Letters to Finn. di damnhudson (/viewuser.php?uid=131226)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: Artie. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due: Blaine. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: Rachel. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro: Mike. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque: Tina. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei: Sam. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette: Quinn. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto: Carole e Burt. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove: Kurt. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci: Mercedes. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici: Santana Lopez. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici: Brittany. ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici: Puck. ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici: Shuester. ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici: Beiste. ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno: Artie. ***
Letters
to Finn.
“Prendetevi
cura del Glee Club, e lui si prenderà cura di voi.”
17
Maggio 2013
Caro
Finn.
L’inverno
è ormai passato
da tempo qui a Lima. Si iniziano a sentire i profumi dei fiori e gli
alberi
iniziano a germogliare, così sarà tutto come
quando ve ne siete andati. Lo so
che è solo Maggio, ma sappiamo benissimo che la vostra
assenza ha iniziato a
farsi sentire già da molto tempo prima Giugno, quando chi
come te, o Puck era
indietro col programma e quindi non poteva partecipare alle uscite di
“Glee”
per studiare qualcosa in più. Ci avete lasciato da molto
tempo prima e voi non
ve ne siete mai accorti tanto quanto noi.
Non
so se hai ben capito
chi sono, dubito che tu abbia riconosciuto la mia scrittura, non penso
che tu
l’abbia mai vista da qualche parte “Questa
è per te, Artie.”
Non ti sarò mai
grato abbastanza per avermi introdotto quella canzone, Proud Mary.
Proud Finn,
piuttosto. Quella è la nostra canzone, l’ho capito
nel momento in cui, tu mi
hai indicato facendo un sorriso. Eravamo tutti sullo stesso piano,
tutti alti
uguali perché stavamo su una sedia a rotelle, avete imparato
ad essere come me
e a non farmi sentire diverso, anche se effettivamente lo sono, grazie.
Grazie
a tutti, ma specialmente grazie a te.
Non
so bene perché questa
lettera. Succede che ogni tanto io senta il bisogno di scrivere a
qualcuno, e
per tua fortuna quel qualcuno oggi sei tu. Quindi eccomi a tenere in
mano una
penna nera, mentre cerco qualcosa di sensato da scriverti. Non ti senti
speciale, mentre leggi questa lettera indirizzata solo a te? Scommetto
che ne
avrai centomila da leggere. Lettere di persone a cui manchi da morire e
che non
vedono l’ora di vederti, anche solo per vederti sorridere o
stringerti in un
flebile abbraccio. Ma spero che tu possa trovare un po’ di
tempo da dedicarmi,
tu ci sei sempre per i tuoi amici, anche se d’impatto sembri
una persona che se
ne frega, io so benissimo che hai un grande cuore; per questo ti ho
perdonato,
quando la seconda volta che ti chiesi aiuto per entrare nella squadra
di
football, tu mi voltasti le spalle, anche se poi obbligato dalla
Beiste, hai
dovuto aiutarmi a vestirmi. Lo so che avresti voluto aiutarmi, come so
che il
tuo futuro veniva prima di tutto per te, e forse se io non fossi stato
paraplegico, l’avrei fatto anche io.
Non
ho idea di come le
cose funzionino da te… Se provi nostalgia di casa quando ti
guardi intorno e
l’unica cosa che vedi è disperazione, se ti
concedi il privilegio di piangere
le notte, quando nessuno ti sente, stretto al tuo cuscino. Non so
nemmeno se
hanno inventato una coperta così grande da coprirti tutto
per non farti sentire
freddo, ma so come funzionano le cose qui, Finn, a casa a Lima.
Funzionano che
non c’è più aria buona da respirare,
che ci manchi, come ci mancano gli altri.
C’è chi come Sam, che non vuole ammettere la
mancanza che sente di te, ma credo
che lo faccia solo perché non ammettere una cosa
è più facile piuttosto che
dire la verità, è sempre così, ho
imparato a conoscerlo da quando siamo rimasti
in così pochi.. Stiamo andando avanti col Glee, traguardo
dopo traguardo,
vittoria dopo vittoria. Ora so come ci si sente ad avere un assolo
davanti a
tutti, so come ci si sente ad avere la voce tremolante, proprio come
dicevi tu,
quando sapevi che dovevi cantare metà canzone. Ma siamo
orgogliosi, perché
finalmente tutti abbiamo avuto il nostro tanto agoniato spazio. Tina
canta
spesso, essendo una delle poche voci femminili, ma non rischiamo di far
cantare
Sugar. Lei non è molto brava, ma ci mette impegno,
è tipo la nostra seconda
Brittany, balla da Dio.
Vorrei
che tu fossi qui
per aiutarci, per motivarci un po’, perché sembra
di aver perso anche il signor
Shue. Da quando voi vi siete diplomati, sembra aver perso tutto il suo
carisma,
non reppa nemmeno più. Sembra quasi impossibile quello che
sto per dire, ma ci
manca anche Rachel, ci manca la sua voglia di vincere, di provare in
continuazione, la sua voglia di fare.
Nonostante
questo, il Glee
Club, come detto da te, si sta prendendo cura di noi, anche se non gli
dedichiamo sempre meno tempo. Abbiamo avuto tre nuovi arrivi di
recente, un
ragazzo del hockey, ha la tua tenacia, ma effettivamente è
meno alto e più
paziente, ha una bella voce e sempre molte idee. Ci servono, dato che
Shuester
ci sta abbandonando. I due ragazzi invece sono comuni, sfigati quasi
quanto lo
eravamo noi all’inizio del nostro viaggio. È
incredibile quanto tempo sia
passato, davvero. Ogni tanto mi capita di pensarci, ma mai troppo a
lungo, ho
paura di avere un crollo nervoso. Tu non ne hai mai quando pensi a noi
a casa?
Com’è il vero inferno, lì?
Vorrei
che tu ci avessi
parlato della tua scelta, Finn. Avremmo potuto aiutarti, non
c’era… Finn, non
c’era bisogno che tu andassi in Georgia, che ti
arruolassi… Non ce n’era
davvero bisogno. Saremo stati orgogliosi di te nella stessa maniera di
sempre,
ti abbiamo voluto bene da quoterback, da ultimo nella scala sociale, da
leader,
ti avremmo voluto bene anche da meccanico da Burt. Siamo immensamente
preoccupati per te, sempre.
Spero
che tu abbia la tua
licenza presto, spero che tu venga a trovarci non appena sarai un
po’ libero. Ricordati di noi.
Sei il nostro eroe, e
ci fa strano dire “Il mio amico
è alla tv
e combatte una guerra per tutti noi.” Ce la farai,
Finn. Non mollare mai.
Non lasciare che la tristezza di sovrasti, che ti butti giù.
Pensa sempre a
quanto noi qui, siamo orgogliosi di te, lo siamo, lo siamo davvero. Sei
quel
tipo di uomo che tutti avrebbero voluto essere.
Sei il mio eroe.
Con
tantissimo affetto, un caloroso abbraccio,
Artie.
___________________________________________________________________
damnhudson's
corner.
Mi
sento sempre particolarmente importante a scriverlo.
Allora, il perché di questa raccolta è molto
semplice. Mi sono immaginata Finn Hudson nell'esercito e questo
è quello che ne è uscito. Vi
dirò la verità, non mi è piaciuto per
niente scriverla, perché per me questa cosa del mandare Finn
ad arruolarsi ha fatto schifo, ma tanto sento sempre il bisogno di
scrivere per quato riguarda lui, quindi eccomi qua.
Una serie di lettere che arriveranno a Finn Hudson durante il suo
mandato, in Georgia.
( Lo so che faccio schifo, ma
vedrò di aggiornare ogni quanto posso. Le lettere sono
già pronte, ma avendo la Finntana da concludere, devo
dedicarmi anche a quella, oltre che allo studio, dannato studio.
)
Nella
prossima lettera : Blaine
scriverà a Finn (:
|
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Capitolo 2 *** Capitolo Due: Blaine. ***
Letters
to Finn.
18
maggio 2013.
Caro Finn
Sono fortunato ad aver
imparato ad impostare una lettera tanto tempo fa, così ora
non ho problemi a
scriverne una, sperando di non fare nessun errore grammaticale. Non
è una delle
materie in cui sono più forte in effetti. Accenti, virgole,
punti. Mi piacciono
i punti.
Sono Blaine, Blaine Anderson e fatico in una maniera assurda per
trovare
qualcosa da dirti che non includa un ‘ti voglio
bene’ o un ‘sono orgoglioso di
te’ perché sinceramente sono del parere che ci
sarebbero state altre scuole che
avrebbero gradito la tua presenza, altre scuole che avrebbero avuto
bisogno del
tuo talento all’interno della loro squadra.
Mi fermo in pratica ad
ogni punto e vado a capo, sperando di occupare un po’
più di spazio su quest’infinito
foglio bianco che ci separa. T’immagino gigante come al
solito mentre tieni in
mano questo foglio di carta. Nelle mie immagini hai una tuta mimetica
che ti
avvolge, facendoti sembrare un qualunque soldato, e ti guardi intorno
con
orrore, lo so che tu non vorresti mai essere li. Avresti voluto tenerti
lontano
da tutte quelle armi di cui – ci gioco il mio gel.
– non sai nemmeno il nome.
Allora perché Finn? Cristo, non capisco il perché
di questa tua decisione.
Forse hai anche un fisico giusto: spalle larghe, altezza e resistenza
fisica,
ma non sei cattivo. Tu non vuoi, e anche se su voglia non sai uccidere.
Ti
manca la forza necessaria per guardare gli occhi di un uomo spegnersi
assieme
alla sua vita. Sei troppo buono per farlo. Ti faresti mille paranoie
chiedendoti se avesse avuto una famiglia a casa e se stava solo
cercando di
portare un pezzo di pane alla sua casa. Finiresti col farti uccidere tu
stesso
per non togliere un padre ai propri figli, perché tu Finn,
tu sai come ci si
sente a non avere un padre, non lo faresti mai. Saresti preso di mira
perché
sei troppo buono, perché il tuo sorriso e persino le tue
fossette fanno
presagire quanto il tuo animo sia buono. E forse moriresti. Dimenticato
da
tutti, persino da quelli che chiamava compagni. I tuoi unici compagni
siamo
noi, Finn. Compagni per tutta la vita, compagni per sempre. Siamo
cresciuti
assieme. Tutti assieme. E sto di nuovo usando molto punti,
perché non riesco a
fare frasi di senso compiuto. Dio, non voglio perderti per nulla al
mondo, tu
sei come mio fratello anche se ne abbiamo passato di tutti i colori,
anche se
spesso e volentieri ci siamo odiati e ti ho detto che sopra il mio
sacco da
boxe avrei voluto la tua faccia. Non era vero, ti voglio bene e sempre
te ne
vorrò, perché sei una parte di me. Sento la tua
presenza che aleggia sopra il
McKinley, la tua presenza quando vado a casa vostra e mi guardo intorno
con
malinconia. Sono talmente gay che a volte entro in camera tua solo per
sentire
il tuo odore che a volte mi manca. Anche tua madre vuole mantenerlo,
visto e
dato che nella stanza c’è ancora un accenno di
odore di piedi.
Non voglio che tu te ne
vada, Finn. Non voglio che tu concluda la tua carriera con una fine che
non ti
meriti, Hudson, porca puttana. E mi stai facendo
diventare un
grandissimo maleducato, ma sicuramente attorno a te ne senti di
migliori, di
gente disperata che non aveva altra scelta se non imboccare la strada
delle
armi, e tu, invece? Tu una via ce l’avevi.
Stai avendo i tuoi Glory
Days almeno? Hai qualcuno che crede a te li? Qualcuno che si dimostra
tuo
amico? Ti prego a questo punto del discorso non mollare la lettera
perché
troppo noiosa, avrei miliardi di cose da dirti. Soprattutto che credo
in te,
anche se non credo nelle tue scelte. Ma la vita è la tua e
io, piccolo hobbit,
cosa posso fare?
Vorrei tanto
abbracciarti al momento, per ricordarti che sono orgoglioso di te e che
ti
voglio bene come se fossi mio fratello. Invece sei solo un amico
lontano con mano,
un fucile che non spara acqua.
Spero davvero, con tutto
il cuore, che la fortuna sia sempre dalla tua parte, che nemmeno per un
secondo
ti abbandoni. Spero che tu sia bravo abbastanza da stare li,
perché sarebbe un
casino se succedesse il peggio.
Un
fortissimo abbraccio, Blaine Anderson.
P.S = Diavolo! Mi sono
dimenticato una cosa con tutti questi argomenti riguardante la tua
partenza! “Prendetevi
cura del Glee Club, e lui si prenderà cura di voi.”
Lo sta facendo. Il mio
impegno sta dando i suoi frutti. Mi sono preso tutti i tuoi assoli!
Sono un
Finn Hudson basso, danzerino e canterino.
Mi piacerebbe tornare alla Dalton, però… Mi
mancano tanto i miei amici
usignoli.
______________________________________________
DAMNHUDSON'S
CORNER.
E di nuovo, super
mega importante perché se state leggendo questo
vuol dire che siete
arrivati anche alla fine di questa lettere scritta da Blaine, e
così vuol direi
che mi state seguendo e che io sono orgogliosa di me e di quello che
sto
scrivendo. :)
Allora, come vi è sembrato il piccolo Blaine? Mi ha fatto
molta tenerezza scrivere
di lui, soprattutto per quanto riguarda la sua voglia di abbracciare
nuovamente
Finn.
( Sono riuscita ad
aggiornare in fretta, avete visto? Ho aggiornato tutto oggi. Finntana e
Letters
to Finn. Alla fine non faccio poi tanto schifo. u_u )
Nella prossima
lettera
- per ordine alfabetico in
base ai cognomi - : Rachel Berry
a rapporto.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo tre: Rachel. ***
Letters
to Finn.
19
Maggio 2013.
