Origins.

di Freelikeabird
(/viewuser.php?uid=146266)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** again. ***
Capitolo 2: *** best friends since forever ***
Capitolo 3: *** It's meant to be. ***
Capitolo 4: *** AIRPLANE ***



Capitolo 1
*** again. ***


again.
 
"Devo andare, mi dispiace."
"Non puoi lasciarmi, non puoi lasciare il tuo migliore amico"
"Mi dispiace davvero, scusa" prese il suo borsone, scese di corsa le scale, aspettò la mamma   che la fece salire sulla meravigliosa macchina bianca del suo patrigno e se ne andò. 
"Kendra" gridò dalla finestra il piccolo amico
"non mi lasciare" ma era troppo tardi, se ne era andata. 
Erano ingenui, ignari di cosa sarebbe potuto succedere, di quanto sarebbero potuti cambiare.
 
10yearsleter
 
Quel sabato il sole illuminava la piccola cittadina, i bambini giocavano nel parco, la gente era in giro a fare compere, quel sabato mattina era perfetto per uscire, e lui, lui doveva lavorare, nel bar dei suoi genitori, o meglio nel bar del padre. Justin dal venerdì alla domenica lavorava lì. Dopo la morte della madre, il padre crollò in depressione, e nei giorni in cui non andava a scuola, Justin lo aiutava nel "Il bar delle meraviglie" di meraviglioso non c'era niente in quel bar, a stento arrivavano a fine mese, e con l'affitto da pagare non facevano proprio una bella vita, ma Justin sorrideva sempre, con quel sorriso meraviglioso. Gli occhi color caramello erano perfetti, era esile e alto, era cambiato. Era cresciuto non era lo stesso bambino di 10 anni fa, era cambiato. Ma L'aspettava sempre, aspettava quell'amica che non sarebbe più ritornata.
 
* * *
 
La rossa scese dalla macchina, gli occhiali da sole nascondevano i suoi meravigliosi occhi cerulei. Anche lei era molto esile e molto piccola. Si chiamava Kendra Mcklaine ed era da molto che non tornava nella sua cittadina. Dopo il suo trasferimento a New York non era più la bambina innocente che tutti conoscevano. Frequentava brutte compagnie e la madre, esausta dei suoi amici, aveva deciso di tornare alle radici, di far ricoprire a Ken la vera amicizia.
Entrò in quel bar, esausta del viaggio, si sedette in un angolo del vecchio locale e ordinò un cappuccino, il suo preferito. Justin la riconobbe, riconobbe il suo viso esile, ma non poteva essere lei. I suoi capelli erano morbidi e lisci, le scendevano perfettamente sul piccolo corpo, e, dopo essersi tolta gli occhiali, i suoi occhi risplendettero in tutto il locale. Era sicuro, sicuro che fosse lei. "Sono cambiato" disse lui a bassa voce, cercando una ragione logica, poi continuò "Non può non ricordarsi" disse vicino ad un cliente ubriaco a prima mattina, le andò vicino le diede il cappuccino e poi si mise a fissarla.
-Ho qualcosa che non va? I miei capelli sono scombinati?- disse la ragazza in tono scontroso 
-No è che mi piace molto il tuo colore di capelli- disse lui cercando una scusa plausibile. Non se ne era ricordata, forse a causa dei troppi alcolici che era solita consumare, ma non era possibile, avevano passato tutta l'infanzia insieme, Justin sapeva che era uno sbaglio trasferirsi, non la voleva far trasferire ma aveva solo 6 anni non poteva prendere decisioni.
La ragazza mise cinque dollari sul tavolino traballante, e sotto un biglietto con su scritto:
 
"NON TI HO DIMENTICATO, E' SOLO CHE SONO CAMBIATA, INCONTRIAMOCI AL PARCO" 
 
Justin sorrise, chiuse prima il locale e si precipitò nel parco affianco.
"Sapevo che eri tu Kendra" 
 
