La Storia di Draco e Hermione

di ThreeRavensBlondie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Capitolo Uno. ***
Capitolo 2: *** -Capitolo Due. ***
Capitolo 3: *** -Capitolo Tre. ***
Capitolo 4: *** -Capitolo Quattro. ***
Capitolo 5: *** -Capitolo Cinque. ***
Capitolo 6: *** -Capitolo Sei. ***
Capitolo 7: *** -Capitolo Sette. ***
Capitolo 8: *** -Capitolo Otto. ***
Capitolo 9: *** -Capitolo Nove. ***
Capitolo 10: *** -Capitolo Dieci. ***
Capitolo 11: *** -Epilogo. ***



Capitolo 1
*** -Capitolo Uno. ***






Era il sesto anno ad Hogwarts ed Hermione era più carica che mai.

Come ogni estate si era ritagliata qualche ora al giorno per impararsi a memoria tutti i libri di scuola.

E ce l'aveva fatta anche stavolta.

Era pronta per un' altra coinvolgente ed emozionante avventura.

Dopo essere partiti per Diagon Alley, Harry indicò il negozio di bacchette, ed Hermione esclamò:

"Oh no! Tutti hanno comprato le Bacchette da Olivander!"

Entrarono. Era tutto bruciato. Scatole e scatole di bacchette frantumate in mille pezzi. Un fortissimo odore di bruciato.

Carte bruciate ovunque.

Mentre Harry e Hermione osservavano quell'inquietante e tetro spettacolo, Ron osservò attraverso i vetri infranti due persone bionde che si avviavano a passo svelto verso Notturn Alley:

"Hey Harry, sono io oppure Draco e mammina sono due che non vogliono essere seguiti?"

Hermione si voltò e insieme agli altri due iniziò a seguirli.

Si addentrarono in un vicolo buio che poi si rivelò cieco dopo che Draco e sua madre entrarono dentro Magie Sinister e la porta venne chiusa a chiave.

Si arrampicarono sulla sporgenza del muretto per vedere dalla finestra aperta. C'era qualcosa di strano. Qualcosa che non andava.

C'erano delle persone riunite in cerchio, attorno a un calderone. Poi Draco iniziò a toccare uno strano armadio.

I tre lo osservarono interrogativi. Poi, un uomo orribile, un lupo mannaro non trasformato di nome Greyback si voltò verso la finestra. Aveva sentito il loro odore, ma non c'era tempo. Chiuse le tende.

Harry imprecò.

"Accidenti a quel coso! Perché ha chiuso la tenda? Adesso sì che non vediamo un accidente! 

 ..Hey, Hermione, va tutto bene? Mi sembri pensierosa." chiese Ron.

"Oh, sì. Va.. va tutto bene!" Rispose la ragazza.

 

 

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Hermione circa dieci minuti dopo entrò da Madama McClan per comprarsi una nuova veste, visto che quella che aveva prima oramai era circa a 10 cm in su dalle ginocchia.

Si mise sullo sgabello per farsi misurare davanti allo specchio.

Mentre la commessa finiva di prendere le misure, Hermione vide Draco dal riflesso sullo specchio passare  fuori dal negozio un po' spaesato. Fece velocemente finire di cucire e pagò il tutto. Poi uscì.

Voleva vedere cosa c'era di strano.Si aspettò che ormai fosse sparito, ma con sua grande sorpresa era proprio lì fuori dal negozio, appoggiato alla vetrina.

"Oh. Ciao, Malfoy."disse lei.

"Granger.. Cosa ci facevi là dentro?" ribatté il ragazzo.

"Mi compravo una nuova veste, perché l'altra non mi sta più." rispose Hermione.

"Eh sì. Dopotutto, sei cresciuta davvero molto. E' comprensibile." osservò Draco.

".. Un momento, ma a te cosa interessa?!" insistette Hermione.

"Oh, niente. Niente." concluse Draco.Poi ad un tratto Harry e Ron si diressero verso Hermione e Draco.

"Malfoy. Che cosa vuoi?" intervenne Harry.

"Niente che a te possa interessare, Potter." disse Draco.

"Vedi di andartene, Malfoy. E' già tanto che sopporti la tua brutta faccia a scuola." esclamò Ron.

"Siete patetici, voi due." finì Draco.

Poi si sistemò e si incamminò, senza aggiungere parola.

Poi guardò Hermione e precisò "Ciao Gre.. Mezzosangue."

Hermione non ricambiò il saluto, ma lo fissò negli occhi, e lui fece lo stesso.

Era tutto molto strano,

come se fosse tutto solo un sogno. O forse.. no?

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Capitolo 2
*** -Capitolo Due. ***






Era arrivato il giorno della partenza per Hogwarts. Hermione prese il suo bagaglio e afferrò Grattastichi trascinando entrambi giù per le scale.

Harry era a sedere sul divano con le mani sulle gambe e Ron era in cucina che si infilava i biscotti di sua madre nelle tasche della felpa; poi notò che sia Harry che Hermione lo osservavano torvi e si giustificò dicendo: "Che c'è? 

Prendo le munizioni nel caso non ci sia la vecchietta con i dolciumi sul carrello!"

La signora Weasley prese quattro grossi maglioni colorati con ricamate le lettere H, R, H e G, e li diede rispettivamente

a Harry, Ron, Hermione e Ginny. Poi, finalmente si avviarono verso King's Cross.

La stazione era ricolma di persone. Ragazzini che correvano in qua e là con i loro

animali e ragazzi più grandi che salutavano i genitori.

"Ciao ragazzi, comportatevi bene! Ci rivediamo a Natale. Mi raccomando!" salutarono i signori Weasley.

 

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"Oh, spero proprio che i bambinetti non abbiano occupato il NOSTRO scompartimento." Disse Ron speranzoso.

Mentre camminavano, qualcuno sta venendo di corsa dalla parte opposta.

BUM.

In un attimo, Ron era a terra ed Harry era caduto addosso a Hermione.

"Accidenti, ma di solito quando uno corre non è così imbecille da non guardare av.." Le parole si gelarono nella bocca di Ron.

Lavanda stava raccogliendo i libri che le erano caduti dopo l'impatto.

Ron la osservò. Non aveva mai fatto caso a quanto fosse carina.

"T-ti sei fatta male? Lascia che ti aiuti!" cosigliò Ron.

"Oh, grazie. Sei un vero tesoro! Perdonami per la botta!" Rispose Lavanda mielosamente dolce avviandosi verso il suo scompartimento.

Ron rimase lì impalato. "Che idiota, quella Brown." commentò Hermione.

"Ma non eravate amiche?!" chiese Harry confuso.

"Sì, certo, come no." concluse Hermione sedendosi sulla poltrona di uno scompartimento.

 

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Ron continuò a ricordare dello scontro con Lavanda e la cosa innervosiva fortemente Hermione, che decise di uscire dallo

scompartimento.

Era fortemente intenzionata ad andare alla terrazza all'aperto sul fondo del treno.

Si avviò.

La brezza le faceva scuotere i capelli come grano al vento.

Era una bellissima sensazione.

D'un tratto dietro di sè sentì dei passi, lenti, scanditi.

Si voltò.

"Ciao, Granger." disse Draco.

"Malfoy." disse Hermione.

"Allora, ho visto che al rosso piace la Brown." aggiunse Draco.

"Ehm. Veramente si sono solo scontrati. E poi a te non deve importare." fece la ragazza, che incominciava

ad irritarsi.

"Calmati, Granger. Non ti sto dicendo nulla di sgarbato. 

 Ti piace Lenticchia, per caso?" ed abbozzò un ghigno.

"ADESSO BASTA. MI HAI STUFATO, MALFOY." urlò Hermione, e detto questo cercò di andarsene.

"Ferma lì. Non puoi andare via." chiarì Draco.

"Ah sì? E chi lo dice?" borbottò Hermione.

Draco si incamminò verso Hermione, che piano piano indietreggiava, fino a ritrovarsi a spalle contro il muro e con Draco che ancora si avvicinava. 

"Io." aggiunse, infine, il ragazzo. La stava fissando negli occhi, ma lei guardava da tutt'altra

parte, pur di non guardare i suoi occhi azzurro-grigio.

"HERMIONE?! MA DOVE SEI?" urlò Ginny che appena uscì dalla terrazza vide Draco addosso all'amica.

Tirò fuori la bacchetta pronta a scagliare la fattura, ma Hermione la bloccò e il ragazzo se ne ritornò

a passo svelto nel suo scompartimento:"Ferma! Non farlo! Ferma!" disse Hermione.

"Ma- ma ti stava addosso come un'anguilla! Ti stava facendo del male, e.." 

"Non stava facendo niente di brutto! Sta tranquilla! E oltretutto stavo per tirare fuori la bacchetta,

 visto che il suo comportamento non mi piaceva affatto!" la rassicurò Hermione.

Ginny si tranquillizzò e riaccompagnò l'amica nello scompartimento.

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"Harry! Per l'amor del cielo! Ma non può essere! Lo capisci?!" rimproverò Hermione.

"Ti dico che è così, ne sono certo." confermò Harry.

"Scusate, uno di voi potrebbe dirmi di che diamine parlate?" chiese Ron. 

"Harry sostiene che Draco ora sia un Mangiamorte. E' una cosa ASSURDA, ti dico!" ripeté Hermione.

"Ah sì?! E tu com'è che ne sai così tanto?" puntualizzò Harry.

"Oh,Harry, adesso basta." concluse  la ragazza.

 "Vado a prendere un pò d'aria." fece Harry prendendo il Mantello e la Polvere Buiopesto Peruviana. Poi uscì.

 

 

Hermione arrossì  ripensando al suo incontro con Malfoy e a quella rassicurazione che fece a Ginny, che più che rassicurazione, era una vera e propria menzogna. 

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Capitolo 3
*** -Capitolo Tre. ***






Harry non tornava nello scompartimento da mezz'ora ormai. Ron e Hermione presero le loro cose ed uscirono.

"Dov'è Harry?" chiese Hermione.

"Non lo so. Sarà già fuori dal treno." rispose Ron.

Un po' preoccupati scesero dal treno e si avviarono verso il castello. "Scusate, dobbiamo controllare le vostre valige." disse un Auror al cancello.

Hermione aprì la valigia e mostrò ciò che aveva all'interno.

