Sugar Sapphire

di loonaty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uccel di bosco ***
Capitolo 2: *** Come Back ***
Capitolo 3: *** L'amore ai tempi dell'inquisizione ***
Capitolo 4: *** Tra fiori e frecce ***
Capitolo 5: *** Dimentica ***



Capitolo 1
*** Uccel di bosco ***


Salve a tutti gente! 
Che dire, so bene che dovrei continuare con tutte le mie fiction in sospeso, ma mi sono vista costretta a chiudere una pagina in cui raccoglievo brevissime storie, tante piccole schegge di zucchero amaro. 
Così ho deciso di postare qui queste storie, spero non vi dispiaccia. Questa raccolta proseguirà ogni qual volta non avrò l'ispirazione per scrivere...E mi sfogherò buttando giù pensieri, riflessioni, e brevissimi racconti ognuno della durata di un capitolo. 
Buona lettura.


Uccel Di Bosco


Uccel di bosco chiusa in una stanza

Nella sua torre alta.                                                                        

 Uccel di bosco dall'abito di crine e lo sguardo spaventato.                                     

Uccel di bosco dimenticato che il cavaliere ha trovato.                                         

Nella foresta incolta.                                                                                       

Uccel di bosco che non sa che fare.                                                                   

Uccel di bosco che non sa gridare.                                                                    

 Persa nella nebbia.                                                                                         

Uccel di bosco che non conosce uomo.                                                            

Uccel di bosco che sfugge ogni dono.                                                               

Chiusa in una gabbia.                                                                                     

 

Il cavaliere dallo sguardo fiero la torre ha scalato.                                               

Il cavaliere dal destino sventato.                                                                     

Perso nella bruma.                                                                                        

Cavaliere che ruba e che fugge.                                                                     

Cavaliere che non segue la legge.                                                                   

Nella foresta oscura.                                                                                     

Cavaliere dallo sguardo d'acciaio e la spada magenta.                                         

 Cavaliere che la ricchezza tenta.                                                                     

Nella stanza più bella.                                                                                    

Cavaliere che non conosce cuore.                                                                  

Cavaliere che non conosce amore.                                                                  

Chiuso in quella cella.                                                                                   

 

 Uccel di bosco che fissa ed incute timore.                                                       

Cavaliere privo di spelndore.                                                                          

 Uccel di bosco dalle ali legate.                                                                       

Cavaliere dalle intenzioni sbagliate.                                

Entità diverse incompatibili.                                                                          

Scontro di stelle immobili                                                                             

Fusione di nuclei inscindibili.                                                                          

 

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Una ragazza se ne sta chiusa in una torre.

La veste lunga ed i capelli sciolti.

Vive lì da anni, cibandosi dei frutti dei rami più alti degli alberi.

Se c'è stata una matrigna lei non lo ricorda.

Ha sempre vissuto sola in quel bosco ostile.

Nella sua stanza, tra il tulle e le bambole.

 

Un giorno giunse però un cavaliere. 

 

La vita al servizio del re non faceva per lui.

La guerra che tutti  dicevano giusta aveva portato alla morte la sua famiglia.

Viveva di  ciò che rubava fuggendo da chi desiderava incassare la taglia sulla sua testa.

Si ritrovò un giorno in una foresta invasa dalla nebbia.

Cercò rifugio dai lupi salendo in cima a quella torre diroccata.

Avviluppata dai rami degli alberi dai frutti più dolci e dai fiori più belli.

Lì in cima aveva trovato lei. 

Non sapeva che farne di una ragazza tremante che avrebbe potuto venderlo alla giustizia.

 

La ragazza fissò il cavaliere ladro,bugiardo, assassino.

Lo fissò con quegli occhi grandi incapaci di distinguere bene e male.

Il cavaliere la osservò senza sapere che fare.

Lei non aveva mai conosciuto il mondo, lui ne aveva avuto l'assaggio più amaro.

Lei gli porse una mela con un gesto gentile senza emettere suono.

Lui la prese e intaccò la buccia vermiglia scoprendo la polpa succosa.

Lei sorrise.

Lui non poté essere da meno.




Dunque, questa storia ha quelche annetto, l'ho ripescata dai recessi del mio preistorico pc. 
^^ 

 

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Capitolo 2
*** Come Back ***


Ecco la seconda storia, tanto perchè vista la brevità di queste ogni tanto ne pubblicherò di certo più, che una alla volta. 
Il significato che ho attribuito a questo scritto è tutto mio. 
Penso sia facile da scovare. Anzi, è addirittura palese ... 

Come Back

E camminando si ritrovò in una foresta.

Ed era un luogo grigio e scuro. Lui procedeva a passo fermo davanti a sé, gli stivali di pelle che affondavano nel sottobosco rigoglioso.

