The Hunger Games (Cosa se..)

di ___Ohmykidrauhl
(/viewuser.php?uid=167119)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Chapter 1: I'll be like a Dandelion in the spring. ***
Capitolo 3: *** Chapter 2: Let's try to stay alive. ***
Capitolo 4: *** Chapter 3: No one will forget me. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***




Image and video hosting by TinyPic

Prologo. 
 
Il Sole è ormai alto e una tiepida luce entra della finestra della mia piccola camera. 
In circostanze diverse, questa sarebbe una giornata perfetta per andare a caccia. 
Poggio i piedi sul pavimento freddo, mi cambio in fretta e prendo giusto il tempo per raccogliere i capelli castano mogano in una treccia che lascio poi ricardere sulla spalla sinistra. Amo la mia treccia. La maggior parte delle donne del Distretto tiene i capelli tirati indietro, tagliati molto corti o proprio come me raccolti in una treccia. Credo che anche avendo soldi e tempo, curare i capelli sarebbe l'ultima preoccupazione delle donne di qui.

Le strade già pullulano di persone, in giorni come questi tutti cercano di distrarsi. O almeno ci provano, come faccio io.
Gale e Katniss saranno già oltre la recinzione ad aspettarmi. Ogni anno spero non vengano scelti alla mietitura, hanno il compito di sostentare le loro famiglie mentre io, io vivo da sola si potrebbe dire da tutta la vita. Quando avevo sette anni mio padre è stato giustiziato perché trovato a cacciare nei boschi mentre di mia madre so solo che è stata deportata a Capitol City, non ho idea del perchè. Se sono sopravvissuta è solo grazie alla famiglia di Katniss e sarò sempre in debito con loro per questo. 
Vedo quelli che considero come i miei migliori amici parlare in lontananza, questa sarà l'ultima mietitura di Gale quindi immagino l'argomento di discussione. 
Un venticello fresco mi scosta la frangia e gli uccellini cinguettano. Alzo la mano in mo' di saluto verso i miei due compagni del Giacimento. 
Prendiamo giusto il tempo di salutarci e di insultare Capitol City anche se questo non cambierà le cose...
Poco dopo Gale si prepara per portare al Sindaco un po' di fragole mentre io e Katniss ci dirigiamo verso casa. 

Katniss è la mia migliore amica da sempre. Fin da piccole abbiamo fatto tutto insieme. Da tirare con l'arco fino a scegliere quale degli abiti smessi dalle nostre madri indossare alla mietitura, è forse l'unica persona che amo più della mia stessa vita. Decido d'indossare un vecchio abito di cotone di mia madre, è di un giallo quasi scolorito, senza maniche e lungo fino sotto il ginocchio. Lascio i capelli così come sono ed esco per raggiungere Katniss e Primrose. Questa sarà la sua prima mietitura quindi non mi preoccupa troppo, il nome di Katniss, invece, sarà nella boccia di vetro venti volte mentre quello di Gale quarantadue. In confronto le mie quattordici nomine non sono nulla.

Alle due in punto inizia il solito discorso del Sindaco e tra un inconveniente ed un altro causati soprattutto da Haymitch Abernathy, colui che dovrebbe essere il mentore dei tributi che saranno scelti di lì a poco, Effie Trinket inizia il suo solito monologo.
"Siamo qui per selezionare due giovani coraggiosi ragazzi che abbiano l'onore di rappresentare il Distretto dodici ai settantaquattresi annuali Hunger Games." dice con aria fiera. Io sono rimasta ad osservare i bizzarri boccheggi di quell'ubriacone Haymitch, non posso credere che una persona del genere dovrà mantenere in vita due tributi del Distretto. Magari qualcuno che conosco. I miei pensieri sono interrotti dalla squillante voce compresa d'acceto di Capitol di Effie Trinket "Quindi felici Hunger Games e possa la fortuna essere sempre a vostro favore." esclama, "Prima le signore"Con qualche movimento elegante estrae un solo biglietto tra migliaia in quell'ampolla e torna al microfono.
"Katniss Everdeen" esclama ed è proprio in quel momento che sento il mio cuore fermarsi un istante. 
Katniss Everdeen. Katniss Everdeen, la mia migliore amica. Katniss Everdeen, la mia migliore amica la cui famiglia mi ha salvata da morte certa. Katniss Everdeen, la mia migliore amica la cui famiglia mi ha salvata da morte certa, la cui famiglia morirebbe di fame senza di lei. 
Il mio sguardo è perso nel vuoto. Non ho idea di cosa fare, poi sbotto.
Blocco il polso tremante di Katniss, "Mi offro volontaria al suo posto" grido "Mi offro volontaria come tributo". 

