Capitolo 3
Il Pianeta S2343
“E così questa scatola funzionerebbe?” chiese Rory.
“Uomo di poca fede, stai a vedere.” River si posizionò ad uno dei motori “Martha abbassa quella leva, Amy premi quel bottone, Donna posizionati all'altro motore.”
“Dovrei aiutarti a pilotare questo coso?”
“Si”
“Non ne sono capace, non mi capita tutti i giorni di guidare una macchina del tempo” disse Donna preoccupata.
“Non essere nervosa, sai guidare il Tardis. E adesso azioniamo i motori. Allacciate le cinture... si parte” gridò River entusiasta.
Il Tardis emise un rumore particolare, tremò leggermente, ma non era tanto importante quello che stava succedendo dentro, quanto quello che avveniva fuori. Una cabina della polizia posizionata davanti a casa di Martha Jones stava letteralmente scomparendo.
“Se qualcuno ci cerca? Io lavoro in un ospedale!”
“Martha, questa è una macchina del tempo, possiamo tornare esattamente a cinque minuti fa davanti alla porta della tua casa.”
“Oh” Martha non ebbe da dire nulla.
“Comunque adesso come adesso non penso sia saggio tornare indietro”
“E come mai? Chiese Rory
“Beh, l'Impero controlla tutte le persone, sa ogni loro spostamento. Adesso sapranno che siete scomparsi misteriosamente. Allora vi ricollegheranno a me e crederanno che siete miei complici.”
“Ma questo non è vero!”
“Oh, Rory vallo a dimostrare che non eri con me in questa cabina” River gli lanciò uno sguardo divertito.
“Allora, River, dove è che andiamo?” chiese Martha
“Raggiungiamo il pianeta S2343.”
“Oh, wow,! Perchè proprio questo pianeta?”
“Dobbiamo parlare con alcune persone.”
Donna non aveva idea di come pilotare quel coso, era nel panico totale. Lentamente iniziò a seguire una serie di procedimenti, non sapendo bene da dove li stesse tirando fuori. Pian piano iniziò a divertirsi e tutto le veniva abbastanza spontaneo. Per la prima volta un grande sorrise si aprì sul suo volto.
“Bene eccoci arrivati. Visto Donna che eri in grado di pilotare questa cabina.”
River aprì le porte del Tardis “Su, scendete.”
Quello che si mostrò ai loro occhi fu il paradiso. Si trovavano nel mezzo di un giardino fiorito, rose da un lato, margherite dall'altro, alberi lungo i viali facevano ombra a uomini e donne che se ne stavano beatamente sdraiati all'ombra. Farfalle dai colori sgargianti volano sopra le loro teste.
“River questo posto è da favola”
“Lo so Martha.”
Iniziarono a camminare sotto i viali alberati, man mano che camminavano si avvicinavano sempre più alle persone. “Cosa portano sul viso? Una maschera” domandò Donna. Le persone li guardavano con aria strana, quasi ostile. “Come mai ci guardano così, in questo modo malevolo?”
“Ancora non sanno chi siamo Martha” rispose River.
Andava a loro incontro un uomo con un lungo mantello nero, anche lui portava una maschera, anche essa nera.
“River Song, presumo”
“Presume bene”
“Pensavo che quella cabina fosse stata distrutta” disse l'uomo con la maschera indicando il Tardis. “Seguitemi.” Fece cenno col capo e il gruppo iniziò a muoversi.
“Il suo pianeta è molto bello” Martha si avvicinò all'uomo. “Grazie, abbiamo ricostruito ciò che potevamo, lavorato ininterrottamente per renderlo ciò che è ora”.
“Ricostruito?” domandò Martha.
“Oh, si! Una volta il nostro pianeta era molto simile alla Terra. Un giorno fummo attaccati, bombardati, la maggior parte della nostra gente fu uccisa o presa prigioniera. Pochi di noi riuscirono a nascondersi. Per non farci riconoscere decidemmo di indossare queste maschere ed è da quella notte che non le togliamo.”
