Il bacio dell angelo travestito da diavolo.

di cartesparse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti scrivo di oggi, ti parlo di ieri. ***
Capitolo 2: *** Il senso spietato di un non ritorno. ***
Capitolo 3: *** Una luce in profondità. ***
Capitolo 4: *** Stordita da un insolito destino. ***
Capitolo 5: *** La notte porta consiglio (?) ***
Capitolo 6: *** Un insolito destino. ***
Capitolo 7: *** La forza di una mamma. ***
Capitolo 8: *** Il piccolo principe. ***
Capitolo 9: *** Ancestrale. ***
Capitolo 10: *** Le sento un po' mie, le paure che hai. ***
Capitolo 11: *** Posseduti dal buio. ***
Capitolo 12: *** Come in una cartolina. ***
Capitolo 13: *** Magari domani stai meglio. ***



Capitolo 1
*** Ti scrivo di oggi, ti parlo di ieri. ***


20 Novembre 2011

Ciao,
sai per me è difficile scriverti dopo tutto questo tempo, non so perché lo faccio, probabilmente perché scrivere nero su bianco aiuta la mia anima a redimersi o a capire.
Molti giudicheranno ciò che ho fatto, ma sai che se fossimo stati insieme sarei andata contro tutto,
ma dover andare anche contro di te mi sembrava davvero inutile. Forse un giorno tornerai o forse dovrò aspettare anni per tornare ad abbracciarti,
io resto con la certezza di averti dato tutto quello che potevo e forse anche di più, che tu non l'abbia capito è tutto un'altro conto.
Entrato nella mia vita come un fulmine nello stesso modo ti sei allontanato, lasciandomi intravedere le tue spalle coperte dal tuo immancabile giubbotto nero
troppo stretto perfino per te; ancora ricordo i tuoi occhi lucidi fissi sul Tamigi, cupi, troppo scuri per un ragazzo di soli 22 anni,
sembravano aver capito tutto della vita, sembravano odiarla. Volevo dirti che ero incinta: ERO..
lo ero perché il bambino lo persi quando mi tuffai in quello stesso fiume per salvarti, inutilmente.



Dicembre 2007

E pensare che era iniziato tutto con un bacio sotto al vischio. Guardaci ora, io, la ribelle Lisa di 17 anni,
quella considerata anche 'stronza' dalla maggior parte delle persone, stesa tranquillamente su questo divano, a guardare Jack
il ragazzo che doveva essere salvato da se stesso di 18 anni che mi sorride beato come se tutto quello che volesse fare dalla vita fosse guardarmi.

- Che cavolo hai da guardare Jack?!
- Vedo un angelo travestito da diavolo tentatore, tu che fai tesoro?!
- Che idiota che sei.

Amavo stuzzicarti, forse perché anche io amavo essere stuzzicata. La nostra storia andò così, veloce per certi versi, lenta per altri.
Eri quello che colmava le mie paure, io invece, quella che tentava di rimettere i tuoi pensieri in riga.
3 anni. 3 anni d'amore, di sesso selvaggio, di paure, pianti, schiamazzi e Gioel. Il fantasma di tua sorella tornava nella tua testa continuamente, era quello che ti faceva commettere mille pazzie,
era quello con cui combattevo ogni singolo giorno per poterti salvare da te.




Note*
Salve a tutti! Comincio con il ringraziare chiunque voglia leggere e recensire questo inizio di storia.
Jack è un ragazzo con il cuore a pezzi, ma che trova la forza di sorridere nella caparbietà di Lisa..
*me spera in un vostro parere* alla prossima :3
P.s questa è la mia pagina fb
(qui )

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Capitolo 2
*** Il senso spietato di un non ritorno. ***




- Vattene via, non ti voglio.. non ti ho mai voluta! Vattene e lasciami solo con la mia bottiglia di Vodka.
- Smettila di fare l'idiota Jack! Cazzo, non sei più un bambino.
- Vattene stupida troia.

Disse con tono tranquillo, come se la cosa non gli interessasse affatto.
Lisa non pianse, non si mosse, non fece nulla. Sapeva che Jack delirava quando era ubriaco, non era cattivo,
doveva solo sfogarsi perché gli mancava Gioel, gli mancava davvero tanto.

- Resterò con te, che ti piaccia o meno.
- Fai come cazzo ti pare.

Gli accarezzai i capelli. Lo amavo, che altro c'era da dire?

- Baciami Lisa. Baciami e fammi dimenticare che esisto in questo mondo bastardo.

E Lisa così fece. Lo baciò, come se fosse la cosa più importante del mondo,
come se da quel bacio dipendesse il destino della Terra intera. Jack era ubriaco e probabilmente non avrebbe nemmeno ricordato la serata,
il che, in fondo, era positivo. Avrebbe in qualche modo dimenticato quel pezzetto di dolore legato alla morte della sorella.

