The beginning of the legend...

di len91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un simpatico nonnetto. ***
Capitolo 2: *** L' incontro. ***
Capitolo 3: *** Prime pappe e dormite. ***
Capitolo 4: *** Incidenti e cambiamenti. ***
Capitolo 5: *** Prima parolina. ***
Capitolo 6: *** Regalo di compleanno. ***
Capitolo 7: *** Il primo combattimento. ***
Capitolo 8: *** " Che cos' è una ragazza, nonnino ? " ***



Capitolo 1
*** Un simpatico nonnetto. ***


Un simpatico nonnetto.

 

 

In un tempo non lontano, in una Terra simile alla nostra, ove uomini ed animali vivevano in pace e collaboravano gli uni con gli altri per poterla mantenere, un ometto anziano, dall’ aspetto pacato e saggio, viveva in una casupola molto modesta, sulle alture del monte Paoz.

Il nome di questo individuo era Son Gohan, esperto maestro di arti marziali e nonnetto simpatico e pratico della vita solitaria nei boschi, della meditazione e dell’ arte della pazienza..

Un giorno di primavera, mentre il sole stava già facendo capolino dai monti per riscaldare ogni forma di vita, Son Gohan era uscito dalla sua abitazione, portando con sé un bellissimo cesto di vimini, intrecciato a mano da lui stesso, con l’intenzione di portarlo in dono a qualcuno. La direzione del suo cammino, infatti, era verso il Monte Friggi Friggi e la sua meta ultima era il grande palazzo del re Jumao, un suo vecchio amico, nonché allievo di arti marziali.

Era proprio a quest’ ultimo che il vecchietto stava portando il dono, poiché gli era giunta voce che il re era da poco divenuto padre di una dolcissima bambina ed il suo buon cuore e la sua generosità gli avevano suggerito che un cesto di vimini sarebbe stato ideale per accogliere al mondo una piccola principessina.

Dopo aver camminato molto, Son Gohan si ritrovò dinnanzi ad una della più belle costruzioni che avesse mai visto: un enorme giardino, gremito di bellissimi e profumatissimi fiori, cingeva un palazzo bianco e avorio, dalle mura alte ed imponenti. Finestre spaziose permettevano ai raggi del sole di filtrarvi attraverso e di rischiarare con la loro luce tutte le stanze della fortezza. Mentre l’ ospite stava ancora ammirando, basito, la regalità del luogo, una voce profonda, ma giovale lo richiamò dall’ enorme porta dell’ ingresso:

<< Son Gohan, sei proprio tu? Che piacere rivederti, che fai lì immobile, vieni, entra a farmi un po’ di compagnia >>

e così, mentre l’ anziano replicava che il piacere di rivedere il re era tutto suo, Jumao l’ aveva già spinto all’ interno del suo palazzo, pronto per offrirgli tutto ciò che volesse.

Sedutisi ad una enorme tavola, i due chiacchieravano dei vecchi tempi trascorsi, l’ uno ad insegnare, l’ altro ad apprendere l’ arte del combattimento, quando, ad un certo punto, un pianto fragoroso non li interruppe ed una donna con in dosso un grembiule non si diresse verso il re con un dolce batuffolino in braccio.

<< OH, SCUSAMI TANTO maestro >> disse Jumao e, preso dalle braccia della balia il piccolo fagottino e avvoltolo nelle sue grandi manone, si voltò verso l’ anziano e continuò:

<< Son, ho il piacere di presentarti la mia piccola Chichi, principessina del monte Friggi Friggi e … grande strillona, come puoi ben sentire >>.

Son Gohan, che non aveva mai avuto né figli, né nipoti, aveva osservato con attenzione la piccola, rimanendo piacevolmente colpito quando, al contatto della sua stanca mano con quella di Chichi, quest’ ultima aveva smesso di piangere e l’ aveva scrutato con due immensi occhioni neri, già molto curiosi.

<< E’ una bambina molto graziosa >> disse poi il vecchietto e si complimentò con Jumao per le attenzioni amorevoli che riservava alla piccola, ora che la sua amata moglie era volata in cielo.

<< E’ molto dura, maestro, la madre di Chichi mi manca davvero molto, ma questo gioiello è l’ unico ed il più bel dono che avesse mai potuto regalarmi ed è per questa ragione che non posso abbandonarmi alle lacrime ed ai ripensamenti, ma devo reagire e crescere al meglio questa piccola.. credo che anche mia moglie desidererebbe questo >>.

Son Gohan, che era rimasto molto colpito dalle parole mature del giovane re, non si era potuto che rallegrare e gli aveva detto che, non solo era un ottimo combattente, ma, col passare degli anni, era divenuto anche un ottimo uomo, saggio ed equilibrato e che sarebbe senza dubbio riuscito ad essere un buon padre per la sua Chichi.

Era quasi giunta l’ ora di andarsene, quando Son Gohan offrì al re il suo cesto di vimini, scusandosi per la modestia del dono e lasciando il re e la piccola con la promessa che avrebbe loro rifatto visita molto presto.

