, mi ricordai della festa.
“Tu che cosa fai stasera?” li domandai curiosa..
“Stasera dici? Mmm…beh, non avevo programmato nulla. A dir il vero, non mi piace per niente Halloween.”. affermò pensieroso.
“Neanche a me!” sorrisi, lui ricambiò.
“Perché me lo chiedi?” mi domandò ricominciando a fissarmi.
“C-così, per sapere!” blaterai agitata. Cavolo ero nella stessa situazione di prima!
“E tu?” mi chiese cogliendomi alla sprovvista.
“Io?” dissi disorientata.
“Sì, tu che fai stasera?” mi domandò, aspettando una mia risposta.
“Ah, beh sì. A dir il vero mi hanno inviato a una festa ma a me non va proprio di andarci.” dissi cercando di non strapparmi i capelli.
“E perché ci vai se non vuoi andarci? Chiese perplesso.
“Perché sono costretta. Ecco è la mia vicina di casa, la figlioletta dà un party e mia madre vuole assolutamente che io ci vada.” gli spiegai seccata.
“Mmm... capisco. Brutto” disse facendosi scappare un sorrisetto.
“Ehi! Non c’è proprio niente da ridere!” gridai un po’ scocciata.
“Hahah, scusa! Ma dovresti guardare l’espressione che hai in viso!” disse scoppiando a ridere del tutto.
“Ah, ah! Non è divertente! Tu piuttosto, vorresti venire?” gli chiesi sperando in un sì.
“Io?” disse cessando di ridere. Ora gli era passata la risata!
“Si tu! Vieni con me. In fondo, poiché non hai niente da fare, potresti impedire di farmi suicidare!” affermai cercando di convincerlo, ovviamente con una chiara nota di sarcasmo.
“Mmm... No, non posso! Non conosco la tua amica, mi dispiace.” Disse tagliando corto.
“Primo, non è una mia amica. Secondo, è una festa! Ci s’imbuca!” affermai con un lieve accenno di supplica.
“Devo proprio?” mi domandò guardandomi.
“Si! Fallo per me... ” gli dissi, ricambiando lo sguardo. Lui attese per un istante e poi...
“Ok, va bene. Ma solo perché non voglio vederti combinare qualche pazzia” disse ritornando al pc...
“Grazie Alex!” gridai abbracciandolo da dietro... cosa di cui mi pentii subito, lui si girò ed io mi pietrificai... Che cavolo faccio ora? Pensai mentre mi sentivo il cuore in gola... Fortunatamente, lui non fece ciò che pensai, ma si limitò ad accarezzarmi la nuca.
“Bene... Ci vogliono dei costumi, no?” chiese divertito.
O- M-I-O D-I-O! Il costume! Me ne ero completamente dimenticata!
Così uscimmo da casa, intenzionati a cercare qualcosa che andasse bene…
Cavolo, tra poche ore sarei andata a casa di quella smorfiosa, in compagnia di Alex!
Mi faceva strano dirlo, ma improvvisamente Halloween cominciava a piacermi!
 

Angolo dell’autrice:
Cari, carissimi Soldiers…
Eccoci qui nella prima parte di “The long awaited day!”
Bene, adesso potete pure ammazzarmi di botte! Su, su, su! xDD hahahahah!
No, davvero so che ci tenevate all’intervista, ma purtroppo, come al solito, la nostra Karen è parecchio sfortunata! -.-‘’’
Voi però non disperate, può anche darsi che i nostri idoli accetteranno di “leggerla” comunque e chissà che non risponderanno! ;)
Ops! Spoiler!!! X°D
Spero che, per questa boiata, non mi abbandoniate! ^-^’’’
 
A mercoledì prossimo!!! :D
 
Bacini,
 

Jude92
 
 

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Capitolo 10
*** The long awaited day - part 2 ***


Pre-capitolo: Scusate amici Soldiers per l’immenso ritardo! Ho saltato una settima perché la mia connessione non mi permetteva di poter caricare il capitolo e quindi, dopo mille attacchi d’ira, ci sono riuscita! Spero che non abbiate abbandonato questa mia pazza fic! ^.^’’’
Detto ciò vi lascio alla seconda parte di “The long awaited day!”
Buona lettura! :D

 

Il giorno tanto atteso (?)

Seconda parte


 


