Dieci motivi per essere sua!

di Rosmary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Con lui puoi essere anche infantile, non ti giudicherà ***
Capitolo 2: *** Con lui ti arrabbi, ma un minuto dopo stai già ridendo ***
Capitolo 3: *** Lui è bello, ma non ammetteresti mai d'averlo notato ***
Capitolo 4: *** Lui ha i tuoi stessi timori, ma sorride e vuoi sorridere anche tu ***
Capitolo 5: *** Se ti cerca non vuole sostegno, ma solo compagnia ***
Capitolo 6: *** Lui è geniale e tu lo stimi. E lui stima te ***
Capitolo 7: *** Lui agisce senza aspettare consensi ***
Capitolo 8: *** Per lui non sei perfetta, hai il diritto di sbagliare ***
Capitolo 9: *** Lui è la leggerezza che ti manca nella quotidianità ***
Capitolo 10: *** Lui è a colori e con lui puoi esserlo anche tu ***



Capitolo 1
*** Con lui puoi essere anche infantile, non ti giudicherà ***


I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K Rowling;
la raccolta è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


 

I

Con lui puoi essere anche infantile, non ti giudicherà

 

Sei nella camera che dividi con Ginny, ma lei non c’è. La porta è chiusa e tu sei straordinariamente euforica.
Guardi il letto dove dormi: è così invitante, chissà cosa proveresti se, per gioco, decidessi di saltarvi su.
La mano destra stringe la spilla da Prefetto, il petto ti si gonfia d’orgoglio e... e poi non pensi più: per una volta vuoi essere bambina, vuoi fare esattamente ciò che ti passa per la testa.
Sali sul letto, sei in piedi, inizi a molleggiarti incerta e poi ti lasci andare, saltellando come una forsennata e ridendo della tua vittoria.
Ma la porta che si apre ti immobilizza: una testa rossa fa capolino e ti guarda tra il meravigliato e il divertito. Arrossisci all’istante, vuoi scendere dal letto mortificata, ma il suono della smaterializzazione ti fa sobbalzare e ti ritrovi Fred a un palmo dal naso, sul materasso assieme a te, che ti stringe i polsi.

«Al mio tre!»

Lo dice sorridendo allegro. Non ti muovi, sei impacciata e sei sul punto di morire dalla vergogna.

«Uno...»

Amplia il suo sorriso.

«...Due»

Serra la presa intorno ai tuoi polsi.

«...Tre!»

Saltella come un bambino e ti costringe ad assecondarlo.
Lui sta giocando, si diverte, e tu con lui.
E in fondo lo sai, forse l’hai persino sempre saputo, che Fred non ti giudicherà.

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Capitolo 2
*** Con lui ti arrabbi, ma un minuto dopo stai già ridendo ***


II

Con lui ti arrabbi, ma un minuto dopo stai già ridendo

 

Non lo sopporti, anzi non sopporti né lui né il suo gemello, anche se per qualche strana ragione detesti Fred un po’ di più, nonostante siano identici.
O forse lo sai.
Perché Fred fa delle battutacce fuori luogo, perché ti guarda mentre vende quelle robacce ai bambini del primo anno, perché quando ti incrocia nei corridoi fa di tutto per metterti al corrente dei suoi progetti per scombussolare l’ordine.
È insopportabile, è uno scapestrato e tu, per Merlino, tu sei il Prefetto della casa di Godric Grifondoro.
E anche ora sei costretta a sopportare la sua fastidiosissima presenza: siete in Infermeria, l’hai colto in flagrante e l’hai trascinato con te, obbligandolo ad assumersi le proprie responsabilità.

«Quel bambino, Fred, quel bambino! Ha solo undici anni e per colpa tua e di tuo fratello non smette di vomitare!»

«Ma quanto parli?»

«Io parlo… Ma… ma cosa fai?»

E sei costretta a osservarlo mentre ti fa il verso: ha le mani suoi fianchi, l’espressione bigotta – ma tu sei bigotta? – e la vocina stridula.
Incroci le braccia al petto quando inizia a girarti intorno mentre ti imita e schernisce.
Chini il capo perché non vuoi che ti veda; insomma, tu sei arrabbiata con lui, non può vederti sorridere!
Tu sei arrabbiata con lui e lo continui a ripetere a te stessa, ma allora, Hermione, perché stai ridendo?