<< Arrivederci Gohan, arrivederci >> l ‘aveva salutato da una finestra il re << il tuo dono è meraviglioso, lo conserverò con cura, arrivederci ed abbi cura di te >> aveva concluso Jumao, mentre il vecchietto era già immerso nella boscaglia sulla via del ritorno a casa. Non sapeva ancora che quel ritorno a casa avrebbe stravolto completamente la sua vita…

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Capitolo 2
*** L' incontro. ***


 

L’ incontro.

 

 

Era in cammino già da un po’ di tempo, mente pensava alla piacevole mattinata trascorsa insieme al re, quando un pianto molto più fragoroso di quello della piccola Chichi, non lo destò dai suoi pensieri ed attirò la sua attenzione. Tentando di capire da dove potesse provenire quel lamento, Son Gohan si fece spazio tra giunchi selvatici e cespugli spinosi, sino a raggiungere uno strapiombo molto imponente.

 

Non si trattava di una insenatura naturale, aveva subito riflettuto il nonnetto, pareva più che altro che fosse stata causata da un enorme masso sradicato da qualcuno o da un corpo che, pesantissimo ed in caduta libera, si fosse scaraventato proprio in quel luogo.

 

La voragine era gigantesca e la terra ed i detriti che aveva intorno erano stranamente fumanti e decisamente scottanti; ma non c’ era tempo per queste constatazioni scientifiche, il pianto che aveva sentito poc’ anzi si faceva sempre più fragoroso e disperato: doveva essere vicino, molto vicino.

Poi, tutto ad un tratto, Son Gohan vide qualcosa, un qualcosa di molto strano, come un’ enorme sfera, posizionata proprio in basso, nel perfetto centro del varco nel terreno: era proprio da lì che provenivano i lamenti.

 

Senza pensarci due volte, molto incuriosito, Son Gohan spiccò alcuni salti degni di un vero maestro di arti marziali ed, in breve, si ritrovò dinnanzi a quello strano oggetto poco prima avvistato.

Osservato da vicino pareva più una sorta di navicella spaziale o qualcosa di simile, aveva pensato il vecchietto. Poi si sporse un po’ per poterne vedere il contenuto e ne rimase sbalordito : un piccolo neonato era seduto al suo interno e piangeva come un ossesso dimenando in modo molto agitato braccia e gambine.

 

Son Gohan non potè proprio resistere nel vedere quel piccolo imprigionato in quell’ aggeggio e, spiccati altri due salti, afferrò un tronchetto di legno ai piedi del varco, per poi utilizzarlo come leva al fine di aprire la navicella. La saldatura dell’ oggetto era molto resistente e per Gohan non fu affatto facile aprirla definitivamente, ma non appena ci riuscì, il piccolo bambino che si trovava lì dentro, saltò fuori scatenato e gli si gettò sulla testa, colpendolo, seppur non con forza, con tanta energia da staccandogli perfino qualche capello bianco dal capo.

 

<< Ahi >> disse Gohan, mentre quasi perdeva l’ equilibrio; poi prese il bambino fra le braccia, che stese in avanti verso il sole per poter meglio osservare le fattezze del piccolo: questi era esile, ma non fragile, aveva una strana e folta capigliatura nera, con buffi ciuffetti irti che parevano formare una stella sul suo capo, un visino paffuto che faceva un contrasto con un’ espressione un po ‘ rude ed imbronciata e… una coda? Si era proprio una coda, spessa e piena di peli bruni e scuri, che si agitava su e giù, da sinistra a destra..

 

 

Un po’ stupito, osservando quello stravagante bambino che, già, sentiva d’ amare, Gohan disse:  << Sei tutto solo piccolino; ho deciso: ti porterò a casa con me e ti chiamerò Goku.. tu sarai il mio nipotino >>.

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Capitolo 3
*** Prime pappe e dormite. ***


 Scusate l' interruzione della storia, ma ero impegnata con gli esami ;( spero possiate continuare a leggerla.. buon divertimento, baci a tutti.

 

 

 

 

 

Prime pappe e dormite.

 

 

Gohan era così felice di aver trovato quel piccolo bambino, che non esitò un minuto di più e fece quanto aveva pensato: tenendo con tutte le sue forze quel terremoto, lo avvolse in un lembo di stoffa che aveva strappato dal suo abito ed insieme a lui si diresse verso casa..

 

Durante tutto il viaggio Goku non era stato un attimo tranquillo: strillava e si dimenava con tutte le sue forze, costringendo Gohan a ricorrere al pieno delle sue energie per non farlo ruzzolare a terra.

