Love and pain

di Francy_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brianna ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40 ***



Capitolo 1
*** Brianna ***


Salve!! Come va? Sono molto molto molto e ancora molto nervosa per questa storia. L'avevo già pubblicata qui e non aveva riscontrato molto successo e quindi, l'avevo eliminata. Spero che stavolta sia diverso e soprattutto che piaccia a qualcuno, solo che... a chi può piacere se non piace neanche a me stessa?! Beh, questo non lo so, ma vedete voi... :D
Posterò i capitoli tre volte a settimana: Lunedì, mercoledì e venerdì. La storia è stata già scritta, conclusa e mezza corretta xD
Vi prego, siate sinceri su questa storia... se fa schifo ditelo, se vi piace anche xD A me sembra molto... come dire... non infantile ma una cosa del genere!! Però vediamo voi che ne pensate!!
Vi lascio al prologo... per il primo capitolo attendete mercoledì, sempre se vi piace!! xD Adesso vado a dedicarmi a storie più interessanti e belle :*
Un bacio e a presto :* :* :*

 


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Brianna


Brianna Tilden, una ragazza italiana di nascita, ma americana nel cuore, proveniva da un’ottima famiglia che avrebbe fatto di tutto per lei e che aveva deciso di vivere in Italia. Aveva un unico grande desiderio: quello di vedere il mondo, di viaggiare, di essere indipendente.
 
Era stata sempre la più alta della classe, non riusciva mai a farsi delle vere e proprie amiche: era troppo alta per sentirsi a suo agio con le altre ragazze che spesso erano la metà di lei in altezza. Ciò che compensava la sua troppa altezza era il fisico: carnagione chiara, snella, seni rotondi e mani delicate. Poteva permettersi di tutto, era uno schianto.
 
Finito il liceo, decise di dedicarsi alla sua passione più grande: diventare una stilista. E così i suoi genitori, un anno dopo, come regalo di diploma, un po’ in ritardo, le regalarono tre viaggi nelle più famose capitali dell’alta moda: Milano, Parigi e New York.
Brianna non riusciva a credere a quello che vedeva. Quei tre biglietti erano circondati un’onda argentata e gli occhi le brillavano. Era strafelice.
E proprio mentre si imbarcava per volare a Milano, prima tappa del suo tour, sentiva già nostalgia di casa, ma non vedeva l’ora di staccarsi dalla sua famiglia; era rimasta per 19 anni e mezzo troppo legata e attaccata ai suoi genitori, era ora di cambiare, di andare avanti da sola. Era abbastanza determinata, purtroppo non lo era stata nelle amicizie, ma quello che più desiderava era una vita modesta, facendo quello che più amava e se gli altri le volevano davvero bene, sarebbero andati da lei.
Brianna non soffriva la solitudine, stava bene da sola. Stava meglio da sola che con gli altri.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Salve gente! Ecco il primo capitolo di "Love and pain". Chissà se pomeriggio non mi ritrovo con voi che mi tirate pomodori alle finestre! Oddio! Non ci voglio pensare, quindi se il capitolo fa schifo o vi sembra banale, ditelo soltanto... Vorrei evitare di pulire i vetri xD Comunque, a parte gli scherzi, spero che comincerete ad apprezzare questa storia!
Un bacio e buona lettura.
Francy

 

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CAPITOLO 1

 
Milano: capitale dell’alta moda italiana. Non vedeva  l’ora di iniziare a imparare tutto quello che potevano avere gli altri da insegnarle; era un sogno che diventava realtà, e lo sarebbe stato di più quando sarebbe andata a New York.
Sapeva che sarebbe stato difficile lavorare e vivere a Milano. Però doveva riuscirci! In un primo momento aveva deciso di fare piccoli lavori modesti, che le permettessero di pagare l’affitto e di trovare una casa di moda dove poter imparare e lavorare in un secondo momento, se glielo avessero permesso. Con se aveva i disegni che aveva fatto nel corso degli anni: alcuni erano davvero belli, altri erano solo dei disegni e non facevano molta figura; Brianna sperava che qualcuno li accettasse per farsi strada attraverso i suoi vestiti.
Le brillavano gli occhi al solo pensiero che passato un anno, si sarebbe dovuta trasferire a Parigi; anche lì avrebbe fatto la stessa cosa che aveva fatto a Milano, solo che sarebbe stato più difficile, soprattutto con la lingua, nonostante avesse studiato lingue al liceo. Avrebbe imparato, oltre a saper fare i vestiti, anche la lingua. Cominciava a gustare appieno quello che le stava succedendo, anche se era ancora molto incredula per tutto ciò. 
Le prime settimane, e lei lo sapeva bene, sarebbero state difficili, sia a Milano che nelle altre due città, ma ce l’avrebbe messa tutta!
Per prima cosa bisognava trovare un lavoro. Cercando in giro aveva trovato lavoro in una libreria. La ragazza che doveva sostituire era in luna di miele e non sarebbe tornata prima di qualche mese, il tempo necessario che serviva a Brianna per organizzarsi.
«Allora» disse la commessa, «Inizi lunedì. Alle 8. PUNTUALE» Sul viso di Brianna apparve un sorriso. Non era necessario che le dicessero di essere puntuale; lei lo era sempre. 
«Certo. Lunedì. Alle 8. Puntuale. Grazie per il lavoro. Arrivederci» Brianna era elettrizzata di iniziare a lavorare per potersi permettere di affittare una casa, anche perché il bred&breakfast in cui alloggiava, cominciava a starle un po’ stretto. Uscita dalla libreria, si diresse all’agenzia immobiliare, ma in pochi minuti di confusione, fece l’incontro che mai si sarebbe aspettata di fare.
«Sam…» sussurrò lei.
«Ehm, scusa, ci conosciamo?» Cavolo!! Non l’aveva nemmeno riconosciuta. Allora tutti i suoi presentimenti sul suo disinteressamento era del tutto fondati. Fitta allo stomaco.
«Si, direi di si. Ci siamo tenuti in contatto per quasi cinque anni»
«Ah» Forse non se l’aspettava.
«Già… Beh mi dispiace per la tua bicicletta, prometto di ripagartela»
Sam volse uno sguardo al suo mezzo e alzò le spalle «No, non preoccuparti. Era vecchia andava buttata comunque»
«Capisco. Posso almeno offrirti il pranzo?» Brianna non voleva andare a pranzo con lui, non credeva fosse giusto, ma doveva sdebitarsi in qualche modo.
«O-ok, certo»
Entrambi pranzarono in un ristorante lì vicino. Era la prima volta che si vedevano dopo tanto tempo e gli argomenti, anche se con un po’ di imbarazzo, arrivavano da soli.
Brianna non era particolarmente entusiasta di trascorrere il suo tempo con lui, ma adesso cominciava a stare un po’ meglio, almeno fino a quando Sam non se ne uscì con «…io e la mia ragazza stiamo cercando una sistemazione, prima di iniziare di nuovo l’università»
Brianna sgranò gli occhi, ma si costrinse ad assumere un’espressione normale «Stai bene?» le chiese Sam.
«Si, certo. Beh, Sam, io adesso devo proprio andare. Ho delle cose da fare e non posso trattenermi oltre. Grazie per la compagnia e buona fortuna per l’università»
Sam non capiva. Lei era stata sulla difensiva per tutto il tempo, ma adesso? Che le prendeva?! «No, aspetta… devi proprio andare?»
«Si, mi dispiace. Ciao Sam»
«Aspetta, lascia che ti dia il mio numero»
«Ce l’ho già»
«No, quello non è più… attivo»
Seconda fitta allo stomaco. L’aveva presa in giro per tutto quel tempo e adesso se ne usciva con “Ti lascio il mio numero perché quello che avevo prima non è più attivo”.
Puoi anche tenertelo il tuo nuovo numero!!” pensò Brianna.
«Grazie» disse invece, ma quando uscì dal ristorante, dopo aver pagato, gettò il tovagliolino con il suo numero.
Quell’incontro le aveva rovinato la giornata, perché si sentiva presa in giro per tutti quegli anni e per di più umiliata perché non aveva neanche smesso di pensare a lui, quando proprio lui si era già trovato la compagnia.
Bene, non l’avrebbe vista mai più.
Sperò solo che i suoi impegni a Milano, la tenessero il più occupata possibile.
Sam aveva visto un cambiamento nello sguardo di Brianna, ma non ne era sicuro. Ne ebbe la conferma quando vide che la ragazza buttò nel cestino il suo numero di telefono.
Sam aveva capito di averla ferita. Le aveva detto che stava con un’altra ragazza e per di più che aveva cambiato numero senza farglielo sapere. Aveva un po’ esagerato, ma pensava che lei lo avesse dimenticato, che fosse andata oltre, ma a quanto pareva non era proprio così. Stava male per lei, ma proprio lei lo aveva rifiutato un milione di volte, lo aveva respinto e illuso, cosa che, almeno su quest’ultimo punto, Brianna aveva sempre negato. Ma Sam non poteva farci nulla, l’unica cosa che poteva fare era sperare che lei lo chiamasse, ma ricordandosi di quanto fosse orgogliosa Brianna, capì subito che non lo avrebbe fatto. Doveva chiamarla lui, ma che poteva dirle?! “Mi dispiace?!”, “Ho visto che qualcosa oggi ti ha turbata?!” No no, dovevano incontrarsi di nuovo e parlare. L’unico modo per farlo era andare all’appuntamento che Brianna aveva con l’agente immobiliare, doveva solo ricordare l’ora!
Erano ancora le due e mezzo del pomeriggio e Brianna stava vagando per il centro di Milano, notando che il tempo sembrava non passare mai!! Era arrabbiata con Sam si, ma lo era ancora di più con se stessa, per aver creduto che quel ragazzo potesse ancora aspettarla. Aveva tirato la corda troppo a lungo, e prima o poi questa doveva spezzarsi. Si sentiva così strana. Innamorata e allo stesso tempo umiliata. Forse stava esagerando, però era in quel modo che si sentiva. Non vedeva l’ora di concludere quell’affare e rintanarsi a casa sua.
Quando andò all’appuntamento con l’agente immobiliare riuscì a risollevare un po’ il suo morale. La casa che aveva affittato era deliziosa e cercò di fissarla il più a lungo possibile per cercare qualcosa di positivo in quelle quattro mura che le dessero la forza di non deprimersi per un semplice ragazzo.
Stava prendendo le valigie dal taxi, quando si trovò davanti Sam con uno dei suoi bagagli. Le parole le uscirono con un tocco di acidità «Che ci fa qui?!»
«Ti aiuto!»
«Grazie, ma non ne ho bisogno!» Ok, era un po’ scortese, se n’erano accorti entrambi.
«Ok… Scusa» Sam cominciava a sentirsi di troppo, ma volle continuare la sua “missione”.
«Figurati»
«In realtà, Brianna, ero venuto per parlarti» disse mettendosi tra la ragazza e la porta.
«Io non credo proprio, quindi se vuoi scusarmi, avrei un po’ da fare. Ciao» Ma Sam le bloccò la porta ed entrò e fu in quel momento che si trovarono a 5 centimetri di distanza. Gli occhi di lei sul mento di lui. Sam non riuscì a trattenersi e inalò il dolce profumo che emanavano i capelli di lei. Brianna se ne accorse e si allontanò velocemente, prendendo i bagagli e andando verso la camera da letto. Sam la seguì e aprendo le valigie iniziò a parlare «Senti Brianna, c’è qualcosa che ti ha turbata oggi a pranzo?»
«No per niente, tutto bene!» Cominciava ad essere nervosa. Non sapeva nemmeno dove posava i suoi vestiti.
«Dimmi la verità» disse lui e in quel momento i loro occhi si incrociarono. Sam scoprì che gli occhi di lei erano più verdi di quello che appariva di solito. Lei le era sempre piaciuta.
«Perché non me la dici tu, così fai risparmiare tempo ad entrambi?!» Brianna sentiva le lacrime, di rabbia certo, ma non poteva negare che quelle che stavano per sgorgare dai suoi occhi erano anche lacrime di dolore. Stranamente Sam non se ne accorse. Quasi ringraziò il cielo che lui stesse sistemando una camicia in uno dei cassetti aperti, per questo non se n’era accorto.
«Ok, parlerò io»  Sam cominciava a toccarsi le mani, segno evidente di quanto fosse nervoso e in imbarazzo. Forse stava pensando alla sua ragazza. Brianna si rifiutò di immaginarseli mano nella mano a scambiarsi teneri baci. Quasi le venne la nausea.
«Oggi ho visto la tua espressione cambiare radicalmente, quando ti ho detto di me e della mia ragazza…» Cavolo!! Davvero Brianna era così facile da interpretare?! Si maledì. «Mi dispiace che tu l’abbia saputo in questo modo…» Sam stava ancora parlando quando Brianna cominciò quasi a gridare.
«Si ti dispiace, ok, ma non è che tu abbia voluto mai farmelo sapere, visto che hai cambiato numero»
«Questa era l’altra cosa di cui volevo parlarti»
«No, basta! Non voglio sapere più nulla. È la tua vita e puoi farci quello che vuoi. A me non interessa» Ecco quella maledetta lacrima. Questa volta Sam se ne accorse e si avvicinò subito da lei. «No no…» Sam era evidentemente molto dispiaciuto. «L’ultima cosa che voglio è farti piangere, ti prego» disse e si sedettero sul letto. La situazione stava degenerando. Maledetta crisi di pianto. «Mi dispiace, posso dirti solo questo, perché non so il motivo per cui non ti abbia chiamata. Mi dispiace così tanto. Che posso fare per migliorare la situazione?!»
In quel momento Brianna era davvero molto arrabbiata, prima di tutto con se stessa, perché si stava rendendo davvero ridicola davanti all’uomo che aveva sempre amato, ma, singhiozzando, non poté far a meno di dire «Và via!» Sam le accarezzò i capelli, ma lei lo spinse via con le mani «La tua ragazza non sarebbe per niente contenta di quello che stai facendo, quindi per favore VA VIA!!» Sam, non potendo fare nulla, prese un foglio che aveva trovato nei paraggi e la penna dal taschino interno della giacca e scrisse, di nuovo, il suo numero di telefono.
«So quello che stai facendo e posso dirti che è del tutto inutile. Smettila e vattene via, per favore!»
Sam finì di scrivere, le mise il foglio sul letto e in silenzio se ne andò.
Non poteva credere che dopo cinque anni il loro primo incontro era andato in quel modo!
 
Sam era andato via e Brianna trovò il coraggio di prendere, strappare e buttare quel biglietto. Ora che Sam era lì, non vedeva l’ora o che se lui se ne andasse a Bologna o che il suo lavoro la tenesse così tanto impegnata da non avere tempo nemmeno per lei stessa.
Immersa nei suoi pensieri, non sentì nemmeno il cellulare squillare e quando se ne accorse, dentro di se sperava fosse proprio Sam, ma quando vide sul display il numero di casa, provò un certo sollievo. Non doveva far capire a sua madre che le cose avevano preso una brutta piega, altrimenti si sarebbe presentata con il primo volo diretto a Milano e l’avrebbe costretta a ritornare in paese e rinunciare ai tre viaggi. Ma Brianna non voleva ritornare alla vita di prima, quindi rispose in maniera più allegra e tranquilla possibile. «Ciao mamma!!»
«Tesoro, come stai?! Com’è la vita lì a Milano?! Ti trovi bene?! La casa? Il lavoro?» Sua mamma era in pensiero lo percepiva dal fatto che la stava tempestando di domande.
«Sto bene mamma, lunedì inizio a lavorare in una libreria, la casa è un bijou e sarò in grado di pagare l’affitto. Va tutto bene» Ma non andava proprio tutto bene. Era felice per la sua nuova vita, ma aveva il cuore spezzato e addirittura si sentiva come se non avesse il diritto di stare così male per Sam.
«E la casa di moda?! Ne hai trovata una?!»
«No ancora no, ma vorrei che passasse una settimana, così da sentirmi più sicura con questo lavoro nuovo. Poi appena mi sarò ambientata, potrò andare alla ricerca della casa di moda» Finalmente sua madre iniziò a rilassarsi. Anche Brianna sembrava più rilassata. Aveva appena messo a punto un piano per le prossime due settimane e si sentiva in apparenza bene.
«Ok, bene sono contenta. Qui ti salutano tutti. Fatti sentire non appena avrai tempo»
«Ok mamma, ti voglio bene. Salutami tutti quanti» Cominciava a sentire la mancanza di tutti in effetti… Il cuore le si strinse in una morsa, ma ormai era tardi per  tornare indietro e poi lei non voleva farlo.
«Ciao amore. Un bacio» disse sua madre e riappesero.
 
Quella sera Brianna la trascorse davanti la tv con un cartone di pizza. Aveva personalizzato la sua nuova casa, in modo da sentirsi meno lontana da casa sua. Non vedeva l’ora di andare a dormire e che passasse in fretta il giorno dopo. La domenica. Il giorno che in assoluto odiava più di tutti.
 
Venne domenica e durante le prime ore del pomeriggio aveva pensato di andare a fare una passeggiata, ma preferì rimanere a casa per evitare anche di incontrare persone che non voleva vedere, perché con ogni probabilità Sam e la sua ragazza potevano essere in giro, a meno che… Brianna distolse subito il pensiero da quello che stava prendendo forma nella sua mente.
Diede un’occhiata a quello che aveva disegnato. Passò poi a fare una lista di cose da comprare. Aveva ancora un po’ di soldi che le avevano dato i suoi genitori e quelli potevano bastarle fino a quando non avrebbe preso il suo primo assegno dello stipendio. A quel punto avrebbe dovuto organizzarsi. Aveva bisogno di organizzare le cose. Era sempre così che aveva fatto. Razionale e ordinata. La sua vita doveva essere così. Era ottimista e un pensiero le occupò la mente: ce la poteva fare!!

Allora... primo capitolo: ANDATO!!
Che ne pensate?! Vi è piaciuto? Spero di si. ^_^
Al prossimo! :* :*
Ci si "vede" venerdì!! :*

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Bonjour à tout le monde... Comment ça va?! :D Oggi sono stata contagiata dall'aria francese... Vorrei tanto parlare in francese, ma nessuno è disposto ad ascoltarmi.. Vabbè... Ogni tanto me ne uscirò con qualche battutina qui xD
Donc... questo è il secondo capitolo! Non so se la storia vi piaccia, ma io pubblico, e staremo a vedere :D
Buona lettura ^^

 

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CAPITOLO 2

 
La sveglia quella mattina era suonata alle sei, Brianna non voleva arrivare in ritardo il suo primo giorno di lavoro, anche se non lo era mai, ma occorreva del tempo prima di poter arrivare a destinazione, quindi doveva uscire di casa un po’ più presto del solito.
Aveva deciso di indossare un tubino color crema e un copri spalle nero, voleva presentarsi in maniera seria al suo primo giorno di lavoro. Ma le sembrava un po’ troppo esagerato: optò quindi per un paio di jeans neri e una camicia bianca e un paio di ballerine nere. Decise di truccarsi in maniera leggera, per non risultare volgare. Alla fine, prima di uscire di casa, Brianna si guardò allo specchio e dovette ammettere di essere piuttosto carina. Prese la borsa e si avviò al lavoro.
Mancava ancora un quarto d’ora alle otto e così Brianna decise di andare a fare una colazione veloce al bar lì vicino. Caffè e un cornetto alla crema da portare via, meglio non fermarsi troppo. Uscendo dal bar incontrò la persona che meno voleva vedere in quel momento, anzi le persone.. Sam e la sua ragazza.
«Ehi, ciao» Sam sembrava alquanto imbarazzato, tanto che tolse il braccio da sopra le spalle della donna che lo accompagnava.
«Ciao» fu la risposta secca di Brianna. Si rivolse anche alla sua ragazza.
«Ehm…» seguì un colpo di tosse. «Bliss, questa è Brianna, una mia cara amica; Brianna, questa è Bliss, la mia ragazza» disse e abbassò lo sguardo, forse per non voler incrociare quello sofferente di Brianna.
«Piacere» rispose quasi cinguettando Bliss. «Sam mi ha tanto parlato di te, e sei molto più bella di quanto mi ha descritto»
Wow!! Brianna era scioccata. Sam aveva parlato di Brianna alla sua ragazza Bliss. Non ci poteva credere.
«Si, ehm.. Piacere mio» Brianna si trovava a disagio, quindi preferì tagliare corto, anche perché erano quasi le otto, ma a quel punto iniziò a parlare Sam.
«Per favore unisciti a noi per la colazione» Che gli sembrava che non fosse successo niente?! Sam doveva aver sbattuto la testa.
«No grazie, sono in ritardo per il lavoro e poi ho già preso la mia colazione; grazie lo stesso. Bliss è stato un piacere conoscerti. Sam»
«Il piacere è stato mio» urlò Bliss, perché Brianna era già uscita dal locale. Sam si era limitato a fare un cenno con il capo, segno evidente che era rimasto deluso dal congedo freddo di Brianna.
 
Dopo il “bellissimo” incontro di quella mattina, Brianna dovette faticare parecchio per mantenersi concentrata e capire appieno quello che le veniva detto. Per fortuna il suo lavoro era semplice, doveva solo catalogare i libri che venivano presi in prestito e ordinarli sugli scaffali quando qualcuno dimenticava di riporli al loro posto dopo averli consultati nella sala lettura. Questo lavoro le lasciava pure del tempo libero, infatti a settimane alterne doveva fare una volta sempre mattina e l’altra sempre pomeriggio. Meglio di così non poteva andare. Iniziava alle otto, finiva per l’ora di pranzo. Una favola! Così poteva anticipare la ricerca di una casa di moda, che, sapeva Brianna, le sarebbe occorso tanto tempo. Ma ad una cosa non faceva che pensare: Sam. Voleva condividere tutto quello che le stava succedendo di bello con lui. Ma sapeva che c’erano troppe cose a dividerli. Primo, il fatto che lui non la amava, questo spiega il secondo punto: stava con un’altra ragazza; terzo lei avrebbe passato a Milano solo un anno, dopo si sarebbe trasferita a Parigi e lui comunque avrebbe ripreso gli studi a Bologna.
Tutto d’un tratto Sam si materializzò nel negozio. Non ci poteva credere. Era il “Sam Day”?! Perché continuava ad incontrarlo dappertutto?!
«Ehi ciao!!» Lo sguardo di Sam era raggiante. Si capiva che era davvero felice di vederla. Ma non lo era tanto Brianna che rispose con un freddo «Ciao»
Poi ricordandosi il luogo in cui si trovava disse
«Posso esserti utile?!»
«Si certo»
«Dimmi che ti serve, magari troviamo qualcosa» Brianna di sicuro non era contenta di vederlo, figuriamoci di cercare un libro o quel che gli serviva insieme a lui.
«Beh, non saprei…»
«Se non lo sai tu, io non posso aiutarti» disse Brianna e fece per allontanarsi, quando Sam la prese per un braccio e la portò davanti a sé. La gioia di un attimo prima si era completamente dissolta, adesso Brianna si trovava davanti un Sam piuttosto serio. «Lasciami andare, mi fai male» e in effetti faceva davvero male; Sam la stringeva davvero forte. Brianna capì che tutta quella situazione non cominciava a piacere nemmeno a Sam. «Quando la smetterai di comportarti così?!»disse il ragazzo.
«Smetterò quando ne avrò voglia e di sicuro non devo rendere conto a nessuno, tanto meno a te!!»
«Sei stata tu a rifiutarmi per tutto questo tempo…» Sam iniziò a parlare, ma Brianna lo aveva zittito.
«Non mi sembra il caso di parlarne qui, non ti pare?!» disse Brianna e con suo grande sollievo Sam lasciò la presa sul suo braccio.
«Stasera vengo a casa tua» Brianna non ebbe nemmeno il tempo di ribattere che Sam era già volato via dal negozio.
Per tutta la mattinata Brianna non fece che pensare a quello che era successo e più di tutto pensava a quello che sarebbe successo quella sera se gli avesse permesso di entrare di nuovo a casa sua. Non lo voleva, tanto meno voleva chiarire con lui. Le cose stavano in quel modo, e nessuno dei due poteva farci niente.
 
Brianna ritornò a casa con un gran mal di testa, tanto che fu costretta a prendere due compresse per placare il dolore. Si mise sul divano e dormì fino a quando qualcuno non bussò alla porta. C’era qualcuno che la chiamava…«Brianna? Sono io, Sam. Apri per favore»
Oh no!! Brianna aveva dimenticato per un momento dove si trovava e cosa le era successo quel giorno. Si sistemò i capelli, andò a lavarsi denti e aprì la porta. Si trovò davanti Sam, ovviamente, ma un Sam più bello, più affascinante. Aveva i capelli scompigliati dal gel e dal vento, una maglietta bianca che sbucava da sotto un giubbotto di pelle nera, i jeans strappati sul ginocchio e un paio di scarpe da ginnastica. Brianna dovette ammettere che era piuttosto affascinante e dovette anche resistere alla voglia di saltargli addosso, di baciarlo appassionatamente e di portarlo in camera da letto. Scosse la testa, come per scacciare quel pensiero e disse «Entra e facciamola finita, non ne posso più!!» Si era portata le mani sul volto, quando si accorse che Sam aveva chiuso la porta dietro di se molto velocemente, aveva tolto le mani dal viso di Brianna e le aveva sostituite con le sue. Brianna si accorse troppo tardi che Sam la stava baciando, e non un bacio come qualsiasi altro, un bacio vero, lungo e appassionato. Il primo a staccarsi fu Sam, che si mise a fissare Brianna ancora con gli occhi chiusi e le mani sospese. Quando li riaprì non sapeva che dire. «Sam… perché… perché l’hai fatto?!»
«Non importa il perché. Lo volevo fare sin dal primo momento in cui ti ho vista, lo volevo fare da tempo»
«Non è giusto…» provò a dire Brianna.
«Sshhh… non mi importa cosa è giusto e cosa non lo è. In questo momento voglio solo baciarti»
Sam andò per baciarla di nuovo, ma Brianna si allontanò. Doveva assolutamente porre fine a quell’incontro.
«Se sei venuto qui con l’intenzione di baciarmi, allora te ne puoi ritornare da dove sei venuto» Sam la guardava in maniera strana, quasi compiaciuto. Come se da un momento all’altro fossero finiti a letto insieme. Sam continuava a fissarla e quando Brianna ne capì il motivo, unendo i lembi della camicia che indossava,  si diresse verso la porta e fece per aprirla. «Vattene!»
«Dai, non fare così!» Quanto amava e odiava quel sorriso! Le faceva venire il capogiro, ma allo stesso tempo la innervosiva.
«Non fare così?! Ti presenti a casa mia, io ti faccio entrare perché pensavo avessi intenzione di parlare e senza che io me ne accorgessi tu mi baci?!»
«Sei così bella…»
«Smettila di dire così. Vattene da casa mia. Dico sul serio!»
«Anche io…» Brianna alzò gli occhi al cielo e vide che finalmente Sam si arrese. Brianna però non voleva che Sam se ne andasse. Il suo cuore le diceva di farlo rimanere, la testa, invece, di cacciarlo via a calci nel sedere.  «Va bene, me ne vado» disse Sam in tono sconfitto. «Scusa per il bacio. Comunque volevo dirti che se per te è ok, possiamo smettere di vederci, sentirci…»
«E quando lo abbiamo mai fatto?!» disse Brianna triste e arrabbiata. «Quand’è che ci siamo sentiti o visti, a parte questi due giorni?!» aggiunse.
«Si ha ragione, mi dispiace. Scusa» Adesso Sam sembrava davvero triste. Brianna voleva stringerlo più forte che poteva e dirgli quanto lo amava. Ma non poteva.
«Prima che me ne vada…»
«Che c’è ancora?!»
«Se io dovessi lasciare Bliss, c’è una piccola e remota speranza che io e tu…»
«No» disse troppo velocemente Brianna, portando altra sofferenza nel viso stupendo di Sam. «Non funzionerà mai! Fidati. Io starò qui solo per un anno. Poi andrò via!»
«Perché?!» lo sguardo allarmato di Sam la lasciò sconvolta e con il cuore ancora più a pezzi.
«Dopo Milano mi trasferisco a Parigi e dopo un altro anno a New York… alla fine poi rimarrò là» Brianna sperava di poterlo portare con sé, ma sapeva che era impossibile.
«E se io...» cominciò a dire Sam.
Brianna sapeva cosa voleva dirle. Sicuramente le avrebbe chiesto se avrebbe potuto seguirla, e non era quello che lei voleva, forse… «Non pensarci nemmeno. Buonanotte Sam»
«Notte» E si allontanò con la tristezza nel cuore.
Brianna, chiusa la porta, scivolò giù sul pavimento freddo e iniziò a piangere. Premette le dite sulle labbra, dove fino a pochi minuti prima  si poggiavano quelle di Sam. Adesso sì che la serata si era conclusa in bellezza! Il cuore in mille frantumi, demotivata e con poca voglia di continuare questo viaggio.
Si mise a letto, ripensando ancora a quello che era successo nella stanza accanto, e sperando che il giorno dopo sarebbe andato un po’ meglio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Questo capitolo sarebbe dovuto uscire domani, ma sono troppo triste per aspettare domani, quindi ecco qui!!
Spero vi piaccia!
Un bacio,
Francy

 

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CAPITOLO 3

 
Brianna il giorno dopo si svegliò con gli occhi gonfi e con un fortissimo mal di testa. Aveva pianto tutta la notte.
Quel giorno voleva proprio starsene a casa a guardare la tv e mangiare gelato; ma si rese conto che stava reagendo da stupida; quindi, si alzò, andò a lavarsi e, come se niente fosse davvero successo, si mise davanti l’armadio indecisa su cosa mettere. In effetti non aveva molta scelta. Doveva andare a fare un po’ di shopping.
Quel giorno sarebbe andata a lavoro con un paio di jeans attillati, maglietta maniche corte bianca e una giacca rosa, infine, avrebbe indossato le ballerine rosa che aveva comprato qualche tempo fa. Si truccò come il giorno prima, prese la borsa e uscì di casa.
Si sentiva una donna indipendente e le piaceva.
Andò a prendere la colazione allo stesso bar del giorno prima. Fortunatamente nessun incontro sgradito.
La mattinata al lavoro passò tranquillamente. Aveva già conosciuto alcune delle ragazze che lavoravano con lei ed erano piuttosto simpatiche.
Chiudendo il negozio e, controllando di avere tutto, si accorse di aver dimenticato le chiavi di casa sul bancone. Entrò e quando stava per uscire avvertì qualcuno dietro di sé. Brianna si allarmò, non voleva proprio vedere Sam, ma, si ritrovò davanti un ragazzo bellissimo, a suo parere, capelli scuri, occhi azzurri, alto, muscoloso e senza dubbio sapeva vestirsi.
«Salve» disse Brianna in imbarazzo.
«Salve» rispose il ragazzo.
«Mi dispiace, ma se ha bisogno di qualcosa deve ritornare questo pomeriggio. Riapriremo alla quattro»
«Ah… ok; allora, ripasso pomeriggio»
«Va bene»rispose Brianna intimidita.
«Ci sarà lei più tardi?» chiese quel ragazzo.
«Ehm… temo di no» rispose.
«Oh che peccato! Beh, allora ci vediamo» Le fece l’occhiolino e andò via.
Brianna non sapeva se sentirsi presa in giro o lusingata. Ma per la prima volta aveva del tutto dimenticato Sam e questo la fece sentire bene. Voleva saperne di più su quel ragazzo.
 
Il mattino dopo Brianna si sentiva felice. L’incontro con quel ragazzo aveva portato un po’ di gioia, anche se non lo conosceva ancora. Si sentiva più ottimista; anche perché non sentiva e vedeva Sam da un paio di giorni; meglio così. Lei non voleva rivederlo, anche se sapeva che quella assenza sarebbe durata poco. Brianna gli aveva detto che sarebbe rimasta a Milano solo per un anno; Sam avrebbe di sicuro fatto qualcosa prima di ritornarsene a Bologna.
Mentre era immersa nei suoi pensieri entrò in libreria il ragazzo del giorno prima. Sapeva che non si sarebbero fermati solo a parlare di qualunque cosa gli servisse; ma aspettò che fosse lui a fare il primo passo. E così fu.
«Buongiorno» disse rivolgendole lo sguardo più luminoso e sensuale che avesse mai visto.
«Buongiorno» Brianna ricambiò il sorriso. «Posso esserti utile?» chiese.
«A dire il vero, lo spero proprio» disse sorridendole di nuovo. Andando avanti in quel modo, Brianna si sarebbe sciolta come il gelato al sole.
«Sto cercando un libro sulla storia italiana, che abbia questa copertina» le mostrò una copertina molto rovinata, con la muffa sui bordi. «Speravo tanto di poterlo trovare, ma mi rendo conto che sembra piuttosto difficile, quindi…»
Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a finire, che Brianna aveva già tirato giù dallo scaffale un enorme volume di storia italiana.
«È questo?» Sul viso di Brianna comparve un sorriso a trentadue denti. Era contenta di averlo sorpreso e, ovviamente, di averlo aiutato.
«Si proprio questo. Non so davvero come ringraziarti»
«Non devi»lo rassicurò Brianna sorridendogli.
«Mi chiamo Nicholas» fece il ragazzo porgendole la mano «Piacere»
«Sono Brianna; il piacere è tutto mio»
«Brianna… mm… bel nome» disse toccandosi il mento.
«Grazie» fece lei imbarazzata «Anche Nicholas non è niente male» gli disse sorridendo e girandosi per evitare il suo sguardo. Mentre l’altra commessa registrava il volume di Nicholas, lui la seguì mentre stava sistemando negli scaffali alcuni libri di scienze.
«Mi piacerebbe invitarti a bere qualcosa, stasera. Ti lascio il mio numero. Chiamami se sei interessata» disse Nicholas schiacciandole l’occhio.
Brianna non era abituata a quel genere di cose; mai nessuno prima di Nicholas l’aveva invitata ad uscire. Quel ragazzo alto, moro e dagli occhi azzurri la stava invitando a bere qualcosa. La giornata non poteva andare meglio. Vedendola in imbarazzo Nicholas le mise il bigliettino nella tasca dei jeans e sorridendole si allontanò dicendo «Spero tu voglia chiamarmi!»
Brianna era ancora troppo sorpresa per capire quello che stava succedendo; tanto che quando tornò a casa aveva la testa che le girava per la felicità.
 
Erano le cinque del pomeriggio ed era indecisa se chiamare o no Nicholas. Infine, decise di chiamarlo.
«Pronto?!» rispose lui dall’altro capo del telefono.
«Ciao. Sono Brianna; la ragazza della libreria alla quale hai lasciato il numero oggi» Stava parlando troppo.
«Ah si ciao! Quasi quasi stavo perdendo la speranza»
«Si beh, sono stata un po’ impegnata. Ho potuto chiamarti solo ora»
«Tranquilla. Sono contento che tu l’abbia fatto»
«Allora, beh…» si sentiva piuttosto imbarazzata «E’ ancora valido il tuo invito?»
«Si certo!» Brianna riusciva a percepire quanto fosse contento Nicholas dal tono della sua voce.
«Dammi il tuo indirizzo e vengo a prenderti»
«Possiamo incontrarci da qualche altra parte, non è necessario che tu venga a prendermi» Brianna non voleva offenderlo, ma davvero non voleva che lui facesse tanta strada. Con sua grande sorpresa Nicholas accettò e si diedero appuntamento alle nove davanti un bar in centro. Riappesero. 
Brianna subito dopo si catapultò in camera da letto, spalancando le ante dell’armadio e si rese conto che non aveva niente da mettersi; ma non aveva tempo per andare a fare shopping, doveva trovare una soluzione. Indossò, quindi, un paio di pantacollant, una maglietta lunga e la fermò all’altezza del bacino con un cinturino. Indossò, infine, un paio di decolté. Si truccò, prese la borsa e uscì di casa.
Arrivata a destinazione, Nicholas era già lì ad aspettarla. Indossava un paio di jeans scuri, scarpe da ginnastica, una camicia bianca e giacca nera. Doveva ammettere che era davvero bello.
«Wow» la salutò lui «Sei uno schianto!»
«Ehm… grazie! Anche tu stai bene» disse indicando il suo completo, ma entrambi sembravano molto in imbarazzo.
«Andiamo? Ho prenotato un tavolo dentro»
«Ok, si» sospirò e si fece coraggio.
«Allora Brianna…» iniziò lui «Sei di Milano?»
«No no, sono nata in Sicilia: i miei genitori per il diploma mi hanno regalato tre biglietti per Milano, Parigi e New York, e così eccomi qui» sorrise.
«Fortuna che ti sei diplomata quest’anno, altrimenti non avremmo potuto incontrarci»
«Oh no, ho finito la scuola l’anno scorso, mi sono fermata un anno per capire quello che volevo fare; poi è arrivata la sorpresa» disse lei, cominciando a sentirsi nervosa, ma non sapeva il perché.
«Ah capito. Ordiniamo?»
Brianna odiava quando gli altri finivano una discussione con “Ah capito” o “Capisco”.
«Si certo»
«Cameriera? Due gin tonic»
La cameriera prese gli ordini e si diresse al bancone. «Va bene per te?»
«Si si certo, grazie»
«E di che?» rispose lui mentre le rivolgeva un altro sorriso smagliante.

Dopo che ebbero finito i loro drink, uscirono dal locale e camminarono per un po’ di tempo, fino a casa di Brianna.
«Beh, io sono arrivata»
«Ah è qui che abiti allora» disse lui in tono piuttosto sorpreso.
«Si. Devo stare qui solo un anno, mi basta un appartamentino modesto» sorrise e fece per aprire la porta, quando vide che Nicholas si era avvicinato.
«Ti va di entrare?» Ad un tratto era diventata spaventosamente disinvolta.
«Si, molto volentieri. Grazie» rispose lui, e quando entrambi furono dentro, lui chiuse la porta e le fu subito davanti. La stava baciando. Proprio nell’istante in cui bussarono alla porta, ma nessuno dei due sembrava averlo sentito; Nicholas e Brianna si ritrovarono sul divano, l’uno sull’altra. Lui non smetteva di baciarla e di accarezzarle i capelli. «Mi piaci troppo Brianna»
Lei si mise a ridere «Si l’ho notato» disse e riprese a baciarlo «Mi piaci anche tu»
Poi ad un tratto Nicholas si staccò da lei e disse «Voglio saperne di più su di te. Perché sei qui a Milano? Che vuoi fare?» sembrava volesse fare conversazione, ma Brianna aveva in mente qualcos’altro, che sicuramente era più interessante della conversazione. Un sorrisetto le spuntò sulle labbra.
«Sono venuta qui per lavorare e studiare in una casa di moda. Vorrei diventare una stilista; ma ho ancora tanto da imparare»
«Scommetto che lo diventerai» disse lui riprendendo a baciarla.
In quel momento Brianna si sentiva al settimo cielo. Era tra le braccia di un ragazzo meraviglioso, ma allo stesso tempo si sentiva un po’ stupida. Si stava prendendo una cotta per un ragazzo che aveva appena conosciuto. A questo pensiero lei si ritrasse.
«Va tutto bene?» chiese Nicholas allarmato.
«Si si tutto bene, è solo che ti conosco appena e già stiamo sul mio divano a baciarci, vorrei conoscerti meglio, prima di rendere le cose più serie»
«Hai ragione. Mi dispiace» disse e le baciò la mano. «Ti va se domani mattina ti vengo a prendere, ti porto a lavoro e poi pranziamo insieme? Così possiamo parlare di tutto quello che vuoi, e io posso parlarti un po’ di me»
«Nicholas… non devi…»
«Sshhh… voglio farlo!» disse facendole l’occhiolino.
«Ok, ehm… allora passa a prendermi alle sette e mezzo» le disse con un sorriso sulle labbra.
«Ok, bene! Adesso vado. Ci vediamo domani mattina!» la baciò sul collo e si alzò dal divano.
Sulla porta Brianna disse «Grazie per la splendida serata Nicholas»
«Di nulla. È stato un piacere trascorrerla con te!» Prima di andare via, le diede un altro bacio e si augurarono la buonanotte.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


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CAPITOLO 4

 
La mattina seguente Brianna era piuttosto eccitata all’idea di dover passare un’intera giornata con Nicholas. Si vestì in fretta, volendo passare più tempo ad ispezionare la faccia e a truccarsi in maniera adeguata. Nicholas alle sette e trenta in punto aveva bussato alla sua porta e lei era uscita di casa rimpiangendo di aver messo un top senza maniche, visto che proprio quel giorno pioveva. Nicholas la proteggeva con l’ombrello e in fretta la fece entrare in macchina, solo dopo che anche lui era entrato nell’abitacolo, si scambiarono un lungo e intenso bacio.
«Buongiorno» le disse lui poggiando la sua mano sulla guancia di lei.
«Buongiorno» disse Brianna con voce dolce ma allo stesso tempo maliziosa. «Grazie per essere venuto a prendermi»
«Figurati, è un piacere per me! Allora… andiamo?»le disse facendole l’occhiolino.
Quella era una situazione del tutto nuova per Brianna; aveva paura di non essere pronta per tutto questo, ma non doveva comportarsi da stupida, quindi decise di mettere da parte le sue paure e di continuare quello che aveva appena iniziato con quel ragazzo stupendo.
«Si, andiamo!» disse sorridendogli.
«Ho prenotato in un posticino davvero carino. Ti piacerà»
«Nicholas non è necessario che faccia tutto questo per me»
«Uno: chiamami Nic. Nicholas mi sa troppo di adulto e non è l’impressione che voglio dare» gli mostrò la lingua e Brianna non poté che apprezzare quel gesto. Era davvero un ragazzino!! «Due: mi fa piacere portarti a pranzo fuori. Non l’ho mai fatto con nessuna ragazza»
Cosa?! Non aveva mai portato una ragazza a pranzare fuori? Era lei la prima? Nicholas notò lo stupore nello sguardo di Brianna e le disse «Si, non ho mai portato nessuna ragazza fuori, ma questo perché nessuna mi è mai interessata sul serio» Improvvisamente Nicholas divenne rosso e Brianna avrebbe voluto guardarlo negli occhi e baciarlo! Ma era meglio non azzardare niente del genere, almeno per il momento.
«Quindi io…??» cercò di dire la ragazza.
«Si, quindi tu mi interessi davvero. Sei fantastica e voglio conoscerti meglio. E se tu vorrai ti seguirò anche a Parigi, New York, dove vorrai tu!!»
Non ci poteva credere. Quello che doveva essere semplicemente un passaggio al lavoro, si era trasformato quasi in una dichiarazione d’amore.
Sam non sarebbe stato in grado di dire una cosa del genere. Si dispiacque per questo.
Nicholas notò che l’espressione di Brianna era cambiata e subito si pentì di aver affrettato le cose, per questo disse «Brianna, scusa!»
«Per cosa?»
«Ho visto che la tua espressione è cambiata. Un momento prima eri felice e un momento dopo non lo eri più. Se ti ho infastidita, devi dirmelo! Se ti sembro troppo frettoloso, per favore fermami» E proprio in quel momento Nicholas aveva parcheggiato nel vialetto accanto la libreria, quando Brianna, sentendosi in colpa, lo abbracciò forte e lo baciò. Entrambi rimasero colpiti da quel bacio. Brianna perché non si aspettava di essere così audace con un ragazzo che aveva conosciuto da poco; Nicholas fu colpito dalla passionalità di quel bacio.
«Mi ha fatto piacere quello che hai detto. Nessuno lo avrebbe fatto, tanto meno ad un ragazza che ha conosciuto da poco. Ma come farai con il lavoro? Non so nemmeno che lavoro fai» Terminò la frase con tono malinconico, ma Nicholas corse subito ai ripari; non voleva rovinare quell’atmosfera.
«Non preoccuparti del mio lavoro. È il tipo di lavoro che mi permette di viaggiare e posso portarmelo dietro» risero entrambi di quell’ultima affermazione.
«Ne parliamo dopo?» Non voleva proprio andare via. «Devo andare» e lo baciò.
«Si certo. Ti vengo a prendere alla chiusura»
«Ok» sorrise e continuò «A dopo» Scese dalla macchina, ma sapeva che Nicholas la stava seguendo con lo sguardo, almeno finché lei non scomparve.
 
Quella mattina, a lavoro, sembrava non passare mai. Era una giornata molto noiosa, pochi clienti. Forse perché nessuno voleva uscire a causa della pioggia.
Lei in quel momento voleva essere con Nicholas; voleva baciarlo sotto la pioggia.
Era appoggiata al bancone, con la mano reggeva il mento, aveva lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi che le luccicavano, quando sentì il rumore della campanella appesa alla porta.
Quando vide chi era, cercò di nascondersi, ma non fu abbastanza veloce, perché proprio nell’istante in cui stava scomparendo sul retro, Sam la chiamò.
«Ciao» disse lei alquanto seccata. Primo perché aveva interrotto i suoi pensieri, i suoi bellissimi pensieri; secondo perché non aveva proprio voglia di parlare con lui.
«Ciao»
«Ti serve qualcosa?» chiese Brianna
«Si. Mi servono i libri per l’università. Li ho ordinati un paio di settimane fa, e dovevo venirli a ritirare oggi» spiegò Sam.
«Si, dovrebbero essere da qualche parte sul retro, vado a controllare»
«Ok, grazie»
Stranamente Sam sembrava tranquillo. A quanto pareva non era venuto per parlare con lei o non faceva finta di entrare in libreria per incontrarla “casualmente”.
«Eccoli qui…» Brianna ritornò nel negozio con una pila di libri, alla vista parecchio pesati, e che dovevano esserlo di sicuro. Sam fece per aiutarla, e per quella volta, proprio perché si sentiva felice, grazie a Nicholas, non protestò.
«Ti aiuto» Sam andò ad aiutarla.
«Ah si, grazie»
Le loro mani, sotto la pila di libri, si toccarono e lei ritrasse le sue subito.
«Scusa» disse Sam.
«Non preoccuparti!» fece Brianna, volgendo l’attenzione ai libri che erano già sul bancone.
«Allora… wow accidenti quanti libri! Comunque… ehm… adesso te li metto in uno scatolo, così puoi portarli via facilmente»
«Ok grazie» Sam era troppo freddo.
«Ecco a te e grazie» gli disse Brianna rivolgendogli un sorriso.
«Grazie» e se ne andò senza neanche guardarla. Forse l’ultima sera in cui si erano visti, lei aveva esagerato un po’ troppo, ma in fondo se lo meritava!! Adesso però era lei a sentirsi in colpa. Anche lei quella sera era distrutta e anche lei gli si poteva rivolgere in maniera fredda, ma non lo aveva fatto. Sam non aveva motivo di essere triste, tanto meno per lei. Aveva la ragazza e ora anche Brianna poteva dire di avere un uomo accanto a sé che la rendesse felice.
Proprio mentre pensava a Nicholas, quest’ultimo si presentò in libreria. Aveva i capelli bagnati dalla pioggia e una goccia d’acqua gli era caduta sulla guancia. Era ancora più bello, pensò Brianna, bagnato.
Nicholas andò verso il bancone, le circondò il viso con le mani, lei aveva appoggiato le sue su i suoi fianchi, e la stava baciando; per fortuna che in negozio non c’era nessuno, perché non era proprio il modo di comportarsi al lavoro, ma “Chi se ne frega!!” pensò Brianna in quel momento, quando entrò nuovamente Sam in libreria, assistendo a tutta la scena. Un colpo di tosse e Brianna si staccò subito da Nicholas, arrossendo violentemente. Cavolo!! Sam non doveva venire a sapere di lei e Nicholas. Ma in fondo non doveva dare spiegazione a nessuno, tanto meno a lui.
«Si?» disse Brianna.
«Scusa, devo ordinare i libri per.. ehm.. Bliss»
«Si, dimmi»
Compilarono la lista dei libri, sotto lo sguardo di Nicholas, che non vedeva l’ora di rimanere da solo con quella ragazza stupenda. Aveva anche intuito che tra loro due c’era stato sicuramente qualcosa. Troppa elettricità nell’aria. Troppo nervosismo. Lo avrebbe chiesto dopo a Brianna.
«Beh questi puoi venire a prenderli tra un paio di settimane… sicuramente i primi di luglio saranno già disponibili» gli rivolse un sorriso.
«Ok, grazie e … scusa per l’interruzione» si scusò Sam
«Tranquillo»
Dopo essersi assicurato che Sam fosse stato abbastanza lontano da non poterli vedere, Nicholas riprese Brianna tra le sue braccia e cominciò a baciarla.
«Ciao» disse lui con un sorriso compiaciuto sulle labbra.
«Ciao» sospirò Brianna. Quei baci la stravolgevano.
«Andiamo?» chiese lui.
«Si, fammi prendere le mie cose e sono pronta»
Nicholas la aiutò a chiudere il negozio e quando furono in macchina lui le chiese: «Chi era quel tipo?»
«Quale tipo?! Ah… te ne sei accorto?»
«Beh…??»
«Che c’è… fai il geloso ora?» scherzò Brianna.
«No non voglio fare scenate di gelosia, anche perché non mi sembrerebbe proprio il caso, però vorrei sapere cosa è successo fra di voi, perché è chiaro che qualcosa è successa»
«Si beh.. l’ho conosciuto cinque anni fa. Ci siamo visti sabato, quando ero uscita per cercare lavoro e l’agenzia immobiliare. Lui mi aveva sempre detto di provare qualcosa per me, ma io l’ho rifiutato tante volte, anche perché non mi sentivo pronta psicologicamente» rise. «Poi, la scorsa volta, mi ha detto che ha la ragazza e io non volevo avere più niente a che fare con lui, perché in tutti questi anni non ha fatto altro che farmi soffrire. Ma ormai pazienza… Ho conosciuto un uomo migliore» si rivolse verso di lui e lo vide serrare la mascella e le nocche delle mani, piegate sullo sterzo, farsi bianche. C’era qualcosa che non andava?!
«Tutto bene?» Brianna si stava preoccupando. Si sporse verso di lui.
«Si va tutto bene. È solo che non piace l’idea che fino a qualche giorno prima che ci incontrassimo tu soffrivi e piangevi»
«Non preoccuparti» disse baciandogli la guancia. «Grazie del pensiero, però. Sei carino»
«Voglio prendermi cura di te» disse e accostò sul ciglio della strada.
«Perché ci siamo fermati?» chiese confusa.
«Brianna, voglio prendermi cura di te, voglio esserci quando stai male…» la stava guardando negli occhi, e la situazione stava diventando un po’ imbarazzante e Brianna non si sentiva in grado di sorreggere quello sguardo che, sì lo pensava e credeva fosse vero, era pieno d’amore.
«Voglio stare con te. Io credo di essermi innamorato di te»
Brianna sgranò gli occhi e si mise a battere le ciglia più volte, aprì la portiera e uscì dalla macchina. Era stordita, confusa. Qualche giorno prima aveva scoperto di essere perdutamente innamorata di Sam, e ora un ragazzo meraviglioso le stava facendo la dichiarazione. Stava succedendo tutto troppo in fretta; sentì le sue gambe cedere, ma si fece forza e combatté contrò il suo organismo per non farla crollare proprio davanti a Nicholas, il quale le stava dietro; non voleva farle pressioni. Si avvicinò piano a lei e la abbracciò da dietro. Brianna si voltò verso di lui e si scoprì a baciarlo. Anche lei lo voleva al suo fianco, ma aveva paura. Paura di ferire un ragazzo straordinario come Nicholas solo perché aveva per la testa Sam.
«Grazie» disse piano Nicholas.
«Su dai, torniamo in macchina» Brianna in quel momento voleva parlare con Sam, dirgli che dovevano smettere di comportarsi da stupidi e affrontare la cosa. Lui stava con Bliss; lei con Nicholas, e così doveva essere. Si sarebbero sentiti, ma non più di una telefonata breve. Aveva bisogno di mettere le cose in chiaro con Sam per non sentirsi in colpa nei confronti di Nicholas. Avrebbe cercato di rintracciarlo, e mai come in quel momento si pentì di aver buttato il suo numero.
 
Dopo aver pranzato, passarono metà pomeriggio a passeggiare, lui con il braccio sulla spalla di lei e, Brianna che gli stringeva la mano.
Nicholas le aveva raccontato che era nato a Sidney, che da sempre aveva amato viaggiare. Che aveva studiato in un liceo australiano, ma poi i suoi genitori vollero che frequentasse l’università in Italia. Suo padre aveva un’azienda di cosmetici. Ecco perché aveva detto che poteva portarsi il lavoro dietro.
Il viaggio di ritorno fu più tranquillo. Nicholas si era fermato di nuovo e aveva detto che voleva mostrarle una cosa. Quando oltrepassarono un paio di alberi, Brianna e Nicholas si ritrovarono su un’enorme distesa verde e il sole che stava tramontando. Il cielo era un misto di colori; sembrava la tavolozza di un pittore. C’erano tonalità di arancione bellissime, alle quali si mischiavano l’azzurro del cielo e il violetto. Il sole, un palla infuocata color arancione acceso stava tramontando davanti gli occhi meravigliati di Brianna e, Nicholas non fece altro che guardare lei, piuttosto che il tramonto.
La considerava la persona più bella – esteriormente e interiormente – che avesse mai visto. Voleva continuare quella relazione e se glielo avesse chiesto lui sarebbe andato con lei; anche in capo al mondo. L’amava, ormai ne era sicuro.
Brianna si accorse che Nicholas la guardava e cercava di non incrociare il suo sguardo, ma quando le sembrò che il suo cuore scoppiasse di felicità, dovette girarsi per condividere quelle emozioni con lui. Si sentiva ancora troppo piccola – aveva solo 19 anni – per sentirsi così innamorata. Ma non le importava, in fondo Nicholas era più grande di lei di solo quattro anni e la differenza di età non era poi così eccessiva. Ma non le importava proprio in quel momento. Voleva solo abbracciarlo; stringerlo a sé; lo voleva con tutta se stessa. Anche Brianna ebbe come la sensazione che si stesse innamorando di lui. Si, lo era. Amava Nicholas. L’unica cosa che la preoccupava era il fatto che si erano conosciuti così in fretta e già erano così innamorati.
Nicholas percepì qualcosa che non andava allora volle rassicurare la ragazza che aveva al suo fianco. E la abbracciò. Un abbraccio da farle mancare il respiro, ma era proprio così che si sentiva lui ogni volta che la vedeva. Quei capelli biondo scuro erano il suo punto debole… amava tutto di lei. Stava per staccarsi, quando lei gli disse: «Non lasciarmi ti prego» Così lui prese a stringerla ancora più forte.
Quando tornarono in macchina erano appena passate le nove e Nicholas decise di riportare Brianna a casa, anche perché sembrava parecchio distrutta.
Quando Nicholas la lasciò davanti casa, Brianna voleva chiedergli di passare la notte con lui, ma sapeva che sarebbe stato troppo. Non era ancora il momento.
«Ti direi di entrare o di passare la notte qui, ma…»
«Tranquilla…» le rivolse un sorriso splendido, anche alla luce sbiadita della luna.
«Domani sarà ancora più bello rivederci. Buonanotte, passo a prenderti domattina alla stessa ora» disse Nicholas e la baciò così appassionatamente che Brianna riusciva a sentire la voglia che lui aveva di stare con lei e la tristezza di avere paura che quella storia finisse da un momento all’altro.
«Buonanotte Nic» lo salutò lei e scese dalla macchina.
Entrambi quella notte non riuscirono a dormire. Troppo presi da quello che era successo quel pomeriggio e con troppa voglia di stare insieme.  

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


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Questo è un capitolo davvero strano, ma quando l'ho scritto ero praticamente nel bel mezzo della mia fantastica storia d'amore, unilaterale, e forse per questo mi sono sentita di fare dire a Brianna certe cose! Beh, vedrete!
Buona lettura e buona giornata! :* :*

 


CAPITOLO 5

 
«Oggi non possiamo vederci» disse Brianna al telefono.
«Perché no?» anche dal telefono si capiva che Nicholas stava male per quella brutta notizia.
«Mi hanno incastrata a lavoro e non posso dire di no. Mi dispiace tanto» disse molto dispiaciuta Brianna. Di certo preferiva stare con Nicholas, ma si sentì quasi sollevata nel comunicargli quella notizia. Non lo stava evitando, dopo i momenti e il tempo trascorso insieme il giorno prima, ma sentiva come il bisogno di stare da sola. Non lo era stata davvero da quando era arrivata in quella città.
«Tranquilla, ci vediamo stasera se ti va!»
«Certo, non vedo l’ora. Ti chiamo appena sono a casa»
«Ok, a dopo. Non vedo l’ora di baciarti»
Con un sorriso Brianna rispose «Smettila»
«Mai. A dopo!»
«A dopo!» Riappesero.
 
Quel giorno era stato un vero e proprio inferno. Migliaia di gente che entrava e che usciva.
Brianna stava ritornando a casa distrutta, aveva le braccia indolenzite, i piedi che le facevano male, tanto che si maledì per aver messo i tacchi quel giorno,  e per giunta non aveva mangiato niente durante tutto il giorno.
Arrivata a casa mangiò alcune barrette di cioccolato che si era portata da casa – perché ancora non era riuscita a fare la spesa – e chiamò Nicholas. “Arrivo subito!” le aveva detto e di sicuro aveva una voglia pazza di vederla, dopo un’intera giornata. Anche lei non vedeva l’ora di vederlo. Si diede una ripulita, sistemò un po’ casa e subito dopo si vide comparire Nicholas dalla porta. Sorpresa Brianna gli chiese: «Come hai fatto ad entrare? Credevo di aver chiuso a chiave!»
«Mm… non credo proprio» disse e le fece di nuovo quel sorriso che lui sapeva farla impazzire. «Vieni qui» La sua voce era dolce e sensuale.
Brianna andò verso di lui e l’abbracciò.
«Mi sei mancato» disse lei.
«Anche tu, tanto! Tutto il giorno non sono riuscito a fare nulla. Me ne sono stato tutto il tempo a letto, guardando il soffitto e pensando a cosa stavi facendo. Mi hai fatto impazzire» disse e le sorrise di nuovo.
«Mi dispiace tanto»
«Non importa! Ora sei mia. Ti va di uscire?»
«Sinceramente preferirei rimanere a casa, sono troppo stanca. Non riesco nemmeno a stare alzata»
«E perché mi hai chiamato? Potevi dirmi che eri stanca e che andavi a dormire»
«Infatti… ti va di farmi compagnia stanotte?!»
Gli occhi di Nicholas iniziarono a brillare, di una luce strana. Chissà che idee si stava facendo. «Non farti strane idee però» Brianna gli sorrise.
«Vai a letto, torno subito»
«Dove  vai?»
«Prendo una cosa in macchina»
«Ok…» disse lei curiosa ma allo stesso tempo spaventata. Chissà che doveva prendere. Non era preparata per certe cose; diciamo che non se n’era mai dovuta occupare.
Quando Nicholas rientrò aveva della pizza con sé e la visione di quel cibo fece tirare un sospiro di sollievo a Brianna che si mise sotto le lenzuola.
«Oh grazie! Non dovevi! Ma hai fatto bene, perché non ho mangiato niente tutto il giorno, solo un po’ di cioccolato prima che arrivassi tu. Dovrei andare a fare la spesa se ci riesco»
«Domani pomeriggio ti ci porto»
«Non vorrei schiavizzarti» disse e gli mostrò la lingua. A quella scena, Nicholas non seppe resistere. Lascio i cartoni e le bevande sul pavimento, si tolse le scarpe e si buttò su di lei. La baciò così intensamente che Brianna dovette riprendere più volte fiato.
«Scusa…» disse lui, leggermente in imbarazzo.
«Figurati»
Si sdraiarono: Nicholas appoggiato alla testata del letto, e Brianna appoggiata a lui su un fianco, mentre un braccio la stringeva forte a sé. Era bellissimo sentirsi protette e amate come la amava Nicholas
Quasi in dormiveglia dalla bocca di Brianna uscirono parole che Nicholas in quel momento non si aspettava proprio «Non vorrei che ti sembrasse troppo presto, ma…»
«Ma?» non voleva che si addormentasse proprio in quel momento.
«… ti amo…» riuscì a dire lei.
Il cuore di Nicholas prese a battere velocemente, e sentendolo Brianna sorrise nel buio.
«Non vorrei che ti sembrasse troppo presto, ma…» Nicholas stava ripetendo le stesse parole di Brianna. «ti amo anche io, tanto» e si addormentarono l’uno accanto all’altro.
 
Passare la notte con Brianna era l’ultima cosa che Nicholas si aspettava, ma era contento che lei glielo avesse chiesto. Lei si era appena addormentata e lui la stava fissando. Sembrava ancora più bella immersa nei sogni. Avrebbe voluto passare il resto della sua vita con lei, ma non poteva dirglielo; avrebbe rischiato di spaventarla. Lei aveva 19 anni, 20 quell’anno, e aveva capito che non aveva mai avuto altre storie prima di lui, o prima di quel Sam. Dicendole che avrebbe voluto passare il resto della vita con lei, l’avrebbe sconvolta e forse persa. Smise di pensare e si appoggiò sul cuscino che odorava di lei. Un misto di vaniglia e frutta. La accarezzò un po’ e, dopo che lei si mosse, la strinse a sé e si addormentò accanto a lei.
 
Il mattino seguente Brianna si era svegliata molto presto e con una strana sensazione. C’era ancora tempo prima di prepararsi per il lavoro, così si mise a guardare Nicholas. Aveva un braccio sulla faccia e un’aria davvero stanca. Non poteva svegliarlo.
Prima di uscire gli avrebbe lasciato un biglietto.
Cercò di fare il minor rumore possibile; scese dal letto, andò a lavarsi, si vestì, prese un pezzo di carta e scrisse qualcosa; poi uscì.

Al suo risveglio Nicholas, invece che accanto alla donna che amava, si svegliò da solo nel letto. Scese di corsa, vide che Brianna non c’era in nessuna di quelle stanze e, quando ritornò in camera da letto, vide un biglietto poggiato sul cuscino.
Diceva: “Buongiorno. Ho visto che eri stanco, non ho voluto svegliarti! Spero tu abbia dormito bene. Ci vediamo stasera.
Era un po’ deluso. Nemmeno quel giorno avrebbero passato del tempo insieme. Doveva assolutamente fare qualcosa.
Prese le chiavi della macchina e uscì di corsa. Si diresse verso la libreria, ma le ragazze che lavoravano con Brianna non l’avevano ancora vista; eppure erano già le dieci. Era impossibile che Brianna arrivasse con due ore di ritardo al lavoro. Provò a chiamarla sul cellulare, ma non rispondeva. Stava impazzendo. Che cosa le era successo?
 
Brianna quel giorno non voleva andare né al lavoro, né voleva vedere Nicholas. Si sentiva strana. Non era abituata a tutte quelle attenzioni. Per la prima volta, dopo che era arrivata a Milano, non vedeva l’ora che, tutto quel tempo che doveva passare lì, passasse presto. Stava passeggiando in una strada isolata. C’erano pochi negozi, poca gente. Stava sentendo le lacrime spuntarle dagli occhi, ma faceva di tutto per trattenerle, fino a quando entrando in un vicolo senza uscita, si appoggiò al muro e iniziò a piangere. Proprio in quel momento, passò una macchina nera. Si era fermata e un ragazzo stava scendendo. Il ragazzo che scese dalla macchina era Nicholas e stava correndo verso di lei.
«Brianna!!» era molto preoccupato «Che cos’è successo?! Sono impazzito quando non ti ho trovata né a casa, né in libreria. Che ti è preso?» Ma Nicholas credeva di sapere quello che le era successo.
«Scusa» disse lei singhiozzando. «È solo che… è  solo che non mi sento pronta per tutto questo. Mi dispiace» Le lacrime le sgorgavano da sole incontrollate! Doveva smetterla al più presto, si stava rendendo ridicola.
«Scusa… ti sembrerò ridicola in questo momento» disse ridendo; ma era un risata triste.
«No, per niente» rispose lui abbracciandola. «Mi dispiace che tu stia così male. Se vuoi possiamo smettere di vederci per un po’, è solo che io…»  era evidentemente triste. «Io non so se riuscirò a farcela, ma sarei egoista se non ti lasciassi il tuo spazio, quindi…»
Brianna aveva bisogno di essere abbracciata; si avvicinò a lui e gli cinse il collo con le braccia. Lui la strinse forte e la baciò dietro l’orecchio.
«Mi dispiace tantissimo. Ti sembrerò lunatica. Prima ti dico che voglio stare con te e che ti amo e poi che ho bisogno di un po’ di spazio. Mi dispiace così tanto!» e ricominciò a piangere.
«Sshhh… non devi preoccuparti. Non piangere ti prego! Abbiamo affrettato un po’ le cose. Forse era meglio andarci un po’ più piano, ma non mi pento di quello che ho detto ieri sera»
Brianna aveva percepito un tono diverso di voce, come se anche Nicholas stesse per mettersi a piangere.
«Nemmeno io, però è strano. Sei il primo a cui lo dico e avrei davvero voluto aspettare. Mi sento strana»
«Dai ti porto a casa» disse lui
«No, grazie. Ho bisogno di camminare. Prenderò un taxi per ritornare. Grazie lo stesso» disse e lo baciò delicatamente sulle labbra. Nicholas teneva gli occhi chiusi, le lacrime gli scendevano sul viso. E a quella vista anche Brianna si mise a piangere, ma si voltò. Nicholas si allontanò, andò verso la macchina dicendo:
«Ti chiamo più tardi»
«Ok» fu la risposta di Brianna.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


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CAPITOLO 6

 
Dopo l’incontro con Nicholas, Brianna aveva vagato per le vie di Milano troppo a lungo, quando poi si accorse di essere davanti ad una casa di moda. Chissà quanta strada aveva fatto per finire lì, ma era comunque grata che ne avesse trovata una. Per fortuna aveva con sé i suoi disegni quel giorno. Chissà perché li aveva portati. Comunque meglio così, almeno avrebbe concluso metà di quello che doveva fare lì a Milano.
 
Entrò e venne accolta da alcune assistenti. Spiegò il motivo per cui si trovava lì e le due ragazze la portarono dal Direttore per vedere quello che si poteva fare. Con sua grande sorpresa fu assunta; alcuni dei suoi abiti erano piaciuti e avrebbero realizzato quelli per la prossima sfilata. Brianna, però, non voleva che i suoi abiti andassero sotto il nome di qualcun altro, voleva vedere il suo nome su quegli abiti. Era un sogno che diventava realtà.
Aveva un ufficio tutto suo, dotato di album, colori, tutto ciò che le serviva per creare, creare e creare. Sarebbe stata affiancata da un’altra fashion designer, almeno per il tempo necessario affinché lei apprendesse tutto ciò che c’era da imparare. Avrebbe iniziato lunedì. Bene, aveva tempo per dare le dimissioni dalla libreria, fare la spesa e un po’ di shopping.
 
Tornò a casa dopo, forse, un’ora di taxi. Era stanca, ma non le importava. Era contenta per quel lavoro. Sicuramente era molto strano che una casa di moda l’avesse assunta così subito, ma a Brianna piaceva pensare che loro l’avessero assunta per la sua voglia di fare e sicuramente non sarebbero mancate le sfide. A lei importava poco dei problemi. “Ben vengano se mi faranno diventare una grande stilista!” pensò lei.
Prima di salire gli scalini di casa sua incontrò, proprio lì davanti, Sam e Nicholas. Brianna sgranò gli occhi. Stavano parlando. Non ci poteva credere.
«Ciao» disse lei «Che ci fate qui?!»
«Io volevo parlarti» rispose Sam
«E io volevo sapere come stavi!»disse invece Nicholas.
«Sto bene, grazie» disse Brianna rivolgendo un sorriso a Nicholas.
«Sembra che hai pianto» Sam la stava scrutando e, di sicuro, aveva indovinato.
«No, non ho pianto! Va tutto bene» disse e sorrise anche a Sam. Non voleva fargli capire nulla. «Che volevi dirmi?»
«Beh…» cominciò a dire Sam, ma era intimidito da Nicholas «Volevo sapere se eri libera domani. Volevo parlarti di alcune cose»
«Domani? Ehm…. Si, ma solo per poche ore. Devo fare delle cose»
«Ok bene! “ un sorriso era spuntato sulle labbra di Sam. Forse non si aspettava che Brianna accettasse.
«Passo a prenderti domani verso le dieci, va bene per te?»
«Si certo. A domani»disse e si salutarono.
Nicholas aspettava che Sam se ne andasse prima di iniziare a parlare.
«Tutto bene?»
«Si. Adesso va un po’ meglio, grazie»gli rivolse un sorriso forzato e gli accarezzò una guancia.
A quel tocco Nicholas chiuse gli occhi, le prese la mano e gliela baciò.
«Vuoi compagnia?» chiese lui.
«Non lo so… Da un lato vorrei passare il pomeriggio con te, dall’altro vorrei rimanere da sola. Ho come voglia di passare del tempo con me stessa, ma non voglio stare lontana da te!»e lo abbracciò.
«Ok, allora io vado… Se avrai voglia di vedermi, puoi chiamarmi a qualsiasi ora. Io arrivo subito»
«Va bene, grazie» Lo baciò delicatamente sulle labbra ed entrò in casa: chiuse la porta, si guardò intorno, la riaprì e gridò: «Nicholas!!»
Il ragazzo si girò all’istante. Brianna corse verso di lui. «Voglio stare con te oggi! Non mi serve a niente stare da sola. Riesco a solo a deprimermi» disse sorridendogli.
Nicholas l’abbracciò e le baciò i capelli.
Passarono il pomeriggio a fare shopping; Brianna non gli aveva ancora detto della casa di moda, e non aveva intenzione di farlo, almeno per il momento.
Fortuna che Brianna aveva ancora abbastanza soldi per permettersi tutta quella roba. Comprò anche una valigia, perché sapeva che quelle che aveva con sé con le sarebbero bastate per Parigi.
«Stai meglio ora?»
«Si, grazie! Lo shopping mi tira sempre su di morale»disse rivolgendogli un gran sorriso.
Stavano passeggiando lungo una stradina affiancata da alcuni muretti, quando lui la prese e la fece sedere su di essi. Posò le buste per terra, circondò il viso di Brianna con le sue mani e la baciò. Un altro bacio carico di amore e passione. L’unica cosa che poteva dargli in quel momento. Era felice di stare con Brianna e non gli importava di niente, tranne che di lei! Dopo il bacio seguì un forte abbraccio e rimasero così per… entrambi non sapevano dire quanto tempo fosse trascorso. Era già il tramonto e Brianna non voleva separarsi da Nicholas, né Nicholas voleva separarsi da Brianna.
«Trasferisciti da me» disse lui.
«Co…cosa?!» rispose sconvolta lei.
«Si, trasferisciti da me. Ridai le chiavi all’agenzia e vieni con me»
«Ma se poi dovessimo lasciarci?»
«Non voglio nemmeno pensarci» le sorrise.
«Si, ma se dovesse accadere io rimango senza casa e non voglio vivere sotto i ponti»
«Non ci lasceremo. Allora?! Accetti?»
«Non lo so…» Brianna ci pensò su un paio di secondi e poi disse «Si, ok!! Verrò con te»
Nicholas prese a baciarla di nuovo, ancora più dolcemente del bacio di prima.
«Aspetta!!»Brianna si era ricordata di Sam. Sarebbe venuto a prenderla a casa sua l’indomani mattina.
«Che c’è?»
«Domattina Sam viene a prendermi per parlare, non posso trasferirmi stasera!»
«Ah vero. Non importa, ti accompagno lì verso le dieci. Non voglio aspettare nemmeno un secondo»
«Ok va bene» un altro sorriso spuntò sul viso di Brianna.
Dopo lo shopping andarono a casa di Brianna a prendere le sue cose. Lei sistemò e lui le metteva le cose dentro le valigie. Spense le luci e chiuse a chiave. Il giorno dopo sarebbe andata in agenzia a riportare le chiavi.
 
Durante il tragitto da casa sua a quello di Nicholas si sentiva nervosa perché non era mai stata a casa sua. Non sapeva nemmeno dove abitasse.
All’improvviso Nicholas entrò in un parcheggio sotterraneo e spense il motore. Dopo aver preso i bagagli entrarono in un ascensore e si ritrovare in un attico. Nicholas abitava in uno splendido attico. Si vedeva una vista stupenda di Milano. Quella casa era circondata da vetri… Mentre Brianna faceva il giro della casa meravigliata, Nicholas aveva già portato le sue cose in camera da letto.
Quell’attico era una meraviglia, non poteva negarlo.
«Ti piace?» disse Nicholas sorridendo.
«Mi piace?! È stupendo!! Ho sempre desiderato vivere in un posto del genere!»
«Wow, senza volerlo ho realizzato uno dei tuoi desideri» Le strizzò l’occhio.
 
Brianna fece una lunga doccia calda… doveva riuscire a rilassarsi.
Sistemò le sue cose e aspettò che Nicholas finisse una telefonata davanti la vetrata che dava su una piazzetta stupenda.
Si sentiva molto strana. Non era abituata a convivere con un ragazzo. Quella, in effetti, era la prima volta. A Milano stava facendo tutte le prime esperienze. A quel pensiero, il suo viso andò in fiamme!
Nicholas, dopo la telefonata, andò da lei, la abbracciò e le baciò il collo.
«È stupendo qui, vero?»
«Si lo è!»
«Potrei stare per sempre così, lo sai?» le disse stringendola ancora più forte.
«Anche io, nonostante possa sembrarti strano per quello che è successo stamattina»
«No, per niente!»
Brianna si voltò verso di lui.
«Non voglio darti l’impressione sbagliata, non voglio farti soffrire, ma ho come l’impressione che tutto questo durerà poco, troppo poco. Abbiamo… abbiamo affrettato  tutto» a quelle parole Brianna scoppiò a piangere.
«Io non voglio lasciarti. Voglio stare con te, ma davvero credi che andremo lontano così?»
«Tu lascia fare a me!» le disse Nicholas rivolgendole un gran sorriso.«Dai, andiamo a dormire» disse lui prendendole la mano e portandola in camera da letto.
Come la sera prima, si addormentarono l’uno accanto all’altra. Dopo qualche ora però Brianna si svegliò in un bagno di sudore. Era agitata e non sapeva per cosa. Accese la luce e dopo aver fatto mente locale capì il motivo per cui era così nervosa. Stava agendo male. Stava giocando malissimo le sue carte. Era a Milano solo da qualche settimana e già aveva fatto un milione di cose, che purtroppo erano belle e sbagliate. Fino a quella mattina Brianna aveva bisogno di stare da sola, e dopo un paio d’ore era andata a vivere con Nicholas? Ma che diavolo le passava per la testa? Era felice si, però stava sbagliando. Aveva sbagliato sin dall’inizio. Era successo tutto troppo in fretta. Se davvero voleva stare con Nicholas, non doveva accettare di andare a vivere con lui, ma adesso che aveva accettato doveva continuare. Provò a pensare a qualcosa che non fosse negativo e provò anche a calmarsi. Dopo un bel po’ ci riuscì e riuscì a riaddormentarsi. Doveva solo imparare a pensare in positivo e forse le cose sarebbero andate per il verso giusto. Doveva imparare solo una cosa. Non doveva avere paura delle sue emozioni.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


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CAPITOLO 7


Aprendo gli occhi quella mattina Brianna si era ritrovata in una stanza completamente illuminata; era avvolta da un groviglio di lenzuola e un profumo di pancake che, sicuramente, proveniva dalla cucina. Era sabato, poteva dormire quanto voleva, ma preferì alzarsi, nonostante fossero appena le otto. Prese l’astuccio dove teneva tutto l’occorrente per lavarsi, andò in bagno, lavò i denti e scese in cucina.
Nicholas indossava solo dei bermuda. Dovette ammettere che era ancora più bello.
Quando vide scendere Brianna con quei pantaloncini corti e la maglietta slabbrata, il cuore di Nicholas cominciò a battere all’impazzata. Cercò di darsi una calmata e sorrise.
«Perché ridi?» domandò Brianna, un po’ in imbarazzo.
«No niente»disse sorridendo, poi aggiunse«Buongiorno» andò verso di lei, le porse un piatto di frittelle e le diede un bacio sulle labbra.
«Buongiorno»  Ora era ancora più in imbarazzo!!
Nicholas spense i fornelli e si mise accanto a lei. Lui sembrava troppo contento, anzi lo era; lei era un po’ a disagio, soprattutto perché lui era mezzo nudo.
«Dormito bene stanotte?» chiese con una certa curiosità.
«Si, molto!» disse lei sorridendo timidamente e cercando di non mostrare la sua insicurezza.
«Tutto bene?»
«Si, mai stata meglio»
«Ma?» chiese lui credendo che ci fosse sicuramente qualcosa che non andava.
«Ma niente. Sto bene davvero. Devo solo ambientarmi. Adesso vado a vestirmi, devo vedermi con Sam»
«Uffa, vero. Sto cominciando ad odiare quel Sam» continuò a parlare lui, mentre Brianna stava già salendo le scale per andare a vestirsi.
«Non hai motivo per odiarlo. Non c’è mai stato niente tra di noi, a parte…»ops, si era resa conto che aveva parlato davvero troppo.
«A parte?» chiese Nicholas divertito.
«Ehm… a parte… un bacio» disse lei timidamente, e con la paura di scatenare una scenata di gelosia, anche se tutti e due si conoscevano da troppo poco tempo perché lui iniziasse a fare delle scenate di quel genere.
«Ah, ho capito» Uscì dalla stanza e si diresse in bagno!
«Cavolo!» borbottò tra sé Brianna, alzando gli occhi al cielo.
Mentre Nicholas era in bagno, lei si sarebbe vestita… Non voleva vestirsi bene per Sam, voleva impressionare Nicholas. Allora indossò un paio di jeans chiari, molto attillati, scarpe beige con plateau, maglietta bianca e infine avrebbe indossato un giubbotto nero con effetto stropicciato. 
Aveva sistemato il letto e le sue cose e si era seduta in una sedia in un angolo, in attesa che Nicholas uscisse dal bagno.
Quando finalmente uscì, Nicholas la intravide dallo specchio e volle andare verso di lei: anche lui si era vestito. Brianna si alzò e Nicholas simulò un attacco di cuore e cadde sul letto. La ragazza scoppiò a ridere e disse «Sto male?»
«Male?! Mi hai appena provocato un attacco di cuore» disse rialzandosi dal letto. «Sei davvero uno schianto, ma non credi sia troppo per incontrare Sam?»
«Non mi sono vestita così solo perché devo incontrare Sam»
«E per cosa?» chiese distratto lui; era troppo concentrato a squadrarla.
«Vuoi passare del tempo con me, o no?» disse lei, quasi scherzando.
«Certo!! Oh Dio grazie per avermi mandato un angelo in Terra»scherzò lui.
«Passerò con Sam solo mezz’ora, non gli concedo più di tanto» disse Brianna mentre legava con un elastico nero i suoi capelli. Uscendo vide che Nicholas non aveva smesso un attimo di guardarla.
«Che c’è?» chiese lei.
«Niente, è che sei troppo bella per sembrarmi vera. Non posso credere che tu sia qui, con me!»
«Beh, potrei dire lo stesso anche io» e andò verso di lui a baciarlo. Lui avrebbe voluto prolungare quel bacio, magari andando anche oltre, ma lei si alzò subito e disse sorridendo «Vado a truccarmi che è meglio!» si allontanò sentendo Nicholas sbuffare. Era felice e non si notava nemmeno un po’.
 Prima di andare via, Brianna prese il suo giubbotto e scese in cucina, dove la aspettava Nicholas.
«Ok, adesso basta! Smettila di fissarmi o vado a cambiarmi»
«Ma non posso» si giustificò lui.
«Su andiamo, siamo in ritardo»
«Agli ordini» disse Nicholas e la prese per mano.
Uscirono dal parcheggio, dove aveva parcheggiato Nicholas la sera prima e in un batter d’occhio furono davanti la vecchia casa di Brianna, e lì trovarono Sam ad aspettarla.
«Ciao Sam, scusa il ritardo» disse Brianna.
«Oh no, tranquilla» le sorrise lui
«Ciao Sam» fece Nicholas
«Ciao» Sam sembrava piuttosto imbarazzato, anche perché aveva capito che lui stava con Brianna, e proprio lei quel giorno era davvero bellissima.
«Wow Brianna, stai benissimo» disse lui.
Nicholas le strinse la mano.
«Ehm… grazie Sam» disse lei, poi si rivolse a Nicholas.
«Da ora in poi posso cavarmela da sola, grazie angelo custode»scherzò, anche se sapeva che Nicholas non l’avrebbe mai lasciata da sola con Sam. Si, era geloso. Ne era più che convinta.
«Va bene. Chiamami appena finite. Ti vengo a prendere ovunque tu sia»
«Ok» lo baciò e poi aggiunse sottovoce «Grazie di tutto»
«Ti amo» disse Nicholas, un po’ spaventato per la reazione di lei.
«Anche io!!» e lo baciò di nuovo più intensamente, poi, quasi sospirando, aggiunse «A più tardi»
 
Brianna e Sam camminarono per un po’; Sam non riusciva a credere di essere proprio con lei; Brianna, non vedeva l’ora di chiamare Nicholas.
«Allora…» disse lei «…di cosa volevi parlarmi?»
«Ho lasciato Bliss!» disse Sam senza pensarci.
«Cosa?» Brianna non poteva negare di esserne grata, ma continuò «Perché?»
«Da un po’ di tempo non riuscivamo più a comunicare; parlare con lei era come parlare al muro»
«Perché con te no?» Non voleva litigare, ma doveva dirglielo; le era uscito spontaneamente, senza quasi pensarci!
«Si hai ragione!»
«Puoi scommetterci» e gli diede una gomitata!
Lui sorrise e disse «Comunque non era di questo che volevo parlarti, ma ho voluto dirtelo perché volevo sapere se c’era qualche possibilità che tra noi due potesse nascere qualcosa»
Brianna aveva notato che Sam aveva detto c’era e non c’è qualche possibilità per loro due.
«Ma vedendovi arrivare oggi insieme, ho capito subito che mi hai dimenticato»
«Dovevo continuare a piangermi addosso per un ragazzo che non mi voleva?»
«Non ho mai detto di non volerti...»
«Si, ma intanto tu ti eri già trovato la ragazza senza dirmi nulla, anche se, lo capisco, non era necessario che tu lo facessi»
«No, hai perfettamente ragione, ma adesso una domanda mi sorge spontanea: davvero lo ami?»
«Si, mi sono innamorata di lui, anche se può sembrare strano, visto che ci conosciamo da poco tempo, ma sento davvero di provare qualcosa di profondo per lui»
«Capisco»
«Era questo che volevi chiedermi? Se lo amo o no?» Brianna sentiva crescere la rabbia dentro di sé.
«No, certo che no, era semplice curiosità. In realtà volevo sapere se tu mi hai mai amato davvero»
Oh cavolo! Adesso Brianna non sapeva davvero cosa dire. Doveva dirgli che, quando si erano visti, lei aveva scoperto di amarlo davvero? Si, forse era meglio dirgli tutto; ormai tra di loro era finita, doveva togliersi tutti i pesi dal cuore. Era il momento della verità.
«Si, ti ho amato davvero e, se devo essere sincera, quando ci siamo incontrati, l’altro giorno, ho scoperto che ti amavo dal più profondo del mio cuore, ma non ti nascondo che mi hai spezzato il cuore quando mi hai detto, o meglio accennato, che eri già fidanzato»
«Ma adesso non lo sono più…» Sam continuava a non perdersi d’animo, ma sapeva che era troppo tardi.
«Sto con Nicholas. Mi dispiace»
Il tempo sembrava non passare mai, un minuto sembrava un’ora e, un’ora un giorno. Voleva scappare, voleva andare da Nicholas.
«Sam… posso chiederti io una cosa?»
«Si dimmi»
«Tu mi hai mai amata?» chiese sperando che rispondesse di no, anche se non ne era tanto sicura.
«Si certo, sempre; ti ho amata dal primo momento in cui ho visto la tua foto; poi quando l’altro giorno ti ho vista, è scattato qualcosa dentro di me, come un allarme! La testa mi diceva di non guardarti, di andare via e di rifiutare il tuo invito a pranzo; ma il cuore, mi diceva di seguirti, ovunque tu andassi, di prenderti fra le braccia e baciarti, perché quello doveva essere il giorno più importante della nostra vita; invece, l’ho rovinato, ma comunque, si, ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre. Qualunque cosa accada»
Brianna non poteva credere a ciò che sentiva. Sam non poteva avere appena detto che la amava e che l’avrebbe amata per sempre. Lei aveva sempre creduto di non essere importante per lui.
La testa cominciò a girarle e, in quel momento, si pentì di aver messo quei tacchi altissimi.
«Mi devo sedere» disse lei; per fortuna c’erano delle panchine nelle vicinanze.
«Ti senti bene?!» chiese Sam preoccupato.
«TU NON PUOI DIRE DI AMARMI, DI AVERMI SEMPRE AMATA!!! NON PUOI, NON PUOI FARLO!!!» Brianna pronunciò quelle parole con rabbia, in effetti ne aveva molta, e tutta repressa. «Perché proprio ora?»disse, parlando quasi con se stessa.
«Mi dispiace, non avrei dovuto…» disse Sam abbassato davanti a lei e guardandola negli occhi.
«Voglio andare via…»disse Brianna e fece per alzarsi.
«No aspetta…»
«Lasciami andare, ti prego» stava iniziando a piangere. «Perché non l’hai detto quella sera in cui sei venuto a casa mia? Anche se stavi con Bliss, perché non l’hai fatto?!» adesso piangeva a dirotto.
«Perché tu mi stavi respingendo»
«Non è vero!! Io non avrei mai potuto respingerti!! Io quella sera ti volevo, ti volevo con tutta me stessa, ma ero troppo arrabbiata per quello che avevi e non avevi fatto!!» disse Brianna continuando a piangere.
Sam dovette sedersi accanto a lei, si piegò, poggiò i gomiti sulle gambe e si prese la testa con le mani. Non ci poteva credere. Aveva bruciato tutte le sue carte, tutte le possibilità che aveva di riprendersela; di amarla come avrebbe voluto fare sin dall’inizio.
«Non ci posso credere, ho fatto un casino»
Brianna aveva l’impressione che di lì a poco anche lui avrebbe pianto, ma non lo fece.
«Si credo proprio che tu l’abbia fatto» disse Brianna singhiozzando, poi aggiunse «Adesso chiamo Nicholas. La nostra avventura o meglio, disavventura, è finita qui. Mi dispiace che le cose siano andate così male tra noi due. Io non mi aspettavo neanche di incontrarti e di innamorarmi, per ben due volte in pochi giorni!!»Si alzò e cominciò a camminare avanti e dietro, componendo il numero di Nicholas. «Nic, vieni a prendermi, sono di fronte a quel bar! Fa presto… Mi manchi!!»
Nicholas aveva capito che c’era qualcosa che non andava così le chiese «Che cos’è successo?»
«Ti spiego tutto dopo» singhiozzò Brianna.
«Ok, arrivo subito»
Dieci minuti dopo Nicholas aveva già parcheggiato e stava correndo da lei.
Appena fu vicino Brianna la abbracciò forte e lei era contenta di essere tra le sue braccia. Nicholas all’orecchio le sussurrò «Che cos’è successo?» ma non ricevette nessuna risposta, solo lacrime. Allora Nicholas si rivolse a Sam «Che le hai fatto?!»
Brianna doveva porre fine a tutta quella scena, non voleva proprio che si prendessero a cazzotti in pieno giorno. Non voleva che lo facessero comunque.
«Nic, lascia stare. Non mi ha fatto nulla, andiamo»lo pregò lei.
«Ok va bene» acconsentì Nicholas.
«Brianna…»sospirò Sam.
«Sam è finita» gli sorrise. «È meglio così credimi! Ciao…» Ma Brianna non voleva proprio lasciarlo. Voleva abbracciarlo e dirgli che le sarebbe mancato, che voleva stare con lui; ma lei amava anche Nicholas.
Brianna per la prima volta si rese conto che si trovava in una situazione davvero spiacevole. Per diciotto anni e mezzo era stata sola, nessuno l’aveva mai voluta; e adesso si ritrovava tra due ragazzi che amava. Non aveva mai smesso di amare Sam, e non avrebbe smesso di amare Nicholas.
Sam faceva parte del suo passato, Nicholas il suo presente e sarebbe stato il suo futuro; ma non riusciva a sopportare quello sguardo di Sam.
«Aspettami in macchina, arrivo subito» disse a Nicholas; ma lui non voleva lasciarla. «Fidati di me, arrivo subito» e gli sorrise.
Andò verso Sam e lo abbracciò. «Mi dispiace che le cose tra noi due siano andate così, lo sai, ma adesso dobbiamo andare avanti con le nostre vite. Il lato negativo di tutta questa storia è che è successo tutto molto in fretta; io non ho avuto nemmeno il tempo di ambientarmi e sei sbucato tu; lo stavo per fare ed è comparso Nicholas. Troppe cose insieme in soli tre giorni. Io non avevo nemmeno intenzione di innamorarmi, perché lo ero già, ma è successo e non possiamo farci niente, né tu né io» Adesso lo stava guardando e le lacrime, di entrambi, scendevano incontrollate. Non poteva credere che Sam stesse piangendo per lei; non credeva fosse in grado di farlo.
Stavolta fu Sam a parlare «Mi dispiace così tanto. Adesso vorrei baciarti per dimenticare tutto, per illudermi che non sia successo niente»
«Non devi illuderti, non ti fa bene»disse sorridendogli.
«Voglio stare con te Brianna; ti amo così tanto» e la abbracciò di nuovo.
«No ti prego non dirlo…»
Brianna si allontanò da lui e disse «Questo non doveva proprio accadere. Guardaci: in pieno giorno, con tanta gente che passa e noi che ci comportiamo così» Finì la frase ridendo. Anche lo sguardo di Sam si distese e Brianna non poté che sentirsi sollevata.
«Resteremo in contatto, lo prometti? Non voglio perderti per sempre»disse Sam.
«Si, lo prometto, ma devi farlo anche tu!» lo stava guardando fisso negli occhi.
«Te lo prometto!!»
«Adesso vado, Nicholas mi sta aspettando» disse Brianna prima di baciarlo sulla guancia e andare via.
Sam la guardava allontanarsi e dovette sedersi, perché quella scena era bruttissima; stava vivendo un incubo. Ma ormai non poteva farci nulla.
Non poteva stare con la donna che aveva sempre amato, ma almeno poteva averla ancora vicino a sé. Poteva essere ancora sua amica. Questo gli bastava. Lui sarebbe stato sempre dietro le quinte; l’avrebbe sempre aspettata! Non voleva rovinare la sua relazione con Nicholas, perché significava farla soffrire e non voleva questo per lei. Avrebbe aspettato, semplicemente aspettato.
 
Una volta salita in macchina Brianna scoppiò a piangere e Nicholas la abbracciò per farle sentire che lui l’avrebbe sempre protetta da tutto e da tutti.
«Mi dispiace che tu debba sopportare questo. Non te lo meriti»si scusò lei.
«Non devi preoccuparti. A me dispiace che tu abbia dovuto fare una scelta. Capisco che lui ti conosce meglio rispetto a quanto ti conosco io. Avevo paura che scegliessi lui, ma sarei stato contento comunque per te, perché, sappi che voglio che tu scelga sempre il meglio per te e se tu lo ami allora và da lui»
Nicholas le stava dicendo che potevano lasciarsi se lei amava davvero Sam, ma lei non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.
«No, voglio te. Abbiamo deciso di rimanere amici, anche se sarà difficile, ma amo te, e voglio star con te»
A quelle parole Nicholas non seppe più resistere e la baciò; Brianna ricambiò il bacio. Adesso si sentiva un po’ meglio. Aveva visto un po’ di sollievo nel viso di Sam, anche se sapeva che lui ci avrebbe sempre sofferto; aveva un fidanzato che la amava davvero per quello che era.
«Ti amo…» le sussurrò Nicholas.
«Ti amo» disse Brianna.
«Allora…» fece lui sistemandosi sul sedile «Dove vuoi andare?»
«Dovunque e in nessun posto» disse lei sistemandosi il trucco.
Nicholas rise e disse «Mi farai impazzire lo sai?»
Questo fece ridere anche Brianna «Lo so…»
«Bene, perché mi piace. Voglio impazzire per te!»
Ok, era un po’ strana come cosa, ma era carino lo stesso.
 
