Expecting Something Unexpected

di MusicAddicted
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: The verdict ***
Capitolo 2: *** I: The tower ***
Capitolo 3: *** II: Mutual desire, cake and chats ***
Capitolo 4: *** III: N*ice* move ***
Capitolo 5: *** IV: Doubts, prizes and jealousy ***
Capitolo 6: *** V: Misunderstandings bring the truth ***



Capitolo 1
*** Prologo: The verdict ***


Qualche nota prima di leggere:
Buonasera-no-notte-è-piuttosto-tardi, sì, lo so bene di aver un’altra storia in corso, ma questa mi ronza in testa da un po’ e da stamattina (ok, ormai ieri mattina) si è fatta particolarmente insistente e così… gliel’ho data vinta!
La comincio ora, ma non so quando la continuerò, ma vi assicuro che se inizio qualcosa, la termino anche … e che non mi sento realizzata se non lavoro a più (molte più) cose contemporaneamente! ^^
‘Who am I?’, e tutto ciò che ne segue, resterà comunque il progetto al quale darò sempre la precedenza assoluta! ^^
Ah, ci tengo a far presente che prediligo spudoratamente i dialoghi… e credo ve ne accorgerete!XD
La smetto di cianciare e vi lascio al frutto dei miei deliri mentali (Ok, no, il delirio arriverà a suo tempo, questo non è ancora nulla! ps il titolo contiene un vago indizio a quello su cui andrà a parare questa FF, ma preferisco non aggiungere altro)
Se volete dirmi che ne pensate (nel bene o nel male) ne sarò immensamente felice, se no grazie anche solo per essere passati di qui e aver letto!
 
 

Expecting Something Unexpected

 
Setting : Asgard. Post Avengers.  (so che ne girano a bizzeffe di storie con questa ambientazione ed è probabile che alcune possano risultare simili, ma garantisco di non aver rubato l’idea a nessuno ;) )

Disclaimer:  Loki, Thor, ecc. non mi appartengono e la storia non è scritta a scopo di lucro.

Pairing: Loki&Thor, of course! <3

Rating: per ora un blando pg13, poi si vedrà...
 
Riassunto: Thor ha riportato a casa Loki, che ora deve affrontare la legge Asgardiana. Odino sa già bene cosa fare …  ma se ci fossero dei risvolti decisamente inaspettati?


 
Prologo: The verdict
 

 
Il Tesseract fa il suo dovere e in un tripudio di luce azzurra due figure si materializzano ai confini del regno di Asgard.

La prima, bionda, possente e sorridente; non soltanto per essere ritornato alla sua amata casa; ma per non esserci tornato da solo.

La seconda, mora, gracile e decisamente contrariata; anche se non lo può manifestare a parole, perché un bavaglio magico di metallo gli impedisce di parlare.

“Andiamo!” comanda il biondo, strattonando leggermente le catene che sono collegate al moro, che per tutta risposta lo fissa con tutto l’astio di cui è capace.

“Senti, non mi diverto nemmeno io a vederti così, ma ti ci sei messo da solo nella condizione in cui ti trovi ora, io ho cercato di avvertirti … più volte!” asserisce il dio del Tuono, continuando a trascinarlo con sé.

Il dio degli Inganni avanza, perché costretto, sentendo l’eco dei suoi passi rimbombare in tutta Asgard, che sembra totalmente deserta.

Passi. Eco. Silenzio. Questo avviene in successione, senza sosta, mentre la distanza che li separa dal palazzo reale, dove si terrà l’udienza, si fa sempre più ridotta.

Loki non capisce il perché di quella desolazione e Thor sembra leggergli quella domanda nel suo sguardo perplesso.

“E’ stato un mio ordine.  Ho dato precise disposizioni che, qualora fossi riuscito a riportarti a casa, nessuno fosse presente!”  gli spiega Thor.

Loki sgrana sorpreso i suoi grandi occhi di smeraldo, che contengono una domanda ancora più grande e ancora più intuibile.

“Perché tu possa capire che non intendo umiliarti, fratello … e non fare quella faccia!” lo ammonisce Thor, vedendolo alzare gli occhi scocciato.

“Come ti stavo dicendo,” riprende pacatamente Thor, aspettando di ottenere nuovamente l’attenzione del suo interlocutore. “ Il mio obiettivo non è sottoporti all’umiliazione di farti passare in catene davanti all’intera popolazione; nessuno ti guarderà con sdegno o disprezzo o indignazione lungo il nostro tragitto.”

Loki lo guarda sinceramente colpito e in cuor suo Thor se ne rallegra.

 “Il mio obiettivo è ritrovare mio fratello! E lui era solito guardarmi proprio come stai facendo adesso!” commenta, con una punta di trionfo sfavillante nei suoi occhi di zaffiro, ma il più giovane cambia subito atteggiamento, mostrandogli un’altra plateale alzata di occhi.

 “Ed era altrettanto dispettoso!” sentenzia Thor, per niente demoralizzato, accompagnando il tutto a una risatina.

Loki capisce di aver perso quella sua piccola battaglia e il loro cammino prosegue.

Ormai mancano solo pochi metri alla reggia e Thor legge negli occhi di Loki un’esplicita richiesta.

“Lo sai meglio di me che non posso.” dichiara fieramente il biondo.

Loki continua a fissarlo imperituro e l’iniziale impassibilità del dio del Tuono comincia a vacillare.

“In effetti, hai già le catene magiche che ti rendono inerme … “ riflette ad alta voce il biondo, senza smettere di guardarlo.

Il moro aumenta l’intensità del suo sguardo. Smeraldo e zaffiro si fondono insieme.

“Mi assicuri che poi non farai niente di malvagio?” domanda Thor, in un sospiro arrendevole.

Loki annuisce e nelle sue iridi Thor sembra scorgerci qualcosa che non vedeva da molto tempo: sincerità.

“Doveva essere nostro padre a liberartene, prima dell’udienza, ma… “ borbotta, il più grande, alzando la mano verso la bocca del più giovane. “E sia!” dichiara, premendo il palmo aperto sul bavaglio, che crolla al suolo con un tonfo metallico un istante dopo.

Loki muove per un po’ labbra e lingua, come se cercasse di riprenderne confidenza.

In unità di tempo Midgardiana, sono almeno più di ventiquattro ore che gli hanno appioppato quel fastidioso aggeggio infernale.

Una volta soddisfatto, rivolge uno sguardo al fratello, con la malizia e un guizzo di meschinità che hanno fatto ritorno nei suoi occhi.

“Gra..” esordisce il dio del Caos e Thor lo ascolta fremente, certo che si tratti di un ringraziamento.

Del resto è sempre stato un bel po’ ingenuo.

 “Grandissimo idiota! Brutto mentecatto, infame bastardo! Razza di zoticone che non sei altro, come hai osato? Tu e i tuoi amichetti, legare come una volgare bestia me, un dio!” sproloquia Loki, adirato e furibondo, inondandolo con il suo fiume di parole rancorose.

“Hey! Avevi giurato che non avresti fatto nulla di malvagio!” lo interrompe Thor, tappandogli prontamente la bocca con la mano, da cui però Loki si libera con un morso ben assestato.

“Ma insultarti non è malvagio, è soltanto necessario!” precisa Loki, con un tono tanto pacato quanto tagliente.

 “E comunque io e i miei amichetti, come li hai chiamati tu, ti abbiamo dato un notevole filo da torcere, soprattutto un certo individuo verde e molto arrabbiato!” ridacchia Thor al ricordo, mentre Loki digrigna i denti indignato.

“E per essere precisi, tu non sei un dio a tutti gli effetti, caro il mio gigante di ghiaccio adottato!” gli ricorda Thor, con altrettanta acidità nel suo tono di voce.

 “Questa era davvero perfida!” protesta Loki, accusando quel colpo basso.

 “Che vuoi che ti dica? Frequento un buon maestro!” ribatte sagace il biondo, vedendolo poi incurvare le labbra e assumere un’espressione di disappunto.

 “Dai, dio del broncio, non fare così! Scherzavo prima!” gli dà una pacca sulla schiena, ma più poderosa di quanto ne avesse intenzione, spingendolo quindi di qualche metro avanti.

Loki si sbilancia, perdendo l’equilibrio per quanti sforzi faccia per mantenerlo, senza possibilità di arrestare la sua caduta, dato che le catene gli inibiscono tutti i movimenti.

Si prepara a un duro impatto con il suolo Asgardiano, ma con suo grande stupore atterra su qualcosa di morbido… e caldo.

Si trova fra le braccia di Thor, che l’ha prontamente sorretto per prevenire la caduta.

Tuttavia, quella situazione crea un notevole imbarazzo a entrambi, che si scrutano a vicenda per qualche istante, indecisi sul da farsi.

E’ passato troppo, davvero troppo tempo da quando quei due si sono abbracciati in quel modo, anche se in quel contatto c’è ben poco di fraterno.

Loki capisce che è meglio togliersi da quel campo minato … e in fretta. Per farlo ricorre alla sua sempre efficace lingua d’argento.

“Allora? Intendi portarmi all’udienza così o mi vuoi lasciare andare?” esclama stizzito, divincolandosi.

“Oh, sì, giusto… “ borbotta sconclusionato Thor, disorientato almeno quanto il moro, tornando in sé e lasciandolo andare … nei limiti del possibile, perché ci sono sempre le catene a ricordare al dio degli Inganni il suo stato di prigioniero.

 “E comunque mi mancava sentire la tua voce.” mormora il dio del Tuono.

“Cosa?! Ma se non ho fatto che insultarti?” lo osserva basito Loki.

 “Mi mancava anche questo!” riconosce timidamente l’altro.


 
“Lo sapevo che eravate qui fuori, vi sentivo schiamazzare, proprio come quando eravate piccoli!” li interrompe una voce femminile.

Girandosi i due dei incontrano lo sguardo falsamente severo della regina madre, Frigga.

“Non dovreste tergiversare oltre, c’è un’udienza importante da espletare !” cerca di mantenere un principio di austerità la donna, ma le gambe le tremano e gli occhi le si inumidiscono, mentre si avvicina a quel figlio creduto perso per sempre.

Loki si limita a guardarla con occhi lucidi, lei, l’unica persona che in quella famiglia adottiva associa solo e soltanto a dei bei ricordi, l’unica che forse l’ha davvero fatto sentire amato come un figlio.

E’ combattuto fra la voglia di lasciarsi andare a un effimero momento d’affetto e la necessità di mantenere un freddo distacco.

Frigga sembra decidere per entrambi;  perché, incurante del figlio maggiore che tenta di farla desistere, preoccupato che possa succedere qualcosa di spiacevole; lei  abbraccia il più giovane, senza la benché minima ombra d’esitazione.

“Bentornato, figlio mio!” mormora, sistemandogli i lunghi capelli corvini scompigliati, avendo l’assoluta certezza che lui non le farà niente di male.

E in effetti è così, Loki si abbandona a quel breve abbraccio, maledicendo quelle odiose catene che non gli permettono di ricambiarlo; mentre avverte una sensazione di calore nel cuore che non gli era più così familiare da tanto, troppo tempo.

“Il padre degli dei vi attende!” si ricompone la regina, tornando alla sala principale del palazzo, a breve seguita da Thor che scorta Loki.



I due arrivano dinanzi al trono, dove Odino risiede, rigoroso e maestoso.

Frigga riprende posto accanto al consorte, mentre Thor abbandona al centro della sala Loki, con le guardie reali che sorvegliano il perimetro intero della stanza.

Il dio del Tuono si premura di consegnare il Tesseract a due guardie fidate che lo ripongono in un luogo sicuro ed inespugnabile; dopodiché si posiziona alla sinistra del trono, in piedi, vicino alla madre.

Al di là delle guardie nessun altro è presente.
 
“Bentornato, Loki!” esordisce il re, emozionato di riavere l’intera famiglia nuovamente riunita, ma senza lasciarlo benché minimamente trasparire, come si compete a un sovrano lucido e imparziale.

“Non si può proprio dire che io sia qui di mia spontanea volontà!” ribatte sprezzante il moro.

“ Bene, noto che la tua lingua d’argento è già stata liberata!” sentenzia il re, volgendo un lieve sguardo di rimprovero a Thor che china il capo remissivo, scena che diverte sottilmente l’imputato.

“Ora saranno decise le tue sorti, nell’interesse di tutto il popolo Asgardiano,” proclama il padre degli dei.

“Cominciamo dagli eventi più remoti, quando con l’inganno ti sei impadronito del trono,” prosegue l’anziano.

“Quelli sì che erano bei tempi!” fa un sorrisetto sfrontato Loki.

“Silenzio, insolente, ti ricordo che sei all’udienza che determinerà il tuo avvenire!” lo ammonisce Odino.

Loki si limita a un cenno del capo,che però non è per nulla remissivo, e attende che continui.

“E’ innegabile che, alla luce dei fatti, tu abbia agito per il bene di Asgard, cercando di sconfiggere i nostri nemici più efferati; pur macchiandoti di uno sleale doppio gioco per riuscire nel tuo intento. Le tue motivazioni erano giuste, sono stati i metodi a non esserlo.” sentenzia il re, facendo una pausa di riflessione.

Loki è assai sorpreso da quel responso, ma preferisce non proferire alcun verbo.

 “ Per quanto riguarda il distruttore che hai spedito su Midgard,è stata un’azione grave e sconsiderata,”  lo rimprovera Odino. “D’altro canto, la città era stata evacuata, quindi hai solo creato un gran caos, cumuli di macerie, ma nessun danno davvero irreparabile. Sono molto più devastanti i terremoti, i tornado e altre calamità naturali che si abbattono sovente su quel regno.”

“Padre, mi stai forse sfidando?” lo interrompe Loki, sentendosi insultato.

Il volto di Odino s’illumina, Frigga sorride, così come Thor, e Loki si rende conto troppo tardi di quel che ha detto, maledicendo se stesso e la sua impulsività.

“Per te è un’offesa, Loki. Per me una lode.” asserisce il saggio re.

“Diversa è la faccenda su Midgard, legata alla tua alleanza con i Chitauri e al furto del tesseract, è stato un atto deplorevole e infimo!” si fa più autoritario.

“E’ deplorevole il fatto che si siano rivelati un esercito così scadente quegli inetti!” borbotta il dio del Caos.

“Loki, sei al cospetto del padre degli dei, prima della tua sentenza, comportati a modo!” lo mette in guardia Thor, temendo una brusca reazione da parte del padre, che possa quindi compromettere il destino del reo.

 Non sembra che ciò avvenga, al contrario, Odino sembra raddolcirsi, scambiandosi uno sguardo complice con Frigga.

“Tuttavia, non bisogna dimenticare che tu eri in uno stato emotivo notevolmente vulnerabile: avevi da poco scoperto di essere stato adottato e poi sei precipitato nelle profondità dello spazio. Sono cose che metterebbero a dura prova chiunque!” afferma.

“E’ inutile che cerchi di indorarmi la pillola. Dacci un taglio e condannami alle prigioni eterne negli abissi del regno!” lo interrompe irritato Loki.

Lui detesta essere compatito.

“Non osare interrompermi!” sbotta il re.

“Loki, non far arrabbiare tuo padre e ... non essere così pessimista!” gli fa l’occhiolino Frigga, con un sorriso.

Loki  non capisce il senso di quelle parole, ma riavverte quello strano calore nel cuore, mentre inconsapevole le ricambia il sorriso.

Thor invece non lo guarda, né lui cerca lo sguardo del dio del Tuono.

Il primo perché non sopporta l’idea che dopo aver faticato tanto per riportarlo a casa, poi glielo portino via per sempre;  il secondo perché ha paura di trovare lo sdegno e il disprezzo nei suoi occhi e non vuole associare uno sguardo del genere al loro addio.

“Loki, io, Odino, in qualità di Sovrano di Asgard e padre degli dei, ti condanno…” sentenzia imponente Odino.

Thor se ne sta con lo sguardo fisso a terra e stringe le nocche fino ad arrestarne la circolazione del sangue; mentre Loki è teso come una corda di violino.

Può fingere indifferenza e sprezzo con tutti gli altri, ma la verità è che ha una paura folle di quell’udienza.

“A riflettere su quello che hai fatto!” proclama il suo verdetto il re.

Loki lo guarda scettico.

“Tutto qui?” inarca un sopracciglio, con aria interrogativa, domandandosi se si stiano facendo beffe di lui.
 
Quella notizia coglie piacevolmente di sorpresa anche Thor, che però non dice niente.

“Lascia che te lo spieghi meglio. E’ stata edificata una torre dove verrai condotto e isolato, condizione che ti potrà permettere di riflettere sulle tue azioni scriteriate e capire quello che vuoi veramente.” chiarisce Odino. “Non ti verrà negata la luce del sole o la visuale delle nostre splendide terre, non ti mancheranno i viveri, riceverai tutte le cure  necessarie, ma sarai privato dei tuoi poteri “ e dicendolo, lancia un fascio di luce che attraversa  totalmente Loki,  che con un urlo dolorante  si accascia sul pavimento,indebolito; non avvertendo più quella piacevole energia pulsare  nelle sue vene, che ora gli sembrano svuotate.

“Ma soprattutto non potrai essere avvicinato da nessuno.” aggiunge il padre degli dei.


Nuovamente, Loki avverte una notevole tensione attraversargli il corpo, non gradendo per niente quella prospettiva di nera solitudine; mentre Thor deve fare appello a tutto il suo autocontrollo per non gridare in frustrazione.

“Nessuno all’infuori di una persona soltanto.” precisa Odino, creando l’ennesima suspense.

Loki non osa nemmeno sperarlo che sia pronunciato quel nome; perché non si crede meritevole di una tale fortuna.

Thor si appella a quell’ultimo brandello di speranza con tutte le sue forze.

“Thor è l’unico che potrà farti visita, ogni giorno, dopo il tramonto, poiché dovrà dedicare le ore diurne agli allenamenti e a temprare il proprio spirito.” annuncia il padre degli dei.

Il dio degli Inganni maschera abilmente la sua contentezza in una smorfia di profondo fastidio, sbuffando e alzando gli occhi; mentre il dio del Tuono, lungi dal nascondersi, sfodera un sorriso solare e un piccolo grido di esultanza.

“Thor è quello che fra noi tutti ti conosce meglio, quello che più difficilmente puoi ingannare!” specifica il re.


“Beh, quando gli ho detto che eri morto c’è cascato con tutte le scarpe!” ridacchia Loki, cercando di rialzarsi e riuscendoci, anche se a fatica.

“Hey! A quel tempo ero io quello in uno stato emotivo notevolmente vulnerabile!” sbotta Thor, guardandolo minaccioso.

Frigga li guarda confusa.

“Cascarci con tutte le scarpe?” ripete, accigliandosi.

“E’ un modo di dire da Midgardiani, madre!” le spiega Thor.

“Già.  In parole povere, significa che il tuo figlio maggiore è un gran boccalone!” aggiunge Loki, scambiandosi uno sguardo complice con Frigga, che non riesce a trattenere una risatina.

Thor li osserva a lungo. In fondo sa che per Frigga Loki è sempre stato un po’ il suo preferito e che fra loro c’è sempre stata quella sorta di connessione speciale di cui lui ne è lievemente geloso; ma se serve a riavvicinare il suo amato fratello alla famiglia non può che approvarla.

“Devo ammettere che i Midgardiani hanno un divertente linguaggio!” commenta Loki divertito.

“Figlio mio, ti manca Midgard?” gli chiede con melanconica apprensione la donna.

Loki scuote la testa, mentre lancia uno sguardo sfuggevole a Thor.

“No, il mio posto non è là.” mormora. “Ciò non vuol dire che sia qui!” si sente in dovere di aggiungere subito dopo, con fare scorbutico.

Il re scende dal trono e si avvicina all’imputato, decretando così la fine dell’udienza.


Anche Frigga e Thor lo raggiungono.

“Stammi ad ascoltare bene, Loki. Ho scelto Thor, soprattutto perché voglio che recuperiate l’affetto, l’amicizia e il forte legame fraterno che sussisteva fra voi prima di quell’amara scoperta!” confessa il padre degli dei.

“Te lo puoi scordare!” sbotta Loki. “Faccio ancora in tempo a optare per le prigioni eterne?”

“Loki, non sto scherzando!” tuona Odino.

“Se è per questo, nemmeno io!” ribatte spavaldo il dio più giovane.

“Ad ogni modo, non mi sembra di averti mai messo di fronte ad una scelta!” gli fa notare Odino, con un ghigno furbetto. “Voglio che torniate a essere fratelli, perché non è il sangue a deciderlo ed è quello che siete!” ribadisce, serio e impassibile come non mai.

“Oh, padre, farò in modo che il tuo volere sia rispettato!” assicura Thor, contenendo a stento la sua gioia.

“E sentiamo, quanto durerà il mio isolamento … con l’eccezione a parte?” domanda Loki, sbuffando scocciato in direzione di Thor.

 “Oh, tutto il tempo necessario, dovesse volerci l’eternità stessa! Me ne accorgerò personalmente quando sarai pronto a tornare libero, confidando nel fatto che non abuserai di quella libertà per perderti un’altra volta!” sentenzia il sovrano.