 

Quando raggiunsero l’ abitazione, era già calato il sole  ed un problema si presentava al povero Gohan: era inesperto di bambini, non sapeva come nutrirli ed il nuovo arrivato pareva essere parecchio affamato. Gohan decise allora di sbucciare una delle mela che aveva colto, il giorno prima, dall’ albero accanto alla sua casetta e di spezzettarla, per offrirla al piccolo. Era teso e temeva una reazione di rifiuto da parte di questo ultimo..se così fosse stato si sarebbe rivelato un bel problema perché non aveva nemmeno una goccia di latte in casa, da potergli offrire come sostentamento. Con sua grande sorpresa, però, Goku, dopo un primo momento di esitazione, aveva addentato ( benché avesse solo due piccoli dentini in bocca ) la mela e la gustava con voracità e soddisfazione..”Almeno mentre mangia, non piange “pensò più rilassato Gohan, il quale era decisamente sollevato nel vedere che il piccolo pareva aver gradito il frutto.

 

Con in braccio Goku che, ormai, finita la mela, aveva nuovamente ricominciato a piangere, il povero Gohan pensava a come poter preparare un comodo giaciglio per il piccolo. Non trovando una soluzione maggiormente adeguata, optò per una molto semplice : avrebbe fatto dormire il piccolo con lui nel suo letto, abbracciandolo delicatamente e vegliandolo tutta la notte, per evitare, nel caso si fosse assopito, di schiacciarlo con la sua mole.

 

<< Ora basta piangere Goku, sei qui, al calduccio, con cibo ed acqua ed un vecchietto un po’ inesperto pronto ad accudirti, curarti, amarti ed insegnarti tutto ciò che sarà necessario per farti crescere come un uomo onesto e coraggioso >> e così dicendo, Gohan aveva cullato il piccolo Goku tra le sue braccia fino al momento in cui, finalmente, questi non aveva cessato di dimenarsi e si era addormentato profondamente, con ancora un enorme lacrimone rigargli il volto.

 

Mentre osservava con tenerezza il bambino, Gohan si chiedeva da dove e gli provenisse, se fosse stato abbandonato o se fosse, addirittura, un alieno, giunto sulla terra per sterminarne gli abitanti; d’ altra parte a confermare questa tesi c’ era il veicolo strano in cui poche ore prima l’ aveva trovato; Gohan sorrise, considerandosi sciocco e un po’ troppo fantasioso nel pensare che Goku non fosse umano e si disse che, dopo tutto non gli importava affatto di quali fossero le origini di quel pargoletto : lui l’ avrebbe amato alla stregua di un figlio e gli avrebbe insegnato il valore della vita e l’ arte del combattimento leale.

Con queste riflessioni e con un dolce bacio scoccato sulla fronte del piccolo, Gohan si stinse ancor più a lui e lo adagiò nel letto, beandosi di quella visione che gli riscaldava il cuore, come da tempo, ormai, non accadeva.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Incidenti e cambiamenti. ***


 

Incidenti e cambiamenti.

 

 

Il mattino seguente Gohan, che aveva trascorso la notte insonne per vegliare sul piccolo Goku, assistette alla più bella delle scene mai viste in vita sua: il risveglio alla vita; due enormi occhioni, neri come la fuliggine, si spalancarono improvvisamente e si posarono su di lui; pochi istanti, nei quali gli sguardi dei due si incrociarono e poi un nuovo fragoroso pianto aveva rotto il silenzio dell’ albeggiare, animando quella casupola che, da tempo immemore, troppo ormai, era silenziosa come l’ aria della notte.

 

“ Buongiorno, Goku “ aveva esordito Gohan dopo averlo preso  in braccio, deciso a portarlo con sé nella sua spedizione diurna alla ricerca del cibo offertogli dalla natura; il piccolo che, da quando aveva riaperto gli occhi, non aveva smesso un momento di strillare e dimenarsi, costringendo Gohan a ricorrere alle maniere forti per poterlo avvolgere in uno straccio di stoffa pulito, gli era ora saltato addosso, strappandogli l’ abito con una mano e lanciandogli per aria la berretta che portava in testa, con l’ altra.

 

<< Ahia >> disse ad un certo punto il vecchietto: Goku gli aveva morsicato una mano, mentre egli aveva cercato di riportarselo in braccio in una  posizione atta a non farlo precipitare a terra.

<< Sei un mascalzone Goku, ti dovrò insegnare la compostezza e le buone maniere >> e, cosi dicendo, abbandonò la casetta, diretto in mezzo alla boscaglia.

 

Dopo alcune ore, il povero Gohan era esausto: lo aveva immaginato che badare ad un bambino non sarebbe stato affatto semplice, ma il piccolo Goku era davvero troppo agitato, esuberante, manesco e lamentoso. Non era nemmeno trascorso un giorno dalla loro convivenza, che Gohan pensava di esser troppo anziano per potersi prendere cura di lui, nonostante la sua infinita pazienza.

Mentre stava riflettendo a quel modo, Goku, che il Son aveva deciso di posizionare dentro una capiente cesta di vimini, che poi si era adagiato sulla schiena, si era arrampicato sul suo bordo ed improvvisamente era scivolato fuori dalla sua postazione, precipitando all’ interno di un profondo dirupo.

