Don't look back

di ucancallmethief
(/viewuser.php?uid=186186)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Same Mistakes. ***
Capitolo 2: *** Cd ***
Capitolo 3: *** La relazione. ***
Capitolo 4: *** L'intervista. ***
Capitolo 5: *** La notte. ***
Capitolo 6: *** You take my hand,I die a little. ***
Capitolo 7: *** Another mistake. ***
Capitolo 8: *** Tell me a lie. ***
Capitolo 9: *** You're just a beautiful mistake. ***
Capitolo 10: *** L'appuntamento. ***
Capitolo 11: *** I should've kissed you. ***
Capitolo 12: *** Bye or GOODbye? ***
Capitolo 13: *** Hen Party. ***
Capitolo 14: *** Wedding. ***
Capitolo 15: *** Taken. ***
Capitolo 16: *** Leeds. ***
Capitolo 17: *** Bradford. ***



Capitolo 1
*** Same Mistakes. ***


Avevo appena terminato l’ultimo esame dell’anno all’università e con esso sarebbe cominciata la stagione estiva. Lavoravo in un negozio di musica. Ero solo al primo anno, però. Ero una stupida matricola ed era per questo che avrei passato tutto il tempo dentro ad un negozio con fan urlanti e migliaia di cd.
-Sei pronta per oggi?- mi chiese Geoff. Lui era in erasmus.
-Perché sei venuto qui? Ci sono tante cose belle a Londra-
-Potrei fare la stessa domanda a te- rispose ridendo e consegnandomi un pacco pesantissimo.
-Ma cosa diamine c’è qui dentro?-
-Signorina Smith, dovrebbe iscriversi in palestra- disse con sarcasmo il nostro datore di lavoro.
-Salve signor Jones-
-In quel pacco ci sono tutti i nuovi cd della stagione. Fateli ascoltare ai clienti e poi redigete un sondaggio. Ah, ci sono anche poster da appendere. Una di quelle band emergenti ne regala uno ai primi cento acquirenti- disse andando nel suo ufficio.
Passai tutta la mattinata a ordinare i nuovi cd per ordine alfabetico affiancata da Geoff che realizzava le etichette. Alle sedici avremo dato il via al sondaggio ed ero abbastanza agitata.
-Mi spieghi perché hai paura quando dobbiamo fare certe cose?- mi chiese Geoff qualche minuto prima dell’apertura.
-Perché la gente non sa mai ciò che vuole-
-E tu sai cosa vuoi?-
-No. Appunto ho paura- dissi aprendo le porte.
Migliaia di ragazzine affollarono il negozio ed io mi sentì mancare l’aria. Alzai lo sguardo e vidi il signor Jones fissarci dal suo ufficio. Dovevo muovermi. Intervistai almeno una decina di ragazzine, poi vidi un ragazzo. Avevo bisogno di un parere diverso da “Sono bravissimi e bellissimi”, volevo un parere più vero, obiettivo.
-Ciao- dissi sorridente.
Alzò lo sguardo. Carino, pensai.
-Ciao- disse abbassando lo sguardo. In mano aveva il nuovo cd di Bruno Mars.
-Potrei farti alcune domande? Sai, è per un’intervista-
Mi guardò spaventato.
-Oh, non preoccuparti. Vogliamo solo sapere cosa i ragazzi pensano della musica di oggi e dei nuovi cd della stagione-
Detto ciò, vidi i suoi muscoli rilassarsi e mi rilassai anch’io. Nel frattempo incrociai i suoi occhi. Erano così profondi e misteriosi.
-Bhè il cd di Bruno Mars è fantastico. Mi piacciono molto, oltre a lui, Justin Timberlake, Usher. Insomma, quel genere lì-
-E delle band emergenti? Insomma qui abbiamo i Big Bang, i JLS e i One…-
-One Direction- concluse ridendo. -Sono molto bravi, ma scommetto che i One Direction non ti piacciono. Non hai tutti i torti. Sono dei falliti-
Lo guardai allibita. Trovavo il loro primo cd, “Up All Night”, favoloso.
Rise. –Sono dei falliti perché non sono arrivati a farsi conoscere da te-
-A dire il vero so chi sono. La mia collega è una Directioner ed è impossibile non ascoltare il loro cd quando si è con lei-
-Dunque ti piacciono?-
-Mi mettono allegria. Cosa molto difficile-
-Grazie- disse ridendo.
Feci una faccia perplessa. Ma cosa diamine stava dicendo? Grazie? E di cosa?
-Ah… Miah- disse leggendo il cartellino che avevo attaccato sulla maglia, -qual è la tua canzone preferita del primo album?-
-Same mistakes- risposi ancora scossa.
-Ottimo- Detto ciò, comprò il cd di Bruno e se ne andò.

 Spazio all'autrice :)
Avevo scritto, prima di questa, un'altra FF, ma non mi piaceva
e l'ho cancellata D:
Spero che questa vi piaccia.
Un bacio, F. x

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cd ***


Il giorno seguente mi spettava il turno pomeridiano con Geoff e Monica, la ragazza patita dei One Direction.
A dire il vero piacevano molto anche a me. Mi piaceva la loro musica, le loro canzoni, i loro testi e l’allegria che trasmettevano. A lei piacevano anche i loro volti. Io, non li avevo mai visti. Li avevo sentiti solo nella sua auto, oppure al negozio. Sì, c’erano anche migliaia di poster, ma non mi ero mai fermata a guardare i loro occhi, i loro capelli, la loro bocca, come faceva lei.
-Smith- disse Monica appena arrivai al negozio.
Guardai Geoff allibita. Non mi aveva mai chiamata così.
-L’hai fatta bella grossa signorina- mi disse ridendo.
-Tieni- fece con mossa sprezzante la mia collega lanciandomi un pacchetto.
Mi guardai intorno ancora più stordita. Chi poteva farmi un regalo? E poi perché Monica era così arrabbiata con me?
Tolta la carta capì tutto. Qualcuno mi aveva regalato il nuovo cd dei One Direction. Dentro, però, vidi un bigliettino. Lo aprì.
“That's what crazy is when it's broken, you say there's nothing to fix .And you pray, pray, pray that everything will be okay while you're making all the same mistakes.
Ascolta il cd e appena ci incontriamo dimmi cosa ne pensi. Tanto so dove trovarti x”
Era il ragazzo di ieri. Ne ero certa. Più in basso c’era una firma illeggibile direi. Feci una risata divertita e misi il cd dentro la borsa.
Per tutto il giorno Monica non mi parlò. Io cercavo di chiederle spiegazioni, ma mi girava la faccia.
La sera uscì con Geoff. Era stata una giornata pesante.
-Hai ascoltato il cd?- mi chiese divertito.
-Diamine! Me ne sono dimenticata-
Rise.
-Cosa ridi?-
-Monica è arrabbiata-
-Lo so- dissi sbuffando.
-Dice che te l’ha regalato un certo Zayn-
Dopo una bella pizza tornai a casa e mi addormentai con il cd in mano. Senza ascoltarlo.


SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Grazie mille delle tante recensioni!
Zero sono sempre molte (?) :)
Scherzo. Ecco il secondo capitolo..
Vi dico che nei prossimi si muoverà qualcosa..
Ciao :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La relazione. ***


La mattina seguente fui svegliata da mia madre. Aveva chiamato il capo e dovevo recarmi a lavoro. Voleva parlarmi.
Arrivai, ma ad attendere alla sua porta, c’erano anche Geoff e Monica, la quale, ancora non si degnava di rivolgermi la parola.
-Bene ragazzi, entrate- disse il signor Jones.
Era la prima volta che mettevo piede nel suo ufficio di vetro. Era molto semplice, con una scrivania al centro, le pareti azzurro cielo e delle foto di lui con la sua famiglia in giro per il mondo.
Ci guardammo tutti quanti. Eravamo spaventati, direi.
-Vi ho convocati qui perché c’è un’offerta imperdibile per uno di voi. Per due settimane, una di quelle band emergenti, sarà qui a Londra per le signin con i fans e vari concerti. Dunque, vorrei che ognuno di voi realizzi una relazione su un nuovo cd e che me la porti entro questo pomeriggio- disse con aria soddisfatta.
Tornai a casa. Era una buona scusa per ascoltare il cd regalatomi dal ragazzo sconosciuto. Era a dir poco meraviglioso. Ancora una volta quei cinque ragazzi riuscivano a trasmettermi allegria, ma anche tristezza e conforto. Quando sentivo le loro voci, le loro canzoni, mi sentivo libera, senza pensieri, felice.
-Rimanete qui- disse il capo nel pomeriggio, quando gli portammo le relazioni.
-Mi sembra di stare alle elementari- fece Geoff scocciato.
-Signor Koch, non ho visto entusiasmo in quello che scriveva. Era troppo schematico. Lo definirei quasi alexitimico, privo di emozioni. In quanto a lei signorina Taylor mi ha trasmesso qualcosa ma con lei rischierei grosso. Insomma, salterebbe addosso alla band piuttosto che pensare all’intervista, è troppo soggettiva. Dunque, ho scelto lei signorina Smith-
-Signor Jones, la ringrazio, ma proprio perché Monica è così legata alla band, sarebbe perfetta. Potrebbe cogliere aspetti che io sicuramente non vedrei-
-Potrebbe essere coinvolta in relazioni affettive, potrebbe uscire dall’oggettività dell’articolo. Lei è perfetta. Ma devo riconoscere un merito ad entrambe. La band è proprio quella : i One Direction-
Mi misi una mano sulla faccia in senso di disperazione. Monica mi avrebbe uccisa. Invece, appena uscite dall’ufficio mi disse : -Complimenti Miah. In bocca al lupo. Ah, salutameli tutti, digli che sono bravissimi, che li adoro, che sono i miei idoli-
Scoppiai a ridere e mi recai ad incontrare la band.


SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Per quanto io sia imbranata,
mi ero saltata un capitolo
AHAHAH :D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'intervista. ***


Arrivai al “Landmark London Hotel” situato nel quartiere Marylebon. Più che un hotel sembrava una reggia. Rimasi almeno dieci minuti a contemplare la struttura, poi entrai in una sala congressi.
Cominciai a scorgere cinque sagome. Erano sicuramente loro. C’era uno con i capelli marroni e gli occhi azzurri che stava raccontando barzellette ad uno con i capelli ricci che rideva. E che sorriso. Poi un biondino stava mangiando un pacchetto di patatine ed altri due stavano chiacchierando tranquillamente.
Facendomi più avanti, tutti gli avvenimenti dei giorni precedenti si fecero più chiari ai miei occhi e cominciai ad odiare ancora di più il mio stupido lavoro.
-Ben arrivati- fece il loro manager alla mia equipe.
Guardai bene il volto di quei cinque ragazzi. Volevo assicurarmi che i miei occhi mi avessero fatto un brutto scherzo ma, purtroppo, non fu così.
-Ascoltato il cd?- mi chiese quel ragazzo che a quanto pare doveva essere il famoso Zayn.
Annuì.
Mi sentì sprofondare. –Che figuraccia!- pensai.
L’intervista andò bene e capì perché milioni di fan li amavano così tanto. Erano spontanei, simpatici, si volevano bene e riuscivano ad arrivare, a trasmettere l’amore per la musica anche con un sospiro.
Stavo rimettendo a posto la telecamera, quando Zayn si avvicinò dicendomi –Te l’avevo detto che ci saremo incontrati, ma non pensavo qui-
-Scusami davvero. Io non sapevo fossi uno di loro. Infatti, potevi risparmiarti l’autografo sul biglietto- dissi ridendo.
Sorrise. In quell’istante mi sentì stordita. Il mio cervello mi stava mettendo in guardia, stava mettendo in guardia il mio cuore e così scappai.
Quella sera tennero un concerto a Londra e ne approfittai per chiamare Monica, che, nel giro di dieci minuti era lì.
-Devo dire al capo di usare questa scusa per farti arrivare puntuale a lavoro-
-Oddio Miah. Dove sono? Glielo hai dato il mio Twitter? E Zayn? Cosa ti ha detto? Eccoli, eccoli- disse mentre stavano entrando sul palco.
Tutta la folla cominciò ad urlare e la seguì. Il concerto fu fantastico. Si respirava adrenalina e felicità nell’aria. Mi stavo davvero affezionando a quella band.
-Hey, dove vai?- mi chiese Zayn mentre stavo uscendo dall’hotel.
-Sto tornando a casa. Ci vediamo domani- dissi aprendo la porta.
-Miah, aspetta! Volevo parlare un po’ con te-
-Zayn, mi dispiace. Il mio capo non vuole coinvolgimenti affettivi-
-Parlandomi potresti avere delle novità extra su di noi- Sorrise.
Ah, doveva smetterla di sorridere. Accettai.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La notte. ***


-Te lo hanno mai detto che sei un manipolatore?- dissi sedendomi su una panchina.
-è per via dei miei occhi-
-Sei anche vanitoso. Bene-
Rise. –Son contento che ti sia piaciuto il cd-
-Perché me lo hai regalato?-
-Mi sembrava un gesto carino-
-Lo è stato-
Sorrise. Lo guardai con una faccia da ebete e credo che se ne accorse. –Cosa c’è?-
-Oh, niente- risposi abbassando lo sguardo.
Si morse il labbro. –E tu cos’hai?- chiesi.
Continuò a mordersi il labbro. –Niente- rispose guardandomi negli occhi.
Passamo tutta la sera a parlare di noi, ma anche di stronzate. Ebbi la sensazione di conoscerlo da una vita e fu la sensazione più bella che potessi provare.
-Zayn! Ma sono le quattro del mattino-dissi in preda al panico.
Rise. –Come sei chiacchierona-
-Io devo andare- dissi avviandomi verso il cancello.
-Non puoi- rispose sorridendo.
Ah, quel sorriso mi rendeva impotente anche davanti alla cosa più semplice e banale e dal primo giorno che l’ho visto mi chiedevo: come può un sorriso scombussolarti la vita? Renderla improvvisamente piacevole?
-Come non posso?-
-Sono le quattro del mattino, come pretendi che il cancello sia aperto?-
-Mi farò aprire- dissi con prepotenza.
-Chiameranno i paparazzi-
-Ma io sono un paparazzo-
-Cosa direbbe il tuo capo se scoprisse che hai passato la notte qui dentro?-
-Ti ucciderebbe. E lo farei anch’io-
Mi guardò con occhi dolci.
-Ok, resto. Ma solo se mi dai la tua felpa. Sto gelando- Ma cosa cazzo stavo dicendo?
Non esitò a sfilarsela di dosso e a porgermela. Dio come profumava.
Con un po’ d’imbarazzo ci sedemmo vicini aspettando che si facesse giorno.

 
SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Ringrazio innanzitutto Denise che recensisce
sempre e cerca di convincermi a divulgare
la FF, ma senza risultato :P
Grazie anche alle altre che la seguono
e chi le da un'occhiata!
x

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** You take my hand,I die a little. ***


Lo sentì tremare.
-Tieni- dissi porgendogli la sua felpa.
-Tienila tu, io sto bene-
-Ma se stai tremando!-
La prese. Sicuramente nel giro di qualche minuto mi sarei congelata, ma preferì riconsegnargliela, infondo, era sua.
Fummo svegliati da alcuni bisbigli. Aprì gli occhi e mi resi conto che avevo la testa poggiata sulla sua spalla e le sue mani che mi cingevano la vita. Com’era possibile?
Mi voltai e vidi il resto della band di fronte a noi.
-Non è come sembra- dissi alzandomi di scatto.
-Abbassati stupida o ti vedranno- disse Harry ridendo.
-Cosa diamine sta succedendo?- chiese Zayn guardandosi attorno stordito.
-Sorpresa fratello- disse Niall.
-Bene, adesso qualcuno di voi deve aiutarmi ad uscire- dissi in preda al panico.
-Com’eravate carini- disse Louis ridendo.
-Louis dì poche stronzate ed aiutami-
Piano piano ci avvicinammo al cancello, stile pantera rosa, rotolando e strisciando. Lou diceva che erano le mosse fondamentali per passare inosservati, ma viste le mie risa, era molto difficile.
-Grazie Louis- dissi ormai fuori dal cancello.
-Signorina Smith!- esclamò una voce dietro di me.
Diamine. Era il mio capo.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Another mistake. ***


-Buongiorno signor Jones- dissi cercando di non far trasparire la paura.
-Cosa ci fa qui?- chiese con tono di rimprovero.
-è appena arrivata. Ieri per scherzo le avevamo detto di venire qui alle sette del mattino- rispose Louis.
-E come mai è tutta verde?-
-Oh, sempre colpa nostra-
Il capo sorrise. –Bene, tra dieci minuti mi raggiunga in hotel signorina- disse avviandosi verso la struttura.
-Grazie Lou- dissi a bassa voce.
La receptionist mi informò che il capo mi stava aspettando nella sala convegni. –Forse c’è un’altra intervista- pensai.
Trovai la porta aperta ed entrai. Era seduto sopra ad un tavolo con le gambe a penzoloni e mi fece cenno di avanzare.
-Di cosa mi vuole parlare, signore?- chiesi avvicinandomi.
Avevo commesso un altro errore.

