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di Mikipedio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo! ***
Capitolo 2: *** L'attacco dei briganti ***
Capitolo 3: *** Magnolia e l'incontro. ***
Capitolo 4: *** Fairy Tail! ***



Capitolo 1
*** Arrivo! ***


Arrivo!
Eccone un'altra. Fluttuava nella dimensione "di transito" se così vogliamo chiamarla. Attorno a me fluttuavano un'infinità di sfere, le dimensioni. La mia era mappata nei miei occhiali, (anch'essi inventati dal professor Fuzionik), come tutte quelle che ho visitato.
Avevo perso la cognizione del tempo; poteva essere passato un giorno come un anno, ma io non avevo ne fame ne sete. La fissai, dentro ad essa c'era un isola, più un continente direi, per le sue dimensioni. I miei occhiali le diedero subito un nome (viaggiavano nelle memorie degli abitanti e mi fornivano delle informazioni necessarie per sopravvivere) : Fiore. Che nome strano per una dimensione!
Decisi comunque di tentare e la toccai. Un enorme vortice di luci e colori mi avvolse. Mi assalirono i ricordi …
< Fermati, è una pazzia! >
< Non dire cavolate, pensa poi che fortuna potresti fare, caro il mio scienziato >
< Ti ripeto che è impossibile! Potresti non poter tornare mai più >
< Tanto cos’ho da perdere?! Sono orfano e non ho amici >
< Non mi consideri! Ti ho sempre aiutato e tu mi aiuti sempre con i miei esperimenti, non posso chiederti questo >
 Mi stava tenendo il braccio sospeso in aria sul pulsante di accensione della macchina per viaggi dimensionali. Ero in un seminterrato pieno di apparecchiature strane, piene di lucine luminose, pulsanti e levette apparentemente senza significato. Lo scienziato aveva uno sguardo terrorizzato, nel quale si intravedevano delle lacrime. Sudava come una fontana bagnando il suo camice bianco da laboratorio. Mi strinse ancora più forte, ma spinsi il pulsante con l’altra mano.
Mentre venivo trascinato in un buco nero senti un sempre più lontano < NOOOooo… >
Mi ripresi, ero in una torre. Mi trovavo sopra un cerchio pieno di ghirigori e lettere incomprensibili, sospeso nel vuoto. Mi assalì un senso di terrore, e se fossi caduto!?
< E ccccostui chi è!? > sentii un arrotare di lingua nel dirlo, come se stesse parlando un gatto.
< Saggio Miso, non saprei, ma è uscito da un tornado colorato e ha interrotto la nostra riunione > disse un altro.
Incominciai a preoccuparmi. Una goccia di sudore mi scese sulla guancia.
< Senti ragazzino, hai appena interrotto una riunione del Concilio dei Maghi, quindi se non ti dispiace … FUORI DI QUI! > urlò una signora abbastanza nevrotica. Mi indicò poi una porta che sì aprì con un suo cenno. Deglutii e con un calcio ben assestato sul sedere volai fuori dalla porta …
 
Angolino dell’autore:
Mi spiace se è un po’ corta, ma i prossimi capitoli prevedo di allungarli. 

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Capitolo 2
*** L'attacco dei briganti ***