Terrorizzato, Gohan, che aveva assistito alla scena impotente, aveva creduto che il piccolo fosse morto, soprattutto a causa di un violento colpo che aveva sofferto, sbattendo contro uno spigolo di roccia molto appuntito. Raggiuntolo velocemente, però, si rese conto che il piccolo respirava ancora: era vivo, solo svenuto e con un gran bel bollo sulla parte sinistra del capo.

Gohan allora, presolo in braccio, corse il più in fretta possibile verso la sua casetta: doveva prestare immediatamente a Goku, le cure necessarie per fare in modo che superasse incolume lo shock della caduta.

A casa, il Son medicò la fronte del piccolo e gli avvolse il capo in bende bianche, fresche e pulite; poi, mentre Goku era ancora privo di conoscenza, lo adagiò sul suo modesto letto e lo coprì accuratamente.

 

Trascorsero ben tre lunghi giorni prima che il bambino si svegliasse, giorni in cui il Son non cessò un solo istante di vegliarlo e pregare gli dei affinchè tutto si risolvesse nel migliore dei modi.

 

Non appena il piccolo riaprì i suoi occhioni, Gohan lo abbracciò affettuosamente e, con un gran sollievo testimoniato dal gentile sorriso che si era dipinto sul suo volto, non potè fare a meno di notare che Goku non piangeva più come pochi giorni addietro, ma, silenziosamente, lo fissava con attenzione e curiosità.

“ Forse è ancora scioccato dal colpo che ha ricevuto” , pensò il Son e non badò più di tanto al cambio di espressione del piccolo. Ma con il passare dei giorni, Goku aveva drasticamente mutato il suo comportamento: non smetteva un attimo di guardarsi in torno alla ricerca di oggetti nuovi da toccare e posticini nuovi della casa da scovare, gattonando su e giù; ma la cosa più strana era che Gohan non l’ aveva più sentito strillare come un ossesso, né l’ aveva visto dimenarsi e scalciare, quando lo prendeva in braccio per vestirlo o cambiarlo. Goku era divenuto calmo, docile, silenzioso ed obbediente, ma, per quanto fosse risultato strano a Gohan, questi aveva attribuito il pianto e la disperazione iniziali, al posto sconosciuto  e alla persona nuova che erano venuti a contatto con il bambino.

 

Da quel giorno, invece, le cose sarebbero cambiate completamente..

 

 

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Capitolo 5
*** Prima parolina. ***


Prima parolina.

 

 

Erano trascorse alcune settimane da quando Gohan aveva deciso di prendersi cura del piccolo Goku  e questi cresceva a vista d’ occhio sotto le severe, ma altrettanto amorevoli, attenzioni del nonno. Durante quel periodo Gohan aveva tagliuzzato, per poi ricucirla meglio che poteva, una sua vecchia tuta da combattimento e l’ aveva adattata alla corporatura del piccolo Goku, che, indossandola, pareva proprio un guerriero in miniatura.

 

Se c’ era poi una caratteristica che, fin da subito, aveva identificato il piccolino e che, a volte, si rivelava un bel grattacapo per il nonno, era il suo appetito, da fare invidia agli uomini più affamati della terra; Gohan aveva cercato, sfruttando il punto debole del piccolo, di indurlo ad assaggiare altri cibi, oltre alle sue preferite mele ed era splendidamente riuscito nel suo intento: nel giro di pochi giorni, Goku aveva imparato ad apprezzare tutta la varietà di alimenti che il nonno gli offriva.

 

Una mattina, mentre Gohan, che già da un po’ di tempo si era costruito un nuovo giaciglio ove riposare, avendo lasciato il suo al piccolo Goku, riposava ancora beatamente, dei piccoli lamenti lo indussero a destarsi; si alzò e vide Goku che, già sveglio, indicava qualcosa in direzione del tavolo. Gohan si avvicinò al piccolo e, presolo in braccio, gli chiese: “ Ehi Goku, cosa ti prende? “; era chiaro che fosse una domanda retorica e che il nonno non si aspettasse alcuna risposta, ma, con sua grandissima sorpresa, il piccolo bofonchiò: “ Fame, fame “, mentre indicava, ora era evidente, una succosa mela deposta sul tavolo. Il Son che, sulle prime non aveva compreso bene l’ accaduto, fu estremamente felice nel sentir pronunciare al bambino quelle parole; certo, avrebbe preferito che le sue prime parole fossero state: “ Nonnino “ o qualcosa di simile, ma non potè fare a meno di sorridere, pensando a quanto fosse particolare ed estremamente fuori dal comune il suo piccolo nipotino.

 

Da quel giorno Goku, ogni qualvolta ne sentiva l’ esigenza ( il che avveniva, senza sosta ), ripeteva divertito: “ Fame, fame “, completando la frase con altre paroline che, piano, piano, il nonno gli insegnava a pronunciare.

 

Nel giro di qualche mese, con l’ ausilio di Gohan, il vocabolario del piccolo Goku si era infoltito al punto che questi parlava a raffica, facendo constatazioni e riempiendo il nonno di domande su qualsiasi cosa, quesiti ai quali questo ultimo non negava mai delucidazioni, ma tentava di soddisfare come meglio poteva.