Ciao
Finn,
Ti
ricordi, quando mi
dicesti che mi lasciavi libera per poter coronare i miei sogni? Hai
sbagliato
di grosso. Non sono libera, non mi sento libera. Non mi sento libera da
questo
groppo che mi ostruisce la gola rendendomi incapace di dire qualsiasi
cosa che
non ti riguardi o che non riguardi le mille lacrime che mi scendono
dagli occhi
ogni giorno. Ho provato a sentirmi libera, ho provato a scrollarmi
l’idea del
tuo sorriso dalla mente, ma non sono capace. Non sono capace di vedere
la mia
immagine allo specchio riflessa senza vedere la tua affianco a me. Non
ci sei
Finn e saperti lontano da anni luce da me non mi fa stare bene.
Irrigidisce le
corde vocali e mi rende schiava dei miei ricordi. Spesso mi ritrovo a
guardare
le nostre foto, un po’ sul cellulare, un po’ sulla
parete… Vivo di ricordi che
mi ricordano quanta perfezione siamo stati.
Come stai?
Io male.
Lo so che sono sempre la
solita egoista che sente il bisogno di stare in primo piano e forse,
oggi
pensandoci, sono arrivata ad una conclusione. Stavo pensando a te, e a
noi. A
quante cose hai dovuto rinunciare per me. Avresti potuto fare una
domanda alla
Pace University ed entrarci senza alcun minimo sforzo, eppure, per
starmi
vicino hai scelto una scuola che non ti piaceva, che non ti sarebbe mai
piaciuta. Non mi sono bevuta quella storia del ‘è
tutto quello che voglio essere, un attore!’ No,
mai. Ti conosco
troppo bene. Ma mi faceva comodo credere che tu volessi passare tutta
la tua
vita con me, perché è sempre stato il mio sogno
averti tutto per me, senza che
nessuno oltraggiasse la nostra relazione. Finché non sei
rimasto distrutto,
illuso. Finché non ho capito che a distruggerti sono sempre
stata io. Io con la
mia caparbietà, io con la mia voglia di successo, io con il
mio spingerti
lontano, io che non ho mai creduto a te come tu hai sempre fatto con
me.
La scuola è grandissima,
grande quanto il mio talento.
Troppo grande per la mia
solitudine, tanto che a volte mi ritrovo a vagare da sola, con gli
occhi velati
di lacrime mentre ti cerco. È incredibile pensare che tu non
sia con me. Dove
sono andate a finire tutte le nostre promesse di un amore eterno ed
epico,
Finn? Mi manchi così tanto.
Voglio smettere di vivere
di ricordi, di collezionare lettere su lettere di lamentele che
esprimono la
mancanza, la solitudine. Ne ho scritte tantissime da quando sono
arrivata qui.
La solitudine lacera, rompe. La distanza serve solo a colmare la
distanza tra i
nostri cuori. Non sto bene, non starò bene finché
tu non mi dirai che anche tu
stai bene, che dormi tante ore quante ne dormo io quando il mio sonno
non è
scosso dai singhiozzi. Sempre, Finn. Non c’è una
volta che la mia mente non
vaghi in cerca della tua, che non provi a collegarsi con te, non
c’è una notte
che passo tranquilla… A volte tengo la televisione accesa
per tutta la notte,
arrivo a lezione con le occhiaie.
Sono stanca di questa
lontananza, sono stanca di non poter tenere le tue mani tra le mie. Non
mi
ricordo nemmeno cosa si provi a poggiare la testa sul tuo petto nudo
dopo che
abbiamo fatto l’amore. Mi manca anche quello, mi manca il
calore del tuo corpo
sopra il mio, il tuo dolce respiro inebriarmi il cervello, confondermi
fino a
farmi credere di morire per amore.
Non si dovrebbe soffrire
per amore, tutte le persone dovrebbero stare assieme se si desiderano a
vicenda. Due cuori dovrebbero battere all’unisono se si
desiderano a vicenda.
Se il desiderio esiste, Finn, le persone dovrebbero stare assieme, per
sempre,
finché la stanchezza non gli avesse separati. Se noi ci
amiamo per davvero,
perché allora siamo separati da una serie di carri armati
disinteressati dal
tuo cuore, Finn?
Non mi ami abbastanza? Non
ami abbastanza la maniera in cui ti do amore? Allora perché
mi hai lasciato qui
da sola? Vivo nella città dei miei sogni senza
l’altra metà dei miei sogni.
Perché non sono felice, Finn? Io e te ci sentiamo comunque
con costanza, sento
la tua voce e anche se per poco tempo so che ci sei, che sei ancora qui
con me,
ma allora perché sento così tanto dolore nel
petto? Perché sento il mio cuore
sprofondare ogni volta che ti allontani da me? Non voglio perderti.
Sostenevi
che la nostra relazione sarebbe sempre stata magnifica, che ci saremo
sposati,
magari dei bambini. Non ho niente di tutto questo, Finn. Nemmeno
l’eterna
felicità che mi avevi promesso.
Mi manchi. Dio, mi manchi
moltissimo. Mi manca tutto di te, mi manca dirti quanto ti amo, quando
mi
dicevi che ero l’unica per te. Mi manca persino, quando mi
prendevi in giro per
il mio poco seno. Vorrei che tornassi solo per dirmi tutte queste cose,
almeno
respirerei aria di normalità. Non la respiro da tanto e mi
manca. Mi manca
quella sicurezza che sapevi darmi con un’occhiata, una veloce
anche. Cosa non
darei per averti qui, per avere un qualche tipo di potere magico. Mi
sento
quasi Sam Evans a credere in queste cose, ma ho bisogno di qualcosa in
cui
credere. Perché ormai non credo più a niente.
Sono così orgogliosa di
te, che combatti per il nostro paese – anche se saresti stato
meglio qui al mio
fianco. – tuo padre sarebbe stato così orgoglioso
di te. Sono sicura che ti sta
guardando emozionato, mentre ti batti per i suoi stessi ideali.
Qualcuno ti ha
riconosciuto? Sa che sei il figlio di Christopher Hudson?
L’hai mai detto a
qualcuno? Ti sei mai vergognato di te, del tuo corpo o magari della tua
poca
intelligenza? Mi manca parlare con te, mi manca anche essere la tua
migliore
amica.
Ho dei flashback, noi due
in montagna, mentre beviamo la cioccolata più brutta del
mondo e sorridiamo.
Piango spesso, anche ora
mentre ricordo quanto siamo stati belli. Piango perché mi
manchi e perché sono
dannatamente orgogliosa del mio amore. Sei tu, Finn Hudson. Hai
già condotto
una squadra alla vittoria, anche se erano i Titans. Sei tu. Riuscirai a
condurre tutti in salvo anche con un fucile in mano, perché
hai questa
caratteristica: sei un leader. E
non
è un’uniforme rossa con un cinque bianco, non
è una tuta mimetica o un fucile a
farti grande, è la tua anima perché è
buona come nessun’altra. È lei ad essere
speciale a renderti speciale. Sii sempre te stesso, non cambiare per
nessuno.
Sei perfetto così come sei.
Ti
amo tantissimo, Finn.
Ti amo meno di ieri e più di domani. Da domani ti
amerò per sempre, anima gemella. Cerca
di stare bene, così
potrò stare bene anche io. E sii prudente, omino. Ti amo
tantissimo.
Tua
per sempre, Rachel.
_____________________________________
damnhudson’s
corner.
Credo
che la cosa più
corretta da parte mia sia dedicare questa lettera a Vera.
Volevo dirle un sacco di cose, come grazie ad esempio. Grazie
per avermi fatto integrare all’interno dei twins e grazie
perché non mi fa mai
sentire sbagliata anche se molto spesso faccio delle cose che non sono
proprio
giuste. A lei affiderei i miei segreti più grandi, tanto che
qualcuno gliel’ho
già confessato, shh. ♥
Ti voglio
un’infinità di
bene, che nemmeno ti immagini, sunshine.
Ho
scritto questa lettera
dopo che ho postato Blaine, non vedevo l’ora di averla
scritta. Mi è.. piaciuto
quasi farlo. Vorrei che Rachel dicesse queste cose a Finn, che le
dispiace
essersi posta sempre prima di lui e dei suoi sogni. In ogni caso, spero
che i
miei bellissimi Finchel siano destinati a durare perché si,
sono l’amore.
Vi
voglio bene se siete
arrivati fino alla terza lettera e ve ne voglio ancora di
più se mi fate sapere
se vi sta piacendo o meno.
Grazie
a coloro che mi
seguono sempre qualsiasi cosa io pubblichi, che mi danno la forza ogni
santissima volta.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo quattro: Mike. ***
Letters
to Finn.
20
Maggio 2013.
Ciao
Finn,
L’altro giorno mi sono
ritrovato a pensarti, involontariamente, mentre facevo un compito di
chimica.
In genere non lo faccio. In genere non ti penso. Non perché
tu non mi manchi, o
altro. Solo che non mi va di stare male perché non ti vedo
più e perché non ti
immagino col sorriso che sono abituato a vedere, solo per quello. Per
quanto mi
riguarda sono orgoglioso di te, sono contento che
nell’esercito ci sia una
persona che so che conserverà la sua umanità. Ora
non mi va di riempire questa
lettera di critiche alla tua scelta. Forse non sono la persona
più giusta per
criticarti. Ma sono sicuro che alla fine non siamo poi tanto diversi.
Entrambi
abbiamo lasciato che qualcuno decidesse per il nostro futuro e se io ce
l’ho
fatta a tirarmi indietro in tempo, tu hai lasciato che tuo padre
scegliesse per
te. In ogni caso, lasciamo perdere, va bene? Ci saranno altri momenti
in cui
parlare di tutto questo gran casino che è la tua vita.
Voglio parlare un po’
dei ricordi che io e te abbiamo assieme. Spero di ricordartene qualcuno
che col
tempo è andato perso. Per me ogni amicizia instaurata a
scuola è importante.
Siete stati i compagni più importanti della mia vita e
sinceramente voglio
conservare questi rapporti per sempre. Ogni tanto sento Puck, tramite
telefono.
Ci diciamo sempre che non appena tornerai faremo una grandissima
rimpatriata e
che ti faremo ubriacare finché non chiamerai il generale
dimettendoti.
Sinceramente non so se ci si può dimettere dal tuo status di
soldato, ma noi c’immaginiamo
sempre così le situazioni. Molto spesso sento anche Rory,
Sam e Blaine i quali
sono ancora al McKinley. Mi fa piacere sentire la loro voce, anche se
la
persona che mi manca di più, trovandomi lontano da lui, per
quanto riguarda
l’ambito amichevole è Artie. Mi manca confrontarmi
con lui e parlare con lui.
E’ sempre stato il mio migliore amico. Eravamo come te e
Puckerman, ci
coprivamo le spalle a vicenda e ci piaceva farlo, si. Sono
convintissimo che il
nostro miglior anno sia stato il primo, d'altronde ci siamo conosciuti.
Mi
viene davvero impossibile dimenticare il nostro sguardo
all’interno dello
spogliatoio. Eravamo molto spaventati da Ken Tanaka, e a dire la
verità io
nemmeno pensavo fosse all’altezza di insegnarci qualcosa.
Voglio dire, andiamo,
l’hai visto? Secondo te che fine ha fatto? Ho sentito che
è entrato in un
brutto circolo di droga… Ma comunque. Dio, ti ricordi quanti
erano i giri
minimi per entrare in squadra? Io credo di aver perso il conto durante
il
trentatreesimo. Tu giravi, giravi, giravi. E non so come cavolo hai
potuto
farcela. Mi ricordo che il primo pensiero che ho fatto, quando ti ho
visto è
stato ‘Se questo mi cade addosso, muoio!’ Non puoi
biasimarmi, hai visto la
stazza che hai? Sicuramente è buono che tu ce
l’abbia nell’esercito.
La prima festa, te la
ricordi Finn Hudson? Se ci penso ancora rido. E’ bello non
essere l’autista
designato, eh? Poveri ed innocenti ragazzi che eravamo. Non reggevamo
l’alcool
per niente, ma è stato fantastico soprattutto
perché stringemmo li il nostro
legame.
“Sembri Jackie Chan.”
Scoppiammo a ridere entrambi. Ubriachi, certo.
Ma divertiti, si, particolarmente. Il mio ricordo preferito, Finn,
è quando
arrivasti da me chiedendomi quasi in ginocchio di aiutarti a ballare.
I
gotta be free, I just
gotta be free
Daring to try, to do it or
die
I've gotta
... be me.
Gran
bell’insegnamento
quella volta. Born this way, ti ricordi? Fantastico.
Mi manca moltissimo tutta quell’aria di
tranquillità che si respirava al Glee. Mi
mancate voi in generale a dire la verità. Mi mancano le
feste sobrie e quelle
un po’ meno. Le volte che ci incontravamo fuori scuola,
magari al bar, per bere
qualcosa e discutere della scaletta per le provinciali. Mi manca
giocare a
football con voi, ballare davanti a voi. Mi
manca fare parte di qualcosa che mi rende speciale.
Mi manca la normalità che
ero abituato a vivere quando stavo a Lima. Qui è tutto molto
bello, è vero.
Incontro praticamente gente nuova ogni volta che metto il naso fuori
dalla
parta. Il corso di danza è molto bello e le materie
interessanti, ma eravamo
più interessanti noi… come
gruppo.
Soprattutto lavorare come un gruppo. Qui ognuno lavora per se e il
detto chi fa da se, fa per tre non
funziona.
Le conversazioni sono
monotone, a nessuno interessa mai ciò che dici. Inizia ad
interessare solo se è
qualcosa che li riguarda e io, lo sai benissimo, sono un tipo
silenzioso di
mio. Non ho stretto amicizie significative, che potranno essere portate
avanti…
Mi sento solo, ed è la verità. L’unica
e sola verità. Sto scivolando in una
voragine chiamata solitudine, che mi stringe il cuore e mi fa avere
paura.
Tu non ti senti mai solo,
Finn? Chi stringi la notte se hai paura? Hai ancora la tua copertina di
quando
eri piccolo? Mi manca vederla, mi manca anche sentire le tue lamentele,
vedi
tu! Che fai per divertirti li? Voglio dire, ci saranno dei momenti in
cui
smettete di essere soldati e tornate ad essere semplici ragazzi di
vent’anni,
quasi. Vorrei tanto scriverti di tornare a Lima, ma tanto non mi
troveresti. Io
ti aspetto, in ogni caso, se vuoi qui alla mia università.