***

5 Gennaio 2006
Una moto. Una ragazza senza casco che si aggrappa ad un guidatore che va via veloce..
Una ragazza di 15 anni che ama il rischio e che insieme a suo fratello sfreccia sull asfalto.
Poco lontano un lago, un meraviglioso e tranquillo lago, che inconsapevole accoglie i suoi abitanti ..
La ragazza sorride felice ed il fratello si gode quella vista dallo specchietto retrovisore della sua moto, è un attimo.
Un auto sfreccia veloce contro di loro e il ragazzo preso alla sprovvista fa una brutta sterzata andando a finire in quel lago che poco prima pareva immobile.
Ci sono attimi che sembrano durare secoli, come quando aspetti l'esito di un esame importante, come quando attendi in fila ad un supermercato.
Sono attimi, ma sembra che il tempo si fermi; ecco quello che stava vivendo ora il ragazzo era uno di quegli attimi infiniti,
perso nella sala d'attesa di un ospedale. Un tizio in camice verde speranza
(come tutta quella che era rimasta al ragazzo) si avvicinò a lui. Lo guardò come se non lo vedesse,
poi come un lampo si accorse d'essersi perso e ritornò in sè e con due parole distrusse la vita di un giovane Jack:
"E' morta".



Note*
Son tornata! :3
Bene questo è il secondo capitolo della mia storia..
ditemi quello che ne pensate
che eventualmente vi rispondo anche sulla pagina facebook:
(qui )
(Dove ci sono anche stralci di capitoli) .. grazie.

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Capitolo 3
*** Una luce in profondità. ***



Era un mese che Jack non vedeva Lisa. Un mese in cui tutto il dolore era esploso
mostruosamente forte. Si accumulava il dolore per la perdita di Gioel a quello
per la perdita di Lisa, due perdite diverse, ci si intende, ma a Jack bruciavano entrambe.
Quel pomeriggio di inizio Agosto Jack decise di andare sul luogo dell incidente.
Mai una volta era tornato in quel luogo di dolore, dolore puro.
Arrivato lì crollò a terra come un debole fuscello
e rimase immobile per attimi che a lui non sembravano nemmeno passare, a fissare il lago.
Il senso di colpa non riusciva a spegnersi, nemmeno a placarsi e a poco erano valse
le sciocche parole di Lisa .. "Non è stata colpa tua, è successo e basta"..
ma cosa ne sapeva lei? Nemmeno era presente... Jack l'amava tantissimo
ed era proprio per quel motivo che l'aveva lasciata.
Sembra stupido? bè, non lo era per Jack. Lui sapeva perfettamente il male che le faceva
ogni volta che si incupiva, ogni volta che beveva e lei doveva rimettere insieme i pezzi
di un ragazzo che ormai non aveva più voglia di vivere. Jack si rese conto di essersi perso
nei suoi pensieri solo quando fu buio inoltrato ormai.. vide una strana luce nel lago, sì..
proprio nel centro, ma non ci fece caso più di tanto. Fino a quando la misteriosa luce
non si mosse però. Jack non era spaventato, l'unica volta che aveva avuto paura
era stato all ospedale, la sera dell incidente... La strana luce si avvicinava sempre di più
ma Jack non arretrò, anzi, avanzò fino al margine e si rese conto che quella lucina
in realtà era una collanina, la collanina di Gioel.



Note*
Mi sono innamorata del tenebroso Jack T.T
Aiuto, come farò ora ad essere imparziale?!
Mistero D: .. Per anticipazioni sui capitoli questa è la mia pagina facebook
(qui )

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Capitolo 4
*** Stordita da un insolito destino. ***



Lisa era spaventata. Spaventata dal fatto che non avrebbe mai più potuto rivedere Jack.
E' vero lei doveva rimetterlo in sesto ogni volta che crollava ma a lei non dispiaceva,
anzi, era il suo modo per dimostrargli quanto l'amava. Però capiva il tormento di Jack,
lui era tanto orgoglioso e voleva combattere da solo una battaglia molto più grande di lui.
Un forte bussare alla sua porta di casa distolse Lisa dai suoi pensieri cupi.
Sentìì sua madre parlare ma non capì quello che disse, dei passi, poi un altro bussare di porta;
alla sua stanza questa volta. Lisa aprì controvoglia e si ritrovò davanti uno Jack sconvolto.
Piangeva a singhiozzi e aveva in mano una collanina che lei non aveva mai visto; lo fece entrare senza dire nulla.
Ne seguirono spiegazioni, baci tra le lacrime e un perdono che Lisa avrebbe sempre concesso a Jack.

- Mi dispiace ma voglio essere egoista, mi dispiace Lisa.
- Non sei egoista solo perché chiedi il mio aiuto.
- Mia sorella è morta da tanto ormai, cosa ci faceva la sua collana nel lago?!
- Forse tua sorella vuole dirti qualcosa.
- Credi alle sciocchezze spirituali? Per favore Lisa, non sei una bambina credi a queste stronzate?
- Sì.

