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-Ryan Shirogane! Sono stufa, stufa, stufa marcia di
continuare a pulire questo pavimento!- Strawberry Momomiya lasciò cadere la
scopa che aveva in mano, che si schiantò rumorosamente sul roseo pavimento del
Caffè Mew Mew.
Le sue compagne, Mina Aizawa, Lory Midorikawa, Paddy Wong
e Pam Fujiwara, spostarono lo sguardo su di lei, ma infondo senza darle troppa
attenzione. Quella scena l’avevano vista già troppe volte.
Anche il ragazzo che era stato chiamato dalla voce
stridula della ragazza rossa alzò gli occhi color del cielo verso di lei e
sospirò: -Va bene, Strawberry.-
-No che non va bene! Sei..così irritante! E ho anche
dovuto rimandare l’appuntamento con Mark! - strillò nuovamente la rossina
Gli occhi azzurri si spostarono sul soffitto, rivelando
l’esasperazione del ragazzo.
Fortunatamente, un altro ragazzo uscì da una porta del
locale: -Lasciate stare le pulizie, ragazze. C’è stato un altro attacco degli
alieni!-
Cinque lampi di luce si sprigionarono nella sala del
locale, ancora chiuso al pubblico, e in pochi attimi quelle cinque ragazze si
trasformarono nelle più famose adolescenti di Tokyo: le Mew Mew.
Corsero veloci verso il luogo indicato loro da Kyle
Akasaka, loro amico e “vice-capo” del progetto Mew.
Ad “aspettarle” trovarono tre loro conoscenze: gli alieni
Quiche, Pie e Tart.
-Buongiorno bamboline! Siete venute a giocare con noi!-
esclamò il primo, facendo saltellare su una mano un piccolo chimero.
-Non scherzare con noi, Quiche! Perché non ci lasciate in
pace?- gli urlò per risposta Strawberry.
-Così mi ferisci, gattina!- la prese in giro lui –Pensavo
che ti piacesse giocare con me!-
Già abbastanza irritata, la Mewgatto non esitò a
lanciargli subito contro uno dei suoi attacchi:
-Ribbon Strawberry Check!- esclamò, puntando verso
di lui un cuore peloso rosa, la sua arma.
L’alieno, però, lo evitò facilmente: -E va bene…mi
costringi ad andare sul pesante…!- un ghigno malefico si stampò sulle labbra di
Quiche, che lanciò una decina di chimeri contro di loro.
Con sommo orrore, le cinque ragazze scoprirono che quei
chimeri si erano trasformati in giganteschi insetti.
-Non riusciamo a sconfiggerli!- urlò Mewlory, sparando per
l’ennesima volta un getto d’acqua ad una maxi-cavalletta
Le compagne non se la cavavano meglio: Mewberry evitava di
essere colpita dall’acido di una formica formato gigante, ad ogni frustata che
Mewpam lanciava ad una lucertola, questa si rigenerava, Mewpaddy saltellava
allegra tra le bocche di due grilli e Mewmina cercava di sfuggire ad un
orribile millepiedi volando alta nel cielo.
-Voglio un disinfestante!- urlò quest’ultima, atterrita da
quell’animale viscido che si ergeva in verticale per afferrarla
-Quiche…trovi tanto divertente fare in modo che quelle
cinque umane urlino come delle oche? Non faremmo molto meglio ad eliminarle
subito?-esclamò stancamente Pie
-Andiamo, Pie! Un po’ di divertimento, sul lavoro, non
guasta mai!-
Dopo un’ora, però, le cinque ragazze riuscirono ad
eliminare quegli esseri schifosi.
-Hai visto, Tartino caro? Siamo più forti noi!- esclamò la
piccola Mewpaddy all’alieno, che le rispose con una linguaccia: -Non chiamarmi
Tartino!- strepitò
L’alieno dai capelli verdi si abbassò fino alla Mew rosa:
-Ci vediamo presto, gattina!- le mormorò, schioccandole poi un bacio sulla
guancia.
Il suo nome, strepitato con voce stridula, lo inseguì
attraverso il teletrasporto.
Quelle cinque umane di razza inferiore erano a lavorare
nell’orrido locale rosa confetto, ben visibile dalla sua posizione. Chissà,
magari stavano servendo altri esseri della loro specie. Quanto gli sarebbe
piaciuto poter attaccare di sorpresa in quel momento, uccidendone così un bel
numero, e perché no, magari riuscendo anche a togliere di mezzo le cinque
rompiscatole. Ma purtroppo, non gli era permesso, non in quell’ora,
perlomeno.
Guardò attentamente l’apparecchio che stringeva in mano.
Era un piccolo dispositivo rotondo, da lui stesso progettato. Una…macchina del
tempo, l’avrebbero chiamata gli umani. Lui, preferiva chiamarlo “dispersore
temporale”. E gli sarebbe piaciuto poterlo testare su di loro…
Un sogghigno malefico gli si dipinse sul volto. Scese
velocemente a terra e posò quel piccolo congegno elettronico tra i ciuffi
d’erba del Caffè Mew Mew, nascondendolo bene. Si sarebbe attivato
automaticamente non appena una di loro avesse camminato nel raggio
d’azione di un metro.
Gli era costato un sacco di fatica, quell’invenzione,
soprattutto perché aveva dovuto programmarlo per cui si sarebbe attivato solo
quando avesse riconosciuto dei DNA modificati, come quelli delle Mew Mew.
Si allontanò silenzioso nella luce del mattino. Presto, la
Terra sarebbe stata loro, e quel Sole avrebbe potuto goderselo
tranquillamente…
-Va bene, ragazze. Pausa pranzo.- la testa di Kyle spuntò
fuori dalla cucina, facendo sospirare di sollievo tre ragazze.
Tre, già, perchè Mina era tranquillamente seduta ormai da
mezz’ora a bere il suo the di metà mattina e Pam era in giro per Tokyo per un
servizio fotografico.
Strawberry si accasciò pesantemente su una sedia,
sospirando e asciugandosi con il dorso della mano la fronte bagnata di sudore.
-Non capisco perché ti lamenti tanto…- osservò l’amica
bruna, sfogliando tranquillamente una rivista di moda.
La rossa sgranò gli occhi, pronta a ribattere, ma una mano
deliziosamente profumata le tappò la bocca: -Strawberry, non ho la minima
intenzione di sentire i tuoi strepiti anche stamattina-
Ryan era arrivato tranquillo al suo locale, ore dopo
l’arrivo delle sue dipendenti.
Strawberry si girò verso di lui, con un tenero colorito
rosato che le colorava le guance: -Senti, capo, sono io che non ho…-
La mano le coprì nuovamente le labbra color delle fragole,
e Ryan si piegò sulle ginocchia per arrivare all’altezza del viso della
ragazza: -Cosa ti avevo detto?!?-
La Mew rosa non potè fare a meno di arrossire ancora di
più, nell’incontrare quelle due perle azzurre come il cielo che l’americano
aveva come occhi. Era una cosa che odiava. Quell’impertinente biondino…
-Che ne dite di una bella merenda sull’erba del prato?-
l’altro americano fece la sua comparsa nella sala reggendo un cestino da
pic-nic.
-Si!!! Un pic-nic!!- la voce di squillante di Paddy che
rotolava su una gigantesca palla attutì l’aria d’imbarazzo che si era creata.
Il gruppo si spostò nel grande giardino verde del Caffè,
sistemandosi nella parte ombreggiata dalla grande cupola rosa. Lory stese la
tovaglia a scacchi bianchi e rossi, mentre le altre ragazze si occuparono delle
vettovaglie.
Pochi minuti dopo li raggiunse anche Pam, perfettamente
truccata e pettinata dopo il servizio di moda.
Si stesero sulla grande tovaglia quadrettata, mangiando
felicemente ramen (*), okonomiyaki (**), e vari dolci preparati da Kyle,
e chiacchierando allegramente del più e del meno.
Il sole di maggio li riscaldava piacevolmente, e il
profumo del parco arrivava fin lì.
Strawberry posò il suo piatto sopra la pila formata da
quelli degli altri, e si girò verso Ryan.
Era appoggiato al muro del Caffè, con addosso gli
occhiali, e intento a prendere il Sole. Sentì caldo sulle gote nel realizzare
quanto brillassero i capelli che riuscivano a sfuggire al cappellino che
portava sotto i raggi della stella.
Lo squillo del suo cellulare l’interruppe da quelle strane
riflessioni. Che cosa importava a lei della lucentezza dei capelli di
Shirogane?!?
Si avvicinò al ragazzo per prendere il telefonino
vibrante, ma prima che riuscisse ad afferrarlo, il biondo lo agguantò e rifiutò
la chiamata.
-Niente telefonate quando si mangia in
compagnia…-sentenziò “Soprattutto se il chiamante è Aoyama!”
La rossa allibì a quel comportamento: -Ma come ti
permetti? sbraitò
Ryan abbassò gli occhiali da Sole neri (con un gesto
terribilmente sexy…) e la guardò da sopra quelli:- Uno: sono il tuo capo. Due:
ti ho già detto che non ho voglia di sentire i tuoi schiamazzi!- detto questo,
ritornò ai raggi solari.
Allora la rossa fece la prima cosa che le venne in mente:
tuffò la mano nei rimasugli dei ramen che avevano gustato e glieli tirò dritti
in faccia.
Il ragazzo balzò in piedi, tentando di togliersi dal volto
quella roba appiccicosa.
Le Mew Mew e Kyle non riuscirono a trattenere una risata.
-Strawberry, io giuro che questa volta ti…- Ryan iniziò ad
inseguire per il giardino la ragazza, mentre il resto del gruppo incitava ora
uno ora l’altro.
Quando ormai l’aveva raggiunta, una forte luce bianca li
avvolse, così potente che tutti dovettero chiudere gli occhi. Nel momento in
cui li riaprirono, Ryan e Strawberry erano spariti.
Non riuscivano a capire cosa fosse successo: un istante
prima, i due ragazzi si punzecchiavano come al solito e si erano rincorsi per
il giardino. Un attimo dopo, era comparsa una potente luce bianca che li aveva
quasi abbagliati, e aveva circondato i due. Poi, erano scomparsi nel nulla.
-Ehm…dove sono finiti?-chiese Lory
Kyle si diresse verso il punto della sparizione, seguito
dalle quattro ragazze rimanenti.
-State lontane, ragazze. Non vorrei che fosse un
dispositivo alieno!- esclamò il moro, chinandosi a raccogliere un piccolo
marchingegno rotondo, con una piccola lucina verde lampeggiante. Lo prese in
mano e lo rivoltò, finchè non riuscì a trovare quello che sembrava un pulsante.
Prese fiato e fece pressione. La lucina verde emise un ultimo guizzo e poi
scomparve.
- L’hai spento?- domandò nuovamente la Mew verde
-Credo di sì. Ora voglio capire cos’è e come
funziona…probabilmente è qualcosa che serviva a catturare voi Mew Mew, qualcosa
a cui io non, diciamo, interesso..- le rispose Kyle
-E allora perché ha preso anche Ryan?- volle sapere Paddy
-Perché anche Ryan ha dei geni animali nel DNA…è un gatto
come Strawberry…quindi il dispositivo ha riconosciuto anche lui come Mew
Mew…-rispose sottovoce Pam
-Ma che bravi! Non pensavo che ci sareste arrivati così
presto!- Pie, sopra di loro, batteva le mani
-Tu! Cosa ne hai fatto di Ryan e Strawberry?- gridò Mina
Pie liguardò
malefico: -In questo momento stanno vagando attraverso il tempo…in teoria, il
mio dispersore temporale sarebbe servito per voi cinque stupide, ma fa lo
stesso…-
-COSA HAI FATTO?- contrariamente a quello che si pensava,
non era stata Mina ad urlare quelle parole, ma Quiche. Era comparso
all’improvviso dietro al fratello maggiore, giusto in tempo per cogliere
l’ultima parte del discorso.
L’alieno dai capelli viola lo guardò sorpreso: -Ho
intrappolato quella gatta smorfiosa e il loro capo attraverso il tempo. Così
anche Profondo Blu sarà contento, quando si risveglierà completamente!-
-E come ne usciranno?- strepitò angosciato l’altro alieno
-Ma cosa t’interessa? In ogni caso, loro- e indicò con un
dito le quattro ragazze e Kyle –dovranno accendere il mio dispersore nel momento
in cui quei due attraverseranno una Porta del Tempo, in modo da riportarli su
questo pianeta.- un sorrisino sadico si materializzò sulle labbra di Pie:
-Badate bene, dovrete basarvi solo sul vostro istinto, perché il dispersore non
indicherà mai il momento esatto. Ah, un’altra cosa. Funziona a pile, come dite
voi. Ha un’autonomia abbastanza limitata…- l’alieno afferrò per un braccio il
fratello, e insieme si teletrasportarono via.
-Oh, beh, almeno abbiamo capito cos’è e come funziona!-
sentenziò Kyle, mettendo il congegno nella sua tasca e buttando nel cestino i
piatti di carta utilizzati.
Pam lo guardò storta: l’aveva capito solo lui…
-Quiche e la vecchiaccia, bleah!- Tart volteggiava davanti
al fratello, prendendolo in giro per l’attrazione che provava verso la Mew
gatto.
Il diretto interessato, però, sembrava non si accorgesse
della sua presenza, e continuava a fissare il vuoto davanti a sé.
-Lascialo perdere, Tart. Ha solo per la testa quella
stupida umana. Dovrebbe ringraziare che non faccio rapporto ai Superiori…- lo
rimbeccò Pie
-Dì un po’, i Superiori lo sanno che progetti
dispersori temporali senza la loro autorizzazione?- esclamò Quiche, alzando
finalmente lo sguardo.
“Colpito e affondato” pensò dopo qualche attimo, vedendo
che il fratello non rispondeva, ma si fingeva occupato con il suo computer.
-Allora, Pie, è vero? Non hai detto niente ai Grandi
Capi?- chiese Tart, facendo una capriola in aria e avvicinandosi al maggiore
dei tre alieni.
-Smettila, Tart. Sono cose che non puoi ancora capire. Sei
troppo piccolo.-lo liquidò freddamente l’alieno viola
Il piccolo alieno si offese e si nascose sotto una grande
pietra: -Non è vero che sono piccolo…-bofonchiò
Quiche sorrise, scuotendo la testa. Chissà dov’era
Strawberry in quel momento…
-Cameriera! Vorrei dell’acqua!-
Non c’era mai stata così tanta ressa al Caffè Mew Mew.
“E proprio oggi che Strawberry è scomparsa!” pensò
sbuffando Mina, correndo verso un tavolo con un vassoio pieno di bicchieri.
Era passata circa un’ora da quello strano avvenimento, e
siccome il locale aveva riaperto, non avevano avuto il tempo di studiare per
bene quell’aggeggio chiamato dispersore temporale.
Quando la Mew blu andò alla cassa per il suo turno, riuscì
a bloccare Kyle e a chiedergli informazioni.
-Mi dispiace, non sono riuscito a cavarne niente, e lo
tengo spento per paura che si scarichi. Ora servi pure il conto a queste
ragazze!- le rispose, allontanandosi velocemente.
Mina sbuffò, controllando l’orologio. Avrebbe dovuto
persino rinunciare al suo the pomeridiano!
Possibile che la loro vita non potesse essere mai normale?
NOTE:
(*) ramen: tagliatelle cinesi di farina di frumento in
brodo
(**) okonomiyaki: una specie di pizza cotta su piastra,
ricoperta da vari ingredienti a scelta a scelta (molto spesso salsicce, funghi,
pesce, ecc..)
Eccomi qua, sono
tornata! Questa fanfic è un po’ una scemenza, ma la tenevo nel “cassetto” da
tanto tempo…all’inizio era la trama di un fumetto che io e una mia amica (anche
lei grande appassionata di Manga e Anime, soprattutto di Tokyo Mew Mew,
Inuyasha, Card Captor Sakura e di una serie tutta miele chiamata Piccoli
problemi di cuore) volevamo disegnare, poi l’idea è stata messa da parte.
Poco tempo fa mi è ritornata in mente, perché la trama mi piaceva molto, così
l’ho richiamata alla luce, rimessa a posto e Voilà, ecco qui Maze.
Credo che stia
venendo fuori bene…ma voi commentate, commentate e commentate!!!
Besos a todos
HypnoticPoison
P.S:credo che sia un po’ diversa dal mio
solito genere di scrittura… probabilmente è perché una storia che scrivo mentre
ho dei “blocchi mentali” con Mele e caramelle, e quindi è un po’
forzata…spero questo non influisca troppo sulla vicenda… a me è anche servito,
come dire, per “rilassarmi” un po’, perché non è una trama particolarmente “faticosa”,
dal punto di vista della stesura. Magari servirà anche a voi per riposarvi tra
un capitolo e l’altro di Mele e caramelle!!!
Ryan stava per prenderla. All’improvviso, sentì un leggero
BIP. Una forte luce bianca avvolse lei e il ragazzo, che ormai l’aveva
raggiunta e afferrata per un braccio. Un senso di vuoto li colse allo stomaco,
per una frazione di secondo. Poi…
-Ryan…cos’è successo?-
Il ragazzo non le rispose, intento ad osservare il territorio
che li circondava.
-Di certo non siamo a Tokyo…almeno credo…-mormorò poi dopo
qualche attimo.
Davanti a loro si estendeva un territorio di terra rossa,
circondato da impervie montagne dello stesso colore. Alcune emettevano fumo
dalla vetta.
Quello che sembrava un grande lago partiva dalle pendici
dei monti e arrivava fino a loro. Tutto intorno, dei grandi boschi con alberi
altissimi.
Ryan rivolse la sua attenzione sulla ragazza,
letteralmente terrorizzata: -Strawberry, tu…hai le orecchie e la coda!-
La rossa spostò lo sguardo sul suo fondoschiena:-Ah si?
Beh, questo non è il mio problema principale, adesso!-
Cominciò ad armeggiare nelle tasche, alla ricerca del
cellulare, poi all’improvviso si fermò: - E’ vero…l’ho lasciato al Caffè perché
qualcuno mi ha rifiutato la chiamata!-
Uno strepitio improvviso stoppò sul nascere quella
discussione. Strawberry si aggrappò al braccio di Ryan, guardano terrorizzata
il cielo.
Un enorme coso volante stava solcando i cieli di
quello strano territorio. Aveva un lungo becco aguzzo, un’escrescenza sulla
sommità del capo e non aveva le piume.
- Cos’è?? Cos’è???- gridò terrorizzata
Ryan inghiottì la saliva: -Quello è uno pterodattilo!-
Un tremore salì lungo la colonna vertebrale della ragazza.
Da quel poco che si ricordava, lo pterodattilo era una specie di dinosauro
volante…
-E se quello è uno pterodattilo, allora noi siamo nella
preistoria…- continuò il biondo
Il dinosauro emise un altro verso, poi scese in
picchiata…verso di loro!
-SCAPPA!- gridò Ryan, tirando per un braccio Strawberry e
cominciando a correre verso il limitare della foresta.
All’improvviso, però, la terra tremò. I due ragazzi
alzarono lo sguardo, ritrovandosi davanti ad una gigantesca zampa.
-Ryan…questo lo conosco…è il dinosauro assassino di Jurassic
Park…-
mormorò tremante Strawberry, nascondendosi dietro il biondo –Però non credo che
se stiamo fermi non ci vede…-
Fortunatamente, il tirannosauro rex (questo il nome) non
era interessato a loro, bensì al dinosauro volante. Con una specie di salto, lo
afferrò fra i denti e lo uccise, deponendolo poi a terra per mangiarlo.
I due umani osservarono atterriti quella scena, poi
corsero via, al sicuro nella foresta.
-Forza!-esclamò Ryan –Sali sull’albero!-
Dopo qualche difficoltà, riuscirono a trovare rifugio tra
i grandi rami di una conifera.