Non è complicata,
anche una testa di zucca come tu puoi farcela.
Con
questo chiudo, devo
tornare a studiare e a prepararmi per il musical. Si fanno un sacco di
musical
qui, che meraviglia. Spesso riesco anche ad ottenere le parti
principali. Sono
sempre molto orgoglioso di me, quando mio padre attraversa lo stato per
venire
a vedermi, mi fa sentire completo.
Con
tantissimo affetto, Mike Chang.
_____________________________________
damnhudson’s
corner.
Ho
finito la scuola, ho
finito la scuola, yayayayay(?). Anche se mi tocca avere a che fare con
matematica per tutta l’estate sono soddisfatta visto che non
è che io abbia
studiato molto quest’anno, quindi mi è andata
più che bene e mi accontento. J
Okay,
Mike Chang. Ho
provato a farlo più IC possibile, un Mike al quale importa
della situazione
scolastica, ballo e suo padre. Che dite, ce l’ho fatta?
Onestamente questa
lettere non mi è piaciuta particolarmente, ma okay.
DEDICHINA:
dedico questa lettera a mia cugina, la quale mi ha dato uno spunto per
poter
iniziare a scrivere ovvero la rievocazione dei ricordi che Mike aveva
di Finn.
Football, ballo, primo anno. Love
u,
hon. <3
Prossima
lettera
– sempre secondo ordine alfabetico per cognome!
– : Tina Cohen
Chang.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo cinque: Tina. ***
Letters
to Finn.
21
Maggio 2013.
Caro
Finn,
sono Tina Cohen Chang, tu
sei uno dei pochi che hanno imparato il mio nome dall’inizio,
quindi vedi di
non dimenticarlo, smemorino.
Sono
gli ultimi giorni al
Glee Club questi. Stiamo cercando di prenderci tutte le nostre
rivincite che a
poco poco stanno arrivando. Mi stanno riempiendo il cuore tanto che me
lo
scaldano e mi fanno, per un secondo, dimenticare a cosa sto andando
incontro. Università,
lontananza dalla mia famiglia. Tutto questo mi mancherà. Io
non lo so come fai
tu, Finn. Lontano anni luce dalle persone che ami, da tua
madre… tuo fratello e
Burt. Come fai? Vorrei che tu mi rispondessi a questa lettera anche
solo per
scrivermi come fai a combattere la solitudine. Sto morendo senza Mike,
anche se
ci sentiamo praticamente sempre, sto morendo senza vederlo. Tu come
diavolo
fai, Finn? Ti appelli a qualcuno in genere? Hai ripreso a pregare ad un
panino?
Spero per te di no, eh. (:
Mi
fa ridere questa
faccina! No. Non è vero, sto singhiozzando silenziosamente
da quando ho acceso
la tv, Finn. Che succede? Hanno attaccato la vostra trincea, ho capito
bene?
Okay, quindi? Com’è stato? Ho sentito
Rachel… Non sta benissimo, nessuno sta
bene. Stiamo pregando affinché tu possa trovare il tempo di
risponderci. Ho
sentito che molti di noi ti stanno scrivendo. So che anche Mike
l’ha fatto… Non
mi vuole dire cosa ti ha scritto… Dice che è
personale. Rispondici per favore,
anche solo… anche solo per dirci che stai bene. Attendo ogni
giorno, fissa
davanti alla tv, mentre spero che il tuo nome non sia detto, che non
venga
aggiunto alla lista dei morti. Sai che colpo sarebbe per tutti noi?
Come faremo
a vivere con la consapevolezza che tu non ci sei, che ci hai
abbandonato? Come
faremo a vivere con la consapevolezza che sei morto combattendo una
guerra che
non era tua? Non morire… Non farlo, Finn. Se non lo fai per
te stesso, okay,
allora fallo per noi. Noi non meritiamo di vivere senza di te, e tu
meriti di
vivere perché nella tua vita hai fatto un sacco di cose
belle. Soprattutto per
gli altri. Hai tolto molti di noi dall’anonimato, dalla noia
di una vita
monotona, o meglio, hai aiutato affinché questo succedesse.
Sei il nostro
leader e tale sarai per sempre.
Mi
manchi un po’. Mi manca
percorrere quell’andito lunghissimo con tutti voi, con voi
diplomati. Mi manca
stringere la mano di Mike, mentre mi giro a parlare con Mercedes o con
te.
Sono
molto dispiaciuta di
non aver stretto un’amicizia abbastanza forte con te. Mi
dispiace non aver
trovato qualcosa da dire, mi dispiace non averti fatto abbastanza
complimenti,
quando raccoglievi la tua goffaggine e andavi ad esibirti davanti a
tutti noi
che ti guardavamo con sguardo scettico. Avrei voluto capire molto di
più su di
te. Mi sarebbe piaciuto essere una tua amica stretta, una di quelle
persone di
cui ti fidi. Avremo potuto avere tante cose in comune. Sono rammaricata
per
quei momenti andati, quelli che potevano essere meglio.
Mi
dispiace soprattutto
parlarti di tutto questo in una lettera e non di persona, ma forse
questa è
l’unica maniera per farlo, perché sono una persona
molto timida e non parlo
molto se non – appunto – con le persone che conosco
a fondo. Tutto questo è
così triste, Finnie, è triste sapere che quando
tornerai, nel migliore dei
casi, avrai qualche cicatrice e il tuo volto non sarà
più quello di un bambino,
è triste l’abitudine al silenzio che regna sovrano
dentro il tuo animo assieme
alla consapevolezza di aver ucciso un uomo che magari era come te: a
combattere
una guerra non sua. Tu ci pensi a queste cose, Finn? Al fatto che forse
a casa
abbiano una famiglia, come ce l’hai tu. Magari…
magari stai portando via un
padre ad una famiglia. Oh, Finn. Sono così disperata che
penso che questa
lettera abbia cessato di possedere un senso dopo la mia presentazione.
Rachel
ci ha comunicato che a Giugno avrai la tua prima licenza militare, si,
quattro giorni,
ma almeno per quattro giorni saremo sicuri che sarai al sicuro. Che
bello… Non
vedo l’ora francamente di abbracciarti e di vedere che stai
bene. Stai bene,
Finn? Per davvero, però. Non fare come sempre. Hai quella
strana abitudine di
chiuderti in te stesso col tuo dolore senza far pesare niente a
nessuno. È così
da quando ti conosco. Hai sempre portato silenziosamente la croce sulle
spalle,
perché quelli erano i tuoi problemi. Non ne hai mai parlato
con nessuno, questo
ti rende onore, Finn Hudson.
Io
comunque sto bene… si,
per modo di dire. Mi piace far credere a Mike che questa lontananza non
mi pesi
poi più di tanto. Lui sostiene che ci vediamo tutti i giorni
– anche se per
computer, che alla fine non è così male e poi
dice che andrò nella sua stessa
città quest’anno… Ma non è
la stessa cosa, Finn. So che sai di cosa parlo, lo
so perché anche tu sei lontano da Rachel, lo so che ti
manca. Mi manca il
contatto fisico… non quello, anche solo quello delle nostre
mani che si
sfiorano, i suoi polpastrelli che sfiorano le mia braccia creando una
serie di
brividi. Non gli ho mai parlato di tutto questo perché non
mi sembra giusto.
Non mi pare corretto ricordargli che sto male, mettergli i miei
problemi sulle
spalle. Sono convinta che lui abbia già i suoi, è
lontano da casa mentre io
sono ancora qui, che abito con i miei genitori.
Starò
zitta, come sempre,
come fai tu. Creerò un muro tra i miei sentimenti e il resto
intorno… E’ così
che deve andare, è così che funziona.
E’ così che vai avanti, l’ho capito da
sola. Mi sono risposta da sola.
Ti
ammiro molto, Finn.
Ti
voglio bene, Tina.
_______________________________________________________________________________________________
damnhudson's
corner.
Allora, prima di tutto...
scrivere anche questa lettera è stato un po' difficile.
Voglio dire cosa sappiamo su Tina se non che passa le puntata e
piangere? Che rammarico, quella ragazza ha un tale potenziale
all'interno del Glee Club. Comunque ho trovato Tina più
semplice di Mike, essendo una ragazza, mi sono appigliata ai
sentimenti.... cosa che potevo fare benissimo anche con Mike, ma dai,
e' un ragazzo e magari... Okay, non sapevo come mi sarebbe uscita,
dunque ho scritto sui ricordi.
Per quanto riguarda questa
lettera ha una dedica ben precisa, va a tutte quelle persone che la
leggono e che fanno salire le visualizzazioni, ma sopratutto a chi
spende due minuti per lasciarmi una recensione - che mi riempono tanto
e sempre il cuore d'affetto. - So thank you to: persempretusarai, __Sabotage ( my
love. ) , Andy14,
GirlOnFire
and PedoCory
( con la quale ho avuto il piacere di intrattenere una conversazione da
poco. Ottima ragazza *O* )
Non mi pare di avere altro da
dire, se non: GRAZIE,
GRAZIE A TUTTI. Grazie a coloro che la seguono in
silenzio, che l'hanno messa tra i preferiti e tra le seguite, siete una
parte di Letters to Finn e di me. ♥
Nella prossima lettera
- cognome RULEZ!
- : Sam Evans, gente! (:
Alla prossima. ♥
|
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Capitolo 6 *** Capitolo sei: Sam. ***
Letters to Finn;
22 Maggio 2013.
Finn Hudson,
finalmente riesco ad
avere un po' di tempo per me e a riesco a scriverti qualcosa in questa
lettera. Anche se ancora non ho la minima idea di cosa scrivere, ma si,
prima o poi arriverò ad una conclusione. Dunque... Sai,
Finn... il Glee Club è stato l'artefice della mia salvezza.
Il mio stato sociale è sempre stato anonimo in ogni scuola,
ma il Glee Club mi ha sempre accolto a braccia aperte e credo che
questa sia la sua migliore qualità: nonostante lo si
allontani, lo si disprezzi questo non cesserà mai di
aiutarti. E questo lo sappiamo tutti, perché tutti siamo
passati nella fase della negazione, quella fase in cui nessuno di noi
voleva ammettere quanto avesse bisogno del Glee Club. Eppure, cavolo,
ci ha sempre amati e resi una famiglia quando le cose con la nostra non
andavano bene. Almeno, per me è sempre stato
così. La mia famiglia ha attraversato tanti momenti brutti,
orribili che avrebbero potuto separaci, eppure siamo sempre rimasti
assieme e non abbiamo mai mollato e questo è stato
soprattutto perché io ho avuto degli amici che mi hanno
tenuto vivo quando potevo solo morire dentro. Grazie, grazie a tutti
voi. Grazie a te per essermi venuto a spiare in doccia, mentre cantavo
quella canzone, every
rose has its thorn. Si, conservo ancora quella canzone nel
cuore, perché anche se mi ribellai all'entrate nel Glee,
entrarci è stata la mia migliore scelta. Sai, alle superiori
si fanno determinate scelte... Alcune sono giuste, te le porterai
dentro con orgoglio e non te ne pentirai mai, altre, Finn sono
sbagliate anche se al momento sembrano la cosa più sensata e
giusta... Ma non lo sono, amico.
Avrei così
tante scelte sbagliate da mostrarti come esempio, eppure, Finn... Non
trovo miglior esempio che la tua partenza per la Georgia. Non so se
abbiamo un rapporto tale da poterti dire cosa fare o no, ma per me noi
siamo amici, perché ne abbiamo passate tante assieme. Ti ho
rubato la ragazza, il posto da quoterback e poi ti ho visto riprendermi
tutto quello che ti avevo tolto con una tale facilità che mi
hai fatto pentire di essermi messo contro di te a prescindere. Io non
lo so chi è meglio tra noi due, sinceramente.
Perché tu sei li che combatti una guerra insieme ad altri
volontari, mentre io qui combatto per far valere i miei sogni:
diventare un fumettista. Ma i sogni sono sogni e ognuno di noi deve
essere il proprio eroe a prescindere da quello che nella vita
farà. Sii il tuo eroe, Finn e lo sarai anche per le altre
persone. Se vedono che ami il tuo lavoro lo faranno anche loro, Finn.
Mi ha fatto un immenso
piacere conoscerti, sei una di quelle persone che lasciando un'impronta
decisa nella vita degli altri: con un sorriso, una parola, una canzone
o semplicemente uno sguardo. Non lo so, ma conoscerti mi ha fatto
capire che differenza c'è tra l'essere e apparire. Con te
queste due qualità si fondevano. Tu eri ciò che
trasparivi, ciò che ci facevi vedere. Eri genuino, buono ma
allo stesso tempo determinato e egoista a modo tuo. Hai sempre
combattuto per i tuoi ideali, e mi dispiace che tu - arrivato ad un
certo punto della tua vita - abbia lasciato che qualcun'altro decidesse
per te. Non so se a mente lucida avresti fatto la stessa decisione,
arruolarti, ma sono sicuro che con questa decisione tu abbia reso
orgoglioso la tua famiglia anche se la separazione è molto
dolorosa. Ma Finn, ti sei reso orgoglioso tu? Voglio dire, quando ti
guardi allo specchio - sempre che ne abbiate uno! - ti sorridi contento
per quello che è il tuo lavoro? Sei contento di quello che
fai? Di come lo affronti, di come lo racconti. Sei contento di te,
Finn? Mi ricordo che per noi indossare quella maglia, col nostro numero
dietro e stampato in bianco, era un onore ogni volta. Ci sentivamo al
sicuro da tutto e tutti, perché facevamo parte della squadra
di football, in testa alla classe sociale anche se facevamo parte del
Glee Club, orgogliosi giorno dopo giorno di essere quello che al
periodo eravamo. Una scintilla di luce che non si spegneva mai, ecco
cosa era per noi quella maglia rossa. Era la nostra luce. Ci bastava
guardarla per tirarci su di morale: facevamo parte della squadra di
football della scuola. Nessuno poteva toccarci, perché
eravamo una squadra e se cadeva uno, cadevano tutti. Solo oggi, con la
vostra lontanaza, la tua, quella di Mike, Puckerman, sto capendo cosa
la Beiste voleva insegnarci. Essere una squadra comporta avere delle
responsibilità. Non devi solo più badare a te
stesso, essere una squadra comportava badare gli uni agli altri, senza
nessuna differenza di peso, altezza, nome. Un po' come facevamo nel
campo. Ci guardavamo le spalle ed eravamo al sicuro, Finn. Nessuno
poteva toccarci. Eravamo dentro una bolla, costruita dai nostri
sacrifici, costruita dal nostro sudore. Eravamo forti, Finn. Ho bisogno
che tu mi risponda con sincerità a questa domanda, Finn. Ti
vuoi bene proprio come te ne volevi al liceo quando indossavi la maglia
rossa dei Titans? Provi lo stesso orgoglio?