SPAZIO ALL'AUTRICE.
Ok, questo capitolo è davvero cooorto,ma
se non sbaglio, il prossimo è più lungo (?)
Comunque ringrazio ancora Denise per
le recensioni e per spronarmi a pubblicare :3
Ringrazio anche chi da un'occhiata a questa FF e
a chi altro l'ha recensita.
Un bacio, x

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Tell me a lie. ***


Non avevo mai dormito così tanto in tutta la mia vita, credo.
-Miah, sveglia! È da ieri pomeriggio che ricevo telefonate per te-
-Cosa?- chiesi stordita.
-Alzati. Devi andare a lavoro-
-Oggi no- risposi nervosa.
-Come mai?-
-Ho dieci giorni di ferie- risposi mentendo.
Il signor Jones aveva scoperto che la notte prima avevo dormito con Zayn perché il proprietario dell’hotel ci aveva visti da una finestra e lo ha subito chiamato, ma gli ho gentilmente chiesto di non dire nulla ai ragazzi, non voglio che pensino sia colpa loro.
-Cos’è questo baccano?- chiese mia madre guardando la strada.
-I One Direction si esibiscono qui vicino- risposi.
Mi precipitai alla finestra e li vidi percorrere la via circondati da migliaia di fan. Paul alzò lo sguardo, ma non feci in tempo a nascondermi e mi salutò.
Ero davvero triste e l’unico posto che mi rendeva tranquilla in quell’immensa città, era il Greenwich park. Rimanevo lì ore ed ore a passeggiare tra gli alberi e ad ascoltare la pace. Era il mio luogo segreto.
-Mi scusi, sto cercando la commessa del negozio di musica che si è magicamente improvvisata in perfetta intervistatrice- disse una voce che spezzò i miei pensieri.
Mi voltai e alla sua vista feci un sorriso smagliante. –Cosa ci fai qui?-
-Avevo immaginato dove fossi. Perché non sei venuta oggi?-
-Oh, sai, il capo mi ha dato dieci giorni di… ferie- dissi abbassando lo sguardo.
-Ferie? Da quand’è che hai le ferie?- chiese Zayn perplesso.
-Da quando gliele ho chieste- mentì ancora.
-Dunque in questo istante non sei più un’intervistatrice, ma Miah, la commessa in ferie- rispose ridendo.
-In un certo senso sì-
-E allora che ne dici se questa sera usciamo insieme? Mi trovo bene in tua compagnia-
-Grazie, ma.. non mi sembra il caso- risposi distogliendo lo sguardo dal suo.
-Perché?-
-Com’è andato il concerto?- chiesi sviando il discorso.
Rise. –Bene. Le nostre fan sono meravigliose- disse con quel sorriso mozzafiato.
-Il merito è anche vostro. Mi piace il rapporto che avete con loro-
-Senti Miah, facciamo così. Domani sera ci esibiremo per l’ultima volta a Londra. Che ne dici di venire a vederci? Porta anche Monica. Non è un appuntamento, ma un invito, direi. Così smetterai di ascoltarci tra quattro mura. Ci sarai?- disse guardandomi negli occhi.
-Certo che ci sarò- pensai tra me e me, ma mi limitai solo ad annuire.
-Allora a domani- disse dandomi un bacio sulla guancia.
-Aspetta! Per questa sera va bene, ma non prenderlo come un appuntamento, ma come un invito. Infondo, sono in ferie- conclusi ridendo.
Alle mie parole lui sfoggiò uno dei sorrisi più belli che mi avesse mai fatto.

 

SPAZIO ALL'AUTRICE!
Questo è un pò più lungo, dai **
Diciamo che mi sono decisa
a far iniziare a lievitare la storia,
ma questo è solo l'inizio :3
Buona lettura, x.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** You're just a beautiful mistake. ***


Subito dopo mi precipitai a casa di Monica.
-Miah, cos’è successo? Perché sei così pallida e tremi?-
-Ho appena commesso l’errore più grande della mia vita- risposi in preda al panico.
-La regina degli errori l’ha fatta grossa, allora. Di cosa si tratta?- chiese con tono premuroso.
-Bhè…. Zayn mi ha chiesto di uscire ed io ho accettato. O meglio, prima avevo rifiutato, poi, sono stata io a chiederlo. Perché non mi sono stata zitta?- conclusi affondando la testa sul suo cuscino.
-Io non ci posso credere!- esclamò Monica.
-Nemmeno io- dissi disperata.
-Miah, ma tu non ti rendi conto. Questa sera uscirai con Zayn Malik, insomma! Credo che questa sia la prima cosa giusta che fai in vent’anni- disse ridendo.
-No, la peggiore-
-Ma perché la pensi così?-
-Perché…-
-Aspetta, aspetta, aspetta! Ti piace?- disse urlando.
-Ma cosa diamine stai dicendo! Siamo amici, dunque, usciamo come amici-
-Piccola ingenua di una mia amica. Quando Zayn chiede di uscire ad una ragazza non è mai per amicizia-
-A proposito di AMICIZIA, domani ci ha invitate al loro ultimo concerto- dissi dandole il biglietto.
Urlò e poi esclamò –Quel ragazzo è da sposare!-
-Magari- risposi io senza pensarci.
Il mio telefono cominciò a squillare, lo presi dalla borsa ed era lui.
Cominciai a tremare come una foglia e mi sentivo bollire dentro.
-Zayn, ciao!- risposi tremolante.
-Ci vediamo sotto casa tua. Passerà Harry con l’auto e andremo a mangiare qualcosa. Che ne dici?-
-Sì, va benissimo!- dissi riattaccando.
-Allora?- chiese Monica avvicinandosi con occhi da civetta.
-Te l’ho detto che si tratta di un’uscita tra amici. Verrà anche Harry- risposi più sollevata.
-Hai già deciso cosa metterti?-
-Monica, per favore non cominciare!-
Sapevo benissimo cosa aveva in mente.
-Certo che poteva dirtelo prima. Insomma, avresti fatto in tempo ad andare dal parrucchiere-
-Spero tu stia scherzando- risposi allibita.
La vidi alzarsi di scatto, prendere la sua borsa e tirarmi per un braccio. –Ho deciso. Verrò a casa tua a darti una mano. Hai bisogno di me-

SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Questa mattina ho avuto il tempo
di postare il seguito..
Spero vi piaccia :)
Grazie per le visualizzazioni e per le recensioni!
Adesso vado a studiare çç
xx
@iLOUveyoubaby :P

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** L'appuntamento. ***


Le lancette dell’orologio sembravano non muoversi a differenza del mio tic nervoso sulla scrivania della camera.
Monica si era imposta di venire a casa mia e di aiutarmi a scegliere i vestiti, sembrava che dovevo andare ad una sfilata, ma per me era solo un’uscita tra amici.
-Miah mi spieghi chi è quel bel ragazzo dagli occhi magnetici che ti sta aspettando alla porta?- chiese mia madre.
-Oddio, è arrivato- dissi non curante delle sue parole e scendendo le scale velocemente.
-Ciao- disse sorridente, -arrivederci signori Smith, è stato un piacere conoscervi- disse ai miei genitori.
-Adesso, per colpa tua, mi faranno domande per un anno intero- esclamai sbuffando.
-Cosa c’è di meglio che parlare di me?- rispose ridendo.
-Ma Harry non viene con noi?- chiesi in preda al panico quando ci lasciò in centro.
-è stato solo il nostro taxista- rispose ridendo.
-Io credevo che venisse anche lui e comunque, potevi dirmelo e ti sarei passata a prendere!-
-Ma non sarebbe stato da gentiluomo. Ah, io ho già mangiato in hotel per la storia dell’intossicazione, dunque, ti guarderò mangiare-
-è la cosa che più odio al mondo- risposi entrando in un fast food lì vicino.
-Se ci fosse Niall rimarrebbe sconcertato per quanta roba mangi- disse ridendo.
-Smettila di ridere- dissi masticando l’ultimo boccone di hot dog. –Infondo ho solo mangiato un hot dog, un hamburger ed una porzione di patatine- conclusi a testa bassa.
-Aspettami qui- disse alzandosi dalla sedia.
-Dove sei stato?- chiesi una volta tornato.
-A pagare tutto quello che ti sei mangiata. Certo che per essere piccola il tuo stomaco è senza fondo!- esclamò ridendo.
-Cosa hai fatto?- chiesi sbalordita.
-Dai, non dirmi che ti da fastidio-
-Se non fosse per il fatto che lo fai apposta!- risposi nervosa.
-Mi piace quando ti arrabbi-
Spalancai gl’occhi ed il mio cuore cominciò a battere forte. –Che ne dici di andare sulla London Eye?- chiesi senza pensare alla mia fobia del vuoto.
-Ho paura del vuoto- rispose.
-Oh, anch’io-
Rise di nuovo.
Non so perché ma tendevo ad allontanarlo. Infondo era dal primo giorno che lo vidi che desideravo di incontrarlo nuovamente, di rivedere i suoi occhi e di stare con lui, ma cercavo di tenere le distanze.
Mi voltai e lo vidi mordersi il labbro. Odiavo maledettamente quando lo faceva perché avrei voluto baciarlo.
-Smettila!- dissi toccandogli la bocca con le dita.
Non mi accorsi che anche lui stava facendo lo stesso con me e mi ritrovai il suo viso, i suoi occhi ad un centimetro dal mio. Sentì la sua bocca sfiorare la mia, ma mi voltai.
-Che ne dici di una passeggiata?- dissi guardandomi intorno.
Scoppiò a ridere e quando si alzò mise il suo braccio attorno alla mia vita ed il mio cuore cominciò a battere forte, di nuovo.