"HEY! Questo può essere usato come arma di difesa!" disse l'Auror tenendo in mano il biscotto che Ron aveva dimenticato nella tasca della felpa.

"Secondo te?!" fece Ron, ironicamente. Sfilò il biscotto dalle mani dell'Auror e se lo infilò dritto in bocca.

"Ron, se hai così tanta fame, avviamoci al castello, no?" disse improvvisamente Lavanda che spuntò dal nulla fissando Ron.

"S-sì. Va bene. Ho una fame scoppio." rispose Ron. E così i tre si avviarono. Hermione era preoccupata per Harry e allo stesso tempo arrabbiata con Ron per via di Lavanda e del suo strano comportamento.

"Speriamo che Harry stia bene." pensò.

 

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Il Cappello Parlante fece la sua solita cantilena annua, ma Hermione era distratta.

Pensava a Harry, e a che cosa gli fosse mai successo.

Ma quei pensieri vennero interrotti bruscamente quando dalla porta entrò quel ragazzo che poche ore prima si era comportato in modo davvero strano. 

Hermione fissò Draco dirigersi verso il tavolo dei Serpeverde. Sul viso aveva un'aria compiaciuta e allo stesso tempo terrorizzata.

Prima che si mettesse a sedere, lui alzò gli occhi e vide che era osservato dalla ragazza che distolse immediatamente lo sguardo, accaldata.

"Non ti preoccupare, verrà a momenti!" biascicò Ron, mangiando il budino al lampone e vedendo l'amica arrossita.

Lei si drizzò a sedere e lo picchiò con il libro dicendo :" Vuoi smetterla di mangiare?! Il  tuo migliore amico è scomparso!"

"Ma che cosa..?!Voltati squinternata!" ribatté Ron un pò offeso.

Harry stava arrivando lievemente barcollante e confuso, e con una mano cercava di coprire il sangue che gli scendeva dal naso.

"E' di nuovo coperto di sangue. Perché è sempre coperto di sangue?"  commentò Ginny.

"Sembra sia il suo, stavolta."aggiunse Ron.

"Dove sei stato?! Che hai sulla faccia?!" Chiese Hermione.

"Dopo. " concluse Harry.

Mentre Ron spiegava a Harry ciò che era stato detto e Silente fece il suo discorso, Hermione notò che Draco fissava soddisfatto Harry, e quando Tiger e Goyle gli chiesero perché sorridesse, lui indicò Harry, poi indicò se stesso e simulò un pugno.

Questo bastò a Hermione per capire. Era furiosa.

 

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Quella notte Hermione non riuscì ad addormentarsi pensando che Malfoy se la stesse cavando così.

Si alzò dal letto. Voleva andare nell'unico posto che la ascoltava sul serio, la biblioteca.

Prese la lanterna e si incamminò. Non notò nessuno fuori dalle camerate, eccettò delle coppiette di studenti che si lanciavano effusioni amorose.

Arrivò in fretta e furia in biblioteca. Era illuminata dalle torce.

Non sapendo cosa fare, prese un libro intitolato "Vita e storia di Cornelius Agrippa" e incominciò a leggerlo.

Arrivò fino alla pagina 97 quando d'un tratto sentì dei passi e le luci delle torce si spensero.

Qualcuno era entrato.

Prima le venne il forte istinto di nascondersi, ma poi si ricordò che non stava facendo niente di male, quindi rimase dov'era.

"Lumos" enunciò. E la luce emanata dalla bacchetta fu abbastanza forte da illuminare il volto di Draco Malfoy.

"Ancora tu?! Ma cosa fai? Mi segui?!" disse Hermione frustrata.

"Ahah! No, fidati. Inizio a pensare del contrario, Granger." ribatté il ragazzo.

"Perché mi chiami così? " chiese lei all'improvviso.

"Così come?.." fece Draco.

"Granger. Non mi chiami Sporca Mezzosangue quando non sei in pubblico." precisò Hermione.

"Che importa. E comunque, sì. Ti ho seguita. Ero già fuori dalle camerate, ma quando ti ho vista passare

ti sono venuto dietro." proseguì Draco.

"Perché?" ripeté Hermione.

"Ti.. ti volevo dire grazie, perché oggi hai fermato la Weasley." rispose il ragazzo.

"Oh. Beh ,wow, non è da te, ma.. prego." esclamò Hermione.

"Ti piaceva?" chiese poi il ragazzo, tutto un mistero.

"Che cosa?" fece la ragazza, immobilizzata.

"Ciò che stavo facendo." Mentre lo diceva ricominciava a riavvicinarsi.

Lo stomaco di Hermione scalpitava e non sapeva il perché.

Un fortissimo calore la fece avvampare.

Draco la prese per la vita e disse sussurrando:

"Sei cambiata Granger. Sei cambiata davvero."

Avvicinò la fronte a quella di Hermione, che ormai non respirava più.

La baciò sulla guancia, vicino alla bocca.

A quel punto, il cuore di Hermione esplose e scivolò via dalla sua presa dicendo:

"Tu hai fatto del male ad Harry! T-tu come puoi fare questo?! I- io l'ho capito sai?!"

Draco la fissò come se fosse pazza e poi ammise:

"E se anche? E se sì? Ci sarà un motivo, del perché l'ho fatto. Prova a chiedertelo."

Hermione rimase lì qualche secondo, come imbambolata e poi riprendendosì sbottò:

"Adesso vado a dormire. Mi è venuto sonno, notte."

Si voltò e fece per tornare al dormitorio quando Draco aggiunse:

"Granger, è solo l'inizio." 

Poi lui scomparve nel buio.

Adesso Hermione era nel letto e riuscì finalmente ad addormentarsi, ma il solletico nel suo

stomaco non smise neanche per un istante.

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Capitolo 4
*** -Capitolo Quattro. ***






Quella mattina Hermione si svegliò molto confusa, non faceva che ripensare al "piccante" incontro che aveva avuto con Malfoy, se così si può chiamare.

Oltretutto l'aveva ringraziata! Cosa più unica che rara.

Qualcosa non andava in quel ragazzo, solo che non riusciva a capire se in senso positivo o negativo.

Hermione si mise la divisa, prese il libro di Pozioni e si diresse nella Sala Grande per la colazione.

Lì trovò Harry, Ron e Ginny già seduti che la aspettavano.

"Herm, perché ti sei alzata dal letto ieri sera?" chiese Ginny.

"Oh, ehm. Non riuscivo a dormire e ho fatto una passeggiata." rispose Hermione.

"Ahaaa! Appuntamento al buio?" disse Harry, ironico.

E appena detta quella frase , la ragazza si versò il succo di zucca addosso e divenne tutta rossa.

Gli amici scoppiarono a ridere. 

Hermione sotto sotto sperava che Ron reagisse male alla 'battuta' che Harry aveva fatto, ma in realtà non 

gli fece né caldo né freddo e continuò a fissare Lavanda, lasciando la ragazza estremamente delusa.

"Oh, guardate qua, se non tolgo questa macchia resterà l'odore! Vado in bagno"

infatti, la veste emanava un odore fortissimo di succo di zucca . Detto questo, Hermione si alzò e si diresse

verso il bagno delle ragazze.

Entrò.

"Cosa ci fai qui?! Questo è il MIO bagno!" Protestò Mirtilla Malcontenta da un cubicolo.

"Oh, fa silenzio!" replicò Hermione, che aprì l'acqua del rubinetto ed iniziò a smacchiare.

Osservò il serpente che decorava il rubinetto, il serpente che aveva permesso di scoprire la Camera

dei Segreti. Il cromo con cui era fatto il rubinetto era molto lucente, e rifletteva qualsiasi cosa dietro l'osservatore.

D'un tratto, Hermione vide la porta di un cubicolo sbattere violentemente.

Si girò di scatto, pensò fosse di nuovo Mirtilla, ma poi la vide vagare per il corridoio davanti il bagno.

Bussò alla porta.

Qualcuno rispose con voce un po' tremante.

"E' OCCUPATO. OK?!"

Hermione riconobbe la voce.

"Malfoy." disse.

Il ragazzo uscì dal bagno. Dava incredibilmente l'idea di un divo, quando un leggero venticello gli spostò i capelli biondi chiarissimi.

"Granger. Ma tu guarda che coincidenza. Ti sei divertita ieri sera, eh?"

"Umpf. Tu pensi che io sia la Parkinson? Che ti viene dietro qualunque cosa tu faccia? Hai sbagliato 

 persona, Malfoy." ribatté Hermione.

"Ma che stai blaterando? Non ha senso!" disse Draco, confuso.

"Cosa ci facevi dentro al bagno?!" chiese Hermione, con una vena di isterismo.

"..Ti interessa sapere cosa faccio io nel bagno? " disse Malfoy divertito.

Hermione arrossì violentemente, iniziò ad innervosirsi .

"Non capisci proprio nulla! Intendevo che ci fai nel bagno delle ragazze!? Non mi sembra affatto tu sia una ragazza, anzi!"

Arrossì ancora di più, fino a diventare porpora.

"Ahah! Granger! Sei viola! Stai calma!" esclamò il ragazzo.

"Calma?! Io sono calmissima! Tu piuttosto vedi di andartene!" ruggì Hermione.

"Ooh. Ora capisco. Tu ti innervosici quando ci sono io. Non è così?

D'accordo. Allora significa che a lezione non ti considererò." Hermione tirò un sospiro di sollievo."A LEZIONE, ho detto."

Poi la prese per la vita e la baciò a stampo sulla bocca.Hermione stavolta impallidì e lo stomaco fece una capriola.

Il ragazzo la fissò negli occhi, le accarezzò i capelli, poi uscì dal bagno e si avviò a lezione di Pozioni.

Hermione rimase lì paralizzata.

Non parlò per circa dieci minuti, poi si accorse che Pozioni stava per incominciare, e si incamminò. 

 

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Lumacorno aveva appena finito di spiegare come si preparava il Distillato della Morte Vivente, che gli avrebbe fatto vincere la Felix Felicis.

Hermione, per quanto ce la stesse mettendo tutta, aveva questo ronzio nella testa.

-Malfoy ti ha dato un bacio.

 non devi dirlo a nessuno, Hermione.

 Harry e Ron non saranno più tuoi amici.

 Ma poi cosa vorrà Lavanda da Ron?!

 Fino a qualche mese fa neanche lo salutava!