 

La natura, gli animali e così la caccia la raccolta, la meditazioni e la pazienza divennero argomenti che, per Goku, non avevano più segreti; egli cresceva così in saggezza, temperanza, buona educazione e disponibilità nell’ aiutare il nonno.

 

 

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Capitolo 6
*** Regalo di compleanno. ***


Regalo di compleanno.

 

 

 

Quel giorno sanciva l’ ottavo anno di convivenza di Gohan e del suo splendido nipotino; la mattina fu proprio questo ultimo a destarsi per primo e la primissima cosa che fece, come era solito tutte le mattine, fu quella di andare ad accucciarsi nel giaciglio del nonno, pronto per farsi raccontare una sua splendida avventura giovanile. Goku amava tantissimo udire le prodezze del nonno e gli ripeteva in continuazione che, una volta cresciuto, avrebbe desiderato tanto diventare forte e saggio come lui.

 

Quando, però, il piccolo raggiunse il suo letto, di Gohan: nessuna traccia; preoccupato che gli fosse accaduto qualcosa di spiacevole, iniziò a cercare il nonno in tutte le stanze e fuori casa, pronunciando a gran voce il suo nome: “ Nonnino? Nonno Gohan, dove sei ? “. Goku cominciava ad essere spaventato poiché non udiva alcuna risposta, ma ad un certo punto, in lontananza, vide la figura familiare avvicinarsi alla casupola e gli corse incontro con tutta l’ energia che aveva in corpo;

 

“ Nonnino, nonnino.. Perchè sei andato via senza dirmi niente? Io mi sono spaventato e preoccupato che ti fosse accaduto qualcosa di brutto e poi ho pensato che non mi volessi più vedere e che fossi scappato da me, lasciandomi qui tutto solo! E.. “

“ Goku, bambino mio, calmati! Non è niente di tutto ciò che hai pensato. Questa mattina dovevo fare un acquisto giù in paese e mi sono svegliato molto presto, così ho preferito lasciarti riposare ancora; scusami se ti ho fatto preoccupare; vieni in casa che ti mostro una cosa! “.

 

Goku, che a sentire le parole del nonno, si era immediatamente tranquillizzato e aveva assunto la sua solita espressione allegra e gioiosa, seguì Gohan in casa, tenendolo fortemente per un braccio e ripetendo, divertito: “ Così non scappi più, nonnino “.

 

Quando furono entrambi al coperto, Gohan porse a Goku un capiente cesto incartato ed infiocchettato e gli disse:

“ Buon compleanno, Goku “,

il piccolo inclinò il capo su un lato e con un’ espressione interrogativa dipinta in volto, chiese con innocenza:

“ Scusa nonno, ma cos’ è un compleanno? “

“ Hai ragione a chiederlo, non l’ abbiamo mai festeggiato prima d’ ora; beh, Goku, un compleanno è una festa speciale che ricorre ogni anno, proprio il giorno in cui una persona nasce. Oggi, sono trascorsi ben otto anni da quando io ti ho incontrato e quindi ho pensato di festeggiare e di portarti un dono “.

“ Un regalo ? Per me ? Davvero? Grazie mille, nonnino “ e così dicendo Goku scartò immediatamente il pacco che il nonno gli aveva posto sul tavolo.

 

Quando ne vide il contenuto, il giovanotto andò, letteralmente, in visibilio: dolcetti di ogni genere, ciambelle ripiene, croissant, cioccolatine ricoperte di glassa, erano pronte per essere assaporate dal puerile palato;

“ Posso nonnino ? “ aveva chiesto Goku, mentre indicava una ciambella con l’ acquolina in bocca,

“ Ma certo, piccolo, sono tutte per te! “

“  Dafvvero? Grafzie, grfazie, fprometto che ti aiufterò ancora di più nei lavori fomestici ! “ aveva bofonchiato il piccolo con la bocca già piena..

“ Uuuuuuuurca, Goku, avevi proprio fame! Come sempre d’ altra parte, ahah “

“ Urca, urca, urca sì! Che parola gioiosa nonnino, mi piace! “.

 

Fattosi un momento serio, Gohan disse al nipotino:

“ Goku, ora smetti un momento di abbuffarti e seguimi in camera,

“ Subito “ aveva acconsentito il piccolo, ingoiandosi l’ ultimo boccone di ciambellina ripiena.

 

Dopo che il Son ebbe trafficato in un vecchio baule accanto al comodino, si rivolse verso Goku, con in mano un comunissimo bastone rosso, di legno.

