We were born, raised and died with them

di Miss_Slytherin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meeting ***
Capitolo 2: *** Family problems ***
Capitolo 3: *** Magical powers ***
Capitolo 4: *** Silente's visit ***
Capitolo 5: *** Diagon Alley ***
Capitolo 6: *** Hogwarts, sweet Hogwarts! (parte prima) ***
Capitolo 7: *** Hogwarts, sweet Hogwarts! (parte seconda) ***
Capitolo 8: *** The Beginning ***
Capitolo 9: *** First day of lessons ***
Capitolo 10: *** Flying lessons and plots in the bathroom ***
Capitolo 11: *** A joke gone wrong ***
Capitolo 12: *** Letters from home ***
Capitolo 13: *** Lessons with Silente ***
Capitolo 14: *** It's snowing! ***
Capitolo 15: *** I wish you a merry Christmas(parte prima) ***
Capitolo 16: *** I wish you a merry Christmas(parte seconda) ***
Capitolo 17: *** Saving Chastity (parte prima) ***
Capitolo 18: *** Saving Chastity (parte seconda) ***
Capitolo 19: *** Friendship ***
Capitolo 20: *** Quarrel ***
Capitolo 21: *** A very bad day for Arizona ***
Capitolo 22: *** Doubts ***
Capitolo 23: *** Green!!! ***
Capitolo 24: *** Blackmail ***
Capitolo 25: *** Making Arizona laugh ***
Capitolo 26: *** Finding Truffle ***
Capitolo 27: *** Revenge on Evan ***
Capitolo 28: *** Quidditch's match ***
Capitolo 29: *** The Whomping Willow ***
Capitolo 30: *** Exams and piques ***
Capitolo 31: *** Leaving Hogwarts ***



Capitolo 1
*** Meeting ***


                                                        CAPITOLO 1                                           
                                                                Meeting


Il caldo torrido dell'estate aveva reso i prati ben curati e le aiuole fiorite della famiglia Potter piuttosto secchi e ingialliti. D'altra parte, con una media di trenta gradi all'ombra, non ci si poteva aspettare che crescessero rigogliosi. È appunto in una tranquilla mattinata di giugno dell'estate 1971 che ha inizio la nostra storia, con la signora Dorea Potter intenta a cercare di ridar vita a delle orchidee ammuffite.

-Oh insomma! Se potessi fare a modo mio...- sbuffò irritata, scostandosi dagli occhi un ciuffo di capelli castani. Se non avesse rischiato un richiamo dal Ministero, avrebbe già estratto la bacchetta e fatto risorgere quelle dannate piante!

-Secondo me faresti prima a dargli fuoco, mamma- intervenne James Potter, unico ed adorato figlio della famiglia. L'undicenne stava tranquillamente sezionando una malcapitata cavalletta, staccandole le zampe una alla volta.

-James insomma, che schifo! Non puoi trovarti dei giochi meno vomitevoli?- lo rimproverò sua madre, lasciando perdere le ormai defunte orchidee.

-Ma mamma, i giochi meno vomitevoli non sono divertenti!- sbuffò il ragazzino contrariato, aggiustandosi gli occhiali rotondi sul naso.

Dorea alzò gli occhi azzurri al cielo, considerando suo figlio ormai un caso perso. James aveva solo undici anni, ma si era già rotto una gamba lanciandosi da un dirupo con la scopa rubata al padre Charlus mentre erano in vacanza in Scozia, aveva ricevuto ben dieci richiami dal Ministero, il più grave per aver cercato di affatturare suo zio Tiberius volontariamente, e non da ultimo, aveva quasi fatto esplodere la villetta di famiglia con chissà quale intruglio preparato clandestinamente.

E queste erano solo le malefatte minori del giovane rampollo di casa Potter, che non vedeva l'ora di andare a Hogwarts per imparare nuovi, pericolosi modi per danneggiare sé stesso e gli altri.

-Mamma, quando andiamo a comprare la bacchetta?- chiese James per la millesima volta durante la giornata, seppellendo con le mani la cavalletta deceduta per smembramento.

-Te l'ho già detto, quando tuo padre avrà un attimo di tempo per venire con noi. Sai che è molto impegnato- gli rispose Dorea, passata ora ad occuparsi delle begonie appassite.

-E quando avrà un po' di tempo? Insomma, uno ha bisogno di tempo per scegliere il gufo, la divisa...la scopa...- aggiunse piano James, sognando manici di scintillanti.

-James, tesoro tu non avrai una scopa al primo anno- sospirò sua madre, tremando al pensiero del bambino che si librava per i cieli a velocità folle.

-Ma papà aveva detto di sì!- protestò quest'ultimo offeso, schiacciando una fila di formiche rosse per ripicca.

-Ucciderò tuo padre, ricordamelo- borbottò Dorea, alzandosi da terra e pulendosi le mani sul grembiule da lavoro. In quella, notò del movimento nella villetta di fronte alla loro. Grossi camion se ne stavano parcheggiati davanti al vialetto e alcuni uomini stavano scaricando dei mobili, anche piuttosto belli, notò Dorea.

-James guarda, abbiamo dei nuovi vicini!- esclamò entusiasta. Era una persona molto socievole, che amava fare nuove conoscenze e amicizie.

-Wow, speriamo siano mag...- iniziò a dire James allegro, ma la madre lo interruppe:

-Non dirlo!- sussurrò allarmata. Lo Statuto di Segretezza non era da prendersi alla leggera.

-Uffa, che noia!!! Non si può mai dire e fare nulla di interessante!!- si lamentò James, che si era messo a sua volta ad osservare il trasloco che stava avvenendo. Sperava che nella nuova famiglia ci fossero dei bambini: lui era l'unico del suo quartiere e si annoiava parecchio a stare sempre da solo. Come per magia, dalla casa sbucò una bambina, che corse lungo il vialetto per andare a recuperare da uno dei furgoni una grossa scatola. Era anche pesante evidentemente, perché la bambina non riusciva a sollevarla e si stava limitando a trascinarla faticosamente.

James pensò di andarla ad aiutare, ma poi la sua attenzione fu attirata da uno scarafaggio gigante; con un ghigno lo afferrò, pronto a sottoporlo alle peggiori torture.


                                                                      *****

Arizona stava sudando, e non poco. Quella maledetta scatola pesava davvero troppo, per una ragazzina gracile e mingherlina come lei, e non riusciva proprio a capire perché non potesse portarla dentro suo fratello Teddy, che era alto e spesso come un armadio.

Stava appunto per desistere dalla faticosa impresa, quando lo scatolone, come per magia, si sollevò di pochi centimetri da terra e iniziò a galleggiare accanto a lei; fece ancora qualche metro, per poi depositarsi all'ingresso della nuova casa della famiglia Anderson.

Arizona la fissò, spaventata. Non era la prima volta che le succedevano cose di quel tipo. Una volta, quando abitavano ancora a Charleston, nella Virginia occidentale, una sua dispettosa compagna di scuola (Kelly McPearson era una delle poche cose che non sarebbe mancata ad Arizona) le aveva fatto lo sgambetto mentre andavano in mensa, facendole venire un livido grosso come un'arancia sul ginocchio. Arizona aveva paura che sua madre se ne accorgesse e che le chiedesse spiegazioni: non voleva confessarle l'ennesimo incidente. Così, aveva passato le due ore di matematica del pomeriggio a sperare che quel livido sparisse miracolosamente, ma sapeva che non era possibile: eppure, quando si era controllata il ginocchio prima di tornare a casa, la pelle era rosea e liscia. Nulla, il livido non c'era più. Oppure c'era stata quella volta che per giocare Teddy le era saltato addosso, con tutta la sua notevole massa, e senza accorgersene la stava soffocando: non sapeva come ma Arizona era riuscita a toglierselo di dosso, con una forza che non poteva appartenere al piccolo corpo di una bambina di otto anni. A pensarci bene l'aveva spedito contro una mensola, rompendo anche il vaso preferito di sua madre.

Episodi come questi le succedevano sempre, e lei era sempre più impaurita: aveva cominciato a credere di non essere normale e non aveva mai avuto il coraggio di parlarne, per timore di essere presa per pazza.

-Arizona cara, ti spiacerebbe andare a chiedere ai vicini se hanno un cacciavite? Temo che i nostri siano fra le cose che devono ancora arrivare- la voce di sua madre, Elisabeth Anderson, l'aveva raggiunta, strappandola ai suoi cupi pensieri sullo scatolone.

-Un cacciavite...? Si...vado...- le rispose Arizona con qualche secondo di ritardo.

Attraversò il prato e la strada, notando in un secondo momento che le sue scarpe da ginnastica erano tutte sporche. Si vergognò di andare dai vicini conciata in quel modo, ma d'altra parte Arizona si vergognava sempre di sé stessa. Aveva una massa indomabile di ricci biondo grano, che lei portava quasi sempre legati, due banali occhi castano chiaro e un nasino all'insù, spruzzato di lentiggini. Portava l'apparecchio ai denti, perché gli incisivi superiori si accavallavano, e perciò s'imbarazzava a parlare e ridere. E poi era magra, troppo magra; sua sorella Virginia, dall'alto dei suoi diciotto anni, le diceva sempre che sembrava un chiodo, piccolo ed inutile.

Sperando di non sembrare stupida come si credeva, Arizona si avvicinò alla signora con il grembiule verde, che stava strappando erbacce dal prato.

-Ehm...mi scusi...- iniziò titubante. Con la coda dell'occhio notò un ragazzino che poteva avere la sua età e si imbarazzò ancora di più.

-Sì, cara?- le rispose Dorea gentile.

-Avreste un cacciavite? Siamo nuovi di qui, ci siamo appena trasferiti e ecco insomma...l'avreste?-

-Certo cara, aspettami qui, te lo vado a prendere-.

Dorea si alzò, domandandosi che diavolo fosse un cacciavite, e sparì in casa.

James intanto stava osservando la nuova arrivata piuttosto curioso e visto che lei se stava lì impalata ed in silenzio, decise di presentarsi.

-Ciao, io sono James-.

-Oh! Ciao, mi chiamo Arizona- rispose la ragazzina, arrossendo come faceva sempre quando le toccava presentarsi. Odiava il suo nome, ma i suoi genitori erano decisamente patrioti: a sua sorella era toccato il nome Virginia, in onore dello stato in cui gli Anderson erano vissuti per generazioni, mentre suo fratello doveva il suo nome a Theodore Roosvelt, il miglior presidente che l'America avesse mai avuto secondo suo padre.

-Arizona?! Che razza di nome è?!- le chiese James, con il suo solito tatto.

-Me lo chiedo anche io. È americano, comunque- rispose lei, fissandosi le scarpe.

-Wow, sei americana allora! Che figo!- esclamò James entusiasta e Arizona sorrise, cercando di non scoprire troppo l'apparecchio.

-Ehi, ma che cos'hai ai denti?- aggiunse poi il piccolo Potter, vincendo il premio per l'indelicatezza.

come non detto” pensò Arizona.

-Ecco è...un apparecchio-

-Oh...ti fa male?- le chiese, studiandola come un insetto.

-No, adesso no, ma quando l'ho messo un sacco- rispose Arizona, che si sentiva le guance andare a fuoco. Fortuna volle che in quel momento Dorea tornasse con cacciaviti di diversa misura fra le mani.

-Ecco cara, teneteli pure quanto volete- le disse porgendoglieli.

-Grazie...signora...?-

-Potter, Dorea Potter. Questo è mio figlio James, spero non sia stato maleducato con te-.

Arizona ripensò ai commenti del ragazzino occhialuto e si limitò a scuotere la testa, prima di tornare alla nuova casa. Decisamente, sentiva che non le sarebbe piaciuto per nulla vivere lì.


                                                                        ******


-Chastity, sono estremamente delusa da te. Sei pur sempre una Rosier, ci si aspetta una certo comportamento da una Purosangue-.

La piccola Charity Rosier, di quasi undici anni, si morse forte il labbro, sino a sentire il sapore del sangue, pur di non rispondere a sua madre, Olympia Rosier. Non aveva ancora capito bene per cosa la stesse sgridando, ma era certo che c'entrasse suo fratello Evan. Aveva cinque anni più di lei e pensava che non ci fosse niente di più divertente che torturarla.

-Madre, io...-

-Zitta- la interruppe fredda la donna e Charity pensò che sua madre faceva davvero paura, con quegli occhi grigi così freddi e spietati. Sebbene fosse giugno e nella loro tenuta di campagna facesse molto caldo, Chastity iniziò a sudare freddo. Sentiva che anche quel giorno non avrebbe mangiato. E non per una semplice punizione. Le sarebbe piaciuto capire almeno perché.

-Non devi mai, mai entrare in contatto con i Babbani. Sono indegni anche di calpestare il nostro stesso suolo, credevo di avertelo insegnato- proseguì Olympia e Chastity finalmente capì.

Il giorno prima stava giocando in giardino, quando uno dei bambini che abitavano nella casa di fronte era venuto a chiederle se voleva giocare con loro. Chastity aveva risposto di no, secca, e quello se n'era andato. Evidentemente Evan l'aveva vista e aveva fatto la spia come sempre. Ed ora sua madre la stava sgridando duramente. Ascoltando le sue parole, Chastity desiderò ancora una volta di poter vivere un'infanzia normale.


NdA:

Allooooora...probabilmente chi mi segue in Poisonous Lily mi ucciderà, dato che è passato quasi un mese dall'ultimo aggiornamento...però ci sto lavorando e arriverà a breve, non temete!!! Venendo a questa storia, il personaggio principale è Arizona Anderson, una NataBabbana di origini americane che si troverà ad Hogwarts negli anni dei Malandrini. Oltre a lei, ci saranno altri personaggi originali, tra cui Chastity Rosier. Dei Rosier non si sa molto, se non che Evan Rosier è uno dei più fidati Mangiamorte, così mi sono inventata un'ipotetica sorella minore. Con lei ed Arizona ritroveremo ovviamente James, Sirius, Remus e Peter, ma anche Lily e tutti quelli che sono stati protagonisti di quegli anni.

La storia non è completa, scrivo i capitoli man mano, anche a seconda delle recensioni, perciò non so dire con precisione quando sarà il prossimo aggiornamento...non più tardi di un mese, comunque.

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, anche se abbiamo solo momenti d'infanzia di tre dei nostri protagonisti. Nei prossimi due capitoli penso di metterne altri con protagonisti Lily, Sirius, Remus e Peter, di modo di avere una loro visione prima di incontrarli a Hogwarts.

Okay, vi ho annoiati a sufficienza credo...perciò se avete delle domande sarò lieta di rispondervi tramite posta :)


Con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 2
*** Family problems ***


                                                  CAPITOLO 2

                                                                Family problems


-Tunia ti va di giocare con me alle bambole?-

-No-

-E di fare i biscotti? A te vengono bene quelli al cioccolato...-

-No Lily, lasciami in pace!-

Lily Evans sospirò, affranta. Da quando aveva ricevuto quella maledetta lettera, le cose fra lei e Tunia non erano più state le stesse. Anche se ora aveva conosciuto Severus e scoperto tutte le meraviglie del mondo magico non poteva fare a meno di chiedersi se non fosse stato meglio non aver mai aperto la busta di pregiata pergamena proveniente da Hogwarts. Eppure, anche volendolo, non avrebbe più potuto tirarsi indietro: era venuto il Preside in persona, il Professor Silente, a spiegare la situazione a Lily e la sua famiglia, e lei non aveva potuto- né voluto- rifiutare la sua offerta.

Mogia mogia, uscì di casa dopo aver gridato un “Vado al parco!” a sua madre ed effettivamente si diresse svogliata verso gli scivoli e le altalene. Si sedette su quella meno malandata e iniziò a dondolarsi piano.

-Ehi, che fai piangi?-

Lily alzò la testa di scatto, sorpresa. Si toccò una guancia e la sentì bagnata; senza rendersene conto aveva davvero iniziato a piangere. A farglielo notare era stata una bambina, poco più alta di lei, con grandi occhi azzurri e lucenti capelli castano scuro, raccolti in una lunga treccia che portava sulla spalla sinistra.

-Tieni- le disse ancora la bambina, porgendole un fazzoletto. Lily accettò, ringraziandola con un cenno del capo.

-Non si dovrebbe piangere con un bel sole così- osservò la sconosciuta, alludendo al bel cielo azzurro sopra di loro.

Lily era ancora un po' scossa e perciò stava in silenzio, non sapendo bene cosa dire. Si vergognava ad essersi fatta trovare in lacrime da una bambina che neanche conosceva. Fosse stato Severus...ed infatti, come evocato dai suoi pensieri, il cancelletto della recinzione cigolò, spinto dal piccolo Piton. Anche quel giorno portava abiti che sembravano più adatti ad un adulto ma Lily ormai non ci faceva più caso.

-Lily! Tutto bene? Perché piangi?- le chiese preoccupato.

Lily fece spallucce: -Tunia-

-Oh...ehi, ma che ci fai tu qui? Mammina e papino ti lasciano il permesso di camminare da sola?- Severus si era accorto solo in quel momento della presenza della ragazzina e le si era rivolto in modo piuttosto sgradevole. Quella infatti sobbalzò per il suo tono sarcastico, ma non disse nulla.

-Sev! Non essere cattivo con lei, è stata gentile con me e mi ha dato un fazzoletto!- lo sgridò infatti Lily.

-Gentile? I tuoi genitori ti hanno insegnato la gentilezza?- continuò Severus, ignorando le parole di Lily.

-I tuoi a quanto vedo no- disse la bambina, tranquilla.

-Ciao, io vado...non sono gradita qui- si rivolse poi a Lily e prima che quest'ultima avesse tempo di risponderle si era già allontanata. Soddisfatto di quello che aveva fatto, Severus si sedette accanto alla sua amica.

-Perché ti sei comportato così?-

-Quella lì era Elinor Oliver, mia madre fa le pulizie in casa loro. Sono ricchissimi e trattano male tutti i dipendenti- spiegò Severus, ricordando tutti i soprusi che sua madre, una strega a suo modo brillante, era costretta a sopportare per poter portare a casa lo stipendio. Suo padre non si dava neanche più la pena di alzarsi dal divano.

Lily annuì, comprensiva, e gli prese una mano. Sapeva della triste situazione in casa Piton.

-Quando saremo lontani da qui...tutti i nostri problemi svaniranno- sospirò, immaginandosi già ad Hogwarts con il suo amico, libera di fare tutte le magie che voleva, senza far soffrire più Petunia per questo.


                                                                         *****

-Ahahaha! Guardate Minus, non è neanche in grado di mangiare senza sporcarsi!- la voce odiosa di Jake Wilson attirò gli sguardi di tutti gli altri bambini sul piccolo ma già cicciottello Peter Minus.

Lo sapeva lui che non ci sarebbe dovuto andare a far merenda a casa degli Wilson, con tutti gli altri bambini! Eppure sua madre aveva insistito tanto, dicendo che doveva pur farsi degli amici e che ormai aveva convinto la signora Wilson a chiedere a suo figlio di invitarlo. Gli altri bambini non lo volevano, e Peter lo sapeva: a scuola non lo calcolavano mai, anzi lo prendevano in giro perché era grasso, non capiva i compiti e stava sempre zitto. E da quando era iniziata l'estate non l'avevano mai coinvolto nei loro giochi, sebbene abitassero tutti nello stesso quartiere di Londra. Fino a quel giorno.

-Ehi, Minus vuoi una bavetta?!- chiese un altro ragazzino antipatico, tale Zack Todds, e via altre risate.

-N-no...- sussurrò Peter rosso di vergogna e fra le risate generali corse via, attraversando senza guardare nessuno il salotto e l'anticamera di casa Wilson. Quando fu fuori scoppiò a piangere, macchiando ancora di più la T-shirt già sporca di cioccolato.

Perché nessuno vuole essermi amico? Si chiedeva mentre tornava a casa sconsolato, tra gli sguardi dei passanti che guardavano un po' impietositi quel ragazzino in lacrime.

Che cosa ho fatto di male?


                                                                       ******

-Non si è ancora svegliato?-

-No caro, dorme ancora...-

Ma non era vero. Remus Lupin era sveglio, ma con gli occhi chiusi ascoltava la conversazione sussurrata fra i suoi genitori. Li sentiva parlare da dietro la porta e si chiedeva perché suo padre non era a lavoro, dato che ormai era pomeriggio inoltrato. Aveva caldo, sotto il lenzuolo con cui sua madre l'aveva coperto, ma non osò muoversi per paura di far rumore.

-Oh John...è così piccolo...non riesco ancora a crederci- disse piano Kate Lupin, mentre una lacrima le scivolava lungo la guancia. Aveva solo quarant'anni Kate Lupin, ma negli ultimi due anni era invecchiata precocemente, a causa della disgrazia capitata al suo adorato bambino, ed ora fili bianchi si scorgevano fra i suoi capelli biondi.

-Lo so cara, lo so...non credere che io non mi chieda, ogni dannato secondo, perché quella notte è toccato a me, andare a stanare quei lupi. Perché non hanno mandato un altro, magari senza famiglia? Perché me? Mi sento così in colpa...- anche John Lupin era prossimo al crollo.

-Ha sofferto così tanto questa notte...è stato uno strazio per me non poter far nulla per aiutarlo, assistere impotente...-

-Le prime trasformazioni sono le più dolorose. Magari con il tempo...-

Nel suo letto, Remus sospirò. Gli faceva male, vedere i suoi genitori soffrire a causa sua. Come avrebbe voluto raggiungerli, rassicurarli, dirgli che non dovevano preoccuparsi per lui. Era un mostro ormai, e loro non potevano farci nulla. Non dovevano soffrire per lui.

-Credi che sia saggio mandarlo a Hogwarts?- stava chiedendo ora sua madre. No! Urlò dentro sé Remus. Farò del male a qualcuno, ne sono sicuro.

-Non lo so cara...Silente dice di aver sistemato le cose, ed io mi fido di lui. È un grande, grandissimo uomo, e sta facendo molto per noi. Se dice che non ci sono pericoli per Remus e per gli altri studenti, io gli credo. Magari gli farà bene stare in mezzo agli altri ragazzi...lo aiuterà a...a...-

-Ad accettare la situazione- concluse Kate al posto del marito.

Smisero di parlare e scesero al piano di sotto. Remus rimase solo, nella sua stanza, rannicchiato in posizione fetale. Si sentiva sporco, marchiato da una maledizione che non gli avrebbe mai lasciato scampo. Aveva solo undici anni, il piccolo Remus Lupin, ed un peso troppo grande sulle sue fragili spalle.


                                                                      *****


-Sirius! Regulus forza scendete!- le parole gridate con forza da Walburga Black raggiunsero il piano superiore di Grimmauld Place, e più precisamente la stanza di Sirius, dove lui e suo fratello giocavano a scacchi.

-Ma stavo vincendo! Dobbiamo per forza scendere?- protestò Sirius, guardando con desiderio la sua regina bianca ad un passo dallo scacco matto.

-Dai, Sir lo sai che se non scendiamo subito la mamma si arrabbia. E noi non vogliamo che si arrabbi- rispose pacato Regulus, cominciando a riporre i pezzi nella scatola; questi si agitarono un po' (a dire il vero un alfiere bianco tentò di mordere il dito di Regulus) ma poi si quietarono e si lasciarono mettere a posto.

-Certo che no- fece Sirius sarcastico e Regulus lo guardò male. Era il minore dei fratelli Black, ma dimostrava già più assennatezza.

-Sirius! Regulus! Se non scendete subito...- urlò ancora Walburga.

-Arriviamo, arriviamo...!!!-

Mezz'ora dopo, Sirius, Regulus, Walburga e l'elfo Krecher mettevano piede a Diagon Alley, le cui vie erano tranquille in quella calda mattina di luglio.

-Non capisco perché siamo già venuti qui. Mancano ancora due mesi all'inizio della scuola...- sbuffò Sirius, guardandosi intorno annoiato. Era già stato altre volte a Diagon Alley e perciò i negozi non attiravano più la sua attenzione; Regulus invece si guardava intorno curioso.

-Non essere insolente. Siamo qui perché voglio ordinarti le migliori vesti. E perché per avere gli accessori con lo stemma di Serpeverde ci vuole tempo- gli rispose dura sua madre, conducendo i due bambini verso Telami e Tarlatane.

-Serpeverde?- chiese Sirius cercando di non mostrare alcuna emozione. Dentro si sentiva morire al pensiero di finire in quella casata.

-Certo, Sirius, Serpeverde! Dove pensi di finire?- fece Walburga stizzita. Possibile che quel suo figlio fosse così tardo?

-Non vuoi andare a Serpeverde Sir? È la Casa migliore del mondo!- affermò Regulus con entusiasmo; Walburga gli rivolse un sorriso orgoglioso.

-Certo che sì...- borbottò Sirius poco convinto. Le sue parole furono coperte dal tintinnio del campanello posto all'ingresso del negozio.


Nda:

Salveee!!! Eccovi un nuovo capitolo, in cui vediamo il resto dei nostri protagonisti con i loro “problemi di famiglia”. Spero vi sia piaciuto e che mi lascerete qualche recensione, anche piccola piccola va bene (me vi guarda speranzosa).

Prima di passare ai ringraziamenti, voglio dare qualche piccolo chiarimento. Allora, per quanto riguarda Piton, siccome non si sa molto della sua famiglia (tranne che i suoi genitori litigano molto, come ci dice la zia Row nel 5 e nel 7 libro) mi sono inventata che suo padre e un disoccupato inutile e che per questo sua madre, pur essendo una strega, si è dovuta trovare un lavoro Babbano per mantenere il figlio. Anche di Minus non si sa molto, perciò nella mia mente suo padre è morto e sua madre è scontenta del figlio, che le sembra troppo chiuso e riservato. Kate e John Lupin me li sono inventati e ho immaginato che il padre di Remus facesse un qualche lavoro per il Ministero che lo ha portato in mezzo ai lupi mannari. Pooooi...ah sì, i mitici Black. Ho sempre pensato che prima di Hogwarts Sirius e Regulus avessero un buon rapporto e che solo successivamente le cose siano cambiate, per via dello smistamento di Sirius. Sirius invece già non sopporta sua madre, convinta che lui finirà a Serpeverde, ma non è ancora “apertamente” ribelle, anche se non vede l'ora di mostrare il vero sé stesso.

Elinor Oliver, la ragazzina che invece compare insieme a Lily e Severus, è anche lei una strega e perciò ritornerà moolto spesso nella storia, tenetela a mente :)

Bene, per questo capitolo ho già detto troppe cose...venendo al primo, volevo chiarire che la figlia dei Rosier è Chastity e non “Charity”. All'inizio l'avevo chiamata così perché mi piaceva di più come nome, poi però ho pensato che la carità non fosse proprio una virtù adatta ai Purosangue e l'ho cambiato.

Per concludere ringrazio _NEMO per la bellissima recensione: sono contentissima che il primo capitolo ti sia piaciuto e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento :) un grazie gigantesco per la recensione, senza di te non so se avrei scritto anche questo capitolo...e tra parentesi, Arizona Robbins è anche il mio personaggio preferito di Grey's (oltre Shepperd :P).

Ringrazio anche Fancylala per aver inserito la storia fra le preferite, lady musa96 che l'ha messa fra le ricordate e malandrina4ever che l'ha messa nelle seguite insieme a _NEMO. Grazie mille ragazze!!!


con affetto, Miss_Slytherin.

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Capitolo 3
*** Magical powers ***


                                                                      CAPITOLO 3

                                                                    Magical powers


-Oddio!!! Guarda cos'hai fatto!!!- esclamò James Potter meravigliato. Davanti a lui, una serie di fiori si erano strappati dal suolo e intrecciati a formare una ghirlanda. Da soli.

Arizona si portò le mani alla bocca, e questa volta non per l'apparecchio. Aveva appena fatto una delle sue stranezze davanti a James, suo amico da neanche un mese!

Infatti, qualche giorno dopo essersi trasferita in Inghilterra, James era andato a chiamarla, chiedendole se voleva giocare con lui.

Arizona aveva pensato che doveva sentirsi proprio solo, se sceglieva di stare con una bambina, ma alla fine aveva accettato e da quel giorno passavano tutti i pomeriggi insieme.

Così quel giorno stavano giocando a baseball: James trovava estremamente divertente quel gioco americano (a dire il vero gli ricordava un po' il Quidditch, ma non poteva dirlo ad Arizona) e così da quando lei gli aveva insegnato le regole non voleva fare nient'altro che quello. Avevano appena finito e stavano facendo merenda nel giardino dei Potter, stesi su telo, con dei dolci buonissimi preparati da Dorea.

-Io...- balbettò imbarazzata Arizona.

-Ma allora anche tu sei una strega!- esclamò James al settimo cielo.

-Una cosa?! Guarda che non siamo ancora ad Halloween!- rise nervosamente Arizona. Adesso lui l'avrebbe presa per pazza e sarebbe scappato a gambe levate!

-Lo so scema! Intendo dire una vera strega- spiegò James, che come al solito si prendeva tutta la confidenza che voleva.

-Ok, il sole ti ha fatto male. Andiamo all'ombra- decretò Arizona.

-Uffa, non sto facendo il cretino...-

-...per una volta...-

-Sono serio! Sei una strega, e questi fiori lo dimostrano!- insistette James ed Arizona inevitabilmente ripensò a tutti gli strani incidenti che avvenivano intorno a lei.

-Mi stai dicendo che tutte le cose...insolite...che mi succedono...accadono perché sono una strega?- chiese lei, tirandosi su a sedere.

-Sì! Anch'io sono un mago, ed anche i miei genitori- le disse James, contentissimo che anche lei avesse poteri magici.

-Quindi non mi stai prendendo in giro- affermò Arizona non ancora del tutto convinta.

-No-

-Non è uno dei tuoi soliti scherzi stupidi-

-No, e poi i miei scherzi sono super divertenti!-

-Se arrampicarsi sino alla finestra della mia stanza per mettermi un topo morto nel letto lo chiami divertente...-

-Uffa, sei senza senso dell'umorismo. E comunque non sto scherzando! Quali altre cose ti sono successe?- le chiese interessato, aggiustandosi gli occhiali che gli erano andati storti mentre si metteva seduto a gambe incrociate.

Ancora un po' esitante, Arizona gli raccontò tutto, sperando che davvero James non la stesse prendendo in giro.

-Ahah! Hai visto? Anche tu hai poteri magici!- esultò lui alla fine.

-Quindi anche a te succedono cose strane?-

-Sì, non devi preoccuparti. È normale quando si è ancora bambini, noi non possiamo controllare la magia. Ma quando andremo a Hogwarts...- fece lui sognante, afferrando famelico un pasticcino alla crema pasticcera.

-Dove?- chiese Arizona, stravolta da tutte quelle novità. Allora non era anormale, se James stava dicendo la verità!

-Hogwarts! È la scuola di magia più importante di tutta la Gran Bretagna, ci vanno tutti quelli come noi ad imparare la magia- disse a razzo James, felicissimo di poter parlare di magia.

-E quando ci si va?-

-Prima loro ti mandano una lettera, per dirti che sei ammesso. A me è arrivata a marzo, appena ho compiuto undici anni. A proposito, quando sei nata tu?-

-Il diciotto settembre...vuol dire che non mi arriverà nessuna lettera sino a quel giorno?- chiese, già meno entusiasta.

-Beh non lo so...la scuola inizia il primo settembre, ma credo che fra un po' verrà qualcuno di Hogwarts a casa tua, perché la tua famiglia è Babbana- rispose lui, pensoso, grattandosi il naso.

cosa?!- Arizona pendeva dalle sue labbra.

-Sono senza poteri magici. Quindi qualcuno verrà a spiegare loro la situazione- rispose James, che aveva preso a giocare con la pallina da baseball.

-Oh. Conta qualcosa?-

-Assolutamente no! E poi, potremo andare a comprare tutte le cose che ci servono per Hogwarts, tipo la bacchetta magica...-

-Bacchetta magica? Wow!-

Arizona era decisamente il pubblico adatto per James, che si lanciò nella descrizione di bacchette, scope volanti (soprattutto scope) e quant'altro. Lei lo ascoltava rapita, non riuscendo davvero a credere che lei fosse speciale, che avesse poteri magici e fosse davvero destinata ad andare a Hogwarts.

Molte ore più tardi Arizona tornò a casa, quando il sole ormai stava scomparendo all'orizzonte ma il caldo di luglio era ancora soffocante. Aveva mille pensieri per la testa e le batteva forte il cuore ad immaginarsi con una bacchetta magica in mano.

Per questo motivo a cena era silenziosa, cosa che non mancò di attirare l'attenzione di sua sorella Virginia.

-Ehi mostriciattola non parli?-

-Virginia, non chiamare mostriciattola tua sorella!- la rimproverò la signora Anderson, mettendole nel piatto un po' di pollo.

-E va bene...come mai silenziosa, nanetta?- ritentò la ragazza sbuffando; Teddy ridacchiò al suo fianco, ma smise all'occhiataccia del padre.

-Tesoro c'è qualcosa che non va? Sei taciturna, in effetti- chiese il signor Anderson, rivolgendosi alla minore delle sue figlie.

-No papà, va tutto bene- rispose Arizona e pensò “eccome se va bene!”

Il signor Anderson la guardò ancora per un momento, ma non disse nulla.

-Stavo pensando che dovremmo invitare a cena i Potter, sono stati così gentili da quando siamo arrivati- disse dopo qualche attimo di silenzio la signora Anderson.

-Hai ragione, cara- Eric Anderson era piuttosto accondiscendente e di buon carattere. Virginia, almeno fisicamente, gli somigliava molto: avevano entrambi i capelli neri, che Virginia portava lunghi sino alla schiena, e gli occhi chiari. Arizona e Teddy invece avevano preso più dalla madre, per via dei capelli biondi e gli occhi scuri.

-Eric, hai per caso dato un'occhiata alla posta, stamane? È arrivata una strana lettera dal Ministero delle entrate. Diceva che sarebbe arrivato un agente del fisco, domattina...non è che non hai pagato le tasse?!- Elisabeth Anderson era una persona piuttosto ansiosa, bastava la minima cosa fuori dalle righe a mandarla nel panico.

-Certo che ho pagato le tasse. Domani sentiremo cosa hanno da dirci- rispose il signor Anderson pacato, anche se un po' perplesso. Arizona drizzò le orecchie: James le aveva detto che spesso quelli di Hogwarts mandavano lettere fasulle per farsi ricevere.

Emozionatissima, pensò che il giorno dopo avrebbe scoperto la verità.



                                                                               *****


Elinor Oliver stava soffrendo, e anche molto.

Era seduta fra sua madre, la signora Cassandra Crouch in Oliver, e quell'antipatico di Regulus Black, anche lui invitato con la sua famiglia a cena dagli Oliver. I purosangue avevano l'abitudine di riunirsi spesso, organizzando periodiche cene, e quella sera era toccato agli Oliver ospitare l'evento. Così Elinor era costretta a stare a tavola, con tutta quella gente noiosa (l'espressione di Chastity Rosier, di fronte a lei, la diceva lunga sulla serata) anche se avrebbe solo voluto correre in bagno a vomitare, tanto il mal di testa era forte.

Elinor era un'empatica: poteva sentire i pensieri di chi le stava intorno, e senza magia. Quando i suoi genitori si erano accorti di questo suo potere, erano rimasti basiti: quasi tutti i maghi, tranne i più potenti, avevano bisogno di ricorrere alla magia per poter conoscere i pensieri altrui, ma Elinor no. L'empatia aveva però i suoi aspetti negativi: la bambina aveva infatti spesso forti mal di testa, accompagnati da nausee e giramenti di capo. E avere tanta gente intorno, come quella sera, non poteva che farla stare peggio.

Aveva l'impressione che la testa le stesse per esplodere, con tutte quelle voci che le vorticavano dentro, e sentiva che presto avrebbe vomitato.

-Mamma...non mi sento bene...- sussurrò Elinor, di modo che solo la signora Oliver la udisse.

-Resisti, Elinor. Siamo quasi al dolce- le rispose quella, sempre a bassa voce. Il “dono” di Elinor era affiorato relativamente da pochi anni, cosa che aveva portato i signori Oliver a tenere la bambina sempre in casa, lontano dagli altri, di modo che soffrisse il meno possibile. Erano protettivi sino all'ossessione, tanto che Elinor aveva rischiato di non andare a Hogwarts. Solo l'influenza del Preside Silente li aveva convinti a mandarla a scuola: affermava che avrebbe potuto aiutarla a controllare il suo potere.

-Mamma...-

-Elinor, ti prego- disse la signora Oliver con fermezza.

Elinor sospirò, giocherellando con il cibo nel piatto.

-Non stai bene?- le chiese Sirius Black, seduto accanto a Chastity Rosier; Elinor era una delle poche purosangue che Sirius non detestasse, forse perché non parlava quasi mai.

-No- fece lei, secca.

-Hai una brutta faccia, infatti- commentò lui annoiato.

-Ma grazie. Sei sempre gentile- ribatté Elinor piccata. Non aveva ancora capito se Sirius le stesse simpatico o meno. Avrebbe preferito che la smettesse comunque di pensare costantemente a quanto si stesse annoiando.

-Lo so- ghignò.

Elinor fece per ribattere, ma per quella sera aveva sopportato sin troppo: fece appena in tempo a spostare il dessert, per non finirci con la faccia dentro, e svenne.


                                                                                     ******


Severus Piton aggiunse una foglia di menta alla sua pozione, mentre in salotto qualcosa andava a schiantarsi al suolo.

-Se il solito inutile e schifoso uomo!-

-Ah sì! E tu fai così schifo come strega che puoi solo pulire i cessi degli altri!-

Altro tonfo. Severus girò tre volte il suo intruglio. Fare semplici pozioni, insieme a stare con Lily, era l'unica cosa che riuscisse a distrarlo. Era così rilassante seguire le istruzioni, così soddisfacente vedere la pozione raggiungere la tonalità esatta...e, cosa più importante, non serviva la bacchetta, che lui non possedeva ancora.

-Muori, Tobias! Se non fosse per me saremmo già in mezzo alla strada!-

-Meglio la strada che questo porcile!-

'Sminuzzare accuratamente la polvere di topazio, e aggiungerla alla pozione a fuoco spento' recitava il suo Semplici Pozioni Per Principianti e Severus eseguì, cercando di non sentire le urla. Immaginò la faccia di Lily, quando le avrebbe mostrato la pozione finita. Lei lo invidiava così tanto per il fatto che aveva in casa gli ingredienti e un calderone!

-Vattene allora, vattene!-

Aggiunse la polvere alla pozione, che lentamente divenne più liquida, da solida che era. Bene, mancava solo una coda di topo essiccata, e sarebbe diventata una perfetta Pozione Rilassante.

Recuperò l'ultimo ingrediente dalla sua piccola e misera dispensa, e tornò al calderone, mentre qualcuno -presumibilmente sua madre- singhiozzava in soggiorno.

-Ti piacerebbe eh, che me ne andassi! Non sono mica scemo! Resterò qui, a darti il tormento!-

Finito. Un liquido di una precisa colorazione magenta riempiva il calderone. Severus la fissò soddisfatto, prima di riempire due fialette. Una era per Lily, non vedeva l'ora di mostrargliela! L'altra andò a metterla accanto a tutte le altre, su uno scaffale che ospitava decine e decine di pozioni, spesso uguali fra loro. Severus non sapeva ancora fare molte pozioni, perciò si esercitava sempre con le stesse. Ma a Hogwarts...a Hogwarts avrebbe appreso le pozioni più complicate e difficili. E sarebbe stato con Lily. Sempre.

Erano gli unici pensieri che lo aiutavano a sopportare le grida, i pianti, i soprammobili rotti. Erano gli unici pensieri che lo aiutavano a sopportare la sua vita.


Nda:

Salve gente!!! Eccomi qui con un nuovo capitolo, so che sono passati ben 11 giorni, ma proprio l'ispirazione se n'era andata alle Maldive...fortuna che è tornata :P

Che dire....Arizona ha finalmente capito di essere una strega, grazie al mitico James, mentre si scopre qualcosa di più su Elinor. Se ricordate nello scorso capitolo Severus la prendeva in giro per il fatto che i genitori non la facevano uscire di casa, e qui si spiega il perché. L'incontro fra Lily e Elinor era dovuto a una piccola fuga da parte di Elinor...e, se vi state chiedendo come mai Severus non ha detto a Lily che anche Elinor viene da una famiglia di maghi (e sicuramente non ve lo state chiedendo) è perché Severus aveva paura che Lily, sapendo che anche Elinor è una strega, potesse voler stare anche con lei, e non solo con Severus.

Beh, spero davvero che vi sia piaciuto, anche se non siamo ancora ad Hogwarts...credo che nel prossimo capitolo avremo la visita della McGranitt a casa Anderson e gli acquisti scolastici a Diagon Alley e poi finalmente Hogwarts :)

Un grazie gigantesco va a _Nemo: sono davvero felice che Severus sia IC, è difficile scrivere di un personaggio complesso come lui, e spero che nel corso degli altri capitoli continuerà ad essere tale.

Ovviamente non mi dispiace che ti dilunghi, anzi!!! Più scrivi e più sono felice :P e a Mattamaty: sono super mega extra felice che anche questa storia ti piaccia e naturalmente ho gongolato un sacco davanti alle tue recensioni lunghissime :) hai ragione nel dire che dovrei scrivere per me stessa e non per gli altri, ed infatti è così, ma sai fa sempre piacere sapere che a qualcuno piace ciò che scrivi, è una cosa che motiva moltissimo quando l'ispirazione va a farsi benedire e i capitoli proprio non vogliono scriversi...adoro anch'io alla follia i malandrini e proprio per questo ho paura di non renderli come vorrei, o comunque come li ho sempre immaginati :) grazie ancora, al prossimo capitolo spero :)

Ps: scusate eventuali errori di battitura o impaginazione, ma sono davvero di corsa XD

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Capitolo 4
*** Silente's visit ***


                                                               CAPITOLO 4

                                                               Silente's visit


Quella mattina Arizona spalancò gli occhi alle cinque.

Aveva passato tutta la notte ad auto-convincersi che il funzionario del ministero che avrebbero ricevuto quel giorno fosse qualcuno mandato da Hogwarts, e per questo motivo era riuscita ad addormentarsi solo verso le tre, salvo poi svegliarsi due ore dopo. Adesso giaceva con gli occhi fissi sul soffitto, chiedendosi cosa diavolo avrebbe potuto fare fino alle otto del mattino, ora in cui solitamente si alzava. E non perché fosse una persona mattiniera, badate bene; se fosse stato per Arizona avrebbe allegramente ronfato fino a tarda mattinata, ma le piaceva fare colazione con suo padre, che vedeva pochissimo durante la settimana, per via del suo lavoro di diplomatico per il governo americano, che lo portava spesso in giro per il paese.

Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac...il ticchettio della sveglia a forma di porcellino che teneva sul comodino era snervante, per non parlare di Teddy che russava nella stanza accanto. Fece per alzarsi, ma poi ci rinunciò. Si era quasi decisa a mettersi a contare le paperette (che le stavano decisamente più simpatiche delle pecore, soprattutto da quella volta in cui erano stati nel Kentucky alla fattoria di zia Hannah e un montone particolarmente cattivo si era messa a rincorrerla. Non aveva mai capito perché) quando le venne un'idea geniale. Scivolò fuori dal suo letto, infilò le infradito verde acido e cercando di fare meno rumore possibile, scese al piano di sotto. Con passo felpato raggiunse il ripostiglio, dove accese la piccola lampadina; tutte le camere da letto si trovavano al piano superiore, nessuno l'avrebbe sentita.

Trovato! Il vecchio lenzuolo bianco con i buchi all'altezza degli occhi che usava sempre ad Halloween. Non aveva molta fantasia con i costumi...poco importava, quello sarebbe andato benissimo.

Se lo infilò sotto il braccio e si diresse verso la porta di casa.


                                                                    ******


James Potter stava facendo un sogno meraviglioso. Era a cavallo di una Comet 160 ultimo modello e sfrecciava alla velocità della luce, con il vento fra i capelli e la mano tesa davanti a sé, pronta a prendere...

-James...- disse una voce cavernosa.

.uno scintillante boccino d'oro, sapeva che se ci fosse riuscito...

-James...sveglia...- sussurrò ancora la voce roca.

...la sua squadra avrebbe vinto il campionato mondiale di Quidditch...

-...James!-

-AAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!- urlò James Potter svegliandosi di colpo, con la faccia ad un millimetro da un fantasma.

-Chdddivloei?!*- gridò ancora scattando a sedersi rannicchiato contro la spalliera del letto.

-Ommiodio....avresti dovuto vedere...la tua faccia!!!!- stava ridendo ora il fantasma, scosso da frenetici singhiozzi. Un momento, quel fantasma aveva la voce di...

-Arizona?!- chiese incredulo James, allungando una mano per tirare via quello che ora riconosceva come un semplice lenzuolo bianco.

Arizona “apparve” davanti a lui, piegata in due dalle risate e con indosso un ridicolissimo pigiama estivo fucsia con un pinguino bianco disegnato sulla canotta.

-Ma dico, sei scema?! Farmi prendere un infarto così! Potevo restarci!!! E poi mi avresti avuto sulla coscienza...!-

-Ma piantala...era solo...come hai detto?....”uno scherzo super divertente”....- disse Arizona ridendo ancora convulsamente.

-Ah-ah che ridere!- fece James risentito. Eppure, Arizona aveva una risata così contagiosa che...

-Ahahahahahaahahahahaha...- anche James non aveva resistito ed era scoppiato a ridere.

Un quarto d'ora più tardi i due si erano calmati e se ne stavano distesi sull'enorme letto di James a parlare di magia.

-Ho fame- disse ad un tratto Arizona.

-Per punizione dovrei farti morire fra atroci morsi della fame- ribatté James con sufficienza.

-Ma hai fame anche tu. E quando mai tu non hai fame...sei una fogna vivente...- insinuò Arizona.

-Odio quando hai ragione- sbuffò lui e si alzò, per poi sparire lungo il corridoio. Ritornò poco dopo, con una caraffa ricolma di latte fresco e una scatola di latta piena di biscotti al cioccolato.

Famelici, Arizona e James vi si gettarono sopra e pochi minuti dopo avevano spazzolato via tutto. Il sole stava sorgendo lentamente fuori dalla finestra e quello che sarebbe stato uno dei giorni più importanti della vita di Arizona stava iniziando.

-Sarà meglio che torni a casa, fra poco mia madre si sveglia per la colazione- disse Arizona, stiracchiandosi.

-Già, prima ti sei finita tutti i miei biscotti...- brontolò James, ma sorrideva.

-Ma sentitelo! Ho dovuto acchiapparne quanti più potevo prima che te li finissi tutti tu!- ribatté Arizona oltraggiata, prima di saltare giù dalla finestra con un tonfo.

-Ti sei fatta male?!- chiese James affacciandosi. La sua stanza era al pianterreno, perciò Arizona aveva dovuto spiccare un salto di neanche un metro.

-Tutto ok!- gli disse Arizona, prima di raggiungere di corsa casa sua.

Era riuscita ad infilarsi nel suo letto da pochi minuti, quando la sveglia suonò. Con un sorriso la spense, prima di scendere di sotto a fare di nuovo colazione. Infondo intromettersi in camera di James per poi uscirne più o meno furtivamente aveva richiesto molte energie.

-Mamma...a che ora dovrebbe venire quel funzionario....?- chiese Arizona fingendosi disinteressata mentre faceva annegare un biscotto nel caffellatte.

-Mah, sulla lettera c'era scritto alle nove...perché me lo chiedi?- rispose la signora Anderson assonnata; dall'altro lato del tavolo il signor Anderson stava per cadere con la faccia nella tazza.

-Così...e...ehm...tu vai al lavoro oggi papà?-

-Più tardi, voglio proprio capire cosa vuole da noi il Ministero delle entrate...- replicò il signor Anderson uscendo dal coma.

Quella che seguì la colazione fu l'ora più lunga di tutta la vita di Arizona. Continuava a fare su e giù da camera sua, fingendo di portare in lavanderia vestiti appena lavati e ad un certo punto si era persino messa a strofinare le sue scarpe da ginnastica, che tornarono lentamente bianche. Si beccò una sgridata da Virginia, che si lamentava del rumore che Arizona faceva, e rischiò di rompersi una spalla andando a sbattere contro Teddy, in una delle sue nervose passeggiate lungo il corridoio. Si stava appunto massaggiando il punto colpito, quando qualcuno suonò alla porta.

Erano finalmente arrivate le nove e Arizona si fiondò giù per le scale, salvo poi nascondersi dietro il muro della cucina per studiare il nuovo arrivato.

Era un signore piuttosto anziano, con una lunga barba argentata e curiosi occhialetti a mezza luna. Indossava un completo di un eccentrico color magenta e sorrideva affabile. Arizona pensò immediatamente che fosse un mago.

-Lieto di conoscervi, signori Anderson- esordì affabile.

-Altrettanto, signor....?-

-Silente, Albus Silente- rispose lui seguendo la signora Anderson verso il soggiorno; Arizona si mosse piano dietro di loro.

-Allora, sicuramente vi starete domandando cosa possa mai volere il Ministero da voi- iniziò Silente, sorseggiando deliziato la limonata offertagli.

-A esseri sinceri, sì. Siamo onesti cittadini, abbiamo sempre pagato le tasse...- disse la signora Anderson infervorata.

-Ne sono assolutamente certo, mia cara. Infatti io non sono chi voi pensate che io sia- replicò enigmatico Silente.

-Che cosa...?- fece il signor Anderson perplesso.

-Vedete, io sono il preside di una scuola molto importante, una scuola che vostra figlia Arizona ha tutti i diritti di frequentare. Vi spiacerebbe chiamarla?- chiese educato Silente e Arizona entrò in salotto, ancor prima di essere stata chiamata.

-Che velocità- commentò Silente benevolo e Arizona arrossì un po', mentre andava a sedersi fra sua madre e suo padre.

-È arrivato il momento che voi sappiate la verità. Vostra figlia Arizona è una strega- disse Silente estremamente serio. Prima di poter anche solo pensare, Arizona scattò in piedi urlando:

-Siiiiii!!!! Lo sapevo, lo sapevo!!!!- e abbracciò Silente per la gioia. Un secondo dopo, resasi conto di quanto aveva fatto, si staccò con il volto viola per la vergogna. Ma Silente sorrideva.

-Sta cercando forse di spaventarci? La magia non esiste, lo sanno tutti!- esclamò il signor Anderson, iniziando quasi ad arrabbiarsi. Chi diavolo era quello sconosciuto piombato in casa loro a dire scemenze?

-Adesso vorrebbe anche dirci che esistono gli Ufo?- fece invece la signora Anderson sarcastica.

-Ufo? Interessante parola...comunque no, signor Anderson, non sto cercando di spaventarla, e posso facilmente dimostrarle che la magia esiste- disse Silente e, estratta la bacchetta magica, fece comparire uno splendido mazzo di fiori. Arizona lo guardava con tanto d'occhi: James non aveva mentito allora! Era tutto vero!

I signori Anderson erano sconvolti.

-So che può essere per voi difficile credere a tutto questo, ma Arizona è una strega, ed ha il diritto di frequentare Hogwarts, la scuola di cui sono Preside- proseguì il vecchio mago, facendo evanescere il mazzo di fiori sotto gli occhi degli Anderson.

-Ma...Arizona...tu..?- si rivolse infine la signora Anderson alla figlia.

-Io gli credo mamma. Spesso mi succedevano cose strane, che non sapevo spiegare...ma poi James mi ha detto che sono una strega, e che avrei frequentato Hogwarts. E ora scopro che è tutto vero!- rispose Arizona emozionatissima.

-Potter, vero?- chiese Silente ed Arizona annuì.

-Quel ragazzino ci farà passare un sacco di guai, prima o poi...ma in questo caso non ha fatto nulla di grave. Comunque, tornando a noi...questa è per voi- disse Silente ed estrasse dalla tasca due buste. La prima la diede ai signori Anderson, la seconda ad Arizona.

-...e questa è per te, cara. C'è scritto tutto quello che devi comprare per Hogwarts. Sono sicuro che i signori Potter saranno felicissimi di chiarire ogni vostro dubbio, e di venire con voi per le compere- aggiunse mentre gli Anderson avevano ancora espressioni non troppo convinte sui volti.

-Quindi...non sta scherzando?- chiese ancora il signor Anderson, alzandosi per accompagnare Silente alla porta.

-No. È tutto verissimo- e con un sorriso sparì in un turbinio.

-È scomparso!- fece la signora Anderson sconvolta. Ma Arizona non l'ascoltava: fissava la lettera che le aveva dato Silente con gli occhi che brillavano e il cuore che batteva a mille.

-Vado da James!- annunciò e si fiondò fuori.

Non vedeva l'ora di andare a Hogwarts!


                                                                     ******

-Certo che quella Elinor è proprio strana...svenire così a metà cena!- commentò Regulus, con la serietà che lo aveva sempre caratterizzato.

Quella mattina i due fratelli Black stavano facendo colazione da soli: il signor Black era uscito presto per svolgere alcune “oscure” (a detta di Sirius naturalmente) faccende, mentre Walburga si era recata a trovare la sorella Druella.

-Sai Reg, non credo proprio che sia svenuta di proposito- ribatté Sirius ironico. Per quanto generalmente fosse poco interessato a ciò che lo circondava, e tanto meno gli importava delle altre persone, si sentiva dispiaciuto per Elinor.

-Poteva almeno allontanarsi dal tavolo...per poco non cadeva con la faccia nel mio dolce!- ribatté Regulus, per nulla toccato dall'affermazione del fratello.

-Oh, povero dolce!-

Ancora una volta Regulus ignorò l'ironia del fratello.

-Chastity Rosier è decisamente più simpatica- disse ancora, sperando che almeno su questo Sirius non avrebbe avuto da ridire.

-Ma chi, Faccia di Marmo?- domandò Sirius, che sopportava Chastity ancor meno degli altri rampolli purosangue.

-Proprio lei. Spero che sarà a Serpeverde, quando andrò a Hogwarts- rispose Regulus, facendosi servire dell'altro tè dall'elfo domestico.

-E come fai a essere così sicuro che andrai a Serpeverde?- chiese Sirius, ora interessato.

-Lo sono...e basta. A quale altra Casa potrei mai essere assegnato? Tutta la nostra famiglia è stata a Serpeverde!- ribatté Regulus, che proprio non capiva la domanda di Sirius.

-E se finissi...che so...a Grifondoro?-

-Menomale che non c'è mamma! Se ti avesse sentito...- esclamò il minore dei Black sinceramente terrorizzato.

-Rispondi Reg. Se finissi in un'altra Casa?- insistette Sirius.

-Non finirò in un'altra Casa. E neanche tu. Quando l'anno prossimo arriverò a Hogwarts saremo insieme!- disse Regulus, nello stesso tono autoritario che usava Walburga.

Sirius non rispose, improvvisamente concentrato sulla propria tazza.


Nda:

Salve genteeee, come state?

Sono di nuovo qui a scocciarvi con le mie storie....a dire il vero avrei voluto pubblicare questo capitolo domani, ma poi, a vedermelo davanti bello e finito non ho resistito, spero non vi dispiaccia. Allooora che dirvi...in realtà la scena iniziale di Arizona che si vendica di James non era prevista, però siccome nella mia mente lei è piuttosto malandrina (sarà la vicinanza con James a farle male?! :P) ho deciso di scrivere qualcosa che mostrasse questo suo lato. Ci tengo a precisare che questa sarà una James/Lily, perciò non so se state pensando (e sicuramente non lo state facendo) che prima o poi fra Arizona e James succederà qualcosa, ma non sarà così. Però se vi siete già fatti qualche idea sulle possibili future coppie sarò lieta di sentire cosa pensate :)

Pooooi...finalmente Arizona ha la certezza di essere una strega, e Sirius si sente sempre meno legato alle tradizioni di famiglia. Per come la vedo io il suo è stato un allontanamento progressivo, non una ribellione improvvisa, e sto cercando di rendere al meglio questa graduale lontananza.

Un'ultima cosa, e poi smetto di annoiarvi: sto pensando di scrivere alcuni capitoli in prima persona, al presente, per rendere meglio le sensazioni dei nostri personaggi sia a Diagon Alley sia all'ingresso a Hogwarts...cosa ne pensate? Sarebbe una buona idea o è meglio che continui solo con la terza persona? Aspetto la vostra opinione :)

Okay, veniamo ora ai ringraziamenti...

A tutti quelli che leggono, anche senza commentare: spero che la mia storia continui a piacervi, vedo che le visite aumentano e questo non può che farmi piacere, ma sarei ancora più felice se mi diceste cosa ne pensate, è importante per me sapere se c'è qualche aspetto che posso migliorare, oppure se mi devo ritirare...fate voi, ma fatevi sentire, vi sarò eternamente grata :)

Marti_18 che ha aggiunto la storia alle seguite, grazieeeee

e soprattutto, un grazie grandissimo, enorme, megagalattico, stratosferico va a _Nemo e a Mattamaty: se questa storia sta andando avanti è anche, se non soprattutto, grazie a voi, che con le vostre bellissime recensioni mi spronate ad andare avanti... ho già risposto alle vostre recensioni, però ci tenevo a ringraziarvi pubblicamente :)

con affetto, Miss_Slytherin

*Nelle intenzioni di James, era “Chi diavolo sei?!”




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Capitolo 5
*** Diagon Alley ***


                                                                     CAPITOLO 5

                                                                      Diagon Alley


-Chastity, muoviti! Tuo fratello Evan è già pronto!-

Chastity Rosier sbuffò. Ovviamente, suo fratello era già pronto, perché lui era nato perfetto: il primogenito maschio tanto desiderato dai suoi, l'impeccabile purosangue, nell'aspetto e nel carattere; Evan era alto, aggraziato, con i capelli scuri e gli occhi grigi dei Rosier e, cosa importantissima, era stato assegnato a Serpeverde e da cinque anni portava onore alla sua famiglia e alla sua Casa.

Chastity sentiva di non essere tutto ciò. Certo, aveva anche lei i capelli neri e gli occhi grigi tipici della sua famiglia, ma la somiglianza finiva lì. Era timida tanto quanto suo fratello era spavaldo, era insicura tanto quanto Evan era tracotante, era riservata tanto quanto lui amava vantarsi di sé stesso.

Naturalmente Evan, sveglio com'era, aveva subito capito la natura della piccola Chastity e non si era mai fatto il minimo scrupolo a prenderla in giro e a tormentarla; badate bene, i suoi non erano gli innocenti scherzi che spesso ci si fa fra fratelli no, erano vere e proprie cattiverie gratuite, di cui Chastity non aveva mai saputo spiegarsi il motivo.

Una volta aveva provato a cercare l'aiuto dei suoi genitori, ma loro avevano naturalmente difeso il perfetto Evan, ai loro occhi unico degno erede dei Rosier. D'altra parte Chastity era nata per sbaglio, come amava ricordarle sua madre, ed era già tanto se non l'avevano abbandonata nel mondo dei Babbani, dato che sino all'anno prima in lei non vi era traccia di poteri magici.

-Arrivo- disse stancamente. Non aveva voglia di andare a Diagon Alley, o meglio, non voleva andarci con Evan: sapeva che lui avrebbe trovato il modo di rovinarle anche la sua prima visita alla via più bella del mondo magico.

Si avvicinò a sua madre e ad Evan, che non la degnarono di uno sguardo e, presa un po' di Polvere Volante, saltò dentro il camino.

Aveva appena fatto in tempo a tirarsi in piedi e a togliersi la polvere che le era finita sulla veste, che sua madre e suo fratello l'avevano raggiunta.

-Se non vi spiace madre, faccio da me le mie compere- disse Evan ossequioso e Chastity non poteva credere alla sua fortuna: Evan se ne sarebbe andato per conto suo!

-Vai caro, ma fa' attenzione. Ti aspetteremo qui fra due ore- gli rispose la signora Rosier ed Evan sparì in un battibaleno.

-Andremo prima da Olivander. Conoscendoti, ci metteremo ore a trovare una bacchetta adatta a te- disse Olympia Rosier alla figlia con sufficienza. Chastity trovava insopportabile il modo in cui riusciva ad insultarla anche con le frasi più banali.

Da Olivander c'erano già altri due ragazzini che potevano avere la sua età: uno stava provando una bacchetta, che però non sembrava adatta a lui, mentre l'altra attendeva il suo turno. Chastity li studiò: la ragazzina era magrissima, quasi tendente all'anoressico, e Chastity si chiese se di tanto in tanto mangiasse; aveva ricci capelli biondi e un viso dolce. Anche il ragazzino le sembrò simpatico, con quegli occhiali buffissimi e i capelli sparati in tutte le direzioni. Si chiese se avrebbero frequentato Hogwarts, e in quale Casa sarebbero stati assegnati.

-Detesto aspettare. Tu resta qui, vado a prenderti i libri- le disse Olympia, senza darsi la pena di abbassare la voce.

Chastity non riusciva a credere alla propria fortuna: avrebbe scelto la bacchetta senza l'asfissiante presenza di sua madre!

-Ciao! Anche tu Hogwarts?- le chiese la ragazzina bionda e Chastity annuì.

-Anche noi! Spero che James si sbrighi con la bacchetta, ne ha già provate cinque! Comunque io sono Arizona- le disse ancora la ragazzina, tendendole una mano.

-Chastity- rispose solamente lei, senza prenderla.

-Lui è James, ora è troppo impegnato per presentarsi- aggiunse Arizona e Chastity si chiese perché fosse gentile con lei. Generalmente nessuno lo era, e per di più sapeva di non inspirare simpatia, con quella faccia sempre seria. Le venne in mente Sirius Black, che la guardava sempre con evidente disprezzo.

-Sei Babbana?- chiese Chastity, terrorizzata all'idea che sua madre la trovasse in compagnia di qualcuno non assolutamente purosangue.

-Sì. Tu?- rispose Arizona, senza vergognarsi minimamente.

-No. I miei genitori sono maghi- rispose, attirandosi l'attenzione dell'altro ragazzino, che finalmente aveva trovato la bacchetta adatta a lui e la stava pagando.

-Qual è il tuo cognome?- le domandò.

-Rosier- rispose Chastity e prima che lui potesse ribattere, chiese ad Arizona:

-Posso essere servita prima io?-

Arizona annuì, un po' perplessa, ed Olivander iniziò ad occuparsi di lei; James la guardava, pensando alle cose poco carine che i suoi dicevano sui Rosier. Eppure quella Chastity non gli sembrava malvagia, forse solo troppo sulle sue, ma non cattiva.

Chastity aveva appena finito di pagare la sua nuova bacchetta quando sua madre tornò a riprenderla; ebbe appena il tempo di rivolgere uno sguardo leggermente velato di tristezza ad Arizona e James, prima di venire quasi trascinata fuori dal negozio.

-Ed ora veniamo a lei, cara signorina Anderson...- disse Olivander, attirandosi l'attenzione di Arizona.

Dieci minuti più tardi stringeva fra le mani una bacchetta di abete, 11 polici, flessibile, ottima per gli incantesimi (così aveva detto Olivander) e al fianco di James raggiunse la signora Potter, che reggeva fra le mani due enormi gelati, uno alla fragola ed uno al cioccolato.

-Mamma, ti adoro!- esclamò James teatrale, fiondandosi ovviamente su quello al cioccolato; Arizona accettò con un sorriso enorme quello alla fragola, ringraziando Dorea.

-Bene, ci mancano solo più le divise...poi abbiamo finito!- disse Dorea, dirigendosi verso Madama McLan, con James ed Arizona che le trotterellavano al fianco.

-Ehi James...tu quella ragazza che c'era da Olivander la conosci?-

-No, ho solo sentito dire delle cose...sui suoi- rispose James, vago -perchè?-

-Così. Mi è sembrata piuttosto triste...- osservò Arizona, smettendo per un attimo di gustare il suo cono.

-Mmh....che ne dici se quando torniamo a casa proviamo a far sparire il tuo apparecchio?! Ora abbiamo anche le bacchette!- propose James con gli occhi che gli brillavano per l'entusiasmo.

Arizona sospirò, annuendo. James era completamente incapace di concepire la tristezza!


                                                                                    *****

Remus Lupin non riusciva a smettere di guardarsi intorno.

Da quando era stato l'ultima volta a Diagon Alley, la via era cambiata moltisstimo ed era, se possibile, diventata ancora più bella.

Si mangiava ogni nuovo particolare con meraviglia: Remus era curioso per natura e questo, insieme al fatto che ormai voleva uscire pochissimo di casa, lo portava a leggere una quantità industriale di libri. Forse voleva conoscere il mondo attraverso quelle pagine di carta, dato che sentiva di non poterlo più fare di persona.

Non vedeva l'ora di mettere le mani sui libri di testo: chissà quante interessantissime cose vi avrebbe trovato!

-Ehi, se non chiudi la bocca ci entreranno i Doxy- lo apostrofò sua madre, sorridendo di fronte all'espressione meravigliata del bambino.

-Ehm....forse hai ragione. Da dove iniziamo?- chiese Remus un po' imbarazzato.

-Conoscendoti, sarà meglio andare al Ghirigoro- rispose Kate, ricevendo un enorme sorrisone grato.

In libreria trovarono una coda notevole, ma a Remus non interessava, anzi: più gente c'era, più avrebbero dovuto aspettare, e di conseguenza avrebbe avuto più tempo per guardarsi intorno.

-Faccio io la fila, tu va' pure in esplorazione- gli disse sua madre e Remus non se lo fece ripetere due volte. Si diresse a razzo verso un libro dalla scintillante copertina verde e per prima cosa guardò il prezzo; sapeva che la sua famiglia non era molto ricca, ma sarebbe stato disposto a barattare il gufo che i suoi volevano comprargli per un libro nuovo.

Stava leggendo interessatissimo l'introduzione, quando qualcuno gli disse, facendolo sobbalzare:

-Ciao-.

Remus alzò gli occhi, sorpreso. Davanti a lui c'era una ragazzina che poteva avere la sua età, che lo guardava con grandi occhi azzurri. Remus interpretò immediatamente il suo sguardo: era lo stesso che vedeva riflesso negli specchi, ogni qual volta ci si guardava.

-Ciao- le rispose educato.

-Anche tu andrai a Hogwarts, quest'anno?- gli chiese lei, e Remus notò che stringeva forte il bordo dello scaffale, come se stesse cercando di nascondere un grande dolore.

-Sì, e tu?-

-Anche io...anche se mia mamma e mio papà non avrebbero voluto. Però sono felicissima di andarci!- rispose Elinor Oliver, e riuscì anche a sorridere.

-Anche i miei non erano molto entusiasti...e neanch'io- ammise Remus, triste.

-Perchè? Non ti piace Hogwarts?-

-Immagino sia un posto bellissimo però...- Remus non poteva concludere la frase, ma Elinor non vi fece caso.

-Comunque io sono Elinor- gli disse, porgendogli la mano.

-Remus- si presentò lui a sua volta, e sentì che lei gli stringeva forte la mano, come aveva fatto poco prima con lo scaffale.

-Stai bene? Sei un po' pallida- le chiese, notando quanto fosse bianco il suo viso.

-Tutto bene. Ho sempre questo colorito cadaverico- rispose Elinor con un mezzo sorriso; a Remus venne naturale sorriderle di rimando. Poi vide che alle spalle di Elinor sua madre stava pagando i libri appena aquistati, così le disse, un po' dispiaciuto:

-Beh io devo andare....ci vediamo a Hogwarts-

Elinor annuì, e lo guardò andare via. È un ragazzino molto particolare, si disse. Sembra che anche lui abbia qualcosa che gli impedisca di essere felice...peccato che non ci abbia pensato, pensò Elinor e per la prima volta si sentì dispiaciuta di non aver potuto leggere la mente altrui. Per la maggior parte del tempo detestava il suo potere fuori dal comune: le causava dolori allucinanti (come in quel momento, anche se era arrivata a Diagon Alley da neanche dieci minuti), la costringeva a stare sempre in casa e per di più la gente intorno a lei non pensava quasi mai a qualcosa di interessante. Però in quel momento moriva dalla voglia di conoscere il “segreto” di Remus.

Rimasta sola, afferrò il libro che lui stava guardando, tanto per fare qualcosa; ma non aveva neanche fatto in tempo a leggere le prime due righe di introduzione, che venne raggiunta da sua madre.

-Vieni, Elinor. Dobbiamo andare da Olivander...la bacchetta è l'unica cosa per cui servi tu. Le vesti, ed il resto delle cose che ti serviranno verrò a prenderle io domani- le disse, prendendola per mano.

Elinor sospirò, affranta. La sua gita a Diagon Alley si stava già per concludere, ed era iniziata da neanche mezz'ora.

-Ma mamma...vorrei scegliere un gatto da portare con me- tentò.

-Te ne comprerò uno io. Lo sai che non puoi stare tanto in mezzo alla gente...ti farà star male- insistette la signora Oliver, con quel suo tipico tono che non ammetteva repliche.

Elinor rinunciò: sapeva che infondo sua madre aveva ragione, e che parlava in quel modo per il suo bene. Avrebbe solamente voluto essere una ragazzina come tutte le altre.

                                                                                     ******


Peter Minus guardava con occhi sognanti un costosissimo manico di scopa, esposto nella vetrina di Accessori per Quiddithc di Qualità, sapendo benissimo che non avrebbe mai potuto averlo. Era troppo cicciotto per poterlo cavalcare, e inoltre gli faceva anche paura l'altezza. Eppure era così sottile, affascinante...

-Ehi guarda chi c'è! Minus! Che ci fai qui, Bombolotto?- disse una voce fastidiosamente cattiva. Peter si voltò, sconvolto: non poteva credere che anche Jake Wilson e Zack Todds fossero lì, a Diagon Alley! Significava che erano maghi, e che sarebbero andati a Hogwarts con lui...

-C-ciao, ragazzi...- mormorò Peter, afflitto.

-Non posso credere che tu abbia poteri magici! Sei così imbranato di solito!- infierì Zack e Peter avrebbe tanto voluto sprofondare.

-E dicci un po' Minus, te la porti la bavetta a Hogwarts?- gli chiese Wilson, perfido.

-N-no...-

-Dovresti, invece! Non sai mangiare senza sporcarti- aggiunse Zack e mentre Peter stava cercando qualcosa da dire, o un modo per sfuggire a quella tortura verbale, qualcuno disse:

-Ehi imbecilli, io girerei a largo, se fossi in voi-

Peter si voltò, per vedere chi fosse il suo salvatore.

Era un ragazzo piuttosto alto, con profondi occhi blu e capelli nerissimi; incuteva una certa paura, anche standosene a pochi passi da loro. Jake e Zack dovettero avere la stessa impressione, perché indietreggiarono dicendo:

-Ha ragione amico, stavamo giusto...- e si dileguarono.

-Bella scopa, vero?- chiese poi il salvatore a Peter, in tono leggero.

-G-già...- balbettò lui, e dopo qualche attimo di silenzio, lo sconosciuto se ne andò. Non si era neanche presentato, e Peter non aveva poututo ringraziarlo.


                                                                                   *****


-Sev?-

-Sì?-

-Che succede se non finiamo nella stessa Casa?-

Severus Piton si irrigidì impercettibilmente, continuando a camminare al fianco di Lily.

La signora Evans aveva accettato di buon grado di accompagnare i due amici a Diagon Alley, benché non apprezzasse particolarmente il nuovo amico di sua figlia. Così i due avevano passato un'allegra giornata facendo acquisti, fra calderoni e animaletti da compagnia, ed ora si stavano facendo spazio fra la folla che scendeva le scale, diretta alla metropolitana.

-Non succede niente. Rimarremo amici lo stesso!- rispose Severus convinto; sentì che Lily sospirava sollevata al suo fianco.

-Sei serio?- gli chiese non troppo rassicurata. Aveva già perso l'amicizia di sua sorella, non voleva perdere anche quella di Severus.

-Certo che sono serio- le confermò lui.

-Ma tu vuoi andare a Serpeverde ed io...- disse Lily, ma si interruppe. Poche ore prima, da Madama McLan, aveva sentito dire che tutti quelli che andavano a Serpeverde diventavano cattivi, prima o poi. Non che credesse alle dicerie di gente che non conosceva, però...

-Tu?-

-Io non so proprio in quale Casa potrei finire- concluse Lily, rifacendosi la coda di cavallo in cui aveva legato i capelli rosso scuro.

-Non preoccuparti, non è poi così importante la Casa- rispose Severus, ed in quel momento lo pensava davvero.


Nda:

Okay, mi ero detta che non avrei aggiornato prima di domenica, ma poi il capitolo si è letteralmente scritto da solo perciò....eccomi qui.

Non mi sopportate più, lo so XD

Cooomunque, venendo a noi...ecco i nostri protagonisti a Diagon Alley, poco prima di Hogwarts. Ho cercato di metterli tutti, dando più importanza a Chastity, Elinor, Remus e Peter, di cui non si era parlato molto nei capitoli precedenti; naturalmente il “salvatore” di Peter è Sirius, a cui ho dato volutamente poco spazio, insieme ad Arizona, James, Lily e Severus. Bene, a questo punto credo proprio che il prossimo capitolo sarà finalmente ambientato a Hogwarts...cercherò di postarlo domenica, dato che poi lunedì ricomincerò l'università e sarò risucchiata dal vortice delle lezioni -.- sigh -.-

Beh, ho detto anche troppo, spero che recensirete numerosi per dirmi cosa ne pensate...so che posso sembrare stressante, ma per me è davvero molto importante l'opinione dei lettori :)

Passo a ringraziare ChiaraTheBest, CharmedAlis, mick_angel e Fleur Isabelle Delacour che hanno inserito la storia fra le seguite, Lizzyluna che l'ha messa fra le ricordate e Gigettina e Mattamaty che l'hanno messa invece fra le preferite...spero di non aver dimenticato nessuno :)

Un pubblico grazie va naturalmente a_Nemo, anche se ho già provveduto a rispondere alla recensione :)

Ultima cosa: qualcuno di voi sa come si mettono le foto a fine capitolo? Ho trovato alcune immagini che rappresentano bene come vedo Elinor, Arizona, Chastity e Lily nella mia mente, ma non so come fare a metterle...se qualcuno volesse gentilmente aiutarmi può contattarmi tramite posta :)

Ho finito sul serio, a presto

con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 6
*** Hogwarts, sweet Hogwarts! (parte prima) ***


                                                                         CAPITOLO 6

                                                       Hogwarts, sweet Hogwarts! (parte prima)


-Non ci credo...-

-L'hai già detto!-

-Si lo so ma è...wow! Non ci credo!-

-Se dici ancora una volta che non ci credi giuro che ti affatturo, e considerando che non so ancora usare la bacchetta potrei essere piuttosto pericolosa. E te lo meriteresti, dato che mi hai fatto sparire i denti, l'altro giorno- lo minacciò Arizona, con un'espressione talmente seria che James tacque per un minuto. Poi...

-Ma Arizona stiamo andando a Hogwarts! E comunque non volevo farti sparire i denti, ma solo l'apparecchio! Ha funzionato, no? Non ce l'hai più!- esplose alla fine James.

James aveva ragione: quella era la fatidica mattina del primo settembre, e loro stavano davvero andando a Hogwarts!

Erano davanti casa di James, e Arizona stava aspettando che i suoi genitori la raggiungessero; avevano deciso che ognuno sarebbe andato con i propri genitori, e che si sarebbero incontrati sul treno. Arizona era contenta che i suoi genitori andassero con lei: significava che avevano finalmente accettato il fatto che lei fosse una strega, e che si interessavano alla sua nuova vita.

-Certo, ma ho passato la mezz'ora più brutta della mia vita, credendo di dover mettere la dentiera! Oh, ecco i miei...ci vediamo sul treno!- gli disse, prima di allontanarsi in direzione dei suoi.

Il viaggio in macchina le parve lentissimo. Continuava a pensare a Hogwarts, a come si sarebbe trovata, se avrebbe avuto amici...certo, c'era James. Ma James faceva parte di una categoria sé stante, quella dei folli, e soprattutto era un maschio. Chissà come sarebbe stato avere un'amica femmina...

-Perché ci siamo fermati?- chiese, notando che erano fermi da un po', anche se il semaforo era verde. Il cielo fuori dal finestrino era grigio, e faceva freddo, tanto che Arizona si strinse nella sua felpa blu extra large.

-Siamo rimasti imbottigliati nel traffico- le rispose suo padre tranquillo.

-Cosa?!?!?! Ma sono le undici meno venti! Avevi detto che saremmo arrivati addirittura in anticipo! Oddio, e se perdo il treno? E se...- farneticò Arizona nel panico più nero.

-Tesoro, calmati, non arriveremo tardi- la blandì sua madre.

-”Non arriveremo in ritardo”! Oddio mancano due minuti...beh io vado, vi scriverò stasera!- urlò Arizona venti minuti più tardi e, con una sicurezza che non avrebbe mai avuto se avesse avuto tempo di pensare a quanto stava facendo, passò la barriera del binario nove e tre quarti. Dall'altro lato una lucente locomotiva rossa era ferma al binario, ma non sarebbe rimasta lì per molto: stava già sbuffando fumo, e sulla banchina erano rimasti solo genitori in lacrime e salutanti. Si fece largo a forza, trascinando il pesante baule e la gabbietta contenente Krissy, la gattina dal lucente pelo bianco che aveva aquistato a Diagon Alley. Charlus Potter le issò gentilmente il baule sul treno ed Arizona vi salì proprio quando iniziava a muoversi.

-Mannaggia a loro e al traffico...non preoccuparti cara! Non arriveremo tardi! Come no... stavo per perdere il treno, altroché non preoccuparsi...- borbottò imbufalita, aprendo e chiudendo sportelli di vagoni alla ricerca di James.

Intravide la sua chioma spaventosa grazie a due ragazzini: una aveva lunghi capelli rosso scuro, ed era persino più bassa di Arizona; l'altro aveva una carnagione piuttosto giallognola e capelli che non vedevano uno shampoo da secoli. I due erano appena usciti da uno scompartimento, lasciando la porta per metà aperta, grazie alla quale trovò James. Ma non era da solo: con lui c'era un ragazzo dagli scuri capelli neri e profondi occhi blu. Arizona si sentì immediatamente a disagio sotto il suo sguardo.