 Domani ci sono anche le selezioni per il Quidditch.

 MALFOY TI HA BACIATA!

 

Hermione era esausta e sapeva che non avrebbe vinto lei il premio.

Harry, con la Felix in mano, disse felice all'amica: 

"Hey, Herm, ti aspetto fuori!" e si incamminò.

Hermione rimase a pulire il suo calderone con Ernie Macmillian, Padma e Calì Patil e Draco Malfoy.

Hermione adocchiò il ragazzo e si sbrigò a pulire il calderone.

Ma Draco fece prima e la raggiunse.

"Ti voglio solo chiedere una cosa. Prima, quando hai detto che l'Amortentia ha un odore diverso per ognuno secondo ciò che ci attrae, significa che l'odore che sentiamo può essere ricondotto alla persona di cui ci siamo infatuati, no?" osservò Malfoy.

"Sì. Perché?" chiese Hermione, dura."Perché io nell'Amortentia ho odorato un fortissimo odore di succo di zucca." e detto questo tutto d'un fiato se ne andò.

Hermione lì per lì, non capì.

Prese la borsa e il materiale per raggiungere Harry, quando d'un tratto si ricordò e posò una mano sulla sua divisa, dove poco prima vi era la macchia. Fu percossa da un lungo brivido

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Capitolo 5
*** -Capitolo Cinque. ***


Quel giorno ci sarebbero state le selezioni per il Quidditch.

"Forza Herm! Non posso arrivare in ritardo!" la incitò Ginny che si era già preparata con la divisa rossa e oro.

In fretta e furia andarono a ingurgitare una fetta di toast con uova e bacon e a trangugiare un po' di succo di zucca.

Hermione non vide traccia di Draco.

Decise di lasciar perdere quella faccenda, almeno in quel momento.

 

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Ron era al quarto punto. Stessa cosa McLaggen. Hermione odiava McLaggen, era uno sbruffone,spregevole fanatico.

Ron meritava di avere il posto.

Quella diamine di Lavanda sbraitava come una gallina.

Hermione ormai aveva già messo la mano davanti alla bocca e sussurato 'Confundus'.

D'un tratto la scopa di Cormac fece uno scatto orizzontale, impedendogli di parare la Pluffa.

Hermione sorrise soddisfatta, ma non si accorse di Harry che la stava osservando incuriosito.

Smise subito di ridere ed incominciò ad applaudire quando Ron, facendo una mega rovesciata, parò l'ultima Pluffa lanciata

con forza dalla sorella Ginny.

Lavanda balzò in piedi urlando :"E' magnifico!"

Hermione fece un espressione di disgusto e se ne andò ad aspettare Ginny negli spogliatoi.

"Visto? Ron ce l'ha fatta!" disse Ginny correndo verso Hermione.

"Già, proprio così!" esclamò Ron, tutto fiero.

Hermione sorrise radiosa, ma quando McLaggen si avvicinò, il suo sorriso si spense di colpo.

"L'hai tirata troppo piano! Io chiedo rivincita!" si lamentò Cormac accusando Ginny di aver barato.

"Mi stai incolpando McLaggen?! Non è certo colpa mia se Ron è più bravo di te! Giusto Harry?" si giustificò Ginny, interpellando Harry all'improvviso, che si fece rosso in volto quando Ginny lo chiamò.

"Ehm, sì, giusto!" rispose Harry.

"Hey, Granger, che ne pensi di andare a berci qualcosa?" chiese McLaggen a Hermione avvolgendola con una mano dietro la schiena.

"Ehm.." Hermione cercava di rispondere un chiaro e netto NO, ma non ci riusciva, perché sovrastata dalle parole dell'altro.

 Harry con sguardo impaurito sussurrò a Hermione: "Ma che stai facendo?!"

"Niente Harry! E' colpa sua! Piuttosto, aiutami a liberarmene!"

Harry andò dall'altro lato di Cormac cercando di distrarlo:

"Hey, Cormac, dimmi un po', ma tu sai andare sulla scopa senza mani?"

"Certo che sì, Potter!" rispose quello.

"Ah, allora apri le braccia e fammi vedere come fai!" disse sperando che così Hermione si sarebbe liberata dalle sue grinfie.

"Oh, no, adesso non posso proprio, sono impegnatissimo con la mia Granger!" borbottò Cormac.

Hermione esasperata avrebbe voluto sprofondare sottoterra, quando ad un tratto un ragazzo biondo dalla faccia pallida si mise davanti a McLaggen dicendo:

"La Professoressa McGranitt vuole parlare con la Granger."

"Malfoy, ti prego, non la dai a bere a nessuno. Perché mai la McGranitt avrebbe chiesto a uno dei Serpeverde di cercare Hermione?" piagnucolò Cormac.

"Perché sì. E ora lascia stare la Mezzosangue che la devo portare a destinazione." ribatté Draco.

Hermione finalmente si strappò dalle braccia di McLaggen.

Notò che Harry la guardava allibita. Ma purtroppo, neanche lei sapeva giustificare lo strano comportamento di Malfoy.

E così, lei e il ragazzo si incamminarono lungo le serre di Erbologia. In silenzio.

La ragazza , non trattenendosi, ruppe il ghiaccio.

"Ehm, sentiamo, cosa vorrebbe la McGranitt?"

"Niente. Assolutamente niente."

"Scusami? E allora perché mi hai detto che.."

"Sveglia, Granger! Ti stavo portando via da lui, no? Non lo sopportavo!

 Piuttosto, ora mi devi rendere il favore!" e fece un sorrisetto malizioso.

Hermione incominciò ancora ad innervosirsi.

"E.. cosa.. dovrei.. " 

Ma non bastarono queste parole, che Malfoy la prese per mano e la baciò a stampo nuovamente.

Lei tenne le labbra ben serrate.

Poi scivolò via dalla sua presa, anche se non avrebbe voluto farlo, e lo lasciò lì, vicino al cortile di Trasfigurazione.

 

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Arrivò il giorno della partita. Hermione aveva piena fiducia in Ron, ma era molto preoccupata, visto che Harry aveva versato la Fortuna Liquida nella sua bevanda. Chissà quali catastrofi sarebbero accadute.

"Sono un po' nervoso." commentò Harry.

"Oh, andiamo! Ormai non devo più dirtelo che sei il più giovane cercatore del secolo! E poi Ron ha piena fiducia in sé! Anche se non avresti dovuto farlo! Tu e quel Principe!" lo brontolò Hermione.

"Hey, Herm. Adesso il Principe non c'entra niente! E non so di che cosa parli!" replicò Harry, prendendo in mano la Firebolt.

"E va beh. Buona fortuna, Harry." e detto questo gli stampò un lungo bacio sulla guancia, poi si avviò sugli spalti rossi e dorati.

 

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Ce l'avevano fatta.Avevano vinto! Ron aveva vinto! Ora tutti lo acclamavano nella Sala Comune.

'Sono così felice per lui, quasi quasi andrei là e..' pensò Hermione.

La sua fantasia venne interrotta da Harry che la abbracciò da dietro.

"Hai visto?! Abbiamo vinto!" esclamò lui, eccitato.

 "Sì! Complimenti! Anche se non avresti dovuto farlo!" disse Hermione.

"Già, hai ragione. Bastava solo un incantesimo Confundus." ribatté Harry.

Hermione sentì lo stomaco ribollire. 'Come faceva Harry a saperlo?!'

"E-Era diverso! Q-Quelle erano le selezioni e questa è una partita VERA!" si discolpò .

Harry allora frugò nella tasca ed estrasse la boccetta di Felix Felicis piena, posizionandola davanti agli occhi dell'amica.

"Non ce l'hai messa.. Ron lo ha solo creduto!" fece la ragazza, ammirata.

Si voltò verso Ron, la sua incontenibile felicità si spense di colpo quando vide che Lavanda Brown lo stava baciando.

Stava baciando Ron, il suo Ron, che da lì in poi non sarebbe stato più suo. Sentì il bisogno di scappare di lì.

Trovare un posto isolato, dove potesse riflettere, piangere, sfogarsi.

 

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"Herm, io vado a dormire. Vuoi che dorma con te nella Sala Comune, stanotte?" chiese Harry poco dopo che Ron fu assalito dallo stormo di uccelli di Hermione.

"No, va pure nel dormitorio, sta tranquillo. E.. grazie." rispose l'amica.

Dopo circa tre  minuti sentì qualcuno che scendeva le scale e veniva verso di lei.

Sicuramente era Ron, ma stavolta sapeva cosa dirgli, sia a lui che a quella sua Lavanda. O forse era Harry che si era dimenticato qualcosa.

Ma non era Ron, e neanche Harry.

Era Draco.

"Tutta sola?" mormorò.

"Guarda, Malfoy, non è il momento, ok? Quindi vattene e smetti di seguirmi solo per prendermi in giro." disse lei con tono di voce sempre più alto.

Draco si voltò e disse: "Ma io non ti prendo in giro, voglio solo che tu finisca di ringraziarmi come si deve."

Poi la guardò negli occhi.Stava piangendo a dirotto con le mani sul volto.

"Ehi, ehi, ma che è successo!?" chiese per la prima volta con una vena di preoccupazione.

"R-Ron.. è .. è.." non riusciva a parlare.

"Oh, Granger. Lo devi lasciar stare quello lì! Le voci girano , è uno scemo! Si vede! Ha scelto una  come quella Brown, al posto di una come te. Andiamo, come si fa a non scegliere te! Sei.." poi si bloccò.

Hermione lo fissò con le guance rigate dalle lacrime: "Sono cosa?"

"Sei.." era imbarazzatissimo. "Sei bellissima."

Hermione rimase a bocca aperta.

 Draco si mise a sedere accanto a lei.

"So che sembra strano che sia io a dirtelo, ma mi piaci, davvero."

La ragazza non aveva parole. Non poteva credere alle sue orecchie.

"So che io non ti piaccio.. L'ho capito.. Scappi sempre da me. Preferisci Weasley o quell'armadio di McLaggen.. Lo sape.."

Hermione gli mise una mano sulla bocca e parlò finalmente.

"Non dire buffonate. Tu mi piaci eccome. Ogni volta che ti avvicini il mio stomaco fa le capriole.

 Ed è ciò che voglio che accada, anche stasera."