Camminammo per più di trenta minuti, quelli che bastavano per poterci scambiare i rispettivi gusti horror.
“Frankenstein non è non male!” sputò maliziosamente, inarcando un largo sorriso.
“Oddio, ti prego, risparmiamelo.” Mormorai, attenta a non offenderlo.
“Okay, allora Dracula!” esclamò, con l’ennesimo entusiasmo.
“Già va meglio, però mi piacerebbe per davvero… trasformarmici intendo.” Affermai con un lieve cenno di approvazione.
“Ma dai! Anche tu?” chiese, con stupore.
“Sì, beh, insomma. Non mi dispiacerebbe mordere un bel po’ di gente.”. risposi con stizza, l’ultima parola uscì spezzata. Lui esplose a ridere.
“Sei proprio uno spasso, sai? Sei ironica, divertente, simpatica. E potrei andare avanti ancora per un po’.” Disse con una leggera punta di sarcasmo.
“Grazie. Comunque, mi piacerebbe avere un complice.” Affermai, stando al gioco.
“Beh, non mi dispiacerebbe esserlo.” Disse con un sorrisetto.
La strada di fronte a noi era illuminata dalle festose decorazioni che i vari negozi irradiavano. Mi ci volle un po’ di tempo per capire che nell’aria, quella sera, c’era qualcosa di strano, qualcosa di diverso rispetto ai precedenti Halloween. Il leggero venticello, che mi scompigliava leggermente i capelli, era piacevole. Mi ritrassi nella felpa.
“Senti freddo?” domandò Alex, guardandomi dubbioso.
“No, no! E’ solo che stamattina sentivo caldo.” Affermai veloce, attenta a non farmi prendere per una sconsiderata che esce senza giacca!
“Macché... ” bofonchiò mentre si sfilava il suo giubbotto di pelle per appoggiarmelo, delicatamente, sopra le spalle.
“Davvero, Alex, non c’è ne bisogno.” Falso, non era vero, una volta messo, mi sentivo meglio. Il suo giubbotto aderì quasi perfettamente alle misure delle mie spalle, era caldo e accogliente. Aveva un buon profumo, sapeva di muschio.
“Tranquilla, tienilo.” Rispose, la sua voce era morbida come il velluto mentre mi rivolgeva un ampio sorriso. Il mio battito si fece irregolare, caspita ma che stava succedendo?
“M-ma così sentirai freddo tu…” barbottai timidamente, mantenendo basso lo sguardo. “Non preoccuparti, non sono un tipo freddoloso, anzi diciamo che la mia temperatura è sempre costante.” Rispose sorridendo.
Dio mio, la sua presenza mi metteva in agitazione, quasi non mi accorsi di stare per inciampare e di quell’auto che si avvicinava sempre più, proprio di fronte a me.
“Attenta!” urlò Alex, afferrandomi così forte per la mano che andai a sbattergli addosso. Successe tutto così in fretta… un attimo prima stavo per cadere, l’attimo dopo mi ritrovai tra le sue braccia, con il suo sguardo addosso. Respirare il suo profumo intenso fu inebriante, non mi restava molto tempo per perdere completamente lucidità.
“Tutto bene?” mormorò, con un braccio mi tenne stretta a sé, mentre con le dita dell’altra mano mi accarezzò dolcemente il viso, tastandomi con delicatezza.
“E-ehm, sì, sì!” riuscii a sibilare. “Mi dispiace, sono molto scoordinata.” Terminai cercando di non arrossire.
“Sei sicura? Mi sembri calda.” Aggiunse mentre cercava di esplorandomi con lo sguardo per assicurarsi che stessi bene. Ma cavolo, certo che ero calda! Avevo i suoi occhi, i suoi begli occhi verdi, fissi sui miei! Stavo per prendere a fuoco!
“Sì, giuro, tutto a posto!” esclamai cercando di ricompormi dalla stretta. Cretina che non sei altro! Dovevi approfittarne! Oh, no! Ecco la mia vocina interiore, “muta!”
“Sì, come no.” Mormoro, recuperando la voce, quella reale.
“Grazie” sussurro continuando umiliata. Cavolo, adesso parlavo con i miei demoni?
“Per cosa?” chiese, senza togliermi le mani dalle spalle.
“Per avermi salvata.” Mormoro.
“Ah! Quell’idiota stava andando contromano. Meno male che c’ero io, mi vengono i brividi se penso a cosa poteva succederti. Vieni, entriamo un attimo nel bar qui di fronte.” Insistette, lasciando cadere le mani nelle mie. Oddio…
Scossi la testa per disapprovare, scoppiando in una risata scomposta. Dio, non c’era bisogno!
“Che c’è?” domandò accigliato.
“Cristo, Alex, sto bene!” ammisi, continuando a ridere.
“Davvero, entriamo un attimo, ti siedi e bevi un po’ d’acqua.” Insistette serio.
“Davvero, sto bene. Siamo in ritardo.” Puntualizzai, cercando di non scavare un pozzo e di ficcarmici sotto!
“Va bene, come vuoi” sospirò guardingo lasciandomi le mani, mi scrutò dall’alto in basso con un’espressione enigmatica. Gli feci un mezzo sorriso e rincominciai a camminare. Sentivo ancora il suo sguardo addosso, le mie mani cominciarono a torturare un lembo del suo giubbotto.
Per un attimo interminabile presi in considerazione che forse avrei potuto rifiutare di andare in quella - stupida, ridicola, umiliante – festa, fingendo a tutti di essere malata, ma poi pensai che sarebbe stato anche peggio. Sì, probabilmente sarei rimasta in camera sotto la stretta supervisione di mia madre e con le sue tantissime lamentele, facendomi sentire un verme per essermi ammalata apposta per non andare alla festa!