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Capitolo 3
*** Lui è bello, ma non ammetteresti mai d'averlo notato ***


III

Lui è bello, ma non ammetteresti mai d
averlo notato
 

Sei sugli spalti ad assistere a un noiosissimo allenamento di Quidditch. È il primo, ti ha detto Ron, e ti ha anche detto che a Harry avrebbe fatto piacere avere sostegno, e dunque eccoti qui.
Osservi i sette compagni di scuola sfrecciare da un lato all’altro del campo e a un certo punto vedi Harry accelerare, immagini abbia scovato quel boccino che tu riesci a vedere solo se è a un palmo dal tuo naso e rigorosamente immobile. Vedi poi le cacciatrici passarsi la pluffa dinanzi a un Ron che fatica persino a restare in equilibrio sulla Tornado, tanto è forte in lui la tensione. E in ultimo ti ritrovi a osservare quei due scalmanati dei gemelli: mazze levate e bolidi impazziti – a volte ti chiedi se non siano i bolidi ad aver paura dei due Weasley, se tu fossi un bolide ne avresti e anche tanta.
A disturbare la quiete della tua noia è un gruppetto di sedicenti adolescenti che per te non sono altro che bambinette, ma le lasci nella loro beata ignoranza. Tuo malgrado, è da quando sono arrivate che hanno iniziato a inneggiare i due battitori: sorridono frivole, li additano e chiamano, una di loro ha persino una maglia con su scritto Fred.
È così che lo inizi a guardare, per capire cosa ci trovino in lui, in loro. Li osservi entrambi a intervalli regolari, ma proprio non capisci, perché d’accordo sono carini e popolari, ma sono anche due scapestrati di prima categoria! Uno scapestrato non può essere attraente, è sbagliato pensarlo.
Ed è quando pensi sia meglio tornare a guardare Harry e Ron che vedi qualcosa piombarti davanti e oscurarti la visuale, mentre dei gridolini eccitati confermano le tue ipotesi circa l’intelligenza sottosviluppata delle tue coetanee. Alzi lo sguardo verso quel ragazzo che ti sorride sghembo e ti sforzi di mostrarti impassibile come sempre.

«Mi sento profondamente offeso, Hermione.»

Inarchi un sopracciglio, scettica, adocchiando il nome che compare sulla divisa: Fred.

«Dalla migliore amica di mio fratello, nonché Prefetto rompi-bolidi, mi sarei aspettato decisamente di più!»

«Potrei sapere di cosa parli?»

«Così mi ferisci! Sei qui dall’inizio e ancora non ti ho sentita gridare il mio nome!»

E ti ammicca mentre si allontana, non prima di aver sorriso alle sue ammiratrici.
È strano.
Lui non è bello e non può piacerti, eppure hai trovato estremamente piacevole osservarlo parlare, forse sei anche arrossita quando ti ha fatto l’occhiolino. E poi, per tutti i folletti, cos’è questa strana sensazione che senti ora, mentre ripensi a lui che si avvicina a te, non a loro, ma a te. Sembra quasi orgoglio, soddisfazione… È buffo, ma è tutto stranamente bello.

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Capitolo 4
*** Lui ha i tuoi stessi timori, ma sorride e vuoi sorridere anche tu ***


IV

Lui ha i tuoi stessi timori, ma sorride e vuoi sorridere anche tu

 

Sei alla Testa di Porco, che nome orribile. Harry ha appena tenuto il suo discorso e tutti sembrano convinti: lui non mente, è il Prescelto. Hanno così firmato la pergamena che hai incantato a tradimento e non puoi fare a meno di sorridere soddisfatta pensando alla loro ignoranza e a ciò che potrebbe accadere se solo pensassero di tradire la causa.
Ma non sei la sola a sorridere: due ragazzi parlottano allegri poco lontano da te, come se nulla fosse.
Li guardi senza renderti conto di avere iniziato a fissarli, nella tua testa formicolano troppi interrogativi perché tu possa prestare attenzione ad altro, ad esempio come riescano a essere spensierati dopo aver firmato un contratto con la guerra, come possano giocare sapendo di avere la morte alle costole. Come ci riescono?