Lo disse in un sussurro e Jack capì che ci credeva davvero... Lisa continuò:

- Quando mio padre morì ero molto piccola, come sai, lui era un uomo forte, davvero tanto forte ma la malattia lo fu più di lui. Ogni sera, pregavo piengendo perché la sua anima fosse in paradiso e so che non credi a queste cose ma io sì. Una sera sentii il suo profumo. Non era suggestione, era proprio il suo profumo che si espandeva nei miei polmoni. Da allora trovai la mia pace, e cominciai a dormire sogni con gli occhi asciutti.
- Lisa io non credo a queste cose come hai detto. Le persone non tornano dall aldilà. Pensi che se ne avessero la possibilità non resterebbero sempre con noi?
- Ma loro sono sempre con noi Jack. Solo che quando raggiungiamo il baratro ci danno un segno per farci capire che il nostro dolore fa male anche a loro.

Jack sorrise. Il primo sorriso che Lisa vedeva sul suo volto da tanto tempo. Questo rassenerò anche lei.

- Pensi che Gioel voglia dirmi questo?
- Penso che Gioel ti ami e non voglia vederti come lo zombie che sei ora.
- Grazie tante Lisa!
- Sono sincera lo sai.

Continuarono la conversazione per un po' trovando la forza l'un nell altro poi Jack tornò a casa
e si addormentò con uno strano sorriso sulle labbra, sembrava quasi... maligno.



Note*
Bentrovati! :3 Sono tornata all attacco (LOL)
Qui troviamo una Lisa quasi angelica,
pronta a tutto pur di riavere il suo Jack
e un Jack con mille ombre.
Che ne pensate?
*me vi fa gli occhioni dolci per un parere*
Come dico tutte le volte questa è la mia pagina facebook
(qui ) dove darò anticipazioni sui capitoli Note*
(non troppo *risata malefica*)
e faccio ringraziamenti vari.

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Capitolo 5
*** La notte porta consiglio (?) ***



La sera del 7 Settembre. Una serata che sia Jack che Lisa difficilmente dimenticheranno.
Era cominciato tutto con una telefonata. Una telefonata che aveva sconvolto Jack;
Era il procuratore distrettuale che gli diceva che Gioel era ancora viva quando il medico gli disse che non c'era più.
Non si sa chi fece l'errore di considerarla morta ma dalle indagini che andavano avanti da anni ormai,
era venuta fuori questa notizia sconvolgente per Jack.

***

Lisa era sola, impaurita. Era sera e lei camminava per andare a casa quando due uomini la fermarono in modo violento
e da lì cominciò l'inferno di Lisa. Una violenza che lei non riusciva a spiegarsi,
una forza che lei non riusciva a combattere, sola, completamente sola. Implorava il nome di Jack piangendo a singhiozzi
mentre i due uomini la violentarono, una, forse due o forse mille volte...
a Lisa sembrava un agonia infinita. L'unica cosa che sentii fu il suo cellulare squillare
che fu rotto da uno di quei balordi e tante, tantissime botte senza motivo.
Poi svenne e non seppe più distinguere gli incubi dalla realtà.

***

Jack era furioso! Ora che aveva bisogno di Lisa lei non c'era. Aveva detto che sarebbe stata con lui
nei momenti in cui lui non riusciva a salvarsi da solo... e dov'era ora lei?
Magari a crogiolarsi sotto la doccia; che stronza. Jack uscì,
aveva bisogno di smaltire l'arrabbiatura e non solo così cominciò a correre,
così senza meta e si perse in una notte di fine estate in cui il mondo sembrava essere incantevole.


Note*
Salve donnole :3
Sono qui a postare un nuovo capitolo di questa storia
che ormai ha conquistato il mio cuoricino.
Come sempre sarei felice se mi deste un vostro parere,
alla prossima.
La mia pagina facebook :
(qui )

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Capitolo 6
*** Un insolito destino. ***


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Ubriaco com'era Jack non riusciva a capire se la scena davanti ai suoi occhi fosse vera o meno.
Era Lisa quella ragazza sanguinante, svenuta per strada? .. O più che altro..
C'era davvero una ragazza sanguinante, svenuta per strada? Jack non lo sapeva.
Però decise comunque di avvicinarsi.
Dal tatto sentiva che tutto era vero così decise di chiamare i soccorsi.

***

I medici fecero di tutto per salvare la vita della giovane Lisa. A Jack sembrava essere tornato indietro nel tempo...
di nuovo in una sala d'aspetto, di nuovo una ragazza rischiava di morire
e di nuovo lui non poteva fare nulla per cambiare le cose.
Qualche medico chiamò la polizia e uno di loro si avvicinò ad uno sconvolto Jack:

- Cosa ci faceva lì signore?
- Cosa?
- Le ho fatto una domanda.
- L'ho trovata io.
- Come mai era ubriaco?
- Cazzi miei.
- Non si rivolga in questo modo con me.
- Perché sennò che mi fai faccia di culo eh?
- Senta, lei non mi sta per niente simpatico ma voglio essere comunque schietto con lei: sospettiamo che sia stato lei a ridurre la ragazza in quel modo, ora, o collabora con le buone oppure provvederemo noi con le cattive.

