Niente è come sembra

di AlyssFleur12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo. ***


Capitolo primo

In cui si vengono fuori cose che forse era meglio non sapere, Harry riceve una strana visita e Hermione si comporta in modo strano.

Harry Potter prese il sapone per i piatti e iniziò a rigovernare con aria triste.

Due anni prima aveva ucciso Voldemort e finito la scuola, adesso stava dando gli ultimi esami per diventare auror, non c’era niente che non andava, ma non poteva dirsi felice della sua vita.

Non aveva una ragazza, i suoi amici erano sempre e solo Hermione e Ron; viveva in una casetta minuscola a Hogsmeade e tutte le sere rimaneva in casa come un ottantenne, solo una volta ogni tanto andava a trovare i suoi amici o i signori Weasley.

Harry aveva quasi finito di rigovernare quando sentì suonare alla porta.

Chi poteva mai essere? Era stato a cena da Ron la sera prima, aveva sentito per telefono Hermione quella mattina… chi poteva venirlo a trovare?

Appena aprì la porta per poco non gli venne un colpo al cuore.

Draco Malfoy, con il solito viso pallido e appuntito e con qualche ciocca di capelli biondi sulla fronte, se ne stava appoggiato allo stipite della porta con aria scocciata.

-Malfoy?- riuscì solo a dire Harry, incredulo com’era.

-No, sono la reincarnazione di Godric Gryffindor, venuta per assegnarti un premio per la tua prontezza di spirito.- disse con voce strascicata –mi fai entrare o devo stare qui su questo zerbino lercio per un altro po’?-.

Harry era troppo stupefatto per poter dire qualunque cosa, ed era anche molto curioso di sapere perché Malfoy era lì, così spalancò la porta senza dire niente. Draco si guardò intorno con aria disgustata.

-mio dio, Potter, che schifezza! Ma vivi qui??- chiese incredulo, guardando un soprammobile orrendo sopra il cassettone.

Harry fece un gesto scocciato.

-pensavo che tu fossi un pochino più ricco… credo che perfino la stanza più brutta della casa dei Weasley sia meglio di questo…-

Harry lo interruppe.

-sei venuto per criticare o hai anche qualcosa da dirmi?- chiese scocciato cominciando a pentirsi di averlo fatto entrare. Draco lo ignorò, affacciandosi nella cucina.

-stavi… lavando i piatti, Potter? “il prescelto”, “colui che ha salvato il mondo magico” che lava i piatti?- chiese tra l’annoiato e il canzonatorio.

-Malfoy, seriamente, se hai qualcosa da dirmi fallo subito e poi togliti dalle scatole- replicò Harry irritato.

-potrei almeno aprire la finestra? In questa casa c’è troppo odore di… Potter per i miei gusti- chiese Draco con finta espressione supplichevole. Harry fece un gesto scocciato.

-ebbene, resisterò. Ma solo perché la causa è davvero importante…- disse l’altro guardandosi attorno come se fosse appena entrato in una fogna -la mia carissima amica Pansy, per un motivo sconosciuto e per me inarrivabile, ha reputato che portarsi a letto la Weasley molteplici volte non fosse una cosa tanto deprecabile da fare…- iniziò Draco.

Harry cercò di dire qualcosa ma iniziò a tossire diventando molto rosso nel giro di pochi secondi.

-stai per morire, Potter?- chiese speranzoso Draco –sarebbe una bella soddisfazione, ma prima fammi finire! Anapneo- disse distrattamente puntando la bacchetta contro Harry, che riuscì finalmente a respirare.

-vuoi dire che Ginny…? Con… la Parkinson?- balbettò Harry. A Draco scappò un sorrisetto compiaciuto.

-ma c’è di più. Non so quale meccanismo sia scattato nel cervellino astruso di Pansy, ma ha chiesto alla Weasley di trasferirsi a casa sua. Ti rendi conto, Potter?- disse Draco disgustato –Pansy vuole convivere con una schifosa stracciona traditrice del sangue…-

-non posso crederci… Ginny con la Parkinson…- iniziò incredulo Harry.

Draco annuì gravemente, scostandosi un ciuffo di capelli dal viso.

-e tu come…?- iniziò Harry.