«Potrei sentirmi lusingato, Hermione,» esordisce improvviso qualcuno che si siede accanto a te. «Se tu non fossi tu, ovviamente.»

Sollevi lo sguardo e incroci quello vivace di Fred. Sai che è lui. Non perché tu sappia riconoscerli, ma perché hai finalmente capito una cosa: se George ti ignora, Fred adora stuzzicarti e vederti inferocita.

«Non so di cosa stai parlando,» ti difendi.

«Fai la finta tonta? Brava,» approva scherzoso. «Non mi staccavi gli occhi di dosso,» spiega con un sorriso sghembo.

Impallidisci, solo ora capisci. Ti alzi in piedi silenziosa, gli occhi sgranati di imbarazzo – lo detesti, lo detesti con tutta te stessa.

«Non è come pensi,» tenti.

«Dici? Ma poi secondo te cosa penso?!»

Continui a dargli le spalle, ti guardi intorno e inorridisci notando di essere rimasta sola con lui. Harry e Ron – che qualcuno li cruci – ti aspettano fuori.

«Non ti stavo guardando… Pensavo solo che tu e George ridete sempre, anche in momenti poco opportuni,» dici, e sai di aver ragione, ragione da vendere, ma allora cos’è questa sensazione di inadeguatezza che ti divora?

«Sbagliato, Hermione! I momenti sono sempre opportuni,» ribatte, mentre poggia le mani sulle tue spalle. «Se vuoi posso insegnarti!»

Lui è sarcastico, ma a te sfugge un sorriso e ti senti improvvisamente leggera.
Forse ha ragione lui: tutti i momenti sono opportuni.

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Capitolo 5
*** Se ti cerca non vuole sostegno, ma solo compagnia ***


V

Se ti cerca non vuole sostegno, ma solo compagnia

 

«Oggi non mi rimproveri?» chiede improvviso qualcuno che si siede accanto a te, tra le mani una Merendina Marinara e la voce piegata da un’amara ironia.

«Oggi non sono in servizio,» rispondi mesta, senza smettere di fissare le fiamme che si agitano nel camino della Sala Comune silenziosa e quasi vacante.

È noto a tutta Grifondoro cos’è successo: Malfoy, Umbridge, espulsione. Ciò che sai è che George si è chiuso in camera a meditare vendetta e Harry lo ha imitato dopo essersi sfogato con te e Ron, quel Ron che con molte probabilità ora è rintanato nello spogliatoio assieme alle compagne di squadra, tutti impegnati a rimuginare in silenzio.

«Così mi fai preoccupare, Hermione Granger che non è in servizio! Che follia è mai questa?!»

Con la coda dell’occhio lo vedi rilassarsi contro lo schienale del divano senza guardarti, impegnato a sorridere del suo stesso sarcasmo. Osserva poi le fiamme, mentre tu cerchi di capire cosa gli passi per la testa – forse immagina la testa di Malfoy nel caminetto, un’ipotesi capace di farti sfuggire una risata contenuta.

«Scusa,» pigoli imbarazzata quando ti guarda sorpreso, ma in risposta sorride e ancora una volta ti ritrovi a chiederti come riesca a sorridere in qualsiasi momento.

«Che strana che sei.»

«Fred, mi dispiace tanto per quello…» tenti, ma un gesto della sua mano ti zittisce.

«Frena, non sono mica Harry,» dice. E deve aver notato la tua aria interrogativa perché alza gli occhi al cielo spazientito e riprende a parlare col tono dell’ovvio. «Non sono qui per sentire dolci e rassicuranti parole, voglio solo un po’ di compagnia.»

«Ah,» mormori, ma l’istante dopo sorridi incerta, forse anche un po’ imbarazzata. «Allora, mi spieghi come funziona la Merendina Marinara?»