My space
Salve tributi :D
Questa è la mia primissima storia su Hunger Games 
ed è il mio primissimo "What if?".
So che questo è solo il prologo ma spero
sia stato di vostro gradimento.
Aggiornerò presto, promesso.

Qualcosa in più
Allora sono in totale crisi per la scelta del nome
della protagonista dato che non riesco a trovare qualcosa
abbastanza da"Distretto Dodici" e non vorrei chiamarla anche 
questa volta Ronnie come in tutte le altre storie che ho scritto 
quindi si accettano consigli, grazie. (:

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter 1: I'll be like a Dandelion in the spring. ***




Image and video hosting by TinyPic

Ho appena firmato la mia condannata a morte, lo so, ma non posso permettere che proprio lei venga catapultata in un quel tremendo mondo che sono gli Hunger Games.
La mia morte non altererebbe la vita di nessuno nel Distretto. Quella di Katniss costerebbe non solo la sua vita ma anche quella di sua madre e Primrose e non posso permetterlo. 
Katniss tenta più volte di fermarmi ma ormai è troppo tardi e non voglio tornare indietro. Salgo decisa sul palco incoraggiata da Effie Trinket che mi tende la mano.
"Era da parecchio che il Distretto Dodici non aveva un volontario" esclama soddisfatta. Incontro lo sguardo di Gale tra i tributi che ancora vociferano e realizzo solo dopo, che potrebbe essere ancora un potenziale partecipante agli Hunger Games.. 
 
Dicono che vincere gli Hunger Games significa fama e ricchezza mentre perdere significa morte certa. Se venisse estratto uno dei 
quarantadue foglietti con il nome di Gale dovrei ucciderlo per vincere, cosa che non potrei mai fare. 
La voce della bizzarra donna al mio fianco mi riporta ancora una volta alla realtà. "Qual'è il tuo nome?" chiede "Dandelion" rispondo "Dandelion Collins". Haymitch mi poggia una mano sulla spalla e sorride mentre tutto ciò che mi circonda inizia a puzzare di alcool. Trattengo a stento la voglia che ho di togliere bruscamente la sua mano da lì.
"Perfetto, ora provvediamo a selezionare il tributo maschio" avvisa trillando Effie Trinket. 
La sua mano si muove lentamente tra i foglietti. Non Gale, non lui. Torna alla sua postazione. Non dire quel nome, ti prego.
"Peeta Mellark" annuncia. Peeta non è Gale. L'estrazione di Peeta è stata del tutto inaspettata. Peeta Mellark è il figlio del panettiere, persone come lui solitamente non vengono scelte alla mietitura, almeno così credevo. Peeta Mellark, sono fermamente convinta che lui abbia una cotta per Katniss, più volte le ha lanciato sguardi d'intesa ma lei non ha mai ricambiato. Peeta Mellark, io e lui non abbiamo mai parlato anche se spesso ci ho provato, da piccola avevo una cotta per lui..Avevo?
Peeta Mellark, colui che dovrò uccidere per vincere gli 
Hunger Games.
Peeta sale sul palco timidamente, spinto poi da un Pacificatore, i suoi occhi sono bagnati ma sta tentando in tutti i modi di rimanere impassibile, cosa che non gli sta riuscendo troppo bene.
"Bene, ecco a voi i tributi del Distretto Dodici, Dandelion Collins e Peeta Mellark, su su stringetevi la mano prego"

