RINGs ... Ding Dong

di Eire
(/viewuser.php?uid=144780)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***
Capitolo 3: *** Parte III ***
Capitolo 4: *** Parte IV ***
Capitolo 5: *** Parte V ***
Capitolo 6: *** Parte VI ***
Capitolo 7: *** Parte VII ***
Capitolo 8: *** Parte VIII ***
Capitolo 9: *** Parte IX ***
Capitolo 10: *** Parte X - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


2MIN CORRETTA
 RINGs ... Ding Dong
Autore: Eire
Avvisi:  Fluff, Angst (giusto un pizzico).
Beta: (Capitoli I/IV) Clodia^
(Capitoli V/X) Stefania.
Data di pubblicazione: 17/12/2011
Terminato il: 25/05/2012

Note: Finalmente ci sono riuscita (:
Questa è la prima parte della prima OS che scrivo sugli SHINee, non ricordo nemmeno quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa xD
Mi sono auto concessa la licensa di ribattezzare Kim Song Dam in Kim Sujong, semplicemente perchè mi piace il diminutivo Sujo xD
Lascerò delle note esplicative al termine della storia con la spiegazione anche della citazione in latino e il particolare significato che ha per RINGs.

Questa storia è dedicata alla mia 2Min shipper preferita,
 fra (:


Buona lettura ~





http://img802.imageshack.us/img802/1914/2min1.png
Banner by quella santa donna di ~Maryon
[grazie mille Ryon :3 ]






Per Aspera sic itur ad Astra.
[ Cit. Seneca ]




Gli anelli vengono creati in coppia,
ognuno ha un compagno al quale ricongiungersi.




Ieri sera sono rimasto sveglio fino a tardi, anzi, sarebbe più corretto dire che non ho proprio dormito, e per questo devo ringraziare solo quella testa dura del mio migliore amico Kim JongHyun.
Anche la sua ennesima delusione d'amore.
Certo, non era l'amore con la 'A' maiuscola, ma sono sicuro che ad infastidirlo di più fosse la causa del rifiuto.
E' stato scaricato dall'ennesima ragazza, con le medesime parole, con la stessa scusa: « Sono innamorata di un'altro. »
E l'altro in questione è sempre lo stesso: Choi Minho. E' considerato un ragazzo straordinario, il migliore in qualsiasi cosa lui faccia: a scuola ha voti altissimi, un asso del calcio, senza disdegnare il Basket o l'Atletica. Fastidiosamente perfetto, sempre sorridente e di buon’umore. Stranamente, invece di essere nello spietato mirino dell'odio di tutti, non c'è anima viva che parli male di lui.
Vale lo stesso anche per me, non ho mai avuto modo di parlargli, essendo lui di una classe superiore, ma il ragazzo che io vedo da lontano ha sempre un sorriso gentile e mi piace abbastanza.
Putroppo lo Hyung non si è risparmiato nell' ostentare il suo odio, ha continuano a lamentarsi per tutta la notte, a nulla sono servite le mie parole di consolazione anzi, mi ha ignorato continuando ad infierire su un'istantanea del malcapitato che inconsapevolmente gli ha rubato Mi Hi Lim, la ragazza più bella che frequenta il mio anno.

Al momento, lui se la canta allegramente nei corridoi della scuola mentre io ho un mal di testa che mi fa sentire come se fossi appena sceso da un otto volante.
- Kim JongHyun, o la smetti o giuro ... - sento la testa diventarmi pesante e dopo pochi attimi un dolore lancinante provenirmi dalla fronte.
Perchè il pavimento è così vicino?!
Iniziano a bruciarmi gli occhi, li chiudo.

Sento freddo.

A svegliarmi è il vociferare continuo di più persone insieme, sembrano entusiaste di qualcosa.
Percepisco un leggero peso sulla fronte, e sfiorandolo scopro che si tratta di un impacco di ghiaccio.
Ecco perché avevo freddo.
Di scatto provo a mettermi seduto oltre all’ennesimo capogiro provo la bruciante sensazione di essere sotto i riflettori, osservato da tante, troppe, persone. Forse sono stato troppo precipitoso, dato che mi coglie l’ennesimo ma leggero senso di vertigine. Porto la mano sulle tempie e massaggiandomi piano la cute noto un enorme rigonfiamento poco più in su della fronte, e mi fa male.
Ignoro il dolore e mi preparo a perlustrare la stanza in cui sono sdraiato: alla mia destra, seduto su uno sgabello, c'è quel disgraziato di Kim JongHyun che mi fissa apprensivo, si sta tormentando i capelli passandoci più volte le mani come a volerli far stare più dritti di quanto già non siano; dagli occhi leggermente rossi traspaiono i primi segni di una nottata trascorsa tutt'altro che bene.
Accanto a lui una decina di ragazze, tutte con lo stesso desiderio nello sguardo e un sorriso per niente rassicurante, mi fissano eccitate. Arrossisco, sorpreso ma più allibito, capendo che quegli occhi spaventosi sono posati proprio su di me.
Riporto lo sguardo sul mio amico d'infanzia non riuscendo a spiegarmi il perché di così tanto e improvviso interesse nei miei confronti. Intuendo i miei dubbi, inizia a mimare qualcosa riferendosi alla mia mano, al che la guardo confuso: non mi sembra di essermi mutilato nulla, uno, due, tre ... le dita ci sono tutte e cinque, nessuna falange mancante, l'anello risplende sul dito medio e ... rivolgo nuovamente lo sguardo sul mio amico; mi sta mostrando il medio, rimango interdetto, poi ci arrivo: l'anello.
E' l'anello che fissano con così tanta venerazione, non me. Cerco di far finta di non vederle.

- C-Che cosa è successo? - chiedo esitante, rivolto comunque alla folla di spettatrici.
Fungo, sei svenuto! - risponde una voce in fondo alla stanza che sento avvicinarsi a noi, con il tipico atteggiamento di una diva di Hollywood appare un ragazzo con indosso un camice bianco, più che ragazzo penso assomigli in modo imbarazzante ad una bambolina di porcellana; non che io sia tutta questa virilità, ma lui mi batte di gran lunga: ha il viso diafano incorniciato da un caschetto di lisci capelli biondo grano, la frangia gli copre diagonalmente il viso, e quando vedo quelle piccole labbra carnose aprirsi in uno splendido sorriso mi ritrovo disarmato ed ancora più confuso.
- Hai un po' di febbre, e da quanto ha detto il Nano - continua indicando JongHyun, - a volte hai degli attacchi per via di una grave anemia, perciò riposati un altro po' prima di ritornare a casa. - Nel mentre si fa spazio tra le ragazze starnazzanti che sembrano rapite anche da lui - Capisco che vogliate stargli vicino, ma cosa c'entra il Fungo? -
- Io non sono un fungo! - protesto per nulla d'accordo sul soprannome. Mi sta guardando con uno sguardo materno che poco mi convince, - Ehi, guarda che non sono mica un bambino! - mi lamento ma come unica risposta ottengo solo di ricevere una leggera pressione, sempre con quell'espressione da donna vissuta, sulla spalla e ritornare in posizione supina.

- A chi vogliono stare vicino? - chiede il mio amico leggermente corrucciato, penso che nemmeno a lui piaccia l'appellativo che la Chioccia gli ha affibbiato.
Raggira risolutamente il mio lettino e, accostandosi a quello vicino scosta la tendina che funge da separé, quel poco che serve a far intravedere un ragazzo dormiente che mi da le spalle.
- Le signorine sono qui per questa Ranocchietta! - sorride apprensivo accarezzandogli la testa.
Nemmeno pochi istanti, vedo il ragazzo girarsi verso di noi, con un piccolo sorriso: - Ranocchietta a chi, Kim Kibum? -
E' a dir poco attraente e ha un aspetto vagamente famigliare: viso pulito incorniciato da folti capelli bruni, due grandi occhi da cerbiatto al cioccolato fondente, labbra piccole e carnose, aria gentile.
Guardando meglio, mi sembra di conoscerlo per davvero.

- Ahh, sei sveglio! - a farmi riprendere dalla sorpresa del momento è Mamma-Chioccia, Kim Kibum.
- Nessun essere umano sarebbe capace di dormire con questo casino. - si lamenta con un broncio rivolto alle ragazze alle mie spalle che prontamente sviano lo sguardo, imbarazzate.
Poi, sembra notarmi e ... rimane gelato. Lo vedo impallidire e voltandomi noto che è successo lo stesso anche a JongHyun.
- Ehi, che succede a voi due? - chiede Kim Kibum e contemporaneamente si leva un - Ahhh! - con tanto di occhi a forma di cuoricini da parte delle ragazze.

La testa ha ripreso a farmi male.

- Ha parlato! - strepitano in modo decisamente troppo estasiato guardando il bell'addormentato. Nemmeno fosse una scimmia in giacca e cravatta.
- Scusatemi, ma perché non andate al suo di capezzale invece di disturbare il mio amico?! – domanda tra i denti JongHyuh Hyung.
E' infastidito, è chiaro.
- Per il suo anello -, risponde indicandomi Mi Hi, apparsa dal nulla.
- Il mio anello?-
- Sì, quel cerchio d'oro e argento che hai infilato nel medio, hai presente? - fa sarcastica un'altra ragazza davvero bella, mi sento arrossire.
- Si dice che le persone che hanno gli anelli di una stessa coppia sono destinate a stare insieme, imprescindibilmente. - spiega una terza.
- Io ... veramente ... non so -, balbetto intimidito. Di preciso, cosa vogliono da me?
- Ha il tuo stesso anello, Minho Ssi! - nota più sorpreso di me lo Hyung in camice, fissando in modo piuttosto eloquente il mio vicino di lettino e questa volta tocca a lui avvampare.
L'ho già sentito il suo nome.
- Davvero!? - chiede Minho Hyung.
- Sì, e visto che tu non ricordi dove lo hai preso, vorremmo sapere dal Fungo dove lo ha comprato. -
Prendo un lungo respiro e sorvolo sul modo in cui mi hanno chiamato, tanto lo so che se finissi tra le grinfie di queste streghe non ne uscirei vivo.
- Io ... veramente ... non me lo ricordo nemmeno io ... cioè, è stato tanto tempo fa. - mi scuso portandomi una mano sulla fronte che ha ripreso a pulsare freneticamente.
Kibum Hyung accorgendosi del mio malanno manda via le ragazze e JongHyun dalla stanza accusandoli di far troppa confusione e, informando il bell'addormentato che avrebbero dovuto parlare più in avanti, esce dalla stanza lasciandoci soli.

- Comunque piacere, io sono Lee Taemin - mi presento sorridendo in sua direzione.
Ma lui si alza e, continuando ad ignorarmi, indossa la felpa che probabilmente si era tolto per stare più comodo e si avvicina alla porta che si affaccia sul corridoio, dal quale si sentono ancora le ragazze lamentarsi.
- Mi aspettano grossi guai a causa tua, Choi Minho comunque. - sbuffa prima di uscire dalla stanza.
E' alterato, anche se quello indisposto dovrei essere io.



&




Tutti, e dico tutti, sanno del mio anello.
Anzi, tutti sanno dei nostri anelli, il che è decisamente peggio.
La voce si è sparsa con una tale velocità che non ho nemmeno avuto il tempo di respirare, sono sommerso da ragazze su ragazze che vogliono sapere di questo maledetto coso e di conseguenza anche i rapporti tra me e quel Choi Minho.
Non capisco perché si agitino tanto, la prima e unica volta in cui gli ho rivolto la parola mi ha a malapena guardato in viso.
E adesso durante la ricreazione, quando potrei trovarmi benissimo nel giardino di scuola a godermi un po' di fresca aria autunnale, sono costretto a scappare da una classe all'altra in cerca di un posto sicuro dove nascondermi prima di riprendere le lezioni pomeridiane.
Alla fine decido realmente di uscire dall'edificio scolastico e di dirigermi verso la palestra, più precisamente dietro il magazzino degl'attrezzi dove sono solito andare ad esercitarmi per le coreografie di danza; quando ci vado so di essere solo quindi, perché non provare!?

Come non detto.
Sento delle persone che parlottando si avvicinano, perciò filo di corsa verso l'edificio più vicino, purtroppo per me non avevo fatto i conti con le ragazze del Club di Atletica, che mi circondano all’istante. Mi sembra di partecipare ad una caccia all'uomo dove io sono la preda.
- Piacere di conoscerti, io sono Park Miyon ... vorrei ... - si presenta una ragazza, uscita dal branco.
- Io sono Lee Taemin - soffio a mia volta con un sorriso e un piccolo inchino - ... mi dispiace, se anche tu vuoi sapere dell'anello io non posso esserti d'aiuto. Purtroppo è un oggetto che ho comprato parecchio tempo fa e non ricordo dove. -
Sorrido di uno di quei sorrisi tirati di circostanza che si fanno quando non si ha un bel niente da dire, e spero che lei capisca il mio rammarico per non ricordarmene.
- Allora.Dacci.L'anello. - mi ordina Park Miyon, lasciandomi a bocca aperta.
Prego?
- Non posso, cioè ... non voglio. - Odio il fatto che lui abbia il mio stesso anello, ma da qui a rinunciare ad esso mi sembra un passo troppo drastico.
- Perchè no?! Tu che te ne fai? Choi Minho nemmeno lo conosci, o forse ci nascondi qualcosa? – mi domanda fissandomi sottecchi.
- NO. - rispondo deciso, - Anche per me è importante. - affermo ambiguamente.
- Pensavo che tu fossi un tipo timido e tranquillo invece sei una serpe -
-Sei un essere spregevole –
- Sei orribile! –
Iniziano ad insultarmi a raffica, una dopo l'altra.
- Non vi sembra di esagerare? – chiedo facendo un passo indietro, conoscendo già la risposta.
Iniziano decisamente ad esagerare, quel tipo è solo un ragazzo.
Nemmeno fosse una celebrità, ed è anche piuttosto maleducato ... e antipatico.
- Tu che ne sai di come si può soffrire quando non vieni ricambiato o addirittura ignorato dalla persona che ami? - mi accusa l'ennesima bella ragazza, questa volta con le lacrime agl'occhi.
Inizio decisamente a sentirmi a disagio con questa storia, non mi piace essere offeso gratuitamente e ne tanto mento far piangere persone che non conosco, non sono mica un orco.
- Mi dispiace ... Io, non lo so. - Indeciso sul da farsi corro via, diritto verso il capannone degli attrezzi.

Corro più forte che posso, lo sguardo fisso a terra finché non investo qualcosa, o meglio, qualcuno.
- Ahi ... tutto intero? - mi chiede gentile, dopo una prima esclamazione di dolore.
- Scusami, stavo scap-p ... - mi blocco riconoscendo nel ragazzo a cui sono appena andato addosso anche la causa di tutti i miei mali.
- Tu! - esclamo furibondo, quasi sull'orlo delle lacrime. - E' tutta colpa tua! - lo accuso puntandogli l'indice sul petto.
Lo vedo chiaramente alterarsi, al che mi chiedo se ho fatto la cosa giusta sfogandomi su di lui.
- Guarda ragazzino, che anche io sto passando dei guai a causa tua. Non bastava l'essere seguito adesso mi perseguitano nel senso più letterale della parola ... e poi, - Perchè questo cambio di tono? - ... è raccapricciante essere accoppiato ad un ragazzo simile. - conclude con un'arroganza inaudita, quasi a voler dire che chiunque altro, tranne me, gli sarebbe andato bene.
COSA? - Guarda che è lo stesso anche per me ... - affermo sulla difensiva.
- E' reciproco, allora. - dice con uno sguardo per niente amichevole - Ma, quell'anello ... è piuttosto vecchio, uh? - Che soffra di un disturbo di personalità multipla?
- Ehm... sì, lo porto da molto tempo, mi piace. -

L'ho acquistato circa un tre anni fa. Inizialmente lo portavo sempre al collo appeso ad una catenina, poi un giorno dopo essermelo tolto mentre ballavo l'ho lasciato a terra. Quando ci sono tornato non l'ho più trovato. La catenina era lì, intatta, esattamente nello stesso luogo in cui l'avevo posato ma dell'anello nessuna traccia. Non l'ho cercato più di tanto pensando che mi fosse stato rubato, stranamente però non avevano preso la catenina. Non sono più tornato dietro il capannone degli attrezzi, mi imbarazzava pensare che una delle tante facce che incontravo ogni giorno per i corridoi della scuola sapesse.
Poi, un pomeriggio di poche settimane dopo, ho trovato un fazzoletto di stoffa nel mio armadietto degli spogliatoi, tenendolo in mano ho capito subito che all’interno conteneva qualcosa, aprendolo non sono stato capace di trattenere un’espressione sorpresa e felice.
L'ho trovato: l'anello era tornato da me.
Da quel momento ho ripreso a frequentare il mio luogo segreto.