La squadra
è diventata un vai e vieni di pivellini con lo stomaco
debole, che non reggono nemmeno dieci giri di campo. Usano la
stupidissima scusa: "Non ho mangiato abbastanza a colazione!" e
scappano. Ci lasciano soli alla ricerca di nuovi "talenti". Mi viene da
ridere se penso che per entrare nella squadra avevo dovuto fare
quaranta giri di campo accompagnati da dorsali e addominali, immensi
scatti per tutta la lunghezza del campo... Mi viene proprio da ridere
soprattutto pensare che la Beiste continuava a ripetermi "Corri bella
ragazza, corri o non solo finirai preso per il culo dalla scuola, ma ti
manderò nella classe di danza classica!" E mi ricordo la
grinta che i vostri sguardi mi passavano, perché ce la
dovevo fare, nessuno meritava di finire nella classe di danza classica.
Il nostro futuro era il football. Finn, per caso, hai chiesto una borsa
di studio ad altre scuole? Nessuna te ne aveva accordato una? Non ci
credo nemmeno se mi pagano.
Non ti ho detto
nemmeno una volta che mi manchi, Finn. Forse è
così, forse no, forse sopravvivo solo col pensiero che anche
tu nel tuo piccolo stai facendo il tuo lavoro, quello a cui forse hai
sempre ambito. Quello che forse ti meriti, perché io credo
nel destino, dunque se è arrivato, vuol dire che doveva
arrivare. Forse la tua strada è davvero quella Finn Hudson,
onorala.
Sono orgoglioso di te,
Finn.
Sam Evans.
_________________________________________________________
damnhudson's
corner!
Non ci credo che ci ho messo
una vita per scrivere la lettera di Sam, è stato
difficilissimo scriverla, soprattutto perchè la cara amica
ispirazione vacillava pesantemente.
Ho seriamente
avuto paura di avere il blocco da scrittore, se una in erba come me
possa averlo, LOL.
Dunque, cosa c'è da dire su questa lettera? Ho cercato di
andarci piano con Sam, sapendo che comunque i due non sono molto amici
o almeno per quello che ci hanno mostrato. Ho cercato di fare un Sam
intraprendente e che finalmente ha capito cosa vuole fare dalla vita,
il fumettista! ( grazie
alla mia Vera per questa idea, lei mi ha
disegnato un Sam fumettista, grazie amore. ♥ )
Ho cercato di non far la solita lettera dove i ragazzi piangono la
mancanza di Finn, un piccolissimo tuffo nei ricordi e taaanta
malinconia da passato(?).
E non so cosa altro dire. Ah! Volevo scusarmi se ci dovesse essere
qualche orrore
grammaticale. Ho cambiato pc,
perché nel mio non si sente la musica e quello
che sto uttilizzando al momento ha un banalissimo word e sappiamo che
non ha la correzione, inoltre per contare le parole ho dovuto usare un
programma online.... #sadlife!
Dunque, se doveste trovare qualcosa di ORRIBILE,
lasciatemi perdere.
Un abbraccio abbraccioso a chi continua a seguirmi nonostante gli
eeerrori. ♥
Marti!
|
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Capitolo 7 *** Capitolo sette: Quinn. ***
Letters
to Finn;
23 Maggio 2013.
Caro
Finn.
Ehy, Finn.
Ciao Finnie.
Finn,
Sono due giorni che faccio
in pratica sempre la stessa cosa. Ho un insieme di fogli accatastati
assieme,
che iniziano tutti nella stessa maniera. Sono due giorni che, mentre
guardo
fuori dalla finestra, ti penso con in testa il casco. Scommetto che,
data la tua
testa, il casco ti stia alla perfezione. Andiamo, ti ricordi, quando
venivi da
me agitato chiedendomi se era effettivamente vero che avevi la testa a
patata? Il momento più bello in
ogni caso è stato,
quando hai smesso di fare queste domanda e ti sei accettato per come
sei
realmente.
Mi ero preparata una
scaletta da seguire, per poter parlare tranquillamente in modo tale da
non
avere questi momenti di buio mentale totale, ma ora come ora non riesco
a
scriverti niente di praticamente sensato.
Cerco
una maniera diversa
per poterti iniziare a scrivere, in modo tale che tu non possa
considerare la
mia lettera del tempo sprecato, cerco di fare una lettera diversa che
non ti
faccia pentire di avermi dato un’altra occasione, cercando
addirittura di farla
passare come la lettera migliore che tu abbia ricevuto, ma poi
pensandoci sono
sicuro che, nonostante tu senta Rachel tutti i giorni, per te la
migliore sarà
sempre la sua. E forse tutto questo è colpa mia. Non voglio
metterti nessuna
crisi in testa, non voglio farti sentire male per il passato andato, ma
voglio
che tu sappia che mi dispiace. Mi dispiace per tutto
dall’inizio di noi. Mi
dispiace per averti sempre dato per scontato, per averti usato, per
averti
spinto tra le braccia di Rachel… Per aver semplicemente
mandato all’aria tutto.
Lo so che ci tenevi e anche se non l’ho mai dato a vedere
come tu volevi, anche
io ci tenevo. Ci ho sempre tenuto. Sei il mio primo amore, sei quella
parte che
non si dimentica della propria vita. Sei stato assieme a Beth, una
delle poche
cose belle che io abbia fatto al liceo, e nonostante tutto…
nonostante quanto
io ti ho fatto soffrire, tu non ci sei mai riuscito a scalfirmi, forse
tu mi
hai amato davvero, senza rimpianti, senza scherzi. Grazie Finn, per
avermi
fatto conoscere l’amore vero, per aver concesso al mio cuore
un primo amore
ricambiato, non è cosa da tutti gli adolescenti.
Eravamo
carini… Non trovi?
Un po’ stereotipati ma
carini. E mi
ricordo che avevo sempre il sorriso quando ti camminavo affianco,
quando
sentivo la tua mano stringere la mia. Mi mancano quei momenti. A dire
la verità
mi manca proprio il liceo, ma anche qui non me la passo male. Il campus
è
grande e i corsi sono abbastanza impegnativi, ma
c’è un motivo se mi hanno
presa no? Vuol dire che sono all’altezza. E anche io,
nonostante tutto mi sento
all’altezza, sento di meritare questo posto. E per la prima
volta nella mia
vita, oltre a sentire che lo merito lo so con certezza. Mia madre
è così orgogliosa
di me, cerca di chiamarmi a tutte le ore, ma io evito con cautela le
chiamate,
non vorrei passare per una mammona che non sono. Lo sai benissimo,
quanto me,
che me la sono sempre cavata anche senza di lei. Anche se era
difficile, ce l’ho
sempre fatta e poi… beh, è stato anche grazie a
te, ma mi pare di aver già
dedicato una parte della lettera ai ringraziamenti. (: - non
è fantastica?
Stanno circolando molte di queste faccine oggi giorno, e se tu non
fossi troppo
lontano da casa, secondo me saresti un estimatore di queste emoticons. -
Non
so se Puck ti abbia
già scritto e raccontato, ma mentre era in
“vacanza” ci siamo incontrati.
Abbiamo preso un caffè assieme e dopo averlo supplicato di
smetterla di parlare
di Super Mario, siamo passati alle cose serie: mi ha raccontato che ha
ricevuto
una cartolina da parte tua, in cui spieghi che va tutto bene. Mi
sembrava
scosso, continuava a ripetere ‘Se
fosse
stato tutto apposto non si sarebbe preso la briga di scrivermi. Voglio
sapere
cosa sia realmente successo.’ Così, per
tutto il tempo. Non è successo
niente, vero? E poi smettila di non scriverci. Lo so che non hai tempo,
ma par
favore, almeno una lettera a Rachel in cui ci saluti tutti ci farebbe
piacere e
comodo, soprattutto.
Prima
di iniziare a
scrivere, stavo studiando un po’ di diritto ambientale. Ci
sono un sacco di
cose che non so, ma che sto imparando qui. Sicuramente, con qualche
pianta
speciale sarei capace di curarti un po’ delle ferite che ti
stai provocando,
anche se spero che non siano niente di grave, o meglio… non
saprei curarne
altre.
Sai
Finn, stavo pensando.
Non so bene come organizzare questo pensiero e magari prima di fartelo
arrivare
sano e salvo ti sarai già annoiato e avrai buttato questa
lettera sul fuoco –
che immagino tu abbia dato che da un po’ freddo ancora
– sì, ho dei complessi
di noia, lasciami in pace. Sono
del
parere che ogni persona faccia degli errori, io per prima. Tutti qui
dentro commettono
degli errori, addirittura l’altro giorno durante un compito
hanno trovato una
ragazza a copiare le risposte da internet, non è da pazzi?
Beh, anche quello è
un errore. Voglio che però tu, Finn Hudson, sappia che ogni
errore che si
rispetti ha una soluzione. Non lasciare che una decisione –
come tu dicesti –
crei completamente la tua vita. Sii molto di più che un
errore fatto quando
avevi diciassette anni, comportati da uomo. Affronta
le tue paure. Sii
molto di più di
quello che ti aspetti, sii come le persone intorno a te ti hanno visto
e
apostrofato. Tu sei migliore di quanto
pensi.
Ora
devo andare, spero che
ti abbia fatto piace sentirmi, e spero di non essermi dilungata troppo.
Spero
anche di non averti messo tristezza, non volevo. Voglio che tu sia
sempre
lucido. Torna a casa presto, ci manchi tanto. Ti voglio un gran bene.
Quinn
L. Fabray.
damnhudson’s
corner.
Dunque…
ci ho messo una
vita perché ho avuto una brutta esperienza con il blocco
dello scrittore, e non
avendolo mai avuto non sapevo come farlo passare… ho
preferito aspettare.
Quindi questo è il risultato. Non so se vi aspettavate di
meglio o io abbia
soddisfatto i vostri canoni… nel caso io non
l’abbia fatto mi dispiace molto,
molto, molto.
Quinn
è una delle mie
preferite,
e mi pare che scrivendo
questa lettera sia uscito il mio amore per la #Fuinn
e per la #Quick.
Ho cercato di scrivere in
maniera decisa, come se fosse realmente lei a farlo. La amo, non
c’è altro da
dire.
Grazie a chi mi ha
aspettata, aiutata a superare questo momento con le paroline
incoraggianti e
chi ha avuto tanta fiducia in me. Spero di non avervi deluso, me lo
auguro. In
caso così fosse(?) ditemelo, per favore.
Lots of love, Marti.
Ps: non so chi
ci sarà nella prossima lettera, presumo Carole
o Burt. Magari lo faccio assieme il
loro. (:
|
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Capitolo 8 *** Capitolo otto: Carole e Burt. ***
Letters
to Finn;
24 Maggio 2013.
Ho sempre
dirottato la mia vita al bene comune Finn. Non solo il mio, non solo il
tuo, il nostro. Ogni scelta che ho fatto, l'ho compiuta pensandoti. Ma
fin da prima che nella mia vita arrivassi tu, ho sempre cercato di fare
contenti gli altri, prima di sentirmi contenta io. Non ho mai lasciato
che tutto andasse al caso, mi sono divertita a programmare la mia vita,
divertita a vedere la gente intorno a me con un sorriso che sapevo di
aver donato. Ero io, avevo donato un sorriso. Sono sempre stata una
buona persona, e forse facendomi qualche conto in tasca, lo sono
ancora. Non mi sono mai lamentata di come le cose andavano, mi sono
sempre rimboccata le maniche e mi sono fatta forza, da sola, sulle mie
gambe. Anche quando sentivo che il passare del tempo mi stava portando
via tutto, iniziando da tuo padre. Non ce l'ho col tempo. Mi ha reso
più matura, mi ha fatto rendere conto di cosa davvero fosse
importante, vedevo il tempo scorrere sul tuo viso, rendendoti ogni
giorno più grande, bello e forte e vedevo il tempo scorrere
sulle mie rughe che ogni giorno si accentuavano di più,
facendomi capire che forse di tempo non ne avevo poi tanto per godermi
la vita. Sono sempre stata la persona che volevo essere, sin da
bambina, ma non ti nego, Finn che avrei voluto fare qualcosa di
più, da inserire magari nel mio bagaglio culturale: entrare
in una confraternita, o non so, bere fino a sentirmi male, giocare a
bowling o provare il paracadutismo di cui mi parli tanto nelle tue
lettere che ogni tanto arrivano sane e salve. Mi dici sempre che quando
salti dall'aereo ti senti libero, ti senti di esserlo per davvero
però, come se nessuno ti avesse comprato. Senti l'aria
passare tra i corti capelli che adesso porti e senti gli occhi produrre
quell'acqua bagnata che da piccolo avevi sempre, lacrime, Finn. Mi dici
sempre che è la sensazione più bella del mondo.