-E adesso cosa facciamo?- pigolò la rossa, ancora
ansimante per la fatica
Ryan fece spallucce:- Non ne ho la più pallida idea…-
Un forte vento si alzò improvvisamente. Strawberry
rabbrividì, siccome indossava solo abiti leggeri.
Sentì qualcosa di caldo piombarle sulla testa, e
meccanicamente si abbassò, portandosi le mani al capo. Si stupì nel sentire che
il Ryan le aveva messo in testa il suo cappellino nero.
Si girò verso di lui per ringraziarlo…e scoppiò a ridere!
- Cos’hai?- esclamò il ragazzo, guardandola infastidito
Tra i singhiozzi di Strawberry, il biondo riuscì a capire:
-Tu…hai…le orecchie!-
Ancora senza capire, il bel statunitense portò le mani
sulla testa e trasalì.
Gli erano spuntate le orecchie proprio come a Strawberry!
E ora che guardava meglio, gli era cresciuta anche la coda!
-Ma che diavolo…?- mormorò, tastandosi sospettoso
quell’appendice pelosa che partiva dal fondoschiena.
Strawberry smise di ridere e si sporse a toccare le grigie
orecchie del ragazzo: -Sono le orecchie di Art!- mormorò, accarezzandole e
constatando che erano realmente vere
-Si, ma ora lascia stare!- la rimbeccò il biondo.
La rossa riprese a ridere, ma un enorme sbadiglio le
bloccò il sorriso sulle labbra.
-Come faremo ad uscire da qui?- sussurrò, appoggiandosi
alla ruvida corteccia dell’albero
-Non lo so…-
La troppa adrenalina accumulata e così di colpo consumata
l’aveva stancata moltissimo.
Si appoggiò dolcemente sulla spalla del biondo: -Ryan?-
disse sottovoce
-Mhm?-
-Sei spigoloso…-
Ryan sorrise nel buio della sera che ormai era calato su
quello strano mondo, illuminato solo dalla pallida luce della Luna. Quasi
automaticamente, il suo braccio sinistro volò a circondare le spalle della
ragazza che placidamente si addormentava, cadendo nel mondo dei sogni,
sicuramente migliore di quello in cui si stavano trovando…
Il Sole splendeva nella bella Tokyo, riscaldata dai suoi
raggi primaverili. Tutta la città era allegra, tranne che per quel bel Caffè
nel parco.
Lory guardò l’orologio: -Sono ormai tre ore che sono
scomparsi…- mormorò tristemente
La situazione, purtroppo, non era migliorata. Con tutto il
lavoro che avevano da fare, non riuscivano a trovare un attimo libero per
studiare a fondo il congegno ideato da Pie.
-Lory, per l’amor del cielo, vuoi venire a darci una
mano?!- la voce irritata di Mina la riportò al suo lavoro
Il campanello che stava sulla porta d’ingresso trillò per
l’ennesima volta. Le quattro Mew Mew si girarono per vedere chi fosse il nuovo
cliente…la persona sbagliata al momento veramente sbagliato…
-Mark! Ehm, che sorpresa! Che ci fai qui?- esclamò Mina,
con il tono di voce stranamente alto
-Sono passato a salutare Strawberry. Oggi ho finito prima,
con gli allenamenti di kendo, perché l’allenatore ha sostenuto che sono così in
forma che non ho bisogno di allenarmi ancora e così…- il moro continuò a
parlare per altri cinque minuti, durante i quali la Mew blu rischiava un
infarto. Che cavolo gli avrebbe detto adesso?
-Vedi, Mark, Strawberry in questo momento è andata…a fare
una commissione, sì, però non ti so dire quando torna…- lo interruppe la
ragazza
-Oh, che peccato. Volevo chiederle di aiutarmi a pulire il
parco, domani. Ma, per caso, il vostro amico Shirogane è andato con lei?-
chiese sospettoso Mark, perlustrando con gli occhi la sala del Caffè
-No, perché?-
-Perché di solito è sempre seduto alla cassa, oppure in
cucina, mentre oggi non lo vedo…-
-Quello che fa Ryan non è affar tuo.- Pam era intervenuta
a salvare la situazione con la sua glacialità
Mark indietreggiò leggermente spaventato: -No, certo che
no, avete ragione. Scusatemi se vi ho disturbato. Buon lavoro!- e si dileguò
velocemente
-Grazie, Pam. Ero caduta nel panico, non sapevo più cosa
rispondere!- sussurrò Mina
-Prego.-
Ma quanto può essere fastidiosa la Luna, a volte? Quando
con i suoi candidi raggi ti batte prepotentemente in faccia, impedendoti di
riposare in pace.
E in quel mondo, la Luna era davvero seccante. Nessuno dei
due ragazzi riusciva a rumore, sia per l’agitazione sia per la luce del
satellite terrestre.
-Almeno di questo possiamo essere sicuri…- esclamò Ryan,
calcandosi ancor di più il cappello sugli occhi –Se c’è la Luna, allora siamo
sulla Terra. Saremo in un’epoca di circa 225 milioni d’anni fa, ma almeno siamo
nel mondo.-
La ragazza che gli stava a fianco sospirò. Aveva una paura
tremenda…come avevano fatto ad arrivare in quell’era???
Un rumore alla sua destra la fece girare: Ryan stava
scendendo dall’albero.
-Ryan! Cosa stai facendo! Non puoi lasciarmi qui!- gridò.
Con agilità felina, scese velocemente dalla grande
conifera e si aggrappò al braccio del ragazzo: -Mi spieghi cosa vuoi fare?-
-Dobbiamo trovare una via d’uscita, e al più presto.- le
rispose il biondo, camminando lentamente
Lo strano paesaggio era illuminato solo dalla luce del satellite
terrestre, i cui raggi giocavano con gli alberi, creando strane ombre
affusolate sul terreno. In tutto questo c’era ben poco di romantico.
Oltretutto, strani rumori riempivano la notte. Fischi,
grugniti, ruggiti, tutti versi che facevano accapponare la pelle a Strawberry.
La codina nera sferzava l’aria, e le orecchie erano tese per cogliere anche il
più piccolo respiro.
-Ma, Ryan…tu sai come uscire?- bisbigliò, sempre
aggrappata al braccio del ragazzo, il quale rimase zitto e concentrato.
Dopo un po’ di tempo, Ryan esclamò: -Mentre hai fatto una
visitina nel mondo dei sogni, ho visto come un lampo di luce illuminarsi da
queste parti. Guarda se noti qualcosa di strano…-
-Ma come faccio che è buio???- piagnucolò la ragazza
L’americano si fermò guardandola scocciato: -Strawberry,
se noti è tutto illuminato dalla Luna, ben dieci volte più grande di quanto
siamo abituati. Non vedi che luce che c’è?!?-
Questo servì ad ammutolire la ragazza. Per un po’…
-Ragazze, sono le sette, dobbiamo chiudere!- Kyle fece
sgombrare le clienti rimaste al Caffè, che fino all’ultimo avevano sperato di
veder comparire il bellissimo proprietario del locale.
Le quattro cameriere tornarono dallo spogliatoio:
-Novità?- chiese Lory
-Niente di niente. Ho provato ad accenderlo ma non è
successo niente. Tabula rasa, ragazze.- rispose il moro
-Forse è meglio avvertire i signori Momomya che oggi
Strawberry non tornerà a casa…dirò che rimane a dormire da me…- sospirò Mina,
componendo al cellulare il numero di casa dell’amica.
Pochi minuti dopo, le ragazze uscirono dal Caffè: -Allora
ci vediamo domani…- le salutò Kyle, chiudendo la porta
Le quattro si avviarono sconsolate verso le rispettive
direzioni.
-Chissà, magari ci hanno fatto uno scherzo e adesso sono
nascosti da qualche parte a pomiciare!!- esclamò Paddy, rotolando su una
gigantesca palla.
- Paddy, non è divertente…magari adesso sono in pericolo,
impauriti e…- mormorò Lory, stringendosi le mani.
-Lory, Paddy, piantatela. Staranno sicuramente bene. Ora
andate a casa e dormite.- abbaiò fredda Pam, salendo sul suo taxi
“Secondo me, Paddy un pochino di ragione ce l’ha…chissà
cosa staranno facendo quei due, da soli…”pensò Mina, mentre un sorriso malizioso le ornava il viso
- L’hai visto anche tu?-
-C-credo di si…ma cos’era?-
Se prima era leggermente in ansia, ora Strawberry era
letteralmente terrorizzata.
Qualche istante prima, era apparso davanti ai loro occhi
una specie di rettangolo luminoso. In pochi secondi era sparito senza lasciare
traccia.
-Non credo…non mi sembra di essere in un cimitero…-
I secondi passavano, senza che la luce tornasse, un’attesa
snervante.
Qualche momento dopo, lungo come anni, quella strana luce
tornasse.
I due ragazzi ebbero il tempo per osservarla: -Sembra che
non abbia fine…- mormorò stupita la rossa
Ryan la prese per mano: -Saltiamo, Strawberry. È la nostra
unica possibilità!-
Prima che la ragazza avesse il tempo di ribattere, il
biondo la trascinò dentro al rettangolo luminoso.
Strawberry chiuse gli occhi, aggrappandosi forte
all’americano. Avvertì una spiacevole sensazione all’altezza dello stomaco,
come quando sulle montagne russe affronti un giro della morte a troppa velocità
e lo stomaco sembra rimbalzarti nella pancia.
Le sembrava di non avere niente sotto ai piedi. Poi,
all’improvviso, una luce molto più forte di quella lunare penetrò attraverso le
palpebre ancora chiuse. Mosse il piede leggermente. Possibile che ci fosse
dell’erba?
Aprì lentamente gli occhi: il Sole splendeva felice e
davanti a lei si stagliava imponente una siepe di un verde intenso.
-Siamo fuori da Jurassic Park?- chiese
Ryan si dileguò dalla sua presa, camminando attorno a lei
e osservando serio qualcosa. La rossa se ne accorse solo in quel momento: la
siepe verde che aveva visto non appena aperti gli occhi continuava tutta
attorno a loro, e anche per altri sentieri.
-Strawberry…- esclamò Ryan, togliendosi gli occhiali da
sole e guardandola fissa con i suoi meravigliosi occhi –Siamo in un labirinto…-
-Un che??-
Il biondo strabuzzò gli occhi, incredulo. Ma perché
proprio a lui doveva capitare una cosa simile??
-Ascolta, Strawberry. Un labirinto è una costruzione con
una pianta così complicata e tortuosa da rendere difficile l’orientamento e
quindi l’uscita. In altre parole, se non stai attenta, ti perdi!- spiegò
-Va bene, va bene, Mister Genius. Ora potresti spiegarmi
perché siamo finiti in un labirinto?- esclamò offesa la rossa
-Bella domanda…- rispose semplicemente lui, incrociando le
braccia dietro la testa e incamminandosi verso una delle multiple
stradelle.
Dopo qualche minuto, Strawberry gli fu a fianco e gli
chiese: -Ma se siamo entrati nel labirinto attraverso il rettangolo luminoso,
allora potremmo anche uscirne!-
-Complimenti, non credevo tu fossi così intelligente!- ironizzò
lui, continuando a camminare e senza voltarsi a guardarla.
La rossa si fermò di botto: più ci passava del tempo
assieme, più scopriva che Ryan era davvero insopportabile.
“No, non è vero…” pensò poi “Quando vuole sa essere anche
dolce e gentile…come ieri sera sull’albero…”
-Strawberry, quali pensieri poco consoni ad una ragazzina
della tua età stai facendo?-
Strawberry sussultò: -Eh? Ma cosa stai dicendo?-
Ryan si stampò un sorriso malizioso sulla faccia: - Hai
sospirato già tre volte, e poi sei tutta rossa…-
La ragazza arrossì ancora di più: -Ho solo caldo!- si
difese
-Si, come no… e io sono Aoyama…- mormorò il biondo
-Beh, mi piacerebbe molto di più se ci fosse il mio Mark
al posto di uno zoticone antipatico come te!- strillò Strawberry
Ryan non rispose, immerso in chissà quali pensieri…
-Quiche, per favore, la vuoi smettere di pensare a
quell’umana? Dobbiamo approfittare che la vecchiaccia e il suo amico non ci
sono e colpirle!-
Tart continuava a “galleggiare” davanti al naso del
fratello maggiore, nel tentativo di distrarlo dai pensieri che il piccolo dei
tre proprio non capiva.
Quiche rivolse gli occhi ambrati all’alieno: -Tart… non
hai nient’altro di meglio da fare?- mormorò annoiato.
Tart fece una capriola a mezz’aria: -No, finchè non ti toglierai
dalla testa quella vecchiaccia rimbambita!- esclamò facendogli una pernacchia
–E ora è il momento giusto per togliere di mezzo le sue amiche strampalate!! Un
colpo solo, a sorpresa, e non ci sono più!-
Quiche sospirò. Era preoccupato per quello che sarebbe
potuto accadere a Strawberry. E a dirla tutta, si annoiava senza prenderla un
po’ in giro…
-Tart! Lascialo perdere, e aiutami con questo nuovo
chimero…- lo chiamò Pie, che armeggiava davanti al suo computer
Il piccolo alieno non se lo fece ripetere due volte: non
era cosa abituale che potesse “giocare” liberamente con il privatissimo
computer di Pie…
Passo dopo passo, attorno a loro il paesaggio era sempre
lo stesso. Alte e verdi siepi s’innalzavano verso un cielo blu, privo d’ogni
nuvola, e il Sole splendeva allegramente, riscaldando l’atmosfera.
Erano entrambi più tranquilli, in quel momento. Anche se
non sapevano né dove fossero né come avrebbero fatto ad uscirne.
Eppure…la rossa non riusciva a rilassarsi…c’era qualcosa
che la metteva in ansia.
-Strawberry…da quanto state insieme tu e Mark?- esclamò
all’improvviso Ryan
Il cuore della ragazza le salì in gola, e divenne del
colore dei suoi capelli.
-Qu-questo non ti-ti interessa…- mormorò
Un sorriso beffardo si stampò sulle labbra del biondo: -E perché
no? Potrei essere l’ultima persona che vedrai…e poi sono il tuo…capo e sono
tenuto a sapere tutto della vita di chi devo proteggere…- continuò maligno
Senza accorgersene Strawberry aveva rallentato quasi fino
a fermarsi. Il cuore le pulsava velocemente, le guance le bruciavano come
quando aveva la febbre. Le gambe non rispondevano più ai comandi.
Ryan se ne accorse e ritornò sui suoi passi.
Poi avvicinò il viso a quello della ragazza le sussurrò:
-Perché ti sei fermata? Maybe are you
afraid of me, my dear ginger?-(**)
Se possibile, Strawberry divenne ancora più congestionata.
Chissà perché stare vicino a quel ragazzo le faceva sempre quell’effetto. In
più, non aveva capito una parola della domanda che le aveva posto Ryan.
-C-cosa ha-hai detto?- mormorò
Il ghigno beffardo si allargò ancora di più: -Lascia
perdere, ginger. Tu e l’inglese siete due cose diverse…- esclamò dandole
le spalle
Strawberry deglutì. Cosa c’entravano lei e la bevanda
analcolica?? (***)
Scosse la testa. Tutto quello che aveva pensato di buono
su Ryan fino a quel momento doveva essere cancellato. Perché la torturava
sempre così?? Eppure, sembrava tanto un angelo triste caduto dal cielo…
Le guanciotte paffute della ragazza si ricolorarono:
“Pensa a Mark, Strawberry, pensa a Mark!” si disse mentalmente.
Chiuse gli occhi, riprendendo a camminare e ripetendosi
quella frase. Ad un certo punto, sbatté la fronte contro un paio di pettorali
ben scolpiti.
-Ma ti sembra il modo di fermarsi, questo?- esclamò
arrabbiata, massaggiandosi la fronte
-Veramente eri tu che camminavi ad occhi chiusi…e poi mi è
venuta in mente una cosa…quando ti ho chiamata ginger, mica hai pensato alla
bibita, vero? (4) - la rimbeccò il biondo
E via, la Mew rosa si tinse nuovamente di rosso. Ryan ci
aveva azzeccato anche quella volta…
-Ma che vai a pensare? Certo che no!!- mentì lei
Ryan sorrise,
furbo: -Bene…-
Strawberry sospirò, mentre lentamente il battito cardiaco
si ristabilizzava.
La marcia verso…l’ignoto riprese. Gli unici rumori erano i
passi dei due ragazzi e i fischiettii che lanciava Ryan ogni tanto, mentre
camminava tranquillo con le braccia incrociate dietro la testa.
La luce della lampada creava un cerchio perfetto attorno
al tavolo del laboratorio. L’orologio ticchettava senza pietà, scandendo i
minuti e allungando l’attesa e la preoccupazione.
Aveva compiuto un giro completo da quando le porte del
Caffè si erano chiuse dietro le cameriere, e lui non si era ancora alzato dalla
sua postazione.
Il cerchio di luce illuminava il dispersore temporale
degli alieni, che emetteva di nuovo la lucina verde. Kyle pensava fosse un buon
segno, che indicasse il corretto funzionamento di quell’affare.
“Ancora qualche secondo, e lo spengo!” pensò.
Provava ad intervalli di un’ora ad accenderlo, sperando
che i due “scomparsi” ritornassero nell’epoca attuale.
Contò fino a dieci e spinse il bottone. La lucina verde si
spense.
Kyle sospirò: per quanto sarebbe andata avanti quella
storia? Non avrebbero potuto certo nascondere la sparizione di Strawberry a
lungo…
Si alzò strisciando la sedia sul pavimento e spense la
luce.
“Ryan…almeno evita di fare cose di cui poi potreste
pentirvi…” si ritrovò a pensare.
La fiducia che regalava al biondo quando questi era solo
con Strawberry superava di poco l’un per cento…
Ryan ora fischiettava un motivetto alquanto irritante, per
Strawberry. Da almeno mezz’ora non faceva che ripetere quelle poche note, senza
cambiarle mai.
-Ryan, per favore, potresti smettere di fischiare?- chiese
irritata la ragazza, mentre la codina nera falciava l’aria. Per tutta risposta,
il ragazzo iniziò a cantare:
-Ring-a-ring o ‘roses, a pocket full of poises, a-tishoo, a- tishoo, we all fall down!-(5)
Prima che Strawberry potesse ribattere, si materializzò
davanti a loro un nuovo rettangolo luminoso.
La rossa afferrò la mano di Ryan: -E-entriamo?- domandò
titubante
Il ragazzo le strinse la mano, e insieme saltarono dentro
al “buco”.
Questa volta, il “salto” fu più lungo. Strawberry potè
benissimo vedere un’infinità gialla attorno a lei, poi all’improvviso del verde
sotto ai suoi piedi.
Atterrò agilmente, piegando le ginocchia per attutire il
colpo. Solo in quel momento si accorse che Ryan non era più di fianco a lei.
Fu presa dal panico: cosa avrebbe fatto??
Si guardò intorno. Era in un grande parco, con file ordinate
di alberi e erba ben tagliata. All’orizzonte, sopra le cime del bosco, si
scorgeva quello che riconobbe come un tetto. S’incamminò per quel bellissimo
parco, fin quando non vide un parco giochi.
C’era l’altalena, lo scivolo, la giostrina, e una buca della
sabbia dove stava giocando un bimbo.
Strawberry si avvicinò, per chiedere anche aiuto.
Il bimbo, di circa sei anni, le dava le spalle, intento a
costruire un castello di sabbia. Aveva degli stupendi capelli dorati…
-Ciao, bel bambino. Mi puoi dire dove siamo?- gli chiese
con un sorriso.
Il bimbo si girò: -Hello. Who are you?-
La rossa trasalì: quel bambino parlava inglese!! Però,
perché le ricordava terribilmente qualcuno?
Lo osservò meglio…e sussultò.
“Gli occhi…gli occhi del bambino…” pensò
Il bimbo, nel frattempo, la osservava incuriosito…con un
paio di occhi azzurro cielo, così belli da incantare chiunque…
“Lui…lui è Ryan!”