-Ma dov'eri finita? Credevo che non saresti più salita!- l'apostrofò James e spostò la gabbia in cui c'era Boccino, il suo nuovo gufo reale, per farle posto.

-I miei sono rimasti imbottigliati nel traffico e ho preso il treno per un pelo! Giuro che l'anno prossimo vengo con te, e chissene frega se vogliono salutarmi!- rispose lei arrabbiata, liberando Krissy dalla gabbia.

-No, una palla di pelo no!- esalò il ragazzino seduto di fronte ad Arizona.

-Problemi?- gli disse lei sgarbata. Generalmente sarebbe stata molto più gentile, ma i suoi l'avevano mandata fuori dai gangheri.

-Non mi stanno simpatici i gatti, Miss Gentilezza- sbottò lui.

-Ehm, comunque lui è Sirius Black. Lei è Arizona Anderson- intervenne James, presentandoli. Sirius gli sembrava a posto, e non voleva che Arizona se lo mangiasse a parole, come faceva sempre con lui quando era arrabbiata. Quando voleva sapeva essere l'unidicenne più terrificante di questo mondo.

-Ahahaha, che razza di nome è Arizona?-

Sirius non voleva decisamente collaborare.

-Pensa per te, Aggettivo* dei miei stivali- lo rimbeccò lei, e James non potè fare a meno di scoppiare a ridere.

-Scusa amico, ma questa era divertente- si scusò con Sirius, che stava suo malgrado sorridendo. Forte quella ragazzina!

-Ehi, come mai quei due se ne sono andati dal vostro scompartimento? Li hai terrorizzati, James?- domandò Arizona poco dopo, alludendo ai due ragazzini che aveva visto uscire. Fu Sirius a risponderle:

-Lei è troppo antipatica, lui non si fa un bagno da mesi e voleva andare a Serpeverde!-

-Ma lei non era così male...- tentò James, e Sirius lo zittì con un'occhiataccia. Arizona notò che erano già molto in confidenza e non riusciva a capire se la cose le desse fastidio o meno.

-Sarà la solita secchiona so-tutto-io...- borbottò ancora Sirius.

Arizona stava per dirgli ironicamente di non mostrarsi troppo entusiasta, quando la porta del loro scompartimento si aprì di nuovo. Era una ragazzina con grandi occhi azzurri, ed una lucente treccia castana che portava su una spalla.

-Potrei sedermi qui? Oh, ciao Sirius!- chiese educata.

-Ciao, Elinor. Siediti pure- le rispose Sirius, annoiato.

-Ciao, io sono James Potter!- si presentò subito James allegro.

-Ed io Arizona Anderson- aggiunse Arizona, ed Elinor disse a sua volta:

-Io sono Elinor Oliver...hai un nome molto particolare, da dove viene?- aggiunse, curiosa.

-È americano. Io sono nata lì, ci siamo trasferiti da poco qui in Inghilterra- rispose Arizona, arrossendo un po'.

-Ah ecco!!! Sei una yankee- commentò Sirius.

-Sì Mister Gentilezza!-

-”Si Mister Gentilezza”- le fece il verso Sirius in falsetto, facendo ridere James e, a sorpresa, anche Elinor.

-Scusa, faceva ridere anche questa- disse James all'occhiataccia di Arizona.

Elinor si sentiva felice. La sera prima Silente in persona era comparso nel salotto di casa loro, per eseguire su di lei un complesso incantesimo, chiamato Incanto Schermitore. Era una magia molto difficile e stancante, che protegeva la mente senza ricorrere all'Occulmanzia: aveva permesso ad Elinor di avere la mente completamente muta da molti anni a quella parte. Era una soluzione temporanea, aveva detto Silente, che le avrebbe permesso di sopravvivere al viaggio in treno e allo Smistamento.

-Non mi stai per nulla simpatico- decretò Arizona alla fine.

-Neanche tu, tranquilla. Non mi taglierò le vene al pensiero che non ci sopportiamo- la rimbeccò Sirius, divertito. Le parole di quello scricciolo non lo toccavano minimamente.

La campagna scorreva placida intorno a loro, e per qualche minuto nessuno parlò: Arizona e Sirius si guardavano in cagnesco, Elinor studiava attentamente James ed Arizona e James...beh James stava sicuramente pensando a qualche cavolata da dire. E infatti...

-Chissà quante punizioni si possono prendere a Hogwarts prima di venire espulsi...- si chiese con una luce machiavellica negli occhi.

                                                                             ******


Remus Lupin occupava l'ultimo vagone del treno, ed era da solo.

La cosa non gli dispiaceva: aveva deciso che non si sarebbe fatto nessun amico a Hogwarts. Era sicuramente la cosa migliore, dato che qualsiasi possibile amico lo avrebbe abbandonato, qualora si venisse a sapere cos'era.

Era stato fortunato a trovare uno scompartimento vuoto, con tutti quegli studenti, e si stava godendo il viaggio in tranquillità, dando di tanto in tanto un'occhiata al libro che aveva in mano.

Ma, com'era prevedibile, qualcuno venne a disturbarlo poco dopo.

Era una ragazzina piuttosto smilza, con i capelli più neri che Remus avesse mai visto e occhi grigi dal taglio leggermente obliquo.

Non gli chiese neanche se poteva accomodarsi, ma si sedette semplicemente.

Chasitity studiava il ragazzino seduto di fronte a lei.

Era molto magro, con capelli castano chiaro e occhi di un colore molto particolare, tendente all'ambra; sarebbe stato di bell'aspetto, se non avesse avuto quel colorito così pallido e malaticcio.

-Cosa leggi?- chiese alla fine lei.

-Oh...il libro di Trasfigurazione- rispose Remus, sorpreso per il fatto che lei gli avesse rivolto parola. Si aspettava quasi che lo prendesse in giro, dato che non era molto normale aver già iniziato a leggere i libri di scuola, ma lei disse:

-Io ho letto quello di Pozioni...Trasfigurazione non mi piace molto-

-Davvero? Io trovo molto affascinante il fatto di poter trasformare le cose....- si appassionò Remus.

-Beh sì però...sai, si usa la bacchetta. Non credo di essere molto brava- ammise Chastity, e arrossì.

-Neanch'io, ma infondo stiamo andando a Hogwarts per imparare no?- ribattè Remus, contento di poter parlare con qualcuno.

La verità era che si stava un po' annoiando, da solo, ed anche se questa Chastity non era proprio il massimo della simpatia, sembrava almeno intelligente.

-In quale Casa ti piacerebbe andare?- gli chiese Chastity, che trovava Remus molto interessante. In realtà tutto le pareva bellissimo, al di fuori di Rosier Manor, al di fuori della sua famiglia.

-Non saprei...credo che Corvonero non sia male. I miei sono stati lì- rispose lui e Chastity si sentì sollevata, sentendo che i suoi genitori erano maghi.

-I miei erano Serpeverde, ma a me andrebbe bene qualsiasi Casa, tranne quella-

-E come mai?-

-Lì c'è mio fratello Evan e noi...ehm...non andiamo molto d'accordo- rispose Chastity tenendosi sul vago.

-Peccato, a me sarebbe piaciuto avere un fratello- commentò Remus gentile.

-Oh, nessuno vorrebbe Evan!- esclamò Chasitity e Remus scoppiò a ridere, per il tono con cui aveva parlato. Chastity si unì a lui, e pensò che era bello, ridere fino alle lacrime, senza preoccuparsi di nessuno, senza doversi mostrare composta ed educata.


                                                                            ******

-Che palloni gonfiati!- esclamò Severus arrabbiato.

-Sì, Sev ma l'hai già detto- gli fece notare Lily.

-Perché, a te stanno simpatici?-

-No, però non sento il bisogno di ribadire il concetto- ribatté Lily.

Dopo essersene andati dallo scompartimento di Sirius e James, Severus e Lily ne avevano trovato un altro, quasi vuoto: c'erano un ragazzino ciciottello che guardava fuori dal finestrino, ed una ragazza non magrissima e con i capelli castano scuro lasciati liberi sulle spalle; si stava osservando le unghie e non prestava attenzione agli altri.

-Almeno non mi sembrano Serpeverde. Sarebbe stato terribile averli come compagni di Casa- commentò Severus.

Era già scesa l'oscurità, e mancava ormai poco a Hogwarts, ma Severus aveva continuato per tutto il tempo ad essere arrabbiato per l'episodio avvenuto in mattinata. Lily l'aveva assecondato per un po', dato che neanche a lei stavano simpatici quei due, ma iniziava a pensare che il suo amico stesse esagerando un po'.

-Vuoi una Cioccorana?- gli chiese per distrarlo. Quando era passato il carrello con i dolciumi Lily ne aveva comprati valanghe, golosa com'era, ed ora era circondata da cartacce e dolci ancora intatti.

-No grazie-

-Dai Sev! Stiamo andando a Hogwarts, non rovinarti questo momento pensando a quei due!- lo esortò Lily esasperata.

-Hai ragione...ehi, ci siamo fermati! Siamo arrivati!- esclamò Severus di nuovo allegro, dimenticando James e Sirius.

Aveva ragione: il treno si era accostato lentamente al binario, e i primi studenti avevano già cominciato a scendere.

Lily e Severus li imitarono subito, e quando furono scesi sentitono una voce roca che urlava:

-Primo anno di qua! Su svelti, per di qua!-

Qualcuno spinse Lily e lei protestò:

-Ehi!-

-Scusa! Non volevo!- disse la voce di James Potter.

-Ancora tu! Ma sei un incubo!- esclamò seccata, per poi affrettarsi a raggiungere Severus.

Hogwarts si stagliava imponente in lontananza, nel cielo scuro che prometteva tuoni e fulmini, e Lily, alzando gli occhi verdi verso di lei, sentì il cuore battere velocissimo.

Nda:

Con mia immensa soddisfazione sono riuscita a postare oggi...siete contenti? No eh? Vabbè... :P

Veniamo a noi, che dire...ecco di nuovo i nostri protagonisti, che continuano a conoscersi, e iniziano già i primi screzi, come fra Lily e James e Arizona e Sirius. Pooooi....nella mia mente un'amicizia fra Remus e Chastity mi sembra bellissima, voi che ne pensate?

*Ah sì, perdonatemi la terribile battuta di Arizona sul nome di Sirius (la cui pronuncia è praticamente uguale all'aggettivo inglese serious) ma si sa, i bambini di undici anni sono davvero stupidi quando si vogliono prendere in giro XD

I due ragazzini che si trovano nello scompartimento di Lily e Severus sono ovviamente Peter Minus e (forse meno ovviamente) Mary McDonald.

Nel prossimo capitolo vedremo finalmente gli smistamenti...per adesso lo sto scrivendo in prima persona dal punto di vista di ogni personaggio, vediamo se mi piace come viene. Comunque credo che posterò verso mercoledì o giovedì, purtroppo lunedì riprendo l'università e avrò poco tempo :(

Bene, credo di aver detto tutto, perciò passo a ringraziare niki 96 che ha aggiunto la storia alle preferite, mrspaciok che l'ha inserita nelle ricordate e chocco, fuckinmind, Little Darling, Slab, zhaiemd e _anda che invece l'hanno inserita nelle seguite...grazie di cuore :)

Un pubblico e megagalattico grazie va infine ai miei recensitori _NEMO, Slab e niki 96 per i loro meravigliosi commenti :)

A presto,

con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 7
*** Hogwarts, sweet Hogwarts! (parte seconda) ***


                                                  CAPITOLO 7

                                 Hogwarts, sweet Hogwarts! (parte seconda)


Sto tremando. Lo so, può sembrare che io stia avendo questa reazione per il fatto che ho appena messo piede a Hogwarts, ma non è così. Il fatto è che sono caduta nel lago, mentre lo attraversavamo su quelle sgangherate barchette. E non una, ma due volte. James e Sirius naturalmente si sono rotolati dal ridere, anziché aiutarmi, ed è stata Elinor a tirarmi su non senza difficoltà.

Che siano maledetti e affatturati quei due. La seconda volta è stata peggio della prima e rideva anche Elinor, anche se mi ha aiutata. Che sia benedetta....comunque, sono fradicia, tremo e ho paura.

Grande Arizona, è questo il modo di iniziare!

-...quando chiamerò il vostro nome, verrete a sedervi sullo sgabello ed indosserete il Cappello Parlante. Bene, cominciamo con...Anderson, Arizona!-

La professoressa dall'aspetto severo che ci ha condotti in questa stupefacente Sala Grande ha appena fatto il mio nome. Sobbalzo e altamente instabile sulle mie gambe, mi dirigo verso lo sgabello, sotto gli occhi attenti di tutti. Spero di non fare altre figuracce, sarebbe proprio un pessimo modo di iniziare la vita qui a Hogwarts.

Indosso un capello malconcio, che non ha proprio un buonissimo odore e dopo qualche secondo questo inizia a parlarmi nell'orecchio.

Che cosa abbiamo qui....oh oh, un grande cuore, tanta voglia di mettersi in gioco....mmh...ma sì, vediamo cosa succede...Grifondoro!”

L'ultima parte l'ha praticamente strillata nel mio orecchio. Insomma, ci sono modi e modi di dire le cose! Comunque, mi sfilo il Cappello e lo riconsegno alla professoressa McGranitt. Mi dirigo, ora molto più salda sulle gambe, verso il tavolo rosso oro che mi accoglie con un applauso. Naturalmente arrossisco, mentre mi siedo vicino ad una ragazza che mi si presenta come Claire Jones, Prefetto Grifondoro. Ha un viso simpatico e mi mette immediatamente a mio agio. E, cosa importantissima, mi dà un mantello e fa un incantesimo per far sì che i miei vestiti si asciughino. Amo Claire Jones, è ufficiale.

Mentre 'Avery, Daniel' raggiunge il tavolo dei Serpeverde, osservo la Sala: tutto qui è magnifico, a partire dai fantasmi (veri fantasmi!) e a finire con il soffitto incantato, che riflette il temporale che imperversa fuori. Non riesco davvero a credere di essere qui. Io, Arizona Anderson, una Babbana americana, a Hogwarts!

Mi accorgo appena che dalla “A” siamo passati alla “B” e che Mister Gentilezza si dirige spavaldo verso lo sgabello. Ci manca solo che...


                                                                    ******

Okay, lo ammetto, sono un po' spaventato. Ho paura di non finire a Serpeverde, e deludere così del tutto la mia famiglia -ma soprattutto Regulus- ed ho anche paura di finire a Serperverde. Diciamo che dovrebbero creare una Casa solo per me, Sirius Black...mi viene quasi da ridere, sentendomi piuttosto arrogante, ma mi trattengo giusto perchè questa McGranitt non sembra avere un grande senso dell'umorismo. Ha appena chiamato il mio nome, così mi dirigo verso lo sgabello. Certo, finire magari a Grifondoro sarebbe un sogno ma...vabbè, meglio che sia il Cappello a decidere.

Me lo infilo in testa, e mi cade fin quasi sugli occhi. Non è una cosa simpatica, starsene davanti a tutti con uno stupido Cappello in testa ma ahimè...

Un Black! Quale onore” mi dice il coso nell'orecchio, e mi sta già antipatico.

Mmh...scelta difficile figliolo...” e con chi dovrebbe avere difficoltà, se non con me?

...tanto coraggio...ma anche tanta astuzia e voglia di emergere...mmh, davvero difficile collocarti...è raro che io lo faccia figliolo, ma...cosa pensi tu? Cosa ti dice il tuo cuore?”

Cosa mi dice il mio cuore?! Ma che, non è lui il detentore assoluto del giudizio e bla bla bla?

Eppure se ne sta zitto, quindi mi sa che vuole sapere davvero cosa penso io. Mah...valli a capire gli oggetti magici...e in quell'istante, so la risposta. So qual è il mio posto. So qual è sempre stato il mio posto.

Cappello, mi sa che mi devi mandare a Grifondoro, gli dico e lui un istante dopo urla, stordendomi:

Grifondoro!”

Non posso credere a quello che ho fatto. Ho davvero scelto Grifondoro al posto di Serpeverde. Sono davvero andato contro la mia famiglia. Sto davvero deludendo Regulus...

Con questi foschi pensieri mi dirigo verso Grifondoro, dove Miss Simpatia Arizona Anderson mi fa un po' di posto sulla panca. E poi sarei io Mister Gentilezza...però, c'è da dire che è stato davvero divertente vederla finire nel lago due volte.


                                                                     ******

Ossignore santissimo. Sta per arrivare il mio turno...sì, Dolls George è appena diventato un Corvonero, quindi ora dovrei esserci io, Evans Lily. Okay, è inutile nascondere che sono terrorizzata. Insomma, non so proprio in che Casa potrei finire...e poi tutte queste persone che mi guardano mi stanno mettendo ansia. Non potrebbero girarsi? E magari stare anche zitti? No vero?

-Evans, Lily!- dice la professoressa McGranitt, ed io scatto in avanti ancor prima di rendermene conto.

Mi siedo sulla punta dello sgabello e mi infilo il Capello con dita un po' tremanti.

Ah, che bellezza...non è facile avere sin da subito la risposta, ma tu mia cara, tu sei assolutamente e profondamente...Grifondoro”

Appena mi rendo conto di quello che ha detto, cerco Sev con lo sguardo. Vedo chiaramente che è deluso, e triste. Si aspettava che finissi a Serpeverde, lo so. Gli rivolgo un sorrisino dispiaciuto, mentre riconsegno il Cappello alla professoressa.

Mi ritrovo a correre verso Grifondoro, come se avessi sempre saputo che quella, e solo quella, sarebbe stata la mia Casa.

Sirius Black mi fa posto sulla panca, ed io d'istinto lo fulmino con lo sguardo. Noto che una ragazzina con i capelli biondi bagnati mi sorride, forse neanche lei sopporta Black...trovatemi uno che ci riesca! Comunque, le sorrido in risposta. Felice, anche se con Sev non lo ammetterò mai, di essere seduta fra quei ragazzi. Tolto Black, sia chiaro.


                                                                   ******


Lowell Lexi è appena finita a Tassorosso e so che sta per toccare a me. Vorrei che fosse una cosa rapida ed indolore, com'è stato per quella ragazzina dai capelli rossi. Non mi piace l'idea di starmene lì davanti a tutti, e non perché sia timido o altro. Semplicemente temo- e so che è una paura stupida- che qualcuno capisca cosa sono anche solo guardandomi. Non è una cosa possibile, eppure, non riesco a tranquillizzarmi. Nessuno di loro può sapere...e allora mi rendo conto che infondo non temo loro, ma me stesso. Forse questa è la cosa più spaventosa.

Cerco di rilassarmi, infondo sono a Hogwarts e insomma...è meravigliosa! Tutto trasuda magia, gli insegnanti mi sembrano sommi e saggi ed io non vedo davvero l'ora di iniziare a studiare. E poi il castello sembra uscito da un libro di fiabe, con i suoi corridoi di pietra, le torce, i fantasmi che ti parlano e le scale che si muovono...a Hogwarts non si insegna magia, è lei la magia stessa.

-Lupin, Remus!-

Acciderbolina. Tocca a me. Supero gli altri ragazzini in fila sino a raggiungere la McGranitt che mi porge il Cappello Parlante con un sorriso. Perchè mi sorride? Non ha l'aria di una che sorride spesso. Forse Silente...basta, non posso essere così paranoico...

...uhm, una mente che pensa molto...forse troppo, figliolo? Si direbbe che tu sia un perfetto Corvonero, eppure, eppure...”

Ok il Cappello ci sta mettendo davvero troppo ed io voglio solo correre via, non mi importa dove.

...credo che in te ci sia qualcosa di più, dell'intelligenza e della disciplina...si, credo che tu abbia coraggio, un coraggio forse non lampante, forse non visibile...e allora sia...Grifondoro!”

Finalmente! Sono così sollevato -Grifondoro non dovrebbe essere poi molto male- che quasi mi dimentico di togliermi il Cappello.

Un po' imbarazzato lo riconsegno alla professoressa e così colgo il sorriso di Silente. Non so come mai, ma mi rincuora molto.

Un po' più allegro raggiungo i miei nuovi compagni, che mi accolgono con un applauso.

Non devo avere il migliore degli aspetti, perché la ragazzina dai capelli rossi mi chiede se va tutto bene. È gentile, così le rispondo che va tutto bene e che sono solo un po' stanco. Lei non sembra convinta, ma io non ho mentito: sono a Hogwarts e tutto va bene.


                                                                  *****

Perché questo smistamento deve avvenire davanti a tutti? Perchè non può essere una cosa un po' più...solitaria? Mi vergogno. Sto sudando per la vergogna e quei due imbecilli continuano a prendermi in giro, con battutine cattive. Li odio. Odio tutto questo. Hogwarts non sembra male, ma so già che non mi farò degli amici. Nessuno vuole essere amico del Grasso e Sudato Peter. Neanch'io vorrei essere mio amico. E poi in quale Casa potrei finire, se non a Tassorosso? Sono tutti sfigati lì, come me. Almeno starò fra i miei simili. Forse mi toglierò dalle scatole le due piaghe.

Non ho seguito molto lo smistamento, ma quando sento che McDonald Mary è diventata una Grifondoro, so che tocca a me.

Ed infatti...

-Minus, Peter!-

-Vai elefante! E salutaci i Tassorosso!- mi grida Zack e mi viene da piangere. Perchè, perché a me?

Quasi in lacrime mi siedo sullo sgabello, con il Cappello in testa.

...difficile, molto difficile...ci sono tanti aspetti diversi in te ragazzo mio...non sei particolarmente brillante, devo dirlo, né furbo quindi non andrebbero bene per te Corvonero e Serpeverde...eppure, non sei neanche un Tassorosso...mmh...proprio una scelta difficile...”

Chissà quanto tempo è passato. Mi sento il volto madidio di sudore. Mio Dio, e se rimanessi qui tutta la notte?

...chissà, magari potrebbe aiutarti a trovare te stesso...sia...Grifondoro!”

Penso che ci sia un errore. Io, Grifondoro? Ma andiamo!

Eppure il Cappello non sta scherzando, quindi me lo sfilo, prima di alzarmi. Non ci posso credere, le mie gambe mi stanno davvero portando a Grifondoro!

Mi siedo, e..sbaglio o non ho ricevuto proprio un grande applauso?

Pazienza, ci sono abituato. Noto a qualche posto di distanza quel ragazzino che ho incontrato a Diagon Alley. Mi fa un cenno con la mano, sorridendomi non troppo convinto. Mi ritrovo a ricambiare, felice che ci sia lui, anche se non ci conosciamo.


                                                             ******


Questa sensazione di silenzio è meravigliosa. Non so come sarei sopravvissuta a questo smistamento, in questa Sala piena zeppa di studenti, che pensano, pensano...che Merlino benedica Silente e chi l'ha messo al mondo. So che l'Incanto Schermitore non durerà a lungo -infatti dopo cena devo andare nel suo studio- ma fingo di non pensarci. Fingo di non essere un'empatica.

Ho notato che Remus è finito a Grifondoro e sono contenta per lui: so che è una buona Casa e mi piacerebbe andarci, anche se so di non essere particolarmente coraggiosa. Sirius invece mi fa un po' pena: non vorrei assolutamente essere in lui, quando sua madre gli paleserà tutto il suo orrore per lo smistamento. Non conosco benissimo Walburga Black, ma ha un'aria terrorizzante.

James Potter mi sta stordendo di chiacchiere dietro di me...ma non sta mai zitto? Non che mi dispiaccia, ma sono un po' in ansia, e quando sono in ansia tendo a essere silenziosa.

-Oliver, Elinor!-

Sono io. Eh sì, sono proprio io...James mi da una pacca di incoraggiamento che quasi mi spedisce a terra, cavolo ma è fortissimo!...e senza sapere bene come ci sono arrivata, sono sullo sgabello con il Cappello in testa.

Oh, che mente brillante! Tanti pensieri, tante idee e anche sì....tanto ingegno e logica. Credo proprio ti troverai bene, e che potrai accrescere ancor di più il tuo intuito a...Corvonero!”

Che sollievo! Corvonero non è per niente male, anche se non so proprio dove abbia visto l'intelligenza in me il Cappello. Mah, se lo dice lui...

I Corvonero mi accolgono entusiasti e non posso fare a meno di sorridere loro. Una ragazzina con lunghissimi capelli biondo chiaro mi dice allegra:

-Ciao! Io sono Amanda Clark! E tu?-

-Elinor Oliver- le rispondo, e spero di starle simpatica. Lei mi fa un largo sorriso e riprende:

-Sono proprio contenta di stare a Corvonero e tu?-

-Anch'io, sembra davvero una bella Casa- rispondo e lo penso davvero. Lei attacca a parlare velocissima, non sembra neanche che riprenda fiato, e ho un po' perso il filo del discorso quando qualcuno mi batte sulla spalla dal tavolo affianco al nostro. Mi volto e vedo che è Remus.

-Spero che tu sia davvero intelligente, così potremo studiare insieme- mi dice un po' timido.

-Mmmmh...non farei proprio affidamento su di me- rispondo e scoppiamo a ridere, prima di tornare ai nostri rispettivi compagni.

Sono contenta che i nostri tavoli siano vicini.


                                                               *****

Uffa, ma quando tocca a me? Perchè devo avere il cognome con la P? La P è una lettera pallosissima, quasi fra le ultime! Che cosa pizzosa. Invidio decisamente Arizona e Sirius, belli comodi a Grifondoro. Da come li vedo muoversi so che stanno bisticciando e mi viene già da ridere. Arizona è fortissima quando si arrabbia, lo so per esperienza, e Sirius mi sembra un tipo schietto.

Mi hanno chiamato? No, uff, hanno detto Parker...che tra l'altro finisce a Serpeverde. Anche Mocciosus, che ora so chiamarsi Piton di cognome, fa quella brutta fine, o forse per lui non è brutta, dato che mi sembra proprio un pipistrello cattivo. E sporco. Ah! Non sarà con la sua amichetta!

-Potter, James-

Siiii!!! Sono io, sono assolutamente io! Quasi corro verso lo sgabello e mi ficco il Cappello in testa con tanta forza che a momenti lo mangio. E non sarebbe proprio una bella cosa, no.

Che meraviglia! Quanto coraggio, e quanta lealtà verso gli amici! Certo ragazzo mio mi sembri proprio una testa calda, però sei decisamente un Grifondoro!”

Non avevo dubbi! Certo che sono un Grifondoro, signor Cappello!

Felicissimo mi fiondo verso i rosso oro, che applaudono forte.

-Sapevo che ci avresti raggiunti Jamie!- esclama Arizona allegra, sorridendomi. Certo che con quell'apparecchio ho fatto proprio un buon lavoro...beh, se non fossero scomparsi anche i denti per più di mezz'ora...

-Hai visto Mocciosus? A Serpeverde!- mi dice invece Sirius con un ghigno. Vedo la bambina con i capelli rossi accanto a lui irrigidirsi e fulminarlo, ma non mi interessa.

-Chissà se hanno il sapone lì!- dico e Sirius scoppia a ridere, mentre Arizona mi da una pacca. Che bello essere a Grifondoro con loro!


                                                                  *****

Siamo ormai rimasti in pochi ormai a dover essere smistati.

Continuo a sentirmi addosso gli occhi di Evan, e questo non può che rendermi ancora più nervosa. Insomma, perchè deve guardarmi e ghignare? Tanto non gli interessa di me, né di dove finirò. In qualsiasi Casa andrò, lui troverà il modo di tormentarmi...Corvonero? Chastity, ma tu sei troppo stupida per finire a Corvonero! Grifondoro? Orrore, disonore! La mamma ti ucciderà...per non parlare di papà! Tassorosso? Solo tu sei così patetica da poter finire a Tassorosso Chastity! Che schifo, una Purosangue a Tassorosso! Serpeverde? Sei troppo tonta e inetta per essere una di noi. Mi immagino già le sue parole, le espressioni con cui le dirà...rabbrividisco, anche se ho addosso un mantello pesante e la Sala è davvero caldissima.

-Rosier, Chastity-

La professoressa McGranitt mi ha appena chiamata, così vado verso lo sgabello, cercando di ignorare Evan che mi fissa. Evan e il resto degli studenti, ovviamente.

Blah! Questo Cappello puzza davvero. Comunque, me lo infilo e aspetto che inizi a parlare con lo stomaco attorcigliato per l'angoscia.

Che cos'abbiamo qui...oh! Quanta generosità e voglia di amicizia, ragazza mia! Non lo ammetteresti mai...ti vergogni forse? Eppure non c'è niente di male sai, a volere affetto e amicizia...e vedo anche molta lealtà, verso chi la merita...si, credo proprio che tu sia una...”

Ti prego non lo dire....non dire...

Tassorosso!”

È la fine.



Nda:

Eccomi gente! Avevo detto che avrei postato fra mercoledì e giovedì, ed infatti...certo, i fan di Poisonous Lily mi uccideranno, ed hanno ragione, ma tranquilli sto lavorando anche quello!!

Veniamo a noi...che dire, sorpresi dagli smistamenti? La maggior parte erano scontati, dato che li ha decisi la zia Row, anche se devo ammettere che ho trovato difficile parlare dal punto di vista di Peter...mi sono sempre chiesta che cosa ci facesse a Grifondoro, ed infatti non ho dato una spiegazione granchè illuminante. Va beeeeh...comunque dal prossimo capitolo tornerò alla terza persona, diciamo che mi piace usare la prima solo quando devo descrivere eventi importanti, come questo.

Per questa volta non ho nient'altro da dire (e per fortuna, direte voi!) perciò passo subito a ringraziare Slab che ha aggiunto la storia alle preferite e _Jaya che l'ha messa invece fra le seguite...grazie di cuore ragazze!

Naturalmente non può mancare il grazie generale e gigantesco a chi mi recensisce, ovvero LittleDarling, _NEMO, Slab e Mattamaty...siete davvero fantastiche!

Credo di poter aggiornare o domenica o lunedì, perciò a presto! :)

con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 8
*** The Beginning ***


                                                                    CAPITOLO 8

                                                                   The Beginning


Assonnata, Arizona si buttò sul primo letto a baldacchino che trovò sulla sua strada, e cioè quello vicino al bagno. Con il senno di poi avrebbe capito che non era stata forse la scelta migliore, ma quella sera, provata da tutte le forti emozioni vissute quel giorno, non fece eccessivamente caso a dove si sistemava.

-Che stanchezza!!!- commentò Samantha Sheldon, una ragazzina dalla bellissma pelle color caffellatte.

-Già, Hogwarts è bellissima ma...wow, un sacco di emozioni tutte insieme stancano!- si disse d'accordo Erin Vance, ultima componente del dormitorio delle ragazze di Grifondoro del primo anno; era la sorella minore di Emmeline Vance, una brillante Corvonero del quinto anno, ma non era eccessivamente dispiaciuta per il fatto di non essere nella sua stessa Casa.

-Poi tutto quel cibo mi ha messo un sonno...- aggiunse Mary McDonald, già pronta per la notte in una buffissima camicia da notte con i panda sopra.

-Se non vi spiace, userei io per prima il bagno- intervenne Lily Evans, con tono piuttosto secco. Tutte le dissero che non c'erano problemi, ed Arizona si ritrovò a pensare che quella Lily era un po' strana. Durante la cena l'aveva trovata piacevole, ma man mano che si avvicinavano al dormitorio era diventata sempre più taciturna. Attribuendo quel comportamento alla stanchezza, Arizona iniziò a prepararsi per la notte a sua volta.

Neanche un quarto d'ora dopo, era sotto le coperte, un po' meno felice di quanto era stata poco prima; si sentiva al sicuro in quella scuola che era assolutamente fantastica, ma non poteva fare a meno di pensare ai suoi genitori, e sotto sotto, anche a Virginia e Teddy. Era assurdo, ma sentiva anche la mancanza di James, nonostante lui fosse solo qualche porta più in là. Durante l'estate avevano preso l'abitudine di sgattaiolare l'uno nel letto dell'altra, per raccontarsi storie del terrore, ingozzarsi di schifezze e fantasticare su Hogwarts; non che questo avvenisse ogni notte, però l'avrebbe confortata non poco, poter parlare ancora un pochino con lui.

Nella stanza era scesa l'oscurità, ed anche Mary, Samantha ed Erin si erano infilate nei loro caldi baldacchini ed erano sprofondate in un tranquillo sonno. Fu in quel momento, proprio quando le sue inquietudini si stavano affievolendo, che Arizona sentì un piccolo singhiozzo, impercettibile. Proveniva dal letto accanto al suo, dove Arizona sapeva che si era sistemata Lily. Che stava piangendo, evidentemente.

-Lily?- chiamò piano. Non voleva svegliare le altre, ma sentiva il bisogno di rassicurare la piccola rossa, qualunque fosse il motivo della sua tristezza.

-Sì?- le rispose lei, con voce incredibilmente ferma.

-Ho del cioccolato, se lo vuoi- disse Arizona, dandosi poi della stupida. Insomma, perchè Lily avrebbe dovuto volere della cioccolata?

-Mi...piacerebbe molto- replicò Lily, e le venne quasi da sorridere.

Era triste per Severus.

Sebbene sul momento fosse stata quasi felice di non essere finita a Serpeverde, quando aveva varcato la soglia del dormitorio senza di lui si era sentita invadere da una grande tristezza. Sapeva che maschi e femmine stavano in dormitori separati, ma credeva che averlo a qualche corridoio di distanza sarebbe stato ugualmente bello. Invece ora li separavano piani e piani, e per lei non c'era modo di raggiungerlo per potergli anche solo dire che sarebbe andato tutto bene. Perchè sarebbe andato tutto bene. Non importava la Casa.

-Tieni-

Arizona stava accovacciata vicino al suo letto, e le porgeva una tavoletta di cioccolato dall'aria davvero invitante.

Lily la prese, trovando che quella ragazzina dall'accento stranissimo le piacesse sempre più.

Mangiarono il cioccolato in silenzio, con il russare di Mary McDonald di sotto fondo ed Erin Vance che borbottava suoni senza senso nel sonno.

-Tu e quel Potter siete amici?- domandò Lily d'un tratto. Aveva notato che quell'antipatico occhialuto sembrava stare molto simpatico ad Arizona, a cena.

Lei annuì, con i riccioli biondi lasciati sciolti che ballonzolavano.

-Sì. Ci siamo conosciuti quest'estate, quando mi sono trasferita di fronte casa sua. È il mio migliore amico. Forse il mio unico amico- rispose Arizona.

-Oh. Non sembra molto simpatico- replicò Lily, cercando di non offenderla.

-Io lo trovo fortissimo. E mi fa davvero tanto ridere, anche se spesso vorrei strozzarlo...come quando mi ha fatto sparire i denti-.

-Ti ha fatto sparire i denti?!- Lily quasi urlò, ma fortunatamente nessuna delle loro compagne si svegliò.

-Già, poi è arrivata sua madre e ha sistemato tutto per fortuna. Tu conosci qualcuno qui?-

-Sì...Severus Piton- rispose Lily, un po' sulla difensiva. Arizona non sembrò riconoscere il nome, e Lily si ricordò che non era presente quando quei due antipatici di Potter e Black l'avevano preso in giro sul treno.

-Non mi sembra che sia stato assegnato a Grifondoro- disse solamente, porgendo un cioccolatino a Lily.

-No- rispose quest'ultima secca. Ma di nuovo Arizona non mostrò di aver alcun tipo di pregiudizio.

-Ti manca un po'?- chiese curiosa.

-Sì...sono una stupida, vero? Lo rivedrò domani infondo!- domandò Lily un po' insicura.

-Ma no, non sei affatto stupida! È tuo amico, è normale. Anche quello zuccone mi manca un po', eppure è qui vicino a me- rispose Arizona con un sorriso, e Lily si sentì rincuorata.

-Oh! È mezzanotte! Sarà meglio dormire, ci sono le lezioni!- disse poi, guardando il suo piccolo orologio da polso.

-Cavolo è vero! Beh, allora torno al mio letto....buonanotte Lily!- esclamò Arizona alzandosi dal bordo del baldacchino di Lily.

-'Notte Arizona...e grazie. Per il cioccolato- le rispose.

Tornarono sotto le coperte, entrambe con il buon sapore del cioccolato in bocca ed un piccolo sorriso sulle labbra.


                                                                       ******


Chastity Rosier cercava disperatamente di trattenere le lacrime.

Mentre stavano uscendo dalla Sala Grande diretti verso il dormitorio, suo fratello l'aveva bloccata. Le aveva stretto forte un braccio e aveva sussurrato: -Domani faremo i conti-.

Le aveva rivolto un sorriso sgradevole, prima di lasciarla andare, spaventata e tristemente rassegnata.

Aveva raggiunto il dormitorio dei Tassorosso passando vicino alle cucine, dalle quali si sprigionavano ancora odori invitanti, ed ora era seduta sul baldacchino che si trovava sotto la finestra.

Non aveva scambiato neanche una parola con le sue compagne, eppure sapeva che la bambina dai capelli color rame e miliardi di lentiggini sul volto si chiamava Lexi, che le due gemelle uguali fino all'ultimo capello castano erano Grace e Bliss (genitori credenti? Si era chiesta Chastity, ridendo fra sé e sé) e che la timida Babbana dal brutto gatto color cenere si chiamava Amelia. Le aveva sentite presentarsi e chiacchierare fra loro, mentre disfacevano i bauli, ma non aveva osato parlare. Aveva un terribile groppo in gola, e non voleva che arrivasse la mattina dopo. Cosa naturalmente impossibile.

-Va tutto bene?- le chiese educata Lexi Lowell, temendo forse che lei abbaiasse.

-Sì...grazie- rispose Chastity, con la voce che le tremava. Stringeva fra le mani una camicia da notte con le sue iniziali stampate sopra, ma non l'aveva ancora indossata.

-Sembri spaventata- osservò ancora Lexi e Chastity scattò:

-Senti, ti ho detto che va tutto bene okay?-

Lexi indietreggiò, offesa. Grace, Bliss e Amelia la guardarono piuttosto stupite.

-Potresti essere anche più gentile sai?- le disse tagliente, e le voltò le spalle per tornare al suo letto.

Chastity sentiva la voglia di piangere farsi più prepotente. Sapeva di essere stata odiosa con Lexi, che infondo aveva solo cercato di essere carina, e le dispiaceva. Ma era nervosa, stanca e soprattutto triste. Si sentiva sola. Non le mancavano i suoi genitori, aveva paura di Evan. E non c'era una sola persona che tenesse a lei in quel posto. Probabilmente neanche nel mondo.

Con un sospiro, si diresse verso il bagno, per cambiarsi senza essere vista.

Poco più tardi, sotto le calde coperte, si disse che l'indomani avrebbe cercato di scusarsi con Lexi. Non le veniva facile, perchè le avevano insegnato che i Rosier erano superiori a tutto e a tutti, ma, per la prima volta nella sua vita, sua madre non avrebbe potuto sgridarla. E Lexi sembrava simpatica, infondo.

Stava quasi per addormentarsi, quando le venne in mente che infondo c'era qualcuno con cui avrebbe voluto parlare. Remus Lupin, il ragazzo che aveva conosciuto sul treno. Aveva un aspetto molto rassicurante, e le aveva parlato come se lei non fosse la rampolla di un'antica famiglia Purosangue. Come se lei non fosse inutile ed insignificante. Alla sua lista mentale di cose da fare aggiunse cercare di diventare sua amica. O perlomeno, di non stargli antipatica.


                                                                    ******

Elinor Oliver si rigirava fra le mani uno strano ciondolo a forma di goccia, azzurro chiaro. Sorrise per l'ennesima volta, agganciandolo ad una sottile collanina di oro bianco, che un tempo aveva come pendente una semplice mezzaluna, regalatale dai suoi genitori.

-Che bello quel ciondolo!- esclamò Amanda Clark, china sul letto accanto a quello di Elinor, con un paio di morbidose pantofole a forma di orsetto fra le mani.

-Davvero? Me l'ha regalato...- Elinor si bloccò in tempo, prima di dire la verità -mio padre, per il mio compleanno- terminò.

-Beh è davvero carino! Perchè non l'avevi al collo, prima?- chiese ancora Amanda, curiosa.

-Perchè sai...avevo paura di perderlo, fra la confusione del treno e dello smistamento- s'inventò Elinor di sana pianta.

-Deve essere molto prezioso- aggiunse Amanda ammirata, osservandolo.

-Sì, lo è. Lo è davvero- rispose Elinor, e non stava mentendo.

Quel ciondolo era la sua salvezza.

Gliel'aveva dato Silente, nel suo studio dopo cena. Le aveva spiegato che si trattava in realtà di un Catalizzatore: era stato stregato affinché regolasse il flusso di voci in entrata nella testa di Elinor, di modo che quest'ultima non impazzisse a scuola. L'incanto non era permanente, e per questo una volta a settimana Elinor doveva recarsi nello studio del Preside, affinchè Silente potesse rafforzare la magia. Inoltre non escludeva completamente gli altri dalla mente di Elinor, ma funzionava un po' come una radio: Elinor poteva decidere di ridurre il rumore al minimo (come in quel momento) strofinando forte una sola volta il ciondolo, oppure di alzarlo (cosa che non pensava di fare mai, per nessun motivo) sfregandolo invece due volte. La cosa più importante, le aveva spiegato Silente, era che il ciondolo rimanesse sempre a contatto con la sua pelle, perchè funzionava solo vicino al calore umano. Elinor gli aveva giurato che non se lo sarebbe tolto per nessun motivo al mondo e l'aveva ringraziato quasi in lacrime.

Silente era il suo salvatore, ed Elinor lo adorava già incondizionatamente. La sua venerazione aveva raggiunto livelli inimmaginabili quando poi lui aveva aggiunto che le avrebbe impartito delle lezioni per imparare a controllare il suo potere, di modo che un giorno non avrebbe più dovuto usare il Catalizzatore.

L'empatia era un dono molto raro, aveva detto guardandola con quei suoi intensi occhi azzurri, e sarebbe stato un peccato non coltivarlo.

Elinor l'avrebbe baciato, ma si era trattenuta e l'aveva ringraziato per l'ennesima volta, prima di raggiungere il dormitorio di Corvonero al settimo cielo. Ora, con il ciondolo saldamente appeso al collo, sentiva che una nuova vita stava per iniziare per lei, e aveva tutta l'intenzione di godersela un mondo.

Rivolse un radioso sorriso ad Amanda, che ricambiò. Anche le altre compagne non le sembravano male, tranne forse quella Rosalie Adams, che aveva squadrato tutte con aria di superiorità, soprattutto Sylvia Turner, una NataBabbana con vestiti di seconda mano, che già dormiva nel letto alla sinistra di Elinor.

-Chissà con quale materia inizieremo domani! Sono così curiosa!- esclamò Amanda, e con il suo solito tono a macchinetta iniziò a dire che Trasfigurazione sembrava interessante, ma che anche Incantesim sarebbe stato bellissimo e che...

Elinor l'ascoltava, pensando che sarebbe stato divertente far conoscere Amanda e James, per vedere chi dei due riusciva a dire più parole al secondo. Aveva forti dubbi sul vincitore...


                                                                  ******


Severus Piton avrebbe volentieri spaccato qualcosa. Poche volte nella sua breve vita aveva provato una rabbia così grande, e ne era spaventato. Sapeva di essere estremamente vendicativo, ma la verità era che non poteva correre nello studio del Preside e distruggere il Cappello Parlante. Perchè non era colpa sua se lui era a Serpeverde e Lily a Grifondoro. Con Potter e Black.

Sbatteva furiosamente le sue cose nei cassetti e negli armadi, con le labbra sottili serrate. Lily avrebbe dovuto essere con lui. Lui avrebbe dovuto poter uscire dalla Sala Comune di Serpeverde per raggiungere insieme la Sala Grande, magari sparlando dei Grifondoro. Invece lei stessa era una Grifondoro.

-Ehi, stai scocciando con tutti questi tonfi- gli disse piuttosto acido un suo compagno di dormitorio, un tale Daniel Avery.

Severus si limitò a guardarlo, senza degnarlo di risposta. Poi ficcò il baule sotto il letto, facendosi male all'alluce.

Dannazione! Doveva smetterla. Aveva imparato da tempo a mostrarsi indifferente di fronte alle liti dei suoi genitori, almeno da quando aveva imparato a controllare le emozioni. Avrebbe fatto così anche questa volta: avrebbe mantenuto una facciata perfetta anche con Lily, senza mostrarle la tristezza che lo avvolgeva. Sarebbe stato in grado di tenersi la sua amicizia, nonostante la Casa.

-Ehi, ma ce l'hai la lingua?- l'apostrofò ancora Daniel, fissandolo piuttosto arcigno. Gli altri tre compagni di dormitorio lo ignoravano semplicemente: erano tutti troppo occupati a sistemare le loro preziose cose da Purosangue per occuparsi di lui, così giallognolo e silenzioso.

-Sì ce l'ho- rispose solamente Severus, senza alzare gli occhi su di lui. Ma perchè non lo lasciava in pace?

-Ah! Non l'avrei mai detto, dato che non hai spiccicato una parola- ribattè Avery fingendosi sorpreso.

-Forse non avevo voglia di parlare, ti pare?- lo rimbeccò Severus sarcastico. Avery non parve offendersi, e lo assillò ancora:

-Dì un po', sei Purosangue?-

Severus si irrigidì e gli parve che gli altri avessero lasciato le loro occupazioni per ascoltare la sua risposta: Jake Wilson aveva smesso di piegare con cura la sua divisa, Zack Todds rinunciò a cercare di aprire il suo baule e Morgan Lockwood alzò la testa dal suo cassetto.

Severus si sentì a disagio. E optò per una mezza verità:

-Mia madre è una strega, mio padre è morto-.

Per lui era come se lo fosse, e nessuno dei suoi compagni avrebbe mai avuto la sfortuna di conoscerlo. Avery e gli altri parvero soddisfatti della risposta, e non indagarono più.

Poco più tardi, a letto, Severus non riusciva a prendere sonno. Era felice di essere a Hogwarts, lontano da casa sua, dalle urla, dai silenzi ostili. Sentiva di essere nel suo elemento, e non vedeva l'ora di imparare nuove pozioni...eppure. Eppure Lily non era a Serpeverde.



                                                                  ******

-Hai delle Caccabombe?!- persino Sirius era stupito. James annuì soddisfatto.

-E cosa pensi di farci?-

-Mmmh non saprei...ma è sempre una buona cosa avere qualche scherzo a portata di mano!- ribatté allegro.

Era strafelice e persino il banale dormitorio gli sembrava bellissimo. Sirius poi era proprio simpatico, mentre gli altri compagni...mmh, erano un po' troppo silenziosi per i suoi gusti. Quel biondino pallido non aveva spiccicato una sola parola, come anche quello cicciottello, a parte aver chiesto a Sirius come si chiamava ed essersi a sua volta presentato come Peter Minus. L'unico un po' socievole era Harry Castle, un undicenne spesso come un armadio e riccioli neri quasi più indomabili di quelli di James. Conosceva anche lui il baseball e lui e James avevano subito attaccato a parlarne uscendo dalla Sala Grande.

-Concordo- rispose Sirius. Quel James non gli sembrava niente male, e avebbe potuto persino stargli simpatico.

-Ma come hai fatto a portarle dentro? Non dovrebbero essere proibite?- chiese Peter Minus a James, con voce tremula. Sembrava aver timore di lui, eppure non c'era nulla nel viso allegro di James che incutesse paura.

-Non ci hanno perquisito!- gli fece notare James con una risata.

-Perchè si suppone che degli innocenti undicenni non introducano a scuola materiale vietato- intervenne a sorpresa Remus Lupin, con un tono che lui stesso giudicò odioso.

-Sai, non-so-come-ti-chiami, credo che il punto cruciale sia la parola “innocenti”- ribatté Sirius, sarcastico. Remus arrossì, e un po' incerto avanzò verso di loro dicendo:

-Mi chiamo Remus Lupin-

-James Potter!- James praticamente gli stritolò la mano, mentre Sirius si limitò ad una breve stretta. Anche Harry, che aveva seguito la scena piuttosto divertito, si presentò con un sorriso a Remus.

-Io proporrei di cercare un modo utile per utilizzare le Caccabombe- disse James poco dopo, quando tutti erano già a letto e stavano per addormentarsi.

-Credo che questo comporterebbe la perdita di punti- suggerì Remus dal letto accanto a quello di Sirius.

-Che pizza!!! Non è detto che ci becchino!- lo sgridò Sirius seccato. Insomma, se non voleva prendere parte allo scherzo non poteva starsene almeno zitto?

-Giusto, saremo astuti- convenne James.

-Molto astuti- aggiunse Sirius.

-Chi è dei nostri?-

Silenzio.

-E va beneee...mi sa che faremo tutto io e te, Siry-

-Non chiamarmi Siry!-

-Ma è carino Siry!-

-Siry è orribile!-

-Uffa!!! Ti facevo un po' meno lagnoso- sbuffò James e Harry scoppiò a ridere, ma il russare di Peter coprì il rumore molesto.

-Io non sono lagnoso! Ma essere chiamato Siry è davvero spiacevole!!!-

Remus ascoltava il loro battibecco con un piccolo sorriso. Probabilmente quei due sarebbero diventati presto due pericolosi delinquenti, ma almeno erano simpatici.


Nda:

Sono imperdonabile, lo so. È passato quasi un mese dall'ultimo aggiornamento, e probabilmente i pochi lettori che avevo si saranno scordati di me... sigh :( però è colpa mia, non posso lamentarmi :(

Momento di autoflagellazione a parte, eccovi il nuovo capitolo...ci ho messo tanto a scriverlo perchè non sapevo bene come iniziare a delineare i rapporti fra i personaggi, per vari motivi. Primo: è innegabile che l'amicizia nata fra i Malandrini è forse tra le più salde e vere della saga (tolto il topastro, ovviamente) perciò avevo paura di sbagliare nel descrivere il suo inizio...insomma, non credo che fra loro ci sia stato una specie di “colpo di fulmine”, ma neanche che si odiassero dal principio per poi diventare improvvisamente amici del cuore...insomma, credo non sia facile parlare dell'inizio di un'amicizia così grande, e spero davvero di non essere andata troppo fuori dagli schemi, e che ciò che ho immaginato vi piaccia. Credo che Remus non sia stato subito simpaticissimo a Sirius e James, diciamo che lo vedo un po' come la Hermione del momento...rigida e severa all'inizio, grandissima amica dopo. E inoltre lui è un lupo mannaro, come ben sappiamo, e non desidera farsi degli amici: questo lo spinge un po' a tenersi lontano dagli altri, anche con comportamenti che possono sembrare antipatici all'inizio. Poooi...Severus. Lui è il mio incubo, insieme a Lily, perchè descrivere la loro amicizia strana non è facile, e temo di aver esagerato un po' con le loro reazioni...però insomma, entrambi sono lontani da casa, nel caso di Severus non ci sono genitori a cui pensare con affetto, e vedere la tua unica amica in un'altra Casa non deve di certo averlo aiutato...non so, ditemi voi cosa ne pensate :) Credo anche che, per quanto Lily sia legata a Severus, abbia comunque voglia di fare nuove amicizie, ed ecco spiegato perchè sto iniziando a farla avvicinare ad Arizona e in seguito a Mary...

Infine, Elinor. Mi sembrava sbagliato far scomparire del tutto il suo potere solo perchè la fa soffrire, così mi sono inventata questo dispositivo magico che almeno per i primi tempi l'aiuti a non soffrire...e poi, il suo dono potrebbe essere fondamentale per la storia :)

Okay, credo di avervi annoiato sin troppo, perciò un grazie gigantesco va alle 7 meravigliose persone che hanno messo la storia fra i preferiti: fancylala, Gigettina,mattamaty, niki 96,Rose_White,Slab ,vane_black; alle 3 che l'hanno messa fra le ricordate, ovvero lady musa96 , Lizzyluna, mrspaciok e le 16 che l'hanno inserita nelle seguite, cioè CharmedAlis, ChiaraTheBest, chocco, fay90, Fleur Isabelle Delacour, fuckinmind, ily90, Little Darling , malandrina4ever, Marti_18, mick_angel, SimoAriana, zhaiemd, _anda , _Jaya, NEMO. Grazie di cuore ragazze, spero davvero che la storia continui a piacervi, e che magari mi diciate se c'è qualcosa che posso migliorare :)


L'ultimo enorme ringraziamento va come sempre a chi ha recensito, ovvero alle meravigliose _NEMO e Slab: non smetterò mai di ringraziarvi, sappiatelo!


Con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 9
*** First day of lessons ***


                                                                  CAPITOLO 9

                                                             First day of lessons


-Ho una strana impressione...-

-Cioè?-

-Mmh...come di aver sbagliato strada-

-Uh-uh che intuizione brillante yankee! Forse il fatto che siamo sbucati sulla Torre di Astronomia e non nell'aula di Trasfigurazione potrebbe suggerire che abbiamo sbagliato strada, in effetti-

-Piantala di fare il sarcastico Mister Simpatia e vedi di concentrarti!-

-E tu piantala di dire cose inutili!-

-Piantatela tutti e due!- intervenne James, mettendo così a tacere Arizona e Sirius che stavano, tanto per cambiare, litigando.

Era preoccupante che quello più maturo in quella situazione fosse James.

Erano le nove precise del loro primo giorno di lezioni a Hogwarts e, cosa che nessuno avrebbe mai predetto, erano in ritardo.

La colpa del ritardo, a detta di Arizona, era di Sirius ovviamente: a sentir James aveva occupato il bagno per tre quarti d'ora, impedendo a James di lavarsi, dopo che Remus, Harry e Peter se n'erano andati; sceso in Sala Grande si era messo a fare colazione con comodo, prendendo in giro Arizona fra un morso mastodontico e l'altro, e aveva poi preteso che James lo aspettasse in quanto nuovo compagno di cretinate. James aveva sua volta pregato Arizona di aspettarlo, così avevano lasciato la Sala Grande alle nove meno un quarto, fra gli ultimi. Avevano poi imboccato due scale che avevano cambiato percorso, avevano chiesto aiuto al Barone Sanguinario che li aveva insultati e alla fine avevano varcato trionfalmente la porta dell'aula. Quella sbagliata però.

Ora si ritrovavano sulla Torre di Astronomia, e la lezione della McGranitt era già iniziata da cinque minuti.

-Ragioniamo- disse James dandosi arie.

-James non dire cavolate, tu non ragioni- gli fece notare Arizona pacata. Si era svegliata tardi -motivo per cui aveva incrociato James e Sirius in Sala Grande- e per far questo si era messa la divisa a casaccio: la cravatta le pendeva malamente dal collo, la cerniera della gonna era mezza abbassata e la bacchetta sbucava in modo pericoloso dalla borsa.

-Credo che la McGranitt non sarà contenta del nostro ritardo- osservò Sirius saggiamente, senza essere fra l'altro preoccupato.

-Ma dai! Cosa te lo fa pensare?!- ribattè Arizona ironica e Sirius aveva già aperto bocca per replicare, quando James s'intromise di nuovo:

-Non iniziate! Usate i cervelli per capire come tornare indietro-

-Cervello? Arizona non ha un cervello- frecciò Sirius, mentre entravano in un corridoio del settimo piano deserto.

-E tu cosa ne sai di cervelli? Hai la testa più vuota del Cappello Parlante!-

-Aaaah siete insopportabili!- li sgridò James, neanche fosse il genitore severo della situazione.

-Ha iniziato lei!

-Non è vero! Tu hai detto che sono senza cervello!-

-Sì ma tu hai insultato il mio!-

-Ma come si fa ad insultare qualcosa che non c'è?-

-Pietà- esalò James, sedendosi sconsolato su un gradino.

Stava appunto meditando di iniziare una rissa con Sirius per poi andare in Infermieria giustificando in quel modo il loro ritardo, quando vide passare Elinor con le braccia cariche di piccole bilance arrugginite.

-Elinor! Sono sicuro che sarai la mia salvezza!- esclamò balzando in piedi; Arizona e Sirius erano intanto passati a litigare sulle dimensioni dell'idiozia di Sirius.

-James- sorrise Elinor, la divisa in ordine e i capelli scuri stretti nella solita treccia -che ci fate qui? Perchè non siete a lezione?- chiese poi sorpresa.

-Sirius mi ha fatto arrivare in ritardo e poi ci siamo persi...e quei due idioti non smettono di litigare- le spiegò affranto.

-Tu invece?-

-Lumacorno mi ha mandato a prendere altre bilance. Che lezione avete? Magari vi posso aiutare- rispose lei, allegra.

-Trasfigurazione. Ma non credo di volerci arrivare, la McGranitt ci ucciderà temo-

-Lo temo anch'io! Comunque l'aula di Trasfigurazione è giusto due piani più sotto, dovreste riuscire a non perdervi...o forse sì- aggiunse, con un'occhiata preoccupata a Sirius che aveva rubato la parrucca ad una statua di Medusa ed ora stava imitando Arizona, che tentava di pestargli con forza i piedi.

Alla fine, James riuscì a separare Arizona e Sirius, e raggiunsero di corsa l'aula di Trasfigurazione, con un quarto d'ora di ritardo.

-Quale gioia! Potter, Black e Anderson...giusto?- li apostrofò la McGranitt, mentre James e Sirius si accasciavano vicini negli ultimi due banchi, e Arizona prendeva posto accanto ad un Grifondoro del suo anno con i capelli biondicci.

-Ci scusi professoressa, il Barone Sanguinario ci ha fatto sbagliare strada!- tentò di giustificarsi James, beccandosi un'occhiataccia dalla professoressa.

-Dubito che un personaggio di grande rilievo vi abbia depistato volontariamente. Comunque, solo perchè è il vostro primo giorno e siete nuovi di Hogwarts, non vi toglierò punti. La prossima volta non sarò così buona- rispose tagliente.

Arizona aveva intanto ripreso fiato, mentre la McGranitt spiegava che nella sua aula era assolutamente vietato fare casini, pena l'espulsione.

-Vi ha fatto arrivare in ritardo Sirius, vero?- le chiese il suo compagno di banco sottovoce.

-Già. È proprio uno stupido!-

-È un mio compagno di dormitorio...ieri lui e James hanno fatto casino sino all'una- disse Remus, ricordando l'accesa discussione riguardo il soprannome “Siry”.

Arizona storse le labbra, ma non rispose. La McGranitt stava spiegando la semplice tecnica che serviva a trasformare un fiammifero in uno spillo.

Sentì distrattamente Sirius borbottare che lo spillo sarebbe stato benissimo nella borsa di una certa yankee, e si promise di riuscirci, per poi infilarlo nei pantaloni di un certo idiota.

Dopo venti minuti di spiegazione, la professoressa disse loro di provare quella semplice trasfigurazione.

-...dubito che qualcuno di voi ci riesca...- borbottò poi passando fra i banchi, per correggere formule e movimenti della bacchetta.

A sorpresa, alla fine dell'ora, solo in tre erano riusciti: Lily e Arizona (era molto ostinata, quando voleva) fecero guadagnare sei punti a Grifondoro, e Desdemona Mulciber ne conquistò due per Serpeverde.

-Siamo stati battuti da una Serpeverde!- si lamentò James mentre i Grifondoro si dirigevano a Pozioni, che avrebbero seguito con i Tassorosso, e i Serpeverde si dirigevano verso le serre per Erbologia con i Corvonero.

-Da una Serpeverde e da Arizona e da quella antipatica della Evans!- aggiunse Sirius affranto: il suo fiammifero brillava appena.

-Ehi! Guarda che Lily non è antipatica, e poi dove sta scritto che io non posso batterti?!- s'infiammò Arizona, soprattutto perchè aveva visto Lily irrigidire le spalle mentre li superava, affiancata da Erin.

Aveva anche uno sguardo triste, forse perchè quella sarebbe stata l'unica lezione della mattinata che avrebbero seguito con i Serpeverde.

Quando arrivarono davanti all'aula di Pozioni, la porta era ancora chiusa, così i ragazzini delle due case iniziarono a chiacchierare.

-Ehi, come ti trovi a Tassorosso?-

Remus si era avvicinato a Chastity, che se ne stava in disparte.

-Ehi! Insomma...- rispose, triste. Non aveva ancora trovato il coraggio di scusarsi con Lexi, che aveva già legato con le gemelle e non le aveva più rivolto parola.

-Perchè insomma?- s'incuriosì Remus.

-Le mie compagne di dormitorio non mi trovano simpatica, credo- rispose Chastity.

-Oh...beh, neanche i miei, credo- ammise Remus, ripensando alle pessime uscite che aveva fatto la sera prima con James e Sirius. Gli erano simpatici, ma non poteva diventare loro amico, anche amesso che l'avessero voluto. Poteva accontentarsi di ridere di nascosto alle loro battute, al massimo.

-Possiamo fondare il club degli sfigati- propose Chastity cupa.

-Non male come idea...- stava dicendo Remus, quando finalmente i ragazzi del sesto anno di Grifondoro e Serpeverde uscirono dall'aula di Pozioni. Uno di loro spinse Chastity, e Remus inizialmente pensò che fosse stato un incidente. Ma quando vide il ragazzo pestarle la borsa che le era caduta, esclamò stupito:

-Ma! Che maleducato!-

-Ora capisci perchè nessuno vorrebbe Evan come fratello?- gli disse amara, mentre si sedevano vicini fra i primi banchi. Remus annuì, senza dire nulla: il professor Lumacorno, che gli ricordò una balena obesa, stava iniziando a parlare, ed era meglio prestare attenzione.

Tutto sommato, non gli sembrava male come professore, anche se non potè impedirsi di ridere sotto i baffi quando sentì James sussurrare a Sirius che Tricheco sarebbe stato un ottimo soprannome per Lumacorno.

Il peggio venne quando il professore assegnò una semplice pozione antibatterica: Remus si ritrovò a fissare le pagine del libro senza capirci un emerito accidente. Insomma, cosa voleva dire “aggiungere la saliva di camaleonte abbassando il fuoco di un terzo senza far sparire le bollicine”? Non potevano essere più chiari?

Senza farsi notare diede un'occhiata al calderone di Chastity, ma evidentemente lei era già passata oltre quella fase.

Sbirciò anche nel calderone di Lily, che aveva praticamente terminato la pozione, e sospirò, affranto: possibile che fosse l'unico imbranato in pozioni?!

-Aaaaaah!!!! Cosa accidenti sta succedendo?!?!?-

Evidentemente no.

Arizona fissava orripilata il suo intruglio, che ribolliva come un vulcano prossimo all'eruzione; aveva fatto un balzo all'indietro di mezzo metro, e non osava avvicinarsi.

L'intervento di Lumacorno evitò l'esplosione della pozione, e Remus si vergognò per il senso di sollievo che provava: almeno lui non aveva rischiato di ammazzare i suoi compagni in massa. Non in quel modo.

Gli dispiacque per Arizona però, quando al termine delle due ore, sentì Sirius dire alla ragazzina:

-Pensa se ti fosse esplosa in faccia...sai che ridere?! Avresti avuto tutte le bolle blu sul naso!!!-


                                                          ******

Lily si sedette al tavolo dei Grifondoro, lieta che fosse arrivata la pausa pranzo. Doppia Trasfigurazione e doppia Pozioni l'avevano interessata molto, soprattutto perchè si era dimostrata brava ad entrambe le lezioni, ma era stato anche stancante sentire tutte quelle spiegazioni e poi tentare di applicarle correttamente.

Di fronte a lei Erin e Mary discutevano sulle lezioni di volo, che si sarebbero tenute fra qualche giorno, mentre Samantha era troppo occupata a mangiare per prestare loro attenzione.

Si stava godendo il pranzo in santa pace anche lei, quando vide arrivare Black e Potter insieme ad Arizona; irrigidì impercettibilmente le spalle, ma fece finta di nulla e salutò Arizona quando le si sedette accanto.

-Ho un dilemma da risolvere- annunciò James Potter serio, seduto fra Arizona e quel cretino del suo compare.

-Ho già paura- commentò la bionda.

-Ah, ah...sentiamo, cosa ti afflige?- domandò invece Black.

-Se Mocciosus a lezione si fosse punto con lo spillo...sarebbe uscito l'unto dal suo dito?-

Black scoppiò a ridere, insieme ad altri Grifondoro, mentre Arizona si limitò a guardare Lily, sapendo che si stavano riferendo a Piton.

-Potter, se io invece ti spaccassi la testa, ne uscirebbe materia celebrale o semplicemente l'enorme quantità di idiozia che l'affolla ogni giorno?- ribattè Lily, sarcastica e gelida.

-Ehi Evans dal tuo dito invece uscirebbe acido muriatico?- ribattè James divertito: ora capiva cosa provava Sirius ad accapigliarsi sempre con Arizona, era proprio bello litigare con le femmine!

-Magari, te lo premerei sulla guancia sino a scioglierti la faccia!-

Lily non era da meno quanto a sarcasmo.

In parecchi seguivano divertiti lo scambio di battute, anche fra gli studenti più anziani. Anche a James venne da ridere, cosa che fece infuriare ancora di più Lily che decise di stare zitta e di non scendere ai livelli di certi idioti.

Al tavolo dietro il loro, Elinor estrasse l'orario delle lezioni dalla borsa.

-Mmmh, adesso abbiamo Trasfigurazione con i Tassorosso...- commentò, studiandolo. Delle lezioni del mattino le era piaciuta particolarmente Erbologia, forse perchè a casa aveva uno splendido giardino che sua madre curava con amore, ma anche Pozioni non era stata male.

-Dicono che la McGranitt sia severissima- commentò Amanda, seduta accanto a lei.

-Già, una volta mio fratello è stato un mese in punizione con lei perchè aveva trasformato per metà un suo compagno in un procione!- intervenne Rebecca Clearwater, l'ultima componente del dormitorio femminile del primo anno.

-Beh, non è che sia proprio una cosa da nulla- osservò timida Sylvia Turner; temeva di non essere ben voluta dalle sue compagne per via del suo stato di NataBabbana che, come si era premurata di spiegarle Rosalie Adams, non era ben visto.

-In effetti...però a casa ho una foto di quel poveraccio, è buffissimo!- ribattè Rebecca, e tutte scoppiarono a ridere.

Fortunatamente nessuna di loro commise imprudenze durante la lezione della McGranitt e ancora di buon umore, anche per il fatto che quasi tutte avevano trasfigurato il fiammifero, si diressero verso Incantesimi per le ultime due ore di quel pomeriggio di lezioni.

Erano con i Grifondoro, ed Elinor fu felice di chiacchierare un po' con James, Sirius e Arizona; scambiò qualche parola con Lily Evans, la bambina che aveva consolato nel parco, e stavano parlando di Lumacorno quando notò Remus in un angolo. Fece per andare a salutarlo, ma in quella arrivò un minuscolo insegnante, che aprì la porta dell'aula e li fece entrare. Aveva intenzione di sedersi accanto a lui, ma Amanda le fece un cenno indicandole dei banchi a metà aula; la raggiunse, un po' dispiaciuta, e vide Lily Evans accomodarsi accanto a Remus.

-La prima magia che si insegna, è generalmente l'incantesimo di levitazione. Come vedete, davanti a voi sono state preparate delle piume, che voi dovrete cercare di sollevare pronunciando una semplice formula. Oltre a scandire bene le parole “Wingardium Leviosa” dovrete compiere un grazioso movimento del polso, cosììì...- disse Vitious con una vocetta acuta, e mosse il polso leggermente a destra e a sinistra.

-Provate, su, provate! Non è nulla di complicato- li esortò poi, dopo una serie di domande sulla formula e il movimento del polso.

Peter Minus fissò la sua piuma dubbioso. A Trasfigurazione non era riuscito a trasformare il fiammifero neanche lontanamente, a Pozioni c'era mancato poco che il suo composto facesse la fine di quello della ragazzina bionda (Lumacorno aveva ritenuto saggio sospendere la preparazione a quel punto) e perciò dubitava di riuscire con quel “semplice” incantesimo.

Affianco a lui c'era Harry Castle, il suo compagno di dormitorio, che stuzzicava la piuma con la punta della bacchetta, credendo forse che facendole il solletico sarebbe riuscito a farla muovere.

Diede un'occhiata disperata intorno: Lily Evans, che a pranzo aveva tenuto testa a James, osservava compiaciuta la sua piuma volteggiare, e anche Remus Lupin aveva fatto sollevare la penna di qualche centimetro. James e Sirius avevano non si sapeva come ingaggiato una lotta con le loro piume, e la ragazzina dalla lunga treccia che gli stava davanti aveva appena pronunciato la formula in modo impeccabile, riuscendo così nell'incantesimo.

Oh insomma!!! Potrei riuscirci anch'io...si disse Peter speranzoso.

Fissò con decisione la piuma, impugnò la bacchetta e disse:

-Wingardium Leviooosa!-

Inaspettatamente, la piuma si sollevò e Peter credette quasi di avercela fatta; poi la penna prese misteriosamente velocità e si diresse come una scheggia dritto dritto nell'occhio di Vitious.

Tutti scoppiarono a ridere, tranne il professore che passò dieci minuti buoni a cercare di arrestare la lacrimazione; Peter avrebbe voluto sotterrarsi.

-Ecco signor Minus...la prossima volta ci metta meno entusiasmo!- lo riprese poi.

Mezz'ora dopo stava lasciando l'aula piuttosto abbattuto, quando James lo affiancò:

-È stato fortissimo colpire Vitious nell'occhio! Grandioso!- gli disse entusiasta, prima di dargli una pacca e superarlo.

L'umore di Peter non era più tanto tetro.


Nda:

Salve miei cari lettori!!!

Eccovi un nuovo capitolo, dove vediamo i nostri protagonisti alle prese con il loro primo giorno di lezioni...li ho messi quasi tutti, tranne forse Severus (che comunque non è fra i personaggi principali) e ho deciso di far fare loro le stesse magie che Harry&Co affrontano all'inizio...credo che a Hogwarts si inizi sempre nello stesso modo :)

Spero davvero che il capitolo sia di vostro gradimento, e mi piacerebbe soprattutto ricevere i vostri commenti, belli o brutti che siano. Confesso che lo scarso numero delle recensioni mi ha un po' scoraggiata nel proseguire, soprattutto perchè non so se la storia meriti o meno di essere continuata...a me piace scriverla, ma la stesura di ogni capitolo richiede comunque tempo e ispirazione, e mi piacerebbe sapere se sto impiegando il mio tempo in qualcosa che i lettori trovano interessante :)

Detto questo ringrazio come sempre chi ha messo questa ff nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate: mi auguro davvero che la storia continui a meritare queste posizioni :)

Un grazie gigantesco va naturalmente a Little Darling e Slab che hanno recensito: non smetterò mai di dirvi che anche e soprattutto grazie a voi se questa storia va avanti!!!!


con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 10
*** Flying lessons and plots in the bathroom ***


                                                                                                         

!!!!Titolo precedente: We were born, raised and died with them!!! Spero che questo vi piaccia di più :)



                                                                    CAPITOLO 10

                                                  Flying lessons and plots in the bathroom


-Ma queste lezioni di volo sono obbligatorie?-

-Siiii!!!-

-Per tutti tutti?-

-Tutti tutti, te compresa! E poi perchè ti lamenti? Sarà meraviglioso!-

-Dubito che rischiare di finire contro un albero sia meraviglioso!-

-Sei davvero pallosa yankee!!! Sono solo le otto e mi hai già stordito- sbuffò Sirius Black seccato.

Era venerdì, e per la prima volta da quando erano arrivati a Hogwarts erano scesi a colazione puntuali. Avevano qualche speranza di non tardare a lezione, forse.

-Perchè, tu sprizzi di gioia al pensiero di librarti per i cieli?- gli chiese Arizona acida.

-Magari Black potrebbe cadere e liberare il mondo dalla sua fastidiosa presenza- intervenne Lily Evans speranzosa, e Arizona rise.

-Siete simpatiche come Mrs Purr attaccata ad una caviglia- ironizzò Sirius. Quel pomeriggio si sarebbe tenuta la prima lezione di volo, e in realtà neanche lui brillava di gioia al pensiero, soprattutto perchè la giornata si annunciava grigia e piovosa. A pensarci bene, solo James moriva dalla voglia di volare: Arizona e Sirius, fra i quali era seduto, avevano facce a dir poco funeree, Peter Minus aveva assunto una delicata tonalità verde sin da quando si era svegliato, e Lily Evans si era limitata a esprimere il suo punto di vista su quell'inutile faccenda.

-James ha ragione, comunque...potrebbe essere divertente- s'intromise Erin Vance, che era sempre d'accordo con Potter.

-Non ti ci mettere anche tu!- la rimproverarono Lily e Arizona all'unisono. James e Sirius le guardarono a bocca aperta.

-Oddio- esalò il primo.

-Santo Merlino proteggici- gli diede man forte l'altro.

-Che c'è?- chiese Arizona perplessa.

-Avete iniziato a parlare insieme!!!- fece notare James terrorizzato.

-non può essere un buon segno...-

-...è sicuramente un presagio di morte!- enfatizzò Sirius.

-Allora il fatto che il vostro livello di stupidità sia aumentato di pari passo da quando vi siete conosciuti dovrebbe annunciare l'Apocalisse?- chiese Lily retorica. Remus Lupin non potè fare a meno di scoppiare a ridere forte per quella battuta, e questo suo gesto ebbe due conseguenze: si guadagnò il sorriso grato di Lily e Arizona, e si attirò le occhiatacce di James e Sirius.

-Ma tu da che parte stai?- gli chiese Sirius sospettoso.

-Ecco, io...-

-Sei o non sei nostro compagno di dormitorio?- rincarò James. Sembravano due poliziotti dei film Babbani.

-Beh sì però...-

-Niente però! Non si ride alle battute di Vipera e Iena!-

-Vipera e Iena?! Come diavolo ti...-

-Taci Evans! Stiamo testando il Soggetto Lupin!- la zittì Black.

-Testando cosa?! Voi non state bene di cervello...-

-Arizona per favore non interrompere questo delicato interrogatorio. Allora Lupin...- disse James teatrale e Remus si fece piccolo piccolo. Non gli piaceva stare al centro dell'attenzione, eppure in quel momento molti Grifondoro li fissavano. Nel giro di una settimana James e Sirius avevano fatto amicizia con mezza scuola, nonostante fossero solo al primo anno, e gli studenti più anziani li considervano delle specie di mascotte. Lily Evans poi si era fatta riconoscere per il suo tagliente sarcasmo, e per la sua bravura che aveva portato già venti rubini nella clessidra di Grifondoro; Arizona invece attirava spesso l'attenzione per il suo inglese storpiato, e per essere vittima della cattiveria di Sirius. Era naturale che Remus si sentisse un tantino osservato. Fortuna però volle che in quel momento suonasse la prima campanella, che lo salvò dall' “interrogatorio”.

Gli studenti si diressero più o meno allegri verso le proprie lezioni, e quel venerdì mattina i Grifondoro avrebbero inziato Storia della Magia con i Corvonero; sarebbe seguita poi Difesa contro le Arti Oscure insieme ai Serpeverde e Erbologia con i Tassorosso.

-Che facciamo durante Storia della Magia?- chiese Sirius mentre passavano dietro un arazzo per raggiungere più velocemente il terzo piano.

-Mmh...dici che giocare a scacchi attirerebbe troppo l'attenzione?- fece James perplesso.

-Magari prestare attenzione non sarebbe una cattiva idea- suggerì Lily, che non aveva potuto fare a meno di ascoltarli.

-Non mi sembra di averti interpellata, Evans- la rimbeccò James. Lei lo fulminò, e si affrettò a superarli per affiancare Mary e Samantha.

-Potresti essere più gentile con lei- gli disse Arizona dispiaciuta.

-Dai è insopportabile! Solo lei poi riesce a seguire Storia- si giustificò James.

-E poi che interessa a lei cosa facciamo noi? Che pensi ai suoi affari e a Mocciosus!- lo appoggiò ovviamente Sirius.

Arizona non seppe mai in quale malefico modo Sirius e James occuparono l'ora di Storia della Magia, perchè si sedette accanto a Lily. Cercarono di prendere appunti, e Lily ci riuscì anche, mentre Arizona desistette dopo i primi venti soporiferi minuti.

Vide Elinor seduta accanto a Remus: chiacchieravano a bassa voce, ed ogni tanto prendevano qualche appunto. Aveva notato che Remus tendeva a fare più amicizia con le ragazze, come Lily ed Elinor per esempio. Si chiese come mai, e perchè la maggior parte delle volte se ne stesse da solo.

Aveva appoggiato la testa sul banco (i voluminosi riccioli biondi le facevano da cuscino) e stava per appisolarsi, quando vide una pallina di carta planare davanti a lei.

La raccolse: dentro era stato fatto un disegnino che mostrava lei a cavallo di una scopa, che andava a schiantarsi contro un albero.

Sarebbe stato un bel disegno, se non avesse rappresentato la sua atroce morte.

Alzò la testa, e fece una bella linguaccia a Sirius. Per tutta risposta lui le fece una brutta smorfia.

Sfortunatamente, almeno per Arizona e Lily, la mattinata trascorse sin troppo in fretta, e prima di quanto avessero sperato si ritrovarono a pranzo.

Remus Lupin si premurò di sedersi ben lontano da James e Sirius, forse temendo il fatidico interrogatorio, e Arizona e Lily ripresero a lamentarsi delle lezioni di volo.

-Ma poi con chi le seguiamo?- s'informò Samantha Sheldon.

-Con i Tassorosso credo- le rispose Mary McDonald, facendosi una pratica coda di cavallo per l'occasione.

-Fortuna che non siamo con i Serpeverde, altrimenti Mocciosus avrebbe lasciato tutto l'unto sulla scopa!- si finse sollevato James.

-A te è già tanto se si solleva la scopa, dato tutto il peso dell'idiozia che ti porti addosso- lo prese in giro Lily. Detestava nel profondo Black e Potter per come avevano iniziato a prendersela con Severus. Lui non avrebbe mai voluto essere difeso in quel modo, lo sapeva bene, eppure Lily non poteva impedirsi di prendere le sue parti. Non capiva cos'avesse fatto di così male per meritarsi le stupide battute di quei due idioti.

-Uh, uh Liluccia Evansuccia difende il suo amichetto del cuore! Che cosa tenera!- la derise allora James.

-Non. Chiamarmi. Liluccia Evansuccia!- esplose allora Lily e Arizona temette che volesse cavargli un occhio con la forchetta che stringeva fra le dita.

Voleva tanto bene a James, ma a volte era proprio da strozzare.