L’attacco dei briganti
Dopo essere stato dolorosamente cacciato dalla sede del Concilio. Venni trasportato su una carrozza sgargiante e stranamente pericolante, in un luogo molto lontano da lì. Durante il viaggio ero perennemente preoccupato, perché, essendo la carrozza pericolante ed eravamo sull’orlo di un precipizio, avevo paura di cadere. Facemmo sosta un paio di volte, e il cocchiere mi offrì gentilmente del pane ben imburrato con su spalmata una deliziosa marmellata di ciliegie. Proseguimmo il viaggio verso una cittadina di nome Jeryio, un tranquillo paesino tra i boschi. Ci fermammo lì e il cocchiere mi informò che avrebbe fatto delle commissioni in quel villaggio, e che potevo fare un giro se volevo. Dicendo ciò mi illuminai: non immaginate le gambe come erano indolenzite dal viaggio!
Scesi in fretta e furia dal carro. Era un paesino poverissimo, ma nonostante ciò la popolazione era felice e chiassosa. Una donnina mi ospitò in casa sua, mi offrì gentilmente una ottima cena, e ci costrinse a rimanere per la notte. Ci fecero dormire in un fienile arredato come una provvisoria stanza per gli ospiti. Il letti erano formati da assi di legno uniti con dei chiodi arrugginiti, una materasso di paglia e sopra una coperta di lana. Quella era la prima notte che dormivo in un’altra dimensione! Una brezza leggera mi accarezzava il viso dandomi un’impressione di tranquillità e sicurezza.
Dopo poche ore dal mio assopimento un rumore di passi mi svegliò.
< Hey,Hybico-san. E’ una carrozza del Concilio. Probabilmente il cocchiere sta trasportando un carico prezioso > disse uno.
< James, hai ragione è meglio indagare. > disse probabilmente Hybico.
< Chissà dov’è il cocchiere, non credo lontano della sua carrozza > disse James.
Li sentii camminare con un passo felpato per il villaggio, quando…  < Hybico-san, ho trovato il cocchiere! >
< Zitto cretino, o vuoi che si svegli? > rispose il compagno.
Non si accorsero della mia presenza nella stalla mentre legavano il cocchiere, anzi uno di loro si accese pure una pipa! Mentre dal suo accendino usciva del fuoco, vidi una pistola legata da una cintura in uno dei due, mentre l’altro aveva dei pennelli.
Dovevo agire, almeno tentare di salvarlo, così piano piano cercai di farmi strada tra la paglia, quando sfortunatamente urtai contro un secchio pieno d’acqua, attirando la loro attenzione.
< Hai sentito Hybico-san ? Credo che ci sia qualcuno. >
< Ho sentito pure io. Guns Magic: Mad Shot! > urlò Hybico. Dalla sua pistola uscì un proiettile di sabbia, che al suo contatto con la parete della stalla creò dei tentacoli di sabbia che mi afferrarono e mi mostrarono a lui.
< Ha-ha ecco l’intruso! Che ci fai ragazzino qui? > “Ragazzino!? Ma come si permette!? Ho ben 15 anni!” pensai furibondo. < Dovremo fare in modo che tu non possa parlare. Pict Magic: Connon! > disse l’altro. Parlando dipinse per terra un piccolo cannone che si ingrandì prendendo forma da piatto a tridimensionale, e partì un colpo. Lo scansai. Ne partì un altro, che disperse la sabbia liberandomi. Inciampai, però, nel fieno e un ultimo colpo partì. Stava per colpirmi la testa quando comparve un cerchio magico di colore viola che fermò il colpo facendolo levitare a mezz’aria come se non ci fosse gravità.
< E’-è impossibile! Tu non puoi usare una Lost Magic, è impossibile! > disse Hybico.
 Rimasi tanto stupito che il cerchio svanì e la pallottola cadde a terra.  
< Andiamocene James, è pericoloso! > detto questo scapparono. Guardandomi attorno pensai “E’ questa la magia di Fiore!? Pure io posso usarla!”. Dall’emozione non riuscii a dormire.
 
Angolino dello scrittore:
Spero che recensirete!

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Capitolo 3
*** Magnolia e l'incontro. ***