-Who are you?-
Una voce di donna la riportò alla realtà. Si girò verso la
provenienza della voce e vide una donna bellissima, con dei lunghi capelli
biondi che le arrivavano fino alla vita e gli occhi azzurri come il cielo
d’estate, avanzare elegantemente verso di lei.
-Ehm, salve…non volevo disturbare…- balbettò Strawberry,
indietreggiando di un passo
La donna la fissò per un attimo, poi sorrise: -Oh, you’re a Japanese girl, as my husband!
Perdonaci, mio figlio Ryan, anche se è, diciamo, un piccolo genio, non ha
ancora la piena padronanza della tua lingua! Hai bisogno di aiuto?- continuò
poi, in perfetto giapponese.
Strawberry tirò un sospiro di sollievo: -Ecco…potrei
sapere dove sono?-
-Sei nel parco di villa Shirogane, piccola. Come sei
arrivata fin qui? Non ci sono mezzi che collegano New York a casa nostra!-
La rossa trasecolò: aveva ragione lei! Era caduta
nell’infanzia di Ryan, quando abitava ancora in America e i suoi genitori erano
ancora vivi!
Fu colta da un’improvvisa tristezza. Forse era meglio che
ci fosse stato Ryan al suo posto, per poter parlare ancora una volta con la
madre…
-Darling, è tutto ok?-
Guardò la signora Shirogane accarezzare dolcemente la
testa del figlioletto, che le sorrise compiaciuto.
-Mummy! – esclamò felice lui –Can we play to
ring-a-ring o’roses?- (6)
La bionda sorrise come solo una mamma, o una donna
innamorata sa fare. Prese le mani del bambino e iniziò a girare insieme a lui,
cantando con una bellissima voce dolce:
-Ring-a-ring o’roses, a pocket full of poises, a-tishoo, a-tishoo! We all
fall down! – poi si lasciò cadere sulla soffice erba del giardino,
senza preoccuparsi di sporcare la lunga gonna che indossava, mentre il figlio
le buttava le braccia al collo e la stringeva forte.
“Ecco cos’era la canzoncina che canticchiava prima Ryan!”
pensò malinconica Strawberry “Era il gioco che faceva con la madre…”
Ryan atterrò agilmente su una spiaggia dalla sabbia
morbida. La riconobbe facilmente: era una delle tante spiagge della baia di
Tokyo.
In quel momento era davvero affollata: gruppetti di
ragazze in bikini, famiglie con bambini, coppiette in dolci effusioni e tanti
altri ancora.
Si sentì osservato. Forse perché era l’unico ad indossare
jeans e scarpe…
“O forse per la mia naturale bellezza?” pensò ridendo tra
sé e sé
Effettivamente, un gruppetto di ragazze sui quattordici
anni lo indicava e rideva piano. Ryan sorrise loro, e con un gesto della mano
le salutò, mandandole in visibilio.
Improvvisamente, qualcosa si schiantò contro la sua gamba.
Abbassò gli occhi e vide una bambina di circa quattro anni aggrovigliata ai
suoi jeans bianchi.
Gli fece un enorme sorriso, diventando leggermente rossa,
proprio come il colore dei suoi capelli, che portava legati in due buffi
codini.
Ryan la guardò interrogativo, per non dire scocciato:
quella bimba non si staccava da lui…tuttavia aveva qualcosa di familiare…
Finalmente li raggiunse di corsa una donna, anch’essa con
i capelli rossi.
-Ecco dov’eri finita! Scusa, ti ha dato fastidio?- chiese
rivolta al lui.
Il biondo studiò per un attimo quel viso conosciuto:-No,
stia tranquilla, sua figlia non mi ha dato fastidio!-
La donna, pur essendo sui trentacinque anni, non riuscì a
non arrossire di fronte a quel quindicenne di una bellezza straordinaria.
Questo fece scattare un altro dubbio nella mente di Ryan:
dove diavolo aveva visto un viso come quello, che aveva le stesse reazioni?
-Ciao, come ti chiami?- squittì una vocina ai suoi piedi
Ryan guardò quella buffa bambina cicciottella che ancora
non si era scollata dalla sua gamba:
-Ciao. Mi chiamo Ryan!-
-Raian!- ripetè la bimba, aggrottando la fronte
-Tesoro, basta infastidire questo ragazzo! Vieni, andiamo
a giocare con la palla!- esclamò la madre, prendendo per mano la bimba, ma lei
si ribellò: -No! Voio giocare con Raian!- arricciò il naso e si aggrappò ancor
di più alla stoffa dei pantaloni bianchi.
“Quell’espressione…quel movimento del naso…ma dove…?”
pensò Ryan, più confuso di prima.
Un nome lentamente si fece spazio nella sua mente.
-Raian, io mi chiamo Stlobelli e ho quattlo anni!- squittì
di nuovo la bimba
Il biondo non potè fare a meno di scoppiare a ridere: la
bambina paffuta che gli stava davanti con addosso un costume intero a righe
viola e rosa non era altro che Strawberry da piccola!
-Bene, Strawberry, piacere di averti conosciuto. Ora mi
dispiace, ma devo andare! Ho un’amica che mi aspetta!- le disse,
scompigliandole i capelli
La mini-Strawberry lo guardò con gli occhioni color del
cioccolato pieni di lacrime: -Pecchè vai via? Non mi voi più bene?-
Ryan rivolse spaesato lo sguardo a colei che ormai
riconobbe come Sakura Momomiya. Lei alzò le spalle rassegnata.
Sentì tirare di nuovo i suoi jeans: -Va bene, Strawberry.
Andiamo a giocare con la sabbia!- sospirò rassegnato, prendendo per mano la
bimba felice e seguendo la madre fino all’ombrellone.
Ogni volta che sentiva su di sé gli occhi di Ryan, un
brivido le saliva lungo la colonna vertebrale. Anche se il Ryan che aveva
davanti aveva solo sei anni.
Era seduta ad un elegante tavolino di ferro battuto, sotto
un bellissimo pergolato ricoperto di gelsomino e glicine, e beveva the in
compagnia del piccolo Ryan e di sua madre.
Era piacevole passare il tempo con loro, che trasparivano
gioia e spensieratezza.
Strawberry non poteva fare a meno di pensare a quanto
fosse diverso il Ryan che conosceva lei a quello che le stava davanti.
“La morte dei genitori l’ha davvero cambiato…” pensò,
sorseggiando dalla sua tazza
-Mi piacciono i tuoi capelli rossi, Strawberry. They’re funny! - esclamò il bambino,
inzuppando un biscotto nel liquido caldo.
Sia la rossa sia la signora Shirogane sorrisero.
-Grazie, Ryan. Anche tu hai dei bei capelli!- rispose la
giapponese
Ryan saltò giù dalla sedia, e corse verso la casa.
La madre lo seguì con lo sguardo, poi si rivolse a
Strawberry: -Non ho ancora capito come hai fatto ad arrivare fin qui!-
Strawberry divenne del colore dei suoi capelli: -Oh,
ehm…stavo facendo una passeggiata soprappensiero e sono finita qui!- farfugliò,
sperando di essere convincente
La donna sorrise comprensiva: - E’ sta una fortuna che sia
arrivata tu! Il mio Ryan ha finalmente potuto giocare con qualcuno che potesse
capirlo…sai, i bambini della sua età non hanno ancora tutte le capacità
mnemoniche o intellettive che ha lui…credo che tu gli piaccia molto…-
Quell’ultima frase spiazzò la rossa: cosa intendeva dire?
“Oh, Strawberry, non fare la scema! Ryan ha sei anni, è
normale che si dica così!” tentò di rasserenarsi, mentre ingurgitava un
biscotto dietro l’altro.
Il piccolo americano ritornò, stringendo in mano qualcosa.
Si avvicinò a Strawberry e tese la mano destra: -Take
this teddy bear. It’s my favouritetoy.(7)Così ti ricorderai di me!- (che tenero!!! NdHyp) esclamò,
mostrandole un orsacchiotto marrone con la pancia color crema.
Gli occhi di Strawberry s’inumidirono mentre prendeva in
mano quel piccolo peluche: -Grazie!- esclamò
Anche la signora Shirogane sorrise: -Te l’avevo detto.
Credo che tu sia l’unica ragazza cui il mio piccolino si sia veramente
affezionato…-
Strawberry sorrise, leggermente imbarazzata: “Ma perché,
perché Ryan non è rimasto così?” pensò, guardando quel bimbo che ricambiava il
suo sguardo, la testa leggermente piegata verso destra. “Sembra un angelo…”
pensò
Il piccolo sorrise, un sorriso bellissimo che avrebbe
scaldato il cuore a chiunque, un sorriso come solo un bambino può fare.
Una luce brillò dietro a Ryan. Strawberry alzò lo sguardo,
ben sapendo quello che avrebbe visto. Un po’ di delusione aleggiò nel suo cuore
quando si dovette alzare dalla sedia di ferro battuto: -Grazie ancora
dell’ospitalità, signora Shirogane. Ora io devo proprio andare.-
La rossa si avvicinò al biondino e gli scoccò un bacio sui
morbidi capelli: -Grazie anche a te per l’orsacchiotto, Ryan!-
Il piccolo americano la guardò speranzoso e triste: -Non
ti scorderai di me, vero? Ci rivedremo un giorno?-
Il cuore di Strawberry si strinse in una morsa: -Certo che
mi ricorderò di te! E vedrai che ci rincontreremo. Ora devo proprio andare!-
Con un ultimo saluto, Strawberry s’incamminò verso il
rettangolo di luce e, senza voltarsi indietro, ci saltò dentro.
-So? Did you have fun with Strawberry?- chiese
la signora Shirogane al figlio, che teneva seduto sulle ginocchia
-Yes. She’s my best friend…- (8)
Il Sole calava lentamente, colorando tutto il paesaggio di
un morbido arancione. La spiaggia si andava via via svuotando, solo pochi
ombrelloni rimanevano ancora aperti, proiettando sulla spiaggia ombre lunghe
ormai inservibili.
Sotto uno di questi ombrelloni, Ryan stava riempiendo
l’ennesimo secchiello con la sabbia.
Con una mano sola sollevò il contenitore e lo scaraventò a
terra: -Ecco qui, Strawberry. Il venticinquesimo castello di sabbia di oggi…-
esclamò
La rossa gli sorrise, poi con un urletto si buttò di peso
sulla torretta di sabbia, distruggendola.
Ryan sospirò. Aveva già visto passare tre “mezzi di
trasporto luminosi”, ma non era riuscito ad entrare neanche in uno, visto che
la versione baby di Strawberry lo aveva costretto a giocare con lei.
Un rumore simile ad un tuono, ma in versione ridotta,
rimbombò all’improvviso. Ryan guardò stupito la piccola rossina. Possibile che
in nove anni non fosse cambiata di una virgola?
-Mamma! Ho fame!- esclamò la bambina
Il biondo si alzò, spolverandosi i pantaloni bianchi:
-Bene, Strawberry. Ora devo proprio andare. È già ora di cena!-
-Uffa…io mi stavo divertendo…però tornerai a giocare con
me?- chiese supplichevole la bimba, guardandolo con occhioni da cerbiatto
Ryan sorrise: -Sono sicuro che ci rivedremo! Fai la brava,
Strawberry e non fare arrabbiare la mamma!-
Il biondo salutò con un cenno della mano Sakura e si
allontanò verso il punto in cui era “atterrato”.
Si passò una mano tra i capelli biondi incrostati di sale,
e ripensò a quanto infondo si era divertito quel pomeriggio.
“Quando era piccola, Strawberry era davvero simpatica!”
pensò
La bimba l’aveva costretto a fare ben tre bagni in mare e
a fare valanghe di figure con le formine e la sabbia, ma infondo non era mai
stato così allegro per tanto tempo.
Alzò le braccia verso l’altro per sgranchirle un po’. I
muscoli dolsero, affaticati dopo aver sollevato Strawberry per “farle fare i
tuffi”. Aveva ancora sul petto minuscoli graffi lasciati dalle sue unghiette
quando si aggrappava a lui per sfuggire alla caduta in acqua.
Non potè fare a meno di pensare a quello che gli aveva
chiesto la bambina.
Se solo avesse saputo che l’avrebbe incontrato nove anni
dopo, e che sarebbe diventata una Mew Mew… Ryan scoppiò a ridere. Ogni volta,
Strawberry riusciva sempre a sollevargli l’umore.
-Oh, bene!- esclamò poco dopo –Ecco il mio rettangolo!-
Si diresse verso l’ennesimo rettangolo luminoso e, senza
indugiare, vi saltò dentro.
La luce gialla l’avvolse, mentre la velocità a cui stava
“cadendo” gli sollevava capelli e vestiti. Scorse il verde del labirinto sotto
i suoi piedi avvicinarsi velocemente. Si preparò ad attutire il colpo, ma non
appena ebbe posato i piedi sulla morbida erba qualcosa si schiantò contro di
lui facendolo finire a terra.
Strawberry strinse forte il regalo di Ryan. Era impregnato
dell’odore del bambino, molto simile a quello che aveva nella “realtà”. Senza
voltarsi indietro, saltò nel rettangolo che sperava la riportasse dal Ryan
attuale.
Il tragitto magico le sembrò più corto. Pochi secondi dopo
il salto riuscì a vedere il terreno del labirinto. Chiuse gli occhi…e si
schiantò contro qualcosa.
-Ma sei scema?- la voce irritata di Ryan proveniva
stranamente dal basso.
Strawberry aprì gli occhi, ancora dolorante per quella
caduta imprevista, e scorse Ryan sotto di lei, visibilmente contrariato.
D’istinto arrossì, il naso molto vicino a quello del
ragazzo, e scattò in piedi: -Scusa, scusa, scusa Ryan, non volevo!!-
Anche il biondo si tirò in piedi, massaggiandosi il braccio
destro: -Ma perché tieni gli occhi chiusi quando salti?? Ahia…sembra che un
elefante abbia camminato sul mio braccio…-
Strawberry fece l’offesa: -Uffa! Ti ho già chiesto scusa,
mi sembra!-
Ryan sorrise, ripensando a quello che era accaduto pochi
momenti prima: -Va bene, basta che non ti metti a frignare!-
La rossa gli mostrò la lingua.
-Strawberry…che cos’hai lì dietro?- chiese Ryan
La ragazza avvampò: -Ergh… dietro dove?- farfugliò
Il biondo sospirò e si avvicinò a lei: -Forza, fammi
vedere!-
Strawberry scosse la testa. Aveva paura che Ryan si
sarebbe arrabbiato, se avesse saputo che era andata a “curiosare” nel suo
passato.
-Strawberry…non fare la bambina…- Ryan le afferrò il polso
e la costrinse a rivelare quello che nascondeva.
Un’ombra strana passò sul bel viso del biondo: -Ma
questo…- posò gli occhi azzurri su Strawberry –Dove l’hai preso?-
La rossa prese fiato e strinse i pugni: -Quando siamo
saltati dentro il buco magico, io sono finita a… a casa tua, a New York. Lì ti
ho conosciuto, cioè, ti ho visto quand’eri piccolo, e ho conosciuto anche tua
madre. Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare e a bere the. Poi ho visto
aprirsi di nuovo il buco magico e sono andata via. Prima che me ne andassi,
Ryan, cioè, tu, mi hai regalato questo…-
Il biondo non proferì parola durante tutto questo
discorso; si limitò soltanto a stringere tra le dita il pupazzo di peluche.
-Fa niente…infondo, non è mica colpa tua se sono morti,
vero?- Ryan sorrise come la rossa non gli aveva mai visto fare. Un sorriso
bellissimo, dolce e malinconico allo stesso tempo.
-E poi… anch’io ho ficcanasato nel tuo passato…- riprese
il biondo, tramutando il sorriso angelico in una smorfia maliziosa.
La Mew gatto rizzò le orecchie (in tutti i sensi): -Come,
scusa?-
Ryan le diede le spalle, cominciando a camminare: -Oh
niente…dopo il passaggio temporale, mi sono ritrovato sulla spiaggia di Tokyo.
Mentre faccio ammirare la mia bellezza, qualcosa mi si avvinghia alla gamba. Tu
all’età di quattro anni… ti sei presentata, hai litigato con tua madre e mi hai
costretto a fare tre bagni in mare e a costruire non so quanti castelli di
sabbia…-
Strawberry trasalì: Ryan aveva visto lei quando
aveva quattro anni???
“Oh, no, questo non va bene!” pensò allarmata “Adesso
chissà cosa potrà andare a dire sul mio conto! Che ero cicciottella,
rompiscatole…”
-Ma non ti preoccupare…- riprese il biondo, interrompendo
il flusso di pensieri –Ho allenato i muscoli delle braccia e gli addominali a
forza di gettarti in acqua!! Non eri leggera neanche all’ora…-
La rossa si offese: -Lo sai che sei antipatico? Io che mi
preoccupo…-
Ripresero lentamente a camminare per gli stretti sentieri
del labirinto, in silenzio.
-Strawberry…- mormorò dopo una decina di minuti Ryan
–Com’era mia madre?-
La Mew Gatto rimase zitta, indecisa su cosa dire: -Beh,
ecco… era molto bella…e mi sembra-va, sembrava molto simpatica!- bofonchiò poi
Ryan accennò un triste sorriso: -Già…proprio così…-
Strawberry lo raggiunse e intrecciò le dita con quelle del
ragazzo: -Ti voleva molto bene…e credo che da qualche parte lei sia fiera di
te!- mormorò
Il ragazzo rafforzò la presa: -I hope it…- (9)
Continuarono a camminare verso l’ignoto, mentre le loro
code s’intrecciavano…
NOTE:
(*) fuoco fatuo: ciascuna delle fiammelle che appaiono
talvolta, emesse dalle tombe, nei cimiteri, dovute alla spontanea accensione di
prodotti gassosi propri della decomposizione dei cadaveri (sì, lo so, fa
veramente schifo! NdHyP)
(**) Maybe are you afraid of me, my dear ginger?:
“Hai forse paura di me, mia cara rossa?”.
In italiano fa schifo, ma in inglese ha il suo fascino…
(***) Ginger (vedi anche nota precedente): in questo caso
Ginger non è la bevanda analcolica (come suggeritomi dal computer e come
pensato da Strawberry… poverina, bisogna capirla… 1) è in presenza di Ryan 2)
il suo cervello è già abbastanza distrutto, se preferisce quell’ameba di Mark
al bellissimo biondo americano!!) ma significa “ragazzo/a dai capelli rossi”
(4): appunto… -_-
(5): è la versione inglese del Giro girotondo: Giro
girotondo di rose, un sacco pieno di viole, eccì, eccì (starnuto), cadiamo
tutti per terra
(6): per chi proprio non sa l’inglese: Mamma! Possiamo
giocare a giro girotondo?
(7): altro aiutino: Prendi questo orsacchiotto. È il mio
gioco preferito. (“IO NON HO MAI AVUTO ORSACCHIOTTI!! Ti farò causa…”
NdRyan, a cui è appena stato scoperto il lato tenero… eheh…)
(8): per la sezione “Magic English”: -Allora? Ti sei
divertito con Strawberry?- -Si. È la mia migliore amica- (Si può essere più
teneri???? NdHyp)
(9): “Magic English, magic English”: -Lo spero…-
Ragasuoli, quante note! Non finivano più!! *Hypnotic
sbadiglia*
In questo chappy il mio amato Ryan (Ma si che ti adoro,
anche se scassi così tanto!! NdHyp) è più carino che mai…si, forse l’ho fatto
un po’ troppo “mammone”, però mi piace tanto quando diventa triste!! È ancora
più bello… *Lorichetti volano attorno alla testa di Hypnotic, immersa nel mondo
dei sogni e con la bavina alla bocca*
Bene bene, *si riprende*visto che domani alla prime due ore ho compito di greco
(aaaaaaaaaaaargh!) e devo studiare, meglio sbrigarsi e iniziare i
ringraziamenti:
Killkenny: ciao!!!