-Ma è talmente cariiiino!- fece in falsetto James.

-Potter, il fatto che io abbia in mano due arnesi appuntiti dovrebbe spaventarti- ribattè Lily con una luce minacciosa negli occhi verdi.

-Niente affatto Evans- disse James bello pimpante.

I ragazzi del primo anno si trattennero in Sala Grande sino alle due, quando poi salirono nei dormitori per indossare la tenuta da volo.

Alle tre meno cinque, molti con facce davvero scure, scesero al campo da Quidditch: ad attenderli c'erano venti manici di scopa, che James iniziò a criticare non appena vide i modelli arretrati, e una giovane donna dai corti capelli biondi e dagli occhi gialli. Sembrava avere poco più di trent'anni, ma questo non la rendeva bella.

-Buongiorno a tutti. Io sono Madama Bumb, e terrò cinque lezioni per insegnarvi le manovre fondamentali del volo: partenza, decollo, svolta a destra e a sinistra, picchiata e atterraggio...- Arizona sbiancò alla parola “picchiata”, -...il tutto possibilmente senza ammazzarvi. Vi prego di consegnare le bacchette, qui non vi serviranno e saranno solo un ulteriore pericolo per voi.-

-Svengo- sussurrò Arizona a James. Lily si era posizionata accanto a Severus e tutti e due tenevano gli occhi fissi sull'insegnante; sembravano non voler guardare altrove, soprattutto non Sirius che si era messo i guanti alle mani.

-Posizionatevi accanto ad una delle scope, e dopo aver steso una mano sopra il manico dite con decisione “su!”- spiegò Madama Bumb.

Tutti fecero come era stato ordinato, ma a ben pochi la scopa saltò in mano: James era fra questi e con un sorrisone fissava il suo manico; anche Erin Vance e Harry Castle erano riusciti, mentre fra i Serpeverde avevano avuto successo solo Daniel Avery e Kalista Parker.

-Visto Evans?! Ci sono riuscito!- disse James sfacciato all'indirizzo di Lily, che lo ignorò e prese a parlottare con Severus; quest'ultimo aveva un misterioso sorrisetto compiaciuto sul volto pallido.

Peter Minus pensò soddisfatto che neanche quei due antipatici di Jake e Zack erano riusciti a farsi saltare la scopa in mano.

Arizona e Sirius invece fissavano le proprie scope con espressione corrucciata.

-Non ci sono riuscito!-

-E di che ti stupisci?! Manco le scope ti sopportano!-

-Ahah! Ha parlato il manico di scopa vivente!-

-Non sono un manico di scopa!- ribattè Arizona punta sul vivo. La sua eccessiva magrezza era sempre stata fonte di vergogna, e Sirius parve averlo capito.

-Ma se sei così secca e rigida che con te ci si può pulire il pavimento! I capelli potrebbero funzionare bene da mocio, ora che ci penso- aggiunse Sirius maligno e Arizona sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Tutti erano troppo occupati con i propri manici di scopa per accorgersi di lei che si voltò e tornò al castello prima di scoppiare a piangere davanti a tutti. Remus aveva seguito tutta la scena, e quando Madama Bumb chiese dove fosse sparita la ragazzina bionda disse:

-Non si sentiva bene, ha detto se potevo riferirle che andava in infermieria-.

Madama Bumb borbottò qualcosa sul fatto che avrebbe potuto almeno avvertirla, ma non fece eccessive storie.

-Che cosa hai detto ad Arizona?- chiese immeditamente James a Sirius.

-Io?! Niente! Non so cosa le è preso!-

-Non fare il tonto con me Siry! Vi ho visto litigare!- insistette James mentre Madama Bumb faceva il giro fra i ragazzi per aiutarli a prendere la scopa.

-Non stavamo litigando! Parlavamo come sempre- si difese Sirius.

-Quindi litigavate- concluse James.

-Beh...-

-Chiedile scusa quando torniamo al castello!-

-Non ci penso neanche! Ha iniziato lei!- s'infiammò Sirius.

-Non mi interessa, è mia amica e non voglio che sia triste- replicò James deciso. Gli sembrava impossibile che i suoi due migliori amici andassero d'accordo, però almeno mantenere un minimo di civiltà!

-Chissene!- ribattè Sirius, che però sotto sotto si sentiva un po' in colpa. Non parlarono più per il resto della lezione, al termine della quale quasi tutti erano riusciti ad impugnare il manico e salirci sopra. James era soddisfattissimo di sé stesso, e non vedeva l'ora che arrivasse di nuovo venerdì per poter volare al di sopra di un misero metro. Remus invece aveva deciso che il volo non faceva decisamente per lui, e per quanto riguardava Peter i fabbricanti di scope avrebbero pure potuto andare in rovina.

Sirius non riusciva a sparare cavolate, e non sapeva come mai.


                                                               ******

Quando Elinor entrò nel bagno delle ragazze al secondo piano, capì subito di non essere sola. Il medaglione regolava il flusso di pensieri, ma lei riusciva ancora a cogliere piccoli stralci della mente altrui. In quel momento il suo dono le rivelò che nel terzo cubicolo c'era qualcuno che stava pensando intensamente: “Da domani mangerò così tanto cibo da diventare come quel Minus!”

Incuriosita, si chiese chi avesse potuto formulare quello strano pensiero, e grazie ad una seconda sbirciata nella mente di quella persona, riuscì a capire che si trattava di Arizona. Perchè mai Arizona dovrebbe voler mangiare come Minus!? pensò Elinor perplessa lavandosi le mani.

Stava per andarsene, dato che non le sembrava giusto cercare di consolare Arizona solo perchè le aveva letto la mente, quando giunse un piccolo singhiozzo.

-Ehm...c'è qualcuno?- chiese per pura formalità.

-Elinor?- rispose la voce dal terzo cubicolo.

-Sono io, Arizona. Che ci fai chiusa in bagno?-

Dopo qualche attimo di silenzio e un rumore di chiavistelli, Arizona uscì dal bagno, con gli occhi color cioccolato rossi e un fazzoletto fra le mani.

-Ehi! Perchè piangi?!- Elinor non aveva intuito che Arizona stesse addirittura piangendo, e le spiaceva per lei.

-Sirius non è proprio la persona più gentile di questo mondo- si limitò a dire Arizona e Elinor quasi alzò gli occhi al cielo: chi mai poteva essere il colpevole di turno, se non Sirius?!

-Purtroppo no. Che ha fatto questa volta?-

Arizona aveva appena iniziato a raccontare, quando la porta del bagno si aprì di nuovo, e Chastity Rosier fece il suo ingresso, in tenuta da volo.

-Fate come se non ci fossi- disse indifferente, ma in realtà si chiedeva perchè quella ragazzina che aveva incontrato da Olivander e intravisto a lezione stesse piangendo, e perchè Elinor sembrava così dispiaciuta.

-...e mi ha detto che sono così secca e rigida che con me ci si potrebbe pulire il pavimento, e che i miei capelli avrebbero funzionato bene da mocio!- concluse Arizona, triste.

-Ma che cattivo! Glielo vado a dire io cosa si potrebbe fare con la sua di faccia...- commentò Elinor.

-Trovo che i tuoi ricci siano bellissimi, invece- intervenne Chastity a sopresa, stupendo tutte, sé stessa compresa. Insomma, pensava davvero quello che aveva detto, ma non era abituata a esprimere la sua opinione ad alta voce.

Arrossì, imbarazzata, e si aspettava quasi che le urlassero di farsi gli affari suoi e di lasciarle in pace, come faceva sempre sua madre quando era arrabbiata. Invece, a sorpresa, la bionda sorrise e disse:

-Lo pensi sul serio?-

-Certo- rispose Chastity, -e chi ha detto il contrario non capisce proprio nulla!-

-L'ha detto Sirius Black- chiarì Elinor, sorpresa dal calore nella voce di Chastity. Aveva sempre pensato che fosse una ragazzina viziata e snob, alla quale non importava nulla al di fuori di se stessa.

-Ah beh, allora si spiega tutto- commentò Chastity e con sua grande sorpresa, le due scoppiarono a ridere. Ancora piacevolmente stupita, si unì alla loro risata

-E cos'altro avrebbe detto quella testa di rapa?- chiese una voce fredda. Lily Evans era lì da due minuti buoni, ma le tre ragazze non se n'erano accorte, prese com'erano dal ridere.

-Lily! Non ti avevo vista...- disse Arizona, e le raccontò in breve cos'era successo, con i commenti di Elinor e Chastity di sotto fondo.

Alla fine, strinse gli occhi verdi e disse:

-Dobbiamo trovare il modo di eliminare Black e Potter in un colpo solo-.


Nda:


Buon pomeriggio lettori! Dopo soli quattro giorni vi posto un nuovo capitolo, anche se vi confesso che sono stata davvero indecisa se farlo o meno. Questa storia sta ricevendo davvero poche recensioni, e questo mi ha quasi portata a decidere di interromperla. Non voglio pregarvi o altro ma davvero...se tenete a questa storia quanto ci tengo io, se vi piace almeno un decimo di quanto piace a me, allora fatemelo sapere. O se vi ha fatto schifo quello che avete letto e pensate che io debba ritirarmi, ditemelo. Andrà bene uguale, sul serio. Come già detto, amo scrivere questa storia, ma se sono la sola a farlo beh...non credo abbia molto senso andare avanti :(

Dopo questo piccolo sfogo passo a ringraziare chi ha aggiunto questa storia ai preferiti, che sono ben 10, chi alle ricordate, 3, e chi alle seguite 20: grazie a voi che avete ritagliato un posticino nelle vostre liste a questa storia :)

L'ultimo, ma non per questo meno importante, grazie va a _NEMO e Slab che hanno recensito lo scorso capitolo, e che con le loro meravigliose parole mi hanno motivata ad andare avanti...grazie, ragazze! :)


a presto, con affetto, Miss_Slytherin


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Capitolo 11
*** A joke gone wrong ***


                                                                  CAPITOLO 11

                                                              A joke gone wrong


Appena mise piede nei sotterranei per andare alla lezione di Pozioni di quella mattina, Remus capì che c'era qualcosa che non andava.

Non era il fatto che ci fosse solo lui a stranirlo, no: dopo due mesi ad Hogwarts si era abituato ad arrivare presto a lezione, e di essere l'unico a presentarsi davanti all'aula alle otto e mezzo.

Dopo qualche istante, Remus capì. C'era un odore davvero cattivo, che gli ricordava il letame che si usa in campagna per concimare.

Perchè diavolo il corridoio di Pozioni puzzava in quel modo?

-....allora dici che funzionerà?-

-Massì, io le so fare queste cose! Esploderanno non appena Mocciosus metterà piede!-

-Bleah, già puzza di suo, pensa quando verrà investito dallo...oh, Remus! Buongiorno! Anche tu qui?-

James e Sirius erano appena sbucati dal laboratorio di Pozioni, e non appena l'avevano visto avevano assunto due angeliche e false espressioni di sorpresa.

Remus li fissò sospettoso, e non ci mise molto a collegare l'odoraccio di letame con la loro presenza.

-Avete intenzione di far esplodere Caccabombe in faccia a Piton?- chiese molto serio.

Vide James e Sirius chiedersi se fosse il caso di negare sino alla morte, oppure di rivelare la verità.

-Non faremmo mai una cosa del genere!!!!- ribattè Sirius offeso.

Come volevasi dimostrare.

-Per chi ci hai presi, Remus? Noi siamo innocenti studenti!- si difese James, oltraggiato.

-Ma se avete preso già quattro punizioni e siamo qui solo da due mesi!- osservò Remus e quasi gli venne da ridere per la faccia tosta di quei due.

-Ma quelle sono state solo conseguenze inaspettate di una serie di sfortunati eventi!- Sirius proprio non riusciva a risultare credibile.

-E poi Remus, anche se noi avessimo ordito uno scherzo così cattivo, e giuro che proprio non lo faremmo mai, tu non ci copriresti?- gli domandò James fissandolo con occhi da Bambi.

-Diciamo che per ipotesi voi aveste fatto una cosa così deplorevole e io l'avessi casualmente scoperta, perchè dovrei aiutarvi?- chiese Remus, logico.

-Perchè siamo taaanto simpatici!- cinguettarono James e Sirius all'unisono.

Remus li fissò sconcertato.

-Non vale come giustificazione!-

-Ah no? Pensavo di sì!- James era seriamente stupito.

-Remus, non sarei mai voluto arrivare a questo...però, tu mi costringi. Devi sapere che io so- annunciò a quel punto Sirius solenne, e Remus sbiancò. Cosa sapeva?! Come aveva fatto a scoprire il suo segreto? Era sempre attento a tutto!

-Sai?- chiese tremante.

-So- confermò l'altro.

-Anzi, sappiamo- si aggiunse James.

-Oh no...- esalò Remus, preparandosi ai loro insulti. Avrebbe chiesto a Silente di lasciare la scuola l'indomani.

-Pensavi davvero di tenercelo nascosto a lungo?- s'informò Sirius.

-Ecco io...-

-E che noi non l'avremmo scoperto?- infierì James, e Remus era quasi in lacrime.

-Ragazzi vi prego...-

-Niente suppliche Remus. O ci aiuti, o noi...-

-....mangeremo tutta, e dico tutta, la tua scorta segreta di puro cioccolato fondente di Mielandia!- annunciò James serio.

Per un attimo Remus credette di svenire. Si stavano riferendo a quello allora! Era così sollevato che scoppiò a ridere, cosa che fece credere a James e Sirius di non essere stati abbastanza minacciosi.

-Guardalo Sirius, ride pure!-

-Pensa che non saremmo capaci di mettere le mani nel suo baule e saccheggiarlo!-

-Oh no...no, giuro che non è così....- disse Remus asciugandosi le lacrime.

-Beh potresti mostrarti un minimo spaventato allora!- fece James stizzito.

Fra una scemenza e l'altra si erano fatte le nove, e il resto degli studenti arrivò puntuale insieme a Lumacorno.

-Ecco signorina Evans prenda le chiavi ed apra...- stava dicendo il professore, con le braccia cariche di ingredienti.

Mentre Lily afferrava le chiavi e si accingeva ad aprire la porta, Remus vide due espressioni di orrore dipingersi sul volto di James e Sirius. Si stava appunto chiedendo perchè diavolo avessero quelle facce, quando udì Lily urlare:

-Aaaaaaaah!!!! Mio Dio che schifo!-

Non ebbe bisogno di parlare, per capire che lo scherzo di James e Sirius aveva decisamente colpito la persona sbagliata.


                                                                     ******


-Dai Lily non fare così, ti assicuro che non si sente più nulla!- giurò Arizona, seduta sul bordo del letto dell'infermieria.

-Non ci credo! Dio che schifo, mi sento ancora tutta puzzolente...giuro che se scopro chi ha architettato uno scherzo così idiota lo ammazzo!- sbuffò Lily Evans decisamente arrabbiata.

Dopo che ben dieci Caccabombe -che non si sapeva come diavolo facessero a trovarsi attaccate alla porta dell'aula di Pozioni- le erano esplose addosso, Lumacorno aveva ritenuto saggio mandare Lily in infermieria, accompagnata da Arizona. La poltiglia le era anche finita negli occhi, e così Madama Chips aveva anche dovuto somministrarle il Magico Collirio per Magici Incidenti e una pozione tranquillante, perchè Lily era, come dire, isterica.

-Beh io non vorrei dire una bugia, ma non è che sia esattamente un segreto...- intervenne Chastity Rosier.

La storia delle Caccabombe aveva già fatto il giro della scuola, nonostante il fatto si fosse verificato neanche due ore prima; la notizia era perciò facilmente giunta alle orecchie anche di Elinor e Chastity, che erano passate a trovare Lily nella pausa pranzo.

-Cosa vorresti dire?- chiese Lily sull'attenti.

Elinor e Chastity si scambiarono un'occhiata, non sapendo bene cosa dire. Quei due deficenti di Black e Potter, per quanto ci avessero provato, non erano proprio stati in grado di sfuggire alla McGranitt, che, chissà come mai, aveva subito pensato a loro come possibili colpevoli. Forse perchè, sul fondo delle loro borse erano state trovati gli involucri delle Caccabombe.

-Diciamo che la McGranitt ha qualche idea su chi potrebbe essere stato- azzardò Elinor cauta. Conosceva Lily da poco, ma qualcosa le diceva che poteva diventare molto pericolosa, se la facevi arrabbiare.

-E cioè?- gli occhi verdi di Lily erano ridotti a due fessure e Arizona fu tanto contenta di non essere James in quel momento. Per Sirius non le dispiaceva ovviamente, anzi, sperava che Lily gli facesse davvero tanto tanto male.

-La prof ha, per caso, trovato nelle borse di Pott...- iniziò Chastity, ma Lily la interruppe:

-Lo sapevo! Chi altri poteva essere stato se non loro, chi? Chi può essere così deficente, così idiota, così celebralmente menomato da poter pensare una cosa del genere?!- esplose, colorandosi di rosso in faccia.

Nessuna delle tre ebbe il coraggio di rispondere, e così Lily continuò per ben tre quarti d'ora ad insultare i due compagni di casa, per poi passare alle minacce.

-Ah! Ma non la passeranno liscia, no! Vedranno...-

-Lily non vorrei smontare le tue sadiche congetture, ma la McGranitt li ha già messi in punizione...- le fece notare Arizona, ma fu come se non avesse parlato.

-E allora? Questo non mi impedirà di vendicarmi!- sbottò la rossa furiosa.

Capendo che sarebbe andata avanti così ancora per un bel po', Arizona, Chastity ed Elinor colsero al volo la campanella della fine pausa pranzo per defilarsi.

-Non vorrei proprio essere né Potter né Black- commentò Chastity.

Non si era ancora abituata ad avere delle amiche -anzi, faceva ancora fatica a considerare Arizona, Elinor e Lily come amiche- e perciò parlava sempre con molta calma, come se temesse di dire qualcosa che potesse allontanarle da lei.

-Già. Se non pensassi che si meritano l'ira di Lily li avvertirei- convenne Elinor, con un sorrisetto.

-Spero che Lily trovi un modo davvero sadico per la sua vendetta su Black, anzi, potrei aiutarla...- disse invece Arizona sognante.

-Già, però ci finirebbe di mezzo anche il tuo amico James- le fece notare Chastity, che sapeva quanto fossero legati James e Arizona.

Nonostante avessero amici diversi, che non si sopportavano fra loro, i due erano riusciti a mantenere la loro amicizia, anche se per colpa di James anche Arizona una volta si era beccata una punizione.

-Oh beh, non è colpa mia se è cretino- decretò Arizona.

-Chi è cretino?-

-Sono sicuro che stava parlando di me-

James e Sirius le avevano appena raggiunte di fronte all'aula di Incantesimi, che i Grifondoro avrebbero seguito con i Corvonero.

-Proprio così Mister Simpatia- confermò Arizona, anche se il commento era riferito a James.

-Vi saluto ragazze, ho Erbologia- disse Chastity timida, e si allontanò; Sirius l'aveva sempre messa in soggezione, e non era sicura di trovare quel Potter simpatico.

-Ehm...voi avete notizie di...ehm...Evans?- fece James titubante.

-Vuoi sapere se sta programmando di uccidervi nei modi più truci e sadici?- chiese Elinor pratica.

-Esattamente.

-Allora sì, lo sta facendo, e credo che le riuscirà molto bene. È stato bello essere tua amica James, Black...ti sta bene- sghignazzò Arizona.

-Ma questa volta non era intenzionale! Giuro che non volevamo colpire Evans...- si difese James, anche se aveva negli occhi una luce come dire...malandrina.

-Ah no? E chi doveva essere il mal capitato allora?- domandò Elinor curiosa.

-Mocciosus! Cioè...Piton- esclamò Sirius convinto.

-Chissà perchè, non ci credo...voi odiate Lily!- osservò Arizona scettica.

-Mi duole ammetterlo, ma questa volta sono quasi innocenti- commentò Remus Lupin, arrivato in quel momento.

-Nooo Remus nooo!!! Non puoi essere passato al male! Non puoi dar ragione a loro!- fece Elinor melodrammatica, e Remus e Arizona scoppiarono a ridere; Sirius e James assunsero due dignitose facce offese.

Elinor naturalmente sapeva la verità, perchè i due continuavano a pensare disperatamente “la Evans ci ammazzerà...” “la Evans ci farà molto male...” e le veniva da ridere per quei pensieri decisamente drammatici, ma cercò di trattenersi.

-Sarà...ma intanto l'ira di Lily si riverserà su di voi- concluse Arizona con fare saggio, mentre Vitious apriva la porta dell'aula, segnando così l'inizio della lezione.



                                                                     ******

Peter Minus stava faticosamente trascinando la borsa dei libri verso la torre di Grifondoro, che era tuttavia ancora troppo lontana per i suoi gusti. Per quel giorno le lezioni erano finalmente finite, e lui non aveva causato neanche troppi incidenti, se non si contava un Tranello del Diavolo che l'aveva quasi strozzato.

Era contento, anche perchè era venerdì: significava niente lezioni pericolose, niente insegnanti che ti assillavano con le loro domande difficili, niente compagni che ti deridevano se sbagliavi. Soprattutto, non sarebbe stato costretto a stare in mezzo agli altri, che comunque lo evitavano.

Nei due mesi che erano trascorsi da quando era arrivato a Hogwarts si era abituato alla realtà: lì, come alla scuola Babbana, non si era fatto amici, e non ne avrebbe mai avuti.

Ogni tanto Sirius e James gli rivolgevano parola, ma raramente: li invidiava, perchè loro erano già amici di tutti, e sapevano far ridere gli altri; Remus era sempre gentile con lui, ma era molto distaccato, come se non gli interessasse fare amicizie...eppure aveva sentito James e Sirius dire che era intelligente, e che non sarebbe stato male se non avesse assunto sempre quell'aria seriosa.

In compenso, Jake e Zack avevano preso l'abitudine di tormentarlo, insieme ai loro odiosi compagni Serpeverde. Gli ficcavano la testa nel piatto a pranzo, gli rubavano i libri e glieli facevano trovare stracciati, gli nascondevano i compiti...ogni occasione era buona per farlo sentire una nullità.

-Ehi, c'è Botolo!-

Neanche fossero stati evocati dai suoi pensieri, i due bulletti comparvero dal fondo delle scale, ed i loro visi maligni non lasciavano alcun dubbio su quello che avevano intenzione di fare.

Insieme a Zack e Jake c'era Daniel Avery, che terrorizzava Peter nel profondo.

-Che fai da queste parti? Stai cercando di rotolare fino alla vostra sudicia torre?- disse proprio quest'ultimo cattivo.

Peter non rispose. Stava sudando freddo e la sua mente cercava invano un modo per sfuggire al trio.

-Che succede? Ti hanno rubato la lingua?- infierì Zack avvicinandosi minaccioso; gli altri due si erano disposti in modo da precludergli ogni via di fuga.

-E a voi hanno rubato il cervello?- intervenne una voce che Peter riconobbe all'istante. Era quella di James, ma non aveva nulla del solito tono allegro.

I tre Serpeverde si voltarono, per trovarsi davanti James, Sirius e, con grande sorpresa di Peter, anche Remus. Quest'ultimo osservava la scena piuttosto preoccupato, ma non sembrava volersene andare.

-Fatevi gli affari vostri, stiamo solo facendo una chiacchierata con il nostro amico Peter- disse Jake mellifluo.

-Ah sì? Io invece dico che andate voi a farvi gli affari vostri, lontano da qui- disse Sirius annoiato, come se la cosa non lo toccasse minimamente.

Remus non sapeva cosa quei due credevano di fare, visti i pochi incantesimi che conoscevano, ma guardando la faccia spaventata di Peter, capì che non potevano lasciarlo lì e andarsene.

-Davvero? Altrimenti?- lo sfidò Daniel Avery per nulla intimorito da Sirius...o se lo era, non lo dava a vedere.

-Altrimenti potremmo arrabbiarci...e non è carino, proprio no- rispose James e un attimo dopo accaddero due cose contemporaneamente, che fecero guadagnare a James e Sirius l'ammirazione di Remus e Peter: Sirius si buttò su Peter, mentre James urlava: “Wingardium Leviosa!” facendo levitare la mazza di ferro della statua di Erik Il Sanguinario che si trovava alle spalle di Peter. Questa andò a schiantarsi fra Avery e Todd, che strillarono e corsero via spaventati.

Soddisfatto, James si avvicinò a Peter e Sirius per aiutarli ad alzarsi.

-Che precisione eh? Un millimetro, e potevo fracassargli la testa!- esclamò poi allegro, come se si stesse trattando di una partita a scacchi.

-E vogliamo parlare del mio placcaggio? Non sono stato magnifico?- si auto-elogiò Sirius, togliendosi un po' di polvere dalla veste.

Remus e Peter li guardavano con tanto d'occhi.

-Voi siete decisamente matti- annunciò il primo.

-Voi siete i miei miti- commentò timido il secondo.

-Oh beh non si può essere miti senza essere un po' matti- concluse James pimpante.




Nda:

Buon pomeriggio miei adorati lettori!!! Sapete che io vi adoro?! Ben 5 recensioni all'ultimo capitolo!!! Sono strafelice, sul serio!!! Continuate così, vi prego! :)

Finito il momento sclero, eccomi qui con un nuovo capitolo.

Spero vi piaccia, perchè ci sto mettendo tanto impegno, soprattutto nel descrivere i vari legami che si stanno via via formando. Tanto per fare un po' di chiarezza si può dire che a) Remus è ancora convinto di non volere degli amici, ma allo stesso tempo non può fare a meno di desiderare l'amicizia di James e Sirius; b) Chastity è piuttosto confusa, perchè Lily, Arizona ed Elinor la trattano come un'amica, ma non sa se fidarsi di loro, perchè è insicura, ed è sempre stata trattata male in vita sua; c) Severus (che purtroppo non sto facendo comparire molto, lo so) e Lily sono ancora amici, e infatti in questo cap volevo mettere un pezzo in cui lui andava a trovarla in infermieria, ma non mi ci stava, va beh...e, per concludere d) Peter è tanto tanto solo, e questo spinge James e Sirius in un certo modo a prendersi “cura” di lui, che è oggetto di atti di bullismo...al tempo stesso sono anche incuriositi da Remus, che reputano molto intelligente.

Beh, dopo tutto questo po po di spiegazione, non mi resta che ringraziare le 12 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 5 che ce l'hanno fra le ricordate e le 26 che l'hanno inserita fra le seguite...grazie :)

Un grazie va naturalmente alle 5 splendide persone che hanno recensito, ovvero Slab, _anda, Little Darling, _NEMO e annina988 ...grazie ragazze, vedere le vostre 5 recensioni mi ha fatta davvero felice!!! Corro subito a rispondervi!!!


con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 12
*** Letters from home ***


                                                            CAPITOLO 12

                                                          Letters from home


“…la vergogna di tutta la famiglia Black! Sei stato Smistato a Grifondoro! Tuo fratello Regulus ha pianto per tutta la notte quando l'ha saputo, e tua madre non è riuscita a mangiare per giorni! Sei il disonore di tutta questa famiglia, non osare mettere piede qui a Natale! Mai in tutta la mia vita ho provato una tale vergogna...”


Sirius leggeva quelle parole con faccia impassbile, e le nocche sbiancate per la forza con cui stringeva il bordo del tavolo.

Non aveva bisogno di alzare gli occhi dalla lettera, per cogliere lo sguardo soddisfatto di sua cugina Narcissa: sapeva che era stata lei a informare la sua famiglia, e Sirius ora capiva come mai avessero atteso sino a novembre per scrivergli. Volevano solo invitarlo a non presentarsi a Natale, e comunicargli quanto schifo facesse loro.

Si era chiesto per mesi come mai non avesse avuto loro notizie per tutto quel tempo, e perchè Regulus non avesse risposto alle sue lettere. Sua madre doveva averglielo proibito, e il motivo era chiaramente spiegato in quella missiva piena di veleno.

Sentiva una lacrima spingere per uscire, se non altro per Regulus: sapeva di averlo deluso, ma non pensava che averne la prova concreta gli avrebbe fatto così male. Di suo padre e sua madre gli importava relativamente, e di certo non quanto gli importava di Regulus. Suo fratello aveva sempre avuto fiducia in lui, era certo che sarebbe finito a Serpeverde. E invece, lui aveva scelto Grifondoro. Aveva scelto di essere sé stesso, e non l'ennesimo sbiadito purosangue dai colori verde argento.

-Che faccia da funerale! Ti è morto l'ultimo neurone?-

Arizona Anderson si era seduta di fronte a lui, e gli aveva rivolto quelle simpatiche parole afferrando il bricco del thè.

Ultimamente Sirius non dormiva bene, e per questo scendeva abbastanza presto a colazione, con la conseguenza di beccarsi Mrs Simpatia di prima mattina.

La ignorò, con le parole di suo padre che gli echeggiavano nella testa. Non aveva neanche finito di leggere la lettera, talmente era nauseato da quello che vi era scritto.

Arizona però non gradiva il suo silenzio, dato che il suo intento era quello di rompergli le scatole sempre e comunque, e così insistette:

-Ehi, ti è caduta la lingua per tutte le scemenze che hai detto?-

-Piantala- disse duro, con quella freddezza che gli avrebbe portato fama di Bello&Glaciale per tutta Hogwarts negli anni a venire.

Arizona quasi sussultò per il suo tono, e non disse nulla per un po'.

Sirius aveva sempre quell'aria da pezzo di iceberg, e lei ci aveva fatto l'abitudine, soprattutto perchè quasi sempre diceva qualcosa di così idiota da stemperare immediatamente quell'impressione.

Ma quella mattina, c'era in lui qualcosa di diverso.

-Va tutto bene?- chiese, sforzandosi di essere gentile.

D'altra parte Arizona era sempre carina con tutti, ed il suo aspetto di per sé ispirava dolcezza, piccolina e magra com'era. I più grandi la consideravano una specie di sorellina minore, ma sapevano che era meglio non farla arrabbiare, perchè all'occasione sapeva sfoggiare il suo lato da leonessa.

-Cosa te ne frega? Fatti gli affari tuoi- replicò Sirius scontroso.

Sapeva di essere odioso con lei, che per una volta stava provando a trattarlo bene.

-Come vuoi, volevo solo essere carina, ogni tanto- fece lei stizzita.

-Tienitela per te la tua carineria!- sbottò allora lui, accartocciando la lettera con furia.

-Come vuoi, Mister Gentilezza!- disse Arizona dura, tornando a concentrarsi sulla sua colazione. Come le era venuto in mente di sedersi di fronte a lui poi? James ronfava ancora, e poteva benissimo mettersi vicino a Remus e Lily che stavano confrontando i loro temi di Trasfigurazione qualche posto più in là. Ripensandoci, forse era stato proprio per quello che non si era seduta vicino a loro.

Sirius non voleva alzare gli occhi dal suo toast mezzo smangiucchiato, sentiva di non aver represso abbastanza tutta la rabbia che gli bolliva dentro. Però, però...non gli piaceva quando Arizona stava zitta. Proprio per nulla. Fece per dirle qualcosa, anche solo qualche cretinata che l'avrebbe fatta arrabbiare -nel modo giusto però- quando lei si alzò di scatto, con l'ultimo biscotto al cioccolato in mano. Si allontanò prima che lui potesse dirle nulla.

Cominciamo bene! pensò Sirius se possibile ancora più nervoso di prima.


                                                                      *******


-...ah ecco! Mi sembrava un po' strano, in effetti- commentò Lily, cancellando una frase un po' contorta del suo tema di Trasfigurazione.

-Anche a me all'inizio non convinceva molto che fosse il dente di leone ad avere la proprietà della...ehi, mi sa che ti sta arrivando un gufo- s'interruppe Remus, notando uno scuro barbagianni in avvicinamento. In effetti era per Lily, che lo accolse con un sorriso.

-È da casa!- esclamò allegra. Aveva scritto ai suoi genitori qualche sera prima, e ora era finalmente arrivata la risposta. Sperava tanto che ci fosse qualche riga di Petunia, anche piccola piccola. Aveva bisogno di sapere che era ancora sua sorella, nonostante non si fosse più comportata come tale da quando avevano scoperto che Lily era una strega.

Remus osservò il bel sorriso di Lily, contento per lei; ma quando vide i suoi occhi stringersi sempre di più e le guance arrossarsi, capì che c'era qualcosa che non andava.

-Tutto bene?- chiese gentile. Lei non disse nulla per un bel po', e quando parlò il tono allegro era completamente svanito.

-Scusa, devo andare. Ci vediamo a lezione- disse, prima di partire in quarta verso il tavolo di Serpeverde. Non curandosi delle occhiate schifate che le vennero rivolte, raggiunse Severus. Lui parve sorpreso di vederla lì, forse perchè si incontravano sempre in luoghi “neutri” ma non disse nulla, vedendo la sua espressione.

-Possiamo parlare?- chiese Lily, senza abbassare gli occhi.

Lui si limitò ad annuire, e la seguì fuori dalla Sala Grande; osservava preoccupato la postura rigida della sua schiena mentre camminava dietro di lei.

-Leggi l'ultimo pezzo- gli disse Lily, porgendogli una pergamena.

Severus l'afferrò e corse con gli occhi all'ultimo paragrafo, scritto con una grafia più infantile.

Lily, non scrivermi più. Non mi interessa cosa fai in quella scuola disgustosa, né dei tuoi amici anormali quanto te. Non siamo più sorelle.

Severus riconobbe la scrittura di Petunia, e gli venne voglia di strappare in mille pezzi quello stupido pezzo di carta. Ma si trattenne, perchè Lily sembrava già triste così.

-Pensavo...che magari, con il tempo...- disse lei mogia.

-È solo invidiosa, Lily! Non lo capisci? Vorrebbe esserci anche lei qui con noi, e invece non può! È facile disprezzare la magia quando non la si ha- ribattè Severus forse con troppa veemenza, cercando di consolarla.

-Lo so. Ma fa così male...siamo sempre state inseparabili- replicò Lily, appoggiandosi con la schiena al muro. Tutti erano troppo occupati a raggiungere una meritata colazione o un'odiata aula per prestare attenzione a lei. Vide Arizona lasciare la Sala Grande quasi a passo di marcia, e ricordò di averla vista parlare con Black. Possibile che quel cretino facesse solo danni?!

-Tu non dovevi vendicarti?- le chiese Severus, come se le avesse letto nel pensiero, anche per cambiare argomento.

-Onestamente, non ne ho proprio più voglia- sospirò Lily, e la campanella di inizio lezioni pose fine alla loro triste chiacchierata.


                                                                 ******


-Sai se Sirius ha fatto qualcosa ad Arizona? O se Arizona ha fatto qualcosa a Sirius? E sai dov'è Sirius? E Arizona?-

-Credo che sia Sirius ad aver fatto qualcosa ad Arizona, ma non so dove siano- rispose Remus paziente, cercando di concentrarsi sulla pianta PortaSorriso che la professoressa Sprite aveva assegnato loro. Il compito era non farla morire, ma la loro aveva già assunto un colorito malaticcio. Dato che Sirius e Arizona non si erano presentati, James si era incollato a Remus, martellandolo di domande.

-Non dovrebbe avere questo colore, vero?- chiese Remus dubbioso.

-No. Uffa, voglio scoprire dove sono quei due! Mi annoio- sbuffò James, e Remus ancora non sapeva cosa volesse dire avere James Potter annoiato affianco.

-Beh se tu magari tentassi di aiutarmi, non ti staresti annoiando!- sbottò allora Remus. Ci teneva ad andare bene in tutte le materie, e la cosa non sembrava compatibile con l'essere in coppia con James.

-Perchè sei così acido?- gli chiese lui curioso, e minimamente toccato dal tono seccato dell'altro.

-Non sono acido. Sto solo cercando di fare il compito, e tu me lo impedisci- spiegò Remus, recuperando la pazienza.

-Perchè mi annoio!- insistette l'altro, e Remus provò l'intenso desiderio di ficcargli la testa in un vaso e ricoprirla di terra.

Rimpiangeva anche lui che non ci fossero Sirius e Arizona, almeno se lo sarebbero sorbito loro!

Come evocata dai suoi pensieri, Arizona Anderson fece il suo ingresso nella serra, dirigendosi verso la professoressa. Le disse qualcosa, la Sprite annuì, e poi la mandò verso Peter Minus, che casualmente, stava lavorando da solo.

-Ma dov'eri finita? Per colpa tua mi stavo annoiando, e Remus mi ha sgridato!- l'apostrofò James quando lei li raggiunse.

-Sono sicura che ha fatto bene- ringhiò Arizona, di malumore.

-Cosa ti ha fatto Sirius?- chiese James, incurante dei mugolii doloranti della loro pianta, e dei disperati tentativi di Remus di rianimarla.

-Perchè dai per scontato che c'entri Sirius?- replicò Arizona, giudicando con un'occhiata la pianta sua e di Minus già bella che andata.

-C'entra sempre Sirius, se tu sei arrabbiata- fece James con tono ovvio. Remus rise sotto i baffi, pensando che non aveva tutti i torti. Le litigate di Sirius e Arizona, come quelle di James e Lily erano già famose per tutta Hogwarts.

-Mi ha trattato malissimo a colazione-

-Niente di nuovo, allora...-

-Peggio del solito, si comportava come se gli avessi ucciso la madre!- chiarì lei.

-Non gli hai ucciso la madre, vero?-

-È un modo di dire Jamie!- fece Arizona esasperata dalla tontaggine dell'amico, -e comunque stava leggendo una lettera- aggiunse poi.

-Uhm, il caso si infittisce...- disse James in tono da Sherlock Holmes. Trascorse qualche attimo di silenzio, se non si contano i lamenti della pianta di Remus e James ormai in aperta agonia, fino a che James non disse:

-Dobbiamo proprio scoprire cosa gli è preso!-

-A me non interessa minimamente, anzi, spero che tenti il suicidio- affermò Arizona convinta, e James spostò gli occhi speranzosi su Remus e Peter.

-Non guardarmi. Sirius è amico tuo, te lo gestisci tu- si difese Remus.

-Oh dai, non dire così! Devi aiutarmi a trovarlo, questo castello è immenso! E ricorda...scorta di cioccolato...- lo minacciò velatamente James.

-D'accordo, d'accordo! Ti aiuterò, sporco ricattatore- si arrese Remus, sconfitto.

-Io non credo di essere molto utile- disse timidamente Peter quando James lo guardò.

-Non è vero, due occhi in più fanno sempre comodo- replicò James, e non colse il lampo di gioia che attraversò gli occhi di Peter.

-Signor Potter, signor Minus! Avete fatto morire la vostra pianta!-

La Sprite era piombata alle loro spalle, e li guardava minacciosa.

-Cosa non era chiaro del compito? Signor Lupin, mi aspettavo qualcosa in più da lei. Dieci punti in meno a Grifondoro- decretò seccata.

-Ecco, il piano Recuperiamo Sirius ha già fatto danni!- commentò Arizona, dispiaciuta per la perdita dei punti.


                                                                ******

Chastity Rosier era già stanchissima, ed erano trascorse appena due ore! Difesa contro le Arti Oscure era stata una lezione davvero impegnativa, ed inoltre lei aveva la mente altrove.

La sera prima era arrivata una lettera da casa, ed Evan si era premurato di consegnargliela personalmente, forse per assicurarsi che recepisse il messaggio.

L'aveva aspettata fuori dalla Sala Grande, dopo cena, e l'aveva condotta neanche troppo gentilmente lontana dalla folla.

-Questa è di nostra madre. Leggila e vergognati, sfigata Tassorosso- le aveva detto, senza la minima traccia di affetto nella voce. A Chastity veniva già da piangere. Perchè a me un fratello così? Cos'ho fatto di male per nascere in una famiglia del genere?

Al solo pensiero delle parole che erano scritte sulla pergamena le salivano di nuovo le lacrime agli occhi. La invitavano chiaramente a presentarsi a casa per Natale, e a non tentare di nascondersi dalle conseguenze che il suo vergognoso smistamento avrebbe portato.

Mentre tutti non vedevano l'ora che arrivassero le vacanze natalizie, lei ne era terrorizzata.

-Stai bene? Stamattina sembri davvero giù- le chiese Elinor, appena suonò la campanella. Percepiva una grande tristezza nei pensieri di Chastity, anche se per rispetto aveva deciso di non leggere mai la mente dei suoi amici.

Chastity tacque, indecisa se rispondere o meno. Aveva una voglia matta di confidarsi con Elinor, che le ispirava sempre tanta fiducia con i suoi modi pacati, ma dall'altro lato si vergognava troppo di sé stessa.

-Tutto bene. Stanotte ho dormito poco, e sono un po' stanca- mentì alla fine.

-Capisco- replicò Elinor poco convinta. Sapeva che non era la verità, ma se Chastity non se la sentiva di parlare lei non l'avrebbe forzata.

Arrivate davanti all'aula di Storia della Magia Chastity dovette salutare Elinor, dato che le toccava Incantesimi con i Serpeverde.

Al pensiero che nessuna delle sue compagne di casa le si sarebbe seduta vicino le veniva da piangere ancora di più.

Chastity sapeva che la ritenevano una snob altezzosa, e non riusciva a capire come poter far cambiare loro idea. Con Elinor, Arizona e Lily era più facile: le prime due tendevano ad essere gentili con tutti, mentre Lily combatteva tutti i giorni contro i pregiudizi, e non si faceva perciò intimorire dall'aspetto di Chastity.

-Chastity?- la chiamò Elinor prima che lei si fosse allontanata troppo.

-Quando vorrai parlarne, io ci sarò- le disse semplicemente e Chastity non potè fare a meno di sentirsi meglio.


                                                               ******


Alla fin fine trovare Sirius non fu poi così difficile.

Quando alla fine della giornata i Grifondoro fecero ritorno alla loro Sala Comune per rilassarsi dopo le lezioni, lo trovarono seduto su un divanetto, di fronte al fuoco.

-James, ti ammazzerei! Scommetto che Sirius è stato qui per tutto il giorno!- esclamò Remus, sfiancato dai giri che si era dovuto fare per il castello alla ricerca di Sirius. Anche Peter, sebbene contento di aver partecipato a qualcosa organizzato da un ragazzo popolare come James, avrebbe voluto ucciderlo.

-Non potevamo prima controllare qui?- chiese timidamente, seguendoli mentre raggiungevano Sirius.

-Ma non sarebbe stato divertente! Ehi Siry, ti abbiamo cercato tutto il giorno! Perchè non sei venuto a lezione?- chiese James minimamente toccato dal malumore degli altri due.

-Non mi sentivo bene- disse solamente l'altro.

-Perchè?-

-Perchè non stavo bene!-

-Sì, ma perchè non stavi bene?-

-Avevo mal di testa!-

-Non è vero!-

-Sì che è vero!-

-No, non lo è!-

-Sì, lo è!-

-Piantatelaaa!- ruggì Remus, rimbambito da quei due -James, se Sirius dice che aveva mal di testa, aveva mal di testa!- chiarì, un po' più calmo.

-Giusto- affermò Sirius, grato.

-E la lettera misteriosa allora? Ti ha fatto venire quella il mal di testa?- insistette James, che non accettava di non aver ragione; Peter annuì a suo sostegno.

-Chi ti ha detto della lettera?-

-Non faccio la spia-

-Chi?-

-Non te lo dico!-

-Dimmelo!

-No!-

-Sì!-

-Solo se tu dici la verità!- dichiarò James, prima che Remus potesse zittirlo di nuovo.

-Sei un manipolatore- lo accusò Sirius. Non voleva parlare, eppure aveva il sospetto che James non lo avrebbe lasciato stare sino a che non avesse dato una valida motivazione.

-Lo so. Su, sputa il rospo- lo incalzò James orgoglioso.

-Prima il nome!- pretese Sirius, cercando di prendere tempo.

-No!-

-L'iniziale, allora, se no non dico nulla!- insistette Sirius, ostinato.

-Uffa, sei davvero insistente! Vabbè, inizia con la A...- cedette alla fine James.

-Io la uccido quella yankee!- fece Sirius arrabbiato.

-Non ti basta averla trattata male?- s'intromise Remus, mentre si spostavano in camera loro, per poter parlare con più tranquillità.

Sirius non rispose, punto sul vivo.

Quando furono in dormitorio, Sirius si limitò ad estrarre una lettera tutta spiegazzata dalla tasca. Aveva passato tutto il giorno a rileggerla, finchè quelle parole non avevano avuto più un senso per lui, finchè non si erano trasformate in semplice inchiostro impresso su pergamena.

-Leggetela, impiccioni, e smettetela di farmi domande- disse, porgendogliela. Remus e Peter si strinsero immediatamente intorno a James, che, al centro del trio, teneva la lettera fra le mani.

Calò il silenzio, mentre i tre leggevano, e Sirius aspettava quasi nervoso una loro reazione.

Alla fine, James sollevò gli occhi nocciola su di lui, e lo fissò per un attimo.

-Conviene scrivere ai miei che non torno a casa per Natale- disse poi, come se stesse conversando del tempo.

-Già. Chiederò ai miei di spedirmi altro cioccolato, ne avremo bisogno per studiare durante le vacanze- commentò Remus, non con la stessa sicurezza di James. Non era sicuro di star facendo la cosa giusta, ma stava seguendo il suo cuore. Umano.

Sirius li fissava con tanto d'occhi.

-Ma cosa state dicendo?-

-Dico che se tu resti qui a Hogwarts per Natale ci resto anch'io- replicò bello tranquillo James.

-E anch'io. Devo pur sorvegliare la mia scorta di Mielandia- si aggiunse Remus, fingendo di tremare davanti ad un possibile saccheggio.

-Resterò anch'io- annunciò Peter, guadagnandosi una menata di approvazione sulla spalla da parte di James.

-Perchè?- chiese Sirius sospettoso.

-Come perchè? Perchè siamo amici, scemo- rispose James con una tale naturalezza che a Sirius venne quasi voglia di abbracciarlo. Quasi.


Nda:


Buon pomeriggio miei cari lettori! Dopo solo quattro giorni, eccovi un altro capitolo...tra l'altro è lunghissimo, ben nove pagine di word! Sono assolutamente strabiliata da me stessa O_O

Conviene spendere qualche parola...allora, Sirius. Potrebbe sembrar strano che i suoi genitori non gli abbiano fatto sapere subito come la pensavano sul suo Smistamento, ma secondo me anche loro dovevano assorbire la cosa, e decidere come comportarsi, ed hanno colto le imminenti vacanze natalizie per far capire quanto lo disgustino, a tal punto da non volerlo neanche a casa per Natale. Della serie, ci sprechiamo giusto a farti sapere che non sei il benvenuto. Naturalmente per le vacanze estive dovrà tornare, e li ne vedremo delle belle...Regulus voleva davvero scrivergli, ma sua madre gliel'ha proibito e lui, ubbidiente com'è sempre stato, ha seguito la sua volontà. Da qui in poi il suo rapporto con Sirius si sgretolerà sempre di più.

Poooi...Chastity. Al contrario dei Black, i Rosier non vedono l'ora di riavere la figlia a casa per Natale, per farle capire quanto la disprezzino. Lei ci sta malissimo naturalmente, perchè sa quanto possono essere severi i suoi, e ne è quasi terrorizzata. Secondo me per i Purosangue Tassorosso e Grifondoro sono allo stesso livello di disonore.

E veniamo a Lily...lei ci spera ancora in Petunia, ma si sa, nell'adolescenza tutto è amplificato, vissuto all'ennesima potenza e perciò Petunia pensa quel genere di cose e non si fa problemi a dirlo, anche se Lily ci soffre. Severus non vuole che Lily stia male per la sorella, e perciò cerca di metterla in cattiva luce.

E infine...i Malandrini. Forse può sembrare strano che anche Remus decida di fermarsi a scuola per Natale solo perchè Sirius non può tornare a casa, ma per come la vedo io lui ha davvero tanto bisogno di affetto, di comprensione, e nonostante tutti i suoi buoni propositi non può fare a meno di desiderare degli amici. Questa è la nascita della loro amicizia, per me, perchè credo che le grandi amicizie si costruiscano così, giorno dopo giorno, e che non necessariamente debbano nascere in seguito a un'avventura, com'è stato per Harry&Co.

Che altro dirvi...spero davvero che vi sia piaciuto, e vi ricordo che per me qualsiasi commento, qualsiasi critica è bene accetta...su non siate timidi, fate sapere a questa povera autrice insicura cosa ne pensate della sua storia :)

Detto questo un GRAZIE va a chi tiene questa storia fra le preferite, 14, alle seguite, 27 e alle ricordate, 6...spero che questi numeri continuino a salire :)

Ringrazio con il cuore anche Slab, _NEMO, Little Darling e falsa pista che hanno recensito, rendendomi felice :) Se non ho interrotto questa storia già dieci capitoli fa è tutto merito vostro :)


a presto, con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 13
*** Lessons with Silente ***


                                                                   CAPITOLO 13

                                                                Lessons with Silente


-Fa freddo...-

-L'hai già detto-

-Sì, ma fa proprio freddo!-

-È naturale che faccia freddo, siamo a dicembre sai?-

-Si beh, non sono abituata!-

-Chissene frega yankee, non lamentarti sempre!-

-Tieni, se vuoi ti presto questo-

Arizona sorrise a Remus, che si era sfilato un pesante golf di lana nera e lo aveva teso a lei. Lo accettò, e quando se lo infilò sembrava ancora più minuscola.

-Sempre detto io che Remus è il migliore fra voi sciagurati- commentò Lily Evans.

La classe del primo anno di Grifondoro si stava spostanto da Trasfigurazione a Incantesimi, che avrebbero seguito insieme ai Corvonero. Era una fredda mattinata di inizio dicembre, e la maggior parte degli studenti era avvolta in caldi mantelli e pesanti maglioni. Tutti tranne Arizona, che provenendo da uno Stato caratterizzato da un clima mite, non si era portata nulla per ripararsi dal freddo dell'Inghilterra.

-Visto? Lui si che è gentile- frecciò Arizona in direzione di Sirius, che per tutta risposta si strinse ben bene nel suo mantello foderato di pelliccia. Remus sorrise imbarazzato.

Da quando lui, James e Peter avevano deciso di trascorrere le vacanze a Hogwarts con Sirius, tra loro era nata un'inaspettata amicizia. A vederli, ci si poteva chiedere che cosa avessero in comune: James e Sirius erano sì perdigiorno e combinaguai, ma il primo era esuberante e allegro, ed il secondo aveva sempre intorno a sé un'aura di freddezza e glacialità; Remus poi era più portato per lo studio che per gli scherzi e i dispetti, mentre Peter sembrava provenire da un altro universo rispetto a loro.

Eppure, erano amici. Entrando nella Sala Comune di Grifondoro li si poteva trovare seduti vicini, sui divanetti di fronte al fuoco, a confabulare con aria poco raccomandabile, e quelle poche volte che Remus riusciva a trascinare gli altri in biblioteca occupavano sempre lo stesso tavolo. A lezione era difficile trovarli lontani, ed a pranzo si accaparravano puntualmente i posti centrali.

Attorno a loro gravitavano spesso Arizona ed Elinor, Lily quando non stava con Severus e Chastity quando si autoconvinceva che nessuno di loro l'avrebbe mangiata.

Erano un gruppo strano, dato che la metà del tempo Arizona desiderava uccidere Sirius, e l'altra metà Lily la passava ad urlare dietro James, eppure non era inusuale vederli camminare assieme, come in quel momento.

Ogni tanto però le ragazze tendevano a schierarsi contro i ragazzi, soprattutto quando Sirius esagerava nel prendere in giro Arizona, o se James la combinava davvero grossa a Lily: in quel caso era meglio che se la dessero a gambe, non era per nulla consigliabile avere le due Grifondoro alle calcagna!

-Qualcuno deve pur fare il gentiluomo della situazione- fece Remus modesto, attirandosi le occhiatacce di James e Sirius.

-E dato che voi due non siete per nulla adatti a questo ruolo, non poteva che toccare a Remus- infierì Arizona, la cui temperatura corporea stava lentamente tornando nei limiti.

-Ma se divido sempre i miei biscotti con te!- replicò James oltraggiato.

-Solo sotto minaccia!-

-Non è vero, e poi ti faccio sempre passare per prima dal buco del ritratto!-

-Solo perchè temi che qualcuna delle vittime dei tuoi scherzi idioti sia in agguato per fartela pagare!- lo smentì Arizona, e Sirius ghignò compiaciuto, forse perchè non era stato ancora chiamato in causa.

-E tu non ridere, ho sempre un buon motivo per prendermela con te- lo ammonì lei, e Sirius divenne improvvisamente serio.

A quel punto vennero raggiunti dai Corvonero, ed Elinor si allontanò dalle sue amiche per unirsi all'allegro gruppetto di Grifondoro.

-Che si dice da queste parti?- chiese con un sorriso.

-Dicevamo che Remus è un gentiluomo, mentre James e Sirius sono davvero pessimi- l'aggiornò Arizona, allegra.

-Oh beh, su questo devo proprio darti ragione- convenne Elinor e Remus, se possibile, divenne ancora più rosso, mentre James e Sirius si misero a martellare Elinor per ricevere un complimento, anche piccolo piccolo.

In quella, arrivò il professor Vitious, che prima di aprire la porta dell'aula si diresse verso Elinor.

-Signorina Oliver, questo è per lei- le disse cordiale, tendendole un biglietto. Lei lo prese, perplessa, e aspettò di aver preso posto in classe prima di aprirlo.

Era seduta accanto a Lily, che si mise a fissare il libro, per farle capire che poteva leggere in tranquillità.

Il messaggio era di Silente:


Cara Elinor,

ti aspetto questa sera nel mio ufficio alle nove, per iniziare le nostre “lezioni”. Passa una buona giornata,


il professor Silente.


PS. Vado matto per le tartarughine fragolose.


Elinor fissò perplessa il biglietto.

Si era spesso chiesta se il Preside si fosse dimenticato delle loro lezioni. Certo, si incontravano per controllare che il ciondolo funzionasse a dovere, e per rafforzare la magia che bloccava almeno in parte l'empatia, ma sino a quel momento non avevano fatto parola delle lezioni private.

Emozionata, si chiese che cosa le avrebbe insegnato di così potente Silente. Le sembrava magnifico non avere più tutta quella confusione in testa, ma addirittura controllare il suo potere!

Non ascoltò molto della lezione di Incantesimi, talmente presa dai suoi pensieri, e più di una volta fu costretta a chiedere qualche spiegazione a Lily, quando fu il momento delle esercitazioni pratiche.

-Oggi hai la testa fra le nuvole- osservò infatti la sua compagna di banco, quando al quarto tentativo Elinor non riuscì a colorare di rosso l'acqua del suo calice. Di solito era molto brava con gli incantesimi, una delle migliori insieme a Lily.

-È perchè la nostra Elinor si è presa una cotta per Remus!- intervenne Sirius ironico dal banco dietro il loro.

I due in questione avvamparono, mentre James iniziava a canticchiare stonato:

-Tra rose e fior nasce l'amooorrr...-

-James ti prego! Sento i timpani che mi si fracassano!- lo sgridò Arizona, e giusto per darle fastidio anche Sirius si unì al coro, con Remus che cercava di picchiarlo con il libro di Incantesimi, ed il viso di Elinor che passava da una delicata tonalità rosea ad un preoccupante rosso pomodoro.

-Infantili- li giudicò Lily, che però un pochino sorrideva.

-Remmy ed Eliii si vanno a sposaaaar!!!!- conclusero James e Sirius, con Peter che teneva il tempo sbattendo la bacchetta sul banco.

-Remmy ed Eli?!?!?! No dico, Remmy ed Eli?!?!?!- Remus era esterrefatto, mentre Elinor non riusciva a dire una parola; suo malgrado Arizona era piegata in due dalle risate, e Lily tentava coraggiosamente di non seguire il suo esempio.

-Nonostante la grande interpretazione canora offertaci dai signori Black e Potter, mi vedo costretto a togliere cinque punti a Grifondoro perchè...insomma, non era esattamente questo il compito assegnato- intervenne Vitious, con un minuscolo sorrisetto.

Sbam!

-Ahia!!!!

Sbam!

-Ahii Remus!!!! Sei matto?! Mi hai fatto male!!!!-

-Ve lo meritate! Ci avete fatto perdere cinque punti, e in più mi avete messo in imbarazzo!- sibilò Remus quando l'aula si riempì di nuovo delle voci dei loro compagni intenti a pronunciare formule più o meno giuste.

-Sei cattivo- si lamentò Sirius, massaggiandosi la testa nel punto in cui il volume di Incantesimi l'aveva colpito.

-Già. Noi ti abbiamo offerto il nostro soave canto come dono di nozze e tu ci ripaghi così?!- convenne ovviamente James, con gli occhi che lacrimavano per il dolore.

-Dono di nozze?!?!- saltò su Elinor, viola in faccia.

-Se a me facessero un dono di nozze così, poco ma sicuro li caccerei dalla festa!- rise Arizona.

-Tranquilla yankee al tuo matrimonio non ci vengo!-

-E chi ti ci vuole?-

-Ma Sirius tu devi esserci, sei lo sposo!- fece Remus per vendetta e James di nuovo attaccò:

-Fra scherzi e dispetti nasce l'amoooorrrr...-

-Potter ti prego!- lo supplicò Lily, con le mani sulle orecchie; Vitious come il resto della classe, ascoltava rapita James.

-Jamie!- strillarono Arizona e Sirius, oltraggiati, iniziando a tempestarlo di pugni sulle spalle, ma James continuò imperterrito, e a causa dell'ennesimo canto imbarazzante, Grifondoro perse altri cinque punti.


                                                                           ******

Per tutto il giorno Elinor continuò a risentire in testa la canzoncina idiota inventata da James e Sirius (anche perchè i due continuavano a pensarci), ma quando giunsero le nove di sera decise di sgombrare, per quanto possibile, la mente, in vista dell'incontro con Silente.

Alle ventuno precise recitò la parola d'ordine al gargoyle che presidiava lo studio di Silente, ed infine bussò con educazione.

-Avanti Elinor, vieni pure cara- la invitò la voce del Preside ed Elinor, fattasi coraggio, entrò.

Rimase meravigliata dalla quantità di oggetti affascinanti che invadevano lo studio del Preside, e per qualche minutò restò incantata ad osservarli, e a chiedersi le funzioni di molti di quelli.

-Buonasera- la salutò Silente, forse anche per attirare la sua attenzione. Elinor avvampò, essendosi resa conto di non averlo neanche salutato.

-Buonasera, signor Preside- rispose educata.

-Come ti ho scritto nel biglietto, questa sera inizieremo il lungo percorso che porterà al totale -almeno io spero- controllo del tuo potere- iniziò Silente, ed Elinor era già rapita dalle sue parole.

-Accomodati, e metti via la bacchetta: il tuo potere è del tutto mentale, e come tale va trattato- la esortò con gentilezza, ed Elinor fece come le era stato chiesto.

-Forse ti sei domandata quale straordinaria magia ci permetterà di controllara la tua empatia, ed almeno a questa domandà risponderò subito, anche perchè la risposta è semplice, cara Elinor. È la volontà, semplicemente la volontà. Certo, ci vorranno tanto esercizio e tanto impegno, ma il punto fondamentale è la tua volontà. Questo ti è chiaro?- chiese Silente pacato, ed Elinor annuì, un po' perplessa. Era tutto lì?

-All'iniziò ti sembrerà poco, ma vedrai che con il passare del tempo la volontà acquisterà ai tuoi occhi un valore nuovo. Bene, per cominciare ti chiedo di sfregare due volte il tuo ciondolo, annullando così quasi del tutto il suo effetto. So che dopo molti mesi passati in relativa tranquillità ti sembrerà di impazzire, ma lo scopo di queste lezioni è proprio quello di evitare e controllare questa reazione- preseguì Silente ed Elinor, anche se sapeva che sarebbe stata malissimo, fece ancora una volta quanto le era stato chiesto. Strofinò due volte il ciondolo, e l'effetto fu immediato: un tripudio di voci e suoni le esplose nella mente, facendole venire un fulmineo mal di testa. Chiuse d'impulso gli occhi, e Silente la guardò con comprensione.

-È dura, lo so. Adesso rimarrò in silenzio per cinque minuti, per far sì che in qualche modo la tua mente si riabitui al caos- le disse a voce bassa, e tacque.

Furono i cinque minuti più brutti della vita di Elinor: le veniva da vomitare, e sentiva che la testa le sarebbe esplosa in mille pezzettini. Stava quasi per sfregare di nuovo il ciondolo, quando Silente parlò:

-Bene. Puoi riabbassare il volume, adesso. La mia ti sembrerà una richiesta bizzarra forse, ma ti prego di avere fiducia in me. Ti chiederò di scegliere una persona, che naturalmente viva ad Hogwarts, e di concentrarti sul suono della sua voce. Scegli una persona che ti ispiri fiducia e sicurezza-.

Effettivamente Elinor considerava la richiesta di Silente un po' strana, ma siccome aveva piena fiducia in lui, si sforzò di cercare una persona con tali requisiti. Immediatamente un volto le balzò davanti agli occhi.

-Ho scelto, signore- disse, dopo qualche istante.

-Molto bene. Adesso dovrai di nuovo azzerare il potere del ciondolo, e cercare di trovare la voce della persona che hai scelto in mezzo a tutte le altre. All'inizio sarà difficile, lo so, e non mi aspetto certo che tu ci riesca al primo incontro, ma tentar non costa nulla, no?- le spiegò Silente, e sorrise con fare incoraggiante. Elinor pensò che probabilmente quel tentativo le sarebbe costata una nottata insonne, ma non poteva certo rifiutarsi. Così, toccò di nuovo il ciondolo, e provò con tutte le forze a cercare la voce che aveva scelto in mezzo a tutte le altre.

Non seppe mai per quanto rimase lì, con la testa fra le mani, provando invano a dare un senso alla confusione che regnava sovrana, ma evidentemente fu un tempo lungo, perchè Silente disse:

-Può bastare così, Elinor. Non preoccuparti se non ci sei riuscita, è normale per una persona della sua età all'inizio del suo percorso da empatica. Regola pure il ciondolo-

Sollevata, Elinor pose fine al rumore assordante che solo lei poteva sentire.

-Forse è il caso che tu ora vada a riposare, sarai sicuramente provata- le consigliò il saggio Preside ed Elinor si alzò, barcollante.

Si erano salutati, e lei aveva quasi raggiunto la porta, quando Silente chiese:

-Puo togliermi una curiosità, Elinor?-

Lei si limitò ad annuire.

-Quale voce hai scelto?-

-Remus Lupin, signore-


                                                                    *******


Chastity Rosier sperava con tutta sé stessa di non incontrare qualche Prefetto o qualche Caposcuola. Erano le nove e un quarto, e questo significava che il coprifuoco era già scattato da un quarto d'ora, e che se qualcuno l'avesse beccata in giro si sarebbe presa come minimo una punizione.

Non che stesse facendo qualcosa di male: si era semplicemente attardata in biblioteca a cercare disperatamente di finire la ricerca per Trasfigurazione, materia nella quale non brillava di certo.

Sfortuna voleva che la biblioteca distasse quattro piani dal dormitorio di Tassorosso, e che l'immensa mole di libri che si trascinava dietro non le permettesse di correre. Sfortuna volle anche che in quel momento Gazza stesse pattugliando il corridoio nel quale Chastity stava per svoltare.

-Oooh sì micina mia, mi sa tanto che c'è qualche studentello fuori dai dormitori....- borbottava la voce sgradevole del custode, e Chastity, sentendolo sempre più vicino, iniziò a sudare freddo. Non voleva prendersi una punizione, né far perdere punti alla sua Casa: in pochi la sopportavano, e la perdita di topazi a causa sua non l'avrebbe certo resa più popolare!

La ghigliottina stava per abbattersi su di lei, quando dal corridoio di fronte al suo vide sbucare James Potter, Sirius Black, Remus e quel ragazzo cicciottello di cui non ricordava il nome. Vide Remus osservarla con un grosso punto interrogativo sulla testa, e lei fece loro cenno di tacere.

-Aah, non vedo l'ora di appioppare una bella punizione a qualche delinquentello...- stava dicendo ora Gazza, sempre più vicino.

E in quel momento Remus decise: sapeva che il fratello di Chastity non perdeva occasione per infierire su di lei, ed una punizione sarebbe stata un'ottimo pretesto.

Così fece un passo avanti, rendendosi visibile al custode, dicendo:

-Speriamo che nessuno ci scopra!-

Sirius, James e Peter lo guardarono stralunati: che diavolo stava facendo? Se continuava ad urlare in quel modo nessuno gli avrebbe tolto una punizione!

Poi, il loro sguardo cadde su Chastity rannicchiata in un angolo, e, sebbene non comprendessero a fondo il gesto di Remus, decisero di dargli supporto.

-Eh sì! Forse facciamo in tempo a raggiungere il dormitorio....- gli diede man forte James, ed a quel punto Gazza si accorse di loro.

-Voi! Quale altra marachella state combinando!- li apostrofò il custode maligno, e Sirius sfoderò la sua migliore faccia da schiaffi:

-Noi? Ma nessuna, Messer Gazza! Siamo solo poveri studenti che hanno smarrito la via di casa!- fece teatrale.

-Via di casa eh? Ve la faccio ritrovare io la via di casa! Avanti, venite con me...- ribattè Gazza, bello allegro per il fatto di aver trovato qualcuno da punire.

I quattro si portarono in questo modo via Gazza, lasciando così Chastity libera di raggiungere il dormitorio senza essere vista.

Era esterrefatta: perchè quei quattro avrebbero dovuto venire puniti al posto suo? Non le sembrava che loro la trovassero particolarmente simpatica, ed era certa che Sirius non la sopportasse!

Piacevolmente grata, si infilò a letto mezz'ora dopo, e la sua mente iniziò a vagare alla ricerca di un modo per ringraziarli.

Si addormentò poco dopo, con un sorriso sulle labbra.


                                                                     ******


Quando il mattino dopo James, Sirius, Remus e Peter fecero il loro ingresso in Sala Grande per la colazione, trovarono quattro ciccolatini ad attenderli, posati accanto ai posti che di solito occupavano.

Perplessi, notarono che c'era anche dei bigliettini.

-Ho già delle ammiratrici!- fece James vanitoso, prendendo il suo per leggerlo. “Perchè anche se non mi conosci, ti sei preso una punizione al posto mio. Grazie, Chastity” lesse James. Stupidamente gli venne da sorridere, e assaggiando il cioccolatino sentì un dolce ripieno di nocciole...le sue preferite! Colpito, conservò con cura il biglietto in borsa.

-Ma quale ammiratrici! Si sa che sono io il più amato!- lo contraddisse Sirius, afferrando a sua volta il suo bigliettino, che recitava: “perchè anche se non ti sono simpatica, e mi trovi noiosa (non chiedermi come faccio a saperlo) mi hai aiutata anche tu. Grazie, C.” Stupito, cercò Chastity al tavolo dei Tassorosso, ma non c'era. Mise in bocca il cioccolatino, e si accorse subito che era ripieno di scagliette di cocco. Ma come faceva Chastity a saperlo?

-Modestia portami via eh...- commentò Remus, slegando il biglietto dal cioccolatino. Sulla pergamena vi erano scritte queste parole: “Perchè sai cosa vuol dire per me avere Evan come fratello, e hai voluto aiutarmi. Grazie Remus, sei un vero amico..”.Remus arrossì, imbarazzato per le belle parole. Mangiò con gusto il cioccolatino, ripieno di filante caramello.

Peter era forse il più stupito dei quattro. Non credeva di meritarsi qualcosa, e vedere che anche lui, al pari di James, Sirius e Remus aveva ricevuto un cioccolatino con rispettivo biglietto lo emozionava davvero!

Perchè anche se non ci siamo mai rivolti parola, non hai esitato ad aiutarmi. Grazie, Chastity Rosier” lesse Peter stupefatto. Scartò il cioccolatino con mani tremanti, e lo trovò buonissimo nel suo semplice ripieno di latte.

Nessuno dei quattro lo avrebbe mai ammesso, ma con quel gesto Chastity Rosier era entrata ufficialmente nelle fila delle loro amicizie più care.



Nda:

Buonasera, miei cari lettori!

Eccovi un nuovo capitolo, piuttosto denso di avvenimenti, o almeno credo...

Preciso solo che ho immaginato che se nella clessidra di Grifondoro ci sono i rubini rossi, allora in quella di Tassorosso ci sono i topazi gialli, gli smeraldi verdi in quella di Serpeverde e gli zaffiri blu in quella di Corvonero. Non so se l'ho letto da qualche parte, o se me lo sono inventato, ma comunque...mi sembra una cosa logica :) Lascio a voi ogni commento sperando che siano numerosi!!! :)

Grazie alle 14 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 6 che l'hanno fra le ricordate e le 31 fra le seguite...spero davvero che questi numeri, insieme a quello delle recensioni, possano crescere ancora! :)

Un enorme grazie va a Slab, _Black, Gryffindor Queen, annina988 e _NEMO che hanno recensito: grazie di cuore ragazze, ogni vostra recensione mi spinge ad andare avanti con questa storia!!!!


PS: fra un mese esatto ho il primo di una lunga serie di esami universitari, perciò il ritmo degli aggiornamenti potrebbe rallentare un po', ma non preoccupatevi, non vi mollerò!!! :)





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Capitolo 14
*** It's snowing! ***


                                                         CAPITOLO 14

                                                          It's snowing!


Quando la mattina del venti dicembre Arizona Anderson aprì gli occhi, si accorse immediatamente che Hogwarts era ricoperta da un lucente strato di neve.

-Nevicaaaaa!!!-urlò felice, balzando fuori dal suo letto.

Corse alla finestra, e spalancò del tutto le tende che qualcuna delle ragazze aveva chiuso solo per metà la sera prima.

Rimase incantata ad osservare fiocchi di neve vorticare nell'aria, per poi andare a posarsi sul già consistente strato di biancore che avvolgeva la scuola di Hogwarts. Sembrava che qualcuno avesse sparso una montagna di zucchero a velo sulla scuola, e gli occhi di Arizona osservavano rapiti lo spettacolo: decisamente era valsa la pena di supplicare i suoi affinchè le facessero trascorrere il Natale a Hogwarts!

-Chi ha avuto la geniale idea di svegliarsi alle sette del mattino?!- mugugnò la voce scocciata di Samantha Sheldon dall'angolo più lontano dalla finestra.

-Del nostro primo giorno di vacanza, per giunta?- aggiunse Erin Vance, mettendosi suo malgrado a sedere.

-Ma ragazze, nevica!!! Non è meraviglioso?- disse Arizona al settimo cielo.

-Arizona, non vorrei smontarti ma...da noi nevica sempre a dicembre- le fece notare con gentilezza Mary McDonald, anche lei unitasi al club del Svegliamoci Alle Sette.

-Oh...beh, è il mio primo Natale qui, lasciatemi gioire un po'!- si giustificò Arizona, fiondandosi nel suo baule alla ricerca di qualcosa da mettersi.

Anche Lily Evans venne svegliata da tutto quel trambusto, e ci impiegò cinque secondi a realizzare che era stata svegliata all'alba del loro primo giorno di vacanza.

-Arizona Anderson, spero che tu abbia un valido motivo- ringhiò dal suo caldo nido fatto di coperte.

-Nevica!!!!- ribadì Arizona gioiosa.

Lily contò fino a tre, perchè infondo non poteva arrabbiarsi già di prima mattina. Tentò di consolarsi pensando che si sarebbe potuta portare avanti con i compiti, ma non era un pensiero poi così consolante.

-Beh? Che fate ancora a letto? Vestitevi, andiamo a fare a palle di neve!!!!- le apostrofò Arizona, già bella imbacuccata in una tuta da sci che le aveva prestato James.

Quattro paia di occhi la guardarono con stupore.

-Palle di neve?- chiese incredula Mary, il cui unico pensiero era una bella tazza di tè, possibilmente fumante.

-Proprio adesso?- domandò Lily, che stava tentando con tutte le sue forze di riaddormentarsi.

-Proprio adesso alle sette del mattino?- precisò Samantha tirandosi il piumone sin sopra la testa.

-Proprio adesso alle sette del mattino del nostro primo giorno di vacanza?- concluse Erin, con i lacrimoni agli occhi per i troppi sbadigli.

-Ma certo! Che vi prende? Di solito al mattino siete più reattive!- esclamò Arizona che proprio non comprendeva la loro mancanza di entusiasmo.

Come unica risposta ottenne un silenzio ostile.

-E va bene! Vado a cercarmi qualcun'altro!- annunciò, uscendo a passo di marcia dalla stanza. Lei voleva fare a palle di neve, e avrebbe ottenuto ciò che voleva!

Attraversò la sala comune praticamente deserta, e, fatta una rampa di scale quasi saltellando, entrò senza tanti complimenti nella stanza dei ragazzi, ancora totalmente buia.

-Oh, insomma! Lumos!- sbuffò contrariata, ed un getto di luce partì dalla sua bacchetta.

Non appena i suoi occhi si furono abituati alla penombra, scorse una scura testa arruffata, il cui proprietario doveva sicuramente essere James. Con un sorrisino soddisfatto, prese la rincorsa e saltò addosso al povero malcapitato.

-Aaaahhh!!!!- si svegliò con un urlo terrificante il ragazzo.

-Svegliaaaa, svegliaaaa!!! Il mondo è bello e c'è la neve!!!!- prese a urlare Arizona allegra, convinta di essere atterrata su James.

-Aiutoooo!!! Ci attaccano!!! I troll sono qui!!!- gridò Sirius Black cercando di tirarsi su a sedere. Peccato che sul suo stomaco ci fosse Arizona.

-Che diavolo....chi sei?!-

-Che cavolo! Non sei James!-

-No che non lo sono!!!-

-Aaaaah!!! strillò Arizona, senza peraltro muoversi. Senza saperlo era diventata la prima ragazza ad entrare nel letto di Sirius Black.

-Yankee!!!-

-Mister Gentilezza!-

-E dopo le presentazioni possiamo tornare a dormire?- intervenne una terza voce assonnata, appartenente a James Potter.

-Togliti!-

-Mollami!-

-Ci siamo incastrati!-

-Vi siete incastrati?!- domandò l'incredula voce di un semi-dormiente Remus Lupin.

-Come avete fatto ad incastrarvi!?- chiese curioso Harry Castle, svegliato da tutto quel baccano.

-Le coperte di Sirius sono vive! E sono assassine!- spiegò Arizona, inspiegabilmente intrappolata nel groviglio di coperte che Sirius aveva smosso nel tentativo di liberarsi di lei.

-Smettila di agitarti! Così non ne usciam...ahia! Mi hai dato un pugno!-

-Scusa!!! Non volevo! Togli il tuo piede dalla mia ascella!!!-

-Calma!!! State fermi! Interveniamo noi- disse James, inforcando gli occhiali, storti.

-Di male in peggio- borbottarono i due all'unisono.

Mezz'ora dopo, neanche loro sapevano come, Remus e James, con l'aiuto di Peter e Harry, erano riusciti a districare Arizona e Sirius che, separati e tenuti a debita distanza, si guardavano in cagnesco. L'occhio destro di quest'ultimo si stava gonfiando in maniera anomala.

-Che fatica!- sbuffò James, asciugandosi il sudore dalla fronte e lasciandosi cadere vicino ad Arizona.

-A chi lo dici!- commentò Remus, dando del ghiaccio a Sirius.

-Io avrei una domanda- annunciò Peter timido.

-Spara-

-Che ci fa Arizona nella nostra camera? Cioè, non che mi dia fastidio ma ecco...è, ehm, una ragazza- chiese curioso, e alla parola “ragazza” Sirius bofonchiò un “Pf! Ragazza!”

Di nuovo, quattro paia d'occhi si puntarono su Arizona.

-Giusto. Cosa ti ha spinto a saltarmi addosso?- indagò James.

-Semmai a saltare addosso a me!-

-Ma il vero bersaglio ero io!-

-Sì però è a me che sta venendo un occhio nero ora!-

-Dettagli Siry, dettagli...allora?- fece James noncurante, tornando a rivolgersi ad Arizona.

Lei esibì un candido sorriso e disse:

-Andiamo a giocare a palle di neve?!-

Solo un miracolo impedì a Sirius di strangolarla a mani nude.


                                                               ******


Alla fine dopo colazione Arizona era riuscita a convincere Elinor e Chastity a scendere in giardino per rotolarsi nella neve, i cui fiocchi scendevano ancora copiosi. Avevano chiesto anche a Lily ma lei, lanciando un'occhiata a Severus che la stava raggiungendo, aveva detto di voler prima fare il tema di Storia della Magia assegnato per le vacanze, e che forse le avrebbe raggiunte dopo.

-Perchè non andiamo anche noi?- chiese James guardando voglioso la coltre luccicante che ricopriva l'erba del giardino. Avevano appena fatto colazione, e nulla avrebbe impedito loro di godersi una bella mattinata di divertimento, liberi da compiti ed interrogazioni.

-Perchè Arizona mi ha fatto un occhio nero!- ribadì Sirius, trascinandoli lontano dal portone.

-Si però l'ha fatto a te- fece notare Remus, che aveva sempre amato la neve, forse per la sensazione di purezza che trasmetteva.

-È come se l'avesse fatto anche a voi! Siamo o non siamo amici?- replicò Sirius testardo.

-Sì però....non è che i pugni posseggono la proprietà transitiva per la quale passano da un amico all'altro- disse James con aria intelligente.

-Uffa! Va bene, se volete andare andate! Io non vengo però!- sbuffò Sirius contrariato, accelerando verso le scale.

-Dai Sirius, vieni anche tu!- cercò di convincerlo Peter, trotterellandogli dietro.

-Sì, dai! Non fare il rompiscatole! Più del solito, almeno- insistette James, afferrandolo per una manica e iniziando a tirare.

-E poi Sirius...potresti vendicarti, no?- disse Remus furbo. Sapeva che l'unico modo per convincere Sirius ad andare con loro era allettarlo con una proposta di rivincita.

Funzionò: Sirius smise di lottare con James, e lo fissò interessato.

-Cioè?-

-Pensa alle innumerevoli, ghiacciate palle di neve che potrebbero colpire Arizona...- proseguì Remus, con tono ammaliante.

Gli occhi di Sirius brillarono.

-Ci sto!-

-Non c'è nulla da fare, ci vuole un genio fra noi...oltre me, sia chiaro- si vantò James, ed i quattro presero a correre verso l'uscita.