Tornati a casa, Brianna preparò qualcosa da mangiare, mentre Nicholas apparecchiava; ma Brianna non aveva proprio fame, aveva lasciato tutto nel piatto.
«Brianna stai bene?!» chiese preoccupato Nicholas.
«Si sto bene» disse lei rivolgendogli un gran sorriso.
«Sicura?»
«Si, sicura!!» Brianna era stanca di sentirsi dire da tutti se stesse bene! Si alzò da tavola, lavò il suo piatto e salì di sopra.
Quando Nicholas la raggiunse stava cercando furiosamente qualcosa.
«Che cerchi?»
«I miei disegni!»
«Per fare che?»
«Devo presentarli lunedì»
«Hai trovato una casa di moda?» chiese stupito lui. Si chiese anche perché non gliel’avesse ancora detto.
«Si…»
«Perché non me lo hai detto?»
«Perché volevo essere sicura che questa cosa funzionasse, prima di rendermi ridicola»
«Ridicola?» chiese lui alzando un sopracciglio. Brianna fece spallucce. «Tu non potrai mai essere ridicola. Sei bravissima»
«E come fai a dirlo se non hai mai visto niente?»
«Non mi serve vedere, lo so già» disse Nicholas sorridendogli.
«Comunque sia, te l’avrei detto lunedì mattina, anche perché ti saresti accorto che il luogo di lavoro non sarebbe stato lo stesso»
«Si infatti»
«Ora vorrei solo cercare la carpetta con i disegni… ah eccola!! Voglio assicurarmi che ci siano i pezzi più belli»
«Perché?» chiese lui.
«Perché realizzeranno i miei vestiti» disse Brianna scuotendo la testa; non ci credeva ancora.
«Wow Brianna è fantastico!!»
«Si lo è!» Brianna era davvero felice in quel momento.
«Dai vieni qui… ho voglia di stare un po’ con te!»
Brianna si distese sul letto. Aveva appoggiato la testa sul braccio di lui e con l’altro Nicholas le accarezzava la pancia. Le faceva venire la pelle d’oca.
«È bellissimo stare così»  disse lei chiudendo gli occhi. Poi si accorse che Nicholas si era alzato e si stava posando su di lei. Era piacevole stare anche in quel modo; la faceva sentire ancora più protetta…
«Mi stai schiacciando Nic» disse ridendo.
Dopo che l’ebbe baciata, Nicholas si alzò e si mise di nuovo accanto a lei.
«Potrei anche abituarmi a tutto questo, sai?!»
«Si lo so, anche io» Brianna alzò la testa e lo baciò di nuovo.
Quando si alzarono era pomeriggio inoltrato e Nicholas propose a Brianna di giocare con la Wii; Nicholas era un bambino!! A quel pensiero Brianna si mise a ridere.
«Ti va di giocare?» chiese Nicholas indicando l’apparecchio.
«Mm… non credo di esserne in grado» Brianna non aveva mai giocato a tennis realmente, figuriamoci farlo virtualmente.
«Dai» la pregò Nicholas.
«Ok, va bene!!»
«Si!!»
Passarono tutto il pomeriggio a giocare. Brianna aveva vinto la maggior parte delle volte. Nicholas non riusciva ad accettarlo.
«La solita fortuna del principiante» disse il ragazzo accigliato.
«Ah ah… dillo che non sei in grado di battermi» lo sfidò lei.
«Ah la metti così?! Vieni qui!!» Nicholas la prese sulle spalle e la buttò sul divano. Brianna lo pregava di fermarsi, ma lui proprio non ne voleva sapere.
Anche Nicholas era caduto sul divano sopra di lei. Si guardarono per un istante che parve interminabile.
«Perché sono così dannatamente innamorato di te?!»
«Mm… non saprei!» Brianna gli sorrise timidamente e provò a spostarsi, ma Nicholas glielo impediva; intuiva nel suo sguardo quello che voleva fare.
«No» gli disse lei.
«Perché no?» fece lui. Allora Brianna non si sbagliava.
«Perché non mi va!» disse lei riuscendo a liberarsi dalla stretta di Nicholas.
Salì di corsa le scale e si chiuse in bagno. Letteralmente. Aveva chiuso a chiave la porta.
Quando anche Nicholas fu sopra, provò ad aprire quella porta, ma vedendo che lei si era chiusa dentro le disse «Brianna che succede? Perché ti sei chiusa dentro? Apri»
«No!!» gridò lei
«Avanti, che ti prende? Se è per quello che è successo di sotto mi dispiace. Prometto che non lo faccio più!»
«Ti prego, và via…»
«Dove vuoi che vada?»
«A dormire…» disse Brianna alzando gli occhi al cielo.
«Va bene. Mi dispiace»
«Tranquillo»
Brianna sentì Nicholas mettersi a letto, fortuna che c’era un altro bagno al piano di sotto, altrimenti avrebbe dovuto lasciare il suo “nascondiglio”. Non sapeva perché aveva reagito in quel modo. Si stava comportando da stupida e lo sapeva, ma che poteva farci?! Lei non era pronta per certe cose. Non se l’era mai immaginato. Ma tutto lì stava accadendo troppo velocemente e sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Certo, sapeva che Nicholas l’avrebbe rispettata e aspettata soprattutto. Ma per quanto era disposto ad aspettare ancora?!
Decise di uscire dal bagno. Apri la porta piano; uscì e con suo gran sollievo Nicholas dormiva. Trovò i suoi pantaloncini e la maglietta sulla sedia, dove li aveva lasciati quella mattina. Si cambiò velocemente e si mise sotto le lenzuola, dando le spalle al ragazzo che le dormiva accanto.
Dopo qualche minuto Nicholas si girò, l’abbracciò forte, le baciò il lobo dell’orecchio e le sussurrò «Mi dispiace. Non volevo farti arrabbiare»
«Non sono arrabbiata» disse Brianna stringendogli le mani. Poi si voltò.
«È solo che qui sta accadendo tutto così in fretta; non mi sarei mai aspettata tutto questo. Scusa, ma non mi sento ancora pronta»
«Non preoccuparti. Te l’ho fatto capire perché pensavo che tu…»
Si, pensava che lei non fosse più vergine, ma lei lo era.
«No…» disse voltandosi nuovamente.
Non poteva credere di averlo rifiutato. Ma Nicholas la amava e l’avrebbe aspettata; ne era sicura!! Ma quella notte Brianna non riuscì a chiudere occhio. Pensava ancora a quello che le era successo in ventiquattro ore. Era esausta, ma non riusciva a riposare. Decise di alzarsi. Senza far rumore uscì dalla camera da letto e andò in soggiorno… accese la tv, mise il volume al minimo e senza che se ne accorgesse chiuse gli occhi e si addormentò.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


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CAPITOLO 8


Nicholas quella mattina si era svegliato da solo nel letto e, per un momento, ebbe paura che Brianna se ne fosse andata come la prima volta che avevano dormito insieme. Quando scese in soggiorno, la trovò rannicchiata su se stessa, sul divano. Aveva passato lì la notte; doveva essere distrutta. Si mise accanto a lei, le accarezzò la guancia e pian piano vide Brianna svegliarsi.
«Buongiorno» le disse.
«Buongiorno» poi si alzò di colpo. «Oh dio! Che ore sono?!»
«Le sette, perché?»
«Alle nove devo essere a lavoro» spiegò Brianna.
«Tranquilla, hai ancora un po’ di tempo. Dai ti preparo la colazione»
«No, non ho fame. Ma grazie lo stesso» disse sorridendogli.
«Ma se non mangi ti sentirai male»
«Lo so, ma proprio non mi va di mangiare»
«Va bene»
«Vado a vestirmi» disse lei baciandolo dolcemente.
«Ok» rispose lui alzandosi e dirigendosi verso la cucina.
Brianna si sentiva distrutta; soprattutto psicologicamente. Ma decise di non pensarci. Voleva godersi il suo primo giorno di lavoro. Cavolo, doveva chiamare sua madre per informarla. L’avrebbe fatto quel giorno stesso se mai avesse avuto un momento libero.
Sistemò la carpetta con i disegni, la borsa e mise tutto pronto; poi andò a vestirsi.
Siccome stava andando a lavorare in una casa di moda, non poteva presentarsi con i vestiti che usava tutti i giorni; quindi, indossò un vestitino verde scuro, mise un cinturino sotto il seno, scarpe abbinate, prese la borsa nera, i suoi disegni e scese. Erano ancora le otto.
«Caspita!! Quanto siamo eleganti» la punzecchiò Nicholas.
Brianna gli fece una smorfia. «Oggi inizierò a lavorare in una casa di moda, non posso andarci con un paio di jeans qualsiasi. Aspetterò un po’ di tempo prima di indossarli» e rise.
«Stai davvero bene»
Brianna, per evitare altri commenti che alludessero a quello che voleva fare Nicholas la sera prima, si nascose dietro il bancone. Meglio non scoprirsi troppo. Altra nota da ricordare.
«Hai preso tutto?» le disse lui.
«Si credo di si» fece Brianna controllando che avesse davvero tutto. «Si ho tutto»
«Sei sicura?» chiese lui.
«Si certo. Perché non dovrei?»
«Non dimentichi queste?» disse Nicholas facendo scivolare sulla mano di lei un mazzo di chiavi.
Brianna rimase a bocca aperta. Erano le chiavi di un’auto e… e quelle di casa. Brianna era scioccata. Davvero Nicholas si fidava così tanto di lei, da dargli le chiavi di casa? La stupiva sempre.
«Perché mi dai le chiavi della tua auto?» chiese stupita lei.
«Non sono della mia auto» disse lui sorridendole.
«Ah no?»
«No!»
«E allora?»
«Davvero non ci arrivi?»
«Ehm no!»
«Sono le chiavi della tua auto! E’ tutta per te! Ti accompagno io a lavoro, ma la macchina è tua, puoi usarla quando vuoi»
«Perché mi hai comprato un’auto?!» gridò lei!
«Credevo ti facesse piacere!»
«Si è così, ma non devi!! Io non ho niente da darti e tu mi stai dando tutto! Non è giusto!»
«Mi dai tutto solo stando qui con me, sciocchina»
«Si ma…»
«Non ci sono “ma”! Prendila ed esci quando ne hai bisogno e voglia. Io non voglio privarti di nulla. E poi, da quando sei salita nella mia macchina, ho capito che eri un tipo da auto “forti”»
«Ah grazie»
«È un complimento»
«Ci mancherebbe» disse Brianna sorridendogli.
Prima di scendere dalla macchina, davanti al portone principale della casa di moda, Brianna respirò profondamente e si disse «Ce la posso fare. Si!»
«Si che ce la fai» le disse Nicholas accarezzandole la schiena.
«Va bene» Si voltò verso Nicholas, lo bacio, quasi di sfuggita, e uscì dall’auto.
«Buona giornata» disse lui, ma Brianna era già entrata e non l’aveva sentito.
 
Brianna era completamente affascinata da tutto quello che aveva di fronte. Non poteva credere a quello che vedeva. La accolsero le stesse ragazze di sabato. Le mostrarono il suo ufficio e dopo qualche minuto entrò il direttore che l’aveva assunta.
«Buongiorno» disse Brianna alzandosi e sistemandosi il vestito.
«Buongiorno signorina Tilden. Spero che l’ufficio sia di suo gradimento»
«Oh si molto, grazie»
«Bene sono contento. Adesso mi segua. Avrà modo di adattarsi più tardi. Abbiamo del lavoro da fare»
«Certo»
«Qui assumiamo un personale altamente qualificato, si ritenga fortunata che lei abbia fatto decentemente quei disegni, altrimenti non l’avremmo mai assunta»
Fantastico!! L’avevano assunta solo perché aveva fatto un disegno decente, doveva mettersi sotto.
«Grazie comunque signore»
«La terremo d’occhio. Al primo sbaglio è fuori!»
«Si signore!»
Adesso si che era spaventata. Quella si che si chiamava pressione.
«Appena finiamo il tour si presenti da me con i suoi bozzetti, vediamo quello che si può fare. Non le posso garantire nulla, ma sicuramente ci sarà un ringraziamento al momento della sfilata. Può accontentarsi di questo per il momento»
«Andrà benissimo»
Brianna faceva fatica a seguirlo, ma, almeno per quella volta, voleva essere abbastanza determinata per riuscire a farcela.
«Si è trasferita definitivamente qui a Milano?»
«Ehm no signore. Solo per un anno. Poi vorrei lavorare sia a Parigi che a New York, sempre in case di moda»
«Ambiziosa?»
«Non molto, ma preferisco dire che si tratta solo di voler imparare da gente più esperta e più in gamba di me; tutto qui»
«Già mi piace signorina Tilden»
Evviva, Brianna aveva fatto centro!! Un sorriso le spuntò sulle labbra «Sono contenta signore»
«Bene… Allora, qui abbiamo i nostri laboratori di design. Può recarsi qui quando vuole per disegnare, stampare, ridefinire. È qui che imparerà la maggior parte delle cose, quindi buona fortuna»
«Grazie»
«Da questo lato, invece, realizziamo tutto ciò che viene messo su carta»
«Fantastico»
«Si, può dirlo forte. Tutto ciò che vede qui, uscirà alla sfilata estiva. Chissà, forse ci saranno anche i suoi pezzi!»
«Lo spero proprio» disse tra sé Brianna.
«Bene, il tour è finito; si ambienterà con il tempo. Tra venti minuti mi porti i suoi disegni e decideremo quali realizzare»
«Ok»
«Bene, a dopo allora. Buon lavoro e benvenuta» le disse il direttore, facendola sentire veramente parte di un team.
«Grazie signore»
Tutta la mattinata la passò a guardare le altre ragazze – e ragazzi – disegnare magnificamente. Quasi si sentiva inferiore a loro. Lei non disegnava in quel modo.
La prima settimana, le avevano spiegato, lei avrebbe soltanto guardato; poteva abbozzare qualcosa che veniva poi utilizzato dai designer più esperti. Dalla seconda settimana in poi, avrebbe seguito qualche lezione mentre gli altri eseguivano i loro disegni.
Andava bene in quel modo. Aveva l’opportunità di seguire passo passo tutto il procedimento che portava alla realizzazione di un capo d’alta moda.
Non vedeva l’ora di iniziare.
 
Quella giornata era passata davvero in fretta e, nonostante ciò, era riuscita a telefonare a sua madre, a Nicholas e alla sua migliore amica.
«Abigail, non ci crederai mai, ma sono stata assunta da una casa di moda. Non ci posso credere. È tutto così strano»
«Che bello Bri, sono contenta per te!»
«Come vanno le cose lì?»
«Mah, potrebbero andare meglio, ma non mi lamento. Lavoro e studio; ho una vita piuttosto impegnata, ma riesco a fare tutto. Non vedo l’ora di vederti. Mi manchi!»
«Lo so, mi manchi anche tu, e scusa se non ti ho telefonato prima, ma sono stata super impegnata»
«Non preoccuparti, ti capisco!»
«Ho conosciuto un ragazzo»
«Cosa?!» Abigail era evidentemente molto sorpresa.
«Si»
«Dai racconta» la incitò l’amica.
«Beh, si chiama Nicholas, ha 23 anni. Stiamo, ehm… diciamo… insieme!»
«E non mi hai chiamata prima?»
«Lo so mi dispiace, è che volevo essere sicura che fosse quello giusto; anche se è ancora troppo presto per dirlo. È troppo anche per andare a vivere insieme…» Brianna non aveva ancora finito di parlare che Abigail l’aveva interrotta «Cosa?? Cosa?? Siete andati a vivere insieme?!»
«Ehm si… Avevo trovato un appartamentino troppo carino e dopo un paio di giorni ho dovuto lasciarlo. Mi ha chiesto di andare da lui. A proposito, mi sono appena ricordata di devo riportare le chiavi in agenzia!»
«Wow… Brianna Tilden, questa si che è una notizia meravigliosa!! Sono contentissima per te. Finalmente hai trovato qualcuno che è innamorato di te, perché per chiederti di andare a vivere con lui, vuol dire che ti ama sul serio; e fregatene se è troppo presto. Non è mai troppo presto!!»
«Lo so… Grazie. Ho incontrato anche Sam»
«Eh?! Il ragazzo di…»
«Si Abigail, proprio lui»
«Sono successe tantissime cose da quando sono arrivata qui»
«Accidenti. Mi sa che ti devo venire a trovare, così parliamo di persona»
«Si ti prego. Se puoi, fallo!! Ci tengo davvero!»
«Vedremo. Per il momento raccontami quello che è successo con Sam»
Brianna passò un’ora al telefono con Abigail. In effetti erano settimane che non si sentivano; si sentiva in colpa di non averle telefonato prima. O anche mandato un messaggio.
Brianna le raccontò tutto quello che le era successo da quando aveva incontrato Sam per la prima volta; da quando aveva incontrato Nicholas. Tutto quello che era successo tra di loro. Le aveva raccontato dei pianti, delle “paure”. Fino a quel momento non si era resa conto di quanto avesse bisogno della sua amica: era questo che le mancava. Poteva essere la donna più felice del mondo per l’amore o per il lavoro; ma quando sentiva la mancanza della sua migliore amica, tutto il resto non la soddisfaceva.
Si salutarono con vari “Ti voglio bene”, “Mi manchi”, “Non vedo l’ora di vederti” e quando Brianna guardò l’orologio era già l’ora di andare via. Quel giorno era stato strano. Ma bello!
 
Quando Brianna uscì dal palazzo, c’era già Nicholas ad aspettarla.
«Ciao» disse lei.
«Ciao» Era un saluto strano, quasi freddo.
C’era qualcosa che non andava?
«C’è qualcosa che non va?»
«No affatto, tutto bene. Come è andato il primo giorno di lavoro?»
«Non male»
«Bene» concluse lui.
«Nicholas va davvero tutto bene?»
«Ho detto di si»
«Ok, scusa»
C’era sicuramente qualcosa che non andava. Era troppo distante. Troppo freddo. Troppo arrabbiato… Doveva scoprire che cosa gli era successo!
Il tragitto  per arrivare a casa stranamente sembrava non finire mai; e il silenzio cominciava a pesarle.
«Ok, adesso basta! Fammi scendere!»
«Che ti prende?! Stà ferma!»
«No! Fammi scendere o dimmi che ti è preso! Sei troppo distante. Sembri arrabbiato»
«Non mi va di parlarne!»
«Ma devi!! Puoi parlare con me»
Nessuna risposta da parte di Nicholas.
«Ok, come vuoi» concluse Brianna, incrociando le braccia.
Finalmente erano arrivati. Brianna scese velocemente dall’auto, salì sull’ascensore lasciando Nicholas ancora nel garage. Una volta entrata in casa, si diresse verso la camera da letto; prese tutte le sue cose; le mise nella valigia e le portò in soggiorno. Doveva solo restituire le chiavi della macchina; ma preferiva farlo di persona.
«Che fai?» le chiese stupito Nicholas.
«Me ne vado. Fortuna che ho dimenticato di consegnare le chiavi all’agenzia!»
«Ma perché?!» chiese triste lui.
«Perché non parli. Perché non ti confidi con me. Perché sono la tua ragazza e non vuoi rendermi partecipe della tua vita. Io sono qui anche per i momenti difficili. Se ne stai attraversando uno, devi dirmelo. Possiamo superarlo insieme»
«Va bene, l’hai voluto te!»
Brianna stava ancora aspettando. Evidentemente quello che aveva da dirle non era piacevole e nemmeno facile da dire a qualcuno. Ma cos’era?!
Nicholas aveva iniziato a camminare in maniera nervosa: non sapeva nemmeno dove andava.
«È ritornata la mia ex»
Brianna sgranò gli occhi. Non le aveva mai detto di avere un’ex che potesse tornare da un momento all’altro.
«Ah» disse Brianna sedendosi su una sedia della cucina.
«Vedi? Lo sapevo! Ti saresti arrabbiata!»
«È per questo che non me l’hai detto? Perché pensavi che mi sarei arrabbiata?»
«Non lo sei?»
«No. Piuttosto spiegami… che significa è ritornata?»
«Che se ne è andata e adesso è tornata!»
«Ma và?!» Brianna alzò un sopracciglio.
«Ok. Va bene. Qualche mese fa stavo con questa ragazza, Lilly. Eravamo felici. Una sera mentre stavamo in video chat, le bussano alla porta, lei mi saluta e, credendo di aver disattivato la webcam, fa entrare il mio migliore amico. Diciamo che hanno passato una serata e nottata in allegria e, in “movimento”. Io ho visto quello che stava per succedere, ho spento tutto e buttato il portatile dall’altro lato della stanza. L’ho completamente distrutto»
Brianna si stava immaginando un Nicholas furioso e ferito.
«La mattina seguente sono andato a casa sua. Dovevo far capire che avevo le prove di quello che mi aveva fatto, visto che il pc era in mille pezzi. Ho tirato un pugno al mio amico; e a lei ho lasciato uno scatolo con tutte le cose che mi aveva regalato. Quel giorno ho rischiato la vita, a causa dell’alta velocità, non so quante volte. Da quel giorno non li ho rivisti più, fino ad oggi»
«Mi dispiace Nic…» Brianna si avvicinò a lui e lo abbracciò. «Perché non me ne hai parlato mai?»
«Pensavo non ti interessasse!»
Brianna lo fulminò con lo sguardo.
«Ho pensato male!»
«Esatto!» disse baciandolo.
Proprio in quell’istante entrò la ragazza più bella che Brianna avesse mai visto. Era sconvolta.
«Ah bene, vedo che la tua amichetta sta facendo le valigie. Bene!» disse Lilly entrando in casa e vedendo le valigie di Brianna. Poi si rivolse a Nicholas, che era ancora avvinghiato a Brianna.
«Oh Nicholas, quanto sei caduto in basso. Vieni qui»
Disse spalancando le braccia.
«Che ci fai qui?» ruggì lui.
«Come che ci faccio qui?! Sono tornata per te sciocchino!»
Brianna aveva voglia di prenderla a pugni quella Barbie! Anche lei era furiosa ora!
«Va via!! Noi due non abbiamo proprio niente a che fare!! Esci da casa mia e non farti vedere mai più!»
«Mm… peccato, tua madre era così contenta di sapere che eravamo tornati insieme»
Nicholas aveva lasciato Brianna per scagliarsi contro quella bambola tutta rifatta. Quando Brianna comprese le intenzioni di Nicholas, lo trattenne per un braccio, ma con scarsi risultati. Era troppo forte rispetto a lei.
«Nicholas fermati, non ne vale la pena!»
«Vale la pena spaccarle la faccia. Con quale coraggio ti presenti qui?! Dopo quello che mi hai fatto?»
«Quella è tutta acqua passata, sciocchino, e a me dispiace tantissimo»
«Va via e non pensare nemmeno di fare il lavaggio del cervello a mia madre»
«Va bene, va bene. Me ne vado. Tanto ritorno!»
Dopo che Lilly se ne fu andata, Brianna andò ad abbracciare Nicholas. Voleva fargli sentire che lei gli era vicina e, che avrebbe rispettato qualsiasi sua decisione.
«Grazie per essere qui con me»
«Quando vuoi» e lo baciò intensamente, portando le sue mani sul suo volto. «Dai andiamo di sopra» Brianna si era appena accorta che il tempo era volato e che era passato tutto il pomeriggio.
Nicholas si distese sul letto, mentre Brianna riportava le valigie in camera.
Poi anche lei lo raggiunse.
«Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a tutta quella commedia» si scusò lui.
«A me dispiace che tu abbia dovuto sopportare tutto questo. Poco fa volevo prenderla a pugni»
«Wow, avrei voluto vederti! La mia ragazza!»
A quelle parole, il cuore di Brianna cominciò a palpitare di gioia. L’aveva definita “la mia ragazza”. Si voltò verso di lui e lo baciò con una tale passione che anche Nicholas si stupì!
Brianna lo voleva; lo voleva con tutta se stessa!
Si era ritrovata a baciarlo standogli a cavalcioni. Nicholas la guardava meravigliato; come se non credesse a quello che stava facendo, perché Brianna si era appena tolta il vestitino.
«Sei sicura?»
«Più che sicura!»
Ed era vero. Non era mai stata così sicura in vita sua.
Nonostante fosse sicura di quello che stava facendo, quando Nicholas le sfilò gli slip cominciò a sentire il suo cuore volerle uscire dal petto.
Stessa cosa quando anche lui tolse i boxer e si riposizionò su di lei. «Sei ancora in tempo per tirarti indietro» disse lui accarezzandole la pancia.
«No, tranquillo. Voglio farlo»
«Ok…» rispose Nicholas mentre sorrideva.
«Perché sorridi?»
«Sono contento che tu abbia voluto che fossi io il primo»
Lei non sapeva che rispondere. In compenso lo baciò e lo abbracciò.
«Sei bellissima»
«Smettila di dire sciocchezze»
«Non sono sciocchezze…» disse lui riprendendo a baciarla.
Quando l’erezione di Nicholas sfiorò l’intimità di Brianna, lei trattenne il respiro. Stava succedendo davvero. Stava succedendo con Nicholas.
«Stai tranquilla»
«Si, vai»
«Dimmi se ti faccio male»
«Ok»
Quando sentì la punta del suo membro a contatto con la sua intimità, Brianna chiuse gli occhi e strinse i fianchi di Nicholas.
«Tutto bene?»
«Si»
Nicholas spinse ancora un po’ e sentendo la verginità di Brianna prese le sue mani e le strinse sopra la sua testa. «Guardami»
Brianna aprì gli occhi e li puntò su quelli azzurri di lui.
Nicholas continuò a spingere, mentre Brianna cominciava a sentire un po’ di dolore. Chiuse gli occhi e provò a concentrarsi su Nicholas. Non voleva sentire dolore, ma era inevitabile. Quando il dolore cominciò a lasciare spazio al piacere Brianna parve rilassarsi di più e aprì gli occhi, trovando quelli sorridenti di Nicholas. «Stai bene?»
Brianna sciolse l’intreccio delle loro mani e gli circondò il viso, cominciando a baciarlo «Si, benissimo»
«Posso muovermi?»
«Si»
Quando Nicholas cominciò a muoversi dentro di lei, Brianna sentì uno strano piacere pervaderle il corpo. Il suo corpo nudo a contatto con quello di Nicholas la eccitava e quello che stava succedendo non era certo da meno.
L’ansimare di entrambi la imbarazzava un po’, ma decise di mettere da parte l’imbarazzo e godersi, nel vero senso della parola, il momento.
«Ti amo» le disse lui prima di raggiungere l’apice con un’ultima spinta.
«Ti amo anche io» rispose lei cominciando a tremare sotto di lui.
Brianna pensò che quella era stata l’esperienza più bella, eccitante e appagante della sua vita.
Passarono la notte a fare l’amore.
Dopo qualche ora Brianna si addormentò sul petto nudo di lui. Per Nicholas quella era la serata migliore che avesse trascorso negli ultimi cinque anni. La amava e nessuno gliel’avrebbe portata via. Nemmeno le ombre del suo passato, tantomeno quella ex troppo rifatta e troppo interessata al suo conto in banca.
Brianna era vera. Era sincera e leale; poteva fidarsi di lei. Voleva affidarle tutto di lui.
Le aveva dato il suo cuore.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


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CAPITOLO 9

 
Quella notte Brianna si era svegliata più volte. Troppe figure oscure avevano popolato i suoi sogni.
Quando le prime luci del mattino filtrarono dalle tende, Brianna aprì definitivamente gli occhi. Si alzò ed era nuda.
«Oh Dio» disse tra sé.
Cercò subito la sua biancheria e si rivestì in un batter d’occhio. Si mise la maglietta slabbrata e scese in cucina.
«Buongiorno» la salutò Nicholas con un sorriso smagliante stampato in faccia. Era appena tornato dalla corsa mattutina.
«Buongiorno» disse timidamente lei.
«Dormito bene?» scherzò lui.
«Mai dormito così bene» disse Brianna avvicinandoglisi.
Si scambiarono un lungo e tenero bacio.
«Vado a farmi una doccia» disse lei scompigliandosi i capelli.
«Vengo con te!»
«Eh? Cosa?» Ma Brianna reagì troppo tardi, perché Nicholas l’aveva già presa in braccio e l’aveva portata dentro la doccia. Erano ancora vestiti, ma Nicholas aprì  ugualmente l’acqua.
Si spogliarono e fecero insieme la doccia.
Nicholas voleva ripetere quello che avevano interrotto la notte scorsa, ma Brianna doveva andare a lavorare, nonostante avesse le stesse intenzioni di Nicholas.
Uscì di corsa dalla doccia; si vesti, asciugò in fretta i capelli che raccolse in uno chignon e indossò un vestitino aderente con un paio di scarpe alte.
Era già in ritardo e decise di prendere la macchina per non dover aspettare Nicholas che era più lento di una lumaca.
«Ti chiamo più tardi. Ti amo» gridò Brianna per farsi sentire da Nicholas.
«Ok. Ti amo anche io» lo stesso fece lui.
 
Arrivata in garage, schiacciò il pulsante della chiave per l’apertura automatica che fece lampeggiare le luci di Mercedes nera. Una favola.
Una volta salita in macchina inserì la via della casa di moda nel navigatore satellitare e in un attimo fu già sul posto.
Quella macchina era una meraviglia. Ne era sempre più convinta.
Parcheggiò e salì di corsa, riuscendo ad evitare la furia del suo nuovo capo. Quel lavoro era un tantino diverso da quello che aveva avuto prima in libreria.
Fu un mattinata davvero pesante. Aveva le mani che le facevano male, tanto aveva disegnato; era esausta! Durante la pausa pranzo aveva chiamato Nicholas dicendogli che sarebbe uscita un po’ più tardi rispetto al giorno prima. Nicholas non ne fu molto contento.
Aveva chiamato anche la sua amica Abigail, per informarla degli ultimi avvenimenti.
«Ehi Abby!»
«Bri! Come stai?»
«Sto che è una meraviglia!!»
«Oh oh… che cos’è successo?!»
«Indovina?»
«No!! Oh no no no no no!! Non dirmi! È successo?» le chiese curiosa Abigail.
«Si, è successo!»le disse ridendo, abbassando anche la voce per non farsi sentire dagli altri.
«E dai! Raccontami!»
«Beh, è successo così! Te lo spiegherò appena passeremo un po’ di tempo insieme. Devo dirtelo di persona»
«Come ti senti? Com’è stato?»
«Mi sento strana… Ed è stato bellissimo»
«Sono contenta per te!»
«Dimmi di lui; sono curiosa»
«Beh, lui è stato meraviglioso, fantastico!! Oh cavolo! Devo andare… Ci sentiamo per organizzarci! Ti voglio bene!»
«Ok Bri, fammi sapere quando posso venire. Baci, ti voglio bene anche io»
Brianna riappese e cominciò a fare pratica sul disegno del corpo umano.
 
Erano appena passate le cinque del pomeriggio quando Brianna oltrepassò la porta dell’ascensore trascinando la borsa ai suoi piedi.
«Ehi! Bentornata!» Nicholas le andò incontro e le prese la borsa che poggiò sul piccolo tavolo lì vicino.
«Sono distrutta» disse Brianna.
«Tranquilla, hai tutta la notte per riposarti»
Brianna si distese sul divano, poggiando un braccio sul viso. «Ho le mani che mi sanguinano!»
«Perché?»
«Mi hanno fatto disegnare tutto il giorno, ma sono diventata piuttosto bravina, sai?!»
«Brava il mio amore!» anche Nicholas andò a sedersi insieme a lei sul divano.
«Grazie» disse lei sedendosi. «Allora… avrei una cosa da chiederti. Credo sia un favore!»
«Si dimmi»
«C’è una mia amica che vorrebbe venirmi a trovare. Prima, quando abitavo da sola, l’avrei invitata subito e avrebbe dormito con me nel letto…»
«Non hai intenzione di farla dormire con noi, vero?»
«Ah ah no scemo!» disse lei sorridendogli. «Aspetta: mi stai dicendo che la posso invitare?»
«Si certo. Anzi non vedo l’ora. Devo farmi raccontare un po’ di cose!!»
«Oh dio… la vedo tragica questa permanenza!»
«Quando arriva?»
«Ancora non è nemmeno partita. Volevo chiederti il permesso prima»
«Brianna tu puoi portare chiunque qui dentro. Questa è casa tua!»
«Si ma… è che non ci sono ancora abituata!»
«Beh abituati presto!»
«Che bello, vado a chiamare subito Abigail!!» disse saltando giù dal divano ridendo. Nicholas era contento di vederla così felice.
«Abigail? Quando puoi partire?» Dopo quella frase seguirono delle grida, alcuni “si si che bello” e altre strane parole indecifrabili.
 
«Grazie per tutto quello che fai per me!» disse Brianna accarezzando il braccio di Nicholas.
«Grazie a te per essere qui con me! Una ragazza stupenda come te, non avrebbe guardato neanche da lontano uno come me!»
«Ho qualche dubbio!»
«No, dico sul serio»
«Anche io» disse Brianna ridendo. «Vista la tua precedente ragazza, non credo che non mettevi in subbuglio gli ormoni di ragazze meno rifatte»
«Ah ah… spiritosa. Comunque prima che lasciassi Lilly ero un bastardo, letteralmente. Pensavo solo al sesso, ai soldi e all’alcol. Non stavo mai a casa, tranne che per…»
«Ok ok, basta! Ho capito a cosa ti riferisci» lo interruppe Brianna.
Non riusciva a immaginare Nicholas a letto con altre donne. Cominciava a sentire la gelosia che le ribolliva dentro.
Nicholas sorrise e continuò «Dopo ho capito che c’erano cose ben più importanti. Dovevo cambiare vita; volevo cambiare!»
«E poi sono arrivata io?» chiese lei.
«Si, e poi sei arrivata tu!» le disse baciandole la testa.
«Praticamente sono una cavia!»
«Dai, non metterla così, è veramente brutto»
«Però sono la prima ragazza dopo il “cambiamento”»
«Si, sei la prima»
«Grande! Sono contenta di farti da cavia!» scherzò ancora Brianna.
Si scambiarono un lungo bacio, immaginando che, anche quella sera Brianna avrebbe voluto fare l’amore, ma dopo qualche minuto disse «Sono esausta. Mi metto a dormire!!»
Quasi Nicholas ci rimase male. Brianna aveva intuito le intenzioni di Nicholas, tanto che quando si voltò le scappò un sorriso. Amava farlo soffrire (in senso buono, ovviamente) e aspettare.
«Buonanotte amore»
«Notte»
Niente fuochi d’artificio quella sera.
Nicholas la strinse a sé. Non voleva perderla. Adesso che era cambiato voleva essere il meglio per se stesso e per lei.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


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CAPITOLO 10

 
Sette e trenta del mattino. Nicholas non aveva chiuso occhio tutta la notte. Era rimasto ad osservare Brianna. Sembrava ancora più piccola mentre dormiva.
Nicholas non aveva fatto altro che pensare a Lilly. A come levarsela di torno. Ma ora c’era anche sua madre, la quale adorava e continua tutt’ora ad adorare la sua terribile ex.
In quel momento era appoggiato su un gomito, stava guardando un punto fisso della stanza. Era perso nei suoi pensieri.
«Ehi» gli sussurrò Brianna.
«Buongiorno» le sorrise lui.
«Tutto bene?» chiese lei.
«Si certo. Mai stato meglio» Nicholas si abbassò e l’abbracciò! Aveva bisogno di lei più di quanto si fosse immaginato.
«Avevi un’aria strana»
«Stavo solo pensando, ma ora va tutto bene!»
Ed era vero. Ogni volta che stava con lei non esisteva più nulla. Non pensava più ai problemi.
«Ok» disse lei.
«Vado a farmi una doccia»
Brianna stava per dirgli che andava con lui, ma preferì tenere la bocca chiusa.
Lei andò a preparare la colazione; andò a lavarsi i denti e con sua grande sorpresa Nicholas era ancora dentro. La stava forse aspettando? Non le importava. Si tolse la maglietta che usava per dormire ed entrò nella doccia con la biancheria.
«Vuoi un po’ di compagnia?» disse lei sorprendendosi.
«Ovviamente!» le disse lui sorridendo.
Si baciarono a lungo; Nicholas stava per dare inizio al divertimento, quando sentì una voce al piano di sotto.
«Nicky?»
«Oh cavolo!»
Brianna era ancora appoggiata al muro con il fiato corto quando disse «Che c’è?» Dopo anche lei sentì la voce ed esclamò «Chi è?» Aveva gli occhi sbarrati.
«Mia madre»
«Tu… tua madre?»
«Proprio così»
«Non le hai detto di me, vero?»
«Avrei dovuto lo so, mi dispiace, ma non volevo che si impicciasse in questa relazione!»
«Perché lo ha sempre fatto?»
Qualcosa nello sguardo di Nicholas le fece capire che aveva posto la domanda sbagliata e più ancora che aveva colto nel segno. «Ok lo ha sempre fatto»
«Merda! Sta salendo!»
«Eh?»
«Ok tu stai qui, ti porto le tue cose, così hai il tempo di vestirti. Io la riporto giù!» la baciò, si mise un asciugamano attorno alla vita, le porse i suoi vestiti ed uscì.
«Ciao mamma, che ci fai qui?»
«Sono venuta a trovarti»
«Oh che bello!»
«Chi c’è in bagno?»
«Scendiamo?»
Sua madre aveva intuito che Nicholas stesse con una ragazza, ma voleva che fosse lui a dirglielo.
«Mi stai nascondendo qualcosa, Nicky?»
«Smettila di chiamarmi Nicky! Non sono più un bambino»
«No non lo sei più. Ora sei un uomo che attira sempre più donne»
«Perché sei qui?»
«Te l’ho detto…»
«Mamma non mentirmi! Sai che non sei brava a farlo! C’entra qualcosa Lilly, vero?»
«Oh che adorabile donna»
«Mi ha tradito, dovrebbe bastare per fartela odiare»
«Si è pentita no? È venuta da me qualche giorno fa dicendomi che quello è stato lo sbaglio più grosso che avesse mai potuto fare! Potresti anche perdonarla!»
«Non ci penso proprio! Adesso sto con un’altra ragazza che mi rende felice. Sto bene con lei e non voglio nessun’altra donna!»
«Nemmeno me?»
«Tu sei inclusa»
Brianna aveva passato pochissimo tempo a lavarsi, vestirsi, fare i capelli e truccarsi; aveva ascoltato tutta la conversazione madre/figlio.
Non sapeva se scendere o rimanere nascosta finché la madre di Nicholas non se ne fosse andata.
Poi sentì dei passi; andò in camera da letto e si mise a rifare il letto.
«Lascia stare il letto»
«Eh?»
«Vieni con me. Mentre io mi vesto voi parlate!»
«Oh no no no!! Non se ne parla proprio. Sono sicura che già odia “questa” ragazza» disse indicando se stessa «che ha allontanato suo figlio da “quell’adorabile donna”»
«Smettila, non è così!»
«Ti prego Nicholas, non farmi scendere da sola. Ti aspetto mentre ti vesti»
«Conviene non lasciarla da sola di sotto»
«Perché?»
«Tu dà retta a me!»
«E va bene! Che cavolo!»
«Grazie!» disse lui baciandola sulla fronte.
«Me la pagherai»
Nicholas rispose con un sorrisino.
Brianna scese in cucina dove aspettava una donna piuttosto alta, capelli bianchi, occhi azzurri come quelli di Nicholas. Aveva dei pantaloni a vita alta, un camicia bianca con delle decorazioni strane all’altezza del colletto e una giacca nera.
«Buongiorno signora» disse Brianna avvicinandosi per stringerle la mano.
«Oh buongiorno cara. Tu sei?»
«Ehm… sono Brianna. È un piacere conoscerla!»
«Non posso dire altrettanto!»
Si strinsero la mano. Brianna ebbe una strana sensazione. Sembrava di aver stretto la mano al diavolo in persona. Le vennero i brividi.
«Da quanto state insieme tu e mio figlio?»
A quella domanda Brianna impallidì. Non riusciva a ricordarlo. Per fortuna Nicholas era appena entrato in cucina e risposto al posto suo.
«Una settimana mamma»
«Una settimana?» chiese la donna con aria altezzosa e indignata. «E l’hai portata subito qui?»
«Mamma, non sono affari tuoi!»
«E quando mai lo sono! Comunque sono venuta qui per dirti che tu e Lilly dovete tornare insieme. ASSOLUTAMENTE» concluse quella frase guardando Brianna.
«Non ci penso nemmeno! Sto con Brianna adesso e non ho intenzione di porre fine alla nostra relazione»
«Dovresti invece. Infondo state insieme da solo una settimana, non è tanto perché voi due siate veramente innamorati»
Lo sguardo di Nicholas era furioso. Adesso il diavolo sembrava lui.
Brianna gli accarezzò un braccio.
«Mamma, se sei qui solo per dirmi che devo rimettermi con Lilly, allora puoi pure andartene e la prossima volta risparmiati il viaggio»
«Calma figliolo, non ti riscaldare. In ogni modo, vado via. Ho una cena da organizzare»
«Che cena?»
«La cena di famiglia! Ci sarà anche Lilly. Spera in un vostro ricongiungimento»
«Può sperare in eterno»
«Pensaci figliolo» disse guardando di nuovo Brianna. In quel momento Brianna si sentì nuda. La stava squadrando, dalla testa ai piedi! Che razza di madre è una che non è contenta per il proprio figlio?
«Ciao mamma!»
«Ciao caro. Brianna» la salutò con un cenno della testa.
«Arrivederci» disse timidamente lei.
«Adorabile proprio» disse Brianna dopo che la madre uscì di casa.
«Scusa» Nicholas si scusò, si avvicinò a lei e le poggiò la testa sulla spalla. «Mia madre, quando vuole, sa essere proprio una strega. Non ha mai accettato nessuna che riuscisse a stare con me, tranne…»
«Tranne Lilly» Brianna concluse la frase al posto di Nicholas.
«Già» disse lui alzando la testa e incrociando lo sguardo di Brianna.
«Non preoccuparti» disse lei sorridendogli. «Adesso devo andare»
«Ma è ancora presto. Abbiamo un po’ di tempo per continuare quello che avevamo iniziato di sopra» Nicholas le si avvicinò nuovamente e prese a baciarle il collo.
«Non posso, devo andare»
«Va bene»
Nicholas era parecchio seccato, sia dalla visita della madre che dal comportamento di Brianna.
Non si erano nemmeno salutati quella mattina. Brianna era troppo offesa e triste perché stava rovinando la vita di Nicholas; lui doveva rimettersi con Lilly. ASSOLUTAMENTE si disse ricordando le parole della madre/strega di Nicholas.
Non aveva preso la macchina quella mattina. Voleva camminare.
Davvero era passata solo una settimana da quando si erano conosciuti? Le erano sembrati mesi quei giorni. Era a Milano da solo undici giorni e già era successo tutto quello che sarebbe dovuto succedere in due mesi! Le girava la testa. Si fermò il tempo necessario per riprendersi, poi chiamò un taxi, diede l’indirizzo della casa di moda e si avviarono.
Brianna era ancora più confusa ora.
Che doveva fare? Amava Nicholas con tutta se stessa.
Che poteva fare? Non poteva lasciarlo. Avrebbe creato solo piacere alla madre di Nicholas e poi se lei avesse deciso di lasciarlo l’avrebbe fatto soffrire maledettamente. Non poteva fargli quello che Lilly gli aveva fatto. Doveva parlare con Nicholas, ma proprio in quell’istante il taxi si era fermato davanti il portone principale.
Brianna diede i soldi al tassista e scese. Si diresse verso il suo ufficio, pensando a cosa dire a Nicholas o di cosa parlare, perché nemmeno lei lo sapeva. E in effetti quella mattina si era comportata da stupida. Non ce l’aveva con Nicholas, solo con sua madre. Non sapeva perché se l’era presa così tanto con lui.
Stava per arrivare in ufficio quando la sua “insegnante”, Amanda, la fermò. «Buongiorno» le disse.
«Buongiorno» rispose Brianna.
«Che ci fai qui così presto?»
«Voglio imparare di più oggi»
Amanda era sempre stata gentile con lei. Aveva avuto pazienza quando Brianna non riusciva a disegnare alla perfezione qualcosa. Era una ragazza di ventiquattro anni, piuttosto alta, capelli neri, occhi neri, carnagione scura. Tutto si poteva dire tranne che proveniva dal Nord, infatti Brianna aveva scoperto che era nata in Sicilia. Lei, invece, non sembrava proprio una ragazza mediterranea. Era tutto tranne che scura.
«Bene!» disse Amanda «Seguimi»
«Dove andiamo?»
«A disegnare! Solo che stavolta userai un’altra cosa per disegnare. Sei migliorata in questi due giorni, non sono tanti, però hai tanta voglia di imparare, di migliorare. Posso dirti che se continuerai così potrai essere la nuova reginetta della casa» scherzò Amanda.
«Non vorrei essere la nuova reginetta; voglio solo creare la mia linea di moda. Voglio avere qualcosa di mio, per una volta in tutta la mia vita!»
«Delusa più volte?»
«Si»
«Mi dispiace»
«Non preoccuparti. Allora? Cos’è? Con cosa lavorerò?»
«Con questo!»
«Wow! Un tablet?»
«Si, puoi usare le dita, c’è più libertà! E lo puoi portare a casa»
«Mi stai lasciando i compiti per casa?» disse ridendo Brianna.
«Si, proprio così!» anche Amanda si era messa a ridere. «Qui puoi usare la carta, poi quello che disegni sulla carta lo riporti sul tablet; appena avrai il modellino pronto lo trasferiamo nei laboratori di tessitura e avrai il tuo primo abito»
«Fantastico»
«Lo è davvero! Va bene dai, mettiamoci a lavoro»
«Vado nel mio ufficio a posare queste cose. Arrivo subito»
«Ok, ti aspetto qui»
Brianna lavorò per tutta la mattinata, compreso il pomeriggio. Niente pause, nemmeno il pranzo. Aveva controllato il cellulare più volte e c’erano sempre messaggi e chiamate di Nicholas. Avrebbe detto di non aver avuto tempo. Nonostante avesse voglia di parlare con lui, in quel momento non voleva sentirlo.
Aveva disegnato ben 8 modelli, a casa li avrebbe riportati sul tablet. Voleva tenersi impegnata anche a casa. Adesso si sentiva ancora più un’invitata a casa di Nicholas. Non vedeva l’ora che arrivasse la sua amica per passare un po’ di tempo insieme ad una persona di cui poteva fidarsi davvero. Non che non si fidasse di Nicholas, ma c’era qualcosa che non andava da quella visita di sua madre e sicuramente le cose sarebbero peggiorate!
Era uscita dall’ufficio alle sei del pomeriggio e stranamente non era stanca; anzi non vedeva l’ora di ricominciare il giorno dopo. Mentre tornava a casa stava già lavorando.
Quel giorno lei e Nicholas non si erano sentiti e, ok, doveva ammetterlo, lei aveva un po’ esagerato. Tornata a casa Nicholas non c’era. Mm strano. Provò a chiamarlo sul cellulare, ma non rispondeva. Gli aveva mandato un messaggio dicendo che lei era tornata a casa.
Dopo aver cenato e aver preparato la cena, che aveva lasciato nel forno, a Nicholas, Brianna si mise sul divano e cominciò a disegnare sul tablet. Su 8 modelli ne aveva rifatti 7; era mezzanotte passata e ancora di Nicholas nemmeno l’ombra. Adesso si che era preoccupata. Stava per chiamarlo di nuovo, quando sentì l’ascensore aprirsi. Nicholas era distrutto, ma nel vero senso della parola. Era pieno di lividi in faccia. Che diavolo gli era successo?
«Nicholas!!» Brianna si era precipitata su di lui. «Che cos’è successo?» chiese preoccupata.
«Niente che ti riguardi!» le disse lui, andando verso il bagno e gettando i vestiti per terra.
«Niente che mi riguardi? Mi sono preoccupata perché tu non ti sei degnato di chiamarmi o di darmi uno straccio di notizia. Ma ti rendi conto di che ore sono?»
«Sei mia madre?» gridò lui spaventando Brianna.
«No per fortuna no!» Brianna andò verso il divano e sistemò i suoi disegni, poi si voltò di nuovo verso di lui «Dimmi almeno che ti è successo»
«Ero al bar, credo di aver bevuto un po’ troppo e c’erano un paio di ragazzi che mi davano fastidio. Abbiamo fatto a botte!»
«Fantastico! Vieni qui ti aiuto!»
«Lascia stare!!!» disse allontanando violentemente la mano di Brianna dal suo volto.
«Voglio aiutarti» disse Brianna sentendo le lacrime inondarle gli occhi.
«Non occorre, faccio da solo!»
«Va bene, come vuoi!»
Brianna andò di nuovo vicino il divano; si portò le mani sul viso e iniziò a piangere. Era un pianto disperato, non sapeva cosa le stesse prendendo; nemmeno le gambe la reggevano più, tanto che cadde sul pavimento.
Nicholas la vide crollare e corse da lei.
«Ehi… ehi…» disse sedendosi vicino a lei; la prese tra le braccia e le accarezzò il braccio. «Che ti succede?»
«Niente che ti riguardi»
«Touché» rise Nicholas.
«Non c’è proprio niente da ridere!»
«Hai ragione, scusa. È l’alcol!»
«Non voglio parlarti Nicholas, vattene a dormire. Fatti passare la sbornia!»
«Voglio stare qui vicino a te!»
Brianna si alzò e uscì.
«Dove vai?»
«A prendere un po’ d’aria!»
«Vengo con te!»
«No»
«Si»
Brianna non poteva e non voleva allontanarlo.
«Come vuoi»
Uscirono sulla piazzetta che Brianna aveva sempre visto dall’alto, ma che non aveva mai visitato!
«È bellissimo qui»
«Si lo è» disse lui «Brianna mi dispiace per oggi e soprattutto per come mi sono comportato pochi minuti fa! Non è stato giusto»
«Non preoccuparti»
«Perché oggi non hai risposto alle mie chiamate o ai messaggi?»
«Non ho avuto tempo. Ti ho chiamato appena sono arrivata a casa»
«Potevo venire a prenderti io»
«In queste condizioni?»
«No, hai ragione!»
«Già… ma poi perché ti sei ridotto così?»
«Te l’ho detto»
«Non mi riferisco ai lividi, piuttosto all’alcol»
«Mi mancavi, non rispondevi, mi hai fatto impazzire oggi»
«Vuoi dire che la colpa è mia? Io stamattina mi sono sentita umiliata davanti all’uomo che amo e davanti sua madre; peccato che la persona che lo faceva era proprio tua madre!! È stato questo che mi ha resa così distante stamattina. Ero arrabbiata e offesa con tua madre. Probabilmente ho reagito come una bambina, perché forse è questo che sono o è così che mi vede lei, visto che ho solo 19 anni, ma ci sono rimasta veramente male!»
«Mi ami?»
«Eh?»
«Hai detto “l’uomo che amo”. Quindi mi ami?»
«Si, ti amo. Te l’ho sempre detto»
«Lo so, ma pensavo che dopo stamattina… insomma mi aspettavo la casa vuota»
«Il fatto che io me ne vada o meno da questa casa non può cambiare quello che provo per te!»
A quelle parole Nicholas corse verso Brianna, la prese tra le braccia e la baciò. Era un bacio diverso. Era un bacio sofferto, triste e trasmetteva tanto dolore. Probabilmente era davvero così che Nicholas si sentiva. Brianna sentì il bisogno di stringerlo e di fargli capire che andava tutto bene; che lei ci sarebbe sempre stata per lui. Lo strinse più forte che poté. Nicholas continuava a baciarla; la prese e la portò verso il garage. Salirono sull’ascensore. In tutto quel tragitto non aveva smesso di baciarla. Era dannatamente innamorato di lei! Arrivati in casa salirono in camera da letto. Nicholas la spogliò; Brianna fece lo stesso.
Fecero l’amore tutta la notte. Ma c’era qualcosa di strano. Nicholas la stringeva come se Brianna dovesse scomparire da un momento all’altro.
Non poteva lasciarlo. Avrebbe dovuto fargli capire quanto lei tenesse a lui.
Avrebbe fatto di tutto per stare con lui, anche sopportare sua madre che la si poteva definire in qualsiasi modo tranne che amorevole.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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CAPITOLO 11

 
«Non andare via, per favore» Nicholas la stava pregando di rimanere con lui quel giorno.
Brianna, assicuratasi che Nicholas stesse dormendo, stava scivolando giù dal letto, ma a quanto pareva lui era sveglio.
Aveva la testa sotto il cuscino, un braccio piegato sotto il petto e l’altro stava sul cuscino di Brianna. Aveva l’aria davvero distrutta e, sembrava molto triste.
«Mi dispiace» disse lei. «Devo consegnare delle cose»
«Non puoi lasciare che le vengano a prendere loro?»
«Non posso assentarmi»
«Ti prego»
«Va bene. Fammi vedere che posso fare»
«Fa presto»
Indossati un paio di slip e una maglietta di Nicholas, Brianna scese in cucina, prese il cellulare e compose il numero di Amanda. «Pronto?» fece l’amica dall’altro capo del telefono.
«Amanda sono io, Brianna»
«Ah ciao Bri. Dimmi»
«Oggi non posso venire a lavoro»
«E perché mai?»
«Ehm… sto male» disse fingendo un colpo di tosse. «Stamattina mi sono svegliata con una brutta tosse e un forte mal di testa e non credo di essere al massimo delle forze»
«Ah ah… si ok. Tranquilla, ti copro io»
«Grazie. Ti devo un favore»
«Si lo so. Ciao cara»
«Ciao»
Chiuse la comunicazione, andò in bagno a lavarsi i denti e ritornò a letto da Nicholas.
«Eccomi»
«Sei una pessima attrice, lo sai?» disse Nicholas ridendo. Era comunque una risata stanca.
«Perché?»
«“Stamattina mi sono svegliata con una brutta tosse”?  Non avevi una scusa migliore?»
«Ehi, non prendermi in giro. È la prima cosa che mi è venuta in mente»
«E il colpo di tosse poi. Sei proprio pessima come attrice, lasciatelo dire»
«Grazie mille. Quasi quasi telefono di nuovo e dico che sto meglio»
«No, scherzavo» disse Nicholas uscendo la testa da sotto il cuscino e prendendo Brianna per i fianchi.
«Grazie per aver mentito»
«Figurati. Tutto per te!»
«Ti amo» le disse Nicholas.
Brianna lo baciò. Nicholas la prese tra le braccia e la buttò sul letto.
«Come stai?» gli chiese.
«Male! Ho un mal di testa tremendo»
«Immagino. Posso fare qualcosa?»
«Si, stai qui con me»
«Va bene» disse lei abbracciandolo nuovamente.
«Quando viene la tua amica?»
«La prossima settimana. Aveva un esame prima. Se vuoi posso dirle che sale un’altra volta»
«Non preoccuparti. Dovrei chiederti una cosa!»
«Si, dimmi»
«Verresti con me alla cena di famiglia?»
«Nicholas, io verrei perché lo faccio solo per te, ma non credo sia il caso. Vuoi davvero che si scateni tutto quello che è successo ieri?»
«Il ricongiungimento non è stato male, però» scherzò lui.
«Sono seria»
«Anche io. Ti prego vieni! Se siamo in due non sarà così terribile!»
«Non mi va di affrontare lo sguardo di tua madre e di quella bambola rifatta!»
«Hai ragione, ma sarebbe un occasione per mostrare a tutti quanto stiamo bene insieme e che siamo innamorati. Mia madre morirà dalla gelosia, così anche Lilly»
«Non mi tentare!»
«Pensaci, poi mi farai sapere»
«Va bene»
Seguirono alcuni minuti di silenzio, poi fu Brianna a parlare «Ieri hai detto che stiamo insieme da una settimana»
«Si»
«Davvero è passato così poco tempo?»
«Credo proprio di si»
«Wow»
«Lo so che può sembrare poco, che avresti preferito conoscermi meglio, magari uscire qualche altra volta, prima di cambiare radicalmente la tua vita, ma è successo! L’amore arriva quando meno te lo aspetti!»
«Non posso essere più d’accordo!»
Nicholas le baciò la fronte. «Stai bene?»
«Si»
«Vorrei che non avessi questo lavoro. Vorrei che passassi tutto il tempo con me»
«Beh se tu passassi meno tempo nei bar a picchiare la gente, potresti passare con me più tempo. A proposito di picchiare: fammi vedere l’occhio!»
Un grosso livido viola ricopriva gran parte di quel volto bellissimo.
«Vado a prendere del ghiaccio» saltò giù dal letto, scese le scale e si diresse in cucina. Dopo aver preso il ghiaccio, prese anche la carpetta con i disegni, il tablet e salì di sopra.
«Dovrei essere io a prendermi cura di te!» grugnì Nicholas.
«Non essere sciocco. Anche io devo prendermi cura di te!»
Brianna gli poggiò il ghiaccio sull’occhio «Ahi» si lamentò Nicholas.
«Scusa»
«Tienilo per un po’, il gonfiore dovrebbe passare»
«Grazie»
Brianna fece spallucce.
«Che hai lì?»
«Tutti i disegni che ho fatto ieri»
«Posso vederli?»
«Dovrai, visto che li devi riportare tutti su questo» disse Brianna indicando il tablet.
«Davvero?»
«Si. Quindi tu sta buono qui e io mi metto a lavoro, ok?»
«Posso baciarti di tanto in tanto?»
«Certo» disse Brianna ridendo. Si abbassò verso di lui e lo baciò.
«Fantastico!»
«Però forse è meglio che vai a farti una doccia, perché puzzi di alcol!!»
«Si, forse hai ragione. Arrivo subito»
Infilò un paio di pantaloncini e andò in bagno. Rimase sotto la doccia forse per mezz’ora. Brianna era già a metà dell’opera. Le mancavano altri tre disegni.
«Mi piacerebbe fare qualcosa per te» le disse Nicholas uscendo dal bagno con un asciugamano alla vita e uno intorno il collo.
«Non devi fare niente. Non è necessario»
«Ma voglio farlo! Però non so cosa!»
«Vieni con me a Parigi! Cioè, se vuoi puoi venire con me a Parigi, anche se ancora manca tanto!»
«Davvero mi vuoi con te?»
«Certo! Non vorrei sembrarti pessimista, ma se staremo ancora insieme e, io me lo auguro, perché non riesco più ad immaginare la mia vita senza di te, non voglio lasciarti qui mentre io sono in giro per l’Europa. Ti voglio al mio fianco. Sempre!»
«Anche io ti voglio al mio fianco, sempre. Questo spiega il motivo per cui non ti ho permesso di andare a lavoro oggi!» disse lui ridendo.
«Ti amo così tanto Nicholas» Brianna aveva buttato tutto sul pavimento, non le importava nulla dei disegni, si mise su di lui e cominciò a baciarlo. Anche Nicholas, che ne rimase sorpreso, iniziò a baciarla.
Dopo qualche minuto si ritrovarono distesi l’uno sull’altra.
«L’hai più rivisto Sam?»
«Perché me lo chiedi?»
«Niente così, curiosità!»
«Ah. Comunque no. Non l’ho più rivisto dopo domenica»
«Perché non lo chiami? »
«Perché dovrei chiamarlo?» Perché Nicholas voleva che Brianna chiamasse Sam? Che aveva in mente?
«Siete rimasti amici, dovreste sentirvi o vedervi ogni tanto»
«Non ho il suo numero!»
«Come no?»
«Lui lo ha scritto credo per tre volte, ma io l’ho sempre gettato nella spazzatura! Non volevo avere niente a che fare con lui, soprattutto quando mi ha detto che stava con una ragazza»
«Tu sei pazza» disse scherzando Nicholas.
«Perché?»
«Pensi che lui vorrebbe avere a che fare con te ora?»
«Si?»
«Ecco. Lui rimarrebbe al tuo fianco pure da sposata»
Brianna gli lanciò un’occhiata strana e Nicholas si corresse «Che, ovviamente, non è il nostro caso»
«Dove vuoi arrivare?»
«Voglio semplicemente farti capire che tu, quando lui stava con un’altra, l’hai rifiutato come amico; lui, adesso, è disposto ad esserti amico, nonostante tu stia con me. È nobile da parte sua, glielo devo riconoscere; devo riconoscergli anche il suo buon gusto in fatto di donne»
Brianna a quell’affermazione lo fulminò con lo sguardo.
«Stavo scherzando! È la verità però»
«Credi debba chiamarlo o cercarlo? Ma se davvero tiene a me, potrebbe farsi sentire lui»
«Questo è vero, ma lo faresti tu se lui fosse al tuo posto?»
«Mi farebbe un po’ senso vedere tu e lui uno sopra l’altro, però…»Brianna stava ancora ridendo, quando Nicholas si alzò e le tirò un cuscino!!
«Ahh… non avresti dovuto farlo!»
«Ah no?»
A quella domanda di sfida Brianna a sua volta gli tirò un cuscino che si era trovata davanti. Passarono quasi tutta la mattinata a rincorrersi per casa e tirarsi cuscini.
Brianna era felicissima in quel momento. Davvero avrebbe voluto passare tutto il tempo con lui.
«Nic…» lo chiamò lei guardando fuori.
«Dimmi»
«Che fanno quelli laggiù?»
«Chi?» Nicholas si avvicinò alla vetrata e guardò in basso, poi esclamò «Oh cavolo! Non ci posso credere! Hanno davvero passato il limite»
«Che succede?»
«Dobbiamo rimettere tutto a posto in un nanosecondo!»
A quelle parole Brianna era corsa a sistemare tutta la cucina e il soggiorno, completamente ricoperti di piume. Incredibile quante piume potesse contenere un cuscino, figuriamoci quattro.
Nicholas stava togliendo le piume dalla camera da letto e controllando che non ce ne fossero ancora nelle altre stanze.
«Nicholas ma chi erano?»
«Era mia madre con Lilly»
«Cosa?»
«Già. Ti prego non farti condizionare. Resta te stessa e non badare a quello che ti dicono»
«Ok. Vado a vestirmi»
«Si, io scendo giù»
Quella giornata era iniziata bene, doveva per forza prendere una brutta piega. Brianna si era stancata di quelle due persone. Di Lilly non le importava, ma ci teneva ad instaurare un buon rapporto con la madre di Nicholas.
«Accidenti! Che mi metto ora?»
Aveva preso un paio di jeans chiari, un paio di ballerine e una maglietta lunga rosa; meglio non esagerare!
Si era data una sistemata ai capelli, dove sembrava essersi annidata una gallina e, si truccò.
Diede un’ultima occhiata al bagno, alla camera da letto e all’armadio: tutto era in ordine. Scese giù e fece lo stesso. Era tutto in ordine. Nello stesso istante in cui Brianna si era seduta su uno sgabello della cucina, entrò Nicholas, accompagnato dalla madre e dalla bambola rifatta.
«Brianna?» la chiamò Nicholas.
Brianna scese dallo sgabello, fece un respiro profondo e andò in soggiorno.
«Salve»
«Oh salve» salutò la signora diavolo.
«Ciao» fece Lilly.
«È un piacere rivederla» Nicholas l’aveva stretta a sé.
«Ah ah»
Brianna stava distruggendo la mano di Nicholas talmente gliel’aveva stretta tanto. Poi la lasciò.
«Mamma, Lilly, perché siete qui?»
«Siamo venuti a organizzare la cena di famiglia!»
«Qui?» Nicholas era scioccato.
«Si certo»
A quelle parole Brianna si sentì mancare; la presenza di Nicholas al suo fianco le permise di resistere.
«Sarò lieta di avervi con me signorina Brianna»
«Non mancherò signora»
«Nicholas, stasera porteremo tutto l’occorrente per arredare questa casa per la festa di famiglia. La tua Brianna sarà così gentile da aiutarci?»
«A dire il vero Brianna…» iniziò Nicholas, ma Brianna l’aveva interrotto.
«Certo signora, darò una mano anche io»
«Fantastico»
Di sicuro quel diavolo tramava qualcosa, lo avrebbe scoperto di lì a poco.
«Bene» disse sua madre «Torneremo tra poco. Lilly, tu che vuoi fare?»
«Non saprei, preferirei rimanere qui. Così non dovrò fare sempre avanti e indietro dall’hotel, che dici Nicky? Sei d’accordo?»
«A dire il vero, no! Non ti voglio a casa mia!»
«Eh dai Nicholas» disse Brianna «In fondo cosa potrà mai fare questa povera, “amabile” Lilly?»
Nicholas la guardò per capire se stesse scherzando o diceva sul serio, ma dallo sguardo deciso di Brianna, aveva capito che non scherzava!
«Va bene!»
Brianna e Lilly si scambiarono uno sguardo, quasi assassino. Nicholas la vedeva davvero nera quella settimana. Voleva soltanto che quei cinque giorni prima della festa passassero in fretta.
«Perfetto» cinguettò la madre «Lilly, cara, stammi bene e chiamami se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa. Figliolo ci vediamo stasera. Brianna» di nuovo quella strega l’aveva salutata con un debole cenno della testa.
Mentre Lilly era giù a prendere le sue cose Nicholas ebbe giusto il tempo di chiedere a Brianna quello che aveva in mente.
«Che stai facendo?»
«Lascia fare a me! Voglio scoprire quello che ha in mente»
«Cosa pensi che abbia in mente?»
«Ti rivuole, può darsi?» disse dandogli un colpetto sulla fronte.
«Ah, e quindi?» chiese lui.
«E quindi staremo a vedere come si comporta»
«Chi è la cavia adesso?» chiese scherzando lui.
«Dai, non metterla su questo piano» disse lei ridendo.
 
Quella sera, per fortuna era passata in fretta. Avevano riempito il soggiorno di scatole piene di piatti, bicchieri, tovaglie e così via.
Stranamente Lilly non aveva dato nessun tipo di problema quella sera. I problemi sarebbero arrivati quando Brianna sarebbe andata a lavoro e Nicholas sarebbe rimasto da solo con Lilly. Brianna maledì il fatto che Nicholas non dovesse mai andare in un ufficio.
«Che hai?» le chiese Nicholas.
«Niente, perché?»
«Stavi fissando non so che cosa, da un paio di minuti. Eri carina però»
«Grazie» gli sorrise lei. «Stavo pensando a domani. A tutto quello che devo fare»
«Mi dispiace di averti fatto perdere un giorno di lavoro»
«Non preoccuparti, mi ha fatto piacere passare mezza mattinata con te»
«Mi dispiace anche per quello»
«Tranquillo» disse Brianna baciandolo. Era una sensazione meravigliosa baciare quel ragazzo. Ogni volta che iniziavano a baciarsi, Brianna non riusciva mai a fermarsi.
«Come sta l’occhio?»
«Un po’ meglio, ma gli servirebbe un altro po’ di ghiaccio»
«Vado a prenderlo?»
«No, stai ferma, vieni qui!» disse facendola sedere su sé stesso «Forse con un paio di baci guarisce subito»
«Ahhhh… forse hai ragione» disse Brianna iniziando a baciargli la guancia gonfia, poi risalì verso l’occhio.
«Credo di sentire un paio di fitte anche qui sulle labbra»
«Stai abusando di me, non ti pare?»
«No, non mi pare» rise lui.
Rimasero a baciarsi per qualche minuto; poi Brianna aggiunse «Sei guarito ora?»
«Non del tutto, ma riproviamo domani?»
«Si, meglio riprovare domani»
Entrambi scivolarono sotto le lenzuola e insieme, Brianna tra le braccia di Nicholas, si addormentarono.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


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CAPITOLO 12

 
Il mattino seguente Brianna si era svegliata da sola nel letto. Aveva trovato un biglietto da parte di Nicholas
 
Vado a correre. Sappi che mi mancherai ogni singolo secondo. Spero di trovarti ancora immersa nel mondo dei sogni quando sarò tornato; diversamente, buongiorno amore mio. Ti amo
Nicholas”
 
Quanto amava quel ragazzo. Dopo qualche secondo si rese conto che al piano di sotto dormiva Lilly. Decise di scendere dal letto, andò a lavarsi e infine si vestì.
Scese in cucina, mangiò due biscotti e prese la borsa. Avrebbe aspettato Nicholas in macchina. Proprio in quell’istante lui entrò in cucina.
«Buongiorno» lo salutò Brianna saltandogli quasi addosso.
«Buongiorno» disse Nicholas baciandola.
«Come stai?» gli chiese lei.
«Adesso una favola. Devi già andare?»
«No, volevo aspettarti in macchina per stare un po’ insieme»
«Perché in macchina?» chiese lui.
«Sinceramente avevo un po’ paura di incrociare Lilly»
«Sei stata tu a volerla qui»
«Si lo so»
«Vieni con me»
«Dove?»
«Fidati»
«Ok»
Nicholas la portò in una stanza che Brianna fino a quel momento non aveva mai visto.
«Cos’è questo posto?»
C’era un tavolo al centro con una candela e dei piatti, in fondo uno stereo e tutt’intorno alla stanza, piccola ma accogliente, tante candele che rendevano ancora più accogliente quel posto.
«Stasera cena a lume di candela. Passo a prenderti alle otto» rise Nicholas.
«Wow, Nicholas. È bellissimo qui!»
«Si. Non l’ho mai utilizzata questa stanza. Ma se vuoi puoi trasformarla nel tuo studio»
«Il mio studio?»
«Si. Puoi disegnare quanto vuoi qui!»
Brianna si voltò verso Nicholas e lo abbracciò.
«Grazie amore»
«Mi hai chiamato “amore”?»
Brianna in quel momento ringraziò che non ci fosse abbastanza luce, perché era arrossita, e tanto pure.
«Si, l’ho fatto»
«Ti amo» disse Nicholas baciandola.
«Ti amo anche io, tanto»
«Dai, usciamo prima che qualcuno lo venga a sapere»
«Ok… che ore sono?»
«Mancano dieci minuti alle nove»
«Oh cavolo! Sono in ritardo»
«Ti accompagno»
«Devi ancora lavarti e vestirti. Non preoccuparti, vado con la macchina. Ci sentiamo più tardi. Ti amo»
«Ok. A più tardi. Ti amo anche io»
Per fortuna quella macchina sapeva cosa significava essere in ritardo, perché trovava sempre il modo di evitare il traffico. Era magica!
 
La mattinata a lavoro passò molto velocemente. Stranamente nessuna domanda sull’assenza del giorno prima. Meglio così.
Consegnò tutti i lavori che aveva fatto nel tempo libero del giorno prima e continuò a disegnare sul tablet per completare i disegni che le rimanevano.
Durante la pausa pranzo chiamò Nicholas e la sua amica Abigail, la quale le disse che sarebbe arrivata a Milano tra una settimana.
Chissà cosa avrebbe pensato la sua migliore amica di Nicholas, del fatto che era andata a vivere subito con lui. Chissà cosa avrebbe detto sul fatto che la sua prima volta era stata con un ragazzo che conosceva solo da pochissimi giorni, ma che già era pazzamente innamorato di lei.
Non vedeva l’ora di incontrarla.
 
Uscita dalla casa di moda, salì in macchina e si diresse verso casa. Erano le sei del pomeriggio e voleva rendersi presentabile per quella sera, che avrebbe passato con Nicholas.
Dopo aver parcheggiato nel garage sotterraneo, salì su fino all’attico.
Quando entrò nel soggiorno non poteva credere ai suoi occhi: Nicholas e Lilly al centro della stanza; le loro bocche incollate l’una sull’altra. Fece cadere la borsa e la carpetta sul pavimento. Nicholas avvertì la sua presenza nell’istante esatto in cui Brianna aveva perso le forze.
«Brianna» disse lui.
Sul viso di Lilly spuntò un sorriso che Brianna definì come un sorriso di vittoria; probabilmente pensava che prima o poi Nicholas sarebbe ritornato da lei.
Nicholas si avvicinò a Brianna e la toccò delicatamente.
«Non toccarmi» disse Brianna. Le lacrime cominciarono a rigarle il viso.
«Mi dispiace… Non pensavo…» cercò di dire lui.
«Non pensavi di poter essere scoperto?» disse singhiozzando Brianna.
«No, non pensavo che Lilly sarebbe stata in grado di farmi cedere. Non so nemmeno cosa mi sia preso»
«Oh ma dai Nicholas. Sapevi cosa stavi facendo. Anche tu hai ricambiato il bacio»
Dopo quell’affermazione Brianna si scaraventò su Lilly, voleva prenderla a pugni. E c’era quasi riuscita finché le braccia forti di Nicholas non la presero e la portarono lontana da Lilly.
«Accidenti Nicholas, lasciami andare»
«No Brianna, non ne vale la pena»
«Wow, ti sei scelto una donna agguerrita» disse Lilly. A quelle parole Brianna si stava avvicinando nuovamente a lei, ma Nicholas la fermò «Lasciami ho detto» Quelle parole erano un misto di odio, disperazione e tristezza.
Vedendo che Nicholas non la lasciava, si diresse dalla parte opposta, verso la camera da letto. Voleva andarsene subito da quella casa. Non voleva rivedere più nessuno. Nicholas, sua madre e Lilly potevano andare tutti al diavolo.
Il ragazzo la seguì «Che stai facendo?» le chiese quasi con le lacrime agli occhi.
«E me lo chiedi pure?»
«Ti prego non andartene»
«Non posso rimanere qui!»
«Senti Brianna,» disse lui prendendola per le braccia e costringendola a guardarlo negli occhi. Ma nemmeno Nicholas poteva reggere lo sguardo pieno di tristezza di Brianna. L’aveva fatta grossa. La stava facendo soffrire. «È stato solo un momento. Non crederle se ti dice che io abbia ricambiato il bacio, perché non è vero»
«Ma tu eri lì, non stavi facendo nulla per fermarla»
«Lo so, hai ragione. Ho sbagliato»
«Solo lì? Comunque non mi importa, lasciami andare»
«No no, ti prego lascia che ti spieghi»
«Non occorre Nicholas»
Brianna aveva preso più cose che poteva e le aveva buttate nella valigia. Avrebbe mandato Abigail a prendere il resto delle sue cose. Lei in quelle casa non voleva più metterci piede.
Presa la valigia Brianna si diresse verso le scale, quando Nicholas si mise in mezzo.
«Lasciami andare»
«No ti prego, non andartene. Mi dispiace tantissimo. Non lasciarmi»
«L’hai voluto tu!! Non c’ero io a baciare Lilly»
Prima di andare via, si voltò e gli disse «Ho passato momenti bellissimi con te, stavo iniziando a credere che tra noi, nonostante il poco tempo, potesse davvero funzionare. Ti ho dato tutto di me. Sei stato il primo a fare l’amore con me e di questo non mi pentirò mai, ma vorrei poterti dimenticare» Adesso anche Nicholas stava piangendo. Brianna era troppo innamorata di lui per riuscire a sopportare quella scena, così gli disse voltandosi «Addio Nicholas»
Lui a quelle parole scoppiò a piangere e scivolò giù per il pavimento, poi diede un pugno alla porta. Quando Brianna si voltò vide che l’aveva letteralmente bucata.
Scendendo in garage incontrò la madre «Che cos’è successo?» disse vedendo Brianna con le valigie e il volto completamente pieno di lacrime.
«Io e suo figlio ci siamo lasciati. Sarà contenta ora. Lei e quella bambola rifatta della sua adorabile Lilly» A quelle parole Brianna fece scivolare le valigie per terra e si portò le mani sul viso. Era scoppiata di nuovo a piangere.
Un gesto che non si sarebbe mai aspettata dalla donna che si trovava di fronte era un abbraccio. La madre di Nicholas l’aveva appena abbracciata.
«Oh tesoro mi dispiace tantissimo»
«Le dispiace?» chiese stupefatta Brianna.
«Si certo. All’inizio ti sarò sembrata una strega, ma mi sei sempre piaciuta»
«Perché si è portata Lilly l’altro giorno?»
«Per illuderla che avrebbe riavuto mio figlio, perché solo così se ne sarebbe andata; ma sapevo che il cuore di Nicholas era tuo»
«Adesso è tutto finito e Lilly può davvero riprenderselo»
«Ma cos’è successo?»
«Per favore lo chieda a suo figlio. È arrivato il mio taxi. Arrivederci signora»
«Ciao cara. Spero tanto che le cose tra te e mio figlio si sistemino»
«Non credo, ma grazie lo stesso. Arrivederci»
Mise le valigie sul taxi e salì dando l’indirizzo del suo precedente appartamento.
Passò tutto il tempo a piangere silenziosamente. Una volta arrivata, gettò tutto sul divano, andò in camera da letto e iniziò a piangere a dirotto. Non aveva mai pianto in quel modo per un ragazzo. Ma Nicholas non era semplicemente un ragazzo. Era il ragazzo.
Nonostante quello che era appena successo lo voleva vicino a sé.
Voleva un suo abbraccio, un suo bacio per illudersi che andava tutto bene! Ma non si sarebbero più rivisti. Lei non voleva più rivederlo.
Per fortuna il giorno dopo era sabato e non sarebbe dovuta andare a lavorare, ma non credeva che lunedì sarebbe stata in grado di presentarsi a lavoro.
 
Brianna quel sabato aveva sistemato tutte le sue cose; ne mancavano parecchie, ma non le importava!
Verso le due del pomeriggio qualcuno bussò alla porta. Credeva di trovarsi Nicholas di fronte, invece trovò sua madre.
«Come ha fatto a trovarmi?»
«Nicholas mi ha dato l’indirizzo»
Al nome “Nicholas” Brianna cominciò nuovamente a piangere.
«Ok non pronuncerò più il suo nome»
«Grazie» rispose lei.
«Ti ho portato le tue cose; quelle che sono rimaste a casa di… mio figlio»
«Ah grazie»
«Figurati cara. Hai mangiato?»
«No, e sinceramente non ho nemmeno fame; anzi, a dire il vero non c’è proprio niente in frigo, perché non ho avuto tempo di andare a fare la spesa»
«Non preoccuparti. Ti ho portato qualcosa io. Se non ti dispiace vorrei prepararti qualcosa»
Brianna la fece entrare meravigliandosi di tanta dolcezza. Prese gli scatoli e li portò in camera.
Mentre la signora Barnes – Teresa – stava riempiendo il frigo e gli scaffali di cibo, Brianna aveva aperto uno scatolo. Tutto aveva l’odore di Nicholas. C’era anche la sua t-shirt, quella che aveva indossato la mattina in cui non era andata a lavoro. Altre lacrime.
Teresa sapeva che Brianna aveva bisogno di stare da sola, quindi le preparò il pranzo senza dirle una parola.
Tra le sue cose, Brianna trovò anche una lettera. Era di Nicholas;
 
Amore mio, mi dispiace tantissimo per tutto quello che è successo.
So che ce l’avrai a morte con me, ma ti chiedo di perdonarmi.
Lilly ha saputo far bene il suo gioco e io ci sono cascato come uno scemo. Mi dispiace tantissimo.
Ti chiedo di incontrarmi, almeno una volta. Soltanto una. Domani sera io sarò seduto al bar del nostro primo appuntamento. Dall’apertura fino a quando non mi cacceranno via. Io ti aspetterò! Spero tu voglia incontrarmi.
Ti amo tanto.
Nicholas
Brianna si portò la lettera al petto e si distese sul letto. Voleva piangere fino a quando non avrebbe più avuto lacrime. Dopo qualche secondo entrò Teresa; si mise accanto a Brianna e le disse
«È davvero molto dispiaciuto. Ieri, dopo che mi son fatta raccontare cosa era successo, si è chiuso in quella stanza piccolina e c’è rimasto fino a stamattina. Ha messo tutte le tue cose in queste scatole e ha scritto la lettera. Voleva portartele lui, ma gli ho detto che forse era meglio non vedervi. Almeno per il momento»
«Grazie»
«Dai su, andiamo a mangiare»
«Non ho molta fame»
«Ma così ti prenderà qualcosa!»
«Non mi importa!»
«Su dai, andiamo!»
Non molto volentieri Brianna si alzò dal letto e Teresa le descrisse quello che aveva cucinato; sembrava delizioso, ma Brianna davvero non aveva nessuna voglia di mangiare. Si scusò e andò in camera da letto. Si rannicchiò accanto al letto, per terra, di fronte la finestra. Dopo qualche minuto entrò Teresa e disse «Ho sistemato la cucina; ti ho lasciato qualcosa di pronto se mai ti venisse fame; io vado. Ti lascio il mio numero. In caso ti servisse qualcosa chiamami, ok?»
«Si grazie mille. Grazie per essere stata con me»
«Figurati cara»
Dopo aver sentito andar via Teresa, Brianna si alzò, accese il portatile, mise la sua playlist a tutto volume e iniziò a ballare per casa. Voleva sfogarsi e non aveva più lacrime.
Dopo essersi tenuta impegnata con la danza per buona parte del pomeriggio, decise di andare a correre. Stava esaurendo tutte le cose da fare; doveva trovare un modo per impiegare il tempo e non pensare a Nicholas. 
Corse tutto il pomeriggio e quando si fece sera decise di chiamare un taxi perché non sapeva nemmeno dove si trovasse.
Quando tornò a casa erano passate le dieci. Fece una lunga doccia fredda, indossò i pantaloncini e la maglietta slabbrata che utilizzava per dormire e si mise a letto. Nuovamente, pianse tutta la notte, fin quando, intorno le quattro del mattino riuscì a prendere sonno.
Ma non durò tanto, perché alle otto aveva già spalancato gli occhi.
Di nuovo, come il pomeriggio precedente, andò a correre. Sicura di non incontrarlo perché i due appartamenti erano lontani e Nicholas correva solo in un parco vicino casa sua.
Uscì di casa e cominciò a correre; corse così tanto da non avere fiato e le forze per piangere. Intorno le dieci ritornò a casa. Non aveva idea di cosa poteva fare; ma rimise nuovamente la musica a tutto volume e cominciò a ballare!! Passò tutto il pomeriggio a saltellare per casa e quando si fecero le sette non sapeva se andare o meno all’incontro con Nicholas.
Fece una doccia veloce; legò i capelli in una coda di cavallo, indossò un paio di jeans scuri, una maglietta bianca, le ballerine e una giacca nera.
Erano le dieci e non sapeva se uscire di casa o no. Infine decise di dargli una possibilità e incontrarlo.
Arrivata al locale, lo vide seduto al tavolo, dove una settimana prima si erano seduti per il loro primo appuntamento. Le lacrime cominciarono ad accumularsi, ma Brianna cercò con tutta se stessa di non piangere.
Nicholas si stava guardando intorno; evidentemente la stava cercando. Quando la vide, il suo viso si illuminò. Lei stava per indietreggiare e andarsene, quando Nicholas la chiamò «Brianna!!»
Lei si voltò e disse «Ciao Nicholas»
«Sei venuta!»
«Eccomi» disse lei indicandosi.
«Sono contento che tu l’abbia fatto. Hai pianto?» chiese stupidamente lui.
«A dire il vero no»
«Scusa è stata una domanda stupida»
 «Ti prego dimmi quello che devi dirmi e facciamola finita!»
«Dai entriamo dentro»
Con riluttanza Brianna decise di entrare nel locale insieme a Nicholas.
Una volta seduti Nicholas disse «Mi dispiace tanto Brianna»
«Si questo l’hai scritto pure nella lettera»
«Voglio stare con te; voglio ritornare con te!» disse lui avvicinando la mano a quella di lei, ma Brianna si ritrasse, appoggiò la schiena al muro e incrociò le braccia.
«Non credo sia possibile» disse lei e maledì le lacrime che le stavano rigando il viso.
«Non avrei mai voluto che accadesse quello che è successo, ma te l’ho già detto, Lilly è una che sa giocare e io ci sono cascato»
«Perché non pensavi a me mentre Lilly ti faceva i giochini mentali? Perché non hai pensato a me quando le sue labbra si sono attaccate magicamente alle tue? Perché non l’hai respinta?» Brianna aveva parlato con rabbia e ormai non riusciva più a fermare le lacrime. Si alzò e si diresse verso la porta. Nicholas la seguì.
«Non andare via»
«Mi dispiace, ma non riesco a sopportare questa conversazione. Nicholas davvero, lasciami in pace! Facciamo finta che non sia accaduto nulla, ok?»
«Come puoi pretendere che io finga? Abbiamo passato momenti bellissimi. Abbiamo fatto l’amore. Per te è stata anche la prima volta. Come puoi fingere che niente di questo sia successo? Io non vado fiero di quello che ti ho fatto, ma non dimenticherò nulla del tempo che abbiamo passato insieme» Vedendo che Brianna non rispondeva lui aggiunse «Che cosa posso fare per farmi perdonare?»
«Non puoi fare niente Nicholas» Brianna fece per allontanarsi, ma Nicholas la prese per un braccio, la fece voltare e l’abbracciò. Doveva fargli sentire quanto le era mancata e quanto le mancava. Voleva che lei sentisse quanto la amava, che era disposto a fare qualsiasi cosa per lei.
«Io ti amo Brianna. Ti amerò per sempre!»
«Non dire così per favore!» disse lei abbracciandolo ancora più forte.
«Vieni qui!» Nicholas le circondò il viso con le mani e la baciò. Brianna provò ad opporre resistenza, ma quando capì che quel bacio era l’unica cosa di cui aveva bisogno, gli circondò i fianchi con le sue braccia e lo avvicinò ancora di più a sé.
Non c’erano dubbi. Entrambi si amavano alla follia. Anche se Brianna, amandolo veramente non sarebbe mai stata in grado di allontanarsi veramente da lui. Lo amava troppo. Lui la amava ed era solo questo che contava.
«Non mi sento tanto bene» sussurrò Brianna.
«Bri che hai?»
«Non lo so… forse perché non mangio da tre giorni e non faccio altro che correre»
«Ma sei pazza?»
«Stavo male. Ti rendi conto che significa credere di aver perso l’amore della tua vita?»
«Mi dispiace tanto Brianna»
«Lo so»
«Su dai, ti porto a casa» disse lui circondandola con il braccio e dirigendola verso la macchina.
«Non voglio venire a casa tua!»
«Non ti sto portando a casa mia, andiamo a casa tua!»
«Ah ok»
Nicholas sentiva che era davvero debole, così si fermò davanti un supermercato aperto anche la notte, ma Brianna gli disse «Non occorre che compri nulla»
«Devi mangiare qualcosa»
«Tua madre mi ha riempito casa di cibo»
«Mia madre?»
«Si proprio lei, poi ti racconto»
«Va bene, allora andiamo»
Una volta arrivati Brianna fece per scendere dall’auto, ma Nicholas fu più veloce di lei; l’aiutò a scendere e andarono verso casa.
Una volta dentro Nicholas la portò in camera mentre andava a prenderle alcune barrette di cioccolato.
«Tieni mangia questo» le disse sedendosi sul letto.
«Grazie»
«Mi hai fatto venire un colpo, lo sai?»
«Ben ti sta!» disse Brianna guardandolo di traverso.
«Hai ragione»
«Che ore sono?»
«È l’una passata, perché?»
«No niente così»
«Ok. Vado a mettermi sul divano, se hai bisogno di qualcosa chiamami!»
«Non è necessario che tu dorma su quel divano scomodo, puoi stare qui con me»
«Non preoccuparti, non voglio affrettare le cose; di nuovo…»
«Nicholas, stasera ci siamo baciati, più affrettati di così»
«Si, ma…»
«Non ci sono “ma” ricordi? »
«Si ricordo» disse e si distese accanto a lei.
«Vorrei tanto che tutto questo non sia mai successo! Ti sei quasi ridotta a quattro ossa per colpa mia. Mi dispiace così tanto» le disse baciandole la testa.
«Non devi pensarci, altrimenti io ricomincio a piangere e non ho più fazzolettini, quindi…»
«Si scusa»
«Come sta la mano? O dovrei dire la porta?»
«Ah la mano! Lei è gonfia, la porta, beh, ha un buco enorme»
«Povera porta!»
«La casa è cambiata da quando te ne sei andata!»
«In che senso?»
«Ho distrutto tutto!»
«Ma perché?» disse Brianna poggiandosi su un gomito e guardandolo.
«Perché ero arrabbiato con Lilly, ma soprattutto con me stesso. Ho preso una mazza da baseball e ho spaccato tutto»
«E poi la pazza ero io?»
Nicholas rise…
«Mi dispiace»
«Non devi» disse lui guardandola negli occhi.
«Quella sera, dopo che te ne sei andata e, dopo aver distrutto l’armadio, ho cacciato via Lilly; poi è venuta mia madre e mi ha raccontato che ti aveva vista giù. Mi sono chiuso in quella stanza. Non volevo stare o vedere nessuno»
«Già…»
«Mi ha raccontato che eri davvero distrutta»
«Si…»
«Non avrei voluto che succedesse»
«Servirà a non farci fare gli stessi sbagli»
«Quale sbaglio hai fatto tu?»
«Quello di averti permesso di far dormire di sotto Lilly»
«Ah…»
«Quello è stata colpa mia. Magari se non fosse stato per questo, non sarebbe mai successo nulla e noi quella sera avremmo fatto la nostra cena»
«No non credo che sia stato questo a scatenare tutto; lei aveva pianificato tutto sin dal principio. Quando ti ha vista la prima volta»
«Wow, fantastico»
«Già. Però adesso dormi; domani ti porto io alla casa di moda»
«Non è necessario, posso prendere un taxi»
«No. Ti ho promesso che mi sarei preso cura di te e voglio mantenere la mia parola, visto che ultimamente non ne sono stato capace»
«Va bene»
«Buonanotte Brianna»
«Notte»
Nicholas quella notte non chiuse occhio.
Dopo che si fu assicurato che Brianna dormisse davvero, si mise a sedere sulla poltrona accanto il letto e la osservò per tutta la notte.
Era ferita, stanca, aveva le borse sotto gli occhi gonfi. L’aveva davvero distrutta! Il minimo che potesse fare era proteggerla e prendersi cura di lei.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


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CAPITOLO 13

 
Alle prime luci del mattino, Brianna cominciò a muoversi nel letto; sperava di trovare Nicholas, ma non c’era nessuno. Sospirò
«Va tutto bene?» chiese qualcuno sbucando dalla porta.
Brianna si poggiò sui gomiti e lo guardò «Ah sei qui»
«Dove volevi che fossi?»
«Pensavo te ne fossi andato»
«No, sono rimasto qui tutta la notte»
«Non dirmi che sei rimasto sveglio?»
«Si, direi proprio di si» disse Nicholas sbadigliando.
«Ma perché?» disse lei alzandosi dal letto e andando a cambiarsi perché aveva ancora i vestiti della sera prima.
«Perché non volevo lasciarti sola. Lo sei stata troppo a lungo»
«Sto bene da sola. Non ho mai sofferto la solitudine»
«Lo so, ma adesso ci sono io e voglio starti accanto quando posso e quando vuoi»
«Grazie, ma sarebbe meglio andarci piano questa volta. Non voglio affrettare le cose, di nuovo»
“ Vuoi dire che mi dai un’altra possibilità?? “ disse sorpreso Nicholas.
“ Si, te la meriti, ma dobbiamo essere cauti. Voglio dire non voglio affrettare tutto solo per lasciarci di nuovo come è già successo “
“ Si hai ragione. Faremo tutto con calma “
“ Va bene. Adesso vado a vestirmi “
“ Ok… “
“ Non preparare colazione “
“ Ma devi pur mangiare qualcosa. Vuoi sentirti male come ieri sera? “
“ Ho tutto il cioccolato di tua madre “
“ Ma non puoi continuare a nutrirti di cioccolato “
“ Lo so, ma non mi va di mangiare un pasto normale “
“ Va bene “ concluse Nicholas. Non voleva contraddirla. Il loro rapporto era appeso ad un filo. Non voleva rovinare quel poco che Brianna gli stava dando di nuovo.
Brianna decise di indossare un paio di jeans scuri, strappati sul ginocchio e una maglietta rossa. Indossò anche le stesse ballerine della sera prima. Prese la borsa i suoi disegni e uscì di casa. Nicholas le aprì lo sportello dell’auto “ Non sono un’invalida Nicholas “
“ Lo so “
“ Sono capace di aprire una porta “
“ Ok scusa “
“ Grazie però “
“ Di nulla “
Tutto il viaggio in macchina fu silenzioso, quasi imbarazzante pensò Brianna. Non aveva niente da dire o, non sapeva cosa dire. Nemmeno Nicholas sembrava trovare le parole adatte per iniziare una conversazione. Più volte sembrava voler dire qualcosa, ma aveva tenuto sempre la bocca chiusa. Ogni tanto si voltava a guardarla. Lei guardava fuori dal finestrino. Era ancora più bella con i capelli legati, pensò Nicholas.
Arrivati a destinazione si salutarono e Brianna lo ringraziò per il passaggio. Niente baci, niente abbracci.
“ Vengo a prenderti appena esci “
“ Non occorre “
“ Ci vediamo dopo “
“ Va bene “ disse Brianna alzando gli occhi al cielo.
 
Cominciava a sperare che quell’anno passasse subito. Era già stanca di Milano. Non ne poteva più. Conduceva una vita piuttosto piacevole; il lavoro andava bene; lo “studio” anche e tra pochi giorni veniva a trovarla Abigail. Tutto sembrava filare liscio. Non avrebbe nemmeno voluto iniziare la relazione con Nicholas. Non era pentita, semplicemente avrebbe fatto tutto in maniera diversa.
Aveva passato una settimana in quella casa di moda e già non vedeva l’ora di trasferirsi a Parigi.
Non riusciva a capire perché stava reagendo in quel modo. Forse era stanca di tutto. Forse non riusciva a stare con una persona per poco più di una settimana? In fondo era questo che era successo.
In un certo senso odiava i cambiamenti, ma non desiderava altro. Era una contraddizione vivente.
Lei e Nicholas avevano deciso di andarci piano, di fare tutto per gradi; un po’ come avrebbero dovuto fare prima di andare a vivere insieme. E poi non voleva più soffrire per Nicholas. E non voleva che lui lo facesse per lei. Ne aveva abbastanza di lacrime e tristezza. Voleva essere felice. Era chiedere tanto?
Aveva disegnato per tutta la settimana, in pratica non aveva fatto altro. Adesso poteva creare qualcosa. Le avevano detto che avrebbe scelto due degli abiti che aveva disegnato e quelli, sarebbero stati realizzati per la sfilata estiva.
Intorno le quattro e mezza del pomeriggio, l’orario in cui tutti uscivano per andare a casa, solo lei era rimasta seduta alla sua scrivania.
«Che ci fai qui?» le chiese qualcuno.
Era Nicholas. «Sto lavorando»
«Lo vedo, ma non credi sia meglio che ti riposi?»
«No, voglio finire questa cosa. Devo solo scegliere un paio di tessuti e ho finito»
«Allora ti aspetto»
«Va bene» disse Brianna rimettendosi a lavoro.
Nicholas la guardava. Era concentratissima, guardava dei pezzettini di stoffa su un grande catalogo e scriveva. Era affascinante. Lei era portata per quel tipo di lavoro.
Poi Brianna parlò, distraendolo. «Ok, ho finito. Possiamo andare»
«Ok» Uscirono in corridoio e Nicholas le chiese «Che hai fatto oggi?»
«Ehm… ho consegnato gli ultimi disegni; ho scelto due pezzi che andranno alla sfilata e poi ho lavorato ai tessuti fino ad ora»
«Sarai stanca»
«Un po’. Ho un po’ di mal di testa»
«Hai mangiato qualcosa?»
«Si»
«Cosa?» sapeva che gli stava mentendo.
«Siamo andate a pranzo fuori con le ragazze. Abbiamo mangiato un hamburger» Era davvero andata a mangiare fuori con le altre; ma erano state le sue colleghe a mangiare lei era andata a fare una passeggiata prima di rientrare.
«Va bene»
Si sentiva un po’ in colpa per avergli mentito, ma non era lui a doversi prendere cura di lei.
 
Una volta tornati a casa Brianna andò a farsi una lunga doccia. Quando si rivestì c’era Nicholas che l’aspettava seduto su una sedia della cucina. Stava giocherellando con alcune matite.
«Sei ancora qui?»
Brianna aveva dei pantaloncini corti, una maglietta bianca attillata e quasi trasparente. I capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle stavano prendendo la forma di deliziosi boccoli.
“ Si, volevo salutarti prima di andare via. Credo proprio ti serva il tuo spazio “
“ Grazie “
“ Figurati “ disse Nicholas uscendo dalla cucina e successivamente dall’appartamento.
Brianna quella sera guardò un film. Aveva voglia di un horror; era meglio stare lontani dai drammi. Le bastava il suo e poi, non aveva voglia nemmeno di piangere. 
Ma per tutta la durata del film non fece altro che pensare a Nicholas. A quanto l’aveva fatta sentire importante in tutto quel tempo trascorso insieme.
Spense la tv, si vestì come quella mattina, prese la borsa e uscì di casa. Camminò a lungo, prima di arrivare a casa sua. Credeva di non trovare nessuno, visto che Nicholas aveva distrutto quasi tutto l’arredamento, invece, vide la luce accesa proprio dalla vetrata della camera da letto. Scese giù nel garage ed entrò nell’ascensore che l’avrebbe portata fino all’attico.
Quando le porte si aprirono rimase sconvolta. Tutto era dipinto di bianco; il pavimento era ricoperto di uno strato di polvere e pittura bianca. Non c’era più nulla: non c’era il divano, non c’era la libreria, nemmeno la piccola scrivania all’angolo. Aveva tolto tutto. Ma perché? Aveva davvero distrutto tutto? Era un po’ strano.
“ Nicholas? Sei in casa? Sono Brianna “
“ Brianna! Che ci fai qui? “
“ Non volevo stare sola. Disturbo? “
“ No per niente. Stavo dipingendo la camera da letto “
“ Perché? Poi perché di bianco? Mi sento in ospedale “
“ Tutto mi ricordava te, dovevo cambiare “
“ Ah “ fu l’unica risposta di Brianna. Era una risposta stupida, lo sapeva, ma non le veniva nient’altro da dire. Non sapeva che dire.
“ Che fine hanno fatto i mobili di là? “
“ Li ho bruciati “
“ Cosa? “
“ Anche quelli mi ricordavano te “
“ Cambiare direttamente casa no, vero? “
“ Ci avevo pensato, ma poi mi sono detto che non avrebbe avuto senso visto che mi trasferisco “
Visto che mi trasferisco”. Quelle parole risultarono come uno schiaffo in faccia. Cosa voleva dire?
“ Te ne vai? “
“ Si, ritorno in Australia “
“ Perché? “ Brianna stava per scoppiare in lacrime.
“ Ho bisogno di cambiare aria. E poi con me lontano, tu riuscirai a concentrarti meglio sul tuo lavoro “
“ Non credo proprio “
«Che vuoi dire?»
«Niente. Quando parti?»
«Credo la prossima settimana. L’unica cosa per cui sono dispiaciuto è non aver mantenuto fede alla promessa che ti ho fatto. Di nuovo»
«Non preoccuparti. Devi trovare la tua strada. È giusto così»
«Già»
«Beh, io vado. Ti ho già rubato troppo tempo»
«Dall’essere molto intimi siamo passati all’essere molto freddi?»
«Che vuoi dire?» chiese Brianna.
«Perché non rimani qui con me? Saranno le ultime sere che possiamo passare insieme»
«Posso farti una domanda?»
«Certo»
«Quando pensavi di dirmelo? Cioè non devi rendere conto a me, ma stavamo ricominciando a riallacciare i rapporti. Quando me l’avresti detto?»
«L’ho deciso proprio stasera. Domani volevo venire a dirtelo di persona»
«Capisco» disse Brianna voltandosi e dirigendosi verso le scale; poi aggiunse «Comunque è meglio che io non resti, che non passiamo del tempo insieme, prima che tu parta, perché sarà ancora più difficile dirti addio» le lacrime già le stavano rigando il viso. Si era voltata in tempo, perché Nicholas non potesse vederla.
«Ci sentiamo Nicholas. Buonanotte»
«Aspetta, non andartene. Non voglio che questo sia il nostro ultimo incontro»
«Non preoccuparti»
«Ti accompagno!» disse Nicholas, ma Brianna era già uscita. Nicholas guardò fuori e vide Brianna correre, come se volesse scappare da quella casa. Poi si fermò, si inginocchiò e la vide tremare. Stava piangendo. No… c’era riuscito di nuovo. Lasciò tutto, prese le chiavi e corse di sotto. Quando uscì Brianna era ancora per terra.
«Brianna»
«Sto bene»
«Non è vero» disse lui inginocchiandosi al suo fianco. «Vieni qui» e l’abbracciò.
«Non lasciarmi! Ti prego…» singhiozzò Brianna.
«Non lo farò. Andremo entrambi in Australia, quando tu avrai terminato gli studi qui a Milano»
«C’è ancora tanto tempo»
«Lo so. Useremo tutto il tempo che ci rimane per conoscerci meglio»
Passarono alcuni minuti ad abbracciarsi. Poi Nicholas disse «Dai ti riporto a casa»
Per tutto il tempo che rimasero in macchina, Brianna non lasciò per un attimo la mano di Nicholas.
Una volta arrivati davanti casa Brianna gli disse
«Grazie per avermi accompagnata. Ci vediamo domani»
«A domani» rispose lui.
In quel momento avrebbe voluto prendersi a pugni. Perché tra loro le cose sembravano non funzionare mai? Forse aveva sbagliato a dire che sarebbe andato via. Non voleva nemmeno partire. Quella sera Nicholas decise di non tornare a casa sua; accese il motore e si allontanò da Milano.
Non gli importava la meta, in quel momento, voleva solo premere sempre di più il pedale dell’acceleratore.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


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CAPITOLO 14

 
La relazione tra Nicholas e Brianna stava prendendo una brutta piega. Dopo che Lilly aveva peggiorato le cose, entrambi non era riusciti a risollevarsi. Quando pensavano di esserci riusciti, c’era sempre qualcosa che rovinava tutto.
Nicholas e Brianna non si vedevano da circa una settimana. Ma si erano sentiti per telefono.
Brianna era felice, o almeno così le era sembrata dal tono della voce. Questo era dovuto alla sua amica Abigail.
Brianna spiegò il motivo per cui non abitava più da Nicholas, scatenando una nuova crisi di pianto.
Passarono molto tempo insieme; l’aveva portata con sé a lavoro, quando Abigail non studiava per l’esame del mese prossimo.
Era la sua migliore amica; le mancava.
Voleva che potesse trasferirsi da lei; voleva potesse seguirla anche a Parigi e a New York, ma sapeva che doveva ritornare dal suo ragazzo.
Una sera, in un momento di sconforto Brianna le disse
«Mi sento così fuori posto qui»
«Perché?» le aveva chiesto l’amica.
«Non lo so. Qui è tutto così frenetico. Non mi sento nemmeno in grado di affrontare questa relazione con Nicholas. E poi piango sempre»
«Non è che sarai incinta? Magari avrai gli ormoni in subbuglio» scherzò Abigail.
«Smettila di dire scemenze. Non voglio avere un bambino, tanto meno ora»
«Che ti costa provare?»
«Spero tu stia scherzando Abigail»
«No, per niente. Domani mattina prima di andare a lavoro lo compriamo e lo fai»
«Non ci penso nemmeno a fare pipì su un bastoncino»
«Eh dai. Fammi contenta!»
«Che ci sarà di divertente!! Comunque va bene! Lo farò, ma non dire niente a nessuno»
«Ok»
Quella non era proprio il tipo di conversazione che si sarebbe aspettata dalla sua migliore amica.
Per fortuna, il test risultò negativo. Non voleva complicazioni né per sé stessa, ma soprattutto per Nicholas. Cominciava a non sentire più la mancanza ossessiva di Nicholas. Si gli mancava, ma ora in maniera più controllata.
In quella settimana lontana da Nicholas aveva dedicato un po’ più tempo a sé stessa. Aveva passato tanto tempo con la sua migliore amica, aveva mangiato (soprattutto), aveva trascorso un po’ di tempo a telefono con sua madre e si era dedicata molto, grazie anche all’aiuto di Abigail, ai suoi disegni. Davvero, in quella settimana, si era sentita felice. Lo era stata di più quando aveva presentato Nicholas ad Abigail. Avevano passato solo una sera insieme, tutti e tre, ma nessun bacio, nessun abbraccio. Nicholas aveva notato quanto fosse felice Brianna e capì che era quella la vera Brianna e non quella che aveva conosciuto lui. Adesso voleva conoscere davvero la Brianna che passava il tempo a divertirsi, perché aveva 19 anni ma si comportava come se ne avesse di più; voleva conoscere la Brianna che rideva sempre; quella che faceva le giravolte sulla sabbia o quella che era così insensata da andare tanto in profondità da non avere più fiato per ritornare in superficie. Voleva conoscere quella ragazza, così diversa da quella che gli aveva permesso di conoscere lei stessa. 
Quando avevano passato un’intera giornata in piscina Nicholas aveva avuto modo di parlare con Abigail, mentre Brianna nuotava.
Aveva scoperto che la ragazza che amava era un’appassionata di animali; che a scuola era sempre stata premiata per il suo impegno; che un’estate si era rotta la gamba ed entrambe avevano passato l’estate in camera di Brianna a guardare film e mangiare gelato. Si conoscevano da una vita. Nicholas dedusse che entrambe si consideravano come delle sorelle.
Voleva poter sapere tutto di lei; ma avevano affrettato troppo le cose e ora lui non sapeva niente di lei e viceversa. Ma avevano deciso di rimediare.
Avrebbero passato più tempo a parlare del loro passato. Si sarebbero conosciuti.
Dopo che Abigail fosse andata via, Nicholas doveva parlare con Brianna.
 