- Lo avevo immaginato, è così graffiato che ne sono rimasto colpito. Si vede che è prezioso per te. -
- Tu? Quando lo hai ... - visto? Lo vedo andarsene interrompendo ogni mia eventuale domanda.

Che cosa gli sarà preso così all'improvviso?

Perché riesce catturare sempre la mia attenzione dicendo cose di cui non riesco a seguire una logica? Dice quello che vuole dire e se ne va, noncurante di nulla, incurante di me.
Perché è così ostile nei miei confronti?




&




Appena giunto a casa corro a farmi un bagno caldo.
 L'ennesima sera a casa da solo, per poco.

Mi arriva un messaggio da parte di JongHyun Hyung, « Passo da te con Onew Hyung e Sujong Ah (: Fatti trovare pronto Tae! :3 Bling ♥ »

Mamma mi ha lasciato i Kimbab, sa che li adoro. Mi ricordano di quando ero ancora piccolo e papà me li prendeva insieme al Seolleongtang per farsi perdonare di qualche mancanza.
Con gli anni penso si sia dimenticato, oltre che di riportarmeli, di avere anche un figlio.
Finito di mangiare, mi metto a ripulire quel poco che ho sporcato e così corro in camera per trovare qualcosa da indossare. Opto per la mise più semplice: un paio di skinny grigio scuro, sneakers nere, maglia nera fino a metà coscia e cappotto rosso, tanto per staccare.
Allo squillo di JongHyun Hyung mi fiondo alla porta, in teoria non potrei uscire prima delle vacanze di fine anno, ma in pratica i miei a casa non ci sono.

I'm free.

Saluto Onew, il maggiore tra i miei amici d'infanzia cresciuto con me e JongHyun, e Sujong sorella minore di quest'ultimo. Tutti e quattro siamo cresciuti insieme come inseparabili fratelli ma ho il vago sentore che Onew abbia una cotta per Sujo.
- Miei cari polli -, inizia lo Hyung più grande, - oggi vi porterò all' Express 9 ¾ -
Io e Sujong, seduti nei sedili posteriori, ci sorridiamo complici, - Ti devo raccontare una cosa ... - sussurra in modo che gli altri due non la possano sentire. E' raggiante.

Arrivati a destinazione Jong e Onew si fiondano verso il bancone, mentre noi piccoli ci dirigiamo verso uno dei tavoli ancora vuoti.
- Tae, mi piace un ragazzo! - urlicchia su di giri.
- Onew Hyung? -
- Ma cosa dici?! E' un ragazzo che ho visto alle partite amichevoli di basket, fa la tua stessa scuola ... dovresti conoscerlo! Si chiama Choi Minho! -
- COSA? - urlo senza frenarmi. Ditemi che è uno scherzo! Quel ragazzo mi perseguita.
Okay, adesso faccio finta di non aver sentito e le rivolgo di nuovo la domanda, forse ho capito male.
Ma mi anticipa, - Sai, oggi ho convinto Onew a portarci qui perchè ho saputo da alcune ragazze che lui viene spesso qui con alcuni suoi amici. Tu lo conosci? -
Inizio a sudare freddo, in pochi attimi mi si è rovinata la serata.
- No, mai sentito nominare. -

- Ehi, Fungo ... che ci fai qui? - strilla qualcuno alle mie spalle, probabilmente per farsi sentire. Quel 'fungo' non mi piace affatto, mi giro piano, quasi al rallentatore, con gli occhi sgranati.

DIO, PERCHE'?

Davanti a me, in un coloratissimo coordinato hippie-vintage, c'è Kim Kibum in persona, luminoso come un raggio di sole.
Senza troppi complimenti scansa leggermente un'allunata Sujong e si accomoda accanto a me.
- Ma tu ... la scuola?! - farfuglio tra l'ansioso e il sorpreso. Se un membro interno della scuola venisse a sapere che un minorenne frequenta posti come l'Express verrei sicuramente sospeso. - Tranquillo Fungo io sono solo il nipote del medico di scuola, e non sono più grandi di te di parecchi anni - mi rassicura, tanto che tiro fuori un sospiro di sollievo assurdo. Lui ride.
- Allora l'altra volta!? -
- Ero solo venuto a trovare mio cugino e l'ho trovato mezzo svenuto per lo sforzo abnorme che aveva fatto durante gli allenamenti di Calcio! E mio zio ne ha approfittato per farmi fare il suo lavoro mentre lui prendeva un Thè con la Preside, mia madre. -
Uh, bene. Chissà perchè quando parla lui sento sempre una nota di dolcezza nella voce!?
Aspetta un momento. Suo cugino? Calcio? Svenuto?
- Non dirmi che tu sei il cugino di ...!? - - Kibum Goon, la smetti di ...!? - mi interrompe una voce profonda e alla mia vista anche Choi Minho si zittisce, finendo la frase con null'altro che un - Ahh! - Neanche gli avessero pestato un piede.

Non posso vederla a causa delle luci psichedeliche ma sono sicuro che Sujo è appena arrossita, rimaniamo congelati con i sorrisi più brutti che io abbia mai visto finchè non ci interrompono Onew e JongHyun Hyung con dei cocktail in mano.
Adesso l'aria si riscalda immediatamente.
Nano, anche tu?! - si stupisce Kibum Hyung.
- Ho saputo, piccola Diva, che sono più grande di te! - gli sorride JongHyun Ah ignorando la presenza di Minho Hyung.
- Dettagli! - minimizza con un alzata di spalle l'altro.

Addio, bella serata con gli amici!

- Lee Taemin, tu non dovresti stare qui. - Se non lo avessi visto muovere le labbra non avrei mai creduto che a parlare fosse stato Minho Hyung. Lo guardo storto.
- Sei troppo piccolo. - continua con un sorriso arrogante, sposta poi lo sguardo severo sugli Hyung, che distolgono lo sguardo, colpevoli.
Ma diavolo chi crede di essere per venire a dettare legge qui?
Mi alzo con nonchalance e mi butto in pista più scatenato che mai.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte II ***


Parte II
RINGs ... Ding Dong
Parte II





Nulla è pari alla danza per me, potrei ballare per ore e ore senza stancarmi mai, senza sentire alcuno sforzo. Quando ballo so di essere realmente libero, sento il sangue confluire ovunque avendo una percezione totale del mio corpo.
Diversi brani si susseguono, inconsapevolmente mi sono spostato al centro della pista a furia di ballare come un pazzo. Lo giuro, un'ultima traccia e poi torno dagli altri.
Mi muovo, sgambettando in ogni direzione, snodabile come sempre, finché non sento qualcuno che mi accarezza il fianco, un contatto delicato come se fosse un sussurro, poi sento quel tocco anche sull'altro. Mi hanno sicuramente scambiato per una ragazza, di nuovo.
Faccio finta di non sentire il suo respiro sul collo. Faccio finta di non percepirlo sulla mia pelle.
E’ caldo e fresco allo stesso tempo, avverto un leggero sentore di profumo ma non riesco a riconoscerlo o almeno, sono talmente preso dal ritmo, dal movimento, da lui, che non riesco a connettere la mente con il resto del corpo. Sulle note finali della canzone, purtroppo devo interrompere la mia danza, e colgo quindi l’occasione di voltarmi verso il mio partner, per notare solo i suoi occhi: due immensi pozzi neri poco coperti da dei ciuffi ribelli di capelli.
Li conosco questi occhi. Un'altro sguardo e saprò anche dire a chi appartengono.
- Avrei potuto avere cattive intenzioni ... - sussurra con voce roca, premendo leggermente le labbra sul lobo dell'orecchio, mi sento gelare.
Cerco di cogliere il suo viso, anche un minimo tratto da imprimere nella mente ma non faccio in tempo, è scomparso tra la folla.
Confuso, torno sul mio tavolo trovando solo i miei amici. Gli altri due se ne sono andati, poco male.

Voglio tornare a casa.




&




Durante il viaggio di ritorno verso casa, Sujong mi ha raccontato di aver scambiato quattro chiacchiere con Minho Hyung e che questa volta oltre l'aspetto, di lui, le ha colpito anche il carattere gentile e timido.
Se devo essere sincero mi ha sorpreso, lo ha descritto proprio come io me lo sono sempre immaginato, peccato che con me è diverso.
Ho scoperto che il suo compleanno cade il 9 Dicembre, tra nemmeno due settimane, e insieme a Sujo un branco di ragazze della sua scuola si sono presentate chiedendomi di consegnargli un piccolo regalo.

Quindi, senza sapere perché mi ritrovo a vagare per i corridoi della scuola con una gigantesca confezione regalo, alla ricerca dell'ultima persona che vorrei vedere sulla terra. Lo trovo nell'aula di disegno intento a sistemare alcune tele immacolate insieme a quelli che presumo essere suoi compagni di classe.
Tossisco per attirare la sua attenzione, quando mi vede sembra stupito e spaventato, ma sono troppo in imbarazzo per chiedergli che cosa abbia.
- Ti devo dare una cosa. Per favore puoi seguirmi sul terrazzo. – gli chiedo asciutto.
Stranamente non fa tante storie e mi segue in silenzio, alcune teste si voltano in nostra direzione ma le ignoro procedendo spedito per la mia destinazione.
- La carta floreale è un tocco carino, ti dona. - commenta sarcastico una volta che siamo arrivati all'ultimo piano.

COME?

- E' da un po' che stai vagabondando con quella cosa in mano, sicuro di non essere strano? - Ancora quello sguardo da superiore.
- Guarda che io ... - mi interrompo, tanto va a finire sempre così: lui mi stuzzica e io abbocco.
- Allora? C'è qualcuna qui in classe a cui vuoi darlo? Vuoi che lo consegni io per te? - chiede gentile.
- Perché hai cambiato tono? -
- Uh? Non hai sentito? Io sono un tipo cordiale. Non conosci la mia reputazione? - sorride passandosi una mano tra i capelli.
- Mpf! L'ho dimenticato nel momento in cui ti ho incontrato. - Magari potessi dimenticare che il tipo con l'espressione fredda che mi è di fronte è gentile con chiunque, tranne che con me.

Magari non l'avessi mai saputo.

Mi faccio forza e gli porgo il pacco
 - ... Prendi. Presto sarà il tuo compleanno, giusto? Allora accettalo con gratitudine. -
Sbarra gli occhi, arrossendo leggermente.
Non mi aspettavo una reazione del genere. Un'espressione così sincera ... E' così popolare, ormai dovrebbe essere abituato a ricevere regali. Agisce sempre in maniera così sorpresa?
E' quasi come se ... non sapesse se mostrare felicità di fronte a questo dono inaspettato.

Non ho mai visto nulla del genere.

- C'è una lettera all'interno, per favore leggila ... per la risposta agisci come più credi appropriato - gli spiego non sapendo che cosa si aspettino di preciso le ragazze.
- Una lettera? - chiede nascondendo un piccolo sorriso.
- N-Non farmi domande, leggila e vedi. Io sto solo ... –
- Ho capito. Così dovrei solo leggere la lettera. - mi interrompe annuendo più a se stesso che a me.
In qualche modo sembra strano. Sto iniziando ad avere l'impressione che sia io quello che gli sta facendo il regalo ... Io? Il regalo?
E prima che ci pensi anche lui, se non l'ha già fatto, cerco di evitare una complicata incomprensione.
- Non è da parte mia! Non farti un'idea sbagliata! - chiarisco, - mi hanno chiesto di dartelo una mia amica e alcune sue comagne di scuola. -
La sua espressione torna quella di sempre, quella che conosco io.
- Ti fai usare così da delle donne sconosciute. Sai che le donne usano la scusa dell'amica, o delle amiche, ma in realtà intendono loro stesse, ragazzino? - domanda avvicinandosi leggermente a me.
- Che cosa intendi con questo? E non chiamarmi "ragazzino"! -
- Intendo dire che forse ti sei immedesimato un po' troppo nella parte della tua amica. - mi spinge indietro, - Allora, come dovrei chiamarti? –
Mi ritrovo pressato contro il muro, spaventato a morte da un essere umano qualsiasi, un altro ragazzo.
- Che ne dici di Minie? - mi sussurra vicino all'orecchio.
All’improvviso sento subito un brivido di non-so-cosa salirmi lungo la spina dorsale, e un senso di deja-vù, come se questa situazione non fosse del tutto nuova.
Perché? Tutto ciò che ha fatto è stato pronunciare uno stupido nomignolo, il mio nome ... sento caldo.
Lo spingo lontano da me.
- Pensavi che stessi per baciarti, Minie? - mi restituisce il pacco - Rendilo al mittente. E' troppo ingombrante. -
- Non posso ... e poi che cosa significa? - gli urlo mentre si allontana - Non eri tu che accettavi i doni di tutte le ragazze senza fare favoritismi o torti a nessuno? -
- Sì, è vero. - afferma continuando a camminare verso le scale che riconducono all'interno della scuola.
- Allora perché ...? - chiedo ancora allargando le braccia, allarmato.
Si ferma, voltandosi di scatto, inarcando aspramente un sopracciglio.
- Perché sei tu quello che me l'ha portato. -
Perché non l'ha accettato? Ho forse sbagliato qualcosa? Oppure, mi deve odiare davvero tanto ... ha chiaramente detto di aver rifiutato in quanto ero io a darglielo.

E adesso perché mi viene da piangere?


Quando ho chiamato Sujong per raccontarle l'accaduto è stata, rimanendo in un ambito eufemistico, piuttosto interdetta.
- Da quando sei il tipo di persona che se la svigna al primo rifiuto? - mi ha chiesto dispiaciuta, non le ho saputo rispondere.
- Sei sempre stato così Taemin, - Ah - freddo e distaccato .. non ti sei mai fatto prendere da niente e nessuno! Ogni volta che qualcuno si è avvicinato a te tu ti sei tirato indietro, non so di cosa hai paura ma, lo dico per il tuo bene, smettila! -
La rabbia vorticava come un tornado nel mio petto.
Le ho raccontato tutto quello che è accaduto, l'ho sentita ridacchiare commentando che il tutto sembrava un film, poi ha fatto finta di niente ed allora ho risposto a modo mio:
- Un uomo che distrugge le vostre fantasie non è degno di chiamarsi uomo! - ma all'ennesimo sbuffo ho ceduto, riconoscendo la colpa.
- Odio dirlo ... ma tu pensi che Minho Oppa ti odi sul serio, Tae? D'altro canto ... dopo aver ascoltato le tue storie, non è più probabile che tu gli piaccia? - mi ha chiesto a metà della conversazione.

Non ricordo nulla di tutto ciò che mi ha detto dopo.




Note:  Ed ecco finalmente la seconda parte (: Spero vi sia piaciuta la lettura e grazie per seguire la storia :3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Parte III ***


2MIN Parte III
RINGs ... Ding Dong
Parte III





Ennesima notte insonne. 

- Ehi, Taemin Ah sei sicuro di star bene? Ho saputo che sei stato rifiutatao da Mr. Perfezione ... - la butta lì JongHyun Hyung come se nulla fosse, come se non avesse appena detto la cazzata più grande di questo pianeta.
Purtroppo io sono troppo esausto per ribattere.
- Non mi dici nulla? Fa niente.. – sventola una mano - Sujo mi ha raccontato il resto - continua imperterrito.
Grazie mille, Sujong.
- Non è stata colpa sua! - la giustifica prontamente - E' che ... ieri pomeriggio Choi Minho è venuto nella mia classe per sapere che scuola frequentasse mia sorella.. penso per chiederle scusa per aver rifiutato il regalo, e io gliel'ho dovuto dire per forza. - si giustifica stringendosi nelle spalle.
- Come? - alzo la testa di scatto, che fino a quel momento era poggiata sulle braccia conserte, e lo guardo allibito.
- Sì, lo so. Anche io ero stupito, ma è stato piuttosto gentile, non credi?! -
- JongHyun Hyung, lui non doveva essere gentile con Sujo, ma con ME. - apostrofo indignato.
- Io non ne so niente, Taemin Ah, nonostante tutto è venuto da me senza nemmeno sapere che è mia sorella, sembra quasi che ti volesse evitare. -

Mi odia, perfetto.