Però, poi, quando i tuoi piedi toccano la terra e le persone
ti raggiungono mi dici che: " Sono tornato ad essere quello che sono
sempre, proprietà di uno stato che ci manda a morire. " Mi
sarebbe piaciuto ad una certa età, Finn considerarmi una
donna vissuta per poter dare ai miei figli dei consigli, capendo
davvero la situazione che al momento passavano, perché in
fondo quella situazione io l'avevo passata quando ero più
giovane. Non mi lamento della mia vita, fa' attenzione, non sputo nel
piatto in cui per anni ho mangiato, non sono quel tipo di persona. Mi
è piaciuto essere quel tipo di donna sempre attenta ai
bisogno del proprio marito, sono quella donna che da bambina volevo
essere: con una casa, un marito che mi amava, un figlio che era tutta
la mia vita. Forse se avessi potuto scegliere qualcosa in
più... avrei voluto avere un altro figlio, magari chiamarlo
Jonathan, per poter abbreviare il suo nome in Jay. Mi piace abbreviare
le cose. Non mi sono mai pentita delle mie scelte, anche se alcune col
passare del tempo si sono dimostrate più sbagliate che
giuste. Ma mi hanno portata dove sono ora, e oggi sono felice. Con
tutte quelle decisioni. Lo sono davvero Finn. Mi sono resa conto,
stamattina mentre mettevo ancora in ordine la tua camera, di non averti
mai raccontato come ho incontrato tuo padre. Ho capito
perché non me l'hai mai chiesto: avevi paura che mi facesse
soffrire troppo un tuffo nel passato del genere e forse a quel tempo,
era vero. Tuo padre se n'era andato e nemmeno per scelta sua, ci aveva
lasciati da soli. Ma oggi, Finn, mi sento pronta a raccontarti come
l'amore della mia vita mi abbia portato a te, che sei la cosa
più bella che mi potesse capitare. Correvano gli anni
sessanta, avrò avuto più o meno quindici anni e
mi piaceva il baseball. Mi piaceva tanto perché anche mio
padre lo amava e avevo bisogno di qualcosa che ci avvicinasse. Quel
pomeriggio, mi trovavo sopra delle scalinate un po' rovinate, ma che
tenevano su tante persone. Non avevo tante amiche, forse qualcuna, non
avevo molti amici a quindici anni... Osservavo quelle persone su un
campo a forma di diamante disegnato col gesso da loro stessi, muovere
con cura quella mazza e osservavo la pallina schizzare via dal loro
campo visivo, mi sentivo bene a vedere che mentre io continuavo a
vedere la palla, loro l'avevano persa di vista. Mi piaceva seguire il
suo corso, mentre andava a fare un fuori campo o non so cosa. Tuo padre
era un giovanissimo giocatore di baseball e messo lì col suo
cappellino malandato giocava con i suoi amici, o forse, per se stesso.
Sta di fatto che era bravo, Finn. Era forse il più bravo di
tutti. Era veloce e forte allo stesso tempo, ero molto affascinata da
lui, sin da subito. Mi piaceva osservare la gente negli occhi,
perché riuscivo a vedere: sogni, paure, speranze, dolori...
Riuscivo a vedere tutto. Mia nonna diceva che era un dono, io la
trovavo solo una splendida cosa. Nel momento in cui tuo padre si
girò verso le scalinate, Finn, giuro di non ricordare niente
di quello che vidi nei suoi occhi... Nei suoi occhi c'era solo il mio
riflesso. Il riflesso di una giovane ragazzina con i capelli castani e
lunghi. C'ero solo io e la trovavo una cosa stranissima. Mi chiese se
avevo dell'acqua, ma io non andavo in giro con una bottiglietta e poi
pensavo che ognuno avesse la sua. "No, ma ti accompagno a prenderne
una, se vuoi. " E lui sorrise. Aveva il tuo stesso sorriso, anche col
passare del tempo, un po' stanco e con i denti ingialliti dal fumo, ma
ha conservato lo stesso sorriso. Ci siamo sposati dopo quasi undici
anni di fidanzamento, Finn... Qualcosa del genere.
Un
pomeriggio, tornò a casa con una lettera. Aveva l'aria
triste, e io... avevo già capito, avevo intravisto il
mittente, mi accasciai al suolo. Nessun suono, nessuna lacrima mi
uscì. Silenzio. Lo stesso silenzio che
l'accompagnò alla porta dieci giorni dopo quando
partì. Il silenzio accompagnò il nostro
abbraccio. Il silenzio accompagnò la sua mano che ti
spettinava i capelli: "bada alla tua mamma." Eri piccolissimo Finn. Non
piangesti nemmeno. Sei sempre stato il bambino più bravo del
mondo. Riuscivi ad essere grande ma piccolo, ogni volta.
Sai Finn, a
volte piango. Lo faccio, raramente, ma lo faccio. Ti penso. Tu hai
sempre avuto una speranza, venti speranze in confronto a tuo padre, tu
sei sempre stato più forte, ti ho cresciuto con la
consapevolezza che la vita era difficile. Sei stato un ragazzo ancora
prima di essere una bambino.
Tu hai tante
speranze di vita, Finn. Non farti buttare giù da un fucile
Finn. Non abbiamo bisogno di piangere un'altra morte, il mio cuore non
ce la farebbe affatto. Concentrati, pensa alla tua mamma. Ai tuoi
amici, a tuo fratello Kurt, a Burt. Noi ti aspettiamo a casa, a braccia
aperte. Non vediamo l'ora di vederti varcare la porta. E non importa se
il tempo avrà segnato il tuo visino perfetto da bambino, non
importa se avrai qualche ferita sulle braccia, non importa se sarai
zoppo... Credimi bambino mio, non importa. Sarai sempre il mio bambino,
e sarai vivo e vegeto. Ti amo, Finn Hudson, piccolo Finn Hudson. Sei
sempre il mio bambino, non dimenticartelo. Non sarà il tempo
a dividerci, non sarà una stupida guerra a separarci,
bambino mio. Sei il mio angelo, e ci sarai sempre. E io sarò
il tuo, sarò la tua piccola ombra. La mamma troppo piccola
per poter arrivare anche solo alle spalle del figlio.
Ti voglio
bene, Finn. Te ne voglio tantissimo. Davvero.
Stai al
sicuro.
Mamma.
PS: Ciao,
Finnister. Sono Burt, finalmente tua madre ha mollato quella penna per
scriverti qualcosa di troppo sentimentale, ah, donne. Spero che tu non
ti sia commosso troppo, per favore, non far cadere la considerazione
che ho di te così in basso. No, seriamente, concordo tua
madre quando dice che ti vuole bene. Ti voglio bene quasi fossi mio
figlio di sangue, te lo assicuro. E so che per te è
difficile ammetterlo, ma lo so che alla fine mi vedi come una figura
paterna. Lo so. E ne sono orgoglioso. Soprattutto perché hai
lasciato che mi prendessi cura di te, oltre che di tua madre. Grazie
Finn, te ne sono grato. Grazie per avermi insegnato tanto in
così poco tempo. Grazie per avermi aiutato ad essere padre,
prima che uomo. E grazie per le ultime nozioni sull'essere uomo che mi
hai passato. Sono state utili. E' proprio vero che non si smette mai di
imparare, nemmeno dai giovani figli. Mi manca vedere le partite di
football con te, quindi spicciati e torna presto a casa. Scusa, non
sono di molte parole, lo sai. Ma ci tenevo che leggessi qualcosa anche
di mio. Ti voglio bene, Finnister. Torna sano e salvo. Ti aspettiamo.
Burt.
____________________________________________________________________________________________
damnhudson's
corner.
PRIMA DI TUTTO: Ho avuto una tempestiva
correzione, merito del mio angelo senza ali. [cit.] Grazie Vevve, ti
voglio benissimo. ♥
Dunque.
Questa è
l'ottava lettera, dei genitori di Finn. Ho cercato di non andarci
giù troppo pesante e mi sono un po' troppo immedesimata nel
ruolo della madre di Finn, questa è la lettera
più lunga che io abbia mai scritto tra tutte, eh. Mi
dispiace aver scritto troppo, soprattutto se vi ho annoiati, spero di
non averlo fatto comunque.
E non so, non so
cos'altro dire.
Nella prossima lettera
c'è Kurt. *BUIO TOTAAAAALE.*
Un abbraccio gigante, Marti.
|
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Capitolo 9 *** Capitolo nove: Kurt. ***
Letters
to Finn;
25 Maggio 2013.
Ciao, Finn,
è
difficile, onestamente difficile, scrivere una lettera sensata da
mandarti. Mi dispiace se ti aspettavi qualcosa di più, ma io
e te abbiamo un rapporto davvero diversi dagli altri fratelli e
scriverlo ora su una lettera mi fa male. Mi fa male rivangare ogni bel
momento passato con te, mi fa male... perché ora ti so
lontano dalla tua famiglia, lontano dal tuo vero futuro. Io non lo so
quale realmente fosse, ma sono sicuro che non era questo e come tu sai
io non sono la persona migliore, non so tenere le cose dentro come
dovrei fare, quindi preferisco stare zitto e non dire niente. Non ti ho
mai detto un 'ti voglio bene', non ti ho mai abbracciato e non ci siamo
mai sfiorati come vere persone, perché sono allergico ai
contatto fisici. Mi dispiace essere stato una persona pesante, come si
suol dire, ma avevo bisogno di sentirmi a mio agio con me stesso, e
ponendomi al di sopra degli altri mi è venuto bene; mi
faceva stare meglio vedere che c'era chi mi vedeva bene, mi vedeva come
un idolo, come Wade. Mi sarebbe piaciuto dare di più a tutti
quelli che mi circondavano.
Non sono stato il
fratello che desideravi, vero? Mi dispiace. Mi dispiace, forse avresti
voluto di più, ma i miei mi hanno insegnato ad essere prima
abbastanza per me e poi per gli altri; sono grato a mio padre e a mia
madre - per quanto ci sia stata, povera mammina - per questo
insegnamento. E' stato davvero importante.
Mi dispiace averti
fatto fare cose ridicole davanti ai tuoi ipotetici amici quali Azimio e
Dave Karofsky, ma avevo davvero bisogno di te, e io queste cose non le
ammetto. Mi ha reso davvero felice averti al mio fianco nei momenti
difficili a lottare per la mia libertà. Mi ha davvero fatto
piacere conoscerti.
Gran parte di quello
che sono è merito di papà, ma anche tuo, Finn. A
tuo modo mi hai insegnato che perseverare per un sogno non è
mai sbagliato, anche se non so se conosci la parola 'perseverare'. E'
esattamente lo stesso insegnamento che mi hai dato tu.
Mi dispiace averti
parlato quel pomeriggio in palestra, ci penso spesso, forse se avessi
lasciato che tu sposassi Rachel ora non saresti così lontano
da casa a lottare per chissà cosa. Mi dispiace, sono un
impiccione. Non è stata colpa mia, vero? A volte vorrei
chiamarti per chiederti questa cosa, vorrei solo che tu mi dicessi che
non è colpa mia... Non lo è, vero Finn? Avevi
già preso in considerazione l'idea di partire? Mi dici
sempre che devo parlare con te, che devo confidarmi... e io ogni tanto
lo faccio, ma perché allora tu non l'hai mai fatto con me?
Perché non mi hai mai reso partecipe delle tue scelte?
Avresti dovuto parlarne con me, o con qualcuno che ci tenesse a te
quanto lo facevo io, incondizionatamente. Lo so che non ho mai dato
l'idea che mi importasse granché di te, ma non era
così... A me piaceva passare del tempo con te, piaceva
portati il latte con i biscotti e sentirti blaterare su cose stupide
quali la tua amicizia con Puck.
A proposito, l'hai
sentito? E' molto preoccupato per te, parla sempre di una cartolina che
gli hai spedito e parla di un qualche messaggio criptico, crede che tu
gli abbia voluto dire qualcosa che lui non riesce a capire. Non so
perché si fa queste seghe mentali, non volevi forse solo
salutarlo? Secondo me sì e lui dovrebbe smetterla. Blatera
anche lui sul volerti sempre chiamare, ma Quinn mi ha detto che poi non
trova la forza per sentire la tua voce. Dice che probabilmente anche
quella è cambiata. E poi fa strani discorsi filosofici
sull'animo. Non so che gli sia preso. Ah, è rimasto a Lima,
ma questo te lo dirà direttamente lui, se troverà
mai la forza per scriverti. Lo spero tanto, avete tanto bisogno l'uno
dell'altro, è così evidente. Se non fossi
così etero avrei pensato che un giorno ti saresti messo con
lui. Che bello, vi avrei supportato alla grande.
Hai visto, Finn? Non
mi sono dilungato sui miei sentimenti momentanei, ho spostato
l'attenzione su qualcosa che magari ti interessa di più,
come Puck. Lo sappiamo bene che alla fine di me non ti importa poi
così tanto, secondo me ti sentivi quasi obbligato a passare
del tempo con me, sempre da mio padre, che per me voleva solo il meglio.
L'anno prossimo ho
deciso di iscrivermi alla Parson Academy, è una scuola di
moda, tipo... Non so, non mi sono informato molto, la mia prima ed
unica scelta era un'altra, ma il mio sogno è volato via,
assieme alla mia voglia restante di fare altro. Ho partecipato a vari
karaoke notturni. Mi ha obbligato Blaine, dice che non devo smettere di
cantare, dunque eccomi, canto ai karaoke, bello schifo. Vorrei solo
sotterrarmi, fare qualcosa di meglio a quell'audizione.
E' finito tutto per me.
Ti voglio bene,
fratello.
Tuo, Kurt Hummel.
damnhudson's
corner.
Non lo so cosa sia,
okay?
Purtroppo Kurt non
è il mio personaggio preferito, né che mi piace
poi più di tanto... Quindi quel che è uscito
è questo e non mi piace per niente, che palle.
Spero di non aver
deluso nessuno, se l'avessi fatto... Mi dispiace tanto, sono pronta a
cantarvi una canzone dei The Wanted a vostra scelta(?). E basta, non so
cosa dire, effettivamente... Mi dispiace.
Ho anche l'ispirazione
vacillante, perché mi sto dedicando allo scritto di un'altra
ff che non compete a tema Glee e a voi non importa niente, che ridere,
devo dire per forza queste cose.... E niente.....
Nella scorsa, quella
di Burt e Carole non ho ricevuto molte risposte, apparte quella della
mia amora più bella♥. Sto iniziando a scemare,
forse? Per favore, fatemelo sapere, così magari - non
smetto, LOL - taglio i capitoli, faccio solo quelli più
importanti...
