Una scommessa che cambia la vita

di saramichy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Scommessa ***
Capitolo 3: *** Ricatto ***
Capitolo 4: *** Amicizia ***
Capitolo 5: *** Risveglio movimentato ***
Capitolo 6: *** Festa a casa Cullen ***
Capitolo 7: *** Preparativi ***
Capitolo 8: *** Una cena movimentata ***
Capitolo 9: *** I signori Cullen ***
Capitolo 10: *** Serata in discoteca ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Ho avuto questa piccola idea ed ho dovuto scriverla assolutamente, lo so ho molte altre fan fiction in corso ma spero di poterne finire qualcuna nel prossimo mese e concentrarmi anche su questa. Spero che l’idea vi piaccia e che gradirete dirmi che cosa ne pensate. Buona lettura!



una scommessa che cambia la vita



PROLOGO



Quando mi avete avvertito che dovevo scrivere una lettera di presentazione per la mia domanda della borsa di studio ho pensato che fosse meglio descrivere la mia vita in modo che voi possiate valutare le mie potenzialità. Mi chiamo Isabella Marie Swan ed ho sedici anni, vivo sola con mio fratello maggiore Jasper, siamo rimasti orfani cinque mesi fa e il dolore per la scomparsa di papà non si è ancora attenuato. Mio fratello gestisce un’officina meccanica assieme al suo migliore amico, nonché mio fidanzato, Jacob Black. E’ un ottimo fratello, ha deciso lui che io avrei dovuto provare ad entrare nel vostro istituto dato che voglio poter frequentare una delle migliori università d’America: Harvard. So perfettamente che non è la prassi accettare nuovi studenti nell’anno in corso e così mi domandavo se potessi iniziare l’anno prossimo la scuola, so che probabilmente sarà così, nessun istituto accetterebbe un nuovo studente a un mese dalla fine del corso di studi. Volevo chiarire che so perfettamente che non essendo una studentessa facoltosa avrei di certo bisogno di questa borsa di studio, altrimenti potrei dire addio ai miei desideri di frequentare Harvard. Spero che riterrete il mio curriculum scolastico all’altezza del vostro istituto. Cordiali saluti, Isabella Swan.

Avevo letto la lettera di presentazione svariate volte e cancellata più volte, ma il risultato risultava sempre mediocre. La lessi un’ultima volta e poi mi decisi ad imbustarla, non c’era nient’altro da fare che aspettare quattro mesi e poi avrei finalmente saputo se la mia vita sarebbe cambiata oppure no. Non avevo ancora idea che non sarebbe stata la lettera di accettazione al St’Andrews a cambiarmi la vita ma la stupida scommessa che avrebbe fatto mio fratello con il suo peggior nemico, Edward Cullen.

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Capitolo 2
*** Scommessa ***



Avevo già scritto il primo capitolo e quindi eccolo qui. Buona lettura!



una scommessa che cambia la vita



PRIMO CAPITOLO: SCOMMESSA



POV BELLA



Erano passati esattamente tre mesi dal giorno della spedizione della lettera e stavo iniziando a preoccuparmi di non poter essere ammessa al St’Andrews, d’altronde avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere, era una scuola per ricconi e prendere in considerazione la mia domanda significava ammettere una ragazza con pochi mezzi economici. Ci avevo quasi messo una pietra sopra quando una lettera attirò la mia attenzione tra la posta, aveva decisamente l’aria della risposta che aspettavo. Aprii la lettera con le mani che mi tremavano, avevo paura di ricevere un rifiuto ma appena scorsi le prime righe feci un salto per la gioia.

Signorina Swan, siamo lieti di informarla che la sua domanda di iscrizione alla nostra scuola è stata accettata e che saremmo immensamente lieti di poterla avere tra i nostri studenti già dal prossimo settembre. Per quanto riguarda la borsa di studio, è ovvio che dati i suoi meriti scolastici questa le spetti di diritto e che la quota comprenderà le spese per i libri dei suoi corsi e il pagamento della nostra scuola. Si ricordi che la puntualità nel nostro istituto è molto gradita e quindi la preghiamo di presentarsi con la presente lettera il giorno 30 agosto prossimo venturo nella nostra segreteria per poter completare la sua iscrizione. Cordiali saluti, Professor Aro Volturi.

Finii di leggere la lettera e scrissi sul calendario l’appuntamento per il 30 di agosto, poi corsi fuori di casa diretta all’officina di Jazz, dovevo assolutamente dirgli che almeno uno dei nostri piani era andato a buon fine. Arrivai in un lampo all’officina e mi diressi verso Jasper gridando.

«Mi hanno presa Jazz, ce l’abbiamo fatta. Da settembre potrò frequentare i corsi della St’Andrews.» Mio fratello si girò e mi sorrise felice per me e poi mi strinse in un abbraccio.

«Sono così orgoglioso di te, sapevo che ce l’avresti fatta. Tu sei la migliore e anche mamma e papà sarebbero stati orgogliosi di te, eri la loro stella.» Ero così contenta, sapere che lui era orgoglioso di me mi riempiva il cuore e sapevo che le sue parole avevano un fondo di verità. Per mamma ma soprattutto per papà io ero una stella, qualsiasi cosa facessi loro erano al mio fianco, li sentivo che mi guardavano da lassù e sapevo che erano fieri di me, sapevo che mi erano stati vicino anche se non c’erano fisicamente. Dopo essermi sciolta dall’abbraccio di Jasper corsi ad abbracciare e baciare il mio Jake, anche lui sorrideva soddisfatto di me e dei miei successi, per mia fortuna non era minimamente geloso di tutto quello che ottenevo.

«Bells, complimenti dico sul serio, ma promettimi che starai alla lontana dai ragazzi estremamente ricchi e viziati che circolano là dentro, potrebbero anche finire per conquistarti oppure per traviarti.» Mi disse questo con uno strano sguardo negli occhi, sapevo cosa voleva dire quello sguardo: non ti azzardare a mollarmi per un figlio di papà, altrimenti ti ritroverai senza ragazzo e senza miglior amico. Mi misi a ridere, in fondo una cosa del genere non sarebbe mai successa, io amavo lui ed anche se tutti i ragazzi della Sant’Andrews mi fossero venuti dietro li avrei respinti uno ad uno, ma ancora non sapevo quanto mi sbagliavo.

«Non ti preoccupare Jake, non sono più una bambina piccola so badare a me stessa. Allora stasera bisogna festeggiare, dove mi portate di bello?» Ero felice, mi meritavo una serata con i due ragazzi della mia vita, ma appena li guardai in viso capii che c’era qualcosa che ancora ignoravo.

«Vedi Bella noi…» Guardai mio fratello nera in viso perché mi sembrava di aver capito già che cosa c’era che non andava, stavano lavorando su una moto prima che io li travolgessi con la mia notizia e quindi poteva solo significare una cosa: una corsa di moto clandestina.

«Jasper non avrai intenzione di fare un’altra corsa clandestina? Ti scongiuro non ne posso più di preoccuparmi che tu ti possa fare del male, se ci fosse ancora papà le sentiresti, in fondo lui era un poliziotto e sai che cosa ci ha sempre detto delle gare clandestine.» Accidenti come poteva essere venuto fuori uno scavezzacollo così da un padre poliziotto ed una madre maestra di asilo, non riuscivo ancora a spiegarmelo.

«Bella ti prego non ti arrabbiare, lo sai che mi fai stare male altrimenti. Ti prometto che farò il bravo e cercherò di non rompermi nessun osso del collo, d’accordo? Anzi che ne dici di venire a vedere la corsa, così poi dopo possiamo andare a mangiare una pizza, solo noi tre.» Chissà perché non riuscivo mai a dirgli di no, ero preoccupata ma stare a vedere la corsa mi avrebbe un pochino fatta tranquillizzare, non sapevo che da quella sera la mia vita avrebbe preso una piega completamente diversa.«Va bene, vengo a vedere la corsa ma la pizza la paghi tu per farti perdonare.» Mio fratello sorrise vittorioso ed io gli lasciai un bacio sulla guancia ed andai a casa a prepararmi. Dopo essermi vestita con una minigonna nera ed un top con sopra una giacca mi diressi verso l’officina, ad attendermi c’era Jake che mi baciò e mi tranquillizzò.

«Non ti preoccupare Jasper è un tipo apposto, starà attento e vedrai che questa volta vincerà lui. Gliela farà vedere a quel maledetto Cullen.» Aveva detto Cullen, Edward Cullen, avrei dovuto immaginarlo che se mio fratello correva c’era di mezzo quel cretino. Quello era decisamente il tipo di ragazzo di cui parlava prima Jake, ricco, snob, viziato e che crede che tutto in questo mondo gli sia dovuto. Il tipo più odioso di uomo che esista al mondo.

«Dovevo immaginarmelo che era colpa di Cullen se mio fratello stasera corre. Voi due dovete mettervi in testa che quell’idiota finirà per fare ammazzare qualcuno di voi e che le corse non sono la soluzione per fargli pagare un bel niente.» Già e poi come sempre quello avrebbe anche potuto vincere ed allora si che ci saremmo trovati nei casini, visto che non navigavamo nell’oro e che quel tipo scommetteva solo soldi. Arrivammo al luogo dove si tenevano le corse e come al solito era pieno di ricchi figli di papà che scommettevano sulla vittoria di Cullen, certo lui era il loro mito. C’erano anche quelle oche figlie di papà che gli andavano tutte dietro e che avrebbero venduto un arto per poter fare sesso con lui, che squallore! Non appena arrivati la corsa ebbe inizio, pregavo che mio fratello non avesse scommesso troppi soldi perché se avesse perso ci saremmo giocati l’affitto di casa. Santo cielo eccoli che stavano quasi per finire la corsa, stavano per tagliare il traguardo e accidenti Jasper aveva appena perso! Mi avvicinai a lui per cercare di consolarlo ma quello che sentii mi gelò il sangue nelle vene.

«Swan hai perso, ora tua sorella verrà gentilmente con me per una settimana a fare le pulizie a casa, anzi si trasferisce direttamente stasera perché i miei casualmente questa settimana sono in Italia.» Che cosa? Guardavo Jasper con occhi spalancati e lui mi fissava spaventato dalla mia reazione, che naturalmente non tardò ad arrivare.