Jack non rispose. E se fosse stato davvero così? La sbronza era ormai passata ma lui ricordava poco o niente...
e se fosse stato davvero lui a ridurla così? ..
Prese una decisione.
- Sono stato io. Portatemi in galera se vi va.


Note**
Ho pubblicato in ritardo, lo so v.v
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Capitolo 7
*** La forza di una mamma. ***



Lisa si risvegliò dal torpore dei farmaci. Si sentiva come un enorme spugna
che aveva assorbito troppo dolore, si sentiva zuppa.
Aprendo gli occhi si ritrovò in un ambiente sterile e bianco, capì che era in ospedale.
Man mano i ricordi raffiorarono e lei iniziò a tremare, visibilmente impaurita
dalle immagini che si susseguivano nella sua testa. Cominciò a piangere e si rese conto che sua madre era lì,
vicino a lei e che dormiva, sembrava un angelo.. il suo angelo.
Pianse in silenzio finché la stanchezza non prese il sopravvento su di lei e si riaddormentò.

***

Jack credeva che fosse stato meglio così. Del resto era colpevole della morte di Gioel quindi il carcere era l'unico posto in cui davvero meritasse di stare.
Le indagini sulla morte di Gioel continuavano ma la sconvolgente notizia della '' morte- non morte ''
di Gioel aveva provato molto Jack. Si sentiva in colpa due volte. Una per averla quasi uccisa
e due perché non era riuscita a salvarla dalla vera morte, quella causata dai medici.
E ora probabilmente aveva anche violentato la sua amatissima Lisa; No,
meritava di restare in carcere, probabilmente per sempre.

***

Lisa si risvegliò da un incubo improvviso e si ritrovò con sua madre che le tamponava la fronte imperlata di sudore con una pezza bagnata.

- Ma..mamma..
- Non parlare amore mio, non parlare.

La forza di quella donna aveva sempre sorpreso Lisa, fin dalla più giovane età. Dopo la morte del padre di Lisa, la madre aveva preso in mano le redini della famiglia, diventando così, mamma, papà e capo famiglia in una volta sola, nascondendo comunque, il dolore immenso per la morte dell amato marito.

- Mamma mi.. dispiace.. io..
- Amore non è stata colpa tua, Jack ha confessato non preoccuparti.
- Jack?!
- Sì amore, ha detto tutto.
- Ma lui cosa c'entra mamma?
- Amore non ricordi? Sei stata violentata e pestata da Jack.
- Ma non è vero.. mamma.. io.. dov'è Jack?
- Dove merita di stare.
- Mamma..
- Basta! Non pronunciare più il nome di quel bastardo.

Lisa tacque. Non aveva mai visto sua madre adirata in quel modo.
Avrebbe risolto la cosa più tardi.. ora si sentiva così stanca.. così stanca..
pian piano i pensieri si offuscarono e Lisa ricadde nelle braccia di Morfeo, in un sonno senza sogni stavolta.


*Note*
Ed eccolo qui il settimo capitolo!
Volevo dedicare un piccolo spazio anche alla mamma di Lisa,
per farla conoscere meglio..
anche perché in seguito la sua presenza sarà '' necessaria ''
..ok non dico altro u.u vi ricordo solo che questa è la mia pagina facebook
(qui )dove darò piccole anticipazioni sui capitoli.

-SheLoves.

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Capitolo 8
*** Il piccolo principe. ***


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Due settimane passarono dalla violenza. Due settimane di lacrime, paure, spiegazioni e nausee mattutine.
Lisa tornò in ospedale per questo, scoprendo che il dubbio che aveva era reale,
un incubo tremendamente reale.

- Lei è incinta signorina.
- Ma.. oddio la prego mi dica che sta scherzando, non posso, io.. non voglio essere incinta!
- E io non vorrei dare notizie spiacevoli ai miei pazienti ma in questo caso la notizia è più che buona signorina, dovrebbe essere contenta.
- Contenta? Due settimane fa mi hanno violentata e messa incinta e lei crede che dovrei essere contenta?
- Due settimane? Signorina lei è incinta di quattro settimane.
- Cosa? Gridò Lisa isterica.
- Sì, è proprio così, comunque mi dispiace essere stato duro prima ma un bambino è sempre una gioia signorina, glielo dice uno che figli non può averne.
- Mi scusi dottore. Bisbigliò infine Lisa.
- Non si preoccupi, ora devo andare, i medici sono sempre richiesti.