Fatemi sapere voi,
sono al vostro servizio.
Nella prossima
lettera: ..Miss Mercedes Jones!
Hasta pronto.
Ps: un grosso,
grossissimo abbraccio va al mio amore, il mio angelo, che mi ha
corretto anche questa, togliendo di mezzo tutti gli errorini che avevo
fatto. Ti voglio bene, Vevve.
<3
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Capitolo 10 *** Capitolo dieci: Mercedes. ***
Letters
to Finn;
26 Maggio 2013.
Caro Finn,
tutti dicono che dopo
la morte, ci sia il passaggio per un posto migliore. Io onestamente ci
credo. Credo che ci sia un bel posto per chiunque lo meriti. Un posto
in cui tutto il male subito cesserà di esistere, come se
qualcuno te lo togliesse dalle spalle. Un posto così bello
che ti dirai che finalmente hai trovato il posto che da tutta una vita
cercavi. Forse, i tuoi sforzi saranno ricompensati, una volta che
metterai piede nel fantomatico Paradiso. Io non so mai come
aspettarmelo, lascio che sia la mia fede a creare un'immagine del
Paradiso, in modo tale da non aspettarmi troppo e rimanere delusa
quando poi sarà il mio turno per visitarlo. Mi piace solo
pensare che finalmente tutti mi accetteranno per quello che sono,
finalmente potrò cantare tutte le canzoni che voglio, senza
che nessuno si metta in mezzo. Saremo solo io e il mio talento, per una
volta. E poi non vedo l'ora di rincontrare mio nonno, mia madre dice
che al suo tempo, anche lui è stato un eroe di guerra. Un
grande uomo. Mi piacerebbe conoscerlo... Ho bisogno di qualcuno che mi
possa accogliere all'entrata. Forse dire che non vedo l'ora
è un po' brutto, ma effettivamente, sono stanca di tutti i
pregiudizi che la gente, ancora al giorno d'oggi, conserva. Sono una
ragazza di colore, con un sogno e fin lì è okay,
poi però il mio aspetto fisico si fa vedere e allora smetto
di avere talento, perché non sono bella. Non sono il
prototipo di persona che tutti si aspettano.
Hai mai pensato al
suicidio, Finn? Ci hai mai fatto caso a quante cose potrebbero
semplificarsi in questo caso? Io no. Non mi piace pensarmi egoista,
come non sono. Se ti uccidi per mano tua, è solo un fatto
egoistico. Puoi avere tutti i problemi del mondo, ma ce li hai solo tu.
Se ti uccidi, invece, tutte le persone a te vicino avranno dei problemi
e ti assicuro, Finn, che avere a che fare con la nostalgia di un
sorriso o la malinconia, o la solitudine, non è facile. Non
è facile perché saresti ogni giorno inseguito dai
ricordi, e chi lo vuole?
A volte penso che
sarrebbe stato più facile, però, pensarci.
Pensare solo al fatto che da un momento all'altro non saresti
più esistita, che tutti i tuoi problemi avrebbero cessato di
esistere con te, che tutti d'ora in poi sarebbe stato più
facile. Sarebbe stato davvero meglio non pensarla come me. Ma sai, ci
sono cose che la fede ti impedisce di pensare e il suicidio
è una di queste cose. Sono quello che sono grazie a molti
suoi insegnamenti.
Ci sono due modi di
vedere la fede. E sono sbagliate entrambe, caro Finn. C'è
chi come il nostro parroco la vede una questione stretta di regole da
seguire e chi come voi, la vede come una cosa inutile.
E forse è
vero che è un po' inutile, forse è vero che
nessuno ci ascolta quando preghiamo, ma farlo ad alta voce o in
silenzio è sempre d'aiuto. Parlare con una persona che
teoricamente ti ascolta, ti fa stare meglio. A volte i problemi sono
talmente insopportabili che non hai nemmeno la forza di parlarne con
qualcuno di effettivamente vero. E chi meglio di Dio, Finn?
Perché non
ci provi anche tu?
Non ti ho ancora
chiesto come stai, e forse è solo perché alla
fine non riceverò risposta finché anche tu non
starai seduto al nostro tavolo domenicale tra amici. Abbiamo deciso che
la domenica, avendo un giorno libero, più o meno tutti, ci
vediamo: a Lima, che è più facile per tutti -
compresi Artie e Puck - . E per un secondo sembra tutto come prima,
escludendo che manchi tu.
Sono riuscita a
convincere i ragazzi che prima di mangiare, dobbiamo fare una preghiera
da mandarti. C'era chi era titubante, come Kurt - il quale è
rimasto ancora legato al suo essere ateo - , ma alla fine ce l'ho
fatta. Non si sa come, ma anche Puck, ha voluto provare a pregare. L'ha
finita raccontando una barezelletta, ma ciò che disse
è stato veramente carino. Gli manchi tanto. Dice sempre che
saresti stato meglio con lui a Lima a lavorare nell'officina di Burt.
Sappiamo tutti che Puck non è un tipo sentimentale, ma
questa cosa ha realmente colpito tutti.
Quando torni?
Ci manchi tantissimo.
Ci manca soprattutto la tua espressione da pesce lesso. Scherzo,
ovviamente. O forse no. :) Però manchi davvero a tutti,
compresa Santana.
Continuo a pregare per
te, che te lo meriti, tutti i giorni.
Ti
voglio bene, Finn.
Mercedes.
damnhudson's
corner.
Inizio subito col dire che la lettera non è corretta e
dunque ci potranno essere degli errori, ma purtroppo mi rendo conto di
essere in ritardo, e che la mia fantasia sta continuando a lavorare e
quindi mi devo spiacciare a scrivere Letters to Finn ed arrivare alla
conclusione. Sarà comunque molto triste, visto che ci tengo
molto a questa ff. Mi sto fasciando la testa prima del tempo, TROLOL.
Lo faccio sempre, stupida me.
Allora, questa lettera è la decima, se non sbaglio ed
è scritta da Mercedes. Io onestamente non sono molto
attaccata al suo personaggio, anche se mi ci rivedo un po' per quanto
mi riguarda - CONTRADDIZIONE MODE: ON. - Il mio unico problema era
cercare qualcosa da farle dire a Finn. Sappiamo bene che i due non
hanno mai avuto grandi rapporti, anzi, dubito che si siano mai rivolti
la parola. Ma comunque ho puntato sulla fede, cosa di cui Mercedes va
molto fiera. :)
Questa lettera mi piace più di quella di Kurt, onestamente...
Ditemi voi, se è piaciuta o meno.
Mi scuso inoltre per il ritardo con cui posto... Sono stata in vacanza
per un settimana, e poi ho combattuto contro la mancata ispirazione per
questa ff, proprio.
Nella prossima lettera c'è Santana ( my finntana feelings. )
e poi Brittany. :)
Spero che continuiate a seguirmi, fino alla fine. ♥
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Capitolo 11 *** Capitolo undici: Santana Lopez. ***
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Intervistatore: " Se la Santana della terza
stagione potesse dire qualcosa alla Santana della prima, cosa le
direbbe? " Naya
Rivera: "
Stai lontana da Finn Hudson. " *ride.*
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Letters to Finn;
27 Maggio 2013.
Sei un idiota, Finn
Hudson,
vale come inizio,
vero? Anche se così non fosse non m'importa, ormai ho
giò iniziato e gli altri fogli sono così lontani
dalla mia vista e dalla mia manina. Cioè, avevo pensato di
scrivertela al computer, perchè muovere la penna mi fa
fatica, ma poi ho pensato a quanto in effetti la fatica mi facesse
comodo, grazie a lei avrei avuto i muscoli alle mani, che servono
sempre, se hai capito cosa intendo. Bene, ora che ho chiarito
il mistero del perché questa lettera sarà
pressoché incomprensibile mi adeguo a quello che dovevo
scrivere, e non me lo ricordo per niente, perché
effettivamente io non ho molto da dirti Finn.
Probabilmente se
potessi riniziare la nostra amicizia da capo io sceglierei di non avere
niente a che fare con te, perché Finn mi hai fatto stare
male, come nessuno mai. Mi hai usata e poi0 mi hai gettata via. Hai
sputtanato la mia dubbia - perché nemmeno io ancora lo
sapevo Finn - sessualità e hai fatto sì che fosse
merce di tutti e poi mi hai cantato una canzone. Un giorno hai detto
che io per te non ero niente, e poi sei tornato dicendomi: "Sei
importante per me, Santana." Che razza di puttatanate spari, amico?
Voglio dire, se per te una persona è importante,
perché la tratti come se fosse la peggiore specie della
merda? E scusami se uso questo linguaggio poco aulico. Sempre che tu
sappia cosa voglia dire questa parola, perché al momento ho
dubbi su tutto per quanto ti riguarda.
Ho iniziato questa
lettera con la consapevolezza che non ne sarebbe uscito davvero nulla
di buono per quanto ti riguarda, Finn. Ma ho deciso di scrivertela lo
stesso, nonostante i vari e frequenti ripensamenti. Non mi piace essere
trattata come spazzatura, Finn. Non da chi non sa nemmeno cosa voglia
dire il detto " piangere sul latte versato. " Non lo accetto, davvero.
Okay, forse sono una
stronza patentata a cui piace vedere le persone che offendo stare male,
ma odio - come tutti, penso - essere offesa a mia volta. Non
è una lezione che mi hai impartito Finn. Mi hai fatto solo
stare male nel momento più critico della mia adolescenza,
nel momento in cui tutto quello che mi serviva era essere capita
anziché sfottuta da un telegiornale che diceva che: "Essere
cheerleader porta ad essere lesbiche! " Sai Finn ci ho messo una vita
intera per sentirmi orgogliosa di quello che sarei diventata dopo. Oh,
sai così poche cose sul mio conto!
Ero una bambina
grassa, brutta e un po' pelosa. Avevo praticamente le ciglia unite.
Sai, Finn, mi prendevano in giro moltissimo, ogni giorno della mia
vita. Non mi sono mai apprezzata a fondo, non mi sono mai voluta bene
come le mie compagne di classe facevano. Sono stata abituata fin da
subito ad essere una stronza, come oggi voi mi chamate, per difendermi
Finn. Difendermi dalle persone come te, che a vent'anni non hanno
ancora capito che devono stare al proprio posto.
Quando sono entrata
nel ciclo scolastico successivo, amico, non ho mai baciato un ragazzo,
perché ancora era brutta e cicciona. E forse tu, leggendo
questa lettera dirai 'la conosco già questa storia'
sì, amico mio, è la stessa storia di Quinn,
perché credi che passiamo tanto tempo assieme?
Perché ci capiamo, perché abbiamo passato le
stesse cose alla stessa età. Allora dopo esseremi fatta un
pianto estenuante che ancora ricordo ho chiesto a qualcuno di aiutarmi,
perché così non andava più bene. Sai
cosa hanno scoperto, Finn? Che avevo un disturbo alimentare dovuto
all'assidua assenza di mio padre, sempre troppo impegnato col suo
lavoro. Un medico. Bella merda, Finn. A cosa serviva avere
un'assicurazione medica se poi non avevo un padre con cui andare in
bicicletta o costruire una casetta sull'albero? A niente. E forse lo
sai anche tu Finn. Solo che mio padre non era morto, e forse questo
è stato anche peggio per me. Ho iniziato a mangiare meno di
quanto potessi e poi alla fine sono arrivata ad una forma accettabile e
dopo aver tolto quel pelo in più, le persone hanno iniziato
a vedermi accettabile, e finalmente dopo tanto tempo ho ripreso a
guardarmi allo specchio e quello che ho visto, per la prima volta, mi
è piaciuto.
Al liceo, dove noi ci
siamo conosciuti, ho fatto sesso con una matricola del football (la mia
prima volta), un ragazzo carino, solo per salire sulla scala sociale.
Mi sono prefissa degli obiettivi e alla fine sono entrata nelle
cheerleader. Finalmente ho incontrato Quinn, la perfezione fatta a
ragazza. E' stata una delle prime persone ad aiutarmi, sai? Mi ha fatto
sentire accettata e ho imparato a voler bene alle persone per quello
che esattamente erano e per quello che mi davano. Ho
incontrato Brittany e tutto è andato meglio, davvero.
E poi sono entrata nel
Glee Club. Ed ero gelosa, lo sai? Di te e Rachel Berry. Della vostra
innaturale bolla rosa fatta d'amore. E non ce l'ho fatta Finn. Ho
dovuto rovinarvi tutto. Mi sono convinta sempre di più, ogni
minuto, che lo stavo facendo anche per te, e poi lo sai cosa
è successo.
Quando mi hai mandato
via al matrimonio di tua madre, mi sono sentita rifiutata, per
l'ennesima volta. E l'ho odiato, perché nessuno mi
rifiutava, nessuno poteva rifiutare Santana Lopez. Tu, un fottuto
albero, mi ha rifiutato, preferendo un'altra persona a me, una persona
che non era nemmno la metà di quello che ero o che sono io.
Mi hai fatto stare male, Finn. Per davvero, ferita nel mio orgoglio che
avevo faticato a tirare su. L'hai mandato a puttane, hai mandato me a
puttane.
Avrei semplicemente
dovuto starti lontano, perché hai rovinato la mia vita sin
dall'inizio. Non hai mai creduto in me, e l'unica cosa di cui avevo
bisogno Finn era che qualcuno importante come te - nel Glee, non
pensare ad altro perché non sei importante per altro! -
credesse in me. Ma mai nessuno l'ha fatto, nè tu,
nè gli altri, nè Shuester che si
è sempre professato il nostro professore. Avrei solo voluto
esserti amica, che tu mi apprezzassi come hai fatto con gli altri, e
secondo me, essere cattiva con te, ti avrebbe portato a volermi bene,
ma così non è stato, vero Finn? Mi odi?
Ho finito, Finn.
Davvero, qui c'è tutto quello che da sempre avrei voluto
dirti, ma che non ho mai avuto il coraggio di dirti. Spero che tu stia
bene, spero di vederti varcare la soglia di casa un giorno o questi.