«Che razza di scommessa hai fatto questa volta Jazz? E che cazzo c’entro io?» Mio fratello mi guardava cercando di trovare le parole giuste ma fu Cullen a rispondermi.

«Non mi hai sentito ragazzina, tuo fratello dato che non aveva soldi mi ha promesso che se avessi vinto tu avresti fatto le pulizie in casa mia per una settimana gratis e visto che voi abitate dall’altra parte della città credo che dovremmo ospitarti a casa nostra.» Questo era pazzo, una cosa del genere era fuori discussione, guardai mio fratello negli occhi ma lui li abbassò e il mio istinto omicida in quel momento stava quasi per aver la meglio ma Cullen mi afferrò per i polsi e mi trascinò via con lui. Mio fratello mi avrebbe sentita al mio ritorno, glielo avrei fatto vedere io che fine faceva la sua stramaledetta moto, l‘avrei bruciata una volta tornata a casa.

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Capitolo 3
*** Ricatto ***



Rieccomi il capitolo sarà un po’ corto perché vedremo il punto di vista di Edward, ma dal prossimo saranno più lunghi e ci saranno tutti e due i pov.



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SECONDO CAPITOLO: RICATTO



POV EDWARD



Stasera corro, questo è il mio solo pensiero da quando mi sono alzato. Voglio provare il mio nuovo gioiello, la mia honda nera, regalo di mio padre per il mio compleanno. E’ stupenda la moto che ho sempre sognato e papà azzecca sempre il regalo giusto per tutte le occasioni, va bene sono un figlio di papà che cosa c’è di male ad essere ricchi?



Honda



I miei genitori sono partiti stamattina per andare ad uno dei complicati congressi di mio padre che durano settimane intere, lui è il miglior medico della città e quindi deve sempre tenersi aggiornato. Stasera vado alle corse, lo so che ho promesso a mamma di non fare niente di stupido, ma ogni tanto correre mi manda in circolo un po’ di adrenalina e mi fa sentire un ragazzo libero. Eccomi qui come sempre mi ritrovo a correre contro Jasper Swan, questo ragazzo non impara mai, sarà la quinta volta che lo batto eppure è sempre qui pronto a mettersi in gioco, ma stavolta voglio alzare la posta non mi basta più la stupida scommessa che vuole fare, voglio qualcosa di più da lui.

«Bene bene Swan, di nuovo qui per farti battere da me? Non sei un po’ stanco?» Mi guarda e ride.

«Vedo che le tue battute non cambiano mai Cullen, però la tua moto sì. Come mai ne hai comprata una nuova, la vecchia non andava più bene?» Ma cosa gliene frega a lui di che moto uso io per correre?

«Swan la moto è un regalo dei miei genitori e che ti piaccia oppure no io decido quale moto usare per le corse. Ora dimmi che cosa vorresti scommettere questa volta?» Lo vedo guardarsi intorno chissà che cosa sta cercando, lo vedo sorridere ad una ragazza e il mio sguardo si posa su di lei, non c’è che dire bella è bella ma alquanto trasandata dire. Non deve essere del mio giro, direi che è più probabile che sia del giro di Swan.

«Swan sei connesso? Se la pianti di fare gli occhi dolci alla tua ragazza laggiù e mi rispondi mi faresti una cortesia.» Mi guarda male come se avessi detto una cazzata, ma che vuole mica posso essere cordiale con lui è il mio peggior incubo.

«Non che ti riguardi Cullen ma quella è mia sorella, comunque direi che potremmo fare uno dei miei interventi alla tua moto nuova, che so per esempio potrei truccarla se perdo.» Eh no, adesso basta non mi accontento più ed una strana idea mi balla in testa.

«Non penso proprio non mi voglio più accontentare, voglio alzare la posta Swan.» Mi guarda e sembra pensarci su un momento.

«Possiamo scommettere la moto ti va?» Guardò il suo trabicolo, una aprilia rossa, ma per chi mi ha preso secondo lui io dovrei scommettere la mia Honda nuova contro quel coso che si porta appresso lui?



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«Ma non ci penso nemmeno non scommetterei mai la mia moto nuova contro la tua scarsa, facciamo che scommettiamo la tua parte di officina che ne dici?» Ora sto per arrivare a quello che voglio veramente, tanto lui dirà sicuramente di no a questa mia offerta, non può perdere i soldi che gli derivano dal suo lavoro.

«Ma sei scemo, non posso scommettere la mia parte di officina, io ci pago l’affitto con quella e persino la spesa sei pazzo? Qualsiasi cosa ma non l’officina.» Ecco, era proprio qui che ti volevo, sei caduto nella rete Swan.

«Va bene hai ragione, allora scommettiamo che tua sorella verrà a farmi le pulizie per una settimana a casa se tu dovessi perdere. Naturalmente verrà gratis a farle.» Sono proprio uno stronzo quando mi ci metto, lo vedo pensarci su, forse valuta la possibilità che ha di vincere. Mi guarda sa che non ha via di scampo, magari ci prova anche a dirmi di no ma io sono irremovibile, voglio avere una settimana a casa sua sorella e magari vedere come possono evolversi le cose tra di noi. Ancora non so che mi sto per mettere nei casini e me lo sento pure che questa volta rischio di perdere. Mi stringe la mano e accetta la scommessa, iniziamo la corsa e come sempre lui tira al massimo nei primi minuti ma alla fine sono io a vincere e voglio assolutamente ritirare adesso il mio premio e che premio. Adesso che si è avvicinata a suo fratello la guardo bene e santo cielo è davvero molto bella ed è un peperino quando dico della scommessa trucida con lo sguardo suo fratello e chiede spiegazioni. Swan non sa che cosa dirgli così rispondo io facendo il prepotente e mentre la vedo che vorrebbe uccidere il fratello me la trascino sulla moto e sfreccio via nella notte. La porto a casa sua e lei va a prendere dei vestiti per passare la settimana da me, sarà una settimana ricca di sorprese e soprattutto di scintille visto che i nostri caratteri un pochino si assomigliano, e ancora non so che probabilmente questa non sarà l‘unica settimana che passeremo insieme.

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Capitolo 4
*** Amicizia ***



Rieccomi con il nuovo capitolo, iniziano i primi attriti tra i due protagonisti ma non solo. Buona lettura!



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TERZO CAPITOLO: AMICIZIA



POV BELLA



Cavolo mio fratello è veramente un idiota, ma come si fa a scommettere la propria sorella? E con un tizio come Cullen, questa volta ha davvero superato ogni limite, la voglia di ucciderlo mi è passata ma se pensa che lo perdonerò così in fretta si sbaglia di grosso, poteva cercare di tenermi fuori dalle sue scommesse. Questo ragazzo è un prepotente, mi ha fatto salire con la forza sulla sua moto e dopo pochi minuti mi ha portato a casa, almeno ha pensato che mi sarebbe servita la roba da vestirmi, il che è gentile da parte sua ma è comunque uno stronzo. Poi risalgo sulla sua moto, guardo il mio cellulare e accidenti solo adesso mi ricordo che ho lasciato la borsa a Jacob, come diavolo faccio una settimana senza cellulare, una settimana senza sentire né Jake, né mio fratello e nemmeno Angela, cavoli mi sono proprio messa nei guai. Sarò da sola una settimana con questo pervertito maniaco di Cullen, speriamo solo che non si azzardi a toccarmi o chiamo la polizia. La mia mente però partorisce un’idea insana, perché ammettiamolo, anche se dovessi chiamare la polizia mi troverebbero a casa sua e lui potrebbe dire che ero consenziente o magari addirittura dire che sono una ladra entrata per caso, e perciò rimuovo dalla mia mente questa stupida idea. Sto sperando con tutte le mie forze di non dover davvero condividere la sua casa una settimana da sola con lui. Arriviamo davanti a casa sua e accipicchia, questa non è una casa, è una reggia.



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Anche se è sera si vede perfettamente che davanti alla casa c’è il giardino. E che giardino, è enorme, grande quasi quando il nostro misero appartamento, davanti al vialetto di accesso alla casa c’è una bella fontana in marmo. La casa è enorme in stile coloniale e devo ammettere che questa settimana sarà davvero dura, se devo pulire da sola una casa del genere mi dovrò armare di tantissima pazienza e alla sera arriverò stanca morta. Mi lascia davanti all’ingresso e lui va a mettere la moto in garage, cavolo vista da qui è davvero magnifica la casa, diciamo che potrebbe essere benissimo più grande del nostro piccolo appartamento una decina di volte. Eccolo che ritorna con un sorriso da schiaffi in volto, gradirei che evitasse di sorridermi in quel modo perché non rispondo delle mie azioni, potrei anche prenderlo a sberle sul serio, così decido di avvertirlo per il suo bene.

«Cullen smettila di sorridere come un ebete, altrimenti non rispondo delle mie azioni.» Non so che cavolo sta pensando ma si mette a ridere, forse ha capito male ed infatti mi risponde con sufficienza come se pendessi dalle sue labbra.

«Andiamo Swan non credere che ti lascerei saltarmi addosso tanto facilmente, magari possiamo metterci d’accordo e una sera di queste divertirci insieme. Ma non credo che il tuo ragazzo ne sarebbe molto felice.» Ma che diavolo sta farneticando?

«Te l’hanno già detto che sei un cretino Cullen? Come puoi solo pensare che io verrei a letto con te? Non ti conosco nemmeno e puoi giurarci che non sei certo il mio tipo e poi io amo Jake.» Mi guarda stranito, aveva davvero capito che gli sarei saltata addosso, ma con che razza di ragazze ha a che fare ogni santo giorno, delle prostitute? Scrollo la testa mentre lui va ad aprire la porta e mi dico mentalmente che devo fare finta di niente, non devo cedere alle sue provocazioni, presto però avrei capito che le ragazze con cui parla ogni giorno sono peggio delle prostitute. Entriamo in casa e appena mettiamo piede dentro lui viene investito da una ragazza che avrà più o meno la mia età, lo stringe e poi lo rimprovera.

«Edward accidenti mi hai fatto prendere un colpo, lo sai che mamma e papà non vogliono che tu vada a correre e quando ho letto il tuo biglietto mi sono messa in agitazione. A proposito chi è la ragazza dietro di te, la tua nuova fiamma del venerdì sera?» Questa ultima frase la dice guardandomi in viso, ok forse ci sono questa è la sua ragazza o magari la sorella.