E detto questo, si baciarono. Un bacio mai visto prima. Un bacio stupendo, che nessuno dei due aveva mai provato prima. Lui la prese per la vita e la accosto alla sua. Poi la prese in braccio. Un corpo solo, unito,

per quelli che sembravano lunghissimi minuti, ore , o forse un'intera notte.

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Capitolo 6
*** -Capitolo Sei. ***


Era assurdo.

Le sembrava di attraversare uno strano sogno, o per qualche scherzo dell'immaginazione,

Hermione aveva la sensazione di non trovarsi nella sala comune di Grifondoro, nel suo letto.

Aprì gli occhi come quando ci si risveglia da un incubo.

Aveva ragione.

Non era nel suo letto.

Era in un letto sconosciuto.

Un letto morbido dalle coperte lisce e calde.

Con sua grande sorpresa, girandosi, si trovò davanti un Draco profondamente addormentato a petto nudo.

Era bellissimo.

I muscoli scolpiti erano illuminati dalla luce della luna.

Hermione reagì d'istinto: si alzò immediatamente in piedi, si rimise le scarpe che erano sul tappeto, e si avviò verso la porta.

Ma non mise una mano sulla maniglia della porta, che una voce profonda si levò chiedendo:

"Già te ne vai?"

Il ragazzo era seduto sul letto e si stropicciava gli occhi color ghiaccio.

"Oh, beh.." Hermione non sapeva proprio che parole usare in quel momento.

Non sapeva neanche perché se ne stava andando.

Non era quello che voleva. Affatto.

Draco si alzò e si avviò verso di lei.

"Di poche parole stasera, eh, Granger? Ti ho lasciato senza fiato?"

Hermione si calmò sentendo che l'atmosfera si stava tranquillizzando: forse ora avrebbero solamente un po' parlato,

senza il bisogno di baciarsi fino alla morte.

".. ehm. Ma quindi?" riuscì a dire lei.

"Quindi cosa?" chiese lui.

"Io e te.. noi, ecco.." fece la ragazza.

"Oh, se per te va bene, stiamo insieme..?" per la prima volta Draco arrossì, violentemente.

Hermione, senza parole, sorrise e abbracciò Draco.

"Non deve saperlo nessuno però. O altrimenti saremo nei guai!" sussurrò all'orecchio del ragazzo.

"Promesso." Concluse lui.

"Bene. E ora.. che si fa?" chiese lei, sembrando curiosa.

"Oh.. io avrei una mezza idea." disse con un sorrisetto malizioso, che si spense subito dopo.

Si avvicinò a Hermione con aria misteriosa.

La prese per la vita. Mille brividi le percorsero la schiena.

Sapeva cosa stava per accadere. Lo sapeva bene.

E infatti, Draco la prese in braccio e la gettò delicatamente sul letto.

Si tolse i pantaloni.

Hermione era come pietrificata. Non riusciva a muoversi. 

Lasciò che Draco la spogliasse lentamente.

"Posso?.. Cioé, non hai paura, vero? Sei, sei pronta.." disse imbarazzato.

"..Sì." rispose lei debolmente.Aveva paura, paura che le facesse male.Ma quella notte scoprirono qualcosa di bellissimo che solo i due poterono ricordare per sempre.

 

---------

 

"Sveglia, dormigliona!"

Hermione fu svegliata dalla voce strascicata di Malfoy.

Aprì gli occhi lentamente. Un bel ragazzo biondo che si stava vestendo la baciò dolcemente sulla fronte.

"C'è la colazione! Farai bene ad alzarti se non vuoi che Potter e il rosso ti facciano domande!"

"Umh, tranquillo. Tanto sono brava ad inventare storie." disse lei mettendosi la felpa.

"E' stato bellissimo Granger, stanotte. Lasciatelo dire, vai fortissimo!" ammise lui.

Hermione arrossì. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato lui a dirgli

una cosa del genere. Ma tanto, del fatto che stessero insieme lo avrebbero saputo solo i diretti interessati.

"Sai una cosa, Draco. Sono contentissima e soddisfatta di ciò che abbiamo fatto stanotte. Mi sono divertita,

 e anche se non lo verrà a sapere, non mi importa niente di quello che pensa Ron!" aggiunse Hermione.

"E brava Mezzosangue! Era l'ora che smettessi di correre dietro a quel Lenticchia!"  fece Draco.

"Ah, Draco! Lumacorno a Natale da una festa. Dobbiamo portare qualcuno.. se porto te si insospettiranno, no?" 

"Hai ragione. So io che devi fare! Invita quell'idiota di McLaggen! Così nessuno avrà sospetti!

 SONO UN GENIO!" si vantò Draco.

 

---------

 

"Mi spiace davvero, Herm." disse Harry mentre aiutava Hermione a mettere a posto i libri negli scaffali della biblioteca.

"Ma non me ne frega! E' liberissimo di baciare chiunque gli va! Non me ne può importare di meno!" disse convinta di ciò che diceva. Poi continuò: 

"Se ero convinta che io e lui saremo andati insieme alla festa di Natale di Lumacorno? Sì. Ora date le circostanze mi sono dovuta arrangiare diversamente."

"Davvero?"  disse lui, incredulo.

"Sì. Perché? " chiese Hermione.

"Beh.. perché visto che nessuno dei due può andarci con chi gli interessa veramente potremmo andarci insieme, da amici.." disse lui, un po' deluso che non l'abbia pensato lei.

Hermione voleva davvero dire a Harry, il suo migliore amico, ciò che stava succedendo tra lei e Draco.

Come da acerrimi nemici , si sono fidanzati.

Ma, se gliel'avesse detto, la magia di quella notte si sarebbe rovinata, non sarebbe andata avanti.

E questo era l'ultima cosa che sia Hermione sia Draco volevano.

Cosa fare?

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Capitolo 7
*** -Capitolo Sette. ***


Mancava un giorno alla festa di Lumacorno.

Uno solo.

Hermione sarebbe andata là accompagnata da McLaggen, perché organizzatasi insieme al ragazzo segreto

che nessuno sospettava lei avesse, il principe delle Serpi, Draco Malfoy.

"Oh, santo cielo, Harry! Che ti importa di chi porto alla festa! Lo vedrai là, non è nessuno di terribile, tranquillo."

lo rassicurò Hermione.

"Certo, basta che non sia Malfoy." disse sottolineando il disprezzo nell'ultima parola, ma poi,

vedendo che a quella frase all'amica era andato di traverso il toast, si limitò a dire ridendo :"Ahah Herm! Sto scherzando! So bene che non succederebbe mai!"

"Già, proprio così." disse lei. Le parve intanto di farsi piccola piccola, e che la Sala Grande si ingrandisse mostruosamente.

Provava rimorso? Rimorso per non averglielo detto?

Doveva dirglielo e rompere così, il patto con Draco?

"Harry, a proposito di Malfoy.." incominciò.

"Sì, lo so." ribatté Harry."Lo.. LO SAI?!" chiese lei, scaldandosi.

"Sì. E anche tu , a quanto pare. E' evidente, Hermione!" disse lui, deciso.

"Harry, io volevo dirtelo.."si giustificò Hermione.

"Che finalmente ti rendi conto che ho ragione?" chiese Harry, contento.

"Ecco beh.. Come scusa?" fece  la ragazza, confusa. 

"E' evidente che sia un Mangiamorte  a tutti gli effetti! Che sia stato lui a stregare Katie!" ripeté Harry.

"Ma no, Harry, cosa.. cosa dici.. Queste cose sono solo tue convinzioni! Non c'è nulla di vero!" esclamò Hermione."Sì invece, e alla minima prova andrò a denunciarlo a Silente durante le mie lezioni private con lui!" ribadì lui.

"OH HARRY! Ma la vuoi smettere?! Quando lo capirai che in quel ragazzo non c'è nulla che non vada!?" urlò lei. Poi si alzò e lasciò Harry lì, con ancora il cucchiaio per il tè in bocca.

 

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Erano le quattro del pomeriggio.

Draco era seduto su un tavolo di legno della biblioteca a scrivere un saggio sulla Pietra di Luna.

Con le dita tra i capelli, cercava informazioni sfogliando pagine e pagine di libri.

Fino a che non arrivò la sua fonte di informazioni preferita: Hermione.

"Hey! Eccoti! Non è che potresti aiutarmi? Siamo soli, non ci vede nessuno." disse Draco.

"Certo." Fece Hermione.

"Qualcosa non va?" chiese lui.

"Oh ecco. No, è solo che mi ronzano domande nella testa - la Pietra di Luna si trova più maggiormente in Nuova

Zelanda, non Danimarca!" lo corresse lei.

"Oh beh.. Se era questo che ti ronzava per la testa.." continuò Draco."Oh no.. altre domande. Domande su di te." rispose lei.

"Cosa vorresti sapere?" chiese Draco.

"Ecco, vedi, ti comporti in modo molto strano.. ogni tanto sparisci e hai la testa da un'altra parte.." fece Hermione.

"Non so cosa vuoi dire." disse Draco, deciso.

"Sei sicuro? Non è che già mi stai tradendo, eh?" iniziò lei, innervosendosi."CHE COSA?? NO! Non la pensare mai una cosa simile! " Esclamò lui, indignato.

"E allora perché non mi dici di che si tratta?" ribatté Hermione.

"E' complicato. Molto complicato. Ti prometto" disse prendendole una mano e posandola sul suo cuore "che

quando arriverà il momento te lo spiegherò. Faccende di famiglia."

"D'accordo. Va bene." si rassegnò la ragazza.

"..Senti, mi aiuteresti con questo?" ricominciò Draco.

"Ok! Mettiamoci a lavoro." disse lei, risollevandosi un po' il morale.

 

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Era la sera della festa.

Hermione si stava preparando.

Dolci boccoli dorati le ricadevano sulle spalle. Il trucco le dava un'aria gotica in contrasto con il vestitino rosa molto scollato.

Era davvero splendida."Allora? Come ti sembro?" disse Ginny. Indossava un abito nero decorato con le paillettes e i capelli lunghi e rossi le arrivavano fino al busto.

"Sei bellissima, Ginny." dichiarò Hermione, radiosa.

"Bene, perché devo andare a parlare con Dean. Mi sono stufata di lui e della sua sfacciataggine.

 Ma non ce la faccio a mollarlo, è difficile. " bofonchiò la ragazza, sconfortata.