Quella settimana era passata troppo in fretta. Brianna non voleva che Abigail se ne andasse. Ma ognuno doveva andare avanti con la sua vita, anche se, in un certo senso, Brianna avrebbe voluto prendere quell’aereo e ritornarsene a casa. Sua madre sapeva di Nicholas e se, l’avesse vista ritornare in lacrime, di sicuro avrebbe capito. Ma non poteva farlo. Voleva finire i suoi studi a Milano, riprenderli a Parigi e di nuovo a New York. Non poteva abbandonare proprio ora.
«Stai bene?» le chiese Nicholas mentre stavano tornando a casa dall’aeroporto.
«Si, mi mancherà, ma so che potrò contare sempre su di lei» disse lei guardando fuori dal finestrino.
«Beh, è pur sempre la tua migliore amica»
«Si, la parte migliore di me!» disse asciugandosi le lacrime. «Spero non ti abbia detto niente di imbarazzante»
Nicholas rise «No niente»
«Bene!» disse e gli rivolse un sorriso. «Tra un mese fa vent’anni. Devo pensare cosa comprarle. Voglio farle una sorpresa»
«Cos’hai in mente?»
«Qualcosa che non ha mai avuto e poi voglio scendere giù io questa volta. Almeno per il suo compleanno»
«Sarebbe un’idea carina»
«Già»
Il resto del viaggio passò silenziosamente, poi Brianna ricevette un messaggio: era proprio di Abigail.
Mi manchi già. Non ho voluto dire niente perché c’era Nicholas, ma cara mia, svegliati e non lasciartelo scappare. Quante volte ho percepito la sua voglia di baciarti e tu non te lo sei filato neanche di striscio? Ti ama Brianna, non lasciartelo scappare!!”
Brianna si fece sfuggire una risata.
«Che c’è?»
«Un messaggio da Abigail»
«Vi siete separate da quanto? Mezz’ora?» disse ridendo Nicholas.
«23 minuti per la precisione»
«Accidenti!» disse e le rivolse uno di quei sorrisi che le toglievano il respiro.
Brianna poi rispose al messaggio.
“ Mi manchi anche tu e, avrei voluto tanto che restassi con me, ma so che non è possibile. Abbiamo affrettato troppe cose, te l’ho già spiegato, adesso ci andiamo piano. Non voglio soffrire come ho sofferto con lui, quindi preferisco prendermela con calma”
Dopo qualche minuti arrivò un altro messaggio.
“ Capisco che è stato difficile, ma devi capire che lui non sarà sempre lì ad aspettarti. Devi fargli capire che anche tu sei intenzionata a recuperare i rapporti. È un ragazzo fantastico, ti ama da impazzire e farebbe qualsiasi cosa per te. So che tu hai paura appena le cose cominciano a diventare serie, ma amore mio, c’hai fatto l’amore; più seria di così? Però non sei scappata. Vedi di non farlo ora!!”
Abigail aveva ragione; più che ragione. Doveva far capire a Nicholas che non andava da nessuna parte e che lei lo amava.
“Hai ragione, come sempre. Cercherò di fargli capire quanto anche io ami lui!”
Proprio in quel momento Nicholas si era fermato davanti casa di Brianna.
«Beh, grazie di tutto»
«Quando vuoi»
Brianna non sapeva se era il caso di farlo, ma doveva! Stava per scendere dall’auto, quando si voltò e lo baciò.
«Grazie» gli sussurrò lei accarezzandogli la guancia.
«Grazie a te» e ricambiò il bacio.
Brianna scese dalla macchina e aspettò che Nicholas scomparisse. Poi prese le chiavi ed entrò in casa.
Passò il pomeriggio in casa.
Accese il suo computer, voleva ascoltare un po’ della sua musica preferita e mentre le canzoni scorrevano lei stava sistemando casa. Verso il tardo pomeriggio chiamò Nicholas.
«Pronto?»
«Brianna che fai?»
«Stavo sistemando casa, tu?»
«Guardo una partita di tennis»
«Carino»
«Ti va di uscire stasera?»
«Stasera? Ehm… si certo!»
«Perfetto. Passo a prenderti alle otto»
«Ok, ma dove andiamo?» chiese Brianna.
«Non lo so, poi decidiamo»
«Ok»
«A dopo allora»
«A dopo»
Dopo la telefonata di Nicholas, Brianna mise sottosopra  l’armadio. Voleva indossare qualcosa di carino. Erano le sei e aveva ancora tanto tempo prima che Nicholas la venisse a prendere.
Dopo aver provato quasi tutto il suo guardaroba, decise di  indossare un vestitino leggero, visto che faceva parecchio caldo, e un paio di tronchetti aperti.
Qualche minuto dopo Nicholas bussò alla porta.
«Ciao» disse lui.
«Ciao» disse Brianna sorridendo.
«Sei bellissima»
«Grazie»
«Andiamo»
Una volta saliti in macchina Nicholas disse «Allora… abbiamo alcune possibilità»
«Quali?» chiese Brianna.
«Beh, potremmo andare a bere qualcosa, al mare fuori città, potremmo andare a ballare, anche se mi umilierei da solo, perché sono completamente negato»
Brianna si mise a ridere «Oh ma dai! Non ci credo»
«Credici invece» e le sorrise. «Allora? Dove andiamo? Ti ricordo che qui vicino non ci sono spiagge, quindi dobbiamo fare un viaggio di circa due ore e mezzo per arrivare a Genova»
«Genova?»
«Si, se vuoi andare al mare si!»
«Ok, va bene! Mi piace l’idea»
«Ok, allora andiamo»
Durante il viaggio Brianna disse «Grazie per avermi permesso di essere qui con te»
«Grazie a te per aver accettato» disse Nicholas prendendole la mano e baciandogliela; poi disse
«Allora… per iniziare come avremmo dovuto comincerò con qualche domanda fondamentale. Ovviamente anche tu potrai farmi delle domande»
«Ok, sono pronta»
«Secondi nomi?»
«Che domanda è?» disse Brianna scoppiando a ridere.
«Dai rispondi, non rovinare l’atmosfera» disse lui sorridendole.
«Ok. Comunque no, nessun secondo nome, tu?»
«Nemmeno. Colore preferito?»
«Ehm… rosso sangue e blu cobalto. Il tuo?»
«Non ho un colore preferito, ma quello che mi piace di più è il verde»
«È carino. Verde speranza»
«Si è proprio quello che mi piace» rise ancora Nicholas. «Ok, numero preferito?»
«Il 6, il 16, il 26, il 36, 46, 56, 66, 86, 96… eccetera eccetera…»
«Hai dimenticato il 76»
«Non l’ho dimenticato. Semplicemente il 7 non mi piace, tanto meno la coppia 6 e 7. Ho una mia teoria sui numeri e sui colori»
«Mi piacerebbe conoscerla»
«Magari un’altra volta. È troppo imbarazzante!»
«Allora me la racconti quando andremo a ballare. Vedremo chi è il più imbarazzante»
«Ah perfetto allora»
«Ok, continuiamo. Musica preferita?»
«Aspetta non ti ho chiesto qual è il tuo numero preferito!»
«È il 3. Il numero perfetto»
«Perché proprio il 3?»
«Non lo so, mi ha sempre affascinato!»
«Mm… bene!»
«Allora? La tua musica preferita?»
«Beh… mi piace ascoltare musica pop, dance, a volte quella synphonic metal. Niente musica italiana, la odio profondamente»
«Concordo in pieno»
«Per me la musica è importante. La prima canzone che sento il mattino condiziona tutta la mia giornata!»
«Si credo sia così anche per me»
«Hai altre domande?»
«Com’eri a scuola?»
«Oh dio!»
«Che c’è?»
Brianna non voleva proprio raccontargli di come era al liceo; sarebbe stato ancora più imbarazzante del raccontargli la sua teoria sui numeri. «Beh, diciamo solo che ero abbastanza studiosa»
«Siamo completamente opposti in fatto di scuola»
«Perché?»
«Perché non mi è mai piaciuto studiare. La tua materia preferita?»
«Beh… ne ho avute molte. Ma la storia dell’arte è quella che mi affascina più di tutte. Poi c’è anche il francese e l’inglese»
«Wow. Io non ho mai studiato storia dell’arte. Un po’ di francese al liceo, ma non riuscivo mai a prendere una sufficienza. L’inglese invece l’ho imparato subito»
«Beh ci credo» disse sorridendo Brianna.
«La materia che invece odiavi?»
«Matematica assolutamente. Dopo viene il latino e poi la filosofia»
«Ma quante cose studiavi?»
«Abbastanza. Avevamo italiano, latino, storia dell’arte, storia, filosofia, matematica, fisica e poi inglese, francese e tedesco! Ma alcune materie sono cambiate nel corso degli anni. Prima avevamo anche diritto ed economia, chimica, biologia e… ah! La mia materia preferita del primo anno: Scienze della Terra»
«Hai detto tedesco?»
«Si, non lasciarti affascinare dal fatto che puoi imparare tre lingue. Io non so praticamente nulla di tedesco»
«Fortuna che non ho fatto il liceo qui in Italia»
«Già, beato tu»
«Siamo arrivati»
La vista era bellissima. Non c’era un alito di vento. Il mare piatto, quasi si ci poteva camminare sopra. «È bellissimo» disse Brianna.
Nicholas la prese per mano e disse «Si lo è»
Si avviarono verso la spiaggia. La sabbia era morbida, bianca come la luna. Mentre Nicholas sistemava alcuni teli da mare, Brianna si era tolta le scarpe e stava toccando l’acqua. «È calda»
Nicholas si avvicinò a lei e Brianna gli poggiò la testa sulla spalla «Stai bene?»
Stava una favola «Si sto bene, grazie a te»
«Sono contento» poi si voltò verso di lei, la guardò e la baciò. Brianna gli cinse il collo con le sue braccia e Nicholas l’avvicinò di più a sé.
Dopo qualche minuto, Nicholas smise di baciarla e, senza che Brianna se ne accorgesse, lui cominciò a bagnarla, buttandole addosso quell’acqua calda.
Brianna non accettava che fosse stato lui a bagnarla per prima, così cominciò la lotta a colpi d’acqua. Dopo qualche minuto entrambi erano distesi sui teli, guardando il cielo stellato. Era bellissimo guardarlo, ma era ancora più bello stare con Nicholas.
«Non so se mi sento pronta per affrontare tutto»
«Tutto cosa?»
«La casa di moda qui a Milano, poi quella a Parigi e infine, quella a New York. Non ce la posso fare»
«Ce la farai»
«Nicholas, Parigi o New York non sono come Milano, sarà più difficile e non so davvero se ne sarò in grado»
«Ma è stato un regalo dei tuoi genitori, non puoi deluderli»
«Lo so, è proprio questo che mi frena»
«Senti, se tu vorrai io sarò sempre accanto a te e ti aiuterò a realizzare il tuo sogno»
«Grazie ma non posso permetterti di lasciare tutto per me»
«Non lascio proprio niente. Sarò felice di aiutarti»
«Grazie» disse lei baciandolo.
«È un piacere»
Passarono tutta la notte su quella spiaggia. Nicholas abbracciava Brianna e lei lo stringeva forte a sé. Anche lei quella volta ebbe come la sensazione che lui sarebbe scomparso da un momento all’altro e lei, non voleva perderlo per niente e nessuno al mondo.
 
Alle prime luci del mattino Nicholas svegliò Brianna.
Dovevano tornare subito se Brianna non voleva arrivare in ritardo a lavoro.
«Buongiorno» le disse Nicholas «Mi sa che dobbiamo rientrare»
«Mm… non voglio…» protestò Brianna.
«Devi andare a lavoro»
«Chi se ne frega! Voglio rimanere con te!» disse lei alzandosi e abbracciandolo.
«Non che a me non faccia piacere, ma non voglio essere il responsabile del tuo licenziamento»
«Hai ragione. Ok… Andiamo»
Sistemarono i teli in macchina e Nicholas si diresse verso Milano.
A Brianna era sempre piaciuto viaggiare. Adorava vedere le distese di campi che si avvicinavano e allontanavano da lei. Era una cosa che l’aveva sempre affascinata.
Brianna per sicurezza telefonò ad Amanda, la sua collega/insegnante/amica e le disse che sarebbe arrivata un’ora dopo in ufficio.
Tornati a casa di Brianna, lei andò a sistemarsi, prese i disegni e, in meno di venti minuti, Nicholas l’aveva già riportata a lavoro. Brianna non voleva separarsi, ma si ricordò che stavano facendo le cose con calma. Quindi, lo baciò gli augurò buona giornata e scese dall’auto.

Per quanto riguarda la teoria che ha Brianna riguardo i numeri e i colori, devo dire che esiste. Ed è una cosa che ho fatto all'asilo o prima elementare... intorno quel periodo lì... Qualcos'altro di vero.... I colori preferiti di entrambi corrispondono alla realtà!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Un bacio e a venerdì!
Francy

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


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CAPITOLO 15

 
Brianna quel giorno non sapeva davvero dove trovare la concentrazione; più in generale non sapeva dove trovare le forze per affrontare tutta la giornata seduta a disegnare. Non aveva idee e aveva la testa a Nicholas.
«Toc Toc»era Amanda.
«Ti prego salvami da questa tortura»la implorò Brianna.
«Oh no cara mia, devi farlo tu!»
«Ma non ho nessuna idea»
«E devi sforzarti. Qualcosa di originale, bellissimo, indimenticabile»
«E che disegno ora? Già era abbastanza difficile disegnare cose normali, ora lo è anche di più»
«Hai tempo fino alla sfilata»
«Che sarebbe?»
«A metà agosto»
«Ah bene. Almeno mi consolo»
«Dai che ce la fai!»la esortò Amanda.
Dopo quella breve chiacchierata Brianna iniziò a disegnare semplicemente. Non le andava quel giorno. Pensava ancora alla sera di prima.
Una volta fuori da quell’ufficio, che iniziava a darle sui nervi, Brianna prese un taxi e andò a casa.
Davanti la porta di casa sua trovò un ragazzo seduto sui gradini. Inizialmente non l’aveva riconosciuto, ma quando gli fu più vicina capì all’istante di chi si trattava: Sam.
«Sam»
«Ehi Brianna»
«Ciao. Che ci fai qui?»
«Ciao anche te. Stavo facendo una passeggiata e mi sono ritrovato qui»
«Ah bene. Dai entriamo»Brianna non voleva essere scortese, specialmente dopo quello che era successo l’ultima volta. «Scusa il disordine ma non sono stata a casa oggi e non ho avuto modo di sistemare»
«Non preoccuparti. Questo è niente in confronto alla mia stanza»
«Allora? Che mi racconti?»chiese Brianna scoprendosi davvero curiosa di sapere che razza di fine avesse fatto. La colpa era anche un po’ sua perché nemmeno lei aveva fatto qualcosa per vederlo o sentirlo.
«Niente di che; sono sceso a Bologna per dare un esame e poi sono salito di nuovo per venirti a trovare. Sono andato in libreria ma mi hanno detto che non lavori più lì»
«Si, non ci lavoro da un bel po’ ormai»
«Ah si? E perché?»
«Perché lavoro in una casa di moda. Cioè, lavoro e studio»
«Accidenti, brava!»
«Grazie»disse Brianna andando in cucina.
Quando ritornò da Sam aveva con sé dei pasticcini che le aveva portato la madre di Nicholas quando… ok, meglio non pensarci.
«Prego, serviti pure»
«Grazie. Allora»iniziò a dire Sam prendendo un pasticcino «Come vanno le cose tra te e Nicholas? Si chiama così?»
«Si, si chiama così. Vanno piuttosto bene»A quelle parole lo sguardo di Brianna si rabbuiò.
Sam se ne accorse; ormai aveva imparato a guardarla bene, altrimenti si sarebbe perso altri mille significati di quello che Brianna diceva «Va tutto bene?»
«Si si… certo. Abbiamo avuto qualche problema, ma adesso è tutto risolto!»concluse la frase con un sorriso.
«Bene, sono felice per te!»
«Tu invece? Sei ritornato con Bliss?»
«Si, beh… diciamo che siamo in un periodo di prova»
«Periodo di prova?»
«Si. Vogliamo essere sicuri di stare bene l’uno con l’altra prima di metterci insieme davvero»
«Mi sembra giusto»In fondo era la stessa cosa che stavano facendo lei e Nicholas.
Poi Sam guardò l’orologio ed esclamò «Oh cavolo! Sono in ritardo!»
« Per cosa?»
«Devo andare a prendere Bliss prima di andare all’aeroporto»
«Parti?»
«Si, ritorniamo a Bologna»
«Ah capito. Beh allora buon viaggio e salutami Bliss»disse Brianna accompagnandolo alla porta.
«Grazie. Lo farò! Tu salutami Nicholas»
«Certo»
Brianna richiuse la porta e stranamente non provava nessun rimpianto per non aver dato alla loro relazione una possibilità. Era felice che Sam stesse con Bliss.
Era felice per loro.
 
Dopo una breve doccia, chiamò Nicholas e gli chiese se potevano vedersi anche quella sera.
Niente viaggetti notturni quella volta.
Alle otto Nicholas, come la sera precedente, si presentò a casa di Brianna.
Quando lei aprì la porta, vide che Nicholas non aveva una bella cera. «Stai bene?»chiese lei.
«Si, diciamo di si!»
«Diciamo?»
«È solo un po’ di influenza»
Brianna mise la mano sulla fronte di Nicholas e si rese conto che stava scottando. «Ma tu hai la febbre!»
«No non è niente. Sono solo un po’ accaldato»
«Si certo. Avrai minimo 38 di febbre»
«Non importa. Usciamo!»
«No se tu stai così male!»disse Brianna portando Nicholas in camera da letto. «Su, stenditi. Arrivo subito»
Brianna andò in bagno a prendere il termometro e alcune compresse per farlo stare meglio.
«Eccomi. Tieni, metti questo in bocca»
«Cos’è?»
«Il termometro. Sarà meglio essere a conoscenza della tua temperatura, non credi?»disse lei sorridendogli.
«Si, giusta osservazione»disse Nicholas ricadendo sul cuscino.
Dopo un paio di minuti prese il termometro. 38. Proprio come immaginava. Andò a prendere un bicchiere con dell’acqua. Diede la compressa a Nicholas. Davanti agli occhi stupefatti di Brianna, il ragazzo aveva inghiottito la pillola senza acqua.
«Adesso riposa un po’, ok?»
«Va bene»
Brianna accese la tv, mise il volume al minimo e si mise a fissare Nicholas. Poi prese carta e matita e cominciò a disegnare.
«Che fai?»le chiese Nicholas.
«Sto disegnando, tu?»rispose Brianna sorridendogli.
«Sono imprigionato nel tuo letto»
«Oh che brutta cosa»
«Beh, preferirei stare nel tuo letto in altre circostanze, non ridotto così»
«Guarirai presto»gli disse dandogli dei colpetti sul braccio.
«Lo spero. Non ho mai preso una febbre in vita mia. Devo guarire subito»disse lui cercando di alzarti.
«Certo, ma se posso dare il mio parere, ti converrebbe stare a letto se vuoi guarire presto»
«Devo andare in bagno»
«Ah fai pure»disse scuotendo la testa con un sorrisino sulle labbra.
Quando lo vide rientrare in camera Brianna notò che aveva una scatolina in mano. Fece finta di non accorgersene, nonostante le intenzioni di Nicholas fossero diverse.
«Questo è per te»disse lui.
Brianna si finse sorpresa «Cos’è?»
«Aprilo e vedrai»
Brianna lo fece e si trovò davanti un anello con una pietra piccolissima, ma brillante allo stesso tempo.
«Ehm…»non sapeva che dire «A cosa devo questo regalo?»disse infine con una nota di nervosismo sulla voce.
«So a cosa stai pensando e ti dico subito che sei fuori strada. Non ti chiederei mai di sposarmi…»
Il viso di Brianna cambiò tre volte espressione in meno di dieci secondi. Non le avrebbe mai chiesto di sposarla? Beh ne era contenta, in quel momento, ma se le cose fossero andate bene?
Nicholas se ne accorse e disse «… non ti chiederei di sposarmi ora. Credo sia un po’ presto»
Solo un po’? «Capisco, ma ancora non hai risposto alla mia domanda»
«Non c’è un motivo in particolare. L’ho visto in vetrina l’altro giorno e ho voluto prenderlo. Quando l’ho visto mi sei venuta subito in mente»disse baciandola.
«Grazie, ma potevi optare per qualcosa di meno… brillante»
«Non ti piace?»
«Non sto dicendo questo. Semplicemente che a tutti sembrerà che tra breve convoleremo a nozze. E non succederà»
«Tu dì semplicemente che è un regalo del tuo quasi ragazzo»
«Quasi ragazzo?»
«Si. Ci stiamo andando ancora piano, no?»
«Beh, regalarmi un anello, questo anello non è proprio andarci piano, ma mi piace. Grazie»
«Hai ragione, ma volevo vedertelo addosso. Sono contento che ti piaccia»Finì la frase e si accasciò sul letto «Che dolore, maledizione!»
«Dai mettiti qui e non muoverti. Chiamo tua madre»
«No per favore mia madre no!»
«Non fare il bambino, e poi io non conosco dottori qui, lei può aiutarti!»
«Va bene»
Dopo qualche minuto Teresa era già a casa sua e stava chiamando il medico di famiglia. 
Quando tutti se ne furono andati Brianna si distese accanto a Nicholas, accarezzandogli i capelli.
«Come stai?»gli chiese.
«Meglio adesso» rispose lui sorridendole.
«Allora starò tutta la notte con te»
«Non vorrei contagiare anche te»
«Non preoccuparti»
Passarono il resto della serata davanti la tv sempre in quelle posizioni.
Nicholas non voleva che Brianna scoprisse che stava male; avrebbero perso l’intera serata, come in realtà era successo, ma Brianna gli stava vicino e non sembrava seccata da quella situazione, anzi sembrava quasi che le piacesse.
 
Quella notte Nicholas si era rigirato nel letto e, per tutto il tempo, Brianna non aveva fatto altro che preoccuparsi. Spesso gli aveva chiesto se avesse bisogno di qualcosa, ma Nicholas le diceva sempre che stava bene; difficile credergli visto che era tutto sudato e che non aveva smesso di muoversi da quando si era addormentato.
Per fortuna due giorni dopo la febbre gli era passata e per non correre altri rischi, rimasero a casa tutte le sere.
 
Brianna aveva tanto lavoro da fare prima della sfilata, visto che aveva passato molto tempo con Nicholas.
Era passato un mese da quando Brianna era arrivata a Milano; ma ne mancavano ancora undici. Avrebbe avuto tempo, tanto tempo.
 
Brianna e Nicholas passarono le vacanze di luglio in una delle case in campagna dei genitori di lui. Aveva un piscina enorme e Brianna non era mai riuscita a restarne fuori. Era l’estate migliore che avesse passato negli ultimi dieci anni. E la stava trascorrendo con Nicholas.
Entrambi stavano andando bene. Si erano conosciuti per come avrebbero dovuto sempre fare e stavano davvero bene insieme. Potevano capirsi meglio, perché si conoscevano meglio.
Nicholas, durante una serata trascorsa nella vasca idromassaggio, le aveva snocciolato tutti i nomi delle sue ex: quando le aveva conosciute, quanto tempo erano rimasti insieme, quando e perché si erano lasciati. Ovviamente tralasciò l’ultima, sia perché sapeva già la storia, ma soprattutto perché se avesse sentito ancora una volta il nome Lilly avrebbe preso a pugni qualcuno. Non aveva un’indole violenta, anzi era completamente contro la violenza, ma Lilly si era permessa di portargli via Nicholas ed era una cosa che non si sarebbe mai dovuta permettere di fare. Insomma, per farla breve, ce l’aveva a morte con lei.
Meno male che se n’era ritornata a casa, a Roma.
Quel mese, in quella campagna, con quella compagnia, era passato subito.
 
I primi di agosto sarebbe dovuta ritornare a lavoro, per programmare tutta la sfilata.
Ovviamente ogni dettaglio doveva essere perfetto e non doveva mancare nulla. E proprio perché tutto doveva essere perfetto, il suo capo le ordinò l’arduo compito di curare l’intero evento. Questo comportava far stampare i biglietti d’invito, spedirli, andare a prendere all’aeroporto gli invitati che arrivavano dall’estero o da altre parti d’Italia, contattare le modelle, gli estetisti, i truccatori.
«Da aspirante stilista sono diventata una segretaria» aveva detto una sera a Nicholas in un momento di depressione assoluta.
Nicholas le aveva risposto con un bacio, un abbraccio e un bicchiere del vino più buono che Brianna avesse mai bevuto e le aveva detto «Non farti intimidire da tutto questo. Pensala come una sfida. Come ad un altro gradino per arrivare a realizzare il tuo sogno»
«Si ma questo è molto basso. Mi sento malissimo. Ho i piedi che implorano pietà, la testa che rischia di scoppiarmi e posso pure evitare di portare le borse perché bastano quelle che ho sotto gli occhi»
Nicholas era scoppiato a ridere e le aveva risposto allo stesso modo di prima solo che questa volta prolungarono il bacio e ancora… e ancora… e ancora… beh il resto lo si può solo immaginare.
Brianna non si sentiva così bene, innamorata e felice da un sacco di tempo e quella sensazione le piacque.
Faceva fatica a credere che tutto quello che aveva vissuto, che stava vivendo e che avrebbe vissuto fosse successo proprio a lei, ma doveva farci l’abitudine. Anche Nicholas le aveva risposto così, mordicchiandole il lobo dell’orecchio e ripetendole per l’ennesima volta che la amava con tutto se stesso e che non l’avrebbe lasciata andare facilmente.
Spesso litigavano ma, non riuscivano a stare separati e arrabbiati l’uno con l’altra per meno di dieci secondi.
«L’amour»le aveva detto una volta Abigail a telefono. Prima di quelle esperienze Brianna le avrebbe riso in faccia ma, di fronte ai risvolti degli ultimi mesi, Brianna non poté che trovarsi d’accordo con l’amica.
Nicholas e Brianna stavano insieme ormai da tre mesi. Lei aveva conosciuto gran parte della sua famiglia.
Aveva un ottimo rapporto sia con la madre, che adorava Brianna (senza doppi fini), che con il padre, il quale le aveva insegnato a mescolare le miscele dei vari ingredienti per realizzare un profumo.
Era straordinariamente bravo con i bambini e, alla vista di Nicholas aggrovigliato da mille braccia – quelle dei suoi nipoti e cugini – il cuore di Brianna si sciolse.
Anche Nicholas avrebbe avuto la possibilità di conoscere la famiglia di Brianna, ma non sapeva ancora quando.
Lei scendeva giù per Natale, ma non voleva che Nicholas passasse il Natale lontano dalla sua famiglia.
“ Nicholas davvero, non è necessario che tu perda il Natale con i tuoi;  potrai conoscere la mia famiglia dopo le feste, prima che io salga per ricominciare a lavorare, così posso farti visitare un po’ la mia terra e farti conoscere altre mie carissime amiche “ Brianna aveva cercato di convincerlo in tutti i modi ma, nessuno sembrava convincerlo; quando poi aveva giocato la carta dello stare insieme mentre visitavano le meraviglie della sua terra aveva accettato in un lampo.
“ Va bene, ci sto “ aveva accettato lui con un sorriso stampato in faccia.
Nonostante fossero i primi di settembre, tutti e due parlavano già delle feste natalizie. In effetti queste sembravano avvicinarsi ad un velocità sconcertante.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


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CAPITOLO 16

 
Un giorno, mentre stava lavorando alla sfilata autunnale che si sarebbe svolta tra poche settimane, con grande sorpresa di Brianna, quest’ultima ricevette una telefonata da Teresa, ricordandole che quel giorno era il compleanno di Nicholas. Le aveva chiesto se poteva aiutarla ad organizzare la festa a sorpresa, sapendo comunque che Nicholas odiava le sorprese. Brianna aveva accettato di aiutarla con i preparativi e di tenere occupato Nicholas per non fargli sospettare nulla.
Dopo quella telefonata Brianna venne colta da un profondo senso di colpa, perché aveva completamente dimenticato che quel giorno Nicholas faceva il compleanno e ovviamente, non aveva pensato nemmeno al regalo.
Chiese ad Amanda se poteva aiutarla, visto che di regali per i “fidanzati” lei non ne capiva proprio niente, ma Brianna si era appena ricordata che una volta, entrando in una profumeria, Nicholas aveva apprezzato un certo profumo maschile. Ricordava anche il nome. Sarebbe andata in quel negozio per comprarlo.
 
 
Dopo la profumeria Brianna, avendo nuovamente la macchina che Nicholas aveva comprato per lei, andò nella campagna dove avevano passato le vacanze estive e dove Teresa avrebbe organizzato il party a sorpresa.
Avevano trasformato il grande soggiorno in un’immensa discoteca. “Oh oh” aveva pensato Brianna “Nicholas sarà poco contento della festa, figuriamoci della pista da ballo”, ma non disse nulla. Voleva vedere Nicholas ballare, almeno per una volta in vita sua. A quel pensiero Brianna sorrise.
Dopo aver sistemato tutto l’occorrente Brianna scappò a casa perché erano già le sette e Nicholas sarebbe andato a prenderla di lì ad un’ora e lei doveva ancora ritornare a casa. Brianna aveva avuto anche il difficile compito di convincerlo ad andare in quella casa in campagna. Sapeva che non era facile, perché lui aveva voglia di andare di nuovo al mare, ma avrebbe trovato un modo efficace per farlo cedere.
Proprio mentre stava per chiudere la lampo del suo vestitino super attillato e super corto, Nicholas entrò in casa chiamandola.
«Sono in camera da letto Nic»
«Sei pronta?»
«Devo solo mettermi le scarpe e l’anello»
«Perché lo togli?»
«Perché ho fatto la doccia. Non voglio rovinarlo»
«Ah»
Dopo che fu pronta, mentre si dirigevano verso la porta, Brianna gli chiese «Dove andiamo?»
«Te l’ho già detto. Al mare»
«Non mi va di fare tutta questa strada per stare un po’ insieme»si sentiva già in colpa.
«Dove vorresti andare?»
«Andiamo in quella casa in campagna dove abbiamo passato le vacanze. È a pochi minuti da Milano ed è più intimo come posto. Che dici?»
«Sei sicura che vuoi passare la serata in quella casa enorme?»
«Si sicura»Adesso si sentiva ancora più in colpa perché oltre a ingannarlo non poteva nemmeno fargli gli auguri e lei, in quel momento, aveva voglia di baciarlo appassionatamente e di augurargli il miglior “Buon Compleanno” che avesse mai ricevuto.
«Ok, allora andiamo»
Wow c’era riuscita. Di solito non era mai brava a tramare qualcosa. Stavolta c’era riuscita e stranamente, tutti i sensi di colpa svanirono all’istante.
Una volta arrivati Brianna sperò che le macchine che avevano deciso di nascondere dietro l’edificio non fossero visibili a Nicholas e, stranamente non se ne accorse. Quando entrarono, tutti gli invitati presenti scoppiarono in un applauso e Nicholas rimase sconvolto.
Sin dal primo momento in cui Teresa le aveva detto che voleva organizzare una festa a sorpresa per suo figlio, aveva temuto che Nicholas non lo apprezzasse, invece, si mise a ridere e cominciò a stringere la mano a tutti gli invitati; quando poi finì andò alla ricerca di Brianna e quando la trovò le cinse i fianchi con un braccio, la fece voltare e la baciò. «Un posto appartato, eh?»
«Era l’unico modo per convincerti a venire qui»
«Ah ah… Lo sai che me la pagherai vero?»
«Si lo so. Con piacere»disse lei baciandolo. Poi all’orecchio gli sussurrò «Buon compleanno amore»
Qualcuno poi gli disse che dovevano andare assolutamente a ballare e lo strapparono dalle braccia di Brianna.
Nicholas protestò, poi iniziò a ballare. Brianna non seppe trattenersi e scoppiò a ridere. Era uno spettacolo orribile. Decise quindi di andare in suo soccorso. Si avvicinò al gruppo di amici che stavano ballando insieme a Nicholas e disse «Ragazzi, vi dispiace se mi unisco?»
Brianna cominciò a ballare prendendo le mani di Nicholas e gli disse «Sei davvero pessimo»
«Te l’avevo detto»
«È vero, l’hai fatto»e continuarono a ballare per un paio di minuti.
«Devo dire che… come ventiquattresimo compleanno non è niente male»
«Ti piace?»chiese lei allacciandosi al suo collo.
«Si molto e mi piace ancora di più il tuo modo di ballare»
«Quello l’hai visto una volta e non lo vedrai più, quindi guarda bene stasera, perché non ci saranno altre occasioni» disse lei facendogli l’occhiolino.
Il dj, dopo un paio di canzoni spacca timpani, annunciò il cambio di musica «Ragazzi»disse attraverso il microfono «Adesso cambiamo stile e facciamo un grande applauso a Nicholas che oggi ha compiuto ben 24 anni. Auguri Nic!! E ora proponiamo un lento per te e la tua dolce metà Brianna. Ottima scelta ad entrambi»
In quel momento Brianna tutto si sarebbe aspettata tranne che il dj si mettesse a fare il suo nome e a complimentarsi con lei per aver scelto bene. Non poteva negare di voler sprofondare dalla vergogna. 
Nei lenti Nicholas se la cavava meglio.
«Sei bravo con i lenti»
«Grazie. Me l’ha insegnato mia madre quando avevo circa otto anni»
«Che carina»
«Pero non l’ho mai ballato con nessuna ragazza»
«Davvero?»Brianna era sempre più affascinata da quel ragazzo. Più cose sapeva di lui e più si innamorava.
«Si. Sono contento che il primo sia stato con te»
«Si anche io»Ma Brianna non si riferiva soltanto al ballo  e, quando anche Nicholas capì a cosa Brianna si riferisse, si chinò a baciarle il collo e sorrise.
Mentre volteggiavano Brianna non poté che scorgere la madre di Nicholas, Teresa, che piangeva come una bambina.
«Che ha tua madre?»
Anche Nicholas si voltò a guardarla e in quell’istante Teresa aveva mandato un bacio ad entrambi.
«Và a ballare con lei. In fondo è lei che ti ha insegnato a ballare così bene, glielo devi»
«Sicura?»
«Certo che sì, vai!!»
Nicholas si avvicinò a sua madre, la prese tra le braccia e iniziarono a ballare. Entrambi erano bellissimi. Nicholas somigliava molto a sua madre e, ora che la conosceva meglio e, dopo tutto quello che aveva fatto per lei, Brianna si sentiva profondamente legata a quella donna straordinaria.
 
Dopo il taglio della torta, le mille fotografie, l’apertura dei regali e dopo che Nicholas, i suoi genitori e Brianna ebbero salutato tutti gli invitati, i due ragazzi salirono nella camera di Nicholas. Proprio lui trovò una borsa di Brianna. La prese e chiese «Ma che ci fa questa qui?»
«L’ho portata oggi pomeriggio. Ci sono i vestiti per domani»
«Avevi previsto tutto?»
«Si. In realtà è stata tua madre ad organizzare tutto. Mi ha trascinata lei in tutta questa storia. Ah a proposito, hai dimenticato di aprire un regalo»
Erano già distesi sull’enorme letto a baldacchino, quando Brianna si alzò e andò a prendere il cofanetto dal cassetto vicino il letto. Si voltò e glielo porse
«Questo è per te»disse baciandolo. «Non è il massimo, considerando che non sapevo proprio cosa regalarti, ma… beh apri»
Dopo che lo ebbe scartato, Nicholas sorrise e disse
«Questo è quel profumo che avevo visto l’altro giorno con te»
«Si, proprio quello. Avevo visto che ti era piaciuto e ho voluto prenderlo. E poi non è solo per te; mi piace sentirtelo addosso»
Nicholas ne spruzzò un po’ sul collo e sui polsi. Brianna gli prese la boccetta la mise sul comodino e iniziò a baciare Nicholas.
Passarono la notte a fare l’amore. Ad un certo punto Nicholas le sussurrò in un orecchio «È il più bel compleanno di sempre»
«Ti amo»gli rispose Brianna e Nicholas, sentendosi il cuore sciogliersi le disse «Sposami Brianna»
Brianna gli stava accarezzando le spalle e, quando sentì quelle parole si arrestò all’istante.
Nicholas se ne accorse e le chiese «Va tutto bene?»
Brianna spinse via Nicholas, si rivestì e uscì dalla stanza. Poi si mise a correre, fino all’entrata principale, aprì la porta e uscì fuori. Nicholas la raggiunse qualche secondo dopo. «Amore va tutto bene? Entriamo, fa freddo qui fuori»
Brianna si voltò di scatto «Nic, perché me lo hai chiesto?»
«Perché ti amo e ti voglio con me, per sempre»
«Lo so e anche io voglio la stessa cosa, ma non ti sembra un po’ presto? Cioè io ho solo 19 anni»
«Ma tra un mese ne farai 20 e quando decideremo di sposarci sarà passato già molto tempo»
«Nicholas…»
«Ok, va bene. Non pensarci più, ok?»
«A me dispiace. Io voglio sposarti, ma non ora. Non è il momento giusto. Aspettiamo due anni»
«Va bene»Ma Nicholas era un po’ ferito.
Mentre il ragazzo si voltò per ritornare dentro, Brianna lo toccò per farlo voltare «Nicholas, mi dispiace davvero tanto, ma non mi sento pronta ora»
Nicholas si fermò, si volse verso Brianna gli circondò il viso con le sue mani e disse «Io ti amo, per questo ti ho detto di sposarmi; ma capisco che per te è troppo presto. Posso aspettare due anni. Ti amerò sempre e sarò sempre qui al tuo fianco»
Brianna lo baciò e disse «Grazie per aver capito»
«Grazie a te per non essere scappata. Su dai ritorniamo dentro che fa proprio freddo»
«Si»disse Brianna stringendosi per riscaldarsi. Per essere i primi di ottobre faceva davvero molto freddo; non osava immaginare come sarebbe stato quell’inverno. Nicholas le cinse le spalle con un braccio e disse «Ho un’idea più efficace per riscaldarci»
«Accendere i riscaldamenti?»
«No»disse prendendola in braccio.
Brianna aprì la porta della camera da letto con un calcio; Nicholas la fece cadere sul letto e ripresero da dove si erano fermati prima di quel piccolo “intoppo”.
Quella notte fu senza sogni, forse perché pensava ancora a quella piccola, “insignificante” proposta. Forse perché non aveva chiuso occhio tutta la notte, tanto che ancor prima dell’alba si alzò e andò a sistemare di sotto.
Bicchieri, piatti sporchi, alcol sul pavimento, non mancava davvero niente in quella sala. Brianna, dopo essersi sistemata, si era arrotolata le maniche della felpa e aveva iniziato a pulire. Ovviamente la madre di Nicholas aveva chiamato una ditta di pulizie per mettere in ordine quel posto, ma Brianna doveva distrarsi e l’unico modo per riuscirci era pulire.
Non erano nemmeno le sei del mattino quando Nicholas sentì dei rumori dal piano di sotto. Guardando accanto a sé e vedendo che Brianna non era con lui, indossò un paio di pantaloni e scese giù, e quando la trovò alle prese con le pulizie si rilassò. Aveva già temuto il peggio.
«Ma che fai?»le chiese.
«Sto pulendo, non vedi?»
«Si, ma verranno a sistemare tutto più tardi. Lascia stare»
«No, voglio rendermi utile. E poi mi piace dare una mano»
«Non devi. Non ti amerò di meno se non lo farai»le disse Nicholas sorridendo.
«Lo so»rispose Brianna.
«Dai, andiamo a fare colazione»
«Va bene»
In cucina avevano trovato alcune brioche nel forno, e il frigo ben fornito. Anche sua madre aveva previsto tutto alla perfezione, pensò Nicholas.
Passarono un po’ di tempo in cucina consumando la loro colazione, quando Brianna si alzò e andò a prepararsi per ritornare a casa.
«Devi accompagnarmi a casa»
«Perché? Posso portarti direttamente a lavoro»
«Si lo so, ma devo prendere i miei disegni»
Quel giorno era passato talmente in fretta che nemmeno Brianna se n’era accorta. I giorni a seguire, invece, erano strani oltre a passare velocemente. Brianna si sentiva così felice che non sapeva quale catastrofe sarebbe potuta succedere. Guardando il calendario si rese conto che era il giorno prima del suo compleanno. Ecco la catastrofe. Lei non voleva che quel giorno arrivasse, tanto meno voleva che Nicholas o gli altri si ricordassero che lei quel giorno avrebbe compiuto venti, VENTI anni! Faceva ancora fatica a credere di averne diciannove e già si era ritrovata ad avere vent’anni. Non voleva pensarci. Aveva costretto Nicholas a non farglielo ricordare giorno per giorno, ma non fu proprio possibile, visto che una settimana prima di quel giorno aveva riempito il frigo di post-it con scritto “-7”, “-6”,
“-5”… eccetera eccetera… In quei giorni Brianna lo aveva proprio detestato, tanto che non vedeva l’ora che arrivasse per farlo passare in fretta.
La mattina del suo compleanno, sfortunatamente era domenica, Nicholas le fece trovare il letto pieno di petali di rose (ecco cos’era quell’odore insopportabile), colazione a letto e una quantità sconfinante di baci, carezze e coccole di ogni tipo! Brianna cominciava ad essere stufa di tutte quelle smancerie.
Non c’era mai abituata e, sinceramente, non intendeva iniziare in quel momento. Voleva piuttosto che tutti si fossero dimenticati di quella data, ma la tregua, con Nicholas che sistemava la camera da letto, era durata poco. Una raffica di telefonate, una dietro l’altra, non appena l’orologio scoccò le nove. In ben due ore la chiamarono quasi tutti i parenti, vicini di casa, e poi amici… Non aveva molti amici “intimi” ma chissà perché quel giorno la chiamò quasi mezzo paese.
Era felice di sentirli tutti, ma odiava profondamente chi cominciava la conversazione con «Auguri. Finalmente hai raggiunto anche tu i vent’anni». Li odiava dal più profondo del cuore.
Dopo le telefonate delle persone che conosceva da una vita, non poterono mancare gli amici che aveva a Milano. Cominciò quasi il pellegrinaggio a casa Tilden. Quasi tutti i colleghi di lavoro, alcuni amici più intimi di Nicholas e i parenti di Nicholas.
Tutti lasciarono una montagna di regali; ce n’erano così tanti che Brianna pensò che ne aveva ricevuti più che quella volta che in dieci anni di compleanni, Natale e occasioni varie.
La madre di Nicholas le aveva chiesto perché non aveva voluto la stessa festa di Nicholas, magari non a sorpresa, ma qualcosa del genere. Brianna aveva risposto con un semplice «Grazie, ma preferisco rimanere dietro le quinte. Non mi piace stare al centro dell’attenzione»
Aveva ricevuto due o tre profumi, praticamente la scorta per due anni, borse, scarpe e altri svariati accessori che nemmeno la ragazza più vanitosa potrebbe mai indossare! Semplicemente certe cose non rientravano nei suoi gusti, ma Brianna era contenta che tutta quella gente si ricordasse del suo compleanno, anche se, forse, dietro tutto quello c’era lo zampino di Nicholas.
Proprio quest’ultimo, quella sera, aveva portato Brianna nuovamente sulla stessa spiaggia in cui avevano passato bellissime serate. Questa volta, però, avevano champagne, una torta e altre cose che potevano far pensare ad una cena.
Quando Nicholas riaccompagnò Brianna a casa lei gli disse «Grazie»e lo baciò. «È stato il miglior compleanno di sempre ed è tutto merito tuo»
«È stato un vero piacere»
«Ti amo»gli sussurrò lei all’orecchio quando lui l’aveva abbracciata.
«Ti amo anche io! Ah, hai dimenticato questo»disse e le porse una scatola ricoperta da un tessuto vellutato. Brianna era spaventata all’idea di quanti soldi c’erano lì dentro, infatti, quando aprì il cofanetto si trovò davanti una collana di Swarovski. Era brillante e proiettava milioni di sfaccettature colorate, a contatto con la luce di un faro nelle vicinanze. «Nicholas… io… io… non so cosa dire»
Nicholas aveva iniziato a ridere «Un “Mi piace” sarebbe gradito»
«Mi piace? Io lo adoro! Grazie, ma non dovevi spendere così tanto, non era davvero necessario»
«Non l’ho presa solo per te; mi fa bene vederti quella collana attorno il collo»disse Nicholas.
In effetti, quella collana rendeva ancora più chiari gli occhi di Brianna. «È bellissima»pensò lui, tanto che dovette augurarle presto la buonanotte prima di prenderla in braccio, portarla nella camera da letto e fare l’amore tutta la notte. 
Non passavano tutte le notti insieme, non vivevano nemmeno sotto lo stesso tetto. Nicholas glielo aveva proposto, ma Brianna aveva troppa paura che la loro felicità scatenasse quello che era successo in passato.
Era vero, non vivevano insieme, ma Nicholas passava la maggior parte dei pomeriggi a casa di Brianna; lui aveva la chiave e poteva entrare quando voleva. Anche di notte.
 
Natale quell’anno si stava avvicinando ad  una velocità spaventosa e Brianna si sentiva sempre meno pronta a presentare Nicholas ai suoi. Ma l’aveva rassicurata anche sua madre, dicendole che tutti li stavano aspettando.
Ok, l’aveva rassicurata fino ad un certo punto, poi aveva cominciato a sudare freddo e sentire caldo, nonostante le temperature fossero sempre al di sotto dello zero.
Per fortuna aveva circa due settimane per stare un po’ con i suoi e poi, dopo Capodanno Nicholas l’avrebbe raggiunta.
Brianna era eccitata e allo stesso tempo spaventata per quello che sarebbe successo quell’anno a Natale. Ma in entrambi i casi non vedeva l’ora che arrivasse…

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Per tutti voi che seguite questa storia, perdonate il mio ritardo!! =/
Buona lettura! :*

 

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CAPITOLO 17

 
«Non voglio lasciarti» era Brianna, abbracciata a Nicholas prima dell’imbarco.
«Non preoccuparti, ci rivedremo tra qualche settimana, e poi staremo tutto il tempo insieme»
«È proprio il concetto di “qualche settimana” che non mi piace»
Mentre Brianna finiva di parlare una voce metallica, quella dell’altoparlante, annunciava che i passeggeri del suo volo dovevano imbarcarsi.
«Vai, altrimenti perderai l’aereo»
«Non voglio!!»
«Mettila così: quando ci rivedremo ci apprezzeremo ancora di più. Sarà più bello incontrarci il primo dell’anno. Peccato che non ci sarà neve»
«No, ma l’atmosfera è bella lo stesso»
«Perfetto… allora ci vediamo giorno uno. Ovviamente ti chiamerò ogni mattina, prima di pranzo, pomeriggio, prima e dopo cena!»
«Ora si che va meglio!»
Nicholas si abbassò la baciò dolcemente e la invitò ad andare, altrimenti, davvero avrebbe perso il suo aereo.
Quando Brianna l’aveva lasciato, per salire sull’aereo, lui aveva sentito un vuoto dentro di sé.
Anche Brianna, dopo aver preso posto sulla sua poltrona, cominciò a sentire la mancanza di Nicholas, dei suoi baci, delle sue carezze. Era triste senza di lui, di nuovo. Non sapeva come avrebbe fatto quando sarebbe partita per andare a Parigi.
Ma lui le aveva detto che l’avrebbe seguita ovunque, no? Quindi anche a Parigi e a New York? Lei se lo augurava.
L’anno a Milano si stava per concludere e Brianna non aveva ancora preso una decisione: doveva lasciare Nicholas per seguire i suoi sogni e non essere ostacolata da niente e nessuno?
No, poteva sembrare egoista.
Doveva permettere a Nicholas di seguirla, sempre se lui avesse accettato, anche in capo al mondo? E del suo lavoro che cosa ne avrebbe fatto? Lui aveva detto che proprio il suo, era un lavoro che gli permetteva di viaggiare, ma era davvero disposto a lasciare tutto solo per lei? E se lei glielo avesse chiesto, di nuovo?
No, poteva sembrare egoista. Di nuovo
La loro relazione doveva aspettare due anni, prima che lei terminasse quel “tour”?
No, chissà cosa sarebbe successo in due anni. Non poteva mettere nuovamente a repentaglio la loro relazione. E poi non voleva stare lontana da Nicholas per due anni; già faticava a restargli lontana per quante? Due settimane? Figuriamoci per due anni!!
Dopo le vacanze natalizie lei gliene avrebbe parlato!
 
Quando scese dall’aereo già immaginava tutti i parenti ad aspettarla fuori, ma per fortuna, trovò solo suo padre, sua madre e sua sorella.
Seguirono dei momenti veramente belli e intensi, come quelli che ti colpiscono il cuore e lo stringono talmente tanto da farti supplicare di smettere. Ma non era tristezza, non era dolore. Era felicità. Felicità pura, vera e propria. Brianna era felice di rivedere la sua famiglia, anche perché le era mancata tanto. Durante il viaggio di ritorno raccontò ai suoi tutto quello che era successo in quei mesi a Milano: che aveva fatto? Come andava il lavoro? Se aveva conosciuto qualcuno… QUALCUNO. Sua madre si era fermata più volte sulla parola “qualcuno”, così Brianna iniziò a parlare alla sua famiglia di Nicholas. E poi da lì a qualche settimana dovevano incontrarlo, tanto valeva parlargliene subito.
Brianna dovette ammettere che sia la madre, che il padre apprezzarono la descrizione che Brianna aveva fatto di Nicholas; anche se quello che aveva detto la ragazza, almeno sull’aspetto fisico, non rendeva proprio giustizia a com’era davvero Nicholas. Ma neanche per il carattere Brianna era riuscita a trovare le parole adatte per dire quanto era dolce e premuroso con lei.
Una volta arrivata a casa trovò la schiera dei parenti a casa sua. Erano tutti felici di vederla ovviamente, ma Brianna era tentata di prendere nuovamente l’aereo e ritornare da Nicholas, ma quella era la sua famiglia, non poteva farlo; quindi, strinse i denti, abbracciò tutti e consegnò i regali. Dopo di che andò a darsi una rinfrescata.
Erano appena le cinque del pomeriggio e Brianna non riusciva a credere che fino a tre ore prima era ancora tra le braccia di Nicholas e ora, era abbracciata ad un peluche, rannicchiata nel suo letto.
Sua madre, che aveva capito sin da subito che c’era qualcosa che non andava nello sguardo della figlia, andò in camera sua e cercò di scoprire cosa rendeva triste Brianna. 
La madre bussò la porta ed entrò.
«Cara c’è qualcosa che non va?»
Brianna, nel momento esatto in cui aveva sentito bussare, si era alzata e aveva iniziato a sistemare i suoi vestiti. «No mamma, va tutto bene. Aspetto solo una telefonata»
«Quella di Nicholas?»
Era strano sentir pronunciare il nome “Nicholas” da sua madre, ma era contenta che lei non l’avesse preso in antipatia «Si proprio la sua»
«Capisco… beh ti toglierò solo un paio di minuti»
«Non preoccuparti. Puoi togliermi tutti i minuti che vuoi. Sono qui per stare con voi, non per parlare costantemente a telefono. Dimmi pure»
«No niente. Soltanto ti avevo visto giù di morale e volevo sapere cosa era successo. Ma ora capisco…»
«Capirai, quindi, che sono davvero innamorata, mamma e che non so davvero cosa fare una volta che l’anno a Milano sarà finito. Insomma, io non voglio rinunciare a Parigi né a New York, perché so quanti sacrifici avete fatto tu e papà per procurarvi quei biglietti» nel pronunciare quelle parole la madre, stava cominciando a piangere «Oh no mamma, non voglio farti piangere» disse ancora Brianna avvicinandosi alla madre; poi quest’ultima disse «No tesoro, non sei tu a farmi piangere. Vedo quanto sei cresciuta in soli sette mesi. Mi sembri più adulta. Dimostri i tuoi vent’anni non solo con il fisico, ma anche con la testa. Sono davvero orgogliosa di te»
«Oh grazie mamma, lo sai che è veramente importante che tu me l’abbia detto»
«Si tesoro, lo so… Allora, lasciamo perdere queste lacrime. Dimmi cos’è che ti far stare male»
«Non voglio rinunciare ai viaggi, ma non voglio rinunciare nemmeno a Nicholas, perché lo amo da impazzire mamma, è solo che non posso chiedergli di lasciare tutto per seguirmi. Sarebbe molto egoista da parte mia. Lui vuole il meglio per me e, anche io per lui, quindi non voglio che lui lasci tutto. Che devo fare?»
«Io da madre posso dirti semplicemente di seguire il tuo cuore e di fare quello che ritieni più opportuno. Parla con lui, proponigli di andare insieme a Parigi e poi, se davvero ti ama allora ti seguirà; altrimenti, sarà un’occasione per la vostra relazione di sapere davvero cosa si prova a stare lontani per così tanto tempo. Oppure potete vedervi quando entrambi sarete liberi. E poi con le nuove tecnologie di oggi potrete vedervi in ogni momento di ogni giornata» disse sua madre concludendo quella conversazione con un grande e affettuoso abbraccio e con un bacio sulla fronte.
«Grazie mamma»
«Figurati. Vado a preparare la cena»
«Ok»
Dopo che sua madre uscì dalla stanza il telefono di Brianna cominciò a squillare. Brianna si voltò di scatto, ma non lo trovava. Iniziò a tastare il letto, alla ricerca del telefono e quando lo trovò e rispose aveva il fiatone.
«Pronto!!» disse Brianna quasi urlando.
«Ehi!» Nicholas si era quasi spaventato.
«Nicholas»
«Brianna… va tutto bene?»
«Si certo» In quel momento Brianna era davvero felice, non completamente perché non era lì ad abbracciarla, ma almeno sentiva la sua voce.
«E perché hai il fiatone?»
«Ah… non trovavo il telefono e avevo paura che chiudessi»
«Mi fai ridere»
«E perché?»
«Perché ti avrei chiamato altre mille volte pur di sentire la tua voce… a proposito, mi manchi»
«No ti prego non dire così, altrimenti prendo il prossimo volo e ritorno su. A proposito, mi manchi anche tu»
«Su dai… ci vediamo presto»
«Insomma… oggi è il ventidue; mancano ancora… mancano ancora dieci giorni… Che tristezza»
«Ricordi che ti ho detto?»
«Si, che ci apprezzeremo ancora di più»
«Esatto, quindi smettila di piagnucolare e raccontami com’è andata»
«Va bene… Com’è andata? Bene. C’era l’intera famiglia ad aspettarmi a casa, ma era ovvio. Sono stata via sette mesi… Mancavo a tutti. Che sono carini però, vero?»
«Si lo sono. Anche qui sentono la tua mancanza. Mio padre non ha voluto andare a sparare qualcosa perché non c’eri tu…»
A Brianna cominciarono a spuntare delle lacrime sugli occhi quando disse «Oh che carino. Ma digli che è meglio così; io avrei potuto far scappare qualsiasi cosa lui aveva intenzione di prendere»
Entrambi risero e rimasero a parlare per qualche minuto; poi dovettero riagganciare.
«Ora vado. Ti chiamo io più tardi»
«Ok, ti aspetto. Ti amo»
«Ti amo anche io»
Sua madre aveva esagerato, come al solito. Aveva invitato la migliore amica di Brianna, Abigail, il suo ragazzo Todd e i nonni. Cenarono in tranquillità, risero a più non posso, grazie alle battute “molto” divertenti di Todd e poi fu il turno di Brianna che, raccontò tutto quello che aveva fatto, tralasciando ovviamente la parte di Sam e di Nicholas,e quello che aveva imparato. Dopo cena, Brianna non vedeva l’ora di mettersi sotto le coperte per rimanere a parlare tutta la notte con Nicholas, ma così non fu, infatti, Brianna poté richiamare Nicholas solo dopo due ore che ebbero finito di cenare.
«Oh Dio, finalmente mi sono liberata. Scusa l’attesa» disse lei buttandosi sul letto.
«Non preoccuparti è giusto così. Che avete fatto?»
«Mi hanno fatto raccontare tutto quello che mi è successo a Milano»
«Proprio tutto?»
«Proprio tutto!»
«Oh Dio…»
«Stai tranquillo. Non ho rivelato particolari intimi. Mi sono mantenuta sul vago. Più che altro sul lavoro. Solo Abigail conosceva quello che non dicevo»
«Ah c’era anche Abigail?»
«Si, mia madre ha voluto fare le cose in grande. Non voglio pensare alle cena di Natale. Già mi sento male»
«Vorrei poter essere lì con te in questo momento. Vorrei abbracciarti… stringerti forte…»
«Ok, basta così! Che hai fatto oggi?» chiese Brianna per cambiare argomento.
Nicholas rise, ma poi passò a rispondere alla domanda.
«Ho aiutato mio padre con alcuni contratti… A quanto pare dovrà assumere altri chimici perché i nostri prodotti stanno andando davvero bene e, abbiamo bisogno di altro personale»
«Che bello! Sono contenta»
«Grazie amore… Questo mi impegnerà più tempo di prima. Anzi diciamo che prima non facevo quasi niente. Solo recarmi qualche volta all’agenzia per supervisionare i lavori»
Bene. Adesso si che Brianna poteva dire addio alla possibilità che Nicholas la seguisse. Adesso non era tanto contenta.
«Ah»
«Tutto bene?»
«Si certo, come no?»
«Ok. Domani che farai?»
«Domani è domenica, quindi tutti a pranzo dalla nonna e, visto che la nipotina è appena tornata dal Nord, anche la cena»
«Domani giornata piena quindi»
«Già. Ma noi ci sentiremo lo stesso, vero?» chiese Brianna spaventata che la loro distanza potesse cambiare le cose.
«Certo che si. Perché me lo chiedi?»
«No niente così. È solo che ho paura che le cose cambino tra di noi» adesso il tono di Brianna si era fatto un po’ triste e cupo.
«Brianna? Io TI AMO, questo non cambierà MAI!»
«Si ma…»
«Ricordi? Niente ma!»
«Va bene» Brianna non era del tutto sicura, ma in quel momento lo fu ed ebbe come la certezza che anche quella piccola questione irrisolta di Parigi si sarebbe sistemata. Però quella “certezza” durò veramente poco, perché subito dopo Nicholas aggiunse «Amore, adesso devo scappare. I ragazzi vogliono andare a correre. Sai quanto piaccia a me, ma mi hanno costretto. Mi dispiace tantissimo»
«Si certo vai! E non tenere il muso»
«Ok, grazie. Ci sentiamo domani mattina»
«A domani»
Brianna chiuse la comunicazione un po’ triste perché pensava di parlare con Nicholas tutta la notte, invece era stata scaricata per andare a correre. A CORRERE!!
Non avendo altro da fare, si mise le scarpe e uscì. Erano solo le dieci. Qualcuno doveva pur esserci in giro. Prese la macchina e scese in centro. Fece una passeggiata in mezzo a tutta quella gente che ormai le sembrava estranea. Non per sentirsi snob, ma davvero credeva di non appartenere più alla gioventù del suo paese, anche se non ne aveva mai fatto parte.
Aveva incontrato alcune persone che conosceva che le avevano chiesto che fine avesse fatto, perché non la si vedeva più in giro e lei, dopo la prima, si era preparata il discorsetto “Sono stata a Milano. Lavoro e studio in una casa di moda. Ma ho intenzione di viaggiare e non stare sempre nello stesso posto” e poi, dopo il piccolo monologo, diceva che doveva scappare. Non voleva dire molto di sé. Non aveva proprio voglia di parlare. Era uscita con l’intenzione di prendere un po’ d’aria e non stare a casa con i pensieri inscatolati tra quattro mura. All’aperto poteva non sentirsi soffocare. Si era seduta in un bar, ma poco dopo si era alzata quasi fuggendo dal locale. Troppa gente, troppa confusione. I suoi pensieri cominciavano a stare stretti anche lì! Non vedeva l’ora di passare del tempo con Nicholas.
Solo che ancora doveva aspettare un bel po’. Esattamente dieci giorni… o meglio nove giorni e mezzo.
Era quasi mezzanotte quando Brianna guardò il cellulare: due messaggi. Uno di Abigail e l’altro di Nicholas. Il primo diceva che dovevano parlare; l’altro che non poteva scendere giù per conoscere i suoi. Non poteva?!?! Brianna fu accecata dalla rabbia. Perché non poteva? In un secondo momento ricordò quello che Nicholas le aveva detto riguardo l’azienda. Ok, va bene, non aveva il diritto di arrabbiarsi, così rispose al messaggio: “Tranquillo, non preoccuparti. Ci vediamo quando torno “
Un messaggio breve. Non era esattamente infuriata o arrabbiata. Semplicemente c’era rimasta un po’ male.
 
I giorni a seguire furono un disastro per l’umore di Brianna. Nicholas quella mattina l’aveva chiamata più volte, mandato una decina di messaggi, ma a nessuno di questo Brianna aveva risposto. Non voleva sentirlo. Preferiva “apprezzarlo”, proprio come aveva detto Nicholas, quando sarebbe tornata a Milano. Quella mattina, piena di chiamate senza risposta, idem per i messaggi, fu l’inizio di una lunga serie. Soltanto il giorno di Natale Brianna gli aveva mandato un messaggio con scritto “Tanti auguri di buon Natale. Fai gli auguri anche ai tuoi genitori. Un bacio”
Niente messaggio invece per Capodanno. Quello doveva essere l’ultimo giorno di lontananza. E invece doveva aspettare altri nove giorni prima di poterlo rivedere.
Stava passando davvero delle brutte vacanze, a parte ovviamente per la sua famiglia che la faceva divertire come sempre; per sua sorella che cercava sempre di metterle il buon umore e non si arrese nemmeno quando le aveva sbattuto la porta in faccia e per la sua migliore amica che non l’aveva lasciata nemmeno un momento.
In effetti, se non ci fosse stato Nicholas, quel Natale sarebbe stato perfetto!

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


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CAPITOLO 18

 
Quando Brianna tornò a Milano non trovò nessuno ad aspettarla all’aeroporto, anche perché non aveva avvisato Nicholas e nemmeno lui si era preoccupato di telefonarle per sapere quando sarebbe arrivata. Aveva un’infinità di cose e arrivata a casa non ebbe nemmeno voglia di togliere le sue cose dalla valigia; lasciò le valigie davanti la porta e andò a buttarsi sul letto. Rimase lì circa un paio d’ore, poi sentì qualcuno entrare. Solo Nicholas aveva le chiavi, non poteva essere che lui. Infatti…
«Brianna?» chiamò lui.
Lei non voleva vederlo né parlargli. Quindi alzò le coperte e si mise giù.
«Brianna. Ma che fai?»
«Dormo, non vedi? O almeno dormivo!»
«Sei tornata…» disse lui avvicinandosi al letto.
«Già» fu la risposta secca di lei.
«Perché non hai risposto a nessuna chiamata?»
«Sono stata molto impegnata» Bugiarda!! In realtà lo stava solo evitando, ma non poteva dirglielo!
«So che sei arrabbiata perché non so venuto giù a conoscere i tuoi, ma…»
«Niente “ma”. Questo vale anche per le situazioni non molto piacevoli, tipo questa. Non voglio le tue scuse Nicholas. Avrai avuto i tuoi buoni motivi per non poter essere lì con me. Non preoccuparti. Ti capisco»
«Può darsi, visto che tu sei la prima ragazza di cui conosco i genitori. Non sei solo tu a fare le prime esperienze con questa relazione»
Brianna si tolse le coperte e si aspettava uno sguardo arrabbiato; invece, lo sguardo di Nicholas era triste, veramente dispiaciuto.
Brianna durante quel periodo passato a casa sua, aveva cambiato qualcosa del suo look. Quando Nicholas vide che le sue spalle non erano più sovrastate da ciocche biondo scuro, ma le toccavano appena, fece un enorme sorriso. Gli brillavano gli occhi.
«Che hai fatto ai capelli?»
«Li ho tagliati»
«Vedo… Stai molto bene»
«Ehm… grazie»
Nicholas toccò la guancia di Brianna e le accarezzò i capelli perfettamente lisci anche dopo tutto il viaggio.
«Sei bellissima»
«Si ehm… che stavamo dicendo?»
«Perché eviti tutti i miei complimenti»
«Perché non ci sono abituata e…»
«…dovrai abituarti!»
Brianna fece uno strano verso di disapprovazione e si lasciò cadere nuovamente sul letto. Si ricoprì la faccia con le coperte e poi disse «Dobbiamo parlare di una cosa»
«Dimmi» disse Nicholas mentre le toglieva le coperte di dosso.
Non era sicura di quello che stava facendo, ma doveva dirglielo. Doveva provarci!!
«Sembra che dal mio arrivo a Milano per la prima volta, sia passato pochissimo! Invece sta già passando un anno»
Nicholas aveva capito a cosa si riferiva Brianna, ma la lasciò continuare. «Tra quattro mesi dovrò andare a Parigi e questo mi spaventa da morire. Ho paura di non riuscire, ma soprattutto di fallire. Io ci ho pensato a lungo durante questi giorni e, mi sono chiesta se è egoista da parte mia chiederti di venire con me. Ogni volta che me lo chiedevo mi rispondevo sempre di si… ma mi sono detta anche che non riesco a stare un anno, o due, lontana da te, perché ti amo troppo e non sopporterei la distanza per un anno… Non l’ho sopportata per due settimane, figuriamoci per un anno»
Brianna era riuscita a dirgli tutto, ora spettava a lui parlare. Sperava davvero che fossero buone notizie quelle che stavano uscire dalla sua bocca, ma aveva qualche dubbio in proposito.
«Brianna…» Nicholas aveva semplicemente detto il suo nome, ma lei era scoppiata a piangere e si era buttata fra le sue braccia. Non riusciva a guardarlo mentre le diceva che si sarebbero dovuti lasciare.
«Ehi… non fare così. So che stai pensando che se io non verrò con te saremo costretti a lasciarci, ma non voglio, perché ti amo così tanto che nemmeno io sarò in grado di resistere un anno senza vederti. E per la cronaca, non saresti egoista a chiedermi di venire con te, anzi ne sarei onorato»
«Ma?»
«Ma purtroppo questa cosa dell’azienda mi lascerà davvero poco tempo dalla prossima settimana. Mi dispiace tantissimo»
«Non preoccuparti» Brianna cercò di fare un sorriso. Il sorriso più forzato che si era mai ritrovata a fare.
«So che ci stai rimanendo male, ma verrò a trovarti nei week-end e passeremo quel poco tempo che abbiamo una volta a settimana insieme. Per il momento voglio solo passare questi ultimi quattro mesi insieme. Voglio averti tutta per me. Nessuno che rompa le scatole quando siamo insieme. Né genitori, né amici, né colleghi di lavoro! Non voglio nessuno tra i piedi» così dicendo si tolse le scarpe e si mise sotto le coperte con Brianna.
«Mi mancherai»
«Sshhh… Non pensarci ora!»
Poco dopo Brianna si sciolse in lacrime. Avevano passato momenti bellissimi e adesso stava finendo tutto! Voleva davvero rinunciare a Parigi, continuare a lavorare a Milano. Nicholas la stringeva forte e la baciava per farle sentire che lui sarebbe rimasto sempre lì con lei, non sarebbe mai andato da nessuna parte. Appunto… “sarebbe rimasto sempre”, quindi non si sarebbe mai trasferito con lei né a Parigi né a New York.
Passarono tutto il pomeriggio a letto.
Nessuno dei due aveva detto niente, segno evidente che entrambi stavano pensando a quello che sarebbe successo e non sarebbe successo.
Quando Nicholas lasciò la sua casa, Brianna iniziò a sistemare le sue cose. Sistemò la cucina, la camera da letto e si mise a disegnare sul divano. Ormai l’unico suo diversivo, l’unica cosa che poteva farla stare bene era disegnare. Si concentrava così tanto da dimenticare tutto quello che la circondava. Era una bella sensazione.
Come la notte precedente, passata ancora nel letto di casa sua, non chiuse occhio. Si alzò ed uscì. Non sapeva dove andava. Era in macchina e le bastava premere l’acceleratore per sentirsi un po’ meglio.
Parcheggiò dove di solito lo faceva Nicholas, scese e andò sulla spiaggia. Rimase a fissare le onde per un po’ di tempo. Purtroppo l’acqua era fredda, altrimenti si sarebbe buttata. Si sedette su un tronco a continuò a fissare il mare. Era stranamente rilassante… quasi ipnotico. Scivolò giù e si addormentò sulla sabbia.
Alle prime luci del mattino, Brianna si rese conto di aver passato tutta la notte fuori, da sola e in spiaggia. Guardò il cellulare. Erano appena le sei del mattino e c’erano un milione di messaggi e chiamate; tutte erano di Nicholas e, almeno i messaggi dicevano “Dove sei?”, “Che fine hai fatto?”, “Sono andato a casa tua e non ti ho trovato, ti chiamo e non rispondi! Mi stai facendo preoccupare!” e altri tutti di questo genere.
Decise di chiamarlo subito e al primo squillo Nicholas rispose. «Brianna!!»
Quasi lei dovette allontanare il cellulare dall’orecchio, perché Nicholas aveva gridato.
«Scusami Nic, ma mi sono addormentata»
«Ma dove? Dove sei?»
«Sono in spiaggia»
«Ma che ci fai lì?»
«Ti spiego tutto più tardi. Sto tornando»
«No ti vengo a prendere»
«Ho la macchina qui, non posso lasciarla»
«Si invece, andrò a prenderla con Daniel»
«Va bene, come vuoi»
«Non muoverti arrivo!»
«E dove vuoi che vada?! Ti aspetto»
Nicholas chiuse subito la comunicazione e saltò in macchina.
Brianna si era messa in macchina perché cominciava a fare molto freddo. Dopo circa un’ora Nicholas arrivò nel parcheggiò e si fermò accanto la macchina di Brianna. Lei dormiva, quindi Nicholas dovette utilizzare le chiavi di riserva per poter aprire. “Almeno ha avuto il buon senso di chiudersi dentro” pensò Nicholas. Nell’istante in cui Nicholas entrò nell’auto, Brianna si era svegliata.
«Buongiorno»
«Ciao»
«Ma si può sapere che ci fai qui?»
«Non riuscivo a dormire stanotte»
«E dovevi venire fin qui per addormentarti?»
«Scusa»
«Non devi scusarti, ma mi hai fatto morire di paura. Quando sono venuto a casa tua e non ti ho trovata nel letto ho pensato che ti avessero rapita. Poi non rispondevi nemmeno al telefono»
«Mi dispiace. Perché sei venuto a casa mia?»
«Volevo stare con te. Nemmeno io riuscivo a dormire, ma mi sono limitato a casa tua!»
«Si va bene ho capito. Ho esagerato»
«Sei bellissima quando ti arrabbi»
«Si come no!»
Nicholas le circondò le spalle con il braccio e le baciò la testa.
«Ho pensato il peggio»
«Non avresti dovuto»
«Si invece. Poteva capitarti di tutto mentre dormivi là fuori»
«Non ero sola»
«Ah no?»
«No. C’era un gattino che mi ha fatto compagnia» e da dietro spuntò un gatto un po’ spennacchiato, con il pelo bianco a chiazze nere. Sembrava un dalmata, un gatto dalmata. Era così piccolo che lo si poteva tenere in un mano.
«Ah wow… che gatto!! Avrebbe potuto cacciare anche il peggior criminale»
«A-ah divertente!»
«Dai torniamo a casa»
«Va bene, ma Mister Miao viene con noi»
«Mister Miao? Ma che razza di nome è?»
«Ehi, non sfottere! Tu avresti qualche idea?»
«No» disse Nicholas in tutta sincerità e poi lui non aveva mai avuto animali, solo una tartaruga; gli era morta dopo due ore.
«Appunto»
Tornati a Milano, Nicholas riaccompagnò Brianna e Mister Miao a casa. Anche lui rimase per un po’ da lei, giocando con il gattino.
«Almeno non ti sentirai sola a Parigi»
«Si infatti… il gatto ormai ti ha già sostituito»
Nicholas la fulminò con lo sguardo e lei si mise a ridere. «Ok, non ti ha completamente rimpiazzato, ma almeno mi sentirò meno sola e avrò qualcuno per cui tornare a casa!»
«Già» disse Nicholas.
Adesso anche lui sembrava davvero molto dispiaciuto di doversi separare da lei.
«Tutto bene?» gli chiese Brianna sedendosi sulle sue gambe.
«Si»
«Sicuro?»
«No»
«Che c’è?» chiese lei accarezzandogli il volto e baciandolo sulla fronte.
«C’è che vorrei venire con te. Ma posso abbandonare mio padre?»
«Certo che non puoi»
«Posso provare a parlargli però. Posso chiedergli se posso fare il mio lavoro anche da Parigi»
«Nicholas non è necessario. Non voglio che sconvolgi la tua vita e quella di tuo padre solo per me»
«Si invece» disse lui baciandola. «Voglio venire con te! Vado a parlare con mio padre»
«Nicholas, non sono nemmeno le sette»
«Non preoccuparti, lui si sveglia sempre prima dell’alba. Ci vediamo tra poco»
«Va bene»
Nicholas la baciò e uscì di casa come il vento. Brianna pensò che sarebbe tornato prima di mezz’ora, anche prima. Nel frattempo avrebbe fatto una doccia, lavato il piccolo coinquilino e preparato la sua colazione.
Prima di mettersi sotto il getto d’acqua bollente, lavò con dell’acqua tiepida Mister Miao, lo asciugò per bene e gli diede del latte caldo, che sembrava apprezzare. Nel frattempo Brianna andò a lavarsi. Quando si vestì notò che la ciotolina del gatto era completamente vuota e che quest’ultimo non faceva altro che girare per la cucina. Voleva dell’altro latte. Brianna glielo diede e quando bevve anche la seconda ciotola, andò a distendersi sul suo letto. Sembrava già essersi adattato.
Mentre Brianna giocava con Mister Miao, sentì avvicinarsi l’auto di Nicholas. Prese il gatto e andò ad aspettare sulla porta. Nicholas quasi volò, perché era già davanti a lei e la stava baciando.
«Deduco che hai buone notizie» disse lei.
«Si»
«Allora?»
«Entriamo dentro, fa freddo qui!»
Brianna entrò seguita da Nicholas, posò il gatto per terra, che iniziò a giocare con un calzino. Nicholas iniziò a parlare. «Allora… ne ho parlato con lui e all’inizio non sembrava essere tanto convinto, almeno fin quando non gli ho detto che era per seguirti! Mi ha detto che sarei uno stupido a non andare con te, perché una ragazza come te non la troverò mai più, quindi mi ha detto che posso andare a Parigi. Ad una condizione»
«Quale?»
«Devo ritornare almeno due volte al mese per un paio di giorni per controllare la situazione»
«Hai accettato?»
«Certo!»
«Ah che bello!!» Brianna era così contenta che saltò in braccio a Nicholas e iniziò a baciarlo. Lo baciava sul collo, sugli occhi, sulla bocca, gli mordeva i lobi delle orecchie. Era felicissima. Nicholas che era ancora più contento si lasciò cadere sul divano sopra di lei.
Beh il resto credo parli da sé.
 
Il giorno dopo, mentre Brianna era a lavoro, Nicholas insieme al suo amico erano ritornati a Genova a recuperare l’auto che avevano lasciato al mare.
Entrando nella sua macchina per rimettersi in viaggio aveva notato sotto il sedile del passeggero una scatola rosa. Quando Nicholas la tirò fuori rimase sconvolto. Era la scatola di un test di gravidanza. Quando il suo amico suonò con il clacson per invitarlo ad andare, Nicholas rispose che doveva sbrigare delle cose, quindi, si sarebbero rivisti quella sera.
Nicholas rimase seduto in quella macchina per molto tempo, tanto che Brianna dovette chiamarlo per sapere dove fosse finito.
«Si sto arrivando» aveva risposto lui, riattaccando dieci secondi dopo.
Brianna era rimasta con il telefono in mano, non sapendo che cosa gli fosse successo. Glielo avrebbe chiesto non appena fosse tornato.
Nicholas aveva guidato per ore prima di ritornare da Brianna. Era ancora più sconvolto di prima. Non poteva credere che Brianna fosse incinta. Non voleva diventare padre, almeno non per il momento. Non faceva altro che fissare quella scatola e pensare a sé stesso con un bebè in mano. Certo, il quadretto non era niente male, ma ne era davvero in grado? Non voleva rovinare il sogno di Brianna con un pargolo in arrivo. Ma perché non glielo aveva detto poi? Perché non gli diceva che aspettava un figlio da lui? Perché tutto questo tempo? Perché stava aspettando?
Era inutile farsi tutte quelle domande, doveva solo andare da lei e parlarle di persona. In quel modo si sarebbe sentito meglio. Doveva sapere la verità. Si diresse quindi verso Milano, desiderando il teletrasporto per arrivare prima e subito!
Dopo un tempo, che Nicholas non seppe definire, si ritrovò di fronte casa di Brianna. Scese dalla macchina ed entrò quasi con foga dentro casa.
«Ma che ti è successo?» gli disse lei vedendolo entrare in quel modo.
«Cos’è questo?» disse lui mostrando la scatola a Brianna. In quel momento lei sbiancò dalla paura. Cavolo! L’aveva scoperta! Chissà cosa aveva pensato! Per questo era ritornato dopo due ore dal suo amico.
«Nicholas… posso spiegarti…»
«Perché non me l’hai detto subito?»
«Senti… è stata Abigail a farmelo fare, io nemmeno volevo…»
«Quando l’hai fatto?»
«Più o meno sei mesi fa»
«Allora… allora… non sei incinta» Nicholas dovette sedersi; le sue gambe non reggevano più.
«Pensavi fossi incinta? Oh Dio»
«Non l’avresti pensato anche tu al mio posto?»
«Ma l’ho fatto quando è venuta qui Abigail, a quest’ora sarei dovuta essere una palla!» disse Brianna ridendo e avvicinandosi a Nicholas con la fronte madida di sudore.
«Mi hai fatto prendere un colpo Brianna. La prossima volta che fai una cosa del genere, butta la scatola o dimmelo»
«Non pensavo nemmeno ci fosse ancora la scatola! Dove l’hai trovato?» disse lei prendendolo dalle mani di Nicholas e sedendosi su di lui.
«Era nella tua macchina»
«Ah, sarà rimasta lì il giorno che l’abbiamo comprato. Ma ti giuro che non c’era questo pericolo. Abigail pensava avessi gli ormoni in subbuglio per via di alcuni miei comportamenti; ha pensato così di farmi fare il test, ma era negativo! Te l’avrei detto; o meglio, avrei cercato di dirtelo. Non è facile dire al tuo uomo che aspetti un figlio, soprattutto quando questo non è desiderato» concluse lei guardando di traverso Nicholas.
«Scusa, non dovevo reagire così, è solo che mi sono spaventato»
«Vuoi dire che se dovesse capitare non lo vorresti?»
«No non voglio dire questo, è solo che scoprire che la tua ragazza è incinta da una scatola di test di gravidanza sotto il sedile non è proprio il massimo»
«Non è che lo si scopre dalla scatola»
«Lo so, ma…»
«Ho capito quello che vuoi dire, tranquillo» disse lei accarezzandolo. «In ogni caso, non mi sembra il momento di parlarne. Primo perché non siamo sposati, secondo perché io sono troppo giovane per diventare mamma. Mi ci vedi?»
«Con il pancione saresti bellissima… e poi saresti perfetta come mamma»
«Ok ok… basta! Cambiamo argomento»
Nicholas rise e Brianna si alzò per tirargli un cuscino, prese il gatto e andò a giocarci.
In effetti, era davvero curiosa di sapere come sarebbe stato Nicholas nelle vesti del papà. Avrebbe voluto una femminuccia? O un maschietto? Sarebbe stato premuroso?
Comunque non era il caso di porsi simili questioni.
Era troppo giovane per fare un figlio. Voleva godersi quegli anni da sola con Nicholas prima di mettere su famiglia, perché Brianna era sicura di voler creare una famiglia con lui.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


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CAPITOLO 19

 
Dal giorno in cui Nicholas aveva scoperto la scatola del test di gravidanza erano già passati tre mesi; era già aprile e non se ne era nemmeno resa conto; ne mancava ancora uno e poi avrebbe salutato Milano; forse non per sempre.
«Hai parlato con tua madre?»le aveva chiesto Nicholas un giorno a pranzo.
«Perché?»
«Devi avvertirla che saremo da lei tra due giorni!»
«Cosa?»Brianna era felicissima. Nicholas le stava dicendo che sarebbero andati a trovare i suoi?
«Andiamo dai tuoi. Li voglio conoscere. È inutile che continuo ad aspettare. Andiamo lì e basta!»
«Non devi aver paura»
«La fai facile tu! I miei ti adorano!»
«Quando ho parlato di te ai miei genitori, mia madre era già felicissima. La stessa cosa mio padre. Sta tranquillo, andrà bene. Comunque grazie!»
«Voglio conoscerli. E poi voglio vedere dove sei nata e cresciuta»
«Non è chissà che cosa… Di sicuro non è Milano»disse ridendo Brianna.
«Partiamo tra due giorni»
«E me lo dici ora?»
«Si, volevo che fosse una sorpresa»
«E mi hai sorpresa, e non poco»
«Sono contento. Ci tenevo a fare qualcosa di carino per te»
«Non solo per me. Mia madre adorerà il ragazzo che ha riportato a casa la sua bambina!!»
«Ah fantastico! Mi farà guadagnare dei punti allora»
«Si, credo proprio di si!»
 
Brianna doveva ancora dire al capo che da lì ad un mese sarebbe partita. Chissà come l’avrebbe presa. E in effetti era proprio per questo che ancora non glielo aveva detto. Ma lo avrebbe fatto quel giorno.
Quando entrò nel portone principale sentì già la voce del suo capo infuriata con qualche povero mal capitato. Fortuna che lei era entrata subito nelle sue grazie.
«Tilden! Che ci fa ancora qui! Vada a lavorare!»
Brianna era saltata in aria sentendo il suo capo urlare il suo nome. «In realtà capo, volevo parlarle»
«È qualcosa che può aspettare?»
«Si e no!»
«Bene, allora vieni nel mio ufficio verso le dieci»
«Ok, adesso vado a lavorare»
«Si ecco brava! Vai!»
Fino alle dieci, prima di entrare nell’ufficio del suo capo, aveva provato e riprovato mille volte il discorso da fargli; ma ogni volta era sempre diverso e alla fine Brianna aveva optato nel dire quello che le sarebbe venuto al momento.
Erano le dieci. Bussò ed entrò.
«Buongiorno capo»
«Accomodati e dimmi tutto»
Brianna si sedette sulla poltrona di fronte a quella scrivania enorme. Era parecchio nervosa e non sapeva davvero cosa dire. «Signore, lei sa quanto ho apprezzato che lei abbia accettato di assumermi e quanto abbia lavorato sodo in quest’ultimo anno»
Il capo la interruppe dicendo  «Non vorrai mica un aumento?»
«No affatto. Quello che volevo dirle io è che… il mio anno qui a Milano sta finendo. Tra un mese mi trasferirò a Parigi. Quindi la stavo informando che presto mi dovrò licenziare»
«Ah»disse lui.
“Ah”?? che razza di risposta era? In effetti meglio quella che una sfuriata.
«Beh, devo ammettere che mi dispiace. Hai fatto un lavoro stupendo qui e mi dispiace davvero perdere una persona così in gamba e determinata. Quello che posso fare è raccomandarti ai nostri colleghi di Parigi e New York, visto che dopo Parigi andrai lì»
«Si signore»
«Bene! Allora spedirò una lettera per te! E ovviamente qui sarai sempre la benvenuta! Quindi se dopo New York vorrai unirti di nuovo a noi, sarai bene accetta!»
Oh no! Brianna si stava commuovendo davanti il suo capo; non credeva fosse così disponibile.
«Grazie signore; grazie mille. Comunque si, penso che dopo New York ritornerò qui a Milano. Spero ci sarà ancora posto per me>
«Ci sarà sempre. Sei stata indispensabile per noi!»
«Grazie»
Quando uscì da quell’ufficio Brianna era davvero sorpresa. Non si aspettava quella reazione dal suo capo. Tantomeno che le conservasse il posto. Com’erano cambiate le cose in un anno.
 
Tornata a casa non vedeva l’ora di dare la notizia a Mister Miao e a Nicholas, ovviamente. Quando vide che aveva parcheggiato sul vialetto, lei si precipitò fuori e andò ad abbracciarlo! Anche il gatto era uscito e correva dietro Brianna.
«Nicholas!!»aveva gridato lei.
«Ehi! Che succede?»
«Ti amo»e si allacciò a lui con un bacio intenso.
«Wow… se è sempre questo il benvenuto a casa tua, credo proprio che ti sposerò»
«Ti amo! Ti amo! Ti amo!»continuò a dire lei.
«Ti amo anche io, ma che cos’è successo?»
«Che c’è non posso correre incontro al mio ragazzo e dirgli che lo amo?»
«Si certo, ma deve esserci qualcosa dietro. Sei troppo contenta!»disse lui sorridendo.
«Si in effetti c’è!»
«Ecco appunto! Dai entriamo dentro che sto morendo di freddo»
Entrambi, seguiti dal gatto, entrarono in casa e, quando Brianna chiuse la porta si buttò di nuovo tra le braccia di Nicholas dicendogli «Sono troppo contenta Nicholas. Sei il primo a cui lo sto dicendo. Figurati quanto sei importante per me visto che non l’ho ancora detto a nessuno»
«Ok, ne sono onorato, ma adesso me lo dici?»
«Si ok… allora… ho parlato al mio capo di Parigi, dicendo che il mio anno qui a Milano stava finendo. Lui ha risposto dicendo che si sentirà la mia mancanza perché ho dato molto all’azienda e che scriverà una lettera di raccomandazione che invierà a Parigi.
Ma ti rendi conto?»
«Oh si che me ne rendo conto. Stai diventando importante»
«Si beh, ma solo perché ho dato una mano nell’organizzare un paio di sfilate e perché ho presentato un paio di bozzetti oppure perché ho fatto un’infinità di disegni per loro»
«Resti comunque importante per loro ma soprattutto per me! Sono orgoglioso di te amore mio! Te lo meriti»
«Grazie»disse e lei e lo baciò. «Ok, adesso usciamo. Voglio festeggiare!!»
«Ma dove vuoi andare?»
«Non lo so da qualche parte. Prendiamo dei panini e andiamo al mare. Voglio festeggiare insieme a te e Mister Miao!»
«Io non posso»disse lui. 
Tutto l’entusiasmo di Brianna era svanito in un istante. Non aveva tenuto conto degli impegni di Nicholas.
«Ah ok… allora facciamo stasera?»
«Brianna, mi dispiace, ma ero venuto a dirti proprio questo»
«Cosa?»
«Prima di partire ho tante cose da fare, non ho tempo nemmeno per me. Potremmo vederci solo venerdì sera, cioè domani, per prendere le tue cose»
«erché proprio venerdì?»
«Perché partiamo sabato mattina alle nove»
«Va bene allora festeggeremo sabato sera. Ci sono molti locali per festeggiare»
«Perfetto. Grazie per aver capito»
«È il minimo che possa fare visto che ti sto trascinando con la forza a Parigi»
«Non mi stai trascinando da nessuna parte. Sono stato io a dirti all’inizio di chiedermi di venire con te. Ricordi?»
«Si ricordo»disse Brianna abbassando lo sguardo su Mister Miao.
«Ok, allora non dire mai più una cosa del genere. Io vengo con te solo perché ti amo e voglio stare con te» disse lui alzandole il mento con il pollice e l’indice.
«Va bene»
Nicholas la baciò e disse «Adesso vado! Mi stanno già aspettando»
«Si ok. Buon lavoro»
«Grazie. Ti chiamo stasera»
Niente “ti amo” niente baci prima di salire in macchina, niente di niente. Brianna si chiedeva perché ogni volta che tutto sembrava andare a gonfie vele c’era qualcosa che rovinava tutto.
Erano solo le prime ore del pomeriggio e Brianna non sapeva che fare. Non voleva disegnare… lo avrebbe fatto per il prossimo mese e poi per quello successivo; questa volta a Parigi.
Decise di chiamare Amanda sperando che non stesse lavorando; speranza vana. Amanda lavorava.
Decise allora di chiamare una persona che non si sarebbe mai aspettata di chiamare: Sam.
Non lo chiamava perché gli mancava, cioè anche, ma soprattutto per passare un po’ di tempo.
Va bene, sembra un po’ crudele detto così ma almeno era onesta e ammetteva di cercarlo solo perché non aveva niente da fare.
Si sarebbe però sentita in colpa se avesse tolto tempo al suo studio. Non voleva compromettere i suoi esami.
Però c’era un piccolo particolare che non aveva considerato: non aveva il suo numero.
Brianna gettò il telefono dall’altra parte della stanza e sprofondò fra i cuscini.
Era intrappolata a casa sua! INCREDIBILE!!
Andò in camera da letto e andò a preparare la valigia. Nicholas aveva detto che sarebbe venuto a prenderla la sera dopo. Meglio iniziare a prepararla subito, così era sicura di non dimenticare nulla.
Passò un’ora a fare la valigia, poi si ritrovò di nuovo sul divano a sbuffare dalla noia.
«E ora che faccio?»
Proprio in quel momento bussò qualcuno alla porta. sperava davvero fosse Amanda o al massimo Nicholas, ma entrambi lavoravano e sembrava piuttosto difficile che le si presentassero davanti la porta di casa.
Quando aprì Teresa, la madre di Nicholas le disse «Oh Dio cara, ma come sei conciata?»
«Salve signora! Reduce da un pomeriggio, non ancora terminato, di noia. Pura noia!» disse Brianna facendo entrare Teresa.
«Beh, allora arrivo al momento giusto!»
«Perché?»
«Andiamo a fare shopping»
Brianna si fece scappare una risata tra l’isteria e il nervosismo e poi disse «No, non credo che la mia carta di credito reggerebbe una simile spesa; non qui a Milano almeno»
«Ragazza mia, prendilo come un regalo di Natale. Non ti ho comprato niente per quella festa!»
«Signora non è obbligata a farmi regali per ogni festività; anzi non era nemmeno necessario il regalo del compleanno!»
«Sciocchezze. Su dai vestiti! Andiamo a fare un giro da un paio di miei amici!»
«Va bene»disse Brianna alzandosi di malavoglia dal divano.
«Metti un vestitino con delle calze pesanti sotto; fa parecchio freddo fuori»
«Ma se metto un paio di pantaloni non faccio prima?»rispose Brianna dall’altra stanza.
«Sei e sarai l’unica ragazza di Nicholas; hai delle gambe che sono uno spettacolo; mettiamole in mostra e fammi vantare un po’ della ragazza di mio figlio»
«Ah bene! Grazie comunque»
«Figurati cara; è la verità. Mi fa piacere portarti a fare shopping. Non ho avuto una figlia femmina quindi con te è come se ce l’avessi»
«Grazie»disse Brianna, poi uscì dalla camera da letto. Aveva indossato un vestitino “abbastanza” corto con dei pantacollant neri che mettevano in risalto tutte le sue curve!
Aveva messo dei vestiti che al suo paese avrebbe indossato per un sabato sera o per una festa. Si sentiva un po’ troppo elegante per andare a fare shopping.
«Questo si che si chiama vestirsi!»disse Teresa sorridendole.
«Grazie»
 
Entrambe passarono tutto il pomeriggio a fare shopping… entrarono in alcuni negozi che prima Brianna poteva solo immaginare. Tutti capi firmati. Aveva anche visto alcune sue creazioni e ne era felicissima perché aveva ideato qualcosa e qualcuno la stava comprando.
Teresa la riaccompagnò a casa verso le otto e mezzo, visto che erano andate a cena fuori.
Tornò a casa e vide che sul cellulare aveva una chiamata di Nicholas. Compose il numero. Nicholas rispose al primo squillo, nemmeno il tempo di sapere come rispondere.
«Brianna!»
«Ma perché sei sempre così agitato quando non ti rispondo alle chiamate?»
«E tu perché mi fai agitare non rispondendo alle chiamate?»
«Ero con tua madre. Siamo andate a fare shopping e con tutto quel rumore che c’è dentro i negozi non l’avrò sentito. Mi dispiace»
«Tranquilla! L’importante è che stai bene!»
«Si sto bene. Tu piuttosto, come stai?»
«Ho i nervi a pezzi. Non ce la faccio più!! Vorrei essere lì con te!»
«Si anche io ti vorrei qui con me!»
«Già… Merda! Devo andare! Se non dovessi richiamare stasera, ci sentiamo domani mattina»
«Va bene»
«Ti amo…»
«Ti amo anche io!»
Brianna rimase ancora un po’ con il telefono aperto per sentire ancora la vicinanza di Nicholas, poi ebbe un’idea.
Nicholas voleva stare con lei, lei voleva stare con Nicholas. Non aveva intenzione di andare a letto alle nove, quindi preso Mister Miao con la sua gabbietta e le chiavi della macchina guidò verso gli uffici dell’azienda. Quando arrivò al parcheggio riconobbe la macchina di Nicholas e quella di suo padre.
Salì fino all’ufficio di Nicholas e bussò.
«Avanti»
«Ciao»
«Ehi… che ci fai qui?»
«Ho pensato di farti una sorpresa»
«Sono contento che tu sia venuta, ma ho un sacco di lavoro da fare...»
«Si si, tu fai, io sto qui con Mister Miao»
«Ma no? Hai portato anche lui?»disse Nicholas sorridendo.
«Certo altrimenti mi sarei annoiata a morte»
«Potresti sempre guardare me»
«Oh certo. Quello lo faccio anche senza che tu me lo dica»
«Fantastico»
Brianna profondò su una poltrona all’angolo e iniziò a giocare con il suo gattino. Mentre quest’ultimo le rosicchiava le dita, Brianna guardava Nicholas lavorare.
Mentre lo fissava aveva notato una fossetta sulla guancia che prima di quel momento non aveva mai visto; aveva i capelli completamente spettinati, peggio di quando era lui a farseli in quel modo trasandato; le maniche della camicia alzate su fino ai gomiti; aveva le occhiaie, segno evidente che non dormiva da parecchio tempo, e tutto questo solo per poter andare con lei dai suoi genitori e conoscerli. Doveva ammettere che nessuno avrebbe fatto tutto quello per lei.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


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CAPITOLO 20

 
Due giorni dopo Nicholas e Brianna erano a casa dei genitori di quest’ultima. Nicholas li aveva conosciuti e Brianna ora era più sollevata.
Quel sabato sera, passato tra i pub della città, Brianna aveva notato che, la gente he incontrava e la conoscevano , la guardavano; o meglio Nicholas. Tutte le ragazze che aveva da sempre odiato stavano lì a fissarla. Le avrebbe volute picchiare.
Notando che Brianna aveva stretto i pugni Nicholas le chiese «Va tutto bene?»
«Si»
Nicholas ignorò quello che aveva detto Brianna e aggiunse «Perché ci stanno fissando tutti?»
In effetti Nicholas non era abituato ad essere guardato così a lungo e così spesso.
«Perché sei con me e di certo tu non passi inosservato. Ti sei guardato stasera prima di uscire?»
«Devo prenderlo come un complimento?»
«Se ti va!» disse lei sorridendogli. «Comunque inizialmente non mi vedevano molto spesso qui; sono tutti così sorpresi di vedermi per questo»
«Scommetto che non ti hanno mai vista insieme a qualcuno vero?»
«Ehm… no»
«Sei una celebrità…ora che ti guardano tutti»  la prese in giro Nicholas.
«Senti…» iniziò  Brianna fermandosi e voltandosi verso di lui. «Io ho sempre vissuto nell’ombra, e sinceramente è così che vorrei continuasse la mia vita. Non voglio uscire soltanto per farmi vedere con te o solo perché tu sei così bello da far voltare tutte. Siamo usciti solo perché volevo festeggiare!»
«Ammettilo che sei uscita anche per farti vedere con me!» Nicholas continuava a ridere.
«Stai iniziando a darmi sui nervi, ma si, è anche per questo che sono uscita. Per far vedere a tutti con che uomo magnifico sto!» disse lei ridendo e baciandolo.
«Accidenti grazie»
«Non ti ci abituare troppo a questi complimenti»
«Peccato stavano cominciando a piacermi!»
Passarono la serata a passeggiare.
 