«Alice andiamo va tutto bene, sai che mi piace correre ogni tanto. Comunque lei è…» Si è bloccato mi guarda e forse ho capito che diavolo sta cercando, non sa il mio nome ma solo il cognome, quindi prendo io la parola.

«Ciao piacere di conoscerti, io sono Isabella Swan, diciamo che sono la nuova colf di questa settimana.» Lei mi guarda disorientata, poi guarda suo fratello e riprende a parlare.

«Ma che diavolo sta dicendo? Edward mi hai sentita? Mi vorresti rispondere, lo sai che papà non approverebbe questa tua uscita.» Lui sorride e gli risponde.

«Ma papà e mamma questa settimana non ci sono e la cara Isabella ci farà da cameriera tutta la settimana perché il suo fratellino ha perso la corsa e la scommessa.» Detto questo se ne va lasciandomi sola con quella che ho capito essere sua sorella, lei mi guarda sconcertata e poi riprende a parlare.

«Scusalo a volte non sa quello che fa, è davvero un cretino. Non so come faccia ad essere mio fratello e se ti devo dire la verità a volte ne dubito, comunque io sono Alice Cullen.» Mi dice questo e mi tende la mano, io ricambio il sorriso e gliela stringo.

«Tu sembri diversa da lui, sei più gentile e non ti atteggi da ricca. Comunque il mio nome lo sai già e a quanto pare credo di dover chiedere a te dove potrò dormire questa settimana.» Lei mi prende per mano e mi trascina su per le scale, al piano di sopra dove immagino ci siano le camere.

«Sai la servitù dorme di sotto, ma visto che tu non sei una serva credo che ti considererò una mia amica e quindi un’ospite. Vieni con me, puoi dormire nella camera vicino alla mia, sai non vado molto d’accordo con le ragazze della mia scuola e questa è la prima volta che posso avere una ragazza in casa, senza che lei si inserisca nel letto di mio fratello. Tu sembri una tipa apposto e non credo che cadrai ai piedi di mio fratello come fanno tutte le altre, quindi mi vai a genio.» Rido come una pazza mentre dice questo, suo fratello è abituato ad averle tutte ai suoi piedi ecco perché prima pensava che stessi dicendo che gli sarei saltata addosso, mi complimento per la mia uscita e credo che questa ragazza allieterà un pochino le mie giornate questa settimana. Arriviamo alla sua camera e lei mi fa entrare, è davvero molto carina e tutta nel suo stile da quel poco che ho potuto capire.



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Il letto in ferro battuto è a due piazze ed ha le coperte color rosa antico, le pareti ricoperte di drappeggi anch’essi rosa e disegni di colonne antiche la rendono davvero magnifica. Guardo davanti al letto e scorgo un immenso armadio, cosa diavolo potrà contenere una cosa del genere davvero non ne ho idea, ma lei sembra capire la mia domanda anche senza che la faccia.

«Il mio armadio è il mio regno, mi piacciono molto i vestiti ed è così grande perché ne contiene centinaia, sai se diventiamo amiche potrei anche prestartene qualcuno, non sono poi così egoista, mi piace condividere le cose.» Le sorrido, è decisamente diversa dal fratello, poi apre la porta all’estremità della sua stanza e mi fa entrare in quella che sarà la mia camera ed anche questa è davvero molto grande e bella.



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Questa camera ha le tonalità in rosso, disegni antichi alle pareti, un letto matrimoniale con le coperte anch’esse rosse ed una porta finestra che dà sul giardino, devo ammettere che mi piace. Alice sembra accorgersi del mio stato e poi cerca di tranquillizzarmi.

«Questa sarà la tua camera, non ti preoccupare, non ha una porta che dà sul corridoio, così non avrai spiacevoli visite in camera di notte. L’unica porta che si apre sulla camera passa dalla mia ed io farò da sentinella contro quel pervertito di mio fratello.» La cosa mi lascia davvero molto colpita, è una brava ragazza, credo che potremmo diventare amiche. Andammo a letto molto presto perché la mattina dopo sarebbe iniziata ufficialmente la mia settimana da cameriera in casa Cullen e già dal primo giorno avrei capito che sarebbe stata una settimana dura da digerire,, non solo a causa di Edward e del suo comportamento.

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Capitolo 5
*** Risveglio movimentato ***



Rieccomi lo so sono in ritardo pazzesco tra le ferie e tutto il resto, comunque l’importante è che io sia di nuovo qui. Buona lettura e se vi fa piacere recensite.



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QUARTO CAPITOLO: RISVEGLIO MOVIMENTATO



POV BELLA



Mi sono svegliata presto la mattina dopo e sono andata in cucina a preparare la colazione. Faccio il piatto che mi viene meglio, uova strappazzate con pancetta e all’improvviso mi arriva dietro Alice.

«Buongiorno Bella, hai dormito bene?» Mi ha fatto prendere un colpo, pensavo di essere sola ed invece eccola qui, mi dovrò abituare alla sua spigliatezza.

«Tutto bene, grazie Alice. Stavo preparando la colazione, ti vanno delle uova con pancetta?» Alice annuisce e poi riprende a parlare.

«Bella, non dovresti farlo. Mio fratello è un cretino, comunque sono passata da camera sua e mi ha detto che dovresti portargli la colazione in camera direttamente. Scusa ma è davvero un deficiente, comunque l’ambasciatore non porta pena, giusto?» Annuisco, quasi quasi me lo aspettavo che me lo avrebbe chiesto. E’ solo un viziato e un deficiente, ha ragione Alice. Le porgo il suo piatto e poi preparo un vassoio da portare ad Edward in camera sua. Salgo le scale e mi dirigo verso la sua camera, busso alla porta e una voce femminile mi dice di entrare, mi si rizzano i capelli, speriamo non siano nudi. Mi farebbe schifo vederlo in certi atteggiamenti intimi.

«Scusate il disturbo, la signorina Alice mi ha detto di portare la colazione in camera.» Sono entrata ed ho trovato una tizia davvero poco vestita sdraiata sul letto ed ho deciso di giocare alla perfetta cameriera di casa.

«Hai fatto proprio bene. Non credo di averti mai vista, sei la nuova cameriera? Io sono la ragazza di Edward, mi chiamo Tanya Denali. Credo che ci vedremmo spesso, d’ora in avanti.» Ma io spero anche di no, se proprio devo dire la verità non ci tengo molto a vederla tutti i giorni. E’ una tizia davvero snob, mi guarda come se avesse visto un insetto, ma chi si crede di essere, Cocò Chanel? Non è nemmeno tanto bella, se devo dire la verità, comunque a me non interessa proprio chi lei sia.

«Ora vi lascio, devo tornare al mio lavoro. Godetevi la colazione.» Detto questo stavo per uscire dalla stanza, quando la voce glaciale di Edward mi bloccò sulla porta.

«Isabella, non sei stata congedata. Vedo che hai portato la colazione, ma gradirei che tu mi preparassi anche un caffè molto forte. Devo recuperare le mie energie.» Mio dio, questo ragazzo era uno spirito diabolico. Mi girai di scatto e la scena che mi ritrovai davanti mi lasciò palesemente senza parole.

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Edward era a petto nudo, coperto solo da un asciugamano attorno alla vita. Alcune goccioline d’acqua stavano scendendo lungo il suo collo ed entravano direttamente nell’asciugamano, non avevo idea di come mi fossi ritrovata in questa situazione, ma sentii chiaramente la voce stridula di Tanya ridere e dire qualche parola ad Edward.

«Edward, tesoro, così metti soggezione alla cameriera. Non la vedi poverina, in che stato è ridotta? Sta diventando rossa come un peperone, vatti a vestire.» Edward mi guardò direttamente negli occhi e sorrise beffardo, ero convinta che l’avesse fatto apposta. Baciò con la lingua Tanya davanti a me e poi ritornò in bagno, non prima di avermi detto altre cose.

«Isabella, mi raccomando. Il caffè deve essere bollente e forte.»

«Ai suoi ordini, signorino Cullen.» Ero diventata una celebrolesa, uscii da quella stanza sentendo le guance avvampare dalla rabbia e dall’umiliazione appena subita. Dovevo riprendermi e scendere di sotto, preparare il caffè e naturalmente riportarlo in camera, cercando di sembrare indifferente a quello che era successo. Andai di sotto e trovai Alice ancora in cucina, intenta a mangiare la colazione che avevo preparato.

«Sai, sei molto più brava della nostra cuoca. Non ho mai mangiato delle uova così, com’è andata di sopra?»

«Diciamo bene, anche se la fidanzata di tuo fratello mi ha fatto fare la figura della cretina.» Alice si mise a ridere e poi riprese a parlare.

«La fidanzata di chi? Scusa se mi metto a ridere, ma mio fratello non ha la ragazza. Diciamo che le sue sono compagne di letto, prevalentemente. Chi c’era di sopra accanto a lui?» Ero senza parole, suo fratello era un puttaniere, in pratica.

«Si chiama Tanya Denali, credo. Avevo capito che tuo fratello era un idiota, ma non che fosse un tipo da una botta e via.» Mi misi a preparare il caffè e speravo ardentemente che gli bruciasse la gola.

«Povera Tanya, davvero non ha idea che mio fratello si ripassi mezza scuola. Lei pensa di essere l’unica, ma vedrai imparerai che mio fratello è un tipo piuttosto ricercato. In questa settimana vedrai molte ragazze lasciare la sua camera, spero che un giorno trovi quella che gli spezzi il cuore, così capirà finalmente che non si può giocare con tutte le ragazze. E‘ mio fratello gli voglio bene, ma è un grande maschilista.» Detto questo mi lascia, andando in camera sua ed io finisco di attendere il caffè e lo porto in camera di suo fratello. Attendo con pazienza che qualcuno risponda al mio bussare e dopo poco mi ritrovo davanti Edward, già vestito, pronto per andare chissà dove. Gli porgo il vassoio con il caffè e lui risponde in malo modo.