“E tu come lo saprai?” lo mette in difficoltà Loki.

“Lo saprò e basta. Figlio mio, perché per quanto tu ti ostini ad obiettare, è questo quello che sei per me, “ commenta Odino, incurante delle smorfie di disappunto del moro e dell’astio nel suo sguardo. “Non ti vedrò più per credo molto tempo.”

Questo lo porta ad abbracciarlo, con Loki che tenta di divincolarsi, restio a quel gesto, ma solo in parte, perché ne è colpito, anche se non lo ammetterà mai.

 “Fa buon uso dell’opportunità che ti concedo.” si separa da lui il re.


Anche Frigga abbraccia Loki un’ultima volta e fra loro non serve nessuna parola.

Thor e Odino si scambiano un cenno d’intesa e, scortato da alcune guardie reali, il dio del Tuono si accinge a portare Loki fuori dalla reggia, diretti a quella che sarà la sua nuova dimora.

“Mio re, sei sicuro che funzionerà?” domanda Frigga, stringendosi al marito, mentre osserva Loki venire allontanato gradualmente, fino a scomparire del tutto dalla sua visuale.

“Mia cara, non temere, ciò a cui abbiamo assistito oggi mi fa capire che forse c’è ancora una speranza!” la rincuora Odino. “E poi dovresti saperlo, nelle mie decisioni c’è sempre un disegno preciso!”
 

TBC
 

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Capitolo 2
*** I: The tower ***


Buonanotte fonda e inoltrata!!
Non so per quale strano motivo, questa storia venga sempre aggiornata ad orari improbabili.. e a livelli d’insonnia devastanti.
Ma almeno sono stata di parola! ^^
Io non immaginavo nemmeno minimamente che questa storiella riscontrasse un tale interesse. Grazie di cuore per tutti i vostri meravigliosi commenti e grazie anche a chi segue e basta (oh miei dei, ma quante siete? O.O)
Se da una parte mi fa un enorme piacere, dall’altra mi terrorizza, perché mi sento sottopressione e ora rischio di deludere un trilione di aspettative. :/
Ci terrei a precisare che questa nasce come una FF leggerina e come tale va presa, ok? Più che altro cerco di sfruttare appieno la componente comica che è presente in ‘The Avengers’…  e spero vi diverta in alcuni punti,  se poi i personaggi non dovessero più risultarvi credibili, me ne scuso immensamente e dal prossimo capitolo apporrò un bell’OOC
Detto questo vi lascio alla lettura (è un capitolo piuttosto lunghetto, non odiatemi XD ma non potevo proprio scinderlo) e mi preparo a un’ondata di bandierine arancioni… o azzurrine se son più fortunata!
 
 
 
 
Capitolo I: The tower


A pochi metri dall’uscita dal palazzo reale, Thor si volta verso le guardie che lo stanno scortando.

“Basta così, potete tornare da mio padre!” sentenzia il dio del Tuono.

“Ne è sicuro?” si accerta uno degli uomini della scorta.

“Certo,  lo porterò fino alla torre per conto mio. So badare a lui!” assicura Thor.

“Badare a me? Ma come ti permetti? Non sono un maledetto poppante e tu non sei la mia dannata balia!” sbotta Loki, sentendosi insultato.

In risposta, riceve dal biondo solo una vigorosa strattonata alle catene, che lo rendono più mansueto.

“Ma, principe…” si oppone un altro degli uomini.

“L’hai sentito, no? Lui non vi vuole fra i piedi, inutili scagnozzi!” sibila Loki, guardandolo con aria di superiorità, nonostante la condizione in cui verte. “Non vorrete certo contraddire il volere del futuro re di Asgard? Io non credo che sia una mossa saggia!” prosegue, assaporando quella piccola vittoria quando li vede allontanarsi.

“Ce la stavo facendo anche da solo!” protesta Thor.

“Permettimi di dissentire, la dialettica non è mai stata il tuo forte!” commenta Loki, con una risatina divertita.

“Certo, avrei apprezzato di più se avessi fatto quel discorso del futuro re con un po’ meno sprezzo.”  borbotta Thor, un po’ risentito.

“Sei o non sei il futuro re di Asgard?” lo interrompe Loki, secco.

“Sì, ma…”

“Fine del discorso!” sentenzia l’altro, piccato, mentre i due raggiungono finalmente l’uscita.


 
Appena fuori, Loki inspira l’aria a pieni polmoni, perché ora gli sembra che anche quella abbia un sapore diverso.

I suoi respiri prima di varcare la soglia della reggia erano di un condannato nella più totale rassegnazione, ora sono sempre quelli di un condannato, ma con una speranza.

Solo che Loki non è ancora riuscito a decifrare bene quale sia questa speranza: riuscire a scappare? Far terminare quella prigionia il prima possibile? Cercare un modo alternativo di riacquisire i suoi immensi poteri?
La sua espressione poco convinta lo fa desistere dal credere che siano quelle le risposte che cerca.

 
A Thor poco importa dell’aria che respira, ciò che più gli sta a cuore è uscire dalla reggia così come c’è entrato: con suo fratello appresso, ancora lì con lui, a stuzzicarlo, tediarlo, insultarlo, schernirlo, vessarlo; insomma, a rendergli la sua immortale esistenza più interessante.

Peccato che il suo suddetto fratello non stia facendo nulla di tutto questo al momento.


“Beh, che ti prende, non parli più? Guarda che ci aspetta una passeggiata non indifferente, non vorrai startene zitto lungo tutto il tragitto, spero!” lo scuote dai suoi pensieri il dio del Tuono.

Loki si volta verso di lui, rivolgendogli uno sguardo di sufficienza, dopodiché si rigira, con un piccolo ghigno che compare sul suo volto.

A quanto pare ha appena trovato un altro modo per infastidire il suo interlocutore e la cosa non gli richiede alcuno sforzo, perché non deve fare assolutamente nulla.

Proseguono per qualche isolato, prima che Thor si arresti bruscamente, strattonando così anche Loki, che stava procedendo di buon passo.

“Non siamo nemmeno a metà strada ancora! Questo silenzio mi sta uccidendo!” si lamenta il biondo.

Loki mostra un sorriso compiaciuto.

“E ora quel sorriso che significa? Oh, sì … certo, perché ho detto che qualcosa mi sta uccidendo. Sempre carino tu!” sbuffa l’altro, irritato, allargando così il sorriso del moro, che annuisce vigorosamente.

“Ma come? Prima hai insistito tanto perché ti levassi il bavaglio magico... e ora non mi parli più?” torna alla carica il più grande.

 “E’ un mio diritto inderogabile scegliere di non rivolgerti più la parola per tutto il giorno!” puntualizza Loki.

“Ah-ah, per dirlo mi hai parlato!” lo coglie alla sprovvista Thor, col sorriso di chi sa.

Loki sbuffa indispettito, mentre Thor trova il rovescio della medaglia in quella situazione e il suo volto s’illumina di una luce quasi inquietante.

“E va bene, fratellino, condannami pure al tuo silenzio, ciò non vuol dire che non mi puoi ascoltare tu.” deduce. “E sai quanto io possa essere chiacchierone!” aggiunge in tono minaccioso.
Loki lo guarda agitato.


Lo sa, eccome, quanto possa esserlo.

“Vediamo, da cosa posso cominciare?” sogghigna Thor, privo di qualsiasi pietà. “ Ti racconto di nuovo di come ho avuto il mio Mjolnir? O di quando ho sconfitto quell’esercito di elfi? O quella volta che i Pentapalmi…”

“No, i Pentapalmi, no! Mi arrendo!” lo interrompe Loki, raggiungendo il limite di sopportazione.

“Vuoi che parliamo? Bene, parliamo. Tu non sapevi niente della torre che ha fatto erigere Odino?” lo interroga il dio degli Inganni.

“Sì, me ne aveva anche parlato, prima che partissi con l’intento di riportarti a casa.” confessa il dio del Tuono.

“E non t’è sorto nessun dubbio?” continua il suo terzo grado l’altro.

“Beh, no… non ho collegato le due cose … pensavo fosse una costruzione per abbellire Asgard e  incrementare il turismo.” si giustifica Thor.

“Il turismo? Qui? Con il Bifrost fuori uso?” gli fa notare Loki, alquanto alterato.

“In effetti hai ragione … dovevo arrivarci che avrebbe avuto un altro utilizzo!” riflette ad alta voce Thor, mentre continuano a incamminarsi.

“Oltre alla dialettica, nemmeno la perspicacia è il tuo forte!” borbotta fra i denti il moro.

“Oh andiamo, nemmeno tu ti aspettavi una tale sentenza, Mr. Finirò-alle-prigioni-eterne … e non credo che vedere quella torre ti avrebbe dato qualche indizio!” ribatte Thor.

“Touchè.” riconosce Loki. “Però, non lo trovi buffo?” aggiunge istantaneamente, forse per esigenza di cambiare argomento .

“Cosa?” lo interroga con lo sguardo Thor.

“Mi sono applicato per tanti anni, cercando di riuscire brillantemente negli studi, di compiere le magie più complesse, di mostrarmi sempre all’altezza di ogni situazione; però, a quanto pare, dovevo solo cercare di distruggere due regni per ottenere un abbraccio da nostro padre!”  commenta Loki, e per quanto cerchi di mascherarlo con il suo immancabile sarcasmo, è evidente che ci sia anche una percentuale di profonda amarezza in quell’affermazione.

Un istante dopo, si sente stritolare dalle braccia di Thor che lo abbraccia da dietro.

“No, Loki, non parlare così!” mormora il biondo.

Di nuovo quella sensazione inaspettata che fa sussultare Loki, facendolo mettere prontamente sulla difensiva.

“Levati di dosso e non ci provare mai più!” quasi ringhia Loki, dimenandosi come un’anguilla.

Thor obbedisce, lasciandolo andare... a malincuore, se deve essere sincero con se stesso.

“Scusami, è solo che mi sembrava avessi bisogno di un po’ di conforto.” si giustifica il più grande, guardando un punto indefinito nel cielo.

“Non era nei miei piani darti quell’impressione!” ribatte scorbutico il più giovane.

“Ad ogni modo, l’hai ridetto!” puntualizza Thor.

“Cosa?” sbuffa l’altro.

“Padre!” mostra un sorrisone vittorioso Thor.

“E va bene, può darsi che quella stupida parola, svuotata di qualsiasi connotato emotivo, mi sia sfuggita, ma è tutto il giorno che ho questi insensati momenti di debolezza … credo sia dovuto al jet-lag!” borbotta Loki.

“Jet-lag?” lo guarda perplesso Thor. “Cos’è? Un incantesimo che volevi praticare?”

“No, ignorantone di primo livello! E’ un disturbo che hanno i patetici mortali quando fanno grandi viaggi che li portano a cambiare orari e abitudini, cosa che li confonde e li intorpidisce un poco. E se quegli esseri inutili fanno tante storie per un viaggetto da niente, permetti che dopo aver attraversato * due regni * io ne possa risentire un po’?” si giustifica il moro.

“Io ho viaggiato con te, eppure sono fresco come una rosa!” ribatte il biondo, con fierezza.

“Probabilmente voi Asgardiani non ne soffrite!” taglia corto Loki, per poi rivolgergli un sorriso provocatorio.  “Hai un futuro come hostess!”

 “Non so cosa sia l’hostess ma sono certo che tu non mi abbia detto nulla di gradevole!” borbotta Thor, risentito, mentre lo strattona per le strade.

Stavolta è Loki che si arresta di colpo e gli rivolge il suo migliore finto sguardo ferito.

“Come puoi pensarle queste cose di me?” si professa nella sua interpretazione più melodrammatica.

“Sta’ zitto!” inveisce Thor.

Loki sfodera un ghigno vittorioso.

 Sono queste le parole che voleva sentire.

“Sei tu che volevi che io parlassi!” gli dà scacco matto il dio del Caos, con una risatina divertita.

“Me ne pento!” alza gli occhi Thor.



Tra battibecchi di svariata natura il cammino procede con un ritmo sostenuto e finalmente i due giungono alla torre, un maestoso edificio in pietra che si staglia in tutta la sua imponenza nel punto più alto di tutta Asgard.

“Benvenuto nella tua nuova dimora!” sentenzia Thor, tirando il portone e spingendo l’altro al suo interno, dove gli attende una ripida e tortuosa scalinata non indifferente.

“Ecco, questo è uno di quei momenti in cui vorrei tanto i miei poteri, per materializzarmi già in cima!” commenta sconsolato Loki, alzando la testa e facendo un tanto rapido quanto allarmante  calcolo della distanza che li separa.

“Muoviti, pelandrone, un po’ di esercizio fisico non ha mai ucciso nessuno!” lo canzona il futuro re, strattonandolo verso i primi gradini.

“Vuoi dire che tu ti farai questa sfacchinata ogni volta che mi vieni a trovare?” domanda il moro, avanzando progressivamente e cominciando ad avere il respiro affannato.

“Vuoi scherzare? Dalla prossima volta ci verrò volando col mio martello!” ridacchia Thor.

“Ti odio!” mugugna Loki, ma tutto ciò che riceve in risposta è una risata ancora più divertita.
 
Arrivano in cima e mentre riprendono fiato, Loki si guarda intorno.

C’è un letto con un guanciale, un tavolino dov’è posta una lampada, una porta chiusa, dove deduce si trovi  il bagno e un’altra porta, socchiusa, che gli fa intravvedere qualcosa che lo aggrada.

“E’ quello che gli umani definirebbero un hotel piuttosto scadente. E io lo so, sono stato in più di un hotel durante la mia permanenza a Midgard, posti tutto sommato piacevoli, anche se non ho mai capito che cosa volessero quando mi chiedevano una mancia, nel dubbio davo loro una scossa col mio scettro e ti assicuro che dopo non mi scocciavano più!” sogghigna Loki al ricordo.


“Loki, la magia non è sempre la risposta!” lo redarguisce pazientemente il biondo, avvicinandosi a lui, ma il moro si scosta subito, piuttosto bruscamente.

“Forse non è sempre la risposta, ma è senza dubbio la soluzione più comoda!” ridacchia il dio più giovane. “Ad ogni modo, quei posti erano di gran lunga più sfarzosi di questo!” borbotta , andando verso la porta socchiusa, che lo conduce a una balaustra dalla quale si può scorgere tutta Asgard.

“Se non altro c’è una bella vista!” commenta con un sorrisetto.

“Loki, non mi risulta che tu sia qui in vacanza! C’è il minimo indispensabile, quindi fattelo bastare!” ribatte secco Thor. “E ora vieni qui!” lo chiama a sé.

Loki obbedisce e nel giro di qualche secondo vede tutte le catene accasciarsi a terra, con un tonfo assordante, compiendo soddisfatto tutti i movimenti che desidera.

“Queste ormai non ti servono più!” gli sorride Thor, mentre l’altro si massaggia i polsi e le caviglie indolenziti.

“Bene, il mio compito qui è terminato.” annuncia il dio del Tuono, raccogliendo le catene.

Loki vorrebbe protestare con un labile ‘di già?’ ma riesce a controllarsi.

“ Questa è stata una piccola ma necessaria eccezione alla regola. D’ora in poi verrò a trovarti solo dopo il tramonto!” spiega Thor, avviandosi alla porta che conduce alle scale, prima di voltarsi un’ultima volta verso il moro. “Prendi confidenza con questo posto , fratello. Ci passerai molto , moltissimo tempo! Ah non serve che ti dica che non ci devi nemmeno provare a fuggire, una barriera magica ti impedisce di accedere alle scale!” lo avvisa e  sfodera un sorriso furbetto, andandosene.

Non sa determinare se è per l’appellativo col quale gli si è rivolto o quello che gli ha detto, ma Thor può sentire le grida di frustrazione di Loki anche mentre lascia l’edificio.
La cosa non fa che divertire il dio dei Fulmini.
 


 
Una volta rimasto solo, Loki gironzola attorno a quella stanza, dal perimetro piuttosto modesto.

Mai, nemmeno nelle sue più rosee aspettative, si sarebbe aspettato di venir risparmiato a quel modo,non  dopo quei gravi crimini di cui sa benissimo di essersi macchiato.

- Evidentemente Odino sta un po’ perdendo i colpi! – considera, mentre torna alla balaustra; notando come l’intero regno, dapprima deserto, ora si stia a poco a poco ripopolando, sicuramente su ordine di Thor.

Perché mai riservargli una tale premura?

- Perché a furia di passare così tanto tempo coi suoi amichetti mortali s’è rammollito, ecco perché!- pensa innervosito, stringendosi le nocche.

Non se lo sa spiegare il perché, ma l’idea del biondo dio in compagnia di quegli stupidi umani con la presunzione di fare i pseudo - supereroi, magari ridendo di lui insieme a loro, gli manda il sangue in ebollizione il che è tutto dire per un Gigante di Ghiaccio!

- Dovrebbe essere il contrario, lui dovrebbe ridere di loro con me. Decanta che noi siamo fratelli ogni maledetto minuto di ogni maledetta ora di ogni maledetto giorno, bene, che faccia davvero qualcosa da fratello, allora!-

E poi, inconsapevolmente, Loki si ritrova a pensare a quella sensazione di essere stato fra le sue braccia, in ben due occasioni nel corso di quella stessa mattinata.

- Stupido sentimentale!- pensa irritato, o meglio, vorrebbe essere irritato, ma la verità è che nemmeno il dio delle Bugie può mentire a se stesso.

Loki cerca di concentrasi su qualcos’altro da fare, ma il problema è che non ha nulla da fare.

Le uniche opzioni disponibili sono disfare e rifare il letto fino allo sfinimento o continuare ad accendere e spegnare quella lampada, fino a fulminarla.

Il dio degli Inganni si domanda perché in quella stanza sia presente una cosa così primitiva come una lampada terrestre elettrica a pile.

Evidentemente, dotarlo di qualcosa di più sofisticato, magari addirittura magico, sarebbe stato controproducente e rischioso.

- Allora in fondo il vecchio sa ancora il fatto suo!- pondera il giovane, con un sorriso divertito, nonostante tutto.

Se non altro, gli è in qualche modo riconoscente del fatto che non ci sia nessuno di quei rudimentali aggeggi che i Midgardiani chiamano orologi, altrimenti si sarebbe ritrovato a fissarne il centellinato scorrere delle lancette, per tutto il giorno, che gli sarebbe parso ancora più interminabile.

Loki non riesce proprio a capire questa strana ossessione che hanno gli umani di controllare il tempo.

Sarà che lui è un dio immortale, il tempo è l’ultimo dei suoi problemi.

Con uno sbuffo, emesso forse per colmare quel silenzio opprimente, Loki si siede sul letto, reggendosi il mento fra le mani.

Osserva la balaustra e considera  l’altezza vertiginosa  che lo separa dalla libertà.

Questo gli fa tornare in mente una delle fiabe Midgardiane che Frigga era solita raccontare loro da bambini.

Parlava di una bella fanciulla, tenuta rinchiusa in una torre da una perfida strega, che un giorno aveva conosciuto un principe e lui l’aveva raggiunta, arrampicandosi sulla sua lunghissima treccia di capelli.

Thor, a quel tempo, interrompeva la madre, elencando sovreccitato i mille e più modi in cui lui avrebbe ucciso la perfida strega; ma Loki si concentrava sulle sensazioni della principessa, immaginando quanto dovesse essere insopportabile quella prigionia.

Chi l’avrebbe detto che un giorno avrebbe seguito un destino analogo?

Mentre rivanga quei ricordi, tanto sereni e amabili, quanto lontani e fuggitivi , si passa una mano fra i capelli corvini, arrotolandosi una ciocca fra le dita.

- Peccato che i miei sono troppo corti e poi nessuno verrebbe a salvarmi-  valuta, scoppiando a ridere l’istante seguente, per quel pensiero così scioccamente infantile.


Ma quell’atmosfera d’ilarità ha breve durata, perché presto la sua mente è invasa da ben meno allietanti pensieri.

Quella solitudine è deleteria.

Finché stava su Midgard, aveva solo il suo piano di conquista in testa, c’era sempre qualcosa da fare, qualche escamotage da trovare , qualche individuo da circuire, qualche obiettivo da distruggere.
Ora invece i ricordi di ciò che ha compiuto lo assalgono, nitidi e spietati, facendogli insorgere dubbi che non pensava minimamente di avere.

Per la prima volta, mentre si circonda la testa fra le mani, preda dell’angoscia , Loki si rende conto di quanto sia efficace la punizione che Odino gli ha inferto.

La cosa peggiore è non è nemmeno sottoposto a torture, come si aspettava, e quindi non può affidarsi al dolore fisico che gli annebbi la mente, che invece è sempre più  libera di ricordare, riflettere, dedurre, capire.

 Pensa a quanti bambini ha lasciato probabilmente orfani.

- Se avevano un padre come il mio, sai quello vero, sia quello adottivo, ho fatto loro soltanto un favore!- pensa, aggrappandosi a questa convinzione.



Loki sorride. Ha trovato un modo per impiegare il tempo: resistere a quell’ignobile senso di colpa che vuole avere la meglio su di lui, perché lui è il dio del Caos, lui non può cedere, mai.