-Pansy mi ha invitato a casa sua, e quando sono arrivato mi ha comunicato la triste notizia. Sembrava felicissima. All’inizio pensavo che la Weasley le avesse fatto una Imperius, poi ho pensato che Pansy non è così cretina da farsela fare e la Weasley non è abbastanza cattiva e intelligente per saperne fare una. Fatto sta che se non facciamo qualcosa la stracciona andrà ad abitare a casa di Pansy il mese prossimo- disse Draco guardandosi le unghie.

-cosa vuoi che io faccia? E poi… come hai fatto a sapere che abito qui?- chiese scocciato Harry.

-oh, Potter, per favore, smettila di fare il finto modesto. Tutti sanno dove abiti, sei famoso. Vengo mio malgrado a chiederti una mano perché penso che anche tu, la zannuta e lenticchia siate contrari a questa triste unione, e quindi potreste aiutarmi a far sì che non si perpetui. È un ragionamento troppo difficile per te o ce la fai ad arrivarci?-

Harry sospirò. Non era possibile… tutto ciò aveva dell’assurdo. Ginny con Pansy Parkinson?? E Malfoy che veniva a dirglielo?

Era impensabile. Guardò di sottecchi Malfoy e dalla sua espressione intuì che non era solo uno scherzo di cattivo gusto. Era la verità.

-cosa pensi che potremo fare?- disse con voce flebile Harry.

-non pensavo che avrei mai detto una cosa simile, ma dovremo incontrarci una volta anche con la zannuta e lenticchia, per vedere un po’ che ne pensano e che idee hanno loro in proposito… cosa fai nella vita, Potter? Studi per diventare auror, immagino… fare del bene è sempre stata la tua vocazione- disse roteando gli occhi Draco –bene, presumo che darai alcuni esami al Ministero, non è così? Io lavoro lì, quindi se tu potessi dire agli altri due di venire a un ora che non mi faccia scomodare troppo…-

Harry annuì con aria cupa. Non poteva crederci, era veramente esterrefatto.

-coraggio, Potter.- disse Draco con finta aria addolorata –è difficile anche per me…- disse ironico dando una piccola pacca di finta comprensione sulla spalla a Harry.

-mi scoccia molto dirtelo, Potter, ma… fatti sentire. Lo capisci anche tu che è una cosa prioritaria- disse Draco uscendo, e mentre Harry chiudeva la porta vide che si stava pulendo sui pantaloni la mano con cui lo aveva toccato, con aria schifata.

Harry era incredulo. Aveva pensato come prima cosa di chiamare Ginny e chiederle spiegazioni, ma poi si era chiesto cosa avrebbe dovuto dirle, e se poi Ginny gli avesse chiesto come lo sapeva che le avrebbe risposto?

Non poteva chiamarla. E poi in un certo senso si sentiva un po’ arrabbiato con lei… non era possibile che Pansy Parkinson avesse un rapporto così buono con Draco Malfoy e lui e Ginny no… insomma, erano anche stati insieme!

Ma poi si ricordò che molto probabilmente Malfoy e la Parkinson si conoscevano da quando erano piccoli ed erano stati insieme pure loro. Harry sentì una strana sensazione come se gli si chiudesse lo stomaco, la stessa che aveva provato quando aveva rivisto Draco.

In effetti, erano due anni che non lo vedeva, e si era sentito un vero e proprio fallito in confronto a lui…

Probabilmente lui abitava ancora a Malfoy Manor o in un posto del genere, e Harry in quella schifezza di casa. Malfoy lavorava già e, come Harry scoprì giorni dopo, non si sa come aveva un posto importante e anche ben pagato, mentre lui ancora neanche lavorava. Harry era vestito come un babbano che non si interessa della moda e Malfoy nonostante indossasse solamente un paio di pantaloni neri e una camicia Harry pensò che risultava molto più chic, come se fosse pronto per andare ad una di quelle feste sugli yacht che ci sono nei telefilm babbani, e poi si vergognò pure di aver pensato la parola “chic”. Harry non voleva che si vedesse, ma si vergognava molto. Si sentiva veramente insignificante di fronte a Draco. E quella cosa che aveva detto, poi… “c’è troppo odore di… Potter”.

Harry non portava nessun profumo né dopobarba, ma neanche puzzava, insomma! Solo che probabilmente Malfoy associava il suo odore naturale alla sua persona, cioè qualcosa di molto disgustoso.