SPAZIO ALL'AUTRICE :)
BUON POMERIGGIO DONZELLE E DONZELLI (?) (SE CE N'E' QUALCUNO ^^)
ECCO A VOI IL DECIMO CAPITOLO :)
SPERO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO :)
PER SCRIVERE QUESTA FF MI SONO
ISPIRATA ALLA MIA VITA REALE (?) :)
BUONA LETTURA :*

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** I should've kissed you. ***


Decidemmo di andare al Greenwich park e ne approfittammo per sederci su una panchina a guardare le stelle, ma, come sempre, cominciò a ridere.
-Perché ridi?-
-Guardati. Prima fai la sfrontata e l’acida, dopo stai qui, vicino a me con la vergogna che ti assale. Certo che sei proprio strana-
-Non farti strane idee- dissi dando una pacca amorevole sul suo braccio che subito dopo lo sentì poggiarsi sulle mie spalle.
-Non avevi detto che questo non era un appuntamento?- dissi guardandolo perplessa.
Scoppiò a ridere. –Se te lo avessi detto non saresti venuta-
Sorrisi e decisi di appoggiare la testa sul suo petto.
-A cosa pensi?- mi chiese.
-A niente- risposi sospirando.
-Comunque non credevo che ti piacesse vestirti così- disse ridendo.
-Lasciamo perdere-
-Scommetto che c’è lo zampino di Monica-
-Zampino? C’è tutta lei qui-
Rise. –Per me potevi venire anche con le scarpe da tennis-
Lo guardai furibonda. –Lei dice che a te piacciono i tacchi alti e le ragazze truccatissime e mi ha trasformata in una Bratz. Se Monica ha ragione, devo dire che hai davvero dei pessimi gusti!-
Rise.
Quella notte il cielo era molto stellato ed io, avevo una stella che consideravo mia, “regalatami” da qualcuno di importante nel mio passato.
-Qual è la prima stella che vedi?- mi chiese Zayn.
-Quella- risposi indicando una stella dal colore rossastro , circondata da altre due di color giallo.
-Ogni volta che guarderai quella stella, sappi che quella sono io- disse accarezzandomi i capelli.
A quelle parole il mio cuore stava per uscire dal mio corpo per la troppa emozione, ma mi limitai ad un sorrio.
-Una stella cadente!- dissi urlando dalla gioia. –Hai espresso un desiderio?-
-Sì- e sentì la sua bocca sulla mia.
Il mio cuore cominciò a battere vorticosamente, come se avesse ricevuto una scarica elettrica potentissima. Le mie mani ebbero l’istinto di intrecciarsi nei suoi capelli,ma il mio cervello interruppe quel bacio meraviglioso.
-Scusami, Zayn, ma io.. non ce la faccio-
Detto ciò mi alzai e scappai lasciandolo lì, da solo. 

SPAZIO ALL'AUTRICE (:
DOPO TANTO TEMPO, HO PUBBLICATO IL SEGUITO!
GRAZIE PER LE RECENSIONI E LE VISUALIZZAZIONI!
SE VOLETE AGGIUNGERMI SU TW SONO : @xMalikious :3
CIAO, XX :)

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Bye or GOODbye? ***


Il Greenwich park distava  da casa mia mezz’ora e percorsi tutto il tragitto con le lacrime agli occhi. Ero solo una stupida, cretina, deficiente. Perché mi ero fatta scappare di nuovo qualcuno? Perché non avevo aperto il mio cuore a lui? Perché non gli avevo detto tutto?
Il pomeriggio seguente Monica venne a prendermi per il concerto dei ragazzi e ne approfittai per rivederlo per l’ultima volta, forse.
Purtroppo Paul ci aveva posizionate in prima fila e quelle furono le ore più terribili della mia vita. Sentivo il suo sguardo pieno di odio attraversare il mio e avrei tanto voluto cancellare il giorno precedente e ricominciare tutto da capo.
Quando finirono, andammo nel back stage e allora mi affrettai per entrare nel suo camerino.
Aperta la porta lo vidi fumare una sigaretta con estrema velocità, era sicuramente nervoso.
-Ciao- dissi avanzando.
Non rispose.
-Ciao, io…-
-Mi dispiace Miah, ma non ho voglia di parlarti- disse aprendomi la porta.
-Zayn, ti prego!- dissi con le lacrime agli occhi.
Mi prese delicatamente per un braccio e mi fece uscire chiudendo la porta alle mie spalle, tutto davanti agli occhi di Niall e Harry.
-Perché? Mi chiedo, perché?- chiese Harry con fare teatrale.
-Me lo chiedo anch’io- dissi guardandoli.
Niall si avvicinò e mi abbracciò. –Vuoi che ci parli io?-
-No, grazie- dissi dandogli un bacio sulla guancia. Era dolcissimo.
-Che ne dite se questa sera usciamo tutti insieme? Domattina torneremo a casa- disse Lou un po’ malinconico.
-Non so se è una buona idea- dissi.
-Miah, devi venire assolutamente. Voglio vederti mangiare- esclamò Niall divertito.
In quell’istante Zayn uscì dal camerino e si avvicinò a noi.
-Tu amico ci sei?- gli chiese Liam.
-Certo- rispose sorridendo.
Dopo un po’ ci raggiunsero anche Eleanor e Danielle visto che, quest’ultima, era gelosa che uscissero con me e Monica.
Cominciai a parlare con loro, mentre Monica mi sussurrava di lasciarle perdere perchè erano delle montate, soprattutto Danielle. Non la sopportava.
-Amica di cibo- mi disse Niall – cosa ordini?-
Eravamo andati a cena da Nandos, loro lo amavano, ma, per me era la prima volta, non ci avevo mai messo piede.
-Credo un Chicken Breast Burger- risposi, anche se avrei gradito  qualcos’altro.
-Solo?- chiese Monica.
-Non ho fame- dissi guardandola con occhi furiosi.
Stranamente, mangiai solo quello, ma il mio stomaco aveva bisogno di riempirsi, come se volesse tappare il buco del rimorso con della pizza o con delle bistecche, ma sarebbe stato tutto inutile.
-Che ne dite di andare al cinema?- chiese Zayn appena usciti dal locale.
-Sì! C’è un film che mi piace tantissimo- esclamò Monica entusiasta.
-Non dirmi uno di quei soliti horror che guardi tu- risposi.
-Esatto-
-Io non vengo, allora-
-Dai, Miah, mi metterò al tuo fianco e ti coprirò gli occhi ogni volta che ci sarà una scena brutta- disse Niall premuroso, mentre Zayn mi fissava aspettando la mia risposta.
-Oh, non la conosci. Lei urla dal primo all’ultimo secondo di film- fece Monica.
Tutti scoppiarono a ridere mentre io, cercavo di non far capire il mio disagio.
-Dai, optiamo per un altro film,allora- disse Zayn continuandomi a guardare così profondamente da farmi dimenticare come si camminava; ma, arrivati al cinema, non ce n’era nessuno di nostro gradimento.
Decidemmo, allora di fare un giro per la città anche se ogni secondo fummo costretti a fermarci per via delle fan. Mamma mia, ne erano tantissime e tutte così dolci e simpatiche con loro.
-è possibile che in una settimana non sia riuscita a farmi una maledetta foto con voi?- disse Monica sbuffando.
-Vieni qui, baby- disse Harry e cominciarono a farsi una miriade di foto.
-Credo che tu sia la fan con più foto con i One Direction- esclamai ridendo.
-E tu non la vuoi fare una foto con noi?- mi chiese Liam facendo il broncio.
Accettai e ci facemmo una foto di gruppo: ero tra Liam e Niall che cercavano di farmi il solletico. Ne facemmo almeno dieci visto che, il signorino Harry Styles diceva che i suoi ricci non uscivano abbastanza sexy nelle foto.
Dopo qualche ora passata insieme, io e Monica li accompagnammo al Landmark Hotel.
-Odio questi momenti- esclamò Harry abbracciandomi.
Mi ero legata molto a loro, soprattutto a Liam, visto che caratterialmente eravamo due gocce d’acqua. Anche con gli altri avevo instaurato un buon feeling: adoravo la dolcezza infinita di Niall, i modi di fare di Harry e la simpatia di Louis. Per quanto riguarda quel figo da paura vestito con una polo bianca, i jeans e le blazer rosse, avevo troppo da dire, così troppo, che mi limitai al silenzio. Purtroppo non ero riuscita a parlarci, ma, evidentemente non doveva andare così.
-Bhè… Buon viaggio- dissi avvicinandomi a lui che, per tutta la sera non mi aveva tolto gli occhi di dosso.
-Scusami per oggi, non volevo trattarti così- disse abbassando la testa.
-Non ti preoccupare, è tutto ok-  Mentivo.
Mi strinse a sé forte, così forte che mi stava mancando il respiro, ma mi aggrappai a lui altrettanto forte, non volevo che quell’abbraccio finisse, non volevo che lui se ne andasse.
-è stato un piacere conoscerti, Zayn- dissi prima di lasciare la presa.
Ci salutammo con un –abbraccio di gruppo- promettendoci di non perdere i contatti.
Quando chiusero il cancello alle loro spalle, sentì che una parte di me era andata via con loro.