Lo vedi aprirsi in un sorriso radioso e capisci, ti è tutto sorprendentemente chiaro: lui non è Harry, non è Ron, non è Neville, e non devi preoccuparti di rassicurarlo, ascoltarlo, sostenerlo, no. Lui è Fred e con Fred puoi rilassarti, smettere i panni di mamma apprensiva e indossare quelli di ragazza, che a essere sinceri ti cadono a pennello.
L’avverti, la piacevolezza di essere una semplice ragazza senza preoccupazioni, di non dover fare attenzione alle parole da dire, puoi anzi conversare libera e goderti la compagnia. E questa sensazione, che Merlino ti perdoni, è meravigliosa e daresti tutto ciò che hai per provarla ancora e ancora e ancora.

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Capitolo 6
*** Lui è geniale e tu lo stimi. E lui stima te ***


VI

Lui è geniale e tu lo stimi. E lui stima te

 

Sei in Sala Comune, hai un’ora buca e ti avvantaggi con i compiti. Sei seduta presso uno dei tavolini più isolati e fai sfoggio di una crocchia scompigliata e di un viso stanco. Essere Prefetto, avere i GUFO, organizzare l’ES e tenere a bada la Umbridge è stancante oltre che stressante e a volte ti succede di riflettere sulla tua vita, chiederti per quale motivo debba essere così difficile.

«Ho bisogno di un parere tecnico.»

Una voce conosciuta, quella, che ti convince a sollevare lo sguardo scuro dal libro di Rune per incontrare il volto malandrino di Fred.

«Weasley,» saluti gelida – tu stai studiando.

«Sì, è il mio cognome, il nome è Fred, piacere!» ironizza, salvo sbuffare di lì a un istante quando scegli di ignorarlo. «Ehi, Granger, sono ancora qui! Tra poco torna George dalla punizione e dobbiamo metterci all’opera, non ho tutto il pomeriggio.»

Inarchi un sopracciglio, lui è fastidioso come sempre, ma come sempre riesce a incuriosirti.

«Cosa vuoi?» chiedi allora, e lo fai così spazientita che quasi te ne penti – alle volte temi di essere troppo brusca.

Ma Fred non sembra offeso dai tuoi toni rudi e neanche ti risponde, si limita a porti una pergamena, e non una qualsiasi, bensì il procedimento per creare una Merendina Marinara.
Ora ricordi.
Giorni addietro ne avete parlato tanto e tu – folle – gli hai consigliato un ingrediente per allungarne l’effetto. Al ricordo impallidisci senza averlo voluto.

«Dai, Hermione, segna!»

«Ma cosa?» chiedi ancora, mentre ripeti a te stessa fingere, Hermione, fingere, la sola sacra regola che può salvarti.

«L’ingrediente, mi hai riempito di chiacchiere quella volta e non lo ricordo. Su, scrivilo qui!»

Lo guardi: è entusiasta. Quella strana e bella sensazione torna: lui si è rivolto a te, non ad altri. Una consapevolezza che ti costa un sorriso soddisfatto, un sorriso che lui nota stranito.

«Quindi hai bisogno di me.»

«Non è esatto,» replica svelto. «Voglio solo godere del tuo macchinoso cervello!»

«No, non hai capito. Intendo… è strano! Voi, insomma, tu… Siete geniali…» ammetti tuo malgrado, portandoti la piuma alle labbra. Sei terribilmente sconcertata, ma ti ha sorpreso.

«Wow,» esclama, e a te sembra esaltato, non sai cosa pensare, forse l’hai offeso. «L’hai ammesso!» aggiunge, stravolgendo i tuoi pensieri. Lo guardi salire su una sedia e mimare un megafono con le mani. Sgrani gli occhi, mentre tutta la Sala Comune lo guarda. «HERMIONE GRANGER HA AMMESSO CHE SONO UN GENIO!»

Vuoi morire.
Vuoi morire quando si voltano tutti a guardarti, mentre ti alzi e lo strattoni rischiando di farlo cadere a terra, mentre capisci che se è venuto da te qualcosa vorrà pur dire, mentre arrossisci dinanzi al suo sguardo soddisfatto e provocatore. Vuoi morire, ma hai la sensazione di voler morire qui e non altrove.