- Però non devi più avere paura di essere frainteso ... -
Inizio davvero a spazientirmi. Giuro, non ho mai sottoposto i miei nervi a un simile stress, perciò gli chiedo di spiegarsi meglio, perchè io da solo, sinceramente, non ci arrivo proprio.
- Nel senso che negli ultimi tempi si era sparsa la voce che Minho Goon avesse anche ammiratori maschi, e inizialmente non c'ero arrivato nemmeno io, poi ho capito, ricordandomi della storia dell'anello, che si riferivano a te. -
Rimango allibito e senza fiato, è inaudito quanto possa essere terrificante la mente di una donna o forse più di una, in questo caso.
- Su, non ti preoccupare una diceria del genere scomparirà nel giro di pochi giorni. Ed ora, la storia che è venuto a chiedermi di una tua amica dovrebbe già essersi diffusa. Tutti arriveranno alla conclusione che a Minho Goon interessa Sujong ... e l'intero incidente della coppia di anelli sarà considerato inerente a Sujo. Se ti chiederanno di loro non confermare né negare ... Tanto le persone di solito tendono a pensare sempre al peggio. - suggerisce serafico, poggiando i gomiti sul mio banco, soddisfatto. E' impressionante certe volte, a vederlo da fuori, sembra uno che oltre la corteccia cerebrale ha sì e no due neuroni che sguazzano nella segatura, e invece ...
- E' molto più plausibile che alla Ranocchiaccia piaccia quella streghetta di mia sorella, piuttosto che tu. Nessuno penserà male di un Fungo che consegna un regalo da parte dell'amica troppo timida, anche se aggiungerei che mia sorella di timido non ha nemmeno i capelli! -
Hyung anche tu ti sei dato ai nomignoli? – domando massaggiandomi le tempie.

Veniamo interrotti da alcune mie compagne di classe che gridano, mentre il rumore di passi si moltiplica.
- Ehi, che succede? - chiede lo Hyung ad alcune di loro.
 - La squadra di Basket sta giocando una partita di allenamento contro quelli della Summit. -
Bah. Una semplice partita.
- Gioca Choi Minho, sostituisce Cho Kyuhyun che si è infortunato qualche giorno fa. - continua Mi Hi con un sorriso acido.
Inizio a non sopportarla! Per mia sfortuna, devo ammettere che ha pronunciato la parola magica per farmi sbloccare, la chiave che apre tutte le mie porte.
Neanche a farlo apposta anche JongHyun la guarda male, non la sopporterei come la sua ragazza.
- Tae Ssi, vuoi andare in palestra? -
- Dici sul serio? - chiedo stupito, pensavo che non gli piacesse.
- Beh, sì. Per me non fa alcuna differenza, se non per mia sorella che fino a pochi giorni fa stravedeva per lui o per quell'acida di Mi Hi ... ma adesso non importa, sul serio. - lo vedo sogghignare apertamente al che mi chiedo se non ci sia qualcosa , o meglio, qualcuno sotto.
- E poi sembra che tu voglia andare. – incalza con quel ghigno stampato in faccia.
Sono curioso, solo curioso.
Una vocina dentro la testa mi dice che non è tutta curiosità quella che covo dentro.


In palestra c'è un chiasso talmente infernale che non fa altro che peggiorare il tremendo mal di testa che mi porto dietro da giorni ormai. Ci sistemiamo sugli spalti più alti, dal momento che quelli inferiori erano tutti occupati da un massa di incontenibili ragazzine.
- Guarda, sono tutte qui per Minho Goon. - afferma allibito lo Hyung, ma io più di tanto non mi stupisco, ho scoperto sulla mia pelle quante possono essere, e soprattutto cosa sono capaci di fare.
JongHyun viene subito catturato dal gioco, commenta e gioisce per ogni canestro che quell'antipatico segna uno dopo l'altro.
Non capisco molto di Basket, sono portato per cose più delicate invece che correre dietro una palla di cuoio che probabilmente pesa il doppio di me, ma rimango comunque ammaliato dalla velocità dei passaggi della nostra squadra. I giocatori si passano la palla finché non riescono a trovare un varco, come negli scacchi, e in questo caso ad ammetterlo è lo stesso JongHyun
- Choi Minho è il re. -
Accanto a me le ragazze riprendono a urlare, convinte forse di attirare l'attenzione.
Se fossi venuto solo per tifare sarebbe grandioso, ma mi domando per quale motivo sono venuto qui ... riesco a pensare solo che aveva ragione JongHyun Hyung nel dire che volevo vederlo.
Ho la testa troppo incasinata per metterci dentro anche i viaggi mentali.
Mi appoggio alla ringhiera che divide i vari piani degli spalti, mettendo le braccia conserte nascondo il viso, con la speranza di non far trapelare la confusione che ho dentro.
- Taemin, hai visto? - chiede d'un tratto il mio amico strattonandomi per un braccio.
Scopro gli occhi e li punto su di lui facendogli intendere che no, non avevo notato nulla e che probabilmente avrei preferito continuare nella mia psicoanalisi.
- Minho Goon ti ha appena guardato. -
- P-Prego? – balbetto confuso.
- Ti ha lanciato uno sguardo e ha fatto un piccolo sorriso, e il tutto mentre giocava ... cavolo! Ma quanto ci crede quello! -
- Umh ... - Davvero ... ?
Il fatto che pensi che io sia venuto a tifare per lui mi secca un po'. E probabilmente mi provocherà ancora con  quell'arrogante espressione sul viso.
- Non sembra troppo perfetto?! - si lamenta ancora lo Hyung.
- Non ne dubito ... credo che esistano altre persone come lui. - rispondo tra me e me.
Il ragazzo sul campo probabilmente è lo stesso Choi Minho che tutti conoscono.
Mi ritrovo quindi a chiedermi se abbia un atteggiamento così ostile solo con me. Non l'ho ancora capito.
Pensavo fosse un certo tipo di persona, eppure l'ottima opinione che avevo di lui è via via andato crollando.
Lo studente gentile, riflessivo e serio ... e poi lo stronzo arrogante e irritante ... non mi ha mai mostrato la sua vera natura.

Qual'è il vero Minho?

A bloccare il flusso dei miei pensieri è il fischio dell'arbitro, quello che solitamente indica un cambio.
- Minho Oppa sta lasciando il campo! - strepitano fastidiosamente le ragazze in coro.
Oppa? Neanche gli pagasse la cena! - commenta amaramente JongHyun Hyung accanto a me. Ma non riesco a non pensare che forse si è ferito. Quando può essersi fatto male? Non ho notato nulla ... e poi, ha un'espressione troppo serena per uno che probabilmente si è infortunato.

Ma a me che me ne importa?

- Stava vincendo! - si lamentano, - Dovremmo rimanere fino alla fine? -
- Che peccato. Aver fatto un gioco così favoloso e poi venir sostituito improvvisamente ... E' successo qualcosa. Non pensi Taemin Ah? - ma non riesco a pensare a qualcosa di razionale da dire allo Hyung.
E se lui .. ? Lo seguo con lo sguardo mentre lascia l'edificio.
La partita riprende.
No, non ci riesco. Corro fuori anche io.


Non lo vedo, ma dove può essere andato in così poco tempo? Non ci sono edifici accanto alla Palestra dove poter andare, se non il magazzino degli attrezzi dietro il quale vado ad allenarmi, ma so che non sono in molti quelli che ci vanno.
- Dove sei andato? – sussurro con un filo di voce.
- Mi cercavi? - chiede qualcuno alle mie spalle, poggiato dietro la parete divisoria tra il magazzino e le aiuole del parco vicino.
- Minho ... ? - Pensavo di non volere avere più nulla a che fare con lui, o meglio, lo speravo. Ma gli sono corso dietro istintivamente, senza soffermarmi a pensare a cosa gli avrei detto una volta trovato.
Hyung, Minho Hyung per te! - mi corregge.
Se solo provassi a voltarmi e guardarlo... mi fisserebbe duramente come sempre? Stringo i pugni fino quasi a farmi male.

Perchè mi faccio così tanti problemi?

- Avevo ragione. - proclama asciutto, rimanendomi comunque alle spalle e io non ho il coraggio di voltarmi. - Eh? -
- Sapevo che mi saresti venuto dietro. - lo sento ridere, scommetto che ha quello sguardo che tanto mi fa desiderare di prenderlo a pugni.
Mi afferra con delicatezza per una spalla, facendomi girare verso di se. Ignoro intenzionalmente la sua provocazione, oggi sono troppo debole per intraprendere una battaglia verbale con cui.
- Perché te ne sei andato? -
Mi sorride guardandomi diritto negli occhi.

Come fa tutto quel nero ad essere così limpido?  

Vengo colto dall'ennesima vertigine, non ci voleva proprio.
Chiudo un attimo gli occhi, e quando li riapro è a pochi centimetri da me.
- Che cos'hai? - sembra inquieto.
- Niente. -
- Come sarebbe a dire niente? Sei impallidito improvvisamente e ... nonostante tu sia perlaceo di natura si nota. -
- Stai dicendo che sono sempre bianco come un lenzuolo?! Grazie, eh! -
- Io non ... -
Rido tra me e me vedendolo a disagio forse per la prima volta, sarebbe un’occasione perfetta per scoppiargli a ridere in faccia e prendermi una piccola rivincita, ma non ne ho la forza. Mi siedo per terra, nascondendo il viso tra le ginocchia. Adesso la testa mi scoppia.
A peggiorare la situazione sono i fischi incessanti provenienti dalla Palestra.
- A giudicare dalle grida direi che abbiamo vinto. -
- Perché sei uscito? - chiedo ancora nascondendo ora solo metà volto.
- Siamo una squadra. - sorride ancora, - Sono belle! - afferma d'un tratto guardandomi i piedi.

Soffre di qualche disturbo della personalità?!

- Prego? -
- Corpo piccolo, scarpe da ginnastica grandi ... il contrasto si intona alla tua personalità. –
Quel sorriso saccente ...
- Cosa vorresti dire? – domando stizzito.
Solo perché è leggermente più alto di me non vuol dire che abbia il permesso di giudicarmi.
E poi cosa c'entrano le scarpe?
- Che sei un piccolo ficcanaso. E' ovvio, no? - Ride, ride, ride.
Non ne posso più della sua risata, né di lui.
Mi alzo a fatica, ma barcollo appena in quanto non mi sono ancora ripreso del tutto, oltretutto mi fa male parlare con lui.
Eppure sono sempre io a ruotargli intorno ... o forse no?!

... non è più probabile che tu gli piaccia?

Mi rimbomba come un eco nella testa ancora quella frase.
- Farò meglio a cambiarmi. - interrompe il silenzio imbarazzante che si era creato. Si guarda la divisa leggermente stropicciata, passandosi poi una mano tra i capelli, scompigliandoli più di quanto già non fossero.
Aspetta, l'anello?
Sembra leggermi nel pensiero per quanto è veloce a portare lo sguardo sul proprio medio, sfrega il pollice sul segno lasciato dall'anello. Sicuramente ce l'ha in tasca mi dico come ... come per rassicurarmi.
Ma, perché sono così triste? Come se avessi perso la mia metà ... Che mi sta succedendo improvvisamente? Odiavo avere le stesse cose degli altri ... ed ora sono triste?
- Cosa c'è? L'anello? L'ho tolto per via della partita. - Avevo pensato giusto.
Sogghigna.
- Ti dispiace che non l'abbia perso, eh? Sei un libro aperto Minie -
Ancora quel nomignolo?
Dio che rabbia!
- Qualcuno lo ha fatto per me e lo considero un dono prezioso ... non sono così stupido da perderlo. -
- ... Così sarei uno stupido. - commento amaramente.
- Perso? -
- Sì, non molto tempo fa. Ero in un posto e stavo facendo una cosa, a quei tempi lo portavo in una catenina perché mi stava grande, e dopo averlo tolto me ne dimenticai e lo lasciai lì. Quando tornai a riprenderlo l'anello non c'era più. Solo l'anello! Pensavo che chiunque l'avesse preso fosse stato stupido perché aveva lasciato la collana d'oro, ma ero in ritardo per un impegno così me ne sono andato senza cercarlo più di tanto. - Ancora non me ne capacito in realtà. Perchè solo l'anello? - Ma poi, qualche settimana dopo, è ritornato.
Sembra stupito, ma non è tutta sorpresa quella che intravedo nel suo sguardo.
Ritornato? -
- Esatto. Un pomeriggio l'ho ritrovato nel mio armadietto. Non so ancora come. Ero sorpreso, sembrava che l'anello fosse ritornato da me di sua volontà ... ne fui commosso. - racconto ricordando con felicità quel giorno.
- ... Capisco. - biascica assorto in chissà quali pensieri profondi.
- Da quel momento ne ho avuto una gran cura. Non saresti felice se riuscissi ad avere qualcosa a cui avevi già rinunciato? Quando guardo quest'anello ricordo quella sensazione ... -
Cosa sto blaterando? Sono infantile?
Qualcosa a cui avevo già rinunciato ... Sì, credo che mi renderebbe felice ... - osserva assorto il cielo, perso tra le sfumature di cui inizia a tingersi.
- Ma per come la vedo io, per te deve essere davvero un peccato che i nostri anelli siano stati creati dallo stesso Design. Quell'anello dona molto di più alle mie mani affusolate, non è vero? -
- Minho, come osi ... – ringhio tra i denti, cercando di lottare contro l’emicrania.
Con lui non posso avere una discussione normale, non dico seria, ma calma mi basterebbe.
- Per te è Minho HyungMinie. A differenza del tuo aspetto, il tuo atteggiamento non è affatto carino. -
Ho sentito bene?
- NON DIRE CARINO! Mi da i brividi ... e comunque tu ... ! - non trovo parole abbastanza appropriate per insultarlo, perché giuro, che questa volta lo insulterò.
- Dicevo che non sei carino. Smettila di strepitare e ascolta. -
Mah, un attimo fa ... Okay, ho le allucinazioni uditive.
Stava finalmente andando tutto bene, ma alla fine si comporta puntualmente come se fosse tutto uno scherzo!
Mi sono precipitato fuori perché ero preoccupato per lui e ho fatto la figura dell'idiota.  
- G-Giusto per fartelo sapere ... non toglierò mai più questo anello! Né tantomeno lo perderò. Sono molto più affezionato a questo anello di quanto potrai mai esserlo tu... Così, prego ogni giorno che tu possa stancarti del tuo! E tanto per informazione, il fatto di avere due anelli dello stesso Design mi da davvero sui nervi! -

NO ... No. Non è questo quello che volevo dire ... Ma se non mi comporto così Minho Hyung potrebbe scoprire che penso al suo anello come l'altra metà del mio.

 Sento la folla festante uscire dalla Palestra ... Ancora un po', restate dentro ancora vi prego.
- Lee Taemin, tu non sai quando stare zitto. –
Con uno scatto deciso mi blocca la mano sinistra, proprio quella con l'anello.
Sgrano gli occhi colto alla sprovvista.
 Perchè mi guarda così?
Si piega leggermente in avanti, avvicinandosi con il viso alla mia mano. Non capisco cosa voglia fare finché non lo vedo posare candidamente le labbra sulla superficie del mio anello, attento a non sfiorarmi la pelle, tenendo comunque legato il mio sguardo al suo. Mi sento ... non so cosa sento, o come precisamente mi sento.
So solo che l'anello ha iniziato ad ustionarmi, così come le guance che prendono fuoco.
- Ti serva da lezione. - scappa dai miei occhi, e si allontana leggermente da me, sorridendo compiaciuto.
Quell'idiota ... si sta prendendo gioco di me.
E' sempre così! Dice quello che vuole, fa quello che vuole. Mi fa arrabbiare e poi con alcun tatto fa queste esclamazioni per niente adatte al momento.
Sono stanco di questo maledettissimo gioco che non riesco mai a vincere. Non posso crederci che ogni volta io passo sempre per il cretino.
Senza sapere come ribattere scappo via, sto male, ma corro via.
Non voglio più ... non voglio che continui questa presa in giro.




Note: Non vi ho fatte attendere molto questa volta (: Prima di tutto, un grazie immenso a tutte le ragazze che continuano a seguire questa storia e grazie mille soprattutto a coloro che hanno recensito, o messo la storia tra preferite, seguite o da ricordare :) non immaginate quanto mi renda felice!
Passando alle parti tecniche, mi scuso per l'utilizzo degli articoli con gli onorifici ma non sono molto pratica e senza mi suonavano male.

P.S. Ho nominato una Guest Star in questo capitolo (Cho Kyuhyun) il maknae dei SuJu .. io lo amo, soprattutto nel video di Neorago :D
Spero di ritrovarvi anche al prossimo capitolo (: Ciaoo!



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Parte IV ***


2MIN PARTE IV EFP
RINGs ... Ding Dong
Parte IV





Non so nemmeno io perché ho preso la metropolitana, ma so che non avrei dovuto. E ho anche aspettato mezz'ora, prima che arrivasse.
La testa mi fa troppo male, sento le vene delle tempie pulsare spasmodicamente, e qui c'è troppa gente affinché riesca a sedermi da qualche parte, dovunque mi giri ci sono persone.
Salgono ancora, ma quanti sono?
Nemmeno pochi secondi che mi ritrovo schiacciato contro un'asta di metallo, quelle che solitamente fungono da sostegno. Forse non è proprio una disgrazia, chiudo gli occhi e poggio la fronte sulla superficie gelata, sentendomi già un po' meglio.
Maledetta Anemia! Maledetta testa!
E la mente corre ancora lì da dove sono scappato.
- Perché... perché si comporta così? – chiedo più a me stesso che a qualcuno capace di rispondermi, anche perché dubito che qualche essere umano sarebbe capace di capire i ragionamenti contorti che quel ragazzo, sicuramente, fa.