Malfoy invece aveva lasciato dietro di sé un profumo strano, come di acqua di colonia, a Harry sembrò una cosa molto di classe, e per l’ennesima volta si vergognò di sé stesso.

Harry si sedette sul divano con aria stanca e si chiese come poteva farsi problemi del genere quando c’era una situazione molto più grave a cui pensare, ovvero Ginny e Pansy.

Per un attimo provò a immaginare cosa potessero star facendo in quel momento. Forse erano ognuna a casa propria, ma ad Harry sembrò di vedersele davanti mentre si baciavano… poi smise di immaginare perché non gli sembrava proprio il caso.

Improvvisamente si ricordò di dover finire di lavare i piatti, e tornò in cucina. Malfoy aveva ragione. Lavare i piatti era da sfigati.

-gratta e netta- pronunciò puntando i piatti.

Sospirò afferrando il telefono. Sapeva che sarebbe stato difficile, ma doveva dirlo a Ron.

Harry fece il numero di casa di Ron, che intanto aveva capito che quello non era solo uno “strano aggeggio babbano” e aveva smesso di chiamarlo feletono. Se ne era comprato uno e sapeva anche usarlo.

Harry riattaccò al secondo squillo. Non ce l’avrebbe mai fatta. ivrebbe mai fatta. o squillo. nche usarlo.

a solo un "n.

Improvvisamente gli venne in mente un’idea.

Era una cosa meschina, certo, ma come avrebbe fatto a dire al suo migliore amico che sua sorella era lesbica e, per di più, si era fidanzata con colei che a Hogwarts dirigeva il coro della versione originale di "Weasley è il nostro re"?

Non ce l'avrebbe mai fatta. Mai.

-Hermione?- disse Harry incerto alla cornetta del telefono.

-ciao, Harry! Come mai questa... sorpresa?-

La voce di Hermione giunse all'orecchio di Harry, rassicurandolo un attimo. Sarebbe stato facilissimo.

-scusami... stavi facendo qualcosa di importante?- chiese sicuro.

-no, dimmi pure-

-ecco... allora, è un pochino complicato. Ti consiglio di prendere una sedia.- disse Harry sedendosi lui stesso.

-cosa?!- urlò Hermione.

Harry allontanò di qualche centimetro dall'orecchio la cornetta

-aspettami, vengo subito e ne parliamo- disse Hermione con tono un po’ più pacato, come se stesse cercando di stare calma.

Harry non ebbe il tempo di dire niente perchè Hermione aveva già riagganciato. Pensò che doveva considerarla davvero una cosa importante: Hermione aveva già un lavoro fisso al ministero, e perchè si smuovesse dall'ufficio doveva succedere qualcosa di grave.

Il campanello suonò con insistenza, e Harry andò a aprire.

Hermione, senza dire niente, entrò nella stanza e si sedette con aria incredula sul divano.

-Non posso crederci... Ginny con... oh mio dio!- disse Hermione. Harry annuì sedendosi accanto a lei.

-e tu come fai a saperlo? Te lo ha detto lei?- chiese improvvisamente Hermione -non dirmi che...-

-è venuto qui Malfoy- disse Harry piano, come se avesse paura della reazione dell'altra.

-COSA?! Malfoy è venuto... qui?! In questa casa? Quando?-

Harry guardò l'orologio.

-un quarto d’ora fa. E vuole che lo aiutiamo a farle lasciare.- disse Harry guardandosi i piedi.

-Ron lo sa?- chiese titubante lei, legandosi i lunghi capelli crespi come se stesse per iniziare a fare un lavoro manuale molto pesante.

-figurati... Non ho idea di come dirglielo.- ammise Harry preoccupato.

Hermione fece un respiro profondo.

-glielo dirò io- disse calma.

-come?-

-glielo dirò io. Chiamalo e digli di venire qui, poi glielo dico io.- ripetè Hermione alzandosi in piedi e lisciandosi la gonna.

-ma... sicura?- chiese Harry dirigendosi verso il telefono. Tutto stava andando secondo i suoi piani… e infatti lei annuì.

Harry compose il numero del cellulare di Ron, guardando di sottecchi Hermione che si versava un bicchier d'acqua.

-Pronto?- disse Ron cercando di sovrastare la voce di una donna -Laura, scusami, sono al telefono.- disse poi. La voce tacque.