«Finalmente, credevo che te lo fossi bevuto tu il caffè. Isabella, dovresti pulire fuori accanto alla piscina, perché stasera voglio dare una festa per i miei amici. Ah, un’ultima cosa, dovresti anche trovarti un abbigliamento adatto per la serata, visto che sarà in tema hawaiano, direi che dovresti trovarti un bikini, per poterci servire in maniera adeguata.» Ero sbalordita, come si permetteva di dire certe cose, ma per chi mi aveva presa?

«Sei diventato scemo per caso? Io non intendo servire te e i tuoi amici, coperta solo da un bikini. Ti ha dato di volta il cervello?» Lui ride e poi mi risponde.

«Fai quello che ti ho detto, altrimenti andrò da tuo fratello e mi prenderò la sua officina. E’ tua la scelta, fai quello che vuoi, ma sappi che mi comporterò di conseguenza.» Allibita, non sapevo cosa rispondere. Annuii e me ne andai in camera di Alice.

«Alice, devi aiutarmi. Tuo fratello vuole dare una festa stasera e mi ha detto che devo indossare un bikini, non ne ho portati con me e non ho idea di che cosa mettermi.» Alice mi guardò, cercando di capire se stessi scherzando, ma vide il mio sguardo e iniziò a cercare qualcosa nel suo armadio, che era enorme.

«Le idee di mio fratello lasciano davvero a desiderare, un’altra festa in piscina. Sarà la centesima quest’estate, scommetto che lo ha fatto solo per mostrarti ai suoi amici, è un imbecille. Vediamo se trovo qualcosa, accidenti. Dove l’ho messo, eccolo. Indosserai questo e a mio fratello e i suoi amici verrà un infarto.» Guardai lo striminzito bikini che aveva tirato fuori Alice e scossi la testa.

«Sei pazza? Non posso mettere quel coso, è bianco, quasi trasparante, mi si vedrà tutto. Tuo fratello e i suoi amici potrebbero saltarmi addosso, altro che infarto.» Alice sorrise maliziosamente, non avevo idea che quella sera sarebbe stata una battaglia continuata, con ogni uomo che avrei incontrato.

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Capitolo 6
*** Festa a casa Cullen ***



Tesori miei eccomi qui. Il nuovo capitolo parlerà da sé. Buona lettura!



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QUINTO CAPITOLO: FESTA A CASA CULLEN



POV EDWARD



Pianificare una festa era sempre problematico, specialmente se come me si era deciso all’ultimo secondo. Gli invitati non risultavano mai essere troppi, anzi a dire la verità era la questione meno spinosa, visto tutti gli amici che mi ritrovavo e spesso alle mie feste c’erano anche degli imbucati. Per quanto riguardava tutto il resto invece, delegavo le questioni al mio folletto personale, mia sorella Alice. Uscii di casa per andare ad invitare i miei amici, ma ancora non potevo sapere che la festa si sarebbe trasformata in un’occasione di riflessione. Andai a casa di Emmett e poi a casa di James e Mike. Loro erano il mio punto di riferimento per ogni cosa e decisi di invitarli e farmi aiutare con gli inviti anche alle altre persone della scuola, in breve tempo avevo già più di un centinaio di invitati. Le feste a casa Cullen erano famose, ma non sapevo che mia sorella aveva deciso di invitare anche altre persone, non proprio gradite. La sera arrivò in fretta, mi misi il mio costume ed andai a ricevere i miei ospiti. Mia sorella era davvero una bomba sexy, questa sera e sperai con tutto me stesso che i miei amici si tenessero alla larga da lei. Avrei dovuto fare il fratello geloso altrimenti e non mi sarei divertito a mettere in difficoltà la giovane Swan. Alice portava un bikini nero che metteva in risalto le sue forme, avrei dovuto controllare gli ormoni di Mike e fare in modo che non le saltasse addosso.



Alice in bikini



All’improvviso la mia attenzione fu attirata da una ragazza in bikini bianco che parlava insieme a lei e con mia somma sorpresa riconobbi Bella. Santo cielo, era davvero molto sexy, mi sa che forzandola a vestirsi così mi ero dato la zappa sui piedi da solo. Chi avrebbe potuto contenere gli ormoni dei miei amici ad una vista simile? E chi diavolo avrebbe contenuto i miei? Mi guardai attorno e vidi lo sguardo dei miei amici puntato su Bella e decisi di andare a sentire quello che si dicevano, anche se la cosa mi faceva alquanto incazzare.

«Hai visto che sventola quella ragazza in bikini bianco? Dio fa venire voglia di saltarle addosso e farle qualsiasi cosa.» Ecco che a Mike l’ormone era già impazzito, ma gli altri commenti non furono da meno.

«Mike con una come quella non hai speranze, magari potrei provarci io a farla urlare come si deve.» Ecco James e il suo continuo rivangare il fatto di essere un eroe del sesso, per lo meno avevo Emmett che calmava gli umori, forse perché era palesemente preso da Rosalie Hale.

«Ragazzi siete dei porchi, devo dirvelo. Stando con voi si sente solamente parlare di sesso. Non potete fare come tutti gli altri ragazzi e chiedere ad una donna di uscire con voi, prima di passare a parlare di posizioni del kamasutra?» Già almeno potevo contare su di lui, ma dovevo evitare che gli altri due si facessero venire strane idee circa Bella. Così mi avviai verso di lei e lei sorrise. Le arrivai vicino e mi parlò.

«Ecco qui il mio capo, mi dica vado bene vestita così, signor Cullen?» C’era una leggera ironia nella sua voce ed anche nel fatto di aver fatto una piccola giravolta per farmi vedere anche il suo lato B, dovevo ammettere che era davvero molto bella, ma dovevo mandarla a cambiare immediatamente.



Edward e Bella in bikini



«Vai a rivestirti, immediatamente. Sono stato abbastanza chiaro, stai deconcentrando i miei ospiti.» Avevo usato un tono duro, per non far trasparire, quanto il fatto che tutti gli occhi fossero puntati su di lei, mi desse fastidio. Lei però sembrava averla presa molto male ed infatti mi rispose piccata.

«Potevi dirmi che non ti piacevo vestita così, ma ti avevo avvertito prima di questa cosa. Ora se vuoi scusarmi vado a cambiarmi e mi metterò qualcosa di più coprente.» La vidi dirigersi verso l’interno della casa, ma fu bloccata dall’arrivo inaspettato di suo fratello e del suo ragazzo. Ma chi diamine li aveva invitati quei due? La risposta apparve alle mie spalle due secondi dopo.

«Edward, spero che non ti dispiaccia se ho invitato anche il fratello e il ragazzo di Bella. Sai non avevano niente da fare e lei sentiva la loro mancanza.» La mia sorellina iniziava a darmi sui nervi, si era permessa di fare una cosa alla quale io non avrei mai dato il consenso, ma decisi che era meglio evitare di dare troppo nell’occhio e reggerle il gioco.

«Hai fatto benissimo, non ti preoccupare. Non mi danno alcun fastidio.» Già ma a chi volevo darla a bere?



POV BELLA



Edward mi aveva appena mandata a cambiarmi, quando mentre me ne stavo rientrando in casa incontrai Jasper e Jacob. Si sono imbucati a questa festa, oppure sono stati invitati? Mi avvicinai a loro ed iniziai a parlare.

«Ragazzi, che cosa ci fate qui? Pensavo che stasera ve la sareste spassata, visto che ero fuori casa.» Jasper sorrise, ma poi mi fece una domanda azzeccata.

«Bella, credo che dovresti cambiarti. Stai attirando gli sguardi di molti ragazzi e non vorrai che Jacob sia costretto a picchiarne qualcuno, giusto?» Annuii e andai a cambiarmi, mi misi un vestitino rosso che arrivava sopra i ginocchi e una cintura nera. La gonna era tutta pieghettata e mi stava d’incanto.



rosso



Riscesi le scale e ritornai in piscina, anche se avrei dovuto dire giardino, visto che era un’immensa oasi dove c’erano piscine concentriche tutte legate insieme. Era decisamente un bellissimo posto, dovevo ammettere che le palme attorno alla piscina suscitavano una certa impressione di essere in un‘oasi di pace.


case_lusso



Naturalmente la pace durò poco, un tizio davvero poco raccomandabile si avvicinò a me e mi disse delle parole a dir poco disgustose.

«Ehi bellissima, che ne diresti di venire con me di sopra e farmi vedere quanto sei brava a letto?» Io ero rimasta allibita, ma Jacob aveva sentito tutto e si era avvicinato per aiutarmi.

«Che ne dici se adesso ti spacco il naso, se non lasci stare la mia ragazza? Vattene, finché sei in tempo.» Il tizio lo guardò in cagnesco, ma fortunatamente arrivò Edward a calmare le acque.

«James, credo che tu abbia bevuto troppo. La ragazza è occupata, quindi che ne dici di sceglierti qualcun altro per farti compagnia?» Quel tizio parve comprendere che non era aria e se ne andò, per il resto la serata andò nel migliore dei modi, perché da quando mi ero rivestita mi sentivo meglio con me stessa.



POV ALICE



La serata era stata un successone, Bella si era divertita nonostante avesse dovuto lavorare. Mio fratello aveva finalmente capito che non tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi e che Bella era decisamente molto sexy. Io invece avevo capito che il fratello di Bella era un ragazzo molto dolce e che mi interessava davvero molto. Dovevo fare in modo di vederlo più spesso, ma sarebbe stata una passeggiata visto che Bella abitava qui adesso, almeno per una settimana.

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Capitolo 7
*** Preparativi ***



Rieccomi, oggi sono un fulmine. Il capitolo si è scritto quasi da sé, è strano perché non mi succedeva da tempo. Ora vi lascio e domani avrete anche gli altri aggiornamenti perché oggi scrivere mi viene particolarmente facile. Buona lettura e ricordate che un commentino è sempre gradito.



una scommessa che cambia la vita



SESTO CAPITOLO: PREPARATIVI



POV BELLA



La mattina dopo mi alzai e quello che vidi mi lasciò senza fiato: la piscina e l’area intorno ad essa erano completamente da ripulire, da cima a fondo. Andai in cucina ed iniziai a preparare la colazione, tanto già sapevo che quel cretino di Cullen avrebbe chiesto di portargliela a letto. Quella mattina feci le frittelle, a Jasper e Jacob piacevano un sacco, le facevo molto spesso a casa e alcune volte le portavo anche in officina. Finito di preparare le frittelle, Alice entrò in cucina, tutta pimpante e allegra.