"Sono certissima che ce la farai. E una volta che l'avrai mollato ci sarà sicuro un cuore ad attenderti!" esclamò pensando a Harry.

"A chi ti riferisci??" chiese Ginny, curiosa.

"Oh, non lo so! Dico, qualcuno ci sarà per forza! Bella come sei!" riprese, cercando di rimediare.

 

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"HERMIONE!" urlò Harry entrando nella tenda dell'ufficio di Lumacorno.

"Harry! Non urlare!" sussurrò, sistemandosi i capelli.

"Ma che stai facendo?" le chiese, guardandola in modo bizzarro.

"Mi nascondo. Ho lasciato McLaggen sotto il vischio. Non lo sopporto più!" dichiarò la ragazza.

"CORMAC?! Hai invitato lui?! Ma come ti è venuto in mente? Potevi venirci con me!" Esclamò Harry indignato.

"Ssssh! Non urlare! Ron si sarebbe seccato di più, ecco.." disse lei cercando possibili scuse da esplicare.

"Wow, però. Devo ammettere che sei carina. Molto! Già." osservò Harry, scrutandole la scollatura.

"HARRY! Ti ci metti anche tu!? " s'infuriò Hermione coprendosi con le mani.

Un cameriere arrivò dicendo: 

"Gradite?"

"No, sono apposto" dissero i due in coro.

"Menomale, dà un alitosi da spavento." rispose il cameriere.

"Anzi, ora che ci penso, magari tiene Cormac a bada." esclamò Hermione mangiando un pezzo di quelle strane palle nere bruciate. "OH NO! Ecco che arriva!" disse, a bocca piena. Poi scappò , lasciando che McLaggen rimanesse con Harry.

 

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Ci fu una porta aperta all'improvviso.

Gazza stava trasportando un ragazzo per il colletto della giacca che si dimenava furiosamente, imprecando.

Hermione si portò una mano alla bocca. Draco la guardò , con una vena di sconfitta.

"Professor Lumacorno, ho trovato questo ragazzo nascosto in un corridoio di sopra.

 Sostiene di essere stato invitato alla sua festa e che..""D'accordo! Volevo imbucarmi! Contento ora?!" biascicò Draco.

"Lo accompagnerò io fuori. "Disse Piton, piano.

"Certamente, professore." concluse il ragazzo, uscendo con Piton.

Harry li seguì, ascoltando tutta la loro conversazione nel corridoio accanto a quello dove si trovava lui.

 

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Hermione aveva un solo obbiettivo. Raggiungere il suo ragazzo.

Voleva capire che era successo.

Doveva farselo spiegare.

"Hermione! Ero nel corridoio accanto, li ho sentiti parlare e.." incominciò l'amico.

"Harry, non ho tempo , mi racconti dopo, ok?" dichiarò Hermione.

Girò a destra , a sinistra e poi ancora a sinistra.

Lo trovò.

Era a sedere accanto alla finestra, illuminato ancora una volta dalla luna.

Si voltò e disse:"Sei bellissima." fece con aria stanca, ma sognante.

"Grazie. Cosa è successo, Draco?" chiese Hermione.

"..Devi stare tranquilla." iniziò lui.

"No che non sto tranquilla. Cosa ci facevi nel corridoio del settimo piano, Draco? Cosa?" insistette lei.

"Io.. non è questo il momento." disse nuovamente il ragazzo.

"Il momento se continui a rimandarlo non arriverà mai! Lo capisci? Sono preoccupata per te!" esclamò lei.

"Non devi essere preoccupata! Va tutto bene, tutto.. bene.." fece lui, incerto.

"No invece, e se non ti fidi abbastanza per dirmelo, non ci può essere un noi, Draco." sbottò lei con impazienza."NON dire stronzate, Hermione. Non farlo." gridò Draco.

Si guardarono intensamente. "Ok. Va bene. Domani incominciano le vacanze e torneremo a casa.

 Lì dovrò chiarire alcune cose e quando ricomincerà scuola ti spiegherò tutto meglio.

 Mi è stato affidato un compito, da una persona.

 Un compito che devo portare a termine quest'anno. Ma non è per niente semplice.." ammise Draco.

"Posso aiutarti in qualche modo in questo compito..?" chiese Hermione, speranzosa.

"ahah Oh, no, Granger, non è niente che riguardi libri o lo studio.

 è una cosa molto complicata. Per ora, ti dico solo questo." ridacchiò lui.

"E' già molto. Lo apprezzo.

 Non voglio che non ci vediamo per le vacanze!" cambiò discorso la ragazza.

"Già, neanche io. Io voglio vederti tutti i santi giorni. TUTTI." fece lui, con un pallore roseo sulle pallide guance.

"Hai in mente ciò che ho in mente io?" disse lei, la prima cosa che le venne da dire.

"Oh, yes!" disse maliziosamente lui con un ghigno.

In pochi minuti si ritrovarono nel posto in cui tutto è nascosto.

Lì l'aveva portata, nella Stanza delle Necessità. 

Avevano bisogno di stare soli, l'uno con l'altro.

Lui l'avvolse in un caldo bacio duraturo che trasformò magicamente tutto in un sogno,

mentre si toglievano gli abiti e lentamente univano i loro corpi in una cosa sola, non solo per quella notte, ma per sempre. 

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Capitolo 8
*** -Capitolo Otto. ***


Quell'anno le vacanze natalizie passarono veloci e indolori.

Harry sarebbe stato con la famiglia di Ron. Hermione era contenta da una parte che non avrebbe visto la faccia di Ron, ma dall'altra le dispiaceva per il fatto che non avrebbe passato la notte di

Natale con il suo migliore amico Harry. e la sua amica del cuore Ginny.

Ma in compenso, sarebbe andata in vacanza con i genitori in montagna.

Fu uno strano Natale quello. Tranquillo e inquieto.

Fino a che un giorno Hermione, stringendo fra le mani la Gazzetta del Profeta,

non notò i tre titoli in grassetto in prima pagina:

 

-Il Ministro della Magia promuove nuova tecnica di Protezione alle Forze Oscure.

-Due Maghinò trovati morti in un lago vicino a Teamworth.

-Casa della famiglia del dipendente Weasley del Ministero incendiata e distrutta dai Mangiamorte.

 

Alla ragazza venne immediatamente il batticuore leggendo l'ultimo articolo e il gesto spontaneo che

le venne da fare, fu di contattare immediatamente la famiglia Weasley.

E se fosse capitato qualcosa di brutto? O.. peggio ancora.. fossero morti?

Che ne sarebbe stato di Harry, Ginny, Fred e George, i Signori Weasley, e, nonostante tutto.. Ron?

Attese una lettera di risposta per circa una settimana, quando il giorno prima del rientro a scuola

la fiera Edvige atterrò dolcemente sul davanzale della finestra di Hermione.

La ragazza srotolò un piccolo pezzo di carta consunta a righe e riconobbe la grafia elementare:

 

"Cara Herm,

 sono felicissimo che tu ti sia fatta sentire.

 Io, Ginny, Fred e George , il signor Weasley

 e (sperando ti interessi) Ron, stiamo tutti bene.

 La signora Weasley è un tantino scossa per l'accaduto,

 ma presto dicono che il Ministro fornirà loro una nuovo alloggio momentaneo.

 Non vedo l'ora di rivederti domani!

Ti voglio bene,

 

Harry."

 

Hermione sorrise e, sollevata, corse a preparare le valigie, entusiasta del fatto che avrebbe finalmente rivisto i suoi amici, e , soprattutto, Draco.

 

-----

 

"Allora, come procede la tua missione?" chiese senza un minimo di interesse Narcissa.

"La mia.. missione? Oh! Bene, bene." disse il biondo.

"Draco, sono tua madre. Sai che io riconosco bene i momenti in cui mi menti." fece la madre, rigida.

"Madre, non c'è niente che non va. E' tutto perfetto.. sì." ammise lui, falsamente.

".. Bene. Io non vedo sincerità nei tuoi occhi. Spero tu sia abbastanza maturo da capire che da questo dipende la

 sorte di tuo padre che è ad Azkaban. Buon viaggio, figlio." si congedò Narcissa, voltandosi.

"Arrivederci madre." concluse Draco, poi aggiunse sottovoce quando la madre fu abbastanza lontana:

"Sta tranquilla, so bene quello che faccio. E non ho intenzione di mollare ciò a cui tengo di più.

 Hermione."

 

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La Sala Grande era già affollatissima. Hermione non aveva idea di come riconoscere Harry tra la gente. 

Poi, vide 

"HARRY!" 

urlò Hermione avvolgendo l'amico in un abbraccio.

"Herm! Come stai?" chiese a sua volta Harry.

"Io tutto bene. Tu piuttosto, guarda qui!" e gli mostrò l'articolo della Gazzetta che teneva sottobraccio:

"Ti seguono dappertutto, Harry, i Mangiamorte. Non puoi stare in posti troppo scoperti. Non è che c'entra qualcosa 

 il Principe Mezzosangue, no? Ti consiglio di rimetterlo apposto. Devi renderti conto di chi sei, Harry!"

"Lo so chi sono, Hermione, va bene!?" disse Harry, frustrato dalle troppe domande. Ma poi vedendo la faccia

offesa dell'amica per la sua risposta brusca disse subito:"Scusa, Herm."

Svoltato l'angolo si trovarono nella posizione sfavorevole per vedere davanti a loro un'appiccicosa Lavanda che legava un catenaccio d'oro a mo' di mucca con un cuore enorme con su scritto 'RonRon' attorno al collo dello stesso Ron.

Harry non poté fare a meno di ridere, ma Hermione, disgustata, dichiarò:

"Scusami, devo andare a vomitare!"

E trovò una valida scusa per sgattaiolare da Draco.

"Herm! Ci vediamo tra mezz'ora al settimo piano! Ti devo parlare di una cosa!" urlò Harry all'amica, che annuì sparendo in mezzo alla folla di persone.

 

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Draco non era in Sala Grande. Bensì in camera sua, nel suo letto a baldacchino.

Era esausto. Si era ripromesso di andare a cercare Hermione appena arrivato, ma le sue palpebre crollarono.

Stava sognando.

Era in mezzo alle nuvole. Vide un'angelica Hermione vestita di bianco, con fiori tra i capelli.

Con il suo volto illuminato gli faceva cenno di avvicinarsi. Lui corse a più non posso per raggiungerla.