“ Ecco, nipotino mio; questo è il vero regalo che avevo intenzione di donarti! A prima vista pare un comunissimo bastone, ma in realtà, modifica la sua forma sotto il tuo ordine. Prendilo in mano e prova ad ordinargli di allungarsi o restringersi “;

Goku, incuriosito dall’ oggetto, non meno che sbalordito dalle sorprese di quella incredibile giornata, afferrò il bastone, ringraziando infinitamente il nonno:

“ Bastone, alluuuungati ! “ ordinò, ma non appena lo fece, l’ oggetto si allungò così tanto da andare a perforare il tetto della casupola e farne cadere all’ interno, sul pavimento, paglia, legnetti ed un bel nido di rondinelle.

“ Ahahah, Goku, non così forte e poi non qui in casa! Forse è bene che da oggi in avanti tu ti serva del bastone nelle nostre passeggiate all’aperto “,

“ Scusami tanto, nonnino, non l’ ho fatto apposta ! “ chiese perdono Goku, mentre, tutto rosso in volto, sorrideva nervosamente, grattandosi la nuca con una mano.

 

Gohan lasciò solo il piccolo per qualche minuto, giusto il tempo di andare a riparare il tetto, ma quando ritornò per parlargli, lo trovò addormentato per terra. Goku, scombussolato da tutte le emozioni della giornata, russava sommessamente, mentre sognava di saltare qua e là con il suo splendido, nuovo, bastone.

 

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Capitolo 7
*** Il primo combattimento. ***


Il primo combattimento.

 

 

 

 

Pochi giorni dopo, dal momento che Gohan aveva notato nel suo nipotino il desiderio di utilizzare sempre più spesso il suo bastone e di saltare da un ramo all’ altro, simulando attacchi contro i tronchi degli alberi, prese una decisione: era giunto il momento di allenare il piccolo Goku alle arti marziali.

 

Quella mattina, quindi, deciso a mantenere la promessa che si era fatto anni addietro, Gohan chiamò il piccolo:

 “ Goku, ehi Goku, vieni fuori “

questi, che era all’ interno dell’ abitazione a sbrigare alcune faccende che il nonno gli aveva assegnato, uscito immediatamente, si andò a sedere dinnanzi all’ uomo:

“  Ehi nonnino, mi hai chiamato ? Cosa c’è ? “ domandò Goku.

“ Caro nipotino, ti ho chiamato perché, da oggi in avanti, sarai il mio allievo personale di arti marziali; non solo queste ti saranno utili a procacciarti alcuni generi di cibo per sostentarti, ma ti serviranno soprattutto per difenderti quando io non sarò più in grado di farlo e ti faranno crescere come un uomo onesto e coraggioso “,

“ Ma no, nonnino, tu rimarrai sempre con me e sarai sempre capace di proteggermi: tu sei il più forte “ aveva ribadito Goku, con un enorme sorrisone dipinto sul volto.

“ Eheh, certo che ti proteggerò, ma tu dovrai imparare comunque l’ arte  del combattimento; sono certo che ti sarà utile in moltissime occasioni, occasioni che ora noi non possiamo nemmeno immaginare.. Quindi, Goku, ora presta bene attenzione alle mie parole perché, come sai, sono una persona molto severa e desidero che tu ti impegni per comprendere bene i miei insegnamenti ”

“ Certo nonnino, se dici che è una cosa che mi sarà utile, allora sono prontissimo ad impegnarmi per imparare; iniziamo pure quando vuoi “

“ Ottimo, Goku; allora come prima cosa devi alzarti in piedi ed assumere una posizione di difesa “ e, così dicendo, mostrò al nipotino la corretta posizione di braccia e gambe, per poi ripetergli: “ Ora fa come me, Goku. “

Questi, che aveva osservato con attenzione i movimenti del Son, l’ aveva immediatamente imitato; con grande stupore, Gohan, che aveva pensato di dover mostrare svariate volte la posizione a Goku perchè egli la prendesse in modo corretto, si era dovuto ricredere: il piccolo riusciva sempre a stupirlo; ora infatti, senza farselo spiegare due volte, aveva assunto il movimento perfettamente corretto.

“ Così va bene, nonno ? “ disse poi Goku, destando Gohan dalle sue personali constatazioni,

“ Si, molto bene; ma non basta solo questo per potersi proclamare esperti di arti marziali; ora segui attentamente i miei movimenti e cerca di copiarli ” e, così dicendo, Gohan, individuato un tronco di legno, saltò in fretta nella sua direzione e, concentrata tutta la sua energia nella mano destra, lo spezzò con il pugno.

“ Attenzione Goku, tu prova con questo piccolo tronco, non sei ancora pronto per poter distruggerne uno così grande…” ma Gohan non aveva ancora terminato la frase che già il nipotino si era già avvicinato ad un albero enorme e, osservandosi per qualche istante il pugno destro per cercare di imitarne la postura del nonno, l’ aveva poi sferrato  alla base dell’ albero.