 

SPAZIO ALL'AUTRICE :)
CIAO (: HO AVUTO TEMPO DI AGGIORNARE :)
ANCHE SE, A DIRE IL VERO, HO QUASI TUTTA LA
STORIA PRONTA :3
VI RINGRAZIO PER LE RECENSIONI E PER LE VISUALIZZAZIONI :)
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA :)
@xMalikious      <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Hen Party. ***


Era ormai passato un mese da quando i One Direction erano tornati dalle loro famiglie e nella mia vita non era cambiato un gran chè. Dovetti spiegare a mia madre che il signor Jones mi aveva licenziata per via di Zayn e lei mi disse che non c’era niente da disperarsi, perché, in compenso, ero uscita con un –figo da paura- sue testuali parole.
Io e lui, da quel fatidico giorno, non ci parlammo più, o meglio, io non ebbi il coraggio di farlo. Nel suo caso erano capitate si e no due volte che mi avesse chiamata ma io non risposi mai. Con il resto della band parlavo spesso, soprattutto con Liam che lo sentivo come un fratello, per via del carattere simile.
-Miah, sei pronta?- urlò mia madre dalla cucina.
-Arrivo!- dissi chiudendo la valigia.
Una mia cugina si sposava e sarei rimasta una settimana da mia nonna che abitava a Leeds, nello Yorkshire e l’avremo raggiunta in aereo. Arrivammo a casa sua nel pomeriggio, giusto in tempo per la cerimonia che si sarebbe svolta il giorno dopo.
Mia cugina Abigayle, che secondo me aveva il nome più schifoso del mondo ma lei se ne vantava, era la novella sposa e quella sera saremo dovute andare al suo addio al nubilato.
-Cuginetta, questa sera sono d’obbligo i tacchi- disse dandomene un paio neri altissimi, ma favolosi. In questo mi ricordava molto Monica.
-Dove andremo?- le chiesi curiosa.
-Nella città dei sogni- rispose fiera.
Avrei voluto chiederle maggiori informazioni, ma decisi di rimanere in silenzio.
Da Leeds alla “città dei sogni” ci volevano venti minuti d’auto, anzi di limousine, visto che a lei piaceva fare le cose in grande.
Arrivammo in una discoteca locale e cominciarono a ballare. Io rimasi con mia cugina Glenna che qualche giorno prima si era rotta la gamba.
-Miah, vai a ballare, io resto qui da sola-
-Ma sei pazza? Io odio ballare- risposi terrorizzata solo al pensiero di farlo.
C’era abbastanza gente, soprattutto ragazzi della mia età e con mia cugina non facevamo altro che commentarli uno ad uno.
Ad un certo punto vidi un tipo con dei pantaloni beige, una maglietta verdina e si intravedeva un tatuaggio che, doveva essere lo “yin e yang”. Cominciai a distorcermi per vedere di chi si trattava, visto che mi sembrava una persona conosciuta. Mentre compivo queste acrobazie, lui si girò verso di noi ed io rimasi immobile: era Zayn. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata e mi girai di scatto.
-Ma hai visto quant’è figo quello lì?- disse Glenna indicandolo.
-Ehm no- risposi con voce tremolante.
-Quello con la maglia verde acqua- disse indicandolo.
-Questa è Bradford?-
-Sì- rispose guardandomi attonita. Che razza di domande facevo?
-E d è la città dei sogni?-
-Visti i ragazzi direi di sì!- esclamò ridendo.
-No, questa è la città degli incubi- dissi a bassa voce senza farmi sentire da lei.
Tutta la sera la passai sul divanetto con Glenna, anche se avrei voluto possedere il dono dell’invisibilità.
-Credo che tu abbia fatto colpo- disse mia cugina divertita.
-Di cosa parli?-
-Il fighetto di prima non fa altro che guardarti- disse riferendosi a Zayn.
-Ti starai sbagliando!- esclamai ridendo nervosamente.
-Eccolo, di nuovo!-
Mi voltai e purtroppo aveva ragione, mi stava guardando. Fortunatamente arrivò Abigayle che ci comunicò che era ora di andare. Stavo aspettando quelle parole dal momento in cui avevo visto Zayn.
Uscimmo dal locale ed avevo una voglia matta di infilarmi al più presto dentro la limousine, ma per via di Glenna rimasi almeno cinque minuti ad aspettare.
-Miah!- sentì dietro di me. Era lui, ne ero certa.
Decisi di prendere coraggio e di girarmi, di essere matura per una santa volta.
-Ciao- dissi abbassando lo sguardo.
-Cosa ci fai qui?- chiese sbalordito.
-Senti cocco, noi dobbiamo andare perché domani mi sposo, quindi non è questo il tempo di flirtare con lei. Ciao e tu muoviti a salire- disse Abigayle con quella sua acidità che la accompagnava da ben venticinque anni.
-Ci sentiamo, Zayn- dissi entrando in macchina e guardandolo fino a quando non girammo l’angolo.

SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Scusate l'attesa, ma ho avuto modo di postare
solo adesso. Spero vi piaccia :)xx