In men che non si dica il parco di Hogwarts divenne teatro di una delle più spettacolari battaglie di neve della storia: James e Sirius avevano convinto i ragazzi del settimo a stregare le loro palle di neve affinchè raggiungessero sempre lo stesso bersaglio, che per Sirius si trattava ovviamente di Arizona. La poveretta non sapeva più come fare per ripararsi, anche se la mitica prefetto di Grifondoro Claire Jones le aveva fatto un temporaneo Sortilegio Scudo, e cercava l'aiuto di James, che però era impegnato nella nobilissima attività di infradiciare quanta più gente possibile.

Remus ed Elinor stavano costruendo un buffissimo pupazzo di neve, in gara con Chastity aiutata da Peter: ma ovviamente ogni volta che

una delle due squadre si avvicinava alla vittoria James e Sirius si divertivano a lanciarsi sulle creature, trascinandosi dietro anche Arizona a mò di ariete da combattimento.

Ad un certo punto anche Lily, senza sapere di essere guardata a distanza da Severus che fingeva di parlare con i suoi compagni di Serpeverde, decise di raggiungerli e divenne immediatamente il nuovo obiettivo di James, che con gioia diresse la sue palle di neve su di lei.

Arizona, Chastity ed Elinor corsero in suo aiuto, e fu inevitabile che si creassero due fazioni, ragazzi contro ragazze: fino all'ora di pranzo fu continuo rincorrersi e prendersi a palle di neve senza sosta. A dire il vero Sirius ruppe quasi una costola ad Arizona mentre si lanciava su di lei, nel tentativo di seppellirla nella neve, ma alle fine lei riuscì a liberarsi, con l'aiuto di Remus preoccupato per il colore cianotico che il suo viso stava assumendo.

Verso l'una, esausti, decisero di rientrare al castello: guardati a vista da Gazza, che scrutava arcigno le chiazze d'acqua che lasciavano al loro passaggio, salirono ai dormitori per cambiarsi.

-Ma Potter ci metteva le pietre nelle palle di neve?! Mi sento i lividi!- si lamentò Lily, spalancando la porta della loro stanza, deserta.

-Anch'io! È dura sopportare la vendetta di Sirius! Ehi, ma le altre?- chiese Arizona, notando l'assenza di Mary, Erin e Samantha.

-Saranno tornate a casa per Natale. Non ho visto i loro nomi sulla lista di quelli che restavano a scuola- fece Lily, ed un biglietto poggiato sul letto di Mary confermò la sua teoria.

-E tu? Non vai via?- domandò Arizona, infradiciando tutto il pavimento con la sua tuta grondante d'acqua.

-Sì, ma parto fra qualche giorno. Tu?-

-Io resto qui. È il mio primo Natale a Hogwarts, ed i miei hanno capito il mio desiderio di rimanere a scuola- spiegò Arizona, con un sorriso. I suoi erano stati davvero comprensivi, nonostante sentissero la sua mancanza, e le avevano promesso di spedirle tanti doni.

-Non sembri contenta però- osservò poi, infilandosi un caldo maglione sformato rosso, con una renna stampata sopra, molto natalizio.

-Sono felice di rivedere i miei, ma non so se mia sorella apprezzerà il mio ritorno- rispose Lily, ora triste. Solo Severus sapeva della sua situazione, ma sentiva che Arizona non avrebbe espresso giudizi.

-Oh...beh ci scriveremo tante lettere anti tristezza! Anche Chastity non è felicissima di tornare a casa, scrivendoci forse andrà meglio- disse infatti Arizona, cercando di sembrare ottimista. Elinor sarebbe invece rimasta a Hogwarts con lei, perchè i suoi trascorrevano le vacanze con dei parenti in Irlanda. Si erano accordate per subissare Chastity -ed ora anche Lily- di lettere allegre e consolatorie.

Lily fece un microscopico sorriso, e disse:

-Grazie...anche se voi forse non ve la passerete meglio, con quei quattro là-

Arizona rise, prima di rispondere:

-Oh tranquilla, il mio destro micidiale li terrà lontani!-


                                                         ******

Fu per tutti una giornata indimenticabile: dopo pranzo si riunirono in Sala Grande, disponibile nel periodo natalizio come punto di ritrovo per tutte le Case. Giocarono a scacchi magici (fu divertente vedere James tenere il muso a Sirius per mezz'ora perchè gli aveva dato una batosta colossale, e poi Sirius avercela con Arizona perchè lei l'aveva battuto quasi senza sapere le regole) o a carte (ci mancò poco che Chastity si bruciasse i capelli con il Mazzo Incendiante Per Giochi Esplosivi, con il quale non aveva mai avuto la sfortuna di giocare prima di allora) e qualcuno tentò di studiare in compagnia (Elinor riuscì a malapena a scrivere tre righe della ricerca di Erbologia, Remus invece continuava a rileggere sempre la stessa pagina del libro di Storia).

Naturalmente non potè mancare una punizione pre-natalizia: James e Sirius avevano pensato che sarebbe stato divertente far mangiare un Palloncino Gonfiante a Mrs Purr, che per circa un'ora vagò per i soffitti di Hogwarts miagolando furiosa: quando Gazza riuscì a recuperarla filò dritto dalla McGranitt, che a sua volta filò dritta dai due Grifondoro.

Si presero una sgridata con i fiocchi, oltre ad una punizione, e le loro facce sconvolte suscitarono le risate degli altri, che continuarono a prenderli in giro sino a cena.

Tornata al tavolo dei Tassorosso, Chastity non poteva fare a meno di sorridere felice: non si era mai divertita così tanto in vita sua, e ancora non riusciva a credere di aver trovato degli amici con cui passare ore così belle. Le risultava persino difficile pensare al Natale che l'attendeva, ed essere triste perchè Evan, dopo pranzo l'aveva raggiunta per dirle: “Ora sei anche amica di luridi Grifondoro?”. Era riuscita a non versare neanche una lacrima, anche perchè Remus si era accorto del suo lieve turbamento e l'aveva subito distratta con delle nuove figurine che aveva trovato nelle Cioccorane.

Anche Peter non riusciva a credere alla giornata incredibile che aveva vissuto: anche lui come gli altri si era divertito a tormentare le ragazze, aveva costruito un pupazzo di neve senza temere di essere vittima di prese in giro, ed Elinor gli aveva persino detto grazie per averle versato la cioccolata calda a merenda!

Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma in sua presenza arrossiva sempre, e balbettava più del solito.

Dopo cena dovettero separarsi, e tornare ognuno alle propria sala comune. In quella di Grifondoro Arizona trovò Lily tutta sola soletta con un libro.

-Ehi! Ma che fine avevi fatto oggi pomeriggio?- le chiese sedendosi accanto a lei. Per fortuna James e gli altri erano ancora impegnati a discutere della loro ingiusta punizione (“Volevamo solo divertirci un po'!” continuava a protestare Sirius) e non prestavano loro attenzione.

-Sono stata con Severus- rispose Lily, chiudendo il libro.

-Noi siamo stati in Sala Grande...ti sei persa una magnifica sgridata della Mc a Jamie e Sirius!- l'informò Arizona, sorridendo ancora al ricordo.

-Oh no, avrei voluto esserci!!! Vederli prendersi una ramanzina mi diverte sempre!- sospirò Lily, dispiaciuta.

Le sarebbe piaciuto che Severus non detestasse così tanto gli altri Grifondoro: aveva i suoi buoni motivi per odiare James e Sirius, e su questo lei lo appoggiava, ma gli altri non erano come loro. Avrebbero potuto trascorrere il pomeriggio tutti insieme...invece, lei e Sev erano tornati in cortile a giocare con la neve fra di loro. Non che non fosse stata bene, questo no, però...

Un urlo la strappò ai suoi tristi pensieri.

-Ahia! Remus, Sirius mi ha picchiato con l'attizzatoio!-

-Con l'attizzatoio?!-



Nda:


Ed eccomi qui, ad una settimana precisa dall'ultimo aggiornamento :)

Su questo capitolo non c'è molto da dire, tranne due cose: ho letto in un'intervista delle Rowling che Lily era una ragazza popolare, piena di amici, e quindi, cercando anche di tenere fede a quello che la sua "Creatrice" ha detto, sto cercando di far sì vedere quanto Lily sia legata a Severus, ma anche che lui non era il suo unico amico, anche se credo che l'avrebbe voluto. In un'altra intervista sempre a proposito di Lily, la Rowling ci dice che Lily non ha mai espressamente odiato James: lo trovava presuntuoso, questo sì, ma addirittura odiarlo...credo che queste siano interviste ufficiali, perciò, almeno nella mia storia, Lily e James sì litigheranno, specie sino a che lui continua a fare il bullo prepotente, ma non si odieranno nel profondo, come leggo in molte ff, che tra l'altro apprezzo anche. 
In questo capitolo inoltre continuano a delinearsi i rapporti fra i personaggi...quello che vorrei trasmettere di tutti loro è un'immagine unitaria: per me non sono esistiti solo i Malandrini, ma anche una quantità di personaggi che sono stati a scuola con loro, e che hanno, nel bene e nel male, influenzato la loro vita. Leggo tantissime storie, anche belle, nei quali sembrano esserci solo loro con Lily, massimo si aggiunge qualche amica di lei. Ecco, io vorrei che nella mia storia non sia così, e spero di esserci riuscita. Mi fate sapere cosa ne pensate? Vedo che le visite aumentano, e questo mi fa un enorme piacere, mentre il numero delle recensioni si mantiene più o meno stabile...non fraintendetemi, sono felice ed orgogliosa delle mie “recensitrici”, ma è sempre bello sentire qualche parere in più :)

Bene, sperando di non avervi steso con questa Nda lunghissima, passo a ringraziare le 17 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 6 che la ricordano, e le 35 che la seguono: grazie di cuore ragazzi, sono felice che questa storia meriti queste posizioni nelle vostre liste!!! :)

Un grazie enorme va infine a Gryffindor Queen, Lucri_Chopper, Blondie, _Black e l'immancabile _NEMO che hanno recensito lo scorso capitolo :)


A presto, Miss_Slytherin


PS: spero di riuscire a mantenere questo ritmo nonostante gli esami :)


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Capitolo 15
*** I wish you a merry Christmas(parte prima) ***


                                                                       CAPITOLO 15

                                                 I wish you a merry Christmas(parte prima)


E così il Natale era arrivato. Era arrivato a Hogwarts, a casa Evans, a casa Rosier.

Chastity non pensava che sarebbe riuscita a sopravvivere alle vacanze natalizie. Non con Evan affianco, che continuava a sussurrarle frasi sgradevoli all'orecchio. La sua non era una violenza fisica, no, era una violenza psicologica: ti logorava il cervello, ti sfiniva, ti portava all'esaurimento.

Non con sua madre di fronte, che continuava a guardarla e soprattutto a trattarla con disprezzo.

-Ti rendi conto del disonore che hai portato in questa famiglia? Una Tassorosso, Chastity, una schifosa Tassorosso! Nessuno, e dico nessuno, ha mai avuto l'ardire di svergognare in questo modo la propria discendenza! Generazioni e generazioni di Serpeverde...- aveva iniziato ad urlarle contro non appena era sbucata dal camino della grande sala da pranzo.

Suo padre la fissava in silenzio, Evan ghignava compiaciuto.

-Hai idea di quello che hanno detto di noi? No vero, sei sempre la solita egoista! Non hai pensato minimamente a noi, quando ti sei fatta assegnare a Tassorosso!-

Ti sei fatta assegnare? aveva pensato Chastity. Come se potesse dipendere da lei!

-Non so se siamo stati più derisi noi o i Black...povera Walburga, non dev'essersela passata bene neanche lei, con quello sciagurato di figlio che si ritrova...- si era aggiunto Petreus Rosier, in supporto della moglie.

-Sirius non è uno sciagurato- aveva detto all'improvviso Chastity, con un coraggio che neanche lei sapeva di possedere, -e non è colpa mia se sono stata assegnata a Tassorosso- aveva aggiunto, in un impeto d'orgoglio.

-Come osi contraddirci! Non solo sei lo scandalo di questa famiglia, ti azzardi anche a ribattere! Vai in camera tua, non voglio più averti davanti agli occhi fino a domani...- era esplosa Olympia Rosier, e Chastity non se lo fece ripetere due volte.

Corse in camera sua, e non appena fu entrata si sbattè la porta alle spalle. Si gettò sul letto, e subito calde lacrime bagnarono il cuscino. Quanto avrebbe voluto essere a Hogwarts! Le mancavano già tantissimo, soprattutto Remus...se ci fosse stato lui, lì con lei! Avrebbe saputo tirarle su il morale, le avrebbe detto di non dare ascolto alle dure parole dei suoi genitori. E James e Sirius l'avrebbero fatta ridere, Arizona l'avrebbe abbracciata stretta stretta, perchè lei era fatta così: dolce e coraggiosa allo stesso tempo.

Ma Chastity era da sola. Sola contro quella famiglia che la detestava. Sola contro quella famiglia che non l'aveva mai voluta. Era un peso, e lo sapeva: una figlia femmina non aveva alcun valore, se non quello di poter contrarre un buon matrimonio. Ma per avere almeno questa utilità bisognava essere belle, ed Evan continuava a ripeterle che era brutta, troppo magra, troppo alta, i capelli piatti e senza forma. E Chastity, nel profondo, gli credeva.

Non vedeva quanto fossero belli i suoi occhi chiari, quanto fosse morbida la sua pelle lattea. Non vedeva. Perchè la sua famiglia stava lentamente distruggendo la sua personalità, la sua essenza.

In quel momento di profonda disperazione, un ticchettio la distrasse dai suoi pensieri.

Incuriosita, si avvicinò alla finestra e vide un gufo bruno, tutto infreddolito, che attendeva di essere accolto. Con un grande sorriso che si faceva largo fra le lacrime, Chastity aprì le ante per farlo entrare.

Portava una lettera di Hogwarts! La aprì con mani tremanti, impaziente di leggerla. Riconobbe la scrittura di Arizona, tutta storta e quasi illegibile, e ci mise un po' a decifrare le prime parole.


Ciao Chastity!!!!

Come vedi non possiamo resistere un giorno senza di te, e così ti abbiamo già scritto la prima di una lunga serie di lettere! Se avevi creduto di esserti liberata di noi, ti sbagliavi. Accludo anche la demoniaca risata di James e Sirius, e lo sguardo esasperato di Remus.

Dunque, come stai? No aspetta, Elinor suggerisce di evitare questa domanda....ehm, forse non ha tutti i torti.

Beh, che dirti? Qui le cose procedono come al solito: Remus e Elinor cercano senza successo di farci studiare, Jamie e Sirius oppongono una degna resistenza, Peter sta sperimentando tutti i dolci natalizi di Hogwarts ed io tento in tutti i modi di sopravvivere. Il Natale non ha minimamente scalfito la malignità di Sirius, che continua a tendermi agguati, e senza te e Lily ad aiutarmi diventa sempre più difficile resistere! Ma non temere...


Chastity ormai sorrideva apertamente. Le fresche parole di Arizona e Elinor stavano portando una ventata di gioia.

Si era sbagliata. Non era sola contro tutti. C'erano loro.

                                                                   ******

-Tesoro! Sei arrivata! David, c'è Lily, vieni!-

Non appena mise piede in casa sua, Lily venne investita dal familiare odore di pelle dei divani, dal profumo del tè delle cinque che i suoi genitori prendevano tutti i giorni, dalla fragranza di fiori che sua madre coltivava con cura. In un angolo c'era il grande abete che tutti gli anni addobbavano, e sotto vi erano posati tanti pacchetti colorati; dalla radio provenivano i canti natalizi tradizionali.

Era a casa. Quanto le era mancata! A Hogwarts era facile non sentire la nostalgia, ma solo adesso che stava sprofondando nella sua poltrona preferita capiva quanto in realtà avesse sentito la mancanza di casa sua.

Chiamato dal grido di sua moglie, David Evans accorse in soggiorno, per abbracciare forte la sua novella strega. Quanto era orgoglioso di lei! Certo, anche Petunia era una soddisfazione: brava a scuola, comportamento impeccabile. Ma Lily...

-Come stai, Lily? Ti piace la scuola?- le chiese, quando si furono sciolti dall'abbraccio. Alice Ann Evans aveva intanto versato una tazza di tè anche per Lily, e vi aveva posato accanto qualche biscotto.

Di Petunia ancora nessuna traccia.

-È tutto bellissimo, papà! I quadri parlano, e le scale si muovono! In più ci sono dei veri fantasmi...- attaccò a raccontare Lily entusiasta.

-Veri fantasmi?! Ma tesoro, non hai paura?- chiese sua madre, un tantino in ansia.

Lily rise.

-Ma no mamma, sono buoni! Nick-Quasi-Senza-Testa è sempre pronto ad aiutare gli studenti in difficoltà, ed anche il Frate Grasso è sempre così disponibile! Beh forse il Barone Sanguinario mette un po' i brividi, ma basta evitarlo e non ti dà fastidio...- rispose lei, ed i suoi genitori l'ascoltavano rapiti. Erano così affascinati da quel mondo che non conoscevano...

-E le lezioni come sono? Hai imparato qualche magia spettacolare?- chiese ancora suo padre, pensando forse ai trucchi dei prestigiatori che si vedevano in tv.

-Sono interessantissime, e studiare non è per niente noioso! La mia materia preferita è Pozioni: è incredibile quante cose si possono fare versando gli ingredienti nel modo giusto- disse Lily, con gli occhi verdi accesi dall'entusiasmo. Sua madre la guardava, ed era contenta per lei: non aveva mai visto sua figlia così felice.

Lily stava raccontando loro di quando la sua amica Arizona aveva quasi fatto annegare Lumacorno sbagliando la pozione SpegniFuoco (serviva a spegnere piccole fiammelle o fuochi deboli) quando Petunia rincasò. Era stata a fare i compiti con la sua amica Therese, che abitava nella casa di fronte, e rimase di pietra quando vide che Lily era già arrivata.

-Ciao, Tunia!- la salutò lei allegra, e si alzò per abbracciarla. Per Lily erano già dimenticate le loro scaramucce, e sperava che fosse così anche per Petunia.

Ma quest'ultima non si mosse, e Lily tornò lentamente a sedersi, il sorriso spento.

-Ciao, Lily- le disse semplicemente, in tono piuttosto scocciato.

-Vado di sopra a fare i compiti- aggiunse poi rivolta ai suoi genitori, prima di sparire su per le scale.

Lily guardò sua madre e suo padre, forse in cerca di una rassicurazione.

-Non abbatterti tesoro. Per Petunia non è ancora facile accettare che per nove mesi l'anno sarai lontana da noi...- cercò di giustificarla Alice Ann. Ma Lily sapeva che non era così. Sapeva che non era quello il motivo che spingeva Petunia a comportarsi in quel modo. Ma sapeva anche se avesse tentato di spiegarlo ai suoi non le avrebbero creduto: come poteva Tunia desiderare di essere una strega, se aveva sin da subito mostrato ribrezzo per la magia?

-Sarà così...- convenne Lily poco convinta.

Avrebbe voluto che anche Severus fosse tornato a casa per le vacanze, così avrebbe potuto andare da lui, e sfogarsi un po'; desiderava anche poter parlare con Arizona, o con le altre sue amiche: a modo loro le avrebbero tirato su il morale.

-Ci stavi raccontando della lezione di Pozioni...- le disse suo padre, anche forse per distrarla.

Lily annuì, e stava per riprendere a raccontare, quando vide una civetta chiara planare verso la finestra di casa loro.

Veniva da Hogwarts, ne era certa!

-Un gufo per me!- annunciò, e spalancò la finestra, incurante del freddo polare.

Con mani tremati ruppe il sigillo di cera, e tirò fuori la pergamena.

Capì, dalle “a” e dalle “o” fatte praticamente nello stesso modo che era Elinor a scrivere. Da un lato era sollevata: non avrebbe avuto la forza di decriptare i geroglifici di Arizona!

Iniziò a leggere, raggomitolata nella sua poltrona preferita, ed i suoi genitori decisero di lasciarle un po' di privacy. Era a casa, ci sarebbe stato tempo per stare insieme.

                                                                     ******

-James, mi annoio-

-Aspetta un secondo, sto perfezionando la mia fionda...-

-Cosa devi fare con una fionda!?- chiese Remus perplesso.

-Sirius, mi annoio-

-E lo vieni a dire a me? Trovati qualcosa da fare che possibilmente non sia infastidirmi-

-Elinor, mi annoio!-

-Finisco il tema e sono da te-

-Remus, mi annoio...-

-Potresti studiare un po' di Trasfigurazione...-

-Non mi annoio così tanto- ribattè Arizona Anderson.

-Oggi siete noiosi- aggiunse poi, sbuffando. Elinor aveva ottenuto il permesso dalla McGranitt per stare insieme a loro nella sala comune di Grifondoro, e così quel pomeriggio erano tutti riuniti lì.

Mancavano due giorni a Natale, e quella mattina Lily e Chastity erano partite, come la maggior parte degli studenti.

Arizona aveva ingannato il tempo scrivendo lettere praticamente a tutti: ai suoi, a Lily, a Chastity...aveva persino pensato di scrivere al gatto, poi si era detta che non poteva cadere così in basso. Remus ed Elinor si erano accorti di essere troppo indietro con i compiti, così avevano deciso di dedicare quella giornata per mettersi in pari; in questo modo, avevano detto, possiamo goderci il resto delle vacanze in pace.

James invece aveva pensato di costruirsi una fionda (Remus tremava al solo pensiero dei danni che avrebbe potuto combinare)

e così, circondato da legni e solventi magici, si stava dedicando a questa nobile arte. Peter era seduto accanto a lui, e cercava di dargli una mano; Sirius invece stava ricontando per la seicentesima volta le sue figurine. A voce alta, per innervosire gli altri.

Aveva smesso di nevicare, e così Arizona non poteva neanche più giocare a palle di neve; non aveva voglia di fare i compiti, né di mettere a posto il baule, che in realtà aveva un urgente bisogno di essere riordinato.

-Giochiamo a nascondino?!- propose, illuminandosi di colpo.

-A cosa!?- chiesero tutti, lasciando momentaneamente le loro occupazioni per ascoltarla.

-Non sapete cos'è nascondino?!- chiese, incredula.

-Sai Arizona, noi non siamo cresciuti nel mondo Babbano- le fece notare con delicatezza Elinor, ed effettivamente Arizona si rese conto che le uniche due con origini Babbane erano lei e Lily, che non c'era.

-Ah già! Beh è facilissimo: uno dei giocatori deve appoggiare la testa con gli occhi chiusi ad un muro in un punto scelto come "tana” e contare ad alta voce. Mentre lui conta, gli altri giocatori si devono nascondere. Quando la conta è finita, il giocatore che ha contato deve trovare gli altri. Non appena trova uno dei compagni, deve correre alla "tana" e urlare il nome della persona che ha visto, che viene eliminata. Se un giocatore riesce a raggiungere la tana senza essere visto, oppure, anche se è stato visto, raggiunge comunque la tana prima del giocatore che contava, può dichiarare "tana!", e non viene catturato. Capito?-spiegò velocemente Arizona.

-Mi piace!!! Voglio giocarci- annunciò James, pensando già ai mille possibili nascondigli. Hogwarts era enorme!!!

-Sì, proviamo!- si aggiunse Remus, che non aveva poi tutta questa voglia di fare i compiti, ed Elinor annuì per mostrarsi d'accordo.

-Voi ci state?- chiese Arizona a Peter e Sirius.

Peter disse che ci stava, anche se temeva che con il suo fisico imponente l'avrebbero scovato subito.

-Possiamo nasconderci ovunque?- chiese invece Sirius, con una luce inquietante negli occhi.

-Beh sì...tranne fuori dal cancello della scuola- chiarì Arizona, dato che da quello lì ci si poteva aspettare di tutto.

-Bene...gioco anch'io, allora-

Siccome erano in sei, si decise che Elinor e Arizona avrebbero contato e cercato gli altri, che si sarebbero quindi nascosti.

Come tana scelsero il portone della Sala Grande, e così, dieci minuti dopo, Elinor e Arizona erano lì appoggiate, con le mani sugli occchi.

-Si inizia! Uno, due, tre...- iniziò Arizona, e i quattro partirono a razzo per nascondersi.

-Dove ci nascondiamo?- chiese James a Sirius; Remus si era già diretto verso un armatura al primo piano, e stava cercando di entrarci dentro, mentre Peter aveva optato per il grande calderone che stava nel laboratorio di pozioni...lì non l'avrebbero di certo mai trovato!

-Sai Jamie, c'è un posto di Hogwarts che non abbiamo mai esplorato...- disse Sirius, mentre in lontananza sentivano Elinor dire “trenta!”

-E quale?-

-La Foresta Proibita-

James ghignò.

-Andiamo-

                                                                     ******

Erano passate tre ore da quando avevano iniziato a giocare, e Arizona ed Elinor avevano trovato sia Peter che Remus, ma di James e Sirius nessuna traccia.

-Inizio ad essere preoccupato- ammise Remus, osservando il cielo sempre più scuro.

-Ma dove si saranno nascosti?- chiese Elinor, in ansia a sua volta.

-Certo che sono incredibili, riescono a trasformare persino nascondino in una caccia al tesoro, o meglio, all'idiota!- sbuffò Arizona, un po' angosciata.

-Forse...dovremmo andare dalla McGranitt...insomma, fuori farà freddo, e non avevano i mantelli...- propose Peter. Erano tornati alla sala comune, e stavano decidendo il da farsi.

Alla parole “fuori” e “mantelli” Remus spalancò la bocca, inorridito.

-Oh no- esalò.

-Che c'è?- chiese Elinor, allarmata.

-So dove sono- disse lui, serio.

-E dove?- domandò Arizona.

-Li ho sentiti parlarne l'altra sera...progettavano già un escurisone...- iniziò Remus.

-Sì, ma dove?!- insistette Arizona.

-Nella Foresta Proibita- annunciò Remus, apocalittico.

Gli altri tre lo guardarono con tanto d'occhi.

-Non possono essere stati così stupidi...- disse Arizona, speranzosa.

-Temo di sì, conoscendoli...- la contraddì invece Elinor.

-Cosa facciamo? Andiamo a cercarli o avvisiamo i professori?- domandò Peter, che non smaniava dalla voglia di addentrarsi nel bosco oscuro.

-Se avvisiamo i professori li puniranno di certo...hanno finito l'altra punizione solo ieri!- osservò Elinor.

-Sì, ma avevano solo da non cacciarsi di nuovo nei guai!- disse Remus contrariato.

-Potremmo fare così...io ed Elinor andiamo a cercarli, e voi restate qui. Se entro mezz'ora non ci vedete tornare chiamate la McGranitt- propose Arizona, che sotto sotto voleva esplorare la Foresta.

Elinor si disse d'accordo: per una volta avrebbe fatto un'eccezione, e, seguendo la scia dei loro pensieri, avrebbero potuto trovarli più facilmente. Remus obbiettò che non poteva lasciare andare due ragazze da sole, e alla fine si decise che sarebbe andato con loro, mentre Peter sarebbe rimasto al castello.

Così, ben imbacuccati, bacchetta alla mano e consapevoli di star infrangendo almeno un centinaio di regole, si avviarono alla ricerca di James e Sirius.


                                                                        ******


-Mi sembra che di qua ci siamo già passati-

-Mmmh, anche a me...-

-Siry?-

-Sì?-

-Non è che stiamo...come dire...girando in tondo?-

-Mi sa che hai ragione-

-Certo che ho ragione, sono James Potter!-

-Okay, fermiamoci e ragioniamo-

-Ma ragionare non ci viene bene...voglio Remus!- piangnucolò James, mettendosi a sedere contro il tronco di un albero.

La Foresta era davvero inquietante: era calata l'oscurità, si sentivano fruscii e gemiti non meglio identificati e...sbagliava, o quello era un ululato?

Sirius si sedette vicino a lui.

-Forse venire qui non è stata una grande idea- osservò, tremando per il freddo.

-Eh no...però dai, la Foresta è fighissima!!!- replicò James entusiasta.

-Vero! Dobbiamo tornarci!- anche mezzo assiderato, Sirius non si smentiva mai.

-Magari con dei mantelli e provviste- suggerì James, battendo i denti.

-Se non moriamo per ipoter...-

-Sssh! Sento delle voci!- lo interruppe James, tendendo le orecchie.

Sirius pensò che era ormai andato di testa, ma tacque. Presto però anche lui riuscì ad avvertire dei passi in avvicinamento, e si ritrovò a sperare che non fosse la McGranitt. Li avrebbe messi in punizione a vita!

Elinor, Arizona e Remus li trovarono così: rannicchiati ai piedi di un albero, quasi abbracciati per scaldarsi.

-Voi! Siete degli imbecilli! Ma dico, la Foresta Proibita?! La Foresta Proibita?! Con tutti i posti che c'erano a scuola?!- li aggredì Remus, sollevato nel vederli illesi.

-Pensavamo che sarebbe stato divertente...- iniziò Sirius.

-...e poi abbiamo vinto, no? Non ci avete trovato!- annunciò James trionfante.

-Ti ammazzo- annunciò Arizona con tranquillità.

Guidati inconsapevolmente da Elinor, che seguiva i pensieri sommessi degli studenti, cominciarono ad avvicinarsi all'uscita della Foresta. Camminavano vicini vicini, e ad ogni minimo rumore sobbalzavano; non l'avrebbero ammesso neanche sotto tortura, ma avevano un po' paura.

-Ho freddo...- si lamentò Sirius, poco dopo.

-Meriteresti il congelamento- borbottò Arizona, ma gli tese uno dei mantelli che avevano portato per loro; Remus fece lo stesso con James.

Ad un certo punto Arizona inciampò in una radice piuttosto sporgente, e volò addosso a James, che le camminava davanti. James a sua volta finì addosso a Sirius, e tutti e tre finirono in un groviglio umano di lamentele. Ci volle tutta la santa pazienza di Remus per non mettersi ad urlare e scappare via, e per la prima volta si chiese perchè aveva deciso di diventare loro amico.

I tre si erano messi a lottare, divertiti, e gli occhiali di James quasi si ruppero. A quel punto intervenne Elinor, che con la sua diplomazia riuscì ad evitare un omicidio di massa ad opera di Remus.

-Ci siamo quasi...riconosco questa quercia...- annunciò poco dopo il piccolo incidente Elinor, che in realtà sentiva il brusio nella testa sempre più forte.

Sbucarono infatti fuori dal limitare dalla Foresta e James gioì:
-Fortuna che non ci ha beccati la McGranitt!-

-Non ne sarei così sicura, signor Potter- disse una voce alle loro spalle.

La professoressa McGranitt torreggiava su di loro, ed era così arrabbiata da essere bianca in volto.




Nda:


L'autrice è priva di sensi da quando ha visto le 9 recensioni. 9!!!! Cerca invano un modo per ringraziarvi ma, non trovandolo, si arrende alla banalità di un gigantesco GRAZIE, che spera appreziate. Vi prega anche di continuare così, perchè la state riempiendo di gioia :)

Sul serio, spero possa bastare, perchè purtroppo non posso venire a casa vostra a costruirvi un altarino, anche se lo vorrei :)

Ma veniamo al capitolo...volevo spendere due parole su Lily e Chastity. Nel primo libro la Row ci dice che i genitori di Lily erano orgogliosi di lei, e così ho cercato di far vedere quanto fossero felici nel rivederla, ed orgogliosi nel sentirla parlare di Hogwarts. Inoltre secondo me non hanno mai capito sino in fondo quanto Petunia soffrisse, e facesse soffrire Lily, e così la giustificano. Spero che siate d'accordo con me :)

Poooi...Chastity. Secondo me ai tempi della prima guerra il pregiudizio e l'odio erano più radicati che mai, e perciò, come ci insegna la storia di Sirius, avere in una famiglia Purosangue e Serpeverde una Tassorosso doveva essere davvero una vergogna. Spero che la reazione della madre e del padre non via sia sembrata esagerata, ma i Black arriveranno addirittura a diseredare Sirius, perciò...

Bene, detto questo ringrazio le 21 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 5 che la ricordano e le 37 che la seguono: grazie di cuore, ragazzi!!!

Un altro grazie speciale va alle 9 persone che hanno recensito:

Blondie, Jo_94, the_StRaNgE, Gryffindor Queen, Astrasi, AngelMary McCartney, Slab e _Black, non finirò mai di ringraziarvi!!!


Ooookay, ho finito: studio permettendo, ci si legge lunedì prossimo :)


con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 16
*** I wish you a merry Christmas(parte seconda) ***


                                                CAPITOLO 16

                              I wish you a merry Christmas(parte seconda)


La sera della vigilia di Natale gli Elfi domestici di Hogwarts diedero il meglio di loro: prepararono un banchetto con i fiocchi, ricco di cibi tradizionali inglesi e di una quantità di dolci che sarebbe bastata a sfamare due terzi del mondo conosciuto.

Tuttavia a tavola erano ben pochi: tutto il corpo insegnante (Lumacorno quasi svenne di fronte a tutto il ben di dio che aveva davanti) con ovviamente Silente, che sfoggiava un eccentrico abito rosso (per restare in tema, aveva detto di fronte all'occhiata scettica della professoressa McGranitt) e Hagrid, che per tutto il giorno si era dato da fare ad addobbare il castello. Aveva fatto un ottimo lavoro: enormi abeti luccicanti di vera neve circondavano tutto il perimetro della Sala, piccole fatine svolazzavano qua e là e c'erano persino degli gnomi addomesticati, che cantavano canzoni natalizie!

Oltre gli insegnanti, c'erano solo una quindicina di studenti: a Grifondoro c'erano i cinque del primo anno, più un ragazzo piuttosto timido del terzo, un tale Jason Kaine, e a Serpeverde un malevolo Severus Piton, seduto fra la Prefetto Cordelia McLaine ed un tipo dall'aria ebete, un tale Goyle, scrutava arcigno i Grifondoro; a Corvonero un ragazzo piuttosto strambo del quinto anno, tale Xenophilius Lovegood, ed una ragazza del secondo anno, Loraine Fields, che Elinor aveva invitato a sedersi accanto a loro, ed infine a Tassorosso tre ragazzi del quarto anno, Robert Stebbins e Terence Spencer che, sebbene molto amici fra loro, socializzarono volentieri con gli altri, oltre alla Cacciatrice della squadra di Quidditch, Stephanie Rosemberg.

James e Sirius tennero banco per tutta la cena, facendo ridere Silente, e persino la McGranitt, che più volte stirò le labbra severe in un sorriso. Nonostante, insieme ad Arizona e Remus, avessero fatto perdere trenta punti a testa a Grifondoro (i quattro guardavano con estremo orrore il rientro dei loro compagni di casa) e una punizione piuttosto severa (“Non riusciremo mai a strofinare il pavimento dell'aula di pozioni con uno spazzolino da denti in due giorni!” aveva protestato James) i due erano piuttosto allegri, e lo dimostrarono istigando gli gnomi alla lotta, facendo anche scommesse su di loro. Se la McGranitt li vide, fece finta di nulla, forse per buonismo natalizio.

Ad Arizona sembrava di scoppiare, tanto aveva mangiato, e guardava perplessa Peter che, nonostante avesse spazzolato via più cibo di loro, era indeciso se prendere per dessert la torta di mirtilli o il tradizionale pudding; stranamente, quando Elinor disse che la torta di mirtilli era la sua preferita, anche lui se ne servì una fetta generosa.

Remus invece ascoltava piuttosto interessato alcune delle teorie di Xeno Lovegood, anche se non sembrava molto convinto del fatto che ci fossero invisibili creature dalla forma scimmiesca appese al soffitto pronte a balzare su di loro per strappare via le unghie; si chiedeva infatti quale attrattiva potessero avere tali organi per dei mostriciattoli, sempre che i suddetti esistessero davvero.

In generale, un'atmosfera serena e allegra aleggiava su Hogwarts e, dopo cena, Silente, insieme al professor Vitiuos, allestì sul momento uno spettacolino di fuochi artificiali magici, che incantarono gli studenti per un'oretta buona.

Ma, alla fine, venne il tempo di andare a dormire, e la McGranitt si rifiutò di concedere loro di stare alzati fino a mezzanotte. James e Sirius sfoderarono le loro migliori facce da cuccioli, ma, alla luce di quello che avevano appena combinato, la professoressa fu inflessibile.

Così, sazi e tutto sommato contenti, si diressero verso l'accogliente torre di Grifondoro e, mentre salivano le scale, Arizona tirò la manica di James, per farlo rimanere indietro insieme a lei.

-Jamie, se ti confesso una cosa prometti che non ridi?- gli disse, un po' timorosa.

-Ridere? Io? Ti sembro il tipo di persona che riderebbe di fronte ad una confessione?- ribattè lui, ma all'occhiataccia di Arizona assunse una rara espressione seria.

-Dimmi, prometto che farò di tutto per non ridere- la esortò poi, afferrandola al volo mentre quasi volava giù a causa di un gradino scomparso a metà scala.

-Ecco io...- iniziò lei, un po' rossa in faccia per lo spavento, -hopauradidormiredasola!- disse tutto d'un fiato.

-Eh? Potresti ripetere facendo una pausa di almeno cinque secondi fra una parola e l'altra?-

-Ho paura di dormire da sola!- ripetè, per poi piantare saldamente lo sguardo sulle proprie scarpe da ginnastica.

-Aaaaah!!! Almeno non credi all'uomo nero!- esclamò James, un po' sollevato. Arizona arrossì.

-Non credi all'uomo nero, vero?-

-Beh ecco...nessuno ha mai dimostrato che non esiste, no?-

James aprì e chiuse la bocca un paio di volte, seriamente stupito; poi, in uno slancio di maturità, decise di non prenderla in giro...almeno non subito. Avrebbe archiviato l'informazione per poterla usare in momenti più opportuni.

-Ehm, sì. Allora?- disse solamente.

-Beh ecco...Harry è partito per le vacanze, così nella vostra stanza c'è un letto libero...se io, ehm, dormissi con voi?- propose, mentre giungevano davanti al ritratto della Signora Grassa. Remus pronunciò la parola d'ordine, dato che non c'era speranza che la sapessero gli altri, ed entrarono nella calda ma deserta sala comune.

-D'accordo, ma prometti di non fare un occhio nero a nessuno!- rispose James, ed Arizona sgattaiolò subito in dormitorio a prendere l'occorrente per la notte.

Quando Sirius si ritrovò davanti Arizona in affascinante pigiama con renne e cuscino in mano, sbiancò.

-Non ce la voglio qui! Mi farà del male!- piagnucolò, tastandosi l'occhio destro, ora dai colori violacei.

-Suuu Siry non fare così, ha detto che non darà pugni a nessuno!- lo blandì James mentre, aiutato da Remus e Peter, trascinava il letto di Harry accanto al suo, cosicchè lui e Arizona potessero stare vicini.

-Non ci credo! Voglio che dorma con le mani legate!- pretese lui, quasi battendo il piede a terra per capriccio.

-Non dormirò con le mani legate, mi hai preso per un salame?!- fece Arizona inorridita.

-Dai Sirius, se vuoi facciamo cambio di letto, così tu e Arizona starete il più lontani possibili- propose Remus, conciliante come sempre.

-E se vi scavalca tutti e mi salta di nuovo addosso?!- chiese Sirius, neanche Arizona non avesse niente di meglio da fare che balzare addosso a lui.

-Idiota, secondo te anziché dormire sto sveglia per tenderti un agguato?- chiese lei totalmente scettica e alla fine, dopo un'ora, riuscirono a convincere Sirius a farla restare.

Si erano messi tutti a letto, anche un po' appesantiti dall'abbondante cena, quando un cuscino volò attraverso la stanza, e beccò in faccia Sirius.

-Chi è stato?!?!- urlò isterico, travolto dalle piume, ed un risolino colpevole giunse dal letto accanto a quello di James.

-Yankeeeee!!!- tuonò poi, tipo urlo di battaglia, e scaraventò a sua volta il suo cuscino in direzione Arizona. Colpì James, e quello fu il segnale di inizio: si scatenò una sanguinolenta battaglia a colpi di piume, che coinvolse tutti e che terminò solo quando Remus perse quasi un occhio a causa di una sveglia che era volata insieme al cuscino di Peter. Inferocito e lacrimante, li minacciò tutti di morte violenta e riuscì a sedare la rivolta.

Si addormentarono, felici e ammaccati, e Peter prese a russare.

                                                     ******


La mattina di Natale, il primo ad aprire gli occhi fu Remus, svegliato da una vescica fastidiosamente piena. Si diresse verso il bagno per alleggerirsi e, dieci minuti dopo, decisamente più soddisfatto, tornò in camera. Sorrise, notando Sirius barricato nel suo letto a baldacchino, rinforzato stile fortino di guerra, e Arizona e James che si erano addormentati in un'assurda posizione: lei in posizione supina, con la testa schiacciata sulla sua pancia, e lui con le gambe appoggiate sopra il di dietro di lei; chiedendosi come fosse umanamente possibile che Arizona non soffocasse, dato che probabilmente non passava un filo d'aria fra la sua faccia e l'addome di James, spostò lo sguardo su Peter, placidamente addormentato.

Sorrise, Remus. Non aveva bisogno di altri regali di Natale, quando aveva loro, quando Lily e Chastity lo inondavano di lettere, quando Elinor...quando Elinor era sua amica.

Tuttavia, non potè non gioire di fronte alla pila di doni posata ai piedi del suo letto e vi si diresse contento e curioso di esplorarla.

Iniziò a scartare pacchettini e pachetti, e spalancò gli occhi meravigliato, quando vide che i suoi genitori gli avevano regalato ben tre libri. Dovevano essere costati cari, a giudicare dalle belle copertine, e a Remus si inumidirono gli occhi; li asciugò in fretta però, quando si accorse che anche gli altri abitanti della stanza stavano dando segni di vita, forse svegliati dal leggero rumore causato dalle carte che venivano stracciate.

-I regali!!!!- trillò Arizona contenta e, maldestra come sempre, si lanciò verso la sua pila, facendo quasi saltare un molare a James.

Ci fu una mezz'oretta di relativa pace, mentre tutti si dedicavano all'apertura dei doni, sino a quando James annunciò:

-Non ci posso credere-

Incuriositi, gli altri quattro si voltarono a guardarlo.

-Che c'è?- gli chiese Sirius, avvicinandosi. Dopo un attimo, esclamò:

-Non ci posso credere!-

-Ma insomma! A cos'è che non potete credere?- sbuffò Arizona contrariata. Solo allora James si decise a parlare.

-Ho ricevuto un mantello dell'invisibilità!- spiegò, costernato.

-Un cosa?!- chiese Arizona, mentre Remus e Peter si precipitavano verso James, stupiti di fronte ad un oggetto magico così raro.

-Un mantello che rende invisibili, yankee! Possibile che tu sia così ignorante?!- fece Sirius, spazientito, mentre James raccoglieva da terra un bigliettino che era caduto dall'argenteo mantello.

-Io non sono ign...-

-Sssh!!! James, leggilo! Vediamo chi te lo manda- la zittì Remus per una volta poco gentile. Aveva sentito così tanto parlare dei mantelli che rendevano visibili, ed ora ne aveva uno vicino!

- “Tua madre disapprova questa mia decisione di darti il mantello, ma, così come mio padre lo consegnò a me durante il mio primo a Natale a Hogwarts, ora tocca a te averlo. Fanne buon uso, con affetto, tuo papà” …mio padre ha sempre avuto questo mantello e io non l'ho mai saputo!?-disse James, ma non era arrabbiato, anzi, non riusciva a smettere di sorridere.

-Wow...James, provalo dai!- disse Peter, entusiasta quanto gli altri. Chissà se James l'avrebbe condiviso con loro!

Così esortato, James spiegò la sottile e fresca stoffa magica, per poi drappeggiarsela sulle spalle. Di lui rimase visibile solo la testa.

-È sparito!- esclamò Arizona, sbalordita.

-Che sorpresa yankee!!! Servono a questo i mantelli dell'invisibilità, sai?- frecciò Sirius ironico e per tutta risposta Arizona gli fece una brutta linguaccia.

-Faremo grandi cose insieme a questo, lo so!- annunciò James fiero, fissando la sua testa fluttuare nel nulla.

-Potremmo usarlo questa sera! Potremmo girare per tutta la notte per Hogwarts senza essere visti!- disse Arizona, che ancora non si era resa del tutto conto delle meraviglie del mantello.

-Odio dirlo, ma hai ragione yankee!!- si disse d'accordo Sirius, e Peter annuì entusiasta...magari avrebbero scoperto dove si trovavano le cucine!

Tutti guardarono Remus, in attesa.

-Beh...- iniziò lui titubante, pensando alle centinaia di regole infrante,- se ci beccassero sarebbero davvero guai...però...-

-Dai Remus! Nessuno ci beccherà, ci divertiremo tantissimo!- lo incalzò James, con gli occhi nocciola che brillavano e il cervello che frullava.

-Ma abbiamo già fatto perdere 120 punti a Grifondoro!!! Se la McGranitt...-

-Uffa Remmy! Non fare il secchione della situazione!- sbuffò Sirius.

-Va bene! Però non ci staremo mai in cinque sotto il mantello- acconsentì alla fine Remus, e gli altri quasi lo travolsero per abbracciarlo.

-Beh faremo a turni! Tre una volta, tre la seconda- propose Arizona, logica.

-Ma così sono sei- fece notare Peter, perplesso. Okay che non era una cima di matematica, però fino a tre più tre ci arrivava...

-Beh, io pensavo ad Elinor...non intendi dirle del mantello?- chiese Arizona a James. Lui esitò un attimo, ma poi gli venne in mente che anche Elinor si era beccata una punizione e aveva fatto perdere trenta punti alla sua casa pur di venirlo a recuperare nella foresta, e così annuì.

-Certo, glielo possiamo dire, ma solo a lei. La Evans è sicuro che lo spiffera alla McGranitt!- precisò e Arizona, pur dispiaciuta di non poter condividere quelle avventure con Lily, annuì.

Così, separandosi a malincuore del mantello, scesero a colazione, dove si affrettarono ad aggiornare Elinor sulle novità.

Severus al tavolo dei Serpeverde, li guardava confabulare malevolo. Stavano organizzando qualcosa contro di lui? Non credeva che la ragazzina bionda e quel Lupin avrebbero partecipato ad uno scherzo ai suoi danni, ma Black e Potter erano così malefici da poterli coinvolgere.

Nei tre mesi passati a Hogwarts lo avevano spesso preso in giro, deriso, e reso vittima di dispetti di cattivo gusto. Sapeva che Lily lo difendeva, quando credeva che lui non se ne sarebbe accorto, ma quei due perseveravano. Tuttavia non lo degnarono d'uno sguardo, e lui tornò alla sua colazione.

Anche Elinor, mostrando un certo sprezzo per le regole in perfetto stile Grifondoro, si disse entusiasta di partecipare alla spedizione notturna, e si accordarono per trovarsi alle undici alla Torre di Corvonero. Remus e Peter si erano offerti di fare il turno con lei, così James dovette subirsi le lamentele di Arizona che non voleva stare con Sirius, e di Sirius che temeva violenze fisiche da parte di Arizona. Ma erano talmente entusiasti che smisero presto di litigare.


                                           ******


L'esplorazione di Peter, Elinor e Remus si concluse senza troppi incidenti. Avevano approfittato del mantello soprattutto per rubacchiare qualche libro dalla biblioteca, per cercare senza successo le cucine, e per guardare le stelle stesi sul pavimento della Torre di Astronomia, al caldo sotto i loro pesanti mantelli. Terminate le due ore pattuite con James, i due Grifondoro accompagnarono al suo dormitorio Elinor, che li ringraziò con un timido bacio sulla guancia ciascuno. I due erano ancora rossi in viso quando tornarono alla Torre di Grifondoro, dove trovarono James, Arizona e Sirius in loro trepidante attesa.

Si scambiarono poche parole, impazienti di girovagare indisturbati per Hogwarts, ed infine sparirono sotto il mantello.

-Mi hai pestato un piede!-

-Non l'ho fatto apposta yankee!-

-Invece sì!-

-No!-

-Smettetela! Pensiamo a dove vogliamo andare- li zittì James, che già non li sopportava più. Chissà se esisteva un incantesimo per far tacere la gente...

-Siamo arrivati al punto da farci zittire da James- borbottò Sirius, ma poi stette in silenzio.

Hogwarts di notte era meravigliosa.

Senza le migliaia di studenti ad affollarne i corridoi, senza la fretta di dover correre da una lezione all'altra, senza la paura di essere colti in flagrante...Hogwarts era meravigliosa.

Arizona sentiva il cuore scoppiare di gioia. Non era mai stata così felice in vita sua come in quel momento, lì, con Hogwarts ai suoi piedi. Sfiorò la bacchetta che teneva nella tasca della vestaglia, ed una piccola lacrima di contentezza scivolò lungo la sua guancia. Era una strega, aveva degli amici che l'apprezzavano -tolto Sirius, chiaramente- cosa che non era mai successa nelle precedenti scuole americane, e poteva vagare invisibile, libera di assorbire ogni piccola briciola di magia che trasudava da quelle mura.

-Che fai, piangi?- le sussurrò Sirius; James era troppo occupato ad osservare le coppe di Quidditch contenute nella sala trofei, dove si trovavano in quel momento.

-No- rispose Arizona, asciugandosi l'unica lacrima.

-Sì, invece. Ti ho visto!- insistette l'altro.

-Okay, piangevo!- si arrese alla fine Arizona e la sua risposta parve spiazzare Sirius.

-E perchè? Sei triste? Non che mi interessi particolarmente, sia chiaro- precisò.

-Non sono triste- rispose Arizona, un po' spazientita.

-E allora perchè piangevi?- Sirius era evidentemente stupito.

-Non si piange solo per tristezza sai? Piangevo perchè sono felice- spiegò Arizona, con un piccolo sorriso.

-Mah, queste femmine...- borbottò Sirius poco convinto.

Dopo la sala trofei, passarono all'aula di Trasfigurazione, dove non resistettero alla tentazione di scrivere alla lavagna un “Buon Natale, Minny!” e, dirigendosi verso l'aula professori, assestarono un bel calcio a Mrs Purr. Una volta giunti nella sala insegnanti sbirciarono nei cassetti dei prof, e, frugando in quello di Ruf, trovarono i temi sulle rivolte dei goblin del 1000 a.c che avevano fatto prima di Natale: con loro grande stupore, avevano preso una D tutti e tre!

-Sarà che non avevamo studiato molto?- chiese Sirius perplesso.

-Può essere, sì- convenne Arizona, e James estrasse la bacchetta.

-Che fai?- gli chiese Sirius, vedendolo concentrato.

-Cerco di ricordarmi la formula che mia madre usa sempre per sbiancare le camicie macchiate di inchiostro di mio padre, così modifichiamo i voti...ah, ecco, ci sono! Polio!- bisbigliò James sul proprio tema, e la D scomparve.

-Ha funzionato! Fallo anche con il mio!- lo pregò Arizona, non pensando minimamente all'illegalità di tale azione, e così le tristi D divennero sorridenti A. Sirius avrebbe voluto addirittura mettere O, ma James aveva saggiamente fatto notare che il cambiamento sarebbe stato troppo evidente.

Cercarono anche il cassetto della McGranitt, per vedere se magari teneva lì il test di Trasfigurazione che avrebbero fatto dopo le vacanze, ma evidentemente la professoressa era troppo saggia per lasciare così incustodite le sue terribili verifiche.

Stavano per andarsene, quando a Sirius venne un'idea geniale.

-Scambiamo le fialette di Pozioni?- propose, con un ghigno sul volto.

-Sì! Come ho fatto a non pensarci...- rispose James e si fiondarono sul cassetto di Lumacorno. Il professore di Pozioni non era stato così accorto come la McGranitt, e così le piccole ampolle contenenti il Filtro Tiramisu, che portava una temporanea sensazione di pace, erano lì in bella vista.

-Ecco quella di Piton! Cambiamo l'etichetta e mettiamoci il nome di James, che tanto avrà fatto schifo- disse Sirius, e si beccò un pestone di disapprovazione da parte dell'amico.

Arizona si prese invece la pozione di Desdemona Mulciber, piuttosto brava con gli intrugli anche lei, e Sirius quella di Lexi Lowell, compagna di dormitorio di Chastity e promettente pozionista.

Soddisfatti di aver decisamente migliorato le loro medie scolastiche, i tre Grifondoro ritornarono al dormitorio, dove trovarono Remus e Peter già addormentati. Si misero a letto a loro volta, e prima di scivolare nel sonno, James sogghignò:

-Voglio proprio vedere la faccia di Mocciosus!-






Nda:


Eccomi qui, puntuale (per una volta :P)

Ho immaginato che anche James avesse ricevuto il mantello da suo padre, e che, essendo uno che si fida degli amici (anche troppo) non avesse problemi a dividerlo con gli altri. Tolta Lily, per ovvi motivi, e Chastity, che comunque non era lì presente.

Beh questa volta non ho molto da aggiungere, lascio a voi ogni commento, sperando che siano numerosi come gli ultimi due capitoli...ragazzi, 9 recensioni!!!! 9 recensioni!!!!! Ma vi rendete conto?!?! Sono felicissima!!! Non so davvero come ringraziarvi, se non dicendovi che le vostre recensioni mi spingono a dare sempre il meglio. Grazie.

Grazie anche alle 22 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 5 che la ricordano e le 37 che la seguono: spero davvero che questi numeri possano salire sempre più!!!

Bene, anche per oggi ho finito...non vi prometto nulla, perchè gli esami mi stanno mangiando viva, ma spero di riuscire ad aggiornare lunedì/martedì prossimo :)


con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 17
*** Saving Chastity (parte prima) ***


                                                 CAPITOLO 17

                                      Saving Chastity (parte prima)


-Potresti smetterla di rosicchiarti le unghie? Mi stai dando sui nervi-

-Tanto meglio, allora!-

-Merlino, se sei mai esistito, ti prego, toglile i poteri! Così se ne andrà!- sbuffò Sirius Black, decisamente abbattuto.

Per tutta risposta Arizona Anderson sorrise maligna, per poi riprendere a mangiarsi le unghie direttamente nell'orecchio di Sirius. Osservandoli, Remus e James sorrisero di nascosto. Quando voleva Arizona sapeva essere decisamente seccante, e Sirius purtroppo lo stava scoprendo a sue spese. Comunque, per una volta, non aveva tutti i torti: Arizona aveva le unghie talmente smangiucchiate che spesso le sanguinavano, e non raramente la si poteva vedere con le dita tutte incerottate. Si rifiutava di andare da Madama Chips per una sciocchezza del genere, e preferiva ricorrere ai vecchi e sani metodi babbani.

-Ti sanguineranno di nuovo, comunque- disse Elinor, come se avesse letto nel pensiero dei suoi amici.

Arizona fece spallucce, ma poi il suo sguardo si illuminò:

-Lily!-

Anche Elinor e gli altri si voltarono verso l'entrata della biblioteca, che Lily Evans aveva appena varcato con un gran sorriso. Sorriso che si spense leggermente quando vide James e Sirius, i quali per tutta risposta sfoderarono due ghigni strafottenti. Dimostrando grande maturità, Lily si diresse ugualmente verso il loro tavolo e si sedette fra Arizona ed Elinor. I compiti vennero immediatamente messi da parte, anche se la rana con cui James si stava esercitando implorava di tornare alle sue normali dimensioni.

-Quando sei arrivata?- chiese Arizona gioiosa, stringendola in un abbraccio che Lily ricambiò felice.

-Un'ora fa. Sono passata a salutare Severus...- e James e Sirius fecero finta di vomitare, ed Arizona dovette tirare un forte scapellotto a entrambi, -...e poi sono venuta a cercarvi- concluse Lily, sempre applicando la politica del “ignoriamo i deficenti”.

-Come mai in biblioteca di prima mattina?- chiese poi.

Erano infatti solo le nove del mattino del loro ultimo giorno di vacanza, eppure il tavolo occupato dai suoi amici era già ingombro di pergamene e libri scarabocchiati.

-Dobbiamo finire i compiti delle vacanze...sai, siamo rimasti leggermente indietro- replicò Arizona.

-Ah! Allora avete avuto delle vacanze impegnative, se non siete riusciti a fare tutti i compiti- insinuò Lily, leggermente severa.

Le sue parole furono seguite da parecchi sguardi imbarazzati.

-Ecco Lily...- iniziò Remus titubante, -abbiamo come dire...fatto perdere un po' di punti alle nostre case-.

-Un po' di punti...quanti? E come soprattutto?!- domandò la Evans, puntando immediatamente i suoi accusatori occhi smeraldini su James e Sirius.

-Ehi non ci guardare così Evans! Non è mica detto che c'entriamo noi!- si difese James oltraggiato.

-Sì, come se potessi credervi!- sbuffò Lily, -allora?-

-Ehm...allora un giorno ho proposto di giocare a nascondino...sai, ci stavamo annoiando e non avevamo molto da fare...- iniziò Arizona torturandosi una pellicina del pollice destro.

-Io ed Arizona ci siamo messe a contare, mentre loro quattro si nascondevano...- proseguì Elinor, indicando con la mano i ragazzi -filava tutto liscio sino a quando ci siamo accorti che Jamie e Sirius mancavano da...mmh... tre ore-

-Tre ore?!?! Lo sapevo che in qualche modo c'entravate voi! Scommetto che avete fatto qualcosa di straordinariamente stupido, come nascondervi nella Foresta Proibita!- esclamò Lily arrabbiandosi. Silenzio imbarazzato.

-Non vi siete andati a nascondere sul serio nella Foresta Proibita, vero?-

I due criminali non ebbero neanche la decenza di arrossire, ed anzi sostennero fieramente lo sguardo di Lily. Sapevano di essere in torto, ma non l'avrebbero ammesso davanti a lei neanche sotto tortura.

-Si! E allora? Era un'idea furba!- ribattè James orgogliosamente.

-Un'idea furba?! Ma dico, siete scemi? Com'è potuta saltarvi in mente una cretinata del genere?- saltò su Lily, furiosa. Teneva al rispetto delle regole e alla conquista della Coppa delle Case da parte di Grifondoro, ed il fatto che quei due imbecilli avessero fatto perdere dei punti per una sciocchezza del genere la mandava in bestia.

-Beh comunque sono andati davvero nella Foresta...- s'intromise Remus, che trovava Lily seriamente spaventosa quando si arrabbiava. Un po' come Arizona che, quando la McGranitt aveva tolto loro tutti quei punti, aveva sbranato Sirius urlandogli le peggio cose, e lui aveva avuto talmente tanta paura che era corso a nascondersi nel dormitorio per tutto il pomeriggio.

-...e siccome faceva freddo ed era sceso il buio siamo andati a cercarli. Peter è rimasto qui, e quando non ci ha visto tornare è andato a chiamare la McGranitt- concluse Remus e quando gli occhi di Lily si posarono su Peter la sua espressione si addolcì. Peter fu preso dalla voglia di nascondersi sotto il tavolo, dato che Lily lo metteva in soggezione, ma lei sorrise.

-Almeno lui ha fatto una cosa sensata!- commentò, e a Peter si colorarono le guance di rosso.

-E tu hai passato delle belle vacanze, Lily?- s'intromise Elinor, prima che la situazione degenerasse, dato che Sirius aveva già aperto bocca per dire qualcosa che avrebbe sicuramente fatto saltare i nervi a Lily.

-Sono state...piacevoli- rispose lei cauta, ripensando ai silenzi ostili di Petunia e agli sguardi delusi che i suoi genitori avevano cercato di mascherare. Arizona capì che Lily non aveva voglia di parlarne davanti ai ragazzi e così cambiò ancora una volta argomento.

-E notizie di Chastity, invece?- domandò, sperando che Lily ne sapesse qualcosa di più. Dopo le prime lettere che si erano scambiate all'inizio delle vacanze Chastity aveva smesso di rispondere, e tutti erano molto preoccupati. Sentivano che c'era qualcosa che non andava nelle mancate risposte della Tassorosso e soprattutto Remus, che sapeva qualcosa dei problemi che Chastity aveva in famiglia, temeva che le fosse successo qualcosa di brutto. Non sapeva cosa, ma aveva una sensazione spiacevole.

-Speravo che voi poteste dirmi qualcosa in più- replicò Lily, colta alla sprovvista. Arizona ed Elinor si scambiarono uno sguardo preoccupato.

-Per quello che so dei Rosier, potrebbero benissimo aver sequestrato il gufo di Chastity- disse Sirius, per una volta serio. La scorsa estate gli era capitato di vedere Olympia Rosier arrabbiata, ed era quasi più terribile di sua madre.

-Ma dai! Quale genitore sano di mente farebbe una cosa del genere?!- chiese James incredulo.

-Credo che il punto cruciale sia “sano di mente”- replicò Sirius e un'ombra di gelo scese sul suo viso. Era in quei rari momenti che si vedeva uno sprazzo della sofferenza che provava, e dopo le sue parole nessuno seppe cosa dire.

-Che ne dite di un po' di cioccolato?- propose Arizona, tentando di smorzare la tensione.

-Ottima idea!- concordò Remus illuminandosi. Decisamente lui ed Arizona condividevano la stessa passione per quel particolare dolciume.

-Vado a prenderlo allora- disse Arizona e Lily colse l'occasione per seguirla.

-Vengo anch'io, così disfo la valigia- si aggiunse.

-Aspettatemi, vi seguo- disse Elinor ed in un baleno le tre ragazze erano scomparse.

-Scommetto dieci Cioccorane che stanno facendo una di quelle diaboliche riunioni fra ragazze- osservò James, perplesso.

-Già! Confronteranno i regali che hanno ricevuto per Natale, spettegoleranno e diranno sicuramente qualcosa di cattivo su di noi- osservò Sirius, solidale.

-Ma andiamo! Lily, Elinor e Arizona non sono pettegole!- le difese Remus, giusto come sempre.

-Uuuh-uuuh a Remmy-Remmy piace qualcuna di loro!- Sirius non perse occasione per stare zitto. Gli altri frequentatori della biblioteca lo guardarono male, dato che aveva alzato la voce, ma lui ovviamente se ne infischiò.

-Remmy-Remmy in love!- James non era da meno.

-Smettetela! Non mi piace nessuna!- tentò di difendersi Remus e Peter si fece attento.

-Ma daaiii, a chi vuoi darla a bere?! Chi è, chi è?- insistette Sirius, tornato allegro.

-Non è nessuna! Nessuna mi piace, okay?- chiarì Remus, fucsia.

-Suuuu puoi confidarti con zio Jamie!- disse James con aria paterna.

-James credimi, anche se mi piacesse qualcuna, e giuro che non è così, non lo verrei a dire a te!- ribattè Remus, aprendo a caso il libro di Trasfigurazione.

-Come no? Io sono il massimo della discrezione! Vero Siry, che io sono il massimo della discrezione?-

-Certo, Jamie! Sei proprio il massimo della discrezione- gli diede man forte l'altro e Remus accolse con gioia traditrice l'avvicinarsi di Madama Pince.

-Potter, Black! Dovete smetterla di disturbare!- sibilò furiosa la bibliotecaria, ma, quando si accorse che una rana di dimensioni anormali saltellava pietosamente da una parte all'altra del tavolo, perse definitivamente le staffe.

-Non lo sapete che è proibito portare animali in biblioteca?! Fuori di qui, subito!-

-Animali...?- fece James perplesso, poi si ricordò che si stava allenando con la Fattura Gonfiante, e si affrettò a cacciare la povera rana nella borsa.

-Li scusi, Madama Pince. Andremo a studiare da un'altra parte- disse Remus, gentile. La bibliotecaria si addolcì: nutriva una particolare simpatia per quel ragazzino sempre così educato e gentile, e proprio non capiva come facesse a frequentare quei due perdigiorno di Potter e Black. Alla fine Madama Pince li lasciò andare senza ulteriori ramanzine, ed i quattro si ritrovanono sbattuti fuori dalla biblioteca per l'ennesima volta.

-Prima o poi ci bandiranno- osservò Remus, afflitto.

                                                ******


Chastity Rosier aveva il cuore in gola.

Appoggiata contro la parete che separava l'anticamera dalla sala da pranzo, cercava di ascoltare quello che i suoi genitori si stavano dicendo.

Erano state delle vacanze infernali.

Per i primi giorni era riuscita a stare relativamente bene, sebbene suo fratello le rivolgesse parola solo per dire cose sgradevoli ed i suoi genitori si comportassero come se lei fosse invisibile, ed aveva sperato che le cose continuassero in quel modo. Riceveva regolari lettere da Hogwarts e aveva riso di gusto quando aveva letto della disavventura nella Foresta Proibita. Aveva fatto tutti i compiti senza troppe difficoltà ed il giorno di Natale aveva affrontato il tradizionale pranzo fra Purosangue con una parvenza di serenità.

Ma poi tutto era cambiato. Influenzati dalle parole delle altre famiglie della loro classe sociale, i Rosier si erano sentiti ancor più pieni di vergogna. Avevano parlato con i Black, e Walburga aveva confidato ad Olympia di aver proibito a Sirius di tornare a casa per le vacanze. Non voleva avere davanti agli occhi quello sciagurato, aveva detto, ed i Rosier si erano pentiti di aver riportato Chastity a casa. Avrebbero fatto meglio a far finta di non avere una figlia Tassorosso, avevano detto, e così si erano impegnati al massimo per rendere le sue vacanze un inferno: le avevano tolto il gufo e l'elfo domestico, tolleravano la sua presenza solo ai pasti e non le permettevano di uscire.

Ma quando credeva di aver toccato veramente il fondo, Chastity aveva scoperto che i suoi genitori stavano pensando di non farla tornare a Hogwarts. Sapeva che il suo destino dipendava dalla riunione che stavano tenendo in soggiorno in quel momento, e con il cuore che batteva all'impazzata cercava di capire cosa si stessero dicendo.

-Forse dovremmo farla educare in casa- stava dicendo sua madre.

-Almeno non dovremmo continuare a sopportare la vergogna di avere una Tassorosso in famiglia...- commentò suo padre. Chastity sentì una lacrima scorrere lungo la guancia, e la asciugò furiosamente. Non si sarebbe fatta trovare in lacrime da loro.

-E chissà, l'anno prossimo potremmo chiedere a Silente di farle rifare lo Smistamento. Siamo una famiglia potente, non potrà dirci di no- suggerì Olympia arrogante, credendo come sempre che tutto le fosse dovuto perchè era una Purosangue.

-Sai che quel babbanofilo di Silente non sta agli ordini di nessuno. Ah, se solo le cose fossero diverse! Ma come potremmo giustificare il suo mancato rientro?- domandò Petreus alla moglie.

-Diremo che si è ammalata. Nessuno oserà venire a controllare se è vero-.

Chastity si sentì morire dentro. Avevano ragione. Nessuno sarebbe andato a verificare se davvero era ammalata.

Si lasciò scivolare lungo la parete, sino a trovarsi seduta a terra.

Come avrebbe fatto a fuggire da quella che era diventata a tutti gli effetti una prigione? Era troppo giovane per conoscere incantesimi utili a tale fine, e senza gufo non avrebbe potuto scrivere a nessuno!

Sentendo il grattare di sedie che venivano spostate si affrettò ad alzarsi e a correre in camera sua.

Si sedette sul letto a gambe incrociate, e si mise a riflettere. Doveva fare qualcosa. Non poteva lasciare che la tenessero prigioniera a vita. Faceva male al cuore rendersi conto che i propri genitori tenevano più al loro buon nome che alla loro figlia, ma Chastity doveva imparare ad essere forte, più forte di loro.

Si asciugò le lacrime e cercò di pensare con lucidità a come si sarebbero comportati i suoi amici in una situazione del genere. James avrebbe organizzato una fuga spettacolare, con tanto di diversivo, mentre Remus e Lily avrebbero usato il cervello. Elinor sarebbe ricorsa alla logica e avrebbe agito in silenzio, senza destare sospetti. E Arizona e Sirius...beh probabilmente l'avrebbero uccisa, se avessero saputo che stava pensando a loro in quei termini, ma Chastity li vedeva estremamente simili: avrebbero affrontato la situazione di petto, con coraggio e fierezza, anche a costo di fallire. Prima agire, poi riflettere.

Pensare ai suoi amici le aveva risollevato il morale, e decise che per uscire indenne da quel pasticcio avrebbe dovuto usare sia l'astuzia che il coraggio. Doveva impossessarsi a tutti i costi di un gufo, e chiedere aiuto. Ma a chi? Se si fosse rivolta a Silente e lui fosse venuto a casa loro, l'ira dei suoi genitori sarebbe stata terribile.

Non le restava che chiedere aiuto a Lily e agli altri. Volle credere che loro avrebbero saputo cosa fare.

Un gufo, un gufo...dove trovarlo? Non sapeva dove avevano nascosto il suo, ma sapeva che Evan ne aveva uno tutto suo. Il problema era che Evan se ne stava sempre in camera. I suoi genitori pretendevano il massimo dei voti, ed Evan, ansioso di compiacerli, si impegnava nello studio. Scendeva a pranzo, ma di sera amava stare con loro, discutendo di politica e commentando con disprezzo come stessero cambiando i tempi, neanche avesse settant'anni.

Chastity decise che la sera era il momento migliore per intrufolarsi in camera di suo fratello. Tutti l'avrebbero creduta a letto, e lei avrebbe avuto il tempo di agire.

Rincuorata, andò a sedersi alla scrivania e, estratte piuma e pergamena, iniziò a scrivere. Si rendeva conto di sembrare psicopatica, ma non aveva tempo di indorare la pillola né di perdersi in giri di parole.

Scrisse una lettera breve ma coincisa e la piegò accuratamente, in attesa di poter agire.


                                                 ******


Severus Piton era di cattivo umore.

Aveva passato tutte le vacanze in attesa del ritorno di Lily, ma quella mattina lei aveva passato con lui a malapena mezz'ora.

Certo, avevano chiacchierato delle vacanze, lei gli aveva raccontato di quanto fosse stata dura con Petunia e lui le aveva confessato di non aver ricevuto neanche un biglietto d'auguri di parte dei suoi genitori, ma poi Lily si era congedata. Aveva detto di voler passare a salutare i suoi amici Grifondoro e che era preoccupata per una certa Chastity di Tassorosso (di cui a Severus non importava assolutamente nulla), e si era volatilizzata. Ed ora, non si era ancora presentata a pranzo. Nessuno di loro era venuto a pranzo.

Se la immaginò a ridere con quel Potter o con Black, e una rabbia irrazionale lo invase. Sapeva che lei li detestava quanto lui, ma in quel momento non riusciva a pensare con lucidità.

Infilzò con troppa veemenza una patata arrosto, ed ancora una volta si girò verso l'ingresso della Sala Grande per vedere se Lily era arrivata.

-Qualcuno è nervoso, eh?- gli diesse Daniel Avery, con il suo solito ghigno compiaciuto.

-Non sono affari tuoi- gli rispose Severus, indifferente. Ma perchè non arrivava? La Sala era di nuovo piena, ora che quasi tutti gli studenti erano ritornati al castello, ma della chioma rossa di Lily non c'era traccia.

-Uh, Piton...perchè sei sempre così scorbutico? Fra compagni ci si deve parlare- lo canzonò ancora Avery ed al suo fianco quei due smidollati di Wilson e Todds annuirono. Piton li considereva senza cervello, bravi solo a seguire come dei cagnolini Avery.

-Non sono scorbutico. Sono di poche parole- replicò, dato che Avery non sembrava volerlo mollare.

-Mmmh, di poche parole....però con la tua amichetta Grifondoro non sei così silenzioso, eh?- insinuò Daniel, divertendosi a metterlo in difficoltà. Severus si irrigidì, e avrebbe voluto urlargli di non nominare Lily, ma si trattenne.

-Parlo solo con chi se lo merita- disse invece.

-Ed una sporca Babbana Grifondoro merita la tua attenzione?- chiese Avery, al quale non era piaciuta per niente la risposta di Severus.

Severus fece per rispondere, ma in quel momento Lily fece il suo ingresso in Sala. Camminava vicino alla biondina sua compagna di Casa e prima di sedersi al tavolo dei Grifondoro salutò una ragazza dai capelli scuri, che si diresse invece a Corvonero. Dietro di lei, notò Severus con orrore, venivano proprio Black e Potter, insieme a Lupin e a quell'altro ragazzo cicciottello spesso vittima degli scherzi dei Serpeverde.

-Imparerei le Maledizioni Senza Perdono solo per poterle usare su quei due- commentò Avery, che aveva seguito il suo sguardo e Severus, dimentico del suo proposito di difendere Lily, si ritrovò ad annuire.

Lily non aveva neanche guardato nella sua direzione.




Spazio Autrice:


Non so con quale coraggio mi sto ripresentando qui, sul serio. Devo chiedervi perdono, perchè è un mese che non aggiorno ed il capitolo non è neanche un capolavoro...però eccomi qui.

Sono stata davvero impegnata con gli esami, ma almeno ne è valsa la pena, dato che li ho passati tutti :) lo so, non ve ne importa nulla e anzi starete pensando “Ritirati! Non frega più nulla a nessuno di te e della tua storia!!” però meritavate una spiegazione.

Beh cosa dirvi, se non chiedervi ancora umilmente scusa e sperare che vogliate ancora seguirmi e lasciarmi qualche recensione. Non oso sperarci, in realtà, ma forse potrebbe avvenire un miracolo :)

Venendo al capitolo...in realtà non succede granchè, diciamo che la vera azione di salvataggio di Chastity si svolgerà nel prossimo capitolo, però volevo far vedere come il legame fra i vari personaggi sta crescendo. Soprattutto mi interessava sottolineare come piano piano si stia aprendo una crepa nel rapporto fra Lily e Severus, crepa che, come tutti sappiamo, nel quinto libro porterà ad una rottura definitiva.

Non ho molto altro da aggiungere, se non che posso promettervi che d'ora in poi gli aggiornamenti dovrebbero essere più regolari, sempre se questa storia merita di essere continuata. Per ora con gli esami dovrei essere a posto, ne ho solo più due rispettivamente a fine giugno e a inizio luglio, perciò dovrei avere tempo di scrivere.


Mi scuso ancora e passo a ringraziare le 22 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 6 che l'hanno fra le ricordate e le 41 che la seguono...so che non mi merito questi onori, ma vi ringrazio davvero di cuore!!!

Infine, un grazie enorme e pubblico va alle mie “recensitrici” Lizzyluna, Shizue Asahi, AngelMary McCartney, Sissigryffindor e Slab....grazie di cuore ragazze, spero davvero di meritare ancora bellissime recensioni come quelle che mi avete lasciato!!!

Con affetto, una Miss_Slytherin implorante :)

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Capitolo 18
*** Saving Chastity (parte seconda) ***


                                                 CAPITOLO 18

                                    Saving Chastity (parte seconda)


Arizona Anderson era quasi sprofondata in un magnifico sonno ristoratore quando venne svegliata da un fastidioso ticchettio.

Scocciata e al limite dell'arrabbiatura, si tirò su a sedere, facendo scivolare via le calde coperte, e si diresse verso la grande finestra al fondo della stanza.

Gettò anche un'occhiataccia alle sue compagne beatamente addormentate: Mary come al solito russava, Erin sosteneva un'animata conversazione con un immaginario folletto e Samantha dormiva con un'espressione serena. Lily invece si era attardata in sala comune, con un buon libro in mano. Così, Arizona era stata l'unica ad aver sentito il gufo, e ad averlo raccolto prima che lo sventurato animale fosse ucciso dal freddo di gennaio.

Sebbene irritata, slegò con una certa curiosità il messaggio portato dal pennuto, al quale diede un pezzo di biscotto come ricompensa.

Ma, non appena ebbe letto le prime tre righe, Arizona sbiancò.

Cercò di pensare rapidamente al da farsi, ma l'unica cosa che le venne in mente fu di infilarsi vestaglia e pantofole e precipitarsi verso la porta. Una volta scesa in sala comune, tappa obbligatoria per raggiungere le stanze dei ragazzi, fece attenzione a non farsi udire da Lily. Qualcosa le diceva che era meglio così, e fortunatamente la sua amica doveva essersi addormentata con il libro in mano. Senza troppi incidenti, riuscì a raggiungere il dormitorio del primo anno, e dopo averne spalancato la porta come se fosse di casa, si diresse a passo sicuro verso il letto di James.

-Lumos!- sussurrò estraendo la bacchetta ed il getto di luce colpì in faccia il povero Grifondoro.

-Arizona!- strillò, irritato.

-Ma perché la yankee è sempre qui, perché? Cos'ho fatto di male? Non ho mai ucciso nessuno!- si lamentò Sirius, destato dall'urlo di James.

A quel punto anche Remus si svegliò, seguito da Peter; Harry, che aveva il sonno decisamente pesante, continuò a ronfare bellamente.

-Ragazzi, abbiamo un serio problema- annunciò Arizona apocalittica, sedendosi vicino a Remus.

-Tu?- ironizzò Sirius, ma Arizona non era in vena di scherzare.

-Idiota! È una cosa seria! Sirius aveva ragione: i Rosier avevano sequestrato il gufo di Chastity, ed ora non vogliono più farla tornare a Hogwarts!- spiegò ansiosa, tendendo ai ragazzi la lettera ricevuta poco prima. Quando ebbero finito di leggerla, l'allegria era svanita dai loro volti e tutti e quattro avevano assunto espressioni preoccupate.

-Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo lasciarla lì!- disse James, in tono ovvio. Arizona lo guardò, impietosita.

-Secondo te perché sono qui?! Da sola non posso certo fare nulla!- replicò lei, esasperata.

-Perché non si è rivolta a Silente? Noi siamo solo al primo anno, non possiamo fare molto per aiutarla...- osservò Peter, spaventato all'idea di partecipare ad una qualche missione pericolosa.

-Se i Rosier si fossero visti piombare Silente in casa se la sarebbero presa ancor di più con Chastity...- spiegò Sirius, conoscendo il tipo di gente.

-Giusto. Dobbiamo aiutarla noi...ma come? Non c'è modo di uscire da Hogwarts, né tanto meno di raggiungere casa Rosier! Non sappiamo volare, non sappiamo Smaterializzarci, cosa che comunque non si potrebbe fare a Hogwarts...come la raggiungiamo? E come la salviamo?- chiese Remus, facendo il punto della situazione. Facce sconfortate ed un silenzio preoccupato seguirono le sue parole.

