Soul Standing By

di RoseGONEwild
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


- Ti odio! – furono le prime parole che uscirono dalla bocca di Tommy quando entrò nell’appartamento di Nikki a Van Nuys e lo trovò steso a terra privo di sensi. Gli aveva telefonato pochi minuti prima, biascicando parole confuse e spaventate le quali avevano lasciato intendere che Sixx stesse per fare l’ennesima cazzata.
Tommy si sarebbe aspettato di entrare in casa e trovarlo in preda ad uno dei suoi attacchi di psicosi e di doverlo calmare spiegandogli con calma che no, non c’era nessuno che stava per venire a prenderlo.
Invece, non appena ebbe varcato la soglia dell’appartamento, lo trovò svenuto sul pavimento del salotto, con l’ago ancora sottopelle ed il laccio emostatico legato al braccio. Sul pavimento c’era un cimitero di bottiglie vuote e di foglietti di alluminio.
- No… No, no, no! - Si inginocchiò accanto a lui e lo osservò, confuso, non sapendo bene da dove cominciare. Sollevò il suo braccio, sfilando lentamente la siringa. Mentre slegava il laccio di gomma si accorse di star tremando. 
Era terrorizzato dall’idea di poter perdere la persona più importante della sua vita. Era il fratello che non aveva mai avuto, la ragione per cui era diventato il batterista dei Motley Crue e, da poco tempo, era diventato il centro dei suoi pensieri. Forse questa recente ossessione era proprio dovuta all’ormai pubblica storia d’amore che Nikki aveva intrapreso con l’eroina: l’idea di poterlo perdere da un momento all’altro lo aveva fatto rendere conto di quanto avesse bisogno di lui. Sentiva crescere l’ansia ogni qualvolta si ritrovava a pensare che prima o poi avrebbe dovuto affrontare a tu per tu la dipendenza di Nikki.

Aveva immaginato molte volte come sarebbe stato quel momento, ed aveva ripetuto mentalmente ciò che avrebbe dovuto fare.
Grazie alla pratica psicologica, stava infatti riuscendo a mantenere una discreta calma e, soprattutto, a ragionare. Senza allontanarsi dal suo corpo, allungò una mano verso il tavolino, dove c’era un pacchetto aperto di cotone idrofilo. Nikki non avrebbe mai tenuto una cosa così poco rock’n’roll in casa, se non fosse stata necessaria per la preparazione della roba che si iniettava nelle vene.  
Ne strappò un pezzetto e lo utilizzò per pulire dal sangue il suo avambraccio. La pelle del bassista era così fredda da farlo rabbrividire, mentre il cuore gli martellava nel petto. 
- Non finisce qui – sussurrò, spostando i capelli dalla fronte di Nikki. Continuò ad accarezzargli il viso con una mano, mentre con l’altra afferrava il telefono. Lo fece cadere sul pavimento e poi diede uno strattone al filo, fino a renderlo raggiungibile senza doversi muovere da lì.
Dopo aver chiamato l’ambulanza si sedette a gambe incrociate accanto alla testa del bassista, continuò a sfiorarlo, come se potesse dargli una qualche forma di sollievo, ed aspettò di accompagnarlo all’ospedale.
- Non abbandonarmi Nikki, ti prego… -

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Capitolo 2
*** 2 ***


Camminava nervosamente avanti e indietro all’interno della sala d’aspetto dell’ospedale.
Erano le tre del mattino ed i suoi passi erano l’unico rumore che riecheggiava nel silenzio, assieme ai sospiri. Voleva sapere come stava Nikki, ma gli era stato imposto di non entrare nella stanza fin che non gli fosse stato dato il permesso.
Aveva paura che stavolta potesse davvero essere la fine. La fine di Nikki, la fine dei Motley Crue, la sua fine. Al solo pensiero gli si accapponava la pelle. Non riusciva a vedersi vestito di nero, al funerale di Nikki, mentre un qualche prete recitava preghiere senza senso; non riusciva ad immaginare la sua vita in un contesto differente da quello in cui aveva vissuto gli ultimi anni; soprattutto, non riusciva ad immaginarsi senza di lui. Non poteva lasciare che morisse senza dirgli quanto fosse importante. Per cui no, non poteva essere la fine.