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Capitolo 7
*** Lui agisce senza aspettare consensi ***


VII

Lui agisce senza aspettare consensi

 

Sei agitatissima, è la prima volta che spetta a te controllare il corridoio. Sai che tra qualche minuto usciranno tutti dalla Stanza delle Necessità e nessuno dovrà scoprirli. Accanto a te c’è Fred, è di ronda anche lui. Siete silenziosi, guardinghi, e la bacchetta di Fred illumina il buio.
Avverti dei rumori e istintivamente cerchi lo sguardo del ragazzo. Tu sei spaventata e nervosa, ma lui ti ammicca e sorride sghembo.

«Calma,» sussurra.

Cerchi di seguire il suo consiglio, ma più ti guardi attorno, più i rumori s’intensificano e più il cuore accelera. Speri siano solo studenti che infrangono le regole o qualcuno dell’assurda Squadra d’Inquisizione.
Invece no.
Quando le voci si fanno più vicine anche Fred s’irrigidisce e vi guardate con aria persa, entrambi vittime di un’orrenda sorpresa.

«Fred, è la Umbridge,» biascichi atterrita.

Senza averlo voluto ti lasci sopraffare da immagini catastrofiche: la Umbridge che vi sorprende, rimprovera e che pattuglia il corridoio sino a scoprire l’ES. Sei sul punto di smettere di respirare, lo senti, perché quella vocetta stridula è ormai a un passo da voi. A scuoterti e risvegliarti è l’improvviso cozzare della tua schiena contro la parete fredda. Alzi lo sguardo e a fatica vedi Fred a un palmo da te, che ha messo via la bacchetta costringendovi al buio.

«Che stai facendo?» sibili stizzita – con lui così vicino avverti un tremendo disagio.

«Creo un diversivo,» sogghigna.

E poi non capisci più nulla perché la bocca di Fred sfiora a sorpresa la tua, ed è un contatto capace di scaraventarti nella confusione più totale – ti smarrisci e avverti istantanea la voglia di non ritrovarti mai più. Ma la ragione riesce a imporsi e allora sbarri gli occhi, tenti di spingerlo via, ma lui serra la presa sui tuoi fianchi e insiste morbido sulle tue labbra. Avverti qualcosa all’altezza dello stomaco, è una sensazione che non ricordi d’aver mai provato, che si diffonde in tutto il tuo corpo e ti costringe ad assecondarlo malgrado la testa seguiti a urlarti di respingerlo.

«Cosa succede qui?»

La luce della bacchetta della Umbridge vi abbaglia, accanto a lei scorgi Gazza sogghignante. Vi allontanate svelti, e se tu sei bollente, Fred sfida apertamente l’insegnante con un sorrisetto impudente.

«Nel mio ufficio. Ora!»

È infuriata, ma non riesci a soffermarti su questo, a distrarti è Fred che ti sfiora la mano e ammicca. È mentre seguite la Umbridge nel suo ufficio che altrove i vostri compagni sgattaiolano via. Nessuno li beccherà, non stanotte, ma qualcuno ha beccato te.

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Capitolo 8
*** Per lui non sei perfetta, hai il diritto di sbagliare ***


VIII

Per lui non sei perfetta, hai il diritto di sbagliare

 

Non ti sembra vero che vi abbiano scoperti: Marietta ha tradito. Ti ripeti che avresti dovuto aspettartelo, che avresti dovuto impedirle di firmare. Oppure avresti dovuto inventare un metodo capace di proteggere il segreto, in fondo conoscere la traditrice non serve poi a molto, credi di averlo capito solo ora.
Incroci lo sguardo di Harry e hai la sensazione che sia vuoto. Ron si è zittito e gli altri… Nessuno ha più voglia di commentare, nessuno, sono tutti spaventati quanto te.

«Avremmo dovuto trovare un modo per prevenire,» mormora Ginny tra i denti.

Nonostante non abbia parlato a te, avverti comunque un forte senso d’inadeguatezza e delle vertigini ti soprendono a tradimento. Dai allora le spalle alla folla e osservi con finto interesse una parete qualsiasi.

«Stai pensando di dare una testata?» chiede una voce ilare. «Nel caso, hai tutta la mia stima!»

Scoccargli un’occhiataccia è un istinto che non sai reprimere.