La ragazza rossa si girò di scatto, il sole per un attimo le illuminò gli occhi, il ragazzo rimase senza fiato, non poteva credere che la sua piccola migliore amica fosse cresciuta, cambiata. 
"Insomma pearcing al naso, tatuaggio, i capelli rossi. Siamo cambiati amica mia" La ragazza, seduta su una piccola pietra del parco, si alzò e si fiondò tra le braccia del suo amico, di colpo la ragazza fredda di ghiaccio che era Kendra si sciolse, come la sua matita nera che delineava gli occhi azzurri. Singhiozzando la ragazza cominciò a parlare 
"MI SEI MANCATO" disse solo questo, dopo dieci anni che non si sentivano, dopo dieci anni lontani non aveva da dire nient'altro 
"ANCHE TU" disse l'amico lasciandola tra le sue braccia. Anche lui non le chiese niente avevano bisogno di colmare quel grande vuoto che avevano entrami, uno a causa della pessima condizione familiare, l'altra a causa dei guai passati le sere scatenate  a New York.
 
 VUOTI entrambi, COLMI di nuovo dopo quell'immenso abbraccio.
 
"Sembri un panda" disse il ragazzo guardando il volto dell'amica piena di matita nera intorno agli occhi tutta sciolta, lei si limitò a fare una piccola smorfia e con la manica della felpa inziò ad asciugarsi il volto.
"Come mai sei di nuovo qui" disse l'amico curioso
"Aria nuova" disse vagamente Kendra, era molto brava in questo nascondeva tutto dietro piccole parole, lo faceva sempre da quando era piccola per qualsiasi cosa ed era una sua abilità, riusciva a farlo senza tanta difficoltà ma Justin lo sapeva e la conosceva molto meglio di quanto le potesse pensare così continuò
"Ah si ho capito aria nuova, che genere di aria?" Disse lui corrugando la fronte
 "I cazzi miei insomma Bieber" disse lei con un gran bel sorriso ma poi diventò seria e continuò
"bhè ecco vedi il fatto è che a New York" ma il telefono di Justin squillò
 "Ho scoperto una cosa Bieber"
 
Kendra scrollò le spalle, ogni volta succedeva e questo non era davvero cambiato
 "sempre nei momenti meno opportuni" concluse lei, ma lui dovette rispondere.
 
"Si si arrivo" 
"cosa è successo" disse la rossa 
"mio padre è di nuovo nel bar di un nostro amico, come al solito, è ubriaco"
 "Dai andiamo ti accompagno" disse l'amica, ma Justin era diventato cupo, non aveva quel sorriso radioso era capitato molte volte il fatto del padre, così lasciò la mano di Ken e se ne andò lasciando la ragazza sola, adesso piena di malinconia.






Bird's notes
----------------------
spero che questa storia venga calocolata LOL
cosa ha scoperto Kendra uhuhuh
cioè questa storia la sto scrivendo con il cuoricino proooooprio, spero vi piaccia davvero :3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** best friends since forever ***


"Mi manchi Am"  inviò l'sms alla migliore amica, ricevette subito la risposta, riprese il suo Iphone e lesse il messaggio "Ragazza, la vuoi smettere mi fai piangere" alla rossa comparve un sorriso sulle labbra, era seduta affianco alla finestra sul letto in camera, le arrivò un'altro messaggio "Come sei bella quando sorridi" non era Am, e chi la stava osservando dalla finestra? si sporse un po' e vide Justin, sorrise ancora di più e gli fece cenno di salire.