-Ron, sono Harry. Sei al lavoro?- chiese Harry mentre Hermione lo guardava mordendosi un labbro.

Ron aveva trovato lavoro come Medimago appena dopo la fine della scuola, ed era quello che lavorava (e guadagnava) più dei tre.

-Sì, ma è un buon momento. I pazienti stanno mangiando e quindi sono un po’ più tranquilli.- disse un po’ allegro -Laura, il signor Mendel non può mangiare la frittata. Dice di sì perchè gli piace, ma non è vero. Dicevi, Harry?-.

-Ok, senti, non è che potresti venire un momento qui? Devo... Dobbiamo dirti una cosa abbastanza importante.- disse Harry incerto.

-tu e chi?- chiese curioso Ron. Hermione afferrò la cornetta.

-Ron, sono Hermione. Puoi venire subito?- chiese irritata.

-oh, ciao Hermione- disse Ron stupito -certo che posso, ma c'è qualche problema?- chiese a Hermione -Laura, no, neanche un pezzetto. Le uova gli fanno malissimo- rise poi.

Hermione sbuffò.

-Laura, dici che posso andare per... venti minuti? Ce la fai?- chiese Ron alla donna, che rispose di sì -ok Hermione, sto arrivando- disse Ron.

Hermione riattaccò con un po’ troppo impeto.

-tutto bene?- chiese Harry.

-certo, perchè non dovrebbe andare tutto bene?- chiese Hermione con voce acuta.

In quel momento suonò il campanello.

Harry andò ad aprire. Si trovò davanti a Ron con il camice bianco con lo stemma del San Mungo e i capelli lunghi un po’ scompigliati. Non si era preso neanche un secondo.

-ciao Harry, ciao Hermione! Menomale che c'è Laura, è molto efficiente, solo ogni tanto pur di far contenti i pazienti...- Hermione lo interruppe.

-non credo tu sia qui per tessere le lodi delle tue infermiere- disse acida.

-che è successo?- chiese Ron un po’ preoccupato a Hermione, che sedeva sul divano guardando a terra.

-ehm, Ron… da quanto non senti Ginny?- chiese Harry, visto che Hermione non accennava a parlare.

-un bel po’ in effetti, ma... le è successo qualcosa?- chiese preoccupato Ron.

-oh, niente, apparte il fatto che sta con Pansy Parkinson- disse Hermione in fretta. Harry la guardò. Cosa le era preso?

-come?- chiese Ron.

-Ginny sta con Pansy Parkinson- ripetè Hermione con lo stesso tono freddo.

Il rumore sordo di Ron che cadeva a terra risuonò per tutta la stanza.

-oh mio dio!- disse Hermione facendosi improvvisamente apprensiva -è svenuto-.

Harry ridacchiò.

-certo che avresti potuto dirglielo con un meno tatto, eh?- disse facendo lievitare il corpo di Ron fino al divano.

Hermione assunse un'aria colpevole.

-scusami, hai ragione, ma sai... si è messo a parlare di nuovo di quella infermiera e...- disse Hermione un po’ rossa in viso, trovandosi la testa di Ron in grembo.

Harry la guardò male, tirando dei piccoli schiaffi a Ron.

-cosa…?- chiese Ron aprendo gli occhi. Hermione si scostò imbarazzata.

-Hermione ti stava appunto spiegando che Ginny si è messa con Pansy Parkinson- disse Harry mentre Ron non accennava a voler cambiare posizione. Hermione si fece il più piccola possibile stringendosi accanto il bracciolo del divano, e nonostante ciò la testa del rosso le rimaneva comunque tra le ginocchia

-oh mio dio- disse Ron passandosi le mani sulla faccia -non posso crederci- disse con un filo di voce -ma come...? Quando...?- disse poi con aria scioccata.

-non lo so… Malfoy è venuto qui e me lo ha detto- disse Harry cercando di evitare il suo sguardo.

-come? Malfoy lo sapeva e io no?- chiese mortificato Ron facendo un'espressione molto triste.

-oh, Ron, mi dispiace...- disse Hermione con aria colpevole.

-in pratica mi ha detto che vuole che noi lo aiutiamo a farle lasciare. Perchè anche lui è contrario...- iniziò Harry.

-credo che questo sarà impossibile. Quando Ginny si mette in testa una cosa... oh, ma non posso credere che lei voglia veramente stare con la Parkinson...- disse Ron a voce bassa. Hermione gli accarezzò timidamente i capelli come per consolarlo.