Grazie per “idea interessante” (e questo era solo il prologo! Eheh) !!! A me è
sempre sembrata un po’ scema…ma mi fido di te e dei tuoi commenti così
sintetici ma estremamente chiari!!! Ormai ti considero un mio prof…anche perché
i voti me li dai, e anche alti!! Thanks thanks e al prossimo chappy!!!
Izayoi007: visto che
non ho ancora pubblicato il chappy 9 di Mele e caramelle, ti pongo le
mie domande adesso: 1) sei un’appassionata di Inuyasha, visto che ti chiami
come sua madre? 2) sei un’appassionata di James Bond???
Possono sembrarti stupide, ma hai un nome
così…poliziesco!! Scherzo, comunque mi hanno fatto molto piacere i tuoi
commenti!! Perdonami, ma la mia memoria è limitata…perché hai scritto “Come non
detto…”? Non mi ricorda niente…comunque ho aggiornato prestissimo!! Alla
prossima! XD
Lucky: ciao
tesorina!! Grazie per i complimenti!! Sono felice che ti incuriosisca!! Spero
che non sia troppo complicata, io l’ho fatta semplice proprio per rilassarmi
durante l’altra mia fic!! Bacissimi
Purinsun: scimmiottina,
mi mancavi proprio tu!! Anche i tuoi commenti mi hanno fatto davvero molto
piacere: non mi aspettavo di sentirmi dire che ho un modo di scrittura
fantastico così presto!! Per Mele e caramelle dovrai aspettare ancora un
po’… non penso prima delle vacanze… ma intanto divertiti con questa!! UKY UKY
anche a te!! Baciotti
Lala_g: ti ringrazio per i complimenti sul mio
modo di scrittura! Mi fa sempre piacere sapere che ci sono persone nuove che
leggono le mie fic!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che
abbia soddisfatto la tua curiosità! Baci a presto
Ysi: Dai, per una volta possiamo lasciare che la
povera Strawberry si prenda ”La rivincita” sul bel biondino, no? XD Ringrazio anche
te per avermi detto che questa fic è bella!! Un bacione
E anche per oggi abbiamo finito…spero di poter pubblicare
presto un altro capitolo, anche se a scuola ho molto da fare…
Comunque continuate a
seguirmiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Baci a tutti
Hypnotic Poison (è il mio nome traslitterato in lettere greche…anche se l’ “h” in
greco non esiste e sono stata “costretta” a sostituirla con la h, che in realtà
sarebbe la “e”…ma non fa niente, no???)
P.s: A chi è piaciuta la scena delle codine
che si incrociano?? L’ho presa da “Gli Aristogatti”! Avete presente quando
Romeo e Duchessa sono sul tetto, davanti alla luna piena?!? Troooppo teneri!!!
W i gatti!!
P.p.s: Gente, Mew Mew è riiniziato!!! Oggi
(13 dicembre) c’è stata la prima puntata e sono tanto contenta ^___^!!
Specialmente la domenica
mattina, il Caffè Mew Mew era la meta preferita dei giovani di Tokyo.
Ma quella domenica
mattina, la folla dei clienti sembrava non finire mai.
- Paddy! Porta il conto al
tavolo sei!- ordinò Mina, reggendo a stento un grande vassoio carico di piatti
e bicchieri
La mora riuscì a raggiungere
la cucina, posando con un gran fracasso il cabaret sul tavolo.
-Questo è l’ultimo dei favori
che farò a Strawberry! Ho dovuto anche mentire ai suoi genitori! Piuttosto, hai
scoperto qualcosa su quell’affare?- esclamò furiosa, rivolta verso Kyle
-No, ancora niente…non riesco
a trovare il momento giusto per farli tornare indietro…- rispose tristemente il
moro, scuotendo la testa.
Mina si accasciò con fare
melodrammatico sulla sedia: -Perché a me? Cosa ho fatto di male?-
Un’occhiataccia di Pam, appena
entrata in cucina, la zittì immediatamente.
-Kyle- esclamò la Mew viola
–Ci conviene chiudere anticipatamente se vogliamo studiare per bene
quell’aggeggio-
Il moro si alzò in piedi: -Hai
ragione come sempre, Pam. Per oggi abbiano già guadagnato abbastanza.-
Uscì dalla cucina e si
posizionò al centro della Sala: -Gentili clienti, sono spiacente di informarvi
che purtroppo oggi il Caffè chiuderà anticipatamente. Siete pregati di
terminare le vostre colazioni e lasciare gentilmente il locale. Grazie!-
Un mormorio scontento si
diffuse per tutto il locale, ma nessuno osava protestare apertamente. Infondo,
in quel locale erano tutti molto gentili, e chi vi lavorava era davvero
affascinante…
Pochi minuti dopo, Lory chiuse
a chiave la porta e raggiunse i compagni: -Come faremo a trovare il momento
giusto?-
Nessuno le rispose, troppo
impegnati a studiare visivamente quel piccolo congegno.
Erano passate quasi
ventiquattro ore dalla scomparsa di Ryan e Strawberry, e ogni tentativo di
riportarli indietro era stato vano.
Lory si voltò triste verso
l’orologio a muro, che segnava le dieci e otto minuti del mattino.
-Ma perché non possiamo girare
a destra?!?- la voce acuta di Strawberry si espanse per tutto il labirinto
-Perché, se ho visto giusto,
questo è un labirinto manierista (1) e secondo le regole matematiche e
correlative indicazioni, bisogna girare a sinistra!- puntualizzò Ryan
La rossa, come al solito, non
comprese il discorso del biondo, e si limitò a borbottare: -Tu e la tua
matematica…-
Così presero la via di
sinistra senza più contestarsi l’un l’altro.
Camminarono per qualche
centinaia di metri, finchè un alto muro di rami e foglie non si parò davanti a
loro.
-Ops! Mi sa che non è un
labirinto manierista…- esclamò Ryan, grattandosi imbarazzato la testa
-Visto che avevo ragione io!
Dovevamo girare a destra!- Strawberry girò i tacchi e fece per ritornare sui
propri passi, ma il sentiero non c’era più.
Di fronte a lei era
“cresciuta” un’altra parete di foglie.
-E adesso cosa facciamo?-
mormorò tremante –Lo sapevo, lo sapevo che non avrei dovuto darti ascolto!-
Ma prima che il biondo potesse
risponderle in qualsiasi modo, un varco si aprì sotto i loro piedi, e i due
ragazzi precipitarono in un abisso dorato…
Pie e il fratellino minore
erano usciti, o per meglio dire, erano andati in perlustrazione sulla Terra.
-Voglio vedere come se la
cavano quelle quattro luride umane senza la loro preziosa Mewberry- aveva
spiegato Pie prima di smaterializzarsi insieme a Tart.
Quindi Quiche era rimasto solo
in quello strano luogo, pieno di gas fluttuanti, a pensare alla sua gattina.
Persa in chissà quale era, con quell’antipatico biondo mezzo americano che le
filava dietro.
-Accidenti a Pie…- mormorò tra
i denti -Perché non combatte come tutti gli altri? Deve fare lo spaccone, lui!-
Si smaterializzò sulla Terra,
davanti al Caffè Mew Mew, già chiuso al pubblico, osservandolo dall’alto.
Sospirò demoralizzato,
sapiente che a stare lì non avrebbe ricavato nulla, se non guai.
Si rimateriallizzò alla loro
“base” e accese il computer di Pie.
Aprì un file, una delle tante
registrazioni delle loro comparse sulla Terra. Il file del suo primo incontro
con la bella rossa. Spinse repeat.
Quando poteva scorgere il
terreno sotto ai suoi piedi, la sua sicurezza aumentava sempre più.
Toccò finalmente terra dopo un
lungo salto nel vuoto.
-Tutto bene?- le chiese Ryan
-Si…siamo a Tokyo, vero?-
rispose Strawberry guardandosi intorno
Con poco dubbio, erano nel
Parco della loro città, che stranamente era deserto.
-Ma dov’è la gente?- esclamò
nuovamente Strawberry
Rimasero un attimo in
silenzio, finchè non udirono il rumore della folla. Sembrava non molto lontano
da loro. Ma cosa poteva attirare così tanta gente da svuotare praticamente
l’intero parco?
Decisero di incamminarsi
allora verso la fonte di tanta attenzione.
Poco dopo, incontrarono
parecchie persone, tutte che si muovevano nella loro stessa direzione.
Ryan fermò un uomo: -Scusi, ma
cosa sta succedendo?- gli chiese
L’uomo lo guardò
interrogativamente: -Ma come, non lo sapete? Oggi…- la fine della risposta fu
coperta dal suono di un’orchestra che passò a pochi metri da loro.
La coppia non fece in tempo a
chiedere nuovamente spiegazioni: l’uomo era sparito.
-Beh, almeno sembra non
essersi accorto che abbiamo orecchie e coda felini…- sospirò il ragazzo.
-Mi sembra di essere ad una
festa!- gridò invece Strawberry, cercando di sovrastare il frastuono.
All’improvviso, una miriade di
coriandoli rosa si alzò in cielo per poi ricadere dolcemente sulla testa della
gente.
-Credo che stia passando
un’automobile! Tirami su che voglio vedere!- urlò nuovamente la rossa.
Ryan si accovacciò per terra,
lasciando che la ragazza gli si sedette sulle spalle, poi si alzò in piedi:
-Allora? Vedi qualcosa?-
- E’ passata una limousine,
però non ho visto chi ci fosse sopra! Potrebbe essere l’imperatore? (2) -
-No, non credo…-
Strawberry scese dalle spalle
del ragazzo, tirandolo verso il ciglio della strada, proprio nel punto in cui
la folla si faceva più fitta.
Mentre si faceva largo tra la
gente, a Ryan volò in viso un foglio di giornale. Se lo strappò dalla faccia, e
il suo sguardo cadde sulla data: -Strawberry!- gridò, attirando l’attenzione
della rossa –Questa è la Tokyo tra dieci anni!-
Curiosa come poche, la ragazza
fece spallucce: -Che c’è di strano? Prima siamo finiti nel passato, adesso nel
futuro! Muoviti!- lo tirò verso di sé, costringendolo a seguirla.
Camminando dentro al flusso di
persone, raggiunsero un imponente edificio: una chiesa.
-Ehi! C’è un matrimonio!-
esclamò felice Strawberry, infilandosi in un gruppetto di persone per
raggiungere più facilmente l’entrata della chiesa.
Purtroppo, lasciò andare la
mano di Ryan, nella foga di farsi i fatti degli altri, e scomparve alla sua
vista.
Il biondo perse il controllo
di quella testolina ramata, spazientito. Mentre cercava di rintracciarla, la
sua attenzione fu catturata da un grande cartello bianco e rosa, posto vicino
all’entrata della chiesa.
Gli si avvicinò il più
possibile e sgranò gli occhi quando lesse il nome lì stampato: “Strawberry
Momomiya e”…
La scritta restante fu coperta
dal corpo di un uomo che tirava festosamente dei coriandoli in aria.
Il suo primo pensiero fu:
“Strawberry fa proprio le cose in grande…scommetto che è stata Mina ad
organizzare tutto…”.
Poi qualcosa gli si mosse
all’altezza dello stomaco: “Ma con chi si sta sposando Strawberry???”
Prese a marciare in mezzo alla
massa, cercando di raggiungere il più velocemente possibile un buon posto per
scoprire chi fosse lo sposo.
Sperava, terribilmente e
incredibilmente geloso, che non fosse quell’ecologista odioso di Aoyama…
Aveva perso Ryan, nella
mischia e nella fretta di assistere ad un matrimonio. Purtroppo, però, tutte le
persone erano molto più alte di lei, che non scorgeva niente aldilà delle loro
schiene.
Strawberry allora tornò
indietro nel tentativo di recuperare il bel biondino. Con lo sguardo tentò di
adocchiare i suoi capelli dorati, finchè non notò un cartello rosa e bianco
alla sua destra. Si avvicinò curiosa e il suo cuore fece un balzo, quando lesse
“e Ryan Shirogane”.
Tutto quello che veniva prima
di quella “e” non riuscì a vederlo, perché nascosto da varie persone
indaffarate.
“Oh cavolo…” pensò, mentre
veniva sballottata indietro dalla ressa “Ryan si sta sposando!!”
Si girò e partì di corsa verso
la chiesa, provando un misto di curiosità e…gelosia.
Riuscì finalmente, dopo tante
sgomitate, a entrarvi. Anche lì, la massa di gente era caotica. “Chi diavolo
sta sposando Shirogane per fare tutto ‘sto macello?” pensò, mentre pestava un
piede ad un ragazzo per farsi posto.
Sentì l’organo intonare le
prime note. Presa da una strana sensazionedi
panico, si alzò in punta di piedi.
Riuscì a scorgere Ryan, davanti
all’altare, bellissimo con un completo nero, una giacca bianca e una semplice
cravatta rossa. E sul volto un’espressione felice.
Cercò di alzarsi un po’ di
più, ma il risultato fu pressoché lo stesso. Almeno era riuscita a vedere la
testa velata della sposa che attraversava la navata.
Si concentrò nuovamente sul
bel biondino, decisa ad aspettare l’arrivo della sposa.
Si aggrappò al marmo bianco di
una colonna, per essere più stabile sulle punte dei piedi.
“Dai, muoviti!” pensò, rivolta
alla sposa, che tranquilla percorreva la sua strada.
I suoi occhi color cioccolato
si spostarono sul volto dello sposo… e credette di averlo visto rivolgersi a
lei per un attimo e sorriderle malizioso…
Era riuscito ad entrare in
chiesa da una porticina laterale, quella della sagrestia, e ora attendeva
appoggiato ad una colonna, nella navata sinistra.
Anche lì, però, la calca non
accennava a diminuire. Si chiese chi potesse essere lo sposo, vista la quantità
di gente presente, invitata e non.
Sentì le note dell’organo partire,
mente tutta la gente si alzava in piedi, pronta al passaggio di Strawberry.
Anche dall’alto del suo metro
e ottanta centimetri, però, non riusciva a scorgere lo sposo.
“Maledizione” pensò “Perché me
ne sto qua a guardare il matrimonio tra Strawberry e Aoyama?”
Mentre la coda grigia (che
sembrava non essere notata da nessuno) sferzava nervosamente l’aria, vide
passare una donna vestita completamente di bianco, con un lungo velo in testa
che le copriva i capelli rossi: la sposa.
Ryan scansò alcune vecchiette
tremolanti, senza badare al fatto che fossero abbastanza anziane, per poterla
vedere meglio.
E avrebbe giurato che lei si
fosse girata verso di lui, facendogli l’occhiolino…
…E credette di averlo visto
rivolgersi a lei per un attimo e sorriderle malizioso…
Strawberry scosse la testa per
scacciare l’immagine che aveva appena visto. Ryan non poteva averla guardata!
Lo fissò di nuovo, ma lui ormai era concentrato sulla donna vestita di bianco
che era arrivata all’altare.
Ma ormai non le importava più
nulla. Si girò e corse fuori dalla chiesa, il cuore che le batteva veloce e il
viso congestionato. Cosa cavolo le prendeva?
Si sedette all’ombra di un
albero, respirando a grandi boccate d’aria.
Una mano toccò la sua spalla,
facendola sobbalzare.
-Ryan! M-ma dov’eri finito? Ti
ho cercato dappertutto!- balbettò saltando in piedi
-Piuttosto ero io che cercavo
te! Sei sparita nel nulla! Almeno hai visto questo benedetto
matrimonio?-esclamò irritato
Strawberry arrossì, decisa a
non rivelargli niente: -Ergh…sì, sì…ma non era niente di che…-
Ryan sbuffò, seccato. “Ti sei
divertita a vederti sposare quell’insulso?” pensò maligno.
Le diede le spalle e
s’incamminò lungo il sentiero del parco.
NOTE:
(1) labirinto manierista: tipo
di labirinto le cui regole sono progettate secondo la matematica. Per uscirne,
bisogna capire quale regola matematica è stata applicata e seguirla sempre.
(pregate di non finirci mai dentro…^^’’’ NdHyp)
(2): il Giappone è ancora uno
Stato governato da un imperatore.
Capitolo cortino ma… avete capitoooo????
Spero di sì… dovrei essere stata abbastanza chiara, no?!? XD
Scrivo questo commento, e la fine del
capitolo, certo, mentre riguardo per la ventesima volta Troy anche in
lingua originale (“Che genio…” NdRyan “Ehi! Non sono mica americana, io!” NdHyp
“Esatto! Per questo metti i sottotitoli…” NdRyan), specialmente la scena in cui
Achille salva dalle brame dei soldati la povera Briseide e poi loro due si
mettono a litigare e poi... (come dice una mia amica: fuochi d’artificio!!) XD
Adoro anche quando lui le dice “You are free…
If I hurt you, it’s not what I wanted” (Sei libera… Se ti ho
ferita, non era quello che volevo) !! *Hypnotic si scioglie a queste
parole: vorrebbe essere Briseide*
Non so perché mai mi ricordano molto Ryan e
Strawberry… (“Ma per favore! Io sono molto più bello di quel bamboccio di Brad
Pitt!” NdRyan “Ma ce l’hai con me?? Comunque possiamo parlarne…” NdHyp).
In ogni caso spero che vi sia piaciuto… se
non avete capito qualcosa –più si va avanti, più diventa incasinato- è una
buona occasione per commentarmi!! Ma ora passiamo ai ringraziamenti:
Killkenny: Nuuu! La mia
media si è abbassata!! Presto presto, devo rimediare!! *incomincia a spremersi
le meningi per creare nuove avventure*
Comunque, grazie per il tuo commentino,
prof!! Per quanto riguarda i sette assatanati in questa fic, devo rifiutare
perché è di soli 6 capitoli, interamente dedicati al labirinto, e non si parla
praticamente mai della guerra tra la Terra e gli alieni. (Ops! Spoiler!!!)
Spero che continuerai ad… “interrogarmi!!!”
XD bacioni
Pfepfer: (*O*)Posso
dire che è un onore che tu recensisca questa mia storia?!? Non è per fare la
lecchina (“Che bugiarda…” NdPersonaggidellafic “VI UCCIDO TUTTI! Posso
farlo…”NdHypny), ma ho letto molte tue storie e sei davvero brava! Sei una
delle tante “icone” di questo sito (Va bene, va bene, Killkenny, ci sei anche
tu!!)… in ogni caso grazie tante per la recensione e i commenti!! Mi auguro che
continuerai a seguirmi!!
Izayoi007: Ciao
cucciola!! Hai visto che tra un po’ uscirà il nuovo film di James Bond, Casinò
Royale?! Scherzi a parte, ho letto nel tuo commento che non riesci a
pubblicare su questo sito le tue storie (sonocuriosaaaaa!!!). Allora, siccome ho passato i miei buoni quarti d’ora
per capire come “pepeo” (NOTA: sempre un modo di dire di una mia amica, voi
capirete di certo…) funzionava l’HTML, ho deciso di suggerirti il mio metodo.
Io faccio così: 1) scrivo il mio bel capitolo
su Word 2) salvo il file come pagina Web (File-salva con nome-Tipo di file:
pagina Web) 3) chiudo la pagina web 4) la riapro con Blocco Note 5)
seleziono tutta la pagina (che se noti è già in formato HTML) e la copio
nell’apposita sezione di EFP (*Testo della storia (testo)* nel menù “Aggiungi
una storia/capitolo”).
È meno complicato di quello che sembra, se lo
metti in pratica. In ogni caso, è scritto anche nel menù “Aggiungi una
storia/capitolo” del sito, vicino al riquadro dove incolli la storia.
Ora ti ringrazio per davvero!!! Non
preoccuparti, il mio spagnolo è forse anche peggio del tuo, dopo averlo
studiato per tre anni!!! Un kissone!!!
Lala_g: Carino,
vero, il piccolo Ryan??? Anche a me piace tanto (“Come se non si fosse capito…”
Ndlettori) XD Sono contenta che i tuoi occhi brillino per la mia storia!!