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Loki si risveglia, senza nemmeno accorgersi di essersi addormentato, non appena sente qualcuno bussare alla porta.

Evidentemente, la resistenza gli deve essere costata molti sforzi e quello è il risultato.

Stropicciandosi la faccia, il dio degli Inganni si alza pigramente dal letto, accendendo la lampada, dato che ormai è buio, e andando ad aprire.

Non ha dubbi su chi possa essere.

“Hey, fratellino!” lo saluta festoso Thor, varcando la soglia senza troppi convenevoli, appoggiando sul letto quello che regge fra le mani.

Loki fissa l’uscio e lentamente, porta la punta del dito indice verso la soglia, avvertendo subito una spiacevolissima scossa elettrica, cosa che gli fa subito ritrarre il dito.

“Io te l’avevo detto.” ridacchia Thor.

“Volevo accertarmene di persona!” sbuffa Loki, risistemandosi e andando verso di lui.

“Ti ho portato la cena!” dice il biondo, porgendogli il contenuto avvolto in un tovagliolo e appoggiando la brocca d’acqua sul tavolo, vicino alla lampada.

“Pane e acqua? Cos’è, avete paura che mi rimetta troppo in forze?” borbotta il moro, scoprendo il contenuto all’interno del tovagliolo.

“Lo sai che non dipende da me …  ma almeno non deperisci!” ribatte Thor.

“E comunque non ho fame, puoi anche portare via tutto, puoi anche andartene via tu!” sbotta Loki, sprezzante.

“Non ci penso nemmeno!  Ora tu ed io ci facciamo una bella chiacchierata!” annuncia Thor, sedendosi sul letto ed invitandolo a fare altrettanto.

Seppur riluttante, l’altro obbedisce.

“Allora com’è andata la prima giornata qui?” s’incuriosisce Thor.

“Non sono affari che ti riguardano!” sibila il dio più giovane. “E tu hai fatto i tuoi preziosi allenamenti?” domanda in tono canzonatorio subito dopo.

“Oh sì, e Sif, Fandral e gli altri non hanno fatto altro che chiedermi di te tutto il tempo!” lo informa il dio più grande.

“Ah sì? E che hanno detto?”

“Non sono affari che ti riguardano!” lo cita di proposito Thor, con un ghigno quasi sadico.

“Molto, astuto, Thor!” sbuffa Loki. “Ma non ti rivelerò nulla della mia giornata comunque. Diciamo solo che è passata!”

“Allora dimmi che ne pensi della torre, ti piace?” cerca un altro spunto di conversazione il biondo, cocciuto come pochi.

“Beh, certo che la Stark Tower  di quel milionario strampalato era tutta un’altra cosa! Non a caso l’avevo designato come luogo del mio trionfo!” commenta il moro.

“Mi stai dicendo che preferiresti startene da lui, a Midgard?” domanda desolato il fratello.

“Piuttosto la morte! Intendevo solo che volevo la sua torre, qui, quella sì che è alta tecnologia!” chiarisce Loki, con evidente sollievo nello sguardo di Thor, che però non sfugge all’altro.

 “Hey, ma … sei forse geloso, *fratello*?”  lo punzecchia, pronunciando l’ultima parola con palese tono di scherno.

“Non essere sciocco!” sbotta Thor, ma arrossisce e preferisce guardare altrove.

Per Loki è una piccola vittoria.

“Non vorrei mai stare con quel pomposo, arrogante pallone gonfiato dal cuore incorruttibile!” aggiunge.

“Come, scusa?” torna a guardarlo Thor.

“Lascia perdere!”  fa un gesto con la mano Loki “Era molto più divertente quello ossessionato con le sue frecce, sicuro.. quando non stava lì a struggersi per la sua vulvetta lamentosa!” alza gli occhi al ricordo.

“Hanno un nome, tutti loro, lo sai?” gli fa notare il biondo.

“Perché dovrei prendermi la briga di ricordarmeli? Soprattutto quello del pallone gonfiato, lui non ha fatto che riempirmi di odiosi nomignoli!” brontola il moro.

“Davvero? E quali?” si incuriosisce il suo interlocutore.

“E’ successo quando tu non eri ancora arrivato, prima mi ha chiamato ‘piccolo cervo ‘ e poi ‘rockettaro molto arrendevole!’ … son cose che non si dimenticano!” digrigna i denti il più piccolo, ancora di più quando sente ridacchiare Thor.

“Però ... dai, piccolo cervo è così carino!” si giustifica il biondo.

“Io non voglio essere carino!” protesta Loki, pestando i piedi indignato.

- Così sei solo ancora più adorabile! – si ritrova a pensare il dio del Tuono, cercando di imporsi di smettere di guardarlo, prima che se ne accorga.

“La vuoi sapere una cosa? Occhio di Falco mi ha detto che Capitan America gli ha detto che Tony ti ha chiamato anche … Diva!” lo mette al corrente Thor, con un risolino.

Loki scatta in piedi fulmineo e corre verso la balaustra.

“Quell’infame tutto latta e niente cervello! Come osa? Insultare me, il potente, inarrivabile, unico ed eccelso dio degli Inganni?! Vile moscerino terrestre!  Ma io lo riduco poltiglia,  io esco da qui e gli sbullono l’armatura, gli disattivo quei dannati braccialetti e poi lo scaravento dalla cima della sua stradannata torre una volta per tutte!” sbotta furente, ma Thor frena sia i suoi movimenti.

“Sta’ fermo qui, ora come ora ti spiaccicheresti al suolo e basta e il moscerino in questione saresti tu!” lo fa desistere, riportandolo verso il letto.

“Non ho proprio idea di come abbia potuto definirti una diva!” commenta con lampante ironia Thor, beccandosi così una gomitata nello stomaco da parte del moro.

“ Datti una calmata!  Guarda che Tony è fatto così,  aveva nomignoli per tutti, anche per me.” gli confessa.

“Davvero?” sorride Loki, più tranquillizzato.

Thor non solo glieli svela, ma gli racconta qualche aneddoto divertente sulla sua convivenza con gli altri Avengers; e Loki lo ascolta rallegrato, ridendo assieme a lui di certe situazioni in cui si sono trovati quei terrestri.

E’ proprio come voleva che fosse, Loki è felice di vederlo fare veramente il fratello, ma ovviamente non glielo dirà mai.


“Tornando al discorso del rockettaro arrendevole … potresti tramutarlo in realtà. Sai, su Midgard ci sono quelle cose strane che fanno un gran fracasso, chitarra elettrica  mi sembra che si chiami..” commenta Thor.

“E’ un arma micidiale?” domanda allettato Loki.  
         
Thor scoppia  a ridere.

“Ora chi è l’ignorantone di primo livello? “ gli rinfaccia. “Beh,  se sei negato a usarla lo è, per chi ti ascolta! E’ uno strumento musicale, molto diverso dalle nostre arpe , i violini o i flauti” ridacchia è. “Il punto è che potresti provare a far pratica, qui sei isolato acusticamente. E tanto di tempo libero ne avrai a bizzeffe! ” gli ricorda pungente il biondo; ma è un’altra la questione che preme al moro.

“Mi stai dicendo che posso avanzare delle richieste?” lo scruta, con gli occhi smeraldini accesi d’interesse.

 “Sì, immagino sia possibile, ma col tempo e solo se maturi … come dire, una buona condotta!” spiega l’altro.

Lo sguardo di Loki si accende ancor più di entusiasmo, ma Thor glielo smorza a priori.

“Ovviamente, fratellino caro, mi sembra abbastanza intuitivo che non potrai richiedere nulla di magico … perciò scordati rune, libri di incantesimi e via dicendo!” sentenzia inflessibile.

“Ovviamente!” ripete Loki, in uno sbuffo, incrociando le braccia al petto.


 
“Ora in piedi, è ora di farti un bel bagno!” lo informa Thor, alzandosi.


“Come?”

“Oh, andiamo, sarai stanco di indossare la tua tenuta da battaglia, ti ho portato delle vesti pulite e molto più comodi!” prosegue l’altro, mostrandogli una delle sue vecchie tenute di tessuto nero, adagiata con cura all’angolo del letto.

“Sì … in effetti non mi dispiacerebbe un cambio.” ammette Loki.

“Molto bene, allora procediamo!” dichiara Thor, andando verso il bagno.

“In che senso procediamo?! Tu cosa avresti intenzione di fare?” s’inquieta il più giovane.

“Mi sembra ovvio, penso alla tua cura!” afferma il più grande. “Sei pur sempre un principe e su questo regno non si è mai visto un principe fare il bagno da solo!”

“Stai scherzando, vero?” lo fissa con diffidenza l’altro.

“Se io fossi un’ancella non faresti tutte queste storie!” sbuffa il biondo.

“E’ vero, ma tu *non* sei un’ancella!  E non ci penso proprio a farmi vedere nudo da mio fratello!” si scandalizza Loki.

“Ma noi *non* siamo fratelli !” puntualizza sagace Thor.

Loki lo guarda confuso.

“Hey, un momento. Esattamente quand’è che tu ed io ci siamo scambiati i ruoli?” domanda, trovando ironica quella situazione.

“Da quando voglio farti il bagno! Se vuoi lo faccio anch’io con te!” si offre Thor.

Loki strabuzza gli occhi terrorizzato.

 “Cosa? Ma ti ha dato di volta il cervello?”

“Da bambini lo facevamo sempre.” si giustifica il più grande.

 “Appunto, Thor. *Da bambini*!” tenta di farlo ragionare il moro.

Il biondo gli mostra un ghigno di sfida.

“Beh, possiamo metterci le paperelle di gomma per rievocare i ricordi!”

 “Fottiti!” sibila Loki.

Thor esplode in una fragorosa risata.

 “Hey, fratellino, che linguaggio! Che ne è del tuo bon ton?”

“L’ho lasciato a Midgard!” ribatte pungente l’altro ed enfatizza tutto facendogli il terzo dito, prima di prendere le vesti, dirigersi  in bagno e chiudersi a chiave per sicurezza.

Thor sorride a quel gesto. Del resto, è a New York che Loki ha passato la maggior parte del suo soggiorno su Midgard, non c’è da stupirsi che abbia imparato qualcosa.

Tuttavia, Thor  l’ ha messo volutamente in difficoltà, con la questione del bagno, sapendo come lui sia sempre stato ritroso sull’argomento; ma la verità è che non gli dispiacerebbe affatto vedere cosa nasconde sotto quelle vesti pompose.

- Immagino sia un corpo perfetto, dotato del giusto equilibrio tra grazia e tonicità –

E’ da quando ha scoperto, con sollievo infinito, che Loki era ancora vivo, che Thor ha cominciato a fare pensieri sempre più strani verso quello che ha sempre considerato suo fratello e la cosa più strabiliante è che non se ne vergogna affatto.

Solo che saperlo lì, dietro una sottile porta, in procinto di denudarsi completamente non è certo d’aiuto per l’autocontrollo del possente Dio del Tuono.






Al di là  della suddetta porta, Loki si è già liberato dei suoi indumenti, immergendosi nel tepore dell’acqua, impreziosita dai Sali minerali profumati di cui è provvisto il bagno.


Si abbandona al più totale relax, riflettendo però sulla discussione appena intercorsa.

La prospettiva di fare il bagno assieme a Thor è sconcertante, amorale.

- Ed incredibilmente eccitante!- si ritrova ad ammettere.

Si passa una mano sul collo, immaginando che sia quella del dio biondo, che lo accarezza dosando con cura delicatezza e irruenza.

Loki mormora sommesso, chiudendo gli occhi, per addentrarsi meglio in quella sensazione.

La mano scorre sui pettorali leggermente scolpiti, poi sfiora l’addome, lo stomaco e prosegue la sua malandrina discesa.



 
TBC

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Capitolo 3
*** II: Mutual desire, cake and chats ***


Buongiorno? Macchè… è sempre notte fonda e sono sempre più insonne e delirante XD
ma.. ma.. ma…. siete troppo meravigliose, io non so che dire *piange lacrime di gioia*
però chiariamo un punto piccino picciò:
io l’ultima volta NON mi sono abbattuta XD, al contrario, dopo l’iniezione di fiducia del prologo ero carica a mille… semplicemente pensavo che fosse un rischio cimentarsi in una storia long dai risvolti comici (anziché una shot demenziale che può stare più sopra le righe (e non le voglio denigrare di certo, io amo le shot demenziali! ^^ ) … mi avete dimostrato che non è così *tira sospirone di sollievo e ringrazia di nuovo tutte*
ah piccola nota: riguardo alla fiaba citata nel capitolo precedente, mi sono dimenticata il Disclaimer , ma è ‘Rapunzel’ ^^ e più che altro ho ipotizzato che Frigga potesse anche essere a conoscenza delle fiabe midgardiane… sai che noia sentire Odino che parla solo di battaglie? XD
buona lettura, perdonatemi il capitolo papiro anche stavolta… mannaggia a me!
ah potesti imbattervi in numerosi deliri, abbondante fluff e sì, anche qualche scena un po’ osè … ma principalmente delirio, io vi ho avvisate XD
 
 
 
Capitolo II : Mutual desire, cake and chats
 
La mano di Loki arriva ad accarezzare la punta della sua virilità che si sta risvegliando, soprattutto perché, con gli occhi ben chiusi, Loki pensa che sia un altro a compiere quelle azioni, che sia un’altra la mano che lo sta esplorando così impudentemente.
Quella di un certo biondo, valoroso, aitante e possente dio del Tuono.

“Mm …” mormora, aumentando l’intensità di quei movimenti, cullato dallo sciacquio dell’acqua che continua a spostare leggermente.

Alterna carezze, quasi esitanti a vere e proprie strette più decise, continuando ad accrescere il proprio piacere.
E tra quelle inebrianti sensazioni, il calore avvolgente dell’acqua e il suo ipnotizzante sciabordio ; per Loki diventa un’impresa  pressoché impossibile non abbandonarsi a quel dolce oblio, tanto da dimenticarsi anche del non poco irrilevante fatto che … lui non sia solo.

“Thoor…” mormora sommesso, allargando il sorriso.

 
Thor continua a tenere lo sguardo incollato alla porta, con un solo pensiero fisso nella sua mente.

- Dall’altra parte c’è Loki nudo. Maestosamente nudo. Oltraggiosamente nudo. Nudamente nudo! – si ripete, non riuscendo nemmeno a formulare pensieri aventi senso compiuto; per poi avvertire un lieve rigonfio nei suoi pantaloni.

- Oh no, sta accadendo di nuovo!- si preoccupa il biondo.

Non è certo la prima volta che gli capita; anzi, sono frequenti le volte che, al sicuro e lontano da sguardi indiscreti, perfino durante la sua permanenza a Midgard, con gli altri Avengers, Thor si è abbandonato a fantasie perverse, audaci e peccaminose che avevano sempre lo stesso protagonista: un certo moro, ammaliante dio degli Inganni dal fascino oscuro.
Solo che non gli è mai capitato di ritrovarsi in quelle imbarazzanti circostanze con soltanto una fragile e sottile porta, o almeno così la vede lui, che lo divide dal responsabile principale delle sue condizioni fisiche e mentali.
Thor si infila una mano nei pantaloni, accertandosi con crescente angoscia che la situazione sta decisamente degenerando.

- Se solo fosse Loki a soddisfare le mie impellenti necessità – pondera Thor, cercando di frenare i bollenti spiriti.

- Così non va affatto bene. Non posso lasciarmi andare agli istinti; Loki potrebbe uscire da un momento all’altro!- rimanda a se stesso, dandosi un contegno e mettendosi davanti il Mjolnir per coprirsi quel rigonfiamento sempre più evidente.

- No,no,no! Thor, devi concentrarti su altro. Pensa che in quella vasca ci sia un Chitauro… uno schifoso, orribile Chitauro nudo, bleah! – si impone Thor, ma per quanti sforzi faccia, nella sua mente le disgustose forme della repellente creatura su cui si focalizza tornano ad essere quelle sinuose e invitanti del bellissimo dio del Caos.

 
“Mm… Thoooor..” mormora nuovamente Loki, stavolta un po’ più ad alta voce, gettando la testa all’indietro, ormai schiavo del godimento.

 
Thor è così intento a pensarlo che gli sembra quasi di poterlo sentire.

“Thoooor!”

No, Thor non se l’è solo sognato. Loki sta chiamando per davvero il suo nome.

Loki è troppo perso nel suo personale regno dell’appagamento euforizzante per rendersi conto che quel nome non lo sta urlando soltanto nella sua mente.

“THHOOOOOOOOORRRR!” grida, ormai giunto all’apice.

“Loki? Che succede? Ti senti male?” domanda a gran voce Thor, dall’altra parte, cercando di riprendersi e riportando così anche il dio più giovane alla realtà dei fatti.
 
- Oh, no! Che ho fatto? Mi ha sentito!- s’allarma Loki, che però stavolta non può ricorrere a nessun sotterfugio magico che lo cavi d’impiccio.

“Loki! Non mi rispondi più? Allora stai male sul serio!” si agita Thor.

“A dire il vero, non sono mai stato meglio!” si lascia sfuggire Loki, non ancora completamente in sé, soprattutto quando comincia ad avvertire il risultato delle precedenti azioni che ha dedicato a se stesso invischiargli leggermente una delle pallide cosce.

“E allora perché gridavi?” lo interroga il biondo.

“Era una prova. Per vedere se eri dotato di almeno una parvenza di riflesso. Pare di sì!” replica con tono di sprezzo il moro, trovando una scusa accettabile.
O almeno così crede.

“Non ti credo. Ora entro!” lo avvisa Thor.

- Cazzo,cazzo,cazzo,cazzo,cazzo!- impreca nella sua mente Loki.

E’ un’altra tipica esclamazione che ha imparato su Midgard e in quel momento la trova liberatoria.

Ma in tema di reazioni liberatorie, è un altro il problema principale che deve risolvere.

- Non può vedermi in questo stato. E se resto in acqua lo vedrà… -

“Per Odino! Thor, ti prego, non aprire quella…”

Troppo tardi.
La spessa porta cade giù in tutta la sua interezza con un assordante boato, grazie a una poderosa spallata di Thor che si precipita nella stanza. Con uno scatto fulmineo dettato dalla disperazione, Loki ha fatto giusto in tempo a prendere le sue vesti usate e rientrare nella vasca, coprendosi con quelle la parte incriminata che finalmente termina il suo rilascio.
Thor corre verso di lui, ma si arresta subito, constatando che in effetti non sembra esserci alcun pericolo; eccetto quello per il suo già labile equilibrio psichico nel vedere Loki quasi completamente nudo, soltanto con quegli indumenti appallottolati a coprire una certa zona di sé.

“Ho portato giù la butta!” esordisce sconclusionatamente il dio del Tuono, incapace di levargli gli occhi di dosso, soprattutto invidiando con tutto se stesso il percorso  delle goccioline d’acqua che dai capelli neri di Loki scendono, percorrendogli il corpo e sparendo in punti che si celano all’ingordo sguardo del biondo.

“Che cosa hai detto?” lo guarda stranito il dio del Caos, ma quello che più nota è come quella tensione non faccia altro che mettergli ancora più in risalto i muscoli baldanzosi che si nascondono sotto ai suoi indumenti.

Tra l’altro, quella sera Thor, libero da qualsiasi costrizione che gli impone il suo alto rango, quand’è a corte, ha scelto di indossare abiti molto più comodi, apparentemente di fattura terrestre, almeno per quanto riguarda il busto, coperto da una camicia grigio perla, leggermente sbottonata.

Loki in fondo è in qualche modo grato a Odino per avergli tolto i suoi poteri magici, perché nell’impulsività del momento, dove gli ormoni stanno ampiamente prevalendo sulla sua fredda razionalità calcolatrice, li avrebbe senza dubbio utilizzati per privare Thor dei suoi indumenti.
Certo, potrebbe anche farlo di persona, saltandogli addosso se non fosse così impegnato a restare nella vasca, a premersi i vestiti inzuppati contro il grembo, per nascondere una certa reazione del suo corpo che alla vista di Thor ha deciso di concedere un altro bis.

“Volevo dire … ho buttato giù la porta!” si corregge Thor, cercando di riguadagnare almeno la facoltà di esprimersi con frasi dotate di senso logico, mentre si accerta che il suo fedele Mjolnir sia ben posizionato al centro delle sue gambe.

“Questo l’ho notato, zoticone primitivo che non sei altro! Ti avevo detto che non c’era nessun pericolo, ma tu fai sempre di testa tua!” sbuffa Loki, schizzandolo abbondantemente d’acqua; ma questo non fa altro che rendere quel tessuto più trasparente.

Quel vedo non vedo sta facendo impazzire Loki.

- Perché non c’è un Hulk incazzoso a sbatacchiarmi a destra e a manca quando serve? – alza gli occhi sconsolato il moro.

“Ma ci sarebbe potuto essere!” insiste Thor.

“Bene, buon per te, allora! Ti sei dimostrato una valida guardia del corpo … o qualunque sia il tuo ruolo in questa intera faccenda!” sbotta Loki.

- Ne avresti uno assicurato fra le mie lenzuola!-  si perde nelle sue immorali fantasie il moro.