-Ehi Jamie...- iniziò poco dopo Arizona titubante, -come si chiama quella cosa che abbiamo usato a casa tua quest'estate, per andare a Diagon Alley?-

James si illuminò:

-La Polvere Volante! Sei geniale Arizona! Quella possiamo usarla persino noi!-

-Già, ma dove la troviamo? E dove troviamo un camino collegato alla Metropolvere? E come facciamo a sapere che il camino dei Rosier non è sigillato?- domandò Remus, al quale purtroppo spettava il ruolo di trovare pecche nel piano e frenare l'entusiasmo dei suoi amici. Peter li ascoltava, ma non sapeva dare alcun contributo utile alla discussione.

-Il camino dei Rosier è aperto: a mia madre non piace Smaterializzarsi, e quando li andiamo a trovare usiamo la Polvere Volante- osservò Sirius, entusiasta all'idea di un'avventura fuori Hogwarts.

-Bene, direi che usare la Polvere Volante sia la cosa migliore, allora...- commentò Remus, e James si illuminò di nuovo.

-Ehi, il camino di Silente deve essere sicuramente aperto! Un sacco di studenti sono passati di lì, per tornare a casa per Natale!- esclamò, mentre il piano Salviamo Chastity prendeva sempre più forma nella sua mente.

-Giusto! Allora abbiamo deciso di usare la Metropolvere passando per il camino di Silente...e poi credo che ci serva il mantello!- suggerì Arizona, e alle occhiate incuriosite degli altri aggiunse:

-Come facciamo a muoverci per Hogwarts e a non farci beccare dai genitori di Chastity se non usiamo il mantello?!-

-Aaaah...giusto. Questa sera mi sorprendi, yankee- concordò Sirius, infastidito per non averci pensato lui.

-Però il mantello ne copre tre, massimo quattro. Chi di noi dovrebbe andare?- domandò Peter, in un tono che suggeriva che lui non intendeva muoversi di lì.

-Già...io direi che Sirius dovrebbe partecipare: conosce casa di Chastity, e può muoversi con più sicurezza- disse Remus, e Sirius annuì convinto in risposta.

-Il mantello è mio, quindi ci vado- annunciò James, che non avrebbe rinunciato ad un'avventura del genere per nulla al mondo.

-Anch'io voglio venire!- si lamentò Arizona, che possedeva un lato decisamente spericolato.

-Ma sei inutile!- l'accusò Sirius.

-Non è vero! E poi io ho dato l'allarme, me lo merito!- lo rimbeccò Arizona, e Remus ritenne saggio intervenire, prima che svegliassero Harry.

-Arizona può andare. Io e Peter dovremmo restare qui, ed organizzare un diversivo, o inventare una scusa, nel caso qualcuno si accorgesse che non siete al castello. Credo di essere un tantino più credibile di voi- osservò Remus, fingendosi superiore e beccandosi una manata da Sirius per questo motivo.

-Ed Elinor e Lily? Le coinvolgiamo?- chiese Arizona, ma in parte conosceva la risposa.

-La Evans no! Non deve sapere del mantello- replicò infatti James e Sirius aggiunse:

-Però Elinor può aiutarci. Anche lei è stata spesso a casa Rosier, e a differenza mia qualche volta è salita anche ai piani superiori-

-Già, e poi mi è sembrato che avesse un buon senso dell'orientamento...l'altra volta ci ha portato fuori dalla Foresta senza difficoltà- osservò Remus, non sapendo che più che senso dell'orientamento Elinor possedeva un vero e proprio potere.

-Vero...allora noi tre prendiamo il mantello, andiamo da Elinor, le spieghiamo cosa sta succedendo e in qualche modo ci introduciamo nell'ufficio di Silente, dove c'è un camino e della Polvere Volante- riassunse Arizona e gli altri annuirono.

-Ma come entrerete nello studio di Silente?- chiese Peter, sollevato all'idea di poter rimanere al castello. A volte essere grassi non era poi così male.

-Nessuno di voi sa la parola d'ordine, vero?- chiese Arizona, sconfortata, ma tutti scossero la testa. Le sembrava di aver quasi trovato una soluzione!

-Beh io direi di vestirci, e di pensarci dopo...magari Elinor può aiutarci!- osservò James ed Arizona ritornò di corsa nel proprio dormitorio.

Infilò jeans, maglietta, felpa pesante, scarpe da ginnastica e giaccone di vera piuma d'oca, afferrò al volo la bacchetta e legò la voluminosa chioma per essere meno visibile. Tutto questo in cinque minuti netti. Un istante dopo era di nuovo nel dormitorio maschile.

-Come diavolo hai fatto a vestirti così in fretta!?- chiese un esterrefatto Sirius in mutande. Lei, incurante della semi nudità dei suoi amici (James sfoggiava un ridicolo paio di boxer con tanti Merlini stampati sopra e Remus si stava infilando la maglietta della salute sul petto magro) fece spallucce e disse:

-Muoviti! Possibile che tu sia sempre così lento!?-

Dieci minuti erano pronti. James estrasse il mantello dal baule, e prima di drappeggiarlo addosso ad Arizona e Sirius si rivolse a Remus e Peter:

-Mi raccomando...non fateci finire nei casini!-

Remus sbuffò, come a dire che non era lui quello che di solito metteva nei guai i propri amici, ma prima che potesse dire qualcosa i tre erano già scomparsi.

-Che Merlino li assista- sospirò Peter.


                                                          ******


Elinor Oliver aveva molte qualità: era intelligente, giudiziosa, sempre disponibile ad aiutare gli altri ma soprattutto possedeva una grande capacità di accettare l'incredibile. Per questo, quando venne bruscamente svegliata alle undici di sera da James, Sirius e Arizona che iniziarono a blaterare di salvare Chastity riuscì a non farsi cadere la mandibola per terra.

-Ssssh! Parlate piano e calmatevi- disse, di fronte ai loro sproloqui agitati. I tre fecero come era stato detto e, dopo essersi seduti sul suo letto, ripeterono con più calma quanto stava succedendo.

-Ma questi sono pazzi!- esclamò Elinor, ed un attimo dopo si coprì la bocca spaventata, temendo di aver svegliato le altre. Ma tutto taceva, ed il cuore di Elinor riprese a battere ad un ritmo normale.

-Vieni con noi, allora?- chiese Arizona, anche se riteneva scontata la risposta.

-Certo! Datemi un attimo- replicò infatti Elinor e, armatasi come Arizona di indumenti pesanti, sparì in bagno. Ne riemerse cinque minuti dopo, perfettamente vestita e pettinata.

-Come diavolo fanno io proprio non capisco...- borbottò Sirius, alludendo al fatto che anche Elinor ci aveva messo poco a prepararsi.

Tentarono di coprire anche Elinor con il mantello, ma scoprirono che in quattro non ci stavano.

-Avanti, salta in spalla- disse James rivolto ad Arizona. Lei lo fissò stralunata.

-Perché?-

-Perché se ti prendo in braccio magari riusciamo a starci tutti!- quasi urlò lui, rassegnato.

Ma Arizona era troppo pesante per James, che era magro e sottile di costituzione. Anche Elinor pesava troppo e alla fine Sirius, che era più alto e robusto di James, fu costretto a caricarsi in spalla Arizona, più leggera e magra di Elinor.

Così sistemati, con Sirius e Arizona che si lamentavano di quella soluzione, i quattro lasciarono la stanza e la sala comune di Corvonero.

-Eli, tu sai per caso la parola d'ordine dell'ufficio di Silente? Dobbiamo per forza passare da lì- bisbigliò James mentre percorrevano i bui e deserti corridoi di una Hogwarts dormiente.

Elinor annuì, ripensando al biglietto di Silente che aveva ricevuto proprio quella mattina. La invitava nel suo studio la sera successiva per la loro seconda lezione, ed accludeva come sempre la parola d'ordine.

-Non chiedermi perché, ma la so- rispose, per poi deviarli frettolosamente verso un corridoio laterale, dato che aveva udito i pensieri di Gazza in avvicinamento. Erano sì invisibili, ma era meglio non rischiare.

Riuscirono senza troppi incidenti -se non si contava che Arizona aveva quasi strozzato Sirius per lo spavento quando erano quasi inciampati in Mrs Purr- a raggiungere lo studio di Silente. Una volta lì, con il cuore in gola, si misero a cercare la Polvere Volante, che il vecchio Preside custodiva in un elegante armadio.

-Ci siamo- sussurrò Elinor, suo malgrado in ansia. Erano solo al primo anno e si stavano avventurando fuori dalla scuola, di notte, infrangendo mille regole e soprattutto esponendosi a pericoli che neanche sarebbero riusciti ad immaginare. Ma non potevano fare diversamente: Chastity aveva solo loro, e non potevano tirarsi indietro.

-Rosier House!- dissero in coro con una manciata di Polvere in mano ciascuno, saltando nel camino. Un attimo dopo erano spariti.



                                                       ******


Chastity non credeva davvero che sarebbero arrivati a salvarla.

Non lo credeva. Eppure, quando aveva sentito dei rumori al pian terreno, aveva saputo con certezza che erano loro.

Era scesa di corsa, e non vedendo nessuno era quasi scoppiata in lacrime. Forse si era solo immaginata tutto. Forse quelli che aveva sentito erano i normali rumori che una casa produce. Ma poi, quando stava per tornare in camera sua, con il cuore dalle parti dei piedi ed un grosso groppo in gola, aveva udito chiaramente qualcuno sussurrare:

-Chas, siamo noi. Sono Arizona, e ci sono anche Jamie, Sirius ed Elinor-

-Ma dove siete? Non vi vedo!- chiese piano, guardando il buio alla ricerca di qualcosa.

-Abbiamo un mantello dell'invisibilità, è una storia lunga. Devi sbrigarti, non abbiamo molto tempo- rispose Elinor, sempre più agitata. Non percepiva i pensieri dei genitori di Chastity, né di suo fratello, ma aveva la netta sensazione che qualcosa sarebbe andato storto.

Chastity fu rapida: sotto la vestaglia era già vestita, e aveva la bacchetta nella tasca della veste. Accompagnata da Elinor e Sirius, tornò di corsa in camera per recuperare le sue cose. Insieme pronunciarono con una precisione che li sorprese un perfetto Wingardium Leviosa sul suo baule e tornarono di sotto con il bagaglio a seguito.

Un getto di luce proveniente da un punto vicino al camino rivelò a Chastity la posizione di James e Arizona, che si erano momentaneamente tolti il Mantello, e lei, dopo aver afferrato il barattolo di Polvere Volante che tenevano sempre a portata di mano, li raggiunse.

-Il mantello non ci può coprire tutti. Dobbiamo dividerci!- sussurrò James in tono autoritario: aveva la tendenza a comandare, ma gli altri non avevano nulla da ridire. L'importante era sbrigarsi, prima che una delle tante cose che potevano andare male andassero effettivamente male.

James, Elinor, Chastity e il suo baule andarono per primi con il mantello: scomparvero in una nuvola di Polvere, lasciando soli Arizona e Sirius.

-Ho paura- bisbigliò ad un tratto Arizona.

I minuti passavano, ma James non era ancora tornato indietro a prenderli. La casa scricchiolava minacciosa, ed Arizona cominciava ad avere una folle paura di essere scoperta. Se li avessero trovati lì, come minimo li avrebbero espulsi da Hogwarts. Sentì il cuore cominciare a battere furioso, e cercò di calmarne il ritmo, quasi temesse che potesse essere udito. Ma il fatto che avessero spento le bacchette per timore di essere trovati e che la sala da pranzo fosse perciò completamente immersa nel buio non aiutava.

Credeva che Sirius si sarebbe messo a ghignare e a darle della fifona, ma invece, inaspettatamente, lui replicò, con una certa sicurezza:

-Non c'è nulla di cui avere paura-

Arizona avrebbe voluto ribattere che invece c'erano mille motivi per cui farsi prendere dal panico, ma un rumore le bloccò le parole in gola. Senza riflettere, si attaccò al braccio di Sirius, che a sua volta si era irrigidito.

Nascosti dietro un grande divano vittoriano, sentirono dei passi, ma il loro suono era piuttosto attutito: qualcuno stava transitando nel corridoio, forse diretto in cucina.

-Forse è l'elfo domestico- sussurrò Sirius ed aveva ragione: i passi erano leggeri, come appartenenti ad una piccola creatura.

L'elfo si era appena allontanato, quando James sbucò nuovamente dal camino. Arizona mollò all'istante il braccio di Sirius.

Senza dire una parola, James avvolse i due amici nel mantello e i tre, dopo aver preso un po' di Polvere Volante, dissero all'unisono:

-Hogwarts!-

Arizona si sentì sballottare e tirare da tutte le parti e, con lo stomaco sottosopra, decise che la Metropolvere non era sicuramente il suo mezzo di trasporto preferito.

Accolse con gioia l'atterraggio nello studio di Silente, ma il suo sorriso svanì non appena si accorse che l'ufficio era illuminato e che il vecchio Preside li stava fissando severo con i suoi indagatori occhi azzurri.


                                                        ******


-Allora, credo che voi abbiate qualcosa da dirmi- disse Silente, dopo che li ebbe fatti sedere su comodi pouf. Erano tutti sporchi di fuliggine, e non osavano guardarsi in faccia, né guardare Silente.

Arizona non era mai stata nello studio del Preside e per un attimo si perse ad osservare meravigliata i tanti oggetti strani e luccicanti che lo occupavano. Quasi spalancò la bocca di fronte a quella che riconobbe come una fenice: aveva visto un'illustrazione su un libro della biblioteca, ma dal vivo quell'animale era ancora più stupefacente. Sembrava fissarli con disapprovazione, come se conoscesse il motivo per cui si trovavano lì, ed Arizona si affrettò ad abbassare lo sguardo sulle proprie scarpe rovinate.

-È colpa mia, Preside- annunciò Chastity dopo un attimo di esitazione. Silente spostò la sua attenzione su di lei, ed anche James e gli altri la guardarono stupiti.

-Perché sarebbe colpa sua, signorina Rosier?- le chiese, serio. Non c'era traccia negli occhi azzurri di Silente dello scintillio divertito che di solito li illuminava quando si posavano su suoi amati studenti.

Persino Sirius e James erano seri e corrucciati, ed Elinor non faceva che torcersi le mani agitata.

-Sono stata io a chiedere loro di venirmi a prendere. I miei genitori non mi volevano far tornare a Hogwarts, ed io non sapevo cosa fare- spiegò Chastity, con voce tremante. Solo in quel momento, di fronte a Silente, si rese conto della sciocchezza che aveva fatto. Aveva messo i suoi amici in pericolo, e solo perché lei non era stata in grado di trovare un'altra soluzione.

-Non ha pensato di rivolgersi a me?- domandò allora Silente, congiungendo le sottili mani sotto il mento.

Chastity abbassò lo sguardo.

-In realtà sì...io...non vorrei offenderla Preside, ma credo che la sua presenza non sarebbe stata bene accetta in casa mia- rispose, ripensando a tutti gli epiteti poco eleganti che i suoi genitori avevano spesso rivolto a Silente.

In quel momento James, che accanto a lei, spostò lo sguardo a terra, vide il mantello a pochi passi da lui.

In quell'istante seppe che Silente non doveva vederlo, perché altrimenti avrebbe finito di usarlo. Così, mentre il Preside stava ancora fissando Chastity, si chinò a terra con la scusa di legarsi una scarpa e di spolverare via la fuliggine e lo raccolse. Non riuscì a capire se Silente l'avesse visto o meno, ma sembrava concentrato su Chastity.

Dopo lunghi attimi di silenzio, il vecchio mago fece per dire qualcosa, ma all'ultimo istante cambiò idea. Osservò Chastity con intensità, e ritenne giusto ricorrere all'Occulmanzia. Generalmente non la praticava sugli studenti perché credeva nella comunicazione spontanea e sincera, ma quello era un caso speciale. Cosa poteva aver spinto una novella strega a chiedere aiuto ai suoi amici, e non alle autorità?

Sondò con delicatezza la mente di Chastity, e vi trovò immagini che quasi gli fecero accapponare la pelle: vide i maltrattamenti, le parole velenose, le offese e gli insulti, e capì perché quella ragazzina che ora gli appariva spaventata e sola non si fosse rivolta a lui.

-La situazione mi è chiara, signorina Rosier. Comprendo le sue motivazioni, ma ciò non toglie che questa notte avete compiuto azioni gravissime...- iniziò, volgendo lo sguardo anche a James, Sirius, Elinor ed Arizona, -vi siete aggirati per la scuola di notte, vi siete introdotti clandestinamente nel mio ufficio e, quel che è peggio, avete lasciato la scuola, andando incontro a pericoli che neanche potete immaginare!- concluse, furente.

Nessuno osò parlare per un bel pezzo.

-Verremo espulsi, vero?- chiese infine Elinor, pallida.

Silente tacque, e i minuti passavano lentamente.

James vide nella mente le espressioni deluse dei suoi genitori, quando se lo sarebbero trovato davanti. Sirius immaginò i volti trionfanti di Walburga e Orion, che avrebbero affermato che neanche Hogwarts poteva tollerare la sua presenza.

Arizona non sapeva come avrebbe trovato il coraggio di dire alla sua famiglia che il sogno era finito, e che sarebbe dovuta tornare a vivere senza magia; le venne da piangere, e solo con uno smorzo immane riuscì a trattenere le lacrime. Le espressioni di Elinor e Chastity esprimevano il suo stesso dolore.

-Avete agito tutti in buona fede. Non curanti delle conseguenze, siete accorsi in aiuto di un'amica in difficoltà senza pensare a quello che sarebbe potuto accadervi. Siete stati incoscienti e scellerati, e questo è innegabile, ma non posso espellervi per aver anteposto il bene di un'altra persona al vostro- disse Silente, ritenendo di averli fatti penare abbastanza, ed un piccolo germoglio di speranza si accese nel cuore dei cinque maghetti.

-Tuttavia quello che avete fatto resta comunque grave. Per questo avrete un mese di sospensione, resterete in punizione sino alla fine dell'anno, verrete impegnati in attività utili alla scuola e verranno sottratti ottanta punti a testa alle vostre Case. Domani concorderemo la punizione e le opere di volontariato che, ripeto, svolgerete sino alla fine dell'anno- concluse Silente, grave.

Erano sbiancati. Silenziosamente si alzarono e, uno dopo l''altro, fecero per uscire.

-Aspettate un attimo...- disse Silente, e tutti si voltarono, James più impaurito degli altri, certo che il Preside gli avrebbe requisito il mantello.

-Dormite bene, credo che domani sarà una lunga giornata per voi- si limitò a dire Silente, e tutti annuirono.

Nda:

Buon pomeriggio, miei amati lettori! Ad una settimana dall'ultimo aggiornamento, eccomi di nuovo qui. Quando posso mantengo le promesse, e questa volta ce l'ho fatta.

Che ne dite del capitolo? Succedono molte cose :)

Forse Remus avrebbe dovuto insistere di più nel non farli andare, ma infondo anche lui sa che Chastity abbia bisogno di aiuto....e cosa ne pensate di Silente? È stato troppo duro con loro? Per come la vedo io lasciare la scuola e lanciarsi all'avventura in quel modo non è una cosa da prendersi alla leggera, ma d'altra parte se li avessi fatti espellere le storia sarebbe già finita XD

Beh aspetto i vostri commenti con ansia :)

Per oggi non ho nient'altro da aggiungere, ringrazio come sempre chi ha questa storia fra preferiti, seguite e ricordate, e urlo un enorme grazie pubblico alle mie recensitrici, ovvero Slab, sissigryffindor, Gryffindor Queen, Vi94 e Selene Lightwood: ragazze, grazie di cuore, le vostre parole mi hanno resa davvero felice!!!!


Bene, ho finito. Se riesco posterò il nuovo capitolo venerdì prossimo :)


Vostra, Miss_Slytherin


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Capitolo 19
*** Friendship ***


                                                     CAPITOLO 19

                                                       Friendship


Harry Castle non era uno stupido. Certo, non si poteva dire che fosse uno studente particolarmente brillante, o un mago promettente, ma non era stupido. Sapeva bene che quando i suoi compagni di dormitorio, ed in particolare Sirius e James, confabulavano qualcosa si poteva star certi che avrebbero combinato qualche guaio. Guaio che probabilmente sarebbe costato caro anche a tutti gli altri Grifondoro.

Li trovava simpatici infondo, e neanche Remus gli dispiaceva. Peter era un po' timido, ma spesso riuscivano a chiacchierare piacevolmente. Non si poteva dire che fosse loro amico però: quei quattro sembravano aver stretto in pochi mesi un'amicizia nella quale era ormai difficile entrare a far parte. Ad Harry non dispiaceva: si era fatto molti amici a Corvonero e Tassorosso, grazie alla sua natura socievole e aperta, e persino a Serpeverde qualcuno gli rivolgeva parola. Quella notte, quando aveva avvertito la presenza di Arizona Anderson nella loro camera, aveva subito capito che sarebbe successo qualcosa di particolarmente spiacevole. Aveva colto brandelli di conversazione, ma aveva continuato a far finta di dormire quando si era reso conto che Remus e Peter erano rimasti in stanza. Aveva cercato di immaginare quale diavoleria avessero escogitato quella volta i suoi compagni, e si era augurato che non c'entrasse di nuovo la Foresta Proibita. Ma quello che aveva sentito quando a notte fonda James e Sirius erano tornati l'aveva lasciato completamente a bocca aperta.

-Siete usciti dalla scuola?!?!- chiese, balzando a sedere. I quattro sobbalzarono, spaventati.

-Harry! Ci hai fatto prendere un colpo!- lo rimproverò Sirius, massaggiandosi teatralmente il petto.

-Che, si urla così alle tre del mattino?!- rincarò James, respirando con affanno di proposito.

Harry assottigliò gli occhi. James e Sirius, considerando la notevole massa corporea del compagno, si affrettarono a tornare seri.

-Comunque...per rispondere alla tua cortese domanda...ecco, sì. Si potrebbe dire che questa notte non siamo stati propriamente sempre ad Hogwarts- disse Sirius, infilandosi il pigiama.

-E come mai?- chiese Harry, curioso. Siccome ormai di dormire non se ne parlava più, anche Remus e Peter lasciarono i loro letti per ascoltare il racconto di James e Sirius.

-Beh ecco...sai Chastity Rosier, di Tassorosso?- iniziò James, ed Harry annuì.

-Lei è nostra amica e...ehm...ha avuto dei problemi a tornare a Hogwarts e così noi l'abbiamo, come dire...aiutata- continuò esitante, non sapendo bene quali parti poteva rivelare e quali no.

-Tutto qui?- chiese Harry, un po' deluso dallo scarno racconto.

-Beh no. Sai, non è tanto facile aggirarsi per Hogwarts di notte senza essere scoperti da nessuno, infilarsi nello studio di Silente, usare il suo camino, andare a casa di Chastity, recuperarla e tornare indietro- elencò Sirius pratico. Harry spalancò gli occhi, Peter emise un suono simile ad uno squittio e Remus iniziò a pensare che non avevano fatto per nulla la cosa giusta.

-E avete fatto tutto questo senza essere beccati?- chiese infine Harry.

-Ehm, no. Silente alla fine ci ha trovati nel suo ufficio. Si è un tantino arrabbiato- rispose James, senza la solita allegria. Ricordava ancora gli occhi severi di Silente, e come si era sentito a disagio. Remus iniziò a sentirsi in colpa: Silente gli aveva dato piena fiducia, e lui cosa faceva? Dava una mano ad organizzare una fuga dalla scuola! In quel momento era difficile ricordarsi che l'avevano fatto per una giusta causa.

-Per Merlino! E cosa vi ha fatto?- domandò Peter, pur non essendo sicuro di voler sentire la risposta.

-Ci ha tolto un sacco di punti, anche ad Arizona, Elinor e Chastity. Ci ha sospesi, messi in punizione e obbligato a fare volontariato...- rispose Sirius, ancora più pallido del solito. Iniziava a rendersi conto della gravità delle conseguenze delle loro azioni. Non che fosse pentito: solo lui forse poteva riuscire a capire quanto Chastity avesse avuto bisogno del loro aiuto.

-Almeno non vi ha espulsi- sospirò Remus, anche se in effetti non sembrava essere di grande conforto.

-Già, ma ti immagini che noia? Niente lezioni a cui fare casino, punizione tutte le sere...per non parlare dei nostri compagni! Hai idea di cosa ci faranno quando si verrà a sapere che abbiamo perso altri punti per colpa nostra? E credimi, si verrà a sapere- esclamò James e Remus non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo sentendo che era preoccupato non perchè avrebbe perso le lezioni, ma perchè non vi avrebbe potuto fare confusione! James sarebbe rimasto sempre il solito.

-Non ci voglio pensare. Queli del settimo ci faranno tanto male! Conoscono incantesimi terribili!- gemette Sirius lasciandosi cadere sui cuscini del suo letto.

-Direi che a questo punto vi conviene godervi questa ultima notte di beata ignoranza...nessuno sa ancora cos'è successo- suggerì Harry saggiamente, tornando al suo letto. Sì, James e Sirius erano dei pazzi, ma erano i migliori amici che una persona potesse desiderare, pensò Harry con un sorriso.

                                                            ******


-Dove sei stata?-

Arizona Anderson sobbalzò e si immobilizzò nell'atto di infilarsi nel suo letto. Nel buio riuscì a scorgere gli occhi verdi di Lily, che la scrutavano attenti.

-Io...in bagno- rispose sottovoce.

Lily sbuffò.

-Ti ho visto entrare dalla porta del dormitorio- commentò, un tantino seccata.

-Oh. Beh...io...- tentennò Arizona, non sapendo cosa dirle. Alla fine decise che era stufa di nascondere le cose a Lily: per quanto riguardava il mantello era James a dover decidere, dato che era suo, ma non c'era motivo per non raccontare a Lily cos'era successo. Tanto, peggio di così non può andare...si disse Arizona mentre si metteva di nuovo la vestaglia appena tolta.

-Prendi vestaglia e cioccolata e seguimi- disse infine.

Perplessa, Lily fece come le era stato detto e dieci minuti dopo le due amiche erano nella deserta Sala Comune, davanti ad un caldo fuoco scoppiettante. Fuori nevicava copiosamente e se Arizona fosse stata dell'umore giusto ne sarebbe stata felice; in quel momento però, era solo grata di trovarsi ancora a Hogwarts.

-Allora?- chiese Lily, curiosa. Aveva la strana sensazione che Arizona le stesse per raccontare qualcosa di poco piacevole e, come precauzione, afferrò una manciata di Gelatine Tutti i Gusti+1.

-Abbiamo rapito Chastity- annunciò Arizona serissima.

Lily quasi si strozzò con la caramella che aveva appena messo in bocca.

-Cosa?!?!- esclamò con i lacrimoni agli occhi quand'ebbe liberato le vie respiratorie.

-Cioè, non è che l'abbiamo proprio rapita...l'abbiamo rapita dal tentativo di sequestro dei suoi genitori- chiarì Arizona, per poi lanciarsi nel racconto del salvataggio di Chastity.

Quand'ebbe terminato, Lily era esangue. Per una decina di minuti non riuscì a proferir parola, poi il suo voltò acquistò varie tonalità: verde, viola, rosso acceso ed infine di nuovo bianco.

Vedendo che stava per aprir bocca, Arizona si affrettò a coprirsi le orecchie con le mani: aveva il vago sospetto che le urla di Lily avrebbero svegliato il castello.

-Quei...quei...malefici trogloditi...senza cervello....- disse con voce strozzata ed Arizona abbassò le mani, sorpresa.

-Lily, non sono stati solo James e Sirius...- tentò di dire debolmente, ma Lily la zittì.

-Non mi riferivo a loro, questa volta! Parlavo dei genitori di Chastity! Ma come si può pensare di non farla tornare a Hogwarts solo perchè è Tassorosso, come?!- ribattè, infuriata.

-Aaaah...credevo fossi arrabbiata perchè ci hanno sospesi, puniti, tolto dei punti...- fece Arizona, un po' sollevata.

-Avete solo fatto la cosa giusta! Non ci posso pensare...non si può punire qualcuno solo perchè non è come tu vorresti!- esclamò Lily, e con il fuoco che si rifletteva negli occhi verdi faceva davvero paura. Anche Arizona era indignata per il comportamento dei signori Rosier, ma non aveva avuto la stessa reazione di Lily. Che ci fosse qualcosa sotto?

-E non si può neanche punire qualcuno perchè è una strega...vero Lily?- chiese, seria, ricordando la conversazione avuta con Lily prima delle vacanze riguardante la sorella.

-Cosa intendi?- chiese l'altra, sulla difensiva.

-Intendo dire che non sono solo i genitori di Chastity ad essere pieni di pregiudizi, vero? Da quando sei qui non hai mai nominato tua sorella- insinuò Arizona.

-Non mi piace parlare di Petunia- ribattè Lily, torturando una carta delle caramelle.

-Immagino. Non hai mai detto nulla di lei da quando ci siamo conosciute- osservò Arizona, afferrando una coperta che qualcuno- probabilmente qualche studente del settimo attardatosi a studiare- aveva lasciato sul divano.

-Una volta io e Petunia andavamo d'accordo. Eravamo...amiche, diciamo- iniziò a dire Lily e si scoprì ad aver voglia di parlare con Arizona, di raccontarle tutto. Anche con Severus era facile confidarsi, lui la capiva: ma spesso il risentimento che provava nei confronti di Petunia gli impediva di essere lucido nei giudizi.

-Beh, è già più di quello che potrei dire io di Virginia- commentò Arizona, pensando alla differenza di età e di mentalità che la separavano da sua sorella. Era più legata a Teddy, forse perchè lei era un vero maschiaccio.

-Poi io ho cominciato a mostrare segni di magia. Riuscivo lanciarmi dalle altalene senza schiantarmi a terra, davo vita ai fiori...insomma, ero una strega. Petunia aveva paura della magia. Ne era terrorizzata...poi è arrivata la lettera da Hogwarts, la McGranitt è venuta a casa nostra...tutto è cambiato. Io ero cambiata, Petunia era cambiata. Mi odiava- raccontò Lily, lo sguardo stranamente fisso. Guardandola, Arizona si chiese come fosse possibile odiare Lily: la conosceva da poco, ma aveva già potuto vedere quanto fosse buona, gentile, disponibile, pronta ad aiutare gli altri.

-Ma perchè? Non è colpa tua se sei diventata una strega. Non si può impedire alla magia di venire fuori- chiese, stupefatta. Ricordò quanta paura avesse avuto lei, quando si credeva pazza per le cose che riusciva a fare, e come questa paura non avesse comunque potuto impedire alla magia di fuoriuscire.

-Non lo so...però io le voglio bene- rispose Lily, con una tenerezza tale che ad Arizona venne voglia di abbracciarla. E dato che Arizona prima di essere un maschiaccio, prima di essere una strega era una bambina dal cuore grande si lanciò su Lily, cogliendola di sorpresa.

-Ma che fai?! Mi soffochi!- disse Lily che quasi non respirava nonostante Arizona fosse leggera.

-Zitta e fatti abbracciare- la rimbeccò l'altra e alla fine Lily si arrese alla dolcezza del momento con una risata. Perchè a Hogwarts la vera magia non è quella delle bacchette o delle pozioni, ma quella delle amicizie nate fra le sue antiche mura.

                                                          ******

Nonostante tutto, Chastity era felice. Certo, non sarebbe stato facile affrontare un anno di punizioni, un mese di sospensione e tutto quello che era derivato dagli ordini di Silente ma diavolo...era tornata a Hogwarts! Era riuscita a scappare da casa sua e sino alle vacanze estive non avrebbe dovuto farvi ritorno! Preferiva non pensare a quello che i suoi genitori le avrebbero fatto quando vi avrebbbe di nuovo messo piede: nulla in quel momento poteva offuscare la sua gioia.

-Perchè sorridi?- le chiese Elinor. Stavano facendo un pezzo di strada insieme, verso la scalinata che avrebbe condotto la Corvonero su per la loro torre e la Tassorosso giù verso le cucine.

-Beh..sono qui. Non credevo che sarei riuscita a tornare- rispose Chastity con sincerità, reggendo la torcia che Silente aveva dato loro per orientarsi nel castello buio.

-Io non riesco a credere che Silente non ci abbia espulsi- osservò invece Elinor, stringendo forte la sua bacchetta. Aveva temuto seriamente che gliel'avrebbero spezzata in seguito all'espulsione.

-Già...devo chiederti scusa, Elinor. Ed anche agli altri, domani- sospirò Chastity, mentre sentiva che un po' della sua felicità diminuiva. Elinor ne fu sorpesa: cercava in tutti i modi di bloccare i pensieri dei suoi amici, e perciò le parole di Chastity non avevano senso per lei.

-Perchè?!-

-Perchè vi ho chiesto troppo. Non potevo pretendere che voi rischiaste tutto per venirmi a prendere. Avrei dovuto escogitare qualcos'altro...- rispose l'altra, in preda ai rimorsi.

-Smettila di parlare così. Io e gli altri sapevamo benissimo a cosa stavamo andando incontro, quando abbiamo deciso di venire a casa tua. Non potevamo lasciarti lì! Io e Sirius conosciamo i tuoi genitori, non bene certo ma...non potevamo proprio abbandonarti- disse Elinor accalorandosi. Non capiva proprio perchè Chastity non riuscisse a vedersi per quello che era davvero e si comportasse sempre come se non meritasse nulla di buono nella vita.

Chastity la guardò con gli occhi chiari pieni di lacrime, ma Elinor, con delicatezza, finse di non accorgersene. Tenne lo sguardo fisso davanti a sé per darle modo di ricomporsi: sapeva che Chastity si sarebbe vergognata di farsi vedere in quello stato, essendo una persona molto riservata.

Parlando, erano giunte davanti alla scalinata che le avrebbe divise; si voltarono l'una verso l'altra, Elinor tranquilla nonostante la punizione, Chastity con il cuore in subbiglio. Sapeva che per farsi perdonare quella volta non sarebbero bastati dei cioccolatini ed un biglietto, ma era decisa a riscattarsi.

-Allora buonanotte. Dovremo dormire bene...temo che domani non sarà una giornata facile- disse Elinor, e fece per andarsene. Ma Chastity la trattenne per un braccio, con delicatezza.

-Grazie. Senza di te, senza Sirius, James e Arizona non sarei qui- sospirò con voce tremante per la gratitudine.

-Smettila di ringraziare. Siamo tuoi amici. Non potevamo far finta di nulla- replicò Elinor e, vedendo che Chastity non sembrava tranquilla, scherzò:

-Per sdebitarti puoi sempre regalarci montagne di cioccolato! Ne saremmo proprio felici, credimi-

Riuscì nell'intento di far ridere Chastity che si allontanò con il sorriso sulle labbra dopo averle augurato una buona notte.


                                                        ******

Il mattino dopo, senza davvero capire dove avevano trovato il coraggio di compiere tale gesto, James, Sirius e Arizona scesero a colazione insieme a Peter, Lily e Remus. Quest'ultimo tentava di incoraggiarli, dicendo che forse non tutti erano venuti a conoscenza dei fatti di quella notte, e che infondo non c'era davvero da avere paura.

-Se tentano di farci del male ci proteggerete?- chiese Arizona timorosa, prima di mettere piede in Sala Grande.

-Ehm...non credo che saremmo di grande utilità, ma potremmo sempre perire con voi- replicò Remus poco convinto e Peter annuì a sostegno. James e Sirius non avevano spiccicato parola per tutto il tragitto, causa stomaco preda dei crampi della paura.

Lily li scrutò un attimo e, sebbene quello che stava per fare andasse contro tutti i suoi principi, li guardò e disse:

-Generalmente siete dei cretini, e domani tornerò a detestarvi e a considerarvi tali ma...avete fatto una cosa giusta. Ecco...siete stati...ehm...bravi-

James e Sirius la guardarono con tanto d'occhi. Era davvero la Evans quella che li stava...elogiando?

-Chi si è impossessato del tuo corpo?- chiese James, incredulo.

-Oh spirito che abiti in Lily Evans, esci da lei, esci da lei!!!- tuonò Sirius, con voce cavernosa. Tutti scoppiarono a ridere, tranne Lily, che strinse gli occhi verdi.

-Credo che non aspetterò sino a domani, per tornare a ritenervi idioti. Su forza, ora entriamo....non possono uccidervi sotto gli occhi degli insegnanti, suppongo- disse, altezzosa.

Ma James e Sirius le saltarono letteralmente addosso, sotto gli occhi increduli di Arizona e Remus, e sotto quelli divertiti degli altri studenti di passaggio.

-Oh grazie Evans! Le tue parole ci riempiono di coraggio e speranza!- annunciò Sirius, stordendola, mentre Lily lottava per liberarsi.

-Sostenuti dalle tue lodi non potremo che affrontare a testa alta la ghigliottina che ci attende, o dolce Evans!- aggiunse James, scompigliandole la chioma rosso fuoco.

-Idioti! Tiratemi su!- strillò lei, ma rideva.

Alla fine James e Sirius la lasciarono andare e, rimessisi in piedi, spalancarono le porte della Sala Grande, dove una lunga tavolata di Grifondoro li fissò con occhi cattivi.

-Sarà una giornata lunghissima- sospirò Arizona.



Nda:

Ehm...salve. So che è passato tantissimo tempo dall'ultimo aggiornamento, e devo chiedervi perdono in ginocchio. Gli ultimi esami mi hanno davvero sfiancata, e in seguito sono partita per le vacanze...insomma, non ho avuto molto tempo per scrivere e per aggiornare. Potete perdonarmi? So che mi merito solo pomodori in faccia, ma spero che ci sia ancora qualcuno che a)si ricordi di me, cosa di cui dubito, b)che segua ancora la storia nonostante la pausa lunghissima ed imperdonabile e c)abbia cuore di recensire questo penoso capitolo.

Scusate, scusate, scusate. Più che scriverlo all'infinito purtroppo non posso fare, spero che vi basti :(


Ma veniamo al capitolo...diciamo che è più un capitolo di transizione, non succede nulla di particolare. I legami fra i personaggi diventano sempre più forti, ed anche persone più riservate come Lily e Chastity iniziano ad aprirsi davvero e ad avere più fiducia negli altri. Non saprei cos'altro aggiungere, se non che mi sono accorta di aver fatto un errore enorme. Rileggendo per la milionesima volta i Doni della Morte mi sono accorta che verso la fine Silente dice di aver scoperto del mantello di James solo poco tempo prima che morisse, e che tale oggetto spiegava molte delle sue malefatte a scuola. Nel mio scorso capitolo invece, non ricordandomi di questa cosa, ho scritto che Silente ha requisito il mantello di James per un mese...ma ho sbagliato, dato che la Row ci dice che per molti anni Silente non era a conoscenza del mantello. Comunque il bello di efp è che si possono modificare le cose, così appena me ne sono accorta sono corsa a cambiare quel pezzettino :)


Bene, detto questo e rimanendo ancora sui ceci per chiedervi perdono, devo un GRAZIE GIGANTESCO alle 23 persone che hanno la mia storia fra i preferiti, alle 7 che la ricordano e alle 51 che la seguono: spero che questa ff continui a meritarsi queste preziosissime posizioni :)


Un GRAZIE ANCORA Più GIGANTESCAMENTE ENORME va a chi ha recensito lo scorso capitolo: ben 9 recensioni!!! Grazie a _NEMO, yuukilalla, Shizue Asahi, Blondie, sissigryffindor, Gryffindor Queen, Slab, Vi94 e MaryLouise. Ragazze, se non sono svenuta è stato solo perchè non volevo perdermi neanche una virgola delle vostre magnifiche recensioni! Purtroppo dovrete attendere ancora qualche giorno per le risposte, sono tornata oggi dal mare e ho preferito postare subito il capitolo...ma intanto vi devo un GRAZIE dal profondo del cuore. Un altro GRAZIE va a _ Cecha_, a _NEMO e Miss Weasle _ che hanno recensito alcuni dei capitoli precedenti: risponderò anche a voi personalmente in questi giorni, ma intanto voglio dirvi che le vostre recensioni mi hanno fatto davvero piacere, grazie :)


Bene, per oggi ho finito. Il 17 agosto parto di nuovo, ma cercherò (e devo riuscirci) di postare un nuovo capitolo prima di tale data.

Con tantissimo affetto, Miss_Slytherin

PS: perdonatemi eventuali errori di battitura o scrittura, non ho avuto tempo di ricontrollare.

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Capitolo 20
*** Quarrel ***


                                                CAPITOLO 20

                                                                  Quarrel


Severus Piton era estremamente soddisfatto, per non dire contento. Da una settimana ormai nulla sembrava poter togliere dal suo viso quel ghigno compiaciuto, quella luce trionfante dagli occhi e Lily Evans non aveva ancora capito quale fosse il motivo del cambiamento dell'amico.

Anche quel lunedì mattina di metà gennaio, mentre si stavano dirigendo con largo anticipo alla lezione di Trasfigurazione, Severus aveva un vago sorrisetto sulle labbra.

-Ma insomma Sev, mi vuoi dire perchè ultimamente sei così di buon umore?- sbuffò alla fine Lily, stufa di essere all'oscuro dei sentimenti dell'amico.

Severus non seppe cosa rispondere. Lily era sua amica, e aveva voglia di condividere con lei la sua gioia, ma dall'altro lato temeva di offenderla. Alla fine si decise a dire la verità:

-Ma non è ovvio, Lily? È da una settimana che Potter e Black sono in punizione! Se lo meritano proprio, sempre in giro per il castello di notte, sempre a infrangere le regole!- esclamò, non potendo impedirsi di parlare con estremo compiacimento.

Lily lo fissò, e prima che potesse replicare, Severus aggiunse:

-Anzi, tra poco dovrebbero arrivare, so che parte della punizione è mettere a posto tutte le aule di lezione prima dell'inizio dei corsi...-

Le sue parole facevano chiaramente capire che non aspettava altro che infierire un po' sui suoi ormai nemici giurati, e Lily per la prima volta si ritrovò ad aver voglia di difendere i propri compagni di casa. Non perchè non li odiasse più, o improvvisamente le fossero diventati simpatici, ma perchè sapeva che quella volta erano finiti in punizione per una giusta causa.

Non aveva ancora deciso come porsi a riguardo della faccenda, quando effettivamente James, Sirius e Chastity uscirono dall'aula di Trasfigurazione; Lily sapeva che ad Arizona ed Elinor era toccata quella di Incantesimi, e che tra poco, insieme a Remus che si era offerto di aiutrarle, li avrebbero raggiunti.

-Ma chi abbiamo qui...Potter, Black, avete finito con le pulizie di primavera?- disse Severus ironico, e Lily non potè fare a meno di pensare che James e Sirius non avevano neanche guardato Severus.

-Mocciosus, anziché pensare alle nostre pulizie, perchè non pensi a lavarti i capelli, di tanto in tanto?- lo rimbeccò Sirius tagliente e James, insieme a qualche altro studente arrivato per la lezione, scoppiò a ridere. Lily era indignata, non sapeva come comportarsi, mentre Chastity guardava preoccupata i tre.

-Già, sono sicuro che con tutto l'unto che ne uscirebbe se li strizzassimo si potrebbero oliare tutte le armature di Hogwarts!- aggiunse James, spavaldo, e giù altre risate. Lily era sempre più combattuta: James e Sirius ci stavano andando giù pesanti, ma era stato Severus ad iniziare.

Severus strinse le labbra, deciso a non perdere quella battaglia verbale.

-Avete già pulito l'aula di Pozioni? Qualcuno ieri ha accidentalmente

fatto cadere tutti i contenitori delle viscere di topo!- ribatté, facendo chiaramente capire chi era il colpevole.

James e Sirius misero contemporaneamente mano alle bacchette, decisi forse ad usare la Fattura Gonfiante che avevano perfezionato nelle ultime settimane, e Severus fece lo stesso, pur non sapendo come difendersi. L'aria era carica di tensione, gli altri studenti trattenevano il fiato in attesa di vedere chi avrebbe attaccato per primo; Lily fece un passo avanti, non sapendo se per mettersi di fronte a Severus o per fermare in qualche modo James e Sirius, quando Chastity si parò davanti ai due Grifondoro.

-Basta così- disse calma, -James, Sirius, siete già in punizione, non vorrete aggiungere altri castighi a quelli che già abbiamo? E tu, Piton, faresti bene a tenere a freno la lingua, non si sa mai che anche tu possa venire a tenerci compagnia, se continui così- proseguì, decisa. In quel momento incuteva davvero timore, con i suoi occhi azzurri freddi, e se Lily non l'avesse conosciuta l'avrebbe giudicata altezzosa e superba.

Severus abbassò la bacchetta, non perchè gliel'avesse detto quell'insolente Tassorosso, ma perchè sapeva che era amica di Lily, e che se l'avesse attaccata quest'ultima si sarebbe arrabbiata con lui; James e Sirius dal canto loro non erano così avventati da rischiare altre punizioni, e a loro volta misero via le bacchette.

Con un sorriso a Lily, Chastity poi se ne andò, non senza sguardi di ammirazione a seguirla, probabilmente diretta alla sua Sala Comune, dato che era stata come gli altri sospesa dalle lezioni per un mese. Due secondi dopo arrivò la McGranitt e, a parte facce irate e sguardi cupi, non trovò nulla di sospetto.

In quel momento Remus arrivò di corsa, seguito da Elinor e Arizona con più calma; uno dei pochi vantaggi della sospensione era che almeno non doveva arrivare puntuale alle lezioni.

Senza fiato, Remus entrò insieme agli altri in aula con un cenno di saluto agli amici, mentre James, Sirius, Elinor e Arizona si allontanarono; una volta dentro Lily si sedette accanto a Severus, ma aveva la schiena troppo dritta per sembrare a suo agio.

-Che cos'è successo? Avete delle espressioni terribili!- chiese Arizona a James, mentre si avviavano in Sala Comune, notando la sua faccia scura.

-Mocciosus- borbottò solamente James, la mente già concentrata su piani di vendetta, e Arizona non insistette oltre.

Tornarono in Sala Comune in silenzio, e la trovarono semi deserta, se non si contava qualche studente degli ultimi anni che sfruttava le ore buche per studiare forsennatamente.

-Che cosa dobbiamo fare, ora?- domandò Arizona, che faceva fatica a ricordarsi tutti gli incarichi che dovevano svolgere.

-Credo ripulire i quadri del terzo piano...al secondo dovrebbero andarci Chastity ed Elinor- rispose Sirius cupo. Arizona gemette.

Il fatto era che i quadri non volevano essere puliti. A parte i monaci del cinquecento, e le ninfe della natura mitologica del primo piano, gli altri personaggi non erano per nulla contenti di venire innaffiati con il Solvente Magico per Magici Soggetti, e dimostravano tutto il loro disappunto in ogni maniera possibile.

-E questo pomeriggio?- chiese ancora, sperando che le toccasse un compito meno ingrato.

-Aiutare Hagrid a curare dei vermicelli, gli servono per la prossima lezione- rispose James, consultando una pergamena.

Arizona era terrorizzata dal guardiacaccia, sebbene sapesse che era buono e gentile, mentre i suoi amici lo trovavano assolutamente fantastico.

-Ah beh, meglio lui che Gazza- sospirò, alzandosi dalla poltrona.

-Dove vai?-

-Che ti importa?-

-Devi sempre ribattere, yankee? Non puoi essere civile per una volta e rispondere?-

-Senti chi parla, l'uomo delle caverne! Vado a cambiarmi, pensi di pulire i quadri con la divisa addosso?- ribattè Arizona stizzita, voltando loro le spalle per salire in dormitorio.

Ne riemerse dieci minuti dopo, infagottata nel maglione rosso acceso che i suoi genitori le avevano regalato per Natale in risposta alla sua richiesta di indumenti pesanti, e trovò James e Sirius intenti a discutere di Chastity.

-È stata forte prima, vero?- stava dicendo James, con gli occhiali un po' storti.

-Sì...con la fortuna che abbiamo, se avessimo attaccato Piton, la Mc ci avrebbe beccati di sicuro!- esclamò Sirius, cupo.

-Andiamo?- chiese Arizona, non molto convinta.

-Dobbiamo proprio?- ribattè James, svogliato.

-Odio sembrare quello responsabile della situazione, ma se non andiamo e Gazza ci trova qui sono guai- sospirò Sirius, alzandosi di malavoglia dalla calda poltrona.

Così i tre tornarono ad affrontare i freddi spifferi del castello, con facce così funeree e minacciose che i quadri si sottoposero senza fiatare alle pulizie.

Avevano quasi finito di scrostare un ritratto il cui sporco era particolarmente ostile, quando udirono dei passi in avvicinamento.

Non vi avrebbero prestato particolare attenzione, se uno degli avventori del corridoio non avesse detto:

-Incredibile. Sono ovunque! Presto i mezzosangue conquisteranno il mondo! Cosa ne sarà di noi Purosangue? Siamo destinati all'estinzione!-

Sirius e James si scambiarono uno sguardo preoccupato, e voltandosi, notarono che a parlare era stato un ragazzo piuttosto alto, sui sedici anni. Indossava la divisa di Serpeverde, come anche l'amico che lo affiancava. I due non si erano accorti di loro, e mentre li superavano, l'altro ragazzo, più basso del primo, replicò:

-Hai ragione! Non riesco a credere che ce ne siano così tanti, anche qui a Hogwarts! Questa dovrebbe essere una scuola di tutto rispetto, ed invece guarda che genere di feccia viene ammessa!-

In un attimo i due voltarono l'angolo, e James e Sirius tirarono un respiro di sollievo. Entrambi, per motivi diversi, avevano sentito i propri genitori fare discorsi del genere, e non erano perciò estranei a parole come “Mezzosangue” e “Purosangue”.

Arizona, invece, li fissava perplessa.

-Ma di cosa stavano parlando quei ragazzi? Chi sono i mezzosangue?- chiese, con gli occhi ancora fissi nel punto in cui i due avevano svoltato.

Ancora una volta James e Sirius si guardarono, seri. Era meglio spiegarglielo subito, con gentilezza, o lasciare che fosse uno dei tanti studenti fissati con la purezza nel sangue a dirglielo nel peggiore dei modi?

-Un mezzosangue è una persona che...non ha maghi in famiglia- disse James, con tatto.

-Oh. Intendi qualcuno come...me?- ribatté lei, sentendo una spiacevole stretta allo stomaco. Non avrebbe saputo dire perchè, ma qualcosa, nel tono con cui i due ragazzi avevano parlato, le diceva che essere un mezzosangue non fosse affatto una buona cosa.

-Sì, come te. E come la Evans, per esempio- rispose Sirius, neutro.

-Ma perchè proprio mezzosangue? Che vuol dire di preciso questo termine?- insistette Arizona, sempre più preoccupata.

-Vuol dire che hai come dire...il sangue metà di mago e metà babbano- precisò James, a disagio. Non gli piaceva l'ansia che stava affiorando negli occhi scuri dell'amica.

-Ma che c'entra il sangue con la magia? E poi è diverso, se si è mezzosangue?- domandò ancora lei, confusa.

-Il sangue non c'entra niente, con la magia. Ora piantala con le domande, dobbiamo scendere a pranzo!- chiarì Sirius innervosito e, senza aspettarli, si avviò verso il corridoio.

Arizona lo guardò, stralunata. Poi, presa da una strana rabbia, lo rincorse, lo prese per un braccio e gli urlò in faccia:

-Ehi! Non ti puoi permettere di parlarmi così! Ora ho capito perchè mi tratti sempre male, è perchè sono una mezzosangue!-

Sirius la fissò, completamente spiazzato.

-Sei solo una stupida che non ha capito proprio niente! E ora lasciami!- disse, cercando di liberare il braccio dalla sua presa. Ci riuscì con uno strattone, e si avviò con passo veloce lungo le scale. Nessuno vide che gli tremavano le mani.



                                                     ******


-Non ho visto Sirius, oggi a pranzo- notò Elinor, stringendosi nel mantello foderato.

-A dire il vero neanch'io- replicò Chastity, pensierosa.

Le due amiche stavano attraversando i prati di Hogwarts, dirette alla capanna del guardiacaccia, dove Hagrid le stava aspettando per essere aiutato con i vermicoli.

-Forse James ne sa qualcosa...- ipotizzò Chastity, e quando giunsero di fronte alla casetta di legno, videro che erano presenti solamente James e Arizona.

Mentre Hagrid li guidava allegramente verso l'orto, Elinor sussurrò a James:

-Dov'è Sirius? Non c'era oggi a pranzo-

-Tanto per cambiare ha bisticciato con Arizona- borbottò James contrariato.

-Ecco perchè lei sembra aver pianto- aggiunse Chastity, che aveva notato gli occhi rossi dell'amica. Arizona camminava affianco ad Hagrid, e non sembrava aver voglia di parlare con nessuno.

-Perchè hanno litigato?- chiese invece Elinor.

-Sirius ha risposto male ad Arizona, e ora lei pensa che sia perchè è una mezzosangue- riassunse James, con l'umore sotto i piedi. Era stanco di vederli litigare.

-Ed è vero?- chiese Chastity, scettica.

Nel frattempo Hagrid aveva assegnato a ciasuno una scatola piena di vermicoli, spiegando loro cosa dovevano farci. Arizona se ne stava in disparte, ed Elinor e Chastity non sapevano come comportarsi. Avevano l'impressione che se si fossero avvicinate, lei le avrebbe sbranate.

-Non credo sia vero. Ma proprio non capisco perchè debbano litigare sempre!- esclamò James, e le due ragazze non seppero cosa rispondere.


                                                     ******

-Sirius! Che ci fai qui? Non dovresti essere alla capanna di Hagrid?-

Remus Lupin, insieme a Peter Minus e Lily Evans, aveva appena terminato le lezioni del pomeriggio e si era perciò diretto nella sala comune di Grifondoro, dove però aveva trovato Sirius.

-Non ci sono andato- borbottò lui, scontroso.

Lily gli lanciò un'occhiata strana, poi decise che non erano affari suoi se Black era di cattivo umore, e andò in dormitorio a posare la borsa; aveva già avuto la sua dose di problemi con Severus, e ora voleva solamente starsene un po' tranquilla.

-Perchè non ci sei andato?- domandò Remus calmo, sedendosi accanto a Sirius. Peter lo imitò, preoccupato. Sirius rischiava un'altra punizione!

-Non avevo voglia- mugugnò Sirius.

Remus sospirò. Era difficile comunicare con Sirius quand'era di umore così cattivo, e gli sarebbe piaciuto che ci fosse anche James ad aiutarlo. Ma evidentemente, per una volta, quest'ultimo aveva deciso di comportarsi da persona responsabile.

-Hai litigato con Arizona, per caso?- chiese allora, e a giudicare da come si irrigidirono le spalle di Sirius, capì di aver centrato il punto.

-Sì. È una tale stupida!- sbottò, irritato, fissando torvo il fuoco nel caminetto di fronte a lui.

-Non mi sembra stupida. Perchè dici così?- ribattè Remus, cercando di contraddirlo senza farlo arrabbiare ulteriormente.

-Pensa che io la tratti male perchè è una mezzosangue! Ecco perchè è stupida!- spiegò Sirius, voltandosi finalmente a guardarlo.

-Le hai detto che non è così?- indagò Remus, che sin da subito aveva capito quanto Sirius fosse diverso dagli altri purosangue.

Sirius parve a corto di parole.

-No- disse infine.

-Allora lei come fa a sapere che non è per quello che la tratti così?- domandò con un sorriso furbo. Si alzò, lasciando Sirius a meditare, e si diresse verso il dormitorio maschile, per fare un sonnellino prima di cena. La mia azione da buon amico l'ho compiuta, pensò Remus buttandosi a peso morto sul letto.


                                                   ******

Elinor si stava gustando la cena, anche se era un po' preoccupata per Arizona e Sirius. Dal tavolo di Corvonero poteva vedere che Arizona giocava con il cibo nel piatto senza in realtà toccare nulla, mentre Sirius si stava gettando con foga sulle varie pietanze, forse per recuperare il digiuno del pranzo.

C'era in realtà anche un'altra cosa che la preoccupava: quella sera ci sarebbe stata la prima lezione con Silente dopo quello che avevano combinato a Natale. Temeva che il Preside non volesse più aiutarla, o che fosse freddo nei suoi confronti, anche se non le sembrava una di quelle persone che portano rancore a lungo.

Stava appunto meditanto su questa eventualità quando vide arrivare la sua compagna Amanda con una grossa proboscide al posto del naso. Molti scoppiarono a ridere al suo passaggio e la povera ragazza era rossa di vergogna quando si sedette accanto a lei.

-Amy! Che cosa ti è successo?- le chiese Elinor, reprimendo con successo un sorriso.

-Maledetta McGranitt! Ci affida compiti troppo difficili! Dovevamo trasfigurare una teiera e non so come mi è uscita questa cosa!!!- spiegò Amanda agitata.

-Ma non sei stata in infermeria?- intervenne Sylvia Turner, timidamente.

-Sì, ma Madama Chips mi ha detto che posso prendere una pozione che agisce solo di notte- spiegò afflitta l'altra.

Elinor le diede una pacca consolatoria sulla spalla, sinceramente dispiaciuta per la situazione dell'amica.

Lei e Sylvia passarono tutto il resto della cena cercando di distrarre Amanda dal pensiero della proposcide, ma non ebbero molto successo.

-Secondo voi Sirius Black ha riso?- chiese la biondina, mentre affogava i suoi dispiaceri in una fetta di torta al cioccolato.

-Credo che Sirius abbia altri pensieri per la testa, stasera- rispose Elinor, senza sbilanciarsi troppo. Poi un dubbio la colpì:

-Perchè ti interessa sapere se Sirius ha riso?- domandò, e se possibile Amanda si fece ancora più rossa in viso.

-Così...è simpatico- rispose, stringendosi nelle spalle.

-Ma non avete mai parlato, se non sbaglio- osservò Sylvia.

-Non dirmi che ti piace!- esclamò Elinor, come folgorata.

Amanda divenne viola.

-No!-

-Invece sì!- confermò Sylvia trionfante.

-Vi dico di no! Ora vado a prendere la pozione!- ribadì Amanda, e letteralmente fuggì da loro.

-Le piace- affermò Elinor e Sylvia scoppiò a ridere.

-Beh, ti devi abbandonare anch'io. Ci vediamo in dormitorio- disse poi Elinor, quando vide che mancavano dieci minuti alle nove.

Sylvia ricambiò il suo saluto, ed Elinor lasciò la Sala Grande poco dopo.

Arrivò senza fretta davanti al gargoyle che nascondeva lo studio del Preside, e, dopo aver recitato la corretta parola d'ordine, vi ebbe accesso. Il Preside la aspettava come al solito seduto alla sua scrivania, e quando lei entrò le rivolse un sorriso sereno.

-Buonasera, Elinor. È un po' che non ci esercitiamo insieme, ma confido che tu abbia fatto gli esercizi che ti avevo spiegato- le disse accogliendola.

-Sì, signore- rispose lei, con lo sguardo basso.

-Bene, cominciamo, allora. Ti sei concentrata sempre su Remus Lupin?-

-Sì, signore. Non so perchè, ma mi è più facile riconoscere la sua voce fra le altre- spiegò Elinor, un po' imbarazzata.

-Questo non te lo so dire, mia cara. Credo però che sia arrivato il momento di estendere il tuo raggio d'azione anche ad un'altra persona. Pian piano in questo modo imparerai ad escludere sempre più voci dalla tua testa, sino ad essere in grado di localizzare solo quelle che possono interessarti. Su chi ti vuoi concentrare, questa sera?- le chiese Silente.

Instintivamente, Elinor rispose:

-Sirius Black, signore-

-Ottimo. Allora, azzera il potere del tuo ciondolo e dimmi, come prima cosa, se riesci a ritrovare Remus. Se hai difficoltà a trovare lui, forse non sei ancora pronta per cercare qualcun altro- le ordinò Silente con gentilezza.

Elinor fece come le era stato detto, ed immediatamente tutte le voci di Hogwarts confluirono nella sua testa. Provò il solito momento di capogiro e nausea, ma lei cercò di concentrarsi sul suo obiettivo.

Pian piano riuscì ad elevarsi al di sopra della baraonda e, richiamando alla mente il suono della voce di Remus, riuscì a trovarlo. Le sembrò che si stesse preoccupando per un tema che non era riuscito a finire, ma non ne era sicura.

-Ho trovato Remus- annunciò a Silente, tenendo però gli occhi chiusi.

-Eccellente, Elinor, eccellente! Ora, cerca di ricordare la voce di Sirius, e prova a cercarlo, senza perdere il contatto con Remus- esclamò il Preside, concentrato.

Elinor cercò di pensare al tono di voce di Sirius, ma non appena credette di averlo trovato, il sottile filo che la legava a Remus svanì, ed Elinor si sentì sopraffatta da tutte le altre voci.

-Non ci riesco- disse affranta, e senza chiedere il permesso di poterlo fare, riazionò il ciondolo.

-Non importa, cara. Non mi aspettavo che tu ci riuscissi questa sera. Penso che già il solo fatto che tu sia stata in grado di mantenere un contatto con Remus sia un grande passo avanti- la rassicurò Silente. Poi, probabilmente vedendola un po' pallida, aggiunse:

-Per questa sera è meglio fermarsi qui. Ti farò sapere quando potremo incontrarci la prossima settimana. Buonanotte, cara-.

Elinor annuì, e prima di lasciare lo studio augurò a sua volta al Preside una buona notte. Lui le sorrise, ed Elinor pensò che Hogwarts non avrebbe mai potuto avere un Preside migliore di Silente.



                                              ******


Sirius non riusciva a dormire. Questo fatto era piuttosto grave: di solito sprofondava in un sonno pesante non appena appoggiava la testa sul cuscino.

Eppure, per tutto il giorno non aveva potuto fare a meno di pensare all'espressione ferita di Arizona. Perchè doveva credere di essere diversa solo perchè era una mezzosangue?

Ma lei non pensa di essere diversa, lei pensa che tu la ritegna tale, disse una fastidiosa vocina nella sua testa.

Io non la ritengo diversa! protestò Sirius.

Ah no? E allora perchè con tutti gli altri ti comporti in modo civile e con lei no? ribattè la vocina, che stava cominciando ad assomigliare a quella di Remus.

Sirius si girò su un fianco, infastidito. Perchè il sonno non arrivava?

Dovresti scusarti, sai? disse la Remus-coscienza.

E per cosa? Io non mi scuso! ribattè Sirius.

Per averla trattata male! Su vai! lo incitò la voce, che ora sembrava quella di James.

Turbato, Sirius scostò le coperte, e si alzò.

Scese in sala comune, senza sapere bene cosa fare, e si accorse che c'era qualcuno seduto sulla poltrona accanto al fuoco.

-Evans?- chiese, pur avendo riconosciuto i capelli rosso scuro.

-Che vuoi, Black?- ribattè lei, senza neanche voltarsi a guardarlo.

-Che fai qui?- domandò lui, senza risponderle.

-Secondo te? Ho un libro aperto fra le mani, forse, e dico forse, sto leggendo- replicò Lily, ironica. Arizona le aveva raccontato cos'era successo, e ciò aumentava la sua antipatia nei confronti di Sirius.

-Senti, me lo fai un favore?- le chiese Sirius, e ci mancò poco che Lily lo incenerisse con lo sguardo.

-Se si tratta di metterti il cappio al collo, ben volentieri- disse, acida.

Sirius la ignorò, e proseguì:

-Mi chiami Anderson? Voglio parlare con lei-

-Ah sì? Vuoi trattarla male ancora un po'? Non ti è bastato oggi?- infierì Lily, con gli occhi verdi che brillavano.

-Ti fai gli affari tuoi? Voglio solo scusarmi, per una volta!- sbottò Sirius esasperato.

-Sarà...vado a chiamarla, ma se quando torna su mi dice che avete bisticciato, giuro che vengo a soffocarti nel sonno- lo minacciò Lily, prima di sparire su per le scale del dormitorio.

Poco dopo apparve Arizona, avvolta in una pesante vestaglia di flanella e con i voluminosi ricci biondi aggrovigliati.

-Tu mi stai antipatica- annunciò Sirius quando la vide.

-Non taci mai, devi sempre avere l'ultima parola e quasi tutto di te mi irrita- proseguì, e Arizona spalancò la bocca, indignata.

-Mi hai fatta venire quaggiù solo per dirmi che ti sto antipatica? Lo sapevo già, grazie! E tanto per la cronaca, pure tu mi stai antipatico! Sei sempr...-

-Lo vedi? Non stai mai zitta! Fammi finire- la interruppe Sirius, quasi divertito. Quasi.

-Per questo non sono gentile con te, non perchè sei una mezzosangue, è chiaro? Io non sono un fissato con queste cose! Non mi importa se sei mezzosangue o altro, non ti sopporto perchè sei Arizona e basta- concluse, un po' accalorato.

Lei lo fissò.

-Bene. D'accordo. Posso tornarmene a letto, ora?- chiese retoricamente. Senza aspettare altro, gli voltò le spalle e se ne andò. Sirius rimase a fissare il punto in cui era stata lei, poi, ancora più abbattuto di quanto non fosse quando era sceso, tornò a sua volta in dormitorio.



Nda:


Ehm. Lo so che l'ultima volta che ho aggiornato questa storia c'era ancora un sole accecante ed un caldo soffocante. Lo so che sono passati praticamente tre mesi. So tutto questo, e se volete lanciarmi dei pomodori non tenterò neanche di schivarli. Me li merito.

Cosa vi posso dire? Per un periodo ho avuto il pc rotto, ed infatti non potuto materialmente aggiornare anche l'altra mia storia, ma poi il computer mi è stato riparato. Il punto è che avevo perso l'ispirazione. Avrei potuto aggiornare settimane fa, ma avrei pubblicato una vera e propria schifezza. Non che questo capitolo si meriti un altro nome, ma fidativi, quello che avevo scritto prima era ancora peggio. Non so come la pensiate voi, ma io ho sempre preferito la qualità alla quantità, e per questo prima di pubblicare ho cercato di dare il mio meglio per scrivere il capitolo.

Mi scuso con tutto il cuore per questo mastodontico ritardo, e spero che ci sia ancora qualcuno disposto a seguirmi, nonostante io sia una pessima autrice.


Momento di meritata autoflagellazione a parte, volevo dire una cosa sul capitolo, ed in particolare su Sirius e i due ragazzi Serpeverde che compaiono. Se ricordate in Harry Potter la prima volta che si sente parlare di mezzosangue è nel secondo libro, precisamente quando Draco si rivolge in questo modo ad Hermione. Ho pensato che nel periodo precedente l'ascesa di Voldemort questi discorsi fossero ancora più attuali, e che il disprezzo da parte dei purosangue fosse sempre più diffuso. Ecco il perchè della comparsa dei due Serperverde.
Veniamo a Sirius. Lui si arrabbia tantissimo perchè si sente diverso da tutti gli altri purosangue, non disprezza né odia i mezzosangue, come sappiamo. Però l'insistenza di Arizona lo fa innervosire, perchè gli sembra di essere tornato a casa, a quando si parlava di mezzosangue come feccia quasi ogni giorno. La tratta male -del solito- perchè non sa come sfogare la sua frustrazione. Lei poi fraintende totalmente, ma questa è un'altra storia :)

Bene, credo di aver detto tutto (SCUSATEMI ANCORA) e non mi resta che ringraziare le 6 meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo (lo so che ormai non vi sprecherete a recensire questo, non me lo merito) le 23 persone che hanno questa ff nelle preferite, le 6 che la ricordano e le 60 che la seguono. Grazie di cuore, spero di meritarmi ancora queste posizioni!

Purtroppo potrò rispondere alle recensioni solo nei prossimi giorni, questa sera devo assolutamente studiare (maledetto esame di lunedì!!!) e non dovrei proprio essere qui. Ma GRAZIE, non smetterò mai di dirlo.

Per questa sera, ho finito. Invoco il vostro perdono, e spero di trovarvi al prossimo capitolo :)


Con affetto, Miss_Slytherin

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Capitolo 21
*** A very bad day for Arizona ***


                                                     CAPITOLO 21

                                                            A very bad day for Arizona


Gennaio era passato fra copiose nevicate e giornate buie, ma febbraio era arrivato insieme a violenti temporali e temperature che rasentavano il minimo storico.

Tuttavia, per un particolare abitante del castello febbraio era arrivato sin troppo presto: a Remus Lupin sembrava passato un solo giorno dall'ultima luna piena, ed invece l'incubo era di nuovo alle porte.

Lo aveva avvertito nelle ossa, quando si era svegliato la mattina del due febbraio alle sei e mezzo. Già, alle sei e mezzo. Era l'unico modo per accaparrarsi il bagno e scendere in Sala Grande ad un orario decente, perchè se malauguratamente si fosse svegliato dopo James e Sirius, allora beh, poteva anche dire addio alla lezione delle nove. Cosa facesse Sirius in bagno per tre quarti d'ora era un mistero che nessun essere umano sarebbe mai stato in grado di svelare: a giudicare da certi tonfi che provenivano si sarebbe detto che stesse sacrificando un qualche animale in un rito propiziatorio che, secondo Remus, serviva ad assicurargli nuove idee su come dare fastidio al mondo.

Mentre Sirius occupava il bagno, James stordiva gli altri: un altro grande mistero era infatti questo. Nessuno sapeva come facesse James ad avere così tanto da raccontare di prima mattina (e soprattutto come facesse ad essere così pimpante) ma sta di fatto che riusciva a raccontarti cose senza senso per tutto il tempo in cui aspettava il suo compare. Dopodichè, mentre Harry e Peter ingaggiavano una lotta all'ultimo sangue per conquistare il bagno, alla quale Remus non si sarebbe mai e poi mai sognato di prendere parte, i due si dedicavano al vestiario che, benchè consistesse solamente nella divisa, richiedeva loro un'altra mezz'ora. No, per Remus il solo pensiero del tempo che sarebbe trascorso in tutti quei procedimenti era sufficiente a spingerlo a puntare la sveglia a quell'orario indecente.

Nonostante questo, non si sa per quale disgraziato evento, quella mattina quando era sceso in Sala Grande, aveva già trovato Sirius ed Arizona concentrati sulla propria colazione, oltre a Lily tutta presa dalla Gazzetta del Profeta. Era impeccabile nella sua divisa, e Remus sospettava che anche dietro l'alzataccia di Lily ci fosse James: probabilmente sarebbe stata disposta a vendersi l'anima, pur di doverlo sopportare il meno possibile. Il loro rapporto si era fatto sempre più litigioso, anche a causa di Severus Piton. James si ostinava a prenderlo di mira, Lily a difenderlo; in questo modo era inevitabile che si scontrassero.

-Faranno così ancora per molto?- chiese preoccupato Remus a Lily.

Da quando Arizona e Sirius avevano litigato, lei aveva smesso di parlargli. Lo evitava, cercava di stargli accanto il minimo indispensabile e, quando lo avvistava in sala comune o nei corridoi, cambiava immediatamente strada. Doveva comunque condividere con lui le punizioni ed il volontariato, ma durante le lezioni, che erano ricominciate anche per loro, essendo passato il mese di sospensione, gli stava lontana almeno tre metri.

Sirius d'altro canto non faceva alcuno sforzo per sbloccare la situazione: riteneva di essersi scusato abbastanza, ed aveva più volte affermato di non avere alcuna intenzione di rivolgere la parola ad Arizona se prima non fosse stata lei a parlare con lui. Arizona invece non riteneva di aver mai sentito la parola “scusa” uscire dalle labbra di Sirius, e perciò non si smuoveva di un millimetro dall'ignorarlo.

-Ho proprio paura di sì- confermò Lily, che, pur detestando Sirius, non vedeva di buon occhio la situazione.

-È proprio strano non sentirli battibeccare di prima mattina- intervenne Erin Vance, con i lunghi capelli biondo miele raccolti in due trecce. Remus annuì, lanciando un'altra occhiata ai due.

-Cos'abbiamo oggi?- chiese poi, distogliendo gli occhi dai due amici e versandosi un po' di latte in una tazza; in verità detestava il latte, ma aiutava a fortificare le ossa, soprattutto le sue, così deboli prima di ogni luna piena.

-Credo Incantesimi, Pozioni, e Storia...- Remus gemette sentendo nominare Pozioni, - e oggi pomeriggio Difesa. A proposito, hai fatto quel tema sugli usi della saliva di camaleonte? Io ne ho trovati solo sei- elencò Lily, un po' più sveglia.

-Sei?! Io appena quattro!- esclamò Remus preoccupato.

-Dai, non importa, gli altri due posso dirteli io- sorrise Lily, che aiutava sempre qualcuno in difficoltà con i compiti, senza ovviamente far copiare. E purchè non si trattasse di James e Sirius.

-Grazie- mugugnò lui.

Continuarono a fare colazione in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Remus aveva quasi finito, quando vide arrivare James insieme a Peter, Chastity ed Elinor. Le ultime due si fermarono a salutare Arizona prima di dirigersi ai rispettivi tavoli, mentre James e Peter vennero a sedersi accanto a Remus. Lily strinse le labbra quando vide James, ma non disse nulla; Erin arrossì.

-'giorno- sbadigliò James, e poi, come Remus, lanciò un'occhiata a Sirius e Arizona.

-Ancora niente?- chiese.

-Niente. Lei muta come un pesce, lui testardo come un mulo- rispose Remus.

-Mmh...- fece James pensieroso. Anche per lui era un momento difficile: Arizona era come una sorella per lui, ma Sirius era il suo migliore amico; non sapeva come comportarsi, e tutti i suoi tentativi di riappacificare i due testoni -così li chiamava James- erano miseramente falliti.

-Dobbiamo fare qualcosa- affermò Remus, deciso.

-Ma va? Secondo te perchè Arizona ha tentato di lanciarmi una maledizione, e Sirius mi ha quasi rotto il naso? Perchè ho cercato di parlare con loro!- esclamò James, in tono ovvio.

-Ah, ti ci vedo proprio nei panni del mediatore, Potter!- sbuffò Lily, ironica. Anche per lei ormai era diventata un'abitudine stuzzicare James.

-Ha parlato Miss Diplomazia! Perchè non ci provi tu a far ragionare quelle due teste dure?- ribattè James, e Remus alzò gli occhi al cielo, esasperato. Ci mancavano solo James e Lily con i loro battibecchi a peggiorare la situazione!

-Mi avvicinerei a Black solo sotto minaccia di morte, e se ad Arizona non va di parlare dell'accaduto io non insisto!- chiarì Lily, guardandolo male.

-Scusate- intervenne Erin, che sino a quel momento aveva seguito lo scambio di battute in silenzio, -forse, se provaste ad unire le forze, riuscireste ad ottenere qualcosa- suggerì poi in tono logico.

Tutti e quattro -Peter compreso- la fissarono stupiti.

-Hai ragione. Qui ci vuole una riunione di gruppo!- convenne James, entusiasta.

-Mi avvelenerei da sola piuttosto che essere d'accordo con te, Potter, ma credo che questa sia purtroppo l'unica soluzione- disse Lily, disgustata dall'idea di dover collaborare con James.

-Avvisiamo anche Elinor e Chastity, possiamo trovarci prima di pranzo in biblioteca... a quell'ora non c'è mai nessuno- propose Remus, ma James impallidì.

-Io in biblioteca non ci voglio più entrare! Leggende dicono che quando ne esci non sei più te stesso!- affermò, spaventato.

-Ma piantala Potter! Io ci vado tutti i giorni, e sono perfettamente normale- disse Lily e James sussurrò, per non farsi sentire: -Mah, tutta centrata non sei Evans...- poi, ad alta voce, rispose:

-Vabbè, per questa volta posso anche rischiare. Ma solo per Sirius e Arizona!-

In quel momento suonò la prima campanella, ed i Grifondoro lasciarono il tavolo della Sala Grande ben decisi a sistemare una volta per tutte la cocciutaggine di Sirius e Arizona.

                                                                        

                                                               ******


Arizona aveva avuto una pessima giornata.

Si era svegliata all'alba per colpa del russare poco delicato di Mary McDonald, poi era inciampata nella sua stessa gattina fracassandosi un dito del piede contro lo spigolo del comodino ed infine, giunta in Sala Grande, aveva visto che l'unico posto libero era di fronte a Sirius. Si era accomodata, dicendosi che la giornata non poteva andare peggio di così. Invece, ad Incantesimi aveva non si sa come eseguito un incantesimo Elettro sul povero professor Vitious che era così quasi morto fulminato; si era talmente arrabbiato che le aveva assegnato un tema lungo un metro e mezzo proprio su quell'incanto, da consegnare l'indomani mattina.

Poi era arrivato il momento delle due ore di Pozioni ed Arizona sperava che il professor Lumacorno avesse deciso di assegnare qualcosa di poco impegnativo. Speranza vana: l'insegnante aveva deciso di metterli alla prova con una Pozione Restringente, che di solito veniva insegnata al secondo anno.

-Ma siete abbastanza bravi da riuscirci, miei cari ragazzi! A parte qualche caso...disperato, ecco- aveva detto giocoso, lanciando un'occhiata ad Arizona e a Remus, che non era proprio un asso in pozioni.

Arizona credeva di starsela cavando anche abbastanza bene, rispetto alle altre volte, ma ad un certo punto doveva aver aggiunto l'ingrediente sbagliato, perchè la pozione prese a crescere sempre di più, fino a strabordare dal calderone e ad allagare tutta l'aula.

Lumacorno, indispettito, li aveva fatti uscire per poter riparare al danno, e quando erano rientrati aveva annunciato ad Arizona che il giorno dopo sarebbe stata interrogata sul corretto svolgimento della pozione.

Con l'umore sotto i piedi e con un vago senso di nausea per la montagna di compiti extra che l'attendeva, Arizona era andata a pranzo, sperando di potersi almeno distrarre con i suoi amici. Ma non c'era traccia né dei Grifondoro, né di Elinor e Chastity. C'era solo Sirius, ma Arizona, per ovvie ragioni, non lo prese nemmeno in considerazione.

Sull'orlo della disperazione, affrontò Storia della Magia, ma si addormentò con la testa sulle braccia; fu svegliata appena in tempo da Lily, che aveva visto Ruf fluttuare nella loro direzione. Solo la lezione di Difesa trascorse senza particolari incidenti, e almeno per questo Arizona ringraziò il cielo.