Andò ad aprire la porta conciata molto male. Aveva quello shorts che si ricordava l'epoca di quando andavano di moda quelli stracciati, la canotta sopra non era da meno, sporca di pittura, stracciata alla fine, i capelli raccolti in uno chignon spettinato e una treccia molto lunga che le scendeva sulla schiena scoperta. Ma era bellissima. "Sono messa male lo so non commentare ti prego" disse la ragazza coprendo gli occhi dell'amico che non era nemmeno entrato nel piccolo appartamento "Sei bella lo stesso" disse lui togliendo la mano fredda della ragazza dal volto, poi la guardò con occhio malizioso "Sì diciamo che i vestiti, te li strapperei vol. .." ma non riusci a completare la frase perchè la Rossa gli diede uno schiaffo sul petto. "HEI" esclamò il ragazzo, mentre lei lo incitava ad entrare. Justin ammirava, girando la testa di qua e di la, l'appartamento ma la ragazza lo interruppe dandogli un forte bacio sulla guancia "oh così mi fai diventare rosso" ironizzò lui, "Ah ah, Bieber che simpatico. Vado un momento in camera aspetta qui" "Chi si muove" affermò lui e, mentre la ragazza camminava verso la stanza, il ragazzo era molto attento, osservava con molta, molta attenzione il corpo della rossa. La ragazza sparì dietro una porta color legno, uscì dopo un secondo. "Ti preferivo meglio prima ma okay" disse l'amico "Simpatico ragazzo" disse lei, ora aveva indossato un paio di pantaloni lunghi da tuta. "Primo, come fai a sapere dove abito, secondo, chi ti da il diritto di prendermi in giro ah e SPIARMI DALLA FINESTRA ammirevole signore" disse l'amica sarcastica, "La ragazza ha già dimenticato che passavo la mia vita rintanato a casa sua? E poi io non ti prendo in giro e terzo, io sono nato per spiare la gente" "continua a fare il simpaticone Justin" poi il ragazzo si sedette sul divano in pelle color panna e chiamò la ragazza, che si sedette con le gambe incrociate accanto all'amico che iniziò a parlare "Mi stavi per dire una cosa stamattina?" "Sì ecco, Justin il fatto è che a New York ..." ma il telefono di Ken squillò "senti, ti posso chiamare tra due minuti devo dirgli una cosa" "ma a chi? Ken chi c'è? KENDRAA" ma la rossa attaccò il telefono "Chi era?" "Nessuno" disse lei abbassando lo sguardo e poi continuando "Devo dirti questa cosa Justin" "Dimmi" "No è seria davvero" "Okay ti ascolto" disse il ragazzo poggiando la mano sulla gamba dell'amica, lei lo guardò fisso negli occhi color miele che erano i più belli che aveva mai visto, poi tirò un respiro e disse "Ecco lo vedi questo tatuaggio?" mostrò il suo polso destro "Non sono cieco disse lui" con tono di disapprovazione "Non l'ho fatto io" "Che significa Kendra?" disse serio Justin "Non lo so nemmeno io" rispose l'amica confusa "Ho scoperto che questo tautaggio in qualche modo mi collega a mio pa-padre" disse balbettando "CHI? TUO PADRE QUELLO CHE TI HA ABBANDONATO DA PICCOLA E CHE TI HA FATTO SOFFRIRE UN SACCO?" disse Justin sapendo che la ragazza avrebbe pianto da un momento all'altro "Non so come si possibile, insomma un tatuaggio che mi trovo da una notte all'altra non è una cosa normale devo cercare di capire e sono molto spaventata.Non so cosa fare aiutami" "Certo che ti aiuterò anche se questa cosa mi inquieta molto, un tatuaggio che compare, e un padre che scompare, ma sai che sarò sempre qui, ora non ci divideremo più" L'abbracciò fortissimo, e i due sul divano si stringevano, per sdrammatizzare Justin disse "Pizza" "a quest'ora?" "E quindi?" "Okaay, però paghi tu e poi resti a dormire qui, perchè non voglio restare ssola" "Ma tua mamma" "SONO SOOOOLA". Justin fece un sorrisetto, ma la ragazza gli diede uno spintone accompagnato da un "Chiama la Pizzeria altrimenti te ne vai su" "Mh acida ragazza" Kendra, che si era alzata dal divano, corse e si fiondò sull'amico "Pesantuccia eh?" disse lei ridendo "Sei una cucciola bellissima Kendra" "Mi faccio rossa però eh" "Già lo sei" disse lui dandole una pacca sul sedere "Oh!" esclamò lei, ma non diede tanto peso al gesto, erano davvero amici intimi, così la Ragazza stampò un bacio sul perfetto naso del ragazzo "Vado a mettere la tavola, tu chiama e scegli un film" il ragazzo con il telefono in mano ordinò la pizza, andando in cerca di DVD, entrò in camera di Ken e si stese sul letto, guardò sul soffitto e c'era scritto "It's too cold outside for angles to fly" una frase molto simile a quella che aveva Ken sul polso, ma non se ne era mai accorto, anzi era sicuro che quella scritta non ci fosse mai stata sul soffitto eppure sembrava scritta da molto, non voleva confondere Kendra, così non le disse niente, tornò sul divano dove l'aspettava l'amica "Allora che hai scelto" "THE LAST SONG" "Deprimiamoci allora" disse Kendra "sono diventato romantico tesoro mio" "aspettiamo la pizza e poi lo vediamo" "e ora cosa facciamo?" "uno dei nostri concerti?" "Okay ci sto" iniziarono a cantare, non a parlare, non a parlare di tutte le cose che avevano fatto in quei 10 anni, Non volevano pensare al 'passato' volevano pensare ad altro. Erano ritornati