Dopo l'inno ci scortano al Palazzo di Giustizia, il luogo dove ci lascieranno salutare le nostre famiglie e i nostri amici. 
E' un luogo elegante ma intriso di tristezza, la pesantezza delle lacrime dei tributi che, prima di me, sono stati qui per dire addio ai loro cari è insopportabile.
L'elegante pavimento piastrellato attira la mia attenzione, sento la porta aprirsi, gli occhi di Katniss sono velati e colmi di lacrime mentre Gale dietro di lei richiude la porta, mi avvicino ad abbracciarla.
"Non dovevi farlo. Non avresti dovuto. No.." le sue parole sono interrotte dai singhiozzi, ci sediamo e prendo la sua mano.
"Katniss, sappiamo entrambe che la decisione che ho preso è la più giusta per tutti, cosa farebbero Prim e tua madre senza di te? Pensi che tua sorella si lascerebbe aiutare da me e Gale orgogliosa com'è? Se tu avessi perso gli Hunger Games come avrebbe reagito tua madre? Sappiamo che se io dovessi.." indugio un po', nella mia mente sto cercando lentamente di accettare la mia morte "Che se io dovessi morire, nessuno starebbe male per me." in quel momento è Gale ad intervenite mettendosi inginocchio davanti a noi "Smettila Dandelion, sai meglio di me che noi staremmo male per te, le tue sono solo teorie. Sei forte, più di quanto tu pensi, sai creare trappole perfette, sei abituata alla fame e ci sarà un arco, pochi sanno usarlo, potresti davvero vincere ma devi volerlo, non arrenderti, parli come se nella tua mente fossi già morta" ed è così, saremo ventiquattro tributi e io vengo dal Distretto più povero, non vincerò mai. 

Un'ora è il tempo che mi è concesso per salutare i miei amici, allo scadere di questo, due Pacificatori vengono ad avvisarci, non ho il tempo di abbracciarli un ultima volta che la porta si è chiusa a qualche centimentro dal mio naso. Sono sola, sola come non sono mai stata, forse. La voglia di piangere mi assale e nella mia mente si fanno sempre più spazio le parole di Gale "potresti davvero vincere ma devi volerlo, non arrenderti, parli come se nella tua mente fossi già morta".
Forse Gale non ha poi tutti i torti, potrei vincere? Voglio vincere? E Peeta? Lui potrebbe vincere? Non riesco a trovare risposta per queste domande, so solo che proverò a vincere. Sarò come un Dente di Leone in primavera, VINCERO' GLI HUNGER GAMES.

Addio a questo Distretto, addio a Katniss e Gale, addio a Primrose, addio al Forno, addio al Giacimento, addio al Prato, addio alla mia casa, addio alla mia vita così com'è stata fino a questa mattina. Durante il tragitto dal Palazzo di Giustizia alla stazione, Peeta non smette di piangere, una volta saliti sul treno ci sediamo su due poltrone indicateci da Effie Trinket che, grazie al suo trillare allegramente, i suoi falsi sorrisi e i suoi falsi incoraggiamenti, è la donna più odiosa di tutta Panem. 
Guardo Peeta ancora stravolto "Peeta?" chiedo cercando di attirare la sua attenzione, i suoi occhi blu si piantano nei miei, sento un piccolissimo brivido. Schiarisco la voce "Peeta, devi smettarla." sbotto, il suo viso è perplesso "Devi smettere di piangere, cosa penserebbe la tua famiglia? Devi combattere e provare a vincere, anche contro di me, devi farlo per loro, devi farlo per te." non ho idea della ragione per cui gli sto dicendo tutto questo, so solo che quel ragazzo non dovrebbe essere qui con me in questo momento, so solo che questo ragazzo non merita di morire, non merita di essere una pedina nei giochi di Capitol City.



My space
I'm back! Avevo detto che avrei aggiornato presto
e rieccomi qui.
Vi ringrazio per le cento visualizzazioni e per le tre recensioni,
colgo l'occasione per ringraziarvi anche sui consigli per il nome;
Alla fine ho scelto "Dandelion Collins", il nome appunto per il Dente di Leone
di Katniss e Peeta mentre Collins per quella meravigliosa donna che ha creato 
Panem, quel mondo che tanto amo.
Anyway spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, aggiornerò preso.
#muchlove, Ronnie//.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chapter 2: Let's try to stay alive. ***




Image and video hosting by TinyPic

"Perché?" chiede lui "Perché mi stai dicendo tutto questo? Io e te siamo nemici ormai..io e te dobbiamo odiarci." 
"Odiarci? Chi lo dice? Vuoi che Capitol City ti muova come una marionetta? Vuoi che decidano loro non solo cosa fare della tua vita ma anche i sentimenti che devi provare e le azioni che devi compiere? Ben venga allora, io non la penso così" sembra uno dei discorsi che Gale si preoccupava di urlare a tutta voce nel Prato ogni volta che gli era possibile.
Peeta fissa il pavimento e una lacrima si agginge a rigargli il viso ancora una volta "Non azzardarti" dico riproverandolo con voce ferma.