“Ma è terribile! Chi vi ha fatto questo?”
“L' Impero”
“L'Impero?”
“Si.”
“Ma è il sistema di Governo che abbiamo sulla Terra.” concluse Martha.
“Perchè vi hanno attaccati?” Rory intervenne nel dialogo
Non vi fu risposta.
Si fermarono davanti a un palazzo enorme, l'uomo col mantello busso tre volte col suo bastone da passeggio.
“Entrate”
“che posto è?”
“È il luogo dove ci riuniamo in consiglio.”
Attraversarono tutto il palazzo e si fermarono davanti ad una porta gigantesca. L'uomo la spinse, entrarono in un salone enorme. “Sedetevi. Se siete venuti fin qui è per chiedermi qualcosa.”
“Si, è così” River prese la parola. “Immagino che sappia che la Terra è da un po' di tempo sotto il potere dell'Impero.”
“Si, ma noi non vogliamo saperne.”
“Sa che l'unico modo per liberarci dell'Impero è rivolgersi al Dottore”
“Crede che non ci abbiamo pensato a lui quando siamo stati attaccati, ma non ha risposto al nostro grido di aiuto.”
“Non poteva.”
“L'Impero l'aveva già bloccato” capì l'uomo, le parole uscirono amaramente dalla sua bocca.
“Siamo qui a chiedere gente per combattere. Per liberarlo e per liberare l'intera galassia.”
“Lei non vorrebbe che ad altri popoli succedesse la stessa cosa che è successo al suo” intervenne Martha.
“Ormai è tardi, loro hanno il dottore”
“E noi stiamo cercando di liberarlo. Lui correrebbe in vostro aiuto, correrebbe in aiuto di tutti quelli che lo chiedono.” E Martha ricordò, ricordò l'uomo con cui aveva viaggiato, quello che aveva salvato pianeti, che l'aveva fatta uscire di testa, con cui aveva vissuto le avventure più pazzesche della sua vita.
“Ci aiuti, ci aiuti a liberare il dottore”.
“Devo pensarci, vi farò sapere la mia risposta entro domani. E godetevi quel che rimane del pianeta finché potete” l'uomo con la maschera congedò i suoi ospiti.
“E adesso?” chiese Donna.
“Non ci rimane che dare un occhiata al pianeta.”
I 5 uscirono dal palazzo e decisero di dividersi e darsi appuntamento davanti al Tardis verso sera.
La zona del pianeta abitata era molto piccola. Era una zona per lo più adibita al verde.
Martha stava per dire a River di essersi ricordata del dottore quando notò che c'era qualcosa di strano in quelle piante, come se si muovessero. “River c'è qualcosa che non va” disse. Si guardarono attorno e sul viso di Martha comparve un ombra di terrore. “Il passaggio si è chiuso. Il passaggio che abbiamo appena attraversato adesso è bloccato da quel muro di piante.”
River continuò a girarsi intorno poi annunciò con aria grave “Ci hanno teso una trappola. Il parco si sta muovendo per trasformarsi in un labirinto”.
“No peggio, ci sta bloccando al suo interno chiudendosi dietro e davanti a noi.”
“Non c'è tempo Martha dobbiamo cercare di uscire”
Iniziarono a correre disperatamente con la speranza di riuscire a incontrare gli altri prima del peggio.
Intanto Rose e Donna camminando discutevano animatamente.
“Insomma questa storia per te è reale?”
“Si, Donna, come faresti a dire il contrario. Sei su un pianeta su cui nessun umano o della razza terrestre ha messo piede.”
“E se ci avessero drogate, se ci avessero rapite per testare esperimenti di...” Donna non concluse la frase, anzi lanciò un grido.
“Chi, cosa?”
“Guarda, guarda che sta succedendo al parco?”
Erano in trappola. Davanti a loro si stava ergendo un muro, lo stesso stava accadendo alle loro spalle “Andiamo per di là” Rose prese la mano di Donna e la trascinò attraverso una siepe.