«Come mai così allegra stamattina? Abbiamo fatto conquiste ieri sera?» La mia domanda era solo una stupida curiosità, ma Alice si era tinta di una tonalità rosso scarlatto che mi fece capire di aver colto nel segno.

«Veramente io…. Ho conosciuto un ragazzo bellissimo e dolcissimo e… Si, insomma, mi piace un sacco.» Chissà perché stamattina le parole non le uscivano dalla bocca. Non sembrava nemmeno la ragazza che avevo conosciuto due giorni fa.

«Scusami, non avrei dovuto farti domande così private. Sei diventata tutta rossa, mi dispiace di aver urtato la tua sensibilità.» Lei si mise a ridere ed io non capivo davvero che cosa avesse.

«Figurati, non ti devi scusare. Sono io che non ho mai avuto un ragazzo e questo tipo è così diverso da quei cretini degli amici di mio fratello che devo ammettere mi piace una cifra.» Ora capivo, se non faceva parte degli amici di Cullen, dovevo ammettere che la sorella aveva più buongusto di lui.

«Okay, allora era un imbucato. Non credo che tuo fratello avesse invitato un tipo del genere a giudicare dai suoi amici.» Lei sorrise e annuì. Poi, improvvisamente, cambiò discorso e capii che doveva esserci sotto qualcosa che lei voleva nascondere.

«Cosa hai preparato di buono, stamattina? C’è un profumino delizioso in questa cucina.» La assecondai e risposi alla sua domanda.

«Frittelle, mia padrona. Ora vado da tuo fratello, altrimenti chi lo sente, potrebbe anche pensare che voglio farlo morire di fame.» Mi diressi verso la camera di Cullen e bussai per non ritrovarmi davanti alla stessa scena della mattina precedente. Nessuno rispose, così decisi di entrare e quello che vidi mi lasciò di nuovo basita. Una ragazza bionda si avvicinò e si presentò.



Kate 2



«Piacere io sono Kate Denali, la ragazza di Edward.» Okay, stavo per mettermi a ridere, quando un’idea mi balenò nel cervello. La ragazza aveva detto Denali, come Tanya? Allora dovevano essere parenti, che schifo e tutte e due pensavano di essere le ragazze di Cullen? Stavo per mettermi a ridere, ma mi trattenni pensando a mio fratello e alla sua officina.

«Buongiorno signorina, io sono Isabella, la cameriera della settimana. Ho portato la colazione, dica pure al signorino Cullen che vado di sotto a ripulire l’area davanti alla piscina.» Detto questo me ne uscii dalla porta, ma non feci nemmeno in tempo a mettere piede sul primo gradino che mi sentii richiamare da Cullen.

«Isabella, dovresti pulire anche la mia camera, se non ti dispiace. Poi devi andare a fare la spesa, stasera ho invitato degli amici a cena e tu dovrai preparare qualcosa di gustoso per noi.» Come no, già mi immaginavo chi aveva invitato a cena e mi vennero i brividi lungo la spina dorsale.

«Sarà fatto, signorino Cullen. Adesso vado a fare i miei lavori e la lascio in splendida compagnia.» Andai di sotto in cucina e ripulii il casino che avevo fatto io, mentre Alice mi guardava storta.

«Bella, c’è qualcosa che non va? Mio fratello ti ha detto qualcosa di spiacevole? Ti vedo alquanto turbata.»

«Scusa, non ce l’ho con te, ma tuo fratello è davvero un cretino. Ha invitato gente a cena, stasera e pretende che io gli prepari qualcosa di magnifico da mangiare. Ho bisogno di un libro di cucina, accidenti e non so nemmeno dove trovarlo. Devo ripulire vicino alla piscina e poi anche la sua camera e come se non bastasse devo anche andare a fare la spesa.» Alice annuì e poi si propose come aiutante.

«Okay, vediamo per la spesa potrei pensarci io. I libri di cucina, credo che potremmo trovarne qualcuno in biblioteca. Tu scegli cosa vuoi cucinare e alla spesa penso io, mentre tu ripulisci vicino alla piscina. Quando torno a casa posso aiutarti a ripulire la camera di mio fratello e a cucinare, che ne dici?» Le sorrisi, Alice era la prima vera amica che avevo trovato. Non la conoscevo fino a due giorni prima, ma lei si era dimostrata subito molto comprensiva e intraprendente.

«Grazie infinite, ti devo molto, Alice. Sai ho conosciuto la nuova fiamma di tuo fratello e mi è sorto un dubbio. Si chiama Kate Denali, non è che per caso è parente con Tanya?» Alice si mise a ridere e poi mi rispose.

«Hai fatto centro, è la sorella minore di Tanya ed ancora non hai conosciuto la maggiore. Credo che comunque entro la settimana, ne farai la conoscenza.» Ero schifata, si faceva tutte e tre le sorelle? Ma chi diavolo era questo tizio che pensava di essere un gigolò di fama mondiale. Decisi che era meglio evitare di fare commenti e ci dirigemmo in biblioteca per cercare il libro di cucina per poter preparare una cena da non dimenticare. Decidemmo quasi subito il menù ed Alice se ne uscì diretta al supermercato cittadino per fare spesa. Io intanto pulii la zona della piscina, mentre vidi Edward che usciva con la sua fiamma per andare chissà dove. Una volta finito vicino alla piscina, passai alla camera di Edward che mi apparve subito enorme, forse era l‘assenza assoluta di persone dentro a farmela sembrare così.



camera edward



Le pareti avevano un colore beige, ripreso anche negli elementi decorativi presenti in camera. Al centro della stanza capeggiava il letto, anch’esso in tinta, tranne che per i colori dei cuscini, i quali erano marrone scuro. Mi misi a pulire facendo sparire ogni traccia di sporco: dalle chiazze di acqua che fuoriuscivano dal bagno, fino alla pattumiera che venne svuotata in cucina e nella quale trovai ben tre preservativi. Dovevo ammettere che forse il ragazzo si dava anche troppo da fare, farlo tre volte in una sera sola e con la stessa ragazza, era un record. Mentre stavo mettendo apposto tutte le cianfrusaglie sparse per la camera, mi accorsi di una foto incorniciata nascosta sotto una pila di boxer ed incuriosita la presi in mano.



edward e jane



La foto raffigurava Edward ed una ragazza coi capelli ricci e biondi, in un primo momento pensai che fosse una delle tante ragazze. Ma il loro sguardo era troppo complice per essere una che contava poco e poi la foto sembrava essere stata scattata ad una cerimonia e guardando meglio, in fondo c’era una dedica: PER SEMPRE IO E TE. Quelle parole mi colpirono e capii immediatamente che doveva esserci sotto qualcosa, non era possibile che un uomo che tiene una foto del genere nel cassetto, sia lo stesso ragazzo arrogante che mi si presentava davanti ogni giorno. Tante domande facevano capolino nella mia testa: chi era questa ragazza? Che cosa era successo tra di loro, per farlo comportare in quel modo? Chi era il vero Edward Cullen, lo stronzo di tutti i giorni o il ragazzo di quella foto? Avrei dovuto attendere ancora molti mesi prima di capirlo pienamente, ma in quel momento avrei solo voluto non aver trovato quella foto, perché mi aveva fatto commuovere e forse impietosire. Naturalmente la sera avrei dimenticato tutto questo e sarebbe di nuovo iniziata la battaglia dei sessi.



POV EDWARD



La sera, dopo la festa, mi ero portato a letto, Kate Denali. Era la più giovane delle tre sorelle e dovevo ammettere che non era ancora esperta quanto Tanya o Irina, ma ci sapeva fare anche lei. Per tutta la notte comunque le uniche curve che avevo davanti agli occhi erano state quelle di Isabella. Più cercavo di non pensarci e più mi tornavano in mente, che diavolo mi stava succedendo? Non ero il classico tipo da prendere delle sbandate, non appena vista una ragazza. Ero stato innamorato una volta, ma tutto era cambiato drasticamente cinque anni prima e il mio modo di pormi rispetto alle donne era mutato. Non mi ero più lasciato andare così e non me ne pentivo affatto, non avere problemi e regole mi stava giovando. Ora però il problema me lo ero portato direttamente a casa e non sapevo cosa fare per disfarmene. Speravo solo che finita la settimana non avrei più rivisto la giovane Swan, il mio pensiero però sarebbe stato altamente deluso. Quella mattina, quando Kate mi presentò davanti il vassoio della colazione, mi venne automatica un’idea. La ragazza sapeva cucinare molto bene e perciò decisi di dare una cena a casa con i miei amici. Uscii dalla porta e glielo dissi, mentre lei sembrava alquanto scocciata, potevo capirla, ma l’unica cosa che potevo fare per tenerla lontana era fare il superiore e insieme ai miei amici questo mi riusciva meglio. Decisi di telefonare ai soliti: io, Mike, James, Emmett, Tyler, Rosalie, Victoria, Tanya, Jessica e mia sorella. Avevo accoppiato tutti in modo che lasciassero stare Bella, ma ancora non sapevo che la cena si sarebbe rivelata alquanto movimentata e mi sarei pentito di aver invitato qualcuno.

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Capitolo 8
*** Una cena movimentata ***



Rieccomi, non sono sparita. Mi è servito del tempo per decidere che cosa far mangiare ai poveri invitati di Edward. Un bacio Sara e buona lettura!



una scommessa che cambia la vita



SETTIMO CAPITOLO: UNA CENA MOVIMENTATA



POV EDWARD



Ero uscito di pomeriggio, pensando di lasciare campo libero in cucina a Isabella. Me ne ero andato a fare una passeggiata e poi una corsa in moto, mi rilassava sempre ed anche quel giorno ebbe quell’effetto su di me. Una volta rientrato a casa, me ne andai a prepararmi per la serata. Sentivo un buon odorino provenire dalla cucina ed ero curioso di sapere che cosa Isabella avesse preparato di buono. Verso le otto arrivarono i miei amici ed io andai ad aprire la porta, visto che Isabella e mia sorella sembravano essere sparite. Feci accomodare tutti in salotto e andai in cucina a vedere a che punto era la cena. Quando arrivai in cucina, rimasi sorpreso, c’erano tanti di quei piatti già pronti che mi sembrava ci fosse da mangiare per un esercito, anche se in fondo me lo aspettavo. Isabella, in quel momento, stava preparando gli aperitivi e dovetti ammettere a me stesso che ero venuto in cucina proprio per quel motivo. Si girò verso la porta e nell’istante in cui mi vide, si mise a parlare.