C'era quasi. Lei allungò la mano, e lo stesso fece lui.

Le loro dita si toccarono.

Poi, improvvisamente, calò il buio. Hermione non c'era più.

Draco si voltò a destra e sinistra per vedere che fine avesse fatto. La chiamò. Niente.

Poi la vide. Era in piedi, qualcuno la teneva per la vita e le spalle. Si avvicinò abbastanza da vedere colui

che stava trattenendo la sua ragazza.

Con suo grande stupore, si portò le mani alla bocca vedendo che Lord Voldemort le stringeva una mano attorno al collo.

Draco fece per andarla a salvare, ma non si poteva muovere. Era bloccato a terra.

Voldemort la scaraventò a terra. Le mise un piede sulla testa e incominciò a spingere, piano piano.

"NO! NON FARLO!" urlava Draco.

"Ora conoscerai il significato di rimpianto." disse l'Oscuro Signore, spingendo a tal punto che lacrime di sangue sgorgarono dalla bocca e dagli occhi di Hermione.

"NOO! TI PREGO! NON PUOI FARLO!" supplicava il ragazzo, piangendo.

Si udì infine un sonoro crac . Draco capì che era successo. Infine la scena svanì, e il biondo si ritrovò a fissare il soffitto del suo letto a baldacchino. Si era svegliato.

Guardò immediatamente in faccia la realtà: Voldemort gli era entrato nella mente. Gli aveva fatto vedere le conseguenze che ci sarebbero state se egli non avesse compiuto la sua volontà. Avrebbe ucciso oltre che lui, anche la ragazza che amava.

Doveva avvertirla. Subito. Scese dal letto e si avviò a cercarla.

 

-------

 

"Allora, Harry, di che dovevi parlarmi?" chiese Hermione, sfiancata per aver cercato Draco in tutta la scuola, senza risultati.

"Niente, volevo farti una proposta." rispose Harry,in tono illusivo.

"E.. di che si tratta?" fece lei , curiosa.

"Bè.. Senti Herm, nonostante Ginny si sia lasciata con Dean, a me sembra proprio che non mi fili affatto! Sembra che mi tratti come un fratello!" si lamentò il ragazzo.

"Oh, e.. quindi?" continuò Hermione.

"E quindi mi stavo chiedendo, perché non fare ingelosire sia Ron che Ginny facendo finta che io e te.. bè, insomma, hai capito, no?" propose lui.

Hermione impallidì. Non poteva farlo. Lei stava con Draco ora. Ma se l'avesse detto a Harry, sarebbe successo una confusione dell'altro mondo."Harry.. io.."

"Lo so! E' un piano geniale!" sorrise lui, gioioso.

Si sentì una porta sbattere.

"Ecco! Questo dev'essere Ron! Gli avevo detto di raggiungermi qui a quest'ora! Sei pronta a farlo andare fuori dai gangheri?" esclamò lui.

"Harry io non..!" ma Hermione non fece in tempo a finire la frase , che il suo amico si attaccò a lei in un travolgente bacio.

Assurdo. Non poteva star succedendo. Lei aprì gli occhi: sì, Harry Potter, il suo migliore amico la stava proprio baciando.Durò circa  7 secondi. 

E quando si staccarono si voltarono entrambi, solo che, invece che vedere la figura di un Ron infuriato, videro un Draco che li guardava struggente e afflitto. Poi si girò tremante e uscì di corsa dal corridoio del settimo piano.

"Oh no.." mormorò Hermione.

E corse via, lasciando là Harry, in balia del nulla.

Non voleva questo. Draco aveva frainteso tutto! Doveva spiegargli che ciò che per lei contava non era Harry, ma solo il 

loro passato insieme, e il loro futuro (perduto?).

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Capitolo 9
*** -Capitolo Nove. ***


Panico.

Hermione Granger era in preda al panico.

Il suo ragazzo l'aveva appena scoperta mentre si baciava appassionatamente con Harry Potter,

lo Sfregiato che odiava profondamente.

Gliel'aveva portata via.

Com'era possibile? Lui le era corso incontro per avvisarla del pericolo incombente alla quale era sottoposta,

e lei lo aveva ripagato così. Spezzandogli il cuore.

Il cuore di Draco era spezzato in mille pezzi. Non era abituato a questo,

visto che tutte le ochette che gli giravano tra i piedi, cercavano solo una notte con lui senza niente di serio.

Proprio così, Draco Malfoy, l'idolo di tutte le ragazze, non era mai stato fidanzato effettivamente con qualcuno,

al contrario di Hermione Granger.

'Draco, Draco, dove sei!?' Hermione era mortificata, era tutto un errore. L'amico l'aveva baciata mentre lei era in trappola, non poteva dire niente sulla relazione con Draco.

'Adesso penserà che sono solo una sgualdrina' pensava la ragazza, che camminava a passo svelto lungo il cortile di Trasfigurazione, e intanto una lacrima amara e piena di rimorso le scendeva lungo la guancia.

Entrò nel bagno delle ragazze.

"COSA CI FAI QUI?! VATTENE SUBITO!" sbraitò Mirtilla Malcontenta svolazzandole intorno.

"Oh, diamine, STA ZITTA!" urlò Hermione, così furiosamente che Mirtilla si dissolse all'istante.

La porta scricchiolò.

Qualcuno stava entrando.

Harry l'aveva seguita, ma Hermione era pronta a mandarlo via di corsa senza dargli spiegazioni.

Prese la bacchetta in mano e si asciugò le lacrime.

Il misterioso ragazzo entrò, e, con il suo cuore fece una rovesciata e poi smise per un secondo di battere.

Era Draco.

Il ragazzo quando la vide si bloccò, e si limitò a fissarla.

Hermione fece cadere a terra la bacchetta e altre lacrime le inondarono il viso.

Lui assunse però un espressione così dura, che per un attimo Hermione ebbe paura della sua violenta reazione, 

quindi smise immediatamente di piangere.

"Draco.." incominciò lei. Ma le mani di Draco tremarono e lui le portò al volto.

Stava piangendo.

Si accasciò a terra continuando a piangere. 

A lei, che non l'aveva mai visto piangere, venne una stretta così forte al cuore che corse immediatamente a terra e si catapultò su di lui.

"Perché, Granger? PERCHE' LO HAI FATTO?!" Draco cercò di urlare l'ultima frase, anche se le lacrime glielo impedivano.

"Draco..  ti prego, ascoltami! Harry, è stato lui a baciarmi! Voleva far ingelosire Ginny perché a lui piace lei!

 Non è come pensi tu! Harry è solo un amico,  e quel bacio non ha significato niente!" cercò di spiegare Hermione contorcendosì le mani.

"E allora.. perché lo hai baciato? Non hai minimamente pensato che visto che sei fidanzata, io ci sarei potuto rimanere molto male, sapendo che mi facevi le corna??" singhiozzò il ragazzo.

"Ma quali corna! Draco, per favore, ti ho già detto che non significava nulla! E oltretutto ero incastrata! Harry mi stava venendo addosso e io gli dicevo che non potevo, ma come facevo a dirgli il perché, se tu ed io ci eravamo ripromessi di non dirlo a nessuno che stiamo insieme?!" la ragazza, detto questo, si strozzò in un pianto silenzioso, e si voltò per non farsi vedere da lui.

Dopo circa venti secondi, delle forti braccia la strinsero da dietro in un confortante abbraccio.

La riccia si voltò, Draco la stava abbracciando con tutto l'amore che aveva in corpo e disse:

"Pensavo, che mi avevi tradito.. Pensavo, che non mi volevi più.. e invece..

 Granger, io ti amo."

Hermione spalancò gli occhi nel sentire le ultime tre parole.

Guardò gli occhi color ghiaccio di Draco, un po' arrossati dopo aver pianto così tanto.

"Ti amo anche io, Draco." 

Poi si baciarono. Un bacio dolce, ma pieno di passione.

Dopo lunghi istanti si separarono, controvoglia.

"Hermione" disse lui "Io ti devo dire una cosa."

 

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"E quindi insomma.. il compito sarebbe.." il biondo si fermò.

"Sarebbe? Avanti Draco, dimmelo!" esclamò la riccia.

"..devo.. uccidere Silente." e poi singhiozzò a più non posso, poggiando il capo sul petto di Hermione.

Era sconvolta. Non avrebbe mai creduto che potesse essere quella la missione

di cui parlava Draco.

"Oh.. mio.. Dio." furono le uniche cose che riuscì a dire.

"C'è dell'altro.." riprese lui tra le lacrime amare che gli bagnavano il volto pallido 

"Devo farlo per forza.. Per forza. Devo farli entrare qui dall'armadio Svanitore nella

Stanza delle Necessità. E.. se non lo faccio lui.." rabbrividì al solo pensiero.

"Lui..? Cosa farà, Draco?" disse lei.

"Lui ucciderà me, la mia famiglia e soprattutto... te." e il suo cuore ebbe un sussulto.

Hermione non era preoccupata perché Voldemort l'avrebbe probabilmente uccisa,

era più preoccupata per Draco, e per ciò che stava subendo.

"Draco, ascoltami bene adesso" prese il volto del ragazzo tra le mani

"Io non ti laserò MAI, MAI! Capito? Qualunque cosa succeda, dovessi anche morire."

"NO! Tu non devi morire per colpa mia.. perché i miei genitori sono degli stupidi Mangiamorte" protestò lui.

Hermione si meravigliò di come definì i loro gentori.

"Ma soprattutto ora.."continò Draco "..lo sono anche io" 

e detto ciò, le mostrò il Marchio Nero, impresso a fuoco sul braccio sinistro.

La riccia si portò le mani alla bocca.

"Draco, non mi importa se sei un Mangiamorte, lo capisci!? E' una cosa orribile quella che dovrai fare ma.. 

 tu non puoi morire, tu devi vivere e quindi sappi che.. io non ti fermerò, te lo lascerò fare, non lo dirò mai a nessuno. Manterrò in segreto tutto quello che mi hai detto." disse lei, convinta e decisa.

"Ho paura.." sibilò, tremando, Malfoy.

"Non devi avere paura. Mai, finché sarò con te."

Draco la strinse forte a sé e rimasero a lungo lì, in quel bagno, dove tante cose erano accadute,

e tante cose accadranno.