Baciotti
Purinsun: cent’anni??
Quantiii! No, credo che ci metterò molto meno per finire la storia!! Comunque
ti aspetto in tutti i miei capitoli!!! UKY UKY
Chloe92: grazie per i
complimenti!! spero che le mie storie ti piacciano tutte!! Magari lasciami un
commentino anche in Mele visto che ti piace tanto!! Baciotti
Ysi: sai, non credo che
Mark verrà mai a sapere dove e soprattutto con chi è finita la sua cara
fragolina!! (lo so, sono cattiva!! Ma non posso sopportarlo…) Per il
condizionamento del futuro non ti devi preoccupare, perché dove sono finiti i
due gattini è tutto un marchingegno creato da Pie. Sembra difficile da capire,
ma quello che succede nel Labirinto… non te lo posso dire perché altrimenti
spoilerei (si dirà così??) troppo! Comunque per le riflessioni nel futuro non
ti devi preoccupare, perché non succede niente. Spero che la spiegazione ti sia
bastata, comunque andando avanti nella storia si capirà (“La smetti di
anticipare tutta la vicenda?” NdRyan “Non sto anticipando tutto! Sto solo
rispondendo ai miei lettori!” NdHypny *gli fa la linguaccia* *Ryan alza gli
occhi al cielo, esasperato*)
Bene, anche per questa sera ho finito il mio lavoro *si
concentra sul televisore: le immagini della morte di Achille-Brad le spezzano
il cuoricino…*… sob sob… mentre il mio bellissimo Brad muore, vi saluto tutti
ç_ç
Un venticello tiepido
rinfrescava l’aria, muovendo placido le fronde degli alberi.
Ryan e Strawberry camminavano
lungo la sponda del lago, contornato da ciliegi in fiore.
L’atmosfera serena e romantica
era però rotta dal chiacchiericcio interminabile della rossa, che parlava e
parlava e parlava di quanto le sarebbe piaciuto sposarsi con Mark nello stesso
matrimonio a cui aveva assistito.
Il biondo invece stava zitto,
camminandole un metro avanti, immerso nella sua rabbia.
“Non ti è bastato sposarlo
oggi?” pensava tra sé e sé, sperando anche che Strawberry, sentendo il suo
silenzio, la smettesse di torturarlo.
Ma non fu così: la ragazza non
accennava a voler smettere di cicalare: -…e Mark indosserebbe un bellissimo
completo nero, sarebbe elegantissimo! Poi partiremmo subito per la luna di
miele, andremmo in un posto caldo, con tanto sole, e poi…-
Di sorpresa, Ryan si girò
verso Strawberry e la baciò, bloccando quel fiume di parole.
La rossa sentì le calde labbra
del ragazzo sulle sue e rimase paralizzata, mentre il sangue cominciava ad
affluire sulle sue guance.
Dopo qualche secondo, Ryan si
scostò da lei e sorrise malizioso: -Scusa…- esclamò –Ma era l’unico modo per
farti stare zitta!-
Strawberry iniziò a
boccheggiare come un pesce fuor d’acqua. Odiava quando Ryan la baciava a
quel modo, anche perché non sapeva mai come comportarsi.
-Comunque…- riprese a parlare
il biondo, che nel frattempo si era incamminato davanti a lei
–Hai un buon sapore…-
Lory guardò ancora l’orologio:
le dieci e venti. Quanto erano passati lenti quei dodici minuti!
Erano rimasti in silenzio per
tutto quel tempo a fissare solamente l’apparecchio alieno, immersi nei loro
pensieri.
-Bene…cosa facciamo?- chiese
timidamente la Mew verde
Questa volta Kyle le rispose:
-Dobbiamo solo affidarci alla fortuna…-
-Secondo voi dove saranno
adesso quei due?- domandò Mina
-A pomiciare!- rispose allegra
Paddy, accendendo la piccola televisione che faceva compagnia a Kyle quando
cucinava le sue torte.
La sua esclamazione sollevò il
morale di tutti, creando allegre risate, mentre la stanza si riempiva della
musica di un documentario sui califfi del deserto.
“Accidenti a lui, accidenti a
lui, accidenti a lui!” pensava Strawberry, mentre camminava furente dietro al
bel biondino.
La cosa che la faceva
imbestialire era il fatto che lui fosse così rilassato dopo averla baciata e
averle detto di avere un buon sapore!
L’americano camminava
tranquillo lungo il sentiero, fischiettando motivetti allegri che le davano sui
nervi.
-Strawberry…se continui a
sbuffare così crederò di averti impiantato i geni di un toro!- la prese in giro
-Ascoltami bene, brutto…-
inveì, ma il biondo la zittì: -Senti anche tu questa musica?-
Effettivamente, una dolce
musichetta era portata dal vento intorno a loro. Era piacevolmente conciliante…
-Già…sembra una ninnananna…-
mormorò la rossina, sbadigliando
Ryan si stirò verso l’alto,
poi appoggiò la schiena contro un albero, chiudendo gli occhi: -Quasi quasi mi
faccio un pisolino…- esclamò
La ragazza lo raggiunse e si
sedette vicino a lui, imitandolo.
Poco dopo, mentre quella
strana ninnananna continuava a suonare, entrambi caddero nel mondo dei sogni…
Quiche misurava a grandi passi
la loro base. Quelle quattro umane non erano ancora riuscite a riportare sulla
Terra la sua Mewberry.
-Quiche, Quiche…ti riduci così
per una misera umana?- lo rimproverò Pie
Il fratello non lo ascoltò,
troppo intento a marciare avanti e indietro.
Pie scosse la testa. Non
riusciva proprio a capire cosa ci potesse trovare Quiche in un’umana. Al loro
pianeta, tante erano state le aliene che avevano perso la testa per lui, ma cui
lui non aveva dato troppo peso. Al limite, rimanevano insieme per una
settimana, poi lui le “abbandonava” come un grande playboy.
E invece, appena arrivato
sulla Terra, si era invaghito follemente di una sua abitante, una sciocca
ragazzina che li ostacolava addirittura!
Schiacciò più vigorosamente un
tasto del suo computer…almeno, l’aveva sistemata per bene, quella terrestre!
Dubitava che i suoi compagni
avrebbero trovato il momento giusto per tirarla fuori dal Labirinto del Tempo…
Pie sorrise malignamente, ben
attento però a non farsi vedere dal fratello… (“Ahah! Ti faccio paura, vero?”
NdQuiche “Taci…”NdPie”)
Un brusio diffuso e un morbido
odorino di spezie le fecero aprire gli occhi.
Davanti a lei un sipario
rosso, chiuso, ma che non le ispirava niente di buono.
Si guardò in giro: attorno a
lei, tante ragazze della sua età o più grandi di lei, che ridevano
sommessamente, tutte vestite in modo…strano.
Portavano larghi pantaloni di
veli trasparenti, e veli sul viso. Erano… orientaleggianti!
All’improvviso il sipario si
aprì, e qualcuno le diede una spinta sulla schiena, facendola finire in mezzo
ad una pista da ballo, contornata di cuscini.
E davanti a lei, seduto su un
trono, Ryan. Contornato da belle donne.
Il biondo le rivolse
un’occhiata confusa, ma non sembrava dispiaciuto della situazione, affatto.
Poi, il suo sguardo si tramutò
in una ricognizione adeguata del corpo di Strawberry.
La rossa abbassò gli occhi e
capì perché.
L’indumento più coprente che
aveva era un top, o meglio, una fascia sul seno, rossa.
Indossava anche lei dei larghi
pantaloni, completamente trasparenti, fermati alle caviglie.
Un pareo asimmetrico con dei
pendenti dorati le circondava la vita, mentre un velo era poggiato sulle sue
spalle e un altro le copriva il volto della bocca in giù.
- P-perché sono vestita così?-
esclamò, osservandosi inorridita
Ryan scoppiò a ridere: -Non ne
ho la più pallida idea, ma mi va bene così! Chi sono io?- chiese ad una ragazza
che continuava ad accarezzargli la mano
-Ma come, mio signore, non si
ricorda? Lei è lo sceicco Ryou Shinorage! Noi siamo le sue personali ballerine!
E quella…- scoccò un’occhiata malevola a Strawberry –Beh, quella l’ha chiesta
lei, mio signore, per un’esibizione speciale!-
Mentre Strawberry arrossiva
velocemente, il biondo si compiaceva sempre più: lui uno sceicco, circondato da
donne ai suoi piedi? Perfetto! Se poi tra quelle donne c’era anche lei…
-Benissimo! Certo che mi
ricordo! Allora, Strawberry…non ti resta che ballare…- esclamò malizioso,
accomodandosi meglio nel suo trono foderato di cuscini di velluto.
La rossa avvampò: ballare la
danza del ventre, lei che a ogni tre passi rischiava di sfracellarsi al
suolo?!? (“Antipatica…e io che fatico tanto per farti contenta…” NdStrawberry
“Eheh…*sorriso sadico* ” NdHypny).
Sospirò forte: -E va bene!-
Una dolce musica, ma molto
sensuale, si levò dagli strumenti di un’orchestrina in un angolo.
Strawberry prese a muovere i
fianchi come tante volte aveva visto fare in televisione. Era incredibile, ma
ballava esattamente come una vera danzatrice dei sette veli! (1)
Presa da un entusiasmo
irrefrenabile, iniziò a danzare più velocemente, mentre i braccialetti e le
cavigliere che portava tintinnavano allegramente.
“Incredibile!” pensò “Conosco
tutti i passi! È come se i miei piedi si muovessero da soli!”
Mentre volteggiava allegra
sulla pista, notò che la musica stava lentamente cambiando, facendosi sempre
più assomigliante alla ninnananna che avevano udito prima di addormentarsi.
“Ehi, un momento! Io stavo
dormendo! Come ho fatto a finire qui?” si ricordò stupita la rossa, tentando di
fermare il suo ballo.
Ma con suo sommo orrore,
scoprì che non era più padrona del suo corpo, che continuava imperterrito a
danzare sensualmente.
Strawberry lanciò un’occhiata
disperata a Ryan, ma ancora più terrificata lo vide rivolto alle danzatrici che
lo attorniavano, completamente assente.
I suoi magnifici occhi azzurri
erano vacui, spenti, la bocca era piegata in un sorriso ebete.
Ma quello che
più la preoccupava erano le ragazze intorno a lui, intente ad accarezzargli i
morbidi capelli ed ad incantarlo con chissà quali magie.
“Oh, cavolo! E adesso che
faccio?” pensò disperata la rossa
Cercò disperatamente di
ordinare ai suoi piedi di fermarsi, ma ormai non aveva più il loro potere.
Chiuse gli occhi, evitando di
lasciarsi andare alla piacevole nenia portata dal venticello leggero:
“Svegliati, Strawberry, svegliati! C’è Mark a casa che ti aspetta, svegliati!”
pensò disperata, serrando più forte gli occhi, mentre la dolce musichetta le
invadeva completamente la testa e un intenso odore di spezie l’avvolgeva tutta…
La televisione era solo un
mezzo per riempire la stanza di un inadeguato chiacchiericcio.
Le immagini del
caldo deserto africano non erano seguite veramente da nessuno dei cinque presenti
nella sala.
All’improvviso, il campanello
suonò allegramente, facendo sobbalzare le quattro Mew Mew e Kyle.
Lory corse velocemente verso
il roseo portone del Caffè, aprendolo leggermente.
La piccola Paddy si spinse con
i piedi contro il tavolo della cucina, inclinando così la sedia per guardare
chi era arrivato. Pochi secondi dopo, cadde all’indietro nel vedere il
visitatore.
-Mark! Cosa ci fai qui!-
esclamò Lory, spaventata
Il moro sfoderò uno dei suoi
soliti sorrisi che facevano sciogliere quasi tutte le ragazze (*Hypny fa
harakiri mentre scrive questa frase…quanto le è costato…*): -Ciao Lory! Sono
venuto a prendere Strawberry. Oggi è una bellissima domenica e volevo farle una
sorpresa portandola al parco con me!-
Pam raggiunse velocemente la
porta: “Ma quanto rompe questo qui?!?” pensò posizionandosi davanti a lui:
-Oggi Strawberry non può. Non hai qualcos’altro di meglio da fare?-
Mark sorrise ancora: -Oh, non
fa niente. Vuol dire che l’aspetterò qui. Posso entrare?- chiese, spingendo
contro la porta.
La modella non si mosse,
spingendo però anche lei contro lo stipite per non farlo entrare.
La sua espressione glaciale
non tradiva la noia e la rabbia che quel ragazzo le dava.
Dall’altra parte, Aoyama non
poteva non essere infastidito dal comportamento della ragazza, che non lo
lasciava entrare per vedere la suaStrawberry.
Per tutta risposta, la mora
spinse più forte, senza dire una parola. Tutto questo sotto gli occhi di una stupita
Lory.
Pochi secondi dopo,
sopraggiunse anche Paddy, che si sedette per terra, divertita da quella
silenziosa lotta fatta di spinte e sguardi.
Fortuna volle che anche gli
ultimi due componenti mancanti, Kyle e Mina, arrivarono in quel momento.
-Cosa sta accadendo qui?-
chiese Kyle
-Ciao Kyle! Vorrei entrare per
aspettare Strawberry, se fosse possibile!- esclamò Aoyama, continuando
imperterrito a spingere sulla porta.
Un’ombra inquieta passò sul
viso dell’americano: -Mi dispiace, Mark, ma al momento siamo molto occupati.
Purtroppo non è possibile aspettare nella sala. Spero che capirai!
Arrivederci!- lo liquidò, seppur molto gentilmente.
E prima che il moro potesse
controbattere, Pam gli chiuse la porta in faccia con un botto e diede due giri
in più di chiave.
Poi, senza dire una parola in
più, si ravvivò i capelli e ritornò in cucina.
La testa girava, girava senza
sosta. Il mondo attorno a lei girava, girava, girava senza fermarsi.
Strawberry sbatté più volte
gli occhi, finchè la vista non le tornò normale.
E si ricordò tutto. Lei e Ryan
si erano improvvisamente addormentati, e lei aveva sognato di essere diventata
un’odalisca alla corte del fachiro Ryan.
Però…tutto le sembrava
incredibilmente reale. Possibile che non fosse stato solo un sogno?
Si girò verso Ryan, che
dormiva ancora, e ricordò di essere “uscita” dal sogno perché si era resa conto
di non riuscire più a smettere di ballare. E Ryan era sotto l’incantesimo delle
altre odalische!
Prese a scuotere il corpo
addormentato del ragazzo, tentando di svegliarlo.
-Ryan! Ryan, ti vuoi
svegliare? Dobbiamo andarcene! Svegliati!- esclamò, acchiappandolo dal colletto
della maglia e scuotendolo ancora più forte
Il biondino borbottò qualcosa
nel sonno, mentre un sorriso ebete si stampava sul suo viso: -Dove è andata
quella ballerina? Non ha finito lo spogliarello…-
Strawberry avvampò di rabbia,
mentre orecchie e coda le si rizzarono: - Cos’è che dovevo fare, brutto
maiale?!? SVEGLIATI!- gridò
Ma il ragazzo non le dava, o
meglio, non voleva darle ascolto: -No…voglio restare qui con Jasmine e
Cleopatra…- si lamentò
Qualcosa di strano attanagliò
lo stomaco della rossa al pronunciare quei nomi: -E chi sarebbero queste due???
Ryan!!-
Ormai senza più pazienza tirò
un sonoro scapaccione al biondino, che subito si ridestò: -Cosa succede?!?-
La rossa gli saltò al collo:
-Oh, Ryan! Mi hai fatto così preoccupare! Non ti svegliavi più!-
L’americano gioì dentro di sé
per quell’abbraccio, però staccò subito la ragazza dal suo petto: -Strawberry…
perché non sei più vestita da odalisca?-
Un colorino rosato partì dalle
guance della ragazza, arrivando fino alla punta dei capelli, mentre Strawberry
cominciava a tempestarlo di pugni e insulti: -E così avrei dovuto fare lo
spogliarello, io, vero, brutto maiale che non sei altro…-
Ryan scoppiò a ridere,
saltando in piedi per ripararsi da quella raffica di percosse (che a lui, per
il vero, sembravano carezze di farfalle!): -Però ti divertivi a ballare per me,
vero? Dovevi vederti, come muovevi i fianchi!- la prese in giro di rimando,
imitandola sadicamente.
Non sapendo più cosa
rispondere, Strawberry si lasciò cadere seduta e gli diede le spalle, facendo
l’offesa.
Il sorriso non abbandonò il
volto dell’americano, che le si fece vicino, avvicinando la sua guancia a
quella della ragazza: -Allora, Strawberry…- mormorò maliziosamente –Lo diciamo
a Mark che hai ballato da odalisca davanti a me?-
La rossa scattò in piedi,
improvvisamente allarmata: - T-tu non oserai farmi questo, non puoi!-
Il bel sorriso si tramutò in
una smorfia maligna: -E perché non potrei?-
-Perché io e Mark dobbiamo
vivere felicemente assieme, fino a quando non potremo sposarci!-
Un’ombra scura passò sul volto
del ragazzo: possibile che pensasse solo a quello??
-Hai capito, Ryan? Anche se
dirai a Mark che sono stata vittima di un incantesimo, io e lui saremo per
sempre molto felici, e ci sposeremo anche!-
-Si, come no…perché non provi
a fare un senzaburu? (2) Magari ti aiuta…-
Prima di riuscire ad
allontanarsi, sentì strattonarsi all’indietro: Strawberry, con lacrime furenti
di rabbia, lo aveva afferrato per la coda: -Tu…non puoi proprio fare a meno di
rovinare la vita agli altri, vero?!- sbraitò, tirandogli la coda per impedirgli
di allontanarsi
Il biondo la guardò, stranito:
-Io non faccio proprio niente! Sei tu che viaggi troppo con la fantasia!-
-Che male c’è a sognare un
po’?!?- la presa sulla coda di Ryan si andava via via allentando, mentre
piccole e calde lacrime bagnavano le guance di Strawberry.
Ryan sospirò: -Va bene, va
bene. Perdona il mio terribile carattere. Tu e Mark vi sposerete e vivrete
felicemente assieme e bla bla bla.-
La rossina tirò su col naso e
mollò definitivamente la coda del ragazzo.
Tentò di superarlo fieramente,
imitando Mina, ma inciampò nei propri piedi e finì dritta dritta tra le braccia
del biondo, pronto a sorreggerla.
-Gattina, gattina…proprio non
riesci a stare lontana da me, vero?- le esclamò malizioso
-RYAAAAAN! SEI UNO
STUPIDO!-
E mentre un sorriso si
allargava sempre più sul volto del ragazzo, una voragine di luce gialla li
avvolse, trasportandoli nuovamente in quel maledetto Labirinto del Tempo, che
sembrava sempre più voler giocare con i loro sentimenti…
NOTE:
(1) Aggiungo questa nota
perché non so se ci sono differenze nel dire “danza del ventre” e “danza dei
sette veli”. So che sono balli orientali, molto usati soprattutto in Egitto,
dove la sensualità del corpo è il minimo requisito.
Se qualche lettore gentile
volesse darmi qualche aiuto sulle differenze e analogie, lo ringrazierei
molto!!
(2) Senzaburu: secondo
un’antica usanza giapponese, se si fanno mille origami (3) a forma di gru,
unendoli in una speciale composizione chiamata appunto senzaburu, si può
esprimere un desiderio. La gru in Giappone è simbolo inoltre di lunga vita e
quando qualcuno si ammala parenti e amici si riuniscono per realizzare un senzaburu.