Rinunciai subito a quel folle pensiero e decisi di prendere in considerazione il consiglio iniziale di Alex, l’idea del vampiro mi allettava. Sì, un bel baio di denti aguzzi e via! D’altronde in sua presenza mi sarei divertita, no?
“Ehi, vieni, entriamo là.” Disse improvvisamente, interrompendo le mie fantasie.
“Cosa? Ma dove?” domandai mentre mi trascinava dentro ad un negozio di accessori e piercing.
L’interno era anche peggio, molto inquietante, c’erano oggetti e maschere di ogni tipo; per non parlare delle parrucche di ogni colore. Era tutto così, esageratamente, suggestivo!
Una ragazza si avvicinò a noi.
“Salve, posso esservi utile?” domandò gentilmente la commessa.
“Salve, stiamo cercando qualcosa che vada bene per una festa di Halloween.” Disse educatamente Alex, la ragazza lo guardava accigliata.
“Sì, naturalmente! Avete già qualcosa in mente?” chiese la ragazza, rivolgendosi completamente a lui.
“Sì, beh, avete denti da vampiro o una maschera non esageratamente spaventosa?” domandò Alex, rivolgendole un sorriso. La ragazza si morse il labbro inferiore e si rivolse nuovamente a lui, ignorando la mia presenza.
“Certo, come no! Vieni pure!” gli disse mentre gli ci faceva strada lungo il reparto Maschere&Oggetti Spaventosi.
“Ecco, questo?” gli chiese la ragazza, porgendogli una maschera bianca. Alex la prese e si diresse verso gli specchi. Non appena la indossò si rivolse a me.
“Beh? Che te ne pare?” chiese con voce smorzata sotto la maschera.
“Magnifico! Ti sta proprio bene!” esclamò la ragazza avvicinandosi più del dovuto.
“Karen? Allora?” mi chiese, nuovamente, ignorando il commento appena fatto dalla commessa, lei sbuffò.
“Mmm… beh mi piace un sacco il fantasma dell’opera, però…” farfugliai cercando un appiglio per dire no.
“Faccia troppo coperta, eh?” disse ridendo sotto quell’arnese.
“Sì, troppo! Cioè sempre se respiri regolarmente lì dentro!” affermai cercando di trattenermi dal ridere.
“Fuori uno!” mormorò togliendosi la maschera e porgendola di nuovo alla ragazza.
“Bene, allora questa?” domandò la commessa passandogli Jack lo squartatore.
“Oddio, Alex, giuro che è mitica, ma non credo che Elena la reggerebbe. Sai, è una bimbaminchia innocua!” sbottai a dire ridendo a più non posso, Alex fece lo stesso, la commessa mi rivolse un’occhiataccia.
Oddio, che vipera!
“Beh, allora puoi passare nel negozio qui accanto, sai vendono le maschere di Ken” sputò velenosa la commessa.
“Mmm… No, credo che non metterò nessuna maschera. Karen, per te vanno bene solo i denti?” mi chiese Alex.
“Sì, sì. Credo che sia la cosa più fica per Halloween” dissi secca, rivolgendo uno sguardo assassino a quell’arpia!
“Bene, due dentature da vampiro.” Mormorò Alex tagliando corto.
Non appena finì di pagare, la commessa si rivolse ad Alex.
“Senti… se stasera la festa si rivela un flop, passa dal locale Midnight Bite. Giù in periferia. Sono sicura che te la spasseresti.” Ammise mordendosi un labbro, poi si girò verso di me rivolgendomi un’occhiataccia.
“No, grazie. La festa sarà splendida stasera.” Chiuse corto Alex, prendendomi per le spalle. Mentre ci allontanavamo dal negozio, giuro su tutta la collezione che ho dei LP, di averle sentito dire: Che spreco!
Ecco, l’ennesima rivale.
Forse avevo esagerato, in fondo, Alex era così… così carino.
“Scusa…” barbottai sincera.
“Di cosa?” chiese disorientato.
“Per, beh…” bofonchiai rivolgendo uno sguardo indietro, senza riuscire a terminare la frase.
“Stai scherzando? Quella?” chiese allibito.
“Sì, beh, non era male…” ammisi. Tutto sommato quell’arpia non era brutta; capelli biondi tagliati tutti da un lato e tesi dall’altro, colorati di fucsia. Occhi blu lupo, piercing al naso e scheletricamagra. Beh… ai ragazzi non piacciono queste tipe?
“Karen… te l’avevo detto di entrare al bar. Tu stai male!” esclamò buttando per terra il sacchetto e posando le mani sul mio volto. Cristo… che avevo detto?
“Secondo me ti è venuta la febbre!” affermò spostando le mani dalle guance per andarle a depositare sulla fronte.
“M-ma cosa dici?” domandai, incerta di rimanere in piedi sulle mie gambe tremolanti. Perché mi faceva quest’effetto?
“Sì, sì. Scotti…” mormorò sorridendo. Cavolo…
“Alex! Smettila! Ti ho già detto che sto bene, perché non dovrei dirtelo?” domandai intimidita, cercando di distogliere il suo pesante sguardo. La situazione non stava migliorando!
“Perché… pensi che mi potrebbe piacere una come quella? Dici sul serio?” chiese accigliato, senza togliere le mani dal mio viso.
“M-ma, perché che cosa c’è di strano? Non ti piace?” domandai cercando di non tradire il mio tono di voce.
“No! Certo che no!” sputò quasi come un insulto.
“Beh a lei piacevi, e tanto…” farfugliai ricordando aspramente quella vipera!
“Ma… sentila.” Mormorò ridendo e rivolgendo uno sguardo verso la strada.
“Ah no? Ti sbavava dietro! Certo che se non te ne sei accorto…” dissi riflettendo… se non ti sei accorto di lei, pensa se si ti accorgeresti di me… lui mi alzò il mento con una mano e sorridendo disse: “Facciamo tardi.”
Certo, ignorare l’argomento, i maschi…
 