 
Più volte avevo trovato con lo sguardo Peeta mentre guardava verso di noi, me e Katniss ovviamente, a scuola; tra loro c'è sempre stata molta sintonia ma non erano mai diventati amici. Conosco la madre di Peeta, è una donna scontrosa ma ha sempre confessato di avere un debole per me e per la mia famiglia, non ho idea del perché; Quando mio padre fu giustiziato, lei e suo marito furono i primi ad offrirmi delle provviste e per qualche mese lavorai alla panetteria sotto lo sguardo attento di quel bambino biondo tanto timido da non rivolgermi mai la parola. 
Forse gli sono semplicemente antipatica o al massimo indifferente e penso di non aver migliorato le cose rimproverandolo in quella maniera.
Contrariamente agli ordini dettatici tempo prima da Effie Trinket esco da quel salotto e mi dirigo verso quella che penso sia la mia camera.
Sembra tutto all'avanguardia ma non ho nè il tempo nè la voglia di premere quei bottoncini colorati quindi mi distendo sul letto tentando di dormire.


Il mio Giacimento, vedo Gale e Katniss poco distanti da me che mi salutano allegramente. 
Non è cambiato nulla allora. Siamo ancora qui. Ancora insieme.
E invece no. Loro non sono Gale e Katniss, sono marionette, proprio come Peeta.
Si muovono a scatti, mossi da due mani, i loro fili sono duri, bianchi, quasi fanno male.
Sono proprierà di Capitol City, come tutta Panem dopo tutto..
Mi alzo di soprassalto grazie alla voce squillante di quell'odiosa donna che mi sveglia bruscamente urlando "Su, su, su! Sarà una grande, grande, grande giornata!"
e mi costringe poi ad andare a fare colazione. Sinceramente non m'importa di mangiare anche se qualche chilo in più sarebbe d'aiuto nell'arena.


L'arena. Durante tutti gli Hunger Games a cui ho potuto assistere è stata la miglior alleata dei vincitori.
Un anno era un isolotto circondato d'acqua, l'anno dopo era una montagna innevata.
Spero solo che ci sia un arco. O qualsiasi arma che potrei usare a mio favore. 
Non vincerò mai ma non voglio morire senza combattere.
Per obbligo di Effie, appunto, vado a fare colazione trovando comodamente seduti Peeta ed il nostro "mentore".
"La ragazza 'non sono una marionetta' è tornata tra noi poveri mortali" commenta Haymitch che formerebbe con Effie la coppia più odiosa di questo Universo.
Avrà sentito il discorso tra me e Peeta oppure il figlio del panettiere non ha saputo tenere tutto dentro?
Mi siedo su una sedia distante da entrambi e con voce tranquilla ed un piccolo sorriso esclamo "Dovreste essere onorati di farmi compagnia negli ultimi momenti della mia vita, giusto caro mentore?" il suo sguardo è quasi perplesso, poco sorpreso sembra invece Peeta.
"Giusto ma niente è detto fino all'ultimo, prova a restare viva poi si vedrà"
"E' ciò che intendo fare"
dico con voce ferma.
Anche se non sono così sicura di me devo dimostrare a Peeta un minimo di coraggio dopo la ramanzina che gli ho fatto ieri.
"Saremo in due allora" commenta quest' ultimo accennando un mezzo sorriso.
Spero solo che non sarà lui a mettere fine alla mia vita una volta iniziati i veri e proprio giochi. 