 

Gohan, non appena si rese conto dell’ accaduto, corse immediatamente accanto al nipotino:

“ GOKU, Goku, ma che ti è preso? Devi aspettare che io termini di spiegarti le cose e non prendere iniziative avventate.. ecco ora ti sarai fatto malissimo alla mano “, ma il piccolo, mostrandola al nonno, gli rispose:

“ Nonnino, mi dispiace che tu ti sia spaventato, ma io non mi sono fatto proprio un bel niente:sto benissimo “

Gohan, che sulle prime non aveva creduto alla dichiarazione del nipote, gli esaminò la manina e, accortosi che era incolume come anche tutto il resto del suo corpo, si rivolse al tronco dell’ albero e rimase stupefatto, allorquando ne notò il tronco spezzato in due parti:

“ Go – Goku, nipotino, ma come hai fatto? Sei sicuro di non esserti fatto male? “

“ Sicurissimo, nonnino! Anzi, ti devo confessare che è stato piuttosto facile imitarti e mi sono perfino divertito molto.. non vedo l’ ora di imparare una nuova tecnica “ aveva risposto il piccolo, sorridendo divertito ed eccitato; Gohan era sbalordito:

“ Non è possibile! Certo, ero a conoscenza del fatto che Goku fosse resistente ai colpi e di forte corporatura, ma non pensavo di sicuro che avesse tutta questa potenza ed energia! Ha letteralmente spezzato in due un tronco d’ albero ben più grosso del mio.. Ma, probabilmente dev’ essere stato solo un caso; proverò a metterlo alla prova con uno scontro corpo a corpo “, mentre Gohan rifletteva a quel modo, annunciò al piccolo:

“ Bene, nipotino mio; se è vero ciò che dici, sarai felice di provare a combattere un po’ contro il tuo nonnino; lo prometto: sarò buono e non ricorrerò a tutta la mia forza nel difendermi, ma tu prometti di attaccarmi con tutta la tua potenza “

“ Urca, nonno.. Un vero combattimento? Contro di te? Sono emozionatissimo; prometto che mi impegnerò con tutto me stesso! “.

 

Messosi in posizione di difesa, Gohan non ebbe il tempo di pensare a quale tecnica ricorrere per contrastare Goku, che questi gli era addosso e lo colpiva con calci e pugni ben assortiti; Gohan non potè distrarsi un istante, data la foga con cui il nipotino si avventava su di lui e, quando provò a parlare per concludere lo scontro, distrattosi, si ritrovò a terra, colpito all’ addome dal bastone allungabile.

“ Nonnino? Ti ho fatto male? “ disse Goku, preoccupato, correndo presso l’ uomo,

“ No, no, Goku; stai tranquillo, non mi sono fatto nulla. Te lo devo proprio dire, ragazzo: sei davvero molto portato per il combattimento! Sono certo che, con un buon duro allenamento, raggiungerai un livello invidiabile “

“ Dici sul serio, nonnino? Urca, che bello; dai: continuiamo“ proruppe il piccolo, rimettendosi in posizione d’ attacco

“ Oh no, Goku! Per oggi basta così: per seguire un allenamento efficace, è necessaria una buona dose di impegno, ma anche una corretta moderazione ed un buon riposo rigenerante. Ci alleneremo nuovamente domani “

“ Come vuoi tu, nonnino; allora io rientro ad apparecchiare la tavola “ e mentre fischiettava divertito, il piccolo Goku si ripeteva a mezza voce: “ Wow, quanto mi piacciono queste arti marziali, fra poco sarò bravo quasi quanto il nonno ! “

“ Non credo quanto me, penso, piuttosto, che diventerai molto più forte del sottoscritto! E’ incredibile: certo io non ho usato tutta la mia forza, ma i suoi movimenti, il suo sguardo, l’ energia che impiegava negli attacchi, sono qualcosa che non vedevo dai tempi dei miei allenamenti; inoltre i suoi calci e pugni sono decisi e puliti, nonostante io non glieli abbia mai insegnati! E’ un ragazzo davvero molto portato per le arti marziali; ora sono sempre più convinto: diverrà un combattente fortissimo .. “

“ Ehi, nonno.. vieni: è pronto in tavola “, la voce del nipotino risvegliò Gohan dalle sue riflessioni e lo condusse in casa..

 

Quel tronco spezzato non sarebbe servito come legna da ardere, ma avrebbe testimoniato, per anni, la piccola, prima prodezza del giovane Goku!

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Capitolo 8
*** " Che cos' è una ragazza, nonnino ? " ***


 

“ Che cos’ è una ragazza, nonnino? “                                                            

 

 

 

 

 

Quella mattina, un bel sole di primavera ed un venticello sbarazzino rinfrescavano l’ aria. Goku era a caccia di selvaggina per il pranzo, quando, rincasando con numerose fette di coda di dinosauro, notò il nonno impegnato nello spolverare e nel riordinare la casa:

“ Nonnino, sono arrivato “ fischiettò, gioioso, il nipotino

“ Goku, finalmente; ce ne hai messo di tempo questa volta, che ti è accaduto? “ gli rispose il Son, congedandosi un momento dalle sue pulizie,

“ Hai ragione, mi dispiace; è che ho incontrato un dinosauro e gli ho gentilmente domandato se volesse regalarmi un po’ della sua coda, perché la portassi a casa e la cucinassi come pranzo, ma lui è stato moto maleducato e ha iniziato ad inseguirmi. Allora sono stato costretto a catturarlo e a legarlo per benino, solo allora gli ho preso un po’ di coda; poi, però l’ ho lasciato libero “

“ Ahah, capisco, Goku “ disse Gohan, non meno stupito dall’ impresa insolita del ragazzino, che intenerito dalla sua stravagante dolcezza.