Non appena arrivammo a casa della mia vicina, decidemmo di indossare i denti finti da vampiro, ero sicura che – soltanto con quelli – sarei riuscita a spaventarla a morte!
Mi avvicinai alla porta e mi rivolsi ad Alex con uno sguardo ammiccante e divertito allo stesso tempo. “Pronto?” domandai, “Pronto!” affermò sorridendo. “Bene! Andiamo a torturarli!” dissi sarcasticamente suonando il campanello.
Non appena la porta si aprì, Alex ed io urlammo: Dolcetto o scherzetto? Sforzandoci di non scoppiare a ridere in faccia a chiunque avesse aperto quella maledetta porta.
“Kareeen! Sei venuta alla fine!” urlò Elena invitandoci ad entrare.
Restai a bocca aperta. Quante persone aveva invitato?
Fui immediatamente investita dalla musica house/elettroshock e mi girai per guardare Alex, ma lui mi rivolse un sorriso, probabilmente stava recitando per convincermi a rimanere.
Elena aveva i capelli rossi, raccolti con dei codini alti e delle lenti a contatto rosse. Il vestito era di un colore rosso tendente al bordeaux, di seta lucida, ed indossava un corpetto nero. Le gambe attentamente scoperte, dalle quali si potevano scorgere visibilmente delle calze a rete tenute su da dei reggicalze e delle scarpe vertiginosamente alte. Dio Elena!
Insomma ricordavo che era così… così vanitosa (?) ma non pensavo che si sarebbe rivoluzionata in peggio!
“Alex, giusto?” domandò rivolgendosi a lui.
“Sì, esatto. Tu sei Elena, no?” chiese gentilmente.
“Sì! Esatto piacere!” affermò lei con entusiasmo.
“Piacere mio.” Disse divertito.
Lei sospirò e, uscendo dai suoi profondi pensieri, ci fece senno di seguirla.
La casa, che già dall’esterno mi apparve strana, era di uno stile gotico, a due piani, dalle finestre colorate, gargoil terrificanti come ornamento delle colonne, quadri inquietanti e addobbi spettrali.
Appesi ai muri c’erano quadri di creature inquietanti, in alcuni angoli del grande salone c’erano cumoli di teschi finti. Candele a forma di zucca, cadaveri finti appesi.
Davvero sua madre permise alla figlia di distruggere modificare la casa in quel modo? Che incoscienza!
“Prego, accomodatevi, pure!” urlò Elena cercando di sovrastare quella specie di musica ma non ci riuscì, cazzo era assordante!
Annuii e ci accomodammo in uno dei tre grandi divani.
Rivolsi un’occhiataccia fulminante ad Alex quando lo sentii boccheggiare “tu-tump, tu-tump”, con cenno della testa a ritmo di quell’odiosa canzone (canzone, per così dire).
“Smettila!” urlai avvicinandomi al suo orecchio.
“Dai, stai al gioco!” urlò sorridendomi.
“Sì, come no.” Mormorai, guardandolo in cagnesco.
Ci si metteva pure lui?
A un tratto Elena ci si avvicinò chiedendoci se volevamo ballare, io rifiutai prima ancora che lei pronunciasse quella parola mentre Alex accettò.
“Cosa? Alex, ma cosa fai balli? Domandai allibita, doveva ballare con quella specie di puttanella barbie versione bikini?
“Sì, se lo fai anche tu!” disse tirandomi a sé.
“No, Alex, no! Non so ballare, ti prego!” urlai mentre cercavo di lasciare la presa dalle sue mani, ma ero già al centro della pista.
“Smettila! “urlò al mio orecchio mentre si muoveva al ritmo di quella musica rombante.
Maremma puttana! E adesso?
“Alex! Non-So-Ballare!” urlai avvicinandomi. Lui si stava dimenando dalle risate mentre io lo guardavo in cagnesco; poi, con un movimento veloce mi fece roteare su me stessa.
Non sapevo che fare! Mi teneva per mano, tutti ballavano tranne me. Mi sentivo così imbarazzata che gli feci uno sguardo pietoso, implorandogli supplica!
Lui scoppiò nuovamente a ridere e poi capii cosa stava facendo, stava sbeffeggiando tutti quelli che erano lì, al centro della pista, a ballare come degli imbecilli! Mi sembrava strano! Non appena scoppiai a ridere si avvicinò al mio orecchio.
“Hai capito finalmente! Pensavo avessi detto di prenderli per il culo!” disse divertito.
“Sì, adesso ho capito. Beh, ti va di bere qualcosa?” chiesi implorandogli di fuggire da quella forca di leoni impossessati!
“Come no!” urlò guidandomi fuori da lì.
Mentre cercavamo di evitare tutti quelli che ci sbattevano contro, cercando di dimenarsi, raggiungemmo finalmente la cucina.
“Dio mio…” mormorai sospirando. Alex scoppiò nuovamente in una fragorosa risata.
“Beh? Che hai da ridere? Dovevo cercare di rifiutare l’invito, in tutti i modi!” sbottai a dire incrociandomi le braccia.
“Dai, non è così male! Te l’ho detto, devi stare al gioco!” ammise serio ma ancora con un evidente ombra di umorismo.
Restai in silenzio a meditare sulle sue parole ma dopo circa tre secondi scoppiammo a ridere a più non posso!
“Ok, ok! Te lo devo, hai ragione!” cercò di dire Alex, tra una risata e un’altra.
“Ma che diavolo me l’ha fatto fare?!” esclamai ridendo.
“Immagino che tua madre non né sarebbe molto felice di ciò che hai appena detto.” Rispose secca una voce adulta, la madre di Elena.
“M-mi dispiace signora Sisley, non intendevo dire questo…” mormorai timidamente presa alla sprovvista.
“Oh, io credo di sì invece. Sapevo che non eri molto entusiasta di venire, tua madre me l’aveva detto. Tuttavia spero che cambierai idea.” Disse in tono meno severo.
“Ma certamente signora Sisley.” Risposi cercando di mettere sincerità nelle mie parole.
“Bene, tu devi essere l’amico di Karen, giusto?” chiese con tono incerto.
“Sì, Alex, signora.” affermò facendo cenno con la mano, imitando un perfetto soldato.
“E sei anche un amico di Elena?” domandò interessata.
“No, no. In realtà, l’ho appena conosciuta.” Ammise Alex sorridendo.
“Oh, spero che andrete d’accordo, allora.” giustificò restituendogli il sorriso, Alex ammiccò passandosi la mano dietro la nuca.
“Bene, vi lascio festeggiare in pace. Ah, Karen, potresti dire a Elena che torno verso mezzanotte? Stasera lavoro fino a tardi…” argomentò la signora Sisley sbuffando, probabilmente perché il lavoro non la soddisfaceva. Difatti non guadagnava granché come commessa in un fast-food, ma perlomeno il marito faceva il guardiano notturno.
“Ma certo, glielo riferirò.” Affermai.
“Okay, li lascio. A dopo.” Mormorò uscendo dalla porta.
Mi voltai verso Alex e gli feci spallucce, come per dire: Visto? Te l’avevo detto…
Tutta la serata proseguì, più o meno, nella stessa maniera; tra musica, bibite e un gran mal di testa! Fin quando Elena m’implorò di andare a riempire la casetta dei dolci che aveva posto fuori, in giardino, per i bambini che suonavano al campanello, come per dire: I dolci sono là, non rompete i coglioni! Che strega!
“Ricordami di disapprovare la prossima volta, non mi va di farle da facchina!” urlai sbattendo la finestrina della casetta, al rischio di buttarla per terra.
“Hahah, è molto sicura di sé! Potrebbe fare la manager, in futuro.” Ammise Alex ridendo delle sue stesse parole.
“Sì, come no. Anche la spogliarellista!” sbottai disgustata.
“Beh, in quel caso, guadagnerebbe bene!” ammise sorridendo.
“Già…!”mormorai ancora esterrefatta, non potevo crederci che era cambiata così tanto!
Sbuffai pensando che – forse – io non sarei cambiata mai, tutti intorno a me lo avrebbero fatto tranne io. Mi sentivo di nuovo in quel modo…
A un tratto delle parole, di una musica armoniosa, riecheggiarono nelle mie orecchie…
 