 

.


Bird's notes.
Lo so non posto da molto, ma avrei voluto più recensioni vabbè, io continuo a scrivere. Grazie a voi che mi seguite davvero fcibgfvojfn :') 

il capitolo dopo il terzo è bellissimo lalala sciau.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** It's meant to be. ***


Bussarono alla porta "Vado io che  il ragazzo sexy delle pizze mi deve vedere" disse Kendra ironicamente, ma Justin la prese alla lettera e dal divano si fiondò sulla porta coprendola e pagando il ragazzo delle pizze, chiudendogli la porta in faccia. "E' scortese Bieber" "Sono geloso Mcklaine" Kendra divenne rossa poi lasciò che Justin continuò "Sono geloso che tutti vedano quanto sei bella, che tutti vedano i tuoi occhi che illuminano un'intera stanza, che tutti vedano questo sorriso meraviglioso, che tutti vedano quanto sei bella quando ti imbarazzi come stai facendo in questo momento, sono geloso perchè sei bellissima e devo averti solo per me" disse Justin mentre andò a posare le pizze sul tavolo, si trovò Kendra di spalle, si guardarono per un momento negli occhi, non dissero niente, poi Kendra sussurrò "le pensi davvero queste cose" "si, sei la mia piccolina e lo sarai sempre" disse il ragazzo portandosela tra le sue braccia.
 
La rossa sentì il cuore di Justin battere all'impazzata, così scostò la testa dal petto, e sempre tra le sue braccia, alzò la testa e gli fece un sorriso bellissimo "hai un sorriso da far invidia al sole ragazza" "Tu hai degli occhi meravigliosi ragazzo" mentre dicevano queste parole, sentivano entrambi le farfalle nello stomaco, i cuori battere fortissimo e il respiro affannarsi, ma dovevano resistere entrambi alla forte tentazione, sapevano che si sarebbe rovinata un'amicizia fantastica. "La pizza si sta raffreddando" disse Kendra ritornando sulla terra ferma, "Giusto" disse lui togliendo le braccia dal bacino della ragazza, così si sedettero suln divano mangiando pizza e vedendo il film. 
 