“Non mi piace”
“cosa?”
“Questa situazione Amy”
“Non capisco Rory perché tu sia così negativo”
“Perché questo, si questo che tu vedi non è normale. Amy si presuppone che siamo arrivati qui con una macchina del tempo. E le macchine del tempo, lo sanno tutti, non esistono.”
“Allora, visto che tutto questo non ha senso, prova a darmi una spiegazione razionale.”
“Beh...”
“Non ce l'hai” concluse Amy
“E voi che fate qui a quest'ora di notte?”
“notte” ripeterono insieme Amy e Rory.
La persona che aveva parlato era una donna, a dir il vero il suo corpo non dimostrava più di 20-25 anni, anche il suo viso era coperto da una maschera, questa volta di colore rosso scuro.
Camminava veloce andando loro incontro. Ogni tanto si voltava per vedere se fosse seguita. Li raggiunse, li prese sotto braccio e li trascinò verso l'uscita del parco dove sostava il Tardis.
“Grazie al cielo eravate già verso l'uscita. Prendete la vostra cabina e andate via.”
“Cosa vuoi dire con notte, guarda quanta luce.” disse Amy
“È luce artificiale, creata apposta per questo tipo di piante”
“Che piante sarebbero?”
“Sono diverse dal resto, di notte si muovono, formano un labirinto, bloccano le persone all'interno, chiunque ci trovi non saprà come uscirne.”
“Ma dentro ci sono delle persone adesso!”
“Sono desolata per loro.”
“Ma nessuno ci ha avvisato di una cosa del genere” esclamò Rory.
“Una trappola, provenite dalla terra, e tutti qui sappiamo chi la governa. Siete stati sfacciati a venirci a chiedere così apertamente gente da mandare a combattere per liberare il vostro pianeta.” rispose la ragazza con la maschera.
“ Quando siamo stati attaccati era notte fonda, di notte siamo più vulnerabili. Appena cala la sera, ci rintaniamo nelle nostre case e finalmente possiamo togliere le maschere. I parchi sono un mezzo di difesa. Spie, agenti o chiunque venisse mandato dall'Impero deve attraversarli, guardate come è organizzato questo posto, sono ovunque, non si può fare a meno di passarci. Se si trovassero all'interno verrebbero intrappolati e noi li cattureremmo e li faremmo prigionieri.”
“Ma noi non siamo spie.” dissero con disapprovazione Amy e Rory. Poi un urlo ruppe l'aria, era la voce inconfondibile di Donna.
“Dobbiamo andare a cercarle.” disse Rory.
“Vi ho detto che questo labirinto è senza via d'uscita.” Indicò l'uscita da cui li aveva trascinati via, al suo posto adesso cresceva esponenzialmente un muro misto di rami e foglie e spine impenetrabile.
“Sono tutta graffiata e sanguinante.”
“Lo so Donna, lo so. Anche io, ma dobbiamo continuare a correre prima che questi muri ci blocchino del tutto.”
“River adesso siamo davvero in trappola.” disse scoraggiata Martha.
“Proviamo a scavalcarli.”
“Impossibile sono pieni di spine.”
Poi si sentì un ruggito infernale alle loro spalle, cani.
Non semplici cani, i loro occhi era metallici, così come il loro corpo. Erano stati costruiti apposta nell'evenienza di catturare spie o agenti dell'Impero.
“Da dove sono sbucati fuori?” la voce tremante era quella di Martha “Arrampichiamoci” proseguì, qualche spina non potrà farci più male di quello”
“Va avanti, io cerco di tenerlo lontano” cacciò dalla tasca la pistola e sparò qualche colpo.
“Hai sentito?”disse Rose
“Un colpo d'arma da fuoco.”
“River” pronunciarono insieme. Iniziarono ad urlare entrambe nella speranza di vedersi arrivare River e Martha o Amy e Rory, ma l'unica cosa che videro fu un cane rabbioso che comparve davanti a loro.
“Adesso siamo spacciate.” furono le ultime parole di Donna.
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