«Fred?»

«No, Gazza,» risponde atono. «Certo che sono Fred,» specifica.

Ti sembra addirittura sconcertato dal tuo dubbio, ma non importa, né di lui né di altri, anzi riprendi a guardare la parete vuota in cui pare riflettersi il tuo stato d’animo.

«Non è colpa tua,» dice quieto, dandoti una pacca sulla spalla.

Ti volti sorpresa, ma lui è già tornato a parlare e a ridere con George e Lee.
L’osservi per pochi istanti e un sorriso riesce a vincere l’espressione buia che hai in viso. E proprio mentre sorridi anche lui solleva lo sguardo su di te, lo vedi ghignare e riprendere l’istante dopo la sua conversazione.
No, in effetti non è colpa tua, peccato che solo Fred abbia pensato di dirtelo – forse è anche l’unico a crederlo davvero. Perché tutti si aspettano sempre tanto da te, non è vero, Hermione?

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Capitolo 9
*** Lui è la leggerezza che ti manca nella quotidianità ***


IX

Lui è la leggerezza che ti manca nella quotidianità

 

Sei in biblioteca e stai studiando. Anzi, lode a Merlino, hai ripreso a studiare. Hai la sensazione che non riuscirai mai e poi mai a superare gli esami. La tua mente è affollata da troppe problematiche, troppe informazioni, troppa angoscia.

«Eccoti, finalmente.»

«Silenzio lì,» impone la voce di Madama Pince, che fa sobbalzare sia te che Fred, entrato tutto spavaldo – Fred, ti presentiamo la biblioteca!, ecco, forse dovresti proprio dirglielo.

«Abbassa la voce o mi farai cacciare,» sussurri invece, e lo fai anche stizzita.

«Tra cinque minuti sono già fuori, sono allergico a questa roba,» chiarisce, mentre si siede di fronte a te con la fronte aggrottata e una smorfia sulle labbra.

Ti sembra a disagio mentre si guarda attorno con aria oppressa – se fossi meno occupata col destino del mondo, riusciresti quasi a ridere della sua espressione.

«Che vuoi?»

«Dobbiamo organizzare quella cosa. Harry sta dando di matto, dice che vuole sapere prima cosa ne pensi.»

Lo guardi assorta, la preoccupazione prende di nuovo il sopravvento e il tuo viso, che si è finto sereno, si tramuta in maschera di tensione.

«Per quel Troll puzzone di Salazar! Hermione, cos’è quella faccia?»

«Silenzio!» ripete stridula la bibliotecaria.

«Madama Pince, non urli! Siamo in una biblioteca!»

Oh, no. Non è un buon segno che Madama Pince diventi rossa dalla rabbia e si alzi.

«Come si permette, giovanotto? Questa è la mia biblioteca, sono io che metto le regole qui.»

«Madama…»

«Ci penso io,» ti interrompe Fred.

Anzi, fa di più: ti interrompe, sussurra, ammicca. E tu cosa fai? Ti lasci interrompere, sussurrare, ammiccare, e sorridi anche come un’ebete.

«Madama Qualcosa, si calmi. Questa è la biblioteca della scuola, non sua, quindi non ci disturbi, stiamo studiando,» dice impertinente, e sogghigna anche. «Beh, almeno lei!»

«Ora basta. Fuori di qui, tutti e due!»

Boccheggi all’imposizione infuriata della bibliotecaria, che con le mani sui fianchi e il cipiglio autoritario sembra la brutta versione di Molly Weasley, ma non hai tempo di annegare nella tua disperazione, perché una mano t’afferra il polso e ti trascina via.

«Fred, i libri. I libri… Dai, lasciami. I libri!»

Siete fuori ormai, si volta verso di te con quell’aria sghemba tutta sua.

«I libri?» chiede sarcastico. «Ma se stai ridendo da quando sono entrato! Andiamo, ci aspettano.»

E solo quando siete lontani dalla biblioteca ti accorgi che stai correndo assieme a lui, che ridi e ti diverti e che Fred ha ormai smesso di trascinarti – i libri? Cosa sono i libri?