"Penso sia ora di andare a letto" "lo credo anch'io" disse il ragazzo "anche se ho voglia di restare tra le tue braccia ancora un po'" disse Kendra poggiando la testa sulle gambe del ragazzo con il volto girato verso quello di lui "ah si?" disse Justin avvicinandosi sempre di più al perfetto volto della rossa, "mhmh" accennò lei facendo segno con la testa. Le braccia del ragazzo le cingevano i fianchi, lei poggiò le mani fredde su quelle di lui, facendolo rabbrividire "perchè hai sempre le mani fredde?" "E' quando sto con te che diventano fredde" la loro conversazione fu interrotta da un messaggio che arrivo sull'Iphone di ken "aspetta vado a prenderlo" disse lei facendo un piccolo sforzo alzandosi dalle gambe dell'amico "chi si muove" "ti sto cercando" era un messaggio da Sconosciuto, "chi è?" disse con voce curiosa Justin "non lo so" disse Ken rimettendosi nella posizione di prima, d'un tratto la ragazza era diventata cupa, triste, pensietosa "posso farti dimenticare tutto, solo se tu mi dici di si" disse Justin, e Kendra era confusa sempre di più, non sapeva come sarebbe andata a finire voleva più di qulsiasi altra cosa dimenticare tutto per un po' e quando era con Justin succedeva proprio così, anche se non voleva compromettere la loro amicizia, chi avrebbe detto che la storia fosse andata a finire male? Così Kendra rispose con un "Ti prego voglio dimenticare tutto, almeno per un po', infondo questa cosa può funzionare" Il ragazzo si abbassò lentamente, sfiorando le sue labbra un po' per paura, un po' per vergogna,iniziò a baciarle il mento, pian piano scendendo fino al collo, il divano non era abbastanza grande per stare in due, così la fece mettere sopra di lui, e mentre le baciava il collo pensava a come sarebbe stata un po' più allegra la sua monotona vita ora che era ritornata Kendra, Il ragazzo continuava con i dolci baci, ora risaliva, dal collo arrivava alla bocca, sfiorandola, lasciando passare il suo fiato tra le labbra della ragazza, continuava con quei dolci baci sulla guancia, erano molto lenti e intensi "Ti prego, baciami Bieber" disse lei, così un po' spaventato Justin arrivò alla bocca, la poggiò dolcemente su quella della ragazza e sorrise, iniziò a morderle il labbro carnoso inferiore, e Kendra amava ciò che stava facendo Justin amava il fatto che fosse così attento a non essere irruento, così lei ricambiò leccando il labbro inferiore del ragazzo così lui a sua volta  fece unire la sua lingua con quella di Kendra, era diventato un gioco vizioso, anche piacevole per i due, così finalmente il ragazzo insinuò la lingua nella bocca di Kendra, esplorando ogni minima parte della bocca della Rossa, e lei faceva lo stesso seguiva dolcemente la lingua del biondo e amava tutto ciò. Intrecciò le sue mani con quelle del ragazzo che si trovavano sui glutei della Rossa, le portò in alto in modo da far si che Justin L'abbracciasse, lei fece lo stesso cinse il corpo del ragazzo con le sue esili braccia, mentre il gioco di lingue continuava. Per un attimo i due si staccarono, la Rossa sorrise ma lui non le lasciò tregua, questa volta si portò violentemente la rossa a se, che si era scostata un attimo, insinuando ancora la lingua cercando le parti più nascoste della bocca di Kendra, e lei non si oppose, le piaceva da matti quel movimento che faceva, non troppo lento nè troppo veloce, era perfetto, sarebbe stata ore e ore sul corpo esile del ragazzo, baciandolo. Il ragazzo portò le sue mani calde sotto la maglia della rossa e iniziò a salire e scendere per la colonna vertebrale, facendole quel poco di solletico. La ragazza si scostò dalla bocca del ragazzo, così ora fu lei a scendere giù per il collo profumato del ragazzo, baciandolo. Mise anche lei le mani diventate calde, sotto la maglia del biondo percorrendo le vertebre a una a una. Si girarono entrambi su un lato, "Ti ci è voluto un po' eh, per lasciarti andare" disse lei ribaciando il ragazzo con la lingua, che tolse subito dalla bocca del biondo per falro parlare "ti prego non lasciarmi a bocca asciutta" "stupido Bieber" "bellissima Mcklaine" disse lui spingendola, e facendola cadere. "AH mi sono fatta male" la Rossa sbottò "attenzione che ora ti cado io su" "no ti prego" "allora vieni qui e baciami ancora" "ti bacerei sempre" "allora vieni qui" "boooooomba" la ragazza si buttò sul ragazzo iniziò a baciarlo per tutta la faccia, scoppiarono entrami in una risata fragorosa, restarono così fino alle 3 di notte......
 