“Beh, visto che ormai sono già qui…” commenta Thor sornione, avvicinandosi un altro po’ e inginocchiandosi davanti alla vasca.

Per quanto Loki ami vedere la gente inginocchiarsi davanti a lui e per quante volte abbia sognato di vedere proprio il suo amato/odiato fratello/non fratello; quello è decisamente il momento meno opportuno.
- Che tu sia maledetto, Thor!- pensa Loki, avvertendo un’altra dolorosa e insieme piacevole fitta.

Thor si sta già maledicendo da solo per la geniale idea che ha avuto: quella vicinanza e quella posizione gli rendono le cose scomodamente molto più difficili.
Ancora una volta si premura di tener appoggiato il mirabile martello ben premuto contro il suo grembo.

“Si può sapere che hai intenzione di fare?” domanda esasperato il dio degli Inganni, per poi notare dov’è posizionato il leggendario Mjolnir. “Guarda che così rischi una sonora martellata ai tuoi nobili gioielli di famiglia!” lo sbeffeggia, cercando appiglio nel suo immancabile, cinico, sarcasmo, per non pensare a tutto il resto.

- Sì, devo dire che una martellata lì in questo momento forse mi aiuterebbe! – pondera Thor, prima di ricordarsi l’obiettivo principale delle sue azioni irresponsabili.

- Zitto tu, vogliamo parlare dell’ingloriosa fine che stai facendo fare alle tue vesti che hanno combattuto una così importante, memorabile battaglia?- rimanda a se stesso Loki. – Aspetta un momento. Da quando ho una coscienza e perché mi si sta ritorcendo contro?-  si stupisce, per poi accorgersi della spugna che ha impugnato Thor, che si sta pericolosamente avvicinando a lui.

“Direi che ora posso fartelo per davvero il bagno!” sogghigna il biondo, pronto a insaponarlo.

Loki, addolcisce il suo sguardo, muta la sua espressione adirata in un sorriso ammiccante e si sporge più vicino a Thor, accarezzandogli la mano che stringe la spugna, sottraendogliela delicatamente, e avvolgendogli le dita dell’altra mano intorno alla nuca.

“Thor…” mormora languido al suo orecchio.

“Sì, Loki?” ansima il dio del Tuono.

In una frazione di secondo si ritrova con quella lieve carezza al collo che è diventata un mezzo tentativo di soffocamento e la spugna insaponata conficcata nella sua bocca.
“Mmphh..” tenta di protestare, sputando la spugna e scostandosi da Loki, che nonostante sia un Gigante di Ghiaccio lo sta fissando col fuoco negli occhi.

“il bagno l’ho finito da un pezzo e ora… FUORI DI QUI; DANNATO GUARDONE PERVERTITO!” sbraita, talmente forte che, insonorizzata o no che sia, la sua voce rimbomba in tutta la torre.
E finalmente Loki ottiene ciò che vuole.

Tossicchiando piccole bolle di sapone , Thor corre via dal bagno, attendendolo nella stanza più grande.
Rimasto solo, Loki esce dalla vasca e provvede a vestirsi.
Sa benissimo che quello che è appena successo è solo un altro tentativo del futuro Re di Asgard di umiliarlo.

- Non ci può essere nessun altro tipo d’interesse!- stabilisce categorico.


Non appena varca la soglia, trova Thor ad attenderlo con un asciugamano, che gli lancia prontamente in testa, per poi frizionarlo amorevolmente, ignorando le proteste semi-soffocate del più piccolo.
“La vuoi smettere?” ringhia Loki, trovando un varco fra l’asciugamano e riemergendo con la faccia, mentre l’altro prosegue nella sua attività.

“Giammai, fratellino! Non è prudente rimanere con la testa bagnata troppo a lungo; non sia mai che ti prendi un brutto raffreddore!” spiega il biondo, catturandogli anche le ciocche più ribelle che tentano di sfuggire alle sue premurose attenzioni.

“Oh, hai ragione, se mi ammalo dovrò starmene molto tempo a riposo e non potrò uscire di qui!” replica ironico Loki, alzando gli occhi.

“Non vale!” esclama Thor.

“Uh?”

“Questo tipo di lagne te le concederò quando passerà un po’ di tempo;ma oggi è solo il primo giorno, perciò chiudi il becco e lasciami fare!” rimbrotta il biondo, strappando un sorriso al moro.

All’incirca dieci minuti dopo Thor decide che ha frizionato abbastanza e toglie l’asciugamano, estraendo dal taschino della sua camicia qualcosa che strappa un altro sorriso a Loki.

“Tu giri sempre con un pettine?” gli chiede con una risatina divertita.

“Hey, questi splendori richiedono un sacco di cure!” replica il più grande, oscillando i capelli come se fosse uscito da uno spot di shampoo … cosa di cui probabilmente deve avere avuto un’overdose, durante i suoi soggiorni a Midgard.
Loki lascia che il fratello gli pettini i capelli; se non altro quello non è un gesto che può comprometterlo come l’esperienza nella vasca.

“A proposito, domani, quando ritorno, porterò qualcosa per sistemare la porta … “ lo avvisa Thor, sintonizzato sulla sua stessa frequenza di pensieri probabilmente.

“Magari vedo se riesco a sistemarla da solo.. almeno domattina avrò qualcosa da fare!” fa un sorrisetto Loki.

- Oltre a riportare le mie gloriose vesti a riassumere un aspetto decente!- rimanda a se stesso.

“E comunque, Loki, dovresti mangiare …” cambia argomento Thor, finendo di sbrogliargli i capelli.

“No, non mi va, puoi portare via tutto. E dovresti andartene anche tu!”  ribatte freddo Loki.

“Te la darò vinta a metà.” lo avvisa Thor. “Me ne vado, ma ti lascio il vassoio e la brocca e so già che domani troverò solo le briciole!” aggiunge fiducioso il dio del Tuono, prendendo tutte le sue cose e andandosene.

Loki osserva quella porta chiudersi e ricondurlo automaticamente al suo regno di solitudine.
Si adagia sul letto, godendosi la piacevole sensazione di pulito e imponendosi il riposo, spegnendo quindi la luce. Ci prova a dormire, ma c’è qualcosa che glielo impedisce: i brontolii del suo stomaco.                           
Sa che gli basterebbe solo allungare una mano in direzione del tavolino, ma sa anche di avere un orgoglio tenace che non vuole tradire.
Il tempo passa, la fame si fa insostenibile e Loki si maledice per non aver voluto mangiare nulla nemmeno il giorno della battaglia decisiva; questo per non distrarre la sua mente con cose futili come il cibo.

- Bella pensata davvero, dio del Digiuno!- si rimprovera Loki, ormai restio a chiudere occhio.

- Tutto quello che ci ho guadagnato è stato un drink offertomi dal milionario pomposo! Ed era pure annacquato! Almeno loro dopo sono andati a mangiarsi quella roba strana e non me ne hanno portato nemmeno un pezzetto!-  rimugina Loki, ma pensare al cibo non lo aiuta di certo.

Deve scendere a compromessi col suo orgoglio.

Accende la luce e si mette a sedere sul letto, dopodiché agguanta un panino.
Ne sente la consistenza, lo osserva, lo odora. E’ piacevole ad ogni senso a cui lo sottopone.
Addenta quel panino, fresco, fragrante e saporito e gli sembra la cosa più buona del mondo.

“Stupido, dannato Thor!” borbotta mentre divora il resto e riserva lo stesso trattamento anche al secondo panino, intervallandolo con qualche sorsata di acqua pura e fresca.
Non sarà un lauto pasto, ma è quel che gli basta per poi riuscire a prendere sonno, senza più intoppi.
 
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Il mattino dopo, Thor percorre i lunghi corridoi che conducono alle stanze reali.

“Volevi vedermi, madre?” domanda, entrando nella camera della regina, che siede composta su una poltrona.

“Sì, caro, qui possiamo parlare liberamente. Tuo padre è in riunione con alcuni consiglieri e credo ne avrà per un po’.” lo avvisa la donna, invitandolo ad avvicinarsi.

“Preferisci che padre non sia al corrente del nostro incontro?”

“Sì perché, attenendomi alle sue regole io non dovrei nemmeno toccare questo argomento!” rivela la regina, con tono esasperato.

“Si tratta di Loki, vero?” intuisce Thor.

Frigga annuisce.

“Ti prego, caro, riferiscimi com’è andata.” lo esorta la donna e Thor obbedisce, certo, omettendo qualche dettaglio che non rientrerebbe meramente nella categoria ‘rapporto fraterno’.


“Odino sapeva che con te Loki sarebbe stato in buone mani!” sorride la regina, a fine resoconto.

“E dimmi, ha mangiato?” si accerta, come solo una madre sa fare.

“Ho provato a farlo mangiare, ma non ha voluto. Però gli ho lasciato i panini e l’acqua.” la informa Thor.

Frigga si alza dalla poltrona, in un gesto di stizza.

“Panini? E non c’era altro?” si inalbera.

“No, queste sono le disposizioni che sono state date.” argomenta Thor.

“E da chi?” lo interroga alterata la donna.

“Lo sai meglio di me.” replica il figlio.

“Oh, certo. Il mio caro marito!” alza gli occhi lei. “Può, impedirmi di vedere mio figlio; lo capisco, se è per il suo bene; ma non può costringermi a tenerlo a stecchetto, questo mai!” borbotta lei, furibonda con chi non è nemmeno presente in quella stanza.

“Thor, tu sei d’accordo con me, vero?” gli domanda, con tono più pacato.

“In effetti preferirei non vedere Loki così deperito…” mugola Thor.

“Oggi, quando prima di recarti alla torre, passerai dalle cucine, troverai qualcosa di molto più adatto.” lo informa la madre.

“E cosa?”

“Il suo dolce preferito. Bisogna rimetterlo in forze!” ammicca la donna.

“Ma padre sorveglia le cucine, come pensi d fare?” puntualizza Thor.

La regina fa un sorrisetto che non promette nulla di buono.

“Oh, ma in questo mi aiuterai tu!”

“E come? Io non so da dove si comincia a cucinare qualcosa!” si allarma il figlio.

“Oh, ti prego, caro, non essere sciocco. Alle cucine penserò io, tu però dovrai distrarre tuo padre. E’ facile, devi solo indurlo a farti un discorso sulle tue responsabilità quando sarai re e tutto ciò che comporta; sono certa che questo mi darà il tempo necessario per stare nelle cucine.” gli spiega Frigga.

“Geniale!” approva Thor.

“ Grazie, tesoro. Sai, tuo padre asserisce che una regina non dovrebbe abbassarsi a tali faccende, per via del rango … ma io non ho mai condiviso tale pensiero. Ad ogni modo, se proprio non posso stare personalmente ai fornelli, dirigerò ogni fase della lavorazione!” afferma convinta lei. “Allora, farai come ti ho detto?” si raccomanda.

“Contaci!” garantisce il futuro re.

- Per Loki farei qualsiasi cosa!-
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“Thor! E’ già la terza volta che ti colpisco alle spalle, di solito sei molto più reattivo, mio buon amico!” commenta Fandral , ritirando la spada, pronto a un nuovo affondo.

“Lo so, diciamo che sono reduce da una lunga, lunghissima discussione con mio padre, che mi ha un po’ provato!”  confessa Thor, mettendosi in posa di attacco.

“Non è una reale scusa per non rimanere concentrato!” ribatte Hogun, lanciandosi in un attacco aereo, prima di venir facilmente atterrato dal dio del Tuono.

“E infatti rimango concentrato!” sogghigna il biondo verso il suo amico, per poi volgere altrove uno sguardo fugace, in lontananza, che però non sfugge a due occhi attenti.

“Tuttavia, il tempo per fissare quella torre lo trovi sempre!” osserva un po’ inacidita Sif.

“Cos’è, Thor? Hai paura che possa scappare?” ridacchia Volstagg.

“Io ancora non capisco tutta questa clemenza del padre degli dei verso un tale, barbaro, atroce criminale!” osserva Fandral, profondamente contrariato.

“Sarebbe dovuto marcire nelle carceri degli abissi!” gli dà man forte Volstagg.

“Tacete!” impone loro Thor. “Vi ricordo che è di mio fratello che state parlando!”

“No, lui non è…”

“Sif, non ti conviene finirla quella frase!” la mette in guardia il suo futuro re.

La guerriera affronta impavida il suo sguardo, leggendoci qualcosa, ma preferendo tacere e chinare il capo  in segno di sottomissione, battendosi un pugno sul petto.
“Perdonami, Thor.” dice sommessa.

“E’ quasi il tramonto, farei bene ad andare. Voi potete pure continuare l’allenamento senza di me. A domani, amici!” li saluta il biondo principe, incamminandosi.

Sif lo osserva andare via.

- Ti capisco, mio futuro re; so benissimo come ci si sente a struggersi tanto per qualcuno che non ricambia lo stesso sentimento!- pondera, un po’ avvilita.
 
*************************** (Contemporaneamente)
 
Manca poco al tramonto, Loki riesce a percepirlo, grato che anche quel giorno di odioso isolamento stia per concludersi.
A un tratto, il vento soffia nella sua direzione una piuma multicolore, appartenente probabilmente a qualche volatile tipico del regno, che attraversa le sbarre e plana sul pavimento, a pochi centimetri dal dio.
Loki la raccoglie e la posiziona al centro del tavolo, sedendosi sul letto e tenendo lo sguardo fisso su di essa.

- E’ tempo di scoprire se davvero ho perso tutti i miei poteri.- riflette, accumulando tutta l’energia mentale possibile.

Quello è un oggetto che ben si presta per poter provare il più banale degli incantesimi di levitazione.
Loki la fissa, impartendogli silenziosamente l’ordine di sollevarsi, ma non succede nulla.
Ci riprova, stavolta con ancor maggiore concentrazione, serrando i pugni e strizzando gli occhi.
Un altro buco nell’acqua.
Prova a tendere una mano verso di essa e la muove in alto, come se lui fosse un direttore d’orchestra e la piuma i musicisti che lo seguono.
E finalmente la vede librarsi in aria, sorridendo compiaciuto.

“Fratellino, non per disilluderti, ma è piuttosto facile muovere quella piuma se ci soffi sopra!” esclama Thor, alle sue spalle, enfatizzando il tutto ripetendo quello sbuffo, prima di sedersi accanto a lui.

Loki era così intento nei suoi esercizi che non si è nemmeno accorto della presenza del biondo alle sue spalle.

 “Da quanto sei qui?” borbotta adirato il dio degli Inganni.

“Da almeno dieci minuti buoni che osservavi quella povera piuma!” ridacchia il dio del Tuono.

“E come sei entrato?”

“La porta era rimasta aperta.” si giustifica Thor. “E vedo che sei riuscito ad aggiustare quella del bagno!”

“Non ci voleva un gran lavoro, l’hai solo scardinata … stai perdendo la tua potenza, *fratello*!” lo schernisce Loki.

“Si può sapere che tentavi di fare adesso?” lo interroga Thor.

“Ti faccio presente che io non ci sono nato con i miei poteri magici, li ho sviluppati poco, a poco, con tanto esercizio. * Tuo * padre potrà anche avermeli levati, ma io posso ripartire da zero e il tempo è mio alleato!” sogghigna fiero Loki, alzandosi dal letto.

“Non se la stanza è a prova di magia, anche la più innocente!” lo informa Thor “*Nostro* padre non è certo uno sprovveduto!”

“Esistono sempre dei contro incantesimi e io ne troverò uno!” spergiura il moro.

“Tu non demordi mai, eh?” scuote la testa divertito il biondo.

“Ti sembro forse il dio dell’Arrendevolezza?” replica l’altro altezzoso.

“Dai, non ci pensare, scommetti che ho qualcosa che ti tirerà su di morale?” gli sorride Thor, togliendo con orgoglio il telo che cela ciò che gli ha portato per cena.

Il volto di Loki si accende di entusiasmo a quella vista.

“La torta Yggdrasil!” esclama il più piccolo, felice come un bimbo, osservando quel dolce accurato, composto da una torta a forma di albero, corredata di nove tortine più piccole, ciascuna di grandezza e farcitura differenti, che simboleggiano i nove regni.

“Secondo qualcuno di nostra conoscenza ti devi rimettere in forze … e io sono d’accordo!” ammicca il più grande, porgendogli il dolce.

“E’ stata madre, vero?” deduce Loki e Thor annuisce.

“Sai, l’ultima volta che ha ordinato che venisse fatta questa torta … è stata quando sono diventato re!” confessa il moro con un sorriso.

“Ma bene, io ero su Midgard a faticare per provare il mio valore e tu qui ad abbuffarti alle mie spalle!” gli rinfaccia Thor, fintamente offeso.

“Esattamente!” ridacchia Loki, staccando un pezzo di albero e facendone un sol boccone.

“E’ deliziosa!” bofonchia felice.

“Per Odino! Così mi ricordi Volstagg!” scoppia a ridere Thor.

“Ritira subito quello che hai detto!” sbotta Loki, ferito nel suo amor proprio. “Cerca di capire, non mangio decentemente da giorni!” si giustifica, prendendone un altro pezzo, stavolta Midgard, una delle sue farciture preferite.

“Vuoi un po’?” gli offre, colto  da un’insolita gentilezza.

“No, è tuo!” replica Thor.

“Puoi mangiarti Muspellheim, Alfheim, Nifheim e soprattutto Jotunheim, quella farcitura m’è sempre rimasta sullo stomaco!” confessa, facendolo sorridere e di conseguenza accettare quell’offerta.
 
“E comunque, anch’ io dovrei essere re!” rimbrotta Loki, mentre mangiano. “ Okay, passi per Asgard, dato che il posto è già prenotato”  e dicendolo rivolge a Thor l’ ennesima occhiataccia glaciale “Ma almeno su Midgard potevi farmi regnare!”

“Non era quello il modo … e poi ti sarebbe rimasto ben poco su cui regnare, fratellino! Nel caso non l’avessi notato, la stavi annientando!” ribatte Thor.

 “Quello è un dettaglio irrilevante!” fa spallucce Loki.

“Ti resta sempre Jotunheim, ti spetterebbe pure di diritto. Lì’ non interferirei, basta che poi non mi dichiari guerra!” riprende il discorso il biondo.

 “Semmai la dichiareresti tu a me; sei sempre la solita testa calda!” replica il moro e i due si ritrovano a ridere insieme.

Sembrano passati millenni , e forse lo sono, da quando loro due scherzavano in quel modo.

 “E comunque no, non lo voglio quell’inutile regno surgelato da cui provengo! Devo ricordarti come ho cercato di distruggerlo?” borbotta Loki.

 “Lascia stare, stanno ancora cercando di riparare il Bifrost!” alza gli occhi Thor.

 “Quello è soltanto colpa tua, che ti sei intromesso!” gli rinfaccia il più piccolo.

 “Scusami tanto, se subito dopo il mio ritorno dall’esilio mi trovo a che fare con un pazzo squilibrato che vuole depennare un regno intero dalla lista! Senza contare che con quel giocattolino del Distruttore hai tentato di ammazzarmi!” dà la sua versione dei fatti il più grande.

“Uff, quante storie! Sei morto? Non mi sembra proprio!” fa spallucce il moro. “Ma ammetto che è stato divertente giocarci!” sogghigna.

“Già come scommetto che sia stato divertente farmi precipitare nel vuoto in quella capsula!” gli rammenta offeso il biondo.

“Oh, ti prego! Come se non sapessi che ti saresti liberato! Cercavo solo di tenerti un po’ in allenamento!” ribatte Loki con un’espressione innocente che però non inganna nessuno.

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Tra chiacchierate, battibecchi e il rievocare di vecchi aneddoti, quella serata sembra volare per entrambi e giunge quindi il momento per Thor di andarsene.
Rimasto solo, Loki si guarda attorno , in cerca di qualcosa che faccia al caso suo e sembra proprio trovarlo.
Sogghigna malefico, sapendo già come sfruttare l’oggetto del suo interesse.

- Molto bene, caro il mio impiccione, te la farò passare io la voglia di entrare di soppiatto-
 
TBC

sì, lo so… è imprigionato in una stanza dove c’è poco o niente … ma lui è Loki, non dimenticatevelo mai :P
quanto alla torta Yggdrasil, non sapendo che razza di cibarie ci possano essere su Asgard (me è di un’ignoranza cosmica XD) me la sono inventata di sana pianta… e mi sono fatta venire l’acquolina da sola. Tra l'altro ha l'aria di essere una bomba calorica, lol, a Loki male non fa ^^
 
cmq ho preso spunto da qui: http://fc05.deviantart.net/fs22/i/2007/346/3/d/Yggdrasil_by_KuragariOkami.jpg
 
spero che questo delirio continui a divertirvi/piacervi ecc… ma come sempre, libere(i) di dirmi ciò che più vi aggrada. Non siate timide, pretty please, anche una parola è sufficiente ^^
 
bye bye e buona notte a tutte!

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Capitolo 4
*** III: N*ice* move ***


Ehmm no, meglio che non lo dica che ore sono e perché accidenti non ho uno straccio di sonno XD
Tesoreee ma come ringraziarvi, come?? siete semplicemente meravigliose!!