«Sono già arrivati tutti? Stavo per venire di là a servire gli aperitivi. Edward, ci sei? Mi rispondi?» Ero rimasto imbambolato, non riuscivo a spiccicare parola, ma cercai di riprendermi.

«Si, sono arrivati tutti. Vedo con piacere che hai cucinato tutto il giorno, ci sarà da mangiare per un plotone di soldati. Andiamo, gli altri stanno aspettando in soggiorno.» Mi ero ripromesso di essere stronzo, ma in quel momento non ci riuscivo, forse era colpa di Isabella se ero diventato più tollerante. Se era riuscita a farmi addolcire in due giorni, avevo paura di sapere che cosa sarebbe successo alla fine della settimana. Andammo in soggiorno e James non perse tempo per fare una delle sue battute, alquanto spinte.

«Ecco la nostra stupenda cameriera. Hai ripensato a quello che ti ho detto, ieri sera?» Non riuscivo a crederci, non sarebbe mai cambiato, nemmeno con la sua ragazza vicino riusciva a contenere i suoi ormoni.

«La ringrazio, ma preferisco glissare sulla sua offerta e credo che dovrebbe pensare di più alla splendida ragazza che ha vicino, rispetto a me.» Mi stava venendo da ridere, Isabella era in grado di difendersi da sola da qualsiasi attacco, ma quello che era veramente divertente era l’espressione di James, quando Victoria gli diede uno scappellotto in testa.

«Vic, che diavolo ti è preso? Sai perfettamente che scherzo, non facevo mica sul serio. Non andrei mai a letto con una cameriera.» Questa si che era una dichiarazione d’amore, invece di dirle che la amava e non l’avrebbe mai tradita, le aveva detto che non sarebbe mai andato a letto con una cameriera. Questa cosa, tra l’altro, era falsa. Sapevo che James era stato a letto con più di una delle cameriere dei suoi genitori e ci aveva persino provato con quelle di altri amici.

«Sai che sei uno stronzo? Avresti potuto benissimo dirmi che mi amavi e mi rispettavi troppo per tradirmi, invece di fare certi discorsi.» Dovevo intervenire, altrimenti qui a fine serata sarebbe scattata una rissa.

«Andiamo, ragazzi, smettetela. Non mi sembra il caso di litigare per uno stupido scherzo. Ora che ne dici di portarci gli aperitivi, Isabella?» Lei sembrava essere estremamente soddisfatta del comportamento di Victoria, ma appena le parlai si riprese e riparlò.

«Me ne ero quasi dimenticata. Eccovi i vostri Bellini.» Così dicendo, posò il vassoio con gli aperitivi sul tavolo. Tanya, però, sembrò non gradire molto la scelta e lo disse apertamente.



bellini



«Edward, ma non ti ricordi che io sono allergica alla pesca. Isabella, ti dispiace farmi un altro tipo di aperitivo? Sai il mio ragazzo, a volte, ha la testa nelle nuvole.» Gesù, ma che avevo fatto di male? Io non ero il suo ragazzo, ma guardai Isabella che era sull’orlo di una risata e la incitai ad andare in cucina.

«Ma certo signorina Tanya, che cosa preferisce?» Tanya sorrise, compiaciuta e poi le rispose.

«Fammi un Martini, cara. Grazie.» Bella rientrò in cucina e nel giro di qualche minuto fu di ritorno con il Martini ordinato da Tanya, la quale si sentì forse padrona della situazione.



Martini



Proprio in quel momento, Rosalie fece un’osservazione che a me era completamente sfuggita.

«Edward, dove è finita tua sorella? Mi sembrava che tu avessi detto che anche lei sarebbe stata presente alla cena.» Accidenti, aveva ragione. Dove si era cacciata Alice? Guardai Bella, in cerca di aiuto e lei prontamente colse la mia supplica.

«Signorino Cullen, vado io a vedere se sua sorella è pronta.» Isabella si diresse di sopra a chiamare mia sorella, si stava comportando come una perfetta cameriera. Si rivolgeva a me e agli altri ospiti dandoci del lei, era ammirevole da parte sua e mi stavo divertendo a metterla in difficoltà. Pochi secondi dopo, fece la sua entrata in scena mia sorella, vestita in modo bizzarro. Portava un vestito a fiori rosa, che io non avevo mai visto in vita mia, la guardai di sbieco e lei si limitò ad alzare le spalle. Lasciai perdere, cercando di farle fare quello che voleva, ma Tanya non sembrava voler glissare su quell‘argomento.



vestito-fiori-rosa-1



«Alice, ma come ti sei vestita? Santo cielo, sembri una provincialotta.» Alice, la guardò molto male e poi le rispose a tono.

«Se io sembro una provinciale, tu sembri una prostituta. Guarda che razza di vestito scollato che ti sei messa. Cosa volevi farti controllare le tonsille da tutti i presenti?» Tanya era rimasta scandalizzata, anche se Isabella tratteneva le risate ed io con lei.

«Ma come ti permetti? Edward, tu non le dici niente?» Lo sapevo io che stasera ci sarebbero stati i fuochi d’artificio, mia sorella non tollera Tanya e quest’ultima non fa niente per andarci d’accordo.

«Ragazze, vi prego. Cerchiamo di non litigare, anche stasera. Ora che ne dite di spostarci in sala da pranzo?» Vidi Bella rientrare in cucina, probabilmente per prendere gli antipasti. Speravo solo che la cena sarebbe stata deliziosa come il profumino che aleggiava in casa. Ci accomodammo ognuno al proprio posto, vicino a me c’erano mia sorella e Tanya e gli altri si erano messi vicino alla propria metà, tranne James che era all’altro capo del tavolo, tra Emmett e Victoria. Sperai che la cena non finisse in tragedia, altrimenti avrei avuto sulla coscienza tutti, visto che l‘idea era stata mia. Bella arrivò in sala con dei piatti ripieni di insalata di mare e cozze gratinate al forno. Santo cielo, questa era decisamente una donna da sposare, sapeva cucinare qualsiasi cosa, persino il pesce. Speravo che tutto fosse all‘altezza della situazione, ma forse era scontato che lo fosse.


insalata_di_mare cozze_gratinate_al_forno



«Questa sera il menù prevede una cena a base di pesce, spero che tutto sia di vostro gradimento. Se gradite qualcos’altro io sono in cucina a preparare il primo.» Detto questo Isabella, se ne riandò. Tutti iniziammo a mangiare, dovevo ammettere che tutto era molto buono. Nessuna mosca volava, mentre mangiavamo quello che Isabella aveva preparato. Quando finimmo di mangiare gli antipasti, Isabella tornò e con fare molto professionale, tolse i piatti da tavola e li cambiò con quelli del primo. Quando riapparve dalla cucina, portava un enorme piatto di spaghetti allo scoglio e subito dopo portò anche un enorme piatto di polpo con le patate.


spaghetti_allo_scoglio polpo-e-patate



Emmett era meravigliato e si lasciò scappare un’esclamazione di meraviglia, verso Isabella.

«Credo di doverti fare i complimenti Isabella, era tutto ottimo e se i primi saranno come gli antipasti, credo che potresti avere un futuro assicurato come cuoca.» Quella che a lui sembrava un complimento, per Isabella era invece un modo per ricordarle la sua posizione inferiore alla nostra. Cercai perciò di farle capire che Emmett non intendeva offenderla.

«Emmett, intendeva dire che cucini molto meglio della nostra cuoca. Giusto, Emmett?» Lui annuì, mentre Isabella aveva una strana espressione sul viso, che non riuscivo a decifrare. Lei si ritirò in cucina, ma si vedeva che stava poco bene, così con una scusa mi allontanai dal tavolo per andare a vedere come stava. Entrai in cucina e la trovai appoggiata sul tavolino che piangeva, mi faceva male al cuore vederla così e mi avvicinai a lei da dietro, poi le posai le mani sulle spalle. Lei rimase spiazzata e cercò di nascondere le lacrime, pulendosi gli occhi.

«Che cosa ci fai qui in cucina? Dovresti intrattenere i tuoi ospiti, non ti preoccupare. Sarò professionale quanto basta, ma lasciami in pace.» Scossi la testa, questa ragazza era una testarda proprio come me.

«Emmett non intendeva offenderti, credimi. E’ l’unico qui dentro che non farebbe mai una cosa del genere, la sua è stata solo un’esternazione di meraviglia. Lo conosco da molto tempo e so perfettamente che non è il tipico ragazzo ricco e viziato che gode a prendere in giro gli altri. Tranquillizzati e quando ti sembra di stare meglio, vieni a portare i secondi. Isabella, nessuno aveva intenzione di prenderti in giro, te lo assicuro.» Non so perché avevo sentito il bisogno di dirle quelle cose, ma mi aveva fatto tenerezza. Era come se fosse una sorellina minore, proprio come se al suo posto ci fosse Alice. Ritornai in sala da pranzo, portando con me una bottiglia di vino bianco, giusto per celare le mie intenzioni. Tanya, appena rientrai, si complimentò per la mia scelta del vino. Quando Isabella riemerse dalla cucina portò in tavola una stupenda aragosta alla catalana e subito dopo un bel piatto di frittura di pesce. Accidenti, aveva pensato proprio a tutto, ero già pieno come un uovo ed ancora dovevamo finire i secondi, e avrei scommesso che ci sarebbe stato pure il dolce.


aragosta-alla-catalana frittura di calamari



Tanya, come al solito, si lamentò di non poter proprio mangiare l’aragosta in quanto era allergica pure a quella. Io invece stavo diventando allergico a lei, se proprio dovevo dire la verità. Era pesante, aveva fatto la svenevole tutta la sera, forse sperando che la facessi rimanere anche dopo cena, ma si sbagliava di grosso. Avevo già appuntamento con sua sorella Irina e non intendevo cambiare le mie abitudini solo per lei. Arrivò finalmente il momento del dolce e con mia somma sorpresa Isabella aveva fatto la cheescake ai frutti di bosco, il mio dolce preferito. La guardai un attimino spiazzato, ma fu Alice a rispondere alle mie domande.



cheescake ai frutti di bosco



«Mi sono permessa di chiedere ad Isabella di fare il tuo dolce preferito. So che ne vai pazzo e volevo farti una piccola sorpresa, fratellone.» Capivo solo adesso che la mia sorellina, nonostante il mio comportamento da farfallone, mi voleva un gran bene. La fine della serata fu un fuoco d’artificio continuato, perché Tanya se la prese con me per non averla invitata a restare ed io fui costretto a sbatterla fuori di casa. Per il resto mi era sembrata decisamente una bella serata e ne trascorsi il resto insieme ad Irina, che grazie al cielo, non parlava così tanto come Tanya. Potevo assicurare che era addirittura meglio di lei, anche a letto, perché pensava prima al mio piacere, piuttosto che al suo. La mattina dopo, comunque avrei avuto un risveglio piuttosto movimentato.