(3) Origami: Arte di
ottenere, piegando più volte un foglio di carta secondo precisi schemi
geometrici, figure di persone, oggetti, fiori, animali. È una parola composta
di ori “piega” e kami “carta”, propriamente “carta piegata”. (Per
quest’ultima etimologia mi sono affidata al dizionario Devoto-Oli, spero sia
giusta, perché in tante fic leggo spesso kami e non mi sembra significhi
“carta”)
Come potevo non metterci un bacio tra Ryan e
Strawberry in questa fic?!? *sorride sorniona*
Immaginatevi la scena: chiaro di Luna, il
satellite naturale che si riflette nell’acqua, il fruscio del vento tra le
fronde…e quel gran fusto che ti bacia!!! Non piacerebbe a tutti voi (mi
riferisco a tutta la popolazione femminile, naturalmente!!)???
Piaciuta la sorpresa della ballerina dei
sette veli? Devo ammettere che quest’idea è venuta fuori grazie a mia cugina,
che era andata in Egitto a fare una crociera e appena tornata mi ha scassato
l’anima per farsi guardare mentre ballava la danza del ventre (“povera me,
povera me… le amiche sceme le becco tutte io…” NdHypny). Allora le ho “reso
omaggio” e questo chappy lo dedico a lei…
Spero che abbiate capito circa come sono
vestite le ballerine…il fatto è che non sono riuscita a descriverle come avrei
voluto, ma più o meno credo che abbiate delle idee.
Al limite, riguardatevi “Aladdin” della
Disney…
Volevo proporre una cosa…candidiamo Pam per
il premio Nobel per un Mondo Migliore senza Mark che rompe le scatole? Io mi
sono divertita un sacco a scrivere la scena della loro “battaglia”, spero che
sia piaciuto anche a voi!!
Mi è venuta in mente anche un’altra cosa: se
qualcuno di voi ha il manga numero 7 di Tokyo Mew Mew, se lo vada a riguardare,
perché nella storia “Le Mini Mew Mew c’è un chiaro e tenerissimo esempio di
Ryan da piccolo (vedi capitolo 2 di Maze).
Bene, oggi ho molto tempo quindi passo a fare
dei luuuunghi ringraziamenti: (“Ma quanto è logorroica, oggi? Non la smette di
parlare, e per di più di cose che non hanno senso tra loro!” NdRyan *Hypny si
avvicina quatta quatta a Ryan e gli tira addosso una rete metallica, venuta
fuori da chissà dove…*)
Killkenny: bene
bene…dimmi, come pensi che funzioni il labirinto?! Tu mi fai tanto ridere,
perché indovini sempre quello che succede nelle mie storie (ma sono così
prevedibile???) e poi ti arrabbi con il tuo Senso Sadico (visto che me lo
ricordo?!?)!! Però secondo me ti piace far vedere che hai un acume più
sviluppato degli altri…e se è così, non puoi far a meno di ricordarmi Ryan…
spero che questo non ti dispiaccia, anche perché, come hai visto, io con lui
sono fissata!!!
Cambiamo discorso, grazie per il bellissimo
voto, prof!! Spero davvero di essermelo meritato.
Al prossimo chappy, un bacione
Izayoi007: Grazie
principessa!! So che era cortino, ma forse era quello più complicato da
scrivere, perché dovevo stare attenta che Ryan_attuale non vedesse
Strawberry_attuale e viceversa, quindi l’ho dovuto riscrivere tre volte perché
mi accorgevo sempre che si fermavano negli stessi posti!! (E’ complicato, lo
so…meglio se lasciamo perdere…). Scusa il ritardo nella pubblicazione ma questo
chappy mi intrigava particolarmente.
Le puntate di Mew Mew le ho viste tutte,
e per fortuna una mia amica ha anche i DVD e le videocassette. Per i consigli
figurati, come ho già detto nei ringraziamenti di Mele ho già letto una
tua storia!! Un bacione
p.s: sai cosa ti dico: anch’io non sopporto i
film di James Bond!!
Pfepfer: E non
sbagli! Ho commentato alcune tue fic, e lette anche tante altre. Per questo
sono molto contenta che mi commenti anche tu!! Comunque, non so ancora se quei
due lo scopriranno… devo ancora scegliere (ehehe, sono cattiva, lo so!!). Un
saluto anche a te, spero di ritrovarti ancora!
Lucky: Ciao
fortunata!! Grazie per i complimenti!! però, come ho già detto a Pfepfer, non
so se quei due se lo diranno… sono entrambi troppo testardi, troppo orgogliosi,
troppo tutto per dichiararsi così apertamente! Ma non si sa mai quello che la
mia mente malata può concepire…
Bacissimi
Lala_g: Lo so, lo so
che sono crudele *risata sadica* . Per le regole del labirinto, ce l’ha
spiegato la nostra profe di Storia dell’Arte mentre parlavamo della
città-palazzo di Cnosso (ci credi se ti dicessi che ci siamo rimasti per 3
mesi??), quindi poi non ti so dire le regole precise. Tu in che libro l’hai
letto? Magari ci do un’occhiata… bacissimi anche a te
Purinsun: Don’t worry, my little monkey: in questa fic è sicuramente l’americano più bello del mondo a
condurre Strawberry all’altare!! Comunque prego, vai tranquillamente a fare a
pezzetti Mark: io sono con te!!
Siccome adesso non è più Natale, io ti auguro
Buon 2007!!! UKY UKY
Ysi: Che bello, sono
contenta che il matrimonio di Ryan e Straw sia piaciuto a così tanti!! Però,
sai cosa ti dico: esiste anche un’altra mia fic dove Ryan e Strawberry si
sposano (e via con la pubblicità!!): Mele e Caramelle.
Purtroppo in questa fic Mark non morirà, ma
se vuoi ti puoi unire a me e Purinsun, stiamo partendo per una spedizione per
farlo a pezzettini!! (*Mark impallidisce e si allontana*) Comunque continua a
leggere, perché ne vedrete delle belle!! ^________^
Ps: posso chiederti l’origine del tuo nick??
Mary Cry: Ciao tesora, sei arrivata!! MI dispiace che
anche il titolo di questo chappy sia in inglese, ma la spiegazione è qui sotto…
sono contenta che questa fic ti abbia fatto ridere (povero il mio Quichino…).
Un bacione, ci sentiamo anche nell’altra
fic!!!
A proposito, il titolo significa “Zefiro e
ninnananne” (Credo di esagerare un po’ con i titoli in inglese, ma è una lingua
che adoro!!! “Grazie, tesoro…”NdRyan “Cosa c’entri tu? E poi sei americano!!”
NdHypny *arrossita* “Che c’entra? La lingua è sempre quella…”NdRyan *rumore di
una spadellata in sottofondo: Strawberry trascina via il corpo senza sensi di Ryan
mormorando “Porco…”*). Credo che sia chiaro il perché (Nota: è frutto della
mente malata di una mia amica…).
Bene, ragasuoli, per oggi abbiamo terminato.
A risentirci alla prossima avventura di Maze (I wanna live forever!!!)
(“Ma cosa c’entra?” NdStrawberry “Niente, solo che le piace quella canzone!”
NdKyle “Io l’ho detto che non è tutta a posto!” NdRyan *ancora dolorante*)
*La scena si conclude con Ryan che tenta
invano di scappare da Hypnotic, che lo insegue arrabbiatissima; Strawberry e
Kyle vi fanno ciao-ciao con la manina*
Pie lanciò un’occhiataccia al fratello per
averlo interrotto: -Dicevo, Quiche, che qui va tutto molto bene. E sai perché?-
Quiche lo guardò da sotto la lunga frangetta,
le orecchie abbassate: -Perché?- chiese con voce sconsolata
Pie sorrise maligno: -Perché fra un’ora e mezza
umana le batterie del dispersore temporale si scaricheranno…-
-Ragazze, che ore sono?-
Lory rivolse un’altra occhiata al tondo orologio
da parete: -Sono le undici…- rispose mesta.
Erano tutti in agitazione. Non si riusciva a
trovare il momento giusto per accendere quell’aggeggino e da un momento
all’altro avrebbe persino potuto scaricarsi.
-Bene. Proviamo ad accenderlo?- Kyle guardò una
ad una le ragazze, disposte in circolo attorno al tavolo della cucina.
Il moro si riconcentrò sul dispersore. Mentre
le Mew Mew uscivano dalla stanza per evitare di essere risucchiate, Kyle fece
un respiro profondo e spinse il pulsante.
Erano appoggiati con le schiene alle alte pareti vegetali del labirinto,
comodamente spaparanzati sotto al Sole.
Ryan portava ancora i suoi occhiali neri, ma aveva prestato nuovamente il
cappellino a Strawberry.
Stavano in silenzio, a godersi il piacevole calore, finchè Strawberry non
domandò: -Ryan…hai notato che quando siamo nel labirinto non viene mai notte?-
Il biondo aprì gli occhi e la guardò: -Già… ma il particolare più strano,
che credo tu non abbia notato, è che c’è una grandissima luce, ma il Sole non
c’è!-
La rossa si accigliò: -Cosa vuoi dire?-
-Guarda in cielo, Strawberry! Vedi forse un disco giallo che ci illumina?!-
le rispose ironico il ragazzo, indicando il cielo con un gesto vago della mano
La ragazza borbottò qualcosa di incomprensibile, offesa, e si rinchiuse nel
suo silenzio.
Dopo qualche secondo, Ryan riprese: -E poi, altra cosa a cui probabilmente
non hai dato importanza, è che qui il tempo sembra non passare mai!-
Strawberry lo guardò stranita: -In che senso?-
Il biondo la fissò attraverso gli occhiali: -Tu non hai mai fame,
Strawberry.-
La rossa scattò in piedi furiosa: -Insomma! Non ho mai conosciuto una
persona più antipatica, cinica, insopportabile come te!-
Ryan la ignorò: -…e non hai mai bisogni fisiologici di sorta… come me,
d’altronde…-
Finalmente la ragazza si zittì davanti a quella dichiarazione (anche se il
nervosismo per il fatto che quel biondino avesse sempre ragione continuava a
crescere…) e si risedette di fianco a lui.
Il tempo sembrava passare -ormai non ne erano più così sicuri- lentamente,
ma la luce del Sole non diminuiva, così come il loro corpo non manifestava
bisogni.
Ora che se n’era accorta, Strawberry notava come non avesse bisogno del
bagno o di mangiare qualsiasi schifezza le capitasse sottomano. Anche perché,
in quel labirinto sembrava non esserci niente di commestibile…
La rossa chiuse gli occhi, appisolandosi. Forse non provava sete e fame, ma
la stanchezza sì…
Dopo quello che le sembrava un secondo, sentì Ryan chiamarla: -Forza,
ragazzina. Svegliati. Dobbiamo cercare una via d’uscita!-
Ancora troppo assonnata per ribattere, Strawberry lo seguì, con la coda che
sferzava l’aria irritata.
-E se non tornassimo più indietro?!?- la rossa ricevette un’occhiataccia da
Ryan per quel pensiero espresso a voce troppo alta.
-Mi spieghi perché devi sempre essere così pessimista!?!-
-Tu smettila di ascoltarmi!- ribattè la rossina, con un grande sbadiglio.
L’americano sbuffò spazientito e si allontanò velocemente..
Continuarono a camminare per varie centinaia di metri, e mentre Ryan sembrava
non dare segni di spossatezza, per Strawberry non era la stessa cosa.
Il caldo di quello strano e perenne Sole si faceva sentire, e la mew-gatto
ansimava e sudava sotto la sua luce. I piedi cominciavano a dolere, affaticati
da quella lunga marcia.
-Ryan… per favore, fermiamoci…- supplicò, stremata.
Il ragazzo, che camminava davanti a lei con le mani incrociate dietro la
schiena, la guardò con la coda dell’occhio: -Ci siamo appena fermati, e hai
anche dormito. -
-Ma io sono stanca!!- sbraitò la rossa
Ryan si bloccò di colpo, girandosi verso di lei: -Senti un po’, rossina:
sono mesi che sopporto le tue lamentele, in qualunque frangente, ma adesso mi
stai proprio stufando! Momomiya, mi hai sentito?-
Quell’ultima domanda fu posta dopo che il biondo vide la ragazza osservare
atterrita qualcosa alle sue spalle, indicandoglielo con un dito.
-Ma che diavolo…?- Ryan si girò e sussultò: in quel momento, davanti a lui
si ergeva una donna, illuminata da una forte luce gialla, vestita con un lungo
vestito nero e con due grandi ali a proteggerla davanti al corpo.
Strawberry si aggrappò al braccio dell’amico quando quella strana persona
-se persona la si poteva chiamare- dischiuse di colpo le ali e aprì gli occhi,
che si rivelarono dorati.
- C-che c-cos’è q-quella?- mormorò spaventata
Ma l’americano non fece in tempo a risponderle, perché la donna lo
precedette: -Chi siete?-
Parlava con una voce strana, che sembrava provenisse da molto lontano, ma
al contempo dolce; una voce che fece rabbrividire la Mew gatto: -Sia-siamo
Strawberry Momomiya e-e R-Ryan Shirogane…- rispose.
Il biondo le lanciò un’occhiataccia: -Anche l’indirizzo e il codice
fiscale, Strawberry?!- la rimproverò.
La strana creatura lucente sorrise: -Ah… siete voi…-
Un’aria di sgomento si dipinse sul volto dei ragazzi: li conosceva?!?
-Siete quelli che hanno gironzolato a piacere per il Tempo, vero?- riprese
la donna
-A piacere non direi, in ogni modo siamo noi!- le rispose Ryan.
I due si squadrarono con aria di sfida, l’americano sospettoso, la donna scocciata.
-Ryan… quella lì non mi piace… non è che potremmo andarcene?- mormorò
spaventata Strawberry
-No, non potete, ragazzina. Almeno finchè non lo vorrò io!-
-Niente da fare, ragazze. Potete tornare dentro!- Kyle richiamò dentro la
cucina le quattro Mew Mew rimaste.
-Non sono tornati?- chiese sconsolata Paddy.
L’americano scosse tristemente il capo: -Fra l’altro, non sappiamo ancora
quanto possano durare le batterie di quest’affare!-
All’improvviso, qualcosa volò dentro la cucina, rompendo il vetro di una
finestra.
Lory corse a prendere quel fagottino tondo e duro: - E’ un biglietto legato
ad un sasso!- esclamò.
Le altre compagne e Kyle le si fecero attorno per leggere ciò che era
arrivato.
-Le baterrie dourerrrano per ancora
mezza e una orra teresstre! Salvatte Strawberry!- lesse ad alta voce la Mew verde, sbattendo gli occhi
per quella strana ortografia. (“Io protesto! Non sono analfabeta!” NdQuiche)
Mina incrociò le braccia e sospirò: - L’unico che può aver scritto una cosa
del genere è Quiche… in ogni caso, abbiamo ancora un’ora e mezza per liberare
Ryan e quella stupida di Strawberry!-
Strawberry si nascose dietro l’ampia schiena di Ryan quando quella strana
creatura scese a terra con un battito d’ali.
-Non capisco se la tua compagna abbia paura di me oppure abbia voglia di
starti appiccicata come una cozza perché le piaci!- esclamò al biondino,
guardando oltre la sua spalla.
La Mew gatto
arrossì, mollando istantaneamente la presa sulla schiena del ragazzo, che
tossicchiò per sollevare la questione (“Siamo in imbarazzo, eh?!?” NdHypny).
-In ogni caso… come avete fatto ad arrivare qua? E’ un luogo accessibile a
pochi…- continuò la donna
Ryan sospirò: - E’ una storia lunga…-
-Capisco…ah, accidenti! Sapevo che non avrei dovuto distrarmi! Appena
lascio un attimo, le cose non vanno come dovrebbero!- sbottò l’altra, sbattendo
le ali.
Strawberry protestò debolmente, riparandosi il viso con le braccia, poiché
quella strafottente “tipa” stava alzando un sacco di polvere.
-Scusi, ma chi è lei?- domandò Ryan
La donna gli scoccò un’occhiata scocciata: -Sapere chi sono non vi è
concesso; la minima qualità per apprenderlo è possedere un briciolo di forza
magica…-
-Io sono la leader delle Tokyo Mew Mew!- s’intromise la rossa
L’altra sbuffò: -Tsk! Mew Mew… non siete altro che umane geneticamente
modificate! La vostra non è forza magica… è soltanto genetica…-
-Ehi, signora, piano con le offese! Il creatore del progetto sono io!-
esclamò Ryan, visibilmente offeso.
La sua offesa crebbe quando la creatura si mise a ridere: -Già! Il piccolo
genio che gioca con i DNA e crede di poter cambiare il mondo!-
Le orecchie grigie che gli contornavano la testa si spostarono
all’indietro, mentre la coda sferzava violentemente l’aria: -Senta, signora:
vada ben a fanc…-
Strawberry gli tappò la bocca appena in tempo: - Sta’ zitto, stupido!
Questa magari ci fa un incantesimo!-
La donna si avvicinò loro: -Hai ragione, ragazzina. Se soltanto volessi,
voi potreste non uscire più da qui… e credo che tu voglia rivedere ancora il
tuo adorato Aoyama, vero?- mormorò maligna.
La Mew rosa
sbiancò di botto, poi arrossì e balbettò: - Co-come fai a conoscerlo?-
-Io conosco tutti… magari non riesco ad associare subito visi e nomi, ma
dopo averli riconosciuti, tutta la loro storia mi torna in mente… quindi, so
ogni cosa di te e del tuo ragazzo…-
La ragazza trasalì ed incrociò le braccia al petto, borbottando qualcosa di
incomprensibile.
Un sorrisetto ironico si dipinse sulle labbra della strana donna, che
guardava Ryan, ancora scocciato: -Vi basti sapere che, in alcuni mondi, mi
chiamano ‘la maga della Dimensioni ’…-
Il biondo sbuffò. Ci mancavano solo i mondi paralleli, in quel momento…
-Scusi, signora Maga, ma, ehm, il futuro che abbiamo visto io e Ryan
accadrà veramente?- domandò dopo un po’ Strawberry.
La maga rimase in silenzio per un attimo, spostando lo sguardo da una
all’altro, poi mormorò: -Ragazzina, il futuro è già scritto…-
La rossa spalancò la bocca, non capendo quella strana risposta.
La donna sospirò, gettandosi all’indietro su una poltrona appena apparsa:
-Voi umani siete così stancanti…-
borbottò, massaggiandosi le tempie con le dita –Non riuscite a capire mai
niente!-
-Sta dicendo che siamo stupidi?- domandò in disappunto Ryan. Quella donna
gi stava sempre più antipatica…
La creatura aprì solo l’occhio destro e lo guardò: -Anche; spesso non
peccate d’intelligenza… ma naturalmente
io non voglio offendere il nostro piccolo genio qui presente…- sorrise
furbamente e svolazzando gli si avvicinò, sussurrandogli nell’orecchio: - E’ un
peccato, vero, Shirogane, che la tua piccola amica sia già così presa da quell’Aoyama?-
Ryan si trattenne per non colpirla, stringendo i pugni e guardandola
semplicemente ridacchiare maliziosamente.
In quel momento, sopraggiunse Strawberry, saltellante: -Di cosa parlate?-
domandò curiosa.
Il biondo le lanciò un’occhiataccia: come sempre spuntava fuori nel momento
meno opportuno…
La Maga agitò una
mano nell’aria, a sviare quel discorso, così la rossa continuò: -Bene, visto
che ci siamo detti tutto, perché non ci fa uscire da qui?-
-Questo non è in mio potere; dovrete meritarvi l’uscita da questo
Labirinto. E per fare questo, dovrete superare la Prova delle Porte…-
I due la guardarono confusi e leggermente spaventati.
La donna ridacchiò, poi fece un largo gesto con il braccio, disegnando un
arco orizzontale nell’aria.
Subito, decine di porte chiuse si disegnarono davanti a loro, mentre le
pareti del Labirinto si allargavano immensamente per far loro spazio.
I due ‘intrusi’ a forma felina spalancarono la bocca in modo molto comico a
quella visione.