LOL. A quanto pare ho un esercito anch’io… quello di lettrici silenziose XD. No, sul serio, ma quante siete?? Solo a vedere in quante seguite questa storia mi fa girare la testa, non ero mai arrivata a questi livelli!!
quindi, anche se non vi farete mai sentire, grazieee, se continuate a seguirla, forse peccherò di troppa presunzione e ottimismo… ma lo prendo come un fatto positivo ( E fu così che tutti smisero di seguire la storia XD )

nota del giorno: GIURO SOLENNEMENTE CHE NON CERCHERO' MAI PIù DI CORREGGERE IL CAPITOLO DAL CELLULARE! è vero, ho corretto quei 2-3 erroracci... ma ho eliminato tutto il resto del capitolo.. per di più oggi che sono stati fuori casa fino a adesso... sono un disastro e chiede scusa a tutte XD

ALTRA NOTA IMPORTANTE : me la sono dimenticata, perchè con le ore piccole il mio cervellino connette poco, ma un ringraziamento speciale per questo capitolo va a Lady of the Flowers, perchè con il suo commento nel prologo mi ha praticamente dato l'idea ^^ grazieeee tesowina bellaaa

ok basta sproloqui, vi lascio al mio delirio, con l’augurio di divertirvi in certi punti (… ed emozionarvi un po’ in altri? )
 
 
Capitolo III: N*ice* move
 
Loki rimanda ogni tipo di decisione all’indomani.
I complotti, le vendette e le malefatte possono aspettare, ora come ora lui necessita di assoluto riposo.
Del resto, lo stomaco finalmente pieno e tutto quel chiacchiericcio con Thor gli apportano la stanchezza necessaria per crollare sfinito sul letto, tanto che l’unica premura che si riserva è solo quella di spegnere la luce.
 
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Quando Loki si risveglia, il sole splende già alto nel cielo; cosa che gli fa supporre che debbano essere le dieci o le undici del mattino.
Poter dormire fino a tarda ora è uno degli indubbi vantaggi del confinamento in quella torre, ma Loki non è mai stato un gran dormiglione.
 
- Thor potrebbe senza alcun sforzo dormire placido fino al tramonto e nemmeno si accorgerebbe di questa punizione!- considera, divertito. – E lui di certo non avrebbe il sonno disturbato che ho avuto io!- rimugina, richiamando alla mente gli incubi che lo hanno assalito senza pietà; misti agli spiacevoli ricordi riguardanti il suo vagabondare nello spazio, dopo essersi lasciato cadere dal Bifrost, il suo incontro con i Chitauri e chi li manovrava; e infine il devastante spettacolo di distruzione di Midgard che lo ha visto protagonista.
Un involontario protagonista.
 
Non erano quelli i suoi piani: i Chitauri sarebbero scesi in battaglia, è vero, ma solo per intimorire i Midgardiani, che di fronte alla loro superiorità combattiva non avrebbero fatto altro che arrendersi subito, permettendo così a Loki di diventare il loro indiscusso re, un re che poi si sarebbe fatto amare per la giustezza e la saggezza con cui avrebbe governato.
Questo era l’obiettivo che si era prefissato; peccato che non avesse fatto i conti con gli Avengers, soprattutto con uno di loro.
 
- Stupido, sentimentale, Asgardiano!-
 
Loki ricorda nitidamente di come Thor lo avesse fatto rendere  consapevole di quello che stava accadendo intorno a loro, degli edifici devastati, delle esplosioni continue, della gente che si riversava nelle strade nel panico più totale, delle urla strazianti di dolore e dei pianti isterici.
 
Tuttavia, piuttosto che dimostrare un qualsivoglia segno di debolezza, lo scaltro Jotun aveva preferito la via della violenza, ferendo, anche se in maniera irrilevante, il suo fratellastro.
 
Stesso motivo per cui, la sera prima, durante la loro chiacchierata, quando sono andati sull’argomento, ha preferito fingere indifferenza e facezia.
 
E poi il dio degli Inganni si ricorda anche delle ultime parole di quell’Agente, quello che aveva infilzato con il suo scettro letale; l’ennesima delle sue numerose vittime, innocenti o colpevoli che fossero.
 
# Manchi di convinzione #
 
Quella frase gli rimbomba nella mente. A quel tempo non aveva dato peso a quelle parole, troppo preso dalla sua sete di conquista; ma ora, mentre una singola, unica e significativa lacrima gli solca la guancia cerea, si rende conto quanto quel Midgardiano dicesse il vero.
 
- Io non avrei mai voluto arrivare a tanto!- pondera, sconsolato, alzandosi dal letto e andando alla balaustra, per godere appieno del panorama.
 
La luce del sole dovrebbe in qualche modo arrecargli sollievo, ma non è così.
Al contrario; gli fa solo avere la fastidiosa consapevolezza di quanto lontano ancora sia il tramonto.
Paradossalmente, per Loki le ore diurne sono quelle più buie.
 
Il dio delle Malefatte scuote la testa nervosamente, quasi come a voler allontanare quei brutti pensieri angoscianti dalla mente.
 
In cuor suo, è riconoscente a Odino per avergli concesso che Thor possa fargli visita solo dopo il tramonto, perché nelle ore di luce lo troverebbe in uno stato così vulnerabile che è lo stesso dio del Caos il primo a spaventarsene.
 
- Se non altro almeno adesso qualche attività per occupare il giorno ce l’ho! – rimanda a se stesso, decidendo di iniziare la giornata con un pieno di energie.
 
E la torta avanzata dalla sera precedente ben si presta allo scopo.
 
Beve l’acqua rimasta nella brocca, gradendola anche a temperatura ambiente; dopodiché analizza meglio la brocca vuota.
E’ in acciaio, dotata di un manico piuttosto flessibile.
La fortuna sembra sorridergli.
Tende il manico ed esso si allarga nella misura desiderata.
Sogghignando, Loki prende la lampada e l’appoggia a terra, per poi trascinare il tavolino verso la porta che conduce alle scale.
 
E vero, a Loki non è consentito varcare la soglia, ma nulla gli impedisce gli impedisce di aprire la porta, almeno quanto basta.
Con agilità degna di nota, salta sopra il tavolino, reggendo fra le mani la brocca.
Tende il manico nella misura necessaria e constata con soddisfazione che la brocca rimane perfettamente fissata, con il manico incastrato nello spessore della porta.
 
Salta giù dal tavolino, lo sposta per tirare un po’ di più a sé la porta e il suo ghigno si allarga, poiché tutto continua a procedere secondo i suoi piani di vendetta.
La brocca altro non fa che inclinarsi gradualmente verso il basso, svuotando il suo contenuto, nel caso fosse riempita.
Esagera con l’apertura della porta, cosa che fa perdere l’appiglio alla brocca, che fortunatamente per lui cade dalla sua parte della stanza.
 
Se avesse attraversato la soglia gli sarebbe stato impossibile recuperarla.
Sollevato, recupera la brocca e va in bagno, riempiendola con l’acqua del rubinetto nella vasca.
Sa benissimo che non è acqua potabile, ma berla non è certo l’utilizzo a cui è designata.
 
Si siede sul letto, appoggiandosi la brocca sul grembo e circondandola con le mani.
Già dopo qualche secondo avverte che il contenuto si è già fatto più freddo.
Prosegue così, finché sulle mani non compaiono sfumature di un azzurro tenue e l’intera brocca si ricopre di una sottilissima patina ghiacciata.
Loki sorride compiaciuto e riporta la brocca in bagno, svuotandola; pronto a ripetere l’operazione quando sarà necessario.
 
- Coraggio, Thor, vieni a trovarmi dopo il tramonto: ti riserverò la più *calorosa* delle accoglienze! – sogghigna sadico il bel dio.
 
******************************************* (contemporaneamente)
 
Thor sente qualcuno bussare alla sua stanza e corre ad aprire.
 
“Figlio mio, sarei accorsa anche prima; ma tuo padre mi ha intrattenuta con lui fino ad adesso in una lunga discussione!” riferisce Frigga, entrando. “Ma a quanto pare, almeno non ha ancora deciso di vietarmi di vedere l’unico figlio al quale mi è possibile fare visita!” aggiunge, con una punta di risentimento nei confronti del consorte.
 


“Posso già immaginare il motivo della tua visita.” sorride Thor, facendola accomodare su una delle poltrone.
 
“Di conseguenza, puoi anche rispondermi, senza che debba farti quella domanda.” deduce la regina, mettendosi a sedere.
 
“E’ stato un successo. Loki era entusiasta quando ha visto quella torta e si è abbuffato, senza troppe cerimonie; me ne ha pure offerta un po’.” le racconta il figlio. “Com’è facile immaginare, non l’ha finita; ma qualcosa mi dice che quando tornerò da lui stasera troverò solo le briciole. E a proposito di briciole, sono lieto di informarti che lui ha mangiato anche i panini, la sera precedente!” sorride, dandogli quell’ultima notizia.
 
“Mi fa piacere saperlo in buona salute!” se ne compiace la regina, per poi adombrarsi in volto. “Temo che sarà costretto a cibarsi di solo pane anche stasera.” annuncia mesta.
 
“Come mai, madre?” si acciglia Thor.
 
“Tuo padre è venuto a sapere che ho dato ordine che venisse cucinata quella torta. Evidentemente uno dei cuochi deve aver fatto la spia su sua richiesta!” deduce la donna. “E lui ha voluto spiegazioni a riguardo!”

 “Oh no, quindi padre ci ha scoperto?” si allarma il biondo, passando già in rassegna nella sua mente le possibili punizioni.

Gli basta vedere la madre scuotere la testa con un sorriso sedativo per tranquillizzarsi.

“No, non temere. Gli ho detto che è stata fatta per esaudire la richiesta del tuo amico Volstagg, in occasione di una sua recente vittoria contro un gigante di fuoco!”

“Mi pare una giustificazione credibile, Volstagg poi non desta sospetti, mangerebbe qualsiasi cosa!” ridacchia Thor “Quindi padre ti ha creduta?” si accerta, speranzoso, rigirandosi una ciocca fra le dita, in modo compulsivo, per allentare lo stress emotivo.
 
Frigga annuisce.

“ E ti dirò di più, s’è stupito del fatto che Volstagg abbia richiesto una torta soltanto!” replica con un sorrisetto divertito.

Anche Thor sorride, ma poi la guarda di sottecchi, accarezzandosi il mento con fare pensieroso.

“Qualcosa ti turba, figlio mio adorato?” domanda la regina, sentendosi un po’ sotto esame.

“Madre, mi stupisco di questa tua arte negli inganni, che è così ben raffinata. Solitamente sono i figli a ereditare determinate caratteristiche comportamentali dei genitori … e non il contrario!” asserisce con fare divertito, cosa che strappa un sorriso mal celato alla madre, che si alza dalla poltrona.

 “Che cosa posso dirti? Amo combattere le mie battaglie personali  con tutte le armi che ho a mia disposizione!” si giustifica lei “E col tempo ti assicuro che riuscirò a convincere tuo padre a rivedere le sue decisioni in merito al vitto di Loki!” garantisce la madre, caparbia, direzionandosi verso l’uscita. “Ma per ora è bene non insospettirlo oltre, pertanto stasera porterai a tuo fratello il pasto stabilito dal nostro re !” alza gli occhi lei, prima di congedarsi dal figlio.


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E’ un pomeriggio assolato, senza che nemmeno una nuvola si azzardi a vagabondare in quel cielo azzurro, terso e limpido.
E’ l’ideale per una bella passeggiata e Odino non si fa mancare tale opportunità, rimandando gli impegni burocratici e legislativi a una giornata più uggiosa.
 
Ovviamente, il re è scortato da un manipolo di guardie, pronte a salvaguardare la sua regale persona.
 
Non che ci sia necessità, dato che l’unica potenziale minaccia per il regno al momento è rinchiusa in una torre che esclude ogni possibile via di fuga.
 
E il pensiero, così come lo sguardo del re vanno proprio a quella torre, che può facilmente scorgere in lontananza con l’unico occhio buono che gli resta; ma soprattutto vanno a chi sta all’interno di quella torre.
 
- Oh, Loki, spero che l’isolamento ti dia modo di riflettere a sufficienza, acquisire una lucida consapevolezza delle tue azioni sconsiderate e aiutarti a compiere le giuste scelte, cosicché io un giorno possa di nuovo accoglierti come un figlio di cui essere orgoglioso!- pondera, con un lungo sospiro.
 
Sta attraversando i giardini e la sua attenzione viene catturata da un vociferare di Asgardiani che gli sono familiari: sono i tre guerrieri, amici leali di Thor, in compagnia della ragazza che si ostina a voler combattere, dimostrando però di essere all’altezza.
 
Evidentemente sono in attesa che il suo figlio primogenito li raggiunga, per poter procedere con gli allenamenti quotidiani.
 
Non appena i quattro giovani si accorgono del re e del suo plotone che viene loro incontro, si premurano di rendergli omaggio tutti con un devoto inchino.
“Lo apprezzo, ma non ce n’è necessità, rimettetevi pure in piedi!” li esorta il padre degli dei, con un gesto della mano, mentre avanza verso Volstagg, che non capisce perché il re gli stia riservando un tale onore.
 
 
“Mio prode e coraggioso guerriero, mi è giunta notizia della tua mirabile vittoria contro un gigante di fuoco; fintantoché è uno scontro singolo, al quale non consegue alcuna guerra , è bene che un combattente dimostri sempre il suo valore! Pertanto, me ne compiaccio, figliuolo!” si congratula benevolo, sorridendogli e mettendogli una mano sulla spalla.

Volstagg è ancora più confuso di prima, ma decide di assecondarlo.

“Ehmm … grazie, Sire!” borbotta, accigliato, preferendo ignorare gli sguardi misti a stupore e rimprovero che gli stanno rivolgendo i tre compagni.
Odino sta per andarsene, ma poi si rigira

“Quasi dimenticavo. La prossima volta che desideri una torta Yggdrasil la puoi chiedere pure personalmente a me!” gli comunica.
Volstagg è sempre più sconcertato, ma lo maschera al meglio delle sue possibilità.

 “Sarà fatto, vostra Maestà!” asserisce con voce cavernosa.

Odino fa un cenno del capo e se ne va, con le guardie al suo seguito.

“Hey, Volstagg, vecchio mio, hai affrontato un gigante di fuoco di recente?” lo interroga Fandral.

 “E non ci hai coinvolto nelle tue avventure?” aggiunge Hogun, con tono di rimprovero.

“E ti sei mangiato un’intera torta Yggdrasil senza darcene nemmeno un pezzetto?” domanda Sif, in tono di accusa.

 “Sif, da quando  ti importa delle cibarie? Credevo che solo le battaglie suscitassero il tuo interesse!” ridacchia il guerriero biondo, con tono derisorio, facendole uno spiritoso buffetto sulla guancia.

Sif sussulta a quel contatto.

“Anche le guerriere possono essere golose!” si giustifica, altezzosa.

“E’ un lato di te che ignoravo!” ribatte il biondo spadaccino.

 “Evidentemente c’è molto che non sai di me!” borbotta la mora, offesa; prima che l’attenzione di tutti e tre ritorni sul loro corpulento compagno.

“ Amici, vi assicuro che non è accaduto niente di tutto ciò che è stato riferito. Non potrei mai fare una cosa del genere!” mette in chiaro lui.

 “Cosa mangiarti una torta tutto da solo?” lo scruta incredulo Fandral, sollevando un sopracciglio.

Volstagg scoppia a ridere“No, quello senza problemi, anche due o tre torte; ma non ho richiesto nessuna torta del genere! Ad ogni modo, intendevo dire che non partirei mai per un’avventura senza coinvolgervi!” chiarisce.

 “Ma allora perché il re… “ si domanda ad alta voce Hogun.

 “Non ne ho idea!” borbotta scombussolato il diretto interessato.

Sif si appoggia una mano alla tempia.

“Forse il padre degli dei comincia a sentire il peso degli anni, è bene che Thor gli succeda al trono al più presto!” sentenzia lei.

“Già, dopo tutti questi millenni, non c’è da stupirsi se re Odino stia perdendo qualche colpo.” aggiunge Fandral.

Non devono attendere molto prima che sopraggiunga Thor.

“Salve, miei amici, pronti all’allenamento? Mi sento particolarmente in forma oggi!” li saluta Thor, con fare un po’ gradasso.
 
Non capisce però il perché di quelle facce perplesse che lo scrutano.
 
Volstagg gli si avvicina.

“Amico mio, hai idea del perché tuo padre, il re, è convinto che io abbia affrontato e sconfitto un gigante di fuoco?” gli domanda, grattandosi la testa confuso.

Il dio del Tuono si trattiene a stento dallo scoppiare a ridere e riesce a mantenersi dignitosamente serio e fintamente perplesso.

“Non ne ho davvero idea! Probabilmente deve averti scambiato per qualcun’altro” resta sul vago.
 
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E’ il tramonto.
Il momento della giornata che Loki agogna più di qualsiasi altro.
E quella sera ha un motivo in più per farlo.
 
E’ tutto predisposto impeccabilmente e ha da poco finito di riservare quello speciale trattamento alla brocca, prima di riposizionarla a dovere.
Accende la lampada, per potersi godere appieno lo spettacolo.
 
Sente sopraggiungere Thor in lontananza, a causa dei suoi modi non proprio leggiadri, Mjolnir o no.
 
“E’ già aperto, entra pure, Thor!” lo invita a gran voce, col suo tono più cordiale.
 
E il pesce in questione abbocca subito al suo amo.
 
“Ciao, fra… aaaaaaahhhhhhhhhh!” esclama Thor, tramutando quell’iniziale saluto in un urlo infastidito, con sottofondo uno scroscio d’acqua e per finire un sordo rumore metallico a cui segue un altro lamento del biondo.
 
 E’ andata ben oltre ogni più rosea aspettativa del dio delle Malefatte: non solo la brocca ha rovesciato l’intro contenuto, ma sbilanciandosi è pure finita sulla fronte dello sventurato avventore.
 
“Aahahahah!” sghignazza sfacciatamente Loki “Se solo avessi a disposizione uno di quegli stupidi congegni Midgardiani che catturano i momenti che restano impressi su quelle cose cartacee… la tua faccia è impagabile!” continua a sbeffeggiarlo, reggendosi lo stomaco per il troppo ridere.
 
“Loki!” sbotta Thor, colpendolo con la brocca a un ginocchio, cosa che attenua le risate del dio più giovane.
 
“Perché?” domanda Thor, indignato, massaggiandosi la fronte offesa.
 
“Perché no?” ribatte pungente il moro, massaggiandosi il ginocchio.
 
“Non è stata una mossa astuta. In questo modo ti sei compromesso la cena. Ormai questi panini sono impregnati d’acqua e quindi immangiabili!” gli rinfaccia, prima di starnutire poderosamente.
 
“Non importa, con tutta la torta di cui mi sono abbuffato, non avrei toccato cibo comunque!” fa spallucce Loki, ancora più divertito quando lo vede scosso dai brividi.
 
“Questa’acqua è ghiacciata!” si lamenta il dio più grande, strizzandosi la camicia e i pantaloni che gocciolano rovinosamente.
 
“Oh, lo so bene!” ridacchia il più piccolo.
 
“Perché è gelata?” lo interroga Thor, strizzandosi anche i capelli.
 
“Perché a temperatura ambiente sarebbe stato troppo piacevole!” argomenta l’altro.
 
“No. Non hai capito. Intendo dire come fa a essere gelata? Loki, come ci sei riuscito se…” tentenna Thor, strizzandosi ulteriormente prima di avvicinarsi a lui.
 
“Oh, ti prego. Tuo padre potrà anche avermi privato dei miei poteri; ma resto pur sempre un gigante di ghiaccio. Non sarò in grado di produrmi un’arma, ma so ancora portare una temperatura sotto lo zero!” spiega il moro, con nonchalance.

 “Allora hai ancora qualche risorsa!” lo scruta diffidente Thor.

“Oh sì, certo, sono una specie di raffredda vivande vivente , l’universo si piegherà al mio cospetto di fronte alla mia potenza!” alza gli occhi Loki, sarcastico.

 “Già, in effetti sei piuttosto impotente!” ridacchia il biondo.

”Hey!!” sbotta offeso il dio del Caos “Potevi scegliere un’infinità di altri modi per dirlo: innocuo, inoffensivo, non pericoloso, disarmato … addirittura indebolito se vuoi… ma proprio quell’aggettivo? Non sono affatto impotente e sono pronto a dimostratelo anche subito!” ringhia, , avvicinandosi ulteriormente per poterlo guardare dritto negli occhi, senza timore.

Soltanto col senno di poi si rende conto dell’equivocità di quella frase ed è stupito dal modo in cui lo sta guardando Thor, prima basito.. e poi intrigato.

Difatti il biondo gli sorride, con fare estremamente sensuale.

 “Che cos’è, Loki? Un’avance?” mormora, rigirandosi una sua ciocca di capelli corvini fra le dita.

Loki si bea di quella visione, coi capelli bagnati, un po’ intorpidito dal freddo, tanto che la sua pelle d’oca è ben visibile nelle parti del suo corpo scoperte.