Dopo le lezioni dovette dedicarsi alla punizione, e quando finì di mettere a posto i libri della biblioteca lasciati dagli studenti sui vari tavoli era già ora di cena.

Sfinita ed affamata, lasciò la biblioteca e si preparò ad affrontare i quattro lunghi piani che la separavano dalla Sala Grande.

Aveva quasi superato la stanza dei trofei, quando vide arrivare Severus Piton, accompagnato da Daniel Avery, dai due soliti scagnozzi e da un ragazzo del quarto anno, di nome Mulciber. Si era fatto già una cattiva reputazione a Hogwarts, ed Arizona lo conosceva per sentito dire. Arizona sperò che la superassero in fretta: era di cattivo umore, e non aveva voglia di sopportare le solite schermaglie fra Grifondoro e Serpeverde. Ma i quattro ragazzi avevano altre intenzioni; quando si accorsero di lei, Avery esclamò, in tono sprezzante:

-Mulciber, guarda chi abbiamo! Una delle tante SangueSporco che infettano questo posto!-

Arizona si bloccò sul posto, come pietrificata. Aveva intuito che sanguesporco era ancora peggio di mezzosangue, e soprattutto, aveva capito che Avery aveva voglia di infierire su qualcuno.

-E come fai a sapere che sono una sanguesporco?- gli chiese, per prendere tempo. Sapeva di aver lasciato la bacchetta in dormitorio insieme alla borsa dei libri, e perciò non le restava che sperare che di lì passasse qualcuno.

-Conosco tutte le famiglie purosangue, e so per certo che Anderson è un cognome babbano- rispose tranquillo Avery, avvicinandosi a lei. Mulciber scoppiò sgradevolmente a ridere a quelle parole, ma Piton tentò di dissuaderlo.

-Andiamo a cena, dai. Non ho voglia di perdere tempo- gli disse, in tono calmo.

-La cena può aspettare- intervenne Mulciber e, mettendo mano alla bacchetta, tornò a rivolgersi ad Arizona:

-Vediamo se voi NatiBabbani siete davvero in grado di imparare la magia...- disse in tono pensieroso, come se stesse scegliendo quale incantesimo lanciarle. Arizona non sapeva come difendersi: senza bacchetta era praticamente impossibile respingere una fattura e comunque non conosceva ancora gli incantesimi difensivi. Mulciber invece era del quarto anno, ed era perciò in vantaggio rispetto a lei.

Per un istante pensò scappare, ma Wilson e Todds si erano come al solito disposti in modo da precludere la fuga; Piton sembrava indeciso sul da farsi.

Mulciber sembrava aver scelto quale fattura usare, e stava per mettere in atto i suoi propositi quando una voce disse:

-Certo che persino per voi Serpeverde è squallido mettersi quattro contro uno, anzi, contro una. Non sapete fare di meglio?-

Arizona si voltò, stupita, e con lei anche i quattro Serpeverde.

Sirius era appena sbucato dalla sala trofei, e fissava Mulciber con occhi di pietra.

In un lampo, Arizona ricordò che Sirius quella settimana aveva il compito di lucidare le coppe, e, inaspettatamente, si sentì al sicuro.

-Mai pensato di farti gli affari tuoi, Black?- gli domandò Mulciber acido, spostando la punta della bacchetta verso di lui.

-No, a dire il vero no. Tu mai pensato di impiccarti? Libereresti la società da un inutile peso- lo rimbeccò Sirius e Arizona notò che non aveva neanche sfoderato la bacchetta. Ma cosa pensava di fare, provocando Mulciber in quel modo?

-Come osi, traditore del tuo sangue! Tu sei la feccia di questa società, peggio ancora dei mezzosangue!- esclamò Avery e Sirius scoppiò a ridere, facendo arrabbiare ancora di più i Serpeverde.

Ora ci affatturano, si disse Arizona, quasi percependo fisicamente l'incantesimo in arrivo. Infatti, neanche un secondo dopo, Mulciber iniziò a dire:

-Levicor...-

-Mulciber! Cosa diavolo pensi di fare? Abbassa immediatamente quella bacchetta!-

La professoressa McGranitt era arrivata di gran carriera, ed era talmente arrabbiata da essere rossa in volto. Dietro di lei fluttuava Nick-Quasi-Senza-Testa, che rivolse a Sirius un sorrisetto d'intesa.

Mulciber sbiancò vedendo l'insegnante, e si affrettò a fare quanto gli era stato detto.

-Nulla, professoressa. Parlavamo semplicemente con i nostri amici- disse, ossequioso. La McGranitt strinse ancora di più le labbra già ridotte ad una sottile linea.

-Venti punti in meno a Serpeverde, perchè Mulciber mi ha preso per deficiente, evidentemente. Altri venti punti in meno per uso improprio della magia nei corridoi e punizione con me tutta la settimana! Ed ora filate!- sbraitò rivolta ai quattro Serpeverde, che non osarono protestare e se ne andarono con la coda fra le gambe.

-E voi cosa ci facevate qui?- abbaiò poi rivolta a Sirius ed Arizona.

-Abbiamo finito la punizione e stavamo andando a cena, professoressa- rispose Sirius innocentemente. Lei lo fissò con occhi indagatori, ma gli credette.

-Andate, allora- disse in tono serio.

Arizona e Sirius si allontanarono e non osarono parlare prima di aver messo un intero piano fra loro e la professoressa; Arizona era sconvolta per quello che era appena accaduto, Sirius non sembrava minimamente toccato.

-Come faceva la McGranitt a sapere dov'eravamo e cosa stava succedendo?- domandò Arizona, prima di ricordarsi che lei con Sirius non ci parlava.

Lui dovette pensare la stessa cosa, perchè la fissò stupito. Tuttavia si riprese in un attimo, e rispose:

-Nick-Quasi-Senza-Testa mi stava tenendo compagnia nella sala trofei. Quando ho sentito la tua voce e quelle dei quei quattro trogloditi l'ho mandato a chiamare la prof e sono venuto a vedere cosa stava succedendo- disse, orgoglioso per la pensata che aveva avuto.

A quel punto però Sirius rischiò il soffocamento e impiegò qualche secondo per capire che Arizona gli era balzata addosso e lo stava stringendo in un abbraccio stritolante.

-Ehi! Lasciami, non riesco a respirare!- esclamò con voce strozzata, cercando di scrollarsela di dosso. Ma Arizona era ostinata, e lo lasciò andare solo dopo avergli schioccato un sonoro bacio sulla guancia. Poi, come se non gli avesse appena incrinato quattro costole per ringraziarlo, chiese:

-SangueSporco non è una bella parola, vero?-

-No, è anche peggio di mezzosangue- rispose Sirius, pensando che quella ragazzina non aveva tutte le rotelle a posto.

-Già, l'avevo intuito...- mormorò Arizona, facendosi triste. Non dissero più nulla fin quasi al portone della Sala Grande, ma d'un tratto Sirius esclamò, facendola sobbalzare per lo spavento:

-E comunque, come ti salta in mente di lasciare la bacchetta in dormitorio? Devi portarla sempre con te!-

-Scusa sai, ma non mi immagino di venire attaccata ad ogni angolo del castello!- ribattè Arizona sulla difensiva, mentre entravano e si dirigevano verso il tavolo dei Grifondoro.

-E invece devi prevederle queste cose! Cosa avresti fatto se non ci fossi stato io a salvarti?-

-Ah beh menomale che c'eri tu, Superman!-

-Superchi? Mi stai forse insultando?-

-Può essere, sì!-

-Piccola ingrata! Non solo ti salvo la vita...- sbuffò Sirius, sedendosi accanto a James. Arizona prese posto fra Remus e Lily, e replicò:

-Tz, salvare la vita! Il solito esagerato!-

-Ah sì? Allora la prossima volta lascio che ti affatturino, e non vengo neanche a trovarti in infermeria!-

-Tanto non ti ci voglio neanche al mio capezzale!-

James, Remus, Peter e Lily li guardarono con tanto d'occhi, poi si scambiarono un'occhiata perplessa.

-Bene!-

-Bene!-

-Sono tornati normali- sospirò James sconsolato e felice allo stesso tempo.



                                                               ******


Remus era contento che finalmente Arizona e Sirius avessero fatto pace, ma la felicità era durata poco. Dopo cena era salito in dormitorio per mettere in atto la solita messinscena: fingere di preparare i bagagli, perchè quando qualcuno torna a casa logicamente si porta la valigia. In realtà il baule sarebbe rimasto nello studio di Silente; per andare al Platano Picchiatore non gli sarebbe servito nulla, se non una dose generosa di coraggio, cosa che a Remus veniva sempre meno ogni volta che si trovava solo nella Stamberga Strillante in attesa della trasformazione.

-Che fai?- gli chiese Harry, vedendolo mettere qualche maglione in un piccolo baule.

-Devo tornare a casa per il week-end, mia mamma sta poco bene- rispose Remus, cercando di essere credibile.

-Anche il mese scorso sei dovuto tornare a casa- osservò Sirius, disteso sul proprio letto.

-Già, purtroppo mia madre è cagionevole di salute- replicò lui, odiandosi per il fatto di dover mentire ai suoi amici.

-Speriamo che si rimetta presto!- si augurò Peter, dispiaciuto per lui.

-Lo spero anch'io- fece Remus riconoscente.

-Deve essere una caratteristica di famiglia allora...anche tu ogni mese stai male!- fece notare James, intento a leggere una rivista di Quidditch.

Remus si immobilizzò per un attimo. Non credeva che James fosse attento a quel tipo di dettagli..evidentemente l'aveva sottovalutato.

-Sì, è così infatti. Allora io vado...ci vediamo lunedì- disse Remus, avviandosi verso la porta.

-Ciao ciao Remmy!- lo salutarono James e Sirius in coro; Peter ed Harry si limitarono ad un cenno della mano.

Remus li guardò ancora una volta, prima di chiudersi la porta alle spalle. Avrebbe tanto voluto che loro potessero stargli vicino.



Nda:


Buonasera miei cari lettori!!!

Eccomi qui con un nuovo capitolo, e questa volta ho impiegato “solo” venti giorni ad aggiornare...metto solo fra virgolette perchè in effetti venti giorni non sono pochi, ma rispetto ai miei ultimi standard è già un miglioramento.

Che dirvi? Non ho molto da aggiungere sul capitolo, se non che per me è difficile parlare di Severus ed è per questo motivo che sta comparendo poco, negli ultimi capitoli. Anche nella parte in cui appare effettivamente non fa granchè, perchè da un lato non vuole apparire diverso dai suoi amici Serpeverde, dall'altro vede qualcosa di sbagliato nell'attaccare una persona che non può difendersi.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e che mi farete sapere cosa ne pensate :) Sono stata felicissima delle 6 recensioni allo scorso capitolo, e mi auguro che sempre più persone decidano di condividere con me le loro impressioni sulla storia, anche per aiutarmi a migliorare :)

Ringrazio le 28 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 6 che la ricordano e le 68 che la seguono: spero che questi numeri possano salire ancora!!!
Un GRAZIE particolare come sempre va a chi recensisce, perchè è soprattutto grazie alle vostre parole che mi sento sempre spronata a scrivere e fare del mio meglio. Nei prossimi giorni risponderò singolarmente a ciascuna di voi, abbiate ancora un po' di pazienza con me :)


Bene, anche per oggi è tutto. Con affetto, vostra


Miss_Slytherin

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Capitolo 22
*** Doubts ***


                                                                 CAPITOLO 22

                                                                    Doubts


Severus si aggirava lentamente fra gli scaffali della biblioteca. Vagava nel reparto di Pozioni, alla ricerca di qualcosa di interessante da leggere. Sapeva già fare tutte le pozioni del libro del primo anno, e le aveva trovate persino troppo elementari.

Scorreva pigramente i titoli, e stava quasi per desistere quando i suoi occhi caddero su un libro che sembrava molto promettente: la scritta Malefici intrugli per malefiche intenzioni campeggiava dorata su una copertina nera. Lo afferrò d'istinto, senza fermarsi a pensare che c'era qualcosa di malsano in quel suo desiderio di oscurità.

Trovava anzi che fosse strano che quel libro non fosse stato messo nel Reparto Proibito e, ritenendosi fortunato, si accomodò ad un tavolo solitario, lieto che quel pomeriggio la biblioteca non fosse molto piena.

Cominciò a leggere, e più leggeva, più era affascinato. Come potevano esistere così tanti modi per amalgamare gli ingredienti, per creare qualcosa di così magico e al contempo di così letale?

Era immerso nella lettura di una pozione estremamente complicata, quando una voce strappò la sua attenzione dalla pagina:

-Ehi! Che fai qui da solo?-

Severus alzò la testa infastidito, ed era già pronto a rispondere sgarbatamente quando vide che a parlare era stata Lily. Aveva fra le mani alcuni libri di Storia, e dalla sua borsa spuntavano pergamene e piume appena usate.

-Niente, leggevo questo libro. Tu che fai?- rispose Severus, decisamente meno irritato.

Lily si sedette di fronte a lui, prima di replicare a bassa voce, per non disturbare gli altri avventori della biblioteca:

-Ho finito ora la ricerca per Rϋf per mercoledì. Cosa leggi?- chiese ancora, e prima che Severus potesse dire qualcosa, afferrò il suo libro e ne lesse il titolo, poi lo aprì e passò all'indice degli argomenti. Quando alzò gli occhi verso di lui, Severus vide qualcosa che non gli piacque.

-Perchè lo stai leggendo?- domandò, molto seria.

-Lo trovo interessante- rispose Severus sincero.

-Interessante? Ma parla di pozioni raccapriccianti!- esclamò sorpresa; qualche studente sussurrò uno “sssh” irritato, e Lily si zittì. Nessuno dei due parlò per qualche minuto, poi Lily disse:

-Non credo che dovresti studiare questo tipo di cose.-

-Perchè no? Sono solo pozioni- replicò Severus, sinceramente sorpreso.

-Non mi sembrano “solo pozioni”. Servono per...fare male alla gente- fece Lily, sempre più stranita per le parole dell'amico.

-Hai ragione- convenne allora Severus, che non voleva discutere con lei; ma quando Lily lo salutò dicendo di voler salire al suo dormitorio, Severus riprese a leggere il libro, e, quando fu ora di cena, lo chiese in prestito. Prima di lasciare la biblioteca si ripromise di tornarci ancora per cercare altri volumi di quel genere.



                                                                       ******


-Penso che dovresti andare in infermeria, sai- disse Arizona preoccupata, notando che la mano destra di Chastity non sembrava volersi sgonfiare. Erano passate due ore dalla fine della lezione di Erbologia di quel giorno, durante la quale Chastity si era accidentalmente punta con uno strano cactus, nero e maleodorante. La Sprite aveva detto che la mano, divenuta rossa e gonfia, sarebbe tornata normale nel giro di mezz'ora, ma per il momento non era ancora accaduto nulla.

-Tu dici?- chiese Chastity, osservando ansiosa le dita sempre più scarlatte.

Le due ragazze avevano appena finito di aiutare il professore di Divinazione a lucidare tutte le sfere di cristallo (Arizona ormai non si sentiva più i muscoli delle braccia, visto che si era offerta di pulire anche parte di quelle di Chastity dato che l'amica era infortunata) ed ora stavano scendendo le infinite rampe di scale che separavano la Torre di Divinazione dal resto del castello.

-Dico, dico! Magari la Sprite non si è accorta di quanto fosse grave la puntura...sembra sempre un po' distratta. Poi magari peggiori, il danno diventa irreversibile, ti portano in ospedale e...muori!- affermò Arizona apocalittica.

-Così sì che mi sei d'aiuto, Arizona-.

-Sono solo realista- si difese l'altra.

-Io direi catastrofica...ma è meglio che Madama Chips mi dia un'occhiata, per sicurezza- disse Chastity, ora leggermente allarmata

-Vuoi che ti accompagni?- chiese Arizona, ma il quel momento il suo stomaco brontolò rumorosamente.

Chastity sorrise:

-No, grazie...vai pure a cena, ci vediamo dopo- disse la Tassorosso, e svoltò l'angolo per raggiungere l'infermeria, mentre Arizona proseguì diritta verso la Sala Grande.

Chastity entrò in infermeria, che era quasi vuota; c'era solo un letto occupato verso il fondo della sala, ma era riparato dalle tende, e la ragazza non riuscì a vedere chi fosse il suo occupante.

-Madama Chips?- chiamò Chastity, e dopo qualche istante l'infermiera uscì dal suo studio.

-Dimmi cara- le rispose, con tono leggermente allarmato.

Perplessa, Chastity le spiegò l'accaduto, mostrandole poi la mano gonfia.

-Oh, non c'è nulla da preoccuparsi. Vado a prenderti una pomata che devi mettere per qualche giorno, poi tutto tornerà a posto, cara. Siediti qui, non ricordo dove l'ho messa- disse Madama Chips tranquilla, e Chastity tirò un sospiro di sollievo. Si accomodò su un letto vuoto, e si augurò che l'infermiera tornasse presto, dato che anche il suo stomaco cominciava a dare segni di protesta.

Passò qualche istante, poi Chastity udì dei rumori provenienti dalla tenda. Dopo qualche minuto ne emerse Remus, che indossava un pigiama a righe e aveva un'aria davvero poco sana.

Chastity lo fissò stupita. James le aveva detto che era tornato a casa per via della madre malata, e Chastity non si aspettava assolutamente di trovarlo lì. Anche Remus sembrava sorpreso nel vederla, tanto che per qualche minuto nessuno parlò.

-Remus! Ma che ci fai tu qui?- chiese infine Chastity, notando anche le occhiaie e alcuni graffi sul viso dell'amico.

-Io...sono stato poco bene- rispose lui, con voce debole.

-Credo che tu non stia bene neanche ora- osservò Chastity, scendendo dal letto per avvicinarglisi.

-In effetti...e tu? Cosa ti è successo?- domandò Remus, per cambiare discorso.

-Oh, niente, solo un piccolo incidente ad Erbologia- rispose Chastity con non curanza.

-Ma non dovevi essere a casa?- indagò poi, ancora confusa.

-Sì, io...sono tornato stamattina, poi non sono stato bene e allora sono venuto in infermeria- spiegò Remus cercando di apparire tranquillo.

-Ma perchè non sei rimasto a casa, se non stavi bene? Saresti potuto tornare una volta guarito- continuò Chastity, sempre più perplessa. C'era qualcosa di strano in Remus, oltre al suo aspetto malaticcio.

-Sono stato male durante il viaggio di ritorno, ma non ho voluto allarmare i miei genitori. Sapevo che tanto a Hogwarts Madama Chips mi avrebbe aggiustato in un baleno- replicò ancora Remus, forzatamente allegro, ma segretamente sempre più irritato;

la curiosità di Chastity lo stava mettendo a disagio. Lei parve capire di essere stata troppo insistente, perchè disse:

-Capisco...beh, spero che tu ti rimetta presto. Se ti fa piacere verrò a trovarti domani, e posso dirti i compiti di questi giorni- .

-Grazie, sei molto gentile. Mi fa piacere se mi vieni a trovare...ma devo chiederti un favore- rispose Remus, pensando velocemente.

-Dimmi-.

-Non dire agli altri che mi hai visto qui. Arizona si preoccupa anche per un raffreddore, Peter è ansioso di suo, Elinor e Lily si offrirebbero di farmi i compiti e James e Sirius...beh, li conosci- spiegò Remus, sperando di sembrarle convincente.

Chastity rise, pensando che non Remus non avesse tutti i torti, soprattutto su Arizona.

-D'accordo, non dirò nulla. Beh, ora scusami ma vorrei andare a cena, sto morendo di fame- disse, vedendo che Madama Chips era di ritorno con la sua pomata. La ringraziò, salutò Remus ed uscì, pensando però che ci fosse qualcosa che non tornava nelle parole del suo amico.


                                                                          *******


-Ehi, avete visto che oggi pomeriggio hanno piantato uno strano albero nel parco?- chiese James, riempiendosi il piatto di una tripla porzione di tutto quello che aveva davanti. La Sala Grande era piena dell'allegro chiacchiericcio degli studenti, mentre il soffitto incantato mostrava il furioso temporale che imperversava fuori. Febbraio continuava ad essere freddo e piovoso, ed Arizona non ne poteva più di tutti quei gradi sotto lo zero.

-È un Platano Picchiatore, Potter- intervenne Lily secca, seduta per sua sfortuna di fronte a lui. Avere Arizona come amica la portava a frequentare Potter e Black più dello stretto necessario.

-Mi stavo per caso rivolgendo a te, Evans? Non mi pare!- la rimbeccò James irritato dal suo tono saputello.

-Oh, scusa tanto se stavo cercando di colmare il vergognoso vuoto che hai in testa- replicò Lily con una risatina.

James le fece una linguaccia.

-Molto maturo James, davvero- commentò Arizona ridacchiando, poi domandò:

-Comunque, cosa fa di preciso un albero...?-

-...produce ossigeno, genio- intervenne Sirius sarcastico.

-Ah, ah! Divertente Sirius, davvero! Intendevo dire un albero come il Platino Picchiatore- concluse Arizona stizzita.

-Se viene colpito si anima e comincia a colpire a sua volta tutto ciò che gli capita- le spiegò Harry con gentilezza; Arizona gli sorrise in risposta e Erin Vance intervenne domandando:

-Ma perchè metterlo in una scuola piena di studenti che potrebbero colpirlo senza volerlo? Non mi sembra una cosa sicura-.

-In effetti no...ma Silente avrà sicuramente le sue buone ragioni- commentò Lily, lanciando un'occhiata al Preside che però non era ancora sceso a cena.

James e Sirius si stavano guardando con occhi decisamente folli; Peter se ne accorse e chiese, pur non essendo certo di voler conoscere la risposta:

-Cosa...cosa state pensando voi due?-

-Chi, noi? Niente- fece Sirius innocentemente.

-Proprio niente- ribadì James, tranquillo.

-Secondo me state pensando che sarebbe proprio divertente colpire il Platano e vedere quanto riuscite a venire mutilati- suggerì Arizona e tutti scoppiarono a ridere, compresi James e Sirius che però non smentirono.

-Non azzardatevi a fare una cosa del genere!- li ammonì Lily seria e James e Sirius sfoderarono due occhioni da cucciolo.

-Che tenera la Evans! Si preoccupa per noi!- disse Sirius fintamente dolce.

-Già! Non vuole che ci facciamo del male! Oh, come sei misericordiosa...- aggiunse James melenso.

-Assolutamente no! Anzi, se doveste perdere qualche arto mi occuperò personalmente di seppellirli per non farverli trovare mai più. Mi preoccupo per la disastrosa situazione della nostra clessidra, piuttosto- li smontò Lily, alla quale però veniva un po' da ridere.

James e Sirius cambiarono strategia alla velocità della luce.

-Come sei crudele Evans! Non ti importa niente della nostra incolumità!- la accusò James.

-Sei senza cuore- disse Sirius, abbattuto.

-Aaah! Siete impossibili voi due!- si arrese Lily, scuotendo la testa rassegnata.

Il resto della cena passò senza ulteriori discussioni e poco dopo gran parte degli studenti cominciò ad abbandonare la Sala Grande.

Mentre uscivano, Arizona si affiancò a James e Sirius e sussurrò loro:

-Quando andate al Platano chiamatemi!-


                                                               *******


Elinor aveva cenato presto, ed era salita in dormitorio con il solo desiderio di lavarsi e di andare a dormire. Entrò infatti subito in bagno e, infilatasi sotto la doccia, aprì il getto bollente che prese a scorrere lungo i muscoli intirizziti delle spalle e delle braccia, sciogliendoli; tutte le punizioni che venivano loro assegnate non comprendevano l'uso della magia, ed era perciò normale che a fine giornata fosse letteralmente a pezzi.

Dopo una ventina di minuti, completamente rilassata e sazia dalla cena, uscì dalla doccia, infilò il pigiama più pesante che possedeva e si sedette sul letto. Le sue compagne di stanza non c'erano: Rosalie e Sylvia erano ancora a cena e Amanda stava studiando in sala comune. Era il momento giusto per esercitarsi con il ciondolo, anche se non aveva molta voglia di farsi venire mal di testa proprio ora che si sentiva così bene. Tuttavia estrasse con un sospiro la collanina dalla maglia del pigiama, dicendosi che se voleva migliorare doveva fare anche dei sacrifici.

Chiuse gli occhi, strofinò la superficie liscia e si preparò al caos.

Non tentò nemmeno di cercare Remus: sapeva che era tornato a casa e provare a trovarlo sarebbe stata un'impresa inutile e dannosa. Decise di concentrarsi invece su Sirius, richiamando alla mente l'immagine della sala comune di Grifondoro e dei dormitori dei ragazzi, sperando che ciò potesse essere d'aiuto. Trascorsero molti lunghi istanti senza che Elinor riuscisse a dominare la miriade di voci che la stavano stordendo, ma pian piano riuscì ad escludere parzialmente quelle dei Corvonero a lei più vicini. Sentiva poi dei lontani sussurri, che supponeva appartenere ai Serpeverde: erano come echi, e le era facile ignorarli. Si focalizzò sempre di più sul suono della voce del suo amico, ma non riusciva a distinguerla da tutte le altre. Con le lacrime agli occhi per il dolore e lo stomaco completamente devastato, Elinor stava ormai per desistere, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Era la voce ormai conosciuta di Remus ed il solo sentirla così chiaramente quasi la indusse a togliere il contatto per correre da Silente; riuscì invece a controllarsi e si sforzò di isolare sempre di più i pensieri di tutti gli altri. Le costò una fatica sovrumana, ma per pochi, preziosi ed emozionanti istanti, Elinor percepì le parole di Remus, parole che la lasciarono senza fiato:

Voglio morire. Non posso farcela più così!

A quel punto, quasi autonomamente la mano di Elinor scattò verso il ciondolo, e la calma tornò a regnare nella mente sconvolta della piccola Corvonero, che corse in bagno. Vomitò la cena, ma non le importava: ciò che aveva ascoltato l'aveva lasciata completamente sbalordita. Che cosa significavano quelle parole?

Perchè Remus- sempre così solare, gentile, disponibile, proprio quel Remus- era arrivato a pensare una cosa del genere? E cosa doveva fare ora lei? Non appena si pose quella domanda, Elinor ebbe già la risposta. Afferrò la vestaglia, la indossò e, quasi travolgendo Amanda che stava entrando in quel momento, corse da Silente.

Percorse i numerosi corridoi che la separavano dal suo ufficio quasi senza intralci e si ringraziò per aver cenato così presto; la maggior parte degli studenti era ancora in Sala Grande e non incontrò nessuno, se non si contavano due armature a spasso per il castello ed una strana mano fantasma mai vista prima.

Si presentò al gargoyle di pietra con la milza in fiamme e a stento pronunciò la parola d'ordine, che venne accettata. Cercò di ricomporsi e di riprendere fiato prima di entrare, e quando il suo respiro ebbe riacquistato un ritmo normale decise di bussare.

Ottenuto il permesso si fece avanti e Silente rimase sorpreso nel vederla, si ricompose subito.

-Elinor, cara! Va tutto bene?- le chiese, tornando a sedersi ed invitandola a fare lo stesso; prima dell'arrivo della ragazza stava per scendere a cena, ma evidentemente doveva posticipare il pasto. Elinor sembrava davvero sconvolta, e Silente attendeva preoccupato che parlasse.

-Buona sera Preside- disse con il fiato ancora un po' corto, -mi scusi se la disturbo ma..ma...c'è qualcosa di cui vorrei parlarle- concluse, agitata.

-Per prima cosa calmati mia cara, mi sembri davvero sconvolta- la invitò con gentilezza, ed Elinor annuì.

-È così. Vede, prima io mi stavo esercitando con il ciondolo, come lei mi ha raccomandato di fare. Stavo cercando la voce di Sirius, perchè sapevo che Remus non era al castello. Non stavo facendo molti progessi e avevo quasi deciso di lasciar perdere, quando invece l'ho sentito!- raccontò tutto d'un fiato. Silente era perplesso.

-Hai sentito chi, di preciso?-

-Remus!- esclamò Elinor con veemenza, poi si rese conto di star parlando con il preside, e si corresse:

-Remus, signore. Sono rimasta stupita, perchè credevo che fosse a casa. Ho deciso di ascoltarlo, troppo emozionata per essere riuscita a stabilire un chiaro contatto, ma non avrei dovuto farlo-.

-Perchè?- chiese semplicemente Silente, che aveva da tempo compreso di aver fatto uno sbaglio.

-Perchè Remus stava desiderando di morire, signore!- spiegò lei ansiosa, -diceva di “non farcela più così” e voleva scomparire!- spiegò la ragazzina, molto pallida.

Silente non disse nulla per qualche minuto, e così anche Elinor tacque.

-Signore? Io...sono preoccupata per lui. Che cosa sta succedendo? Come posso aiutarlo?- chiese poi, quando non riuscì più a sopportare il silenzio.

Silente la scrutò con i suoi chiari occhi azzurri, ed infine rispose:

-Purtroppo non c'è nulla che tu possa fare per lui, Elinor, ma ti assicuro che Remus sta bene e che non corre nessun pericolo. So che sarà difficile, ma ti chiedo di dimenticare quello che hai ascoltato stasera e di non farne parola con anima viva, ovviamente neanche con Remus. Potrei ricorrere alla magia per assicurarmi che tu cancellerai davvero le parole ascoltate, ma mi fido di te e non voglio praticare alcun incantesimo sulla tua mente già provata. Pensi di poter fare questa promessa, Elinor?-

Completamente spiazzata dalle richieste del vecchio mago, Elinor replicò:

-Io...si. Sì, certo. Glielo prometto. Ma sta davvero bene? Non posso proprio fare nulla?-

-Nulla- ripetè Silente in tono grave, poi aggiunse:

-Sono molto orgoglioso di ciò che sei riuscita a fare questa sera, Elinor, nonostante tu abbia ascoltato qualcosa che sarebbe stato meglio non sentire. Ti prego però di non esercitarti più cercando la voce di Remus. È stato sciocco da parte mia non vietartelo sin dall'inizio...ma ripeto, ho molta fiducia in te e sono certo che mi ascolterai-.

-Non devo più cercare Remus?- chiese Elinor, sempre più confusa. Ma cosa stava accadendo quella sera?

-No, non devi. Scegli qualcun altro, ma non lui. Pensi di poter fare anche questo, per me?-

Ancora una volta, Elinor replicò:

-Io...certo, sì. Va bene-.

Silente le sorrise, ma Elinor non riuscì a sentirsi rasserenata come le altre volte.

-Grazie per avermi riferito queste cose. Torna al tuo dormitorio, credo che una buona dormita sia ciò di cui hai più bisogno-.

Elinor capì di essere stata congedata, così si alzò e dopo aver salutato il preside lasciò lo studio. Aveva la mente piena di pensieri che vorticavano confusi, ma non a causa dell'empatia.


Nda:

Buonasera/giorno a tutti! (non so quando leggerete questo capitolo, e soprattutto se lo farete).

So che molti si saranno scordati di me e della mia storia (l'avrò detto un migliaio di volte ormai) dato che come sempre ho impiegato ere geologiche ad aggiornare, ma inspiegabilmente sono di nuovo qui a supplicarvi di non uccidermi e di non gettarmi con crudeltà nel dimenticatoio. So che me lo merito, dato che sono imperdonabile, ma per l'ennesima volta devo chiedervi SCUSA per il mastodontico ritardo.

Se ci fosse ancora qualcuno disposto a seguirmi lo ringrazio già in anticipo...Natale (a proposito, auguri!) è già passato, ma forse qualche miracolo può ancora accadere.


Detto questo e rivolgendovi ancora un triliardo di scuse, passiamo al capitolo.

Volevo dire una cosa a proposito di Severus e di Lily. Non ricordo bene se nel terzo o nel quinto libro, qualcuno dice che quando è arrivato a scuola Piton sapeva già più incantesimi della metà degli alunni del settimo. Nel quinto poi Remus dice che era immerso fino al collo nelle arti oscure, e per questo ho pensato che non fosse strano che Severus leggesse quel tipo di libro da me inventato all'inizio del capitolo. Credo che Lily avesse sin da subito intuito che ci fosse qualcosa di strano in lui, ma che per tanti anni abbia fatto finta di nulla, accecata dall'affetto. Spero siate d'accordo con me :)

Poooi...il Platano Picchiatore. Mi sono ricordata solo ora che sempre nel terzo libro Lupin ci dice che fu piantato l'anno che arrivò lui per causa sua...potrebbe sembrare un po' strano che nella mia storia l'abbiano messo solo a febbraio, ma ormai non potevo più aggiungerlo nei capitoli precedenti, e mi sembrava però giusto farvi cenno. Spero mi perdoniate questa dimenticanza :)

Bene, ho detto tutto. Ringrazio le 29 persone che incredibilmente hanno ancora questa ff nelle preferite, le 7 che la ricordano e le 71 che la seguono: vi amo, sappiatelo!

Un grazie speciale a chi ha recensito: senza di voi, ormai lo sapete, non sarei qui neanche oggi.

Per stasera, è tutto. Auguro a tutti un felice anno nuovo, come proposito mi impegnerò ad aggiornare più spesso, anche se non posso garantire nulla :P

Vostra,

Miss_Syltherin

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Capitolo 23
*** Green!!! ***


                                                      CAPITOLO 23

                                                         Green!!!


Driiiiin...driiiiiin...driiiiin!

-Remus! Spegni sta cavolo di sveglia!!!!-

-Se si chiama sveglia ci sarà pure un motivo, James! Alzati!-

-Remussss! Se non la spegni immediatamente giuro che ti do in pasto alla Piovra Gigante!- ringhiò Sirius dal suo baldacchino.

Harry si stava già vestendo con un sorrisino, mentre Remus attendeva pazientemente che Peter uscisse dal bagno, sperando che lo facesse prima della fine dei tempi. Sirius e James stavano invece perdendo tempo a lamentarsi.

-Oh, che paura, Sirius. Alzati!-

Ci vollero altri dieci minuti di protesta prima che i due si decidessero quanto meno ad alzare la testa dai loro comodi cuscini, ma se Remus avesse saputo che quel giorno di fine febbraio sarebbe stato meglio lasciare che Sirius dormisse fino a tardi, probabilmente non avrebbe insistito così tanto.

Infatti, Sirius si stava tranquillamente stiracchiando ancora seduto, quando Remus notò che c'era decisamente qualcosa di anomalo, in lui.

-Sirius....-

-Sì, sì, sono sveglio! Vedi, sto parlando ed ho gli occhi aperti! Sono. Sveglio. Remus!- sbottò Sirius acido.

-Sì, ehm, lo vedo che sei sveglio ma...credo che dovresti guardarti allo specchio- riprovò Remus con gentilezza, tentando coraggiosamente di non ridere.

Stranito, Sirius si alzò e non aveva ancora raggiunto lo specchio posto sopra la loro scrivania, che James attaccò a ridere furiosamente, seguito da Harry, accortosi a sua volta dell'anomalia.

-Che diavolo vi ridete? Cosa c'è che non....oh, santissimo Merlino! Oh, maledetto Salazar! Perchè i miei capelli sono verdi?!- esclamò Sirius completamente scioccato quando si fu specchiato. La sua chioma, normalmente di un bel nero lucente, era diventata infatti verde smeraldo, cosa che gli conferiva un aspetto a dir poco ridicolo.

In quell'istante Peter uscì dal bagno, e, vedendolo, disse con innocenza:

-Sirius, i tuoi capelli sono verdi!-

-Lo so, Peter, lo vedo! Com'è potuto succedere? Come sono potuti diventare verdi? Verdi, oh Godric, verdi!-

Occorse mezz'ora prima che i quattro riuscissero a calmare Sirius, che stava attraversando una crisi di nervi in piena regola e continuava a ripetere, come un matto:

-Com'è potuto accadere? Ho i capelli verdi, verdi maledizione! Aiutatemi, non posso andare in giro così!-

James non era di alcuna utilità, dato che continuava a spanciarsi dal ridere e Remus aveva tirato fuori il cioccolato, ma non era servito a nulla. Ad un certo punto fu Harry ad avere l'idea vincente, idea che in realtà era anche la più sempice; trafficò per qualche attimo nel suo baule, e ne riemerse qualche istante dopo con un cappello nero fra le mani.

-Mettiti questo, Sirius, e dopo colazione vai da Lumacorno. Sicuramente avrà un antidoto già pronto, dopotutto abbiamo fatto la Pozione Colorante solo ieri- gli disse, pacato.

Alle parole “Pozione Colorante” James smise di ridere.

-Ehi...ma ieri sera a tavola le ragazze non stavano confrontando le loro pozioni per vedere qual era il colore più bello? Lumacorno ci aveva fatto scegliere il nostro colore preferito- disse, stringendo gli occhi nel tentativo di ricordare.

-Sì! Chastity ce l'aveva di un bel azzurro intenso- confermò Remus, ricordando di essersi complimentato con la Tassorosso per la bella tonalità.

-Già, e la Evans ce l'aveva viola! Lo ricordo perchè l'avevo presa in giro...insomma, che razza di orrido colore è il viola?!- esclamò James, contrariato. Ma Sirius li stava ascoltando solo in parte...

-Ragazzi, ma la pozione di Arizona...non era verde?-

-Già, di un bel verde smeraldo- disse Peter quasi in un sussurro.


                                                            *******


Arizona stava tranquillamente facendo colazione, ignara della catastrofe che stava per abbattersi su di lei.

-Prime due ore Incantesimi con i Corvonero, vero?- chiese, versando una quantità spropositata di cereali in una tazza di latte fumante.

-Già, poi Erbologia- confermò Lily, che invece preferiva una tazza di tè forte.

Mary McDonalde gemette, al suo fianco. Detestava Erbologia con tutta se stessa.

-Dai Mary, poi abbiamo Difesa nel pomeriggio!- cercò di consolarla Erin Vance.

Arizona ascoltava le lamentele di Mary con un sorriso. Per lei l'orario non era poi così male: finchè non si trattava di pozioni andava tutto bene. Anzi, Erbologia le piaceva.

La tranquillità della colazione fu interrotta da James, che correndo verso di loro con il fiatone, urlò:

-Arizona! Corri, scappa!-

-James! Che succede? Dove sono gli altri?- chiese Arizona stupita.

-Devi fuggire, immediatamente! Su presto, che ci fai ancora lì?-

Le sue compagne di Grifondoro lo guardavano sorprese, compresa Lily, che di solito cercava di dimenticare con tutte le sue forze che Potter purtroppo esisteva.

-Ma perchè? Che succede?- chiese ancora Arizona, un tantino seccata: per lei la colazione era sacra, e James lo sapeva.

-Sirius sta venendo ad ucciderti! Ha i capelli verdi, e crede che sia stata tu!- le spiegò concitato, mentre parecchie teste a Grifondoro cominciavano a voltarsi curiose verso di lui.

-Io?! Ma non ho fatto niente questa volta, giuro!- esclamò Arizona stupita ed anche un po' offesa.

-Sei sicura? Ieri sera a cena avevi la tua Pozione Colorante, ed era verde!- le ricordò James, guardandosi attorno frenetico. Quando aveva lasciato Sirius in dormitorio quest'ultimo aveva un'espressione parecchio assassina, e perciò James si era sentito in dovere di avvisare Arizona.

-È vero! E poi di fronte a te c'era proprio Sirius!- confermò Mary ed anche le altre ragazze annuirono.

-Oh no! Non ditemi che ho versato per sbaglio la mia pozione nel calice di Siriu! Mi ammazzerà!- esalò Arizona terrorizzata, cercando di capire come avesse potuto essere così distratta.

-Appunto! Perchè credi che mi sia fatto di corsa sette piani, comprese scale che si muovono, in cinque minuti? Dovevo darti almeno una possibilità di fuga!- le disse James in tono ovvio.

-Ma come faccio a sfuggirgli? Dobbiamo seguire tutte le lezioni insieme!- si disperò Arizona, che già immaginava quanto sarebbe stata atroce la vendetta di Sirius.

-Beh magari davanti agli insegnanti non tenterà nulla...- ipotizzò Lily, ma poi, ripensandoci, aggiunse:

-Però conoscendo Black non si può mai dire, in effetti...-

-Datti malata e nasconditi in infermeria- suggerì Erin e Arizona si voltò verso di lei, grata:

-Sei un genio, Erin! Forza, James, affatturami, così sarò più credibile- approvò poi e James, come se l'idea di affatturare qualcuno senza motivo fosse assolutamente geniale, estrasse la bacchetta.

-Potter! Ma ti pare il caso? Sirius non farà niente ad Arizona, cosa vuoi che sia un semplice cambio di colore?- chiese Lily inorridita e James si girò a guardarla con l'esasperazione che si riserva ad una persona con evidenti problemi di comprendonio:

-Evans, credimi, tu non conosci Sirius. Arizona sarà al sicuro solo in infermeria, fidati- le spiegò con pazienza. Poi tacque, pensando freneticamente alle fatture che aveva imparato per essere pronto a qualsiasi evenienza; chiuse gli occhi per concentrarsi e poi...

-Ci sono! Densaugeo!- esclamò fiero e, sotto gli occhi incuriositi ed increduli di molti Grifondoro, gli incisivi di Arizona presero a crescere velocemente.

Con qualche evidente difficoltà Arizona gli sorrise e gli battè un cinque per ringraziarlo, poi si alzò e corse via dalla Sala Grande.

-Sei un idiota, Potter- sentenziò Lily scuotendo la testa.

-Oh Evans, sei la solita rompipluffe! Volevi forse che S...oh cavolo, sta arrivando! Siate naturali, mi raccomando!- esclamò James vedendo che Remus e Peter cercavano di trattenere inutilmente un Sirius imbufalito.

Non appena raggiunsero il tavolo della loro Casa, Sirius ringhiò rivolto a tutti:

-Dove'è?! Ditemi dov'è! So che lo sapete!-

Molti finsero di non sentirlo mostrandosi improvvisamente molto interessati alla propria colazione, altri esibirono facce innocenti molto poco credibili e qualcuno ebbe persino l'ardire di chiedere, con finta ignoranza:

-Ma chi stia cercando?-

Sirius, sempre più rosso in volto, si rivolse a James, che stava facendo di tutto per non incrociare il suo sguardo:

-Tu! Lo so che sai qualcosa! Dimmi dove si è nascosta!-

-Siry caro, io ti giuro che non so niente- rispose James in evidente difficoltà, come un bambino che sta dicendo alla mamma, che no, non ha mangiato lui tutta la marmellata.

-Tz! E io dovrei crederci! Sei un...-

-Black, Potter non sta mentendo. Davvero Arizona non si è vista a colazione. Non è scesa con noi, vero?- intervenne Lily ed Erin, Mary e Samantha annuirono energicamente. James si trattenne a stento dal guardare Lily con gli occhi a palla per la sorpresa.

Sirius la scrutò, sospettoso. Non si era ancora accorto, preso com'era dai suoi propositi di vendetta, che molti altri studenti di altre Case avevano adocchiato le ciocche verdi che sfuggivano dal cappello di Harry e se la stavano ridendo neanche troppo sotto i baffi.

In quella, suonò la campanella e Sirius dovette a malincuore smettere di torchiare i suoi compagni; tutti fecero un collettivo sospiro di sollievo.



                                                             ******


I capelli verdi di Sirius divennero l'argomento della maggior parte delle conversazioni di Hogwarts, quella mattina, e naturalmente i Serperverde non si astennero dal prenderlo in giro.

Infatti ogni qual volta qualcuno di loro lo incontrava per i corridoi diceva con malignità:

-Ehi Black, non è che vuoi passare alla nostra Casa? Saresti il benvenuto, con quei capelli!-

Oppure: -Abbiamo uno gnomo da giardino, che bei capelli! Ah no, è solo Black....-

Sirius ovviamente avrebbe ingaggiato ogni volta un duello, se Remus non gli fosse stato costantemente accanto per impedirglielo; James però si sentiva in dovere di difendere l'amico, e perciò qualche fattura scappava “accidentalmente” dalla sua bacchetta.

All'ora di pranzo Sirius aveva rischiato l'esaurimento nervoso per la quarta volta e James stava subendo la solita ramanzina della McGranitt sull'uso della magia nei corridoi, mentre Remus e Peter avevano già preso posto a tavola. Delle ragazze nessuna traccia.

-Oh no, nel pomeriggio abbiamo Difesa con i Serpeverde- gemette Peter, guardando l'orario. Remus ebbe la tentazione di sbattere la testa sul tavolo: non osava immaginare che cosa avessero escogitato per quell'ora di lezione i loro storici nemici.

Poco dopo James li raggiunse, mentre Sirius si avvicinò al tavolo degli insegnanti per parlare con Lumacorno dell'antidoto.

-Ehi James, dì la verità...dov'è nascosta Arizona?- domandò Remus approfittando della momentanea assenza di Sirius.

-L'ho affatturata per spedirla in infermeria- rispose James con noncuranza. In un'altra occasione Remus avrebbe spalancato la bocca indignato, ma vista la situzione si ritrovò a pensare -a malincuore- che James avesse fatto una saggia cosa.

Arizona intanto non si era ancora osata a mettere piede fuori dall'infermeria, e grazie a Merlino Lily aveva avuto la prontezza di spirito di portarle il pranzo, insieme a Chastity ed Elinor.

Queste ultime avevano avuto modo di osservare di persona la singolare capigliatura di Sirius, rispettivamente ad Incantesimi e ad Erbologia, e avevano dovuto ricorrere a tutta la loro capacità di resistenza per non scoppiargli a ridere in faccia, anche se la tentazione era stata molto forte.

-Quando pensi di uscire di qui?- domandò Chastity ad Arizona, mangiucchiando un po' di insalata; anche lei ed Elinor si erano portate il pranzo in infermeria per farle compagnia.

-Mi sembra ovvio: mai- rispose Arizona, chiaramente terrorizzata.

-Ma madama Chips ti ha già messo a posto i denti...non potrai restare qui a vita- fece notare Elinor con la sua solita logica.

-Lo so...ma non posso lasciare l'infermeria! Sirius pensa che io l'abbia fatto di proposito- disse Arizona disperata.

-E non è così, vero?- indagò Lily.

Silenzio imbarazzato.

-Arizona?- chiese ancora.

-Ecco io...diciamo che non pensavo che una minuscola goccia potesse far così tanto danno...- confessò alla fine Arizona, con gli occhi bassi.

Elinor e Chastity scoppiarono a ridere di gusto; Lily era scioccata.

-Ma a colazione eri così sorpresa, come se non ne sapessi davvero nulla!- esclamò, incredula: Arizona le era sembrata davvero innocente.

-Beh in effetti me ne ero anche scordata, e poi non pensavo che tutti i capelli di Sirius sarebbero diventati verdi! Solo qualche ciocca!- cercò di difendersi, anche se le veniva da ridere.

Aveva una faccia così buffa che neanche Lily riuscì a restare seria e l'attimo dopo tutte e quattro si stavano tenendo la pancia per il gran ridere.

-Sei proprio sadica- commentò Elinor quando si furono calmate.

-Già!- confermò Chastity e poi domandò:

-Ma perchè l'hai fatto?-

-Oh, perchè Sirius la scorsa settimana mi ha nascosto i compiti di Trasfigurazione e la McGranitt me li ha fatti rifare per il giorno dopo... ci avevo impiegato una vita a scrivere quel tema!- spiegò Arizona e Lily esclamò:

-È vero! Mi ricordo che quella sera sei venuta a letto all'una per riuscire a finirlo in tempo...Sirius si merita i capelli verdi-.

Tutte si dissero d'accordo, e poco dopo dovettero salutare Arizona, dato che stavano per ricominciare le lezioni; lei sorrise radiosa, pronta a godersi un sonnellino pomeridiano.


                                                              ******


A cena i capelli di Sirius erano tornati normali: a pranzo Lumacorno gli aveva dato un antidoto che aveva fatto effetto in poche ore e che aveva lavato via il verde, lasciando il posto al solito nero.

Purtroppo però non aveva cancellato anche la sua ira ed i suoi propositi di vendetta: aveva continuato a cercare Arizona per tutto il giorno, sempre tormentando i suoi compagni per avere delle informazioni; ma nessuno voleva confessare nulla e così Sirius aveva dichiarato tranquillamente di odiarli tutti.

Aspettava con impazienza che la cena terminasse: di certo avrebbe trovato Arizona in Sala Comune, e se così non fosse stato, era pronto ad affrontare indicibili prove per tentare di entrare nel dormitorio femminile. E poi la maledetta yankee non avrebbe potuto sfuggirgli per sempre, pensò Sirius soddisfatto.



                                                                  ******


Come si era ripromesso, Severus Piton era tornato più volte in quel particolare reparto della biblioteca, che conteneva libri che secondo lui non avrebbero dovuto stare lì. Ma la cosa gli importava relativamente: a lui interessava solo che fossero aperti al prestito di tutti e che la bibliotecaria non facesse per tanto storie.

Concluso quello sulle pozioni, l'aveva riconsegnato e preso un altro, che riguardava le fatture; ma non le sciocche fatture che quel Potter si vantava di sapere usare (l'aveva osservato con un certo disgusto mentre quella mattina a colazione ne praticava una sulla sua amichetta bionda) ma le fatture vere, potenti e pericolose.

Solo che alcune non gli riuscivano e naturalmente non poteva chiedere a Lily di studiarle con lui. Aveva capito cosa provava la sua amica al riguardo delle Arti Oscure (quelle vere, non quelle che insegnavano a scuola) e per questo ogni volta che studiavano insieme si preoccupava di lasciare in dormitorio quei libri che lei avrebbe giudicato male. Gli dispiaceva nasconderle delle cose, ma...

-Sempre pensieroso eh, Piton?-

Severus fu strappato dalle sue riflessioni dalla voce di Lucius Malfoy. Il prefetto lo scrutava con i suoi freddi occhi appoggiato ad un tavolo della sala comune, e Severus si chiese se quella sera non avesse nient'altro da fare che parlare con lui. Cercò con lo sguardo la cricca di Malfoy, ma effettivamente non c'era nessuno.

-Già- rispose, senza tentare di nascondere il libro che stava leggendo. Malfoy infatti lo notò, ma il suo viso pallido non tradì alcuna emozione.

-Interessate. Lo lessi anch'io, due anni fa- disse solamente.

-Davvero?- replicò Piton, ora più attento alla conversazione.

-Sì, davvero. Se ci dovesse essere qualcosa di...poco chiaro, puoi chiedere a me- gli disse, e Severus fu tentato di dirgli di farsi gli affari suoi. Ma forse il suo aiuto gli serviva davvero...

-Grazie- disse a denti stretti, -in effetti ci sono delle cose piuttosto complicate per me che sono del primo anno....-

Malfoy annuì, come se capisse, e si sedette accanto a lui.

Trascorsero la sera a parlare di fatture, e Malfoy non chiese mai a Severus perchè era così interessato a quel tipo di magia.


Nda:


Buonasera cari lettori!!!

Vi parlo da una Torino estremamente innevata, ed anche oggi sono qui a domandare scusa per il tempo improponibile che impiego ad aggiornare. Le ragioni le ho spiegate più di una volta, e spero che come sempre siate così meravigliosi da perdonarmi. Purtroppo il tempo medio di aggiornamento è ormai questo, e spero che abbiate davvero la pazienza di attendermi ogni volta.

Io vi adoro, sappiatelo, ma capirò se smetterete di seguirmi :(

Detto questo, veniamo al capitolo.

In realtà non c'è molto da dire, se non che Severus è sempre più attratto dalle Arti Oscure e che comincia ad avvicinarsi ai suoi compagni Serperverde. Spero che mi farete sapere cosa ne pensate :)


Ho una domanda per voi: preferite questo titolo o quello vecchio? Sto pensando di cambiarlo di nuovo, e vorrei un vostro parere :)


Ringrazio le 29 persone che hanno questa ff tra le preferite, le 9 che la ricordano e le 76 che la seguono: vedere questi numeri che crescono mi da sempre tanta felicità! Grazie :)


Un grazie speciale va a chi recensisce, in questo caso Slab ( io ti adoro, appena posso rispondo anche alla tua fantasmagorica recensione), ainegue, Mozzi e Giuliuli: ragazze grazie, questo nuovo capitolo è anche merito vostro!!!


Bene, anche per oggi è tutto.

A presto spero!!!!

Vostra, Miss_Slytherin

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Capitolo 24
*** Blackmail ***


                                                                 CAPITOLO 24

                                                                    Blackmail


Febbraio era finito, e con esso erano terminate anche le nevicate; ma il sole non sembrava volersi mostrare a Hogwarts, e con l'inizio di marzo forti temporali accompagnati da gelide temperature continuavano a tormentare gli studenti.

Le lezioni private di Elinor con Silente proseguivano con regolarità, e la ragazza faceva grandi progressi, anche grazie all'impegno costante che ci metteva e ai sacrifici che era disposta a fare; Chastity viveva il periodo più felice della sua vita, grazie ai suoi amici, e Peter si stava pian piano abituando all'idea di avere vicino qualcuno che non lo considerasse una completa nullità.

James e Sirius escogitavano marachelle e scherzi sempre più tremendi, con Remus che cercava invano di trattenerli; Arizona si chiedeva come mai Sirius non si fosse ancora vendicato per lo scherzo dei capelli verdi e Lily cercava di dividersi equamente fra i suoi amici Grifondoro e Severus.

-Ma perchè la McGranitt ci carica così di compiti? Perchè? Che cosa le abbiamo fatto di male?- si lagnò Arizona una sera in Sala Comune, con la pioggia che batteva forte contro i vetri ed una pergamena quasi linda davanti a lei.

I Grifondoro erano giunti al termine di una giornata particolarmente faticosa -per Arizona tutte lo erano, a dire il vero- e molti di loro erano ancora chini sui compiti; ma non James e Sirius, che avevano lo straordinario dono di fare tutto in fretta ed in modo corretto, e si divertivano a prenderla in giro mentre giocavano a scacchi.

-Perchè ci odia tutti a prescindere, secondo me- intervenne Lily, che stava finendo un tema per Difesa.

-Io le sono sicuramente simpatico- si vantò James, mangiando con una mossa un pedone di Sirius.

-Sei una rottura James, smettila di vincere!- si lamentò quest'ultimo, provocando qualche risatina qua e là.

-Non è colpa mia se non sai giocare- si difese James, ghignando. Sirius lo guardò storto, poi tornò a concentrarsi sulla scacchiera.

In quella, un delicato ticchettio attirò l'attenzione di Lily, che era seduta su un divano posto sotto una finestra. L'aprì, ed un grondante barbagianni entrò volando debolmente.

-C'è una lettera per te, Arizona- disse Lily, staccando la missiva dalla zampa del povero pennuto.

Arizona s'illuminò in volto, come le succedeva sempre quando riceveva qualcosa da casa. Dimenticando il compito di Trasfigurazione iniziò a leggere, e giunta a metà esclamò dispiaciuta:

-Oh no, papà deve andare via per un po'...speravo di vederlo per le vacanze di Pasqua!-

-E dove va?- chiese James, che naturalmente aveva conosciuto i genitori di Arizona e li trovava simpatici.

-Deve tornare in America per qualche mese, questioni di lavoro- spiegò Arizona, non riuscendo a nascondere la delusione. Era molto affezionata a suo padre, ed era la persona che le mancava di più.

-Che peccato!- commentò Lily, dispiaciuta per l'amica; poi, aggiunse curiosa:

-Qual è il suo lavoro? Non ci hai parlato molto della tua famiglia-

-Prima era un colonnello dell'esercito americano e ha combattuto nella guerra del Vietnam, poi due anni fa è stato ferito ad una gamba e allora è diventato un diplomatico*. Per questo siamo venuti in Inghilterra, per il suo lavoro- spiegò con un certo orgoglio, e le sue parole scatenarono una serie di domande:

-La guerra del Vietnam? È terribile!- esclamò Lily colpita.

-Cos'è il Vietnam?- chiese James perplesso.

-Ma ora sta bene?- volle sapere Remus preoccupato.

Arizona rise.

-Ora sta bene, ma visto che se la cava bene come diplomatico ha preferito continuare con questo lavoro. Il Vietnam è uno stato, James, che però è in guerra, e l'America sta partecipando al conflitto- disse, e Lily annuì. Natualmente loro che erano NateBabbane ne sapevano qualcosa di quella guerra e soprattutto Arizona tentava di tenersi informata, anche se non era facile trovare qualche giornale babbano a Hogwarts. Il mondo là fuori non si era fermato solo perchè lei era diventata una strega, e questo Arizona cercava di non scordarselo mai. L'America era il suo paese, la sua patria, e spesso pensava a tutti quei giovani ragazzi mandati a morire in terra straniera, e a come suo padre se la fosse cavata.

-Non avrei mai detto che tuo padre fosse un soldato. È sempre così pacato e gentile!- osservò James, pensando alle occasioni in cui aveva incontrato il signor Anderson.

-Adesso lo è. Il mestiere di diplomatico lo ha un po' ammorbidito, ma prima era severo e duro come l'acciaio. Anche ora se lo fai arrabbiare sono guai- replicò Arizona con un sorriso.

-Lo terrò a mente- commentò James con aria seria, e tutti scoppiarono a ridere.

-E tu Lily? Che cosa fanno i tuoi genitori?- domandò Remus, che provava molta curiosità verso il mondo babbano.

-Mio papà è un medico, mamma è una casalinga un po' maniacale- rispose Lily, sorridendo al ricordo di sua madre che strofinava ossessivamente pentole e stoviglie tutti i giorni.

-Un medico! Che bello!- osservò Arizona sincera.

-Già, quando ero piccola mi insegnava a fare le punture sulle arance e sulle mele, e a fare le fasciature alle gambe delle bambole- raccontò, contenta di condividere quel ricordo con lei.

-Poi non venirmi a dire che non sei strana eh Evans!- borbottò James tra sé e sé.

Arizona gli tirò uno scappellotto prima ancora che Lily potesse replicare, e le chiese ancora:

-A te sarebbe piaciuto fare il medico, quando ancora non sapevi di Hogwarts?-

-Era il mio sogno! Non credo di poterlo più realizzare però...io studierò Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni...gli altri ragazzi invece fisica, chimica, anatomia...- rispose Lily, facendosi un po' triste.

-Beh, puoi sempre fare la Guaritrice- le disse Remus per tirarla su di morale, -è come un medico babbano, solo che usa la magia per guarire le persone. E poi tu sei bravissima in Pozioni!-

-Non sapevo che esistessero dei medici magici!- commentò Lily, con gli occhi verdi tornati ridenti.

-Mia mamma era una Guaritrice, poi qualche anno fa ha lasciato il lavoro...- aggiunse Remus, senza ovviamente specificare il motivo per cui sua madre aveva rinunciato alla sua professione.

-E tuo papà invece?- gli chiese Sirius, che suo malgrado era interessato alla conversazione.

-Mio papà lavora per il Ministero- rispose semplicemente Remus, e per fortuna l'intervento di James gli evitò di dover aggiungere qualcos'altro:

-Anche mio papà! Sta all'ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale- disse entusiasta.

-Wow! Sembra un incarico molto importante- commentò Arizona, colpita.

-Sì, fa tipo quello che fa tuo padre, solo che lui è in contatto con tanti altri ministri stranieri- confermò James, e mentre qualcun altro si sarebbe vantato di avere un genitore così importante, lui ne parlava con assoluta naturalezza.

-E i tuoi genitori, Sirius?- chiese Harry che era arrivato da poco e che aveva notato che Sirius non aveva ancora parlato della sua famiglia. Il volto di Sirius si scurì, e tutti capirono che Harry aveva fatto la domanda sbagliata; James stava appunto pensando che probabilmente Sirius non avrebbe risposto, quando quest'ultimo replicò:

-A dire il vero non l'ho mai capito. Non penso che lavorino...si considerano al di sopra di faccende ordinarie come il lavoro-.

Dopo questa affermazione l'atmosfera fra di loro si raffreddò: James, Remus e Peter sapevano qualcosina della famiglia di Sirius, e non seppero cosa dire per smorzare la tensione; Arizona, Harry e Lily non capivano cosa ci fosse di sbagliato nelle parole di Sirius, ma percepivano che parlare di loro lo metteva a disagio.

Nessuno disse nulla per un po': James e Sirius ripresero a giocare a scacchi, Arizona continuò a leggere la sua lettera e Lily, Remus, Harry e Peter tornarono ai loro compiti. Attorno a loro c'era l'allegro chiacchiericcio del resto degli studenti, e il silenzio fra loro fu rotto solo dopo una mezz'oretta da James:

-Scacco matto!- annunciò trionfante.

-Ti odio. Finiscila di battermi!- lo rimproverò Sirius, offeso.

-Ormai non c'è neanche più gusto a giocare con te, perdi sempre!- gongolò James e Sirius per tutta risposta gli lanciò dietro un alfiere, che volò per la stanza urlando e che mancò James per un soffio.

-Sei pazzo! Avresti potuto mutilarmi gravemente!- esclamò James incredulo, per poi afferrare a sua volta un cavallo e lanciarlo contro Sirius, che si abbassò appena in tempo.

-Si sono resi conto che quei pezzi sono di pietra?- chiese Lily disinteressata.

-Secondo me no. Speriamo che James colpisca Sirius!- rispose Arizona speranzosa, mentre Harry fuggiva in stanza per timore di essere colpito, Remus tentava in tutti i modi di fermare quella sanguinolenta battaglia e Peter faceva il tifo.

Alla fine fu James a venire colpito in fronte, e prima che potesse avventarsi su Sirius per picchiarlo Remus si decise per un gesto estremo:

-Pietrificus Totalus!- esclamò puntando la bacchetta su James e ripetendo subito dopo lo stesso incantesimo su Sirius. I due si immobilizzarono all''istante e Lily commentò:

-Sei un genio, Remus. Devo impararlo anch'io quest'incantesimo!-

-Oh, quando sei amico di Sirius e James devi essere pronto a qualsiasi evenienza- fece Remus con noncuranza, mentre raccoglieva tutti i pezzi degli scacchi per nasconderli. Per sicurezza nascose anche qualche candelabro e l'attizzatoio, con cui i due una volta avevano ingaggiato una lotta. Lily e Arizona osservavano rapite quei suoi gesti, Peter invece fissava dubbioso James e Sirius:

-Tornano normali, vero?-

-Ma sì Peter, non ti preoccupare...fra poco annullo l'incantesimo- rispose Remus, ed in effetti quando fu sicuro di aver tolto dalla circolazione tutti gli oggetti contundenti puntò nuovamente la bacchetta sui suoi amici:

-Finite incantatem!-

I due tornarono immediatamente liberi, ed anche molto indispettiti.

-Guastafeste- borbottò James all'indirizzo di Remus, che sorrise angelico:

-L'ho fatto per il vostro bene-.

James e Sirius tennero il broncio a Remus per il resto della serata, e quando Arizona e Lily salirono in dormitorio per andare a dormire ancora non gli rivolgevano la parola.

-Povero Remus, sempre a dover frenare quei due!- commentò Arizona mentre s'infilava il pigiama; le altre già dormivano, perciò Lily rispose a voce bassa:

-Se li è scelti lui quei due deficienti per amici-.

-Anche questo è vero- concordò Arizona. Le due non dissero più nulla fin quando si misero sotto le coperte.

-Speriamo che a Potter venga il bernoccolo- sussurrò poi Lily.

-Sei sadica- rise piano Arizona.

-Fiera di esserlo- replicò Lily, e poco dopo si addormentarono.


                                                                               ******


-Cos'ha James in fronte?- domandò Elinor con ingenuità ad Arizona mentre aspettavano il professor Vitious per la lezione di Incantesimi.

-Oh, ieri lui e Sirius hanno fatto la lotta con i pezzi degli scacchi- rispose l'altra con assoluta tranquillità, come se rischiare una commozione celebrale a causa di un alfiere lanciato a velocità folle per la Sala Comune fosse una cosa assolutamente ordinaria.

-Capisco, e perchè Sirius è illeso?- chiese ancora Elinor con la stessa anormale calma di Arizona.

-Perchè Remus è intervenuto, li ha pietrificati e poi ha nascosto tutti i pezzi- intervenne Lily, guardando dubbiosa il tema che avrebbe dovuto consegnare di lì a poco. James e gli altri stavano distanti da loro a confabulare qualcosa, e dall'espressione di Potter Lily temeva che quella volta Remus non sarebbe riuscito a frenarli.

-Sempre detto che Remus è il meno cretino fra tutti...ehi Arizona, hai una piuma da prestarmi? Mi sa che le ho lasciate in stanza- disse Elinor, e Arizona annuì, aprendo la borsa.

Vi rovistò dentro per un po', e quando alla fine estrasse una linda piuma non si accorse che un pezzetto di pergamena le era scivolato a terra. Per sua sfortuna Sirius lo notò, e quando Vitious arrivò e dovettero seguirlo dentro l'aula, ebbe la premura di raccoglierlo.

-Che leggi?- chiese James a Sirius mentre il minuscolo professore sistemava la solita pila di cuscini che gli avrebbe permesso di raggiungere la cattedra.

-Oh, niente- rispose Sirius, ed istintivamente nascose la refurtiva.

Aspettò che James si mettesse a parlare con Remus di chissà quale diavoleria per tirare fuori il foglio trovato, e quando iniziò a leggerlo, non potè evitare che il suo volto s'illuminasse.


Caro Babbo Natale,


quest'anno sei stato molto buono con me, perchè mi hai portato la magia. Prima non ci credevo molto, che tu esistessi, ma poi quando ho conosciuto il professor Silente ho pensato che dovevi assomigliargli davvero tanto!

Siccome sei stato buono (anch'io sono stata buona. Cioè, non sempre, ma tu non guardare il fatto di Sirius Black, perchè è sempre colpa sua se sono faccio la cattiva. Ehm, non guardare neanche le punizioni che mi hanno dato i professori, lì è colpa di James) quest'anno non ti chiederò tante cose.

Ti chiedo solo che papà, mamma, Teddy e...vabbè, anche Virginia stiano sempre bene e che anche tutti i miei amici (Sirius ovviamente non conta, anche se ogni tanto quando è triste sotto sotto mi dispiace, ma molto sotto, sottolineo) siano sempre felici.

Basta. Cioè, se mi vuoi portare anche qualche bel voto in Pozioni non mi offendo. E già che vieni da queste parti forse puoi dire due parole all'uomo nero che secondo me si nasconde sotto il mio letto...mi terrorizza!

E magari puoi spiegare a quelli di Serpeverde che quando dicono Mezzosangue e SangueSporco io ci resto male anche se non mi importa tanto.


Ciao!

Arizona


Sirius non credeva ai suoi occhi. Quella era la letterina per Babbo Natale di Arizona! O almeno, doveva essere una brutta copia, a giudicare dalle cancellature e dalle macchie di inchiostro sparse per la pagina; probabilmente la yankee ci stava lavorando prima di Natale e quando aveva fatto la bella copia si era dimenticata di buttare quella brutta, limitandosi ad accartocciarla e a ficcarla in borsa.

Sirius ovviamente non credeva più a Babbo Natale, perchè non lo vedeva mai scendere dal camino nonostante le veglie notturne e perchè sua mamma gli aveva detto chiaramente di non scrivere più letterine, perchè tanto lei le avrebbe bruciate. Così non aveva mai più scritto niente, ma aveva continuato a cercare di comunicare a Babbo Natale i suoi desideri tramite telepatia, ma poi due anni prima suo papà aveva detto a Regulus che Babbo Natale non esisteva, e così Sirius aveva smesso anche di pensarci.

Ma Arizona...evidentemente ci credeva!

Sentendosi chiaramente fortunato, Sirius iniziò a pensare a quale modo avrebbe potuto usare quella lettera per vendicarsi dei capelli verdi, e stava già immaginando volantini e manifesti sparsi per la scuola con il testo incriminante scritto a chiare lettere quando l'occhio gli cadde sulle parti che Arizona aveva tentato di cancellare.

A guardare bene, la prima frase poteva essere: non guidare il tatto di Sirius Black. Sirius aggrottò la fronte, perplesso. Non aveva molto senso; cosa voleva dire “ guidare il tatto di Sirius Black”? Continuò a fissare le parole e poco dopo giunse alla soluzione: non guardare il fatto di Sirius Black! Maledetta yankee, perchè aveva quella brutta calligrafia tutta disordinata?

Gettò, per sicurezza, un'occhiata ai suoi amici prima di proseguire: Remus prendeva appunti, essendo quella una lezione teorica sull'incantesimo Freddafiamma, James giocherellava con un braccialetto colorato donatogli da Arizona e Peter a momenti si addormentava.

Rassicurato, Sirius tornò alla lettera, e poco dopo riconobbe anche un “vabbè” a circa metà pagina. A quel punto veniva la parte difficile: Arizona aveva cancellato quasi due righe intere con due barre molto spesse. Trovò di nuovo il suo nome, lesse “canto” al posto di “conta”, scambiò “liste” con “triste” e “biscate” (che probabilmente non esisteva neanche in inglese corrente) per “dispiace”. Decise di fare un ultimo tentativo prima di lasciar perdere e tornare alla vendetta, ma quella fu la volta vincente. La frase acquisì senso ai suoi occhi e quello che lesse lo lasciò di stucco: Sirius ovviamente non conta, anche se ogni tanto quando è triste sotto sotto mi dispiace, ma molto sotto, sottolineo.

E così le capitava di dispiacersi per lui, se lo vedeva triste. Anche se si dicevano cose cattive, si picchiavano e si facevano i dispetti.

Decretando che Arizona era tutta matta, passò alle ultime due cancellature; le decrifrò piuttosto in fretta, essendosi ormai abituato a quella stramba calligrafia. La prima era “mi terrorizza” (e qui a Sirius scappò una risatina che per fortuna James non sentì) e la seconda era “io ci resto male”. L'ultima frase lo stupì ancora: Arizona cercava di mostrarsi forte, ma in fondo in fondo soffriva per quelle parole. Fu questo a convincere Sirius a non rendere pubblica quella lettera: i Serpeverde ci sarebbero andati a nozze, ed in fondo Arizona non lo meritava.

Abbandonata l'idea del pubblico manifesto, Sirius si mise a pensare ad una vendetta più “privata” e quando Vitious li invitò a posare le piume per prendere le bacchette e provare l'incanto, un ghigno malvagio era comparso sul suo volto.


                                                                             ******


Chastity, Arizona, Lily ed Elinor studiavano insieme in biblioteca prima di cena. Generalmente le due Grifondoro preferivano la sala comune, ma Elinor e Chastity lì non avrebbero potuto raggiungerle e così avevano scelto la biblioteca per poter stare tutte insieme.

-Domani che dobbiamo fare per volontariato?- domandò Chastity distraendosi per un attimo dal suo tema di Trasfigurazione.

-Credo ci tocchi ancora Gazza- le sussurrò Arizona in risposta.

Chastity sbuffò, seccata. Tutti detestavano Gazza.

-Parlerà di fruste e strizzapollici facendoci venire gli incubi- si lamentò, pensando alle immaginarie torture preferite dal custode.

-E ci farà venire voglia di prendere a calci Mrs Purr- aggiunse Elinor, e tutte e tre risero silenziose.

-Cosa vedono i miei occhi...Black in biblioteca!- esclamò poco dopo Arizona e le altre tre voltandosi videro in effetti Sirius avanzare verso di loro, senza gli altri suoi compari.

-Dove ha lasciato i tre moschettieri?- domandò retoricamente Lily, e tutte fecero spallucce.

Sirius le raggiunse, salutò Chastity ed Elinor, ignorò Lily e poi si rivolse ad Arizona:

-Yankee, devo parlarti-.

-Io no-.

-Invece sì! Vieni fuori, ti conviene- insistette Sirius ed un'occhiataccia da parte della bibliotecaria costrinse Arizona ad alzarsi e a seguirlo sbuffando.

-Che vuoi?- gli chiese quando furono fuori.

-Mostrarti questa...e discuterne- rispose Sirius enigmatico, tendendole un foglietto tutto stropicciato. Arizona lo afferrò e non appena lesse le prime due parole sbiancò. La brutta copia della sua letterina di Natale! Nelle mani di Sirius Black! Tragedia immane. Fece per strapparla, ma Sirius commentò:

-Inutile distruggerla. L'ho fatta duplicare-

-Perchè sei così diabolico?- chiese disperata.

Sirius ignorò la domanda:

-Ora, yankee, hai due opzioni davanti a te. La prima è supplicarmi di non rendere pubblica quella cosa, tentativo inutile ovviamente, oppure...-

-Oppure?- domandò Arizona, presagendo infausti progetti.

-Oppure...bere volontariamente la mia pozione Cambiacolore rosa, tingendo i tuoi capelli di quel colore per un mese, senza possibilità di portare cappelli o nascondere la chioma in qualche modo- concluse, sorridendole sadico.

-E la pozione rosa sarebbe tua?- ghignò Arizona malgrado tutto.

-Non ha importanza a chi l'ho rubata- chiarì Sirius con sufficienza.

-Terza opzione?- tentò lei a quel punto, senza speranza.

-Non c'è, ovviamente- replicò Sirius, sempre più divertito.

-È un ricatto questo, lo sai vero?-

-Non lo chiamerei ricatto. Lo definirei piuttosto esemplare dimostrazione del proverbio “rendere pan per focaccia”- replicò Sirius e Arizona sospirò avvilita. Dopo qualche minuto di frenetica riflessione chiese:

-Dov'è questa pozione?-


Nda:


Buonasera a tutti :)

Eccomi qui con un nuovo capitolo che spero vi possa piacere.

Non so perchè, ma vedo che le recensioni e le visite diminuiscono sempre più. Non farò finta che non mi dispiaccia, sarei un'ipocrita...perciò con molta sincerità vi faccio una domanda: la storia non piace più? Dovrei smettere di pubblicare? Vi prego, per me il vostro parere è importante, positivo e negativo che sia, e mi piacerebbe molto sapere cosa pensate, se c'è qualche cosa della storia che posso migliorare o altro. Aspetto fiduciosa anche insulti :)

Veniamo ai genitori di James: in molte ff leggo che erano Auror, ma in realtà la Row non ha mai detto nulla su di loro, quindi mi sono inventata il mestiere del signor Potter. Siccome erano ricchi, ho immaginato che avesse un ruolo importante al Ministero. Anche su i genitori di Lily non si sa nulla, e mi sono presa la libertà di immaginare mamma Evans come una casalinga un po' maniacale...Petunia dovrà pur aver preso da qualcuno, no? :P Non credo inoltre che i Black lavorassero: saranno stati ricchi per nascita, immagino.

A parte questo non c'è molto altro da dire, se non che Sirius ha trovato il modo di vendicarsi dello scherzo ai capelli :P a proposito, cosa ne pensate del suo comportamento?

Con questa e molte altre domande vi lascio (per ora) e passo a ringraziare le 31 persone che preferiscono questa ff, le 8 che la ricordano e le 79 che la seguono: spero possiate essere sempre di più :)

Un enorme, stratosferico, gigante ed ultra caloroso GRAZIE a chi recensisce: Blondie, ainegue, Slab e Giuliuli: ancora una volta questo capitolo è qui grazie a voi. Vi risponderò personalmente nei prossimi giorni, abbiate pazienza :)

Bene ho detto tutto. Vi lascio all'asterisco rosso che è molto importante :)


Sempre vostra,


Miss_Slytherin


*Questo è un pezzo molto importante per la storia, anche se non sembra. La famiglia e il modo in cui è cresciuta Arizona saranno fondamentali per la vicenda, perciò mi tocca tediarvi con un po' di storia. Spero di non prendere abbagli allucinanti, e nel caso, correggetemi pure :)

Allora, il papà di Arizona è nato nel 1929 e quando nel 1965 gli americani entrano nel conflitto vietnamita ha 36 anni ed Arizona ne ha già cinque essendo nata nel 1960. Nel 1969 papà Anderson viene ferito: infatti quando Arizona ne parla dice “due anni fa” e contando che siamo nel 1971 deve essere logicamente stato ferito nel '69, cioè a 40 anni. Non so se siano abbastanza anni per essere colonnello, ma penso di sì. Dunque, Arizona è figlia di un militare, che sa cosa siano la lealtà e il valore...e allora, chi se ne importa, direte voi :P



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Capitolo 25
*** Making Arizona laugh ***


                                                   CAPITOLO 25

                                             Making Arizona laugh


-Beh, non ti stanno malissimo- disse Lily in un coraggioso tentativo di consolare Arizona. Quest'ultima la fulminò con lo sguardo e replicò avvilita:

-Sono terribili. Tutti mi prenderanno in giro, come facevano alla scuola babbana per l'apparecchio-.

-Noi non rideremo- le assicurò Mary solidale, ed anche Erin e Samantha annuirono per mostrarsi d'accordo.

Arizona apprezzò la loro solidarietà, ma ciò non toglieva che i suoi capelli fossero diventati irrimediabilmente rosa.

La sera stessa del ricatto di Sirius era stata costretta a bere la pozione, ed ora, la mattina dopo davanti allo specchio, dovette ammettere l'amara verità: i suoi capelli sarebbero rimasti di quell'orribile colore per un mese intero.

-Grazie, siete gentili...- rispose abbattuta. Lily le mise una mano sulla spalla e disse ancora:

-Mi sa che è venuto il momento di scendere...se vuoi mangiare qualcosa-.

-Salterò la colazione e andrò direttamente dalla Mc. Forse mi noteranno poche persone- rispose Arizona speranzosa, ma non ne era minimamente convinta.

Le altre non dissero nulla e così Arizona uscì dal dormitorio seguita da Lily, ma appena ebbe messo piede in sala comune venne brutalmente accecata da un lampo fortissimo e intossicata da una nuvola di fumo. Quando ebbe ripreso a vedere, capì che cosa avesse scatenato quei fenomeni: Sirius se ne stava ai piedi delle scale con un'enorme macchina fotografica magica, che un minuto dopo sputò fuori un'orrenda foto di Arizona con i capelli rosa e l'espressione scioccata.

-Dovevo immortalare il momento, yankee- le disse a mo' di saluto.

Arizona fremette di rabbia, indecisa se ingaggiare una rissa alla babbana o se affatturarlo.

Alla fine, con dignitosa maturità, decise di ignorarlo, anche se sentiva parecchie risatine sparse qua e là.