... il fatto di avere due anelli dello stesso Design mi da davvero sui nervi!

Forse, anche lui prova la stessa cosa. Forse, perché ne sono il proprietario? D’altronde, non una volta si è sforzato di essere gentile con me.

... pensi che Minho Hyung ti odi sul serio, Tae?

All'ennesima fermata, una scossa mia fa riaprire gli occhi facendomi trovare a tu per tu con tutte le disgustosissime impronta sull'asta.
Okay, questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un conato di vomito mi sale fino alla gola, sento la forza venirmi meno e le gambe pian piano cedere. Non adesso!
Non so se le mie preghiere sono state accolte, o forse sono già svenuto e quindi è tutto frutto della mia immaginazione, ma improvvisamente non mi sento più tanto pesante, qualcuno mi ha sorretto evitando che mi schiantassi contro il vetro del finestrino.
Riesco a sentire il suo calore mentre mi stringe a se, interrompendo ogni mia eventuale caduta. Il suo profumo sa di qualcosa di buono. Il contatto con le sue mani è fresco, una manna dal cielo per me che stavo per sciogliermi vivo, a Dicembre.
- Taemin Goon, ti senti male? - mi chiede gentilmente il mio soccorritore, alzo leggermente la testa per guardarlo in volto, curioso di sapere come faccia a conoscere il mio nome.
Quando incontro il suo sguardo sbarro gli occhi, sorpreso.
Che cosa ci fa lui qui?
Mi tiene saldamente contro il suo corpo, stringendomi leggermente un fianco in modo che non mi accasci ancora, non mi piace stargli così vicino, lo strattono leggermente sperando di liberarmi senza, però, riuscirci.
Altra fermata. Vedendo alcuni passeggeri scendere spero in un po' più di spazio dove muovermi, ma un'altra ondata di persone ci travolge costringendomi, questa volta, a stringermi volontariamente a lui, senza respiro. Manca poco e sarò a casa.
- Scendiamo alla prossima, starai meglio se prenderai un po' d'aria! - dice apprensivo.
- No, sto bene. - mento sapendo già che non funzionerà, e infatti un leggero sorriso strafottente si delinea nel suo viso, facendomi venire una gran voglia, la solita, di prenderlo a schiaffi, mi ero illuso che si stesse preoccupando per me.
- Taemin Ah - inizia allentando leggermente la sua presa e, quando gli finisco addosso, riprende - sei pallido, non ti reggi in piedi e io così ... - ma si interrompe ancora, notando quelle gocce che anche io sento solcarmi incessantemente il viso. Quando ho iniziato a piangere? Perchè mi sento così?
- T-Ti prego, lasciami ... - singhiozzo nascondendo il viso tra le mani - Perchè adesso sei così gentile con me? -

Io non ho bisogno di nessuno.

« La prossima fermata effettuata da questa vettura è Sindorim. »
- Come faccio a lasciarti andare, se non ti senti bene? - risponde ignorando la mia ultima domanda e trascinandomi, a fatica, fuori dalla metro, un attimo prima della chiusura delle porte. Non mi ero nemmeno accorto che fossimo giunti ad una fermata.
Ci dirigiamo verso le panchine, con lui che mi stringe ancora la mano. Figuriamoci, con la fortuna che possiamo avere messi insieme le troviamo tutte occupate da una massa di studentesse che probabilmente attendono anche loro di tornare a casa; alcune sorridono languide verso lo Hyung, lui sembra non accorgersene. Ovvio, ci è abituato.
- Adesso lasciami. - mi lamento, improvvisamente infastidito da non so nemmeno io cosa, provo solo una spiacevole sensazione al centro del petto.
Mi ignora.
- Mi dispiace! La panchina è occupata, dovrai resistere un po' ... - Si sta scusando per le panchine occupate!? - ... però, puoi appoggiarti a me, finché non starai meglio! - mormora piano stringendomi a se, quasi fossi un bambino in procinto di addormentarsi.
E vorrei dirgli che no, non penso di migliorare e che farebbe meglio a lasciarmi lì se non vuole inutili problemi, ma non ci riesco.
Sto ancora piangendo ma le lacrime, quelle, non le sento più. Sento, invece, il corpo da cui sono saldamente sorretto, il profumo che emana la sua pelle, i muscoli leggermente tesi nello sforzo di tenermi su, la scapola pronunciata su cui poggio la fronte ...

Perchè mi sento al sicuro?

- Tranquillo Minie, ci sono io ... - mi sussurra dolcemente all'orecchio. Chiudo gli occhi.

Grazie.


A svegliarmi è l'orribile scena di un brutto incubo che avevo avuto fino a quel momento. Cerco di sistemarmi nel mio giaciglio, trovandolo piuttosto scomodo. Cerco di ricordarmi come ho fatto ad arrivare lì, sopra un letto, ma nulla. Ricordo di essermi sentito male e che qualcuno è corso in mio soccorso, ma non ricordo niente di tutto ciò che è accaduto dopo, da quando ho chiuso gli occhi.
Mi guardo intorno ancora assonnato, sono disteso su un lettino non molto alto, ecco perché era scomodo, osservo per alcuni secondi il soffitto immacolato, occupato per la gran parte dalle luci al neon già accese. Sono al centro di una stanza, le pareti bianche sono adornate da due foto di paesaggi, è quasi vuota se non per due mobili messi in croce, dalla finestra alcuni raggi, che timidamente illuminano una serie di vasi di piccole piantine poggiate sopra una piccola credenza. L'ambiente è semplice e accogliente ma mi trasmette una brutta sensazione d'angoscia, di solitudine, non sento provenire rumori oltre la porta, un silenzio così religioso da farmi concludere di trovarmi in un ospedale.
Ovvio.
L'altro lato della stanza è occupato da una grande finestra che probabilmente si affaccia al cortile interno della struttura, ma non mi soffermo abbastanza da intravedere e godere del panorama, giro lo sguardo verso il comodino accanto al letto per controllare se ci sono i miei vestiti visto che addosso ho solo un leggero camice, noto distrattamente una poltrona posizionata all'angolo della stanza su cui giace un ragazzo.
Rigiro così velocemente la testa da provare una fitta al collo, un ragazzo forse è un appellativo troppo generico.
E' raggomitolato in modo innaturale su se stesso, con il capo poggiato alla spalla; una mano gli copre il viso quasi a difendersi dalla mia figura.
Sento una strana fitta al petto quando riesco a mettere perfettamente a fuoco la sua figura.
Perchè sei ancora qui con me, eh Hyung?
- Minho? Stupido Minho? RanaRanocchia? Girino? - mi viene da ridere, se dovesse sentirmi da sveglio me la farebbe pagare per questi appellativi così affettuosi.
- Ah, avevo sentito bene allora! Ben svegliato signor Lee Taemin! - l'uomo che ha appena fatto irruzione nella stanza, parlandomi, mi sorride cordialmente.
Sono stato colto sul fatto, mi ha beccato mentre insultavo lo Hyung.
- B-Buon pomeriggio ... - lancio un'occhiata alla finestra accanto alla poltrona per dissimulare l'imbarazzo che mi ha investito, tingendomi le guance di porpora.
- Io sono Kim Kyung-Soon, il Primario di questo ospedale. - entra nella stanza richiudendosi alle spalle la porta scorrevole.
- Primario?! Ho qualcosa di grave? - chiedo allarmato. Da quando un Primario dovrebbe preoccuparsi di visitare un ragazzino che molto probabilmente è svenuto a causa della stanchezza?!
Sorride di un sorriso che mi è vagamente famigliare.
- Non ti preoccupare, ragazzo! A portarti qui è stato mio nipote, era la prima volta che lo vedevo così preso dal panico che non ho potuto non venire a ridere di lui. - finisce con una risata che mi fa rabbrividire. Questa risata ...
- Papà, il piccolo Taemin Ah si è svegliato? - riconoscerei quella voce, oltre la porta, anche tra un miliardo di cori da stadio, e infatti la testa variopinta di Kibum Hyung fa capolino dal corridoio.
Sempre più colorato, penso, mentre ammiro gli abiti che gli fasciano perfettamente il corpo asciutto.
Sorride alla mia vista e si getta su di me con una tale irruenza da moltiplicare per dieci il suo peso, perchè altrimenti non saprei spiegarmi come faccia questa piuma a pesare così tanto.
Fungo mi sono preoccupato così tanto! Per fortuna c'era Minho Ssi! - mi sussurra dolcemente, stringendomi al suo petto. L'improvvisa dimostrazione d'affetto mi lascia senza parole, mettendomi ancora più a disagio. Non sono abituato da tempo ad abbracci così materni e mi sento fuori posto.
- Kibum, lasciamo il ragazzo riposare ... è molto debilitato! -
Sorrido alla scena dello Hyung che facendomi un piccolo sorriso prende a braccetto il dottore ed escono insieme dalla stanza.
Sospiro. Di nuovo solo. Quasi.


Taemin! Lee Taemin!
Apro gli occhi, decisamente confuso.
Pensavo di star sognando, invece qualcuno mi stava realmente chiamando.
Quando mi sono addormentato?
Minho Hyung mi fissa apprensivo, al che mi nascondo sotto le coperte, in imbarazzo nel farmi trovare semi cosciente.
- Esci fuori! - ride divertito - Se non vuoi va bene lo stesso, ma io devo andare ... si è fatto tardi. -
- Come? Che ore sono? - chiedo allarmato, cercando il mio cellulare.
- Sono le dieci di sera, tra poco passerà un'infermiera con la cena ... - spiega, stranamente imbarazzato. - E-Ecco, ho pensato che sarebbe stato meglio non svegliarti alle otto pe-perché stavi dormendo così bene. - lo vedo indossare di tutta fretta il piumino ed imboccare la porta affacciata sul corridoio.
- A-Aspetta! - lo supplico, stranamente spaventato. Lo vedo ritornare sui propri passi e fermarsi in piedi di fronte al mio lettino. Perchè sta così lontano?
- E' vero, ti devo delle spiegazioni. - inizia, sistemandosi una ciocca inesistente di capelli -  ... sei stato ricoverato, domani hai degli esami per accertarsi che una cosa come quella di oggi, - rabbrividisce - non succeda più. -
E' il discorso più lungo che io gli abbia mai visto fare.
- Io sono minorenne, senza il permesso dei miei ... -
- Ho rintracciato io i tuoi genitori – mi interrompe, assumendo uno strano colorito tra il fuxia e il bordeaux - ... cioè, ho chiamato Kibum Hyung che ha il numero del tuo amico e lui chiamandolo a sua volta ha avuto il numero dei tuoi genitori. - finisce tutto d'un fiato, con aria colpevole.
Un mio amico? Come faceva lo Hyung ad avere il numero di un mio amico?
 - Quale amico? -
- Kim JongHyun - replica asciutto - quello che non mi sopporta. - conclude, sorridendo leggermente.
Come fa a saperlo?
- Non è vero che JongHyun Ah non ti sopporta ... è solo che ... -
- Mi Hi Lim - mi anticipa, quasi a leggermi nella mente, per l'ennesima volta.
 - Ma come?! - esclamo piuttosto stupito.
- Si è dichiarata a me - replica con nonchalance.
Mi zittisco.
Non ho null'altro da dirgli, solo tanto da chiedere. Ma mi spaventano talmente tanto, queste domande, che non riesco a trovare né il coraggio di avanzarle tantomeno di pretenderne una risposta.
- Io vado. - non alzo lo sguardo per vederlo andar via, non ci riesco.




&




Non sono riuscito a dormire, ma ormai è diventata un'abitudine.
Prima di sottopormi ad alcuni esami ho parlato con i miei genitori, non sembravano nemmeno preoccupati, potevano almeno fingere.
- Taemin! Ah non ti preoccupare, abbiamo provveduto a firmare tutti i documenti, purtroppo io e il papà non ritorniamo entro qualche giorno quindi bada a te stesso e non farci preoccupare. - poche parole e anche mia madre mi ha scaricato.

... non farci preoccupare.

Solo questo? Non devo farli preoccupare.
Non mi ha nemmeno chiesto come sto.
Pensavo di essermi abituato, ma ogni volta che vengo ignorato dai miei sento una fitta dentro, non so quale organo sia, di certo non è il cuore. Da lì sono usciti molto tempo fa.


Quando il pomeriggio torno nella mia stanza, accompagnato dal padre di Kibum Hyung, trovo un mazzo di tulipani freschi poggiati sul letto. Fiori. Adoro i fiori.
- Qualcuno è venuto a trovarti - sorride il dottore - scommetto di sapere chi è, vero Kibum Ah?! -
Lo vedo spuntare da dietro la porta mentre sorride solare, come sempre.
- Taemin Ssi come stai? Ti hanno fatto tanti buchi? - chiede leggermente spaventato.
Mi apro in un sorriso, sembra quasi un bambino da rassicurare, mi stupisce perché fino ad ora mi aveva sempre dato l'idea di essere lui la mamma.
- No, Umma. - noto chiaramente la pelle diafana tingersi di rosso, e sia io che il dottore scoppiamo a ridere.
Lo vedo spintonare il proprio padre e abbracciarlo quando quello gli tira birichinamente una piccola ciocca di capelli color grano, vorrei voltarmi dato che proprio non riesco a reggere così tanta intimità famigliare, vorrei nascondermi per non far vedere gli occhi gonfi di dolore, vorrei correre via per poter sputare fuori queste maledette lacrime che non ne vogliono saperne di alleggerirmi il cuore.
Il dottore esce salutandomi e acconsentendo a una qualche richiesta fatta dal figlio.
- Taemin Ssi, papà ha acconsentito. Puoi uscire a farti una passeggiata con me! - dice stringendomi le mani con le sue e muovendole come ali di farfalla, proprio come si farebbe con un bambino.
- Ma non fa freddo!? -
- Non ti preoccupare, l'ospedale ha un giardino interno. – spiega, aiutandomi ad entrare dentro il mio giacchetto, notandone poi la consistenza si sfila l'enorme sciarpa di lana rossa. Me l’avvolge attorno al collo come fossi un pacco regalo. Seguono i guanti del medesimo colore e un ridicolo cappellino con un enorme Pon-Pon sopra.
- Ecco fatto, Taemin Ah, posso chiamarti così? -
Non smette mai di sorprendermi.
- Mi hai dato così tanti soprannomi, adesso chiedi il permesso? -
Mi trascina con se fuori dalla stanza, rimanendo in silenzio fino alla fine del primo corridoio poi mi parla sorridendo.
 - Perchè sarà quello ufficiale.





Note: Grazie davvero a tutte per continuare a leggere :')
Da quanto avrete capito la storia sta per ricevere la svolta definitiva, come avevo già spiegato all'inizio questa è una OneShot che si è prolungata troppo oltre a causa dei troppi eventi che vi ho inserito D: contando che non sono nemmeno abbastanza soddisfatta del risultato finale.
Vi ho lasciate sul punto cruciale, lo so, ma in questo capitolo vi ho già svelato qualcosa e ricollegando tutti gli indizi che ho lasciato nei precedenti "capitoli" sono sicura che riuscirete a capire cosa c'è sotto (:
Un abbraccio a tutte e alla prossima  

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Parte V ***


RINGs ... Ding Dong
Parte V





Quando apre la porta che si affaccia sul giardino mi sembra di essere in un paese delle meraviglie, sembra ancora autunno qui dentro. Non un autunno coreano, ma uno di quelli europei, quelli con le conifere dai colori così caldi che nemmeno il sole quando tramonta riesce a raggiungerne le tonalità.
- Sono conifere nane, vero? - chiedo non sapendo cos'altro dire.
- Sì, sono originarie dell'Europa. Ce li ha riportati da uno dei suoi viaggi il papà di Minho Ssi -
- Sono proprio belli . - commento semplicemente evitando accuratamente l'altro argomento di questa conversazione.
- Vuoi davvero parlare di alberi, Taemin Ah? - sorride sagace.
So dove vuole andare a parare. - Cosa intendevi con ufficiale? -
Colpito e affondato, lo vedo arrossire violentemente. - Beh, nel senso che ... cioè, io ... -
E adesso perché balbetta così? - Hyung? -
- IeJochianusciminsieme. -
- Non ho afferrato. - sorrido, fingendo però di non aver capito.
 - N-Non costringermi a ripetere! - farfuglia imbarazzato.
- Kibum Hyung -
- Chiamami Umma ... se vuoi! -
- Va bene, Umma ... - mi sento un po' in imbarazzo a domandarglielo ma è da quell'incidente che vorrei chiederglielo, - l'anello di Minho Hyung è un regalo che lo lega a qualcuno? -
Ci riflette un po' su, quasi come a voler organizzare le parole da pronunciare poi, con le labbra un po' arricciate, risponde - Lui non me l'ha voluto confidare ma penso di sì, sono sicuro che quell'anello lo leghi al suo amore impossibile. -

Un primo macigno si posa nello stomaco.