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Capitolo 9
*** I signori Cullen ***



rieccomi il capitolo nuovo si legge velocemente, il prossimo sarà più movimentato. Un bacio e buona lettura!



una scommessa che cambia la vita



OTTAVO CAPITOLO: I SIGNORI CULLEN



POV BELLA



La mattina seguente mi svegliai e come al mio solito andai a preparare la colazione, non mi ero accorta che fossero già le nove e mezzo e Alice avrebbe già dovuto essere alzata, ma forse la serata era stata pesante anche per lei. Preparai dei french toast e li andai a portare in camera ad Edward. Bussai e ad aprire, come al solito, fu una donna. Altro giro, altro regalo! Mi sembrava di stare al luna park, dovevo immaginare che sarebbe stata diversa anche questa mattina, visto che ieri sera aveva praticamente cacciato di casa Tanya. Lei sorrise e mi disse di appoggiare la colazione direttamente sul letto.

«Isabella, grazie. Appoggia pure la colazione sul letto e mi presento, io sono Irina Denali, un’amica di Edward.» Almeno la ragazza aveva la consapevolezza di essere una delle tante, le sorelle invece mi sembravano alquanto convinte di essere l’unica, visto che si erano presentate come fidanzate. Accidenti, però, erano totalmente diverse l’una dall’altra. Tanya era mora, Kate era bionda ed Irina era rossa. Forse i parrucchieri facevano dei miracoli, anche per loro.



irina



«Vedo che lei conosce già il mio nome, ora se vuole scusarmi, vado a portare la colazione alla signorina Alice.» Non avevo di certo intenzione di stare di più in quella stanza e dover incontrare Edward. Andai in camera di Alice, per portarle la colazione e la trovai in bagno, sotto la doccia. Attesi che si ripresentasse in camera e la sgridai per l’orario, ma molto amichevolmente.

«Ma brava! Guarda che ore sono, potevi dirmelo che anche tu volevi la colazione in camera, come tuo fratello. Sarei venuta più volentieri, rispetto a lui. A proposito, stamattina ho conosciuto Irina, devo ammettere che lei mi sembra più sveglia delle altre due.» Alice rise della mia battuta e poi parlò.

«Certo che è più sveglia, ha un ragazzo e saltuariamente scopa con mio fratello. Per le altre due, invece non c’è proprio di medicina che possa curarle.» Questa non me l’aspettavo, era una traditrice quindi, potevo capire poco il suo comportamento a questo punto. Mentre stavamo facendo colazione insieme, squillò il telefono di sotto e Alice corse al videotelefono della sua stanza.

«Mamma, papà, che bello sentirvi! Come sta andando il congresso?» Loro sorrisero alla figlia e risposero. Sembravano due persone normalissime, due ottimi genitori e non snob quanto il figlio. Chissà perché Edward era così diverso da loro?



esme e carlisle



«Tutto bene, tranquilli. Ma dove diavolo è finito tuo fratello? Non me lo dire, ha di nuovo una delle sue amichette a casa? Ma che cosa dobbiamo fare con lui, Carlisle?» Capivo i loro problemi, perché in questo momento erano gli stessi che avevo anche io.

«Mamma, lo conosci meglio di me, sai che è inutile parlare con lui. Ora rilassati, vedrai che ha appena sentito il telefono e si materializzerà nella mia camera tra due secondi.» Ed infatti, eccolo qui. Meno male che stavolta è vestito, mi scosta di lato e và a parlare con i suoi genitori, ma loro sembrano notare la mia presenza.

«Tesoro, chi è la ragazza lì dietro? E’ la tua nuova amichetta, Edward? Dobbiamo fare un discorsetto, sai perfettamente che io e tuo padre non tolleriamo queste fesserie, non vogliamo che tu porti a casa altre ragazze.» La madre sembrava essere davvero furibonda, ma Alice la calmò.

«Scusa, mamma. Quella è Bella, una mia nuova amica, l’ho invitata a casa a dormire ieri sera e mi dispiace di non avervelo detto, avrei dovuto chiedere il permesso.» La madre sorrise contenta e non la rimproverò.

«Tesoro, ma è stupendo che tu abbia trovato un’amica finalmente. Non devi preoccuparti, spero che la stiate trattando come si deve, anche se io e papà non siamo a casa.» Edward, non era molto contento della conversazione e fece notare alla madre che il trattamento di Alice era diverso dal suo.

«Mamma, ma non è giusto! Perché lei può portare a casa le sue amiche ed io no?» Il padre represse un sorriso, mentre sua madre continuava la ramanzina.

«Tutti noi sappiamo bene che le tue non sono amiche, ma solo compagne di letto. Quindi gradirei che tu la finissi di dire scemenze e ti concentrassi sul tuo futuro, come puoi trovare una fidanzata se continui a comportarti così?» Edward represse una rispostaccia.

«Mamma, sono ancora troppo giovane per pensare ad una fidanzata seria e lo sai bene.» La madre non sembrava d’accordo e si lasciò sfuggire un commentino sul passato.

«Non la pensavi così prima, comunque ti pregherei di starci a sentire, visto che abiti ancora in casa nostra.» Edward se ne rimase zitto, ma mi fissò. Sembrava voler capire quello che avevo sentito. La madre di Edward poi riprese e mi chiese di avvicinarmi al videotelefono.

«Alice, fai avvicinare la tua amica. Vorrei ringraziarla e vederla, così la prossima volta che ti viene a trovare la riconoscerò subito.» Mi avvicinai al videotelefono e la signora sorrise, mentre io mi presentavo e salutavo.

«Salve signori Cullen, io sono Isabella Swan. Ho incontrato Alice nella giornata di orientamento al St. Andrew, anche io frequenterò quella scuola quest’anno.» La signora sorrise contenta e riprese a parlare o dovrei dire che iniziò a bombardarmi di domande.

«Ma che bello, ti vedremo molto spesso allora. Hai scelto una buona scuola, immagino che i tuoi genitori saranno molto fieri di te. Hai sentito Carlisle? La ragazza andrà al St. Andrew, insieme a Alice.» Non volevo dire niente della mia vita privata, ma l‘accenno ai miei genitori mi fece scattare e dissi la verità.

«Io, mi dispiace dirglielo, ma i miei genitori sono morti entrambi e sono rimasta sola con mio fratello. Lui è molto felice per me, anche se ho dovuto sudare per entrare al St. Andrew con una borsa di studio.» La madre di Edward sembrò rattristarsi e si scusò con me.

«Bambina mia, scusa, non volevo farti rattristare. Non ti preoccupare, per qualsiasi cosa, io e Carlisle siamo qui, quando avrai bisogno di aiuto chiedi pure a noi. Ora vi lasciamo e mi raccomando Edward, fai il bravo.» I genitori riattaccarono il telefono ed Edward esplose.

«Tu verrai al St. Andrew? Accidenti, non mi libererò mai più di voi due. Devo uscire adesso, ma non credere che visto che piaci ai miei genitori la tua settimana andrà meglio, sono stato chiaro?» Detto questo se ne uscì dalla stanza sbattendo la porta ed io e Alice rimanemmo da sole. Poi Alice decise che era tempo di andare a fare shopping ed insieme passammo un pomeriggio fantastico, non consapevoli che la serata sarebbe stata tragica quanto la mattinata.

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Capitolo 10
*** Serata in discoteca ***



Scusatemi, sono davvero in ritardo mostruoso, non posto da un sacco di tempo e vi capisco se mi volete linciare, giuro che farò in modo di scrivere di più e in fretta. Spero che qualcuno di voi ci sia ancora e che gradirete lasciarmi una recensione anche piccolina piccolina, magari con delle minacce di morte. Un bacio Sara.



NONO CAPITOLO: SERATA IN DISCOTECA



POV BELLA



Avevamo fatto shopping tutto il pomeriggio, Alice era instancabile. Eravamo state in talmente tanti negozi che avevo perso il conto e, in ogni negozio, quella pazza aveva comprato qualcosa. Risultato di questa sessione estenuante fu che in macchina si faticava ad entrare. Ritornammo a casa e trovammo un bigliettino di Edward che ci comunicava la sua assenza per cena ed io esultai internamente, almeno avrei potuto stare tranquilla per una serata. Non sapevo però che Alice voleva fare baldoria e mi avrebbe trascinato con lei in discoteca.

«Bella, ti andrebbe di andare in discoteca stasera? Ci divertiremo, puoi invitare anche tuo fratello e il tuo ragazzo se ti va, così ci divertiamo un po‘.» Ero rimasta spiazzata, non mi andava molto di andare, ma Alice aveva cercato in tutti i modi di farmi accettare e alla fine avevo detto di sì.

«Va bene, ma in quale discoteca pensi di portarci? Insomma, non credo che Jasper e Jacob verranno se dovranno spendere una cifra enorme.» Alice aveva pensato proprio a tutto e mi rispose in un lampo.