E una parte di Loki vorrebbe donargli tutto un altro genere di brividi.

Lo fissa languido, accarezzandogli le spalle possenti.

 “Tu vuoi che lo sia?” miagola sensuale.

Cala un imbarazzante silenzio fra i due, colmato solo dai loro respiri ansimanti e dal battito accelerato dei loro cuori.
L’atmosfera si prega di una tensione sessuale palpabile e nessuno dei due si azzarda a fare un’ulteriore mossa.

- Ti sta solo illudendo, non prova altro che risentimento per te, sarebbe il suo ennesimo modo di farsi beffe di te!- lo cautela la coscienza di Thor.

- Ti sta solo illudendo, è il suo ennesimo modo di dimostrarti la sua superiorità, ma tu non devi cedere!- lo mette in allarme la coscienza di Loki.

Thor trova l’autocontrollo e la forza di volontà sufficienti per allontanarsi.

“Basta con questi giochetti, Loki, stiamo perdendo di vista l’obiettivo principale!” rimbrotta il biondo.

 “E sarebbe?” lo scruta diffidente il moro.

Thor per tutta risposta prende la brocca che gli ha portato e si dirige alla balaustra.

“Congratulati con te stesso, perchè grazie al tuo scherzetto puoi scordarti di bere fino al prossimo tramonto!” dice, svuotando la brocca dalla ringhiera.

 “Ti assicuro che ne è valsa la pena!” ride sprezzante Loki, soprattutto quando lo vede cominciare a starnutire con più frequenza, scosso dai brividi di freddo sempre più intensi.
 
“Perché ti sei comportato così? Dopo tutto quel che ho fatto per te, ti ho portato pure la torta!” gli rinfaccia Thor, tossendo e starnutendo.
 
“La torta è solo merito di madre, non certo tuo!” puntualizza acido il moro.
 
“Ed è qui che ti sbagli. Credi che nostro padre fosse accondiscendente? Certo che no, e serviva qualcuno che lo distraesse e indovina chi s’è prestato?”
 
“Tu? E come?”

“Gli ho chiesto di farmi uno dei suoi discorsi alla ‘Quando sarai re’!” gli rivela Thor.
 
“Oh.” si stupisce Loki. “La versione digeribile o quella insostenibile?” indaga.
 
“L’insostenibile, che stavolta è sembrata anche più lunga del solito!” si lamenta il dio dei Fulmini, tremando per il freddo che lo attanaglia.
 
“E tu ti sei sorbito il suo noiosissimo sproloquio per me?” domanda colpito Loki, con la sorpresa che brilla nei suoi ammalianti occhi di smeraldo.
 
Thor annuisce, con l’ennesimo stranuto.
 
“E stai ancora tremando.” osserva Loki, con un tono che sembra quasi preoccupato e quindi anche pentito. “Aspetta qui!” si congeda, andando in bagno e prendendo il suo mantello ormai asciutto, l’unico dei suoi indumenti che si è salvato dall’ingloriosa fine; per quanto abbia passato il tempo a lavarli inutilmente coi Sali da bagno,
 
-Se mai potrò davvero avanzare richieste, la prima sarà un detersivo!- ripromette a se stesso, prima di tornare nell’altra stanza, dove Thor lo attende, interrogandolo coi suoi occhi zaffirini, velati dalla perplessità.
 
Senza bisogno di parole, Loki mette a sedere Thor sul pavimento e gli si siede accanto, e poi avvolge il biondo all’interno del mantello che inizia ad assorbirne l’umidità.
 
“Ti è andata male; se per fratellastro ti ritrovavi un gigante di fuoco, a quest’ora eri già asciutto e riscaldato!” borbotta scherzosamente Loki, mettendogli una mano sulla fronte per assicurarsi che non sia troppo calda, silenziosamente lieto che non sia così.
 
Thor prende quella mano e intreccia le dita con le sue.
 
“Non lo dire nemmeno per scherzo, fratello: io di te non cambierei assolutamente niente!” gli sorride dolcemente Thor, apprezzando quel lieve tepore che gli dona il mantello.
 
“Accidenti, mi sono sbagliato, devi avere un febbrone allarmante per delirare così!” la butta sul ridere Loki, liberandosi della sua stretta.
 
La verità è che vuole celare quanto sia rimasto colpito da quelle tenere parole d’affetto.
 
 
 “Sai, ci ho pensato, c’è un altro motivo per cui io merito di essere re più di te!” aggiunge subito dopo, in un'impellente necessità di cambiare argomento.

 “E’ così che impieghi le giornate?” ridacchia Thor, che ormai si sta riprendendo.

“Questi non sono affari tuoi, te l’ho già detto! Allora, non vuoi sentire le mie motivazioni?” insiste il moro.

“Non aspetto altro.” replica sarcastico il biondo.

“Bene. Dovrei essere io il re perché … sono il dio di molte più cose di te!” sentenzia Loki.

 “Come prego?” strabuzza gli occhi Thor.

“Tu sei il dio del Tuono. Punto. Io sono il dio degli Inganni, del Caos, delle Malefatte, delle Bugie, della Discordia, del Male, che non c’è che dire, suona così altisonante!” ridacchia il più giovane “E qualcuno mi chiama pure il dio del Gelo!” argomenta Loki, contando quelle denominazioni sulla punta delle dita per aumentarne l’enfasi.

 “Non è una gara, Loki!” gli fa notare Thor, con uno sbuffo risentito.

“Forse no, però è un dato di fatto!” sogghigna arrogante il suo interlocutore.

 “Però, aspetta, il tuo elenco è inesatto. Io sono anche il dio dei Fulmini… e qualcuno qualche volta mi ha chiamato anche dio della Tempesta!” precisa il più grande.

 “ Sono un po’ la stessa cosa, sai?” gli fa notare Loki, gongolante. “Tanto vinco sempre io. Se vuoi ti do addirittura per buono anche dio dei Capelli Perfetti!”

“Non sei divertente!” ringhia Thor, risentito.“ E ti ripeto che non è una gara!” ribadisce, prima di venir folgorato da una considerazione importante. “ E se proprio la metti così… a me hanno dedicato un giorno, il Giovedì, Thor’s day, a te invece no!” gli rinfaccia.

 “Ogni giorno dovrebbe essere il Loki’s day!” fa spallucce Loki, alzando gli occhi.

 “Ma non lo è!” gli fa notare Thor, trionfante.

 “Non hai detto che non doveva essere una gara?” gli rimanda Loki, sottilmente divertito.
 
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Tra chiacchiere e bisticci, giunge il momento del commiato anche quella sera, addirittura prima del solito, su insistenza di Loki, che preferisce che Thor si vada a cambiare e si riscaldi a dovere.
Ovviamente è ricorso alla scusa di non riuscire più a tollerare la sua presenza per quella sera.
 
Rimasto solo, Loki si appoggia coi gomiti alla balaustra, con lo sguardo perso nel vuoto.
 
Ripensa a quella frase di troppo che gli è sfuggita e alle sue conseguenze.
Rivede lo sguardo di Thor, risente le sue mani giocare coi suoi capelli, ri-annusa il suo profumo così maschio e selvatico, ri-ode le sue parole, così sensuali al suo orecchio.
 
E se ne chiede il motivo.
 
- Possibile che fosse sincero? Possibile che anche lui possa ricambiare quel sentimento che mi dilania il cuore da quando eravamo adolescenti, da quando lo ritenevo ancora un desiderio proibito, sul quale riversare quanto più risentimento concepibile per il semplice fatto di non poterlo amare, molto più di quanto competa a un fratello? Ancora prima di sapere che non era nemmeno mio fratello? Possibile che lui abbia capito tutto?- si domanda Loki, ma il buio della notte non può fornirgli risposta alcuna.
 
TBC
 
 
Ed ecco svelato l’arcano: Loki ama Thor da molto più tempo, l’avreste mai detto?

Quanto allo scherzo della brocca, giuro, ero sul punto di provare io stessa se fosse possibile attuarlo, ma credo di sì, soprattutto con una brocca del genere: http://www.novalberghiera.it/images/articoli/680100.jpg
 
quanto al fatto di aver mantenuto alcune sue caratteristiche Jotun, mi sembrava abbastanza plausibile! ^^
 
spero anche di essere riuscita a rendere l’idea dell’abisso che c’è fra com’è di giorno Loki e come invece è di notte.
 
E spero soprattutto che questa storiella continui a catturare il vostro interesse ^^ Please, fatemi sapere, nel bene o nel male!
 
La smetto di sperare e vado a nanna. Non ci crederete ma è ancora più trdi del solito! XD
benedetta Domenica ^^
 
notte notte
 
p.s. per chi seguiva ‘Who am I?’ e vuole vedere Loki e Thor adulti… il prologo di ‘Tricked Thunder’ è on line ^^

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Capitolo 5
*** IV: Doubts, prizes and jealousy ***


Buongiornoooo!!
ehmm lasciamo stare a che ora ho finito di scrivere questo ultra-delirante capitolo!! XD
però non ho avuto la forza di postarlo subito.. molto meglio dopo *due ore e mezzo * di riposo rigeneranti, lol!
come sempree, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee, a chi c’è sempre, ai gran ritorni, a chi s’è aggiunta.. siete splenderrimeeee !!! <3
Grazie infinite anche a chi s’è fatta viva tramite messaggio privato, siete carinissime ^^
grazie pure a chi ha cancellato il suo mini commento (ma nuuu, a me piaceva XD )
ve l’ho già detto che è delirante… ma è bene ribadirlo!
buona lettura
 
 
Capitolo IV: Doubts, prizes and jealousy   
 
“Etcì!” starnutisce Thor, per la quinta volta nel corso di quella mattinata, lasciandosi così sfuggire di bocca l’asticella di vetro con al suo interno un liquido che segnala la sua temperatura, che finisce sana e salva sulla morbida sponda del letto, evitando un’ingloriosa fine in fastidiosi frantumi.
“Come temevo: hai la febbre!” mormora Frigga, posandogli una mano sulla fronte, che risulta più calda del normale.
Lei preferisce notevolmente i buoni metodi tradizionali.
 
“Non mi fido di quello strano marchingegno!” borbotta la donna, guardando con malcelata diffidenza il termometro che recupera dal letto e ripone nella relativa custodia.
 
“E’ un regalo di Bruce, sai lui è anche medico e su Midgard è così che tutti provano la febbre… etcì!” spiega Thor, con l’ennesimo starnuto, sistemandosi meglio sotto le coperte.
 
“Non prendevi l’influenza da quando eri poco più che adolescente; mi sa che tutti questi soggiorni su Midgard ti hanno reso cagionevole di salute.” commenta spiritosamente la donna . “ Il grande, temuto e possente dio del Tuono… “ continua, impostando la voce per renderla più altisonante. “Messo fuori gioco da un po’ d’acqua fredda … se lo venisse a sapere tuo padre!” ridacchia alla fine.
 
“Madre! Non è molto carino da parte tua farti beffe del tuo figlio!” protesta il biondo, offeso nel suo amor proprio.
 
“Un re che si rispetti deve anche essere dotato di senso dell’umorismo e di una buona dose di autoironia.” ribatte la donna.
 
“Oh sì certo, immagino che padre ti abbia conquistato facendoti morire dalle risate!” osserva pungente Thor.
 
“Non è di me, né tantomeno di tuo padre che stiamo parlando!” si mette sulla difensiva Frigga.
 
“Ad ogni modo, ci tengo a precisare che, no, non era semplicemente acqua fredda, era ghiacciata, oltre ogni livello immaginabile.  E forse non è nemmeno questo; chissà quale diavoleria le deve aver applicato Loki!” borbotta il biondo.
 
“Oh no, mio diletto, non dire assurdità! Sai benissimo che Loki non è più in grado di compiere magia alcuna. Te lo dico io cos’è successo: ti sei allenato con troppa foga, poi hai preso freddo. Lo scherzo di Loki ha fatto il resto, ma le premesse gliele hai fornite tu!” sentenzia la madre.
 
“Tu lo difendi sempre!” l’accusa Thor.
 
“Io lo difendo solo quand’è giusto!” puntualizza la regina.
 
“Pare che sia giusto un po’ troppo spesso.” brontola Thor a bassa voce.
 
“Guarda che ti ho sentito; e non è questo il modo di rivolgerti a tua madre!” lo ammonisce Frigga.
 
“Se ci tieni tanto a saperlo, il tuo figlio minore, perfetto, giusto e privo di colpe, l’altro giorno ha anche tentato di strangolarmi e avvelenarmi con… il sapone!” riferisce Thor, dando una versione dei fatti un po’  ingigantita.
 
“Di certo avrai fatto qualcosa per provocarlo!” è l’impassibile replica della regina.
 
Thor sussulta al ricordo di quali fossero le sue molto poco fraterne intenzioni.
 
“No, no. Ti assicuro che io non gli ho fatto proprio niente!” spergiura lui.

Per tutta risposta, Frigga si lascia sfuggire una risatina divertita, mentre gli accarezza i capelli.

“Tesoro mio, è Loki il dio delle Bugie, non tu; sei più trasparente dell’acqua e me ne accorgo facilmente quando menti.” spiega lei. “Ed è una tua qualità che apprezzo infinitamente!” gli sorride, chinandosi per dargli un bacio sulla fronte.

- Contesa per l’affetto di madre; Thor: 1-Loki: 0- pensa vittorioso il dio dei Fulmini.

“Non voglio indagare oltre, ma qualsiasi cosa tu gli abbia fatto, sono certa che lui non avesse intenzione di farti realmente del male; il suo era solo un avvertimento.” prosegue la donna, andando verso la finestra per poterne tirare le tende e impedire al sole di irradiare la stanza con troppa irruenza. “Del resto, lo sai com’è tuo fratello, no?”

“Dotato di una mente criminale e squilibrata, assetato di potere, che prova un insano piacere tutto suo nel cercare di annientare quanti più pianeti gli riesca?” azzarda Thor.

“No! Intendevo dire, dotato di un grande cuore e di un animo docile che però è costretto a rinchiudere in una corazza di gelo e ostilità, per poter celare le sue insicurezze. Tuo fratello è un incompreso, che è stato portato ad agire come ha agito in seguito a delle certezze che gli son venute meno e un’accettazione che non c’è stata da parte di tuo padre; che poi sai meglio di me quanto se ne sia rammaricato in seguito.”  gli ricorda quei giorni di sconforto tristi e bui. “Il punto è che tuo fratello è capace di dare molto, se preso nel giusto modo. Tu devi aver in qualche modo urtato la sua sensibilità!” asserisce.

- Contesa per l’affetto di madre. Rimonta schiacciante. Thor:1- Loki-2- pondera il biondo, sbuffando.

“Invece di lanciare accuse infamanti invano, dovresti solo cercare di riprenderti. Scordati gli allenamenti oggi; ti devi riposare!”  gli intima lei.

“Ma …” si azzarda a controbattere Thor.

“Niente ma! Siamo fortunati, perché tuo padre è via e non farà ritorno prima di sera, grazie ai suoi impegni di mediazione burocratica con uno dei regni confinanti. Ho tutto il giorno per rimetterti in sesto e fingeremo che questo non sia mai accaduto!” lo informa la regina.

“Davvero non gli dirai niente?” domanda speranzoso il biondo, gradendo poco la prospettiva di apparire un debole agli occhi del padre.

 “Sarà il nostro piccolo segreto!” garantisce Frigga, facendogli l’occhiolino.

“E’ consolante sapere che non ti schieri sempre e solo dalla parte di Loki!” ridacchia Thor.

 “Vieni qui, gelosone che non sei altro, tu e lui per me non siete mai stati in competizione!” replica lei, abbracciandolo.

- Contesa per l’affetto di madre. Thor:2- Loki-2. Pareggio-  sorride tra sé e sé il biondo, rasserenato, non potendo desiderare un esito migliore.

“Madre, per quanto il riposo possa farmi bene, c’è un altro modo di accelerare la mia ripresa.” l’avvisa Thor, scostandosi dall’abbraccio.

“Come?”

“Apri il cassetto accanto al tavolo, dentro troverai un tubetto.” la istruisce Thor e Frigga fa quanto gli è stato detto.

“Ora sii gentile, dammi un bicchiere d’acqua.” prosegue Thor, ottenendo quanto  richiesto.

“Cos’hai intenzione di fare? E cos’è questo tubetto?” s’incuriosisce la donna.

“E’ un altro regalo da parte di Bruce; sono aspirine … almeno credo si chiamino così e hanno il potere di far guarire chi le usa.” le spiega, aprendo il tubetto e facendo scivolare una pasticca nell’acqua, che diventa subito effervescente.

“E’ normale che faccia così?” domanda incerta Frigga.

“Sì. E’ un po’ come bere una pozione magica … ma è molto meno dannosa!” la tranquillizza Thor, prima di trangugiare il medicinale tutto d’un fiato.

******************************************  (Contemporaneamente)

Sono i raggi di sole a risvegliare Loki, riscaldandogli il viso etereo con il loro piacevole tepore.
E infatti il moro apre gli occhi,sollevando la testa dalle braccia in cui l’aveva affondata; accorgendosi così che, a furia di porsi tutte quelle domande, ha finito con l’addormentarsi proprio sopra la balaustra.
Un po’ incriccato, si massaggia il collo, indolenzito per quella scomoda posizione.
Non è il suo unico problema: stare così esposto al sole, l’ha accaldato e quella calura gli ha fatto venire una sete non irrilevante; ma si ricorda troppo tardi della ‘contro-vendetta ‘ di Thor.

“Maledetto!” impreca ad alta voce, decidendo poi che gli conviene conservarla.

Tuttavia, il solo nominarlo è sufficiente per farlo sprofondare nuovamente nelle sue riflessioni, anche se non sono fra le più ottimistiche.

- Non ci può essere altro interesse in lui che non sia quello di cercare di redimermi.  Oltre che cercare di umiliarmi in qualunque modo gli sia possibile, mentre persiste nel suo intento. Non prendiamoci in giro, so bene quello che sono e quello che ho fatto, sono un assassino, un accentratore di potere, a detta di tutti un pazzo psicotico;  Thor non potrebbe mai vedermi sotto un’altra luce … che non sia quella di riportare la pecora nera smarrita nel suo maledetto gregge dorato! – pensa disgustato, stringendo la ringhiera fra le dita.

-No, probabilmente lui non ha capito niente … né mai lo capirà!- sentenzia, per poi lasciarsi invadere la mente da ricordi non troppo remoti.

Tutto quel tempo trascorso insieme, non solo perché è stato loro imposto; le chiacchierate armoniose e quelle scherzose, quegli sguardi fugaci, i momenti di vistoso imbarazzo fra loro.
Una minima parte di Loki continua a coltivare quella speranza.

- Chissà, allora forse, almeno un po’ … -

Il dio del Caos sorride, imponendosi di dimenticare, almeno per quell’attimo, tutte le sue preoccupazioni.
Ha dormito così a lungo che è già passata metà della giornata, solo una manciata di ore lo separa dal tramonto.
Peccato che giunga subito ad un’allarmante consapevolezza.

- Sto morendo di sete e non c’è nulla di nemmeno lontanamente potabile qui e intossicarmi non è fra le attività ricreative più appaganti della giornata! E manca ancora una manciata di ore al tramonto!- pensa, allarmato.

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“Buonasera, Loki, come andi…” esordisce Thor, ormai rimesso a nuovo, entrando nella stanza del prigioniero.

“Acqua, acqua, acqua!” gli corre incontro Loki, stremato dalla sete.

Thor è rapido a posare tutto il resto sopra il letto, rimanendo solo con la brocca tanto agognata dal più piccolo.

“Oh, bene, così è questa che vorresti?” deduce Thor, capendo di tenere il coltello dalla parte del manico, per una volta.

E un’occasione così ghiotta non se la può certo lasciar sfuggire.

Tiene la brocca quanto più in alto possibile, impedendo così a un saltellante Loki di afferrarla.

“Dannazione. Se solo avessi ancora i miei poteri, te l’avrei già tolta con la forza di un magnete!” borbotta Loki, rauco a causa della sete.

“Ma non ce li hai!” ribatte sagace Thor, schivando il suo ennesimo tentativo di impossessarsi della brocca.

“Ti prego …” si arrende esausto Loki, troppo indebolito perché sia combattivo come al suo solito.

“Non basta.” asserisce Thor.

Loki si limita a interrogarlo con lo sguardo.

“Lo sai benissimo cosa voglio sentirti dire!” aggiunge il biondo.

Loki deglutisce la poca saliva che gli è rimasta, tanto è immenso lo sforzo che sta per compiere.

“Ti prego … fratello!” proclama, serrando i pugni e facendo quasi violenza su se stesso;  e come se si trattasse di una formula magica, l’istante seguente si ritrova con la brocca fra le sue mani e un Thor che sorride radioso di felicità.

Loki è troppo impegnato a bere a grandi sorsate dalla brocca per curarsi di qualsiasi altra cosa.

“Me la pagherai!” spergiura, nero in volto, non appena la sua sete viene placata.

“Sto tremando dalla paura!” replica sarcastico Thor, fingendo un’espressione spaventata.

“Anche se non ho più la mia magia, farò tutto quanto è in mio potere per renderti la vita impossibile!” lo mette in guardia Loki.