Stava ancora affinando le sue tecniche di autoconvincimento quando un’infermiera interruppe bruscamente i suoi pensieri. – E’ qui per il signor Sixx? – chiese.
Tommy annuì, sentendo un groppo alla gola. Riusciva già a sentire le parole “Non ce l’ha fatta” rimbombare nella sua mente e si preparò al peggio.
- Si riprenderà -.
Fu come se un enorme macigno gli fosse stato tolto dal cuore. Tirò un sospiro di sollievo e le sue labbra si allargarono in un enorme sorriso. Non importava quanto tempo ci sarebbe voluto, ora che sapeva che Nikki era vivo ed avrebbe continuato ad esserlo,  era talmente felice che avrebbe potuto baciare l’infermiera sulle labbra.
- Posso vederlo? – chiese.
La ragazza sorrise. – Certo, ma fino a domani mattina non si sveglierà… dovrà essere paziente -.
Senza nemmeno ascoltare la seconda parte della frase, Tommy si fiondò in direzione del pianerottolo e salì le scale verso la porta dietro alla quale, poche ore prima, aveva visto Nikki sparire sdraiato su una barella.
Abbassò la maniglia lentamente cercando di non fare rumore ed entrò nella stanza. Il respiro del bassista era lieve e regolare e l’espressione sul suo viso era quasi beata.
La stanza era illuminata da un lampione che, piantato nel piazzale sottostante, aveva la lampada proprio a livello della finestra.
Tommy prese la sedia di legno che era stata lasciata accanto alla finestra, la posizionò accanto al letto e si sedette, facendola scricchiolare. Osservò per decine di secondi, minuti, ore?, il profilo di Nikki e il suo petto che si alzava ed abbassava ad ogni respiro.
Vide la sua mano immobile a fianco del corpo e la sfiorò, per poi prenderla nella propria. Il contatto rese lucidi gli occhi di Tommy che, silenziosamente, abbassò il viso fino a baciare quelle dita, per poi portarle a sfiorare la propria guancia. – Starò qui con te – sussurrò, convincendosi che il bassista potesse sentirlo.
– Devi capire che sei molto importante per noi… per me, perlomeno. Non ho ancora detto nulla a Mick, a Vince o al management. A dire la verità mi è completamente passato di mente prima, ero troppo preoccupato. Adesso invece, non c’è motivo di farli preoccupare per una cosa che si è già risolta. Gliene parleremo a prove, la settimana prossima. Sono davvero felice che tu abbia deciso di chiamare me appena ti sei accorto che le cose stavano prendendo una brutta piega. Ti ringrazio per esserti ricordato di me prima di chiunque altro -.

Tommy abbassò la testa del necessario per appoggiarla al petto di Nikki, proprio sopra al suo cuore.
– Sentire il tuo battito cardiaco mi rassicura, perché significa che tu sei qui e anche se non puoi rispondermi, probabilmente mi stai sentendo. Forse è anche meglio così, perché se ci fossi tu ad interrompermi quasi sicuramente non riuscirei ad andare avanti. Il fatto è che sto girando intorno ad una cosa che voglio dirti da un po’ di tempo. Forse tu non te ne accorgi, forse pensi davvero di essere inutile ma… non è così, fidati. Ci stiamo tutti preoccupando per le tue condizioni ed io vivo con il cuore in gola da quando hai cominciato a bucarti -.
Alzò nuovamente la testa ed avvicinò una mano alla guancia destra di Nikki. La accarezzò dolcemente e sorrise notando che il suo viso aveva ripreso un leggero colorito. Lo osservò da più vicino ed avvicinò il viso al suo. – Sei importante per me, Nikki. Smettila di essere convinto che nessuno ti ami, perché non è così… Io ti amo. Non so dirti quanto, né in che modo, ma lo faccio. Da sempre -.
Abbassò il viso del necessario per sfiorare quello di Sixx. Posò un bacio leggero sulla sua fronte, mentre i suoi occhi diventavano sempre più umidi. Spostò poi le labbra sulle palpebre di Nikki, sulla guancia, poi baciò l’angolo della sua bocca e infine il centro. Fu un bacio dolce, quasi una carezza, ma allo stesso tempo disperato e umido per via delle lacrime che ormai scendevano copiose.
Quando si allontanò nuovamente, gli parve quasi che il corpo del bassista  avesse avuto un sussulto, ma si convinse di essere talmente stanco da avere le allucinazioni.
Appoggiò nuovamente la testa al petto di Nikki ed abbassò le palpebre. – Buonanotte – sussurrò, con la voce ancora debole per i singhiozzi.  Prese fra le dita la sua mano e la strinse, poi scivolò lentamente in un sonno disturbato dagli incubi.

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