Justin sfiorava delicatamente la fronte di Kendra, giocava con quei capelli rosso fuoco, finchè la ragazza non si girò, si alzò dalle gambe del ragazzo e si mise affianco a lui, intanto le loro mani si sfioravano, si intrecciavano come se fossero nate l'una pe l'altra. "E' stata la prima volta per me, non sono mai stata così bene con una persona" "Kendra anche per me" 
Justin restò sul divano, Kendra nonostante il freddo gelido fuori indossò una canottiera e si mise sotto le coperte. Per un attimo aveva dimenticato tutto, tutti i problemi erano svaniti. Portò lo sguardo al soffitto, soffermò il proprio sguardo su quella scritta che Justin aveva notato in precedenza.
Tutto le venne in mente, i ricordi di quella notte le riaffiorarono, ma fu troppo tardi, ormai si era addormentata.
 
SBAAAAAAAAAAM.
okay non è successo niente #sappiatelo solo dei baci, niente di che.
questo capitolo mi fa un po' schifo, però il prossimo (ho avuto un'idea allucinante) sarà più bello 
perchè c'è il colpo di scena sbambam :3 

vi dico solo che Kendra se .. no aspetta non vi interessa e non ve lo dico lalala 
MALVAAAAGIA mi aspetto un po' più recensioni ma non fa niente. 
Ah e ringrazio tutte le ragazze che stanno seguendo questa FF
-vi amo hffjfkjf
B.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** AIRPLANE ***


Premessa: scusatemi se sono stata via per moltissimo tempo, sono dovuta andare in inghilterra, scuate se non messo i dialoghi in grassetto, scusatemi se il capitolo è brutto, ma mi è venuta una voglia matta di postare qui. Scusatemi

AIRPLANE.

Lui era felicissimo, felicissimo di quello che era successo, forse l'amava, amava davvero quella ragazza, da sempre. Entrò in camera di Kendra, era buio, pur essendo mattina tardi, si era svegliato da poco ed entrò nella camera buia, con persiane abbassate e tende chiuse, si avvicinò al letto di Kendra, cercandodi far abiutare gli occhi al buio e piano piano si posò sul letto, ma il suo cuore si riempì di delusione, di dispiacere ed anche di paura. Kendra non c'era, era andata via, lasciando un misero bigliettino con su scritto un misero "SCUSA", una misera parola, niente di più. Iniziò a rabbrividire, a pensare di tutto non arrivando a nessuna conclusione, voleva capire perchè se ne era andata ma non riusciva. C'entrava qualcosa con il padre? Può darsi, c'entrava qualcosa lui stesso? Anche questo era possibile, troppa confusione, troppe chiacchiere pochi fatti, poche prove.

 

Qualche giorno più tardi il ragazzo decise di partire, aveva parlato con la mamma e con la migliore amica di Ken, sperando in un ritorno a New York, così due giorni dopo, prese subito il treno. New York era grande, anzi grandissima non sarebbe stato facile trovarla, ma avrebbe seguito alcune tracce, si sarebbe fatto aiutare da amici, da poliziotti ed altro pur di ritrovarla, pur di riabbracciarla e proteggerla tra le sue braccia.

 

* * *

 

Aveva fatto la cazzata più grande del mondo, Kendra aveva sbagliato questa volta e se ne era resa conto, patire all'imporvviso per l' inghilterra, senza conoscere nessuno, dall'altra parte dell'oceano sola. Nell'aereo pensava però a quel messaggio, al messaggio di suo padre arrivato la notte precedente, tutto riguardava quello stupito tatuaggio, e la scritta comparsa sul soffitto della sua camera, tutto si ricollegava a quello, tutto ricollegava al padre, così dopo varie ricerche durate tutta la notte, era arrivata alla conclusione. La foto mandata dal tizio raffigurava uno strano posto nella contea dello west yorkshire, precisamente Halifax una piccola cittadina, così decise di partire, sola. Doveva risolvere questo mistero che l'assillava tutte le notti, rinunciando per un momento a Justin.