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Capitolo 10
*** Lui è a colori e con lui puoi esserlo anche tu ***


X

Lui è a colori e con lui puoi esserlo anche tu

 

C’è folla in Sala e tutti i membri dell’ES Grifondoro sono in trepidazione: sanno che qualcosa sta per accadere. I tuoi occhi passano in rassegna ogni persona sino a quando non lo trovi, è accanto a George. Lo hai riconosciuto subito, per l’occasione lui e il gemello sfoggiano delle maglie con le loro iniziali – i soliti egocentrici. Sono circondati da Lee, Angelina e Alicia, e forse è addirittura buffo che nonostante tutto ridano.
Trai un bel respiro e ti avvicini a lui.

«Fred,» chiami, lui si volta subito. «Devo parlarti.»

«Uh uh uh! Prefetto Granger vuole parlarti!» ghigna Lee, che con la sua voce da commentatore di partite si guadagna un’occhiataccia, colpevole di averti fatta arrossire.

«Non puoi parlami qui?» chiede Fred sfacciato, mentre scambia sguardi complici con gli amici.

Sei sul punto di andare via, ma ti dici che sei Hermione Granger e non scappi dinanzi a un imprevisto.

«No, è una cosa privata,» rispondi.

L’hai detto sul serio? Lanci uno sguardo agli altri: molti ti guardano, alcuni ridacchiano maliziosi, e tu riesci solo a incrociare le braccia al petto in un moto di protezione.

«Hermione, ma non te l’hanno detto che serve la prenotazione per parlare in privato col mio gemellino?» interviene sarcastico George, che calca quella maledetta parola uscita dalle tue maledette labbra.

«Signori!» riprende Lee, che ride impunito. «Attenzione, prego! Chi vuole cedere Fred alla Granger per un incontro intimo

E a queste parole avverti un’ondata di sguardi su di te, seguiti da commenti maliziosi, risate, sospiri.
È questione di pochi istanti: guardi Fred, che sorride sghembo e ti osserva silenzioso con aria incuriosita e soddisfatta. E poi, poi ti accade qualcosa di strano: il tuo mondo diventa a colori.
Inizi a distinguere sul serio il rosso dei suoi capelli, la chiarezza della sua carnagione, la pelle scura di Lee e l’oro della Sala Comune. Il mondo a colori si presenta in tutta la sua beltà e vieni invasa da un’euforia che non ti è mai appartenuta.
Non sai come, non sai perché, ma una parte di te trova l’audacia per allungare una mano verso la maglia di Fred, afferri la stoffa e la senti bollente al contatto con le dita. Lui abbassa lo sguardo sulla tua mano: per una volta, è davvero sorpreso.

«Oh, al diavolo!»

L’hai davvero detto tu?
Non hai il tempo di capirlo, perché mentre pronunci queste parole hai già strattonato Fred verso di te, macinando pochi passi per avvicinarti a lui. Con un solo gesto riesci a far calare la Sala Comune nel silenzio più totale: lo stai baciando, baciando per davvero, e lui, a meno che la fantasia non ti faccia brutti scherzi, sta ricambiando per davvero.

«Non ci posso credere! Grande, Granger!» esulta Lee, che con la sua ilarità spezza il silenzio.

E forse ora ridono tutti, ma tu non li senti, la Sala per te è vuota, ma è a colori. E capisci che anche Fred è sempre stato a colori – e ora, forse, lo sei anche tu.






 


Note dell’autrice: come avrete notato, non c’è stato nessun angolo autrice nei capitoli precedenti, ma per l’ultimo ho fatto un’eccezione. Terminare una storia è la cosa più brutta, ma devo. In tutta sincerità, non credevo che questa raccolta potesse piacere così tanto e non mi aspettavo le recensioni meravigliose che mi hanno accompagnata lungo questi dieci capitoli, quindi davvero grazie! Grazie a tutti coloro che hanno semplicemente letto, a coloro che l’hanno inserita tra seguite/ricordate/preferite e ovviamente a coloro che hanno recensito! Spero di aver convinto tutti con questi dieci motivi che Fred/Hermione è Verbo (forse ora esagero!)! Spero che la conclusione vi sia piaciuta, alla prossima!

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