 

Il piccolo, dopo aver disposto a torre le vettovaglie cacciate, si sedette a terra a gambe incrociate e, scuotendo la coda a destra e sinistra, domandò:

“ Nonnino, ci alleniamo ora? “

È instancabile questo ragazzino, ha una resistenza invidiabile: “ Non ora, Goku; lo faremo questo pomeriggio. Adesso è meglio se mi aiuti a riordinare la casa “

“ Va bene “ acconsentì Goku, anche se un po’ triste per il posticipato scontro con il nonno.

 

Spolverando a modo suo su un mobiletto della cucina, ad un tratto, Goku vide qualcosa che attirò molto la sua attenzione:

“ Ehi, nonnino, che cos’ è questo foglietto disegnato? “ chiese il piccolo porgendolo al nonno

“ Ma dai, non pensavo di averla ancora; credevo l’ avessi persa tra la confusione della casa “ rispose Gohan di fronte ad una strana fotografia che il nipotino gli stava esibendo sotto il naso

“ Si, ma cos’ è, nonno ? “

“ Si tratta di una fotografia “

“ Una fotografia? “ domandò il nipotino e il Son, resosi conto della sua espressione incuriosita, prese a dargli spiegazioni:

“ E’ un foglietto che ritrae l’ immagine di qualcuno o qualcosa e viene conservato dalle persone come un ricordo importante “

“ Quindi la persona che c’ è qui sopra è importante per te, nonnino? È chi è? Perché io non la conosco? “

Gohan si sentì sopraffatto dalle tante domande del piccolo ed anche notevolmente imbarazzato nell ‘ammettere chi fosse e che ruolo rivestisse il soggetto della fotografia

“ Ecco, Goku; in questa fotografia è ritratta una ragazza “

“ una ragazza? E che cos’ è nonno? “

Il son si rese conto di dover al piccolo più spiegazione di quante ne avesse immaginate; sapeva bene che, avendo vissuto loro due soli per tutti quegli anni, il giovane nipotino non avesse avuto la possibilità di confrontarsi con il gentil sesso e le poche volte che erano stati entrambi in paese, Goku non aveva mai mostrato curiosità nel voler saperne di più in merito,

“ Una ragazza, Goku, è un essere umano come noi.. “

“ Anche lei sa combattere? “

“ No, dunque, non tutte le ragazze lo sanno fare, ma fammi spiegare meglio. Allora, le ragazze sono diverse dai maschietti, non siamo forti e robusti, mentre loro sono esili e delicate e hanno visi dolci e lunghi capelli profumati.. “

“ Quindi non sono coraggiose quanto noi, nonnino ? “

“ Oh, no, no Goku; le ragazze sono molto coraggiose e, se mai ne dovessi incontrare una, bada bene di non offenderla, perché sono creature da rispettare e da proteggere e non devono essere toccate nemmeno con un fiore “

 

“ Eh, nonno, non ho capito molto bene quello che mi hai detto, ma a quanto pare devo comportarmi bene con queste ragazze; ma ora dimmi chi è lei “ insistette Goku, indicando la fanciulla della fotografia. Gohan arrossì leggermente:

“ Bella vero? era una ragazza di cui ero molto innamorato in gioventù “

“ Innamorato?.. “

“ Scommetto che mi vuoi domandare cosa significa; ecco quando due persone sono innamorate significa che si vogliono molto bene “

“ Allora noi due siamo innamorati, nonno ? “

“ Ma no, Goku! Il nostro è affetto “ rise il nonno della ingenuità del piccolo “ L ‘amore nasce quando, a volersi bene sono un ragazzo e una ragazza e poi è un sentimento meraviglioso che fa sentire le farfalle nello stomaco.. “

“ Come quando ho fame? “Gohan rise: “ Si, non proprio, ma potrebbe assomigliare all ‘impazienza che hai prima del pranzo ed alla gioia immensa che provi quando lo stai gustando “

“ Urca, nonnino! Se è così, non vedo l’ ora di innamorarmi anche io “

 “ C’ è tempo, Goku; c’ è tempo “ sorrise ancora il Son, pensando che avrebbe avuto altre occasioni per spiegare meglio a Goku che l’ amore non era proprio come abbuffarsi di ciambelline ripiene; ma, per il momento, era meglio lasciargli quella fantasiosa idea.

 

Così, grazie a quella fotografia, Goku scoprì, per la prima volta, l’ esistenza del gentil sesso e della sua presunta dolcezza; il sole, però, sarebbe sorto ancora molte volte, prima che il giovane scoprisse il vero significato dell' amore.

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