“Cause all we are is everything we've done, all we are is how quickly we run and all we are, we are. This is how we fall apart but this is how beginnings start.
Cause when our heads betray our hearts, we fake what we don't know.
And if our doubt begins again the answers find us in the end, so in the meantime we'll pretend, and fake what we don't know…”
 
“Wow…” sibilai con stupore girandomi verso Alex, che mi aveva messo le cuffie del suo mp3.
“Stupenda, vero?” chiese sorridendo.
“Stupenda? E’ a dir poco meravigliosa!” affermai ancora emozionata.
“Sì, hai ragione! Beh, sapevo che ti sarebbe piaciuta! E’ appena uscita, fa parte dell’album LPUX!” disse, fiero di appartenere a quel tanto desiderato gruppo!
“Oh… sei davvero fortunato Alex! Far parte del gruppo LPU deve essere davvero una gran bella cosa! Sì, insomma, conoscere le songs, le date prima ancora che gli altri lo sappiano... è una cosa MERAVIGLIOSA!” argomentai stupefatta.
“Sì, lo è davvero…” affermò con un misto di fierezza e compiacimento.
“Sai…” continuò “E’ da quando avevo diciassette anni che sognavo di far parte di qualcosa di speciale e di gestirla… Vedi, ho sempre desiderato di essere capace di fare qualcosa da solo, senza che qualcuno mi dia degli ordini…” si fermò pensando a un ricordo relativamente lontano poi si sedette su una panchina lì stante.
“E’ per questo che vuoi diventare un architetto?” gli chiesi interessata sedendogli accanto.
“Sì, esatto. Come ti ho già detto, mi piacerebbe avere una casa tutta mia senza dover dipendere dai miei…indipendente insomma.” Concluse convinto delle sue parole.
“Sì, è un gran bel progetto! E tu sei molto intelligente, per cui non credo che avrai dei problemi!” affermai entusiasta.
“Tu credi?” domandò con un lieve segno di preoccupazione.
“Ma certo!  Io credo in te… e penso che anche tu creda in te stesso, tanto quanto serve per realizzare il tuo sogno!” affermai di nuovo con fermezza.
“Wow, sei incredibile! Sai che nessuno mi aveva mai detto qualcosa di simile? Ti ringrazio, per me è molto importante. Mi piace sapere che c’è qualcuno che crede così in me…” disse con serenità, guardandomi dritta negli occhi.
“Beh siamo in due allora…!” risposi sorridendo, lui contraccambiò il sorriso.
“A te cosa piacerebbe fare? Cioè… qual è il tuo sogno più grande?” chiese curioso.
“Beh ecco, non sono sicura che si avvererà ma, mi piacerebbe diventare una scrittrice! Sai amo tantissimo scrivere tanto quanto leggere! Passo tutto quel tempo sui libri… più di quanto non faccia un proprietario di una biblioteca!” ammisi ridendo delle mie stesse parole. Era la verità.
“Davvero? Wow, ok, so di averlo detto quaranta volte ma, Wow!” affermò con una luce negli occhi.
“Sì, beh, ho anche tantissimi altri sogni nel cassetto ma diciamo che questo è quello che vuole venire fuori prima di tutti gli altri!”
“E’ una bella cosa Karen… davvero, ci credi se ti dico che non ho mai conosciuto una ragazza come te?” domandò sincero.
“Veramente? Mmm… sì, lo so, sono unica per il genere ‘ragazza noiosa/alias secchiona’ ma ti ringrazio. Nemmeno io ho mai conosciuto un ragazzo come te… una persona con cui confidarmi, rivelandogli i miei progetti. A nessuno è mai importato…” dissi ripensando a quanto fosse triste la cosa.
“A me importa… senti facciamoci una promessa!” disse balzando in piedi.
“Quale?” chiesi esterrefatta.
“Promettiamo di essere due amici inseparabili! Ti prometto che ci sarò sempre… potrai raccontarmi tutto ciò che senti di poter condividere con me, proprio come un amico fedele. E viceversa.” Affermò contento di sé. Oh, no…
“Okay, anch’io ti prometto che ci sarò sempre! Sappi che credo in te…” ammisi sorridendo, guardandolo negli occhi. E addio la storia romantica…
“Bene… Mi fa piacere, sei una ragazza…” si fermò per pensarci un po’ su…”Speciale!” terminò con un mezzo sorriso.
Sentivo il calore espandersi attorno alle guance, ma cosa avevo promesso? A sì, di essergli AMICA… falsa, sei falsa, mia cara Karen!
“Karen! Dove diavolo sei?” urlò quella streghetta di Elena.
“Arrivo!” urlai, entrando in quella infermale casa degli orrori; adesso ero sicura che quella serata non l’avrei mai più dimenticata!
 

Angolo dell’autrice:
Ecco a voi ragazzi... spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Mi dispiace ancora per l’enorme ritardo, vi prometto che la settimana prossima sarò puntale! ;)
 
Spero che recensirete per farmi capire cosa vi è piaciuto e cosa no!
 Un saluto a tutti, miei cari amici Soldiers! ^.^
 
Ps: Grazie per aver letto fin qui! :D
 
A mercoledì,
Baci!
 