Non mi manchi, non ti voglio bene, spero solo che tu stia bene.
Santana Lopez.
_______________________________________________________________________________________________
damnhudson.
TADAAAAN.
- Prima di tutto
vorrei farvi notare il banner che amorevolmente ho fatto non appena ho
imparato a fare qualcosa con photoshop. Sono stata brava, vero? Grazie,
grazie(?). La frase della canzone è una di "Wake me up when
september ends" e come spero che voi sappiate è dei Green
Day. Mi e' sembrata davvero apropriata come frase. :)
- Secondo di tutto:
oh, i miei adorati Finntana. È stato un colpo al cuore
scrivere questa specie di rottura(?) tra di loro. Ma se proprio devo
essere IC è questo quello che mi è uscito, quello
che, secondo me, Santana avrebbe detto al ragazzo. Non è suo
amico, non è una persona stretta. Per lei Finn è
un conoscente col quale condivide dei ricordi brutti o belli che siano.
- Terzo: ho visto che
Mercedes non vi è piaciuta particolarmente. Eh, pazienza,
non è un personaggio che si apprezza molto, oppure le mie
lettere vi hanno stancato e se fosse così lo capirei.
- Quarto: prometto di
dedicarmi al più presto alla risposta delle recensioni, non
sono una brutta maleducata, solo non ho molto tempo. Vedrò
di fare al più presto tutto.
- Quinto: nella
prossima lettera, come potete vedere dalla descrizione della ff,
c'è: Brittany e poi Puckerman. Cosa sarà scrivere
quella lettera, ai il mio cuore.
Un abbraccio
fortissimo a chiunque ancora mi legge/recensisce/mette nelle
seguite/preferite.
Siete le migliori! ♥
|
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Capitolo 12 *** Capitolo dodici: Brittany. ***
Letters to Finn;
28 Maggio 2013.
Caro Finn,
Finalmente sono
riuscita a
capire come aprire un documento word e sono riuscita a capire, dopo che
me lo
hanno spiegato tre volte come mettere in stampa una un documento.
Scusa, so che
l’avresti preferita scritta a mano, ma ho proprio paura che
poi tu non
capiresti affatto la mia scrittura, per questo mi sono messa a
scriverla su un
computer. Per quanto riguarda l’invio, puoi stare tranquillo.
Mamma ha assicurato
che probabilmente sei una vita senza controllare la tua casella postale
elettronica, quindi la mandiamo come hanno fatto tutti tramite la
posta,
sperando ovviamente che qualche piccione non si arrabbi col postino e
inizi a
beccarlo mentre ti consegna la lettera… Oppure potrebbe
farla a pezzi! Nel caso
mi conviene fare una fotocopia.
Quest’anno
mi diplomo,
sono esaltata, Finn. Finalmente posso essere come tutti voi, apprezzata
anche
dai miei genitori oltre che dai miei amici. Lo so che erano arrabbiati
con me
perché non mi sono diplomata con voi. Forse erano anche un
po’ delusi, anche se
non me l’hanno detto. L’ho visto dalla loro faccia.
In genere anche i miei non
sono persone sveglie e quando sono delusi abbassano lo sguardo, mentre
parlano
se lo sono. Lo fanno sempre. E mi dispiace tanto ma non era il mio
anno. Non
potevo farcela assolutamente. Così, quest’anno, mi
sono messa d’impegno e ho
studiato tanto. Mi hanno promesso che se ce la faccio,
quest’anno, mi lasceranno
andare a trovare Santana, anche se spero che torni a Lima. Mi manca
tanto. Lei
ti ha già scritto?
Sai, non penso che
m’iscriverò
al college. L’altro giorno ero in giro con gli altri e
l’abbiamo finita in un
club notturno non mi ricordo nemmeno come si chiamasse ma sta di fatto
che
abbiamo cercato di far ballare Artie, cioè, Sam ha preso in
braccio Artie che
stava sempre sulla sedia e in quel momento ho realizzato che mi
piacerebbe
vedere la gente che balla. Ho pensato che sarei un’ottima
insegnante, perché ho
tanta pazienza con le persone che non apprendono al volo come me. Mio
padre
dice che è d’accordo e mia madre avrebbe voluto un
chirurgo plastico, ma si
accontenteranno, mi hanno anche detto che li ho resi orgogliosi. Allora
io sono
felice così. Facendo quello che mi piace con persone che
posso rendere felici.
Penso che a te, solo perché sei tu, regalerò un
corso gratis… E ti infilerò
dentro una teca di plastica dura mentre balli, così non
potrai rompere nessun’altro
naso. Lo so che non si dice, ma quello è stato sicuramente
il mio momento
preferito di Rachel Berry e Finn Hudson.
L’altro
giorno, ho trovato
mamma che guardava la tv. È impressionante come passino
sempre dei servizi su
di voi… E comunque, dice di averti visto! Mi ha detto:
‘Ho visto quel tuo compagnetto di
scuola un po’ goffo, carino e bianco
come il latte alla tv’ Ora, se ignori le parti
imbarazzanti come
compagnetto di scuola, ottieni il fatto che so che stai bene
perché la mamma ti
ha visto e non c’è niente che potesse rendermi
più felice, a parte che Lord
Tubby ha avuto dei gattini piccoli piccoli. Sono bianchi quasi quanto
te, anzi,
no! Tu sei più bianco di loro. No, scherzo. Spero che tu
stia davvero bene,
perché se questo era quello che realmente volevi fare da
grande, devi essere
contento per avercela fatta. Non tutti riescono a fare quello che
vogliono, non
tutti hanno il privilegio di scegliere la propria carriera. Santana
voleva fare
la cantante e adesso sarà per sempre una cheerleader.
Capisci cosa intendo?
Se tu volessi, Finnie,
potresti andartene da lì, magari fingendo che stai male come
a scuola e
cercarti un’università all’altezza delle
tue aspettative? No, dicevo così…
Magari qualcuna ancora la si trova, evitando di morire in questo
periodo e sei
ancora in tempo. Sto solo cercando di aiutarti, non te la prendere.
Sì, ho
visto che quando qualcuno prova a farlo vai su tutte le furie.
E’ solo che ci
sono persone che non accettano la tua lontananza, e io… mi
adeguo a loro. Lo
so, il nostro rapporto non è mai stato dei migliori. Tu mi
hai dato della
stupida, io non ti ho mai trattato meglio o forse non ti ho mai
calcolato più
di tanto, ma sta di fatto che anche io ci tengo a te e una volta mi
è arrivato
un biglietto di Rachel che diceva: Cara,
Britt, solo perché Finn ha detto che si sente a suo agio col
suo corpo non
significa che le continue prese in giro di Santana non lo feriscano.
Non ti fa male,
quando ti dicono che sei stupida?
Mi sono resa conto
allora
che dovevo fare qualcosa per te e che mi facevi più
tenerezza di quanto
pensassi. Ho chiesto a Santana se poteva smetterla almeno un
po’ di prenderti
in giro e poi ognuno ha avuto i propri problemi e lei ha smesso quasi
del
tutto. Sono contenta di averti aiutato almeno un po’, Rachel
ci tiene a te,
anche se è un po’ egoista nei tuoi confronti e tu
sembri non accorgertene.
Ora devo andare, mamma
mi
chiama. Ho le ripetizioni di matematica finali. Mi ha fatto piacere
scriverti
almeno un po’. Era da tanto che qualcuno non mi ascoltava
come immagino farai
tu.
Mi manchi tanto,
Finnie.
Torna presto.
Britts.
Allora. Sono
‘tornata’ con
l’intenzione di finire questa raccolta di lettere dedicate a
Finn e con l’intento
di prendermi poi una pausa dallo scrivere su Glee qualcosa di lungo
come una
FF. Mi darò semplicemente alle shot, che non mi obbligano a
pensare troppo. Ask
i miei neuroni.
Comunque lo so, non
aggiorno da una vita, ma avevo ‘avvisato’ dunque
boh. Per essere qualcosa che
ho scritto da appena sveglia mi piace e non conoscendo bene il
personaggio di Brittany
in quanto non mi attira molto è quello che ne è
uscito. Ho cercato, come al
solito, di fare le persone IC, spero solo di esserci riuscita.
Spero possa piacere e
che
non ce l’abbiate con me per il così tanto tempo
che ho impiegato ad aggiornare.
Mi ci voleva tempo per scrivere qualcosa anche solo lontanamente
decente. E poi
boh, ho le mie robe per la testa per quanto riguarda Glee al momento,
quindi…
Niente, fatemi sapere.
Ricordo che questo
supplizio sta per terminare, mi mancano solo tre lettere di cui una
sarà
cortissima perché è proprio un epilogo e come
spin-off probabilmente farò
scrivere a Finn una letterina. Comunque niente, nella prossima
c’è Puckerman,
inutile dire che sono molto preoccupata per come andrà la
lettera.
Se siete arrivati fin
qui
a leggere ciò che ho blaterato, grazie. Vuol dire che mi
volete bene e che
volete bene e questa FF.(?)
Vi voglio bene anche
io.
Tanto
amore, compreso quello che non sono capace a
dare, Marti aka
damnhudson.
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Capitolo 13 *** Capitolo tredici: Puck. ***
Letters to Finn;
29 Maggio 2013.
Ciao Finn,
Ho ricevuto la
cartolina
che mi hai mandato. Mi è piaciuta molto, soprattutto sono
stato sorpreso,
quando mamma me l’ha portata in camera. Solo non la capisco.
Come mai non mi
hai scritto durante un anno e poi mi hai mandato una cartolina? Lo so
cosa
dirai, perché ti conosco. Dirai: ‘Amico,
non sono tipo che scrive le lettere.’ E forse
è anche vero, ma c’era una
nota sbagliata in quella cartolina, in quel testo, ci metterei
– se potessi –
la mano sul fuoco, Hudson. Perché appunto, ti conosco come
le mie tasche.
Sembra ieri, quando
abbiamo iniziato ad essere amici. Non ho mai capito cosa ti spingesse a
seguirmi, cosa ci vedessi in me. Sono sempre stato al di sotto dei tuoi
standard. Ero la stessa persona che ero fino all’anno scorso:
uno scapestrato,
un criminale. Rubavo i coltellini in sughero e li rivendevo per
comprarmi le
caramelle e questo non è migliorato col tempo. Ho rubato in
tutti i negozi in
cui sono stato. Eppure tu non mi hai abbandonato, non mi hai lasciato
solo
nemmeno una volta. Non capisco. Mi sei stato vicino anche quando per
due volte
ti ho fottuto la ragazza, ti sei allontanato un po’, hai
provato un po’ di
rabbia e poi mi hai lasciato perdere. Sarebbe stato meglio essere preso
a calci
in pancia, piuttosto che vederti così deluso da me. Oltre
mia madre, sei –
tutt’ora – l’ultima persona che voglio
deludere, chissà come sta procedendo il
mio lavoro! È strano, oggi, pensare a tutte quelle cose che
abbiamo fatto
assieme senza mai preoccuparci delle conseguenze, nonostante fossimo
adulti e
punibili dalla legge, è incredibile tanto quanto pensare a
come non siamo mai
stati capaci di allentarci, nemmeno col passare del tempo o io non
sarei seduto
qui, con un dizionario affianco, a scriverti una lettera. Fa strano
pensarti
così lontano da casa, noi che di aspettative ne avevamo ben
poche e volevamo
prendere l’officina di Burt e mandarla avanti. Tu ti sei
mosso, Finn, hai
mandato avanti la tua vita, per quanto sia scontato dirlo, mentre io
invece
sono ancora qui buttato a Lima a lavare piscine. Ho provato ad andare
in
California come ti avevo raccontato e proposto ma mi sono reso conto
che da
solo non posso poi fare niente. Mi sono sempre convinto di essere
abbastanza e
a volte troppo per tutti e invece non basto nemmeno a me stesso. Non
sono riuscito
a portare avanti quelli che io definivo i miei sogni e sono tornato a
casa,
dove le vecchie mammine mi hanno ripreso a lavorare. Lavo qualche
piscina e me
la cavo, riesco anche ad andare al bowling di tanto in tanto e.. sono
stato a
trovare Quinn, spacciandola per una vacanza. Non penso che ci abbia
creduto
però. Non sono il genere di persona che ha abbastanza soldi
per farsi una
vacanza. E’ stato bello rivederla. Era così
leggera. Non era più la Quinn
Fabray di un tempo, quella che era sempre sotterrata dai problemi,
no… Ora il
suo unico problema è la matematica che si è fatta
troppo difficile. Mi ha detto
che ce la farà, che si laureerà e che poi
verrà a prendermi a Lima e andremo in
California assieme, così non avrò paura. Paura.
Si tratta di questo, Finn. E
lei è l’unica che l’ha capito. Paura
delle conseguenze. Diventando grande
impari che certe cose puoi farle e altre no. Da grande non puoi
fallire, Finn.
Da grande non puoi avere il lusso di avere piani B per la tua vita. Il
piano è uno solo e se fallisce sei
fottuto. Io
non ho altri piani di riserva, è stata una delusione
scoprire di essere
impaurito dal diventare grande, mi è dispiaciuto molto, ma
soprattutto mi ha
fatto incazzare. Quando mi hai detto di no per andare assieme in
California, Finn…
Mi hai detto che avevi dei piani, mi avevi detto che avresti seguito la
Berry a
New York. Finn, avrei preferito che facessi il cagnolino da compagnia
piuttosto
che andartene lì. Mi hai mentito, quando dicevi questo,
quindi? Conoscendoti
quello era solamente il tuo piano B. Si parla sempre di piani B. Quel
piano
poteva essere benissimo un piano A, Finn. Sarebbe stato meno
pericoloso, meno
dignitoso, sì, ma non avresti rischiato costantemente la
vita.