Ed il mantello che si tendeva nell’aria piatta, come se il vento soffiasse ponderoso.

E vi era la nebbia.

Non tutt’attorno, ma a creare un circolo perfetto attorno al loro camminare.

Così che ad ogni passo essa si aprisse a lasciarli passare.

Aveva freddo Sandy, perché quella notte-sempre che di notte si trattasse-la neve si era posata sulla città.

MA ora non sei nel tuo amato paesino di confine dolce Sandy, e nemmeno tra i palazzi in cui adoravi perderti, quella città dalle vetrine spaziose dove comprasti gli orecchini e ti specchiasti per ore nel finestrino di un’auto parcheggiata.

Tu non lo sai, ma oltre quel vetro due ragazzi stavano facendo l’amore.

Ed i tuoi orecchini erano la cosa meno importante al mondo.

Però tu continuavi a farli ciondolare con le dita e ridevi felice.

Come vorresti trovarti per strade asfaltate e cariche di smog a sfoggiare perle ai lobi, non è vero?

Procedi. Ti stringi il maglioncino sulle spalle, il beige che contrasta con lo scuro di ciò che ti circonda.

Perché anche quei fili di lanugine bionda che ondeggiano sul capo dell’uomo-creatura- di fronte a te, risultano troppo scuri.

 

Ti è sempre piaciuto muovere i pezzi bianchi.

I bianchi muovono per primi.

 

Ed è così che tra la nebbia scorgi due figure.

Due figure che a guardarle si fanno inaspettatamente nitide.

E tu le guardi, e procedi, ma esse non si allontanano, né ti seguono.

Rimangono semplicemente sotto il tuo sguardo, tanto che non sai più dire se si trovino dietro o davanti agli alberi dai fusti sottili e spessi e sottili, che vanno ad intrecciarsi sopra di te precludendoti il cielo.

 

Sono due figure, e sei quasi certa di riconoscere la tua amata Cappuccetto rosso.

Una bambina dal capo celato da una rossa mantella, lunghe trecce bionde spuntano ai lati del capo –Sono serpenti- come fili d’oro intrecciato rilucono di una luce che non si sa ove provenga.

E sorride –Affila i denti- e tra le mani affusolate –I suoi artigli- L’estremità di un filo dal colore indistinto. Il filo prosegue, si snoda, si allunga, si intreccia, il filo sale sui rami e ridiscende, e vi sono gomitoli e sciarpe e piccoli cumoli di filo soffice.

E lo segui con lo sguardo, ma i tuoi piedi non si fermano.

Giungi infine al termine di questo filo. Il tuo sguardo incontra un fuso. La seconda figura ne tiene le estremità, e lo srotola con attenzione, ferendosi le mani con le estremità appuntite e tingendo di rosso quella che potrebbe essere lana.

Procede all’indietro, con passo cauto, una bella donna, alta, sottile, un abito da principessa a coprirne le belle forme.

E lei procede all’indietro.

E lei srotola il filo con sempre meno cautela, finché questo non finisce.

Ed il rocco le cade di mano.

 

Allora la donna si volta e comincia a correre.

Cappuccetto rosso – Ne sei sicura?- rimane immobile. Con l’estremità del filo tra le dita.

E la donna poi inciampa - Guarda meglio, non è un filo quello attorno alla sua caviglia?- Ed urla, e si dissolve in polvere.

Sandy rabbrividisce.

Rabbrividisce posando gli occhi, come ipnotizzata su Cappuccetto Rosso. –è il lupo-

E questa le sorride –Si lecca il sangue dalle labbra vermiglie- e tende una mano. –Tu sarai la prossima.-

 

Dita le stringono un polso, dita guantate dell’uomo che la precede. La strappano da quell’inganno ed attorno a lei ora vi è solo nebbia.

Cerca le tremende figure con gli occhi di Caramello bruciato. MA non trova traccia né della bambina né del filo attorcigliato.

 

“Non si guarda al passato.”

Fu il suo commento rivolto alla donna che camminava all’indietro. Le parole dell’uomo parevano tanto fredde, tanto gelide, che Sandy giurò a sé stessa che non si sarebbe mai vestita di nero.

 

I pezzi bianchi muovono per primi.

Non nella dama.

 

“E’ morta quella donna?”

Trovi il coraggio di chiedere liberando il polso dalla stretta di quelle mani, mani sbagliate. Le mani di Oberon non sono le mani migliori a cui venire affidati. –E quelle di Puk invece?-

“Non ha mai vissuto” Risponde. E non gliene importa davvero. Continua a camminare.

I neri stivali che affondano nel sottobosco.