Gli passò davanti, ma Sirius aveva tutta l'intenzione di godersi appieno la vittoria.

Le trotterellò accanto, con un ghignetto stampato in volto, e disse:

-Bella giornata, vero?-

Arizona non rispose.

-Eddai, hai intenzione di non parlarmi mai più?- chiese Sirius divertito.

Ancora nessuna risposta.

-Uff, non è divertente se stai zitta- sbuffò allora Sirius scendendo le scale insieme a lei. Tutte le persone che incrociavano non potevano fare a meno di ridere alla vista della chioma della ragazzina, ed il volto di Arizona era ormai di un viola acceso. Le tremavano le mani e sentiva le lacrime premere per uscire. Era una sensazione orribile, e credeva che non l'avrebbe mai più provata una volta lasciata la scuola babbana. Ma si sbagliava, ed aveva davanti ancora trenta lunghi giorni di agonia. E tutto per colpa di Sirius! Non era giusto. La sua pozione era durata solo un giorno.

-Sei noiosa!!! Daaai, dimmi qualcosina...come ci si sente ad essere sotto gli occhi di tutti?- insistette ancora Sirius saltando abilmente uno dei tanti gradini che avevano l'abitudine di scomparire.

A quel punto Arizona si fermò, furiosa.

-Senti, ho fatto quello che volevi, d'accordo? Ho questi stupidi capelli rosa e me ne sto andando in giro per la scuola senza nasconderli, proprio come hai chiesto tu. Ma questo non implica che debba sopportare la tua fastidiosa presenza più del dovuto, quindi togliti dalle scatole e lasciami in pace!- gli urlò, sentendosi pericolosamente vicina al pianto.

Sirius la fissò, sbalordito. Che le era preso?

-Ma che cos...- iniziò a dire, ma Arizona gli aveva voltato le spalle e aveva ripreso a scendere le scale di gran fretta.

Sirius fissò il punto in cui era stata lei fino ad un minuto prima, incredulo. Poi scosse la testa e sospirò:

-Donne. Chi le capisce è bravo!-


                                          ******


-Non sta andando bene, vero?- sussurrò James all'orecchio di Elinor, seduta un banco davanti a lui. Erano a Storia della Magia, la soporifera ora mattutina che non passava mai e aveva il potere di farli cadere addormentati in una decina di minuti. Lily ed Arizona sedevano vicine, ma la seconda fissava apaticamente il professore con una posa troppo rigida per sembrare naturale.

-No. Sono solo le dieci e ha già fatto una sfuriata a Sirius- replicò Elinor preoccupata, lanciando uno sguardo all'amica. A colazione si era seduta vicino a lei, ma Arizona non aveva spiccicato parola ed era stata Lily a raccontarle con mezze frasi l'accaduto.

-Ora capisco anche il suo broncio- rispose James indicando con un cenno della testa Sirius, che se ne stava immusonito alla sua destra.

-Certo che tu e Remus potevate impedirgli di munirsi di macchina fotografica per “immortalare il momento”- commentò Elinor, ma James scosse la testa.

-Se lo avessimo saputo lo avremmo fatto! Ma quando ci siamo svegliati Sirius non c'era...credo che abbia dormito in sala comune per non perdersi l'occasione- si difese James, e Remus annuì alla sua sinistra.

Rüf posò il suo sguardo fantasmoso su di loro, che tacquero; non appena ebbe ripreso a parlare delle battaglie fra maghi druidi e romani ripresero a sussurrare.

-Vi sento che state parlando di me- li avvertì Sirius dopo un po'.

Elinor e Remus si zittirono colpevoli, ma non James.

-Significa che non sei sordo, ed è un bene, sai?- gli rispose a metà fra il canzonatorio ed il serio.

Sirius lo guardò male, ma James sfoderò un sorriso angelico che mantenne sino a quando anche l'amico non si fu messo a sorridere.

-Penso che dovresti bruciare quella foto- buttò lì dopo un po' con noncuranza; Sirius non replicò.

-Insomma, già si deve tenere quei capelli per un mese...-

Sirius sbuffò.

-In più è un po' insicura sai...- aggiunse James.

-E poi lei mica ti ha fotografato, no?- insistette ancora e continuò così fino al suono della campanella; alla fine dell'ora Sirius era così esasperato che strillò:

-E va bene, va bene! Hai ragione! Toh, strappo la foto!- ed estrasse l'immagine di Arizona per poi farla in mille pezzi.

-Soddisfatto?-

-In effetti sì- rispose James compiaciuto, facendo l'occhiolino ad Elinor e Remus che risposero con un sorriso.


                                         ******

-Sev, mi aiuti per favore?-

La domanda di Lily ebbe il potere di spiazzare Severus. Il fatto che lei lo avesse raggiunto al tavolo dei Serpeverde durante il pranzo ormai non lo stupiva più, ma generalmente Lily preferiva fare le cose da sola ed era poco propensa a chiedere aiuto, anche se era sempre pronta ad offrire il proprio a chi ne aveva bisogno.

Severus colse le occhiate che i suoi compagni lanciavano a Lily, ed in particolare quella di Lucius Malfoy, ma invece lei sembrava non essersene accorta, o comunque non se ne curava.

-Che succede?- le chiese posando le posate e raccogliendo la borsa da terra.

-Vorrei preparare un antidoto per la pozione Cambiacolore, ma è roba del terzo anno e sembra un po' complicata- spiegò Lily, senza traccia di imbarazzo.

-È per quella tua amica, vero?- le chiese Severus stando attento all'intonazione della propria voce; accanto a lui Mulciber lo sentì e chiese sarcastico:

-Chi, la mezzosangue con i cappelli rosa? Dovrebbe tagliarseli a zero!-

Molti Serpeverde scoppiarono a ridere, ma il volto di Lily sbiancò, e Severus vide le sue labbra farsi pericolosamente sottili; sentiva che stava per dire qualcosa ed infatti subito dopo Lily replicò:

-C'è chi dovrebbe tagliarsi la lingua, invece!-

Il sorriso si congelò sul volto di Mulciber, ed anche gli altri smisero di sghignazzare; Severus avrebbe voluto scomparire.

-Dieci punti in meno a Grifondoro per la sfacciataggine di questa bimbetta- intervenne la voce strascicata di Lucius Malfoy, e Lily sgranò gli occhi stupita. Fece per ribattere ancora, ma Malfoy parve capirlo ed aggiunse:

-Che diventeranno venti se non si allontana da quello che evidentemente non è il suo tavolo d'appartenenza-.

Lily fremette di rabbia, ma decise di non mettersi contro un Prefetto, per di più Serpeverde, e così si limitò ad andarsene con dignità. Severus aspettò che fossero trascorsi dieci minuti, poi si alzò; Malfoy lo seguì con lo sguardo, ma lui non se ne accorse ed uscì velocemente dalla Sala.

Trovò Lily nella solita aula vuota, seduta su un banco a fissare il libro di pozioni.

-Fammi vedere- le disse avvicinandosi.

Lily alzò lo sguardo e lo osservò per un lungo momento; per la prima volta Severus si sentì giudicato da lei, ma non ebbe il coraggio di dire nulla. Alla fine Lily spinse il libro verso di lui e disse:

-Questo punto è poco chiaro...-


                                      ******


Chastity si godeva il tiepido sole di marzo seduta con la schiena contro una vecchia quercia, nel parco di Hogwarts. Aveva deciso di trascorrere lì l'ora del pranzo, ed era passata in Sala Grande solo per prendersi qualche panino e dell'insalata. Si era portata il libro di Trasfigurazione, ma in realtà lo stava sfogliando pigramente, ed i suoi pensieri vagavano lontani dalle complesse teorie di incantesimo.

-Ciao, Chastity- disse una voce timida, che la strappò ai suoi pensieri. Chastity sollevò lo sguardo dalla pagina che comunque stava fissando da almeno dieci minuti, e si trovò davanti Peter.

-Ciao, Peter. Anche tu vuoi goderti finalmente il bel tempo?- rispose un po' in imbarazzo; non aveva mai parlato granché con Peter anche se avevano gli stessi amici ed era perciò un po' sorpresa che lui le avesse rivolto la parola. Le pareva strano che fosse da solo, senza James, Sirius e Remus.

-Già, finalmente ha smesso di piovere! Posso sedermi qui con te?- le domandò gentile e Chastity annuì, spostando la borsa.

Peter si sedette goffamente accanto a lei, ed un silenzio teso cadde fra loro. Chastity si sentì obbligata a dire qualcosa, e così chiese:

-Dove sono gli altri?-

Doveva aver fatto la domanda sbagliata, perché Peter si rabbuiò.

-A dire il vero non lo so. Ogni tanto spariscono. In Sala Grande ho visto solo Elinor e Arizona, che però aveva gli occhi molto rossi- rispose, vago.

-È per i capelli, vero?- replicò Chastity comprensiva, e Peter annuì.

-Oggi a lezione tutti la prendevano in giro, ed anche nei corridoi. I Serpeverde poi, non perdevano occasione!- le raccontò, e Chastity provò una strana sensazione sentendolo parlare. Era come se fosse contento di non essere lui, per una volta, l'oggetto delle battute e delle risatine.

-Sarebbe bello fare qualcosa per tirarle su il morale- commentò Chastity allora, e il volto di Peter si fece dubbioso.

-Non saprei...che cosa si potrebbe fare?-

-Beh...- iniziò a dire Chastity rovistando nella borsa alla ricerca dell'orario, -oggi pomeriggio abbiamo Pozioni insieme, vero?-

-Sì- confermò semplicemente Peter.

-Mmmh...- mormorò lei pensierosa, alla ricerca di una buona idea per far sorridere la sua amica. Ormai non si stupiva più di essere diventata così generosa e leale: aveva capito che Tassorosso- ed in generale la sua vita ad Hogwarts- la stava cambiando ed aveva iniziato ad andare d'accordo anche con le sua compagne di Casa, anche se il posto più speciale nel suo cuore lo occupavano Elinor, Arizona e Lily.

-Ci sono!- esclamò dopo qualche minuto, -potremmo regalarle un cappello!-

-Ma Sirius ha detto che non può nascondere i capelli in alcun modo- replicò Peter.

-Ha detto che lei non può farlo, non che qualcun altro non possa farlo al posto suo- disse Chastity con un sorriso furbo.

-Non capisco- ammise Peter confuso.

-Vedi Peter, se qualcun altro con un incantesimo costringesse Arizona a portare un copricapo, Sirius non potrebbe arrabbiarsi con lei, perché non è stata Arizona a rompere la promessa- spiegò Chastity e Peter finalmente sorrise.

-Credo che tu abbia ragione- commentò ammirato.

Fiera della sua idea, Chastity si alzò, raccolse la borsa e si rivolse a Peter:

-Vieni, la missione Facciamo Sorridere Arizona è iniziata!-


                                      ******


Arizona se ne stava appoggiata alla porta dell'aula di Pozioni, tra le mani aveva un panino mezzo smangiucchiato che non aveva intenzione di finire. Aveva provato ad andare in Sala Grande per fare un pasto decente, dato che a colazione non aveva toccato praticamente nulla, ma non era stata una grande idea. Tutti continuavano a guardarla, ed anche se alcuni avevano evitato di ridere limitandosi a fissarla, non tutti erano stati così gentili.

Così, non potendone più, aveva afferrato del cibo a caso ed aveva deciso di andare verso l'aula di Pozioni, anche se mancava più di mezz'ora all'inizio della lezione. Non sapeva dove fosse finita Lily -l'aveva vista solo alzarsi di scatto dal tavolo di Grifondoro- e di Chastity neanche l'ombra.

Stava appunto sprofondando nella tristezza più nera quando qualcuno disse:

-Non hai mangiato nulla, prendi questo-.

Arizona alzò gli occhi dal suo panino triturato e si trovò davanti James che le porgeva un sandwich gigantesco, farcito con roast beef, insalata e solo gli elfi sapevano quant'altro.

Lo accettò con un misero sorriso:

-Grazie-.

-Di nulla. Sai, mi dispiace per questa storia dei capelli. Sirius ci è andato pesante- le disse, per una volta serio.

-Oh, non fa niente- replicò lei facendo spallucce.

-Invece sì. Lo vedo che non la stai prendendo bene- la contraddisse James, comprensivo.

-Che posso farci? Ormai ho promesso, ed io non rompo mai le promesse, anche quelle fatte ai mentecatti come Sirius- ribatté Arizona, senza perdere il suo naturale senso dell'umorismo.

James rise, senza sapere cosa rispondere; Arizona iniziò a mangiare il sandwich, che era davvero squisito.

-È davvero buono- commentò con le guance piene.

-Sì? Non pensavo, ci ho buttato dentro roba a caso- disse James ed Arizona tentò di ridere senza soffocare.

James le stava giusto dando dei colpetti sulla schiena per salvarle la vita, quando arrivarono Lily e Chastity, accompagnata da Peter.

Lily aveva in mano un bicchiere colmo di una strana sostanza, mentre Chastity aveva tra le braccia quello che sembrava un elegante scialle nero finemente ricamato; prima che Arizona potesse fare alcunché, Lily le ficcò fra le mani il calice e disse:

-Bevi, è succo di zucca! Stai soffocando-.

Siccome Arizona aveva ancora le vie respiratorie ostruite non se lo fece ripetere due volte e vuotò l'intruglio senza fare domande. Aveva appena ripreso un colorito decente, quando toccò a Chastity agire. Le avvolse lo scialle intorno ai capelli, e lo chiuse con un bellissimo fermaglio argentato, che recava le sue iniziali.

-Ma che sta succedendo?- chiese alla fine Arizona, provando a sganciare il fermaglio per tener fede alla promessa fatta.

-Non ci riuscirai- la informò Chastity, -quel fermaglio è stato stregato da mia madre affinché non potessi aprirlo. Una volta avevo fatto i capricci perché non volevo mettermi lo scialle, e solo a fine serata me l'ha sfilato dalla testa senza rompere l'incantesimo.

Così avrai i capelli coperti, ma Sirius non avrà nulla da dire!-

-E quello che ti ho fatto appena bere è l'antidoto per i tuoi capelli- aggiunse Lily, e James commentò:

-Sicura di averlo preparato bene, Evans? Potresti aver avvelenato Arizona!-

-Taci Potter, e la prossima volta pensa a fermare le azioni idiote di quel troglodita di Black- lo rimbeccò Lily, mentre Arizona fissava lei e Chastity con occhi commossi.

-Vi adoro- dichiarò, ed in quel momento giunse il resto della classe, fra cui Sirius e Remus che stavano battibeccando. Quando Sirius vide com'era conciata Arizona spalancò la bocca indignato ed esclamò:

-Tu! Non hai mantenuto la parola!-

-Giuro che non è vero!-

-Non ti credo!-

-Sirius, sta dicendo la verità, l'ho vista io!- intervenne James per porre fine alla discussione.

Sirius lo fissò, indeciso se credergli o meno. Alla fine sospirò e disse:

-E va bene, ti credo! Tanto ho ancora questa con cui consolarmi...- ed estrasse una copia della foto che le aveva scattato quella mattina.

-Ma l'avevi strappata davanti a me!- esclamò James.

-Sì, ma ne avevo due- ghignò Sirius, e l'arrivo di Lumacorno pose fine alla discussione.

In aula, Arizona si sedette accanto a Chastity, e mentre Lumacorno scriveva alla lavagna gli ingredienti della pozione che avrebbero dovuto preparare quel giorno, le disse:

-Grazie per lo scialle-.

-Di nulla, e poi ti sta bene- disse Chastity ed Arizona le sorrise. Chastity pensò che non ci fosse nulla di più bello del sorriso di un'amica.




NdA:

Salve, miei amati lettori :)

Spero abbiate passato delle bellissime vacanze di Pasqua, io sono stata inghiottita dai libri e dal lavoro e ho avuto ben poco tempo per la vita sociale, sigh.

Vi chiedo scusa per il colossale ritardo, ma ho ben 9 esami da preparare (sento l'ansia che mi assale e neanche il cioccolato delle uova di Pasqua riesce a consolarmi, per farvi capire quanto è grave la situazione) e poco, poco tempo da dedicare alla storia. Spero possiate perdonarmi, mi impegno molto per essere più costante nell'aggiornamento ma è molto difficile :(

Detto questo, devo un ENORME, GIGANTESCO, MEGAGALATTICO, STREPITOSO e chi più ne ha più ne metta GRAZIE a chi ha recensito. Grazie a queste undici meravigliose persone, ovvero Allodola, dreamyD, _falsa pista , Slab, Emma111, new maladrina, Lucri_Chopper, Giuliuli , Marti_chick_99, AlicesSunshine e _MiK, questo capitolo oggi è qui, perchè grazie alle loro parole ogni sera trovavo la forza per mettermi davanti al pc per scrivere anche solo qualche frase. Forse il capitolo non è un granché, forse fa schifo o forse no, questo dovete essere voi a dirlo, ma in ogni caso c'è ed è merito loro.

In questi giorni vi risponderò personalmente, ma intanto meritavate un pubblico ed immenso grazie.

E anche questa è fatta, passiamo al capitolo.

Volevo far vedere che il futuro Severus Piton sta nascendo qui, che nel suo esitare nel rincorrere Lily c'è il futuro Mangiamorte pentito; volevo sottolineare che Peter Minus esiste, che forse in lui c'era qualcosa di buono, anche se poi la codardia ha vinto; volevo mostrare che sì, James è un bullo idiota, ma per i suoi amici farebbe di tutto e che sì, anche Sirius è un idiota, ma in fondo ha il cuore tenero anche lui...e infine volevo far vedere che secondo me Lily non era una secchiona acida, sola e sfigata, ma una ragazza solare, eccellente in pozioni ma non in tutte le materie, perchè da quel che ho capito leggendo i libri non è una versione del passato di Hermione, ma solo una ragazza che amava le pozioni ma che non per questo stava sempre rintanata sui libri pronta a sbranare chiunque la disturbi. Questa è la Lily Evans che immagino io, una che sì, non sopporta James, ma che non lo odia con tutte le sue forze e che in fondo sa che qualcosa di buono in lui c'è.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e di ricevere i vostri commenti numerosi come la scorsa volta, positivi o negativi che siano.

Mi auguro anche di riuscire ad aggiornare con più frequenza, ma purtroppo non posso assicurare nulla :(

Grazie anche a chi segue, preferisce e ricorda la storia, a chi legge in silenzio e ancora una volta a chi recenisce; vi adoro tutti.


Con affetto, sempre vostra,


Miss_Slytherin

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Capitolo 26
*** Finding Truffle ***


                                           CAPITOLO 26

                                          Finding Truffle


-Ma Remus è di nuovo malato?-

-No, non era sua madre a stare di nuovo male?-

-Mah, non ho capito molto, ieri sera ha farfugliato qualcosa e poi è sparito-.

James, Sirius e Peter si fissarono dubbiosi.

Quando quella mattina di fine marzo si erano svegliati avevano notato che il letto di Remus non era stato utilizzato; mezzi intontiti dal sonno non avevano scambiato neanche una parola, ma una volta scesi a colazione, per una volta non in colossale ritardo, avevano realizzato appieno l'assenza del loro amico.

Di fronte a loro Arizona e Lily stavano facendo colazione e sentendoli parlare di Remus la prima intervenne, creando ulteriore confusione:

-Ha detto che suo padre stava male, veramente-.

-Macché suo padre! Lui era pallido come un morto, non l'avete visto?- la contraddisse Sirius, seccato.

-In effetti non sembrava star bene...- commentò Lily.

-...come tutti i mesi- completò James, stranito.

-Non è che ha qualche malattia mensile?- suggerì Peter, dubbioso.

-Sì, il ciclo mestruale! Pete, sei proprio stupido a volte- lo derise Sirius e Peter si fece viola in faccia mentre gli altri ridevano.

Arizona, vedendolo così mortificato ed immedesimandosi in lui, decise di intervenire in sua difesa:

-E tu che ne sai di cicli, Sirius? Ti è già arrivato, per caso?- chiese e Peter le rivolse uno sguardo grato, che solo lei colse.

Sirius smise di ridere e replicò tagliente:

-E tu ci sei nata? Sei sempre così acida!-

-Sono acida perché tu mi inacidisci!-

-Perché ogni volta che passo da questo tavolo voi due state litigando?- chiese la voce pacata di Elinor Oliver, apparsa alle loro spalle insieme a Chastity. Le due ragazzine avevano preso l'abitudine di darsi appuntamento davanti alla sala comune di Tassorosso, che era la più vicina alla Sala Grande, per fare il percorso insieme e chiacchierare un po' prima delle lezioni. Facevano sempre tappa dai Grifondoro, e poi ognuna raggiungeva il proprio tavolo. Era un modo carino per iniziare la giornata, visto che era impossibile avere lezione tutti insieme per ovvie ragioni.

-Arizona mi tratta male- si lagnò Sirius.

-Perché tu sei stupido- si giustificò l'altra.

-In realtà stavamo parlando di Remus, avete notato che è di nuovo assente?- s'intromise James, per sedare i due amici.

-Già, se non sbaglio anche il mese scorso ha saltato delle lezioni- osservò Elinor pensierosa e a Chastity tornò in mente il suo incontro con Remus del mese prima. Possibile che anche questa volta avesse detto agli altri di essere tornato a casa quando invece era ad Hogwarts? E cosa avrebbe dovuto fare lei?

-Beh, prenderemo gli appunti anche per lui- disse infine, anche per chiudere la questione. Provava una strana sensazione nel parlare di Remus in sua assenza. Gli altri non ebbero nulla da ridire, benché continuassero a pensare che ci fosse qualcosa di strano in quelle assenze, e poco dopo Chastity ed Elinor li salutarono per andare a fare colazione. Quest'ultima si era appena seduta al tavolo dei Corvonero quando venne bombardata dal solito parlare a macchinetta di Amanda, la sua compagna di dormitorio. Portava una grossa macchina fotografica e prima di iniziare a mangiare si mise a scattare foto al tavolo dei Grifondoro.

-Amy?- la chiamò Elinor.

-Mmhh?- rispose Amanda senza distogliere l'attenzione da ciò che stava facendo.

-Cosa stai fotografando, per la precisione?- s'informò con delicatezza Elinor.

-Oh, niente. Hogwarts- rispose vaga Amanda, ma Sylvia Turner, di fronte a loro, ridacchiò maliziosa.

-Sì, proprio Hogwarts...- commentò, furba.

-Non capisco- ammise Elinor curiosa.

-Beh non hai visto tutte le foto di Sirius Black che Amanda ha appeso in camera?- le chiese Sylvia e Amanda si fece fucsia in faccia.

-Non sono foto di Sirius! Sono foto ricordo di Hogwarts- si difese.

-Dai Amy, non c'è niente di male ad ammettere che hai una cotta per Sirius- le disse Elinor per toglierla dall'imbarazzo.

-Infatti! Anche delle ragazze più grandi dicono che è carino e che “crescerà bene”, le ho sentite parlare in bagno- confermò Sylvia rassicurandola, forse anche per farsi perdonare della propria sfacciataggine.

Amanda si limitò a tacere, ma ormai Elinor e Sylvia erano convinte della propria idea. Il resto della colazione passò in tranquillità ed Elinor stava per alzarsi quando venne raggiunta da un sorridente Hagrid:

-Ehi Elinor! C'ho questo per te. È di Silente- le disse, e le porse un biglietto, ormai familiare per Elinor.

-Grazie Hagrid! Ci vediamo alla punizione, oggi- rispose Elinor, contenta di dover lavorare con lui quel pomeriggio. Hagrid le diede un'amichevole pacca sulla spalla che quasi la fece finire con la faccia dentro la zuccheriera, poi si allontanò fischiettando.

-A me terrorizza, e non poco- dichiarò Amanda che aveva seguito la scena, ma Elinor era presa dal biglietto, con cui Silente la invitava quella sera nel suo studio per la consueta lezione privata. Le piaceva passare quell'ora con il Preside, e si disse che la aspettava proprio una bella giornata. Ma c'era qualcosa che non andava, una sensazione strana alla bocca dello stomaco...e solo più tardi, capì di essere preoccupata per Remus.


                                                    ******

-Sirius?-

-Mmmh?-

-Stavo pensando...Remus non c'è-.

-Eh no, ne abbiamo parlato per tutta la colazione-.

-Beh...sono molto dispiaciuto che non ci sia...però...potremmo approfittarne- sussurrò James. Erano a lezione di Difesa con le Arti Oscure, che a James non piaceva per nulla, sia per la materia in sé sia per l'insegnante, il professor Septimus Calender. Aveva un'aria troppo sinistra per i suoi gusti, con quegli occhi azzurri gelidi e una brutta cicatrice sulla guancia. Stava spiegando alcune elementari creature della notte, ma James non era interessato.

-Approfittarne per cosa?- chiese Sirius cercando di non farsi sentire.

-Per tornare alla Foresta Proibita- rispose James con un luccichio malandrino negli occhi.

Sirius lo fissò un attimo, poi un sorrisino omicida si aprì sul suo volto.

-Quando?-

-Beh...domani, che è mercoledì, abbiamo Astronomia, quindi il coprifuoco si allunga. E poi è il mio compleanno- disse James, facendo due calcoli veloci.

-Sarà il mio regalo- annunciò Sirius.

-Ci stai quindi?-

-Assolutamente sì-.

Peter Minus, dal banco di dietro, li sentì parlare, e si aspettava che lo coinvolgessero; ma nessuno dei due si era ancora voltato per invitarlo alla spedizione notturna. Non sapeva se esserne felice o triste.

-Vengo anch'io!- s'intromise Arizona, che sedeva alla destra di James, posto solitamente occupato da Remus.

Sirius fece per protestare, ma James alzò una mano per zittirlo:

-È il mio compleanno. Quindi tutti i miei migliori amici verranno! Peter, verrai anche tu. Mi dispiace che non ci sia Remus...però forse avrebbe rotto le pluffe- aggiunse, ripensandoci.

-Quando i signori Potter e Black hanno finito di disturbare, potremo proseguire con la nostra lezione- li rimproverò il professor Calender, e così i Grifondoro tacquero.

Per tutto il resto del tempo e del giorno seguente una strana luce continuò a brillare negli occhi dei tre ragazzi e di Arizona.

Lily non capiva cosa stesse succedendo loro, Elinor sospettava qualcosa, anche grazie ad una sbirciatina nella mente di Sirius avvenuta durante la lezione con Silente, e Chastity non prevedeva nulla di buono.

Il mercoledì arrivò con troppa lentezza, e tutti a Grifondoro fecero gli auguri a James. Non si sapeva come la data del suo compleanno fosse divenuta di dominio pubblico, ma persino Lily decise di mettere da parte le ostilità per borbottare un:

-Auguri Potter. Per oggi, e solo per oggi, eviterò di trattarti male-.

Arizona gli regalò l'abbonamento annuale alla sua rivista di Quidditch preferita, Elinor e Chastity un vasto assortimento di scherzi magici che James adorò e Sirius, sorprendendo tutti, non gli diede nulla, almeno apparentemente.

-Ci siamo-.

La lezione di Astronomia stava ormai volgendo al termine, per somma gioia di tutti gli studenti che stavano praticamente cadendo addormentati sui loro telescopi. Arizona, James, Sirius erano eccitati per un altro motivo, ma Peter aveva un brutto colorito.

-Stai bene, Peter?- gli domandò Arizona, preoccupata.

-Credo di aver mangiato troppo- borbottò Peter, avvertendo un crescente senso di nausea.

-Forse è meglio che tu vada direttamente a letto- gli suggerì lei, mentre la professoressa assegnava i compiti per la settimana successiva.

Peter si limitò ad annuire, e così i partecipanti alla spedizione si ridussero a tre. Tornarono alla sala comune con gli altri, e prima di poter uscire di nuovo dovettero aspettare che tutti fossero andati a letto. Solo quando Arizona ebbe la certezza che le sue compagne di stanza fossero ormai fra le braccia di Morfeo, si arrischiò a sgattaiolare fuori dal letto per scendere in sala comune.

-Siamo qui- disse la voce di James, vicino al camino, e Arizona capì che lui e Sirius indossavano già il mantello dell'invisibilità.

Li raggiunse e un attimo dopo era stretta fra i due ragazzi, completamente invisibile.

-A cosa ti serve quello?- chiese James, notando che Arizona aveva sulla spalla un piccolo zainetto.

-Stasera a cena ho rubato quattro pagnotte di pane, del succo di zucca, qualche mela e persino quei favolosi biscotti al cioccolato...nel caso ci venisse fame, o ci perdessimo. E poi ci sono dei mantelli di scorta, tre ombrelli e una tenda da campeggio- spiegò lei in tono pratico.

I due la fissarono esterrefatti, poi Sirius commentò:

-Di te si può dire tutto, ma non che tu non sia previdente yankee!-

Arizona gli sorrise stupita dal complimento ma orgogliosa della propria pensata, poi in silenzio i tre si avviarono verso il buco del ritratto.

Era una notte tranquilla ad Hogwarts, Gazza e la sua malefica gatta non sembravano essere in giro a pattugliare i corridoi, e non si vedevano neanche i fantasmi. Alla fine del secondo piano scorsero un Caposcuola che faceva la ronda, ma era talmente lontano che non riuscirono neanche a vedere a quale Casa appartenesse.

Sirius e Arizona erano insolitamente pacifici, forse perché era il compleanno di James; sta di fatto che percorsero la scuola senza incidenti, e prima di quanto avessero sperato stavano respirando la frizzante aria notturna di marzo.

-Non posso credere che ci stiamo andando davvero!- sussurrò Arizona emozionata.

-Già, e poi questa volta siamo ben organizzati- convenne James con un largo sorriso.

Attraversarono i prati a passo svelto, oltrepassarono la capanna di Hagrid che aveva le luci spente e poco dopo furono sulla soglia della misteriosa foresta. Brividi corsero lungo le loro schiene, brividi d'eccitazione ma anche di paura; nessuno osava fare il primo passo, come se una volta giunti fin là fosse loro venuto meno il coraggio. Alla fine Sirius chiese, teso:

-Beh, entriamo o no?-

Gli altri due annuirono ed infine misero piede oltre quel confine immaginario che separava Hogwarts dalla foresta.

Inizialmente sembrava ci fosse silenzio, poi un lungo e penetrante ululato squarciò la quiete della notte illuminata da una luna insolitamente piena.

-Non ci sono lupi mannari nella foresta, vero?- domandò Arizona stritolando d'istinto una mano di James.

-Se non veniamo mangiati questa notte significa che non ci sono- sdrammatizzò Sirius e nonostante tutto suggerisse di tornare indietro i tre andarono avanti, con il cuore che batteva sempre più forte. Poco dopo avvertirono un altro ululato ed Arizona fu sul punto di suggerire la ritirata, ma poi, temendo di venire derisa, ingoiò le sue paure e non disse nulla; James e Sirius non sembravano preoccupati, o se lo erano non lo davano a vedere. Avanzarono ancora un po' a tentoni nel buio, poi Sirius disse, seccato:

-Oh insomma...Lumos!-

Un getto di luce partì dalla sua bacchetta illuminando il loro cammino, e Arizona disse:

-Ogni tanto sei utile anche tu...-

Sirius fece per ribattere, ma James esclamò:

-Ehi! Guardate lì! Che cos'è?- ed indicò loro una macchia bianca, piuttosto indistinta, in lontananza.

-Potrebbe essere un unicorno! Andiamo a vedere!- suggerì Arizona eccitata, e si avviarono verso quella direzione.

Quando si furono avvicinati abbastanza videro che era effettivamente un unicorno, un meraviglioso esemplare di maschio adulto, con il manto di un bianco accecante e uno splendido corno sulla fronte. L'animale li osservò sospettoso, muovendo irrequieto gli zoccoli anteriori; stava cercando di capire se fossero dei nemici.

-È meraviglioso- sospirò Arizona estasiata, e James e Sirius fecero appena in tempo ad annuire prima che l'unicorno si spaventasse e svanisse nella notte.

-Oh no, avrei tanto voluto accarezzarlo!- aggiunse poi delusa.

Proseguirono, addentrandosi sempre di più nel fitto boscame, ed ogni tanto qualche sinistro ululato giungeva a loro, facendogli accapponare la pelle.

-Se piantassimo la tenda?- propose Arizona, speranzosa.

-Buona idea...cerchiamo un punto adatto- convenne James ed i tre iniziarono a guardarsi intorno alla ricerca di qualche piccola radura.

-Forse se ci dividiamo è meglio, il mantello qui non serve, credo- disse Sirius, dato che in tre non riuscivano a muoversi senza far scivolare il mantello.

James e Arizona non trovarono nulla da ribattere, così il mantello rimase al legittimo proprietario che proseguì dritto, mentre gli altri due andarono a destra e a sinistra.

Arizona aveva fatto appena qualche metro, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Due occhi ambrati la fissavano da dietro un cespuglio. Poiché le foglie lo nascondevano Arizona non riuscì a capire che tipo di animale fosse, così decise di avvicinarsi. Raggiunse il cespuglio in pochi passi e subito si accorse che qualcosa non andava nell'animale; emetteva brevi e rantolanti respiri e non accennava a muoversi.

-Lumos!- sussurrò Arizona illuminando l'animale, che si rivelò essere un grosso cane nero. Arizona suppose che fosse un labrador molto cresciuto, ma non ne era spaventata. Subito capì cosa non andasse in lui: aveva una profonda ferita lungo il fianco, e stava perdendo molto sangue.

-Oh no! Cosa ti è successo? James! Sirius! Venite qui!- chiamò, mentre dallo zaino estraeva un mantello per coprire il cane, che tremava spaventato. Lo avvolse nella calda stoffa ed il cane la lasciò fare, stremato.

-Che succede? Che fai per terra?- domandò James arrivato di corsa insieme all'amico.

-Guardate! L'ho trovato dietro questo cespuglio, ed è ferito!- spiegò Arizona mostrando loro il cane.

-Oh, cavolo! Sembra grave...cosa facciamo?- domandò ancora James, mentre Sirius si inginocchiava accanto al ferito. Prese ad accarezzargli il pelo lucente, sussurrando parole per calmarlo.

-Dobbiamo portarlo da Hagrid. Se non facciamo niente morirà, povero Tartufo- disse Arizona.

-Sono d'accordo. Aiutami a tirarlo su..- convenne Sirius e con l'aiuto di James sollevarono il cane con delicatezza.

Cercarono di tornare indietro, verso l'entrata della foresta, ma con orrore scoprirono di aver smarrito il sentiero.

-Lo sapevo che ci saremmo persi!-sbuffò James quando ripassarono per la quarta volta davanti ad un vecchio abete rovinato.

-Avremmo dovuto lasciare delle briciole!- si lagnò Sirius.

-Sì, come Hänsel e Gretel...aspettate, cos'è questo rumore?- disse Arizona, sentendo come un galoppare in lontananza.

Poco dopo, davanti ai loro occhi stupefatti, c'era un centauro.

Aveva una chioma di un biondo chiarissimo, gli occhi di un azzurro stupefacente e li stava fissando a metà fra il sorpreso e il sospettoso.

-Cosa ci fate voi qui? La Foresta non è un lungo per voi giovani umani-.

James, Arizona e Sirius erano talmente intimiditi dalla sua imponente stazza che non osarono parlare per qualche minuto; poi James tentò di dire qualcosa.

-Ecco signore noi...- cominciò, ma il centauro li interruppe:

-Cos'avete lì? Avete fatto del male a qualche abitante della Foresta?-

-No, signore no! L'abbiamo trovato ferito, e stavamo cercando di portarlo da Hagrid. Sa, lui è il guardacaccia e...-

-So chi è Hagrid e sono certo che saprà aiutare il nostro piccolo amico ferito. Vi aiuterò a trovare la strada, ma vi avviso: non dovrete tornare nella foresta, i miei compagni non saranno gentili come me nei vostri confronti- li ammonì il centauro serio, e i tre giovani maghetti annuirono, intimiditi.

Il centauro fu di parola: li guidò attraverso alberi e strane piante fino a condurli sul limitare della foresta, senza che i tre spiccicassero parola.

-Bene, addio piccoli umani. Non dimenticate il mio avvertimento- li salutò il centauro e l'attimo dopo era svanito in un galoppo.

-Mi ha seriamente terrorizzata- confessò Arizona mentre si dirigevano verso la capanna di Hagrid. Il cane sembrava ancora vivo, fra le braccia di James e Sirius, ma i suoi respiri si stavano facendo sempre più brevi.

-Temevo che ci avrebbe schiacciati sotto i suoi zoccoli- aggiunse James, serio.

Sirius annuì, e poi finalmente giunsero davanti alla capanna del guardacaccia. Si misero a bussare con tutte le loro forze, temendo che Hagrid avesse il sonno pesante. Non avevano torto: ci volle circa un quarto d'ora prima che aprisse la porta con faccia assonnata.

-Chi è la?- domandò, e James tolse il mantello facendogli quasi venire un infarto.

-Siamo noi, Hagrid! Eravamo nella Foresta Proibita...- iniziò Arizona, ma Hagrid la interruppe:

-C'eravate nella Foresta Proibita!? Ma vi siete ammattiti?!- disse burbero.

-Su Hagrid non è il momento! Eravamo lì, e abbiamo trovato lui...guarda, è ferito!- proseguì James, entrando nella spartana capanna senza essere stato invitato.

Hagrid estrasse uno strano ombrello rosa, con cui accese il fuoco e due candele.

-Ma che diavolo...?- iniziò Sirius fissandolo allibito, ma Hagrid gli fece l'occhiolino.

-Voi non l'avete visto. Allora, che cosa c'abbiamo qui? Mettetelo sul tavolo- disse e James e Sirius fecero come gli era stato detto; Arizona scostò un po' il mantello, scoprendo il fianco ferito del cane.

-Oh, Merlino. Mi pare che è stato azzannato. Santo Godric, bisogna che lo curo. Fatevi da parte, vediamo che posso fare...- osservò Hagrid, tastando con delicatezza la parte lesa.

-Mmh...senza magia si può fare ben poco...-

-Oh no! Tartufo morirà?- chiese Arizona preoccupata, e Sirius chiese:

-Ma perché lo chiami Tartufo? È un nome stupidissimo!-

-Non è un nome stupido! E poi gli sta bene: il labrador può essere un cane da tartufo, e poi ha il manto scuro come i tartufi neri più pregiati. Una volta sono stata in Italia e l'ho assaggiato. E poi ha persino il suo odore!- si difese Arizona, ma Sirius era poco convinto.

-Non muore, però bisogna che lo cura Poppy. Ci metto una benda e poi noi andiamo al castello, e facciamo come se io non vi ho mai visti, d'accordo?- intervenne Hagrid, ed i tre annuirono a malincuore.

Tornarono ad Hogwarts con Hagrid che portava Tartufo fra le braccia e borbottava cose come:

-Ma poverino, chi ti ha fatto questo, eh? Cucciolo...-

Poco dopo giunsero davanti alla soglia del castello e Hagrid li esortò:

-Forza, tornate ai dormitori. Non fatevi vedere, che sennò sono guai-.

-Va bene! Ma domani verremo a trovarti per sapere di Tartufo, ok?- disse Arizona, facendo sorridere il guardacaccia. Non appena ebbe intrapreso il corridoio che portava all'infermeria, i tre sparirono sotto il mantello.

-La Foresta è fantastica!- commentò James una volta giunti in sala comune.

-Sì, e chissà quanti altri centauri ci sono...-

-E quali altre creature!- sospirò Arizona.

-Chissà chi è stato a far male al povero Tartu...al povero cane- si chiese Sirius, rifiutando di usare il ridicolo nome appioppato al cane da Arizona.

-Sembrava il morso di qualche animale più grande- ipotizzò James mentre si scaldavano un po' davanti al camino.

Rimasero a fare mille congetture ed ipotesi su mirabolanti creature, e nel mentre consumarono anche le provviste che Arizona aveva portato. Decisero che era ora di dormire quando quest'ultima quasi cadde addormentata con la faccia sul tappeto.

-Forse è meglio che vai su- le suggerì James con una risatina.

-Già. Beh, buonanotte! Ancora auguri, Jamie- convenne Arizona, stiracchiandosi; un attimo dopo era sparita su per le scale del dormitorio femminile.

-Che nottata...- commentò James, assonnato a sua volta.

-Già. Ehi, ho una cosa per te- disse Sirius e James lo vide irrigidirsi curiosamente.

-Intendi...un regalo?-

-Eh sì, sai com'è, è il tuo compleanno. Tieni- replicò l'altro brusco, e gli porse un sottile pacchettino avvolto in una carta argentata.

Curioso, James lo afferrò e lo scartò con trepidazione. Tolta la carta, si ritrovò fra le mani un sottile specchio, semplice e privo di ornamenti.

-Wow, grazie Sirius! È...a cosa mi serve?- chiese ingenuamente James.

Sirius ridacchiò, per poi spiegare:

-È uno specchio gemello. Serve per comunicare con chi ha l'altro-.

James colse al volo tutte le possibilità che quello specchio offriva, ed esclamò, entusiasta:

-Così possiamo parlare quando non siamo in punizione insieme!-

-Esatto, amico. Sono o non sono un genio?- si vantò Sirius.

-Lo sei, lo sei! Dai, andiamo a provarli! Io mi chiudo in bagno e tu stai qua, ok?- propose James entusiasta.

-D'accordo, però prima finiamo i biscotti della yankee...erano favolosi!-


Nda:


Ebbene sì, stupendo tutti e me stessa per prima, il nuovo capitolo è qui dopo soli 9 giorni. Non siete stramazzati al suolo per la sorpresa? Io sì O.o

Scherzi a parte, in questi giorni mi sento ispirata e ho qualche giorno di permesso dal lavoro, così ho avuto tempo di scrivere.

Tra l'altro, ho di nuovo cambiato il titolo. Lo so, sono pazza, ma mi sembrava più adatto. Cosa ne pensate voi?

Miei cari lettori, se ci siete battete un colpo: qui c'è una povera autrice con un calo spaventoso di autostima, bisognosa di pacche sulla spalla. Sono sicura che non saprete resistere alla tentazione di rassicurarla con le vostre dolci e soavi parole :)

Ma veniamo al capitolo...beh in realtà non succede granché, se non che i sospetti su Remus sono ormai radicati nei Malandrini e che fa la sua comparsa il predecessore di Tartufo. Sì, non è un caso che abbia scelto proprio un cane e proprio quel nome :P

Inoltre sto continuando la mia personale battaglia per far conoscere al mondo Peter, che ahimè viene sempre brutalmente dimenticato e tirato fuori dal dimenticatoio solo quando è arrivato il momento del tradimento. Vi unirete a me, anche se l'odiato topastro non lo merita?

Bene, aspetto fiduciosa e con occhi da cucciolo le vostre recensioni, e passo a ringraziare le meravigliose persone che ancora una volta hanno contribuito alla nascita di questo capitolo: fred_george4ever, newmalandrina, Blondie, allodola e la mitica Giuliuli. Grazie di cuore ragazze!!!

Un grazie speciale alle 34 persone che hanno la ff fra le preferite, le 8 che la ricordano e le 84 che la seguono: spero possiate aumentare :)

Grazie anche a chi legge senza commentare, anche se vi vorrei più loquaci e meno silenziosi :P

Bene, e anche oggi ho finito. Spero di poter pubblicare presto, ma non posso assicurare nulla.

Vostra,

Miss

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Capitolo 27
*** Revenge on Evan ***


                                  CAPITOLO 27

                                 Revenge on Evan


-Questa è da provare!-

-Fa' vedere...anch'io ne ho trovata una interessante-.

-Che state confabulando voi due?-

James e Sirius alzarono gli occhi dai loro libri, per puntarli su Remus con fare colpevole.

Era trascorsa una settimana dall'avventura nella Foresta Proibita ed aprile si era affacciato su Hogwarts con un tiepido sole ma con temperature non ancora del tutto primaverili.

La vita scorreva tranquilla, per quanto potesse esserlo in una scuola di magia. C'erano i soliti incidenti con le pozioni (Arizona aveva ormai fatto amicizia con Madama Chips, viste le numerose volte in cui si era dovuta recare in infermeria per via di intrugli misteriosamente finiti male; Lumacorno invece era ormai giunto ad una quieta rassegnazione), i soliti inconvenienti con piante disobbedienti (Chastity cominciava a detestare seriamente tutto ciò che era verde e che si trovava nelle serre) e le ormai quotidiane schermaglie (Remus ed Elinor non sapevano più come sedare i bisticci fra Lily e James e Sirius e Arizona).

Insomma, tutto procedeva nella norma, anzi, era un periodo che James e Sirius erano insolitamente mansueti.

-Studiamo, Remus- rispose James con faccia da angioletto.

Remus li scrutò sospettoso.

-Studiate, eh?-

-Certo, perché noi siamo persone diligenti- replicò Sirius.

-Ma se da quando è iniziato l'anno vi ho visto aprire i libri solo per scriverci il nome dentro!- esclamò Remus, indignato.

Il professor Vitious si era preso una brutta influenza, e all'ultimo momento la lezione di incantesimi era stata annullata, così i Grifondoro ed i Corvonero del primo anno avevano la prima ora del pomeriggio buca. Per questo James e Sirius si trovavano in sala comune, con Peter che tentava freneticamente di finire i compiti di Erbologia per l'ora dopo; Remus aveva appena finito di pranzare e li aveva raggiunti. Arizona e Lily invece erano in biblioteca con Elinor, a fare chissà cosa.

-Questo perché siamo naturalmente intelligenti e non abbiamo bisogno di studiare- si vantò James a buon ragione, dato che avevano voti inspiegabilmente altissimi.

-E questo mi riconduce alla prima domanda: cosa state confabulando voi due?- ribatté Remus, furbo.

-Cerchiamo fatture e incantesimi da sperimentare su chi ci sta antipatico- confessò alla fine James con tranquillità, come se fosse perfettamente normale.

-Tipo Mocciosus- aggiunse Sirius.

-O quel Mulciber...-

-E perché non Avery? Ha proprio una faccia da schiaffi!-

-E quegli altri due ebeti? Wilson e...-

-Lo sapete vero che questa è una cosa orribile?- li interruppe Remus, mentre Peter sghignazzava.

-Perché? È solo per ridere!- si difese Sirius, oltraggiato.

-Cosa è per ridere?- chiese Arizona appena sbucata dal buco del ritratto con le braccia cariche di libri e la borsa che penzolava rotta dalla sua spalla.

-Farti lo sgambetto in questo momento- ironizzò Sirius e Arizona gli pestò un piede prima di sedersi accanto a loro.

-Sirius e James vogliono affatturare le persone per divertimento- la informò Remus.

-Non “le persone”! Solo i Serpeverde antipatici...-

-E i Corvonero saputelli...tolta Elinor....-

-E i Tassorosso inutili...tolta Chastity....-

-Tutti, in pratica- concluse Arizona con una risatina, mentre Remus alzava gli occhi al cielo esasperato.

-Dov'è Evans?- domandò James.

-Perché lo chiedi? Hai intenzione di farle saltare i nervi anche oggi?- infierì Arizona.

-Perché no?- chiese James allegramente.

-Ragazzi, mi sa che è ora di andare a Erbologia- s'intromise Peter, con dell'inchiostro sulla guancia.

-Hai ragione, Pete, ma prima pulisciti, ché sei sporco- rise James lanciandogli un fazzoletto.

Trovarono Lily già davanti alla serra, intenta a chiacchierare con Chastity, Erin e le altre.

-Ehi Erin, tutto bene? Sei paonazza!- chiese James, notando che la ragazzina era diventata inspiegabilmente rossa.

-Ss-sì, bene grazie- balbettò Erin, e tutti la guardarono straniti, tolte Mary e Samantha che ammiccarono e si scambiarono un sorrisino.

In quella, arrivò la professoressa Sprite, con i suoi soliti abiti rattoppati ed i capelli in disordine.

-Forza dentro ragazzi, oggi faremo poca pratica- annunciò aprendo la porta della serra, e Chastity sospirò grata.

Si accomodarono allegramente raggruppandosi intorno ai tavoli, mentre la professoressa preparava il materiale per la lezione; solo in quel momento Arizona notò che Chastity aveva gli occhi piuttosto rossi.

-Chas, che succede?- le domandò.

Lei si strinse nelle spalle e disse solamente:

-Evan-.

Arizona non commentò, perché non voleva essere volgare, ma le vennero in mente tanti di quegli epiteti da appioppare al fratello di Chastity che ci si poteva riempire un elenco telefonico.

-Allora, ragazzi, oggi parleremo del Tranello del Diavolo e del Frullobulbo. Intanto, cosa sapete dirmi?- chiese la professoressa per cominciare la lezione, e Lexi Lowell di Tassorosso alzò la mano per poi recitare a memoria tutta la definizione.

-Ottimo, cinque punti a Tassorosso. Come ci ha fatto notare la signorina Lowell, queste due piante sono molto simili, ma non bisogna mai confonderle. Il Tranello del Diavolo può avere infatti effetti mortali, mentre il Frullobulbo è completamente innocuo. Spesso è usato come pianta ornamentale nelle case, mentre il Tranello...- iniziò spiegare la professoressa, mentre tutti prendevano appunti, chi freneticamente come Peter che faceva fatica a starle dietro e chi scarabocchiando criptiche parole a caso che solo loro avrebbero poi saputo decifrare come James e Sirius.

Chastity invece non stava scrivendo nulla, ed Arizona la osservava preoccupata, come Lily che dall'altra parte del tavolo alzava spesso i suoi verdi occhi a mandorla dalla pergamena.

-...per esempio, signorina Rosier, quale potrebbe essere un modo per distinguerli?-

Chastity alzò lo sguardo, completamente presa alla sprovvista.

-Ecco...potremmo indicare, ad esempio...- balbettò, ma poi tacque non sapendo cosa dire.

-La forma dei tentacoli. Quelli del Tranello terminano con una punta che secerne veleno, mentre quelli del Frullobulbo sono arrotondati e privi di liquido- terminò Lily al posto suo, anche se di solito non le piaceva mettersi in mostra. La professoressa si limitò ad annuire e ad assegnare due punti a Grifondoro, senza commentare il mutismo di Chastity.

Trascorsero il resto della lezione a studiare le caratteristiche del Tranello del Diavolo per essere in grado di difendersi e ad imparare come prendersi cura di un Frullobulbo, cosa piuttosto semplice vista l'innocuità della pianta.

A fine lezione Chastity scappò via dicendo di voler andare a fare una doccia e non appena si fu allontanata Arizona chiese a Lily, che stava ancora mettendo via il materiale:

-Ma cosa è successo? Ti ha raccontato qualcosa?-

-Pochissimo, solo che come al solito Evan non perde occasione per farle notare quanto sia inutile- rispose Lily arrabbiata; James e gli altri tentavano di origliare, ma il chiacchiericcio degli altri studenti rendeva l'impresa difficile.

-Le avrà messo addosso il terrore di tornare a casa per le vacanze estive. Per Pasqua può restare qui, ma prima o poi...- sospirò Arizona.

-Credo che ci sia qualcosa di più. Prima ha alzato il braccio e ho visto un brutto segno sul polso...- riferì Lily, sbattendo furiosamente piume e pergamene in borsa. Non poteva tollerare quello che stava accadendo a Chastity, forse perché si immedesimava in lei più degli altri.

-Un segno sul polso?- si intromise Sirius alla fine, con voce incolore.

-Già, e non solo. Ho notato anche dei tagli sul collo, quando si è legata i capelli- aggiunse Lily, senza badare al fatto che stava parlando con Sirius in maniera civile.

Intanto la professoressa li aveva esortati ad uscire dalla sera, e così il gruppetto si stava incamminando lentamente verso il castello, finalmente liberi dalle lezioni.

-Qui bisogna fare qualcosa- propose Peter, stupendo tutti per il suo ardore. Ricordava però quel pomeriggio sotto la quercia, quando lui e Chastity avevano deciso di aiutare Arizona.

-Hai ragione, Peter. Dobbiamo dare una lezione a quel pallone gonfiato- convenne James, dandogli una pacca sulla spalla.

-Ci vuole un piano astuto, non dobbiamo prendere altre punizioni ma bisogna fare qualcosa- commentò Remus pensieroso.

-Stasera a cena parliamo con Elinor, sicuramente le verrà un'idea- suggerì Arizona, e tutti furono d'accordo.


                                      ******


-Credete che lui l'abbia....picchiata?- domandò Elinor incredula. Si era aggregata al tavolo dei Grifondoro per cena, ma passando vicino al tavolo dei Tassorosso aveva notato l'assenza di Chastity.

-Può essere. O potrebbe aver usato qualche incantesimo...- rispose Lily, che aveva visto per prima le ferite.

-Oh, Merlino. Ma perché è così cattivo? Perché la odia così tanto?- si domandò Elinor sconvolta.

-Quella è gente malata, Elinor. Credimi, ne so qualcosa- rispose Sirius cupo, pensando a quanto fossero simili le loro famiglie.

-Ma così malata...- sussurrò incredulo James.

-Così malata, sì. Ora, pensiamo al da farsi- tagliò corto Sirius, al quale non piaceva parlare di questioni famigliari.

Il silenzio cadde sul gruppetto, in contrasto con le allegre chiacchiere degli altri studenti. Nessuno stava toccando cibo, né James che di solito spazzolava via tre porzioni di tutto, né Peter che aveva notoriamente sempre appetito.

-Ci vuole un'umiliazione pubblica- disse all'improvviso Arizona,

-ma una seria, non come quella mia e di Sirius-.

-Beh, io non sottovaluterei il fatto che i miei capelli...-

-Buona idea! Ma di che tipo?- domandò Remus, stoppando la lamentela di Sirius.

-Beh, si potrebbe immortalarlo in un momento imbarazzante- suggerì Lily, pensando velocemente.

-Anche la Evans sa essere cattiva- sussurrò James a Sirius, che sghignazzò.

-Sì! Sirius, potresti riciclare la prima vendetta che volevi usare su di me- convenne Arizona, e Sirius s'illuminò:

-Già! Tappezzare Hogwarts con qualche sua foto assurda...voglio vedere come la prenderanno i suoi amici Serpeverde- disse sprezzante.

-Vero! E nessuno potrebbe collegare noi al fatto, sarebbe tutto anonimo- sottolineò James.

-E non deve c'entrare neanche Chastity, se no va a finire che Evan se la prende di nuovo con lei- obiettò Remus.

-Giusto...quindi dobbiamo avere tutti un alibi- convenne Sirius, prendendo a mangiare.

-Elementare, Watson- borbottò Arizona, ma solo Lily colse la battuta e ridacchiò.

-Bene, non ci resta che pensare a come colpire, allora- concluse Elinor, sempre logica.

-Oh, no sta finendo la cena!- esclamò Peter deluso, alludendo alle pietanze che stavano sparendo. Erano rimasti solo i dolci e la frutta.

-E io non ho mangiato nulla!- si lamentò James, afferrando a caso qualche mela e un pezzo di torta prima che svanissero pure quelli.

-Torniamo seri!- li incitò Remus.

-Oh, non puoi pretendere troppo, si tratta sempre di Potter- commentò Lily, sarcastica.

-Evans, poi non dire che sono sempre io a cominciare- la avvisò James, con le guance piene di cibo.

-La vogliamo smettere? C'è un piano a cui pensare- li sgridò Sirius e Arizona scoppiò a ridere:

-Non fare il serio, non ti si addice-.

Elinor, prevedendo l'ennesima lite in arrivo, decise di intervenire con diplomazia:

-Facciamo che stasera ognuno cerca un modo per umiliare Evan e domani ci aggiorniamo?-

-Forse è meglio, mi sa che per ora non concludiamo più nulla- convenne Peter, osservando Lily che stava accusando James di fare la finta vittima e Sirius che si fingeva teatralmente e mortalmente offeso per le parole di Arizona.

-Già. Beh, allora buonanotte- disse Elinor alzandosi; solo Remus e Peter risposero al saluto, gli altri quattro erano ormai persi nelle loro quotidiane litigate.


                                         ******


-Questa non sembra male, che ne dici?-

-Mmh...poco umiliante-.

-Già, forse hai ragione-.

-E quest'incantesimo qui?-

-Naahh...troppo banale-.

-Trovato nulla?-

Arizona si avvicinò al gruppetto dei quattro ragazzi, che seduti vicino al camino sfogliavano libri di incantesimi e fatture; l'unico posto libero era accanto a Sirius, e le vi si accomodò di mala voglia.

-Per ora niente. Come sta Tartufo invece?- chiese James di rimando, sapendo che Arizona era appena stata alla capanna di Hagrid.

-Tutto bene, la ferita è guarita del tutto. Però Hagrid non vuole farlo tornare nella Foresta, potrebbe essere pericoloso per lui- spiegò Arizona, -dai, datemi un libro, vediamo di escogitare qualcosa- aggiunse poi, sfilando un volume dalle mani di Sirius.

-Ehi, lo stavo leggendo io!- protestò quest'ultimo.

-E ora lo leggo io. Condivisione Sirius, condivisione- ribatté Arizona allegra.

Per un po' nessuno disse nulla, finché Remus esclamò:

-Questa è perfetta! Però dobbiamo essere rapidi con la macchina fotografica- aggiunse.

-Di che si tratta?- domandò Peter.

-Leggete qui...- replicò Remus spingendo verso di loro un libro; tutti vi si rannicchiarono e quando ebbero finito di leggere Arizona dichiarò:

-Remus, sei un genio-.

-Allora? Avete elaborato qualcosa?- chiese Lily Evans, entrata in quel momento in sala comune.

-Sì, Remus ha trovato questa e secondo noi potrebbe andare bene- rispose Arizona, porgendole il libro. Lily lesse velocemente il paragrafetto sottolineato, e poi disse:

-Perfetta! Secondo me dobbiamo coglierlo domattina quando esce dalla sala comune di Serpeverde-.

-E chi sa dov'è?- domandò Sirius, ironico.

-Io, Black- rispose Lily secca.

-Ah già, vai a trovare il tuo amico Mocciosus...- ridacchiò James, e Lily lo fulminò con lo sguardo.

-Non chiamarlo Mocciosus! E poi la cosa non ti riguarda-.

-E poi la cosa non ti riguarda- le fece il verso lui e Lily fu sul punto di affatturarlo.

-Comunque, è una buona idea coglierlo davanti alla sala comune- s'intromise Remus per placare gli animi.

-Vi posso spiegare dov'è, ma non posso venire con voi, quelli di Serpeverde mi riconoscerebbero- disse Lily, rivolgendosi a lui con tono completamente mutato.

-Giusto. Allora tu scrivici le indicazioni, ci occuperemo noi del resto- convenne Arizona, pensando che comunque Lily non avrebbe dovuto sapere del mantello per volontà di James.

Si decise che James e Sirius sarebbero stati i materiali esecutori del piano: James perché possedeva il mantello, anche se questo non fu detto ad alta voce, e Sirius perché aveva la macchina fotografica (“e poi perché sono un fotografo provetto”, aggiunse lui).

-Bisogna trattenere Rosier con qualche scusa però, e anche scoprire a che ora esce di solito- fece notare Peter, mostrando un insospettabile acume.

-E magari togliergli la bacchetta, per evitare che annulli l'incantesimo subito- aggiunse Remus.

-Beh, potremmo già essere lì dalle sette, non credo sia così mattiniero- suggerì James, anche se gli piangeva il cuore al pensiero di alzarsi così presto.

-E io ho imparato l'incantesimo di Disarmo!- esclamò Arizona.

-Davvero? E perchè?- chiese Lily interessata.

-Sai, per difendermi. A volta può essere utile- rispose lei stringendosi nelle spalle, e Sirius approvò:

-Ecco, brava yankee. Così non mi tocca salvarti ogni volta...-.

-Ogni volta, tze! Non esageriamo...-.

-Non ricominciamo, vi prego. Allora, Arizona viene con voi perchè sa fare l'incantesimo di Disarmo. Come blocchiamo Rosier?- fece il punto della situazione Remus.

-Qui potrebbe essere utile Elinor. È una purosangue, poco conosciuta...- suggerì James.

-Però Rosier la conosce, siamo stati a delle “feste” insieme- sottolineò Sirius.

-Sentite, mi invento qualcosa io. Non importa se mi conosce o altro, credo che si vergognerà ad ammettere di essere stato messo nel sacco da una primina- decise Arizona e gli altri, chi più, chi meno, si dissero d'accordo.

-Elinor poi ci aiuterà a duplicare e diffondere le foto- concluse allora Lily, soddisfatta del piano. Non l'avrebbe mai ammesso, ma ogni tanto la mente criminale di James e Sirius tornava utile.

Si diedero la buonanotte poco dopo, orgogliosi di ciò che si erano inventati.


                                               ******


La giornata di Evan sembrava essere iniziata nel modo giusto.

Aveva fatto una bella e ristoratrice dormita, si era svegliato senza traumi e soprattutto gli altri compagni non gli avevano rivolto parola, sapendo quanto fosse intrattabile appena sveglio. In più, quel giorno aveva un appuntamento con una ragazza di Corvonero (l'unica Casa degna di essere presa in considerazione dopo Serpeverde, secondo lui) assolutamente purosangue ed assolutamente disponibile. Sì, la giornata di Evan sarebbe andata bene. Così, dopo essersi vestito ed aver preso la borsa, uscì dalla sala comune con un vago sorrisetto sul volto.

-Ehi, Rosier- disse una voce, attirando la sua attenzione.

Voltandosi, Evan vide una bambinetta del primo anno, alta un metro e venti scarso, con una massa di indomabili ricci biondi.

-Cosa c'è, piccoletta?- chiese, neanche troppo sgarbato.

-Devo consegnarti un messaggio, da parte di...-

-Cordelia?- la interruppe ingenuamente lui, con la mente già rivolta all'incontro del pomeriggio.

-Esatto! Tieni...- sorrise la ragazzina, ed Evan si avvicinò.

Poi accaddero molte cose contemporaneamente.

La bambinetta estrasse la bacchetta con sorprendente velocità ed esclamò: -Expelliarmus!- ; qualcun altro urlò: -Tarantallegra!- e un gran fumo lo fece tossire mentre un lampo lo accecava.

Le gambe di Evan presero a tremare violentemente e contro la sua volontà si misero a ballare un ridicolo tip-tap.

-Che diavolo...- esclamò incredulo, cercando di fermare i propri arti senza successo. La ragazzina lo fissava ridendo, con la sua bacchetta fra le mani.

-La prossima volta impari a maltrattare tua sorella- disse solamente, prima di allontanarsi e lasciarlo lì come un idiota.

-Ridammi la bacchetta, piccola insolente! Ridammela, o giuro che...- le urlò dietro Evan, cercando invano di rincorrerla. Ma un'altra nuvola di fumo gli tolse di nuovo la vista, ed un attimo dopo nel corridoio c'era solo più la sua bacchetta a terra.

Un piano sopra di lui, James e Sirius si tolsero il mantello, piegati in due per il gran ridere; anche Arizona non riusciva a controllare le risa.

-Andato tutto bene?- domandò Elinor, con cui si erano dati appuntamento per completare il piano; c'erano anche Lily, Remus e Peter.

-Alla grande! Ci è cascato come un pollo!- esclamò Arizona con le lacrime agli occhi.

-Ecco, queste sono le foto. Non ci resta che duplicarle. Geminio!- disse Sirius puntando la bacchetta contro le immagini, in cui si vedeva un Evan lottare disperatamente con il tip tap e l'espressione a dir poco ridicola. Tutti imitarono l'incantesimo di Sirius, che sembrò funzionare: poco dopo avevano centinaia e centinaia di foto tutte uguali.

-Bene, dividiamoci e diffondiamole!- esclamò James soddisfatto.

-E diffusione sia!- convenne Arizona.


                                                 ******


Chastity era senza letteralmente senza parole.

C'erano foto di Evan che ballava un ridicolo tip tap da tutte le parti: in Sala Grande, nei corridoi, appese ai muri, dappertutto.

E tutti non facevano che ridere guardandole, non si poteva resistere davanti all'espressione buffamente arrabbiata e alle gambe che facevano quello che volevano. I Grifondoro poi, non avevano perso l'occasione per deriderlo, soprattutto quelli del suo anno.

-Voglia di ballare, eh Rosier?- aveva chiesto Adrian Windsor, il capitano della squadra di Quidditch.

-Oh, oh qui abbiamo un ballerino provetto!- aveva esclamato qualcun altro. E ancora:

-Ehi Rosier, perché non apri una scuola di ballo a Hogsmeade? Avresti un futuro come insegnante!-

Evan tremava di rabbia di fronte alle battute, ma non poteva mai reagire perché gli insegnanti, conoscendolo, lo tenevano d'occhio, soprattutto la McGranitt che lo avrebbe collegato a qualsiasi uso improprio della magia sarebbe avvenuto quel giorno.

Chastity, osservandolo da lontano, gioiva segretamente. Ora anche lui sapeva come ci si sentiva a venire presi in giro, ad essere umiliati. Che bella sensazione quella della vendetta!

Aveva anche capito chi ci fosse dietro tutto ciò: James e Sirius avevano un'aria più soddisfatta del normale, Lily, Elinor, Remus e Peter continuavano a scambiarsi sorrisetti compiaciuti ed Arizona ebbe un sorriso a trentadue denti stampato sul volto per tutto il giorno.

Fu una delle giornate più belle per Chastity, ed il suo buon umore non si scalfì neanche quando, mentre stava andando in Sala Grande per la cena, Evan la bloccò in un corridoio e le disse:

-Come ti sei permessa a farmi questo? Aspetta che lo sappiano mamma e papà...-

Chastity però non era intimorita, e replicò sprezzante:

-Fossi in te richiederei due guardie del corpo. Chissà cosa potrebbe succederti domani!- esclamò, e se ne andò soddisfatta passando davanti ad un'armatura che disse: -Ben fatto ragazza!-

Entrò in Sala Grande sorridendo, e subito si fiondò al tavolo dei Grifondoro, dove i suoi amici stavano cenando facendo il solito chiasso.

Si sedette fra Remus e James, circondò le loro spalle con le braccia e disse:

-Siete i migliori amici del mondo!-

-Oh, lo sappiamo Chas, non ci devi lusingare così- disse Sirius ironico.

-Ma questa volta non abbiamo fatto proprio nulla- aggiunse Arizona, molto poco credibile.

-Ah no?- chiese Chastity con un sorriso.

-No, no! Noi non c'entriamo assolutamente niente con un certo incidente a...mmh, come si chiama?- chiese James.

-Evan? Può essere? Non sono sicuro del nome, non lo conosco...- fece Remus.

-Allora non è il caso che vada ad abbracciare anche Elinor, giusto?- domandò Chastity furbamente.

-Ma no, perché dovresti? Noi non abbiamo fatto proprio nulla!- sottolineò Lily, con gli occhi verdi ridenti.

-D'accordo, facciamo che vi credo...ma siete lo stesso i migliori!- ribadì Chastity con un gran sorriso, prima di alzarsi per passare anche dal tavolo dei Corvonero.

Individuò subito Elinor, e anche se fra loro non c'erano mai stati grandi gesti affettuosi, la strinse subito in un mega abbraccio.

-Perché questo?- domandò Elinor sorpresa.

-Perché te lo meriti- rispose semplicemente l'altra ed Elinor non poté impedirsi di sorridere.

-Mmmh, forse hai ragione!-



Nda:


Ed incredibilmente, a soli 10 giorni dall'ultimo capitolo, eccomi di nuovo qui!!! Siete contenti? No? Sigh :(

Bando alle ciance, eccovi il nuovo capitolo.

Lascio a voi ogni commento, perché in realtà non ho molto da dire.

Non so quando arriverà il prossimo, dato che gli esami si avvicinano, ma cercherò di non farvi aspettare troppo.

Tra l'altro, vedo che le visite ci sono, ma le recensioni si mantengono più o meno stabili...che ne direste di far spuntare un bel sorrisone a questa povera autrice, che sentendosi gratificata sicuramente scriverà più in fretta??? (sorriso da pubblicità mentadent e occhioni da cucciolo :D )

Va beeeh, per oggi la smetto, ringrazio chi preferisce (34), segue (86), ricorda (8) e recensisce (io vi amo, allodola, Blondie, fred_george_4ever, Giuliuli, newmalandrina e dreamyD, lo sapete vero?) questa storia, ed anche chi non lo fa ma legge silenziosamente, sperando che decida di far sentire la propria voce :)


Bene, per oggi è tutto. Spero di poter pubblicare presto e questo dipende anche da voi (sì, oggi vi sto subdolamente costringendo a recensire, e voi non potete farci nulla :D).


Vostra,


Miss_Slytherin


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Capitolo 28
*** Quidditch's match ***


                                   CAPITOLO 28

                                 Quidditch's match


-Lo sapete che sabato c'è la partita di Quidditch?-

-Sì James, solo oggi l'avrai ripetuto almeno trecentosettanta volte...-

-E vorrei sottolineare che siamo svegli da neanche tre ore-.

-Sì beh, è un evento emozionante, non credete? E poi Silente ci ha dato il permesso di andarci! Non è incredibile? La partita di Quidditch di...-

-Sabato, sì. James, piantala ti prego- sbottò Sirius esasperato.

-Verrete, vero?- lo ignorò James, rivolgendosi agli altri.

Era un chiaro mercoledì mattina di metà aprile e la classe del primo anno di Grifondoro era appena uscita da una lezione particolarmente terribile di Trasfigurazione seguita insieme ai Serpeverde (con grande gioia di James e Sirius, che avevano astutamente appiccicato dietro la schiena di Piton un pezzo di pergamena che recitava “Io sono Mocciosus e mi lavo solo a Natale”, di cui la suddetta vittima non si era ancora accorta, nonostante le inspiegabili risate di tutti gli altri) e stavano trascorrendo l'intervallo prima di pozioni fuori in cortile.

-Sì, verremo James, anche perché temo in caso contrario ci trascineresti tutti con la forza- rispose Arizona sarcastica.

-Bene! Perché poi da lunedì ci sono le vacanze di Pasqua e non so se Silente ci darà il permesso per vedere altri incontri, quindi questa potrebbe essere la mia unica partita di Quidditch di quest'anno! E poi Grifondoro contro Serpeverde...-

-Qualcuno lo fermi- implorò Remus, stordito dalle troppe chiacchiere dell'amico.

-....è un evento che non possiamo perderci!- concluse James con gli occhi nocciola che brillavano.

-Ho paura che andrà avanti così fino a sabato- commentò Peter, sconsolato.

-Chastity! Lo sai che sabato c'è la partita di Quidditch?- riattaccò James, scorgendo Chastity che li stava raggiungendo.

-E come potrei non saperlo, James? Ne parli da tipo una settimana- rispose Chastity con un gran sorriso; trovava davvero buffa quella passione di James per il Quidditch e non ne faceva mistero.

-E ti siederai con noi a Grifondoro, giusto? Non puoi certo tifare Serpeverde....-

-No, non potrei mai- rispose Chastity trattenendo una risata.

Continuarono a parlare della partita di Quidditch (o meglio, James non la smetteva di blaterare, gli altri cercavano di sopportarlo con pazienza) fino a che Lily non si avvicinò a loro a passo di marcia, si piantò davanti a James e disse:

-Dimmi Potter, pensi di essere simpatico?-

-Assolutamente sì Evans, perché?- rispose James con assoluta innocenza.

-Prevedo guai, amico- borbottò Sirius, ma nessuno parve ascoltarlo.

-E invece non lo sei, perché nessuno riderebbe mai di fronte ad una scemenza del genere!- sbottò Lily e mostrò loro la pergamena che aveva staccato dalla schiena di Severus. Lui non aveva detto niente, ma Lily aveva visto il lampo d'ira e delusione nei suoi occhi e aveva deciso che non poteva proprio stare zitta. Perché Lily Evans era fatta così: non si tirava mai indietro di fronte alle ingiustizie ed era sempre pronta a difendere i propri amici a spada tratta, e che si trattasse di Severus o Chastity o Arizona non faceva nessuna differenza.

Di fronte a quel pezzo di carta, Remus abbassò gli occhi vergognandosi per i propri amici, Peter rise servile, Sirius non ebbe neanche la decenza di non scoppiare a ridere ed Arizona gli mollò un pizzicotto sul braccio; Chastity spostava lo sguardo da Lily a James, dispiaciuta per la rabbia dell'amica.

-Lo dici tu Evans, tutti si sono piegati in due dal ridere!- la contraddisse James, testardo. E non aveva neanche tutti i torti: Piton era così poco amato che molti non si facevano scrupoli a ridere di lui.

-Beh, allora vuol dire che Hogwarts è piena di teste di legno come te e come Black e questo mi dà davvero la nausea! Spero che crescerai, un giorno- replicò Lily, prima di voltar loro le spalle e correre via. Arizona e Chastity si alzarono all'istante pronte a seguirla e la campana di fine intervallo suonò proprio mentre Sirius diceva:

-A me è sembrato troppo divertente, comunque!-

-Lo era Sirius, è solo che la Evans non ha senso dell'umorismo- convenne James, rassegnato.


                                            ******


Lily fu di pessimo umore per il resto della settimana, e a nulla valsero i tentativi di Elinor, Arizona e Chastity per farle tornare il sorriso. La videro spesso insieme a Severus ed anche se non capivano davvero cosa ci trovasse in lui, rispettavano la loro amicizia e non si intromettevano.

Venne finalmente il sabato mattina, e James non stava più nella pelle per la partita, neanche dovesse giocarla lui. Ma non poteva farci nulla: da quando a due anni suo padre aveva cominciato a parlargli del Quidditch si era innamorato di quello sport.

Dopo colazione James insistette per andare subito al campo e accaparrarsi i posti migliori, anche se mancavano ancora due ore all'inizio della partita, ed i suoi amici non poterono fare nulla per trattenerlo. Così Sirius, Remus, Peter, Elinor e Chastity dovettero abbandonare precocemente la Sala Grande per seguirlo, mentre Arizona si rifiutò categoricamente di velocizzare il suo personale rito della colazione.

Era rimasta perciò sola al tavolo dei Grifondoro quando venne raggiunta da Lily.

-Buongiorno, come stai?- la salutò allegra, ma Lily si limitò a grugnire, ancora assonnata.

Fecero colazione in tranquillità, e Lily sembrava piuttosto rilassata, forse perché non c'era James; avevano quasi finito e stavano per alzarsi, quando Severus Piton si avvicinò a Lily.

-Ti siedi vicino a me, dopo?- le chiese, senza ovviamente calcolare Arizona.

-Intendi...alla partita?- replicò Lily esitante, ed Arizona avvertì il suo disagio.

-Sì, ovviamente- rispose Severus, stranito.

-Non credo sia una buona idea, sai. Voglio dire, non sarei bene accetta fra i Serpeverde...-

-Non m'importa- la interruppe Severus testardo.

-...e onestamente sono una Grifondoro. Lo sai- concluse Lily, seria.

-D'accordo- sospirò Severus rassegnato, e fece per andarsene.

Lily percepì la sua delusione, e disse:

-Potremmo non andarci! Potremmo fare qualcosa io e te, se vuoi. Non mi interessa la partita-.

-I miei compagni ci vanno. Starò con loro- tagliò corto Severus, e si allontanò senza darle modo di aggiungere altro.

Arizona vide il volto di Lily farsi triste e non seppe cosa dire; trovava seriamente antipatico il modo di Piton di farla sentire in colpa, ma naturalmente si astenne dal farlo notare.

Alla fine fu Lily a parlare:

-Andiamo, dai. O non vedremo l'inizio...- disse, fingendosi allegra; Arizona annuì, e poco dopo stavano lasciando il castello insieme alla maggior parte dei ragazzi per raggiungere lo stadio.

James aveva tenuto il posto anche ad Arizona, mentre Chastity ed Elinor si erano premurate di lasciare uno spazio per Lily che fosse ben distante da James. Quest'ultimo si era accaparrato davvero i posti migliori: erano sull'ultimo anello, proprio all'altezza della zona di gioco, e sicuramente non si sarebbero persi neanche un'azione. Arizona cominciava già ad avere le vertigini, ma non aprì bocca per paura di vomitare addosso a quelli della fila di sotto.

-Yankee, sei verde in faccia- le fece notare Sirius.

-Vertigini- disse solamente lei, temendo che se avesse aperto troppo la bocca avrebbe rimesso tutta la colazione.

Pian piano lo stadio si riempì del tutto, e finalmente l'orologio da polso di Remus segnò le undici. In quel preciso istante la voce allegra di un ragazzo, amplificata magicamente, riempì l'aria:

-Ben venuti a tutti voi a questa tanto attesa partita, miei cari compagni! Io sono Jason Rowland e tenterò di fare una cronaca imparziale di questo incontro- disse ed un boato di applausi si levò dalle tribune.

-Lo conosco, è di Corvonero- disse Elinor battendo le mani insieme agli altri.

-Ed ora le squadre! Per Grifondoro abbiamo il capitano e portiere Windsor, i cacciatori, Simpson, Kirke e Sullivan, i battitori MacGragor e O'Brian eee Gray come cercatoreee!- annunciò Rowland e sette veloci figure vestite di rosso e oro sfilarono davanti al pubblico.

-E per Serpeverde: il capitano e cercatore Shaney, il portiere Hewitt, i tre cacciatori Kepner, Reese e Stevenson, i battitori Flint e Wyle!- aggiunse, mentre era il turno di Serpeverde di fare un giro di campo.

-Wyle è compagno di Evan- commentò Chastity, poco tranquilla.

I capitani si strinsero la mano e poco dopo il gioco iniziò.

Da subito si presentò come una partita violenta: i battitori non facevano che scagliare Bolidi a tutto andare, indipendentemente da chi colpivano, e più volte Madama Bumb dovette fermare il gioco.

-....Simpson in possesso di palla, bel passaggio a Sullivan che scatta in avanti e...peccato, Reese intercetta, passa a Kepner che vola verso la porta...tira... eeee...parata! Grande parata di Windsor!

Venti pari, Grifondoro ha la Pluffa...- stava dicendo ora Rowland.

-James, è la quarta volta che mi pesti il piede! Piantala di saltellare!- sbottò Arizona rivolta a James, che non la smetteva di agitarsi.

-Scusa! Ehi, fallo! Fallo!- strillò James, riferendosi a Flint che aveva quasi volontariamente scaraventato giù dalla scopa la cacciatrice di Grifondoro Kirke.