Brianna e Nicholas passarono tutta la settimana con i genitori di lei. Brianna aveva più volte proposto di andare a visitare alcune città, ma Nicholas aveva preferito conoscere meglio la sua famiglia.
Certo, questo fece molto piacere a Brianna, però si sentiva un po’ trascurata. Ma di certo non poteva lamentarsi. Era quello che voleva.
Quando tornarono a Milano, Nicholas aveva intenzione di trascinare i suoi genitori da quelli di Brianna, ma lei lo convinse che era troppo presto per fare quel tipo di incontro.
 
I primi di maggio Brianna era molto nervosa perché a metà di quel mese avrebbe lasciato Milano. Era con Nicholas, però era sempre molto nervosa.
Il suo capo le aveva detto che quelli di Parigi non vedevano l’ora di fare la sua conoscenza. Almeno questo riusciva a tranquillizzarla.
 
«Brianna smettila di aprire e chiudere mille volte queste valigie. Manca una settimana e tu non fai altro che cambiare tutto! Tanto i vestiti rimarranno comunque in quelle valigie, mettiti l’anima in pace!»
Brianna stava completamente perdendo il lume della ragione. Non riusciva più a capire quello che stava facendo. Metteva e toglieva in continuazione i vestiti che andavano comunque nelle valigie.
«Scusa, ma sono troppo nervosa»
«Non ti servirà a nulla essere nervosa. Devi calmarti ok?»
«Si» disse Brianna mettendo per l’ennesima volta i suoi vestiti dentro la valigia. «A che ora è il volo lunedì?»
«Dobbiamo essere in aeroporto alle quattro del pomeriggio. Il volo è alle sei!»
«E che cavolo ci andiamo a fare due ore prima?!?»
«Fidati, è meglio così!»
«Come dici tu» Brianna era davvero triste di lasciare quella casa. «Mi mancherà tutto questo»
Nicholas si avvicinò a lei e l’abbracciò. «Ci torneremo quando vuoi tu!»
«Ma non è mia. Chissà a chi apparterrà quando saremo tornati da New York»
«Apparterrà sempre a te!»
«Ma che stai dicendo?» Brianna non riusciva a comprendere il senso di quelle parole.
«L’ho comprata! È tua…»
«Ma perché l’avresti fatto?»
«Perché qui ci siamo baciati per la prima volta! Non potevo permettere che qualcun altro ci abitasse, così l’ho comprata»
«So che la tua risposta sarà “Ho voluto farlo per te” o “Mi fa piacere” o altre cose del genere, ma non era assolutamente necessario. Non puoi metterti a comprare tutte le case in cui abiterò o abiteremo»
«Lo so, ma questa è stata la tua prima casa in assoluto! E poi così potrai tornarci quando vorrai tu!»
«Grazie Nicholas»
«Figurati!» disse lui abbracciandola ancora più forte.
«E pensare che il progetto iniziale prevedeva solo una persona»
«A volte i progetti cambiano»
«Lo so… ma ormai non mi interessa più il progetto, ma la persona con cui lo sto realizzando»
«Anche io avrei un progetto, ma è irrealizzabile in questo momento»
«E perché?» chiese Brianna.
«Lo hai rifiutato la sera del mio compleanno»
«Ah… mi dispiace Nicholas. Ma io…»
«Sshhh… non devi spiegarmi nulla. Questo sarà il nostro progetto che realizzeremo tra qualche anno!»
Brianna cominciava già a spaventarsi. Non riusciva a vedersi con l’anello al dito, anche se a fianco avesse avuto un uomo come Nicholas. Non era fatta per il matrimonio; lo aveva sempre detto lei!
 
Finalmente il grande giorno era arrivato. Nicholas, quella mattina, aveva svegliato Brianna molto presto.
«Brianna? Amore. Svegliati!»
«Eh no!» disse lei girandosi dall’altro lato del letto.
Nicholas rise di quella protesta.
«Brianna, dai alzati» continuò lui accarezzandole la schiena coperta solo da una fascia nera.
«Che ore sono?»
«Sono le tre del pomeriggio!»
Brianna a quelle parole si alzò di scattò e cominciò a correre per casa! Nicholas vedendo quella scena cominciò a ridere a crepapelle. «Ma che hai da ridere?!? Sbrigati faremo tardi!»
«No amore, non sarà così! Sono le sette del mattino!»
«Che cosa?!»
«Si, ho voluto svegliarti presto»
«E perché mai l’hai fatto?»
«Perché dobbiamo andare in un posto!» disse lui ridendo ancora.
«Smettila di ridere! Non è divertente!»
«Oh si che lo è!» disse Nicholas continuando a ridere. «Dai vatti a vestire, ti aspetto!»
Dopo un’ora di attesa – Brianna voleva fargliela pagare – entrambi entrarono in macchina. «Beh?! Dove andiamo?»
«Devo andare nella casa in campagna!»
«A fare che?»
«Non puoi stare seduta e goderti il viaggio?»
«Avrei preferito rimanermene a letto sinceramente!»
«Lo so, ma ho pensato che ti avrebbe fatto bene l’aria di campagna. L’ultima volta che ci sei stata fu per il mio compleanno, e ne è passato di tempo!»
«Va bene ok, mi hai convinta!»
Durante il viaggio Brianna si addormentò e, nonostante Nicholas avesse messo il volume dello stereo al massimo, lei continuava a dormire.
«Incredibile» disse ridendo Nicholas.
Quando fermò la macchina di colpo, Brianna spalancò gli occhi. «Che succede?»
«Succede che hai dormito per mezz’ora nonostante il volume al massimo!»
«Ah…»
«Comunque siamo arrivati. Andiamo»
Brianna scese dalla macchina e respirò l’aria fresca della campagna milanese. Anche quel posto le ricordava momenti bellissimi, come l’estate dell’anno precedente e la sera del compleanno di Nicholas. Al solo pensiero Brianna arrossì!
Nicholas la condusse dentro e quando superarono l’ingresso, l’accolse un coro di «Ci mancherai!»
Brianna cominciò a sentire le lacrime che le rigavano il viso e quando vide la madre di Nicholas avvicinarsi a lei, le diede un forte abbraccio, mentre i singhiozzi non le permettevano nemmeno di dire «Grazie per tutto quello che hai fatto per me, per noi!» Anche Teresa l’abbracciò teneramente e Brianna un po’ cominciava a sentirsi stupida; in fondo stava per partire anche Nicholas. Quando si allontanò vide che nella sala erano presenti solo la madre e il padre di Nicholas, i suoi fratelli e amici e le amiche di Brianna, soprattutto Amanda.
«Ci mancherai tantissimo» disse Amanda asciugandosi una lacrima con il fazzolettino.
In quel momento Teresa stava abbracciando anche suo figlio.
Fu il turno del padre Greg. «Tesoro. Sei una ragazza stupenda. Ci mancherai tanto!»
Brianna sciolta in un lago di lacrime disse «Mi dispiace portarvi via vostro figlio!»
L’uomo si mise a ridere; una risata roca ma allo stesso tempo affettuosa «Non preoccuparti. Sono felicissimo che lui ti segua. Non potrei chiedere di meglio»
«Grazie» fu la risposta di Brianna che, dopo che abbracciò gli amici e i fratelli di Nicholas, andò a nascondersi in cucina dietro il bancone.
Quando Nicholas si voltò per cercare Brianna si accorse che era scomparsa dalla circolazione. «Dov’è andata?» chiese ai presenti? Tutti risposero con un “Non lo so” o con “Era qui fino ad un minuto fa”.
Nicholas cominciò a cercarla e quando arrivò in cucina sentì singhiozzare, si avvicinò piano al bancone e la vide. Era raggomitolata su se stessa e teneva la testa tra le mani. Nicholas scivolò giù accanto a lei. «Va tutto bene?» le chiese delicatamente.
«No» disse fra i singhiozzi lei.
«Cosa c’è che non va?»
«Ti sto allontanando dalla tua famiglia e poi io non mi sento pronta per affrontare tutto questo. Non sono la persona adatta per questo tipo di cose»
«Senti… anche io all’inizio ero spaventato quando i miei mi spedirono dall’Australia qui in Italia per frequentare l’università, ma ce l’ho fatta. Sono qui e posso dire che quella paura mi è servita per andare avanti»
«Ma dove posso andare io? Me lo dici? Perché io davvero non riesco a trovare una soluzione. Sto andando dietro ad un sogno che so che non si realizzerà mai. Tutte le mie compagne di liceo saranno già al secondo anno di università. Stanno davvero investendo sul loro futuro; io invece continuo a sbattere la testa al muro e fare di testa mia»
«Tu sei speciale e ce la farai! Io credo in te e insieme supereremo tutto!»
Così dicendo Nicholas la prese fra le braccia e l’abbracciò forte, per farle capire che davvero lui era lì e che non l’avrebbe lasciata mai più.
«Mi dispiace per tua madre e tuo padre. Non è stato giusto nei loro confronti questo mio comportamento»
«Non preoccuparti. Hanno capito come ti senti. E anche gli altri saranno comprensivi!»
«Grazie per tutto. Non so come avrei fatto senza di te. Se avessi avuto questo momento da sola, forse sarei impazzita»
«Sono qui anche per questo! Puoi sempre contare su di me. Dai ti riporto a casa»
«Ma no, sono tutti di là»
«Sono andati via»
«Come via?»
«Si volevano solo augurarti buona fortuna e l’hanno fatto; volevano farti un regalo e l’hanno fatto! Non avevano più niente da fare qui!»
«Il regalo? Quale regalo?»
«Vieni con me»
Entrambi si alzarono dal pavimento e Nicholas la condusse nuovamente nel salone.
Sull’enorme tavolo al centro della sala Brianna vide un scatola ricoperta dalla carta regalo.
«Quello è per te» disse Nicholas.
Brianna si diresse verso il tavolo, prese la scatola e cominciò a scartarla. Era molto pesate. Chissà cosa c’era dentro. Quando Brianna aprì trovò una specie di book. Iniziò a sfogliarlo e aveva trovato con sua grande sorpresa tutti i modelli che aveva fatto nel corso degli anni. Alcuni di essi erano anche quelli che aveva fatto per conto della casa di moda ma che erano stati scartati!
«Ma cos’è?»
«Mia madre ha pensato di far fare un book con tutte le tue creazioni»
«È un regalo davvero magnifico. È bellissimo, ma perché l’avrebbe fatto?»
«Perché crede in te e nelle tue potenzialità. Vuole aprire una casa di moda e vuole che sia tu la stilista! Una volta però che sarai ritornata da New York»
Brianna non poteva credere a quello che sentiva. Lei aveva la possibilità di diventare una vera stilista?!
«Oh mio Dio, ma è troppo per me!»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che non mi merito così tanto, ma le sarò eternamente grata!»
«Lo è lei a te!»
«Non posso crederci…» Brianna era davvero sconvolta dalla felicità.
«Credici invece perché è tutto vero. Ora andiamo a casa perché è già una certa ora»
«Che ore sono?»
«Sono quasi mezzogiorno e dobbiamo finire di sistemare le ultime cose»
«Ok, va bene. Andiamo. Non ho avuto nemmeno modo di ringraziarla»
«Non preoccuparti. Sa che ti è piaciuto e che non vedi l’ora che passino questi due anni»
«Già, puoi dirlo forte!»
 
Quando furono davanti all’aeroporto, Nicholas entrò con alcuni bagagli, Brianna rimase fuori, fissando il paesaggio che le si stagliava davanti. Non voleva lasciare quella città. Ma l’unico pensiero che la confortava era che tra qualche anno sarebbe ritornata di nuovo a “casa sua”.
«Brianna?» la chiamò Nicholas.
Brianna si voltò verso di lui, ma non disse nulla.
«Brianna dobbiamo andare»
Brianna non voleva partire. Si era sempre sentita strana di fronte le partenze. «Si arrivo»
Fatto un ultimo e profondo respiro, si avviò verso l’entrata con le altre valigie.
 
Dopo circa un’ora di viaggio Nicholas e Brianna scesero dall’aereo. Era in Francia… Era a Parigi.
Cominciava a sentirsi un po’ meglio, ma era ancora molto agitata! Nicholas la prese per mano e disse «Ci siamo! Sarà divertente vedrai»
Quando entrarono in taxi Nicholas diede l’indirizzo dell’hotel in cui dovevano alloggiare, Brianna invece chiamò sua madre.
Dalla voce sua madre capì che c’era qualcosa che non andava, infatti le chiese «Tesoro stai bene?»
«Si sto benissimo» rispose Brianna storcendo il naso. A quella risposta anche Nicholas si voltò verso di lei. Avevano capito tutti che Brianna era spaventata a morte.
«Ok…» Neanche sua madre sembrava esserne convinta.
«Mamma ti chiamo più tardi. Siamo arrivati in hotel»
Non era vero, ma non aveva voglia di sentire la voce di sua madre.
«Ok tesoro. Ci sentiamo più tardi»
«Ciao mamma» concluse Brianna chiudendo la comunicazione. Nicholas, a quel punto, la guardò e disse «Perché l’hai fatto?»
«Non ho voglia di sentirla per il momento»
Brianna si voltò verso il finestrino, per non dover incrociare lo sguardo di Nicholas. Alcune lacrime cominciarono a rigarle il viso. Cercò di asciugarle con la manica della giacca, senza che Nicholas se ne accorgesse. Si era sbagliata. Lui l’aveva vista, ma non disse nulla. Nicholas sapeva che Brianna stava male, non sapeva per quale motivo; ma forse voleva rimanere sola con i suoi pensieri. L’unico gesto che fece è prenderle la mano e stringerla, perché lui era accanto a lei e non l’avrebbe abbandonata.
Quando arrivarono in albergo Brianna aveva gli occhi gonfi e la gola che le faceva male. Aveva pianto silenziosamente per circa un’ora. Scesero dalla macchina e mentre Nicholas prenotava una stanza, lei prendeva i bagagli dal taxi. Quando furono nella loro stanza Brianna andò in bagno. Voleva fare la doccia più lunga della sua vita. Non era mai riuscita a piangere sotto il getto d’acqua calda, ma quella volta fu diverso. Cominciò a piangere. Il rumore dell’acqua copriva quello dei suoi singhiozzi. Nicholas non si accorse di nulla.
«Posso chiederti una cosa?» le aveva chiesto lui dopo aver spento le luci.
«Si certo» rispose lei.
«Perché hai pianto?»
«Ah… Non lo so. Cioè, credo di saperlo, ma è difficile spiegarlo» Brianna era in difficoltà.
«Provaci»
«Hai presente quella strana sensazione di trovarti in un posto nuovo? Lingua nuova, cultura nuova, paese nuovo e completamente diverso»
«Si ce l’ho abbastanza chiaro»
«Beh è così che io mi sento. Mi sento strana, ma in più si aggiunge il fatto che non so se sarò in grado farcela. Il mio ex capo mi ha detto che qui a Parigi avrei iniziato il primo lunedì dopo il mio arrivo e ho solo tre giorni per poter trovare questa benedetta sede e una casa soprattutto. Io mi sento già stressata ancora prima di iniziare»
«Brianna non pensare alla casa. A trovarla ci penso io! Tu devi solo concentrarti sul tuo lavoro. Disegnare come non hai mai fatto prima e mostrare a tutti il tuo book»
«Già…» disse lei mentre le lacrime le ricadevano sul cuscino.
Nicholas questa volta se ne accorse.
Odiava vederla in quel modo.
Odiava il modo che aveva di piangere in silenzio.
Odiava quando si teneva tutto dentro di sé e non provava a confidarsi con lui.
«Brianna» cominciò a dire Nicholas. Si alzò, accese la luce e si voltò a guardare la donna che aveva accanto. Brianna non voleva essere vista. Più che altro non voleva che Nicholas la vedesse come la ragazza che ha tutto quello che desidera e poi si lamenta. Mentre Brianna provava a voltarsi, Nicholas la fece voltare verso di lui «Brianna, non devi fare così! Ti prego… mi uccide vederti così distrutta. Odio quando non ti confidi con me. Parlami, dimmi quello che posso fare. Io sono qui per te!»
A quelle parole Brianna cominciò a piangere a dirotto, si alzò e lo abbracciò. Era un abbraccio sofferente. Un abbraccio che voleva dire “Aiutami. Non posso farcela da sola.” Nicholas, allora, cercò di farle sentire che lui era lì per lei, solo per lei!
«Dov’è il gatto?»
«Che c’entra il gatto?»
«Dov’è?»
«Non lo so, sarà sotto il letto che gioca con un calzino»
Brianna si mise a ridere. «Wow… era da un pezzo che non vedevo quel sorriso. Cerca di mantenerlo per un po’, ok? Io vado a cercare il gatto»
Dopo qualche minuto Nicholas ritornò in camera con il gattino. Passando dal piccolo ingresso aveva notato un mobiletto con dell’alcol.
«Io so quello che ti serve, a parte il gatto»
Brianna rise di nuovo e chiese «Cosa mi serve?»
«Una bella dose di alcol. Da quanto non ne bevi?»
«Da un po’ credo»
«Vado a prendere un paio di bottiglie!»
Passarono tutta la notte a bere, tanto che dopo il secondo bicchiere Brianna cominciò a ridere come una pazza e a barcollare mentre giocava con Mister Miao.
Si addormentarono sul divano abbracciati.
Nonostante Brianna fosse del tutto andata, percepiva l’affetto che Nicholas nutriva nei suoi confronti.
La stava proteggendo.
Brianna non poteva sentirsi più felice di così. Aveva solo bisogno di provare il primo giorno di lavoro. Era quello che la terrorizzava.
Quando nel pomeriggio aveva chiamato sua madre, quest’ultima non aveva fatto altro che dirle di stare calma e di non agitarsi altrimenti avrebbe rovinato tutto come sempre. Ma nemmeno lei capiva il perché di quel suo stato d’animo. A dire il vero non lo sapeva nemmeno lei fino a qualche ora prima.
Ora era tra le braccia del suo uomo, si sentiva protetta e felice. Doveva solo far passare il nervosismo per il lavoro. Poi sarebbe stata più tranquilla.

Alloooooooraaaa.... che ne pensate di questa storia? E' orrenda vero?! Lo so... :'(
Però purtroppo ormai ci sono dentro e sono curiosa di sapere che ne penserete della fine!
Un bacio e a presto :* :*

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


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CAPITOLO 21

 
Brianna e Nicholas avevano passato due giorni a cercare casa e la sede della casa di moda.
Quando portarono tutte le loro cose nella nuova casa, Brianna era molto felice. Doveva solo abituarsi all’aria parigina. 
«Ti piace?»aveva chiesto Nicholas a Brianna una volta entrati in casa.
«Si è bellissima. L’adoro»aveva risposto Brianna.
In effetti era davvero una bellissima casa.
Appena si entrava c’era un piccolo corridoio; sulla destra il bagno, a sinistra la stanza dove sia Nicholas che Brianna potevano svolgere il loro lavoro, in fondo c’era la cucina e la camera da letto. Era una casa grande ma piccola allo stesso tempo. Era accogliente ma abbastanza spaziosa. Era come Brianna l’aveva sempre desiderata.
Il giorno prima del debutto nella casa di moda a Parigi, Brianna era stranamente tranquilla, anche se sotto sotto avrebbe voluto mettersi a gridare.
 
«Buongiorno»Nicholas quella mattina si era svegliato molto presto per prepararle la colazione.
«Buongiorno»
«Ti ho preparato la colazione»
«Grazie Nic… non dovevi»
«Si invece. Oggi è il grande giorno!»
«Già… e non so nemmeno cosa mettermi!»
«Troverai qualcosa»
Quando Brianna andò a vestirsi Nicholas l’aspettava seduto sul letto, mentre lei provava nella cabina armadio. Dopo un paio di no da parte di lui e mille da lei, Brianna scelse un paio di pantaloni neri e una maglietta verde che non aveva mai messo in vita sua, perché il colore non le piaceva, ma in quel momento il verde speranza ci stava proprio a pennello. Raccolse i capelli in una coda di cavallo, si truccò e uscì di casa insieme a Nicholas.
Davanti a quell’enorme palazzo Brianna era estremamente intimorita, ma Nicholas la baciò così profondamente che solo davanti a quelle dimostrazioni d’amore valeva la pena sentirsi piccoli piccoli. Quello era solo un lavoro. Cose materiali. L’amore era molto di più. In quel periodo Brianna poteva vivere di loro. Tra qualche giorno avrebbero pure festeggiato il loro primo anno insieme.
«Ce la farai! Sei brava. Adesso vai e fa vedere a tutti chi sei!»
«Va bene, se proprio devo»disse Brianna scherzando.
Si scambiarono un ultimo bacio e lei scese dalla macchina.
 
Entrò e andò verso la centralinista. Le chiese dove poteva trovare l’ufficio del capo e quella glielo indicò.
Una volta trovato, fece un respiro profondo e disse fra sé «Ce la posso fare! SI!!» ed entrò.
Si trovò davanti un ragazzo, forse sui venticinque anni, che la fissava. Brianna si chiese che cosa avesse da guardare.
Ad un tratto il ragazzo parlò «Buongiorno, lei deve essere la signorina Tilden»Il suo “capo”, sempre se lo fosse, parlava la sua lingua? Meglio così.
«Si, sono io»
«La stavamo proprio aspettando»Vedendo che Brianna era rimasta alzata davanti l’enorme scrivania, il ragazzo le disse «Prego si accomodi»Si quello era il suo capo. Così giovane?
«Ho ricevuto la lettere di raccomandazione da Milano. Devo supporre che lei sia veramente brava, anzi eccellente nel suo lavoro. È così?»
«Beh, mi piace pensare che il mio lavoro viene apprezzato semplicemente perché lo faccio con il cuore e tutto quello che disegno proviene si dalla mia fantasia, ma anche dal mio cuore. È importante per me»
«Mi piace già signorina Tilden. Vediamo cosa mi ha portato»
Brianna prese il book e glielo porse. Era molto nervosa.
«Molto bene. Sono sorpreso. Devo dire che nonostante la sua giovane età… non per essere scortese, ma le posso chiedere quanti anni ha?»
«Ho vent’anni»
«Ecco infatti… nonostante la sua giovane età è piuttosto brava»
«Ho imparato molto a Milano e spero di poter fare altrettanto qui»
«No lei non ha più niente da imparare. È stupenda così. Non deve cambiare nulla»
Per chissà quale motivo Brianna pensò che il suo capo non si riferisse solo ai suoi disegni o al suo modo di disegnare… Sperava fosse solo una sensazione.
«Grazie signore»
«Ti prego chiamami Christian»
Oh dio… doveva chiamarlo per nome?!
«Ehm… ok Christian»
«Posso chiamarti Brianna?»chiese alzando un sopracciglio lui.
«Si certo»disse Brianna imbarazzata.
Ora quelle sue sensazioni sembravano essere reali. Dannazione. Ci mancava solo che il suo capo la invitasse ad uscire.
«Qui disegnerai i tuoi vestiti. So che il tuo sogno è quello di diventare stilista e di creare una tua linea di moda. Non posso garantirti il pieno successo di questa cosa, ma se farai un ottimo lavoro potrò aiutarti a realizzarla»
«Grazie sign… volevo dire Christian. So che questa è una delle case di moda più importarti in Francia, ma sarei onorata di ricevere il vostro aiuto!»
«Bene, mi fa piacere. Ora la mia segretaria ti porterà nel tuo ufficio. Noi ci vediamo più tardi»
Fantastico, tutto quello di cui aveva bisogno era che il suo sexy capo, perché lo era davvero, la ricevesse in privato. O comunque le facesse visitare tutti i reparti come aveva fatto il suo ex capo a Milano.
«Ok… a dopo»
Brianna uscì accompagnata da una donna sui quarant’anni. Sembrava simpatica, quindi Brianna decise di presentarsi, ma quella donna non la degnò di uno sguardo. A quanto pare non era contenta del suo lavoro lì.
Quando le mostrò il suo ufficio le augurò solo buona fortuna e scomparve dietro la porta.
 
Passò tutta la mattina a disegnare e a dare consigli agli altri stilisti sui tessuti migliori o i colori più adatti.
Quando Nicholas andò a prenderla entrambi erano raggianti dalla felicità. Decisero di andare a pranzo fuori per festeggiare. 
Durante il tragitto Brianna vide che Nicholas non smetteva di sorridere, allora gli chiese «Nicholas, va tutto bene?!»
«Si perché non dovrebbe?» disse lui voltandosi e sorridendole.
«Non lo so. Sembra che hai avuto una paralisi facciale per come sorridi»
Nicholas si mise a ridere e disse «No, niente paralisi facciale. Solo che mio padre mi ha chiesto se posso occuparmi dell’azienda»Vedendo che Brianna faceva fatica a capire Nicholas si spiegò meglio. «La nostra azienda, o meglio, quella di mio padre sta per dividersi. Una va a mio fratello maggiore, l’altra a me. Siccome Sandy è il più piccolo a lui andrà la parte dell’azienda di cui si sta occupando mio padre. Mi ha chiesto se mi sento pronto per prendere le redini e avviare una catena di cosmetici qui a Parigi»
Brianna era felicissima per lui! «Oh mio dio Nicholas, sono felicissima per te… Che gli hai risposto?»
«Gli ho risposto che devo cercare il locale per aprire un nuovo negozio, o comunque devo spargere la voce. Mi ha detto che per la pubblicità e gli sponsor ci pensa lui, ma non so di preciso cosa abbia in mente»
«Che bello, almeno non ti annoi!»
«Oggi che tu non c’eri non mi sono annoiato. Mi sono dato un po’ da fare. Ho fatto una mappa di tutti i locali vicino casa nostra. Supermercati, centri commerciali, pub, discoteche. C’è abbastanza roba»disse lui sorridendo. «Ah, ho fatto la spesa pure»
«Grazie amore, volevo andarci io pomeriggio, ma mi hai anticipato, come sempre»disse Brianna rivolgendogli lo sguardo più dolce che Nicholas avesse mai visto.
 
Dopo i festeggiamenti, decisero di visitare un po’ la città. Sotto la Tour Eiffel Brianna ricordava tutto quello che le aveva spiegato la sua professoressa di storia dell’arte. Era una delle persone che più stimava e che avrebbe conservato nel cuore per sempre.
Era affascinata da tutta quell’altezza, non di meno quando entrarono al Louvre. Nicholas dovette prenderle il braccio per farla camminare, perché Brianna non aveva mai visto così tanta meraviglia tutta in una volta. Aveva lo sguardo fisso su tutte le opere che incontrava e per ogni tela riusciva a dare una breve ma dettagliata descrizione. Ricordava tutto quello che aveva studiato al liceo. Incredibile.
«Potresti lavorare come guida qui dentro, sai?»
«Perché?»
«Ma ti sei sentita nelle ultime tre ore?»
«No, che ho detto?»
«Mi hai spiegato come e perché è stata costruita la Tour Eiffel e perché si trova lì; mi hai descritto dettagliatamente ogni quadro che vedevi. Accidenti, forse nemmeno la guida che sta qui avrebbe potuto fare di meglio»
«Ah, per quello… beh, avevo una discreta conoscenza della storia dell’arte!»
«Discreta? Credo che più che “discreta” sia un’eccellente preparazione sull’argomento»
«Beh grazie, ma ho detto cose che chiunque noterebbe! E poi mica posso ricordare ogni cosa di ogni opera?»disse sorridendo Brianna.
«Si certo come no»disse lui, come se volesse prenderla in giro.
 
Quando tornarono a casa erano passate da poco le otto, così Brianna decise di preparare una cena veloce ma alla stesso tempo buona. Aspettò che Nicholas uscisse dalla doccia.
Dopo cena Brianna andò a fare una doccia veloce, perché aveva voglia di stare con Nicholas. Abbracciata a lui, mentre guardavano la tivù.
«Nic?»  Aveva chiamato lei dalla cucina.
«Dimmi»disse lui dalla camera da letto.
Brianna lo raggiunse e ferma sulla porta gli disse «Ti va di guardare un po’ di tivù insieme o devi lavorare?»
«Dovrei lavorare si, però vieni qui»
«No dai, se devi lavorare ti lascio in pace; vado a sistemare la cucina»
«No dai»
«Tranquillo»disse lei facendogli l’occhiolino e dirigendosi verso la cucina. Cominciò a sistemare tutte le cose che aveva negli scatoloni. Voleva renderla più una “casa” e non un semplice appartamento in affitto. Ad un tratto si senti abbracciare da dietro e si voltò.
«Scusa» le disse Nicholas.
«Per cosa?»chiese lei sorridendogli.
«Per poco fa. Non è che non voglio stare con te, è solo che devo organizzare tutto per l’apertura del negozio»
«Nicholas»disse lei voltandosi verso di lui «Non devi preoccuparti, davvero. Non devi scusarti»concluse e lo baciò.
«Ti amo»le disse lui guardandola negli occhi.
Brianna non era mai stata abituata a quel tipo di sguardi, a quel tipo di cose, e nonostante fosse passato un anno aveva ancora difficoltà ad abituarsi a Nicholas. Non in senso negativo, ma semplicemente era grata di avere un uomo come lui accanto.
Non essendo quindi abituata a quello sguardo, passò a guardare la sua spalla, lo abbracciò e gli sussurrò «Ti amo anche io»
Nicholas cominciò a baciarla, la prese tra le braccia e la portò in camera da letto.
 
Tutto quello che desideravano stava avvenendo senza che se ne rendessero conto; era una di quelle serate in cui non capisci quello che stai facendo, ma lo fai e basta. Non pensi alle conseguenze, a quello che può andare storto. Non importava a nessuno dei due. Volevano vivere quel momento. Era la prima volta che facevano l’amore a Parigi e Brianna se lo sarebbe segnato come data da ricordare. Ovviamente era una cosa sciocca, ma tutto ciò che poteva essere considerato insensato, era per lei importante; anche un avvenimento di poca importanza lei lo segnava nel suo diario perché voleva ricordarlo. Voleva rileggerlo tra qualche anno e riprovare le stesse sensazioni.
Aveva sempre sognato una storia d’amore magica, non come quella nei film, perché lì è tutto calcolato, curato nei minimi dettagli e registrato, ma che le portasse via il respiro, che le facesse battere il cuore all’impazzata. Dalla vita non poteva chiedere di meglio.
Adesso era davvero felice.
Brianna non sentiva la sua migliore amica da un bel po’; non vedeva l’ora di chiamarla per condividere la sua felicità con lei.
Ma in quel momento tutti i pensieri erano spariti; li aveva lasciati fuori dalla camera da letto.
Adesso erano solo lei e Nicholas.
In quel momento anche Nicholas aveva avvertito che Brianna era davvero felice e che volevano stare insieme, perché incrociò le sue mani a quelle di Brianna e le strinse.
Erano innamorati. Solo questo contava.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


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CAPITOLO 22

 
Brianna era molto brava nel suo lavoro. Era dell’idea che qualcosa o la si fa bene o non la si fa proprio; ma quella era la sua passione. Metteva il cuore nel suo lavoro e voleva che tutto fosse perfetto.
Dopo due settimane in quella casa di moda, Brianna non aveva ancora parlato a Nicholas del suo capo; ma quest’ultimo non le aveva dato motivo di preoccupazione. Restava comunque il fatto che gliene doveva parlare.
Lo avrebbe fatto quella sera stessa.
Per fortuna Nicholas aveva chiesto a suo padre di mandargli la macchina di Brianna, altrimenti lei sarebbe stata costretta a non avere più la sua libertà. Quel giorno, infatti, aveva utilizzato la macchina per andare a lavoro, anche perché Nicholas doveva incontrare gente importante per l’acquisto del locale per il negozio.
Tornata a casa decise di preparare il pranzo. Quel giorno era particolarmente di buon umore.
Prendendo la carne dal frigorifero si sentì molto strana, ma decise di ignorare. Cominciò a cucinare, ma ad un certo punto dovette correre in bagno. Era raro che Brianna vomitasse, ma era successo. Si lavò i denti e si guardò allo specchio: era pallida e gli occhi scavati da profonde occhiaie. Che strano: quella mattina non le aveva proprio notate; forse era troppo in ritardo per potersene accorgere.
Mentre rifletteva sul suo volto, la colpì un altro conato di vomito.
Dopo aver lavato nuovamente i denti andò a distendersi sul letto.
Dopo qualche minuto sentì un rumore di chiavi nella serratura: era Nicholas che ritornava a casa; e lei aveva dimenticato di finire di preparare il pranzo. Nicholas la chiamò ma lei non riusciva a rispondere.
Il ragazzo preoccupato cominciò a guardare in giro ma non la trovò; guardò in cucina e trovandola in quello stato corse a controllare nell’ultima stanza rimasta: la camera da letto.
«Brianna!!» esclamò Nicholas.
«Ehi» disse debolmente lei.
Aveva la testa sotto il cuscino e non riusciva nemmeno a parlare.
«Ma perché non mi rispondevi? Mi hai spaventato»
«Lo so scusa, ma sto male»
«Che hai?» chiese lui sedendosi sul letto accanto a Brianna.
«Non lo so, ma ho vomitato giù due volte. Forse qualcosa che ho mangiato stamattina mi ha fatto male»
«Vuoi che ti porti all’ospedale?»
«Per così poco? No»
«Sono preoccupato»
«Non esserlo» disse lei accarezzandogli la guancia.
Non appena finì di parlare Brianna dovette correre di nuovo verso il bagno.
Nicholas le fu subito dietro, già con le chiavi in mano. La aiutò a sciacquarsi la faccia e le disse «Dai, ti porto all’ospedale, magari ti danno qualcosa per farti stare meglio»
«Si forse è meglio»
Nel giro di pochi minuti erano già in ospedale e quando Nicholas spiegò la situazione, a Brianna fu data una stanza.
 
Nicholas e Brianna non dimenticheranno mai le loro facce quando il medico disse loro «Congratulazioni! Aspettate un bambino»
Nicholas era sbiancato e aveva chiesto al medico «Ne è sicuro?»
«Si sicurissimo. Ma tra poco passa la ginecologa. Vi spiegherà meglio lei»
Brianna guardava Nicholas; più che altro guardava l’espressione sconvolta che gli si era stampata in faccia. Il suo umore oscillava tra la rabbia e la disperazione; tanto che le lacrime cominciarono a scenderle sulle guance.
Quando rimasero soli in quella stanza nessuno disse una parola: rimasero entrambi a fissare un punto nel vuoto. Nicholas, che si era dovuto sedere, sembrava molto sconvolto; Brianna, invece, aveva incrociato le mani sul suo grembo e si rigirava i pollici. Si sentiva quasi in colpa.
Quando entrò la ginecologa c’era un’atmosfera piuttosto pesante. In effetti sembrava essersi eretto un muro tra di loro.
«Oh oh… cosa sono questi musi? C’è un bimbo in arrivo o sbaglio?»
Quella dottoressa sembrava stare sui nervi sia a Nicholas che a Brianna.
«Non lo so ce lo dica lei» rispose in maniera molto acida Brianna.
La dottoressa mise del gel sulla pancia di Brianna e cominciò a premere con la sonda dell’ecografo. Brianna si voltò verso lo schermo, voltandosi nuovamente per cercare lo sguardo di Nicholas rivolto verso di lei, ma niente. Nicholas era di fronte la finestra; aveva le mani appoggiate sul marmo e la testa si muoveva a destra e a sinistra come per dire “no”.
Non ci poteva credere. Nicholas non voleva quel bambino. Nicholas non voleva diventare padre.
La dottoressa aveva distolto Brianna dai suoi pensieri quando disse «Beh, lei è incinta di circa un mese»
«Cosa?!»
«Proprio così. Congratulazioni»
«Grazie» disse Brianna con un filo di voce e facendosi cadere sui cuscini.
Quando la dottoressa li lasciò da soli Brianna trovò il coraggio di parlare «Nicholas, va tutto bene?»
«Ne parliamo a casa? Adesso vestiti»
«Va bene»
Proprio quello che si aspettava.
Proprio quello che ci voleva.
Brianna si sarebbe presa a pugni per non essere stata attenta. Perché era capitato proprio a lei?
Non che avere un bambino era una brutta cosa, ma aveva solo vent’anni!! Che ne sarebbe stato della sua vita? Ovviamente pensava anche a Nicholas. Chissà cosa stava pensando.
Anche durante il tragitto, dall’ospedale a casa, provò a chiederglielo, ma lui non aveva detto una sola sillaba. Niente di niente.
Forse pensava che lei voleva incastrarlo.
Forse pensava di lasciarla.
No, Brianna non poteva credere che lui l’avrebbe lasciata.
Arrivati a casa Brianna andò a pulire la cucina, Nicholas si chiuse in camera da letto.
Passò molto tempo prima che Nicholas uscisse da quella stanza. La trovò rannicchiata sul divano, intenta a guardare un programma di cucina francese.
«Ehi» disse lui.
«Ciao» rispose Brianna.
«Come stai?»
«Meglio grazie» disse sorridendogli.
«Bene»
Seguirono altri momenti di silenzio, imbarazzante silenzio.
«Mi dispiace» cominciò lei.
«Anche a me» disse lui poggiandosi sul muro. «Non è perché io non ti amo, anzi, ma non credo di essere pronto a fare il padre»
«Non potrei essere più d’accordo, però…»
«Mi dispiace Brianna, io non posso farcela!»
«Ma saremo in due; nemmeno io mi sento pronta, ma insieme ce la faremo»
«Non posso» disse lui dirigendosi verso il corridoio.
Brianna fece per andargli dietro, ma quando vide le sue valigie si fermò. «Che cosa fai con quelle?»
«Te l’ho detto, non posso farcela. Puoi tenere il bambino se vuoi, ma io non credo di essere in grado di prendermi cura di lui»
«Ma che stai dicendo?» gridò Brianna mentre le lacrime le rigavano le guance.
«Sto dicendo che me ne vado Brianna»
Brianna scoppiò in lacrime, non riusciva più a trattenerle, e dovette poggiarsi alla sedia. «No, Nicholas, non andartene! Non puoi dire sul serio»
«Purtroppo si Brianna»
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessun addio… semplicemente una mano di lui sulla spalla di lei, ma a quel punto la rabbia le esplose nel petto «Se davvero uscirai da quella porta, non sei l’uomo che pensavo che fossi. Sei solo un ragazzino che scappa di fronte alla prima vera difficoltà. I tuoi genitori non sarebbero per niente fieri di quello che stai facendo. Stai abbandonando la tua donna, che è incinta. Ti rendi conto? Sei un essere spregevole Nicholas!»
Brianna era davvero arrabbiata, ferita e disgustata.
Nicholas che si era fermato davanti la porta d’ingresso, prese le valigie e uscì di casa.
A quel punto Brianna scoppiò nuovamente in lacrime lasciandosi cadere per terra; mentre Nicholas era corso giù per le scale salendo velocemente in macchina. Una volta entrato cominciò a prendere a pugni lo sterzo.
«Maledizione» esclamò lui. Guardò per l’ultima volta la finestra della cucina, mise in moto e si diresse verso l’aeroporto.
 
Quando i suoi genitori lo videro tornare pensavano si trattasse semplicemente di una visita, ma quando videro la faccia sconvolta e gli occhi rossi e gonfi, capirono che qualcosa non andava.
«Figliolo cos’è successo?» Aveva chiesto il padre.
Nicholas non rispose.
«Nicholas va tutto bene?» questa volta fu la madre a parlare.
«No! Non va bene per niente» ruggì Nicholas chiudendosi nel suo appartamento.
«Nicholas, tesoro, cosa c’è che non va? Puoi parlare con noi, lo sai!»
Nicholas uscì dalla sua stanza spaventando la madre che era troppo vicina alla porta.
«Brianna è incinta!»
«Oh Signore…» disse sua madre cercando una sedia nelle vicinanze.
«Nicholas, che ci fai qui allora?» disse perentorio il padre.
«Non sono pronto per fare il padre. Vado ancora nelle discoteche, un anno fa potevo avere tutte le donne che volevo, e ora mi ritrovo ad essere quasi padre»
«Non sei il figlio che ho cresciuto allora» disse dispiaciuta la madre.
«Abbandonare una ragazza incinta, ritrarsi a degli obblighi che prima o poi ti saresti trovato davanti»
«Facciamo i bagagli; andiamo da Brianna» disse Teresa.
«No!» esclamò Nicholas «Non andrete da nessuna parte. Non impicciatevi nei miei problemi»
«Nicholas, questo non è un problema. La nascita di un figlio non è un problema; quello che tu hai appena fatto è un problema, e bello grave pure» gli disse suo padre.
«Non andrete a Parigi»
«Oh si caro mio!» Questa volta la madre usò un tono di voce un po’ più severo. «E tu verrai con noi»
«No scordatevelo»
«Fa come vuoi, ma che tu lo voglia o no ritornerai da Brianna e da tuo figlio!»
 
Brianna era rimasta a casa per circa una settimana da quando Nicholas l’aveva lasciata. Non aveva nessuna voglia di andare a lavoro. Non le importava perderlo.
Non aveva fatto altro che piangere e si era promessa che si sarebbe presa cura lei del suo bambino. Non aveva bisogno dell’aiuto di Nicholas.
Solo che non aveva idea di come fare. Era spaventata e adesso pure sola. Mentre guardava la tivù sentì bussare alla porta «E ora chi è?» disse Brianna seccata da quella probabile visita.
Quando aprì si trovò davanti i genitori di Nicholas. Doveva prendere l’abitudine di guardare prima dallo spioncino e poi aprire. Non aveva voglia di vedere nessuno in quel momento, tanto meno i genitori di Nicholas.
«Ciao cara» disse Greg.
«Salve» rispose lei invitandoli ad entrare. «Posso sapere che ci fate qui e soprattutto come avete fatto a trovarmi?»
«Nicholas ci ha dato l’indirizzo» spiegò Teresa.
«Vi ha mandato lui?»
«No, siamo venuti solo per te. Volevamo parlarti»
«Si certo»
Si accomodarono in cucina; per fortuna durante i periodi di depressione Brianna puliva.
«Brianna…» fu Greg a parlare per primo «…sappiamo che nostro figlio si è comportato male, anzi malissimo. Non ci sono parole per spiegare quanto siamo imbarazzati noi per lui, ed è per questo che siamo venuti qui. Vogliamo scusarci a nome suo e poi vogliamo prenderci cura di te»
Durante quel discorsetto Teresa non aveva fatto altro che annuire e stringere la mano di Brianna.
«Grazie, davvero. Ma preferirei cavarmela da sola. Siete gli unici a saperlo. Non ho avvisato nemmeno i miei e per il momento non intendo farlo, quindi vi sarei grata se teneste questa cosa per voi»
«Ma si certo» disse Teresa.
«Grazie. Per quanto riguarda Nicholas, non ho bisogno delle sue scuse. Capisco che è spaventato, lo sono di più io che ho un esserino che mi sta crescendo dentro. Non capisco perché abbia reagito in questo modo»
«Ci dispiace così tanto che ti abbia fatto soffrire»
«Non dovete» disse Brianna cercando di rivolgere ai genitori di Nicholas il sorriso più calmo e “felice” che avesse mai fatto.
«Noi staremo qui a Parigi per qualche settimana, se hai bisogno di qualsiasi cosa sai che puoi sempre chiamarci, a qualsiasi ora»
«Grazie»
Si alzarono e dopo un abbraccio lunghissimo Brianna li accompagnò alla porta. «Grazie per essere venuti»
«Figurati cara, quando vuoi noi siamo qui»
«Grazie» disse lei richiudendo la porta alle sue spalle.
Scivolò per terra e cominciò a piangere. Non aveva nemmeno la forza di alzarsi per andare a letto; in quel momento aveva bisogno di Nicholas, di un suo abbraccio, di sentire la sua voce.
Mentre pensava a Nicholas sentì bussare di nuovo. Si asciugò le lacrime, si alzò e pensando che fossero ancora Teresa e Greg disse «Avete dimen…» Brianna si bloccò di colpo perché si trovò davanti Christian… Il suo capo?!?
«Pensavi fossi qualcun altro?»
«Si. Ma che ci fai qui?»
«Manchi da lavoro da una settimana e mezzo quasi. Che succede?»
«Problemi personali»
«Mi fai entrare?»
Brianna non voleva ma disse di si. Lui era l’ultima persona che si aspettava di vedere e sicuramente la prima a cui doveva dare delle spiegazioni.
«Mi dispiace, dovevo lasciar detto che mi sarei assentata o che mi sarei presa più di una settimana. Se vorrai licenziarmi lo capisco perfettamente»
«Ehi ehi… ferma! Nessuno sta parlando di licenziamento. Ero solo preoccupato e sono venuto a trovarti»
«Ah» disse Brianna. Adesso era in imbarazzo. Non sapeva che altro dire.
«Allora… bella casa»
«Ehm grazie»
Ad un tratto Christian le si avvicinò e le disse «Va tutto bene?»
Brianna cercò di spostarsi, ma c’era il muro dietro di lei. Non poteva scappare.
«Si, va tutto bene»
«Dov’è il tuo ragazzo?»
«Non ho nessun ragazzo!» ruggì lei.
«Allora quello con cui ti visto andare via il giorno in cui ci siamo conosciuti era solo un amico?»
«Non devo certo dare spiegazioni a te»
«Si, hai ragione, però hai gli occhi gonfi, i capelli legati e una maglietta che non avresti mai indossato in presenza di altre persone»
Brianna si diede un’occhiata allo specchio lì vicino e pensò “Sono davvero così orribile?”
Christian intuendo quello che le stava passando per la testa la rassicurò «Stai benissimo così, tranne per gli occhi gonfi. Che cos’è successo per aver pianto così tanto?»
«Non mi va di parlarne»
Christian non era certo la persona con cui doversi e potersi confidare, ma Brianna aveva un disperato bisogno di confidarsi, di parlare con qualcuno. Non poteva chiamare la sua amica perché doveva studiare per un esame e non voleva disturbarla.
«Va bene. Ma adesso vestiti. Usciamo»
«Eh? No, assolutamente no!»
«Da quanto non vedi la luce del sole? Non fa bene stare sempre al buio. Hai bisogno di uscire»
«Non vado da nessuna parte»
«Eh dai! Non farti pregare»
«Lo sai che sei il mio capo vero?»
«Si lo so, ma questo non influirà sul nostro lavoro»
«Sicuro?»
«È questo che ti preoccupa?»
«Non dovrei?»
«Si, e lo apprezzo. Perché significa che non hai nessuna intenzione di usarmi per fare carriera»
«Grazie, lo prendo come un complimento» disse Brianna guardandolo di traverso.
«Figurati. Adesso vai a vestirti»
«Agli ordini»
Dopo un paio di minuti Brianna uscì dalla camera da letto. Era ancora il secondo mese di gravidanza, però non voleva che Christian notasse qualcosa, infatti, aveva messo una maglietta piuttosto larga, così non si sarebbe notato nulla.
«Wow, stai benissimo»
«Grazie. Andiamo?»
«Si certo»
Non era un vero e proprio appuntamento, per fortuna. Christian aveva preso dei panini ed erano andati a mangiare in un vasto prato verde vicino la Tour Eiffel.
Molte volte aveva avuto la nausea, ma per fortuna niente di preoccupante, anche se Christian le disse «Stai bene? Sei un po’ strana»
«Si si, sto bene»
«Ok»
Brianna per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardarsi intorno, fissava le coppie con un bambino e non poteva che immaginare Nicholas con suo figlio sulle spalle. La colpì una fitta al cuore e delle lacrime cominciarono a scendere sulle guance.
«Brianna, che succede?»
La ragazza cominciò a ridere, era una risata triste e disse «Scusa Christian. Non dovrei essere qui»
Brianna si alzò e si incamminò verso la macchina.
Quando Christian la raggiunse le prese le braccia e la fece voltare. «Mi spieghi che succede?»
In quel momento Brianna non ce la faceva più. Aveva bisogno di parlare. «Sono incinta!»
«Che bello! Congratulazioni!» Christian sembrava davvero felice per lei. Perché Nicholas non aveva reagito in quel modo?
Qualcosa nello sguardo di Brianna gli fece cambiare subito espressione «No?» disse lui.
«No»
«Perché sei così triste? L’arrivo di un bambino è sempre una bella cosa»
«Non per il mio ex fidanzato. Mi ha lasciata e se ne è andato, solo perché ha paura. Ma chi pensa a me? Si è chiesto se anche io ho paura? Insomma, ho un essere che mi cresce dentro e non devo avere paura? Mi toglierei dalla mia stessa pelle se fosse possibile, ma non posso. Devo andare incontro a questa cosa e grazie a lui lo farò da sola»
«Mi dispiace tanto!» disse Christian evidentemente dispiaciuto.
«Grazie, ma non mi serve la tua carità»
«Ehi, chi è che sta parlando di carità? Vorrei solo aiutarti se me lo permettessi»
«Ci sono già troppe persone che vogliono aiutarmi, ma nessuna di queste è il padre, quindi no grazie!»
«Devi accettare l’aiuto delle persone, perché significa che tengono a te»
«Allora tu tieni a me?»
«Si certo! Non ti conosco perfettamente, ma da come ti comporti in ufficio posso dire che saresti un’amica straordinaria. Tu sei sempre pronta ad aiutare tutti e quando hai bisogno di aiuto non ne cerchi mai. Lascia che qualcuno si occupi di te»
«Non ho mai avuto amici maschi che si occupassero di me, non intendo iniziare ora. Christian, non voglio essere scortese, ma davvero non ho bisogno del tuo aiuto. Probabilmente ritornerò in Italia»
«Come ritorni in Italia?»
«Si. Non posso farcela qui con un figlio»
«Ti prego resta e lasciati aiutare»
«No, adesso portami a casa»
«Va bene»
Tornati a casa Brianna lo ringraziò e salì in casa.
Quella era stata la giornata più brutta e più lunga della sua vita. Non vedeva l’ora di mettersi a letto e non svegliarsi mai più!
Entrò in casa e trovò la luce della stanza da letto accesa. Possibile che l’avesse dimenticata?
Si diresse verso la stanza togliendosi la maglietta, era davvero troppo stanca, voleva solo andare a dormire e il giorno dopo fare finta che in tutto quel periodo non fosse successo niente. Entrò in camera da letto.
«Nicholas»
Ma che ci faceva lì? Nicholas la guardò ed essendosi tolta la maglietta Brianna aveva solo il reggiseno a coprirla. Lo sguardo di lui si sposto sulla pancia, lievemente gonfia. Brianna si coprì e andò a prendere la maglietta che usava per dormire. Non voleva che Nicholas la guardasse.
«Che ci fai qui?»
«Sono venuto a parlarti»
«Non occorre»
Nicholas si alzò e andò verso di lei; quando furono a cinque centimetri di distanza lui le sussurrò «Si invece»
Brianna si allontanò quasi infuriata. «Tu sei venuto qui solo per non sentirti più in colpa, per mettere le cose in chiaro e scappare di nuovo, perciò non occorre che tu sprechi altro fiato. Mi hai fatto capire che non hai intenzione di prenderti cura di tuo figlio, va bene così. Quando è solo una persona ad occuparsi di tutto si ha maggiore controllo. Ritornatene a Milano»
«Mi dispiace tanto essere scappato in quel modo, ma davvero io non me la sono sentita di prendermi una responsabilità così grande»
«E tu credi che io non sono spaventata? Lo sono ancora di più. Sono terrorizzata da quello che saranno questi nove mesi. Ho solo vent’anni Nicholas e già ho quasi un figlio. Non ero e non sono pronta per tutto questo, però è capitato e devo affrontarlo con maturità. Non parlerò di mio figlio come se fosse uno sbaglio»
«Mi dispiace tanto»
«Basta con le scuse. Non possiamo più tornare indietro. Da ora in poi sarà diverso e tu farai sempre parte della nostra vita, sta a te decidere se vuoi occupare questo posto»
«Ma tu mi ci vedi in questo ruolo?»
Brianna pensando a quello che aveva immaginato quel pomeriggio stava per rispondere di si. «Non te lo devo dire io. La domanda non è se ti ci vedi o meno in questo ruolo, ma se sei in grado di assumerti le tue responsabilità; e da come ti sei comportato negli ultimi giorni credo proprio che tu non ne sia in grado»
«Forse è meglio che me ne vada»
Nicholas uscì dalla camera da letto e si diresse verso la porta. Quando Brianna sentì la porta chiudersi si buttò a letto e cominciò a piangere.
Era molto peggio dell’ultima volta che si erano lasciati, e pensare che il giorno dopo avrebbero dovuto festeggiare il loro primo anno insieme.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


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CAPITOLO 23

 
Brianna dopo la visita di Nicholas decise di reagire.
Non poteva stare chiusa in casa e poi così avrebbe compromesso il suo lavoro.
Quando tornò nessuno le chiese il motivo per cui non c’era stata e anche Christian sembrava aver dimenticato tutto. Anzi era ancora più gentile con lei.
Brianna era quasi al terzo mese di gravidanza e il suo corpo si stava veramente trasformando.
Non era così che se lo immaginava. Se proprio voleva mettere su famiglia avrebbe preferito sposarsi e poi pensare ai figli e, sicuramente avrebbe preferito avere Nicholas a fianco.
Dopo l’ultima volta non aveva più fatto improvvisate e non aveva nemmeno chiamato.
Anche i suoi genitori erano ritornati a Milano.
I genitori di Brianna però erano molto preoccupati quando Brianna li aveva avvisati che tra sei mesi sarebbero diventati nonni.
Quella era stata una notizia improvvisa e sconvolgente per tutti. Brianna ebbe la sensazione che nessuno era davvero felice per lei, ma doveva farsi forza e andare avanti per il suo bambino.
 
Erano appena le due del pomeriggio quando Brianna uscì dall’ufficio quel giorno. Era metà luglio e faceva veramente caldo. Aveva deciso di andare a fare una passeggiata lungo la Senna.
 
L’idea della passeggiata si rivelò proprio una cattiva idea quando Brianna si ritrovò su un letto d’ospedale.
Cercava di aprire gli occhi, ma qualcosa non glielo permetteva. Aveva le palpebre stanchissime. Non riusciva ad aprirle. Quando finalmente ci riuscì scorse qualcuno accanto a sé; cerco di girarsi, sperando che fosse Nicholas, ma seduto che la scrutava era Christian.
«Ehi, ti sei svegliata!!»
Brianna non riusciva nemmeno a parlare. Si limitò a muovere la testa.
«Chiamo la dottoressa»
Dopo qualche minuto entrò una schiera di medici, a prima vista molto inesperti, che la studiavano. Avevano tutti una cartella in mano.
«Che sta succedendo?» pensò Brianna. Poi il suo pensiero corse al bambino e si portò le mani sul grembo.
In quel momento cominciò a parlare qualcuno «Purtroppo l’impatto è stato violento. Abbiamo cercato di fare il possibile, ma non abbiamo potuto salvare il suo bambino. Ci dispiace»
Brianna a quelle parole iniziò a piangere, piangere silenziosamente.
Non poteva succedere tutto questo proprio a lei. Perché il destino era ancora così crudele con lei?
Christian si avvicinò a lei e cominciò ad accarezzarle i capelli. «Andrà tutto bene Brianna. Ci sono io qui con te. Non sei sola»
E in effetti era vero, perché se non ci fosse stato lui Brianna sarebbe rimasta davvero da sola.
Poi iniziò a parlare un altro dottore. «Le abbiamo ingessato la gamba, ma non è niente di grave, tra qualche mese dovrebbe passare tutto. Adesso riposi. Ripasserò più tardi a vedere come sta, e se ha qualche domanda ci chiami pure»
Ma cos’era successo?! Brianna ricordava solo che stava passeggiando e poi? Vuoto totale!
Maledizione… Odiava non riuscire a ricordare le cose. Era davvero frustrante.
Poi Brianna riuscì a trovare la voce per parlare «Ma… ma cos’è successo?» disse debolmente.
«Stavi passeggiando e a causa dell’acqua sull’asfalto una macchina ha perso il controllo e ti ha colpita in pieno. Ti ha scaraventata per non so quanti metri. La gente che ha visto era terrorizzata. Pensava che fossi morta»
«Forse era meglio così»
«Non dire sciocchezze. A parte il bambino non ti sei fatta niente di gravissimo. Hai solo una gamba ingessata e un trauma cranico»
«Da quanto tempo sono qui?»
«Circa una settimana»
«Ha chiamato nessuno?»
«No, nessuno. Non lo sa nessuno dei tuoi familiari. Non volevo farli preoccupare»
«Si hai fatto bene»
«Ti lascio riposare adesso. Comunque non devi pensare a nulla. Pensa soltanto a guarire. Al lavoro e alle altre cose ci pensiamo dopo, ok?»
«Grazie Christian»
«Figurati» disse lui baciandola sulla fronte.
Nonostante avesse dormito per circa una settimana, Brianna continuava a sentirsi molto stanca.
Cercò anche di comprendere bene tutto quello che le era stato detto. Aveva perso il suo bambino e non sapeva come sentirsi! Triste? Disperata? Sollevata?
Si addormentò con quegli interrogativi.
 
Quando si svegliò era appena tramontato il sole e cominciava a sentirsi un po’ammaccata. Forse stava finendo l’effetto della morfina? Qualsiasi cosa fosse ne voleva ancora perché decisamente stava meglio quando aveva quella cosa in circolo.
Alla donna che stava accanto a lei chiese che giorno fosse. La donna le rispose che aveva dormito per due giorni consecutivi, ma il suo organismo cominciava a stare meglio.
«Sarai fuori di qui tra qualche giorno» le disse la donna.
«Ah grazie» rispose Brianna.
«Mi dispiace per il tuo bambino»
Brianna si limitò a fare un cenno con il capo; non aveva proprio intenzione di parlare con quella sconosciuta dei suoi problemi.
«Dov’è Christian?» chiese Brianna alla donna. Sicuramente doveva essere un’infermiera.
«Quel ragazzo biondo?»
«Si, proprio lui»
«Ha detto che sarebbe tornato tra poco»
«Ah ok. Grazie ancora. Sa se posso alzarmi? Sono davvero stanca di stare distesa su questo letto»
«Si certo, ma dovrà utilizzare la sedia a rotelle»
«Wow, fantastico. Comunque sempre meglio che stare su questo letto» si lamentò Brianna.
 
Dopo essersi messa sulla sedia uscì dalla sua stanza e cominciò a “camminare” per l’ospedale. Era davvero faticoso camminare con la gamba alzata, quindi decise di ritornare nella sua stanza.
Quando fu dentro, trovò Christian che litigava con il telecomando della televisione.
«Ma che fai?»
«Ehi ma dov’eri?»
«Ero stanca di stare in quel letto» spiegò Brianna e provò a scendere dalla sedia per mettersi sul divano.
«Dai che ti aiuto»
«No, devo essere in grado di farlo da sola»
«Va bene»
Quando Brianna si fu sistemata Christian le chiese
«Come ti senti?»
«A pezzi»
Seguirono minuti di silenzio. Poi Christian parlò.
«Mi dispiace davvero per il bambino»
«Grazie. Adesso vorrei proprio uscire da questo ospedale»
«Se vuoi posso fare qualcosa»
«Davvero?»
«Torno subito» disse sorridendo Christian.
Quando il ragazzo tornò aveva un foglio in mano. Forse era quello delle dimissioni: infatti.
Finalmente. Brianna non vedeva l’ora di ritornare a casa sua.
«Grazie mille Christian»
«Figurati. Il medico mi ha detto che devi tornare tra una settimana per il controllo»
«Certo. Lo farò»
«Ok, andiamo ti aiuto a prendere le tue cose»
 
Quando Brianna aprì la porta di casa la investì una malinconia mai provata prima. Credeva di trovare Nicholas, ma tutte le stanze erano vuote. Tutto era come l’aveva lasciato. Erano passati tre mesi e Nicholas ancora non si era fatto sentire.
Quel giorno avrebbe chiamato la sua famiglia.
Dopo aver salutato e ringraziato Christian si mise sul divano e cominciò a comporre il numero di casa. Chiamò prima sua madre, poi la sua migliore amica e infine i genitori di Nicholas.
A tutti aveva detto la stessa cosa.
«Sto bene, non preoccupatevi per me. Purtroppo ho avuto un incidente e ho perso il bambino. Adesso sto bene. Ci sentiamo presto»
Si, sembrava un po’ superficiale come spiegazione, ma non aveva intenzione di entrare nei particolari.
Sua madre era quasi morta di paura quando aveva sentito che aveva avuto un incidente, ma Brianna l’aveva subito rassicurata dicendo che ora stava bene e che non occorreva prendere l’aereo per andare a trovarla. Sarebbe scesa lei per Natale.
Dopo aver chiuso la telefonata con Teresa, Brianna si pentì di averglielo detto, perché anche se le aveva raccomandato di non farne parola con Nicholas, sicuramente lei lo avrebbe fatto.
Non voleva che Nicholas lo sapesse.
 
Il giorno dopo fu l’inizio di una lunga serie di giorni vissuti in tranquillità e apparente felicità.
Andava a lavoro, disegnava, realizzava i suoi vestiti, tornava a casa, leggeva un libro o ascoltava la sua musica preferita e quando ne aveva voglia usciva. Spesso il pomeriggio lo trascorreva visitando Parigi.
Amava il patrimonio artistico di quella città. Ne era assolutamente affascinata.
Dopo l’ennesima giornata a lavoro Brianna era tornata a casa esausta.
Erano gli inizi di ottobre e cominciava a fare freddo. Quel giorno decise di rimanere a casa.
Qualche giorno prima era stato il compleanno di Nicholas e Brianna lo aveva chiamato, ma si trovò a dover parlare con la segreteria. Gli lasciò un messaggio nella speranza di poterlo sentire. Ma niente. Erano passati già due giorni, ma della voce di Nicholas nemmeno l’eco.
 
Il giorno del suo compleanno Brianna aveva avvisato sua madre che era talmente impegnata da non poter scendere per le feste natalizie. La madre ovviamente era molto dispiaciuta, ma il Natale veniva ogni anno e, sapeva che in quel momento tutto ciò che serviva a Brianna era concentrarsi sul lavoro, soprattutto per i brutti mesi che aveva passato.
Brianna, però, durante tutto quel tempo cercava di sopravvivere a tutto.
L’amicizia di Christian si era rivelata ancora più vera. L’aveva aiutata nel periodo in cui lei doveva fare riabilitazione per la gamba. Le era stato vicino quando Brianna sentiva la mancanza di Nicholas. Molte volte avevano passato la notte insieme.
Brianna inizialmente era molto spaventata di questo loro rapporto, ma con il tempo aveva capito che Christian era interessato a lei semplicemente come amica. Non aveva strane idee in testa e sapeva che di lui poteva fidarsi. Non era facile trovare un ragazzo del genere.
Christian voleva davvero bene a Brianna e lei ne voleva a lui. Erano una bella squadra.
Anche Christian aveva dei momenti “no” e Brianna cercava di fare il possibile per aiutarlo.
Entrambi riuscivano ad aiutarsi sempre.
 
Avevano passato le feste a casa di Brianna; avevano bevuto, mangiato e ballato.
L’ultimo dell’anno era stato davvero bello. Brianna si era divertita. Dovette ammettere che si era divertita più quell’anno che la volta scorsa.
Anche se si sentiva al sicuro quando era con Christian, voleva davvero passare quei momenti anche con Nicholas, ma chissà cosa stava facendo. Chissà se stava con qualche altra ragazza. L’aveva già dimenticata?!
 
Tornata a lavoro Christian le aveva affidato il compito di curare una sfilata. “Curare” uguale “disegnare tutta la collezione”. Brianna non poteva essere che strafelice. Stava ridendo con Christian, quando si rese conto che quelle emozioni voleva condividerle anche con Nicholas.
Andò nel suo studio e compose il numero. Stava quasi per riattaccare quando una voce di donna rispose:
«Pronto?»
«Nicholas?» Allora l’aveva davvero dimenticata? Si sentiva una stupida ad aver chiamato.
«No Nicholas è sotto la doccia. Ah è appena uscito. Te lo passo?»
«No ma…» non fece in tempo a concludere che quella ragazza, chiunque fosse, aveva passato il cellulare a Nicholas «Pronto?»
Brianna non rispose subito. Voleva sentire il timbro della sua voce che tanto le era mancato.
«Pronto?» disse ancora Nicholas.
«Nicholas, sono io. Brianna»
«Brianna»
«Ciao. Come stai?» Bene, Teresa non gli aveva detto nulla.
«Me la cavo, tu?»
«Adesso sto meglio»
«Come mai hai chiamato?» chiese lui.
Doveva trovare un scusa buona; non poteva semplicemente dire che voleva condividere la sua felicità di quel momento con lui. Felicità che stava scemando sempre di più dopo che una donna aveva risposto al suo cellulare. Non stavano più insieme da otto mesi, per forza che si era già trovato qualcuno.
«Volevo sentirti, ma credo di aver scelto il momento sbagliato»
«No tranquilla» la rassicurò lui.
«Beh, comunque sia ti lascio. È stato…» Brianna non aveva nemmeno finito di parlare che Nicholas le chiese qualcosa che lei non si aspettava mai potesse chiedere
«Come sta il bambino? È un maschietto o una femminuccia?»
Brianna scoppiò in lacrime, ma cercò di non farlo capire a Nicholas dall’altro capo del telefono.
«No, ehm… in realtà non c’è nessun bambino»
«Come non c’è nessun bambino? Era tutta una messa in scena?»
«No, assolutamente no. Ho avuto un incidente a luglio e… ho perso il bambino»
«Che cosa?»
«Non farmelo ripetere ti prego»
«Perché non me lo hai fatto sapere?»
«Non volevo coinvolgerti. Sono stata parecchio male, ma adesso sto meglio. Sto facendo la riabilitazione per la gamba e sembra proprio andare alla grande. Per fortuna avevo un amico che mi ha sostenuta in tutto questo tempo; non ce l’avrei mai fatta senza di lui»
«Questo amico ti consola con le sue labbra?»
«Non è come pensi Nicholas. Siamo solo amici»
«Va bene. Comunque avresti dovuto avvisarmi, sarei venuto subito»
«Non sarebbe stato necessario. Ma adesso è tutto finito. Sto meglio ed è questo che conta. Sono contenta anche per te che hai trovato un’altra. Mi fa piacere, davvero» in realtà non le faceva piacere, ma per lui avrebbe accettato qualsiasi cosa.
«Chi? Katherine? Oh no. È solo mia cugina» spiegò lui.
«Ah ok. Comunque adesso devo andare. Ti avevo chiamato in realtà perché questa cosa a Parigi è iniziata con te e mi sembrava giusto dirti che tra qualche mese ci sarà la sfilata della mia collezione. Spero ti faccia piacere»
«Wow Brianna, caspita. Ce l’hai fatta! Certo che mi fa piacere. Sono orgoglioso di te, altroché!»
«Beh grazie. Adesso devo riattaccare»
«Va bene. Mi ha fatto piacere sentirti. Mi manchi»
«Ciao Nicholas» concluse Brianna e riappese.
Nicholas intuì che aveva sbagliato a dire quanto le mancasse; non era giusto nei suoi confronti. Non poteva tornare da lei in quel momento, ma aveva un disperato bisogno di farlo. Andare da lei, prenderla tra le braccia e baciarla. Molte volte si era pentito di essere scappato.
Aveva la possibilità di farsi una famiglia con la donna che amava. Quella possibilità l’aveva sprecata e aveva perso anche l’unica donna che avesse amato sinceramente.
In poche parole aveva fatto un casino; di nuovo!
Ma non gli importava; avrebbe preso un aereo per Parigi quel pomeriggio stesso.
Voleva vederla, dirle che l’amava e che aveva sbagliato tutto! Chissà se lo avrebbe perdonato!
Lui doveva almeno tentare. 
 
Quando Brianna chiuse la comunicazione era scoppiata a piangere. Proprio in quel momento era entrato Christian
«Tesoro, che succede?» chiese allarmato avvicinandosi a lei.
«Ho appena telefonato a Nicholas. Mi manca troppo Chris!»
«Ti capisco tesoro. Vieni qui!!» Christian l’abbracciò e poi disse «Stasera porto l’occorrente a casa tua e beviamo! Ti serve una bella scossa»
«No, non mi va proprio!»
«Brianna, hai ventuno anni ma ragioni e ti comporti come se ne avessi trenta. Vuoi svegliarti un po’? Devi reagire. Non ti va di uscire? Ok, ma almeno ubriachiamoci a casa!»
«Ok, se proprio insisti!»
«Perfetto. Vengo a casa tua alle otto»
«Ok ti aspetto. Grazie per esserci sempre Chris»
«Quando vuoi piccola. Ti voglio bene!»
«Te ne voglio anche io»
Quei momenti piacevano tanto a Brianna e ogni volta le si stringeva il cuore dall’emozione. Era vera amicizia.
Visto che quella sera Christian aveva intenzione di fare festa, Brianna decise di passare dal supermercato prima di ritornare a casa.
 
Per l’occasione Brianna si era messa un vestitino piuttosto corto ricoperto da paillettes argento e un paio di scarpe Louboutin nere. Quando Christian la vide commentò con un fischio. Era da tanto tempo che non metteva i tacchi a causa del gesso, e ora faticava a tenerli ai piedi.
Mentre Brianna sceglieva la musica e preparava gli stuzzichini, Christian preparava i suoi cocktail.
Brianna optò per un po’ di musica che si mettono nelle discoteche, alzò il volume al massimo e cominciò a ballare, quando Christian le passò il bicchiere con quel mix esplosivo lo bevve tutto d’un sorso.
«Vuoi farti proprio del male?»
«Si, dammene un altro!»
«Ecco cara!»
Brianna di solito riusciva a reggere l’alcol, ma quello era veramente troppo. Al settimo bicchiere Brianna stava già perdendo le staffe. Ballava e si sentiva la testa leggera, assolutamente senza nessun pensiero. Nicholas non esisteva più.
Una giravolta, due giravolte, tre giravolte… al secondo giro vide una faccia familiare. Si fermò di colpo, barcollando sia per i tacchi, sia per l’alcol ma anche per la testa che le girava.
«Nicholas…»
«Brianna»
Christian era in cucina e, a causa della musica a tutto volume, non aveva proprio sentito Nicholas entrare.
«Che ci fai qui?»
«La domanda è che stai facendo tu»
«Dimentico Nicholas… ti sto dimenticando!» disse lei bevendo ancora dal suo bicchiere e guardandolo fisso negli occhi «Ti amo così tanto che nemmeno in questi mesi ho avuto la forza di odiarti!»
In quel preciso istante entrò Christian «Purtroppo abbiamo finito il martini… Ehi!» disse infine vedendo Nicholas.
«Ehi!!» disse Nicholas fulminandolo con lo sguardo.
«Chris, credo proprio che la festa sia finita»
«Si lo credo anche io. Vado, ti chiamo domani» disse lui avvicinandosi a Brianna e baciandola sulla guancia. «Grazie per la serata»
«Figurati tesoro»
Quando Christian si richiuse la porta alla spalle fu Brianna a parlare «Oh dio, devo togliermi questi tacchi mi stanno uccidendo!!»
«Ti aiuto» disse Nicholas andando verso di lei.
«Lascia stare, ho già fatto» Brianna barcollando andò in camera da letto e buttò le scarpe in un angolino. Prese un elastico e legò i capelli.
«Allora, che sei venuto a fare qui?»
«Non credo sia il caso di parlarne in questo momento, non credi?»
«No non credo. È meglio che io sia ubriaca»
«Volevo vederti!»
«Volevi vedermi… e questa “voglia” non ti è mai venuta prima? Tipo quando ero incinta di tuo figlio?»
«Senti, mi sono pentito di quello che ho fatto»
«Ti sei pentito?» disse Brianna ridendo.
«Si»
«Và all’inferno Nicholas!»
«Senti…»
«No! Senti un cavolo! Io ho passato i peggiori mesi della mia vita. C’era tuo figlio che cresceva dentro di me e io non potevo dirgli che c’era il suo papà a proteggerci; non ho potuto dirgli che saresti tornato perché mi amavi, ci amavi. Ogni sera mi addormentavo sperando che il giorno dopo ti avrei trovato accanto a me nel letto. Non sai quanto ho aspettato questo momento. Ogni mattina, però, mi svegliavo da sola, con le lacrime agli occhi e una voglia matta di prendere il telefono e chiamarti!»
Brianna era scoppiata! Gli stava dicendo tutto quello che si era tenuta dentro da mesi. Forse era stato un bene che lei fosse ubriaca. Poteva dire facilmente la verità.
«Perché non l’hai fatto? Perché non mi chiamavi?»
«E che avrei dovuto dirti? Non potevo mica chiederti di tornare per me o per il bambino, visto che te ne sei andato proprio per quello! A proposito, credo di sapere perché sei tornato!»
«Non è come pensi!»
«Ah no? E dimmelo tu allora… Vuoi dirmi che non sei tornato soltanto perché non c’è nessun bambino?! Non puoi fregarmi Nicholas»
«Non sono tornato per questo! Già molto tempo fa avevo deciso di venire, ma non me la sono mai sentita. Forse era la vergogna, non lo so…»
«Beh, fai bene a vergognarti!» Con quell’esclamazione Brianna aveva esaurito tutte le sue forze. Aveva gridato come una pazza e adesso aveva bisogno di una bella dormita. «Nicholas scusa ma adesso avrei bisogno di riposare!»
«Va bene. Posso chiederti una cosa?»
«Che cosa?»
«È finita? Voglio dire, tra noi due è veramente finita? So che non ho il diritto di chiedertelo, però…»
«Non so che dirti Nicholas. Una parte di me correrebbe da te e ti abbraccerebbe, ti bacerebbe; l’altra vorrebbe dirti che è davvero finita!»
«Quale prenderà il sopravvento?»
«Credo la prima, perché ti amo troppo Nicholas. Abbiamo tutto il tempo per fare bambini. E non voglio che sia questo a rovinare tutto tra di noi. Ti amo e questo non cambierà mai, ma l’unica cosa che è cambiata è la fiducia che ho sempre riposto in te»
«Mi dispiace tantissimo» disse lui avvicinandosi a Brianna.
«No ti prego, non avvicinarti!»
Nicholas non l’ascoltò, andò sempre verso di lei, nonostante indietreggiasse; ma quando Brianna colpì il muro Nicholas le circondò il volto con le mani e la baciò. Era un bacio sofferente, avido. Quanto gli erano mancate quelle labbra, pensò Nicholas.
Brianna gli cinse il collo con le sue braccia e anche lei cominciò a baciarlo. I loro corpi si avvicinarono e si riconobbero. Le loro forme combaciavano alla perfezione. Erano perfetti l’uno per l’altra.
Soffrivano, questo era chiaro. Brianna si sciolse in lacrime, ma continuava a baciarlo. In quel momento era felicissima, ma sapeva che quel bacio sarebbe finito. E con esso anche tutto quello che stava succedendo tra di loro.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


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CAPITOLO 24

 
Ti amo” Con quelle due parole Nicholas aveva salutato Brianna la sera prima.
Le aveva detto che aveva preso una stanza all’hotel lì vicino e che sarebbe andato a trovarla il pomeriggio seguente.
Brianna quel giorno si era svegliata con un mal di testa terribile. Non solo per l’alcol, ma anche per le lacrime.
Christian le aveva detto che poteva rimanere a casa a riposare, ma lei non voleva stare in quella casa.
Brianna aveva capito che la stanza di Nicholas dava sulla strada di casa di Brianna: in pratica se si affacciavano potevano salutarsi.
Quando, quel pomeriggio, Nicholas vide che Brianna stava ritornando a casa, scese in strada.
«Brianna!» gridò, perché lei stava quasi per chiudersi la porta alle spalle.
«Ciao» disse lei togliendosi gli occhiali da sole. Il contatto con il sole le dava troppo fastidio.
«Come stai?»
«La mia faccia parla da sé»
«Si, hai un’aria stanca»
«Ah no l’aria di chi si è presa una bella sbronza?»
«Si, quello anche!» disse lui sorridendo.
Sorrise anche Brianna.
«Ti va di salire? Comincia a darmi fastidio il sole»
«Si certo»
Entrambi salirono in casa silenziosamente. Senza dubbio c’era molto imbarazzo tra di loro.
Dopo che Brianna posò le sue cose in camera da letto, raggiunse Nicholas in cucina «Scusa il disordine, ma stamattina non ho avuto il tempo di sistemare»
«Non preoccuparti. Volevo solo parlarti»
«Possiamo farlo mentre do una ripulita?»
«Si, come vuoi»
Brianna si legò i capelli e cominciò a pulire il bancone da tutti i residui di alcol della sera prima. Mentre metteva le bottiglie in frigo chiese a Nicholas «Beh? Di cosa volevi parlarmi?»
«Voglio ritornare con te!»
Brianna si fermò senza parole. «Non lo so Nicholas. Mi stai chiedendo di rimetterci insieme dopo che ho perso il bambino! Suona un po’ strano»
«Lo so, ma io non vivo senza di te! Ho passato otto mesi da schifo. Tutto mi ricordava te e quando i miei amici mi presentavano una ragazza e dovevo chiamarla per nome mi scappava sempre il tuo. So che questo non dovrei dirtelo, perché sembrerebbe che voglia convincerti a tornare con me, ma voglio solo dirti che voglio di nuovo il noi. Voglio svegliarmi con te ogni mattina; voglio condividere tutto con te. Mi dispiace solo non esserti stato accanto quando il tuo corpo stava cambiando»
«Già» quella fu l’unica risposta che Brianna riuscì a dare. «Dispiace tanto anche a me, e per la cronaca anche io vorrei di nuovo il noi. Vorrei poter tornare indietro e prendere le giuste precauzioni per evitare tutto quello che è successo. Vorrei potermi avvicinare ora a te e dirti, guardandoti negli occhi, quanto ti amo. Ma sai che non è possibile»
«Perché?»
«Non lo so, ma so solo che è giusto così»
«Cosa è giusto? Stare ancora lontani quando ci amiamo così tanto?»
«Siamo stati otto mesi separati qualche altra settimana non sarà nulla»
«No Brianna. Io non voglio più aspettare una settimana o un mese. Io voglio averti ora. Voglio stare con te»
Brianna non poteva più reggere quella situazione.
Non sapeva più che dire…
«Non voglio più parlare di tutto questo!»
«Va bene…» vedendo che Brianna si era diretta verso la camera da letto per sistemarla le chiese «Vuoi una mano?»
«Si grazie» rispose lei sorridendogli.
Mentre sistemavano le coperte dell’enorme letto Brianna gli chiese «Allora… aggiornami un po’»
«Cosa vuoi che ti dica?»
«Non lo so, fai tu!»
«Ok beh… ho rinunciato alla mia vita quando sono ritornato a Milano. Mi sono buttato sul lavoro. Adesso abbiamo aperto un bel po’ di negozi in Italia. Dovremmo iniziare le trattative per quelli qui a Parigi»
«Che bello! Tuo padre deve essere fiero di te!»
«Non proprio…»
«Perché?» Brianna glielo chiese, ma sapeva già qual’era la risposta!
«Beh, il mio comportamento a lavoro è impeccabile. È fiero del figlio che si occupa degli affari e che porta avanti l’azienda; non lo è del figlio che ha abbandonato la propria donna con in grembo suo figlio»
«Ah… mi dispiace che questo abbia compromesso il vostro rapporto!»
«Non è colpa tua Brianna. Ho fatto tutto io e me ne sto prendendo la responsabilità»
Brianna si avvicinò a lui e lo abbracciò. Si allontanò e lo guardò negli occhi. «Non ce l’ho con te. Non ti sto punendo perché tu sei scappato. Ho avuto paura anche io. Solo che mi son dovuta far coraggio da sola. Per due persone»
«Lo so e mi…»
«No Nicholas, basta con i “mi dispiace”. Adesso non ha più senso. Voglio solo ricominciare una nuova vita»
«Vorresti ricominciare con me?»
«Si, io lo vorrei però c’è qualcosa che me lo impedisce e non so cos’è»
«Non voglio metterti fretta»
«Grazie» disse lei sorridendogli.
Passarono tutto il pomeriggio a parlare di tutto mentre Brianna sistemava e Nicholas la seguiva con il sacco della spazzatura. Vedendo tutte quelle bottiglie di super alcolici sparse per la cucina Nicholas disse
«Accidenti!!»
«Cosa?»
«Ma che avete fatto ieri sera?»
«Quelle non sono di ieri sera» disse Brianna ridendo e strappandogli la bottiglia dalle mani.
«Ieri sera non è stata l’unica occasione in cui ci siamo ubriacati, solo che stavolta abbiamo esagerato un po’. Io ero pure a stomaco vuoto»
«A proposito di stomaco vuoto, ti va di andare a pranzo fuori?»
«Ehm…»
«Non sei costretta»
«Si lo so, solo che c’è troppo sole per i miei occhi. Ti va se rimaniamo qui?»
«Si va bene»
Insieme prepararono il pranzo che consumarono seduti sul divano. Brianna non credeva di poter stare di nuovo bene con Nicholas accanto, invece, era come se non fosse successo nulla. Nicholas aveva ancora il potere di farla ridere, di renderla veramente felice.
Senza che se ne rendessero conto era passato quasi tutto il pomeriggio tra film francesi scadenti e i dvd di Nicholas che era andato a prendere il albergo.
Mentre ne stavano guardando uno Brianna si accorse con la coda dell’occhio che Nicholas la stava guardando.
Brianna non poté più far finta di nulla  e gli chiese ridendo «Che hai da guardare?»
«Scusa, ma i miei occhi devono abituarsi a te e voglio che lo facciano presto!»
«Ah capisco…» concluse Brianna sempre ridendo.
Lei aveva una voglia incontrollabile di stare vicino a Nicholas. Voleva che le cingesse le spalle con un braccio come facevano quando stavano ancora insieme.
Sembrava veramente ridicolo, ma Brianna decise di chiedere «So che può sembrare strato, soprattutto detto da me, ma posso mettermi vicino a te?»
Nicholas non si aspettava quella domanda «Vieni qui»
Brianna si avvicinò a lui e poggiò la testa sulla sua spalla. Nicholas le cinse le spalle con il braccio, proprio perché sapeva quanto la facesse sentire al sicuro. «Grazie» gli sussurrò Brianna all’orecchio.
«Non c’è di che»
Continuarono a guardare il film in silenzio, fino a quando Nicholas non si svegliò e si accorse che erano le tre del mattino. Si erano addormentati!!
Brianna gli stringeva i fianchi e aveva la testa appoggiata al suo petto. Non voleva lasciarlo.
Nicholas voleva imprimere nella sua memoria quell’immagine. Poi la svegliò delicatamente.
«Brianna…»
Cominciò ad aprire piano gli occhi. Quando capì di essere tra le braccia di Nicholas si alzò e disse «Scusa»
«E per che cosa?»
«Ti stavo stritolando»
«No per niente. Anzi… era piacevole!» disse Nicholas sorridendo.
Brianna per cambiare argomento si guardò in giro e disse «Ma che ore sono?»
«Sono le tre e qualcosa»
«Ah»
«Forse è meglio che vada»
«Non andare ora. È tardi»
«Sono ad un passo dall’albergo»
«Lo so, ma voglio che rimani qui con me»
«Va bene» disse lui.
«Vieni con me»
«Dove?»
«Non vorrai dormire sul divano!»
Brianna tolse i cuscini dal letto e li mise sulla sedia in un angolino. Nicholas si tolse le scarpe e la cintura; per non essere il primo a mettersi nel letto diede un’occhiata al ripiano dove Brianna teneva tutti i trucchi. Intravide una specie di fotografia, come quelle che si fanno dopo le ecografie; infatti era proprio quella. Erano le tre ecografie che aveva fatto Brianna prima dell’incidente.
Nicholas si sentì in colpa per non averla accompagnata o per non essere stato la sua spalla su cui piangere.
Quando Brianna entrò di nuovo in camera da letto aveva dei mini pantaloncini e una maglietta larga.
«Nicholas» lo chiamò.
«Si» disse Brianna avvicinandosi a lui. «Questa qui è stata fatta due settimane prima dell’incidente. Cominciava a scalciare ogni tanto. Era una sensazione stranissima» Brianna finì la frase con un sorriso.
«Era ancora molto piccolo, ma sono sicura che gli saresti piaciuto» disse lei prendendo le foto
«Vieni» disse prendendolo per mano.
Brianna salì sul letto dalla parte di Nicholas e andò a sistemarsi nella parte opposta. Nicholas si distese su un fianco e iniziò a guardare Brianna che, a sua volta, guardava il soffitto e aveva un braccio sugli occhi.
Nicholas seguiva il movimento del suo corpo provocato dal respiro. Ne era affascinato. Si muoveva lentamente e con delicatezza. «Posso fare qualcosa per migliorare le cose?» disse Nicholas.
«No non credo»
«Ah»
«Non fraintendermi» disse Brianna alzandosi sui gomiti «Voglio dire, non credo che sia necessario che tu faccia qualcosa perché non voglio continuare questa cosa. Le cose sono andate così. Punto. Ci riproveremo»
«Nessuna reagirebbe così, sai?»
«Devo prenderla come una cosa positiva o no?»
«È una cosa positiva. Se tu avessi avuto un carattere diverso forse mi avresti lasciato e non avresti voluto più niente a che fare con me; però sei ancora qui. Siamo ancora qui»
«Beh, a questo c’è solo una spiegazione»
«E sarebbe?»
«Che ti amo troppo per mettere la parola fine sulla nostra storia»
A quelle parole Nicholas non riuscì a trattenersi; si voltò verso di lei e la baciò. Nemmeno Brianna riusciva a trattenersi, così, senza smettere di baciarlo, si alzò e si mise sopra di lui.
Quando si resero conto di quello che stava accadendo Nicholas le disse «Scusa»
«Sei uno stupido! Adesso basta con le scuse e baciami. Le mie labbra hanno dimenticato la forma delle tue» disse lei ridendo.
«Anche le mie» disse Nicholas e cominciò a baciarla di nuovo.
 
Il mattino dopo Brianna si era svegliata distesa su un fianco; stava dando le spalle a Nicholas.
Si voltò, ma lui non c’era.
Si alzò di scatto. Diede un’occhiata in giro. Non c’era niente che appartenesse a lui. Andò in bagno: si lavò i denti, sistemò i capelli e accese il riscaldamento.
Andò in cucina, magari Nicholas aveva lasciato un biglietto, ma niente.
Ritornò in camera da letto e si mise sul letto, dove aveva dormito Nicholas. C’era il suo profumo.
Qualche minuto dopo sentì un rumore di chiavi e di passi che entravano in casa. Brianna si precipitò in corridoio e quando vide che era Nicholas corse verso di lui e lo abbracciò così forte da soffocarlo. «Buongiorno» disse lui.
«Dov’eri?»
«A prendere la colazione»
«Mi hai fatto prendere un colpo. Non lasciarmi mai più. Chiaro?»
«Chiaro» disse lui e iniziò a baciarla di nuovo.
Dopo un paio di minuti fatti di lunghi e intensi baci, Brianna gli chiese «Che hai lì?»
«Te l’ho detto, sono andato a prendere la colazione»
«Bene, perché sto morendo di fame»
Mentre Brianna preparava il tè e il caffè Nicholas apparecchiava e metteva i cornetti sul tavolo.
Dopo che ebbero finito di mangiare Nicholas le chiese
«Devi andare a lavoro oggi?»
«Si credo proprio di si»
«Non puoi saltare oggi? In fondo il tuo amico può coprirti, e poi lui è il capo»
«Si, ma devo preparare i bozzetti per la sfilata»
«Quanto tempo ti resta ancora?»
«La sfilata è a maggio»
«Hai ancora abbastanza tempo. Dai, stai con me oggi. Abbiamo tante cose da dirci»
«Va bene, fammi fare qualche telefonata»
«Ok, ti aspetto»
Brianna era riuscita ad avere la giornata libera; dopo aver ringraziato Christian per l’ennesima volta riattaccò e andò ad abbracciare Nicholas. Aveva bisogno di stringerlo, di sapere che era al suo fianco e che non l’avrebbe mai più abbandonata! Beh forse su quest’ultimo punto era meglio non dire niente.
«Vado in albergo a vestirmi. Ti aspetto giù»
«Fa freddo fuori» disse Brianna «Hai la chiave, usala!»
«Ok… ci vediamo tra poco»
Dopo aver accompagnato Nicholas alla porta e averlo salutato, nonostante si sarebbero visti cinque minuti dopo, Brianna si catapultò in camera da letto in cerca di qualcosa da mettere.
Indossò un paio di jeans, una maglietta maniche lunghe e il giubbotto. Legò i capelli in una coda alta e mise le ballerine. Uscì dal palazzo e c’era Nicholas che stava attraversando la strada.
«Ciao» le disse appena la vide.
«Ciao» disse lei sorridendo.
«Ho una cosa per te» disse lui porgendole una scatolina nera.
«Eh?»
«Beh, non abbiamo festeggiato il nostro primo anno insieme, anzi, non ci siamo nemmeno arrivati, ma volevo darti questo»
«Nicholas è ridicolo, perché mi fai dei regali per un anniversario che non abbiamo mai festeggiato?»
«Sarebbe un augurio per il prossimo che festeggeremo»
«Tra un anno oggi?»
«Si in teoria si… dai aprilo»
«Ok» Brianna cominciò a scartare e dentro vi trovò un bracciale. Era bellissimo. Tutto in oro bianco e con degli Swarovski su una targhetta.
«Oh mio dio Nicholas»
«Ti piace?»
«Lo trovo stupendo»
«Mi fa piacere» disse sorridendo. «Guarda dentro»
«Dove?»
Nicholas le indicò che sulla targhetta c’era una piccola iscrizione «Sempre e per sempre» lesse Brianna che nel frattempo aveva iniziato a piangere. «È stupendo Nicholas, davvero!»
«Allora perché piangi?» le disse ridendo. «Guarda… ce l’ho anche io! Solo che il mio è più maschile» continuò a dire lui schiacciandole l’occhio.
«Mi aiuti a metterlo?»
«Certo»
Brianna, dopo averlo indossato, guardò quel bracciale.
«Avrebbe due mesi adesso»
«Cosa?»
«Nostro figlio»
«Nicholas ti prego… perché continui a pensarci? Ti fai solo del male e ci fai stare male anche me»
«Lo so, però non posso fare a meno di pensarci e sentirmi in colpa»
«Capisco che i sensi ti colpa ti stanno uccidendo, ma ti ho già detto che è inutile» Brianna gli prese il volto tra le mani e continuò a dire «Avevamo la possibilità di essere una famiglia, ma io per prima non me la sentivo. Non ti nascondo che durante i primi mesi ho pensato che dopo la nascita potevo darlo in adozione, solo che non sarebbe stato giusto, per nessuno dei tre. Adesso basta parlarne… andiamo!»
«Va bene»
Passeggiarono tutto il giorno… quel giorno si sentiva davvero felice… viva!
Continuarono a parlare di quello che avevano fatto durante i mesi di lontananza. C’era un po’ di tristezza nelle loro voci, ma era comprensibile.
Quando ritornarono a casa di Brianna, nel pomeriggio, guardarono ancora alcuni film che avevano scartato la sera prima.
«Ti va di uscire?»
«Di nuovo?»
«Che fanno i parigini la sera? Non escono? Non si divertono?»
«Non ne ho la più pallida idea» disse ridendo  Brianna.
«Lo troveremo un pub no?»
«Si, credo di si»
«Ok, allora vai a vestirti»
«Ok, se proprio insisti»
Brianna si alzò dal divano e, invece di dirigersi verso la camera da letto per vestirsi, si fermo al centro della stanza «Nicholas»
«Si?»
«Vieni con me»
Nicholas si alzò dal divano e andò vero di lei.
Iniziarono a baciarsi e quando arrivarono ai piedi del letto Nicholas la fece stendere, poi lui si adagiò su di lei, seguirono altri baci, poi Nicholas le chiese «Sei sicura?»
«Si» ansimò Brianna.
Era sicura si, ma anche molto spaventata.
Nicholas aveva in mente di trascorrere la serata in maniera diversa rispetto a quella che gli aveva proposto Brianna, ma nemmeno quell’idea gli dispiacque.
Sentire il corpo di lei sotto il suo gli era mancato. Gli era mancato tutto di lei.
E anche a Brianna era mancato tutto di lui.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


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CAPITOLO  25

 
Quando aprì gli occhi quella mattina, Brianna si ritrovò davanti il petto nudo di Nicholas.
Non poteva credere che la sera prima avevano fatto l’amore.
Provò ad alzarsi senza svegliarlo, ma non ci riuscì, Nicholas si mosse e aprì gli occhi.
«Scusa, non volevo svegliarti. Puoi rimanere qui»
«Dove vai?»
«A lavoro»
«Ok… Io approfitto del tuo letto per dormire ancora un po’»
«Certo» Brianna si chinò su di lui e lo baciò.
Dopo la doccia Brianna cercò di fare il meno rumore possibile per poter prendere i vestiti nell’armadio.
Dopo essersi vestita andò in cucina e preparò la colazione; la sua l’aveva già consumata, quella di Nicholas l’aveva lasciata nel microonde così non appena si fosse svegliato l’avrebbe trovata già pronta.
Gli lasciò un biglietto e uscì di casa.
 