- C-Come mai ... i-impossibile? - mi sento un ladro, un furfante che si sta appropriando del dolore altrui.
- La persona che ama è ... particolare, non si accorge dei suoi reali sentimenti ... penso. -

Un'altro mi stringe il cuore.

- Non si accorge dei propri sentimenti o di quelli ... - non riesco a continuare quando noto il sorriso malinconico apparso sul suo volto.
- Il problema principale sta nel fatto che Minho Ssi non riesce prorio a dimenticarla quella persona ma non fa nemmeno nulla per conquistarla, a sua detta sarebbe impossibile -

L'ultimo si pianta sull'anima.



Mi hanno costretto ad alzarmi alle otto di mattina proprio quando finalmente iniziavo a prendere sonno. Penso che la mia mente cospiri contro di me. A quanto pare oltre al cervello si sono uniti anche i medici, è il terzo giorno che trascorro qui dentro e ho sempre più voglia di fuggire.
Risalendo dalla sala da pranzo, sempre accompagnato dal dottor Kim, trovo un altro fiore, sempre posato sopra il letto. E' uno solo, avvolto in un nastro bordeaux, avvicinandomi noto essere una rosa di una strana tonalità, quasi color pesca.
- A quanto pare qualcuno si preoccupa sempre affinché tu abbia fiori freschi. - osserva il padre di Kibum Hyung ridacchiando come una ragazzina.
Perlustrando meglio la stanza noto la poltrona occupata.
Minho Hyung sta di nuovo dormendo, capisco l'altro ieri, ma oggi perché si trova qui?
- Minho è venuto a trovarti, sei fortunato Taemin Goon, questo ragazzo non si lega mai a nessuno. - si congratula, gongolando un po', - Vi lascio soli, così potete chiacchierare. -

Non ha notato che sta dormendo?.

Stanco, a causa degli ultimi esami, vado a sedermi sul lettino, intenzionato a dormire anche io; lo osservo addormentato, con la fronte leggermente increspata.
E' proprio strano, prima mi odia e poi si preoccupa… forse.
Non so resistere, mi avvicino a lui, sedendomi a terra, poggiando la testa sul bracciolo della poltrona che a quanto pare lui trova molto comodo per conciliare il sonno.
Hyung, perché sei di nuovo qui?- chiedo piano in modo da non svegliarlo, non mi accorgo della mancanza regolare del respiro che distinguono solitamente le persone addormentate.
- Perché sembri odiarmi tanto? Ti ho fatto qualche torto? - mi sento stupido, forse lo sono. - Mi fa male il modo in cui mi tratti ... - sussurro nascondendo il viso, stringendomi le gambe al petto.

... a sua detta sarebbe impossibile.  

Mi rimbombano ancora quelle tristi parole nella testa, dentro, sempre più a fondo. Non riesco a spiegarmi come riesca ad andare avanti persistendo nell'amare una stessa persona senza che questa sappia dei tuoi sentimenti.
- Non ricordo perché ti avevo preso in antipatia poco tempo fa, quando dal primo momento che ... -
Vengo interrotto da Kibum Hyung che, senza nemmeno aver bussato, entra con irruenza.
- Minho Ssi non è l'ora di fingere di dormire! - gracchia preso dal panico.
Sbarro gli occhi. Sta fingendo?
- Non fingevo, stavo solo cercando di riposarmi un po', ma qui Minie stava cercando di parlarmi. - sorride sghembo.
Mi sento morire, so di essere arrossito, come so di aver acquisito qualche grado oltre i quaranta.
Pensavo che tra di noi potesse cambiare qualcosa, che potessimo essere amici, ma sono l'unico che si è illuso. La sola cosa variata nel nostro rapporto è che adesso so della sua triste vicenda amorosa, nulla di più. E mentre dentro di me è divampata una tempesta, lui si è bloccato nel suo stato di calma apparente.
Continua comunque ad odiarmi, forse senza ragione ma mi odia e questo basta per non farci avvicinare in alcuna maniera.
- Ti conviene scappare Minho Ssi! Alcune ragazze sono venute a trovarti, Taemin Ah! Molto probabilmente è una scusa per vedere se c'è anche Minho Ssi con te! -
- Cosa? - chiede sorpreso l'altro Hyung a cui ho dato le spalle per non affrontarne lo sguardo.
- JongHyun Ah mi ha detto che si è sparsa per tutta la scuola la notizia del tuo malore, ma ancora peggio, tutti sanno chi è stato ad aiutarti. -
- Hai sicuramente ragione, - sibilo, riprendendomi da pensieri troppo patetici che da troppo mi affliggono, - mi odiano già da un bel po'. - Lancio un'occhiata piena di rancore al moro dietro di me.
- Non mi va di scappare! - protesta lui, ma è visibilmente preso dal panico.
- Nemmeno a me va, ma il pensiero di quello che farebbero a Taemin Ah se ci trovassero qui mi fa rabbrividire. - sembra schifato al pensiero delle ragazze che tanto acclamano il suo cuginetto.
Minho Hyung non sembra pensarci ulteriormente, prende la sciarpa che fino ad allora stringeva tra le mani e se lo avvolge attorno al collo, in modo che non si possa intravede dal naso in giù, e si dirige verso la porta ancora aperta.
- No - lo blocca l'altro Hyung, - salta dalla finestra! - suggerisce con un sorriso furbetto e un semplice sguardo d'intesa, rimango spiazzato quando noto il moro annuire convinto e con l'agilità di una gazzella scavalcare la finestra.
Ma sono impazziti?
Grido per lui, portandomi le mani a coprirmi il viso, urlo di terrore che interrompo ricordando di trovarmi al piano terra.
Un ghigno gli altera il viso, consapevole di avermi spaventato, alza le dita per metà chiuse e mi fa il segno della pace per poi voltarsi verso Kibum Hyung e mostrargli una piccola linguaccia. Quest'ultimo gli chiude la tenda in faccia, sorridendo ammiccante.
- La Ranocchietta si sta trasformando in Principe. -
Vorrei tanto chiedergli a che cosa si riferisce ma non voglio entrare ancor di più nella sua vita, anzi, penso che più ne starò fuori meglio sarà per tutti, e soprattutto per me e per la mia salute mentale.
- Adesso che Romeo è fuggito sano e salvo puoi tranquillizzarti Giulietta. - si rilassa anche lui, prima di ritornare sull'attenti. - Devo andare anche io, non sia mai che Frate Lorenzo si faccia trovare nella stanza degli amanti clandestini. -
Hyung, di chi parli? - chiedo piuttosto confuso dal suo sproloquio.
Scoppia a ridere, - Taemin Ah chiederò a Romeo di darti lezioni su Shakespeare! Adesso, però, devo andare anche io ... a proposito, - arrossisce leggermente, - JongHyun Ah mi ha chiesto di dirti che verranno a trovarti stasera. - e se ne va continuando ad avere uno strano sorriso inebetito sul viso.



- Permesso?! - chiedono prima di aprire la porta. Sono tre ragazze, tra di loro riconosco solo Mi Hi, ha un aria abbattuta e gli occhi rossi, leggermente gonfi.  
- Eravamo preoccupate, abbiamo saputo che ti sei sentito male. - dice una di cui non conosco nemmeno il viso, sono so per cosa sono venute di preciso ma il nervosismo mi assale, tento inutilmente di asciugarmi le mani che hanno iniziato a sudare.  
- Taemin Goon, volevamo chiederti una cosa ... -
Ma le donne non si stancano mai di chiedere?!
Annuisco facendo capire che sono pronto a rispondere, ma me ne pento quando le vedo scambiarsi un sorriso che non mi rassicura per niente.
- Volevamo sapere se quelle voci secondo cui quella tua amica si vede con Minho Oppa sono vere?! -
Non avrei mai pensato che il piano di JongHyun Ah sarebbe andato così bene. La storia di « Minho è venuto a chiedere della scuola dell'amica di Taemin » si è trasformato in « Minho sta uscendo con l'amica di Taemin » troppo facilmente.

Non confermare né negare ... tanto le persone di solito tendono a pensare sempre al peggio.

- Non ne ho idea, sono solo un amico. - Una delle tre scoppia a piangere, accasciandosi quasi a terra.
- Io la odio! - singhiozza contro l'amica che la regge.
Rimango scosso e cerco di consolarla come posso, non sono abituato alle donne che piangono.
- Grazie Taemin Goon. - sussurra mestamente Mi Hi, inchinandosi leggermente prima di costringere le altre ad uscire dalla stanza.



Poche ore più tardi, dopo l'ultimo esame del sangue, trovo JongHyun Hyung e Sujong in piedi davanti alla porta della mia stanza, proprio come aveva detto Umma.
- Tae Ssi - mi abbraccia, come al suo solito lo Hyung, - mi hai fatto preoccupare! -
Anche Sujong sembra preoccupata, ma è stranamente allegra. - Taemin Ah non sai quante cose sono accadute, sono uscita appositamente da scuola per mezz'ora per raccontartelo. - mi stringe entrambe le mani muovendole su e giù, elettrizzata.
- Ti saluta Onew Hyung. - fa un piccolo cenno JongHyun Hyung, non riesco a rispondergli che mi trovo barricato a Sujong Ah.
- Ti sei interessato tu a quella questione con Minho Oppa, vero? - non afferro immediatamente a cosa si stia riferendo. - Di cosa parli? -
Sorride, - Oggi Minho Oppa è venuto nella mia scuola. - fa una piccola giravolta mentre lo Hyung dissente con il capo, visibilmente infastidito. - Ha detto « Tu sei la signorina Kim Sujong del primo anno, giusto? » si è poi ricordato di avermi già visto all' Express -
E' vero ... me ne ero completamente dimenticato. Lo Hyung era andato da JongHyun a chiedergli della mia amica.
- Penso che abbia aspettato al cancello finché non sono uscita ... deve aver saltato la quarta ora sennò non avrebbe fatto in tempo ... - è così felice.  
Mi fa male il cuore.
Sujo non immagina nemmeno che nella mia scuola tutti credono che Minho Hyung sia interessato a lei.
- E' venuto a scusarsi anche con le mie amiche. -
- Allora era per il regalo, - esclamo improvvisamente leggero, - mi aveva detto di riportarlo indietro perché era troppo ingombrante, non immagini quanto sia stato maleducato. -
- Già ... ha detto che quel giorno non si sentiva bene e che gli dispiaceva di essersela presa con il regalo e si è scusato ... magari potremo anche uscire insieme. - propone, ancora un piccolo sorriso ad incresparle le labbra.
Ma come può? - Il regalo?! Si è scusato per il regalo e non per come si è comportato con me?! - esplodo esageratamente, - Dannazione! -
- Taemin Ah ... calmati. - mi rassicura lo Hyung passando una mano sulla schiena scossa dalla rabbia. Avrei preferito non sapere.
Sujong sembra spaventata dalla mia reazione, così, convinta dal fratello, scappa via a scuola.
- Taemin Ssi in tutta la scuola si è sparsa la voce che Minho Goon e Sujo si frequentano, non sei felice? - ha un sorriso strano che non mi piace, come quello di un bambino che sta facendo qualcosa che non deve, - E poi tutti i pettegolezzi sul tuo anello sono scomparsi, concentrandosi su mia sorella ... -
Mi accomodo sul letto, ancora scosso, sotto gli occhi preoccupati dello Hyung che si siede sulla poltrona, ora in silenzio.
Lo ignoro per un po', la testa nascosta tra le ginocchia.
Mi sento uno stupido. Ha ragione lo Hyung, è solo una storia che io stesso mi sono inventato e poi, io so anche della sua vera situazione.
Allora perché? Perché più mi ripeto questa bugia più inizio a crederci io stesso?
Anche se portiamo lo stesso anello tutti vedono l'ombra di Sujong dietro di me. Per loro sono solo l'amico di lei.
Per le ragazze innamorate di Choi Minho l'esistenza di Sujong è insopportabile. Mentre io non sono affatto considerato come una minaccia.
E i macigni torno a risentirli tutti insieme, pesanti forse il doppio.
Non hanno mai visto me come un possibile rivale, solo Sujong. Mi stupisco io stesso del pensiero che la mia mente ha appena formulato. Che mi sta succedendo?
A farmi tornare in me è l'improvviso abbraccio di JongHyun Hyung, - Taemin Ah, perché piangi? - mi chiede, stringendomi al suo petto, proprio come un papà. Porto una mano a sfregarmi la guancia, non voglio, - Perché continuo a sentire questo peso dentro? Non voglio piangere ancora ... - per lui.
Mi stringe con ancora più forza, mentre cerco invano di ricacciare il fiume di lacrime che sento salire giù dal cuore. - Non ti preoccupare, piangi finché vuoi. Ci sono io. - riprende cercando di tranquillizzarmi.
Ma chissà perché queste ultime parole mi fanno ancora più male, mi fanno desiderare di avere tutt'altra persona ad abbracciarmi.
Chiudo gli occhi, lasciandomi cullare per un po' dal mio migliore amico. - Taemin Ah, cosa ti è successo? Vuoi uscire un po' fuori? -
Allora ricordo. - Hyung, usciranno veramente insieme? - chiedo sentendomi come un bambino a cui hanno rubato un giocattolo. JongHyun Ah scoppia a ridere, allegro.
Fungo, - inizia con un sorrisetto che la dice lunga, - non ti sembra strano? -
- C-Cosa? -
- E' come se tu fossi geloso, anche quando ne parlavamo a scuola eri strano. Lui che ti stuzzicava e tu che reagivi, sempre così ... - - Esageratamente! - finisco per lui, sconvolto nell'appurare che forse non ha tutti i torti.

Era questo? Il peso che mi opprimeva erano i sentimenti che covavo per Choi Minho?

- Sì, è gelosia. Sei geloso, non è vero, Tae Ssi? -
Non so cosa dire, non riesco nemmeno a balbettare una risposta presa a caso, nascondo il viso tra le mani, sconvolto.
Lo Hyung inizia a ridere, ride sempre più fragorosamente, - Sujo deve averti messo proprio in una brutta situazione chiedendoti di consegnargli quel regalo! -
Mi sento arrossire dalla vergogna.
- A dire il vero avevo già qualche sospetto. Ho pensato che forse avresti avuto dei problemi a darglielo a causa dei tuoi sentimenti. -
 - Quali sentimenti? - sbarro gli occhi, indignato. Sentirmi dire di provare dei sentimenti che nemmeno io ho ancora concepito mi ha spiazzato.
- Calmati, piccoletto! - e il sorriso a trecentosessanta denti si trasforma in un ghigno , - A questo punto anche Minho Goon deve aver capito ... - ridacchia, - O ti sei già dichiarato? - ci scommetto che se fossimo in uno di quei Manwha che Sujong tanto adora, adesso, JongHyun Ah si starebbe rotolando a terra.
- N-No, assolutamente no! - sospiro, - Cerca di pensare in modo logico ... E' un ragazzo! -
Noto il suo sorriso spegnersi dall'allegria nella compassione, - Taemin Ah, anche io e Kibum siamo due ragazzi, perché sei così sconvolto dai tuoi sentimenti e non dai nostri?! Che differenza abissale noti tra me e Kibum e te e Minho? - chiede improvvisamente arrabbiato.
Abbasso la testa, sbigottito. Non lo so
- V-Voi ... voi siete belli insieme. - rispondo come un bambino a cui hanno chiesto di confrontare BarbieKen con il King Kong e il Mostro di Lockness.
- Taemin Ah, - inzia con tono amorevole, - sei tu quello che deve essere razionale. - sospira togliendomi le mani dal volto. - Quello di Sujong Ah era uno scherzo perché Choi Minho ha educatamente rifiutato tutte le ragazze, capisci?  Ha rifiutato! - riprende marcando l'ultima parola, - Non ti senti meglio ora? –





Note:  Perdonatemi per il ritardo di mesi D: ma ho avuto vari problemi non sono privati ma anche con la mia vecchia beta T^T comunque grazie mille a Stefy che mi ha betato quest'ultima parte della storia (:
Spero che la lettura abbia saputo intrattenervi ;D

P.S. Non ho riletto il capitolo betato per mancanza di tempo, mi sono affidata alla meraviglioserrima Stef ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Parte VI ***


2MIN PARTE VI
RINGs ... Ding Dong
Parte VI





Sei innamorato di me?