-Rigore per Grifondoro! Simpson si posiziona davanti alla porta, mira e....sììì! Dieci punti per Grifondoro! Trenta a venti per Grifondoro, signori! Ed il gioco riprende...-

Dopo mezz'ora di gioco accanito la situazione era di nuovo di parità, quaranta a quaranta: Sullivan aveva segnato per Grifondoro, mentre Kepner e Reese per Serpeverde.

-Non finirà mai- si lamentò Peter, stanco.

-Mi sa anche a me....- convenne Remus, mentre la platea rosso oro esplodeva per una rete di Simpson.

-Vai così! Forza, Gray, forza! Trova questo Boccino!- esultò James eccitato, spintonando Sirius e Arizona che gli sedevano vicini.

-Ora lo picchio- annunciò Sirius arrabbiato.

-Cinquanta a quaranta per Grifondoro! Grifondoro passa in vantaggio, Serpeverde ha il possesso di palla...Kepner lancia a Reese, Reese raccoglie, scatta in avanti...ehi, guardate Gray e Shaney!- gridò Rowland attirando l'attenzione di tutti su i due cercatori. Sembrava avessero avvistato il Boccino, perché entrambi stavano planando verso la curva di Grifondoro.

-Ora si fanno male!- urlò Elinor preoccupata.

-Si stanno per schiantare!- confermò Rowland, ma all'ultimo istante entrambi scartarono, Gray a sinistra e Shaney a destra.

-Eeeh non ci siamo, nessuno ha preso il Boccino. Il gioco riprende, Bolide di Flint contro la cacciatrice Sullivan che per fortuna lo evita, Pluffa a Simpson che però viene intercettato da Reese, Bolide di O'Brian per Reese...- riprese e commentare Rowland, con la folla sempre più in visibilio. La partita durava ormai da un'ora e il punteggio si era stabilizzato su ottanta a sessanta per Grifondoro.

-Quant'è che può durare una partita di Quidditch?- s'informò Arizona.

-Oh, non credo ci siano limiti di tempo- la informò Remus e Arizona sbiancò.

Fu a quel punto che ad Elinor accadde una cosa strana.

Il ciondolo, pur funzionando a meraviglia, non poteva escludere completamente tutte le voci, e così le capitava di sentire lo stesso i pensieri delle persone vicino a lei. Le lezioni di Silente servivano infatti non solo ad imparare a regolare il flusso di voci autonomamente, ma anche ad escludere quasi completamente anche le voci a lei vicine. Tuttavia, per quanto avesse fatto grandi progressi, non aveva raggiunto ancora l'obiettivo e fu per questo che, quando il battitore di Serpeverde Wyle volò a pochi metri da loro, Elinor sentì con nitidezza i suoi pensieri, e quello che udì la lasciò di stucco.

Fece appena in tempo a voltarsi verso Arizona per urlarle:

-Arizona stai giù! Stai giù! Arizonaaaa!- che Wyle scagliò un Bolide verso Arizona a velocità sostenuta.

Arizona non aveva sentito le sue parole per via del chiasso e quando vide il Bolide arrivare era troppo tardi. La palla magica la colpì forte alla spalla destra e per Arizona poco dopo fu il buio più assoluto.


                                         ******


-Certo che ha preso una bella botta...-

-Sì, poverina!!! Deve essere svenuta dal dolore...-

-Già, e poi sicuramente quel Wyle l'ha fatto apposta! Non ho mai sentito di un Bolide finito così sul pubblico!-

-Potrà sempre dire di essersi sbagliato, o che qualcuno l'ha Confuso...-

-Aspetta che lo becco da solo e poi vede...-

-Perché, cosa pensi di fargli Black?-

-Zitti, o questo baccano la sveglierà!-

Non appena ebbe aperto gli occhi, Arizona si pentì di averlo fatto. Aveva un dolore lancinante alla testa, e le pareva che ci fosse un grosso picchio particolarmente feroce che le batteva il becco sulla spalla destra. Guardandosi intorno, riconobbe le pareti dell'infermeria, e subito dopo nel suo campo visivo apparvero sette facce preoccupate. Vide gli occhi verdi di Lily e gli occhiali di James, il naso perfetto e diritto di Chastity e la lunga treccia scura di Elinor, la smorfia contrariata di Sirius e lo sguardo ansioso di Peter ed infine il mezzo sorriso tirato di Remus.

-Cosa...cosa è successo?- domandò, perplessa. Ricordava di essere stata alla partita, che i cercatori si erano quasi schiantati contro la curva di Grifondoro e poi...più nulla.

-Oh, ti sei svegliata! Come ti senti?- chiese Chastity ignorando la sua domanda.

-Come se ci fosse un brutto uccellaccio che mi becca la spalla- rispose lei, schietta.

-Ah beh, poteva andarti peggio, yankee- la sminuì Sirius, ma Arizona non era nelle condizioni fisiche giuste per ribattere.

-Come mai sono qui?- domandò ancora.

-Un Bolide ti ha presa in pieno sulla spalla. Credo te l'abbia rotta...e beh, cadendo hai anche sbattuto la testa, mi sa- rispose James e poco dopo arrivò di gran carriera Madama Chips.

-Beh? Cosa ci fate tutti qui? Siete in troppi!- abbaiò, mentre poggiava sul comodino di Arizona un bicchiere ed una bottiglia violetta.

Tutti la ignorano bellamente e così Madama Chips con un sospiro rassegnato si rivolse ad Arizona:

-Ecco cara. Dovrai prendere questa pozione, servirà ad aggiustarti le ossa della spalla. Un Bolide, dico io! Sempre detto che quello è uno sport pericoloso! E poi, ti darò qualcosa per il dolore e per conciliare il sonno...resterai qui, per stanotte- disse, affaccendandosi intorno a lei. Quand'ebbe finito di sistemarle cuscino e coperte aggiunse:

-Beh, ora dovete proprio andare! La signorina Anderson ha bisogno di riposo!-

Questa volta i sette amici dovettero darle ascolto e così a malincuore salutarono Arizona.

-Ci vediamo domani, mi raccomando, riposati- fu il saluto di Lily che l'abbracciò piano per non farle male.

-Ah, che bellezza, un intero giorno senza la yankee!- disse invece Sirius, che venne prontamente colpito scherzosamente da Elinor e Chastity, che salutarono poi Arizona con un bacio su ciascuna guancia.

In un attimo Arizona era rimasta da sola e con le tende dell'infermeria tirate non seppe dire che ora fosse. Madama Chips la costrinse a bere l'intruglio viola, che scoprì chiamarsi Ossofast, e ci mancò poco che lei lo sputasse tutto a terra. Le lasciò anche il sonnifero sul comodino, dicendole di berlo al termine della prima pozione.

Arizona fece come le era stato detto, e poco dopo su di lei cadde per la seconda volta in quella giornata una profonda oscurità.

Fu il dolore a svegliarla a notte fonda.

La spalla le faceva un male terribile, le sembrava che mille chiodi affilati le martoriassero la carne. Evidentemente il sonnifero di Madama Chips non era abbastanza potente.

Si agitò fra le coperte, tentando invano di ignorare il dolore e di riaddormentarsi, ma fu un tentativo inutile. Si era quasi decisa a chiamare l'infermiera affinché l'aiutasse, quando quasi le prese un infarto. Due occhi la fissavano attraverso l'oscurità e solo perchè aveva riconosciuto la voce del suo notturno visitatore si trattenne dall'urlare a squarciagola.

-Che fai sveglia?- domandò Sirius.

-Che cavolo ci fai tu qui? Mi hai fatto prendere un colpo!- ribatté Arizona non ancora del tutto calmatasi.

Sirius ignorò la sua domanda, e chiese a sua volta:

-Hai male?-

-Sì, da matti! Sembra di avere mille schegge di vetro nella pelle- rispose Arizona, e poi ritentò:

-Perché stai su una sedia accanto al mio letto?-

-Passavo di qui- buttò lì lui con noncuranza.

-Passavi per l'infermeria a notte fonda?- chiese, completamente incredula.

-Sì, non si può? Ognuno va dove gli pare, no?-

-Se lo dici tu...- si arrese lei, sapendo che tanto non avrebbe cavato un ragno dal buco.

-Senti...ti ho portato del cioccolato- la informò Sirius dopo qualche attimo di silenzio. Arizona, decidendo che ormai non c'era più nulla di normale al mondo e che Sirius era probabilmente impazzito, lo accettò dicendo:

-Ehm...grazie. Ho una fame, in effetti!-

Il cioccolato era buono. Aveva del cocco dentro ed il suo sapore in bocca era qualcosa di meraviglioso. Non le alleviò il dolore, ma sicuramente le fece bene.

-Sirius...?- chiamò lei, e lui pensò che era la prima volta che lo chiamava senza traccia di acidità nella voce.

-Tu pensi che quel Serpeverde mi abbia colpita perché sono...sono una mezzosangue?- domandò, incerta.

Sirius trasalì, ma nel buio Arizona non notò quel gesto.

-Non lo so. Sappiamo che è amico di Evan...potrebbe averlo fatto per vendetta. Magari doveva un favore a Rosier e per ripagarlo si è offerto di farti del male al posto suo- rispose, meditabondo. James era convinto che fosse andata così, ma ora che ci pensava, poteva anche c'entrare quella stupida questione di sangue.

-Sono così meschini che lo farebbero- aggiunse poi, rabbioso.

Arizona tacque. Quella storia dei mezzosangue cominciava a preoccuparla, perché pensava che se lei fosse stata una purosangue quel Wyle ci avrebbe pensato su due volte a farle qualcosa.

-Comunque, è stato punito da Silente in persona- disse ancora Sirius, ma, vedendo che lei non parlava, chiese:

-La botta ti ha fatto venire una paralisi alla lingua? Non parli più!-

-Senti, sono preoccupata, va bene? Quando sono arrivata qui ad Hogwarts non credevo che sarei stata discriminata solo perché i miei genitori sono babbani! Quella volta hanno tentato di affatturarmi, prima ancora mi hanno insultata...e oggi questo! Non credi che dovrei farmi due domande?- esplose Arizona.

-Se gli dai peso e ti fai spaventare dai ragione a loro, furba! Smettila di preoccuparti e rimpinzati di cioccolato- la contraddisse Sirius.

-Parli bene tu, la tua famiglia è purosangue! Non hai niente di cui preoccuparti- ribatté Arizona e Sirius si irrigidì visibilmente.

-E pensi che saranno contenti di avere un figlio Grifondoro che fa amicizia con babbani e quant'altro?- le domandò tagliente, e lei non trovò nulla da rispondere.

-Scusa, non sono affari miei...hai altra cioccolata?- disse, per cambiare argomento. Sirius tirò fuori un'altra stecca di Mielandia, e ad Arizona sorse un atroce dubbio:

-Ma dove l'hai preso tutto questo cioccolato?-

-Oh...l'ho rubato a Remus!-



Nda:

Salve mie cari lettori!!!

Eccomi qui con un nuovo capitolo, che spero vi piaccia così tanto da spingervi a lasciarmi taaaante belle recensioni :D

Scherzi a parte, ho solo poche cose da dire. Primo, il fatto che Severus vada alla partita. Può sembrare strano, dato che è notoriamente un tipo schivo e poco socievole, ma mi sono ricordata che nei vari libri è disposto a tutto pur di far vincere il campionato a Serpeverde, quindi ho pensato che fosse da lui andare alle partite, pur non arrivando ai livelli di James.

Poi, l'ultima parte di Sirius e Arizona. Anche qui, vi sembrerà stranissimo che lui la vada a trovare in piena notte, ma sotto sotto si preoccupa per lei, forse perché è babbana di nascita e non sa tante cose del mondo magico, forse perché è bassina e minutina e ispira tenerezza, ma sta di fatto che pur non sopportandola per la maggior parte del tempo non può fare a meno di preoccuparsi per lei. E per Arizona vale più o meno la stessa cosa: se ricordate nella letterina di Natale diceva di essere dispiaciuta per lui quando lo vede triste.

Insomma, si odiano ma si preoccupano l'uno per l'altra...è un rapporto molto contorto, lo so XD

Bene, detto questo ringrazio come sempre le 35 persone che hanno questa storia nelle preferite, le 8 che la ricordano e le 91 che la seguono...ed un grazie pubblico e speciale va alle sette persone che hanno recensito, ovvero Just a little wizard (visto che anche qui c'è il mitico cioccolato al cocco? XD), Blondie, Giuliuli, Nutellomane, allodola, cristy_black e dreamyD: vi amo tutte immensamente!!!

E anche per oggi è tutto. Forse ci sarà da aspettare un po' per il prossimo capitolo perchè fra una settimana ho ben due esami, ma non temete, non scomparirò :)

Con tanto affetto, Vostra


Miss_Slytherin

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Capitolo 29
*** The Whomping Willow ***


                                           CAPITOLO 29

                                      The Whomping Willow


Le vacanze di Pasqua trascorsero in un baleno.

Quasi tutti erano rimasti a Hogwarts: Chastity e Sirius non si sognavano neanche di rimettere piede a casa prima delle vacanze estive, Lily non aveva voglia di passare una settimana davanti al broncio di Petunia ed Elinor, Remus e Peter preferirono restare a scuola per mettersi in pari con i compiti, soprattutto quest'ultimo che era perennemente indietro. Solo Arizona e James tornarono a casa e la loro assenza si sentì: senza i loro quotidiani battibecchi con Sirius e Lily e le ormai abitudinarie malandrinate di Sirius e James la scuola era veramente troppo tranquilla. Senza il suo compare infatti Sirius se ne stette buono, con enorme gioia di tutti, anche se non passava giorno senza che ricordasse a tutti loro quanto si stesse annoiando.

-Quasi quasi non vedo l'ora che torni James!- esclamò Remus un piovoso martedì sera dopo cena. I Grifondoro erano in sala comune, e quelli del primo anno erano miracolosamente riusciti ad accaparrarsi le poltrone davanti al fuoco, che di solito erano tacitamente riservate a quelli più grandi.

-Parla per te, Remus- commentò Lily ironica, cercando di sovrastare il rumore prodotto da Sirius che giocava pigramente con un Mazzo Incendiante Per Giochi Esplosivi datogli da Chastity.

-Ma sta impazzendo senza far nulla- ribatté Remus indicando impietosito l'amico, che rideva istericamente ogni volta che il suo castello di carte saltava in aria.

-In ogni caso, domani riavremo Arizona e Potter fra noi- sospirò Lily, contenta che l'amica tornasse ma disperata all'idea di rivedere James. Senza di lui Severus aveva passato una settimana insolitamente pacifica, ed era stato di buon umore per tutto il tempo. Lily desiderava che fosse sempre così, ma ormai aveva capito che era una cosa impossibile.

Durante la notte un violento temporale si abbatté su Hogwarts, ma la mattina seguente il sole splendeva allegro nel cielo ed asciugava i prati bagnati della scuola. Con il sole erano tornati anche James ed Arizona che raggiunsero gli amici al tavolo di Grifondoro per la colazione. Arizona aveva un cestino pieno di uova di Pasqua, che prese a distribuire dicendo:

-Li ha fatti mia madre per voi...state attenti, in alcuni c'è una sorpresa!-

Tutti la ringraziarono con un enorme sorriso, persino Sirius la degnò di una smorfia meno astiosa del solito.

Le lezioni erano ricominciate, ed i professori presero a caricarli di compiti a più non posso, con la scusa di doverli preparare per gli esami di fine anno. Persino James e Sirius furono visti aprire libri e pergamene, e questo era un chiaro segnale di quanto fosse enorme la quantità di cose da fare. Arizona tentava disperatamente di portare a termine una pozione senza farla esplodere, ma pur con tutto l'aiuto di Lily la sua situazione era disperata. Peter prevedeva che sarebbe stato bocciato in tutto, mentre James e Sirius erano tutto sommato tranquilli e trovavano persino il tempo di escogitare nuovi scherzi e dispetti. Remus, Elinor e Chastity erano costantemente sui libri, e si interrogavano a vicenda per studiare meglio.

Spesso si ritrovavano tutti insieme a studiare nel parco, ora che era arrivata la primavera, anche se James e Sirius più che essere d'aiuto disturbavano.

Era una domenica pomeriggio, ed era una di quelle volte in cui avevano deciso di studiare in gruppo. Maggio era alle porte e la temperatura era davvero piacevole. Lily brillava per assenza, e Chastity, Arizona ed Elinor sapevano che probabilmente era chiusa in biblioteca con Severus.

-Storia della Magia è noiosa- annunciò Sirius ad un certo punto chiudendo il libro.

-Pozioni è difficile!- si lamentò Arizona che doveva scrivere un tema sul corretto svolgimento di una pozione che a lezione non era riuscita a fare.

-Trasfigurazione è una sciocchezza- commentò James, sfogliando pigramente le pagine del libro del primo anno.

-E voi tre siete delle lagne!- esclamò Remus, ed Elinor e Chastity ridacchiarono.

-Ma ci annoiamo!- dissero in coro i tre, e già si prevedevano guai in arrivo.

-Non dovreste avere tempo per annoiarvi, ci sono gli esami a fine mese- disse Peter con voce ansiosa, rovesciando una boccetta d'inchiostro sull'erba.

-È da tanto che siamo sui libri, però. Possiamo fare una pausa- suggerì Chastity, che invece si stava esercitando con l'incantesimo di levitazione.

-Potremmo andare da Hagrid- propose Elinor, mettendo da parte i compiti di Erbologia.

-Già! Ho voglia di vedere Tartufo- si disse d'accordo Arizona, ma James obiettò:

-Ci siamo già stati venerdì...-

-Allora facciamo uno scherzo ai Serpeverde- suggerì Sirius, in tono allettante.

-Ma l'abbiamo fatto ieri...- replicò James e Remus notò, rassegnato:

-Ecco perché c'era una palude di fango davanti alla loro sala comune!-

-E perché non sono potuti venire a colazione e a pranzo...e neanche a lezione- aggiunse Elinor, sorridendo.

-E Gazza ha passato tutta la mattinata cercando di arginare il danno- rise Chastity al ricordo delle lamentele colorite del custode.

-Ma come avete fatto?- domandò Arizona, interessata.

-Prodotti di Zonko- rispose James con un'alzata di spalle.

-Beh, che si fa ora?- chiese Sirius, poco interessato alla conversazione.

-Ci sarebbe una cosa che non abbiamo ancora fatto...- iniziò Arizona, con un tono di voce molto poco rassicurante.

-Sarebbe?- chiese James curioso.

-Non abbiamo ancora fatto una visitina al Platano Picchiatore- completò Arizona, con uno scintillio malandrino negli occhi.

-Cosa stiamo aspettando? Andiamo!- disse subito Sirius, balzando in piedi, mentre James già stava ficcando a casaccio tutta la sua roba nella borsa.

-Ma...non sarà pericoloso?- chiese Peter preoccupato, e Sirius e James lo guardarono come se gli fossero spuntate tre teste e quattro gambe.

-E quindi?- replicò Sirius in tono ovvio.

-E se qualcuno si fa male?- domandò allora Remus, per il quale quell'albero simboleggiava la propria maledizione mensile.

-Madama Chips aggiusta qualsiasi cosa- minimizzò Arizona, allegra.

-Non sono sicura che sia una buona idea- commentò a quel punto Elinor, incerta.

-Noi andiamo, chi vuol venire viene, chi no sta qui a farsi crescere la barba sui compiti- concluse James, stufo di tutte quelle lamentele.

-Io ci sto- disse Chastity, sorprendendo tutti, se stessa in primis.

-Sarà meglio che tutti abbiano la propria bacchetta, allora- sospirò Elinor, decidendo di accompagnarli per cercare di limitare i danni.

Alla fine anche Remus e Peter si lasciarono convincere, e così tutti tornarono ai propri dormitori per recuperare le proprie bacchette ed indossare qualcosa di più adatto alla spedizione.

Mezz'ora dopo erano di nuovo di fronte al portone, pronti per l'ennesima spericolata avventura.

-Da che parte si va?- domandò Arizona che aveva un senso dell'orientamento pari a quello di una teiera.

-Credo di qui- rispose Remus indicando il fitto boscame ad ovest del castello. In realtà sapeva bene la strada, ma non poteva guidarli con sicurezza per non rischiare di destare sospetti.

Così, con Remus in testa e Peter a chiudere il piccolo corteo, si incamminarono nella direziona segnalata dal capo-fila e poco dopo giunsero al cospetto del grande albero. Era immobile, ed incuteva un certo terrore nella sua maestosità e con i suoi grossi rami.

-E ora?- domandò Chastity, osservando intimorita il Platano.

-Ora facciamo a gara a chi si avvicina fino a toccare il tronco!- suggerì James, euforico.

-Ma se tocchi il tronco l'albero prende vita- sottolineò Elinor, razionale.

-E ci colpirà mutilandoci- aggiunse Remus, tragico.

-Il bello sta qui infatti! Poi bisogna subito tornare indietro senza farsi beccare- replicò Sirius, che aveva capito subito l'intento dell'amico.

-Magari io guardo, eh?- mise le mani avanti Peter, che desiderava tornare al castello tutto intero.

-Vado io per primo!- si propose allora James e senza aspettare un attimo di più strinse forte la bacchetta fra le mani e spiccò una corsa verso l'albero. Rapidissimo, ne sfiorò il tronco e quando i rami cominciarono ad agitarsi James era già tornato da loro.

-Grande Jamie! Ora vado io- si congratulò Arizona battendo il cinque con l'amico.

-No, io!- la contraddisse Sirius, e senza darle modo di ribattere si mise a correre veloce come la luce. Toccò la scura corteccia e tornò indietro il più veloce possibile, ma un ramo gli strappò la veste.

-Tu sei matto!- lo sgridò Elinor, controllando che non fosse ferito.

-Ora tocca a me- decise Arizona, dopo che ebbero appurato che Sirius fosse ancora sano.

-Hai una scarpa slacci...- iniziò a dire Chastity, ma Arizona era già partita a razzo e non la sentì. In un baleno posò la mano sul tronco, ma mentre si voltava per tornare indietro inciampò nei lacci slegati delle proprie scarpe e cadde a terra, storcendosi una caviglia.

-Arizona!- urlano James e Remus mentre Sirius gridava: -Yankee!-

Sirius e James si lanciarono verso di lei per aiutarla, mentre i rami si muovevano a destra e a manca. Elinor e Chastity cominciarono a sparare incantesimi a raffica, cercando di fermali, mentre Peter osservava la scena paralizzato dalla paura. Remus, pensando velocemente, cercava di ricordare dove si trovasse il nodo che, se premuto, avrebbe immobilizzato l'albero.

Sirius e James avevano intanto raggiunto Arizona e stavano cercando di tornare indietro sorreggendola, ma non era facile muoversi senza venire colpiti. Sirius sfoggiava già un taglio sulla guancia, James svariati graffi sulle braccia; Arizona zoppicava vistosamente e aveva la camicia strappata.

Finalmente Remus ricordò e, puntando la bacchetta contro un ramoscello che giaceva a terra disse: -Wingardium Leviosa!-

Il bastoncino si sollevò da terra, e Remus con un tocco di bacchetta lo diresse verso il tronco, cercando di premere il punto giusto.

Ma non era facile: i tre amici erano appena stati afferrati da un ramo gigantesco, che li faceva violentemente volteggiare nell'aria, sbatacchiandoli a destra e a sinistra. Peter urlava e non era di alcun aiuto, mentre Chastity ed Elinor erano nel panico più nero e non sapevano più quali incantesimi usare.

Remus cercò di non farsi distrarre e di non perdere la concentrazione, ma la sua mano tremava sulla bacchetta; alla fine, con grande fatica, riuscì a dirigere il ramo verso il tronco, e avvicinandosi il più possibile, a fare pressione sul nodo che, appena toccato, rese l'albero immobile.

Sirius, James ed Arizona caddero a terra con un tonfo sordo e subito Elinor, Chastity e Peter li raggiunsero per vedere come stavano.

Arizona rimise tutto il pranzo ai piedi di Chastity, che intanto le stava controllando la caviglia.

-Credo sia solo una storta, anche se è parecchio gonfia- disse infine, sollevata, per poi passare alle escoriazioni che l'amica aveva sulla fronte, dovute al brusco atterraggio.

Remus stava intanto tastando il naso di James, che sembrava rotto e sanguinava abbondantemente; doveva aver battuto la faccia sul terreno cadendo, come anche il braccio sinistro, che aveva un'angolatura innaturale. Elinor invece si stava occupando di Sirius, che si massaggiava una spalla con una smorfia di dolore.

-Sarà meglio andare subito da Madama Chips!- li esortò Peter, che alla vista del sangue era sbiancato.

-Giusto. Arizona, ce la fai a camminare?- domandò Remus e Arizona annuì stoicamente. Cercò di mettersi in piedi, ma non appena appoggiò il peso anche sulla caviglia ferita le sfuggì un'esclamazione di dolore.

-Chastity, aiuta tu James. Ci pensiamo io e Peter ad Arizona- disse allora Remus, e Chastity fece come le era stato chiesto. Così sistemati, si incamminarono lentamente verso il castello, in un silenzio piuttosto teso.

-Cosa diciamo a Madama Chips? Quando vi vedrà conciati così farà delle domande- comandò Chastity, sorreggendo James.

-Che siamo inciampati- rispose Sirius con voce rotta.

-Non vi crederà mai...- sentenziò Elinor, cercando di pensare ad una scusa. Il sole stava ormai tramontando ed una brezza non del tutto calda era scesa su Hogwarts.

-Che ci siamo picchiati?- propose allora Arizona, stringendo forte la schiena di Remus per poter continuare a camminare.

-Noi non avremmo mai picchiato una femmina!- protestò James indignato, ma la sua voce era soffocata per via del fazzoletto che teneva sul naso.

-Allora io sono inciampata perché Sirius mi ha fatto lo sgambetto, e James l'ha picchiato per difendere il mio onore- decise Arizona e tutti, tranne Sirius, convennero che era l'unica cosa sensata da dire.

Quando Madama Chips se li trovò davanti così malconci sgranò gli occhi esterrefatta ed esclamò:

-Ma che cosa avete combinato? Forza, entrate! Mettetevi su quei letti lì-.

Cominciò subito ad affaccendarsi intorno a loro, e quando arrivò a visitare Arizona commentò:

-Signorina Anderson, è venuta in infermeria più volte lei quest'anno che tutti gli altri studenti messi insieme! Com'è possibile che si faccia sempre male?-

-Sono goffa ed imbranata- si giustificò Arizona con un piccolo sorriso. Madama Chips la scrutò severamente, ma decise di crederle.

-Allora, avete tutti qualcosa di rotto. Prenderete dell'Ossofast...signorina Anderson non faccia quella faccia!...e un sonnifero. Starete qui per stanotte e per domani mattina, ma domani pomeriggio potrete andare a lezione. Signor Lupin, vuole avvisare lei gli insegnanti che i suoi compagni sono qui?- sentenziò Madama Chips, e Remus annuì.

-Voi state bene?- domandò poi agli altri tre maghetti, vedendoli piuttosto pallidi e scossi.

-Tutto bene, Madama Chips- la rassicurò Elinor e l'infermiera li osservò attentamente.

-Non so che cosa sia successo, ma voi sette non me la raccontate giusta. Ora forza, via di qui, prima che mi metta ad interrogarvi seriamente- disse alla fine, e Remus, Peter, Chastity ed Elinor non se lo fece ripetere due volte; salutarono i tre infortunati e sgattaiolarono via.

Sirius, James ed Arizona indossarono i pigiami che Madama Chips aveva dato loro, si misero a letto e aspettarono che l'infermiera tornasse con le loro dosi di Ossofast.

-Preparatevi, quella pozione fa schifo- li avvertì Arizona, che occupava il letto centrale.

-Ma non esiste un incantesimo? Dobbiamo per forza berla?- le domandò James, che era piuttosto schizzinoso in fatto di sapori.

-Secondo me sì, ma Madama Chips è sadica e ci vuole punire con quella robaccia- commentò Sirius e gli altri non aggiunsero nulla, dato che l'infermiera era di ritorno con tre grossi calici colmi di pozione violetta.

-Ecco, bevete tutto fino all'ultimo sorso. Qui c'è il sonnifero per dopo. Mi raccomando, mettetevi a dormire e non chiacchierate!- disse perentoria, ed i tre annuirono con faccia angelica.

Non appena si fu allontanata, James disse:

-Lo rifacciamo, vero?-

-Assolutamente sì!- risposero Sirius ed Arizona all'unisono.



                                                   ******


-Dov'è Arizona?- chiese Lily Evans incuriosita.

-Oh...in infermeria- rispose Remus, vago.

Lui e Peter erano andati direttamente in Sala Grande per la cena, e quando Lily li aveva visti arrivare aveva subito notato l'assenza di Potter e Black, ma soprattutto quella di Arizona.

-E Potter e Black?- domandò ancora.

-Anche loro- replicò Peter.

Lily, che non era stupida, fece subito due più due e disse:

-Cos'hanno combinato questa volta? In quale impresa idiota e pericolosa si sono lanciati?-

Remus sapeva che tanto l'avrebbe scoperto comunque, perciò preferì raccontare lui l'accaduto.

-Diciamo che oggi ci siamo avvicinati un po' troppo al Platano Picchiatore e...ehm...- iniziò titubante, e Lily già era sbiancata.

-E?-

-....e Sirius, James e Arizona sono stati afferrati dai suoi rami- concluse, senza scendere nei particolari.

-Sono vivi?-

-Vivi sì, solo un po' acciaccati- la rassicurò Peter, che aveva già iniziato a mangiare, mentre Remus e Lily non avevano ancora toccato cibo.

-La mia domanda è: perché? Perché sono così spericolati e pazzi quei tre? Dimmelo Remus, perché veramente io non ci arrivo- sospirò Lily. Aveva sin da subito capito che Arizona era una tipa avventurosa, e non c'erano certo dubbi sulla pazzia degli altri due, ma proprio non capiva cosa ci fosse di divertente nell'andare a stuzzicare un albero potenzialmente assassino che sarebbe stato in grado di spezzarti in due senza troppa fatica.

-Sono fatti così, Lily. Non ci possiamo fare nulla, se non cercare di mettere un po' di sale in quelle loro teste svitate- rispose Remus, con un mezzo sorriso. Per quanto li detestasse dal più profondo del loro cuore, Lily non poteva fare a meno di preoccuparsi anche per James e Sirius, sebbene non l'avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura.

-Cosa si sono fatti, di preciso?- domandò alla fine Lily.

-Solo qualche frattura e qualche piccolo graffio. Domani dopo pranzo saranno già fuori dall'infermeria- rispose Remus, mettendosi un po' di insalata nel piatto.

-Magari domani nell'intervallo vado a trovare Arizona, allora- disse Lily fra sé e sé.

-Non li sgridare però, mi sento già in colpa così per aver acconsentito a questa cosa- la pregò Remus.

-Remus, mi hai preso per una pazza isterica che non ha nient'altro da fare che urlare contro la gente tutto il giorno? Sì, sono effettivamente molto stupidi e per quel che mi riguarda Potter e Black potrebbero anche venire inghiottiti da un buco nero e per me non cambierebbe nulla, ma Arizona è mia amica e sono solo preoccupata per lei- disse Lily, sulla difensiva.

-Lo so, pensavo solo che ti saresti arrabbiata- si giustificò Remus.

-Ma no, ormai so che Arizona è decisamente priva del senso del rischio, spero solo che in futuro non si faccia davvero del male- rispose Lily con un sorriso, e dopo le sue parole continuarono a cenare in tranquillità.

Dall'altra parte della sala, Severus Piton aveva, come Lily, notato l'assenza di Potter e Black e di quella ragazzina che ormai sapeva chiamarsi Anderson. Chissà dov'erano finiti...a combinare guai in giro, sicuramente. O ad infastidire qualcuno. Merlino, quanto li detestava. Soprattutto quel Potter. Ogni volta che scorgeva la sua zazzera disordinata in giro per il castello sentiva il sangue ribollirgli nelle vene. Per non parlare del suono della sua voce, poi! Insopportabile. Ovunque Potter fosse, Piton sperò che stesse male.

-Cosa ti ha fatto quella povera patata per venire infilzata in quel modo?- domandò Daniel Avery, accanto a lui.

-Pensavo a quell'imbecille di Potter. Non è venuto a cena- rispose Piton con sincerità.

-Ah, io sopporto di meno Black. Ha sempre quell'aria così strafottente...- commentò Daniel, infastidito.

-E scommetto che c'erano loro dietro la palude davanti alla nostra sala comune- ipotizzò Severus.

-Beh, ci hanno fatto un favore. Non siamo potuti andare alle lezioni!- rise Daniel, malizioso.

-Sì, ma non abbiamo neanche potuto mangiare fino all'ora di cena- intervenne Mulciber, rabbioso.

-Poco male- lo blandì Avery.

In quel momento Lily si alzò, e Severus pensò che stesse andando a cercare la sua amica. E quel pensiero non gli piacque.



Nda:

Reduce da un esame, eccomi qui a postare il nuovo capitolo :)

Non ho molto da dire, se non che spero davvero che vi piaccia e che non sarete timidi con le recensioni...sono un tormento, lo so, ma non ci posso fare niente XD

Un grazie a chi commenta, a chi preferisce/segue/ricorda la storia e a chi legge silenzioso, anche se vi vorrei più loquaci XD

Ci sentiamo giovedì prossimo con il prossimo capitolo :)


Vostra,

Miss

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Capitolo 30
*** Exams and piques ***


                                                   CAPITOLO 30

                                                 Exams and piques


Alla fine gli esami arrivarono per tutti.

Arrivarono per gli studenti del quinto anno, che dovevano affrontare i G.U.F.O e furono visti studiare ad ogni ora del giorno e della notte; arrivarono per quelli del settimo, ai quali invece toccavano i M.A.G.O e che da maggio in poi semplicemente scomparvero dalla circolazione, sempre chiusi da qualche parte a ripassare. Arrivarono anche per James e gli altri del primo anno, che li affrontarono con diversi stati d'animo.

James e Sirius erano tranquilli e sicuri delle proprie capacità, Remus aveva qualche preoccupazione a riguardo di Trasfigurazione e Pozioni, Peter non aveva più speranze e Arizona pregava semplicemente di non far esplodere tutti i sotterranei con qualche intruglio preparato male. Lily era in ansia un po' per tutto, tranne che per Pozioni, Chastity prevedeva una sicura bocciatura in Erbologia ed Elinor non aveva particolari paure.

Con grande disappunto di James, Corvonero aveva battuto Grifondoro alla finale del campionato di Quidditch, partita alla quale Arizona si era rifiutata categoricamente di assistere; infine il sole che splendeva perennemente su Hogwarts toglieva la voglia di studiare a quasi tutti.

La sera prima dell'inizio degli esami si erano tutti riuniti nel dormitorio dei ragazzi del primo anno di Grifondoro; persino Lily aveva messo da parte il proprio orgoglio ed aveva acconsentito a partecipare a quella riunione, alla quale Chastity ed Elinor erano arrivate scortate da James grazie al mitico mantello dell'invisibilità.

-E così questo primo anno è quasi andato...- disse Arizona con un po' di malinconia nella voce. Aveva allegramente occupato quasi tutto il letto di James con libri e pergamene, ed il poveretto era rannicchiato in un angolo, ma non si lamentava.

-Già, fra meno di due settimane si torna a casa- convenne Chastity, e non poté impedire alla propria voce di tremare mentre diceva quelle parole; lei ed Elinor sedevano sul letto di Sirius, che invece stava steso a pancia in giù sul pavimento senza un apparente motivo.

-Ci scriveremo un sacco di lettere- disse Elinor tentando di essere convincente, ma Sirius fece una risatina ironica e disse:

-Sì, è probabile che il mio gufo e quello di Chastity verranno spediti in chissà quale angolo del mondo per non fare mai più ritorno-.

-O che mia sorella s'inventi una qualche allergia alle piume di barbagianni e convinca i miei a non farmelo usare- aggiunse Lily, sarcastica quasi quanto Sirius.

-Non siate così tragici, qualcosa ci inventeremo!- tentò di essere ottimista James, vedendoli così abbattuti.

-Qualche volta quest'estate potremmo trovarci tutti insieme a Diagon Alley- propose Peter con timidezza.

-Buona idea! C'è quella gelateria di...come si chiama...- fece Remus spremendo le meningi.

-Florian Fortebraccio!- gli venne in aiuto James.

-Esatto, lui! Fa dei gelati fantastici, da provare- concluse Remus, e tutti accolsero con entusiasmo la proposta, e Lily non se la sentì di guastare l'atmosfera dicendo che lei non sarebbe potuta andare per vari motivi.

-E poi devo comprare la mia prima scopa, e voi mi aiuterete!- li obbligò James e tutti si finsero terrorizzati alla prospettiva di passare un intero pomeriggio sentendolo parlare di Quidditch.

-Il 18 luglio è il mio compleanno, sono sicura che potremo fare una festa a casa mia- li informò Elinor, contenta che stessero pianificando delle giornate insieme.

Rimasero a fantasticare (molto) e a studiare (poco) fino alle dieci, ora in cui Lily propose di andare a dormire per essere riposati per gli esami del giorno dopo.

Sirius e James sbuffarono e le diedero della rompipluffe, Lily non si fece scalfire dalle loro parole ed alla fine la spuntò lei. Si salutarono ed Arizona trascinò Lily in dormitorio affinché James potesse sparire sotto il mantello insieme ad Elinor e Chastity, proprio mentre Harry faceva ritorno dalla sala comune dov'era rimasto a studiare come un forsennato; lo sentirono borbottare formule a caso mentre si metteva a letto.

-Stranamente stasera non ci sono stati spargimenti di sangue- commentò Remus una volta rimasti solo i ragazzi; alludeva al fatto che Sirius ed Arizona non si erano picchiati (se non si contava quando Arizona aveva accidentalmente calpestato Sirius mentre andava in bagno) e che Lily e James avevano parlato quasi civilmente (tralasciando il momento in cui Lily aveva accusato James di avere la testa piena di segatura, ma lui non si era minimamente offeso e aveva riso).

-Sì, tanto sono stato io a venire brutalmente calpestato!- sottolineò Sirius, indignato.

-Ma se Arizona pesa venti chili bagnata! E poi così impari a stare sul pavimento- rise James. Dall'altra parte della sala comune, nel dormitorio delle ragazze, si stava parlando più o meno della stessa cosa:

-Dai, questa sera James non è stato poi così male- stava dicendo Arizona a Lily mentre si infilavano il pigiama.

-A mala pena sopportabile- replicò Lily con aria di sufficienza, ma Arizona ridacchiò.

-Lo so che lo trovi simpatico, sotto sotto- la prese in giro.

-Sì, come tu trovi simpatico Black!- ribatté Lily ridendo.

Arizona non trovò nulla da ribattere, così si augurarono la buona notte e si misero sotto le coperte. Era stata una bella serata.


                                                     ******


Alla fine le loro previsioni si rivelarono quasi tutte azzeccate: James e Sirius passarono gli esami con il massimo dei voti, Arizona riuscì a far saltare in aria il proprio calderone durante la prova di Pozioni e dovette andare da Madama Chips per avere indietro le proprie sopracciglia; Remus ebbe la sufficienza in Pozioni e Trasfigurazione con molta fatica, Peter fu promosso per miracolo e Chastity fu bocciata in Erbologia. Lily invece ricevette infinite lodi da parte di Lumacorno per i risultati ottenuti nella sua materia ed Elinor se la cavò alla grande in tutto.

Era rimasta un'intera settimana per godersi Hogwarts liberi finalmente da esami, interrogazioni, lezioni e punizioni, e James e Sirius avevano tutta l'intenzione di non sprecare tutto quel tempo.

Riuscirono a far perdere venti punti a Grifondoro per aver riempito la Sala Grande di Caccabombe ( “Era solo per ridere un po'!” aveva esclamato James di fronte alla faccia esterrefatta della McGranitt) ed avevano testato alcune delle loro nuove fatture su varie vittime innocenti, ma (s)fortunatamente non erano stati beccati sul fatto.

Severus Piton invece aspettava il momento giusto per vendicarsi di tutto quello che Potter e Black gli avevano fatto durante l'anno, e l'occasione giusta si presentò l'ultimo venerdì mattina che avrebbero trascorso ad Hogwarts per quell'anno.

Aveva individuato uno dei suoi acerrimi nemici, ovvero Black, seduto su una panchina del cortile, stranamente solo senza i suoi compari attorno; avrebbe preferito beccare Potter, ma anche Black andava bene e così lo raggiunse in fretta e lo provocò:

-Solo soletto, Black? Dove sono i tuoi amichetti idioti?-

-Porta il tuo nasone lontano dai miei affari, Piton- ribatté Sirius duro, e Severus sogghignò:

-Perché dovrei? È così piacevole parlare con te!- disse, mentre estraeva lentamente la bacchetta dalla veste senza farsi notare.

-Sì, quasi quanto essere la federa del tuo cuscino. Chissà quanto olio ci hai lasciato sopra!- lo derise Sirius e Severus non resistette più. Puntò la bacchetta contro il viso dell'altro ed urlò, prima che quest'ultimo avesse tempo di fare alcunché:

-Engorgio!-

-Che diavolo...?- iniziò a dire Sirius, ma non terminò la frase perché il suo viso si stava gonfiando a vista d'occhio.

-Così assomiglierai a quello che sei davvero: un pallone gonfiato!- esultò Severus, ed infatti la faccia di Sirius si stava dilatando sempre di più in maniera anomala rispetto al resto del corpo.

-Pensi sempre di essere il più furbo, eh Piton?- disse una voce attirando l'attenzione di Severus che si stava allontanando trionfalmente.

Non appena si voltò, James gli puntò la bacchetta contro ed urlò:

-Vomo Helix!-

Sulle prime parve che non fosse successo nulla, e sicuramente Severus la pensò così perché iniziò a dire:

-Sicuro che sia un vero incantesimo il tuo, Potter? No, perché non...- ma si interruppe, perché dalla sua bocca cominciarono ad uscire delle gigantesche lumache.

Intanto il cortile si era riempito di gente, che era accorsa per godersi lo spettacolo. Nessuno alzò un dito per aiutare Severus, che era caduto a terra e continuava a vomitare enormi chiocciole; James si era nel frattempo avvicinato a Sirius e mormorando: -Finite incantatem- riuscì a far sì che la faccia dell'amico tornasse normale.

Insieme si voltarono verso Piton, che annaspava e cercava inutilmente di smettere di rimettere lumache.

-Sai, non credo ci sia un contro incantesimo- disse James in tono casuale, e Sirius rise:

-Mi sa di no. Temo che il nostro amico Mocciosus dovrà aspettare che passi da solo!-

Molti risero di quello scambio di battute, e James e Sirius si batterono il cinque soddisfatti; Severus stava cercando ancora di rialzarsi quando arrivò Remus, accompagnato da Peter e Arizona.

Vedendo Piton ridotto in quello stato, Remus domandò, incredulo:

-Ma cos'è successo?-

-Mocciosus ha affatturato Sirius, sono arrivato io ed ora abbiamo una bella famiglia di lumache a spasso per Hogwarts- rispose James suscitando altre risate, compresa quella di Peter. Arizona osservava Piton, e le dispiacque per lui, anche se era antipatico ed odioso.

Si avvicinò e gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi, ma Piton la fissò rabbioso e le vomitò una lumaca sulle scarpe; Arizona spalancò la bocca indignata ed esclamò:

-Arrangiati da solo, la prossima volta!-

-Meglio così Arizona, se avessi toccato la sua mano poi saresti dovuta andare al San Mungo per una disinfezione totale!- ghignò James e ci fu un'ulteriore risata da parte della folla; anche Remus avrebbe voluto aiutare Piton, ma ormai era certo che non sarebbe servito a nulla. Dopo l'ultima battuta di James gli studenti cominciarono a disperdersi, ed infine anche James e gli altri iniziarono ad andarsene.

Nessuno colse il profondo odio nello sguardo di Piton mentre seguiva con gli occhi la figura di James.



                                                 ******


Gli ultimi giorni trascorsero così velocemente che in men che non si dica Arizona si ritrovò a dover fare i bagagli. Il problema era che sembrava aver perso la maggior parte dei suoi averi, compresa la sua gattina Krissy che aveva l'abitudine di scorrazzare allegramente per il castello senza curarsi minimamente della propria padrona.

Sembravano svaniti nel nulla la metà dei suoi vestiti, due paia di scarpe, il pigiama invernale, quasi tutti i suoi libri e persino la tuta da sci di James. Aveva iniziato a cercare le sue cose due giorni prima, ma era riuscita a recuperare solo il libro di Storia della Magia prestato a Chastity e un mantello dato ad Elinor.

Disperata, prese ad interrogare le sue compagne di dormitorio, ma non ne sapevano nulla.

-Ma come hai fatto a perdere tutta questa roba?- le domandò esterrefatta Lily, che invece aveva riempito tutto il suo baule e lo stava chiudendo. Quella sera ci sarebbe stato il banchetto di fine anno con la consegna della Coppa delle Case e mancavano ormai solo poche ore alla cena.

-Perché sono sbadata? Perché non so ancora fare l'incantesimo di Appello?- rispose Arizona in una disperata richiesta retorica.

-Dai, non abbatterti, vedrai che tutto salterà fuori!- cercò di incoraggiarla Samantha, comprensiva; anche lei, come Mary ed Erin, era a buon punto con i propri bagagli.

-Vai a chiedere a Potter, magari lui sa qualcosa- le suggerì Lily a quel punto, ed Arizona si illuminò in volto.

-Buona idea! Vado e torno!- esclamò, ed un attimo dopo era schizzata fuori in sala comune. Tre secondi dopo era entrata nella stanza dei ragazzi, senza ovviamente bussare. Dentro regnava il caos, o meglio, il disordine era tutto concentrato nell'angolo di James e Sirius.

-È tutto l'anno che me lo domando: perché la yankee è sempre qui?- l'accolse Sirius seccato, ma Arizona lo ignorò.

-Ho perso tutte le mie cose!- si lagnò, e rivolgendosi a tutti gli altri chiese:

-Non è che avete visto la mia gatta, una tuta da sci, i miei libri, il mio pigiama con la renna e quasi tutti i miei vestiti? Ah, e anche una palla da baseball ed un telescopio?-

I quattro ragazzi la guardarono spaesati e Remus chiese a nome di tutti:

-Arizona, c'è qualcosa che non hai perso?-

-Remus, non è il momento di andare per il sottile! Dovete aiutarmi!- lo implorò Arizona, ed Harry intervenne, gentile:

-Se vuoi posso andare a cercare Krissy, ho già finito di riempire il mio baule-.

-Grazie, Harry! E non è che qualcuno potrebbe andare alla Torre di Astronomia? Magari ho lasciato il telescopio...- ipotizzò Arizona guardandoli speranzosa; in realtà nessuno aveva voglia di fare tutta quella strada, ma per spirito di amicizia James decise di proporsi; lui ed Harry uscirono insieme, e Remus suggerì:

-I libri non potrebbero essere in biblioteca? Con tutte le volte che abbiamo studiato lì...vado io da Madama Pince, sicuramente mi aiuterà-.

-Sei un genio Remus! Grazie, mi saresti davvero d'aiuto!-

Remus le sorrise ed uscì, ed in dormitorio rimasero solo Sirius ed Arizona, più Peter che era chiuso in bagno da quasi mezz'ora.

C'era silenzio: Arizona cercava disperatamente di ricordare dove potesse essere il resto della sua roba, Sirius sonnecchiava sul letto al posto di fare le valige.

-Potresti anche aiutarmi, sai-.

-Perché mai dovrei?- sbuffò lui, ma di fronte alla faccia delusa di Arizona aggiunse:

-Quell'orribile pigiama non potrebbe essere in infermeria? Hai dormito più lì che nel tuo dormitorio!- ironizzò ed immediatamente Arizona lo guardò come un cucciolo affamato e denutrito guarda una grossa bistecca.

-Bravo! Non è che andresti a controllare?-

-Non ho nessunissima intenzione di...- iniziò a dire Sirius, ma Arizona lo interruppe:

Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti preeeeego, ti pr...-

-Okay! D'accordo! Basta che stai zitta!- sbottò esasperato, alzandosi di mala voglia dal letto. Arizona gli fece un sorrisone a trentadue denti, che lui ricambiò con una boccaccia. Era appena andato via, quando Peter uscì dal bagno.

-Ciao, Arizona! Che fai qui?- l'apostrofò allegro.

-Ho smarrito quasi tutta la mia roba, compresi i libri, e sono venuta qui a cercare aiuto- gli spiegò lei sconsolata, seduta sul letto di James.

-Veramente penso che i tuoi vestiti siano nel baule di Sirius- le rivelò Peter, dispiaciuto nel vederla così.

-Come nel baule di Sirius?!-

-Eh sì, pensava di rubarteli per farti dispetto- le spiegò.

Infuriata, Arizona balzò in piedi e cominciò a frugare dentro i bagagli di Sirius, gettando all'aria quello che non le serviva. Fu così che saltarono fuori la palla da baseball, le sue scarpe da ginnastica preferite, la tuta da sci, il maglione rosso regalatole dai suoi genitori, alcune paia di jeans ed altro fra camicie, magliette e vesti da strega.

Alla fine intorno a lei sembrava si fosse combattuta una cruenta battaglia, ma almeno aveva ritrovato il suo vestiario.

-Ho trovato il telescopio...- annunciò James entrando, e di fronte a tutta quella confusione chiese:

-Ma cos'è successo?-

-Mi sono ripresa i vestiti che Sirius mi ha rubato- gli spiegò Arizona infuriata, e poco dopo arrivarono Remus, con una pila di libri fra le mani, ed Harry con Krissy su una spalla.

Arizona li ringraziò, e puntando la bacchetta contro i suoi averi disse:

-Wingardium Leviosa!-

Gli oggetti si sollevarono ed Arizona, seguita da essi, uscì a passo di marcia dal dormitorio maschile, pensando a come farla pagare a Sirius.


                                              ******


-Bene, Elinor, credo che questa sia la nostra ultima lezione per quest'anno- disse Silente, con le mani intrecciate sotto il mento.

In previsione del banchetto di quella sera, aveva deciso di anticipare la lezione con Elinor al pomeriggio ed era per questo che la ragazzina si trovava nel suo studio.

-Preside, io la volevo ringraziare. Senza di lei non sarei nemmeno potuta venire ad Hogwarts, ma sarei rimasta a casa a fare una vita da reclusa- disse Elinor, con voce sincera. Silente le sorrise e replicò:

-Non mi devi ringraziare, piccola mia. Aiutarti a padroneggiare questo potere è stato un piacere per me-.

-Crede che io sia migliorata?- gli domandò, temendo la risposta. Non era sicura delle proprie capacità: non era nemmeno riuscita ad evitare che Arizona si facesse male durante la partita di Quidditch!

-Ma certo, hai fatto degli enormi progressi! E per quest'estate voglio affidarti un compito: prova a stare qualche ora senza il ciondolo, magari quando in casa ci siete solo tu ed i tuoi genitori.

Sarebbe bello se con il passare del tempo e con molto esercizio riuscissi a stare qualche giorno senza- le spiegò Silente, che aveva molta fiducia in Elinor.

Elinor lo fissò con gli occhi sgranati.

-Pensa davvero che potrei riuscirci? Ho così tanta paura di stare di nuovo male...- gli confidò, dubbiosa. Era meraviglioso poter parlare con qualcuno delle sensazioni che l'essere empatica le faceva provare.

-Non sarà facile, ma voglio che quando tu esca da Hogwarts sia in grado di controllare completamente il tuo potere, senza aiuti esterni. Non lo desideri anche tu?- chiese Silente con un sorriso incoraggiante.

-Certo, signore, ma...-

-E se avrai bisogno del mio aiuto, non esitare a scrivermi. Dopotutto non so mai cosa fare nei tre mesi in cui Hogwarts resta chiusa!- scherzò il preside, ed Elinor, rassicurata, non poté che ringraziarlo ancora:

-Grazie di cuore, signore. Non so come avrei fatto senza di lei!-

-Suvvia, suvvia! Ricorda che tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile. Forza, ora conviene prepararsi per il banchetto. Chissà gli elfi con cosa ci delizieranno- minimizzò Silente ed Elinor sorrise.

Lasciò l'ufficio del preside con il cuore incredibilmente leggero e lo stomaco leggermente brontolante.

Si avviò con passo allegro verso la Sala Grande, pronta a godersi il banchetto. Non poteva essere più felice di così.



Nda:


L'autrice è svenuta di fronte alle 9, e vorrebbe sottolineare 9, recensioni!!!! Grazie di cuore, sono veramente felice e sento che il mio lavoro viene apprezzato :) grazie grazie grazieeeee!

Ma veniamo a noi...ho deciso di pubblicare oggi con un giorno d'anticipo perchè le prossime giornate saranno davvero incasinate fra i vari esami, e dato che il capitolo era già pronto ieri non ho voluto farvi aspettare ancora, spero ne siate contenti :)

Spero anche che il capitolo vi piaccia, per una volta ne sono quasi soddisfatta :D

A parte questo non ho molto altro da aggiungere...volevo però farvi una domanda: pensate che in questa storia ci sia abbastanza magia? A volte ho paura di metterne poca :/


Beh, aspetto con ansia una vostra risposta e tante bellissime recensioni come quelle dell'ultimo capitolo, ringrazio chi preferisce (37), segue (94) e ricorda (9) questa storia e soprattutto chi recensisce: vi amo tutti, sappiatelo.


Detto questo, ci vediamo la prossima settimana :)

Vostra,

Miss


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Capitolo 31
*** Leaving Hogwarts ***


                                             CAPITOLO 31

                                           Leaving  Hogwarts


Ancora una volta gli elfi domestici di Hogwarts avevano superato se stessi: le quattro tavolate delle Case si presentavano riccamente imbandite e ricoperte di pietanze a non finire. Gli stendardi sopra i tavoli e alle spalle di quello degli insegnanti portavano i colori di Corvonero: quello era stato sicuramente un anno fortunato per loro, ed il fatto che Grifondoro avesse perso un sacco di punti soprattutto per via di James e Sirius li aveva aiutati a raggiungere la vittoria.

-Dici che è colpa nostra se non abbiamo vinto la Coppa?- domandò Sirius a James.

-Mi sa di sì- rispose l'altro distratto, controllando con gli occhi il tavolo di Serpeverde. Piton non c'era, e James pensò con soddisfazione che l'incantesimo delle lumache gli era venuto proprio bene.

-C'è da esserne fieri- commentò Remus, ironico.

-Puoi dirlo forte, Remmy- replicò Sirius vantandosi.

-Gli altri non sembrano allegri- osservò Peter, riferendosi alle facce scure dei loro compagni.

Anche Arizona aveva il broncio, mentre di Lily non c'era ancora nessuna traccia.

-Perché hai fai quella faccia da funerale, yankee?- domandò Sirius sgranocchiando un grissino.

-Dovresti saperlo!- fu l'unica risposta di Arizona.

Sirius fece per dire che lui non c'entrava nulla con qualsiasi cosa fosse successa, ma in quel momento Silente si alzò in piedi e attirò l'attenzione di tutti con quel semplice gesto.

-Ed anche quest'anno è giunto alla fine, miei cari studenti.

È stato un anno ricco di emozioni per tutti, e come sempre mi auguro che Hogwarts vi abbia lasciato qualcosa di più di qualche formula.

Ognuno di voi è speciale, unico, ed Hogwarts ha soprattutto il compito di tirare fuori le vostre capacità e la vostra personalità.

I mie più sinceri complimenti a Corvonero per aver vinto la Coppa delle Case e la Coppa di Quidditch e vi auguro, a nome di tutti noi insegnanti, delle buone ed assolutamente riposanti vacanze...non pensate troppo ai compiti, mi raccomando!- scherzò Silente, e tutta la sala rise e applaudì il suo discorso. Silente dette inizio al banchetto risedendosi, e tutti si gettarono allegramente sul cibo.

-Ma Lily?- chiese Arizona mettendosi nel piatto tutto quello che aveva davanti.

-Non so- rispose Remus pensieroso; in realtà era probabile che Lily fosse con Severus, dato che mancavano entrambi.

Arizona scrutò sospettosa James, ma lui mantenne un'espressione impassibile e continuò a mangiare come se nulla fosse.

-Perché non mi parli, yankee?- domandò Sirius dopo un'ora, quando erano ormai giunti al dolce.

-Che ti interessa? Non sei più contento così?- replicò Arizona tagliente, e Sirius la fissò stupito.

-Sono andato fino in infermeria per recuperare il tuo stupido pigiama e non mi hai neanche detto grazie!- le fece presente indignato; gli altri seguivano quello scambio di battute con cipiglio preoccupato, prevedendo che non ne sarebbe derivato nulla di buono.

-Non ti parlo perché ho passato due giorni, e sottolineo due giorni, a cercare i miei vestiti come una dannata per poi scoprire che erano nascosti nel tuo baule!- spiegò alla fine Arizona infuriata.

-Aaaah, quello...ma sì, era solo un piccolo ed innocente scherzetto! Te li avrei ridati...prima o poi- ghignò Sirius e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: tutti gli scherzi, i dispetti, le prese in giro e gli insulti che Sirius le aveva fatto e rivolto durante l'anno passarono davanti agli occhi di Arizona che in quel momento sentì di non potercela fare più.

-Sai che ti dico, Sirius Black? Che sei un insopportabile viziato! Sempre a pensare di essere più intelligente e furbo di tutti, a credere di avere il diritto di poter giocare con gli altri come e quanto ti pare! Sai che c'è? Mi sono stufata di te! Cresci, una buona volta!- urlò, sotto gli occhi stupiti degli altri Grifondoro, e senza dare modo a Sirius di replicare si alzò e corse via.

Quest'ultimo era esterrefatto.

-Ma le ho solo rubato i vestiti!- esclamò incredulo, e Remus scosse la testa, rassegnato. Era prevedibile che Arizona sarebbe scoppiata in quella maniera.

-Non credo che sia solo per quello, Sirius- disse e James aggiunse:

-Vado a veder dov'è...- e fece per alzarsi, ma quando vide Elinor e Chastity abbandonare i rispettivi tavoli per seguirla, decise di lasciare che la rabbia dell'amica sbollisse e di risedersi.

In quell'istante Lily arrivò al tavolo dei Grifondoro e guardandola in faccia Remus pensò che anche per James stavano arrivando guai.

-Qui la vedo male- sussurrò Peter a Remus, che annuì sconsolato; infatti Lily stette zitta due minuti, poi disse, stranamente calma:

-Potter, io non capisco una cosa-.

-Dimmi pure Evans- rispose James con aria di sufficienza.

-Credi che sia bello ritrovarsi a terra a vomitare lumache?- domandò secca Lily, e James immediatamente capì a cosa si stesse riferendo.

-Beh, dipende se te lo sei meritato o no. Se te lo sei meritato è una cosa bellissima, oltre che giusta- rispose, arrogante.

-Ah, davvero? E come te lo puoi meritare?- chiese Lily con un tono di voce pericolosamente tremante.

-James, lascia perdere...- cercò di intervenire Remus, ma l'amico lo ignorò.

-Ad esempio andandotene in giro ad affatturare gente che non ti ha fatto assolutamente nulla, Evans. Prima di venire qui a puntare il dito contro di me, fai due chiacchiere con il tuo amico Mocciosus e fatti spiegare perché la gente tende, come dire, a detestarlo- rispose strafottente James, che non ne poteva più delle accuse di Lily. Cosa gliene importava a lei? Non poteva lasciarlo in pace?

-Assolutamente niente...ma ti senti quando parli Potter? Non ti accorgi di essere un arrogante bullo?- lo accusò Lily, pericolosamente vicina alle lacrime.

-Bullo io? E tu non pensi di essere un'insopportabile paladina della legge? Non pensi mai a farti gli affari tuoi?- replicò James, irritato.

-James, stai esagerando...- provò di nuovo Remus, ma le sue parole furono coperte dalla voce di Lily:

-Non ci penso perché c'è gente come te che non ha nient'altro da fare nella vita che andare a rovinare quella degli altri!- urlò, infuriata.

-Oh, il povero piccolo Mocciosus ha bisogno della protezione di mammina Evans! Che cosa tenera!- la prese in giro James, e Lily ci vide rosso dalla rabbia.

-Sei un idiota, Potter! Un emerito idiota!- gli gridò contro, prima di alzarsi e correre via come aveva fatto poco prima Arizona.

-Complimenti, davvero. Complimenti a tutti e due- disse Remus fissando James e Sirius.

-A noi? Complimenti a quelle due che hanno dei seri problemi di nervi!- si difese Sirius, e James annuì a sostegno.

-Non ci arrivate proprio, eh?- chiese Remus sconsolato.


                                            ******


La mattina della partenza era arrivata e ben presto gli studenti di Hogwarts si ritrovarono a vagare sul treno alla ricerca di uno scompartimento. Arizona, Elinor, Chastity, Mary, Erin e Samantha ne occuparono uno, mentre Lily disse loro che avrebbe fatto la maggior parte del viaggio con Severus e che sarebbe passata più tardi; James e gli altri, compreso Harry, ne scelsero uno che fosse il più lontano possibile da quello delle ragazze, anche se erano dispiaciuti per Elinor e Chastity.

Il treno si mosse con lentezza ed il viaggio cominciò con un'atmosfera tesa in entrambi i vagoni: in uno Arizona fissava con decisione il finestrino mentre Chastity si chiedeva con serio terrore che cosa le sarebbe successo una volta arrivata a casa, nell'altro James e Sirius erano stranamente pensierosi e silenziosi; non stavano approfittando di quegli ultimi momenti per sparare magie a caso nei corridoi né per usare i giochi e gli scherzi magici.

-Insomma, mi volete dire che cosa sta succedendo?- domandò ad un certo punto Remus, esasperato da quei due; Harry e Peter si stavano scambiando le ultime figurine delle Cioccorane e guardavano interessati le rispettive collezioni.

-Non sta succedendo proprio niente, Remus- sbuffò Sirius.

-Ah no? Non state facendo danni...-

-...e te ne lamenti?- gli domandò James, ma Remus lo ignorò e proseguì:

-...non state affatturando nessuno né giocando con giochi pericolosi persino per i maghi...-

-...in teoria questo sarebbe un bene...-aggiunse Peter, ma Remus ignorò anche lui e concluse:

-...perciò c'è decisamente qualcosa che non va in voi, oggi-.

-E non solo oggi- scherzò Harry per alleggerire la tensione.

-Siamo solo tranquilli, che c'è di strano?- chiese Sirius, perplesso.

-C'è che non è da voi- rispose Remus, ironico.

-Uffa Remus! Facciamo casino e ci dici di stare buoni, stiamo buoni e ci dici che non stiamo facendo danni!- esclamò James, incredulo.

-Io penso che voi vi stiate sentendo in colpa- disse Remus, osservandoli.

-In colpa? E per cosa?- domandò Sirius, perplesso.

-Per quello che avete combinato ieri sera!-

-Ma non abbiamo fatto niente!- si difese James, ma poi ripensandoci aggiunse:

-Ah beh, non fare caso alle orecchie da elefante di Simmons di Tassorosso-.

-Orecchie da elefante?! Oh Merlino...comunque no, mi stavo riferendo al fatto che tu, Sirius, hai fatto piangere Arizona, e tu, James, hai fatto saltare i nervi a Lily per l'ennesima volta- spiegò Remus cercando di capire che cosa avesse fatto il povero Simmons per meritarsi le orecchie da elefante e soprattutto come avessero fatto James e Sirius a fargliele spuntare.

-Non stava piangendo quando è andata via come una furia- precisò Sirius mentre James diceva:

-Per l'ennesima volta, tzè!-

-Beh credimi, dopo ha pianto di sicuro, Sirius! E James, non fare finta di essere stato un agnellino con Lily quest'anno- li accusò Remus e i due non trovarono niente da ribattere.

-Mi sa che Remus ha fatto centro- commentò Harry, interessato alla questione. Gli dispiaceva sentire che Arizona avesse pianto, gli era simpatica.

-Va beh, pur ammettendo che tu abbia ragione e ti assicuro che non è così, cosa dovremmo fare ora?- disse alla fine Sirius.

-È molto semplice: andare a scusarvi- rispose Remus, con logica.

-Eh no, eh! Io non ci entro nello scompartimento di Mocciosus per chiedere scusa alla Evans! E di cosa poi? È lei che ha dei seri problemi a farsi gli affari propri!- si rifiutò subito James.

-E se la yankee non è in grado di contenere i propri nervi non è certo colpa mia- rincarò Sirius.

-E poi lei ti ha fatto venire i capelli verdi- ricordò Peter.

-Ecco, giusto! Anche lei mi ha fatto dei dispetti, quest'anno- disse Sirius, grato.

-Però tu di più, Sirius- notò James, che comunque voleva difendere Arizona e al quale dispiaceva vederla stare male.

-No! Siamo pari!- ribatté Sirius ostinato.

-Va bene, allora. La mia era solo un'idea. Non vi sentite in colpa e non chiedete scusa. Fine della questione- concluse Remus.

Fra loro cadde di nuovo il silenzio. La campagna scozzese scorreva fuori dal finestrino, e quasi tutti si fingevano molto interessati ad osservarla; di sottofondo c'erano i classici rumori emessi dai gufi di James e Sirius, mentre il topo di Peter ronfava nella tasca della veste di quest'ultimo. Remus aveva aperto a caso un libro, ma gli occhi erano fissi sempre sulla stessa riga, mentre Harry fischiettava piano, spensierato.

-Senti, come dovrei chiedere scusa?- sbottò alla fine Sirius e Remus lo fissò incredulo.

-Non hai mai chiesto scusa in vita tua?-

-No! A chi avrei dovuto dirlo?- domandò l'altro, perplesso; s'immaginò a chiedere scusa a sua madre, o a Regulus, e gli venne da ridere. Poi pensò che lo attendevano ben tre mesi in quella casa e smise subito.

-Non importa. Allora, vai nel loro vagone e dici semplicemente “senti Arizona...”-

-...yankee...-

-Come ti pare! Dici “senti Arizona, mi dispiace per i vestiti e per tutto il resto”. Fine. Vedrai che anche lei si scuserà e sarete amici come prima...cioè, amici no, quello che volete, insomma- spiegò Remus, con un sorriso.

-Mi pare una buona idea- approvò James, che non aveva ancora perso la speranza di vedere Arizona e Sirius amici.

-E tu James, dovresti fare la stessa cosa- disse Remus, ma James subito precisò:

-Ti ho detto che non entro nello scompartimento di Mocciosus!-

-Allora aspetti che Lily vada dalle ragazze o che scendiamo dal treno- suggerì Remus.

-Ci penso...- disse James, giusto per tenerlo contento.

-Non ci penserà- borbottò Peter ad Harry, che sghignazzò; Sirius intanto si era alzato e borbottava fra se e se con la mano sul pomello della porta.

-Vai, Sirius- lo incoraggiò James e alla fine l'altro si decise.

Uscì in corridoio, che era praticamente deserto se non si contava qualche studente appoggiato al finestrino, e aprì a caso qualche porta scorrevole alla ricerca delle ragazze. Le trovò al quinto tentativo, e tutte lo fissarono abbastanza stupite; Chastity fu la prima a riprendersi e lo salutò:

-Ciao, Sirius! Siediti con noi-.

-Non c'è posto- mugugnò lui.

-Ci stringeremo- propose Mary, ma Sirius scosse la testa; Elinor capì subito quale fosse l'intento di Sirius e percepì anche che si vergognava a parlare davanti a tutte loro. Così disse:

-Andiamo a cercare il carrello del cibo? Ho una fame!-

-Buona idea, ho fame anch'io!- la supportò Chastity ed in breve nello scompartimento era rimasta solo Arizona che non aveva neanche guardato Sirius; quest'ultimo si sedette di fronte a lei e iniziò:

-Senti...-

Lei continuò a guardare con insistenza fuori dal finestrino.

-Mi...mi dispiace per i vestiti- proseguì incerto e finalmente Arizona si voltò a guardarlo con gli occhi color cioccolato spalancati; incoraggiato, Sirius continuò:

-E per tutto il resto. Forse sono stato un po'...ehm...-

-Troppo cattivo?- suggerì Arizona.

-Ecco, sì. Scusa-.

Arizona sorrise.

-Va bene, non importa- disse, apprezzando che lui fosse venuto fin lì per scusarsi, anche se sospettava che dietro quel gesto ci fosse Remus.

-Però continuerò a prenderti in giro- tenne a precisare Sirius.

-Non mi aspettavo niente di diverso- convenne Arizona con un piccolo sorriso.

-E mi stai ancora antipatica- aggiunse lui, per sottolineare il concetto.

-Anche tu!- lo rassicurò lei.

-Sei la solita yankee fastidiosa e chiassosa- rincarò Sirius, tornato quello di sempre.

-E tu il solito Mister Gentilezza acido e spaccone- ribatté Arizona; infondo era sempre Sirius Black.

-Bene-.

-Bene-.

Fra di loro tornò il silenzio, ma era un silenzio diverso, più tranquillo: Sirius pensava che si sentiva stranamente più leggero, Arizona non avvertiva più il classico mal di stomaco che le veniva quando era nervosa.

In quel momento la porta dello scompartimento si aprì, e le teste di James, Remus, Peter, Elinor e Chastity fecero capolino.

-Tutto ok? Siete vivi?- domandò James entrando.

-Tutto ok- confermò Arizona, spostando la gabbietta di Krissy per far posto a James. I cinque si accomodarono, anche se Arizona e James dovettero condividere la stessa poltrona per far sì che ci stessero tutti.

Il viaggio proseguì in un'atmosfera decisamente mutata: tutti erano più allegri, ridevano e scherzavano; tuttavia sui visi di Chastity e Sirius c'era il velo di un'ansia, di una preoccupazione che solo loro due potevano capire.

-Mancherà molto?- domandò Chastity ad un certo punto.

-Al massimo un'ora, credo- le rispose Elinor, consultando il proprio orologio da polso.

-Credete che Lily passerà di qui?- chiese invece Arizona scartando una Gelatina Tuttigusti+1. Come se l'avesse evocata tramite le parole, Lily Evans fece il suo ingresso nel vagone, ma, non appena vide James, fece un passo indietro.

-Lily! Ci stavamo giusto chiedendo che fine avessi fatto- le disse Elinor con un sorriso; Lily le sorrise in risposta, anche se era un sorriso un po' tirato.

-Dove mi posso mettere?- chiese, vedendo che le poltrone erano tutte occupate.

-Vieni qui, ci stringiamo- la invitò Chastity, indicandole il proprio posto. Lily si sedette, ma l'aria si era di nuovo fatta tagliente; tutti si chiedevano cosa sarebbe successo fra Lily e James dopo l'accaduto della sera prima.

Infatti James scrutava Lily con gli occhi socchiusi, come se stesse studiando un raro animale; Lily dal canto suo faceva di tutto per non guardarlo. E in tutto questo nessuno sapeva cosa dire.

Alla fine fu proprio James a rompere il silenzio, dicendo con voce incerta:

-Ehm...come sta...eh...Piton?-

Lily sollevò di scatto gli occhi su di lui, come se non potesse credere che quelle parole fossero uscite proprio dalla bocca di James.

-Ti interessa, forse?- chiese in risposta.

L'aria si sarebbe potuta tagliare con un coltello: persino Sirius e Arizona, che avevano ricominciato a litigare su chi dei due fosse più rompiscatole rinfacciandosi i vari dispetti, tacevano intimoriti.

James non si perse d'animo e con faccia di bronzo rispose:

-Volevo solo sapere se aveva smesso di vomitare lumache, sai, a scopo informativo...-

-Ha smesso ieri sera, grazie- disse Lily, tagliente.

-Bene, ehm...senti, ieri sera non volevo farti arrabbiare- proseguì James incoraggiato dai cenni del capo di Remus; Chastity sentì Lily irrigidirsi al proprio fianco, mentre Elinor gettò un'occhiata veloce alla bacchetta dell'amica. A giudicare dal tono dei suoi pensieri non si poteva escludere che Lily decidesse finalmente di affatturare James.

Lily non seppe cosa rispondere: da un lato avrebbe voluto urlare di nuovo contro di lui, dall'altro capiva che James, in un contorto modo tutto suo, stava cercando di scusarsi. Alla fine optò per una risposta neutra:

-Oh...ehm, fa niente. Mi arrabbio facilmente, non sempre a ragione- disse, riconoscendo che a volte era permalosa. E poi la sera prima Severus, dopo molte insistenze, aveva confessato di aver stuzzicato Black e che James era intervenuto in difesa dell'amico. Non che quei due non avessero mai fatto niente per meritarsi l'odio di Severus, ma in quel caso non avevano iniziato loro. Era difficile capire quale fosse l'origine di quel conflitto ormai: una volta attaccavano per primi James e Sirius, e un'altra Severus; Lily era seriamente confusa.

-Bene. Cioè, non bene. Comunque...-s'impappinò a quel punto James, e Arizona decise che era il momento di intervenire per toglierlo dall'imbarazzo; aveva inoltre capito che Lily lo aveva in qualche modo scusato, almeno per l'episodio della sera prima.

-Oh, guardate! Ho trovato Silente nelle Cioccorane!- intervenne a sproposito.

-Tutti hanno Silente, yankee. È il primo che si trova!- la sminuì subito Sirius.

-Beh io non l'avevo ancora trovato!-

-Forse perché hai iniziato ora a collezionare le figurine!-

E così, con Sirius e Arizona che battibeccavano sulla collezione delle Cioccorane, il resto del viaggio trascorse fra risate e litigi di quotidiana amministrazione.

Ben presto il treno però cominciò a rallentare, e gli otto maghetti poterono avvistare la stazione di King's Cross.

-Ci siamo- annunciò Chastity, con il cuore che batteva all'impazzata.

-È stato un bellissimo anno, ragazzi. Grazie- disse Elinor, mentre veniva soffocata dall'abbraccio di Lily e Arizona.

Era arrivato il momento di scendere.

Hogwarts aveva cambiato tutti loro, in un modo o nell'altro, li aveva fatti crescere, aveva fatto scoprire loro il valore dell'amicizia, del coraggio e della lealtà. E aveva messo le basi per un legame che difficilmente si sarebbe spezzato, aveva tessuto intorno a loro un filo che li avrebbe tenuti uniti fino al prossimo anno.

James, Sirius, Remus, Peter, Arizona, Lily, Chastity ed Elinor non erano più le stesse persone che erano salite su quel treno un anno prima e ne erano consapevoli.

-Forza, scendiamo...- li incoraggiò James, aiutando Arizona con il baule.

Si fecero largo lungo il corridoio fino a trovare la scaletta d'uscita; saltarono giù uno dopo l'altro e rimasero un attimo a guardarsi prima di andare incontro chi alle proprie famiglie, chi al proprio destino.

-Beh, allora ci scriviamo e ci vediamo! Mi raccomando, vi aspetto al mio compleanno!- disse Elinor e tutti annuirono.

Il loro primo, avventuroso e magnifico primo anno si era concluso, e tutti si guardarono intorno alla ricerca delle proprie famiglie o presunte tali. Arizona saltò in braccio a suo padre, che era affiancato dai genitori di James; Elinor andò incontro a sua madre con un sorriso, mentre Remus cercava di individuare tra la folla i propri genitori. Peter non fece fatica a trovare sua madre, mentre Lily notava che Petunia non era venuta alla stazione insieme ai genitori e che non c'era nessuno per Severus. Infine, Chastity e Sirius si guardarono, sul volto la stessa identica espressione terrorizzata e rassegnata allo stesso tempo; sarebbe stata una lunga estate.

Sirius si avviò con passo pesante verso l'elfo domestico di casa, che evidentemente avrebbe dovuto sostituire sua madre; l'aveva quasi raggiunto quando si sentì tirare per il braccio. Erano James, Remus e Peter, che si erano allontanati dalle proprie famiglie.

-Ehi, Sirius. Puoi farti sequestrare tutto, compreso il gufo, ma non lo specchietto. Se no come facciamo a parlare?- gli disse con un sorriso, tirando fuori lo specchietto magico che Sirius gli aveva regalato per il suo compleanno.

Sirius sorrise in risposta:

-Lo proteggerò a costo della vita!- scherzò, e James annuì.

-E se non riceviamo tue notizie entro due settimane veniamo a prenderti- lo avvertì Remus, serio.

-Non ne dubito- rispose Sirius e poi nessuno di loro seppe resistere: si abbracciarono forte, ma il momento fu interrotto da tre voci diverse che dicevano:

-Anch'io voglio l'abbraccio di gruppo!-

-Pure io!-

-E anch'io!-

La prima era di Arizona, che si lanciò senza pietà su di loro; la seconda era di Elinor che si unì a lei con un sorriso e la terza era di Chastity che le seguì con entusiasmo.

Alla fine si separarono, ognuno con un sorriso sulle labbra.





Nda:


E così siamo giunti alla fine di questa storia.

Mi sono divertita un sacco a scriverla e spero che per voi sia stato lo stesso, e anche che vi abbia lasciato qualcosa di più di qualche risata.

È la prima volta che concludo una storia e devo dire che mi sento felice e triste allo stesso tempo...sono strana, lo so ^_^


Volevo dire che questo non è un addio ma un arrivederci: non so bene quando ma a breve comincerò a postare una raccolta di one-shot che descrivono gli avvenimenti più importanti del secondo, del terzo e del quarto anno. Non saranno storie complete o legate fra di loro, solo dei “flashback” per farvi vedere cosa succede durante quegli anni. Poi scriverò il quinto anno...sempre che ci sia qualcuno disposto a seguirmi. Cosa ne pensate? Vi piacerebbe una cosa del genere? :)

Detto questo, ringrazio davvero di cuore chiunque mi abbia seguito: non pensavo che questa storia sarebbe piaciuta a qualcuno, ma invece ho trovato delle persone meravigliose che con le loro parole mi hanno spinto a continuarla.

Un grazie speciale a tutti voi, che avete recensito, messo la storia nelle preferite (38) /seguite (98) /ricordate (9) o che semplicemente avete letto silenziosi. Grazie :)

E anche per oggi ho finito....nei prossimi giorni risponderò alle recensioni dello scorso capitolo (Giuliuli, dreamyD e Jeis perdonatemi se non l'ho ancora fatto ma sono incasinatissima con lo studio :/ ) e intanto dico ancora una volta grazie a tutti voi.


Sempre vostra, con affetto,


Miss_Slytherin

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