“Non vedo come!” replica con sufficienza l’altro.

“Non sottovalutarmi, mai!” sogghigna il moro.

“Minacce a parte, ti decidi a mangiare qualcosa?” lo esorta Thor e scoperchiando il cesto Loki non solo trova i panini, ma anche dell’abbondante frutta fresca, di vario tipo.

“Ma bene, facciamo progressi, vedo!” sorride.

“Non sai quanto si sta battendo madre, padre ha già cominciato a tornare sulle sue decisioni, come puoi vedere. Di questo passo, nel giro di qualche giorno ancora credo proprio che potrò portarti anche delle bistecche!” lo informa Thor. “Ovvio, già tagliate, perché nessuno sarebbe così  incauto da fornirti un coltello!” aggiunge subito dopo, spiritosamente.

“Eh già, sareste degli  sprovveduti e ve ne pentireste amaramente!” ci scherza su Loki, ridacchiando con lui, prima di prendere una succosa, grossa mela rossa e addentarla con foga.

Thor perde all’istante la voglia di ridere e il suo pensiero diventa uno soltanto.

- Voglio essere quella mela!-
 
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Il tempo passa e, con profondo sollievo di entrambi i giovani dei, non ci sono più state situazioni imbarazzanti che hanno messo a repentaglio il loro reciproco autocontrollo.
Un giorno, Thor è chiamato al cospetto di Odino, che lo attende seduto sul trono, quello stesso trono che un giorno non troppo lontano sarà di Thor.

“Figlio, ormai sono passati diversi mesi di prigionia di Loki, che novità mi porti?” esordisce il vecchio re.

“Tutto procede nella tranquillità più totale, ogni giorno prosegue nella sua routine e Loki si sta dimostrando davvero degno del tuo perdono; il mio l’ha già ottenuto da tempo.” declama il dio del Tuono, prodigandosi in un rispettoso inchino.

“Quindi mi confermi che non ha mai tentato in alcun modo la fuga?”

Thor scuote la testa con fierezza.

“No, mai, non ci ha nemmeno provato. E come  potrebbe?”

Il re sorride.

“Molto bene. E come si comporta con te? Ti è ostile?”

Thor fa un attimo mente locale.

 Da quanto Loki ha spergiurato che gli avrebbe reso la vita impossibile, è stato decisamente di parola. Thor richiama le numerose volte in cui gli ha teso agguati al di là della porta, facendolo inciampare al buio più completo ; o quando una volta è riuscito a nascondere sotto il lenzuolo una delle forchette avanzate da un pasto, invitando calorosamente Thor a tenergli compagnia, sedendoglisi accanto … e il dolore che ne è conseguito è tutt’altro che un ricordo sbiadito dal tempo. C’era stata anche una volta in cui, sfruttando la lampada terrestre che gli è stata messa a disposizione, è riuscito in qualche modo pure a farlo scottare.

Ma al di là di queste piccole malefatte, Thor ricorda anche serate più miti e piacevoli.

“No, padre, al di là di qualche piccolo dispetto scherzoso, com’è nella sua natura; Loki sta mantenendo un comportamento esemplare anche con me!” asserisce con convinzione il figlio.

“Figliuolo, non sai quanto queste tue parole mi rallegrino.” commenta soddisfatto il re, prendendo qualcosa da dietro il trono. “Credo sia giunto il momento che Loki riceva qualche piccolo diversivo che possa sollazzarlo un po’.” conclude lanciando a Thor un libro.

“Portaglielo pure stasera, quando gli farai visita!” lo istruisce.

“Sarà fatto!” sorride Thor, per poi approfittare del fatto di essere stato convocato dal re, suo padre, per discutere di una certa faccenda che comincia a farsi pressante.

“Padre, mi domandavo … non manca molto al momento della mia incoronazione, ” esordisce. “Per conferire un po’ più sontuosità all’evento, non sarebbe il caso di valutare l’idea di conferirmi qualche nomina in più?” azzarda.

“Credo di non capire.” si acciglia il padre degli dei.

“Sì, voglio dire… Loki è il dio di un sacco di cose, io solo del Tuono… o dei Fulmini, poco cambia. Però potresti farmi diventare, non so, il dio del Coraggio, della Giustezza, il dio protettore  di Midgard … “ tenta di persuaderlo Thor.

“No, nel modo più assoluto. Non mi piacciono affatto queste tue proposte insulse e frivole, ti fanno sembrare troppo avido di gloria!” rifiuta nettamente Odino.

Thor si accarezza il mento, con fare pensoso.

 “Però … non suona male dio dell’Avidità di Gloria!”

Odino si passa una mano sul viso, con fare esasperato.

“Thor, posso almeno sapere chi ti ha riempito la testa con queste scempiaggini che il valore di un re si giudichi in base al numero delle sue nomine come dio?” lo interroga.

“Beh… è stato Loki!” farfuglia Thor.

“Come supponevo. Per questo al massimo potrei nominarti il dio del Facile Soggiogamento Mentale !” lo canzona bonariamente Odino.
Thor  annuisce convinto.

“A me andrebbe benissimo anche quello!” confessa, esaltato.

La pazienza del padre degli dei ha un limite … e Thor l’ha appena superato.

”FUORI !!E non farmi pentire una seconda volta delle mie scelte!” lo allontana dal suo cospetto, furibondo.
 
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“… e alla fine mi ha cacciato via, su tutte le furie!” riferisce mesto Thor a Loki, quella sera stessa.

Loki ridacchia, palesemente divertito.

“Davvero l’ha fatto?  Il vecchio comincia a riguadagnare punti!” commenta fra le risate.

“Salirà ancora il suo punteggio, allora, dato che ha deciso di darti questo!” lo informa Thor, consegnandogli il libro.
Loki lo guarda su di giri.

“E’ un libro? Un libro vero? Di quelli che si leggono?” domanda sconclusionatamente Loki, felice come un bimbo.

“Perché? Conosci forse altri tipi di libri?” lo canzona Thor.

“Non so più quello che dico, questo isolamento è estenuante!” si giustifica il moro.

“E comunque sì, non mi crederai , ma è proprio un libro da leggere!” infierisce Thor, ridacchiando e guadagnandosi un’occhiata glaciale di Loki. “E comunque, vedi di non esaltarti troppo. Nessun libro magico, te l’avevo detto. E’ solo letteratura Midgardiana!” lo informa.

“Lo so, ma non importa!” sorride Loki, per poi osservare meglio quel libro. “ ‘Delitto e castigo ’?’ Cos’è? Una presa in giro da parte di Odino?” borbotta, scontroso.

“Padre dice che puoi trarne un grande insegnamento!” replica il biondo.

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La sera successiva, Loki accoglie Thor entusiasta.

“Aveva ragione padre; è stata una lettura molto illuminante!” esclama il moro.

Thor lo vede così entusiasta che non ci prova nemmeno a fargli notare quel che ha appena detto, ma se ne compiace silenziosamente.

“Vuoi dire che l’hai già finito?” si sbalordisce Thor.

Loki annuisce fiero.

“Non è che io qui abbia molto da fare!” fa spallucce Loki. “Non è che ne potrei avere degli altri?” domanda, molto cortesemente.

“Sì, non credo che padre farà obiezioni.  “ sorride Thor. “Tra l’altro, domani pomeriggio ho una riunione su Midgard, con gli Avengers,ne approfitterò per procurarti altri libri!” lo informa il biondo.

“Una riunione con gli Avengers? Qualche altro cattivone minaccia la vostra amata, preziosa Terra?” si interessa Loki, con fare divertito.

“No, è solo una riunione di routine. Tu rimani il cattivone numero uno!” sorride Thor.

“Così mi lusinghi!” sorride Loki.

“Vedrai anche il miliardario pomposo, quindi … Tony mi sembra, giusto?” aggiunge subito dopo.

- Hey, da quando si ricorda anche il suo nome?- fa una smorfia indispettita Thor.

“Sì, perché?”

“Vorrei metterlo al corrente di un mio piano. Ci ho pensato da un po’. “ ammette Loki.

“E sarebbe?” domanda Thor, sempre più contrariato.

“Riguarda  un’invenzione Midgardiana che tu ameresti.  E’ l’asciugacapelli. Hai presente quella specie di tubo col manico, che emette aria calda?” spiega il moro.

“Ah sì, credo di aver visto Jane usarne uno una volta!” ricorda Thor.

Nel sentire quell’odiato nome, Loki storce il naso, ma lascia correre.

“Ecco pensa, una di quelle invenzioni, ma in formato gigante potrebbe essere l’arma ideale per sciogliere Jotunheim e Tony mi potrebbe aiutare a realizzarla.. se riuscissi a convincerlo che quello è un nemico comune.. ma convincere qualcuno di qualcosa a me  viene più naturale che respirare!” ridacchia tronfio il dio degli Inganni.

Sono cose dette così, per leggerezza e scherzarci un po’ su, ma Thor coglie altri messaggi.

- Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? E’ logico che Loki sia affascinato da menti ingegnose e brillanti, che stimolano il suo intelletto.  Quindi è normale che si senta attratto da individui come Tony o Bruce… che mai potrei offrirgli io, che non so fare altro che parlare del mio martello? – si avvilisce il biondo.

“Hey, tutto bene? Guarda che scherzavo… non progetto di distruggere Jotunheim …  non ancora, almeno!” ridacchia Loki.

Thor si limita a fare buon viso a cattivo gioco.

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Thor è di parola e, di ritorno da Midgard, dopo aver fatto il punto della situazione con gli altri Avengers;  non solo porta a Loki una pila di libri, ma anche del tipico cibo Midgardiano: hamburger e patatine, che il dio del Caos non ha avuto modo di provare quand’era su quel regno.

E Loki manifesta una certa predilezione per quei buffi bastoncini gialli, croccanti e salati.

Una volta ultimata la cena, dopo essersi lavato le mani, per evitare di ungere i libri a lui tanto cari, Loki passa in rassegna gli acquisti del fratellastro.

“vediamo un po’… la biografia dei fratelli Grimm, i fratelli Wright, i fratelli Karamazov, i fratelli Lumiere… Thor, cerchi forse di lanciarmi un messaggio?” alza gli occhi Loki.
“Si capisce tanto?” domanda in imbarazzo il biondo.

“Sei tanto imprevedibile quanto intelligente!” sentenzia il moro.

“Grazie!” gli sorride raggiante Thor, ma poi si adombra, riflettendo meglio su quelle parole. “Hey, aspetta un attimo. Mi hai offeso!” si imbroncia.

“Come volevasi dimostrare!” ridacchia Loki, prima che l’occhio gli cada su un altro libro. “E questo?” chiede spiegazioni, alzandolo verso di lui.

“Anche quella è la storia di due fratelli.” spiega Thor.

“Ma i protagonisti sono due tigri!” gli fa notare Loki esasperato.

 “Sì, ma me ne hanno parlato benissimo!” si giustifica il biondo.

“Tu hai un problema serio!” alza nuovamente gli occhi il dio degli Inganni.
 
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Il giorno dopo, al pomeriggio, Sif osserva intenta Thor, mentre si allena, ingaggiando una finta lotta contro Volstagg e Fandral.

“Sei decisa a parlargli finalmente?” l’avvicina Hogun, l’unico a conoscenza del suo segreto.

“Sì, non credo di poter continuare oltre!” afferma la bella guerriera.

“Lo so, sono mesi che ti riproponi di parlargli, ma poi c’è sempre qualcosa che ti blocca!” commenta il guerriero dai tratti orientali.

“Non è facile!” protesta la mora.

“Posso immaginarlo, ma non puoi andare avanti così; devi affrontare la cosa ed essere pronta ad affrontarne ogni conseguenza. Rimanere col dubbio non farà che logorarti!” la consiglia il suo interlocutore.

“Sì, hai ragione tu, ma stavolta sono decisa e non torno più indietro!” sorride Sif, animata da grande entusiasmo. “Aspetterò che finiscano gli allenamenti e poi glielo chiederò!” annuncia, impaziente.


TBC
 
Ebbene sì, sono passati già dei mesi, senza che quei due si siano saltati addosso.
Riuscite a crederci? Io no XD eppure è così.
Possono resistere ancora per molto? uhmmm…
Lo so che da com’è finito non si direbbe proprio, ma forse nel prossimo capitolo (che sinceramente non vedo l’ora di scrivere ^^) le cose potrebbero farsi mooolto interessanti… sarebbe anche ora XD
 
piccola nota: vabbè tutti gli altri libri non sto nemmeno a citarli, mentre quello delle tigri, beh.. so che c’è il film ‘Due fratelli’ … e ho dato per scontato che esistesse anche un romanzo.. please, passatemela ^^
spero vi sia piaciuta anche questa parte e vi abbia divertito  in certi punti!

fatemi sapere in ogni caso, pretty please ^^
alla prossima.. solo che mi prenderò quei soliti 10-15 gg di ‘pausa ‘ per pensare anche all’altro fandom XD..
un bacione, filo al lavoro!

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Capitolo 6
*** V: Misunderstandings bring the truth ***


Buonasera!
Sì, lo so.. avrei dovuto aggiornare ieri notte.. ma non stavamo bene né io né il mio pc XD
Grazie a tutteeee!! Alle fedelissime che sono meravigliose, alle new entry che sono splenderrime; a quelle intermittenti, a chi forse nemmeno passerà più di qui.. e al mio caro esercito di silenziose (e dai! giuro che è un nomignolo affettuoso :P ) che non fanno che aumentare … un milione di grazie a chi di voi almeno una volta s’è fatta sentire ^^.. io ci spero sempre ;).
spero che non mi abbandonerete proprio ora che le cose tra i due … *si azzittisce*

 
Capitolo V: Misunderstandings bring the truth


“Thor!” lo chiama Sif, correndogli incontro, al termine degli allenamenti.

“Che c’è, Sif? Lasciami indovinare; vuoi un parere su come sei andata oggi? Non c’è che dire, ho trovato i tuoi riflessi notevolmente migliorati, assieme alla tua agilità e…” comincia la sua lista di valutazioni Thor, ma la ragazza lo ferma con un eloquente gesto della mano.

“No, Thor, non mi interessa sapere questo, voglio dire … logico che ho fatto dei progressi, non potrebbe essere altrimenti!” fa spallucce lei, con la sua solita elevata sicurezza in se stessa, che la contraddistingue.

- Perché tutti sono così convinti che io non pensi a nient’altro che ai combattimenti?- si cruccia la bella guerriera.

“Capisco. Allora di cosa si tratta?” le domanda il futuro re.

“Non è una cosa di cui posso parlare con così tanta leggerezza, qui e in così poco tempo. Preferisco che sia in privato, in un luogo più appartato e che duri il tempo necessario.” replica la ragazza.

“Si tratta di una questione molto delicata e so che ora non hai tempo da dedicarmi … perché devi correre alla torre!” aggiunge, sbuffando seccata nell’ultima parte.

- Sif mi vuole parlare in privato, di una questione delicata e vuole che io le dedichi il mio tempo. E non l’ho mai vista così agitata. – rimette assieme i pezzi Thor, componendo così il suo puzzle d’intuizione.

- Per Odino! Sif mi sta chiedendo un appuntamento!- capisce il bel biondo, per poi rivangare le sue ultime scoperte a riguardo degli interessi di Loki.

- E’ palese che con lui io non abbia possibilità alcuna, affascinato com’è da menti più geniali, colte e stimolanti per la sua brillante intelligenza … semmai tornerà in libertà e avrà la possibilità di frequentarle. Forse farei bene a cercare di riprendere in mano le redini della mia vita e guardare a un futuro che, anche se non quanto insieme a Loki, può essere comunque radioso. – pondera il dio dei Fulmini, osservando attentamente Sif.

“Thor?” prova a chiamarlo la ragazza, ma senza riscontrare esiti positivi.

- Tutto sommato, lei è una gran bella ragazza, è simpatica, abbiamo molto in comune e quando vuole sa anche tenermi testa. Madre sarebbe di certo più felice di vedermi sposato con un’Asgardiana … - rimugina. – E l’amore in fondo non è poi così importante, può anche passare in secondo piano… -
 
“Thor, ci sei ancora?” lo desta dai suoi pensieri Sif, sventolandogli una mano davanti al viso.

“Ti va bene se ci incontriamo stasera, davanti ai giardini reali?” le propone Thor, cogliendola di sorpresa.

“Stasera? Uh, sì, stasera sarebbe perfetto. Ma come farai con … tuo fratello?” s’interessa Sif e Thor sa bene quanto le costi definire Loki in quel modo, soltanto per fargli un piacere.

“Io devo principalmente accertarmi che lui non scappi, cosa che reputo alquanto impossibile; e portargli il cibo e altre eventuali necessità; ma una volta fatto questo sono libero di andarmene quando voglio. Non sono certo la sua balia … ed è stato proprio lui il primo a farmelo presente!” le spiega il biondo.

“Non è stato molto carino da parte sua … beh, non sarebbe Loki altrimenti!” borbotta Sif, facendolo sorridere.

“Bene. Allora a stasera. Non vedo l’ora!” lo saluta sorridente Sif,  correndo via.

- Ormai quel che è fatto è fatto e non si torna più indietro!- riflette il dio del Tuono; facendo ritorno al palazzo a prendere tutto il necessario, per andare a far visita al suo adorato prigioniero confinato.

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“Entra pure,  Thor, è aperto!” lo sprona Loki dall’altra parte, sentendolo arrivare; ma poi avverte una certa esitazione da parte dell’altro.

“Sta’ tranquillo, niente trucchi. Sai, certi scherzi possono riuscire così bene soltanto una volta!” aggiunge, riuscendo così a persuaderlo.

“Con te non si può mai sapere!" borbotta Thor entrando con la massima cautela, per poi riporre tutte le cose sul tavolino.

Loki fa un semplice cenno della mano per salutarlo, senza alzare lo sguardo dal libro che sta leggendo, seduto sul letto a gambe incrociate.

“Sei tornato ai tuoi tempi gloriosi da topo da biblioteca!” lo canzona il biondo, anche se è segretamente contento di vederlo leggere una delle biografie che gli ha procurato.

Loki interrompe la sua lettura per affrontare il suo sguardo.

“Prendimi in giro quanto ti pare; la verità è che questi fratelli Wright sono incredibili. Ma lo sai che volavano?” commenta entusiasta il moro.

“E allora? Pure tu ed io voliamo!” fa spallucce Thor, per nulla colpito. “Ah no, aspetta; io posso ancora volare, tu no!” gli rinfaccia spudoratamente, sghignazzando.

Loki lo fulmina con lo sguardo, ma poi lascia soprassedere.

“Intendo dire che loro volavano senza l’ausilio di alcun potere, se non quello del loro ingegno, del loro impegno e della loro dedizione, che li ha portati a realizzare invenzioni di tutto rispetto. Quando vogliono, i Midgardiani sanno fare cose davvero notevoli!”  chiarisce il dio del Caos.

Il dio del Tuono ne approfitta per cogliere la palla al balzo.

“Lo vedi quant’è importante il legame fraterno e che cosa permette di fare?” gli sorride fulgido.

Loki chiude il libro in uno scatto nervoso e si alza dal letto.

“Non mi risulta che uno di loro due sia stato adottato, con un padre troppo codardo e pianificatore per dirglielo e una madre troppo adorabile per fargli desiderare di averne una diversa!”  ribatte il più giovane, andando verso di lui.

Thor lo guarda intenerito.

“E’ molto bello quello che hai detto di nostra madre!” sorride.

“E infatti voglio che tu glielo riferisca!” mormora il moro.

“Sarà fatto. Ma non contare su di me per quello che hai detto di nostro padre!”

“Me lo aspettavo. E poi tu non avresti il coraggio di affrontare *tuo* padre, nemmeno se fosse per farmi da portavoce!” lo accusa il dio degli Inganni.

“Questo non è vero!” ribatte il dio dei Fulmini.

“Devo forse ricordarti che l’ultima volta che lo hai affrontato e gli hai detto cosa pensavi di lui sei stato ridotto a comune mortale e bandito dal regno?” ridacchia Loki.

“Touché!” gorgoglia Thor, per poi cambiare argomento e andare verso la portata.

“Perché ora non fai una pausa dalle tue letture e ti godi il tuo pasto?” lo sprona il più grande, scoperchiando il piatto davanti a lui.

“Non so cosa tu abbia fatto per meritartelo, ma stasera ti sei guadagnato una succulenta bistecca!” lo informa, porgendola ad un Loki piuttosto affamato.

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Thor osserva fuori dalla balaustra, cercando di orientarsi in base allo scurirsi del cielo.

- Sarò qui da circa un’ora, saranno le nove … Sif mi starà già aspettando. – riflette.

Loki gli si avvicina di soppiatto, prendendo posto accanto a lui sulla ringhiera della balaustra.

“Sai, preferisco l’inverno a questi giorni estivi.” commenta, mentre fissa un punto impreciso, forse perché desideroso di far conversazione.

In effetti a Thor sembra che quella sera Loki sia proprio di ottimo umore, forse grazie alle letture che gli ha fornito.

“Posso sapere perché?” domanda Thor, combattendo l’impulso di avvolgergli un braccio attorno alle spalle, per paura di rompere quell’idillio.