 

-Non bisogna continuare a guardare al passato.-






**
Che ne dite di darmi una vostra rappresentazione della storia in una possibile recensione?
Chi è "Cappuccetto Rosso" e chi è "La fanciulla che procede all'indietro" e, soprattutto, cosa rappresenta il filo ;) 

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Capitolo 3
*** L'amore ai tempi dell'inquisizione ***


Attenzione: se non gradite l'omosessualità, anche non propriamente esplicita, ma ben evidente, vi prego di saltare queata storia, non accetterò, infatti, lamentele di alcun tipo. Vi sto avvisando, sia chiaro. Buona lettura ^^


L'amore al tempo dell'inquisizione


Il sapore della saliva.

Lo scontrarsi delle labbra e delle lingue affamate, insaziabili.
L’arcata del palato veniva esplorata con perizia, e i morsi per nulla trattenuti si univano a quel ritmo frenetico.

Rumori di passi, qualcuno che si avvicina.
Un gemito soffocato nello sbattere la schiena contro la pietra umida e coperta di muschio della parete.
La nebbia riempiva i polmoni affannati, e le fiaccole dei passanti non erano che punti di luce distanti.
Il tardo mattino era padrone di quello spicchio di peccato sovente, che andava a ripetersi imperterrito, sotto gli occhi ciechi di una comunità che non poteva comprendere.

I bacini si strofinavano, mani che stringevano, la carne che supplicava, ardente, un contatto più esplicito.
Due cuori carichi della loro colpa che si scontravano nel petto, lì dove le unghie affondavano nella stoffa ruvida della tunica.
Ed ogni volta che quei passi si facevano più vicini,

Ogni volta che un gemito troppo acuto era seguito dal silenzio appiccicoso delle strade paesane,

Ogni istante, passato tra un vociare ed un bisbiglio degli sporadici passanti …

Ogni volta era un singulto, un’esitazione, un fremere di membra, uno scuotersi della carne che non faceva che aumentare l’inquieta eccitazione.
Dita sottili e mani di alabastro scivolavano al di sotto della cinta di cuoio, seguite dall’inarcarsi della colonna vertebrale, scorrevano, con sempre più insistenza.

Dita sottili e mani di alabastro si poggiavano sulla sua bocca, e tra le sue labbra venivano succhiate con ingordigia.

Così, quando da lui prendeva quanto più desiderava, e soffocava parole e pensieri inutili nella nebbia del mattino presto o della sera tarda, lontani dalla gogna paesana, l’essere bollato come peccatore diventava tanto accettabile, tanto possibile, quanto addirittura estatico.
Peccatori?
Noi?

Amiamoci, prendiamoci, uniamoci ogni notte ed ogni giorno finchè la gioia morirà nel suo trionfo come carta che avvampa e brucia consumandosi.
Ci attenderà il rogo.
Il rogo attenderebbe ad ogni sgarro, ad ogni sguardo eloquente intercettato, allo sfiorarsi delle dita dei compagni d’armi, agli ascosi sorrisi, sotto i cappucci tirati.

Tutto ciò, se scoperto, sarebbe diventato la perfetta condanna, prelibata e gustosa come lorda carne per chi seguiva la retta via.

E si arrovella il cuore nel petto, la notte, nell’attesa di una nuova mattina.
Nell’attesa di unirsi, di amarsi, se amore qualcosa di tanto volgare si poteva definite.
MA con le dita strette attorno a lui non poteva che desiderare quello.

MA con lui dentro di sé non poteva che accettare una qualunque morte. Quanto dolorosa fosse.

Uno era consapevole di ciò a cui andava incontro, e non gli importava.
L’altro era consapevole di ciò a cui andava incontro, e bramava ogni girono la sua saliva e il suo sapore.

Poi i passi divennero insospettabilmente vicini, in quel frammento di vergogna, in cui tutto si sgretolò sotto quella nebbia traditrice.
E le fiaccole illuminarono il peccato commesso di labbra indegne.

Perfida fu, la condanna della suprema inquisizione.
Condannati per amore.
Alle fiamme.

Quando fiamme, entrambi, ogni mattino, tra la nebbia, essi si donavano.

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Capitolo 4
*** Tra fiori e frecce ***


Tra fiori e frecce



Ed erano frecce.

Frecce conficcate nella pelle.

Fino a scalfire l'osso con la punta acuminata.

E brillava di rosso la goccia che si posava sull'erba.

E brillava e basta lo sguardo grigio nel soffitto di bosco.

Ed erano fiori quelli che crescevano dal terreno lì dove le sue membra si erano adagiate.

Membra sottili, lunghe, affilate, taglienti.

Fino a raggiungere il soffitto di bosco,quei fiori, crescevano.