****

Cara Lisa,
Mi dispiace per il male che ti ho fatto, ora, come in passato. So di non essere il fidanzato perfetto,
non sono mai stato nemmeno un fratello perfetto...
E' la prima volta che mi azzardo a scrivere una lettera da quando ci conosciamo, devo dire che mi sento un'idiota a scrivere queste poche righe
ma è necessario visto che in galera non ci sono molti mezzi. Sai amore,
forse non capirai questo mio gesto ma io sentivo il bisogno di farlo, ero ubriaco la sera della violenza e non ricordo niente
di quello che è successo ma da come dice la polizia sono l'unico indiziato. Ma tu non preoccuparti di questo,
qui io sto bene o meglio, è l'unico posto in cui un bastardo come me merita di stare.
Ti prego sii felice anche per me, riprenditi la tua vita Lisa. Con amore, Jack.

***

Lisa, dopo una lunga discussione con la madre decise di andare a trovare Jack in carcere,
non aveva idea del perché Jack si fosse incolpato della violenza e non sapeva nemmeno come avesse preso la notizia del bambino;
infondo era suo figlio. Decise che era ora di chiarire alcuni punti con Jack,
così si diresse alla fermata per andare da lui, il suo amato Jack, il suo diavolo vestito da angelo.

***

Jack, quel giorno, ricevette una visita di Lisa. Era felice di vederla in piedi ma era anche triste e dubbioso per la sua visita
e per la lettera che ancora non aveva avuto il coraggio (o l'occasione) di darle; Si sedette e aspettò.
Lisa corse nel corridoio del carcere, un carcere in cui ogni secondo in cui rimaneva era un secondo in meno
in cui doveva restare. Prese fiato e poi lo vide, Jack, il suo incantevole e bugiardo Jack.

- Ciao Lisa.
- Ciao Jack .. io ..
- Aspetta. Senti io non ho voglia di parlare con te.. non prenderla a male ma non ho nulla da dirti in questo momento e nemmeno mi interessa.
- Capisco.. Posso farti solo una domanda e poi me ne vado?
- Mhm..
- Perché hai mentito? Non sei stato tu a violentarmi, sono stati due uomini le cui facce difficilmente dimenticherò. Per colpa tua non riesco a dormire la notte, ho sempre paura che possano tornare perché non sono assicurati alla giustizia come dovrebbero, non farmi questo Jack, ti prego.
- Lisa è questo il posto in cui devo stare.
- Non essere testardo ..
- Basta!
- Ti tirerò fuori di qui, che ti piaccia o meno.
Lisa si alzò e se ne andò facendo raffiorare un sorriso nelle labbra aride di Jack. Gli era tanto mancato la sua incantevole e testarda Lisa.


*Note*
Saaalve! sto postando meno frequentemente perché
non ho molto tempo per scrivere e quindi posto quando ho scritto il capitolo seguente.
Mia pagina facebook,
(qui )dove darò piccole anticipazioni sui capitoli.. Un bacio,

-SheLoves.

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Capitolo 9
*** Ancestrale. ***


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- Lisa io voglio partire.
- E dove vorresti andare Jack?
- A Londra.
- Londra? E perché proprio Londra?
- Mi affascina, è lugubre e sai che io amo le cose lugubri.. guarda un po' te!
- Ma smettila idiota! ..

Un mese e mezzo era passato. Jack era fuori grazie alle mille peripezie di Lisa.
Una Lisa che aveva cominciato a combattere e che non aveva voglia di smettere di provare
a salvare il suo angelo dalle ali nere. Jack aveva tenuto per se la lettera,
però la portava sempre con se, come per ricordare quegli attimi, come per non far sparire il dolore..
in un certo senso stava continuando a pagare, a modo suo. Lisa non aveva detto a Jack di essere incinta,
dopo aver spiegato la violenza subita non aveva avuto le forze di sopportare un ennesimo rifiuto di Jack.
Ora era tutto suo e non aveva intenzione di rovinare tutto, almeno fino a quando non sarebbe stato necessario.

***
Londra. La nebbiosa e affascinante Londra. Jack e Lisa erano ammaliati da quello che vedevano..
tanto che Jack non si rese conto del movimento istintivo della mano di Lisa che si poggiò sulla pancia.

- Jack, avevi ragione.
- Lo so tesoro, ho sempre ragione.
- Vanesio..e modesto!

Erano felici. Pareva che finalmente avessero trovato la pace, una pace che non era mai stata concessa alla loro storia.

- E così hai organizzato tutto eh?
- Certo dolce e ingenua donzella, vieni andiamo in albergo ne ho prenotato uno a 4 stelle.
- Hai vinto al superenalotto e non mi hai detto nulla Jack?!
- Magari fosse!

E risero. Risero insieme come ormai non accadeva da anni e Lisa si sentì per la prima volta nel posto giusto, insieme a Jack.