Quando arrivò in ufficio era ancora troppo presto e non c’era nemmeno Christian. Si chiuse nel suo ufficio e cominciò a preparare i vestiti per la sfilata. Dopo qualche minuto bussarono e Brianna non fece nemmeno in tempo a dire chi fosse che Christian si era già seduto sul divano e acceso una sigaretta.
«Allora signorina… racconta un po’»
«Che cosa?» gli chiese lei con un tono malizioso.
«Che cosa?!! Hai un sorriso smagliante e sei pure fantasiosa» disse guardando lo schermo del computer sul quale Brianna stava lavorando. «Direi che hai fatto un po’ di palestra notturna!»
«Ma smettila!» gridò lei tirandogli una pallina anti-stress.
«Dai, raccontami che avete fatto ieri»
«Ieri mattina siamo usciti a fare un giro per i negozi e cose varie; mi ha fatto una sorpresa, guarda…» disse e gli mostrò il bracciale.
«Accidenti, è bellissimo!»
«Lo so, lo adoro. E dentro c’è una piccola iscrizione “Sempre e per sempre”»
«Che romantico!»
«Già…» Brianna stava sognando. Era quello il suo difetto. Mettersi a sognare subito.
«Poi che avete fatto?» incalzò Christian.
«Siamo ritornati a casa dopo pranzo e abbiamo guardato alcuni film; poi mi ha chiesto di uscire e invece di andarmi a preparare io l’ho portato in camera da letto»
«Sei stata tu?»
«Si»
«Ma…»
«Lo so, sembra strano, ma era quello che volevo in quel momento. L’ho desiderato così tanto in questi ultimi mesi che mi è sembrato un sogno. Avevo bisogno di sentirmi protetta tra le sue braccia; avevo bisogno di sentire il suo corpo accanto al mio»
«Ti capisco… Comunque hai fatto bene. Quindi state insieme ora?» chiese Christian un po’ troppo curioso.
«Si, credo di si»
«Fantastico. Sono contento per te. Adesso è arrivato il momento di essere felici. Comunque adesso devo andare a lavorare. Ho delle sfilate che mi aspettano!»
«Va bene, ok»
Brianna non sapeva dire se la voce di Christian era leggermente provata o se era una delle giornate “no”.
Brianna si chiese perché doveva essere triste.
Verso le dieci del mattino Nicholas l’aveva chiamata dicendole che si era svegliato da poco. »Buongiorno dormiglione»
«Adesso che posso, ne approfitto. Appena ritorno a Milano ci sarà da divertirsi» aveva detto in tono sarcastico.
«Quando parti?»
«Tra qualche settimana. Voglio stare con te ora»
Brianna era indecisa se chiedergli di trasferirsi lì oppure lasciar perdere. Tanto mancavano ancora quattro mesi e lei sarebbe ritornata a Milano, prima di andare a New York. Decise di chiederglielo. «Preferirei dirtelo di persona, ma visto che ci sono…»
«Che cosa?» chiese Nicholas allarmato.
«Perché non rimani qui? Cioè, puoi organizzarti con il lavoro e trasferirti qui per questi ultimi mesi. Ne mancano quattro, poi io dovrò tornare a Milano»
Ok, lo aveva detto; ora toccava a lui.
«Credo sia perfetto. Devo solo dire a mio padre di sostituirmi per quel periodo»
«Davvero? Aspetta!»
«Che c’è?»
«Non voglio crearti problemi con la tua famiglia, lo sai, quindi se non è possibile non fa niente»
«Sai che non è così. Anzi gli farà piacere. E poi posso lavorare alla parte economica dell’azienda anche da qui; non è un problema»
«Hai cambiato settore?»
«Si, mi ero stancato di creare. Preferisco i numeri»
«Io li odio invece. Oh cavolo!»
«Che succede?»
«Devo andare! Riunione tra cinque… secondi?!! Ma sono tutti impazziti oggi?»
«Vai! Ci sentiamo più tardi»
«Va bene. A più tardi!» disse lei e riappese.
Uscì dal suo ufficio con i bozzetti della sfilata ed entrò in aula riunioni. Vide Christian e con la testa gli chiese che cosa stesse succedendo.
«M A M M A» le disse Christian.
«Cavolo!» esclamò Brianna prendendo posto vicino ad una ragazza con la puzza sotto il naso.
Quella riunione parlava della sfilata che si doveva fare a Maggio.
«Ho saputo che il pezzo principale della sfilata sarà realizzato da una principiante…» disse quella donna.
Brianna la guardò di traverso e poi guardò Christian. Quest’ultimo fece spallucce «…quindi ci sarà un cambiamento. Chi è che se ne doveva occupare?»
Brianna sapeva che doveva alzarsi e dire “Io signora”, ma non ebbe il coraggio di farlo. Sperò che fosse Christian a comunicarlo, ma niente. Forse aveva paura anche lui della madre. FANTASTTICO! Brianna alzò gli occhi al cielo, fece un respiro profondo e si alzò «Sono io che devo curare la sfilata»
«Oh ma guarda qui! Abbiamo una giovane donna troppo ambiziosa. Comunque sia, non saranno i tuoi vestiti ad uscire. Questa è una casa di moda prestigiosa; non è fatta per vestiti come i tuoi»
Disse indicando alcuni bozzetti che stavano davanti a lei.
«Signora, con tutto il rispetto, non credo che lei possa giudicare il lavoro degli altri, con un semplice disegno»
«Hai ragione!» rispose la donna.
Brianna era stupefatta. Le aveva appena detto di avere ragione? Qualcosa non andava; infatti… «Entro la prossima settimana voglio venti bozzetti e dieci capi realizzati. Verrai giudicata in base a quelli» disse “Crudelia”.
Brianna fece per replicare, ma Christian, che si era avvicinato a lei, le mise una mano sulla bocca.
Ok, va bene. Doveva lavorare come una pazza per i prossimi giorni. Per fortuna aveva molti disegni che non aveva mai fatto vedere a nessuno. Avrebbe presentato quelli.
Il problema era realizzare con la stoffa. Non l’aveva mai fatto per una cosa del genere e poi ora era pure sola. Non poteva chiedere l’aiuto di nessuno. Voleva chiamare Amanda, ma sapeva che avrebbe compromesso il suo lavoro a Milano.
Se la sarebbe cavata da sola.
«Allora?» le chiese “Crudelia” alzando un sopracciglio.
Brianna si era resa conto solo in quel momento che si era messa a pensare nel bel mezzo della riunione.
«Se sarà l’occasione per migliorare il mio stile e il mio modo di creare sarò ben lieta di accettare. So quanto valgo; non devo certo dimostrarlo a lei»
«Allora è perfetto! Aspetto tutto il materiale sulla mia scrivania tra una settimana. Può anche andare a casa per recuperare tempo»
Mentre Brianna raccoglieva le sue cose Crudelia aggiunse «Ah, se non riuscirai a farcela, non ti disturbare a tornare»
Brianna era sconvolta. Era con le spalle al muro.
Mentre usciva dalla sala riunioni Christian le disse
«Mi dispiace Bri; mia madre quando vuole sa essere un vero demonio. Mi dispiace che non sia più la tua sfilata. So quanto ci tenevi»
«Non preoccuparti, non è colpa tua. La sfilata era un pretesto per far conoscere i miei vestiti anche agli altri. Adesso vado; ho molto lavoro da fare»
«Ok, ti chiamo pomeriggio per sapere come va»
«Va bene. Ciao Chris»
Brianna andò nel suo ufficio e prese tutto ciò che le serviva.
A casa doveva avere il resto.
 
Quando Nicholas la sentì entrare a casa, posò il portatile sul bancone della cucina e le andò incontro.
«Ehi ciao!» la salutò Nicholas.
«Ciao» disse lei.
«Come mai a casa così presto?»
«Il capo del mio capo è il demonio fatto persona» disse buttandosi sul letto.
«Che cos’è successo?»
«Sai quella sfilata di cui ti avevo parlato? Quella che doveva contenere i miei pezzi?»
«Si certo»
«Bene, adesso non ci saranno più i miei vestiti!»
«Mi dispiace»
«E per di più devo consegnarle, entro una settimana, venti bozzetti e dieci capi realizzati. Non ce la farò mai»
«Dai, sei brava e ce la farai»
«Grazie» disse lei alzandosi dal letto e sollevandosi per baciarlo.
«Sarà una settimana infernale e soprattutto molto, molto lunga»
«Ti aiuterò, per quel che posso» disse Nicholas sorridendo.
«Mm… potrei fare qualche vestito per uomo»
«Ecco vedi? Già hai qualche idea»
«Si infatti. Ora devo solo cercare alcuni disegni che avevo fatto; dovrebbero essere qui da qualche parte…» Brianna parlava mentre cercava tra le carpette contenenti i suoi disegni. «TROVATI!» esclamò.
«Bene, quanti sono?» Nicholas aspettò che Brianna li contasse.
«Sono quindici. Meno male. Mi metto subito a fare gli altri»
Mentre Brianna lavorava ai suoi bozzetti, Nicholas riprese a lavorare al computer, ma dopo un po’ di tempo fece finta di lavorare perché era rapito dalla bellezza straordinaria della donna che aveva davanti.
Aveva legato i capelli in una coda, ma alcune ciocche ribelli erano sfuggite dall’elastico e Brianna le aveva sistemato dietro l’orecchio e questo le dava un’aria da artista. Aveva un paio di colori, che cambiava simultaneamente, tra le dita. In mezz’ora aveva finito di abbozzare due disegni.
Aveva una fantasia strabiliante.
Era troppo concentrata per capire che lui la stava guardando; se ne accorse solo quando sentì il rumore della macchina fotografica.
«Che fai?» chiese ridendo Brianna.
«Se così bella che ho voluto conservare questo momento. Ce l’ho impresso nella mente, ma adesso è anche qui su carta»
«Non dire sciocchezze. Sembrerò un mostro. Anzi, lui sarebbe più carino e sicuramente più in ordine» disse lei appoggiando la testa sul bancone.
«Non credo proprio» fece lui baciandole il collo «A che punto sei?»
«Ho appena finito il terzo»
«Bene, usciamo!»
«Si forse mi ci vuole un po’ di divertimento»
Dopo che Brianna finì di prepararsi si diressero verso l’albergo di Nicholas.
«Non per affrettare le cose, ma non è meglio se porti le tue cose a casa? È pure più comodo»
«Stamattina, dopo la nostra telefonata, volevo farlo, ma avevo paura che cambiassi idea»
«No, assolutamente! Domani mattina, visto che per il momento sono esonerata dal mio lavoro, li portiamo qui. Cavolo! Ho dimenticato di ordinare le stoffe»
«Non preoccuparti. Andiamo a prenderle domani»
Dopo che Nicholas finì di vestirsi uscirono dall’albergo.
Camminarono a lungo parlando molto.
Arrivati in un locale Brianna vide Christian seduto al bancone del locale.
Si avvicinò a lui «Chris» gridò per farsi sentire.
Il ragazzo si voltò e la salutò con molta poca convinzione.
«Ehi ciao!»
Brianna gli chiese «Va tutto bene?»
«Si certo» rispose Christian.
Nel frattempo Nicholas aveva prenotato un tavolo e, quando raggiunse Brianna quest’ultima si rese conto che sia Nicholas che Christian non si era mai conosciuti.
«Brianna, abbiamo il tavolo!»
«Ah ok! Nicholas questo è Christian, il mio più caro amico; Christian, lui è Nicholas, il mio…» Cavolo! Brianna non sapeva come o cosa definirlo! Cos’erano?
«…il mio…» continuò lei.
Nicholas andò in suo soccorso.
«Piacere di conoscerti» disse porgendogli la mano.
«Il piacere è tutto mio. Finalmente ho l’onore di conoscere il famoso Nicholas»
Brianna lo fulminò con lo sguardo; poi disse «Beh, ci vediamo Christian» Prese il braccio di Nicholas e lo trascinò via.
Dopo aver occupato il loro tavolo Brianna gli disse
«Mi dispiace per prima»
«Tranquilla. Capisco che la situazione non è delle migliori»
«È stato imbarazzante! Mi serve dell’alcol. SUBITO!»
«Si forse è meglio!» Nicholas tagliò corto. Non voleva sapere perché quel ragazzo l’avesse definito “il famoso Nicholas”. Voleva chiederglielo a Brianna, ma forse avrebbe sprecato fiato, perché credeva di conoscerne il motivo.
Dopo che ebbero ordinato Nicholas le disse che la ragazza di suo fratello aspettava un bambino.
«Ah che bello! Diventerai zio. Non sei emozionato?»
«Ad essere sincero, no!» disse Nicholas ridendo.
«Perché?» chiese lei.
«Non saprei»
La conversazione, riguardo quell’argomento, finì lì! Era troppo imbarazzante.
Brianna cercava un argomento da tirar fuori, ma non ne trovò nessuno.
Dopo qualche minuto Brianna, guardando in giro, si accorse che Christian la stava guardando. Lui si voltò, cominciando a parlare con alcuni amici; ma quello sguardo l’aveva infastidita tanto da chiedere a Nicholas di andare via.
«Perché?» le chiese lui.
«Ho un po’ di mal di testa e la musica alta non aiuta affatto»
«Ok, andiamo»
 
Mentre camminavano verso casa, sempre in silenzio, Brianna gli disse «Puoi essere felice per tuo fratello! Devi esserlo!»
«Cosa?» chiese perplesso lui.
«Poco fa hai detto che non ti senti emozionato per il tuo futuro nipotino. Hai detto così perché non vuoi che ti veda felice per il figlio di qualcun altro, vero?»
Seguirono alcuni secondi di silenzio.
«Puoi dirmi la verità Nic»
«Si, mi sento in colpa»
Brianna si voltò verso di lui e lo abbracciò «Non devi sentirti in colpa. Non è colpa di nessuno se ho avuto quell’incidente. Ancora meno se ho perso il bambino»
«Brianna» disse lui prendendo il suo volto tra le mani costringendola a guardarlo negli occhi. Quegli occhi azzurri l’avevano sempre fatta sciogliere come il gelato al sole «Se io fossi rimasto al tuo fianco tutto questo non sarebbe accaduto. Se io fossi rimasto con te, quel giorno avresti preso la macchina o ti avrei accompagnata io. A proposito: perché non hai preso la macchina?»
«Non l’ho più toccata da quando te ne sei andato»
«Appunto!»
«Nicholas! Ascoltami… tu non vorrai meno bene a quel bambino solo perché hai perso il tuo. Faremo altri bambini» disse lei ridendo.
«Prometto che non scapperò»
«Bene. Adesso però andiamo perché qui fa freddo»
Continuarono a camminare verso casa.
Brianna si sentiva veramente al sicuro quando Nicholas le mise un braccio sulle spalle. E Nicholas si sentì al settimo cielo quando lei incrociò le dite alle sue e gliele strinse.
Si sentiva uno stupido a desiderare un figlio da Brianna. Non poteva rivelarglielo. Sentiva che il suo desiderio era di troppo. Era scappato quando c’era suo figlio nel grembo della donna che amava e ora non poteva desiderare quello che aveva perduto.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


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CAPITOLO 26

 
Il giorno dopo Nicholas aveva portato la sua roba da Brianna e dopo entrambi erano andati a prendere le stoffe di cui Brianna aveva bisogno. Quest’ultima aveva passato giorno e notte a cucire abiti.
Aveva le dita che sembravano degli scolapasta tanto erano pieni di buchi.
Erano dieci abiti che doveva confezionare: aveva deciso che cinque sarebbero stati da uomo e cinque da donna. Nicholas era diventato il suo manichino personale. In due giorni aveva fatto già tutti i pezzi maschili. Le rimanevano gli ultimi giorni per quelli da donna. Nicholas aveva accettato anche di indossare vestiti lunghi per le misure.
«Lo sai che questa me la pagherai vero?»
Brianna cominciò a ridere «Sei davvero buffo vestito così»
«Grazie molto gentile»
«Ok, fammi finire questa manica e ti libero»
«Ho un regalo per te!»
«Ancora?» Brianna alzò gli occhi al cielo.
«Ti piacerà e credo che verrà odiato dal gatto. A proposito: dov’è?»
«È da un po’ che non si fa vedere. Gli capita di nascondersi nell’armadio e uscire solo quando ha fame o deve fare i suoi bisogni. FINITO!» Annunciò Brianna.
«Ora ti libero»
«Grazie»
Dopo essersi liberato dallo stretto corpino uscì fuori ed entrò con un enorme pacco.
«Questo è tuo»
«Che diavoleria è?»
«Aprilo»
Dopo averlo scartato, Brianna si trovò davanti ad un manichino vero e proprio.
«Così lavorerai meglio»
Gli occhi di Brianna si riempirono di lacrime.
«Ehi… che c’è? Non ti piace?»
Brianna scoppiò a ridere «No al contrario, è bellissimo, solo che non potrò più vederti con i miei vestiti addosso» disse continuando a ridere.
Nicholas la avvicinò a sé e l’abbracciò forte.
«Ti amo Brianna!»
Brianna l’abbracciò ancora più forte e disse «Ti amo anche io!»
Nicholas non si accontentò di un semplice abbraccio. Iniziò a baciarla, la prese in braccio e la portò sul letto.
In quei momenti di intimità entrambi si sentivano completi.
Passarono la notte insieme, fin quando Brianna non si rese conto che il giorno dopo avrebbe dovuto consegnare i suoi lavori «Aspetta»
Sentendo quelle parole Nicholas ebbe paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. Così glielo chiese «Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«No, assolutamente no» lo rassicurò lei.
«Domani ho la consegna e mi manca un vestito. Devo finirlo entro domattina»
«Devi proprio?»
«Si se non voglio perdere il lavoro»
Con riluttanza Nicholas si distese sul letto. Brianna indossò la sua camicia, una culotte e si mise a lavoro.
«Se vuoi mi sposto di là» disse lei.
«No, mi piace guardarti lavorare»
«Va bene» disse Brianna avvicinandosi al letto. Gli scoccò un bacio sulla bocca, poi disse «Grazie»
Brianna tornò a lavorare, mentre Nicholas, non avendo più voglia di dormire, cominciò a lavorare al portatile. Brianna finì l’ultimo abito intorno le due del mattino, ma Nicholas era già crollato da un pezzo.
Decise di rivedere tutti i dieci pezzi; una volta finita la verifica li mise dentro le custodie e li poggiò sul divano.
Entrò in camera da letto, ma Nicholas non c’era. Si guardò intorno e vide la luce del bagno accesa. Si buttò sul letto esausta e chiuse gli occhi. Dopo qualche minuto sentì Nicholas salire sul letto e distendersi su di lei. Quando aprì gli occhi non era Nicholas; era Christian!
Brianna si svegliò di colpo. Nicholas che l’aveva sentita cominciò ad accarezzarla la schiena.
«Ehi, tutto bene?»
«Si, ora si!» disse lei voltandosi per abbracciarlo. «Che sogno strano» disse, ma si pentì subito di averlo fatto. Non poteva raccontargli di aver sognato Christian su di lei.
«Che hai sognato?» le chiese Nicholas.
Doveva mentirgli anche se l’idea non l’allettava molto
«Non me lo ricordo più. Meglio così» sorrise «Che ore sono?»
«Quasi le sei»
«È ora di alzarsi»
Nicholas la prese per i fianchi e la riportò a letto
«No, stai un po’ qui con me» disse lui tirandosi addosso le coperte.
«Ok, ma solo un po’»
«Vorrei passare tutta la vita così. Non so come ho potuto abbandonarti per tutto questo tempo. So che non dovrei più parlarne, ma mi sento un verme se solo penso a quanto ti ho fatto soffrire»
«Se ti fa stare meglio parlarne, puoi farlo» disse Brianna baciandolo.
«Grazie»
«Sono qui per te. Adesso però dobbiamo andare»
«Ehm… dobbiamo?» chiese perplesso lui.
«Si, tu dovrai venire con me. Mi devi aiutare a portare i vestiti»
«Ok, andiamo»
«Vado a lavarmi»
«Vengo con te! Risparmiamo tempo»
Brianna cominciò a ridere ed entrò nella doccia, seguita da Nicholas.
Dopo qualche minuto Brianna uscì e andò a vestirsi. Nicholas decise di approfittarne e rimase sotto il getto d’acqua calda.
«MUOVITI» gli gridò Brianna.
Nicholas rise e uscì dalla doccia.
Quando furono entrambi pronti, Nicholas la aiutò a mettere tutto in macchina.
«E se non dovessero piacere?»
«Non credo proprio. Hai lavorato tanto e duramente e poi hai fatto un lavoro stupendo. Piaceranno sicuro»
«Lo scoprirò tra dieci minuti»
Nicholas salì con lei in aula riunione e l’aiutò a sistemare i bozzetti sul lungo tavolo. Poi sistemò i vestiti in modo da averli subito a portata di mano.
Erano le nove e proprio in quel momento entrò “Crudelia”.
«Nicholas, adesso è meglio che vai! Grazie per avermi aiutata!»
«Posso aspettare fuori?» chiese lui.
«Certo. Ci vediamo dopo. Augurami buona fortuna»
«Buona fortuna» disse lui e la baciò sulla fronte.
«Grazie»
“Crudelia” si accomodò sulla sedia.
«Bene, bene. Cosa abbiamo qui?» Crudelia aspettò che Brianna iniziasse.
«Salve. Come può vedere lei stessa ci sono quindici vestiti da donna e cinque da uomo»
Brianna passò i venti minuti più stressanti della sua vita. Descrisse tutti i suoi capi. Poi entrarono cinque modelle e cinque modelli che mostrarono in tutte le loro particolarità i dieci abiti.
C’era anche Christian che assisteva alla presentazione. Brianna era molto imbarazzata.
Dopo che ebbe finito, tutti aspettarono il giudizio di Giorgia James, la donna che aveva sempre preso il nome di Crudelia nella fantasia di Brianna.
Dopo qualche minuto si alzò e cominciò a guardare gli abiti di Brianna.
Seguirono momenti di silenzio, altri in cui quella donna non perdeva occasione per screditare il lavoro di Brianna. Furono i venti minuti più lunghi della sua vita. Vide con la coda dell’occhio che Nicholas stava guardando la vetrata… bene. Christian e Nicholas. Tutti e due la guardavano e di fronte ad entrambi si sentiva in imbarazzo.
Brianna ebbe l’occasione di parlare solo per spiegare il motivo per cui aveva deciso di fare cinque abiti da uomo e cinque da donna: in realtà, il motivo era più semplice di quanto tutti si potessero aspettare. Ogni ragazza aveva il suo accompagnatore. Più perfetto di così… Comunque Brianna ebbe la sensazione che quella scelta non era stata molto apprezzata dalla signora James.
Non si era mai sentita così nervosa. Nemmeno per l’orale della maturità si era sentita come in quel modo: lo stomaco in subbuglio, nausea e con una voglia matta di gridare e prendere a pugni la James.
Per fortuna il supplizio era finito.
I suoi vestiti non potevano partecipare alla sfilata, ma almeno aveva ancora il posto.
Brianna si appoggiò ad una sedia e, mentre tutti uscivano, Christian si avvicinò a lei. «Non preoccuparti del suo giudizio. Hai fatto uno splendido lavoro Brianna. Devi essere fiera di te!» disse lui abbracciandola.
Brianna si trovò spiazzata di fronte a quel gesto, anche perché sapeva che Nicholas stava guardando. Più che altro le venne in mente la sera in cui Christian l’aveva guardata in quel modo strano.
Cercò di liberarsi «Grazie Christian. Adesso devo andare»
«Si ok. Senti… so che ultimamente sei più impegnata, ma ti andrebbe di uscire una sera?»
Adesso Brianna si trovava in una brutta situazione. Che doveva dire? «È ok se te lo faccio sapere più tardi?»
«Devi parlarne con lui?» disse Christian indicando Nicholas dietro la vetrata e con un tono arrabbiato misto alla gelosia.
Brianna si voltò: anche Nicholas aveva uno sguardo strano. Quasi come se percepisse il pericolo. «No, non devo parlarne con nessuno! Ti faccio sapere più tardi!!»
Brianna aveva risposto in fretta, fulminandolo con lo sguardo.
«Va bene» tagliò corto Christian voltandosi nella parte opposta.
Quando anche Christian uscì dalla stanza, Brianna cominciò a raccogliere i bozzetti… ad un tratto scoppiò in lacrime. Nicholas, che era rimasto fuori, entrò in un lampo e andò subito ad abbracciarla.
«Che succede?»
«Non lo so… voglio andare a casa!»
«Ok, andiamo!»
«No Nicholas. Voglio tornare a casa mia»
«Vuoi tornare a Milano?» le chiese alzando il suo volto.
«Non so più dov’è casa mia!»
«Casa tua è dove ci sono le persone che ami»
«Appunto…» poi, rendendosi conto che era ancora a lavoro, disse «Per il momento è meglio andare nel mio ufficio»
Nicholas in silenzio l’aiutò a portare i vestiti nell’ufficio di Brianna; chiusa la porta alle sue spalle le chiese «Che voleva quello?»
«Lascia perdere… Mi ha chiesto di uscire una sera»
«Che hai risposto?» chiese lui senza mostrare troppo interesse.
«Ancora niente. Ma non credo di essere ancora qui prima che lui esca con me»
«Che vuoi dire?»
«Voglio licenziarmi! Ho fatto un lavoro stupendo con questi abiti e posso crearmi una linea di moda tutta per me; non ho bisogno del loro aiuto! Ho abbastanza soldi per avviarla e per creare almeno dieci pezzi di tutti gli abiti che ho disegnato. Per il momento vanno bene. Vado a parlarne con Christian o sua madre!»
«Aspetta» Nicholas la prese per i fianchi bloccandola «Non credi di essere troppo avventata?»
«No, non credo. Sono stanca di non essere apprezzata per il lavoro che faccio! E credo pure di essere odiata da Crudelia»
«Riflettici bene, potresti pentirtene. Come farai con New York?» chiese lui cercando di farla riflettere.
«Non andrò a New York!»
«Ma come? È sempre stato il tuo sogno vivere a New York. Perché vuoi rinunciarci ora?»
«Lo so. Avrò altre occasioni per andare a New York. Regalerò quel biglietto ai miei genitori. Loro se lo meritano, e ora, se vuoi scusarmi, vado a parlare con qualcuno»
Nicholas la lasciò andare e disse «Ti aspetto qui»
Brianna uscì dal suo ufficio e cominciò a preparare il suo discorso «Apprezzo l’opportunità che mi avete dato durante quest’anno, ma io credo che, per gli obbiettivi che voglio raggiungere io, dovrò lasciare questo posto. Mi dispiace tanto, perché mi avete trattata magnificamente, ma adesso sono pronta per camminare da sola. Qui, grazie a voi, ho imparato tutto quello che avevo da imparare e, posso dire di essere in grado di creare una mia linea di moda»
Bussò all’ufficio di Christian ed entrò. Aveva deciso di dargli del lei, come se non avessero mai avuto un rapporto intimo.
«Hai deciso per la serata?» chiese ridendo lui.
«No, in realtà volevo parlarti di una cosa»
«Dimmi»
Brianna disse tutto quello che aveva registrato nella sua mente, con qualche modifica si, ma per il resto il discorso era simile a quello che aveva preparato.
Christian sembrava sconvolto. Forse non ci credeva.
«Dì qualcosa, per favore»
«Cosa vuoi che ti dica?»
«Non saprei… “Mi dispiace che te ne vada, ma buona fortuna”?»
«Non potrei mai…»
«Eh? Che dici?»
«Ti amo Brianna!» disse lui alzandosi dalla sua poltrona e avvicinandosi a lei.
Brianna aveva bisogno di sedersi perché le gambe cominciavano a non reggerla più.
«Che…che cosa?» balbettò lei sedendosi sulla prima sedia che aveva trovato.
«Ti amo Brianna, mi sono innamorato di te» disse Christian sorridendo.
«No, no, non può essere vero» Brianna non poteva crederci. Perché non poteva avere mai un amico?!?!! Si portò le mani sugli occhi.
«Si invece… Non andare via… rimani qui con me. Io non ti abbandonerei mai!»
Brianna non sapeva cosa dire…
«Lascia Nicholas. Io saprò come renderti felice. Non abbandonerò nemmeno nostro figlio»
Già parlava di figli? «Abbiamo dormito insieme tante volte… era normale che mi innamorassi di te!»
A quel punto Brianna scoppiò «Normale?! No non credo proprio. Io ti ho sempre considerato un amico, il mio migliore amico. Se avessi saputo questo non avrei mai lasciato che occupassi il mio letto. Mi sono confidata con te. Ti ho rivelato i miei segreti. Ho pianto per Nicholas davanti a te e tu non hai fatto altro che provare gioia per questo?! Sei veramente un mostro. Io non posso crederci. Come puoi pensare che io possa amarti o mettermi con te?»
«Perché una sera hai parlato nel sonno e hai fatto il mio nome»
Brianna adesso era ancora più sconvolta «Che cosa? No, te lo stai inventando»
«Non avrei motivo per farlo» si giustificò lui.
«Non mi importa. Il nostro rapporto lavorativo è finito qui, la nostra amicizia pure»
Brianna si alzò di scatto dirigendosi verso la porta. All’improvviso Christian la prese per un braccio, la fece voltare e appoggiò, quasi con violenza, le sue labbra su quelle di Brianna.
Lui iniziò a baciarla… Brianna non voleva e cercava di sfuggire a quella presa. Christian continuava a baciarla fino a rompere la barriera che Brianna aveva creato. Anche lei si ritrovò a baciarlo. Sentì Christian sorridere, ma lei si stava odiando per quello che stava facendo. Quando capì che Christian aveva abbassato la guardia lei gli diede uno schiaffo e si allontanò.
«Credevo nella nostra amicizia! Credevo fosse sincera, ma adesso ho la conferma che mi sbagliavo! Addio Christian! Mi licenzio!»
«No Brianna, aspetta!! Non volevo che succedesse, anche io credevo alla nostra amicizia, ma è successo! Se vuoi posso reprimere l’amore che provo per te e continuare ad essere tuo amico! Non voglio perderti!»
«Dovevi pensarci prima Christian»
Brianna uscì da quella stanza con le lacrime agli occhi. Erano lacrime di rabbia! Entrò nel suo ufficio prese le sue cose di fretta mentre Nicholas le chiedeva «Che cos’è successo?»
«Te lo racconto dopo» Brianna non voleva scatenare una lite proprio lì in ufficio.
«No, dimmelo ora!»
«Nicholas, per favore andiamo!»
«Ti ha baciata vero?» Nicholas l’aveva capito. E stava pure andando verso Christian che era uscito dal suo studio per andare da lei.
«No» gridò Brianna trattenendolo per un braccio
«Non farlo Nicholas»
«Lasciami!»
Brianna non era in grado di tenere fermo Nicholas ancora per molto, quindi gli si mise davanti «Nic! Per l’amor di Dio, sta fermo! Non ne vale la pena!»
«Va bene!» disse infine lui rilassandosi un po’
«Aiutami a prendere le cose, andiamo a casa»
Il viaggio in macchina fu silenzioso, molto.
Solo quando arrivarono in casa Nicholas esclamò «Che diavolo è successo in quella stanza?»
«Mi ha baciata Nicholas!» confessò Brianna.
«Lo immaginavo» disse lui con tono sconfitto. Andò in cucina e si mise su una sedia.
Brianna lo seguì e disse «Voglio che tu sappia tutta la storia»
«Ci sono cose di cui dovrei essere a conoscenza?»
«Solo che mi ha detto che mi ama!»
«Ah…» disse lui. Non sapeva che dire.
«Nicholas, non voglio che questo rovini quello che avevamo appena costruito. Odio Parigi! Altro che città dell’amore! Con me ha l’effetto contrario»
«Brianna… non ce l’ho con te. Vorrei solamente prenderlo a pugni perché ha osato baciarti!»
«Non ne vale la pena»
«Allora… che facciamo ora?» chiese lui.
«Beh, io devo assolutamente andare a dormire perché tra poco crollo e poi comincio a impacchettare tutte le mie cose; stasera prenoto il biglietto su internet e domani riporto le chiavi all’agenzia»
«Sei sicura di fare tutto quello che starai per fare? Insomma… non sei spaventata?»
«Che c’è? Mi devi mettere paura tu? Comunque no, ora come ora non voglio più ritornare là!»
«Ok, ti aiuto»
Brianna rinunciò al suo riposino. Cominciarono a tirare fuori le valigie e a mettere lì dentro tutti i vestiti di Brianna.
«Accidenti, ma quante cose hai?» le disse scherzando lui.
«Si sono tante. Alcune cose le ho vinte» disse ridendo Brianna.
«Non ti chiedo nemmeno come le hai vinte»
«Si forse è meglio. Ti dico solo che sono brava a giocare a poker!»
«Lo immaginavo» disse Nicholas ed entrambi cominciarono a ridere.
Era appena passata mezzanotte, entrambi erano esausti sul divano, quando Nicholas disse
«Ti va di uscire?»
Brianna guardò l’orologio che aveva al polso «A quest’ora?»
«C’è tutta la notte per dormire. E poi dobbiamo festeggiare il tuo licenziamento e l’inizio di una nuova carriera»
«Beh…» Brianna si guardò intorno e poi aggiunse «Ok, va bene» Brianna si alzò e fece per andare verso la camera da letto, poi Nicholas la chiamò «Bri!»
Lei si voltò e disse «Che c’è??»
«Mettiti quel vestito che c’è sulla valigia blu»
«Che stai tramando?»
«Niente, solo che mi è piaciuto vederti con quel vestito addosso»
Brianna alzò gli occhi al cielo e sorrise.
Quando andò a prendere il vestito si accorse che era quello paillettato che aveva indossato l’ultima volta che lei e Christian avevano bevuto a casa sua, che era poi quando Nicholas era arrivato a Parigi.
«Ma fa freddo per indossare questo» gridò per farsi sentire.
«Metti le calze sotto, no? Sei tu la stilista, inventa qualcosa!» disse lui poco interessato all’argomento.
«Qualcosa di più pesante no vero?»
«No!»
«Uffa!» disse Brianna tra sé.
Aveva indossato un paio di pantacollant neri, aveva indossato il vestitino e aveva messo dei tronchetti.
Di sicuro fuori sarebbe morta di freddo.
Decise di metterne un altro. Quello era più appropriato alle temperature di gennaio.
Era nero, maniche lunghe, sempre paillettato e molto corto. Mise delle calze trasparenti per non sentire troppo freddo e gli stessi tronchetti di prima.
Si guardò allo specchio. Ora andava meglio.
Forse quella era l’ultima sera a Parigi.
Si meravigliò del risultato ottenuto con il trucco e per i capelli… decise di lasciarli sciolti sulle spalle.
«Ho cambiato vestito, ma ti piacerà lo stesso. Quello era troppo estivo!» Mentre Brianna parlava e cercava la sua borsetta in corridoio, Nicholas l’aveva raggiunta e aveva commentato il suo abbigliamento con un fischio. Brianna si voltò di scatto, si appoggiò sul tavolinetto lì vicino e scoppiò a ridere.  «Ti piace?»
«Forse non dovremmo uscire!»
Brianna perse subito il sorriso «Perché no?»
«Rischi di essere rapita per quanto sei bella!»
«Smettila dai! Dovresti guardarti tu piuttosto. Potrei litigare con qualche ragazza stasera»
«Si vorrei vedere» disse scettico lui.
«Scommettiamo?»
«No che litighi però…»
«Proponi tu…» disse lei alzando un sopracciglio.
«Adoro quando alzi quel sopracciglio. Sei bellissima stasera, non mi importa quanti ragazzi ti guarderanno, perché so che nessuno di loro può averti» disse e la baciò.
«Bene, allora scommettiamo su quanti sguardi riceviamo. Tu dalle ragazze e io dai ragazzi… Ci stai?»
«Se ne ricevo di più io che vinco?»
«Una crema per il viso» disse ridendo lei porgendogli il flacone che aveva trovato nelle vicinanze.
«Se vinco io, diventerai mia moglie?»
«Comincia a non piacermi questa scommessa»
«Ok, niente matrimonio, ma almeno verrai a vivere con me a Milano?»
«Va bene, ma se vinco io verrai a vivere con me»
«Beh, in ogni caso non perdo nulla e visto che la casa è sempre quella abbiamo vinto già in partenza»
Si strinsero la mano e uscirono di casa.
Quando arrivarono al pub si tolsero i cappotti e andarono verso il bancone dall’altro lato della stanza. Mentre camminavano parecchi ragazzi si girarono a guardarla.
«A-ah… sto vincendo!»
«Non avevo dubbi… Ma non mi piacciono i tipi che ti stanno guardando»
«Dai, prendiamo un tavolo!»
Quando passarono tra la folla per occupare il loro tavolo Brianna vide Christian «C’è Christian!»
«Dov’è?!»
«Nic! Sta calmo! Anche se dovesse avvicinarsi tu, per favore, non fare niente!»
«Non posso promettertelo!»
Brianna lo guardò di traverso.
«Ok, ok… va bene. Prometto che non farò nulla»
«Bene!»
Quando la cameriera annotò le loro ordinazioni e si diresse verso il bancone, Nicholas prese la mano di Brianna , che era sul tavolo, e le disse «Perché continui a dire no al matrimonio?»
«Ti sembra il momento adatto per parlarne?»
«Per te non è mai il momento adatto!»
«Nicholas, non avevo intenzione di farti arrabbiare» si scusò lei.
«Lo so, lo so… però non capisco perché continui a dirmi no. Continui a rifiutarmi…»
«Ehi… non ti sto rifiutando, è solo che il matrimonio è una cosa troppo grande Nicholas. Io non mi ci vedo in questo ruolo. Insomma abbiamo avuto una paura folle quando abbiamo saputo del bambino, figuriamoci per il matrimonio»
«Ma quello è stato inatteso. Una vera sorpresa… Questo lo stiamo programmando noi»
«Io non sto programmando proprio nulla Nicholas»
Nicholas sembrava essersi offeso… Brianna cercò di rimediare «Nic… ascoltami… ho solo vent’anni e nemmeno me li sento. Non sono pronta per il matrimonio. Capisci quello che ti voglio dire?»
«Si, lo capisco…» Stava per dire qualcos’altro ma qualcuno interruppe Nicholas.
Era Christian… ubriaco!
«Ehi ragazzi!!»
«Che vuoi Chris?» disse Brianna seccata.
«Non essere scortese Brianna. Voglio offrirti qualcosa da bere»
«No grazie Christian. Ritornatene dai tuoi amici. Ti stanno chiamando!»
Nicholas stava in silenzio. Brianna continuava a fissarlo. Aveva paura che scoppiasse da un momento all’altro.
«Hai una donna stupenda “famoso Nicholas”» disse ridendo Christian e vedendo che Nicholas non reagiva continuò «Che c’è? Sei tornato per metterla di nuovo incinta e abbandonarla di nuovo?»
A quel punto Nicholas si alzò di scatto e colpì con un pugno la mascella di Christian, il quale era finito per terra.
Brianna era sconvolta. Si era portata le mani sulla bocca.
Nicholas si avvicinò a Christian e gli disse «Non provare mai più a toccare la mia donna e per la cronaca, quello che è accaduto tra me e lei non è più affar tuo! Mettitelo bene in testa!!»
Christian nel frattempo si stava alzando e quando fu sicuro di reggersi in piedi colpì il viso di Nicholas. Quest’ultimo non se n’era accorto perché si era momentaneamente voltato verso Brianna.
Quando Nicholas cadde per terra, Brianna non vide più nulla dalla rabbia: si alzò, diede uno schiaffo a Christian, gli versò addosso il suo cocktail e prima che si abbassasse verso Nicholas, Christian le bloccò un braccio «Signorina… tu hai un debito con me»
«Ah davvero? E quale sarebbe?»
«Ti ho salvato la vita quando stavi male. Ti sono stato accanto per tutto il tempo, mentre quello lì si faceva la bella vita»
Brianna accecata dalla rabbia, prese la borsa, afferrò un paio di banconote da cinquanta euro e gliele gettò in faccia «Considera il debito estinto!» poi si voltò verso Nicholas «Stai bene?» gli chiese.
«Andiamo via prima che l’ammazzo!»
Brianna l’aiuto ad alzarsi, prese i cappotti e uscì dal locale con Nicholas che sanguinava.
Quando furono dentro la macchina, Brianna accese la luce e osservò meglio la faccia di Nicholas.
«Cavolo! Ti sanguina il naso! E hai l’occhio super gonfio»
«Lascia stare… Andiamo a casa!»
Il viaggio dal parcheggio fino a casa fu silenzioso e carico di nervosismo. Quando entrarono Nicholas gettò la giacca sul pavimento e diede un pugno al muro.
Brianna cominciava ad essere spaventata di quel suo comportamento.
«Nicholas…» disse a bassa voce.
«Scusa… mi dispiace aver reagito così, ma stasera quel deficiente ha toccato un tasto dolente»
«Lo so» disse lei avvicinandosi. Voleva abbracciarlo, ma quando la mano di lei toccò la spalla di Nicholas, quest’ultimo si allontanò di scatto.
«No ti prego! Non so come tu faccia a stare con uno come me»
«Ti amo Nicholas, solo questo ha importanza»
«No!!» urlò lui «Stanotte dormo nel divano. Ci vediamo domani mattina»
«Nicholas, no! Dormi con me»
«Brianna per favore! Ho bisogno di stare da solo!»
La ragazza si tolse il cappotto e le scarpe e si diresse in camera da letto. Chiuse la porta e si buttò sul letto. Voleva piangere ma non ci riusciva. Andò a cambiarsi e si rimise sotto le coperte. A fatica prese sonno e quando credette di esserci riuscita sentì qualcuno salire sul letto. Era Nicholas sicuramente, ma dopo l’ultimo sogno o incubo, non sapeva come definirlo, doveva aspettarsi di tutto.
«Brianna…» le disse. Ok era Nicholas! Brianna si sentì quasi sollevata. «Posso stare con te?» aveva un tono di voce strano però. Quando accese la luce e si voltò, vide che Nicholas aveva gli occhi rossi e gonfi.
«Nicholas… hai pianto?»
Nicholas si abbassò e l’abbracciò, dopo un po’ cominciò a singhiozzare.
«Ehi… parlami»
«Che devo dirti? Mi sento ancora più verme dopo stasera. Mi dispiace per tutto Brianna, vorrei poter sistemare le cose, vorrei poter essere felice, ma i sensi di colpa non aiutano e mi sento sprofondare sempre di più. Aiutami»
Brianna non sapeva cosa dire. Poteva solo fargli sentire che lei era lì e non l’avrebbe lasciato. Lo guardò negli occhi e quella visione la colpì duramente al cuore. Non poteva vederlo in quelle condizioni. Non aveva mai visto un uomo piangere e vederlo fare a Nicholas era davvero troppo.
Brianna iniziò a baciarlo. Anche Nicholas iniziò a farlo, ma il suo era un bacio troppo sofferto.
«Ti prego, dimentica tutto. Non pensarci più per favore. Vuoi continuare per tutta la vita con questo senso di colpa?»
«Non lo so…»
Brianna continuò a baciarlo e poi lo strinse forte.
Passarono la notte svegli. Quando suonò la sveglia Brianna non se la sentiva di svegliarlo, così cerco di scendere dal letto senza fare rumore. Ci riuscì. Andò a vestirsi, poi andò a svegliare dolcemente Nicholas.
Gli baciò le palpebre chiuse e le labbra.
Il ragazzo si svegliò e la tirò a sé «Dobbiamo andare. Abbiamo un aereo che ci aspetta» disse lei.
«Si, ora vado a vestirmi. Voglio solo dirti che tutto quello che è successo in questi mesi non succederà mai più! Ti amo Brianna e non voglio rinunciare alla nostra felicità. E non permetterò più a nessuno di mettersi tra di noi»
«Ti amo. Grazie per averlo detto!»
Si baciarono per un istante che parve interminabile.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, Brianna ebbe la sensazione che tutto sarebbe andato bene. Dovevano solo lasciarsi alle spalle la pseudo città dell’amore.
Era Milano che li aveva fatti incontrare.
Era lì che dovevano ritornare!

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


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CAPITOLO 27

 
Quando atterrarono a Milano e uscirono dall’aereo Nicholas sembrava un’altra persona.
Aveva l’aria stanca sì, ma sembrava essersi lasciato tutto a Parigi.
Brianna non vedeva l’ora di ritornare a casa e chiamare la madre, che non vedeva da circa un anno e mezzo. Per l’estate sarebbe o sarebbero scesi. Avrebbe chiamato anche Abigail che non sentiva già da parecchio tempo.
«Tutto bene?» chiese Brianna a Nicholas.
«Si certo!» le rispose lui scoccandole un sorriso a trentadue denti.
Il viaggio passò tranquillo e in silenzio, anche perché Brianna si era addormentata sulla spalla di Nicholas.
Quando arrivarono a casa Nicholas spense il motore e svegliò delicatamente Brianna.
«Bri, siamo arrivati» le disse.
«Ah»
Scesero dall’auto e quando entrò in casa Brianna vide che era tutto diverso. Nicholas nel periodo in cui era stato lì aveva cambiato l’arredamento.
«Casa dolce casa» disse Brianna.
Posarono tutto sul pavimento. Nessuno dei due aveva intenzione di mettersi a sistemare.
«Vieni» disse Nicholas porgendole la mano.
Entrarono in camera da letto e lì era davvero tutto cambiato. Letto a baldacchino stile etnico, luci soffuse e varie candele profumate sparse in giro per la stanza. Brianna si adagiò sul letto, mentre Nicholas accendeva le candele. Immediatamente nell’aria cominciò a diffondersi un odore di cannella.
«Mm… è bellissima quest’atmosfera»
«Si è vero. Ho pensato ti facesse piacere trovare un ambiente diverso e sicuramente più accogliente rispetto a quello che c’era prima»
«Ma quando hai fatto tutto questo? Sono diverse pure le prese della corrente» disse ridendo lei «Dove hai trovato il tempo di fare tutto?»
«Ho avuto circa otto mesi per sistemarla… Non mi fermavo mai; solo per dormire. Sono stato parecchio depresso per riuscire a fare qualsiasi altra cosa»
Brianna si alzò per baciarlo. Passarono un bel po’ di tempo a baciarsi, lui in piedi, ai piedi del letto e lei in ginocchio sul letto stesso. Poi pian piano anche Nicholas si distese…su di lei.
«Ti piace?» le chiese lui.
Brianna era ancora stordita da quel bacio, tanto che passò qualche secondo prima che lei rispondesse… «Si è bellissimo»
«E non hai ancora visto il resto della casa»
«Sono sicura che mi piacerà tantissimo, ora baciami!»
«No dai… voglio che tu la veda ora»
«Nicholas…» disse con voce triste lei.
«Dai, vieni!»
Dopo dieci minuti di tour della casa, che Brianna giudicò davvero bella, quasi non credeva fosse la sua, lei ritornò in camera da letto.
Voleva che lui la seguisse, invece rimase sul divano.
Brianna era troppo stanca per chiedergli cosa stesse facendo, così si mise sul letto e, dopo aver pensato ad un paio di nomi per la sua linea di moda, si addormentò abbracciando un cuscino.
 
Erano appena le tre del mattino quando Brianna si svegliò… da sola nel letto.
«Oh ma dai! È ancora là?» disse tra sé. Si alzò dal letto e uscì dalla stanza. Vide che la tv era accesa; si avvicinò e vide che Nicholas dormiva sul divano, con un braccio che gli penzolava, e con l’altro teneva una bottiglia di alcol.
Brianna sentì le lacrime scenderle sulle guance e tolse la bottiglia dalla mano di Nicholas. Lo svegliò.
«Nicholas…»
Aveva pianto di nuovo?
«Ehi…» gli disse dolcemente lei accennando un sorriso. «Dai vieni con me a letto»
«Ma sono ubriaco»
Brianna non capì se era un’affermazione o una domanda. 
«Allora andiamo a farci una doccia, ok?»
Nicholas si lasciò guidare fino al bagno, Brianna gli tolse i vestiti e lo fece entrare nella doccia, lei fece lo stesso, ma con i vestiti addosso.
Era ancora più bello con i capelli bagnati e con quegli occhi blu resi ancora più lucidi dall’acqua.
Mentre Brianna gli faceva scorrere l’acqua sul petto, Nicholas la prese e l’abbracciò.
Stretta in quell’abbraccio si sentiva ancora più piccola. Anche lei lo abbracciò.
Quando uscirono dalla doccia, mentre Nicholas si asciugava, lei andò a prendergli la biancheria pulita, un paio di pantaloni vecchi e una maglietta.
Dopo che Nicholas si distese sul letto, Brianna spense la luce e lo raggiunse.
«Perché l’alcol?»
«Non mi va di discutere ora Brianna»
«Non voglio litigare, comunque ok. Adesso dormi»
Brianna capì che Nicholas si era addormentato, così scivolò dal letto e uscì dalla stanza. Si chiuse la porta alle spalle per non svegliarlo e cominciò a sistemare casa. Aprì le valigie e iniziò a togliere tutti i piccoli oggetti che aveva comprato durante la permanenza a Parigi. I vestiti li avrebbe sistemati il giorno dopo.
Il gatto aveva ritrovato la vitalità: a Parigi non si faceva vedere quasi mai, adesso, a casa sua, sembrava farne di tutti i colori.
Brianna decise di mettersi a cucire. Voleva dare il via alla sua linea di moda.
Aveva ancora abbastanza stoffa e per fortuna ne aveva comprata altra prima di partire.
Lavorò tutta la notte. Aveva realizzato due modelli dello stesso abito e si sentiva piuttosto fiera del proprio lavoro.
Poteva chiedere ad Amanda, che ancora non sapeva che era tornata, se poteva aiutarla.
Brianna per la prima volta, vide l’alba a Milano. Anche con tutti quegli edifici, era una cosa fantastica.
Nonostante avesse lavorato tutta la notte si sentiva bene: piena di energia e voglia di creare ancora.
Erano le sei del mattino e qualche minuto prima era entrata in camera da letto e per assicurarsi che Nicholas fosse ancora vivo, perché dormiva così profondamente che chiunque avrebbe avuto dei seri dubbi, e constatò che era ancora vivo. Soffocò una risata ed uscì.
Si rimise a lavorare e il tempo sembrò passare senza che lei se ne rendesse conto. Intorno le nove aveva finito tutti e dieci i pezzi di un solo modello. Li confezionò tutti insieme. Stavano un po’ stretti, ma per il momento si doveva fare in quel modo. Controllò di nuovo l’orologio: erano le nove e dieci e Nicholas dormiva ancora. Era meglio lasciarlo riposare.
Passò ad un altro modello, iniziò il primo e lo finì, iniziò il secondo e a metà dell’opera uscì Nicholas dalla camera da letto. Brianna aveva abbassato le persiane perché sapeva quanto fastidio desse la luce dopo una sbronza.
«Buongiorno» disse a bassa voce lei.
Nicholas le fece un segno di saluto con la mano.
Brianna gli sorrise, mise l’ago al suo posto e lo raggiunse in cucina.
«Hai fame?»
«Non proprio… avrei bisogno di un bel caffè»
«Ok…»
«A che ora ti sei alzata?» le chiese lui, sgranocchiando dei biscotti.
«Veramente non sono proprio andata a dormire»
«Perché no?»
«Non mi andava. Mi sono messa a sistemare un po’ in giro e a cucire»
«Si ho visto. A che punto sei?»
«Ho finito i primi dieci di un solo modello, ho fatto il primo di quello che c’è lì. Solo che comincia a finirmi la stoffa. Domani devo assolutamente uscire a comprarne dell’altra» disse Brianna mentre armeggiava con la caffettiera.
«Accidenti. Complimenti»
«Una volta che ci prendi l’abitudine li realizzi subito, e poi non sono così difficili da fare»
Nicholas, che era appoggiato con i gomiti sul tavolo, le sorrise. Era troppo intenso quello sguardo. Quegli occhi così blu non potevano proprio essere incrociati.
Per fortuna aveva il cellulare a portata di mano e cominciò a guardare se c’erano dei messaggi.
«Stai cercando di evitare il mio sguardo?»
«Eh?» Brianna fece finta di non aver capito, ma in realtà aveva capito benissimo. «No, no assolutamente»
Disse guardando il cellulare.
«Ah davvero?» le disse lui avvicinandosi.
«Si, davvero»
Nicholas la prese per i fianchi e la fece sedere sul bancone. Lui iniziò a baciarla. Le accarezzava la schiena e la baciava.
Quanto amava quel Nicholas.
Il Nicholas passionale che aveva conosciuto quasi due anni prima non lo vedeva da un po’ di tempo. Quella mattina lo stava incontrando dopo un lungo viaggio.
«Ma ti rendi conto che sono passati due anni da quando ci siamo conosciuti?»
«A me sembra che sia stato ieri» disse lui spostandosi a baciarle il collo.
«Il caffè Nic!» disse lei per sfuggire alle sue braccia che la stavano stritolando.
«Lascialo lì»
«Se continui a stringermi così non avrò più le ossa» disse ridendo Brianna.
A poco a poco Nicholas lasciò la presa e la guardò. Lei stava guardando la finestra chiusa e il sole che penetrava dalla tenda.
«Brianna guardami»
«Non prenderla sul personale, ma, avevi ragione. Stavo evitando il tuo sguardo perché so che non resisterei molto se lo incrociassi» spiegò imbarazzata lei.
«Guardami» disse lui quasi ridendo.
Brianna finalmente riuscì a guardarlo.
Passarono un paio di secondi; entrambi si guardavano negli occhi. «Vedi che non è così male?» disse lui prendendola in giro.
«No non è male quando non stai lottando contro la tentazione di saltarti addosso» Brianna scese dal bancone e prese una tazzina, poi disse «Qui c’è il caffè, io ritorno a lavorare»
«Hai fatto colazione tu?»
«No, sono a dieta» era una cosa che gli era venuta in mente al momento, ma in effetti doveva pensare a perdere qualche chilo, perché cominciava a spuntare un po’ di pancetta.
«Dieta?! Ma se non ne hai bisogno!»
«A-ah spiritoso!»
«Dico sul serio»
«Anche io» concluse lei uscendo dalla cucina.
Mentre Brianna finiva il secondo abito Nicholas aveva prosciugato il caffè. Poi la raggiunse sul divano. Quando si accomodò vicino Brianna fece al gatto segno di salire sul divano. Quello, senza pensarci due volte, era saltato sulle gambe di Nicholas e si era accucciato al suo fianco. «Guarda, mi ubbidisce!»
«È carino, vero?»
«Quasi quanto la sua padroncina»
«Grazie…» disse lei mostrandogli la lingua, poi Brianna si mise a lavoro e lui a guardare la tv e a giocare con il gatto.
Dopo qualche minuto anche il secondo pezzo era finito.
«Cavolo!!»
Nicholas si voltò verso di lei e disse «Che c’è?»
«Mi è finita la stoffa»
«Bene, cominciavo ad essere geloso. Stavi passando tutto il tempo con loro»
«Oh scusa!» disse ridendo lei. Era evidente che lo stava prendendo in giro. Mise l’abito nella custodia, tolse ago e fili e disse «Devo preparare il pranzo. Che vuoi mangiare?»
«Non saprei… tu che vuoi?»
«Boh… ora vedo» Brianna era un tipo che si adeguava e le seccava prendere sempre tutte le decisioni, per questo ogni volta che nessuno delle due o più parti sapeva prendere una decisione su qualcosa si affidava al caso.
Ma alla fine aveva deciso di fare una pasta semplice e un po’ di pollo al forno.
Se quella mattina Nicholas non aveva avuto molta fame, a pranzo aveva mangiato le sue porzioni e quelle di Brianna, visto che lei aveva lasciato quasi tutto.
«Perché non hai mangiato nulla?» le chiese mentre sparecchiavano la tavola.
«Non lo so, non mi andava molto ad essere sincera»
«Ah…»
«Come stai?»
«Solo tanto mal di testa. Ti va di andare a trovare i miei pomeriggio? Ha chiamato mia madre prima e mi ha chiesto se passavamo da loro» chiese lui, sperando che dicesse di no.
«Si, certo» disse lei.
«Davvero? Non preferiresti rimanere a casa, a letto, con me?»
«Si, quello dopo» disse sorridendo.
«Brianna stai bene? Sei fredda!»
«No, non sono fredda» disse lei baciandolo sulle labbra.
«Sicura di stare bene?»
«Si certo… Adesso vado a prepararmi»
«Va bene»
Venti minuti dopo si ritrovarono in macchina verso casa dei genitori, che si erano trasferiti in campagna.
«Perché si sono trasferiti qui?» chiese lei.
«Volevano che i nip…» Nicholas si fermò all’istante.
«I nipotini?! Continua!» Brianna lo guardò ridendo.
«Senti Brianna, io devo dirtelo» disse lui accostando sul ciglio della strada.
«Cosa?» disse lei guardandosi intorno.
«So che non ho ne ho il diritto, ma adesso mi sento pronto. Voglio un figlio. Forse ti sembrerà troppo presto dopo l’ultima volta, però io adesso mi sento davvero pronto a prendermi questa responsabilità. Voglio giocare con lui a calcio se è un maschio o portarla a fare shopping se è una femminuccia»
Brianna era davvero emozionata, ma non se la sentiva di portare avanti un’altra gravidanza.
«Nicholas, io apprezzo che tu voglia tutto questo, però non mi sento emotivamente pronta» disse lei accarezzandogli la guancia.
«Si lo capisco. Però ho voluto che tu lo sapessi»
«Grazie»
Quando arrivarono seguirono diversi baci e abbracci.
La madre, Teresa, aveva le lacrime agli occhi, per quanto era contenta di vederli insieme di nuovo.
Le aveva chiesto un milione di volte se stesse bene e Brianna sempre a confermare il suo perfetto stato di salute.
Passarono tutto il pomeriggio a parlare di quello che aveva fatto a Parigi e Brianna le spiegò che aveva intenzione di creare una sua linea di moda e che già aveva qualche vestito pronto.
«Ma è fantastico!! Giusto quello che avevo in mente io. Forse Nicholas non ti ha detto, il giorno che siete partiti per Parigi, che io avrei intenzione di aprire una casa di moda. Voglio che sia tu la stilista» le aveva detto Teresa.
«Si, me ne aveva parlato. Teresa, davvero, non so come ringraziarti»
«Tu fai tanti bei vestiti!» disse ridendo la donna.
«Ah certo! Puoi scommetterci!»
Erano necessari dei sacrifici, ma ce la poteva fare.
Mentre tornavano a casa Brianna raccontò tutto a Nicholas e lui le disse «Ti adotterebbe come figlia se noi due non stessimo insieme»
«Che c’entra questo?»
«Lei ha sempre desiderato una figlia e non vedendola arrivare ha avuto sempre un bel rapporto con le ragazze dei suoi figli»
«Le ragazze? Che numero sono io??»
Nicholas immaginava una domanda del genere e rise perché sapeva quanto avrebbe infastidito Brianna. Infatti…
«Che hai da ridere?»
«Mi piaci quando fai la gelosa. Comunque sei la numero tredici»
«Hai avuto dodici ragazze?!» disse sconvolta Brianna fingendo di piangere.
«Si, ma una sola che io abbia veramente amato»
«E sarebbe?»
«Tu sciocchina»
«Devo sentirmi onorata?»
«No quello semmai sono io, perché sono il tuo primo!»
«Cosa ti fa pensare che io non abbia mai avuto ragazzi prima di te?»
Nicholas accostò davanti casa, spense il motore e la baciò. Poi disse «Questo! Ogni volta che ti tocco, che ti guardo o ti bacio il tuo cuore sobbalza. Inizia a battere velocemente»
Brianna non sapeva che dire. Era vero, ma non credeva che lui l’aveva capita così tanto.
«Wow… Per te, il mio cuore, non ha più segreti»
«Sono contento»
Brianna lo baciò. «Anche io»
Scesero dalla macchina ed entrarono in casa.
Mentre Brianna si cambiava per andare a preparare la cena, Nicholas ascoltava i messaggi in segreteria.
Uno in particolare catturò la loro attenzione.
«Brianna Tilden? Salve, chiamo dal Policlinico di Bologna. Il signor Sam Watson ha avuto un grave incidente qualche giorno fa e siamo sicuri che al suo risveglio sarà felice di vederla. Abbiamo trovato il suo numero di casa e abbiamo deciso di chiamarla»mentre la segreteria parlava Brianna era uscita dalla cucina e guardava il telefono e Nicholas. uno sguardo al telefono, uno a Nicholas. «Speriamo di vederla al più presto. È importante che lei sia qui. Arrivederci»
Brianna era sconvolta. Che cosa gli era successo? Doveva andare subito da lui. Si precipitò in camera da letto, si cambiò in un secondo, prese la borsa e uscì. Nicholas era già in macchina che l’aspettava.
Mentre uscivano dal centro abitato Brianna si appoggiò alla spalla di Nicholas e all’orecchio gli sussurro
«Grazie!»
«Non preoccuparti»
In meno di due ore erano a Bologna e in pochissimo tempo trovarono l’ospedale.
Dopo che si fece indicare la stanza dall’infermiera Brianna si mise a correre, seguita da Nicholas. Mentre superava le varie stanze ansimava i numeri di quelle che non le interessavano. Un po’ per ricordarsi la stanza 4, quella dove era ricoverato Sam, un po’ per l’ansia… Arrivata alla stanza numero 4, bussò ed entrò.
Sam era su un lettino con una gamba alzata per via del gesso, tubicini e flebo dappertutto. Aveva la testa fasciata e un enorme livido sull’occhio. Aveva anche diversi graffi sparsi per tutto il viso.
Brianna davanti a tutto quello che stava vedendo scoppiò in lacrime, ma silenziosamente. Accanto al lettino in cui stava Sam c’era una donna, forse la madre.
«Buonasera signora» disse delicatamente Brianna.
La donna si voltò verso di lei, aveva gli occhi gonfi e rossi «Salve»
«Sono Brianna, un’amica di suo figlio. Sono venuta appena ho saputo»
«Grazie. Lei è di qui?»
«No, abito a Milano»
«Capisco» disse a bassa voce la donna, voltandosi nuovamente verso Sam.
«Posso chiederle cosa è accaduto?»
La donna si alzò e le prese le mani; la guardò negli occhi e disse «Un incidente d’auto. Quella sera mi aveva telefonato, come faceva ogni sera prima di andare a dormire, dicendomi che stava uscendo con degli amici dell’università. Venti minuti dopo la telefonata dell’ospedale. Un’auto era passata con il rosso e ha preso in pieno l’auto sulla quale viaggiava mio figlio. Sfortunatamente lui si trovava dalla parte del passeggero, quindi è stato preso in pieno. Ha subito diversi interventi. Gli hanno tolto la milza, sistemato l’osso della gamba che era uscito fuori e hanno dovuto intervenire anche sul cervello. Ha avuto un trauma fortissimo. E ora non sanno se ce la farà o no» la donna concluse piangendo.
Il primo incontro con la madre di Sam era avvenuto in quel modo. Peggio di così…
Brianna l’abbracciò. Sicuramente aveva bisogno di un po’ di conforto.
Ma che conforto si può dare ad una madre il cui figlio è su un letto d’ospedale tra la vita e la morte?
«Adesso è in coma. I medici hanno detto che dovrebbe svegliarsi tra un paio di giorni. Lo spero tanto!»
«Vedrà che si riprenderà!» disse Brianna accarezzandole il braccio.
«Grazie per essere venuta qui. Nemmeno i suoi più cari amici lo ha hanno fatto»
«Si figuri. Sarei venuta prima se lo avessi saputo. L’ospedale mi ha chiamato oggi»
«Se vuole rimanere qui un po’, io devo andare a parlare con i medici»
«Si certo. Vada pure. Resto io qui!»
«Grazie» disse, prese la borsa ed uscì.
Brianna, come se Nicholas non fosse lì con lei, andò a sedersi sulla sedia vicino al letto. Prese le mani di Sam e gliele baciò.
«Ti lascio sola» disse Nicholas. «Vado al bar»
Brianna si voltò e fece un cenno con la testa.
Dopo che vide Nicholas uscire, cominciò a parlare con Sam «Ehi, Sam… sono io, Brianna» le lacrime cominciarono a scenderle sul viso «Ma che mi combini? Ci hai fatto prendere un colpo. Cerca di svegliarti. Non sei messo così male come mi aspettavo. Cerca di riprenderti. Anche io sono stata male, sai? Mi hanno colpito in pieno con la macchina, io però stavo a piedi ed ero incinta. Poi il bambino non ce l’ha fatta. So che puoi sentirmi, perché ci sono passata e io ho sentito le persone che mi parlavano. Quindi, visto che sicuramente mi stai ascoltando, svegliati! Fallo per tua madre, per tuo padre. Per te! Hai ancora tutta la vita davanti. Sei troppo giovane per rimanere su questo letto d’ospedale»
Dopo un paio di minuti entrò la madre di Sam «Grazie per essere qui e per essere rimasta»
«Si figuri!»
«Se per te non è un problema mi piacerebbe che rimanessi qui a Bologna finché Sam non si sveglia, ma se hai l’università non preoccuparti»
«No, non c’è nessuna università. Certo che resto qui finché non si sveglia, anzi se vuole posso rimanere io la notte, così lei può riposare»
«Lo faresti davvero?»
«Certo. Sam è un mio caro amico, glielo devo!»
«Grazie mille. Ti do il mio numero, così se si sveglia puoi chiamarmi subito»
«Certo!»
Dopo che la madre di Sam se ne fu andata, Nicholas tornò.
«Allora, come sta?»
«Per il momento è stabile. Dovrebbe svegliarsi tra un paio di giorni»
«Mm… capisco»
Brianna non aveva il coraggio di dire a Nicholas che sarebbe rimasta fin quando Sam non si fosse svegliato, ma doveva farlo. Fece un respiro profondo e iniziò
«Nicholas… la madre di Sam mi ha chiesto se posso rimanere qui finché Sam non si sveglia»
«Che hai risposto?» Nicholas stava quasi per mettersi a gridare.
«Ho accettato» disse decisa Brianna.
«Ma che c…» Nicholas si fermò a metà e respirò profondamente. «Va bene, fa come credi. Vuoi che ti porti qualcosa domani?»
«Verrai di nuovo domani?»
«Si» disse lui. Aveva la mascella serrata e la sua espressione, come il modo di parlare, era molto freddo, distaccato.
«Va bene. Ehm… mi servirebbe della biancheria pulita, un paio di jeans e delle magliette»
«Ok. Te li porterò domani!» disse e uscì dalla stanza.
Brianna lo seguì «Nic!»
Ma Nicholas non si voltò. Continuò a camminare senza degnarla di uno sguardo.
Vedendo che ormai non poteva più sentirla, rientrò in stanza e si mise a guardare Sam.
Era davvero messo male. Sperava davvero con tutta se stessa che si rimettesse!
Qualche minuto dopo Brianna era crollata. Si era addormentata con la testa appoggiata al letto e con la mano intrecciata a quella di Sam.
Nicholas non sarebbe stato contento di vederla in quel modo.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


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CAPITOLO 28

 
Quella mattina Brianna era stata svegliata dalla madre di Sam.
Aveva dormito tutta la notte in quella posizione. Si sentiva un pezzo di legno.
«Buongiorno» la salutò la donna.
«Buongiorno» disse Brianna sbadigliando.
«Perché non vai a prendere qualcosa da mangiare? Vai a fare colazione. Ci vediamo dopo»
«Va bene, grazie» Brianna si alzò, prese la borsa ed uscì.
Prima andò in bagno a darsi una ripulita, poi scese al bar.
Prese un caffè. Dopo qualche minuto qualcuno le accarezzò la schiena. Si voltò e vide Nicholas.
Si alzò di scatto e l’abbracciò.
«Mi dispiace che tu debba sopportare anche questo» disse lei.
«Sshhh… non preoccuparti. Mi piacerebbe che tu facessi lo stesso per me se ci fossi io al suo posto; quindi sta qui tutto il tempo che è necessario. Io verrò a trovarti quando posso»
«Grazie, ma non è necessario che fai tanta strada. Ci rivediamo quanto torno»
«Va bene, ma ti chiamo»
«Certo» disse lei sciogliendo l’abbraccio e baciandolo.
«Ti ho portato le cose di cui avevi bisogno. Ho messo anche un libro»
«Grazie tesoro»
«Figurati. Adesso torno a Milano. Mia madre ha bisogno di aiuto e poi devo andare in azienda» spiegò Nicholas.
«Ok, chiamami quando arrivi»
«Certo» disse lui baciandole il collo. Nicholas la lasciò da sola al bar. Poi lei tornò in camera di Sam.
 
Era passata un’intera settimana da quando Sam era stato ricoverato all’ospedale e Brianna era rimasta con lui tutto il tempo.
Il giorno riposava qualche ora e la notte cercava di rimanere sveglia per Sam.
Quel giorno lei era andata a comprare qualcosa da mangiare per sé stessa e per i genitori di Sam. Quando era tornata in stanza c’era troppa confusione: gettò i sacchetti per terra e corse per arrivare più in fretta possibile. Quando arrivò c’erano alcuni medici chini sul ragazzo.
«Che cos’è successo?» chiese Brianna alla madre che nel frattempo era scoppiata a piangere.
«Non lo so… stava bene, ma ad un certo punto non ha respirato più. È da un po’ che lo stanno rianimando» disse fra le lacrime.
«Oh mio dio»
Dopo qualche altro minuto i medici riuscirono a stabilizzare la situazione. La madre si gettò sulla sedia e cominciò a baciare le mani di suo figlio; lo accarezzava e lo baciava.
Quando Brianna si avvicinò, si limitò ad accarezzargli la guancia. Non poteva fare altro.
Per la prima volta si chiese se Sam ce l’avrebbe fatta.
Brianna era preoccupata anche per la sua relazione con Nicholas e per la sua linea di moda, anche se di fronte alla salute di Sam, la linea di moda non era poi così importante.
Ogni volta che Nicholas la chiamava aveva sempre più voglia di ritornare tra le sue braccia.
Quando Brianna intuì che Sam poteva non svegliarsi a breve informò la madre che sarebbe tornata a casa e che avrebbe fatto un salto quando Sam si fosse svegliato.
«Capisco… e torna pure a casa. Ti informeremo quando Sam si sarà svegliato. Se mai si sveglierà» disse la donna con le lacrime che le scendevano sul volto.
«Vedrà… si sveglierà presto. Ne sono sicura» disse Brianna, anche se non ne era davvero molto sicura.
«Grazie per essere rimasta qui così a lungo»
«Rimarrei ancora un paio di giorni, ma ho un’attività da iniziare e…»
«Non preoccuparti. Va pure. Ti chiameremo!»
«Ok, grazie»
Brianna entrò in stanza e andò a salutare Sam.
«Ehi… io sto andando via, ma ti prego svegliati al più presto, ok?! Stai facendo impazzire tutti qui. Svegliati e faremo una vacanza insieme quest’estate! Dai!!» Brianna lo baciò sulla fronte, poi aggiunse «Ti voglio bene Sam. Devi farcela!!»
A quel punto prese la borsa, il borsone e uscì da quella stanza. Salutò per l’ultima volta i genitori di Sam, poi uscì dall’ospedale.
Prese un taxi e si fece portare alla stazione degli autobus. Sperava davvero tanto di trovarne uno, perché non vedeva l’ora di riabbracciare Nicholas e di mettersi a lavorare ai suoi vestiti.
Fu davvero fortunata. Prese l’autobus delle cinque e sperò che il tempo passasse in fretta. Dopo circa due ore era a Milano. Anche lì prese un taxi e diede l’indirizzo di casa sua.
Erano appena le sette di sera, ma a casa non c’era nessuno. Entrò sistemò le sue cose nella lavatrice e si sdraiò sul letto. Tutto profumava di Nicholas.
Ah come avrebbe voluto che lui fosse lì.
Si mise sotto le coperte e provò a dormire. Infatti, dopo circa due ore si era svegliata; adesso nel buio totale. Erano le nove e di Nicholas ancora nessuna traccia.
Accese la luce e si alzò. Prese il telefono e compose il numero di Nicholas. Al terzo squillo Nicholas rispose
«Pronto?»
«Nicholas… ma dove sei?»
«Sto lavorando»
«Ah scusa»
«Che succede?»
«No niente…»
«Sam si è svegliato?»
«No, ancora no»
«Brianna, scusa devo andare… ci sentiamo tra poco»
«Ok»
Nicholas non aveva capito che lei era a casa. Si mise sul divano e accese la televisione.
Le immagini del film che aveva davanti erano così rilassanti che ebbero il potere di farla addormentare di nuovo.
 
Quando Nicholas entrò in casa, sentì la televisione accesa e vide la luce della camera da letto. Ebbe paura che fosse entrato qualcuno, ma quale ladro avrebbe acceso la tivù?!
Chiuse la porta cautamente e si diresse verso il divano. Quando si accorse che distesa sul sofà c’era Brianna si rilassò e sentì il suo cuore battere all’impazzata.
Era bellissima in quella posizione. Aveva la coperta tutta attorcigliata alle gambe, il viso completamente rilassato e i capelli molto arruffati.
Nicholas si tolse la giacca, che buttò sull’altro divano, e le baciò le labbra, poi le palpebre chiuse, giù anche il collo… Brianna si mosse ma non si svegliò. Si limitò a girarsi, dandogli le spalle. Allora Nicholas cominciò a baciarle le spalle; al terzo bacio Brianna si svegliò, si girò ed entrambi si ritrovarono a meno di cinque centimetri di distanza.
«Ciao» disse lui.
«Ciao» rispose a sua volta Brianna.
«Sei qui…»
«Sono qui» disse lei baciandolo.
«Quando sei tornata?»
«Verso le sette ero già buttata sul letto»
«Perché non mi hai chiamato? Sarei venuto a prenderti, non era necessario che prendessi l’autobus»
«Non volevo disturbarti»
«Sciocchina. Sarei corso subito»
«Grazie, ma ormai è fatta» disse mettendosi a sedere.
«Hai detto che Sam non si è svegliato; come mai sei qui?» chiese lui.
«Si è vero, però non credo fosse giusto nei tuoi confronti»
«Ma non devi preoccuparti per questo!»
«Si invece. Voglio essere felice con te e solo con te! E poi mi mancavi»
«Mi sei mancata anche tu!» disse Nicholas iniziando a baciarla. La prese in braccio e la portò in camera da letto.
In quel momento Brianna era felice, era al settimo cielo. Fecero l’amore tutta la notte. Era una sensazione bellissima. Sentire Nicholas che l’abbracciava forte.
 
Sembrava fosse passato poco tempo, invece Brianna cominciò a sentire il sole sulla sua pelle. Si voltò e vide il volto di Nicholas.
Era straordinariamente bello!
Si avvicinò a lui; quando Nicholas avvertì la presenza di Brianna, il calore del suo corpo, aprì gli occhi.
«Buongiorno» disse lui.
«Ciao» Brianna gli sorrise.
Nicholas si voltò e si mise a guardare il soffitto.
Brianna si accoccolò accanto a lui «Non ho fatto altro che pensare a te in questi giorni»
Nicholas la baciò «Anche io ti ho pensata molto, adesso però dobbiamo andare»
«Che ore sono?»
«Mancano dieci minuti alle otto»
Brianna si buttò su i cuscini, sospirò e dopo qualche minuto si alzò.
Nicholas nel frattempo si era già lavato e vestito e stava preparando la colazione. Brianna fece una doccia veloce e, dopo essersi vestita, raggiunse Nicholas in cucina.
Stava guardando il notiziario.
Brianna non era abituata a fare colazione la mattina, ma almeno per quella volta decise di assaggiare qualche frittella dolce. Non più di una. Aveva già la nausea.
Odiava mangiare di prima mattina.
Ad un certo punto Nicholas spense il televisore «Adesso vado. Mia madre ti aspetta alle nove in questa via» le disse porgendole un bigliettino con il nome di una via.
«Ah, ok»
«Ci vediamo a pranzo!» la baciò e uscì di casa.
Brianna passò quell’ora che le rimaneva a sistemare i suoi vestiti e i bozzetti.
Prese la macchina e uscì. Milano era una città grandissima e non sarebbe mai stata in grado di uscire senza il navigatore o almeno una cartina. Per questo inserì la via nel navigatore dell’auto e partì.
Arrivata a destinazione c’era Teresa che agitava una mano per farsi notare. Brianna parcheggiò e scese.
«Buongiorno!» Teresa era super eccitata. Non vedeva l’ora di iniziare quell’avventura.
«Buongiorno» fece Brianna mentre prendeva le custodie dalla macchina.
«Ti aiuto!» si offrì la donna.
«Oh grazie! Non vedo l’ora di farteli vedere. A me piacciono moltissimo, ma vorrei avere anche il tuo parere. Spero tanto ti piacciano»
«Ma certo! Vieni entriamo!»
Dentro quel negozio c’erano tutti gli scaffali pronti per contenere magliette, pantaloni, abitini. Sul retro c’era un vero e proprio laboratorio. Macchine da cucire, stoffe di ogni tipo, pile di fogli e colori… Teresa aveva fatto di tutto per renderle il lavoro il più facile possibile, o almeno le aveva fatto trovare tutto!
«Ma è stupendo qui!!»
«Sono contenta che ti piaccia! Ho ordinato la stoffa per realizzare i modelli che ci sono nel book; man mano ne ordineremo dell’altra»
«Si va bene!»
«Allora?! Ci mettiamo a lavoro?!» domandò Teresa.
«Si certo!»
Brianna era così contenta che quando tornò a casa non si sentiva nemmeno stanca.
Visto che aveva ancora un po’ di tempo prima che Nicholas tornasse a casa, chiamò sua madre e la informò di tutto quello che era successo. Anche sua madre era contenta per lei. Poi, quando le chiese quando sarebbe partita per New York, Brianna rispose che non andava più e che il biglietto era diventato per due persone e che sarebbero dovuti partire il mese prossimo. Aveva anche chiamato le zie che stavano negli States e si erano messe d’accordo per ospitare i suoi genitori. Avevano tutto prenotato.
Dopo che la madre le disse che non doveva fare tutto quello che aveva fatto, accettò e cominciò a urlare che era contenta, anche di lasciare per un po’ il paese e di fare una vacanza a New York.
Mentre riattaccava con sua madre entrò Nicholas.
«Amore scusa, ma sono stata a telefono con mia madre e ho perso la cognizione del tempo» si scusò lei.
«Non preoccuparti, tanto non ho il tempo di pranzare. Sono solo venuto a cambiarmi»
«Dove devi andare?»
«Ho una riunione con il marketing oggi pomeriggio e mio padre mi ha chiesto se posso andare da lui tra qualche minuto per definire le ultime cose. Vogliono portare il marchio anche fuori dall’Europa»
«È davvero una grande notizia Nicholas»
«Si, infatti. Per questo non possiamo permetterci di sbagliare. Vado a cambiarmi!»
«Ok» Brianna sprofondò sul divano. Non vedeva l’ora che arrivasse quella sera. Voleva stare un po’ con lui. In realtà tutto quello che chiedeva era poter restare sempre con lui.
Svogliatamente accese la tivù e dopo qualche minuto Nicholas uscì dalla camera da letto, andò a baciarla e uscì nuovamente di casa.
Brianna, annoiata, decise di chiamare la madre di Sam, prima di ritornare al negozio.
Compose il numero. «Pronto?» fece una donna dall’altro capo del telefono.
«Salve signora, sono Brianna. Volevo sapere come sta Sam. Si è svegliato?»
«Ah ciao Brianna. No ancora no. Ha avuto un'altra crisi stanotte. I medici non sanno cosa sia e adesso anche loro cominciano a dire che forse non ce la farà»
«Mi dispiace tantissimo. Vorrei poter essere lì, ma purtroppo il lavoro mi tiene impegnata»
«Non preoccuparti. Sono contenta che tu abbia chiamato! Adesso vado, sono arrivati alcuni amici di Sam»
«Si certo. Arriderci»
Non l’aveva nemmeno salutata. Aveva riappeso subito.
Era ancora presto per l’apertura del negozio, ma Brianna non voleva più rimanere in quella casa vuota, così decise di andare prima e fare qualche vestito.
Passò le due ore prima che la raggiungesse Teresa a sistemare un po’ di modelli; aveva un paio di vestiti da rivedere e altri da terminare. Quando ebbe finito quelli iniziò a cucire gli altri.
«Brianna, sei già qui!»
«Si, non avevo nulla da fare a casa» spiegò lei.
«Nicholas non è tornato?»
«Si, ma è dovuto andare via. Aveva una riunione con il padre»
«Ah giusto… giusto. Queste settimane saranno molto piene e stressanti. Spero che tutto questo non rovini il vostro rapporto»
«No, no assolutamente. Lo capisco perfettamente»
«Dai, mettiamoci a lavoro»
«Si, io ho già fatto un paio di cose. Le ho anche sistemate di là; spero entri qualcuno!»
«No tesoro, per il momento dobbiamo tenere chiuso. Avviamo la linea e poi apriamo il primo negozio!»
«Si forse hai ragione!»
Passarono il pomeriggio a lavorare. Teresa stava contattando alcune persone importanti per promuovere il marchio e per aiutare Brianna. Così Teresa stava cercando di fare il possibile.
 
Quella sera Brianna era ritornata a casa veramente stanca; non aveva intenzione di cucinare cose complicate, così ordinò della pizza e la mise in forno, aspettando Nicholas.
Durante l’attesa cominciò a leggere e a giocare con il gatto.
Intorno le dieci Nicholas entrò in casa.
Brianna era in dormiveglia, ma riuscì lo stesso ad alzarsi.
«Ti ho svegliata?» le chiese Nicholas preoccupato.
«No, tranquillo. Ero più o meno sveglia» disse lei sorridendo. «C’è della pizza in forno. Io me ne vado a dormire»
«Hai mangiato?»
«No, non mi va»
«Va tutto bene?»
«Si certo. Sono solo molto stanca!»
«Ok, ti raggiungo tra poco»
Brianna strisciò fino alla camera da letto e si mise sotto le coperte.
Mentre stava per riprendere sonno Nicholas salì sul letto svegliandola. Le baciò la spalla. Brianna si voltò.
«Ti ho svegliata di nuovo, vero?»
«Più o meno» disse lei sorridendo.
«Scusa. Volevo passare un po’ di tempo con te. Non riusciamo più a stare insieme»
«Tranquillo…»
«Che hai fatto oggi?»
«Ho cucito altri vestiti. Tua madre crede che tra un mese potremo aprire il negozio. Dice che potremo farcela. Speriamo perché è lei la mente dietro tutto questo»
«Sono contento. Se lei è la testa, tu che sei?»
«Io sono la mano!» disse e scoppiarono entrambi a ridere.
«Non la mente geniale che crea quelle opere d’arte?»
«Non esagerare… non sono mica Valentino! La mia linea non ha neanche un nome»
«Come no?»
«No, non so quale sia il più adatto…»
«Mi piacerebbe aiutarti, ma non me ne viene in mente nessuno!»
«Non preoccuparti, ma grazie lo stesso. Adesso vorrei dormire»
«Certo»
Si augurarono la buonanotte e dopo pochissimo tempo Brianna già dormiva. Nicholas, invece, non riuscì a chiudere occhio tutta la notte.
Pensava a tutto quello che aveva fatto e che ancora doveva fare. A quanto aveva fatto soffrire Brianna e a quando l’aveva vista sorridere.
Era da tempo che non la vedeva ridere. Ridere sul serio.
Era sempre impegnata a lavorare, a pensare agli altri invece che a se stessa.
Doveva assolutamente trovare una soluzione.
Doveva salvarla.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


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CAPITOLO 29

 
Il giorno dopo Nicholas si svegliò con un brutto mal di testa. Riuscì ad andare a lavoro, ma verso l’ora di pranzo dovette tornare a casa, perché stava troppo male per lavorare. Brianna che, per la pausa pranzo era tornata a casa, rimase tutto il pomeriggio con Nicholas.
Quello era diventato un modo per stare un po’ insieme, visto che non riuscivano mai a vedersi durante il giorno, e la sera erano troppo stanchi che poter condividere le loro giornate. Ma era solo per quel periodo. Presto le rispettive situazioni a lavoro si sarebbero normalizzate ed entrambi avrebbero avuto più tempo per la loro relazione.
Brianna aveva chiamato Teresa, la quale era stata informata delle condizioni di Nicholas.
L’aveva salutata con un «Ci vediamo domani» poi si rivolse a Nicholas.
«Bene, tua madre è stata avvisata»
«Fantastico! Ora vieni a letto»
Brianna si era precipitata da lui perché era veramente quello che voleva!!
Per fortuna che quella mattina aveva chiamato di nuovo la madre di Sam per sapere come stava.
Ma la risposta era sempre la stessa: «Le condizioni peggiorano. Non sanno se ce la farà!»
Quella telefonata le aveva condizionato un po’ la giornata. Voleva essere accanto a Sam, ma allo stesso tempo non se la sentiva di lasciare da solo Nicholas.
«Tutto bene?» le chiese Nicholas.
«Si certo!» disse lei voltandosi verso di lui e baciandolo.
«Brianna puoi parlare con me! Di qualunque cosa»
«Lo so, ma davvero, va tutto bene»
«C’entra Sam per caso?»
«Un po’»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che non si è ancora svegliato e adesso sono davvero preoccupata»
«Ah… mi dispiace»
«Già anche a me. Spero solo che si riprenderà il prima possibile»
«Vai da lui!»
«Eh? No. Voglio stare qui con te»
«Ma lui ha bisogno di te»
«Anche tu»
«È vero. Ma alla prossima febbre, anche se io mi auguro di no, tu sarai di nuovo qui con me. Lui invece non ti avrà» spiegò Nicholas.
«È vero» disse lei baciandolo.
«Quindi và da lui»
«Ti ho detto di no! Andrò quando si sarà svegliato; e poi tua madre mi uccide se comincio ad assentarmi»
«La stilista sei tu! Puoi fare quello che vuoi. Sei tu che crei. Lei senza di te non ha niente»
«Si, ma è lei che finanzia e se io me ne vado ne troverà un’altra di stilista»
«È vero ma lei capirà»
«Vedremo… per ora voglio stare con il mio ragazzo»
«Cosa hai detto?» chiese stupito lui.
«Che voglio stare con te» ripeté lei.
«Si, ma come mi hai chiamato?»
«Dai, non dirmi che ti fermi su queste sciocchezze»
«Quali sciocchezze? Mi piace! Dai ripetilo»
«Sei il mio ragazzo»
«Wow… non credevo mi facesse questo effetto»
«Quale effetto?!»
«Il cuore colmo di felicità e di amore»
«Oh dio, quanto sei sdolcinato»
«Lo so. Non ho mai detto niente del genere, quindi devi considerarti fortunata a sentirmeli dire»
«Ah bene…» disse lei.
Iniziarono a baciarsi… baci lenti e continui.
Come se non fosse successo nulla, Brianna chiamò il gatto. «Mister Miao!?»
Il piccolo gattino, di una volta, corse subito verso di lei, saltò sul letto e si accucciò sul suo ventre «Ciao piccolo mio!» Brianna iniziò a giocare con il gatto, mentre Nicholas la guardava.
Era rapito. La fissava come se non l’avesse mai vista veramente.
Aveva ragione il suo amico quando una volta gli disse: «Sei cotto amico mio, cotto a puntino» Non che lui non lo pensasse; ma credeva di essere solo innamorato di lei; non di essere completamente folgorato.
«Sai?» disse lui continuando a fissarla.
«Cosa?» chiese lei.
«Mi hai cambiato così drasticamente la vita che non saprei cosa farne se tu mi lasciassi»
Brianna alzò un sopracciglio.
«Si ok, sembra un po’ esagerato, ma è la verità»
«Ti credo! Anche la mia vita adesso è diversa. Più bella, certo. Però ci conviene non dire più niente del genere»
«Perché?»
«Beh, non sappiamo cosa può accaderci. Non voglio lasciarti, è solo che voglio vedere anche come sarà la mia vita senza di te, in futuro. Non voglio chiudermi in casa e piangere perché tu mi hai lasciata, come è successo l’ultima volta. Sono stanca di stare male e di rinchiudermi a casa per questo motivo. Voglio cogliere tutte le cose belle che la vita ha da offrirmi e se capiterà di lasciarci, non servirà a nulla soffrire, perché vuol dire che il destino ha in serbo qualcosa di meglio, di più bello!»
«Non credi che io sia il meglio per te?»
«No, non sto dicendo questo. Però non si può mai sapere… Non aggrappiamoci a noi stessi come se senza l’altro non esistessimo più. È una bella cosa, ma è un po’ patetica, non credi?»
«Credo che sia semplicemente amore»
«Sono d’accordo, ma dove finisce l’amore e inizia il patetico?! Quando due persone sanno che la loro relazione non durerà molto, cominciano a fare cose davvero patetiche, tipo telefonarsi dieci volte al giorno per sapere che si fa, cosa hai mangiato, chi hai incontrato; si cominciano a dire cose di questo tipo»
«Quindi tu mi stai dicendo che non ci amiamo più e che io stia dicendo così solo per tenerti con me?»
«No Nicholas. Questo non è il nostro caso, perché non mi chiami dieci volte al giorno per avere una descrizione dettagliata di tutto quello che ho fatto e nemmeno io lo faccio con te»
«Ma io ho detto quella cosa»
«Vero, infatti ti ho detto che sono d’accordo sul fatto che quello che hai detto tu è amore! Forse dico così perché per me è la prima volta»
«Si forse…» disse lui voltandosi e scendendo dal letto.
«Non ti sarai mica offeso?»
«No, certo che no. Mi piace il tuo modo di ragionare. È molto contorto, ma mi piace. Vado a guardare la tivù»
Nicholas andò a sistemarsi in soggiorno, mentre Brianna era rimasta a letto.
Dopo un paio di minuti Brianna sentì il rumore del cellulare. Le era arrivato un messaggio.
Ti amo
Sam.
Brianna era contenta che si fosse svegliato, ma un po’ meno di quel messaggio.
Saltò giù dal letto e andò da Nicholas «Si è svegliato! Finalmente!!»
«Finalmente. Andrai da lui?»
«No»
Brianna compose il numero e aspettò che Sam rispondesse, nel frattempo andò a buttarsi sul letto.
«Pronto?» aveva risposto la madre di Sam.
«Signora sono Brianna»
«Ah si, te lo passo subito»
Si capiva già dal tono della voce che era felicissima di vedere suo figlio sveglio.
«Ehi…» aveva risposto debolmente Sam.
«È bello sentirti»
«Anche per me, anche se vorrei che tu fossi con me»
«Lo so, ma vedrò di venirti a trovare presto, ok?»
«Va bene. Comunque cerca di mantenere la promessa»
«Che promessa?»
«Quella che avremmo passato l’estate insieme»
«Ah si, certo! La manterrò»
«Ok, bene! Adesso devo andare. È arrivato il dottore»
«OK. Ci sentiamo presto»
«A presto»
Nessun cenno al messaggio, niente riguardo il suo contenuto.
Poco dopo Nicholas entrò «Allora?! Come sta?»
«Direi piuttosto bene»
«Di che promessa parlavi?»
«Hai origliato?»
«No»
Brianna alzò un sopracciglio.
«Non ho origliato!» si difese Nicholas.
«Ok, ti credo. Comunque mentre era in ospedale, gli ho promesso che se si fosse svegliato in tempo, avremmo passato l’estate insieme»
«Tu e lui da soli?» Nicholas era scioccato.
«No, puoi venire anche tu»
«No grazie. Preferisco starmene qui!»
«Eh dai Nic, non fare così»
«No Brianna. Ho accettato il fatto che sei stata una settimana in ospedale per lui, non posso accettare che tu passi tre mesi, d’estate poi, in sua compagnia»
«Adesso fai il geloso e il possessivo?»
«Non sono possessivo, semplicemente non mi va che la mia ragazza passi l’estate con un altro ragazzo e non con me!»
«Ma ti ho detto che potrai venire anche tu. Cosa avevamo deciso per quest’estate?»
«Non lo so Brianna, dimmelo tu!»
«Nicholas…» disse lei con aria amareggiata.
«Che c’è?» lui era veramente arrabbiato.
«Niente. Torno in negozio. Ci vediamo stasera»
Non si salutarono. Niente baci, niente abbracci. Brianna prese la borsa e uscì di casa.
In realtà Brianna non voleva andare nemmeno in negozio. Probabilmente questo avrebbe fatto infuriare Nicholas, ma la vita era la sua e indipendentemente da lui, poteva fare qualsiasi cosa. Con la macchina andò alla stazione degli autobus, comprò un biglietto e partì per Bologna.
Voleva andare a trovare Sam.
 
Quando Sam la vide dietro un po’ di parenti, era come se non gli fosse successo mai niente. Stava bene; vedere Brianna gli dava dieci anni di vita e in quel momento si sentiva rinato.
«Scusate, vorrei rimanere da solo con la mia amica. Ci vediamo più tardi»
Brianna si sentiva un po’ in imbarazzo, ma fu contenta che Sam fece uscire tutti. Adesso erano lui e lei. Da soli.
«Ehi» disse lei.
«Sono contento di vederti. Avevo paura che ci mettessi tanto»
«Lo so… ho avuto un po’ di tempo e ho deciso di fare un salto»
«Un salto di due ore però»
Brianna fece spallucce «Ne valeva la pena»
Prima di arrivare in ospedale Brianna aveva chiamato Teresa, spiegandole la situazione e aveva mandato un messaggio a Nicholas “Sono a Bologna! Non so quando torno!”.
Spense il telefono e lo mise in tasca.
«Allora… come stai?» chiese Sam.
«Dovrei essere io a farti questa domanda»
«Si, però tu te la sei passata peggio di me»
«Adesso è finito tutto. Sono stata davvero male»
«E adesso?»
«Sto bene»
Sam non le credeva e, in effetti, non aveva convinto nemmeno se stessa con quella risposta.
«Meriti di meglio Brianna»
«Saresti tu quel”meglio”?»
«Può darsi» disse ridendo lui.
«Non lo so Sam… io sono così insicura»
«Riguardo cosa?»
«Riguardo tutto. Non c’è niente nella mia vita che vada come dovrebbe andare. Sarei dovuta essere ancora a Parigi e tra un paio di mesi trasferirmi a New York. Avrei dovuto realizzare il mio sogno, invece ho soltanto trovato l’amore»
«Ti sembra poco?» disse scherzando Sam e alzando il sopracciglio.
«No, assolutamente. È solo che avrei fatto le cose in maniera molto diversa. Non avrei fatto avvicinare Nicholas così subito. Non mi sarei messa con lui dopo due giorni. Questa cosa è partita male sin dall’inizio. Abbiamo bruciato tutte le tappe. Non è stato giusto né per lui, né per me»
«Mi dispiace»
Brianna fece spallucce «Fa niente… Allora!! Mi raccomando hai cinque mesi per riprenderti del tutto» disse lei guardando la gamba ingessata. «Poi verrai da me. Affitterò una casa al mare per l’estate. Staremo là per tutto il tempo»
«Io e tu?»
«E Nicholas… credo» lo sguardo di Brianna si era rabbuiato.
«Brianna, se questo dovesse crearti dei problemi con lui, lascia perdere. Non sei costretta»
«No, voglio passare un’estate con te. Ci divertiremo»
«Va bene»
Passarono tutto il tempo a parlare. Dell’università, della linea di moda, di Christian, di tutto quello che era successo a Parigi.
Verso le dieci Brianna guardò l’orologio ed esclamò
«Cavolo! Si è fatto tardi. Devo andare»
«No, rimani qui»
«Non posso. Mi dispiace. Quando esci da qui chiamami e vengo a trovarti»
«No, tu hai fatto fin troppo. Verrò io»
«Non credo sia una bella idea»
«Tranquilla… ci vediamo presto!»
«Ok… A presto»
Sam la guardò fin quando non scomparve oltre la porta.
A quel punto si buttò tra i cuscini. Era felice. Sperava di poter avere un’altra possibilità.
 