Apro gli occhi, ormai sono tormentato dallo stesso incubo dal giorno in cui mi hanno dimesso dall'ospedale.
Mi preparo velocemente, per poi schizzare via da casa, ancora vuota.
L'unico appiglio che ho è un piccolo post-it su cui Sujong mi ha scritto il suo indirizzo di casa.
Oggi è il suo compleanno, dovrei comunque rintracciare la casa dal rumore, dalla musica o qualsiasi altra cosa.
Voglio vedere Minho Hyung e parlargli.
A dire la verità, non so ancora quali siano i miei sentimenti, sono geloso, ma non gli conseguono altri sentimenti forzati.
Non avrei mai immaginato che avrei mai provato questo genere di sentimenti per un altro uomo e c'è ancora una gran parte di me che non riesce ad accettarlo.
Sono sicuro che se riuscissi a vedere almeno il suo viso questa confusione che mi affligge scomparirebbe. Non voglio conquistarlo, perché se ha già qualcuno che ama preferisco semplicemente sopprimerli, finché sono in tempo.  
Ma prima di qualsiasi manovra devo capire ciò che provo.
Mi affretto ad imboccare la via principale che dovrebbe condurmi a casa sua, anche se sono poco fiducioso nel trovarlo. Mi considero definitivamente perso quando raggiungo lo spiazzo di un immenso parco orlato di rovi senza foglie.

Prima casa dopo le azalee. Recita il bigliettino, come faccio a trovare le azalee se gli alberi sono tutti spogli?

Preso dal panico mi siedo su una panchina, sopraffatto dai pensieri.
In passato, è capito che pensassi di essermi innamorato, ma non era così. Quando ho provato a stare con Sujong il mio cuore era tranquillo, e pensavo che fosse amore. Ma con il passare del tempo tutta quella calma ha iniziato a farmi sentire a disagio. Fortunatamente abbiamo compreso entrambi che non eravamo fatti per stare insieme ma per essere semplicemente buoni amici.
Invece con Minho Hyung non è affatto così. Felicità, rabbia, sorpresa ... è una montagna russa di emozioni.
- No, no, Hee Noona. -
Sobbalzo quando riconosco quella voce.
- Facciamo prima se tagliamo qui. Non importa quante volte vieni, lo dimentichi sempre. - lo sento ridere.
- Beh, scusami! E non importa quante volte vengo tu sei sempre il solito antipatico, Minho. -
Mi nascondo istintivamente dietro il tronco di un grosso albero, rassicurato dal sentirli comunque.
Lui dovrebbe essere a casa a festeggiare con la sua famiglia.
E chi è quella donna che sta con lui? Sembra essere più grande di almeno sei o sette anni ... mora, minuta, gli occhi felini adornati con lunghe ciglia, insomma, quello che le altre ragazze definirebbero 'bella', ma Sujong mi ha detto che non ha sorelle.
- Papà sarà felice di vederti. - sento dire dallo Hyung, - E' già da un po' che non venivi a farci visita, mentre tuo fratello è sempre lì. - ride.
Forse è venuto per il suo compleanno, mi dico, giustificando la sua protesta. Sicuramente Minho Hyung è andato ad incontrarla.
Ma se non sono fratelli, allora cosa sono? Sembrano essere davvero vicini.
- Come va? Tutto apposto con l'anello? - gli chiede, prendendolo a braccetto. Lo vedo annuire e dire qualcosa che non capisco.
Un frammento della conversazione mi giunge chiaro e definito, lui continua a sorriderle amabilmente, - Custodisco il tuo regalo gelosamente. Dopotutto è stato un regalo della mia cara Hee Noona. - la vedo pizzicargli una guancia con affetto.
Mi appoggio al tronco, gli occhi sgranati e il respiro accelerato.
E' lei.
- Ci ho messo tutto il mio amore. - ride ancora felice, e poi prima che si allontanino definitivamente da me la sento riprenderlo, - Su Minho Ssi, penserò di essere io la persona che ti fa tanto soffrire. - al che Minho Hyung abbassa lo sguardo, e sussurra qualcosa che non riesco a cogliere.

Questo anello è prezioso per me.

Quella volta gli ho gridato che mi dava sui nervi che avessimo lo stesso anello, ma in realtà, ero felice che lo avessimo.
Volevo parlargli, ma ...
Mi fa ancora male il petto, e ancora, e le fitte continuano ad aumentare.
Posso semplicemente fissarlo, mentre mi da le spalle, felice e spensierato con la persona che ama..
Alzo gli occhi al cielo, come sempre, quando non voglio piangere e nel farlo noto uno di quei giochi composto da più travi d'acciaio fuse insieme, sulla quale si sta arrampicando una piccola bambina.
Vedendola tremare mi avvicino a darle una mano, mentre un piccolo cagnolino mi corre ai piedi, festante.
- Grazie, signore. - sorride, cercando di inchinarsi un po' prima che io la blocchi per evitarle una rovinosa caduta.
- Dove vai signore? - chiede ondeggiando leggermente il capo, salutando il cagnolino che ancora mi gira letteralmente intorno.
- Io? Sto ... andando a casa. - le rispondo sorridendo dolcemente, - Tu chi sei? -
La vedo pensarci su, molto seriamente, poi allungando le braccia e facendomi segno di aiutarla, scende. - Io sono Hyuri, sono venuta qui con la macchina di mamma e papà e lui, - indica il cagnolino impazzito, - E' Minnie! -
Okay, quello stupido mi chiama come questo cane, bene.
- E' un piccolo bassotto dal pelo lungo, lo conosci? - chiede, l'aria saccente e un sorriso sdentato.
- Certo, - annuisco poco convinto, - chi non conosce il bassotto Minnie, sei stata bravissima a ricordarti un nome così lungo! - riderei, forse, se non avessi il cuore spezzato.
- Hyuri è intelligente! - sorride felice.
- Oh sì, lo so. Come ricompensa ... ti darà questo. - le porgo l'anello, felice di togliermelo per la prima volta dopo quasi un anno.
La piccola lo fissa ammirata, gli occhietti sgranati dalla sorpresa, inizia dopo pochi secondi a saltellare felice, - Il signore sposerà Hyuri! - canta, abbracciando Minnie.
- Allora, quando sarò grande il signore verrà a prendermi con la carrozza? -
Annuisco, accorgendomi delle piccole goccioline che hanno iniziato a cadere, piano.
- Corri a casa, prima di bagnarti tutta. - le consiglio, il cagnolino che continua a correre i tre metri quadrati intorno a me.
La vedo scomparire dopo un po', l'anello che risplende bagnato dalla pioggia.

Ha detto di essere venuta in macchina, probabilmente non la rivedrò mai più. Le separazioni, di qualsiasi genere siano, sono sempre così deprimenti. Proprio come la fine di questo sentimento che non ha avuto modo di sbocciare.
E adesso cosa rimane?
Solo il gusto amaro dell'argento lì dove si trovava l'anello.



Torno a casa lentamente, senza la reale voglia di rientrare.
Non riesco ad aprire la porta che sento qualcuno trafficare in cucina, entro piano pensando a dei probabili ladri, invece sono solo i miei genitori, che mi salutano con il solito entusiasmo inesistente.
La verità è che mio padre non voleva figli, e mia madre, che ne voleva, si è stufata presto di accudire un bambino non voluto.
- Taemin Ssi stai bagnando tutto il parquet, asciugati in fretta! - mi ordina mia madre, gentilmente.
Corro in camera, febbricitante. Mi spoglio velocemente, lottando contro i vestiti diventati ormai troppo aderenti.
Il tempo sembra non trascorrere mai, mentre giro per casa con gli occhi costantemente rossi e gonfi, in cerca di un po' dell'attenzione di mio padre.
Cosa devo fare per avere un tuo singolo sguardo?

Papà, ti prego, guardami, chiedimi come sto. Stringimi a te e ordinami di sfogarmi.

E, nonostante la febbre, mi dirigo comunque a scuola, stanco ma felice di non dover stare ancora un attimo con loro.   


La giornata inizia nel peggior modo possibile, mentre cerco si scappare da tutto e tutti, davanti a me si materializza l'unica persona in tutto l'universo che non vorrei mai vedere.
Mi afferra per il braccio, davanti l'intera popolazione scolastica, e mi trascina via.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Parte VII ***


2MIN PARTE VII EFP

RINGs ... Ding Dong
Parte VII





- Entra. - ordina aprendo la porta dell'ufficio del consiglio studentesco.
- Fai parte del consiglio? - chiedo curioso come sempre, non che mi importi di cosa faccia parte, ma ne approfitto anche per scalfire quell'iceberg che è diventato. Sono io quello che dovrebbe essere arrabbiato, non so esattamente per cosa, ma dovrei essere tanto arrabbiato, infuriato.
- No. - chiude la porta a chiave, - Perché dovrei impegnarmi in altro lavoro extra? - domanda ironico.

Sbuffo alla sua solita cortesia. - Il presidente del consiglio è un mio amico. Mi ha fatto avere una chiave di riserva. - spiega, lanciandolo in aria per riprenderlo subito dopo, la tensione è alle stelle, penso, si potrebbe tagliare a fette e spalmarlo normalmente sul pane.
Ora ricordo. - Hai ottenuto la maggioranza dei voti ma sono stati considerati tutti non validi. - ripeto più a me stesso che a lui.
- Ovvio, non stavo nemmeno partecipando. -
Perché è così freddo?
- Siediti. - ordina per l'ennesima volta, mi sembra di essere un bambino che ha commesso qualche marachella che non doveva. Evito, come mi sono ripromesso di fare più volte durante questo fine settimana, il suo sguardo. Sarebbe troppo per tutti, è troppo per me vedermi rivolgere quello sguardo carico di indifferenza dopo aver visto quegli stessi occhi irradiare di amore una persona che, ahimè, non ero io.

Mentre mi siedo lo noto, l'emblema del nostro impossibile legame, e quello fin troppo possibile con quella ragazza, l' anello brilla nel suo medio, splendente come sempre.
Mi fa male guardarlo. Da quando l'ho visto insieme a quella donna ho fatto piani su piani pur di evitarlo, allora perché adesso sono qui con lui? Perché sto saltando le lezioni per stare con lui, da solo?

Distolgo lo sguardo dalle sue mani, - Allora, cosa volevi? - chiedo dubbioso, prima finiamo prima potrò andarmene.

- Non osare mentirmi, Lee Taemin, sai di cosa si tratta! - grida, fino a farmi paura. Non l'avevo mai visto così arrabbiato e prego con tutti il cuore che la smetta, ma non accade,  - Allora dimmi, quando esattamente ... io avrei iniziato ad uscire con Kim Sujong? -
Rimango paralizzato. L'ha scoperto. Non riesco a formulare una risposta decente che il mio corpo, rispondendo anticipatamente per me, cerca di scappare.
Non riesco a raggiungere la porta che mi ritrovo sbattuto al muro e inizio a tremare per lo spavento.
Non voglio più parlargli, mi fa male vederlo, mi fa male sentirlo e di parlargli non ne ho alcuna intenzione.

- Per colpa tua ho appena trascorso il peggior compleanno della mia vita, grazie. - sputa acidamente, bloccandomi con maggior pressione contro il muro.
- L-Lasciami. - sfiato senza troppa convinzione. Dio, se esisti, fammi svenire ora, ti prego.
Niente.
Prendo un respiro e ignoro la posa scomoda in cui sono costretto, - Cosa è successo? -
- Non ti riguarda. - evita il mio sguardo, - Ma me lo ha rivelato una ragazza. Ho chiesto a Lee Taemin se il pettegolezzo fosse vero e lui non ha negato. Così ha detto. -
Sgrano gli occhi quando mi alza il viso prendendomi per il mento, - Perché non hai detto la verità quando te l'hanno chiesto? -
Cerco di oppormi all'inquisizione alla quale mi sta sottoponendo, non riuscendoci scappo con gli occhi.
- Tu ... vuoi davvero forzare me e la tua amica a stare insieme fino a questo punto? -
- Ma tu sei andato da lei e ... hai chiesto scusa! - pronuncio con tono accusatorio, per non parlare della Noona con la quale l'ho visto io stesso.
- E con questo?! - sorride ironico.
Non so cosa dire, mi sento in imbarazzo per essermi esposto così tanto. - Cosa è successo al tuo compleanno? Se è per il pettegolezzo sull'anel .. -
Mi interrompe arruffandomi i capelli, come si farebbe con un cucciolo di cane, - Minie, il tuo cervello deve essere davvero piccolo! La questione non ha nulla a che fare con te, almeno non direttamente. - muove ancora la mano sulla testa mandandomi su tutte le furie.
Non sono un animale con cui giocare.

Sembrava così felice con quella donna ... 

- La sfortuna mi perseguita da quando ti ho incontrato! - urlo scostandolo leggermente da me, non lo voglio così vicino, non ce la faccio.
- Mi hai trascinato qui solo per dirmi del tuo compleanno? Cosa sei, un ragazzino? Smettila di opprimermi. - cerco di spingerlo ancora più lontano, fallendo miseramente.
- Smettila di sviare il discorso e dimmi perché hai diffuso quel pettegolezzo che non sta in cielo né in terra! -
- Perché le persone si erano fatte un'idea sbagliata. - confesso infine, all'estremo della sopportazione.
- Cosa farnetichi? - sembra aver capito, eppure vuole che glielo dica chiaramente. Prendo un respiro e gli do ciò che vuole, - Mi riferivo a quelle storie sul fatto che noi due abbiamo lo stesso anello e sul fatto che ti ho dato un regalo ... ero stanco delle persone che equivocavano! -
Non risponde, né si allontana, - Ma, ho pensato, che se si fosse saputo che avevi una ragazza allora a nessuno sarebbero interessate quelle voci su di me ... - non riesco a continuare, sorpreso da uno strano brivido.

Chiudo gli occhi e cerco di frenare il cuore impazzito che vuole uscirmi dalla gola.
- Ora non ha più importanza. - singhiozzo leggermente, consapevole di aver dato via con quell'anello anche un pezzo del mio cuore, se non tutto.
- Che cosa vuoi dire? -
- Mi sono sbarazzato dell'anello ... - con tutti i miei sentimenti, - L'ho gettato via, - rinunciando a te.
- G-Gettato? - il tremolio della sua voce mi costringe ad alzare il viso per capire il perché di tanto shock.
- Già. - annuisco, - Così ora non dovrò più preoccuparmi di altri pettegolezzi ... e non avrò più nemmeno bisogno di basarmi su altre dicerie per uscirne. -

Avrei tanta voglia scoppiare e farmi consolare ma non sono con la persona adatta, come posso sperare che la causa del mio dolore mi consoli?
Lo guardo sprezzante, infondendo negli occhi tutto il disprezzo che mi è rimasto nel corpo mescolandolo con le immense dispense di amarezza e delusione.
Non riesce più a parlare, lo noto solo dopo un lungo attimo di silenzio, è diventato bianco come un lenzuolo.
- Non ti creerà più problemi. - stringo i pugni, ormai gli argini si sono rotti, perché non allagare tutto!?
- Sei felice, ora? - mi sembra quasi di parlare con un manichino, reagisci Minho, dimmi qualcosa, sbattimi al muro e costringimi ad andare a ricercare il mio tesoro, - Il tuo l'hai avuto dalla tua fidanzata, giusto? Sono sicuro che ti seccava molto il fatto che il mio avesse lo stesso Design del tuo, no? -
- Taemin ... - mormora piano. E' la prima volta che mi chiama in modo così dolce ma non riesco ad esserne felice e, bloccato al muro, sento le prime lacrime sgorgare dagli occhi.
- Va bene, - mi convinco, alzando gli occhi e ripetendo a me stesso di guardare in alto in modo che le lacrime cessino di scorrere, - voglio dire, il mio è solo qualcosa che ho comprato a casaccio, ma ... - porto una mano,finalmente libera, ad asciugare una scia dalla guancia, - il tuo è diverso. -

Cosa sto cercando di dire? Non mi capisco ...    

- Il tuo è speciale. -

Tutto quello che so è ... che amo Minho.

 Porto il braccio a coprirmi il volto pervaso, sempre più, dalle lacrime.
- Non sei contento? Ora che il mio anello non c'è più ... quello è unicamente tuo, vostro. - finisco, mentre una vivida replica di ciò che ho visto sabato mi si ripresenta insistente nella mente.

E' patetico che mi si sia dovuto spezzare il cuore perché lo ammettessi.