La Maga attese
qualche secondo prima di parlare, godendosi quella scenetta: -Tutto quello che
dovete fare è scegliere una di queste porte ed aprirla. Ogni porta può
rappresentare passato, presente o futuro, sia alternativo sia, come dire,
‘originale’. Dopo aver visto cosa c’è oltre ogni varco, dovrete decidere se è
quello il posto dove volete tornare, ma badate bene! Se sbaglierete epoca, non
tornerete più indietro…-
La donna chiuse le ali davanti a sé e sparì magicamente dentro una siepe.
-Se n’è andata?- domandò Strawberry, ancora scossa e incerta di aver capito
bene.
-No! Sono ancora qui!- la
Maga saltò fuori da un muro di verde dietro di loro,
facendola sobbalzare di paura –Su, forza, spicciatevi! Non abbiamo tutto il
Tempo del mondo!-
Ryan la guardò male per quell’ultima battuta, poi si riconcentrò sulla fila
di usci che gli stava davanti.
-Quale scegliamo?- mormorò la rossa, avvicinandosi a lui e stringendogli
paurosamente un braccio.
Il biondo osservò quelle più vicine a lui, poi allungò il braccio e ne
indicò una proprio di fronte.
Strawberry deglutì: -Se lo dici tu…-
La coppia si avvicinò lentamente, i cuori che battevano più veloci, e si
fermò poco prima della soglia. L’americano si staccò dalla gattina,
allontanandola leggermente, e spalancò la porta.
-Quiche, la vuoi piantare di camminare avanti ed indietro?!?-
La voce arrabbiata di Pie fece fermare di botto il fratello minore.
L’alieno viola sospirò: -Come devo fare con te?-
-Dimmi cosa sta succedendo alla mia micina!- rispose di rimando Quiche
Pie si dovette controllare e respirare a fondo per non saltare al collo del
fratello e strangolarlo: -Io sono un bravo alieno, e non ucciderò mio fratello…
io non ucciderò Quiche seduta stante…- borbottò.
L’alieno dagli occhi dorati gli fece una linguaccia di nascosto, e
approfittando di quell’attimo di distrazione, svolazzò fino al computer.
“Bene…e questo come si accende?” pensò, studiando con attenzione i
molteplici pulsanti.
Facendo spallucce, spinse il primo tasto che gli capitò sotto mano… non
l’avesse mai fatto.
Decine di piccoli fulmini partirono dal computer, che iniziò ad esalare
fumo nero. Infine, con un piccolo boato, si spense di getto.
Durante tutto questo, Quiche era rimasto impietrito davanti al macchinario,
il dito ancora sul pulsante. Sentì lo sguardo raggelante di Pie lungo la
schiena.
-Inizia a dire le preghiere, Ikisatashi Quiche…perché non vivrai ancora per
molto…-
La stanza era dolcemente illuminata grazie alla luce del Sole che filtrava
attraverso una grande finestra. La carta da parati gialla dava ancora più
luminosità, mentre gli eleganti mobili la rendevano davvero bella.
Un delicato profumo di limone arieggiava intorno, accompagnato dal dolce
profumo di biscotti appena sfornati.
Era caduto a terra, in ginocchio. Lo shock per quello che aveva visto era
stato troppo grande da sopportare, persino per lui.
La voce di Strawberry che lo chiamava, spaventata e ignara, era lontana.
Soltanto una voce rimbombava nella
sua testa.
-Ah, Ryan, caro! Sei arrivato in tempo per il the!-
Strawberry non aveva capito molto bene quello che era successo nel secondo
precedente.
Ryan aveva aperto la porta, poi era caduto a terra.
Chiamò il suo nome, ma lui non le rispose, troppo intento nel guardare
dentro la stanza.
Allora guardò anche lei; si portò una mano alla bocca e trasalì.
In quel momento, capì la strana reazione del ragazzo. Anche lei conosceva
la donna dentro la stanza, l’aveva incontrata poco dopo essere entrata nel
Labirinto. E conosceva anche quel giovane ragazzo con i capelli a caschetto che
era appena entrato nella stanza reggendo un vassoio. Certo, era diverso, più
giovane, ma lei sapeva benissimo chi fosse.
-Ah, Ryan, caro! Sei arrivato in tempo per il the!- esclamò la donna.
Il giovane non rispose, immobile.
La rossa fece per girare attorno a lui per scuoterlo, ma la voce della Maga
la fermò: -Io non lo farei, se fossi in te…- mormorava con indifferenza,
osservandosi le unghie di una mano –Se per caso dovessi oltrepassare una soglia
che non rappresenta il tuo tempo, sarebbe difficile tirarti fuori…-
La Mew
Gatto annuì e chiese: -Cosa devo fare con lui?!-
La strana creatura rivolse uno sguardo a Ryan e sospirò; con un gesto
annoiato della mano fece chiudere la porta, sollevò il biondo da terra e lo
trasportò lontano dalla fila di entrate.
L’americano cadde a terra con un tonfo, sollevando qualche nuvoletta di
polvere, e rimase fermo per qualche secondo.
Poi, all’improvviso, si tirò su di scatto e iniziò a tossire.
Senza che nessuno la interpellasse, la Maga spiegò: - E’ l’influenza di quella Porta del
Passato. Stava per incantarlo con la sua magia, ma per fortuna sono arrivata io
e ho risolto la situazione!-
Quell’ultima battuta nel discorso, Strawberry non l’udì: era troppo
impegnata a sorreggere Ryan, che non aveva ancora smesso di tossire.
-Come va?- gli chiese apprensiva
Tra un colpo di tosse e l’altro, il ragazzo riuscì a rispondere: -Oh… una
meraviglia!-
Lo sguardo della rossa si fece triste: -Mi… mi dispiace per quello che…-
L’americano non le fece terminare la frase: -No, no, tranquilla, è tutto a
posto! Bene… possiamo scegliere un’altra porta?- esclamò, saltando in piedi e
rivolgendosi alla Maga.
Quest’ultima annuì, e con un colpo di mano cancellò la prima porta che era
stata aperta.
Gli occhi di Ryan si spostarono sulla Mew gatto, dicendole di scegliere.
Lei si avvicinò e ne indicò una alla loro sinistra.
Entrambi si avvicinarono, cauti, poco sicuri dopo ‘l’incidente ’ di poco
prima. Strawberry posò piano la mano sulla maniglia, e l’abbassò.
Lo scenario che si presentò loro fu a dir poco strano.
Aldilà della soglia, vi era una ragazza dai lunghi capelli biondi,
probabilmente in camera sua, che stava cantando usando come microfono una
spazzola.
I due ‘viaggiatori temporali’ si guardarono, cercando una risposta, poi
ritornarono a guardare la ragazza.
Aveva circa sedici anni, con due grandi occhi color cioccolato, e una
bellissima voce.
All’improvviso, una voce maschile, proveniente da oltre la porta, catturò
l’attenzione dei due ragazzi: - BeeBee! (*) Muoviti che andiamo a fare surf!-
La ragazza bionda lasciò cadere la spazzola sul letto, appuntò qualcosa su
un quaderno aperto e poi uscì di corsa dalla stanza.
La porta si chiuse sbattendo in faccia a Ryan e Strawberry.
Il biondo guardò scettico la sua amica: -Era una tua parente, per caso,
Strawberry?-
La Mew rosa fece
spallucce: -No, non penso! Perché?-
L’americano tornò a fissare la porta di legno: -Non lo so… un po’ ti
assomigliava…-
La rossa si girò verso la
Maga, che era tornata alla sua manicure, e le chiese: -Scusi,
ma cosa centrava quella ragazza con noi? E che cosa rappresentava quella
porta?-
Sorridendo maliziosamente, la donna replicò: -A questo non posso
rispondere. Potrei sconvolgere tutto quello che è già stato programmato –che, a
dirla tra noi, è stato già abbastanza scombinato dai vostri viaggetto
temporali.- e si affrettò a cancellare l’apertura.
Il viso di Strawberry raggiunse la tonalità dei suoi capelli: quella donna
le stava veramente molto antipatica, con le sue risposte enigmatiche.
- E’ il futuro di qualcuno di noi?- esclamò Ryan, guardandola serio.
La Maga lo osservò
con un sorriso compiaciuto: -Ho già detto che non posso darvi la risposta…ma mi
complimento con te, Shirogane. Sei testardo come pochi, e a volte la
testardaggine non è un male…ora potete scegliere un’altra porta…-
Strawberry fece per replicare, ma Ryan le mise una mano sulla spalla e la
calmò: -Non perdiamo tempo con quella ragazza. Magari è soltanto un’illusione
per confonderci le idee e per metterci paura. Probabilmente non la incontreremo
mai…-
-Che nervi, che nervi, che nervi!!!-
La voce acuta di Mina risuonò per il Caffè deserto.
-Giuro che stavolta gliela faccio pagare, a Strawberry! Come si permette di
prendere e scomparire per due giorni dentro ad un congegno alieno?!-
Lory rincorreva quella freccia azzurra che si spostava velocemente da una
parte all’altra del locale, imprecando a voce alta contro l’amica: -Mina, per
favore, calmati!- esclamava inutilmente.
Pam guardò le due cameriere con aria arrabbiata. Era da quella mattina che
la testa le doleva, e quelle due non smettevano un secondo di fare rumore.
Passandosi per l’ennesima volta le dita sopra le tempie, gridò esasperata:
-Ora basta, PIANTATELA!-
Mina si bloccò subito all’ordine del suo idolo, e come un automa si sedette
sulla prima sedia libera che trovò.
-State buone, ragazze…- esclamò Kyle dalla cucina, impastando un dolce
-Kyle, non hai ancora trovato il modo di liberarli?- chiese timidamente
Lory, ormai per l’ennesima volta in due giorni.
Il moro si pulì nel mani nel grembiule e le sorrise: -Non ti preoccupare,
Lory. Un modo lo troveremo. E poi, sono sicuro che stanno benissimo!-
Il viso della Mew Verde si fece triste: -Speriamo…-
L’americano non smise di sorridere, poi mise da parte l’impasto della torta
e le avvertì: -Io adesso riprovo, mi raccomando, state lontane!-
-Allora, quale porta volete aprire?-
Strawberry sbuffò: possibile che quella donna non lasciasse loro neanche
qualche secondo per poter scegliere?
Guardò Ryan, che con gli occhi passava da una porta all’altra, incerto.
Incrociò le braccia con fare annoiato: -Hai scelto?- chiese
Il biondo indicò la prima che gli capitò sotto gli occhi. Tanto, peggio di
quanto gli era accaduto prima…
Il portone, questa volta, si aprì da solo, scorrendo.
I due ragazzi fecero un salto all’indietro quando scorsero aldilà del
pannello.
Semplicemente loro due, nella stessa posizione, con la coda, le orecchie e
tutto il resto.
Era come se fossero davanti ad uno specchio.
La rossa deglutì: -Wow! Che strano…-
Anche il suo doppione mosse la bocca, ma non udirono nessun suono.
Ryan, più scettico della ragazza (o forse più semplicemente razionale)
agitò una mano davanti alla sua copia ‘labirintica’, e quella lo imitò.
Strawberry sorrise: -Beh, io penso che sia questa, no?- e così dicendo fece
un passo per oltrepassare la soglia.
Ma il biondo si lanciò in avanti per fermarla, e riuscì ad afferrarla per
la coda: -Ma possibile che debba sempre badare a te?!?-
La rossa si bloccò, con un piede in aria e l’aria scettica; si voltò a
guardare Ryan e chiese: -Perché mi hai fermata?-
L’americano sospirò e le indicò la porta: -Guarda, ragazzina: i due tizi
aldilà della porta non ci stanno copiando! Sono esattamente immobili, e questo
non mi piace! Non è la porta giusta!-
La Mew rosa acconsentì
–seppur poco convinta- ed abbassò il piede, allontanandosi dall’entrata.
Un rumore di battimani li fece girare: -Devo complimentarmi con voi- stava
esclamando la Maga
delle Dimensioni –Siete i primi umani che osservo a non essere completamente annoianti!-
Ryan la guardò dubbioso: - E’ un complimento, per caso?-
La donna rise e cancellò la porta con un semplice e veloce gesto: -Non
posso concedervi più Tempo, adesso – e ridacchiò per l’ennesimo uso di quella
parola –La prossima porta dovrà essere quella giusta…-
Strawberry deglutì rumorosamente: -E se dovessimo sbagliare?-
La creatura labirintica tornò ad osservarsi le unghie: -Affari vostri…-
La rossa si girò spaventata verso il suo compagno, che alzò le spalle: -O
la va, o la spacca, ragazzina…-
Gli afferrò la mano e la strinse forte, conficcando le unghie nella sua
carne; ma il biondo non la lasciò, ed aprì la porta prescelta.
Mentre la Mew
rosa si stringeva a lui, spaventata, un grande raggio di luce dorata li
investì.
…
…
…
-Però…- esclamò la Maga,
sbirciando oltre la porta aperta –Che affascinante pasticciere…- e lentamente
scomparve dentro al labirinto.
NOTE:
(*) Si pronuncia BiBi
Innanzitutto mi scuso per l’enorme attesa che avete
patito (5 mesi… ehm ehm…) , ma mi sono bloccata con questa storia e sono andata
avanti con Mele. Poi mi sono bloccata
con tutte e due, allora…
Beh, spero che questo chappy vi sia piaciuto!! Che
fine avranno fatto i nostri due eroi?? Chi sarà la ragazza misteriosa apparsa
nella seconda porta?? (Provate ad indovinarlo… chi si avvicinerà di più, verrà
premiato con un bacio di Ryan!! Ps: per i maschi in lettura: se indovinate voi,
il bacio sarà di una delle Mew a vostra scelta…)
Ora non sto a rispondervi per le lunghe, visto che è
passata un’eternità e probabilmente non ricordate più ciò che avete detto nelle
recensioni.
Ringrazio quindi di cuore Pfepfer (tranquilla, non ti picchio!), Killkenny
(mi mancano i 9… m’impegnerò!), Giuly93
(grazie e benvenuta!), Lala_g (Grazie tesoraa!), Izayoi007 (Scelgo
magnifico ^_^ besos!),Ysi
(Sì, Strawberry è proprio stupida…), Kry333
(Grazie per i complimenti!), Ila (Mi
dispiace, ma qui niente ohohoho… è un peccato, lo so!), Lucky (Partiamo per la campagna anti-Mark! Impugna il machete!!), Purinsun (UKY UKY, concordo con tutto
ciò che hai scritto!), Mary Cry (tesora
ti adoro!!), Shin rei (Concordo
anche con te, fishy!), Seasons_girl (benvenuta!!),
Elisa (Sì, Ryan è notoriamente un
pervertito…), Heiji Hattori (Ti
aspetto!!) e Berry92 (grazie mille,
ecco il seguito!!)!
Grazie a tutti per i tanti complimenti che mi avete
fatto!!
Lo
spazzolone bagnato (*) si muoveva velocemente sul pavimento lucido,
accompagnato dal dolce ruotare dei pattini.
Era
un’idea davvero geniale, utilizzarli per pulire: avrebbe fatto meno fatica, e
si sarebbe divertita di più!
All’improvviso,
però, lo spazzolone si piantò sul pavimento, facendola inciampare.
Aveva
già chiuso gli occhi, pronta a ricevere il colpo, ma come mai il terreno non
arrivava più?
-E’
mai possibile che debba sempre tenerti d’occhio, ginger?-
Arrossì
ancora prima di aprire gli occhi. Non era poi così difficile indovinare il perché il suo sedere non aveva battuto
per terra.
-Ora
potresti anche scendere, sai?- la voce sembrava scocciata ma anche divertita.
Strawberry
aprì gli occhi e arrossì ancora di più. Il viso di Ryan era a meno di dieci
centimetri dal suo, e lei poteva specchiarsi nei suoi occhi azzurro cielo.
-Oh,
ehm…grazie…- farfugliò, tentando di rimettersi in piedi.
Sfortunatamente,
si scordò di avere i roller al posto delle scarpe, così rischiò di cadere una
seconda volta.
Ma
il biondo l’afferrò prontamente, rimettendola in piedi: -Strawberry…- sospirò
-Come devo fare con te?-
La Mew rosa si allontanò
velocemente, ripetendosi mentalmente di far sparire quel maledetto rossore
sulle guance.
Quando
alzò lo sguardo, però, l’americano era già sparito, e nella stanza erano
rimasti soltanto lei e lo spazzolone.
-Certo
che poteva anche salutare…- borbottò tra sé e sé, afferrando il suo strumento
di pulizia.
Le
cose non erano cambiate, da quando erano tornati.
Tutto era tornato come prima… e fortunatamente, Ryan non aveva fatto parola di
ciò che era successo nel Labirinto, dopo quello strano matrimonio.
E
lei, d’altronde, non aveva rivelato la sua debolezza
durante il momento passato in quello stupido harem.
Sospirò,
appoggiandosi al manico dello spazzolone. Doveva però ammettere che si era
anche divertita, lì dentro. Quel biondino sapeva anche essere simpatico, e
gentile. E sapeva soffrire.
Lei
non avrebbe mai scordato il suo viso sconvolto dopo aver aperto la prima Porta
della Prova.
Aveva
dimostrato che aveva un cuore, in fondo, anche se non gli andava di
dimostrarlo.
Strawberry
sorrise e sistemò nello sgabuzzino lo spazzolone. Quell’avventura, di certo,
non l’avrebbe mai scordata…
Ryan
raggiunse Kyle in cucina, e si sedette in silenzio su una sedia.
-Ciao!-
esclamò allegramente il moro, intento ad impastare uno dei suoi ottimi dolci.
-Ciao
Kyle…- sospirò l’altro, appoggiando le braccia sul tavolo.
L’amico
sorrise ed esclamò: -Ryan, siete tornati da due giorni, e tu sei sempre
pensieroso. Devo dedurre che non ci avete raccontato tutto?-
Due
occhi glaciali lo andarono a fissare. Lo conosceva davvero così bene?
-Kyle…
nel Labirinto, durante quella cretinata della Prova delle Porte, io… ho visto
mia madre…-
Kyle
smise di impastare: -Ryan, ma tua madre è…-
-Morta,
lo so!- lo interruppe con rabbia –Ma io l’ho vista, e ho anche visto te!
Stavate prendendo il the, nella stanzetta al primo piano dove la mamma si
fermava sempre a dipingere…-
La
voce del moro si fece più malinconica e dolce: -Probabilmente era solo
un’illusione. L’hai detto tu stesso che quel Labirinto era intriso di magia…-
Ryan
sbuffò: - Ok, l’ho detto, ma io sapevo che era lei! Era reale. Quelle entrate
ti conducevano verso un altro tempo. Può sembrare stupido, ma io sono
pienamente convinto che dietro quella porta, la mamma fosse ancora viva. Come
ero convinto che la porta con le due nostre copie non fosse quella giusta, tra
l’altro…-
Kyle
approfittò di quell’occasione per sviare il discorso: -Ecco, appunto. Come hai
fatto a capirlo?-
Il
biondo sorrise: -Sinceramente non lo so. Me lo sentivo. E poi, se l’avessimo
oltrepassata, probabilmente ci saremmo ritrovati in un altro Labirinto, con
altre porte e via dicendo! Così ho fermato Strawberry. Penso che anche il suo
clone volesse darci un avvertimento, rimanendo immobile.-
Il
moro annuì soddisfatto: -Beh, allora complimenti! Ti senti meglio, ora?-
Ryan
non rispose e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso le scale.
-Sei contento, ora,
Quiche?-
La
voce sprezzante di Pie risuonò per la loro base.
L’alieno
dagli occhi dorati allungò le braccia per sgranchirsi un po’: -Aah! Che
giornate lunghe! Ma ora che la mia gattina è in salvo, mi sento davvero bene!-
Il
fratello maggiore lo guardò con rabbia: il suo meraviglioso piano era fallito,
e quello stupido ne era contento?
-Andiamo,
Pie, non guardarmi così! Io stavolta non c’entro proprio niente!- si giustificò
Quiche.