Quando Brianna tornò a casa era passata da un po’ la mezzanotte. Nicholas era sveglio sul divano.
«Bentornata» le disse.
Brianna non rispose e andò a chiudersi in bagno. Cominciò a piangere, ma non sapeva il perché.
Uscì e invece di andare da Nicholas, come lui si aspettava, scivolò sotto le coperte.
Pianse molto quella notte. Forse perché non voleva che le cose tra lei e Nicholas andassero in quel modo, forse perché si odiava per essere andata a trovare Sam.
Non ne aveva la più pallida idea.
Verso le due era ancora sveglia e sentì Nicholas salire sul letto. Si asciugò in fretta le lacrime e cercò di soffocare i singhiozzi. Nicholas, però, l’aveva già sentita piangere, perché era rimasto tutto il tempo fuori, sulla porta.
L’abbracciò e le baciò la spalla.
Brianna in quel momento voleva sciogliersi in lacrime, ma si trattenne. Il cuore le stava per scoppiare.
Nicholas la tenne per un po’ tra le sue braccia, ma quando si allontanò Brianna gli strinse il polso per farlo rimanere in quella posizione.
«Mi dispiace» le sussurrò lui.
Brianna si voltò e affondò il viso nel suo petto. Fu in quel momento che le lacrime non potevano più essere trattenute. Cominciò a singhiozzare, fino a quando non aveva completamente bagnato la maglietta di Nicholas.
«Scusa, ti ho allagato la maglietta» disse lei.
«Non preoccuparti» disse Nicholas baciandole la fronte.
«Mi dispiace tantissimo Nicholas. Certe volte penso che sarebbe stato meglio se tu non fossi mai entrato in quella libreria due anni fa»
«Perché?»
«Perché mi sono innamorata subito di te e non era quello che volevo»
«Capisco»
«Mi dispiace tantissimo…»
«shhh… non parliamone più, ok? Siamo stati un po’ sfortunati. Viviamo bene tutto il tempo che passeremo insieme!»
«Stai parlando come se da un giorno all’altro ci lasceremo»
«Non prenderla così»
«No»
Nicholas le accarezzava i capelli, cercando di farla calmare. Non l’aveva mai vista piangere in quel modo. C’era sicuramente qualcosa che non andava, ma si rifiutò di chiedere.
«Dormi adesso» le sussurrò Nicholas.
Brianna si addormentò dopo un paio di ore con le guance bagnate e tra le braccia di Nicholas.
Il mattino seguente si erano svegliati di nuovo in quella posizione.
Quando Nicholas capì che Brianna era sveglia le chiese
«Stai bene?»
Brianna fece si con la testa. Non aveva voglia di parlare. Si alzò e andò a vestirsi.
Quando uscì Nicholas stava facendo qualcosa con il suo cellulare.
Andò in cucina, mangiò un po’ di cioccolato e ritornò da Nicholas. «Scusa per ieri sera»
«Non devi scusarti»
«Comunque, io rimango tutto il giorno a lavorare. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami ok?!»
«Va bene» Brianna andò a baciarlo. Un bacio veloce. Senza nessuna passione.
Mentre Brianna scendeva dal letto lui la chiamò «Ehi»
Lei si voltò «Che c’è?»
«Vieni qui»
«Nicholas devo andare»
«Vieni qui» ripeté lui.
Brianna andò verso Nicholas il quale l’abbracciò; poi le sussurrò «Comunque vadano le cose tra di noi, sappi che ti amerò sempre»
Sciogliendo l’abbracciò Brianna si allontanò senza dire nulla. In compenso però cominciarono a rigarle il viso lacrime silenziose.
Nicholas aveva capito che stava piangendo, ma lei era già uscita da casa prima che potesse essere fermata.
Brianna salì in macchina e scoppiò a piangere. Di nuovo come la sera prima.
Cominciò a vagare per le strade di Milano prima di dirigersi al negozio.
Aveva capito perché piangeva.
Amava Nicholas si, però provava qualcosa per Sam. Prima non se ne era accorta, ma dopo quello che era successo con Nicholas, nonostante fossero tornati insieme, lei non l’aveva del tutto perdonato; o meglio, era il suo cuore a non averlo perdonato.
Non l’aveva mai ascoltato e quella mattina, mentre era in macchina, aveva sentito una vocina dentro di sé “Non puoi stare con un uomo che ti abbandona quando porti in grembo suo figlio. Lascialo! Và da Sam. Lui saprà amarti sul serio. Sam è l’uomo giusto per te!”
Ma si trattata davvero di saper amare?
Lei amava Nicholas più di se stessa, non avrebbe potuto amare in quel modo Sam.
Ma era anche vero che quello che aveva fatto Nicholas era imperdonabile.
Voleva davvero che tutto quello non fosse mai successo. Magari avrebbe avuto l’incidente ugualmente, ma almeno Nicholas era al suo fianco.
Che doveva fare?!
Devi essere tu a sapere quello che devi fare
Quella vocina le stava cominciando a dare davvero fastidio.
Sapeva che poteva sembrare una cosa orrenda, ma doveva provare a stare anche con Sam. Una specie di prova.
Si ok, era una persona orribile, decise comunque di andare in negozio, anche perché cominciava a farsi tardi.
 
Aveva cucito tutto il giorno e non aveva detto nemmeno una parola. Aveva parlato con Teresa solo per alcune stoffe e per il lancio della linea di moda. Niente di più.
Quando era tornata a casa, aveva trovato Nicholas sul divano. Stava giocando con un amico alla play.
Si erano salutati con un semplice cenno della testa.
«Ehi ma che succede con Brianna?» aveva chiesto l’amico a Nicholas.
«Niente, va tutto bene»
«A me quello non sembrava niente» insistette l’amico.
«Volevi che ci baciassimo davanti a te?»
«No»
«Riprendiamo a giocare che è meglio»
Quello non si fece pregare due volte. Si era già voltato verso lo schermo, mentre Nicholas guardava dietro di sé Brianna che sistemava la cucina.
 
Dopo circa un’ora Nicholas accompagnò il suo amico alla porta e quando la richiuse fece un respiro profondo e andò da Brianna.
«Come stai?» gli chiese lei.
«Meglio grazie. La febbre è scesa. Tu come stai?»
«Io? Benissimo» disse lei rivolgendogli un sorriso.
Seguirono momenti di silenzio, che parvero interminabili. Poi fu Brianna a parlare «Nicholas, possiamo parlare un po’?»
«Si certo»
Adesso però non sapeva che dire.
«Noi ci amiamo, vero?»
«Si certo. Perché lo chiedi?»
«Perché non sono più sicura di niente. Ho bisogno di cambiare aria»
«Puoi esserne sicura quando ti dico che ti amo. Se vuoi possiamo andare da qualche parte per un paio di giorni»
«No, non intendo quello. Da quando ho visto Sam in quel letto d’ospedale è scattato qualcosa dentro di me. Io ti amo Nicholas, davvero. Ma credo di essermi innamorata anche di Sam» dopo quella confessione Brianna era scoppiata a piangere, di nuovo.
Nicholas si avvicinò per abbracciarla, ma lei si allontanò «No, non abbracciarmi!»
«Brianna… non devi sentirti così solo perché ami anche Sam. Il problema non è il fatto che tu ami Sam»
«E allora qual è?» singhiozzò lei.
«Il problema è che io ti ho lasciato quando sei rimasta incinta. Dovevo rimanere con te. Tutto sarebbe andato diversamente se io fossi rimasto! E sicuramente ora avresti ancora fiducia in me»
A quelle parole Brianna fu scossa da altri singhiozzi che le perforavano il cuore.
Non voleva che Nicholas si sentisse ancora in colpa per quello che aveva fatto, ma… non sapeva… non sapeva che dire.
«Credo che quest’estate sarà diversa. Voglio passare un po’ di tempo con lui per capire cosa provo davvero!»
«Sarà meglio che io rimanga lontano da te allora»
«Io però non voglio. Vedi? È questo il problema. Una parte di me vorrebbe stare sempre con te, abbracciarti, fare l’amore e non pensarci più, l’altra invece vorrebbe odiarti, allontanarti da me perché quello che hai fatto è davvero una brutta cosa»
«Lo so»
Seguirono altri momenti di silenzio. Poi Nicholas si alzò e andò a prendere le sue cose «Forse è meglio che per un po’ non ci vediamo!»
«Cosa?»
«Brianna è meglio così, credimi. Almeno tu capisci quello che vuoi davvero»
In silenzio Nicholas prese i suoi vestiti e uscì di casa.
Dannazione!! La loro storia non aveva proprio fortuna.
Non potevano essere solo felici e basta?!
No, non era possibile.
In fondo lei l’aveva perdonato per quello che le aveva fatto? Ma ne era davvero sicura?
Poi c’era Sam. Cosa provava per lui?

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


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CAPITOLO 30

 
Erano passati circa cinque mesi, da quando Nicholas aveva lasciato casa di Brianna. Da quando avevano deciso di prendersi una pausa. 
Brianna gli aveva restituito tutto: collana, anello e bracciale e tutte le cose che da casa sua aveva portato in quella di Brianna.
Con sua madre non c’erano stati problemi.
Non voleva che il rapporto con il figlio compromettesse quello con la donna che finanziava il suo sogno.
Da quel punto di vista non c’erano problemi.
I primi di marzo avevano inaugurato il marchio di Brianna
“Cher” e il negozio sembrava andare a gonfie vele.
Avevano anche assunto altre fashion designer che le aiutassero nella realizzazione di altri capi.
Insomma, tutto filava liscio come l’olio.
Sam si era ripreso ed era andata a trovarla a Milano. Avevano passato un paio di giorni insieme e le aveva anche detto di avere intenzione di lasciare l’università. Fu in quei giorni che si misero d’accordo per rivedersi a giugno.
 
Era circa il venti di giugno e Brianna aveva appena affittato una casa vicino al mare. Non voleva stare ancora dai suoi.
Verso le due del pomeriggio era scesa in spiaggia e aveva nuotato per un bel paio di ore.
Quando era ritornata per prendere un po’ di sole, aveva trovato Sam seduto sulla sabbia.
Quando lo intravide, cominciò a correre “ Ehi Sam! “
«Guarda, guarda…» disse lui.
Quando Brianna lo raggiunse Sam l’abbracciò «Ciao Sam. Sono contenta che sei venuto»
«Hai mantenuto la tua promessa. Sono contento anche io di essere qui»
«Dai andiamo. Ti faccio vedere la tua stanza»
«Quella sarà sempre lì. Voglio nuotare un po’. Che dici, mi fai compagnia?»
«Ok. Andiamo! »
Passarono molto tempo in acqua. Scherzarono più che altro.
Quando uscirono erano circa le sette di sera.
«Oh si è fatto tardi, andiamo!» esclamò Brianna per farsi sentire da Sam che era ancora in acqua.
«Arrivo!» gridò lui.
Cenarono in veranda con la luna che illuminava quasi tutto.
«Allora…» cominciò Sam «Nicholas non viene?»
«No, non credo»
«Siete ancora in quella fase strana?»
«Si credo di si. Comunque lui sta con un’altra»
«Come con un’altra?»
«Si, è andato alle Hawaii un paio di giorni, per rilassarsi ed è tornato con sta tipa»
«Ah, wow»
«Già…»
«Non ti fa male?>>
«Cosa?»
«Vederlo con un’altra ragazza!»
«Ah… No inizialmente è stata un po’ dura, però ora c’ho fatto l’abitudine; insomma, se lui è felice con lei, lo sono io per lui» disse lei sorridendo. «Dai usciamo. Andiamo a bere»
Dopo circa venti minuti erano entrambi pronti. Lei indossava una minigonna, un top senza maniche blu elettrico e le immancabili scarpe col tacco.
Anche Sam non era niente male. Jeans, camicia maniche corte e scarpe da ginnastica.
Brianna aveva ridato la sua macchina a Nicholas, perché non le sembrava giusto tenerla, anche se lui aveva insistito. Quindi ne aveva comprato una lei, visto che guadagnava abbastanza bene e poteva permetterselo.
Saliti in macchina Brianna schiacciò il pedale dell’acceleratore e non si fermò finché non trovò parcheggio.
«Accidenti. Sei un pericolo»
Ricordando che Sam era quasi morto in un incidente stradale si pentì di aver guidato in quel modo.
«Scusa Sam…»
«Per cosa?»
«Beh, deve essere un trauma per te salire sulle auto, e io poi vado a guidare così»
Sam scoppiò a ridere. «No, non preoccuparti. Anche io guido così, solo che da una ragazza non me lo aspettavo. Non ho nessun trauma. Tutto passato»
«Ah… Ok…»
Sam si guardò intorno e vide un mucchio di gente accalcata davanti gli ingressi di alcuni pub
«C’è movimento qui, eh?»
«Eh già. Scendiamo?»
«Si»
Insieme facevano davvero una bella coppia. Ora che ci pensava l’ultima volta che era uscita al suo paese era stato con Nicholas. Che tristezza. Meglio non pensarci.
Cominciarono a camminare. Bevvero molto quella sera, ma Brianna seppe controllarsi, solo perché doveva guidare.
Risero e parlarono. Facevano commenti anche su alcuni passanti e sulle amiche che si fermavano per salutare Brianna. Adesso erano tutti contenti di vederla? Certo, era comparsa sul telegiornale locale. Per forza. La ragazza invisibile adesso è “visibile” da tutti?!
«Sei popolare qui?»
Brianna scoppiò a ridere quando Sam glielo chiese.
«No, per niente. È solo che con la mia linea di moda, adesso mi salutano tutti. Qualche anno fa, nemmeno mi calcolavano»
«Qualche anno fa noi nemmeno ci sentivamo più»
«Già. Sembra ieri che ci siamo visti per la prima volta. Quando abbiamo litigato per il numero»
«Si. Quando ti ho baciata»
A quelle parole Brianna si voltò per non incrociare il suo sguardo. Perché le era venuto in mente Nicholas?!
Brianna si stava guardando intorno, quando ad un tratto vide… «Nicholas?!!»
«Eh?»
«C’è Nicholas. Che ci fa qui?»
«Non lo so, và a chiederglielo!»
«No. Non mi sembra il caso. Che stavi dicendo?»
«Che mi sto divertendo davvero tanto stasera. Grazie»
«Figurati! Sono contenta di averti qui. Ah, puoi stare tutta l’estate se vuoi. La casa è mia per questi tre mesi e io posso portarci chi voglio!» Brianna finì la frase con un sorriso a trentadue denti.
«Certo, mi farebbe piacere»
«Perfetto» Brianna rideva ancora quando Nicholas si avvicinò al loro tavolo.
«Ehi ciao!»
Brianna quasi si stava soffocando con il suo cocktail.
«Ehi» disse lei.
Sam era sicuramente più cordiale. «Ciao Nicholas. Come stai?»
Nicholas guardava ancora Brianna, ma rispose a Sam ugualmente «Tutto bene grazie. Tu invece? Ti sei ripreso?»
«Si adesso si… oggi sono iniziate le vacanze e devo dire che non stanno andando niente male!»
«Beh sei qui solo da dodici ore. Non hai abbastanza elementi per giudicare» disse Brianna sorridendo.
Nicholas la guardava. Era ancora più bella e sempre più in forma. Era stupenda.
Meglio distogliere i pensieri da lei, pensò Nicholas.
«Allora… che ci fai qui?» gli chiese Brianna.
«Sono in vacanza. Sono venuto qui solo un anno fa e non siamo rimasti molto, ricordi?»
«Si certo» disse lei.
«Quindi, ho deciso di trascorrere le vacanze qui. E poi tutti me ne hanno parlato bene. Ci sono degli hotel che ti trattano da principe»
«Sono contenta che ti trovi bene>
«Si anche io» sorrise Nicholas.
Mentre loro stavano parlando si avvicina la nuova ragazza di Nicholas, Brenda.
«Ehi amore, dov’eri?»
Brianna distolse subito lo sguardo da Nicholas e prese il suo cocktail. Sam aveva notato un cambiamento di umore in Brianna.
Nicholas si voltò verso la ragazza che era ormai vicino a lui. «Sono venuto a salutare alcuni amici»
Amici?!! Pensò Brianna. Si, in effetti, ormai potevano definirsi solo in quel modo.
«Ah, ciao Brianna!» la salutò.
Brianna mosse leggermente la mano e disse «Ehi, ciao! Che piacere vederti!»
In realtà non era un piacere proprio per niente.
«Ciao!» disse Sam. «Io sono Sam, un amico di Brianna. È un piacere conoscerti»
«Ciao Sam. Il piacere è tutto mio»
Mentre Sam e Brenda si stringevano la mano e chiacchieravano Nicholas guardava Brianna; Brianna guardava in giro e mordicchiava la cannuccia.
Per un momento, una frazione di secondo, entrambi si fissarono. Ma, appunto, durò poco, perché Brenda stava proponendo di andare al mare insieme il giorno dopo!
«Che dici Nic?»
«Eh? Ah si! Si per me va bene. Ci siete domani?»
«Si volentieri» rispose Sam. «Potete venire a casa di Brianna. Davanti casa sua c’è un mare bellissimo. Una spiaggia che non finisce mai. Brianna per te va bene?»
«Si certo. Ci vediamo lì»
Brianna diede l’indirizzo a Nicholas.
«Perfetto! Non vedo l’ora!» disse Brenda ignara di quello che stava facendo. Se fossero state sole probabilmente Brianna l’avrebbe presa a morsi.
Tutti si salutarono, ma Brianna rimase seduta limitandosi a fare un cenno con la mano.
«Sarà fantastico domani!» ironizzò Brianna.
«L’ho fatto apposta!»
«Cosa?» chiese Brianna sconvolta.
«Voglio che Nicholas veda quello che ha perso. E voglio che si penta un milione di volte per quello che ti ha fatto e che continua a farti»
«Sei un genio del male» disse Brianna ridendo.
«Comunque non pensare che io ti abbia invitato solo per passare insieme l’estate» disse Brianna cominciando a mostrare tutti gli scheletri dell’armadio.
«Che vuoi dire?» chiese confuso Sam.
Brianna, però, si era già alzata per andare a pagare i drink. Sam la seguiva per non perderla di vista.
Che aveva in mente? Si chiese Sam.
Quando furono usciti dal locale Sam glielo chiese.
«Io e Nicholas ci siamo lasciati, o presi un momento di pausa, chiamalo come vuoi, perché da quando tu mi hai mandato quel messaggio, il giorno che ti sei svegliato, hai smosso qualcosa dentro di me. Ho cominciato a pensare che non eravamo solo amici noi due. Forse. Sei qui anche per questo. Voglio vedere se siamo in grado di stare insieme. O meglio, voglio capire con chi voglio stare io. E prometti che non saboterai nulla» disse ridendo lei.
Sam era sconvolto. «Cioè, tu vuoi dire che provi qualcosa per… per me?!!»
«Non lo so, è proprio quello che sto cercando di capire. E abbiamo davanti tre lunghi mesi»
«Fantastico!! Prometto di comportarmi bene. Non voglio arrivare alla fine di agosto e sapere che eri solo un’avventura estiva, senza offesa»
«Tranquillo. È proprio quello che voglio cercare di capire io!»
Sam a quell’affermazione sorrise e le circondò le spalle con un braccio.
Brianna non si sentiva protetta o elettrizzata come quando era con Nicholas, ma si sentiva bene lo stesso.
 
Quando tornarono a casa entrambi erano stanchissimi e dopo essersi dati la buonanotte ognuno proseguì per la sua stanza.
 
Il giorno dopo Brianna si era svegliata molto presto.
Aveva lasciato un biglietto nel caso Sam si fosse svegliato e lei non era ancora rientrata.
Era andata a comprare un po’ di cose per la giornata che avrebbero trascorso insieme a Nicholas e Brenda.
Solo pronunciare o pensare il suo nome le dava fastidio.
Comunque dopo la spesa era rientrata, perché erano già le dieci e doveva ancora cambiarsi.
Chissà se Sam si era svegliato. Quando arrivò nei pressi della casa lo vide. Era in veranda che beveva un succo di frutta e, mentre Brianna scendeva dalla macchina scese subito in strada ad aiutarla.
«Buongiorno…» disse lui.
«Ciao. Come hai dormito?» chiese lei con un sorriso.
«Come un bambino» disse Sam ridendo.
«Bene, sono contenta»
«Sono arrivati!»
«Chi?»
«Nicholas e Brenda»
Brianna si voltò e vide la macchina di Nicholas. Brenda era seduta dove fino a qualche mese prima sedeva lei.
Perché pensava sempre a Nicholas o ai mesi passati insieme se aveva programmato quell’estate con Sam per scoprire cosa provava veramente?!
«Pensaci tu, io vado a sistemare queste cose»
«Eh? Ok, va bene» anche Sam aveva capito che non le andava di affrontare Nicholas quella mattina.
Mentre Sam parlava con i due ospiti Brianna stava sistemando le cose per andare al mare, tutto il giorno. UN INCUBO!! Brianna voleva posticipare i saluti ancora per molto, ma non fu abbastanza veloce a nascondersi nella sua stanza, perché Nicholas era già entrato e l’aveva chiamata! «Brianna, ciao!»
Lei si voltò di malavoglia. «Ehi ciao! Tutto bene?»
«Si adesso si, tu?»
Adesso si? che diavolo voleva dire? Meglio non pensarci e rispondere. «Mai stata meglio! Vado a cambiarmi» disse lei.
«Ok, ti aspettiamo qui!»
Non sapeva che mettersi, beh forse il costume sarebbe stato la cosa più giusta da indossare, visto che avrebbero dovuto passare tutta la giornata al mare.
Mise quello che le stava meglio. Indossò un paio di pantaloncini, maglietta, sandali e uscì.
«Ok, pronta!» disse, ma quando uscì dalla sua stanza vide le labbra di Nicholas e Brenda appiccicate.
Entrambi si allontanarono, ma Brianna aveva già visto abbastanza. Quella giornata era iniziata proprio bene.
Brianna distolse subito lo sguardo e si diresse alla borsa. Poi per sua fortuna entrò Sam in cucina.
«Andiamo?» aveva detto.
E dopo circa dieci minuti erano tutti in spiaggia. Sam aveva montato l’ombrellone sotto il quale si era sistemata Brenda, con la sua sedia, il suo libro, il suo lettore mp3. Una noia mortale.
Quando Brianna tolse i pantaloncini e la maglietta Sam commentò con un fischio.
«Eh smettila!» gli disse lei sorridendo.
Nicholas lo guardava con uno sguardo strano, come se lo volesse, uccidere?! Si credo che la parola giusta sia questa.
Quando si accorse che Nicholas la stava fissando lei disse «Chi viene in acqua?»
Sam fu il primo a rispondere, seguito da Nicholas. Brenda era rimasta a leggere sotto l’ombrellone.
Anche Sam e Nicholas stavano bene in costume.
Più Nicholas che Sam. Forse perché con il corpo di Nicholas aveva una certa confidenza… Aveva dato briglia sciolta ai pensieri Brianna, meglio darsi una calmata.
Entrarono in acqua e il primo a tuffarsi fu Sam, lasciando Brianna a Nicholas da soli. Subito dopo lui le disse «Sei bellissima»
«Si, grazie» disse lei fingendosi poco interessata.
Anche Brianna si era tuffata. Fu seguita subito dopo da Nicholas. Sam si era messo a nuotare e li aveva lasciati completamente da soli. Che intenzione aveva quel pazzo?
«Grazie per averci invitati» disse Nicholas.
«Figurati» rispose lei sorridendo.
«È bello vederti sorridere. Da molto tempo non ti vedevo ridere come ieri sera con Sam»
Brianna fece una faccia perplessa, poi Nicholas rispose al suo dubbio «Si, prima di avvicinarmi, ti ho osservata»
«Ah» fu la risposta di Brianna.
«Comunque mia madre mi ha detto di dirti che gli affari vanno bene, il negozio ha dovuto chiudere per la troppa clientela»
«Ah che bello!! È una grande soddisfazione»
«Il tuo sogno si è realizzato»
«Sono diventata una media stilista. Si, posso dire che ho realizzato il mio sogno»
«Sono felice per te» disse lui.
«Grazie»
«Comunque Brenda non è una cosa seria…»
«Nicholas, non importa. Non devi darmi spiegazioni. Puoi stare con chi vuoi»
«No, io posso stare solo con te»
«Non essere sciocco. Allora perché ti sei messo con lei?»
«Non lo so. Forse perché condivide i miei stessi interessi»
«Non condivide il mare però»
«Si hai ragione» disse ridendo lui. «In effetti è un po’ noiosa. Con te mi divertivo di più»
Brianna si limitò a sorridere. Poi disse «Ma dov’è andato a finire Sam?»
«Che c’è? Non vuoi stare con me?»
«No non è questo, però mi preoccupa»
«Avrà trovato qualche bella ragazza»
«Beato lui»
«Come va con lui?»
«Come deve andare? Siamo amici»
«Ah ok»
«Io vado a farmi una nuotata» annunciò lei alzando gli occhi al cielo.
Brianna iniziò a nuotare. Tra una bracciata e l’altra si accorse che Nicholas era dietro di lei. Si fermò «Che ci fai qui? »
«Ti seguo. Voglio stare un po’ con te» disse lui avvicinandosi.
«No Nicholas. Hai una ragazza che potrebbe vederti»
«Non mi importa» disse avvicinandosi ancora di più.
Va bene, anche Brianna desiderava stare un po’ con Nicholas. Sentire il suo corpo attaccato al suo e sentire più che altro che lui l’amava.
No, non poteva cedere. Prima che Nicholas accorciasse ancora le distanze, Brianna si rimise a nuotare.
«No, ora non mi scappi» disse fra sé Nicholas.
Anche lui si mise a nuotare. In meno di trenta secondi la raggiunse. «Che fai?» gli disse lei.
«Ti bacio» In quel momento le loro labbra si era toccate dopo mesi di lontananza. Nicholas la baciò lentamente, ma dopo volle approfondire. Anche le barriere di Brianna erano crollate, tanto che anche lei si ritrovò a baciare Nicholas. Le era mancato così tanto che cominciò a piangere. Per fortuna le lacrime si confondevano con le gocce d’acqua sul viso.
«Non aiuta questo» disse lei allontanandosi.
«Lo so, ma avevo bisogno di farlo»
Brianna lo lasciò da solo e cominciò a nuotare verso la riva. Quando arrivò prese la tovaglia e andò a chiudersi in casa. Sam che l’aveva vista, corse subito da lei.
«Brianna!» gridava mentre cercava di aprire la porta
«Brianna, sono io Sam, apri per favore»
Dopo un paio di secondi Brianna aprì la porta e lo fece entrare.
«Che cos’è successo?» le chiese lui.
A quella domanda lei scoppiò a piangere e l’abbracciò.
Sam le accarezzava la schiena «Va tutto bene» le ripeteva lui e lei negava.
«Ma se siete così innamorati perché non ritornate insieme e basta?»
«Perché… perché…» Brianna non sapeva che dire.
«Ok, dai. Non parliamone più, ok?! Ti va di andare fuori?»
«Si, non voglio fare la bambina. Andiamo!»
«Ok»
Quando uscirono Nicholas era fuori che aspettava.
Brianna che si stava asciugando le lacrime, rimase di sasso.
«Mi dispiace Brianna»
«Non preoccuparti, ok? Non roviniamoci la giornata»
La mattinata proseguì tranquillamente.
Nel pomeriggio si unirono ad un paio di ragazzi che stavano giocando a pallavolo. Si misero a giocare tutti, tranne Brenda. Quella ragazza era veramente noiosa. L’opposto di Nicholas. Che ci trovava di divertente a stare con lei?
La partita finì con un tuffo in acqua. Brianna, rispetto alla mattinata appena trascorsa, si stava divertendo davvero tanto.
Mentre giocavano a pallavolo scherzava pure con Nicholas, come se non fosse successo nulla. Anche quando erano in acqua, molte volte Nicholas la prendeva e la rigettava in mare.
Era stato piacevole e nessuno dei due aveva sentito il peso di quello che era successo fra di loro.
Sembravano due ragazzi che si divertivano e basta.
 
Quella sera avevano fatto il falò in spiaggia e, con i ragazzi che avevano giocato con loro a pallavolo, avevano mangiato e bevuto.
«Rimanete a dormire qui» aveva detto Brianna. Non perché ci tenesse ad avere Nicholas a casa sua, ma non voleva che l’alcol gli giocasse brutti scherzi.
«No, non credo sia il caso, ma grazie lo stesso»
«Non voglio insistere, ma a quest’ora ci saranno parecchi posti di blocco e per quanto abbiamo bevuto stasera, non sarebbe saggio andarsene in giro con la macchina»
«Ah ok, beh allora rimaniamo» Nicholas parlava al plurale, ma non gliene fregava nulla di Brenda. O almeno non gli importava cosa volesse fare lei.
«Ok, vi mostro la vostra stanza»
Brianna mostrò loro le stanze e dopo qualche ora si diedero tutti la buonanotte.
 
Quella giornata era stata devastante per Brianna. La domanda di Sam l’aveva spiazzata. Perché non tornavano insieme se si amavano?! Non lo sapeva nemmeno lei.
Quella notte si era rigirata molte volte nel suo letto. Non riusciva a prendere sonno.
Pensava a come comportarsi con Sam, il quale si dimostrava sempre come un amico e non sapeva come comportarsi con Nicholas.
Era imperdonabile quello che aveva fatto, ma lo amava, non poteva stare senza di lui.
Era anche vero che avrebbe dovuto fare più esperienze. Aveva solo ventuno anni. Non voleva sposarsi subito, come voleva Nicholas. Lei non era mai stata fatta per i progetti a lungo termine. Tutto doveva avere una scadenza. Per lei il “per sempre” non esisteva, appunto… “esisteva”, perché da quando aveva conosciuto Nicholas tutte le cose in cui credeva, come il non volersi sposare o il non “per sempre” erano caduti come castelli di sabbia a contatto con l’acqua.
Ad un tratto ebbe voglia che quell’estate passasse subito. Voleva svegliarsi a settembre, quando tutto dovrà essere deciso: Sam o Nicholas.
Odiava decidere. Più di tutto odiava decidere tra due ragazzi, anche se sapeva che Sam sarebbe comunque rimasto suo amico.
I pezzi della sua vita cominciavano a mischiarsi gli uni con gli altri. Non poteva più andare. Doveva rimettere ordine alla sua vita.
Chissà cosa stava facendo Nicholas…
Prese il cellulare e scrisse un messaggio
Sei sveglio? Puoi venire in camera mia?”.
Due secondi dopo le era arrivata la risposta. “Arrivo”.

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


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CAPITOLO 31

 
Passarono circa dieci minuti da quando aveva ricevuto il messaggio. Brianna stava al centro del letto e aspettava. Poi, finalmente la porta si aprì.
Il ragazzo salì sul letto di Brianna e si mise al suo fianco.
«Ciao» disse a bassa voce lei.
«Ciao» rispose lui ridendo.
«Sshhh… non dobbiamo farci sentire dagli ospiti»
Ma Brianna non riusciva a smettere di ridere. L’unica cosa negativa era che la camera di Nicholas era proprio attaccata a quella Brianna.
«Perché hai voluto che venissi?»
«Mi annoiavo»
«Ah capisco. Beh io avrei un’idea su come impiegare questo tempo» disse ridendo.
«E sarebbe?»
Lui si avvicinò piano a lei e proprio in quel momento bussarono «Merda!» esclamò Brianna.
«Brianna? Sono Nicholas. Posso entrare?»
«Ehm si un attimo» disse lei cercando di trovare un giusto nascondiglio a Sam. Alla fine lo mise dentro l’armadio. Tutti e due non smettevano di ridere. «Per favore sta qui e non metterti a ridere» si raccomandò Brianna.
«Ci provo» disse Sam.
Poi si mise sul letto e disse «Puoi entrare»
Nicholas entrò piano e vide che Brianna era al centro del letto con le gambe incrociate e i capelli, al naturale molto più belli mossi e morbidi, che le ricadevano sulle spalle. Aveva un paio di pantaloncini, diversi da quelli che usava di solito. E una fascia che le ricopriva solo il seno.
«Ehi… ti ho svegliata?»
«No, stavo leggendo»
«Con la luce spenta?» chiese Nicholas perplesso.
«No, era accesa» disse lei trattenendosi dal ridere.
«Comunque, possiamo parlare?»
«Si dimmi» disse lei indicando a Nicholas il letto per sedersi.
«So che quest’estate serve a te per capire cosa vuoi veramente, ma io non ce la faccio a starti lontano. Oggi pomeriggio mi sono divertito un mondo con te e gli altri e mi è piaciuto. Ho fatto finta per un momento che fossi ancora la mia ragazza, ma quando mi sono voltato e tu stavi abbracciando Sam, sono tornato alla realtà»
«Nicholas, mi dispiace ma ho bisogno di un po’ di tempo per pensare. Possono anche essere meno di tre mesi. E non è detto che se sono sicura di non amare Sam, tornerò da te»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che ho bisogno di un po’ di tempo per me stessa. Da quando ho messo piede per la prima volta a Milano non ho fatto altro che pensare agli altri e non mi sono mai presa un momento per me. Non posso più permetterlo! Lavorerò alla mia linea da qui. Voglio aprire anche un negozio. Non voglio più sentirmi soffocare da tutto quello che mi circonda. Se torneremo insieme voglio essere sicura di stare bene con me stessa. Non voglio rinfacciartelo a vita, ma qualsiasi altra ragazza ti avrebbe mollato e mai più guardato in faccia dopo quello che hai fatto. So che è passato quasi un anno, però non posso fare a meno di pensarci. Insomma tu al mio posto cosa avresti fatto?»
«Non lo so Brianna»
«Senti» Brianna si alzò dal letto e si avvicinò a lui «Godiamoci quest’estate ok? Vediamo quello che ne esce fuori. Io non voglio ferire né te né Sam, ma dovete lasciarmi respirare e accettare la mia scelta»
«Vedrò cosa posso fare»
Brianna gli sorrise alla luce fioca della lampada.
«Adesso vado. Buonanotte»
«Nicholas?»
Lui si voltò di scatto «Dimmi»
«Vieni qui»
Per un momento anche Sam si preoccupò. Lo voleva baciare?
Nicholas si avvicinò e Brianna lo abbracciò. Portò la sua bocca all’orecchio di lui e gli sussurrò «Non voglio perderti» Così dicendo gli baciò il collo.
«Nemmeno io» fu la risposta di Nicholas. Dopo di ché uscì. 
Quando fu sicura che Nicholas era entrato nella sua stanza, andò a liberare Sam.
«Che stavamo dicendo poco fa?» disse lei.
«Questo!» Sam mise la sua mano dietro il collo di Brianna e incollò le sue labbra su quelle di lei.
Brianna dovette soffocare una risata, e il bacio di Sam aiutava. Rimasero a lungo a baciarsi.
Quella fu la prima volta in cui entrambi lo volevano.
Poi caddero sul letto e Sam si tolse la maglietta. Brianna continuò a baciarlo.
Quella notte la passarono in compagnia e quando Brianna si svegliò, il mattino dopo, andò a preparare la colazione. Non voleva pensare troppo a quello che era successo in quella stanza.
Il primo a svegliarsi dopo Brianna fu proprio Sam.
«Buongiorno» disse lei, mentre preparava un po’ di plum-cake.
«Buongiorno» rispose lui sorridendo.
«Dormito bene?» Sulla faccia di Brianna c’era un sorriso a trentadue denti.
«Una meraviglia, tu?»
«Ho passato notti migliori» scherzò lei.
Sam la raggiunse ai fornelli e cominciò a farle il solletico. Brianna si mise a gridare ma nello stesso tempo cercava di non farlo molto. Alla fine per liberarsi dalle mani di Sam gli riempì la faccia di impasto per i plum-cake.
«Non dovevi farlo!» la minacciò Sam.
«Ah no?» disse lei provocandolo.
«No, assolutamente no» Sam cominciò a rincorrere Brianna che girava intorno il bancone. Ridevano molto e proprio mentre si rincorrevano uscì Nicholas dalla sua stanza.
«Buongiorno» disse lui.
«Oh ciao! Non ti abbiamo svegliato spero!» si scusò lei.
«No, tranquilla. Ero già sveglio» Era ancora più bella quando rideva. Perché non avevano mai fatto cose del genere? «Ciao Sam»
«Buongiorno amico» disse lui continuando a punzecchiare Brianna. 
Dopo che anche Brenda li aveva raggiunti in cucina, fecero colazione e decisero di andare di nuovo al mare.
Passarono tutta la mattinata in acqua, visto che la temperatura era davvero ottima.
Questa volta anche Brenda era entrata in acqua e aveva fatto il bagno con loro.
Brianna non aveva fatto altro che stare attaccata a Sam. Non si baciavano però si lanciavano sguardi d’intesa che anche chi li avrebbe visti per la prima volta avrebbe detto che la sera prima era successo qualcosa tra di loro.
Durante le prime ore del pomeriggio Nicholas e Brenda erano ritornati in albergo.
 
«Finalmente soli!» aveva esclamato Brianna buttandosi sul divano.
«Sembra simpatica Brenda»
«Si lo è. Però non so perché sia così silenziosa»
«Non credi di avere qualche indizio?»
«Si beh, ma sta con lui adesso, che vuole?»
«Probabilmente sa che lui sarà sempre innamorato di te e forse per quanto lei provi ad amarlo non è mai abbastanza. Saresti silenziosa anche tu, non trovi?»
«Si, forse hai ragione»
Seguirono attimi di silenzio, poi parlò Sam «Senti… per quello che è successo stanotte, mi dispiace, io non avrei dovuto…»
«Non devi scusarti. Nessuno dei due ha opposto resistenza, quindi credo che lo volevamo entrambi, no?»
«Si»
Erano troppo distanti per toccarsi, ma in un batter d’occhio Sam si avvicinò a lei e l’abbracciò.
«Grazie» disse lei.
«Quando vuoi» fu la risposta di Sam. Accese la televisione e rimasero tutto il pomeriggio a guardare alcuni cartoni animati e programmi vari.
Non se ne erano nemmeno accorti, ma verso le dieci si erano svegliati sul divano con la televisione accesa.
Sam spostò il braccio e quel movimento fece svegliare Brianna.
«Che succede?» chiese lei.
«Scusa, non volevo svegliarti»
«Tranquillo. Ma che ore sono?» disse guardandosi intorno.
«Non lo so. Vado a vedere in cucina»
Sam si alzò e dopo un paio di minuti gridò «Sono le dieci. Che facciamo?»
«Io continuo a dormire»
«Non vuoi uscire?»
«Si forse più tardi. Sono stanca…»
«Ok, mi vado a vestire»
«Ho detto che usciremo più tardi»
«Lo so, ma vado a farmi un giro… quando ti va chiamami e ti vengo a prendere»
«Ok, a dopo»
Sam dopo qualche minuto uscì di casa; Brianna era sprofondata nuovamente tra i cuscini del divano e cercava di non pensare a quello che era successo con Sam, men che meno a quello che era successo poco prima con Nicholas.
Perché si sentiva in colpa per aver fatto l’amore con Sam? In fondo in quel momento lo voleva; appunto… in quel momento. Non riusciva più a dormire. Chiamò Abigail. Il telefono continuava a squillare ma lei non rispondeva. Era già uscita? Probabile.
Andò a vestirsi e poco dopo chiamò Sam. In cinque minuti sarebbe stato da lei.
Bene. Utilizzò quel tempo per riordinarsi le idee, soprattutto per non far capire a Sam che si era quasi pentita.
Quando salì in macchina entrambi risero e parlarono di tutto tranne che di Nicholas e della notte precedente.
Nemmeno quando tornarono a casa affrontarono il discorso.
Semplicemente si diedero la buonanotte e scomparvero nelle loro stanza.
Poco dopo il telefono di Brianna si illuminò. Un messaggio. Sam. “Sei sveglia?
Non voleva mentirgli e non lo stava evitando, ma non aveva intenzione di rispondere a quel messaggio. Lo prese e lo mise dentro il primo cassetto del comodino.
Brianna passò le ore successiva a rigirarsi nel letto. Accese la luce, cominciò a leggere, ma con scarsi risultati. Leggeva e rileggeva sempre la stessa frase e quando le capitava di andare oltre non capiva quello che leggeva. Chiuse il libro con un tonfo, sbuffò e spense la luce. Non riusciva a stare in quel letto. Si alzò ed uscì. Voleva andare in camera da Sam, ma sapeva che non era la cosa giusta da fare. Il suo sguardo si posò sulla porta dalla quale era uscito Nicholas la mattina di prima. Entrò senza fare rumore e si distese sul lato in cui aveva dormito lui. C’era ancora il suo profumo.
Quanto le mancava essere stretta fra le sue braccia e sentire la dolce fragranza di quella droga per i sensi di Brianna. Si accorse di una lacrima solitaria.
Voleva chiamarlo. Dirgli che lo amava, ma che aveva fatto l’amore con Sam. Se lo avesse saputo, quale sarebbe stata la sua reazione. L’avrebbe odiata? L’avrebbe perdonata? Chissà…
Si alzò e ritornò nella sua stanza, ma invece di trovarla vuota per come l’aveva lasciata, vi trovò Sam.
«Che ci fai qui?» gli chiese lei.
«Non riuscivo a dormire. Da quando siamo tornati non ho fatto altro che pensare alla notte scorsa»
Brianna ringraziò che la stanza fosse al buio, perché le guance cominciarono ad imporporarsi.
«Ah…» fu l’unica risposta di lei. Poi, vedendo che Sam era rimasto in silenzio a fissarla, fece un respiro profondo e iniziò a parlare. «Sam, anche io non ho fatto altro che pensare a quello che abbiamo fatto…»
«Lo dici come se avessimo commesso un crimine. Te ne sei pentita, vero?» le chiese con lo sguardo cupo.
«No, assolutamente. Era quello che volevo» si difese lei.
«Ma?» incalzò lui.
«Ma non riesco a guardarmi allo specchio Sam. Non ci riesco. Non credo che quello che abbiamo fatto sia sbagliato, ma lo è nei confronti dei miei sentimenti per Nicholas»
«Capisco»
Brianna si avvicinò a lui e l’abbracciò «Non fraintendermi, non voglio che questo comprometta la nostra amicizia, o il nostro rapporto, di qualunque natura esso sia, però non mi sento a mio agio se penso a noi due in quel modo»
«Secondo te Nicholas pensa ai sentimenti che prova per te quando sta con Brenda? Io credo proprio di no» disse e sciolse l’abbraccio.
Brianna non sapeva che rispondere.
«Io me ne vado a dormire» disse lui «Buonanotte»
«Sam…» Voleva fermarlo, ma non sapeva cosa avrebbe potuto dirgli. Gli voleva bene, ma non credeva potesse esserci qualcosa oltre quell’amicizia.
L’estate che le si prospettava davanti doveva servire per capire quello che aveva capito in un giorno.
«Brianna, non preoccuparti, ok? Il momento della verità è arrivato un po’ più presto del solito. Sta tranquilla. Noi prima di questo siamo stati amici, non grandi, ma amici. Lo saremo sempre»
Brianna non rispose. Sam si avvicinò e l’abbracciò.
«Mi sento un verme» disse a bassa voce lei.
«Ehi! Non dire mai più una cosa del genere. Tu non ti sentirai un verme, per il semplice fatto che non hai fatto nulla di sbagliato. Hai soltanto fatto chiarezza nella tua vita. Ti invidio quasi!»
«Chiarezza? No, non credo proprio. La mia vita è molto più incasinata di quanto sembra. Questo è solo un piccolo scoglio. Diciamo che è una pietra da superare. Ancora ho tanto da capire»
Sam continuò ad abbracciarla «Sei forte Brianna! Ce la farai. E qualsiasi cosa sceglierai, ti porterà lontano. Scegli sempre il meglio per te stessa!»
Brianna scoppiò in lacrime. Ma non erano lacrime di tristezza, di dolore. Era felice perché Sam si era dimostrato un vero amico. Gli voleva davvero bene.
«Ehi… perché piangi?» chiese lui.
«Scusa…»
«Non scusarti per le tue lacrime. È la tua anima che si scioglie e il tuo cuore che apre le porte a qualcuno. Non vergognarti mai di esse»
Brianna lo abbracciò ancora più forte e gli sussurrò
«Grazie Sam»
«Figurati»
Quando lui andò per sciogliere l’abbraccio, lei lo strinse ancora più forte… «Non andare. Rimani qui con me»
«Ma non hai detto che non…»
Brianna, tra le lacrime, rise «Non per quello»
«Ah perfetto! Non che mi dispiacerebbe» scherzò lui.
Brianna gli colpì il braccio mentre saliva sul letto seguita da Sam. Si distesero l’uno accanto all’altro e dopo qualche minuto entrambi si addormentarono.
Forse era per questo che Brianna, ma anche Sam, non riusciva a dormire.
Aveva questo peso da dover condividere. E quando l’aveva fatto, Brianna si sentiva molto più leggera.
 
Il mattino seguente Brianna si era ritrovata da sola nel letto. C’era un biglietto: “Sono andato a fare una nuotata. Dopo vado da Brenda. Mi ha chiamato, ha detto che vuole parlarmi. Boh?!! Ci vediamo dopo. Ti voglio bene”. Che voleva Brenda da lui?!
Decise di non pensarci troppo. Scese dal letto e andò a farsi una lunga doccia… fredda!! Voleva mangiare qualcosa, ma il suo stomaco si rifiutava di ingerire qualsiasi tipo di cibo. Lasciò perdere.
Indossò il costume e scese in spiaggia.
Sistemò il telo sulla sabbia, vi poggiò i suoi vestiti e andò a tuffarsi in acqua. Nuotò per circa due ore. Senza interruzione. Nuotare le era sempre piaciuto. Le schiariva le idee. Quando stava per ritornare, in lontananza scorse una figura sul suo telo mare. Ma non le serviva avvicinarsi per capire chi fosse.
Era Nicholas. L’avrebbe riconosciuto a mille miglia di distanza fra un miliardo di persone.
Nuotò fino alla spiaggia e prima di uscire si sistemò il costume. Quando lui la vide le andò incontro con un telo per asciugarla. L’avvolse ad esso.
«Grazie» disse lei sorridendo.
«Figurati. Come stai?»
«Adesso sto meglio, tu? Come mai sei qui?»
«Sto meglio anche io adesso» disse a trentadue denti. «Comunque volevo parlarti, per questo sono venuto»
«Si, dimmi» Brianna si tolse il telo di dosso e lo mise per terra. Lei si distese su quello e Nicholas su quello a fianco a lei.
«Brenda si è innamorata di Sam»
Brianna rimase sconvolta, ma dopo qualche secondo cominciò a ridere.
«Per te è divertente?» chiese accigliato lui.
«No, ma mi fa piacere per lui. Finalmente troverà qualcuno che sappia amarlo davvero»
«Ma questo rovina i tuoi piani. Per capire meglio cosa provi per lui. Non credi?»
«Ho già capito cosa provo per lui. Ne abbiamo già parlato e siamo entrambi d’accordo. Non ha funzionato e abbiamo deciso…» Cavolo!! Brianna si fermò all’istante. Aveva parlato troppo! “Non ha funzionato”?!! Nicholas non era stupido, l’avrebbe capito subito.
Nicholas aveva capito il motivo per cui si era fermata di colpo «Avete fatto l’amore vero?»
Brianna avvampò. Non sapeva che rispondere. Forse era meglio dire la verità? Mentire? No, no… era meglio confessare!
«Si» confessò lei abbassando lo sguardo.
Nicholas si alzò e si allontanò. Brianna confusa, lo seguì.
«Nicholas! Dove vai?»
«Vado in hotel»
«A fare?»
«A riposare»
«Ma ti ho appena detto che ho fatto l’amore con un altro»
Nicholas si voltò di scatto, spaventando Brianna.
«Lo so» lui la guardò dalla testa ai piedi e, nonostante Brianna avesse addosso il costume, si sentì nuda davanti a quello sguardo. «Ci sentiamo Brianna»
Non sapeva che dire. Che razza di reazione era quella?! Era arrabbiato? Non lo era? Non ci stava capendo nulla.
Andò a riprendere le sue cose sulla spiaggia e ritornò a casa. Si lavò e con i capelli bagnati andò a mettersi sul letto. Non aveva voglia di sentire nessuno per il resto di quella giornata. Aveva lasciato un biglietto apposta per Sam. Quando si sarebbe degnato di ritornare.
Non era gelosa, però era preoccupata. Non aveva nemmeno chiamato.
 
Un paio di ore dopo Brianna si svegliò. Non si era nemmeno accorta che si era addormentata.
Andò in soggiorno e vide Sam sul divano. Quando si avvicinò non era solo. C’era Brenda con lui. Che cavolo! Scrisse un biglietto e lo lasciò sul bancone.
Si vestì ed uscì. Non aveva voglia di stare in casa. Meglio uscire e fare una passeggiata.
Indossava un paio di pantaloni di pelle molto stretti e una maglietta bianca con dei disegni neri e una borsetta a tracolla.
Passeggiò a lungo, entrò in un bar e si sedette al primo tavolo vuoto che incontrò. Mentre beveva il suo drink sentì il cellulare squillare. Guardò lo schermo e vide il numero di Nicholas. Non sapeva se rispondere o meno; infine decise di farlo.
«Pronto?»
«Brianna, ciao! Che fai?»
«Ciao Nicholas. Sono in un bar. Tu?»
«Sto in albergo. Sono passato a casa tua, ma Sam mi ha detto che eri uscita. Era in dolce compagnia»
«Si, li ho visti. Prima di uscire dormivano sul divano. In realtà non ho avuto modo di parlargli chiaramente di questa situazione»
«Tranquilla. Sembra che a Sam vada bene»
«Contento lui… Hai detto che sei passato da casa mia. Come mai?»
«Volevo scusarmi per come mi sono comportato stamattina. Non era mia intenzione»
«Non preoccuparti»
Seguirono attimi di silenzio, poi qualcuno si avvicinò alle sue spalle.
«Potresti perdonarmi?»
Perché aveva sentito quella domanda due volte? Una proveniva dal cellulare, l’altra da dietro le sue spalle. Si voltò e vide lui.
Brianna chiuse la comunicazione «Sei qui…»
«Si, sono qui. Stavo passeggiando anche io e quando ti ho vista, beh volevo chiamarti, ma non volevo disturbarti. Qualcosa mi ha detto che volevi stare da sola. È così?»
«Si, cioè no… mi fa piacere che tu sia qui»
«Ok» Nicholas si sedette di fronte a Brianna.
«Che bevi?» disse lui per spezzare il ghiaccio.
«Non ne ho la più pallida idea, ma è molto forte. Ho fatto fare tutto al barista» Brianna gli porse il bicchiere «Prova»
Dopo che Nicholas assaggiò il drink disse «Accidenti, se dessi fuoco a questo bicchiere probabilmente farebbe una bella fiamma»
«Ah fantastico» disse ridendo lei.
«Perché sei uscita da sola?» chiese lui. Aveva le mani incrociate sul tavolo e guardare Brianna negli occhi.
«Non mi andava di stare in casa e Sam era un po’ impegnato. A proposito di Sam… Nicholas mi dispiace che tu l’abbia saputo così»
«Brianna, non preoccuparti. Non stiamo insieme, quindi non mi devi delle spiegazioni»
«Già…» Brianna staccò gli occhi da quelli di Nicholas e rivolse lo sguardo a qualcos’altro.
«Dai andiamo…»
Brianna, dopo che ebbe pagato, si allontanò insieme a Nicholas. Passeggiarono a lungo.
«Non vorrei sembrarti indiscreto, ma puoi spiegarmi quello che è successo?»
«Che vuoi che ti dica?»
«Come hai capito quello che non provi per Sam?»
Brianna non voleva rivelargli troppi “particolari”, ma si sentì come se fosse costretta a farlo. «Beh…» non sapeva che dire, in realtà, non sapeva come spiegarglielo «Ti ricordi quando sei venuto in camera mia a parlare quella sera?»
«Si certo»
«Ecco… è stata quella la sera in cui io e Sam… insomma… ehm»
«Avete fatto l’amore?»
«Già» A quella risposta affermativa, Brianna guardò Nicholas. Sembrava non provare nulla. «La mattina seguente ero felice si, però non particolarmente»
«Quella mattina me ne ero accorto che c’era qualcosa tra di voi. Quando vi ho visti scambiarvi quegli sguardi d’intesa ho capito che era successo»
«Ah…» E così l’aveva capito subito?? Fantastico.
«Ad ogni modo» continuò Brianna «Io non mi sono sentita a mio agio il giorno dopo. Non ne abbiamo proprio parlato. Ero ancora più confusa di prima» Non poteva rivelargli che era stata nella stanza dove aveva dormito lui e che aveva inalato tutto il suo profumo dal cuscino. «Stanotte ne abbiamo parlato e ho capito che per Sam provo semplicemente profondo affetto, niente di più»
I muscoli di Nicholas si erano rilassati o no?! A lei parve di si. «Siamo solo amici ora»
«Ah» fu l’unica risposta di Nicholas.
Brianna si fermò. Nicholas si voltò verso di lei
«Che fai?» le chiese.
«Adesso che ho capito che non sono innamorata di Sam, non voglio che tu te ne approfitti. È in dubbio anche il mio amore per te Nicholas. Non riesco davvero a capire perché sono così dannatamente innamorata di te e devo capirlo se prima voglio stare davvero con te. Se vogliamo stare davvero insieme»
Nicholas, lontano di qualche passo da Brianna, le si avvicinò e le circondò il volto con le mani. Brianna temeva che potesse baciarla. Lui la fissava negli occhi e costringeva anche lei a guardarlo, pur sapendo che lei non avrebbe retto e che si sarebbe buttata fra le sue braccia. «Non me ne approfitterò. La prossima settimana torno a Milano»
«Perché?»
«Devo fare i bagagli»
«Parti?»
«Si, vado in Australia. Ritorno a casa mia»
Adesso Brianna era davvero terrorizzata. E se non fosse più ritornato? Cosa sarebbe stata la sua vita a Milano senza Nicholas?! Gli occhi le diventarono lucidi.
Nicholas sorrise «Non piangere… non ne vale la pena» disse lui lasciandola libera.
«No, non ne vale la pena» Brianna si affrettò a raggiungerlo «Quando parti per l’Australia?»
«Giorno due»
«Quindi te ne andrai presto da qui»
«No, ho l’aereo per Milano giorno uno. Parto la mattina presto, così ho tutto il giorno per sistemare le cose e poi il giorno dopo alle quattro ho l’aereo per l’Australia»
«Ah, già tutto organizzato! Bene!»
Nicholas continuava a camminare, non la stava guardando. «Mi mancherai» disse lui.
Brianna non poteva e non voleva affrontare quell’argomento. Guardò l’orologio e disse «Sono molto stanca. Ritorno a casa»
«Lascia che ti accompagni» Si vedeva che Nicholas non voleva lasciarla in quel momento. Più che altro non voleva che si lasciassero mentre le diceva che le sarebbe mancata.
«Ho la macchina»
«Allora ti accompagno alla macchina»
«Non occorre» disse sorridendo lei «Sono due passi. Buonanotte Nicholas»
«Buonanotte» riuscì a dire lui.
Brianna si allontanò da Nicholas, mentre le lacrime cominciarono a caderle sul viso. Lui la seguì con lo sguardo, ma dopo decise di seguirla e basta. Voleva abbracciarla. Perché non lo aveva fatto?!!
Quando vide che Brianna era salita in macchina aveva iniziato a prendere a pugni lo sterzo e dopo qualche secondo vi appoggiò la testa.
Quella scena stava uccidendo Nicholas. Non gli piaceva quando Brianna soffriva.
Voleva andare da lei, ma decise che era meglio lasciarla sfogarsi.
Brianna accese la macchina e in un batter d’occhio era già scomparsa.
Nicholas non sapeva che fare. Chiamarla?! Andare a casa sua? Con quale scusa? Non poteva dirle che l’aveva vista prendere a pugni lo sterzo e piangere.
No, meglio andare in albergo e lasciare che Brianna si sfogasse. Non voleva opprimerla.
 
Brianna non ritornò subito a casa sua. Fece un lungo giro in macchina. La musica a tutto volume e le lacrime che le rigavano il viso incontrollate.
Aveva vagato per la città per ore e intorno le tre del mattino decise di ritornare a casa.
Quando entrò tutto era buio.
Sam era in camera sua, e dormiva. Non l’aveva nemmeno chiamata per chiederle dov’era!
Che rabbia!!
Entrò in camera, chiuse la porta a chiave, si spogliò e indossò i pantaloncini e il top che fungevano da pigiama.
Prese il suo mp3 e lo accese. Le batterie erano cariche, perfetto; una volta messe le cuffie e la musica a tutto volume, si buttò a faccia in giù sul letto e cominciò a piangere.
Quella notte si addormentò così.
Voleva che quell’estate finisse subito.

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


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CAPITOLO 32

 
Il mattino dopo Brianna s’era svegliata con gli occhi gonfi, con la testa sotto il cuscino e le cuffie che emettevano ancora musica.
Si alzò, lo spense e andò ad aprire la porta.
Quando uscì trovò Sam e… Nicholas?!!
Che ci faceva lui a casa sua?
«Che ci fai qui?» gli chiese lei.
«Sam mi ha chiamato perché era preoccupato!» spiegò lui.
«E perché mai sei preoccupato?» disse Brianna girandosi verso Sam.
«Ti ho sentita piangere stanotte, molto, ma quando stavo per venire in camera tua, ho visto che la porta era chiusa e quando ti ho chiamata non mi hai risposto. Una, due, tre volte, ma non rispondevi. Volevo entrare dalla finestra, ma era chiusa. Che diavolo ti è preso?»
Cavolo! Sam l’aveva sentita piangere e lo stava dicendo davanti a Nicholas. Brianna aveva posato lo sguardo su di lui che, a sua volta, la squadrava. «Non piangevo!» si giustificò lei.
«Ah no?!» ribatté Sam.
«No»
«E perché hai gli occhi gonfi?» chiese questa volta Nicholas.
«Ho fatto a pugni con il cuscino!» disse lei quasi in colera, voltando le spalle ai due ragazzi dietro di lei e ritornando in camera sua!
Si gettò nuovamente sul letto cominciando a dare pugni e a gridare contro il materasso per attutire il rumore.
Mentre continuava a dare pugni qualcuno aveva bussato alla sua porta «Posso entrare?» aveva detto.
Brianna si mise seduta e disse «Sei già dentro. Non avrebbe senso chiederlo»
Nicholas rise e chiuse la porta alle sue spalle. Poi iniziò a parlare. «Che ti succede?»
«Niente»
«Sei proprio sicura?»
«Si»
Nicholas era stupito nel vederla così testarda.
«Ok, allora è meglio che me ne vada»
«Si, forse»
Testarda e orgogliosa! Come sempre. Non era cambiata per niente.
Prima di lasciare la stanza Nicholas disse «Solo perché tu lo sappia, ho anticipato la partenza. Parto oggi pomeriggio»
Brianna si girò subito verso di lui e disse «Perché così presto?»
«Non c’è niente che mi trattenga qui in Italia. Non vedo perché devo rimanere ancora una settimana»
«Si giusto… Beh allora buon viaggio e buon ritorno in Australia» disse lei provando a fare un sorriso sforzato!
«Grazie» disse lui ed uscì.
Brianna avrebbe voluto correre da lui, abbracciarlo e baciarlo, perché probabilmente non si sarebbero più rivisti. Stava finendo davvero così male?!
A quel pensiero scese giù dal letto e corse in cucina. In casa Nicholas non c’era più. Sam provava a parlarle ma lei non lo ascoltava nemmeno.
Uscì per vedere se c’era, ma niente.
Scese in strada e lo vide. Era già uscito dal vialetto.
Brianna si mise a gridare «NICHOLAS!!» Vedendo che l’auto non si fermava provò di nuovo «NICHOLAS!!»
A quel punto, mentre Brianna si era fermata, perché pensava fosse davvero finita, l’auto si arrestò e Nicholas scese dall’abitacolo.
Appena Brianna lo vide cominciò a correre verso di lui. La stessa cosa fece Nicholas.
La distanza tra di loro sembrava non finire mai. Più correva più le sembrava di non raggiungerlo mai.
Finalmente!! Brianna e Nicholas si abbracciarono.
Lei lo strinse così forte che Nicholas non ebbe nemmeno la possibilità di respirare.
Anche Nicholas l’abbracciava forte.
Quando sciolsero l’abbraccio Nicholas la guardò dritta negli occhi. Con il sole alto in cielo gli occhi di Brianna sembravano ancora più chiari e, grazie a quella luce, Nicholas poté davvero vedere quello che nascondeva la sua anima.
«Ti amo» le disse.
Quegli occhi così verdi, così belli, cominciarono a riempirsi di lacrime. Quando Brianna non poté più reggere lo sguardo di Nicholas, affondò il suo viso nel suo petto. «Non andare»
«Devo farlo…»
«Perché devi?»
«Perché devo dimenticarti!»
A quel punto Brianna sciolse l’abbraccio e si allontanò.
«Che vuoi dire?»
«Brianna, ti ho appena detto che ti amo e tu non mi hai risposto! Non so se mi ami o meno, non riesco a capire quello che provi»
«Il fatto che io sia corsa qui fuori, in mezzo a tutta questa gente, in questo stato, ti dice qualcosa?»
«Non lo so, dimmelo tu!»
«Nicholas, io… io… non lo so. Non credo di essere in grado di passare quello che abbiamo passato»
«Ma che stai dicendo?» disse Nicholas un po’ infuriato, ma vedendo che Brianna non rispondeva continuò «Come non detto. Lascia perdere» Nicholas si allontanò di nuovo da lei, ma questo volta Brianna non gli corse dietro. Non sapeva che altro dirgli. Non poteva offrirgli quello che gli aveva dato in passato.
 
Giugno era finito… Un altro mese, estivo, iniziava e Brianna non vedeva l’ora che finisse anche quello strazio. Doveva essere un’estate piacevole, invece, nonostante la casa al mare, scendeva poco in spiaggia. Sam si era trasferito da Brenda alle Hawaii e non aveva avuto nemmeno l’occasione di parlargli chiaramente di quello che stava facendo. Anzi… da quando avevano stabilito che erano solo amici non avevano più avuto la possibilità di parlarsi.
Nicholas era partito, Sam e Brenda erano partiti… rimaneva solo lei.
Un giorno decise che sarebbe partita anche lei.
Sarebbe ritornata a Milano. Teresa era in vacanza con la famiglia in Australia e non sarebbe tornata prima di settembre.
In pochi giorni Brianna aveva restituito le chiavi al proprietario, salutato i suoi parenti e amici e fatto il biglietto per Milano.
Tutti le avevano chiesto perché quell’anticipazione della partenza, e a tutti aveva risposto che doveva ritornare a lavorare. Non aveva nemmeno voglia di inventare una stupida scusa per lasciare la sua città natale.
 
Arrivata a Milano, dopo aver aspettato il permesso per poter prendere l’auto, si diresse subito a casa sua.
Sistemò tutto e andò in negozio. Cominciò a lavorare.
Passava giorno e notte in quel negozio. Tutti erano in vacanza, solo lei era lì a cucire. E nessuno lo sapeva. Era quasi contenta di trovarsi lì da sola e in un certo senso le piaceva sapere che, quando tutti sarebbero tornati a lavoro, sarebbero rimasti sorpresi dal suo lavoro.
Infatti Brianna aveva passato tutto luglio e tutto il mese di agosto a preparare la prossima collezione, quella autunnale.
Dovette pagare un extra per farsi portare la stoffa, visto che anche i fornitori erano in vacanza.
Ma non le importava. Avrebbe pagato anche il triplo purché le portassero qualcosa per lavorare.
I primi di settembre Teresa era già a Milano e quando era entrata in negozio aveva visto tutto cambiato.
I capi della collezione precedente da un lato e quelli della nuova dall’altro.
«Ma cos’è successo qui?» disse fra sé Teresa.
Brianna, che l’aveva sentita, era uscita dal retro ed entrata in negozio.
«Ti piace?» le aveva chiesto sorridendo.
«Ma che hai fatto?» Teresa continuava a guardare stupita. Brianna non riusciva a decifrare la sua espressione.
«Ho disegnato e cucito tutta la collezione autunnale. Da quel lato» spiegò lei indicando il lato sinistro del locale «Ho sistemato tutta la collezione estiva, quello che ne è rimasto; da quest’altro quella nuova» Poi le porse dei cartoncini «Questi sono i modelli. Spero ti piacciano»
Seguirono attimi infiniti di silenzio. Teresa continuava a vagare per il negozio guardandosi attorno.
«Dì qualcosa ti prego»
«Che devo dire? Hai fatto un ottimo lavoro» disse lei. Ma non sembrava molto convinta.
«Sicura che ti piaccia?»
«Si, è davvero bello. E anche i vestiti sono fantastici»
“ Grazie… beh sono contenta che ti piaccia “
«Ma quando hai fatto tutto questo lavoro?»
«Quest’estate!»
«Ma non eri giù?»
«Ehm… no, sono tornata a luglio. Non avevo più voglia di restare là»
«Ah, capisco»
«Beh, adesso vado a rimettermi a lavoro»
«Si ok»
Mentre Teresa lavorava ad alcuni aspetti finanziari della compagnia Brianna stava finendo un altro vestito.
Era combattuta… voleva chiederle come stava Nicholas.
No, meglio non dire niente. «Come sta Nicholas?»
Quelle tre parole le erano uscite dalla bocca senza che se ne rendesse conto.
Teresa la guardò con uno sguardo molto dolce, quasi provasse tenerezza nel vederli così divisi.
«Sta bene, diciamo»
L’unica cosa che voleva era mettersi a discutere di Nicholas con lei, ma le parole le uscirono come un fiume in piena.
«Perché diciamo?»
«Gli manchi» concluse lei.
«Ah…»
Nemmeno Teresa avrebbe voluto parlare, ma quasi non si trattenne.
«Ha passato molto tempo da solo a casa sua. Un giorno l’ho trovato a letto, abbracciava il cuscino e gli ho chiesto cosa c’era che non andava. Ha solo ventiquattro anni, e ne dimostra molti di più, ma quel giorno mi è sembrato il Nicholas che piangeva quando, dopo aver preso la bici per la prima volta, cadde e si ruppe il polso. Era molto piccolo e passò tutto il tempo necessario per ingessare il polso a piangere. Quando quel giorno l’ho visto in camera da letto, mi ha fatto lo stesso effetto. Mi ha abbracciato e detto che ti ama da morire, che è andato in Australia solo per stare lontano da te, ma non serve a niente essere dall’altro capo del pianeta, perché lui non fa altro che pensare a te. Notte e giorno. Sempre. Io non voglio mettermi in mezzo alle vostre questioni, e non voglio nemmeno rovinare i nostri rapporti perché abbiamo una società da portare avanti, ma te lo devo chiedere. Davvero non lo ami più?»
Brianna, che piangeva silenziosamente, non sapeva che dire. «Io… non lo so. Voglio dire, non sono sicura di amarlo come prima»
«Capisco. Dai non piangere. Non era mia intenzione»
«Si lo so, è solo che ormai è inevitabile. Manca da morire anche a me. In tutto questo tempo non ho fatto altro che desiderare una sua carezza, un suo abbraccio. Tutto questo è successo per colpa mia, perché non sono stata in grado di superare tutto quello che è successo a Parigi»
Teresa abbassò la testa. Immaginava fosse quello il motivo «Devi chiederlo al tuo cuore se l’hai superato. Stare insieme mentre tu pensi che potresti non perdonarlo mai, non avrebbe senso»
«Si lo so»
Teresa le si avvicinò e l’abbracciò. «Non preoccuparti. Sarete felici entrambi»
Quelle parole riuscirono a calmare un po’ Brianna, ma non poteva più stare lì. Doveva andare a casa a sfogarsi per bene. Proprio per quel motivo aveva comprato un sacco da boxe per potersi sfogare quando ne aveva bisogno. Ormai le lacrime non riuscivano più a svuotarla di tutto il dolore che provava. Doveva picchiare qualcuno.
«Teresa, il modello è finito. Io vado a casa. Ci pensi tu qui?»
«Certo»
Brianna uscì dal negozio in lacrime. Entrò in macchina e corse subito a casa sua.
Aveva passato tutto il pomeriggio a prendere a pugni un sacco. Si sentiva quasi ridicola, ma aveva bisogno di sfogare tutta la rabbia e il dolore che covava dentro.
Voleva prendere a pugni Nicholas, voleva abbracciarlo, voleva baciarlo, voleva che le sussurrasse il suo amore per lei all’orecchio. Voleva sentirlo lì vicino.
Invece non c’era. Chissà quando si sarebbero rivisti.

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


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CAPITOLO 33

 
Anche quell’anno era passato. Era stato l’anno più brutto della sua vita. Quante cose erano successe nell’arco di due anni.
Erano passati circa otto mesi da quando Nicholas era partito e lei non lo aveva più rivisto.
Alle sue giornate si alternavano momenti di malinconia, durante i quali non faceva altro che pensare a Nicholas e momenti in cui non le importava più nulla. Solo del suo lavoro.
Appariva alle sfilate, agli eventi più importanti. In quegli ultimi mesi aveva viaggiato molto per presentare il marchio. Aveva visitato New York, Los Angeles, Rio de Janeiro, Shanghai e aveva presentato la sua linea anche a Roma. Teresa l’aveva informata che ad Aprile ci sarebbe stata un’altra sfilata in Australia. A Sidney.
Quando Brianna sentì “Australia” pensò subito a lui, ma non sapeva se Nicholas abitasse davvero a Sidney.
Comunque decise di concentrarsi solamente sul suo lavoro.
Aveva solo la sua migliore amica, Abigail, che ogni tanto saliva per sostenerla e per stare un po’ insieme.
C’era anche Amanda che adesso lavorava per lei e che la seguiva in ogni viaggio. Era una fortuna averla con sé.
Non sentiva più nemmeno Sam. Si era completamente innamorato di Brenda. Si, era felice per lui, ma una telefonata ogni tanto? In effetti, nemmeno lei si era fatta sentire, però lei non aveva tempo.
Un giorno doveva scegliere i tessuti, l’altro doveva scegliere i colori, l’altro ancora doveva supervisionare i lavori.
Da un lato era meglio così, almeno non tornava a casa spesso a pensare a Nicholas, dall’altro non aveva nemmeno il tempo di sentire Abigail o Sam e questo, le dispiaceva molto. Dopo la sfilata a Sydney si sarebbe fatta una vacanza. Magari nella Gold Coast australiana.
Aveva poco senso fare una sfilata della collezione invernale in un paese dove, in quel periodo dell’anno, c’era tutto tranne che freddo. Ma Teresa diceva che così doveva essere, per far conoscere ancora di più la linea nel resto del mondo, quindi il quindici aprile Brianna si mise in viaggio per l’Australia con una speranza nel cuore: poter incontrare Nicholas, o almeno, vederlo da lontano.
 
A Brianna era parso di viaggiare per giorni. Che ore erano?! Dove si trovava? Ma soprattutto che giorno era?
Non aveva mai avuto problemi con il fuso orario, ma adesso c’era qualcosa che non andava.
Forse l’ansia?! Ma per cosa?
Scese dall’aereo con Teresa e Amanda al suo seguito.
«Che ore sono?» chiese Brianna ad Amanda.
«Sono le tre del mattino»
«Cavoli… Non mi sento nemmeno le gambe»
«Ci credo sei stata seduta per tutto il tempo»
«Non vedo l’ora di arrivare in albergo!» disse Brianna dirigendosi verso il nastro trasportatore per riprendere le migliaia di valigie che Teresa voleva che portasse con sé.
Una volta recuperati i bagagli uscirono fuori e lì dovevano trovare o un taxi o comunque un qualche tipo di vettura che li portasse all’hotel che avevano prenotato.
Purtroppo nessun taxi nelle vicinanze.
C’era solo un ragazzo appoggiato ad una lunga macchina nera. Stava tamburellando il piede sull’asfalto e la mano destra sulla gamba destra.
«Ciao Nicholas!!» urlò Teresa gettando le valigie per terra e correndo verso il figlio.
«Oh maledizione!» mormorò Brianna ad Amanda.
«Su dai, sta tranquilla. Da quanto non vi vedete?»
«Non mi stai aiutando per niente chiedendomelo. Sono nove mesi comunque»
«Ah. Dai, infiliamoci in macchina e non pensiamoci» propose Amanda.
«La fai facile tu»
In lontananza si sentiva Teresa che sorrideva e parlava con Nicholas.
Quando si avvicinarono anche le altre due ragazze, fu Amanda a parlare «Ciao Nicholas! Che piacere vederti»
«Ciao. Grazie è un piacere anche per me!» disse lui rivolgendosi ad entrambe, ma Brianna stava già caricando le valigie in macchine, aiutata da un altro ragazzo.
Dopo che tutti furono in macchina iniziarono a parlare del più e del meno, tranne Brianna. Non aveva proprio voglia di parlare. Non vedeva l’ora di arrivare in albergo.
Durante tutta la durata del viaggio Brianna rimase in silenzio. Si giustificò dicendo che era stanca. Da un lato era vero, ma dall’altro non aveva proprio voglia di scambiare quattro chiacchiere con Nicholas, visto come si erano salutati.
«Eccoci qui» annunciò Nicholas dopo mezz’ora di viaggio in macchina.
Tutti scesero dall’auto e si diressero verso l’entrata.
Quando Brianna fu in camera sua andò subito a fare un bagno rilassante.
Mentre stava giocherellando con la schiuma che galleggiava sull’acqua, qualcuno bussò alla porta.
Brianna sbuffò e uscì dalla vasca. Si coprì con un asciugamano bianco messo a disposizione dall’albergo e uscì dal bagno. Quando aprì la porta, pensando fosse Amanda, si ritrovò davanti Nicholas. Quasi si spaventò e cercò di coprirsi il più possibile «Ehi» disse lei facendo un sorriso piuttosto sforzato.
«Ciao. Non volevo disturbarti, ma hai dimenticato questa giù» disse lui mostrandole una custodia per abiti.
«Ah si, grazie» disse Brianna prendendo la custodia.
Per un momento le loro dita si sfiorarono, ma Brianna non voleva prolungare ancora quel martirio.
«Grazie per avermelo riportato» disse di nuovo lei.
«Figurati. Buonanotte Brianna»
«Buonanotte»
Quando richiuse la porta dietro di se Brianna tirò un lungo sospiro di sollievo.
Meglio andare a dormire… Nel momento esatto in cui stava per mettersi a letto, suonò la sveglia.
Chi è che l’aveva messa alle quattro del mattino?!
Si alzò e la spense. Si vestì e scese di sotto.
«Buongiorno splendore» la salutò Teresa.
«Buongiorno. Che ci facciamo qui così presto?» chiese Brianna.
«Dobbiamo prepararci per la sfilata»
«Ma non sono le modelle che devono prepararsi per la sfilata?»
«Si, ma questa volta sfilerai anche tu!»
Brianna sgranò gli occhi. «Che cosa?!!»
«È l’ultima sfilata prima di lanciare sul mercato mondiale il marchio. La stilista deve comparire sulla passerella e non alla fine. Tu indosserai i pezzi centrali della collezione. Visto che presentiamo estate, autunno e inverno, tu indosserai i pezzi centrali di tutte e tre le collezioni»
«Fantastico!»
«Dai, andiamo!»
Provarono per tre ore, fin quando Brianna aveva le gambe che non le reggevano più.
«Basta non ce la faccio più!» disse mentre si distendeva sul pavimento.
«Andiamo a fare colazione» la incitò Amanda.
«Si, forse è meglio»
Quando si sedettero al bar dell’albergo per la colazione, entrambe le ragazze videro entrare Nicholas.
Aveva una camicia bianca che lasciava scoperto il petto, un paio di jeans e degli infradito.
Era più bello che mai.
«Brianna!!» l’ammonì l’amica.
«Che c’è?»
«Smettila di fissarlo»
«Non lo stavo fissando» si difese lei.
«Ah no?» disse Amanda imitando la faccia da pesce lesso che aveva Brianna qualche minuto prima, mentre guardava Nicholas.
«Ok, va bene. Lo stavo guardando, ma non era quella la mia espressione»
«Oh si tesoro!! Sei proprio cotta e innamorata!»
«Che differenza può fare?»
«Non pensarci, ok? Sei qui per divertirti, oltre che per lavorare. Appena finisce questa sfilata, andiamo in vacanza io e tu. Anzi potrei anche prenotare in qualche bell’albergo da qualche parte qui in Australia. Tanto vale rimanere qui. È così bello» disse guardando l’oceano alle sue spalle.
«Già… è così bello…»
«Ancora?!»
«No, ok! Basta!»
«Mangiamo che è meglio!»
«No, non mi va più. Me ne vado in spiaggia. Vieni?»
«Magari ti raggiungo più tardi»
«Ok, va bene!»
Indossato il costume uscì dall’albergo e si diresse verso la spiaggia.
«Ehi, dove stai andando?»
Brianna si voltò e vide Nicholas che usciva dall’albergo e le correva dietro.
Ma fantastico! Adesso la seguiva?!
«Non credo di dover rendere conto a te o a nessun altro qui dell’albergo, quindi se vuoi scusarmi io andrei»
«Scusa, non volevo farti arrabbiare, è solo che ti ho vista uscire di fretta dal bar e ho pensato che qualcosa non andasse»
«Ti do un consiglio: pensa di meno!» poi gli rivolse un sorriso e alzò gli occhiali da sole «Va tutto bene. Sto andando in spiaggia»
«Ah ok»
Nessuno dei due riuscì a proferire parola; non sapevano che dirsi.
«Beh io allora vado!» tagliò corto Brianna.
«Ehm.. si certo. A più tardi»
Brianna si voltò e si diresse verso la spiaggia.
 
Amanda era ancora seduta al bar. Stava tranquillamente consumando la sua colazione, quando qualcuno le picchiettò la mano sulla spalla. «Disturbo?» disse Nicholas.
Amanda era molto sorpresa. Perché voleva parlare con lei? «No, figurati. Siediti!»
«Grazie» disse lui sorridendo. «Volevo parlarti»
«Si dimmi» disse lei anche se sapeva già di cosa si trattava.
«Come sta Brianna?» chiese lui.
Amanda voleva bene a Brianna e non l’avrebbe dipinta come la solita donna depressa a causa del suo amore impossibile con un ragazzo bello come Nicholas. Quindi mentì o forse parzialmente. Descrisse Brianna come la ragazza che sarebbe stata dopo la loro vacanza in Australia.
«Come sta? Beh, direi piuttosto bene» ok, forse era meglio mettere un po’ di verità «Ogni tanto le manchi, però poi si riprende subito. Sai quei momenti di malinconia»
Nicholas annuiva, mentre Amanda gli parlava della malinconia.
«Si, capita spesso anche a me. Anzi, a dire il vero quasi sempre. Non riesco a togliermela dalla mente»
«Capisco… beh, mi dispiace che la vostra storia sia finita qui, ma credo che dovrai andare avanti anche tu»
«Lei lo ha fatto?»
«Lo sta facendo. Nicholas non potete rimanere attaccati al passato. Bisogna andare avanti e lei lo sta facendo. Dovresti farlo anche tu!» disse lei alzandosi dalla sedia.
Nicholas non sapeva cosa rispondere; appoggiò le spalle sullo schienale della sedia e sospirò.
«Nicholas, lei ti amerà per sempre, questo è chiaro a tutti, ma non potete continuare a prendervi in giro. O chiarite per bene la situazione, o ditevi addio una volta per tutte» Ma Amanda se ne pentì all’istante. Non voleva che Nicholas e Brianna si dicessero addio, ma almeno così non ci sarebbe stato più imbarazzo tra di loro e l’avrebbero fatta finita.
«Si, hai ragione»
«Non voglio che voi due vi lasciate, però dovete parlarne»
Nicholas continuava ad annuire. Poi Amanda continuò
«Adesso io vado. Il lavoro mi aspetta»
«Si ok. Grazie per essere stata sincera»
«Figurati» disse lei e si allontanò.
Nicholas doveva parlare subito con Brianna o doveva aspettare che la sfilata fosse finita?
Le avrebbe parlato dopo che il party per la sfilata sarebbe finito. Non voleva rovinarle la serata.
Nicholas si alzò con una nuova speranza nel cuore. Sperava davvero tanto che Brianna lo perdonasse per tutto quello che le aveva fatto passare e che ritornassero ad essere la coppia che erano prima.
Si alzò e si diresse in camera sua.
 
«Questo non va bene! NO! Assolutamente no!» gridò Brianna.
«Ma se è sempre stato così, cosa c’è che non va ora? le chiese Teresa.
«Il cinturino qui sotto non ci va! L’abito è già stretto di suo, non ha bisogno di altri accessori! Niente accessori per questo!» e allontanò la modella.
Brianna si sedette sullo sgabello e si portò le mani ai capelli.
«Brianna, tutto ok?» le chiese preoccupata Teresa.
«Si, si va tutto bene. È solo che… ho bisogno di un po’ di riposo!»
«Vai, ci penso io qui!»
«No, tranquilla, ho tempo di dormire stasera. Spero»
Brianna passò molto tempo a sistemare gli abiti per la sfilata. Mancavano tre giorni e lei doveva utilizzare gli ultimi due giorni per sistemare i pezzi centrali, quelli che avrebbe indossato lei.
Era terrorizzata solo al pensiero di portare quei vestiti e quei tacchi vertiginosi, ma aveva deciso che per lavorare quella sera avrebbe indossato le scarpe, per abituarsi. Non voleva cadere davanti a tutti.
Rabbrividì al pensiero di fare una figura del genere.
Quando tornò nella sua camera, intorno le otto della sera, si concesse qualche ora per riposare e poi a mezzanotte era di nuovo a lavoro.
Con quei tacchi, alti dodici centimetri, passava da un lato all’altro della stanza.
Aveva indossato i vestiti, fatto le prove ed escogitato alcune mosse che avrebbero fatto apprezzare di più il vestito.
Stranamente ci aveva messo poco a sistemare tutto, quindi ben presto si mise nuovamente a letto e sprofondò in un sonno profondo.
Il giorno seguente sarebbe stato ancora più impegnativo.
 
Alle sette di quella mattina Brianna era già sveglia.
Prove trucco. Ma perché dovevano fare le prove trucco due giorni prima della sfilata? Davvero non riusciva a capire. Suo malgrado si vestì e scese nella sala dedicata all’occasione.
Le modelle erano state truccate secondo i colori dei loro vestiti. E ogni modella indossava almeno due vestiti, così anche le truccatrici dovevano essere straordinariamente veloci a rimuovere il trucco e a rifarlo secondo altri gusti.
Per Brianna non c’erano problemi. Lei aveva più tempo per truccarsi.
Dopo la prova trucco, ovviamente toccava ai parrucchieri.
Un intero team di parrucchieri era stato convocato per l’occasione. La stessa storia del trucco. Proprio per questo motivo per ogni modella erano state scelte delle acconciature semplici, alcune avevano addirittura i capelli liberi da ogni ferretto o elastico.
 
La mattina era passata tra ombretti, extension e mascara e quel pomeriggio, cadesse il mondo, lei andava a rilassarsi. Voleva andare in quell’enorme piscina e nuotare finché non avesse più avuto aria nei polmoni.
«Chi ha voglia di un po’ di riposo mi segua. Sto andando in piscina» annunciò Brianna.
Amanda fu la prima ad affiancarla, insieme ad alcune modelle. Altre invece, come Teresa, erano salite in camera per riposare; altre ancora, facevano un tour di Sydney.
Brianna, una volta in costume, prese la rincorsa e con un tuffo degno di una campionessa olimpionica, entrò in acqua. Quando riemerse sentì degli applausi: erano Amanda e le modelle.
«Complimenti. È una fonte perenne di sorprese questa ragazza» disse Amanda.
«Grazie ragazze. Venite anche voi dai!»
Tutte a poco a poco entrarono in acqua.
Amanda dopo un paio di giri della vasca si avvicinò a Brianna, che stava galleggiando sull’acqua.
«Bri, devo parlarti!»
«Si, dimmi!»
Amanda sembrava molto nervosa. Non sapeva da che parte cominciare per raccontargli quello che le aveva detto Nicholas.
Vedendola in quel modo Brianna le chiese «Va tutto bene?»
«Si certo, è solo che forse non ti piacerà quello che sto per dirti!»
«Oh dio Amanda, cos’è successo?! Un’altra modella ha strappato il vestito?»
Amanda rise in maniera molto nervosa «No, non si tratta di questo»
«Ah meno male. Non ho il tempo né la stoffa per fare un altro abito! Di che si tratta Amanda?»
«Nicholas» Amanda ebbe il coraggio e tirò fuori quel nome quasi fosse un sputo.
«Ah…»
«Abbiamo parlato ieri mattina. Voleva sapere se stavi bene, se stai bene»
«Tu che gli hai detto?»
«Gli ho detto che stai piuttosto bene, che ogni tanto senti la sua mancanza, ma poi ti riprendi subito. Gli ho detto che stai andando avanti e che deve fare lo stesso anche lui»
«Capisco. Grazie!»
«Grazie? Non sei arrabbiata con me?»
«No, perché dovrei?» disse lei scoccandole un sorriso.
«Non so… Comunque lui mi ha detto anche che non riesce a toglierti dalla mente. Alla fine però non ce l’ho fatta. Dovete parlarne Brianna. Dovete chiarire assolutamente questa situazione! Non è più possibile. Quando siete insieme in una stanza, questa si riempie di elettricità. Divento nervosa pure io e i capelli mi si elettrizzano»
Brianna rise, ma non c’era proprio nulla di cui ridere.
«Si, hai ragione. Ma che gli devo dire? Non posso dargli nulla Amanda. Non riesco a tornare da lui e fare tutte le cose che facevamo prima»
«Perché?»
«Perché non credo di averlo perdonato per quello che è successo a Parigi»
Lo aveva detto. Per la prima si era detta la verità. Si sentiva molto più leggera ora. Come se questa verità l’avesse condizionata sempre. E in effetti, era proprio così.
«Beh, allora credo proprio che dovrai dirglielo, e poi quel che sarà, sarà!»
«Si, dobbiamo parlarne. Ma voglio aspettare che finisca la sfilata. Non voglio altre distrazioni mentre ci lavoro su!»
«Si, ok. Ma parlatene e fatela finita!»
Brianna si allontanò e uscì dall’acqua. «Dove vai?» le gridò Amanda.
«Vado a mangiare, vieni?»
«Si arrivo»
Mentre Brianna aspettava Amanda fuori dalla piscina, vide Nicholas. «Ehi Nicholas!» gridò lei sventolando una mano per farsi notare.
Lui la vide e le rivolse un gran sorriso. Si avvicinò
«Ciao»
«Ciao. Come stai?»
Amanda le aveva parlato? «Bene, tu?»
«Idem. Non vedo l’ora che passi questa sfilata»
«Andrà alla grande»
«Grazie. Ehm… Mi chiedevo…» stava improvvisando. Ma perché si metteva sempre in questi pasticci?! «Vuoi venire a pranzo con noi?»
«Noi?» chiese Nicholas alzando un sopracciglio.
Quel piccolo movimento faceva andare in fibrillazione il cuore di Brianna. Lei rise nervosa «Si, a dire il vero sto aspettando Amanda, se si sbriga! Allora?»
«Si, certo. Volentieri»
«Bene! Ora, dobbiamo solo aspettare Amanda…» disse lei, ma era già uscita «Ah! Eccoti qui finalmente!»
«Si scusa, ma non riuscivo a trovare la mia borsa. Ciao Nicholas! Che ci fai qui?»
«Brianna mi ha invitato a pranzo!»
«Ah, fantastico!»
«Già. Ora… pranziamo qui o andiamo fuori?»
«Io direi di andare fuori» disse Amanda.
Brianna si volse verso Nicholas in attesa.
«Si, certo. Conosco un ristorantino italiano niente male qui vicino. Possiamo andare a piedi»
«Grande! Andiamo!» esultò Brianna.
«Ehm, Brianna?» la chiamò Amanda mentre Nicholas e Brianna si dirigevano verso l’uscita.
Lei si voltò «Si?»
«Vuoi davvero andare al ristorante in costume?»
«Oh, hai ragione» disse lei guardandosi. Poi si voltò verso Nicholas «Aspetteresti cinque minuti?»
“ Si certo. Fate con comodo. Vi aspetto qui»
«No dai sali. Ti annoi qui da solo» disse Amanda.
Brianna le lanciò una brutta occhiata.
«Ehm, ok»
I tre ragazzi salirono al secondo piano dove c’era la stanza di Amanda «Ci vediamo giù tra dieci minuti»
«Ok» le disse Brianna. Per un paio di secondi Nicholas e Brianna si fissarono. Poi lei continuò a salire. Arrivati davanti la sua stanza lui si sentiva piuttosto in imbarazzo «Ti aspetto qui fuori»
«Non essere sciocco. Puoi entrare» lo rassicurò lei sorridendogli.
«Va bene» rispose dopo qualche attimo di esitazione.
Quando entrarono Nicholas fu investito da un’ondata di nostalgia. Da quanto non entrava nella stanza di Brianna. Da quanto non la vedeva girare per casa allegra e spensierata?
Brianna gli mancava disperatamente, ma non poteva farglielo capire.
«Faccio in fretta»
«Non preoccuparti»
Brianna andò vicino la sua valigia raccolse un vestitino e si chiuse in bagno.
Per fortuna aveva indossato la cuffietta e quindi i capelli non le si erano bagnati. Fece una doccia veloce e quando ebbe finito di asciugarsi indossò un vestitino  che le arrivava sopra le ginocchia tutto a balze bianche con una fascia nera che le ricopriva il petto.
Mise un po’ di ombretto e mascara. I capelli leggermente mossi le sfioravano delicatamente le spalle.
«Pronta!» annunciò lei uscendo dal bagno
«Wow! Sei stupenda!»
«Ehm grazie» disse lei sorridendo, in cerca delle sue bamboline nere.
«Ok, possiamo andare»
Nicholas si diresse alla porta la aprì e fece passare prima Brianna e poi se la richiuse dietro di se.
Quando scesero giù Amanda ancora non c’era.
«Fantastico. Ma quanto tempo ci mette a prepararsi?»
«Lasciala fare!» disse lui ridendo.
«Mi dispiace. Se avessi saputo tutto questo, non ti avrei invitato. Almeno non ti avrei fatto perdere tempo. Magari dovevi andare in qualche posto importante»
«No. Dovevo chiedere una cosa ad un mio amico che lavora qui. Niente di che»
«Ah. Beh mi dispiace lo stesso»
«Tranquilla. Sono contento che tu me l’abbia chiesto»
Brianna sorrise e poi si voltò. Non voleva reggere ancora quello sguardo.
«Ehi, scusate!!» gridò Amanda correndo verso di loro.
Brianna si voltò verso l’amica «Cos’è che non trovavi stavolta?»
«No, scusa. Mi ha chiamata Philip. Abbiamo litigato»
«Ah. Mi dispiace. Va tutto bene?»
«Si, ora si. Ero stanca di sentire tutte le sue paranoie»
«Adesso è finita. Stasera andiamo a divertirci!»
«Se posso intromettermi, io conosco un locale veramente carino e alla moda per festeggiare questi tipi di rotture o altre cose. Ci si diverte molto ve lo garantisco»
Che significa “ve lo garantisco”?
«Ah si?» chiese Brianna con una nota di gelosia.
«Mi sembra perfetto» tagliò corto Amanda «Stasera sarai dei nostri, allora?»
«Con molto piacere» disse Nicholas.
Entrambi guardarono Brianna «L’importante è divertirsi! Non vedo l’ora»
Nicholas guardò Brianna più a lungo di Amanda.
Sembrava seccata all’idea di passare anche la serata insieme. Avrebbe cercato di non fare pressioni su di lei, soprattutto di non restare lì a fissarla per troppo tempo.
Parlarono e risero a lungo. Quando stavano per uscire dal ristorante una ragazza, all’incirca dell’età di Brianna, la fermò. «Ciao, scusa tu sei Brianna Tilden?» chiese la ragazza.
«Si, ehm… sono io!»
«Wow che bello, potresti farmi un autografo? I tuoi vestiti sono bellissimi! Peccato non poter assistere alla sfilata dopo domani»
Brianna non era abituata a quel tipo di cose: autografi!? Mai fatti in vita sua.
«Come ti chiami?» le chiese Brianna.
«Tina» rispose lei.
Brianna scrisse la dedica sul giornale, sul quale era comparsa qualche settimana prima e lo riconsegnò alla ragazza «Ecco a te, Tina!»
«Oh grazie Brianna! Sei fantastica!»
Brianna cominciò a ridere «Oh grazie! Passa al mio albergo pomeriggio; potrei avere qualcosa per te!»
«Davvero?! Oh ma è fantastico!!» la ragazza cominciò a strillare e a saltellare di gioia.
«Ci vediamo pomeriggio» continuò Brianna.
«Ok, si grazie ancora. A dopo»
Brianna si allontanò scuotendo la testa sorridendo.
«Hai delle fan davvero accanite» le disse Amanda.
«Non sapevo nemmeno di averne»
«Qui in Australia sei una celebrità» la informò Nicholas.
«Strano, non sono nemmeno conosciuta in Europa»
«Credimi, qui tutti ti adorano. Anche la stampa. Però non ti staranno col fiato sul collo. Abbiamo detto che desideri la tua privacy e che non ti piace essere assalita dai paparazzi mentre sei in giro per la città»
«Grazie» disse lei sorridendogli.
«Figurati. Sono stato molto chiaro su questo punto. Comunque, non per intromettermi, ma perché hai detto a quella ragazza di venire in hotel?»
«Voleva venire alla sfilata. Capisco cosa si prova a non poter ottenere quello che si desidera. Lo capisco benissimo. Le darò un pass. Così può entrare. E poi mi è sembrata davvero carina. Magari le regalo qualcosa» a quell’ultima affermazione Brianna cominciò a ridere insieme ad Amanda.
«Beh, è molto carino da parte tua»
«Sai che voglio fare?»
«Cosa?» le chiese Amanda.
Anche Nicholas si era voltato verso di lei.
«Voglio organizzare una sfilata dove possono partecipare tutte le ragazze. Non voglio la stampa, come ogni sfilata normale. Solo i ragazzi interessati alla moda. Tutti questi eventi che noi organizziamo sono esclusivamente per la gente importante. Davvero poche persone possono entrare a vederne una. Voglio dare la possibilità a quelle persone, a quelle ragazze che non hanno mai visto una sfilata da vicino, di poterla vedere, di toccarla con mano»
Nicholas la guardava stupefatto. Anche Amanda.
«Che cosa?! No! Non puoi farlo!» l’ammonì Amanda.
«Perché no?»
«Chi pagherà tutto? Il team dei truccatori, i parrucchieri, gli estetisti. Chi pagherà?»
«Vedi che non è una brutta idea» disse Nicholas ad Amanda.
«Ah no?»
«No. Può farsi conoscere anche in Europa e nel resto del mondo come la stilista, credo la prima stilista al mondo che ha permesso a tutti di poter vedere una sfilata. È una gran cosa»
«Grazie Nicholas» gli sorrise Brianna. Era importante avere il suo appoggio. Lo era sempre stato.
«Devo solo parlarne con tua madre»
Era lì il vero ostacolo. Che avrebbe detto Teresa? Poteva definire quest’idea soltanto qualcosa di banale e che sicuramente avrebbe creato dei problemi alla compagnia.
 