 

 

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Hermione aveva recuperato i rapporti con Ron da dopo che lui era stato avvelenato con un finto idromele barricato,

ma soprattutto da quando aveva finalmente rotto con quell'asina di Lavanda.

Harry chiese scusa a Hermione per il gesto che aveva fatto ma,

quando chiese all'amica il perché del gesto di Malfoy, lei rispose che non lo sapeva.

"Harry, ma quella è Katie.. Katie Bell!" sussurrò Hermione a Harry nella Sala Grande.

Harry si alzò e andò a parlare alla ragazza che fino a poco prima era ricoverata al San Mungo.

Poi, dalla porta d'ingresso entrò Malfoy.

Bellissimo come sempre, pensò Hermione.

Poi il ragazzo si arrestò.

Hermione si chiese il perché, poi notò che stava fissando Harry che parlava con Katie.

Poi capì. Draco le aveva rivelato che era stato lui a farle la maledizione e che aveva sostituito l'idromele con il veleno.

Le disse anche che aveva un fortissimo rimorso per ciò che aveva fatto.

Si voltò ed incominciò a camminare molto velocemente fuori dalla Sala Grande.

Harry lo stava inseguendo.

Cosa voleva fare..?

Hermione si alzò per seguirli, ma venne bloccata da Ron:

"Dove stai andando??"

"Oh, vado a prendere Aritmanzia.." disse distrattamente.

 

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Non riuscì a trovarli da nessuna parte, quindi, seppur molto preoccupata, andò ini biblioteca a studiare un po'.

Circa mezz'ora dopo, Harry entrò a tutta furia nella biblioteca agitando le mani per aria, e urlando:"HERMIONE, HERMIONE! DEVI AIUTARMI, HO FATTO UN CASINO!"

"Ssssssh! Fai silenzio!" lo rimproverò, Madama Pince.

"Che è successo Harry?" sibilò Hermione.

"Il bagno.. Malfoy.. Ho fatto un casino, mi espelleranno!" era fuori di sé.

Hermione saltò in piedi e corse in bagno.

'Dio mio, Harry. Ti prego fa che non sia successo niente di brutto!' pensò la ragazza, il cuore andava a mille.

Entrò nel bagno. Un forte rumore di acqua che scorreva.

Acqua a terra. Bagnava loro le scarpe.

Superò i cubicoli giusto in tempo per vedere un Draco steso a terra con sangue che gli sgorgava da ogni dove, macchiando tutta l'acqua di rosso.

"Harry.. ma cosa.."

si bloccò, non riusciva a proseguire.

Si chiuse in uno dei bagni e rimise, disgustata e orripilata da quella vista.

Sentì, mentre rimetteva, un Piton che entrava  e che mormorava parole senza senso.

Poi, uscita dal bagno, notò che Harry era andato via, e che Piton stava sorreggendo Malfoy per un braccio.

"Aiutami, signorina Granger!" disse Piton.

Hermione obbedì e si mise l'altro braccio del ragazzo attorno alla spalla.

Draco aprì appena gli occhi e vide che due persone lo stavano trasportando verso l'infermeria.Poi vide la sua ragazza e la prese per mano, intrecciando le dita con le sue.

"Her.. mio...ne.."

"Sssh. Non parlare. Non ti lascerò Draco, ora più che mai." gli sussurrò in un orecchio.

La cosa non sfuggì a Piton, la cui bocca si arcuò in un leggero sorriso.

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Capitolo 10
*** -Capitolo Dieci. ***


Calderotti.

C'era odore di calderotti quella mattina quando Draco si svegliò nel suo lettino dell'infermeria.

Aprì i lucenti occhi grigi e si guardò intorno. Era tutto deserto. L'odore proveniva dalla montagna di dolci che qualcuno gli aveva lasciato sul comò. Guardò la scrittura arricciata nel bigliettino verde 'A Draco, guarisci presto, la tua Herm.'

Quando tentò di mettersi a sedere un forte dolore pungente gli attraversò il busto.

Si fermò, si tolse le coperte ed alzò la maglia del pigiama: era coperto di tagli cicatrizzati.

D'improvviso si ricordò di tutto quello che era successo: Potter l'aveva steso con un incantesimo sconosciuto ed era stato soccorso da Piton e da Hermione.

La sua Mezzosangue.

Dov'era?

Come mai non era lì? Forse era di nuovo con Potter?

Draco provo un gran moto di irritazione e gelosia.

Voleva trovarla, dirle che ora stava meglio. Poi quando mise un piede sul freddo pavimento, si accorse di star calpestando qualcosa, una sciarpetta con i colori di Grifondoro.

Alzò lo sguardo e vide Hermione che dormiva beata appoggiata ai piedi del suo letto.

Con gli occhi pieni di incredulità sussurrò:

"Hermione? Granger! Hermione, sveglia!"

Lei sussultò ed aprì gli occhi di scatto:"Co-cosa?? Oddio, Draco! Stai bene?? Stai meglio?! Oh, mio Dio, proprio vicino alla fine della scuola doveva capitarti, eh?"

"Ehi, calmati! Sto bene. Tu piuttosto.. Hai dormito qui tutta la notte?" chiese sperando un 'no' come risposta.

"Sì." disse lei, ma poi riflettendoci strillò "OH, NO! Cos'avranno pensato Harry, Ron e Ginny non vedendomi tornare?!"

"Infatti! Senti, è meglio se ora vai nella tua Sala Comune senza farti vedere o si insospettiranno! Ci vediamo oggi, d'accordo?" accordò lui, baciandola.

"Ovvio che sì, piccola serpe." esclamò lei, rispondendo al bacio e poi uscendo dalla porta.

 

 

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"Hey, Herm, dov'è che sei stata stanotte?" chiese Ginny, non appena si svegliò, i lunghi capelli rossi un tantino scompigliati.

"Qui! Ma che domande fai?" disse l'amica cercando di sembrare naturale.

"Non è vero. Mi sono svegliata per chiudere la finestra e il tuo letto era vuoto." poi aggiunse con aria curiosa 

"Chi è il ragazzo?""Come, scusa?" Hermione era confusa e una centrifuga le si accese nello stomaco: segnale di pericolo.

"Il ragazzo con la quale ti  vedi. Credevi che non l'avessi capito, vero?" borbottò Ginny. 

"Non so di che parli. Stanotte ho avuto un attacco di indigestione e mi sono chiusa in bagno." mentì Hermione.

"Ah, povera te. Va bé, se la metti così, non posso far altro che crederci." cedette l'amica mettendosi la felpa grigia.

"Grazie, Ginny. Andiamo giù? Credo che dovremmo parlare con Harry di quel libro." disse la riccia infilandosi le scarpe."Già.. lo aiuterò a trovare un posto in cui disfarsene, e magari.." azzardò la rossa mentre si pettinava i capelli."Che cosa?" chiese Hermione, con un vago sospetto."Oh, niente niente." le guance di Ginny si tinsero di rosa.

 

 

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 "Draco! Che diamine ci fai qua?" Hermione era appena uscita dalla Sala Comune per andare in infermeria, quando trovò Draco di fronte al ritratto vestito con il pigiama celestino che indossava quella mattina.

"Sono scappato. Volevo venire a vederti." spiegò lui, arrossendo lievemente.

A Hermione piacque così tanto quella risposta che abbracciò Draco così stretto da farlo barcollare.

Poi lui la baciò e lei rispose immediatamente.

Rimasero attaccati per cinque minuti pieni fino a che Ron non stava per salire la rampa di scale ove si trovava la giovane coppia.

"Oh, no." disse lei.

"Ho un'idea. Schiaffeggiami." disse Draco.

"Cosa!? Sei pazzo? Non voglio farlo!" continuò lei."Fai come ti dico!" insistette lui.

E così fece, quando Ron alzò lo sguardo vide Hermione dare uno schiaffo a Malfoy.

Lei cercò di darglielo il più piano possibile, ovviamente.

"MA SEI PAZZA? NON PUOI SCHIAFFEGGIARMI DI NUOVO! E poi non ce l'ho con te, ho detto che voglio vedere Pottino Potter. Mi devo vendicare per ieri." urlò la Serpe.

"Harry non c'è, e te ne sarei grata se te ne andassi una volta per tutte, Malferret." concluse la Grifona.

Così Draco si voltò, fece l'occhiolino alla ragazza e scese le scale.

Il piano era riuscito, visto che Ron, che aveva assistito alla scena ammutolito disse:"Ma che diamine vi è preso?!" Chiese Ron.

"Cercava Harry per dargli una lezione e io l'ho picchiato.. Non se ne andava più!" mentì Hermione.

"Sei grande, davvero! Comunque Harry ha detto di aspettarlo nella Sala Comune, vuole bere la Felix per farsi dare il ricordo da Lumacorno!" la informò il rosso.

"Wow, geniale!" esclamò lei, entrando.

 

 

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Draco si risedette sul suo letto nell'infermeria vuota.

Sul cuscino qualcuno aveva lasciato un biglietto bianco, una grafia che conosceva troppo bene.

"Mamma.." mormorò. L'aprì e ne lesse il contenuto.

 

Caro Draco,

forse ci siamo. Credo che tra poco finalmente tuo padre sarà fuori da Azkaban.

Spero tu stia bene, ovviamente.

So che sarà così. Temo di doverti dire una novità abbastanza dura per te.

Siediti, non sarà facile, probabilmente.

Ricordi la missione che ti è stata assegnata? Bene, il tuo momento è arrivato.

Il gran giorno sarà domani.Immagino che tu sappia che, una volta fatto ciò che devi fare, non potrai restare.

Non tornerai mai più a Hogwarts né vedrai più i tuoi amici. Nessuno dei ragazzi che stanno là.

So che è difficile, ma sono con te. Ce la farai.

Non vedo l'ora di rivederti

 

Mamma.

 

Draco rilesse tutte le righe per assicurarsi che non fosse un incubo.

" una novità abbastanza dura per te" eccome se era dura!

"Il gran giorno sarà domani." Domani!? Possibile che avesse perso così velocemente la cognizione del tempo?

e poi

"una volta fatto ciò che devi fare, non potrai restare" 

No, non era possibile. Draco accartocciò la lettera e la buttò nel fuoco. Ciò che temeva era arrivato, e non poteva fare niente per impedirlo. 

Avrebbe dovuto dire addio a Hermione.