Un
lampo di istinto omicida passò negli occhi viola di Pie: -Mi hai distrutto il
computer, brutto stupido che non sei altro!-
Un
sorriso sghembo si materializzò sulle labbra di Quiche: -Quello è stato un
errore di percorso… un fatto normale!-
Pie
dovette combattere per l’ennesima volta contro se stesso per non compiere un
fratricidio, ma quello continuava a svolazzare canticchiando “la mia micina è salva, la mia micina è salva…”
Inspirò
profondamente ed aprì gli occhi: -Quiche, vedi questo cacciavite? A parte il
fatto che sono dovuto andarlo a prendere sulla Terra perché mi serviva per
riparare il computer, è anche molto appuntito. Se non la smetti con quella
filastrocca, te lo faccio ingoiare, e la gola non è l’unico buco che hai in
corpo…-
Quiche
sbiancò all’improvviso e si sedette a gambe incrociate: -Ok, sto zitto, sto
zitto…-.
“Dlin-dlon”.
Il
campanello appeso sopra la porta del Caffè trillò allegramente.
Le
cinque cameriere e i due proprietari si girarono verso il nuovo cliente. Se
Ryan fosse stato trasformato in Art, gli avrebbe soffiato contro.
-Salve
a tutti! Come va?- chiese l’ospite.
Strawberry
lasciò cadere a terra il suo fido spazzolone e corse da lui: - Mark! Che
sorpresa!-
Il
moro le sorrise e iniziarono a parlare fittamente.
-Ecco
che ricominciano a fare i fidanzatini… e come al solito ne approfitta per
smettere di lavorare!- si lamentò Mina, tranquillamente seduta a bere il the.
-Ma
in fondo se lo merita… non l’ha visto per due giorni!- la scusò Lory.
La Mew blu sbuffò: -Capirai… e
comunque ci ha passato tutti i pomeriggi, da quando è tornata!-
-Mina
ha ragione!- esordì Ryan, appollaiato su uno sgabello –Scommetto che tra un po’
chiederà un permesso!-
In
quel momento, infatti, la rossa si girò verso di lui ed esclamò allegra: -Ryan,
potrei prendere un pomeriggio di permesso?-
Il
biondo sorrise: -Certo che no, Strawberry. Hai già preso più permessi di quanti
potessi permetterti.-
La
mew gatto divenne color porpora, e si preparò a controbattere –anche se aveva
ben pochi argomenti in sua difesa-, ma Mark la interruppe: -Stai calma che ci
penso io!- le mormorò.
L’americano
alzò un sopracciglio, scettico: pensava forse di riuscirci, lui?
Il
moro sfoderò il suo sorriso più luminoso (a cosa sarebbe servito, con un uomo,
lo sapeva solo lui) ed esclamò: -Per favore, Ryan, potresti cortesemente dare
un pomeriggio di permesso a Strawberry? Così potrebbe aiutarmi a ripulire il
fiume da tutti i rifiuti che lo inquinano!-
Il
biondo sopracciglio dell’americano non calò di un millimetro: -La mia risposta
non cambia, Aoyama (sottolineò
l’utilizzo del cognome, al contrario di quello che aveva fatto Mark).
Strawberry ha usufruito di tutti i permessi previsti dal suo contratto!-
-Fallo
per un’amica!- provò ancora il campione di kendo.
Ryan
si sporse verso la rossa, mezza nascosta dietro il moro: -Ti risulta che siamo amici,
Momomiya?-
Piccole
lacrime si affacciarono negli occhi color cioccolata di Strawberry, che si
avvicinò al biondo e gli sussurrò in faccia: -Sei veramente perfido, Shirogane!
Dopo tutto quello che mi hai fatto passare là dentro…-
-Dentro
dove?-
Strawberry
si pietrificò a quell’ultima domanda di Mark. Lui non sapeva!! Lui non doveva
sapere!!
Si
girò verso di lui e gesticolando velocemente spiegò: -Nonono! Niente, niente!
Intendevo il Caffè! Ehehehe!!-
-Comunque
adesso puoi anche andare, Aoyama. Strawberry non può uscire, e tra qualche
minuto il locale sarà pieno!- sentenziò il proprietario, con gli occhi chiusi e
le braccia conserte.
Il
moro accusò il colpo senza ribattere e salutò la sua ragazza con un sorriso e
un “Allora ci vediamo quando hai finito!”.
La
porta rosata del Caffè si chiuse con un botto.
Strawberry
tremava dalla rabbia e per trattenere le lacrime. L’unico rumore era il lontano
ronzio del forno che cuoceva le torte.
-Tu…-
boccheggiò la rossa, con il volto congestionato.
Ryan
aprì gli occhi con noia, e senza espressioni particolari in viso.
-Tu
sei uno schifoso ipocrita e insensibile. Mi fai schifo!- sibilò ancora la
ragazza, poi corse via verso il bagno.
-Certo
che potevi anche essere più gentile…- mormorò Mina, sorseggiando il suo prezioso
the.
Il
biondo non le rispose, girando la testa dall’altra parte. Incrociò lo sguardo
blu di Pam, e non riuscì a sostenerlo per molto: più la conosceva, più aveva la
convinzione che quella ragazza sapesse leggergli dentro solo guardandolo,
proprio come Kyle.
Quest’ultimo
uscì dalla cucina, asciugandosi le mani nel grembiule: -Questa volta hai
davvero esagerato, Ryan.-
Il
ragazzo sbuffò e si alzò dallo sgabello: -Avete finito di farmi la predica?!- e
se ne andò in camera sua.
Kyle
sospirò: -Quel ragazzo a volte è davvero impossibile…-
Strawberry
piangeva appoggiata alla vasca da bagno, imprecando a bassa voce contro colui
che l’aveva ridotta in quello stato.
“Brutto
stupido di un Ryan!” pensò adirata “Possibile che abbia una…doppia
personalità?! Non è possibile che cambi umore così spesso??”
In
preda ad uno scatto di rabbia, tirò un pugno al freddo marmo, provocandosi un
gran male all’arto.
-Bene,
perfetto…-mormorò, soffiandosi sulle nocche infuocate.
Si
tirò i piedi, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano “sana”, e si
specchiò: -Sono un mostro…- si lamentò.
Sospirò
ed uscì dalla stanza. Ma la fortuna sembrava guardare da un’altra parte. Non
appena aprì la porta, infatti, Ryan passò lì davanti.
Strawberry
si pietrificò sull’uscio, incapace di parlare.
Il
biondo non si fermò nemmeno, rivolgendole solo un’occhiata distaccata.
Un
filo di rabbia in più crebbe nell’animo della ragazza, che fece però finta di
niente e ritornò a testa alta nella sala da the del locale.
Lory
le rivolse un gran sorriso di incoraggiamento, e la rossa iniziò a lavorare.
Steso
sul letto, le braccia incrociate dietro la testa, osservava il soffitto.
Gli
occhi celesti, glaciali, percorrevano ogni singola crepa, avanti e indietro, in
un intricato disegno a ragnatela.
“Un
Labirinto…” pensò tra sé e sé.
Stupido.
Stupido stupido stupido. Non poteva definirsi in altro modo.
Sospirò
e chiuse gli occhi. Ma d’altronde, in che altro modo poteva comportarsi? Aveva
sempre fatto finta di niente, e sarebbe sempre dovuta andare così!
Invece
no. Alla lunga, quel gioco l’avrebbe stancato, e un giorno o l’altro non
sarebbe più riuscito ad arginare la diga… e avrebbe combinato un gran casino.
Già
in quello stupido intrico verde aveva rischiato troppo; si era esposto, e le
aveva fatto conoscere cose che sarebbero state bene anche nascoste. Il
risultato: ciò che aveva combinato quel pomeriggio.
Loro
due non facevano altro che litigare. Poi lei piangeva, lui si ritirava in
camera sua e pensava sempre alle stesse cose. Ed il tutto era peggiorato da dopo
che erano usciti dallo ‘scherzetto’ di Pie.
Una
coppia avrebbe potuto comportarsi così. Ma loro due… cos’erano veramente loro
due?
“Bah…meglio
lasciar perdere…” pensò.
Avrebbe
continuato a ricascarci. Probabilmente anche per tutta la vita. E quello stupido
Labirinto l’aveva condizionato troppo.
Che
senso aveva continuare così, se ormai sapeva già tutto?
L’aveva
visto, lei avrebbe sposato il suo Aoyama e sarebbe stata felice per tutta la
vita. Il matrimonio era stato bello e sfarzoso, no?
Sorrise
leggermente a quel ricordo. Al loro ritorno, avevano evitato accuratamente di
parlarne, così come delle altre avventure. Solo la Prova delle Porte era stata
raccontata, ma con gli adeguati ‘tagli’.
E
quella BeeBee… probabilmente una futura nipote della rossa. Ma quei capelli
biondi? Scosse la testa, non pensandoci più. Che ne sapeva lui di ciò che
avrebbe combinato Strawberry?!?
Si
lasciò sfuggire un brontolio. Qualcuno, di sotto, aveva appena rotto qualche
piatto. Chissà, lei o Lory?
Un
altro brontolio. Doveva togliersela dalla testa. Era una battaglia persa fin
dall’inizio! E a lui, perdere, non andava giù.
Qualcuno
bussò alla porta.
-Avanti…-
borbottò, aprendo un occhio.
Kyle
entrò sorridente: -Non ti sembra un po’ presto per andare a dormire? Sono solo
le quattro e mezza!- (**)
-Non
stavo dormendo…- rispose, alzandosi e appoggiandosi sui gomiti.
Il
moro gli si avvicinò: -Allora?-
Gli
occhi glaciali lo guardarono con aria scocciata: -Allora cosa?!?-
Kyle
sospirò: -Cosa pensi di fare con Strawberry? Possibile che tu debba sempre
farla piangere?-
Ryan
non rispose, ma continuò a sostenere il suo sguardo.
-Posso
dirti una cosa, Ryan? Io lo so cosa tu pro…-
Il
biondo lo interruppe con fare aggressivo: -Finisci la frase, Kyle, e ti
ritroverai dritto all’ospedale!-
Il
moro scoppiò a ridere: -Va bene. Ma tu sai che è così. E a volte, accettare la
realtà è molto più semplice che continuare a negarla!- fece per uscire, ma si
bloccò all’ultimo istante –Ultima cosa: valle a chiedere scusa, prima che se ne
vada!-
Quando
l’amico ebbe chiuso la porta, si lasciò ricadere sul letto. Così, anche Kyle
aveva ragione. Avevano tutti ragione, tranne lui. Shirogane aveva torto. Non
sempre, certo. Ma quando riguardava le relazioni, lui era sempre dalla parte
sbagliata.
Allungò
una mano e a tentoni accese lo stereo. Una bella musica si sparse per la
stanza.
Forever
and ever you’ll stay in my heart and I will love you… (***)
La
spense subito. Una canzone come quella non andava affatto bene!
Sospirò
e chiuse gli occhi. La labirintica ragnatela di crepe scomparve alla sua vista.
L’ultima
cosa che sentì furono gli applausi dei clienti per lo spettacolo di Paddy…
Si
tirò su di scatto. Quanto aveva dormito?
Guardò
la sveglia elettronica sul comodino: segnava le sette e tre quarti.
Il
Caffè stava chiudendo…e le ragazze non se n’erano ancora andate.
Si
mise le scarpe e scese al piano di sotto. Come aveva previsto, le cinque
cameriere erano indaffarate a ripulire il locale ed appoggiare le sedie sopra i
tavoli.
Si
sedette allo sgabello dietro la cassa e le squadrò una per una.
Quando
poi il suo sguardo incrociò quello di Kyle, gli sembrò di vedere un lampo
divertito nei suoi occhi.
Shirogane
il Dio si era finalmente degnato di discendere tra i comuni mortali. Un
sorrisetto le comparve sulle labbra nel pensarlo.
Uscì
fuori a buttare la spazzatura e si asciugò la fronte con il dorso della mano.
Il Sole calante dipingeva il cielo di rosso.
Guardò
verso il sentiero che proveniva dal parco: di lì a poco Mark sarebbe venuto a
prenderla!
Ritornò
allegramente verso il locale e si cambiò nello spogliatoio. Lenta e pensierosa
com’era, rimase ben presto ultima.
Le
sue labbra di fragola si piegarono in un curioso broncio quando realizzò di
essere rimasta sola. E Mark non era ancora arrivato!
Scrollò
le spalle e fece per uscire, ma una voce seria la bloccò: -Strawberry… potresti
aspettare un attimo?-
Sospirò
e cercando di mantenere un certo contegno si girò verso il suo interlocutore:
-Si, Ryan, che c’è?-
Il
biondo sorrise: -Vorrei parlarti…-
Strawberry
deglutì, guardandolo da lontano. Era seduto sul suo solito sgabello bianco, la
schiena appoggiata al muro, una gamba piegata perché il piede poggiava
sull’apposta listella del sedile, l’altra a pochi millimetri da terra.
-Bene,
parla…- mormorò.
Ryan
si alzò in piedi e camminò lentamente fino a raggiungerla. La ragazza dovette
alzare il viso di parecchi centimetri per poterlo guardare negli occhi. Era
troppo alto…
-Volevo
dirti che, ehm, sono dispiaciuto di essermi comportato così male nei tuoi
confronti questo pomeriggio.-
La Mew rosa arrossì. Le aveva
chiesto veramente scusa?
-Quindi,
se vuoi degnarti di rispondermi, ne sarei felice!-
La
rossa sorrise. Ma era sempre Ryan Shirogane!
Frugò
nella sua borsa e ne estrasse un pacchetto di caramelle: -Tieni!- esclamò,
porgendogliene una –Me l’ha insegnato Paddy. Secondo lei, quando due amici
fanno pace, si devono regalare delle caramelle!-
Ryan
rimase sorpreso, ma prese il piccolo dolcetto che lei gli dava.
Strawberry
gli fece l’occhiolino: -E in ogni caso, mi è sempre risultato che noi due
fossimo amici!-
Anche
il biondo sorrise. Però… era davvero così semplice?
La
voce di Mark chiamò Strawberry, che si voltò verso la porta raggiante: -Allora
ciao, Ryan!- gridò, dirigendosi velocemente verso il moro.
Ryan
si appoggiò allo stipite della porta, guardando la rossa correre lungo il
sentiero del locale, andando incontro al Sole.
-Allora,
gattina…- mormorò, stringendo in mano la caramella -Posso sempre sperare…-
Strawberry
si fermò, girandosi verso di lui: -Hai detto qualcosa, Ryan?-
Il
biondo sorrise: -Proprio niente, Momomiya. Vai pure, non fare aspettare il tuo
principe!-
La Mew gatto gli fece una
pernacchia, e riprese a correre, mentre l’americano entrò dentro il Caffè,
chiudendosi la porta rosata alle spalle.
Lei
raggiunse il suo ragazzo, che l’aspettava sorridendo: - Aoyama-kun!- gridò, e
lo abbracciò di scatto.
She
always belonged to someone else
NOTE:
(*) Avete
presente il Mocho Vileda? Bene, lo spazzolone è proprio quello!
(**)
l’orologio sul mio computer, invece, segna le 22.49 ed il capitolo non è ancora
finito!! ^_^
(***)
Per sempre e sempre tu starai nel mio
cuore ed io ti amerò. Parte di “I say a little prayer” di Dionne Warwick
Ps:
ora l’orologio segna le 23.30!!
Ed eccoci infine arrivati all’ultimo capitolo di
questa ficcy! È un po’ triste, lo so… ma per fortuna avete ancora l’attesa di
“Mele e caramelle”!
Le due frasi in inglese che avete trovato non
tradotte in questo chappy sono due strofe di “She will be loved” dei Maroon 5,
e significano “Lui era sempre lì per
aiutarla/ Lei apparteneva sempre a qualcun altro”. Credo che siano molto
azzeccati per i due protagonisti di questa storia, no??
Mary Cry: amore, sei sempre la prima!!
Quanto tempo, dici? Eh, lo so, tanto-tanto…! Ma mi sono fatta perdonare, vero?
^___^ Questo chappy è sì abbastanza importante per tutta ‘sta faccenda…quindi
grazie per i complimenti!!
Tornerò presto anche con Mele, tranquilla… un
bacione!!
P.S: mi dispiace, ma per te niente bacio di Ryan!!
Killkenny: hai visto, che sorpresona?!?
Non avrei immaginato che ti piacesse tanto!
Beh, ma questa volta il tuo Sadico Sesto Senso non
ha funzionato? E dire che da te mi aspettavo quasi la risposta giusta!
Grazie per i complimenti e un bacione!
Lala_g: sono contenta che ti piaccia ti
piaccia ti piaccia ti piaccia!! ^___^ Anche una mia amica viene chiamata Bibi…
sarà un’epidemia?? Comunque, per la tua risposta… eheh… aspetta un attimo che
vado a chiamare Ryan… XDD
Un bacione anche a te!!
Purinsun: scimmietta della mia vita! La
fondazione “Muori Mark (fra atroci sofferenze, possibilmente)” è già fondata!
Pronta a partire?? UKY UKY X3
ECA90 alias Heiji Hattori: visto che suspence??
Lo so, ammetto di essere leggermente sadica, sia nei vostri confronti, sia in
quelli dei personaggi: povero il mio piccolo Ryan… che dici, troppo cattiva??
Grazie per i complimenti!! Baci
Kikka: sbaglio o sei nuova di questa
fic? Wow, che bello, un’altra nuova lettrice! Grazie per il “bravissima”, mi fa
sempre molto piacere. Se aspetti un attimo, vado a chiamare Ryan pure per te!
Baciotti
Pichan: ehi, sei arrivata anche qui! Ho
già anche visto il tuo commento in “Mele”. Sono contenta, sai? Prometto che non
dovrete più aspettare sei mesi!! Comunque, anche tu riceverai un bel baciotto
dal biondino… X3
Izayoi007: amoreee! Che bello sentirti!!
Ma, sob sob, tu non hai indovinato chi fosse BeeBee? Come mai?? Pensaci, da
brava, che ci arrivi!!
Grazie per i complimenti, e a proposito: se
Strawberry non è tonta, non può essere Strawberry, giusto?! Ed il povero Ryan
soffre… perché dici che è capriccioso? Forse un po’ viziato… e mooolto cattivo,
in questo ultimo capitolo!
Ci sentiamo presto, un bacione!!
Kashia: credo che questa recensione sia
un miraggio. Sei davvero la
Kashia delle fic dove Ryan e Strawberry stanno sempre
insieme? La stessa autrice della prima fic che ho letto?? WOW!! Grazie per quel
mega complimento che mi hai fatto: non è cosa da tutti i giorni sentirselo dire
così esplicitamente!
Prima di salutarti, volevo chiederti: la prima
–appunto- fic che ho letto su EFP è una delle tue, intitolata “Ricordi…”, che è
sfortunatamente incompleta. Perché non la termini? Avevo capito dalle tue note
che l’avevi già scritta e poi divisa per problemi di lunghezza. Non è forse
così? Il fatto è che mi è sempre piaciuto molto, e lasciarla così in suspence è
un po’ un peccato…
In ogni caso, grazie ancora!! Un bacione anche a te.
Elisa: eh, chissà chissà… chi sarà la
ragazza bionda??? Eheh… tu dovresti essere aiutata dalla nota sotto (*) per
scoprire chi è! Ma ora basta, sto dando troppi indizi!! Purino Quiche, lui
secondo me ha davvero paura di Pie, anche se non lo vuole ammette U.U *me sa!*.
Come vedi, alla tua domanda ha già risposto
Shiro-kun (uh, che figo! L’ho appena inventato! ^_^) all’interno della
storia.
Smack!
Bene, per quanto riguarda la ragazza
ora_non_più_così_misteriosa, avete ancora il commento per quest’ultimo capitolo
(me lo farete, vero??) per indovinare la sua identità!!
(*) Indizio per i fedelissimi che leggono tutte le mie fic: ragionate sul nome della ragazza… il nome… *eco stile film che ripete il nooooomeeee*
Grazie a tutti voi che avete commentato e anche a
chi solo ha letto. Spero di risentirvi presto!!