-devo chiamare Laura.- disse sicuro Ron guardandosi intorno. Hermione ritrasse la mano con aria offesa.

-e perchè? Cosa...?- iniziò un po’ stizzita, ma Ron la interrupe.

-le dico che non posso certo tornare al lavoro... oh, ma dov'è il mio telefono?- si chiese mettendosi a sedere e frugando nelle tasche del camice bianco.

L'espressione di Hermione si addolcì, ed Harry sospirò.

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo. ***


Capitolo secondo

In cui il povero Draco è costretto a sopportare gli scleri di Harry, Ron e Hermione e verrà fatto un piano.

 

 

Harry quella notte sognò Malfoy travestito da donna che gli rompeva tutti i bicchieri della casa e si svegliò piuttosto scombussolato.

Hermione sognò Lavanda col camice bianco che le diceva di essere la nuova infermiera assistente di Ron e si svegliò con la nausea.

Il povero Ron sognò Hermione che pomiciava con Pansy Parkinson e avrebbe voluto urlare “c’è stato un errore”, ma le parole non gli uscivano di bocca. Si svegliò con la fronte imperlata di sudore e un’imbarazzante voglia di chiamare Hermione.

 

Il giorno seguente i tre si ritrovarono ai Tre Manici di Scopa, come ai vecchi tempi.

-scusate per il ritardo, ma sono un po’ stanca… qualcuno stanotte mi ha chiamata e nonostante abbia riattaccato al primo squillo non sono riuscita più a riaddormentarmi.- disse Hermione sedendosi accanto a Harry.

Ron arrossì furiosamente e gli sembrò di avere ancora quindici anni.

-allora?- chiese Harry ai due guardandosi intorno in cerca di Madama Rosmerta.

-scusatemi, non sono riuscito a pensare a niente… io…- disse Ron nascondendo il viso tra mani e appoggiando i gomiti sulla tavola.

Hermione lo guardò ed ebbe un moto di compassione.

-non ti preoccupare, è comprensibile…- gli disse accarezzandogli la schiena con aria titubante.

Ron si girò verso di lei e l’abbracciò di slancio, nascondendo involontariamente il viso ancora coperto di lentiggini nei voluminosi capelli di lei.

Harry li guardò atterrito e si schiarì la voce, notando la faccia esterrefatta di Hermione.

-Scusate…- disse Ron con voce flebile staccandosi dalla ragazza che attualmente aveva un sorriso un po’ imbarazzato dipinto sul viso.

-Mio dio, cosa mi tocca vedere…-

Ron e Hermione si girarono per vedere a chi appartenesse la voce, Harry non ne ebbe bisogno: riconobbe subito quel tono di voce strascicato e arrogante che tanto aveva detestato per sette anni…

-La mezzosangue e lenticchia che si scambiano effusioni in pubblico!- esclamò storcendo il naso appuntito e prendendo una sedia.

-Buongiorno Malfoy- disse Ron con l’aria da cane bastonato che aveva sin da quella mattina, incapace pure di essere freddo o distaccato con quello che era stato da sempre il suo nemico.

Draco lo ignorò, si sedette vicino a Harry e fece un cenno all’anziana signora vicino al bancone.

-Allora, avete pensato a qualcosa?- chiese poi guardandoli uno ad uno con aria annoiata.

-Malfoy, seriamente secondo te…?- iniziò Hermione stizzita, interrompendosi perché Ron aveva messo la mano sopra la sua e l’aveva guardata come a dirle di non arrabbiarsi.

-Sì, hai ragione Granger, in effetti era un’idea un po’ azzardata quella che voi avevate potuto pensare, soprattutto per quanto riguarda Potter- disse divertito lanciando un’occhiata a Harry.

Harry probabilmente in un altro momento avrebbe ribattuto qualcosa di scortese, ma si limitò a fargli un sorrisetto sbilenco osservandolo.

Draco Malfoy era senz’altro diventato un uomo.

Certo, anche lui lo era biologicamente parlando, ma si sentiva ancora un ragazzino troppo cresciuto: non gli sembrava affatto di avere vent’anni. Neanche su Hermione si vedevano, men che meno su Ron, ma Malfoy sembrava davvero adulto. E risultava anche piuttosto fuori luogo, lì seduto con quei tre a quel vecchio tavolo di quella vecchia locanda.