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Wedding. ***


Mi svegliai alle dieci del mattino, visto che Abigayle si sposava il pomeriggio alle quattro, così che alle cinque avremo preso il thè e poi sarebbe cominciato il buffet.
Era una tipa a cui piaceva fare le cose in grande, infatti, con lei non mi sentivo molto a mio agio. Io avrei preferito qualcosa di romantico, ma non troppo estroso.
Mi alzai dal letto e presi il telefono –un messaggio ricevuto- , lo aprì : -è stato un piacere rivederti. Zayn, xx-
Meditai tutta la mattinata sulla mia risposta, ma alla fine optai per un semplice –Ha fatto piacere anche a me, x-
Alle due arrivò il parrucchiere e decisi di farmi una treccia che raccoglieva solo i capelli che cadevano davanti e poi, il resto lasciarli mossi, naturali. Quella pazza di Abigayle aveva anche ingaggiato uno stilista che subito mandò da me per –i miei gusti orribili-
Era un tipo che mi ricordava molto J Alexander di “Chi vuol essere una top model”, il programma con Tyra Banks, ma, a differenza del “vero”, aveva un accento francese. Entrò squadrandomi da capo a piedi, si avvicinò al mio armadio ed estrasse una busta con dentro l’abito. Per quel matrimonio avevo optato per un vestitino sopra fucsia di stoffa trasparente e sotto nero.
-C’est magnifique- disse.
-Grazie- risposi contenta.
-Da come diceva sua cugina credevo che lei fosse davvero negata in fatto di moda, ma ha buon gusto-
-Diciamo che non amo le cose estrose. Amo nascondere molto il mio corpo, anche se questo abito, traspare- dissi arrossendo.
-Signorina, la moda non è nudità, ma soltanto buon gusto e lei ne ha- disse uscendo dalla stanza sorridente.
*
La cerimonia stava per avere inizio. Gli sposi avrebbero celebrato il sodalizio alla St.Nicholas Church che per me aveva un po’ di tetro, visto il cimitero proprio al ridosso della chiesa. Fortunatamente era una bella giornata e non faceva molto caldo.
Abigayle fece un’entrata trionfale con Cecilia, Deborah e Fanny come sue damigelle, tutte vestite di lilla, il suo colore preferito.
Lei era accompagnata dallo zio Brent che era contento del matrimonio della figlia, ma era in pena per Daren, il futuro sposo. Infatti, ci ha raccontato che, quando gli chiese la mano della figlia, lui gli disse di pensarci su almeno un mese, perché vivere con lei sarebbe stata l’impresa più difficile della sua vita, ma a quanto pare, Daren aveva stomaco da vendere.
Dopo il sodalizio, gli sposi ci comunicarono che il thè e il buffet si sarebbero tenuti al Mercure Bradford North Hotel in quegli otto ettari di terreno che lo circondavano.
Il mio stomaco cominciò a contorcersi all’idea di andare in quella cittadina, avevo paura di rivedere Zayn, anche se non era proprio di lì; dunque, era umanamente impossibile che sapeva dove mi trovassi.
L’hotel era davvero enorme ed almeno due ettari erano stati occupati dai novelli sposi: vi erano tantissimi tavolini succinti di tovaglie e tovagliette lilla e con foto di Abigayle e Daren su ognuno di essi. Al centro dei due terreni vi era la zona “thè” ed il mega buffet nel quale c’era ogni sorta di cibo ed io e Glenna prendemmo quattro piatti a testa.
-Se ci fosse Niall qui mangerebbe davvero tutto- esclamai senza pensare al fatto che mia cugina non sapeva nulla.
-Chi è Niall?- chiese incuriosita.
-Oh, un mio amico dell’università. Non puoi immaginare quanto mangia- dissi pensando al fatto che lei non sapeva neppure dell’esistenza della band.
-Ma come siamo belle questa sera- disse una voce dietro di me.
Mi voltai, era Colin, un ragazzo di Leeds che mi faceva il filo da dieci anni, ma anche se era molto carino, era di un’arroganza unica.
-Colin, mi mancavano i tuoi complimenti- dissi con aria strafottente.
-Perché ti manco io. Infondo, non potresti mai trovare uno come me-
-E per fortuna!- dissi andandomi a sedere con Glenna in un tavolino, ma sfortunatamente, lui ci seguì.
-Ragazzi venite a vedere gli spari- dissero gli sposi avvicinandosi a noi.
Presi l’ultimo piattino rimasto di cibo e mi avvicinai alla folla.
-Questo momento è così romantico- disse Colin abbracciandomi.
-Sì, perché grazie agli spari non sento la tua voce di merda- risposi facendo ridere a crepapelle Glenna.
-Sei bellissima- continuò Colin toccandomi il sedere.
-Adesso basta. Hai rotto!- esclamai allontanandolo.
-Certo che Colin  fa uscire il peggio di te- disse Glenna ridendo.
Finiti gli spari tornammo al tavolo ed avevano messo sul buffet dolci di ogni genere ed io, ne feci un’altra carrellata.
-Miah, Miah- cominciò ad urlare mia cugina.
-Che c’è?- chiesi masticando un pezzo di torta al cioccolato.
-Niente- disse abbassando la testa, anche se la sentivo ripetersi –è impossibile-
-Glenna, cosa diamine succede?-
-Ho delle visioni- rispose in preda al panico.
-Vuol dire che hai mangiato troppo, dunque, dammi questo pancake- dissi togliendole il piatto dal naso.
-Oddio, è davvero lui- disse abbassando la testa, ma io non feci in tempo a chiederle chi fosse visto che il tipo di cui parlava si sedette al mio fianco.
-Vedo che ti è tornata la fame- disse quel qualcuno ridendo.
-Zayn, cosa ci fai qui?- chiesi stupita. Credevo che non mi avesse mai potuta rintracciare.
-So sempre dove trovarti-
-Fai paura- dissi guardandolo un po’ spaventata.
Rise. –Tua cugina Glenna è una carissima amica di Danny, che è un mio carissimo amico-
Fulminai mia cugina con lo sguardo che, poverina, non ci stava capendo nulla.
-Ti va di andare a fare una passeggiata?-chiesi.
-Va bene- rispose sorridente.
-Glen, per te è un problema?-
-Andate pure- disse contenta e così ci avviammo insieme in giro per gli otto ettari dell’hotel.

SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Sono riuscita a ricavare un piccolo spazio
nella mia giornata per pubblicare il seguito.
Spero vi piaccia :)
Grazie mille per le recensioni e le visite :)
xx

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Taken. ***


-Allora popstar, come va la vita?- chiesi camminando al suo fianco.
-Bene, questo periodo di riposo ci vuole. A te come va?-
-Oh, bene-
-Ti ha licenziata definitivamente?- chiese un po’ dispiaciuto.
-Sì, ma non è un problema. Adesso aiuto mio padre nella sua azienda-
-E ti piace lavorare lì?-
-No, visto che bisogna riempire moduli, fatture e tantissima roba cartacea di ogni genere. Sono passata da commessa, a intervistatrice e infine a segretaria esaurita!- esclamai.
Rise. –Però, ti trovo… meglio- disse guardandomi da capo a piedi.
-Grazie, anch’io ti trovo bene-
Camminammo per un po’ in silenzio. Mi faceva strano stare di nuovo accanto a lui dopo quel tempo, mi sembrava di vivere la canzone Taken, quando dice “ And now that I finally moved on, you say that you missed me all along” .
-Cosa ci facevi ieri sera in discoteca?- mi chiese.
-All’addio al nubilato di Abigayle, te lo ha detto anche lei prima che io me ne andassi!-
-Non sapevo cosa chiedere- disse strofinandosi i capelli.
Scoppiai a ridere. –E tu cosa ci facevi lì?-
-Ero con Danny ed Anthony-
-E come mai Danny non è venuto a salutare Glenna?- chiesi d’impulso.
A questa domanda non rispose.
-Allora non è…-
-Avevo paura che fossi davvero tu- rispose.
Lo guardai perplessa.
-Dopo quello che era successo avevo paura ad avvicinarmi. Potevi mettermi le mani addosso!- concluse ridendo.
-Zayn, ormai è passato un mese- dissi tranquillizzandolo anche se la ferita bruciava ancora.
-Per quanto tempo resterai qui?- chiese dopo un po’.
-Per una settimana-
-Mh- disse, poi, lo vidi mordersi il labbro.
-Cosa c’è che ti preoccupa?- chiesi.
-Niente, stavo pensando che potremo vederci più spesso allora, sempre se ti va!- concluse un po’ spaventato.
-Certo- risposi sorridendo.
-Bene, allora…-
-Domani?- Lo anticipai.
Sorrise. –Va benissimo-
Rimanemmo fino alla fine della cerimonia insieme parlando del più e del meno; ma la cosa più dura fu rimanere sotto il suo sguardo visto che non faceva altro che guardarmi e mordersi il labbro ed io, in quel momento, avrei voluto essere ancora invisibile.
La brezza era cominciata a farsi pungente ed io sentivo freddo. Ci incamminammo verso la macchina dei miei genitori, ma io stavo davvero congelando. Lui se ne accorse e mi abbracciò.
-Cavolo quanto tremi!- disse scaldandomi con le braccia.
-Fa freddo- risposi con i denti tremolanti.
Camminammo per un altro paio di metri e poi arrivammo a destinazione.
-Grazie della compagnia- dissi staccandomi dalle sue braccia ed entrando in auto.
-Grazie a te- rispose sorridendo.
In quel momento mi vennero in mente pezzi di flashback del mese passato : la nostra prima vera chiacchierata al Landmark London Hotel, quella notte che dormimmo insieme e tutte le interviste con gli altri ragazzi; e fu proprio in quel momento che mi resi conto che il mio cuore non era andato avanti, ma aveva premuto solo il tasto stop per un po’.


SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Mi scuso per aver lasciato in sospeso per un pò
la storia, ma ho dovuto studiare un bel pò :(
Spero che vi piaccia il mio seguito :)
Buona lettura :)
xx

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Leeds. ***


La mattina seguente fui svegliata da mia nonna che mi portò la colazione al letto : cereali, succo al pompelmo e muffin al cioccolato. Era una donna straordinaria e mi voleva un bene dell’anima, anche perché, il mio secondo nome, Christie, era il suo.
-Christie, scusami se ti sveglio, ma ti andrebbe di portare tuo nonno all’ospedale? Io ho da fare in casa- disse accarezzandomi i capelli.
Accettai. Con noi venne anche Glenna che doveva farsi controllare la gamba.
-Glen, non ti ho chiesto come sei caduta- dissi aspettando che il nonno finisse di parlare con il cardiologo.
-Sono inciampata per le scale di casa-
Scoppiai a ridere. –Dovevo aspettarmelo-
Passammo tutta la mattinata in giro per l’ospedale, visto che il nonno doveva farsi vari esami. Tornammo a casa giusto in tempo per il pranzo. Nonna e mamma si erano messe ai fornelli ed avevano preparato un pranzo per mille persone, non per sei.
-Al matrimonio di Abi c’era meno cibo!- esclamai ridendo.
-A proposito di matrimonio… Voglio sapere tutto- disse Glenna avvicinandosi a me.
-Non c’è niente da raccontare, Glen. È un mio amico. L’ho conosciuto a Londra-dissi diventando paonazza in volto.
-Dal modo in cui lo guardi e da come ne parli, è più di un amico- continuò dandomi un colpetto sulle spalle.
-Smettila!- conclusi prendendo un pezzo di pane.
Dopo pranzo mi distesi sull’amaca con Glenna. Era la cugina alla quale volevo più bene. Ci sentivamo spesso per telefono ed avevamo molte cose in comune anche se, lei aveva tre anni in più da me. Fisicamente eravamo molto diverse perché lei era alta, formosa e scura; io bassa, magra e non tanto chiara. Purtroppo aveva un difetto che forse ci accomunava : farsi prendere troppo dalle storie d’amore o dalle amicizie da rimanere deluse ogni volta. Ed era anche per quello che tenevo alla larga Zayn e non era di certo una cosa semplice.
-Come stai?- le chiesi abbracciandola.
-Bene- rispose perplessa.
-Mi riferisco a Jeff- Jeff era il suo ex ragazzo, nonché il suo primo grande amore.
-Ormai è tutto passato anche se siamo ancora in contatto- rispose con un po’ di amarezza.
-Mi dispiace-
Ero abbastanza arrabbiata con lui, non perché l’aveva lasciata, ma perché non aveva capito quanto lei ci tenesse. Avrebbe dato la sua vita per Jeff.
-Senti… ma… questo Zayn, è fidanzato?- mi chiese d’un tratto.
-No. Perché?-
-Adesso ho ricollegato che c’è una ragazza di Leeds che ha una foto con lui - disse mostrandomela.
Scoppiai a ridere. –Glen tranquilla, è una sua fan. Questo qui dietro, con i capelli biondi, è Niall, un membro della band- dissi indicando lo sfondo della foto in cui c’era Zayn con una tipa bruna e dal sorriso smagliante.
-Cosa?- chiese spalancando gli occhi.
Decisi di raccontarle tutto: come ci eravamo conosciuti, cosa era successo a Londra e ,soprattutto, chi era.
-Tu stai uscendo con un personaggio famoso?- chiese urlando.
-Frena. Non ci sto uscendo, siamo buoni amici, direi- risposi pensandoci su.
Il mio telefono cominciò a squillare interrompendo, per mia fortuna, qualche sua affermazione, ma non feci in tempo a rispondere perché lei mi anticipò.
-Miah, c’è il tuo AMICO Zayn al telefono- disse passandomi il telefono.
-Ciao, Zayn! Scusa ma mia cugina è un po’ fuori di testa-
Rise. –Sei a Leeds?-
-Sì, sono a casa di nonna-
-Io sono qui. Ci incontriamo alla Millennium Square?-
Rimasi paralizzata, con la bocca spalancata mentre tra le mie vene si stava diffondendo un mix tra stupore e felicità, un cocktail perfetto che mi indusse ad accettare la proposta.
Mi preparai velocemente ed arrivai alla piazza con cinque minuti di ritardo. Lo vidi seduto su una panchina, bellissimo come sempre mentre fumava una sigaretta. Mi ero promessa di non innamorarmi più, o di non provare nessun sentimento “forte” nei confronti di un ragazzo, ma con lui non riuscivo a provare altro.
-Scusami, ma dovevo ancora prepararmi- dissi col fiatone.
-Hai corso?- chiese ridendo.
-No, ma mi sono preparata velocemente- dissi guardandomi da capo a piedi. Avevo preso le prime cose che avevo trovato nella valigia: degli shorts blu elettrico ed una canotta bianca.
Rise. –Allora? Dove andiamo?-
-Qui a Leeds non c’è molto da vedere, solo molte discoteche e divertimenti vari. Il pomeriggio non è molto movimentata. Questo dovresti saperlo; infatti, cosa ci fai qui?-
-Dovevamo vederci oggi, no?- chiese sorridendo.
Cavoli, me ne ero dimenticata!
-Ma potevo venire a Bradford-
-Ieri sei venuta, oggi tocca a me-
Sorrisi.
Quel giorno era davvero afoso tant’è che optammo per un gelato. Nonostante gli avvenimenti precedenti mi sentivo molto più a mio agio con lui, facevo battute, ridevo e parlavo, parlavo, parlavo. Ero me stessa.
-Miah, quasi quasi non ti riconosco- disse.
-Perché?- chiesi un po’ dispiaciuta.
-Quando ti ho conosciuta a Londra eri molto più chiusa. Se parlavi era un miracolo, rimanevi lì nel tuo guscio-
-Sai, mi ci vuole del tempo ad aprirmi. Non sono la tipa che da confidenza subito. Prima devo conoscere bene la persona che ho al mio fianco, poi, posso decidere come comportarmi-
-La penso anch’io così-disse accarezzandomi i capelli. Quel gesto mi procurò un brivido lungo la schiena e rimasi in silenzio, ma lui continuò a parlare. –Cosa volevi dirmi quel giorno che sei entrata nel mio camerino? Scusami se ti ho cacciata, ma avrei voluto ucciderti- concluse ridendo.
-Oh, l’ho dimenticato- risposi alzandomi dalla panchina sulla quale eravamo seduti.
-No, non sei cambiata affatto!- esclamò seguendomi.
Quel pomeriggio fu bellissimo : vagammo per la città senza pensare a ciò che ci era successo il mese precedente, ridendo, scherzando, abbracciandoci e divertendoci. Non mi sentivo più così viva da tanto tempo, forse perché cercavo sempre di frenare le mie emozioni, di nasconderle per paura di stare male; ma preferì essere felice per un istante piuttosto che essere infelice per mesi interi con il rimorso di non aver fatto la cosa giusta.
–Vuoi che ti accompagni a casa?- chiese abbracciandomi stretto a lui e guardandomi negli occhi.
Sorrisi. –Come sei gentile- dissi scoccandogli un bacio sulla guancia, ma lo vidi un po’ perplesso, rimase per un po’ con la mano immobile sulla guancia, ma feci finta di niente.
-Grazie ancora per avermi accompagnata- dissi sulla soglia della porta.
Sorrise.
-Ma come tornerai a Bradford?- chiesi preoccupata.
-Non è mica lontana- rispose ridendo.
-Ciao Zayn!- esclamò Glenna spuntando dal giardino. –Te ne stai andando?- fece con tono dispiaciuto.
-Sì- rispose un po’ imbarazzato mentre io fissavo mia cugina con aria furibonda.
-Che peccato! Potevi venire con noi- replicò lei facendomi l’occhiolino.
-Grazie per l’invito Glenna, ma sarà per la prossima volta - disse, poi si avvicinò a me, mi abbracciò e mi sussurrò –Ciao bellissima- scoccandomi un bacio sulla guancia, che io ricambiai scompigliandogli i capelli perfetti.