Magnolia e l’incontro
Durante la notte, cercai di far di nuovo volare qualche oggetto, ma riuscii solo a fare un gran disordine disperdendo la paglia dappertutto. Quando il cocchiere si svegliò, mi fisso negli occhi e disse < Così tu saresti un mago!? > < Mi scusi, ma ha visto tutto quanto? > < Certamente! Solo che alzando la testa sono stato colpito da uno dei due mentre scappava. Ciò mi ha fatto svenire. > detto questo si alzò, e, massaggiandosi il capo continuò < Tu, essendo un mago, non puoi non far parte di una gilda. Qui vicino, nella città di Magnolia c’è la gilda Fairy Tail, ma sappi che il Concilio non va molto d’accordo con questa gilda. Quindi, ti proporrei di proseguire il viaggio per unirti con la gild… > lo interruppi < Va benissimo Fairy Tail. Partiamo? >. < Uff, e va bene. >. Disse il cocchiere sbuffando. Così, finiti i preparativi, partimmo. < Scusami, non voglio essere invadente, ma che cercavano quei due? > chiesi insospettito. < Credo che fossero Hybico e James Muriel, due fratelli, appartenenti ad una gilda oscura, sempre alla ricerca di tesori. Penso che stessero cercando una rarissima lacrima. E’ trasportata da un’altra carroz… ehi, un momento perché ti sto dicendo queste informazioni riservate? > “Oh povero me un tonto” pensai sospirando. < Non posso dirti di più, ma quello che ti ho detto non dirlo a nessuno, specialmente ai membri di Fairy Tail, quelle ciabatte non saprebbero tenere la bocca chiusa. > mi disse con fare superiore. < Va bene, non lo dirò a nessuno. > risposi con gli occhi alzati al cielo, come per dire “non me ne frega niente di quello che hai appena detto”. Il viaggio proseguì silenzioso, fino a quando fummo arrivati a Magnolia. L’entrata della città era bellissima: i rampicanti risalivano dolcemente le mura coprendo leggermente quelli che dovevano essere gli stemmi della città o di Fairy Tail. Gli stemmi erano bordati d’oro, una figura, somigliante a una sagoma di una strana creatura dello stesso materiale risaltava su uno sfondo rosso . < Eccoci qui, contento? Beh, ora ti devo salutare, devo continuare il mio viaggio. Arrivederci >mi disse il cocchiere. < Grazie mille! > fu il mio saluto. Mentre stavo per mettere piede dentro il portone di ottone che dava l’accesso alla città, sentii un rumore di meccanismi in funzione, e… le case si spostarono! Proprio così, le abitazioni si scostarono creando un passaggio. Mentre si spostarono sentii una voce metallica dire < Arriva Gildarts. Arriva Gildarts > < Gildarts? > dissi incredulo. < Sono io ragazzo. > mi rispose un uomo dietro di me.

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Capitolo 4
*** Fairy Tail! ***