-Hai visto mia sorella?- chiese Ron con aria un po’ disperata, toccandosi i capelli. Persino Draco provò un moto di pena nei suoi confronti… sembrava davvero a pezzi e l’ex serpeverde era diventato un po’ più umano, o forse aveva semplicemente smesso di ridire delle disgrazie altrui. O forse no.

-Secondo te, Weasley? Certo che no. Ho solo parlato con Pansy, tutto qui-

-e che ti ha detto?-

-ma Potter che cazzo vi ha spiegato di preciso?- chiese Draco un po’ esasperato.

-che vuoi che gli abbia detto… quello che hai detto a me- rispose stizzito Harry.

Draco annuì.

-…e cioè che Pansy sta con tua sorella, che si sta per trasferire a casa sua e…-

-scusate, ma pensate davvero che Ginny si lascerà convincere così, senza nessun motivo o…?- lo interruppe Hermione.

Malfoy la guardò un po’ irritato per essere stato interrotto.

-io una mezza idea ce l’avrei…- iniziò malizioso guardando Harry –però dovete promettermi che non penserete che io abbia secondi fini.-

-eh, perché infatti sarebbe così improbabile che tu avessi secondi fini…- disse Hermione ironica ma senza cercare di attaccarlo.

Il clima si stava forse un po’ riscaldando.

Draco infatti sorrise alla cameriera appena arrivata e ordinò tre burrobirre e uno whisky incendiario.

-perché per noi hai preso la burrobirra?- chiese Harry irritandosi un po’. Sembrava che Draco comunque ci tenesse a sottolineare la loro inferiorità.

-le burrobirre sono per me, te e la Granger. Lo whisky incendiario è per Weasley.-

Harry e Hermione guardarono Ron e annuirono vigorosamente dimostrandosi favorevoli all’idea.

-stavo dicendo…- proseguì Draco mettendosi più comodo sulla sedia –secondo me dovremo fare succedere qualcosa di così clamoroso e improbabile che questo le distrarrà almeno per un po’ dal loro rapporto, così che quando saranno indebolite a sufficienza noi le colpiremo.- disse Draco battendosi il pugno sul palmo dell’altra mano.

-e tu cosa proponi?- chiese Ron con aria incuriosita.

Malfoy alzò le spalle.

-andiamo per esclusione- propose Hermione –niente per il mondo magico in generale… possiamo solamente far succedere qualcosa di eclatante e strano nel campo delle persone che conoscono.-

Tutti annuirono piuttosto convinti e Harry cominciava a sentirsi un po’ esaltato… gli sembrava quasi di essere in uno di quel film polizieschi che tanto piacevano a Dudley. Però accidenti, aveva appena compiuto ventanni e ancora pensava alla sua vita vecchia vita con gli zii babbani…

-Ma cosa, Hermione?- chiese Ron speranzoso alla ragazza, mettendole una mano sulla spalla. Hermione arrossì e alzò le spalle.

-Magari potreste convincere qualcuno a cui Ginny tiene molto a far finta di stare insieme a qualcuno che loro non sospetterebbero mai…- propose Draco distrattamente mentre la cameriera portava le cose da bere.

-ma certo!- esclamò Ron improvvisamente sicuro –ci sono!-.

-illuminaci allora.-

-tu e Harry… farete finta di stare insieme.-

-cosa?- chiesero in coro Harry e Draco con lo stesso identico tono di voce.

-farete finta di stare insieme, così entrambe si preoccuperanno per il proprio migliore amico e smetteranno di pensare a loro stesse.- sorrise Ron mentre Harry e Draco lo guardavano atterriti.

 

 

Quaranta minuti più tardi Draco si era fatto convincere e Harry non era riuscito a spiccicare parola. Non aveva idea di cosa potesse scaturire da quella stupida farsa ma non gli diceva proprio niente di buono. E poi… lui e Draco, che cosa assurda!

Certo però che anche Pansy e Ginny insieme…





Ringrazio con tutto il mio heart Sherek, piper1831, kimmalfoy, la Lisy, la Jany, jenna e la Maby. Sono troppo innamorata e impantanata in una versione di latino per ringraziarvi per bene, chiedo perdono. Però voi commentate, che io vi amo tanto.

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