 

SPAZIO ALL'AUTRICE (:
Buonasera ragazze :)
Sono riuscita a pubblicare il seguito :)
Spero vi piaccia :)
Buona serata :)
xx

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Bradford. ***


Mancava meno di mezz’ora allo spettacolo di mia cugina Gypsy. Avrebbero interpretato “il brutto anatroccolo” al teatro di Leeds.
Appena arrivate c’erano già tutti i genitori e partenti vari ed i posti erano quasi esauriti, insolito per una recita di scuola materna. Decidemmo, allora, di sederci quasi agli ultimi posti, affianco ai genitori di Colin, visto che il fratello, andava all’asilo con Gypsy.
Il sipario si aprì e le luci si assopirono. Mi sono sempre piaciute le recite, infatti a scuola ne prendevo sempre parte. La cosa bella è il legame che si crea con gli altri, gli abiti a volte insoliti e l’interpretare personaggi che non rispecchiano te stesso.
-Glen, potevi inventarti scuse migliori questo pomeriggio- esordì.
Rise. –Era un modo carino per farlo venire- rispose dispiaciuta.
Aveva ragione e non nego il fatto che mi sarebbe piaciuto che lui fosse venuto, ma la gente avrebbe cominciato a parlare di lui e di chi fossimo io e Glen, inventandosi migliaia di fandonie.
La recita fu molto divertente, soprattutto vedere Gypsy vestita da paperella che prendeva in giro l’anatroccolo, interpretato dal fratello di Colin, chissà perché l’avevano fatto interpretare a lui, ma nel suo caso e in quello del fratello non c’era speranza che diventassero dei bellissimi cigni.
-Per questa sera ho un programma fantastico- disse mia cugina appena uscite dal teatro.
-Cosa?- chiesi entusiasta. Le sue iniziative erano sempre di mio piacimento.
-C’è una festa universitaria a Bradford ed ho pensato che…-
-Glenna, sai che odio le feste!- ribattei.
-Ma è la festa della mia università. E ci sono ragazzi, ragazzi e ragazzi- concluse ridendo.
-Glen, io sono il bradipo delle feste- infatti non le amavo molto. Sono sempre stata un tipo che cerca di nascondersi dietro a vestiti o ad uno schermo e che le danno fastidio gli occhi puntati addosso, figuriamoci se avrei messo piede ad una festa universitaria piena di ragazzi che cercano di toglierti i vestiti in qualsiasi modo.
-Per favore- disse con gli occhi dolci.
-Tra te e Zayn non so chi sia più manipolatore- esclamai avvicinandomi alla macchina.
-Ah, questo Zayn sempre in bocca. Non ti sarai mica innamorata?-
Risi nervosamente ed entrai in auto.
Dopo esserci cambiate a casa andammo all’università di Bradford dove Glenna frequentava “giustizia criminale applicata” e non ho mai capito di cosa si tratti.  Dal nome doveva avere a che fare con i morti e la cosa mi raccapricciava abbastanza da scacciare il pensiero dalla mia mente.
Entrammo in auto e lei era sorridente, così sorridente che se non avessi accettato mi sarei ripetuta infinite volte che ero una buona a nulla da non aver capito che lei ci teneva tanto ad andare a quella festa. Nonostante la sua gamba rotta era bellissima : indossava una camicia lunga beige che le cadeva a pennello; io, sotto il suo consiglio, indossavo un tubino rosa con un fiocco nero che mi cingeva sotto il seno, era troppo estroso per me e mi sentivo a disagio e non facevo altro che nascondermi dietro di lei. Ero davvero patetica.
Arrivate all’università notai che c’era davvero tantissima gente e Glen, essendo lo spirito delle feste, ogni secondo parlava con persone diverse ed in dieci minuti avevo conosciuto si e no trenta persone, un record per me. Infatti cominciai a sentirmi abbastanza scomoda, tutti che chiedevano “di dove sei?”, “cosa studi a Londra?, “cosa ci fai qui?”, “come ti chiami?” e altre domande che non facevano altro che aumentare il mio imbarazzo e la voglia di scappare dalla festa.
Guardandomi intorno mi accorsi che c’era Jeff: lui guardava mia cugina con occhi da innamorato e visti gli immensi favori che lei mi aveva reso, decisi, senza farmi vedere, di andare a parlare con lui.
-Jeff…-
-M…Miah?- chiese sbalordito.
-In persona- risposi con aria minacciosa.
-Cosa ci fai qui?-
Gli lanciai un’occhiata.
- Senti..-
-Tranquillo Josh, non ho intenzione di riempirti di botte, anche se sarebbe una buona idea, ma sono cose che riguardano voi. Bhè, sta arrivando, la lascio a te, ma mi raccomando. Se le accade qualcosa sei morto!- esclamai con tono minaccioso.
Mi rassicurò e subito volò da lei; quest’ultima alla sua vista sorrise e nuovamente la vidi felice.
Mentre loro due parlavano, io decisi di uscire fuori al cortile dell’università. C’erano molti ragazzi, di tutte le etnie che parlavano tra loro ed io, vagavo senza una meta tra di loro, mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. A queste feste mi ci trascinava sempre Monica ed andarci senza di lei e Geoff mi faceva un effetto strano anche perché mi mancavano da morire.
-Miah, dove sei?- mi chiese Zayn al telefono. Mi aveva appena chiamata.
-Sono a Bradford con Glenna che è voluta andare ad una festa-
-Non mi hai detto nulla- disse con tono scocciato.
-Scusami, ma Glen mi ha teso una trappola-
 -Io sono nei dintorni. Possiamo vederci un po’, che dici?-
-Certo, io sono qui all’entrata- risposi entusiasta e riagganciai.
-Ciao, sei Miah?- chiese un ragazzo sedendosi al mio fianco. Era alto, magro, capelli castani ed occhi marrone scuro. –Carino- pensai.
-Sì- risposi un po’ sbigottita, ma doveva essere un amico di mia cugina.
-Si parla molto di te-
-Di me?- chiesi sgranando gli occhi.
-Sì, di te e di Zayn Malik. Vi hanno visti a Leeds-
-E quindi?- dissi nervosamente.
-Miah!- esclamò qualcuno dietro di me. Era Zayn, fortunatamente.
-Ciao- risposi un po’ stralunata dall’affermazione precedente del tipo.
Mi abbracciò e lanciò un’occhiata furiosa al ragazzo che si dileguò nel giro di due secondi.
-Chi era quello?- chiese nervosamente.
-Malik, sei geloso?- dissi ridendo.
-Sì- rispose stritolandomi nel suo abbraccio.
Risi e senza badarci, gli presi la mano ed uscimmo dalla struttura. Decidemmo di andare ad un fast food, a dire il vero, la decisione fu mia. Avevo fame!
-Ma guardati, ti sei sporcata tutta!- esclamò ridendo.
Mi guardai le mani e vidi che un po’ di maionese vi era caduta sopra, lo guardai furibonda e mi pulì. Mentre finivo il mio panino, mi accorsi che Zayn mi guardava in modo strano, con gli occhi attenti, mordendosi quelle labbra così belle e perfette.
-Che c’è?- chiesi cercando di capire cosa c’era che non andava in me.
-Dovresti vestirti più spesso in questo modo. Sei più bella del solito- rispose mordendosi ancora il labbro inferiore.
-Mi spiace, questa sarà l’unica occasione della tua vita in cui mi vedrai conciata così-
-Veramente ti ho visto anche al matrimonio- esclamò ridendo.
-Questa sarà l’ultima volta- risposi nervosa.
Finita la mia cena, ci andammo a fare una passeggiata mentre, questa volta era lui che mi faceva da guida turistica. Mi raccontava delle sue marachelle da piccolo con i suoi amici, dei luoghi che frequentava con loro e dove portava le ragazze ai vari appuntamenti.
-Visto che come cantante fai schifo, datti al turismo- dissi ridendo.
Mi guardò negli occhi per due secondi e poi disse –Tu ami la mia voce-
Non risposi. Aveva ragione. Ogni volta che lo sentivo cantare il mio cuore si restringeva, come se ci fosse un nodo che lo intrappolava e che rendeva difficile anche un semplice battito. Era l’unico cantante che riusciva a trasmettermi tutto solo facendo vibrare le sue corde vocali.
-Tra due giorni avremo un meet & greet a Manchester vuoi venire con noi? Dopo andremo a salutare i giudici di X-factor, ci sono le audizioni-
-Io ad X-factor non ci metto piede!- esclamai nervosamente.
Mi guardò perplesso. –Perché?-
-Lasciamo stare- dissi sedendomi su una panchina. Lui, si accese una sigaretta e si sedette al mio fianco.
-Dovresti smettere di fumare-
-Ti da fastidio?-
-Non proprio, mi da fastidio la “puzza” e poi… Hai una voce bellissima, non rovinarla-
Sorrise ed io, in preda a non so che, mi avvicinai e lo abbracciai, poggiando la testa sul suo petto. Riuscivo a sentire i suoi battiti che, di colpo, si fecero sempre più intensi e veloci. Dopo un po’ sentì la sua mano accarezzarmi i capelli e la sua bocca avvicinarsi alla mia fronte e baciarla.
Era da un mese che avevo bisogno di tutto questo, avevo bisogno di lui, della sua pelle e del suo cuore.


SPAZIO ALL'AUTRICE :)
Ciao ragazze e buona fine del mondo! LOL
ecco qui il mio seguito, scusate ma
non ho avuto tempo.
xx

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1077493