- Fammi vedere la tua mano. - urla, irrequieto, - Fammi vedere la mano destra! - ordina, pressandomi ancor di più contro il muro.
Non riesco ad oppormi. - Mostramela. - tuona alla mia ennesima protesta.
- Non ci credo ... -
Sembra scioccato. - Idiota. Sei un'idiota! Perché lo hai gettato? Quando ho mai detto che mi seccava avere un anello uguale al tuo? - mi aggredisce, frustrato.
- No ... Era a me .. che non piaceva. - rispondo, davvero spaventato dalla piega che la discussione ha appena intrapreso.
- Ma non dovevi sbarazzartene! - ringhia sbattendo la braccia contro il muro dietro di me.
- Non è questo ... - sussurro.

Perché quanto più sinceri sono i sentimenti, tanto più è difficile esprimerli?
Il Minho che amo è proprio di fronte a me, ma nessuna parola potrebbe mai farmi conquistare il suo cuore.

- Il tuo anello ed il mio non sono la stessa cosa, sono completamente diversi. L'ho capito allora. Ma quando l'ho scoperto ... mi faceva male portare il mio anello, così ... - cerco di spiegare sia a lui che a me stesso, senza, purtroppo, riuscirci.
- Scoperto? Scoperto cosa? - chiede, calmandosi un po'.
Singhiozzo forte. - I tuoi veri sentimenti ... che tu, - un'altro mi fa mancare il respiro, - che tu non guarderai mai ... me. -
Non riesco a proseguire, è così veloce nell'avvicinarsi e piombarmi addosso che nemmeno me ne accorgo. Mi avvolge in una morsa d'acciaio e angoscia.
Io non guardo te? - chiede quasi come se avessi appena detto un'eresia, e corre alle mie labbra. Pressato contro il muro e il suo petto, mi chiedo da quanto tempo desiderassi questo contatto.  

E' irruento nel toccarle, impaziente nel dischiuderle, prepotente nell'assaggiarle.
E io, docile, le lascio violentare.

Percepisco la sua mano insinuarsi sotto la camicia, mentre mi accarezza, graffia, alla ricerca di sempre più pelle da toccare.
Mi gira la testa.
Il suo tocco, la piacevole sensazione delle sue dita calde ... mi sento inebriato finché la mia schiena non viene a contatto con qualcosa di ben diverso dalle sue morbide mani, è invece qualcosa di freddo e duro a farmi ritornare alla realtà.

L'anello.

Lo spingo lontano da me, con tutta la forza che ho in corpo, - B-Bastardo! - gli ansimo contro, - questo è uno scherzo di cattivo gusto! E io non sto ridendo - termino quasi urlando.
- Allora? Volevi forse un bacio che ti facesse ridere? - mi chiede urlando a sua volta, con il fiatone.
Non voglio sentire. L'anello, quell'anello che tiene sempre vicino, è per lei ... lui sta cercando qualcuno da usare per dimenticare quella donna tanto grande, ne sono sicuro.
- Guarda il cielo, Taemin, guarda il cielo. - mi sussurro come un mantra per evitare che altre lacrime siano sprecate.
Ma il dubbio rimane, e martella forte il cuore.

Se ora stendessi il braccio verso di lui, forse, ance se fosse una possibilità su un milione, lui prenderebbe la mia mano? No, non è possibile.

- Apri la porta. - gli ordino, fingendo tranquillità.
Dissente. - Spiegami cosa è successo. Perché hai gettato l'anello? Cosa c'entra il tuo anello con la mia vita? -
Questo fa male, tanto quanto una pugnalata al petto

Sbuffa, esasperato. - Forse dovrei veramente uscire con quella Sujong. - ghigna con il sorriso più triste che abbia mai visto, il punto è che non so spiegarmi il perché, sono talmente accecato dalla rabbia che lo spingo via, afferrando irruentemente la chiave della porta posata su uno dei banchi presenti nella stanza.
Cerca di dire qualcos'altro, ma lo interrompo, altre lacrime premono per uscire, di nuovo, come accade un po' troppo spesso negli ultimi tempi, la rabbia è tale che me ne sento sopraffatto.
- Minie ... - inizia ancora. Si blocca subito dopo, portandosi una mano sulla pelle lesa, quando lo vedo rivolgermi uno sguardo pieno di dolore mi rendo conto di averlo appena colpito, la mia mano ancora alzata a mezz'aria.  
- Mi baci, mi usi come sostituto e osi nominare persino la mia migliore amica, di cos'altro sei capace, Hyung? -
Non mi freno più, mentre cerco di sbloccare questa maledetta serratura, mi lascio sopraffare da tutta la trama di sentimenti che non riesco a gestire.
Quando finalmente sono sicuro di esserci riuscito gli parlo, -  Abbiamo chiuso, - inizio evitando di guardarlo direttamente mentre si tiene ancora la guancia colpita, - non voglio più vederti! Anche il mio anello non c'è più, così è tutto risolto! -
- No, aspetta ... -
Ma ormai è troppo tardi sfreccio lungo il corridoio, verso la classe più vicina dove so di trovare conforto per il mio cuore ferito ... vorrei tanto non pensarci ma l'espressione spaventata che aveva sul viso, non era proprio da lui.
- Che gli serva di lezione. - singhiozzo, ansante per i corridoi. Ne è valsa la pena solo per vederlo perdere la sua perfezione ... alla fine.

Volevi forse un bacio che ti facesse ridere?

- Un bacio che mi facesse ridere ... - e vorrei poter dire di star per ridere ma non ci riesco e mentirei.
Il suo senso dell'Humor fa davvero schifo, penso, cercando di sorridere inutilmente.
Altre lacrime iniziano a percorrermi il viso.
Non mi fermo, ho troppa paura che lui possa seguirmi, e nonostante la speranza che lo faccia davvero, non mi fermo.
Apro la porta dell'aula di musica, speranzoso di trovare lì il mio amico. E quando lo vedo, solo, seduto al piano forte mi getto su di lui, disperato.
- Taemin Ah - inizia provato dal mio aspetto, - cosa ti è successo? Perché sei ridotto così? -
Mi abbraccia gentile, stringendomi come mio padre non ha mai saputo fare, preoccupandosi come nessun membro della mia famiglia ha mai fatto.
- J-JongHyun Ah - singhiozzo, facendomi piccolo tra le sue braccia. Non servono altre parole, mi trascina con se vicino al davanzale della finestra e mi fa sedere lì, sorridendo dolcemente. - Guarda Taemin Ah, il cielo è triste con te. -
Non mi chiede altro, continua a stringermi a sé cercando di infondere un po' di calore nel mio cuore, ormai, gelato.
Non gli chiedo perché sospira guardando la figura di un ragazzo reso confuso dalla pioggia che anche io noto uscire stanco da scuola. Indossa solo la camicia leggera della nostra divisa indifferente alla pioggia che lo investe incessante, il passo lento di chi non ha aspettative, gli occhi sicuramente tristi che fissano il cielo.
Mi chiedo se anche lui guardi su per evitare che lacrime prepotenti gli escano dagli occhi.

- Puoi piangere ... - gli sussurro oltre la finestra, rendendomi conto di aver finito tutte le mie lacrime.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Parte VIII ***


2MIN PARTE VIII EFP
RINGs ... Ding Dong
Parte VIII






- Taemin Goon ... - sento chiamarmi dalla dolce voce di Onew Hyung, - perché hai quell’espressione affranta? -
Riesce sempre a spiazzarmi con la sua genuina sincerità, gli sorrido, - Niente Hyung! -
- C'è per forza qualcosa che non va! Non ti vedo danzare dall'inizio delle vacanze scolastiche, e sono quasi due settimane! - mi accusa mettendo su un adorabile broncio, certe volte mi chiedo chi dei due sia lo Hyung e chi il Dongsaeng, poi lo sento parlare con quel suo atteggiamento rassicurante e il sorriso costante, allora ogni dubbio scompare.
- La signora Lee mi ha anche detto che non mangi ... - butta lì, con aria colpevole.
- Hai parlato con mia madre? -
- Non proprio, mi ha chiamato lei. E' molto preoccupata, Taemin Goon perché ti sei ridotto così? Siamo tutti preoccupati! - dal suo sguardo capisco che è sincero, come sempre, ma non trovo comunque una risposta che possa soddisfarlo pienamente.
Sospira afflitto al mio incessante silenzio, - Ho saputo cosa è successo con quella storia degli anelli. - sento una fitta dentro che prontamente maschero distogliendo lo sguardo dal suo.
- Da quanto mi ha detto JongHyun Ssi tutte le voci si sono rivelate una bolla di sapone e lui non ti secca più ... si è risolto tutto, - sospira, - perché allora sei così depresso? E' successo qualcosa? -
Abbasso lo sguardo stanco, - No ... nulla. -
So che è una bugia. E dall'espressione del suo viso so che sa anche lui, come lo sa JongHyun Hyung e persino Sujo.

Sebbene mi sia tenuto lontano da lui, i miei pensieri hanno continuato a seguire l'ombra di Minho.
Ed ogni volta che penso a lui, il cuore mi fa male ... persino respirare mi sembra faticoso.

- Presto starò bene, Hyung. Grazie. -

E' difficile.




&






Sono costretto quasi a scappare da casa dello Hyung, mi ero completamente dimenticato di Sujong e JongHyun Hyung che mi aspettano nella zona residenziale di Apgujong, dove Sujo deve comprare, in ritardo, il regalo per Onew Hyung.
Sinceramente preferirei rimanere a casa a trascorrere una tranquilla giornata davanti a un buon libro, ma purtroppo per me, le promesse vanno mantenute.
Li raggiungo con leggero anticipo, fortunatamente.
- Tae, non puoi essere depresso per sempre! - afferma allegra, trascinandomi per il braccio lungo la via piena di negozi, a lei si aggiunge anche il fratello, più entusiasta che mai, - Taemin Ssi devi trovare un nuovo amore! - quasi gridano alzando contemporaneamente il pugno in aria, facendomi vergognare come poche volte in vita mia.
Abbattuto ma confortato li seguo nei loro affannosi giri di compere.
Quasi due ore più tardi arriviamo finalmente alla nostra destinazione iniziale, sono esausto.
- Io starei leggermente male ... - ridacchio nervosamente, mentre loro sono ridotti peggio di me, con decine di buste tra le mani. - Tae, tu sei leggero, guarda lo Hyung! - ride Sujo, al che lascio andare anche io un flebile sorriso notando la piramide di pacchi che è costretto a portare.
- Entriamo! - suggerisce quest'ultimo, leggermente corrucciato.
Il negozio è davvero carino all'interno, pieno di monili vari che credo di non aver mai visto prima in vita mia.
- Me lo ha consigliato un caro amico di JJong dicendomi che la proprietaria crea pezzi unici, vero fratellone? - sogghigna mentre lo Hyung arrossisce vistosamente.
- Parli del diavolo ... - sussurra, interrompendosi alla vista del commesso che fa capolino da dietro uno scaffale.
Perdo un battito quando riconosco nel biondo Kim Kibum.
- Taemin Ah! - urla avventandosi no al mio ma al collo di JongHyun Hyung.
Scoppio a ridere, penso di non essere stato tanto sincero come in questo momento nelle ultime due settimane.
Gli altri tre mi fissano scioccati, - Bene! Questo è un passo in avanti! La scorsa settimana sembrava che stessi per morire! - dice, stringendo con un braccio il fianco di Kibum Hyung.
- La volontà di vivere è tornata? - sorride quest'ultimo schioccando con nonchalance un bacio sulle labbra a bocciolo del mio amico.
- Ti vedevo un po' sciupato, infatti! - constata, - Ma adesso, come le Fenici, rinasci dalle ceneri! -  consiglia poi, pizzicandomi la guancia.
Sorrido, un po' più spento.
Rinascere, eh?! Non penso di poterci riuscire, non ancora.

Perché mi occorre così tanto tempo? Perché mi sono innamorato così velocemente ma adesso che lo voglio dimenticare non ci riesco?
Perché dimenticare un amore sembra richiedere una vita intera?
E' illogico, dovrebbe essere il contrario, tutti soffrirebbero di meno.

- Allora? - chiede Sujo, guardandomi stranita. - Tae, mi hai sentito? -
- C-Cosa? -
Sbuffa, - Ti ho chiesto cosa mi consigli per Onew Oppa. -
- Non lo so ... - rispondo, ancora perso tra i miei pensieri.
- Non sei di alcun aiuto! - protesta, con cipiglio severo, facendomi sorridere un po'.
- Adesso chiamo Hee Noona! - suggerisce kibum Hyung, scomparendo dietro una porta situata dietro il bancone.
- Buon pomeriggio! - ci saluta la voce di una donna, prima di comparire con un grosso scatolone a coprirle il viso.
Quando, dopo aver posato lo scatolone a terra, si rialza, rimango paralizzato.
Sono sicuro che sia la ragazza che ho visto con ... con Minho Hyung. Non c'è alcun dubbio.





Note : La fine si sta avvicinando, mancano circa due/tre capitoli (: Mi dispiace della scarsa lunghezza di questo e del prossimo capitolo ma ho dovuto per forza dividerle in due ottenendo questa mezza pagina.

Fino ad ora non mi sono mai permessa di dire nulla, ma mi dispiace davvero molto vedere le numerose persone che seguono la storia per poi trovare solo un misero, ma apprezzatissimo, commento.
Ovviamente non scrivo semplicemente per i commenti o cosa ma non nego che non mi dispiacerebbe sapere le vostre opinioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Parte IX ***


2MIN CORRETTA EPF

RINGs ... Ding Dong
Parte IX






- Kibum Ah, sono tuoi amici? - chiede rivolgendosi sorridente al ragazzo accanto a me, scappo dal suo sguardo.
- Sì, loro due, - dice indicando me e il mio amico, - frequentano addirittura la stessa scuola del tuo adorato Min Ssi. - sorride, facendo ridacchiare anche lei dello stesso sorriso.
- Come se anche tu non adorassi il nostro caro cuginetto! - lo canzona, - Comunque, non vorrei essere maleducata ... Io sono Kim Hee, la sfortunata sorella di questo antipatico! - conclude indicando Kibum Hyung.

Cugini. Che sia cugina in linea diretta o di secondo grado, nonostante la differenza d'età, ha sempre più probabilità lei di me, di conquistare l'amore di Minho Hyung.

Sorridiamo tutti cordiali e ci presentiamo, con i dovuti oneri. - Anche se non frequentiamo la stessa scuola abbiamo avuto modo di parlare, - riprende Sujo, interrotta dal fratello, che pronuncia solenne un - Era un gran uomo! - meritandosi una gomitata sulle costole dal suo ragazzo che gli fa notare di star parlando al passato.
- Ops! - abbassa lo sguardo per la gaffe appena fatta, - per quanto mi riguarda, - e mi lancia un'occhiata significativa, - lui è praticamente morto. - lo vedo rabbuiarsi un po', ma continua comunque a sorridere in mia direzione.
- Hai ragione! - gli da sorprendentemente ragione Kim Hee, - In questi giorni si sta comportando come uno zombie! -
- Intende Minho Oppa? - chiede curiosa per tutti Sujong.
- Sì. - annuisce questa volta la mia Umma.
- Sono giorni ormai che ha smesso di parlare a casa. Non mangia e sta rintanato nella sua stanza, sembra che stia così da prima delle vacanze scolastiche. - Le mie stesse condizioni. - Addirittura il lunedì successivo al suo compleanno è ritornato a casa completamente bagnato, dopo essersi fatto quasi dieci chilometri a piedi sotto la pioggia. -

Lunedì 12. E' stato il giorno in cui mi ha baciato, pioveva.

Il ragazzo con la camicia leggera ...

- Dieci chilometri? - chiede ancora Sujo, impressionata come tutti noi.
- Sì, casa di Minho Ssi è abbastanza lontana, il punto però è che si è ammalato ma voleva comunque andare a scuola, fortunatamente glielo hanno impedito. -
- Speravamo che gli passasse in fretta come l'altra volta, ma non è successo. - commenta il fratello stringendosi nelle spalle.
- Altra volta? - questa volta sono io, avido di sapere.
- E' già accaduto qualche mese fa che passasse un momento "No", allora sia io che Kibum Ah ci siamo davvero spaventati, ovviamente abbiamo entrambi intuito che ci fosse dietro qualcuno, d’altronde non perdi l'appetito perché hai perso una partita di calcio! -
- Ho i miei dubbi per quanto riguarda Minho Goon - la interrompe ancora una volta Kibum Hyung, solo l'altro Hyung sembra apprezzare la battuta, mente Kim Hee riprende, - fortunatamente quella volta si è tutto risolto dopo che gli ho creato uno strano anello identico a quello che probabilmente ha la persona che, oserei dire, amava. -  
- Tre fasce, una d'oro baciata da due d'argento. - sussurro, scioccato e quando annuisce colpita dalla descrizione, sento crollarmi addosso il mondo.
- Si comporta come se avesse il cuore spezzato, mi dispiace saperlo così triste, dopo tutto quello che ho fatto per aiutarlo. -

Aiutarlo, perché mai dovrebbe ... ? Non è lei la persona che Minho Hyung ama?
 