Lo capisci che siamo
tutti
preoccupati per te? Lo capisci che ho ripreso ad andare in chiesa con
mia nonna
per cercare di tenerti al sicuro? Io non lo so se
c’è qualcuno, comunque si
chiami, ma spero che mi stia ascoltando, perché devi stare
vivo. Ci sono
miliardi di cose che devo fare con te, che ancora non abbiamo avuto il
tempo di
fare. Ci sono cose che voglio dirti, motivi per cui
ringraziarti… Abbiamo una
vita per continuare ad essere amici e mi darebbe fastidio mandare tutto
a
puttane perché hai scelto di fare l’eroe al posto
di tuo padre. Perché l’hai fatto
per questo, lo so, Finn. Ti conosco.
Non hai preso per niente bene la notizia di tuo padre e fin
lì ci sta, ma
addirittura provare a migliorare la sua posizione? Sei un altro Hudson,
Finn.
Non sei lui. Se ha fatto qualcosa di male resterà per
sempre. Non migliorerai
mai la sua posizione. Amico… Lo dico per te, non per farti
stare male. Nemmeno
se ucciderai più di tutti, nemmeno se non prenderai mai i
congedi, nemmeno se…
ti dimostrerai obbediente, come nessun’altro. No, Finn. Non
cambierà mai
niente, ma se pensi che questo spingerà i tuoi commilitoni a
salvarti la vita,
ti sbagli. Non lo vedi che siete solo persone unite da un fucile? Non
siete
amici. Non vi conoscete. Quanti dei loro nomi conosci? Io darei la vita
per te,
Finn. Io la darei perché ti conosco una vita. Io
perché so qual è il tuo colore
preferito, cosa ti piace mangiare, cosa ti sei rotto quando sei caduto
a nove
anni dallo scivolo, perché so qual è il tuo film
preferito… Io, Finn. Io.
Soltanto io posso dare la mia vita per la tua. Perché sei il
mio migliore
amico. Nessuno rischierebbe la morte per una persona che non conosce.
Con
queste parole guardati intorno, Finn. Ripetimi che quello è
il posto in cui
vuoi stare e pensaci bene a quanto ti faccia stare bene stare in quel
posto.
Tuo padre può anche essere orgoglioso di te, in un altro
mondo, ma tu, io, tua
madre, la tua ragazza… noi siamo orgogliosi di te? Siamo
orgogliosi di una
persona che ha rinunciato ai suoi sogni per un no ad una borsa di
studio, per
fare contento il padre? Io no. Non dovevi rinunciare ai tuoi sogni,
amico.
Ora devo andare a
pulire
una piscina… Devo scappare. Ciao, stai bene, sempre. E pensa
a chi ti aspetta a
casa per una vita da vivere.
Puckerman.
*martichu.*
Ho appena trovato e
scritto la mia lettera preferita. Forse perché come
freinship li scippo da
morire o forse perché Puckerman è uno dei miei
personaggi preferiti, ma sta di
fatto che ho adorato questa lettera dall’inizio alla fine.
Ogni cosa che è
scritta la sento, mentre Puck la pronuncia. Lo sento mentre gli dice
che il suo
migliore amico e che gli fa capire senza dirlo che gli manda molto.
Finalmente
gli ha detto quanto ci tiene a lui.
Nel mio universo
parallelo, i Fuck(Finn+Puck) si conoscono da una vita, sin da quando
sono
piccoli. Ho sempre avuto questa ossessione da quando ho scritto una
raccolta
Fuck. Comunque spero che possa piacere anche a voi…
sì.
Grazie mille per
essere
qui a tutti. Chi legge in silenzio, chi invece recensisce…
Grazie. You’re the
best part of me.
Damnhudson aka Marti.
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Capitolo 14 *** Capitolo quattordici: Shuester. ***
Letters to Finn.
30 Maggio 2013.
Caro Finn,
Ho mollato.
Ho mollato
perché tutto
sembra aver perso il suo senso senza di voi, che siete la ragione per
la quale
ho preso le redini del Glee Club. Il mio dovere era salvare voi dalla
noia
dell’essere ragazzini e l’ho fatto. Inutile dire
quanto mi senta un… cretino.
Non ho portato a termine il mio dovere, l’ho fatto a
metà. Ho altri ragazzi
come Artie, Blaine, Tina, Sam da portare avanti… Ma non ce
la faccio, Finn.
Arrivo, do il compito e me ne vado. Mi sento un cretino, come ti ho
detto, un fallito.
Emma è incinta, finalmente siamo riusciti nel nostro
intento. Ma se ho mollato
con gli altri ragazzi, mi chiedo che genere di padre sarò
io. E se mi stancassi
di quella bambina/o? Non so come reagire a tutto questo, Finn.
A volte mi manca
parlare
con te, ho scritto praticamente venti lettere da quando sei andato via.
Mi
sento solo. Non ho nessuno con cui parlare. Un periodo avevo un bel
rapporto
con la Beiste, ma poi è successo che ha iniziato
improvvisamente a sentirsi
donna e a voler passare più tempo con Emma, ma questo mi va
bene, perché Emma
era una persona sola oltre me, quindi ora ha un’amica. Sono
contento per lei,
sì, sinceramente. Solo che mi sono trovato solo. Ti ricordi?
Non parlavamo
davvero tanto. Tu eri solito confidarti con me e io lo facevo con te.
No, non
ho mai avuto amici della mia età, lo sanno tutti. Mi manca
parlare con te.
Sento la tua presenza come fossi un fantasma, ho seriamente bisogno di
parlare
con te… o con uno psicologo, visto che la cosa non
è tanto normale… Ma tralasciamo
questo punto.
Mi metto sempre
d’impegno
la mattina, mi dico: Ok, William, oggi
torni ad essere un bravo professore di spagnolo e riprendi le redini
del Glee
Club. Hanno bisogno di te. E poi smetto quando arrivo in
classe. Cerco il
viso sempre allegro di Rachel, certo la tua faccina annoiata, il
sarcasmo
spinoso di Santana, il silenzio di Mike, le lamentele di Mercedes,
l’eccentricità dei vestiti di Kurt, il biondo
naturale di Quinn, la cresta
spettina di Puckerman, ma non ci siete. Non ci siete più.
Siete cresciuti. È
stata la cosa più triste del mondo, vedervi crescere tra le
mie mani, vedere
voi che prendevate in mano la vostra vita senza l’aiuto di
nessuno. Molti mi
chiedono perché sia un po’ morto da, quando siete
andati via, sono morto perché
mi sento solo. Voi continuate a crescere senza di me.
Quando ti assegnano
una
classe nuova, Finn, ti abitui a l’idea di dover fare di tutto
per poterli
aiutare, inizi a crescere con la classe nella quale insegni, inizi a
sentirti
parte integrante della compagnia, allora, un giorno questi si diplomano
e tu
devi iniziare da capo con la consapevolezza che il vostro cammino
è stato
separato e col pallino che dovete crescere in maniera separate. Non mi
è mai
piaciuto plasmare gli alunni a mia immagine e somiglianza, no, solo che
con voi
sono stato proprio bravo. Mi sono meravigliato di come io, William
Shuester,
fossi riuscito a fare tanto per voi. Non ho mai capito come ho fatto.
Non ho
mai capito cosa voi ci trovaste in me. Ero uno scarto della
società come voi,
un uomo annoiato da un matrimonio opprimente. Forse è per
questo che siamo
andati tutti d’accordo nella maggior parte dei casi. Eravamo
nello stesso
gradino nella scala sociale nonostante io fossi un vostro insegnante.
Non mi
avete mai fatto sentire come tale, io mi sentivo uno di voi e oggi non
potrei
essere più orgoglioso di tutti voi che state vivendo i
vostri sogni,
aspettative. Ci siamo salvati a vicenda. Ci siamo dati una ragione per
vivere.
Solo che la mia eravate voi, il mio gruppo solidissimo che superava
tutti gli
ostacoli assieme, un branco di ragazzini per lo più
scapestrati e senza sogni.
“Questi ragazzi mi hanno cambiato la
vita!” dissi una volta a Emma. Nessuna parola
poteva essere più vera. Hai
capito come posso sentirmi io, ora, senza di voi, Finn? Mi sento vuoto.
Non
siete più tutto il gruppo. Vorrei che partecipaste ad una
lezione, un giorno di
questi, quando magari anche tu sarai riposato a casa. In memoria dei
vecchi
tempi, in memoria di quello che abbiamo passato, di quello che abbiamo
vinto.
Ti va? È l’unica maniera in cui posso chiedertelo,
visto che sei così lontano
da noi. Agli altri manderò una mail, tu non le ricevi
lì. Come te la passi lì?
Hai voglia di parlare con qualcuno che non sia un tuo commilitone?
Quando
magari hai un po’ di tempo, anziché chiamare
Rachel chiamami, io ci sono sempre
e aspetto con ansia di sentirti. Davvero. È da quando sei
partito che aspetto
di ricevere una tua chiamata. Lo so che l’amore è
l’amore e che preferisci
parlare con Rachel, ma… io ci tengo. Lo sai, sono un tipo
sentimentale. Ti
assicuro che non piangerò nel caso dovessi farlo…
Spero. Non riesco ancora a
controllare le mie emozioni a quaranta anni, quasi. Ah, Finn, quante
cose
imparerai col tempo. Imparerai che non dovevi buttare questi anni
cercando di fare
piacere a tuo padre… Lui era già orgoglioso di te
e di tua madre. Sei cresciuto
bene e non hai imboccato la sua strada a lui andava bene
così, lo so perché
anche io sono orgoglioso di te tanto quanto lui, o forse di me.
Imparerai a
mettere prima gli altri e poi te stesso, ma forse questo tu lo sai
già fare,
visto la tua prospettiva per il futuro. E poi, Finn…
Imparerai ad amarti ed
apprezzarti per quello che il tempo ti ha fatto diventare. Sarai un
fantastico
padrino per mia figlia… Lo so.
Torna presto.
Ti voglio bene come se
fossi mio figlio,
Will.
*martiMe.*
Sono una di quelle persone che tende a portare a termine quello che
inizia nonostante tutto nonostante il tempo. Oggi ho scritto ben due
lettere da ben due diverse persone. Questa e quella conslusiva della
Beiste. Non so se scriverò anche l'epilogo che prevedeva una
lettere conclusiva di Finn, non so se ho la testa al momento. Ho un
esame di riparazione di matematica e quello al momento è il
mio unico pensiero. Non è vero, ma mi convinco che sia
così. LOL.
Comunque niente, è Will Shuester e nonostante le recensioni
siano calate vertiginosamente, come ho detto porto a termine questa
raccolta, anche se smette di piacere perché ha annoiato. By
the way, niente io me lo aspettavo così, quindi niente...
sono fissata con i niente. Alla prossima lettera con la Beiste.
Arriverà presto, come ho detto è scritta
già.
Marti.
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Capitolo 15 *** Capitolo quindici: Beiste. ***
Letters to Finn.
31 Maggio 2013.
Ciao
testone,
Come
stai? Mi auguro che le tue ossa siano ancora tutte intere, potrebbero
servirti.
Quando
William mi parlava di te e pensava che non lo stessi ascoltando in
realtà lo
stavo facendo. Mi ha detto moltissime cose. Sai, tipo che eri uno
all’altezza
dei tuoi sogni, che avresti sempre voluto giocare a football,
perché secondo te
era il tuo destino e cazzate simili. Sono rimasta…
interdetta, quando mi ha
detto che soprattutto che sei rimasto male perché Cooter non
ti ha scelto. Quel
coglione. Non ha mai capito un cazzo di
football, non ho ancora capito chi gli avesse conferito la
licenza di
scegliere chi aveva un futuro e chi no. Ora, non è che quel
ragazzo di colore
non avesse talento, ma non so se lo sai, ma a te aveva scartato a
prescindere.
Non so come mai. Io ti ho sempre affidato ad occhi chiusi la mia
squadra,
ovviamente, dopo aver provato a darla ad Evans che non ha fatto male,
ma non
aveva quella cosa chiamata passione
per lo sport che faceva. Tu eri talentuoso e passionale per quello
sport, si
capiva che avresti voluto una vita che ruotasse intorno a lui. E
io… Ho deciso
di darti una seconda chance. Finn, riesci a scendere per tre giorni al
massimo?
Ho trovato una scuola che avrebbe l’onore di averti con
sé, concedendoti una
borsa di studio. Ce la faremo assieme!
Scusa
per non aver creduto in te sin dall’inizio, avrei dovuto.
Nella
speranza che tu sia ancora intero, Hudson, ti saluto.
Tua
coach,
S.
Beiste.
*martime.*
BOOOOM.
Finita.
Finalmente ho finito Letters.♥
Allora, ero del parere
che avrei
scritto anche l’ultima lettera mandata da Finn, ma poi mi
sono resa conto di
non avere né l’ispirazione, né la
testa, né il tempo necessario. Non che non mi
vada, ma al momento dovrei studiare per l’esame di domani
shh. By the way…
Ecco, sì, ce l’ho fatta… E’
finita davvero.
Io voglio un sacco di
bene a questa
raccolta… Gli voglio bene perché, oltre ad averla
scritta io, è sempre quello
che ho voluto per il mio Finn. Amore. Era tutto quello di cui aveva
bisogno… Di
cui HA
bisogno. Ha bisogno di qualcuno che creda in lui, sempre e
comunque… E
questo non ce l’ha sempre avuto. E’ Finn Hudson,
temo che parecchie persone del
fandom non abbiano capito a pieno questo personaggio, ma lascio ad
ognuno i
propri pensieri(:
Ah… Non mi
ero preparata un discorso
per questo momento, LOL. Voglio solo dire grazie a chi
c’è sempre stato… A chi
non si è perso nemmeno un capitolo. A chi mi ha dato la
forza di continuare
sempre e comunque, nonostante le recensioni calanti… Chi mi
ha aiutato a far
girare questa FF, pubblicando pezzi di essa su facebook… Chi
l’ha messai tra i
preferiti, seguiti, chi l’ha recensita e chi invece
l’ha solo letta in maniera
silenziosa. Grazie. Grazie a tutti. Questa ff non sarebbe stata nulla
senza di
voi, in primis.
Spero di trovarvi
qualora mi torni
la voglia di scrivere su questo fandom. Siete tutti
speciali… Dalla prima all’ultima
persona.
Marti.♥
|
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