E gioiva il cacciatore dall'alto della sua vittoria.

E gioiva e basta osservando la preda.

Ed erano frecce quelle che portava sulla schiena.

Frecce quelle che incoccava nell'arco, puntando al cuore.

Frecce imbevute di veleno.

E sfidava il vento la corda tesa, il colpo di grazia arrivava spietato.

E si conficcava in un fiore, che sbocciava dal petto.

Ed erano lacrime quelle a bagnare il viso della ninfa.

Lacrime di fiele visto il male da lei compiuto.

Fiele amaro che nutriva i fiori.

E' così che si diparte una ninfa.

E' crudele, è mostruosa.

Ma davanti alla fine non può che piangere.

Ed è tra i fiori che muore una ninfa.

Fiori che sbocciano scarlatti dal sangue.

Fiori grigi come gli occhi persi nel soffitto di bosco.

E muto il cacciatore. L'arco ancora in pugno.

E si allontana il cacciatore, pronto a ritirare il suo compenso.

Monete in cambio dei fiori.

Ed è così che muore una ninfa.

Tra i fiori.

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Capitolo 5
*** Dimentica ***


Dimentica



Respiri affannosi, passi veloci.

 

Dimentica, dimentica.

 

Quando ti trovano sei lì stesa a fissare il cielo e sorridi beata senza memoria di ciò che accadde.

 

Dimentica, dimentica.

 

Gli angeli possono ferire gli esseri umani con un solo dolcissimo sorriso, questo dà il diritto ai diavoli di catturare il cuore degli uomini con il loro sguardo incendiario.

 

Se gli angeli possono battersi con spade di fuoco perchè i diavoli non possono amare?

 

Dimentica, dimenticati di tutto!

 

Respiri affannosi, passi veloci, l'erba che si piega, lo smeraldo dell'erba che brilla alla luce della luna, cola d'argento sotto i flebili riflessi.

 

Quando un angelo ferisce subito dopo si pente e rimarglina la ferita.

 

Quando un demone ama subito dopo si pente e cancella la memoria.

 

Nel primo caso l'umano guarisce.

 

Nel secondo la ferita resta aperta.

 

-Signorina? Signorina sta bene?-

 

Annuisci fissando il cielo buio sopra di te. La tua borsetta rivoltata sul prato, i cosmetici come fiori di plastica, le chiavi del motorino con cui sei venuta fin qui, quelle di casa, il cellulare con cui hai chiamato l'ambulanza ... O l'ha fatto qualcun'altro? Il fatto è che non ricordi. Sei svenuta ed ora hai solo una morsa gelida a stringerti il petto, non ricordi cos' è stato a procurarti questo dolore, eppure è lì, acido muriatico nelle vene, una morsa che si allaccia sempre più stretta ad ogni pulsazione.

 

-Signorina riesce ad alzarsi?-

 

Hai le gambe molli come se avessi corso.

 

(come se l'avessi rincorso per impedirgli di andarsene)

 

 I palmi un po' sbucciati. Sei caduta?

 

(sei inciampata in un sasso, ti si è rotto un tacco, così impari ad andare in campagna con i tacchi, non si fa, non importa se sei bassa ed era l'unico modo per arrivare alle sue labbra)

 

Sali in ambulanza con le tue gambe.

 

Trauma cranico. Hai battuto la testa. Strano, ma sei svenuta, quindi per forza devi aver battuto no?

 

(lui ti ha adagiata dolcemente a terra, tra la rugiada, sorregendoti il collo, quello che loro chiamano trauma cranico sono i postumi della rimozione della memoria)

 

Hai la bocca, la gola secca, non riesci a dirgli che non è la testa il problema, ma il cuore.

 

(uno dei motivi per cui ai demoni è proibito amare ...)

 

Chissà cosa ci facevi lì.

 

(lasciano...)

 

Ormai però che importanza ha?

 

(troppo...)

 

In ospedale su un letto bianco, che desidereresti inconsciamente vedere nero e che in realtà ti irrita solo leggermente la vista. 

 

(dolore.)

 

Mentre i medici ti girano intorno come bianchi avvoltoi tu sposti i tuoi occhi incerti sulla finestra. Desiderosa di scorgere chissà cosa, qualcosa che non ricordi. Qualcosa che ti ha affondato gli artigli nel cuore e poi ha strappato con forza la mano.

 

 

 

Perchè i demoni si pentono?

 

Semplicemente si stancano, il giocattolo diventa noioso.

 

Sono edonisti i demoni.

 

Egocentrici.

 

Amano solo per lo spazio di un idea, il tempo che questa si formi ed hanno già agito, prima ancora di rendersi conto che non li diverte più.

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