«Andremo al Sunrise, ho un amico che può metterci tutti in lista, così nessuno di noi dovrà pagare.» Sorrisi e poi andai a chiamare mio fratello, ero contenta di poter passare una serata tutti insieme, in fondo iniziavo a voler molto bene ad Alice e, farmi un’amica che sarebbe andata nella mia stessa scuola, era già un passo avanti. Mio fratello non ci mise molto ad accettare e la cosa mi era parsa strana, forse aveva un qualche interesse nascosto per Alice, ma mi sembrava che la cosa fosse reciproca. Ero davvero curiosa di vedere quel posto, io e i ragazzi eravamo stati solo nelle discoteche della nostra zona e non eravamo mai entrati in quelle dei ricchi per non incappare in stupide zuffe inutili. Io ed Alice ci eravamo vestite ed in perfetto orario, come era solito essere il mio fratellone, i ragazzi arrivarono a prenderci con le loro moto. I nostri vestiti erano a dir poco inadatti per andare in moto, ma speravo che non avremmo dato spettacolo. Jacob, come sempre, mi baciò sulle labbra e mi fece cenno di accomodarmi dietro di lui. Così lasciai Alice alle cure di mio fratello, speravo solo che il suo vestito rosso, con cintura nera, non salisse troppo e mostrasse parti di sé che dovevano rimanere coperte.



vestito alice



Per quanto mi riguardava la cosa era un po’ impossibile visto che indossavo un completino con camicetta bianca e un paio di short neri, quindi era più abbordabile andare in moto vestita così.



vestito bella



Ci avviammo tutti insieme alla discoteca, seguendo la moto di Jasper. Immaginavo che la strada la stesse facendo Alice, visto che nessuno di noi tre era mai stato a quel locale, speravo solo di non incontrare qualcuno degli amici di Edward o peggio ancora lui in persona, sai che paternale ci avrebbe fatto? Arrivammo in pochi minuti e l’entrata del locale già faceva intravedere che tipo di clientela ci avremmo trovato dentro. Era una scalinata che arrivava a delle porte a vetro, dentro si potevano vedere i lampadari d’epoca.



entrata-sunrise-garden



Arrivammo davanti al buttafuori che salutò Alice, sembravano conoscersi alquanto bene, infatti il ragazzo la abbracciò.

«Questo è Riley, mio cugino. Siamo in lista, vedi se trovi il mio nome.» Che carino, ecco perché era sicura di riuscire a farci entrare tutti, il cugino lavorava qui.

«Cuginetta, sai che dentro c’è anche tuo fratello, vero? Cerca di non farti beccare, mi sembrava non sapesse che stasera saresti venuta.» Accidenti, ecco la tegola che aspettavo, stavo per voltarmi ed andare via, quando Alice scrollò le spalle e ci fece entrare tutti dentro. Restai completamente sorpresa, c’era tantissima gente e non tutti sembravano essere ricchi, forse dopotutto con la calca che c’era, Edward non ci avrebbe nemmeno visto.



disco



divanetti



Alice ci fece accomodare nel priveé, forse era solita andare lì con i suoi amici o amiche. Era un posto perfetto: divanetti bianchi tutti uguali con al centro dei tavolini su cui poggiare i drink e dà lì sopra si poteva vedere la pista da ballo, già piena zeppa di gente. Pregavo internamente che Edward non ci beccasse, anche perché sarebbe stata la goccia che faceva traboccare il vaso. Ci accomodammo, sprofondando nei divanetti. Io vicino a Jacob e mio fratello ed Alice davanti a noi. Il mio presentimento che ci fosse qualcosa tra quei due continuava a farmi stare all’erta; controllavo i loro movimenti e stranamente sembrava che i due non si sfiorassero nemmeno di un millimetro. Con il tempo mi ero rilassata e non pensavo più alla presenza di Edward all’interno della discoteca. Ad un certo punto io ed Alice ci eravamo dirette verso il bar per prendere dei drink, era una cosa abbastanza strana, anche perché di solito sono gli uomini ad andare a prendere da bere, ma Alice si era proposta ed io avevo voluto aiutarla o forse non lasciarla sola per non perderla.



bar



Il bar era in un angolino rialzato al di sopra della pista da ballo, tinteggiato in blu per riconoscerlo dal resto del luogo, c’erano dei tavolini con degli sgabelli abbastanza alti e noi due ci eravamo sedute al bancone per farci vedere dal barista. Il ragazzo ci aveva visto praticamente subito e sembrava aver riconosciuto Alice, infatti si era avvicinato e le aveva sorriso, iniziando a parlarle.

«Dolcezza bentornata! Cosa vi posso offrire?» Alice aveva storto il naso ed iniziato a parlare con il tizio.

«Ben per te io sono Alice, non dolcezza! Sono stata abbastanza chiara? Se ti sentisse mio fratello avresti dei problemi alquanto seri, quindi stai al tuo posto. Portaci quattro birre, immediatamente.» Non riuscivo a credere che quel cretino ci stesse provando in maniera così spudorata con Alice, ma lei sembrava conoscerlo molto bene, quindi dovevo immaginare che fosse il classico tipo da cui girare alla larga. Dopo due secondi infatti ne avevo avuto la certezza, perché ritornando aveva avuto la presunzione di chiedere il mio numero di telefono.

«Alice, non mi presenti la tua amichetta? Che ne dici tesoro di lasciarmi il tuo numero di telefono così dopo il lavoro possiamo uscire assieme e divertirci tra le lenzuola.» Ero rimasta scandalizzata, ma Alice l’aveva rimesso al suo posto.

«Sei un cretino! Se ti sentisse il suo ragazzo saresti nei guai, è dieci volte più grosso di te, quindi gira alla larga.» In quel momento avevo sentito di essere osservata ed infatti, dietro le nostre spalle, era comparso Edward che non prometteva niente di buono.

«Ben, dovresti smetterla amico. Ti ho già detto almeno cinquanta volte che devi girare alla larga da mia sorella e dalle sue amiche, non sei autorizzato a chiedere proprio niente. E tu, signorina, sei nei guai!»

L’ultima frase era decisamente rivolta alla sorella, ma aspettavo che si scontrasse anche con me, tanto ormai mi ero abituata alle sue sfuriate. Alice aveva scrollato le spalle e deciso di perorare la nostra causa.

«Edward, smettila! Non sono più una bambina e se mi va di uscire lo faccio, in fondo tu non ti sei preoccupato di dove potessimo andare stasera, quindi non rompere!» Alice aveva risposto facendogli la linguaccia e sembrava che Edward fosse riuscito a non replicare, quando apparvero mio fratello e Jake e volarono scintille.

«Alice, hai invitato anche questi due? Io e te dobbiamo fare un discorsetto, adesso!» Il tono repentorio di Edward non ammetteva repliche, così Alice fu trascinata in un angolo a discutere con suo fratello; il vero problema era che Edward non era da solo, ma con i suoi amici e il sangue mi si gelò nelle vene appena James fece la sua comparsa davanti a noi.



POV EDWARD



La giornata era passata in un lampo, dopo la telefonata con i miei genitori, mi ero diretto verso casa di Emmett per sbollire un po’ di rabbia e un po’ di sorpresa nell’apprendere che Isabella avrebbe frequentato la scuola assieme a noi. Questa settimana si stava rivelando la più intricata e difficile della mia vita e non vedevo l’ora che finisse, altrimenti mi sarei cacciato in un guaio di proporzioni cosmiche. Tanto per non essere tentato, avevo chiesto ad Emmett e ai ragazzi di andare in discoteca quella sera, così mi sarei rilassato e non l’avrei vista. Purtroppo per me, la mia sorellina quella stessa sera aveva deciso di portare la sua nuova amichetta all’Eclipse, insieme a quei due sfigati di Swan e Black e la cosa mi mandava alquanto in bestia. Mi ero avvicinato alle ragazze per proteggerle da quel mollicone di Ben, ma quando avevo visto che non erano sole, avevo deciso di chiarire la situazione con Alice.
«Alice, hai invitato anche questi due? Io e te dobbiamo fare un discorsetto, adesso!» Il mio tono non ammetteva repliche e Alice mi seguì in un angolo dove iniziai a farle la paternale, in fondo ero io il più grande e lei si stava cacciando nei guai.

«Sei per caso diventata matta? Te ne vai in giro con dei ragazzi che a malapena conosci, come faccio a proteggerti se qualcuno decide di farti del male? Tu sei sotto la mia responsabilità quando mamma e papà non ci sono e ne combini di tutti i colori.» Alice scuoteva il capo come a dire che le mie parole non erano la verità.

«Tu che cosa ne sai di Jasper e Jacob, loro sono stati gentili con me, molto più di quanto lo siano i tuoi amici. Loro pensano solo ad una cosa: il sesso, proprio come te! Non ti riconosco più, rivoglio indietro il mio fratellone, quello di cinque anni fa, vedi se riesci a trovarlo da qualche parte dentro di te.» Mi aveva detto quelle parole e poi si era rivoltata per tornare dai suoi amici, quando era arrivato James vicino a loro ed io avevo avvertito un brutto presentimento, così mi avvicinai assieme a mia sorella.

«Guarda, guarda, l’eroe dell’altra sera. Oggi non siamo così arrabbiati, deduco che la tua dolce metà ti abbia soddisfatto di più stasera.» Il solito vecchio James, quando si ubriaca passa alle parolacce e agli insulti gratuiti, forse è meglio che mi metta in mezzo.

«James, andiamocene. Non vale la pena essere sbattuti fuori dal locale per tipi come questi.» Mentre gli parlavo lo avevo afferrato per un braccio e sembrava che Bella facesse esattamente la stessa cosa con il suo ragazzo, la vidi che gli parlava nelle orecchie e improvvisamente non avevo più tanta voglia di portare via James. Non so che cosa successe esattamente in quel momento, ma i due ragazzi si misero a litigare proprio nel bel mezzo dei divanetti e il buttafuori venne a cacciarli via, assieme al caro Swan, che aveva tentato inutilmente di dividerli. Mia sorella e Bella erano rimaste impietrite davanti a tutta la scena ed io insieme a loro, quando ad un tratto mia sorella mi aveva puntato un dito contro ed iniziato ad inveire contro di me e la mia reazione.

«Questa è solo colpa tua! Te ne sei stato qui come un imbecille, invece di intervenire e cercare di far ragionare il tuo amichetto. Andiamo Bella, torniamo a casa. Per quanto ti riguarda, invece, sei un cretino!» Aveva preso Bella per il braccio e cercava di trascinarla verso l’uscita, mentre io me ne ero rimasto impalato come un deficiente; non avevo mai visto mia sorella così arrabbiata in vita mia e qualche giorno più tardi avrei capito il perché.

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