***
''Jack?! Oh Jack perché mi hai abbandonata?.. Valgo così poco per te? qui è strano.. mi sento così sola...
vieni da me amore mio.. ti prego.. ti prego.. non riesco ad essere felice qui, senza di te. ''
''Gioel, Gioel che succede? Allora sei viva?''
''Hahah povero ingenuo.. tu mi hai uccisa, come posso essere viva?.. Ma io ti amo comunque fratello mio..
vieni da me, così resteremo insieme per sempre.''
''Io.. io non posso..''
''Jack ti stai dimenticando di me vero?''
''No, mai questo.. non dirlo nemmeno per scherzo Gioel!''
''E allora se non è vero come dici, vieni da me.. sempre insieme ricordi?..Io ti sto aspettando..''
Jack si svegliò di soprassalto. Aveva la fronte imperlata di sudore e tremava come una foglia.
Si guardò intorno ma non vide Lisa, poi sentì un rumore d'acqua e capì che si stava facendo la doccia.
Un luccichio lo attirò, era la collanina di Gioel, quella rinvenuta nel lago, ma Jack era sicuro di averla lasciata a casa..
ricadde sul letto sbuffando e rivide l'immagine di Gioel, non sembrava più la sua Gioel,
era arrabbiata.. arrabbiata con lui.. ma del resto chi poteva darle torto?


Note*
Rieccomi dopo tanto tempo.
Devo dire che la mia mente malata partorisce storie strane o.ò ..
molti dicono che faccio soffrire i miei poveri personaggi evvabè capita.
Mia pagina facebook,
(qui )dove darò piccole anticipazioni sui capitoli.. Un bacio,

-SheLoves.

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Capitolo 10
*** Le sento un po' mie, le paure che hai. ***




Lisa si risvegliò da sola in quella stanza d'albergo e ritrovò la cara amica nausea a farle compagnia,
come capitava da un po' di tempo a questa parte.
Risuonavano le note di una canzone House e Lisa cominciò a ballare,
un po' goffamente, fino ad arrivare alla porta del bagno.

***
Jack guardava lontano, i suoi occhi passavano oltre i palazzi,
oltre le nuvole, per raggiungere un posto in cui tutti i sensi di colpa si accumulavano.
Quel pensiero fisso lo attanagliava e non riusciva a dargli pace in quel lembo di universo,
tanto odiato senza la sua Gioel.

***
- Jack, sei tornato.. dove sei stato tutto questo tempo?
- Volevo fare un giro.. ho visto molte cose che mi piacerebbe farti conoscere.
- Quindi oggi si va a spasso?
- Certo. Non avevi mica intenzione di passare la tua 'vacanza' in un polveroso albergo?
- Certo che no.

Risero. Jack però vedeva Lisa strana e lo stesso era per Lisa.
Lei sentiva una strana energia negativa pervadere la stanza,
non c'era più quella musica e non c'era più l'atmosfera di prima..
era come se con Jack nella stanza fosse entrato anche un demone, un demone in pena.

***
Jack guarda il Tamigi come se fosse una meta.
A Lisa tremano le ginocchia, ha sempre avuto paura di guardare le profondità.
Lei guarda Jack e si rende conto che lui non si trova con lei,
è distante, in un posto dove non è concesso nemmeno a Lisa d'entrare.
E lei improvvisamente si sente un'estranea, la sua testa gira,
il cuore piange e mentre pensa a tutte queste cose, Jack si butta.


*NOTE Sono una persona indegna, lo so T.T
sia per la storia e sia per il ritardo,
ma mi si sono cancellati tutti i file dal pc per colpa di un maledetto programma-fake.
Mia pagina facebook,
(qui )dove darò piccole anticipazioni sui capitoli.. Un bacio,

-SheLoves.

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Capitolo 11
*** Posseduti dal buio. ***




In questi momenti il tempo rallenta, o almeno, così sembra...
ci si sente distanti, le voci sono lontane e l'unica compagnia che si ha è il battito del proprio cuore
che ci dice di essere ancora vivi. Attimi eterni di qualcosa che cambierà per sempre tutto.
Attimi in cui si può fare ben poco, attimi in cui, si può rischiare comunque.
Lisa rischiò...Si lanciò con lui.

***
L'acqua era fredda, il cuore continuava a farle compagnia, rimbombandole forte nelle orecchie,
mentre Jack era a faccia in giù, come quando si guarda il fondo.. solo che lui guardava il fondo del baratro.
Lisa nuotò, benché non fosse molto esperta, ma la forza della disperazione fa fare cose impensabili.
Poi una fitta.. le fece mancare il respiro.
Arrancando riuscì a raggiungere Jack.