Jude92
 

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Capitolo 11
*** Think about how stupid it is to cling to illusions! ***


Pensare a quanto sia stupido aggrapparsi alle illusioni!

 

 

Alcune delle grandi cose della vita si affrontano in solitudine. L’amore è una di queste...
Okay, adesso non vorrei passare per la solita sfigata che cerca un modo per fuggire via dal continente, solo perché ha accettato ufficialmente di essere amica del ragazzo più dolce che ci sia. Sì, la solita poveraccia che mai e poi mai avrebbe pensato di perdere la testa così, in questo modo.
Ma, d’altra parte, non voglio neanche sembrare quella che accetta di farsi aiutare nello studio dal compagno di classe che non aspetta altro che baciarla, per poi andarlo a raccontare al club dei “secchioni inesperti, ci siamo!”.  Aspetta un attimo… oddio, lo sono!
Va bene lo ammetto, ma che colpa ho io se sono la persona più sfortunata del pianeta?
 
“Karen, mi passi l’evidenziatore?” chiese in modo cortese George, abbozzando un mezzo sorriso da ebete.
“Certo, eccolo” risposi io, nascondendo il fastidio di quella situazione.
“Ecco vedi, come è noto, l'area del cerchio è data dal prodotto del quadrato del raggio per il pi greco (numero irrazionale, non radicale). Consegue da ciò il seguente fatto: il quadrato che avesse l'area di un cerchio qualsiasi, dovrebbe avere il lato uguale al raggio di quel cerchio per la radice quadrata di pi greco. Ci sei?” chiese interrompendo il filo logico del discorso, o quasi.
“Ehm, sì sì. Vai avanti!” affermai cercando di prestare più concentrazione.
“Okay, tale valore è impossibile da ricavarsi per la semplice ragione che non è possibile estrarre la radice quadrata di un numero che non può essere ricondotto a frazione oppure al valore della radice di un qualsiasi altro rapporto tra numeri interi. Ora, se tu sei stata attenta possiamo verificare se riesci a capire questo esercizio; in caso contrario è meglio se ci fermiamo qui perché il resto sarà, per un bel tratto, noioso.” Argomentò ridendo tra sé.
“Mm, caspita, certo che solamente tu puoi capire ste cose!” esclamai con un filo di invidia.
“Ma no, cosa dici? Vedi che la radice quadrata di pi greco è l’argomento più facile che c’è!” disse serio, scherzava?
“Come? Senti, non tutti sono dei cervelloni come te! E non perché la cosa mi interessi, ma pensi di fare il matematico un giorno o cosa?” domandai curiosa di sentire la sua risposta.
“No, solamente il ragioniere” rispose divertito dalla mia domanda.
“Sarà, secondo me potresti aprire un negozio di pc… ah, a proposito, ti ringrazio per aver formattato quel rottame che mi ritrovo” affermai irritata dal ricordo di quest’ultimo.
“Figurati, è un gioco da lattanti.” Disse ridendo nuovamente.
“Sì, sì adesso però non ti allargare.” Risposi cercando di farlo rimanere con i piedi per terra.
“Certo, certo piccola.”  Continuò ridendo di gusto.
“Non mi chiamare piccola, non lo sono.” Sibilai a denti stretti.
“Come no? Sei talmente bassa!” affermò scompigliandomi i capelli.
“Smettila! Cazzo, ma non impari mai? Quante volte ti ho detto che non mi devi toccare?” urlai alzandomi dal tavolo. Lo odiavo quando faceva così.
“Ehi, calmati. La smetto, giuro!” disse alzando le mani, come per fare da innocente.
“Okay” dissi risedendomi.
“Ah, hai sentito la nuova canzone dei Linkin Park?” domandò.
“Quale? One step closer?” replicai prendendolo in contropiede, in pratica a lui piaceva solo quella.
“No! Blackout!” affermò eccitato.
“Okay, cosa mi sono persa? Pensavo ti piacesse solo quella!” affermai allibita da quella novità.
“Primo: la mia preferita è In the end. Secondo: cosa credi? Anche a me piacciono i Linkin come gruppo!” argomentò seccato.
“Cavolo… comunque, ovvio che sì! Proprio a me chiedi se conosco l’ultimo singolo? Vedi che ho già scaricato l’album!” affermai soddisfatta di me stessa.
“Ma è illegale!” esclamò.
“Ovvio che lo so! L’ho solo scaricato in attesa che esca ufficialmente! Sai che non resisto quando si tratta di loro…” bofonchiai irritata.
“Okay, questo te lo devo.” Disse ridendo.
“Grazie” dissi stizzita.
“La mia piccola rockettara!” urlò alzando le mani, cercando di scompigliarmi nuovamente i capelli.
“Ah-ah! Alt!” urlai bloccandogli le mani in aria.
“Vero, scusa…comunque, posso chiederti una cosa?” chiese guardandomi di sottecchi.
 “Avanti, sputa!” urlai più scocciata che mai.
“Beh, ecco, mi domandavo se… se, cioè, tu sei… impegnata con qualcuno?” chiese abbassando lo sguardo sui libri.
“Che ti sfrega scusa?” domandai, presa alla sprovvista.
“Così, per curiosità…” bofonchiò grattandosi la nuca.
“Beh, non vedo perché ti dovresti impicciare della mia vita amorosa. Non sono mica una celebrità!” risposi irritata da quella confessione.
“Beh, e se ti dicessi che per me lo sei?” disse con un filo di voce.