Eccola lì, Capitol City. Quando Gale sbraitava tanto contro Capitol non riuscivo a capire tutto il suo odio, adesso condivido perfettamente ogni singolo sentimento negativo per questo luongo tanto bello tanto instriso di cattiveria e ingiustizia. 
Qui nessuno perde tempo e subito mi viene presentato il mio staff di preparatori, essere bella nell'arena non servirà a nulla ma le speranze del mio mentore sono riposte in qualche sponsor. Venia, Flavius, Octavia, gente bizzarra, vestita con colori sgargianti, con i visi adornati da tatuaggi eccentrici e splendidi ombretti, tutto ciò accompagnato da voci stridule comprese di accento che criticano ogni singola parte del mio corpo.
"Guarda come sono ridotte le punte dei suoi capelli, ha bisogno di una spuntatina" grida una.
"Altre cera per la ceretta! Ho bisogno di altra cera!" sbraita l'altra.
"Ha le unghie messe peggio di una talpa" commenta l'altro.
Dopo pochi minuti ho già il mal di testa e spero che questa tortura finisca il prima possibile.
Mi hanno detto che Cinna sarà il mio stilista, è il suo primo anno...



My space
Rieccomi, sono ancora viva, ancora non sono 
stata scleta alla mietitura, almeno io.
Comunque, ho finalmente finito la scuola quindi
conto di aggiornare al più presto.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
#muchlove, Ronnie//.

PS. Vi ringrazio per le tante visualizzazioni alla storia e per 
tutte le recensioni, mi fa piacere leggere il vostro parere. (:

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Chapter 3: No one will forget me. ***




Image and video hosting by TinyPic

Sono in una stanza poco illuminata con indosso solo un accappatoio che mi hanno ordinato di togliere.
Non voglio farlo, non riesco a fidarmi di nessuno qui.
Sento la porta della stanza aprirsi e stringo le braccia attorno alla vita.
"Tu devi essere Dandelion, io sono il tuo stilista mi chiamo Cinna" dice amichevolmente, porgendomi la mano.
"Salve" pronuncio a mezza voce fissando in basso e stringendo la sua mano, poi.
"Non devi vergognarti di me, sono qui per aiutarti" dice alzandomi il mento con due dita.
Non riesco a capire come, un uomo così gentile, possa lavorare per Capitol City.
"Dovrei essere felice?" sbotto per poi pentirmene. 
"Sto andando incontro alla morte, non ho amici, non ho alleati e non è..facile" sospiro.
Perché gli sto dicendo questo? Non ne ho la più pallida idea.
"Lascia che io sia tuo amico, allora" esclama.
"Dovrai aiutarmi ad apparire bella, questo e basta" dico timidamente.
"No, metterò solo in risalto la bellazza che già vedo in te, puoi fidarti" sorride.
Posso realmente fidarmi? 
"Allora, il distretto dodici si occupa del carbone" continua.
"Potrò fare un ottimo lavoro con te" sospira scrutandomi il mio corpo ancora coperto.
Lo guarrdo dubbiosa, il Distretto Dodici è il più povero, il meno considerato.
Non penso sarà facile per lui rendermi..bella.
 