E' il suo anello quello a cui lui tiene tanto, ricordo precisamente, ha detto « lo considero un dono prezioso » , come un lapsus ricordo ciò che aveva detto prima « Qualcuno lo ha fatto per me e lo considero un dono prezioso »

Per averlo ho dovuto comportarmi in maniera assurda e costringere Hee Noona a regalarmelo.

Potrebbe essere che lei abbia fatto quell'anello ... sotto richiesta dello Hyung?

- Adesso che mi ricordo, quando mi ha chiesto di copiare l'anello mi ha esplicitamente confessato di amare il possessore dell'anello. - spiega annuendo in mia direzione.
- La persona che ama? - ripetiamo in coro tutti e quattro sorpresi, - Io l'ho dovuto pregare solo per ottenere un misero: « E' interessante! » E tutto quello che so me lo sono dovuto immaginare! - la rimbecca il fratello, offeso.
- Nemmeno io so un granché, so solo che si tratta di qualcuno che frequenta la sua stessa scuola. - e per l'ennesima volta, tutti insieme, sbianchiamo, gli occhi evidentemente puntati su di me.
- Ahh, io l'ho sempre detto che Minho Ssi è troppo esigente. Avrebbe dovuto parlare chiaro come me, - sospira, facendo un piccolo occhiolino a JongHyun Hyung, - Non può pretendere che oltre al ricambiarlo quel povero ragazzo cada ai suoi piedi inciampando da solo! -

 Devo decisamente parlargli. Ho bisogno di capire.

Sei innamorato di me?

- Per favore, potresti dirmi dove si trova Minho Hyung adesso? - la supplico.
- E' a casa sua! - suggerisce entusiasta Kibum Hyung.
- Scusatemi, devo andare ... - vedo tutti quanti rivolgermi un grande sorriso. Non hanno bisogno di spiegazioni lo sanno già.

L'unico stupido a non aver capito ero io.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Parte X - Epilogo ***


2MIN EFP PARTE X
RINGs ... Ding Dong
Parte X - Epilogo






Sono tornato nel parco dove quasi due settimana fa ho ascoltato la conversazione tra Minho Hyung e Hee Noona, e come allora mi sono perso.
Cerco distrattamente di ricordare in che direzione li ho visti andar via,ma ero talmente sconvolto che non mi biasimo per non ricordare assolutamente nulla.

Tu-tum. Tu-tum.

Se non sentissi il cuore martellare, come impazzito, direi di star per morire per quanto sono agitato.
L'ultima volta gli ho detto che avremmo chiuso, che non avrei voluto avere più niente a che fare con lui, mi chiedo se lo Hyung saprà riderci sopra e perdonarmi.
Ricontrollo il biglietto che ancora conservo nella tasca del giaccone, ma da quanto so la villa dove vive dovrebbe essere la prima dopo il cespuglio delle azalee, il problema, purtroppo, è che il parco è completamente spoglio e io con il senso d'orientamento ci ho litigato da bambino e non mi fa più compagnia da molti anni.
Percorro l'ennesima volta il viale lungo il parco, in attesa di incontrare qualcuno che mi sappia dare qualche indicazione utile, ma a quanto pare fa troppo freddo perché escano per farsi una passeggiata. Come dargli torto.
- Sei sulla strada sbagliata. - mi sussurra qualcuno vicino l'orecchio, accarezzandomi piano il fianco, un strano senso di Deja-vù mi pervade.

La conosco questa voce. E il tocco. E la sagoma di un paio di tenebrosi occhi scuri mi guizza nella mente come fuochi d'artificio nella notte, facendomi sussultare non poco.

Gli occhi del mio cavaliere per quel unico ballo, del ragazzo dell'Express 9 ¾, e ne sono più che certo anche dall'incredibile profumo, di Choi Minho.  
Non mi allontano e con le mie cerco le sue mani, fino a stringerle piano, con delicatezza, spaventato dal vederlo sparire in una nube di fumo come nei miei incubi.
Quando, finalmente, incontro il suo sguardo la paura di perdermici mi assale, facendomi aumentare spasmodicamente i battiti del cuore.

Tremo.

Lo vedo davvero per la prima volta e ... ed è bellissimo.

Più alto di me, tanto che devo tener su il mento per avere un contatto diretto, capelli sbarazzini leggermente lunghi che incorniciano un viso piccolo e dolce.

E poi ci sono loro, quegl'immensi pozzi di cioccolata in cui sono costantemente in caduta libera ma che non mi fanno mai desiderare di uscirne. Di salvarmene.

Non dice altro, un timido sorriso fa capolino cancellando il broncio, che so esser stato permanente per giorni, definitivamente.

Le lunghe braccia, che mi stringono delicatamente ma con vigore, mi catapultano nel presente, realtà in cui percepisco tutti i sensi annebbiati dal desiderio penetrante di baciarlo, stringerlo, e fargli maletanto.
Chiudo automaticamente gli occhi quando lo vedo farsi più vicino, tremante attendo un contatto finché non lo sento, il respiro accelerato, caldo, le labbra morbide e soffici che mi sfiorano piano.
Questa volta sono io quello che freme e cerca un contatto più profondo, ma da parte sua, che lambisce lentamente le mie labbra, ricevo solo tenerezza, non c'è più violenza, né angoscia, né dolore, solo una tacita richiesta di perdono.

Mi sciolgo nel bacio, con poco fiato e troppo desiderio.
Sorrido perché lo vorrei ancora più vicino ma non posso perché vorrebbe dire fondersi, e qui, al centro di un parco, non mi sembra la cosa più appropriata.
Ci separiamo per riprendere ossigeno, ma non riesco a stargli lontano tanto che gli cingo il collo con le braccia in una stretta tanto poderosa da non crederci io stesso. Ricambia il mio abbraccio, stringendomi a sua volta per i fianchi magri.



- I ragazzi mi hanno chiamato, festanti. - dice dopo un po' che siamo fermi nella stessa posa, facendomi sorridere.
- Minho ... - lo chiamo, - com'è iniziato? - chiedo curioso, allontanandomi di poco dal suo abbraccio.

Sorride, imbarazzato.

- Vado dietro al magazzino degli attrezzi tutti i giorni all'ora di pranzo dall'inizio del primo anno, purtroppo le ragazze diventavano talmente insistenti verso quell'ora da costringermi a scappare. Quest'anno gli allenamenti erano sempre così pesanti che capitava, spesso, che mi addormentassi un po' dovunque e dietro il magazzino era decisamente il mio luogo preferito. -  ridacchia imbarazzato, passandosi una mano dietro la nuca.

- Un giorno, - riprende, - mi sono svegliato a causa di qualcuno che urlava, eri caduto, - e inizia a riderne al ricordo.

Mi offenderei permaloso come sono, ma di fronte a questa visione, sfido chiunque a resistere dall'aprirsi anch'egli in un sorriso. - Continua - lo imploro, pizzicandogli giusto un pochino un fianco, mi sento smanioso del suo contatto, affamato. Cerco, comunque, di frenarmi.

Calma i bollenti spiriti.

- Avevo paura di essere stato scoperto, ma quando stavo per andarmene mi sono reso conto che chi aveva urlato non era una ragazza e ... - si interrompe, bloccato dalle mie labbra fameliche.

Premo le labbra contro le sue, impaziente di assaggiarlo, gliele lambisco freneticamente, in attesa che dischiuda la bocca. Lo sento gemere impercettibilmente quando, finalmente, le nostre lingue si incontrano intraprendendo un'aggressiva  battaglia per il dominio.

Senza un vincitore e con insufficiente ossigeno nei polmoni, mi stacco dalle sue labbra.  - S-Scusami. - ansimo, senza fiato, chiedendogli poi di continuare.

Tossisce, arrossendo.  - ... stavi danzando, volavi. - Prende un lungo sospiro durante la pausa, - Sono stato sorpreso, impressionato, colpito ... rapito. E senza nemmeno rendermi conto mi sono innamorato. -

Sospiro, tremulo.

- Tu hai preso il mio anello quando l'ho dimenticato lì? - chiedo, ricordandomene improvvisamente.

Annuisce.

- Mi ero subito accorto che ti eri dimenticato della catenina. Inizialmente la volevo lasciare lì ma poi l'idea di prenderla e restituirtela mi è balenato in mente come un fulmine a ciel sereno, ma ci ho subito ripensato, avresti scoperto che ti osservavo quindi ho zittito la coscienza. L'ho raccolto con la semplice intenzione di vedere qualcosa che ti apparteneva, ma sapevo che l'avevo preso perché volevo qualcosa di tuo.
Poi ho notato l'anello ... era strano, così particolare. Ero curioso di sapere perché lo portassi al collo, quindi me lo sono provato ma nel momento esatto in cui me lo sono infilato al dito ho sentito dei passi. Non immagini lo spavento. -

Un leggero rossore inizia ad imporporargli le guance, alza lo sguardo verso qualcosa di indefinito.

- Mi sono nascosto. E ti ho visto ritornare di corsa e cercare dappertutto l'anello che io portavo al dito, avevi la fronte leggermente corrucciata e ti mordicchiavi il labbro ma senza trattenerti sei corso via. -  
- Me ne sono andato felice, convinto di poter finalmente smettere di ridurmi ad essere un miserabile guardone, di riuscire a rinunciare a quell'hobby così nocivo. Mi faceva fin troppo male il desiderio ossessivo di guardarti, di imparare ogni tuo minimo particolare, di ... - un sorriso amaro gli affiora sulle labbra.
Mi dispiace, gli sto per dire, ma lui riprende. - Il giorno dopo sono tornato. -

Sorrido.

-Ci ho pensato tutta la notte, e alla fine ero arrivato alla conclusione che se volevo vincere, dovevo gareggiare. Ma dal solito orario in cui arrivavi sono passate prima un'ora, poi due e alla fine quando ha iniziato ad imbrunire ho dovuto ammettere la sconfitta. Non sono nemmeno potuto scendere in campo. Non sei venuto né quel giorno né le tre settimane successive. Il tuo anello iniziava a lacerarmi il cuore. - Abbassa lo sguardo al che i ruoli sembrano invertirsi.

Da quando ho questa voglia impellente di stringerti?

- Ho supplicato Hee Noona affinché realizzasse un anello identico al tuo. Non ha opposto molta resistenza poiché non le ho mai chiesto nulla e quando finalmente ho avuto il mio anello tra le mani ho realmente deciso di rinunciare a te. Fine. Game Over. Avrei semplicemente riposto il tuo anello in modo che lo ritrovassi e tutto sarebbe finito senza nemmeno iniziare. - sospira.
- Ma è stato un'altro buco nell'acqua. - sorride, - Quando una settimana dopo sono andato a recuperare alcuni attrezzi per la palestra tu eri lì, nel nostro posto segreto. - mi guarda pronunciando quel "nostro" che mi fa battere forte il cuore.
- Non sono più voluto tornare lì, me lo sono autoimposto. Ho continuato a guardarti da lontano, mentre giocavo a calcio o a Basket, sapevo che eri lì, a pochi metri da me e forse qualche volta ti capitava di posare lo sguardo su di me ma questo serviva a darmi solo la spinta in più, nient'altro. - mi accarezza la guancia, avvicinandomi a se con l'altra mano.
- Ho continuato ad indossare il mio anello per dimostrare a chiunque ci fosse lassù che non mi arrendevo al destino solo perché invece di una principessa avevo scelto un Principesso. -
- Poi piccola peste ... - mi attira a se, poggiandosi delicatamente contro il tronco di un albero da noi poco distante, - ... ti è venuta la geniale idea di svenire al centro esatto del corridoio principale. - mi stringe portando le sue mani dietro la mia schiena ed intrecciandole tra loro. Mi lascia un primo bacio sulla guancia, sorridendo poi vittorioso vedendomi arrossire violentemente.

- Eri sorpreso. - deduco, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo, - Perché sei stato così scorbutico quella volta? -

- Sorpreso era poco, mi sono fatto prendere dal panico. Non mi aspettavo di trovarti a pochi metri da me, con tremila alunni in tutta la scuola proprio tu. E per di più sapevi che avevo il tuo stesso anello. L'anello che avevo copiato da te. Il mio unico pensiero è stato quello di scappare il più in fretta possibile. -

Mi sento in imbarazzo ricordando la situazione sotto questo nuovo punto di vista.

- Non puoi capire quanto sia stata dura parlarti quando mi sei venuto addosso, così vicino ... -
- Perché non me l'hai detto subito? -  Sarebbe stato tutto più facile, sospiro.
- Andiamo, pensaci. - ridacchia, - Se un altro ragazzo improvvisamente ti avesse confessato il suo amore ... tu avresti detto semplicemente "va bene"? - chiede scettico.

Forse non ha tutti i torti.

- E poi ... stavo ancora lottando contro i miei sentimenti. Fino al giorno prima di incontrarti non mi era mai passato per la testa di potermi innamorare, e per giunta di un uomo - abbassando lo sguardo si corregge - di un ragazzino! -
- Ehi, Minho ... - protesto seppur sorridendo, - Hyung! -
Mi lascia un bacio sull'angolo della bocca. - Bene, finalmente. - Pensavo mi stesse per dire che finalmente l'ho chiamato usando l'onorifico, mi sbagliavo.
- Cosa? -
- Finalmente riesco a vedere il sorriso di cui mi sono innamorato. - risponde spontaneo, aprendosi anche lui in un piccolo sorriso.

Come fa a dirlo così naturalmente quando io prendo fuoco?

- Ho pensato che probabilmente non l'avrei mai visto rivolto a me, visto che non avrei mai sognato di essere corrisposto. -
Rido. - Così ci sono cose che anche tu consideri impossibili?! -
-Ovvio! Anche se sono l'uomo perfetto. Questo era troppo. - proclama saccente, pizzicandomi per giunta una guancia.

Idiota!

- Tornando seri, che non accada più! - mi rimbecca, - Cielo, non fidanzarti così facilmente! E' una truffa la tua! -
Non capisco di cosa parla, - Io non mi sono mai fidanzato. -
- Sono abituato alle donne che piangono per me, ma stavolta ero seccato anche io! - lo vedo estrarre una piccola collana con uno strano ciondolo, quando togliendolo me lo consegna, riconosco il mio anello.
- Faresti meglio a chiedere scusa alla piccola Hyuri. -
- Hyuri? -
- La mia nipotina, Cho Hyuri, figlia di Hee Noona, quando la madre l'ha trovata con l'anello in mano è subito venuta da me. L'ho ripreso per te. - mi spiega infilandomi l'anello nell'anulare sinistro.

Il mini bassotto dal pelo lungo. Minnie.

- Ma come fa l'anello a starmi nell'anulare? - chiedo più a me stesso che a lui, ma risponde comunque lui, - Portiamo gli anelli sul medio, ma scambiandoceli entrano entrambi all'anulare dell'altro ... è logico che ce li scambiamo, non trovi? -
 
Gli sorrido, consapevole della strada percorsa per arrivare qui, a questo momento.

E quando pronunciamo contemporaneamente quel timido ma irremovibile Sarang haeyo. arriva anche la consapevolezza dell'essersi trovati, finalmente.



Nolla-ul ppuniya goma-ul ppuniya saranghal ppuniya.
How surprising, how thankful, it’s just love.
[Super Junior - No Other]








Note: Finito!  (:
Ci ho messo più di quanto immaginassi, ma finalmente ecco l'ultimo capitolo ... grazie a tutti coloro che hanno seguito questa "storia" nata dall'intreccio dei mille manga che ho letto durante questi ultimi anni (Esatto, non tutto è farina del mio sacco, LOL)

Per chi non lo sapesse, capra!, la citazione al primo capitolo (Per Aspera sic itur ad Astra) è presa dall' atto II del Hercules furens di Seneca. E in questa storia è ovviamente riferita a Taemin, perchè nulla si ottiene senza faticare o senza soffrire un pizzico. ;)

Spero con tutto il cuore che chiunque abbia seguito questa storia non ne sia rimasto deluso, grazie a tutte le ragazze che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/da ricordare.
Un bear-hug (alla YunHo, per intenderci) a tutte le ragazze che hanno speso un po' del loro tempo a lasciare un pensiero

P.S. Per chi fosse interessato, forse, posterò una OS ( sempre 2MIN) a breve, però prima un'amica mi dovrà confermare se è passabile o meno, anche perchè è la prima SMUT che scrivo. >.<

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=896183