***
La scena cambiò.
Lisa non capì, probabilmente era svenuta ma chi li aveva recuperati?
Una forte fitta la fece svegliare del tutto e si rese conto di essere in ospedale, qualcosa non andava.. qualcosa era cambiato.
Le sensazioni negative hanno lo strano potere di farti avere certezze anche se non è così, anche se è solo un brutto presentimento.
Cercò di alzarsi ma non ci riuscì.
Provava dolore dappertutto, ma soprattutto al cuore.
Stava sanguinando, il suo cuore, la sua anima e.. anche in mezzo alle gambe.

***
Una telefonata interruppe l'incubo di Giorgia, la madre di Lisa. Un susseguirsi di immagini invase la mente di Giorgia mentre il medico parlava.. parlava.. parlava..
Prese il primo biglietto per Londra con la morte nel cuore, ansiosa e inconsapevolmente con lo stesso brutto presentimento della figlia.

***
Morfina.
Era quello che ci voleva per non farle sentire più dolore, o almeno così Lisa credeva.
Oh, lei non pensava al dolore esterno, ma a quello interno, così si decise ad agire per dissipare ogni dubbio e prese la palla al balzo quando arrivò il dottore;

-Mi dica come sta il mio Jack.
-Jack? Ah intende il ragazzo trovato con lei nel Tamigi?
- Sì, non so nemmeno come abbiamo fatto a ritrovarci qui.. ricordo il freddo, la paura, il cuore.. poi più nulla.
-Una signora vi ha visti, o meglio, il suo cane.. ha cominciato ad abbaiare, attirando l'attenzione della signora che ha chiamato il pronto soccorso, devo essere sincero, non ho buone notizie.
-E' grave?
-Signorina lei che rapporti aveva con questo ragazzo?
-Aspetto il suo bambino, secondo lei che rapporti ho con questo ragazzo?
-Signorina io..
-Per favore, mi dica la verità, la prego.
-Prima di tutto stia calma, non le fa bene agitarsi nella sua situazione..
-Quale situazione? Ma perché non mi parla in modo chiaro maledizione!
-Il ragazzo è morto. Ed è morto anche il figlio che portava in grembo, mi dispiace.

La forza venne meno. Quella forza che tanto la contraddistingueva da tutta quella massa di gente grigia,
senza forma, senza faccia. Un suo grido si disperse nell'aria,
i valori schizzarono velocemente al livello critico e lei cominciò a vomitare anche l'anima.


*Note
Ok. So che ora mi odierete,
ma è così che ho immaginato la storia e così..
*unisce i ditini*
*fa il musino e ogni cosa dolce per farsi perdonare*
>.<
Questa comunque è l mia pagina facebook
(cerca di cambiare discorso)
dove darò anticipazioni e comunque credo che
questo sarà il penultimo capitolo (forse)
(qui )

Un bacio, SheLoves.

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Capitolo 12
*** Come in una cartolina. ***




La vita continua, così dicono tutti...il problema è come continua.
I silenzi fanno male, fanno male quando torni a casa e non c'è nessuno ad attendere il tuo ritorno,
nessun sorriso che si illumina vedendoti sull'uscio della porta;
Le vite che se ne vanno si portano dietro molte altre vite.

***
Ciao Jack,
questa è la seconda lettera che ti scrivo.
Sai, penso che con il tempo diventeranno un diario a te dedicato.
Da quando ho trovato la tua, di lettera, non ho più smesso di pensare che avrei dovuto ricambiare.
Scrivere in qualche modo mi fa sentire molto più vicina a te. Perché l'hai fatto?
Domanda stupida, non pensi?
Conoscendoti so perfettamente perché l'hai fatto.
Tu eri morto già da tempo, eri morto con lei.
Qui con me c'era solo una carcassa,
eri solo un fantasma che ora ha trovato pace,
accanto a lei.
Non me ne farò mai una ragione, quindi non sperarci.
Ti sei portato via tutto e solo ora posso capire quello che provavi tu.
Oggi pensavo alla prima volta che ti ho visto.
Mio Dio, che figo, pensai...
Tu eri il bulletto e io la stronza acida, un classico.
Tu eri amato da tutte le galline della scuola, io ti ignoravo,
cosa che ti faceva andare in bestia, cosa che mi piaceva...
avevi bisogno di scendere da quel piedistallo su cui ti trovavi.
Ti amavo, anche allora, ti amavo.
In modo diverso da come ti amo oggi, ovviamente, però ti amavo e sapevo che l'unico modo per averti era ignorarti;
sei sempre stato complicato, lo devo ammettere.
Ci scambiavamo solo degli sguardi, all'inizio.
Dopo una settimana ti avvicinasti e io, sapevo già tutto di te.
Ricordo perfettamente quello che ti dissi e la risposta mi lasciò spiazzata:

- Sei fidanzato...
- Lo so.
- E allora perché sei così vicino alle mie labbra?
- Perché le voglio.

Stupido idiota, per poco non mi venne un infarto...
E' da lì che cominciò tutto.
Tu capisti che riuscivo a tenerti testa e la cosa ti incuriosiva...
Ma ora non siamo più quelli della scuola, vero amore?
Siamo due persone distrutte, da noi stessi probabilmente.
Portami, portami con te, io lo sto già facendo.