Fairy Tail!
< Gildarts? > dissi incredulo. < Sono io ragazzo. > mi rispose un uomo dietro di me.
Mi girai di scatto. Un uomo di mezz’età il quale corpo era coperto da un enorme mantello beige mi disse: < La città è stata progettata di modo che io non possa distruggerla > dicendo ciò sorrise. “Che!? Di modo che quest’uomo non possa distruggerla. Che potenza…” < Non mi farà del male vero? > chiesi preoccupato.
< Se volessi farlo non te lo direi, comunque non voglio torcere un capello a nessuno, solo che la mia magia, Crash, quando provo forti emozioni, o sono particolarmente distratto, distrugge qualcosa. > mi disse tranquillamente. “ Che tipo…” pensando ciò una gocciolina di sudore freddo mi scese dalla fronte.
< Comunque, che cerchi ragazzo? > mi chiese abbassandosi in modo da avere la sua faccia alla stessa altezza della mia.
< Cerco la gilda Fairy Tail. La conosce? > 
< Se la conosco!? Ne faccio parte! Vorresti unirti a me così ti porto in gilda e ti faccio iscrivere >
“Questa sì che è fortuna!” pensai sorridendo.
Si incamminò dentro la stradina generata dallo spostamento delle case. Io lo seguii, ma andava così veloce che facevo fatica a stargli dietro.
Non camminammo molto, ma quel poco mi aveva stremato. Non sapete la fatica di stare al suo passo! Entrammo in un edificio, al quale interno sembrava un’enorme birreria piena di possenti tavoli di legno, di sedie e di boccali a più non posso.< Eccoci qui. > mi disse solare. < Gildarts! > < Perché ci hai messo così tanto questa volta? > un mucchio di persone si piombarono da lui facendogli un mucchio di domande, felicissimi per il suo ritorno. < Gildarts, chi hai portato con te? > la voce di un anziano fece zittire tutti. Era piccolissimo, e indossava un cappello a righe blu e gialle, con delle corna di stoffa aventi la basse corrispondente alle orecchie. Veramente ridicolo!
 < Master! Come stai?... Ah, sì, lui è un ragazzo che ho incontrato per la strada. Stava cercando la nostra gilda per unirsi. > gli rispose Gildarts. < Un aspirante membro di Fairy Tail, eh? Dimmi ragazzo, sai usare la magia? >
< Ehm… ecco, non so proprio padroneggiarla e non conosco tecniche particolari, ma so fare una cosa base. > detto ciò imposi le mani davanti a me, un cerchio magico viola comparve sotto i miei piedi e tutti gli oggetti (tavoli, boccali di birra, sedie) che si trovavano sopra di esso incominciarono a volteggiare a mezz’aria come assenti di gravità. Tutti sembravano stupiti, tutti tranne il Master che mi guardava preoccupato. Smisi di far volare gli oggetti, facendoli cadere di colpo disordinatamente. Il Master mi quardò negli occhi e disse: < La tua è una tecnica proibita, lo sai vero? >
< N-no signore. >
< Dove la hai imparata? > mi chiese alzando il sopracciglio destro.
< Non la ho imparata, sollevo gli oggetti e basta, non pensavo nemmeno che esistesse una magia simile. >
< Benvenuto! Dimmi il tuo nome, quale posizione del marchio vuoi, e il colore > disse solare.
“E’ lunatico!? Questa dimensione è piena di pazzi... mi piace!”
 
Il Master mi condusse da una fanciulla molto carina, che aveva i capelli di uno strano colore bianco violaceo. < Ciao! Io sono Mira. Di quale colore vorresti il marchio? > mi chiese la ragazza.
< Lo vorrei blu > le risposi.
< Dove lo vuoi? > .
< Sul dorso della mano destra, grazie. >.
< Di nulla > dicendo ciò prese uno stampino antico di legno scuro, lo intinse in una tintura blu facendo schizzare qualche goccia, dopodiché mi prese la mano con la sua sinistra e premette lo stampino con la destra. Non mi fece male, ma quando la vernice ebbe contatto con la mia pelle, mi sentii pervadere da un’energia misteriosa “Che strano…”.
< Bene, ora che sei nella gilda dovresti scegl… > Neanche terminò la frase che come un fulmine entrò in gilda un ragazzo dai capelli rosa, seguito da un gatto blu con le ali. Con le ali!
< Natsu! Happy! Ma quanto ci avete messo! > disse furibondo il Master, che fino a poco prima sembrava felicissimo.
< Scusaci Master, ma abbiamo avuto delle complicazioni durante la missione > rispose il ragazzo dai capelli rosa.
< Aye, sir! >… il gatto ha parlato!?
< Oh,  e chi è quella ragazza? > chiese il Master.
< Si chiama Lucy e vorrebbe entrare nella gilda > rispose il ragazzo.
< Aye, sir! > il gatto parlò di nuovo.
< Un’altra!? > chiese il Master.
< Perché? > chiese il ragazzo dai capelli rosa. Quando lo chiese si voltò verso di me e mi corse incontro.
< Sono Natsu, piacere! > mi disse.
< Aye, e io sono Happy! > disse il gatto.
< Lucy, che magia sai utilizzare? > chiese il Master.
< Sono una Maga Stellare. > rispose la ragazza. Era bionda dagli occhi azzurri, indossava una maglietta aderente e una minigonna tenuta da una cintura che portava delle chiavi d’oro e d’argento.
< Bene Lucy, raggiungi il nuovo arrivato e fatti fare il timbro! > disse il Master felicissimo.   

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