“Come?” domandai esterrefatta.
“Sì, tu per me lo sei.” Ribadì, confermando ogni mio timore.
“Senti, George, io non ho mai voluto che tu mi fraintendessi.  Mi dispiace, forse è stato un mio gesto, un mio comportamento a portarti a questa conclusione. Ma non credo di essere mai stata docile con te, proprio per questo motivo. Per non farti illudere.” Spiegai in tono diplomatico.
“Lo so… Ma vedi è proprio questo il punto, a me piaci così. Solo io ti conosco veramente, conosco la parte più vivace di te. E devo dire che la adoro.” Disse guardandomi.
“Cosa? Senti, davvero, mi dispiace ma io non ricambio. Non dovresti adorare una persona che nemmeno ti considera, o almeno in quel senso.” Spiegai nuovamente, cercando un appiglio per uscire da quella conversazione.
“Lo so… non mi interessa. Per me resterai per sempre la mia piccola, vivace e carina, Karen.” Sibilò ridendo a denti stretti, io distolsi lo sguardo altrove. Mio Dio…
“Bene, allora cominciamo dall’esercizio di pagina duecentotrenta…” concluse sfogliando le pagine del libro e uscendo da quel discorso. Che situazione di merda, mi sentivo io il verme adesso. Ricordo il mio primo giorno di scuola, tutti i miei compagni erano seduti in aula magna che sghignazzavano e se la tiravano per via del loro abbigliamento “fighetto”. Ricordo me, seduta dietro di loro che cercavo di non farmi notare, anche se qualcuna mi aveva già presa di mira. Ricordo l’unico che si sedette accanto a me rivolgendomi per la prima volta la parola, George. Va bene, lo ammetto, non sono stata molto gentile nei suoi confronti, ma la colpa non è solo mia! Nei primi anni di scuola, lui si vantava con tutti, raccontava le nostre conversazioni a tutti e mi faceva apparire come la “sua ragazza”, anche davanti ai prof! Tutto questo per me era troppo, insomma io non desideravo nient’altro che arrivare al quinto anno per diplomarmi. Senza false amicizie né tanto meno falsi fidanzati! Volevo riuscire a sopravvivere in pace in quell'inferno di scuola! Ma lui non mi aiutava di certo, comportandosi in quel modo… e adesso eccomi qui, di nuovo al punto di partenza.
“Bene, per oggi può bastare.” Disse sforzandosi di mantenere basso lo sguardo.
“Okay, grazie… per il tuo aiuto.” Replicai cercando il suo sguardo ma non lo ottenni.
Durante il tragitto per arrivare a casa mia, mi sentivo proprio uno schifo.
Possibile che quella confessione mi aveva colpito così tanto?
Possibile che ogni mio tentativo di perdere le sue vicinanze non aveva fatto altro che alimentarle?
Uffa, ci si metteva anche lui a complicarmi la vita? Non bastava che mi sentissi già estremamente disgustata per la mia falsità nei confronti di Alex?...
Alex… Come potevo aver accettato di essergli amica? Come poteva chiedermi questo? Semplice: per lui non ero nient’altro che una semplice ragazza, magari più una sorella che un’amica. Per lui evidentemente non potevo esserci nient’altro, tra di noi…
Una volta arrivata a casa mia, lasciai cadere lo zaino a terra così che potei calciarlo fino in camera mia. I miei non c’erano, Dani era al lavoro e il mio premuroso fratellino Matt a calcetto. Fantastico, potevo sfogarmi quanto volevo!
Mi lasciai cadere sul letto, la testa era un subbuglio di pensieri che andavano e venivano come le lacrime che rigavano il mio viso, ormai corrugato dalle scie di nero del rimmel. Uno straccio sporco e umido non aveva niente a che vedere con me in quel momento, mi sentivo come una foresta straripata dopo l’arrivo di un uragano. Illusa e infame, ecco come mi sentivo… perché dovevo soffrire in quel modo? Perché nella mia vita non c’era nient’altro che non fosse il dolore, la sofferenza, l’umiliazione… l’illusione? Perché non potevo essere come tutte le ragazze della mia età? Felici, corrisposte e amate… Perché mi ero illusa a pensare di piacere a un tipo così dolce, simpatico e maledettamente carino? Mi ero aggrappata a una realtà parallela… che stupida!
Perché dovevo soffrire così tanto e far soffrire gli altri attorno a me?
Io non meritavo la felicità perché io, di conseguenza, l’avevo tolta a George… io non meritavo la sua amicizia (sempre se ci fosse mai stata), le sue attenzioni, il suo aiuto… dovevo chiudere definitivamente il nostro rapporto, qualunque esso fosse.
Inoltre, cosa più importante, dovevo riuscire a parlare con Alex… fargli capire, in qualche modo, che per me c’era qualcosa di più della semplice e profonda amicizia. Ma, come al solito, persi immediatamente il coraggio… come avrei potuto fare? Altre, amare e volute, lacrime scorsero lungo le guance fino ad arrivare al collo…
Con una mano cercai di cacciarle via, con l’altra afferrai l’mp3 posto sopra il comodino…
Una canzone a caso partì, e non mi stupii affatto di sentire iniziare le dolci note di Pushing me away.
 