 

"Scusami" disse la ragazza "Non preoccuparti" disse di sua risposta il ragazzo. Il corridoio dell'aereo era molto stretto e Kendra cadde in braccio ad un rosso, era carino, gli occhi azzurri incrociarono con quelli della ragazza, ma lui distolse subito lo sguardo diventando rosso, forse più rosso del colore dei suoi capelli. Prese coraggio, fece un sospiro e si presentò "piacere Edward" "Kendra" "Che bel nome" "Grazie" disse lei imbarazzata essendo ancora sulle gambe del ragazzo. Nonostante la ragazza fosse esile si sentiva dannatamente a disagio sulle gambe dello sconosciuto, Edward si chiamava, ma lei lo avrebbe chiamato Ed, era più carino, si addiceva di più al suo viso da cucciolo smarrito. Doveva avere al massimo 20 anni, era senza dubbio più grande, si vedeva. "Scusami ora mi alzo" disse lei con una voce sforzata "non preoccuparti" disse lui, ritornando ai suoi affari. Aveva fatto così tutto il tempo, quel poco tempo in cui Ken era rimasta sulle sue gambe, dopo aver incrociato il suo sguardo, il rosso si era abbassato scrivendo, una volta seduta al posto affianco al ragazzo, volle cominciare a parlare "cosa scrivi?" disse lei con tono interrogativo, sporgendosi per vedere su quel piccolo qudernino arancio, il ragazzo esitò poi chuiudendolo e mettendolo in borsa disse: "Canzoni" al solo suono di quella parola gli occhi di Kendra si illuminarono, amava la musica, era anche lei una musicista da piccola suonava la chitarra con il nonno, sapeva suonare anche il pianoforte, la batteria e cantava, ma non aveva mai avuto il coraggio di scrivere, aveva paura di tirar fuori troppi sentimenti, così aveva smesso subito. "Sai anche io canto" disse la rossa al ragazzo "Magnifico" disse lui con tono superficiale come se non la stesse sentendo, dato che aveva ripreso il quadernino per appuntare alcune cose. "Mi ascolti?" disse lei toccandolo, al tocco della ragazza, il rosso divenne paonazzo, scrollando la testa riprese a parlare seriamente con lei "Si scusami è solo che stavo appuntando alcune cose, allora stavi dicendo? Anche tu canti?" "Si" disse la rossa soddisfatta di se stessa "Cosa canti" alla domanda restò perplessa, non aveva un genere, così disse "Di tutto" "bello" si limitò a dire lui.

Restarono in aereo per molto tempo, circa 12 ore, e in quelle dodici ore parlarono di tutto, delle proprie vite, di cosa aveva spinto Ed a trasferirsi a New York e del perchè ora stesse tornando ad Halifax, della vita di Kendra e dei guai passati con la legge. 'roba da adolescenti' pensò Ed, lui le aveva già passate quelle cose, era più grande anche se non dimostrava di avere ventun anni, aveva un viso tondo, sembrava quasi un orso, era simpatico e amichevole un ragazzino infondo.

"E allora sono in viaggio per Halifax, tutto per un tatuaggio" disse in conclusione la rossa "Quale tatuaggio?" disse lui, questo, Kendra scoprì il polso coperto da un maglione a righe beige e blu, alla vista di quella scrittà Ed sussultò, le coprì il polso e ritornò ad appuntare cose sul suo taccuino. Kendra non capiva il perchè, il perchè della sua reazione, ma non diede tanto peso alla questione, ritornò a parlare tranquillamente con lui.

spero vi piaccia, ho avuto l'ispirazione di notte, scusatemi di nuovo. 
Bird.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1082310