Loki, volge lo sguardo verso di lui, sorridendogli come non faceva da tanto, troppo tempo.

“Perché il tramonto arriva prima!” mormora, per poi guardare altrove.

Thor vorrebbe fare tante cose, peccato che sceglie di compiere proprio quella più sbagliata.

“Si sta facendo tardi … “ borbotta, rientrando.

“Tardi per cosa? E’ calata da così poco la sera!” controbatte Loki, seguendolo.

“Beh, mangiare hai mangiato, per il bagno … “ riepiloga ad alta voce Thor.

“Tu mi lasci le vesti di ricambio e *io* provvedo a farmi il bagno, da solo, come abbiamo già concordato da tempo!” precisa il dio più giovane.

“Allora io posso anche andare, no?” tentenna il dio più grande.

“Sei già così stanco di tenermi compagnia, dopo solo questi pochi mesi?” ridacchia divertito Loki.

“Non non è questo …”

“Allora,  perché vuoi andare? Hai forse un appuntamento?” lo sbeffeggia il moro.

Il silenzio dell’altro è una risposta più che eloquente.

Il volto di Loki si rabbuia all’istante.

“Oh, è così allora? Cos’è? La tua patetica mortale ha trovato il modo per raggiungerti?” sbotta inacidito.

“No, non si tratta di Jane, è Sif che … “ precisa Thor.

Il buon umore di Loki ormai è soltanto un lontano ricordo.

“ Che ci fai ancora qui? Non vorrai far attendere oltre la tua bella guerriera?” lo sprona innervosito, spintonandolo verso la porta.

“Mi ha chiesto solo di parlare, non è niente … e se non vuoi posso rinunciare e stare qui con te… “ ribatte Thor.

“Vattene!” sibila glaciale l’altro, aprendo la porta e spingendolo oltre quella soglia a lui vietata. “E non sentirti obbligato a tornare domani!” aggiunge, sbattendogli la porta in faccia, ignorando le sue vane proteste.

Solo quando lo sente allontanarsi, si accascia disperato sul letto.

- Sif. In tutti questi mesi, ho creduto che il vero problema fosse la maledetta Midgardiana e invece la rivale è qui, a due passi, che può vederlo ad ogni ora, anche quelle del giorno; ma non le bastava, doveva portarmelo via pure di notte! – rimugina, roso dall’invidia.

- Ma non importa, se lo può tenere . A Thor non importa niente di me, non nel modo in cui vorrei io, almeno. Mi sono solo illuso!- pondera, sentendo le sue speranze sgretolarsi come polistirolo sfrigolato fra le dita.

***************************** (Contemporaneamente)

Non c’è niente da fare.

Per quanti sforzi impieghi, per quanto si riprometta di non pensarci, ad ogni passo che Thor muove verso i giardini reali, l’immagine del sorriso di Loki riaffiora prepotente nella sua mente.
E quel sorriso era indirizzato proprio a lui.
 
- Ma chi voglio prendere in giro? Nessuno mi fa sentire come mi fa sentire lui, nessuno sa scatenarmi dentro lo stesso vortice di emozioni. Come posso pretendere di rifarmi una vita se la mia vita è lui?- ammette a se stesso il bel guerriero.
 
- Sarà bene chiarire subito le cose con Sif. E’ una così cara ragazza, non è giusto che io le dia false illusioni!- decide.
 
“Thor, eccoti, finalmente!” lo saluta la bella mora, andandogli incontro.
 
Assorto com’era nei suoi pensieri, il biondo nemmeno si è accorto di essere giunto a destinazione.
 
Osserva meglio la sorridente ragazza davanti a lui. E’ vestita esattamente come lo era agli allenamenti, i capelli sono sempre raccolti in quella pratica coda che le ricade dietro le spalle. Non si è agghindata in modo alcuno e questo lo fa sentire un po’ meno a disagio.
 
“Sif, ritengo che sia meglio se… “ esclama lui, ma lei lo interrompe all’istante.
 
“No, Thor, ti prego, lascia parlare prima me, altrimenti non troverò mai più il coraggio di fare questo discorso!” insiste, invitandolo a sedersi con lei su una delle panche di pietra.
 
“Thor; tu, io, Hogun, Fandral e Volstagg siamo amici da … praticamente da sempre, no?” esordisce lei e il suo interlocutore si limita ad annuire, attendendo il momento opportuno per metterla di fronte alla realtà dei fatti.
 
“E a volte può capitare che essere amici e basta non sia più sufficiente, ma si ambisca a ben altro; tuttavia,  ci si frena, perché si ha il dubbio che l’altro possa non ricambiare quello stesso forte sentimento e allora si continua a mascherarlo con la sola amicizia… “ prosegue Sif, facendosi più tentennante.
 
Thor non può attendere oltre.
 
“Sif, io non ho parole davvero, sono assai lusingato, ma mi duole informarti che purtroppo non ricambio questi tuoi sentimenti. Per me sei solo un’amica, un’ottima amica e… “ parla tutto concitato il dio del Tuono, prendendole le mani.
 
Con sua grande sorpresa e sconcerto, Sif scoppia a ridere.
 
“Ma no, Thor, che hai capito? Non mi riferivo a te … io parlavo di Fandral!” confessa lei.
 
“Fandral?” la interroga Thor, basito, ma estremamente sollevato.
 
“Sì, ma circondato da belle donne com’è non credo di avere speranze con lui. Però tu sei il suo migliore amico, sei tu quello col quale lui si confida maggiormente, ho provato a parlarne con Hogun, ma non mi ha saputo dire nulla, con Volstagg nemmeno ci provo. Ma tu … forse sai dirmi se mi dovrei concedere una chance o specherei solo il mio tempo e ferirei il mio orgoglio?” gli domanda, impaziente di avere una risposta.
 
“Ma … tu non hai mai dato motivo a Fandral di credere che ci fosse interesse da parte tua per lui!” commenta Thor, ancora un po’ frastornato.
 
“Ci mancherebbe altro!” protesta Sif.
 
Thor le sorride.
 
“E dimmi, ti è mai venuto in mente che il nostro caro amico vada a caccia di altre belle donne per cercare di distogliersi dall’unica che crede irraggiungibile?” ammicca.
 
“Vuoi dire che… ?” sorride estasiata la bella guerriera.
 
“Io credo che ne dovresti parlare direttamente a lui e credo anche che ne potreste rimanere entrambi piacevolmente sorpresi!” la consiglia benevolo Thor.
 
“E io che ho sempre pensato che lui mi vedesse solo come una sorta di sorellina!” borbotta Sif.
 
“L’amore a volte ci rende ciechi!” sentenzia Thor.
 
“E proprio vero. A proposito, tu che mi dici di Loki?” lo coglie alla sprovvista lei.
 
Thor per poco non cade dalla panca.
 
“Che c’entra Loki adesso?” ridacchia nervosamente.
 
“Non provare a fingere con me. So riconoscere gli sguardi innamorati e ho visto come guardi quella torre di giorno. “ lo disarma la ragazza.
 
“E tu approvi?” la scruta diffidente il futuro re.
 
“Sai bene quel che penso di Loki; ma  io voglio solo che tu sia felice e se è lui la tua scelta, non mi opporrò di certo. Del resto, tu in lui ci hai sempre visto qualcosa che né io né gli altri riusciamo a comprendere; hai sempre preso le sue difese, sai guardare oltre tutto il male che ha arrecato. Perciò, se per te lui è così speciale… “
 
“Lo è!” la interrompe Thor.
 
“Bene. Ma non ti aspettare che io gli faccia da damigella d’onore!” sbuffa lei, facendolo ridere.
 
“Come sei precipitosa! E poi non credo nemmeno che lui sia interessato a me!” si demoralizza.
 
Sif scivola più vicino a lui, poggiandogli una mano sul ginocchio.
 
“Raccontami, come vanno le cose tra voi? Com’è l’isolamento?”
 
“ E’ altalenante. Ci sono giorni in cui è inavvicinabile e mi dimostra il suo disprezzo in ogni modo che gli è possibile; ma ci sono anche giorni più sereni, dove ci sembra di ritrovare la complicità di un tempo. Parliamo tanto, rivanghiamo i vecchi ricordi, ridiamo insieme delle cose allegre e ci confortiamo nei momenti più grigi. E bisticciamo di continuo, ovviamente!” sorride divertito il biondo.
 
“A me non sembrano così terribili come premesse.” commenta la guerriera.
 
“Non lo so. Oggi sembrava anche molto ben disposto nei miei confronti, ma appena gli ho detto dell’appuntamento ha sbottato come se fosse… “
 
“Geloso?” lo anticipa lei.
 
“Sì. E mi sono dovuto perfino giustificare con lui, come … “
 
“Come si fa con una fidanzata gelosa?” deduce Sif, con il sorriso di chi sa.

Thor annuisce, confuso e attonito.
 
“Fidati, Thor, mi sembrano chiari atteggiamenti di qualcuno che è molto interessato!”
 
“Tu credi?” sorride ricolmo di speranza Thor.
 
“E poi ero io quella cieca!” ridacchia Sif. “Sarai anche il più valoroso dei guerrieri, ma non capisci proprio niente di sentimenti!”
 
“Ma è diverso, Loki è troppo orgoglioso, non confesserebbe mai!”
 
“Sì, se lo torturi un po’!” lo consiglia l’amica.
 
Thor la guarda con puro orrore negli occhi.
 
“Per Odino! Thor, è un linguaggio figurato, non intendevo sul serio!" chiarisce pazientemente Sif, schiaffeggiandosi la fronte, prima di alzarsi. " Trova il suo punto debole e infierisci senza pietà, vedrai che lo metti con le spalle al muro!”
 
“Grazie amica mia!” si alza anche Thor, abbracciandola.
 
“Ma sul serio non hai mai avuto interesse per me?” le chiede quando si separano, un po’ ferito nel suo ego.
 
“Certo che sì, mi ero presa una bella cotta da paura per te!” confessa Sif, senza alcun pudore.
 
“Davvero?” solleva un sopracciglio, con fare intrigato.
 
“Sì, ma, sai, durante l’adolescenza si commettono un sacco di errori!” ridacchia lei, sfrontata.
 
“Hey!” sta allo scherzo Thor, dandole un pugno giocoso sulla spalla. “Coraggio, ora va’ a prenderti ciò che è tuo!” la sprona.
 
“E tu farai lo stesso?” gli domanda.
 
“No. Preferisco aspettare domani, al tramonto. Fa parte della mia tortura!” ammicca lui.
 
“Però, impari in fretta!” sorride lei, allontanandosi, colma di aspettative.
 
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“Ti avevo detto che non era necessario tornare!” sbotta Loki, quando al tramonto sente bussare alla porta, che stavolta ha opportunamente chiuso.
 
“Io faccio quello che voglio!” ribatte Thor, continuando a bussare.
 
“Quello semmai sono io!” mette in chiaro Loki, aprendogli con stizza.
 
“Ieri sera è andato tutto a meraviglia. Il nostro incontro ha avuto esiti positivi e Sif ha finalmente ottenuto ciò che voleva!” racconta entusiasta Thor.
 
“Non mi sembra di avertelo chiesto!” incrocia le braccia al petto Loki, con uno sbuffo sonoro. “Ad ogni modo, sono tanto felice per lei. A quando le liete nozze?” borbotta , digrignando i denti.
 
“Presto, molto presto. Probabilmente già alla fine di quest’anno!” lo informa gongolante Thor.
 
Loki lo fissa sconvolto, impallidendo all’istante.
 
Quella è una stilettata al suo cuore.
 
“Di già?” si limita a chiedere.
 
“Quando trovi il vero amore non vuoi lasciartelo sfuggire!” giustifica Thor.


Loki è sempre più  ferito ad ogni sua frase, ma non demorde.

“Oh, davvero? Spero tanto che tuo padre mi dia un permesso speciale, perché non me le vorrei mai perdere quel giorno!” sibila.

“Sì, del resto sono certo che ci inviteranno. O almeno me di sicuro, sono il testimone!” ridacchia Thor, decidendo che l’ha fatto soffrire abbastanza.

Loki  lo fissa basito.

“Inviteranno? Testimone?”  ripete, sconclusionato, gironzolando avanti e indietro per quella stanza che più di tanto spazio non concede. “Sì, è risaputo quanto tu sia insopportabilmente egocentrico, ma non arriveresti mai ad essere il testimone delle tue stesse nozze.. vero?” lo scruta in un misto di confusione e speranza.

 “Pensavo che fossi tu il dio intelligente! Non ci sei ancora arrivato? Non mi sposo io, è Fandral il futuro marito di Sif!” rivela allegro il biondo.

Loki si sente sollevato, ma subito dopo capisce di essere in trappola, soprattutto dal modo in cui Thor lo sta fissando, facendosi pericolosamente vicino.

“Tu sei geloso, fratellino, confessa, una volta per tutte!” lo fa indietreggiare, picchiettandogli un dito all’altezza sul cuore, finché lo mette con le spalle al muro, letteralmente.

Loki infatti si trova bloccato fra la parete e il petto possente di Thor, pressato contro il suo.

Loki ormai non ha altra scelta, se non quella di arrendersi.

“E va bene! Sì, ero geloso marcio di Sif, di Jane, di chiunque respiri; perché la verità è che sono innamorato di te, da prima di quanto ne abbia memoria!” urla tutto d’un fiato, a mo’ di sfogo il più piccolo, con le lacrime agli occhi.

Entrambi si guardano in silenzio per qualche istante, con i loro cuori che sembrano fare a gara a quale batte di più.

Thor si separa da Loki, permettendogli di riprendersi.

“Capirò se la cosa ti disgusta e non vorrai più farmi visita e …” continua il moro, con tono più pacato e rassegnato, ma Thor lo zittisce con una mano sulla bocca.

“Non una parola di più. Ora lascia parlare me.” gli sorride rincuorante.

Loki annuisce, un po’ spaventato.

“E’ vero, Jane mi mancava, ma era per te che piangevo, ogni singola, dannata notte, seduto sul Bifrost rotto, proprio nel punto dove ti ho perso!” confessa Thor, levando la mano dalla sua bocca.

Loki non emette parola comunque, perché è troppo allibito.

“Sì, e ti dirò di più. Qualche volta ho provato anche a leggere uno dei tuoi tanto adorati libri, perché fare le cose che tanto ti piacevano  mi facevano sentire te più vicino!” gli svela il biondo.

Loki sorride, uno di quei sorrisi sinceri e spontanei, come quello che gli ha rivolto la sera precedente, sussultando un poco, quando Thor porta una mano al suo viso, accarezzandolo dolcemente.

“Sai, Loki, quando padre mi ha rivelato la verità, dopo lo shock iniziale, lo sai qual è stata la prima emozione che ho provato? Sollievo e un puro senso di libertà!”

“Ti schifava così tanto essere mio fratello?” sbotta stizzito Loki, allontanandogli la mano dal viso.

“Devo legarti quella dannata lingua d’argento che ti ritrovi o mi lasci finire di parlare, invece di dire un mare di fesserie?” ribatte Thor.

Loki annuisce in silenzio, facendogli segno di continuare.

 “E ‘ stato sollievo, perché il distacco che a volte ti riservavo, preferendo la compagnia dei miei amici alla tua o il rifugiarmi fra le braccia di quella dolce e gentile MIdgardiana, erano solo tentativi per non cedere a quell’istinto che credevo proibito e incestuoso. Ma conoscere la verità è stato come liberarsi di un peso. Loki, non siamo fratelli, cioè, lo siamo nel cuore, nello spirito, ma non nel sangue, almeno; e questo ci rende liberi, rende libero me di amarti come voglio e come meriti!” gli sorride, accarezzandogli con tenerezza i capelli.

“Thor, io in un primo momento volevo ucciderti … “ ammette Loki, con la voce spezzata dall’emozione di quella rivelazione.

“Lo so.” sussurra Thor.

“Ma non sai perché!” alza la voce Loki, scostandolo nuovamente da sé. “Ti volevo uccidere quando eri su Midgard, o impedirti in tutti i modi di fare ritorno a casa;  ma solo per impedirti di scoprire la verità. Thor, hai idea di quello che ho provato quando ho scoperto chi davvero fossi? Di tutte le creature, perché proprio quella? Se c’era qualcosa che tu odiavi più di tutto erano proprio i Giganti di Ghiaccio, e vedere l’odio nei tuoi occhi sarebbe stato troppo pesante per me da sopportare!” confessa il moro, sentendosi il volto bagnato di lacrime, che Thor gli asciuga, facendo scorrere i pollici lungo le sue guance, con delicatezza.

“ E l’ho anche avuta l’occasione di eliminarti con il Distruttore,  ma mi è mancato il coraggio di farlo veramente e ho preferito solo colpirti leggermente. “ prosegue Loki. “Non pensavo fossi così mammoletta!” aggiunge, stemperando  così quell’atmosfera troppo carica di pathos.

 “Avevo perso i miei poteri, ero un semplice, debole umano!” si giustifica Thor, un po’ offeso.

“Tutte scuse!” ridacchia Loki, fra le lacrime. “Tuttavia, tu mi hai perdonato. “  si fa serio subito dopo.

Thor annuisce.

“E mi hai perdonato anche il fatto di aver devastato mezza città col Distruttore!” continua l’elenco Loki.

“L’ha detto anche padre che non hai causato poi un così grave danno!”  commenta il biondo.

“E mi hai perdonato per le minacce alla tua preziosa mortale!” gli ricorda il moro.

“L’ho capito cosa volevi fare: tentavi solo di spronarmi a combattere contro di te!” controbatte il dio del Tuono.

“La vuoi smettere di giustificare qualsiasi cosa abbia fatto?” gli urla il più piccolo, spazientito.

Thor si limita a sorridergli dolcemente.

“Non posso, ti amo. E ciò che più conta è che ti ho ritrovato!” piange dalla commozione.

Loki si lancia fra le sue braccia, piangendo a dirotto.

“Anch’io ti amo, e sono stato dilaniato per tutti questi anni dal tuo stesso tormento e dal timore di non essere degno dell’amore dei nostri genitori se avessi provato un tale sentimento nei confronti di mio fratello!” confessa, bagnandogli la camicia con le sue lacrime, mentre Thor, lo tranquillizza, accarezzandogli la schiena con lenti movimenti circolari.

Quando anche l’ultimo singulto svanisce, Loki affronta lo sguardo del fratellastro, più sereno.

“Dato che entrambi ce lo siamo chiesti per anni, che ne dici di scoprire se la nostra attrazione reciproca è solo illusoria o c’è molto di più oltre a questo?” gli propone Thor e in quegli zaffiri luccicanti Loki può leggere un chiaro invito.

Ancora le mani alle sue forti spalle, issandosi un po’ per sfiorare le sue labbra con quelle del biondo, in un contatto quasi esitante.

Loki percorre il contorno della sua bocca, con la punta della lingua, domandando timidamente accesso.

Thor lo accontenta impaziente e si esplorano a vicenda, con le loro lingue che si intrecciano, giocano assieme, battagliano fra loro  con la fierezza che contraddistingue i loro proprietari.

E’ Loki il primo a interrompere il bacio, dopo un tempo che nessuno dei due saprebbe quantificare.

Il moro osserva il biondo, con un’espressione poco convinta.

“Ho aspettato così tanto … per questo? Avevo aspettative molto più alte; non è stato questo granché, non trovi?” commenta freddamente, sfregandosi la bocca con la mano, come se ne fosse schifato.

“Sì, hai ragione … anch’io pensavo che sarebbe stato diverso … “ borbotta l’altro, fissando il pavimento, mesto, deluso e sconsolato.

Loki ridacchia, sollevandogli il mento con un dito, cosa che obbliga Thor ad affrontare quegli occhi smeraldini divertiti.

“Ma quante volte devo ricordarti che io sono il dio *delle Bugie*?” ammicca, prima di tirarlo di nuovo a sé, per un bacio ancora più profondo.

TBC
 
Waaaahhh che emozione… è la prima volta che scrivo di loro due insieme!! *esulta con gli occhi a cuoricino*
Spero di essermela cavata decentemente *si rosicchia le unghie*
Quanto a Sif, almeno in questa storia non le volete un po’ bene? Io tanto ^^
Lo so che è lontano anni luce da quel che propongono i fumetti, ma chissene, secondo me lei e Fandral fanno una gran bella coppia… anche se non ce l’ho fatta a scrivere un momento solo fra loro due XD
ok, passiamo alle cose più serie: questo è l’ultimo capitolo che può essere accettato su EFP, prima che le cose si scaldino .
I prossimi capitoli li troverete qui  http://thunderchaosluv.livejournal.com (non richiede nessuna iscrizione, perchè potete lasciare commenti da anonimi, quindi nessuno sbattimento XD )

Ormai è pronto ^^ e vi avviserò quando aggiorno

quanto a ‘Tricked Thunder ‘ , resterà ‘innocente ‘ ancora per un po’.. quindi per il momento non rischia XD (a proposito, per chi la segue, qualche giorno fa ho aggiornato anche quella! ^^ )

in attesa di saper che ne pensate, qualsiasi parere, vi salutooo
alla prossima

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