I've lied to you, the same way that I always do. This is the last smile
that I'll fake for the sake of being with you.
(Everything falls apart, even the people who never frown eventually break down)
The sacrifice of hiding in a lie...
(Everything has to end, you'll soon find we're out of time left to watch it all unwind)
The sacrifice is never knowing…
Why I never walked away, why I played myself this way. Now I see your testing me pushes me away.... 
I've tried like you to do everything you wanted too. This is the last time I'll take the blame for the sake of being with you.
 
A quelle parole tirai su un sospiro e, rannicchiandomi in posizione fetale, mi abbandonai all’eterna sicurezza dei miei sogni…
 
“Karen, Karen.” Chiamò una conoscente voce maschile, mio fratello Dani.
“Mm, cosa c’è? Vai via, sono stanca.” Bofonchiai stringendo le ginocchia.
“Vedi che la cena è pronta! Ma che hai? Hai una brutta cera.” Notò sollevandomi il mento.
“Dani! S-s-sei g-ghiacciato!” strillai battendo i denti.
“Ghiacciato… io?” si domandò Dani, poi mi toccò la fronte con la mano.
“Cavolo Karen, scotti!” urlò alzandomi lievemente per mettermi sotto le coperte.
“N-no, i-io d-d-devo parl-aa…” balbettai non riuscendo a finire la frase.
“No, non ti muovere! Stai a letto, vado a dirlo alla mamma.” Disse Dani uscendo dalla camera.
“Gliel’hai misurata?” chiese mia madre mentre si avvicinava a gran passi.
“No, non ricordo dove sia il termometro.” Disse Dani allarmato.
“In camera da letto, nel cassetto del comò.” Ordinò mia madre entrando nella stanza a passo felpato.
“Tesoro, Karen, come ti senti?” mi domandò accarezzandomi i capelli.
“B-bene mamma, ho solo f-freddo.” Sibilai divincolandomi sotto le coperte.
“Stai calma un attimo, tesoro.” Disse passandomi una mano sopra le coperte, probabilmente per scaldarmi.
“Eccolo” pronunciò Dani porgendo il termometro alla mamma che, scuotendolo cautamente, me lo infilò sotto un’ascella.
“Resta ferma per qualche secondo, cara.” Ordinò con dolcezza.
Dopo pochi minuti me lo tolse e corse subito in cucina, quando tornò mi fece ingogliare una pillola. Per quel che ricordo, sentii solo delle mani rimboccarmi di nuovo le coperte e il ticchettio dell’abat-chiur. Poi per il resto tanto, tanto buio; l’oscurità della mia vita che mi avvolse teneramente in un nuovo sogno…
 
Vedevo me correre all’impazzata da qualcosa o qualcuno, in un tunnel privo di luce.
All’improvviso, sentii qualcosa dietro di me ruggire furiosamente ed io, presa dalla paura, alimentai la mia corsa. Non capivo cosa mi rincorresse fino a che non inciampai su una pozzanghera. Quando mi girai vidi qualcosa di veramente spaventoso che si avvicinava assennatamente, io completamente intorpidita non riuscivo a muovermi né tanto meno scappare perciò mi copri gli occhi con entrambe le mani.
A un tratto tutto sembrò cambiare, l’atmosfera, il respiro pesante di quella creatura e la disarmante tenebrosità di quel luogo scomparvero. Tranquillità, armonia e un senso di pacatezza riempirono il mio cuore e la mia mente. Ora mi trovavo in una stanza, sopra un divano con le ginocchia strette al petto. Una leggera brezza alitò ai miei capelli, un dolce respiro e un lieve tocco al collo mi fece trasalire di felicità. Chester… mi girai di scatto e lo abbracciai fortemente fino a sentire il suo respiro intrecciarsi perfettamente col mio. Sembrava uno schema: gli occhi che si scrutarono per lunghi e interminabili secondi, i sorrisi spuntati sulle labbra di entrambi e poi di nuovo a fissarsi, senza che nessuno dei due parlasse.
Com’era bello… sembrava che quella realtà ci fosse sempre stata, che quello non fosse solo uno dei miei desideri, dei miei sogni irrealizzabili… Sembrava che entrambi eravamo lì chissà da quanto tempo. Con lui, la paura, l’angoscia e la tristezza di poco prima, erano spariti, dissolti, eclissati. Adesso capivo che quel mostro spaventoso era solo la rappresentazione della mia paura, della mia insicurezza. Con lui, mi sentivo amata, rispettata e felice.
“Mia dolce Karen…” alitò toccandomi le labbra con l’indice. Poi, mantenendo intensamente lo sguardo sui miei occhi, mi baciò. Un casto bacio che risvegliò in me una fortissima intesa di desiderio, passione, amore.
“Chester…” sibilai affondando le mie dita tra i suoi capelli.
“Sarò sempre con te… ricordalo. Quando le tue paure prenderanno il sopravvento cercami qui, nel nostro rifugio… io ci sarò. Sempre e comunque.” Disse sospirando a lungo.
“Anche se faccio soffrire tutti quanti attorno a me?” chiesi tristemente. Lui mi alzò il mento e, guardandomi, sorrise.
“Tu, Karen, non potresti far soffrire neanche una mosca! Non ci riusciresti perché anche quella mosca si innamorerebbe di te. Tu non te ne accorgi di quanto sei stupenda… tutti lo sanno, ma nessuno è così coraggioso da dirtelo.” Disse seguendo i miei occhi.
“M-ma non è così… anche se qualcuno si è dichiarato, per me è un semplice amico. Al contrario per colui che…” cercai di spiegare inutilmente, era così difficile esternare i miei sentimenti… specie a lui.
“Karen, amore mio, te l’ho detto. Nessuno potrebbe mai odiarti, né tanto meno rifiutarti… tu sei talmente bella che invidio tutti coloro che ti stanno attorno. Quanto vorrei amarti nella realtà, quanto vorrei non dover aspettare la notte per rivederti…” sibilò premendo, ancora una volta, le sue labbra sulle mie…
“Questo dovrei dirlo io…” riuscii a dire sorridendo mentre cercavo di riprendere fiato. Lui sorrise e ricominciammo a baciarci dolcemente cullati dalla tenera atmosfera che aleggiava intorno a noi, la magia dell’amore.
 

Angolo dell’autrice:
Eccoci qui, cari amici Soldiers, con un altro capitolo di questa fic!
Cosa ne pensate??? o.O xD
Non metto in dubbio che vi ha messo parecchia tristezza ma, come ben sapete, questa è la vita della nostra povera Karen… Eh già… in compenso fa dei sogni stupendi!!! Non può mica lamentarsi con quel gran fico di Chester!!! =P
 
Comunque, spero di conoscere le vostre opinioni circa il capitolo e magari di ricevere qualche prezioso consiglio che mi permetterà di migliorare la  storia! ^.^
Un grossissimo bacio a tutti voi,
a mercoledì prossimo!
 

Jude92

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