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Capitolo 11
*** -Epilogo. ***


Draco era sconvolto. E la cosa più brutta era che non sapeva come dirlo alla sua amata Hermione.

Pensava che davanti a sé avesse circa un mesetto, giorni utili per sistemare tutto, salutare tutti.

E invece, sarebbe dovuto scappare l'indomani.

'Cosa posso fare' pensò il ragazzo 'per rivelargli questa orribile realtà?'

Proprio in quel momento arrivò Hermione sbattendo le porte dell'Infermeria raggiante.

"Ho saputo che sei stato dimesso!" gridò, e lo abbracciò con tutta la sua forza.

"Già, proprio così.. Senti, stasera vieni con me sulla riva del lago. Non andiamo a cena." ma lei  fece per ribattere

con il solito discorsetto sul rispettare le regole.

Lui le mise una mano sulla bocca e disse:"Non mi importa delle regole, Hermione. Stasera, io e te, alle nove. Ti farò una sorpresa. Preparati come si deve." finì Draco. Poi, con un passionale bacio scivolò fuori dall'Infermeria, lasciando la ragazza confusa ma emozionata.

 

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'Chissà cos'ha in mente, quel furetto.' pensò la Grifona in preda al panico, perché non sapeva che cosa mettersi.

All'improvviso, un tornado dai capelli rossi entrò come una furia in camera, impazzita e purpurea in volto.

"Ginny! Ma che hai combinato?!" chiese Hermione, in preda alla preoccupazione.

"Oh, Herm, non sai che è successo!" strillò Ginny, sovraeccitata.

"Infatti, non lo so. Hai intenzione di dirmelo, o vuoi rimanere là a tremare come una foglia?" fece la riccia.

"D'accordo." la bella rossa prese un respiro e poi cominciò"Ricordi che dovevo aiutare Harry a nascondere il libro del Principe? Bé, l'ho portato nel primo posto che mi era venuto in mente. A dir la verità, il primo che ho pensato era stata la Camera dei Segreti, ma poi mi sono detta che non volevo rivivere brutti ricordi. Così l'ho trascinato nella Stanza delle Necessità. Gli ho detto di chiudere gli occhi, così avrei nascosto io il libro e lui non l'avrebbe visto.. e poi, ho fatto la prima cosa che mi ha suggerito l'istinto!"

"E cioè?" proseguì l'amica.

"Io.. io l'ho baciato! Herm l'ho baciato! Finalmente!" 

"Cooosa? Ma è magnifico!" 

Le due amiche rimasero là a chiaccherare di Harry fino alle otto e mezza. Poi Hermione, guardando l'orologio, balzò in piedi dicendo:"Oh santo cielo! Devo prepararmi!"

"Per andare dove?" chiese Ginny curiosa.

"Ho un appuntamento con.." ma si bloccò in tempo.

"Con? Avanti Herm! Dimmelo!" Ginny si era messa in ginocchio.

"Non posso dirtelo, Ginny, davvero. Mi dispiace! Giuro che quando potrò, te lo dirò!" si scusò Hermione, mortificata.

"Uff. E va bene. Ma lascia almeno che ti aiuti a prepararti. Poi non dire che non ti voglio bene!" commentò Ginny, alzandosi in piedi.

 

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Draco guardò l'orologio.

Erano le otto e cinquantotto.

E se non fosse venuta? Se si fosse fatta delle domande? Se Potter l'avesse trattenuta?

Un movimento di gelosia gli riempì lo stomaco.

La Mezzosangue era solo sua. Sua, per quel tempo che rimaneva.

I pensieri furono interrotti dall'arrivo di Hermione:

capelli lisci e luminosi, trucco naturale, maglia a maniche corte celeste e shorts di jeans. All stars blu.

Draco invece indossava una t-shirt verde a maniche corte, pantaloni abbastanza stretti neri e scarpe da ginnastica.

Entrambi erano affascinati guardandosi l'un l'altro.

"Allora, che cos'hai in programma, stasera?" chiese lei, sedendosi sull'erba.

"Picnic Babbano" rispose lui, con un gran sorriso.

"Non ci posso credere, l'hai fatto per me?" disse Hermione, sbalordita. Di solito Draco, odiava e disprezzava qualunque cosa appartenesse al mondo dei Babbani.

"Bisogna fare sempre un cambiamento, per la persona che si ama." disse Draco.

Come si poteva immaginare, Hermione si buttò su Draco abbracciandolo e baciandolo.

Dopo cinque minuti, il cestino da picnic venne vuotato e cominciarono a mangiare guardando il lago.

"Non vedrò l'ora di vederti quest'estate, Draco. Potremo finalmente stare insieme senza più aver paura." disse lei.

"Già.. ehm." un senso di colpa incominciò a risalirgli su.

"Qualcosa non va?" chiese Hermione.

Il grillo iniziò a cantare. Le stelle spuntarono chiare nel cielo.

"Io .. Io devo dirti una cosa. Non interrompermi e ascolta. Domani io.. domani sarà.." non riusciva a parlare, non riusciva a dirglielo.

"Domani cosa? Cosa accadrà domani? Oh mio Dio.. non riguarda mica la storia della missione, di Silente.. vero?"

esclamò la Grifona spalancando gli occhi."No! No, non .. non riguarda.. ecco.. quello che volevo dire è che.. Domani ci sarà il compito di Pozioni di mattina e quello di Storia della Magia e Erbologia nel pomeriggio, quindi non possiamo vederci fino a sera." mentì, e subito si sentì amareggiato.

"Ah, beh, d'accordo. L'importante è che tanto ci vediamo."

 

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"Albus, io.. non so se sarò davvero in grado di farlo." disse Piton, mentre passeggiava vicino al lago con Silente.

"Devi farlo Severus. E' inutile continuare a discutere, ormai." chiarì Silente.

"D'accordo , d'accordo!" commentò Piton, impaziente.

"Approposito, dov'è il giovane Draco? Non mi pare di averlo visto a cena!" esclamò il preside.

"Già, e neanche la signorina Granger, se è per questo.." aggiunse Severus.

"Toh! Guarda, Severus, eccoli là." Silente non era per niente sorpreso di vederli insieme. Era proprio vero, lui sapeva sempre tutto.

Hermione aveva la testa poggiata sul petto di Draco, entrambi addormentati sotto le stelle.

Piton tese una mano per svegliarli, ma Silente la trattenne.

"Severus, lasciamoli stare. Concediamogli di stare insieme, almeno un' ultima volta. Dopo essere scapppato, lui la rivedrà chissà quanti anni dopo. E solo allora potranno stare insieme."

"..Ha ragione, Albus." confermò Piton, ripensando alla sua occasione persa con Lily "Andiamocene."

E così fecero.

 

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La sera del giorno seguente..

 

 

"Hermione, hai visto Harry?" chiese Ginny.

"No" mentì lei. Sapeva bene che era andato con Silente a cercare l'Horcrux nella caverna."

"Oh.. non è che mi aiuteresti a cercarlo?" fece la rossa.

"Va bene, Ginny. Aspetta qui." e si incamminò a cercare il Bambino Sopravvissuto.

Cercò nelle serre di Erbologia: niente.

Nel cortile di Trasfigurazione: niente.

'Dovrebbero essere tornati, a quest'ora.'

Nel Ponte Coperto: niente.

Spogliatoio del campo di Quidditch: niente.

Club dei duellanti delle quattro Case: niente.

Sesto piano: niente.

 

Lo cerco anche nell'aula di Incantesimi e in Biblioteca, ma di lui non c'era traccia. Così decise di varcare la soglia della porta accanto, quella che portava alla Torre di Astronomia.

Salì le scale, era molto buio. C'erano delle voci.

In preda al panico, si nascose nell'ombra.

Vide Harry, che stava guardando Piton che gli diceva di non far rumore.

Guardò su. C'era Draco. C'era Bellatrix, Fenrir Greyback e altri Mangiamorte.

E poi c'era Silente, che stava supplicando Piton.

'Quindi oggi era il giorno della missione. Draco mi ha mentito! Ma perché..'

Poi pensò a Draco che le diceva che non avrebbe mai permesso che le facessero del male,

a lui che voleva proteggerla e capì perché non aveva avuto il coraggio di dirglielo.

Poi la sua mente tornò alla realtà. Distratta da una forte luce verde lampeggiata al piano sopra.

Piton aveva ucciso Silente.

"Oh mio Dio." sussurrò Hermione. Avrebbe voluto urlare, ma qualcosa lo impediva.

I Mangiamorte, Piton e Draco iniziarono a scappare verso la casa di Hagrid.

Piton ordinò a Draco di andarsene quando Bellatrix diede fuoco alla casa e Harry iniziò a lanciare fatture.

Hermione passò dietro a Piton senza che se ne accorgesse.

Prese Draco per un abito della giacca.

"Draco, ma che cosa.. Dove stai andando?!" 

"Hermione, torna al castello.. io devo andare via.. Mi dispiace se non te l'ho detto, io.." lui incominciò a piangere.

"Draco! Draco , è tutto apposto, capito? Torna indietro.." disse lei, tremando.

"No! Devo andarmene! Via! Via di qui! Via da te. Devo proteggerti Hermione, DEVO farlo!" urlò Draco.

"Ma.. ma io ti amo, Draco!" disse lei, incominciando anch'essa a piangere.

"Anche io ti amo, ma ci rincontreremo,ti scriverò sempre, te lo prometto!" disse lui, cercando di sembrare deciso.

"S- sul serio?" chiese lei.

"Sì. Sul serio. Adesso vai." concluse lui, il volto rigato dalle lacrime amare.

"V-va bene."

Lo baciò trasmettendogli tutto ciò che provava per lui. Poi si voltò, incamminandosi verso il castello.

Lui alzò la bacchetta , la puntò sulle spalle della ragazza e pronunciò la parola

"Oblivion".

 

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Separati. Distanti.

Era finita, per sempre. Nella mente di lei non c'erano più ricordi di loro due insieme, dell'anno che avevano passato insieme, del loro amore.

Ma nella mente di lui, ricorreva sempre l'immagine di lei che varcava la soglia della Sala Grande camminandogli incontro, baciandolo.

E tutti gli studenti di tutte le Case applaudivano, compresi Harry, Ginny e Ron. Tutti.

Acclamavano quella che sarebbe stata la loro storia, il loro amore perduto.

 

FINE. 

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