Il suo lavoro è attento e preciso.
"Voltati" dice aiutandomi a fare una mezza giravolta verso lo specchio. 
Arancione. E' il colore che regna sul mio corpo avvolto da una tutina non troppo aderente che via via si colora delle sfumature del fuoco, che 
dopotutto, è ciò che sembro.
La mia pelle sembra candida come non mai, le mie ciglia sono lunghe, le mie palpebre ricoperte da un ombretto nero, sfumato abbastanza 
da non sembrare volgare ma da parere del carbone, le mie gote sono appena color pesca e le mie labbra rosate.
I capelli sono raccolti in un piccolo chignon che lascia ricadere qualche boccolo verso l'orecchio sinistro. 
Ai piedi porto degli stivali neri alti fin sotto il ginocchio, resi molto femminili ma simili a quelli dei minatori e un piccolo dodici rosso fuoco compare sul mio petto, verso il cuore.
Il mio distretto, forse, quest'anno non passerà inosservato. 
"Cosa ne pensi?" domanda Cinna quasi nervoso in attesa del mio giudizio.
"Sentivo che non mi avresti delusa e ti ringrazio"
"E' il mio lavoro ma devo dire che anche se questo è solo il mio primo anno, tra tutti i tributi che ho visto in televisione, sei il mio preferito" sorride.
"Grazie" sussuro appena arrossendo.
"Io credo in te" dice con voce ferma ed occhi sincerico poi.
Lui crede in me, come Katniss, come Gale, come Primrose. 
Di Cinna importa poco, anche se gli devo molto ma i miei amici, coloro che considero la mia famiglia, non devono illudersi, non devono credere che sopravviverò perché sono davvero poche le possibilità a mio favore.
"Devi conquistarli tutti, sorridi, sorridi più che puoi, vai fuori a testa alta, sicura di te"
"Non ci riuscirò, sorridere? perfetto ma essere sicura di me? no, questo no" dico di rimando.
Tutta la sicurezza che avevo è sparita appena ho messo piede qui dento. 
"Devi invece" dice sbottando. "Devi Dandelion, ne va della tua vita, lì fuori non è un gioco" continua poi cupo in viso.
"Per Capitol questi sono solo dei giochi invece" dico beffarda.
"Non per te. Non per me. Non per le famiglie di tutti questi ragazzi, cosa mi dici di tua madre? Pensi starà bene vedendoti così?"
"Lei? non so che fine ha fatto, magari è anche morta.." dico ingondo la saliva e trattendo le lacrime.
"E allora rendila orgogliosa di sua figlia" ed è questa la frase che fa più male di mille di pugnalate.
Mia madre sarebbe fiera di me? e mio padre? cosa penserebbero del mio gesto? mi odio per essere sopravvissuta a loro, per non aver cambiato le cose.
"Ci proverò ma non è facile" sussurro titubante.
"Fa in modo che tutti ricordino il tuo sorriso, la tua forza, fa in modo che tutti ricordino il Dente di Leone, puoi farcela" 
Posso fidarmi del mio stilista, è un uomo forte e sincero per questo decido di abbracciarlo, un abbraccio reso più sicuro dalla stretta delle sue braccia attorno a me.
"Grazie Cinna" soffio appena.  

"Svelti, salite sul carro, veloci" Effie Trinket scandisce rependita l'ultima parola. 
Una musica forte, anche troppo, riempie le mie orecchie e le pesanti ed enormi porte si spalancano.
Accanto a noi scorso Cinna e Portia, stilista di Peeta, approva sorridendo.
Peeta è accanto a me, sicuro con un abito simile al mio che gli dona particolarmente.
"Dandelion?" dice cercando di attirare la mia attenzione, mi limito a sorridergli.
"Cinna ha fatto davvero un ottimo lavoro" sussurra inarcando la bocca.
"Vale anche per Portia" dico arrossendo appena.
Sento poi uno scatto forte e sento il trotto dei cavalli che trainano il carro.
Rendila orgogliosa di sua figlia.
Posso farcela, qualche sorriso e qualche saluto e stavolta il Distretto Dodici riceve la dovuta attenzione.
Cinna e Portia hanno reso me e Peeta più interessanti del previsto e mi sembra vedere Haymitch incoraggiarci a modo suo.
Volto lo sguardo su Peeta che sorride felice e sereno, come se avesse dimenticato perché siamo qui ed è in questo momento che torno cupa.
Il mio cervello mi ordina di sorridere, di rende fiero Cinna ma il mio cuore non ci riesce.
La mia spilla con il numero dodici diventa di un rosso sempre più intenso fino a spirare poi come un Dente di Leone, il mio nome.
"Tra poco questa tortura sarà finita, possiamo farcela" dice Peeta avvicinandosi un po', facendo così aumentare le urla e le acclamazioni in nostro onore.
Dopo il discorso del Presendete Snow torniamo nel Centro di Addestramento.
Tutti vi aiutano, si congratulano e sorridono, il mio stilista sorride.
"Questa volta il Distretto Dodici potrebbe farcela davvero" dice Haymitch.


My space.
Siete ufficialmente autorizzati a buttarmi nell'arena. 
Ok no. Mi scuso mille volte per il ritardo ma una valida giustificazione:
non riuscivo ad ideare un abito giusto per Dandelion ed in più sono partita çç
So, spero sia stato decente come capitolo. 
Tenterò di aggiornare presto, grazie. 
(fate caso al fatto che ho scaricato il font di Hunger Games ùù)
#muchlove, Ronnie//.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1083765