Quel pomeriggio la ragazza che aveva incontrato fuori dal ristorante, Tina, si era presentata al suo hotel e l’aveva fatta chiamare.
Brianna era scesa in un lampo e l’aveva condotta dentro la grande stanza che avevano allestito per truccare le modelle per le prove.
«Questo è per te Tina»
«Cos’è?»
«È un pass per poter entrare alla sfilata. Spero apprezzerai il gesto»
«Oh mio dio è fantastico!!» esclamò la ragazza abbracciandola.
«Sono davvero contenta che ti piaccia. Vorrei poter fare di più, ma questo è il minimo!»
«Oh non devi! Questo è già il massimo! Io adoro te. Tra qualche anno anche io vorrei diventare una stilista. Spero di diventare brava come te!»
«Beh, io non sono granché, ma comunque mi fa piacere che vorrai intraprendere questa carriera. Segui sempre il tuo cuore Tina, non abbatterti mai! Resisti a tutti quelli che ti diranno che il tuo è un sogno inutile, che non vale niente, perché solo tu sai quanto vali e nessun critico o nessun stilista può criticare il lavoro di un altro stilista. Segui sempre il tuo cuore. È questa la regola»
«Tu l’hai fatto?» le chiese Tina.
«Io? Beh si l’ho fatto, ma non sempre gli ho dato ascolto. Anzi, il più delle volte l’ho zittito per non sentirmi dire che stavo sbagliando. Che stavo andando nella direzione sbagliata»
«Ti riferisci a Nicholas, vero? Il ragazzo che era con te prima»
«Come fai a saperlo?» chiese sconvolta Brianna.
«Beh, ne parlano tutti i giornali. L’ultimo dice “Torneranno insieme o la favola è finita?” Davvero è finita?»
Brianna era veramente sconvolta. C’erano alcuni giornali che parlavano della sua relazione con Nicholas?! Non ci poteva credere..
«Beh, staremo a vedere. Adesso devo andare Tina. Ci vediamo alla sfilata!»
«Si ok! A presto Brianna e grazie ancora!»
«Figurati!»
Brianna si appoggiò ad una sedia, ancora sotto shock per la notizia che le aveva dato Tina.
Doveva parlare con Nicholas.
Compose il suo numero, ma non rispondeva nessuno.
Andò in camera di Teresa.
«Devo andare da Nicholas! Non è che potresti darmi l’indirizzo?»
«Si certo. Che succede?»
«No nulla. Devo parlargli di una cosa. Ah, dobbiamo parlare anche noi!»
«Per che cosa?!» chiese Teresa dandogli un bigliettino.
«Te ne parlo più tardi. Adesso scappo. A dopo»
Brianna scomparve dietro l’angolo e uscendo fuori dall’albergo entrò in un taxi che, fortunatamente, si trovava davanti l’edificio. Brianna diede il biglietto con l’indirizzo all’autista e disse che voleva essere portata in quel posto.
Venti minuti dopo era davanti ad una casa sul mare. C’era un odore di sale che riempiva l’aria. Il mare si infrangeva contro la sabbia e alcuni scogli che si trovavano lì vicino. Salì la piccola scalinata e bussò. Nicholas comparve a torso nudo e Brianna non poté che trovarsi un po’ in imbarazzo.
«Che ci fai qui?»
«Dobbiamo parlare!»

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


CAPITOLO 34

 
«Vuoi dirmi che succede?» le chiese Nicholas.
Brianna non faceva altro che fare avanti e indietro nel piccolo ingresso a casa di Nicholas.
Lui si avvicinò e la bloccò per le spalle.
Quando i loro corpi si toccarono qualcosa li attraversò, ma né Nicholas, né Brianna seppero dire di cosa si trattasse.
«È vero che i giornali parlano di noi due?»
Nicholas mollò la presa «Ah. Mi hai fatto spaventare! Comunque si, ne parlano»
«Oh fantastico!» sospirò lei sprofondando su una poltrona.
«Non farti ingannare da quello che dicono i giornalisti. Sarebbero capaci di scrivere anche le più orrende assurdità!»
«No, non preoccuparti. Non mi faccio influenzare dalla stampa. Volevo solo sapere se era vero. Avevo provato a chiamarti, ma non hai risposto!» disse Brianna indicando il cellulare.
«Ah. Ero giù in spiaggia. Stavo passeggiando»
In quel preciso momento entrò una ragazza: alta, magra, bionda e dagli occhi azzurro cielo. Una bellezza mozzafiato. Indossava un bikini super striminzito azzurro che spiccava su quella pelle diafana. Aveva una bottiglia di champagne in mano e due flute incastrate tra le dita.
Brianna si sentì davvero umiliata trovandosi accanto a lei. Non era nemmeno la metà in bellezza rispetto a quella ragazza.
Con la coda dell’occhio notò che Nicholas era parecchio nervoso, ma per non dare a vedere il suo fastidio fu lei a presentarsi. «Ciao, io sono Brianna. Piacere di conoscerti!»
Quella ragazza sembrava non aspettarselo «Si, ehm… ciao. Sono Amber. Piacere mio»
Brianna le sorrise e poi disse «Beh, io adesso tolgo il disturbo. Ci vediamo Nicholas» disse girandosi verso di lui. «Felice di averti conosciuta Amber» disse infine Brianna e uscì dalla porta.
Nicholas le corse dietro, supplicando Amber di capire.
«Brianna! Brianna! Aspetta!»
Lei si voltò. Stava sorridendo. Se era un sorriso sforzato o era davvero sincera a farlo, Nicholas non seppe dirlo.
«Si?»
«Voglio spiegarti!» disse Nicholas con gli occhi tristi.
«Non devi Nicholas. La vita è tua e puoi stare con chi vuoi!»
«Ti prego, aspetta. Lascia che ti spieghi!»
«Ok, va bene!»
«Grazie. Ok, sono stato per un po’ di tempo con questa ragazza. A dire il vero stiamo ancora insieme, però sappi che io ti amo!»
«Nicholas… non puoi stare con un’altra donna e dirmi che… che mi ami! Non puoi per rispetto mio e di quella ragazza che ti sta aspettando dentro. Ci vediamo stasera in hotel»
Nicholas non ebbe il tempo di rispondere che Brianna era già scesa giù in strada.
Era nervoso, i nervi alle stelle. Voleva solo stare solo. Diede un calcio al paletto della ringhiera ed entrò in casa.
«Scusa, ma non mi va… vorrei restare da solo» disse ad Amber.
«Ok, ma quando la smetterai di pensare sempre a lei? Quando inizierai a vivere la tua vita?»
«Và via, per favore!» disse Nicholas infuriato.
«Va bene, come vuoi tu!»
Amber uscì dalla porta e Nicholas rimase solo. Cominciò a gridare e a buttare per terra tutto ciò che trovava davanti.
Uscì fuori e chiamò Amber mentre le correva incontro. Quando lei si voltò, lui la circondò con le braccia e la baciò. La prese in braccio e la portò dentro.
Aveva appena iniziato a vivere.
 
Quando Brianna ritornò in hotel Teresa l’aspettava giù.
«Cos’è questa storia della sfilata per chiunque? Come ti è venuto in mente?»
«Senti Teresa, non voglio parlarne qui, in mezzo a tutti. Ne discutiamo in privato?»
«Si certo. Saliamo!!»
Brianna sbuffò e la seguì fino al terzo piano, dove alloggiava Teresa.
Quando quest’ultima si richiuse la porta alle sue spalle si rivolse a Brianna.
«Tesoro, non è che non sia una cattiva idea, ma dove prendiamo i soldi per pagare tutto lo staff che ci vuole per curare una sfilata. Potremo utilizzare quei soldi per fare una vera sfilata!»
«Teresa, sono disposta a pagare io con i miei soldi, con il mio fondo. La mia linea di moda non sarà solo per quei quattro ricconi che non fanno altro che ingozzarsi di cibo agli after-party. Voglio che anche le ragazze e i ragazzi con la vera passione per la moda abbiano la possibilità di guardare una vera sfilata. Voglio che loro abbiano le possibilità che io non ho avuto»
«Guarda dove sei arrivata però!» le fece notare Teresa.
«Lo so, e questo è solo grazie a te. Grazie anche a Nicholas. Perché se non mi fossi mai messa con Nicholas forse noi due non ci saremmo mai incontrate. Io non avrei potuto ottenere tutto quello che ho, grazie a te, da sola. Però voglio dare questa piccola possibilità a quei ragazzi che non hanno avuto la mia stessa fortuna»
«Brianna» le disse Teresa avvicinandosi «Tu hai tutto questo, non grazie a me o a Nicholas, ma soltanto grazie al tuo talento. Sei una stilista straordinaria. Saresti arrivata lontana anche da sola. Senza l’aiuto di nessuno. Guarda qui…» le disse mostrandole una cartellina, quella dove vi si mettono dei documenti.
«Cos’è?» le chiese Brianna.
«Rinuncio completamente alla compagnia. Se prima era cinquanta e cinquanta, adesso è tutta tua. Cento per cento»
Brianna era sconvolta. «Teresa, no… Io ho bisogno di te, non puoi lasciarmi!»
«Oh no cara, io non ti lascerò. Curerò sempre l’aspetto finanziario della compagnia, solo che adesso io sarò una tua dipendente e non più la tua socia, non perché io non voglia esserlo, semplicemente perché hai raggiunto la maturità. Io ti sono stata a fianco solo perché tu potessi crescere in questo settore e io ti ho aiutato a farlo, adesso tocca a te»
Brianna scoppiò in lacrime «Grazie Teresa, grazie davvero!»
«So che ce la farai e che sarai grande»
«Grazie. Come mia dipendente avrai un aumento» disse ridendo Brianna. Anche Teresa era scoppiata a ridere.
Dopo quel piccolo festeggiamento Brianna andò in camera di Amanda e quando le diede la notizia cominciarono a gridare e a saltellare per la stanza.
«Sono felicissima per te Brianna!»
«Oh grazie. Dai adesso vestiamoci. Dobbiamo andare in quel locale»
«Ma sono solo le sei del pomeriggio»
«Tu vestiti! Io vado in camera mia a fare delle telefonate. Ci vediamo lì»
«Ok, a dopo!»
«Mi raccomando vestiti bene!»
«Certo!!» disse Amanda facendole l’occhiolino.
Quando Brianna fu in camera sua telefonò sia alla madre che ad Abigail. Entrambe erano felici per lei e non vedevano l’ora di riabbracciarla.
Poi provò a chiamare Sam. Era da parecchio tempo che non si sentivano.
«Pronto?» rispose una donna in inglese. Probabilmente doveva trattarsi di Brenda.
«Brenda?» disse a sua volta Brianna.
«Si, sono io. Chi parla?»
«Ciao Brenda, sono Brianna»
«Oh ciao Brianna. Come stai?»
«Sto bene grazie, tu?»
«Anche io sto piuttosto bene. Tra qualche mese diventerò mamma!»
Cosa?! Brenda e Sam aspettavano un bambino?
«Ma è una notizia fantastica Brenda. Auguri! Dov’è Sam? Come sta?»
«Aspetta che te lo passo. Dovrebbe essere qui da qualche parte. SAAAM!!»
Brianna sentì gridare Brenda nella speranza che Sam la sentisse. «Sta arrivando. Ti saluto Brianna. Mi ha fatto piacere sentirti!»
«Si ha fatto piacere anche a me»
Poi Brenda passò il telefono a Sam.
«Pronto?» disse lui.
«Auguri futuro papà»
«Brianna ciao!!»
«Ciao Sam»
«Come stai?»
«Io sto una favola, tu?»
«Anche io sto piuttosto bene. Non dovrei nemmeno rivolgerti la parola, sai?»
«Perché?» disse lui con un tono triste.
«Perché non ti sei fatto sentire più. Nemmeno quando hai saputo che saresti diventato papà»
«Lo so Bri, mi dispiace, ma non ho avuto proprio tempo. Comunque bella notizia, eh?»
«Si è davvero una bella notizia! Sono contenta per voi! Sarà un’esperienza fantastica»
«Lo so, già lo è! E tu invece? Che mi racconti?»
«Niente di che Sam… sono in Australia per presentare la mia collezione»
«Si l’ho saputo. Sei piuttosto famosa anche qui, sai? Quasi tutti ti ammirano!»
«Grazie… è bello sentirselo dire»
«Con Nicholas è tutto ok?»
Brianna scoppiò in una risata mista al nervosismo e al sarcasmo. «No, non è tutto ok. Non stiamo più insieme. Lui sta con un’altra. Una certa Amber»
«Ah, mi dispiace Bri. Mi dispiace davvero»
«Non preoccuparti. Ho la mia linea che mi tiene impegnata»
«Eh già. Qui molte volte si vedono dei manifesti con su scritto “Cher di Brianna Tilden” o una cosa del genere» disse ridendo Sam.
«Adesso compaio anche sui giornali scandalistici»
«Davvero?» chiese stupefatto Sam.
«Già. Qui in Australia i giornalisti si chiedono se io e Nicholas torneremo mai insieme»
«E tu e Nicholas tornerete mai insieme?» le fece eco Sam.
«No, non credo proprio. Sembra star bene con questa donna e io voglio che lui sia felice»
«Ma chi pensa a te Brianna? Chi pensa alla tua felicità?»
«La mia felicità è fatta di tutto quello che io creo per gli altri. Non mi serve un ragazzo come lui per essere felice. Ne posso trovare tanti»
«Devi stare attenta a chi si avvicina a te. Alcuni potrebbero solo essere interessati alla tua fama o ai tuoi soldi. Non fidarti troppo»
«Si lo so, cercherò di stare attenta»
«Brava. Comunque io ci tengo alla tua felicità e voglio che tu sia felice. Lo pretendo!»
Il cuore di Brianna si strinse per la commozione
«Grazie Sam» Poi Brianna sentì qualcuno bussare alla porta. «Oh Sam, mi dispiace tantissimo doverti lasciare, ma devo andare»
«Si ok, non preoccuparti. Stai attenta»
«Lo sarò. Salutami Brenda. A presto» disse Brianna e dopo aver chiuso la comunicazione andò ad aprire.
Era Amanda.
«Ehi ciao splendore» disse e vedendola ancora con i vestiti del pomeriggio le chiese  «Non sei ancora pronta?»
«Ehm… non ancora. Sono stata al telefono»
«Dai, troviamo qualcosa da mettere e usciamo. Non ce la faccio più a stare rinchiusa in questo hotel»
«Si, mi vesto in fretta. Tu accendi la piastra»
«Agli ordini stilista di successo»
Brianna spuntò da dietro la porta e le mostrò la lingua.
«Allora…» cominciò Amanda «Cos’è successo con Nicholas?»
«Che vuoi dire?»
«Sei stata da lui o no?»
«Si, ma solo per chiedergli se era vero che io compaio anche sui giornali scandalistici. Se era vero che i giornalisti parlano della nostra relazione»
«E che ti ha detto?»
«Mi ha risposto che è vero e dopo è entrata Amber»
«Chi?» disse Amanda sconvolta.
«La sua nuova conquista!»
«Mi dispiace Brianna»
«Non preoccuparti. È chiaro che la nostra storia è finita sul serio»
«Ma tu che intenzioni avevi?»
«Io sinceramente volevo riprovarci, nonostante tutto, perché lo amo Amanda. Lo amo con tutta me stessa» disse uscendo dal bagno «Aiutami a chiudere la lampo»
«Oh si, subito… fatto!»
«Grazie»
Amanda la fece voltare e strabuzzò gli occhi. «Dove l’hai comprato?» le chiese l’amica.
«L’ho fatto io!» disse sorridendo Brianna notando che il vestitino era stato apprezzato.
«Non dirmi che è un anticipazione della prossima linea estiva!»
«Proprio così! Ovviamente avrà delle modifiche, però per il momento mi piace così»
Era un tubino mono spalla blu elettrico.
Amanda la aiutò a fare dei suoi capelli piccoli boccoli che le sfioravano appena le spalle.
Brianna abbinò a quel vestito un paio di scarpe nere con tanto di plateau e una borsetta nera. Spruzzò qualche goccia del suo profumo preferito e disse «Andiamo?»
«Si, sei perfetta!»
«Grazie. Sei uno schianto tu!»
«Grazie. È una tua idea!»
Brianna rise e disse «Lo so!»
Quando scesero dalle scale Nicholas era già lì sotto ad aspettarle.
«Ciao Nicholas. Non pensavo avessimo appuntamento a quest’ora» disse Brianna.
«No, volevo parlarti»
«Ah ok… Amanda torno subito»
«Si certo. Ti aspetto qui!»
Poi Brianna si rivolse a Nicholas «Andiamo»
Quando furono in un luogo più appartato Brianna si voltò e gli chiese «Di cosa vuoi parlarmi?»
«Brianna, dimmi che mi odi, che non vuoi vedermi mai più o che c’è qualcun altro, perché io non riesco davvero a toglierti dalla mente. Quando te ne sei andata oggi pomeriggio ho fatto l’amore con Amber e non ho fatto altro che immaginare che fossi tu. Mi manchi Brianna. Mi manchi da impazzire»
«Tu stai con un’altra donna Nicholas, non puoi fare cose del genere. E comunque no non ti dirò mai quelle cose, perché io non ti odio, anzi… e non sto con nessun altro. Non voglio stare con nessuno a dire il vero. Non supplicarmi più ti prego. Non fai altro che umiliarti e renderti ridicolo»
«Io ti amo Brianna! Perché non riesci a capirlo»
«Magari in un’altra vita! Adesso devo andare»
Nicholas la fece passare e poi lei si voltò «Ci vediamo stasera?»
«Si credo di si»
«Beh allora, alle nove ci vediamo qui davanti»
Brianna si sistemò il vestito e andò da Amanda.
«Ehi, eccomi!»
«Tutto bene?»
«No, forza andiamo!»
«Che significa?»
«Che dobbiamo muoverci. Voglio bere!»
«Che ti ha detto?» le chiese Amanda salendo sull’auto.
«Che mi ama e che oggi mentre faceva l’amore con Amber ha pensato che fossi io!»
«Wle…»
«Già. Gli ho chiesto se può evitare di rendersi così ridicolo e che non deve supplicarmi»
Amanda alzò un sopracciglio.
«Amanda? Non voglio che lui viva soltanto se sta con me. Voglio che sia felice anche se non stiamo insieme»
«Ma tu vuoi ritornare con lui?»
«Certo che lo voglio, ma non a queste condizioni»
«Quali condizioni?»
«Ti piacerebbe che il tuo ex lasciasse la sua attuale ragazza per mettersi con te?»
«Sinceramente? Si!»
«A me no. Non voglio che soffra un’altra donna a causa sua»
«Cara mia, tu sei troppo altruista! Devi pensare un po’ a te stessa, alla tua felicità»
«Lo sto facendo» disse scendendo dall’auto.
Quando entrarono nel locale tutto era buio.
Il dj aveva cominciato così presto?
Strano.
Tutti ballavano seguendo il ritmo martellante della musica.
Brianna ordinò uno degli alcolici più forti che esistesse in circolazione. Amanda prese qualcosa di più leggero.
Dopo qualche minuto Amanda gridò «Brianna!! C’è Nicholas»
«Cosa?»
«C’è Nicholas!» gridò per farsi sentire meglio.
«Dove?»
Amanda le fece segno con la testa e quando si voltò lo vide… insieme ad Amber.
Brianna si avvicinò ad Amanda «Quella è Amber. È uno schianto vero?»
«Tu lo sei di più»
«Grazie, ma è la verità. Guardala. Quegli occhi sono del colore del cielo. Sono esattamente come quelli di Nicholas. Ha un paio di gambe da urlo e io la prima non saprei portare bene quel vestito come lo porta lei. È davvero una bella ragazza»
«Ok, devo ammettere che hai ragione. È davvero bella»
«Già»
«Lascia che sia lui a venire da noi»
«Non stavo pensando di andarci»
«Io per sicurezza te l’ho detto»
«A-ah grazie» disse ridendo Brianna.
Dopo qualche istante Nicholas si avvicinò e la salutò. Aveva uno sguardo strano, come se qualche minuto prima non si fossero detti nulla. Al suo fianco spuntò Amber.
«Ciao ragazze»
«Ciao Amber!» la salutò Brianna «Lei è la mia migliore amica Amanda»
Le due ragazze si strinsero la mano.
«Vi va di andare in pista a ballare?» chiese Amber.
«No… io preferisco stare qui»
«Dai vieni Bri» la supplicò Amanda.
«Magari dopo ok?»
«Va bene»
Brianna rimase al bancone seduta accanto a Nicholas.
«Perché non ci sei andata?» le chiese.
«Preferisco bere. Io nemmeno te lo chiedo» disse lei ridendo.
«No, infatti» anche lui sorrise.
Rimasero molto in silenzio, fin quando un ragazzo si avvicinò a Brianna.
«Ciao» le disse.
«Ciao» rispose di rimando lei.
«Non sei di qui vero?» le chiese lui.
«No, infatti. Sono italiana»
«Ah wow. Io adoro le italiane»
«Che coincidenza; a me piacciono molto gli australiani!!» Dopo averlo detto se ne pentì, visto che Nicholas era australiano e stava sicuramente ascoltando.
«Ah… interessante»
«Già…»
«Sei in vacanza?»
«Magari… No, sono qui per lavoro»
«Deve essere un lavoro che ti fa viaggiare molto»
«Si è così»
«Non voglio essere indiscreto, ma posso chiederti che lavoro fai?»
«Sono una stilista»
«Davvero?»
«Si. Tu invece?»
«Io sono un fotografo. Purtroppo non sono molto famoso, come credo sia tu»
«Non ti perdi nulla, credimi»
«Sono Josh. Piacere di conoscerti»
«Brianna. Piacere mio»
Le sembrava davvero un bravo ragazzo. Voleva conoscerlo meglio. Però c’era Nicholas che la guardava ancora ed era sicura che era rimasto a fissare Josh tutto il tempo con uno sguardo omicida. Del tipo “Toccala e te la vedrai con me”, oppure “ Falle del male e ti spezzo il collo”. Brianna comunque si rifiutò di credere che Nicholas potesse essere in grado di fare una cosa del genere.
«Ti va di andare a fare un giro?»
«Si certo. Devo avvertire la mia amica però»
«Certo» le disse sorridendole.
Quando Brianna scese dallo sgabello Nicholas la fermò, stringendole un braccio «Ahi. Che vuoi?»
«Che vuoi fare?»
«Non è affar tuo»
«Brianna, non puoi uscire con il primo ragazzo che incontri. Sei sicura che non ti abbia avvicinata solo per la tua fama?»
«Non voglio più ascoltare le tue paranoie»
«Non è paranoia. È semplicemente la realtà. Ti prego non andare. Fallo per te stessa»
Brianna sembrava quasi esserne convinta. Però Nicholas aveva davvero ragione. Non poteva uscire con il primo ragazzo che incontrava in un locale. Era troppo pericoloso, visto la sua celebrità proprio in quella città.
Nicholas la stava ancora fissando.
«Ok va bene. Hai ragione. Non andrò con lui»
Per un momento parve rilassarsi. «Bene»
«Se vuoi scusarmi ora devo andare a inventargli una scusa per scaricarlo»
«Digli che ti fanno male i piedi. Con quelle scarpe» disse lui fissando i suoi piedi.
«Ma ti pare?» disse Brianna alzando un sopracciglio.
«Allora dì che la tua amica non si sente bene e dovete ritornare in hote»
«Vedrò che posso fare»
Brianna stava per allontanarsi, quando Nicholas la bloccò nuovamente «Che c’è ora?»
«Sei bellissima stasera. Quel profumo poi… l’hai fatto di proposito vero?»
«Grazie e no, non l’ho fatto di proposito»
«Devo dirti delle cose»
«Cosa?»
«Dopo che avrai parlato con il tuo principe» disse lui facendo un cenno con la testa e indicando Josh.
Brianna si voltò e lo vide che la fissava.
«Va bene» disse e si allontanò.
Quando si avvicinò a lui, aveva in mente di dirgli che Amanda stava male e che dovevano ritornare in albergo, ma Josh parlò per primo «È il tuo ragazzo quello, vero?»
«Eh?» Brianna sembrava confusa.
«Quel tipo con cui parlavi poco fa»
«Ah. Ehm… si, cioè non stiamo insieme, ma non lo so. È un po’ complicato» concluse lei ridendo.
«Capisco. Senti, non voglio crearti problemi, quindi lasciamo stare per stasera, ok? Ti lascio il mio numero e quando ti va o quando puoi, fammi uno squillo!» disse lui scrivendole su un tovagliolino del pub il suo numero di cellulare.
«Grazie Josh» disse lei baciandolo sulla guancia.
«Spero di rivederti Brianna»
Brianna gli sorrise e si allontanò.
Quando si avvicinò a Nicholas gli disse «Di cosa dovevi parlarmi?»
«Vieni con me»
Nicholas la portò in una stanza buia e angusta «Dove siamo?» gli chiese Brianna.
«Non preoccuparti del posto» la rassicurò lui.
Quando si fermarono Brianna non riusciva a vedere nulla. Sbatté le palpebre per abituarsi al buio. Nicholas, chiuse la porta e si avvicinò a lei.
«Nicholas. Che stai facendo?» gli chiese seccata lei.
«Sshhh» fece lui.
Non si toccavano, ma Brianna riusciva chiaramente a sentire il suo cuore e quello di Nicholas che battevano all’impazzata.
«Nicholas…» ansimò lei.
Ma lui non l’ascoltava. Ad un tratto Brianna si sentì una mano sulla nuca e un corpo che si avvicinava al suo. Senza pensarci due volte Nicholas iniziò a baciarla.
Inizialmente Brianna cercò di liberarsi, ma Nicholas la teneva stretta e poi dietro c’era un muro: Brianna era in trappola.
Quando Nicholas percepì che Brianna stava cedendo si lasciò sfuggire un sorriso.
Adesso entrambi ricambiavano il bacio e Brianna non poteva che sentirsi al settimo cielo, ma quanto poteva durare quel bacio? Quel momento…
Lo stringeva forte a se e lo baciava.
Nicholas le accarezzava i capelli e il viso e continuava a baciarla.
Quanto gli era mancato toccare quel viso, quei capelli, quelle labbra.
Brianna fu la prima a smettere «Ma che sto facendo?» disse più a se stessa che a Nicholas.
«Ehi… va tutto bene»
Brianna si allontanò! «No Nicholas non va tutto bene. Tu stai con un’altra donna. Io non voglio essere la causa della sua infelicità con te. Voglio ritornare di là. Ti prego Nicholas«
«Va bene» disse lui sistemandole i capelli, poi andò ad aprire la porta e fece passare prima Brianna.
«Mi dispiace» le disse Nicholas.
«Non preoccuparti. A quanto pare entrambi lo volevamo. È solo che…»
«Cosa?» le fece eco Nicholas.
Brianna si voltò verso di lui.
«Ti amo Nicholas, ma non possiamo stare insieme. Non è ingiusto?»
«Si lo è»
«Ma è colpa mia»
«Non è vero…»
«Si invece. Se io non mi fossi messa in testa di fare quella specie di esperimento quest’estate forse noi saremmo ancora insieme»
«Non pensarci ok?»
«Forse è meglio che me ne ritorni in hotel»
Proprio in quel momento era comparsa Amanda con Amber.
Si era proprio dimenticata che loro due erano lì.
«Amore!» urlò Amber a Nicholas.
«Ehi…» disse lui.
«Bri, tutto bene?» le chiese Amanda.
«Si certo. Vado a prendermi qualcosa da bere»
«Vengo con te» disse Amanda.
Le due amiche cominciarono a bere qualsiasi tipo di alcol presente quella sera.
Verso mezzanotte Brianna non riusciva più a reggersi in piedi.
«Credo che tu abbia esagerato Bri» le disse Amanda.
«Chi se ne frega!»
«Bene! Andiamo in hotel ora!»
«Si, forse è meglio»
Mentre Amanda guidava Brianna all’uscita Nicholas le vide e corse verso di loro «Tutto bene?»
«Si. Ha esagerato un po’. La riporto in hotel»
«Posso portarla io. Tu resta qui a divertirti»
«No preferisco andare via anche io»
«Ok vengo con voi allora»
«E Amber?»
«Giusto. Portala in albergo, vi raggiungo più tardi»
«Ok»
Amanda uscì dal pub insieme a Brianna. Per fortuna non c’erano fotografi, non c’era nessuno. Entrarono in macchina e disse all’autista di portarle in albergo.
Quando arrivarono Amanda fece un po’ di fatica a portarla su fino al secondo piano e di prendere l’ascensore non se parlava perché aveva paura.
Per fortuna Nicholas era lì. «Che velocità»
«Ho scaricato Amber a casa sua e sono corso qui. Dai, la prendo io»
«Ah grazie»
Nicholas la prese in braccio.
Brianna aveva affondato il volto sul suo petto e con un braccio gli cingeva il collo.
Una volta dentro la sua camera Amanda la spogliò e la mise sotto le lenzuola.
«Se vuoi posso rimanere io qui con lei» si offrì Nicholas.
«Lo so. Ma non preoccuparti. Vado a cambiarmi e torno. Puoi stare qui?»
«Si certo!»
Mentre era da solo con Brianna lui cominciò ad accarezzarle i capelli. A quel punto Brianna si svegliò.
«Che ci fai tu qui? E come ci sono arrivata io qui!»
«Non preoccuparti. Ti abbiamo portato io e Amanda»
«Ah ok…» disse lei crollando di nuovo.
Quando Amanda fu di nuovo in quella stanza gli disse
«Puoi andare se vuoi… Resto io»
«No, preferirei restare qui»
«Ok…»
Passarono tutta la notte a parlare, poi Amanda si addormentò sul divano e Nicholas restò seduto su una poltrona accanto al letto.
Brianna si era mossa parecchio e ogni volta aveva desiderato che si svegliasse e che gli dicesse di lasciare Amber per poter stare insieme.
Purtroppo niente… solo il tempo sarebbe stato il vero giudice e solo lui avrebbe potuto svelare il loro futuro.

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


CAPITOLO 35

 
Il giorno dopo Brianna si era svegliata con un fortissimo mal di testa e senso di nausea, ma non aveva avuto bisogno di correre in bagno ogni cinque minuti.
«Tutto bene?» le chiese Nicholas quando aprì gli occhi.
«Si» si limitò a dire lei. Provò ad alzarsi, ma le girava troppo la testa.
«Forse è meglio che stai seduta»
«Dov’è Amanda?»
«Dorme sul divano»
«Ma tu che ci fai qui?» disse lei quando si rese conto che erano nella sua camera d’albergo.
«Sono rimasto per te. Volevo assicurarmi che stessi bene»
«Ah. Beh grazie allora»
«Figurati. Adesso io vado. Ti lascio un po’ da sola. visto quello che è successo ieri sera è meglio che stiamo un po’ separati»
«Si forse è meglio» disse lei, ma non voleva proprio separarsi da Nicholas.
«Ci vediamo domani alla sfilata»
«Si»
Quando Nicholas uscì dalla stanza Brianna sprofondò tra i cuscini. Qualche secondo dopo Amanda la raggiunse.
«Ehi splendore, come stai?»
«Oggi non splendo proprio. Ho un mal di testa tremendo. Dammi qualcosa per favore»
«Non puoi farci niente. Ti passerà. Dai andiamo a vestirci e andiamo a fare colazione»
Brianna avrebbe voluto rimanere a letto, ma c’era una sfilata da preparare e tutti contavano su di lei. Più di tutti Teresa.
Mezz’ora dopo erano al bar con una tazza enorme di caffè.
«Teresa poco fa ha chiamato» disse Amanda.
«Che voleva?»
«Alle dieci dobbiamo andare in un locale. Dice che si farà lì la sfilata»
«Ah ok. Ti ha dato l’indirizzo?»
«Si»
«Perfetto. Andiamo»
Quando raggiunsero l’edificio videro un muro umano di fotografi appollaiati nella speranza di poter fotografare la stilista. «Cavolo! Non possiamo entrare da qua» si lamentò Amanda.
«Non preoccuparti. Se vogliono delle foto, le avranno! Non mi importa»
«Sei sicura?»
«Si. Forza andiamo!»
Quando scesero dalla macchina non si voltò nessuno, ma quando Brianna cominciò a salire la piccola rampa di scale tutti si accorsero che era la stilista Brianna Tilden e cominciarono a scattare fotografie. Per fortuna Brianna indossava un paio di occhiali scuri, quindi i fotografi non avrebbero potuto vedere i suoi occhi gonfi.
Nonostante tutti i fotografi ai lati Brianna e Amanda riuscirono ad entrare.
Quando fu dentro il grande salone dove si sarebbe svolta la sfilata vide Teresa, tutte le modelle, tutta la troupe e… Nicholas?!
Lui si avvicinò a lei e disse «Mi dispiace. Non sapevo che mia madre aveva intenzione di farmi stare qui»
«Non preoccuparti»
«Brianna cara» urlò Teresa.
Brianna avrebbe voluto dirle di non gridare, ma poi lei le avrebbe chiesto il perché e alla fine tutti avrebbero saputo che la sera prima la loro stilista aveva alzato un po’ il gomito. Meglio soffrire in silenzio.
«Ciao Teresa»
«Stai bene?»
«Si certo» disse lei togliendosi gli occhiali.
«Oh cielo! Ma che hanno i tuoi occhi?»
«Ah, niente. Ho passato la notte in bianco»
«Hai bisogno di un bel massaggio. Te lo prenoto per oggi pomeriggio»
«Non devi Teresa. Lo faccio io»
«Va bene»
«Allora? Iniziamo?»
«Si. Hanno già sistemato tutta la passerella. Volevamo sapere qual è il tuo colore preferito»
«Rosso sangue e blu cobalto»
«Ah, allora Nicholas aveva ragione»
Brianna si voltò verso di lui «Te lo ricordi ancora?»
«Certo» disse lui sorridendole.
Poi Brianna si voltò nuovamente verso Teresa «A che vi serve sapere il mio colore preferito?»
«Volevamo mettere dei veli di quel colore per accompagnare le modelle che salgono sulla passerella»
«Entrambi i colori non possono essere messi insieme. Sono troppo forti e contrastanti tra di loro. Voglio dei colori più tenui»
«Ok, va bene»
Brianna prese una cartellina e cominciò a leggere una lista che vi si trovava all’interno.
Era quasi tutto fatto, mancavano solo quei veli.
«Qui non manca più nulla» disse a Teresa.
«Si, credo sia tutto perfetto»
«Un’ultima cosa» disse Brianna.
«Cosa?» le chiese Teresa.
»Presenterò solo una collezione, quella estiva, visto che siamo ad aprile. Le sfilate per le altre collezioni le abbiamo già fatte. Questa ancora non è uscita e avrà una sfilata tutta sua»
«Va bene. Se lo dici tu»
«Grazie. Bene ragazzi. Ci vediamo domani alle sette»
Man mano la folla si disperse e nella sala rimase solo Brianna.
«Non vedo l’ora che finisca tutto. Voglio tornare a casa» disse a Nicholas che si stava avvicinando a lei.
«Immagino quanto possa essere stanca»
«No, non è questo. Però mi manca svegliarmi ad un orario decente la mattina, fare colazione tranquillamente, all’ora di pranzo tornare a casa e passare il pomeriggio a lavoro senza nessuna pressione»
«Ma hai tutto questo! Cosa puoi volere di più?»
«Non mi lamento di quello che ho. Sono contenta di dove sono arrivata e sono contenta anche del fatto che tua madre mi ha ceduto la sua parte della compagnia, ma ho ventidue anni Nicholas e invece di godermi la vita come fanno la maggior parte dei miei coetanei, sto gestendo una compagnia che cresce ogni giorno di più»
«Finita questa sfilata avrai un po’ di riposo. Dopo la serata di domani tutti conosceranno quanto sei fantastica e quanto sei brava!»
«Grazie…» disse lei sorridendo.
«Senti Brianna… mi dispiace per il bacio di ieri sera. Non avrei dovuto»
«Tranquillo; è acqua passata! Adesso vado. Ho proprio bisogno di un po’ di relax»
«Va bene»
Dopo che Brianna ritornò in albergo e dopo aver usufruito del centro massaggi di cui parlava Teresa, si chiuse in camera sua e si fece portare una pizza.
Guardò la tv tutta la sera. Era un po’ nervosa per la sfilata; nervosa per quando sarebbe toccato a lei sfilare.
Quella sera aveva preso sonno subito, un po’ per la stanchezza, un po’ per il ricordo dei massaggi.
Era meglio così, almeno il giorno dopo si sarebbe svegliata più riposata.
 
18 Aprile: il giorno tanto atteso.
Brianna si era svegliata di buon’ora e non faceva altro che controllare e ricontrollare gli abiti che aveva già controllato un milione di volte.
«Brianna basta!» le avevano detto Teresa, Amanda, Nicholas e tutti gli altri.
«La sfilata è esattamente come quella che abbiamo fatto, non c’è motivo di preoccuparsi» le disse Teresa.
«No! Questa non è come quelle che abbiamo già fatto. Qui si tratta di qualcosa di più grande… aiuto…»
«Tranquilla, andrà tutto bene» la rassicurò lei accarezzandole la schiena.
«Non vedo l’ora che passi»
«E poi te ne pentirai»
«Si, è probabile. Allora, andiamo a prepararci»
Tutte le dieci modelle seguirono pian piano Brianna nel salone dietro la passerella. A poco a poco tutte iniziarono a prepararsi.
A poco a poco anche tutti gli invitati alla sfilata si stavano accomodando.
«Ciao Brianna!!» esclamò una ragazza alle sue spalle, mentre lei sistemava dei merletti ad un abito.
Brianna si voltò e si trovò davanti Tina.
«Ciao Tina! Sei qui!»
«Si. Non vedevo l’ora che iniziasse»
«Dai vieni qui. Ti presento un paio di persone»
Brianna si avvicinò a Teresa «Teresa, questa è Tina, una mia amica. Tina, questa è Teresa: la mente della compagnia»
«È un piacere conoscerla» disse cordialmente Tina.
«Il piacere è tutto mio Tina»
Poi si avvicinarono ad Amanda «Amanda, ti ricordi di Tina?»
«Si certo. Ciao. È un piacere vederti!»
«Ciao. Anche io sono contenta di vedervi, soprattutto di stare qui!»
«Ci credo! Divertiti!»
«Certo, grazie»
«Ah, e qui c’è…» si bloccò perché aveva visto Nicholas con Amber «Ci sono Nicholas ed Amber. Ciao ragazzi, lei è Tina»
Nicholas parlò per primo «Ciao Tina, è un piacere rivederti»
«Ciao, è un piacere anche per me» disse la ragazza sorridendo con un certo imbarazzo.
Amber invece sembrava non interessarsi completamente. Aveva un cellulare incollato all’orecchio e non faceva altro che parlare. «Beh, ci vediamo tra poco» disse Brianna. «Vieni con me» continuò rivolgendosi a Tina.
La ragazza seguì Brianna dappertutto. Lei si muoveva tra una modella e l’altra per assicurarsi che tutto fosse al suo posto.
Quando la sfilata iniziò e gli applausi cominciarono a sovrastare la musica, Brianna cominciò un po’ a rilassarsi «Brianna devi prepararti!» le gridò Amanda.
«Ehi Tina, adesso io devo correre a prepararmi. Hai un posto in prima fila sul lato destro. Và a sederti là. Ci vediamo tra poco»
«Ok. Sei grande Brianna! Tutti ti adoreranno. Non hai motivo di essere nervosa!»
«Grazie tesoro»
Quando Tina si allontanò Brianna corse a prepararsi.
Lei doveva uscire per ultima e c’erano ancora quattro modelle prima di lei. In un baleno era già dentro l’abito. Salì sulle scale dietro l’ultima modella.
Si sentiva strana e imbarazzata, ma doveva farcela.
Quando anche l’ultima modella uscì dalla passerella, le luci si spensero. I veli erano all’altezza dell’entrata sulla passerella e Brianna stava dietro di essi.
I fari colorati furono puntati su di lei, che era ancora nascosta e, pian piano, quasi come se tutta la scena fosse stata vissuta a rallentatore, i veli si alzarono. Brianna mise un piede fuori, poi l’altro. In un batter d’occhio fu sulla passerella.
Un abito lungo, soltanto un body le permetteva di non ritrovarsi nuda davanti a tutti, fatto di veli. Tanti veli che si attorcigliavano tra di loro. Avevano tonalità di blu diverse. Una fascia argentea fermava tutti quei veli sotto il seno, coperto da una fascia. Al centro era stato cucito un altro velo, più resistente, che permetteva a chiunque indossasse l’abito di poterlo attaccare dietro al collo, per evitare di farlo cadere, nonostante fosse abbastanza attillato.  Brianna aveva sempre pensato che quell’abito era la cosa migliore che avesse mai disegnato; infatti, mentre sfilava sulla passerella ricevette molti applausi. Tra la folla, poi, vide Nicholas che batteva le mani. I loro sguardi si incrociarono e lei non poté fare a meno che sorridere. Quando fu arrivata all’estremità, tutte le altre ragazze la raggiunsero.
Quando furono tutte insieme, tutti coloro che erano seduti si alzarono e continuarono ad applaudire.
«Grazie» disse Brianna dopo che qualcuno le aveva passato il microfono «Grazie a tutti voi per essere qui! Grazie davvero. È importante il vostro supporto!»
Mentre tutte le ragazze scendevano dagli scalini laterali per poter andare a cambiarsi, Brianna era rimasta sulla passerella a piangere.
Si, piangeva!
Era davvero felice. Felice di tutto il successo che aveva ottenuto, felice che le persone apprezzassero il suo lavoro, felice di aver realizzato il suo sogno.
«Brianna andiamo!» le aveva detto Nicholas vedendola ancora lì sopra. «Ehi…» continuò lui.
«Sto piangendo»
«Lo vedo, ma perché?»
«Perché sono felice»
«Ah meno male» disse lui ridendo «Sei bellissima e questo vestito è davvero unico! Davvero bello!»
«Grazie»
«Su dai. Vatti a cambiare che ti stanno aspettando»
Brianna scese dalla passerella e si diresse ai camerini per potersi cambiare.
Aveva indossato un corpetto nero con una gonnellina di taffetà di seta color prugna. L’insieme dava un bel vestitino che fece girare molti uomini.
«Per fortuna sei single» la punzecchiò Amanda.
«Peccato che di tutti gli uomini che ci sono qui me ne interessi solo uno» disse con una risata maliziosa Brianna.
«Dai andiamo a prendere qualcosa da bere»
«Non posso, devo incontrare alcune persone. Ci vediamo dopo»
«Ok»
Brianna aveva passato tutta la serata a parlare con gente importante, a detta di Teresa.
Solo quando la festa per tutti i presenti alla sfilata si trasformò in una festa per le modelle e diciamolo, per coloro che avessero meno di trent’anni, Brianna poté divertirsi un po’.
 
Quando era tornata in albergo era stanchissima, ma felice del grande risultato ottenuto.
Teresa le aveva detto che il giorno dopo, sicuramente, si sarebbe parlato tanto del suo successo. Infatti…
Il mattino dopo Nicholas aveva bussato piano alla sua porta. Quando lei l’aveva aperta lo aveva visto con un giornale in mano.
C’era una foto di lei in primo piano che la ritraeva con il vestito che aveva indossato!
«Complimenti» le aveva detto lui
Brianna aveva sorriso, preso il giornale e appoggiatasi allo stipite della porta. «Tutto bene?» le aveva chiesto Nicholas preoccupato.
«Si certo. È solo che non mi aspettavo tutto questo!»
«Beh ti ci dovrai abituare. Questo è solo l’inizio!»
«Lo so… ma è tutto così strano…»
«Dai, andiamo a fare colazione!»
Vedendo che Brianna esitava, Nicholas aggiunse «Non siamo solo io e tu, ci sono anche gli altri»
«Si certo… lo so!» disse lei mostrando un sorriso un po’ imbarazzato.
«Ci vediamo giù»
«Certo»
Dopo che Nicholas fu uscito dalla camera, Brianna si buttò tra le lenzuola e cominciò a saltare dalla felicità. Era felice di aver realizzato il suo sogno… davvero molto felice. Voleva solo che anche la sua famiglia e i suoi amici facessero parte del suo sogno.
Si vestì in fretta e scese al ristorante, dove l’aspettavano tutti seduti. Quando entrò prese posto vicino Amanda. Tutti continuarono a farle i complimenti. Brianna non aveva mai sopportato i complimenti, la facevano sentire vulnerabile. Era tutto finito e ora era quasi famosa, almeno in Australia… strano. Era l’ultimo paese, eppure la conoscevano più lì che in Europa.
 
Ora che la sfilata era finita, tutto era ritornato al suo posto, i vestiti tutti dentro una baule gigantesco, Brianna non sapeva se ritornare a casa o restare e passare le vacanze estive in Australia.
Era ancora Aprile, quindi decise di ritornare a casa. Voleva passare un po’ di tempo a casa con i suoi e poi con Amanda sarebbe ripartita per le vacanze australiane.
Durante gli ultimi giorni trascorsi in Australia, Brianna passò un po’ di tempo al mare.
Con Nicholas non aveva avuto più nessun contatto.
Dopo quella mattina, a colazione, era andato via, sotto lo sguardo di Brianna, dicendo che aveva del lavoro da fare e che era già in ritardo.
Beh, dopo quel giorno non si era fatto più rivedere.
 
Erano passate settimane dalla sfilata e qualche giorno da quando aveva lasciato l’Australia per affrontare nuovamente un viaggio di diciotto ore per ritornare a casa.
Sua madre e tutta la famiglia era felice di rivederla. L’avevano accolta in una maniera quasi esagerata.
Avevano fatto un enorme festa.
Mancava da un bel po’ di tempo, ma era davvero esagerato fare una festa per il suo ritorno. Ma quando si ritrovò dentro una grande sala, si rese conto che quello non era solo un caldo e sonoro benvenuto, ma anche, e soprattutto, un gigantesco “CONGRATULAZIONI” per il suo successo. Per aver realizzato il suo sogno. C’erano manichini che indossava riproduzioni dei suoi capi d’abbigliamento.
Brianna non poté che essere grata per tutto quello che vedeva ai suoi genitori.
Erano proprio loro che l’avevano spinta a inseguire il suo sogno quando lei ci aveva quasi rinunciato.
Era a loro che doveva tutto quell’improvviso successo e la realizzazione di tutto quello che aveva da tempo sognato.
La serata era passata tranquillamente, ma quando Brianna ritornò a casa sua e, dopo essersi messa a letto, scoppiò in un pianto liberatorio.
Provò a chiamare Abigail, ma niente, non rispondeva.
Compose il numero di Amanda e per sua fortuna rispose subito.
«Ehi, Bri…»
«Ciao Amanda, scusa se ti chiamo a quest’ora» disse singhiozzando lei «Ma ho bisogno di parlare con qualcuno»
«Tesoro, che succede? Non preoccuparti. Non mi hai disturbato. Dimmi pure»
«Stasera i miei hanno organizzato un enorme festa per tutto il mio successo»
«È grandioso, ma allora perché piangi?»
«Si è davvero bello, sono contenta che tutto stia andando per il verso giusto, ma io non sono felice Amanda, non lo sono per niente»
«Ti riferisci a Nicholas, vero?»
«Non lo so… credo di si!»
«Che vuoi fare?»
«Non posso fare nulla. Sta con… nemmeno ricordo come si chiama!»
«Amber! Si chiama Amber»
«Ah ecco Amber! Sta con lei, quindi che posso fare?»
»Sei sicura che stiano ancora insieme? È da un po’ che non vi sentite, magari si sono lasciati. Mandagli un messaggio»
«Non siamo più ragazzini di 17 anni. Che gli mando a fare il messaggio?»
«Allora chiamalo»
«Si e che gli dico?»
«A questo punto, credo ti convenga dire la verità…»
«Eh? Sei pazza?»
«Brianna, ascoltami… da quant’è che state in questa situazione?»
«Beh, da un bel po’ direi… un anno e due mesi»
«Appunto!! Cavolo Bri!! Un anno e ancora non hai capito se puoi perdonarlo o no? Se lo ami sul serio? Credo sia un bel po’ di tempo. E poi c’è stato anche quel bel bacio a Sydney. Perché non superi tutte queste tue paranoie e ti decidi a chiamarlo e gli proponi di vedervi? Non fartelo scappare Brianna. Lui è davvero un bravo ragazzo da quando conosce te, prima era davvero un deficiente!»
«Tu come fai a saperlo?»
«Abbiamo fatto l’università insieme. Solo che lui non si ricorda di me. In effetti lui era quello che riusciva a portarsi a letto più donne in un mese, con gli amici poi facevano i resoconti. Molte mie amiche dell’università sono cascate nelle sue trappole. Non l’ho mai visto comportarsi così per una donna»
«Accidenti… Così come?» chiese confusa lei.
«Così nel senso che ai tempi dell’università ti avrebbe già dimenticata e passato ad altre donne»
«L’ha fatto Amanda»
«Con quante ragazze è stato da quando non state più insieme?»
«Due credo»
«Appunto… prima due ragazze ce le aveva nel giro di pochi giorni. Ne scaricava una e ne trovava subito un’altra»
«Lo stai descrivendo come un ragazzo cattivissimo»
«Era davvero così Brianna, credimi»
«Lo so, me ne aveva parlato una volta lui!»
«Ah ecco. Comunque adesso è molto diverso. È davvero preso da te. È davvero innamorato Brianna»
«Allora perché si è messo prima con Brenda e ora con Amber?»
«Questo non so dirtelo, ma ti conviene non voltarti a guardare il passato! Devi cercare di sistemare tutto ora per viverti bene il presente e ovviamente pensare al tuo futuro»
«Ormai vivo alla giornata!»
«Non posso darti torno!» disse ridendo Amanda.
«Dai, adesso mettiti a letto e fatti una bella dormita, domani mattina lo chiami!»
«Forse è meglio che lo chiamo ora. Se lo chiamo domani mattina, là è notte!»
«Si, hai ragione, ma sono sicura che non passerà la sera a casa, quindi penso che lo troverai sveglio!»
«Questo è anche vero. Grazie Amanda. Sei davvero un’amica. Scusa se ti ho disturbato!»
«Tranquilla. Puoi chiamarmi quando vuoi a qualsiasi ora! Buonanotte piccola!»
«Grazie. Buonanotte!»
Dopo quella conversazione con Amanda, Brianna riuscì a prendere un po’ di coraggio. Amanda aveva ragione. Doveva farsi una bella dormita e poi chiamarlo il giorno dopo; ma il giorno dopo non avrebbe avuto il coraggio che aveva in quel momento e che le serviva per affrontare quella situazione con Nicholas. Decise, quindi, di chiamarlo quella notte stesso. Erano le undici di sera, più o meno sarebbe dovuta essere l’ora di pranzo a Sydney.
Compose il numero australiano di Nicholas e attese. Passò un bel po’ prima che rispondesse. Ma non rispose nessuno.
Brianna chiuse il telefono un po’ delusa. Sperava davvero che rispondesse, ma non l’aveva fatto, quindi, decise di mettersi a letto. Era meglio così! Voleva dire che il destino non aveva scritto che lei doveva parlare con Nicholas quella sera. Forse non doveva proprio parlare con lui. Magari non si sarebbero più rivisti.
Brianna aveva lasciato a briglia sciolta il suo cervello, che stava elaborando le cause più terribili per cui Nicholas non aveva risposto a quella chiamata.
Era già entrata nella zona depressiva del suo umore, tanto che si coprì la testa con il cuscino per soffocare le lacrime che cominciavano a inondarle gli occhi.
Ad un tratto sentì squillare il cellulare. Guardò il display: Nicholas! Era lui! La stava richiamando!
Si schiarì la voce e rispose. «Pronto?»
«Ehi…»
«Ciao»
«Ciao… hai chiamato poco fa?»
«Ehm… si»
«Ah ok. Scusa, è che non ho fatto in tempo a rispondere. Sono in spiaggia»
«Ah capisco, non preoccuparti»
«Volevi dirmi qualcosa?»
«No, no nulla di importante!»
«Ah ok…» Nicholas rispose con un filo di delusione nel tono della voce.
Sicura di aver percepito quella piccola delusione Brianna fece un respiro profondo e disse «A dire il vero si Nicholas»
«Dimmi» Adesso si poteva sentirlo sorridere.
«Ecco… io… è passato un anno da quando ci siamo lasciati. Mi chiedevo se possiamo vederci. Dobbiamo parlare! Cioè io ti devo parlare»
«Si, volentieri, ma come facciamo?»
«Tra qualche settimana dovrei partire per le vacanze. Sarò a Melbourne per tutta l’estate. Ci possiamo vedere lì?»
«Si certo… Mandami una mail quando stai per partire. Ci incontriamo in aeroporto?»
«Ok, perfetto!»
«Bene!»
«Già… grazie per aver richiamato Nicholas»
«Figurati. Mi ha fatto piacere sentirti»
«Anche a me. Adesso vado a dormire»
«Ah già, lì è già buio»
«Si, ci prepariamo per il giorno successivo»
«Si infatti. Noi già ci siamo dentro!»
«Allora… Buona giornata Nicholas»
«Grazie. Buonanotte Brianna»
Quando chiuse la comunicazione Brianna era felicissima. Non vedeva l’ora di incontrarlo.
Aveva prenotato per i primi di novembre ed era solo metà maggio. Adesso il tempo sembrava non passare più.
Le sembrava già così. Quella notte era passata molto lentamente. Lo faceva di proposito?!

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***


CAPITOLO 36

 
Gli ultimi giorni di maggio erano passati così lentamente che Brianna per poco non chiamò l’agenzia per anticipare la partenza. Era impaziente di prendere quell’aereo e le diciotto ore che avrebbe dovuto passare sull’aereo sarebbero state uno strazio.
Meno male che si era attrezzata bene. I-pod, libro e qualche cruciverba se proprio non voleva leggere.
Quando salì sull’aereo stava già meglio. «Solo diciotto ore» si ripeteva per calmarsi «Solo diciotto ore»
Ok, magari stava esagerando. Si, stava esagerando. Perché? Perché era stata lei ad allontanarlo? Si era proprio per questo; ma era passato più di un anno ed era pronta a chiarire e a parlare di tutto quello che era successo tra di loro, per porre fine a quell’agonia.
Se poi Nicholas non sarebbe stato disposto a ritornare con lei, allora se ne sarebbe fatta una ragione.
 
Brianna aveva passato la maggior parte del tempo a dormire e quando si era svegliata aveva capito che mancavano si e no sei ore prima di arrivare. Accese l’I-pod e iniziò a fare qualche cruciverba, senza grandi risultati. Aveva preso quello con le soluzioni, così il lavoro sarebbe stato più facile. Dal suo cellulare mandò un’ e-mail a Nicholas “Ehi, ciao Nicholas. Volevo dirti che sono già sull’aereo e che mancano circa sei ore all’arrivo. Ci vediamo più tardi”. Più tardi?! Si era appena ricordata che non sapeva nemmeno che ore erano.
Guardò sul cellulare e notò che erano le cinque del pomeriggio. Sarebbe arrivata alle undici ed era già esausta. Non sapeva proprio come affrontare Nicholas in quello stato. Guardò nuovamente il cellulare. Aveva ricevuto un messaggio. Era Nicholas “Occorrono solo un paio d’ore da Sydney a Melbourne. Parto stasera. Non vedo l’ora di vederti
A quell’ultima affermazione, Brianna non poté che sorridere. Prometteva bene? Chissà. Sapeva solo che anche lei non vedeva l’ora di rivederlo. Continuò ad ascoltare la sua musica preferita, finché le hostess non annunciarono di allacciare le cinture perché il pilota si stava preparando ad atterrare. Era già passato tutto quel tempo? Nemmeno se ne era accorta. O forse si era addormentata di nuovo. Odiava il fuso orario. La stordiva e non le faceva capire più nulla.
Quando l’aereo fu fermo, aspettò un bel po’ prima di poter uscire, ma quando fu fuori, si diresse verso il recupero bagagli e una volta prese le sue valigie uscì dall’aeroporto. Che strano… Si aspettava di trovare Nicholas dentro, ma niente. Non c’era nessuno, tranne i familiari di alcuni passeggeri che avevano viaggiato con lei prima. Magari ancora non era arrivato. Si mise a sedere in una delle panchine vicino l’entrata e aspettò. Non volle nemmeno chiamarlo, magari dormiva o aveva il cellulare spento.
Mentre combatteva contro l’istinto di dormire, qualcuno si avvicinò a lei.
«Scusa il ritardo» disse un ragazzo alto e con un paio di jeans strappati sul ginocchio.
A Brianna non serviva vederlo, per capire che quella voce appartenesse a lui.
«Non preoccuparti!» disse lei alzandosi «È bello vederti»
«Lo stesso è per me! Ciao Brianna»
«Ciao Nicholas!»
Lui l’abbracciò e, nonostante lei desiderasse quel momento da tanto, si trovò quasi a disagio.
«Mi sei mancato!» disse lei, cacciando le lacrime che le stavano per inondare gli occhi.
«Anche tu. Tanto! Dai andiamo»
Prese tutte le valigie, uscirono dall’aeroporto e presero un taxi. Brianna diede all’autista l’indirizzo dell’hotel. Durante il viaggio parlarono poco. Forse per conservare le loro energie per una discussione più impegnativa dopo o forse perché quel momento era talmente bello che non volevano rovinarlo. Brianna non voleva sapere nulla, semplicemente stare in quel modo con lui per un bel po’, ma ovviamente, quando sei felice il tempo passa velocemente; non ti da nemmeno il tempo di assaporare quei momenti di delizia, quei momenti di gioia che sai dureranno poco, ma che lasceranno una traccia indelebile sul tuo cuore.
Quando furono davanti all’hotel, Nicholas l’aiutò a prendere le sue valigie ed entrarono.
«Stanze separate?» chiese lui.
Brianna lo guardò e si mise a ridere.
«Perché ridi?» le chiese lui.
«No niente» disse lei. Nicholas la lasciò fare e quando Brianna ritornò da lui, che nel frattempo si era seduto in uno dei divanetti della hall, aveva in mano la chiave di una stanza. Una sola. Stanza 12.
«Perché una?» chiese Nicholas.
«Non farti strane idee, ma è inutile prendere due stanze e poi ti ho già fatto sprecare abbastanza soldi per il viaggio. Sarai mio ospite nella stanza 12 di questo hotel»
«Ma smettila. Non dire sciocchezze. Comunque va bene. Mi fa piacere essere tuo ospite» concluse lui con un sorriso a trentadue denti.
Quando entrarono nella stanza Nicholas vide due enormi letti a una piazza e mezzo e quasi ne rimase deluso. Brianna vide il suo sguardo cambiare, ma non volle chiedere nulla.
«Beh, mi aspettavo un letto e non due» disse invece Nicholas.
«Lo so, ma ho pensato che sarebbe stato un po’ strano dormire nello stesso letto»
«E dormire nella stessa stanza in due letti diversi non è strano?»
«Si abbastanza, ma possiamo unirli se vuoi»
«Già comincia a piacermi»
Brianna sorrise e disse «Vado a darmi una rinfrescata, arrivo subito»
«Si certo. Io sistemo la mia roba»
«Ok»
Brianna passò circa dieci minuti a sistemarsi. Meno male che aveva messo un paio di jeans comodi, almeno non sentiva la necessità di doverseli togliere.
Quando uscì Nicholas era disteso sul letto, a quanto pare aveva scelto quello che voleva prendere lei, e stava armeggiando con il telecomando della televisione. Non si girò nemmeno a guardarla, ma questo non gli impedì di chiederle «Come stai?»
Brianna rimase spiazzata da quella domanda «Sto bene, grazie. Perché me lo chiedi?»
«Hai affrontato diciotto ore di viaggio. Non è una passeggiata»
«No infatti. Ma ho dormito tutto il tempo, quindi non mi sento per niente stanca»
«Ah bene»
Seguirono attimi di silenzio, poi Nicholas si alzò e si avvicinò a lei. Il cuore di Brianna sembrava volesse uscirle dal petto. Si impose di darsi una calmata.
Nicholas le accarezzò la guancia e gliele baciò. Brianna rimase immobile. Perché si sentiva così imbarazzata e a disagio?
Per evitare qualsiasi inconveniente Brianna con un solo passo si allontanò «Scusa, è che… dovremmo parlare prima di arrivare a così tanto»
«Si, hai ragione. Perdonami» Nicholas si allontanò e si sedette sul letto. «Di cosa vuoi parlarmi»
Ok, era arrivato il momento di sputare il rospo. Di dire tutta la verità, nient’altro che la verità. Ma da dove iniziare? «Non so da dove iniziare» disse lei sedendosi sul letto e portandosi le mani davanti la faccia.
«Non preoccuparti» la rassicurò lui. «Se vuoi inizio io»
Brianna annuì con la testa.
«Bene… beh, alla fine tu sai quello che vorrei dirti io, però per sicurezza, magari l’hai dimenticato, te lo ripeto. Io ti amo Brianna. Non ho mai smesso di farlo. Mi pento amaramente di tutto quello che ti ho fatto passare e mi dispiace tantissimo, credimi! Ma, credo di aver imparato la lezione, e so per certo che ho perso davvero tanto»
«Non hai perso me» disse lei abbracciandolo.
«Si questo è vero, sei ancora qui, ma quello che c’era prima tra di noi… insomma, non credo sia ancora vivo!»
«E questo chi lo dice?» disse Brianna alzando un sopracciglio.
«Tutto… cioè, io sto con Amber, tu, in realtà non ho capito bene cosa vuoi» così dicendo Nicholas si alzò velocemente dal letto e si avvicinò alla porta finestra.
«Ah, stai… stai ancora con Amber?»
«Si. Sto bene insieme a lei»
Adesso non voleva più ascoltarlo. Voleva solo dormire.
«Ehm… io esco. Ci vediamo più tardi» disse lei e velocemente prese la borsa e si diresse verso la porta.
«Cosa?» disse lui, ma Brianna era già schizzata fuori.
Non sapeva cosa stava facendo, nemmeno dove stesse andando, ma voleva uscire da quell’albergo. Che stupida era stata a voler prendere una sola camera per poter chiarire meglio le cose, per ritornare dall’uomo che aveva sempre amato, invece, lui stava con un’altra donna e in quel momento si sentì davvero persa, come se avesse passato quelle ultime settimane nella speranza che le cose andassero meglio di come erano andate fino a quel momento. La verità è che Brianna aveva sempre sperato che Nicholas stesse sempre lì ad aspettarla mentre lei se la prendeva con comodo. Non era poi così vittima lei…
Aveva passeggiato tutta la notte, quando, intorno le tre del mattino, decise di ritornare in hotel.
Quando entrò in camera, cercò di fare meno rumore possibile. Nicholas dormiva. Bene, non le andava di affrontarlo in quel momento. Andò a cambiarsi e in fretta scivolò sotto le lenzuola.
«Sei tornata finalmente»
A Brianna le si congelò il sangue. Era sveglio?
«Avevo bisogno di uscire»
«Cerca di dormire. Dobbiamo parlare domani»
«Fallo adesso» disse lei accendendo l’abat-jour accanto al suo letto.
«Ci conviene riposare e poi domani ne parliamo con calma»
«No Nicholas! Fallo ora. Almeno concludiamo una volta per tutte»
Nicholas sospirò rumorosamente, si alzò e anche lui accese la luce.
«Va bene, se proprio insisti!»
«Si»
«Sto con Amber, si! Avrei potuto stare da solo, ad aspettarti, ma mi piace, mi trovo bene con lei e le voglio davvero bene. Però non ho mai smesso di amarti Brianna, questo te lo assicuro!»
«Lo so, ti credo» Brianna fece un respiro profondo e continuò «Ti amo anche io, non ho mai smesso di amarti. E ogni volta che ti respingevo era semplicemente per il fatto che dovevo odiarti e volevo farlo, ma non ci riuscivo, non ci sono mai riuscita. È anche vero che siamo in questa situazione perché volevo capire se potevo davvero perdonarti per Parigi. Ma ho capito soltanto che non avevi nulla da farti perdonare. Dovevo essere sicura che non avessi più dubbi sul mio amore per te, per questo ho voluto stare anche con Sam. Dopo tutto questo tempo, sono arrivata alla conclusione che ti amo, che per me Parigi è ormai acqua passata e che vorrei davvero unire questi due letti per poter tornare a dormire tra le tue braccia come un tempo»
Nicholas alzò un sopracciglio. Un po’ sorpreso, un po’ sconvolto…
«Ma mi rendo conto che non è possibile, perché stai con Amber»
«Mi dispiace…»
«Tranquillo… quello che dovevo dirti te l’ho detto. Ora sto già meglio»
A Nicholas però non bastava quella scusa patetica… la conosceva da tre anni e poteva dire con certezza che non stava meglio per niente. Si alzò, spinse il suo letto vicino a quello di Brianna e si avvicinò a lei…
«Ma che fai?» chiese confusa lei.
«Avvicino il letto»
«Lo vedo, ma perché?»
«Perché voglio stare con te»
Brianna era più confusa… che voleva fare? Quando Nicholas si distese al centro dell’enorme letto le fece segno di mettersi vicino a lui.
Brianna timidamente si avvicinò e quando appoggiò la sua testa sul petto di lui, si sentì al settimo cielo, ma era solo una cosa momentanea, sarebbe durato solo poche ore.
«Non credo sia il caso di stare così vicini» disse lei.
«Perché?» disse Nicholas senza degnare Brianna di uno sguardo. 
«Perché non è giusto nei confronti di Amber, nei miei e nei tuoi»
«Lascia stare…» disse lui ridendo.
Brianna cercò di rilassarsi, ma non ebbe grandi risultati… solo quando lui cominciò ad accarezzarle un braccio, si rilassò e subito dopo si addormentò.
 
Quando il giorno dopo Brianna aprì gli occhi, si ritrovò davanti al petto nudo di Nicholas. Sgranò subito gli occhi, ma non poté liberarsi, poiché Nicholas la teneva stretta a sé. Stava dormendo e rimase affascinata dal suo volto così rilassato. Cercò di rimettersi a dormire, ma proprio in quell’istante anche Nicholas si era svegliato.
«Buongiorno» disse lei sorridendogli.
«Ehi ciao…» Anche lui sorrise.
Pian piano si allontanarono e Brianna cominciò a sentirsi veramente imbarazzata. Si mise sul suo letto, dandogli le spalle, mentre Nicholas stava seduto sulla sua metà di letto e controllava i messaggi.
«Ti va di fare colazione giù e poi andare in spiaggia? Che dici?» propose Brianna.
«A dire il vero, sta arrivando Amber»
«Ah ok, possiamo fare colazione insieme se per te va bene»
«Sei sicura?»
«Si, certo» Brianna cercò di mostrarsi il più sicura e felice possibile. C’era riuscita, ma dentro stava proprio male.
«Ok, glielo dico subito, ma devo scendere giù a cambiare camera»
«Si, infatti…»
«Scendo ora e vedo di sistemare le cose»
«Va bene»
Dopo circa mezz’ora Nicholas era ritornato in camera e aveva due chiavi in mano. Una singola e una matrimoniale.
Era davvero una tristezza dare quella chiave a Brianna, e lei stessa si sentiva molto imbarazzata nel ricevere quella scheda magnetica che avrebbe aperto la sua stanza. Come se non bastasse la sua era la numero 16 e quella di Nicholas e della sua “dolce metà” la 19.
Amber sarebbe arrivata tra qualche minuto – aveva viaggiato di notte, pur di arrivare il prima possibile per vederlo. Possibile che fosse davvero innamorata?
Dopo aver portato tutte le sue cose nella sua stanza e aver riportato la chiave nella hall, Brianna passò un po’ di tempo a guardarsi attorno.
Girava per la stanza e guardava tutto. L’arredamento, la disposizione del letto, il bagno. Il letto era un enorme baldacchino, con dei veli che scendevano giù dal soffitto, aveva cuscini enormi. Se quello era il letto ad una piazza e mezzo, non voleva immaginare com’era il letto matrimoniale. Le pareti erano ricoperte da una vernice scura; Brianna non riuscì a capire se era nero o blu, era comunque scuro, molto scuro.
L’armadio sembrava un’altra piccola stanza. Essendo un armadio era davvero enorme.
Sistemò tutti suoi vestiti lì dentro, cercando qualcosa di positivo, qualcosa che la facesse stare bene. La trovò nell’intera camera. Era piccola, accogliente e moderna. Come piaceva a lei. Avrebbe cercato di focalizzare la sua felicità su quella stanza.
Quando ebbe finito di sistemare tutto, mise il costume, un paio di pantaloncini e uscì. Voleva fare un giro e magari dopo sarebbe andata in spiaggia.
«Dove stai andando?» chiese una voce a qualche metro di distanza.
Brianna si voltò di scatto e, vedendo Nicholas, si rilassò. «Sto uscendo»
«Da sola?»
«Ti risulta che ci sia qualcun altro con me?»
«Ti faccio compagnia» disse lui avvicinandosi.
«Non è necessario. Non mi dispiace camminare da sola. E poi, non deve arrivare Amber tra poco?»
«Si, hai ragione»
«Come sempre…» disse lei ridendo.
«Ci vediamo più tardi a pranzo?»
«Si, certo» rispose con finto entusiasmo Brianna. L’ultima cosa che voleva era pranzare con Nicholas e Amber.
Quando Brianna uscì dall’albergo, gli passò per la mente di cambiare hotel, ma poi sarebbe stato troppo evidente; meglio non dare troppo nell’occhio. Chissà se Amanda la voleva raggiungere, o Abigail… era da un po’ che non la sentiva.
Compose il numero e aspettò che rispondesse.
«Pronto?»
«Abby sono io, Brianna!»
«Ah ciao! Come stai?»
«Sono stata meglio. Tutto bene?»
«No, non va per niente bene»
Brianna si fermò vicino ad un panchina e si sedette
«Abigail, cos’è successo?»
«Niente di che, è solo che sono stufa della vita che faccio qui. Ho lasciato l’università!»
«Cosa? NO, perché?»
«Perché non mi andava più di studiare!»
«Ma è un peccato Abigail, sei così brava!»
«Non mi importa… ormai è da un po’ che non ci vado»
«Perché non me l’hai detto?»
«Tu me l’hai chiesto?»
«Hai ragione. Ti ho escluso un po’ dalla mia vita, ma non l’ho fatto di proposito. È stato un periodo incasinato questo. Non ci siamo nemmeno viste per tutto il tempo che sono stata a casa. Mi sento terribilmente in colpa»
«Non preoccuparti. Sarai stata impegnata»
«Si un po’. Ho lavorato alla nuova collezione»
«Ecco infatti… Senti io devo andare. Ci sentiamo»
«Aspetta Abigail. Ti va di venire qui da me?»
«Dove? A Milano?»
«No, per il momento sono in vacanza. Sono in Australia. Ti va di venire?»
«No, ma grazie per il pensiero»
«Ah, va bene. Allora poi ci vediamo quando ritorno, promesso?»
«Certo. Ciao Brianna. Mi ha fatto piacere sentirti»
«Ti voglio bene. Mi manchi»
«Mi manchi anche tu!» Dopo aver riattaccato Abigail, sentì il cuore stringersi e si rese conto che le mancava davvero tanto e che una vacanza in Australia non le avrebbe fatto poi così male. Anzi ne aveva proprio bisogno. Tutto andava bene nella sua vita, qualche piccolo litigio con il suo ragazzo, ma alla fine si sistemava tutto. Ricompose il numero.
Brianna fu sorpresa di rivedere il numero della sua amica sul display «Ehi. Che cos’è successo?» chiese preoccupata Brianna.
«Quando posso venire?» disse tutto d’un fiato  Abigail.
«Davvero vieni?»
«Si, te lo sto chiedendo»
«Beh, anche subito. Ti ricordo che ci sono diciotto ore di viaggio. Sei sicura di poterle affrontare?»
«Si, poi mi rilasserò una volta arrivata. Dai dimmi quando posso venire»
«Ti chiamo più tardi io per dirtelo, tu fai la valigia. Metti dentro più cose che puoi»
«Va bene. Aspetto la tua chiamata, allora»
«Si!»
Quando Brianna riattaccò era super felice. Ritornò in hotel e andò a bussare alla camera di Nicholas.
Quando lui aprì, aveva solo un asciugamano che lo copriva dalla vita in giù. Brianna arrossì, ma cercò di nasconderlo, anche se dal sorriso compiaciuto di Nicholas, non c’era riuscita molto.
«Ciao, scusa se ti disturbo, ma ho bisogno di te»
Nicholas si rabbuiò, pensando che fosse una dichiarazione, ma Brianna si affrettò subito a chiarire «Non quel tipo di bisogno. Devo fare una cosa, mi serve il tuo aiuto. Disturbo?»
«Ehm… è arrivata Amber»
«Ah ok… non preoccuparti> disse lei sorridendo e dirigendosi verso la sua camera.
«Mi dispiace, ma…» Nicholas non ebbe nemmeno il tempo di finire che Brianna lo aveva già rassicurato dicendo che andava tutto bene e che non era niente di così complicato da non poter fare da sola.
«Se hai bisogno chiamami!»
Brianna non lo ascoltò nemmeno. L’ultima cosa che voleva era disturbarlo mentre stava con Amber.
Nella mezz’ora che aveva seguito il suo incontro con Nicholas, Brianna aveva prenotato il biglietto per Abigail, aveva sistemato le cose con l’albergo e aveva chiamato l’amica dicendole che sarebbe dovuto partire il giorno dopo e che all’aeroporto avrebbe trovato un posto riservato sul suo nome. Entrambe erano felicissime, ma Brianna non ci credeva ancora.
 
Erano passati due giorni, tra l’attesa per la partenza e le ore di viaggio, ma Abigail era lì!
Abigail era lì con Brianna. «Ciao straniera!» le aveva detto affettuosamente Brianna.
«Ciao straniera!!» aveva ripetuto Abigail.
«Sono contenta di vederti! Il viaggio è andato bene?»
«Si, tutto bene. Sono solo molto stordita!»
«Tranquilla, è il fuso orario. Passerà presto, vedrai! Che bello, non ci credo che sei qui!» disse lei abbracciandola.
«Nemmeno io… è così bello rivederti»
«Si lo è davvero! Forza andiamo. Sarai stanca!»
«Solo un po’. Ma dimmi… Nicholas? Dov’è?»
«Con Amber…»
«Amber? Chi è? Vostra figlia?» scherzò lei, anche se si pentì di averlo fatto «Scusa, è stata una brutta battuta»
«Non preoccuparti, è passato un bel po’ di tempo, non ci penso più», e invece ci pensava, eccome!! Spesso si ritrovava a pensare che la sua bambina o il suo bambino avrebbe avuto due anni e che, anche senza Nicholas, sarebbe stata felice. Comunque era acqua passata, era meglio non pensarci più. “«Amber è la sua ragazza»
«Eh? Non state insieme?» Abigail sembrava piuttosto sconvolta.
«No, non stiamo più insieme. Anche se, ci siamo incontrati qui per parlare, ma lei è arrivata l’altro ieri sera, quindi non abbiamo avuto modo di parlare, anzi, a dire il vero, non sono usciti proprio dalla loro camera>
« Mi dispiace… deve essere dura»
«Un po’ si, ma che posso fare?»
«Parlargli?»
«L’abbiamo fatto, ma mi ha fatto capire che non la lascerà!»
«Te la sei cercata un po’ anche tu, lo sai vero?»
«Si, questo lo so. Se non fosse stato per quella maledetta insicurezza non ci troveremmo in questa situazione»
«Che vuoi dire?»
Brianna scoppiò a ridere… «Abbiamo tantissime cose da dirci. Lo faremo in hotel»
Quando Abigail si buttò sul letto, stanca per il viaggio e sollevata perché si trovava lì, Brianna le si avvicinò.
«Ti va di andare a prendere una pizza o la facciamo portare qui?»
«Credo che per stasera sia meglio che la portino loro qui. Domani si esce!!» disse con un sorriso malizioso.
«Certo, che usciamo!»
Passarono circa venti minuti e le due ragazze si ritrovarono sull’enorme letto a mangiare pizza.
«Di quale insicurezza stavi parlando quando eravamo in macchina?» chiese Abigail, riprendendo il discorso di qualche ora prima.
«Ah si. È il momento della verità, eh?»
«Proprio così, sputa il rospo»
«Va bene, va bene» disse ridendo Brianna «Beh, io e Nicholas ci troviamo in questa situazione perché non ero sicura di poterlo perdonare per quello che era successo a Parigi. E non ero sicura che ci fosse soltanto amicizia tra me e Sam. Ci siamo lasciati pure per questo motivo»
«Aspetta, fammi capire un attimo» disse Abigail.
Brianna aveva un po’ di paura di ciò che stava per dire l’amica.
«Tu hai lasciato un ragazzo come Nicholas per poter constatare se amavi o meno Sam?!»
«Si, credo sia andata proprio così»
«Ma sei impazzita?!» aveva gridato Abigail.
»Ab, avevo bisogno di saperlo e non potevo scoprirlo stando con Nicholas. Anche perché non sarebbe potuto succedere quello che è successo!»
«Che cos’è successo?»
«Beh…» Brianna non riusciva a trovare le parole; eppure era una cosa così facile da dire, ed era passato quasi un anno.
«No! Brianna non dirmi che l’avete fatto?»
«Ok, se vuoi che non te lo dica!» disse ridendo Brianna.
«Oh mio Dio!»
«Dai, non farla così tragica!»
«No, è solo che non ci siamo dette così tante cose per così tanto tempo!»
«È vero, ma adesso siamo qui e parleremo di tutto»
«Si!» disse Abigail abbracciandola. «Allora… cos’hai capito? »
«Il giorno dopo ho capito che non era con Sam che volevo stare. Ho capito di aver amato sempre Nicholas, anche quando stavo con Sam, ma…» Brianna non riuscì nemmeno a finire che bussarono alla porta. Brianna si alzò dal letto e andò ad aprire. «Ciao Nicholas»
«Ciao. Che fai?»
«Io e Abigail stiamo facendo una piccola chiacchierata, tu?»
«Ah c’è Abigail?»
«Si, dai entra»
«Ehm…» disse lui guardandosi indietro «Si ok, dieci minuti non faranno male a nessuno»
«Che succede?» chiese Brianna.
Nicholas non le rispose e andò ad abbracciare Abigail.
«Ciao Abigail!! Che piacere rivederti!»
Abigail che si era alzata per salutarlo si ritrovò tra le braccia di Nicholas «Ehi ciao Nicholas, è un piacere anche per me rivederti!»
«Come stai?» chiese lui.
«Non mi lamento, tu?»
«Sto bene» disse, accompagnando la risposta con un sorriso smagliante.
Poi, all’improvviso, Nicholas si voltò verso Brianna.
«Che programmi avevate per stasera?»
Brianna guardò l’amica e disse «A dire il vero…»
«A dire il vero, avevamo intenzione di uscire stasera. Hai qualcosa da proporre?» Abigail concluse la frase al posto di Brianna, anche se non era esattamente quello che Brianna aveva intenzione di dire.
Nicholas guardò Brianna e disse «Non conosco la zona, però questo è uno dei posti più esclusivi di Melbourne. Non sarà difficile trovare un bel locale»
«Allora, fantastico!! Dieci minuti e siamo pronte!»
«Ok, allora ci vediamo giù, tra dieci minuti!»
«Si certo» strillò Abigail.
Nicholas guardava Brianna, come se aspettasse la sua conferma «Certo, a dopo» concluse lei.
Dopo che Nicholas uscì dalla camera, Brianna si avvicinò ad Abigail e le sussurrò «Ma tu non eri quella che voleva rimanere in camera?»
«Hai bisogno di stare con lui e parlare»
«Non credo che una serata in un locale sia l’ideale per parlare»
«Lo so, però devi battere il ferro finché è caldo. Se non l’hai capito ha litigato con… come si chiama?»
«Amber?»
«Si, esatto. Ha litigato con Amber»
«Ma tu come fai a saperlo?»
«Tu non ascolti mai, quando la gente parla. Glielo hai pure chiesto. Prima che entrasse lui si è guardato indietro e ha detto che dieci minuti non avrebbero fatto male a nessuno. A chi avrebbe potuto riferirsi?»
«Non saprei, comunque, è meglio che ci prepariamo!»
«Si, vai. Io so già cosa farti indossare!»
«Ah bene»
«Cara la mia Brianna, tu sei parecchio strana e davvero non ti capisco»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che sei perdutamente innamorata di Nicholas, vorresti tornare con lui, ma quando ce l’hai vicino o avete la possibilità di stare insieme ti tiri indietro. Ma come cavolo ragioni?»
«Ho paura»
Abigail le si avvicinò e l’abbracciò. «Non averne tesoro. Non averne. Ci sono io qui e puoi contare su di me»
«Grazie» disse Brianna con le lacrime agli occhi.
«Eh dai, non piangere»
Entrambe risero e insieme andarono a vestirsi.
Esattamente dieci minuti dopo scesero e trovarono Nicholas che le aspettava su alcuni divani posti nella hall.
«Eccoci qui!» strillò di nuovo Abigail.
«La smetti di gridare?» la rimproverò Brianna.
«Smettila tu!»
«Andiamo?» chiese Nicholas.
«Si certo» questa volta fu Brianna a rispondere.
 
Abigail aveva passato tutta la serata a ballare, mentre Brianna, che voleva tanto raggiungerla, era rimasta con Nicholas, che, visto le sue scarse doti nella danza, si era accomodato su un divano e ci stava rimanendo per tutta la sera, sorseggiando ogni tanto il suo drink.
«Come mai Amber non è venuta?» chiese Brianna sedendosi accanto a lui.
«Diciamo che ha preferito ritornarsene a Sydney»
«E che ci fai tu qui? Non dovresti seguirla o qualcosa del genere?»
«Non lo so» rispose amareggiato lui.
«Dai, domani prendi il primo volo e la raggiungi; sono sicura che, qualsiasi cosa sia successa, la risolverete. Andiamo a ballare»
«No, è meglio che io stia qui»
«Avanti… Non farti pregare»
«Ti ricordi l’ultima volta?»
«Non molto, quindi ho bisogno che mi rinfreschi la memoria»
«Magari un’altra volta, ma tu vai. Ho visto che ti stai divertendo molto» disse ridendo lui.
«E da cosa l’avresti capito?»
«Dal tuo modo di ballare con Abigail»
«Ah. Beh, comunque io vado. Ci vediamo dopo»
«Certo» disse lui guardandola allontanarsi finché non scomparve tra la folla.
Ma Brianna non aveva voglia di ballare in quel momento. Tornò indietro e si diresse verso il divano dove era seduto Nicholas. Ma non lo trovò! Dov’era? Guardandosi intorno, lo vide mentre usciva dal locale. Corse verso l’uscita. «Nicholas!» esclamò con tutto il fiato che aveva.
«Ehi!» il ragazzo si avvicinò a Brianna «Che succede?»
«Che fai qui fuori?»
«Sto andando via. Avevo lasciato un biglietto sul tavolo»
«Ma perché?» chiese lei triste.
«Perché non mi va di vedere che ti toccano tutti, quando io non posso fare nulla»
Brianna non volle nemmeno rispondere. Non voleva sapere il motivo di quelle parole.
Ricoprì la distanza che ancora li divideva e lo baciò. Erano semplicemente delle labbra attaccate le une alle altre. Brianna aveva paura che Nicholas la respingesse, ma non andò esattamente così.
Nicholas cominciò ad approfondire quel bacio ed entrambi si ritrovarono in un posto più appartato dove potersi scambiare quei baci così tanto desiderati.
All’improvviso Brianna si ricordò che dentro il locale c’era ancora Abigail e non voleva di certo lasciarla da sola. «Dobbiamo tornare dentro» disse lei mentre Nicholas la baciava ancora.
«Perché?» riuscì a dire lui.
«C’è Abigail»
Dopo gli ultimi baci, Nicholas la guardò in volto.
 «Ok, andiamo» disse con un sorriso stampato su quelle labbra perfette.
Quando Abigail vide Brianna le andò subito incontro «Ma dove diavolo eri finita?»
«Scusa, eravamo fuori» si giustificò Brianna indicando Nicholas, nella speranza che Abigail capisse.
E fu così. L’amica sorrise e poi disse  «Ok, non preoccuparti. Andiamo?»
«Si, andiamo»
Nicholas sapeva che Brianna stava raccontando tutto ad Abigail, visto che l’avevano lasciato indietro.
Rise a quell’idea.
Quando tornarono in hotel e si ritrovarono davanti le loro stanze, Abigail iniziò a parlare «Ragazzi, io vi saluto. Sono troppo stanca. Nicholas, ci vediamo domani. Buonanotte»
«Buonanotte Abigail» disse lui ridendo.
«Arrivo subito» disse Brianna.
«Tranquilla, so cavarmela»
Una volta che Abigail fu entrata in camera, Nicholas si avvicinò ancora di più a Brianna e le disse  «L’ha fatto di proposito, vero?»
«Credo di si. Non si sa mai cosa può passare per quella sua testolina»
«Entri?» chiese titubante Nicholas.
«Nicholas, non lo so…»
«Dai, devo farti vedere una cosa»
Brianna sapeva che quella era una scusa, ma decise di credergli. «Va bene» acconsentì lei.
Una volta chiusa la porta, Nicholas la bloccò prendendole un braccio e l’avvicinò a sé. Prese a baciarla. Con più foga di quanto avesse fatto prima… Ma Brianna esitava. Che le prendeva? Era quello che voleva da mesi, perché adesso si stava comportando così? Ah si, Amber…
«Aspetta Nicholas»
«Che c’è?»
«Non possiamo…»
«E perché?»
«Ricordi la tua ragazza? Amber?»
Nicholas si mise a fissarla; la fissava intensamente negli occhi. Brianna cominciò a sentirsi in imbarazzo.
«Non c’è nessuna Amber ormai. Ho chiuso con lei. E comunque lei sapeva che non poteva durare a lungo la nostra relazione. Secondo te perché è venuta qui? Quando ha capito che venivo qui a Melbourne per parlarti, è andata su tutte le furie, ma poi si è calmata. È riuscita a domare la sua gelosia. Poi, non ce l’ha fatta più e ha deciso di venire, ma vedendomi sempre con la testa per aria ha capito che non c’era più posto per lei e se n’è andata»
«Caspita… allora perché eri così triste tu?»
«Perché anche se sapevo quali erano i tuoi sentimenti nei miei confronti, mi era sembrato che in un giorno avessi dimenticato tutto. E poi tutti quei ragazzi intorno a te… avrei voluto picchiarli»
Brianna scoppiò a ridere e poi iniziò a baciarlo.
«Non è più necessario. Sono qui, con te»
«Si, sei qui e adesso sei mia»
Pian piano Nicholas la portò sul letto.
Brianna quella notte si sentì al settimo cielo.
Non riusciva a credere di trovarsi tra le braccia di Nicholas.
Quella, era la notte più bella della sua vita… Una delle tante…

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***


CAPITOLO 37

 
Il giorno dopo Nicholas si era alzato molto presto e, girandosi nel letto, vide Brianna.
Nicholas sorrise, le fece scorrere l’indice sulla sua schiena nuda e si alzò, cercando di non svegliarla.
Fece una lunga doccia fredda: aveva bisogno di capire meglio quello che era successo.
Lui e Brianna avevano passato la notte insieme. Gli era mancato stringerla a sé, accarezzarla, baciarla… tutto quello che era successo era tutto ciò che Nicholas voleva da tempo, ma allora perché si sentiva così strano?
Per un momento ebbe paura di essersi innamorato anche di Amber, ma lo aveva deciso tempo fa che non si sarebbe mai dovuto innamorare di altra donna al di fuori di Brianna. Era con lei che voleva passare il resto della sua vita, ma allora perché quella strana sensazione?
Quando uscì dalla doccia non aveva trovato nessuna soluzione.
Si sdraiò sul letto e in quel momento Brianna si girò verso di lui e appoggiò una mano sul suo petto. Nicholas la guardò e le circondò le spalle con il suo braccio.
«Buongiorno» disse lei.
«Pensavo dormissi»
«Sono sveglia da un po’»
«Perché non mi hai svegliato?»
«Eri già sveglio. Eri sotto la doccia»
«Ah» disse lui, senza altri argomenti da tirar fuori. Si mise a sedere.
«Tutto bene Nicholas?» chiese lei preoccupata.
«Si certo»
Brianna non ne era molto convinta, ma era stanca di discutere. Si era arresa qualche tempo fa. Quando lui le aveva fatto capire che non sarebbero più ritornati insieme.
La sera prima, aveva creduto che forse si sbagliava, ma riacquistando il lume della ragione con una buona dormita, si era resa conto che forse si era illusa.
«Forse è meglio che me ne ritorni in camera mia. Abigail starà in pensiero» Non era vero, ma doveva inventare una scusa per andarsene.
Si rese conto che erano diventati ancora più estranei e questo la ferì profondamente.
«Va bene»
“Va bene”?! Un altro duro colpo.
Brianna si vestì velocemente e uscì dalla camera di Nicholas.
Quando entrò nella sua, si chiuse la porta alle spalle e cominciò a piangere. Non si era accorta che Abigail era già in piedi.
«Brianna!! Che cos’è successo?» chiese l’amica preoccupata.
«Sono una stupida! Sono stata sciocca a pensare che saremmo ritornati insieme. Sono proprio una stupida!»
«Ma cos’è successo? Che ti ha detto?»
«Non mi ha detto nulla. Ho capito che quella che è successo tra di noi la scorsa notte è stata solo una distrazione o un divertimento per lui, mentre io, stupida, ci sono cascata, pensando che da oggi in poi sarebbe stato diverso. Che avremmo ridato una possibilità alla nostra relazione»
«Dai, magari non è così. Magari è confuso»
«Che cosa dovrebbe renderlo confuso?»
«Si è appena lasciato con Amber, ricordi?»
«Appunto…» disse Brianna scoppiando nuovamente in lacrime. «Sono stata la sua distrazione»
«No, non credo. Lui ti ama Brianna…»
«Come fai a dirlo?»
«Si capisce da come ti guarda e poi ieri sera era geloso. Non sopporta l’idea di vederti con qualcun altro. Ti ama Brianna, non hai bisogno che te lo dimostri»
«Mi sento così stupida» singhiozzava Brianna.
«Non devi… su dai. Vestiti e andiamo a fare colazione. Voglio fare un giro»
«Si, forse è meglio uscire da questo posto»
Brianna passò venti minuti buoni sotto la doccia. Aveva pianto così tanto che dovette mettere gli occhiali per nascondere gli occhi rossi.
Proprio nel momento in cui stavano uscendo dalla loro camera, uscì Nicholas dalla sua.
«Ciao ragazze»
«Ciao Nicholas» disse Abigail. Brianna si rifiutò di rispondere. Fece solo un cenno con la testa e si diresse verso le scale.
Nicholas rimase di sasso di fronte a quell’atteggiamento «Che ha?» chiese ad Abigail.
«È meglio che ne parli con lei Nicholas. Non voglio mettermi in mezzo»
«Dove state andando?»
«Dovevamo andare a fare colazione, ma credo che sia appena scappata dall’hotel»
«Ma che le è preso? Sembrava così calma stamattina»
«Nicholas?!! Devi svegliarti però! Non capisci che ha paura?»
«Paura di cosa?»
«Di essere ferita di nuovo, Nicholas. Paura di aver preso una cantonata la scorsa notte. Ha fatto una doccia lunga venti minuti ed è uscita con gli occhi rossi. Nicholas, tu le devi parlare. Ha paura che la scorsa notte per te sia stato solo un divertimento, soltanto per dimenticare Amber»
Nicholas sembrava sconvolto.
«Ma… ma non è così»
«Non devi dirlo a me»
«Devo trovarla»
«No, Nicholas. Per il momento è meglio che la lasci da sola. Oggi pomeriggio la faccio distrarre un po’»
«Va bene, ma entro la fine della giornata devo parlarle. È importante Abigail»
«Lo so. Ora vado a recuperarla»
Allontanata Abigail, Nicholas scivolò sul pavimento e si portò le mani ai capelli. Non poteva crederci. Aveva ritrovato e perso Brianna nel giro di dodici ore.
 