*NOTE
Io amo questa storia T.T
Mentre scrivevo questo capitolo, piangevo.
Mi ha rapita questa storia, frutto della mia mente malata >.<

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Capitolo 13
*** Magari domani stai meglio. ***




P.O.V. Lisa.

Mia madre.
Ha sempre avuto una forza straordinaria, lei.
E' una di quelle wonder woman che si vedono in tv.
Ha sopportato così tanto dalla vita che mi chiedo se non sapesse già tutto,
insomma, che fosse preparata alle avversità della vita.
E' qui, che come la mamma migliore del mondo si preoccupa per me.
Mi prepara il thè assicurandosi che non sia troppo bollente per le mie labbra
e nemmeno troppo freddo per il mio stomaco, le madri lo fanno.

- Bevi.
- Non ho più 10 anni, ora mi rimboccherai anche le coperte mammina?
- Sì, se necessario. Mi piace prendermi cura di te.
- Lo so.
- Brava allora bevi e stai zitta.
- Come sei autoritaria.

Sorrisi. Uno di quei sorrisi che si possono fare solo ad una madre.
Sorrisi sorseggiando il thè che non era né troppo freddo né troppo bollente.
In quel sorriso racchiudevo tutta la gratitudine che provavo
verso quella donna straordinaria che ora mi stava guardando con aria truce.

***
P.O.V. Giorgia.

Non ti capirò mai, figlia mia.
Sei stata dentro di me per nove mesi...
eppure da quando hai conosciuto il tuo Jack io ho smesso di capire te.
E' come se ti fossi assuefatta a lui, non hai capito più nulla da allora, non hai visto più nessuno.
Ho paura per te.
Tutte le paure di questo mondo si affacciano alla mia mente, sono una madre, non volermene.
Ogni volta che rientri tardi, il mio cuore perde un battito, i miei capelli diventano un po' più bianchi e io invecchio un po' di più.
Penso che succeda un po' a tutte le mamme con un minimo d'amore verso i propri figli.
Guardati.. ' bella e dannata ', un appellativo che ti starebbe molto bene tesoro mio.
Quanta vita che ti è passata attraverso, vita che hai sempre affrontato a testa alta, come ti ho insegnato.
Chissà se poi hai capito tutto di quello che ti ho inculcato.
Ti spazzoli bene i denti? Mangi sano? Corri ancora dietro ad un amore perduto che,
nemmeno il tempo potrà restituirti? Quante domande, amore mio,
eppure di risposte non ne ho, non ne avrò mai, penso.

***
Una mattina.
Giorgia era uscita come tutte le altre mattine per fare la spesa,
Lisa troppo assonnata aveva deciso di rimanere a casa.
I negozi si perdevano dietro la macchina di Giorgia che andava via veloce
per cercare i cibi più sani per la sua amata Lisa.
C'era il sole, cosa che rallegrò molto Giorgia, il sole la metteva di buon umore.
Cercò con cura la frutta migliore, scartò i cibi grassosi e prese succhi d'rancia per Lisa;
unico suo pensiero, ormai. Lisa era tutto quello che restava a Giorgia,
era l'unica 'ancora' di salvezza, anche se cercava sempre di nasconderlo
per non pesare troppo su Lisa e, anche per tenere quell'aura di madre comandante che tanto le piaceva.
Tornò a casa verso le 12 e 10 e tranquillamente percorse la rampa di scale che preferì prendere,
a dispetto di un ascensore troppo fastidioso.
Improvvisamente un pensiero la colpì.
Come un fulmine in un cielo privo di nubi, qualcosa di assurdamente reale.
Si precipitò in casa, una casa che trovò tormentosamente silenziosa.
Aprì tutte le stanze e solo nel bagno la trovò.
Un biglietto accanto a lei, parole che non l'avrebbero mai giustificata,
parole rosse, rosse di un sangue che Giorgia si era stancata di vedere.
Un biglietto, solo un biglietto con scritto:

'Mi Spiace, non sono stata forte come te, perdonami se puoi'.

***
E così Lisa morì;
si tagliò le vene nell'estate del 2012, in un assolata mattina, in cui ogni cosa sembrava perfetta.
Forse
- si disse Giorgia -
non era stata capace di dare nuova linfa vitale alla sua Lisa.
Stavolta, come mai era successo, Giorgia aveva fallito...
Forse Lisa non aveva avuto le palle di vivere,
o più probabilmente si era stancata di respirare.





FINE.





Note*
Non adiatemiiiiiiii T.T
*tutto inutile*
mi dispiace se questa storia è finita uno schifo
ma la mia mente malata l'ha disegnata così
*fugge in Asia*
(tutti i ringraziamenti del caso sono nella mia pagina:
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