Brianna aspettava Abigail su una panchina di fronte l’hotel. Stava piangendo sotto quegli occhiali scuri.
Non poteva credere di essere stata così stupida. Doveva cambiare subito hotel. Vederlo ogni giorno sarebbe stato devastante. «Brianna!!» Qualcuno la chiamava da lontano. Si voltò e vide l’amica correrle incontro.
Brianna si era alzata e guardava il mare.
«Che ci fai qui?»
«Non volevo stare in quell’hotel»
«Dai andiamo»
Le due amiche passarono tutto il giorno in giro per i negozi. Non avevano fatto grandi spese, ma era servito a Brianna per distrarsi e non pensare troppo a Nicholas.
Quando ritornarono in albergo nel tardo pomeriggio, Brianna si chiuse in camera, mentre Abigail era andata a comprare alcuni dolciumi. In realtà non era uscita per fare compere, era andata da Nicholas per avvisarlo che Brianna era da sola in camera.
«Grazie Abigail» disse lui, prima di entrare in camera.
«Smettila di ringraziarmi e pensa a quella ragazza»
Nicholas entrò e vide Brianna distesa sul letto. Gli dava le spalle, quindi non poteva sapere che era lui. Aveva un pacco di fazzolettini sparsi per il letto, segno che aveva pianto tanto.
Nicholas si avvicinò piano al letto e si sedette senza muoverla. Lei si girò, pensando fosse Abigail, ma si trovò davanti Nicholas.
«Che ci fai qui?» disse lei, mettendosi a sedere.
«Dobbiamo parlare»
«Non c’è niente da dire»
«Si invece, altrimenti non avresti gli occhi così gonfi e rossi»
«Nicholas per favore, non mi va di parlarne» disse lei singhiozzando.
Lui l’afferrò per le spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi «Lasciami» disse lei.
«Brianna, se pensi che quello che è successo fra di noi la scorsa notte sia stato soltanto un gioco, un modo per dimenticare Amber, ti sbagli di grosso. Io ti amo. Volevo quello che è successo, davvero»
«Allora perché eri così freddo stamattina?»
«Non ero freddo, semplicemente mi sentivo strano»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che dopo quasi un anno è strano stare di nuovo insieme a te in quel modo. E poi ho avuto paura di essermi innamorato di lei, quando mi ero promesso di non innamorarmi di nessuna»
«E lo sei?»
«Innamorato di Amber?»
«Si»
«No, non sono innamorato di Amber. Le voglio bene, però non mi sono mai innamorato di lei»
Brianna sembrava essersi rilassata un po’, ma subito si allontanò e si mise a fissare il mare dalla finestra.
«Parlami Brianna, per favore»
«Che vuoi che ti dica?» disse lei voltandosi di scatto.
«Non lo so, qualsiasi cosa»
Brianna, che si era voltata nuovamente verso la finestra, rispose «Ho paura. Ho una paura folle, Nicholas»
Anche se sapeva già di cosa Brianna stesse parlando, lui glielo chiese «Paura di cosa?»
«Paura di illudermi, di rimanere scottata di nuovo e di essere ferita come è già successo»
«Non devi averne Brianna. Ho imparato la lezione e ti prometto che non ti ferirò, che non ti illuderò»
«Lo dici ora, Nicholas. Ma dopo? Io parto a metà di dicembre e tu rimarrai qui. Non voglio iniziare una relazione sapendo che finirà molto presto. Forse è stato uno sbaglio dirti di venire qui»
«No, non è stato uno sbaglio e io non rimarrò qui. Torno a Milano. Non c’è più nulla che mi tiene qui. Ho i miei amici, la mia famiglia qui, ma tutto ciò di cui mi importa sei tu, quindi ti seguirò. Non voglio perderti più Brianna. Non voglio svegliarmi domani e trovare il letto vuoto. Voglio svegliarmi tutte le mattine con te, voglio addormentarmi con te. Ti amo Brianna. Che devo fare per dimostrartelo?»
Brianna gli dava ancora le spalle, e meno male, perché stava piangendo. Si voltò e vide che Nicholas si era alzato. Si avvicinò a lui e l’abbracciò. Il contatto con la sua pelle era qualcosa di fantastico come lo era stato la sera prima.
«Non devi dimostrarmi nulla. Ti credo» disse lei e coprì la bocca di Nicholas con la sua.
«Ti amo» le sussurrò lui.
«Ti amo anche io. Non sai quanto ho desiderato questo momento»
«L’ho desiderato anche io. Non c’è stato giorno o notte in cui io non abbia pensato a tutti i momenti passati insieme. Non c’è stato attimo in cui io non mi sia pentito di ciò che è successo a Parigi»
«Sshhh… non ha più importanza ora. È tutto finito. Parigi è solo un ricordo lontano. Non voglio più metterci piede» disse ridendo.
«Ti amo così tanto» disse lui stringendola a sé e ricoprendo le sue labbra di baci.
Passarono l’intera serata sul letto a baciarsi, quando qualcuno bussò.
Brianna non voleva alzarsi per aprire la porta. Voleva rimanere su quel letto a baciare Nicholas.
Bussarono di nuovo.
Contro voglia Brianna si alzò e andò ad aprire.
«Abigail!»
«Brianna!» disse ridendo lei.
«Ma hai la chiave, perché non la usi?»
«Non volevo interrompere nulla»
«Non preoccuparti»
«Comunque voglio solo vestirmi. Stasera esco»
«Esci? E con chi?»
«Ho conosciuto un ragazzo italiano. Mi porta in un ristorante»
«Stai attenta Abigail»
«Certo, come sempre»
«Se succede qualcosa, devi chiamarmi subito»
«Non preoccuparti per me. Tu hai ben altro da fare» disse Abigail girandosi e fissando Nicholas.
Quest’ultimo, poggiato su un gomito e fissando le due ragazze, si era messo a ridere.
Brianna, avendo capito che era grazie a lei che Nicholas era riuscito ad entrare in camera loro, abbracciò Abigail. «Grazie Ab»
«E di che? Non fartelo scappare stavolta»
«Ti voglio bene, tanto»
«Te ne voglio anche io, ma adesso lasciami mettere qualcosa di più elegante e fammi uscire da qui»
Brianna la lasciò andare e Abigail andò in bagno a cambiarsi.
Prima di uscire Nicholas le disse «Hai la camera libera comunque. Noi andiamo nella mia»
«Grazie» disse Abigail facendo l’occhiolino ad entrambi.
Quando Abigail richiuse la porta dietro di sé Brianna era ancora alzata, di fronte la finestra. Nicholas la raggiunse e le baciò il collo. «Vorrei che il tempo si fermasse in questa stanza. Vorrei rimanere così per sempre» disse Brianna.
«Ci saranno altri momenti come questi quando saremo a casa»
«Ah, a proposito di casa… ho fatto un paio di modifiche. È giusto che tu lo sappia»
«Ho paura a chiederti che cosa hai fatto»
«Niente di che, solo che… ho modificato il quadro che ti piaceva tanto e che hai lasciato in camera da letto»
Nicholas rimase in silenzio «Ci tenevi a quel quadro, vero?» disse lei ridendo.
«Solo un po’»
«Mi dispiace, ma è stata la rabbia»
«Non preoccuparti. Me ne ricompro un altro»
«Devi vederlo»
«No, preferisco di no»
Brianna si mise a ridere.
Rimasero a letto abbracciati a lungo.
«Dovresti uscire»
«Perché?»
«Sei in vacanza e dovresti divertirti»
«Non ho bisogno di nessun tipo di divertimento. Voglio stare con te»
«Anche io voglio stare con te. Sempre»
Brianna l’abbracciò più forte.
Dopo qualche minuto a Nicholas venne un’idea «Vi va di venire a Sydney così partiamo da lì e io posso prendere le mie cose»
«Dovrei parlarne con Abigail, ma credo che per lei vada bene»
«E per te?» chiese lui.
«Più che bene» rispose Brianna scoccandogli un bacio sulle labbra. «Ti va di guardare un film?»
«Hai dei film?»
«Si, sul mio computer»
«Donna dalle mille risorse» scherzò lui.
«Non credo proprio»
«Autostima zero proprio, eh?»
«Mettila su questo piano: non mi piacciono i complimenti»
«Ok, allora niente complimenti»
Brianna si alzò dal letto e andò a prendere il suo portatile. Si sedette nuovamente accanto a Nicholas e lo accese.
«Prima di scegliere il film, andiamo in camera mia. Dobbiamo lasciare la stanza libera ad Abigail» disse Nicholas.
«Ah giusto»
Preso il computer e alcune cose da mangiare entrambi si trasferirono in camera di Nicholas.
Brianna si sistemò sul letto, mentre Nicholas parlava al telefono. Aveva ordinato della pizza.
«Allora» disse Nicholas strofinandosi le mani «Che film guardiamo?»
«Ehm, non lo so. Volevo che decidessi tu»
«Beh» Nicholas ci pensò su un paio di minuti, poi fu Brianna a parlare.
«Ho capito, niente film»
«No aspetta»
«Ho un’idea migliore per impiegare il tempo»
«Sarebbe?» chiese Nicholas avvicinandosi al letto.
Quando erano soltanto a dieci centimetri di distanza, Brianna sventolò un libro davanti il volto di Nicholas.
«Leggiamo»
«Come scusa?»
«È un gioco piuttosto semplice. Scegli una frase, la leggi e invece di dire l’ultima parola dai tre opzioni; ovviamente ci deve essere il termine esatto fra quelle tre! Che dici?»
«Proviamo»
Passarono quasi l’intera serata a giocare in quel modo. Brianna aveva indovinato quasi tutte le parole, Nicholas la stava per battere, ma al round finale, indovinò tre parole su tre.
«Però non vale! Era il tuo libro, ci credo che hai indovinato»
«Amore, tu non hai indovinato nemmeno le parole del libro che hai letto tu»
«Non ero concentrato»
«A-ah, si certo» disse lei ridendo. «Sai, mi è venuta un’altra idea»
«Sarebbe?»
«Stasera tu impari a ballare»
L’espressione di Nicholas cambiò di colpo. Assunse un aspetto piuttosto sconvolto «No, non credo proprio che sia possibile»
«Io invece credo di si» disse Brianna facendo partire la sua playlist.
«Dai» lo pregò Brianna.
«NO!»
«Nicholas, alzati! Non c’è nessuno che ti può vedere»
«Ci sei tu!»
«Bendami allora»
«Ti prego, non farmi subire questa umiliazione»
«Non ti farò subire nulla… Su su, alzati!»
Brianna iniziò a ballargli davanti «Dovresti ballare anche tu, lo sai?»
Nicholas alzò gli occhi al cielo. Iniziò a muoversi anche lui, ma sembrava un pezzo di legno che cercava di mostrare forme che apparentemente non aveva. Andava modellato. Brianna gli mise le mani sui fianchi e cominciò a muoverlo «Sciogliti un po’»
«Come si fa?»
Brianna rise e poi gli disse «Chiudi gli occhi e ascolta la musica. Devi sentirla dentro; solo così puoi imparare a ballare. Devi saper ascoltare prima»
«Ok, allora ascoltiamo»
Mentre Brianna lo faceva muovere con le mani su i suoi fianchi, Nicholas si sentiva uno sciocco.
Insomma… dopo vari tentativi e, passo dopo passo, Nicholas cominciò a sciogliersi e muoversi meglio di prima. Non era un gran ballerino, questo si era già capito, però andava già bene.
Dopo circa mezz’ora di danza Nicholas si buttò esausto sul letto «Non ce la faccio più»
«Accidenti…»
«Vieni qui» le disse lui.
Brianna si sdraiò accanto a lui «Ho pensato di iscrivermi all’università»
«Davvero?»
«Si, insomma… Ho realizzato il mio sogno, ora voglio continuare gli studi»
«E come fai con la linea?»
«Io posso dare alcuni consigli, posso dire come voglio che sia un vestito, saranno loro a fare il lavoro. Sembra crudele, lo so, ma voglio davvero andare all’università. Magari capisco che non fa per me, ma devo provarci»
«Ce la farai, ne sono convinto»
«Grazie»
«Quando inizi?»
«Appena torno mi informo sui test di ammissione»
«Che facoltà?»
«Non ho ancora deciso. Qualcosa che abbia a che fare con la comunicazione comunque. La comunicazione interculturale non mi dispiacerebbe» disse ridendo.
«Troveremo la facoltà adatta a te»
«Lo spero proprio»
All’improvviso qualcuno bussò alla porta. Nicholas si alzò e andò ad aprire. Era il cameriere che portava lo scatolo della pizza «Grazie»
«Buona serata signore»
Quando si voltò verso Brianna disse «Finalmente. Ci hanno messo un’eternità!»
«L’importante è che è arrivata!»
Passarono l’ultima parte della serata fino a tarda notte a mangiare pizza e a parlare di tutto ciò che era successo nel periodo in cui erano stati separati
«Quando ho raggiunto il successo avrei davvero voluto condividere tutto con te, come ora, in questo momento. Solo che ogni volta che tornavo a casa, la trovavo sempre vuota e mi facevo assalire dalla rabbia. Così ho comprato uno di quei cosi che vengono presi a pugni per allenarsi credo. Per un po’ mi ha aiutata. Ogni volta che tornavo, mi mettevo a picchiare quel povero manichino. Ah, a proposito di manichini, ricordi quello che mi hai regalato tu?»
«Si certo»
«Bene… l’ho distrutto»
«Accidenti… eri proprio arrabbiata, vero?»
«Non ero sempre arrabbiata, erano dei momenti. Poi, infatti, me ne sono pentita»
«Mi dispiace averti causato tutto questo»
«Non è tutta colpa tua. Cioè ci siamo lasciati perché non sapevo se amavo pure Sam»
«A proposito di Sam… l’hai sentito?»
«Si, l’ho sentito il giorno prima della sfilata a Sydney se non sbaglio. Brenda è incinta. Aspettano un bambino»
«Davvero?»
«Si, era al sesto mese quando l’ho sentita. Dovrebbe fare l’ultimo e poi… beh lo sai» disse ridendo Brianna.
«Sono davvero contento per loro. Vivono ancora alle Hawaii?»
«Si, credo di si. Sono fortunati a far crescere loro figlio lì» Brianna stava per parlare di un futuro suo figlio, ma si trattenne prima di creare dell’imbarazzo tra di loro, ma ebbe come la sensazione che Nicholas l’avesse intuito.
«Ti va di uscire?»
«Si, certo» disse velocemente Brianna, saltando dal letto, ma si fermò al centro della stanza.
«Che c’è?» le chiese Nicholas.
«Non posso entrare in camera se c’è Abigail»
«Ah, questo è vero»
«Non posso uscire così. Vado a controllare se è in camera»
Per fortuna Abigail non era ancora tornata e così Brianna poté vestirsi.
«Per fortuna non c’era» disse a Nicholas tornando in camera sua. «Nicholas?» chiamò visto che non le aveva risposto. Ancora nulla. Decise di entrare.
Ma dov’era andato a finire?
Mentre si avvicinava al bagno scorse una piccola valigia ai piedi del letto, che prima non c’era.
Brianna cominciò a tremare e a sentire dei sussurri. Era una voce di donna e parlava in inglese. Brianna capì che quella donna, sicuramente era Amber, stava pregando Nicholas di ritornare con lei.
Senza quasi accorgersene Brianna fece cadere una bottiglia d’acqua che stava sul tavolo. Nicholas si voltò e anche Amber seguì il suo guardo.
«Brianna!» esclamò lui.
«Scusa, è che non rispondevi e ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa»
Nicholas sorrise, ma si rabbuiò subito «No, sto bene. Mi dai cinque minuti?»
«Certo» disse Brianna sforzandosi di sorridere.
«Ciao Brianna» disse Amber.
«Ciao» rispose lei cercando di prolungare quel sorriso finto. «Ok, me ne vado» Aveva capito che non poteva più stare lì.
Brianna uscì da quella stanza e si mise ad aspettare in corridoio; si sedette per terra e cercò di immaginare come sarebbe potuta andare avanti quella discussione.
Ad un certo punto Abigail spuntò da dietro l’angolo.
«Brianna! Che ci fai qui fuori?»
«E tu che ci fai qui?»
«Sono salita a darmi una rinfrescata. Sto per uscire di nuovo. Ma tu?»
«Aspetto che Nicholas finisca di parlare con Amber. È tornata e a quanto pare vuole ritornare con lui»
«E tu aspetti qui fuori?»
«Sono stanca di litigare per altre donne o altri uomini. Se Nicholas vorrà stare con lei bene, mi metterò l’anima in pace»
«Tu ti arrendi troppo facilmente»
«Non dovevi uscire?» le chiese Brianna cacciandola via.
«Si, infatti. Fammi sapere se ti serve supporto morale tra un po’»
«Spero non mi serva» disse lei più a sé stessa che ad Abigail.
Proprio in quel momento Amber uscì dalla stanza in lacrime e con la sua valigetta. Brianna si alzò di scatto e la guardò correre via per il corridoio. Quando si voltò verso Nicholas gli chiese «Ma che cosa è successo?»
«Ha detto di amarmi, ma io non provo questo sentimento per lei e le ho detto di mettersi l’anima in pace e di ritornarsene a Sydney»
«Non credi di essere stato un po’ crudele? Sarà distrutta poverina»
«Perché pensi a lei?»
«Perché capisco come si sente e mi dispiace»
«Non devi. Ciò che conta siamo io e tu ora e non voglio che nessun’altra o altro si intrometta tra di noi»
Abigail, che era rimasta a guardare tutta la scena, fece un sonoro applauso ed esclamò «Ahh… è così che si fa!! Bravo Nicholas. Ricordatevi di invitarmi al vostro matrimonio»
Brianna sbiancò a quell’espressione, ma Nicholas la rassicurò dicendo «Andiamoci piano, ok?»
«Andiamo a bere qualcosa? Forse è la soluzione migliore per il momento»
«Si, andiamo»
A Nicholas e Brianna si aggiunse Abigail con il suo accompagnatore.
Trascorsero tutta la notte a chiacchierare e a bere mentre una limousine li portava in giro per la città.
«Grazie per la bellissima serata» disse Abigail al ragazzo.
«Figurati. È stato un piacere trascorrere la serata con te» le disse scoccandole un bacio sulla guancia e sparendo dentro la limousine.
Quando Abigail si voltò verso Nicholas e Brianna che erano rimasti dietro cominciò a sventolare il pezzetto di carta dov’era scritto un numero di telefono.
«Congratulazioni» la prese in girò Brianna.
«Grazie» disse ridendo Abigail.
Quando salirono Abigail augurò la buonanotte e si buttò a letto; Brianna e Nicholas rimasero ancora un po’ fuori.
«Mi piacerebbe passare la notte con te, ma Abigail è venuta qui per me, non posso lasciarla da sola»
«Tranquilla, non preoccuparti. Ci vediamo domani»
«Certo» disse sorridendo lei.
Nicholas la baciò e dopo essersi augurati la buonanotte ognuno entrò nella propria stanza, ma sia Nicholas che Brianna non fecero che pensare all’altro per tutta la notte.
Brianna non vedeva l’ora di ritornare a Milano e riprendere la sua vita con lui.

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 ***


CAPITOLO 38

 
Sembrava che quell’estate non dovesse finire mai, invece, Brianna si ritrovò a vivere quei giorni come se lei fosse rimasta immobile e tutto intorno a lei si muovesse alla velocità della luce.
«Tutto bene?» le avevano chiesto Abigail e Nicholas quando stavano per imbarcarsi per ritornare in Italia.
Abigail avrebbe trascorso un paio di giorni a casa sua e poi sarebbe salita da Brianna a Milano.
Lei, comunque, aveva sempre risposto che stava bene e che quell’estate era passata in un batter d’occhio.
«Quando il tempo lo trascorri con le persone che ami, passa subito. È una crudeltà, ma è veramente così» le aveva risposto Abigail.
Nicholas aveva optato per qualcosa di più… romantico?
«Avremo modo di prolungare la nostra estate, non preoccuparti. Non mi scappi più» terminando la frase Nicholas si era messo a ridere, ma Brianna non sapeva se sentirsi lusingata o terribilmente spaventata.
Quello che odiava più di tutto erano i progetti a lungo termine. Adesso che tornavano in Italia, Nicholas che intenzioni aveva? Preferì distogliere la mente da quei pensieri.
Se l’estate era passata velocemente, quelle diciotto/diciannove ore di volo dall’Australia all’Italia sembravano non passare mai. Brianna guardava l’orologio dell’aereo e sembrava che quei minuti non volessero passare mai.
«Sicura di stare bene?» le chiese Nicholas.
«Si, si sto bene»
«Cos’è che ti preoccupa?»
Doveva mentirgli e sperò di non tradirsi con la sua espressione «L’università»
Fortunatamente il suo sguardo accompagnava le sue parole.
Nicholas alzò un sopracciglio. Non capiva…
«Non so se sono in grado di farcela»
«Ma certo che sarai in grado di farcela. Cos’è che ti preoccupa davvero?»
Per un momento Brianna ebbe paura che si riferisse a qualcos’altro; forse era davvero così, ma Brianna continuò a mentire.
«Mi preoccupa il fatto di non riuscirci perché è passato troppo tempo da quando ho finito il liceo»
«Secondo me ti preoccupi per nulla»
«Si, può darsi…» Brianna non volle aggiungere altro. Meglio chiudere lì quella menzogna.
Non le piaceva mentire a Nicholas, ma per il momento era costretta a farlo. Ne avrebbero discusso non appena fossero arrivati a casa. Non voleva che gli altri passeggeri venissero a conoscenza dei loro problemi o delle paura di Brianna.
Quando sembrava che il tempo non passasse mai, il comandante annunciò che erano arrivati a Milano e che si stavano preparando per l’atterraggio; nel frattempo si erano accese le luci che informavano i passeggeri di allacciare le cinture.
«Finalmente» disse Brianna.
«Stanca di viaggiare?» la punzecchiò Nicholas.
«Più che altro, vorrei farmi una passeggiata di qualche chilometro. Magari torniamo a casa a piedi. Credo sia abbastanza per sgranchirsi le gambe»
«Per me, credo sia esagerato» rispose Abigail che si era appena svegliata.
«Ah, buongiorno, anche se dovrei dire buonasera? Non ci sto capendo niente. Che ore sono?»
«Sono le dieci di sera» rispose Nicholas.
«Ah bene, arriverò a casa a notte fonda» disse Abigail.
«Sei sicura di non volerti fermare da noi e poi parti qualche altro giorno?»
«No, ma grazie. Mi aspetta tu sai chi. Non mi vede da un bel po’»
«Va bene. Ci vediamo tra qualche settimana allora»
«Certo!!»
Le due amiche si abbracciarono così forte da far mancare il respiro. Non perché l’abbraccio fosse troppo forte, semplicemente perché stavano così bene che quel momento toglieva davvero il respiro.
Purtroppo durò poco. L’aereo sobbalzò e cominciò a frenare. Quando furono davvero in territorio italiano Nicholas e Brianna, dopo aver preso le valigie, accompagnarono Abigail al suo imbarco.
Anche lì, un abbraccio da mozzare il fiato.
«Ti voglio bene» disse Abigail.
«Te ne voglio anche io, tanto» rispose Brianna.
«Ciao Nicholas. Trattamela bene!»
«Ciao Abigail. Puoi contarci»
Tra pianti e arrivederci Abigail salì su un altro aereo e Brianna e Nicholas presero un taxi per tornare a casa.
«Non possiamo andare a piedi?» scherzò ancora Brianna.
«Se non fosse per le valigie, camminerei volentieri anche io»
«Mica le porti in spalle»
«No, ma odio il rumore delle rotelle sull’asfalto»
«Io lo amo… Mi fa sentire bene»
«Tu sei tutta particolare»
«Grazie» rispose lei, scoccandogli un bacio sulle labbra di lui.
A Nicholas piacque quel gesto, così poggiò una mano sulla guancia di lei e prolungò quel bacio, che finì nel momento in cui il tassista li informò che erano arrivati.
Brianna sorrise nel buio e Nicholas disse «Dai»
Dopo aver preso le valigie dalla macchina, Brianna aprì la porta. Nicholas entrò per primo e quando accese la luce, rimase immobile. Brianna entrò e lo guardò.
«Che c’è?» gli chiese.
«È tutto diverso qui»
«No, a parte il quadro, quel manichino da torturare e qualche tenda nuova, è tutto come prima. Ti sembra diverso?»
«Non saprei. Ho avuto questa sensazione»
«Forse perché non entri qui da parecchio tempo»
«Si forse è per questo»
«Sistemeremo le cose domani. Vieni con me» disse lei guidandolo in camera da letto.
«Oh no, mi stai portando nella stanza dove hai ucciso il mio povero quadro»
Brianna scoppiò a ridere «L’avevo pensata un po’ più romantica di così, ma si, stiamo andando là. Comunque te lo ricompro, sta tranquillo» disse lei continuando a ridere.
Quando Nicholas entrò non poteva credere ai suoi occhi.
Quel povero quadro era completamente distrutto. Un po’ di vernice qua e là, qualche taglio e un po’ di scarabocchi.
«Mi viene da piangere» disse triste lui.
«Su, su» disse lei, avvicinandosi e togliendogli la maglietta.
Nicholas iniziò a baciarla. «Anche se hai distrutto il mio quadro preferito, sappi che ti amo lo stesso»
«Bene» disse lei ridendo. «Ah, devo dirti una cosa. Credo ti piacerà»
«Non puoi dirmela dopo?»
«No…»
Nicholas si fermò e la guardò negli occhi Dimmi»
Brianna cominciò a sorridere e Nicholas la guardò di traverso. «Brenda ha partorito»
«Davvero? Ma è fantastico!»
«Si, lo è. Non lo è andare fino alle Hawaii per andare a trovare loro e la bambina»
«Una femminuccia?»
«Si»
Nicholas si buttò sul letto e cominciò a fissare il soffitto. Brianna gli si distese accanto e disse «A che pensi, Nicholas?»
«Niente, solo che Sam è un ragazzo davvero fortunato»
«Tempo al tempo» rispose lei, non perché volesse fare un figlio, semplicemente per rassicurarlo.
«Lo so. Quando vuoi partire?»
«Oh Dio! Non voglio sentire il verbo partire per almeno un mese! Sono stanca»
«Ok allora, il cinque febbraio ne riparliamo»
«Va bene. Adesso è meglio che vado a sistemare un po’ di cose»
«E no dai, avevamo iniziato così bene» si lamentò Nicholas.
Brianna ritornò sul letto e lo abbracciò.
«Questo è il massimo che posso darti» scherzò lei.
«Grazie»
«Figurati!»
Anche se era molto tardi, Brianna cominciò a disfare le valigie. Avrebbe dovuto fare più di una lavatrice.
«Voglio cambiare la disposizione dei mobili»
Nicholas, che stava guardando un po’ di tivù sul divano, la guardò e disse «Stai scherzando?»
«No, per niente!» disse seria lei.
«Cavolo, non ho nemmeno detto ai miei che sono qui!»
«Non cambiare argomento»
«Non sto cambiando argomento»
«Si invece. Va bene, ho capito. Io vado a letto»
Nicholas sorrise e, molto velocemente, spese la tv e la raggiunse in camera da letto.
La abbracciò da dietro e le baciò il collo «Ti amo»
Lei si voltò e gli disse «Che c’entra questo?»
«Niente, con quello che mi hai detto poco fa, ma voglio dirtelo sempre. Ti amo e voglio che tutti lo sappiano. Voglio che diventi mia moglie Brianna»
Brianna aveva paura di quella richiesta, ma anche lei voleva che tutti sapessero che erano innamorati.
«Io?» fu l’unica cosa, stupida fra l’altro, che riuscì a dire Brianna.
«Vedi qualcun’altra nei paraggi?» chiese lui.
«Voglio dire, io tua moglie? Non…»
«Non accetto un no come risposta»
«Nicholas…»
«No, lascia stare. Non voglio sentirtelo dire» disse lui, stendendosi sul letto e dandole le spalle.
«Aspetta, fammi finire» cercò di dire lei per porre rimedio, ma Nicholas non l’ascoltava. Sembrava che stesse già dormendo.
Anche Brianna, scoraggiata, si distese sul letto e provò a prendere sonno, ma niente… L’una, le due, le tre… non riusciva a dormire. Si alzò e andò in cucina.
Per tutto quel tempo aveva pensato a quello che le aveva detto Nicholas. Le stava chiedendo davvero di diventare sua moglie? A quanto pare si. Anche lei voleva diventarlo, ma allora perché non riusciva a dirgli “si”.
Spense la luce della cucina e mentre stava ritornando in camera da letto, si ritrovò davanti Nicholas.
«Ehi…» disse lei «Mi hai spaventata»
«Scusa, non volevo»
«Che ci fai alzato?»
«Ho visto che non eri a letto e poi la luce della cucina accesa. Va tutto bene?»
«No, non va tutto bene»
«Non ti chiedo nemmeno quello che hai?»
«Nicholas, puoi ascoltarmi per favore?»
«Dimmi»
«Non è te che sto rifiutando, semplicemente non credo che il matrimonio possa cambiare qualcosa»
«Non ti capisco, davvero. Non riesco a capire questo tuo modo contorto di ragionare»
«Nicholas, non voglio litigare»
«Nemmeno io, anzi avevo idee ben diverse, però è andato tutto storto. Pensavo che anche tu lo volessi»
«Hai davvero bisogno del matrimonio?»
«No, ma mi sarebbe piaciuto vederti vestita per l’occasione»
«Grazie, ma non possiamo sposarci solo perché tu vuoi vedermi con l’abito bianco» disse lei avvicinandosi a Nicholas che si era appoggiato alla porta della camera da letto «Non abbiamo bisogno di essere sposati per amarci come già facciamo»
Nicholas la fissò di traverso «Mi dici una cosa?»
«Si» rispose lei.
«Perché no? Mi hai detto che non abbiamo bisogno di sposarci, ma perché?»
Brianna si allontanò, ma Nicholas la fermò prendendole un braccio. «Perché?» le chiese di nuovo.
«Perché ho paura»
«Paura di che?»
«Paura che il matrimonio mi soffochi, che sia qualcosa che non riuscirò a reggere»
«Capisco» disse lasciandola ed entrando in camera da letto.
Brianna odiava litigare con Nicholas, soprattutto per quei motivi. Non le andava nemmeno di dormire a letto con lui, anche se voleva tanto abbracciarlo e fare l’amore con lui.
Si distese sul divano e copertasi con un plaid riuscì finalmente a prendere sonno.
Verso le prime luci del mattino, Nicholas aprì gli occhi. Si sentiva in colpa per come aveva trattato Brianna quella notte. Si sentiva in colpa perché la stava costringendo a fare qualcosa che non voleva. Si voltò per svegliarla e chiederle scusa, ma non c’era. Si alzò e uscì dalla camera. La vide sdraiata sul divano. Teneva stretto il plaid al petto. Quella sera aveva fatto parecchio freddo. La prese in braccio e la portò in camera da letto e la fece coricare dove aveva dormito lui; lì il letto era più caldo. Quando lui la coprì, lei aprì gli occhi e sussurrò «Ti amo Nicholas e mi dispiace»
«Non preoccuparti. Dispiace tanto anche a me» disse e si alzò dal letto, ma Brianna lo afferrò per la maglietta.
«No, rimani qui»
«Certo» Nicholas si distese accanto a lei e l’abbracciò forte.
«Odio litigare con te» disse lei.
«Adesso che so come la pensi, non te lo chiederò più»
«Magari tra qualche anno, ok?»
«Prenderò nota» disse sorridendo lui e la baciò.
«Voglio rimanere tutta la mattina con te, qui. Hai da fare?»
«Si, ho degli appuntamenti, ma rimanderò»
«No, non voglio che rimandi»
«Anche io voglio stare con te, quindi rimanderò»
«Possiamo stare insieme sempre, va a quegli appuntamenti» disse Brianna con poca convinzione.
Nicholas la guardò un momento e poi la baciò. Stavolta con più passione.
«Non vedo l’ora che arrivi stasera»
Brianna sorrise e lo baciò di nuovo. Quando Nicholas lasciò la camera da letto, capì che non avrebbe più potuto prendere sonno, quindi andò in cucina e preparò qualcosa da mangiare, anche se non aveva molta fame.
Notò anche che non c’era molta scelta, quindi decise che quella mattina sarebbe andata a fare la spesa. Le piaceva passare del tempo all’interno del supermercato. La faceva sentire libera, indipendente e l’aiutava a pensare.
Mentre sistemava la cucina, spuntò Nicholas mentre si sistemava la cravatta «Perché ti sei alzata? Potevi rimanere a dormire un altro po’» disse lui.
«Non ho più sonno»
«Che farai stamattina?»
«Credo che andrò a fare un po’ di spesa e poi ho intenzione di andare da tua madre»
«Ah, vero, mia madre. Dille che una sera di queste andiamo a cena da loro»
«Certo» disse Brianna.
«Sei sicura di stare bene?»
«Non lo so. Mi sento strana»
Nicholas si avvicinò a lei e le cinse i fianchi con le braccia «Se vuoi posso rimanere con te»
«No, davvero. Potrebbe passare subito e se fosse così tu perderesti un giorno di lavoro. Dai vai!»
«Va bene. Ah, ma poi hai pensato all’università?»
«Si, non sono nemmeno sicura di volerci andare»
«Come no?»
«Non lo so. In fondo ho tutto ciò che ho sempre desiderato e non mi è servita la laurea per realizzarlo. Mi va bene così»
«Pensaci bene»
«Lo farò» disse lei baciandolo sulle labbra.
Per tutta risposta lui la baciò con più vigore e l’abbracciò forte «Mi è mancato tutto questo» disse lui.
«C’era Amber a farti passare questi momenti!»
«Non credo proprio. Non eravamo soliti fare così»
«E cosa eravate soliti fare?» chiese ridendo Brianna.
«Non farti strane idee. Non parlavamo come facciamo noi. Non condividevamo quasi nulla. Solo il letto!»
«Ok, basta. Non voglio sapere più nulla»
Nicholas scoppiò in una risata e disse «Vado. Ci vediamo più tardi»
«Ok. Buon lavoro»
«Grazie. Ti amo» disse uscendo dalla cucina.
«Ti amo» rispose lei. Due secondi e Nicholas uscì di casa.
Bene, casa libera. Ora era da sola. Che fare?
Erano ancora le otto e le sembrava un po’ presto per uscire.
Iniziò a sistemare un po’ casa. Diede una ripulita a tutto, perché c’era uno spesso strato di polvere su quasi tutti i mobili.
Erano le dieci e aveva già finito di pulire e sistemare tutto.
La sera prima aveva deciso di cambiare la disposizione dei mobili, ma Nicholas l’aveva guardata male.
Se lui non l’avesse aiutata, l’avrebbe fatto da sola: infatti… Aveva spostato armadi, la parete dove teneva tutti i suoi libri del soggiorno, la tv, i divani.
Le faceva male un po’ la schiena, ma ne era valsa la pena. Adesso sembrava più bella casa sua.
Andò a farsi una doccia e uscì.
Fece la spesa in quattro supermercati diversi e aveva la macchina strapiena di cose da mangiare. Forse potevano non fare la spesa per un mese o due.
Purtroppo era già troppo tardi per andare da Teresa e Nicholas sarebbe tornato a momenti.
Quando tornò e dopo un’iniziale fatica nel portare tutti i sacchi della spesa dentro casa, iniziò a sistemare tutto quello che aveva comprato. Non riusciva nemmeno a chiudere gli sportelli. Proprio mentre stava lottando contro un cassetto che non voleva chiudersi, entrò Nicholas. «Per caso ho sbagliato appartamento?»
«No, vai bene» disse lei con voce forzata.
«Ma che stai facendo?» le chiese lui, vedendo la scena. Brianna che con la coscia cercava di chiudere il cassetto e le mani che stipavano il contenuto, cercando di farci entrare più roba possibile.
«Meno domande e più aiuto, grazie»
Nicholas andò ad aiutarla e togliendo un paio di pacchi di caramelle e patatine riuscì a chiudere il cassetto.
«Molte grazie, questo ero capace di farlo anche io»
«Figurati» disse ridendo lui. «Ma si può sapere che hai fatto stamattina? Non dovevi andare a fare la spesa o qualcosa del genere?»
«E questa che ti sembra?» disse lei indicando tutte le buste sparse per il pavimento.
«Pensavo avessi svaligiato i supermercati»
«A-ah spiritoso» disse lei andandogli incontro e abbracciandolo. «Mi sei mancato»
«Anche tu» rispose lui accarezzandole la schiena e baciandole il collo. «Alla fine hai cambiato la disposizione dei mobili, eh?»
«L’ho detto e dovevo farlo»
«Avresti potuto farti male»
«Ma non è successo. Mi aiuti con tutte queste cose?»
Nicholas prese alcune delle cose che stavano nei sacchetti e si guardò intorno «Non so dove metterli»
Brianna rise «Lascia stare. Fai una cosa utile»
«Cosa?»
«Chiama i tuoi e di loro che li invitiamo a pranzo»
«Oggi?»
«Secondo te?»
«Ma volevo stare con te»
«Lo so, ma non sono mai stati qui. Cioè tua madre si, ma in momenti che preferirei dimenticare»
«Ah, capisco» disse lui guardandola.
Seguirono attimi di silenzio «Allora?» disse lei.
«Sono felice di essere qui con te»
Brianna si avvicinò a lui con un pacco di pasta «Anche io» e gli sbatté la busta sul petto.
«Grazie» rispose lui ridendo.
«Dai chiamali. Io preparo»
 
Circa mezz’ora dopo i genitori di Nicholas si presentarono alla porta di casa. Brianna stava cercando di non far bruciare nulla, quindi dovette lasciare i fornelli a Nicholas per poter salutare Teresa e Greg.
«Ciao Teresa» disse amorevolmente Brianna abbracciandola.
«Greg» disse, abbracciando anche lui.
«È bello rivederti Brianna» disse l’uomo.
«Grazie. È bello anche per me. Dai, fate come se foste a casa vostra, io vado ad aiutare Nicholas»
«Si, si, vai!»
Brianna lasciò Teresa e Greg in soggiorno, mentre Nicholas stava quasi per ustionarsi con una pentola.
«Ok, lascia fare a me. Vai di là. Ci penso io qui»
«Sicura?»
«Sicurissima»
«Va bene. Bacio»
Brianna gli scoccò un bacio sulle labbra e non molto soddisfatto Nicholas ritornò dai suoi genitori.
Nicholas sperava che, dopo pranzo, se ne ritornassero a casa loro, invece Brianna aveva iniziato a prendere discorsi di vestiti, e quindi, con Teresa iniziarono a programmare la nuova linea autunnale.
Suo padre invece gli snocciolava aneddoti riguardo il loro lavoro, ma Nicholas non ascoltava. Era come se si trovasse in un mondo ovattato. Non sentiva nessuno, guardava soltanto: Brianna. Quando lei se ne accorse, gli fece l’occhiolino e sorrise. Il cuore di Nicholas ebbe un paio di sussulti, che furono sufficienti per dire
«Mamma, papà. Vi dispiacerebbe lasciarci da soli?»
Brianna lo guardava, ma non riusciva a capire il significato di quelle parole «Che fai Nicholas?»
Lui non l’ascoltò.
«Si certo» disse Teresa. «Tesoro, ci vediamo in negozio la prossima settimana»
«Brianna, grazie per il pranzo. Sei un’ottima cuoca. È stato bello rivederti»
«Grazie Greg, ci vediamo presto»
«Ciao figliolo» disse lui rivolto a Nicholas.
«Ciao papà»
Quando Nicholas chiuse la porta di casa Brianna disse
«Ma perché li hai mandati via?»
Nicholas non rispose, la prese in braccio e cominciò a baciarla «Te l’avevo già detto che avevo voglia di stare con te»
«Si, ma c’è tutto stasera»
«Adesso abbiamo a disposizione anche il pomeriggio. Anzi spegni il tuo cellulare, per favore. Non voglio che ci disturbi nessuno»
«Mi fai paura»
«Non averne» disse lui e riprese a baciarla. La portò in camera da letto e chiuse a chiave.
«Ti amo Nicholas»
«Ti amo da impazzire» disse lui.
«Questo è il nostro lieto fine?»
«Solo noi possiamo stabilirlo. Tu vuoi che sia il nostro lieto fine questo?»
«Io si, e tu?»
«Si, lo voglio»
«Dammi un pizzicotto, perché non ci credo che sei qui con me» disse lei e nel frattempo gli occhi cominciarono ad appannarsi.
«Ehi, ehi…» disse lui abbracciandola.
«Scusa, è che ti ho desiderato così tanto negli ultimi mesi che non mi sembra vero»
«Lo è Brianna»
Lei lo abbracciò ancora più forte. Aveva bisogno di sentire che era lì e che non se ne sarebbe più andato.
 
«Perché sei così raggiante stamattina?» le chiese Amanda quando la vide entrare in negozio.
«Non si può essere felici di prima mattina?» chiese Brianna.
«Di solito si, ma se lo sei tu, è successo qualcosa»
«No, tranquilla, non è successo niente. Sono solo contenta di ritornare a lavorare»
«Sei l’unica» disse Amanda guardandola di traverso.
Brianna e Amanda passarono tutta la mattinata a disegnare e a scegliere i tessuti per la nuova collezione.
Anche se era felice di ritornare a lavoro non vedeva l’ora di ritornare a casa. «Amanda, chiudi tu? Io devo scappare»
«Si, non preoccuparti. Ci vediamo pomeriggio»
«Grazie mille. A più tardi»
Uscì dal negozio e compose il numero di Abigail.
«Ehi straniera» rispose lei.
«Ciao Ab, come stai?»
«Bene, tu?»
«Una meraviglia»
«Che succede?»
«Niente di che» rispose lei ridendo.
«Non mi freghi cara signorina. Dai, dimmi che succede. Non mi lasciare così sulle spine»
«Fammi salire in macchina e ti racconto tutto»
«Ok, ma sbrigati»
«Ecco, ci sono. Allora… La settimana scorsa, quando siamo tornati, abbiamo passato il primo pomeriggio insieme, insieme»
«Ok, ho capito cosa intendi per insieme, insieme. Va avanti»
«Beh, mi sono accorta che ho un ritardo di qualche giorno»
«Che cosa?» disse Abigail ridendo.
«Hai capito benissimo»
«Ne sei sicura?»
«Non lo so, non ho avuto il coraggio di fare il test»
«Devi farlo Bri e poi andare da un ginecologo»
«Ho appuntamento oggi pomeriggio con la dottoressa»
«Ah bene. Sei felice?»
«Si, cioè rispetto alla prima volta, sta accadendo tutto molto lentamente. Meglio così. Mi sento più preparata adesso, anche psicologicamente»
«Meglio così. Ah  mi raccomando fammi sapere appena sai qualcosa»
«Certo. Adesso chiudo. Sono arrivata e Nicholas è davanti casa. Dovrei cercare di non far capire nulla»
«Bella missione, ma buona fortuna»
«A-ah, grazie. Ci sentiamo più tardi»
«Ok, a più tardi»
Brianna chiuse la comunicazione e scese dalla macchina. Nicholas le andò incontro e la baciò. Non aveva idea che forse la sua vita stava per cambiare, di nuovo.
Se era davvero, quella parola con la “i”, si sarebbe trovata un po’ in difficoltà nel dirglielo.
«Ciao» disse lei.
«Ciao» rispose lui. «Entriamo dentro»
«Com’è andata oggi a lavoro?»
«Al solito. Niente di entusiasmante. A te?»
«Abbiamo scelto i tessuti per la nuova collezione»
«Ah, questo si che è interessante»
«Posso assumerti se vuoi»
«Magari…»
Brianna sorrise «Come mai a casa così presto?»
«Non c’era molto da fare e ho deciso di venire prima, così avrei potuto preparare il pranzo»
«Chi tu? Meno male che sono arrivata in tempo» scherzò lei, ma quando entrò in cucina restò sbalordita.
C’era una tavola super imbandita. «Hai preparato davvero tutto tu?»
«Si»
«Oh, amore. Grazie» disse lei; si voltò e lo baciò.
«Figurati»
Rimasero molto tempo a baciarsi. «Dai, mangiamo altrimenti si raffredda tutto» disse Nicholas.
Dopo aver pranzato Brianna pulì e sistemò la cucina insieme a Nicholas e, dopo aver finito, entrambi si misero sul divano. «Grazie per oggi»
«Grazie a te per averlo permesso»
Intorno le tre del pomeriggio Brianna, che si era addormentata, si svegliò e chiamò Nicholas, che era già sveglio e la fissava. «Che c’è?» gli chiese lei.
«No, niente. Mi piace guardarti dormire. Sei così tranquilla»
«Perché non lo sono quando sono sveglia?»
«Non direi» scherzò lui.
«Grazie mille» disse lei dandogli un pizzicotto sul braccio.
«Ahi, mi hai fatto male»
«Te lo meriti. Comunque io adesso vado»
«Ma è presto»
«Lo so. Devo andare a prendere alcune stoffe»
«Ma non può andarci qualcun altro?»
«Tocca a me decidere quale prendere»
«Ah, allora, ci sentiamo più tardi»
«Certo» disse lei baciandolo.
«Stai attenta» gridò lui.
«Come sempre»
Brianna uscì di casa contenta che Nicholas avesse creduto a quella bugia. Odiava mentirgli, ma in un modo o nell’altro quella sera gli avrebbe detto la verità.
Quando arrivò davanti lo studio della dottoressa, improvvisamente si sentì assalire dall’ansia, ma fece un respiro profondo ed entrò.
Non c’era nessuno in sala d’attesa, quindi appena la dottoressa la vide, la fece entrare.
Dopo circa un quarto d’ora avevano già finito e la dottoressa sapeva, con certezza, se lei fosse incinta o no, ma non diceva nulla.
«Per favore, dì qualcosa» disse Brianna.
«Sei pronta stavolta?»
«Allora è vero?»
«Si. Sei incinta»
Brianna cominciò a ridere e si distese sul lettino. E ora come lo diceva a Nicholas? «Brianna?»
«Si, si. Sto bene»
«Sei pronta?»
«Si, sono pronta»
«Bene. Ti ho prescritto delle vitamine. Prendile durante i primi mesi. Voglio vederti esattamente tra un mese»
«Certo. Ci vediamo»
Brianna uscì dallo studio e salì in macchina. Non sapeva se andare a casa o in negozio. Decise di andare in negozio. Quella sarebbe stata la serata perfetta per parlare con Nicholas.
Sarebbe stato difficile non farne parola con Amanda o Teresa, ma dovevano saperlo prima Abigail, poi Nicholas e insieme i loro genitori. Sua madre non era mai salita a Milano e quella sarebbe stata un’ottima occasione.
Quando arrivò in negozio non c’era ancora nessuno. Decise di chiamare Abigail per informarla.
A quanto pare l’amica aveva il telefono a portata di mano, perché rispose al primo squillo «Allora?»
«Buon pomeriggio anche a te»
«Lascia perdere! Sei incinta o no?»
«Si, lo sono…»
Seguirono diversi urli e gridolini di gioia. «Ah che bello. Lo dicevo io! Che bello non vedo l’ora che ti si veda la pancia…»
«Mi fai paura Abigail»
«Quale paura, qui bisogna festeggiare»
«Lo faremo quando salirai con i miei genitori»
«Quando?»
«Ti chiamerò per dirtelo»
«Sono troppo contenta per te, Brianna»
«Grazie, ora manca dirlo a Nicholas»
«E al resto delle vostre famiglie»
«Si, ma ci penseremo più in là»
«Fai le congratulazioni anche a Nicholas, mi raccomando. Fammi sapere come la prende»
«Io spero che la prenda bene, però sai, non si può mai sapere»
«Non essere sempre pessimista»
«Ci provo. Comunque adesso vado che cominciano ad entrare i clienti»
«Ok, ci sentiamo. Un bacio e ancora auguri»
Brianna sorrise e disse «Grazie»
Nonostante avesse un po’ paura di affrontare Nicholas quella sera, non vedeva l’ora di ritornare a casa e quelle ore sembravano non passare mai. Per fortuna c’erano abbastanza clienti e questo le era bastato per distrarla, ma quando erano arrivate le otto, chiuse il negozio, visto che era rimasta sola, e si diresse verso casa.
Entrando aveva visto la luce della camera da letto accesa. Ok, Nicholas era a casa, infatti: stava lavorando al suo computer.
«Bentornata» disse lui guardandola.
«Grazie. Che fai?»
«Niente di che. Sto sistemando alcune cose»
«Capisco. Posso parlarti un attimo?»
«Certo»
Brianna si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui.
Non sapeva da dove iniziare «Nicholas, io ho davvero paura di dirti quello che sto per dirti, ma devo farlo»
«Che cos’è successo?» chiese lui preoccupato.
«No, niente di grave, anzi… è solo che non è facile»
«Arriva al punto»
«Sono incinta» disse tutto d’un fiato lei. Aspettando, sempre con il fiato sospeso, la reazione di Nicholas.
Passarono circa dieci secondi e Nicholas si rilassò e disse «Davvero?»
«Si»
«Wow» disse lui sdraiandosi sul letto e fissando il soffitto.
«Wow? Non hai nient’altro da aggiungere?»
«Ti amo!» disse lui mettendosi nuovamente a sedere.
«Questo lo sapevo, ma sei contento?»
«Certo che lo sono sciocchina» così dicendo Brianna si rilassò e questo lo notò anche Nicholas. «Ecco cosa ti spaventava»
«Già»
«Non sarà come prima» la rassicurò lui.
«Lo so» disse lei baciandolo.
«Non ci posso credere, stiamo per avere un bambino»
«Si, ma non ora»
Nicholas sembrava non ascoltarla. «Quando l’hai scoperto?»
«Qualche giorno fa, cioè l’altro ieri. Oggi ne ho avuto la conferma»
«Sono felice» disse sorridendo lui.
«Mi fa piacere sentirtelo dire, davvero»
Nicholas l’abbracciò e la baciò. «Ti amo»
«Anche io, tanto»
«Che ti va di mangiare?»
«Pizza?»
«Aggiudicato!» disse ridendo Nicholas.
Dopo aver mangiato pizza e guardato un film, Brianna andò a stendersi sul letto. Cominciò a guardare la pancia e non vedeva nessun gonfiore, anche se sapeva che sarebbe durato poco.
Nicholas, entrando in camera, la vide fissarsi la pancia.
«Non si vede nulla»
«Ancora per poco»
«Non vedo l’ora»
«Ma tutti non vedete l’ora di toccarmi la pancia?»
«Tutti?»
«No, solo tu e Abigail»
«Lo sa?»
«Si, prima di te» disse lei.
Nicholas, adesso, non sapeva come comportarsi. La fissava e non riusciva a fare altro. Brianna se ne accorse e disse «Puoi toccare, ascoltare, fare quello che si fa di solito»
«Non è strano?»
«Non più del normale. Non preoccuparti, puoi sentirti spaventato»
«Non lo sono»
Brianna lo guardò di traverso «Ah no?»
«No… ok, solo un po’»
«Non nascondermi nulla, ok?»
«Va bene» Nicholas avvicinò la mano e l’appoggiò sulla sua pancia «Che strano… Giorno dopo giorno crescerà sempre di più»
«Già, non me ne parlare. Diventerò una mongolfiera»
«Non credo proprio»
«Vedremo»
Nicholas continuò a parlare, invano, perché Brianna già dormiva. La guardò e sorrise. Si avvicinò a lei e spense la luce.
Quella era la serata più bella della sua vita. Non credeva che sarebbe stato così bello ricevere quella notizia. Lo era stato anche la prima volta, ma solo in un secondo momento ne aveva capito l’importanza e si era pentito e maledetto per quello.
Ma adesso non valeva più la pena torturarsi per quello che era successo in passato. Stavano vivendo il presente nel migliore dei modi, e quella notizia era un futuro molto più roseo di quanto si potesse mai aspettare.
Anzi, se quel futuro era veramente rosa sarebbe stato ancora più contento. Ma, maschietto o femminuccia, avrebbe amato suo figlio o sua figlia più di quanto potesse fare.
 
Il giorno dopo, Brianna si svegliò con un forte senso di nausea. Passò quasi tutta la mattinata in bagno e Nicholas era rimasto con lei, che aveva più volte cercato di farlo uscire di casa, ma Nicholas non volle sentire ragioni e rimase accanto a lei per tutto il tempo.
«Vuoi che ti porti qualcosa?» chiese preoccupato Nicholas.
«No, grazie. Non occorre che tu faccia il mio schiavetto»
«Ma se posso perché no?»
«Non voglio. Non ho voglia di passare i prossimi nove mesi seduta, coricata o a riposare. Sarebbe solo peggio per me»
«Ma se stai male…»
«Se sto male mi siedo per un po’ e mi riprendo. Tranquillo» disse lei rassicurandolo e poggiandogli una mano sulla guancia.
 
Esattamente al primo mese Brianna andò dalla ginecologa che le aveva consigliato di continuare a prendere le vitamine, più per lei che per il bambino, che sembrava crescere forte e sano, anche se era ancora molto presto per dirlo, ma tutte le analisi erano buone, quindi non poteva che essere così.
Ottobre era il mese del compleanno di Nicholas, quindi decisero di festeggiare quella data con il compimento del primo mese di gravidanza. Lui, per l’occasione, le aveva chiesto se poteva indossare uno di quei suoi vestitini, ma a malincuore Brianna dovette abbandonare l’idea di entrare in quei vestiti. Le si vedeva un po’ di pancia e già lei non riusciva a sopportarlo. «Dai che sarà mai. Non ti si vede nemmeno»
Brianna l’aveva guardato in cagnesco e Nicholas, dopo aver letto un libro sulla donna durante la gravidanza, capì che era meglio non contraddirla e che un giorno di quelli sarebbero andati a fare shopping pre-maman.
 
«È il Natale più bello che io abbia mai passato, Nicholas» disse lei emozionata per quella cenetta a lume di candela, che non erano mai riusciti a fare.
«Mi fa piacere che ti piaccia. Ho una cosa per nostro figlio»
Brianna sentì le lacrime bagnarle le ciglia «Che hai comprato?»
«Siccome ancora non si sa il sesso, nonostante tu sia già al terzo mese, ho pensato che il suo primo ciuccio deve riceverlo dal papà. Spero ti piaccia»
Brianna scoppiò in lacrime, lacrime di gioia ovviamente.
«Amore, certo che mi piace. È stupendo! Grazie. Anche lui o lei lo adorerà» disse lei alzandosi e abbracciandolo. Lui, invece, la baciò con parecchia passione.
Erano le feste più belle che avesse mai passato. Con la sua famiglia. La famiglia che stava formando.

Quando al quarto mese di gravidanza la sua pancia cominciava ad essere piuttosto evidente, Brianna decise che era ora di dirlo ai suoi genitori, ma Nicholas l’aveva anticipata prenotando dei biglietti per la sua famiglia e per Abigail. «Grazie» gli aveva detto Brianna sempre con le lacrime pronte a rigarle le guance.
«Perché piangi?»
«No scusa, è colpa degli ormoni» disse ridendo.
«Ah, bene»
«Quando arrivano?» chiese lei asciugandosi gli occhi.
«Domani sera»
«Così presto? Perché non me lo hai detto prima?»
«Volevo farti una sorpresa»
«Ti è riuscita benissimo» disse lei baciandolo. «Ti amo» poi guardò la sua pancia e disse «Ti amiamo»
Era un momento bellissimo quello e Nicholas avrebbe voluto che il tempo si fermasse in quell’esatto istante.
Anche lui si era commosso, perché Brianna scorse un luccichio nei suoi occhi, ma non volle dire nulla, si limitò solo ad abbracciarlo più forte per quanto le fosse possibile.
«Abbiamo un problema» disse lui, riprendendosi da quell’emozione improvvisa.
«Oh dio, che c’è ora?»
«Dove metteremo la cameretta?»
Brianna rabbrividì. Era vero, non avevano pensato alla cameretta e non c’erano nemmeno stanze vuote.
«Oh cavolo! Hai ragione!!»
«Dai non preoccuparti. Cercheremo una casa più grande. Ci penserò io»
«Ma mi sarebbe piaciuto farlo o farla crescere qui»
«Anche a me, ma dobbiamo cambiare»
Brianna si sedette e appoggiò i gomiti al tavolo.
«Brianna non preoccuparti, per un po’ di tempo possiamo stare qui, tanto starà sempre con noi in camera»
«Si, ma come facciamo a trovare un’altra casa?»
«Ci penso io a questo»
«Va bene»
 
Nonostante tutto andasse a gonfie vele, Brianna aveva un po’ di paura a dirlo ai suoi genitori. Nicholas preparò la cena, con l’aiuto di Brianna e di Amanda. Nemmeno lei ancora lo sapeva. Quando arrivarono i genitori di lui, Brianna rimase tutto il tempo seduta con un cuscino sulla pancia. Non vedeva l’ora che arrivassero tutti per dare la notizia. Fortunatamente dovette aspettare poco, perché prima che Nicholas tornasse nuovamente in cucina, avevano suonato alla porta.
Era inverno e Brianna aveva indossato un maglione per nascondere la rotondità in eccesso, non che fosse una brutta cosa, ma non voleva rovinare la sorpresa.
«Vado io, Nicholas. Vai ad aiutare Amanda»
«Ok» disse lui baciandola velocemente.
Quando aprì la porta spuntò per prima Abigail.
«Ciao neo…»
«Stai zitta» disse Brianna pizzicandole un braccio.
«Neo…ehm… stilista. Scusa» si giustificò Abigail sorridendo.
«Ciao Abigail, mi sei mancata tanto» disse affettuosamente, un po’ per farsi perdonare per averla zittita.
«Mamma, papà»
«Tesoro» disse la madre entrando ed abbracciandola.
«Ciao Brianna» disse il padre che non si scioglieva in nessun tipo di abbraccio o gesti affettuosi per quanto era orgoglioso.
«Come stai?» chiese lui.
«Bene, grazie. Dai entrate, che fuori fa freddo»
«Ciao sorellona» disse Rose.
«Ciao sorellina, come stai?»
«Al solito. Bella casa» commentò lei entrando.
Quando Nicholas uscì dalla cucina salutò i genitori di Brianna e li presentò ai suoi.
Effettivamente loro non si erano mai incontrati e forse quella era la sera sbagliata per fare altre presentazioni.
Fortunatamente non ci fu nessun tipo di attrito tra di loro e la cena passò tranquillamente e con diversi tipi di chiacchiere. Anche Abigail e Amanda sembravano aver legato molto.
Brianna fissava tutti e quando vide che Nicholas la fissava sorrise. Era felice, felice di poter avere tutta la sua famiglia riunita in una sola stanza.
«Scusate» disse Briann Improvvisamente, calò il silenzio in quella stanza e se fino ad un minuto prima si sentiva sicura, adesso era spaventata morta. Nicholas si avvicinò e le strinse la mano «Io e Nicholas avremmo una cosa da dirvi»
«Vi sposate?» chiese la voce squillante di Beth, la madre di Brianna.
«Ehm, no mamma, non ci sposiamo»
«Ah» fece lei.
Seguirono alcuni secondi di silenzio, mentre Teresa cominciò a guardare, in maniera molto agitata, il marito e il figlio.
«Che succede?» chiese lei al marito.
Poi Brianna prese coraggio e si sfilò il maglione di dosso e lo gettò sulla sedia. Sotto aveva una maglia di cotone che mostrava perfettamente la sua pancia.
Tutti rimasero a bocca aperta, tranne Abigail che non stava nella pelle. Voleva alzarsi e accarezzare quella protuberanza. «Aspettiamo un bambino»
Fu la madre di Brianna che si alzò per prima e andò ad abbracciare la figlia «Congratulazioni tesoro. Perché non ce lo hai detto prima?»
«Volevo passare i primi mesi senza il tuo stress» disse scherzando lei.
Poi fu il turno di abbracciare Nicholas.
«Congratulazioni» disse sempre Beth.
«Grazie» disse sorridendo.
«Oh tesoro. Auguri» disse Teresa a Nicholas.
«Grazie mamma, ma dovresti abbracciare Brianna»
«Oh, stai zitto e lasciati abbracciare»
«Sono orgoglioso di te, Nicholas» disse Greg a Nicholas.
A poco a poco tutti abbracciarono i futuri genitori.
«Abigail? Adesso puoi toccare»
«Ah che bello!» urlò l’amica.
«Sono felicissima per te, amica mia» disse Abigail mentre le accarezzava la pancia.
«Grazie tesoro. Sono felice anche io, solo che ora dobbiamo cambiare casa»
«Perché questa non va bene?»
«Non c’è spazio per una cameretta»
«Ah, che peccato»
«Si, è davvero un peccato»
«Posso proporti una cosa?»
«Cosa?»
«Non ho più voglia di abitare giù. Voglio trasferirmi. Pensi che potrei stare qui?»
«Ma certo che puoi. Devo parlarne con Nicholas, ma penso che vada più che bene. Sarà fantastico!! Nicholas? Puoi venire un attimo?» urlò mentre quest’ultimo stava parlando con suo padre e il padre di Brianna.
Quando le raggiunse baciò prima la pancia di Brianna e poi lei «Ditemi»
«Noi dobbiamo comprare casa?»
«Si»
«Pensi che Abigail possa venire a vivere qui?»
«Certo che si. Sarà fantastico e poi avresti la tua migliore amica vicino»
«Ah, che bello! Te l’avevo detto» disse Brianna abbracciando Abigail.
«Grazie Nicholas» disse lei.
«E di che?» disse sorridendo lui.
Passarono tutta la serata a parlare. Brianna, Beth e Teresa discutevano sui nomi possibili da dare al bambino.
Avevano snocciolato diversi tipi di nomi, ma Brianna non era proprio interessa alle loro opzioni.
Avrebbero deciso lei e Nicholas il nome da dare a loro figlio.
Poco dopo mezzanotte i genitori di Nicholas si offrirono per riaccompagnare quelli di Brianna al loro hotel, così, dopo tutti i saluti, Brianna e Nicholas restarono da soli. «È andata benissimo» disse lui buttandosi sul letto esausto.
«Si, è andata meglio di quanto mi aspettassi» rispose lei stendendosi al suo fianco.
Nicholas si alzò e poggiò l’orecchio sulla sua pancia.
«Nicholas? Che fai?»
«Voglio sentire se scalcia»
«Non credo lo faccia con te. Io ho provato stamattina, ma niente»
«Magari con me ora lo fa»
«Ho qualche dubbio, ma continua a provare»
Nicholas continuava ad accarezzarla. 
«Sai?» disse lei «Stavo pensando a quando siamo usciti insieme la prima volta. Quanto è passato?»
«Sono passati quasi quattro anni»
«Accidenti… che fine ha fatto quel libro che hai comprato?»
«Lo conservo ancora. Però è nella casa dove stavo prima. Ricordi?»
«Si certo… Non potrei mai dimenticarla quella casa»
«Già. Ah eccolo!!»
«Ha scalciato?»
«Si, proprio ora»
«Guarda un po’. Con me non l’ha fatto»
«Tu continua a provare» disse lui ridendo.
Quella notte Nicholas dormi appiccicato a Brianna e non aveva fatto altro che tenere le mani sulla pancia.
Brianna non poteva che sentirsi al settimo cielo.
Quello era il paradiso.

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 ***


CAPITOLO 39

 
I mesi che seguirono furono pieni di cose da fare. Brianna aveva la nuova collezione in cantiere e nonostante l’aiuto di Teresa, di Amanda e di Abigail si sentiva sempre indietro e temeva di non riuscire a terminare per la sfilata che si sarebbe svolta più o meno quando lei sarebbe diventata un pallone gonfiato. Il 6 aprile ci sarebbe stata la sfilata e lei avrebbe dovuto indossare uno di quei vestiti.
Per fortuna le era venuto in mente di iniziare una collezione di abiti pre-maman.
Era al sesto mese. Insieme avevano deciso di non voler sapere il sesso del bambino, ma all’ecografia del quinto mese Brianna aveva ceduto e se l’era fatto dire.
«Ma perché te lo sei fatta dire?»
«Perché non stavo più nella pelle. Sono un tipo curioso. Non lo vuoi sapere?»
«No, io non lo voglio sapere. Per me sarà una sorpresa. Guastafeste»
«Eh dai! Ho bisogno un po’ di te»
«Arrivo» disse lui che era nella cabina armadio.
Brianna, nel frattempo, si era messa sotto le lenzuola.
«Guarda!» disse lei «Assomiglio ad una collina»
Nicholas la fissò, alzando un sopracciglio e disse «Sei bellissima»
«Non è vero…»
Nicholas salì sul letto, si avvicinò a lei e la baciò.
«Sei bellissima»
«Grazie Nicholas. Dovremmo scegliere il nome»
«No, ci penseremo dopo la sua nascita»
«Io avrei qualche preferenza. Dobbiamo sceglierlo bene» Nicholas la guardava senza dire parola. Voleva proprio vedere fin dove arrivava. Era più testarda di un mulo «Se sarà una femminuccia mi piacerebbe il nome America. Ho sempre desiderato chiamarmi America. Oppure India, se sarà un maschietto sono indecisa tra Christian ed Andrew. Che dici?»
«Non dico nulla. Io ci penserò quando nascerà»
Brianna lo guardò di traverso «E’ inutile che mi guardi così»
«Va bene» disse lei, si voltò spense la luce e disse «Buonanotte Nicholas»
«Buonanotte Miss Guastafeste»
Sentendo quelle parole Brianna alzò un braccio e lo colpì alla spalle «Ti odio»
«Tu mi ami invece»
«Si è vero» disse lei arrendendosi e voltandosi verso di lui.
Nicholas la baciò così a lungo che Brianna, a causa della stanchezza si addormentò baciandolo.
Nicholas rise, spense la luce, l’abbracciò e provò a dormire anche lui.
 
Fortunatamente prima della sfilata Nicholas aveva trovato casa e con l’aiuto dei suoi fratelli e di alcuni suoi amici avevano fatto il trasferimento e avevano sistemato i mobili nuovi e le camere da letto, compresa quella del bambino.
Brianna rimaneva nella casa vecchia, alias casa nuova di Abigail.
Molte volte Brianna aveva tentato di dirgli se loro figlio fosse un maschio o una femmina, ma Nicholas non cedeva. «Ma almeno non sbaglierai il colore della sua camera»
«La faremo di un colore neutro, così non ci saranno problemi»
«Ah» rispose Brianna. La infastidiva il fatto che Nicholas non lo volesse sapere e che trovava una soluzione a tutti i problemi che credeva di avere Brianna.
Nicholas, invece, moriva dal ridere quando la vedeva comportarsi in quel modo.
La sfilata di quel mese, il 6 aprile, fu un successone. Qualcuno era riuscito a trovare ben venti future mamme che fossero disposte a sfilare e tutte avevano accettato volentieri. Quella era stata una sorpresa per Brianna che, da quasi due mesi non andava a lavoro, nonostante lei continuasse a fuggire di casa la mattina per poter toccare uno dei suoi vestiti.
Si sentiva come una bambina che non può uscire a giocare perché fuori piove. Uno strazio.
Non poteva nemmeno andare nella sua nuova casa perché era pericoloso. In pratica era segregata in casa e non poteva nemmeno contare su Abigail perché lavorava, quindi si ritrovava a stare per ore al telefono con sua madre o con alcune amiche del liceo.
 
«Non puoi tenermi chiusa in casa» disse a Nicholas mentre misurava la circonferenza della sua pancia.
«Si invece. È troppo pericoloso stare nella casa nuova. C’è odore di vernice e troppa polvere»
« Uffa. Non posso lavorare, non posso andare da nessuna parte, tu non puoi stare con me. C’è qualcos’altro che non posso fare?»
«Lamentarti»
«Grazie»
«Prego» rispose lui ridendo e abbracciandola, anche se era un po’ complicato visto che lei ormai era tutta pancia.
«Sono enorme» si lamentò lei.
Nicholas alzò gli occhi al cielo «Non lo sei. Sei perfettamente normale. L’ha detto pure il dottore»
«Non mi sopporti più vero?»
«No, mi fai ridere»
«Ah, sono un pagliaccio?»
«No, non volevo dire questo»
«Lascia perdere Nicholas. Vado a leggere»
Nicholas non sapeva cosa dire, cosa non dire, cosa poteva fare per farla stare meglio o cosa doveva evitare.
Ma nonostante questo per lui erano stati mesi bellissimi.
 
Quasi alla fine dell’ottavo mese di gravidanza Brianna aveva scelto il nome, visto che sapeva da un bel po’ il sesso di suo figlio.
Casa nuova era terminata da un po’, ma Nicholas vietava a Brianna di entrarci sempre per quelle solite precauzioni.
La madre di Brianna era salita nuovamente a trovare la figlia e sarebbe rimasta fino a qualche settimana dopo la sua nascita. Aveva portato con se, diversi tipi di regali: tutine, biberon, tutte quelle cose che si regalano ad un futura mamma.
La madre di Brianna, Beth era super eccitata di diventare nonna, Teresa, superava i limiti di qualsiasi umana comprensione. Era già nonna, ma desiderava così tanto un nipotino da Nicholas che per poco non si metteva a fare i salti di gioia. Aveva comprato di tutto e nella loro casa in campagna avevano fatto preparare anche la stanza per quando avrebbe passato del tempo lì con i nonni.
Più si avvicinava la fine del nono mese, più Brianna si sentiva nervosa.
«Ma perché se casa nuova è finita non andiamo lì? Prima o poi Abigail ci caccerà» disse Brianna a Nicholas che stava guardando la tivù.
«Potete stare quanto volete. Non mi dispiace»
«Vedi?» disse Nicholas.
Brianna rinunciò e andò in cucina «Abigail?»
«Si?» rispose lei dal bagno.
«Credo che quella vasca che hai portato in bagno avesse un buco. C’è tantissima acqua qui»
Abigail uscì dal bagno per controllare meglio, ma quando la vide si mise a ridere «Tesoro, non credo proprio fosse la vasca»
«Eh?»
«Si sono rotte le acque»
Brianna spalancò gli occhi e rimase immobile. Nicholas si voltò e la fissò come se fosse stato pietrificato.
Abigail sventolò il panno che aveva in mano davanti il volto di Brianna.
«Brianna?» la chiamò lei.
«Eh…» rispose spaventata lei.
«No, non sono pronta…»
«Ma il piccolino o la piccolina, si. Nicholas?» chiamò voltandosi verso di lui, ma vedendolo pietrificato disse «No, anche tu no!» si avvicinò al divano e gli gettò un cuscino in faccia «NICHOLAS!!»
«Si, scusa» disse lui alzandosi di scatto e avvicinandosi a Brianna. «Amore, come stai?»
«Normale credo»
«Andiamo all’ospedale»
Brianna annuì senza dire parola.
«Abigail, puoi preparare la sua borsa? Io l’accompagno e poi vengo a prendere te»
«No, non preoccuparti. È già tutto pronto. Andiamo. Mentre siamo in macchina chiamo i vostri genitori»
«No, non chiamare nessuno»
«Come no?»
«Fai come ti dico io!» gridò Brianna guardandola in cagnesco e piegandosi in due.
«Penso proprio che siano arrivate le contrazioni»
«Si lo penso anche io» disse Brianna.
«Dai andiamo» proruppe Nicholas.
Venti minuti dopo erano in ospedale e Brianna cercava sempre di più di non stritolare la mano di Abigail, ma non riusciva a controllarsi. «Scusa Abigail» disse lei.
«Non preoccuparti tesoro. Dai, andiamo»
Quando Brianna stava per entrare in sala parto le fu chiesto «Vuole che entri suo marito?»
Brianna guardò Nicholas e viceversa «Va bene se aspetto fuori?» chiese lui a lei.
«Si, va bene. Forse è meglio»
«Ok» disse lui. Si vedeva lontano un miglio che Nicholas era spaventato.
«Stai tranquillo» lo rassicurò Abigail.
«Come si fa?»
«Respira e non farti prendere dal panico. Tra qualche minuto sarà tutto finito e potrai prendere in braccio tuo figlio o tua figlia. Davvero non lo sai?»
«No, ma Brianna si. Non ho voluto rovinarmi la sorpresa. Tu lo sai?»
«No, nemmeno»
Dalla sala parto si sentivano le grida di Brianna e dell’ostetrica che la rassicurava e le diceva che andava bene. Era lì dentro da circa mezz’ora, ma ancora niente.
«Ma quanto ci mettono?»
Abigail gli accarezzava la schiena per rassicurarlo
«Se la prende con comodo»
«Si infatti» disse sorridendo lui.
Finalmente, dopo altri cinque minuti di straziante attesa, Nicholas e Abigail, sentirono il pianto di un bambino. «È nato» disse lei.
Nicholas si alzò e cominciò a fare avanti e indietro nel corridoio, finché non uscì un’infermiera per farli entrare.
Quando Nicholas entrò vide subito Brianna.
Era bellissima, nonostante avesse appena dato alla luce loro figlio. Lei lo vide e si mise a ridere.
L’infermiera si avvicinò e gli disse «Congratulazioni signor Barnes. Ecco qui sua figlia»
Nicholas spalancò gli occhi che gli si riempirono di lacrime. Si voltò verso Brianna che rideva e piangeva nello stesso momento.
Non sapeva come tenerla, temeva si potesse rompere, ma l’infermiera lo rassicurò dicendo che era forte e che non si sarebbe potuta rompere.
«Ciao amore» disse lui alla piccolina. «Sono il tuo papà e lei» continuò a dire avvicinandola a Brianna
«Lei, è la tua mamma»
Brianna prese sua figlia in braccio e baciò Nicholas. Un bacio lungo, interrotto dalla piccola manina che toccava la guancia di Nicholas.
«È bellissima» disse lui.
«Si, lo è davvero»
Mentre Nicholas guardava Brianna e la loro bambina  e mentre Brianna guardava lei, entrarono Abigail, Teresa, Beth e Greg.
«Oh, ma guardala la mia nipotina» disse Beth con le lacrime agli occhi.
«È veramente bella»
Lo era davvero quella bambina. Aveva un visino a forma di cuore, le sopracciglia invisibili, segno che sarebbe stata bionda e alcuni peletti chiari sulla testa. Si, sarebbe stata bionda. Le sue minuscole manine stringevano il dito di Brianna. Era abbastanza lunga e tutti dicevano che sarebbe diventata alta come le madre. Brianna si augurava di no. Alta sì, ma non troppo.
Era ancora troppo presto per dire a chi somigliava, ma Brianna era davvero sicura che avrebbe avuto gli occhi del padre. Quell’azzurro cielo degli occhi di Nicholas. Anche negli occhi di sua figlia c’era una sfumatura di azzurro e Brianna sperava davvero di poterla guardare un giorno e vedere lo stesso sguardo di Nicholas.
Era già innamorata di sua figlia e ancor di più di Nicholas.
«Come si chiama?» chiese Greg, spuntando da dietro la piccola folla che si era riunita attorno il letto di Brianna.
«Ancora non abbiamo deciso, ma Brianna ha le idee piuttosto chiare» disse Nicholas ridendo.
La serata o meglio nottata, visto che Brianna aveva partorito alle undici di sera, era passata velocemente e il giorno dopo Brianna era stata informata che quel pomeriggio stesso lei e la bambina sarebbero potute ritornare a casa.
Uscite dall’ospedale, passarono il pomeriggio a casa di Abigail, che aveva promesso di prendersi cura della piccolina, mentre Brianna riposava un paio di orette.
Quella sera stessa Nicholas aveva detto a Brianna che potevano trasferirsi nella casa nuova.
«Davvero?» aveva gridato lei.
«Si, davvero. La casa ora è perfetta. Non c’è più odore di vernice né rischio che qualcosa possa danneggiare la bambina»
«Oh che bello amore! Finalmente»
Quella casa prometteva davvero bene sin dall’esterno. Un vialetto introduceva al porticato. C’era una splendida veranda con due poltrone e un tavolino in vimini. Dall’altro lato c’era un box per far giocare la bambina e un’altalena per quando sarebbe stata più grande.
Appena entrata a destra c’era un grande salone attrezzata di parete per i libri, televisore, e due divani, procedendo c’era la scala che portava al piano di sopra. Di fronte il salone c’era la cucina. Una grande stanza con un seggiolone e un altro box. Accanto la cucina c’era il bagno e di fronte questo una stanza dove erano state riposti tutti i lavori di Brianna.
«È bellissimo qui» disse Brianna a Nicholas guardandosi intorno «Mi piace moltissimo»
«Sono contento che ti piaccia»
Tutto era in stile molto moderno, quindi Brianna non poteva che adorare quelle stanze.
«Saliamo su»
Salendo le scale Brianna rimase stupida dalla parete azzurro cielo che evidentemente doveva essere la camera della bimba. Subito dopo veniva la loro camera e poi il bagno.
Quella casa era una favola. Lei aveva sempre desiderato una casa del genere.
«Grazie Nicholas. È davvero tutto bello. E la sua stanza è stupenda. Non avresti potuto fare lavoro migliore. Ti amo»
«Ti amo anche io» disse lui baciandola e accarezzando la bambina.
«Dai scendiamo giù»
Si sistemarono tutti e tre sul grande divano. «Che nome hai deciso?»
«Me ne sono venuti molti in mente, ma quello che mi è piaciuto di più è America. Che ne pensi?»
«Mi piace»
«Non sembri molto sicuro»
«No, mi piace davvero. Qualcosa di meno complicato?»
«India»
«Ti sei fissata?» disse ridendo Nicholas.
«Non è questo, è solo che voglio che mia figlia non abbia un nome comune. Deve essere particolare il suo nome. Uno di quelli che quando li senti per la prima volta non li dimentichi più»
«Hai ragione, però India mi sembra più bello»
«Allora vada per India» confermò Brianna.
«Ciao India» disse Nicholas rivolgendosi alla bambina che muoveva i piedini e con le mani cercava di afferrare la bocca del suo papà.
Brianna li fissava ed era completamente incantata.
Era felice.
 
India cresceva a vista d’occhio. Ogni mese che passava sembrava che avesse uno o due anni e non due o tre mesi.
Un giorno, tornando da lavoro, aveva trovato Nicholas che, per stare con sua figlia era uscito da lavoro presto e aveva congedato sua madre che aveva promesso di prendersi cura di India quando Brianna doveva necessariamente recarsi da qualche parte per i tessuti o per i colori.
Entrando in soggiorno aveva visto Nicholas cullare India.
«Ciao Nicholas» disse lei andando a baciarlo.
«Ciao amore» ma lei non l’ascoltò nemmeno. La sua attenzione era completamente rivolta a India.
«Ciao amoruccio… Come stai?»
Brianna posò la borsa sul divano e Nicholas gliela mise in braccio. «Vado a preparare qualcosa da mangiare»
«Va bene, io arrivo subito»
Quell’estate era veramente torrida e in casa cercavano sempre di tenere le stanze il più fresche possibili senza però esagerare. Per i primi mesi, casa loro pullulava di gente, soprattutto durante le prime settimane.
Brianna cullò per un bel po’ India, inalando il suo dolce profumo. Era completamente in trance, fin quando non fu Nicholas a chiamarla.
Dopo pranzo Brianna si addormentò sul divano con India, mentre Nicholas si preparava per tornare a lavoro. Non avrebbe voluto lasciarle sole.
Andò da Brianna e la mosse piano, per non svegliarla bruscamente. «Brianna?»
«Si?»
«Sto andando via»
«Va bene, ci vediamo stasera»
«Ok» fu la risposta di Nicholas, che sperava che Brianna gli chiedesse di restare con loro.
Prima che uscisse di casa Brianna lo chiamò e gli disse «Torna presto»
Nicholas sorrise e uscì di casa, felice.
«Ti va di passare tutta la giornata con mammina?»
India continuava a fissarla, come se capisse quello che la madre cercava di comunicarle.
«Si?» continuò a chiedere Brianna. «Bene, vieni qua amore» Brianna la prese in braccio e la cullò, ma India non voleva dormire, anzi… cominciò a tirare i capelli che ricadevano sulle spalle di Brianna.
India aveva solo pochi mesi, ma sembrava essere piuttosto vivace anche quando faceva capire di voler qualcosa ed era anche molto testarda. Piangeva finché non otteneva quello che voleva. Brianna non voleva viziarla, ma Nicholas non riusciva a sopportare quel pianto straziante, quindi era lui che l’accontentava.
Dopo mezzo pomeriggio a giocare con la figlia, Brianna decise di portarla a fare un giro.
Si sentiva felice mentre passeggiava per le strade di Milano durante il crepuscolo. Andò a trovare Abigail, la seconda zia preferita di India.
Anche lei la viziava parecchio. Anzi, la viziava più lei che il padre.
La nuova casa non distava molto dal centro di Milano ed era in un quartiere dove i vicini adoravano già India e poi erano tutti così cordiali.
Mentre stava tornando a casa, Nicholas le vide. Accostò sul ciglio della strada e scese «Brianna»
«Ehi, ciao Nicholas» disse raggiante lei.
«Che fate?»
«Stiamo tornando a casa. Abbiamo fatto una bella passeggiata»
«Tutto bene?»
«Certo» disse lei e lo baciò. «Tu? Tutto bene?»
«No… Mi siete mancate»
«Anche tu ci sei mancato»
«Dai, andiamo a casa»
«Ci vediamo lì, mi piace camminare con lei» disse Brianna sorridendo.
Nicholas non era molto d’accordo, ma alla fine disse «Va bene, ma stai attenta e sbrigati»
«Ok» disse lei baciandolo. «A dopo amore»
«A dopo»
Brianna aspettò che Nicholas salisse in macchina, dopodiché si rimise a camminare con India.
Quando arrivò a casa, c’erano tanti odori strani.
Entrò in cucina con India in braccio e vide Nicholas ai fornelli «Che fai?» gli chiese ridendo.
«Sto cucinando»
«Lo vedo, ma a me sembra che quella cosa nel forno non sia più tanto commestibile»
«Cavolo!» Nicholas aprì il forno, dal quale uscì una nuvola di fumo che fece azionare l’allarme. «Porta India di là»
Brianna eseguì e salì in camera sua. Dalla sua cameretta si sentiva Nicholas prendersela con il forno, dopo qualche minuto salì anche lui «Ho ordinato le pizze. Rinuncio a cucinare per stasera. Voglio stare con voi»
«Dovrai accontentarti solo di me, perché tua figlia si è appena addormentata»
Nicholas sorrise, ma era un sorriso strano, compiaciuto.
«Che c’è?» gli chiese maliziosa Brianna.
«Suona strano sentirti dire “tua figlia”»
«Ah ecco… si lo so. Suona strano anche a me e lo sarà ancora di più quando comincerà a chiamare “mamma”, “papà”. Lì si che sarà strano»
«Non vedo l’ora che arrivino questi momenti. La prima parola, il primo passo… il primo giorno di scuola»
«Ehi, vacci piano. Non voglio che cresca troppo in fretta»
«Nemmeno io, però non puoi fare a meno che pensarci»
«Dai, andiamo giù» disse Brianna sorridendo e abbracciandolo.
Passarono tutta la serata a guardare film e mangiare pizza. A turni Nicholas e Brianna salivano a controllare se India stesse bene, ma la bambina dormiva come un angioletto, ogni tanto, dal baby-monitor, si sentiva che si lamentava, ma poi ritornava a dormire. Probabilmente stava sognando.
In una di queste occasioni Nicholas iniziò a fissare Brianna.
«Che c’è?» gli chiese lei.
«Sei bellissima…» rispose Nicholas.
«Stai scherzando spero. Non oso nemmeno guardarmi allo specchio»
«Stai benissimo. Questa gravidanza ti ha cambiata. Non sei più come prima»
«Magari sarò più responsabile, visto che abbiamo una figlia che dorme al piano di sopra»
«No, lo eri già prima. Sei diversa, ma non so dire cos’è. Sei più… mamma in tutti i sensi»
«Ah…»
«Non prenderla male, è un complimento»
«Uno strano complimento»
«Si, in effetti»
«Ma grazie lo stesso» disse lei avvicinandosi sul divano e baciandolo.
Quel bacio piacque ad entrambi, ed entrambi avrebbero voluto di più.
Salirono di sopra e chiusero la porta. Meno rumore volevano fare, più andavano sbattendo al muro o all’inferriata di legno. Dopo qualche secondo Brianna scese nuovamente al pian terreno. Aveva dimenticato il walkie talkie.
Quella fu una notte semi tranquilla…
 
Era strano come volava il tempo quando si cresce una figlia. Brianna aveva affidato la società ad Abigail, perché India si era rivelata una vera peste e non poteva rimanere per più di due ore in negozio mentre la madre lavorava. A circa dieci mesi non voleva stare più nel box; piangeva finché qualcuno non la metteva giù e di solito era sempre il padre, Nicholas.
Aveva imparato a gattonare e lì Brianna decise che era ora di mettere una specie di cancelletto per non far salire India al piano di sopra o per evitare che cadesse dalle scale.
Aveva migliaia di giocattoli per farla stare alzata, ma lei niente. Voleva gattonare.
Però era carina con la sua tutina primaverile firmata Cher.
Quando India imparò definitivamente a camminare, circa a una anno e mezzo entrambi non riuscivano a starle dietro. Brianna era preoccupata che inciampasse e si facesse male, Nicholas, invece, rispondeva «Non si farà male, stai tranquilla. E poi è testarda e orgogliosa come sua madre, non si metterà a piangere»
Brianna ogni volta lo fissava con uno sguardo torvo, ma non riusciva mai ad arrabbiarsi sul serio con lui, visto che quando era in casa era un papà perfetto. Fu proprio quella la sua prima parola.
Era una sera di settembre. Nicholas stava giocando sul divano con India, mentre Brianna preparava la cena.
Avrebbe dovuto dire le prime paroline più o meno quando aveva imparato a gattonare, ma niente. Brianna la spronava ripetendole «M A M M A» ma la bambina non era interessata. Quella sera invece a un anno e tre mesi aveva detto «Papà»
Nicholas rimase a bocca aperta «Brianna!!»
«Si?»
«Vieni subito!»
Lei aveva lasciato tutto dov’era e si era precipitata in soggiorno «Che succede?» aveva chiesto preoccupata.
«Ha parlato!»
«Davvero?» chiese felicissima lei.
«Si, guarda…»
Nicholas mimava a India la parola “papà” e dopo qualche tentativo India disse «Papà»
Il cuore di Nicholas si sciolse dalla felicità, quello di Brianna un po’ meno, ma era strafelice di sentirla parlare. «Non sei contenta?» le chiese Nicholas.
«Si certo…»
«Sicura?»
«Mi aspettavo che dicesse mamma…» disse lei rivolgendosi a India e mettendo il broncio. «Mamma» disse Brianna alla figlia.
«Papà» rispose India.
«Ci rinuncio. Tra dieci minuti a tavola»
«Va bene» rispose Nicholas ridendo.
Brianna era stata scavalcata dalla parola “papà”, “palla”, “ape”, “nonna”, ma della parola “mamma” nemmeno l’ombra. Soltanto a Natale India si decise a dirla.
Quello fu il miglior regalo di Natale che Brianna potesse ricevere.

India sembrava crescere a vista d’occhio e sempre più spesso combinava qualche guaio in casa. Avevano preso un cagnolino, visto che più volte India ne aveva chiesto uno. Ma quando era arrivato il compagno di giochi non faceva altro che corrergli dietro con qualche giocattolo. Quel povero cane era traumatizzato e proprio per questo motivo stava sempre nella sua cuccia e non usciva quasi mai, soprattutto quando India era in casa.
Nemmeno i nonni riuscivano a tenerla a bada. Riusciva a calmarsi quando venivano a trovarla i genitori di Brianna.
Molte volte per farla stare calma Nicholas le prometteva un giocattolo, così la sua stanza era stracolma di giocattoli.
«Dobbiamo trovare una soluzione» disse Brianna stendendosi sul divano accanto a Nicholas.
«A cosa?»
«All’iperattività di tua figlia»
«Ricorda che è anche la tua. Io da bambino non ero così, per quanto mi racconta mia madre, ero piuttosto calmo»
«Credo anche io. Comunque non possiamo continuare a comprarle giocattoli se promette di fare la brava. Nella sua stanza non si può entrare»
«Dov’è per ora?» chiese Nicholas.
«Sta giocando su»
«Vado a parlarle»
«Che le dirai?»
«Che deve promettere di non farci esasperare, perché tra qualche mese compirà quattro anni e lei si comporta ancora come se fosse troppo piccola»
«Ma dai Nicholas. Lei è troppo piccola. Ha quattro anni, che le vuoi dire? Di smetterla e di comportarsi da grande?»
«Una cosa del genere»
Brianna si alzò e lo raggiunse «Lascia stare. È l’età. Magari se la rimproveriamo come si deve quando ne combina qualcuna, prima o poi smetterà»
Nicholas si sedette sul divano e si mise le mani davanti agli occhi. Brianna si avvicinò a lui e gli sussurrò
«Nessuno sa come fare i genitori. Si impara giorno dopo giorno. Anche sbagliando. E poi questo non è nulla di grave Nicholas. Tutti i bambini della sua età si comportano più o meno così»
Mentre parlava Nicholas si voltò e vide la piccola India scendere per le scale, tenendosi al corrimano.
«Mamma, papà?»
«Tesoro» rispose Brianna.
Vedendola un po’ giù di corda Brianna le chiese «Amore, qualcosa non va?»
«Siete arrabbiati con me, vero?» disse la piccola portandosi le manine dietro la schiena e dondolandosi sui piedi.
A Brianna le si sciolse il cuore vedere la figlia mortificata. Si alzò e si avvicinò a lei. La prese in braccio e l’abbracciò. «Amore mio… no non siamo arrabbiati con te»
«Papà?» chiese la bimba rivolgendosi al padre.
Nicholas si alzò e andò ad abbracciarle «No, tesoro, non siamo arrabbiati con te, però devi promettere che quando ti proibiamo di fare una cosa devi obbedire. Lo facciamo per il tuo bene»
«Si papà. Lo prometto» disse lei sporgendosi verso Nicholas, che la prese in braccio e l’abbracciò.
Brianna era perdutamente innamorata di entrambi. Le persone più importanti della sua vita.
Quella sera avevano deciso di passare un po’ di tempo in casa, guardando un film. Ovviamente non potevano permettersi film per adulti quindi optarono per quei film formato cartone animato.
India non faceva altro che ripetere le battute dei protagonisti e saltellare quando partivano le note della colonna sonora.
Nicholas era crollato prima che i film arrivasse a dieci minuti, Brianna, pazientemente, dovette seguire tutto il film, badando che, quando India si metteva a ballare, non si facesse male.
«Tesoro?» disse Brianna a India.
«Si, mamma?»
«Andiamo a letto? È già tardi» le spiegò Brianna.
«Va bene, ma voglio che mi ci porta papà»
«Papà sta dormendo»
«Ah ok…» rispose piuttosto delusa la piccola.
«Dai, ti porto su io stasera. Domani mattina verrà a svegliarti papà»
«Va bene»
Dopo averla messa a letto, Brianna scese a sistemare il soggiorno, mentre Nicholas dormiva ancora.
Mentre lo guardava un brivido le percorse la schiena.
Non era un brivido di piacere o la sensazione che qualcosa stava andando finalmente bene.
Brianna si sentiva strana. Mai come questa volta, si disse.

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Capitolo 41
*** Capitolo 40 ***


CAPITOLO 40

 
India cresceva, cresceva a vista d’occhio e sia Brianna che Nicholas si rendevano sempre più conto che il ruolo del genitore era molto difficile, specie se bisognava essere genitori di India. Più cresceva, più diventava iperattiva.
Quando Brianna l’aveva portata all’asilo per la prima volta le si era stretto un nodo alla gola. Stava per lasciare sua figlia, la sua prima bambina con delle sconosciute, che poi erano le sue maestre.
«In questo modo India può imparare a condividere le cose con gli altri e a stare insieme a loro» aveva detto Nicholas a Brianna durante una delle tante discussioni.
Brianna, d’altro canto, non ne era molto convinta, ma sapeva che era la cosa giusta da fare per una bambina di tre anni.
Tutto questo fin quando India non fu alle soglie della prima elementare. Sin da quando la bimba aveva iniziato a parlare Brianna aveva cercato di insegnarle a leggere e a scrivere, quindi alla fine non ebbe grande difficoltà.
«Mamma, mamma!!» gridava India mentre correva per andare incontro a sua madre che la stava aspettando davanti scuola.
«Amore mio!!» disse Brianna aprendo le braccia e accogliendola come fa una madre che ha sentito la mancanza del figlio o della figlia per troppo tempo.
«Com’è andata a scuola tesoro?»
«Bene mamma. Ho preso un bel voto e la maestra mi ha premiata dandomi questo, guarda» disse la bimba mostrando alla madre un piccolo peluche di Topolino.
«Brava amore. Sono orgogliosa di te»
«Lo sarà anche papà?» chiese preoccupata la piccola.
«Ma certo che lo sarà anche papà» la rassicurò lei.
E così fu, visto che Nicholas la fece giocare tutto il giorno.
Improvvisamente Brianna si rese conto che lei e Nicholas non stavano insieme da molto tempo. Lei era sempre occupata con la sua linea di moda, lui non l’azienda del padre ed entrambi non riuscivano mai ad avere un momento per l’altro.
«C’è qualcosa che non va?» gli chiese Brianna dopo che Nicholas spense la luce dell’abat-jour.
Nicholas si voltò verso di lei. Era buio ma Brianna sapeva di avere il suo sguardo addosso.
«Cosa dovrebbe andare storto?» chiese lui.
«Non lo so, ma ho delle strane sensazioni da un po’ di tempo» spiegò lei.
Nicholas accese la luce e si avvicinò a lei. «Amore, va tutto bene»
Brianna lo abbracciò e annuì con la testa. In fondo ci sperava che tutto andasse davvero bene, ma non ne era poi così sicura.
Brianna passò tutta la notte a rigirarsi nel letto; molte volte Nicholas le aveva accarezzato la schiena per tranquillizzarla, ma verso le tre del mattino, Brianna non ne poté più di stare in quel letto. Scivolò giù e andò in camera di India. La piccola dormiva. Adesso che aveva 5 anni e mezzo notava davvero tanto la somiglianza con Nicholas e ne fu veramente contenta.
Le baciò la fronte e scese in cucina per prepararsi una tazza di camomilla. Mentre aspettava che l’acqua si riscaldasse, Brianna accese la tv e aspettò. Ad un tratto sentì qualcuno dietro di lei.
«Nicholas, che ci fai alzato?»
«Mi sono svegliato e ho visto che non eri a letto. Così sono sceso a farti compagnia»
Brianna sorrise, si avvicinò a lui e lo baciò.
«Cosa c’è che non va Brianna?»
«Non me lo chiedere Nicholas, perché non lo so»
«Puoi parlarne con me»
«Tesoro, lo so che posso, ma davvero non riesco a capire di che si tratta. Sarà lo stress per il lavoro, il fatto che ho trent’anni e non riesco ad accettarlo» a quella frase sia Brianna che Nicholas si misero a ridere.
«Perché non riesci ad accettarlo? Sei bellissima»
«Non riesco ad accettarlo perché mi sembra ieri che avevo ancora vent’anni e non riuscivo ad accettare nemmeno quello, ma preferisco di gran lunga avere vent’anni piuttosto che trenta»
«Si tratta di questo allora?»
«No, certo che no!»
«E allora cos’è?»
«Forse il fatto che non sono felice»
A quelle parole Nicholas cambiò espressione «Perché non sei felice?» chiese lui quasi gridando.
«Non gridare. C’è India che dorme di sopra»
«Perché non sei felice?» continuò a ripetere Nicholas.
«Nicholas, non riusciamo più a stare insieme. Un po’ per la bambina, un po’ per i nostri rispettivi lavori. A te sta bene tutto questo?»
«No, non mi sta bene, ma non mi metto a dire che non sono felice»
«Non ti sta bene, però non fai nulla per rimediare»
«Nemmeno tu, a quanto mi risulta»
«Va bene, Nicholas. Lascia stare. Fai finta che io non abbia detto niente»
Nicholas, ormai accecato dalla rabbia, l’afferrò per un braccio e la bloccò «Nicholas lasciami, mi fai male»
«No, io non faccio finta che non sia successo nulla. Allora è per questo che non mi hai voluto sposare?»
«Che stai dicendo?»
«Non volevi legarti perché così potevi scappare quando volevi?»
«Nicholas, abbiamo una figlia, come puoi pensare che io me ne voglia andare?»
«Non lo so, ma è questa l’impressione che stai dando»
«Non è assolutamente così. Io non ti ho voluto sposare perché semplicemente non mi sentivo pronta»
«E ora ti senti pronta?»
«Può darsi, non lo so»
«C’è qualcosa che sai Brianna? Una sola, dannatissima cosa?»
«Nicholas lasciami, mi fai male»
Mentre Brianna implorava Nicholas di lasciarla e lui la guardava come se la volesse uccidere entrò India «Mamma, papà» disse con le lacrime agli occhi.
«Tesoro» disse Brianna, liberandosi dalla stretta di Nicholas che aveva abbassato la guardia. Brianna corse verso la figlia e la prese in braccio, ma India volle scendere subito. Una volta messa giù, la bambina corse verso il padre. «Papà, ho paura»
Adesso era Brianna ad avere le lacrime agli occhi. Non ci poteva credere. Sua figlia aveva paura di lei o si sbagliava?
«India» provò a dire Brianna «Tesoro vieni dalla mamma» le disse aprendo le braccia.
«No, voglio stare con papà» disse lei appoggiando la sua piccola chioma di capelli biondi sulla spalla del padre.
Nicholas le accarezzava la schiena per farla tranquillizzare e mentre usciva dalla cucina passò di fianco a Brianna dicendole «Adesso sei felice?»
Nicholas uscì dalla cucina, salendo su, mentre Brianna cominciò a singhiozzare. Si appoggiò al bancone della cucina e scoppiò a piangere. Non poteva crederci. Sua figlia aveva paura di lei, lei che era sua madre. Che aveva fatto per meritarsi tutto questo?
Un pensiero le attraversò la mente in quel momento. Non voleva farlo, non voleva abbandonare sua figlia, non voleva lasciare Nicholas, ma l’unica alternativa a tutto quel trambusto era andare via. Per un po’. Salì in camera da letto e si sedette vicino a Nicholas che stava per riaddormentarsi «Nicholas…» disse accarezzandogli il braccio, ma lui non si voltò.
Controvoglia Brianna si alzò ed entrò in camera di India e l’abbracciò. La piccola si svegliò e cercò di protestare, ma Brianna la teneva ancora stretta a sé. «Ricorda che la mamma ti ama»
«Mamma, dove vai?»
«Torno presto, amore…»
«Posso dormire con papà?»
«Certo che puoi» disse lei sforzandosi di sorridere.
Brianna scese in garage e quando fu vicino l’auto cominciò a piangere a dirotto.
Non era quella la famiglia che aveva creato.
Era cambiato qualcosa e anche India era cambiata. Perché ora la odiava o aveva paura di lei?
Salì in macchina e uscì dal garage.
 
«Papà… papà…»
Nicholas fu svegliato dalla figlia che lo chiamava
«India, che ci fai qui? Che succede?»
«La mamma è uscita»
«Come è uscita?» chiese lui, alzandosi e accendendo la luce.
«Si, è venuta a salutarmi ed è andata via»
«India, stai qui, ok? Io torno subito»
«Va bene. Riportami la mia mamma»
«Certo amore»
Nicholas scese di corsa le scale ed entrò in garage. La sua macchina non c’era.
Uscì fuori e vide il caos…
C’erano vetture della polizia e una sirena dell’ambulanza in lontananza di cui in un primo istante non si curò. Mentre si avvicinava stava pensando al peggio, ma non volle badarci.
Quando era abbastanza vicino da capire cosa fosse successo, vide l’auto di Brianna… completamente distrutta. Si voltò e lei era là. Distesa per terra.
Nicholas corse verso di lei «Brianna!» gridò con le lacrime agli occhi.
«Mi dispiace Nicholas» gli stava dicendo qualcuno.
«Cosa? Che cos’è successo?»
«Ha avuto un brutto incidente e purtroppo l’hanno tirata fuori troppo tardi»
«Oh mio dio, no!» continuava a gridare Nicholas tra le lacrime.
Si avvicinò a lei e le prese la mano «Amore mio no!! Non lasciarmi ti prego!» diceva lui mentre i singhiozzi gli perforavano il cuore.
Qualcuno gli dava pacche sulle spalle, ma a Nicholas non importava del loro dispiacere. «Brianna svegliati per favore»
«Non si sveglierà più Nicholas, è finita» disse uno dei medici che stava cercando di rianimarla.
Dopo qualche minuto i paramedici la misero su una barella per portarla in ospedale.
Quando Nicholas rientrò in casa trovò India seduta sulle scale. Stava piangendo.
Lei era sempre stata una bambina molto intelligente e aveva quindi capito che la sua mamma non c’era più.
Intorno le prime ore del mattino tutti i loro familiari avevano ricevuto la notizia e si erano precipitati da loro.
Tutti si trattenevano dal piangere, soprattutto per far forza alla piccola India che era appunto, ancora troppo piccola per aver perso la madre.
Nicholas si era chiuso in camera e non era più uscito.
Si era fatto vedere solo per il funerale e poi si era richiuso lì dentro.
«Nicholas, per favore esci. Fallo per tua figlia. Ha bisogno di te» gli disse la madre dopo il funerale.
Ma Nicholas non ne voleva sapere. Era stato troppo innamorato di Brianna per rassegnarsi alla sua morte.
Per un po’ di tempo India era rimasta a casa con i nonni, fin quando Nicholas si disse «India ha perso una madre, non voglio che perda anche il suo papà» Così dicendo, uscì di casa e andò a prendere la figlia dai suoi genitori.
Quando India lo vide corse subito ad abbracciarlo.
«Amore mio, adesso papà non ti lascia più»
«Ti voglio bene papà»
«Te ne voglio tanto anche io e anche la mamma»
«Mi manca tanto»
«Lo so tesoro, manca tanto anche a me. Dai, adesso andiamo a casa»
Salutati i nonni, India prese le sue cose e ritornò a casa con il suo papà.
Quando sia Nicholas che India rientrarono in casa ebbero come la sensazione che Brianna fosse ancora lì con loro. Nicholas sorrise, prese India in braccio ed entrarono in casa, ma Brianna non c’era più.

*******
 

Salve a tutti.
So che è da un pò di tempo che non aggiornavo più questa storia, ma adesso, con questi due ultimi capitoli, la storia è definitivamente conclusa.
Ringrazio infinatamente coloro che l'hanno recensita e inserita tra le preferite, ricordate e seguite. Ammetto che non è chissà quale capolavoro, ma è stato il mio primo lavoro. La mia prima esperienza nel campo della scrittura e ho cercato di fare del mio meglio.
Grazie per chi lo ha apprezzato! :)

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